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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 382 di giovedì 26 febbraio 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 20 febbraio 2015.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Dorina Bianchi, Stella Bianchi, Bonavitacola, Michele Bordo, Cominelli, D'Ambrosio, De Menech, Dellai, Fedriga, Fico, Fioroni, Fontanelli, Formisano, Guerra, Manciulli, Marotta, Pes, Polverini, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rossomando, Sanga, Sani, Scotto, Speranza, Turco, Valeria Valente, Vargiu, Vignaroli e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centotredici come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza, che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche
(ore 9,34).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 9,55.

  La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1733 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto (Approvato dal Senato) (A.C. 2894).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2894: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2894)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella seduta di ieri, si sono svolti gli interventi sul complesso degli emendamenti. Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà Pag. 2l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine il gruppo Misto è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Avverto che per un mero errore materiale l'emendamento Dieni 2.43 deve intendersi 2.143.
  Avverto che, prima dell'inizio della seduta, gli emendamenti Pellegrino 1.2, Zaratti 1.28, Ricciatti 1.29, Ferrara 1.30, Duranti 2.105 e 2.106, Ricciatti 2.119, 5.4 e 6.15, Pellegrino 8.7 e Duranti 8.16 sono stati ritirati dai presentatori.
  Riprendiamo quindi l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (vedi l'allegato A al resoconto della seduta del 25 febbraio 2015 – A.C. 2894) e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A – A.C. 2894).

  LARA RICCIATTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà

  LARA RICCIATTI. Grazie Presidente, anche per avere annunciato lei il numero degli emendamenti che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ha ritirato. Quindi, ci siamo impegnati negli accordi e li stiamo garantendo qui, in quest'Aula, per far sì, però, che si passa svolgere un dibattito e un confronto nel merito, cercando di avere anche un'interlocuzione con i membri del Governo. Dunque, nel cercare di avviare una discussione sul metodo e sul merito dei singoli emendamenti, ci siamo impegnati ed abbiamo ritirato alcuni emendamenti

  PRESIDENTE. Invito ora i relatori ad esprimere il parere.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza, per l'VIII Commissione. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, il parere è conforme al parere del relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. I relatori di minoranza, intendono esprimere pareri puntuali ? Prego, onorevole Allasia.

  STEFANO ALLASIA. Relatore di minoranza. Grazie Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Brescia 1.200, Manlio Di Stefano 1.5, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento Cozzolino 1.6.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 1.3 e 1.7, Allasia 1.8, Bonafede 1.201, Carinelli 1.11, Allasia 1.21, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento Luigi Di Maio 1.17.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Paolo Bernini 1.202, Di Benedetto 1.16, Duranti 1.27, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento De Lorenzis 1.20. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 1.10, Dell'Orco 1.18, Di Battista 1.14, Allasia 1.9, Labriola 1.31, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento Della Valle 1.19. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cariello 1.12, Grimoldi 1.26 1.25 e 1.24, Allasia 1.23, Grimoldi 1.22, Cancelleri 1.13, Allasia 1.34, mentre mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Del Grosso 1.35 e De Lorenzis 1.36.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Duranti 1.32, Busto 1.37, Businarolo 1.38 e Brugnerotto 1.39, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento D'Ambrosio 1.40. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dall'Osso 1.41, Dadone 1.42 e Duranti 1.33. Il parere è altresì favorevole su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2. Esprimo quindi parere Pag. 3favorevole sugli emendamenti Battelli 2-bis.200 e Caparini 2-bis.1. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Colletti 3.12 e Caparini 3.4, 3.5 e 3.6. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Basilio 3.200, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Segoni 3.3, Caparini 3.2, Grimoldi 3.1 e Duranti 3.30. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Da Villa 3.13 ed esprimo parere favorevole sugli emendamenti Baroni 3.201, Zaratti 3.8 e Grimoldi 3.9 e 3.10. Mi rimetto all'Assemblea sulle proposte emendative Ciprini 3.11 e Crippa 3.01, mentre esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Mannino 4.5 e Pellegrino 4.11 e sugli emendamenti Vignaroli 4.7 e 4.8. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Fantinati 4.9, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Petraroli 4.10, Zolezzi 4.1 e Simone Valente 4.2. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Massimiliano Bernini 4.3, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Allasia 4-bis.1. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento L'Abbate 4-bis.200, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Allasia 5.2 e Grimoldi 5.1.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Ricciatti 5.4 è stato ritirato.

  STEFANO ALLASIA, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Duranti 5.5, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento De Rosa 6.1. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Zaratti 6.12, Pisano 6.2, Duranti 6.11 e Labriola 6.14.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Ricciatti 6.15 è stato ritirato.

  STEFANO ALLASIA, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Liuzzi 6.01 e Colonnese 6.04, sugli identici emendamenti Nicola Bianchi 7.1 e Allasia 7.2, sugli emendamenti Grimoldi 7.3, Allasia 7.6, Grimoldi 7.7 e 7.9, Allasia 8.6 e Grimoldi 8.8.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Pellegrino 8.7 è stato ritirato.

  STEFANO ALLASIA, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Allasia 8.9, Grimoldi 8.12 e Allasia 8.13 e 8.14, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Duranti 8.15 ed esprimo parere favorevole sull'emendamento Duranti 8.200.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Duranti 8.16 è stato ritirato.

  STEFANO ALLASIA, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 8.17, Allasia 8.19 e Grimoldi 8.18 e mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Ricciatti 8.20.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di esprimere il parere il relatore di minoranza Crippa.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente, innanzitutto volevo chiedere se man mano posso annunciare alcuni ritiri del gruppo Movimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ci proviamo. Poi magari date l'elenco agli uffici, che è sempre meglio. Comunque proviamo, prego.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. È un work in progress.

  PRESIDENTE. Sì.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza Annuncio il ritiro dell'emendamento Brescia 1.200.

  PRESIDENTE. Lei, naturalmente, sta parlando a nome dei presentatori, questo lo diamo per scontato.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. È quello che le ho chiesto prima.

  PRESIDENTE. Sì, perfetto, lo ribadisco, su suggerimento degli uffici, per il verbale. Prego.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Pag. 4Manlio Di Stefano 1.5, mentre annuncio il ritiro dell'emendamento Cozzolino 1.6. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 1.3 e 1.7 e sugli emendamenti Allasia 1.8, Bonafede 1.201, Carinelli 1.11, Allasia 1.21 e Luigi Di Maio 1.17. Annuncio il ritiro dell'emendamento Paolo Bernini 1.202, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Di Benedetto 1.16, Duranti 1.27, De Lorenzis 1.20 e Grimoldi 1.10. Annuncio il ritiro dell'emendamento Dell'Orco 1.18, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Di Battista 1.14.
  Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Allasia 1.9, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Labriola 1.31, Della Valle 1.19 e Cariello 1.12. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Grimoldi 1.26, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 1.25 e 1.24. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Allasia 1.23, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Grimoldi 1.22, Cancelleri 1.13 e Allasia 1.34. Annuncio il ritiro degli emendamenti Del Grosso 1.35 e De Lorenzis 1.36, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Duranti 1.32, Busto 1.37 e Businarolo 1.38. Annuncio il ritiro degli emendamenti Brugnerotto 1.39 e D'Ambrosio 1.40, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dall'Osso 1.41, Dadone 1.42, Duranti 1.33, Corda 2.69, Duranti 2.59, Zolezzi 2.51, Duranti 2.58 e Villarosa 2.3.
  Annuncio il ritiro dell'emendamento Vallascas 2.5, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Agostinelli 2.6. Annuncio il ritiro dell'emendamento Vacca 2.7, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Tripiedi 2.8. Annuncio il ritiro degli emendamenti Toninelli 2.9 e Tofalo 2.10, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Terzoni 2.11, Spessotto 2.12 e Spadoni 2.13. Annuncio il ritiro dell'emendamento Sorial 2.14, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Cominardi 2.15. Annuncio il ritiro degli emendamenti Sibilia 2.16 e Scagliusi 2.17, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Sarti 2.18 e Cecconi 2.66.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Pellegrino 2.89, Ruocco 2.19, Paolo Nicolò Romano 2.20, Zaratti 2.90, Rizzo 2.21, Segoni 2.98, Pesco 2.25 e Furnari 2.91. Annuncio il ritiro degli emendamenti Parentela 2.26 e Nesci 2.28. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nuti 2.27 e Micillo 2.29. Annuncio il ritiro dell'emendamento Mannino 2.53. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Zaratti 2.93. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Allasia 2.97. Annuncio il ritiro dell'emendamento Marzana 2.30. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Allasia 2.96. Annuncio il ritiro degli emendamenti Mantero 2.31 e Lupo 2.32. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Grimoldi 2.95. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Lorefice 2.33, Lombardi 2.34 e sugli identici emendamenti Pellegrino 2.99 e Grillo 2.35.
  Mi rimetto all'Assemblea sugli emendamenti Pellegrino 2.104 e Allasia 2.102. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Grande 2.36 e sugli identici emendamenti Silvia Giordano 2.37 e Segoni 2.103. Annuncio il ritiro dell'emendamento Luigi Gallo 2.38. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Gallinella 2.39, Gagnarli 2.41 e Frusone 2.42. Annuncio il ritiro degli emendamenti Fraccaro 2.43 e Fico 2.44. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ferraresi 2.45 e Zaratti 2.101. Annuncio il ritiro dell'emendamento D'Uva 2.46. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Chimienti 2.85. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Benedetti 2.201, Allasia 2.107 e Segoni 2.109.

  PRESIDENTE. L'emendamento 2.108 non è segnalato.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli emendamenti Zolezzi 2.1 e Di Vita 2.86. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Caparini 2.116 mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Alberti 2.203. Pag. 5Mi rimetto all'Assemblea sugli emendamenti Caparini 2.117 e Caparini 2.118.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Ricciatti 2.119 è stato ritirato.
  Sugli emendamenti D'Incà 2.47, Dieni 2.143 e Daga 2.49 il parere è favorevole. Gli emendamenti Castelli 2.52 e Battelli 2-bis.200 sono ritirati. Sull'emendamento Caparini 2-bis.1 mi rimetto all'Assemblea. Sull'emendamento Colletti 3.12 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Caparini 3.4, 3.5 e 3.6 mi rimetto all'Assemblea. Sugli emendamenti Basilio 3.200, Segoni 3.3, Caparini 3.2 e Grimoldi 3.1 il parere è favorevole. Sull'emendamento Duranti 3.30 mi rimetto all'Assemblea. Sull'emendamento Da Villa 3.13 il parere è favorevole. L'emendamento Baroni 3.201 è ritirato.

  PRESIDENTE. L'emendamento Labriola 3.7 non è segnalato.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Zaratti 3.8 e Grimoldi 3.9 il parere è favorevole. Sull'emendamento Grimoldi 3.10 mi rimetto all'Assemblea. Sull'emendamento Ciprini 3.11 il parere è favorevole. Sull'articolo aggiuntivo Crippa 3.01 il parere è favorevole. Sugli identici emendamenti Mannino 4.5 e Pellegrino 4.11 e sugli emendamenti Vignaroli 4.7 e 4.8, Fantinati 4.9, Petraroli 4.10, Zolezzi 4.1, Simone Valente 4.2 e Massimiliano Bernini 4.3 il parere è favorevole. Sull'emendamento Allasia 4-bis.1 mi rimetto all'Assemblea. Sull'emendamento L'Abbate 4-bis.200 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Allasia 5.2 e Grimoldi 5.1 mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. L'emendamento Ricciatti 5.4 è stato ritirato.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Duranti 5.5 il parere è favorevole. L'emendamento De Rosa 6.1 è ritirato. Sull'emendamento Zaratti 6.12 il parere è favorevole. L'emendamento Pisano 6.2 è ritirato. Sull'emendamento Duranti 6.11 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. L'emendamento Labriola 6.13 è non segnalato.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Labriola 6.14 mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. L'emendamento Ricciatti 6.15 è stato ritirato.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Sugli articoli aggiuntivi Liuzzi 6.01 e Colonnese 6.04 il parere è favorevole. Sugli identici emendamenti Nicola Bianchi 7.1 e Allasia 7.2 e sull'emendamento Grimoldi 7.3 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. L'emendamento Labriola 7.4 è non segnalato.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Allasia 7.6 mi rimetto all'Assemblea. Sugli emendamenti Grimoldi 7.7 e 7.9 il parere è favorevole. Sull'emendamento Allasia 8.6 il parere è contrario. Sull'emendamento Grimoldi 8.8 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. L'emendamento Pellegrino 8.7 è stato ritirato.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Allasia 8.9 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. L'emendamento Labriola 8.11 non è segnalato, così come l'emendamento Labriola 8.10. L'emendamento Grimoldi 8.12 ?

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Grimoldi 8.12 ed Allasia 8.13 mi rimetto all'Aula. Sull'emendamento Allasia 8.14 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Duranti 8.15 e 8.200 il parere è favorevole.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Duranti 8.16 è stato ritirato.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Grimoldi 8.17 e Allasia 8.19 il parere è favorevole. Sull'emendamento Grimoldi 8.18 mi rimetto all'Aula mentre sull'emendamento Ricciatti 8.20 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti...

  ROBERTO GIACHETTI. E il Governo ?

  PRESIDENTE. Il Governo li ha già espressi dopo il parere del relatore per la maggioranza.
  Intanto, visto che ci siamo interrotti, salutiamo le scuole che sono presenti: l'Istituto Enrico Fermi di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, che sta assistendo ai nostri lavori dalla tribuna, ed anche il Liceo scientifico Capirola di Leno, in provincia di Brescia, anche loro dall'altra parte della tribuna. Buongiorno ragazzi e buongiorno anche ai vostri insegnanti (Applausi).
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Manlio Di Stefano 1.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Cassano, Rampelli, Simone Valente, Giuliani, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  380   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Giuliani, Giuseppe Guerini, Nicoletti, Mura, Simone Valente, Ciracì, Colonnese, Cassano, Brescia, Artini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  369   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 1.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, soprattutto questo emendamento, come i prossimi all'articolo 1, indubbiamente è per la modifica del testo, dato che riteniamo opportuno modificarlo per evidenti motivi di velocità. Nella velocità sappiamo che ci possono esser stati degli errori di interpretazione degli uffici ministeriali, i quali non hanno interpretato a nostro avviso con chiarezza il volere del decreto stesso. L'emendamento 1.7 prevede la prededucibilità dei crediti connessi alle attività di impresa dell'Ilva e degli impianti del gruppo sul territorio nazionale. Come abbiamo già discusso in Commissione e poi successivamente in Aula nella giornata Pag. 7di ieri, abbiamo messo in evidenza una serie di difficoltà a portare una discussione lineare con l'attuale maggioranza e con il Governo. Come abbiamo visto anche poc'anzi nella discussione e interpretazione dei relatori verso tutti gli emendamenti del fascicolo, che sono stati tutti bocciati sistematicamente, chiediamo che gli emendamenti del gruppo della Lega vengano tutti votati e man mano discussi, in modo tale da farli valutare dall'Aula, affinché sia espresso sistematicamente qual sia il volere dell'Aula e dei parlamentari in modo tale che ognuno si possa assumere la propria responsabilità e si possa eventualmente far riconoscere il valore aggiuntivo dell'azione emendativa rispetto a quello che fino ad oggi è stato fatto alla Camera dei deputati, dove per volere esclusivamente della maggioranza non c’è stata la possibilità – e abbiamo già denunciato più di una volta la questione – e non c’è stata assolutamente la volontà di modificare il testo per vostra incapacità di gestire sia al Senato sia alla Camera gli ultimi decreti. Avremo modo nelle prossime ore di discutere le modalità per le quali oggi arriviamo a pochi giorni, a dieci giorni praticamente dallo scadere di questo decreto, che dovrebbe scadere il 6 marzo, anche se la terminologia «scadere» è sempre brutta perché può scadere uno yogurt, ma potrebbe decadere, come si suol dire, il 6 marzo questo decreto e anche se dovesse decadere abbiamo la certezza che male non sarebbe. Si potrebbe tranquillamente ripresentare un decreto analogo sotto altra veste e migliorare il testo sotto altre forme. Oggi come oggi stiamo discutendo di questi emendamenti, il gruppo della Lega – ribadisco – ha presentato una quarantina di emendamenti e ha intenzione di porli in evidenza all'Aula in modo tale da portarli al voto ed eventualmente riuscire a correggere quella stortura del testo che oggi ci viene rappresentata in Aula. Perciò, su questo e sugli altri emendamenti chiediamo il voto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese... onorevole Corsaro, mi scusi, dietro di lei c’è un voto ma non vedo nessun collega... allora forse bisogna togliere la tessera, grazie. Bolognesi, Gasparini, Cassano, Cani, Matarrelli, Misuraca, Duranti... La postazione che mi è stata segnalata è quella dell'onorevole Rampelli, lo dico perché l'onorevole Rampelli è seduto sotto ma vota dietro, giusto ? Lei è seduto lì. Perfetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  382   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto favorevole).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, io intervengo solo per stigmatizzare quello che lei ha appena fatto, cioè ha richiamato una postazione senza il deputato con un voto in corso. Questo semplicemente per dire che il MoVimento 5 Stelle, in data 25 novembre, poi in seguito a gennaio, ha sollecitato azioni simili all'interno dell'Ufficio di Presidenza. Alcuni nostri deputati sono stati sanzionati per azioni avvenute nel dicembre 2014. Vorremmo che la stessa cosa venisse fatte per chi ha commesso queste irregolarità, differenti da quelle del MoVimento 5 Stelle, ma comunque Pag. 8antecedenti a dicembre e, quindi, venga fatta un'istruttoria anche per i pianisti. Noi siamo stati espulsi per un'azione sulla stabilità, mentre queste persone che votano senza essere presenti in Aula ancora non hanno neanche un'istruttoria in Ufficio di Presidenza. Questo deve essere stigmatizzato ogni volta che è possibile all'interno dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, lei sa che l'Ufficio di Presidenza ha affidato ai questori la questione. Sa anche che questa materia è più difficile da controllare dopo. Quindi, come ho fatto io ora, se ci sono situazioni da segnalare è bene che ciò avvenga durante la seduta, perché poi di elementi per verificare questi comportamenti non ce ne sono molti.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa ?

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, a noi va benissimo che venga rimarcato adesso, a patto che, parallelamente al fatto che venga richiamato un deputato che non era in Aula, vengano presi poi provvedimenti, perché se ci si limita al richiamo della Presidenza a togliere la tessera, non riusciamo a capire quale sia l'azione che possa permettere di non far sì che questi fatti accadano di nuovo.

  PRESIDENTE. Va bene, registrato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 1.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia, che è circondato da un mucchio di gente. Non ce l'ho con lei, onorevole Prataviera. Collega, Marazziti. Prego, onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Poi con Piepoli accanto la giornata mi sorride.

  GAETANO PIEPOLI. Lo puoi proprio dire !

  STEFANO ALLASIA. L'ho detto, l'ho detto. Svolgo un breve intervento sull'emendamento 1.8, a mia firma, per commentare e chiarire la specificità di questo emendamento, che chiede che nella prededucibilità rientrino anche i crediti delle imprese di trasporto su gomma, perché abbiamo riscontrato che decine di aziende vantano dei crediti e hanno difficoltà enormi a poter avere il proprio. Perciò abbiamo necessità che, nello stesso testo di legge in cui si sta discutendo di finanziamenti e di soldi che possono andare nelle casse dell'Ilva, una parte possa eventualmente, anche se abbiamo visto che 35 milioni su 3 miliardi di debito sono un'inezia, essere contemplata e ci sia la possibilità di prededurre i crediti alle imprese.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Presidente, solo per segnalare che l'emendamento Allasia 1.8 è sostanzialmente, come si usa dire, ultroneo, perché il comma 2-bis, al punto 1-ter, parla di crediti relativi a prestazioni necessarie al risanamento ambientale, alla sicurezza e alla continuità dell'attività degli impianti produttivi essenziali, il che implica che è già compreso l'autotrasporto. Questo è già stato chiarito anche in sede di relazione illustrativa, nonché è ormai ampiamente riconosciuto anche dalle associazioni degli operatori dell'autotrasporto.
  Devo dire che il mio parere è negativo su questo emendamento, oltre che perché ultroneo, perché implicherebbe, allora, che bisognerebbe specificare tutte le categorie, e voi capite che questo non ha senso in un testo di legge.

  STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 9

  STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Capisco le intenzioni del Governo: con la specifica che avevamo posto in evidenza è evidente che volevamo sollevare il caso e porre in evidenza una problematicità che si sta portando avanti da diversi mesi. La richiesta di specificità sul trasporto su gomma non è solo esclusivamente su questo particolare servizio. Il nostro interesse era anche porre in evidenza tutti gli altri servizi che hanno un credito verso l'azienda, però capiamo assolutamente, e posso anche condividere, lo spirito dell'intervento del Governo.
  Però, si chiarisca specificamente che si vuole porre rimedio al problema delle aziende che aspettano i soldi da un'azienda che avete commissariato malamente, perché, oggi come oggi, ci ritroviamo a discutere del terzo, del settimo, del ventesimo decreto. Non si è ancora capito se alcuni decreti li contate nel numero complessivo. A nostro avviso, è il settimo decreto, però mettiamo il caso che sia il terzo: anche, semplicemente, discutere la stessa argomentazione per tre volte mi sembra stravagante.
  Però, avete portato in evidenza questo decreto per risolvere un problema. Noi non è che vogliamo esclusivamente fermare o bloccare i lavori dell'iter e cercare di far decadere il decreto stesso: abbiamo intenzione di risolvere un problema. A nostro avviso, possiamo assolutamente anche ritirare l'emendamento, ma il problema rimane, perché o gli autotrasportatori che ci hanno contattato non hanno condiviso, non condividono e non hanno capito il decreto stesso che avete scritto malamente, perché mi sorge anche il dubbio, oppure vi è qualcosa non va, o state, volgarmente, come si suole dire, mentendo.
  L'emendamento avrei intenzione di continuare a mantenerlo e, nell'eventualità, non è la prima volta che vi è un emendamento approvato dall'Aula che sia ultroneo o meno rispetto al testo. Ritengo che una frase in più, aggiuntiva, non guasti il testo stesso; perciò, chiedo che venga messo ai voti l'emendamento 1.8.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà, per un minuto.

  EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, ritengo vergognoso l'atteggiamento del Governo; vergognoso perché non riesce a capire nemmeno quello che ha scritto. Noi abbiamo incontrato proprio qui fuori, e io personalmente nel mio territorio veneto, diversi imprenditori che vantano dall'Ilva milioni di euro. Solo qui fuori ho incontrato un imprenditore bresciano che avanza 30 milioni di euro, solo lui.
  Quindi, 35 milioni di euro, tra l'altro non di pagamenti, ma di possibilità di accedere al credito, sono assolutamente insufficienti o, addirittura, quasi inutili, perché non risolveranno alcuna problematica reale di nessuna azienda. Soprattutto, qui iniziamo veramente ad andare in barba a delle regole basilari di diritto, come quella della par condicio creditorum. E a violare la legge, in questo caso, è direttamente il Governo: una vergogna, di cui dovete assumervi assolutamente le responsabilità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Bolognesi, Arlotti, Colonnese, Marti, Fossati, Capodicasa, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  391   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  289.    

Pag. 10

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bonafede 1.201. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, noi qua vorremmo – sicuramente il Viceministro ci dirà che è pleonastico, ultroneo – specificare che all'interno del comma 2-bis, nelle misure di valutazione dei crediti pregressi vengano messe nero su bianco la tutela dei lavoratori e la regolamentazione del trattamento di fine rapporto. Non vorremmo mai che alla fine in queste situazioni di revisioni societarie gli unici che poi continuano sempre e solo a perderci siano i lavoratori, anche con i diritti acquisiti e quantomeno anche il loro trattamento di fine rapporto non vorremmo mai che venisse prosciugato.
  Pertanto chiediamo di aggiungere al capoverso 1-ter «... ferma restando la tutela dei lavoratori e la regolamentazione del TFR». Su questo chiedo il voto favorevole dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bonafede 1.201, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Monaco, Pastorino ha votato, Causi, Paglia, Scotto, Cariello ha votato, vedo una mano ma non vedo la proprietaria, Iacono, Fauttilli, Carfagna sta salendo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  386   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  282).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Carinelli 1.11. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, questo emendamento prevede la soppressione del comma 4 perché, sostanzialmente, all'interno del comma 4 viene messo nero su bianco che sia possibile, sia trasferire a titolo definitivo, oppure affittare a soggetti che garantiscano a seconda dei casi la continuità nel medio periodo del relativo servizio pubblico essenziale. Però come ? A trattativa privata. Noi oggi stiamo dicendo che per un'azienda commmissariata dallo Stato, il commissario che in qualche modo è emanazione del Governo anche nella gestione dell'azienda, non è tenuto a rispettare quelle normative sugli appalti che per il comune più sperduto d'Italia devono valere. Ovvero, nel momento in cui vi siano degli importi sopra soglia per gli appalti bisogna fare dei bandi ad evidenza pubblica; in questo caso, per la cessione dell'azienda, oppure per l'affitto della stessa il bando può essere benissimo non fatto andando su una semplice trattativa privata.
  Secondo noi questo è veramente lo specchio di come volete gestire la faccenda dell'Ilva, perché di fatto, non si vuole neanche garantire una trasparenza e una condotta dello Stato, anche dal punto di vista morale, di correttezza estrema. No, voi andate sulla gestione a trattativa privata dell'affidamento a soggetti. Quali siano questi soggetti lo scopriremo una volta avvenuta l'assegnazione e, di fatto, la trattativa privata rappresenta per noi un velo di opacità sulla gestione di questa procedura.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

Pag. 11

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Presidente, molto rapidamente: segnalo all'onorevole Crippa che stiamo parlando di una normativa riguardante, qui nel decreto-legge, le imprese di interesse strategico nazionale in crisi. Chi abbia presente qual è la nozione di impresa di interesse strategico nazionale sa bene che la complessità di una simile impresa richiede di procedere attraverso trattativa privata, naturalmente, come dice il comma 4, fermo restando il rispetto dei principi di trasparenza e non discriminazione.
  Però, la tipologia di imprese di cui parliamo richiede assolutamente, proprio per la complessità gestionale di investimenti che vanno realizzati in un'impresa di quel tipo, un impegno del commissario dell'amministrazione straordinaria nell'individuare il soggetto più idoneo a gestire una simile azienda. Questo tipo di impegno passa per la procedura indicata nel comma 4.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Presidente, ovviamente le risposte del Viceministro De Vincenti cercano di circostanziare rispetto alla gestione commissariale dell'Ilva. Noi vorremmo segnalare che, però, la procedura di trattativa privata ben delinea una fattispecie di gestione che non è quella di trasparenza che viene evocata successivamente, ma, se vogliamo la trasparenza, dovremmo fare un bando ad evidenza pubblica. Non è possibile fare una gestione mediante trattativa privata.
  Poi, ricordo che è ovvio che nella complessità delle imprese di interesse strategico nazionale ci siano sicuramente questioni legate ai piani di sviluppo e ai piani industriali. Peccato, però, che queste situazioni, anche quando vi sono gestioni di aziende private o cessioni di rami di azienda, spesso, comunque, hanno dei criteri di trasparenza molto più elevati rispetto a questa. Io credo che la città di Taranto meritasse una trasparenza totale sulla gestione di questo affidamento e non un velo di opacità, come voi volete continuare a mettere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà per un minuto.

  ANDREA COLLETTI. Il Viceministro ha parlato di imprese di interesse strategico. Bene, questa parola è già stata usata e abusata in passato con i siti di interesse strategico e anche con i cosiddetti grandi eventi, per i quali l'Italia aveva un interesse strategico. Ricordo tra i grandi eventi il G8 alla Maddalena, dove c’è stata una immonda mangiatoia attraverso la Protezione civile, oppure i cosiddetti Mondiali di nuoto, dove la procura di Roma ha fatto numerose inchieste sullo sperpero di denaro pubblico.
  Quindi, sinceramente, Viceministro, abusare di questa parola fa pensare molto male dal nostro punto di vista, perché verrà utilizzata e abusata per interessi, purtroppo, al limite dell'illecito o dell'opaco.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente, io credo che, su una questione così importante e delicata, che riguarda il futuro del nostro Paese, oltre che il destino di un'area importante, il diritto alla salute e all'ambiente dei cittadini di Taranto, debba essere garantita la massima trasparenza possibile. Vorrei ricordare, però, anche ai colleghi che sono intervenuti, che la trattativa privata è una fattispecie prevista dal codice degli appalti, non è una forma di trattativa occulta.Pag. 12
  È una forma prevista che, ovviamente, potrebbe anche ritagliarsi rispetto alle dimensioni di una grandissima azienda come Ilva, i cui acquirenti, ovviamente, non sono numerosissimi sul panorama internazionale. Quindi, il fatto che si possa applicare questo tipo di fattispecie prevista dal codice degli appalti è una cosa assolutamente ragionevole. Quello che noi, invece, chiediamo è che pure adottando questa forma di appalto già prevista, appunto la trattativa privata, il Governo si impegni alla pubblicazione su Internet di tutte le notizie e le informazioni necessarie, utili a comprendere ai cittadini e all'opinione pubblica, ai cittadini di Taranto in modo particolare, che cosa si sta facendo momento per momento, con chi si sta interloquendo, quali sono anche gli inviti che vengono rivolti alla trattativa privata e quali sono gli interlocutori. Quindi chiediamo un di più di trasparenza, pur riconoscendo che la trattativa privata è uno dei sistemi, forse quello più adatto, per affrontare la fattispecie in modo particolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, Signor Presidente, la trattativa privata è una delle modalità previste dal codice civile, e anche dal codice degli appalti, per potere procedere all'esecuzione dei lavori; su questo non c’è dubbio. Tuttavia, noi abbiamo anche una legislazione europea, la quale vuole procedure ad evidenza pubblica e vede con grande diffidenza la trattativa privata. Si potrebbe dire che questo vale quando è coinvolto l'ente pubblico, quando si tratta, invece, di transazioni fra privati, il privato fa quello che vuole. Ma qual è la natura propria dell'Ilva oggi, dopo la serie di provvedimenti che abbiamo preso in materia ? Possiamo considerarla come un'un'impresa privata ancora o non è, in questo momento, un'impresa che ricade all'interno della sfera del pubblico, per la quale dovrebbero essere previsti, a termini di normativa europea, delle procedure di evidenza pubblica ? Io credo che sarebbe quanto meno prudente che il provvedimento fosse inviato alla Commissione per raccogliere il suo parere, onde evitare domani, magari, di trovarci davanti a sgradevoli sorprese come una procedura di infrazione, o una molteplicità di procedure di infrazione, che ci metterebbero in grande difficoltà, perché è ovvio che se noi diciamo che si possono dare i lavori con trattativa privata e poi i lavori vengono dati con trattativa privata e successivamente la Commissione ci dice che questo non è possibile, colui che avrà avuto i lavori a trattativa privata, avrà diritto di rivalersi dello Stato dicendo che lo Stato ha abusato della sua buona fede (lo Stato o l'Ilva, considerata la natura in questo momento un filo incerta di questa entità). Credo che un approfondimento sarebbe opportuno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Grazie Presidente, credo che ciò che prevede questo articolo, questo comma, ovvero il fatto che il commissario straordinario possa individuare l'affittuario o l'acquirente a trattativa privata – di questo si tratta – se combinato con quanto, probabilmente, verrà approvato successivamente all'articolo 2, cioè con la totale irresponsabilità che viene riconosciuta al commissario straordinario, qualche perplessità oggettivamente la crea. Quindi, un approfondimento sul comma, secondo me, sarebbe più che opportuno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carinelli 1.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 13

  Carloni, Fanucci, Labriola, Casati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  380   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 1.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, torniamo alla questione sollevata prima anche dal collega Allasia.
  Vogliamo capire alcuni aspetti sulla prededucibilità. Una volta identificate le imprese, come bene ha sottolineato il Governo nel precedente intervento, ora si tratta di capire meglio, in base anche all'articolo 104 della legge fallimentare, cosa succederà quando ci saranno i piani di riparto: abbiamo definito che i crediti delle imprese che oggi contribuiscono in modo fondamentale al ciclo produttivo degli stabilimenti dell'Ilva e, quindi, ne conducono la manutenzione, la logistica, i servizi e quant'altro, sono imprese i cui crediti prima del 23 gennaio 2015 sono prededucibili e, quindi, parteciperanno per primi al piano di riparto delle risorse del fallimento.
  Il punto fondamentale è, però, quali e quante sono queste risorse e i tempi perché queste risorse possano dal fallimento arrivare alle casse delle aziende oggi creditrici. Infatti, il problema fondamentale è quello, ossia un problema di continuità aziendale, affinché – badate bene – oggi non succeda quello che è accaduto il 23 gennaio, con la lettera da parte dell'amministratore straordinario alle imprese creditrici, che sosteneva che da quel punto e prima di quel punto tutti i lavori non sarebbero stati immediatamente pagati, così come pattuito precedentemente. Di queste imprese, infatti, oggi alcune sono state messe nella condizione di sospendere il loro rapporto con l'Ilva, altre addirittura, evidentemente in difficoltà dal punto di vista della liquidità e della loro stessa continuità produttiva, sono in evidente carenza dal punto di vista finanziario e, quindi, non possono loro stesse garantire i servizi che fino ad oggi hanno prestato. Quindi il punto fondamentale oggi è capire di quali risorse disponiamo e in che tempi siamo in grado di erogarle in favore delle aziende, anche e soprattutto al fine della continuità del ciclo produttivo. Altrimenti qui stiamo parlando di un sistema che, se non riusciamo a garantire l'erogazione di questi fondi, è il classico sistema che si blocca. Infatti stiamo parlando di una cifra imponente, una cifra che è oltre la metà dei 3 miliardi di debiti che sono stati creati dalla gestione di questi due anni e mezzo.
  Quindi, è su questo che vorremmo un conforto da parte del Governo. Poi, quando tornerà anche il sottosegretario, magari, ci sarà altra occasione per approfondire questo tema, perché è quello di cui i creditori oggi hanno bisogno, cioè un'espressione autorevole da parte del Governo che li tranquillizzi sulle disponibilità e sui tempi per l'erogazione dei crediti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente, intervengo a titolo personale per andare a supporto e in coda del collega Caparini. Tra di noi ci sono moltissimi imprenditori, quindi credo che una lezione di politica aziendale io sia l'ultimo che debba farla. Ma inviterei tutti gli imprenditori di maggioranza, che appoggiano la maggioranza e questo decreto-legge, che siedono qui, a capire che, se tu non vieni pagato, tra l'altro dallo stesso Stato che sta commissariando l'Ilva, non riesci, non dico a continuare a lavorare Pag. 14con la tua attività, ma nemmeno a investire con altri clienti.
  Uno degli imprenditori che mi ha incontrato per questo problema, mi ha detto: io ho appena ricevuto la commessa per la Cina. Avanzo un milione e mezzo di euro dall'Ilva e senza questo milione e mezzo di euro la banca non mi fa accedere a un credito per investire almeno in quella commessa. Questo significa che io dovrò lasciare a casa, fallendo, duecento lavoratori, non per mancanza di lavoro, non per mancanza di capacità imprenditoriale, non per mancanza di minima gestione, ma semplicemente per uno Stato che mi ha tradito.
  Quindi, sottosegretario, se capisce questa brevissima e semplicissima spiegazione, la prego di appoggiare questo emendamento mettendosi una mano sul cuore. Ma, soprattutto, auspico che gli imprenditori qui seduti della maggioranza capiscano e parlino la stessa lingua di questo imprenditore che mi ha incontrato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente, le chiedo conferma se siamo sull'emendamento Allasia 1.21.

  PRESIDENTE. Sì, siamo all'emendamento Allasia 1.21.

  DAVIDE CRIPPA. Perfetto. Allora, su questo punto c’è stato anche nelle Commissioni un dibattito nel merito, perché io credo non si possa scrivere, all'interno di un provvedimento normativo, una definizione così generica. Infatti, quando viene detto: «(...) e alle imprese del gruppo», a quale gruppo si fa riferimento ? Infatti, l'Ilva Spa di per sé ha un gruppo, ma ci riferiamo al gruppo Riva, a Riva Forni Elettrici o a Riva Acciaio ? A quale gruppo ci stiamo riferendo ?
  Io credo non sia ammissibile e non sarà applicabile quanto contenuto all'interno di questo comma, perché non è circostanziato. Mi spiace che non ci sia più il Viceministro De Vincenti, ma di fatto in molti altri casi ci diede delle lezioni su come in realtà alcuni emendamenti da noi presentati potevano non trovare applicazione perché troppo generici. Ecco, in questo caso io vorrei capire come si possa scrivere all'interno di una norma: «(...) e alle imprese del gruppo», non circostanziando a quale gruppo ci si riferisca. Infatti, poi, vorrei far notare che l'Ilva in verità è una realtà sviluppata su tutto il territorio nazionale con diversi stabilimenti, ma ognuno facente capo a una determinata società. In questi stabilimenti non stiamo discutendo rispetto a quelli che furono i primi adempimenti che il Governo intraprese per Taranto, dove si intervenne per questioni legate a un disastro ambientale e, parallelamente, per la tutela dei lavoratori. In altre parole, c'era un fenomeno sociale, perché alla fine stiamo parlando di più di 10 mila posti di lavoro, e, parallelamente, un disastro ambientale, causato in parte dallo Stato e in parte da una gestione pessima della famiglia Riva.
  La questione è la seguente: perché io devo andare a commissariare tutte le altre imprese e gli altri stabilimenti in Italia ? Io non vorrei mai che questo poi sia un boomerang giudiziario e ci toccherà ancora, anche in questo caso, dover ridare dei soldi alla famiglia Riva. Se a un certo punto io non circostanzio quali siano queste altre imprese del gruppo, e perché soprattutto, non vedo come mai alcuni stabilimenti che rappresentano anche uno stato di avanzamento tecnologico ben lontano da quello che oggi è l'Ilva di Taranto (alcuni stabilimenti piemontesi, ad esempio) debbano essere commissariati. Il problema, che io non riesco a comprendere, è come si possa neanche lontanamente pensare di commissariare anche quegli stabilimenti che non hanno, però, quella problematica legata al disastro ambientale e alla crisi occupazionale.
  Io veramente su questo punto rimango basito da questa semplicità con cui vengono scritte delle norme, che porteranno ovviamente a dei contenziosi, a meno che la volontà di andare verso il contenzioso Pag. 15sia chiara e stabilita e, allora, a maggior ragione siamo contrari a questo tipo di dizione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente, su questo anch'io chiedo se siamo all'emendamento Allasia 1.21, per la chiarezza di quello che è il dibattito che sta avvenendo in questo momento. Infatti, ho sentito negli interventi che mi hanno preceduto alcune osservazioni, anche meritevoli di commento e di risposta, però starei al senso di questo emendamento per esprimere un'opinione compiuta sul voto.
  Cosa dice l'emendamento sostanzialmente ? Dice che laddove, al comma 4 dell'articolo 1, si parla di accesso – infatti di questo stiamo parlando, della modifica del decreto-legge n. 347, detto «Marzano», per le procedure di intervento sui grandi gruppi industriali –, noi inseriamo in questo caso la fattispecie dei grandi gruppi industriali strategici, ammettendoli a questo commissariamento, a questa amministrazione speciale, per insolvenza, con lo scopo naturalmente di perimetrare le aziende e pagare i creditori e opportunamente tentare un rilancio.
  In questo senso questo articolo stabilisce che, in questa fattispecie dei grandi gruppi industriali di interesse strategico, sono ammessi – semplifico – a quella procedura, prevista dall'articolo 2, comma 2, i gruppi e le imprese facenti parte di un certo gruppo industriale. Il commissario straordinario deve garantire, naturalmente per quanto possibile, la continuità produttiva degli stabilimenti industriali interessati, con adeguati livelli di occupazione, e arrivare a questo con efficienza di intervento e velocità.
  Noi abbiamo sentito parlare di pagamento di crediti. Abbiamo sentito parlare di altre questioni, ma qui si sta parlando di quale fattispecie di azienda viene ammessa alla procedura. È chiaro che, da un punto di vista giuridico, vengono ammesse delle aziende e dei gruppi di aziende secondo il diritto societario, proprio perché – lo dico in maniera chiara, perché c’è anche un tema di valutazione europea – questo caso è applicabile all'Ilva, ma riguarda altre questioni, altri impianti, che hanno una rilevanza strategica e industriale nazionale. Pertanto la dizione di gruppo in questo caso, a nostro avviso, è assolutamente corretta e, anzi, tutelante e per questo il nostro voto è negativo su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.21, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Tartaglione, Gallinella, Adornato, Fauttilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  377   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no   289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Luigi Di Maio 1.17.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente, anche in questo caso vorremmo cercare di migliorare, a nostro avviso, questa parte del decreto-legge, sopprimendo la parte dell'affitto e lasciando soltanto l'acquisto da parte di nuove imprese, ma soprattutto modificando anche il riferimento al prezzo Pag. 16di mercato, perché non riesco a comprendere come si possa pensare... E l'appunto precedente del collega Benamati, riferito ad un articolo 1 generico, è corretto però, ahimè, quando lo si scrive generico poi bisogna calarlo anche nello specifico.
  Quindi bisogna pensare alle conseguenze che quell'articolo generico nello specifico può comportare. Quindi, all'interno dell'articolo 1, comma 4, quando viene detto che, di fatto, ci saranno dei criteri per i quali il canone di affitto o il prezzo di cessione non saranno inferiori a quelli di mercato come risulta da perizia effettuata da primarie istituzioni finanziarie, a noi piacerebbe che ci fosse un prezzo di cessione non inferiore a quello di mercato risultante, perché non vorremmo mai che il prezzo di mercato risultante sia poi, come al solito, un punto di partenza sul quale c’è poi il massimo ribasso. Ciò perché, alla fine, magari vi sarà soltanto un soggetto che parteciperà a questo tipo di appalto. Infatti, ricordo che l'Ilva è la prima azienda siderurgica europea in termini di dimensioni, come capacità produttiva, quindi non è che ci sarà una fila interminabile di pretendenti per l'acquisto della stessa. Non vorremmo mai che questi criteri, questa perizia di mercato che stabilisce un prezzo di partenza subisca poi di fatto un ribasso. Faccio un parallelismo magari brutale, che è quello che semplicemente succede in ambito immobiliare, dove vi è un perito che sancisce un prezzo di acquisizione di un immobile e poi il tribunale ci mette la bellezza magari di un anno, due anni o tre anni per poterlo cedere e, alla fine, si arriva ad avere un valore di mercato che è pari al 30 per cento del valore della perizia iniziale. Non vorremmo mai che, se non inseriamo questa clausola specificata nell'emendamento di Luigi Di Maio, cioè un prezzo di cessione non inferiore a quello di mercato come risultante dalla perizia, alla fine si arrivi ad un ribasso del 20-30 per cento del valore della perizia sostanzialmente e difatti a svendere, a regalare, a un prossimo acquirente o affittuario – noi preferiremmo acquirente – la gestione dell'Ilva. Credo che anche questo sia un punto di ragionevolezza su cui non si debba neanche star troppo ad indugiare, ma vedo che, comunque, anche su questi aspetti, si va sempre verso un liberismo sfrenato e totale che, in realtà, di fatto, ha portato la gestione dell'Ilva di Taranto verso il baratro. Questo baratro potrebbe peggiorare nel momento in cui a prendere le gestione dell'azienda sarà una società che l'acquisisce per due cocomeri. Non vorremmo poi dover affrontare questa problematica nell'ottavo o nel nono decreto successivo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Di Maio 1.17, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il relatore di minoranza della Lega Nord che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Lavagno, Tartaglione, Gasparini, Piccoli Nardelli, Bossi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  396   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Benedetto 1.16, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 17

  Adornato, Ferrari, Grillo, Cera, Gribaudo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  406   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prima di passare al prossimo emendamento, salutiamo gli studenti e i docenti dell'Istituto paritario salesiano Villa Sora di Frascati, in provincia di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori, e anche gli studenti dell'Istituto statale Ettore Majorana di Santa Maria a Vico in provincia di Caserta, che stanno anche loro assistendo ai lavori dalla tribuna del pubblico (Applausi).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.27.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signora Presidente, questo emendamento, l'emendamento al comma 4, capoverso 4-ter, si riferisce all'affidamento al commissario straordinario del compito di prevedere, tra i criteri per l'individuazione dell'affittuario o dell'acquirente, quelli relativi alla garanzia della continuità produttiva e di adeguati livelli occupazionali. Noi chiediamo che il termine «adeguati» venga stralciato, e che si faccia riferimento invece alla salvaguardia degli attuali livelli occupazionali; inoltre, anche all'obbligo, nel trasferimento all'affittuario o all'acquirente, di garantire la continuità dei rapporti di lavoro e delle condizioni normative in essere.
  Voglio ricordare che la situazione all'interno dell'Ilva di Taranto, ma anche nelle ditte dell'indotto, è una situazione di profonda crisi, di profonda crisi occupazionale: ci sono migliaia di lavoratori che hanno avuto accesso agli ammortizzatori sociali e all'utilizzo dei contratti di solidarietà; per cui sarà necessario garantire che si rispettino le normative in essere, garantire che si rispetti la continuità dei rapporti di lavoro, e soprattutto noi pensiamo che il termine «adeguati» sia sbagliato. Intanto ci piacerebbe capire adeguati a che cosa, ma la necessità vera, data appunto la difficoltà, la profondità della crisi, è quella di garantire i livelli occupazionali, per partire a bocce ferme. Pensiamo che questo intervento straordinario intanto debba partire da quello che c’è, non prevedere la possibilità che i livelli occupazionali vengano ridotti.
  A tale proposito io sottolineo anche le preoccupazioni e le necessità che sono state evidenziate nell'audizione al Senato dalla FIOM e dalla CGIL nazionali: loro chiedono che si preveda anche la possibilità di aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, e che le organizzazioni sindacali siano parte del contratto istituzionale di Taranto, appunto perché sono quelli che hanno maggiore contezza della situazione rispetto alla crisi dei lavoratori delle ditte e dell'Ilva, e sono quelli che possono garantire in qualche maniera l'adeguatezza dei livelli occupazionali, che debba appunto rispondere agli attuali livelli occupazionali; e in caso di eventuale ristrutturazione di quella fabbrica, è necessario che le organizzazioni sindacali siano direttamente coinvolte per verificare che i livelli occupazionali non vengano in qualche maniera ridotti, e soprattutto che non vengano meno le garanzie previste dalle normative vigenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Signora Presidente, qui riprendiamo un punto che è stato oggetto di discussione anche in Commissione, ed è un punto assolutamente delicato: ne do atto e ne diamo atto ai colleghi del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà.
  Lo facciamo nella piena consapevolezza – mi permetta, Presidente – di richiamare a mio beneficio e a beneficio degli appartenenti al mio gruppo la ratio di questo Pag. 18passaggio, che porta il commissariamento del gruppo Ilva da una struttura di commissariamento definita dal decreto-legge n. 61 di carattere prevalentemente ambientale e sanitario a un commissariamento, a una gestione commissariale di carattere incluso nel perimetro del decreto-legge Marzano, quindi per garantire la continuità ed il rilancio aziendale. È chiaro che questo passaggio che noi abbiamo fortemente voluto e che è alla base di questo decreto-legge ha, fra gli altri scopi che abbiamo discusso già in precedenza, il mantenimento di un'attività industriale che garantisca primariamente l'occupazione; allora noi riteniamo che, difendendo l'Ilva come patrimonio industriale, si difenda l'occupazione, quindi questo è il nostro primo impegno da questo punto di vista. Ovviamente, abbiamo discusso prima di cosa significa e di quanto sia il livello occupazionale consentito e richiamo in questa sede che il decreto-legge definisce con chiarezza adeguati livelli occupazionali. Detto ciò e chiarito il nostro impegno su questo, io credo che alcune delle osservazioni svolte meritino un ulteriore approfondimento anche nella fase successiva degli ordini del giorno e delle valutazioni che verranno poi, perché noi, signora Presidente, abbiamo discusso ampiamente dello strumento con il quale si procederà all'affitto e successivamente anche alla rimessa in linea di questo complesso industriale. È chiaro, non voglio tornare sul discorso precedente perché alcuni colleghi lo hanno già definito con chiarezza che la trattativa privata, gestita ovviamente in questo caso da un rappresentante nominato dallo Stato come il commissario, è uno strumento idoneo a valutare tutti gli aspetti dell'offerta, gli aspetti economici, gli aspetti strategici e di prospettiva, quindi piano industriale e possibilità future, ma anche ovviamente le ricadute occupazionali di questi piani. È chiaro che, in questo senso, noi riteniamo di aver svolto con questo decreto un importante passo per la salvaguardia occupazionale; ove potessimo anche, nell'ambito della fase degli ordini del giorno, richiedere impegni anche in questo senso al Governo anche con riferimento a valutazioni, come abbiamo detto, anche più estensive – ho sentito alcune proposte – noi come gruppo del Partito Democratico credo saremmo interessati e pronti ad andare in questa direzione. Quello che però dicevo ci spinge a dare un voto negativo e contrario in quanto pensiamo che il corpo della difesa occupazionale sia già contenuto nel decreto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, ci tenevo a riportare all'Aula che l'emendamento Duranti 1.27 ha il medesimo contenuto dell'emendamento De Lorenzis 1.20, successivo, pertanto spero che le considerazioni del collega Benamati non si limitino ad uno schieramento dell'opposizione ma a tutte le opposizioni. La questione sollevata in questo caso dall'emendamento Duranti 1.27 è una questione che deve far riflettere perché è vero, siamo in una procedura che teoricamente dovrebbe mantenere la continuità produttiva affinché vengano mantenuti i livelli occupazionali; il problema è che in ordine agli adeguati livelli occupazionali noi abbiamo la convinzione...forse l'abbiamo sentito troppe volte anche all'interno dei tavoli di crisi aperti al Ministero dello sviluppo economico, dove alla fine gli «adeguati» si tramutano sempre in esuberi. Noi non vorremmo mai, visto che già oggi numerosi dipendenti dell'Ilva sono in cassa integrazione, che questo concetto di «adeguati» sia adeguato a mantenere una capacità produttiva del soggetto che verrà in questo caso ad affittare il ramo d'azienda o ad acquistare; quindi di conseguenza se io prima – faccio un esempio – avevo cento dipendenti per fare un determinato tipo di azione, nel momento in cui io affitto o cedo quel tipo di realtà produttiva che faceva quell'azione il soggetto che acquista potrebbe dirmi: secondo i miei standard qualitativi, per riuscire a garantire l'apparato produttivo aziendale nella continuità, Pag. 19me ne servono sessanta, quindi di fatto ho quaranta dipendenti in esubero. Questo è il concetto di «adeguato» che a noi spaventa, per cui l'adeguato è adeguato per chi ?
  Ci piacerebbe specificare che sia adeguato per l'acquirente o per chi vende, quindi per la salvaguardia dell'occupazione. Noi siamo certi, purtroppo, e i tavoli di crisi ci hanno abituati a questo, ossia che subito dopo spesso alcuni rami di azienda siano stati ceduti. Cito, ad esempio, una realtà a me vicina dove alla fine, dopo la cessione di un ramo d'azienda, di fatto, l'imprenditore ha deciso di considerare in esubero i dipendenti e di assumerne praticamente il 25 per cento di quelli che prima erano impiegati per la medesima situazione.
  Noi questa situazione la vogliamo segnalare in maniera netta e chiara e, per questo, ci rendiamo conto che lo strumento dell'ordine del giorno è drammatico, ed è drammatico perché ci avete anche abituati a considerarli drammatici, quando, nel «mercato del pesce» della contrattazione tra minoranza e maggioranza, viene detto: vi diamo un parere favorevole su numerosi ordini del giorno, indipendentemente dal merito degli stessi. Quindi, ci avete abituati a non considerarlo uno strumento politico credibile l'ordine del giorno, quello che spesso viene definito anche toilet paper. Il problema è nel momento in cui l'ordine del giorno ha una valenza. Allora, in alcuni casi, lo possiamo anche considerare, ma nel momento in cui spesso viene dato un parere, come è successo, ad esempio, nel milleproroghe, dove gli ordini del giorno vengono accolti come raccomandazioni, spesso anche con delle riformulazioni, forse è meglio che il Governo faccia chiarezza su quale sia il criterio dell'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'Istituto comprensivo statale Alfieri-Garibaldi di Foggia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, noi accogliamo ovviamente il ragionamento fatto dal collega Benamati, che accoglie alcuni dei contenuti del nostro intervento che esprimeva preoccupazione per i livelli occupazionali nell'Ilva di Taranto. Quindi, vediamo appunto lo sforzo e l'idea di presentare un ordine del giorno. Noi lo faremo, presenteremo un ordine del giorno e speriamo in un benevolo accoglimento da parte della maggioranza e del Governo. Però, volevo dire, Presidente, che io credo che, negli ultimi due anni, avremo approvato svariate migliaia di ordini del giorno, svariate migliaia, e mi piacerebbe se il nostro servizio studi della Camera potesse fare un piccolo lavoro per vedere quanti di questi ordini del giorno effettivamente abbiano avuto una conseguenza, perché io temo, diciamo così, che nessuno di essi abbia comportato un'iniziativa da parte del Governo. L'ordine del giorno, infatti, dovrebbe vedere un'iniziativa seguente del Governo, ma io credo che non ci sia mai stata.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.27, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Grillo, Colaninno, Casellato, Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  398   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  288    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 20

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 1.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie Presidente, con questo emendamento ritorniamo al concetto esposto in precedenza, ovvero la necessità di tutelare la salvaguardia occupazionale per gli attuali lavoratori. Se davvero si volessero tutelare i lavoratori dell'Ilva, a mio parere, andrebbe valutata la tutela dello stabilimento, ma anche della salute dei cittadini, integrandola con quella delle necessarie bonifiche dell'area dello stabilimento e anche del territorio dei comuni interessati dall'inquinamento. Teniamo conto che i dati presentati, per esempio, a Ecomondo a Rimini su occupazione e bonifiche sono dati – credo – interessanti, nel senso che un miliardo di euro investito in bonifiche garantisce circa diecimila lavoratori, mentre un miliardo di euro investito nel settore dell'acciaieria e della fonderia ne garantisce al massimo dieci volte di meno.
  Quindi, se davvero si vuole puntare ad una sostenibilità ambientale per l'Ilva, a mio parere questa preoccupazione occupazionale non dovrebbe esserci, nel senso che è chiaro che chi si occuperà dell'Ilva dovrà occuparsi anche della parte relativa alle bonifiche, assolutamente necessarie. Se vi è, invece, questa preoccupazione per l'occupazione, forse è perché non si vuole né tutelare l'occupazione né tutelare la salute né bonificare lo stabilimento.
  Quindi, è chiaro che questo testo, così com’è scritto in questo decreto-legge – su cui il Parlamento non ha potuto mettere assolutamente mano, perché si è presentato un testo fasullo, poi modificato con un maxiemendamento al Senato, e adesso si presenta alla Camera blindato – non è un testo politico, non è un testo degno di un Governo del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.20, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial, Laffranco, Ciracì, Palmizio, Guidesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  392   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no   286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Saluto il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, che sta assistendo ai lavori dell'Aula dalla tribuna del pubblico, accompagnato dal nostro presidente della delegazione NATO (Applausi).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 1.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. L'emendamento Grimoldi 1.10 è un emendamento, analogo ai precedenti, sul livello occupazionale. Si è già parlato, in modo descrittivo e analitico, di cosa dice il testo. Le preoccupazioni che noi poniamo, come gruppo della Lega Nord, sono, innanzitutto, sull'adeguatezza del testo, perché riteniamo che il calo di produzione porterà un successivo adeguamento, come dice il testo stesso, dei livelli occupazionali.
  I dati rispetto al 2013 non sono sicuramente confortanti, perché si parla di meno 11 per cento di produzione nell'azienda Pag. 21dell'Ilva di Taranto, e, conseguentemente, se i numeri non sono un'opinione, se vi è un calo di produzione, non penso e ipotizzo che si voglia tenere costante il livello occupazionale.
  Oggi i dati sono discordanti sul numero di addetti che lavorano all'Ilva: chi parla di 4.074, sui contratti di solidarietà; altri dati dicono che nelle varie specifiche aziende satellite possano lavorarcene altrettanti. Se si fa la somma, si parla anche semplicemente di 8 mila addetti. Ma facciamo un conto sommario di 6 mila; se c’è un calo dell'11 per cento ci potrebbe essere un'adeguatezza dei livelli occupazionali del nemmeno 11 per cento, dato che state parlando di numeri, se volete parlare di numeri. L'11 per cento di 6 mila sono, come mi insegna il professor Piepoli, 660 addetti, 660 famiglie che voi avete intenzione di lasciare a casa, o carico dello Stato; non che oggi l'Ilva sia a carico di qualcun altro, perché avete fatto un esproprio di Stato già con le leggi precedenti; oggi volete nazionalizzarla ulteriormente e poi il vostro Premier, il Premier Renzi parla di privatizzazioni. Sono parole sconcertanti.
  Quello che ci sconcerta e ci spaventa, ma soprattutto ci rattrista è che queste 600 ipotetiche famiglie possano non avere più un riscontro lavorativo. Oltremodo, sull'emendamento 1.10, a prima firma Grimoldi, noi riteniamo che non solo i livelli occupazionali dell'Ilva di Taranto siano garantiti, ma lo siano di tutte le imprese del gruppo, in modo tale che ci sia una salvaguardia globale, e non solo ed esclusivamente di un'azienda rispetto ad un'altra.
  Perciò riteniamo che ci sia la possibilità di porre rimedio, ulteriormente, a questo errore di testo. Riteniamo che sia un errore, perché non penso che il Governo, ne tantomeno la maggioranza del PD, della sinistra – che si vanta tanto di salvaguardare i lavoratori – possa concedere che ci sia una frase come quella che avete citato, che riporto: «garanzia di adeguati livelli occupazionali». L'adeguatezza, per noi, in questo senso non esiste, perché già oggi, con l'azienda in crisi, con il calo di produzione che c’è, le aspettative dei lavoratori sono enormi verso questo decreto. Perciò noi abbiamo interesse che questo decreto possa avere un compimento favorevole, ma con un buon esito, un esito favorevole rispetto all'azione emendativa che sistematicamente state bocciano.
  Perciò noi chiediamo che l'Aula prenda l'onere di votare per coscienza, per cercare di mettere in salvaguardia tutti i lavoratori del gruppo Ilva nel territorio nazionale.

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cova, onorevole Cova, se c’è qualcosa nella sua postazione...ci siamo ? Galperti...non vedo...ecco...Fucci, ci sono altri che non riescono a votare ? Alli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  398   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no   289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Battista 1.14, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 22

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  397   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 1.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Grazie Presidente, approfitto del fatto che sia tornato in Aula il Viceministro di cui tutti conosciamo capacità e onestà, per approfondire il tema riferito ai piani di riparto in base all'articolo 104 della legge fallimentare. Abbiamo visto, quindi, che con il comma 2-bis che ha recepito le proposte fatte dalla Lega Nord al Senato, si è inteso dare una corsia preferenziale a tutti i crediti maturati da coloro che nei due anni e mezzo di gestione commissariale hanno contribuito in modo determinante al funzionamento degli stabilimenti Ilva e sono creditori nei confronti di Ilva di un ammontare cospicuo. La stima è circa 1,5 miliardi di euro sull'ammontare che il tribunale di Milano ha verificato essere prossimo ai 3 miliardi di euro che è l'ammontare complessivo del debito maturato in questi due anni e mezzo di gestione commissariale.
  Allora il punto che chiedo al Viceministro è che noi abbiamo posto la questione dei tempi e della disponibilità di queste somme, mi ricollego quindi al comma 2-bis attraverso questo emendamento che noi apportiamo al comma 4, capoverso 4-quater, in cui ovviamente ritorniamo sul tema del fornitore dell'indotto e quindi di tutti coloro che hanno partecipato alla logistica, alla fornitura di servizi, alla manutenzione degli impianti e quant'altro che sono una parte fondamentale del ciclo produttivo, del processo produttivo ai quali dobbiamo quindi dare delle garanzie. Quindi ciò che noi in questo momento chiediamo al Governo, e per tramite del Viceministro che ha seguito con attenzione e con competenza l'intero iter di approvazione di questo decreto, è di sapere, di avere una assicurazione anche pubblica – attraverso quindi gli strumenti che il Regolamento gli consente – per queste aziende. Aziende che in questo momento quindi hanno bisogno di sapere dal Governo, quindi se il Viceministro ha la possibilità di farlo, quali possano essere i tempi e quali le cifre di cui il fallimento e il commissario straordinario dispone per poi poter quindi sperare, guardare al futuro con delle certezze e non con quella indeterminatezza che purtroppo l'azione necessaria e più che giustificata purtroppo dall'andamento dei conti del tribunale di Milano ha creato tra le fila di tutti i creditori e quindi di tutte le aziende che fino ad ora hanno collaborato con Ilva.
  Quindi, sarebbe veramente importante che il Governo in questo momento desse una qualche assicurazione, sempre ovviamente nell'ambito delle sue competenze e delle sue prerogative, ma che attraverso la figura del Viceministro potesse in qualche modo definire i contorni di questo provvedimento e quindi dare delle rassicurazioni a chi oggi fa impresa e lo sta facendo tra mille difficoltà, chi oggi ha fornito una prestazione, ha fornito dei prodotti, ha fornito dei servizi che non gli sono stati corrisposti e su quei prodotti e quei servizi ha pure pagato le tasse.
  Quindi si è anche indebitato con le banche, si è indebitato con i propri fornitori, ha i dipendenti da pagare ed è in una sorta di limbo, di indeterminatezza. Quindi, l'invito che noi facciamo, in questo momento, al Governo è quello semplicemente di spiegare quello che ha fatto fino ad ora e dare le assicurazioni che per noi sono fondamentali e che questo emendamento intende riassumere.

Pag. 23

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, io credo che non ci sia bisogno di ulteriori assicurazioni, oltre quelle consistenti nel testo del decreto stesso e negli emendamenti apportati al Senato, cui il Governo ha dato parere favorevole, a cominciare da quello sull'accesso al Fondo centrale di garanzia per le imprese dell'indotto, quello sulla prededucibilità dei crediti delle imprese dell'indotto e quello ulteriore sulla sospensione dei pagamenti di imposta.
  Aggiungo che le risorse stanziate, convogliate sull'Ilva sono tali da sostenere il piano ambientale e consentire la continuità produttiva e che il testo originario del decreto, tanto più rafforzato da un emendamento del Senato che adesso leggerò, è assolutamente tale da dare tutte le garanzie necessarie, da cui il parere negativo del Governo sull'emendamento Allasia 1.9. Rileggo i punti chiave del testo: il commissario individua l'affittuario o l'acquirente tra i soggetti che garantiscono la continuità nel medio periodo del relativo servizio pubblico essenziale ovvero la continuità produttiva dello stabilimento industriale di interesse strategico nazionale. Il che significa che c’è continuità per i fornitori automaticamente. Il commissario straordinario richiede al potenziale affittuario – questo è l'emendamento del Senato – o acquirente, contestualmente alla presentazione dell'offerta, la presentazione di un piano industriale e finanziario nel quale devono essere indicati gli investimenti con le risorse finanziarie necessarie e le relative modalità di copertura che si intendono effettuare per garantire le predette finalità, nonché gli obiettivi strategici della produzione industriale degli stabilimenti del gruppo. Mi sembra che il testo è assolutamente inequivoco e rassicurante.

  STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, ritiriamo l'emendamento e presenteremo un ordine del giorno in merito.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Labriola 1.31.

  VINCENZA LABRIOLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINCENZA LABRIOLA. Buongiorno Presidente, ritiro il mio emendamento e presenterò un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Della Valle 1.19.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Della Valle 1.19, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Dall'Osso, Lo Monte, Simoni, Gebhard, Capodicasa, Giuliani, Fusilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  374   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no 288    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Carlo Galli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 24

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cariello 1.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, a questo punto noi chiediamo una precisazione al comma 4, capoverso 4-quater, dopo il terzo periodo, quando si dice: «Il commissario straordinario richiede al potenziale affittuario o acquirente, contestualmente la presentazione dell'offerta, la presentazione di un piano industriale».
  È il famoso piano industriale, che doveva già essere obbligatorio. Ricordo a tutti che, nei precedenti decreti Ilva, il piano industriale era condizione necessaria per eseguire il piano ambientale. Ci avete dichiarato e avete dichiarato ai cittadini italiani che si doveva realizzare un piano industriale per garantire la continuità produttiva dell'azienda, perché con gli utili dell'azienda stessa si sarebbe sanata la questione ambientale di Taranto. Esito ? Nullo, totalmente nullo, non avete portato a termine questo impegno.
  Perché ? Perché il commissario designato dal Governo si è ben guardato dal presentare il piano industriale che era obbligatorio. Il piano industriale dell'Ilva era obbligatorio ! Gnudi ha cercato di nasconderlo fino all'ultimo secondo, anche in audizione, e ha dovuto ammettere, dopo le pressioni delle forze di opposizione, che il piano industriale non c’è, che non è stato fatto. Allora noi chiediamo a questo punto che l'acquirente o l'affittuario presentino, contestualmente all'offerta economica, il piano industriale. Ma attenzione, se non lo presentano, vorremmo che le offerte fossero considerate nulle. Perché altrimenti, se noi scriviamo «il commissario richiede», ma non «obbliga», vuol dire che il commissario fa la classica letterina, quella da burocrate puro, in cui chiede all'acquirente di presentare il piano industriale, l'acquirente si guarda bene dal presentarlo e, dall'altro lato, il commissario non ha lo strumento per considerare nulla quell'offerta.
  Ancora una volta stiamo prendendo in giro gli italiani nel dirgli che il piano industriale noi lo chiediamo però. Certo, ma se lo chiedi e non imponi delle sanzioni nel caso questo piano industriale non venga consegnato, alla fine è come dire: non l'ho chiesto. Non lasciamo alla volontà dell'individuo questa situazione: il piano industriale deve essere consegnato, pena la nullità dell'offerta economica di acquisto. Infatti, altrimenti, vuol dire, di fatto, che quest'offerta può non essere corredata dal piano industriale e, di conseguenza, sarà certamente così. Arriverà un acquirente e dirà: secondo indagini di mercato valeva 100, io offro 90 e il piano industriale lo presenterò dopo. E il commissario non avrà gli strumenti per dire: fino a quando non consideri il piano industriale, oppure entro trenta giorni, allora a quel punto la tua offerta è nulla. No, noi stiamo dicendo, di fatto, così come è scritto, che potrebbe verificarsi che l'acquirente non presenti il piano industriale e, contestualmente, il commissario gli consegni le chiavi dell'Ilva.
  Noi questo non lo vogliamo. Vogliamo un piano industriale chiaro e netto, che impegni la gestione societaria ad investire nelle bonifiche ambientali e nella tutela della città di Taranto. Se questo non avviene, così come è scritto, non avverrà e state prendendo in giro gli italiani. Vi ringrazio e gradirei un dibattito nel merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie Presidente, a rafforzare il concetto già espresso dal mio collega, io pretenderei un serio dibattito su questo punto e chiedo al sottosegretario De Vincenti di dedicarci una riflessione. Infatti non esiste contratto al mondo che non abbia il requisito di nullità, cioè la clausola di nullità la dobbiamo inserire. Verso i cittadini italiani lo Stato spesso contrae dei contratti e sempre si fa riferimento alla clausola di nullità di un suo diritto.
  Non vedo perché in questa occasione un commissario debba potere accertare Pag. 25un'offerta da parte di un'impresa su un piano industriale e non ci sia la clausola di nullità di quest'offerta. Quindi questo contratto quando potrà decadere ? Se non prevediamo questa clausola, veramente ci stiamo prendendo in giro e stiamo prendendo in giro gli italiani. Auspico un serio dibattito per rivalutare l'opportunità di rivedere il parere del Governo su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà a questo emendamento perché pensiamo anche noi che non sia accettabile che si possa affittare o vendere lo stabilimento, peraltro appunto a trattativa privata, senza che il probabile affittuario o acquirente presenti il piano industriale. Sottolineiamo anche noi, come ha già fatto il collega Crippa, che è inaccettabile che il piano industriale, seppur previsto dalle normative vigenti, non sia stato ancora presentato, non sia stato discusso e non si conosca. Abbiamo già patito molto e abbiamo aspettato molto per la presentazione del piano ambientale e, insomma, ancora siamo all'anno zero rispetto alla presentazione del piano industriale. Pensiamo anche noi che debba essere considerata nulla l'offerta nel momento in cui il probabile affittuario o acquirente non presenti il piano industriale. Il commissario straordinario, quindi, non deve soltanto richiedere, ma è obbligato ad ottenere. In questo senso, voteremo appunto a favore dell'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, intervengo velocemente a favore del mio gruppo e anche per un chiarimento. Infatti, alcune delle questioni che sono state sollevate genericamente parlando di piani industriali possono avere una ratio, ma qui stiamo parlando di quella che è l'offerta che dovrà essere presentata al commissario straordinario, successivamente naturalmente alla fase di avvio, dall'affittuario o da quello che sarà l'acquirente, cioè colui che vorrà acquistare. E su questo noi riteniamo che la norma sia chiara e cogente: il commissario straordinario richiede al potenziale affittuario o acquirente, contestualmente alla presentazione dell'offerta, la presentazione di un piano industriale e finanziario, nel quale devono essere indicati gli investimenti, eccetera, eccetera. Pur capendo e in un certo senso anche condividendo alcune delle preoccupazioni espresse in precedenza, la norma qui è chiarissima e questa è una condizione essenziale di legge. Per questo, il mio gruppo ritiene di votare negativamente rispetto al presente emendamento considerando che questo è già previsto nella legge.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cariello 1.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Bolognesi, Sani, Simoni, Duranti, Lo Monte, Segoni, Lattuca, Capelli, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  403   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no   293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole)

Pag. 26

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 1.26.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, si è appena conclusa la discussione sul precedente emendamento e vi sono state anche delle considerazioni svolte dal collega Benamati, il quale non ha posto condizioni diverse a quello e, conoscendolo, non credo che dica una cosa diversa da quella che è scritta nel testo. Ora, mi si permetta di poter discutere di questo emendamento e dei quattro successivi emendamenti in modo tale da raggrupparli e velocizzare le tempistiche della discussione. Con tali cinque emendamenti (Grimoldi 1.26, 1.25 e 1.24, Allasia 1.23 e Grimoldi 1.22) si chiede di poter aggiungere al comma 4, capoverso 4-quater, terzo periodo, delle diciture che specificano al meglio il piano industriale.
  Riconoscendo e non mettendo in dubbio il senso di quello che dice la norma, che prevede il commissariamento e il piano industriale, già aggiunto e modificato al Senato, in questi cinque emendamenti e nella fattispecie in questo emendamento Grimoldi 1.26, noi chiediamo che ci siano tempi chiari di attuazione del piano medesimo, senza mettere in discussione cosa succederà nel piano.
  Nel successivo emendamento chiediamo che i livelli occupazionali siano inseriti nel piano e si intenda garantire i livelli occupazionali per tutti gli stabilimenti del gruppo. Successivamente chiediamo che l'Aula si possa esprimere sul fatto che nel piano sia indicato anche l'impatto sulle imprese del gruppo e, nell'emendamento 1.23 a mia prima firma, chiediamo che possano essere indicati nel piano anche gli obiettivi strategici della produzione industriale degli stabilimenti dell'Ilva.
  Non per ordine di importanza, ma ultimo di questo raggruppamento di emendamenti, con l'emendamento Grimoldi 1.22 chiediamo che si possa considerare il fatto che sia stabilita la presentazione del piano industriale alle Commissioni parlamentari competenti, in modo tale che almeno chi sta facendo qualche cosa per l'azienda e nell'eventualità che ci sia la vendita o l'affitto dello stabilimento, chi sta lavorando come noi su questo decreto-legge possa avere anche coscienza di qual è il futuro dell'azienda, in modo tale da poter discutere in audizione di futuri compratori e non si instauri solo esclusivamente una trattativa, per così dire, privata tra compratore e commissario, senza rivendicare la piena autonomia, come prescrive la legge, del commissario stesso.
  Pertanto, riteniamo che questi cinque emendamenti siano aggiuntivi e migliorativi del testo per completare la discussione e anche il testo stesso su questi temi. Ciò indubbiamente allo scopo di cercare, da un lato, di mantenere i livelli occupazionali e, d'altro lato, per rendere maggiormente chiaro il piano industriale stesso.
  Al fine di velocizzare i lavori chiediamo che gli emendamenti vengano espressamente votati uno alla volta, come prescrive il Regolamento, ma per chiarezza ho voluto illustrarli in un'unica dichiarazione di voto e chiedo scusa all'Aula se c’è stata questa modifica procedurale.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Allasia, è necessario che mi spieghi di nuovo questa modifica procedurale, perché non ho capito a cosa faccia riferimento.

  STEFANO ALLASIA. Dato che ho espresso il parere sui cinque emendamenti, indubbiamente non chiedevo che venissero votati in un'unica votazione...

  PRESIDENTE. Questo è anche impossibile.

  STEFANO ALLASIA. Ho fatto la dichiarazione di voto sui cinque emendamenti per raggrupparli e per evitare di fare una discussione, alle volte anche ripetitiva, perché non ho il dono dell'eloquenza come altri, come il professor Piepoli, ad esempio, per far riferimento a uno...

  PRESIDENTE. Quindi si tratta di una sua dichiarazione di voto che si riferisce a tutti gli emendamenti.

Pag. 27

  STEFANO ALLASIA. Esattamente.

  PRESIDENTE. Grazie, precedentemente avevo inteso male.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente, seguo lo stile del collega Allasia nella dichiarazione di voto per gli emendamenti al medesimo comma 4 dell'articolo 1 per riprendere il discorso lasciato al punto precedente.
  Quando il collega Benamati dice che ci sono considerazioni che meritano approfondimenti e poi tuttavia si dice che quanto scritto all'interno del comma 4 è sufficiente, mi lascia ancora più perplesso, perché sembra che non si voglia vedere quello che è evidente in tutta la burocrazia italiana, ovvero il principio che, se non è scritto, allora posso non farlo.
  Perché di fatto qui abbiamo scritto che il commissario straordinario «richiede». Quindi la richiesta sarà ovviamente corredata da una trasmissione all'impresa che dovrà presentare la propria offerta, dicendo: piano industriale, richiesta dell'offerta. Ma nel momento in cui poi il soggetto trasferisce con un plico, magari anche sigillato, la sua sofferta al commissario e omette di mettere il piano industriale, a quel punto l'offerta non è nulla, perché il commissario «richiede», ma l'acquirente non è obbligato a trasmettere, che sono due questioni tecnicamente diverse.
  Ricordo a tutti che su «richiede» o «deve essere allegata» fu fatta una discussione infinita dai notai, per la questione di allegare o meno la certificazione energetica agli atti di compravendita immobiliare, perché la richiesta era formalmente solo «richiedo» oppure «metto a disposizione», e poi di fatto il notaio non deve andare a vedere se i due soggetti si sono parlati e se hanno ottemperato a quella richiesta. Infatti, «richiesta» vuol dire solo richiedere e poi può succedere qualsiasi cosa, quindi nessuno potrebbe dare risposta alla richiesta e di fatto, ancora una volta, potremmo andare incontro alla mancanza di un piano industriale.
  Andare a sistemare una postilla presumibilmente per qualcuno potrà sembrare pleonastico od obsoleto e contro i principi di semplificazione amministrativa, però credo che il buonsenso invece potrebbe essere colto in questo punto, magari, anche in questo caso, per riuscire a sistemare un dubbio che trasmettiamo ai cittadini di Taranto.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Presidente, se posso, se la prassi e il Regolamento lo consentono, dato che l'onorevole Allasia ha trattato insieme i cinque emendamenti, dico anch'io qualcosa su tutti insieme. Segnalo allora che, quando si parla di piano industriale in una procedura di amministrazione straordinaria, il piano industriale di per sé deve contenere i tempi di intervento, i livelli che si intendono garantire per tutti gli stabilimenti del gruppo, l'impatto sulle imprese del gruppo e gli obiettivi strategici della produzione industriale e degli stabilimenti del gruppo. Questa è la definizione di piano industriale. Onestamente non colgo il motivo per introdurre queste specificazioni, quindi do parere contrario.
  Il parere contrario sull'ultimo emendamento, Grimoldi 1.22, risponde al fatto che il piano deve essere presentato per norma, prima di tutto, al commissario straordinario e da questo al comitato di sorveglianza e deve essere valutato dal Governo, in particolare dal Ministero dello sviluppo economico, che ha la responsabilità per legge di fare queste operazioni; dopo di che ci saranno, come previsto da altri emendamenti approvati al Senato, momenti di confronto con le competenti Commissioni parlamentari, che però non possono essere posti nel senso che «il piano è presentato alle competenti Commissioni parlamentari». Il piano è presentato agli organi che la legge prevede debbano Pag. 28avere la responsabilità della sua valutazione. Certamente quegli organi stessi saranno tenuti a riferire, come appunto previsto in altre parti del testo, alle competenti Commissioni parlamentari. Quindi il parere è negativo anche sull'emendamento Grimoldi 1.22.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.26, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Bolognesi, Palma, Patriarca, Colletti, Guerini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  348   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  377   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no   289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.24, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Bolognesi, Dell'Aringa, Greco, Nardi, Sorial, Adornato, Mazziotti Di Celso, Tinagli, Donati, Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  378   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no   290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.23, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il relatore di minoranza per il Movimento 5 Stelle si rimette all'Aula, mentre il parere del relatore di minoranza della Lega Nord è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Giorgio Piccolo, Nizzi, Mazziotti Di Celso, Parentela, Cova, Grassi, Gasparini, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  329   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   34    
    Hanno votato no   295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 29

  (La deputata Scuvera ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.22, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Pastorelli, Invernizzi, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  409   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no   298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Parentela ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cancelleri 1.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Valiante, Librandi, Sorial, Matarrelli, Fratoianni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  411   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no   319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 1.34.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente, l'emendamento 1.34 del gruppo della Lega Nord è esclusivamente per ridurre il periodo transitorio e velocizzare la procedura finalizzata alla vendita della società, perciò inserendo la dicitura «dodici mesi» viene sostituita la dicitura «diciotto mesi», in modo tale che, a nostro avviso, un anno di trattativa possa essere assolutamente più che utile. Dato che non si sta cercando di vendere una cosa «alla buona», riteniamo che nelle trattative o si sa già chi possa essere l'acquirente o si sa già che ci possono essere delle intenzioni da parte di qualcuno, però non penso che si apra il bando domani e si chieda chi vuole investire, chi vuole comprare questa azienda. Non si stanno comprando dei carciofi o un'automobile di seconda mano, si sta comprando un'azienda di una certa dimensione, perciò riteniamo che già sia possibile ridurre ad un anno la questione, in modo tale che si possa velocizzare l'iter successivo del fantomatico piano industriale, che questi fantomatici acquirenti possano fantomaticamente acquisire. Perciò in un anno riteniamo che ci sia la possibilità di discutere in questa fantomatica discussione e si possa eventualmente nel prossimo anno discutere dell'ottavo decreto sull'Ilva.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.34, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 30

  Marantelli, Alli, Impegno, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  384   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no   295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.32, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Capodicasa, Magorno, Ragosta, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  410   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no   299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 1.37, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Nardi, Pastorino, Monchiero, Moscatt...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  385   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no   296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 1.38, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cova, Carinelli, Monchiero, L'Abbate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  383   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dall'Osso 1.41, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 31

  Duranti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.42, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Nardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  412   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, con questo emendamento noi chiediamo che vengano garantiti i pagamenti alle ditte terze dell'indotto e ai fornitori perché pensiamo che, dal punto di vista dell'assicurare la continuità del processo produttivo, non si possa ignorare il fatto che tutto l'indotto che ruota intorno all'Ilva debba essere salvaguardato, anche perché – diciamo – una serie di ditte di fornitori non soltanto sono essenziali alla continuità del sistema produttivo, ma il fatto che non vengano erogati i relativi pagamenti per attività in realtà svolte in questi giorni deve comunque essere ritenuto molto grave, perché a queste ditte non si dà la possibilità di continuare ad operare.
  Quindi, pensiamo che nell'ambito di questo decreto-legge ci debba essere necessariamente una norma in tal senso. È vero che l'amministrazione straordinaria – diciamo così – non può affrontare i problemi relativi al passato, però riteniamo altresì che il pagamento alle ditte terze e all'indotto sia un elemento fondamentale per garantire la continuità produttiva dell'impianto.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, rapidamente, solo per dire che naturalmente l'esigenza posta dall'emendamento su cui ha testé espresso dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti è ben presente al Governo. Il punto è che proprio l'amministrazione straordinaria consente di tutelare e garantire i pagamenti per le attività correnti alle imprese dell'indotto – come è noto è questo uno degli obiettivi chiave di un'amministrazione straordinaria – e, contemporaneamente, sui crediti passati ritengo che il testo del decreto-legge, come integrato dal Senato, dia le indicazioni necessarie peraltro per soddisfare le esigenze delle imprese dell'indotto, peraltro indicazioni compatibili con la natura stessa di un'amministrazione straordinaria.
  Per questo, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Duranti 1.33.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, la nostra preoccupazione, Viceministro, è però Pag. 32sui tempi, in quanto le imprese di cui stiamo parlando e per le quali lei si impegna in questo momento, attraverso la conversione di questo decreto-legge, a garantire la continuità dal punto di vista del ciclo produttivo e, quindi, del rapporto di lavoro, oggi sono estremamente esposte. Quindi, la questione dei tempi non è del tutto secondaria, perché dire a queste imprese: voi siete garantite nel momento in cui continuerete a lavorare per Ilva, certo conforta, ma stiamo parlando di imprese che negli ultimi due anni e mezzo hanno avuto un rapporto a dir poco difficile con l'amministrazione e, quindi, hanno anche bisogno di capire quali sono i tempi di rientro di esposizione, che sono a volte importantissimi e che evidentemente condizionano l'attività e la programmazione di queste imprese. E quindi è qui il punto che noi vorremmo capire: nell'ambito dei piani di riparto, in base all'articolo 104 della legge fallimentare, quali sono le risorse e quali i tempi. Non si può arrivare a tirare una linea e dire che di tutto quello che è accaduto in passato se ne occuperà chi deve curare la liquidazione dei due anni e mezzo, purtroppo, fallimentari. Non è sufficiente, noi vorremmo sapere quali sono le risorse e quali i tempi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.33, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Schirò, Invernizzi, Sarti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  401   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Corda 2.69, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Fratoianni, Toninelli, Crippa, Lenzi, Pastorino, Ricciatti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  402   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 2.59.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signora Presidente, questo emendamento fa riferimento alla valutazione del danno sanitario. Il comma 2 dell'articolo 2 prevede che la valutazione del danno sanitario non può modificare le prescrizioni dell'AIA, ma consente solamente alla regione competente di chiederne il riesame ai sensi del codice ambientale.
  Secondo noi, questa previsione è sbagliata, perché ne conseguirebbe che, anche nel caso di una valutazione del danno sanitario negativa, questa non sarebbe condizione sufficiente per la revisione dell'AIA, ma solo per la richiesta di riesame. Voglio ricordare che l'Ilva continua ad essere un'importante, gravissima emergenza sanitaria ambientale su quel territorio, che è necessario, come previsto, Pag. 33invece, dalla legge regionale pugliese sulla valutazione del danno sanitario, verificare l'impatto sulla salute dell'attuazione delle prescrizioni dell'AIA durante il percorso attuativo, e non a valle dell'attuazione delle prescrizioni dell'AIA, e che debba essere, secondo noi, consentito che la valutazione del danno sanitario, laddove abbia un esito negativo, debba poter consentire le modifiche delle prescrizioni dell'AIA. In un altro modo noi pensiamo che vengano meno gli strumenti per garantire la salvaguardia della salute dei lavoratori dell'Ilva e dei cittadini di Taranto.

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico «Leonardo da Vinci» di Treviso, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 2.59, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brescia, Grillo, Placido, Pilozzi, Damiano, Marzana, Biasotti, Luigi Gallo, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  401   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 2.51.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. La discussione di questo decreto-legge, comunque, ci dà almeno la possibilità di trattare le valutazioni di impatto sanitario. Attendiamo che al Senato venga approvato il collegato ambientale, che introduce, anche nella normativa nazionale, su proposta del MoVimento 5 stelle, da un mio emendamento, la valutazione di impatto sanitario per le attività industriali importanti.
  Per cui, è un bene che se ne parli, perché, se si parla di qualcosa di eccezionale, come un inquinamento eccezionale, un impianto produttivo di eccezionale grandezza, bisogna, in maniera proporzionata, adeguare la normativa, anche sulla base di una normativa che è ancora carente sul livello nazionale. Quindi, non bisogna temere il fatto di inserire una valutazione sanitaria anche in una valutazione autorizzativa, e quindi in un'eventuale revisione di un'autorizzazione integrata ambientale, in un'AIA.
  È impossibile che la valutazione di impatto sanitario non sia vincolante. Per cui, questo mio emendamento intende dare la possibilità che, se si dimostra un possibile danno sanitario, tutto quello che è autorizzativo-tecnico relativo all'impianto debba essere rivisto. Ricordiamo i trenta decessi all'anno ancora dovuti alle emissioni dell'Ilva, nonostante siano state ridotte. Ricordiamoci che, da dati statistici relativi ai dieci anni precedenti, si arriva a oltre 2 mila decessi legati all'attività dell'Ilva. Praticamente, forse l'Ilva ha creato più decessi che posti di lavoro.
  Per cui, davvero, se si vuole fare qualcosa di sensato, e il Governo e il Parlamento lo possono fare, questi dati non possono essere assolutamente messi in secondo piano rispetto alla produzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

Pag. 34

  PAOLA BINETTI. Grazie Presidente, queste riflessioni, che si traducono nell'emendamento precedente, in questo emendamento e anche nel prossimo, mi sembra che facciano riferimento alla necessità di considerare il bene salute in una prospettiva che non appartiene solo ed esclusivamente al Ministero della salute, integrandosi con il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'ambiente e via seguitando. Sempre di più, oggi, la salute appare come un bene integrato; le modifiche dell'una vanno in qualche modo recepite nell'altro: ossia l'impatto sulla salute, che le scelte sul piano economico-industriale hanno, deve essere preso in considerazione non sola a valle, quando il danno si è già prodotto (e comunque, perlomeno una volta creato il danno, occorre riuscire a modificare l'azione di impatto ambientale) ma a monte, quindi nella chiave della prevenzione per cercare di evitare che si creano tali danni. Le sinergie positive tra le diverse realtà che presidiano queste decisioni vanno costruite in un modo molto più forte e la salute non può risultare un bene residuale su cui intervenire quando è stata compromessa. È necessario che vi sia la sensibilità di anticiparsi rispetto a questi problemi e di operare tutte le scelte che vanno a modificare quelli che sono i determinanti di salute affinché non diventino in realtà i determinanti di patologia. Quindi, vi è un'integrazione positiva tra questi due aspetti. Ciò mi sembra meriti davvero una certa attenzione da parte dei colleghi; può anche essere che non sia questo il provvedimento, magari quello sull'ambiente in questo momento in discussione al Senato, dove ciò va recepito ma non è possibile ignorare oggi che il tema salute è troppo importante per essere lasciato solo al Ministero della salute: è così importante che non può escludere l'intervento del Ministero della salute in tutte le decisioni degli altri ministeri di competenza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 2.51 con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Moscatt, Meloni, Lo Monte, Adornato, Guidesi, Piccione, Valiante, Latronico, Castiello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  406   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 2.58, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Rosa, Giachetti, Piccoli Nardelli, Giorgis, Palma, Capelli, Savino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  403   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 35

  (Il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 2.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie Presidente, qui ci si trova nella situazione in cui una legge regionale è più avanzata rispetto alla normativa nazionale. In pratica, si chiede di adattarsi alla legge regionale che istituiva la valutazione del danno sanitario.
  Questa eccezionalità territoriale aveva imposto chiaramente una attenzione per il danno sanitario che ha portato purtroppo a notevoli lutti. Per cui credo che andrebbe adeguata la normativa nazionale con la normativa scritta, appunto, per quei territori altrimenti per noi la normativa nazionale tornerebbe indietro con questa strana forma di commissariamento. Non sto parlando di salute, sto parlando di salute intesa come aspetti economici e occupazionali per riuscire a sollecitare il Parlamento e il Governo. Ricordiamo i dati della ECBA Project che statuiscono in circa 48 miliardi di euro all'anno i danni ambientali alla salute umana, quindi se vogliamo davvero mettere innanzi l'economia, comunque questa normativa regionale deve essere prioritaria rispetto alla normativa nazionale che ancora non recepisce adeguatamente la valutazione di impatto sanitario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 2.3, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Simoni, Fratoianni, Giorgis, Paglia, De Maria...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  404   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Agostinelli 2.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, utilizzo una tecnica utilizzata in Commissione di dichiarazione postuma su emendamenti precedenti, ma che in realtà riguarda la medesima tematica perché al di là del fatto che anche una più bella capacità oratoria non influenzerebbe in nessun modo le scelte della maggioranza all'interno di questo decreto... Però volevamo farvi riflettere sul fatto che aver messo nero su bianco che la valutazione del danno sanitario della regione si debba conformare ai criteri metodologici del decreto ministeriale sia una situazione che lascia sicuramente un po’ di amaro in bocca ma soprattutto lascia un po’ perplessi. Ciò per il fatto che a livello, ad esempio, di normativa energetica sono parecchi anni in cui, essendoci una normativa nazionale che sancisce dei principi di base, le regioni possono adottare dei meccanismi e delle prescrizioni ulteriori e più restrittive al fine di tutelare gli aspetti energetici, ambientali e gli aspetti sanitari connessi imponendo dei limiti più restrittivi. Cito a titolo di esempio che in alcune zone addirittura ci sono i regolamenti che vietano l'utilizzo di camini a legna in determinati centri abitati.Pag. 36
  Conformare una normativa regionale a degli standard nazionali senza prevedere un principio invece di maggior tutela perché si sarebbe potuto scrivere che la valutazione del danno sanitario si deve conformare ai limiti prestabiliti e ai criteri stabiliti dalla normativa nazionale a patto che questa non sia di maggior tutela per la popolazione. Perché di fatto noi stiamo dicendo che la valutazione del danno sanitario utilizzato dalla regione Puglia fino ad oggi sulla base della quale c’è un processo in corso, di fatto vuol dire che non avrebbe i principi normativi per essere redatta in quel modo perché probabilmente è molto più restrittiva di quella che le normative ministeriali prevedono e di fatto stiamo dicendo che lo Stato impone a delle regioni dei meccanismi di valutazione. Io credo che se le riforme costituzionali, questo aspetto non l'hanno ancora modificato di fatto noi ci stiamo chiedendo come mai sugli aspetti sanitari, dove tutta la gestione spesso è in capo alle regioni soprattutto come criteri applicativi, su questo punto si debba addirittura mettere il becco nella regione sulle modalità di valutazione del danno sanitario all'interno di una regione.
  Io credo che sarebbe stato più opportuno valutare il principio di maggior cautela, quindi quello più cautelativo per i cittadini, perché ricordo a tutti che le questioni ambientali e sanitarie sono sempre connesse con degli oneri di spesa e per le regioni i bilanci sanitari sono veramente pesanti. Allora, questa apertura che va di fatto a snaturare l'operato della valutazione del danno sanitario, fatta dalla regione Puglia fino adesso, potrebbe mettere a nostro avviso anche in criticità gli aspetti giudiziari collegati con la valutazione del danno sanitario e, quindi anche le responsabilità, perché se io dico che da oggi in avanti si deve far così, qualcuno accusato di aver male gestito l'azienda fino all'altro ieri, quindi la famiglia Riva, potrebbe dire «scusate, ma dopo avete cambiato la normativa, quando avete messo il commissario, prima c'era la famiglia Riva che gestiva l'azienda e oggi sono imputati per valutazione di danno sanitario, secondo quella normativa». Qui c’è qualcosa che non torna, perché ci sarà di sicuro un ricorso da parte della famiglia Riva su questo tema, per cui credo, purtroppo, ne andranno di mezzo i cittadini e soprattutto la giustizia e il principio di chi inquina paga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Agostinelli 2.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zardini, Morani, Greco, Giulietti, Coppola, Rossi, Matarrese, Colonnese, Sberna...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  410   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tripiedi 2.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caparini, Sbrollini, Fanucci, D'Agostino, Ciracì...Pag. 37
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  393   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Terzoni 2.11.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie Presidente, con questo emendamento si chiede appunto di cercare, con difficoltà, di fare qualcosa per l'Ilva e per la popolazione. Purtroppo con questo metodo, lo abbiamo già detto, il Parlamento non riesce a fare nulla per questo. Una delle cose sensate sarebbe applicare metodi di prevenzione primaria, cioè di agire prima che insorgano malattie problematiche alla popolazione. È assolutamente un emendamento di buon senso che prevede di applicare, secondo l'analisi epidemiologica, misure che impediscano che ci si possa ammalare. Non è che se si fa questo poi si smette di produrre e si smette di fare impresa, anzi si fa un'impresa più sostenibile nel lungo termine.
  Questo mostro siderurgico, quest'Ilva, il problema che ha, è proprio quello che ha prodotto fino al doppio dell'acciaio medio delle più grande acciaierie europee. Quindi, se si fosse fatta prima questa valutazione epidemiologica, questa valutazione di prevenzione primaria, non saremmo qui a valutare un impianto che sta rischiando di chiudere, lasciando a casa tante persone, che forse già ha ucciso più di quelle a cui dà lavoro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni 2.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Piccoli Nardelli, Cozzolino, Monchiero, Marantelli, Adornato... onorevole Cozzolino, provi, vediamo un po’ se hanno sbloccato... ecco. Adornato è a posto ? Sì. Simone Valente... Artini, che sta arrivando, per la verità... va bene... Pizzolante...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  412   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Spessotto 2.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, l'emendamento Spessotto 2.12 chiede la soppressione del comma 3.
  Il comma 3, di fatto, non fa altro che attuare le stesse disposizioni che erano contenute nel comma 1-bis dell'articolo 2 del decreto-legge n. 61 del 2013. Visto che il Viceministro De Vincenti da sempre è maestro nel dirci che alcuni emendamenti sono pleonastici o ultronei, vorremmo capire come mai vi sia necessità di riprendere proprio testualmente le stesse parole del decreto-legge n. 61 e di rimetterle all'interno di questo decreto legge.Pag. 38
  Cosa dicono in pratica queste parti ? Di fatto viene detto che, considerando un servizio di attività di pubblica utilità, gli interventi previsti nei piani ambientali sono dichiarati indifferibili, urgenti e di pubblica utilità e costituiscono varianti ai piani urbanistici. Infatti ricordo che anche nelle audizioni precedenti a questo decreto, quelle fatte qui alla Camera, ai tempi venne anche il sindaco di Statte, sul quale territorio comunale insistono alcune discariche per di più abusive, all'interno del territorio dell'Ilva.
  La questione è capire che dire «costituiscono varianti ai piani urbanistici» di default vuol dire estromettere dalla gestione comunale e territoriale di un sindaco – che di fatto è responsabile dell'incolumità dei propri cittadini –, la regolamentazione di quelle aree. Allora se volete creare all'interno dell'Ilva una totale deregulation, per cui alla fine i sindaci non possono fare altro che prendere atto delle decisioni del commissario, che sia lui o chi per lui – in questo caso per le parti ambientali era Ronchi in precedenza –, vorremmo comprendere come sia possibile immaginare che un sindaco non possa nemmeno esprimersi con i propri strumenti urbanistici per vietare o regolamentare le attività che si svolgeranno all'interno del sito Ilva. Infatti non è ipotizzabile visto che poi ci sono alcune ricadute. Cito un esempio: c’è una discarica e c’è un percolato che va a inquinare la falda; questa falda non è che rimane circostanziata all'ambito dell'Ilva, ma va ad intaccare altre zone di interesse limitrofo. Per queste, però, vige, in carico al sindaco, la tutela della collettività pubblica e l'obbligo di tutti gli adempimenti necessari per garantire la tutela dell'incolumità pubblica. Allora noi ci chiediamo come queste varianti a questi strumenti urbanistici e ai piani urbanistici di per sé non possano costituire un reale pericolo per l'incolumità dei cittadini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Spessotto 2.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  397   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Spadoni 2.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  399   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 2.15, con il parere contrario Pag. 39delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Carloni, Librandi, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  394   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarti 2.18.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie Presidente, cerchiamo, appunto, di definire da un punto di vista normativo che questo grande stabilimento sia di interesse nazionale. Interesse nazionale vuol dire che la nazione è abitata da cittadini che eleggono altri cittadini che vengono in Parlamento e potrebbero poter esprimersi sui provvedimenti, non come in questo caso. Ma vogliamo inserire proprio il fatto che le prescrizioni e gli adempimenti debbano essere pubblici e debbano essere vincolanti. Non è possibile che ci sia il silenzio-assenso, altrimenti davvero questo decreto-legge potrebbe essere stato scritto dai futuri affittuari dell'Ilva o non si sa bene da chi, da come è scritto, non certo per fare gli interessi dei cittadini italiani e dei cittadini di Taranto. È proprio un anti decreto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 2.18, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Greco, Palma, Bonafede, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  397   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cecconi 2.66.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, su questo punto c'era stato anche un certo dibattito. Parlo di certo dibattito quando supera i trenta secondi, ma rimane nel minuto e mezzo, nel senso che poi nelle Commissioni non siamo riusciti ad attuare di fatto un vero e proprio dibattito di merito perché i tempi erano contingentati per l'inizio del provvedimento in Aula.
  Però almeno c’è stato un sussulto, per dir così, sul fatto che le Commissioni parlamentari dovessero in qualche modo anche esprimersi nel merito. Comprendiamo che questo emendamento per una nostra problematica di drafting non impone che la relazione sia sottoposta a votazione. La nostra idea era quella: il fatto, cioè, che le Commissioni esprimessero un parere su quella relazione. Pertanto vorremmo che la decisione non rimanga sempre e solo in capo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio Pag. 40e del mare ma ci sia quindi questa necessità di informare semestralmente, come riportato al comma 4-bis. Però peccato perché vorremmo anche poter discutere di quanto contenuto all'interno della relazione e, quindi, vorremmo, poterci esprimere nel merito e in questo caso vorremmo poter anche aprire eventualmente una istruttoria informativa per capire se quanto attuato e quanto previsto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare soddisfa i commissari all'interno delle Commissioni. Su questo tema mi sembrava vi fosse un minimo di condivisione però vedo che comunque, anche qualora vi fosse un'ipotetica riformulazione dell'emendamento, mi sembra che i relatori non abbiano alcun tipo di voglia di accoglierla. E quindi rimarremmo con il fatto che il Ministero decide, ci presenta una relazione, se gli uffici si accorgono che la relazione è stata trasmessa, magari su richiesta delle minoranze potrà essere quanto meno letta altrimenti rimane nel dimenticatoio e questa situazione, secondo me, non garantisce i cittadini di Taranto e soprattutto non garantisce i lavori parlamentari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 2.66, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  402   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 2.89.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, ritengo che il comma 5 sia uno dei punti nodali di questo decreto-legge. Infatti il comma 5 dell'articolo 2 prevede il fatto che per ritenersi assolta l'AIA sia sufficiente che siano realizzate l'80 per cento delle prescrizioni specificando che lo siano da un punto di vista numerico. Riteniamo questa una previsione eccessivamente garantista per chi deve gestire l'Ilva, cioè l'amministratore straordinario, e la riteniamo profondamente sbagliata, signora Presidente e signor rappresentante del Governo. La riteniamo sbagliata perché fare un elenco numerico delle prescrizioni e pensare che applicare l'80 per cento esaurisca il problema dell'AIA significa non tener conto del fatto che una grandissima parte delle prescrizioni sono di carattere normativo, di carattere regolamentare. È del tutto evidente che non si può paragonare la modifica di una norma di un regolamento con la prescrizione di coprire i parchi minerari: l'una si fa abbastanza semplicemente, per poter fare l'altra sono necessari investimenti di decine e decine di milioni. Ho il vago sospetto che, alla fine di questo ragionamento, di questa iniziativa che dovrà applicare l'amministratore straordinario, ci ritroveremo con l'80 per cento delle prescrizioni di natura normativa realizzate e, invece, il restante 20 per cento saranno proprio quegli investimenti onerosi dal punto di vista finanziario che devono servire a risanare l'ambiente e a tutelare la salute dei cittadini di Taranto.
  Ed è per questo che noi pensiamo che questa norma sia profondamente sbagliata. Devo dire che dietro questa norma c’è forse anche una piccola presa in giro – mi scuserà il Governo e mi scuseranno i colleghi di questa affermazione –, perché tempo fa l'amministratore Gnudi, in una Pag. 41audizione, ha avuto occasione di dire che il 75 per cento delle prescrizioni dell'AIA erano già state applicate. Il fatto di scrivere «80 per cento» in questo decreto non significa avanzare nulla, significa semplicemente registrare quello che il commissario Gnudi diceva che era già stato realizzato. Ci saremmo aspettati, da parte del Governo e da parte della maggioranza, uno sforzo maggiore e soprattutto il fatto di specificare che si intende realizzata l'AIA all'80 per cento se magari l'80 per cento delle risorse che devono essere investite per realizzare l'AIA è stato effettivamente speso, ma così non è. La realtà è che, pur se sono state applicate il 75 per cento delle prescrizioni dell'AIA, ci troviamo di fronte al fatto che nessuna norma davvero ha modificato uno stato della situazione così com’è. Non è stato bonificato un metro di terreno di Taranto o dell'Ilva, non è stato bonificato uno spicchio di mare, non è stato fatto realmente nulla in questi due anni per tutelare la salute e risanare l'ambiente. Per questo pensiamo che questa norma debba essere modificata. Dobbiamo chiedere all'amministratore straordinario, visto che in altri articoli gli diamo addirittura l'impunità per quello che lui fa, che effettivamente quello che è stato previsto dall'AIA venga realizzato, perché quella è la conditio sine qua non per dare certezza ai cittadini, per dare certezza agli imprenditori, per dare certezza a tutti che il risanamento si sta mettendo in campo e che la salute dei cittadini viene tutelata. Penso che questo sia un elemento essenziale e che il mantenimento di questo comma e di questo articolo infici in modo sostanziale qualunque ragionamento positivo che questo decreto voglia fare rispetto all'Ilva.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, ovviamente questo emendamento dei colleghi SEL ci trova pienamente d'accordo, perché la linea che seguono gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle è la stessa. Cioè, all'interno del comma 5 viene messo nero su bianco – era già stato fatto nel precedente decreto – il fatto che questo impunito totale della gestione dell'Ilva, che è il commissario, ha il compito di considerare assolte fino all'80 per cento delle prescrizioni. Quindi, di fatto, stiamo facendo uno sconto a questo tipo di impresa, a differenza di qualsiasi altra impresa appena al di là della strada che separa la proprietà dell'Ilva da altri tipi di proprietà. Sì, la complessità dell'AIA e dell'Ilva sicuramente sono tematiche da tenere in considerazione, ma anche il principio di parità di diritto, perché se vi è un'impresa complessa alla quale viene data una serie di prescrizioni e vi è un'impresa, magari un po’ più piccola ma sempre legata alla complessità ambientale, alla quale vengono date altre prescrizioni, da un lato, all'Ilva si fa uno sconto del 20 per cento, mentre l'impresa che è appena al di là del confine del territorio dell'Ilva, in realtà, deve applicarle al 100 per cento; quindi, due pesi e due misure. Ma andiamo oltre. È ovvio che una questione legata alla tematica tarantina è molto importante, quindi non nascondiamoci che ci vogliono delle ingenti risorse anche per attuare quanto previsto nel piano dell'AIA. Peccato che, però, stiamo dicendo che queste prescrizioni sono praticamente come un emendamento che un mio collega definiva «emendamento salumeria». Cioè, di fatto viene specificato nero su bianco che le prescrizioni sono in termine numerico. Ovvero, date cento prescrizioni, se ne applicano ottanta; non importa quali e di che impegno di spesa, ma soltanto il numero. Vi cito per esempio, a titolo informativo, che una delle prescrizioni è la copertura di milioni di metri quadri di parchi minerari o di chilometri di nastri trasportatori.
  Dall'altro lato abbiamo prescrizioni molto più semplici in termini di attuazione, che potrebbero essere quella del monitoraggio in continuo delle analisi a uno dei 150 cammini installati all'interno della realtà produttiva dell'Ilva di Taranto. Ora noi stiamo dicendo che una prescrizione Pag. 42è importante solo per il suo carattere numerico, non per il suo carattere di impatto sulla società, di impatto sanitario, e di conseguenza anche di impatto economico in termini di gestione: qua non è possibile considerare l'80 per cento in termini numerici, perché coi numeri non saniamo l'aspetto sanitario e ambientale; forse saniamo l'aspetto, come dicevano ai tempi i vecchi democristiani, almeno delle carte. Il problema è che in realtà della vecchia Democrazia Cristiana oggi neanche le carte sono a posto, in questa gestione democristiana che avete del Governo; dall'altro lato però io vi sfido a considerare accettabile arrivare ad avere l'80 per cento delle prescrizioni dell'AIA. Allora, o le prescrizioni non erano da mettere nero su bianco, cosa che noi non riteniamo assolutamente veritiera: anzi vorremmo che quelle prescrizioni venissero di fatto rispettate; e per essere rispettate devono essere applicate, e non scontate del 20 per cento.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DAVIDE CRIPPA. Quanto ha detto il collega Zaratti poco prima, è stato un dibattito in Commissione che è molto riservato forse alle minoranze, nel quale è stato detto che le prescrizioni di carattere ambientale erano già state attuate per il 75 per cento nella relazione del commissario Gnudi pochi mesi fa. Allora il Governo prende in giro gli italiani e la maggioranza di tutti i cittadini che abitano a Taranto, nel dire loro che arriveremo all'80 per cento, però nascondendo il fatto che siamo già al 75: quindi di fatto noi stiamo mettendo in mano al prossimo acquirente o al prossimo affittuario del ramo d'azienda, di adempiere al 5 per cento delle prescrizioni numeriche.
  Gli state facendo l'ennesimo regalo: ma perché ? Qual è la ragione per la quale questa situazione non troverà sbocco ? Noi abbiamo la certezza che queste prescrizioni, ahimè, non troveranno mai applicazione al 100 per cento, perché l'azienda fallirà prima.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, io volevo fare solamente un esempio. Non pensavo arrivassimo a parlare di questa norma ancora all'interno di questa legge, perché è veramente insensata; allora volevo fare un esempio: mettiamo che Taranto sia una persona, L'Ilva è un delinquente che spara due colpi di pistola a questa persona. Questa persona cadendo si fa anche otto graffi. La politica cosa fa ? Gli dice che se curiamo gli otto graffi per lei è sana, questa persona è tornata sana, e non si cura dei due colpi di pistola: quindi ci occupiamo dell'80 per cento delle cose inutili e meno costose, e lasciamo le cose più costose, più importanti e che agiscono sulla salute dei cittadini di Taranto, le lasciammo così all'Ilva, a sua discrezione, se vuole mettere all'interno del 80 per cento bene, altrimenti non ce ne curiamo. Bene...

  PRESIDENTE. Ha finito il suo tempo.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Ho concluso. Questa è una cosa veramente vergognosa, perché lasciamo l'assassino libero, e lasciamo i cittadini di Taranto coi due colpi di pistola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, anche su questo un chiarimento da parte nostra, una riflessione, perché è stato oggetto anche di un'ampia discussione, è stata richiamato in Commissione. Qui stiamo parlando degli adempimenti conseguenti all'AIA originale di questo provvedimento: sono, come ben sappiamo, numerosi gli adempimenti e di grandi dimensioni. Si è discusso qui di diversi adempimenti, delle caratteristiche, dei tempi, e si è discusso in maniera differenziata: anche in Commissione sono state Pag. 43proposte diverse soluzioni, diversi termini; io voglio ritornare alla concretezza del provvedimento.
  Il provvedimento, come emesso dal Governo e come trattato nelle Commissioni al Senato, è in questo senso assai preciso: vengono riconfermate tutte le prescrizioni già previste; viene stabilito che il numero dell'80 per cento dev'essere raggiunto entro un tempo certo, che è la fine di luglio del 2015; ma viene anche riconfermato che la interezza delle prescrizioni deve essere completata entro il 4 agosto 2016.
  Ecco, noi possiamo discutere di tante questioni, questi sono i dati, due tempi certi. Voglio ricordare – e concludo – che le prescrizioni dell'AIA prevedono soluzioni tecnologiche e realtà che sono estremamente avanzate; in questo momento in Europa sono già stati spesi 600 milioni per questo e si prevede di spendere 1 miliardo 200 milioni, che questo decreto-legge permette di recuperare dall'estero proprio con i temi ambientali. Quindi, qui ci sono due date certe e le prescrizioni, quelle previste, che devono essere compiute entro questi tempi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 2.89, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Duranti, Adornato, D'Agostino, Segoni, Rondini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  391   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruocco 2.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, al di là della diversità interpretativa che abbiamo del concetto di «ampia» tra il MoVimento 5 Stelle e i colleghi del PD, la discussione che si è avuta anche poc'anzi è secondo me allarmante. È inutile continuare ad affermare che la situazione dell'Ilva è una situazione complessa, per la quale le migliori tecnologie disponibili addirittura anticipano alcune prescrizioni di carattere europeo. Io vorrei citarvi che di fatto la Commissione europea ha emesso, lo scorso 16 ottobre 2014, un parere motivato nell'ambito della procedura di infrazione n. 2.177, avviata il 26 settembre in relazione allo stabilimento Ilva, per la violazione delle direttive sulla prevenzione, e la riduzione integrata dell'inquinamento. Quindi, in realtà, tutto questo rispetto delle normative europee o addirittura anticipare le normative europee sono frutto di una mancanza e di una violazione di quelle norme, perché altrimenti la Commissione europea non ci direbbe e non ci sanzionerebbe.
  Io volevo segnalare che innanzitutto la prima procedura di infrazione risale al 2008, ha dichiarato l'inadempienza dell'Italia per la mancanza di adozione delle misure necessarie a garantire il funzionamento degli impianti industriali. A questo punto c’è stata poi una sentenza il 4 agosto 2012 nella quale è stata rilasciata di fatto una prima AIA. Nel settembre 2013 la Commissione europea ha ritenuto l'Ilva di Taranto inadempiente ed ha avviato una procedura di infrazione. A questa ha risposto il Governo e le autorità italiane con il DPCM 14 marzo 2014. Quindi tutta questa attenzione del Governo italiano per questo tipo di provvedimenti in realtà è dettata da un botta e risposta con la Comunità europea, ma vado a segnalare che all'interno delle segnalazioni la Commissione Pag. 44rileva che il rinvio dei termini di adempimento delle prescrizioni AIA è contrario alla logica dell'articolo 8, paragrafo 1, della Direttiva sulle immissioni industriali. Cito che non risulta l'adozione del piano industriale. Avete sentito bene ? Quello che abbiamo detto poc'anzi in realtà la Commissione europea lo aveva già segnalato, non risulta un piano industriale. Andiamo avanti, la mancata adozione del piano industriale ad avviso della Commissione pone in dubbio la possibilità che siano rispettati anche i nuovi termini previsti dal DPCM, cioè quello che segnalavamo noi: se manca il piano industriale non farete mai nulla neanche in attuazione del piano ambientale. Peccato che non lo scriva il MoVimento 5 Stelle, ma lo scrive la Commissione europea.
  Andiamo avanti: «alla luce di tali considerazioni, la Commissione europea conclude che, non avendo garantito il rispetto di tutte le prescrizioni dell'AIA – collega Benamati, legga bene questo passaggio, a pagina 22 del dossier del Servizio studi della Camera – »la Repubblica italiana ha violato l'articolo 14, lettera a), della direttiva IPPC sino al 7 gennaio 2014”. Andiamo avanti: un secondo ambito di violazioni contestate dalla Commissione europea – già a lato della costituzione in mora complementare – riguarda le disposizioni direttive IPPC e le emissioni industriali. Di fatto, la Commissione cita a sostegno il fatto che non ci sia stata un'attenzione significativa sul tema. Proseguirò poi nell'elencazione perché purtroppo cinque minuti per parlare delle procedure di infrazione dell'Unione europea non bastano, probabilmente ce ne vorranno cinquanta, ma mi rifarò negli interventi successivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruocco 2.19, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Colletti, Pilozzi, Fucci, Sorial, Impegno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  372   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido e il deputato Gianluca Pini hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolo Nicolò Romano 2.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Proseguo il discorso iniziato nell'intervento precedente. Viene rilevato ancora dalla Commissione europea come il terzo ambito di contestazioni mosso dalla Commissione europea riguardi la violazione, da parte della Repubblica italiana, della direttiva IPPC. Infatti, ad avviso della Commissione, l'AIA per il 2011-2012 non conteneva tutte le misure previste dagli articoli 11 e 14 della direttiva sulle emissioni industriali. Qualcuno qui, anche poc'anzi il collega Benamati e in Commissione il Viceministro De Vincenti, ci ha detto che l'AIA è perfetta e addirittura anticipa delle misure che entreranno in vigore tra qualche anno. Peccato che la Commissione europea ci dice: attenzione, mancano dei pezzi che dovevano già essere previsti. In particolare la Commissione si riferisce alle misure del mancato aggiornamento dell'AIA nel 2013, quindi di fatto già dopo le elezioni. Quindi la responsabilità in questo caso del Viceministro De Vincenti è totale perché lui – come sappiamo – nonostante Pag. 45cambino tre Presidenti del Consiglio rimane sempre nello stesso punto. Le diamo atto di questa sua capacità di rimanere inalterato ai cambiamenti politici sempre alla guida del Dicastero anche perché le chiedo di prestare attenzione al fatto che nel 2013 veniva rilevata la mancata disposizione per la protezione del suolo, delle acque sotterranee per la verifica periodica del loro stato e per la prevenzione delle emissioni nel suolo e nelle acque sotterranee e la mancanza di misure relative all'arresto definitivo dell'impianto.
  Di fatto, qui viene detto: vi siete dimenticati delle emissioni nel suolo, nelle acque e delle misure che potrebbero prevedere la chiusura immediata di quell'impianto. Allora, questo non può essere paragonato con queste mirabolanti visioni dell'AIA che, secondo la compagine governativa, dovrebbe risolvere tutti i problemi di Taranto. Vi dice che quello che è previsto in quell'AIA tra l'altro ha già delle parti mancanti per quanto riguarda il rispetto dei limiti e l'attenzione verso il suolo e le acque sotterranee. Questa situazione è alquanto drammatica.
  Vado in fondo, perché io ribadisco che questo opuscolo è a disposizione di tutti, non è soltanto riservato al MoVimento 5 Stelle. La Commissione afferma: alla luce di tali considerazioni, la Commissione ritiene che l'Italia sia inadempiente in relazione agli obblighi posti dalla direttiva sulle emissioni industriali, dal momento che né l'AIA nello stabilimento Ilva di Taranto né il DPCM 14 marzo 2014 includono tutte le misure necessarie. Quindi, siamo sicuramente a rischio di procedura di infrazione, perché la Commissione europea ce lo scrive nero su bianco ancora una volta e noi ancora una volta, all'interno di questo decreto, non ci stiamo preoccupando di quegli ambiti, non ci stiamo preoccupando dell'inquinamento del suolo e delle acque. Smettiamola di prendere in giro gli italiani e i cittadini di Taranto: con questo decreto non si risolverà la situazione. Con questo decreto non riusciremo a dare chiarezza al fatto che la Commissione europea ci dice che il DPCM del 2014 non sana questa situazione e questo decreto ancora di più non va a sanare quel problema. Allora, noi vi chiediamo sinceramente: volete risolvere il problema di Taranto o volete portare all'agonia lo stabilimento di Taranto, salvando le banche dai loro debiti ? Noi siamo convinti che sia la seconda strada quella che avete in mente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, cerchiamo, sostituendo il comma 5, di dare un minimo di logica e di nazionalismo a questo decreto, perché purtroppo chi è stato ad ispezionare l'Ilva sa di cosa trattiamo. Se ci si mette sul colle che sovrasta le discariche, si ha davanti una spianata enorme con diverse gole. Sembra un pochino di guardare il Grand Canyon, sembra di essere nel Far West, e il Far West è proprio quello che viene determinato da questo decreto, dove nessuno ha responsabilità, dove c’è l'impunità, dove davvero forse ci si può mettere anche a sparare ulteriormente e a fare ulteriori danni contro i cittadini. Proviamo a ragionarci.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolo Nicolò Romano 2.20, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Vacca, Casati, Amendola, Minnucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  374   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 46

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 2.90, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Palese, Spadoni, Agostinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  376   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzo 2.21, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Piccolo Giorgio, Mazzoli, Caparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  375   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 2.98, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Colaninno, Campana, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione. Mi scusi, onorevole Fanucci, pensavo che la sua postazione fosse stata sbloccata. Segnalo che l'onorevole Fanucci non è riuscito a votare.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  370   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  270).    

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, la deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario, la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 2.25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. L'emendamento Pesco 2.25 è una delle ultime speranze. Mi dispiace che non vi sia il Viceministro De Vincenti, che avrebbe accettato sicuramente questo emendamento, che prevede, al comma 5, primo periodo, di aggiungere, dopo le parole: «si intende attuato», la seguente: «parzialmente». Se arriviamo all'80 per cento di realizzazione delle prescrizioni, è ovvio che il piano si intende attuato parzialmente, nel senso che il 100 per cento rimane un obiettivo da raggiungere, nei termini e nei tempi prestabiliti.
  Non è – lo abbiamo già detto prima e lo ribadiamo – immaginabile poter andare a fare uno sconto sulle prescrizioni di carattere ambientale e impiantistico, perché questo rappresenta un precedente che in altre realtà industriali non viene assolutamente Pag. 47applicato, per le quali alcuni imprenditori rischiano di chiudere l'azienda per rispettare degli adempimenti normativi.
  Allora, noi stiamo dicendo, anche a quegli imprenditori, che vi sono altri imprenditori che hanno causato fenomeni di malattia e morte, come sancito all'interno della valutazione del danno sanitario, che possono permettersi di causare un danno come quello ambientale e sanitario a Taranto e, di fatto, vedersi scontate del 20 per cento le prescrizioni.
  Credo che la risposta che un Paese civile debba dare a un imprenditore onesto, che cerca di adempiere alle prescrizioni di carattere ambientale che vengono rilasciate alla sua azienda, non sia quella di dirgli che «più sei piccolo, più ti bastono; più sei grande, più ti sconto».
  Infatti, oggi qui passa questo concetto: con riferimento ad una grande impresa come l'Ilva, solo perché la stessa rappresenta l'unico criterio di occupazione in quell'area, per di più non legato strettamente agli abitanti di Taranto, ma all’hinterland, è, di fatto, un problema che un'azienda del genere possa permettersi di avere degli sconti sulle prescrizioni, mentre un piccolo imprenditore o un imprenditore onesto, che decide di rispettare le prescrizioni ambientali, è obbligato in tal senso, e, se non lo fa, gli pignorano e gli chiudono l'azienda.
  Di fatto, questo, oggi, sta avvenendo, e già avveniva nei precedenti decreti. Quindi, ancora una volta, noi siamo a segnalarvi la necessità di mettere un freno a questa deriva semplicistica e di prevedere che almeno il piano si intenda parzialmente attuato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 2.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Greco, Coscia, Malpezzi, Burtone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  365   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  265.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  L'emendamento Furnari 2.91 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 2.27.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 2.27, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Librandi, Marazziti, Gasparini, Rubinato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  364   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Micillo 2.29.Pag. 48
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO. Grazie Presidente, il cosiddetto Piano ambientale di cui al decreto-legge n. 61 del 2013 contiene al suo interno le azioni e i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge e dell'autorizzazione integrata ambientale. Cari colleghi, non dimentichiamoci che sono proprio le contestazioni di violazione dell'AIA che hanno determinato il commissariamento dell'Ilva.
  Secondo l'attuale prescrizione normativa così come contenuta dall'interno del testo trasmessoci dal Senato leggiamo che il citato Piano ambientale si intende attuato se, entro il 31 luglio 2015, siano realizzate, almeno nella misura dell'80 per cento, le prescrizioni che siano in scadenza entro quella data. Ma attenzione, proprio al Senato, attraverso apposito emendamento, è stato precisato che la soglia dell'80 per cento deve essere valutata con riferimento esclusivamente al numero di prescrizioni realizzate e, pertanto, indipendentemente dalla rilevanza del contenuto delle prescrizioni stesse. Si vuole, pertanto, fare riferimento non alla qualità degli adempimenti bensì al numero degli stessi. Nella versione attuale c’è la concreta possibilità che il riferimento all'80 per cento si traduca in attività di adempimento delle sole prescrizioni puramente formali, a scapito di quelle sostanziali e decisive. Tutto questo nonostante la disposizione di cui all'articolo 2, comma 3-ter, del decreto-legge n. 61 del 2013, che non riconnette affatto all'80 per cento ivi citato una valenza puramente numerica.
  Ancora, non sono ben chiari, in riferimento alla percentuale dell'80 per cento, né gli strumenti per contestare o verificare tale limite né l'effetto del mancato conseguimento della detta percentuale.
  Ancora, si deve rilevare come in capo all'azienda non sia posto alcun onere di motivazione circa la scelta delle prescrizioni da computare e di quelle da escludere. Vogliamo dire che la discrezionalità dell'ordine di priorità da seguire nell'adempimento delle prescrizioni ambientali potrebbe portare ad un illogico e inaccettabile differimento di quelle più importanti.
  Basti, a ribadire la gravità della modifica apportata, rilevare che nel computo numerico nessuna rilevanza viene data alle aree maggiormente esposte a rischio salute e a rischio ambientale.
  Con l'emendamento in questione intendiamo, pertanto, ancorare il rispetto del termine dell'80 per cento non solo a criteri puramente e semplicemente numerici ma anche a criteri qualitativi degli interventi da realizzarsi e, nello specifico, valutando gli stessi anche in riferimento all'impegno complessivo di spesa, anche e soprattutto per evitare il rischio che non vengano adempiute le prescrizioni più costose in termini economici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Micillo 2.29, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Verini, Oliverio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  365   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Paglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 2.93, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il Pag. 49parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paglia, Mariastella Bianchi, Zardini, Murer...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  357   
   Votanti  355   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 2.97.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, intervengo per ribadire il concetto fin qui espresso dai colleghi di alcune opposizioni, indubbiamente da Sel e dal MoVimento 5 Stelle, per ribadire la situazione abbastanza ambigua in cui ci si trova, al comma 5, dell'articolo 2, sul piano ambientale. Anche il gruppo della Lega si trova abbastanza in sintonia su quello che sino ad ora si è detto sull'articolo 2. Noi riteniamo inopportuno che si valuti solo una parte del piano ambientale e si scriva solo, ed esclusivamente, l'80 per cento. L'emendamento in questione, Allasia 2.97, con una sostituzione di parole, intende evitare che vengano tralasciate le prescrizioni AIA più importanti per la salvaguardia dell'ambiente e della salute della popolazione, che molto probabilmente avranno i costi maggiori, in modo tale che non ci sia più un successivo decreto per definire il termine del restante 20 per cento del piano ambientale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.97, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Librandi, Colaninno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  366   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.96, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  360   
   Votanti  353   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 50

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 2.95.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Presidente, intervengo solo per qualificare l'emendamento Grimoldi 2.95 e per chiarire il nostro intento già espresso in Commissione. Non riteniamo che ci sia scritto da nessuna parte che il termine ultimo per presentare il successivo decreto-legge sia proprio la data della fine del piano aziendale, perciò il 4 agosto del 2016, diciotto mesi di cui si è già discusso nell'articolo 1.
  Pertanto quest'emendamento sia chiarificatore del termine ultimo per definire il piano ambientale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 2.95, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo... ecco, è a posto... Lorenzo Guerini...Simoni... non vedo altri... Nuti, Simone Valente... Nuti è a posto ora ? Sbloccate la postazione dell'onorevole Nuti, grazie. Mi pare che tutti abbiano votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  364   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  265.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è ruscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lorefice 2.33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. con quest'emendamento vorremmo comprendere un principio sacrosanto: «ivi compresi gli obblighi derivanti da prescrizioni ambientali aggiuntive».
  Infatti, in considerazione di quanto abbiamo annunciato in precedenza di tutte le inadempienze dell'AIA – dove di fatto la Commissione europea dice che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 marzo 2014 non è esaustivo e ancora presenta delle problematiche – non vorremmo che si dovesse, per rispettare le prescrizioni della Commissione europea, andare a mettere nuove prescrizione all'interno dell'AIA e poi però non potere tenere conto di quelle prescrizioni nello scenario previsto.
  Quindi noi vorremmo mettere nero su bianco che gli obblighi riguardino anche quelle prescrizioni nuove, perché siamo certi che ci saranno nuove prescrizioni, nel momento in cui la Commissione europea continuerà giustamente a perseguire la sua strada di richiamare il nostro Paese al rispetto delle normative. Allora se non vogliamo andare incontro all'ennesima multa – benché poi Galletti ci dica che le multe non si pagano e poi scopriamo che sono 40 milioni di euro –, dall'altro lato vorremmo precisare che il commissario abbia comunque in capo anche il rispetto delle prescrizioni future.
  Questo ovviamente ci sarà negato, ma noi ci teniamo a riportare gli atti di quest'Aula tale necessità, perché siamo certi che prima o poi ci si presenterà come un ennesimo problema.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 2.33, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 51

  Matteo Bragantini... Nuti ... La postazione dell'onorevole Nuti va sbloccata. Perfetto. Bragantini, lei ha votato, vero ? Sì, non vedo altri ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  359   
   Votanti  357   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  257.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Ciprini e Mattarelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Il deputato Moscatt ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 2.34.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, le chiedo, se è possibile, di porre in votazione quest'ultimo emendamento e, poi, sospendere perché dagli identici emendamenti Pellegrino 2.99 e Grillo 2.35 inizia l'esame del comma 6, su cui vorremmo avere un ampio dibattito nel merito. Se è possibile.

  PRESIDENTE. Mi sembra una richiesta ragionevole, onorevole Crippa. Quindi, questo è l'ultimo voto che facciamo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 2.34, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Mongiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  349   
   Votanti  345   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  246.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento.

Su un lutto del deputato Giorgio Zanin.

  PRESIDENTE. Comunico che il collega Giorgio Zanin è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
  La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
  La seduta è sospesa fino alle ore 15.

  La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Artini, Dorina Bianchi, Stella Bianchi, Boccia, Michele Bordo, Damiano, Dellai, Epifani, Giancarlo Giorgetti, Antonio Martino, Nicoletti, Rampelli, Realacci, Sanga, Sani, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Vargiu e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.Pag. 52
  I deputati in missione sono complessivamente centosedici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2894.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2894)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'emendamento Lombardi 2.34.
  Passiamo ora alla votazione degli identici emendamenti Pellegrino 2.99 e Grillo 2.35, a pagina 30 del fascicolo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Con questo emendamento chiediamo di sopprimere la norma contenuta nel sesto comma dell'articolo 2, norma contestatissima che è stata oggetto di analisi e di dibattito nei giorni precedenti. Che cosa dice questa norma ? «(...) Le condotte poste in essere in attuazione del Piano di cui al periodo precedente non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario e dei soggetti da questo funzionalmente delegati (...)». Poi il redattore, bontà sua, ce ne spiega anche la ragione: in quanto quelle condotte costituiscono ope legis «adempimento delle migliori regole preventive in materia ambientale, di tutela della salute e dell'incolumità pubblica e di sicurezza sul lavoro». Ora questa norma prima facie appare incredibile o perlomeno, ad essere generosi, è una norma che appare inutile perché, se si tratta di attuare un piano e questo piano viene attuato rispettando le norme del codice penale e le norme del diritto amministrativo, non ci sarebbe bisogno di introdurla. Però è anche vero che una norma viene prodotta perché deve disciplinare qualche cosa. Non vi sarebbe motivo di inserire una norma di tal fatta qualora si volesse dire semplicemente che se ti comporti bene, non avrai conseguenze. È evidente che, se dobbiamo leggerla secondo i canoni legali di interpretazione ossia quelli previsti dalle preleggi, per i quali bisogna far riferimento anzitutto al significato che le parole hanno nell'uso comune della lingua italiana, si tratta di una norma che vuole assicurare al commissario straordinario e ad una quantità indefinita di persone una immunità sul piano della responsabilità penale e sotto il profilo della responsabilità amministrativa. Quindi, non ci sarebbe dubbio alcuno che questa norma sia in violazione di vari articoli della Costituzione, soprattutto, dell'articolo 3 sull'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e dell'articolo 97 e del vincolo di giurisdizione e del limite della giurisdizione. Ora la sorpresa ha colto anche i componenti della II Commissione permanente, la Commissione giustizia, di cui faccio parte anche io, i quali hanno ritenuto però in verità di risolvere il problema in un modo come dire capzioso, affermando che, qualora le norme vadano lette nel senso che abbiamo testé detto cioè di un jus singulare a favore del commissario straordinario, basta non tenerne conto.
  Ciò perché, dice la norma sopradetta, va letta alla luce di una interpretazione costituzionalmente orientata. Che cosa significa ? Questo è un grande problema che non possiamo affrontare in questa sede ed è il problema del rapporto tra la competenza del giudice costituzionale e la competenza del magistrato ordinario. Ora, il magistrato ordinario deve, sì, valutare se la norma sia conforme alla Costituzione però sempre qualora questo rispetto sia ricavabile dalla lettura stessa della norma. Quando ciò non è possibile, e in questo caso non è possibile, è evidente che la competenza passa alla Corte costituzionale.
  Ora, alla luce delle considerazioni sopradette, è evidente che non si può, come dire, aprire la strada ad un contenzioso tra magistratura e amministratore, in questo Pag. 53caso il commissario straordinario, e la certezza del diritto sarebbe veramente in questo caso non giustificata perché vi sarebbe una gestione che sarebbe sempre sottoposta ad una interpretazione della legge così come è qui delineata.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie Presidente, ha già illustrato molto bene il collega Sannicandro la ratio di questo emendamento. Voglio solo aggiungere che ieri qui in questa Aula ho sentito durante la discussione sulle pregiudiziali di costituzionalità dire che la nostra posizione sulla non punibilità del commissario e dei suoi delegati è una posizione forte, accattivante mediaticamente. Io penso che sia ingeneroso questo giudizio e sia sbagliato. Allora, voglio chiedere alla maggioranza, e vorrei che qualcuno ci rispondesse: perché, se il recinto è quello di evitare che siano punibili per reati commessi senza la volontà, non è stata prevista invece la loro punibilità per reati commessi con dolo, laddove appunto ci sia una volontà precisa da parte del commissario e dei suoi delegati ? Non avete voluto neanche tener conto nella discussione nelle Commissioni di inserire la punibilità in caso di responsabilità per condotta dolosa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vazio. Ne ha facoltà.

  FRANCO VAZIO. Signor Presidente, colgo l'occasione su questo primo emendamento soppressivo del comma 6 dell'articolo 2 per fare una riflessione anche richiestami da parte della opposizione di SEL. Parto dicendo che esistono alcuni presupposti tanto che stiamo discutendo di una procedura amministrativa, che è la legge Marzano, che si applica in rari casi. La storia italiana non annovera moltissimi casi in cui è stata applicata questa procedura ed è una procedura che si applica soprattutto quando vi siano più di 500 addetti e 300 milioni di debiti, quindi stiamo parlando di una cosa particolare. E stiamo parlando anche di un commissario che agisce in piena attuazione di un Piano che è quello di cui appunto è oggetto il provvedimento.
  La Commissione giustizia ha espresso in maniera molto chiara, in riferimento alle osservazioni che sono state poste, le questioni e le risposte più appropriate alla vicenda in quanto noi abbiamo detto che l'osservanza delle disposizioni contenute nel Piano ambientale equivale all'adozione ed efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione ai fini della valutazione delle condotte strettamente connesse all'attuazione del VIA. E nello stesso tempo, dall'altro canto, diciamo che le condotte in attuazione di quel Piano, e non di altro, non possono dar luogo a responsabilità penale.
  Quindi, le considerazioni che andrò a svolgere hanno come presupposto questi elementi. Allora dico che i temi in questione sono due: da un lato, il cosiddetto vulnus rispetto alla punibilità e, dall'altro, il potere di delega del commissario. Sotto il profilo della non punibilità, noi dobbiamo sapere e sappiamo bene che l'interpretazione non può avere come unico elemento un'interpretazione di tipo letterale, ma deve essere di tipo sistematico ed anche costituzionalmente orientata, cioè deve trarre anche fondamento da una serie di giurisprudenze, di interpretazioni che, via via, si sono formate e quindi non possono essere capziose rispetto ad un dato letterale. Dall'altra, dobbiamo sapere che l'ordinamento, il nostro ordinamento esclude la punibilità, quindi impedisce l'esclusione della punibilità a fronte di questioni di ordine generale ma prevede e prescrive che le esclusioni siano specifiche e puntuali. Nel nostro caso noi sappiamo che la puntualità ci viene data proprio da un'indicazione specifica del piano in questione e quindi dire che vi sia una totale impunità è una cosa assolutamente faziosa e anche strumentale. Ma dico di più, proprio perché il lavoro che è stato fatto in Commissione e poi proprio il provvedimento di cui stiamo parlando è un Pag. 54lavoro serio; credo che anche i lavori e le discussioni che adesso stiamo facendo devono aiutare un'interpretazione di questa natura ed è per questo motivo che ho presentato un ordine del giorno che va a specificare ulteriormente la vicenda, cioè quando noi diciamo e dico che è evidente che non ci possa essere alcun dubbio che dalla corretta interpretazione del comma 6 dell'articolo 2 non potrà essere esclusa la punibilità di condotte corruttive, per esempio quando l'autore delle stesse possa considerarle poste in essere per la realizzazione del piano, perché è ovvio che queste condotte corruttive non fanno parte del piano. Quindi, sotto questo profilo, credo che possiamo stare tranquilli. Dico che può essere forse ridondante – giustamente qualcuno lo dice – però io credo che non possiamo correre il rischio nei ritardi e anche nelle interpretazioni estranee; non dobbiamo perdere tempo ed è per questo che secondo me è stato specificato tutto ciò. Presidente, ancora un'ultima questione rispetto alla delega. La delega – anche sotto questo profilo, nell'ordine del giorno che ho presentato lo specifico – non può essere generica, non può essere illimitata, deve essere attagliata al piano in questione, deve essere molto precisa e devono esserci criteri specifici che ne richiedono l'attuazione. Quindi, sotto questo profilo, anche le ipotetiche critiche sulla delega devono essere assolutamente non accolte e, quindi, sotto questo profilo, credo che l'emendamento debba essere assolutamente respinto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, riguardo a quanto affermato dal collega Vazio, ci sono certe affermazioni che non si possono giustificare in alcun modo, salvo tentare, con giri di parole immensi, di dare una parvenza di giuridico a ciò che giuridico non è. Ora, Presidente, lei spesso mi interrompe perché ritiene che, magari, i miei interventi vadano oltre ciò che dovrebbe essere giusto e le chiedo se, in questo caso, per esempio, il termine «supercazzola» sarebbe appropriato e si può dire. Glielo chiedo prima che lei...

  PRESIDENTE. Diciamo che l'ha già detto, però la Presidenza non lo consiglia.

  ALFONSO BONAFEDE. Il collega Vazio mi ha ricondotto a questo concetto in maniera univoca e inequivocabile e spiego perché. Come si fa, Presidente, a dire che noi dobbiamo interpretare non soltanto in base all'interpretazione letterale ma in base a tante altre interpretazioni che giustificherebbero le conclusioni a cui arriva il collega Vazio ?
  Ebbene, secondo tutti i canoni interpretativi si arriva ad una sola soluzione, che è quella descritta chiaramente nella norma e cioè che il commissario straordinario e i suoi delegati sono e saranno totalmente esenti da ogni responsabilità penale. L'interpretazione letterale porta a questo, l'interpretazione sistematica porta a questo; se il collega Vazio si riferisce all'interpretazione cosiddetta storica, per cui l'interprete deve andare a studiare i lavori parlamentari – cosa che non accade mai –, in questo caso, anche i lavori parlamentari dimostreranno, a causa e per colpa del parere favorevole della Commissione giustizia, che quella norma vuol dire esattamente quello che è scritto nella norma e cioè che il commissario straordinario è esente da ogni responsabilità.
  Dice il collega Vazio che, in realtà, sarebbe una norma ridondante o che sarebbe una norma che specifica qualcosa che già esiste nell'ordinamento. Giusto, giustissimo ed è questo il punto preoccupante perché, se è già scritto che chiunque agisca in conformità alla legge e addirittura in attuazione della legge, se è già scritto questo nell'ordinamento, se questo è già un principio consolidato, nel momento in cui io scrivo che tutte le condotte del commissario straordinario e dei suoi delegati saranno esenti da responsabilità penale, creo lì un vulnus in più perché quella norma è una norma eccezionale, che fa eccezione rispetto a tutto il sistema Pag. 55perché non si rintraccia in tutto l'ordinamento una sola norma – dico una – che stabilisca che ci sia una persona totalmente esente da responsabilità penale.
  Allora, se avete scritto questa norma, ci deve essere necessariamente un motivo ed è quel motivo che preoccupa e quel motivo preoccupa perché è pericoloso, perché voi state creando un precedente che è gravissimo, perché quel precedente fa capire che, ogni volta che c’è una tematica complessa, chi mette le mani su quella tematica che è certamente delegata deve essere per legge esente da ogni tipo di responsabilità. Questo non è possibile. Noi non siamo in un Paese in cui possiamo permetterci le isole felici di impunità assoluta perché, anzi, proprio perché parliamo di un provvedimento che interviene in una tematica delicatissima, proprio per questo, la soglia deve essere molto più alta e un comma come quello che voi avete inserito deve essere immediatamente cancellato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, spero che la Presidenza voglia concedere qualche secondo in più a questo dibattito perché questo comma è uno dei punti salienti dell'intero sistema, dell'intero decreto-legge e quindi spero che ci sia un po’ di tolleranza.
  Ho ascoltato il collega Vazio e anch'io sono rimasto abbastanza sconvolto dalle affermazioni che ho sentito e non ne capisco la ratio perché, nel momento in cui un amministratore qualsiasi si trova a mettere in atto quello che è previsto dalla legge, non incorre in alcun reato penale o amministrativo, o meglio, se incorre in una responsabilità penale o amministrativa viene – come dire – sottoposto a giudizio.
  Ora, io voglio sapere qual è la differenza tra i molti sindaci di questo Paese, gli 8 mila sindaci, gli assessori alla sanità regionali e gli assessori ai rifiuti che spesso si trovano e incappano in sanzioni amministrative o in responsabilità penali e per quale ragione al mondo invece l'amministratore straordinario dell'Ilva debba essere totalmente esente da responsabilità penali. Si dice che è ovvio che le pratiche corruttive sono escluse, ma dove sta scritto ? La norma va interpretata per quello che è scritto qui e, da questo punto di vista, la norma è inequivocabile, così come per quanto riguarda la delega: noi garantiamo l'impunibilità penale e amministrativa – e vado a chiudere – a un numero imprecisato di delegati; può essere uno, possono essere due o cento.
  E noi avremo un numero imprecisato di persone che non potranno essere perseguite per eventuali reati che vanno a commettere nell'applicazione, appunto, del decreto-legge.

  DARIO GINEFRA, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO GINEFRA, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Signor Presidente, si tratta di un punto ampiamente discusso e dibattuto nel corso della discussione generale avutasi nelle riunione delle Commissioni congiunte VIII e X, chiamate in sede in sede referente a esprimere il parere per questo dibattito in Aula.
  Vorrei ricordare ai colleghi tutti che nella stessa nota predisposta dagli uffici si parla di presunzione di liceità delle condotte del commissario straordinario e dei funzionari da lui designati per quel mandato di cui si parlava. Vorrei precisare, altresì, che non si tratta di un precedente, e mi rivolgo a lei, Presidente, per parlare ai colleghi che lo hanno sottolineato...

  PRESIDENTE. Certo.

  DARIO GINEFRA, Relatore per la maggioranza per la X Commissione.. ..perché già nel decreto-legge n. 61 del 2013, così come convertito dalla legge n. 89 del 2013, Pag. 56noi trovavamo lo stesso principio applicato alle figure del commissario e del subcommissario.
  Per quanto riguarda i relatori – e, quindi, parlo anche a nome del collega Borghi – la nostra interpretazione non può che essere, diciamo, aderente a quel punto previsto dal parere consuntivo offerto dalla Commissione giustizia, che in parte veniva richiamato dal collega Vazio. Cioè, riteniamo che la disposizione su cui stiamo ragionando, alla luce dell'interpretazione costituzionalmente orientata debba essere intesa nel senso che solo la puntuale e rigorosa attuazione del piano ambientale escluda la responsabilità penale dei soggetti interessati.
  Lo vorrei ribadire perché immagino che questo punto non passi inosservato. Credo che da parte del Governo non potrà che essere confermata la volontà che io sto manifestando attraverso quella che è la nostra interpretazione della norma e che io voglio che rimanga agli atti come elemento, diciamo, che possa coadiuvare e che possa collaborare a risolvere una questione che, altrimenti, rischierebbe di farci ragionare per ore di un falso problema.
  La vigente legge n. 89 del 2013, come i colleghi sanno, non ha fatto venir meno l'obbligatorietà del procedimento penale e questo lo si evince anche dai casi che si sono, ahimè, verificati nello stabilimento durante la vigenza di questo decreto-legge, convertito in legge, e credo che nessuno abbia parlato di scandalo piuttosto che di impunità. Si parla semplicemente di un aspetto estremamente delicato che, però, è rafforzativo – e mi rivolgo ai colleghi che lo hanno rimarcato – di quel principio di osservanza tassativa dei requisiti ambientali previsti nelle prescrizioni dell'AIA.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Questo è uno dei temi su cui, facendo un utilizzo di un termine caro al PD, c’è stata «ampia» discussione. A nostro avviso, ovviamente, il concetto di ampia discussione, quando si parla di tematiche di questa natura, non è un quarto d'ora o i venti minuti che le sono stati dedicati in Commissione.
  Su questo tema, però, credo che sia anche importante che se il collega del PD, che ha parlato nel merito, ha ritenuto opportuno presentare un ordine del giorno, qualche perplessità ovviamente il testo, così come è scritto, la pone. E la pone – e io ripeto quello che ho già espresso anche in discussione sulle linee generali – in relazione al punto che viene detto, di fatto, che si esclude la responsabilità penale se praticamente il commissario o i suoi funzionari delegati abbiano portato avanti delle condotte per l'applicazione del piano.
  Ora, io ci tengo soltanto a farvi questo tipo di ragionamento, che potrebbe trovare anche una linearità pericolosa, ovvero immaginiamo che, per l'attuazione del piano ambientale, io debba fare determinati tipi di lavoro di cantieristica interni allo stabilimento dell'Ilva di Taranto. All'interno dello stabilimento dell'Ilva di Taranto mettiamo che metta a disposizione una squadra di operai dell'Ilva, per i quali sappiamo tutti che, per il decreto legislativo n. 81 del 2008, sostanzialmente è in capo al datore di lavoro la responsabilità della sicurezza dei propri dipendenti. Di fatti, io sto dicendo al commissario e ai suoi funzionari delegati, perché solitamente in imprese di così ampia dimensione il datore di lavoro delega la funzione di responsabile della sicurezza ad un funzionario interno o esterno, ma di fatto una parte rimane sempre in carico al datore di lavoro e una parte a colui che si è preso in carico questa problematica. Allora, io vi cito questo: nel momento in cui durante l'esecuzione di lavori necessari per l'attuazione del piano ambientale dovesse esserci un infortunio sul lavoro, noi stiamo dicendo di fatto che il commissario potrebbe essere svincolato da responsabilità penali, e quindi non dover rispondere di infortunio sul lavoro, perché sta attuando un piano di natura ambientale. Allora sì, in quel caso, dal punto di vista giuridico, lui Pag. 57sta ottemperando a quanto prescritto dal piano, poi siamo convinti che all'interno del piano stesso vengano richiamate anche delle buone tecniche di norme sulla sicurezza, ma non si richiamano le norme di per sé, una per una, sulla sicurezza sul lavoro. Io vorrei comprendere veramente se pensiamo che i lavoratori dell'impianto di Taranto siano di serie B e, quindi, che non abbiano la tutela opportuna del datore di lavoro come responsabilità penale verso i propri dipendenti, perché oggi si rischia questo passaggio.
  Noi ovviamente poi abbiamo fatto anche delle valutazioni nel merito, perché di fatto il testo sull'Ilva modifica implicitamente il decreto legislativo n. 231 del 2001, in particolare la norma che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, e il comma 6 dell'articolo 2 avrebbe dovuto richiamarsi in modo esplicito a quel decreto e non lo ha fatto, così come la norma è invece suscettibile di interpretazioni non trasparenti, determinando dei possibili contenziosi che non accerteranno le reali responsabilità in materia di sicurezza del lavoro. Questo di fatto può accadere. Io credo che non sia ammissibile che all'interno di un decreto come questo possa aleggiare anche soltanto il sospetto che i lavoratori dell'Ilva di Taranto siano di fatto operai di serie B rispetto ad altri tipi di operai, perché difatti, non avendo una responsabilità penale del datore di lavoro, che è colui che ha in carico la tutela dei propri lavoratori, secondo la normativa nazionale, di per sé vuol dire che loro potranno non vedersi riconosciuti quei diritti che per altri lavoratori invece valgono. Io vi chiedo di ragionarci seriamente nel merito. Un ordine del giorno che vada a sancire questa cosa a me sembra veramente qualcosa di irrealizzabile. Chiedo al collega, che forse doveva insistere un po’ di più nel parere dato alla Commissione giustizia, per dire che questo punto doveva essere chiarito meglio, perché, scritto così, rischia di trovare un'applicazione drammatica nel rispetto del rapporto tra datore di lavoro e lavoratori. Questo ovviamente potrà anche valere nei riguardi di aziende esterne che andranno a fare quei lavori all'interno dell'Ilva, perché lì c’è sempre la responsabilità del datore di lavoro dell'Ilva verso le imprese fornitrici dell'Ilva e lì è sempre ovviamente tutto circostanziato dal decreto legislativo n. 81 del 2008, ma riguarda sempre ambiti di lavoro. Vi chiedo di valutare con attenzione questo punto, perché credo che qui ne vada della sicurezza dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, ricordo a tutta l'Aula un fatto luttuoso in cui un giovane su una delle gru di servizio allo stabilimento Ilva, purtroppo, durante un temporale, è crollato a terra insieme alla gru e purtroppo è deceduto. Questo fatto non fu interpretato come un normale infortunio sul lavoro, ma bensì come un'azione legata all'attività commissariale, e infatti questo gravissimo fatto luttuoso fu inserito ed è ancora inserito nel processo «Ambiente svenduto».
  Questa è una prova di quello che il mio collega Crippa ha appena detto, per cui stiamo attenti, perché già ci sono i precedenti e non dobbiamo neanche pensare al futuro.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo perché a me sembra che la lettera del decreto-legge sia, in sé, estremamente chiara: ci dice che l'esonero da responsabilità penale e amministrativa riguarda esclusivamente le condotte che costituiscono adempimento delle prescrizioni Pag. 58del Piano di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 marzo 2014.
  Da questo punto di vista, credo che le indicazioni venute dalla Commissione giustizia siano estremamente puntuali e condivisibili, quando la Commissione giustizia ci dice che la norma prevede che «solo la puntuale e rigorosa attuazione del Piano ambientale esclude la responsabilità penale dei soggetti richiamati dalla medesima disposizione, in quanto si tratta di condotte poste in essere sulla base di un atto conforme alla legge» e laddove la Commissione giustizia ci dice ancora che il testo della norma implica che «non sono esenti da responsabilità penale condotte riconducibili a reati (...), in quanto, ai sensi della disposizione legislativa in esame, non possono essere considerate attuazione del Piano».
  Segnalo, infine, per le ultime osservazioni, che il DPCM del 14 marzo 2014 contiene prescrizioni in materia di sicurezza del lavoro. Pertanto, la clausola di esonero della responsabilità penale e amministrativa è corretta nella misura in cui questa rimane agganciata alle condotte in materia di lavoro che costituiscono attuazione delle prescrizioni del Piano.
  Infine, consentitemi una breve considerazione politica. Credo che dobbiamo tutti guardare come stanno le cose: se vi è chi si è battuto, in questi mesi, in questi anni, per difendere i lavoratori dell'Ilva, questi è il Governo e la maggioranza che lo sostiene (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Per l'Italia – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Ovviamente, intervengo per replicare alle affermazioni del Governo. Dobbiamo chiarire un punto, e lo dobbiamo chiarire per lavorare meglio qui dentro. Noi, qui, cosa ci stiamo a fare ? Essendo il legislatore, noi siamo qui per fare buone leggi. Ora, è inutile che lei, Viceministro, ci venga a leggere le premesse del parere della Commissione giustizia, perché, quando si va a valutare i lavori parlamentari, si va a guardare il risultato di tali lavori, e il risultato è la norma indecente che voi state producendo.
  Quello che ha letto lei, le premesse, è il tentativo disperato dei componenti PD della Commissione giustizia di difendere una conclusione sconclusionata, già presa dal Governo. E, quando lei mi dice che vi sono comportamenti che sono puntualmente legati all'attuazione del Piano, legge qualcosa che va fuori dal testo della norma. Infatti, la norma è chiarissima, e, se lei non la conosce, è abbastanza grave, Viceministro.
  La norma non parla di puntuale adempimento di qualcosa. La norma è molto generica e prevede che «Le condotte poste in essere (...)». Le condotte ! Lei sa cosa vuole dire «le condotte» ? Vuole dire i comportamenti. Vede una specificazione delle condotte ? Io leggo che si parla delle condotte in generale, che «poste in essere in attuazione del Piano di cui al periodo precedente non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario e dei soggetti da questo funzionalmente delegati (...)».
  Non vi siete nemmeno degnati di circoscrivere le persone, o i requisiti che devono avere le persone, a cui viene concessa l'isola felice dell'impunità. Non solo, voi specificate qualcosa di molto più grave, perché dite che queste condotte, che voi ancora non conoscete, sono le condotte che verranno attuate, cosa che – lo dico a chi era intervenuto del Comitato dei diciotto – è differente da quello che era scritto nella legge n. 89 del 2013. Qua si specifica che le condotte, senza nemmeno conoscere quali saranno, costituiscono adempimento delle migliori regole preventive in materia ambientale e di tutela della salute e dell'incolumità pubblica e di sicurezza sul lavoro. Lei capisce la mostruosità giuridica che avete creato. Voi state dicendo, non che il piano è buono, ma che le condotte che verranno realizzate in esecuzione del piano, senza sapere quale esse saranno, sono buone, a prescindere. Pag. 59Allora, lei non ci deve venire a dire che la norma è rafforzativa, perché non è rafforzativa di un bel niente nel momento in cui è un principio sancito giuridicamente, e ormai costituzionalmente, quello per cui un soggetto che agisce in conformità alla legge non è perseguibile penalmente. Voi introduce un punto in più, che non ha alcun senso giuridico, se non di giustificare ulteriori condotte. Allora io, poi, mi chiedo a questo punto: scusate, perché non facciamo questa precisazione ogni volta che si fa una norma in una materia delicata ? Facciamo un'esenzione di responsabilità per tutti i commissari straordinari che andranno ad agire in norme delicate. Cosa volete venirci ad insegnare, che stiamo parlando di una norma delicata ? Lo sappiamo che stiamo parlando di tumori, di gente che è stata ricattata tra il lavoro e la salute, ed è per questo che chiediamo di togliere questo scempio dalla norma, perché questo non lo potrebbe giustificare nessuno in un'aula di tribunale. Ed è incredibile che provi a giustificarlo chi le leggi le dovrebbe fare nel migliore interesse dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, anch'io sono stato stimolato dall'intervento del Viceministro De Vincenti. In quest'Aula, su questo argomento, ho sentito un'arrampicarsi sugli specchi veramente degno di miglior causa. Tutti si prodigano a dirci qual è la giusta interpretazione di queste righe che sono state scritte su questo decreto-legge. Si dice che è necessario fare un ordine del giorno per specificare meglio, ci sono una serie di motivazioni che ci dicono per quale motivo queste quattro righe non siano così stringenti e non siano così efficaci esattamente come sono scritte. C’è un piccolo problema però, che le norme valgono per quello che letteralmente dicono e da questo punto di vista la norma così come è stata scritta, è una norma inequivocabile ovvero all'amministratore straordinario dell'Ilva, e ai suoi delegati, viene concessa l'impunibilità totale rispetto ad eventuali responsabilità penali e amministrative inerenti questo loro incarico. Ora si dice: è inevitabile che questa libertà, questa licenza, di fare ciò che si vuole, venga concessa all'amministratore delegato dell'Ilva, perché altrimenti – questo è quello che si vocifera in giro – nessuno si vuole assumere la responsabilità di fare questa cosa. Ma io mi domando, può essere questa una motivazione che determina il fatto che si introduca nell'ordinamento del nostro Paese una norma che non c’è mai stata, non nella storia della Repubblica, lo dicevo nella discussione sulle linee generali, ma nella storia giuridica del nostro Paese ? Il principio che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge non può essere eliminato semplicemente con una norma che viene introdotta dentro un decreto. Io mi domando, vi domando, e domando ai colleghi della maggioranza: ma se questa stessa norma, così com’è scritta, dovesse essere inserita in un altro decreto, in un altro provvedimento che riguarda le libertà personale, che riguarda qualunque altro argomento della vita civile e amministrativa del nostro Paese, ma cosa diremmo ?
  Noi stiamo introducendo un tumore all'interno del sistema giuridico del nostro Paese, semplicemente per cercare di ovviare e risolvere un problema che deve essere risolto diversamente.
  Allora io mi rivolgo a voi, alla maggioranza e al Governo, che dice che appunto è stato fatto tanto per difendere i lavoratori dell'Ilva, mentre i posti di lavoro si continuano a perdere e la salute si continua a perdere in quel luogo. Avete fatto, prima di questo, sei decreti, che non hanno determinato nessun miglioramento della situazione. Poi potete venire pure qui a rivendicare e a dire che questo Governo ha fatto tanto e la maggioranza ha fatto tantissimo, però i fatti dicono diversamente.
  I fatti dicono che in due anni all'Ilva non è stato fatto nulla, non è stato risanato nulla, non è stato salvato un posto di Pag. 60lavoro e, anzi, la situazione di due anni fa dal punto di vista amministrativo dell'azienda è peggiorata, tanto che oggi fate l'amministrazione straordinaria. Ma di che cosa stiamo parlando, Viceministro ? Ci venite a dire, nelle conferenze stampa e in Aula, e a descrivere un mondo che non esiste, che non c’è, che c’è soltanto nella vostra fantasia e nella fantasia dei vostri addetti stampa.
  Io penso che voi dovreste fare lo sforzo di cercare di capire la responsabilità enorme che vi assumete inserendo questa norma e norme come questa all'interno dell'ordinamento. Penso che questo sia l'aspetto più grave di questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole di Forza Italia a questo emendamento e resta ferma la piena consapevolezza che noi abbiamo in ordine alle difficoltà operative che tanto la figura del commissario quanto dei suoi delegati o collaboratori possono incontrare su un tema e su un campo che è obiettivamente difficile, anche per la patologia di rapporti che spesso esistono tra l'esercizio di queste funzioni e l'attività condotta dalla magistratura.
  Sta di fatto che introdurre nel nostro ordinamento un'ipotesi di esenzione preventiva ed assoluta di responsabilità penale è una scelta molto forte, che è in assoluta controtendenza rispetto a tutti gli altri interventi normativi e legislativi, che sono stati fatti anche in tempi non assolutamente recenti, che tendono proprio a temperare, quanto maggiormente possibile, le ipotesi singole di responsabilità penale.
  Quindi, da questo punto di vista, riteniamo che le proposte emendative siano meritevoli di valutazione favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, dal momento che ci si trincera dietro il parere della Commissione giustizia, voglio rilevare che la Commissione giustizia si è presa in un certo senso la libertà di interpretare la norma in modo costituzionalmente orientato, come se fosse il magistrato che è stato chiamato a giudicare un fatto o una condotta sospettata di essere penalmente rilevante.
  Quando si adotta questo criterio è perché appunto la norma può essere intesa nel senso di violare la Costituzione. Lo dice la parola stessa. È una tecnica con cui il magistrato, quando si trova di fronte ad una norma che è suscettibile di essere rinviata alla Corte costituzionale, se può provvedere da solo, provvede, altrimenti, se non trova soluzione, deve andare alla Corte costituzionale. Quindi, il caso di specie è proprio un caso siffatto, perché la norma è chiara e non c’è bisogno di interpretazione sistematica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie Presidente, credo che sia sbagliato totalmente l'approccio filosofico. Il commissario cosa deve fare ? Deve tornare a potere fare il commissario da qualche altra parte, deve potere svolgere altre funzioni ben retribuite come quella che può fare all'Ilva. Infatti, se per caso viene condannato, magari non potrà più fare azioni di questo genere. È un po’ come qui in Parlamento, dove ci sono persone che sono qui solo per mantenere la propria poltrona. Questo è gravissimo perché nel caso dell'Ilva si assiste ad un vero e proprio «allevamento intensivo» di esseri umani che sono i lavoratori che muoiono e che sono i cittadini di Taranto, senza alcuna responsabilità, come appunto qui in certi allevamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 61
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pellegrino 2.99 e Grillo 2.35, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Colonnese, Saltamartini, Patriarca, Toninelli, Colletti, Sarti, Zardini, Verini, Ginato, Dall'Osso, Sberna.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  380   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  245).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 2.104, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e sul quale il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, con questo emendamento vorremmo provare ad apportare qualche modifica e vorremmo sostituire il comma 6, quello appena incriminato, con una proposta diversa, nuova per certi aspetti. Noi vorremmo proporre che, entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, si possa andare ad individuare un garante, con i compiti di monitoraggio dell'esecuzione delle prescrizioni contenute nell'autorizzazione integrata ambientale, ovviamente sentito il Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri. Questa figura di garante deve ovviamente essere di indiscussa indipendenza, di indiscussa competenza ed esperienza e deve essere incaricato di vigilare sull'attuazione delle disposizioni del presente decreto-legge.
  Facciamo questo perché il garante, con il supporto dell'ARPA e dell'APPA e sentendo le rappresentanze dei lavoratori, acquisirebbe le informazioni e gli atti ritenuti necessari che il commissario straordinario, le amministrazioni e gli enti interessati devono tempestivamente fornire.
  A tal fine, il garante promuove iniziative di informazione e consultazione finalizzate ad assicurare la massima trasparenza per le cittadine e per i cittadini. Infatti, vedete, se c’è un aspetto magari poco trattato, poco citato e poco richiamato all'interno di questo decreto-legge è la garanzia che in tutti questi atti ci sia la massima trasparenza e la massima limpidità.
  Noi pensiamo che, inserendo la figura del garante, si possa provare, innanzitutto, ad aprire un ponte tra le istituzioni e le persone, le cittadine e i cittadini, e soprattutto provare ad inserire un po’ di trasparenza in questo decreto-legge che ha più ombre che luci.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Distaso. Ne ha facoltà.

  ANTONIO DISTASO. Signor Presidente, il mio intervento è a titolo personale per condividere lo spirito e sostenere questo emendamento proposto dai colleghi di SEL.
  Credo che istituire la figura di un garante, in un caso come questo, in una materia come questa, che verte naturalmente su criteri di eccezionalità – tra l'altro, pensando al fatto, come ricordava ieri il collega Chiarelli, che siamo al settimo provvedimento che riguarda l'Ilva –, non configuri l'ipotesi di una sovrastruttura. Credo che configuri, invece, l'ipotesi di uno strumento di garanzia che vada a favore di un collegamento, come è stato ricordato, maggiore con il territorio e con quella necessità di trasparenza di atti e di comportamenti di cui oggi in terra jonica si avverte fortemente il bisogno.

Pag. 62

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie Presidente, per aggiungere davvero solo due cose all'intervento della mia collega Ricciatti. Voglio ricordare che, per certi versi, giustamente, come la collega diceva, è una richiesta nuova. Voglio ricordare che era presente la figura del Garante nel decreto del 2012. Voglio ricordare, soprattutto, che fu il Garante per l'applicazione dell'AIA che consentì al Governo e, poi, al Parlamento di effettuare il commissariamento dell'Ilva. Il Garante a un certo punto affermò che era necessario cambiare e trovare una soluzione diversa per l'Ilva perché era necessario mettere in pratica l'AIA. E, a tale fine, bisognava arrivare al commissariamento della fabbrica e arrivare alla separazione della proprietà della fabbrica dalla fabbrica stessa.
  In conclusione, dico che questa figura fu di garanzia, non solo per l'informazione e la trasparenza nei confronti dei cittadini, ma anche per la capacità che ebbe di avere una relazione molto stretta con le organizzazioni sindacali e con le associazioni ambientaliste, oltre che con le istituzioni locali. Quindi, noi chiediamo, appunto, che questa figura venga ripristinata e venga ripristinata esattamente due anni dopo che è stata invece soppressa da questo Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, solo per dichiarare che il MoVimento 5 Stelle voterà contrariamente a questo emendamento, nonostante prima mi fossi rimesso all'Assemblea. Il parere è contrario perché di fatto noi non crediamo in questa figura del Garante, non ci credevamo neanche prima quando c'era e nei passati decreti abbiamo anche battagliato per evitare e limitare sia i compensi, che i poteri di questo Garante. Noi non crediamo nella figura di indiscussa indipendenza, competenza ed esperienza perché alla fine queste nomine, ahimè, sono sempre nomine meramente politiche perché vengono fatte da un organo esecutivo, come quello del Governo, per le quali spesso questi criteri non corrispondono a verità. Quindi, di conseguenza, noi voteremo contro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 2.104, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Assemblea...no il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle ha cambiato il parere e, quindi, il parere è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Toninelli, Pisano, Ravetto, Biancofiore, Rotta, Alfreider...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  386   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  69    
    Hanno votato
no  317).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 2.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, se è possibile brevemente, vista anche la discussione che si è portata avanti per diverso tempo. Si è discusso ampiamente delle motivazioni perché alcuni gruppi, fra cui anche la Lega, stanno cercando di modificare il comma 6. E io, sotto stimolazione del collega Piepoli, stimolazione intellettuale, vorrei portare avanti il nostro pensiero per chiarirlo al meglio anche a Pag. 63chi non è del gruppo della Lega o a chi non sta proponendo modifiche al comma 6, per cercare di fare chiarezza.
  A nostro avviso la legge è chiara; il comma 6 dell'articolo 2 è chiarissimo: non vediamo le interpretazioni che ha posto prima il collega Ginefra e poi il Viceministro con un'interpretazione di parte. Abbiamo anche sostenuto la reintroduzione del Garante perché ritenevamo almeno ci fosse una possibilità per redarguire questa norma che non trova nessun senso. Anche perché troviamo fuori luogo eliminare l'impunibilità col comma 6. Capiamo anche benissimo che un Commissario senza questa norma non possa accettare le condizioni stesse del Commissario per gestire l'azienda. Però si apre uno spartiacque che potrebbe avvenire nel futuro prossimo. E se questa norma fosse stata fatta non dal PD, ma in un passato Governo berlusconiano, sarebbe stata rivolta popolare.
  Oggi siete voi che la proponete, vi assumete la responsabilità di quello che fin qua è stato fatto, malamente, perché se siamo al terzo Commissario, al settimo decreto le norme non sono state svolte bene. E sicuramente, anche nel precedente decreto in cui si derogava alle leggi, questo non è riuscito di certo a risolvere il problema all'Ilva di Taranto.
  Con gli emendamenti che sta proponendo la minoranza e anche la Lega Nord sul comma 6 cerchiamo di reintrodurre una norma non in un momento straordinario, ma in una realtà che dovrebbe essere la quotidianità, perché non riteniamo che ci possa essere qualcuno sopra la legge, né Berlusconi né un Commissario all'Ilva. Perciò chiediamo che venga rivista la posizione dei relatori, ma anche soprattutto quella del Governo che ha adottato questo decreto in modo raffazzonato, cercando di portare malamente ad una soluzione che ha delle complicità politiche ben determinate. Perciò, sull'emendamento 2.102 chiediamo il voto e l'interpretazione dell'Aula da parte di tutti in modo tale che ci sia chiarezza da parte di chi vuole realmente stare dalla parte della regolarità, della legge.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia, 2.102, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  396   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  291).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grande 2.36, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza. Invito i colleghi a rimanere a posto.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bianconi... Gasparini... Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  389   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 123   
    Hanno votato no
 266).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Silvia Giordano 2.37 e Segoni 2.103.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

Pag. 64

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, mi scuso ma penso che i colleghi non abbiano forse ben approfondito la dizione di questo secondo periodo del comma 6 dell'articolo 2 che leggo: «...Le condotte poste in essere in attuazione del Piano di cui al periodo precedente non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario e dei soggetti da questo funzionalmente delegati...», c’è poi un altro pezzo che leggerò dopo. Con questa norma di legge noi ci sostituiamo alla funzione giurisdizionale e noi già decidiamo che azioni compiute non costituiscono azioni né penalmente né amministrativamente perseguibili e rilevanti. Vale a dire che abbiamo detto al giudice: fatti da parte, noi gli diamo l'immunità. La domanda è: quanto di costituzionale c’è in questa cavatina ? Infatti questa è una cavatina, questa è la legge secondo Matteo. Siamo all'impero totale per cui c’è l’imprimatur per il quale Matteo dice che a quelli che ci manda lui, non gli si può fare niente. Non funziona così, Presidente ! Qui ancora c’è la separazione dei poteri, c’è la valutazione indipendente delle fattispecie e non si può dare l'immunità a chicchessia. Anche a noi ce l'hanno cavata e noi la diamo a questi altri.
  Ma non è finita perché l'abominio giuridico prosegue. Infatti si prevede che non costituiscono condotte penalmente ed amministrativamente rilevanti «in quanto costituiscono adempimento delle migliori regole preventive in materia ambientale, di tutela della salute e dell'incolumità pubblica e di sicurezza sul lavoro». Allora c’è una valutazione di merito: io legislatore ti dico che tu non lo puoi perseguire perché gli ho dato l'immunità in quanto quello che ha fatto l'ha fatto secondo le migliori regole e nel miglior modo. Ci si rende conto, cioè, di cosa si sta scrivendo ? Che il legislatore si sostituisce non solo al giudice attribuendo l'immunità e impedendogli di intervenire, ma dà anche un giudizio di merito sul comportamento. Non è che c’è un esonero di responsabilità: c’è un'immunità rispetto alle responsabilità. Si può fare tutto perché questo Parlamento, signori, ha fatto veramente di tutto, ma questa mi sembra veramente grossa. Non so che parere possa aver dato la Commissione giustizia. Però mi è venuto in mente, abbiamo letto tutti I tre moschettieri, dove c'era quello che andava ad assassinare la gente e tirava fuori il fogliettino che diceva: il latore della presente fece quel che fece per mio ordine. Il re glielo aveva messo in tasca e, quindi, non era perseguibile. Qui siamo ai tre moschettieri o siamo a Caligola, siamo a Nerone, scegliete voi. Non è possibile che il legislatore possa garantire immunità preventiva valutandola sull'esonero di responsabilità nel merito dando un giudizio di merito e togliendo la funzione all'ordine giudiziario e di giustizia amministrativa. È chiaro questo concetto ? Mi dite come cavolo si fa a votare questa faccenda senza porsi questo problema (Applausi di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 16,10)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie Presidente, dopo le argomentazioni giuridiche che qui sono state avanzate, in particolare dal mio indegno allievo Allasia che ha cercato un po’ di prendere il meglio della mia scienza ma vedo che fa delle difficoltà al riguardo (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico), vorrei semplicemente dire che noi dobbiamo superare il tentativo, credo un po’ eccentrico, di una artificiosa divisione tra una maggioranza che pensa di stabilire una impunità per il commissario come soggetto legibus solutus, e invece l'area garantista dell'ordinamento che si preoccupa delle regole e della vigenza del diritto positivo. Non è così, perché è evidente che questa regola che si cerca di introdurre è fondamentalmente, questo si, un tentativo di limitare i danni, un tentativo che vedrà naturalmente solo nel futuro la dimensione della sua efficacia Pag. 65per il motivo molto semplice – e qui il collega Bianconi che mi ha preceduto dice cose vere ma sfonda una porta aperta – perché la sede interpretativa sarà inevitabilmente rimessa a chi è il soggetto professionale dell'ermeneutica delle regole nel nostro ordinamento, ovverosia la magistratura qualora un contenzioso si crei.
  Ma c’è un tentativo di introdurre un'area di freddezza rispetto invece, come dire, al calor bianco che spesso ha visto in questa dinamica di vicende come quella dell'Ilva, purtroppo duri conflitti non sempre motivati e non sempre sedimentati. Quindi questo che è uno sforzo di introdurre freddezza e di introdurre almeno un minimo di valutazione a priori, va conservato. Tra l'altro perché permette anche di definire, come è stato scritto e come ha detto il rappresentante del Governo, non un qualsiasi comportamento, ma appunto le condotte che sono adempimento di una preventiva costruzione già tipizzata e quindi già valutata in astratto prima dal legislatore. Per cui io credo che tutti questi emendamenti, che pure rispondono alla giusta esigenza di garantire l'eguaglianza dei soggetti davanti alla legge, in questo caso siano veramente eccentrici rispetto all'emergenza che questa specifica materia vuole governare (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lauricella. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie Presidente, io intervengo a titolo personale. Avrei sottoscritto l'emendamento Labriola 2.100, che sopprimeva soltanto la parola «penale» dal secondo periodo del comma 6, però visto che ho saputo che l'emendamento 2.100 verrà ritirato, mi trovo quindi costretto a questo punto a sostenere e sottoscrivere questi emendamenti, perché io ritengo che sia ingiustificabile e inammissibile la previsione di una immunità penale assoluta oltre quella amministrativa, una immunità di cui non gode nel nostro ordinamento neanche il Presidente della Repubblica. Quindi, mi dispiace, ma io voterò a favore di questi emendamenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, non posso che apprezzare l'ultimo intervento del collega Lauricella, mentre mi rammarico molto dell'intervento del collega Piepoli, perché non è possibile considerare eccentrici emendamenti che hanno la sola finalità di cancellare una aberrazione giuridica.
  Se io parlo con qualcuno che è incompetente giuridicamente posso anche pensare che dall'altra parte si possa parlare con tanta leggerezza di eccentricità degli emendamenti, ma non da parte di un collega che ha conoscenze giuridiche e che sa che quella norma non ha un senso che sia uno che sia apprezzabile nel mondo del diritto, che non è un mondo astratto. In realtà la legge deve essere concreta, la legge raggiunge la sua perfezione quando riesce a far calare la giustizia nella realtà. Quella norma, che semmai forse, se posso permettermi, è eccentrico chiamare quelle quattro righe norma giuridica, questo forse è eccentrico, perché quella cosa che è scritta in quel provvedimento è un non senso che tende semplicemente non a calare la giustizia nella realtà ma a estraniare la giustizia dalla realtà ed è inutile che si venga a dire che si tratta di condotte che hanno una valutazione aprioristica perché sono in attuazione del piano, perché sarebbe legittimo – come lo è, come la norma spesso fa – dire che il piano è in attuazione delle migliori regole, quello sì sarebbe ridondante perché è chiaro che il Governo ritiene che il piano sia in attuazione delle migliori regole però potrebbe essere legittimo, ma non si sta parlando del piano. Noi qui stiamo parlando di tutte le condotte, indiscriminatamente di tutte le condotte – perché la norma non fa alcuna eccezione – che verranno poste in attuazione del piano e in attuazione del piano ci potrebbero essere davvero condotte che configurano Pag. 66reato, anzi la norma è scritta proprio per specificare che nel momento in cui le condotte che sono in attuazione del piano – questo senz'altro – sconfinano dalla liceità ed entrano nel piano della sanzione penale, in quello stesso momento interviene la legge ad escludere che quella condotta che in concreto configura reato, per legge smette di esserlo. Io mi chiedo come qualcuno che abbia studiato una pagina di diritto, una introduzione di un qualsiasi manuale di diritto, possa difendere uno scempio di queste dimensioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, voglio esprimere la mia soddisfazione per la chiarezza con la quale ha parlato il collega Piepoli, il quale è l'unico che finora ha detto la verità circa la motivazione di questa norma. Ha parlato di una norma per raffreddare i conflitti, forse a qualcuno è sfuggita questa sua affermazione. Ma i conflitti fra chi ? I conflitti tra l'amministrazione e la magistratura. Questo è il problema, si tratta di una norma con la quale si vuole proteggere – diciamo così – il commissario straordinario da interferenze o da provvedimenti non condivisibili da parte della magistratura. Questo è tutto, quindi è inutile che facciamo i giuristi, che ci affatichiamo a dare delle interpretazioni a sostegno di questa norma che è semplicemente aberrante. Piepoli l'ha detto e io condivido che la ragione del Governo è la stessa, pertanto non posso che arrendermi di fronte a questo uso distorto della legislazione per fini che non dovrebbero essere quelli propri di un legislatore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

  FRANCO VAZIO. Signor Presidente, per suo tramite vorrei rispondere in maniera molto garbata a chi sostiene che questo comma è veramente bizzarro. Faccio presente che dal 2010 esiste l'articolo 217-bis della legge fallimentare che prevede l'esclusione della punibilità per fattispecie connesse ai reati di bancarotta e bancarotta semplice, tra l'altro introdotto proprio da un Governo vicino all'onorevole Bianconi.
  Tra l'altro, sull'articolo 217-bis ed in particolare sul comma 7, non è stato presentato alcun emendamento, quindi ritenere che l'esclusione della punibilità sia un fatto bizzarro, è una cosa, secondo me, assolutamente strumentale e bizzarra, questa sì.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, io penso che non possa sfuggire un elemento cardine di questo provvedimento, quello che, per la prima volta, nel nostro ordinamento, si sta legiferando nel contesto di un'amnistia preventiva omnibus, perché di questo si tratta. Noi nell'ordinamento stiamo facendo entrare un'amnistia preventiva omnibus su tutte le condotte, amministrative e penali a Taranto. Questo – mi dispiace dirlo – serve solamente, in primo luogo, per legare le mani alla magistratura tarantina per quella che è stata la storia e, in secondo luogo, serve solo ed esclusivamente a determinare di fatto una condotta che, a questo punto, potrebbe essere illimitata, che nessuno conosce.
  Quindi, io penso che, da questo punto di vista, non sia possibile determinare un aspetto così importante in riferimento anche agli inquinamenti che ci sono tuttora a Taranto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Intervengo solo per ricordare in chiusura, in uno scempio della legislazione del genere, che qui si parla del comma 7. Pag. 67Noi criticavamo il comma 6, ma la differenza, se vogliamo, è molto netta rispetto a quella che ha spiegato il collega Vazio: quella è una clausola di non punibilità specifica di alcuni reati, come bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta, mentre qui stiamo parlando appunto di una non punibilità generalizzata a tutte le condotte. Quindi, dovete andare a studiare. Non arrampicatevi sugli specchi ! Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente, con la norma che si sta procedendo ad approvare si apre, signora Presidente, una nuova stagione che è la stagione delle indulgenze governative. Il nostro è un Paese che sulle indulgenze nei secoli passati ha vissuto – ha vissuto eccome – ma all'epoca quello che si cercava di acquistare era qualcosa – come dire – di non tangibile e di eterno. È la prima volta invece che un Governo, scrivendo in una legge che un soggetto, oggi per domani, sarà impunito qualunque sia il suo atto, apre curiosamente un nuovo modo di governare per cui chi sarà maggiormente munifico nei confronti di questo Governo e della sua maggioranza, potrà prevedere che un'analoga norma venga inserita in un prossimo probabile decreto-legge, in modo tale da garantire se stesso o la categoria di propria rappresentanza da ogni effetto penale che potrebbe conseguire dai propri atti e dai propri comportamenti perché è chiaro che, se vale in questa occasione il principio della non punibilità preventiva, non ci si potrà mai più appellare all'obbrobrio giuridico che ne impedirebbe, anche solo per buonsenso, il ricorso.
  Allora, io che, nei confronti di questo Governo non muovo alcuna simpatia evidentemente, ma che pure sono, come comune cittadino, interessato a beneficiare delle eventuali concessioni del Governo, voglio dire che, nel momento in cui per esempio l'impunità preventiva dovesse essere garantita a chi parcheggia la propria macchina fuori dalle linee di sosta, sono interessato anch'io a conferire qualche cosa a favore di questo Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Silvia Giordano 2.37 e Segoni 2.103, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Lodolini, Manzi. Manzi non riesce ancora a votare; ce l'ha fatta. Chi altro abbiamo ? Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  381   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  247.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gallinella 2.39, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Greco. Chi altro ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti  385   
   Votanti  380   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  280).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 68

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gagnarli 2.41, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Su questo punto, ovviamente, il dibattito che ha preceduto la votazione degli emendamenti precedenti si potrebbe ripresentare. Noi vorremmo cercare di circostanziare questa impunità totale, evitando e mettendo nero su bianco quello che abbiamo detto prima, ovvero che, in caso di violazione delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro, l'impunità penale non possa valere.
  Ovviamente, credo che sia un principio cardine fondamentale per poter dire, signori attenzione, perché, nel momento in cui il commissario diventa datore di lavoro dell'azienda, essendo datore di lavoro dell'azienda è responsabile della sicurezza dei propri lavoratori; se i lavoratori, impegnati in azioni di realizzazione del piano ambientale, esemplifico, stanno facendo l'installazione di una centralina di monitoraggio di uno dei 150 camini dell'Ilva, noi stiamo dicendo di fare attenzione, perché, se ci fosse un incidente sul lavoro, in quella fase, il commissario sarebbe penalmente responsabile come datore di lavoro dell'azienda, nel caso in cui non avesse messo in atto tutta una serie di prescrizioni, di adempimenti, di formazione e di dispositivi di protezione individuale per i lavoratori dell'Ilva.
  Vorremmo che questo principio di base venisse sancito. Noi abbiamo paura di questa situazione. Non abbiamo questa visione di demandare, come ha detto il collega Piepoli, alla giustizia successiva. Proviamo a fare attenzione di affrontare i problemi dopo, perché il problema prima magari eviterebbe di creare questioni giudiziarie inutili. Noi vorremmo stabilire, nero su bianco, che, in questa fase, non è possibile non essere puniti penalmente per reati legati alla sicurezza sul lavoro, affinché i dipendenti dell'Ilva di Taranto non siano di fatto dipendenti di serie B. Quello che vi sto dicendo è che i dipendenti all'interno dell'Ilva di Taranto devono avere gli stessi diritti dei dipendenti dell'azienda al di là della proprietà di Taranto. Qui di fatto si sta sancendo, nero su bianco, che c’è il rischio potenziale che un dipendente dell'Ilva di Taranto non abbia un responsabile penale per una condotta illecita dell'azienda Ilva in ambito di sicurezza sul lavoro. Questa cosa non è ammissibile all'interno di un'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché io sono stanco di vedere e di svolgere commemorazioni inutili !
  Allora, quando cade la gru all'interno del porto siamo qui a svolgere le commemorazioni; però, quando dobbiamo sancire dei principi cardine, per dire di fare attenzione perché la responsabilità penale, almeno nell'ambito della sicurezza sul lavoro, deve rimanere, non c’è nessuno che riesce a sostenere questo tipo di emendamento, perché qui credo che valga di più l'ipocrisia di svolgere delle commemorazioni che mettere mano a dei testi normativi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signora Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà su questo emendamento, perché anche noi pensiamo che dovremmo provare, anziché appunto commemorare i lavoratori che sono vittime di infortuni gravi e anche mortali, a mettere un argine intanto per evitare che chi metta in atto condotte di un certo tipo poi non sia responsabile né dal punto di vista penale né dal punto di vista amministrativo. Voglio ricordare che in quella fabbrica, nell'Ilva di Taranto, purtroppo gli infortuni gravi e gravissimi continuano ad essere tanti, che sono interessati molto spesso i lavoratori delle ditte dell'indotto, ma anche giovani lavoratori diretti di quella Pag. 69fabbrica. Quella è una fabbrica dove l'età media dei lavoratori è molto bassa e molti infortuni hanno riguardato proprio giovani operai. Insomma, in quella fabbrica si sono contate decine di infortuni mortali; ci sono stati anni in cui, in un solo mese, sono morti tre lavoratori. Le attività e gli interventi che si dovranno svolgere, che noi speriamo che si svolgeranno rispetto all'ambientalizzazione di quel siderurgico, saranno interventi anche di una certa complessità e, quindi, se non si mette in condizione quella fabbrica di proteggere quei lavoratori e di evitare che ci siano infortuni gravi, gravissimi e anche mortali, noi insomma ci assumiamo una responsabilità grande. Dobbiamo ricordare che il nostro Paese ha le leggi che tutelano i lavoratori e le lavoratrici dagli infortuni, che sono leggi che garantiscono la sicurezza sul posto di lavoro. Io penso che nessun decreto possa consentire che ci sia chi, pur avendo responsabilità in eventuali infortuni gravi, gravissimi o mortali, possa essere in alcun modo impunito. Pertanto, noi voteremo a favore di questo emendamento, che ci sembra un emendamento non solo ragionevole, ma di grande civiltà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, voglio intervenire anche io nel merito di questo emendamento e precisare che non stiamo facendo demagogia, perché abbiamo preso questo decreto, abbiamo fatto un'istruttoria su quella parte, sulla legislazione vigente, e ci siamo trovati di fronte ad un vulnus di tipo giuridico. Quindi, io chiedo ai rappresentanti del Governo la cortesia di fare chiarezza e, soprattutto, di accogliere questo emendamento, perché è estremamente pericoloso, perché poi non c’è più nemmeno la questione del deterrente. Poi, se non c’è alcuna responsabilità di tipo penale, sappiamo bene che spesso le responsabilità di tipo penale sono legate anche a questioni relative alla sicurezza sul mondo del lavoro, dove non si scherza, perché la gente muore e in Italia purtroppo abbiamo una media rispetto all'Europa e al dato europeo molto elevata. Se pensiamo poi alla situazione Ilva è ancora peggiore. Quindi, io vi chiedo veramente dal profondo del cuore di accogliere questo emendamento e, se voi avete delle risposte in merito, che siano chiare e di dare le vostre giustificazioni, perché qui siamo di fronte ad un vulnus di tipo giuridico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, questo emendamento dimostra non solo la rozzezza e la grossolanità della scrittura di questo comma 6, seconda parte, ma dimostra come si possa dare in gran semplicità licenza di uccidere, cioè noi abbiamo gli 007 con licenza di uccidere. Quando, per interesse nazionale o quel che dir si voglia, vi fu quella famosa questione di Abu Omar, mi pare, a Milano, la magistratura è intervenuta e ha rivendicato l'esercizio della legge italiana in territorio italiano. E lì sono venute fuori delle condanne, uno scandalo internazionale. Qui invece si decide che in un certo territorio, in attuazione di certe azioni, se fatte da certuni, quindi tutto specificato ad hoc, ad personam, non si può assolutamente né azionare la legge penale né la legge amministrativa.
  Dicevo prima che queste sono le «regole secondo Matteo», e le «regole secondo Matteo», com’è noto, hanno sacralità di Vangelo, ormai, in Italia. Quindi, egli può fare tutto: il «Vangelo secondo Matteo». Però, vi faccio fare una riflessione modestissima e da uno che non è un fan: se, Dio ne guardi, una cosa così l'avesse pensata un Governo Berlusconi, ma me lo dite voi cosa avrebbe fatto il Partito Democratico ? E, davanti a questa piazza, quanti ci sarebbero stati ? Sindacati, persone, scandalo, la gente che sventolava la Costituzione, la gente che si stracciava le vesti, il popolo viola, quello verde, quello giallo, quello turchino (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia – Pag. 70Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie) !
  Quella era una reazione esagerata, che aveva anche una finalità politica, ma questa è una reazione che non dà merito neanche alla vostra storia e alla vostra asserita, a questo punto, cultura operaista o di difesa per il lavoro. In una zona sensibile, per far fare certe cose ai sicari del Governo – a questo punto devo dire così – gli si garantisce ogni libertà, anche quella di omicidio colposo in sede di lavoro; veramente, anche quella di omicidio volontario, perché non è detto quello che può succedere dentro quell'area ad opera di questi uomini.
  Vi richiamo soltanto, se vi è un attimo di resipiscenza – qualcuno l'ha dimostrata, non voglio neanche insistere sul paragone –, a pensare a cosa combinate. Dov’è lo Stato di diritto ? Dov’è la certezza dei diritti costituzionali ? Dov’è la preminenza della norma ? Dov’è la differenza, la divisione e la separazione dei poteri ? Dov’è l'autonomia della magistratura ? Dov’è il diritto che ha ogni cittadino di vedersi tutelato dalla certezza del diritto, quando vi è qualcuno che è più speciale di altri ? Altro che lodo Alfano ! Altro che lodo Alfano !
  Quindi, vi richiamo veramente a un'analisi e a una riflessione, non perché vi ribelliate al «Vangelo di Matteo», il santo di tutti noi, ma perché almeno facciate un'analisi e un esame di coscienza, un minimo esame di coscienza, di tutta la storia che vi ha portato su questi banchi a difendere i diritti che oggi, purtroppo, mettete sotto le scarpe (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, non so se è il «Vangelo secondo Matteo» quello che stiamo approvando, ma credo che il Parlamento abbia il dovere di leggere le norme che approva. So che vi è stato un dibattito nella Commissione di merito e nella Commissione giustizia, ma, francamente, leggere un testo che recita così: «Le condotte poste in essere in attuazione del Piano» – stiamo parlando del Piano AIA – «non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario» – ma non solo – «e dei soggetti da questo funzionalmente delegati, in quanto costituiscono adempimento delle migliori regole preventive in materia ambientale, di tutela della salute e dell'incolumità pubblica e di sicurezza sul lavoro». Che cos’è questo ? Non so se sia una amnistia preventiva, ma è un'abnormità, di cui questo Parlamento deve essere consapevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, Presidente. Com’è cattivo questo Governo ! Mamma mia ! Sembra di trovarci nella Francia di Richelieu, dove vi erano le lettres de cachet.
  Sono stati citati anche I Tre Moschettieri di Alexandre Dumas, ma per la verità non era un tale che andava in giro ad ammazzare la gente, era una tale, era Milady che aveva la lettera de cachet data da Richelieu. È impazzito il Governo  ? Come mai il Governo prevede una cosa del genere ? È privo di qualunque sensibilità umana e giuridica ? E qui io mi permetto una parola di censura al Governo e alla maggioranza: quando si scrivono queste cose, poi bisogna spiegarle, altrimenti sembra davvero che il Governo sia fatto da una massa di delinquenti. Forse non è così, forse questa norma ha una sua ragione e la ragione si ricostruisce attraverso la storia. Noi abbiamo una fabbrica nella quale l'esercizio ordinario dell'attività lavorativa, almeno secondo giudizi replicati dalla magistratura, comporta rischi di danni alla salute. Quindi, o noi interrompiamo l'esercizio dell'attività lavorativa, la chiudiamo, lasciando 11 mila persone senza lavoro, oppure noi diamo la garanzia a chi va ad amministrare questa azienda che, se lui si conformerà alle Pag. 71prassi migliori possibili in quel contesto, risanandola progressivamente, mentre però l'attività perdura, non potrà diventare oggetto di azioni penali o amministrative. Può piacere o non piacere, può essere giusto o può essere sbagliato, non voglio dire questo, voglio dire che dobbiamo capire la ratio della norma, perché nel diritto la finalità è tutto. C’è Rudolf von Jhering, grande giurista di due secoli fa, che ha scritto un aureo libretto, Der Zweck im Recht, la finalità nel diritto, la norma si capisce in relazione alla sua finalità. La finalità della norma è questa: rendere possibile il risanamento. Quando noi sappiamo che esistono sentenze della magistratura che dicono che l'esercizio ordinario dell'attività lavorativa e dell'attività di impresa in quel contesto è considerato come contrario al diritto, quindi tale da esporre chi lo faccia a responsabilità penale e amministrativa, solo un pazzo accetterebbe di fare il commissario straordinario, senza una garanzia che, se lui farà tutto quello che è possibile per risanare la situazione, se farà tutto quello che è possibile per garantire la salute delle persone, mentre lo sta facendo, ma tuttavia accetterà di operare in quell'ambiente e in quel contesto, ciò non verrà considerato come un crimine e una lesione dell'ordinamento giuridico. Lo ripeto: può piacere o non piacere, ma dobbiamo capire perché c’è, altrimenti sembra che il Governo sia composto da una massa di irresponsabili. Ora non è proprio così. Poi una volta capito il perché, ognuno vota come ritiene opportuno, sapendo che l'alternativa a questa norma è la chiusura dello stabilimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, l'intervento del deputato Buttiglione dimostra chiaramente come gli anni di permanenza all'interno del Parlamento non comportino un aumento delle competenze, ma anzi un aumento dell'ignoranza giuridica, non nel senso negativo offensivo, ma nel senso proprio di ignorare i principi base della legge. Spiego anche il perché: il deputato Buttiglione sostiene che ci sarebbe un principio per cui la finalità del diritto giustifica i mezzi del diritto, io me lo ricordo come un principio non esattamente giuridico quello per cui il fine giustifica i mezzi. Quello è un punto con cui questa classe politica ha massacrato il Paese, sostenendo sempre che c'era un fine che tanto non sarebbe stato raggiunto e che doveva in quel modo giustificare i mezzi che erano totalmente inidonei.
  In conclusione, Presidente, se l'esercizio ordinario provoca danni alla salute, intanto è strano allora che stiamo facendo una legge in tal senso.

  PRESIDENTE. Concluda, deputato Bonafede.

  ALFONSO BONAFEDE. In secondo luogo, per punire penalmente una persona ci vuole un elemento soggettivo, cioè il dolo o la colpa in alcuni casi.

  PRESIDENTE. Deputato Bonafede, deve concludere.

  ALFONSO BONAFEDE. Se il commissario straordinario esegue la legge, non è penalmente perseguibile. Fine del discorso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gagnarli 2.41, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli Nardelli... Greco... hanno votato tutti ? Mi pare di sì ?Pag. 72
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  371   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  238.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Cardinale, Preziosi e Di Salvo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 2.42, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Cariello, Carinelli, Locatelli, Piccoli Nardelli, Galperti... Aspettiamo le due colleghe...Carinelli è riuscita ? No, ancora no...ci siamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  380   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  244.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 2.45, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Benamati, Piccoli Nardelli, Carella, Simone Valente...Carella ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  384   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  247.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 2.101, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Palese, Cariello, Caparini, Coppola, Capodicasa, Romano, Tartaglione... forza Tartaglione che siamo in votazione.. Romano è riuscito ? Luigi Gallo... ancora non riesce a votare Romano... ecco, ce l'ha fatta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  391   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 73

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Chimienti 2.85, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Questo emendamento va a modificare il comma 6-bis, in cui voi riuscite a mettere 0,5 milioni di euro per l'anno 2015 e 4,5 milioni di euro per l'anno 2016, prendendoli dai fondi di riserva. Bisognerebbe anche comprendere l'impiego di quei soldi dei fondi di riserva già stanziati. Non vorremmo mai siano eventualmente attribuibili anche a fenomeni di dissesto idrogeologico.
  Quello che, però, intendiamo è che per il 2015 si debba dare una risposta ben diversa. Noi vorremmo incrementare assolutamente la richiesta, quindi sostituiremmo 0,5 milioni di euro con 5 milioni di euro e 4,5 milioni di euro per il 2016 con 15 milioni di euro. Obiettivamente il problema di Taranto non è un problema minimale dal punto di vista della gestione oncologica. Bisogna investire in maniera capillare per risolvere il problema, per fare screening pediatrici continui. Servono risorse in maniera continua e prolungata.
  L'ipocrisia di fondo, però, che – ahimè ! – in questo momento io non ho e non riesco ad avere, è quella di dire che stanziando i soldi per gli screening nei reparti oncologici, anche pediatrici, si va a risolvere il problema di Taranto. Io non vorrei che sia un palliativo di cura, in realtà, però, se non si modifica la sorgente che causa questi fenomeni, credo che sia una problematica che si ripercuote sempre e solo sulla nostra gestione territoriale e sanitaria.
  Una risposta immediata, però, deve essere data. Quindi, vorremmo aumentare le risorse per il 2015. Parallelamente, la nostra visione è diametralmente opposta a quella della maggioranza sul rilancio della attività produttiva. Infatti, noi la vediamo strettamente correlata con l'aumento dei tassi di mortalità infantile e di incidenza tumorale pediatrica. Quello che vogliamo segnalarvi è la necessità di stanziare maggiori risorse nell'immediato perché il problema è serio, è grave e va affrontato con un certo peso e non con 0,5 milioni di euro per il 2015 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente. Io prendo la parola perché questo è uno degli argomenti più delicati che riguardano la città di Taranto e l’hinterland di Taranto e il Governo e anche la maggioranza in questo decreto-legge non lo affrontano per niente.
  Quando fu adottato questo decreto-legge, signora Presidente, tra le cose che il Presidente del Consiglio annunciò rispetto a questo decreto, una era di particolare interesse. Infatti, fu annunciato che c'era stato uno stanziamento specifico di 20 o 30 milioni di euro, che riguardava lo screening e il monitoraggio della situazione per la prevenzione ambientale rispetto alla situazione delle condizioni di salute della città di Taranto.
  Ora, al di là di tutto quello che contiene questo decreto-legge e di cui si è parlato – non entro nel merito perché già si sta discutendo sia nelle Commissioni sia oggi in Aula –, c’è una domanda da parte dei cittadini di Taranto e c’è una risposta che la politica e le istituzioni dovrebbero dare. Indipendentemente da ciò che è successo nel passato, ad oggi Ilva inquina ? Quanto inquina ? In che misura ? C’è una diretta connessione con il danneggiamento della salute dei cittadini di Taranto ? Questa risposta non viene data. A tutt'oggi non viene data.
  Quando si dice di incrementare le risorse, non c’è dubbio che la legge regionale sulla valutazione del danno sanitario ha bisogno di essere strutturata, ha bisogno di contenuti. Non è un'evocazione. Io, che ho avuto il piacere e l'onore non solo di strutturarla e di compartecipare alla stesura di quella legge regionale quando ero Pag. 74in consiglio regionale in Puglia, ma anche di adottare il provvedimento attuativo e organizzativo, dico che lì c’è bisogno di personale. Lì occorre che l'ARPA e la ASL, il dipartimento di prevenzione di igiene e sanità pubblica determinino un organico che sia sufficiente.
  Le risorse, qui, 500 mila euro. Da un lato, noi diamo l'immunità totale di inquinamento e che possa accadere tutto ciò che debba accadere all'interno dell'Ilva, perché di questo si tratta; dall'altro, non teniamo nessun rafforzamento delle misure di monitoraggio e di prevenzione rispetto all'attualità. Noi non mettiamo in discussione quello che i magistrati hanno accertato, quello è un altro binario, su ciò che è successo, se hanno inquinato, la casualità diretta con l'inquinamento e la morte. Detto che, poi, lì, a Taranto, non c’è solo l'Ilva, c’è Ilva, c’è Cementir, c’è ENI e quant'altro. C’è un coacervo molto, molto più grave di quello che si possa pensare.
  Ritengo totalmente imprudente la struttura che riguarda l'ARPA; il monitoraggio e il potenziamento di igiene e di prevenzione da parte della ASL è una necessità perché i cittadini di Taranto vogliono sapere ad oggi se inquina e che danno c’è ove dovesse inquinare. E questa risposta, con questa esiguità o assenza di risorse, non viene data. A me dispiace pure. Noi esprimiamo, non una contrarietà rispetto a questo provvedimento, ma questi motivi ci inducono a non votarlo, come la parte che riguarda le amnistie preventive. Io non oso pensare o immaginare se questa cosa, l'amnistia preventiva omnibus su tutto, fosse stata accennata, non fatta, ma accennata dal Governo Berlusconi. Qui sarebbe scoppiata una rivoluzione senza precedenti, peggio di quella delle primavere che ci sono state in Egitto e in altri Paesi.
  Mi piacerebbe sapere e apprendere il parere del Governo, come intende monitorare, come intende provvedere al rafforzamento di queste situazioni perché la regione la sua parte l'ha fatta, sia con la legge, sia con 8 milioni di euro che ha impiegato. Anzi, dovrebbe esserci una deroga al piano di risanamento perché non le consentono neanche di poter utilizzare queste risorse. Di queste cose...

  PRESIDENTE. I banchi del Governo, per favore.

  ROCCO PALESE. ... noi vorremmo capire e sapere il Governo e la maggioranza che intenzione hanno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, sono d'accordo con molte delle cose che ha detto il collega Palese, salvo una: mentre sembra che in qualche modo la politica rispetta la situazione concreta che c’è a Taranto e rispetta tutto quello che è il grande piano delle bonifiche e abbia segnato il passo in una maniera abbastanza pesante in questo periodo, nel mondo della ricerca scientifica, invece, di studi di sanità pubblica, di valutazioni di tipo epidemiologico ne sono state fatti molti, sono concreti e sono documentati. Ci sono studi reali, in questi ultimi anni, in questi ultimi mesi, che sono stati pubblicati anche dall'Istituto superiore di sanità, in cui c’è una correlazione diretta con gli inquinanti di tipo chimico e, quindi, anche con tutti quelli che sono quei fattori che pregiudicano la salute e la pregiudicano a trecentosessanta gradi. Infatti, noi abbiamo davanti agli occhi patologie di tipo cardiovascolare, patologie di tipo respiratorio, patologie di tipo oncologico. Abbiamo la dimostrazione concreta che l'incremento delle patologie di tipo oncoematologico per i bambini sono un fatto documentato scientificamente. La differenza tra oggi, giorno in cui stiamo votando l'ennesimo decreto-legge, e i sei precedenti decreti-legge che abbiamo votato, è che il livello delle conoscenze sul piano scientifico, il livello della documentazione oggettiva di questi dati, ha smesso di essere un sospetto, non è più soltanto un'intuizione, non è in qualche modo un dato esperienziale, però sprovvisto di significazione politica. Pag. 75In medicina si dice molte volte che post hoc non vuol dire propter hoc. Quindi, il fatto della correlazione temporale tra gli eventi, che pure era sotto gli occhi di tutti, a Taranto e nel Salento, oggi è una dimostrazione scientifica della reale capacità di provocare queste patologie.
  Quindi, la nostra fermezza nell'assumere posizioni di tutela e di difesa della salute deve essere una fermezza quanto minimo proporzionata al maggior grado di certezza che la scienza ci dà. Dobbiamo uscire da una nebulosità, dobbiamo uscire anche se vogliamo da una sorta di buonismo che in qualche modo mostra interesse. Io ho sentito ieri sera i colleghi di altre zone (penso a quelle del Sulcis e della Sardegna, eccetera) dire perché a Taranto sì e in altre parti no. Non è un buonismo quello nei confronti di Taranto.
  È una realtà contingente, misurata, che disgraziatamente è in evoluzione. Sappiamo di più, diagnostichiamo prima, diagnostichiamo meglio, riusciamo anche ad intervenire sul piano clinico, ma non riusciamo a prevenire. È come se ogni volta noi cercassimo di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Io credo che questo vada tenuto in conto; lo dico apparentemente in contraddizione con quello che diceva il collega Palese, ma in realtà è a supporto di misure forti, chiare, determinate e incisive, che vedono veramente nella salute un bene che non può essere messo in discussione.
  Mi sarebbe piaciuto – l'ho detto ieri e lo ripeto – che al banco del Governo ci fossero stati anche il Ministro e il sottosegretario del Ministero della salute, perché questi sono problemi forti, sono problemi duri, sono problemi importanti, che non possono essere affidati al Ministero dello sviluppo economico, che non possono essere affidati al Ministero dell'economia e delle finanze, che vanno assunti in prima persona dal Ministero della salute.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Binetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Per rispondere anche alla collega Binetti. Questo decreto non reca la firma della Ministra Lorenzin. Come a dire appunto che la tutela della salute dei cittadini di Taranto e dei lavoratori dell'Ilva non è parte preminente all'interno di questo decreto e non è neanche coinvolto il Ministero della salute.
  Io voglio leggere l'articolo che con questo emendamento si vuole modificare. Il comma 6-bis dell'articolo 2 dice: «la Regione Puglia, al fine di assicurare adeguati livelli di tutela della salute pubblica e una più efficace lotta ai tumori, con particolare riferimento alla lotta alle malattie infantili, è autorizzata ad effettuare interventi per il potenziamento della prevenzione e della cura nel settore della oncoematologia pediatrica nella provincia di Taranto» e poi indica i limiti di spesa «nei limiti di 0,5 milioni di euro per l'anno 2015 e 4,5 milioni di euro per l'anno 2016».
  Con l'emendamento si vuole portare questa cifra a 5 milioni di euro per l'anno 2015 e a 15 milioni di euro per l'anno 2016; complessivamente 20 milioni di euro. Lo voglio ricordare ai colleghi e alle colleghe della maggioranza e ai colleghi e alle colleghe del Governo: i 20 milioni di euro previsti da questo emendamento sono ben al di sotto, di 10 milioni di euro, dei 30 che il 23 dicembre dell'anno scorso – in una dichiarazione molto sentita, in cui era emotivamente coinvolto – ha fatto il Presidente del Governo Renzi. Dichiarò che si sarebbe messo anche contro l'Unione europea pur di difendere la salute dei bambini di Taranto; promise 30 milioni di euro, che sono diventati 500 mila euro per il 2015 e 4 milioni e mezzo per il 2016.
  Con questo emendamento si tenta appunto di portare tale cifra almeno complessivamente a 20 milioni. Lo voglio ricordare. I colleghi della maggioranza dovrebbero votare a favore. Mancano ancora 10 milioni di euro di quelli promessi dal loro Presidente del Consiglio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 76
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 2.85, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Peluffo, Fucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  390   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 2.107, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente. Non ho preso la parola per fatto personale perché riconosco la bontà del collega Piepoli e i suoi insegnamenti, ma ho una fattispecie da portare avanti con questo emendamento, e soprattutto per i suoi insegnamenti, sicuramente non sarò un allievo modello perché professo quello che tanti a Torino dicono: chi troppo studia matto diventa. E vorrei evitare di diventare proprio come il professor Piepoli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)...

  PRESIDENTE. Siamo proprio all'ilarità, a questo punto.

  STEFANO ALLASIA. Ma sul mio emendamento 2.107, con riferimento nello specifico al comma 6-bis, riconosciamo la bontà di questo comma e avremmo piacere di modificarlo per fare in modo che il Ministro della salute riferisca alle competenti Commissioni parlamentari sullo stato di attuazione del piano, al fine della garanzia della realizzazione dell'iniziativa, essendo un'iniziativa assolutamente di buonsenso per il completamento del provvedimento stesso.
  Pertanto, chiedo che l'emendamento venga messo ai voti e possa proseguire l'iter nel migliore dei modi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.107.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Da Villa, Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  378   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  250.    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 2.109, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola, Ermini, Ruocco, Vacca, Squeri, Raciti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  365   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 77

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 2.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  389   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 2.86, sul quale le Commissioni e il Governo hanno espresso parere contrario, mentre i due relatori di minoranza parere favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, a me sembra veramente incredibile che il Governo e la maggioranza esprimano parere contrario rispetto a questo emendamento. Questo emendamento significa avere risorse a destinazione vincolata perché ci possa essere la realizzazione di un nuovo reparto di onco-ematologia pediatrica a Taranto: 15 milioni di euro.
  Possibile che non si riesca davanti a quello che ha detto poco fa la collega Binetti ? Certo, studi epidemiologici e tutto quello che riguarda anche screening che sono stati fatti ce ne sono moltissimi e hanno dimostrato, con il progetto Mattoni e quant'altro fatto anche dal Ministero della salute, che il nesso è totale rispetto alle patologie di onco-ematologia che provocano anche altri tipi di tumori e c’è un'impennata enorme. Lo sappiamo tutti questo.
  E, davanti a questa situazione, si dice «no» allo stanziamento di 15 milioni di euro perché possa esserci un reparto di onco-ematologia; e le persone devono andare fuori Taranto per potersi curare: di questo parliamo.
  Per tale ragione voteremo a favore, chiedendo anche un intervento da parte del Governo perché ci possa essere una revisione di questo parere negativo che è urgente e da farsi subito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, soltanto per sottolineare quanto già detto anche dal collega Palese. Questo emendamento che abbiamo presentato è di puro buonsenso. Vogliamo tutelare la salute dei cittadini o vogliamo pensare solo agli interessi dell'Ilva e dei potentati politici ed economici che agiscono su Taranto ? Allora, 30 milioni sono veramente una cifra ridicola per un Governo che ha defiscalizzato opere, ad esempio, in Lombardia come Pedemontana, TEM e Brebemi per centinaia di milioni di euro. Non ne troviamo 30 per difendere i cittadini di Taranto dopo quello che hanno subito, ma troviamo il fegato per togliere qualsiasi responsabilità al commissario e a chi gestisce l'azienda: veramente siamo all'assurdo e al massimo consentito.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 2.86, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero... Tacconi...Pag. 78
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  374   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  246.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 2.116, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signora Presidente, per dichiarare il voto contrario del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà a questo emendamento perché quest'ultimo, in ordine alle risorse, dice ad un certo punto: «Al relativo onere pari a 100 milioni di euro, per l'anno 2015, e 50 milioni di euro per l'anno 2016, si provvede (...) con riferimento alla quota destinata, dall'elenco n. 1 della medesima legge, agli interventi di carattere sociale volti alla stipulazione di convenzioni con i comuni interessati alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili con oneri a carico del bilancio comunale nonché alla prosecuzione del finanziamento di progetti per servizi socialmente utili».
  Siamo assolutamente contrari a togliere risorse destinate al rinnovo delle convenzioni per l'impiego dei lavoratori socialmente utili, siamo assolutamente contrari a togliere risorse destinate alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili. Pensiamo, invece, che bisogna aumentare l'impegno del Parlamento, l'impegno del Governo, l'impegno degli enti locali perché si possa finalmente dare un'occasione di uscita dalla precarietà, da una precarietà ormai pluridecennale per una platea che riguarda migliaia di lavoratori e di lavoratrici. Lavoratori e lavoratrici che in tutti questi anni non hanno avuto la certezza del reddito e hanno avuto comunque la corresponsione di redditi molto, molto bassi e che hanno dovuto aspettare ogni volta prima la legge finanziaria e oggi la legge di stabilità per avere in qualche modo la sicurezza di vedere rinnovate le loro convenzioni con gli enti locali.
  Per cui voteremo contro perché non possiamo permettere che si tocchi neanche un euro destinato alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Noi siamo convinti che la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili, come del resto di tutti coloro che oggi con molta fatica si dibattono nel mercato del lavoro che è assolutamente asfittico e privo di un qualsiasi tipo di prospettiva, sia quella di generare lavoro attraverso gli investimenti, attraverso l'utilizzo delle poche, pochissime risorse pubbliche. Ciò al fine di creare non posti clientelari, non posti assistiti, bensì di creare le condizioni affinché il mercato si possa sviluppare e, attraverso il mercato, quindi creare – questa sì – ricchezza necessaria affinché anche per i lavoratori socialmente utili che oggi dipendono dallo Stato vi siano delle occasioni di reale reddito. Un reddito che sia, quindi, non a spese del contribuente, dei cittadini, ma che sia un reddito frutto di un reale lavoro e, quindi, che generi ricchezza e che generi sviluppo per tutto il Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 2.116.Pag. 79
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Cecconi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  328   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   38    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  L'emendamento Alberti 2.203 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 2.117, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Vacca, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  327   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato   28    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 2.118, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  327   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato   26    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ricordo che l'emendamento D'Incà 2.47 è stato ritirato come il successivo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 2.49, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Morani, Invernizzi, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  388   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 80

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 2-bis.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Colonnese, Schirò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  309   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato   21    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Morani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  386   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 3.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, con questo emendamento noi ci occupiamo, ancora una volta, di tutte quelle imprese – che sappiamo essere circa 4 mila – che nel corso di questi anni hanno lavorato per l'amministrazione straordinaria e che hanno maturato nei confronti di essa un credito ingente, che in alcuni casi ha comportato per loro delle enormi difficoltà e le sta comportando anche oggi, mettendone a repentaglio il futuro e la vita stessa.
  Sono tante queste imprese e ingente è il credito che il parastato – perché di questo ormai si tratta – ha nei loro confronti: si parla di circa 1,5 miliardi di euro – l'abbiamo già detto – e sono 350 milioni che riguardano gli appalti, 200 milioni che sono riferiti all'acquisto di materie prime e 400 milioni connessi alla gestione della filiera dell'energia; ve ne sono anche un centinaio per quanto riguarda la ricambistica.
  Noi sappiamo che queste imprese sono state fondamentali per quanto riguarda la logistica, la manutenzione e i servizi all'intero ciclo produttivo ed è per questo che noi, con questo emendamento, ci preoccupiamo di inserirle tra coloro che potranno avere un privilegio e quindi dare loro quella qualifica di crediti strategici che questo articolo dà ad altri tipi di creditori. In questo modo, noi intendiamo rafforzare quello che più volte il Governo ha ribadito in Aula che, per quanto riguarda la forma, può anche averci soddisfatto, ma per quanto riguarda la sostanza lascia dei grandissimi vuoti e dei grandissimi dubbi che vogliamo in tutti i Pag. 81modi chiarire e lo facciamo anche attraverso questo emendamento che vi invitiamo a votare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 3.4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cova, Chaouki, Mauri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  311   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 3.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Lavagno, Sberna, Maietta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  315   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato   36    
    Hanno votato no    279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Caparini 3.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  318   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato   36    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Basilio 3.200, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle mentre il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gelmini, Brescia. Chi altro ? Causi, ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  366   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 82

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 3.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione. Allora, ci siamo ? Palazzotto. Hanno votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  380   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 3.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, poiché su questa materia abbiamo presentato anche un ordine del giorno e avendo la possibilità di colloquiare direttamente con il Viceministro, io quasi quasi ritirerei l'emendamento se il Viceministro...

  PRESIDENTE. Viceministro, è chiamato in causa dal deputato Caparini.

  DAVIDE CAPARINI. ...se il Viceministro poi contestualmente riesce a leggere il mio ordine del giorno che verte sull'ennesima questione, ovvero sul recupero dei crediti maturati per quanto riguarda le imprese dell'indotto, io credo che potrei ritirare l'emendamento, in modo tale da lasciare comunque uno strumento al Governo, un impegno nei confronti del Governo affinché si diano tempi certi alle tante imprese, ai tanti professionisti e ai tanti lavoratori che sono, in questo momento, molto preoccupati per quanto riguarda i crediti maturati e, quindi, per la continuazione della loro attività lavorativa.

  PRESIDENTE. Viceministro De Vincenti, non so se lei intenda rispondere alla domanda che le sottoponeva il deputato Caparini, così da consentirgli di decidere se ritirare questo emendamento.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Presidente, sull'emendamento c’è il parere contrario del Governo perché implica che i 400 milioni siano assorbiti da debiti pregressi, ma non è questa la finalizzazione dei 400 milioni.
  Quindi, se è questo che si vuole dire, così come in questo momento mi sembra dica l'emendamento, non potrei onestamente neanche accettare un ordine del giorno. Se si vuol dire che ci deve essere un'attenzione verso i crediti già maturati in materia ambientale eccetera, questo è già detto in più parti del provvedimento, onorevole.

  PRESIDENTE. Deputato Caparini, allora poniamo in votazione il suo emendamento 3.2 ?

  DAVIDE CAPARINI. No, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Grimoldi 3.1.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 3.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Zardini. Mi pare che abbiano votato tutti...Pag. 83
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  387   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 3.30, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moscatt, Palma, Fratoianni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  328   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   44    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gigli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Da Villa 3.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle, si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Brandolin, Pesco, Piccione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  371   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 3.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza, su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Francesco Sanna...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  397   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 3.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 84

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  393   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Marazziti e Fossati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 3.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  339   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  L'emendamento Ciprini 3.11 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Crippa 3.01, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle, si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, questo è l'unico emendamento di prospettiva che abbiamo voluto inserire all'interno di questo decreto, perché non comprendiamo come sia possibile andare a dare disposizioni anche di rilancio del turismo, ad un piano nazionale di rilancio della città stessa, senza però cambiare il comparto produttivo che ha di fatto sancito il disastro ambientale a Taranto.
  Noi ci siamo chiesti più volte come poter rilanciare le attività differenti da quelle siderurgiche all'interno del sito di Taranto, e, all'interno di questo emendamento, di fatto, vorremmo creare, nell'area all'interno delle città di Taranto e di Statte, un'area no tax, al fine di promuovere una politica di defiscalizzazione indirizzata a quelle imprese che investono nella bonifica dell'area stessa.
  Gli sgravi fiscali comporterebbero l'applicazione di un'imposta forfetaria pari al 10 per cento del reddito complessivo; gli utili di esercizio reinvestiti dalle imprese nell'area no tax godono dell'esenzione totale dalle imposte sui redditi, nazionali e locali, per un periodo di cinque anni.
  Noi vorremmo, di fatto, provare a dare un'ipotesi alternativa, che sia quella di partire da delle start up innovative, da imprese che decidono di insediarsi all'interno di un'area difficile, un'area nella quale vi sono problematiche di natura ambientale e, soprattutto, sociale e sanitaria, portando una ventata, magari, di idee nuove, diverse, di attività imprenditoriali.
  In altri Paesi europei ed extraeuropei stanno attirando, con queste politiche di defiscalizzazione totale, attività innovative, attività giovani, che possano, in qualche modo, far ripartire un'economia completamente diversa. Ovviamente, questo deve essere commisurato a un impegno chiaro nel settore della bonifica di quei siti che oggi sono totalmente compromessi.Pag. 85
  Noi ci chiediamo come sia possibile, anche per il Governo, stanziare fondi che vadano a rivalorizzare la città di Taranto, che gode anche, tra l'altro, di una città antica molto molto rilevante, importante, anche dal punto di vista culturale, ma non risolvere a monte il problema di uno stabilimento industriale con 150 camini alle spalle della città stessa. Per noi sono due situazioni che non sono incompatibili.
  In merito a queste due situazioni di rilancio culturale, turistico, e di differenziazione anche dei settori imprenditoriali e produttivi, la scelta deve essere radicale, perché, altrimenti, accompagniamo alla morte lo stabilimento e non consentiamo una transizione verso attività imprenditoriali di bonifica e di rilancio di attività a minore impatto ambientale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Crippa 3.01, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello, Arlotti, Sorial, Moscatt...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  377   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   83    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mannino 4.5 e Pellegrino 4.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  375   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignaroli 4.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  380   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pannarale ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignaroli 4.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 86

  Gregori, Sandra Savino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  390   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fantinati 4.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  355   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Pellegrino, De Rosa e Terzoni hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Petraroli 4.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, intervengo sull'emendamento Petraroli 4.10 per fare un attimo di chiarezza sull'emendamento approvato al Senato e inserito nel testo come comma 2-ter all'articolo 4. Il comma 2-ter dice: i residui della produzione dell'impianto Ilva di Taranto costituiti dalle scorie provenienti dalla fusione in forni elettrici, codificati da alcuni codici dei rifiuti possono essere recuperati per la formazione di rilevati, di alvei e di massicciate ferroviarie o riempimenti e recuperi ambientali (sigle R5 e R10). Con che modalità ? Se conformi al test di cessione oppure in applicazione del Regolamento (CE) se più favorevole. Uno dice: se più favorevole a chi ? A chi deve depositare il materiale e, quindi, devono essere di fatto dei limiti più laschi o devono essere dei limiti più favorevoli alla popolazione e, quindi, più restrittivi, più cautelativi della salute ? Ovviamente queste non è dato sapere. Io credo che sia più favorevole per chi deve sbarazzarsi di questo materiale, perché di fatto essendo in capo all'Ilva l'onere e l'obbligo di dover smaltire questo materiale, «più favorevole» è riferito all'Ilva. Ma la situazione paradossale sta nelle parole successive del comma 2-ter che hanno causato un dibattito anche all'interno della Commissione, questo sì, in cui anche con i colleghi del PD ci si è confrontati. Vi spiego: nel caso in cui si decida di scegliere questa metodologia prevista dal Regolamento (CE), l'ISPRA, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, provvede ad accertare l'assenza di rischi di contaminazione per la falda e per la salute – attenzione, signori, attenzione – nel termine di dodici mesi dall'avvenuto recupero.
  Attività di recupero, Presidente – per chi deve, di fatto, utilizzare una materia prima o secondaria, come può essere quella degli scarti di fonderia – vuol dire averla già utilizzata, vuol dire avere messo il materiale sotto un rilevato stradale o avere fatto una massicciata ferroviaria. Se io scelgo questa metodologia, per cui l'analisi può essere fatta dodici mesi dopo il recupero, vuol dire che io sancisco che ci può essere una contaminazione della falda, dopo che il materiale è stato messo a dimora. Chi bonificherà dopo ? Chi, a quel punto, si accollerà l'onere della bonifica ? Pag. 87Infatti noi stiamo dicendo che questo materiale non è che è circoscritto al perimetro dell'Ilva, ma è preso, esce dall'Ilva, viene messo sotto un rilevato stradale in qualsiasi regione d'Italia e a quel punto, dopo dodici mesi dal suo avvenuto recupero, è possibile che di fatto l'ISPRA accerti la presenza di rischi per la contaminazione della falda.
  A me questo sembra un assurdo dal punto di vista ambientale e di diritto. Non posso pensare che all'interno di un decreto-legge, teoricamente di salvaguardia della cittadinanza di Taranto e dei cittadini italiani, si possa pensare di scrivere che il materiale, che uscirà come scarto di fonderia, rappresenti un materiale da depositare come sedime ferroviario o come massicciata stradale, salvo che nel giro di dodici mesi venga detto che possa contaminare la falda. Allora, a quel punto, quella strada sarà interdetta all'utilizzo, in quella strada saranno bloccati i lavori, i cantieri attribuiti a quella strada saranno bloccati. Chi pagherà lo smaltimento di quel materiale ? Lo rimandiamo al commissario ? Ma il commissario è penalmente non responsabile in attuazione del piano ambientale, che prevede di mandar via questo rifiuto.
  Vorrei comprendere se davvero la ratio di questa norma sia quella di fregare i cittadini italiani, dal primo all'ultimo articolo. Infatti ci sono scritte delle assurdità, in una maniera, tra l'altro, neanche troppo nascosta. Quindi, eventualmente, a chi queste cose le inserisce con dovizia di cattiveria di base, suggerisco di farlo con un po’ più di furbizia. Infatti quello che è scritto all'interno di questo decreto fa venire il voltastomaco dal punto di vista della gestione ambientale di un rifiuto.

  PRESIDENTE. Concluda, deputato Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Io non posso neanche pensare – e concludo – che lo Stato italiano possa permettere di mandare un materiale sul sedime stradale e, dopo dodici mesi, dire: adesso lo togli. Qua siamo alla negazione di qualsiasi diritto ambientale e sanitario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carrescia. Ne ha facoltà.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Signor Presidente, intervengo perché questo emendamento dà modo di fare chiarezza su alcune affermazioni, che sono state fatte sia nelle Commissioni che qui in Aula dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che danno in una visione distorta di quella che è la norma proposta.
  Bisogna evitare di dare un messaggio perché chi vota lo faccia con la piena consapevolezza di quello che sta votando. Allora sul comma 2-ter dell'articolo 4 penso serva chiarezza. Prendo spunto da quest'emendamento per ribadire che quella disposizione ha una sua logica e non è, come si è paventato dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, finalizzata a ridurre le tutele ambientali. Tutt'altro.
  L'articolo prevede che le scorie di fonderia dell'Ilva possano essere utilizzate in recupero per rilevati e sottofondi stradali, ricorrendo alle cosiddette procedure semplificate. Ora la procedura semplificata è stata disciplinata da un decreto del Ministero dell'ambiente del 1998, che prevede una preventiva comunicazione con cui, chi intende effettuare operazioni di recupero standardizzate che riguardano specifici rifiuti espressamente individuati da quel decreto, deve dare comunicazione alla provincia novanta giorni prima di iniziare e avviare queste operazioni.
  Per alcune operazioni è richiesta l'effettuazione di un'analisi, di un test di cessione, per avere la garanzia che le sostanze che vengono rilasciate nel suolo, nel sottosuolo e nei corpi idrici, non superino determinanti valori. Orbene, la prima parte della disposizione in oggetto riconferma queste procedure, quindi nulla aggiunge e nulla toglie a quanto l'Ilva o altre fonderie in qualsiasi parte d'Italia possono fare anche oggi.
  Quindi questa parte non dà nulla in più all'Ilva di quello che già oggi è consentito Pag. 88a tutti. Questa parte, però, non è pleonastica e serve per introdurre – questa sì – una specifica norma che differenzia l'Ilva dalle altre imprese. Allora, la novità introdotta per l'Ilva è quella di poter recuperare queste scorie di fusione non pericolose oltre che con riferimento a quella disposizione che prevede i limiti del cosiddetto test di cessione, anche con riferimento al regolamento del Parlamento e del Consiglio europeo, il regolamento REACH, al quale si è richiamato anche il collega, se più favorevole. Questo favor, però, trova un contrappeso nell'obbligo previsto per l'ISPRA di accertare l'assenza di rischi di contaminazione entro i dodici mesi successivi. Teniamo conto che oggi in riferimento a chi effettua operazioni di recupero ed esegue sottofondi o rilevati stradali, non c’è l'obbligo da parte delle agenzie ambientali di effettuare controlli né nei dodici mesi, né prima né dopo. Quindi, potremmo ritrovarci nella stessa situazione anche oggi.
  L'unica agevolazione, quindi, è stata quella introdotta con questa possibilità di rinvio al REACH, che fa riferimento, peraltro, a una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea. Quindi, oggi una qualsiasi partita di scorie di una qualsiasi fonderia italiana può essere utilizzata per sottofondi o rilevati stradali, previo test di cessione, senza che vi sia l'obbligo specifico dell'analisi e del controllo da parte dell'ISPRA o di altri.
  Quindi, in conclusione, da un lato, si concede la possibilità di utilizzare anche un regime più favorevole, quello del REACH, ma, dall'altro, si individua un percorso di controllo che altri non hanno. Quindi, ritengo che le preclusioni e le preoccupazioni dei colleghi del MoVimento 5 Stelle non abbiano fondamento. Infatti, rispetto ad una possibilità, ad una facoltà si prevede comunque un obbligo e la possibilità di un controllo.
  Nello specifico dell'emendamento 4.10, del quale stiamo parlando, il riferimento all'articolo 29-septies mi sembra che sia assolutamente in contrasto con tutto l'impianto che è stato dato dall'articolo 4 e con tutto il percorso specifico che è stato previsto per l'Ilva. Pertanto, su questo annuncio il mio voto contrario.
  Tengo anche a precisare che su questo articolo, come Partito Democratico, presenteremo un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bratti. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI. Signora Presidente, io condivido gran parte delle cose che adesso ha detto e ha specificato l'onorevole Carrescia, ma non posso non raccogliere anche tutta una serie di preoccupazioni che, invece, sono state in qualche modo sviscerate, sottolineate dal collega Crippa.
  Ne abbiamo discusso anche prima e ho molto apprezzato l'intervento del collega Buttiglione. In questo caso siamo in una situazione speciale da tutti i punti di vista. È speciale perché stiamo parlando di uno degli stabilimenti più grandi d'Europa, è speciale perché stiamo parlando di danni sanitari probabilmente tra i più importanti causati in Europa, è speciale perché stiamo affrontando problematiche ambientali sicuramente tra le più importanti e che dobbiamo risolvere nel nostro Paese. Ed è evidente che per poter affrontare tutte queste specialità i provvedimenti non possono che essere provvedimenti speciali.
  Pensare di affrontare questo tema con delle procedure ordinarie significa non risolverlo. Dico, quindi, che, a mio parere, con gli ordini del giorno abbiamo cercato di invitare...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALESSANDRO BRATTI. Concludo, Presidente, però credo che sia un argomento molto importante. Chiediamo al Governo di prendersi un impegno per fare chiarezza su questa questione posta, perché – ripeto – è una questione che potrebbe dare un'interpretazione creando problemi in altre situazioni fuori dallo stabilimento dell'Ilva di Taranto.

Pag. 89

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Petraroli 4.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Ruocco, Marazziti, Casellato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  367   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  270).    

  (I deputati Rotta, Malpezzi e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Zolezzi 4.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Abbiamo spiegato prima le motivazioni di questi emendamenti. Il collega Crippa mi sembra che sia stato molto chiaro. Io ho un barlume di speranza, nel senso che vedo che qualcuno nel Partito Democratico che si occupa di questi temi inizia a capire, ha imbarazzo per quanto si sta facendo con questo decreto. E io spero che non ci limitiamo veramente a un ordine del giorno, che sappiamo valere praticamente nulla, anche perché sappiamo che la vita dei cittadini tarantini, la salute dei cittadini tarantini, è molto più importante della valenza di un ordine del giorno. Quindi, vi diamo un'altra chance. Quindi, con questo emendamento vi chiediamo che, nell'ambito della gestione dei rifiuti all'interno del perimetro dello stabilimento, sia disposto il divieto di conferimento di qualsivoglia rifiuto che possa essere inserito nella filiera produttiva aziendale. Questo deve servire per evitare questo andirivieni di rifiuti all'interno dell'Ilva, che sappiamo bene cosa ha causato, sappiamo bene che non si è mai fermato, neanche sotto il commissario, e sappiamo bene a cosa ha portato nei terreni all'interno dell'Ilva.

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI. Ho più di un minuto, Presidente ? Presidente, scusi, ho più di un minuto ?

  PRESIDENTE. Ne ha cinque. Lei sta parlando a nome del suo gruppo. Poi, può utilizzarne meno, però il suo «tetto» è cinque minuti.

  ALESSANDRO BRATTI. Concludo il ragionamento di prima, perché non sapevo di avere solo un minuto.
  Io non sono affatto imbarazzato per aver detto quello che ho detto. Credo di conoscere adeguatamente le cose di cui parlo. Quindi, riprendo il ragionamento di prima. Qui non si tratta, ripeto, dicevo, della specialità dell'intervento, che è un intervento – proprio per chiarire a tutti quanti i colleghi –, che serve per risolvere un problema esistente all'interno dell'Ilva, che, tra l'altro, non è un problema che ha una ripercussione ambientale e sanitaria di nessun tipo. La questione è che, scritto così com’è, invece, potrebbe essere interpretato anche seguendo i ragionamenti che faceva prima il collega Carrescia: oggi c’è una normativa, queste scorie di fonderia vengono utilizzate già oggi, perché è permesso, devono essere sottoposte a un test di cessione che è normato da un decreto ministeriale e si è trovata una situazione, all'interno dell'articolo, per risolvere quel problema specifico dell'Ilva, che a mio parere andava risolto, ma che, scritto così, Pag. 90se non c’è un'interpretazione successiva, che noi chiediamo attraverso gli ordini del giorno, del Governo, che limiti e circoscriva la problematica, rischia di creare una situazione – come posso dire ? – di difficile governo per gli altri posti che Ilva non sono. Quindi, ripeto, già oggi, come diceva il collega Carrescia, questo si può fare. Le scorie di fonderia si prendono, vengono sottoposte a questo test di cessione e, se non rilasciano inquinanti pericolosi, vengono utilizzati, però devono seguire quel test. Allora, poiché noi, qualche mese fa, abbiamo dato al Governo – credo nel decreto competitività – il compito, attraverso un decreto, di regolamentare la più ampia situazione della materia delle terre e rocce di scavo, dentro al quale ci si potrebbe stare anche questa situazione, se si vuole affrontare il tema di carattere generale, lo si affronta, a mio giudizio, in un provvedimento specifico.
  Quindi questa è la discussione che noi oggi stiamo affrontando. Si chiede semplicemente al Governo e soprattutto al Ministero dell'ambiente – abbiamo presentato degli ordini del giorno – un impegno, visto che siamo in una determinata situazione di interpretazione, un misunderstanding, al fine di chiarire bene questa situazione. Questo risolverebbe tutta una serie di problematiche che invece potrebbero in qualche modo creare dei problemi ad alcune indagini giudiziarie che sono in atto in questo Paese.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bratti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carrescia. Ne ha facoltà, per un minuto.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. L'onorevole De Rosa ha detto poco fa, bontà sua, che i parlamentari del PD cominciano a capire. Ma sinceramente non so se riusciamo a capire tutto. Sicuramente questo emendamento Zolezzi 4.1 è di difficile comprensione perché si dice che è vietato il conferimento di rifiuti che possono essere inseriti nella filiera produttiva aziendale. Ora, la filiera produttiva aziendale dell'Ilva – che, come è stato detto ripetutamente in quest'Aula, è stata oggetto di trattazione da parte del Parlamento – non è sicuramente quella di trattare i rifiuti. Questo è un emendamento che non ha né una logica né un supporto, né logico né giuridico. Il conferimento di rifiuti è fatto solo in impianti autorizzati. L'Ilva fa tutt'altra cosa che trattare i rifiuti.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi, 4.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ascani, Bonaccorsi, Bargero, Palma, Fratoianni... Onorevole Antezza, vada piano su quelle scale, non ci faccia preoccupare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  363   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  274).    

  (I deputati Falcone e Rubinato hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 4.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Ruocco, Matteo Bragantini, Palma...Pag. 91
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  364   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  273).    

  (La deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 4.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  376   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  282).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 4-bis.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Intervengo, essendo fautore di un altro detto popolare molto conosciuto nell'ambito edile, cui ho partecipato con grossi tavoli di trattative, tavoli culinari, indubbiamente: la mattinata fa giornata.
  Dato che non vi è la capacità da parte dei relatori e del Governo di accettare le indicazioni emendative da parte del gruppo della Lega Nord, sommessamente ritiro gli emendamenti riferiti ai prossimi articoli, eccetto gli emendamenti 5.2, 7.2 e 8.6 a mia prima firma. Tre emendamenti che riteniamo fondamentali per cercare di mettere al riparo ulteriormente questo decreto, nel quale gli articoli, a cui si riferiscono tali emendamenti (5, 7 e 8), risultano totalmente estranei alle argomentazioni del decreto stesso; infatti, si vanno ad inserire sulle bonifiche e sulla riqualificazione dell'area di Taranto e del suo porto. Perciò, riteniamo assolutamente inutile trattare l'argomentazione della città di Taranto, oltremodo quella dell'industria Ilva e, pertanto, su questi tre emendamenti chiedo il voto e che vi sia la possibilità di proseguire con la discussione degli emendamenti degli altri gruppi.

  PRESIDENTE. Onorevoli Allasia, mi aiuti, gli emendamenti su cui chiede il voto sono Allasia 4-bis.1...

  STEFANO ALLASIA. No.

  PRESIDENTE. Questo è ritirato.

  STEFANO ALLASIA. Mantengo l'emendamento Allasia 5.2, mentre ritiro l'emendamento Grimoldi 5.1; a pagina 59, mantengo l'emendamento Allasia 7.2, che è identico all'emendamento Nicola Bianchi 7.1, nonché, a pagina 60, l'emendamento Allasia 8.6. Gli altri emendamenti li ritiro.

  PRESIDENTE. Si intendono ritirati anche gli emendamenti a prima firma Grimoldi ?

  STEFANO ALLASIA. Sì, signor Presidente, tutti gli emendamenti del gruppo della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  L'emendamento Allasia 4-bis.1 è pertanto ritirato ed è altresì ritirato l'emendamento L'Abbate 4-bis.200.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 5.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea Pag. 92ed il relatore di minoranza del gruppo della Lega Nord e Autonomie esprime parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini, Dell'Aringa, Crimi, Fratoianni, Gigli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  377   
   Votanti  328   
   Astenuti   49   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
 30    
    Hanno votato
no  298).    

  Gli emendamenti Grimoldi 5.1 e Ricciatti 5.4 risultano ritirati.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 5.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli, Misuraca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  374   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 92    
    Hanno votato
no  282).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  L'emendamento De Rosa 6.1 è ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 6.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brescia, Chimienti, Bernini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  375   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  280).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 6.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Se rimaniamo al posto, guadagniamo un po’ di tempo. Bechis... Parisi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  364   
   Votanti  363   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  277).    

  L'emendamento Labriola 6.13 è ritirato.
  Passiamo all'emendamento Labriola 6.14.

  VINCENZA LABRIOLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 93

  VINCENZA LABRIOLA. Signor Presidente, ritiro l'emendamento 6.14 a mia prima firma e ne trasfondo il contenuto in un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ricordo che è ritirato anche l'emendamento successivo.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Liuzzi 6.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo serve sostanzialmente a ridefinire i valori di un sottoprodotto del petrolio che è l'idrogeno solforato, che può essere nocivo all'interno dell'area di Taranto, ma soprattutto lo è se pensiamo che – di questo si occuperà più specificamente l'articolo 7 che riguarda i poteri del commissario straordinario del porto di Taranto – proprio nell'area di Taranto, nell'area del porto di Taranto, arriveranno grossissime quantità di petrolio greggio direttamente dalla Basilicata. Questo procedimento ha il nome di «Tempa rossa».
  Ovviamente per le quantità enormi di petrolio che arriveranno, grazie anche al fantastico decreto-legge «sblocca Italia», varato qui in quest'Aula per consentire al porto di Taranto di conservare il petrolio che arriverà, il porto dovrebbe essere allungato di ben 300 metri per permettere alle petroliere di poter prendere questo petrolio.
  Pertanto, questo articolo aggiuntivo è a tutela della salute, ma si inserisce in un discorso molto più ampio che dovrebbe tutelare non soltanto i territori del Mezzogiorno, che ormai è diventato una vera e propria raffineria, la raffineria d'Italia, ma anche porre l'accento su un problema che si sta presentando in tutte le leggi che lo permettono, ovvero il problema dell'idrogeno solforato.
  Ricordiamo che l'Organizzazione mondiale della sanità ci detta dei parametri e ricordiamo che l'Italia non rispetta questi parametri fissati dall'Organizzazione mondiale della sanità.
  Pertanto, questa proposta emendativa verrà ripresentata più e più volte finché non verrà approvata una seria regolamentazione a tutela della salute umana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Liuzzi 6.01, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Mura...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  377   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  283).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato Sottanelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Colonnese 6.04, sul quale le Commissioni e il Governo hanno espresso parere contrario, il relatore di minoranza parere favorevole e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Con questo articolo aggiuntivo chiediamo di ampliare il personale per i controlli sul territorio. Utilizzo questo articolo aggiuntivo proprio per far notare la situazione sia delle ARPA sia di ISPRA che dovrebbero essere gli enti di controllo sul territorio Pag. 94e anche di tutela dei cittadini da questi disastri ambientali come quello avvenuto all'Ilva, ma sappiamo benissimo che il personale è sotto organico e i fondi non ci sono. Questo sarebbe un modo di dare comunque voce ai cittadini tramite dei controlli, tramite un po’ più di sicurezza.
  Certamente non ci aspettiamo assolutamente che venga votato positivamente anche perché si stanno progressivamente definanziando l'ISPRA e depotenziando le ARPA, quindi il nostro dubbio è che si vada sempre di più verso un Governo che dà più potere ai forti e toglie i controlli in assoluto che possano tutelare i cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, sul contenuto non si può che essere d'accordo. C’è stato un disguido, credo al Senato, che non ha consentito di introdurre questa possibilità. Infatti, c'era un accordo fra tutti i gruppi, credo, e un parere favorevole del Governo per implementare soprattutto gli organici e consentire alla regione Puglia di incrementare gli organici dell'ARPA Puglia che – voglio ricordarlo – è l'Agenzia che ha l'obbligo del controllo di routine su tutti gli impianti a Taranto, non solo dell'Ilva ma anche degli altri impianti.
  Purtroppo, ci ricordavano che oggi ci sono solo cinque addetti che svolgono questo lavoro e ci si rende, credo, conto della abnormità della situazione, cioè uno dei poli industriali più importanti controllato solo da cinque persone. Questo è un problema che abbiamo fatto presente, il Senato l'ha raccolto. Mi risulta che nella discussione sul collegato ambientale al Senato sia stato recepito un emendamento che va nella direzione giusta. Noi abbiamo anche presentato un ordine del giorno al riguardo e credo che, quindi, al di là dell'articolo aggiuntivo che credo il Governo non accoglierà, però i contenuti penso che anche il Governo li condivida e ci siano tutti per risolvere al più presto questa situazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, anche noi avevamo presentato un emendamento analogo. Noi pensiamo che il sistema dei controlli in una situazione come quella dell'Ilva sia assolutamente determinante non soltanto per monitorare ovviamente quello che è accaduto in quel territorio così devastato dall'inquinamento (non soltanto dell'Ilva, ma di tutta una serie di centrali che hanno prodotto, diciamo così, miasmi in quel tipo di ambiente), ma anche per monitorare quello che dovrà accadere.
  Il fatto che l'ARPA Puglia si trovi con una dimensione di personale assolutamente insufficiente per fare fronte a questo tipo di problematiche è un dato evidente. Lo diceva Bratti: la stessa ISPRA ha cinque ispettori per cercare di controllare quello che avviene in una fabbrica che, per estensione, è più grande della città di Taranto; quindi, una enormità che non può essere controllata dal punto di vista ambientale se non c’è un investimento economico di supporto alle tecnologie e al personale che le deve mettere in campo.
  Ora, è evidente il fatto che, se non si vuole neanche concedere all'ARPA Puglia un finanziamento, come da noi proposto, di circa cinque milioni di euro che permetterebbe un aumento significativo del personale e della qualità quindi dei controlli, è evidente che tutto ciò, messo in rapporto alla impunibilità dei commissari, messo in rapporto al fatto che le prescrizioni all'80 per cento sono soltanto numeriche e non sono invece di qualità degli interventi ambientali, fa emergere un'immagine dello stesso decreto che è un'immagine assolutamente insufficiente; per certi versi è truffaldino dal punto di vista della gestione dell'intervento per la tutela dalla salute e dell'ambiente e ciò è assolutamente inaccettabile.
  Noi pensiamo che sia necessario da parte del Governo un intervento deciso. Voglio ricordare, in questa occasione, che al Senato, ormai da quasi un anno, giace Pag. 95la proposta di legge che è già stata approvata da questo ramo del Parlamento che è quella sull'Agenzia ambientale che è una riforma significativa, approvata peraltro all'unanimità da questa Aula; una riforma significativa dei controlli ambientali dell'Agenzia appunto e dell'ISPRA che dovrebbe permettere, anche dal punto di vista finanziario, una maggiore qualità degli interventi e dei controlli ovviamente in tutto il Paese, perché molte sono le aree di crisi, e in modo particolare sull'Ilva di Taranto.
  Per questa ragione noi esprimiamo un parere positivo su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, brevemente perché ritengo che le considerazioni esposte anche dal collega Bratti devono far riflettere un po’ di più un Governo che di fatto è arrivato al settimo decreto sull'Ilva e non ha ritenuto necessario potenziare il personale di controllo sette decreti fa. Di fatto sono anni che la situazione dei controlli è carente e per questo oggi riportiamo a quest'Aula ancora il dato che poc'anzi ho citato di cinque ispettori per tutto il territorio. Di questa situazione il Governo non si è mai voluto far carico e ancora oggi dobbiamo aspettare, forse magari riusciamo a inserire al Senato qualcosa. Sono passati la bellezza di sette decreti ma il Ministero dell'ambiente dov'era ? Il Ministro Galletti non ha come priorità il potenziamento dei controlli, noi siamo convinti che sia più intento forse a derogare rispetto alle normative ambientali piuttosto che a far avanzare le persone che devono effettuare i controlli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pelillo. Ne ha facoltà, per un minuto.

  MICHELE PELILLO. Signor Presidente, questo è un argomento che doveva essere incluso negli emendamenti al Senato e che poi all'ultimo momento, per ragioni indipendenti dalla volontà politica, invece ne è rimasto fuori. Abbiamo presentato un ordine del giorno per impegnare il Governo a considerare la possibilità di introdurlo appena possibile nel primo provvedimento legislativo, quindi chiediamo al Governo, nell'ordine del giorno che vedremo più avanti, proprio di considerare questa vicenda dell'ARPA e di concedere all'Agenzia regionale una deroga sui vincoli per le assunzioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà. Onorevole Duranti, vi invito però ad anticipare la richiesta, sennò...

  DONATELLA DURANTI. È da un po’ ma lei non mi guarda. Lei non guarda da questa parte, era da un po’.

  PRESIDENTE. Onorevole Duranti, non siamo polemici, qui abbiamo due occhi, poi ci sono anche gli assistenti che ci aiutano.

  DONATELLA DURANTI. No, io vorrei intervenire Presidente, mi faccia intervenire e risparmiamo tempo, grazie.

  PRESIDENTE. Onorevole Duranti, lasci fare al Presidente; lei si prenoti per tempo perché io stavo indicendo la votazione.

  DONATELLA DURANTI. Io mi sono prenotata per tempo.

  PRESIDENTE. Prego onorevole Duranti.

  DONATELLA DURANTI. La polemica è lei che la sta facendo, devo anche utilizzare meno di un minuto.

  PRESIDENTE. Prego onorevole Duranti.

  DONATELLA DURANTI. Sto parlando, Presidente. Era solo per rispondere in Pag. 96qualche maniera al mio collega tarantino, l'onorevole Pelillo. Io non credo che ci sia stata una svista o un equivoco al Senato, probabilmente non avevate capito che la regione Puglia non chiedeva risorse per incrementare di qualche decina di unità il personale necessario a svolgere le funzioni dell'ARPA, chiedeva semplicemente una deroga ai vincoli del Patto di stabilità con risorse proprie, della regione. Probabilmente non avevate capito e questo ci dispiace molto, speriamo che con la presentazione dei vari ordini del giorno si possa correggere questo errore, perché altrimenti in questa maniera si continua a depotenziare la possibilità di fare controlli e prevenzione nel territorio della città di Taranto e anche di questo dovrete assumervi la responsabilità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Colonnese 6.04, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Lavagno, Rubinato, Dambruoso, Pagano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  375   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  285).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nicola Bianchi 7.1 e Allasia 7.2, parere contrario di Commissioni e Governo, favorevoli i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caon, Fregolent...altri non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  381   
   Votanti  380   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  77    
    Hanno votato
no  303).    

  Ricordo che gli emendamenti Grimoldi 7.3 e Labriola 7.4 sono stati ritirati.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 8.6, con parere contrario delle Commissioni e del Governo, contrario il relatore del MoVimento 5 Stelle e favorevole il relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che non riescono a votare... ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  386   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  18    
    Hanno votato
no  368).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 8.15. Ricordo che gli altri emendamenti sono stati ritirati.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento teniamo a specificare che siamo assolutamente d'accordo che il tavolo istituzionale di Taranto predisponga un progetto che si occupi della anche valorizzazione culturale e turistica dell'arsenale militare-marittimo di Taranto. Però, vogliamo aggiungere, Pag. 97dopo le parole «ferme restando la prioritaria destinazione ad arsenale del complesso e le prioritarie esigenze operative e logistiche della Marina Militare», le parole «con particolare riferimento alla piena e completa attuazione del piano di riammodernamento infrastrutturale definito “Piano Brin”».
  Mi spiego. Questo piano serve, appunto, a riammodernare le infrastrutture dell'arsenale di Taranto – che voglio ricordare essere la più grande base navale italiana – ed è necessario specificarlo, perché, se non vogliamo correre il rischio che quell'arsenale si trasformi unicamente in un grande sito di archeologia industriale, dobbiamo, in qualche maniera, garantire l'applicazione delle misure previste dal Piano Brin. Il Piano Brin è un progetto infrastrutturale che ha lo scopo di ammodernare le officine, i magazzini e le infrastrutture e di mettere quei lavoratori in condizione di lavorare in maniera dignitosa. Lo dico perché io penso che arrivare all'attuazione del Piano Brin, e quindi al vero rilancio della mission dell'arsenale di Taranto, che voglio ricordare essere relativa alla manutenzione delle unità navali di superficie e di profondità (quindi, delle navi e dei sommergibili), scongiura il pericolo che le attività di manutenzione delle navi e dei sommergibili italiani possano essere un giorno esternalizzate, privatizzate.
  Vedete, questo è un Governo che, con la Ministra Pinotti, continua ad investire nell'acquisizione di nuovi sistemi d'arma.
  E però non si capisce perché invece lascia degradare, lascia morire, gli stabilimenti di manutenzione, cioè quegli stabilimenti dove ci sono saperi, conoscenze, importanti professionalità di lavoratori e lavoratrici che, se messi in condizione, appunto, di lavorare meglio – e, dunque, se quegli stabilimenti fossero ammodernati e ristrutturati – potrebbero garantire una vita più lunga alle unità navali, come nel caso dell'arsenale della Marina militare e quindi in questo senso, diciamo così, aiutare il Governo a ridurre gli investimenti per nuove navi, ad esempio.
  Per cui per noi è assolutamente importante che si tenga conto della valorizzazione di un arsenale che oramai ha più di 120 anni e che rappresenta, appunto, un sito architettonico di archeologia industriale importante, e che si arrivi al più presto all'ammodernamento delle infrastrutture di quell'arsenale, anche per scongiurare la privatizzazione di un settore così importante che regalerebbe completamente costruzione e manutenzione delle unità navali, appunto nel caso della Marina militare, ai grandi gruppi industriali dell'industria privata delle armi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 8.15, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle mentre il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Marzana, Carloni, Fantinati. Provi a votare, onorevole Carloni. L'onorevole Marzana invece non riesce a votare; ora è riuscita e anche ora in conformità con il gruppo. Ci sono altri colleghi che non riescono a votare ? Onorevole Toninelli. L'onorevole Toninelli ha votato ? Perfetto. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  379   
   Votanti  378   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  289).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 8.200.Pag. 98
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per aggiungere che questo emendamento si è reso necessario perché sempre il comma 3 dell'articolo 8 nell'ultimo periodo afferma: «Il progetto» – il progetto di valorizzazione – «è approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri», ma non si indica una scadenza, una data, un periodo entro il quale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri deve entrare in vigore.
  Senza indicare la data in cui il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri entra in vigore io penso che il comma 3 perda assolutamente di efficacia, perché è possibile che il progetto sia presentato entro i sessanta giorni previsti, ma poiché non c’è una data di scadenza, per così dire, rispetto all'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, quel progetto può rimanere lì a vita.
  Quindi, è necessario indicare una data e noi abbiamo individuato il termine di sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 8.200, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Veloci ! Castiello, Bonafede. Ci siamo ? Onorevole Bonafede, lei ha davanti a sé l'onorevole Cominardi, che è piuttosto alto; quindi mi faccia cenno, perché io da qui non riesco a capire se è riuscito a votare. Quando ha votato mi faccia cenno. È riuscito ? Perfetto. Ci sono altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  380   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  290).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 8.20, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle, si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  379   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  74    
    Hanno votato
no  305).    

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2894)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2894).
  Avverto che è in distribuzione la nuova formulazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2894/55.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Pag. 99rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Invito, per favore, i colleghi a liberare l'emiciclo.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, chiedo scusa agli onorevoli deputati, stiamo preparando i pareri, chiederei, se è possibile, avere una sospensione di dieci minuti.

  PRESIDENTE. Mi sembra ragionevole, giacché il termine per la presentazione degli ordini del giorno è scaduto esattamente trenta secondi fa. Quindi, sospendiamo la seduta fino alle ore 19.

  La seduta, sospesa alle 18,45, è ripresa alle 19,05.

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati e invito anche i colleghi, se possibile, a liberare l'emiciclo.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno Catalano n. 9/2894/1, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a confermare, nell'ambito degli atti di propria competenza, che nella categoria dei crediti prededucibili» e il resto rimane uguale. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Furnari n. 9/2894/2, mentre accoglie l'ordine del giorno Chiarelli n. 9/2894/3, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di prevedere».

  PRESIDENTE. La stessa riformulazione, a questo punto, si applica anche all'ordine del giorno Fiorio n. 9/2894/15, che è identico.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Direi di sì, Presidente; devo andarlo a vedere, però.

  PRESIDENTE. Lo controlli un attimo.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Esattamente. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Piso n. 9/2894/4, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a confermare, nell'ambito degli atti di competenza, quanto indicato nella relazione illustrativa».

  PRESIDENTE. Mi perdoni un istante, perché credo che vi sia un problema con il fascicolo. Datemi un secondo soltanto, perché devo fare una verifica.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Io ho l'ordine del giorno Piso n. 9/2894/4.

  PRESIDENTE. No, non mi riferisco al suo fascicolo, Viceministro, ma al fascicolo che è stato dato in distribuzione. Vorrei che i colleghi potessero...va bene, vi è un problema nella fotocopia dell'ordine del giorno n. 9/2894/3, ma comunque è a prima firma Chiarelli. Vi è un problema per cui non si leggeva il nominativo Chiarelli.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Il Governo non accoglie l'ordine del giorno Pili n. 9/2894/5.

  PRESIDENTE. No, l'ordine del giorno n. 9/2894/5 è a prima firma Vignali.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. È vero, l'ordine del giorno a prima firma Pili è il n. 9/2894/6. Mi scusi, Presidente, ma allora nel mio fascicolo manca l'ordine del giorno n. 9/2894/5.

  PRESIDENTE. Adesso vediamo di recuperarlo. Qual è il parere sull'ordine del giorno Pili n. 9/2894/6 ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. L'ordine del giorno n. 9/2894/5 allora è accantonato. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Pili n. 9/2894/6, mentre Pag. 100esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Civati n. 9/2894/7, ma devo chiedere al presentatore di espungere tutte le premesse. Il parere è favorevole sul dispositivo.

  PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno Civati n. 9/2894/7 viene riformulato, nel senso di sopprimere le premesse.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Zampa n. 9/2894/8, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare la possibilità di rivedere». Sull'ordine del giorno Pelillo n. 9/2894/9, vi è una riformulazione unica per tutti gli ordini del giorno, che poi citerò, relativi alla tematica dell'ARPA. La riformulazione unica...

  PRESIDENTE. Colleghi, ascoltiamola, perché così evitiamo di ripeterla dopo e di allungare ulteriormente i nostri lavori. Prego.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Presidente, mi scusi, in realtà, la riformulazione unica può essere la riconduzione a un ordine del giorno, che, però, non ho in questo momento qui, me lo porteranno. Quindi, chiedo di accantonare un attimo l'ordine del giorno Pelillo n. 9/2894/9.

  PRESIDENTE. Abbiamo per adesso accantonato gli ordini del giorno Vignali n. 9/2894/5 e Pelillo n. 9/2894/9.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Labriola n. 9/2894/10, mentre accoglie gli ordini del giorno Pisicchio n. 9/2894/11 e Capelli n. 9/2894/12. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pastorelli n. 9/2894/13, purché il dispositivo sia riformulato nel senso di sopprimere le ultime quattro righe, dalle parole: «nonché di vincolare» fino alle parole: «tempi certi». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Locatelli n. 9/2894/14.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Fiorio n. 9/2894/15 aveva la stessa riformulazione dell'ordine del giorno Chiarelli n. 9/2894/3.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Sì. Il Governo non accoglie l'ordine del giorno Marti n. 9/2894/16.

  PRESIDENTE. Quindi, deduciamo che il parere sia contrario.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. In merito all'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2894/17, come dicevo, tutti gli ordini del giorno sull'ARPA hanno un'unica formulazione, che poi dirò.

  PRESIDENTE. Quindi, accantoniamo anche questo ordine del giorno.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Gli ordini del giorno Pelillo n. 9/2894/9 e Pellegrino n. 9/2894/17 sono accantonati. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Zaratti n. 9/2894/18, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare la possibilità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, di stanziare adeguate risorse».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Duranti n. n. 9/2894/19, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo « valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative, affinché la valutazione del danno sanitario possa essere effettuata durante tutte le fasi delle relative ai lavori di ambientalizzazione prescritti dalle vigenti autorizzazione integrata e ambientali (AIA)» ed espungendo, nelle premesse, l'ultimo bullet, o meglio nell'ultimo bullet restano le prime righe fino a VDS nazionale.

Pag. 101

  PRESIDENTE. L'ultimo capoverso, immagino.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. L'ultimo capoverso delle premesse.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2894/20, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo «valutare l'opportunità di adottare eventuali iniziative tese ad escludere dall'ambito di applicazione del comma 6, dell'articolo 2, almeno le condotte dolose».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Ferrara n. 9/2894/21 e Caso n. n. 9/2894/22, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2894/23.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno De Lorenzis n. 9/2894/24 e Nicola Bianchi n. 9/2894/25, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2894/26, a condizione che il dispositivo sia riformulato inserendo l'espressione, «a valutare la possibilità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, di stanziare specifiche ed ulteriori risorse».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Grillo n. 9/2894/27, a condizione che il dispositivo sia riformulato inserendo l'espressione «a valutare, nel rispetto nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di reperire».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2894/28, a condizione che il dispositivo sia riformulato inserendo l'espressione «a valutare la possibilità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, di intraprendere».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Mantero n. 9/2894/29 con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2894/28, prima delle parole «individuare».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Dell'Orco n. 9/2894/30 e Cozzolino n. 9/2894/31, mentre accoglie l'ordine del giorno Dadone n. 9/2894/32. a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di adottare eventuali iniziative tese ad escludere dall'ambito di applicazione del comma 6, dell'articolo 2, le condotte fraudolente». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Nuti n. 9/2894/33, perché il comma 4-bis dell'articolo 2 dell'attuale testo prevede un una relazione semestrale. In generale segnalo che alcuni pareri contrari sono dettati dal fatto che non possiamo accettare ordini del giorno che dicano la contrario di ciò che dice il testo che stiamo approvando. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Toninelli n. 9/2894/34, per la stessa cosa, e Cecconi n. 9/2894/36, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2894/36. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Dieni n. 9/2894/37, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare la possibilità di adottare per quanto di sua competenza, tutte le misure, affinché, entro il mese di marzo 2015 si adempia all'aggiornamento della valutazione del danno sanitario e sia prodotta la richiesta documentazione.», espungendo tutte le premesse.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Castelli n. 9/2894/38, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Sorial n. 9/2894/39 e D'Incà n. 9/2894/40, perché non è una grande impresa quella a cui sono dedicati i 35 milioni di euro, sono le piccole imprese fornitrici dell'Ilva.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno L'Abbate n. 9/2894/41, Brescia n. 9/2894/42, Vacca n. 9/2894/43, Di Benedetto n. 9/2894/44 e Simone Valente n. 9/2894/45, esprime parere contrario sugli ordini del giorno Agostinelli n. 9/2894/46 e Corda n. 9/2894/47.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2894/48, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di porre in essere quanto dichiarato pubblicamente ovvero di procedere ad una razionalizzazione riassetto e riaccorpamento delle autorità portuali come previsto dalla normativa vigente». Il Pag. 102Governo esprime parere contrario in ordine del giorno Colonnese n. 9/2894/49, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Scuvera n. 9/2894/50 e Cani n. 9/2894/51.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2894/52, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: « impegna il Governo per quanto di propria competenza a favorire nell'ambito delle contrattazioni che si svolgeranno ai fini della cessione dell'affitto di Ilva spa, la prosecuzione dei rapporti di fornitura e servizi con le imprese dell'indotto».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2894/53, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo, per quanto di propria competenza, a sollecitare nelle contrattazioni che si svolgeranno ai fini della cessione o dell'affitto di ILVA spa la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali su tutte le imprese del gruppo».
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Allasia n. 9/2894/54 e Caparini n. 9/2894/55 (Nuova formulazione).
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Simonetti n. 9/2894/56, purché sia accolta la seguente riformulazione: «impegna il Governo ad adottare, per quanto di sua competenza, azioni volte a favorire per tutte le aziende dell'indotto...» e poi come prosegue il dispositivo.
  Il Governo, accoglie l'ordine del giorno Prataviera n. 9/2894/57, purché sia accolta la seguente riformulazione: «impegna il Governo, per quanto di propria competenza, ad adottare azioni volte a favorire per tutte le aziende...» e poi continua come il dispositivo.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2894/58 e accoglie, invece, come raccomandazione gli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/2894/59 e Vazio n. 9/2894/60.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Mucci n. 9/2894/61, Capone n. 9/2894/62 e Zolezzi n. 9/2894/63.
  Chiedo scusa, Presidente, ho bisogno di un attimo per l'ordine del giorno Braga n. 9/2894/64.

  PRESIDENTE. Nel frattempo abbiamo recuperato l'ordine del giorno Vignali n. 9/2894/5 ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Sì, Presidente. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Vignali n. 9/2894/5, purché sia accolta la seguente riformulazione al primo capoverso del dispositivo: «la valutazione del merito di credito delle imprese beneficiarie sia effettuata con procedure accelerate». Gli altri due capoversi sono accolti.

  PRESIDENTE. Il parere sull'ordine del giorno Pelillo n. 9/2894/9 ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Ci arriverò tra poco, Presidente. Manteniamo per ora sospesi i pareri sugli ordini del giorno Pelillo n. 9/2894/9 e Pellegrino n. 9/2894/17.
  Il Governo, invece, accoglie l'ordine del giorno Braga n. 9/2894/64, purché sia accolta la seguente riformulazione: «ad adottare compatibilmente con il quadro normativo nazionale ed europeo vigente...» e poi prosegue il dispositivo.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Paola Boldrini n. 9/2894/65.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mariani n. 9/2894/66, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cominelli n. 9/2894/67.
  Il Governo, accoglie l'ordine del giorno Bratti n. 9/2894/68, purché sia accolta la seguente riformulazione: «a sostenere l'impegno straordinario per il rafforzamento della struttura tecnico amministrativa dell'Arpa Puglia».
  Il parere sull'ordine del giorno Pinna n. 9/2894/69, Presidente, anche questo per ora lo tengo in sospeso, come gli ordini del giorno Pelillo n. 9/2894/9 e Pellegrino n. 9/2894/17.Pag. 103
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2894/70, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2894/71.
  Il Governo, accoglie l'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2894/72, purché sia accolta la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, di stanziare 30 milioni di euro necessari».
  Il Governo, accoglie l'ordine del giorno Lombardi n. 9/2894/73, purché sia accolta la seguente riformulazione all'inizio del dispositivo: «a valutare la possibilità di assicurare...»; inoltre al secondo capoverso: «la possibilità di approfondire...».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/2894/74, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2894/75.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2894/76 ed esprime parere contrario sugli ordini del giorno Tripiedi n. 9/2894/77 e Chimienti n. 9/2894/78.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Turco n. 9/2894/79, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/2894/80.
  Presidente, tengo sospeso, per ora, il parere sull'ordine del giorno Stella Bianchi n. 9/2894/81.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Bonafede n. 9/2894/82 e Matarrese n. 9/2894/83, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Segoni n. 9/2894/84.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Burtone n. 9/2894/85, purché sia riformulato come segue: «impegna il Governo a completare con assoluta urgenza, compatibilmente con le risorse finanziarie vigenti, lo studio epidemiologico» e così via. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Stella Bianchi n. 9/2894/81. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Pelillo n. 9/2894/9, Pellegrino n. 9/2894/17 e Pinna n. 9/2894/69, purché siano riformulati come l'ordine del giorno Bratti n. 9/2894/68, ossia come segue: «a sostenere l'impegno straordinario per il rafforzamento della struttura tecnico-amministrativa dell'ARPA Puglia».

  PRESIDENTE. La riformulazione di riferimento è quella dell'ordine del giorno Bratti n. 9/2894/68 ? Viceministro, mi scusi, l'ordine del giorno che dà parametro per le riformulazioni cui si ispirano gli altri è l'ordine del giorno Bratti n. 9/2894/68 ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. È l'ordine del giorno Bratti 9/2894/68, che però a sua volta riformulato fermandosi alla parola «Puglia», dopo la parola «Puglia» punto e basta.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti. Io chiamo gli ordini del giorno, poi, se ci sono ritiri, vi prego di farli pervenire prima alla Presidenza, così come se ci sono accoglimenti in blocco delle riformulazioni.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Catalano n. 9/2894/1, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Furnari n. 9/2894/2, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Furnari n. 9/2894/2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Distaso, Marzana, Ascani, Mariano, Tancredi, Latronico, Nicchi, Santelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  356   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  238).    
  (La deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 104

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Chiarelli n. 9/2894/3 e Fiorio n. 9/2894/15, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Piso n. 9/2894/4, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vignali n. 9/2894/5, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/2894/6, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  MAURO PILI. Signor Presidente, io chiedo di mettere al voto questo ordine del giorno, prima di tutto per far vedere esplicitamente la posizione del Governo su un tema così importante come è quello del riconoscimento di settore strategico nazionale anche per l'alluminio.
  Il Governo si è impegnato, in alcuni provvedimenti e nel memorandum, a rilanciare questo settore. In realtà, con il suo parere contrario oggi dice l'esatto opposto, anche sul riconoscimento delle condizioni energetiche per far ripartire quello stabilimento, quello del Sulcis. Dice di no e poi, invece, dice di sì a un altro ordine del giorno, in cui la posizione è edulcorata, in cui non c’è chiarezza su quello che deve essere fatto. È una situazione assolutamente priva di fondamento. Il Governo con questo suo parere contrario si assume la responsabilità di tenere chiuso lo stabilimento di Portovesme dell'Alcoa.
  Aggiungo che si tratta di un riconoscimento che va anche per Fusina, lo stabilimento veneto, e quindi di un riconoscimento strategico per quanto riguarda l'alluminio primario, risorsa fondamentale per l'industria automobilistica.
  Il Governo, con questo voto contrario – quindi, chiedo di metterlo in votazione con il parere contrario del Governo –, possa assumersi totalmente la responsabilità di questo parere contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Viceministro dello sviluppo economico Claudio De Vincenti. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Grazie, Presidente. Io vorrei che fosse molto chiaro – e credo che gli onorevoli deputati lo sappiano benissimo; quindi, anzi, mi scuso di questa precisazione, ma evidentemente è necessario farla – che il Governo, sulla situazione del Sulcis, ha un impegno costante, metodico, giornaliero. È stato varato il piano Sulcis, che, nonostante ciò che dice l'onorevole Pili, sta dando i suoi primi frutti. Le principali imprese dell'area, sono curate con attenzione queste situazioni: Eurallumina abbiamo fatto il contratto di sviluppo e sta per ripartire, e abbiamo già creato le condizioni ambientali di rilancio delle infrastrutture e di costo dell'energia che consentono, in questo momento, di dare una possibilità di successo al negoziato sull'Alcoa. Tutto questo è roba molto seria. Non c’è bisogno di mettere questo all'interno di un provvedimento che ha tutt'altri scopi e si rivolge ad un altro tipo di impresa.
  Ricordo anche che la nozione di «stabilimento strategico», come definita dalla legge n. 231 del 2012, non coincide con la situazione di Alcoa, né delle altre imprese del Sulcis.
  In sintesi, sul Sulcis c’è un impegno del Governo che è ben noto, e non c’è bisogno di aggiungere un ordine del giorno che è pieno di inesattezze e anche di possibili violazioni di normativa europea.

  PRESIDENTE. Grazie, Viceministro.
  Ha chiesto di parlare di nuovo per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.

  MAURO PILI. Sì, perché non credo che avesse titolo a parlare il sottosegretario o Viceministro, considerato che siamo in fase di dichiarazione di voto: non essendo Pag. 105lui parlamentare, non poteva assolutamente intervenire in questa fase della discussione. Però, voglio ribadire un concetto.

  PRESIDENTE. Onorevole Pili, il Governo può intervenire quando chiede la parola.

  MAURO PILI. Perfetto ! Se aveva titolo a parlare, va bene. Però, la realtà è un'altra: che il sottosegretario ministro ha detto che non si può fare il riconoscimento strategico nazionale dello stabilimento. E per quale motivo ha espresso un parere favorevole sull'ordine del giorno Cani n. 9/2894/51 ? Quindi, vuol dire che è un parere favorevole di convenienza.
  La realtà è che, quando dice che c’è un problema di compatibilità comunitaria, qui è ripreso esattamente quello che è stato scritto nel memorandum con la Glencore per quanto riguarda il rilancio di quello stabilimento. Quindi, è evidente che il fatto che il Governo non abbia presentato nessun tipo di provvedimento su questo è perché in quel memorandum ci sono scritte delle balle ! La realtà è che, dopo due anni e mezzo che De Vincenti segue la vertenza Alcoa, ha prodotto soltanto mille licenziati. Questa è la sintesi del lavoro del Governo: mille licenziati. E con questo voto contrario che voi avete espresso a questo ordine del giorno ve ne assumete politicamente tutta la responsabilità.

  PRESIDENTE. Grazie, lo poniamo in votazione...
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Solo per far presente che, in realtà, noi voteremo contrariamente su questo ordine del giorno per il semplice motivo che contiene, a nostro avviso, degli impegni su cui la Comunità europea ci ha già sanzionato e ci sta sanzionando, che sono quelli della parte energetica. Però, dall'altro lato, vorremmo anche mettere nero su bianco che – sugli impegni di occuparsi della strategia con provvedimenti straordinari su stabilimenti industriali che riguardano l'alluminio – è stato dato un parere favorevole all'ordine del giorno Cani n. 9/2894/51 del PD. Allora, noi vorremmo capire se c’è un piano di salvaguardia globale o si vadano a fare degli interventi spot. Visto che, tra l'altro, abbiamo anche una risoluzione in Commissione sul tema, vorremmo comprendere meglio dal Governo quale sia la posizione, perché non vorremmo mai che alcune tematiche poste dai vari gruppi – opposizione, misti e maggioranza – abbiano un rilievo diverso secondo da chi vengono poste. Per intanto, la ringrazio.

  PRESIDENTE. Ringrazio io lei.
  Se non vi sono altri interventi, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/2894/6, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuliani... Prataviera... Grimoldi... Gelmini... Fucci... Marchi... Lattuca...
  Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  371   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  299).    

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Civati, n. 9/2894/7, accettato dal Governo come riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zampa, n. 9/2894/8, accettato dal Governo purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pelillo, n. 9/2894/9, accettato dal Governo come riformulato.Pag. 106
  Su questo c’è l'identica riformulazione anche per l'ordine del giorno Pellegrino, n. 9/2894/17.
  Onorevole Pellegrino ?

  SERENA PELLEGRINO. Chiedo semplicemente chiarimenti sulla riformulazione, che mi pare di capire, sia «sull'opportunità di». Ecco io mi interrogo perché in questo mio ordine del giorno si chiede l'impegno del Governo ad attivarsi attraverso una propria iniziativa legislativa da presentare al primo provvedimento utile. Insomma, il primo «trenino» utile noi lo prendiamo per mettere in campo questa iniziativa.
  Mi sembrava che voi stessi aveste detto che al Senato è scattata in questo provvedimento l'opportunità. E perché non dire invece: lo facciamo e basta. Nel prossimo provvedimento noi ci prendiamo l'impegno di inserire ciò che chiediamo nell'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Quindi, onorevole Pellegrino, per capirci....

  SERENA PELLEGRINO. Chiedo se il Governo può rivedere la formulazione.

  PRESIDENTE. Però se il Governo non la rivede, lei non accetta la riformulazione ?

  SERENA PELLEGRINO. Io eventualmente accetto la riformulazione perché non è pensabile non accettarla. Però, mi sembra quasi una contraddizione del Governo stesso. Lo ha detto l'onorevole Pelillo, l'abbiamo detto in tutte le occasioni, in tutte le salse, che è stata una svista al Senato.

  PRESIDENTE. Il Viceministro ha chiesto la parola ? Prego.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Se l'onorevole Bratti e gli altri presentatori dell'ordine del giorno n. 9/2894/68 sono disponibili, io potrei suggerire di aggiungere al periodo dell'ordine del giorno dell'onorevole Bratti «a sostenere l'impegno straordinario per il rafforzamento della struttura tecnica e amministrativa dell'ARC Puglia», le parole «con un intervento legislativo nel primo provvedimento utile».

  SERENA PELLEGRINO. A quel punto decadrebbe il mio ordine del giorno ?

  PRESIDENTE. No, sarebbe la riformulazione del suo ordine del giorno.

  SERENA PELLEGRINO. Perfetto.

  PRESIDENTE. A questo punto, se è così, va bene anche per l'onorevole Pelillo ? Va bene. Un istante onorevole Crippa. Io chiedo se va bene anche ai presentatori dell'ordine del giorno Bratti, n. 9/2894/68 e dell'ordine del giorno Pinna n. 9/2894/69 ? Va bene.
  Ha facoltà di parlare, onorevole Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, si tratta solo di comprendere la procedura che stiamo attuando. Se di fatto prendiamo cinque ordini del giorno con cinque premesse completamente diverse e riformuliamo un impegno univoco, vorrei comprendere se la riformulazione è per ognuno, con ognuna delle proprie premesse, oppure se di fatto le premesse spariscono in tutti.

  PRESIDENTE. Le premesse restano identiche e la sua per ciascun ordine del giorno tuttavia, poiché l'impegno verte sulla stessa materia e il Governo ha proposto per questi presentatori il medesimo dispositivo, il medesimo impegno, per economia dei lavori li abbiamo affrontati insieme e a questo punto poi non li chiameremo perché sono stati tutti accettati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Labriola n. 9/2894/10, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Labriola n. 9/2894/10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 107

  Palese... Malpezzi... Coppola... Marti... Fucci... Battaglia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  352   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Pisicchio n. 9/2894/11 e Capelli n. 9/2894/12, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pastorelli n. 9/2894/13, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Locatelli n. 9/2894/14, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marti n. 9/2894/16, non accettato dal Governo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marti n. 9/2894/16.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer... Distaso... Cimbro... Paris... colleghi, se restiamo a posto guadagniamo del tempo prezioso anche perché poi ci sarà un altro punto all'ordine del giorno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  319   
   Astenuti   52   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  ARIANNA SPESSOTTO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, mi richiamo agli articoli 8 e 10 del Regolamento. Volevo far presente alla Presidenza e ai Questori che ha appena suonato l'allarme antincendio in quella che definiamo zona fumatori – ma che per la legge non è zona fumatori – dietro all'aula e volevo insistere nuovamente con la Presidenza affinché si prendano provvedimenti seri (Applausi) rispetto alle numerose segnalazioni che sto facendo da anni in merito alla questione delle zone fumatori che non sono assolutamente a norma ed è assolutamente inqualificabile il fatto che applichiamo qua dentro le norme che chiediamo, fuori, ai cittadini di rispettare ma poi non rispettiamo. Quindi invito nuovamente la Presidenza a prendere provvedimenti seri in merito (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Evidentemente la questione che lei solleva gode di una certo popolarità. Inoltrerò la questione ai Questori che se ne occuperanno.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Zaratti n. 9/2894/18, Duranti n. 9/2894/19 e Sannicandro n. 9/2894/20 accettati dal Governo, purché riformulati.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ferrara n. 9/2894/21, non accettato dal Governo.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, questo è un ordine del giorno sul quale abbiamo avuto modo di riflettere e di confrontarci anche in Commissione e riguarda l'articolo 1 di questo provvedimento che estende la disciplina prevista per l'amministrazione straordinaria delle imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali alle imprese che gestiscono almeno uno stabilimento industriale Pag. 108di interesse strategico nazionale, introducendo una serie di modifiche alla cosiddetta legge Marzano. Noi abbiamo preso atto che in questo decreto-legge si parla solamente di garanzia della continuità produttiva e di adeguati livelli occupazionali e ci siamo permessi di presentare questo ordine del giorno ovviamente con le formule di rito che non obbligano e non impongono tanti doveri a questo Governo (infatti la formula di rito è «a valutare l'opportunità di» e quindi in maniera anche poco rigida e poco severa). Secondo noi sarebbe stato doveroso prevedere che, in caso di affitto o cessione di ramo d'azienda o di un ramo aziendale, vi fosse il trasferimento in capo all'affittuario o all'acquirente dell'obbligo di continuità dei rapporti di lavoro e delle condizioni normative in essere.
  Inoltre, laddove si prevede in particolare di garantire la prosecuzione dell'attività produttiva dell'impresa di interesse strategico nazionale sarebbe stato necessario invece estendere tale garanzia alle ditte terze dell'indotto e ai fornitori che risultino essenziali ai fini della continuità del processo produttivo e della salvaguardia dell'attività industriale e dei servizi. Insomma, abbiamo provato con un ordine del giorno a riproporre per l'ennesima volta, dopo ore di dibattito, il tema di una politica industriale anche per quello che riguarda gli stabilimenti di Taranto per far sì che la tutela dei livelli occupazionali non sia solo una retorica declamata alla bisogna e all'evenienza ma far sì di provare a concretizzare. Noi davvero non capiamo, e su questo vorrei interloquire senza alcuna ipocrisia e senza alcuna velleità retorica, il motivo di questo parere contrario e ci piacerebbe provare ad aprire una interlocuzione con il Viceministro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferrara n. 9/2894/21, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini, Marchi, Palese, Coppola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  364   
   Votanti  312   
   Astenuti   52   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  252)    .

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caso n. 9/2894/22, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caso n. 9/2894/22, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Grassi, Coppola, Spadoni, Sorial, Mognato, Pellegrino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  362   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  250)    .

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2894/23, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2894/24, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2894/24, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 109

  Altieri, Misiani, Monaco, Ciracì, Tinagli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  370   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  257).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2894/25, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2894/25, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Sani, Saltamartini, Gallinella, Leva...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  347   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  253)    .

  (La deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2894/26, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grillo n. 9/2894/27, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2894/28, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mantero n. 9/2894/29, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2894/30, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2894/30, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Venittelli, Ragosta, Simone Valente, Piccione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  356   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  256)    .

  (Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2894/31, non accettato dal Governo. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2894/31, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Blazina, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  368   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  256).    

Pag. 110

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dadone n. 9/2894/32, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nuti n. 9/2894/33, non accettato dal Governo. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nuti n. 9/2894/33, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pili, Elvira Savino, Gigli, Ciprini, Pesco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  362   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  251).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Toninelli n. 9/2894/34, non accettato dal Governo. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/2894/34, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pili, Zardini, Brescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  358   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  248).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cecconi n. 9/2894/35, non accettato dal Governo. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2894/35, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Campana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  358   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  249).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2894/36, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dieni n. 9/2894/37, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Castelli n. 9/2894/38, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sorial n. 9/2894/39, non accettato dal Governo. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sorial n. 9/2894/39, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  361   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  251).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pag. 111D'Incà n. 9/2894/40, non accettato dal Governo. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2894/40, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  353   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  244).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno L'Abbate n. 9/2894/41, Brescia n. 9/2894/42, Vacca n. 9/2894/43, Di Benedetto n. 9/2894/44 e Simone Valente n. 9/2894/45, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2894/46, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2894/46, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  362   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  252).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Corda n. 9/2894/47, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Corda n. 9/2894/47, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moscatt, Fanucci, Buttiglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  365   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  252).    

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2894/48, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Colonnese n. 9/2894/49, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colonnese n. 9/2894/49, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Pili, Bianchi, Bergonzi, Nuti... Altri ? Stampo, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  369   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  254).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Scuvera n. 9/2894/50 e Cani n. 9/2894/51, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per Pag. 112la votazione degli ordini del giorno Fedriga n. 9/2894/52 e Grimoldi 9/2894/53, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Allasia n. 9/2894/54 e Caparini n. 9/2894/55, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Simonetti n. 9/2894/56 e Prataviera n. 9/2894/57, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/2894/58, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2894/58, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Moscatt...provi a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  363   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  252).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2894/59, accolto dal Governo come raccomandazione.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Intervengo per cambiare il parere sull'ordine del giorno Vazio n. 9/2894/60 da raccomandazione a favorevole.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vazio n. 9/2894/60, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mucci n. 9/2894/61, Capone n. 9/2894/62 e Zolezzi n. 9/2894/63, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Braga n. 9/2894/64, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Paola Boldrini n. 9/2894/65.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/2894/66, accolto dal Governo come raccomandazione.

  ALESSANDRO BRATTI. Si, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto, in quanto cofirmatario.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI. La questione del deposito di Statte, che per 25 anni non era stata risolta, non l'ha ricordata nessuno in questa discussione. Invece, bisogna ringraziare il Governo, perché ha messo a disposizione ben 10 milioni di euro. Noi chiediamo, però, un impegno al Governo, a questo punto, per cui quei 17 mila fusti non vengano tenuti lì, ma spostati da quell'area, perché è un'area di per sé già molto delicata.
  Quindi, l'ordine del giorno aveva questo obiettivo, e noi chiediamo, soprattutto al Viceministro De Vincenti, anche se questa normativa passa attraverso la commissaria straordinaria, di farsene davvero carico, anche per quelle che sono le sue competenze sul nucleare. Grazie.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 113

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. L'ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione essenzialmente per un motivo. Se l'onorevole Bratti e gli altri presentatori, come l'onorevole Mariani, sono disposti ad una piccola riformulazione, il parere può diventare favorevole. Il punto è che c’è l'estrema urgenza. Ora, l'emendamento passato al Senato già dice che noi siamo, con estrema urgenza, impegnati a risolvere il problema della messa in sicurezza dei rifiuti depositati nell'area ex Cemerad.
  Però, qui si dice che con estrema urgenza dobbiamo trasferirle. Gli onorevoli presentatori sanno bene che riguardo a questo tema la Sogin è impegnata in un complessivo piano di decommissioning e poi di messa in sicurezza dei depositi radioattivi, fino al deposito unico nazionale. Io credo che dobbiamo tenere conto di questo arco temporale, che non significa non mettere in sicurezza con estrema urgenza; quello deve avvenire sicuramente. Ma il trasferimento è cosa che deve rientrare all'interno di questo piano complessivo della gestione dei rifiuti radioattivi che Sogin sta attuando.
  Allora, se i presentatori sono disposti ad una riformulazione che toglie l'inciso «con estrema urgenza», che, ripeto, è riferito semplicemente al trasferimento, perché la messa in sicurezza va fatta con estrema urgenza – ripeto: è il trasferimento il problema –, potrei accettarlo con questa riformulazione.

  PRESIDENTE. Onorevole Bratti, a questo punto accetta questa riformulazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/2894/66 ?

  ALESSANDRO BRATTI. Presidente, mi permetto di dire che in un conferimento, tra l'altro formale, con Sogin, che appunto, come ricordava prima il Viceministro, si occuperà della questione del deposito, c'era comunque una disponibilità a verificare questa possibilità di trasporto già oggi, in depositi della Nucleco che è una società, diciamo, che lavora per Sogin.
  Quindi, io chiedo, accogliendo la proposta del Viceministro, però di effettuare una verifica, perché questa questione a nostro avviso, fatte le debite verifiche, forse si può risolvere – anzi, senza il forse – prima del deposito nazionale, che avremo nel 2025 se tutto va bene. Quindi, visto che quella roba lì ha una storia di 25 anni, credo che veramente portarla via da lì sarebbe la cosa migliore.
  Quindi, l'impegno che io le chiedo, come Viceministro e proprio nelle sue competenze, è di verificare questa situazione.

  PRESIDENTE. Onorevole Bratti, quindi in sintesi lei accetta la riformulazione, proposta dal Viceministro, e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/2894/66, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Una precisazione sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2894/52: l'ordine del giorno in realtà è accolto, perché il Governo ha letto come riformulazione un'aggiunta, fatta a penna, che però faceva parte dello stesso ordine del giorno, cosa che è avvenuta nella confusione della redazione dei pareri. Quindi, si intende accolto.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cominelli n. 9/2894/67, accettato dal Governo.
  Ricordo che gli ordini del giorno Bratti n. 9/2894/68 e Pinna n. 9/2894/69 sono stati già esaminati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2894/70, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marzana n. 9/2894/71, non accettato dal Governo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2894/71, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 114

  Tartaglione, Misuraca, Nesci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  359   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  249).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Luigi Gallo n. 9/2894/72 e Lombardi n. 9/2894/73, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ciprini n. 9/2894/74, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n. 9/2894/75, non accettato dal Governo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2894/75, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione...

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Presidente, chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione, perché il Governo forse intende intervenire. Prego, Viceministro. Ricordo che siamo sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2894/75.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, se l'onorevole Cominardi fosse disponibile ad una riformulazione del suo ordine del giorno, analoga alla nuova formulazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2894/55 (la seconda versione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2894/55), in quel caso io potrei esprimere parere favorevole, così come l'ho già espresso sulla seconda versione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2894/55.

  PRESIDENTE. Dunque, prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n. 9/2894/75, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2894/76, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2894/77, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2894/77, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moscatt, Scotto, Amendola, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  360   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  249).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n. 9/2894/78, non accettato dal Governo.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno chiediamo una cosa molto semplice, cioè che il Governo riveda l'incredibile decisione di garantire l'immunità penale per il commissario straordinario e per i suoi incaricati nell'attuazione del piano ambientale previsto dall'autorizzazione integrata ambientale. Con sgomento, leggendo il comma 6 dell'articolo 2, apprendiamo che il Governo dispone che l'osservanza delle disposizioni contenute nel piano escluderà per le condotte strettamente connesse all'attuazione dell'AIA e delle altre norme a Pag. 115tutela dell'ambiente, della salute e dell'incolumità pubblica sia la responsabilità amministrativa a carico della società Ilva Spa sia la responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario e dei soggetti da questi funzionalmente delegati. L'immunità civile e penale garantita anche per condotte dolose ai commissari e ai delegati è una misura di una gravità assoluta, che si innesta in un altrettanto grave processo di occultamento di un vero e proprio condono ambientale, cosa che di fatto sono stati e continuano ad essere tutti i decreti emanati in materia.
  Dov’è finito l'articolo 112 della Costituzione, che sancisce all'obbligo di esercizio dell'azione penale da parte dei pubblici ministeri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Non ci risulta che le riforme costituzionali del Governo Renzi lo abbiano abrogato, almeno per il momento. Dunque, ci chiediamo, con profonda indignazione, come sia stato possibile anche solo pensare di introdurre questa norma. Non solo l'articolo 2, comma 6, di questo decreto nasconde, neanche tanto velatamente, un'ammissione di colpa: i reati ci sono stati, ci sono e ci saranno ancora. Ecco perché si procede a questa vergognosa depenalizzazione. Se ha ancora una qualche valenza la nostra Carta costituzionale, il Governo ci ripensi e approvi quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2894/78, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guidesi, Occhiuto, Necchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  359   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  251).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/2894/79, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carrescia n. 9/2894/80, con il parere favorevole del Governo.
  Sull'ordine del giorno Stella Bianchi n. 9/2894/81 ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. Prego, Viceministro De Vincenti.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei cambiare il parere da accolto come raccomandazione a parere favorevole.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stella Bianchi n. 9/2894/81, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bonafede n. 9/2894/82, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2894/82, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marantelli, Ventricelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  350   
   Votanti  349   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  251).    

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Matarrese n. 9/2894/83, con il parere contrario del Governo.Pag. 116
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matarrese n. 9/2894/83, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  347   
   Votanti  344   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  63    
    Hanno votato
no  281).    

  (Il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario. Il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/2894/84, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Burtone n. 9/2894/85, accettato dal Governo, purché riformulato.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Secondo le intese intercorse (Commenti del deputato Palese)...lo so, onorevole Palese, che lei avrebbe voluto farne degli altri, ma, ahimè per lei, sono finiti.
  Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di martedì prossimo, 3 marzo, a partire dalle ore 11,30, con le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta, cui seguirà la votazione finale.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, recante misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonché proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (A.C. 2893) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali) (ore 20,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Gianluca Pini ed altri n. 1, Del Grosso ed altri n. 2 e Scotto ed altri n. 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 2893), presentate al disegno di legge n. 2893: Conversione in legge del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, recante misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonché proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione. Colleghi, per favore !
  Avverto che, a norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
  Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
  L'onorevole Gianluca Pini ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1. Colleghi, vi prego di lasciarlo intervenire in un clima decente.

Pag. 117

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente, molto brevemente, per l'economia dei lavori, visto che abbiamo iniziato presto, oggi.

  PRESIDENTE. Invito i colleghi a fare una valutazione, prima di uscire tutti quanti dall'Aula, perché, se gli interventi sono brevi, il voto avviene tra breve; quindi, anziché poi dover stare qui con una votazione che dura 10 minuti...prego, onorevole Pini.

  GIANLUCA PINI. Presidente, come lei ha ricordato, questa è una questione pregiudiziale sul cosiddetto decreto che non possiamo chiamare solo antiterrorismo-missioni, perché è quasi un decreto omnibus, anzi, questo è uno dei profili, secondo noi, non solo sui contenuti, ma anche sul metodo, che ha rilievi di incostituzionalità.
  La scelta indotta dal Governo su alcune parti poteva anche essere comprensibile in tema di contrasto al terrorismo, non fosse altro però...Presidente, capisco che siamo in chiusura, però...

  PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Pini. Colleghi, per favore, non mi costringete a richiamarvi. Colleghi, mi liberate i banchi del Governo, per favore, e l'emiciclo ? Grazie. Per favore, sta intervenendo un collega e sta illustrando una questione pregiudiziale, su cui, peraltro, tra breve si voterà. Quindi, per cortesia, chi vuole uscire lo faccia in silenzio, chi rimane in Aula stia in silenzio altrettanto. Prego.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Dicevo che, se ci fosse stata, effettivamente, come era nella percezione dell'elettorato e anche di molti colleghi, l'urgenza di emanare un decreto specifico per le norme di contrasto al terrorismo, questo andava fatto con celerità; non cinque settimane, cinque settimane, dopo i fatti accaduti il 7 e l'8 gennaio a Parigi. Già questo, quindi, fa cadere un attimino quella che era l'effettiva urgenza, perché, se per decreto si volevano fare delle modifiche al codice penale e introdurre diverse misure, che noi riteniamo assolutamente necessarie, ma che il Governo non ha inserito, alla fin fine, all'interno del decreto – ma questo è più sul piano dei contenuti, che sul metodo –, lo si faceva immediatamente.
  Invece, si è aspettato cinque settimane, così come si è aspettato 50 giorni – e questa è una vergogna, perché lascia scoperte le missioni internazionali non solo sotto il profilo economico, ma anche sotto il profilo proprio della tutela diplomatica di chi svolge le missioni, non solo sul piano militare, ma anche sul piano diplomatico, all'estero – dalla scadenza della copertura del precedente decreto, per poi emanare questo ulteriore decreto di proroga, che, peraltro, non proroga fino alla fine dell'anno, ma proroga solo fino ad una determinata parte.
  Ora, non è questo il momento, perché questa è una questione pregiudiziale, però colgo l'occasione: vi è una legge quadro sul discorso delle missioni, vi è un testo unificato. Cerchiamo di approvarlo rapidamente, perché, altrimenti, diventa veramente uno stillicidio.
  E cerchiamo anche di ricondurre quest'Aula al rispetto dei principi costituzionali, che, evidentemente, vengono sempre più calpestati dal Governo Renzi, sempre più calpestati dal Governo Renzi; non ultimo, per il fatto di mettere insieme il decreto antiterrorismo e il decreto missioni, di fatto costringendo l'Ufficio di Presidenza della Camera – anche se poteva fare scelte diverse, e questo lo abbiamo segnalato anche al Presidente della Repubblica – ad esautorare la Commissione affari esteri, per la prima volta nella storia, dall'esaminare in sede referente il decreto missioni.
  Cosa allucinante, anche qui vi è un profilo di non omogeneità all'interno del decreto, perché si parla di norme penali sull'antiterrorismo, si potevano fare due decreti, probabilmente non avremmo a quel punto depositato una pregiudiziale di incostituzionalità, perché a quel punto poteva essere che la parte dell'antiterrorismo andava ad essere assegnata alla I Commissione e alla II Commissione, giustizia Pag. 118e la restante parte delle missioni, come è sempre avvenuto, poteva essere assegnata alla III e alla IV Commissione. Invece, così sono state esautorate la I Commissione (che forse è ancora più grave rispetto al discorso della III Commissione, perché comunque ci sono dei principi di rispetto anche delle libertà individuali che vengono toccati che non possono essere solo ad esclusivo appannaggio della Commissione giustizia), ma soprattutto viene esautorata sul piano dei rapporti internazionali la III Commissione, cioè quella Commissione che deve dare in qualche modo una lettura politica alla scelta delle missioni che si fanno, perché noi mandiamo dei militari all'estero, in scenari esteri, se lo facciamo senza passare da una valutazione della Commissione esteri diamo un valore militaristico e non diplomatico ai nostri interventi che sono – ripeto – gestiti da militari, ma fortunatamente solo pochissimi sono interventi militari nel vero senso della parola, altri sono di peacekeeping o di sviluppo o addirittura di cooperazione internazionale e non facciamo trattare questo dalla III Commissione.
  In più, c’è un altro problema, all'interno di questo decreto, ci sono delle missioni che non si capisce perché devono essere rinnovate attraverso un decreto quando si sapeva, ad esempio Resolute support o quella del Libano, che non si sarebbero concluse alla fine dell'anno. Quindi anche qui l'utilizzo sbagliato, incostituzionale, di uno strumento normativo che non c'entra assolutamente nulla con una pianificazione che è sempre stata a questo punto disattesa. Capitava nel passato, ma capita in maniera veramente cialtronesca da parte di questo Governo che dimentica assolutamente che, senza una programmazione all'estero di questo tipo di missioni, facciamo solo la misura dei peracottari, come mi pare che qualcuno abbia fatto dicendo «andiamo in Libia, no non ci andiamo, no aspettiamo, torniamo avanti e indietro».
  Comunque, l'ultima cosa, e anche questa che grida veramente vendetta, è che è stato questo Parlamento a votare pochi mesi nella conversione dell'ultimo «decreto missioni» una norma che partiva da un emendamento del sottoscritto, firmato da tutti colleghi della Lega, che poi è diventato un emendamento di tutti i gruppi, che diceva una cosa chiarissima «niente più missioni dal 1o gennaio 2015 se non tornano i marò a casa». Questo non è un ordine del giorno come era stato fatto prima (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), non era solo un ordine del giorno che era stata approvato, sempre a firma di tutti i deputati della Lega, è una legge che questo Parlamento, che voi, avete votato. Una legge che sistematicamente, dopo pochi mesi, il Governo Renzi con questo decreto ha calpestato. Quindi, per tutti i motivi che ha detto prima, ma soprattutto per questo motivo, per un fatto anche di dignità del Parlamento, qui chiedo assolutamente che non si proceda con l'esame della conversione di questo decreto, perché è palesemente incostituzionale e, soprattutto, uno schiaffo al buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. L'onorevole Del Grosso ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.
  Al pari di quando interveniva l'onorevole Gianluca Pini, chiedo ai colleghi di liberare l'emiciclo e di rimanere in silenzio, per permettere di svolgere un intervento in un clima decente.

  DANIELE DEL GROSSO. Presidente, sarò anch'io molto breve, ci troviamo di fronte all'ennesimo «decreto missioni» un «decreto missioni» che si ripete continuamente e ci ritroviamo di fronte ad una pregiudiziale. Purtroppo ci siamo abituati a tutto, non solo ci siamo abituati alle fiducie, ai decreti governativi, ci siamo addirittura abituati ai «decreti missioni» e alle pregiudiziali. Questa volta però, Presidente, è ancora più grave rispetto allo scorso anno, perché oltre a contenere tutte le missioni in un unico blocco, e noi avevamo chiesto lo spacchettamento l'anno scorso delle varie missioni per poterle analizzare singolarmente, quest'anno abbiamo Pag. 119i primi dieci articoli che trattano di antiterrorismo e non che sia una materia da non trattare in Parlamento, anzi noi vogliamo che venga trattata questa materia anche con una certa urgenza.
  Ma di certo non è una materia da mettere all'interno del decreto missioni, perché inserire l'antiterrorismo nel decreto missioni significa ricattare i deputati, significa far fare una scelta obbligata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! È un ricatto, questo è un ricatto ! Ma puntualmente Renzi ci presenta questi ricatti e puntualmente i deputati, pur di non perdere la poltrona, votano qualsiasi cosa. Questa è la prima grave situazione che si è venuta a creare con questo decreto-legge, senza parlare del fatto che, comunque sia, in questa legislatura si è preso il vizio addirittura di accorciare i decreti missione e non più di approvarli annualmente, come avveniva precedentemente.
  Inoltre si è creata una nuova situazione, molto grave. Negli scorsi decreti missione abbiamo avuto la possibilità, nella Commissione affari esteri, di essere una Commissione referente. Quest'anno questo per la prima volta non è avvenuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), tanto che c’è stato un ingarbugliamento di Commissioni, perché forse addirittura dovevano occuparsi la Commissione affari costituzionali e la Commissione difesa dell'antiterrorismo e, magari poi, per gli articoli restanti dopo il decimo, se ne dovevano occupare la Commissione affari esteri con la Commissione difesa. Invece questa volta la Commissione affari esteri è stata messa da parte. Pertanto noi chiediamo che questo decreto-legge non venga portato in Aula.
  C’è un altro fatto gravissimo, davvero grave. Come diceva prima Gianluca Pini, la volta scorsa abbiamo messo nero su bianco, ed è legge, il fatto che, se non si fosse risolta la questione dei due marò – perché a tutt'oggi sono ancora detenuti in India e, forse, questi due riescono a tornare soltanto se si sentono male (a questo siamo arrivati !) –, comunque fosse, non si sarebbe andati avanti con le missioni riguardanti l'antipirateria. Pertanto diciamo che questo Parlamento legifera, quando legifera, e poi non rispetta nemmeno le proprie leggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è davvero assurdo, è un'assurdità che la maggioranza sta portando avanti.
  Un'altra piccola cosa vorrei dire, visto che, quando si parla di decreto missioni, si parla sempre più spesso di Afghanistan. Questa volta siamo riusciti addirittura a cambiare il nome alla missione in Afghanistan dal 1o gennaio. Ma, a quanto pare, è soltanto cambiato il nome, perché poi, alla fine, se si trattasse di una vera missione nuova, quella missione dovrebbe essere discussa in Parlamento e ciò non è avvenuto. Oltretutto, Presidente, per studiare un’exit strategy dall'Afghanistan si parla addirittura di ratifiche. Infatti, che cosa si è arrivati a fare ? Si è arrivati ad inserire all'interno di alcune ratifiche il commercio di armi con il Kazakistan, perché il Kazakistan sarà la via di uscita, ovvero il canale di uscita, dall'Afghanistan, pur di non lasciare le armi e commerciarle in un altro Paese come il Kazakistan, dove non sono rispettati i diritti civili e non è rispettato il diritto umano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Questo arriva a fare questo Parlamento ! Trattiamo di commercio di armi con Paesi che non rispettano i diritti civili.
  Andiamo oltre. Questo decreto-legge arriva con un mese e mezzo di ritardo, quindi, che cosa abbia di urgente, effettivamente, noi non lo abbiamo capito. Infatti, con un mese e mezzo di ritardo, dovuto al Governo e non al Parlamento (dovuto al Governo !), esso perde tutta la sua urgenza. Ecco perché noi lo riteniamo incostituzionale. Proprio questo lo rende incostituzionale, il fatto stesso che il Governo se ne è sbattuto prima ed è arrivato con un mese e mezzo di ritardo.
  Pertanto noi, come gruppo del MoVimento 5 Stelle, chiediamo che questo decreto-legge sia bloccato e che venga spacchettato, per quanto riguarda soprattutto i primi dieci articoli sul terrorismo. Chiediamo che si lasci, da una parte, il decreto missioni, magari spacchettando anche le Pag. 120missioni stesse e, dall'altra parte, si arrivi a parlare di terrorismo. Riteniamo anche noi che sia urgentissimo parlare di terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. L'onorevole Daniele Farina ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Scotto ed altri n. 3, di cui è cofirmatario.

  DANIELE FARINA. Grazie Presidente, forse qualcuno si illude che la stanchezza e la confusione dei nostri lavori portino ad una qualche disattenzione da parte di quest'opposizione di Sinistra Ecologia Libertà. Certamente, rispetto ai contenuti, questo provvedimento ha tempi di conversione relativamente stretti e, però, avrà una discussione piuttosto puntuale. Su questo io credo che ci siamo intesi. Infatti questo provvedimento di conversione in legge del decreto-legge del 18 febbraio 2015 presenta, a nostro avviso, profili di incompatibilità con diverse norme costituzionali e con la giurisprudenza costituzionale, che è intervenuta ripetutamente in merito alle circostanze che rendono ammissibile o meno l'utilizzo dello strumento del decreto-legge.
  Tra l'altro, lo citavano i miei colleghi precedentemente, i contenuti non omogenei sono palesi, di fronte agli occhi di tutti. È difficile mettere assieme, anche con la più sfrenata fantasia, norme in materia di contrasto al terrorismo, anche internazionale – ci torneremo sull'espressione «anche internazionale» –, le missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, nonché le iniziative di cooperazione allo sviluppo, a sostegno dei processi di costruzione e partecipazione per il consolidamento dei processi di pace e stabilizzazione. Mi scuso per il tono, perché ciascuno di questi sono processi e temi importanti, ma messi così ci si chiede cos'altro si poteva aggiungere all'interno di questo decreto-legge.
  Il Presidente della Repubblica in una lettera non troppo datata – era il 15 luglio 2009 – ci indicava che provvedimenti eterogenei nei contenuti sfuggono alla comprensione dell'opinione pubblica e rendono sempre più difficile il rapporto tra il cittadino e la legge. È indispensabile porre termine a simili prassi. Non solo la prassi non ha avuto un termine, ma vediamo che dilata i suoi confini in maniera straordinaria.
  Ricordiamo la sentenza della Corte costituzionale, la n. 220 del 2013, in cui essa rilevava che, ai sensi del secondo comma dell'articolo 77 della Costituzione, i presupposti per l'esercizio senza delega della potestà legislativa da parte del Governo riguardano il decreto-legge nella sua interezza, inteso come insieme di disposizioni omogenee per materia o per lo scopo. Allora, certamente la materia non c’è, sullo scopo discuteremo in quest'Aula.
  A questo riguardo ci sono da rilevare altre numerose sentenze della Suprema Corte: la n. 22 del 2012, la n. 171 del 2007 e la n. 128 del 2008. Comunque, il fatto che si debba avere nel decreto-legge una serie di disposizioni omogenee per materia e per scopo è ricordato in ciascuna di queste e evidentemente i Governi che si sono succeduti, e maggiormente questo, non ne hanno tenuto conto.
  C’è da ricordare, come altri colleghi hanno fatto, che, tra l'altro, temi tanto delicati, quali la lotta al terrorismo o le missioni internazionali, sono dati che dovrebbero presupporre una qualche urgenza. Ma sull'una c’è un certo ritardo rispetto a fatti che hanno inquietato, messo in allerta e commosso tutti noi e sulle altre non c’è alcun motivo di particolare urgenza, essendo missioni internazionali che hanno un loro iter di predisposizione e anche di finanziamento.
  Veniva ricordato che c’è anche una singolarità in questo provvedimento. La conversione di questo provvedimento è affidata alla II Commissione (giustizia) e alla IV Commissione (difesa). Ci chiediamo perché, ad esempio, norme così delicate, soprattutto nella prima parte dell'articolato, non abbiano voluto interessare la I Commissione affari costituzionali o la III Commissione affari esteri.
  Noi siamo di fronte a fenomeni di un terrorismo nuovo, particolarmente crudele, Pag. 121che ci deve disporre anche in una diversa capacità di prevenzione e di reazione. Ma ci sono delle ambiguità in questo nostro articolato, per cui, siccome la legge vale erga omnes, è abbastanza chiaro dalla relazione introduttiva che noi facciamo riferimento ad una risoluzione delle Nazioni Unite, la n. 2178, votata peraltro anche da Paesi come la Cina o la Russia che ne faranno, come è ovvio, un uso specifico e particolare. Però non è chiara la lista delle organizzazioni terroristiche che ricadono sotto questo articolato. Ieri ho avuto modo di interloquire in prima battuta con il prefetto Pansa per chiedere a lui lumi, perché non vorrei che si facesse riferimento a una qualche lista, ad esempio a quella degli Stati Uniti d'America o a quella dell'Unione europea, in cui vi sono organizzazioni che sono esattamente quello che noi dovremmo sostenere contro quello che vorremmo combattere. Mi spiego.
  Qui non abbiamo Lord Byron a Sfacteria e neanche Garibaldi nel sud del Brasile. Però, francamente, non vorrei che in questo articolato, che vale erga omnes, dovessimo poi perseguire coloro che combattono a Kobanê contro quelle organizzazioni terroristiche, contro quegli Stati islamici semplicemente perché fanno parte del Partito dei lavoratori curdi, il PKK, che è inserito tra le organizzazioni terroristiche in molti Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Questo sarà un elemento da chiarire, anche perché chi dovesse sostenere quei combattenti rischierebbe anche in patria di incorrere nelle numerose fattispecie di reato che si introducono in questo decreto. Infatti, noi allarghiamo, direi ormai a dismisura, il filone delle fattispecie di cui all'articolo 270-bis del codice penale e, cioè, sostanzialmente la finalità di terrorismo che si configura ormai come un elemento a maglie molto larghe. Pertanto, mi sembra opportuno che questo articolato vada discusso nel dettaglio, anche chiarendo alcune ambiguità che sono diventate parte corrente della nostra discussione politica, parlando ovviamente soprattutto di estero. Infatti, poi, colleghi – e vado a concludere – si prevede l'autorizzazione, per i direttori dei servizi di informazione e sicurezza e a personale espressamente delegato, a procedere a colloqui con detenuti e internati per informazioni circa la prevenzione di reati eccetera; colloqui informali, cosa che era stata espunta dall'ordinamento – e c'era un motivo – e qui viene reintrodotta. Ciò atterrebbe all'espansione delle cosiddette garanzie funzionali spettanti al personale dei servizi di informazione e sicurezza.
  È un decreto, quindi, che già su questi punti presenta numerosi interrogativi di costituzionalità, su cui si inserisce tutto l'articolato che riguarda le missioni internazionali.
  A noi non sfuggono gli obblighi che derivano al nostro Paese per la sua appartenenza all'Unione europea e ad alleanze come la NATO, e non ci sfuggono le conseguenze politiche importanti qualora l'Italia si tiri indietro, quanto al rapporto con queste organizzazioni multilaterali di riferimento, ma al tempo stesso non può esservi un obbligo automatico di essere presenti in ogni missione. È per questo che abbiamo sempre chiesto e continuiamo a chiedere che ogni missione venga valutata per sé con la grande attenzione che merita.
  Invece, ancora una volta, viene proposta l'impossibilità di un'analisi accurata e di una deliberazione consapevole, anche perché negli allegati mancano totalmente (o almeno non ve ne sono abbastanza) le informazioni relative ai costi delle singole missioni, con particolare riferimento alle spese dei materiali e per il funzionamento dei mezzi militari impiegati nelle missioni internazionali.
  Non vi era l'urgenza sicuramente sulle missioni. Forse, l'urgenza c'era su altro, ma lì abbiamo i tempi e ricordavo che non tornano. Perché un'urgenza che si esplica diverse settimane dopo fatti eclatanti, che abbiamo qui tutti commemorato e ricordato, non è più un'urgenza, ma si parla di altro.
  Quindi, per i motivi che ho cercato di spiegare in questi pochi minuti, nella disattenzione ovvia a quest'ora in quest'Aula, Pag. 122noi crediamo che questo nostro consesso, questa nostra Camera dei deputati non debba procedere all'esame del provvedimento che stiamo esaminando (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Carlo Galli. Ne ha facoltà. Ricordo che, successivamente all'onorevole Carlo Galli, alla Presidenza risulta soltanto un iscritto a parlare.

  CARLO GALLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico e ritengo che gli elementi presentati dalle questioni pregiudiziali di costituzionalità possano essere raggruppati secondo questi tre profili: primo, vi è opposizione rispetto ai requisiti di straordinarietà e urgenza; secondo, ci si oppone al tema della disomogeneità delle disposizioni; terzo, vi sono questioni di procedure parlamentari.
  Venendo brevemente a rispondere a queste obiezioni, il requisito della straordinarietà riferito alle missioni è da porre in relazione all'assenza, nel nostro ordinamento, di una norma di carattere generale che preveda una disciplina uniforme sulla loro autorizzazione e la loro proroga. La disciplina in materia di svolgimento delle missioni internazionali è necessariamente contenuta nell'ambito dei provvedimenti legislativi che, di volta in volta, finanziano le missioni stesse e che, pur presentando ormai carattere stabile, subiscono, di volta in volta, lievi aggiustamenti in riferimento a specifiche esigenze.
  Quanto agli altri ambiti normativi, di carattere di carattere penalistico o inerenti ad interventi di tipo preventivo, la straordinarietà del provvedimento si riconduce alle stesse caratteristiche della minaccia terroristica, caratteristiche divenute evidenti in occasione dei tragici fatti di Parigi e di Copenaghen.
  Rispetto all'urgenza del provvedimento e ai rilievi riferiti alla sua ritardata presentazione, quanto alle missioni internazionali, sottolineo che tale ritardo rappresenta in sé un fatto non nuovo. In questa circostanza, in ogni modo, il ritardo è da porre in relazione alla presenza di un corposo apparato di disposizioni onerose, tra loro connesse, che chiamano in causa responsabilità di più Dicasteri e che hanno imposto uno sforzo specifico sul piano istruttorio e tecnico, anche ai fini della definizione delle opportune e necessarie coperture. Per di più, si è innestato nel normale iter di costruzione del decreto, un percorso nuovo e più gravoso di definizione di una strategia di più ampio raggio, finalizzata al contrasto al terrorismo globale e fondata sulla stretta e necessaria interazione tra sicurezza interna e sicurezza internazionale.
  È noto, inoltre, che il ritardo non produce effetti negativi sul personale in missione sotto il profilo della corresponsione dei trattamenti economici grazie alla retroazione delle norme, e che anche la questione dei profili di carattere penalistico, riferita al personale militare, è circoscritta nei suoi effetti più negativi dall'applicazione del principio del favor rei.
  Come già rappresentato in occasione delle questione di costituzionalità sollevata su questi profili in occasione di precedenti decreti missioni, si sottolinea che le problematiche potranno trovare adeguata risposta nella legge quadro sulle missioni internazionali che è in avanzato corso di esame presso le Commissioni esteri e difesa.
  Per quanto riguarda la disomogeneità, essa viene rilevata sia in merito alla compresenza di norme di carattere penalistico, sia in merito alla presenza di un articolato elenco di missioni internazionali. Sul piano di questa compresenza di norme afferenti a varie aree di responsabilità politica e in ambiti di materia diversi, richiamo il testo della risoluzione 2178 dell'ONU che apre il decreto-legge (fatto di per sé straordinario) in quanto fonte di diritto internazionale. Questo testo riguarda il contrasto al fenomeno dei foreign fighters e ai cosiddetti «lupi solitari». In questo testo dell'ONU si raccomanda all'intera comunità internazionale di collaborare per una strategia collettiva di lotta contro il terrorismo globale, una Pag. 123strategia composta da strumenti di natura nazionale e di cooperazione internazionale, utili ad aggredire una minaccia che per sua natura azzera i confini tradizionali tra sicurezza interna e sicurezza esterna.
  Le norme del provvedimento trovano dunque omogeneità e intima coerenza in un ragionamento che è di carattere politico e giuridico, oltre che nella circostanza che il confine tra attività interne e attività esterne dello Stato è oggi posto severamente sotto stress nel momento in cui le minacce alla sicurezza nazionale provengono da entità che hanno sia una dimensione territoriale, cioè possono essere contrastate con lo strumento della missione, sia hanno caratteristiche di operatività individuale o in piccoli gruppi, e queste sono da fronteggiare con strumenti informativi, investigativi e giudiziari.
  D'altra parte la Corte Costituzionale con la sentenza n. 220 del 2013 più volte richiamata dalle pregiudiziali presentate, riferisce il requisito dell'omogeneità delle disposizioni di un decreto-legge o alla materia o allo scopo e direi che nella circostanza attuale il profilo teleologico è preminente e di difficile contestazione alla luce degli elementi finora riferiti.
  Infine, sul piano delle procedure parlamentari, si è fatto in particolare riferimento alle forzature che si sarebbero rese necessarie in sede di assegnazione del provvedimento che hanno determinato l'elevazione di un conflitto di competenza da parte della Commissione affari esteri. In generale, senza entrare nel merito di scelte che rientrano nell'esclusiva competenza della Camera, osservo che le questioni di procedura interna o anche che gli obblighi del Governo di informazione al Parlamento, eventualmente disattesi, non rappresentano tematiche rientranti in un esame di costituzionalità. La Corte costituzionale, con la sentenza ...

  PRESIDENTE. Onorevole Galli, devo chiederle di concludere: lei è oltre trenta secondi fuori dal tempo a sua disposizione.

  CARLO GALLI. In conclusione, per tutti questi motivi, invito l'Aula a respingere le questioni pregiudiziali di costituzionalità sollevate da alcune forze di opposizione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scopelliti. Ne ha facoltà. È l'ultimo intervento, invito a prendere posto.

  ROSANNA SCOPELLITI. Signor Presidente, il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà contro la pregiudiziale presentata al decreto-legge in esame. Il provvedimento, infatti, risponde alle urgenti necessità che ci vengono proposte da una situazione complessa, grave e molto pericolosa determinata dall’escalation di drammatici eventi terroristici.
  Nel merito, l'atto normativo è innanzitutto destinato ad avviare un'adeguata politica di prevenzione e di tutela contro le minacce terroristiche: prevenzione che deve essere effettuata non solo sul piano interno ma anche su quello internazionale, con particolare riferimento ai territori con maggiore criticità. Il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione in aree di crisi, infatti, acquisisce sempre di più anche una funzione di carattere preventivo e diviene un elemento essenziale di politica estera, con positivi riflessi anche sulla sicurezza dei cittadini.
  Il contrasto al terrorismo necessita, in realtà, di un approccio concreto, responsabile, globale alle questioni che esso pone attraverso misure tese a rafforzare gli strumenti di prevenzione e repressione del fenomeno non solo all'interno del Paese ma anche attraverso la partecipazione a missioni internazionali che rispondano alle medesime finalità. E questo provvedimento contiene per l'appunto disposizioni necessarie ed urgenti, nel rispetto dell'articolo 77 della Costituzione, al fine di contrastare la crescita di un terrorismo che, specie negli ultimi tempi, ha mostrato, con una incredibile recrudescenza, il suo volto più feroce ed allarmante. In questo contesto diventa dunque indifferibile completare il quadro normativo vigente, introducendo misure adeguate e selettive capaci Pag. 124di prevenire il rafforzamento delle organizzazioni terroristiche e di attuare più stringenti controlli sui mezzi e sui materiali che potrebbero essere impiegati per il compimento di attentati anche nel territorio nazionale.
  Le disposizioni contenute nel decreto-legge sono quindi rivolte a dare completa attuazione, come ricordava anche il collega Galli, nell'ordinamento interno, alla risoluzione n. 2178 del 2014, adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ai sensi del Capo VII della Carta delle Nazioni Unite e quindi vincolante per gli Stati. La risoluzione ONU obbliga a reprimere una serie di condotte volte ad agevolare, attraverso il coinvolgimento diretto, il compimento di atti terroristici anche in territorio estero: tema, quest'ultimo, che ci riguarda e che riguarda anche le nefaste attività dei foreign fighters. Il decreto-legge, peraltro, è collocato proprio all'interno di un contesto che prevede la piena partecipazione dell'Italia all'impegno richiesto dalle Nazioni Unite.
  Le norme del provvedimento si ispirano ad una filosofia legislativa unitaria, rappresentata dalla tutela della sicurezza dei nostri cittadini attraverso misure di carattere nazionale ed internazionale. Il Governo quindi, attraverso questo provvedimento, intende porre in essere una efficace e corretta politica di prevenzione e di tutela contro la minaccia terroristica, ispirandosi al principio per il quale, ribadiamo, questa battaglia, per avere successo, deve essere condotta sia sul piano della sicurezza interna che di quella esterna. Ed è proprio per questo che il nostro gruppo parlamentare voterà dunque contro la pregiudiziale oggi al nostro esame.
  In conclusione, Presidente, mi permetta di esprimere, però, una nota di perplessità per una decisione che onestamente mi sembra anche un po’ inappropriata che sta nel fatto di non coinvolgere la Commissione Affari esteri nell'esame di tale provvedimento. È una scelta che, tra l'altro, contravviene alla prassi e alle fonti scritte del diritto parlamentare ledendo i principi fondamentali e sostanziali che affidano alla politica estera la definizione della strategia di intervento internazionale dell'Italia. Un'attività, quest'ultima, che viene interpretata attraverso strumenti diplomatici, militari e di cooperazione a carattere civile. Sta dunque nella forte sinergia tra questi ambiti la declinazione dell'attività, fatta di abnegazione e sacrificio, di donne ed uomini che rappresentano il nostro Paese nei luoghi di crisi dove risultano indispensabili l'interdipendenza e l'interconnessione tra tutti gli strumenti della politica estera del nostro Paese. D'altronde, semplicemente leggendo il titolo del provvedimento, ma ancor più se si scorre l'articolato, si conferma, in termini incontrovertibili, la competenza della Commissione Affari esteri. Quindi con la stessa chiarezza con cui abbiamo ribadito il nostro giudizio in merito ad una scelta procedurale che consideriamo, se non sbagliata, quanto meno inopportuna ribadiamo, però, il nostro convinto voto contrario alla pregiudiziale al nostro esame in quanto riteniamo il decreto-legge un elemento indispensabile per contrastare adeguatamente un fenomeno terroristico che, con la sua barbara escalation, rappresenta una grave minaccia per il nostro Paese.

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Gianluca Pini ed altri n. 1, Del Grosso ed altri n. 2 e Scotto ed altri n. 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Della Valle...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  315   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato
  73    
    Hanno votato
no  242).    

  (Il deputato Caparini ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole).

Pag. 125

  In relazione ad alcune questioni sollevate sull'assegnazione del decreto-legge alle varie Commissioni ricordo che ci sono a disposizione gli strumenti che il Regolamento offre al riguardo.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di marzo 2015 e conseguente aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione odierna della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di marzo 2015:

  Martedì 3 marzo (ore 11,30) (con votazioni)
   Dichiarazioni di voto finale e votazione finale del disegno di legge n. 2894 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto (Approvato dal Senato – scadenza: 6 marzo 2015).

  Martedì 3 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 4 e giovedì 5 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
   Esame del disegno di legge di ratifica n. 2124 – Emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna l'8 luglio 2005, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno.

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Grande ed altri n. 1-00383, Zaratti ed altri n. 1-00708 e Tidei ed altri n. 1-00712 concernenti iniziative relative all'impatto ambientale della centrale termoelettrica a carbone di Civitavecchia;
   Sandra Savino e Palese n. 1-00540, Prodani, Pellegrino ed altri n. 1-00047, Fedriga ed altri n. 1-00704 e Gigli e Dellai n. 1-00705 concernenti iniziative per l'istituzione di zone franche urbane in Friuli Venezia Giulia;
   Fedriga ed altri n. 1-00607 e Pesco ed altri n. 1-00709, Paglia ed altri n. 1-00714, Rizzetto ed altri 1-00726 e Rampelli ed altri n. 1-00737 concernenti iniziative per la sospensione dell'applicazione degli studi di settore;
   Mantero ed altri n. 1-00594, Binetti ed altri n. 1-00702, Rondini ed altri n. 1-00703, Nicchi ed altri n. 1-00706, Palese n. 1-00707, Garavini ed altri n. 1-00710, Vargiu ed altri n. 1-00715 e Rampelli ed altri n. 1-00736 concernenti iniziative per il contrasto del gioco d'azzardo;
   Rampelli ed altri n. 1-00666, Kronbichler ed altri n. 1-00700, Borghesi ed altri n. 1-00701 e Gallinella ed altri n. 1-00711 concernenti iniziative in sede europea volte a richiedere le dimissioni del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.

  Esame dei disegni di legge di ratifica:
   n. 2090 – Accordo tra la Repubblica italiana e le Isole Cayman sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Londra il 3 dicembre 2012;
   n. 2270 – Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Turchia sulla previdenza sociale, fatto a Roma l'8 maggio 2012 (Approvato dal Senato);
   n. 2425 – Accordo commerciale tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Colombia e la Repubblica di Perù, dall'altra, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012;
   n. 2625 – Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan, fatto ad Astana l'8 novembre 2013;
   n. 2515 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese per evitare le doppie imposizioni in materia di Pag. 126imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo, fatto a Hong Kong il 14 gennaio 2013;
   n. 2574 – Accordo di sicurezza sociale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Canada, fatto a Roma il 22 maggio 1995, con Protocollo aggiuntivo, fatto a Roma il 22 maggio 200;

  n. 2575 – Accordo tra la Repubblica italiana e lo Stato di Israele sulla previdenza sociale, fatto a Gerusalemme il 2 febbraio 2010.

  Venerdì 6 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2844 – Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti (da inviare al Senato – scadenza: 25 marzo 2015).

  Lunedì 9 (ore 15, con prosecuzione notturna) e martedì 10 marzo (antimeridiana, fino alle ore 12)
   Seguito dell'esame e conclusione del disegno di legge costituzionale n. 2613 ed abbinati – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (approvato, in prima deliberazione, dal Senato).

  Martedì 10 (ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 11 e giovedì 12 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 13 marzo) (con votazioni)
   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2844 – Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti (da inviare al Senato – scadenza: 25 marzo 2015).

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 16 marzo (antimeridiana e al termine delle votazioni, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 2150 ed abbinate – Modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato;
   disegno di legge n. 2915 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU. Proroga di termini concernenti l'esercizio della delega in materia di revisione del sistema fiscale (approvato dal Senato – scadenza: 25 marzo 2015).

  Lunedì 16 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), martedì 17, mercoledì 18 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 19 marzo (antimeridiana con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 20 marzo) (con votazioni)

  Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 2844 – Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti (da inviare al Senato – scadenza: 25 marzo 2015).

  Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2915 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU. Proroga di termini concernenti l'esercizio della delega in materia di revisione del sistema fiscale (Approvato dal Senato – scadenza: 25 marzo 2015).

  Esame della mozione Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-00445 concernente iniziative per la tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori italiani emigrati in paesi non appartenenti all'Unione europea.

Pag. 127

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Giovedì 19 marzo, alle ore 15, è convocato il Parlamento in seduta comune per procedere alla votazione per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale.

  Lunedì 23 marzo (antimeridiana)

  Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
   n. 1965 – Istituzione di un programma nazionale sperimentale di interventi pubblici denominato «Green New Deal italiano» contro la recessione e la disoccupazione (ove concluso dalla Commissione);
   n. 2168 ed abbinate – Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano (approvata dal Senato).

  Discussione sulle linee generali della mozione De Girolamo ed altri n. 1-00653, Scotto ed altri n. 1-00680, Famiglietti ed altri n. 1-00685, Cariello ed altri n. 1-00688 e Palese ed altri n. 1-00689 concernenti interventi a favore del Mezzogiorno.

  Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1949 – Disposizioni per favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l'ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva.

  Lunedì 23 (dalle ore 15, con eventuale prosecuzione notturna) e martedì 24 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2150 ed abbinate – Modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato.

  Mercoledì 25 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e con votazioni non prima delle ore 16) e giovedì 26 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 27 marzo) (con votazioni)

  Esame del disegno di legge n. 2893 – Conversione in legge del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, recante misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonché proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (da inviare al Senato – scadenza 20 aprile 2015).

  Seguito dell'esame delle proposte di legge:
   n. 1965 – Istituzione di un programma nazionale sperimentale di interventi pubblici denominato «Green New Deal italian» contro la recessione e la disoccupazione (ove concluso dalla Commissione);
   n. 2168 ed abbinate – Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano (approvata dal Senato).

  Seguito dell'esame della mozione De Girolamo ed altri n. 1-00653, Scotto ed altri n. 1-00680, Famiglietti ed altri n. 1-00685, Cariello ed altri n. 1-00688 e Palese ed altri n. 1-00689 concernenti interventi a favore del Mezzogiorno.

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1949 – Disposizioni per favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l'ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva.
  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).Pag. 128
  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo, di norma, il venerdì.
  Il martedì, di norma, tra le ore 9 e le ore 11, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.
  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  Il termine per la presentazione degli ordini del giorno al disegno di legge n. 2613 ed abbinati è spostato a giovedì 5 marzo, alle ore 17.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione delle proposte di legge nn. 2150 ed abbinate, 1965 e 2168 ed abbinate, l'eventuale organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle Commissioni di merito.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,50).

  VINCENZO FOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINCENZO FOLINO. Signor Presidente, onorevoli deputati, è scomparso questa mattina, all'età di 83 anni, il professore Angelo Raffaele Dinardo, che fu presidente della regione Basilicata dal 1995 al 2000.
  Direttore didattico e ispettore, cattolico democratico fu consigliere della provincia di Potenza dal 1975 al 1980 per la DC. Successivamente, dopo l'esperienza di presidente della giunta regionale della Basilicata, fu assessore regionale alle infrastrutture dal 2000 al 2001 e dal 2002 vicepresidente del Formez.
  Angelo Raffaele Dinardo ha guidato la regione Basilicata nella stagione della nascita di un nuovo centrosinistra che alla metà degli anni Novanta ha saputo raccogliere la sfida della modernità difendendo gli interessi della Basilicata con i grandi accordi sull'uso delle risorse naturali.
  Alla sua azione di Governo sono legate scelte che hanno segnato positivamente la storia della Basilicata, avviando una stagione di crescita e di sviluppo economico e civile della regione.
  Era molto legato al mondo della scuola, dove aveva svolto per tanti anni quel ruolo di educatore che tanto si addiceva alla sua personalità e, successivamente, ha saputo portare nella politica regionale la forza della sua autorità morale, dei valori di giustizia e di solidarietà che ha sempre professato, di quel senso di comunità che con la sua azione di Governo ha contribuito certamente a rafforzare.
  La sua presidenza sarà ricordata per l'orgogliosa difesa della Basilicata, per la capacità di ascolto e per la serenità che ha saputo infondere anche nei momenti più difficili.
  Con la sua scomparsa il Mezzogiorno e la Basilicata perdono un galantuomo, che ricorderemo anche per la sua grande umanità (Applausi).

  FRANCESCO RIBAUDO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO RIBAUDO. Signor Presidente, intervengo per portare l'attenzione di quest'Aula su quello che sta avvenendo in Sicilia: da dieci giorni piove ininterrottamente e la Sicilia in questo momento vive un momento di difficoltà. L'entroterra siciliano, che è collegato dalle strade provinciali, trova grande difficoltà nella percorribilità e ci sono addirittura alcuni comuni isolati. Anche le strade dell'ANAS hanno ceduto e questo la dice lunga sugli investimenti che negli ultimi anni non sono stati fatti, sugli interventi, anche di manutenzione ordinaria e straordinaria, che la provincia avrebbe dovuto fare.
  Ma noi sappiamo bene che le province le stiamo cancellando e proprio per questo Pag. 129motivo i trasferimenti dal 2010 non arrivano più a questi enti; dunque, gli enti non hanno fatto interventi e adesso ci troviamo con comunità intere isolate.
  Stamattina ho chiamato il responsabile della protezione civile regionale che mi diceva: «Io ho 110 mila euro in cassa per tutta la Sicilia. Quali interventi posso fare ? Ci sono chiamate dall'entroterra, da diversi comuni, e non so a chi rispondere».
  Allora, voglio richiamare l'attenzione di questo Parlamento, perché anche la Sicilia fa parte di questa Italia, anche la Sicilia ha bisogno di attenzione e adesso la Sicilia proporrà, vi chiederà un intervento sulla calamità naturale, probabilmente un'ordinanza di protezione civile che lo Stato non deve negare, per essere anche lì vicino a quelle popolazioni che, ancorché si trovano nelle isole, devono sentirsi italiane anche loro.

  PRESIDENTE. Onorevole Ribaudo, ovviamente il suo intervento resta agli atti. Però, la Presidenza, non avendo possibilità di intervenire, può consigliare il ricorso al sindacato ispettivo in relazione a temi come questo.

  ANTONIO BOCCUZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, questa mattina a Torino è ricominciato il processo Thyssen. Non uso a caso il verbo «ricominciare». Dopo tre gradi di giudizio, il primo grado, l'appello e la cassazione, il processo ha intrapreso un percorso a gambero. Si ritorna in appello per l'ennesima rideterminazione delle pene. Ricorda cosa dissero in molti ormai sette anni fa ? Sarà un processo veloce, rapido. Io non so cosa vuol dire la parola «velocità» in questo caso. A me pare che non sia un processo veloce, né tanto meno particolare. Sono trascorsi sette anni e siamo praticamente al punto di partenza.
  La giornata di oggi, però, ha portato con sé una pericolosa novità: una richiesta incomprensibile da parte degli avvocati degli imputati. È stata depositata una memoria in cui si chiede lo spostamento del processo da Torino, considerata l'ostilità della città.
  Personalmente ritengo inaccettabile tale richiesta, nonché il giudizio sulla mia città. È incomprensibile che arrivi a distanza di sette anni e tre gradi di giudizio. Penso sia l'ennesimo tentativo di perdere tempo, di allungare i tempi della giustizia, al fine di allontanare di qualche tempo il verdetto che finalmente farà giustizia.
  Abbiamo visto di tutto: un subdolo tentativo di camuffare il luogo, teatro della tragedia; abbiamo ascoltato deposizioni pilotate, per le quali è stato aperto un procedimento penale. E l'ambiente ostile lo avrebbero creato i familiari dei ragazzi morti nell'incendio ? Davanti a queste nuove richieste, all'allontanarsi di un giudizio finale che ponga finalmente una chiusura a questo percorso, mi chiedo se sia lecito e legittimo morire sul lavoro. Per qualcuno probabilmente sì (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Onorevole Boccuzzi, le sue parole restano agli atti. Anche a lei faccio presente la possibilità di presentare eventualmente atti di sindacato ispettivo, ove lo ritenesse.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

Testo sostituito con errata corrige volante   PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che ha assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze): S. 1749. – «Conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU. Proroga di termini concernenti l'esercizio della delega in materia di revisione del sistema fiscale» (approvato dal Senato) (2915) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma Pag. 1301-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X e XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze): S. 1749. – «Conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU. Proroga di termini concernenti l'esercizio della delega in materia di revisione del sistema fiscale» (approvato dal Senato) (2915) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma Pag. 1301-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X e XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 27 febbraio 2015, alle 9,30:

  1. – Comunicazioni del Governo in materia di politica estera.

  2. – Seguito delle comunicazioni del Governo in materia di politica estera e seguito della discussione delle mozioni Palazzotto ed altri n. 1-00675, Rizzo ed altri n. 1-00625, Gianluca Pini ed altri n. 1-00699, Brunetta e Capezzone n. 1-00738, Speranza, Locatelli e Marazziti n. 1-00745 e Alli, Rabino ed altri n. 1-00746 concernenti iniziative per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

  3. – Dimissioni del deputato Cristian Iannuzzi.

   (ore 15)

  4. – Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 20,55.

Pag. 131

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl di ratifica n. 2124 – Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
Partito Democratico 18 minuti
MoVimento 5 Stelle 12 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 10 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 6 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 6 minuti
Scelta civica per l'Italia 6 minuti
Lega Nord e Autonomie 6 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 6 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
Misto: 8 minuti
Alternativa Libera 2 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
Minoranze Linguistiche 2 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
Pag. 132

Mozione n. 1-00383 e abb. – Centrale a carbone di Civitavecchia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 32 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 18 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
Misto: 18 minuti
Alternativa Libera 7 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti
Minoranze Linguistiche 4 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

Pag. 133

Mozione n. 1-00540 e abb. – Istituzione di zone franche urbane in Friuli Venezia Giulia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 32 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 18 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
Misto: 18 minuti
Alternativa Libera 7 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti
Minoranze Linguistiche 4 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

Mozione n. 1-00607 e abb. – Studi di settore

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 32 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 18 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
Misto: 18 minuti
Alternativa Libera 7 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti
Minoranze Linguistiche 4 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

Pag. 134

Mozione n. 1-00594 e abb. – Contrasto del gioco d'azzardo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 32 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 18 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
Misto: 18 minuti
Alternativa Libera 7 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti
Minoranze Linguistiche 4 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

Pag. 135

Mozione n. 1-00666 e abb. – Iniziative in sede europea volte a richiedere le dimissioni del presidente della Commissione europea

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 32 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 18 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
Misto: 18 minuti
Alternativa Libera 7 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti
Minoranze Linguistiche 4 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 16 gennaio 2015.

Pag. 136

Ddl di ratifica nn. 2090, 2270, 2425, 2625, 2515, 2574 e 2575

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
Partito Democratico 18 minuti
MoVimento 5 Stelle 12 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 10 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 6 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 6 minuti
Scelta civica per l'Italia 6 minuti
Lega Nord e Autonomie 6 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 6 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
Misto: 8 minuti
Alternativa Libera 2 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
Minoranze Linguistiche 2 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
Pag. 137

Ddl cost. n. 2613 e abb. – Riforma costituzionale

Seguito dell'esame: 80 ore (*).

Relatori di maggioranza 45 minuti (complessivamente)
Relatori di minoranza 45 minuti (complessivamente)
Governo 1 ora
Richiami al Regolamento 20 minuti
Tempi tecnici 5 ore
Interventi a titolo personale 13 ore e 41 minuti (con il limite massimo di 1 ora e 40 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 58 ore e 29 minuti
Partito Democratico 14 ore e 14 minuti
MoVimento 5 Stelle 9 ore e 2 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 7 ore e 7 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 4 ore e 33 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 4 ore e 24 minuti
Scelta civica per l'Italia 4 ore e 14 minuti
Lega Nord e Autonomie 4 ore e 1 minuto
Per l'Italia – Centro Democratico 3 ore e 49 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 3 ore e 20 minuti
Misto: 4 ore e 45 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 1 ora e 30 minuti
Minoranze Linguistiche 1 ora e 15 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 1 ora

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nelle sedute dell'8, 12, 13, 14, 15, 19, 20, 21, 22, 23, 26, 27 gennaio, 10 e 11 febbraio 2015.

Sono già stati concessi tempi aggiuntivi, nella misura di un terzo di quelli originariamente attribuiti, ai gruppi che, avendoli esauriti, ne hanno fatto richiesta.

Ai gruppi che, avendo esauriti anche i tempi aggiuntivi già concessi, ne faranno richiesta, potranno esserne attribuiti ulteriori, pari complessivamente a 3 ore, ripartite in parte nella misura fissa di 10 minuti per ciascun gruppo e per la restante parte in misura proporzionale alla consistenza dei gruppi medesimi.

Pag. 138

Mozione n. 1-00445 – Tutela diritti previdenziali dei lavoratori italiani emigrati in paesi non appartenenti all'UE

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 32 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 18 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
Misto: 18 minuti
Alternativa Libera 7 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti
Minoranze Linguistiche 4 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 139

Mozione n. 1-00653 e abb. – Interventi a favore del Mezzogiorno

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 32 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 18 minuti
Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
Misto: 18 minuti
Alternativa Libera 7 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti
Minoranze Linguistiche 4 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

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Pdl n. 1949 – Minori stranieri residenti in Italia mediante l'ammissione nelle Società sportive

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 42 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 2 ore e 58 minuti
Partito Democratico 32 minuti 53 minuti
MoVimento 5 Stelle 30 minuti 22 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 30 minuti 19 minuti
Area Popolare (NCD - UDC) 30 minuti 14 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 13 minuti
Scelta civica per l'Italia 30 minuti 12 minuti
Lega Nord e Autonomie 30 minuti 12 minuti
Per l'Italia – Centro Democratico 30 minuti 11 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti 10 minuti
Misto: 30 minuti 12 minuti
Alternativa Libera 12 minuti 5 minuti
Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 3 minuti
Minoranze Linguistiche 6 minuti 2 minuti
MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2894 – em. 1.5 381 380 1 191 96 284 100 Resp.
2 Nom. em. 1.3 388 369 19 185 80 289 100 Resp.
3 Nom. em. 1.7 383 382 1 192 95 287 100 Resp.
4 Nom. em. 1.8 395 391 4 196 102 289 98 Resp.
5 Nom. em. 1.201 387 386 1 194 104 282 98 Resp.
6 Nom. em. 1.11 402 380 22 191 85 295 98 Resp.
7 Nom. em. 1.21 397 377 20 189 88 289 98 Resp.
8 Nom. em. 1.17 401 396 5 199 106 290 98 Resp.
9 Nom. em. 1.16 406 406 204 115 291 98 Resp.
10 Nom. em. 1.27 400 398 2 200 110 288 97 Resp.
11 Nom. em. 1.20 395 392 3 197 106 286 97 Resp.
12 Nom. em. 1.10 399 398 1 200 109 289 97 Resp.
13 Nom. em. 1.14 399 397 2 199 105 292 97 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.19 399 374 25 188 86 288 97 Resp.
15 Nom. em. 1.12 403 403 202 110 293 96 Resp.
16 Nom. em. 1.26 406 348 58 175 54 294 96 Resp.
17 Nom. em. 1.25 399 377 22 189 88 289 96 Resp.
18 Nom. em. 1.24 401 378 23 190 88 290 96 Resp.
19 Nom. em. 1.23 410 329 81 165 34 295 96 Resp.
20 Nom. em. 1.22 410 409 1 205 111 298 96 Resp.
21 Nom. em. 1.13 412 411 1 206 92 319 96 Resp.
22 Nom. em. 1.34 406 384 22 193 89 295 95 Resp.
23 Nom. em. 1.32 411 410 1 206 111 299 95 Resp.
24 Nom. em. 1.37 409 385 24 193 89 296 95 Resp.
25 Nom. em. 1.38 407 383 24 192 86 297 95 Resp.
26 Nom. em. 1.41 408 407 1 204 107 300 95 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.42 413 412 1 207 110 302 95 Resp.
28 Nom. em. 1.33 402 401 1 201 110 291 95 Resp.
29 Nom. em. 2.69 404 402 2 202 109 293 95 Resp.
30 Nom. em. 2.59 404 401 3 201 110 291 94 Resp.
31 Nom. em. 2.51 409 406 3 204 112 294 94 Resp.
32 Nom. em. 2.58 406 403 3 202 111 292 94 Resp.
33 Nom. em. 2.3 407 404 3 203 111 293 94 Resp.
34 Nom. em. 2.6 412 410 2 206 112 298 94 Resp.
35 Nom. em. 2.8 415 393 22 197 93 300 94 Resp.
36 Nom. em. 2.11 413 412 1 207 111 301 94 Resp.
37 Nom. em. 2.12 399 397 2 199 113 284 94 Resp.
38 Nom. em. 2.13 401 399 2 200 110 289 94 Resp.
39 Nom. em. 2.15 395 394 1 198 106 288 94 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 2.18 402 397 5 199 105 292 94 Resp.
41 Nom. em. 2.66 404 402 2 202 109 293 94 Resp.
42 Nom. em. 2.89 392 391 1 196 109 282 94 Resp.
43 Nom. em. 2.19 376 372 4 187 97 275 94 Resp.
44 Nom. em. 2.20 376 374 2 188 99 275 93 Resp.
45 Nom. em. 2.90 378 376 2 189 101 275 93 Resp.
46 Nom. em. 2.21 376 375 1 188 101 274 93 Resp.
47 Nom. em. 2.98 372 370 2 186 100 270 93 Resp.
48 Nom. em. 2.25 368 365 3 183 100 265 93 Resp.
49 Nom. em. 2.27 366 364 2 183 98 266 93 Resp.
50 Nom. em. 2.29 367 365 2 183 101 264 93 Resp.
51 Nom. em. 2.93 357 355 2 178 99 256 93 Resp.
52 Nom. em. 2.97 367 366 1 184 102 264 93 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 2.96 360 353 7 177 92 261 93 Resp.
54 Nom. em. 2.95 366 364 2 183 99 265 93 Resp.
55 Nom. em. 2.33 359 357 2 179 100 257 93 Resp.
56 Nom. em. 2.34 349 345 4 173 99 246 93 Resp.
57 Nom. em. 2.99, 2.35 383 380 3 191 135 245 100 Resp.
58 Nom. em. 2.104 388 386 2 194 69 317 99 Resp.
59 Nom. em. 2.102 399 396 3 199 105 291 99 Resp.
60 Nom. em. 2.36 391 389 2 195 123 266 99 Resp.
61 Nom. em. 2.37, 2.103 385 381 4 191 134 247 98 Resp.
62 Nom. em. 2.39 385 380 5 191 100 280 98 Resp.
63 Nom. em. 2.41 376 371 5 186 133 238 98 Resp.
64 Nom. em. 2.42 383 380 3 191 136 244 98 Resp.
65 Nom. em. 2.45 387 384 3 193 137 247 98 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 2.101 394 391 3 196 140 251 97 Resp.
67 Nom. em. 2.85 392 390 2 196 136 254 96 Resp.
68 Nom. em. 2.107 379 378 1 190 128 250 96 Resp.
69 Nom. em. 2.109 385 365 20 183 112 253 96 Resp.
70 Nom. em. 2.1 390 389 1 195 134 255 96 Resp.
71 Nom. em. 2.86 377 374 3 188 128 246 95 Resp.
72 Nom. em. 2.116 386 328 58 165 38 290 95 Resp.
73 Nom. em. 2.117 385 327 58 164 28 299 95 Resp.
74 Nom. em. 2.118 388 327 61 164 26 301 95 Resp.
75 Nom. em. 2.49 394 388 6 195 99 289 95 Resp.
76 Nom. em. 2-bis. 1 393 309 84 155 21 288 95 Resp.
77 Nom. em. 3.12 393 386 7 194 97 289 95 Resp.
78 Nom. em. 3.4 373 311 62 156 35 276 95 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 3.5 377 315 62 158 36 279 95 Resp.
80 Nom. em. 3.6 379 318 61 160 36 282 95 Resp.
81 Nom. em. 3.200 381 366 15 184 85 281 95 Resp.
82 Nom. em. 3.3 383 380 3 191 97 283 95 Resp.
83 Nom. em. 3.1 388 387 1 194 100 287 95 Resp.
84 Nom. em. 3.30 388 328 60 165 44 284 95 Resp.
85 Nom. em. 3.13 392 371 21 186 81 290 95 Resp.
86 Nom. em. 3.8 398 397 1 199 103 294 95 Resp.
87 Nom. em. 3.9 394 393 1 197 85 308 95 Resp.
88 Nom. em. 3.10 395 339 56 170 29 310 95 Resp.
89 Nom. articolo agg. 3.01 382 377 5 189 83 294 94 Resp.
90 Nom. em. 4.5, 4.11 379 375 4 188 89 286 94 Resp.
91 Nom. em. 4.7 384 380 4 191 100 280 94 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 4.8 392 390 2 196 102 288 94 Resp.
93 Nom. em. 4.9 370 355 15 178 84 271 94 Resp.
94 Nom. em. 4.10 370 367 3 184 97 270 92 Resp.
95 Nom. em. 4.1 365 363 2 182 89 274 92 Resp.
96 Nom. em. 4.2 365 364 1 183 91 273 92 Resp.
97 Nom. em. 4.3 376 376 189 94 282 92 Resp.
98 Nom. em. 5.2 377 328 49 165 30 298 92 Resp.
99 Nom. em. 5.5 376 374 2 188 92 282 92 Resp.
100 Nom. em. 6.12 376 375 1 188 95 280 92 Resp.
101 Nom. em. 6.11 364 363 1 182 86 277 92 Resp.
102 Nom. articolo agg. 6.01 378 377 1 189 94 283 92 Resp.
103 Nom. articolo agg. 6.04 376 375 1 188 90 285 93 Resp.
104 Nom. em. 7.1, 7.2 381 380 1 191 77 303 93 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 8.6 387 386 1 194 18 368 92 Resp.
106 Nom. em. 8.15 379 378 1 190 89 289 92 Resp.
107 Nom. em. 8.200 380 380 191 90 290 92 Resp.
108 Nom. em. 8.20 380 379 1 190 74 305 92 Resp.
109 Nom. odg 9/2894/2 356 356 179 118 238 92 Resp.
110 Nom. odg 9/2894/6 371 371 186 72 299 91 Resp.
111 Nom. odg 9/2894/10 367 352 15 177 101 251 92 Resp.
112 Nom. odg 9/2894/16 371 319 52 160 65 254 91 Resp.
113 Nom. odg 9/2894/21 364 312 52 157 60 252 91 Resp.
114 Nom. odg 9/2894/22 363 362 1 182 112 250 91 Resp.
115 Nom. odg 9/2894/24 370 370 186 113 257 91 Resp.
116 Nom. odg 9/2894/25 363 347 16 174 94 253 91 Resp.
117 Nom. odg 9/2894/30 371 356 15 179 100 256 91 Resp.
INDICE ELENCO N. 10 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. odg 9/2894/31 368 368 185 112 256 91 Resp.
119 Nom. odg 9/2894/33 362 362 182 111 251 91 Resp.
120 Nom. odg 9/2894/34 358 358 180 110 248 91 Resp.
121 Nom. odg 9/2894/35 358 358 180 109 249 91 Resp.
122 Nom. odg 9/2894/39 361 361 181 110 251 91 Resp.
123 Nom. odg 9/2894/40 353 353 177 109 244 91 Resp.
124 Nom. odg 9/2894/46 362 362 182 110 252 91 Resp.
125 Nom. odg 9/2894/47 365 365 183 113 252 91 Resp.
126 Nom. odg 9/2894/49 369 369 185 115 254 91 Resp.
127 Nom. odg 9/2894/58 363 363 182 111 252 91 Resp.
128 Nom. odg 9/2894/71 359 359 180 110 249 91 Resp.
129 Nom. odg 9/2894/77 360 360 181 111 249 91 Resp.
130 Nom. odg 9/2894/78 359 359 180 108 251 91 Resp.


INDICE ELENCO N. 11 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 133)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nom. odg 9/2894/82 350 349 1 175 98 251 91 Resp.
132 Nom. odg 9/2894/83 347 344 3 173 63 281 91 Resp.
133 Nom. Ddl 2893 – Quest. preg. n.1, 2 e 3 315 315 158 73 242 90 Resp.