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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 370 di lunedì 26 gennaio 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 10,05.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 23 gennaio 2015.

Sul processo verbale (ore 10,10).

  DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente, io intervengo perché, nella giornata di venerdì, durante il mio intervento, effettivamente, non sono stato preciso in alcuni dettagli, perché il tempo di intervento di un minuto, a volte, induce chi parla in quest'Aula a commettere anche degli errori banali e a commettere delle imprecisioni, alle quali, appunto, voglio oggi rimediare.
  In quell'intervento, io ho detto che i cittadini avevano proposto decine di leggi in merito alla riduzione dei privilegi della casta, della casta dei politici, dei parlamentari nel Parlamento italiano, ma anche nei consigli regionali. Ebbene, effettivamente, non si tratta di decine di leggi: sono alcune proposte di legge che non sono soltanto d'iniziativa popolare, perché, in molte regioni, all'epoca, noi non avevamo – con «noi», intendo il MoVimento 5 Stelle – dei rappresentanti che potessero proporre direttamente le leggi nei consigli regionali; quindi, in molte regioni, dicevo, c’è stata la volontà di migliaia, centinaia di migliaia di persone di proporre queste leggi di iniziativa popolare. Io ricordo nello specifico la Lombardia, la Basilicata, il Lazio e, poi, anche la Puglia, però, c'erano anche due provvedimenti proposti dai consiglieri regionali che, in quel periodo, noi avevamo sia in Emilia sia in Piemonte.
  Al di là dell'iniziativa che poteva essere popolare oppure dei consiglieri regionali, queste proposte di legge miravano ad abbattere i privilegi della casta, dei consigli regionali. Queste proposte, ho detto anche erroneamente venerdì, rientravano in quello che noi definiamo il provvedimento «Parlamento pulito». Anche qui, ho commesso una piccola imprecisione: in realtà, la proposta di legge, le proposte di legge si ispiravano ad un altro principio che noi portiamo avanti, che è quello chiamato «zero privilegi».
  «Zero privilegi» perché ? Perché queste proposte di legge chiedevano, come ho già ribadito, l'abrogazione di alcuni privilegi. E quali sono questi privilegi di cui oggi i consiglieri regionali, tuttora, godono e che, poi, sono anche i motivi per cui la nostra politica, a livello regionale, è stata travolta dagli scandali di «rimborsopoli» ? Sono un vitalizio, di cui chiedevamo l'abolizione; chiedevamo anche l'abrogazione dell'assegno di fine mandato, che è un privilegio assurdo, considerando che chi oggi svolge il mandato parlamentare, come quello di consigliere regionale, continua, magari, ad esercitare la propria professione. Quindi, in qualche modo, una giusta iniziativa che avevano preso i nostri padri costituenti viene distorta e, quindi, anche l'uso di questa misura – dell'assegno di Pag. 2fine mandato – i partiti l'hanno stravolto, come hanno fatto, d'altronde, con il finanziamento pubblico ai partiti.
  Ancora: chiedevamo, in queste proposte di legge d'iniziativa popolare, alcune norme accessorie, che però ci sembravano degne di nota. Io faccio riferimento nello specifico alla proposta di legge «zero privilegi Puglia», in cui si chiedeva anche la sostituzione dell'abbonamento, a spese della regione e, quindi, dei contribuenti italiani, in particolare pugliesi, alla rete autostradale, di cui i consiglieri possono beneficiare con rimborsi per le spese effettivamente sostenute e debitamente documentate.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DIEGO DE LORENZIS. Altresì chiedevamo la limitazione dell'assicurazione per infortuni esclusivamente ai consiglieri in carica e nell'espletamento delle proprie funzioni e, poi, in ultimo, la sospensione di qualsiasi trattamento economico per tutto il periodo di impedimento, nei casi in cui il consigliere regionale sia sottoposto a misure restrittive delle libertà personali da parte della magistratura, e la corresponsione della sola indennità di mandato nel caso di assoluzione definitiva. Proprio quest'ultima misura è stata al centro dell'intervento che ha sollecitato, poi, l'iniziativa ad intervenire di molti colleghi in quest'Aula, perché si diceva che questo tipo di norma non deve entrare in Costituzione, ma che si può introdurre con legge ordinaria. Al che, io ho ribadito che...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DIEGO DE LORENZIS. ...tramite queste proposte di legge...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Lorenzis.

  DIEGO DE LORENZIS. Concludo, Presidente.

  PRESIDENTE. Grazie.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Grazie, Presidente, intervengo per chiarire meglio il mio pensiero. Ero intervenuta su un emendamento che riguardava l'introduzione in Costituzione di un principio importante: quello secondo il quale chi viene condannato, chi sconta una pena ai domiciliari o comunque chi patteggia non incassi più lo stipendio, l'indennità da parlamentare.
  Il caso specifico che ho portato è quello di Galan, che ha patteggiato per 2 milioni 500 mila euro e, adesso, starà per due anni e mezzo ai domiciliari in villa. Ho fatto questo esempio perché, nel 2012, lui dichiarava 44 mila euro, ho approfondito la cosa e anche la moglie ne dichiarava altrettanti, quindi, alla fine, come coppia, 88 mila euro. Il mutuo, invece, è di 150 mila euro l'anno e mi sono chiesta come mai...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Businarolo.

  GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente, dalla trascrizione del verbale non si evince chiaramente, a mio avviso, il senso di quello che volevo dire nella seduta di venerdì. Noi stavamo discutendo, come lei ben sa, degli emendamenti che riguardano l'articolo 69 della Costituzione, che recita che i membri del Parlamento – nell'emendamento che abbiamo poi approvato, i membri della Camera dei deputati – ricevono un'indennità stabilita dalla legge.
  Si discuteva, appunto, della possibilità che avevamo previsto nell'emendamento di introdurre un ulteriore requisito, ovvero quello che i condannati in via definitiva non potessero ricevere questa indennità, un principio sacrosanto, secondo noi, che andrebbe inserito in Costituzione e non Pag. 3soltanto per legge ordinaria, ma anche in Costituzione proprio per dargli forza così, come l'articolo 68...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vacca.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente, intervengo per due questioni; la prima è che in un mio intervento ho erroneamente soprannominato alcuni transfughi «ex Scilipoti», ho cercato di correggermi, volevo dire «attuali Scilipoti», perché ovviamente si tratta dell'attuale legislatura.
  La seconda cosa è che, a seguito dell'intervento del Presidente Baldelli, sono intervenuto esponendo che Craxi non era in esilio, ma era latitante, infatti era stato condannato, in via definitiva, per due casi di corruzione e finanziamento illecito e aveva altri quattro processi in itinere. Quindi, appare chiaro che uno che scappa con una condanna definitiva non può essere in esilio, bensì solo latitante.

  MARCO BRUGNEROTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO BRUGNEROTTO. Grazie, Presidente, intervengo semplicemente per ribadire il concetto – forse non sono stato chiaro – del fatto che il MoVimento 5 Stelle presenta emendamenti proprio per rincorrere gli altri partiti e per limitare i danni che stanno facendo, ora, alla Costituzione.
  In particolare, nell'emendamento di cui parlavamo in occasione del mio intervento, si parlava di togliere l'indennità ai parlamentari che sono condannati o, appunto, hanno patteggiato la pena. Mi spiace che siano andate via le persone che c'erano prima in tribuna, perché sarebbe stato interessante far capire loro che, attualmente, a libro paga della Camera dei deputati c’è un onorevole, un deputato, Giancarlo Galan, che è regolarmente stipendiato e che – chicca – è anche presidente della Commissione cultura. Sembra che il nostro invito sia stato sentito particolarmente in Veneto, visto che sabato sera davanti alla casa di Galan c'erano circa 500 persone...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Brugnerotto.

  SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente, intervengo in base all'articolo 32, comma 3, del Regolamento, per spiegare meglio il mio pensiero; infatti, durante la seduta di venerdì ho parlato di un silenzio assordante del Partito Democratico. Ebbene, ho detto questo perché vorrei che, appunto, i miei colleghi del Partito Democratico prendessero una posizione chiara rispetto alla posizione di Giancarlo Galan come presidente della Commissione cultura.
  Ma vorrei che lo facessero sia in quest'Aula sia nelle Commissioni, soprattutto al di fuori di questo palazzo, e che lo facessero dicendo chiaramente ai cittadini che loro non sono d'accordo relativamente alla posizione di Giancarlo Galan e che quest'ultimo si debba dimettere il prima possibile. Lo devono ai cittadini, perché penso che la politica abbia bisogno di un cambiamento anche nell'opinione pubblica.

  VINCENZO CASO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINCENZO CASO. Grazie, Presidente, intervengo per chiarire quello che volevo dire venerdì, che, per motivi di tempo, non è stato molto chiaro. Quando chiedevo di inserire all'interno della Costituzione l'onestà, mi riferivo al nostro emendamento, che riguardava l'impossibilità, per chi fosse condannato, di entrare all'interno Pag. 4del Senato. È questo quello che volevo appunto dire, perché, in effetti, vedendo quello che accade, basterebbe semplicemente il buonsenso, ma questo non c’è, perché avere un presidente di Commissione che è agli arresti domiciliari sicuramente non ha senso e non dà ai cittadini un'idea di onestà all'interno...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Caso.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Grazie, Presidente, quando parlavo della doppia indennità di carica di Galan – ricordo, l'ex galeotto attualmente agli arresti domiciliari – intendevo l'indennità come presidente della Commissione cultura, perché, come lei sa – anche lei la percepisce, Presidente Sereni –, per determinate cariche si hanno delle indennità ulteriori. Il suo collega Luigi Di Maio ha rinunciato all'indennità, lei, invece, Presidente, se la tiene, se la intasca. Invitiamo anche lei, come invitiamo Galan, a rinunciare all'indennità aggiuntiva, perché la gente, Presidente, muore di fame.

  MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente, volevo chiarire il mio pensiero relativamente al discorso che ho svolto a fine seduta venerdì, relativo alla calendarizzazione della mozione sul riconoscimento della Palestina. Ciò che voglio chiarire è che la mia rabbia, relativa al procrastinarsi di questa votazione, è legata al fatto che in questi giorni si sta sviluppando in Italia sempre più una logica islamofobica, che non ha nulla a che vedere con il riconoscimento dei diritti umani e diritti di una popolazione come quella palestinese. Non vorrei che l'acuirsi di dinamiche anche terroristiche su larga scala, come possono essere l'ISIS, Al Qaeda o quello che vi pare, non toglie il diritto a questa popolazione di avere una vita normale, di avere riconosciuti il diritto internazionale e i diritti umani.
  Purtroppo, invece, la logica politica a volte rispecchia la logica sociale e quindi si dirama all'interno delle Aule parlamentari questa la logica islamofobica, che nulla dovrebbe avere a che fare con quest'Aula.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Buongiorno, Presidente. Intervengo sul processo verbale non tanto sul resoconto stenografico, anche perché, in realtà, nel resoconto stenografico non vedo il mio intervento, quindi non penso di poter intervenire.

  PRESIDENTE. Allora, non può proprio intervenire...

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Però, ho colto solo l'occasione, dato che succede che lei mi confonde con Frusone...

  PRESIDENTE. Mi scusi, non avevamo controllato. Grazie.

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente, intervengo per chiarire il mio pensiero. Quando parlavamo di conflitto di interessi, volevo dire che esso è un dovere morale. Mi sono rifatto a quanto diceva Berlinguer nel 1981, trentaquattro anni fa: i partiti non fanno più politica, hanno degenerato; questa è l'origine dei malanni dell'Italia. I partiti hanno occupato lo Stato, le sue istituzioni, a partire dal Governo; hanno occupato enti locali, Pag. 5enti di previdenza, banche, aziende pubbliche, istituti culturali, ospedali, università, RAI e TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, c’è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di un partito o di una corrente. Quindi, già trentaquattro anni fa si parlava di clientele.
  Siamo nel 2015 ormai e il problema è ancora presente. Quindi, un partito della sinistra poteva affrontare la questione sul conflitto di interessi dopo vent'anni e portare avanti quanto detto da Berlinguer, che cito con modestia.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente, intervengo per precisare il mio primo intervento nella seduta di venerdì scorso, la seduta del 23 gennaio 2015, nella quale riferivo di alcune precisazioni fatte a seguito dell'annuncio del Presidente del giovedì sera, in relazione alla Conferenza dei presidenti di gruppo che si era tenuta quel giorno per stabilire il calendario dei lavori. Voglio ancora una volta precisare e dare seguito alle dichiarazioni che ha fatto il capogruppo del MoVimento 5 Stelle alla fine della seduta del 23 gennaio 2015, che non si trattava di una messa in dubbio di quelle che erano le prerogative della Conferenza dei presidenti di gruppo, e che lì non si è sviluppato nessun accordo politico, com’è naturale che sia, ma è una cosa che accade tra le parti. Ho solo precisato che trovavo discrepanza tra quello che si era detto all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo, essendo presente in qualità di vicepresidente del gruppo e quindi uditore della Conferenza, e quindi era necessario...

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente, volevo precisare l'intervento fatto e riportato a pagina 54, riferito a un richiamo al Regolamento, dove veniva chiaramente posta una questione riferita al comma 2 dell'articolo 8. Ma ci tenevo a precisare quanto segue: il fatto che una maggioranza chieda di poter riferire a dei termini per le votazioni di alcuni emendamenti per approfondimenti deve essere un principio cardine, per cui quando una minoranza chiede la medesima questione, ritengo che il Presidente deve tenere in considerazione questo fatto come un fatto oggettivo, e non sottoporlo ad una votazione della maggioranza; perché altrimenti si avrebbero diritti di maggioranza e minoranza completamente diversi.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, intervengo sul Regolamento, articolo 32. Il terzo comma recita testualmente: «Sul processo verbale non è concessa la parola se non a chi intenda proporvi una rettifica, o a chi intenda chiarire il proprio pensiero espresso nella seduta precedente, oppure per fatto personale». Come ho appena letto, ha diritto di intervenire chiunque intenda proporre una rettifica, non necessariamente sul proprio intervento. A me non interessa il caso specifico del collega a cui prima, forse anche perché ha detto che voleva chiarire il suo pensiero, è stata tolta la parola: mi interessa riaffermare il principio che sul processo verbale si può intervenire non solo per rettificare le proprie dichiarazioni, ma per qualunque rettifica un parlamentare ritenesse di dover proporre al processo verbale. Tutto lì, Presidente, la ringrazio.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, lei ha ragione: io infatti ho inteso che l'onorevole Sorial non intendesse proporre una rettifica, perché la rettifica in questo caso dovrebbe indicare un punto preciso del processo verbale.

  LUCA FRUSONE. Chiedo di parlare.

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  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Se poi vi sedete vicino voi due rischiate tantissimo !

  LUCA FRUSONE. Volevamo vedere se era attenta, Presidente... Nell'ultima seduta, durante un mio intervento, ho tirato in ballo alcuni eventi accaduti all'interno della regione Lazio e anche dopo di me qualcuno è intervenuto per precisare delle differenze, per esempio, fra giunta e consiglio. Io naturalmente ringrazio anche l'esempio chiarificatore, ma in quel caso, quando parlavo di giunta, naturalmente era per...

  PRESIDENTE. Onorevole Frusone, a noi non risulta che lei abbia parlato nell'altra seduta, per cui o interviene per una rettifica puntuale del processo verbale, oppure non le posso dare la parola. Mi spiace.

  LUCA FRUSONE. Io mi riferivo proprio all'intervento fatto nell'ultima seduta: mi ricordo che dopo ci furono anche alcuni interventi...

  PRESIDENTE. A noi non risulta che lei abbia preso la parola: siccome hanno verificato gli uffici, come lei capisce, per me è del tutto indifferente... Lei non ha parlato, per cui non può intervenire per precisare il suo pensiero.

  LUCA FRUSONE. Adesso prendo lo stenografico e guardo.

  PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Grazie Presidente, ci tenevo a intervenire e a precisare una questione...

  PRESIDENTE. Mi scusi, ma anche lei non è intervenuto nella seduta scorsa e quindi non può intervenire a precisare il suo pensiero. Se intende fare una rettifica del processo verbale mi deve indicare puntualmente che cosa del processo verbale, che ha letto la deputata segretaria poco fa, intende cambiare. Non stiamo parlando del resoconto stenografico ma del processo verbale. Mi pare che non sia il caso.
  Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Casero, Castiglione, Catania, Cecconi, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Costa, D'Alia, Dambruoso, De Girolamo, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galati, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guerra, Lorenzin, Losacco, Lupi, Madia, Manciulli, Mannino, Merlo, Meta, Molea, Nicoletti, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Domenico Rossi, Rossomando, Rughetti, Sanga, Sani, Santerini, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantadue come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza, che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna, sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 7

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,30).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Mi scusi, non ho sentito bene una cosa che forse lei ha pronunciato: tra i deputati in missione, le chiedo scusa, c’è anche Galan ?

  PRESIDENTE. Non credo proprio.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Potrebbe verificare ? Vorremmo sapere se tra i deputati in missione c’è Galan.

  PRESIDENTE. No, no, è Galati. È un altro collega.

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato); e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'iniziativa popolare; D'iniziativa Popolare; Vignali; Cirielli; Cirielli; Cirielli; Causi; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Giachetti; Scotto; Francesco Sanna; Peluffo ed altri; Lenzi; Lauricella ed altri; Bressa e De Menech; Caparini ed altri; Caparini ed altri; Vaccaro; Laffranco e Bianconi; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Giancarlo Giorgetti ed altri; Giancarlo Giorgetti ed altri; La Russa ed altri; Abrignani ed altri; Toninelli ed altri; Gianluca Pini; Laffranco e Bianconi; Ginefra ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Migliore ed altri; D'iniziativa del Governo; Bonafede e Villarosa; Pierdomenico Martino; Brambilla; Giancarlo Giorgetti ed altri; Cirielli e Giorgia Meloni; Valiante; Quaranta ed altri; Lacquaniti ed altri; Civati ed altri; Bossi; Lauricella e Simoni; Dadone ed altri; Giorgis ed altri; La Russa ed altri; Rubinato ed altri; D'iniziativa del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna; Matteo Bragantini ed altri; Civati; Francesco Sanna ed altri (A.C. 8-1421-32-33-34-148-177-178-179-180-243-247-284-329-355-357-379-398-399-466-568-579-580-581-582-757-758-839-861-939-1002-1259-1273-1319-1439-1543-1660-1706-1748-1925-1953-2051-2147-2221-2227-2293-2329-2338-2378-2402-2423-2441-2458-2462-2499).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione: del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, n. 2613-A: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione; e degli abbinati progetti di legge costituzionale nn. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499.
  Avverto che, prima dell'inizio della seduta, sono stati ritirati l'emendamento Naccarato 10.96 e Benamati 31.514.
  Ricordo che, nella seduta di venerdì 23 gennaio 2015, si è conclusa la discussione sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 21.

Pag. 8

(Ripresa esame dell'articolo 21 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Invito i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sugli emendamenti riferiti a tale articolo.

  FRANCESCO SANNA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Prima sentiamo i pareri onorevole Sanna poi dopo...

  FRANCESCO SANNA. Sul complesso degli emendamenti.

  PRESIDENTE. No, sul complesso degli emendamenti non possiamo più intervenire. Avrebbe dovuto chiederlo nel corso della seduta precedente; abbiamo esaurito il complesso degli emendamenti.
  Prego, onorevole Sisto.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente. Per quanto riguarda l'articolo 21, per comodità dei colleghi deputati, siamo a pagina 206 del fascicolo n. 2 degli emendamenti; a partire dall'emendamento Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, a pagina 207, fino all'articolo aggiuntivo Dadone 21.0202 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Unica eccezione per l'emendamento Rosato 21.202 nei confronti del quale i relatori di maggioranza si rimettono alla decisione dell'Aula.

  PRESIDENTE. Mi dice la pagina dell'emendamento Rosato 21.202 ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Pagina 202 del fascicolo 2, seconda parte.

  PRESIDENTE. Lei mi sta dicendo una pagina di un fascicolo vecchio. Però, ho capito.
  Quindi, a parte l'emendamento Rosato 21.202, i pareri della Commissione sono tutti contrari.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo scusa, Presidente. L'emendamento Rosato 21.202 è a pagina 19, mi dicono, del nuovo fascicolo.

  PRESIDENTE. Sì, l'ho trovato.
  Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza Sisto.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Esprimo parere favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli. Il parere è contrario sugli emendamenti Capezzone 21.1, La Russa 21.200, Bianconi 21.2, 21.4 e 21.26. Il parere è favorevole sugli emendamenti Toninelli 21.700, 21.6 e 21.7, Colletti 21.201, Costantino 21.9, Mazziotti Di Celso 21.14, Costantino 21.15 e Francesco Sanna 21.17. Esprimo parere contrario sull'emendamento Bianconi 21.27, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Toninelli 21.701 e D'Attorre 21.25.
  Il parere è contrario sull'emendamento Rosato 21.202, mentre il parere è favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 21.29, Colletti 21.30 e De Mita 21.31. Il parere è contrario sull'emendamento Bianconi 21.34.
  Il parere è favorevole sull'articolo aggiuntivo Toninelli 21.0200 e sugli identici articoli aggiuntivi Bianconi 21.02, Cozzolino 21.03 e Parisi 21.024...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Toninelli. Gli articoli aggiuntivi Toninelli Pag. 921.0200 e Bianconi 21.02 sono uguali. Gli altri articoli aggiuntivi sono diversi dai primi due. Quindi, deve distinguere il parere.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole su entrambi. Ho il fascicolo precedente, per questo...

  PRESIDENTE. Va bene. Prego.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Dadone 21.0203, 21.0201 e 21.0202.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Toninelli. Se intanto qualcuno lascia il posto, al banco del Comitato dei nove, al relatore di minoranza Matteo Bragantini. Così si prepara per i pareri. Prego, onorevole Toninelli, continui.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, sul mio fascicolo non ho altre proposte emendative.

  PRESIDENTE. Sì, abbiamo finito.
  Qual è il parere del relatore di minoranza Matteo Bragantini ? Sempre che le lascino un posto a sedere...

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, non posso andare a sinistra !

  PRESIDENTE. Onorevole, prenda un microfono ed esprima i pareri. Via ! Su non facciamo...

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Esprimo parere contrario sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli. Il parere è favorevole sugli emendamenti Capezzone 21.1, La Russa 21.200, Bianconi 21.2, 21.4 e 21.26. Il parere è contrario sugli emendamenti Toninelli 21.700 e 21.6. Il parere è favorevole sugli emendamenti Toninelli 21.7, Colletti 21.201, Costantino 21.9, Mazziotti Di Celso 21.14, Costantino 21.15, Francesco Sanna 21.17, Bianconi 21.27, Toninelli 21.701 e D'Attorre 21.25.
  Il parere è contrario sull'emendamento Rosato 21.202, favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 21.29, Colletti 21.30 e De Mita 21.31 e sull'emendamento Bianconi 21.34. Sugli identici articoli aggiuntivi Toninelli 21.0200, Bianconi 21.02, Cozzolino 21.03...

  PRESIDENTE. No, non sono tutti identici. Solo i primi due emendamenti sono identici.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Nel vecchio fascicolo erano tutti identici.

  PRESIDENTE. Nel vecchio fascicolo sì, poi sono stati separati. Quindi, qual è il parere sugli identici articoli aggiuntivi Toninelli 21.0200 e Bianconi 21.02 ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole, così come sugli identici articoli aggiuntivi Cozzolino 21.03 e Parisi 21.0204 e sugli articolo aggiuntivi Dadone 21.0203, 21.0201 e 21.0202.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Il parere è contrario sul Testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, sugli emendamenti Capezzone 21.1, La Russa 21.200, Bianconi 21.2, 21.4 e 21.26, Toninelli 21.700 e 21.6, favorevole sugli emendamenti Toninelli 21.7, Colletti 21.201, Costantino 21.9, Mazziotti Di Celso 21.14, Costantino 21.15, Francesco Sanna 21.17, contrario sull'emendamento Bianconi 21.27, favorevole sugli emendamenti Toninelli 21.701 e D'Attorre 21.25, contrario sull'emendamento Rosato 21.202, favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 21.29, Colletti 21.30 e De Mita 21.31, contrario sull'emendamento Bianconi 21.34 e favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Toninelli 21.0200 e Bianconi 21.02, sugli identici articoli aggiuntivi Cozzolino Pag. 1021.03 e Parisi 21.0204 nonché sugli articoli aggiuntivi Dadone 21.0203, 21.0201 e 21.0202.

  PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,50.

  La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 11,55.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio Presidente, questo emendamento che rappresenta un Testo alternativo è quanto mai attuale.

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole, colleghi un po’ più basso il tono della voce, così che gli interventi si possano ascoltare. Prego, onorevole Toninelli.

  DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, penso che interessi a tutti, in quanto riguarda l'elezione del Presidente della Repubblica che vedrà quest'Aula impegnata in seduta comune tra pochissime ore. Presidente, abbiamo detto che si tratta di un emendamento che riguarda una materia assolutamente attuale: l'elezione del Presidente della Repubblica. Mi accingo a descrivere quella che è l'attuale prassi nell'elezione della più alta carica dello Stato e quello che è il significato di questo emendamento.
  Attualmente, come avviene l'elezione del Presidente della Repubblica ? Come prevede l'articolo 83 della Costituzione, nei primi tre scrutini con la maggioranza dei due terzi, dopodiché a maggioranza assoluta. Il significato qual è, Presidente ? È quello di una massima condivisione tra le forze parlamentari. Nella realtà che cosa avviene ? Avviene che i partiti, i capi partito, in particolare, non discutono tra di loro e fanno «calare», in questo caso modernamente, un sms, poco prima del voto (neppure nelle prime tre votazioni, ma in quelle successive quando il quorum si abbassa) con indicato il nome da votare, eliminando quindi qualsiasi dibattito, qualsiasi partecipazione, qualsiasi condivisione interna ai partiti ed esterna dell'opinione pubblica. Questo è quanto sta accadendo e sta accadendo anche in conseguenza di quanto affermato recentemente dal Presidente del Consiglio che indicherà il nome nella quarta votazione, poche ore prima della votazione medesima. Ciò significa che i principi cardine per cui i costituenti hanno scritto l'articolo 83 vengono, di fatto, violati. Lo spirito, invece, del significato dell'emendamento a mia prima firma, che rappresenta un Testo alternativo, va a toccare quelli che sono i principi fondamentali di metodo che ci siamo permessi di chiamare a «5 Stelle», non perché è proprio del MoVimento 5 Stelle, ma perché è proprio della normalità democratica: una fase della partecipazione, una fase della trasparenza, una fase della partecipazione ed una fase della condivisione. Nella prima parte, affermiamo ovviamente che il Presidente è eletto in seduta comune, ma affermiamo anche che le candidature devono essere dibattute pubblicamente da questo Parlamento, almeno cinque giorni prima della votazione. Dibattere pubblicamente le candidature e non scambiarsi i nomi e per i nomi scambiarsi dei favori, come sta avvenendo all'interno del patto del Nazareno, in stanze segrete. Un Parlamento, che si regge sulla democrazia sana, dovrebbe dibattere pubblicamente dei nomi da candidare all'elezione del Presidente della Repubblica. La partecipazione è prevista al secondo comma di questo emendamento. Noi affermiamo che, per riavvicinare i cittadini, bisogna anche farli partecipare, non solo con un dibattito pubblico, come abbiamo prima affermato, ma con una partecipazione effettiva, fattiva, reale. Noi chiediamo che Pag. 11siano cento i cittadini italiani, estratti casualmente a sorte, che partecipano all'elezione, all'interno dell'Aula in seduta comune, del Presidente della Repubblica italiana. Questo è un passaggio che noi riteniamo essere cruciale e che non va a scardinare gli equilibri dei partiti che sono stati votati, eletti e portati in Parlamento. Il terzo principio è quello per cui non si debba andare sotto i due terzi per l'elezione del Presidente della Repubblica, neppure accettando una modifica, sia pur minimamente migliorativa, che la maggioranza ha fatto, portando al nono scrutinio la maggioranza dei tre quinti e non più la maggioranza assoluta come previsto adesso. Con una legge elettorale ipermaggioritaria, come l'Italicum, la maggioranza assoluta o la maggioranza dei tre quinti dei votanti sono maggioranze già presenti in pancia del partito di minoranza relativa che in quanto vincitore con un solo voto in più prenderebbe 340 seggi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli all'articolo 21, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole ovviamente del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, e con il parere contrario dei relatori di minoranza della Lega Nord e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giorgio Piccolo, Piccoli Nardelli, Di Salvo, Locatelli, Turco...invito i colleghi a prendere posto...Fantinati...ci sono altri che non riescono a votare ? Venittelli e Rotta hanno votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  348   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  292).    

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 21.1.
  Ha chiesto di parlare il deputato Capezzone. Mi scuso, onorevole Capezzone, lei non può parlare perché è intervenuto sul complesso delle proposte emendative riferite a questo articolo. Mi dispiace, ma non può intervenire.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, siccome è un emendamento molto rilevante, che va a sostituire svariati articoli della Costituzione, anche prevedendo degli articoli bis – che sinceramente da un punto di vista stilistico in Costituzione non si possono vedere, ma questo dipende dalla modalità con cui stiamo agendo – chiederei, se è possibile, di votare per parti separate l'emendamento.

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, espliciti qual è la vostra proposta di votazione per parti separate.

  ANDREA COLLETTI. La mia proposta è votare come prima parte: articolo 21 (dove si modifica l'articolo 83); l'articolo 21-bis, articolo 22, articolo 23, articolo 24, articolo 24-bis, articolo 24-ter.
  Chiediamo di votare poi separatamente l'articolo 24-quater e ancora separatamente l'articolo 28-bis il quale può essere ulteriormente diviso: da «All'articolo 104...» fino alle parole «...Corte di Cassazione»; e da «Ne fa parte...» fino a «... Corte di Cassazione.»
  Se vuole può riepilogare, così vediamo se avete esattamente...

Pag. 12

  PRESIDENTE. Allora, lei propone di fare un'unica votazione dall'inizio dell'emendamento fino all'articolo 24-ter incluso. Giusto ?
  Poi propone una votazione per parti separate del punto 24-quater o no ? Mi ripete, deputato Colletti ?

  ANDREA COLLETTI. Presidente, escluso il 24-ter dalla votazione precedente.

  PRESIDENTE. Quindi, la prima votazione fino al 24-ter escluso.

  ANDREA COLLETTI. Sì, fino alle parole «... la proposta del Governo.»

  PRESIDENTE. Bene. Poi si tratta di votare 24-ter e 24-quater insieme ?

  ANDREA COLLETTI. Sì.

  PRESIDENTE. Bene. Poi c’è una suddivisione ulteriore all'articolo 28-bis.

  ANDREA COLLETTI. Esattamente.

  PRESIDENTE. Fino a «...Corte di Cassazione»

  ANDREA COLLETTI. Fino alla prima volta che compare «Corte di Cassazione».
  E poi un'ultima votazione, per l'ultimo periodo, a parte.

  PRESIDENTE. Va bene, ho capito, adesso sentiamo il parere degli uffici.
  Allora, consultati gli uffici, onorevole Colletti, saremmo per accogliere la divisione tra la prima parte e la seconda (24-ter e 24-quater). Quindi, tutta la prima parte fino all'articolo 24-ter escluso; poi, la seconda parte (24-ter e 24-quater) Invece, non possiamo suddividere l'articolo 28-bis che è sostitutivo del secondo e del terzo comma dell'articolo 104 della Costituzione che si intende modificare.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, mi scusi, ma qui c’è scritto che, sì, l'articolo è sostitutivo, però può essere sostitutivo anche per una parte sola, eventualmente.

  PRESIDENTE. Gli uffici ci dicono che, sostituendo due commi, non possiamo manipolare l'emendamento. Quindi, essendo sostitutivo dei due commi, dobbiamo votarlo tutto insieme. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, per annunciare il voto a favore del gruppo di Forza Italia a questi emendamenti. L'elezione diretta del Presidente della Repubblica è una battaglia storica e una posizione storica del centrodestra e di Forza Italia. Questi sono i motivi fondamentali per cui noi riteniamo che questi emendamenti vadano votati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, questo testo, presentato da alcuni esponenti di Forza Italia che nel corso dell'esame di questa legge si sono manifestamente dichiarati contro l'accordo del Nazareno per approvare questa riforma costituzionale – mi spiace che non possa parlare il presentatore che ha già parlato nella parte relativa al complesso degli emendamenti –, riproduce in sostanza un testo che era del PD in quanto è il sistema francese, ossia l'elezione diretta del Capo dello Stato che a sua volta poi nomina il Presidente del Consiglio. È un testo su cui tante volte, anche da parte di esponenti diversi dal centrodestra, sono arrivate adesioni. Non è il testo che ha presentato Fratelli d'Italia, che non è solo il modello francese, ma è un testo che dovrebbe anzi riscontrare adesioni al di fuori e al di là dei confini dei presentatori. Noi, comunque, voteremo a favore e invitiamo tutti coloro che sinceramente ritengono che sia più giusto Pag. 13fare eleggere il Capo dello Stato direttamente dai cittadini, anziché dal toto nomine tra i partiti a cui anche in questi giorni assistiamo, a dare il loro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 21.1 relativamente alla prima parte, dall'inizio dell'emendamento fino alle parole «per le quali la legge non prevede la proposta del Governo», cioè prima dell'articolo 24-ter, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco... Invernizzi... Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  371   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 21.1, relativamente alla seconda parte, dall'articolo 24-ter all'articolo 24-quater, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa... Causi... Sberna... Tinagli... Pilozzi... Villarosa... Busto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  374   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   44    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Censore e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 21.1 relativamente all'ultimo comma, con il parere contrario della Commissione, del Governo, e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa... Dell'Aringa... Greco... Ciprini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  315   
   Astenuti   59   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato   44    
    Hanno votato no  271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Censore, Franco Bordo e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento La Russa 21.200.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Meloni. Ne ha facoltà.

Pag. 14

  GIORGIA MELONI. Presidente, per illustrare l'emendamento di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale all'articolo 21, cioè il contributo che abbiamo voluto dare alla serie di emendamenti che si stanno votando per inserire nelle modifiche della nostra Costituzione quella che forse è nella storia del centrodestra italiano la battaglia più significativa, cioè consentire banalmente agli italiani di scegliere direttamente il Presidente della Repubblica.
  Vede, Presidente, sono molto colpita dal fatto che nelle trattative che sono state fatte negli ultimi mesi per modificare la Costituzione, alla fine il gioco di quelli che disegnavano questa modifica della Costituzione fosse sostanzialmente quello di limitare il peso degli italiani. Ho sempre creduto che la terza Repubblica si sarebbe aperta quando noi avessimo restituito il potere di scegliere nelle mani degli italiani (il potere di scegliere i parlamentari, il potere di scegliere il Presidente della Repubblica, il potere di continuare a scegliere quello che almeno sceglievano prima), invece noi stiamo facendo una serie di riforme che vanno nel senso di limitare gli italiani nella possibilità di scegliere qualunque cosa. Gli italiani non possono più scegliere i consiglieri provinciali. In forza di questo disegno di legge gli italiani non sceglieranno più i senatori.
  Figuriamoci se chi difende questa proposta di modifica della nostra Costituzione può essere d'accordo con la possibilità che gli italiani scelgano il Presidente della Repubblica. Ma vi chiedo e mi chiedo: non sarebbe più giusto e più normale che chi è garante della nostra Costituzione, chi rappresenta l'Italia in sede internazionale ed europea, chi è il massimo simbolo di questa nostra Patria possa essere scelto per il tramite di una libera consultazione popolare e non per il tramite di qualche gioco di Palazzo, modello quello che stiamo vedendo e che drammaticamente vedremo anche nei prossimi giorni ?
  Lo chiedo ai colleghi del centrodestra, che sono stati eletti con programmi elettorali che prevedevano chiaramente all'interno dei loro programmi la scelta diretta del Capo dello Stato, ma che, poi, si sono ben guardati dal porre questa come condizione per chiudere il «patto del Nazareno»; lo chiedo ai colleghi del centrosinistra, perché penso che molti, in cuor loro, non siano esattamente d'accordo con una serie di riforme che stanno comprimendo sempre di più il diritto degli italiani a vedere la loro scelta, avere diritto di cittadinanza in queste nostre istituzioni; lo chiedo anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché, obiettivamente, loro fanno molte consultazioni via web per chiedere chi debbano essere i candidati da far votare ai loro parlamentari: forse, sarebbe il caso, invece di fare le consultazioni via web, anche qui, di offrire i propri simpatici voti per consentire agli italiani di votarselo direttamente il Presidente della Repubblica, invece di demandare ai propri deputati la scelta di quel Presidente dopo le consultazioni telematiche.
  Io non so perché il diritto di scelta degli italiani faccia così paura a questo Parlamento, ma, da che mondo è mondo, gli italiani sanno scegliere meglio dei partiti, meglio delle segreterie di partito, meglio degli inciuci di Palazzo. Quindi, continuo a sperare e ad augurarmi che ci sia un sussulto di dignità di questo Parlamento e che si voglia votare questo emendamento, uno degli altri emendamenti che, anche da parte di altri colleghi, sono stati presentati, come l'emendamento Capezzone, che abbiamo votato prima di questo. Un sussulto di dignità per consentire agli italiani di votare direttamente il loro massimo rappresentante, come accade, ormai, per tutte le grandi democrazie occidentali.
  È un'occasione, colleghi: mi piacerebbe che ci si spogliasse e – concludo, Presidente –, dei tatticismi, che ci si spogliasse degli accordi, che ci si spogliasse degli inciuci e si provasse, una volta tanto, a fare qualcosa nel bene e per il bene degli italiani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, avrei avuto piacere di sapere dal Pag. 15rappresentante di Forza Italia, che dice che è una battaglia storica del suo gruppo, del suo partito, il presidenzialismo, chi gli ha impedito di sostenere questa soluzione e chi li ha convinti e perché si sono convinti a votare questo monstrum che stiamo realizzando, perché – badate – questa riforma non ha né capo né coda. Io non voglio maramaldeggiare, diciamo così, vorrei un attimo ragionare, cosa che sostanzialmente non è consentito fare, perché il progetto di legge è governativo, perché è presentato come progetto di legge di maggioranza, perché i tempi sono stati contingentati in un modo assurdo, in un modo offensivo per il Parlamento, e perché siamo eterodiretti da un patto segreto e da un patto oscuro.
  Quindi, dibattere se sia meglio il presidenzialismo o se sia meglio il parlamentarismo è un'impresa un pochino vana, retorica, perché, purtroppo, qui davanti abbiamo una sola alternativa: se consentire a questo patto segreto di realizzare questa mostruosità, che è scritta nel progetto di legge governativo, oppure combattere con tutte le forze nostre per abbatterlo. Purtroppo, questa è la soluzione che dovremmo, tutti i democratici, adottare.
  Non è possibile, alla luce del combinato disposto tra legge elettorale e Costituzione, realizzare un sistema che ha un solo risultato, quello cioè di affidare ad una minoranza il potere assoluto all'interno del nostro Paese. Noi questa soluzione istituzionale l'abbiamo già conosciuta, è inutile che qui qualcuno si scandalizzi se facciamo dei paragoni con il vecchio regime fascista. Quando il nostro capogruppo Arturo Scotto ha detto che sente odore di regime, qualcuno si è risentito.
  Ora, voglio suggerire un utile studio e vedere un po’ quali siano stati i passaggi per i quali, a Statuto albertino vigente, si arrivò a tutt'altra soluzione, come, a Costituzione vigente, si sta arrivando a creare un regime del tutto diverso. Faccio un esempio pratico: fra qualche momento discuteremo delle deliberazioni dell'Assemblea a data certa, oltre al fatto, come ho già detto, che siamo eterodiretti da un patto segreto. Voglio ricordare che una delle prime leggi cosiddette fascistissime, fu quella varata il 24 dicembre 1925, con la quale si definirono i poteri del Capo del Governo, anzi, si inventò la figura del Capo del Governo, che sostituiva la figura del Presidente del Consiglio, che, come è noto, è la figura di un potere primus inter pares.
  Ora, se voi andate a leggere l'articolo 6 di quella legge del 24 dicembre 1925, n. 2263, se non ricordo male, voi troverete che addirittura il Capo del Governo aveva ingerenza nella fissazione dell'ordine del giorno della Camera dei deputati, che è praticamente la situazione attuale. Noi veniamo sferzati da uno scudiscio nascosto, che ci fa trottare nella direzione che viene stabilita, non abbiamo nessuna autonomia, nessunissima autonomia; e, allora, questa somiglianza non vi dice nulla ? E noi non abbiamo una Costituzione rigida, ma ricordiamo che è semirigida, perché con la maggioranza assoluta sostanzialmente si può modificare il tutto.
  Noi ci stiamo avviando verso il presidenzialismo, ma ci stiamo avviando in un modo contorto e intollerabile, perché, se il presidenzialismo ci dovesse essere, ebbene, allora andrebbe studiato e andrebbe studiato con i contrappesi necessari. In America c’è il presidenzialismo, ma Obama non può fare tutto ciò che gli pare e piace e il potere è ben distribuito tra Obama, da un lato, Camera dei rappresentanti, dall'altro, e il Senato federale, dall'altro ancora.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Sannicandro.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Grazie, continueremo nel prossimo intervento.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente, innanzitutto chiedo scusa a coloro che sono intervenuti in precedenza, ma, come prima, chiedo il voto per parti Pag. 16separate. Chiederei innanzitutto la divisione tra articolo 21 e articolo 21-bis.

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, siccome gli uffici hanno già esaminato questa possibilità, le dico subito che va bene dividere l'articolo 21 dall'articolo 21-bis, ma la prima parte va votata insieme alla parte consequenziale. Quindi, possiamo fare due votazioni per parti separate: la prima parte è l'articolo 21 insieme al capoverso che inizia con «Conseguentemente», e poi votare l'articolo 21-bis separatamente.

  ANDREA COLLETTI. Poi chiederei anche di votare separatamente l'articolo 23-bis ovvero...

  PRESIDENTE. No, la possibilità è quella che le ho appena illustrato. Gli uffici hanno già esaminato la questione. Lo possiamo votare separatamente dall'inizio fino a: «legge ordinaria», prima dell'articolo 21-bis insieme all'ultima parte da: «conseguentemente», cioè «sostituire l'articolo 22 con il seguente» e «dopo l'articolo 23 aggiungere il seguente, articolo 23-bis». Quindi, la prima parte viene posta in votazione con l'ultima parte dopo il «conseguentemente».

  ANDREA COLLETTI. Ritengo che, in realtà, il «conseguentemente» possa rifarsi anche esclusivamente solo all'articolo 22, mentre il «dopo» potrebbe avere una sua autonomia concettuale.
  Pertanto, dal mio punto di vista, la parte che va dalle parole «dopo l'articolo 23» potrebbe essere votata separatamente rispetto agli altri commi, che sono in realtà sostitutivi, perché questo è aggiuntivo.

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, mi scusi, ma l'articolo 23-bis toglie il primo comma dell'articolo 87 della Costituzione proprio perché lo contiene nell'inizio dell'emendamento, quando si dice che il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale.
  Quindi, la consequenzialità è tra la prima parte dell'emendamento e tutta la parte successiva alla parola «Conseguentemente».

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Nel merito ?

  ANDREA COLLETTI. Sulla votazione.

  PRESIDENTE. No, su questo no, perché gli uffici si sono espressi e la Presidenza ha già dato una risposta. Adesso, se lei vuole intervenire sul merito... Non chiede più la votazione per parti separate ?

  ANDREA COLLETTI. Stavo finendo. Se ha la cortesia di farmi concludere, le sarei molto grato.

  PRESIDENTE. Prego.

  ANDREA COLLETTI. Tralasciando l'articolo 23-bis, sebbene io non sia d'accordo, ho fatto una prima divisione di massima tra l'articolo 21 e 21-bis: volevo chiedere se era possibile fare una divisione all'interno dell'articolo 83 e dell'articolo 84 per dividere per parti separate anche quegli articoli.

  PRESIDENTE. No, perché gli uffici hanno verificato che i due emendamenti sono interamente sostitutivi dell'articolo 83 e dell'articolo 84, altrimenti le parti non si tengono tra di loro. Quindi, possiamo fare queste due votazioni separate.

  ANDREA COLLETTI. Anche in precedenza, gli emendamenti interamente sostitutivi li avevamo suddivisi, venerdì. Non avevamo diviso la votazione esclusivamente dove erano sostitutivi di differenti commi.

  PRESIDENTE. Ha una proposta precisa da farci ? Poi la esaminiamo.

Pag. 17

  ANDREA COLLETTI. Allora, all'articolo 21, del nuovo articolo 83, prendere i primi due periodi... Mi dica lei quando posso andare avanti.

  PRESIDENTE. Vada davanti, io sto ascoltando.

  ANDREA COLLETTI. Il terzo periodo votarlo separatamente; il quarto periodo votarlo separatamente...

  PRESIDENTE. No, onorevole Colletti, non prosegua su questa strada, perché gli uffici mi stanno dicendo che questo non è possibile. Quindi, è inutile che...

  ANDREA COLLETTI. Posso chiedere perché ?

  PRESIDENTE. Perché l'emendamento è sostitutivo di tutto l'articolo 83 della Costituzione. Noi non possiamo intervenire, con la votazione per parti separate, a modificare la natura degli emendamenti. Capirei se fossero argomenti distinti, ma poiché con questo emendamento sostituiamo interamente un articolo dell'attuale Costituzione, questa divisione in questi termini non è plausibile, non è ragionevole.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Sarò brevissimo. Sono in realtà argomenti simili, ma distinti, perché l'articolo 83 prevede poteri e facoltà del Presidente della Repubblica, quindi potremmo essere d'accordo o in disaccordo su alcuni poteri e facoltà del Presidente la Repubblica. Faccio un esempio. Noi potremmo essere d'accordo o in disaccordo con «vigila sul rispetto della Costituzione» perché lo riterremmo inutile visto come si è comportato l'ultimo Presidente della Repubblica, quindi lo riterremmo già abrogato implicitamente, e così gli altri.
  Mi sembra, però, che venerdì abbiamo votato molti emendamenti per parti separate sebbene i commi fossero interamente sostitutivi. Se mi dà un attimo le riprendo gli emendamenti che abbiamo votato per parti separate.

  PRESIDENTE. Ho capito. La questione è delicata, però contemporaneamente non la possiamo utilizzare per rendere difficile il lavoro tra di noi. È vero che abbiamo suddiviso in precedenza altri emendamenti interamente sostitutivi, tuttavia, qui, se noi dividiamo in commi o addirittura in frasi questo emendamento, rischiamo di non avere un'organicità, una sistematicità del contenuto dell'emendamento. Quindi, io mi fido del parere degli uffici e il parere degli uffici, per quanto riguarda la Presidenza, è in questo caso determinante; quindi, se lei è d'accordo, procederei con due votazioni per parti separate. La prima parte è fino alle parole «legge ordinaria» e dalla parola «Conseguentemente»; la seconda parte dalle parole: «articolo 21-bis».

  ANDREA COLLETTI. Mi perdoni, la prima parte, se lei vede, potrebbe essere votata e distinta di per sé, perché prevede non i poteri e le facoltà del Presidente, ma la figura del Presidente. Le ulteriori parti, dal terzo periodo (ed è già diviso in periodi, ovvero non parliamo dello stesso periodo), prevedono non la figura del Presidente, bensì le facoltà e i poteri. Inoltre, gli ultimi tre periodi, anzi gli ultimi quattro, mi scusi, prevedono non la facoltà e i poteri del Presidente, bensì le modalità di elezione. Quindi, è evidente che siano diversificati.

  PRESIDENTE. Posso fare una proposta, onorevole Colletti ? Siccome io ho ancora degli iscritti a parlare sul merito dell'emendamento, andrei avanti con gli interventi: intanto lei si confronta con i funzionari del Servizio e poi ne riparliamo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

Pag. 18

  DORINA BIANCHI. Grazie, Presidente, all'esame di questo articolo e degli emendamenti che propongono l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, bisogna ricordare che la riforma costituzionale al nostro esame non include la modifica della forma di Governo per una ragione ben precisa: vale a dire il venir meno delle condizioni politiche necessarie per portare a compimento il percorso delle riforme costituzionali che era stato deciso dalle Camere con la votazione di specifiche mozioni all'inizio della legislatura. Vale a dire: il percorso che prevedeva l'istituzione, attraverso l'approvazione di una legge di procedura di natura costituzionale, soprattutto di una Commissione bicamerale con il compito di riformare non solo il bicameralismo paritario e il Titolo V, ma anche la forma di Governo.
  Com’è noto quella legge costituzionale si è fermata, per ragioni che tutti noi ricordiamo certamente in quest'Aula; e nell'ambito di questo percorso era stata costituita una Commissione di costituzionalisti ed esperti che aveva affrontato anche il tema della forma di Governo, prospettando tra le soluzioni possibili anche quella del sistema semipresidenziale di tipo francese con l'elezione diretta del Presidente della Repubblica.
  Area Popolare voterà contro questo emendamento, perché al punto in cui siamo giunti non riteniamo più possibile introdurre l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, perché ciò implicherebbe la necessità di ricominciare da capo l'esame del testo, in quanto non si tratta della modifica di un solo articolo, ma di un complesso di norme per realizzare quel bilanciamento e quei contrappesi che una riforma di tale portata richiederebbe.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Presidente, rinuncio a parlare: l'onorevole Dorina Bianchi ha detto tutto quello che c'era da dire.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Presidente, è certamente vero che le norme di cui stiamo discutendo non c'entrano con gli accordi politici di inizio legislatura sulle riforme costituzionali, ma entrano ovviamente come tentativo di modifica a gamba tesa sulla forma di Governo, cercando di riproporre il tema dell'elezione diretta del Presidente della Repubblica.
  La scelta che abbiamo fatto è una scelta differente: il Presidente della Repubblica rimane organo di garanzia; giustamente viene eletto con un quorum rafforzato, prendendo atto degli indirizzi che registriamo su una legge maggioritaria alla Camera, e quindi una diminuzione dei numeri di composizione del Senato, che abbiamo invece confermato nel nostro voto qui; e poniamo rimedio a tutto questo attraverso un'elevazione del quorum dopo un certo numero di votazioni. Non sarà possibile così il trasferimento automatico della maggioranza di Governo sulla maggioranza di elezione del Presidente della Repubblica, che sarà più ampia. Però, rispetto a una modifica nel senso voluto dagli emendamenti, e anche dall'intervento del presidente Brunetta per Forza Italia nella scorsa seduta, che argomentava dicendo che un rafforzamento federalista dello Stato pretende un contrappeso in capo al Presidente della Repubblica, faccio osservare che in questa riforma non c’è un segno di rafforzamento federalista, ma c’è piuttosto una semplificazione e una precisazione di distribuzione di poteri tra lo Stato centrale e le regioni.
  Per questo motivo rimane la figura di Presidente della Repubblica che noi abbiamo conosciuto, rafforzata in alcuni suoi tratti di garanzia. Noi abbiamo un tema: continuare a precisare in termini moderni una forma di democrazia di indirizzo rispetto alla semplificazione della democrazia di investitura, come la definiva Leopoldo Elia. Io credo che stiamo facendo Pag. 19una buona cosa riconfermando l'impostazione di elezione del Presidente della Repubblica.
  Con l'occasione ritiro il mio emendamento 21.17 e pongo un tema che sarà un tema di sfida invece per il prosieguo dei lavori di questa legislatura dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica e dopo la chiusura del ciclo delle riforme costituzionali e cioè il tema che l'aggancio di questa figura e il suo modo di elezione alla mutata forma dello Stato italiano in rapporto con la Unione europea prevede, deve prevedere, a mio avviso, l'allargamento della platea ai parlamentari europei.
  Chiudete un attimo gli occhi, pensate ai costituenti quando dissero «Parlamento in seduta comune più delegati delle regioni», le regioni sarebbero arrivate oltre vent'anni dopo, noi abbiamo il Parlamento europeo eletto direttamente con sistema proporzionale e, quindi, in modo da diluire anche l'effetto del maggioritario della Camera. Abbiamo una grande occasione per completare la figura e la configurazione del Presidente della Repubblica, unendo nella sua missione una apertura verso l'Europa, il cambiamento della forma di Stato del Paese e anche, se volete, un addolcimento dell'impatto maggioritario della composizione della Camera su un Senato più ristretto. Confermo quindi il ritiro dell'emendamento 21.17, a mia firma, e il voto negativo sugli emendamenti che prevedono l'elezione diretta del Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato la Russa. Ne ha facoltà per un minuto.

  IGNAZIO LA RUSSA. Mi riservo naturalmente di parlare sul prossimo emendamento che è ancora sullo stesso tema, sulla incongruenza di chi non voterà a favore. Meno incongruente è il voto della estrema sinistra che si è sempre dichiarata contro il presidenzialismo, anche se non mi convincono gli argomenti che sono stati adottati; dal momento che si è contro il patto del Nazareno, questa era l'occasione per tutte le opposizioni di mettere a frutto l'imbarazzo di Forza Italia che, volente o nolente, deve far finta di votare a favore, sapendo che non passerà. Almeno, ci sarebbe stata una logica.
  E concludo, dicendo che il paragone con gli anni Venti che è stato fatto per certi versi ha una sua ragione. Dimentica però il collega Sannicandro che, in quel momento, c'era un pericolo, oltre a tanti altri argomenti: il pericolo comunista che veniva da est che, nel frattempo, non esiste più essendo caduto nella polvere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Come relatore, semplicemente per dire ai colleghi del PD che, se si vogliono veramente fare le riforme, dunque una bella proposta, quella di prevedere anche i parlamentari europei, questa è la sede in cui bisogna affrontare questa tematica perché non penso, o meglio, non spero che, fra due anni, riprenderemo in mano di nuovo la Costituzione per rimodificarla. Se non si affrontano adesso quando si affrontano 40 articoli della Costituzione, le riforme che anche voi volete, vuol dire che non volete nessuna altra riforma e se ne riparlerà fra venti o trent'anni. Questa è la mia opinione, anche perché veramente non possiamo continuamente riprendere in mano la Costituzione.

  PRESIDENTE. Io non ho altri iscritti a parlare. Vedo che l'onorevole Colletti e gli uffici sono ancora impegnatissimi, tanto che non mi sentono. Onorevole Colletti, mi scusi, ma abbiamo terminato anche la discussione sul merito dell'emendamento. Allora, se lei conferma la sua richiesta, io procederei alla votazione per parti separate come avevo accennato all'inizio, ossia: votiamo la prima parte dell'emendamento La Russa 21.200 fino alle parole: «legge ordinaria» insieme alla parte consequenziale e poi successivamente la parte restante.
  Passiamo ai voti.Pag. 20
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'emendamento La Russa 21.200, dalle parole: «articolo 21» fino alle parole: «legge ordinaria» insieme alla parte consequenziale, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Busto. Ci siamo ? Franco Bordo, Bonafede. A posto. Non vedo altre mani alzate...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  415   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  365).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla parte residua dell'emendamento La Russa 21.200, dalle parole «articolo 21-bis», su cui i pareri sono gli stessi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Scalfarotto, Lavagno. Ci siamo ? Greco ancora non riesce a votare. Carrozza, Coppola. A posto ? Ci sono altri ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  412   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  51    
    Hanno votato
no  361).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Su quali articoli ?

  ARCANGELO SANNICANDRO. Sull'articolo 85 del Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, poc'anzi all'onorevole La Russa è stato concesso, per esprimere la sua opinione, un minuto. Io voglio fare presente a lei che il nostro Regolamento non pone sullo stesso piano qualunque disegno di legge. Il nostro Regolamento distingue leggi ordinarie, leggi particolarmente, come dire, importanti e leggi costituzionali. Dalla lettura dell'articolo 85 si capisce – è una cosa semplice, banale e, d'altra parte, non poteva che essere così che – che c’è un diverso trattamento per diversa questione.
  Ora, mi risulta che si dà sempre un minuto per le dichiarazioni di voto a titolo personale per i provvedimenti relativi alle leggi ordinarie. Non le sembra che in questo caso dovremmo avere più spazio ? E questo senza affrontare la questione di carattere generale.
  Credo che gli uffici le stiano facendo leggere l'articolo 85 del Regolamento, il quale afferma: «Ciascun deputato può intervenire nella discussione una sola volta per non più di venti minuti (...)» e poi aggiunge: «Il termine di venti minuti è raddoppiato per i progetti di legge costituzionale (...)». Non dice che può essere raddoppiato, ma dice: «è raddoppiato», per dire come è soppesato bene l'argomento.
  Poi, il termine di venti minuti è raddoppiato per le leggi di delegazione legislativa, in materia elettorale e di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali. Poi aggiunge: «È in facoltà (...)» – e in questo caso non è dovuto, ma è in facoltà del Presidente della Camera – «per altri progetti di legge, di aumentare Pag. 21il termine di venti minuti fino al doppio, per uno o più articoli, se la loro particolare importanza lo richiede».
  Quindi, non è che noi possiamo continuare in questa maniera. Io credo che una riflessione l'Ufficio di Presidenza nella giornata la debba fare, perché noi non stiamo parlando né del regolamento del condominio né del codice della strada né di una legge ordinaria, ma stiamo parlando di una legge costituzionale che, secondo l'articolo 85, si differenzia dalle leggi ordinarie e, quindi, con quello che ne consegue.
  Rimetto alla vostra sensibilità e alla vostra intelligenza le conseguenze.

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, anch'io mi rimetterei alla sua intelligenza. Lei cita continuamente l'articolo 85. In realtà l'articolo 85 tratta della fase del complesso degli emendamenti. Noi ora siamo in discussione e si stanno facendo dichiarazioni di voto sui singoli emendamenti. Allora, l'articolo che lei ha citato è perfettamente come lei lo ha citato, ma non riguarda la fase attuale, che, invece, è regolamentata dall'articolo 85, comma 7, per la quale l'onorevole La Russa ha avuto, come da Regolamento e come da prassi, assolutamente un minuto, avendo nei cinque minuti di intervento sviluppato le argomentazioni del suo gruppo l'onorevole Giorgia Meloni.
  Quindi, il suo richiamo è incongruo in questa fase, poiché stiamo trattando del singolo emendamento.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa ?

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, sullo stesso articolo del Regolamento. Presidente, lei può benissimo non offrire più di un minuto, ma il richiamo non è incongruo. Il richiamo le ha suggerito – mi lasci dire – di applicare in via analogica alla discussione che stiamo facendo in questa materia, sugli emendamenti, quello che già è previsto per il complesso degli emendamenti.
  Sugli emendamenti non vi è scritto «un minuto»: è demandato al libero apprezzamento del Presidente. Il Presidente, quindi, non può considerare un fuor d'opera la richiesta del collega Sannicandro: può dire «io non ritengo di dare più di un minuto», ma la richiesta, il richiamo al Regolamento, era assolutamente pertinente. Spetta a lei, dopo questo richiamo, valutarlo come meglio riterrà, non cancellarlo.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 21.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Vedo che si ragiona tanto di etichette: presidenzialismo, parlamentarismo e robe varie. Penso che, se per un secondo valutassimo con un minimo di obiettività cosa comporta questa riforma della Costituzione combinata con la riforma della legge elettorale, forse tutti insieme potremmo fare riflessioni un pochino diverse, anche rispetto a quelle che faceva l'onorevole Sanna e che ho ascoltato. Ora, noi avremo contemporaneamente: una Camera sola elettiva, che dà la fiducia; una legge elettorale che consegna il Parlamento in mano ai segretari dei partiti, perché sappiamo benissimo quale sarà il meccanismo di nomina; un doppio turno, badate, non di collegio, ma nazionale, che personalizzerà molto lo scontro per avere il premio di maggioranza. Infine, daremo pure un potere di legiferare all'Esecutivo fino ad oggi non previsto, cioè il famoso voto a data certa.
  Ora, la vera e sostanziale differenza è che, a differenza dei sistemi presidenziali, probabilmente il Parlamento avrà molti meno poteri di controllo rispetto all'attività del Governo e del Primo Ministro. Quindi, penso che, probabilmente, l'etichetta non potrà essere quella del presidenzialismo o del semipresidenzialismo; secondo me, è semplicemente una semiriforma, che si dimostra sempre di più incongruente e che non ha né capo né coda.Pag. 22
  E tuttavia è una riforma che altera in maniera sensibile il rapporto tra i poteri e rafforza in maniera evidente l'Esecutivo rispetto al Parlamento. Quindi, chiamiamolo come vogliamo, ma il tema è che questa riforma, essendo un pasticcio, avrà degli effetti, a mio giudizio, imprevedibili anche rispetto a coloro che la stanno promuovendo. Quindi, consiglierei un ragionamento molto più approfondito.
  Infine, devo dire che mi dispiace che l'onorevole Francesco Sanna abbia ritirato il suo emendamento, perché lo avremmo tutti votato molto volentieri, nel senso che porre delle garanzie superiori, in questo contesto, a un'elezione di un Presidente della Repubblica, e quindi aumentare i grandi elettori del Presidente della Repubblica, è un aspetto fondamentale, se si vuole evitare l'arbitrio che con questa riforma state portando avanti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Il gruppo di Area Popolare voterà contro questo emendamento. Io non sono molto lontano dal condividere perplessità e critiche rispetto al testo che sta davanti a noi, tuttavia vorrei invitare a riflettere, perché, se questo testo è un po’ un guazzabuglio, cerchiamo di non aggravare questa condizione non commendevole del testo.
  Inserire un Presidente della Repubblica eletto dal popolo in un sistema che non è presidenziale e non si avvia ad essere presidenziale – presidenziali sono gli Stati Uniti, questo è un sistema di tipo parlamentare, in cui si rafforza l'Esecutivo: è vero che si rafforza l'Esecutivo, ma è un sistema di tipo parlamentare – significa creare le condizioni perché esso non funzioni.
  Infatti, un Presidente della Repubblica eletto dal popolo ha, ovviamente, una carica di autorevolezza politica che gli deriva dall'elezione diretta. È molto difficile che un Presidente che ha questa autorevolezza politica, poi si accontenti dei poteri relativamente limitati che gli dà la Costituzione italiana. Il Presidente della Repubblica eletto dal popolo è disomogeneo rispetto a questa struttura. Non è vero che in tutta Europa si eleggono i Presidenti della Repubblica, succede in pochi Paesi, succede in Austria, per ragioni che non staremo qui a spiegare; succede naturalmente anche in Francia, ma, nella gran parte dei Paesi europei, abbiamo sistemi di tipo parlamentare e anche sistemi di tipo parlamentare nei quali non è vero che il giorno dopo le elezioni si sa chi è il Capo del Governo; prendete la Germania dove ci vogliono mesi di trattative, e non è un Paese governato tanto male, come non è governata tanto male neanche la Svizzera che ha un sistema, per certi aspetti, analogo. Tutto ciò detto e considerato, non si può trapiantare su di una struttura parlamentare, che è e rimane parlamentare, un Presidente che andrebbe bene per un sistema presidenziale. Benedetto Croce, una volta, ha parlato dell'ircocervo: l'ircocervo è un animale fantastico, che non esiste, per metà cervo e per metà capra. Non facciamo della nostra riforma un ircocervo, oltre i limiti in cui già un poco, per la verità, lo è. Non proponiamo emendamenti che, considerati seriamente, sono semplicemente provocatori. Se questo emendamento fosse approvato, come giustamente diceva prima di me l'onorevole Dorina Bianchi, bisognerebbe cambiare tutta l'impalcatura, tutta la struttura, della riforma. Votare a favore di questo emendamento, è votare contro la riforma e dire: non vogliamo la riforma, vogliamo che, ancora una volta, lo sforzo riformatore fallisca. Se fallisce anche questa volta, io non so cosa succede. Sono venti anni che questo Paese aspetta riforme che non vengono fatte. Oggi cerchiamo di fare la riforma che si può fare, anche se non è perfetta, la riforma che può passare in questo Parlamento, con questi voti, perché altrimenti nessuno può prevedere cosa accadrà nel futuro della democrazia italiana.

Pag. 23

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, onorevoli colleghi, questo emendamento introdurrebbe, ove fosse approvato, un'elezione a doppio turno del Presidente della Repubblica, un po’ sul modello francese, che avrebbe come ricaduta, immagino, una diversa legge elettorale, anche quella a doppio turno, cosa che è stata proposta varie volte. Ma noi vediamo che il patto, la maggioranza, del Nazareno, è assolutamente contraria anche a prendere in esame questa possibilità. Allora, io rilevo, prima di tutto, che l'opposizione al Nazareno anche qui sta dando un segnale di stranezza, perché, a differenza di quello che Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale ha fatto per tutta la durata della discussione fino oggi, non ha voluto capire, o non ha voluto accettare il concetto che, per bloccare questa riforma voluta dal Nazareno, bisognasse unire le forze anche quando, per esempio, per SEL non vi è una tradizione presidenzialista, perché sanno benissimo gli amici di SEL che, se passasse questo emendamento, salterebbe il patto del Nazareno, salterebbe la riforma. In questi casi, modesto consiglio, si vota «sì», come abbiamo fatto noi per tanti emendamenti vostri che non condividevamo nel contenuto. Il MoVimento 5 Stelle, l'altra volta, ha votato anche il rinvio, quindi non so quale sia il suo ragionamento, certo che mi stupisce che sia contro un voto popolare e preferisca il voto dei partiti; contenti loro, contenti tutti. Ripensateci colleghi del MoVimento 5 Stelle, ripensateci perché è veramente incomprensibile il vostro voto. Rimane il patto del Nazareno. È giusto che voti contro il PD, meno giusto che voti contro un'altra componente del Governo, il Nuovo Centrodestra. Alfano si è sempre dichiarato presidenzialista spinto, si è dovuta arrampicare sugli specchi la collega per dire «no».
  Qui stiamo votando: si vota o «sì» o «no», le mozioni non c'entrano niente. Alfano si è sempre dichiarato presidenzialista spinto, Buttiglione no, ma Alfano sì.
  Poi c’è Forza Italia. Ci hanno detto che sono decisivi, che senza di loro non si fa niente, che Renzi deve accettare i loro diktat. Bene, io non so qual è il diktat che avete posto, allora, per accettare questa riforma. Se io fossi stato di Forza Italia, l'unico diktat che avrei posto sarebbe quello di fare passare la riforma presidenzialista, non di fare la buffonata di fare finta di votarla insieme a noi, sapendo che non passerà. Bloccate la riforma, se volete, del presidenzialismo, che aspettiamo da tanti anni ! Datevi un vero atteggiamento contro una riforma che è contraria ad ogni postulato del centrodestra. Mai parlato di Senato eletto dai consiglieri regionali, sempre parlato di Presidente della Repubblica eletto dal popolo. Se davvero nel patto del Nazareno contate qualcosa di politico, manifestatelo, non votando a favore dell'emendamento, ma facendo saltare il banco se non c’è il presidenzialismo ! Questo sarebbe un incontro tra maggioranza e opposizione per fare insieme le riforme. O almeno mettetelo in discussione ! Parliamone, affrontiamo il tema ! Ve la volete cavare con un voto su un emendamento, presentato da chi ha votato regolarmente contro questa riforma ? Di alcuni vostri parlamentari che regolarmente si sono distinti anche polemicamente, molto polemicamente, più polemicamente di me – dovete ammetterlo – molto più polemicamente di me nei confronti di Forza Italia ? Ve la volete cavare così ? Questo non è possibile.
  Allora, per carità, i giornali sono vostri, la televisione è vostra, io posso solo gridare da questo microfono, ma grido con tutta la forza di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, – Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale lo ripeto due volte – che state tradendo la natura del centrodestra, il programma del centrodestra. Dovreste altrimenti condizionare al voto a favore del presidenzialismo il vostro scellerato accordo del Nazareno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

Pag. 24

  NICOLA MOLTENI. Presidente, intervengo in questo dibattito che dovrebbe, nella migliore delle ipotesi, contribuire, come è nelle cose, a migliorare questa riforma, che è stata definita da più parti una cattiva riforma.
  È intervenuto il collega Buttiglione che noi ovviamente ascoltiamo con grande attenzione per la competenza e la preparazione ma anche per l'esperienza che porta in questa Aula, visti anche i trascorsi da Ministro, durante un Governo di centrodestra, votando e sostenendo una riforma costituzionale che – mi lasci dire onorevole Buttiglione – andava esattamente nella direzione opposta rispetto alla direzione che sta prendendo questa riforma.
  Credo che per la Lega Nord sarà poi motivo di battaglia politica non tanto questo aspetto legato al presidenzialismo, quanto gli emendamenti e le parti successive di questa riforma, dove si andrà a scardinare il principio del federalismo.
  Noi abbiamo costruito all'epoca una riforma federalista che dava poteri e metteva al centro della riforma costituzionale il principio di autonomia; qui andiamo esattamente nella direzione opposta, questa riforma è la morte del federalismo, e del federalismo istituzionale, ma lo diremo successivamente. Io credo che non debbano essere lasciate cadere nel vuoto e, quindi, meritano valutazione, e dunque un ampio dibattito, le parole del collega Buttiglione, esattamente nel momento in cui il collega Buttiglione, nell'intervento precedente di oggi, ma anche nell'intervento fatto nei giorni passati, definisce questa riforma una riforma non commendevole, peggio ancora, il collega Buttiglione definisce questa riforma un guazzabuglio. Io credo che se da parte di chi dovrebbe dare il pieno sostegno a questa riforma e, quindi, considerarla come la migliore riforma possibile per poter ammodernare il sistema costituzionale del nostro Paese, la si definisce un guazzabuglio, o peggio ancora una riforma non perfetta, ebbene credo che questo sia il viatico per una riforma che non porterà a nulla di positivo per il nostro Paese. Rimane una domanda, che rivolgo ovviamente al Presidente, per rivolgerla indirettamente al presidente Buttiglione, circa gli emendamenti che vengono proposti, che non sono commendevoli e, quindi, sono emendamenti che non vanno a migliorare il testo di questa riforma; io mi chiedo e chiedo, soprattutto al collega Buttiglione, quali sono gli emendamenti che vanno a migliorare e a rendere più moderna e più attualizzabile questa riforma costituzionale. Ci sono tanti emendamenti, non tantissimi, ma tanti emendamenti e vorremmo che nella sua onestà intellettuale, rispetto alla quale non abbiamo alcun dubbio, il collega Buttiglione ci dicesse, in maniera onesta, trasparente e soprattutto coerente rispetto al suo percorso politico passato, quali sono gli emendamenti che questo Parlamento merita di affrontare e soprattutto quali sono gli emendamenti che un Parlamento, semmai ancora legittimato – e voglio ricordare l'intervento che fece la settimana scorsa il collega Giancarlo Giorgetti sulla legittimità di questo Parlamento in riferimento alla convalida degli eletti –, in maniera legittima e trasparente può discutere e può eventualmente votare per poter migliorare una riforma che da tutti, ivi compreso chi la sta sostenendo con i numeri e con il consenso nel Parlamento e non fuori dal Parlamento, è ritenuta, per ammissione di poc'anzi, una riforma non perfetta.
  Io credo nell'onestà e nell'intelligenza politica, umana e personale del collega Buttiglione. Ci dica, però, francamente quali sono gli emendamenti che possiamo sostenere e su quelli ci concentreremo per avere una riforma migliore rispetto a questa, di cui la maggioranza ovviamente si intesta l'unica ed esclusiva responsabilità di fronte al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 21.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà, e Pag. 25con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Busto, Chiarelli, Causi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  411   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  359).    

  (I deputati Fiorio e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 21.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Sorial, Saltamartini, Casellato, Del Grosso, Berlinghieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  415   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  363).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 21.26.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente, io insisto su un concetto, perché trovo che ci sia troppo sollievo tra i banchi del Partito Democratico rispetto all'approvazione di questa riforma. Insisto: noi stiamo dando più poteri all'Esecutivo; stiamo facendo un Parlamento largamente di nominati nelle mani di quello che sarà il Presidente del Consiglio; state facendo una legge elettorale con un doppio turno nazionale che personalizzerà molto di più e darà molta più visibilità al Presidente del Consiglio. Ora, io vi vorrei ricordare che negli Stati Uniti, dove c’è il presidenzialismo, il Congresso è un vero contropotere al Presidente eletto.
  Con questo sistema il Parlamento non sarà un contropotere del Presidente del Consiglio. Quindi, sotto certi aspetti è peggio del presidenzialismo. Vogliamo provare a ragionare insieme su questo ? C’è un'alterazione profonda dell'equilibrio dei poteri in questa riforma dagli effetti imprevedibili, specie se combinata con il disegno di legge elettorale che state proponendo. Quindi, consiglierei a tutti coloro che nel Partito Democratico stanno tirando un sospiro di sollievo perché non si sta facendo il presidenzialismo di stare molto più cauti, perché si stanno assumendo una responsabilità grave.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Presidente, per annunciare il voto favorevole a questo emendamento del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, lei intende dare sempre un minuto, o intende valutare che, essendo l'ultimo partito...

  PRESIDENTE. Intendo dare sempre un minuto.

Pag. 26

  IGNAZIO LA RUSSA. Non intende offrire la possibilità di parlare per più tempo ?

  PRESIDENTE. No, prego, onorevole La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA. Immagino che il minuto parta da questo momento.
  Vede, Presidente, dedicherò questi pochi secondi ancora ad un appello agli amici, più esattamente ai colleghi del MoVimento 5 Stelle (non vorrei si offendessero), per cercare di capire come possono conciliare – è già stato detto anche dall'onorevole Meloni – il loro tanto declamato, conclamato, elogiato ricorso al web per qualunque scelta e pensare, invece, che sia sbagliato fare eleggere dai cittadini il Presidente della Repubblica. Capisco che sia più facile controllare 100 o 150 votanti che magari suggeriscono una candidatura, o 1.000 o 2.000 piuttosto che avere il consenso del corpo elettorale, ma tutti coloro che ritengano in buonafede che sia sbagliato che il Capo dello Stato sia frutto di un accordo, non solo quello di questa volta, quello del patto del Nazareno, ma qualunque accordo tra i partiti, e preferiscono l'elezione diretta da parte dei cittadini, oggi si assumono una responsabilità nel bocciare questa proposta, che oltretutto farebbe cadere per intero il patto del Nazareno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.

  GIORGIA MELONI. Signor Presidente, anche io vorrei tornare sullo stesso tema nel minuto di cui dispongo perché sono diversi minuti che mi interrogo su questa grande contraddizione, dopo tutte le altre sulle quali abbiamo acceso i riflettori, per così dire. La contraddizione dei colleghi eletti con un programma di Governo che citava espressamente l'elezione diretta del Capo dello Stato e che oggi votano contro gli emendamenti; la contraddizione di altri colleghi che fanno finta di votare a favore quando avevano la possibilità di inserire all'interno del loro grande «inciucione» questa loro storica battaglia per la modifica delle nostre istituzioni, ma anche la contraddizione di quei colleghi che sono arrivati in quest'Aula dicendo che avrebbero portato i cittadini finalmente in quest'Aula e che non sarebbe più stato il tempo degli inciuci, delle segreterie di partito che decidono per loro conto, che sarebbe arrivato il tempo del potere dei cittadini dentro l'Aula, ma poi, nel momento in cui presentiamo un emendamento per dire che quegli stessi cittadini che loro fanno votare via web per scegliere il candidato devono votare per la carica di Presidente della Repubblica che i cittadini possono eleggere direttamente, votano contro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 21.26, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia...Greco... Rocchi...Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  405   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  353.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 27

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 21.700, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco... Carrozza...Milanato...Busto...
  De Rosa... Frusone... Carbone... ha votato... Leva... sta votando...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  416   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  69    
    Hanno votato
no  347).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 21.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini... ci sono altri che non riescono a votare ? Dambruoso... Pilozzi... ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  414   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  346).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare, le deputate Covello e Pellegrino hanno segnalato che non sono riuscite a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 21.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio Presidente. In questo emendamento, e mi rendo conto che sia la tarda mattina di lunedì e l'Aula sia piuttosto dormiente, affrontiamo le modalità di elezione del Presidente della Repubblica e le affrontiamo andando a richiamare quello che è un principio fondamentale che i padri costituenti hanno inserito in questo articolo 83 della Costituzione: quello della partecipazione e della condivisione, prima dei rappresentanti del popolo, cioè dei partiti, e poi della cittadinanza, dei cittadini, dell'opinione pubblica, per arrivare all'elezione del Presidente della Repubblica, carica più importante di questo Stato.
  Abbiamo già evidenziato, visto che non c’è riscontro nel Partito democratico in particolare e neppure in Forza Italia, quali siano le modalità che stanno portando avanti e che verranno seguite da giovedì con l'elezione del futuro Presidente della Repubblica, ovverosia modalità di segretezza cioè di antidemocraticità. Si fanno segretamente degli accordi che poi piovono dall'alto sul Parlamento e piovono su chi ? Sui deputati, i quali, un istante prima del voto ricevono sul loro bel cellulare l'SMS con un nome e un cognome. E questi deputati cosa fanno ? Per mero spirito di obbedienza votano, perché da una parte temono che il loro seggio non sia rinnovato, perché non votano nell'urna segreta, o dall'altro, ricevono una bella regalia per votare quel determinato nome, che non hanno partecipato a decidere. Quindi, la segretezza che significa antidemocraticità.
  Il principio di questo emendamento è l'esatto opposto, chiamato, lo ripeto, «metodo a cinque stelle» che ha portato ad esempio all'elezione in quest'Aula della professoressa Sciarra pochi mesi fa come giudice della Corte costituzionale. Più di venti votazioni inutili in cui voi vi siete «impiccati» per far piovere un nome impresentabile che neanche aveva i requisiti Pag. 28minimi soggettivi, che era Luciano Violante. Poi, avete visto che avete fallito e che cosa avete fatto ? Avete accettato il metodo dei 5 Stelle, ossia fare il nome pubblicamente. L'avete fatto, avete avuto quel minimo sussulto di dignità di fare un nome presentabile e competente, che risultava essere, nella sua storia personale, indipendente, e dopo un giorno – e non venti votazioni e tre mesi – è stato votato.
  Questo chiediamo, che facciate pubblicamente: i nomi. Anzi, come accade in Germania, dove il Presidente della Repubblica ha meno poteri politici e di intervento nell'attività politica di Parlamento e Governo, ma nonostante ciò fanno comunque un dibattito pubblico parlamentare. Noi chiediamo che si faccia con un certo numero di giorni di anticipo, cinque nel nostro caso, un dibattito pubblico che a pioggia dovrebbe «cadere» sull'opinione pubblica, che si renderebbe quindi partecipe di una delle decisioni più importanti per la nostra nazione: l'elezione della carica più importante, che è il Presidente della Repubblica.
  Questo semplicemente chiediamo e questo semplicemente non state facendo, perché, pochi giorni fa, il Presidente del Consiglio dice l'esatto opposto: dirò un nome, uno solo, neanche una rosa, poche ore prima della votazione, quindi, in stile «patto dal Nazareno»: sarà il primo Presidente votato da un patto segreto, probabilmente. Mi permetto anche di rispondere all'onorevole La Russa, che cerca di tirarci in mezzo ad un argomento che non ci riguarda, dicendogli che il fatto che noi votiamo delle candidature con metodo democratico, e non certo come voi, non significa che siamo a favore del presidenzialismo. Presidenzialismo significa una struttura istituzionale verticistica, che rimandiamo al mittente e preferiamo una struttura orizzontale e democratica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Grazie Presidente, io ho conferma ogni giorno della tesi secondo la quale in questo Parlamento ci sia qualcosa da imparare. Mi fa piacere ascoltare le lezioni di diritto costituzionale, oltre che di etica della politica, dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, in particolare quando si lamentano del fatto che, di lunedì, quest'Aula sia dormiente. Io queste lezioni di diritto costituzionale le ascolto non solo in quest'Aula, nel corso di questo dibattito, ma le ascolto anche fuori, perché ho guardato con attenzione i filmati de «La notte dell'onestà» dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, ho ascoltato il collega Di Battista, firmatario di questi emendamenti, al pari degli altri colleghi, declamare una lettera aperta al Presidente del Consiglio Renzi, con la quale il gruppo del MoVimento 5 Stelle dà una risposta politica all'invito del Partito Democratico a dialogare anche sui nomi del Presidente della Repubblica prossimo venturo.
  E ho ascoltato come tutta la piazza de «La notte dell'onestà», insieme alla dirigenza del MoVimento 5 Stelle, abbia letto, come un coro unanime, questa lettera di risposta, in cui si afferma che i nostri padri costituenti, Presidente e colleghi, hanno scritto l'articolo «38» della Costituzione, al terzo comma prevedendo una maggioranza qualificata di due terzi e, solo successivamente, la maggioranza assoluta, perché volevano che ci fosse un'ampia condivisione – non è vero ? – delle forze politiche sul Presidente che dovesse essere il Presidente di equilibrio e di garanzia per tutti nella rappresentanza della nazione, nella guida delle Forze armate e anche, evidentemente, nella guida del potere della magistratura.
  Ascoltiamo così tante lezioni, in quest'Aula, di diritto costituzionale da «grandi professori», da «grandi esperti», da «grandi conoscitori» del meccanismo costituente che ha formato la Carta costituzionale, che oggi noi abbiamo anche l'ardire di discutere, di rimettere in discussione e, magari, anche di riformare, tanto da prendere atto che i nostri «padri costituenti novelli» confondono l'articolo 38 con l'articolo 83 (Applausi di Pag. 29deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente, solo per annunciare il voto favorevole della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente, io vorrei ringraziare l'onorevole Toninelli, che ha presentato questo emendamento, per una semplice ragione: quando nel nostro Paese c'erano grandi partiti e non solo partiti che, talvolta, prendono tanti voti, i cittadini italiani, fidandosi della saggezza dei partiti politici, che fossero di destra o di sinistra, demandavano, in qualche modo, a questa saggezza parlamentare l'elezione del Presidente della Repubblica come garante davvero di tutti. Oggi che grandi partiti, nel senso della nobiltà del termine, non ci sono più da nessuna parte, l'attenzione dell'opinione pubblica è molto più forte sull'elezione del Presidente della Repubblica, lo abbiamo visto anche un paio d'anni fa in occasione dell'ultima elezione.
  Allora, il tema di portare in una sede pubblica la discussione sui criteri dell'elezione del Presidente della Repubblica io credo che sia una cosa saggia. Io preferirei che, in questo Parlamento, si alzassero i leader politici, spiegandoci quali sono i criteri e perché auspicano l'elezione di questo o di quel candidato, piuttosto che patti segreti, in stanze chiuse, di cui non conosciamo i contorni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signora Presidente, a differenza dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, a differenza del loro comportamento, io voterò a favore del loro emendamento, perché è, comunque, migliorativo del testo, come ho fatto per tutti gli altri, anche quelli che non condividevo.
  Quello che mi ha stupito è l'ignoranza, voce del verbo ignorare, non voglio offendere nessuno, del testo della Costituzione che ha palesato il collega che è intervenuto prima. Ha parlato di soluzione verticistica, eleggendo direttamente un Presidente della Repubblica, e non si è accorto che gli emendamenti in discussione prima vertevano solo sul modo di eleggere il Presidente della Repubblica, non sui suoi poteri. I poteri del Presidente della Repubblica sarebbero gli stessi che ha attualmente, gli stessi che aveva Napolitano, gli stessi che aveva Pertini, gli stessi che aveva Saragat, gli stessi che aveva Ciampi, e non era difficile scoprirlo, bastava leggersi la Costituzione. Quindi, sciocca e priva di conoscenza l'affermazione che l'elezione diretta del Presidente della Repubblica da noi proposta cambi.
  Poi a me piacerebbe anche che ci fosse un sistema bilanciato come c’è in Francia, come c’è in America, ma bilanciato – ha ragioni chi lo sostiene – che consenta una diversa formazione delle nostre istituzioni. Ma, oggi, abbiamo proposto semplicemente di eleggere il Presidente della Repubblica con i medesimi poteri, nella stessa maniera, e non mi si dica che ne avrebbe di più, perché più di quanti ne abbiano avuti gli ultimi Presidenti sarebbe veramente, estremamente difficile.
  Allora non arrampicatevi sugli specchi. C’è una incongruenza di fondo, il vostro voto di prima ha in qualche modo messo a nudo – il re è nudo, si diceva negli anni Sessanta, Settanta – la falsità dell'impostazione che voi sostenete, cioè quella di voler portare qui i cittadini, al massimo ne volete portare cinque da aggiungere ai parlamentari e non volete, invece, che il potere di eleggere il Presidente sia dato a tutti i cittadini. Ne dovrete rendere conto ai vostri non pochi elettori, ammesso che leggano.

Pag. 30

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, riteniamo veramente non capibile da parte della maggioranza il voto contrario a questo emendamento che prevede semplicemente che prima delle elezioni ci sia a una seduta, almeno cinque giorni prima delle elezioni del Presidente della Repubblica, qua in Parlamento, per discutere i nomi che stanno girando, le caratteristiche che deve avere il Presidente della Repubblica, caratteristiche professionali, personali e via dicendo. Dunque, un modo anche di trasparenza, anche perché, onestamente, io l'ho chiesto già agli uffici tempo addietro, quando abbiamo fatto altre votazioni, anche sui componenti della Corte costituzionale, non c’è scritto da nessuna parte che devono essere depositati dei nomi, dei curriculum di chi viene presentato e che può essere eletto e, dunque, noi tutti potremmo fare dei nomi, ma potrebbero esserci anche degli omonimi.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bragantini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. No, non intende intervenire.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti.
  Siete iscritti dal vostro capogruppo, o facente funzione, quindi io vi do la parola perché me lo hanno detto.
  Onorevole Simonetti, prego.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, il tema è importante, nel senso che questo Parlamento dibatte a volte per delle giornate intere su delle proposte di legge che, talvolta, non dovrebbero neanche esistere, per esempio il contributo alla fondazione Di Vagno, ventimila euro all'anno, si fanno delle sedute in Commissione, addirittura siamo in terza lettura, mentre per l'elezione del Presidente della Repubblica il Parlamento non discute assolutamente. Capisco che i Padri costituenti abbiano dato il compito al Parlamento in seduta comune di eleggere il Presidente, con una maggioranza ampia dei due terzi, che, quindi, presuppone un vasto consenso e un vasto accordo, però è notizia di oggi che i due terzi anche questa volta non li raggiungeremo malgrado il patto del Nazzareno, perché, se Renzi oggi ha dichiarato che per le prime tre votazioni ci sarà la scheda bianca, ciò significa che questo ampio dibattito non è mai stato fatto nelle Aule...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Simonetti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, credo che lo spirito dell'emendamento sia sufficientemente chiaro. Negato al popolo, con l'emendamento precedente, di poter decidere e di potersi scegliere in maniera democratica e trasparente e aperta il proprio Capo dello Stato, come avviene in tante altre democrazie avanzate, con questo emendamento chiediamo semplicemente che la trasparenza della politica venga portata in quello che dovrebbe essere – dovrebbe essere ! – un palazzo di vetro, ovvero l'Aula del Parlamento, in modo tale che si possano bypassare quegli accordi più o meno trasparenti, più o meno chiari che vengono fatti fuori dal palazzo. Io credo che questo emendamento, quindi dia la possibilità di poter discutere prima dell'elezione del Capo dello Stato, sia il modo più trasparente per rendere i rappresentanti del popolo espressione di quella volontà popolare che sempre più questo Paese e gli organi connessi stanno uccidendo e cancellando.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie Presidente, intervengo per sottolineare, anche da parte mia, il fatto che, in un momento sicuramente difficile per la democrazia, Pag. 31che ha visto, tra le altre cose, vorrei ricordarlo, anche una sentenza vergognosa da parte della Corte costituzionale, che ha negato al popolo il sacrosanto diritto di esprimersi su un referendum per abrogare la legge Fornero, quindi in un momento in cui sembra che la democrazia non vi sia e che il volere del popolo non conti più, questo emendamento ha il pregio di inserire una trasparenza in quella che è l'elezione importantissima del Capo dello Stato. Quindi, riteniamo che qualsiasi motivo, qualsiasi modalità che possa andare ad aumentare la discussione, ad aumentare la trasparenza per elezioni importantissime, come appunto quella del Capo dello Stato, possa avere il nostro accoglimento. Quindi, siamo favorevoli a questo emendamento, in quanto introduce una procedura sicuramente più trasparente.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, dopo innumerevoli segnalazioni, vorremmo sapere se la Presidenza ha previsto la calendarizzazione dell'elezione del giudice della Corte costituzionale, cosa che abbiamo fatto più volte presente in quest'Aula ufficialmente – è a verbale – con più Vicepresidenti o Presidenti che presiedevano l'Aula. Vorremmo avere una risposta per capire quando la Presidenza ha deciso di calendarizzare tale elezione, visto che è di competenza della Presidente della Camera ovviamente sentito il Presidente del Senato.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fedriga. Riferirò. Mi risulta che all'ultima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo non sia stato toccato l'argomento. Riferirò immediatamente alla Presidente questa sua richiesta.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, anche lei sull'ordine dei lavori ?

  IGNAZIO LA RUSSA. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, chiedo che l'emendamento venga votato per parti separate, non tanto perché intenda votare in forma diversa, ma per togliere ogni alibi a chi non volesse votare questo emendamento perché non è d'accordo sulla seconda parte. Siccome mi pare che vivano benissimo di vita autonoma sia il primo che il secondo comma, le chiedo di votare separatamente, in modo che vi sia una votazione esclusivamente sulla possibilità che cinque giorni prima dell'elezione del Presidente della Repubblica si tenga una seduta comune di Camera e Senato, o meglio degli elettori del Presidente della Repubblica, per annunziare e discutere le candidature. Sarebbe ben strano che tale proposta trovasse obiezioni.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, intanto che gli uffici ragionano sulla sua proposta, andiamo avanti con gli interventi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Grazie Presidente, in un momento in cui il cittadino, l'elettore, si allontana sempre più dalla politica, penso che sia un dovere nostro riuscire a riportare la partecipazione nella politica, e questo emendamento va proprio in questa direzione, cioè di prevedere, un po’ prima dell'elezione del Presidente della Repubblica, in Parlamento, sia alla Camera che al Senato, la possibilità di discutere e almeno sapere chi possono essere le persone che possono partecipare a questa «sana competizione», per vedere poi i profili, per capire quali potrebbero essere per ogni gruppo le persone ideali.
  Del fatto che si continui a fare questa politica nel palazzo, in mezzo ai corridoi o per le scale, il cittadino da fuori se n’è Pag. 32accorto, e si distacca sempre di più nel momento che serve, quando deve venire a votare. Perciò, miglior trasparenza !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà. Non c’è l'onorevole Buttiglione ? Sta bene: si intende che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, una sola specificazione rispetto a quanto affermato qui dal collega La Russa: innanzitutto noi pretendiamo rispetto per i nostri elettori, che sanno leggere. Sanno leggere sicuramente meglio di tutti quelli che hanno votato per lui (almeno, sembra che ci siano stati) in vent'anni di Berlusconismo. Dopo di che, adesso il collega La Russa si dimostra e si scopre democratico, dopo che per vent'anni è stato lì, al servizio e a fianco di Silvio Berlusconi, ora pretende di dare lezioni di democrazia a noi.
  Se ci dobbiamo prendere in giro, possiamo anche farlo; se dobbiamo dire le cose come stanno, non basta introdurre un emendamento che vuole l'elezione diretta del presidente della Repubblica, perché ciò evidentemente comporterebbe una campagna elettorale del Presidente della Repubblica, uno schieramento del presidente della Repubblica. E quindi se ritiene di doverci dire che basta fare una elezione nuova per assicurare lo stesso Presidente della Repubblica di oggi, ma con un sistema differente, sta dicendo qualcosa di falso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, volevo rispondere anche al collega che parlando della «Notte dell'onestà», il collega Baldelli, prendeva in giro su un errore di battitura dell'articolo 83, che è diventato 38. Mi vien da ridere a pensare che chi ha distrutto questo Paese in questi anni, rendendolo uno dei Paesi meno democratici d'Europa, prenda in giro altri gruppi che invece portano 100 mila persone in piazza a difendere l'onestà e la legalità nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E soprattutto mi vien da ridere pensando che lo stesso collega ci prende in giro su una cosa fondamentale: l'articolo 83, collega Baldelli, è quell'articolo che garantisce che quest'Aula esprima un Presidente della Repubblica che sia rappresentanza vera del popolo italiano, che è rappresentato da tutti i partiti presenti in quest'Aula, opposizioni e maggioranza. Questo che significa ? Che se i colleghi del PD e i colleghi in maggioranza col PD accetteranno il diktat del dittatorello Renzi, che gli impone di votare scheda bianca alle prime tre votazioni, non solo lederanno il diritto degli italiani, ma lederanno anche il diritto...

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Allà... Ne ha facoltà. (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, Allasia: è piemontese, il cognome. Giusto per ribadire, perché vorrei evitare pasticci all'interno del mio gruppo.

  PRESIDENTE. Onorevole Allasia, non si perda, non perda tempo.

  STEFANO ALLASIA. Ci mancherebbe. Avevo intenzione di votare contrariamente a questo emendamento, perché oggettivamente ero contrario; però vista anche la situazione che si è creata in queste ultime due settimane e ribadendo il concetto da parte del mio gruppo che c’è necessità da parte della politica di avvicinare i cittadini alla realtà e alle decisioni, oggettivamente c’è la necessità che ognuno di noi faccia menzione e presenti cosa si sta discutendo oggi con questo emendamento. Chiediamo espressamente che venga discusso in modo molto democratico il nostro...

Pag. 33

  PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo, onorevole, grazie. Allora, rispondo alla questione posta dal collega La Russa circa la richiesta di votazioni per parti separate. Intanto, c’è un primo problema, che mi segnalano gli uffici.
  Il testo dell'emendamento Toninelli 21.7 presenta un errore materiale perché «Il Presidente della Repubblica – alla prima riga – è eletto dal Parlamento in seduta comune», quindi mancano le parole: «dal Parlamento», che è un errore materiale. Dopo di che, la divisione in due commi rende non automaticamente comprensibile, qualora supponiamo per astratto, venisse respinta la prima parte e approvata la seconda, chi sarebbe quell’«assemblea», di cui al secondo comma. Quindi, a rigore di logica, il testo di questo emendamento non può essere separato; gli uffici ci indicano questa direzione perché, appunto, la seconda parte, senza la prima, rischia di avere bisogno di ulteriori specificazioni.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, quando io diventai parlamentare, un vice Presidente, era del Partito Socialista, litigando con il suo capo ufficio, non so, gli disse: «legga qui, c’è scritto Camera dei deputati, non c’è scritto Camera degli uffici dei deputati». Questo è un parere degli uffici, ma lei deve decidere poi con il raziocinio che può superare anche l'aspetto burocratico, corretto, ma è burocratico. Lei ci ha detto che c’è un refuso o meglio un errore materiale. Lo dice lei, io ci credo, e aggiunge «del Parlamento», allora c’è un errore materiale anche nel secondo comma, basta aggiungere «assemblea parlamentare ». Se si tratta di errore materiale il primo, è errore materiale anche il secondo, altrimenti non riusciamo a capire. In caso contrario, chiedo al presidente della Commissione di riformulare questo emendamento perché non è un errore materiale, è una valutazione un po’ apodittica; se c’è bisogno di una riformulazione che lo renda chiaro, spetta alla Commissione farlo e questa è nei suoi poteri farlo. È anche rispettoso da parte del Parlamento. Io mi trovo questo emendamento, non l'ho scritto io; ho piacere che si possa votare quella parte, non può derivare dal fatto che vi è un refuso o una mancanza dall'una o dall'altra parte o da entrambi l'impossibilità di sottoporre al Parlamento la possibilità che un emendamento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, quelli che non sono qui da vent'anni e si vede da come scrivono, gli emendamenti, sia bocciato.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, però non diamo giudizi. Allora, onorevole La Russa, ho la responsabilità di non compiere quanto meno delle scelte che possano poi inficiare l'applicazione del Regolamento su casi più controversi di questo, perché onestamente questo è un caso abbastanza semplice. Tuttavia, è del tutto chiaro che la divisione e la votazione per parti separate di un emendamento non può corrispondere all'esigenza di riscrivere l'emendamento perché, altrimenti, ogni volta che voi chiedete una votazione per parti separate, dovremmo poi intervenire per correggere e interpretare.

  IGNAZIO LA RUSSA. È per l'errore materiale, Presidente, non per la separazione.

  PRESIDENTE. No, l'errore materiale è perché la prima frase dell'emendamento senza le parole: «dal Parlamento» non ha assolutamente senso perché «in seduta comune dei suoi membri» non ha senso, non c’è il luogo dell'elezione del Presidente della Repubblica. Quanto alla suddivisione per parti separate, l'opinione della Presidente, in questo caso, coincide con l'opinione degli uffici e quindi io mi assumo la responsabilità di non porre in votazione l'emendamento per parti separate.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 34Toninelli 21.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Greco, Catalano, Beni, Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  406   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  306).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 21.201.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Noi andiamo abbastanza fieri di non essere qui da vent'anni. D'altro canto, non bisognerebbe andarne fieri, visto come è stato ridotto il Paese negli ultimi vent'anni, e, d'altro canto, noi non ci siamo neanche, ad esempio, mai arricchiti con le connessioni con la famiglia Ligresti, che ha fatto una brutta fine ultimamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anzi noi le abbiamo fatto fare una fine un po’ più brutta da un punto di vista giudiziario, ma si sa che la giustizia penale è stata «scassata» negli ultimi vent'anni dalle maggioranze e opposizioni che si sono susseguite.
  Comunque, lasciamo da parte questa sterile polemica e andiamo all'emendamento in questione che, ammetto, l'ho copiato. L'ho copiato, perché mi sembrava molto interessante, dalla Costituzione albanese. Molti diranno: «L'Albania ! Ora dobbiamo copiare addirittura una previsione costituzionale dall'Albania». Però, effettivamente, grazie a questo emendamento, può essere dato un chiaro indice di trasparenza su come avvengono le votazioni per una figura importante e che dovrebbe essere autorevole, nonostante gli ultimi Presidenti, anzi l'ultimo.
  Questo come ? Semplicemente prevedendo che un tot numero di deputati, venti deputati – e, anzi, con la nuova riforma costituzionale i deputati sono quelli che esercitano di più la funzione politica rispetto agli altri, rispetto ai futuri senatori dopolavoristi – potranno indicare un nome come Presidente della Repubblica. Ovviamente, per indicare un nome tale nome dovrà essere fatto prima della successiva votazione e, quindi, in questo modo, potremmo evitare semplicemente i messaggi che arrivano un minuto prima delle elezioni oppure, come sembra che si voglia fare con il diktat toscano Lotti-Verdini, le foto dentro i seggi, per verificare che i parlamentari di PD e di Forza Italia votino per davvero il Presidente della Repubblica scelto dal patto del Nazareno.
  Purtroppo, Presidente, a questo siamo arrivati: al controllo, non voglio dire «mafioso», anche se la mafia utilizza questa modalità...

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, la richiamo ad un linguaggio rispettoso delle posizioni di tutti, così come ho fatto prima.

  GIANLUCA VACCA. Ha detto: «non voglio dire» !

  PRESIDENTE. Non voglio dire, ma «mafioso» lo ha detto. Vada avanti.

  ANDREA COLLETTI. Sebbene alcuni non lo sappiano, però in realtà la mafia, sia al sud sia ultimamente anche al nord, utilizza questo metodo per verificare il voto da parte degli elettori per i propri tutelati, diciamo. Quindi, questa è storia, Presidente, e spero lei non voglia negare che questo avviene.
  Ad ogni modo, tornando all'emendamento in questione, è molto semplice: Pag. 35venti deputati presentano la candidatura di una persona quale Presidente della Repubblica. Ciò è un indice di trasparenza massima e proprio per questo vorrei chiedere al sottosegretario Scalfarotto, che cortesemente è qui presente e che l'altra volta ci ha anche risposto e, quindi, lo ringrazio pubblicamente, di avere la stessa cortesia su questo emendamento, al quale tengo particolarmente. Ovvero, mi chiedo, perché il Governo non è d'accordo su questo emendamento ? Qual è la ragione insita nella contrarietà del Governo, da lei rappresentato, nel non essere d'accordo ? A lei, onorevole Scalfarotto, la risposta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, a differenza degli altri emendamenti, questo lo considero peggiorativo, non migliorativo, perché impedirebbe a un cittadino di poter essere votato se non sono d'accordo venti deputati o un gruppo o qualcosa del genere. Quindi, addirittura restringe la possibilità che un cittadino abbia libero accesso all'incarico di Presidente della Repubblica.
  Ed è veramente ridicolo immaginare di dire «no» all'elezione diretta del Presidente della Repubblica e poi volere, addirittura, che un gruppo di deputati si mettano d'accordo per avanzare una candidatura, magari come abbiamo fatto con quelli del CSM, e stiamo qui trent'anni o quarant'anni.
  Per il resto, mi rendo conto che i colleghi del MoVimento 5 Stelle, al confronto delle idee, preferiscano quello che, secondo loro, è un insulto. Io non insulto nessuno dei colleghi del MoVimento 5 Stelle e rivendico, anzi, tutti i miei rapporti di amicizia, cristallini e trasparenti, senza mai neanche debordare di un millimetro fuori dall'ordine e dalla legalità. Sarebbe bello che potesse avvenire lo stesso per tutti, a partire da chi, magari, ha condanne penali e dirige movimenti politici.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. O male interpreto quello che ha detto il collega La Russa oppure non lo comprendo proprio: se vi sono 20 deputati che almeno devono sostenere un nome, non vuole dire che questi non possano fare il nome della casalinga di Voghera...

  IGNAZIO LA RUSSA. E se non lo sostiene nessuno ?

  DAVIDE CRIPPA. ... ma vuole dire semplicemente che su 600 deputati potrebbero essere fatti circa 30 nomi. Probabilmente, egli preferisce che ne vengano fatti i soliti due dai soliti due schieramenti politici.

  IGNAZIO LA RUSSA. Elezione diretta del Capo dello Stato !

  DAVIDE CRIPPA. Noi questo, probabilmente, provavamo a evitarlo, ma se egli è ancora di questo avviso...

  IGNAZIO LA RUSSA. Elezione diretta del Capo dello Stato ! Non mistificare !

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, lasci concludere.

  DAVIDE CRIPPA. ... vada pure avanti per la sua strada, e siamo contenti di fare parte di un'altra linea (Commenti del deputato La Russa).

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, la richiamo ! Onorevole La Russa ! Non ha la parola !

  IGNAZIO LA RUSSA. Me la sono presa !

  PRESIDENTE. No, non se la può prendere qui.
  Passiamo ai voti.

Pag. 36

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 21.201, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  398   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  302).    

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 21.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Moscatt, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  397   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  300).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazziotti Di Celso 21.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Questo emendamento aveva la finalità di rafforzare le garanzie nell'elezione del Presidente della Repubblica, aumentando la platea, che era una delle due soluzioni astrattamente possibili per raggiungere questo risultato; l'altra era l'incremento del quorum. Noi ritireremo l'emendamento, visto anche che vi è stata in Commissione una correzione del sistema di elezione, che prevede, per l'appunto, l'aumento del quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica, e quindi il risultato lo consideriamo acquisito.
  La soluzione che noi avevamo proposto prevedeva il coinvolgimento degli europarlamentari e l'unico commento che voglio fare è che siamo rimasti abbastanza sorpresi del fatto che, soprattutto da parte di una parte dell'opposizione, vi sia stata contrarietà su questo punto, perché, dal nostro punto di vista, il coinvolgimento dei parlamentari europei avrebbe una duplice valenza: coinvolgere chi, in fondo, oggi, legifera sul serio, in maniera significativa, in materie di grande importanza per il nostro Paese, e anche bilanciare l'effetto del premio di maggioranza, che è stato tanto contestato, attraverso degli eletti su base proporzionale.
  Però, siccome, come abbiamo detto più volte, per noi l'importante è che il risultato venga ottenuto, e in questo caso il risultato di migliorare il meccanismo di elezione del Presidente della Repubblica è stato comunque ottenuto attraverso l'innalzamento del quorum, ritireremo l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ho capito che l'onorevole Crippa ha fatto proprio l'emendamento Mazziotti Di Celso 21.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

Pag. 37

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, noi voteremo contro questo emendamento. L'onorevole Mazziotti Di Celso ha spiegato prima che la ratio, la ragione, per cui era stato presentato dal loro gruppo l'emendamento era relativo sia al quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica, sia alla platea. Per quanto riguarda il primo punto, quello relativo al quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica, all'interno della Commissione, rispetto al testo che ci è pervenuto dal Senato, già modificato, comunque, rispetto al testo che è stato presentato ab origine dal Governo, è stato fatto un lavoro, che poi dopo illustreremo, che ha permesso di modificare il quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica, proprio per garantire che il Presidente della Repubblica sia, così come previsto dalla Costituzione, espressione dell'unità nazionale, rappresentante quindi della Costituzione e, dunque, non espressione di una sola parte politica in base alla trasformazione in senso maggioritario del sistema elettorale. Qui, però, specificamente, si parla dell'ampliamento della platea anche rispetto agli eurodeputati che è una suggestione che può essere condivisa da molti esponenti del Parlamento, così com’è stata presentata nel dibattito in Commissione, come anche prima l'onorevole Sanna ha così bene illustrato. Noi, però, siamo contrari, perché esprimiamo una perplessità proprio sull'ampliamento della platea agli eurodeputati, perché questo potrebbe configurarsi come una violazione dei Trattati costituzionali dell'Unione europea. Quindi, riteniamo che sia un bene la modifica sul quorum, ma l'ampliamento non sia sostenibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Grazie Presidente, anche noi voteremo contro questo emendamento, in quanto abbiamo svolto anche, come dicevano i miei colleghi, un dibattito in Commissione e due erano le strade per evitare che chi vince le elezioni alla Camera, con il premio di maggioranza, possa scegliere da solo il Presidente della Repubblica. Una era quella, appunto, di ampliare la platea, anche includendo i parlamentari europei. L'altra, invece, era quella di innalzare il quorum. Io credo che in Commissione si sia scelta questa strada e, quindi, riteniamo a questo punto sufficiente, come diceva anche lo stesso collega Mazziotti Di Celso, andare oltre. Quindi, nel momento in cui il MoVimento 5 Stelle, lo fa proprio, voteremo contro l'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Presidente, intervengo per dire che, invece, noi voteremo a favore di questo emendamento, che rientra anche nella logica dell'emendamento successivo, a mia prima firma, in cui il tentativo è proprio l'allargamento della platea per l'elezione del Presidente della Repubblica, nello specifico proprio ai rappresentanti italiani presso il Parlamento europeo. È vero che questa discussione è stata affrontata in Commissione, ma forse valeva la pena riuscire ad affrontarla anche in Aula e dispiace che questo emendamento venga messo da parte e liquidato, perché in realtà ci dà il modo di riflettere anche rispetto proprio alla composizione del Presidente della Repubblica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 21.14, fatto proprio dal gruppo MoVimento 5 Stelle, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Busto, Marantelli, Marazziti, Fragomeli...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 38
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  397   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  299).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 21.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simone Valente... Molteni ha votato... Scopelliti sta arrivando... Simone Valente non è riuscito ancora a votare... ora sì... Pilozzi... ci siamo ? Non vedo altri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  396   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  299).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Ricordo che l'emendamento Francesco Sanna 21.17 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 21.27, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco... ci siamo ? Costantino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  399   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  19    
    Hanno votato
no  380).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 21.701 con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Mura, Tancredi, Busto... Tancredi non riesce a votare... ora sì... Busto non riesce ancora a votare, vediamo di sbloccare la postazione... ora sì... non ci sono altri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  397   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  297).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Ricordo che l'emendamento D'Attorre 21.25 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rosato 21.202.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

Pag. 39

  ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, ho ritirato l'emendamento precedente e, invece, parlo a favore di questo emendamento, che offre una sistemazione alla questione su cui, a mio giudizio, c’è stata la più significativa modifica che noi abbiamo introdotto nei lavori della Commissione, ovvero l'innalzamento del quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica nel nuovo assetto istituzionale ed elettorale, che presumibilmente sarà regolato da una legge elettorale fortemente maggioritaria.
  Questo innalzamento del quorum, su cui in Commissione si è registrata una maggioranza molto significativa, prevede tuttavia l'approdo ai quorum più bassi – cioè prima i tre quinti degli aventi diritto e poi i tre quinti dei votanti – dopo un numero di votazioni piuttosto cospicuo. Quindi sia l'emendamento a prima firma mia sia in misura più ridotta l'emendamento Rosato – su cui mi pare si manifesti nel Comitato dei nove un orientamento più largamente favorevole – si propongono, per così dire, di ridurre il numero di votazioni che consentono di arrivare ai quorum più bassi previsti per l'elezione del Presidente della Repubblica.
  Quindi, è un emendamento che mantiene il principio che noi abbiamo introdotto, ovvero che, in una situazione in cui ci sarà una Camera di 630 membri e un Senato di 100 e una Camera eletta con un principio fortemente maggioritario, sia giusto disgiungere la maggioranza che serve per eleggere il Presidente della Repubblica dalla maggioranza che si forma nella competizione elettorale.
  Tuttavia, si evita il rischio di un blocco del Parlamento per un numero troppo alto di votazioni, accorciando, appunto, il numero di scrutini che servono per arrivare alle soglie, le quali più agevolmente potrebbero consentire l'elezione del Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, approfitto di questo emendamento per illustrare come è stato modificato il punto centrale dell'articolo che stiamo affrontando che riguarda, come ricordo, la modalità di elezione, quindi il quorum, per il Presidente della Repubblica. Noi sappiamo che all'interno del Senato c’è stato un ampio dibattito che ha portato a modificare il testo del Governo, introducendo sostanzialmente il fatto che, dopo il quarto scrutinio, l'elezione del Presidente della Repubblica avvenisse con i tre quinti dei componenti dell'Assemblea e, dopo l'ottavo scrutinio, a maggioranza assoluta. Quando il testo del Senato è arrivato in Commissione, dove si è svolto su questo argomento, come su molti altri argomenti, un amplissimo dibattito – e mi sarebbe piaciuto che molti dei colleghi che sono intervenuti in quest'Aula avessero dato il loro contributo fattivo anche all'interno del lavoro della Commissione – è emersa proprio la necessità di andare a modificare il quorum. Il quorum è stato modificato in Commissione dicendo che dal quinto scrutinio fossero necessari, quindi, i tre quinti dell'Assemblea, ma, ecco qui la modifica più sostanziale, che al nono scrutinio fossero necessari i tre quinti dei votanti e non più la maggioranza assoluta.
  Vedete, il tema del quorum è un tema centrale e nodale all'interno di quella che è l'elezione del Presidente della Repubblica che, appunto, deve rappresentare tutta quanta la nazione e non può essere l'espressione solo di una parte politica o del partito della maggioranza. Alla luce di quella che si prefigura essere la legge elettorale che si sta approvando, una legge di carattere fortemente maggioritario, è chiaro che l'elevazione del quorum così come è stata fatta, sia al Senato in prima battuta, ma come è stata fatta anche qui alla Camera in Commissione, è un meccanismo che viene introdotto per salvaguardare la funzione di terzietà del Capo dello Stato. Anche la dottrina costituzionale ha proprio suggerito, da più parti, l'innalzamento del quorum in questo modo e in questo modello di elezioni.
  L'emendamento dell'onorevole Rosato apporta un'ulteriore modifica rispetto a quanto si era concordato in Commissione, Pag. 40sostanzialmente andando ad intervenire sullo scrutinio rispetto al quale il nuovo quorum deve essere introdotto, per cui si è spostato dal quinto scrutinio al quarto scrutinio e dal nono scrutinio al settimo scrutinio. Sostanzialmente, questo va a toccare la forma, ma non la sostanza di quello che è stato modificato perché anche l'abbassamento del numero degli scrutini comunque consente di avere quella garanzia nell'elezione del Presidente della Repubblica che gli permette di essere espressione di terzietà e di essere espressione, non di una sola forza politica, non della forza politica di maggioranza, ma di più forze politiche, come ci auspichiamo.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, non abbiamo obiezioni a che si corra a perdifiato per questa riforma perché lo ha deciso la maggioranza, e accettiamo. Sono, però, le ore 14,03 e credo che lei debba sospendere, come da programma, i lavori, perché mi pare che sono previsti fino alle ore 14, se non vado errato.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, per le vie brevi il presidente Sisto, a cui ora darò la parola, mi ha fatto una proposta e, poi, dobbiamo concludere con questa votazione perché siamo in fase di dichiarazioni di voto. Prego, onorevole Sisto.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, relatore per la maggioranza. Grazie Presidente, tenuto conto della contemporanea fissazione della riunione del Comitato dei nove per quanto concerne questo provvedimento e il fatto che l'Aula poi riprenderà fino alle 23, le chiederei di ampliare il tempo di sospensione dalle 14,30 alle 15, per consentire ai deputati una più umana gestione del proprio tempo e della propria salute (Applausi).

  MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Presidente, semplicemente per dirmi d'accordo ovviamente sulla proposta del relatore e presidente della I Commissione, Sisto. Volevo soltanto ricordare che, sotto la sua Presidenza, noi abbiamo già interrotto una dichiarazione di voto su un emendamento per una pausa per più di un'ora. Dunque, se ci sono tanti iscritti a parlare, chiederei di intervenire adesso perché, se abbiamo fatto un ampliamento della pausa, ma continuiamo a lavorare fino alle 14,25, dopo noi abbiamo la riunione del Comitato dei nove, la congiunta e via dicendo, vuol dire che non riusciamo a lavorare. Certo c’è un precedente sotto la sua Presidenza, quando c’è stato l'intervento del Ministro Boschi e si è sospesa la discussione che avevamo già in dichiarazioni di voto su un emendamento per più di un'ora e venti.

  PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, il precedente cui lei fa riferimento non è paragonabile, non è pertinente, perché il Ministro Boschi aveva chiesto di intervenire su un altro argomento, e tutti insieme abbiamo deciso di fare un giro di interventi sulla vicenda delle ragazze rapite e poi liberate, successivamente abbiamo ripreso la votazione.
  Sono del parere che possiamo accogliere la richiesta del presidente della Commissione, se non ci sono gruppi che sono manifestamente contrari, però vi chiederei di fare questo voto prima della pausa; facciamo questo voto, altrimenti non credo possiamo accedere alla pausa di un'ora cui ha fatto riferimento il presidente Sisto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Intervengo soltanto per dire che Area Popolare voterà a favore, perché dopo un lungo dibattito in Commissione, essendo implicito l'accordo più ampio in relazione proprio all'aumento Pag. 41del quorum, crediamo che non sia necessario arrivare alla nona votazione ma sia sufficiente la settima votazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Devo intervenire perché, essendo stato ritirato l'emendamento D'Attorre che precedeva quello in esame, volevo cambiare anche la mia dichiarazione di voto nel senso che noi, per questa questione così delicata, l'elezione del Presidente della Repubblica, avremmo auspicato sia l'allargamento dei grandi elettori sia, come in questo caso, anche un miglioramento rispetto al quorum e alle votazioni. Noi avremmo preferito la versione D'Attorre come del tutto evidente dopodiché su questa di Rosato pensiamo di astenerci.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea sull'emendamento Rosato 21.202. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rosato 21.202, sul quale la Commissione, il Governo e il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Assemblea, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie hanno espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco... Pilozzi... Fedriga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  340   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  251    
    Hanno votato no  89.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita a votare a favore, la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Con l'approvazione di questo emendamento sono preclusi i successivi identici emendamenti Quaranta 21.29, Colletti 21.30 e De Mita 21.31, nonché l'emendamento Bianconi 21.34. Quindi, riprenderemo i lavori dalla votazione dell'articolo 21.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente (ore 14,09).

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 24 gennaio 2015, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite VI (Finanze) e X (Attività produttive): «Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti» (2844) – Parere delle Commissioni I, Il, V, VII, XI e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, Pag. 42i deputati Adornato, Alfreider, Bindi, Boccia, Brambilla, Brunetta, Capezzone, Catania, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Gioia, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, Lotti, Mannino, Portas, Ravetto, Realacci, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Tabacci, Valeria Valente e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.

  PRESIDENTE. Avverto che è distribuzione la versione corretta dell'emendamento Rubinato 30.201.

(Ripresa esame dell'articolo 21 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato approvato l'emendamento Rosato 21.202.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente, la mia dichiarazione è sull'articolo 21, la dichiarazione di voto finale per dichiarare il voto favorevole di Forza Italia su questo articolo. Ricordiamo, come ho già fatto negli altri interventi, che il nucleo di questo articolo riguarda sostanzialmente il quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica, ma mi permetta prima di concentrarmi su alcune battute in relazione al quorum, che è la motivazione che ci spinge nella modifica che è stata effettuata, proprio in Commissione, rispetto all'innalzamento del quorum per l'elezione di chi deve rappresentare l'unità nazionale, di chi deve rappresentare la Costituzione, del Presidente, che deve essere terzo, deve rappresentare la terzietà.
  Mi permetta di ricordare che Forza Italia e il Popolo della Libertà in seguito, all'interno della loro azione politica, hanno portato avanti una battaglia che era quella del rafforzamento, in primo luogo, all'interno della nostra riforma del 2005, quella che fu, poi, sottoposta a referendum abrogativo – referendum che portò all'abrogazione di questa norma che era stata attuata – e che prevedeva un rafforzamento del potere dell'Esecutivo, un rafforzamento del potere del Premier, mantenendo intatta l'elezione del Presidente della Repubblica. Ci siamo, poi, spostati, nel corso nel tempo, il 2012 lo dimostra, sulla scelta dell'elezione diretta del Capo dello Stato.
  Questo per dire come Forza Italia, come forza riformista, che intende partecipare in modo costruttivo, consapevole al processo di riforme in atto questo Paese, ha una serie di battaglie. Tra queste battaglie, oggi, abbiamo messo in luce la battaglia che abbiamo effettuato per il presidenzialismo, ma non dobbiamo dimenticare che, accanto a questa battaglia, Forza Italia ha sostenuto, proprio nel 2005, con quella riforma di cui abbiamo parlato prima, di cui parlavo prima, la forte premiership, un rafforzamento proprio, e l'elezione diretta del Premier, del Presidente del Consiglio.
  Premesso questo, il voto favorevole di Forza Italia su questo articolo è legato, come ricordavo prima, alla modifica sul quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica. Non mi soffermerò sulla dettagliata descrizione, l'ho già fatto prima nei due interventi che ha già tenuto, ma voglio ricordare l'importanza di questa modifica. La maggioranza qualificata richiesta per eleggere il Presidente della Repubblica si iscrive, infatti, nel più ampio contesto dei quorum aggravati per la l'adozione di deliberazioni parlamentari con cui i costituenti intesero realizzare la tutela delle minoranze parlamentari.
  La scelta si inserisce, dunque, in un quadro più generale esistente in Costituzione, all'interno del quale le esigenze di Pag. 43maggioranze aggravate hanno tutte la medesima ratio che è quella di sottrarre alla maggioranza semplice le decisioni parlamentari di particolare importanza e questo è proprio il caso, perché l'elezione del Presidente della Repubblica deve, proprio per il ruolo che il Presidente ha nella Costituzione, rappresentare più forze politiche, e non solo una forza politica, e non solo la forza politica di maggioranza. Per quanto riguarda il quorum per l'elezione del Capo dello Stato, la previsione che è nell'attuale Costituzione la vedremo in atto proprio tra pochi giorni all'interno di questa Camera. La dottrina costituzionalistica si è poi interrogata sull'efficienza dei quorum nel parlamentarismo maggioritario, nel quale la maggioranza politica non dovrebbe da sola eleggere il suo Presidente.
  Ecco perché noi abbiamo voluto fortemente, in Commissione, andare a modificare ulteriormente il quorum, innalzandolo, facendo sì che ci siano diverse votazioni prima che si arrivi, proprio con un quorum qualificato dei tre quinti dei componenti dell'Assemblea e poi dei tre quinti dei votanti, all'elezione del Presidente della Repubblica. Quindi, annuncio il voto favorevole di Forza Italia per questa ragione, per questa motivazione, proprio perché abbiamo modificato il quorum, ricordando però quelle che sono state le nostre battaglie politiche, che non dimentichiamo e rispetto alle quali continueremo a lavorare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Grazie Presidente, anche Area Popolare darà un voto positivo a questo articolo, ricordando che un lavoro proficuo è stato compiuto in Commissione, anche sulla questione del quorum, non mi ripeterò, visto il mio precedente intervento e anche l'intervento dei colleghi.
  Sicuramente voglio approfittarne per ribadire la posizione di Area Popolare per quanto riguarda, invece, la questione del Presidente della Repubblica, visto che più volte siamo stati richiamati in quest'Aula. Noi siamo stati e continuiamo ad essere favorevoli al sistema semipresidenziale e all'elezione diretta del Presidente della Repubblica. Riteniamo che quello di oggi sia soltanto un inizio, un primo passo di un percorso riformatore che noi abbiamo il dovere di portare avanti nel prosieguo, anche tramite una riforma della forma di Governo. Il semipresidenzialismo per noi continua ad essere il centro di gravità che è in grado di tenere in equilibrio il sistema, ma tutto questo, come ho spiegato anche in precedenza, non è possibile affrontarlo in questo momento, in cui non si affronta la questione della forma di Governo, perché altrimenti si andrebbe incontro a squilibri sugli altri meccanismi di ingranaggio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

  ANDREA GIORGIS. Grazie Presidente, questo articolo che stiamo per votare contiene un'innovazione importante ed è anche un articolo che il Partito Democratico ha con determinazione voluto e con convinzione, adesso, si accinge a votare, perché questo articolo prevede un innalzamento del quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica, il cui significato si potrebbe riassumere più o meno in questi termini: preservare la forma di Governo parlamentare, pur nell'ambito di un sistema elettorale di tipo prevalentemente maggioritario. Questo è il significato che ha l'innovazione che stiamo per introdurre, cioè fare in modo che per eleggere il Presidente della Repubblica occorra una maggioranza diversa e ulteriore, più consistente, rispetto a quella necessaria ad esprimere la fiducia al Governo. Detto con altre parole: il Presidente della Repubblica non deve essere nella disponibilità della maggioranza che esprime il Governo.
  In ciò risiede uno dei tratti salienti della forma di Governo parlamentare, quello cioè di prevedere l'esistenza di una figura terza, di garanzia, sottratta alla Pag. 44logica maggioranza-opposizione. Siccome il nostro sistema già da tempo conosce un sistema elettorale di tipo maggioritario, o prevalentemente maggioritario, e siccome da tempo si discute della necessità di rivedere i quorum che disciplinano l'elezione dei cosiddetti organi di garanzia al fine di ripristinare o meglio di consolidare quella terzietà e quella neutralità, quell'indipendenza dalla maggioranza di Governo, noi oggi, con questo articolo, stiamo consolidando e rafforzando l'assetto parlamentare della nostra forma di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, intervengo per esprimere una dichiarazione di voto in dissenso dal mio gruppo. Io voterò, con altri colleghi, contro questo articolo. E mi sia consentito di definire un po’ surreale una situazione per la quale anche tanti colleghi del mio gruppo, che io ringrazio, hanno votato prima a favore dei nostri emendamenti per il presidenzialismo, e poi, nonostante questi emendamenti siano stati bocciati, con ciò cestinando una nostra battaglia storica, il gruppo annuncia comunque il voto a favore sull'articolo senza presidenzialismo. A me sembra francamente surreale, per questo voterò contro, a nome di tanti colleghi che hanno firmato emendamenti per noi decisivi: quelli bocciati la scorsa settimana per abolire davvero il Senato, quelli bocciati oggi per introdurre il presidenzialismo. Dico che, sempre più, questa riforma appare una pseudoriforma, avviata sulla strada della finta abolizione delle province.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, il gruppo Per l'Italia voterà convintamente a favore di questo articolo, che ritiene importantissimo, nel modo in cui si è sviluppato, attraverso il dibattito in Commissione, in particolare l'introduzione del quorum, e che ritiene importantissimo per quanto riguarda la tenuta delle istituzioni nel suo complesso, cioè per fare in modo che la Presidenza della Repubblica rimanga ciò che deve essere, cioè un organo, il più alto organo, di garanzia, quello che tra pochi giorni ci accingiamo a rinnovare.
  Avremmo voluto che quest'organo di garanzia fosse legittimato ulteriormente ancora da un allargamento della platea degli elettori, ma non è stato possibile. Ciononostante, consideriamo l'accordo che è stato raggiunto un accordo importante, sufficiente, apprezzabile, perché, appunto, come è stato detto, la maggioranza parlamentare, espressione di una legge elettorale che si accinge ad essere ipermaggioritaria, non si identifichi direttamente con il garante più alto della Costituzione, che è il Presidente della Repubblica.
  Per gli stessi motivi, mi sia consentito aggiungere che auspichiamo che, in occasione dei successivi passaggi di questa riforma costituzionale, in occasione della seconda lettura al Senato e della seconda che avremo alla Camera, sia possibile ripensare anche ad un altro strumento di garanzia, che non è un organo istituzionale, ma che ha ugualmente un'importanza fondamentale, o potrebbe avere un'importanza fondamentale, per la vita democratica nel momento in cui la legge elettorale nuova verrà approvata. Mi riferisco in particolare alla maggioranza semplice richiesta per la modifica dei Regolamenti parlamentari, che aveva, ed ha, un senso nell'attuale assetto istituzionale e che, viceversa, richiederebbe una maggiore attenzione appunto al sistema delle garanzie, quindi una maggiore attenzione a quest'ottica, con la quale guardare anche ad uno strumento apparentemente meno importante, come quello del Regolamento, a garanzia della vita democratica del Paese.
  Quindi, mi auguro che in occasione dei successivi passaggi sia possibile anche ripensare, alla luce di questo accordo che si è trovato sul Presidente della Repubblica, Pag. 45all'articolo 6 della legge che andiamo ad approvare (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, Scelta Civica per l'Italia voterà a favore in questo articolo che è stato, come si è detto prima, migliorato nel corso del dibattito in Commissione e anche qui, sono state rafforzate le garanzie sulla elezione del Presidente della Repubblica e il testo che ne esce è un testo bilanciato. Come ho già avuto modo di dire prima noi avremmo preferito avere anche un allargamento della platea e in particolare il coinvolgimento degli europarlamentari, non si è raggiunta una maggioranza sufficiente e raccolta intorno a questa proposta, e quindi oggi accettiamo questo tipo di soluzione che comunque migliora nettamente la situazione rispetto a quella iniziale.
  Vorrei dire due parole anche sui numerosi emendamenti sulla elezione diretta del Presidente della Repubblica. È vero, come ho sentito dire, che alcuni di questi emendamenti non implicavano necessariamente o automaticamente il cambiamento della forma di Governo e che non si arrivava direttamente ad un presidenzialismo, come posso dire, del potere esecutivo. Sicuramente è vero. Ma è proprio questo il motivo per il quale riteniamo che sia giusto procedere in questo modo e sbagliato inserire quel tipo di elezione in questo tipo di riforma. Io capisco che chi porta avanti questo come una battaglia di principio, alcuni rappresentanti di Forza Italia, di Fratelli d'Italia, possa volere emendamenti di questo tipo e una soluzione di questo tipo. Ma la realtà è che secondo noi la scelta deve essere o l'una o l'altra: se si sceglie l'elezione diretta del Presidente della Repubblica non ne si può fare un garante. È una soluzione che di fatto non sarebbe realistica, chi si presentasse come candidato alla Presidenza della Repubblica finirebbe necessariamente per essere una personalità molto, molto influente e interferente, scusatemi il termine, sulla vita politica e quindi si andrebbe ad alterare totalmente l'equilibrio che qui stiamo cercando di raggiungere. Se si volesse andare per la strada della elezione diretta del Presidente della Repubblica bisognerebbe ricominciare da capo e noi a questo punto non vogliamo ricominciare (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, io preannuncio il voto contrario a questo articolo, e le ragioni sono, ormai credo a tutti, evidenti. Con questo articolo si prosegue il percorso di una riforma costituzionale che, a nostro avviso, non solo è frutto di un accordo che salta il Parlamento a piè pari ma che peggiora il quadro istituzionale italiano. Noi siamo contrari a tutta l'impalcatura di questa riforma a partire dal Senato è eletto non più dai cittadini per passare agli altri articoli di questa riforma. In particolare, noi abbiamo provato, sapendo che sarebbe risultata assai difficile, a lanciare un sasso, un sasso in piccionaia o un sasso in uno stagno, scelga lei la parola che le piace di più, perché c’è sembrato veramente un fuor d'opera la unione nel voto favorevole a questo articolo, che vedremo da qui a qualche minuto, di forze politiche che su questo punto hanno sempre avuto visioni diametralmente opposte. Non vi è dubbio che a sinistra, sin dall'immediato dopoguerra, nonostante lodevoli eccezioni, che però ci sono state e anche di grande spessore, si sia visto il presidenzialismo come una involuzione, non voglio dire dittatoriale, ma autoritaria in qualche modo contrapposta ad un parlamentarismo che invece era democratico, che forse in quel contesto storico poteva anche esservi qualche ragione storico-culturale.
  Nella situazione attuale, e basterà – non posso perdere troppo tempo perché non ne ho tantissimo – affacciarsi alla Pag. 46finestra dell'Italia, delle nostre istituzioni per capire che il problema non è quello ma semmai è quello diametralmente opposto, di una assenza di democrazia, di una assenza di condivisione, oggi anche da parte della sinistra trovo soltanto un arroccarsi su posizioni di potere e di condizionamento, e di occupazione di tutte le istituzioni, la scelta anti presidenzialista. C’è una sinistra che ha occupato e sta occupando tutte le poltrone, chiamiamole con il loro nome, delle istituzioni italiane.
  A fronte di ciò, c’è però l'accordo essenziale e decisivo del centrodestra estraneo a Fratelli d'Italia e anche alla Lega, devo dire, che, per accordi che sono di Governo, come nel caso di NCD, cioè per stare al Governo, cioè per accordi di Governo, o di natura imprecisata, come nel caso di Forza Italia, decide di bocciare una parte cospicua del proprio bagaglio culturale e storico costituito appunto dalla proposta presidenzialista.
  E non mi si dica, gli amici di «sciolta» Scelta civica non mi dicano che, se fosse stato diverso il testo, il tenore, se cioè si fosse trattato di un'impalcatura completamente presidenzialista, allora «sì», perché questo era il primo passo, il più semplice: sostituire l'elezione fatta dai partiti, fatta nelle conventicole dei partiti, fatta senza alcuna garanzia di trasparenza, sostituire questo tipo di elezione del Capo dello Stato, con un'elezione affidata a tutti i cittadini. Questa era la migliore garanzia di libertà e di trasparenza. Poi, sarebbe troppo imbarazzante il potere di un Presidente così: non potremmo immaginare un plus di autorevolezza o di potere di presidenti quale l'ultimo e non solo l'ultimo – ed io non me ne lamento neanche tanto – che hanno esercitato una grande influenza nella vita politica italiana. Allora, purtroppo, rimane la consapevolezza che c’è un accordo, quello del Nazareno, che supera ogni divisione culturale e ogni ragione. Io credo che Forza Italia, in particolare, avrebbe dovuto assolutamente condizionare l’«ok» a Renzi, al Senato come lo vuole Renzi, alla riforma come la vuole Renzi, almeno ad un serio confronto sul presidenzialismo. Questo non c’è stato e il tentativo di far finta di votare a favore di un emendamento nostro è peggio, è la pezza peggiore del buco, che ci offende.
  Noi voteremo quindi contro questo articolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ciracì. Ne ha facoltà.

  NICOLA CIRACÌ. Presidente, c’è chi ha l'ambizione di coinvolgere gli europarlamentari nella scelta del futuro Presidente; noi avevamo e abbiamo l'ambizione di coinvolgere i cittadini, di farlo scegliere ai cittadini.
  Per me e per molti di noi, il presidenzialismo è una bandiera che non si ammaina. Oggi è una giornata triste per chi ha creduto per vent'anni in un'idea, in un valore e oggi vede sfumare, in cambio di non si sa chi e di non si sa cosa, probabilmente per un Governo che non ci sarà mai, quella che è stata la proposta politica che abbiamo offerto ai cittadini dal 1994 ad oggi, che si chiama presidenzialismo, bandiera di Forza Italia.
  Mi dispiace ammetterlo, ma La Russa ha ragione ed è per questo che io voterò contro il mio gruppo in maniera aperta e dichiarata, perché non posso assolutamente accettare di ritornare a dire ai miei elettori che ho fatto il contrario di quello che ho sempre detto per vent'anni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, colleghi, intervengo per motivare il voto contrario, in dissenso dal gruppo ovviamente: noi abbiamo presentato alcuni emendamenti in coerenza con la posizione istituzionale che il gruppo di Forza Italia ha mantenuto da tempo. Io ricordo – ero senatore la scorsa legislatura – che noi votammo, nel luglio del 2012, una riforma organica che poi non ebbe fortuna, nella quale, da un lato, c'era un rafforzamento del federalismo – in questo disegno di riforma costituzionale i poteri regionali si Pag. 47affievoliscono – e, dall'altro lato, c'era un rafforzamento della rappresentanza e del ruolo di garanzia del Capo dello Stato.
  Le fatiche di queste ore ci dovrebbero consigliare forse qualche riflessione. Vedo che neanche le fatiche di queste ore consigliano al Parlamento di valutare che l'elezione diretta del Capo dello Stato non è un rigurgito centralista, ma è un rafforzamento della rappresentanza e della democrazia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Di Battista, Palma, La Russa, Rizzetto, Santelli, Grillo. Allora, Santelli ancora non riesce a votare. Dell'Orco... neanche Spadoni riesce a votare. Vediamo se c’è un tecnico che può aiutare... anche Dell'Orco... ecco, sta arrivando... no, Dell'Orco ha votato... Marazziti... Spadoni ha votato. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  407   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  293    
    Hanno votato no  114.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Toninelli 21.0200 e Bianconi 21.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Rizzetto, Palma, Tinagli. Rizzetto non riesce a votare... ecco, adesso ha votato... sì, ha votato. Palma ancora non ha votato... Marazziti... forza colleghi, che siamo in votazione, affrettatevi ! Veloci. Chi sta salendo ? Chiarelli; ha votato. Allora, mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  415   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  305.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'articolo aggiuntivo Parisi 21.024 è stato ritirato.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cozzolino 21.03, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi. Forse se reinserisce di nuovo... vediamo se c’è un tecnico che va da Nizzi. Ci riusciamo ? Sì. Fusilli. Chi altro ? Mi pare che ci siamo; Fusilli ha votato ? Sì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  416   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 48

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dadone 21.0203, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Di Vita, Cariello, Di Gioia, Pilozzi, Invernizzi, Di Lello, Cardinale, Quintarelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  426   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  316.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dadone 21.0201, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  427   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dadone 21.0202, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crippa, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  431   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, a pagina 25, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, degli identici emendamenti Bianconi 22.1 e Fraccaro 22.2 e degli emendamenti Bianconi 22.3 e 22.5, Cozzolino 22.6, Toninelli 22.4 e Dieni 22.7.

  PRESIDENTE. Deputato Toninelli, relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. La ringrazio Presidente, il parere è favorevole sugli identici emendamenti Bianconi 22.1 e Fraccaro 22.2, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Bianconi 22.3 e 22.5. Il parere è favorevole sugli emendamenti Cozzolino 22.6, Toninelli 22.4 e Dieni 22.7.

Pag. 49

  PRESIDENTE. Ora, il relatore Bragantini, prego.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Bianconi 22.1 e Fraccaro 22.2 e sull'emendamento Bianconi Centemero 22.3.

  PRESIDENTE. L'emendamento è Bianconi 22.3.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli emendamenti Bianconi 22.5, Cozzolino 22.6 e Toninelli 22.4, mentre il parere è contrario sull'emendamento Dieni 22.7.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Quaranta.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Grazie Presidente, il parere è favorevole sugli identici emendamenti Bianconi 22.1 e Fraccaro 22.2, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Bianconi 22.3 e 22.5. Il parere è favorevole sugli emendamenti Cozzolino 22.6, Toninelli 22.4 e Dieni 22.7.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore Fiano.

  ELENA CENTEMERO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, intervengo perché prima l'onorevole Matteo Bragantini, nel leggere il vecchio fascicolo, ha citato il mio nome a fianco di un emendamento. Voglio ricordare, come ho già fatto in altre occasioni, che, per un errore materiale, compare nei vecchi fascicoli il mio nome; abbiamo appurato dal gruppo che gli emendamenti che sono stati consegnati dal gruppo agli uffici non recano né il mio nome, né la mia firma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 22.1 e Fraccaro 22.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  432   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Bianconi 22.3.
  Avverto che questo emendamento non sarà posto in votazione ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto precluso dall'approvazione da parte dell'Assemblea dell'articolo 21 del provvedimento. Tale proposta emendativa, infatti, sembra configurare un'elezione del Presidente della Repubblica a suffragio universale e diretto, introducendo una disciplina incompatibile con quella dell'articolo 21 del provvedimento in esame, che si limita a modificare il quorum per l'elezione del Capo dello Stato da parte del Parlamento in seduta comune.
  Anche a prescindere da ciò, comunque, l'emendamento in questione, al quinto comma del capoverso, prevede un quorum per l'elezione, la maggioranza assoluta, che si pone in diretto contrasto con la disciplina dell'articolo 21, come modificato a seguito dell'approvazione dell'emendamento Rosato 21.202.Pag. 50
  Passiamo quindi all'emendamento Bianconi 22.5.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 22.5 con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato... hanno votato tutti ? Qui mi sembra di sì, anche qui...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   24    
    Hanno votato no  411.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati D'Alessandro e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 22.6, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, con questo semplice emendamento – che non cambia assolutamente niente nel disegno che avete in mente per la nuova struttura della Costituzione e dello Stato italiano – andiamo ad inserire un unico mandato per il Presidente della Repubblica.
  Non vorremmo mai che in un futuro si dovesse ripetere quanto successo all'inizio di questa legislatura, quando avete chiesto ad un ex Presidente della Repubblica di ricandidarsi nel ruolo di Presidente della Repubblica. Anche perché è il mandato elettivo più lungo previsto – sette anni, quindi più dei cinque anni del Parlamento – e non vorremmo che fosse ripetuto, in modo che l'infrazione di una prassi – che era quella di non essere rieletti una seconda volta come Presidente della Repubblica – non diventasse un'abitudine. Quindi, mettiamo un freno all'eventuale seconda elezione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo solo per dire che io voterò quest'emendamento. Il collega Molteni ha chiesto: ma quali sono gli emendamenti che razionalizzano utilmente ? Bene, ne parleremo più avanti, quando saremo arrivati all'articolo 10, che è quello che più ha bisogno di essere razionalizzato. Ma questo è un emendamento che utilmente razionalizza e non lo voglio intendere come una negazione dei grandi servigi che Napolitano ha reso al Paese e della giustezza della decisione di eleggerlo per la seconda volta. È stata, però, una decisione eccezionale e sarebbe sbagliato che si regolarizzasse. Ricordo che negli Stati Uniti il duplice mandato al Presidente della Repubblica era una convenzione costituzionale, non consacrata in nessuna norma. La consacrarono in una norma dopo che Roosevelt si aggiudicò quattro elezioni successive. Era un ripudio di Roosevelt ? No, era il sottolineare che era un fatto eccezionale che non doveva ripetersi.
  Normalmente i mandati presidenziali sono o di quattro-cinque anni rinnovabili oppure di sette anni non rinnovabili. Il Pag. 51sistema italiano è un sistema a sette anni e la convenzione costituzionale era quella di intenderlo come non rinnovabile. Forse non è sbagliato oggi consacrare anche per iscritto che questa convenzione costituzionale è qualcosa a cui in futuro bisognerà attenersi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 22.6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Mantero, Di Lello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 22.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente. Semplicemente intervengo a chiarimento del parere che i relatori per la maggioranza hanno reso su questo emendamento.
  Il nuovo articolo 85, secondo comma, come modificato dall'articolo 22 in esame, attribuisce al Presidente del Senato il potere di convocare e presiedere il Parlamento in seduta comune quando il Presidente della Camera esercita le funzioni del Presidente della Repubblica, nel caso in cui questi non possa adempierle.
  Resta ferma, ovviamente, la previsione dell'articolo 63, terzo comma, della Costituzione, in base alla quale, quando il Parlamento si riunisce in seduta comune, il Presidente e l'Ufficio di presidenza sono quelli della Camera dei deputati. Il parere espresso dal Comitato per la legislazione rileva l'esigenza di un coordinamento tra le due norme. Rilevo in proposito, unitamente al collega Fiano, che dal combinato disposto dell'articolo 63, terzo comma, e dell'articolo 85, secondo comma, emerge chiaramente che, quando il Parlamento in seduta comune è presieduto dal Presidente del Senato, l'Ufficio di presidenza resta quello della Camera. Ciò in considerazione del fatto che il Presidente del Senato agisce in sostituzione del Presidente della Camera e che tale sostituzione potrebbe operare solo per una parte del procedimento che richiede la convocazione del Parlamento in seduta comune.
  Tanto dovevo perché fosse più chiaro il parere reso dai relatori per la maggioranza.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Volevo dire che questa interpretazione data dal presidente di Commissione è un'interpretazione presa solo a maggioranza. Infatti, se il Presidente del Senato ha il compito di presiedere il Parlamento in seduta comune dovrebbe essere come per le giunte e la messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica: quando spetta al presidente della Giunta per le autorizzazioni del Senato, si porta dietro l'ufficio di presidenza della Giunta per le autorizzazioni del Senato; se, invece, presiede il presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera, si porta dietro l'ufficio di presidenza della Camera.Pag. 52
  Dunque, a mio avviso, questa è un'interpretazione, non è l'interpretazione corretta. Se si vuole veramente andare a far chiarezza è questo il momento giusto e bisognerebbe presentare un emendamento in questo senso. Altrimenti, a mio avviso, se l'ufficio di presidenza doveva rimanere quello della Camera, avrebbe dovuto presiedere il Vicepresidente della Camera.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. A conferma di quello che diceva il relatore Sisto, volevo ricostruire la questione per la chiarezza di tutti.
  In questo momento, a Costituzione vigente, abbiamo che l'articolo 63, secondo comma, dice che quando il Parlamento si riunisce in seduta comune, il Presidente e l'Ufficio di presidenza sono quelli della Camera dei deputati. L'articolo 86, primo comma, invece, stabilisce che il Presidente del Senato svolge la supplenza quando il Presidente della Repubblica non può svolgere le sue funzioni. Quindi, per una ragione sistematica, è evidente che, trattandosi di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, poiché può succedere – come, tra l'altro, sta succedendo in questo momento – che ci sia una supplenza del Presidente del Senato, sarà il Presidente della Camera a presiedere il Parlamento in seduta comune.
  Che cosa succede, invece, con la riforma sulla quale stiamo lavorando ? Che l'articolo 63, al secondo comma, resta fermo. Quindi, la regola generale rimane intonsa, rimane stabilito che quando il Parlamento si riunisce in seduta comune il Presidente e l'Ufficio di presidenza sono quelli della Camera dei deputati.
  Però, poiché l'articolo 86, primo comma, nella formulazione di questa riforma prevede che il supplente non sia più il Presidente del Senato, ma il Presidente della Camera, è evidente che in questo caso potremmo cadere nell'ipotesi che il Presidente della Camera, da supplente, debba essere egli o ella stessi a convocare il Parlamento in seduta comune per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
  Per questo caso, e soltanto per questo caso, si è stabilito in via eccezionale, quindi, che, trattandosi evidentemente di una circostanza inopportuna che la persona che sta esercitando la supplenza sia anche la persona che convoca il Parlamento in seduta comune e lo presiede, sia il Presidente appunto del Senato a fare la convocazione e a presiedere il Parlamento in seduta comune. L'unico caso nel quale si parla dell'Ufficio di Presidenza, tuttavia, permane l'articolo 63. Poiché quando il legislatore costituzionale ha voluto specificare chi sia il Presidente e quale sia l'Ufficio di Presidenza lo ha detto, nel momento in cui dice che soltanto il Presidente si sostituisce personalmente in quell'ipotesi residuale eccezionale, evidentemente l'Ufficio di Presidenza resta quello stabilito all'articolo 63, che non risulta toccato da questa riforma.

  CELESTE COSTANTINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signora Presidente, io veramente rimango sconcertata dal fatto che si stia facendo questa discussione in Aula perché questo è già stato tema di discussione all'interno del Comitato dei nove – sia chiaro, di discussione all'interno della maggioranza, in cui non sono stati resi partecipi i componenti del Comitato dei nove – in cui, alla fine, si è convenuto che non c'era alcuna esigenza di venire in Aula e di dare un'interpretazione di questa norma perché il testo era assolutamente chiaro. Arriviamo qui in Aula e il presidente della Commissione Sisto invece si sente in dovere di dover specificare e di dare un'interpretazione della norma. Allora, così non va bene, ne facciamo una questione soprattutto metodologica. Allora, a questo punto, io voglio Pag. 53capire chi dice la verità, se il presidente della Commissione, Sisto, o il sottosegretario Scalfarotto. Infatti, se realmente siamo in presenza dell'interpretazione che ci dà il sottosegretario Scalfarotto, allora noi non capiamo perché nel momento in cui si è aperto un contenzioso di interpretazione non è stato fatto riferimento direttamente all'articolo 63 e, quindi, non si è presentato un emendamento che potesse in qualche modo chiarire la questione. Se la questione viene ripresentata in Aula, allora vuol dire che questo testo non è chiaro perché così si è riaperto il dibattito. Mi dispiace, presidente Sisto, ma si era sciolto quel Comitato dei nove dicendo che non c'era nessuna esigenza di dover interpretare questa norma. Rientriamo in Aula e scopriamo, invece, che c’è una discussione su questo. Allora, se esiste una discussione, noi chiediamo che si interrompano i lavori e che venga presentato a questo punto un emendamento della Commissione che chiarisca qual è l'interpretazione di questa norma.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, soltanto per dire all'onorevole Costantino che non c’è nessuna differenza di interpretazione tra la Commissione e il Governo. In realtà, la risposta che io stavo dando, tramite la Presidente naturalmente, era all'osservazione dell'onorevole Matteo Bragantini che metteva in dubbio appunto la ricostruzione del presidente della Commissione, nonché relatore per la maggioranza, onorevole Sisto. Io mi limitavo a riconfermare quello che l'onorevole Sisto ha correttamente affermato, spiegando con altre ulteriori parole quello che è il concetto, ossia che per noi l'interpretazione della norma è assolutamente evidente dalla lettura combinata del testo. Ripeto che la ragione per la quale ho ritenuto di prendere la parola era per rispondere, tramite naturalmente la Presidente, all'osservazione dell'onorevole Matteo Bragantini.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie Presidente, intervengo come relatore per constatare che l'intervento del sottosegretario e l'intervento del relatore per la maggioranza, nonché presidente di Commissione, per specificare l'interpretazione di questo passaggio della riforma in caso di assenza per impedimento del Presidente della Repubblica, evidentemente denota una difficoltà nell'interpretazione della norma stessa, cosa che, in realtà, non è stata indicata all'interno dello stesso Comitato dei nove.
  Questo mi permette di dire, Presidente, che, a differenza della limpidezza con cui noi abbiamo di fronte il testo della Costituzione attualmente vigente e non quello che stanno cercando di modificare, oggi si sta affrontando e portando avanti un tentativo di modifica che, invece, porta con sé opacità e difficoltà interpretative. Penso che la richiesta della collega Costantino sia più che accoglibile, più che condivisibile: che si riapra un dibattito nel Comitato dei nove e si valuti, come noi riteniamo giusto ed opportuno, l'inserimento da parte della Commissione e della maggioranza di un emendamento che chiarisca questo passaggio che non è per nulla chiaro.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sono veramente perplesso perché – lo dico con molto garbo e con molto rispetto dell'Aula – il dato è che i relatori cercano di offrire, insieme al Governo, un contributo di maggiore dettaglio, che non è un contributo né innovativo né in qualche Pag. 54modo di scioglimento di opacità. Infatti aggiungere non vuol dire sciogliere le opacità, vuol dire soltanto offrire un contributo di maggiore evidenza a quello che è un dato deduttivo. A me non sembra che quello che si cerca di fare meglio debba essere sempre interpretato come riveniente da un dato patologico. A me sembra esattamente il contrario: lo sforzo di dare ad una riforma così importante la massima limpidezza possibile non possa che essere ben augurante per la perfetta intelligenza dei testi, punto e basta. Come accade e come è accaduto per i lavori dell'Assemblea costituente dove non sono state sciolte le opacità ma tutti i chiarimenti che sono stati offerti derivavano dalla lettura lineare dei testi. Se poi il tentativo di chiarire, di aprire un contributo debba essere sempre interpretato con il retropensiero dell'equivoco e dell'opacità dell'enigma, questo a me sembra un atteggiamento soggettivo rispettabile ma non in linea con quello che è stato lo sforzo dei relatori. Quindi nessuna opacità, nessuno scioglimento, nessun dubbio, semplicemente un contributo offerto a chiarimento del parere.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo sempre come relatore. Non c’è assolutamente alcun retropensiero ma noi stiamo ai fatti. Se al Comitato dei nove il presidente, in qualità di relatore, ha presentato uno speech perché dice che ci serve per far interpretare meglio una norma, richiesto anche dal Comitato per la legislazione, vuol dire che la norma non era così chiara. Tant’è vero che ad un certo punto del dibattito il relatore ha detto: «Addirittura potremmo presentare un emendamento». Dopo una discussione che c’è stata all'interno della maggioranza, si è detto: no, facciamo finta di niente, se qualcuno vorrà dire qualcosa in Aula, lo dirà come relatore per la maggioranza o di minoranza. Dunque stiamo scrivendo la Costituzione, se c’è anche il minimo dubbio, chiariamolo in modo formale perché non è che stiamo scrivendo una legge che si può andare a modificare con un'altra legge. Stiamo compiendo un compito molto importante e non basta assolutamente la dichiarazione del relatore per la maggioranza e del Governo per interpretare una norma che, anche a detta degli uffici, è necessario chiarire ed esplicitare in modo migliore. Dunque anche noi chiediamo che venga convocato immediatamente un Comitato dei nove e che la maggioranza presenti un emendamento che vada ad esplicitare o a chiarire o semplicemente a rendere più fluido il testo della Costituzione che si sta andando a creare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano, a nome del gruppo. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Come crede. Io interverrei come relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Siccome però su questo punto...

  EMANUELE FIANO. Allora intervengo a nome del gruppo. Vorrei introdurre degli elementi di razionalità nella questione che stiamo esaminando che, secondo me, sono già stati chiariti dal presidente Sisto e dal sottosegretario Scalfarotto. Laddove noi avessimo pensato – ovviamente non è che la nostra opinione è scolpita nella roccia – che il combinato disposto del nuovo articolo 85 e la lettura di quanto già previsto all'articolo 63, terzo comma, avesse lasciato adito a delle lacune, a delle labilità, avremmo presentato un emendamento. Poiché però – basta leggere in combinato disposto gli articoli 63 e l'articolo 85 – ci sono giunte anche dalla minoranza presente nel Parlamento e nel Comitato dei nove in Commissione delle richieste di chiarimento, nel caso risultassero nel testo, dalla lettura combinata degli articoli 63 e 85, delle lacune in merito, noi abbiamo Pag. 55pensato che fosse giusto lasciare a verbale in quest'Aula, così come a maggioranza è stato anche detto nel Comitato dei nove, e che fosse corretto esporre un chiarimento che per i partiti che lì rappresentano la maggioranza e anche per il partito di Forza Italia è stato ritenuto sufficiente.
  Un chiarimento che serve per lasciare agli atti elementi di razionalità di quanto diciamo, ovvero che ciò che è espresso nel terzo comma dell'articolo 63 e, cioè, chi viene a supportare nel caso specifico di specie la Presidenza del Parlamento in seduta comune, secondo noi è sufficiente. Abbiamo voluto rimarcarlo in maniera che sia chiara la nostra opinione e, secondo noi, non è necessario un emendamento che lo specifichi ulteriormente.
  Non vedo dove manchi la razionalità in questo percorso. A supporto dell'opinione dei colleghi deputati che qui, in quest'Aula, dovranno votare l'articolo 22 e le relative proposte emendative, noi abbiamo chiarito: il testo che ha letto il presidente è un testo di interpretazione dell'articolato della Costituzione, dei due articoli coinvolti, e altrettanto ha fatto il sottosegretario Scalfarotto. Abbiamo analizzato parola per parola il testo dell'articolo 63 e il testo dell'articolo 85 e interpretato che, ovviamente con il supporto degli uffici della Camera, non si lascia adito a diverse interpretazioni. Ci è sembrato giusto, viste le riserve che ci erano state presentate, esplicitarlo nel resoconto di questa discussione della Camera. Questa discussione non ha dei contenuti di contrapposizione ideologica e politica: è soltanto la certificazione della chiarezza della procedura che si svolgerà in questi casi e, secondo noi, questa chiarezza è stata raggiunta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà. Cambia sempre posto. Prego.

  EMANUELE FIANO. È della Lega, La Russa !

  IGNAZIO LA RUSSA. Sì, ma non ci troverei niente di strano, preparatevi. Non La Russa, eh !

  PRESIDENTE. Colleghi... prego, onorevole.

  IGNAZIO LA RUSSA. Caro Presidente, c’è un'altra questione che, secondo me, consiglia, in qualche modo, la Commissione di chiarire meglio il pensiero, perché, oltretutto, la norma che prevedeva che a convocare fosse il Presidente della Camera consentiva di dare per scontato che il luogo dove si dovesse riunire il Parlamento in seduta comune – cioè, sia Camera che Senato – fosse quest'Aula. Nel momento in cui si dice che a convocarlo è il Presidente del Senato, diventa solo un fatto logistico perché ci riuniamo qui, solo perché è più grande, ma non c’è più nessun tipo di aggancio con la norma.
  Per cui, io credo che sarebbe bene riformulare – poi, non è che ci voglia molto – questo testo da parte della Commissione, precisando quale è l'Ufficio di Presidenza e, di conseguenza, come logica conseguenza, qual è il luogo dove si riunisce il Parlamento in seduta comune. Oggi come oggi, è anche opinabile dove si riunisce, perché dicendo che lo convoca il Presidente del Senato viene meno l'aggancio diretto al luogo dove oggi viene convocato. Per cui, la pregherei di insistere – non mi pare che sia una richiesta peregrina – per una breve capacità, in breve tempo, della Commissione, di formulare il testo in maniera più chiara.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, la situazione mi pare che sia stata già discussa dal Comitato dei nove; poi, qui mi sembra che né il Governo né la Commissione abbiano sollevato questioni sul fare un emendamento. Quindi, in questo caso, per me si deve procedere, perché, se non c’è questa disponibilità, io non posso che prenderne atto.
  Dunque, per quanto mi riguarda, adesso darò la parola alla deputata Costantino, che l'aveva chiesta, ma, poi, la strada è abbastanza tracciata. Aspetti, deputata, lei è già intervenuta su questo, quindi, non posso darle la parola nuovamente.
  Passiamo, dunque, ai voti.

Pag. 56

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 22.4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina, Carra, Colaninno, Colletti, Luciano Agostini, Spadoni, La Russa, Allasia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Zampa e Covello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 22.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere contrario del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Gregori, Caon, Nardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  433   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Lavagno, Piepoli, Gregori, Carbone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  435   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  313    
    Hanno votato no  122.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Sereni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 23 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, sugli identici emendamenti Toninelli 23.1 e Bianconi 23.2 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sugli emendamenti Bianconi 23.3, Scotto 23.4 e Cozzolino 23.5, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sugli articoli aggiuntivi Bianconi 23.01 e 23.02 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Chiedo il parere al relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, Toninelli.

Pag. 57

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Sugli identici emendamenti Toninelli 23.1 e Bianconi 23.2 il parere è favorevole. Sull'emendamento Bianconi 23.3 il parere è contrario; sugli emendamenti Scotto 23.4 e Cozzolino 23.5 il parere è favorevole.
  Sugli articoli aggiuntivi 23.01 e 23.02 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Relatore Bragantini ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, sugli identici emendamenti Toninelli 23.1 e Bianconi 23.2 esprimo parere contrario. Sull'emendamento Bianconi 23.3 esprimo parere favorevole. Sull'emendamento Scotto 23.4 mi rimetto all'Assemblea. Sulle emendamento Cozzolino 23.5 esprimo parere favorevole. Sugli articoli aggiuntivi Bianconi 23.01 e Bianconi 23.02 esprimo parere contrario.

  PRESIDENTE. Relatore Quaranta, prego.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, sugli identici emendamenti Toninelli 23.1 e Bianconi 23.2 esprimo parere favorevole. Sull'emendamento Bianconi 23.3 esprimo parere contrario. Sugli emendamenti Scotto 23.4 e Cozzolino 23.5 esprimo parere favorevole. Sugli articoli aggiuntivi Bianconi 23.01 e 23.02 esprimo parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espresso dal presidente Sisto.

  PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Toninelli 23.1 e Bianconi 23.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord, e il parere favorevole dei relatori di minoranza del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Lavagno, Russo, Busto, Fusilli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  430   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 23.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Di Lello, Oliverio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  432   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  18    
    Hanno votato no  414.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Piccolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Scotto 23.4, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Pag. 58Sinistra Ecologia Libertà, e con il relatore di minoranza della Lega Nord che si rimette all'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare il deputato Quaranta. Interviene come relatore ?

  STEFANO QUARANTA. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, intervengo velocemente solo per riflettere su un punto: è stato deciso che a sostituire il Presidente della Repubblica, nel caso, sia il Presidente della Camera. In una situazione, però, diversa da quella attuale, in cui avremo una Camera politica e una Camera espressione delle autonomie ed elette anche in modo diverso, se il Capo dello Stato è una figura di garanzia, mi chiedo: nel nuovo assetto, sarà più figura di garanzia, nel senso che sarà necessariamente eletto con un più ampio consenso, il Presidente della Camera o il Presidente del Senato ? Perché, mentre il Presidente del Senato sarà frutto di un'elezione che vede tante maggioranze regionali diverse, quindi è presumibile che si sceglierà una figura più di compromesso, il Presidente della Camera rischia di essere rappresentante di un partito politico, visto che la legge elettorale darà il 55 per cento dei seggi a un solo partito.
  Allora io penso, anche rispetto alla discussione che abbiamo fatto prima sull'Ufficio di Presidenza della Camera e del Senato, che forse sarebbe stato più figura di garanzia il Presidente del Senato che non il Presidente della Camera, a meno che implicitamente chi ci sta proponendo questa riforma ci sta in realtà dicendo che il Senato è un tale pasticcio, è talmente inutile, è fatto da persone talmente non adeguate che è meglio comunque fare il Presidente della Camera anziché il Presidente del Senato, pur essendo esso rappresentante probabilmente di un solo partito (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 23.4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Benamati, Greco, Carrozza, Di Lello, Fusilli, Marco Di Maio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  427   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 23.5, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fantinati, Tartaglione, Sorial, Ansaldi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  444   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 59

  Bossa, Murer, Carrozza, Fusilli, Di Lello, Piepoli, Vitelli, Mattiello, Raciti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  447   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  323    
    Hanno votato no  124.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bianconi 23.01, con il parere contrario di Commissione, Governo e dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Fusilli, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato   13    
    Hanno votato no  437.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bianconi 23.02, con il pare contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza per il MoVimento 5 Stelle, per la Lega Nord e per Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Lavagno, Greco, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  447   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  8    
    Hanno votato no  439.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Avverto che all'articolo 24 è riferito un unico emendamento, che è integralmente soppressivo. Quindi, a norma dell'articolo 87, comma 2 del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo. Chi è favorevole alla soppressione dell'articolo deve quindi votare «no», chi è contrario alla soppressione deve invece votare «sì».
  Invito ora i relatori ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cozzolino 24.1.

  PRESIDENTE. Il parere del relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento Cozzolino 24.1.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza per Sinistra Ecologia Libertà ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole.

Pag. 60

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Cozzolino 24.1.

  PRESIDENTE. Allora, colleghi, vi ricordo che chi è favorevole alla soppressione dell'articolo deve quindi votare «no»; chi è contrario alla soppressione deve invece votare «sì».
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 24.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fusilli, Marazziti, Bernini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  454   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  331    
    Hanno votato no  123.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 25 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, già avevo sollevato venerdì scorso questa problematica, cioè il fatto che abbiamo saltato e accantonato più di dieci articoli che riguardano il procedimento legislativo di Camera e Senato. Adesso, arriviamo all'articolo 25, che parla della fiducia e del Governo. Allora, ovviamente la fiducia al Governo, a mio avviso, ha una logica ed è consequenziale agli articoli che riguardano la legislazione, che è della Camera e del Senato.
  Come ho già detto venerdì, la Costituzione non è stata scritta numerata, tirando i dadi e mettendo a caso la numerazione, e questa non è neanche stata messa in base alla lunghezza dei vari articoli, ma per una consecutio logica di tutti gli articoli della nostra Costituzione.
  Dunque, io chiedo veramente che venga sciolta la riserva sugli articoli 10 e seguenti e si ritorni a lavorare in modo ordinato sulla Costituzione. Mi sembra un modo di operare abbastanza inusuale, almeno per la Costituzione. Abbiamo rispetto del nostro lavoro e, soprattutto, dei lavori dei padri costituenti.

  DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Presidente, intervengo per associarmi, in tutto e per tutto, alle parole pronunciate un istante fa dal collega Matteo Bragantini.
  Devo dire che, al di là delle distinzioni, visto che il collega Matteo Bragantini ed io siamo contrari a questo testo, mentre altri colleghi di maggioranza sono invece favorevoli a questo testo, a maggior ragione chi è favorevole a questo testo di riforma dovrebbe, io credo e spero per loro, difendere la razionalità, diciamo, di una consecutio. Quando il Governo e i relatori saranno pronti sugli articoli 10 e seguenti e sull'iter legislativo ce lo facciano sapere, ma che noi discutiamo sul rapporto fiduciario tra il Governo e il Parlamento, senza sapere come funziona l'iter legislativo, dà francamente la misura surreale del modo in cui si sta procedendo.
  Vorrei ricordare a tutti – e concludo – che siamo in una Assemblea costituente – Pag. 61viene, diciamo, da sorridere a dirlo – e non stiamo convertendo un decreto-legge omnibus al cinquantanovesimo giorno, anche se il ritmo che il Governo e la maggioranza ci propongono è quello e sembra, diciamo, il finale di un milleproroghe. Questo non credo faccia onore a nessuno.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Intervengo per associare anche il MoVimento 5 Stelle alla richiesta del collega Matteo Bragantini della Lega Nord per il nesso logico e consequenziale, come appena è stato detto, tra l'articolo 10 della riforma, che riguarda l'articolo 70 della Costituzione attuale sul procedimento legislativo, e l'articolo 25 della riforma che stiamo andando a trattare, che riguarda il rapporto fiduciario tra Parlamento e Governo, in questo caso, come chiede il Governo, tra Camera dei deputati e Governo medesimo.
  Noi pensiamo – e pensiamo di essere nel giusto – che sia inaccettabile, nel caso in cui ci sia un nodo politico, che si salti un articolo che è, giuridicamente, tecnicamente e razionalmente, propedeutico rispetto agli articoli successivi.
  Quindi, le chiediamo, Presidente, di valutare queste richieste e di fare intervenire i relatori di maggioranza ed il presidente di Commissione per fare tornare al Comitato dei nove un dibattito su questo tema e così almeno tornare su quello che è essenziale, cioè l'articolo 10, per tutto il resto della riforma.

  PRESIDENTE. Io devo dire che rigiro questa richiesta al presidente della Commissione, perché ritengo spetti a lui la decisione se vi sia necesità di un approfondimento presso il Comitato dei nove.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, su questo tema avevamo già discusso, perché quando abbiamo accantonato gli articoli dal 10 al 20 ne abbiamo spiegato le ragioni. Questa era stata la scelta e la richiesta, e si è proceduto esattamente in questo modo.
  Siamo arrivati all'articolo 25 che non ha una connessione se non come tutto il provvedimento è connesso, dato che ogni parte è logicamente connessa. Parliamo della Costituzione e c’è, comunque, un'unità di contesto che però, ad avviso di chi le parla, non legittima una sorta di ripensamento sulla sequenza degli articoli che possono essere votati.
  Mi rendo conto che qualche volta la politica impone lo scioglimento di nodi durante i lavori, ma questo, ad avviso di chi le parla, non è un motivo procedurale per impedire che questo articolo possa essere regolarmente votato.

  PRESIDENTE. A questo punto invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, la Commissione invita i presentatori al ritiro dell'articolo premissivo Bianconi 025.01, altrimenti il parere è contrario.
  Sull'articolo premissivo Lattuca 025.02...

  PRESIDENTE. È stato ritirato, però.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. È ritirato...

  PRESIDENTE. L'articolo premissivo Lattuca 025.02 è ritirato.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Ripeto per chiarezza, Presidente. Siamo a pagina 33 del fascicolo. La Commissione invita i presentatori al ritiro dell'articolo premissivo Bianconi 025.01, altrimenti il parere è contrario. L'articolo premissivo Lattuca 025.02 è ritirato. La Commissione invita i presentatori Pag. 62al ritiro dell'articolo premissivo Cozzolino 025.03, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, degli emendamenti D'Ambrosio 25.1, Zaccagnini 25.3 e 25.2, Giorgis 25.4...

  PRESIDENTE. L'emendamento Giorgis 25.4 è ritirato.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, degli emendamenti Bianconi 25.5, Lombardi 25.7, Paglia 25.200 e Toninelli 25.10 e dell'articolo aggiuntivo Toninelli 25.01.

  PRESIDENTE. Deputato Toninelli, relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Il parere è contrario sull'articolo premissivo Bianconi 025.01, favorevole sull'articolo premissivo Cozzolino 025.03, favorevole sull'emendamento D'Ambrosio 25.1, contrario sugli emendamenti Zaccagnini 25.3 e 25.2, mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Bianconi 25.5, mentre il parere è favorevole sugli emendamenti Lombardi 25.7, Paglia 25.200, Toninelli 25.10 e sull'articolo aggiuntivo Toninelli 25.01.

  PRESIDENTE. Relatore Bragantini ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Anche se non condivido questo modo di lavorare sulla Costituzione, il parere è favorevole sugli articoli premissivi Bianconi 025.01 e Lattuca 025.02...

  PRESIDENTE. No, l'articolo premissivo Lattuca 025.02 è ritirato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'articolo premissivo Cozzolino 025.03, sugli emendamenti D'Ambrosio 25.1, Zaccagnini 25.3 e 25.2, Giorgis 25.4...

  PRESIDENTE. L'emendamento Giorgis 25.4 è ritirato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è contrario sugli emendamenti Bianconi 25.5 e Lombardi 25.7, favorevole sugli emendamenti Paglia 25.200 e Toninelli 25.10 e sull'articolo aggiuntivo Toninelli 25.01.

  PRESIDENTE. Relatore Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Il parere è contrario sull'articolo premissivo Bianconi 025.01, mi rimetto all'Assemblea sull'articolo premissivo Cozzolino 025.03, il parere è favorevole sugli emendamenti D'Ambrosio 25.1, Zaccagnini 25.3 e 25.2, contrario sull'emendamento Bianconi 25.5, favorevole sugli emendamenti Lombardi 25.7, Paglia 25.200 e Toninelli 25.10 e contrario sull'articolo aggiuntivo Toninelli 25.01.

  PRESIDENTE. Il parere del Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dall'onorevole Sisto, relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo all'articolo premissivo Bianconi 025.01.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Bianconi 025.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza di MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Paris, Moscatt, Sberna, Saltamartini, Verini, Busto...Pag. 63
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  433   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   24    
    Hanno votato no  409.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Pellegrino, Brandolin, Matarrelli e Zan hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Cozzolino 025.03, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Aula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, questo articolo premissivo propone di inserire, nell'articolo 93 della Costituzione, che il Presidente del Consiglio e i Ministri giurino sulla Costituzione, nelle mani del Presidente della Repubblica. Non si tratta di un mero formalismo, come qualcuno superficialmente potrebbe ritenere, ma di sostanza, specificando in Costituzione che i componenti del Governo hanno come riferimento il giuramento, e quindi la loro lealtà istituzionale, alla Carta costituzionale, prima di ogni altra cosa. Un giuramento esplicito sulla Costituzione si rende indispensabile, anche, e soprattutto, alla luce dei troppi, tanti, episodi che hanno visto il Governo, e la politica in generale, non solo ignorare o aggirare la Costituzione, ma in alcuni casi farne addirittura macerie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Cozzolino 025.03, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e delle Lega Nord e Autonomie, mentre il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Murer, Gregori, Coppola, Tinagli, Paola Bragantini, Fossati, Vignaroli, Pellegrino, Matarrelli, Carinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  427   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 25.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

Pag. 64

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie Presidente, questo emendamento è chiaramente soppressivo. È soppressivo perché parliamo di un argomento verso il quale quest'Aula ha, in qualche modo, una certa sensibilità, parliamo della fiducia, quindi del rapporto di fiducia tra l'unica Camera che prevede la vostra riforma e il Governo. Noi, ancora una volta, tentiamo, attraverso questo emendamento, di sopprimere questo rapporto viziato, perché lo è già adesso viziato. Voglio ricordare a quest'Aula che i Governi, non votati, in questa legislatura sono tra i Governi che più hanno abusato dell'istituto della fiducia, demandando quindi quello che è il potere legislativo centrale della Camera al Governo.
  Allora, ancora una volta, noi, con questo emendamento, cerchiamo di spostare l'asse sul Parlamento e non sul Governo, perché, Presidente, nel momento in cui ci fosse un Governo che semplicemente legifera, non vediamo più nemmeno l'utilità di questa Camera.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 25.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fusilli, Paris, Montroni, Chaouki, Oliverio, Vaccaro, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  447   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccagnini 25.3, su cui vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle ed il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Presidente, dichiaro il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie Presidente, intervengo velocemente. Proponendo l'emendamento, avrei voluto un dibattito anche in Commissione ma, come per altri temi, purtroppo, è stato ritirato in Commissione, per il clima di confusione della maggioranza che c'era e che non ha permesso, appunto, di discutere questo tema come molti altri.
  L'emendamento è, per così dire, immediatamente volto a scongiurare le crisi al buio – si tratta dell'istituzione, appunto, della sfiducia costruttiva – ma anche, per così dire, a favorire relazioni politiche propositive. Infatti, questo strumento nel contesto spagnolo non ha funzionato molto, ma ha funzionato molto meglio in Germania, dove difficilmente si decostruisce qualcosa se non si ha qualcos'altro da proporre.
  Credo che alla politica italiana servano vari strumenti per rinnovarsi. Questo non pretende di essere la soluzione a tutto, ma un tassello per migliorare la cultura e l'approccio politico disfattista di molti. Purtroppo, non c’è stato nessun tipo di dialogo e di approfondimento, né da parte della Commissione né dell'Aula. È un tema che era emerso anche durante l'Assemblea costituente. Mi auguro che vi possa essere una risposta da parte della maggioranza, ma difficilmente avverrà visto il clima che c’è.

Pag. 65

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, preannunzio il voto favorevole della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, noi siamo favorevoli a quest'emendamento per un motivo molto preciso. Si sta facendo questa riforma e si sta facendo una nuova legge elettorale, perché si dice che bisogna garantire la governabilità a questo Stato.
  Quest'emendamento prevede la mozione di sfiducia costruttiva, un argomento che si sta discutendo da vari anni, ovvero che non si facciano sfiducie al buio. Adesso c’è l'opportunità che le sfiducie vengano date solo quando c’è già l'indicazione del nuovo Premier e, da parte della maggioranza e del Partito Democratico – che, se non ricordo male, negli anni avevano anche loro sollevato questa questione e appoggiato questa proposta –, adesso che veramente si può introdurre nella nostra Costituzione la sfiducia costruttiva, si fa finta di niente e si va avanti.
  Questo a mio avviso è un altro elemento che dimostra come stiamo lavorando male su questa riforma costituzionale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 25.3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Gasparini, Baroni... chi altro ? Chi sta entrando ? Francesco Saverio Romano ha votato... De Rosa ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  448   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no  405.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 25.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Bolognesi, Ginefra, Letta... chi altro ? Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  442   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   41    
    Hanno votato no 401.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 25.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza della Lega Nord e di SEL e su cui il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malesani, Coppola, Brunetta, Fossati, Peluffo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  372   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  8    
    Hanno votato no  364.    

Pag. 66

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 25.7, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SEL.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Tancredi, Tidei, Carrozza, Rizzetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  454   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  353.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 25.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Tidei.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 25.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, in un minuto voglio chiedere come mai in questa riforma inutile della Costituzione non si possa cogliere un'occasione, a nostro parere, utile ed è quella di eliminare una stortura che ha esautorato questo Parlamento della sua funzione legislativa, come Costituzione prevede, quella del voto di fiducia. Con questo emendamento chiediamo semplicemente una modifica dell'articolo 94 della Costituzione, in cui si afferma che il voto di fiducia vale solo nella fase preliminare, dell'assegnazione della fiducia al Governo all'inizio di una legislatura o nella fase successiva alla crisi di Governo. Sono eliminate tutte le altre ipotesi di questioni di fiducia, che sono diventate un mero strumento ordinario di votazione di natura antidemocratica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 25.10.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Cinzia Fontana, Tartaglione, Casellato, Pilozzi, Gasparini...Pag. 67
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  458   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, preannunzio il voto favorevole di Forza Italia all'articolo 25. Approfitto proprio di questo articolo, che tratta della fiducia che viene data al Governo, per ricordare ancora una volta come quanto scritto nell'articolo 25 non è nient'altro che l'estrinsecazione pratica di quanto abbiamo delineato all'articolo 1 di questo disegno di legge costituzionale di riforma laddove abbiamo distinto, nella nuova forma istituzionale di monocameralismo partecipato, le funzioni tra la Camera e il Senato. Quindi, non è nient'altro che una logica, necessaria e consequenziale esplicitazione dell'articolo 1. Ricordo proprio che, nella riforma istituzionale che stiamo tracciando, la Camera è l'unico organo detentore del rapporto di fiducia rispetto al Governo proprio perché esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e di controllo dell'operato del Governo. Il Senato, invece, viene escluso da questo rapporto fiduciario proprio perché si colloca e viene delineato nell'ottica di rappresentatività degli enti territoriali locali, quindi comuni e regioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Bargero, Valiante, Busto, Paglia, Schullian...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  330    
    Hanno votato no  126.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 25.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Portas, Impegno, Gribaudo, Busto, Costantino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  462   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  365.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 26 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, a pagina 41, Pag. 68sugli identici emendamenti Lombardi 26.1 e Bianconi 26.2 e sugli emendamenti Fraccaro 26.5, 26.4 e 26.500, Toninelli 26.507, 26.501, 26.502, 26.503, 26.504 e 26.505.

  PRESIDENTE. Il relatore del MoVimento 5 Stelle, deputato Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Lombardi 26.1 e Bianconi 26.2 e sugli emendamenti Fraccaro 26.5, 26.4 e 26.500, Toninelli 26.507, 26.501, 26.502, 26.503, 26.504 e 26.505.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza Matteo Bragantini ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Lombardi 26.1 e Bianconi 26.2 e sugli emendamenti Fraccaro 26.5, 26.4, 26.500, Toninelli 26.507. Mi rimetto, invece, all'Assemblea sull'emendamento Toninelli 26.501. Esprimo invece parere favorevole sugli emendamenti Toninelli 26.502, 26.503, 26.504 e 26.505.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Lombardi 26.1 e Bianconi 26.2 e sugli emendamenti Fraccaro 26.5, 26.4 e 26.500. Mi rimetto, invece, all'Assemblea sugli emendamenti Toninelli 26.507, 26.501, 26.502, 26.503, 26.504 e 26.505.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dai relatori per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lombardi 26.1 e Bianconi 26.2 con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzana... Piepoli... Sereni... Carrozza... Verini... Piccolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  427   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 26.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina, Portas, Abrignani, Donati, Borghi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  437   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 26.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Chimienti, Piccoli Nardelli.Pag. 69
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  444   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 26.500, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Gelmini, Gregori, Cominardi, Rizzetto, Vitelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  451   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 26.507, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  438   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 26.501, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sul quale i relatori di minoranza della Lega Nord-Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà si sono rimessi all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  430   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 26.502, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord-Autonomie e sul quale il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Murer, Tancredi, Coppola...Pag. 70
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  433   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  338.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 26.503, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord-Autonomie e con il parere contrario del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Brandolin, Chaouki...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  436   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 26.504, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord-Autonomie e sul quale il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Busto, Russo, Frusone, Carrozza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  438   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 26.505, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord-Autonomie e sul quale il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  442   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  456   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  331    
    Hanno votato no  125.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 71

(Esame dell'articolo 27 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Avverto che l'emendamento Lauricella 27.500 è stato ritirato. Invito il relatore Fiano ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, siamo all'articolo 27, pagina 48. Sull'emendamento Lauricella 27.500 vi è un invito al ritiro...

  PRESIDENTE. No, è stato ritirato.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Allora, sugli emendamenti La Russa 27.201, Schullian 27.200 e Scotto 27.400 formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'articolo aggiuntivo Melilli 27.0700...

  PRESIDENTE. No, è stato ritirato. La ringrazio. Relatore Toninelli, prego.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, sugli emendamenti La Russa 27.201, Schullian 27.200 e Scotto 27.400 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Relatore Bragantini ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, sull'emendamento Lauricella 27.500 il parere è favorevole...

  PRESIDENTE. No, è stato ritirato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti La Russa 27.201, Schullian 27.200 e Scotto 27.400 il parere è favorevole. Sull'articolo aggiuntivo Melilli 27.0700...

  PRESIDENTE. No, è stato ritirato.
  Avverto che l'emendamento Schullian 27.200 è stato ritirato. Relatore Quaranta, prego.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, a questo punto, sugli emendamenti La Russa 27.201 e Scotto 27.400 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento La Russa 27.201.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Presidente, solo un piccolo appunto per sottolineare che con questo articolo stiamo trattando della pubblica amministrazione e dell'organizzazione degli uffici secondo disposizioni di legge, ma soprattutto il fatto che nella pubblica amministrazione debba essere assicurato il buon andamento, l'imparzialità e, all'interno della Commissione è stato aggiunto come...

  PRESIDENTE. Mi scusi, deputata. Lei parla su quale emendamento ?

  ELENA CENTEMERO. Sul complesso degli emendamenti.

  PRESIDENTE. No, non può più intervenire sul complesso degli emendamenti, mi dispiace. Siamo al primo emendamento, La Russa 27.201: vuole intervenire su questo ?

  ELENA CENTEMERO. Sì, perfetto.

  PRESIDENTE. Prego.

  ELENA CENTEMERO. Stavo dicendo che l'articolo in oggetto, l'articolo 27, tratta della pubblica amministrazione. L'organizzazione degli uffici e della pubblica amministrazione sono improntati proprio ai criteri di buon andamento, Pag. 72imparzialità e, all'interno di quello che è stato il dibattito in Commissione, è stato aggiunto, come criterio che discende dai precedenti, quello della trasparenza della pubblica amministrazione.
  Questi punti sono dei punti essenziali soprattutto perché quando noi diamo vita ad una riforma che è volta ad efficientare il processo legislativo nell'ottica di andare incontro e dare risposte più concrete, più efficienti ai cittadini, è ovvio che non possiamo non chiamare in causa anche la pubblica amministrazione, rispetto alla quale, io voglio ricordarlo, il Governo Berlusconi e Forza Italia, attraverso l'allora Ministro Brunetta, hanno introdotto dei principi che rimangono per noi cardine di quelle che sono le pubbliche amministrazioni e rispetto ai quali la pubblica amministrazione dovrebbe essere improntata. Questi sono appunto il principio di buon andamento e della trasparenza collegati però ad altri due valori fondamentali che sono quelli della valutazione e del merito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, questo emendamento, pregherei chi ha interesse a soffermarsi e attenzionarlo, vuole rimediare ad un atteggiamento che i Governi italiani, non soltanto l'ultimo anzi non particolarmente l'ultimo, hanno avuto nei confronti dalla Unione europea. Al nostro articolo 97 della Costituzione è indicata una sottomissione all'ordinamento europeo e in particolare si dice «in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea», parole che noi chiediamo di sopprimere perché sopprimendo quelle parole riacquistiamo in pieno la nostra libertà di essere coerenti o non coerenti con tutto ciò che proviene dall'Europa. Quindi, non è che dichiariamo guerra all'Europa, semplicemente eliminiamo un vincolo aprioristico il che fa derivare diverse conseguenze all'articolo 17, all'articolo 119 e anche e soprattutto alla famigerata legge 24 dicembre 2012 n. 243 che sostituiremmo con una apposita legge che la Camera dovrebbe emanare entro sei mesi. Tutti coloro che si dicono in qualche modo non tanto o non solo eurocritici, euroscettici ma semplicemente desiderosi di un diverso rapporto con l'Unione europea e l'ha fatto anche il nostro Presidente del Consiglio, dovrebbero votare questo emendamento perché solo così ridarebbero all'Italia, la nostra nazione, la libertà di atteggiarsi secondo gli interessi degli italiani, secondo gli interessi nazionali di fronte a qualunque decisione provenga arbitrariamente, a volte, dal Parlamento europeo, dall'Unione europea. Pertanto il gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale invita a votare positivamente questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Area Popolare voterà convintamente contro questo emendamento. Sarebbe ora che in Italia ci rendessimo conto tutti che la difesa migliore degli interessi nazionali italiani in Europa è la comunitarizzazione delle istituzioni. Qualcuno pensa che noi riprendiamo la nostra autonomia e gli altri non se la riprendono ? Se gli altri riprendono la loro autonomia ci confrontiamo sui mercati finanziari mettendo alla prova la forza del marco tedesco con quella della lira italiana ? Chi pensate che vincerebbe ? Chi pensate che vincerebbe se noi tornassimo in un mondo in cui gli Stati, ognuno per conto suo, si fanno giustizia da soli utilizzando la potenza che gli è propria ? Ci avvieremmo verso un'Europa in cui l'Italia avrebbe la posizione subordinata che ha sempre avuto fino a quando abbiamo avuto il coraggio di iniziare il cammino della costruzione europea.
  Una volta, quando c'era una controversia tra gli Stati, si mobilitavano gli eserciti, le marine e si andava a combattere e noi in genere perdevamo. Da quando c’è l'Unione europea, quando c’è una controversia tra gli Stati ci si batte in Parlamento Pag. 73europeo, si fanno battaglie, si va alla Corte di giustizia. Certo che ci sono gli interessi nazionali, ci sono ma vanno fatti valere lì con una presenza assidua, con un impegno, con una capacità di presentare le proprie ragioni. Non credete a quelli che vi dicono che l'Europa è una specie di colonia tedesca.
  Draghi ci ha mostrato proprio adesso che la Germania in Europa si può battere: non è facile, non è semplice, ma si possono costruire maggioranze senza la Repubblica federale tedesca e anche contro la Repubblica federale tedesca. Certo, bisogna saperlo fare, bisogna non pensare di difendere ottusamente il proprio interesse nazionale, bisogna formulare una proposta europea in cui anche l'interesse nazionale italiano è giustamente considerato, bisogna spiegare questa proposta, bisogna vincere anche il consenso di una parte dell'opinione pubblica tedesca, minoritaria, come in questo caso. Avrebbe mai Draghi potuto fare quello che ha fatto, se Kohl non avesse lanciato il suo appello per l'Europa qualche mese prima e se gli europeisti tedeschi non si fossero riuniti mostrando di avere forza e capacità di incidenza ?
  Allora, per favore, piantiamola con questa storia ! È più sovrana oggi la Banca d'Italia, oggi quando due suoi rappresentanti siedono nel consiglio direttivo dell'Unione europea, o prima, quando faceva teoricamente quello che voleva, ma poi di fatto, ogni volta che la banca tedesca cambiava i tassi d'interesse, la banca italiana le andava dietro perché non poteva fare altra cosa ? L'Europa è il cammino dell'Italia: la sovranità italiana si esercita in Europa. È finito il tempo delle sovranità individuali, le sovranità siamo in grado di esercitarle solo insieme. Solo se avremo la capacità di esercitare insieme le nostre sovranità saremo un fattore decisivo nel modo di domani, altrimenti ci aspetta a tutta l'Europa – e a noi per primi – un destino di decadenza, di perdita di identità e infine anche di povertà, come quello che ebbe l'Italia quando, davanti ai grandi Stati nazionali, non fu capace di costruire il suo Stato nazionale e lo pagò con due o tre anni di decadenza.
  Piantiamola con queste nostalgie, che non ci portano da nessuna parte. Invece, domandiamoci perché in Europa non contiamo tanto quanto meriteremmo. Forse perché eleggiamo rappresentanti al Parlamento europeo che poi non ci vanno, forse perché il nostro Governo è in ritardo sugli appuntamenti europei ? Forse perché la nostra Camera dei deputati non esercita fino in fondo i poteri che la legge le dà per essere fattore di impulso e di sostegno delle politiche europee del Governo, e prende nota come un notaio di quello che accade senza una vera capacità di influenza ? Se noi in Europa non contiamo quanto meriteremmo è perché noi non ci attrezziamo per combattere le nostre guerre in Europa, perché si combattano guerre in Europa, ma sono guerre pacifiche, ringraziando Dio, non le guerre dei cannoni e delle corazzate. Sono le guerre degli interventi, sono le guerre della presenza assidua, sono le guerre della proposta politica ed è su questo che ci dobbiamo attrezzare. Questo è il nostro cammino. Il destino dell'Italia è l'Europa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, dichiaro convintamente il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente. È chiaro che il sogno europeo è rimasto tale; l'armonizzazione delle politiche non c’è stata, le conseguenze sono state drammatiche. Non ci saranno più le guerre con i cannoni, ma non è neanche vero – guardiamo l'Ucraina –, ma insomma ci sono un sacco di persone che non arrivano alla fine del mese – guardiamo la Grecia – e non hanno più soldi per le medicine. Io invito il collega Buttiglione a guardare il saldo delle partite Pag. 74correnti, da quando siamo entrati nell'eurocrazia: è stato un fallimento totale.
  Possiamo cambiare, riprendiamoci la sovranità e, quando avremo le stesse armi, potremo decidere più serenamente. Per questo, appoggiamo questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per dire che voterò a favore di questo emendamento anche se desidero dire, sia ai favorevoli – al collega La Russa e ad altri – sia ai contrari – al collega Buttiglione –, che forse stanno discutendo a proposito di un altro articolo, sul quale noi abbiamo presentato un emendamento, che è l'articolo 81 della Costituzione, il tema dei vincoli e del pareggio di bilancio inserito nel 2012.
  Quindi, stiamo – favorevoli e contrari – anticipando un'altra discussione. Comunque, annuncio il voto favorevole, ma dico però che ho ascoltato la voce della destra che difende gli interessi nazionali, ho ascoltato un po’ la mia voce, di un liberale che non condivide i vincoli europei e mi piacerebbe ascoltare la voce di una parte della sinistra italiana, che festeggia Tsipras – un sito di satira dice che la vittoria di Tsipras è la più grande vittoria della sinistra italiana dai tempi della vittoria di Zapatero in Spagna e quindi c’è una certa attitudine di festeggiare altrove – ma invece mi piacerebbe ascoltare qui sull'Italia qual è l'opinione su questi temi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo per dire che io voterò favorevolmente sull'emendamento, ma non per le ragioni che ha espresso l'onorevole La Russa. L'Italia è vincolata da trattati internazionali e non c’è bisogno di ricordarlo ogni volta. Questo articolo 27 non è altro che uno sfregio dell'originario articolo 97 della Costituzione italiana del 1948. Come ancora riporta la rubrica, l'articolo 97 è dedicato alla pubblica amministrazione e, infatti, il testo originario dice che i «pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge (...)».
  Quando si modificò nel 2012, così in fretta e furia, l'articolo 81 della Costituzione, non so chi ritenne di inserire questo primo comma nell'articolo 97, che è un comma giustapposto, cioè che non c'entra proprio niente e che è una delle piccole ma delle tante prove, di cui è cosparso già il testo precedente e di cui sarà cosparso il testo attuale, della sciatteria del linguaggio e del sistema costituzionale.
  Per cui, per questa ragione io voterò a favore dell'emendamento, ripeto perché già l'articolo 10 e l'articolo 11 dei Principi fondamentali della Costituzione stabiliscono che l'Italia si conforma ai trattati internazionali e li deve rispettare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io prendo la parola per smentire quanto detto dal professor Buttiglione, che pure è persona molto informata. Sembra, a suo dire, che l'Unione europea sia soltanto la condivisione della moneta e della parte finanziaria o economica e commerciale. Questo forse è stato vero nei primi anni della costituzione dell'Europa, ma questa tesi è confutata nei fatti, perché altrimenti non si spiega come mai l'Inghilterra, che ha la sterlina, è nell'Unione europea e la Svezia, che ha la corona svedese, è nell'Unione europea.
  Quindi, avere una propria moneta non vuol dire essere fuori dall'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

Pag. 75

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Recentemente siamo stati al Parlamento europeo e abbiamo incontrato Nigel Farage, il leader di UKIP, che ci ha spiegato come il Parlamento inglese lavori tre giorni a settimana perché l'80 per cento delle leggi vengono decise e discusse in Europa.
  In quella stessa occasione, abbiamo incontrato i nostri 17 europarlamentari, che sono da otto mesi impegnati al Parlamento europeo e difendono la sovranità italiana in Europa, i quali ci hanno spiegato come siano costretti a lavorare su testi che partono dalla Commissione europea, quindi da gente non eletta direttamente dal popolo, sono costretti a fare degli emendamenti, delle modifiche, perché spesso si tratta solo di trattati che aiutano lo sviluppo di grandi multinazionali e dei grandi business e, diciamo, a sfavore dell'ambiente e delle piccole e medie imprese, e questi emendamenti, una volta approvati, devono passare attraverso il Consiglio europeo, che è quello dei primi ministri di tutta Europa.
  Allora, questo meccanismo ha leso il principio di sovranità in tutta Europa, ha distrutto quel sogno dell'Europa che c'era una volta e oggi la vittoria di Tsipras è la vittoria contro l’austerity.

  PRESIDENTE. Concluda.

  CARLO SIBILIA. Lo stesso Tsipras si è alleato con la destra. Ci avete massacrato quando ci siamo alleati con Farage, invece a Tsipras fate passare tutto inopinatamente. Queste sono le vostre considerazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Russa 27.201.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Gregori, Pilozzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  423   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 27.400, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Carbone, Baldelli, Sereni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Garavini, Manzi, Chaouki, Portas...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  328    
    Hanno votato no  121.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 76

(Esame dell'articolo 28 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A), al quale non sono stati presentati emendamenti.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mauri, Paglia, Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  446   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  329    
    Hanno votato no  117.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Sberna e Carlo Galli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  L'articolo aggiuntivo Dorina Bianchi 28.03 (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A) è ritirato.

(Esame dell'articolo 29 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Mi aveva chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti l'onorevole Centemero, che, però, non è presente in Aula. Invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La ringrazio, Presidente, la Commissione esprime parere contrario sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
  Gli emendamenti Palmizio 29.500 e 29.501 mi risultano ritirati.

  PRESIDENTE. Sì, esatto.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, sugli emendamenti D'Attorre 29.3, Russo 29.2, Mazziotti Di Celso 29.1, La Russa 29.200, Bianconi 29.5 e 29.4, Russo 29.7 e Melilli 29.700.

  PRESIDENTE. Dove sta il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle ? Non c’è. Andiamo avanti.
  Il relatore Matteo Bragantini, prego.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, mentre il parere è contrario sugli emendamenti D'Attorre 29.3, Russo 29.2, Mazziotti Di Celso 29.1 e La Russa 29.200.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Bianconi 29.5 e 29.4, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Russo 29.7 e Melilli 29.700.

  PRESIDENTE. Il relatore Quaranta, per favore.

  STEFANO QUARANTA. Relatore di minoranza. Grazie Presidente, il parere è contrario sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli. Il parere è favorevole sull'emendamento D'Attorre 29.3, mentre sull'emendamento Russo 29.2, mi rimetto all'Aula. Il parere è contrario sull'emendamento Mazziotti Di Celso 29.1, mentre sull'emendamento La Russa 29.200, mi rimetto all'Aula. Il parere è favorevole sugli emendamenti Bianconi 29.5 e 29.4, mentre il parere è contrario sull'emendamento Russo 29.7. Il parere è favorevole sull'emendamento Melilli 29.700.

Pag. 77

  PRESIDENTE. È tornato il relatore Toninelli ? Avrei bisogno dei pareri. Se qualcuno del gruppo magari può cercarlo, perché abbiamo bisogno dei pareri.
  Il parere del Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà ed il parere favorevole del relatore di minoranza di Lega Nord e Autonomie.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, mi riferisco a quella parte all'emendamento in cui si dice: La Repubblica è costituita dai comuni, dalle città metropolitane, dalle regioni e dallo Stato. È questa una formulazione bislacca, che è stata introdotta nel testo costituzionale dalla riforma del Titolo V da parte del centrosinistra. È evidente che la Repubblica qui diventa un aggettivo. Poiché non sono originale, leggo l'articolo 114 del testo del 1948: la Repubblica – cioè lo Stato italiano – si riparte in regioni, province e comuni; giusto l'articolo 5 dei Principi fondamentali. Ripeto: la Repubblica si riparte in regioni, province e comuni. Qua si dice «la Repubblica» e si dice «lo Stato». Qui, invece, la Repubblica diventa un aggettivo sostanzialmente e si scrive che la Repubblica è costituita dai comuni, dalle città metropolitane, dalle regioni e dallo Stato.
  Quindi, più che altro, è una questione di correttezza e di purezza concettuale e, di conseguenza, linguistica. Per cui, giustamente, l'emendamento D'Attore 29.3 propone: «La Repubblica si riparte in regioni, città metropolitane e comuni» e non introduce lo Stato, ma lo elimina, perché la Repubblica è, appunto, lo Stato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, intervengo sui lavori per capire perché il relatore per la maggioranza e il Governo hanno dato parere contrario al testo alternativo di minoranza.
  Il testo alternativo del relatore di minoranza è il seguente: Il primo comma dell'articolo 114 della Costituzione è sostituito dal seguente: «La Repubblica è costituita dai comuni, dalle città metropolitane, dalle regioni e dallo Stato». Il secondo comma dell'articolo 114 della Costituzione è sostituito dal seguente: «I comuni, le città metropolitane e le regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione».
  Io vedo l'articolo 114, così come è attualmente nel disegno di legge: «La Repubblica è costituita dai comuni, dalle città metropolitane, dalle regioni e dallo Stato». E il secondo comma prevede: «I comuni, le città metropolitane e le regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione».
  Cosa vuol dire ? Vuol dire che, se noi votiamo contro il testo alternativo, andiamo a cambiare il testo originario, che è uguale, identico. Vorrei capire cosa dobbiamo votare. Penso che ci sia stato un refuso da parte della maggioranza, che ha dato un parere contrario al testo che ha approvato in Commissione. Dunque, vorrei capire come dobbiamo comportarci.

  PRESIDENTE. Allora, stiamo verificando quanto da lei evidenziato, onorevole Matteo Bragantini. Non so se il relatore per la maggioranza Fiano voglia entrare nel merito di quest'emendamento, in relazione all'obiezione che è stata sollevata dal relatore Bragantini.Pag. 78
  Comunque, se ho ben capito, quello che viene meno è: «Roma è la capitale della Repubblica» e «La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento». Se il relatore per la maggioranza, magari, ci potesse aiutare... prego, deputato Fiano.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, il testo alternativo che viene proposto non ha una differenziazione rispetto al testo che già abbiamo approvato che ci proviene dal Senato. Quindi il testo alternativo – che è stato ritenuto ammissibile dalla Presidenza e non saprei dirne la motivazione – è un testo alternativo che per noi non ha senso votare favorevolmente. È un testo alternativo che non porta nessuna aggiunta o modifica al testo già approvato dopo le modifiche introdotte dal Senato, che per noi va bene. Questa è la motivazione del nostro parere.

  PRESIDENTE. Se è identico...

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Scusi, Presidente, chi presenta un testo alternativo, si impegna a presentare, per ogni parte dell'articolazione, una nuova proposizione, articolata nei vari passaggi. Il proponente, l'onorevole Toninelli, su questo passaggio, che fa parte di un testo completamente alternativo, ha comunque voluto presentare un testo che è identico. Infatti lei sa che il passaggio fondamentale nell'articolo 114 è che al Senato è stata abolita la presenza delle province. Questo è il passaggio nei due commi. Il testo che propone l'onorevole Toninelli a noi non interessa, perché non aggiunge né toglie niente al testo.
  Allora, mi pare di capire che la domanda è più procedurale. Il nostro parere è che noi non abbiamo bisogno di questo testo alternativo, lascia la situazione quo ante. Ma, se non capisco male, credo che l'onorevole Bragantini voglia dire che, a prescindere dal fatto che questo è vero, non è che per caso, da un punto di vista procedurale – è una questione della Presidenza –, un voto contrario a questo testo alternativo, che riporta un testo identico a quello già approvato in Commissione, inficia la validità del testo dell'articolo 114 della Costituzione così come uscito sia dal Senato che dalla Commissione ? Questa è una domanda procedurale alla quale io non so rispondere. Io posso solo dirle che il contenuto del testo alternativo Toninelli è perfettamente identico ai primi due commi dell'articolo 114, così come usciti dalla discussione del Senato e non modificati dalla Commissione.

  PRESIDENTE. A me pare, quindi, come abbiamo appurato, che il testo alternativo sia assolutamente formale ed essendo formale, non va votato.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Mi scusi, Presidente, ma credo che se il testo alternativo è ammissibile, debba essere votato. Quindi, vorrei comprendere come un voto contrario non precluda il contenuto della riforma stessa. Infatti, se stiamo parlando dello stesso contenuto, allora, dall'altra parte, un voto contrario rispetto a quanto proposto dal testo alternativo precluderebbe la riforma stessa. Allora, io non vedo neanche il problema di dare eventualmente un parere favorevole. È lo stesso testo e si va avanti. È una questione, come lei ha detto, formale, però credo che nella formalità dobbiamo anche cercare di risolvere i problemi, non impedendo la votazione.

  PRESIDENTE. Deputato Crippa, stavo dicendo che il testo alternativo non ha alcuna portata modificativa, quindi, in verità non va posto in votazione, perché non ha alcuna portata modificativa.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, Presidente. Lei ha perfettamente ragione. Però Pag. 79in questo caso forse c’è stata una svista degli uffici, perché allora il testo alternativo andava dichiarato non ammissibile. Una volta che è stato dichiarato ammissibile, credo che debba essere votato e il fatto che venga respinto non cambia nulla. Non è che avendo respinto il testo alternativo si caduca il testo. Il testo alternativo viene respinto perché considerato inutile o perché considerato una ripetizione che non aggiunge nulla e non toglie nulla a ciò che già esisteva. Se poi la maggioranza vuole avere un gesto di generosità lo vota. Sia che sia bocciato, sia che sia approvato sostanzialmente non cambia nulla.

  PRESIDENTE. Evidentemente c’è stato un errore di valutazione nel renderlo votabile, perché non ha una valenza diversa. Non essendoci una valenza diversa, è stato un nostro errore renderlo ammissibile. A questo punto, io direi di continuare. Non c’è alcuna modificazione, quindi il testo alternativo non va messo in votazione. Evidentemente c’è stato un errore di valutazione nel renderlo ammissibile.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Va benissimo dove siamo arrivati, ma non si può dichiarare che il testo alternativo era inammissibile. Semplicemente era un testo alternativo formale che non va votato.

  PRESIDENTE. Sì, meramente formale: questa è la dicitura.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Attorre 29.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di SEL.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Grazie Presidente. Si tratta di un emendamento di cui avevamo già discusso in Commissione, sostanzialmente teso, in coerenza con la riforma del Titolo V che stiamo attuando, a ristabilire la formulazione dell'articolo 114 della Costituzione ante riforma 2001. Quindi, si tratta anche di riportare l'articolo 114 a una coerenza e di ristabilire la formulazione per la quale la Repubblica si riparte, si articola nelle sue comunità locali, regioni, città metropolitane – non più province – e comuni.
  Prendo atto che questa riflessione ulteriore, che avevamo auspicato in Commissione, non si è prodotta.
  Quindi, con rammarico, sia pure ritenendo che questa formulazione sarebbe stata molto più pulita e molto più coerente anche con le finalità della riforma del Titolo V, ritiro l'emendamento (Commenti del deputato Sannicandro).

  PRESIDENTE. Deputato Sannicandro, lo fa suo ? È il gruppo che lo deve fare proprio, lo sa, no ? Il presidente Scotto non c’è, ma c’è la vice capogruppo Pannarale. Prego, deputata Pannarale.

  ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, il gruppo di SEL fa proprio l'emendamento.

  PRESIDENTE. Va bene, d'accordo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, io invito i colleghi ad una modestissima e banalissima riflessione. Non si può scrivere che la Repubblica si riparte nello Stato. Ma, insomma, è una questione di lingua italiana e di concetto ! Questo non è un errore che rilevo io personalmente, ma è stato rilevato già nel 2001 e fece ridere l'Italia, scusate ! Adesso abbiamo l'occasione di correggere almeno la lingua italiana. Facciamo almeno questo. La Repubblica si riparte nello Stato: ma stiamo scherzando ? Qui si tratta di rispettare l'articolo 5 della Costituzione, che Pag. 80vado a leggere, a me stesso innanzitutto. Siamo nei Principi fondamentali e stiamo d'altra parte parlando del decentramento, sostanzialmente amministrativo. L'articolo 5 dice che «La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato – non lo Stato allo Stato – il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento». Quindi, coerentemente con l'articolo 5, poiché la seconda parte, contrariamente a quanto qui si ritiene, è collegata con la prima parte della Costituzione, appunto nell'articolo in questione, l'articolo 114, i costituenti scrissero in buon italiano – e di questo parleremo forse in qualche prossima seduta – che la Repubblica si riparte in regioni, province e comuni. Poi, quando arrivarono i novelli costituenti, quelli del centrosinistra del 2001, ci aggiunsero che la Repubblica si riparte in regioni, province, città metropolitane, comuni e Stato. Qui si tratta di eliminare «Stato», perché non ha senso, non dice nulla.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, se i colleghi consentono di poter parlare ed essere ascoltato.

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, non parlate tra di voi, abbiate pazienza. Adesso lasciamo parlare il deputato Palese e poi intervenite. Prego.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Se c'era una riflessione comune di grande necessità di mettere mano alle riforme costituzionali era quella di modificare e correggere quella maledetta modifica del Titolo V che è stata elaborata nel 2001. E uno dei motivi principali era quello di mettere ordine nella filiera istituzionale. Riteniamo, quindi, che la Repubblica e lo Stato siano uno e che, contestualmente, poi vadano ripartite le competenze in regioni, aree metropolitane – sarebbe stato meglio abolire completamente anche quelle insieme alle province, perché sono un danno ed esclusivamente un danno per la spesa pubblica – e i comuni.
  Io ritengo di appoggiare convintamente questo emendamento che D'Attorre ha ritirato, in maniera incomprensibile, perché ha detto che c’è stata una riflessione. No, sei nel giusto, D'Attorre, sei nel giusto e ci sono mille studi, sia da parte della Corte dei conti, che da parte di tutti gli istituti, dell'OCSE e del Fondo monetario internazionale, ossia diversi studi, che contemplano che questo riordino era necessario. Ed è veramente incomprensibile del perché si ritira e del perché, se si vuole correggere e fare le cose per bene, non vengono effettuate nella maniera giusta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilli. Ne ha facoltà.

  FABIO MELILLI. Presidente, solo perché la storia, almeno per chi la ricorda, della modifica dell'articolo 114 non possa essere così travisata in modo banale. E mi dispiace che lo faccia l'onorevole Palese, per lungo tempo rappresentante di una regione e delle autonomie.
  Quell'articolo 114 nacque da un concetto che fu considerato forse rivoluzionario, che voleva sancire l'equiordinazione dei livelli di governo nella nostra Repubblica. E per la prima volta le autonomie conquistarono quell'articolo che – da un certo punto di vista ha ragione Sannicandro – fu la certificazione ancora più significativa che l'elemento costitutivo di questa Repubblica sono le autonomie, che nascono prima della Repubblica stessa. I comuni, infatti, sono più antichi della nostra Repubblica e fu una conquista che non ha dato luogo a nessun problema, onorevole Palese. Lei fa riferimento a mille studi: evidentemente studiamo su libri diversi, perché i suoi studi noi non li conosciamo e la pariordinazione è stato un elemento di grande rilevanza, che è cosa diversa dall'attribuzione delle funzioni e delle materie dell'articolo 117.Pag. 81
  Per questo ritengo che quell'articolo della Costituzione sia da difendere con forza, e mi dispiace che l'onorevole D'Attorre la pensi in modo diverso, ma quell'articolo fu un momento di conquista, una delle poche cose brillanti che furono fatte con la modifica del Titolo V della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente, devo dire che questa volta io sono d'accordo con l'onorevole Sannicandro, per ragioni di merito e per ragioni formali.
  Per ragioni formali perché è molto pericoloso che noi abbiamo due terminologie diverse nell'articolo 5 e nell'articolo 114. Questo darà modo a generazioni di giuristi di domandarsi «cosa vuol dire allora ?», creando uno spazio enorme di interpretazione, mentre i testi costituzionali dovrebbero essere coerenti nella loro terminologia, proprio per dare un campo più limitato agli sforzi interpretativi.
  Dal punto di vista sostanziale, qui noi abbiamo una questione molto complessa. La Repubblica; cos’è la Repubblica ? È lo Stato sì, ma non proprio. La Repubblica è la comunità nazionale; in questo senso della Repubblica fa parte lo Stato, come fanno parte le regioni, le province ed i comuni, ma lo Stato che è Stato comunità, in quanto Repubblica, è anche Stato-istituzione. Lo Stato istituzione è un'istituzione come le altre, che è posta sullo stesso livello delle altre o è un'istituzione sovraordinata alle altre, che è il punto di sintesi, il punto che ha la competenza delle competenze, diceva un giurista una volta odiato dalla sinistra e di recente assai popolare nei loro ranghi ? Chi è che ha la competenza delle competenze e quindi la capacità di decidere ultimamente su cosa è competenza degli uni e cosa è competenza degli altri ? Ma nel momento in cui noi redigiamo questa Carta costituzionale, stiamo dicendo che la competenza delle competenze ce l'ha lo Stato, e allora lo Stato non è equiordinato e il tentativo di equiordinarlo che abbiamo fatto allora non ha dato buoni risultati, come mostra il contenzioso enorme che con questo si è aperto e la necessità che abbiamo avuto di reintrodurre fattori di misura e di controllo. Certo, noi possiamo lasciare alla dottrina giuridica di stabilire i limiti esatti di Stato comunità e Stato istituzione e come essi convergano nella Repubblica, ma se noi abbiamo nettezza di idee e anche di terminologia forse faremo meglio, qui, adesso, a tranciare questo nodo e a tornare alla terminologia dell'articolo 5, che è una terminologia che, se non recepita in questa sede, inevitabilmente genera contraddizione, confusione normativa e problemi che sarebbe meglio evitare (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie. Per dire che voterò a favore dell'emendamento. Ringrazio i colleghi di SEL per averlo recuperato, ma colgo soprattutto l'occasione per ringraziare il collega Bragantini due volte, ora e rispetto all'episodio del testo alternativo precedente, e l'onorevole Sannicandro e l'onorevole Palese per aver spiegato a tutti i padri e le madri costituenti presenti in quest'Aula che, oltre a scrivere le riforme, bisognerebbe anche leggerle (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIORGIO BRANDOLIN. Ma che dice !

  STEFANO ALLASIA. Tenete buono Brandolin.

  PRESIDENTE. Colleghi !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Grazie Presidente, colleghi, l'espressione «Repubblica» Pag. 82e l'espressione «Stato» possono convivere dentro la Costituzione, come hanno convissuto per settant'anni. La Repubblica è un concetto più ampio di Stato ed è vero che contiene anche l'elemento della comunità, oltre che l'elemento delle istituzioni che rappresentano la comunità e sono espressione della sovranità popolare, lo dimostra il fatto che noi stiamo modificando l'ordinamento di un Senato della Repubblica, non un Senato dello Stato. E rimane, all'interno del nostro ordinamento, la possibilità che lo Stato, davanti alla Corte costituzionale, sollevi un conflitto di attribuzione nei confronti di una regione. E si trovano due parti davanti ad un organo, la Corte costituzionale, che è organo di garanzia della Repubblica e non dello Stato. Quindi, convivono bene Stato e Repubblica nella medesima Costituzione: non stiamo stravolgendo assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Attorre 29.3, fatto proprio dal gruppo Sinistra Ecologia Libertà con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Carbone, Sottanelli, Fratoianni, Mantero, Busto, Fantinati. L'onorevole Fratoianni non riesce a votare, stiamo cambiando il terminale.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  355   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Russo 29.2, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e sul quale il relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà si rimette all'Assemblea.

  PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie Presidente, proviamo a suggerire una riflessione sulla questione che riguarda le città metropolitane. Che cosa è un'area metropolitana ? È una zona caratterizzata da una conurbazione, nella quale i servizi richiedono una gestione unitaria ? È una zona caratterizzata da integrazione di funzioni e dall'intensità dei rapporti che si realizzano al suo interno ? È una zona caratterizzata da una rete di trasporti, che colleghi tra loro i diversi ambiti urbani ?
  Se è tutto questo, c’è da porre il tema, in Costituzione, su quali siano le città metropolitane degne di questo nome, anche per porre fine a una superfetazione, a una moltiplicazione alla Delrio di turno, che moltiplica le città metropolitane, non migliorando sul piano della performance i risultati in chiave di gestione per quelle comunità.
  Nel mondo sono vari i parametri e i criteri che inducono a disegnare un'area metropolitana e a definire una città metropolitana come tale. Vi è un criterio squisitamente statistico e questo criterio squisitamente statistico indica in Roma, Milano e Napoli le uniche città metropolitane degne di essere tali. Vi è un criterio di mercato, vi è un criterio di contiguità territoriale e anche questi criteri indicano come siano le conurbazioni metropolitane di Milano, di Roma e di Napoli le naturali destinatarie di un provvedimento del genere. Il Censis, in importanti studi, ha Pag. 83aggregato insieme i sistemi metropolitani, rilevando come quello di Milano, quello di Napoli e quello di Roma siano naturalmente definiti come tali, ma anche l'Istituto di studi regionali e metropolitani di Barcellona è intervenuto con un appropriato studio che ha indicato il medesimo risultato. Non basta, lo studio pubblicato nel 2009 da Paolo Veneri e, successivamente, i due criteri, quello in base agli indicatori di pendolarismo e quello per individuare aree metropolitane policentriche con centri cioè superiori ai cinquantamila abitanti, hanno indicato come siano Milano, Napoli e Roma le uniche realtà urbane degne di questa definizione; se consideriamo che in Europa ve ne sono una dozzina è quanto meno improprio, se non improvvido, pensare di costruirne oltre una decina in Italia.
  Allora, perché non pensare di costituzionalizzare ed evitare questa moltiplicazione continua e, quindi, introdurre un elemento di certezza da questo punto di vista, per garantire, da una parte l'efficienza del risultato in chiave di gestione, ma anche per dare una certezza istituzionale al nostro assetto, affinché non si modifichi con tanta rapidità.
  Per questa ragione, il suggerimento, che mi pare non straordinariamente colto, vuole essere un elemento critico che si aggiunge alla valutazione complessiva del provvedimento e nel rappresentare l'esigenza che si vada in questa direzione mi permetto, Presidente, di ritirare l'emendamento che ho proposto.

  PRESIDENTE. Quindi, ritira l'emendamento Russo 29.2. A questo punto gli altri interventi si intendono decaduti.
  Passiamo all'emendamento Mazziotti Di Celso 29.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e dei relatori di minoranza della Lega Nord-Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signora Presidente, ritiro il mio emendamento 29.1.

  PRESIDENTE. Bene, allora andiamo avanti.
  Passiamo all'emendamento La Russa 29.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e dei relatori di minoranza della Lega Nord-Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signora Presidente, questo emendamento, che è stato predisposto dal collega Cirielli, però è firmato anche da me, è un sasso in piccionaia.
  Io mi rendo conto che rischia di avere pochissimi voti, ma, a volte, le cose giuste non per forza devono avere il conforto di una maggioranza e neanche di un alto numero di deputati dell'opposizione. In questo caso, noi abbiamo esaminato la storia delle nostre istituzioni e delle regioni, così come sono state volute e poi soprattutto come si sono sviluppate. Infatti, ricordo che, quando nacquero le regioni – io me lo ricordo bene – ci venne detto che avrebbero utilizzato le sedi delle province, quindi senza aggravio di costi, e non avrebbero avuto bisogno di assumere neanche un dipendente, perché avrebbero utilizzato il personale dello Stato già esistente e in soprannumero. Come tutti sanno, non solo non è andata così ma le regioni sono diventate ricettacolo delle cose più strane e molto spesso anche delle illegalità più vistose; ne abbiamo avuto anche recentemente moltissimi esempi. Allora, la proposta che noi avanziamo con questo emendamento è di restituire tutte le potestà riconosciute dalla Costituzione alle regioni allo Stato, che potrà, se vorrà, delegarle ai 36 distretti disegnati non da Fratelli d'Italia ma dalla Società geografica italiana, che ha fatto un lunghissimo, costoso studio per capire quali sono i distretti in cui veramente vi è comunanza di interessi socio-economici e anche storico-Pag. 84culturali. Ve li leggo. Sono i distretti del Tanaro, Torino, Valle d'Aosta, Valsesia, Milano, Insubria, Liguria, Padania occidentale, del Garda, Padania orientale, Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli, Emilia, Romagna – separati –, Tirrenia, Firenze, Etruria, Umbria, Marche, Roma Capitale, Ciociaria, Abruzzo, Napoletano, Campania, Daunia, Puglia, Salento, Basilicata, Calabria, dello Stretto, Sicilia ionica, Sicilia occidentale, Sardegna settentrionale, Sardegna meridionale. Uno studio lungo e accurato che potrebbe essere la base per costituire questi 36 ristretti con vera coerenza socio-economica, a cui lo Stato, che avrebbe, a seguito della nostra proposta emendativa, ove venisse approvata, riacquistato tutte le deleghe, potrebbe trasferire le funzioni oggi attribuite alle regioni. Non si tratta, quindi, di far venir meno le autonomie; si tratta di far cessare gli sprechi ignobili di queste province, la corruzione ignobile di molte occasioni all'interno delle istituzioni regionali e di sostituirvi, su delega dello Stato, ove fosse ritenuto opportuno, meritevole e meritorio, i 36 distretti come ho appena illustrato. Mi rendo conto che è vox clamantis in deserto, ma, insomma, ci provo lo stesso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, devo dare atto all'onorevole Melilli di avere schiettamente dichiarato che con la formulazione attuale dell'articolo 114 si intese – giustificazione a posteriori – introdurre il principio dell'equiparazione tra il comune più piccolo d'Italia, il borgo più piccolo d'Italia, e lo Stato. Converrà, però, pure lui, che questo contrasta con l'articolo 5 della Costituzione, e contrasta ancor di più con l'attuale versione dei rapporti tra Stato e regioni che stiamo realizzando. Mentre a quell'epoca, per una sorta di captatio benevolentiae nei confronti di una forza politica federalista fu inserita quella dizione, oggi, invece, quella dizione rimane, ma i poteri delle regioni vengono ridotti a favore dello Stato. Non solo, lo Stato si riserva di intervenire, quando lo ritenga giusto, per interesse nazionale, addirittura contro le regioni, come scritto all'articolo 30, ultima parte.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Russa 29.200.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tentori, Sorial, Di Vita...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  446   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   11    
    Hanno votato no  435.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 29.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Cesellato, Duranti, Lainati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  440   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 85

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 29.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonomo, Patriarca, Scopelliti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  460   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato   49    
    Hanno votato no  411.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Russo 29.7 sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e dei due relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, proverei ancora a suggerire questo elemento di riflessione sulle città metropolitane e su come questo tema credo sia stato sottovalutato e maltrattato con la legge ordinaria. Se misurassimo in chiave socio-demografica le aree metropolitane del mondo nelle prime dieci non ve ne sarebbe nessuna italiana. Se, invece, le misurassimo in Europa, troveremmo, dopo Londra, Parigi, Madrid, Milano, Roma e Napoli.
  Se alimentassimo una riflessione su questo fronte in chiave più squisitamente economica e le misurassimo con parametri internazionali, nessuna delle metropoli italiane potrebbe essere iscritta tra le prime dieci aree metropolitane del mondo. Se viceversa le misuriamo in Europa, permangono Napoli, Roma e Milano. Insomma, vorrei provare a suggerire, attraverso la riflessione in chiave costituzionale, che la norma sin qui approvata sulle città metropolitane, che ne vede dieci, ma forse anche dodici o tredici, è una norma costruita con legge ordinaria che non rende ragione nemmeno del riferimento in Costituzione che si fa alle città metropolitane, anzi paradossalmente il non codificare nella Carta costituzionale le città metropolitane d'Italia comporterà, comporterebbe, potrebbe comportare – devo dire anche in ragione della superficialità con cui è stato trattato questo tema nei mesi scorsi – di anno in anno, la superfetazione, la moltiplicazione o, se volete, la riduzione senza ragione di queste città metropolitane, soltanto in una chiave localista e in una chiave micropolitica.
  È evidente che il suggerimento che ci permettiamo di fare è un suggerimento di riflessione, è un suggerimento che vuole, attraverso la Carta costituzionale, giungere a un risultato, ma prima di questo, vuole essere un suggerimento che induce il legislatore ad essere più cauto nel trattare e nel maneggiare questa materia, ad essere soprattutto più responsabile su questo fronte, sapendo che l'irresponsabilità, sin qui misurata su questo fronte, potrà determinare ulteriori e straordinari pasticci. Il suggerimento e la sollecitazione alla riflessione non fa venir meno però la responsabilità di ritirare l'emendamento presentato.

  PRESIDENTE. Deputato Russo, quindi ritira l'emendamento 29.7 a sua prima firma ? Può dirci chiaramente se ritira l'emendamento, perché qui non è stato colto pienamente ?

  PAOLO RUSSO. In quale lingua, Presidente ?

  PRESIDENTE. Quella che conosce meglio.

Pag. 86

  PAOLO RUSSO. L'italiano ? Lo avevo già detto.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo all'emendamento Melilli 29.700.

  FABIO MELILLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FABIO MELILLI. Grazie, Presidente. Non sono intervenuto prima per economia dei lavori, ma mi permetta due chiose agli interventi precedenti: la prima, nei confronti dell'onorevole La Russa, che, nel definirli «distretti», dà dignità ai dauni e, da sabino, insomma, mi sono sentito un po’ offeso rispetto alla gerarchia che ha voluto determinare. La seconda nei confronti dell'onorevole Sannicandro al quale vorrei semplicemente dire che non è una giustificazione a posteriori, onorevole Sannicandro, la costruzione dell'articolo 114, ma è stata il frutto di un lungo dibattito del quale andiamo molto orgogliosi, almeno quelli di noi che hanno partecipato alla difesa del senso e del valore delle autonomie e non c’è sicuramente contraddizione con l'articolo 5 della Costituzione, come lui sostiene.
  L'emendamento che ho proposto, per arrivare al tema, riconosce alla capitale gli oneri che la capitale sopporta per svolgere funzioni e servizi nei confronti del Paese. Non basta la definizione dell'articolo 114, a mio avviso, che riconosce alla legge la potestà di definire l'ordinamento di Roma capitale. Pensavo ci potesse essere dignità costituzionale per il principio che in fondo rappresenta il sacrificio che la capitale sopporta, oltre agli onori naturalmente per essere capitale e allo svolgere funzioni e servizi per la Nazione. Sono stupito del rigore e del parere negativo sia del Governo che del relatore. Mi rimetto naturalmente alle loro decisioni e ritiro l'emendamento non senza rammarico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Melilli ritira l'emendamento a sua prima firma e che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà fa suo l'emendamento Melilli 29.700.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Presidente, intervengo solo per preannunziare il voto favorevole del gruppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Io credo che il nostro Paese sia l'unico al mondo che non riconosce la capitale per le funzioni che deve svolgere. Ha detto bene Melilli e mi dispiace che il collega abbia deciso di ritirare questo emendamento, per un parere negativo dei relatori e del Governo, del tutto incomprensibile. È del tutto evidente che la capitale svolge funzioni che riguardano il Paese e che non si vogliano riconoscere, diciamo così, questa funzione e i relativi costi da parte dello Stato io credo che sia veramente un atto assolutamente sbagliato.
  Penso che ci sia necessità di un ripensamento da parte del Governo e dei relatori ed invito, diciamo così, a riconsiderare questo parere negativo. Davvero il nostro Paese è l'unico Paese al mondo che non riconosce alla sua capitale una funzione particolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Io ritengo che su questo emendamento bisogna fare una riflessione. Mi sembra eccessivo prevedere in Costituzione la misura prevista di finanziamenti appositi e vincolati rispetto alla capitale del Paese. Ciò si può fare tranquillamente con legge ordinaria, in riferimento agli aspetti più importanti che questo determina. Ma ciò mi consente di ritornare su un contesto Pag. 87della riflessione, perché è fin troppo evidente che l'autonomia e la responsabilità delle autonomie è un valore. Però, se noi guardiamo come sono stati attuati questa responsabilità e questa autonomia, il decentramento e il federalismo nel nostro Paese, ahimè i risultati sono devastanti. L'unico federalismo che in maniera inoppugnabile è andato in vigore, a livello delle periferie e quant'altro, è solo il federalismo della corruzione. Stando ai rapporti della Corte dei conti, quasi 60 miliardi di euro all'anno di corruzione e stando ai rapporti della Guardia di finanza è quello che è.
  Non è il caso, invece, che il Parlamento inizi a riflettere su questi aspetti ? Non è forse il caso di iniziare a riflettere e a prevedere strumenti di controllo ? Perché nessuno parla, in un contesto di modifica della Costituzione, del disastro che è stato provocato dalla eliminazione totale dei controlli sulla pubblica amministrazione e sugli atti della pubblica amministrazione ? Sembra che sia una zona franca ! Liberi tutti, liberi di corrompere, di rubare e quant'altro. Questo significa evitare di reintrodurre i controlli nella pubblica amministrazione e sugli atti della pubblica amministrazione. Occorre che ci siano controlli ferrei perché solo così, in questa maniera, noi ripristineremo non solo la legalità nelle pubbliche amministrazioni ma anche la fiducia, forse, da parte dei cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Preannunzio il voto contrario da parte della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Intervengo per confermare come questo sia un emendamento di buon senso visto, appunto, che era stato proposto anche da un deputato del PD. Del fatto che non venga riconosciuto alla capitale questo ruolo strategico, questo ruolo particolare, questa peculiarità di essere la capitale e il centro dove si svolgono varie attività, sia istituzionali sia di tanti altri tipi e generi, è un modo, diciamo, per misconoscere il ruolo della capitale, la sua funzione e le responsabilità, anche della politica, di fronte a questa città e al supporto che non le viene dato in vari modi.
  Quindi, è come al solito contraddittoria la posizione del Partito Democratico e di alcuni suoi esponenti, in particolare, che propongono ma che poi non riescono a trovare una quadra al loro interno.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Purtroppo, tante volte le proposte positive che vengono dal Partito Democratico non vengono votate, non vengono accolte e non si trasformano in legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, noi siamo contrari, ma intervengo per replicare al collega Palese, attraverso di lei, perché dire che vi è stato un federalismo in questo Stato è un'assurdità. Infatti, non vi è stata alcuna applicazione di alcun vero federalismo: vi è stato un tiepido decentramento, che ha creato sì dei problemi di aumento di spese.
  Il vero federalismo sarebbe stato quello fiscale, ma non è mai stato applicato perché i decreti attuativi, a parte quello su Roma capitale e il federalismo demaniale, non sono stati fatti. Dunque, bisogna smetterla di continuare a dire che il federalismo non ha funzionato, che bisogna ritornare a uno Stato centrale forte, a uno Stato centrale che controlli tutto, perché è la panacea di tutti i mali. Si dimostra che in tutti questi anni...

  PRESIDENTE. Concluda.

Pag. 88

  MATTEO BRAGANTINI. ...il centralismo di questo Stato è stato fallimentare, e per questo la vostra riforma diventa centralista e diventa una cosa ancora più assurda.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Grazie, Presidente. Dire che vi è stato il federalismo, che si è attuato il federalismo in Italia, è una grande barzelletta, per non dire una grande balla, dietro a cui tutte le forze politiche vogliono nascondersi. Vi è stato un decentramento fatto male. Ripeto, se voi pensate che centralizzare tutto sia per il bene dell'Italia, è esattamente quello che è successo in questi ultimi 60 anni.
  Il centralismo che è stato attuato in Italia ha portato esattamente al fallimento del sistema italiano. Se si vuole ripartire, bisogna fare esattamente il contrario. L'ho detto tante volte e lo ripeto: la Germania è una Repubblica federale e la Germania, oggi, è il miglior Stato che vi sia in Europa. Perciò bisogna copiare dai migliori e non dai peggiori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. Già l'anno scorso, in occasione della discussione di un decreto che riguardava anche Roma, abbiamo avuto modo di manifestare la nostra attenzione nei confronti dei problemi della capitale. Questo emendamento è molto ragionevole: tutti i Paesi del mondo, i grandi Paesi del mondo, riconoscono alla propria capitale uno status speciale.
  Aggiungiamo che Roma, oltre che essere la capitale d'Italia, è anche il centro più importante della cristianità nel mondo, è sede di una doppia presenza diplomatica, di una rete diplomatica forse tra le più grandi del mondo, perché, appunto, vi sono due Stati che insistono su questa città, in cui le manifestazioni religiose, culturali e diplomatiche si susseguono. Quindi, riteniamo che sia essenziale che la Costituzione riconosca una particolare attenzione alla nostra capitale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Dichiaro il voto contrario del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io, condividendo le parole dell'onorevole Palese, non riesco, però, a capire come si possano pronunciare parole contro la corruzione, contro i reati nella pubblica amministrazione, quando poi, nella stessa forza politica, abbiamo parlamentari come l'onorevole Fitto, che è stato condannato a quattro anni di reclusione e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, e viene candidato da quella forza politica a europarlamentare. Quindi, ci si aspetterebbe un minimo di coerenza dalle forze politiche anche durante il dibattito sulle riforme costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Melilli 29.700, fatto proprio dal gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Beni, Coppola, Alfreider, Vignaroli, Tartaglione, Vitelli, Fiorio, Oliverio, Piccoli Nardelli...Pag. 89
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  447   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   26    
    Hanno votato no  421.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Sanna Giovanna e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, a nome anche della vicepresidente della Commissione, onorevole Agostini, devo chiedere una sospensione dei lavori per...

  PRESIDENTE. No, dobbiamo votare l'articolo 29.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Perché ?

  PRESIDENTE. E perché ? Perché segue (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Capua, Paris, Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  453   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  334    
    Hanno votato no  119.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, come dicevo prima del voto, intervengo solo per chiederle un'interruzione di 45 minuti dei lavori, per la convocazione del Comitato dei nove. Dobbiamo insieme al Comitato formulare e annunziare i pareri su una serie numerosa di articoli residui sui quali non li abbiamo ancora formulati.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, mi perdoni, però, voglio capire a che sport stiamo giocando onestamente; a parte il fatto che mi sembra che stiano abbandonando tutti l'Aula come se già qualcuno sapesse che questa sospensione è concessa. Vogliamo parlare, discutere, se è il caso o meno di sospenderla ? Vogliamo dire che abbiamo forzato il calendario per le riforme costituzionali e, invece, adesso ogni tre articoli facciamo una sospensione di mezz'ora per avere i pareri sugli articoli ? Allora, se questa Commissione non ha lavorato nella maniera corretta, evidentemente c'era bisogno di più tempo. Per quale motivo forzare la discussione delle riforme costituzionali prima dell'elezione del Presidente della Repubblica ? Mi sembra fuori luogo onestamente e bisogna stigmatizzare queste cose, perché, se non lo fa l'opposizione, se non lo fa il MoVimento 5 Stelle, in quest'Aula, non lo fa nessuno, perché Berlusconi è d'accordo con Renzi e voi siete d'accordo su queste riforme. Allora, io penso che non sia il caso, tutte le volte, di chiedere una sospensione, perché significa allora che c’è qualcosa che viene deciso sopra le nostre teste, arrivano i messaggini, gli altri vanno Pag. 90in bagno, vanno a mangiare, vanno a fare gli aperitivi e quelli del MoVimento 5 Stelle restano in Aula, perché non sanno niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIANCARLO GIORGETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORGETTI. Grazie Presidente, io credo che la sospensione si renda necessaria perché, evidentemente, non abbiamo più i pareri sugli articoli che restano da trattare.
  La scorsa seduta abbiamo discusso circa l'opportunità che i lavori relativi alla modifica della Costituzione procedano in modo logico e ordinato e, quindi, con la consequenzialità degli articoli. Per questo motivo è sicuramente opportuna la sospensione, anche magari più cospicua nei tempi rispetto a quella che è stata annunciata, purché permetta alla ripresa, all'Aula, di affrontare la riforma costituzionale in modo ordinato. In modo ordinato, secondo noi, significa riprendere dall'articolo 10, perché per noi è molto difficile affrontare gli articoli relativi alle competenze e all'articolo 117, senza avere prima esaurito la fase del procedimento legislativo che è prevista all'articolo 10.
  Quindi, Presidente, io le chiederei, proprio alla luce anche della discussione che è già intervenuta nella scorsa seduta, di invitare la Commissione ad esaminare preventivamente gli articoli 10 e seguenti e poi successivamente i pareri relativi agli articoli 31, 32 e 33, perché evidentemente non possiamo esaminare quelli prima di quegli altri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Onorevole Giancarlo Giorgetti, pur nell'eventualità che io accetti la richiesta di sospensione, però lei sa bene che è poi nella facoltà del Comitato dei nove decidere su che cosa esprimere i pareri. Io ho bisogno dei pareri, perché altrimenti non possiamo andare avanti. Dunque, a questo punto, però, dobbiamo capire chi fa e che cosa. Io posso accettare la sospensione, poi spetta al Comitato dei nove decidere come utilizzare quel tempo.

  FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, se qualcuno avesse avuto la pazienza di assistere ai lavori parlamentari in quest'ultimo periodo nella discussione che stiamo facendo sulla riforma costituzionale, rimarrebbe davvero stupito.
  Ci sono stati momenti nei quali da parte della maggioranza si è, per così dire, insistito sulla forzatura dei tempi e si è insistito addirittura su un contingentamento formidabile dei tempi stessi, per poi arrivare in Aula non pronti su un provvedimento di questo tipo. Si sono accantonati ben dieci articoli nei giorni precedenti e, oggi, ci si viene a dire che è necessaria un'ulteriore interruzione, perché non si è in grado di dare i pareri sugli articoli 30 e seguenti.
  Penso alle nostre preoccupazioni, ovvero al fatto che una discussione sulla Costituzione dovesse essere approfondita, che non dovessero essere contingentati i tempi e che dovesse essere, per così dire, un momento di grande riflessione da parte dell'Aula. Ecco, questi nostri timori vengono ogni volta di più ravvivati. Per questo io penso che, in una Camera normale, in un momento come questo, la soluzione più giusta sarebbe quella di rinviare in Commissione l'intero provvedimento, perché non si può pensare di discutere la Costituzione accantonando di volta in volta importantissimi articoli e tutte le volte, poi, prendere alla gola, per così dire, i deputati che vogliano esprimere un loro parere, perché non vengono concessi i tempi. Pag. 91
  Sarebbe da rinviare in Commissione questo provvedimento, se fosse un dibattito normale e civile. Ciò nonostante, penso che la sospensione di 45 minuti non vada concessa. Quantomeno ricominciamo la discussione domani, chiedendo ai nostri amici relatori e chiedendo al presidente che domani vengano in Aula con tutti i pareri, compresi anche quelli sulle proposte emendative sugli articoli dal 10 al 20, che sono stati accantonati, perché la Costituzione merita rispetto e quest'Aula merita rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, intervengo sull'ordine del lavoro. Venerdì noi abbiamo accantonato, con una votazione, gli articoli dal 10 al 20, sul presupposto che nella stessa giornata si discutessero gli articoli dal 21 a non so quale numero. Come lei ricorderà, poi, invece, neanche cominciò l'esame dell'articolo 21, per cui le ragioni che sovrintendevano alla necessità di rinviare l'esame di quegli articoli – cioè avere il tempo per la Commissione di esprimere i pareri – sono venute meno. Infatti la Commissione avrebbe potuto benissimo lavorare venerdì sera, sabato, domenica o questa mattina.
  A questo punto, il perdurare dell'assenza di pareri e l'assenza di esame degli articoli dal 10 al 20 non ha più ragione. E credo che la Presidenza debba intervenire sul rispetto di una logica consequenzialità dell'esame del testo. Infatti, adesso, avendo avuto tutto il tempo per esprimere i pareri e non avendo deciso di farlo, l'unica alternativa è quella di sospendere fintanto che la Commissione non sia pronta a dare tutti i pareri, non più solo quelli dall'articolo 30 in avanti. E questo non appartiene all'Aula, appartiene, io credo, al diritto di ciascun deputato di poter votare conoscendo come sono andati gli articoli già votati. Il dovere di far rispettare questa logica appartiene alla Presidenza di questo ramo del Parlamento.
  Pertanto, scelga lei qual è la via, non so quale, se c’è bisogno di una riunione della Conferenza dei capigruppo, di una riunione speciale della Giunta del Regolamento, ma certamente non è più lecito né logico continuare ad esaminare articoli, specie con la necessità che si ha di vedere ancora i pareri su alcuni articoli da affrontare, senza ritornare alla logica sequenza dei numeri degli articoli della legge.

  PRESIDENTE. Accetto la richiesta di sospendere i lavori per 40 minuti.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Quarantacinque minuti.

  PRESIDENTE. Al tempo stesso, auspico anche che il Comitato dei nove riesca ad affrontare tutte le questioni che adesso sono all'attenzione. Infatti, è chiaro che non possiamo sottovalutare l'esigenza che ci viene sottoposta da alcuni gruppi di opposizione. Quindi, io concederei questa sospensione.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Guardi, Presidente, noi non possiamo ovviamente fare appello alla maggioranza per le garanzie che le opposizioni, che non fanno parte di questo patto scellerato, devono avere. Ma dobbiamo e siamo obbligati a fare appello alla Presidenza. Se domani la maggioranza ci dice che si deve esaminare l'articolo 40, poi il 10, poi il 9, poi il 15 va bene ? Non ci sta bene. Chiediamo il rispetto di poter esaminare...

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, c’è stato un accantonamento.

Pag. 92

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, come sa meglio di me, visto che non stiamo trattando una legge ordinaria, ma stiamo trattando una profonda revisione costituzionale, chiediamo per lo meno la garanzia – e facciamo appello a lei – di poterla esaminare in modo ordinato, perché stiamo parlando del futuro del Paese, che non risolviamo con un decreto. Una volta toccata e approvata la Costituzione, è una scelta non dico definitiva, ma quasi.
  Facciamo appello a lei per poter valutare in modo libero e conscio quello che stiamo votando. È una garanzia per tutti i deputati. E chiediamo a lei di imporsi per chi non ha questa responsabilità istituzionale, perché evidentemente da parte della maggioranza non c’è. Chiediamo a lei di farsi portavoce e di imporre una scelta di questo tipo, perché è una scelta di buon senso.

  PRESIDENTE. Come ho detto, adesso sospendiamo i lavori per 45 minuti. Quindi, noi ci ritroviamo qui alle 19,40. Nel frattempo, ribadisco di nuovo l'invito al Comitato dei nove ad affrontare tutte quelle questioni che sono all'ordine del giorno.

  La seduta, sospesa alle 18,55, è ripresa alle 20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti Russo 30.6 e 30.4, Dellai 30.200, Gigli 30.18, Marguerettaz 30.19, Parisi 30.7 e Lauricella 33.500 sono stati ritirati dai presentatori. Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 30.900 che è in distribuzione ed in relazione al quale il termine per la presentazione di subemendamenti è stato fissato per le ore 20,45. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato approvato da ultimo l'articolo 29. Chiedo al presidente della Commissione, deputato Sisto, quale sia l'esito del Comitato dei nove e quali indicazioni intenda fornire circa la prosecuzione dei nostri lavori.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, grazie per avermi dato la parola. Comunico all'Aula che in seguito al Comitato dei nove è stato depositato e presentato dalla Commissione un emendamento all'articolo 30.

  PRESIDENTE. Sì, ne ho già dato conto, onorevole, nel breve speech che ho letto.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. In seguito alla presentazione di questo emendamento, avendo la Presidenza già dato il termine per i subemendamenti, io ritengo più ergonomico e più corretto dare al Comitato dei nove la possibilità di riunirsi nuovamente per poter sciogliere gli ulteriori nodi che eventualmente fossero residuati all'interno di tutto il provvedimento. Le chiederei, quindi, eventualmente, di valutare se sospendere l'Aula a quest'ora per rinviarla direttamente a domani, in modo da dare al Comitato dei nove l'ampia possibilità di discussione ed evitare che per pochi voti l'Aula rimanga impegnata dovendo poi necessariamente fermarsi in seguito al perdurare e alla pendenza di questo emendamento con i relativi subemendamenti. Questa, pertanto, è la richiesta che è maturata in seguito ai lavori del Comitato dei nove.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Mi risulta che i gruppi siano stati informati.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, innanzitutto vorremo far presente che questa è la proposta che noi abbiamo fatto venerdì. Fino a quando non siete certi, è evidente che vi dovete prendere il tempo necessario. Al di là di questo, se non ho capito Pag. 93male è stato fissato il termine per i subemendamenti alle ore 20,45. È corretto. Per noi è un tempo assolutamente incongruo. Se, poi, viene data la sospensione dell'Aula, direi di spostare il termine a domani mattina a questo punto, visto che l'Aula poi riprenderà effettivamente nel pomeriggio di domani. Per questo, direi di fissare a domani mattina almeno verso le ore 11 il termine per la presentazione dei subemendamenti, così anche gli uffici possono lavorare con delle tempistiche umane. Inoltre, finalmente ci rallegriamo che sia arrivata un po’ di ratio nel non avere più così tanta fretta come in realtà sembrava aveste in passato.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, mi associo.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, credo che la sua richiesta di allungare i tempi per poter presentare i subemendamenti sia ragionevole. Tuttavia, penso che per dare il tempo al Comitato dei nove di esaminare eventuali subemendamenti possiamo stabilire insieme le ore 10, anziché le ore 11, di domani mattina, in maniera tale che il Comitato dei nove abbia il tempo per esaminare eventuali subemendamenti prima di tornare in Aula. Se non ci sono altri interventi, chiudiamo qui la seduta. Constatiamo se c’è il consenso di tutti gruppi.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, intervengo per segnalare che il Comitato dei nove è immediatamente riconvocato presso l'aula della Commissione I.

  PRESIDENTE. Quindi i membri del Comitato dei nove sanno che c’è immediatamente la riunione nella sala della Commissione I.
  Il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Martedì 27 gennaio 2015, alle 16:

  Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
   S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 2613-A).
  e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'INIZIATIVA POPOLARE; D'INIZIATIVA POPOLARE; VIGNALI; CIRIELLI; CIRIELLI; CIRIELLI; CAUSI; PISICCHIO; PISICCHIO; PISICCHIO; PISICCHIO; GIACHETTI; SCOTTO; FRANCESCO SANNA; PELUFFO ed altri; LENZI; LAURICELLA ed altri; BRESSA e DE MENECH; CAPARINI ed altri; CAPARINI ed altri; VACCARO; LAFFRANCO e BIANCONI; PALMIZIO; PALMIZIO; PALMIZIO; PALMIZIO; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; LA RUSSA ed altri; ABRIGNANI ed altri; TONINELLI ed altri; GIANLUCA PINI; LAFFRANCO e BIANCONI; GINEFRA ed altri; GIORGIA MELONI ed altri; MIGLIORE ed altri; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; BONAFEDE e VILLAROSA; PIERDOMENICO MARTINO; BRAMBILLA; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; CIRIELLI e GIORGIA MELONI; VALIANTE; QUARANTA ed altri; LACQUANITI ed altri; CIVATI ed altri; BOSSI; Pag. 94LAURICELLA e SIMONI; DADONE ed altri; GIORGIS ed altri; LA RUSSA ed altri; RUBINATO ed altri; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA; MATTEO BRAGANTINI ed altri; CIVATI; FRANCESCO SANNA ed altri (C. 8-14-21-32-33-34-148-177-178-179-180-243-247-284-329-355-357-379-398-399-466-568-579-580-581-582-757-758-839-861-939-1002-1259-1273-1319-1439-1543-1660-1706-1748-1925-1953-2051-2147-2221-2227-2293-2329-2338-2378-2402-2423-2441-2458-2462-2499).
  — Relatori: Fiano e Sisto, per la maggioranza; Toninelli, Matteo Bragantini e Quaranta, di minoranza.

  La seduta termina alle 20.05.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddlc 2613-A e a- art. 21 t.a.rel.T. 348 348 175 56 292 74 Resp.
2 Nom. em. 21.1 I p. 371 371 186 43 328 73 Resp.
3 Nom. em. 21.1 II p. 374 374 188 44 330 73 Resp.
4 Nom. em. 21.10 III p. 374 315 59 158 44 271 73 Resp.
5 Nom. em. 21.200 I p. 415 415 208 50 365 67 Resp.
6 Nom. em. 21.200 II p. 412 412 207 51 361 67 Resp.
7 Nom. em. 21.2 411 411 206 52 359 67 Resp.
8 Nom. em. 21.4 415 415 208 52 363 67 Resp.
9 Nom. em. 21.26 406 405 1 203 52 353 67 Resp.
10 Nom. em. 21.700 416 416 209 69 347 67 Resp.
11 Nom. em. 21.6 414 414 208 68 346 67 Resp.
12 Nom. em. 21.7 409 406 3 204 100 306 67 Resp.
13 Nom. em. 21.201 401 398 3 200 96 302 67 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 21.9 398 397 1 199 97 300 67 Resp.
15 Nom. em. 21.14 398 397 1 199 98 299 67 Resp.
16 Nom. em. 21.15 396 396 199 97 299 67 Resp.
17 Nom. em. 21.27 399 399 200 19 380 67 Resp.
18 Nom. em. 21.701 399 397 2 199 100 297 67 Resp.
19 Nom. em. 21.202 379 340 39 171 251 89 67 Appr.
20 Nom. articolo 21 409 407 2 204 293 114 76 Appr.
21 Nom. articolo agg. 21.0200, 21.02 419 415 4 208 110 305 75 Resp.
22 Nom. articolo agg. 21.03 417 416 1 209 107 309 75 Resp.
23 Nom. articolo agg. 21.0203 429 426 3 214 110 316 74 Resp.
24 Nom. articolo agg. 21.0201 427 427 214 109 318 74 Resp.
25 Nom. articolo agg. 21.0202 431 431 216 110 321 74 Resp.
26 Nom. em. 22.1, 22.2 432 432 217 113 319 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 22.5 435 435 218 24 411 73 Resp.
28 Nom. em. 22.6 440 440 221 116 324 72 Resp.
29 Nom. em. 22.4 423 423 212 102 321 70 Resp.
30 Nom. em. 22.7 433 433 217 101 332 70 Resp.
31 Nom. articolo 22 436 435 1 218 313 122 70 Appr.
32 Nom. em. 23.1, 23.2 430 430 216 102 328 70 Resp.
33 Nom. em. 23.3 434 432 2 217 18 414 69 Resp.
34 Nom. em. 23.4 442 427 15 214 104 323 69 Resp.
35 Nom. em. 23.5 446 444 2 223 117 327 69 Resp.
36 Nom. articolo 23 448 447 1 224 323 124 69 Appr.
37 Nom. articolo agg. 23.01 450 450 226 13 437 69 Resp.
38 Nom. articolo agg. 23.02 448 447 1 224 8 439 68 Resp.
39 Nom. mantenimento articolo 24 456 454 2 228 331 123 68 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo prem. 025.01 434 433 1 217 24 409 68 Resp.
41 Nom. articolo prem. 025.03 447 427 20 214 98 329 68 Resp.
42 Nom. em. 25.1 447 447 224 118 329 67 Resp.
43 Nom. em. 25.3 448 448 225 43 405 67 Resp.
44 Nom. em. 25.2 443 442 1 222 41 401 67 Resp.
45 Nom. em. 25.5 452 372 80 187 8 364 67 Resp.
46 Nom. em. 25.7 457 454 3 228 101 353 67 Resp.
47 Nom. em. 25.200 449 446 3 224 115 331 67 Resp.
48 Nom. em. 25.10 458 458 230 114 344 67 Resp.
49 Nom. articolo 25 456 456 229 330 126 67 Appr.
50 Nom. articolo agg. 25.01 462 462 232 97 365 67 Resp.
51 Nom. em. 26.1, 26.2 427 427 214 110 317 67 Resp.
52 Nom. em. 26.5 437 437 219 110 327 67 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 26.4 444 444 223 119 325 67 Resp.
54 Nom. em. 26.500 451 451 226 121 330 67 Resp.
55 Nom. em. 26.507 453 438 15 220 102 336 67 Resp.
56 Nom. em. 26.501 447 430 17 216 96 334 67 Resp.
57 Nom. em. 26.502 452 433 19 217 95 338 67 Resp.
58 Nom. em. 26.503 455 436 19 219 96 340 67 Resp.
59 Nom. em. 26.504 458 438 20 220 98 340 67 Resp.
60 Nom. em. 26.505 461 442 19 222 94 348 67 Resp.
61 Nom. articolo 26 458 456 2 229 331 125 67 Appr.
62 Nom. em. 27.201 425 423 2 212 119 304 64 Resp.
63 Nom. em. 27.400 435 435 218 114 321 64 Resp.
64 Nom. articolo 27 450 449 1 225 328 121 64 Appr.
65 Nom. articolo 28 452 446 6 224 329 117 64 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 71)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 29.3 439 355 84 178 46 309 64 Resp.
67 Nom. em. 29.200 447 446 1 224 11 435 64 Resp.
68 Nom. em. 29.5 441 440 1 221 123 317 64 Resp.
69 Nom. em. 29.4 460 460 231 49 411 64 Resp.
70 Nom. em. 29.700 452 447 5 224 26 421 64 Resp.
71 Nom. articolo 29 457 453 4 227 334 119 64 Appr.