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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 368 di giovedì 22 gennaio 2015

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,10.

  GIANNI MELILLA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale (ore 9,20).

  GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, il mio non è un intervento di tipo ostruzionistico. Lo dico sin dall'inizio: molto probabilmente ci metterò meno dei cinque minuti che mi sono concessi. Voglio davvero rettificare ciò che ho detto ieri, perché, mentre si dibatteva sull'emendamento che avrebbe deciso la composizione del Senato, ho fatto riferimento al presidente della regione Puglia, Vendola, dicendo che è rinviato a giudizio, mentre, come giustamente mi hanno corretto i colleghi di SEL, è stata fatta soltanto una richiesta di rinvio a giudizio, per ora.
  Ad ogni modo, il concetto del mio discorso, il senso del mio discorso, non cambia: quello che volevo dire è che, nel momento in cui ci devono essere dei rappresentanti regionali che vanno anche a rappresentare le regioni al Senato, io voglio essere libero di poter dire che, se questi vengono condannati, non voglio che siano i rappresentanti della mia regione; ovviamente, questo non è il caso, ancora, del presidente Vendola.
  Inoltre, il concetto su cui mi voglio soffermare maggiormente è quello espresso nell'ultima parte del mio discorso, ossia, nel momento in cui un personaggio politico, un rappresentante del popolo, viene messo in discussione per un motivo x, magari è sicuramente innocente, però dovrebbe, secondo me, in quel momento, fare davvero un passo indietro, dare dimostrazione del fatto che non è assolutamente attaccato alla poltrona e lasciare lo spazio ad altri.
  Nel momento in cui dimostrerà la sua innocenza, questo gesto gli sarà riconosciuto come un gesto nobile. Noi, per esempio, stiamo vivendo, proprio in Commissione cultura, una situazione davvero spiacevole, perché abbiamo, addirittura, un presidente della Commissione, Giancarlo Galan, che è agli arresti domiciliari e questo passo indietro non lo fa. Quindi, ne approfitto, per concludere il mio intervento, per fare un ennesimo appello, proprio a Galan, di ripensarci e lasciare spazio a chi guai con la giustizia non ne ha.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Di Battista; rinuncia.

  FRANCESCO CATANOSO GENOESE detto BASILIO CATANOSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CATANOSO GENOESE detto BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, solo perché resti agli atti che ieri, su uno degli emendamenti, ho sbagliato a votare – era l'emendamento Rosato 2.202 –, ma, chiaramente, senza effetti.

Pag. 2

  PRESIDENTE. Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bressa, Brunetta, Casero, Chaouki, Cicchitto, Cirielli, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, Dellai, Di Lello, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Gozi, Guerra, La Russa, Lorenzin, Madia, Manciulli, Mannino, Antonio Martino, Orlando, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Velo e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 21 gennaio 2015, il presidente del gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie ha reso noto che il deputato Nicola Molteni è stato eletto vicepresidente del gruppo.

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-A); e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'iniziativa popolare; D'iniziativa popolare; Vignali; Cirielli; Cirielli; Cirielli; Causi; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Giachetti; Scotto; Francesco Sanna; Peluffo ed altri; Lenzi; Lauricella ed altri; Bressa e De Menech; Caparini ed altri; Caparini ed altri; Vaccaro; Laffranco e Bianconi; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Giancarlo Giorgetti ed altri; Giancarlo Giorgetti ed altri; La Russa ed altri; Abrignani ed altri; Toninelli ed altri; Gianluca Pini; Laffranco e Bianconi; Ginefra ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Migliore ed altri; D'iniziativa del Governo; Bonafede e Villarosa; Pierdomenico Martino; Brambilla; Giancarlo Giorgetti ed altri; Cirielli e Giorgia Meloni; Valiante; Quaranta ed altri; Lacquaniti ed altri; Civati ed altri; Bossi; Lauricella e Simoni; Dadone ed altri; Giorgis ed altri; La Russa ed altri; Rubinato ed altri; D'iniziativa del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna; Matteo Bragantini ed altri; Civati; Francesco Sanna ed altri (A.C. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499) (ore 9,15).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, 2613-A: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione; e degli abbinati progetti di Pag. 3legge costituzionale nn. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, progetti di legge costituzionale nn. 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499.
  Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 2.700 che è in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo approvato l'emendamento Rosato 2.202.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,18).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,40.

  La seduta, sospesa alle 9,20, è ripresa alle 9,45.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 2 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo dunque l'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gigli 2.65.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente, intervengo per preannunziare il voto contrario di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente, io credo che, malgrado le perplessità che pure avevamo al riguardo, sia a tutti evidente che il gruppo Per l'Italia-Centro Democratico abbia collaborato lealmente al processo di riforma costituzionale che ci sta portando alla ridefinizione del nuovo Senato come Camera delle autonomie, i cui membri saranno designati con un'elezione di secondo livello. Proprio per questa evidenza, credo che posso permettermi di dire, nell'illustrare questo emendamento, che esso innanzitutto non rimette in discussione, in alcun modo, l'impianto generale della riforma. Secondo, credo che esso non modifichi nemmeno il rapporto maggioranza-minoranze nell'attribuzione dei seggi. Prevedere, infatti, che, di diritto, i presidenti delle regioni possano sedere nel nuovo Senato non modifica – ripeto – l'attribuzione dei seggi alle minoranze. Rilevo incidentalmente a tale riguardo che questa precisazione dovrebbe anche servire a fugare i dubbi e le paure di quanti, in Forza Italia, temono un Senato dominato dalle regioni governate dal PD; questa paura, appunto, mantenendo i rapporti maggioranza-minoranza, è assolutamente da fugare. Ripeto, se approvato, quindi, questo emendamento, non modificherà i rapporti tra maggioranza e minoranza nella composizione del nuovo Senato, ma potrà ottenere due importanti effetti positivi. Il primo è quello di agganciare più saldamente il nuovo Senato ai governi regionali, facendone davvero un po’ più significativamente, ed anche un po’ più autorevolmente, la Camera delle autonomie territoriali. Il secondo è quello, per niente trascurabile, di depotenziare, nei fatti, la Conferenza Stato-Regioni che rimane come il vascello fantasma che si aggira attorno a questa riforma. Analoghe esigenze erano state, peraltro, manifestate da molti gruppi, comprese voci, molte voci, all'interno del partito di maggioranza relativa e non solo, a questo riguardo, della minoranza interna a quel partito. Si tratta Pag. 4di un emendamento, dunque strettamente tecnico, per il quale nessuno, ripeto nessuno, ci può accusare di ostruzionismo o sabotaggio di un processo di riforma al quale abbiamo dato sempre un positivo contributo.
  Non comprendiamo, pertanto, quali siano le ragioni di ostilità a questo emendamento, i motivi che hanno spinto il Governo e i relatori di maggioranza ad esprimere parere contrario. Non comprendiamo nel merito queste ragioni, a meno che l'unico vero motivo di ostilità non sia la volontà di blindare l'articolo 2, affinché non sia sottoposto ad un nuovo esame durante il successivo secondo passaggio della riforma al Senato. Ma se così fosse, sarebbe grave perché renderebbe nei fatti priva di significato la previsione costituzionale di una seconda lettura in ciascuna delle due Camere per le leggi di riforma costituzionale. Questo sarebbe ovviamente inaccettabile. Invito, pertanto, tutti i gruppi a ...

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore.

  GIAN LUIGI GIGLI. Invito, pertanto, tutti i gruppi a valutare con attenzione e serietà quest'emendamento. È nostro dovere morale cercare di fare una buona legge di riforma costituzionale e non una qualunque legge. Non possiamo, soprattutto, soffocare la speranza che possano, al Senato, durante il secondo passaggio in quella sede, maturare anche le condizioni politiche per una convergenza sui miglioramenti che questa Camera ha già apportato e potrà ulteriormente apportare, se questo emendamento verrà approvato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle, nel nostro modo costruttivo e non distruttivo come questa maggioranza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Grazie Presidente, dichiaro il voto contrario su quest'emendamento, ma vorrei motivarlo, perché naturalmente anche il nostro gruppo ha presentato e ritirato un emendamento simile a quello di Gigli.
  Il Senato della Repubblica trova la sua ragione fondamentale nell'esercizio di raccordo, in particolare, tra due soggetti titolari della potestà legislativa, lo Stato e le regioni, al fine di evitare sovrapposizioni e conflitti di competenza e contenziosi, come spesso avviene adesso. Noi siamo convinti che la presenza dei presidenti di regione sia importante, ma non c’è dubbio che, davanti ad un percorso che c’è stato al Senato, abbiamo preso un impegno e crediamo che si possa anche risolvere questo problema e questa responsabilità e questo limite che noi abbiamo introdotto all'interno dell'articolo 2, rivedendo invece la disciplina del sistema della Conferenza Stato-Regioni-città metropolitane e autonomie locali.
  Stiamo lavorando su un ordine del giorno che impegnerà il Governo a intervenire, non all'interno della Costituzione, ma rivedendo le funzioni della Conferenza Stato-Regioni, limitandole soltanto alle funzioni amministrative, che tenderanno a porre i presidenti delle regioni davanti alla necessità comunque di fare parte del Senato della Repubblica – e non di evitare di farne parte –, prendendosi quelle che sono delle responsabilità legate anche ai poteri che i presidenti delle regioni hanno all'interno delle giunte.
  Quindi poi proporrei, anche ai colleghi che hanno presentato degli emendamenti simili, che introducono e reputano la presenza dei presidenti delle regioni indispensabile all'interno del Senato, di firmare invece questo ordine del giorno, che impegnerà il Governo a rivedere la funzione della Conferenza Stato-Regioni, arrivando alla stessa finalità, cioè che i presidenti delle regioni siano presenti all'interno del Senato, perché conviene esserci.

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  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, intervengo soltanto per qualche breve precisazione, anche a seguito degli interventi dei colleghi Gigli e Dorina Bianchi.
  È chiaro che questa riforma stabilisce le funzioni del Senato e crea appunto un Senato che è il luogo principe della collaborazione e del raccordo tra lo Stato e le autonomie locali, sia dal punto di vista delle competenze legislative sia anche per quanto riguarda gli atti non aventi forma di legge, come dagli articoli 55 e 70, ultimo comma.
  In sostanza con la riforma noi mettiamo il Senato proprio in una posizione di massimo livello costituzionale e quella che, appunto, sarà la funzione del Senato sarà proprio di rappresentare le autonomie al massimo livello costituzionale. Le Conferenze Stato-Regioni che hanno funzionato fino ad oggi sono state sicuramente un utilissimo luogo di cooperazione tra Stato e autonomie locali.
  Ma, nonostante questa collaborazione sia nel riparto delle competenze legislative che nell'implementazione della legislazione, sappiamo bene che questo non è servito davvero a ridurre quel contenzioso, dato anche dalle opacità del vigente Titolo V della Costituzione. In buona sostanza, nonostante la buona volontà, in realtà le Conferenze Stato-Regioni non sono servite a risolvere questo nodo e da qui nasce una delle esigenze di questa riforma.
  Posto che con la riforma sulla quale stiamo lavorando il Senato va a prendere questa posizione così importante, così centrale e, quindi, il ruolo delle autonomie e del rapporto tra Stato e autonomie diventa così rilevante, è chiaro che le Conferenze Stato-Regioni dovranno cambiare pelle, dovranno cambiare natura. Noi sappiamo bene, tra l'altro, che le Conferenze Stato-Regioni non sono disciplinate in sede costituzionale, quindi, evidentemente non potevano essere parte di questa riforma, perché stiamo lavorando sul testo della nostra legge fondamentale.
  Dicevo che dovranno cambiare pelle e come dovranno farlo ? Dovranno farlo probabilmente diventando quel luogo nel quale si risolvono, sempre in vista dell'interesse generale, attività di natura amministrativa, tecnica e gestionale. Evidentemente questa modifica andrà fatta in sede di legislazione ordinaria e, quindi, noi non avremo nessuna difficoltà ad accogliere ordini del giorno che impegnino il Governo in questa direzione per fare in modo che questo accada.
  Ovviamente è una soluzione che io credo sia del tutto accettabile, anche perché noi ci aspettiamo da questa riforma che il contenzioso davanti alla Corte costituzionale si riduca molto proprio perché la ripartizione delle competenze legislative prevista dall'articolo 117 aiuterà a evitare che il tema della legislazione concorrente crei problemi, come abbiamo visto in questi anni. Infatti, il Senato, avendo esso stesso questo ruolo al massimo livello costituzionale, potrà collaborare a un più proficuo e più chiaro rapporto tra Stato e regioni.
  Aggiungo, però, un'altra annotazione che mi pare assolutamente rilevante ed è la seguente. Come sapete, nel disegno di legge presentato dal Governo in Senato la presenza dei presidenti di regione e dei presidenti di provincia autonoma era prevista. Il Senato nel suo dibattito – perché il Senato ha dibattuto e lavorato molti mesi in Commissione e in Aula, portando profonde modifiche al disegno di legge governativo – ha optato per una composizione differente. Nella nostra lettura questo non impedisce affatto che i presidenti di regione e i presidenti di provincia autonoma diventino senatori. Anzi, se posso dire la verità, la mia aspettativa, la mia attesa è che con ogni probabilità questa diventi una prassi possibile e forse, anzi, anche comune.
  Quindi, la lettera dell'articolo che stiamo approvando quest'oggi alla Camera – ripeto – non impedisce affatto che i Pag. 6presidenti di regione poi comunque diventino, avendone la possibilità e essendo poi votati dai loro consigli regionali, senatori a loro volta.
  Questo semplicemente per chiarire e per affermare ancora una volta che, qualora in sede di esame degli ordini del giorno dovesse essere presentato un ordine del giorno in questo senso, il Governo lo valuterà con assoluta positività e lo accoglierà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, attraverso di lei vorrei ringraziare il sottosegretario Scalfarotto per questa spiegazione che noi attendevamo anche da tempo. Io ne approfitto – spero che questo sia l'inizio di uno scambio di collaborazione tra le parti – per chiedere al Governo e alla maggioranza di spiegare a quest'Aula come intendano fare...

  PRESIDENTE. Scusi, collega Fraccaro. Colleghi, per favore, abbassate il tono della voce. Non sentiamo neanche cosa dicono gli intervenuti. Per favore ! Prego, deputato Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. Il problema, che ho sentito anche ribadito dal sottosegretario, Presidente, è che il Governo e la maggioranza intendono fare del Senato un organo di massimo livello istituzionale.
  Allora io mi chiedo come sia possibile pensare che effettivamente svolga bene questo lavoro un gruppo di senatori, 100 senatori, 95 senatori, che sono in realtà consiglieri regionali e sindaci.
  Allora ci deve spiegare Scalfarotto – ovviamente mi rivolgo alla Presidenza e attraverso la Presidenza al sottosegretario – come è possibile, come può pensare che un sindaco svolga nelle sue massime capacità sia il lavoro di sindaco sia il lavoro di senatore.
  Se è un organo così importante nell'organizzazione istituzionale di questo Paese, perché lo state trasformando in un dopolavoro per sindaci e consiglieri regionali ? E perché date ai sindaci e ai consiglieri regionali l'immunità ?
  Io la prego, sottosegretario, di continuare ad interloquire con noi in questo modo per poter trasformare un testo costituzionale nella maniera più condivisa possibile, perché non sia la condivisione solo uno slogan che utilizzate in televisione per giustificare le vostre scelte, ma sia qualcosa di reale e concreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico,... Revoco l'indizione della votazione
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Mi scusi se non l'avevamo vista. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. No si figuri, magari lei guarda più da quell'altro lato e accade così. Voglio semplicemente dire che il Governo si deve decidere. Qua si parla di questo Senato una volta come Senato delle autonomie, un'altra volta come Senato delle garanzie, però alla fine, quando si vanno a vedere i poteri che vengono attribuiti, non si capisce molto. Ora è evidente che è una nebulosa.
  Se si opta per l'interpretazione di Senato delle autonomie, bisogna che questo rapporto con le autonomie sia stabile ed incardinato.
  Ora non so cosa si potrebbe fare con questo ordine del giorno, che praticamente è la proposta che sta facendo il Governo rispetto all'emendamento Gigli, so ho capito bene. Noi stiamo facendo la riforma della Costituzione, quindi o modifichiamo il testo nel senso in cui è stato proposto dai Gigli, oppure da ordine del giorno certo non serve proprio a niente. Quindi io mi rendo...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il tono della voce !

  ARCANGELO SANNICANDRO. Ora è evidente che, se volessimo incardinare un Pag. 7Senato delle autonomie, i presidenti di regione dovrebbero essere di diritto nella composizione dell'organo. Non si può dire: «Auspico che un domani i consigli regionali nominino, eleggano il presidente di regione come senatore», cioè la cosa non va, siamo proprio nel vago e continuiamo ancora a percorrere questa strada della vaghezza e dell'indeterminatezza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gigli 2.65, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Dorina Bianchi, Portas, Saltamartini, Magorno, Parentela, Piccione, Buttiglione, Rabino, Toninelli ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  381   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Brugnerotto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Minnucci ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lombardi 2.68 con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, per annunciare il voto contrario di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, questo è un altro emendamento di buon senso che riguarda l'età dei senatori per uniformarla sostanzialmente a quella prevista per la Camera perché non si vede come mai vi sia la necessità di distinguere, di adottare due metri e due misure per i due organi che, tra l'altro, concorrono in merito alla formazione di importantissime leggi come quelle costituzionali. Tuttavia noto anche con rammarico che quando interviene una forza politica il Governo risponde mentre quando interviene un'altra forza politica che, tra l'altro, è la maggior forza politica di opposizione, il Governo si zittisce, si chiude a riccio ed evita ogni confronto. Ora non credo che questo sia il miglior modo per affrontare una riforma. Ribadisco, Presidente, noi siamo perplessi perché temiamo – credo che la nostra preoccupazione sia fondata –, riteniamo che difficilmente si possa negare che un problema esista. Semplicemente chiedo al Governo come intende o come vede la possibile soluzione ossia mi chiedo, Presidente, come un sindaco possa svolgere il suo ruolo e occuparsi della cosa pubblica, dei problemi dei cittadini e del suo comune e contemporaneamente anche seguire tutte le vicende e tutte le proposte di legge che arrivano al Senato che, tra l'altro, ha tempi molto ristretti di risposta perché ricordo che il Senato, entro 30 giorni, deve esprimere il suo parere alla Camera e deve coordinarsi con tutte le altre regioni per esprimere questi pareri o, in alcuni casi, deve esprimerli in 15 giorni. Quindi deve trovare ampie maggioranze e questo è un lavoro di collegamento e di confronto. Allora non vorrei che la maggioranza, al Senato, abbia disegnato questo modello di Senato pensando di trasformare i senatori in «pigiabottoni». Perché se un sindaco o un consigliere regionale, Pag. 8che magari si sta occupando di sanità nel suo territorio e quindi è impegnato su quella questione, deve correre a Roma per occuparsi, non so, della legge finanziaria – sappiamo benissimo la complessità di una finanziaria a livello nazionale – credo che abbia poche ore. Magari dovrà decidere sulle sorti economiche del proprio Paese e analizzare commi ed emendamenti e testi estremamente complessi forse nel tragitto in macchina dal comune di appartenenza fino al Senato.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 10,07)

  RICCARDO FRACCARO. Credo che poi dobbiamo tener conto delle limitazioni delle capacità umane. Non credo che dobbiamo pensare di poter eleggere tutti senatori che sono dei superuomini in grado di amministrare la cosa pubblica in maniera degna e decorosa – sto parlando delle regioni o dei comuni – e, al tempo stesso, occuparsi delle questioni nazionali. Sono qui da due anni, signor Presidente, e credo che per fare un lavoro minimo, decente e studiare le carte, dodici ore al giorno di attività parlamentare e di lavoro siano necessarie. Per forza di cose ci sono provvedimenti che si susseguono ogni giorno. Ogni giorno arrivano nuovi testi, nuovi disegni di legge, nuove proposte di legge, abbiamo le richieste e le istanze del territorio, dobbiamo rispondere ai cittadini del nostro operato, dobbiamo tornare sui nostri territori a spiegare quello che succede a livello nazionale. Mi chiedo, se dovessi amministrare anche un comune, dove troverei la forza e il tempo. È una questione di umanità. Stiamo chiedendo ai senatori per svolgere bene il loro lavoro di lavorare 28 ore al giorno, peccato che ce ne siano 24 in un giorno. Dunque, Governo, relatori, adesso non vedo nemmeno Fiano e Sisto....

  EMANUELE FIANO. Sono qua !

  RICCARDO FRACCARO. Eccolo. Chiedo di rispondere cortesemente a questa problematica, relatore Fiano e, attraverso di lei, ovviamente mi rivolgo ai relatori con il massimo rispetto in questo caso e al Governo.
  È inutile che quando solleva una questione una forza politica come Scelta Civica ci sia la volontà di rispondere e quando il MoVimento 5 Stelle fa una domanda in maniera pacata e in maniera costruttiva non ci sia la volontà di interloquire o di spiegare, anche perché rimarrà nei resoconti di questa seduta che saranno importantissimi, poi, per l'interpretazione delle stesse norme che andiamo a modificare, Presidente. Quindi, attraverso di lei, Presidente io sto cercando di sollecitare la soluzione di una problematica che non stiamo ponendo su una legge che domani possiamo risolvere e modificare brevemente attraverso il sistema bicamerale, stiamo costruendo qualcosa che secondo me non sta in piedi...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. Mi avvio a concludere. Presidente, chieda anche lei al sottosegretario Scalfarotto di rispondere a una domanda semplicissima, se le è permesso farlo.

  MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signora Presidente, due cose molto semplici. La prima: ho visto che è stato stampato un altro fascicolo degli emendamenti. Come da mia richiesta, sia per la buona organizzazione dei lavori interni, perché se abbiamo un unico fascicolo riusciamo a lavorare bene, sia anche per una questione di costi e spese, invito veramente a non stampare più ulteriori fascicoli degli emendamenti né per questo provvedimento né per i futuri. Si parte con un fascicolo all'inizio della prima seduta e si va fino in fondo, sia per il lavoro nostro, Pag. 9che abbiamo già i pareri, sia per quanto riguarda i funzionari, è anche un discorso di costi.
  Secondo punto: è tutta la settimana che il Ministro Boschi non è presente a questa discussione. A mio avviso il Ministro Boschi, che è anche presentatore di questa riforma costituzionale, sta facendo un grave sgarbo istituzionale in quanto questa riforma al Senato l'ha seguita dall'inizio alla fine, anche durante la discussione e anche in Commissione, quando si sono auditi gli esperti, dunque al Senato l'ha seguita dall'inizio alla fine in tutti i passaggi, qua alla Camera non è mai stata presente se non in pochissime occasioni. A mio avviso è uno sgarbo istituzionale che sta facendo alla Camera.

  PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, non è che non teniamo conto delle sue sollecitazioni e dei suoi consigli, ma il problema è che il fascicolo si aggiorna continuamente, quindi non riuscivamo a tenere lo stesso fascicolo per via del fatto che ci sono degli aggiornamenti sugli emendamenti in corso. Quindi, è una necessità procedurale per rendere più trasparente anche il lavoro perché, a volte, ci sono deputati che aggiungono le firme agli emendamenti. È un po’ difficile tenere sempre lo stesso fascicolo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente, oggi si può diventare senatori, con la vostra riforma, a 18 anni. Ora, siccome a noi sembrava sensato dare un minimo di omogeneità tra Camera e Senato, qualche giorno fa avevamo proposto degli emendamenti che portassero lo stesso limite di età alla Camera, ma ci avete spiegato che è scandaloso diventare deputati a 18 anni. Questo emendamento dà la possibilità di elevare l'età a 21 anni per diventare senatori, quindi, mi pare che in coerenza con i vostri ragionamenti lo dovreste votare o altrimenti ci dovreste spiegare perché sia possibile diventare senatori a 18 anni e non deputati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Incà. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Signora Presidente, volevo fare un intervento in disaccordo con l'intervento di Fraccaro, il mio collega che mi ha preceduto. Lui ha detto che con il Senato federale ci potrebbero essere cento pigiabottoni che vengono nel Senato federale e non avranno conoscenza di quello che viene fatto all'interno delle Aule parlamentari. Il problema è che c’è già un numero enorme di pigiabottoni in questa maggioranza sia alla Camera che al Senato, perché diversamente avremmo avuto una discussione parlamentare su questo argomento che sono le riforme costituzionali in cui non basta premere un bottone, ma qualcuno deve far sentire la propria voce, deve aprire la propria bocca.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 2.68, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, D'Agostino, Paola Bragantini, Fregolent, Fossati, Rostellato, Marotta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  403   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo agli identici emendamenti Bianconi 2.66 e Lombardi 2.67, sui quali vi Pag. 10è il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Presidente, insisto perché vorrei approfittare della loquacità di oggi del sottosegretario Scalfarotto. Siccome la questione è semplice e richiederebbe una risposta semplice, vorrei capire per quale ragione si può diventare senatore a diciotto anni mentre ce ne vogliono venticinque per diventare deputati, quando i senatori, come è noto, per la vostra riforma, come i deputati votano anche le leggi di riforma costituzionale, che sono leggi più importanti in un Paese. Allora, se qualcuno mi può spiegare perché a diciotto anni si può diventare senatori e non deputati, io gliene sono grato. C’è qualcuno, per favore, che me lo può spiegare ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Presidente, se l'emendamento precedente non andava bene perché stabiliva l'età a ventun anni, con questo portiamo a venticinque anni l'età minima per essere eletti al Senato, all'elezione di secondo livello. Cerchiamo almeno di uniformare l'età dei nuovi senatori con quella dei deputati. Questo è un emendamento di buonsenso che mette un po’ di chiarezza e uniformità in un testo che non ne ha.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 2.66 e Lombardi 2.67. I pareri li ho già ricordati.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capezzone, Fabbri, Giordano, Moretto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  403   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Aiello e Rubinato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 2.209, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccolo, Buttiglione, Zampa, Ferro, Furnari...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Di Lello, Giacomoni e Pellegrino hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 2.69 sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

Pag. 11

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, il disegno di legge presentato dal Governo è, a memoria, l'unico esempio al mondo di riforme costituzionali della semantica perché sta facendo una operazione straordinaria di capovolgimento del significato delle parole chiamando Senato delle autonomie una Assemblea di cortigiani, un circolo ristretto di nominati che proprio nelle materie che interessano le regioni, come le materie finanziarie, non avranno di fatto alcun peso istituzionale né potere legislativo, ma solo il ruolo di capi bastone al servizio di un Governo che ormai è diventato un Governo autoritario.
  Il Senato, cessando di essere elettivo e quindi rappresentativo dei cittadini, perde quella funzione di garanzia fondamentale nei sistemi costituzionali di pesi e contrappesi, intaccando invece l'efficienza e il corretto funzionamento dei consigli regionali e comunali. Questa controriforma della Costituzione si occupa in sostanza di istituire un circolo riservato ai membri della casta dove poter esercitare i propri hobby fino a quello principale, cioè quello di «pigia bottone». State seppellendo il Senato della Repubblica per resuscitare l'opera nazionale del dopolavoro di mussoliniana memoria; Palazzo Madama sarà una associazione alle dirette dipendenze del Capo del Governo col compito di organizzare il tempo libero dei consiglieri regionali in gita a Roma. Non potrà essere diverso da questo il ruolo del nuovo Senato, caratterizzato com’è da una composizione solo politica e non rappresentativa di senatori nominati che ricalca la mappa del potere locale con soggetti che non potranno neppure dedicarsi alla propria attività a tempo pieno e di questo il Governo non sta ancora rispondendo a quest'Aula e fa finta di guardare da un'altra parte.
  Anche gli esperti che la Commissione ha audito nel corso dell'indagine conoscitiva sulla composizione ed elezione del Senato della Repubblica di cui all'articolo 2, quelli che i noti costituzionalisti Renzi, Berlusconi, Boschi, Verdini chiamano professoroni, «mangia tartine», hanno rilevato diversi profili di criticità. Solo per citarne alcuni, il problema si porrebbe sul piano del funzionamento stesso dei consigli regionali e più ancora delle amministrazioni comunali. Questa controriforma istituzionalizza, infatti, la figura del consigliere part-time e senatore a mezzo servizio, con la conseguenza che il nominato non potrà più esercitare degnamente né l'uno né l'altro ruolo.
  La norma in oggetto, inoltre, è in contrasto con l'articolo 121, quarto comma, della Costituzione, che afferma che il presidente della giunta rappresenta la regione; è contraddittorio che un sedicente Senato rappresentativo delle istituzioni territoriali non ne preveda la presenza come membro di diritto. Per fare un esempio basta esaminare gli effetti del presente disegno di legge incostituzionale nei confronti del Trentino-Alto Adige.
  La regione a statuto speciale viene estromessa dal meccanismo di rappresentanza del nuovo Senato, causando così l'implosione del delicato assetto politico e culturale del territorio, che trova in questa istituzione un polo fondamentale di rappresentanza. Accanto alle province autonome di Trento e Bolzano, la regione a statuto speciale garantisce il riconoscimento dei diritti dei diversi gruppi linguistici e riveste un ruolo politico di ago della bilancia tra italiani, tedeschi e ladini ed è proprio il Trentino-Alto Adige che viene escluso dall'impianto complessivo del disegno di legge, frantumando le giuste istanze autonomistiche che la Costituzione tutela e aprendo la strada a nuove spinte secessionistiche, e di questo si dovrà rispondere.
  Quello che abbiamo di fronte è un macroscopico vulnus, una cartina tornasole, l'intento del Governo non è affatto quello di dare rappresentanza alle realtà locali ma al contrario di riaffermare la deriva centralista del disegno di legge, creando un circolo dopolavoristico di nominati alla corte dell'uomo solo al comando. La controriforma semantica di Renzi implode immediatamente ad una prima lettura come un castello di carte. Non siamo di fronte a un tentativo – finisco, Presidente – di superare realmente Pag. 12il bicameralismo, siamo di fronte a un tentativo, invece, di calpestare l'assetto democratico del nostro ordinamento. Ho presentato l'emendamento in questione per cancellare totalmente questo sistema feudale di composizione del Senato, per garantire la rappresentanza dei cittadini e per introdurre l'elezione diretta su base regionale a suffragio universale e con sistema proporzionale. Tutto il resto, Presidente, è solo P2.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 2.69, ricordo con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Misiani, Nizzi, Giuliani, Segoni, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  433   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 2.71.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signora Presidente, questo emendamento va a dire una cosa molto semplice e ovvia: o si fa un Senato politico e dunque si fa un'elezione diretta, da parte dei cittadini, dei senatori – ed è questo che prevede questo emendamento – oppure si fa un sistema alla tedesca, dunque con un Senato che rappresenta le regioni e dunque un Senato dove ci sono i presidenti di regione e c’è il vincolo di mandato da parte dei senatori eletti dai consigli regionali. Questa sarebbe la logica di qualsiasi riforma costituzionale, invece qua avete voluto fare un ibrido, un Senato delle regioni che però non ha vincolo di mandato e dunque non rappresenta veramente il territorio ma va a rappresentare solo le forze politiche presenti nelle regioni. Questo è un pasticcio veramente grande che state creando e a cui in futuro dovremo andare a rimediare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.71, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manzi, Vecchio, Cani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  430   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Avverto che gli emendamenti Gigli 2.75, 2.73 e 2.84 sono stati ritirati dal presentatore.
  Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Bindi 2.77, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bindi. Ne ha facoltà.

Pag. 13

  ROSY BINDI. Grazie, Presidente. Annunzio il ritiro di questo emendamento. È stato votato poco tempo fa un emendamento praticamente uguale al mio ed è stato respinto. Il Governo ha annunciato un ordine del giorno. Tuttavia, nel ritirarlo non posso non ribadire, ancora una volta, che questa riforma, che è stata ampiamente migliorata dal nostro lavoro in Commissione, manca ancora di una sua razionalità, soprattutto nella composizione del Senato. Più volte abbiamo ribadito il nostro favore verso il superamento del bicameralismo paritario e anche il consenso convinto verso una Camera delle autonomie. Però, una Camera delle autonomie o è un organo politico, e come tale è elettivo, o, se è un organo di secondo grado, non può non comprendere, di diritto, i componenti dei governi regionali. Il mio emendamento mirava esattamente a questo: i presidenti delle giunte regionali di diritto componenti del Senato, perché in quella Camera si realizzasse l'incontro, davvero cooperativo, tra lo Stato, le regioni e i comuni.
  Così non sarà e io credo che anziché semplificare, razionalizzare e rendere più efficiente il nostro Parlamento, renderlo più forte e, soprattutto, rendere più cooperativo il rapporto tra le varie istituzioni, avremo anni complicati dal permanere della Conferenza Stato-Regioni e da un duplice incontro che finirà per dare risultati differenti, perché diversi sono i titoli per i quali i consiglieri regionali siederanno nel Senato rispetto alla Conferenza Stato-Regioni. Ci saranno due diversi incontri, uno in sede legislativa e uno nella sede dei Governi. Questo, ohimè, rischierà di rendere il Parlamento anziché più forte, come io auspicherei, essendo profondamente convinta della democrazia parlamentare, forse più debole.
  Sappiamo bene che questa è una norma condivisa da molti, da molti del mio gruppo e da molti rappresentanti di altri gruppi parlamentari. Lo dimostra il fatto che ci sono emendamenti presentati da tutti su questo punto. Però, ci si è ostinati a non volere cambiare l'articolo 2, non facendo un atto di fiducia nei confronti del Senato, il quale, torno a ribadire, ha scritto questo articolo in una situazione di difficoltà, perché si incontravano due tendenze diverse: il Senato politico e il Senato delle garanzie con il Senato delle autonomie.
  Ora questa scelta è fatta. Noi avremmo potuto rendere più razionale la composizione del Senato e sono sicura che al Senato della Repubblica questa scelta sarebbe stata confermata o, comunque, eventualmente migliorata. Non modificando questo articolo di fatto noi precludiamo la terza lettura della Costituzione, che è prevista dalla Costituzione stessa, e, quindi, con una forzatura politica noi impediamo l'applicazione del metodo costituzionale alla modifica della Costituzione.
  Questo mi rammarica molto, perché lo spirito costituente doveva essere più forte della fretta, più forte dei patti, più forte di tutto. Così non è stato e io ritiro l'emendamento, perché so che è stato anche ampiamente richiesto. Lo faccio per coerenza nei confronti del mio gruppo politico, ma credo sia un grande errore rinviare così l'articolo 2 al Senato (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Quindi, prendo atto che l'emendamento Bindi 2.77 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Quaranta 2.81, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente, questo emendamento vuole essere contemporaneamente provocatorio e propositivo. Io propongo, all'articolo 2, di sostituire la parola: «eleggono» (i consiglieri regionali eleggono i senatori), con la parola: «nominano». Perché è sia provocatorio che propositivo ? Perché, la parola elezione, quando ad eleggere sono consiglieri regionali che eleggono consiglieri Pag. 14regionali, mi sembra un termine un po’ forte per la nostra Costituzione. Al contempo, è anche propositivo perché, se fossero davvero nominati, vorrebbe dire che almeno ipotizziamo il modello tedesco, che certamente sarebbe migliore e più coerente di questo pasticcio che stiamo facendo e che, con l'articolo 2, stiamo conclamando come pasticcio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 2.81.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini, Distaso, Caso, Ferranti, Gianni Farina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  445   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  349.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 2.85, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Cassano, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  435   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  341.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.87, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Locatelli, Greco, Coppola, Cassano, Brescia, Caparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  445   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Oliverio e Vezzali hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 2.90, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Scotto, Bolognesi, Lo Monte, Saltamartini, Romele...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 15
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  447   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  350.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Fiano, Fauttilli, e Piccione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e i deputati Segoni e De Rosa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 2.91, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Minardo, Nesci, Paris, Damiano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  447   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  399.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.94, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Colaninno, Paris, Brunetta, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  452   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  353.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Biancofiore 2.95, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Grazie, Presidente. Vorrei spiegare brevemente le motivazioni di questo emendamento, perché, come sempre, purtroppo, il Parlamento italiano non è edotto della situazione del Trentino-Alto Adige e, specialmente, della provincia autonoma di Bolzano. L'articolo che noi stiamo andando ad emendare, l'articolo 2, prevede che: «I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori».
  Questa dicitura, diciamo così, questo articolo, per quanto possa, forse, andare bene per tutti i territori della nazione, non va bene per l'Alto Adige, e vi spiego perché, ribadisco brevemente. In Alto Adige 113 sindaci su 116 sono di lingua tedesca; 113 sindaci su 116 sono di lingua tedesca e appartengono tutti ad un unico, medesimo, partito: la Südtiroler Volkspartei.
  Ora, al di là del fatto che sono stati, evidentemente, eletti con metodo democratico, mi pare abbastanza evidente che anche il sindaco che verrà eletto a rappresentare il Senato, a questo punto, sarà di lingua tedesca, mentre la minoranza di lingua italiana dell'Alto Adige, composta da 100 mila poveri italiani, che, ormai, di Pag. 16fatto, vivono emarginati dalla vita sociale ed economica del territorio italiano, non verrà per nulla rappresentata.
  E allora io chiedo al Parlamento un atto di coscienza: se pensate che la comunità italiana all'interno dello Stato italiano non debba essere in alcun modo rappresentata, votate contro questo emendamento, altrimenti votate a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Signor Presidente, la collega Biancofiore pone un problema giusto, di diritto, dando però la risposta sbagliata. Dico non solo sbagliata, ma sciagurata ! È vero che il sistema Sudtirolo, sistema ingegnato a nome e a favore della tutela delle minoranze, ha in sé qualcosa veramente di contraddittorio: è un principio di per sé nobile, però, se non è attuato con un alto senso di responsabilità e anche in uno spirito di solidarietà fra i gruppi, il nobile principio rischia veramente di convertirsi in un macigno all'interno di un sistema in cui la minoranza tutelata o le minoranze tutelate sono in effetti al tempo stesso una maggioranza. Ed è la logica del sistema dei gruppi e della separazione dei gruppi, ed è una logica sicuramente da superare.
  Ora l'emendamento della collega Biancofiore, pur criticando da sempre la politica di divisione della Südtiroler Volkspartei come ha fatto, va nella esatta stessa direzione: invece di superare quel sistema, sistema criticato da Biancofiore, lo porta al suo estremo compimento. Il sistema della divisione: dopo i posti di lavoro e le cariche istituzionali, anche il corpo elettorale andrebbe separato tra gruppi linguistici, e mi sembra veramente troppo ! La collega, intenzionalmente o per ignavia, sta cementificando la logica, in passato, del mio gruppo, del «più ci dividiamo e meglio ci comprendiamo». Mi opporrò a questa logica, logica intesa all'indietro, con tutti i mezzi disponibili (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biancofiore 2.95.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cirielli, Altieri, Grassi, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  447   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   14    
    Hanno votato no  433.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Scuvera, Placido e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario e la deputata Petrenga ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 2.97, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palazzotto, Migliore, Malpezzi, Lavagno, Sibilia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  454   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  350.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 17

  (I deputati Cimbro e Pastorelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 2.99, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle ed il parere favorevole dei due relatori di minoranza Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, intervengo per esprimere una posizione favorevole su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente, illustrerò brevemente questo emendamento che, tra l'altro, si lega anche all'attualità politica. Con questa proposta noi riteniamo di dover sottoporre all'Assemblea l'opportunità di far sì che le leggi elettorali, che regolano le elezioni sia alla Camera, che al Senato, siano approvate dal Parlamento a maggioranza dei due terzi dei votanti.

  PRESIDENTE. Concluda, aveva trenta secondi, abbiamo ridotto la durata degli interventi a titolo personale.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.99, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole dei relatori di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mi dispiace deputato Matteo Bragantini, le do sempre la parola, se si palesa prima è meglio... non me l'hanno riferito, mi dispiace.

  Nizzi, Dell'Aringa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no  407.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Cimbro, Sereni e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 2.100 con il parere contrario della Commissione e del Governo, favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, sugli interventi a titolo personale mi sembrava che ci fosse un residuo di tempo.

  PRESIDENTE. No, deputato, il tempo è esaurito e lo abbiamo ridotto a trenta secondi nella seduta di ieri.

  GUIDO GUIDESI. Mi scusi, la invito però a riflettere sul fatto che, in trenta secondi, nessuno riesce a intervenire a titolo personale.

  PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio per la considerazione.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

Pag. 18

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, sulla medesima tematica poco fa sollevata. Tutto ciò mi sembra veramente inopportuno, per questo chiedo che questa decisione venga formalizzata all'interno di una Conferenza dei presidenti di gruppo, perché credo non sia ammissibile che gli interventi a titolo personale, dall'oggi al domani, vengano limitati a trenta secondi, su delle riforme di stampo costituzionale. Per riuscire ad esprimere un proprio pensiero sulla Carta costituzionale, lei sta riservando trenta secondi. Io credo che sia una situazione abbastanza insostenibile, anche dal punto di vista concettuale e della difesa delle minoranze. Pertanto, le chiedo, eventualmente, di portare questa decisione nella Conferenza dei presidenti di gruppo, perché credo che non si possa trattare con tale leggerezza questo tema, accorciando i tempi da un minuto, dove è già difficile esprimersi, a trenta secondi, dove al massimo possiamo salutarla. Questo volevo segnalarle.

  PRESIDENTE. Deputato Crippa è da ieri che noi stiamo andando avanti con questo regime; è stato già annunziato dal Presidente Giachetti e ribadito dal Presidente Di Maio. Dunque, mi sorprende che lei sollevi questa mattina la questione, visto che è da ieri che andiamo avanti così.

  DAVIDE CRIPPA. Non lo abbiamo fatto ieri !

  PRESIDENTE. È stato annunziato ieri (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È stato annunziato ieri che, da oggi, noi saremmo andati a questo regime (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo abbiamo annunziato ieri che oggi saremmo andati a questo regime e quando è stato annunziato, lo potete leggere nel resoconto stenografico, non sono state fatte obiezioni.

  DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, lei ha assolutamente ragione nel dire che ieri è stato fatto e reiterato questo annuncio. Quindi, su questo lei ha totalmente ragione e mi permetta, una volta di più, di ringraziarla per l'equilibrio e la correttezza con cui lei ha gestito tutta questa vicenda dall'inizio del nostro dibattito, ma oggi è prevista una Conferenza dei presidenti di gruppo e mi permetto di sottoporre alla sua attenzione l'opportunità di ragionare sugli effetti dell'eventuale prosecuzione di questo metodo.
  Finisco velocemente, signora Presidente, lei sa che non abuso mai. Siamo in questo momento un'Assemblea costituente. Credo che tutti, i favorevoli, ovvero la maggioranza, ed i contrari, tra i quali sono anch'io, a questa riforma, tutti, abbiamo interesse alla dignità di un grande dibattito, che sarà ricordato. Non stiamo convertendo un decreto-legge al cinquantanovesimo giorno. Stiamo cambiando la Costituzione della Repubblica scritta tra il 1946 e il 1948. Io mi affido a lei, Presidente, e ai presidenti di gruppo di ogni orientamento politico: in trenta secondi si salutano i familiari, la cerchia più stretta dei familiari. Io credo che tutti abbiano, invece, interesse a una dignità del dibattito e all'articolazione del ragionamento.
  Io sono contrario a quello che sta avvenendo fuori, ma se fossi un parlamentare favorevole a questa riforma, a maggior ragione vorrei discuterla e non fare una ridicola caricatura del grande film Tempi moderni di Chaplin, dove gli omini correvano al ritmo che ben conoscete, denunciando la realtà, che immagino i colleghi cinefili ricorderanno. Siccome spero siamo cinefili e non solo cinofili, invito tutti a capire che non dobbiamo abbaiare per trenta secondi, ma dobbiamo ragionare sulla Costituzione della Repubblica (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, vorrei solo ricordarle che l'annuncio è stato fatto quando la Lega Nord, malgrado la richiesta avanzata alla Presidenza, non ha potuto presenziare i lavori per un'iniziativa che ritenevamo politicamente molto importante. Penso che questo debba essere condiviso da tutta l'Aula.
  Detto questo, le faccio presente che nessuna Conferenza dei presidenti di gruppo ha detto quando bisogna fare il voto finale. Dunque non ci sono tempi che bisogna rispettare e penso non ci debbano essere, soprattutto parlando di riforme costituzionali.
  Le faccio altrettanto presente che l'unico motivo perché vi sia un termine certo, antecedente all'elezione del Presidente della Repubblica, è un fatto che non riguarda assolutamente quest'Aula né tantomeno il Parlamento, ma, forse, patti avvenuti fuori da quest'Aula e fuori dall'ambito parlamentare. Non credo sia compito né dell'Aula né tantomeno della Presidenza garantire patti avvenuti al di fuori di quest'Aula. Quindi possiamo andare avanti tranquillamente, anche successivamente all'elezione del Presidente della Repubblica, mantenendo un po’ di dignità in questo dibattito e un po’ di decoro, poiché stiamo trattando del futuro di questo Paese e delle garanzie che i cittadini avranno in questo Paese.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, il concetto che oggi saremmo arrivati a questa riduzione di tempi è stato ribadito dal Presidente Di Maio a fine seduta, quando il gruppo della Lega Nord era rientrato in Aula. Quindi era stato già espresso ieri in vostra presenza.

  GIOVANNI PAGLIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, credo che qualsiasi scelta, anche quelle già comunicate, possa essere sempre affidata ad un vaglio critico. Io ieri, come molti altri, credo di avere avuto modo di discutere anche fuori di qui con quelli che sono i nostri veri referenti, gli elettori di questo Paese, il fatto che una riforma costituzionale venisse affrontata con un dibattito in cui a ciascun deputato venivano dati trenta secondi per intervenire.
  Ora io potrei fare una domanda: cosa si riesce a fare in trenta secondi ? Non riesco nemmeno a farmi dare un giornale dal mio edicolante con un dialogo di trenta secondi. Si tratterebbe di restituire la dignità e non lo dico tanto a lei, ovviamente, che, per così dire, è l'attrice di una proposta che è stata comunicata ieri e che, io credo, come ha detto l'onorevole Capezzone, dovrà essere necessariamente rivista all'interno di una Conferenza di presidenti di gruppo. Infatti la dignità di ciò che questo Parlamento fa, deriva anche dalla dignità della discussione che riesce a portare avanti, dalle modalità con cui si conduce e anche dai tempi che ha.
  Noi dall'inizio della riforma in quest'Aula – io personalmente non condividevo nemmeno questo – ci siamo dati dei tempi molto ristretti, poche ore per discutere. Qui non stiamo nemmeno discutendo di un'accelerazione di quei tempi, stiamo discutendo della negazione ad ogni deputato della possibilità di esprimere compiutamente il proprio pensiero, stiamo discutendo da molti giorni con un minuto a testa per gli interventi di tipo personale.
  Era poco, era già poco; 30 secondi sono uno slogan. Gli slogan fatti molto rapidamente possono degenerare in slogan poco piacevoli, perché quando ci si affronta a colpi di una parola, la parola deve pesare. Noi non abbiamo bisogno di far pesare una parola, abbiamo bisogno di far pesare un ragionamento. Quindi, io mi auguro che la Conferenza dei presidenti di gruppo rivedrà decisamente questa decisione sbagliata.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, intervengo per il buon andamento dei Pag. 20lavori. Lei più volte giustamente, perché questo è il suo ruolo, quello che le richiede il Parlamento, ha auspicato un dibattito sulle riforme sereno e costruttivo e questo è apprezzato da tutti. Però deve anche capire, Presidente, la situazione che si sta creando e che diventa sempre, sempre più difficile da sostenere e da accettare, da accettare, Presidente.
  Siamo partiti dal divieto del voto segreto, perché deciso in una Giunta con una maggioranza, che, tra l'altro, è stata eletta con una legge incostituzionale, per riformare la Costituzione: questo è lo scenario, giusto o sbagliato che sia, questo è lo scenario. Siamo arrivati a discutere la Costituzione d'imperio. Nel momento di vacatio del Presidenza della Repubblica, di mancanza della presenza del garante della Costituzione, che dovrebbe tutelare la Costituzione, noi modifichiamo la Costituzione. E oggi, Presidente, ci dice che noi possiamo intervenire per 30 secondi.
  Presidente, non si può argomentare per 30 secondi, per 30 secondi si può solo insultare. È l'unica cosa che si può fare in 30 secondi, Presidente. Quello che noi vogliamo evitare è questo. Noi vogliamo partecipare e argomentare. Se lei ci impone di insultare, siamo pronti anche a questo, Presidente. Questa è la Costituzione. Noi utilizzeremo gli strumenti che ci darà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputato Buttiglione, io sto dando la parola su questa questione a un deputato per gruppo e non più.

  CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CINZIA MARIA FONTANA. Grazie Presidente. Lei ha giustamente rappresentato a quest'Aula il fatto che la questione è stata già posta ieri e in quel momento non vi è stata alcuna discussione. Come gruppo, però, vogliamo sottolineare che proprio per il clima di lavoro che si è instaurato questa mattina, il mio gruppo non ha alcuna obiezione a consegnare questa discussione, che è stata rappresentata dai vari gruppi, alla Conferenza dei presidenti di gruppo e, quindi, permettere in quell'occasione una discussione su questo tema (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, richiamo il Regolamento per sottolineare che anche il nostro Regolamento è dotato di buon senso. Il nostro Regolamento non mette sullo stesso piano ogni tipo di progetto di legge o di disegno di legge. Sa fare una bella differenza. Infatti, l'articolo 85, al secondo comma, dice che...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sannicandro, se è sullo stesso argomento ho detto che può intervenire un deputato per gruppo.

  ARCANGELO SANNICANDRO. No, no, è su un altro argomento. Un attimo solo, se mi fa finire....

  PRESIDENTE. Se è sulla durata degli interventi a titolo personale ho detto che darò la parola a un deputato per gruppo e il suo gruppo si è già espresso.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io sto parlando del Regolamento.

  PRESIDENTE. Sì, ma se il suo intervento è in merito alla durata degli interventi a titolo personale il suo gruppo si è già espresso.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Niente affatto. Io chiedo di parlare per i minuti che mi spettano su un altra questione.

  PRESIDENTE. Lei, quindi, mi sta dicendo che non parla sulla durata degli interventi a titolo personale ?

Pag. 21

  ARCANGELO SANNICANDRO. No, voglio parlare di un'altra cosa.

  PRESIDENTE. Va bene.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Voglio parlare di una cosa che poi serve per ogni altra discussione analoga.
  Una premessa colleghi: noi dal primo giorno non stiamo facendo alcun dibattito su questa riforma, stiamo facendo soltanto dichiarazioni di voto, giusto ? Ossia parla il capogruppo, dice che vota contro e poi parla un altro per dire se dissente o non dissente e comunque la sua opinione è scaricata nell'ambito dei tempi per gli interventi a titolo personale.
  In materia costituzionale, i progetti di legge costituzionale, di delegazione legislativa, la materia elettorale e l'autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali sono materie che il nostro Regolamento considera diverse dal procedimento ordinario, tant’è vero che la Presidenza può attribuire il doppio del tempo che normalmente è attribuito ad un deputato, che è di massimo 20 minuti per parlare.
  Poi aggiunge – tanto per dire che il nostro Regolamento è fatto anche di buonsenso – che, anche al di fuori di queste materie, è facoltà del Presidente della Camera, per altri progetti di legge, di aumentare il termine di 20 minuti fino al doppio per uno o più articoli, se la loro particolare importanza lo richieda.
  In questo caso, in genere, noi stiamo parlando di riforma costituzionale, per la quale è previsto che normalmente si raddoppi il tempo e non che si riduca.
  Ora a prescindere dal fatto che è capitata l'occasione che l'avete ridotto, ma è da tempo che io voglio rivendicare che i tempi siano aumentati.
  Non è possibile che rispetto alle 80 ore o quelle che siano, non mi ricordo, si amplino i tempi di un terzo: anziché aumentarle, si dà in più un terzo e non le si raddoppia, questa è la questione.

  PRESIDENTE. La questione che lei solleva di aumentare il tempo vale per la discussione generale ed il complesso degli emendamenti, non per le dichiarazioni di voto. Di questo noi stiamo parlando adesso (Commenti del deputato Sannicandro). Si riferisce al complesso degli emendamenti, onorevole Sannicandro, comunque andiamo avanti.

  EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, avevo chiesto la parola anche prima di Sannicandro, ma mi consentirà il collega Sannicandro...

  PRESIDENTE. Era sul Regolamento, per questo gli ho dato la precedenza.

  EDMONDO CIRIELLI. ... di ricollegarmi a quello che lui ha detto, perché mi sembra molto saggio.
  Mi rivolgo anche al PD, che ha una tradizione democratica importante, come esprime anche il nome all'interno della locuzione che indica il partito.
  Vede, noi non stiamo facendo ostruzione e stiamo facendo anche un'opposizione molto mirata su singoli emendamenti. Cerchiamo di rispettare il percorso che una maggioranza che ha il consenso degli italiani, almeno alle ultime elezioni, intende portare avanti con la riforma. D'altro canto, però, è assolutamente comprensibile e legittima l'attività di altri partiti di opposizione, che stanno cercando, con gli strumenti che il Regolamento prevede, di fare una battaglia.
  Quello che però è poco ammissibile, al di là del legittimo gioco della maggioranza, che cerca di andare spedita, e dell'opposizione, che cerca di opporsi, così come la parola stessa dice, è l'idea di svilire il dibattito su un tema importante.
  Noi non stiamo affrontando un tema qualunque, stiamo affrontando un tema che i nostri padri costituenti hanno costruito con un percorso importante, un percorso rafforzato, una doppia lettura, dei tempi, la possibilità di ricorrere al referendum.Pag. 22
  Quindi l'idea di dare ad un parlamentare solo 30 secondi per parlare su un tema di natura costituzionale io credo che sia sbagliata e svilente non soltanto della funzione del singolo parlamentare, ma dell'Assemblea stessa, quindi anche di lei, Presidente.
  E ripeto: parliamo noi che non stiamo effettuando nessuna azione di contrasto, poiché qualche giorno in più, 7 giorni in più, 5 giorni in più di dibattito non è che rappresentino la fine del mondo rispetto ad una riforma epocale.
  Veramente io invito ad un ragionamento costruttivo e positivo il Partito Democratico. Mi appello – e veramente lo dico in maniera serena e convinta – al loro buonsenso democratico, ma anche a lei, Presidente, che difenda le istituzioni: qualche giorno in più, rispetto ad un dibattito così profondo, rappresentano sicuramente un niente, ma una cosa molto importante per la democrazia.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signor Presidente, mi sembra che la questione sia regolata dall'articolo 85, comma 7, del Regolamento, il quale conferisce a lei, signora Presidente, piena facoltà di determinare quali siano questi tempi. Io credo che se lei ci dicesse che si riserva di valutare il merito, magari chiedendo anche il parere della Giunta per il Regolamento, parere meramente consultivo e neanche previsto dal Regolamento, e intanto andassimo avanti secondo la regola precedentemente stabilita, potremmo chiudere questa discussione.

  PRESIDENTE. La ringrazio per aver anticipato quanto stabilito dal Regolamento, cioè che questa è una facoltà che spetta alla Presidente. Io ho ascoltato il parere dei gruppi e ho preso atto. Dunque mi riservo di valutare quanto i gruppi stanno sottoponendo cioè il fatto di ritornare ad un minuto per le dichiarazioni di voto a titolo personale. Faremo un approfondimento nella Conferenza dei presidenti di gruppo a seguito della quale tirerò di nuovo le conclusioni. Quindi direi di chiudere qui a questo punto e, in via del tutto eccezionale, perché c’è il parere favorevole abbastanza condiviso da parte di tutti i gruppi, direi di ritornare ad un minuto, salvo riservarmi la decisione, sentita anche la Conferenza dei presidenti di gruppo, su come proseguire i nostri lavori.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà mentre il relatore di minoranza della Lega nord e Autonomie si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld... Giuliani... Minnucci... Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  454   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  351.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Cimbro e Aiello hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 23

  Petrenga... Albanella... Basso... Ciprini... Di Lello... Albanella... Pagano... Blazina... Cesaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  462   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  357.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Paolo Bragantini, Cimbro e Carlo Galli hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario. Il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Quaranta 2.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente. Colleghi, vorrei porre alla vostra attenzione una questione che per me rimane una problematicità aperta su cui penso sarebbe utile ragionare insieme, che è la seguente: abbiamo deciso di avere un Senato di 95 più 5, cioè di 100 senatori, di cui 95 eletti e 5 di nomina presidenziale. Abbiamo inoltre posto un altro vincolo, cioè che ad ogni regione spettino almeno due senatori.
  Voglio farvi riflettere su una questione che per me è una questione aperta, sulla quale non c’è una soluzione, ma sulla quale sarebbe bene ragionare insieme. Perché, cosa porta come conseguenza questa scelta ? Porta al fatto che molte regioni avranno due senatori e poi c’è una regione, ad esempio la Lombardia, che ne avrà 14. Perché questa è una problematicità ? Intanto perché non esiste nessun Paese al mondo, federalista o regionalista, che ha un rapporto di uno a sette tra le regioni più piccole e quelle più grandi; poi, rischia di comportare un altro problema, ossia ci saranno alcune regioni che in questo Senato saranno irrilevanti e altre regioni, come la Lombardia, che rischiano di mettere a rischio il funzionamento della loro regione, perché quando 13 consiglieri regionali dovranno spostarsi a Roma, immagino che questa cosa potrà creare qualche difficoltà alla regione Lombardia.
  Allora, io penso che ricalibrare questo rapporto sarebbe utile, perché lo spirito di questo Senato delle autonomie non è la pura proporzionalità degli abitanti di ogni regione: non penso possa essere questo, perché è del tutto evidente che le regioni più importanti avranno comunque un peso superiore rispetto alle altre. Il punto è non far sentire da subito certe regioni escluse, che non contano nulla, e consentire, invece, che sia davvero la Camera delle autonomie. Naturalmente la postilla di tutto questo, e concludo, è che un percorso di questo genere avrebbe dovuto vedere un ragionamento serio sulle macroregioni, perché è solo attraverso un ragionamento sulle macroregioni che si può ragionare di servizi utili ai cittadini e di una migliore organizzazione dello Stato. Però, è del tutto evidente che quando si sceglie questo metodo per fare le riforme costituzionali i ragionamenti che abbiano un minimo di serietà rischiano di cadere nel vuoto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 2.102.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cera, Ruocco, Bossa, Capone, Fauttilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  452   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  349.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 24

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 2.103 con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Sereni, Bosco, Ciracì, Daniele Farina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  460   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  354.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Marantelli, Gandolfi, Castelli, Scotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  467   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.106, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  462   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  355.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Moretto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Avverto che, su richiesta del gruppo MoVimento 5 Stelle, le due successive proposte emendative, cioè Biancofiore 2.107 e Bianconi 2.110, saranno votate a scrutinio segreto, sulla base di quanto emerso nella riunione della Giunta per il Regolamento dello scorso 12 gennaio. Tali proposte emendative, infatti, recano disposizioni di natura sostanziale riferite alla tutela delle minoranze linguistiche di cui all'articolo 6 della Costituzione, richiamato dall'articolo 49 del nostro Regolamento.
  Passiamo all'emendamento Biancofiore 2.107, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e di tutti e tre i relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Presidente, annuncio il voto contrario all'emendamento del gruppo Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Presidente, non risponderò al collega Kronbichler perché ho poco tempo a disposizione, ma dico solo che chi getta divisione Pag. 25tra i gruppi linguistici in Alto Adige è chi determina l'assetto istituzionale della provincia autonoma di Bolzano, e non è certo Michaela Biancofiore ma chi comanda nella provincia autonoma di Bolzano. Ciò detto, anche lo Statuto d'autonomia, come qui dimostro, prevede la votazione per gruppi etnici separati all'interno della provincia autonoma di Bolzano per alcune cose, tra cui il bilancio. Questo perché l'unica possibilità che ha il gruppo italiano di contare è all'interno del consiglio provinciale nel gruppo di minoranza, che è a maggioranza di lingua italiana. Capisco che la cosa è complicata da comprendere ma non vorrei che anche l'unico senatore che spetterà alla comunità di lingua italiana venga deciso dalla Südtiroler Volkspartei. Se tutti voi volete compartecipare anche a questo scempio, a quello che loro chiamano «l'italiano buono», cioè l'italiano scelto con lista di proscrizione, beh, fate voi, io non mi assumo questa responsabilità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Presidente, intervengo solo per annunciare il voto contrario, convintamente contrario, del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, nello spirito di quanto ho cercato di espletare nel mio intervento precedente e sempre contro la massima vigente, sostenuta adesso anche dalla collega Biancofiore, del «più ci dividiamo e meglio ci comprendiamo», che contesto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biancofiore 2.107.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caso, Donati, Carrozza, Piccoli Nardelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  475   
   Maggioranza  238   
    Voti favorevoli  134    
    Voti contrari  341.

  La Camera respinge (Applausi polemici della deputata Biancofiore – Vedi votazioni).

  (I deputati Benamati e Aiello hanno segnalato che non sono riusciti ed esprimere il voto).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 2.110, sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo e dei tre relatori di minoranza. Anche qui c’è la richiesta del voto segreto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, annuncio il voto contrario del gruppo Forza Italia su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Solo per dire che la deputata Centemero ha tolto il diritto di illustrare l'emendamento a me e prima alla collega Biancofiore. Siamo in un partito che non solo ha cambiato nome, si chiama Forza Renzi, ma è fatto di sudditi e sicari (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.Pag. 26
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 2.110.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Giancarlo Giordano, Patriarca, Russo, Sisto, Francesco Sanna, Ravetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  481   
   Maggioranza  241   
    Voti favorevoli  135    
    Voti contrari  346    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 2.113 sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, colleghi, il quarto comma dell'articolo 57 come modificato dal presente disegno di legge prevede una ripartizione dei collegi senatoriali tra le varie regioni da effettuarsi in proporzione alla popolazione di ciascuna di esse, come risulta dall'ultimo censimento effettuato. Questa ripartizione, a nostro avviso, produce un eccessivo squilibrio della rappresentanza tra le singole regioni ed anche uno squilibrio della rappresentanza all'interno della singola regione tra i senatori, espressione del consiglio regionale, e quelli espressione dei comuni. In questo senso nelle diverse regioni che saranno rappresentate da due senatori il rapporto sarà di 1 a 1, un esponente del consiglio regionale ed uno dei comuni. Nelle altre invece il rapporto cambia in maniera radicale. Inoltre, come abbiamo già accennato, riteniamo che sia eccessiva la differenza di rappresentanza tra le singole regioni: un rapporto che va da un minimo di 2 senatori a un massimo di 14 e che non ha eguali in altri Senati federali o comunque espressione di Stati fortemente regionalizzati. Un dato questo che, se non ricordo male, è stato sollevato anche in alcune audizioni di esperti.
  Alla luce di queste motivazioni e alla luce degli altri emendamenti presentati sul punto proponiamo la soppressione del quarto comma dell'articolo 57 nella versione proposta dal disegno di legge del Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 2.113.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Catania, Di Lello, Ruocco, Piepoli, Marchi, Sanga, Bossa, Chimienti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  472   
   Votanti  471   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  363.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Benamati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  A questo punto io chiederei ai relatori e anche al rappresentante del Governo di darmi i pareri sui restanti emendamenti e anche sugli articoli aggiuntivi relativi all'articolo 2. Presidente Sisto ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, utilizzando lo stesso sistema che abbiamo Pag. 27utilizzato ieri, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti e articoli aggiuntivi relativi all'articolo 2 a partire dall'emendamento D'Ambrosio 2.115, ad eccezione ovviamente dell'emendamento 2.700 della Commissione.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo al parere dei relatori di minoranza, iniziamo con il relatore di SEL.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento D'Ambrosio 2.115.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Centemero 2.900 è stato ritirato.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento 2.700 della Commissione, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Mazziotti Di Celso 2.116, sugli identici emendamenti Toninelli 2.400 e Kronbichler 2.401, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.402, sugli identici emendamenti Toninelli 2.403 e Kronbichler 2.404, sugli identici emendamenti Toninelli 2.405 e Pannarale 2.406, sugli identici emendamenti Bianconi 2.118 e Lombardi 2.119, nonché sugli emendamenti Colletti 2.208, Schullian 2.120, Colletti 2.207, Matteo Bragantini 2.122 e 2.123 e Toninelli 2.125. Il parere è contrario sugli emendamenti Nuti 2.126, 2.127 e 2.128 e favorevole sugli articoli aggiuntivi Nuti 2.01 e 2.02.

  PRESIDENTE. Relatore Matteo Bragantini ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, io utilizzo il fascicolo n. 2 della seduta dell'8 gennaio.

  PRESIDENTE. Non la sento, si avvicini.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Userò il fascicolo n. 2 della seduta dell'8 gennaio, per chiarezza.

  PRESIDENTE. Io ho il n. 3.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Ma il numero degli emendamenti e il primo firmatario presumo che siano uguali.

  PRESIDENTE. Allora mi dice lei il numero dell'emendamento o lo dico io ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Lo dico io.

  PRESIDENTE. Prego.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento D'Ambrosio 2.115, a pagina 137 del fascicolo.

  PRESIDENTE. Non mi dica il numero della pagina; io ho un altro fascicolo. Mi dica solo il numero dell'emendamento.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Per quello dicevo sempre di tenerne uno...

  PRESIDENTE. Prego.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Mi risulta che l'emendamento Centemero 2.900 sia ritirato.

  PRESIDENTE. Ma eravamo all'emendamento D'Ambrosio 2.115...

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Su questo emendamento il parere è contrario.Pag. 28
  Come dicevo, l'emendamento Centemero 2.900 è ritirato. Sono stati presentati subemendamenti all'emendamento 2.700 della Commissione ?

  PRESIDENTE. No.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 2.700 della Commissione e Mazziotti Di Celso 2.116, sugli identici emendamenti Toninelli 2.400 e Kronbichler 2.401, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.402, sugli identici emendamenti Toninelli 2.403 e Kronbichler 2.404, sugli identici emendamenti Toninelli 2.405 e Pannarale 2.406, sugli identici emendamenti Bianconi 2.118 e Lombardi 2.119, sugli emendamenti Colletti 2.208 e Schullian 2.120.

  PRESIDENTE. Mi dicono che l'emendamento Schullian 2.120 sia stato appena ritirato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo altresì parere favorevole sugli emendamenti Colletti 2.207, Matteo Bragantini 2.122 e 2.123 e Toninelli 2.125. Il parere è contrario sugli emendamenti Nuti 2.126, 2.127 e 2.128.
  Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Nuti 2.01 e 2.02.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza Toninelli sulle proposte emendative all'articolo 2 ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Esprimo parere favorevole sull'emendamento D'Ambrosio 2.115.

  PRESIDENTE. L'emendamento Centemero 2.900 è ritirato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 2.700 della Commissione, mentre il parere è contrario sull'emendamento Mazziotti Di Celso 2.116.
  Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Toninelli 2.400 e Kronbichler 2.401, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.402, sugli identici emendamenti Toninelli 2.403 e Kronbichler 2.404, sugli identici emendamenti Toninelli 2.405 e Pannarale 2.406, sugli identici emendamenti Bianconi 2.118 e Lombardi 2.119 nonché sugli emendamenti Colletti 2.208 e 2.207.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Matteo Bragantini 2.122, mentre il parere è favorevole sugli emendamenti Matteo Bragantini 2.123, Toninelli 2.125 e Nuti 2.126, 2.127 e 2.128.
  Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Nuti 2.01 e 2.02.

  PRESIDENTE. Ricordo che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza. Quindi, tutti hanno espresso il parere.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ma vuole parlare sull'emendamento ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, intervengo sui pareri.

  PRESIDENTE. Prego.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, mi sono accorto di un errore. Evidentemente, ho sbagliato ad esprimere il parere sull'emendamento 2.700 della Commissione. Esprimo parere favorevole su questo emendamento mentre, invece, avevo espresso parere contrario.

  PRESIDENTE. Dunque, il suo parere sull'emendamento 2.700 della Commissione non è contrario ma è favorevole.
  Passiamo ora alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 2.115, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, con il parere contrario del relatore di minoranza Pag. 29di Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento, all'articolo 2 di questo disegno di legge costituzionale, vogliamo sopprimere il comma quinto dell'articolo 57, così come modificato dal presente testo. Il quinto comma parla della durata del mandato dei senatori e coincide con quello degli organi delle istituzioni territoriali nei quali sono stati eletti.
  Colgo l'occasione per ricordare al Governo, ancora una volta, di riflettere sul sistema che sta per promuovere nelle istituzioni italiane. Facciamo ancora in tempo, infatti, a valutare ipotesi di accelerazione dei tempi dei lavori parlamentari, pur mantenendo il doppio controllo, o di scegliere per il monocameralismo. Discutiamone, ma senza pastrocchi. Io capisco che Renzi non sia l'esecutore materiale di una proposta che era nel programma di centrosinistra degli anni Novanta, gli anni di Prodi, di D'Alema, però faccio riferimento agli anni che hanno partorito una riforma del Titolo V che ora dobbiamo necessariamente ritirare e modificare, almeno stando alle intenzioni del Governo, quelle palesate.
  Quindi, cari deputati di maggioranza e di opposizione, se esiste ancora un'opposizione, dobbiamo intervenire ora su questa riforma e non più in là. Non facciamo passare altri quindici anni, come sempre è accaduto, per capire che in fondo si aveva torto. Quindi, per questo motivo, Presidente, chiedo di votare favorevolmente su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 2.115.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Manzi, Casati, Piepoli, Giorgetti, Matarrelli, Zampa, Garavini, Rocchi, Turco, Milanato, Venittelli, Rabino, Carrozza, Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.700 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Mantero, Piccioni, Coppola, Saltamartini, Nardi, Sereni, Ragosta, Ribaudo, Rigoni, Distaso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  453    
    Hanno votato no    3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Terzoni e Vezzali hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazziotti Di Celso 2.116, sul quale vi è un invito al ritiro oppure il parere è contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà.

Pag. 30

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, noi, a seguito anche delle discussioni avute nel Comitato dei nove, ritireremo l'emendamento, in quanto questa correzione, che riteniamo necessaria, si è discusso di riproporla da parte dei relatori in relazione ad una successiva norma, e cioè l'articolo 39; tra l'altro, chiederei anche ai relatori, magari, di confermare questa posizione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, chiarisco che, effettivamente, come è accaduto per l'emendamento dei relatori appena votato dall'Aula, che tendeva a chiarire che i sindaci nominati decadono unitamente allo scioglimento del consiglio regionale, questo emendamento, Mazziotti Di Celso 2.116, vede il parere contrario dei relatori nella prospettiva dell'accoglimento del principio nel successivo articolo 39, con delle modalità diverse da quello che l'onorevole Mazziotti Di Celso intendeva proporre all'Aula. Quindi, il principio va bene, ma sarà riproposto in una norma successiva, con un emendamento dei relatori.

  PRESIDENTE. Dunque, l'emendamento Mazziotti Di Celso 2.116 è stato ritirato ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Per i relatori il parere rimane invito al ritiro, altrimenti parere contrario, però nella prospettiva del recepimento e del trasferimento di questo principio in altra parte del provvedimento. Allo stato, manteniamo il parere di invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Confidiamo nel ritiro dell'emendamento da parte del collega Mazziotti Di Celso.

  PRESIDENTE. Però il deputato Mazziotti Di Celso mi sta dicendo che insiste per la votazione.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. No, sto dicendo che ritiriamo l'emendamento in relazione a questa posizione che il relatore ha confermato.

  PRESIDENTE. Sta bene, quindi l'emendamento Mazziotti Di Celso 2.116 è ritirato.
  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Toninelli 2.400 e Kronbichler 2.401, sui quali vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Illustrerò brevemente questo emendamento, che, a mio parere, ha una portata normativa e, soprattutto, politica molto elevata. Cosa diciamo ? Innanzitutto, l'obiettivo è quello di evitare una prassi tipica italiana – ahimè, nonostante vi siano anche disposizioni normative europee che la vieterebbero – di approvare leggi elettorali in prossimità del termine della legislatura, e quindi cucendo addosso alle forze di maggioranza di quel momento un abito su misura, per affrontare le successive elezioni.
  Noi affermiamo che cosa ? Prevediamo un quorum alto per l'approvazione della legge elettorale, affinché questa, approvata dal Parlamento, possa essere utilizzata nelle elezioni politiche successive: tale quorum è di due terzi. Laddove il Parlamento, invece, approvasse con una maggioranza inferiore, una maggioranza semplice, in questo caso, la legge elettorale, affermiamo che, siccome vi è questa prassi politica di approvare la legge elettorale poco prima, per disegnarsela su misura, questa legge elettorale entrerà in vigore la seconda elezione successiva al termine della legislatura che l'ha approvata.
  È una sorta di clausola di salvaguardia, che permette al Parlamento di approvare Pag. 31leggi elettorali, se necessarie e, soprattutto, se ampiamente condivise – vista l'importanza che la legge elettorale ha per la democrazia e la rappresentanza dei cittadini –, oppure la legge elettorale entrerà in vigore, abbiamo previsto, dalla seconda legislatura successiva a quella di approvazione.
  Abbiamo inserito anche un'altra norma, che riteniamo essenziale nel nostro Paese, che potremmo riassumere con semplicità in par condicio, affermando che tutti i candidati di movimenti e di partiti devono avere la stessa parità di accesso ai sistemi, pubblici e privati, di comunicazione di massa, ovviamente all'interno della campagna elettorale.
  Io penso che questo emendamento debba aprire un dibattito quantomeno per iniziare a discutere di un argomento importante, ovvero sia che la politica si deve prendere la responsabilità di dire basta ad approvazioni di leggi elettorali in prossimità di elezioni, basta a leggi elettorali anche regionali, anche territoriali, come sta accadendo in questi mesi, fatte a poche settimane o mesi dalle elezioni, appunto per permettere il rinnovo della stessa maggioranza che va a finire.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Signor Presidente, come se ci fossimo messi d'accordo ! Il collega forse non ha toccato l'ultima frase, che ritengo pure importantissima: quella delle condizioni di parità per l'accesso ai media privati e pubblici nella propaganda elettorale. Queste norme noi le eleviamo a livello costituzionale, perché fino adesso non hanno funzionato; la normativa attuale non ha tutelato questa parità, e neanche il garante è capace di garantirla. Quindi, cerchiamo di fare una legge elettorale che si metta all'altezza della scienza e delle tecniche comunicative !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Signor Presidente, io vorrei dichiarare il mio voto a favore di questo emendamento, perché apre un tema importante, che nel nostro ordinamento e nella nostra esperienza giuridica è ancora ignoto, ma che già la Corte costituzionale tedesca, nel dichiarare l'incostituzionalità, se non ricordo male, della legge elettorale tedesca sulle europee, ha posto con chiarezza: il tema dell'abuso di maggioranza e del conflitto di interessi politico del Parlamento; la famosa Entscheidung in eigener Sache, che rischia di essere un problema sul quale anche le riforme costituzionali possono sbattere. Per cui io credo che il tema posto sia un tema vero, e non possiamo che raccoglierlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, con questo emendamento si parla di corda in casa dell'impiccato, in quanto chiedere la parità di accesso e uguali condizioni, nel corso della competizione elettorale, che noi sappiamo essere uno dei principi fondanti del dibattito politico, e quindi anche della garanzia della tenuta democratica nel momento in cui l'elettore-cittadino si forma un giudizio, una opinione in merito ai competitor elettorali, parlare di queste cose, in un provvedimento che si fonda su un accordo tra Forza Italia e PD, evidentemente rimane molto difficile e cosa ardua; infatti, dietro queste due forze politiche, vi sono di fatto i monopolisti dell'informazione, ovvero il servizio pubblico, ad appannaggio dell'uno, e Mediaset, ad appannaggio dell'altro. Rimane il fatto che ci apprestiamo a esprimere un voto che sarà di mera testimonianza, ma di grandissima importanza, dal punto di vista dei principi democratici e, soprattutto, dal punto di vista della garanzia di quel pluralismo che tanto, troppo, spesso, in questo Paese, è stato violato a favore di questo o quel gruppo di potere editoriale, che poi ha sempre corrisposto ad una politica di Governo che ne è stata una stretta emanazione. Pag. 32Quindi, preannunzio il voto favorevole della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Toninelli 2.400 e Kronbichler 2.401, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Gadda, Di Battista, Tidei, Venittelli, Minnucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  467   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.402, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Attorre, Totaro, Caruso, Latronico, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  470   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Toninelli 2.403 e Kronbichler 2.404, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani, Patriarca, Luciano Agostini, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  472   
   Votanti  471   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  360.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Coccia e Richetti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Toninelli 2.405 e Pannarale 2.406, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Latronico, Vecchio, Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 33
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  468   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  358    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Boccadutri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 2.118 e Lombardi 2.119, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Carfagna, Folino, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  473   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  354.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 2.208, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto... va bene, hanno votato tutti i colleghi ? No... Nicchi ha votato... Pellegrino, Ciprini... Ciprini ha votato ? Sì, bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  475   
   Votanti  473   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  360.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 2.207, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Eccolo, il sistema ha dei tempi suoi. Totaro, Ciracì, Malisani, Folino, Colaninno, Brugnerotto, Bonifazi, Rizzetto ... Malisani non riesce... Malisani ha votato... bene, ci siamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  469   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  356.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Damiano, Dal Moro, Antezza e Monaco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 2.122, su cui vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle ed il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caon. Ne ha facoltà.

Pag. 34

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, solo per ricordare il parere favorevole da parte del gruppo Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente, questo è un emendamento che va a sopprimere la Conferenza unificata Stato-regioni per quel ragionamento che abbiamo sempre fatto, perché noi riteniamo che il Senato delle autonomie debba andare a sostituire la Conferenza Stato-regioni e che debba rappresentare le regioni. Per questo motivo riteniamo importante che venga approvato quest'emendamento, perché andrebbe nella direzione che, a maggioranza, tutti vorrebbero. Infatti sia una parte della maggioranza del Partito Democratico, sia Scelta Civica, sia Per l'Italia, sia Sinistra Ecologia Libertà, sia MoVimento 5 Stelle, sia Lega Nord, sia una parte di Forza Italia vogliono che il Senato sia rappresentanza dei governi regionali (il sistema tedesco). Ciò vuol dire che dovremmo andare ad abolire la Conferenza unificata Stato-regioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.122.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Businarolo... chi altri ? La Russa non trova la tessera... chi altro ? Allora, deputato La Russa ? No, vado avanti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  474   
   Votanti  471   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no  424.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Monaco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 2.123, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Intervengo per annunciare il voto favorevole da parte del gruppo della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Questo è veramente un emendamento di buon senso. Infatti, se i senatori che sono consiglieri regionali sono a Roma, noi diciamo che deve essere vietata la convocazione dei consigli regionali nei giorni in cui è riunito il Senato. Altrimenti, si va a sfalsare l'equilibrio tra maggioranza e minoranze nelle varie regioni. Per questo motivo è opportuno mettere in Costituzione il divieto che si possano convocare i consigli regionali in concomitanza con le riunioni del Senato, ciò anche per esplicitare maggiormente l'assurdità di questa norma, che alla fine va a prevedere che ci saranno le riunioni del Senato durante la settimana e nel weekend ci saranno le riunioni dei consigli regionali. Dunque, non so come faranno questi politici bravissimi, nostri amici, a fare attività sul territorio.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, mi scusi, penso che questo sia un argomento che debba interessare tutta l'Aula. Escono adesso agenzie di stampa che riportano Pag. 35che il Ministro degli affari esteri Gentiloni ha affermato che con l'arrivo di immigrati clandestini nel nostro Paese c’è il notevole rischio di presenza di terroristi, a differenza di tutte le dichiarazioni fatte antecedentemente dal Governo e dalla maggioranza, che avevano annunciato il totale controllo e l'esclusione assoluta di questo tipo di rischio. Quindi, noi chiediamo, un'informativa urgente da parte del Ministro Gentiloni, che dica a quest'Aula – e non in qualche conferenza o in qualche convegno pubblico – quali sono i rischi che stanno correndo i cittadini di questo Paese e quali misure il Governo intende attuare per evitarli.
  Dunque, ovviamente facciamo riferimento a lei perché nel più breve tempo possibile il Governo venga in Aula a riferire sull'argomento.

  PRESIDENTE. D'accordo. Il Governo è anche presente in Aula, dunque trasmetterà questa richiesta.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 2.123.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregorio Fontana, Dellai.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  472   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  352.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 2.125, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moscatt, Colaninno, Frusone, Rampi, Amoddio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  484   
   Votanti  481   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  365.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 2.126, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza dei gruppi SEL e Lega Nord e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Grazie Presidente, questo emendamento interviene per introdurre i casi di incandidabilità alla nuova carica di senatore, cioè nello specifico stabiliamo che non possono ricoprire la carica di senatore coloro che sono sotto procedimento penale e che siano già stati condannati per reati di tipo non colposo.
  Vista la nuova composizione del Senato, ci sembra logico introdurre una norma che preveda che chi è sottoposto a procedimento, se condannato, non possa partecipare ai lavori dell'Assemblea. Questo perché è possibile che i rappresentanti nominati dalle regioni possano intervenire nel processo legislativo al fine di favorire la propria o altrui situazione nei confronti della giustizia, come peraltro è già ampiamente avvenuto nel passato. Pag. 36
  Allo stesso modo, riteniamo anche che chiunque sia condannato per reati di tipo non colposo, quindi doloso, soggiace ad un giudizio di riprovazione sociale che lo sottrae alla capacità di rappresentare rettamente la nazione.
  L'8 settembre del 2007 furono raccolte centinaia di migliaia di firme per sostenere una legge di iniziativa popolare dal nome «Parlamento pulito», attraverso la quale si voleva proprio perseguire questo scopo. Una proposta di legge che successivamente rimase ampiamente inascoltata, nonostante l'importante successo riscosso fuori dai palazzi.
  Stanchi, ovviamente a causa di una politica per lo più corrotta, i cittadini avevano deciso di firmare questa proposta ed alle elezioni dell'aprile 2008 furono elette 70 persone che, al momento dell'elezione, risultavano essere condannate in via definitiva o non definitiva, prescritti, indagati o rinviati a giudizio. A fine legislatura, pensate, questo numero aumentò fino a 110 parlamentari. Poi, nelle elezioni del febbraio 2013, grazie agli oltre 160 portavoce eletti nel MoVimento 5 Stelle, l'esercito di condannati prescritti, indagati o rinviati è sceso a circa 50 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Esprimo il parere contrario della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, credo che su questo argomento sia necessario fare una riflessione che sia seria ed approfondita. Si devono distinguere i reati per i quali una persona, un individuo viene appunto condannato. Se vengo condannato per mafia, è doveroso e sacrosanto pretendere che io non mi possa candidare. Limitare quella libertà è sacrosanto, è una battaglia che la Lega sta portando avanti da diverso tempo.
  Ma se invece vengo condannato perché, in età magari giovanile, ho diffamato o compiuto un reato diverso, meno pesante, è chiaro che non capisco perché in età avanzata, magari, io non mi possa candidare. Questa dovrebbe essere una riflessione, perché è chiaro che nel momento in cui poi la norma vale tout court, vale tout court per i casi e per i reati definibili minori o comunque più trascurabili e che non incidono poi nella condotta politica, nella vita politica di un individuo; altri casi invece sono molto più deprecabili, come la corruzione, soprattutto se riguarda l'ambito pubblico o appunto reati di mafia: questi mi trovano perfettamente d'accordo con l'impostazione del MoVimento 5 Stelle.
  Quindi è un approfondimento che dobbiamo fare, per senso civico non possiamo equiparare o uniformare tutte le condanne alla medesima fattispecie e quindi limitare la libertà e la possibilità di un cittadino di potersi impegnare nella cosa pubblica, soprattutto per rappresentare i cittadini in un'Assemblea legislativa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, sorvolerò sulla presunzione di maggiore propensione alla criminalità dei componenti dei consigli regionali, la quale lascio a voi giudicare.
  Ma esiste un principio costituzionale per il quale nessuno può essere considerato come colpevole, assoggettato a misure limitative della libertà personale o dei diritti politici, prima di una sentenza definitiva.
  Per tale ragione noi voteremo contro questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente, intervengo su questo tema perché credo che il tema della incandidabilità, laddove Pag. 37vengono commessi dei reati, sia evidentemente un tema serio che viene correttamente portato all'attenzione dell'Aula. Tale tema non può essere discusso in maniera non approfondita soprattutto nel combinato disposto di una normativa e mi riferisco in modo particolare alla legge Severino. Chi era presente in quest'Aula nella precedente legislatura ricorderà il dibattito che venne fatto sulla legge Severino e rispetto alla quale ancora oggi vi è evidentemente un dibattito e vi sono evidentemente ancora alcuni dubbi interpretativi e, quindi, ritengo che questo emendamento non possa non essere tenuto nella debita considerazione laddove non lo si agganci alla legge Severino.

  PRESIDENTE. Concluda.

  NICOLA MOLTENI. Quindi invito il Parlamento e l'Aula ad una approfondita riflessione perché il tema merita sicuramente attenzione ma non può essere lasciato cadere banalizzandolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente. Credo che questo sia un emendamento di assoluto buonsenso. L'altro giorno abbiamo fatto l'elenco di persone che sono coinvolte in indagini, che sono rinviate a giudizio e in tanti ci hanno detto che siamo giustizialisti. C’è un fatto che vorrei capire: se facciamo i singoli nomi, siamo giustizialisti; se diciamo che sono tutti indagati, facciamo di tutta un'erba un fascio. In attesa di capire qual è la posizione dei partiti rispetto alla pulizia e alla legalità all'interno delle forze politiche, chiediamo di votare un emendamento che manda un messaggio molto forte: una persona condannata non può entrare in Senato. È un messaggio che i cittadini recepirebbero come la prima battaglia di legalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signora Presidente, su questo punto sono già intervenuto. Ribadisco semplicemente, a differenza di quello che crede il collega del MoVimento 5 Stelle, che questo sia un emendamento di cattivissimo senso. Citavo a titolo esemplare l'esperienza di Pio La Torre, dicendo che è uno dei tanti. Però inviterei a spostare l'attenzione perché insieme a Pio La Torre quel giorno furono arrestati e poi processati centinaia di contadini. Stiamo parlando della lotta per le terre. Ma possiamo portarlo anche ai giorni nostri. Mi chiedo perché quelle centinaia o decine di contadini che furono poi condannati non avrebbero il diritto, in base a questo emendamento, di sedersi nei banchi del Senato o di un organo rappresentativo del Paese.
  Se riportiamo la situazione ai nostri giorni, di movimenti ce ne sono stati per fortuna migliaia e non capisco perché, ad esempio, parlando del movimento No TAV o del movimento di lotta per la casa, non riesco a capire perché in quelle lotte i condannati anche a reati molto modesti non possano rappresentare le istanze democratiche e popolari di quei movimenti. Mi chiedo perché i No TAV, il movimento di lotta per la casa, i lavoratori anche spesso coinvolti in picchetti, in proteste dure, in occupazione di autostrade, non possano essere rappresentativi del Paese perché magari condannati in primo grado. Allora ritengo che noi stiamo parlando di quel caso – non stiamo parlando di reati gravi, di mafia, eccetera su cui ovviamente il giudizio è diverso – perché io considero quella la meglio gioventù. Non capisco perché la meglio gioventù non potrebbe rappresentare il popolo e, invece, una massa di incompetenti con la fedina pulita perché non si sono mai sporcati le mani e non hanno mai lottato, quelli invece sarebbero degni di rappresentare gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

Pag. 38

  ARCANGELO SANNICANDRO. Per capire se comprendo bene quello che c’è scritto. L'emendamento in discussione è il Nuti 2.126 ?
  Se è l'emendamento Nuti 2.126, caro collega Bonafede, se è quello l'emendamento, voi mettete sullo stesso piano coloro i quali sono sottoposti a procedimento penale – e che potrebbero, quindi, anche essere assolti, un domani – con coloro i quali hanno, per esempio, con un'automobile, per errore, ucciso una persona. Perché qui è scritto che non sono candidabili a senatore coloro che sono sottoposti a procedimento penale – quindi allo stato non possiamo dire, alla fine, se saranno condannati – ovvero condannati per delitto non colposo; cioè chi viene, invece, condannato per delitto colposo – per esempio chi con l'automobile investe e uccide due o tre persone – può diventare senatore della Repubblica. È questo che c’è scritto, o mi sbaglio ? Se c’è scritto così e ho capito bene io voto ovviamente contro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente, spero che il collega Daniele Farina, nell'indicare la meglio gioventù, non si volesse riferire alla meglio gioventù tipo i Totò Cuffaro, i Lombardo, i Dell'Utri, i Verdini e certa gente che ha partecipato all'attività legislativa qui in questo Parlamento. Perché, caro Daniele Farina, purtroppo la cosiddetta meglio gioventù da lei citata, purtroppo, lo ripeto, negli anni passati, in Parlamento, non è mai entrata; è sempre stata buttata via dai circuiti democratici.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Grazie Presidente, trovo davvero strumentale il discorso fatto da SEL, perché, vede, chi protegge la propria terra si assume anche la responsabilità di quello che fa. Il problema non è chi difende la propria terra e prende una condanna, il problema è quando la condanna non è adeguata, quando, a chi difende la propria terra, viene data l'aggravante o qualcuno prova a dare l'aggravante di terrorismo. Questo è il problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quando qualche parte della magistratura si mette contro quella che è una volontà popolare come quella della lotta no TAV. Quindi facciamo ben distinzione, per noi il criterio rimane, i condannati devono stare fuori dal Parlamento, questo non significa che le persone oneste non possano difendere le proprie idee e la propria terra come fanno i no TAV tutti i giorni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente, purtroppo in questo Parlamento sono entrati i Cuffaro, come è noto, ma fortunatamente è entrata anche la meglio gioventù. Evidentemente chi dice questo era molto distratto. Nei partiti popolari di questo Paese le lotte sono sempre state ben rappresentate all'interno di questo Parlamento, basta guardare anche fra i banchi di SEL, quelli di oggi, non quelli di ieri, che pure erano pieni di gente così. Ci siamo, siamo qui, noi le lotte le abbiamo fatte tutti, lo ripeto, tutti, i processi li abbiamo rischiati e qualcuno ha preso anche le condanne e siamo qui. Voi vorreste tenere fuori chi ha fatto le lotte esattamente come i mafiosi, ma con la legge attuale i mafiosi qui non possono stare se condannati, già non ci possono stare. Esiste nel nostro ordinamento l'interdizione dai pubblici uffici, esiste ! Esiste la Severino, esiste, e purtroppo tiene fuori anche gente che avrebbe diritto di stare nei consigli comunali, dal mio punto di vista. Però quello è il punto, in Costituzione equiparare chi si rende responsabile di un reato dovuto a lotte sociali a chi è condannato per i peggiori e più infamanti reati, è questa sì un'infamità !

Pag. 39

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente, l'emendamento è composto da due parti; dice: «ovvero condannati», ed è un discorso, però vi è la prima parte dell'emendamento che dice che non possono ricoprire la carica o candidarsi coloro che sono sottoposti a procedimento penale. Sottoposto a procedimento penale è anche chi, nel periodo che intercorre tra l'avviso di garanzia e il mancato rinvio a giudizio, è sottoposto a procedimento penale. Allora, se le liste elettorali devono essere fatte dai magistrati, dalle procure che nel periodo della presentazione delle candidature fanno un avviso di garanzia a 200 persone che si ritengono scomode perché molto probabilmente proporranno al Parlamento la responsabilità civile per i magistrati, è chiaro che le liste vengono composte non dalla politica, non dai partiti, non dai cittadini che raccolgono le firme a sostegno di quelle liste, ma da chi ha questo terzo potere che, molte volte, agisce in senso diverso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Perché alcuni vengono poi rinviati a giudizio ed alcuni vengono assolti per le medesime responsabilità come è avvenuto in Piemonte per i rimborsi dei consigli regionali. Alcuni condannati e tutti gli altri assolti, stranamente quelli del PD tutti assolti !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo soltanto per fare un'osservazione. Volevo dire, ai colleghi – mi sembra che era stato il collega Colletti – che hanno citato nei propri interventi appartenenti al Senato, che nel fair play di questa Camera e nella prassi non è cosa buona e giusta e neanche bella citare nei propri interventi senatori, perché sono fuori dalla Camera e quindi non sono in condizioni di potersi naturalmente difendere. Lo dico perché, nell'ambito della dinamica degli interventi parlamentari, la storia della Camera non sia neanche per un attimo obliterata da prassi che seconde me, soprattutto in tema di riforme costituzionali, vanno rispettate.

  PRESIDENTE. Sì, lei fa riferimento a quella norma di buone maniere per cui se questi soggetti non sono presenti in Aula non bisognerebbe menzionarli, i senatori come altri.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Presidente, in effetti Dell'Utri è in carcere e non può essere qui e neanche al Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Presidente, il fatto ancora più grave è che la responsabilità se portare un cittadino condannato al Senato la dovrebbero avere i cittadini con il loro voto, non i politici che se li portano con una nomina. È questa la cosa ancora più grave, cioè che se una persona è condannata per un qualunque reato, dovrebbe essere il cittadino a decidere eventualmente – se anche vogliamo scremare parte di questo emendamento – se portare il soggetto o no in Parlamento e non i capi di partito, con una responsabilità che non si dovrebbero prendere. Questa è la cosa ancora più grave di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signora Presidente, confesso che è la prima volta che intervengo in questo dibattito, anche perché la pochezza delle argomentazioni ascoltate non mi hanno portato ad intervenire molto spesso. Ma intervengo su questo emendamento perché credo che, chiunque abbia una cultura del diritto, consideri questa proposta obbrobriosa (Applausi del deputato Tancredi). Io non pretendo che ci sia appunto cultura del diritto, penso almeno rudimenti del diritto o almeno rudimenti Pag. 40della cultura. Questo emendamento, intanto, contrasta con i principi della nostra Costituzione. Stiamo parlando della riforma costituzionale. Non si tocca la parte dei principi: Titolo I, articoli 1-28 e all'articolo 27, secondo comma, la nostra straordinaria e bellissima Costituzione, che pure i colleghi dell'opposizione dicono di voler difendere, sancisce appunto il principio di innocenza fino a sentenza definitiva. Ed è talmente e straordinariamente rilevante questa presunzione, Presidente, che, se noi avessimo acceduto o accedessimo alla proposta che viene messa oggi in discussione, non avremmo consentito non solo a questo Parlamento ma a questo Paese di essere presieduto da una personalità che nella sua vita ha avuto sei condanne, è evaso due volte, è stato a lungo latitante all'estero, ha avuto una condanna a 11 anni, dal 1968 al 1972 ha presieduto questa Assemblea ed è il Presidente più amato dagli italiani, che si chiamava e si chiama Sandro Pertini ! Inviterei tutti i nostri colleghi a riflettere, prima di fare queste proposte (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI), Partito Democratico, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Area Popolare e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fava. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO FAVA. Presidente, ad adiuvandum di quello che diceva il collega Di Lello, mentre abbiamo la certezza che personalità come senatore Dell'Utri non potrebbero più metterò piede nel Senato della Repubblica, sappiamo che una norma come questa ci impedirebbe di vedere, se fossero tra noi, senatori della Repubblica personalità come Pio La Torre o come Danilo Dolci o come Marco Pannella. Noi ci commuoviamo spesso a ricordo dei nostri morti e dei nostri caduti. Pio La Torre, condannato per occupazione di suolo pubblico in un processo fascista, metterebbe nelle mani di un pubblico ministero, in quel caso fascista, la possibilità di rappresentare la comunità italiana nelle istituzioni parlamentari.
  La conseguenza di questo emendamento è questa: non possiamo fingere che per una azione, come dire, di ulteriore ripicca nei confronti di pessimi parlamentari, come sono stati Dell'Utri ed altri, noi possiamo rischiare di fare un torto alla memoria e al buonsenso di questa Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-PSI e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie Presidente, come al solito anche questa volta ci troviamo di fronte alla politica che ci sventola i casi di soggetti, di persone, di personalità importanti che sono state condannate e che comunque per fortuna hanno fatto positivamente la storia della Repubblica italiana. Ma quante altre ne dovremmo nominare invece che hanno fatto vergognosamente la storia della Repubblica italiana e che adesso non possono parlare perché sono in galera o perché rappresentano la vergogna vostra stessa ? (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, Presidente, ancora una volta noi siamo qui a chiedere che sia accolta, come diceva giustamente il collega Ferraresi, questa richiesta che parte dai cittadini semplicemente perché non vi prendete la responsabilità di far giudicare ai cittadini se quella condanna è una medaglia d'onore per il politico invece di una vergogna. Li mettete nei listini bloccati, come avete fatto adesso al Senato, e li metterete capolista perché vi vergognate a farli votare dai cittadini per poi portarli nelle Aule per proteggerli. Questa è la verità non quelle che raccontate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Veramente mi era passata la voglia dell'intervento, Presidente, Pag. 41ma era perché volevo capire se me lo presenta questo pubblico ministero fascista, perché è da tanto tempo che non se ne vedono in giro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Presidente, io in questo caso mi permetterò di votare in dissenso dal mio gruppo perché io sono a favore di questo emendamento perché io assolutamente non voglio che un giorno possa capitare che, votando contro questo emendamento, possa candidarsi al Senato un signore come Beppe Grillo che è stato condannato per omicidio colposo e che porta sulla coscienza la vita di tre persone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Come vale il fatto di non citare i senatori, vale lo stesso fatto di non citare persone che non si candidano e non sono in questo Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Fa piacere che questo Parlamento si animi quando si parla di soldi e di persone condannate, fa molto piacere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, a parte che questo emendamento, come qualcuno diceva, potrebbe portare le procure a fare le liste elettorali, va bene, a parte questo elemento io vi chiedo: per quale motivo le lotte no TAV, gli attivisti che fanno queste lotte che sono sotto processo e che voi sapete che sono sotto processo non possono rappresentare le lotte e i loro territori ? Per quale motivo queste persone, Mattia, tante altre persone che sono sotto processo, Nicolò, non possono rappresentare le loro lotte ? E così tutti i comitati per l'ambiente che lottano e le persone che sono state condannate dalla giustizia di Stato, che noi combattiamo. Combattiamo questa modalità di condannare e di usare la giustizia contro gli attivisti e voi soltanto agevolate una società del controllo, della sorveglianza e non una cultura che vada verso la libertà e verso l'acquisizione di nuovi diritti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Grazie Presidente, solo per rispondere ad un intervento precedente e dire che la «pochezza» semmai è di chi, durante questa legislatura, è stato capace soltanto di presentare una proposta di legge «ad fondationem» che di fatto è una marchetta che andrà a questa fondazione e che magari gli permetterà di essere rieletto per la prossima legislatura... no, no, a buon intenditor poche parole, non c’è bisogno di dire i nomi, sa di chi sto parlando.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, vorrei dire che, rispetto alla scorsa legislatura, il numero di condannati in questo Parlamento è sceso da 33 a 7, -79 per cento; rispetto alla scorsa legislatura, il numero di prescritti è sceso da 14 a 6, -57 per cento; il numero di deputati con processo in corso è sceso da 29 a 11, -62 per cento; il numero di indagati è sceso da 43 a 19 in questa legislatura rispetto alla scorsa, con -56 per cento. Questo per un solo motivo, perché c’è una forza politica che è entrata in questo Parlamento con 150 deputati fra Camera e Senato che questo emendamento ce l'ha nel suo statuto, non mi fate credere che la politica si Pag. 42debba fare per forza con i delinquenti, non è vero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, solo per dichiarare ovviamente che io voterò contro perché il nostro codice, che peraltro è un codice che risale...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  EDMONDO CIRIELLI. ...ad epoca antica, in una maniera assai più civile prevede che, soltanto dopo che si è condannati per tre gradi di giudizio, i magistrati possano o meno valutare di applicare una pena accessoria, cioè l'interdizione dai pubblici uffici. Adesso, in questo clima in cui si fa strame del diritto solo per prendere qualche voto in più, cercando di aizzare gli istinti peggiori della popolazione, si arriva a dire che i delinquenti non sono quelli che sia accertato che sono delinquenti, ma coloro che hanno un processo. Allora, dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle innanzitutto di essere calmi perché la legislatura deve ancora finire, vedremo gli indagati che ci saranno, e che, alla fine, con la loro cultura, potremmo anche evitare di farli (i processi) e condanniamo direttamente le persone che loro dicono sono delinquenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, per sottolineare la follia a cui portano certe punte integraliste. Pretendere l'incandidabilità di chi è semplicemente sottoposto a procedimento penale è folle anche per il semplice fatto che un procedimento penale è, ad esempio, la querela. Immaginiamoci chi è abituato a usare un certo linguaggio offensivo e insultante nei confronti dell'avversario politico: in una democrazia normalmente questo si tollera, ma, quando l'avversario politico decide di ricorrere allo strumento della querela, le persone che, invece, vengono inquisite proprio perché, su querela di parte, la magistratura apre un'indagine, teoricamente non potrebbero essere candidate. Pensate quale sarebbe il paradosso se tutti quelli che alcuni colleghi in quest'Aula insultano rispondessero con una querela anziché con una risposta di natura democratica, coerente con le proprie idee: finirebbe che tutti quelli, che in quest'Aula sono abituati a insultare, finirebbero per essere indagati per insulti, per querela e quindi non potrebbero essere candidati. Sarebbe la fine di un intero movimento politico (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l'Italia). Testo sostituito con errata corrige volante   SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, per sottolineare la follia a cui portano certe punte integraliste. Pretendere l'incandidabilità di chi è semplicemente sottoposto a procedimento penale è folle anche per il semplice fatto che un procedimento penale è, ad esempio, quello che si apre in seguito ad una querela. Immaginiamoci chi è abituato a usare un certo linguaggio offensivo e insultante nei confronti dell'avversario politico: in una democrazia normalmente questo si tollera, ma, quando l'avversario politico decide di ricorrere allo strumento della querela, le persone che, invece, vengono inquisite proprio perché, su querela di parte, la magistratura apre un'indagine, teoricamente non potrebbero essere candidate. Pensate quale sarebbe il paradosso se tutti quelli che in quest'Aula vengono insultati rispondessero con una querela anziché con una risposta di natura democratica, coerente con le proprie idee: finirebbe che tutti quelli, che in quest'Aula sono abituati a insultare, si troverebbero ad essere indagati per ingiuria e quindi non potrebbero essere candidati. Sarebbe la fine di un intero movimento politico (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l'Italia).   SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, per sottolineare la follia a cui portano certe punte integraliste. Pretendere l'incandidabilità di chi è semplicemente sottoposto a procedimento penale è folle anche per il semplice fatto che un procedimento penale è, ad esempio, quello che si apre in seguito ad una querela per ingiuria o diffamazione. Immaginiamoci chi è abituato a usare un certo linguaggio offensivo e insultante nei confronti dell'avversario politico: in una democrazia normalmente questo si tollera, ma, quando l'avversario politico decide di ricorrere allo strumento della querela, le persone che, invece, vengono inquisite proprio perché, su querela di parte, la magistratura apre un'indagine, teoricamente non potrebbero, secondo questa proposta, essere candidate. Pensate quale sarebbe il paradosso se tutti quelli che in quest'Aula vengono insultati rispondessero con una querela anziché con una risposta di natura democratica, coerente con le proprie idee: finirebbe che tutti quelli, che in quest'Aula sono abituati a insultare, si troverebbero ad essere indagati per ingiuria o diffamazione e quindi non potrebbero essere candidati. Sarebbe la fine di un intero movimento politico (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, io sono d'accordo con chi afferma che bisogna rispettare i principi costituzionali, la presunzione di innocenza, che quindi, fino al passaggio in giudicato della sentenza, non sia giusto automaticamente escludere, tanto meno se si parla di procedimento penale. Questo però non significa che non ci sia una responsabilità politica su candidature e anche sulla gestione di queste situazioni. Scelta Civica, quando noi abbiamo formato le liste, ha escluso tutti coloro che erano sottoposti a procedimento penale; ha anche esaminato che procedimenti penali fossero e, dopo la verifica, si è compiuta un'analisi e poi si è deciso. In quel caso, sono stati esclusi tutti perché c'era un principio assoluto e lo abbiamo sottoscritto, ma io credo che la responsabilità di cui si parla adesso sia una responsabilità – e su questo qualche critica si può fare ai partiti che sono in questo Parlamento – di fare una verifica; non si può aspettare sempre il pubblico ministero perché si arriva poi a questo tipo di Pag. 43situazione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Noi abbiamo altri sistemi nei quali i procedimenti penali inducono sempre o quasi sempre, se sono abbastanza fondati o se sembrano fondati, i partiti a tornare indietro e evitare di candidare le persone o a chiedere le dimissioni a determinate persone. Nel nostro Parlamento questo non succede sostanzialmente mai e poi si dice che c’è la supplenza della politica.
  Io credo che tutti noi ci dobbiamo assumere la responsabilità di prendere delle decisioni su questo argomento, sia quando presentiamo le candidature sia anche quando dei temi emergono – e sono clamorosamente gravi, a prescindere dall'assenza di una sentenza definitiva – e cercare di arrivare al risultato giusto. Altrimenti, si giustificano sia i cittadini sia i colleghi che portano avanti una battaglia di legalità che sfocia in una forma di illegalità, perché mandare fuori dal Parlamento qualcuno, per un procedimento penale in corso, è un'assurdità, se poi alla fine si scoprisse che quella persona era innocente.
  Ma ciò trova la giustificazione nella totale inattività di tutti i partiti, o quasi, che sono in questo Parlamento, fino a che non sono costretti a farlo, perché poi si arriva all'assurdo di votare, con votazione palese, le autorizzazioni previste dalla Costituzione, che è una follia, dal mio punto di vista, perché quelle questioni non devono essere votate con votazione palese perché sono personali nel modo più evidente. Invece, toccherebbe ai partiti valutare ben prima se vi sono persone indagate, magari sulla base di cose che sono evidentemente vere, come delle volte succede o, comunque, che hanno delle frequentazioni nell'ambito della criminalità organizzata (e si è verificato anche questo). Spetta ai partiti intervenire in questi casi, perché non può essere la Costituzione a decidere se una persona, che non è ancora colpevole dal punto di vista giudiziario, possa stare in Parlamento oppure no (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Attraverso la sua persona mi permetto di rispondere al Vicepresidente Baldelli, che fa l'errore di trasferire sul nostro gruppo, sul nostro movimento politico, un livello culturale proprio, ossia il proprio livello di attaccamento alla poltrona.
  Io non credo che noi ci preoccupiamo di questo. Noi siamo qui per capire, anche un po’, che cosa intendano i cittadini per mandato sociale, per mandato elettivo, per cui il ragionamento del Vicepresidente Baldelli si applica al suo gruppo, alla sua cultura di appartenenza, non al nostro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Grazie, Presidente. Ovviamente nella tecnica parlamentare questo è un emendamento a scalare. In parte, ci fa discutere del fatto di rendere incompatibile chi è sottoposto a procedimento penale, ma, negli emendamenti successivi, questa questione si asciugherà e si arriverà a porre una questione che esiste, che è quella di chi, condannato con sentenza definitiva, sia compatibile o meno con il ruolo di senatore.
  Ora, la questione di per sé non è di lana caprina, la questione che verrà sollevata e su cui, vedrete, discuteremo tra un paio di emendamenti, e già adesso, ha un suo significato, tra l'altro in un momento storico in cui non sfugge a nessuno di voi che le questioni legate alla corruzione nella politica impongono un grado di attenzione, per noi altri, di altissimo livello.
  E tra l'altro, faccio osservare, che esistono già delle leggi, nel nostro Stato e attualmente. Per esempio, già una sentenza di primo grado impedisce, per alcuni reati, ai consiglieri regionali di continuare a svolgere il loro ruolo. Vengono sospesi da quella funzione.Pag. 44
  Voglio dire, la questione c’è e io eviterei di non affrontarla con la dovuta giustezza. Il punto è: questa questione, se chi è condannato sia compatibile con la carica di senatore, è da scrivere in Costituzione ? Secondo me no. Lo strumento è quello della legge e vi sono già delle leggi. Discutiamone, miglioriamole. Lo faremo durante i provvedimenti che riguarderanno la corruzione e che saranno all'attenzione del Parlamento. È quella la sede nella quale affrontare compiutamente questo problema e non questa, che è più una sede di riforma complessiva della Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, comprendo ciò che muove i colleghi del MoVimento 5 Stelle. Io faccio sommessamente notare che tra i citati, tra i condannati per reati d'opinione, per avere violato il codice Rocco o, comunque, per avere tentato, invano in questo caso, di difendere l'articolo 68 della Costituzione, ci siamo anche io e il collega Matteo Bragantini, come del resto ci sono tanti militanti della Lega Nord, che nel passato sono stati perseguiti e hanno subito delle condanne o, comunque, hanno subito dei processi.
  Io capisco il punto che loro vogliono porre, però pongo loro un punto altrettanto importante, ovvero occorre garantire la possibilità a tutti, comunque, di essere qui a dibattere liberamente in un consesso democratico e di non essere sottoposti al giudizio terzo di chi non fa più il suo dovere, come in alcuni casi quelle procure, ma fa il lavoro sporco per qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 2.126, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  468   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no  399    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Oliverio, Cassano e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario. Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito a votare).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 12,50)

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 2.127, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Mantero, Spadoni, Donati, Anzaldi, Fantinati, Pesco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  474   
   Votanti  473   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato   72    
    Hanno votato no  401    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 45

  (I deputati Matteo Bragantini e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 2.128, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, l'emendamento stabilisce che non possono ricoprire la carica di senatore coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva per delitto non colposo. Mi sa che tutte le eccezioni che sono state avanzate rispetto agli emendamenti precedenti, a questo punto, crollano. Non si tratta di presunzione di innocenza, qui parliamo di una sentenza definitiva, che stabilisce che quel soggetto è un delinquente. Ora, dobbiamo capire se vogliamo che un soggetto condannato in via definitiva per reato non colposo possa sedere in Senato.
  Vorrei anche fare un'osservazione rispetto ad alcune considerazioni che, in astratto, potrebbero essere considerate giuste, relative ai contadini condannati che arrivano in Parlamento e che non potranno più arrivare in Parlamento. Qualcuno mi dice quanti contadini condannati ci sono adesso in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Fare politica, infatti, vuol dire anche fare osservazioni e riflessioni che siano calate nel momento storico in cui si vive.
  E il momento storico in cui viviamo è quello in cui quasi tutte le regioni d'Italia – non quasi tutti i contadini d'Italia, quasi tutte le regioni d'Italia – sono coinvolte in indagini per reati contro la pubblica amministrazione. Ora, noi stiamo prendendo quei soggetti, stiamo prendendo quel tipo di politico e lo stiamo promuovendo al Senato, tra l'altro sottraendo anche questa cosa al giudizio degli elettori.
  Mi rendo conto, ci sono stati periodi nella storia della Repubblica italiana, soprattutto nella prima storia della Repubblica italiana, in cui una condanna per avere combattuto contro il fascismo poteva essere una medaglia al valore, ma quel periodo è passato. Noi siamo in un Paese che è in ginocchio a causa di una politica che ha dilaniato l'Italia per la corruzione e per la mafia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siamo in un momento in cui è emerso il «mondo di mezzo», che è il mondo fatto da politica e mafia. Noi non possiamo metterci il prosciutto davanti agli occhi, andare avanti e parlare, in astratto, di diritto.
  Mi considero, umilmente, una persona che ama la legge, mi considero un uomo di legge: amo il diritto in tutte le sue articolazioni, amo il diritto ogni volta che rappresenta la giustizia che si cala nella realtà. E sono d'accordo, un soggetto può anche non essere stato ancora condannato, la presunzione di innocenza, tutto quello che volete, che con questo emendamento non c'entra, ma posso anche pensare che ci sia qualcuno che sia stato condannato e che possa fare anche della buona politica, ma noi, qui, oggi, abbiamo il dovere di mandare un messaggio, che è un messaggio ai cittadini ed è un messaggio di legalità.
  Non stiamo parlando di ciò che giuridicamente può essere fatto; un cittadino può scontare, poi, la pena. Qui non siamo nell'aspetto del diritto: stiamo parlando della politica, dell'opportunità politica, e la politica non può trascendere da ciò che accade nelle realtà. Una persona, in passato, ha detto che il politico non deve soltanto essere onesto: deve apparire onesto. Lo ha detto il giudice Borsellino, ed è morto per la legalità, è morto per le battaglie che faceva per la giustizia, ed è evidente che capiva che le sue battaglie non erano soltanto battaglie di giustizia in astratto; erano anche battaglie di legalità.
  Erano giudici che andavano nelle scuole a trasmettere agli studenti il valore della legalità e noi abbiamo il dovere di trasmettere quel valore, oggi, ai cittadini, in un momento in cui i cittadini pensano Pag. 46che la politica sia completamente distaccata da quei valori e dal concetto di onestà. Allora, dico che ora siamo di fronte a un emendamento che mette tutti con le spalle al muro e che fa una domanda ben precisa a ogni deputato che oggi è seduto qui dentro: vogliamo che un delinquente, condannato in via definitiva, possa andare in Senato o no ? La risposta è chiara, non ci sono altre argomentazioni o altri discorsi: vediamo quale sarà la risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Grazie, signor Presidente. Solo per ribadire alcuni concetti, che sono già stati espressi, ma per aggiungerne un altro. Qui stiamo parlando di norme che vanno a toccare la Carta costituzionale. Sono stati presentati tre emendamenti di fila dal MoVimento 5 Stelle e, al di là delle battute che si possono fare nelle polemiche ordinarie tra movimenti politici e partiti politici, norma «salva Grillo» o meno, però, al di là di questo, direi che questa è una norma che potrebbe incidere nella nostra Costituzione in modo assolutamente negativo.
  Voi pensate a delle persone che, per impedire che altri soggetti si candidino, pochi giorni prima, pochi mesi prima, li denunciano. Questi soggetti vengono iscritti nel registro degli indagati e non possono presentarsi alle elezioni. Ma non dico (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  DAVID ERMINI. Guardate che questo è italiano; ora, capisco che sia difficile, ma...Il problema è molto semplice: basta anche un'ingiuria; un soggetto che viene condannato a 200 euro di multa per ingiuria non potrebbe essere candidato.
  Allora, queste norme – ma lo dico serenamente, senza polemica – non si mettono nella Carta costituzionale. Nelle leggi ordinarie che si fanno, elettorali ed altro, si dice: chi è condannato per omicidio, per mafia o per reati contro la pubblica amministrazione non può candidarsi; ma non si può fare una giustizia così, come se passasse una falciatrice ! Di modo che qualsiasi soggetto potrebbe impedire ad un altro cittadino di potersi candidare con una semplice denuncia.
  Io lo dico allora in modo molto sereno: nel momento in cui discutiamo le leggi ordinarie, mettiamo delle preclusioni. Abbiamo già la legge Severino, abbiamo altre norme, guardiamo anche di migliorarle, per l'amor di Dio; però dire così, che un soggetto condannato ad una multa di 100 euro non può diventare un senatore, mi pare obiettivamente una cosa che non può stare nella Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, noi abbiamo votato contro il precedente emendamento perché ci sembrava improprio impedire la candidatura, per argomenti che sono stati esposti, a chi fosse sottoposto ad un procedimento rispetto al quale la colpevolezza non fosse stata acclarata. Qui invece stiamo parlando di una fattispecie diversa, rispetto alla quale la richiesta è che non ci sia la candidabilità per chi è condannato in via definitiva per un fatto non colposo.
  È difficile pensare che per davvero non si possa condividere una proposta di questo genere: perché intanto stiamo parlando della composizione di uno dei rami del Parlamento, fatto da 105 persone, di questo stiamo parlando secondo la nuova formulazione del Senato. 105 persone sono, sulla popolazione italiana, lo 0,0002 per cento. Ed io fatico a pensare che chi ha la responsabilità di rappresentare le istituzioni rinunci a credere che si debba costruire una rappresentanza dello 0,0002 per cento fatto da persone che non hanno dei carichi pendenti. Dico questo perché la Pag. 47faccenda diventa ancora più stringente nel momento in cui, parallelamente, con l'esplosione di un accordo sottobanco che mette insieme quelli che fanno finta di governare con quelli che fanno finta di essere all'opposizione, si stabilisce che ora per allora si continuerà con il vezzo di portare in Parlamento persone che sono indicate dalle segreterie dei partiti.
  Allora io approfitto, onorevole Presidente, per ribadire e per portare a conoscenza dell'Aula per chi giustamente non ne fosse stato avvertito, che da diversi mesi giace tra le carte di questa Camera una proposta di legge che ho personalmente depositato, che dice che proprio nel caso in cui siano i partiti i responsabili della formazione dei gruppi parlamentari, togliendo agli italiani la possibilità di scelta, si riconosca che ai partiti debba essere attribuita, al pari delle società di calcio rispetto al comportamento dei tifosi negli stadi, una sorta di responsabilità oggettiva. Cioè fermo restando la soggettività dell'azione penale, quindi la necessità che sia il singolo deputato trovato colpevole di qualche reato a rispondere penalmente del suo comportamento, non si vede perché si chiede a una società di calcio di rispondere con il denaro, o con la chiusura dello stadio, del comportamento illecito di qualche proprio tifoso, e non si debba dire alla segreteria del partito che si è resa colpevole di portare nelle istituzioni un delinquente, di pagare responsabilmente allo Stato, rifondendo i danni che il delinquente ha apportato al patrimonio pubblico; e in mancanza della soddisfazione da parte di quel partito nei confronti dello Stato del danno che il delinquente che il partito ha portato nelle Aule, ci sia l'incandidabilità, non del delinquente, che sarebbe il meno, ma dello stesso partito che si è reso responsabile di aver portato quel delinquente nelle Aule parlamentari.
  Nel mentre, evidentemente, annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale a questo emendamento che viene proposto, chiedo a tutti i colleghi deputati di buonsenso di voler aggiungere alla mia, la loro firma, sulla proposta di istituzione della responsabilità oggettiva per i partiti, atteso che lo scandaloso patto nascosto tra chi finge di essere al Governo e chi finge di essere all'opposizione, riproporrà, per sempre, la formazione di un Parlamento di nominati dalle segreterie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente, è imbarazzante sentire che il collega Ermini del PD, che tra l'altro non ha letto l'emendamento, non abbia capito che qui si sta parlando di condannati in via definitiva, che con la giustizia italiana significa almeno dieci anni di processo, e tra l'altro parlare anche di «lodo Beppe Grillo» quando loro hanno fatto il «lodo Berlusconi» nella delega fiscale proprio recentemente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siete veramente imbarazzanti. Qua parliamo di un emendamento che prevede che potete lasciare in regione i vostri condannati che tanto vi piacciano, ma quanto meno di non farli arrivare al Senato. C’è un movimento politico che neanche li candida, figuriamoci di eleggerli al Senato. Voi, invece, li volete proprio, ad ogni costo, ad ogni livello istituzionale. Prendetevi le vostre responsabilità e dite che a voi proprio i condannati, i delinquenti e la mafia vi piacciono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Collega !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, qui siamo arrivati al punto che chi vuole farci la lezione fa parte di un partito fondato da due condannati, uno per frode fiscale, l'altro per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma al di là di questo, siamo arrivati al punto che il partito che adesso ci dà degli eccessivi, degli esagerati, dei giustizialisti, ha regalato due Pag. 48sindaci, in regione Campania, condannati in primo grado e l'ultimo è stato ieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ve ne dovreste vergognare, perché questa non è responsabilità politica, non avete proprio etica. Noi non siamo eccessivi, siamo semplicemente puliti e onesti e so che non sapete che cosa significa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, durante la XIV, la XV e la XVI legislatura, senatore della Repubblica è stato un certo Marcello Dell'Utri, condannato per associazione esterna a Cosa Nostra mafiosa, in quanto – molti non lo sanno – fu l'intermediario tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi tra il 1974 e il 1992. Nello specifico presentò a Silvio Berlusconi, in alcuni uffici di Milano, il boss mafioso Stefano Bontade, che venne arrestato due settimane dopo, autore della strage di viale Lazio, il capo dei capi allora, prima che venisse ucciso da Totò Riina e dai corleonesi, il quale garantì protezione alla famiglia Berlusconi in cambio di cospicue somme di denaro. Per quello inviarono Vittorio Mangano a palazzo su a Milano per occuparsi, si dice, dei cavalli (Borsellino diceva che quando si tratta di cavalli, si tratta di droga). Gli omertosi il PD li chiama «compagni G», voi li chiamate eroi, voi guardate la pagliuzza al posto della trave, oggi la trave per il Partito Democratico si chiama Denis Verdini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pinna. Ne ha facoltà.

  PAOLA PINNA. Presidente, questo è il terzo degli emendamenti presentati dai colleghi del MoVimento 5 Stelle a carattere palesemente strumentale, perché poi si vedono gli effetti sulle nostre bacheche, parlo di noi ex MoVimento 5 Stelle, in cui ci si rinfaccia di non rispettare il programma con il quale siamo stati eletti. Qua si tratta di fare le cose bene, questa riforma non ci piace, allora non è che la possiamo cambiare con emendamenti che sono ancora peggio del testo che stiamo cercando di migliorare. Quindi, questi emendamenti andrebbero scritti come un minimo di rispetto per gli italiani che ci hanno votato per cambiare le cose. Noi stiamo facendo, loro – ormai sono loro – stanno facendo le cose che abbiamo visto sempre e che non ci sono piaciute. Per cui io vorrei almeno che questi emendamenti avessero un minimo di compatibilità con quello che è il senso dell'ordine nella gerarchia delle fonti.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  PAOLA PINNA. Allora, questa roba qua, non va in Costituzione. La stessa Costituzione, all'articolo 65, recita che le cause di incompatibilità e di ineleggibilità sono regolate dalla legge. Quindi è espressa una riserva di legge: non vanno in Costituzione. Anche perché la Costituzione è rigida e per modificarla ci vuole un procedimento aggravato, come quello che stiamo affrontando (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. La ringrazio, collega Pinna, ha sforato di un minuto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Vacca. Ne ha facoltà. Vi prego di restare sull'emendamento.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, capisco che per questo Parlamento sia difficile comprendere un concetto di un Parlamento senza condannati e sia molto difficile da accettare. Però qua stiamo parlando di un emendamento in cui noi diciamo che i consiglieri regionali, quando dovranno scegliere i consiglieri regionali da mandare al Senato, dovranno prendere come criterio anche quello di non avere condanne definitive. Non stiamo parlando di una causa di completa incandidabilità o Pag. 49di ineleggibilità. È soltanto un criterio per cui i senatori – quindi i consiglieri regionali che andranno a formare il Senato – dovranno essere non condannati con sentenza definitiva. Può essere un paletto da mettere in Costituzione ? Secondo noi assolutamente sì. Almeno cerchiamo che un ramo del Parlamento sia pulito e sia senza condannati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, vorrei sottolineare e riportare l'attenzione sul fatto che evidentemente i partiti hanno le idee confuse riguardo ai concetti di «indagati» e di «mafiosi», perché a questo proposito noi annunciamo querela – proprio per chiarire un po’ le idee – contro il sindaco Marino che, in piena confusione mentale evidentemente, ha dichiarato e imputato al MoVimento 5 Stelle comportamenti analoghi alla mafia nonché a Buzzi e Carminati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Collega Ruocco, chiedo scusa, però...

  CARLA RUOCCO. Questa confusione non è accettabile.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, io prima vi ho invitato a stare sull'emendamento.

  CARLA RUOCCO. Certo, ma io volevo semplicemente sottolineare...

  PRESIDENTE. Lei sta facendo un intervento più di fine seduta, secondo me.

  CARLA RUOCCO. ... che magari la votazione può essere inquinata da questa confusione mentale, che i partiti continuano ad avere in testa, confondendo persone oneste e trasparenti con le persone che si annidano nelle loro file.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Grazie Presidente, ho sentito in questo dibattito sulla riforma costituzionale parlare spesso di equilibrio, equilibrio della riforma. Ebbene, voi avete scritto una riforma in cui abbiamo un'elezione di secondo livello, quindi si tratta di scegliere solo tra consiglieri regionali e sindaci, che vengono scelti tra gli stessi consiglieri regionali. Voi state regalando a questi nuovi senatori l'immunità parlamentare. Allora, in questo equilibrio, è possibile inserire persone non condannate nel prossimo Senato ? Perché, se noi inseriamo dei condannati nel prossimo Senato che hanno anche l'immunità parlamentare, gli diciamo: continuate a delinquere, perché per cinque anni non verrete toccati.
  Allora l'equilibrio ci sta anche quando una proposta viene dall'opposizione per portare un minimo di criterio all'interno di una riforma fascista.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario di Sinistra Ecologia Libertà a quest'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, sempre tramite lei mi rivolgo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle. Se vogliono colpire alcune fattispecie, devono specificare quali reati nell'emendamento si vanno a colpire. Infatti così non si vede un criterio e si hanno veramente le fette di prosciutto davanti agli occhi. Non si vede in particolare chi ha condanne non colpose, ad esempio, per occupazione di edifici abbandonati e riqualificati, o chi, nella crisi lavorativa, abitativa e ambientale, ha Pag. 50lottato facendo presidi, scioperi e occupazioni ed essendo condannato per questo o chi, magari, si è riallacciato l'acqua che gli hanno staccato. Lo volete inserire in Costituzione questo, come principio costituzionale ?
  Perché ? Perché lo volete inserire ? Perché siete in preda ad un cieco giustizialismo che è figlio del clima di autosorveglianza che vi impongono dal vostro vertice e volete imporre a tutti quanti, sottraendo libertà e diritti. Siete quelli che ci portano al restringimento dei campi di libertà perché li usate per propaganda, non con il buon senso. Questo principio che proponete non è da Costituzione, ma da provvedimento giudiziario (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Miccoli. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI. Signor Presidente, senza spirito polemico, io sono d'accordo con il fatto che un mafioso condannato in via definitiva non debba sedere in Senato...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassate il tono della voce.

  MARCO MICCOLI. Però, vorrei dire alcune cose. La vita di chi fa politica spesso è molto lunga, si inizia da giovani. A Roma, qualche tempo fa, molte ragazze e molti ragazzi sono stati impegnati in battaglie che sono state di stampo nazionale, occupando edifici che si voleva destinare a casinò o a speculazioni edilizie. Penso al cinema Palazzo, penso al Teatro Valle o al cinema America. Quelle ragazze e quei ragazzi, che io mi auguro continueranno a fare politica e che probabilmente saranno condannati in via definitiva, perché hanno occupato, sono stati colti in flagrante, secondo questa norma, non potranno sedere in Senato. Io penso che sia estremamente sbagliato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, mi fa piacere che ex colleghi del MoVimento 5 Stelle abbiano bisogno di un discorso scritto per evitare gaffe come quando lo stesso gruppo di SEL ha dovuto chiedere scusa ai colleghi del Nuovo Centrodestra....

  LUISELLA ALBANELLA. Pensa per te !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  FEDERICA DIENI. Comunque, facciamo i disegnini. I reati che noi vogliamo individuare sono tutti perché non ci sentiamo di individuare alcun tipo di reato. Una persona condannata in via definitiva deve scontare una pena ed è giusto che sconti quella. Quindi, non è necessario che ricopra il ruolo di senatore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. È curioso come i nostri ex colleghi del MoVimento 5 Stelle abbiano come unico oggetto dei loro interventi il MoVimento 5 Stelle come se fosse il problema per tutti i mali. In ogni caso, hanno fatto degli esempi, come pure il collega Ermini, assolutamente fuori. Infatti, vedete, con questa esclusione si vuole dare al diritto penale l'unica competenza nell'individuare quelle fattispecie ad elevata offensività. Sapete perché ve lo dico ? Perché abbiamo approvato proprio una legge che va a depenalizzare, caro collega Ermini, proprio il reato di ingiuria. Pensi un po’ ! La stessa legge va a depenalizzare proprio l'invasione di terreni o di edifici. Pensi un po’ ! Pensi un po’, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Allora è questo il compito del legislatore in materia penale: evidenziare quelle condotte che sono rilevanti dal punto di Pag. 51vista penale e quelle no; quelle rilevanti dal punto di vista penale noi le vogliamo escludere dall'entrata dei senatori. Sono pochissimi, ce la potete fare, colleghi, a buttare dentro persone non condannate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Currò. Ne ha facoltà.

  TOMMASO CURRÒ. Signor Presidente, come già sottolineato dalla collega Pinna, sottolineo di nuovo un concetto che gli ex colleghi 5 Stelle forse non hanno compreso. Innanzitutto, va risottolineato il fatto che questo emendamento è puramente provocatorio rispetto alle posizioni che gli ex colleghi hanno scelto e hanno assunto precedentemente. Abbiamo visto già ieri come viene strumentalizzato da un certo tipo di stampa. Faccio rilevare, ancora una volta, che l'articolo 65 della Costituzione pone una riserva di legge su questa materia. Allora, studiate un po’ di diritto.
  Aggiungo un'altra cosa, visto che parliamo proprio dei principi e dei valori 5 Stelle. Voi con questa norma sottraete a quei cittadini che vogliono esprimersi liberamente con il voto se scegliere o meno una persona e se valutarla o meno moralmente idonea ad andare a rappresentarli nelle istituzioni. Invece, date il potere ad un magistrato di incidere proprio su questo fatto.
  Quindi, riflettete su quello che state facendo. Voi togliete il potere ai cittadini...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  TOMMASO CURRÒ. ... che poi dite di difendere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, intervengo solo per rilevare...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Collega Currò ! Per favore. Prego, deputato Giordano.

  GIANCARLO GIORDANO. Intervengo solo per rilevare e sottolineare quanta distanza...., devo poter parlare, Presidente.

  PRESIDENTE. Scusi. Allora, collega Currò e collega Lombardi vi richiamo all'ordine. Collega Currò ! Per favore ! Possiamo permettere al collega Giordano di andare avanti ? Prego, deputato Giordano.

  GIANCARLO GIORDANO. Capisco che è diventata una cosa di famiglia, ma l'emendamento diciamo che ha una funzione più generale, ed è proprio questo il punto: voi scegliete di non qualificare i reati che, appunto, possono avere poi la conseguenza di impedire non la candidabilità, perché poi, per come è scritto l'emendamento, si offre ad un'interpretazione differente; voi dite che, in buona sostanza, non potrà ricoprire la carica. Non dite nemmeno che non potrà candidarsi a ricoprire la carica. Allora io vi chiedo di fare una riflessione più tecnica che fazioso-strumentale e prendere atto che è scritto male probabilmente in italiano e forse, in altro luogo, un tema serio come quello che pure ponete, secondo me in maniera strumentale, può trovare una giusta collocazione nella discussione di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Ieri, presentandoci un elenco di persone che sono indagate e che potrebbero essere fra qualche tempo o scagionate dalle accuse oppure condannate, ci dicevate che, essendo questo Senato di secondo grado nella sua elezione, il problema era evitare che nei consigli regionali arrivassero gli indagati. Io vi Pag. 52segnalo che nel sistema elettorale di tutti i consigli regionali c’è la preferenza – e quindi il filtro della popolazione c’è – e che i sindaci sono eletti in maniera diretta.
  Seconda questione: non tracciando alcuna differenza, voi non fate alcuna distinzione fra un mafioso e un povero disgraziato che, magari per fame, ha rubato una bistecca in un supermercato e qui non si tratta solo di un caso di incultura giuridica, ma di uno sgradevolissimo caso di insensibilità sociale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Brescia. Ne ha facoltà. (Commenti del deputato Dell'Orco) Collega Dell'Orco, per favore, sta intervenendo il suo collega !

  GIUSEPPE BRESCIA. Io cerco di far capire un concetto che, anche se mi sembra basilare, pare essere di difficile comprensione per i partiti. L'ho già detto ieri e l'ho ripetuto stamattina, quando sono intervenuto sul processo verbale... (Il deputato Dell'Orco si avvicina ai banchi del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Scambio di apostrofi tra il deputato Dell'Orco e deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Collega Dell'Orco ! Collega Dell'Orco ! Colleghi, per favore ! Per favore, colleghi ! Mi pare che stia andando da solo fuori, per fortuna.
  Va bene, andiamo avanti. Prego, Brescia.

  GIUSEPPE BRESCIA. Dicevo che il concetto è molto semplice: nel momento in cui è messa in discussione una persona che ricopre una carica e rappresenta il popolo, questa persona dovrebbe essere capace di fare un passo indietro. Per esempio (Proteste dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)...

  PRESIDENTE. Scusi un attimo, Brescia: che cosa succede (Proteste dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ? Mi dica: chiedo a qualcuno del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà di intervenire sull'ordine dei lavori o sul Regolamento. Prego, onorevole Ricciatti.

  LARA RICCIATTI. Presidente, cortesemente chiedo di controllare che le colleghe ed i colleghi evitino, visto che siamo anche dinanzi ad un dibattito delicato, che contrappone anche le posizioni personali, di far sì che, come una tifoseria da squadre e da stadio, non si presentino in maniera provocatoria sotto i banchi degli altri gruppi parlamentari ad offendere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)...

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo: stiamo parlando del collega Dell'Orco, che è passato qui (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ? Va bene, allora sottoporrò all'Ufficio di Presidenza questa vicenda, perché non abbiamo avuto modo di constatare cosa abbia detto di preciso, solo per questo.
  Prego collega Brescia, ha ancora 20 secondi, prego.

  GIUSEPPE BRESCIA. Veramente Presidente, visto che non si è capito nulla di quello che ho detto, perché nessuno mi seguiva, se può far ripartire il tempo sarebbe meglio (Proteste dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Collega...

  GIUSEPPE BRESCIA. Va bene, finisco in 20 secondi, visto che non c’è la pazienza neanche di stare ad ascoltare chi interviene nel merito.
  Allora dicevo: noi abbiamo il caso, nella nostra Commissione, di un condannato che sta agli arresti domiciliari e che non si stacca dalla poltrona, Giancarlo Galan. Come la mettiamo in questi casi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Noi siamo costretti ad inserire Pag. 53queste cose in Costituzione, perché voi non siete in grado di tenere fuori le persone che si macchiano di reati.
  Anzi, le mettete a capo delle Commissioni parlamentari: complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Benedetto. Ne ha facoltà.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, il nostro emendamento è molto semplice. L'emendamento traduce la volontà di migliaia di cittadini italiani onesti che hanno firmato una proposta di legge di iniziativa popolare che abbiamo depositato anni fa. Questo perché, signor Presidente, i cittadini italiani onesti hanno il diritto di pretendere che all'interno delle istituzioni ci sia un Parlamento pulito, ci siano persone pulite e non condannati in via definitiva come mafiosi, corrotti, collusi e ladri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Zarattti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, sento tanta competenza giuridica negli interventi dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. Vorrei suggerire ai colleghi che se il loro desiderio era quello di fare i pubblici ministeri o i giudici, potevano fare il concorso in magistratura piuttosto che candidarsi in Parlamento. Dopodiché vorrei dire che questo Paese ha tanto bisogno di morale ma di moralisti ce sono fin troppi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Cristian Iannuzzi. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, dovete abbassare il tono della voce.

  CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, intervengo perché sono stato chiamato in causa dagli altri interventi degli ex del MoVimento 5 Stelle. Mio malgrado, sedendo nei banchi del gruppo Misto, in questo momento sono un ex e volevo ricordare ai colleghi che sono intervenuti al di fuori del gruppo del MoVimento 5 Stelle, che chi ha fatto un percorso nel MoVimento 5 Stelle ha sottoscritto nel 2007 una legge di iniziativa popolare, «Parlamento pulito», che riportava il divieto della candidatura dei condannati in via definitiva. E questo fa anche parte dei punti del nostro programma, con cui ci siamo candidati, e quindi, se sediamo in questi banchi come portavoce dei cittadini, abbiamo il dovere di portare a compimento quel programma e quegli impegni che abbiamo preso. Altrimenti uno può anche decidere liberamente di dimettersi. La coerenza vorrebbe che non cambiasse opinione perché esce dal gruppo. Tutto qui (Applausi di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Solo una specifica in punto di diritto perché ho visto delle notevoli carenze prima soprattutto dalle parti dei transfughi del MoVimento 5 Stelle. Noi nel nostro ordinamento abbiamo il sistema delle fonti che prevede fonti di diritto costituzionale e fonti di legislazione ordinaria. La Costituzione ha la prevalenza di fronte alle fonti di legislazione ordinaria e pertanto appare fuori luogo la locuzione che loro dicono «riserva di legge» poiché la Costituzione ha, come ho detto prima, una preminenza oggettiva e funzionale rispetto alla legge ordinaria. Quindi magari ai nostri «Scilipoti» direi di studiarsi un po’ di più un libro di diritto costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.

Pag. 54

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, mi permetta di condividere un po’ il timore che ho e che hanno altri miei colleghi che mi hanno preceduto. In Italia sono 521 i consiglieri regionali indagati. Nella mia regione, la Liguria, sono più di dieci quelli indagati dalla procura di Genova e oggi apprendiamo dai quotidiani che anche il presidente della regione Liguria, Claudio Burlando, e il suo assessore Guccinelli sono indagati nell'inchiesta per disastro ambientale doloso sulla centrale a carbone Tirreno Power. Queste persone indagate con le evidenze in mano alla procura, pur non volendoci noi sostituire alla magistratura, possiamo immaginare che possano un giorno diventare dei condannati. Questi condannati potrebbero anche andare a sedere in Senato. Quindi è un timore che noi abbiamo e che vogliamo assolutamente evitare perché i cittadini hanno bisogno di un messaggio, ovvero che l'onestà deve ritornare a vivere in queste istituzioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Vorrei essere ascoltato dai colleghi possibilmente con attenzione e mi rivolgo soprattutto a quelli che hanno la laurea in giurisprudenza o addirittura fanno gli avvocati. Noi sappiamo che ci hanno insegnato che una legge si interpreta, non come vogliamo, ma come è scritta secondo il vocabolario della lingua italiana. È chiaro ? Non siamo liberi nell'interpretazione. Questo emendamento che cosa suggerisce, perché lo dovremmo votare ? Voi dite, quindi, come prima, che chi per esempio, per errore, con un'automobile ha stroncato le gambe a una persona e ha procurato lesioni gravissime, può benissimo arrivare a fare il senatore. Poi, aggiungete: non possono ricoprire la carica di senatore coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva. Che significa: non possono ricoprire ? Non è un linguaggio tecnico, «non possono ricoprire» significa che non possono fare i senatori, non significa «ineleggibili». Quindi, il linguaggio è di accatto, dovete convenire con questo, voi non potete chiederci di votare una cosa che tecnicamente non è sostenibile e che soprattutto sembra un gioco perverso. Puoi metterti in lista, da condannato, puoi prendere i voti, puoi arrivare al Senato, però, poi, quando sei arrivato al Senato dici: scusate mi sono sbagliato. Non so se mi spiego. È scritto così, non litighiamo inutilmente.

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Sannicandro.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Grazie, Presidente. Ho concluso (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, solo due riflessioni. La prima: rispondendo al collega del Partito Democratico che diceva, appunto, che per un pezzo di carne si può essere condannati, ricordo che noi qui abbiamo avuto dei condannati per truffa aggravata, falso in bilancio, finanziamento illecito, abuso di ufficio, millantato credito, resistenza a pubblico ufficiale e così via. Qui dentro abbiamo avuto dei parlamentari che si sono macchiati di questi reati; quindi, io non ho visto molti deputati che si sono macchiati di reati come quello di rubare un pezzo di carne, per essere condannati.
  Seconda riflessione: io sono un'assistente di volo; la mia compagnia non mi permette di essere un'assistente di volo se sono condannata, ma neanche se ho avuto precedenti. La mia compagnia ha chiesto i cinque anni precedenti della mia vita per fare delle verifiche. Allora, la mia compagnia mi chiede di non avere neanche un precedente e poi permettiamo che qui in Parlamento ci siano dei condannati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Grillo. Ne ha facoltà.
  Colleghi, per favore... il tono della voce.

Pag. 55

  GIULIA GRILLO. Grazie Presidente, siccome ho avuto l'onere di vivere in una terra che ha sfornato ben due presidenti della regione condannati per concorso esterno in associazione mafiosa, di cui uno in via definitiva e per il quale è stata chiesta anche la grazia, io pongo al Governo questa domanda e dico: se l'ex presidente della regione Cuffaro dovesse avere la grazia e diventare di nuovo presidente della regione Sicilia, ce lo ritroveremmo in Senato ? Mi può rispondere il Governo a questa domanda, per favore ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie Presidente, volevo rivolgermi all'ultima collega dei 5 Stelle. Volevo ricordarle che Cuffaro è l'unica persona in Italia che sta scontando una pena con molta, molta dignità. Per cui, giusto per metterci una pietra sopra, di Cuffaro che sta dimostrando, nel bene e nel male, una signorilità che molti di noi non hanno, prego i 5 Stelle di non parlarne più. Perché Cuffaro sta scontando una pena che altri non stanno pagando (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare).

  PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo solo di attenervi all'emendamento. Non ho intenzione di ammettere un dibattito, adesso, sulla figura di Cuffaro, per esempio (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Colleghi, collega Grillo, collega Di Benedetto, collega Cera, collega Cera, per favore... per favore. Collega Di Benedetto, collega Cera la richiamo all'ordine, collega Di Benedetto la richiamo all'ordine... collega Sibilia. Collega Cera, per favore... andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.
  Colleghi, fate intervenire il collega Cominardi. Fate intervenire il collega Cominardi. Prego.
  Collega Di Benedetto, la richiamo all'ordine per la seconda volta.

  CLAUDIO COMINARDI. Posso ?

  PRESIDENTE. Prego.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Cera, per cortesia, io non riesco...

  PRESIDENTE. Prego Cominardi, vada avanti.

  CLAUDIO COMINARDI. Dopo l'intervento di Cera non posso esimermi dal ricordare la figura del povero Marcello Dell'Utri, perché ne abbiamo tanti altri di poveri disgraziati che sono finiti in galera, ricordiamoli tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ovviamente sto scherzando. Veramente questo dibattito ha dell'assurdo, del paradossale, quando si vogliono far passare dei miti su dei delinquenti mafiosi, e chi più ne ha più ne metta. È una vergogna ! Non credo alle mie orecchie ! Veramente, non ci credo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 2.128, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle ed il parere contrario degli altri relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Collega Bonafede ! Non vi è richiesto di calmare qualcuno, quindi nessuno risponda alle provocazioni, da qualunque parte esse provengano. Andiamo avanti. Chi non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 56
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  445   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato sì   69    
    Hanno votato no  376.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin, Fossati e Zan hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Presidente, nell'annunciare il voto favorevole di Forza Italia all'articolo 2, voglio dire che l'articolo 2 ovviamente è la nuova versione dell'articolo 57 della Costituzione e segna una delle cesure più rilevanti rispetto all'attuale esperienza del bicameralismo.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa. Per favore, si possono liberare i banchi del Governo ?

  ELENA CENTEMERO. Come stavo dicendo, la nuova versione dell'articolo 57 della Costituzione rappresenta una delle cesure più rilevanti rispetto all'attuale esperienza del bicameralismo italiano. La norma, infatti, definisce la nuova composizione del Senato con cui viene nominata la seconda Camera, nel testo della riforma, sancendo che i membri vengono eletti dai consigli regionali e scelti tra i membri di questi collegi ed i sindaci delle città della Regione.
  Una tale composizione, unitamente alle competenze, come sono state ridefinite appunto all'articolo 1, segnala che si vuole trasformare il Senato nel centro nevralgico e strategico dell'organizzazione e della programmazione delle scelte delle autonomie locali nel quadro dei rapporti tra ordinamento statale e Unione Europea e anche quanto al centro di controllo delle politiche pubbliche e dei loro effetti nell'ordinamento. In sintesi, si vuole che il nuovo Senato diventi il luogo in cui si definiscono e si conciliano i diversi interessi nella relazione tra centro e periferia, e si realizzi la pacificazione fra le varie comunità locali, anche dotandolo di maggiori criteri di efficienza sotto il profilo della sua organizzazione e del suo funzionamento.
  Il tema della costituzione di una Camera rappresentativa non degli indirizzi politici generali ma degli interessi riconducibili agli enti locali e territoriali non è, però, nuovo alla discussione politica e costituzionale del Paese. La sua creazione è stata oggetto del dibattito in Assemblea costituente, dove poi questa opzione è stata abbandonata e si è scelta una via diversa. Ora noi stiamo trasformando il nostro sistema istituzionale, passando ad un monocameralismo partecipato, dove vengono ridefiniti i ruoli e le funzioni delle due Camere.
  L'adozione del monocameralismo partecipato, o di un bicameralismo differenziato, sta nell'esigenza di dare risposta al problema della rappresentanza degli interessi territoriali ed è una prassi largamente diffusa nelle esperienze straniere, che ci restituiscono un quadro molto variegato dei modelli possibili. L'osservazione di queste esperienze è stata senza dubbio utile sotto il profilo della funzione orientante che i diversi modelli possono esercitare, ma noi abbiamo dovuto confrontarci con la nostra tradizione costituzionale, con le tradizioni costituzionali dell'esperienza del nostro Paese.
  L'esperienza italiana ci dimostra come, nella storia costituzionale del nostro Paese, si siano manifestati da sempre l'intenzione e il tentativo di farsi carico del problema della rappresentanza degli interessi territoriali e tale è il Senato che stiamo delineando all'interno dell'articolo 2. Questo dato storico è innegabile; questo dato storico ha dato vita ad un confronto non eludibile nonché al percorso di trasformazione Pag. 57istituzionale che ci ha portato alla scelta di un monocameralismo di tipo partecipato.
  La rappresentanza degli interessi territoriali influenza necessariamente la rappresentatività dell'Assemblea e le modalità di scelta dei senatori, e quindi, di conseguenza, ecco la scelta di avere un Senato di secondo livello. Questo avviene anche nell'esperienza di altri Paesi dove è prevista la presenza di senatori, di rappresentanti della camera dei territori che sono nominati o che comunque sono esponenti dei Governi degli Stati membri.
  Il dato comunque certo è che l'elezione diretta dei senatori non è assolutamente caratteristica necessaria per attribuire la natura liberale di un ordinamento democratico; da qui quindi, questa modalità di scelta dei senatori, così come delineata all'articolo 2, non va considerata come essenziale per la qualità democratica del Senato. Se noi vogliamo affermare un principio liberale, il principio liberale che va affermato è quello che collega i poteri alle responsabilità.
  Di qui, quindi, la nostra scelta di votare favorevolmente, così come è avvenuto per l'articolo 1, anche all'articolo 2. Questo Senato che rappresenta, appunto, i territori, che rappresenta gli enti locali della Repubblica, i comuni, le regioni, può consentire un fruttuoso assorbimento ma soprattutto una valutazione del pluralismo e della frammentazione di quelle che sono...

  PRESIDENTE. Collega Centemero, scusi se la interrompo ma siccome il nostro contatore si era bloccato e lei è arrivata già a cinque minuti, la invito a concludere il prima possibile.

  ELENA CENTEMERO. Concludo, dichiarando il voto favorevole di Forza Italia sull'articolo 2.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 24 del Regolamento. Abbiamo ampiamente dibattuto all'interno di questa Aula sui tempi riservati al gruppo Misto; io vorrei segnalare che ad una compagine di 11 deputati appartenenti al gruppo Misto, definiamolo, senza mancanza di rispetto, «altri», ossia non facenti parte di una suddivisione dichiarata all'interno del gruppo Misto, al momento, nelle tempistiche assegnate dal provvedimento, vengono riservati 0 minuti per la discussione degli emendamenti. Questo, mi viene detto che, di prassi, viene sottratto al minutaggio a titolo personale. Io credo sia un errore perché l'articolo 24 sancisce che si debba suddividere il tempo del gruppo Misto in base anche alla composizione numerica degli stessi e, pertanto, mi aspetterei che, all'interno di questo speech, venisse in fondo scritto «altri – Misto», attribuendogli una quota di tempo.
  Questo perché, per carità, i colleghi intervenuti in precedenza vanno a svolgere dichiarazioni, in questo caso meramente a titolo personale, mentre, essendo dichiarazioni del gruppo Misto, dovrebbero essere fatte all'interno di questa voce appositamente dedicata. Io credo sia opportuno che la Presidente convochi una Giunta per il Regolamento per dipanare questo punto per cui, per la prassi di non attribuire ai gruppi Misti, non identificati sotto un raggruppamento definito, non vengono contemplati all'interno di una Aula parlamentare.
  Sono credo, numericamente, undici; quindi, rappresentano più o meno il 2 per cento all'interno di quest'Aula parlamentare e, pertanto, credo sia opportuno, ai fini del dibattito e delle tempistiche assegnate, che vengano loro riservati dei tempi prestabiliti senza che tali tempi vengano sottratti da quelli per gli interventi a titolo personale che hanno ben altro scopo e soprattutto servono ad altro tipo di iniziativa. Per questo, credo si possa trasmettere questa necessità alla Presidente di convocare una Giunta per il Regolamento per affrontare il tema.

  PRESIDENTE. Lo farò senz'altro.Pag. 58
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferrari. Ne ha facoltà.

  ALAN FERRARI. Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole sull'articolo 2 del Partito Democratico, su quell'articolo che, come abbiamo visto, definisce la composizione del Senato e il nostro voto è favorevole perché superare l'articolo 2, dopo aver superato l'articolo 1, ci consente di compiere un passo avanti e di far compiere un passo avanti determinante verso l'approvazione di questa importante riforma. In questi giorni, abbiamo anche su questo articolo assistito a un dibattito che ha vissuto dei momenti molto duri; sono state rivolte a questo Governo e alla maggioranza che lo sostiene accuse dure; ci è stato detto che eravamo ladri della democrazia, ci è stato detto che vi sarebbe stata una deriva autoritaria conseguente a questa riforma. Io credo che sia corretto, anche solo per lasciare agli atti una dichiarazione del Partito Democratico, dire che il Partito Democratico rigetta pienamente qualsiasi ricatto morale e ribadisce che questa riforma non altera minimamente la garanzia e l'equilibrio tra i poteri esecutivo e legislativo, e che nemmeno il combinato disposto con la legge elettorale, che è stata molto richiamata, fa sì che questa riforma non consenta il mantenimento di questi equilibri. Nel merito, l'articolo 2 è un articolo in cui si prevede l'elezione indiretta dei senatori, il fatto che il Senato si componga di cento senatori, che novantacinque di questi siano scelti tra consiglieri regionali e sindaci, che cinque, i restanti, siano nominati dal Presidente della Repubblica, con durata di sette anni, quindi non a vita, e quindi questo assetto ci dice che la scelta che stiamo facendo è conseguente all'obiettivo che ci siamo dati, cioè di mantenere una Camera politica e di crearne un'altra che abbia la funzione di rappresentanza territoriale. Anche l'elezione indiretta, come è stato appena ricordato dalla collega Centemero, va in questa direzione, come in questa direzione va il fatto che c’è una quota riservata ai sindaci, quindi ai rappresentanti di quelle istituzioni che hanno fatto una storia importante del nostro Paese. Detto questo, uso questi ultimi due minuti, Presidente, per esporre una mia breve opinione, a nome mio e del gruppo Partito Democratico, su alcuni dei temi prevalenti che hanno costituito il dibattito politico di questi giorni. Il primo riguarda la presenza degli esecutivi regionali ovvero dei presidenti della regione nel Senato e il secondo concerne la collocazione dei senatori a nomina presidenziale al Senato, anziché alla Camera, e la modificabilità politica dell'articolo 2; temi su cui sono intervenuti anche in dissenso molti, alcuni colleghi del Partito Democratico. Sul primo voglio dire questo, ovvero sulla presenza dei presidenti di regione: noi abbiamo assistito negli ultimi anni a un dibattito molto lungo in cui molti di noi hanno ritenuto che, nelle regioni, c’è stato un profondo appiattimento sul ruolo degli esecutivi e dei presidenti; ovviamente non è il momento di approfondire questo dibattito e cioè l'equilibrio presente nelle regioni tra potere esecutivo e legislativo. È chiaro che uso però questo elemento per dire che la presenza dei presidenti delle regioni in questo Senato non è di per sé una garanzia affinché questo possa produrre meglio nella direzione di produzione che gli abbiamo affidato. Comunque, al di là di questo, penso sia corretto, come è stato scelto, inserire la possibilità in questo articolo che anche i presidenti di regione possano essere scelti dai consigli regionali. Aggiungo che, forse, c’è una differenza fra l'essere scelti e l'essere membri di diritto; forse il fatto che è possibile che loro vengano scelti consente una maggiore responsabilizzazione.
  Sulla questione dei cinque senatori di nomina presidenziale, dico semplicemente che, nella Costituzione, si è scelto di prevederli; si è scelto conseguentemente che questi cinque non dovessero avere un rapporto fiduciario con il Governo e quindi si è anche accettato che fossero nella seconda Camera, persino nella possibilità che questa seconda Camera avesse una funzione di rappresentanza territoriale e non politica.Pag. 59
  Un'ultima battuta – e ho finito, signor Presidente – sulla modificabilità politica dell'articolo 2. Lo dico con molto rispetto verso tutti gli interventi che si sono susseguiti, in particolare ai colleghi del mio gruppo con cui abbiamo a lungo discusso. Io credo che tutte le valutazioni siano state legittime e che questa sia una scelta politica estremamente difficile. E le dico una sola cosa: dico soprattutto rivolgendomi a chi si è posto tante domande...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  ALAN FERRARI. Ho finito, Presidente; dico a chi ha posto diverse domande a coloro che alla fine decideranno cosa fare di questa riforma che vi sono momenti in politica in cui quello della domanda e quello della decisione stanno nello stesso momento politico e questo è uno di quelli prevalenti in questa riforma, in cui il Partito Democratico, dopo essersi posto tante domande, deve decidere e deve decidere con coerenza rispetto a quanto si è fatto e, se c’è il rischio che il passaggio al Senato comporti una possibile chiusura, o meglio un fermo di questa riforma, io credo che sia legittimo che il Partito Democratico si assuma la responsabilità di mantenere l'articolo 2 così come arrivato in questa Camera.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il dibattito di queste ore sull'articolo 2 ha posto in rilievo alcuni elementi della composizione del Senato che non convincono per ragioni di coerenza e di compiutezza nel complesso della composizione. Non credo sia necessario tornarci sopra in sede di dichiarazione di voto a titolo personale perché sono noti a tutti i punti rilevati come incoerenti e si sa che, all'interno del Partito Democratico, non è certo il carattere di elezione di secondo livello quello che è stato messo in discussione nell'esame qui alla Camera.
  Ritengo che la scelta di non approvare alcun emendamento a questa composizione e di non ricercare un ulteriore passo in avanti, un avanzamento del compromesso trovato al Senato nel mese di agosto sia una scelta sbagliata per i motivi che ho già detto. Ritengo tuttavia che non si possa, di fronte a questa composizione incompiuta del Senato, mettere in qualche modo a rischio la necessità di questa riforma e quindi, dal mio punto di vista – e non credo di essere il solo, saremo diversi –, di fronte a questa scelta che riteniamo sbagliata di non riaprire la discussione sull'articolo 2, non possiamo esprimere il voto favorevole su questo articolo e, allo stesso tempo, non possiamo nemmeno confondere il nostro intendimento con quello di coloro che non vogliono questa riforma.
  Per queste ragioni, la decisione è quella di non partecipare al voto sull'articolo 2 nel rispetto anche dell'intero gruppo del Partito Democratico e di tutti i colleghi dello stesso gruppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, gli emendamenti all'articolo 2 esprimono il rifiuto che merita alla radice questa riforma del Senato della Repubblica.
  Edward Gibbon, famoso storico della romanità e membro del Parlamento inglese, diceva che un riformatore dovrebbe essere esente dal sospetto di interesse e deve possedere la fiducia e la stima di coloro che gli si propone di riformare. Mi sembra superfluo sottolineare che, né il Governo, né la strana maggioranza che si avvia ad approvare questa riforma sono esenti dal sospetto di interesse e tanto meno hanno la stima dei cittadini.
  Alcuni domanderanno provocatoriamente che interesse può avere un Governo del Partito Democratico ad approvare una ridefinizione della Camera Alta, come questa. Ebbene, la riforma del Senato, come quella delle province, approvata durante i mesi dello scorso anno, riesce a mettere Pag. 60insieme in un colpo solo due atti fortemente antidemocratici. Il primo è quello di far fuori una Camera elettiva senza toccarne gli sprechi. Il Senato, infatti, inteso come carrozzone dispensatore di stipendi, di consulenze e vitalizi resta infatti in piedi.
  Eppure, la sbandierata abolizione degli stipendi dei senatori è un clamoroso falso, dato che i vari consiglieri regionali e sindaci, che dovranno presenziare ai lavori di Palazzo Madama, avranno comunque diritto alla diaria e al rimborso delle spese di viaggio. L'unica cosa che si rimuove è il «fastidio» di avere dei parlamentari eletti dal popolo, anziché dai partiti a cui rendere conto. Un bel guadagno per i Governi che a destra, centro e sinistra hanno dimostrato tutti la medesima allergia, in questi anni, per le regole della democrazia parlamentare.
  Il secondo atto antidemocratico è il solito capolavoro di disinformazione che è già stato messo in piedi dalle criminal mind supine esecutrici del «Renzi-pensiero». Come per le province, si sbandiera ai quattro venti che si è cancellata la casta senatoriale quando, invece, si crea una nuova casta di soggetti che saranno costituzionalmente asserviti ai loro nuovi padroni delle segreterie politiche. Tradotto, ciò significa non solo che i cittadini perderanno una consistente fetta di democrazia, in dispregio di quello che dovrebbe essere il cardine della Repubblica, ossia l'articolo 1 della Costituzione, che stabilisce che la sovranità appartiene al popolo, ma sarà negato loro anche il diritto ad essere informati di ciò che sta avvenendo, subendo il battage pubblicitario dei vari venditori di pentole, che spiegheranno loro come finalmente si sono fatte le riforme, come si è ammodernato lo Stato.
  A Roma, pressoché ininterrottamente da quasi 2.800 anni a questa parte, c’è un Senato. Credo che anche questo elemento di riflessione non sia di poco conto. È da questa città che ha avuto origine la parola «senato». Ed un Senato c’è oggi negli Stati Uniti, in Francia, in Spagna e in molti altri Paesi del mondo, che hanno scelto questa parola per designare una Camera alta, rappresentativa di diverse istanze, territoriali o generali. Sono, però, convinta che mai, in questi 2.800 anni, in alcun Paese al mondo si sia assistito ad un tale svilimento di questa istituzione. Neppure quando Giulio Cesare elevò di un terzo il numero dei senatori, per fare entrare elementi a lui favorevoli, o quando Caligola fece senatore il suo cavallo, come segno di disprezzo, si assistette ad un disegno di asservimento e di sistematica spoliazione di tale organo. Qui i cavalli non sono uno, ma sono cento: 95 per le segreterie e 5 per il Presidente della Repubblica.
  Si dirà che tutto questo non è altro che retorica, che il bicameralismo perfetto è una prerogativa esclusivamente italica e che anche in Germania, negli Stati Uniti e in Francia, seppure in modo diverso, la Camera alta è espressione delle autonomie locali. Ma per dare rappresentanza agli interessi locali non serviva mica togliere l'elettività dei senatori. Tra l'altro, nella Costituzione era già scritto che il Senato è eletto su base regionale. Il problema, semmai, è insito nella legge elettorale, non nella Costituzione. La realtà, quindi, è che non serviva una riforma del Senato per dare una sede di rappresentanza all'autonomia, né per velocizzare l'iter normativo, come se in Italia servisse ancora un numero maggiore di leggi, ma semplicemente per comprimere ancora un po’ di spazio di confronto e di democrazia, per togliere al Governo qualche fastidio nella sua onnipotente facoltà di intervento.
  Cari colleghi, negli Stati Uniti il Senato ha competenza sul bilancio. In Germania è espressione di un ordinamento federale. In Italia a cosa dovrebbe servire questa casa vacanze per i consiglieri regionali ? A venire un po’ a svagarsi nella capitale ?
  Bukowsky provocatoriamente diceva che la differenza tra democrazia e dittatura è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini e in una dittatura non c’è bisogno di sprecare il tempo andando a votare. Probabilmente voi avete intenzione di fare cadere anche questa ultima foglia di fico, dopodiché non resterà che osservare il re nudo. E peccato Pag. 61che, pur essendo fiorentino, non abbia certo né la nobiltà né il portamento del David di Michelangelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie, Presidente. È stato detto più volte, nel corso del nostro dibattito, che questo articolo era uno degli articoli più importanti del provvedimento. È l'articolo che determina la composizione del nuovo Senato e proprio per questo abbiamo cercato, con responsabilità, prima in Commissione e poi qui in Aula, di entrare nel merito dei numerosi vuoti e contraddizioni che abbiamo riscontrato nel testo che ci è arrivato dal Senato, ma niente è servito.
  Alla luce di queste poche considerazioni preliminari, devo annunciare con amarezza che questo è il voto della sconfitta, ma non della sconfitta di Sinistra Ecologia Libertà, ma della sconfitta di tutto il Parlamento.
  Se ci fosse stata, infatti, da parte di questo Governo e da parte della maggioranza una rivendicazione o una spiegazione convinta di quelle che erano e continuano ad essere delle assurdità, il voto di questa Camera avrebbe avuto un senso. Invece, abbiamo assistito a motivazioni che esulano dal buon funzionamento del nuovo Senato. Abbiamo ascoltato richiami alla disciplina di partito, addirittura abbiamo ascoltato espressioni di solidarietà con il Governo o addirittura nessuna risposta o richiami al decisionismo a tutti i costi. Davanti alle numerose domande delle opposizioni e ai numerosi emendamenti che cercavano di dare coerenza a qualcosa che logica non ha, non abbiamo avuto alcun tipo di risposta. Abbiamo chiesto, per esempio, perché i cittadini non possono votare direttamente i propri rappresentanti, e ci è stato detto che in altri Paesi europei si prevedono elezioni di secondo livello. Mi sembra una risposta chiara, esattamente la risposta di chi non sa come giustificare che in campagna elettorale ha portato avanti con grande determinazione l'elezione diretta, per poi arrivare a sancire altro nella riforma costituzionale. Il Senato delle autonomie, così è stato definito, però, non prevede presidenti di regione. Perché ? La risposta è stata: il Governo inizialmente prevedeva nel proprio impianto la presenza dei presidenti di regione, ma gli equilibri non hanno retto. Mi scusi, Presidente, non riesco a parlare.

  PRESIDENTE. Ha ragione. Colleghi, per favore, vi prego di abbassare il tono della voce.

  CELESTE COSTANTINO. Lo so che c’è già qualcuno che sta festeggiando, però magari...

  PRESIDENTE. Prego, deputata Costantino.

  CELESTE COSTANTINO. Tradotto, significa che Forza Italia non vuole, anzi Berlusconi e i berlusconiani non vogliono. Questa è stata la risposta del Partito Democratico. Andiamo avanti. In Commissione eravamo riusciti a modificare un vero e proprio pasticcio arrivato dal Senato, cioè mantenere i senatori di nomina presidenziale dentro il nuovo Senato delle autonomie. Abbiamo modificato questo errore, questo orrore, ed è stato un affronto troppo grande da sopportare per questo Governo. Infatti avevamo appena fatto in tempo a votare in Commissione che subito la Ministra Boschi è uscita per correggere il tiro, annunciando che in Aula si sarebbe modificato tutto e saremmo ritornati al testo originario del Senato. Così è stato fatto: ieri il piccolo lodo Rosato ha rimesso tutto a posto. Il Governo è salvo da questa macchia, ma è diventata una macchietta, ahimè, e se rimane invece una macchia e se è stato inferto qualcosa alla democrazia, è stato proprio il fatto di riuscire a svuotare completamente il Parlamento delle sue funzioni. Ecco perché pensiamo che il voto a questo articolo sia una sconfitta, perché, guardate, non tengono né disciplina di partito né richiami al Pag. 62decisionismo, che ho ascoltato con attenzione, come faccio sempre quando dai banchi della maggioranza c’è la volontà di riuscire a dare delle spiegazioni, come ho reso atto più volte all'onorevole Ferrari, ma, mi dispiace, il decisionismo a tutti i costi non è una risposta alle domande che abbiamo fatto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Così – concludo Presidente – siamo a un punto di non ritorno. Se si arriva a devastare la nostra Costituzione, in nome del ritmo e in nome di un egocentrismo senza controllo, il minimo è lanciare un allarme a questo Paese. Non l'avete apprezzato – e lo capisco – perché è un giudizio forte quello di parlare di odor di regime, ma, guardate, non vi state discostando poi così tanto da quella che sentite come un'accusa da parte di questa minoranza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, Area Popolare esprimerà un voto favorevole all'articolo 2. Questo articolo parla della composizione e anche delle modalità di elezione del nuovo Senato della Repubblica, che rappresenta le istituzioni territoriali e che trova la sua ragione fondamentale nell'esercizio delle funzioni di raccordo, in particolare tra i due soggetti titolari della potestà legislativa, cioè lo Stato e le regioni, al fine di evitare quelle sovrapposizioni e quei conflitti di competenza che hanno generato un contenzioso in tutti questi anni.
  Sull'elezione di secondo grado di cui si è tanto parlato in quest'Aula in queste due giornate siamo pienamente d'accordo, e non soltanto perché è prevista in numerosi ordinamenti europei, ma ha la sua ragione fondamentale per l'esercizio della funzione di raccordo che il Senato è chiamato a svolgere. Riteniamo che l'elezione popolare diretta, inevitabilmente, potrebbe trascinare il rischio che i senatori si facciano portatori di istanze legate più alle loro forze politiche che alle istituzioni a cui sono tenuti ad appartenere in questo nuovo Senato, e che la loro legittimazione diretta da parte dei cittadini possa indurli a voler incidere sulle scelte di indirizzo politico, che sono scelte che sono riservate alla Camera dei deputati, in tal modo contravvenendo e contraddicendo quelle che sono le linee portanti a cui si è ispirata la nuova riforma costituzionale.
  Dal punto di vista, invece, della composizione, noi abbiamo pensato che, indubbiamente, fosse un limite non prevedere la presenza obbligata dei presidenti delle regioni, e quindi consentire che alcuni ne potessero fare parte e altri no, in questo senso credendo che alcuni potessero essere, in qualche modo, deresponsabilizzati. E non vi è dubbio che, in relazione a un principio di costituzionalismo liberale, a un potere si deve sicuramente contrapporre anche una responsabilità, e i presidenti delle regioni, in questo senso, potrebbero contravvenire agli impegni che vengono presi al Senato, che poi potrebbero essere disattesi alla Conferenza Stato-Regioni.
  Però, in questo senso, noi abbiano avuto rassicurazioni dal Governo in relazione a un nostro ordine del giorno, che cercherà di risolvere questo problema, rivedendo la disciplina del sistema della Conferenza Stato-Regioni, città metropolitane e autonomie locali, limitandone il ruolo soltanto a un ambito amministrativo. Siamo convinti che i governatori devono essere posti davanti alla necessità – e crediamo che questa possa essere una strada importante – di far parte del Senato e di non mandare soltanto i consiglieri regionali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. La Lega Nord voterà contro l'approvazione di questo articolo 2 per due ordini di motivi: uno legato al merito dell'articolo, alle previsioni che esso contiene, e l'altro legato al metodo. Per Pag. 63quanto riguarda il merito, direi che appare evidente che con questa nuova formulazione non ci troviamo di fronte a un vero Senato, ma ad una sorta di ectoplasma, non particolarmente definito.
  Vi era nell'esperienza anche europea di democrazie occidentali vicine alla nostra la possibilità di prendere spunto dalla costruzione di Camere alte, magari anche non elettive, ma che dimostrano di avere una funzione chiara e definitiva, una funzione, soprattutto, organica all'interno di un sistema come quello anche italiano.
  Faccio, ovviamente, riferimento al Senato tedesco, al Bundesrat, che funziona, funziona bene, e che, tra l'altro, veniva preso ad esempio – quando si parlava, ovviamente, in sede di Commissione, di questo disegno di legge – non soltanto dalla Lega Nord, ma anche da parecchie altre forze politiche qui presenti, da presidenti in carica delle regioni, nonché da tutta una serie di costituzionalisti che sono intervenuti in Commissione.
  Eppure si è deciso invece di presentare una legge, un articolo blindato, con la chiara esigenza di chiudere tutta la discussione in tempi certi, e con la chiusura da parte delle forze di maggioranza e di Forza Italia ad ogni contributo, non posto sul piatto con volontà ostruzionistica, ma con una volontà di migliorare il testo e di rendere un Senato non quello che è oggi, come è stato ripetuto più volte, dopolavoro per consiglieri regionali, una Camera priva di competenze tali da giustificarne l'esistenza.
  Purtroppo la scelta non è stata questa. Abbiamo detto quindi che non ci convince questa composizione del Senato, per questo voteremo contro. Ma vi è un'altra questione, probabilmente più importante, la questione di metodo.

  PRESIDENTE. Collega Bianchi, per favore. Prego.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Noi, signor Presidente, potremmo fingere di essere qui a discutere di riforma della Costituzione, lasciando magari tutto il resto fuori, ma faremmo un qualcosa da vigliacchi, faremmo qualcosa di non vero. Sopra a questo progetto, e quindi anche sopra l'articolo 2, pesa come un macigno il peccato originario del patto del Nazzareno: patto stretto un anno fa tra due persone, tra due attori politici, i cui contenuti però non sono stati chiaramente divulgati, e anzi col passare dei mesi emergono sempre più delle situazioni probabilmente direttamente derivanti da questo patto del Nazareno, che gettano un'ombra oscura su tutta la riforma della Costituzione.
  A noi piacerebbe sapere, signor Presidente, lo dico anche...

  PRESIDENTE. Collega, per favore, si possono liberare i banchi del Governo ? Collega Verini ! Collega Verini ! Per favore. Grazie Prego.

  CRISTIAN INVERNIZZI. E lo dico anche ai colleghi del Partito Democratico, che si offendono quando diciamo che magari c’è qualcuno che in questo frangente si comporta come ladro della democrazia, che respingono questi ricatti morali; ma noi li ripetiamo: è mai possibile che la legge fondamentale della Repubblica, di una Repubblica come quella italiana, debba nascere nel segreto di una stanza, all'interno della sede nazionale di un partito, fra Berlusconi e Renzi ? È mai possibile che il contorno effettivo di quel patto, che non è mai stato divulgato, ripeto, malgrado sia passato ormai un anno, debba continuare a rimanere segreto ?
  A noi piacerebbe sapere come opposizione, signor Presidente, dal Governo, dal Partito Democratico, magari, anche da Forza Italia, qual è il ruolo che la riforma della Costituzione ha all'interno della patto del Nazareno. Perché se noi fossimo convinti (cosa che purtroppo non è) che Renzi e Berlusconi, in quel famoso incontro, avessero veramente a stella polare la voglia di riformare...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  CRISTIAN INVERNIZZI. ... – concludo – le stanche istituzioni di questo Paese, allora potremmo anche essere più incentivati Pag. 64a fare un discorso costruttivo. Questo purtroppo, Presidente, non è, e quindi anticipo fin d'ora ai colleghi del Partito Democratico e di Forza Italia che noi fino alla conclusione della discussione, fino al voto finale su questo progetto di riforma, ribadiremo con forza che c’è qualcosa di strano che sta alle spalle di questa riforma; e lo ribadiremo non soltanto qui, ma in ogni occasione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Minardo, Zan, Portas, Simone Valente, Turco, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  383   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  270    
    Hanno votato no  113    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Da Villa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Essendo giunti alle ore 14,10, sospendo l'esame del provvedimento per mezz'ora che quindi riprenderà alle ore 14,40.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 14,10 è ripresa alle 14,45.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Bindi, Biondelli, Bonifazi, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Cirielli, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Lello, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guerra, La Russa, Madia, Pes, Portas, Ravetto, Realacci, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sisto, Speranza, Tabacci e Velo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale n. 2613-A.
  Avverto che prima dell'inizio della seduta l'emendamento Centemero 3.29 è stato ritirato dalla presentatrice.

(Esame articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 2 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 2. Dobbiamo quindi passare agli articoli aggiuntivi Nuti 2.01 e 2.02.
  Avverto che, su richiesta del gruppo MoVimento 5 Stelle, tali proposte emendative saranno votate a scrutinio segreto, sulla base di quanto emerso nella riunione della Giunta per il Regolamento dello scorso 12 gennaio.
  Passiamo, quindi, alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nuti 2.01.
  Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto la deputata Centemero, che mi sembra di non vedere in Aula.

  EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 65

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, può verificare che siano terminati i lavori della Commissione bilancio ?

  PRESIDENTE. La riunione della Commissione bilancio sembra essere conclusa.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Signor Presidente, intervengo su questo primo articolo aggiuntivo all'articolo 2, perché credo che il dibattito su questo articolo, che si è tenuto nella giornata di ieri e nella mattinata di oggi, abbia rappresentato un passaggio importante, un passaggio importante perché l'articolo 2 riguarda, come noto, la composizione del Senato.
  Ho avuto già modo di sottolineare quelli che, secondo anche pareri autorevoli dei professori auditi nella Commissione, sono i limiti di tale composizione. Ciò detto, poco fa con il voto in Aula è stato approvato l'articolo 2 nella composizione che conosciamo, la composizione di un Senato di 100 membri, di cui 74 consiglieri regionali eletti nei consigli regionali, 21 sindaci eletti sempre dai consigli regionali – e questa può anche apparire come una contraddizione – e, infine 5 senatori di nomina presidenziale, a cui si aggiungono i presidenti emeriti della Repubblica.
  Ora con questo articolo aggiuntivo, Presidente, si va oltre e si esce dal seminato della composizione del Senato e si cerca di introdurre una norma, che potrebbe anche essere condivisibile. Leggo il testo dell'articolo 2-bis che viene qui proposto: «La legge garantisce ai candidati, ai movimenti ed agli altri soggetti presentatori di liste di candidati condizioni di parità nell'accesso al sistema, pubblico e privato, delle comunicazioni di massa».
  È il tema della cosiddetta par condicio e non vi è dubbio che è un tema sensibile per quello che è lo stato di salute della nostra democrazia ed il funzionamento dei momenti elettorali. Ha poco a che fare, naturalmente, con un articolo, quello precedente, che tratta della composizione del Senato che, come è noto, è una Camera non elettiva, ovvero non eletta direttamente a suffragio universale dai cittadini. Quindi ritengo che introdurre in Costituzione con questo articolo aggiuntivo un principio – che ripeto è condivisibile nel merito – non sia una scelta accurata né opportuna. Mi chiedo se si tratti di una proposta emendativa esclusivamente ostruzionistica, presentata qui in Aula dal MoVimento 5 Stelle legittimamente, oppure se si tratti davvero di una questione che si vuole porre all'attenzione dei nostri lavori.
  A questo riguardo credo di poter dire, a nome di tutto il Partito Democratico, che c’è la disponibilità a discuterne. C’è già una disciplina, la cosiddetta par condicio, che regola questa materia. Ritengo, però, che questa non sia la sede opportuna per introdurre una norma di questo tipo sia perché non è attinente alla materia, come dicevo prima, sia perché una legge ordinaria potrebbe non solo enunciare il principio, come si vuole fare in questo caso, ma anche entrare nel dettaglio di quello che è il momento più importante della competizione elettorale per ogni forza politica e per ogni candidato che si presenta alle elezioni e disciplinare davvero in profondità quella che è una garanzia da assicurare, ovvero le pari opportunità di tutti i candidati e di tutte le forze politiche nel partecipare a una competizione che deve essere il più trasparente possibile.
  Sappiamo che l'evoluzione anche dei mezzi di comunicazione, dei mezzi tecnologici chiama oggi a un aggiornamento di quella che è la disciplina...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassate il tono della voce.

  ENZO LATTUCA. Sappiamo, come dicevo, Presidente, che i cambiamenti nei mezzi di comunicazione di massa e nella tecnologia chiedono oggi un adeguamento di quella che è la disciplina in vigore. Siamo disponibili ad affrontare questo tema nella sede più opportuna.
  Riteniamo, però, che questo articolo aggiuntivo non possa essere accolto e che non abbia a che fare con quella che è la disciplina costituzionale del nostro sistema Pag. 66parlamentare. Quindi, sento di poter esprimere, a nome dell'intero gruppo del Partito Democratico, l'intenzione di votare in maniera contraria a questo articolo aggiuntivo, non perché non si condivida il merito del principio che viene enunciato, ma piuttosto perché la norma in oggetto non si ritiene attinente alla discussione sulla revisione della Parte Seconda della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, con il mio intervento annuncio il voto contrario del gruppo di Forza Italia a questo articolo aggiuntivo che poco ha a che fare con l'articolo della Costituzione che stiamo riformando e modificando, che tratta, come abbiamo già detto più volte, della composizione del Senato, delle modalità di elezione di secondo livello del nuovo Senato della Repubblica e anche di quelli che saranno i criteri con cui le future leggi statali andranno a regolare le leggi di elezione al Senato della Repubblica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, con questa proposta emendativa proponiamo di introdurre un nuovo articolo dopo l'articolo 58 della Costituzione. In particolare, proponiamo di inserire un importante principio di democrazia all'interno del nostro sistema, obbligando per legge un trattamento equo nell'accesso al sistema delle comunicazioni di massa, sia pubblico che privato.
  Questa misura, che risulta essere un principio di buon senso in qualsiasi democrazia che si possa chiamare tale, nel nostro Paese assume un'importantissima rilevanza, alla luce dell'attuale sistema di gestione delle comunicazioni di massa, dal sistema radiofonico a quello televisivo, a quello delle notizie su carta stampata. Infatti, è noto come ormai il sistema sia stato «parcellizzato» in base agli interessi politici e questo si riflette inevitabilmente sul trattamento delle differenti forze politiche. Il caso più esemplificativo per noi è costituito dal sistema radiotelevisivo in cui c’è un forte soggetto pubblico, che è la RAI, da sempre suddivisa, però, fra le varie forze e correnti di partito e asservita al politico di turno.
  Dall'altra parte, invece, abbiamo l'altro riferimento, che è Silvio Berlusconi, riferimento, quindi, allo schieramento politico legato, appunto, alla persona stessa. E questo ha portato evidenti ricadute negative sulla qualità della democrazia, negando per decenni un equo trattamento nell'accesso...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, liberate i banchi del Governo. Per favore, grazie.

  DALILA NESCI. ... ai mass media a tutte le forze politiche di questo Paese. Questo principio fa da corollario ad una delle principali libertà fondamentali delle moderne democrazie, ovvero la libertà di manifestazione del pensiero, garantita, nella nostra Costituzione, all'articolo 21. Nella classifica internazionale per la libertà di informazione, come ricordiamo, l'Italia non a caso risulta essere nelle retrovie delle democrazie occidentali, e non solo, perché, nel 2014, l'Italia si posiziona al numero 49, dietro Paesi come Romania o Niger. E non è un caso che, più in generale, i Paesi ai vertici di questa classifica abbiano minori livelli di corruzione e maggiore stabilità economica, politica e sociale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente, in questa nostra democrazia un po’ monca, noi attualmente, negli ultimi mesi, come è stato dimostrato, siamo in presenza di un'occupazione manu militariPag. 67della televisione da parte del partito unico del Nazareno. Con i minuti di parola nei vari TG e nei vari programmi televisivi, anche di quello che dovrebbe essere soprannominato servizio pubblico, ma che, in realtà, dovrebbe essere chiamato servizio governativo o «servizietto» governativo, il partito unico del Nazareno ha un tempo di parola superiore al 40 per cento. Anzi, superiore forse anche al 50 o al 60 per cento se sommiamo il tempo di parola del Governo e il tempo di parola dei singoli partiti che fanno riferimento al partito unico del Nazareno. E ciò avviene in un Paese dove ancora i mezzi televisivi sono molto concentrati. Da una parte, abbiamo i mezzi televisivi governativi (Rai Uno, Rai Due e Rai Tre) e, d'altra parte, i mezzi televisivi privati che fanno parte della galassia Mediaset, ovvero della galassia Berlusconi. Ma, guarda caso, il tempo di parola è molto simile...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  ANDREA COLLETTI. ...tra RAI e Mediaset. Questo fa ancora più capire in che democrazia purtroppo malata siamo e fa capire l'ipocrisia di coloro che si lamentavano dell'occupazione manu militari di Berlusconi quando era al Governo rispetto all'attuale occupazione manu militari di Renzi circa le televisioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nuti 2.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Scanu, Iacono, Zaccagnini, Zan, Bobba, Marzana, Tacconi, Pinna, Ravetto, Miotto, Parisi, Totaro, Caparini, Santerini, Roccella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  414   
   Maggioranza  208   
    Voti favorevoli  107    
    Voti contrari  307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Lavagno ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nuti 2.02, sempre da votare con votazione segreta.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie Presidente, per annunciare il voto contrario di Forza Italia a questo articolo aggiuntivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, non userò giri di parole: l'articolo 2 di questa riforma è uno schifo, Presidente, è uno schifo ed è evidentemente il degno frutto dell'incontro di due partiti. Il primo, Forza Italia, è stato fondato da un condannato per corruzione, un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa ed un condannato per frode fiscale, e dall'altra abbiamo un partito, il Partito Democratico, che ha votato in questi anni delle leggi orrende, nefaste, come la legge Fornero; un partito che adesso è qui grazie ad una legge che dicono essere una porcata, il Porcellum, che è qui con una maggioranza incostituzionale, una legge che avevano la possibilità di modificare e non hanno avuto la volontà di modificarla per essere qui con una maggioranza incostituzionale e fare le riforme che vogliono loro a danno dei cittadini; il partito che preferisce scegliere il Presidente della Repubblica, anziché ascoltando i cittadini ed i propri iscritti, dialogando con Verdini.Pag. 68
  Questi sono i due partiti che stanno riformando questa Costituzione e questi sono i due partiti che hanno partorito l'articolo 2 della riforma, che è uno schifo, Presidente, e le spiegherò perché.
  Tra le tante motivazioni, mentre al Senato stavano votando, Presidente, contro le preferenze, che hanno in programma e che avevano dichiarato pubblicamente di voler introdurre, si giustificavano dicendo che le preferenze in realtà non sono la soluzione di tutti i mali.
  «Guardate i consiglieri regionali. Guardate la corruzione che serpeggia tra i banchi dei consiglieri regionali»: questa è la loro motivazione.
  E cosa fanno con l'articolo 2 ? Fanno dei consiglieri regionali i senatori e danno loro l'immunità parlamentare.
  Da una parte dichiarano che i consiglieri regionali sono i più corrotti politici italiani e poi danno loro lo status di senatori e danno loro anche l'immunità.
  Questo è quello che sta succedendo in questo momento.
  E questo articolo aggiuntivo cerca di attutire, di attutire il colpo semplicemente reintroducendo un po’ di libertà di informazione in questo Paese, quella che il Partito Democratico non ha mai voluto, perché non voleva che i cittadini sapessero le porcate che hanno votato in tutti questi anni.
  E votando contro questo articolo aggiuntivo dimostrano ancora di più qual è il patto che lega il loro partito al partito che sta alla mia sinistra, Forza Italia, il partito costituito da tre condannati in via definitiva, (due condannati in via definitiva, per chiarezza, ed uno per concorso esterno in associazione mafiosa).
  Questa è l'Aula che sta riformando la Costituzione.
  La riforma costituzionale che stiamo votando, l'articolo 2 che abbiamo appena votato è uno schifo. Cerchiamo almeno di far sì che questo Paese non sia un Paese semilibero per l'informazione.
  L'avete trasformato voi in un Paese semilibero, ecco perché noi stiamo cercando di portare in Costituzione un po’ di diritto delle minoranze di esprimere le proprie opinioni almeno in campagna elettorale, al pari dei partiti di maggioranza, che controllano l'informazione pubblica. Come ? Controllando ad esempio la RAI, controllando le frequenze e cedendo le frequenze ai partiti di opposizione gratuitamente in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie Presidente, mi associo alle richieste del collega Fraccaro, perché con questo articolo aggiuntivo noi vogliamo semplicemente garantire a tutti i candidati, quindi che facciano delle liste, la parità di accesso al sistema sia pubblico che privato delle comunicazioni di massa. Non c’è niente di eccezionale in questo. Si garantirebbe quindi anche alle nuove liste ed ai candidati sconosciuti di potersi far conoscere ed apprezzare dai cittadini.
  Questo è doveroso, dobbiamo garantirlo perché altrimenti è inutile parlare di democrazia.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. È in corso una Conferenza dei presidenti di gruppo nella quale, considerata la delicatezza del voto che ci ha preceduto e di quello che verrà, essendo a scrutinio segreto, è stata chiesta una sospensione fino al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo anzitutto per poter permettere anche ai deputati facenti parte della Conferenza di venire a votare in Aula e soprattutto anche per capire che sviluppi avrà questa Conferenza dei presidenti di gruppo sul prosieguo dei nostri lavori. La sospensione è stata chiesta dal nostro gruppo in Conferenza dei presidenti di gruppo, però al momento noi attendiamo una risposta direi urgente in Aula. Pertanto se può sollecitare la Presidenza a darci una risposta, Pag. 69o sì o no, perché altrimenti non è che può darci la sospensione alla 16,30. La sospensione è stata chiesta più di 20 minuti fa, ci sembra corretto che almeno una risposta, o in un senso o in un altro, ci venga data.

  PRESIDENTE. Giusto per capire un attimo in Conferenza dei presidenti di gruppo...

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, io mi associo alla richiesta di sospensione per consentire anche ai partecipanti alla Conferenza dei presidenti di gruppo di poter votare sia per i voti segreti sia per i voti palesi.

  FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, anche noi ci associamo perché la mancanza dei presidenti di gruppo in questo dibattito credo che sia un elemento molto grave e quindi vorremmo che si sospendesse in attesa della conclusione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CINZIA MARIA FONTANA. Signor Presidente, scusi, comunque siamo già in dichiarazioni di voto, quindi almeno questo voto lo facciamo ?

  PRESIDENTE. Se siamo d'accordo possiamo anche fare questa votazione in questo momento e poi sospendere. Se non vi sono obiezioni.
  Se voi avete fatto una richiesta di sospensione formale, deputati Palese, Zaratti, Crippa, allora noi la mettiamo in votazione con un intervento a favore e uno contro. Altrimenti, visto che mi sembra che vi sia un'intesa tra maggioranza e opposizione, possiamo raggiungere un accordo in modo tale che si possa sospendere la seduta per riprenderla al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  ETTORE ROSATO. Noi non siamo d'accordo.

  PRESIDENTE. Voi non siete d'accordo, quindi a questo punto io non posso fare altro che mettere in votazione la richiesta di sospensione.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, non ho compreso, perché l'intervento della collega Fontana mi sembrava lineare rispetto a quanto lei ha detto poco fa. Adesso il collega Rosato nega quanto detto in precedenza o ha già cambiato l'orientamento...

  PRESIDENTE. Scusi deputato Crippa, visto che qui siamo in una fase interlocutoria, credo di aver capito che loro sono d'accordo a sospendere se facciamo questa votazione.

  ETTORE ROSATO. No !

  DAVIDE CRIPPA. No, vede ?

  PRESIDENTE. No, non c’è proprio nessun accordo. Va bene allora voi mi avete formalizzato una richiesta di sospensione. Intanto noi comunque abbiamo investito la Presidenza di quello che diceva Crippa.
  In Conferenza dei presidenti di gruppo la richiesta che è stata fatta è stata negata, quindi mettiamo in votazione la richiesta che avete formalizzato poc'anzi: questo si può fare. Dico per correttezza che altrimenti in Conferenza dei presidenti di gruppo questa proposta andava avanzata prima che iniziasse l'Aula e non dopo che l'Aula era iniziata. Questo è il problema. Pag. 70Adesso è iniziata l'Aula, che era convocata alle 14,40, la vostra richiesta di sospensione viene formalizzata. Si sono associati il collega Palese e il collega Zaratti e la mettiamo in votazione.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, ora siamo nell'ambito delle votazioni di una riforma costituzionale. Non si può rimettere tutto al voto di una maggioranza incostituzionale in quest'Aula perché ci sono dei parlamentari che non possono votare sulla riforma costituzionale perché loro decidono i tempi per fare la Conferenza dei presidenti di gruppo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). .. Presidente...

  PRESIDENTE. Per favore, per favore, per favore...

  EMANUELE FIANO. Per favore noi !

  RICCARDO FRACCARO. C’è una Conferenza dei presidenti di gruppo a cui noi dobbiamo partecipare perché si decide l'ordine del giorno, l'ordine dei lavori per la settimana prossima ed eventualmente per questo weekend. Alcuni nostri parlamentari sono lì per far valere le ragioni di un gruppo parlamentare, non possono essere qui a votare su un emendamento che riguarda le riforme costituzionali.
  Non si tratta di maggioranza o minoranza: qui si tratta di diritti di civile convivenza, Presidente, e questi non hanno una maggioranza o una minoranza. Questo rimettere sempre alla maggioranza incostituzionale è incostituzionale, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Vi ringrazio. Adesso, l'unica cosa che io faccio in questo momento è mettere in votazione una richiesta formale, non c’è nient'altro in questo momento, perché la Conferenza dei presidenti di gruppo è iniziata prima dell'apertura dei lavori dell'Aula ed era previsto che l'Aula iniziasse alle 14,40. La Conferenza dei presidenti di gruppo, dopo le 14,40, ha discusso la questione della sospensione: poteva discuterla anche prima e decidere, comunque, che l'Aula iniziasse. Adesso io pongo la richiesta in votazione, ovviamente dando la parola per un intervento a favore ed uno contro. A favore Crippa ?

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, immagino ?

  IGNAZIO LA RUSSA. No, per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, non credo di essere d'accordo sulla sua interpretazione. Io credo che la circostanza che alcuni parlamentari non siano in condizione di votare renda impossibile la prosecuzione dei lavori e non possa essere messa in votazione. È come se mettessimo in votazione il modo di togliere il voto a metà o nella contemporaneità dei lavori di una Commissione. Non si è mai votato perché si procedesse in pendenza dei lavori di una Commissione: io credo che i lavori della Conferenza dei presidenti di gruppo, sostanzialmente, siano uguali ai lavori di una Commissione, al di là dell'aspetto formale, che l'ottimo Lasorella le starà suggerendo.

  MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente, non intervengo su questa questione. Non è per fare questioni di lana caprina, ma se noi votassimo – faccio presente questo elemento per far capire la conseguenza – e determinanti fossero i voti di Pag. 71coloro che stanno partecipando alla Conferenza dei presidenti di gruppo, noi falliremmo completamente lo scopo di aver fatto una votazione valida. Questo è l'esempio concreto e paradossale per dire che, mancando i capigruppo, essendo in corso una cosa che sicuramente impedisce a costoro di partecipare ai lavori, non c’è bisogno di votazione, ma di un'autonoma decisione della Presidenza, che non deve fare altro che prevedere, vedere e constatare che è in corso ancora la Capigruppo e si sospendono i lavori fino a che la Capigruppo non è finita.

  PRESIDENTE. Qualcun altro voleva intervenire ?

  FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Zaratti, è già intervenuto (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Non mi sembra il caso, anche perché, colleghi, su questo ho già concesso un intervento per gruppo. La questione è chiara, le due visioni sono chiare: io semplicemente, pur valutando quelli che possono essere i rischi che voi sollevate, non ne vedo, anche perché i capigruppo si possono collocare in missione quando vogliono, proprio perché partecipano ad attività extra Aula.
  Allora, io chiedo nuovamente: c’è qualcuno che mi ha formalizzato la richiesta di votazione ? Crippa ? Do, quindi, la parola per un intervento a favore all'onorevole Crippa, perché aveva alzato la mano prima. Prego (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Scusatemi, quando ho chiesto prima, nel momento in cui ho annunciato la votazione, chi chiedeva di parlare a favore, aveva alzato la mano Crippa e lo abbiamo visto noi dalla Presidenza. Tutto qui. Prego.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente, io credo che sia un atto quanto meno dovuto da parte di una maggioranza che, da giorni, sta cercando di forzare qualsiasi attività all'interno di quest'Aula del Parlamento. Noi, oggi, vi stiamo chiedendo questo. È in corso una Conferenza dei presidenti di gruppo che – faccio un parallelismo – è analoga a quanto potrebbe succedere in un Ufficio di presidenza di una Commissione: pertanto, se c’è un Ufficio di presidenza di una Commissione, tendenzialmente, non c’è la Commissione convocata, nel senso che, ancor di più, la Commissione non può eseguire delle votazioni mentre c’è l'Ufficio di presidenza della Commissione.
  Col medesimo parallelismo, io le sto anche a sottolineare il fatto che c’è una riforma costituzionale in atto e, soprattutto, c’è un voto segreto che, comunque, potrebbe cambiare anche le sorti di quella che è l'intera riforma costituzionale: magari, io la metto sotto forma di potenzialità, non ci credo più di tanto, ma come potenzialità questo sistema potrebbe permettere di modificare il contenuto. Io vi chiedo di sospendere sino alla fine della Capigruppo, perché, informalmente, è stata data parola al collega Cecconi in Capigruppo mentre la Presidenza – in questo caso, lei, Presidente Di Maio – si stava recando in Aula per riprendere i lavori; per cui, contestualmente, è stata fatta questa richiesta.
  Io però ci tengo a precisare che non è possibile andare avanti con quei lavori della Conferenza dei presidenti di gruppo, poiché alcuni deputati non possono venire in Aula ad esercitare la funzione per la quale sono stati eletti, ovvero esprimersi, anche, sulle riforme costituzionali. Questo secondo me è un principio cardine e non credo che sia una questione di ostruzionismo, perché stiamo chiedendo una cosa ragionevole. C’è una Conferenza dei presidenti di gruppo in corso, sì, bene, allora sospendiamo sino al termine della stessa, come sempre è stato fatto in passato, perché ultimamente sul cartello fuori dall'Aula c'era: sospeso in attesa del termine della Conferenza dei presidenti di gruppo. Allora ve lo chiediamo, perché sulle riforme costituzionali, un'ulteriore forzatura credo che porterebbe ad un ulteriore inasprimento dei toni all'interno di quest'Aula.

Pag. 72

  PRESIDENTE. C’è qualcuno che chiede di parlare contro ? Prego, deputata Bini.

  CATERINA BINI. Grazie Presidente, noi ci esprimiamo contro questa proposta ritenendo che, come lei giustamente faceva notare all'Aula, i presidenti di gruppo che sono in questo momento impegnati nella Conferenza dei Capigruppo hanno tutta la possibilità di potersi mettere in missione e non cambiano, quindi, l'esito del voto in quest'Aula. Quando alle 14,40 abbiamo ripreso i nostri lavori, nessuno ha fatto cenno a questa possibilità che comunque è stata discussa anche all'interno dalla Conferenza dei presidenti di gruppo; i lavori sono regolarmente ripresi e noi pensiamo debbano assolutamente proseguire.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. In riferimento a quale articolo ?

  ROCCO PALESE. Il riferimento al Regolamento ? Articolo «lodo Palese», perché devo fare una proposta, se lei consente, Presidente.
  Signor Presidente, siccome c’è una riunione molto complessa che riguarda lo svolgimento di questa riforma e c’è una richiesta di sospensione, non entro nel formalismo e quant'altro, ma mi permetto solamente di dire che se la preoccupazione è la perdita di tempo, chiedo la disponibilità al Partito Democratico, al responsabile del Partito Democratico di consentire questa sospensione perché sono valide le motivazioni di molti colleghi che hanno spiegato il perché di questa sospensione, con l'impegno di recuperare, Presidente, il tempo perduto alle 19,30. Quanto durerà la Conferenza dei presidenti di gruppo ? Altri 20 minuti, 30 minuti ? Bene, recuperiamo il tempo. Se il problema è il tempo recuperiamolo, ma non si può chiedere tutto, più tutto, più tutto, senza avere la possibilità di acconsentire a queste motivazioni giuste o sbagliate che siano, visto che si sta cercando di costruire un percorso molto complesso per la conclusione, poi, dei lavori di questa riforma, anche in riferimento a chi non la condivide per niente.

  FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, potrei dire in riferimento all'articolo «lodo Rocco Palese», ma in realtà mi riferisco agli articoli 8 e seguenti. Questa mattina abbiamo fatto 40 votazioni di emendamenti. Mi pare che ci sia stata da parte di tutta la Camera e dei gruppi una collaborazione nel cercare di portare avanti i lavori in modo significativo. Ora, mi pare che sia stata posta una questione fondamentale che riguarda la presenza dei presidenti di gruppo in questo momento della discussione, che è particolarmente delicato. Ora, questo irrigidimento da parte del Partito Democratico, lo ritengo, collega Rosato, assolutamente inutile, perché non credo che la perdita di questi 20 minuti di tempo necessari a fare arrivare i presidenti di gruppo possa sostanzialmente modificare l'andamento dei lavori. Invece, un inasprimento del clima della discussione, che già è difficile di per sé, quello sì che potrebbe determinare un allungamento ulteriore dei lavori.
  Per questo io penso che questo esercizio dei muscoli tutte le volte in quest'Aula, sia un esercizio sbagliato e che non serva a risolvere i problemi che abbiamo di fronte, perché come spesso avviene è la politica che risolve problemi, è la discussione che risolve i problemi e non certo, sempre, il mostrare i muscoli.

  PRESIDENTE. Non ho nessun problema a sospendere la seduta se c’è un accordo unanime tra i gruppi. Quindi, su questo non c’è nessun problema.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 73

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, semplicemente per mettere agli atti che il sottoscritto non ha potuto partecipare a tre importantissimi voti dall'inizio della seduta pomeridiana fino a questo momento, perché era insieme al presidente di gruppo Cecconi all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo.
  Alla Presidente è stato chiesto di fermare l'Aula e la Presidente non ha dato risposta fino a questo momento. Quindi noi abbiamo attivato questa discussione e volevo rafforzare la posizione sulla necessità di sospensione dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ovviamente la Conferenza dei presidenti di gruppo sta proseguendo e non c’è nessuna norma che obbliga a sospendere l'Aula nel momento in cui c’è una Conferenza dei presidenti di gruppo in corso.

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, io credo che questa discussione possa far venire un attimo alla ragione il Partito Democratico che continua a forzare questa discussione e la valutazione di un provvedimento così importante. Noi siamo convinti che la sospensione debba essere fatta, capisco tutte le motivazioni tecniche. Ribadisco: io chiedo ancora una volta al Partito Democratico di essere un po’ più lungimirante di quanto lo è stato sino ad adesso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta formalizzata dal deputato Crippa di sospensione dei lavori sino al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  MARIA EDERA SPADONI. Non fate votare la gente !

  PRESIDENTE. Colleghi per favore... Spadoni per favore.
  Coppola, Chimienti, chi non ha votato ancora ? Capua, Occhiuto... colleghi per favore... Ferranti...
  (È respinta).

  La Camera respinge per 143 voti di differenza.

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nuti 2.02 sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, qui parliamo della questione della par condicio, quindi della questione dei mezzi di comunicazione che possono sostanzialmente dare lo stesso peso a tutte le forze politiche. Io volevo aggiungere questo e legarlo anche al fatto che quando facciamo dei lavori in Aula si debba dare anche lo stesso peso e la stessa possibilità a tutti i deputati di poter partecipare alle votazioni che si fanno anche sulle riforme costituzionali. Ancora una volta voglio stigmatizzare il fatto che ci sembra assurdo che quando si deve decidere il calendario, quindi un momento importante di discussione con tutte le altre forze politiche per capire come bisogna andare avanti con i lavori dell'Aula, non venga permesso a tutti poi di poter partecipare alle discussioni in Aula.
  Se facciamo queste due cose in maniera contemporanea effettivamente bisogna farsi delle domande: o trattiamo tutti alla stessa maniera oppure ci sono delle disparità. Inoltre, sono stati fatti anche dei voti a scrutinio segreto, quindi significa che c'erano anche dei voti delicati e magari un voto avrebbe potuto fare la differenza e questo è un atteggiamento che va stigmatizzato. La parità non solo nell'informazione, ma anche nella possibilità di esprimere il proprio voto anche se si è impegnati in altre attività politiche.

Pag. 74

  GIANCARLO GIORDANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Giusto per stigmatizzare un fatto: noi prima non abbiamo votato sulla sospensione, abbiamo votato sull'esclusione dal voto di alcuni parlamentari. Lo voglio dire perché non diventi una prassi e quindi voglio dissociarmi dalla costrizione a cui sono stato sottoposto, da un'interpretazione secondo me errata dell'oggetto della votazione precedente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto. Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nuti 2.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, Vacca, Di Benedetto, Gelmini, Gregorio Fontana, Gianni Farina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  455   
   Maggioranza  228   
    Voti favorevoli  128    
    Voti contrari  327    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Quaranta 3.19 e Costantino 3.20, sugli identici emendamenti Dieni 3.1, De Mita 3.2 e Bianconi 3.3, sugli identici emendamenti Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, Costantino 3.18 e Lauricella 3.201, sull'emendamento Bianconi 3.5, sugli identici emendamenti Bianconi 3.6, Matteo Bragantini 3.200, Colletti 3.204 e Saltamartini 3.400, sugli identici emendamenti Costantino 3.11 e D'Attorre 3.801, sugli emendamenti D'Attorre 3.800, Bianconi 3.14, Nuti 3.12, Bianconi 3.15, Fraccaro 3.21, 3.22 e 3.23, Costantino 3.24, Cariello 3.803, Costantino 3.26, Centemero 3.29... Presidente, mi riferiscono che l'emendamento Centemero 3.29 è stato ritirato, se lei me lo può confermare.

  PRESIDENTE. Sì, risulta ritirato.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Bianconi 3.203, Nuti 3.27, Brunetta 3.31, Costantino 3.32 e Nuti 3.33.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori.

  PRESIDENTE. Collega Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, mi dica lei gli emendamenti che sono stati ritirati perché non ho avuto tempo di segnarli. Esprimo parere contrario sull'emendamento Quaranta Pag. 753.19, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Costantino 3.20 e sugli identici emendamenti Dieni 3.1, de Mita 3.2 e Bianconi 3.3.
  Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, Costantino 3.18 e Lauricella 3.201.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Bianconi 3.5. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Bianconi 3.6, Matteo Bragantini 3.200, Colletti 3.204 e Saltamartini 3.400.
  Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Costantino 3.11 e D'Attorre 3.801. Esprimo parere contrario sugli emendamenti D'Attorre 3.800 e Bianconi 3.14. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Nuti 3.12, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Bianconi 3.15. Il parere è favorevole sugli emendamenti Fraccaro 3.21, 3.22 e 3.23. Esprimo parere contrario sull'emendamento Costantino 3.24, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Cariello 3.803. Il parere è contrario sull'emendamento Costantino 3.26, mentre è favorevole sull'emendamento Centemero 3.29...

  PRESIDENTE. Questo emendamento è stato ritirato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento Bianconi 3.203, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nuti 3.27 e Brunetta 3.31. Il parere è contrario sull'emendamento Costantino 3.32, mentre è favorevole sull'emendamento Nuti 3.33.

  PRESIDENTE. Quali sono i pareri del relatore di minoranza per la Lega Nord, Matteo Bragantini ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, intanto una precisazione. Il Governo ha detto: «parere conforme ai relatori», ma si riferisce ai relatori di maggioranza, di minoranza, o si rimette all'Assemblea ? Ci sono molti pareri differenti. Lo chiedo per essere più precisi.

  PRESIDENTE. Darei la parola al rappresentante del Governo così le risponde.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, per brevità ho detto: «parere conforme ai relatori» perché soltanto i relatori di maggioranza avevano espresso il loro parere. Naturalmente, non potrei essere conforme a pareri che non ho ancora ascoltato.

  PRESIDENTE. Quindi, lei mi dirà che dovevo dare la parola prima a tutti e tre i relatori di minoranza. Va bene, comunque abbiamo chiarito il dubbio. Prego, relatore Bragantini.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Anche perché i pareri dei relatori per la maggioranza erano già stati espressi al Comitato dei nove.
  Allora, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Quaranta 3.19 e Costantino 3.20, nonché sugli identici emendamenti Dieni 3.1, De Mita 3.2 e Bianconi 3.3.
  Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, Costantino 3.18 e Lauricella 3.201.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Bianconi 3.5, nonché sugli identici emendamenti Bianconi 3.6, Matteo Bragantini 3.200, Colletti 3.204 e Saltamartini 3.400.
  Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Costantino 3.11 e D'Attorre 3.801. Esprimo parere contrario sugli emendamenti D'Attorre 3.800, Bianconi 3.14 e Nuti 3.12. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Bianconi 3.15, Fraccaro 3.21, 3.22 e 3.23 e Costantino 3.24. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cariello 3.803 e Costantino 3.26. L'emendamento Centemero 3.29 è stato ritirato.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamento Bianconi 3.203, Nuti 3.27 e Brunetta 3.31. Il parere è contrario sull'emendamento Costantino 3.32, mentre è favorevole sull'emendamento Nuti 3.33.

Pag. 76

  PRESIDENTE. Quali sono i pareri del relatore Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Quaranta 3.19 e Costantino 3.20, nonché sugli identici emendamenti Dieni 3.1, De Mita 3.2 e Bianconi 3.3.
  Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, Costantino 3.18 e Lauricella 3.201.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Bianconi 3.5, nonché sugli identici emendamenti Bianconi 3.6, Matteo Bragantini 3.200, Colletti 3.204 e Saltamartini 3.400.
  Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Costantino 3.11 e D'Attorre 3.801, nonché sull'emendamento D'Attorre 3.800.
  Esprimo parere contrario sugli emendamenti Bianconi 3.14, Nuti 3.12, Bianconi 3.15, Fraccaro 3.21, 3.22 e 3.23. Il parere è favorevole sull'emendamento Costantino 3.24, mentre è contrario sull'emendamento Cariello 3.803. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Costantino 3.26. Il parere è contrario sull'emendamento Bianconi 3.203. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Nuti 3.27, mentre il parere è contrario sull'emendamento Brunetta 3.31. Infine, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Costantino 3.32 e Nuti 3.33.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Quaranta 3.19, a pagina 26 del fascicolo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Presidente, qui si parla degli ex Presidenti della Repubblica che, quando smettono di essere Presidenti della Repubblica, diventano senatori. Ora, con il Senato delle autonomie che avete fatto, che state facendo con questa riforma, ci ritroveremo ad avere gli ex Presidenti della Repubblica insieme ai sindaci e ai consiglieri regionali.
  Ora, a me parrebbe, tanto per non fare i nomi, che un senatore a vita, come Giorgio Napolitano, sarebbe più utile in una Camera politica (Una voce dai banchi del gruppo del MoVimento 5 Stelle: O anche no !). Naturalmente, poi, si potrebbe essere d'accordo o meno sulle convinzioni espresse dal senatore Giorgio Napolitano, ma io preferirei che fosse in una Camera politica. Mi sembrerebbe meno utile sinceramente e quasi irrispettoso metterlo nella Camera con i sindaci e con i consiglieri regionali che, non avendo una funzione legislativa esclusiva ma, di fatto, di controllo, esercitano un ruolo che è politicamente, oggettivamente, meno rilevante.
  Allora, io credo che la cosa più sensata potrebbe essere quella di spostare alla Camera dei deputati gli ex Presidenti della Repubblica. Siccome, però, mi è stato detto che c’è un problema legato al voto di fiducia, nonostante la legge elettorale darà il 55 per cento dei seggi ad un partito (ma lasciamo stare), allora la soluzione che io propongo e che mi sembra anche questa, in realtà, di buon senso e che ha anche dei precedenti in altri Paesi, è che gli ex Presidenti della Repubblica diventino giudici della Corte costituzionale. Per quale ragione ? Da un lato, diciamo, per l'esperienza e la saggezza; dall'altro, perché durante il loro mandato, tra i vari compiti, sono stati anche i garanti della Carta costituzionale e, quindi, chi meglio di loro potrebbe dare un contributo come, appunto, membri, a questo punto di diritto, della Corte costituzionale ?
  Quindi, può essere che la mia proposta non sia soddisfacente e, tuttavia, il tema che un ex Presidente della Repubblica stia nella Camera delle autonomie io credo che qualcuno dovrebbe porselo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Mi scusi, un'informazione: è in votazione l'emendamento Quaranta 3.19 ?

  PRESIDENTE. Sì.

Pag. 77

  PIERO LONGO. Il deputato Quaranta ha parlato diffusamente dell'emendamento Costantino 3.20. Quindi, io mi chiedevo se ero in equivoco io o è caduto in equivoco il deputato Quaranta.

  PRESIDENTE. È un emendamento...

  PIERO LONGO. È l'emendamento Quaranta 3.19.

  PRESIDENTE. Sì, è l'emendamento Quaranta 3.19.

  PIERO LONGO. E non c'entra nulla con quello che ha detto il deputato Quaranta. Va bene per dopo.
  Io sono contrario all'approvazione dell'emendamento Quaranta 3.19, perché si pretende di...

  PRESIDENTE. Mi scusi. L'emendamento Quaranta 3.19 emenda l'articolo 3, e in questo emendamento si dice: (...) le parole: «È senatore di diritto e a vita» sono sostituite dalle seguenti: «Diventa di diritto giudice della Corte costituzionale.».

  PIERO LONGO. Sì, ma lui ha parlato del deputato. Non importa. Parlo su questo...

  PRESIDENTE. Assolutamente...

  PIERO LONGO. Sono assolutamente contrario, perché si vorrebbe alterare il delicatissimo equilibrio della composizione della Corte costituzionale – cinque, cinque e cinque – attraverso un nuovo membro, il quale, tra l'altro, dovrebbe essere obbligato ad accettare, perché così è configurato l'emendamento.
  Quindi, il parere è contrario da parte mia.

  PRESIDENTE. Lei, Sannicandro, ha chiesto di parlare sul Regolamento ? Parlerà dopo ? Va bene, dopo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, io personalmente toglierei al Presidente della Repubblica anche la potestà di nominare i giudici della Corte costituzionale, vista anche qualche ultima nomina border line che ha fatto l'ex Presidente della Repubblica Napolitano. Pensare, però, che un ex Presidente della Repubblica possa giudicare su decreti-legge che egli stesso ha firmato, mi sembra davvero un obbrobrio giuridico. Non capisco come possa venire in mente, visto che vi è un evidente conflitto di interessi.
  Ora, dal nostro punto di vista, l'ex, per fortuna, Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato numerosi provvedimenti incostituzionali e illegittimi. Faccio riferimento soprattutto a decreti-legge ovviamente, poiché non avevano minimamente i requisiti di necessità e urgenza. Adesso, poniamo il caso che entri in vigore questo emendamento e questa riforma: lo stesso Giorgio Napolitano dovrebbe giudicare su quei decreti-legge ? A tutto c’è un limite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 3.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, chiuda la votazione !

  PRESIDENTE. Deputato Fraccaro, non ho capito. Chi non riesce a votare ? Coppola, Simone Valente, Giuditta Pini, D'Incà, Ferraresi, Caso, Giammanco, Corsaro, Melilla...

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 78
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  404   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato   37    
    Hanno votato no  367    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, questa mattina molti capigruppo hanno obiettato che aver ridotto a trenta secondi gli interventi a titolo personale era inaccettabile ed è stato risposto che alla Conferenza dei presidenti di gruppo i colleghi avrebbero valutato la situazione. Questa è la prima questione.
  Seconda questione: c’è stata una Conferenza dei presidenti di gruppo e credo che dovremmo sapere come sono andate le cose e qual è stata la decisione.

  PRESIDENTE. Per il momento, mi dicono che, secondo gli esiti della Conferenza dei presidenti di gruppo, andiamo avanti concedendo un minuto per gli interventi a titolo personale.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Abbiamo risolto il problema e vi ringrazio. Per quanto riguarda il secondo punto, c’è stata la Conferenza dei presidenti di gruppo, abbiamo addirittura dibattuto sul diritto ad essere ubiqui e abbiamo votato che uno deve stare da una parte e dall'altra. Bene, ma questo riguarda la storia di questo Parlamento.
  Vorrei sapere che cosa hanno deciso: si può sapere o no ? O lo dobbiamo sapere dai giornali, domani mattina ? Tanto per sapere !

  PRESIDENTE. Non vi è stato alcun esito formale della Conferenza dei presidenti di gruppo, perché, evidentemente, non vi è stato un accordo sul tema che si stava discutendo. Poi vi è un'altra questione: lei è capogruppo, Sannicandro ? Non mi risulta, mi risulta che sia Scotto il capogruppo. Gli unici che partecipano alla Conferenza dei presidenti di gruppo e che sono tenuti a stare al tavolo sono i capigruppo, che, come ho detto prima, non devono avere il dono dell'ubiquità, perché possono collocarsi in missione.
  Nella Conferenza dei presidenti di gruppo, per la questione dei tempi per gli interventi a titolo personale, è stato deciso che si va avanti, anzi, non è stato deciso neanche: comunque, si va avanti con un minuto, per ora. Quindi, non vi sono cambiamenti sulla questione dei tempi per interventi a titolo personale.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Per il resto ?

  PRESIDENTE. Per il resto non vi è stato alcun esito formale. Poi, ovviamente, per le questioni informali può chiedere al suo capogruppo, che sicuramente ha partecipato alla Conferenza.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare sull'ordine del lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, lei sta applicando, in maniera egregia, il Regolamento, e gliene diamo tutti quanti atto, però non possiamo non rilevare come in quest'Aula un partito, che si chiama PD, ancora per poco, non faccia votare i membri del nostro partito, che è un partito di opposizione, del MoVimento 5 Stelle, perché vi è la Conferenza dei presidenti di gruppo, in maniera strumentale. E noi del MoVimento 5 Stelle dobbiamo aspettare i loro porci comodi prima di votare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? E aspettare dieci minuti qui, in Aula, che rientrino comodamente prima di votare ? Questo, Presidente, Pag. 79è inaccettabile dal punto di vista, forse non regolamentare, ma sicuramente dell'etica parlamentare. Questo deve finire, deve finire, perché stiamo votando le riforme costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. La ringrazio, Fraccaro, ma credo che lei si stia riferendo, forse, all'ultima votazione, nella quale lei mi chiedeva animatamente di chiudere la votazione. Ma la votazione, se andiamo a vedere i tempi medi, è durata meno del tempo medio per cui rimane sempre aperta la votazione. Allora, da questo punto di vista, credo che non sia il caso di entrare nel merito della questione, ma di restare a quello che ci siamo detti. Vi è stata una votazione sulla questione della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo e il vostro capogruppo vorrà sicuramente aggiornarvi su quello che è stato detto.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 3.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie, Presidente. Così cerco di rispondere anche all'onorevole Longo, che prima sottolineava l'illustrazione di questo emendamento. Noi ci siamo appena lasciati alle spalle l'articolo 2, che ha sancito il Senato delle autonomie e la composizione di questo Senato delle autonomie, fatto da consiglieri regionali e da sindaci. In questo articolo 3 viene detto che il Presidente della Repubblica può nominare senatori i cittadini che hanno illustrato la patria per altissimi meriti.
  Allora, noi non riusciamo a capire: se la Camera dei deputati mantiene l'indirizzo politico e, appunto, il Senato si configura come il Senato delle autonomie, che senso ha inserire questi senatori, questi illustri cittadini, dentro una Camera che rappresenta le istituzioni territoriali ? Pensiamo che sia normale, che sia logico, che sia di buonsenso, che questi non siano senatori, ma siano deputati della Repubblica. Per questo, chiediamo di votare a favore di questo emendamento, per seguire non un'impostazione di Sinistra Ecologia Libertà, ma per seguire esattamente l'impostazione che ci proviene da questo Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 3.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Gallinella, Gagnarli, Fontanelli, Baroni, Zaratti, Ventricelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  428   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Dieni 3.1, De Mita 3.2 e Bianconi 3.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie Presidente, come è ben noto in questa Aula, non c’è forse argomento più controverso di quello dei senatori a vita. Quella del senatore a vita è una figura che pressoché tutte le forze politiche hanno in certi frangenti osteggiato e in altri propugnato, a seconda delle convenienze. Nell'ultimo decennio sono state, per esempio, le forze di centrodestra ad esprimere più nettamente la propria contrarietà all'istituto e forse varrebbe la pena di ricordare il florilegio degli epiteti con cui deputati e i senatori Pag. 80della coalizione berlusconiana erano soliti omaggiare i parlamentari di espressione quirinalizia, quando sostenevano il Governo di Romano Prodi. Oggi, però, tutto si spiega nell'interesse della nazione, pardon del partito unico della nazione, nel voto di una riforma costituzionale che ancora una volta li include. Il senatore a vita, come è noto, è una figura pressoché mitologica, dati gli altissimi tassi di assenza, di derivazione monarchica, ed ha rappresentato la truppa cammellata per eccellenza a sostegno del Governo. Sebbene ad occupare gli scranni di senatori a vita siano stati membri talvolta anche insigni della scienza e della cultura, più classicamente i motivi per cui si sono nominati seguono la logica del puntello. Più precisamente, il puntello degli Esecutivi instabili. L'ultima operazione in tal senso, per dotare Letta di una maggioranza meno traballante anche al Senato, è stata ideata dall'ineffabile Giorgio Napolitano, anche se, come noto, pur nominando, in quest'Aula non può essere nominato. La scelta da ultimi, di Piano, di Rubbia, di Cattaneo, di Abbado, quali supporter della sinistra, ci fa in qualche modo comprendere perché il Governo sia in qualche modo affezionato ai senatori di nomina reggia. Eppure in questo caso, l'incoerenza e la logica pasticciata del provvedimento, non è riuscita neppure a concepire un disegno di cui è possibile indignarsi.
  Infatti, è talmente improvvisata la ratio che sottende questa riforma che, pur confermando la figura del senatore a vita, la rende una sorta di soprammobile utile soltanto al prelievo della diaria. Non si comprende, infatti, in alcun modo, a cosa dovrebbero servire dei senatori presidenziali pro tempore in una Camera di rappresentanti di regioni che, peraltro, come sappiamo, ha una funzione quasi meramente «estetica». Avrebbe avuto senso nell'ottica della maggioranza creare almeno i deputati a vita o i deputati di nomina presidenziale, come ci hanno ricordato i giuristi interpellati in sede di audizione. Ma così, che motivazioni sottintende questa norma ? Forse lo spiegherà al Ministro Boschi lo studio di 63 mila euro che ha commissionato all'Università La Sapienza che questa norma è un nonsenso. In attesa di questo, spero che questa Aula, e specialmente i colleghi di Forza Italia che inveivano contro i senatori a vita nel momento in cui tenevano in vita il Governo Prodi, possa almeno avere un sussulto di dignità ed approvare qualcuno dei nostri emendamenti. Per ciò che concerne il MoVimento 5 Stelle, la nostra posizione è molto chiara ed è nettamente contraria ad ogni strumento per limitare la partecipazione dei cittadini al processo democratico, che siano ex Presidenti della Repubblica o italiani insigni ad occupare i seggi del Senato, ciò che conta è che, con i senatori a vita, la voce del popolo sovrano conterà meno e, dato lo spazio residuo che rimane, credo che ogni centimetro di sovranità vada difeso, metro per metro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, nell'esame del precedente articolo avevo parlato del partito del Presidente della Repubblica, che valeva il 5 per cento, in attesa ovviamente di quest'altro articolo. Ebbene, con questo articolo, il Presidente della Repubblica può nominare senatori i cittadini che abbiano illustrato la Patria per altissimi meriti. Benissimo, il problema vero è in che numero. Teoricamente il minimo del partito del Presidente della Repubblica è di 5 senatori, pari al 5 per cento del futuro Senato. Il massimo sarà quanto ? Un 10 per cento ? Qualora fosse un 10 per cento, quindi con una nomina di 6 senatori a vita, noi avremmo il Presidente della Repubblica che vale quanto 5 milioni di cittadini qui fuori. Ricordo che nel passato è stato nominato come senatore a vita Giulio Andreotti, non so con che meriti, sicuramente quello di avere dei contatti con la mafia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti di deputati del gruppo Forza Pag. 81Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore...

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo come relatore semplicemente per cambiare il parere. Sugli identici emendamenti Dieni 3.1, De Mita 3.2 e Bianconi 3.3 il parere da favorevole diventa contrario.
  Il parere diventa, invece, da contrario a favorevole sugli identici emendamenti testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, Costantino 3.18 e Lauricella 3.201.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, anch'io intervengo su questi identici emendamenti, perché noi che abbiamo deciso di fare il Senato delle autonomie, cioè di sindaci e consiglieri regionali, in questo Senato ci troveremo altre tre tipologie.
  Vi sono gli ex Presidenti della Repubblica perché – ripeto –, non volendo toccare la prima parte dell'articolo, gli ex Presidenti della Repubblica stanno nel Senato delle autonomie. Poi vi sono i senatori a vita, perché i senatori a vita, finché sono in vita, rimangono nel Senato delle autonomie. In più, questi cinque che ci avete fatto aggiungere, cioè i senatori che vengono nominati a scadenza, quelli che durano sette anni. Anche qui, cosa curiosa, perché, se uno ha dei meriti tali da non dovere passare per un'elezione ma da dovere essere inserito nel Senato, non capisco perché dopo un tot di anni debba scadere e non possa più dare il suo contributo.
  Allora, mi pare che vi siano una serie di incongruenze. Ci sono tre fattispecie di senatori che non c'entrano nulla con le autonomie, né con le regioni né con i sindaci, e questo a dimostrazione del fatto che si fanno le cose, ma con una totale incoerenza e senza nessun senso. Ripeto, vorrei che qualcuno mi spiegasse perché Giorgio Napolitano debba stare nel Senato delle autonomie (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, intervengo semplicemente e brevemente per annunciare il voto contrario della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Noi diamo parere contrario agli identici emendamenti Dieni 3.1, De Mita 3.2 e Bianconi 3.3 per un semplice motivo. Se noi andiamo a sopprimere l'articolo 3 di questa legge, in pratica andiamo a fare ritornare l'articolo 59 della Costituzione nel testo vigente. Dunque rimarrebbe che «il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario». Dunque, essendo noi contrari sia ai senatori nominati dal Presidente della Repubblica per un tempo di sette anni, ma soprattutto ai senatori a vita, non possiamo essere favorevoli a questi identici emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, identici emendamenti Dieni 3.1, De Mita 3.2 e Bianconi 3.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Pag. 82Matteo Bragantini, e con il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, chi altro non ha votato ? Sibilia, Simone Valente...chi altro non ha votato ? Lauricella qualcun altro ? Vacca...chi altro non ha votato ? Ferranti...chi altro ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Costantino 3.18 e Lauricella 3.201 e testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle, di SEL e della Lega.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, io penso che questo passaggio di questo articolo rappresenti la volontà rispetto a quanto è stato detto ieri di questa maggioranza di istituire un governismo assoluto. Forse non hanno capito tutti, o non si è inteso o non si intende così facilmente, forse non lo hanno fatto anche i membri della maggioranza, che questo articolo 3 della riforma del Governo introduce i cosiddetti cinque ex senatori a vita previsti dal vigente articolo 59 della Costituzione, con qualche differenza, perché sono tenuti in carica per sette anni, sempre per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario, nominati dal Presidente della Repubblica non più a vita, ma per sette anni.
  Se faccio un passo indietro, girando la pagina, trovo l'articolo 2 della riforma, che ieri avete modificato grazie all'emendamento Rosato, facendo ritornare i cinque nominati dal Presidente della Repubblica nello stesso modo previsto dal testo che ci è arrivato dal Senato. Ebbene, se io ora chiedo a mio figlio quanto fa cinque più cinque, penso che, anche se è molto piccolo, mi dica che la risposta è dieci. Siamo di fronte a un Senato di cento membri, di cui cinque nominati «a cavolo» – diciamo così –, senza motivazione alcuna, da parte del Presidente della Repubblica e altri cinque nominati per questi motivi illustri – mi viene da domandare come possa rientrare, ad esempio, Monti nella categoria di chi ha altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico, letterario, mi sembra che non vi rientri –, quindi questi sono altri cinque nominati «a cavolo» dal Presidente della Repubblica, con totale libero arbitrio.
  Cinque più cinque fa dieci. Praticamente voi «ve state magnando» anche il Senato, che è totalmente inutile, salvo determinate situazioni importanti (riforme costituzionali, legge elettorale, referendum popolari), ma voi siete l'ago della bilancia; voi Governo ovviamente, perché ricordiamoci che il governismo assoluto è fatto, grazie all'Italicum, con il ballottaggio di un capo che comanda su tutto il Consiglio dei Ministri e di un Governo che si è mangiato il Parlamento. Infatti, con una legge di nominati dalle segreterie i parlamentari rispondono al capo e non rispondono al proprio elettorato.
  Indi, il capo del Governo ha dieci suoi yesmen all'interno del Senato, che agiranno a domanda sua, a richiesta sua, del Presidente del Consiglio, perché lui li ha fatti nominare dal Presidente della Repubblica, che lui Presidente del Consiglio ha nominato con una maggioranza marcia ed incostituzionale. Di conseguenza, dieci su centocinque saranno coloro che decideranno il «sì» o il «no» a una legge a una legge elettorale incardinata al Senato, ad un referendum popolare incardinato al Senato o a una riforma costituzionale incardinata al Senato.Pag. 83
  Ahimè ! Sono costretto, per l'ennesima volta, a dire che voi avete nel DNA un istinto antidemocratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Credo che purtroppo in molti non abbiano capito cosa hanno votato prima. Mentre prima il Presidente della Repubblica poteva nominare solo cinque senatori, adesso con questo articolo 3 il Presidente della Repubblica potrà nominare quanti senatori vuole. Potrà nominare anche trenta, quaranta, cinquanta senatori, perché avete tolto il numero massimo di cinque senatori, perché avete sostituito il secondo comma dell'articolo 59 della Costituzione.
  Questo, Presidente, ricorda quello che fu fatto con il Senato del Regno quando, in epoca fascista, fu fascistizzato, con la nomina di 211 senatori da parte di Benito Mussolini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ma è questo che vogliamo portare avanti come riforme costituzionali ? Mi sembra assurdo che nessuno si sia reso conto di questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Signor Presidente, è interessante la tesi dei deputati del MoVimento 5 Stelle perché essi insistono nel voler leggere disgiuntamente l'articolo 57 e l'articolo 59 della Costituzione. Sanno benissimo che non è così. Mentre l'articolo 57, che è stato approvato dall'articolo 2, parla della composizione del Senato, l'articolo 3, che parla dell'articolo 59, si riferisce a quelli che possono essere nominati senatori dal Presidente della Repubblica, di cui all'articolo 57. Allora, sono soltanto cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica (articolo 57) e questi sono nominabili per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario (articolo 59). Qualsiasi altra interpretazione è fantasiosa.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie Presidente, soltanto per chiarire questa interpretazione che sto ascoltando. Naturalmente, l'articolo 59 della Costituzione non permette al Presidente della Repubblica di nominare trenta, quaranta o cinquanta senatori. La ragione per cui l'articolo 59 non indica il numero dei senatori che possono essere nominati è perché l'articolo 57 della Costituzione afferma che nomina cinque senatori. Aggiungo che nel testo che è stato licenziato dal Senato, all'articolo 39, comma 5, si afferma che, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 59, primo comma, della Costituzione, in ogni caso il numero non può superare cinque, tenuto conto della permanenza in carica dei senatori a vita già nominati alla data di entrata in vigore della legge. Quindi, dal combinato disposto dell'articolo 57, dell'articolo 59 e dell'articolo 39, comma 5, così come ci è arrivato dal Senato, è evidente che non c’è nessuna intenzione, né nessuna possibilità, per il Presidente della Repubblica, di nominare un numero indefinito di senatori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gasparini. Ne ha facoltà.

  DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Signor Presidente, il sottosegretario ha già spiegato quello che volevo dire, nel senso che era già previsto ed era stato già visto nella scheda tecnica che i senatori a vita non possono essere più di cinque. Oltretutto, il nuovo Presidente della Repubblica non potrà assolutamente designare Pag. 84nessun senatore a vita perché, attualmente, con i Presidenti emeriti e con le nomine già fatte da Napolitano, sostanzialmente sono sei. Quindi, da questo punto di vista, credo che il pericolo di un'esplosione numerica del numero dei senatori non ci sia.
  Io volevo soltanto dire una cosa rispetto al tema della presenza dei senatori a vita nel Senato della Repubblica. E sottolineo il Senato della Repubblica per l'ennesima volta perché noi siamo di fronte a persone che verranno elette dai consigli regionali e che uniranno una rappresentanza politica a una territoriale. Di fatto concorreranno con la Camera a definire le leggi e potranno controllare il lavoro della Camera. A me pare che in questo scenario il fatto che ci siano persone che rappresentino la nazione per qualità o siano state Presidente della Repubblica, possa essere per questo nuovo Senato un aiuto a definire politiche e a definire meglio anche quelle leggi di competenza, rispetto anche al contributo di esperienza che loro hanno di fatto accumulato nel tempo. Quindi, noi, come Partito Democratico, siamo contrari agli emendamenti che stanno per essere messi al voto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, scusi, questo dimostra quanto tecnicamente non si sia stati capaci di scrivere bene una norma perché, qualora si volesse fare riferimento, nell'articolo 57, alla norma di cui all'articolo 59, nella formulazione dell'articolo 57 bisognava fare un riferimento esplicito alla norma di cui all'articolo 59 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Infatti, scritta così, il Presidente della Repubblica può nominare cinque senatori senza alcuna qualità, mentre all'articolo 3 del presente provvedimento può nominare senatori, senza il limite di cinque teoricamente, con prescritte qualità.
  Quindi presuntivamente possono essere aggiuntivi. Allora voi dovreste scrivere all'articolo 2, che cambia l'articolo 57: «e da cinque senatori, nominati secondo l'articolo 59 della Costituzione», perché dovete prevedere un rimando legislativo esplicito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Capite ? Non potete metterlo pure nella norma transitoria.
  Non ha nessun senso giuridico o legislativo inserire una norma transitoria per derogare o per esplicitare e specificare meglio una norma che entra dentro la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ora potete anche votare contro, però almeno modificate in meglio questa norma, perché dopo ci troveremo come la norma che in linea teorica, nell'Assemblea costituente, prevedeva 5 senatori di nomina del Presidente della Repubblica, è stata ampliata e secondo cui ogni Presidente della Repubblica poteva nominare 5 senatori e quindi il limite non era più 5, ma era 5 di un Presidente della Repubblica ed eventualmente altri 5 del successivo Presidente della Repubblica.
  Questo si fa quando non si conosce come mettere mano alla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi in questo caso prego davvero Scalfarotto di rendersi conto che c’è un errore legislativo qui, in questa norma.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Allora, molto semplicemente: all'articolo 57 noi abbiamo la composizione del Senato e con l'emendamento Rosato, che abbiamo approvato ieri, diciamo che il Senato è composto da 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da 5 senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica. Qui abbiamo la composizione del Senato. Nell'articolo 59, così come è stato licenziato dal Senato, ci viene detto chi sono o quali sono i Pag. 85requisiti che i senatori che il Presidente della Repubblica può nominare devono avere.
  Quindi chi può nominare senatori il Presidente della Repubblica ? Il Presidente della Repubblica può nominare senatori quelli che sappiamo già può nominare, perché ce lo dice l'articolo 57, che parla della composizione del Senato. Può nominare queste persone e non altre.
  Non può nominare un cittadino qualsiasi, ma il cittadino dovrà essere uno che ha illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico o letterario. Il motivo per cui c’è una norma nelle disposizioni transitorie è soltanto per fare in modo che, essendoci senatori che sono a vita, quelli nominati in vigenza della Costituzione attuale non modificata, i quali sono a vita, perché ricordiamo che questi saranno in carica solo per sette anni, al fine di armonizzare la presenza dei senatori a vita che sono attualmente presenti nel Senato e i futuri senatori di nomina presidenziale, che lo saranno per sette anni, si è resa necessaria una norma transitoria. Pertanto basta leggere le norme tranquillamente e mi sembra che siano solari nella loro chiarezza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Allora mi scusi, sottosegretario: se voi volevate intendere questo, all'articolo 59, secondo comma, avreste dovuto scrivere: «Il Presidente della Repubblica può nominare i senatori di cui all'articolo 57, cittadini che hanno illustrato la patria». È questo un rimando esplicito alla norma di cui all'articolo 57.
  Serve forzatamente un rimando esplicito alla norma. Capisce, Scalfarotto, qual è il problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, il punto è molto chiaro ed è un punto di tecnica normativa. Ora, per far capire..., Presidente, gradirei il rispetto del Governo.

  PRESIDENTE. Aspetti Bonafede: Rampelli, per cortesia. Per favore, se può liberare i banchi del Governo.

  ALFONSO BONAFEDE. Ormai capisco che è un'ambizione elevatissima per un parlamentare essere ascoltato da questo Governo, però...

  PRESIDENTE. Rampelli, per favore ! Prego.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie. Vorrei fosse chiaro che la tecnica normativa utilizzata dai padri della Costituzione nell'articolo 59 stabiliva che il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita 5 cittadini eccetera eccetera. Quindi i padri della Costituzione hanno utilizzato una tecnica normativa che vorrei considerare consolidata, visto che è stata la Costituzione fino ad ora, fino a prima che voi la massacraste, o almeno questo è il vostro tentativo (perché sa, fino alla fine tenteremo di impedirvelo).
  Ora il punto è fondamentale perché qui si rischia una deriva che addirittura verrebbe assecondata dalla Costituzione. Poi sinceramente se io devo scegliere tra la tecnica normativa dei padri della Costituzione e la tecnica normativa di Verdini, Scalfarotto e company sinceramente sarei portato a optare per la prima. Gli altri faranno come credono.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, Costantino 3.18 e Lauricella 3.201, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 86

  Malisani... Bolognesi... Giuliani... D'Ambrosio... Giuditta Pini... Distaso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  454   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Carnevali e Carlo Galli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 3.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa... Fregolent... Fusilli... Ribaudo... Ferranti.... Becattini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  464   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  429.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Carnevali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Bianconi 3.6, Matteo Bragantini 3.200 e Colletti 3.204, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza. Ricordo che l'emendamento Saltamartini 3.400 è stato ritirato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Sarò rapidissimo. Con questo emendamento semplicemente cancelliamo quelli che un tempo erano i senatori a vita e che adesso diventano senatori per un settennato e per altissimi meriti nel campo sociale e scientifico. Faccio una premessa: in realtà nel tempo questi illustri senatori sono stati nominati anche al di fuori delle qualità previste dalla Costituzione.
  Qual era l'evidente problema ? Il problema era che non c'era nessuna possibilità di ricorso contro la nomina di questi senatori a vita. Faccio l'esempio che ho fatto prima, l'esempio di Andreotti o, da ultimo, l'esempio di Mario Monti, nominato senatore per diventare Presidente del Consiglio. Tutto ciò non ha senso, non ha senso ancora di più nel momento in cui si riduce il numero dei senatori totali, facendo, come ho detto prima, il vero partito del Presidente della Repubblica; e non ha ancora più senso in merito al mancato combinato disposto tra l'articolo 57 e l'articolo 59 della Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente, io vorrei ricordare a tutti quanti che l'articolo 59 della Costituzione è stato voluto dai padri fondatori, tanto applauditi dal MoVimento 5 Stelle. Adesso i padri fondatori, quindi, sono diventati stupidi e incapaci, quando hanno votato l'articolo 59 ? Mettetevi d'accordo: se i padri fondatori erano bravi, lo sono stati in tutti gli articoli che hanno approvato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, il Presidente della Repubblica ha una decina di senatori: cinque al Senato che, erroneamente, qualcuno dei colleghi Pag. 87ha ritenuto essere nominati per alti meriti – no, sono cinque amici suoi che mette lì come gli pare: possono essere l'autista, il cugino, lo zio, eccetera –, e, poi, cinque per i grandi meriti devono stare lì a rappresentare la Repubblica ed in realtà stanno a rappresentare gli interessi della maggioranza in corso, raggiungendo il record mondiale che ha raggiunto il Presidente mai troppo biasimato, come il Presidente Napolitano, che ne ha nominato uno prima di farlo Presidente del Consiglio. Una sorta di controprestazione in advance, cosa mai vista, mercimonio di cariche dello Stato.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MAURIZIO BIANCONI. Quindi, noi continuiamo ad essere nelle tutele medievali e, d'altro canto, visto la fine che stiamo facendo....

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MAURIZIO BIANCONI. ... forse, è in chiave che resti questo articolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie, Presidente, noi non riteniamo i padri costituenti stupidi, tutt'altro. Riteniamo, però, che l'uso distorto che è stato fatto nel tempo di questa figura renda, comunque, auspicabile che con il passare del tempo ci si adegui ad una mutata esigenza della collettività ed anche nostra, perché vorremmo impedire a maggioranze traballanti di utilizzare questo sistema di pochi voti dei senatori a vita, che non votano mai, ma votano in determinate circostanze, per impedire che i Governi possano cadere per tale motivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente, intervengo per dire che questo è un istituto anacronistico, è un istituto da superare, è un istituto che, purtroppo, è stato indebolito dalla scelta di alcuni senatori a vita in questi anni di farsi parte, anche in momenti delicati, giocando un ruolo fazioso e non di rappresentanza di tutta l'unità nazionale. Ma mi permetto di aggiungere una ragione.
  Nel momento in cui si sta facendo – e, a mio avviso, è un errore della maggioranza – una legge che circoscrive e, anzi, annulla il momento elettorale degli italiani, poi, con l'altra mano, aggiungiamo un altro elemento extraelettorale, cioè i senatori a vita ? Allora come facciamo ? I cittadini non possono votare per i senatori, poi si aggiungono dei senatori a vita. Ma, scusate, lo dicevo ieri e lo ribadisco oggi: so bene che anche nei manuali di politologia non tutta la democrazia si esaurisce al momento elettorale, ma non vorrei che per qualcuno la democrazia fosse tutto tranne che le elezioni. Secondo me, gli elettori ancora servono a qualcosa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, innanzitutto specifico che quando noi difendiamo la Costituzione, difendiamo anche i Padri della Costituzione, difendiamo quel progetto ambizioso che loro sono riusciti a concretizzare nella Carta stupenda grazie alla quale noi oggi siamo titolari di diritti. Ora, per questo, chiedo a tutti di fare riferimento ai Padri della Costituzione con un certo rispetto. Ora, potrei dirvi, sciacquatevi la bocca, ma almeno state in silenzio. Non c'entra nulla il riferimento ai Padri della Costituzione, nessuno dice che siano stati stupidi, il discorso che ho già fatto ieri è che l'introduzione dei senatori a vita fu specificamente ed esplicitamente spiegata con il discorso che si trattava di bicameralismo perfetto e che c'erano le elezioni dirette da parte dei cittadini. Evidentemente, essendo venuti meno questi due presupposti principali, Pag. 88non hanno più senso i senatori a vita, oggi, e della stessa opinione sarebbero, oggi, i Padri della Costituzione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Bianconi 3.6, Matteo Bragantini 3.200 e Colletti 3.204, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Ascani, Ravetto, Picchi, Rizzetto, Costantino, Brandolin...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo agli identici emendamenti Costantino 3.11 e D'Attorre 3.801.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Grazie Presidente, vorrei brevemente illustrare le ragioni per le quali ritiro i miei emendamenti, il 3.801 e il successivo 3.800. Questi emendamenti volevano offrire una possibile soluzione alla scelta che avevamo compiuto in Commissione affari costituzionali con l'unica modifica che avevamo introdotto all'articolo 2, con la quale, come si ricorderà, era stata esclusa la presenza dei senatori di nomina presidenziale nel nuovo Senato. L'emendamento che è stato votato ieri, a prima firma del collega Rosato, che cancella questa modifica e, quindi, ristabilisce la presenza nel Senato dei senatori di nomina presidenziale è una scelta che io non ho condiviso tant’è che non ho votato né l'emendamento Rosato né, assieme ad altri colleghi, ho partecipato al voto finale sull'articolo 2, ritenendo quindi non condivisibile questa scelta e sbagliata la blindatura che noi abbiamo compiuto dell'articolo 2 in ordine alla composizione del Senato.
  Tuttavia quella scelta, pur non condivisibile dal mio punto di vista, è stata comunque compiuta e essendo stata compiuta toglie senso a questi emendamenti che erano, invece, intrinsecamente legati, come possibile razionalizzazione, al voto che era stato compiuto in Commissione. Per questa ragione ritiro questo emendamento e quello successivo.

  PRESIDENTE. Quindi, lei ritira gli emendamenti D'Attorre 3.801 e 3.800. Resta comunque da votare l'emendamento Costantino 3.11. Mi sembra che nessuno intenda intervenire.
  Quindi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 3.11, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  457   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Brandolin e Pes hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'emendamento D'Attorre 3.800 è stato ritirato dal presentatore.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 3.14 sul quale vi è il Pag. 89parere contrario di Commissione e Governo e dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente, innanzitutto, dal punto di vista metodologico ringrazio il deputato Bianconi di aver avuto il coraggio, che ad altri è mancato, di non ritirare il suo emendamento. Sebbene questa specifica preliminare, faccio presente che il mio gruppo voterà contro questo emendamento. Faccio, altresì, presente in questo modo attraverso di lei rispondendo al deputato Longo, che a suo tempo quando fu redatta la Carta costituzionale quelli che vengono chiamati i padri della Costituzione decisero di inserire senatori nominati dal Presidente della Repubblica proprio perché avevano vissuto un periodo in cui si usciva dal fascismo, un periodo in cui il re non aveva avuto il coraggio di impedire la deriva fascista dell'Italia. E anche attraverso la nomina dei senatori a vita, di nomina presidenziale, si sperava di porre con essi un freno a possibili restaurazioni fasciste post costituzionali. Bene, Presidente, a quell'epoca si previde di mettere i senatori a vita perché si stava uscendo dal periodo fascista, noi invece attualmente chiediamo di togliere i senatori nominati dal Presidente della Repubblica perché con l'attuale riforma, con l'attuale legge elettorale prevediamo un pericolo, il pericolo che in verità si ritorni in forme più o meno blande, in forme magari non violente ad una nuova epoca fascista, ad un fascismo più trendy, Presidente, come ho detto non violento ma un fascismo essenzialmente più subdolo come sono subdoli quelli che stanno in questo momento al Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. L'emendamento tende quanto meno alla riduzione del danno, ha questo scopo, non è il massimo della vita ma siccome si interviene sulla Costituzione si cerca di fare meno danni possibili. Vedete colleghi uscirà da questa rilettura della Costituzione una diversa impostazione del nostro assetto istituzionale.
  Al di là dei particolari, ci sono tre punti di sintesi. Il primo, un forte riaccentramento dei poteri e in qualche modo la negazione dell'articolo della Costituzione che dice che si favoriscono le autonomie e il decentramento. C’è un grande ritorno indietro derivato dalla constatazione, forse non del tutto errata, che le autonomie non hanno ben figurato, specialmente nel contenimento della spesa. La seconda implicazione è la forte riduzione del momento parlamentare della nostra Repubblica, e questa la reputo assai grave perché era sufficiente intervenire sulla soppressione del Senato, sulla riduzione dei deputati a cinquecento e sul Regolamento parlamentare e salvare invece il concetto di valenza delle Assemblee e del legislativo. Il terzo dato è la forte valenza che avrà l'Esecutivo, cioè il Governo.
  Nel totale c’è una forte riduzione degli spazi della democrazia così come noi la conosciamo e se questo poteva essere dovuto a elementi obiettivi di cambio della società, dei ritmi, dei tempi e delle esigenze, fatto così come è fatto ha un po’ la parvenza del semi-colpo di Stato tenue, nel quale i poteri forti tutti e i rappresentanti dei poteri economici si riuniscono e decidono che questa democrazia ha scocciato e gli si tira un po’ il collo. Questa è la sensazione che esce da questa furia e da questa legge elettorale, da questa fretta e da questa legge elettorale. Io penso che in buona parte sia così, penso che questo Presidente del Consiglio costituisca un pericolo sotto questo profilo e questo modo di rassegnarsi della sinistra e di gran parte del centrodestra lo stesso, penso in prospettiva...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il banco del Governo. Per favore !

  MAURIZIO BIANCONI. Però penso anche – ed è la cosa che nessuno mette in rilievo – che questi cambiamenti in un Pag. 90contesto ormai di geopolitica mondiale non vengono per spinte interne e basta ma vengono perché un grande mondo di riferimento dà l’input che si fa, dando l’expedit, si può fare. Quello che stanno facendo corrisponde a quanto questi grandi scenari, questi grandi movimenti, questa importanza dei poteri finanziari mondiali danno a una lettura delle democrazie occidentali nelle quali per unanimità deve essere ridotto lo spazio della democrazia e lo spazio delle Assemblee e gli Esecutivi devono essere ridotti a un confronto esclusivo con i poteri bancari e finanziari. Se si legge il quadro in questi termini, si capisce quale grave errore noi stiamo compiendo con questa faccenda che stiamo mettendo in piedi e nella quale si inserisce però l'ancestrale vizio medievale dei privilegi che si danno ai monarchi facendo i senatori a vita, cioè al padrone dei padroni, che doveva stare lì a garantire lealtà, diamo lo strumento per incidere sul Governo: cinque senatori a vita qua, cinque senatori di là, anche il Presidente della Repubblica ha il suo piccolo partito e questa è sinceramente una vergogna nelle vergogne (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, per cambiare il parere sugli emendamenti Bianconi 3.14 e Nuti 3.12 da contrario a favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, semplicemente, brevemente, per annunciare il voto favorevole della Lega Nord all'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per dire che noi siamo favorevoli a questo emendamento perché va a limitare il danno: se proprio il Presidente della Repubblica vuole nominare cinque persone per alti meriti che parteciperanno ai lavori del Senato, queste cinque persone non devono avere diritto di voto e non devono avere vitalizi o altre indennità.
  Ovviamente questo emendamento va a chiarire la querelle per la quale i senatori a vita, se vogliono, rientreranno tra questi cinque nominati in modo temporaneo e non a vita e dunque non si aggiungeranno a quelli già esistenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Signor Presidente, se si approverà questo emendamento, cesseranno, al momento dell'entrata in vigore di questa modifica, dal Senato tutti i senatori a vita già nominati, compreso Monti, per esempio, il che potrebbe non dispiacere a qualcuno. Sennonché, non si possono toccare i diritti quesiti in maniera così prepotente: l'emendamento è in sé incostituzionale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 3.14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Sibilia, Toninelli, Crippa, Cecconi, Sanga, Alli...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 91
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  385   
   Astenuti   83   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   30    
    Hanno votato no  355.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Sberna e Sanga hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 3.12, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza per la Lega Nord e di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, fermo restando quanto già previsto per gli ex Presidenti della Repubblica, con questo nostro emendamento vogliamo stabilire che i senatori a vita e i senatori nominati dal Presidente della Repubblica, pur partecipando ai lavori dell'Assemblea e delle Commissioni parlamentari, non abbiano diritto di voto.
  Questo articolo 3, letto nell'insieme del vostro progetto di riforma avrebbe secondo noi pesanti ricadute in termini di funzionamento del processo democratico e di equilibrio tra i vari poteri istituzionali della Repubblica. Innanzitutto, nell'attuale Senato, i senatori di nomina presidenziale sono in percentuale minore rispetto al totale dei componenti del Senato, mentre invece, nel sistema che questo disegno di legge vuole introdurre, i cinque senatori nominati dal Presidente della Repubblica avrebbero un peso indubbiamente maggiore, essendo cinque su cento.
  Inoltre, si tratterebbe di un Senato non elettivo, dunque non espressione diretta della volontà popolare, dove i rappresentanti delle autonomie cambiano periodicamente, di regola ogni cinque anni, a seconda delle diverse cadenze elettorali che interessano enti locali e regioni.
  A differenza di questi, i senatori di nomina presidenziale, secondo quanto disposto dall'articolo 3 del progetto di riforma, verrebbero nominati per la durata di sette anni, cioè per la durata di un normale mandato presidenziale. Ciò renderebbe ancora più evidente come i cinque senatori diventino diretta emanazione della volontà presidenziale, inquinando ancor di più il processo legislativo...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, liberate i banchi del Governo.

  DALILA NESCI. ...e offuscando una genuina divisione dei poteri costituzionali.
  Dunque, il mantenimento di questi senatori speciali rischia di tramutarsi in un forte potere d'influenza da parte del Presidente della Repubblica, il quale potrà contare su senatori a lui fedeli che dureranno in carica più dei restanti senatori.
  Alla luce del ruolo che il Presidente della Repubblica è venuto assumendo negli ultimi anni, al fine di favorire un maggiore equilibrio tra i vari organi costituzionali, che comunque questo disegno di legge costituzionale sposterà in favore dell'Esecutivo, appare, quindi, essenziale che i senatori a vita e di nomina presidenziale non abbiano diritto di voto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 3.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie, e con il parere contrario del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Portas. Vediamo se Portas oggi... Fantinati, Mongello, Portas ha ancora problemi e non riesce a votare; provi a Pag. 92togliere il segna voto. No, la scheda è l'ultima cosa da togliere. Dieni e Fantinati. Qualcun altro non ha votato ? Stanno sostituendo il dispositivo a Portas. Qualcun altro non ha votato ? Portas... ancora Portas; ecco, è riuscito a votare. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  359.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Boccadutri e Nicchi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 3.15, su cui i pareri sono tutti contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Mongello. Chi altro non ha votato ? Galperti, Fusilli, Camani. Chi altro non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  456   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato   10    
    Hanno votato no  446.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati De Rosa, Casellato e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo ora all'esame di tre emendamenti che costituiscono una serie a scalare, che si differenziano esclusivamente per il numero degli elettori che possono richiedere al Presidente della Repubblica di procedere alla nomina di senatori.
  Ai sensi dell'articolo 85, comma 8, primo periodo, del Regolamento, e secondo la prassi consolidata, procederemo, pertanto, alla votazione del primo emendamento, Fraccaro 3.21, e dell'ultimo, Fraccaro 3.23, di tale serie.
  Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Fraccaro 3.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente. Che il disegno di legge incostituzionale in esame sia stato scritto sotto dettatura del Presidente della Repubblica credo sia un elemento ormai assodato e cito: «È imperdonabile il nulla di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme della seconda parte della Costituzione, faticosamente concordate e poi affossate, e peraltro mai giunte ad infrangere il tabù del bicameralismo paritario». E ancora: «Una riforma volta a superare il bicameralismo paritario si è fatta sempre più urgente per le sue ricadute negative sul processo di formazione e di approvazione delle leggi».
  Napolitano è il vero ispiratore di questa controriforma. Il testo del Governo non si limita a ricopiare fedelmente i dettami del Capo dello Stato, ma demolisce la democrazia parlamentare ed edifica su queste macerie una vera e propria dépendance del Colle.
  A Palazzo Madama siederà, infatti, una specie aliena, i senatori corazzieri. È evidente che va contro ogni ratio politica, giuridica e anzitutto logica l'idea di ospitare, in un presunto Senato delle autonomie, dei senatori che sono emanazione diretta del Presidente della Repubblica; ripeto: emanazione diretta. Non c’è alcun nesso con gli interessi delle regioni e dei comuni, che il nuovo Senato dovrebbe rappresentare. È il parere condiviso dai numerosi esperti auditi in Commissione, i quali ritengono che, in un Senato delle autonomie, a rigore, non dovrebbero trovare – sto citando – posto neanche gli attuali senatori a vita.Pag. 93
  Pertanto, l'articolo in esame contiene una disposizione quanto meno anacronistica. Una simile previsione può aver senso in riferimento alla natura, propria della Camera dei Lord, di rappresentare l'eccellenza del Paese, ma non ha alcun senso alla luce della nuova composizione del Senato, che rappresenta una casta travolta dalle inchieste.
  Per questo motivo, il MoVimento 5 Stelle propone un cambio di rotta radicale per imporre a questa ottusa controriforma incostituzionale, scritta con i paraocchi dell'autoritarismo, di volgere uno sguardo più lungimirante in direzione del Governo del popolo.
  Abbiamo presentato degli emendamenti per subordinare la nomina dei senatori da parte del Presidente della Repubblica all'iniziativa del corpo elettorale. Renzi vuole accentrare il potere nelle mani di pochi, anzi in poche mani, le sue. Noi vogliamo estendere il più possibile la partecipazione attiva dei cittadini. La nomina a senatori di cittadini che hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico e culturale non può continuare ad essere una prerogativa monarchica, deve avvenire per volontà popolare, su proposta popolare.
  Soprattutto in questo doppio mandato di Napolitano lo strumento della nomina presidenziale dei senatori ha avuto una funzione partitica e non istituzionale, ha rispecchiato i disegni politici del Capo dello Stato e non un sentimento diffuso e condiviso tra i cittadini di sentirsi rappresentati da soggetti che con le loro opere abbiano dato lustro al Paese. Peraltro, gli stessi padri costituenti si posero la questione in termini critici. Ad esempio, Umberto Terracini, nel dibattito sviluppatosi nella Commissione sull'organizzazione costituzionale del Senato, in particolare nella seduta del 25 settembre 1946...

  PRESIDENTE. Per favore, liberate i banchi del Governo.

  RICCARDO FRACCARO. ...affermò che ogni designazione dall'alto dei membri di un'assemblea rappresentativa avrebbe costituito, in regime democratico, una mostruosità, dalla quale uomini adunati ed intenti ad un'opera razionale avrebbero dovuto assolutamente rifuggire.
  Non si può che auspicare pertanto l'abolizione di un istituto di stampo ottocentesco, la cui applicazione finisce per ripercuotersi negativamente sulle già deboli rappresentatività delle assemblee parlamentari.
  Ma, posto che abbia un senso mantenere queste disposizioni, fermo restando che sarebbe al limite più sensato dirottare le nomine sulla composizione della Camera, chiediamo che la decisione non avvenga in conseguenza di un atto di imperio del Colle, ma che al contrario siano i cittadini a dare impulso o meno alla nomina dei cinque senatori, i quali in questo modo sarebbero pertanto gli unici ad avere una legittimazione democratica nel nuovo Senato renziano, un Senato di nominati di secondo grado – concludo – con i prescelti dai consigli regionali e di terzo grado, con i favoriti del Capo dello Stato: una casta al cubo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 3.21.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Grillo, Mongiello, Mantero, Taricco, Cristian Iannuzzi, Capua, Tidei, Lavagno, Beni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  458   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  373.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Come annunciato, passiamo direttamente alla votazione dell'emendamento Fraccaro 3.23.

Pag. 94

  MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, siccome apprendiamo a mezzo stampa le dichiarazioni del Ministro degli affari esteri, Gentiloni, che dice letteralmente: «Esiste un rischio di infiltrazione notevole» – parlando dei terroristi – «dall'immigrazione», e abbiamo qui in Aula il Ministro Alfano, che recentemente ci ha detto che questo rischio non esiste e che il problema non si pone, perché è tutto sotto controllo, chiediamo un'informativa del Ministro Alfano di aggiornamento alle sue dichiarazioni, dopo quelle dell'altro Ministro dello stesso Governo, che pare lo smentiscano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È anche qui, magari si va a sedere un attimo e ci fa un'informativa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 3.23, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Altieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  458   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  380.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito a votare. Il deputato Fauttilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 3.24, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Di Battista, Dell'Aringa, Costantino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  367.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cariello 3.803.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Questo emendamento è veramente un emendamento di buonsenso, che va ad agire su un numero. In democrazia i numeri credo che siano fondamentali.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17)

  FRANCESCO CARIELLO. Qui, praticamente, ci siamo già detti quanto l'incidenza dei senatori a vita sia stata modificata. Voglio rappresentare questo: i padri costituenti, nello stabilire comunque un limite al numero di senatori a vita che il Presidente della Repubblica può nominare, hanno evidentemente espresso un principio, che è quello dell'incidenza del Presidente della Repubblica nella legislazione di questo Paese. In questo emendamento, Pag. 95semplicemente, si identifica un nuovo numero, quello di due su cento, che, alla fine, è un grado di incidenza molto simile o paragonabile a quello precedente di cinque su 315.
  Non c’è nulla di politico, di costituzionale, perché con riferimento a questa riforma, alla fine, noi stiamo partecipando alla discussione ed è una discussione assurda visto che, comunque, non c’è una grande partecipazione da parte di chi l'ha anche voluta. Quindi, ritengo che il Governo possa realmente prendere in considerazione questa proposta emendativa che semplicemente porta il grado di incidenza ad essere comunque ben definito...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cariello, vorrei pregare al banco del Governo, gentilmente di lasciare che gli oratori possano parlare con i rappresentanti del Governo che ascoltano, soprattutto quelli che devono stare al banco del Governo. Quelli che non devono stare al banco del Governo e hanno bisogno di parlare lo possono tranquillamente fare, ma lontano dai banchi del Governo. Prego, onorevole Cariello.

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie Presidente, visto che ha attirato l'attenzione del Governo, magari in questa occasione, questo emendamento dovrebbe meritare perlomeno una risposta. Parliamo veramente di un'identificazione e di un numero che va semplicemente a definire con quale grado il Presidente della Repubblica può incidere nella costituzione del Senato della Repubblica o Senato delle autonomie, come lo state definendo in questo riforma.
  È semplice: considerate cinque su trecentoquindici, e vi renderete conto che con un nuovo numero, due su cento, abbiamo semplicemente ristabilito la stessa proporzione. Non ci ha pensato nessuno, però con questo possiamo veramente ristabilire una regola costituzionale a questo punto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cariello 3.803, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mi informano, e lo lascio agli atti, che l'emendamento Cariello 3.803 è sottoscritto dall'intero gruppo del MoVimento 5 Stelle, nonché dall'onorevole Cristian Iannuzzi. Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  460   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  371.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molteni ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre voleva votare a favore).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 3.26, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole dei relatori di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Carrozza, Colletti, Di Lello, Businarolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  468   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato   39    
    Hanno votato no  429.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 96

  Ricordo che l'emendamento Centemero 3.29 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 3.203, con il parere contrario della Commissione, del Governo, dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Coppola, Ciracì, Spadoni, Fraccaro, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  463   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  382.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Micillo ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 3.27.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, questo emendamento riguarda ancora i senatori a vita, i senatori di nomina presidenziale, intervenendo, in particolare, sulla durata del mandato di senatore di nomina presidenziale. Il disegno di legge prevede che tale durata sia pari a sette anni, in misura uguale alla regolare durata del mandato del Presidente della Repubblica.
  Tuttavia, come è già successo in passato, è possibile che il mandato presidenziale sia inferiore a sette anni, secondo le cause previste dall'articolo 86 della Costituzione (impedimento permanente, morte o dimissioni volontarie) ovvero dall'articolo 90 della Costituzione (messa in stato d'accusa per alto tradimento e attentato alla Costituzione).
  Quindi, l'emendamento si propone di allineare il mandato dei senatori di nomina presidenziale con il mandato del Presidente della Repubblica che li ha nominati.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 3.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Fantinati, Bianconi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  461   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  350.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  L'emendamento Brunetta 3.31 è stato ritirato.
  Passiamo all'emendamento Costantino 3.32.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 3.32, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza della Lega Nord, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di SEL.Pag. 97
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Saltamartini, Giancarlo Giordano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  465   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato   23    
    Hanno votato no  442.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 3.33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. L'emendamento aggiunge all'articolo 59 della Costituzione una disposizione normativa che vieta l'erogazione di indennità in favore dei senatori di nomina presidenziale da parte del Senato e preclude ad essi anche il diritto di voto.
  Questi soggetti non solo non sono stati eletti direttamente dai cittadini italiani, ma, a differenza dei restanti senatori che andranno a comporre il nuovo Senato, che sono soggetti che sono stati già eletti in elezioni locali o regionali, non sono stati neppure indirettamente nominati dalle regioni. Dunque, non hanno nessuna legittimazione democratica neppure indiretta e per questo motivo appare illogico garantire a questi soggetti indennità a carico dello Stato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 3.33, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tino Iannuzzi, Giorgis.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  466   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  356.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carinelli, Mazziotti Di Celso, Zoggia, De Girolamo, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  468   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  340    
    Hanno votato no  128.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione. Chiedo scusa, gentilmente se abbassiamo un po’ la voce perché faccio fatica io a sentire i pareri, immagino che almeno coloro che si occupano del provvedimento hanno esigenza di capire. Grazie. Prego, onorevole Fiano.

Pag. 98

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Civati 4.200, Fraccaro 4.1, Colletti 4.205 e D'Ambrosio 4.2 e sugli articoli aggiuntivi Toninelli 4.01 e 4.05.

  PRESIDENTE. Non vorrei violentare la sua libertà di intervento, onorevole Fiano, magari la prossima volta, per andare più veloci, se sono tutti contrari facciamo prima...

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Va bene.

  PRESIDENTE. La ringrazio molto, onorevole Fiano. Relatore di minoranza Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Civati 4.200, Fraccaro 4.1, Colletti 4.205 e D'Ambrosio 4.2 e sugli articoli aggiuntivi Toninelli 4.01 e 4.05.

  PRESIDENTE. Avrà notato, onorevole Toninelli, la sensibilità del Presidente che non ha chiesto a lei la stessa cosa. Relatore di minoranza Matteo Bragantini ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, allora, fascicolo numero 2...

  PRESIDENTE. Ecco, così va bene, onorevole Matteo Bragantini.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza ...della seduta dell'8 gennaio 2015, a pagina 161. Non so la pagina del nuovo fascicolo...

  PRESIDENTE. Se lei preferisce, glieli dico io...

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sì, io dico la pagina del fascicolo numero 2 e lei...

  PRESIDENTE. A parte gli scherzi, onorevole Matteo Bragantini...

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Allora, esprimo parere contrario sugli emendamenti Civati 4.200, Fraccaro 4.1 e Colletti 4.205, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento D'Ambrosio 4.2 e sugli articoli aggiuntivi Toninelli 4.01 e 4.05.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere sull'emendamento Civati 4.200 è favorevole, il parere sull'emendamento Fraccaro 4.1 è favorevole, il parere sull'emendamento Colletti 4.205 è contrario, il parere sull'emendamento D'Ambrosio 4.2 è favorevole, il parere sull'articolo aggiuntivo Toninelli 4.01 è favorevole ed il parere sull'articolo aggiuntivo Toninelli 4.05 è favorevole,

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Civati 4.200.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Civati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE CIVATI. Signor Presidente, intervengo per ritirare questo emendamento, anche se nel contempo intendo affermare la mia contrarietà rispetto agli articoli che abbiamo votato e che spiegano da una parte il mio ritiro, ma dall'altra anche la mia posizione.

  PRESIDENTE. Quindi l'emendamento Civati 4.200 è ritirato.
  Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Fraccaro 4.1.Pag. 99
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, io con questo emendamento vorrei sottolineare due dati: uno è la discrepanza – perché io temo anche che non sia molto chiaro ai cittadini che ci stanno magari ascoltando e vorrebbero capire un po’ di più – della durata tra Camera e Senato.
  In riferimento, infatti, al comma 2 dell'articolo 39, che ha attinenza con questo articolo, del disegno di legge, si specifica che quando, in base all'ultimo censimento generale della popolazione, il numero di senatori spettante ad una regione, come definito in base alle predette disposizioni, è diverso da quello risultante dal censimento precedente, il consiglio regionale elegge i senatori nel numero corrispondente – sto leggendo l'articolo – all'ultimo censimento, anche in deroga al primo comma dell'articolo 57.
  Con questa disposizione, che è finalizzata a tenere conto dell'esigenza di adeguarsi all'ultimo censimento generale, come previsto appunto dalla Costituzione, deriva la possibilità che il numero massimo totale di senatori elettivi vari rispetto a quelli che sono previsti invece dall'articolo 56 della Costituzione nel numero fisso e non mutevole di 100, cioè da una parte si dice che il Senato deve essere composto da un numero fisso e non mutevole di 100, dall'altra parte però si fa riferimento all'ultimo censimento generale.
  Ciò in considerazione del fatto che l'elezione in questione non necessariamente coinciderà, sotto il profilo temporale, tra le diverse regioni e che quindi tale disallineamento potrebbe verificarsi per il periodo eventualmente intercorrente tra il rinnovo dei senatori di una regione che abbia variato il suo peso demografico ed il rinnovo dei senatori in un'altra regione che tale peso compensi.
  Quindi, sostanzialmente è possibile che il numero vari, perché nel momento in cui c’è il rinnovo di una regione che deve eleggere i consiglieri, in base alla rilevazione demografica il numero dei consiglieri che questa regione deve eleggere è maggiore di quello precedente e quindi il numero dei senatori può variare da 100 a 102, 103 o può diminuire addirittura. Quindi c’è una parte variabile ed una parte fissa e questo credo che sia da tenere in considerazione, perché se ha senso in riferimento ad un Senato veramente rappresentativo delle regioni, non ha senso quando si parla di dinamiche interne alle politiche regionali, ai partiti politici regionali.
  Sono completamente due cose diverse.
  Sempre il mio comma, poi, voleva sottolineare una questione forse più importante, perché all'articolo 4, comma 2, si dice che la durata della Camera dei deputati non può essere prorogata, se non per legge e soltanto in caso di guerra, cioè non si può prorogare, la durata della Camera è fissa, ma in caso di guerra sì.
  Questo ovviamente ha un senso logico, se non fosse che poi si modifica anche l'articolo, che dovrebbe essere il 17, se non sbaglio, in cui si dice, Presidente, che la Camera dei deputati delibera lo stato di guerra e conferisce al Governo i poteri necessari.
  In altre parole, la stessa Camera può deliberare lo stato di guerra ed è lo stato di guerra che può giustificare la non votazione ed il non rinnovamento della Camera.
  La durata della Camera viene prorogata solo in caso di stato di guerra. E chi è che decide lo stato di guerra ? La Camera stessa.
  Questa è un'aberrazione in sé. Se noi qua ci mettiamo dentro il fatto che il disegno di legge elettorale sta per essere votato al Senato, si dice non che è la Camera a votare lo stato di guerra ma si traduce che un partito che vota lo stato di guerra, è un partito quindi che proroga la durata della Camera. Cioè questa non è democrazia, signor Presidente, questa è chiara dittatura cioè si introduce una possibilità, una scappatoia, una corsia preferenziale per instaurare un regime dittatoriale. Poiché noi dobbiamo scrivere la Costituzione per limitare il potere e non per concentrare il potere, chiedo ufficialmente Pag. 100al sottosegretario e al relatore di maggioranza di dare una soluzione a questa problematica che è oggettiva e che è stata riscontrata anche in Commissione. Poiché il Governo ha detto che avrebbe riflettuto su questa tematica, credo che sia il momento di parlarne.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 4.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Colleghi, vi prego di stare in Aula anche se ci sono le dichiarazioni di voto perché non è pensabile che noi aspettiamo ogni volta. Quindi pregherei di accelerare, altrimenti chiudo la votazione e la questione si risolve alla radice. Anche perché il tempo che sottraiamo per il voto, essendo contingentato, lo sottraiamo anche agli interventi e non mi pare il caso.
  (Segue la votazione).

  Vezzali...onorevole Russo, credo che qualche volta sia capitato anche a lei di arrivare in ritardo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  409   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato Marcon ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore. Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Antezza ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro).

  Colleghi, torno a dire: restate in Aula perché stiamo votando e voteremo fino alle 19,30.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 4.205, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fraccaro... Marcon... Russo... Brescia... Calabria... Dell'Aringa... Beni... Brescia... Paola Bragantini... Del Grosso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  427   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Capodicasa, Cani, Brandolin e Ricciatti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 4.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo mettere in chiaro che il Presidente della Camera dei deputati deve essere espresso da una larga maggioranza dell'Assemblea, nell'ottica di una gestione efficace dell'Aula, che non sia frutto di una mera suddivisione dei posti in Ufficio Pag. 101di Presidenza, situazione che ormai nemmeno il Parlamento europeo garantisce più, ma che sia vera condivisione della responsabilità nella conduzione dei lavori d'Aula, nel rispetto dei Regolamenti e alla ricerca di rapporti civili tra i gruppi politici. Capisco che stiamo parlando di miraggi visto che non siamo nemmeno in grado di rispettare poche regole di reciproca convivenza politica come avvenuto ad esempio nel caso dei decreti...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole d'Ambrosio. Colleghi vi pregherei di abbassare un po’ la voce e soprattutto, onorevole De Rosa, lei sta proprio alle spalle dell'onorevole D'Ambrosio.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. ...reciproca convivenza politica come, ad esempio, è avvenuto o non avvenuto, direi più che altro, nei confronti del MoVimento 5 Stelle nel caso dei decreti attuativi per il Fondo per la piccola e media impresa.
  In ogni caso, credo che il giorno dell'insediamento della Presidente Boldrini, la Presidente abbia fatto un discorso molto importante: tutti hanno fatto riferimento al passaggio sulla casa della buona politica, concetto che deve essere ancora implementato – direi parecchio implementato – come visione politica, pur riconoscendo che è un percorso lungo, però.
  Quello che personalmente, però, ci ha colpito del suo discorso è un altro passaggio, che colgo l'occasione di ribadire. La Presidente diceva: «Questo è un Parlamento largamente rinnovato. Scrolliamoci di dosso ogni indugio nel dare piena dignità alla nostra istituzione, che saprà riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo». E diceva ancora: «Sarò la Presidente di tutti, a partire da chi non mi ha votato. Mi impegnerò perché la mia funzione sia luogo di garanzia per ciascuno di voi e per tutto il Paese».
  Io sono d'accordissimo con queste parole e vorrei proporre all'Aula, per chi verrà dopo di noi, di mettere nero su bianco quello che il Presidente della Camera diceva e, cioè, che il Presidente deve essere il Presidente di tutti, perché votato dai due terzi dell'Aula, così a larghissima maggioranza dell'Aula stessa, e che non sia, quindi, per forza un'espressione di una maggioranza di Governo, così come la vostra riforma vuole fare. Per cui invito, ancora una volta, a votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente, esprimo il voto favorevole della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie, Presidente. Noi condividiamo questo emendamento, in quanto con riferimento alla vostra legge elettorale, in cui un partito avrà più del 55 per cento dei seggi alla Camera, riteniamo, dal momento che il Presidente della Camera deve rappresentare anche e, soprattutto, in teoria, le minoranze e dovrebbe essere super partes, che debba esserci almeno il voto dei due terzi della Camera per scegliere una persona che vada a ricoprire nel modo più completo, degno, imparziale, il ruolo di Presidente. È per questo motivo che voteremo a favore e ringraziamo il MoVimento 5 Stelle di aver presentato questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 4.2, con il parere contrario della Commissione del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Fioroni, Di Lello, Nesci.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 102
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  341.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Ricciatti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Bossa. Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Mosca. Ci siamo ? Abbiamo votato tutti ? Fantinelli, Sannicandro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  456   
   Astenuti  3   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  332    
    Hanno votato no  124.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Pastorelli ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Toninelli 4.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente, in democrazia, generalmente, le Assemblee parlamentari durano un tempo limitato e si rinnovano a tempi stabiliti immodificabili, perché i cittadini possano esprimersi nuovamente e non si creino poteri assoluti. Bene, noi quello che abbiamo appena votato in quest'Aula è il fatto che questa Camera potrà, dopo che passerà anche al Senato questa riforma, votare lo stato di guerra con la maggioranza assoluta che è garantita dalla incostituzionale legge elettorale e impedire che si proceda ad elezioni. Cioè la stessa Camera potrà decidere con una maggioranza garantita da una legge elettorale di non procedere al rinnovo di quella Camera. Questa, Presidente, è per me la morte della democrazia, ma, ancora più grave, Presidente è che chi oggi sta portando avanti questa riforma continua con questo atteggiamento omertoso a non rispondere alle richieste legittime delle opposizioni di chiarimenti di fronte ai cittadini italiani. Siete omertosi in questo momento e avete anche la testa china sui vostri tablet per non guardarci negli occhi mentre facciamo queste domande (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.
  Onorevole Bragantini, il semplice rumore del microfono non è sufficiente a definire un'informazione, però proviamo.

  MATTEO BRAGANTINI. Voto favorevole della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Bene, adesso va meglio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente, anche noi invitiamo a votare a favore del presente articolo aggiuntivo, perché appare con ogni evidenza che una legge così importante come quella elettorale avrebbe, lo ripeto, avrebbe, la necessità, prima ancora che politica o legale, ma direi proprio morale, di essere quantomeno condivisa con i due terzi di coloro che non sono qui per rallentare, per gufare o per mettersi di traverso alla modernizzazione del Paese, ma sono qui, Pag. 103vorrei ricordarlo a tutti e soprattutto agli esponenti della maggioranza, perché comunque votati da svariati milioni di cittadini italiani.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Invernizzi.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Quando si parla, e mi avvio a concludere, di regole così importanti come quelle della partecipazione al voto è giusto che tutti possano essere coinvolti e quindi possano partecipare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 4.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Tartaglione, Greco, Ferranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  450   
   Astenuti  5   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Binetti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo Toninelli 4.05.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, annuncio il voto favorevole della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie Presidente. Questo articolo aggiuntivo va a prevedere una cosa ovvia o che dovrebbe essere ovvia e cioè che le leggi elettorali entrano in vigore non prima di 18 mesi. Questo perché ? Per evitare che una maggioranza cambi la legge elettorale a pochi mesi dal voto. Questo per una garanzia di tutti, della maggioranza e della minoranza, una garanzia affinché ci sia una legge elettorale il più condivisa possibile e non ci sia una legge elettorale che, invece, spinta semplicemente dai sondaggi che ci sono durante i mesi precedenti alla scadenza naturale della Camera possa essere falsata dalle intenzioni del partito che in quel momento ha la maggioranza. Dunque, è una garanzia proprio dal punto di vista democratico, e dunque non vedo perché non metterla in Costituzione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 4.05, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Boccia, Onorevole Mazziotti Di Celso, gentilmente... onorevole Malisani, D'Ambrosio, Marzano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  462   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Di Lello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 104

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, come da sua manifesta volontà, se lei permette un controllo, io sarei a comunicarle che su tutti gli emendamenti all'articolo 5 vi è l'invito al ritiro altrimenti i pareri sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Sono veramente grato al relatore Fiano di questo accordo con l'idea del Presidente. L'onorevole Toninelli non c’è allora invito il relatore Matteo Bragantini ad esprimere il parere.

  MATTEO BRAGANTINI. Relatore di minoranza. Signor Presidente, sui seguenti emendamenti il parere è favorevole: gli identici Toninelli 5.5 e Matteo Bragantini 5.200; gli identici Quaranta 5.1 e Toninelli 5.2; il testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli; Bianconi 5.3, Dadone 5.4, Scotto 5.6, Toninelli 5.7, Scotto 5.9, Mazziotti Di Celso 5.10.

  PRESIDENTE. L'onorevole Toninelli ancora non c’è. Invito il relatore Quaranta ad esprimere il parere.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, su tutti gli emendamenti all'articolo 5 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Invito il relatore Toninelli ad esprimere il parere.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, non so se ci sono emendamenti ritirati, mi riferisco a quelli che ho sul fascicolo e sui seguenti emendamenti il parere è favorevole: gli identici Toninelli 5.5 e Matteo Bragantini 5.200; gli identici Quaranta 5.1 e Toninelli 5.2; il testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli; Bianconi 5.3, Dadone 5.4, Scotto 5.6, Toninelli 5.7, Scotto 5.9.
  Sull'emendamento Mazziotti Di Celso 5.10 mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti identici Toninelli 5.5 e Matteo Bragantini 5.200, sui quali vi è il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, con questo emendamento andiamo ad introdurre una garanzia per quanto riguarda le minoranze e una maggior condivisione per l'elezione del Presidente della Camera perché con la legge elettorale che state approvando, quanto meno almeno l'organo che dovrebbe essere di garanzia sia veramente di garanzia in quanto eletto da una maggioranza più ampia.
  Secondo noi non è sufficiente solo la disciplina dello statuto delle opposizioni, vorremmo qualcosa di più. Questa è una proposta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Toninelli 5.5 e Matteo Bragantini 5.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 105
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco, Fraccaro, Vacca, Giancarlo Giordano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  465   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Quaranta 5.1 e Toninelli 5.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, vediamo di spiegarci. Allora, le Assemblee rappresentative si chiamano così perché in teoria dovrebbero rappresentare le varie posizioni, i gruppi territoriali della nazione – in questo caso s’è visto che è il Parlamento italiano – che possono delegare così i propri rappresentanti in Assemblea e discutere tra di loro per trovare una sintesi, un'opinione comune e tradurre in atti concreti l'idea che hanno di Paese, di società, eccetera. Ora, quando si introduce un principio per cui sempre, il giorno dopo delle elezioni, una sola parte politica debba avere la maggioranza assoluta, significa un po’ sfasare tutta questa costruzione che persone come Montesquieu hanno pensato, ideato trecento anni fa ma evidentemente erano degli emeriti cretini e abbiamo sbagliato noi a leggere e studiare su quei testi, ma indipendentemente da questo c’è un problema più importante da risolvere, ossia gli elementi di garanzia. Una volta che abbiamo dato il potere assoluto sostanzialmente di legiferare a queste persone, a questo singolo gruppo, minoranza della nazione ma maggioranza assoluta nella sede di rappresentanza, dobbiamo secondo me – questa è la mia umile opinione – trovare delle soluzioni perché gli organi di garanzia siano effettivamente tali, cioè non possano essere espressione anche loro della maggioranza fittizia, perché minoranza nel Paese. Bene, un organo di garanzia per esempio è il Presidente della Camera, che deve gestire la Camera a tutela non di una parte ma di tutte le parti ed è per questo che originariamente i padri costituenti avevano pensato alla maggioranza assoluta, perché in un sistema proporzionale sulla base del quale era stata costruita la nostra Costituzione, essendo quasi impossibile o comunque anche legittimo che un solo partito tenesse più del 50 per cento – ma in questo caso aveva veramente il 50 per cento della popolazione dietro – dovesse trovare l'accordo con le altre parti politiche per eleggere questo organo di garanzia. Ora, in questo momento, con la legge elettorale che si prospetta, non è più così, cioè l'organo di garanzia può essere eletto dalla parte minoritaria nel Paese e maggioritaria invece all'interno dell'organo di rappresentanza. Quindi non è più di garanzia, o meglio, per poter incidere su questa elezione da parte delle minoranze, le minoranze devono piegarsi a novanta, devono dare tutto, devono tacere per sempre, devo promettere chissà quale cosa alla maggioranza, ma questa è una contrattazione di diritti fondamentali che sono i diritti dell'opposizione, cioè l'opposizione deve essere messa in grado di esercitare serenamente i propri diritti senza doverli svendere in cambio di un'elezione. Siamo tutti d'accordo ? E allora perché, se facciamo una legge elettorale iper maggioritaria, non decidiamo insieme che gli organi di garanzia debbano essere eletti con maggioranze qualificate perché siano effettivamente tali e di garanzia ? Non ha senso continuare a tenere la maggioranza assoluta per l'elezione, ad esempio, del Presidente della Camera quando questa maggioranza assoluta è garantita da una sola forza politica.

Pag. 106

  Presidente, converrà con me che qualcosa in merito la dobbiamo dire, o meglio qualcosa in merito persone come Sisto, che è relatore per la maggioranza, come Fiano, relatore per la maggioranza, come – penso – il Ministro Boschi dovrebbero dirla a quest'Assemblea. Ma il Ministro Boschi evidentemente, o ha qualcosa di meglio da fare, di più importante, o le fa schifo questa Camera o le facciamo schifo noi perché parliamo solo noi in opposizione. Evidentemente al Ministro Boschi fanno schifo le opposizioni perché non è qui ad ascoltare le ragioni delle opposizioni, da tempo immemore ormai, Presidente.
  Una risposta su questo punto credo che sia doverosa. Se non vogliono parlare i relatori, Presidente, possono farlo anche altri esponenti del Partito Democratico, che magari condividono la linea della maggioranza e hanno un'idea chiara in merito. Le garanzie istituzionali dove sono in questo modello che voi state portando in quest'Aula ? Come possiamo pensare che il Presidente della Camera possa essere super partes, se viene eletto solo da un partito e non da tutte le forze politiche presenti ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole di SEL.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, non so se ho le traveggole, o meno, ma all'articolo 5, modifica all'articolo 63 della Costituzione, dopo aver parlato dell'Ufficio di Presidenza della Camera, è scritto: «Il regolamento stabilisce in quali casi l'elezione e la nomina alle cariche negli organi del Senato della Repubblica possono essere limitate in ragione dell'esercizio di funzioni di governo regionali o locali». Faccio presente che non è possibile con un regolamento affrontare problemi che attengono all'eleggibilità, da un lato, dei senatori ed ai poteri che questi hanno nel ricoprire le cariche interne del Senato o della Camera, che fosse.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Quaranta 5.1 e Toninelli 5.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Fraccaro, Fitzgerald. Onorevole Fraccaro, la prego, è arrivato anche alla Presidenza questo suo complimento rivolto all'onorevole Crippa, che immagino potrà restituirglielo tra breve. Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 107
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  459   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Simoni ha segnalato che ha votato erroneamente a favore, mentre avrebbe voluto votare contro. I deputati Realacci e Borghi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 5.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, questo emendamento ricalca due principi: quello della riduzione del danno, come quello precedente, e un principio generale che abbiamo più volte in questa Camera dibattuto anche nella scorsa legislatura, cioè il principio che per ogni sedere c’è una sedia e non più sedie. È un principio sacro della democrazia perché uno fa un mestiere solo e lo fa bene.
  Ricordo a lei, Presidente, che ben lo sa, essendo stato la scorsa legislatura qui e protagonista anche nel dibattito della campagna portata avanti dal collega Pisicchio che, in ambito di apposita Giunta, pretese ed ottenne la decadenza di non so più quanti sindaci, ritenendo che un sindaco non potesse fare anche il deputato, cosicché molti colleghi optarono o per fare il sindaco o per fare il deputato, che si tratta di un principio sacro ! Allora si discuteva soltanto se questo principio dovesse valere da questa legislatura o anche nel corso della passata legislatura. Ebbene, abbiamo rivoltato tutto. L'onorevole Pisicchio, sempre così preciso, non ha detto «pissi pissi, bau bau», niente. Allora, noi abbiamo oggi il sindaco di Milano che potrà anche fare il senatore, il sindaco di Rocca Cannuccia che potrà fare il senatore. Potremmo avere il consigliere regionale, capogruppo di un gruppo del consiglio regionale della Lombardia, che sarà anche senatore o il capogruppo di un gruppo di maggioranza del consiglio regionale della Calabria che farà anche il senatore.
  Il solo dirlo è una follia totale, perché pensate anche che i consigli regionali poi avranno il problema di doversi riunire quando non è convocato il Senato, perché sicuramente viene meno il diritto di taluno di essere dall'una e dall'altra parte e questa è una lesione. Cioè, si è fatto un guazzabuglio. E poi, dimenticavo, che se il sindaco di Milano è senatore, è anche presidente della città metropolitana. Quindi, ci vorrebbero tre sederi per tre sedie e una settimana di venti giorni per ricoprire tutte le tre cariche.
  Voi state mettendo insieme una cosa che non solo colpisce per l'antidemocraticità di fondo, ma colpisce per la profonda assurdità sostanziale e questa viene gabellata per una riforma epocale. In effetti è epocale, perché la metteranno nei trattati per come non si fanno le cose. È una cosa che fa veramente voltare lo stomaco !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per segnalare che il gruppo di Forza Italia voterà contro questo emendamento, proprio sulla base di quelli che sono la composizione, le funzioni e il ruolo che il nuovo Senato assumerà all'interno della riforma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 5.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 108

  Hanno votato tutti ? Prego, onorevole Bragantini. Ci siamo ? Possono rispondere al «ci siamo» quelli che sono in Aula; quelli che non sono in Aula è difficile che possano rispondere. Giancarlo Giordano ha un ormai costante cattivo rapporto con la macchina, che però abbiamo risolto grazie all'onorevole Palazzotto. Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  466   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 5.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? No, l'onorevole Palazzotto non riesce a votare. Stumpo, che ha votato. Pesco, Russo, Mura. Altri che non riescono a votare ? Mura ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  467   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  349.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 5.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Russo, Marzana, Marcon, Nicchi, Piccolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  471   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  355.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 5.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Giammanco, Ciprini, Spadoni, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  468   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  351    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Scotto 5.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del gruppo Sinistra Ecologia Libertà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, questo emendamento è un invito a una riflessione che dovrebbe essere patrimonio di tutto il Parlamento e, in particolare, dello schieramento con cui abbiamo fatto la campagna elettorale. Prova a disciplinare il conflitto di interessi in Costituzione Pag. 109ed è una possibilità che, in questo momento, abbiamo tutti tra le nostre mani di incidere rispetto ad un tema che da anni diciamo di voler risolvere e che, puntualmente, rinviamo alla legislatura successiva. Chiedo a tutti di votarlo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 5.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Bossa, Russo, Di Battista, Corda, Agostinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  475   
   Votanti  471   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  353    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  L'emendamento Mazziotti Di Celso 5.10 è stato ritirato.
  Indìco, dunque, la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  477   
   Votanti  475   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  344    
    Hanno votato no  131    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fiano ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore. I deputati Richetti, Rubinato e Sgambato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Il deputato Segoni ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro. Il deputato Lodolini ha segnalato di essersi erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto votare a favore).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza Fiano – chiedo scusa – il relatore per la maggioranza e presidente della I Commissione, onorevole Francesco Paolo Sisto, ad esprimere il parere della Commissione.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Non vorrei avere deluso le aspettative della Presidenza.

  PRESIDENTE. No, anzi.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Se vuole, posso cedere la parola al collega Fiano, non ho difficoltà.

  PRESIDENTE. No, il collega Fiano lo abbiamo ascoltato fino adesso. Ora movimentiamo un po’ la seduta.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'emendamento Cozzolino 6.28, del Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, degli emendamenti Pag. 110Toninelli 6.1 e 6.2, Bianconi 6.3, Toninelli 6.4, Costantino 6.5, Toninelli 6.6, Colletti 6.200, Toninelli 6.7 e 6.11, Cozzolino 6.201, Toninelli 6.202 e 6.203, Dadone 6.12, Scotto 6.13, Toninelli 6.15 e 6.16, Dadone 6.17 e 6.18, Lombardi 6.19 e degli articoli aggiuntivi Quaranta 6.01, Schullian 6.0120, D'Ambrosio 6.03 e 6.02, Toninelli 6.0200 e D'Ambrosio 6.04.

  PRESIDENTE. Diciamo parere contrario su tutte le proposte emendative ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Sì.

  PRESIDENTE. Relatore del MoVimento 5 Stelle, nonché onorevole Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento Cozzolino 6.28, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, sugli emendamenti Toninelli 6.1 e 6.2, contrario sull'emendamento Bianconi 6.3, favorevole sugli emendamenti Toninelli 6.4, Costantino 6.5, Toninelli 6.6, Colletti 6.200, Toninelli 6.7 e 6.11, Cozzolino 6.201, Toninelli 6.202 e 6.203, Dadone 6.12, Scotto 6.13, Toninelli 6.15 e 6.16, Dadone 6.17 e 6.18, Lombardi 6.19 e sugli articoli aggiuntivi Quaranta 6.01, Schullian 6.0120, D'Ambrosio 6.03 e 6.02, Toninelli 6.0200 e D'Ambrosio 6.04.

  PRESIDENTE. Onorevole Bragantini ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento Cozzolino 6.28, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, sugli emendamenti Toninelli 6.1 e 6.2, Bianconi 6.3, Toninelli 6.4, Costantino 6.5, Toninelli 6.6, Colletti 6.200, contrario sull'emendamento Toninelli 6.7, favorevole sugli emendamenti Toninelli 6.11, Cozzolino 6.201, Toninelli 6.202 e 6.203, contrario sull'emendamento Dadone 6.12, favorevole sull'emendamento Scotto 6.13, contrario sull'emendamento Toninelli 6.15, mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Toninelli 6.16, favorevole sugli emendamenti Dadone 6.17 e 6.18, mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Lombardi 6.19, favorevole sull'articolo aggiuntivo Quaranta 6.01. Sull'articolo aggiuntivo Schullian 6.0120...

  PRESIDENTE. Scusi, ne approfitto, l'articolo aggiuntivo Schullian 6.0120 – lo dico a tutti i relatori – è stato ritirato. Siamo all'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.03, a pagina 61.

  MATTEO BRAGANTINI. Relatore di minoranza. Pagina 184, sì. Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.03...

  PRESIDENTE. Lei non fa sconti, onorevole Bragantini.

  MATTEO BRAGANTINI. Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.02, mentre il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Toninelli 6.0200 e mi rimetto all'Assemblea sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.04...

  PRESIDENTE. Basta, non so sul suo fascicolo, ma sul nostro fascicolo sono finiti. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA. Relatore di minoranza. Grazie Presidente, il parere è favorevole sull'emendamento Cozzolino 6.28 e sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Toninelli 6.1 e 6.2, Bianconi 6.3, Toninelli 6.4, Costantino 6.5, Toninelli 6.6, Colletti 6.200, Toninelli 6.7 e 6.11, Cozzolino 6.201, Toninelli 6.202 e 6.203, Dadone 6.12, Scotto 6.13, Toninelli 6.15 e 6.16, Dadone 6.17 e 6.18 e Lombardi 6.19 e sull'articolo aggiuntivo Quaranta 6.01.
  Il parere è contrario sugli articoli aggiuntivi D'Ambrosio 6.03 e 6.02, Toninelli 6.0200 e D'Ambrosio 6.04.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 111

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dai relatori di maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 6.28.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio Presidente, questo emendamento chiede la soppressione di questo articolo. La motivazione è molto semplice: noi riteniamo che inserire all'interno della Costituzione il passaggio per cui il Regolamento della Camera disciplina lo statuto delle opposizioni sia una mera norma di principio utilizzata per lavarvi la coscienza e questo per un motivo tecnico e non politico. Con un sistema elettorale ipermaggioritario che dà la maggioranza del Parlamento dei numeri ad una ristretta minoranza relativa, significa che quella minoranza relativa sarà colei che andrà a scrivere lo statuto delle opposizioni e non certo con la partecipazione, con l'apporto, delle opposizioni. Un vero e proprio statuto delle opposizioni non può certamente essere scritto dalla maggioranza e con la partecipazione, al limite, di una ristretta minoranza sotto ricatto della maggioranza stessa.
  Mi posso permettere di esprimere questa valutazione, anche di natura politica, oltre che di natura tecnica, perché ho partecipato ai lavori del 2013 del Comitato ristretto informale, nella Giunta per il Regolamento, dove la bozza di riforma portata avanti dalla maggioranza prevedeva di inserire una sorta di statuto delle opposizioni che, in realtà, aveva valore solo nei confronti di quelle opposizioni chine, prone alla maggioranza, che potevano avere degli spazi, delle materie, delle proposte di legge o di sindacato ispettivo, da portare in Aula, solo nel caso in cui questo fatto fosse in accordo con la maggioranza e non per il semplice fatto che fosse una quota della minoranza.
  Quindi, io ritengo che sia una mera norma di principio, ripeto una bandierina fine a stessa, priva di contenuto, priva di realizzabilità, l'avere inserito in Costituzione uno statuto delle opposizioni che, di fatto, in un'Aula governata con una maggioranza che rappresenta una minoranza del Paese, certamente non verrebbe portato a casa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 6.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Matteo Bragantini, lei non può che essere d'accordo con il Presidente che per rispetto di coloro che sono in Aula...no ? Capelli non riesce a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  422   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zampa, Vazio, Rampi, Santerini e Carlo Galli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, si dice sempre che... Presidente, non riesco a sentire cosa dico...

Pag. 112

  PRESIDENTE. Mi rendo conto, onorevole Fraccaro. Colleghi, per favore, abbassate un po’ la voce. Onorevole Fraccaro, poi se lei si gira un attimo si rende conto che i problemi del Presidente nascono anche da chi sta dietro di lei. Colleghi, per favore ! Colleghi, gentilmente ! Prego, onorevole Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. Si dice sempre che non si deve generalizzare. È convinzione comune che generalizzare è sbagliato. Però, purtroppo – magari mi sbaglio – ogni giorno che passo qui dentro, ogni ora che passo qui dentro ho sempre più viva la convinzione della falsità e la percezione della falsità e dell'ipocrisia degli esponenti del Partito Democratico. Le porto un esempio...

  PRESIDENTE. Un attimo, onorevole Fraccaro. Colleghi, lo dico a chi sta al tavolo del Comitato dei nove e lo dico a chi sta sugli scranni: per favore, abbassate il tono della voce. Prego, onorevole Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. Ed è una convinzione che è fondata, a mio avviso, da molti, troppi elementi. Uno è contenuto in questo articolo.
  Da una parte, per farsi vedere buonisti, gli esponenti del Partito Democratico introducono in Costituzione lo statuto delle opposizioni, per tutelare le opposizioni. Poi scopriamo che chi sarà – chi sarà ? – a scrivere questo statuto delle opposizioni è la maggioranza, garantita da una legge elettorale ignobile e incostituzionale, la stessa legge elettorale che ieri al Senato...

  PRESIDENTE. Onorevole Marco Meloni, gentilmente lasci liberi i banchi del Governo. Onorevole Marco Meloni.. Prego, onorevole Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, la ringrazio. Non è facile continuare a riprendere il filo.

  PRESIDENTE. Mi rendo conto, onorevole Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. Abbiamo una legge elettorale che qui, alla Camera, garantisce una maggioranza assoluta ad una sola forza politica, che dovrà scrivere lo statuto delle opposizioni, per tutelare le opposizioni. Mi dica lei se questa non è ipocrisia, Presidente.
  Ma non è solo l'unico elemento della giornata di oggi. Infatti, le voglio leggere una dichiarazione. Cito: «Il processo di allontanamento dei cittadini dalla politica sta assumendo i toni di una vera e propria rivolta contro quella che ormai è indicata come la “casta” politica. (...) Il sistema politico italiano appare perso in una palude in cui non si intravede la via di uscita. (...) Non dovrà mai più accadere di avere un Parlamento di “nominati” attraverso liste bloccate dalle segreterie nazionali dei partiti». Presidente, sa chi disse e scrisse queste parole nel 2013 ? Stefano Esposito, cioè il senatore che ieri ha elaborato quell'emendamento «canguro» vergognoso, che ha eliminato 35 mila emendamenti dei nostri colleghi al Senato, per introdurre i capibastone in quest'Aula, per eliminare la possibilità dei cittadini di scegliersi i propri rappresentanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questo è il partito del PD: un partito di voltagabbana e di bugiardi, testimoniato dalle loro stesse dichiarazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, il tema del Regolamento è un tema che è presente nel dibattito politico da molti anni. Adesso affrontiamo il primo articolo che, in qualche modo, menziona i Regolamenti parlamentari, in particolare il Regolamento della Camera.
  È evidente che questo tema è un tema all'attenzione di questo Parlamento in questa legislatura, lo è stato anche nei mesi scorsi. In questo senso io credo sia giusto rivendicare la posizione del mio gruppo parlamentare quando sosteneva, in Pag. 113tempi non sospetti, che sarebbe stato più logico, razionale e coerente affrontare il tema della riforma dei Regolamenti parlamentari alla luce delle riforme costituzionali, che erano già allora in una fase embrionale e che oggi vedono un cammino avviato in una concretizzazione anche del dibattito e dei testi.
  E lo dico perché, Presidente, è ovvio che c’è una consequenzialità tra una norma di rango primario, come quella costituzionale, e i Regolamenti parlamentari, che ad essa finiscono per adeguarsi. Questo è il primo degli articoli che tocca il tema del Regolamento parlamentare. Lo tocca, per alcuni aspetti, in maniera non sostanziale; si cita lo Statuto delle opposizioni, che è un tema che è stato frequente, ricorrente nel lungo dibattito sulle riforme parlamentari. Francamente, non mi appassiona.
  Io credo che il vero Statuto delle opposizioni stia nel buonsenso del Governo e nel confronto leale tra maggioranza e opposizione. Ma, insomma, ecco, anche quella sarà una delle sfide a cui sarà chiamata questa Assemblea quando dovrà scrivere le regole di convivenza civile e di confronto democratico al proprio interno.
  Credo che per tanti anni siamo stati fermi con il miraggio di una riforma omnibus del Regolamento parlamentare, mentre avremmo potuto porre in essere – e probabilmente questo miraggio lo ha anche impedito – piccole riforme puntuali che avrebbero semplificato la vita e avrebbero agevolato la funzionalità e anche l'efficienza del lavoro dei parlamentari, per un verso, e del Governo, per l'altro.
  Credo che, anche a fronte delle norme che si affronteranno sulla revisione del procedimento legislativo, anch'esse alla luce della nuova formazione del nuovo Parlamento, la posizione che il mio gruppo ha mantenuto, di coerenza e anche di razionalità nell'evitare che si affrontasse il tema della riforma del Regolamento parlamentare prima, e in modo evidentemente incongruente con l'eventuale riforma costituzionale, sia stata e sia ancora oggi una posizione di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, il tema del Regolamento è un tema che è presente nel dibattito politico da molti anni. Adesso affrontiamo il primo articolo che, in qualche modo, menziona i Regolamenti parlamentari, in particolare il Regolamento della Camera.
  Un tema è all'attenzione di questo Parlamento in questa legislatura, lo è stato anche nei mesi scorsi. In questo senso io credo sia giusto rivendicare la posizione del mio gruppo parlamentare quando sosteneva, in Pag. 113tempi non sospetti, che sarebbe stato più logico, razionale e coerente affrontare l'argomento della riforma dei Regolamenti parlamentari alla luce delle riforme costituzionali, che erano già allora in una fase embrionale e che oggi vedono un cammino concretamente avviato anche a livello di testi.
  E lo dico perché, Presidente, c’è una consequenzialità tra una norma di rango primario, come quella costituzionale, e i Regolamenti parlamentari, che ad essa finiscono per adeguarsi. Questo è il primo degli articoli che tocca la materia del Regolamento parlamentare. La tocca, per alcuni aspetti, in maniera non sostanziale; si cita lo Statuto delle opposizioni, che è un concetto che è stato frequente, ricorrente nel lungo dibattito sulle riforme parlamentari. Francamente, non mi appassiona.
  Io credo che il vero Statuto delle opposizioni stia nel buonsenso del Governo e nel confronto leale tra maggioranza e opposizione. Ma anche quella sarà una delle sfide a cui sarà chiamata questa Assemblea quando dovrà riscrivere le regole di convivenza civile e di confronto democratico al proprio interno.
  Credo che per tanti anni siamo stati fermi con il miraggio di una riforma omnibus del Regolamento parlamentare, mentre avremmo potuto porre in essere – e probabilmente questo miraggio lo ha anche impedito – piccole riforme puntuali che avrebbero semplificato la vita e avrebbero agevolato la funzionalità e l'efficienza del lavoro dei parlamentari, per un verso, e del Governo, per l'altro.
  Credo che, anche a fronte delle norme che si affronteranno sulla revisione del procedimento legislativo, anch'esse alla luce della nuova composizione del nuovo Parlamento, la posizione che il mio gruppo ha mantenuto, di coerenza e anche di razionalità nell'evitare che si affrontasse il tema della riforma del Regolamento parlamentare prima, e in modo evidentemente incongruente con l'eventuale riforma costituzionale, sia stata e sia ancora oggi una posizione di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Iannuzzi, Carinelli, Portas, Greco, Tartaglione, Caon...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  443   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Carlo Galli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Sereni, Greco, Molea...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  432   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 114

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Greco, Bonaccorsi, Grande...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  448   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Lattuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 6.3, con il parere contrario di Commissione, Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Greco ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  403.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Fiano e Boccadutri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.4, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Gregori, Greco, Blazina, Paris, Saltamartini, De Girolamo, Sorial, Gadda ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  461   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  341.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Boccadutri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 6.5, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Bossa, Brugnerotto, Brescia, Pesco, Fanucci ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  464   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.6, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 115
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Malisani, Scotto, Calabria, Moscatt, Lavagno, Ascani, Giorgis ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  468   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Giorgis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 6.200, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gallinella, Mantero, Borghi, Palazzotto, Di Battista ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  461   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 6.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, chiedo la votazione per parti separate di questo emendamento Toninelli 6.7.

  PRESIDENTE. Vuole indicarmi le parti che intende separare, onorevole Colletti ?

  ANDREA COLLETTI. La prima parte dall'inizio sino a «voto finale». La seconda parte è da «Contro le violazioni» sino a «prerogative regolamentari o costituzionali».

  PRESIDENTE. Solo un secondo. Possiamo procedere alla votazione per parti separate. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Intervengo come relatore a questo punto semplicemente per esprimere parere favorevole alla prima parte e mantenere il parere contrario sulla seconda parte.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'emendamento Toninelli 6.7 dalle parole «Il regolamento» fino alle parole «voto finale», con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione. Ovviamente entrambe le parti sono sostitutive del capoverso che viene richiamato all'inizio dell'emendamento.
  (Segue la votazione).

  Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  468   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  350.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, cominciamo ad avere qualche problema tecnico di surriscaldamento delle tastiere a causa del grande numero di Pag. 116votazioni che abbiamo fatto. Siccome stiamo andando avanti ininterrottamente ormai dalla ripresa dei lavori, chiederei se è possibile fare una pausa tecnica.

  PRESIDENTE. Proporrei che intanto il Presidente ci pensi, e questo aiuta sicuramente. Intanto procediamo con le dichiarazioni di voto sulla seconda parte dell'emendamento Toninelli 6.7 poi il presidente darà una risposta.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, giusto per spiegare. Purtroppo attualmente, qualora si verifichino violazioni del Regolamento da parte dei Presidenti della Camera o del Senato, non vi è alcuno strumento legislativo per ricorrere contro di esse. Ci sarebbe, ad esempio, una denuncia per abuso d'ufficio ma purtroppo non è mai stata pensata anche perché vige nel Parlamento l'autodichia.
  Ebbene, abbiamo visto, con il vergognoso trattamento che la Presidente Boldrini ha fatto sul decreto «IMU-Bankitalia», con riferimento al quale vi è stata un'enorme violazione del Regolamento da parte della stessa Presidente per permettere al decreto-legge di non decadere, che da parte di cittadini, ma anche di deputati, non vi è alcuna possibilità di ricorso per dichiarare illegittima quella violazione del Regolamento e, pertanto, illegittimo, ad esempio, quel decreto-legge; così come non vi è alcuna possibilità per fare ricorso contro le ripetute violazioni che ha fatto il Presidente Grasso all'epoca delle riforme costituzionali del Senato ad agosto. Tutto ciò ci sembra assurdo e merita questo Parlamento e il valore che ha il Regolamento di trovarvi rimedio con questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ovviamente, affermare che vi è stata una violazione del Regolamento che accade ripetutamente in quest'Aula, è una valutazione politica. È del tutto evidente che tutti gli atti che sono stati svolti in questa Camera sono atti regolamentari, però io non posso dire ad un collega di dare una valutazione politica, che è quella che qualcuno ha violato il Regolamento (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Colleghi, io ne ho sentite tante qui dentro. Adesso non capisco: se, a ridosso della richiesta di pausa, vogliamo aprire un dibattito su questo può essere un fatto interessante.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente, noi voteremo contro questo emendamento, per due ragioni. La prima: credo che non si sia mai visto in nessun Parlamento del mondo che il Parlamento rinunci alla propria autodichia per sottomettersi al giudizio di un altro potere dello Stato indipendente. Credo che questo violi anche il principio fondamentale, affermato da Montesquieu ne L'Esprit des lois - Lo spirito delle leggi –, della separazione dei poteri. Mi pare francamente impensabile.
  Il secondo motivo è che, diceva Aristotele e, poi, San Tommaso, quicquid agitur, agitur propter finem, tutto quello che si fa, si fa sulla base di una finalità. Qual è la finalità del Regolamento ? Permettere che si svolgano i lavori parlamentari. Ma voi vi rendete conto che noi assistiamo continuamente a violazioni del Regolamento, le quali sono violazioni, in qualche modo, positive, Presidente, lei ne ha fatte tante, ne ho fatte anch'io tante quando ero Vicepresidente. Perché ? Perché per la finalità di permettere l'armonioso lavoro e lo svolgimento dei lavori parlamentari, ogni tanto, la norma si stira un poco in modo da ottenere questo risultato.
  Ed il fine giustifica il mezzo sulla base di un altro principio antico latino, per cui volenti non fit iniuria: quando c’è, in qualche modo, il consenso, la norma può essere interpretata in modo diverso da situazione a situazione. Se noi volessimo un'applicazione rigida della norma regolamentare, noi impediremmo al Regolamento di svolgere la sua funzione e i lavori Pag. 117non potrebbero avere luogo. Mi pare che ci siano molte buone ragioni per votare contro questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'emendamento Toninelli 6.7, per intenderci dalla parola: «Contro», fino al termine del paragrafo e, cioè, fino alla parola: «costituzionali», con il parere contrario della Commissione, del Governo del relatore di minoranza Bragantini, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ? Caon, Dieni, Malisani, Lattuca, Gregari.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  460   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  359.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Piccione e Maestri hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Onorevole Palazzotto, essendo lei riuscito a perforare il cuore duro dell'onorevole Rosato, e mi pare che gli altri gruppi siano tutti d'accordo, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 18,45.

  La seduta, sospesa alle 18,35, è ripresa alle 18,45.

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
  Ricordo che prima della sospensione della seduta è stata da ultimo respinta la seconda parte dell'emendamento Toninelli 6.7, a pagina 53 del fascicolo.
  A questo punto, passiamo all'emendamento Toninelli 6.11.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché vorremmo chiedere, come gruppo MoVimento 5 Stelle, la votazione per parti separate di questo emendamento Toninelli 6.11. Partendo da: «Limitano i casi nei quali il Governo (...)» fino alle parole: «(...) conversione di decreti-legge». Questo sarebbe il corpo del primo emendamento da mettere in votazione. Mentre il secondo comincerebbe da: « Riservano adeguati spazi (...)» fino a: «(...) Aula e delle Commissioni.» Questo sarebbe il corpo del secondo emendamento.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, possiamo procedere alla votazione per parti separate in questo modo, come da lei indicato. Per il futuro, poiché abbiamo avuto una pausa di dieci minuti, se si fosse dato il tempo agli uffici di prepararla prima, sarebbe stato più utile. Comunque si può fare, l'abbiamo fatto all'impronta.
  Colleghi, vi prego di prendere posto, siamo alla prima parte dell'emendamento Toninelli 6.11; esattamente votiamo la parte che va dall'inizio del paragrafo, dalla parola: «Limitano» fino a metà della terzultima riga, alla parola: «decreti-legge». Questo è il primo periodo che abbiamo isolato e che mettiamo ai voti.
  Se non vi sono dichiarazioni di voto su questo primo periodo, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'emendamento Toninelli 6.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Scopelliti, Dieni, Di Benedetto, Paris, Nesci, Galperti, Daga, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 118
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  425   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Miotto e D'Incecco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, per verificare la presenza del presidente di Commissione o di un sostituto.

  PRESIDENTE. C’è il relatore Fiano, onorevole Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Ci deve essere il presidente della Commissione.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, le assicuro che è più che sufficiente. Abbiamo due relatori di maggioranza, uno è presente ed è più che sufficiente.

  DAVIDE CRIPPA. Io chiedevo la presenza del presidente della Commissione.

  PRESIDENTE. Il relatore di maggioranza è il rappresentante della Commissione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'emendamento Toninelli 6.11, che va dalla parola «Riservano» fino alla parola «Commissioni», con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Frusone, Paolo Bernini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  447   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 6.201, con il parere contrario dei relatori di maggioranza e del Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, Paris, Greco, Stumpo, Di Battista, Saltamartini, Cristian Iannuzzi, Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  457   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  337.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 6.202.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Rapidamente, qui introduciamo la maggioranza dei due terzi per deliberare le adunanze segrete della Camera. In prospettiva di una casa di vetro, come è stato ricordato nel discorso di insediamento della Presidente Boldrini, inviterei comunque a votare favorevolmente a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.202, con il parere contrario Pag. 119della Commissione e del Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bressa, Amici, Di Lello, Di Benedetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  457   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  338.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 6.203.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, io mi attacco a questo emendamento anche per sollevare una criticità – che fra l'altro ho già sottolineato al relatore Fiano, sento molta confusione, – perché alla lettera a) dell'articolo 6 si cita che il Regolamento della Camera dei deputati disciplina lo statuto delle opposizioni. L'unico statuto che io conosco è lo statuto dei gruppi parlamentari, quindi io non capisco se si vuole introdurre un nuovo statuto oppure se si vogliono introdurre delle linee guida per gli statuti parlamentari, che però si possono introdurre all'interno del Regolamento della Camera, se questo è a tutela delle opposizioni, dei tempi delle opposizioni e della gestione dell'Aula. Quindi se il relatore ci può spiegare se è da introdurre un nuovo statuto delle opposizioni, che è a noi sconosciuto, oppure quali sono le finalità di questo articolo.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, credo che sia doveroso rispondere alla gentile collega. Il tema che è introdotto da un emendamento approvato in Commissione, che modifica il testo giunto dal Senato al primo comma dell'articolo 64 della Costituzione, modificato dall'articolo 6 del presente provvedimento, indica con termine singolare che il Regolamento della Camera disciplinerà lo statuto delle opposizioni. È un termine generale, se – qui poi ovviamente chiedo ausilio anche al correlatore presidente Sisto – il dubbio della collega è che questa determinazione che qui scriviamo in Costituzione significhi che la regolamentazione prevista come obbligo per la Camera dei deputati debba entrare – è una questione generale che viene posta – nello statuto di ogni singola opposizione, la mia risposta è no; il testo, siccome indica al singolare la questione dello statuto delle opposizioni, indica una carta generale che regolamenterà il rapporto, nell'articolazione della vita, della funzione legislativa e delle funzioni regolamentari della Camera, il rapporto tra le minoranze e queste regole. Questo secondo me è il senso; ovviamente, c’è anche qui il correlatore, perché la questione se necessita di ulteriori chiarimenti ci può portare ad accantonare il tema e quindi poi l'articolo.

  PRESIDENTE. Sì, magari non il provvedimento.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, mi sembra che il tema sia un tema sensibile, anche se, ad onor del vero, in un'interpretazione sistematica, i Regolamenti delle Camere garantiscono i diritti delle minoranze parlamentari, il Regolamento della Camera disciplina lo statuto delle opposizioni, cioè il contesto pare non lasciare dubbi in ordine alla rilevanza meramente esterna dello statuto rispetto a quella che può essere qualsivoglia intromissione all'interno dei partiti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

Pag. 120

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, ho un dubbio o una paura quando si parla di statuti delle opposizioni, di minoranze, ovverosia che sia un modo della maggioranza di limitare ancora di più la possibilità di influire nel dibattito democratico delle minoranze e più specificatamente nell'attualità reale che subisce questo Parlamento, ho questo dubbio: sembra brutto usare questa parola, ma una opposizione come Forza Italia rientrerebbero nello statuto delle opposizioni o delle maggioranze, visto che oramai fa parte della maggioranza politica del Governo Renzi ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Signor Presidente, stiamo parlando dell'emendamento Dadone 6.12, giusto ?

  PRESIDENTE. Stiamo parlando dell'emendamento Toninelli 6.203, onorevole Bragantini. Vedo che segue...

  MATTEO BRAGANTINI. Allora niente, ho sbagliato io.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Presidente, intervengo semplicemente per lasciare a verbale che va bene fare opposizione su tutto, anche perdendo un po’ di tempo, ma questa espressione, «statuto delle opposizioni», è il modo con cui da qualche decina d'anni si definisce il complesso di diritti, precisi e aggiuntivi, delle opposizioni in relazione al funzionamento del Parlamento.
  Ora, che ci vengono a dire che hanno paura dello statuto delle opposizioni, quando dovrebbe essere una frontiera di conquista del diritto parlamentare avanzato, mi sembra decisamente troppo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.203, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Daniele Farina. Altri che devono votare ? Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  455   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 6.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e con il parere contrario del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Locatelli, Saltamartini. Ci siamo ? No, l'onorevole Palazzotto non riesce a votare. È riuscito, onorevole Palazzotto ? Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Chiudo scusa, onorevole; ho visto la mano quando ormai avevo chiuso la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  354.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Invernizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 121

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 6.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole di tutti i tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Malisano, Marzano, Coppola. Bene, Grillo anche ha votato. L'onorevole Fragomeli ha votato. Altri ? Non mi pare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà e con il parere contrario del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Rizzetto. Altri ? Carloni, Cancelleri. Onorevole Cancelleri, non riesce a votare ? Bene...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  461   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  360.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Tartaglione, Giancarlo Giordano, Casati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  447   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  347    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 6.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Dellai, Greco, Manzi, Placido...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  457   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  344    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 6.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.Pag. 122
  Dichiaro aperta la votazione.
  Greco, Galperti, Colletti, Lombardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  460   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  344    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 6.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Greco, Fanucci, Melilla...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  445   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  342    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco, dunque, la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani, Beni, Mantero, Alberti, Sottanelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  462   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  330    
    Hanno votato no  132    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Quaranta 6.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  460   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Dallai, Nardi e Cuperlo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  L'articolo aggiuntivo Schullian 6.0120 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.03, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza di Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Melilla, Tripiedi, Murer, L'Abbate... Abbiamo un problema al banco della Presidenza con il segretario Melilla. Diciamo che la tattica ostruzionistica dell'onorevole Melilla sta funzionando, in piena associazione con le macchine (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Dove l'uomo non riesce, riesce la macchina. Pag. 123Onorevole Melilla, proviamo, magari, a spostarci un attimo. Bene, è riuscito, onorevole Melilla.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  455   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  377.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.02.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Fin dal 2007, il MoVimento 5 Stelle, nei suoi raduni nazionali, nelle attività quotidiane, parla della necessità di un rinnovamento non solo delle idee, ma anche degli uomini. La nostra prima battaglia, lo voglio ricordare, è stata proprio «Parlamento pulito». Una proposta che è stata votata e firmata da circa 350 mila cittadini italiani in un solo giorno. E uno dei punti del primo V-Day è stato quello di proporre il limite dei due mandati per chi svolge un'attività politica da parlamentare, da consigliere regionale, comunale e municipale.
  La nostra idea è questa: non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e senatore coloro che hanno ricoperto per due volte l'ufficio di membro del Parlamento. Noi sosteniamo questo principio perché pensiamo che non serva essere costantemente in un ruolo di primo piano per poter contribuire fattivamente ad una proposta politica, che si faccia parte o meno di un consesso istituzionale.
  Si può fare politica per strada, al supermercato, nel proprio condominio. Non vi è bisogno di essere eletti. Pensiamo anche che un contributo personale di dieci anni alla cosa pubblica sia anche più che sufficiente per lasciare un segno politico all'interno del nostro Paese. Quindi, vorrei dare un consiglio, seguendo alla lettera un altro grande interprete delle larghe intese, l'oramai scomparso – politicamente, intendo – senatore Monti: che monotonia – disse allora – il lavoro fisso.
  E chissà quanto è monotono il lavoro qui in Parlamento. Il menù fisso prevede fiducia oggi, fiducia domani, fiducia dopodomani. Dopo due mandati, si può legittimamente pensare di essere stanchi, sfiduciati. E allora è bello cambiare, è bello scoprire che fuori da questo palazzo c’è un mondo bellissimo, forse, magari, senza questo palazzo.
  Potreste tornare giovani, in qualche modo, e scoprire che significa mandare un curriculum a centinaia di imprese, per sentirsi dire «le faremo sapere». Torniamo, Presidente, giovani tutti insieme e votiamo, magari, positivamente su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fraccaro, Parisi, Patriarca, Catalano, Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  419   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  342    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 124

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Toninelli 6.0200, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli, Capelli, Bergamini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  438   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  361   

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 6.04, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà, con il parere favorevole del relatore del MoVimento 5 Stelle, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cardinale, Pesco, Paola Bragantini, Brugnerotto, Alberti, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  433   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no  353    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Colleghi, adesso diamo i pareri sull'articolo 7, poi, per guadagnare successo rispetto agli altri colleghi Vicepresidenti della Camera, vi comunico che sospendiamo questo dibattito; quindi ci limitiamo alla fase dei pareri e qui si concludono i lavori della giornata di oggi.
  Pertanto, se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere i pareri.
  Prego, onorevole Fiano.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, vedo un discreto interesse per i pareri, lei ha trovato una formula molto adatta per tenere alta la concentrazione...

  PRESIDENTE. Ho cercato di aiutare il contesto, onorevole Fiano.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Bianconi 7.1 e D'Ambrosio 7.3, sul testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, sugli emendamenti Dadone 7.6, Matteo Bragantini 7.204, Civati 7.202, Dadone 7.12 e 7.11, Schullian 7.200, Costantino 7.7, sugli identici emendamenti Dadone 7.18 e Zaratti 7.201, sugli emendamenti Mazziotti Di Celso 7.17, Dadone 7.16, Francesco Sanna 7.19 e Colletti 7.203.

  PRESIDENTE. Gli emendamenti Schullian 7.200 e Francesco Sanna 7.19 sono ritirati.
  Invito i relatori di minoranza ad esprimere i pareri. Prego, onorevole Bragantini.

Pag. 125

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Bianconi 7.1 e D'Ambrosio 7.3. Mi rimetto all'Aula sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli. Esprimo parere contrario sull'emendamento Dadone 7.6. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Matteo Bragantini 7.204, Civati 7.202, Dadone 7.12 e 7.11, Schullian 7.200...

  PRESIDENTE. L'emendamento Schullian 7.200 è ritirato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Costantino 7.7, sugli identici emendamenti Dadone 7.18 e Zaratti 7.201, sugli emendamenti Mazziotti Di Celso 7.17 e Dadone 7.16. L'emendamento Francesco Sanna 7.19 è ritirato. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Colletti 7.203.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Bianconi 7.1 e D'Ambrosio 7.3. Mi rimetto all'Aula sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dadone 7.6, Matteo Bragantini 7.204, Civati 7.202, Dadone 7.12 e 7.11. L'emendamento Schullian 7.200 è ritirato. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Costantino 7.7, sugli identici emendamenti Dadone 7.18 e Zaratti 7.201, sugli emendamenti Mazziotti Di Celso 7.17 e Dadone 7.16. L'emendamento Francesco Sanna 7.19 è ritirato. Esprimo parere contrario sull'emendamento Colletti 7.203.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello dei relatori per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Non essendo presente in Aula il relatore di minoranza Toninelli, si intende abbia rinunciato ad esprimere il parere sugli emendamenti all'articolo 7.
  Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9.

In morte dell'onorevole Franco Nicolazzi.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Franco Nicolazzi, già membro della Camera dei deputati dalla IV alla X legislatura e più volte Ministro.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Gero Grassi. Ne ha facoltà.

  GERO GRASSI. Signor Presidente, la ringrazio. Franco Nicolazzi fu Ministro della Repubblica negli anni Ottanta, dopo essere stato parlamentare dagli anni Sessanta. Credo che, in occasione del suo decesso, vadano ricordate due cose. La prima è che a lui si deve la norma e il principio del silenzio assenso nella pubblica amministrazione che all'epoca accelerò di molto la prassi amministrativa e, soprattutto, avvantaggiò i cittadini nella richiesta dei propri diritti.
  La seconda norma per la quale voglio ricordare Nicolazzi fu il suo essersi battuto per l'abrogazione di quella legge che, fino agli anni Ottanta, proibiva la costruzione di ulteriori autostrade.
  Nicolazzi era nato a Gattico, in provincia di Novara, e aveva aderito, sin dagli anni dell'immediato dopoguerra, a quello che all'epoca si chiamava il partito del sole nascente, cioè il Partito Socialdemocratico di Saragat, che poi fu Presidente della Repubblica.
  Con questi ricordi, credo sia opportuno emettere oggi un giudizio di serena valutazione sull'operato di Nicolazzi, che pure concluse la sua carriera ai tempi di Tangentopoli Pag. 126ritirandosi dalla vita politica, perché coinvolto in scandali dai quali poi risultò essere innocente.

  PRESIDENTE. Ho altri colleghi che chiedono di parlare a fine seduta su altri argomenti. Pregherei di essere pazienti che concludiamo prima il giro di questi interventi sulla commemorazione dell'onorevole Nicolazzi.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Signor Presidente, la ringrazio. Vorrei dare testimonianza in questa sede, unendomi alle parole del collega che mi ha preceduto, nel ricordare la figura di Franco Nicolazzi, soprattutto sotto il profilo del suo forte ancoraggio e legame con il territorio che lo ha espresso per quasi tre decenni in questo contesto, il territorio del novarese e del Piemonte. Franco Nicolazzi per quei territori fu un punto di riferimento importante e la sua azione di Governo consentì a quelle realtà di potersi dotare in termini infrastrutturali di interventi che consentirono di poter recuperare un gap che nel corso dei decenni si era strutturato. Ma in maniera particolare la sua azione di uomo di territorio in mezzo alla popolazione, con un tratto di riformismo popolare, credo sia l'elemento che oggi consegna anche a quest'Aula e alle future generazioni una riflessione importante di come si possa essere contestualmente uomini di Governo, uomini di vertice e persone fortemente ancorate alla propria storia e alla propria comunità. È con questo sentimento, ringraziandola ancora, signor Presidente, che desidero ricordarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie Presidente, non so non ricordare Franco Nicolazzi, segretario nazionale del Partito Socialdemocratico, più volte Ministro di questo Paese. Lo ricordo quando fui eletto segretario nazionale dei giovani di quel partito. Non ero collocato, come ricordo, nella sua componente interna, eppure mi applaudì e ci aiutò, rispettoso di noi ragazzi, delle nostre vivacità, delle nostre intemperanze, delle nostre idee.
  Fu un autentico interprete di quel socialismo riformista, non prono alla sinistra comunista, meno che mai alla DC.
  Tante sono le infrastrutture del Paese costruite grazie al suo dinamismo. Moderna la sua battaglia per approvare una norma – e vi riuscì – che consentiva di derogare al divieto di realizzare nuove autostrade.
  Che piacere ascoltare le sue analisi anche in questi recenti e scorsi anni, quando mi gratificava di una sua telefonata e ci vedevamo qui in Parlamento, sempre lucido. Devo dire anche poca la fiducia in questa Seconda Repubblica, ma tanta voglia di risvegliare il sentimento riformista e moderno nel Paese.
  Mi spiace davvero, Presidente. Magari chiederei pure, a lei e alla Presidenza, di utilizzare un'occasione anche appropriata per ricordarlo ancora meglio e ricordarne il suo ruolo nel Paese e la sua modernità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,28).

  ANTONINO MOSCATT. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONINO MOSCATT. Grazie Presidente, intervengo a margine di questa lunga giornata di lavoro con animo mesto, con grande preoccupazione ed anche grande rabbia, perché mi tocca riportare in quest'Aula, ancora una volta e per l'ennesima volta, un fatto a dir poco spiacevole, anzi terribile.
  Ancora una volta e per l'ennesima volta un nostro sindaco viene preso di mira da vigliacchi, perché altra cosa non sono. Il Pag. 127sindaco di Naro, il dottor Lillo Cremona, ieri sera, alle ore 18,30, ha ricevuto una bomba incendiaria sul portone di casa.
  La bomba è esplosa procurando grande danno, ma il problema non è il danno che ha procurato alla porta o il danno materiale.
  Il problema è quello che sta succedendo, quello che sta succedendo in molte nostre realtà. Ieri la mia collega ricordava altri comuni. Il problema è che si è innescata una vera e propria guerra alle istituzioni, alla democrazia ed alla libertà e quando c’è una guerra alle istituzioni, alla democrazia ed alla libertà, noi non possiamo permetterci di stare né in silenzio, né solamente ad esprimere solidarietà e ad esprimere vicinanza.
  Vede, Presidente, in questo momento il consiglio comunale di questa città, di Naro, in provincia di Agrigento, è riunito: consiglieri comunali, a prescindere dai colori politici, attorno al proprio sindaco ed attorno a quella amministrazione comunale.
  Ecco, da qui, Presidente, vorrei che quest'Aula, ella ed io stesso offrissimo non soltanto la nostra vigilanza e la nostra solidarietà, bensì penso che sia arrivato il momento di offrire il nostro petto, il nostro petto davanti a quegli attacchi, il nostro petto a difesa delle istituzioni, il nostro petto a difesa di un sistema che è il sistema di libertà e democrazia contro un sistema, che è ancora presente e che è sempre più forte – non dobbiamo mai aver paura di ricordarlo – che è il sistema mafioso e criminale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  CHIARA GRIBAUDO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA GRIBAUDO. Grazie Presidente, ho chiesto di poter intervenire per ricordare in questa aula solenne una piccola grande donna, Caterina Brunetto.
  Una donna coraggiosa che, come molte altre, non sarà citata nei libri di storia, pur avendo dato un importante contributo nella lotta di liberazione. Ma rimarrà per sempre nella memoria delle nostre comunità e nella riconoscenza di chi sa che viene da lontano.
  Caterina Brunetto ci ha lasciato a quasi 95 anni. Nel gennaio 1944, appena ragazza, aveva nascosto, curato e poi aiutato a fuggire dai nazifascisti Duccio Galimberti, eroe nazionale della Resistenza e medaglia d'oro, che grazie a lei riuscì prima ad arrivare a Borgo San Dalmazzo e quindi a Torino, dove una volta guarito prese il comando del CLN del nord ovest, fino al suo assassinio, avvenuto il 4 dicembre.
  Caterina è stata una grande lavoratrice, una madre premurosa, una donna rigorosa e forte, così come sono le montagne che circondano la sua casa a Rittana e le nostre meravigliose terre.
  Caterina non ha mai chiesto nessun riconoscimento, come molte altre donne che come lei e anche più di lei hanno rischiato con coraggio, in quei venti mesi di Resistenza, la propria vita.
  La storiografia resistenziale purtroppo non ha sempre tenuto conto di questa condizione di nascondimento in cui tante donne si sono trovate. Bisogna sottrarle all'oblio e su questo è apprezzabile il lavoro che in Commissione istruzione si sta facendo proprio con questo obiettivo. Ma Caterina, grazie alla sua memoria di ferro, ha sempre raccontato sia la sua storia, che ha trasmesso alla sua bella famiglia e non solo, a tutta la comunità, e con essa tutti i valori...

  PRESIDENTE. Scusate colleghi ! Colleghi, forse avete il telefono in cuffia, ma sta parlando una collega.

  CHIARA GRIBAUDO. Grazie Presidente. Dicevo, e con la sua storia tutti i valori ad essa connessi: la libertà, la democrazia e la necessità di vivere in un Paese di pace.
  Ho voluto ricordarla qui, signor Presidente, perché Caterina, come tante persone per bene, ha rappresentato, con il proprio impegno quotidiano, straordinariamente normale e silenzioso, il meglio Pag. 128dell'Italia operosa e fiera. Quell'Italia le cui radici, in quest'Aula, non dobbiamo mai dimenticare, per assolvere rispettosamente al nostro compito, con disciplina ed onore.
  Non dimenticheremo mai né il suo coraggio né il suo sorriso, ricco di curiosità per la vita e per il mondo.
  Grazie Caterina e grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ANGELO TOFALO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, oggi voglio condividere in quest'Aula le assurde vicende giudiziarie che hanno indignato ancora una volta i cittadini onesti della mia Salerno ed hanno per l'ennesima volta offeso la credibilità della regione, la regione Campania. Ebbene, il sindaco di Salerno nonché ex «doppiopoltronista» senza deleghe, in attesa di decadenza, nonché commissario promotore del cancro inceneritore, è stato condannato per abuso di ufficio. Ebbene sì, Vincenzo De Luca è stato condannato per abuso d'ufficio. Questo è il cambiamento che si proponeva e ancora si propone il rottamatore Matteo Renzi. Opere incompiute, cementificazione selvaggia, offese gratuite ai cittadini attraverso i media, campagne elettorali a nostre spese sono solo alcune delle cose che abbiamo contrastato in questo lungo cammino con i miei compagni Andrea Cioffi, Mimmo Pisano, Isabella Adinolfi e Silvia Giordano ma l'elenco sarebbe per davvero molto lungo.
  Signor Presidente, in questi lunghi ventidue anni a Salerno abbiamo assistito ad una capillare gestione del potere delle clientele che ha generato una propaganda degna dei più gravi totalitarismi. Questa è Salerno. I cittadini forse sono distratti dagli affari quotidiani, ma di certo non li giustifico. Tuttavia, oggi voglio fare un appello a tutti i salernitani onesti di cogliere questa occasione al balzo, di non fare più soltanto gli osservatori ma di partecipare attivamente alla vita politica della città e di riprenderci le nostre istituzioni anche lì (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, non me ne voglia, ma sono costretta a fare un elenco di alcuni appellativi che un rappresentante politico nella sua funzione istituzionale da tempo utilizza per additare noi e tutti coloro che non la pensano come lui o che comunque hanno comportamenti che non condivide. Cito: farabutti, imbecilli, sfessati, pinguini, bestie, animali, cafoni, saltimbanchi, procioni, nemici di Salerno, nonché il garbato consiglio dato non molto tempo fa alla nostra ex capogruppo Roberta Lombardi: ma va a morì ammazzata. Questo raffinato gentiluomo è il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, condannato ieri in primo grado per abuso di ufficio. Non voglio dire altro, solo parafrasare proprio un suo discorso. Uno può essere anche un genio della politica, ma dopo venti-trent'anni si deve riposare, ma proprio per far riposare il cervello dell'interlocutore. Non c'entra il valore in campo. È proprio un fatto fisiologico. Ecco se le lei sente un pezzo di Mozart e lo sente per duecento volte le verrà nausea pure di Mozart, che è Mozart e non è in questo caso, signor Presidente, Vincenzo De Luca. Direi che è arrivato il momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CHIARA DI BENEDETTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, nel gergo mafioso è molto frequente elogiare un mafioso in carcere per non avere fatto nomi chiamandolo «uomo d'onore». Quando stamattina il collega Cera ha ricordato in quest'Aula la signorilità di Totò Cuffaro, condannato a sette anni per fatti di mafia, per la maniera in Pag. 129cui sta così scontando la pena, ha suscitato in me e in molti miei colleghi una reazione di sdegno profonda, anche perché, signor Presidente, a microfono spento il collega Cera ha anche detto che Totò Cuffaro è un esempio da seguire e che dobbiamo sciacquarci la bocca quando parliamo di lui. Da siciliana, vorrei dire che per i siciliani onesti Totò Cuffaro è una vergogna e che i veri esempi da seguire sono uomini che hanno lottato per la legalità e che hanno perso la vita nella lotta alla mafia e chi, come Nino Di Matteo, continua a combatterla nonostante le continue minacce. Questi sono i veri esempi e i simboli che qui dentro, in quest'Aula, dovrebbero essere ricordati ogni giorno.

  GIULIA NARDUOLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Scusate colleghi lasciamo che...

  GIULIA NARDUOLO. Signor Presidente, un anno fa oggi, veniva a mancare il regista Carlo Mazzacurati, all'età di 57 anni, dopo una grave malattia. Mazzacurati era di Padova – era il regista simbolo della città capoluogo della mia provincia – e ha raccontato il Nordest in numerosi film molto apprezzati da pubblico e critica come Il Toro, Vesna va veloce, La giusta distanza, La lingua del Santo, e l'ultimo, uscito postumo, La sedia della felicità.
  Ci manca e ci mancherà Carlo Mazzacurati, ci mancherà soprattutto la leggerezza e la lucidità con cui ha saputo raccontare i veneti, alternando dramma e commedia, sapendo descrivere con sensibilità e profondità le loro esistenze, fatte di inquietudini, lavoro, sentimenti, legami familiari e sociali, in una terra e in una società che negli ultimi quarant'anni è profondamente cambiata. In quest'Aula voglio ricordarlo soprattutto per la sua umanità, perfettamente racchiusa in una frase che era solito dire e che in fondo rappresentava veramente non solo il suo modo di fare e intendere il cinema, ma la vita stessa: ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla, sii gentile, sempre. Una frase molto bella e che in tempi come questi, dove invece siamo indubitabilmente portati a giudicare, a criticare, a dire la nostra su tutto e su tutti, colpisce per la sua umanità e per il senso di rispetto che contiene e trasmette. Con questo mio breve ricordo voglio quindi dirgli grazie e ricambiare il rispetto e la sensibilità che lo ha contraddistinto nella sua vita che, per quanto troppo breve, è stata intensa e ha lasciato un profondo segno, non solo nei veneti e abitanti del nord est, ma negli italiani tutti.

  MAURO PILI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURO PILI. Signor Presidente, stamane in Sardegna è avvenuto un fatto di una gravità inaudita: oltre cento uomini delle forze dell'ordine in assetto antiguerriglia hanno circondato la casa di una povera famiglia di Arborea per eseguire uno sfratto. Cento uomini in antisommossa, con elicotteri, l'hanno circondata, dopo che si sono cosparsi di benzina, questi familiari sono stati poi allontanati da quella loro casa, hanno perso tutto per uno sfratto, per uno Stato che opprime queste famiglie e opprime l'agricoltura, perché stiamo parlando del cuore agricolo della Sardegna. Io penso che il Governo debba riferire su questo fatto, un fatto di una gravità irripetibile, spero, ma sicuramente inaudita per quanto riguarda un atteggiamento del Governo rispetto a situazioni di una gravità come questa.
  Aggiungo che in queste ore il mondo agricolo della Sardegna, ma così dell'Italia, è disperato di fronte all'ipotesi che lunedì debba essere chiamato a pagare l'IMU agricola per terreni, per immobili che sicuramente non possono essere ulteriormente gravati più di quanto siano gravati da oneri dello Stato per l'attività agricola. La domanda è che il Governo venga immediatamente a riferire e che entro domani il Consiglio dei ministri deliberi il blocco dell'IMU agricola perché rischia di mettere davvero in ginocchio un intero Pag. 130comparto come quello dell'agricoltura, già vessato con situazioni drammatiche come quella di stamane in Sardegna.

  FRANCESCO RIBAUDO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO RIBAUDO. Signor Presidente, voglio rappresentare al Parlamento quello che è avvenuto qualche mese fa. In quest'Aula ho presentato un'interrogazione alla quale ho avuto una risposta, risposta che – a dire del sottosegretario che non era quello alle Poste, ma era il sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali, la nostra collega Teresa Bellanova – era stata preparata dalle Poste. Allora, devo dire che quella risposta riportava molte notizie non veritiere o meglio dire false. Sono ritornato a verificare se le cose che avevo scritto io erano vere, ho trovato cose ancora peggiori. Per cui, adesso, io andrò avanti sicuramente, andrò avanti per tutto quello che mi sarà possibile fare, perché nel momento in cui si scoprono alcune cose vergognose è giusto che da parlamentare le porti avanti, però, lo dico a lei Presidente, vorrei che si pretendesse più rispetto per questo Parlamento e per quest'Aula. Poste italiane è una società pubblica, a intero capitale pubblico, fino ad oggi non l'abbiamo ancora venduta o svenduta, e io credo che nessun funzionario di Poste italiane si possa permettere di scrivere cose false che poi devono essere riportate in questo Parlamento. Quindi, noi dobbiamo pretendere trasparenza, dobbiamo pretendere sicuramente verità e io chiedo che questo Parlamento, in base alle azioni che saranno fatte si possa costituire, ho finito Presidente, nel procedimento che io stesso attiverò.

  GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, io da inguaribile romantico, continuo a fare appelli affinché i Ministeri rispondano alle interrogazioni a risposta scritta, sperando che prima o poi qualcosa si muova.
  Quindi, sono qui per sollecitare, per l'ennesima volta, una serie di interrogazioni, una ventina circa, le quali appunto attendono una risposta dal ben lontano 25 marzo 2013 (è la prima, che ancora attende): 4-00090, 4-00129, 4-01807, 4-02447, 4-03108, 4-03109, 4-03193, 4-03911, 4-04134, 4-04847, 4-05096, 4-05222, 4-05296, 4-06043, 4-06118, 4-06277, 4-07267.

  PRESIDENTE. Onorevole Vacca, il problema del ritardo con cui il Governo risponde alle interrogazioni non è sicuramente solo di questi giorni, ma questo nulla toglie al fatto che mi attiverò nei confronti della Presidenza affinché, a sua volta, si attivi nei confronti del Ministro per i rapporti con il Parlamento perché le risposte al sindacato ispettivo, che arrivano dai diversi colleghi, abbiano, non dico una fulminea procedura, ma una procedura almeno vicina ai termini del Regolamento.

  FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Grazie Presidente, solo ancora una volta per sottolineare il fatto che Giancarlo Galan ha richiesto il patteggiamento – due anni e dieci mesi e oltre due milioni di euro di restituzione dei soldi – ed è ancora presidente della Commissione cultura della Camera. Lo ripeterò tutte le volte possibile, ricordando a lei, ricordando alla Presidenza che questo è un fatto increscioso, vergognoso e che merita l'attenzione pubblica, e non basta semplicemente rispondere alla nostra lettera, inviata dal capogruppo Cecconi sia alla Presidente Boldrini sia al capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, sia al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ex Presidente.
  Chiediamo con forza che vi sia la possibilità di riuscire in qualche maniera a poter far sì che questa situazione venga Pag. 131risolta una volta per tutte, e non avere più come presidente della Commissione cultura, una Commissione fondamentale per i nostri giovani, una persona che in questo momento è agli arresti domiciliari.

  PRESIDENTE. Onorevole D'Incà, ovviamente lei è assolutamente libero per le prossime 365 sedute di ricordare e sottolineare questo argomento. Come lei sa questa è una materia che non è nella disponibilità né del Presidente della Camera, né del Presidente della Repubblica facente funzioni, né di chi attualmente presiede né del capogruppo di Forza Italia, se non in termini di moral suasion, cosa che io penso sia stata operata nei confronti del presidente Galan.
  La possibilità che vi sia un passo indietro da parte dell'onorevole Galan dipende direttamente dall'onorevole Galan. L'unica altra alternativa è procedere eventualmente a una modifica in funzione delle procedure che attualmente prevedono questo che ovviamente ha le sue sedi opportune per essere presentata e, una volta apportata, diventerà sicuramente eseguibile. Però, onorevole D'Incà, come lei sa, si può sostituire un presidente di Commissione se si dimette; se non si dimette non lo si può sostituire, neanche in quella situazione. Ma tanto, onorevole D'Incà, domani ci sarà un'altra puntata, quindi sicuramente ci risponderemo.
  Allora, colleghi, adesso io sospendo la seduta, perché sta per essere convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo e la lettura dell'ordine del giorno sarà fatta alla ripresa, quando sarà conclusa la Conferenza. Vedo l'onorevole Sibilia che è entusiasta di questa decisione e quindi insieme a me adesso andrà in Conferenza dei presidenti di gruppo.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 19,50, è ripresa alle 20,43.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto all'unanimità in ordine alla seguente articolazione dei lavori per l'esame degli articoli e dei relativi emendamenti riferiti al disegno di legge di riforma costituzionale:

  Venerdì 23 gennaio
   Ore 9-15,45

  Lunedì 26 gennaio
   Ore 11-14 e ore 14,30-23

  Martedì 27 gennaio
   Ore 16-23

  Mercoledì 28 gennaio
   antimeridiana e pomeridiana (con articolazione oraria, ove necessario, da definire successivamente)

  Comunico, altresì, che l'esame degli eventuali ordini del giorno, le dichiarazioni di voto e il voto finale sul disegno di legge di riforma costituzionale avranno luogo dopo l'elezione ed il giuramento del nuovo Capo dello Stato.
  Per quella fase la Presidenza potrà concedere tempi aggiuntivi per i gruppi che ne facciano richiesta.
  All'ordine del giorno della seduta di domani e delle successive sedute non figureranno altri argomenti.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 23 gennaio 2015, alle 9:

  Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
  S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL Pag. 132e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 2613-A).
  e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'INIZIATIVA POPOLARE; D'INIZIATIVA POPOLARE; VIGNALI; CIRIELLI; CIRIELLI; CIRIELLI; CAUSI; PISICCHIO; PISICCHIO; PISICCHIO; PISICCHIO; GIACHETTI; SCOTTO; FRANCESCO SANNA; PELUFFO ed altri; LENZI; LAURICELLA ed altri; BRESSA e DE MENECH; CAPARINI ed altri; CAPARINI ed altri; VACCARO; LAFFRANCO e BIANCONI; PALMIZIO; PALMIZIO; PALMIZIO; PALMIZIO; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; LA RUSSA ed altri; ABRIGNANI ed altri; TONINELLI ed altri; GIANLUCA PINI; LAFFRANCO e BIANCONI; GINEFRA ed altri; GIORGIA MELONI ed altri; MIGLIORE ed altri; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; BONAFEDE e VILLAROSA; PIERDOMENICO MARTINO; BRAMBILLA; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; CIRIELLI e GIORGIA MELONI; VALIANTE; QUARANTA ed altri; LACQUANITI ed altri; CIVATI ed altri; BOSSI; LAURICELLA e SIMONI; DADONE ed altri; GIORGIS ed altri; LA RUSSA ed altri; RUBINATO ed altri; D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA; MATTEO BRAGANTINI ed altri; CIVATI; FRANCESCO SANNA ed altri (C. 8-14-21-32-33-34-148-177-178-179-180-243-247-284-329-355-357-379-398-399-466-568-579-580-581-582-757-758-839-861-939-1002-1259-1273-1319-1439-1543-1660-1706-1748-1925-1953-2051-2147-2221-2227-2293-2329-2338-2378-2402-2423-2441-2458-2462-2499).
  – Relatori: Fiano e Sisto, per la maggioranza; Toninelli, Matteo Bragantini e Quaranta, di minoranza.

  La seduta termina alle 20,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl cost. 2613-A e abb. – em. 2.65 384 381 3 191 95 286 74 Resp.
2 Nom. em. 2.68 407 403 4 202 86 317 71 Resp.
3 Nom. em. 2.66, 2.67 405 403 2 202 86 317 71 Resp.
4 Nom. em. 2.209 408 407 1 204 84 323 71 Resp.
5 Nom. em. 2.69 435 433 2 217 94 339 70 Resp.
6 Nom. em. 2.71 432 430 2 216 99 331 69 Resp.
7 Nom. em. 2.81 446 445 1 223 96 349 68 Resp.
8 Nom. em. 2.85 437 435 2 218 94 341 68 Resp.
9 Nom. em. 2.87 447 445 2 223 97 348 67 Resp.
10 Nom. em. 2.90 447 447 224 97 350 67 Resp.
11 Nom. em. 2.91 447 447 224 48 399 67 Resp.
12 Nom. em. 2.94 452 452 227 99 353 67 Resp.
13 Nom. em. 2.95 448 447 1 224 14 433 65 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.97 455 454 1 228 104 350 65 Resp.
15 Nom. em. 2.99 450 450 226 43 407 66 Resp.
16 Nom. em. 2.100 456 454 2 228 103 351 65 Resp.
17 Nom. em. 2.101 463 462 1 232 105 357 64 Resp.
18 Nom. em. 2.102 453 452 1 227 103 349 64 Resp.
19 Nom. em. 2.103 461 460 1 231 106 354 64 Resp.
20 Nom. em. 2.105 468 467 1 234 109 358 64 Resp.
21 Nom. em. 2.106 463 462 1 232 107 355 64 Resp.
22 Segr em. 2.107 475 475 238 134 341 64 Resp.
23 Segr em. 2.110 481 481 241 135 346 62 Resp.
24 Nom. em. 2.113 472 471 1 236 108 363 62 Resp.
25 Nom. em. 2.115 450 449 1 225 91 358 63 Resp.
26 Nom. em. 2.700 456 456 229 453 3 61 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 2.400, 2.401 471 467 4 234 128 339 60 Resp.
28 Nom. em. 2.402 471 470 1 236 112 358 60 Resp.
29 Nom. em. 2.403, 2.404 472 471 1 236 111 360 60 Resp.
30 Nom. em. 2.405, 2.406 471 468 3 235 110 358 60 Resp.
31 Nom. em. 2.118, 2.119 476 473 3 237 119 354 60 Resp.
32 Nom. em. 2.208 475 473 2 237 113 360 60 Resp.
33 Nom. em. 2.207 470 469 1 235 113 356 60 Resp.
34 Nom. em. 2.122 474 471 3 236 47 424 60 Resp.
35 Nom. em. 2.123 476 472 4 237 120 352 58 Resp.
36 Nom. em. 2.125 484 481 3 241 116 365 58 Resp.
37 Nom. em. 2.126 468 468 235 69 399 57 Resp.
38 Nom. em. 2.127 474 473 1 237 72 401 57 Resp.
39 Nom. em. 2.128 448 445 3 223 69 376 57 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 2 387 383 4 192 270 113 56 Appr.
41 Segr articolo agg. 2.01 414 414 208 107 307 68 Resp.
42 Segr articolo agg. 2.02 455 455 228 128 327 62 Resp.
43 Nom. em. 3.19 404 404 203 37 367 61 Resp.
44 Nom. em. 3.20 428 428 215 114 314 58 Resp.
45 Nom. em. 3.1, 3.2, 3.3 453 453 227 109 344 58 Resp.
46 Nom. Test.alt. Toninelli, em.3.18,3.201 458 454 4 228 120 334 57 Resp.
47 Nom. em. 3.5 464 464 233 35 429 56 Resp.
48 Nom. em. 3.6, 3.200, 3.204 453 453 227 132 321 55 Resp.
49 Nom. em. 3.11, 3.801 463 457 6 229 125 332 55 Resp.
50 Nom. em. 3.14 468 385 83 193 30 355 54 Resp.
51 Nom. em. 3.12 454 454 228 95 359 54 Resp.
52 Nom. em. 3.15 456 456 229 10 446 54 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.21 458 458 230 85 373 54 Resp.
54 Nom. em. 3.23 458 458 230 78 380 54 Resp.
55 Nom. em. 3.24 466 465 1 233 98 367 54 Resp.
56 Nom. em. 3.803 460 460 231 89 371 54 Resp.
57 Nom. em. 3.26 468 468 235 39 429 54 Resp.
58 Nom. em. 3.203 468 463 5 232 81 382 54 Resp.
59 Nom. em. 3.27 462 461 1 231 111 350 54 Resp.
60 Nom. em. 3.32 465 465 233 23 442 54 Resp.
61 Nom. em. 3.33 467 466 1 234 110 356 54 Resp.
62 Nom. articolo 3 471 468 3 235 340 128 54 Appr.
63 Nom. em. 4.1 409 409 205 98 311 52 Resp.
64 Nom. em. 4.205 427 427 214 94 333 52 Resp.
65 Nom. em. 4.2 453 453 227 112 341 52 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 4 459 456 3 229 332 124 52 Appr.
67 Nom. articolo agg. 4.01 455 450 5 226 120 330 52 Resp.
68 Nom. articolo agg. 4.05 463 462 1 232 120 342 53 Resp.
69 Nom. em. 5.5, 5.200 465 465 233 123 342 52 Resp.
70 Nom. em. 5.1, 5.2 454 454 228 115 339 51 Resp.
71 Nom. Testo alt. rel. min. Toninelli 460 459 1 230 117 342 51 Resp.
72 Nom. em. 5.3 467 466 1 234 124 342 51 Resp.
73 Nom. em. 5.4 467 467 234 118 349 51 Resp.
74 Nom. em. 5.6 471 471 236 116 355 51 Resp.
75 Nom. em. 5.7 468 468 235 117 351 51 Resp.
76 Nom. em. 5.9 475 471 4 236 118 353 51 Resp.
77 Nom. articolo 5 477 475 2 238 344 131 51 Appr.
78 Nom. em. 6.28 424 422 2 212 110 312 51 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. Testo alt. rel. min. Toninelli 443 443 222 117 326 51 Resp.
80 Nom. em. 6.1 432 432 217 112 320 51 Resp.
81 Nom. em. 6.2 448 448 225 112 336 51 Resp.
82 Nom. em. 6.3 450 449 1 225 46 403 51 Resp.
83 Nom. em. 6.4 461 461 231 120 341 51 Resp.
84 Nom. em. 6.5 467 464 3 233 117 347 51 Resp.
85 Nom. em. 6.6 468 468 235 122 346 51 Resp.
86 Nom. em. 6.200 461 461 231 115 346 51 Resp.
87 Nom. em. 6.7 p.I 468 468 235 118 350 51 Resp.
88 Nom. em. 6.7 p.II 460 460 231 101 359 51 Resp.
89 Nom. em. 6.11 p. I 425 425 213 106 319 51 Resp.
90 Nom. em. 6.11 p. II 447 447 224 114 333 51 Resp.
91 Nom. em. 6.201 457 457 229 120 337 51 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 6.202 457 457 229 119 338 51 Resp.
93 Nom. em. 6.203 455 455 228 113 342 50 Resp.
94 Nom. em. 6.12 453 453 227 99 354 50 Resp.
95 Nom. em. 6.13 453 453 227 113 340 50 Resp.
96 Nom. em. 6.15 461 461 231 101 360 49 Resp.
97 Nom. em. 6.16 461 447 14 224 100 347 49 Resp.
98 Nom. em. 6.17 457 457 229 113 344 49 Resp.
99 Nom. em. 6.18 461 460 1 231 116 344 49 Resp.
100 Nom. em. 6.19 458 445 13 223 103 342 49 Resp.
101 Nom. articolo 6 462 462 232 330 132 49 Appr.
102 Nom. articolo agg. 6.01 460 460 231 120 340 49 Resp.
103 Nom. articolo agg. 6.03 455 455 228 78 377 50 Resp.
104 Nom. articolo agg. 6.02 434 419 15 210 77 342 50 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 106)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. articolo agg. 6.0200 438 438 220 77 361 50 Resp.
106 Nom. articolo agg. 6.04 447 433 14 217 80 353 50 Resp.