Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 358 di giovedì 8 gennaio 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 11.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 gennaio 2015.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Boccia, Borletti Dell'Acqua, Brambilla, Brunetta, Caparini, Casero, Cecconi, Cicchitto, Cirielli, Costa, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Lorenzin, Merlo, Pes, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Scalfarotto, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio della elezione del presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha proceduto in data odierna alla elezione del presidente: è risultato eletto il deputato Gianpiero D'Alia.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,05).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,25.

  La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,40.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Sull'attentato terroristico verificatosi ieri a Parigi.

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Care colleghe e cari colleghi, come è noto a tutti noi, ieri mattina a Parigi un attentato terroristico presso la sede del settimanale Charlie Hebdo ha causato la morte di dodici persone, giornalisti, vignettisti Pag. 2e agenti di polizia. Ho già fatto pervenire al Presidente dell'Assemblea Nazionale francese Claude Bartolone la vicinanza mia personale e di tutta la Camera dei deputati per questo vile e barbaro attentato terroristico: un'esplosione di violenza cieca, di violenza sterile, che va in tutti i modi condannata e che ferisce profondamente, perché sono colpiti, insieme, persone innocenti e anche uno dei valori fondanti di ogni cultura civile e democratica, quello della libertà di stampa e di manifestazione del pensiero.
  Di fronte a un attacco che segna un ulteriore e gravissimo salto di qualità da parte del terrorismo di matrice islamica, è indispensabile che tutti gli Stati europei manifestino piena fermezza nel difendere le libertà fondamentali delle nostre società e i valori per cui il nostro continente è un modello di riferimento nel mondo.
  Ribadisco, a nome dell'intera Assemblea, la vicinanza e la solidarietà alle famiglie delle vittime e ai feriti del folle attentato. Mi recherò tra poco, insieme ai Vicepresidenti, all'ambasciata francese per testimoniare i sentimenti di partecipazione della Camera dei deputati, di tutti noi.
  Invito ora l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Generali applausi cui si associano i rappresentanti del Governo).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Intanto, se permette, esprimo il disagio del nostro gruppo sul fatto che non sia stata prevista la possibilità per i gruppi di intervenire sul tema, perché riteniamo che è un fatto di drammaticità mondiale sul quale i gruppi parlamentari avrebbero dovuto avere il tempo per esprimersi e per esprimere la propria opinione e le proprie sensibilità.
  Detto questo, Presidente, io le rivolgo ufficialmente la richiesta di un'informativa urgente nella giornata odierna da parte del Ministro dell'interno Alfano per capire quali siano i reali rischi di terrorismo da parte del fondamentalismo islamico nel nostro Paese, perché dai fatti avvenuti a Parigi, ma anche dagli attentati susseguitisi negli ultimi anni in diversi Paesi al mondo, è percepibile chiaramente come il cittadino comune e inerme sia soggetto agli attacchi del terrorismo islamico.
  Non vorremmo dover affrontare in modo postumo fatti drammatici che potrebbero avvenire anche nel nostro Paese.
  E quindi riteniamo che sia senso di responsabilità, da parte delle istituzioni, informare il Parlamento e l'opinione pubblica tutta sulle iniziative e sui rischi concreti di terrorismo islamico che potrebbero verificarsi nel nostro Paese.
  Ci auguriamo che il Ministro Alfano, oggi qui presente, possa informare il Parlamento in modo tempestivo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Fedriga. Il Ministro è qui presente e poi avremo modo di capire, perché ci sono più aspetti, in questa informativa, di politica interna e di politica estera, ma comunque certamente questa sua richiesta viene immediatamente indirizzata al Governo e si capisce perché viene fatta.

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429 – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-A); e degli abbinati progetti di legge costituzionale: D'iniziativa popolare; D'iniziativa popolare; Vignali; Cirielli; Cirielli; Cirielli; Causi; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Pisicchio; Giachetti; Scotto; Francesco Sanna; Peluffo ed altri; Lenzi; Lauricella ed altri; Bressa e De Menech; Caparini ed altri; Caparini ed altri; Vaccaro; Laffranco e Bianconi; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Palmizio; Giancarlo Giorgetti ed altri; Pag. 3Giancarlo Giorgetti ed altri; La Russa ed altri; Abrignani ed altri; Toninelli ed altri; Gianluca Pini; Laffranco e Bianconi; Ginefra ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Migliore ed altri; D'iniziativa del Governo; Bonafede e Villarosa; Pierdomenico Martino; Brambilla; Giancarlo Giorgetti ed altri; Cirielli e Giorgia Meloni; Valiante; Quaranta ed altri; Lacquaniti ed altri; Civati ed altri; Bossi; Lauricella e Simoni; Dadone ed altri; Giorgis ed altri; La Russa ed altri; Rubinato ed altri; D'iniziativa del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna; Matteo Bragantini ed altri; Civati; Francesco Sanna ed altri (A.C. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499) (ore 11,45).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, n. 2613-A: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione; e degli abbinati progetti di legge costituzionale nn. 8, 14, 21, 32, 33, 34, 148, 177, 178, 179, 180, 243, 247, 284, 329, 355, 357, 379, 398, 399, 466, 568, 579, 580, 581, 582, 757, 758, 839, 861, 939, 1002, 1259, 1273, 1319, 1439, 1543, 1660, 1706, 1748, 1925, 1953, 2051, 2147, 2221, 2227, 2293, 2329, 2338, 2378, 2402, 2423, 2441, 2458, 2462, 2499.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 22 dicembre 2014.
  Avverto che prima dell'inizio della seduta l'emendamento Giuseppe Guerini 01.020 è stato ritirato dal presentatore.
  Avverto altresì che, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, la Presidenza non ritiene ammissibili, in quanto estranee rispetto al contenuto del provvedimento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: Scotto 01.011, volto a modificare l'articolo 54 della Costituzione; Dadone 1.118, concernente la parità di accesso ai sistemi informativi e il divieto di concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione di massa; Costantino 38.5, sulla parità di accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive degli stranieri.
  La Presidenza, anche sulla base dei criteri adottati in sede referente, non ritiene altresì ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto intervengono esclusivamente su articoli della parte I della Costituzione, senza alcun nesso diretto con gli articoli della parte II, le seguenti ulteriori proposte emendative non previamente presentate in Commissione: Rampelli 01.0601, volto a modificare l'articolo 12 della Costituzione; Giorgia Meloni 01.0200, volto a modificare l'articolo 31 della Costituzione; Pesco 01.0600, volto a modificare l'articolo 47 della Costituzione.
  La Presidenza non ritiene inoltre ammissibili, sempre ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei rispetto al contenuto del provvedimento, gli emendamenti Sibilia 28.700 e Pesco 28.701, che intervengono in materia di disciplina dei poteri e delle funzioni della Banca Centrale.
  La Presidenza si riserva di pronunciare eventuali ulteriori dichiarazioni di ammissibilità.
  Avverto, infine, che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A), che è in distribuzione.
  Ricordo che nella seduta del 18 dicembre 2014 sono state respinte le questioni pregiudiziali di costituzionalità Scotto ed altri n. 1 e Toninelli ed altri n. 2 e sono iniziati gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1.

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(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente, intervengo sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1, un articolo che di fatto va a ridefinire la materia delle funzioni delle Camere, inserendo nuovi commi che rivisitano profondamente le funzioni proprie dei due rami del Parlamento, disponendo così la fine del bicameralismo perfetto, come si è detto, nel nostro ordinamento, configurando un diverso assetto costituzionale, caratterizzato, in primo luogo, da un bicameralismo differenziato, in cui il Parlamento continua ad articolarsi in Camera e Senato, ma i due organi hanno composizione diversa e funzioni in gran parte differenti.
  Le nostre critiche a questo impianto sono di due ordini. Da una parte, dobbiamo richiamare ciò che in più occasioni abbiamo già avuto modo di criticare in quest'Aula durante la discussione sulle linee generali, ossia l'occasione mancata di poter realizzare una vera riforma federale, di intraprendere un cammino che fosse veramente rappresentativo delle autonomie e delle esigenze di autonomia e soprattutto di decentramento dei poteri statali a un livello più decentrato, più periferico e, quindi, più vicino alle esigenze reali delle varie comunità, dei vari popoli presenti in questo Stato chiamato «Italia».
  Dal nostro punto di vista, la Repubblica federale riconosce pienamente e promuove le autonomie locali, non si limita semplicemente a rappresentarle vagamente, e attua, nei servizi che dipendono dallo Stato, il più alto decentramento amministrativo e adegua i contenuti e i metodi della sua legislazione alle esigenze del federalismo, dell'autonomia e, appunto, del decentramento.
  Il Senato delle autonomie dovrebbe essere la Camera che rappresenta le regioni, che le rappresenta in pieno, e tutte le altre autonomie territoriali. Noi non possiamo accettare modelli come quelli che ci avete presentato, che di fatto sono spuri, considerata la delicata funzione di garanzia che devono assolvere. Dunque, un Senato composto da senatori eletti in via indiretta, ma con il vincolo di mandato, come accade nel Bundestag tedesco, per noi è il minimo da chiedere per andare verso questo modello. Istituire, infatti, anche la Conferenza Stato-regioni richiede un turnover che deve essere appunto vincolato al mandato elettivo di ogni singola regione e, quindi, ad ogni elezione andare a rivedere quello che è il complesso delle autonomie e non legarlo invece all'inizio della vita del mandato della legislatura. Questa, infatti, è una forma ibrida, che tradirebbe, dal nostro punto di vista, la volontà popolare, la volontà della gente, soprattutto in casi in cui c’è una ridefinizione delle competenze territoriali con il superamento del sistema delle province a elezione diretta, così come fino ad ora l'abbiamo conosciuto, e l'inizio dell'avvio delle città metropolitane.
  In ultimo, c’è un aspetto importante e delicatissimo, che probabilmente è passato in secondo piano ai più, anche a chi si occupa di cronaca, ma che noi abbiamo il dovere di ricordare anche in questo ultimo nostro tentativo per poter cambiare le cose, cioè la possibilità, con questa revisione, di dare il potere esclusivo di contrarre accordi internazionali al Senato delle autonomie. I poteri, che erano già limitati dal nostro punto di vista alle regioni, si fanno passare, appunto, dalle autonomie locali e regionali all'unica ed esclusiva volontà del Senato cosiddetto delle autonomie.
  Questo rappresenta per noi uno schiaffo alla storia, anche difficile, di anni assolutamente contrastanti in cui l'Europa era divisa dalla cortina di ferro e che aveva visto il Veneto, il Friuli-Venezia Pag. 5Giulia, e le regioni della Baviera, della Carinzia, del Tirolo, della Slovenia, della Croazia, che all'epoca erano notoriamente appartenenti all'ex Jugoslavia, iniziare un progetto mitteleuropeo, il progetto di Alpe Adria. Questo progetto era andato oltre e aveva stabilito le basi non solo per una libera e civile convivenza e uno scambio, ma anche per un sogno, per quanto fosse stato possibile all'epoca, e negli ultimi tempi, con la convenzione della settimana scorsa, ha superato i confini transnazionali in un'epoca difficile. Ha saputo anche porre le basi di quello che era un sogno, un sogno che noi ancora vogliamo continuare a mantenere, che è quello di un'Europa basata sul libero rispetto e la libera amicizia dei popoli. Popoli che non sono su base esclusivamente e meramente nazionale, ma che, come la sociologia classica ci vorrebbe e ci dovrebbe insegnare e noi tutti dovremmo ricordare, sono basati sulle comunità, che non si ritrovano nelle nazioni, ma nelle regioni e nelle autonomie locali.
  E con questo bypass delle competenze esclusive delle regioni, con l'attribuzione di questa funzione esclusiva al Senato delle autonomie, noi ci sentiamo di denunciare questo, che è un grave fatto.
  C’è, poi, il secondo ordine di critiche che ci sentiamo in dovere di fare: è quello della diminuzione dei parlamentari. Si è fatto molto parlare di questo aspetto relativo alla diminuzione dei senatori: non capiamo perché anche noi non andiamo nella direzione di intraprendere una diminuzione del numero anche dei deputati.
  In un'epoca in cui la Costituzione era stata disegnata ed esistevano poche automobili, in cui per andare a parlare con un parlamentare spesso si dovevano affrontare ore di bicicletta, perché questa era la realtà – e questo è stato il contesto in cui è stata scritta la Costituzione –, era probabilmente necessario avere un parlamentare ogni 100 mila abitanti circa. Nell'epoca in cui è facilissimo condividere pensieri, difficoltà, entrare in contatto con ognuno di noi in pochissimi secondi, in pochissimi istanti, nell'era di Internet, non capiamo perché la presenza così importante, così massiccia di parlamentari sia ancora indispensabile.
  Questo sarebbe un emendamento importante, tra l'altro, collegandolo anche all'abbassamento dell'età per essere eletti a diciotto anni, quindi, alla maggiore età; un ammodernamento importantissimo che ci permetterebbe di essere in piena modernità e di andare incontro alle esigenze più vere e più pure della nostra collettività, che, sempre di più, ci chiede, oltre che trasparenza, responsabilità ed onestà, anche parsimonia. La parsimonia non si fa solamente con slogan, non si fa semplicemente in televisione, ma si fa anche appoggiando emendamenti come quelli che noi abbiamo presentato, che vanno nella direzione, appunto, che vi ho citato. Per questo, noi siamo molto critici nei confronti di questo primo articolo e ci teniamo a manifestarvelo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, non siamo di fronte ad un decreto-legge questa volta, ma, anche in questo caso, in questo disegno di legge incostituzionale il titolo non corrisponde al vero, non corrisponde nemmeno al contenuto, se non in modo formale. Il risultato vero è la trasformazione della forma di Governo e della forma di Stato: questo va detto in premessa.
  Non possiamo, tra l'altro, dare una spiegazione e un significato univoco all'insieme delle suddette attribuzioni senza conoscere il sistema elettorale, che, al momento, è in itinere al Senato; quindi, non sappiamo se rimarrà tale, se verrà modificato o, addirittura, se verrà affossato nuovamente. Se dobbiamo immaginare il sistema parlamentare delineato da questa riforma della Costituzione in combinato disposto con l'Italicum, allora la questione risulterebbe grave: ne viene fuori una precisa visione di un nuovo corso ordinamentale, con un nuovo status della Camera, che non è più centrata sulla rappresentanza, ma questa volta sarà saldata Pag. 6al Governo, organo di attuazione dell'indirizzo politico.
  La rappresentanza, in questo testo, ora è lasciata al singolo componente, cioè al deputato, che rappresenta la nazione: questo comma, che nella vigente Costituzione ha un senso ben definito in quanto fa da cappello al libero esercizio del mandato che deve svolgersi – quindi, senza vincolo di mandato – ora è da solo nel corpo dell'articolo che definisce il ruolo della Camera. E la cosa ancor più strana è che, invece, i senatori non rappresenteranno la nazione e vedremo nel corso di questo mio intervento tutte le criticità che abbiamo rilevato in questa parte.
  In sostanza, questa forma costituzionale e l'Italicum rappresentano, secondo noi, questo nuovo corso, che vede il Governo e la maggioranza, che la sostiene, padroni di tutto.
  Addirittura nella successive disposizioni troviamo una norma che si riferisce allo statuto delle opposizioni che verrà redatto, ancora una volta, attraverso un regolamento interno; al nuovo verso non corrispondono nemmeno nuove forme di contrappeso: questa è la cosa grave che abbiamo rilevato; non esistono sistemi di bilanciamento e misure di garanzia tra i poteri. Anche per questo abbiamo cercato di cancellare, con altrettanti emendamenti, ogni punto del testo del disegno di legge che lascia o introduce, come quorum parlamentare di deliberazione, la maggioranza assoluta, che risulta, in questo nuovo contesto delineato, a tutti gli effetti, obsoleta, come norma di salvaguardia della democrazia contro quella che si è sempre chiamata e rischia di instaurarsi definitivamente, ovvero la dittatura della maggioranza.
  Si segnala, tra l'altro, che il Senato diventa un organo costituzionalmente non censurabile; la Camera può essere sciolta, il Governo può essere sfiduciato, il Capo dello Stato messo in stato d'accusa, il Senato, sia nel suo complesso che nei riguardi del singolo componente, invece, rimane indenne e non può essere mai sciolto. Motivazione insufficiente, ci sembra, quella secondo cui, appunto, il nuovo Senato sarebbe sottoposto a continuo rinnovamento in quanto il mandato dei senatori sarebbe legato alle sorti degli organi territoriali dai quali promanano, cioè i consigli regionali e i comuni.
  Ma quale è stato il nostro apporto, in sintesi, a questo testo ? Abbiamo redatto una serie di emendamenti; la prima parte dei nostri emendamenti all'articolo 1 mira semplicemente a mantenere, attraverso una serie di proposte, un Parlamento che, pur nella differenziazione delle attribuzioni conferite alle due Camere, mantenga tuttavia un'investitura popolare diretta per entrambi i suoi rami, perché nel nuovo testo il Senato non sarà più elettivo. In via generale, nell'auspicabile prospettiva di un superamento del bicameralismo paritario, l'instaurazione di un bicameralismo asimmetrico sembra piena di complicazioni procedimentali, molto più significative di quelle attuali. Poi, il sistema democratico, come ce lo hanno consegnato i padri costituenti, è contraddistinto, lo ripeto, da pesi e contrappesi, da combinazioni tra rappresentanza, pluralismo e governabilità che devono avere una loro coerenza interna, per evitare che il sistema democratico ne possa uscire completamente sbilanciato; coerenza che a questo testo manca assolutamente.
  In particolare, questo articolo 1 modifica radicalmente la natura del bicameralismo, minimizzando di fatto anche la rilevanza della Camera alta, di questo Senato che non sarà più eletto, ma nominato. In particolare, in questo articolo vi sono due temi che ci fanno rilevare delle evidenti distorsioni. Primo fra tutti il concetto stesso di rappresentanza che in questo testo cambia radicalmente perché solo i membri della Camera dei deputati rappresenterebbero la nazione, mentre i membri del Senato, nominati dai partiti, rappresenterebbero le istituzioni territoriali, così come verrà scritto nei vari commi che seguono. La cosa incredibile è che per poter rappresentare le istituzioni territoriali sarebbe necessario un vincolo di mandato con queste istituzioni territoriali, ma incredibilmente non c’è traccia nel testo di tutto questo. Potremmo, Pag. 7quindi, in questo caso, comparare la situazione con il Bundesrat tedesco dove i rappresentanti dei Länder sono espressione dei governi regionali, ma qui, questi nuovi senatori, non possono né rappresentare il territorio regionale né, tanto meno, saranno eletti e, quindi, non potranno essere democraticamente scelti dal corpo elettorale.
  Quindi, incredibilmente non si capisce chi o cosa questi senatori dovrebbero rappresentare, proprio perché manca l'elezione diretta di questi nuovi soggetti creati in questo testo. Sarebbe stato forse più onesto scrivere che i membri del Senato sono nominati dai partiti e che quindi rappresentano solo ed esclusivamente gli interessi di quest'ultimi, perché non c’è una logica nel testo.
  Poi, in merito a un altro argomento trattato nell'articolo 1, abbiamo anche presentato una serie di emendamenti, in coerenza con quanto già detto in passato, perché al comma 2 si vuole imporre la promozione dell'equilibrio tra donne e uomini in ordine alle modalità di elezione dei membri della Camera dei deputati, le cosiddette quote rosa, di cui abbiamo parlato tanto anche in passato. Sebbene, secondo alcuni, questa norma possa apparire di nobili intenti, secondo noi, invece, è una norma assolutamente ipocrita, una norma anacronistica, proprio per quanto abbiamo affermato anche in passato in quest'Aula.
  E spieghiamo anche il perché: il MoVimento 5 Stelle, secondo noi, è proprio la prova vivente dell'inutilità di questa norma. Oggi in Parlamento siede circa il 30 per cento di parlamentari donne e questo è stato possibile proprio grazie a una forza politica come quella del MoVimento 5 Stelle, che ha la maggiore percentuale di donne. Infatti, chi vi parla «non è una quota rosa»: io ero la capolista in Calabria alle elezioni politiche del 2013 e per avere questo posto in lista non ho dovuto pagare come alcuni membri del PD o di altri partiti, che hanno dovuto pagare 25 mila euro, 30 mila euro, 50 mila euro o chissà quanto. La mia posizione in lista e di tutti gli altri colleghi che oggi siedono in questo Parlamento è stata decisa online gratuitamente da tutti gli iscritti ai portali delle varie regioni. Per noi la rappresentanza femminile non è una categoria in via d'estinzione che deve essere tutelata. In realtà, sono le vostre logiche partitiche perverse che hanno impedito più volte alle donne di partecipare attivamente in alcuni partiti; segretari di partito che evidentemente preferiscono sempre scegliere uomini piuttosto che donne.
  Noi, invece, abbiamo dimostrato che quando l'elettore è libero di scegliere lo fa, e sceglie indifferentemente sia uomini che donne. La riprova siamo noi, che abbiamo un folto gruppo parlamentare con quasi lo stesso numero di uomini e di donne. Come vedete, abbiamo dimostrato con i fatti il perché non ci sia la necessità di una norma del genere. Quindi, su questo articolo 1, in sintesi, abbiamo raccontato le nostre proposte; ci riserviamo poi di intervenire successivamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Se non vi sono altri iscritti a parlare sul complesso degli emendamenti, inviterei i relatori ad esprimere i pareri.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, dal momento che come relatori di minoranza abbiamo, secondo il contingentamento, 15 minuti a testa per intervenire, faccio presente che abbiamo da esprimere i pareri su tutti gli emendamenti, che sono circa 1.200-1.300. Quindi, chiederei che il tempo che noi utilizziamo solo e semplicemente per esprimere i pareri venga scomputato dai 15 minuti. Noi relatori abbiamo 15 minuti per dare le motivazioni, ma chiediamo che il semplice parere «favorevole» o «contrario» venga scomputato dai nostri tempi.

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  PRESIDENTE. Va bene, certamente limitatamente al tempo del parere, senza affermazioni di natura politica. Da questo punto di vista siamo d'accordo. Cominciamo con l'articolo 1. Prego, relatore Sisto. È lei che dà i pareri ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Sì, Presidente, per il momento, poi alcuni saranno espressi dal collega Fiano, con il quale condivido il lavoro di relatore per la maggioranza.
  Prendo atto che sono state dichiarate inammissibili, e mi corregga la Presidenza se l'indicazione non fosse corretta, le seguenti proposte emendative: Rampelli 01.0601, Giorgia Meloni 01.0200 e Pesco 01.0600.

  PRESIDENTE. Questi sono inammissibili.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Quindi, prendo le mosse dalla proposta emendativa Scotto 01.07.

  PRESIDENTE. Esatto. Prego.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Il parere sulla proposta emendativa Scotto 01.07 è di invito al ritiro altrimenti parere contrario. Della proposta emendativa Dadone 01.040 chiediamo l'accantonamento, come anche per la proposta emendativa Parisi 01.08. La proposta emendativa Giuseppe Guerini 01.020 mi risulta ritirata.

  PRESIDENTE. Aspetti, presidente Sisto. Quindi, accantonata la proposta emendativa Dadone 01.040.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Accantonate le proposte emendative Dadone 01.040 e Parisi 01.08.

  PRESIDENTE. La proposta emendativa Parisi 01.08 è stata ritirata...

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. È stata ritirata ?
  La proposta emendativa Giuseppe Guerini 01.020 mi risulta ritirata.

  PRESIDENTE. Sì, la proposta emendativa Giuseppe Guerini 01.020.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Benissimo. Per identità di tema è accantonata anche la proposta emendativa Bianconi 01.038.
  La proposta emendativa Scotto 01.011 mi risulta inammissibile.
  Sugli identici emendamenti Toninelli 1.1 e Civati 1.200, si invita al ritiro oppure parere contrario.
  Sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, il parere è contrario. Il parere è contrario sugli emendamenti Dadone 1.3 e Costantino 1.2.
  Sull'emendamento Quaranta 1.5 il parere è di invito al ritiro oppure parere contrario. Il parere è contrario sugli emendamenti Bianconi 1.10, Dadone 1.9 e Civati 1.202. Si invitano i presentatori a ritirare le seguenti proposte emendative, altrimenti il parere è contrario: Toninelli 1.11, Capezzone 1.14, Scotto 1.13, Bianconi 1.15 e Biancofiore 1.16.
  Sugli identici emendamenti Quaranta 1.17 e Centemero 1.206, si invita al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Centemero 1.206 mi dicono che è stato ritirato.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Bene, prendo atto che è stato ritirato.

  PRESIDENTE. Sì, quindi è ritirato.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Si invitano i presentatori a ritirare le seguenti proposte emendative, altrimenti il parere è contrario: Toninelli 1.22, 1.20, 1.19 e Dadone 1.24.

  PRESIDENTE. Aspetti. Il parere sull'emendamento Toninelli 1.21 ?

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  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Si invita al ritiro oppure parere contrario. Si invitano poi i presentatori a ritirare le seguenti proposte emendative, altrimenti il parere è contrario: Costantino 1.800, D'Attorre 1.28 e Dadone 1.26.
  Sugli emendamenti Dadone 1.31, Bianconi 1.203, Quaranta 1.33, sugli identici emendamenti Dadone 1.32 e Quaranta 1.35, sugli emendamenti Dadone 1.25 e 1.36, Costantino 1.39, Dadone 1.42 e 1.18, Cozzolino 1.43, Sannicandro 1.68, sugli identici emendamenti Sannicandro 1.37 e Toninelli 1.44, sugli emendamenti Sannicandro 1.40 e 1.41, Fraccaro 1.46, De Mita 1.48, Toninelli 1.47, Quaranta 1.51, Toninelli 1.50, 1.52 e 1.53 e Fraccaro 1.54, vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Per l'emendamento Lattuca 1.45 vi è una richiesta di accantonamento.
  Sugli emendamenti Dieni 1.67, Cozzolino 1.78, 1.79, 1.80, 1.81, 1.82, 1.83, 1.84, 1.85, 1.86, 1.87, 1.88, 1.89, 1.90, 1.91 e 1.92, Dieni 1.73, Cozzolino 1.94, 1.95 e 1.96, Dieni 1.97, 1.98, 1.71, 1.72 e 1.75 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Dieni 1.76 e 1.77 e sull'emendamento Toninelli 1.99, mentre richiede l'accantonamento degli identici emendamenti Michele Bordo 1.207 e Galgano 1.208 e degli emendamenti Bianconi 1.204 e Toninelli 1.100.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Quaranta 1.27, Cozzolino 1.209, 1.210, 1.211, 1.212, 1.213, 1.214, 1.215, 1.216, 1.217 e 1.218, Toninelli 1.103, Dadone 1.101 e 1.104 e Toninelli 1.102 e 1.219, mentre richiede l'accantonamento degli emendamenti Dorina Bianchi 1.113 e Bianconi 1.114 e 1.205.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Dadone 1.116, Brunetta 1.120, Lauricella 1.220 e Dadone 1.117. L'emendamento Dadone 1.118 mi risulta inammissibile.

  PRESIDENTE. Sì.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli articoli aggiuntivi Lombardi 1.013 e 1.014, Toninelli 1.0204, Dadone 1.04, Lombardi 1.015, Dadone 1.05, Matteo Bragantini 1.07, Civati 1.0200, Cozzolino 1.010, Civati 1.0201, Nuti 1.016, Colletti 1.0208, Matteo Bragantini 1.08, D'Attorre 1.02, Lattuca 1.01, Lombardi 1.011, mentre richiede l'accantonamento degli articoli aggiuntivi Parisi 1.0205, 1.0206 e 1.0207 per identità di tema.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli articoli aggiuntivi Meloni 1.0203, Lombardi 1.012, Nuti 1.019, Scotto 1.0202 e Nuti 1.018.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, molto brevemente, prendo atto della valutazione di inammissibilità dell'emendamento che voleva inserire nella Costituzione, accanto alla conferma di quale è la bandiera nazionale, anche quella relativa all'inno nazionale, e non contesto la sua facoltà di esprimersi in questa direzione. Ne approfitto per chiedere che venga messo a verbale che sottoscrivo tutti gli emendamenti proposti dall'onorevole Bianconi del gruppo di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Sta bene, deputato La Russa.

  DANIELE PESCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa, deputato ?

  DANIELE PESCO. Sull'ordine dei lavori, sull'inammissibilità dell'emendamento.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

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  DANIELE PESCO. Presidente, abbiamo deciso di presentare questo emendamento in quanto pensiamo che sia fondamentale e straordinariamente importante che il risparmio dei cittadini, soprattutto in un momento di crisi come questo, venga tutelato. Purtroppo, a livello europeo, le scelte sono state diverse e hanno stabilito che debbono essere i cittadini, quelli che hanno ancora i soldi in banca, a dover partecipare alle risoluzioni delle crisi bancarie.
  Noi non siamo d'accordo, perché, se una banca è gestita male, riteniamo che non debbano essere i cittadini a rimetterci con i propri risparmi. Siamo dell'idea che lo Stato debba essere responsabile delle sue scelte, soprattutto quando autorizza una banca ad esercitare la sua funzione, e siamo dell'opinione che debbano essere ricercate altre soluzioni a vantaggio dei cittadini, a vantaggio del risparmio, a vantaggio di tutta la nazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, anche io intervengo per segnalare e per chiedere anche un po’ di spiegazioni, se è possibile, in merito all'inammissibilità dell'emendamento Sibilia 28.700, in quanto questo emendamento chiedeva delle cose molto semplici e, secondo noi, fondamentali per quanto riguarda la sovranità monetaria del nostro Paese e per quella che dovrebbe essere una misura garantita per la cittadinanza, cioè il reddito di cittadinanza.
  L'emendamento recita sostanzialmente così: «L'emissione, in qualsiasi forma, della moneta spetta alla Banca centrale dello Stato. All'atto dell'emissione la moneta appartiene ai cittadini e va accreditata dalla Banca centrale dello Stato. La Banca centrale dello Stato è interamente pubblica». Questo è un concetto fondamentale di pubblicità della moneta, quindi l'appartenenza e la proprietà della moneta dovrebbe ritornare in mano ai cittadini, per quanto ci riguarda, secondo la Costituzione, e dovrebbe essere inserito all'interno della Costituzione che la moneta che usano i cittadini italiani debba essere di loro proprietà e non di proprietà dei banchieri privati, come oggi funziona in questo Paese e nel mondo. E poi proseguiva: «Ad ogni cittadino è attribuito un codice dei redditi sociali, sul quale è accreditata la quota di reddito derivante dall'emissione monetaria e da altre eventuali forme di reddito connesse alla cittadinanza».
  Quindi, ci sembra strano che ci siano dei proclami da parte di moltissime forze politiche che vogliono andare nel senso di costituire un reddito di cittadinanza e, quindi, di combattere in totalità la povertà che oggi affligge nella realtà i cittadini italiani, e non crediamo possibile che questo emendamento, che va proprio in quel senso, cioè garantisce un reddito di cittadinanza, un minimo di sussistenza per tutti i cittadini italiani, venga dichiarato inammissibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputato Sibilia, come lei sa, il giudizio di ammissibilità non è nel merito. Possiamo anche essere d'accordo nel merito, ma è materia estranea, quindi per questo è stato considerato non ammissibile.
  Invito il relatore di minoranza, deputato Toninelli, ad esprimere i pareri.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, salterò, ovviamente, gli emendamenti inammissibili. Mi dica, se non sbaglio, il primo è l'emendamento Scotto 01.07, sul quale il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Sì.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento Dadone 01.040.

  PRESIDENTE. Questo emendamento è accantonato.

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  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Parisi 01.08, Giuseppe Guerini 01.020 e Bianconi 01.038.

  PRESIDENTE. Qui ci sono degli accantonamenti, comunque lei mi dia il parere. È favorevole ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Toninelli 1.1 e Civati 1.200. Il parere è favorevole sul Testo alternativo dell'articolo 1 a mia prima firma. Il parere è favorevole sugli emendamenti Dadone 1.3, Costantino 1.2, Quaranta 1.5, Bianconi 1.10, Dadone 1.9, Civati 1.202 e Toninelli 1.11, mente il parere è contrario sugli emendamenti Capezzone 1.14, Scotto 1.13, Bianconi 1.15 e Biancofiore 1.16.
  L'emendamento Centemero 1.206 mi sembra che sia stato ritirato.

  PRESIDENTE. Sì, è stato ritirato. Rimane l'identico emendamento Quaranta 1.17, sul quale, quindi, mi deve dare il parere.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole, così come sugli emendamenti Toninelli 1.22, 1.20, 1.21 e 1.19, Dadone 1.24, Costantino 1.800, D'Attorre 1.28, Dadone 1.26 e 1.31, Bianconi 1.203 e Quaranta 1.33. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Dadone 1.32 e Quaranta 1.35, così come sugli emendamenti Dadone 1.25 e 1.36, Costantino 1.39, Dadone 1.42 e 1.18, Cozzolino 1.43 e Sannicandro 1.68.
  Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Sannicandro 1.37 e Toninelli 1.44, così come sugli emendamenti Sannicandro 1.40 e 1.41 e sull'emendamento Fraccaro 1.46. Il parere è contrario sull'emendamento De Mita 1.48, mentre è favorevole sugli emendamenti Toninelli 1.47, Quaranta 1.51, Toninelli 1.50, 1.52 e 1.53, Fraccaro 1.54, Lattuca 1.45 e Dieni 1.67.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Cozzolino 1.78, 1.79, 1.80, 1.81, 1.82, 1.83, 1.84, 1.85, 1.86, 1.87, 1.88, 1.89, 1.90, 1.91 e 1.92.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Dieni 1.73, Cozzolino 1.94, 1.95 e 1.96, Dieni 1.97, 1.98, 1.71, 1.72, 1.75, 1.76 e 1.77, Toninelli 1.99.
  Il parere è contrario sugli identici emendamenti Michele Bordo 1.207, Galgano 1.208, e sull'emendamento Bianconi 1.204.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Toninelli 1.100, Quaranta 1.27, Cozzolino 1.209, 1.210, 1.211, 1.212, 1.213, 1.214, 1.215, 1.216, 1.217 e 1.218, Toninelli 1.103, Dadone, 1.101 e 1.104.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Toninelli 1.102 e 1.219, Dorina Bianchi 1.113, Bianconi 1.114, mentre è contrario sull'emendamento Bianconi 1.205.
  Il parere è favorevole sull'emendamento Dadone 1.116, mentre è contrario sull'emendamento Brunetta 1.120.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Lauricella 1.220 e Dadone 1.117.
  L'emendamento Dadone 1.118 è inammissibile, se mi conferma, Presidente ?

  PRESIDENTE. Sì, lo confermo.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli articoli aggiuntivi Lombardi 1.013 e 1.014, Toninelli 1.0204, Dadone 1.04, Lombardi 1.015, Dadone 1.05, Matteo Bragantini 1.07, Civati 1.0200, Cozzolino 1.010, Civati 1.0201, Nuti, 1.016, Colletti 1.0208, Matteo Bragantini 1.08, D'Attorre 1.02, Lattuca 1.01, Lombardi 1.011, Parisi 1.0205, 1.0206 e 1.0207.
  Il parere sugli articoli aggiuntivi Giorgia Meloni 1.0203, Lombardi 1.012, Nuti 1.019, Scotto 1.0202 e Nuti 1.018 è favorevole.

  PRESIDENTE. Colleghi, siccome abbiamo un impegno all'ambasciata francese con i Vicepresidenti, possiamo fare in modo che il relatore di minoranza per la Lega Nord, Bragantini, ci dia il parere sugli emendamenti all'articolo 1 e magari gli chiediamo se c’è un modo per evidenziare i pareri più velocemente – mettiamola così –, altrimenti andiamo avanti fino alla fine e poi sospendiamo la seduta.

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  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Allora, Presidente, sarò velocissimo.
  Esprimo parere contrario sul subemendamento Scotto 01.07. Ricordo che il subemendamendo Dadone 01.040 è stato accantonato, come gli identici subemendamenti Parisi 01.08 e Giuseppe Guerini 01.020. Ricordo che il subemendamento Scotto 01.011 è inammissibile.
  Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Toninelli 1.1 e Civati 1.200 e sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dadone 1.3, Costantino 1.2 e Quaranta 1.5.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Bianconi 1.10. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dadone 1.9, Civati 1.202 e Toninelli 1.11.
  Il parere è contrario sugli emendamenti Capezzone 1.14, Scotto 1.13, Bianconi 1.15 e Biancofiore 1.16. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 1.17 e Centemero 1.206. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Toninelli 1.22, 1.20, 1.21 e 1.19. Il parere è altresì favorevole sugli emendamenti Dadone 1.24, Costantino 1.800, D'Attorre 1.28. Sull'emendamento Dadone 1.26 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Dadone 1.31, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Bianconi 1.203 e Quaranta 1.33. Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti Dadone 1.32 e Quaranta 1.35. Il parere è contrario sull'emendamento Dadone 1.25, mentre è favorevole sugli emendamenti Dadone 1.36, Costantino 1.39, Dadone 1.42 e 1.18. Il parere è contrario sull'emendamento Cozzolino 1.43, mentre è favorevole sull'emendamento Sannicandro 1.68 e sugli identici emendamenti Sannicandro 1.37 e Toninelli 1.44. Il parere è favorevole sugli emendamenti Sannicandro 1.40, 1,41 e contrario sull'emendamento Fraccaro 1.46. Il parere è favorevole sull'emendamento De Mita 1.48 e contrario sull'emendamento Toninelli 1.47. Il parere è favorevole sull'emendamento Quaranta 1.51, mentre è contrario sull'emendamento Toninelli 1.50. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Toninelli 1.52 e contrario sugli emendamenti Toninelli 1.53, e Fraccaro 1.54. L'emendamento Lattuca 1.45 è stato accantonato. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dieni 1.67 e Cozzolino 1.78, 1.79, 1.80, 1.81, 1.82.
  Il parere è altresì favorevole sugli emendamenti Cozzolino 1.82, 1.83, 1.84, 1.85, 1.86, 1.87, 1.88, 1.89, 1.90, 1.91 e 1.92, Dieni 1.73, Cozzolino 1.94, 1.95 e 1.96, Dieni 1.97, 1.98, 1.71, 1.72, 1.75, 1.76 e 1.77 e Toninelli 1.99.
  Ricordo, peraltro, l'accantonamento degli identici emendamenti Michele Bordo 1.207 e Galgano 1.208 e degli emendamenti Bianconi 1.204 e Toninelli 1.100.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Quaranta 1.27, Cozzolino 1.209, 1.210, 1.211, 1.212, 1.213, 1.214, 1.215, 1.216, 1.217 e 1.218.
  Il parere è contrario sull'emendamento Toninelli 1.103, mentre mi rimetto all'Aula per l'emendamento Dadone 1.101.
  Il parere è, invece, favorevole sugli emendamenti Dadone 1.104 e Toninelli 1.102 e 1.219, mentre mi rimetto all'Aula per l'emendamento Dorina Bianchi 1.113.
  Il parere è favorevole sull'emendamento Bianconi 1.114.
  Ricordo che l'emendamento Bianconi 1.205 è accantonato, mentre mi rimetto all'Aula per l'emendamento Dadone 1.116.
  Il parere è favorevole sugli emendamenti Brunetta 1.120, Lauricella 1.220 e Dadone 1.117. L'emendamento Dadone 1.118 ricordo invece che è inammissibile.
  Il parere è poi favorevole sugli articoli aggiuntivi Lombardi 1.013 e 1.014, Toninelli 1.0204, Dadone 1.04, Lombardi 1.015, Dadone 1.05, Matteo Bragantini 1.07, Civati 1.0200, Cozzolino 1.010, Civati 1.0201, Nuti 1.016, Colletti 1.0208, Matteo Bragantini 1.08, D'Attorre 1.02, Lattuca 1.01, e Lombardi 1.011. Gli articoli aggiuntivi Parisi 1.0205, 1.0206 e 1.0207 sono invece accantonati.
  Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Giorgia Meloni 1.0203.Pag. 13
  Il parere è, invece, favorevole sull'articolo aggiuntivo Lombardi 1.012, mentre mi rimetto all'Aula per l'articolo aggiuntivo Nuti 1.019
  Il parere è infine favorevole sull'articolo aggiuntivo Scotto 1.0202, mentre è contrario sull'articolo aggiuntivo Nuti 1.018.

  PRESIDENTE. La ringrazio, anche per la velocità.
  A questo punto sospenderei la seduta. Riprenderemo i nostri lavori dopo la Conferenza dei presidenti di gruppo, quindi, presumibilmente alle ore 15,30. Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle 15.30.

  La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  PRESIDENTE. Colleghi, si sta concludendo la Conferenza dei capigruppo, è questione di minuti. Per rispetto e cortesia di voi tutti, sono tenuto ad annunciarvelo senza ritardo.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Gianluca Pini, Sanga e Schullian sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
  La seduta è sospesa fino al termine della Conferenza dei capigruppo, che, però, vi avviso, è praticamente in fase di conclusione, quindi si tratta di pochi minuti.

  La seduta, sospesa alle 15,32, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2613-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, il relatore per la maggioranza e i relatori di minoranza Danilo Toninelli e Matteo Bragantini hanno espresso i prescritti pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 1. Avverto che gli emendamenti Parisi 01.08, Lattuca 1.45 e Brunetta 1.120 sono stati ritirati dai presentatori prima dell'inizio della seduta.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, è stato convocato un Comitato dei nove alle ore 15,15 con un messaggio delle ore 15,15 sul cellulare e con addirittura una e-mail delle ore 15,18. Il sottoscritto, che è nel Comitato dei nove in rappresentanza della Lega, non è riuscito ad essere presente e, quindi, chiedo che venga annullato quel Comitato dei nove perché un preavviso minimo almeno di qualche minuto perché si possa andare alla riunione penso sia legittimo. Dunque, siccome di tempo ne abbiamo, chiedo che venga ripetuto quel Comitato dei nove.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, come sempre le indicazioni del collega Matteo Bragantini sono preziose e comunque sincere, però devo dare atto che al Comitato dei nove erano presenti gli altri gruppi e che abbiamo convocato, è vero, un Comitato dei nove d'urgenza, come spesso accade, per valutare il peso che taluni emendamenti accantonati avrebbero avuto sul blocco dei voti. Poi il Comitato dei nove si è tenuto anche con un certo ritardo, tra l'altro, anche perché era in corso la Conferenza dei presidenti di gruppo e, quindi, abbiamo avuto qualche minuto in più. Devo dire che erano presenti i rappresentanti degli altri gruppi. Mi dispiace che la Lega non abbia avuto la possibilità di essere presente. Come abbiamo verificato, i messaggini sono stati tutti regolarmente inviati. Quindi, Presidente, non so che dirle. Il Comitato si è tenuto e gli altri hanno partecipato. Non mi sembra, da un punto di vista formale, che ci siano motivi per eccepirne comunque l'irregolarità. Comunque, quello che è accaduto è che sono state sciolte alcune riserve sugli emendamenti accantonati al precipuo scopo di consentire all'Aula di poter votare liberamente senza quelle preclusioni che alcuni pareri accantonati avrebbero, ahimè, necessariamente comportato. Da un punto di vista formale, abbiamo verificato che i messaggini sono stati regolarmente inviati. Gli altri appartenenti ai gruppi erano presenti. Mi spiace per il collega Matteo Bragantini, ma non vedo sinceramente alcun motivo per poter inficiare l'esito di quel Comitato.

  CELESTE COSTANTINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, intervengo per dire che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà era presente alla riunione del Comitato dei nove, ma anche per avvalorare la critica avanzata dall'onorevole Matteo Bragantini perché mi verrebbe da dire che è stato per una pura casualità o per una fortuna essere stati presenti a quel Comitato dei nove. Infatti, le convocazioni sono state fatte esattamente come veniva descritto dall'onorevole Matteo Bragantini. Alle ore 15,15 è arrivato l’sms ed era quello l'orario di convocazione e alle ore 15,18 è arrivata una e-mail per l'orario. Quindi, noi, anche se eravamo presenti a quel Comitato dei nove, siamo assolutamente disponibili a vederlo annullato per poterlo rifare. Aggiungo anche che non si riesce a capire quale sia questa urgenza perché si sta trattando una riforma come un decreto e non ci sembra il caso che sulla riforma costituzionale non si possa fare neanche un Comitato dei nove con la tranquillità e con la tempistica che è dovuta ad un provvedimento così importante come quello che ci apprestiamo a votare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, poiché mi sembra che la disponibilità alla cooperazione debba essere una delle caratteristiche che deve contraddistinguere, soprattutto su un tema così rilevante, lo sforzo di ciascuno, chiedo all'Aula una breve sospensione per poter riconvocare il Comitato dei nove nella sala del Governo. Questione veramente di pochi minuti.

  PRESIDENTE. Va bene. Allora, accolgo questa sua richiesta di dieci minuti. Sono le ore 16,10, alle ore 16,20 si riprende, grazie. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,25.

  PRESIDENTE. Chiederei al presidente Sisto se vuole riferire sul Comitato dei nove adesso.

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  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Sì, signor Presidente, molto volentieri. Posso dire che sono stati sciolti alcuni pareri su due proposte emendative accantonate: sull'articolo aggiuntivo Dadone 01.040, a pagina 4, e sull'articolo aggiuntivo Bianconi 01.038, a pagina 6, la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Ho appreso e segnalo che, essendo accantonate, non hanno più ragione di rimanerlo le proposte emendative Parisi 01.08, Guerini 01.020 e Lattuca 1.45, che sono stati ritirate.

  PRESIDENTE. Invito, dunque, il relatore di minoranza, Stefano Quaranta, ad esprimere i pareri. Prego.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sull'emendamento Scotto 01.07 esprimo parere favorevole, mentre sull'emendamento Dadone 01.040 esprimo parere contrario. Sull'emendamento Bianconi 01.038 esprimo parere contrario, mentre sugli identici emendamenti Toninelli 1.1 e Civati 1.200 esprimo parere favorevole.
  Sul testo alternativo del relatore di minoranza, Toninelli, esprimo parere favorevole, così come sui successivi emendamenti Dadone 1.3, Costantino 1.2, Quaranta 1.5, Bianconi 1.10, Dadone 1.9, Civati 1.202, Toninelli 1.11, Capezzone 1.14, Scotto 1.13, Bianconi 1.15 e Biancofiore 1.16, Quaranta 1.17, Toninelli 1.22, 1.20, 1.21 e 1.19, Dadone 1.24, Costantino 1.800 e D'Attorre 1.28, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Dadone 1.26.
  Sull'emendamento Dadone 1.31 mi rimetto all'Assemblea, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Bianconi 1.203, Quaranta 1.33 e sugli identici emendamenti Dadone 1.32 e Quaranta 1.35.
  Sui successivi emendamenti Dadone 1.25 e 1.36, Costantino 1.39, Dadone 1.42 e 1.18, mentre sull'emendamento Cozzolino 1.43 mi rimetto all'Assemblea.
  Sugli emendamenti Sannicandro 1.68, sugli identici emendamenti Sannicandro 1.37 e Toninelli 1.44 e sugli emendamenti Sannicandro 1.40 e 1.41 esprimo parere favorevole, mentre sull'emendamento Fraccaro 1.46 mi rimetto all'Assemblea.
  Sull'emendamento De Mita 1.48 esprimo parere favorevole, mentre sull'emendamento Toninelli 1.47 esprimo parere contrario.
  Sull'emendamento Quaranta 1.51 esprimo parere favorevole, mentre sull'emendamento Toninelli 1.50 esprimo parere contrario.
  Sull'emendamento Toninelli 1.52 mi rimetto all'Assemblea, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Toninelli 1.53 e Fraccaro 1.54. L'emendamento Lattuca 1.45 è stato ritirato ?

  PRESIDENTE. Sì, è stato ritirato.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Dieni 1.67 esprimo parere favorevole, così come sui successivi emendamenti Cozzolino 1.78, 1.79, 1.80, 1.81, 1.82, 1.83, 1.84, 185, 1.86, 1.87, 1.88, 1.89 e 1.90.
  Sugli emendamenti Cozzolino 1.91 e 1.92, Dieni 1.73, Cozzolino 1.94, 1.95 e 1.96, Dieni 1.97, 1.98, 1.71, 1.72, 1.75, 1.76 e 1.77 e Toninelli 1.99 il parere è favorevole.
  Poi, i prossimi sono accantonati...

  PRESIDENTE. Sì, credo che debba andare all'emendamento Quaranta 1.27.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Quaranta 1.27, Cozzolino 1.209, 1.210, 1.211, 1.212, 1.213, 1.214, 1.215, 1.216, 1.217 e 1.218, Toninelli 1.103, Dadone 1.101 e 1.104, Toninelli 1.102 e 1.219 il parere è favorevole.
  Gli emendamenti Dorina Bianchi 1.113 e Bianconi 1.114 sono ancora accantonati...

  PRESIDENTE. Sì, sono ancora accantonati.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Dadone 1.116 Pag. 16il parere è favorevole. Sull'emendamento Brunetta 1.120 mi rimetto all'Assemblea.
  Sugli emendamenti Lauricella 1.220 e Dadone 1.117 il parere è favorevole...

  PRESIDENTE. Aspetti: sull'emendamento Brunetta 1.120 ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Brunetta 1.120 mi rimetto all'Assemblea, sull'emendamento Lauricella 1.220 il parere è favorevole.
  Sull'emendamento Dadone 1.117 il parere è favorevole.
  Sugli articoli aggiuntivi Lombardi 1.013 e 1.014, Toninelli 1.0204, Dadone 1.04, Lombardi 1.015, Dadone 1.05, Matteo Bragantini 1.07, Civati 1.0200, Cozzolino 1.010, Civati 1.0201, Nuti 1.016, Colletti 1.0208, Matteo Bragantini 1.08, D'Attorre 1.02, Lattuca 1.01 il parere è favorevole.
  Sull'articolo aggiuntivo Lombardi 1.011 il parere è contrario.
  L'articolo aggiuntivo Parisi 1.0205 non so se è accantonato.

  PRESIDENTE. Sì, è accantonato.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Sugli articoli aggiuntivi Giorgia Meloni 1.0103 e Lombardi 1.012 il parere è favorevole. Sull'articolo aggiuntivo Nuti 1.019 il parere è contrario.
  Sull'articolo aggiuntivo Scotto 1.0202 il parere è favorevole, mentre il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo Nuti 1.018.

  PRESIDENTE. Adesso chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quelli espressi dai relatori di maggioranza.

  PRESIDENTE. Riguardo alle proposte emendative per le quali non è più previsto l'accantonamento, chiedo il parere ai relatori di minoranza. Mi riferisco all'articolo premissivo Dadone 01.040, a pagina 4, onorevole Matteo Bragantini...

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sull'articolo premissivo Dadone 01.040 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Poi ce n’è un altro. Qual era l'altro ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. A pagina 6, sull'articolo premissivo Bianconi 01.038, mi risulta, il parere è favorevole; poi dell'altro non mi ricordo la pagina.

  PRESIDENTE. Era l'articolo premissivo Bianconi 01.038 a pagina 6.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esatto.

  PRESIDENTE. Erano solo questi due...

  MATTEO BRAGANTINI. Relatore di minoranza. No, ce n'era un terzo...

  PRESIDENTE. No, erano solo questi due. Grazie. Per il momento è così.
  Relatore Toninelli, per favore, il parere sull'articolo premissivo Dadone 01.040.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il parere sull'articolo premissivo Bianconi 01.038 ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, le chiedo la pagina.

  PRESIDENTE. A pagina 6.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Grazie.

  CELESTE COSTANTINO. Chiedo di parlare.

Pag. 17

  PRESIDENTE. Deputata Costantino, sull'articolo premissivo o sull'ordine dei lavori ?

  CELESTE COSTANTINO. Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie, Presidente. Il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ha fatto richiesta di ammissibilità al voto segreto su tutti i propri emendamenti. Noi, allo stato attuale, non abbiamo avuto risposta ufficiale su quali emendamenti, appunto, sono sottoponibili al voto segreto e quali no, quindi chiediamo una sospensione, perché non si può votare l'articolo se prima non sappiamo quali emendamenti possono essere sottoposti al voto segreto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Quindi, chiediamo la sospensione fino a quando la Giunta per il Regolamento non si sarà riunita e scioglierà i nodi; fino a quando gli uffici non ci faranno sapere. Infatti, evidentemente, non è retroattivo il voto segreto, e dobbiamo sapere quali emendamenti possono essere votati.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. La questione posta dalla collega di SEL è di assoluta importanza e rilevanza; in primo luogo, per il buon andamento dei lavori e della quiete di quest'Aula; in secondo luogo, anche dal punto di vista della coerenza e dell'organicità dei lavori medesimi. Infatti, Presidente, se oggi iniziamo a votare emendamenti per i quali alcuni deputati o gruppi parlamentari hanno chiesto, ex articolo 49 del Regolamento, il voto segreto, immagini che questi emendamenti potrebbero andare a precludere gli emendamenti per i quali è stato chiesto il voto segreto. Io le porto anche ad esempio la decisione, nella seduta del 23 luglio al Senato, sulla riforma di cui stiamo trattando, del Presidente Grasso, che sulla base della medesima situazione ha giustamente interrotto i lavori d'Aula per i motivi che le ho indicato, cioè organicità dei lavori, serenità e quiete dei lavori d'Aula, e ha convocato la Giunta per il Regolamento. Lei, Presidente, oggi ha giustamente recepito le richieste dei deputati di sottoporre emendamenti a voto segreto ex articolo 49, ha giustamente convocato la Giunta per il Regolamento per lunedì alle 12,30, e siccome c’è questo importante recentissimo precedente, a mio parere – ma penso non solo a mio parere – penso che lei debba sospendere i lavori d'Aula, convocare, come ha già fatto, per lunedì, la Giunta, e solo al termine dei lavori della Giunta, aspettandone le deliberazioni sulle singole richieste di voto segreto, riprendere i lavori d'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Allora colleghi, intanto su questa questione degli emendamenti noi abbiamo convocato alle ore 12 di lunedì la Giunta per il Regolamento. Gli emendamenti che noi abbiamo in esame nella seduta di oggi sono emendamenti sui quali non c’è una valutazione controversa o interpretativa, quindi noi adesso andiamo avanti con i nostri lavori su questi emendamenti che non sono secretabili. Lunedì terremo la Giunta per il Regolamento per quelle proposte emendative sulle quali abbiamo valutato con gli uffici che ci possono essere delle valutazioni diverse, differenti. Quindi per oggi noi procediamo, in quanto questi emendamenti non presentano dubbi interpretativi.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Presidente, io veramente le chiedo di valutare la proposta dei colleghi di SEL, del MoVimento 5 Stelle e anche di tutta la Lega perché se ci sono da prendere Pag. 18delle decisioni su quali sono gli emendamenti su questo articolo che possano o meno essere secretati, a nostro avviso dobbiamo saperlo all'inizio dell'articolo, di conoscere tutti gli emendamenti: quali sono quelli secretabili, quali meno. Ciò perché riguarda la responsabilità di ogni singolo parlamentare, dopo, valutare il proprio voto anche sui primi emendamenti che stiamo affrontando oggi. Dunque, noi non possiamo lavorare non sapendo come si svolgeranno i lavori di questo articolo – non stiamo parlando di tutto il provvedimento – dunque veramente chiederei che venga sospesa l'Aula finché non venga riunita la Giunta per il Regolamento per capire quali sono veramente gli emendamenti per i quali può essere richiesto il voto segreto in modo che tutti i gruppi e tutti i singoli parlamentari possano votare e poter prendere delle decisioni in merito su tutto il provvedimento.

  PRESIDENTE. Allora, relatore Bragantini, la Presidenza ha preso atto di tutti gli emendamenti di questo articolo e si prende la responsabilità di quello che sta facendo. Su questi emendamenti non ci sono dubbi quindi noi stiamo facendo qualcosa di cui abbiamo contezza. Dunque, ritengo che sia adesso utile cominciare con le votazioni. Allora andiamo avanti.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signora Presidente, io vorrei segnalare un problema che probabilmente sorgerà: uno degli emendamenti su cui è stato chiesto il voto segreto è l'emendamento Toninelli 1.22. Ragionevolmente l'1.22, con delle tempistiche magari di discussione, si arriva quasi a trattarlo.
  Però le chiederei: con quel numero noi vorremmo oggi e adesso avere una certezza di cosa succederà anche perché credo che nel momento in cui venga o accantonato o ci sia un rinvio ne debbano derivare conseguenze anche per emendamenti analoghi che trattano la medesima materia, per cui io credo sia opportuno che prima di mettere in votazione qualsiasi emendamento venga fatta chiarezza anche su questo punto.

  PRESIDENTE. Si, deputato Crippa, a questo punto mi è chiaro, ne ho già parlato con il presidente Sisto, quando noi arriveremo al punto vedremo se ci sarà da richiedere un accantonamento di questo emendamento. Posso cominciare ? Bene.
  Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Scotto 01.07 sul quale la Commissione ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, il parere del Governo è conforme mentre vi è il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, contrario del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, il senso di questo articolo premissivo è duplice. Abbiamo presentato questo articolo premissivo con una duplice funzione, la prima funzione è quella di cercare di smontare l'ipocrisia regnante e anche un po’ fastidiosa di chi usa i giovani a fini propagandistici, come fossero oggetti da mettere in vetrina, da appoggiare là, utilizzati da persone che invece non hanno mai la generosità e il coraggio di lasciare lo spazio anche e soprattutto alle giovani generazioni. L'altra funzione che vorremmo perseguire con questo emendamento è quella di cercare di colmare un vuoto, quell'abisso che c’è fra i giovani e le istituzioni, permettendo già ai diciottenni di poter essere candidati ed eletti alla Camera dei deputati perché, vedete, per paradosso, rischiando di andare a costruire un Senato che otterrebbe, otterrà la partecipazione e la presenza anche di consiglieri regionali – per essere elette ed eletti in consiglio regionale è sufficiente la maggiore età – non vediamo per quale motivo debba rimanere il principio che Pag. 19presso la Camera dei deputati non possano essere elette o eletti ragazze e ragazzi di diciotto anni. Vedete, colleghe e colleghi, tutti riflettiamo sempre, un secondo dopo le tornate elettorali, circa l'astensionismo e circa la disaffezione feroce, dettata anche da una rabbia di pancia delle giovani generazioni rispetto alla decisione di non partecipare al voto, quindi di boicottare anche le tornate elettorali. Io penso che dare cittadinanza politica all'interno delle istituzioni, all'interno proprio della politica stessa delle Camere anche più alte di questa nazione alle ragazze e ai ragazzi significa come un po’ chiamarli ad assumersi la responsabilità del loro futuro e magari ogni tanto provare a dirgli che possono anche contare qualcosa. Con questo riusciremo a battere quel muro di diffidenza che si è costruito nel tempo per colpa delle classi dirigenti che mal hanno curato la classe dirigente futura. Dall'altro per cercare invece di aprire un ponte rispetto al futuro e rispetto alle giovani generazioni. Vedete, in tempo di elezione del nuovo Presidente della Repubblica, tutti andiamo cercando un Pertini, tutti andiamo citando frasi più o meno affezionate e sonore rispetto a quello che diceva Pertini. Nel discorso che fece Pertini l'ultimo dell'anno nel 1978, disse alla nazione che i giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e anche di altruismo. Io penso che faremo un buon servizio al ricordo e al romanticismo dato che tutte e tutti qui, più o meno in maniera trasversale, ci sentiamo legati agli insegnamenti che quel grande Presidente della Repubblica ci ha lasciato, cercando di andare a ricostruire il perimetro di quell'area che per le giovani generazioni si chiama futuro e che per noi potrebbe essere un gesto di generosità e coraggio, gesti che fino ad oggi abbiamo mancato e non ci siamo dimostrati così tanto generosi e coraggiosi nei confronti delle giovani generazioni. Vedete, non c’è nulla di più squallido e brutto nel vedere che vengono utilizzati i giovani, a volte anche i giovani e le donne, a fare da cornice al palco intorno al leader che parla. Io penso che questo sia un periodo di storia che debba essere concluso e quindi secondo me dobbiamo finalmente spalancare le porte delle istituzioni, anche di questa istituzione, ai giovani e far sì che anche noi avremo costruito un qualcosa per far sì che i muri di questa società vengano abbattuti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, il mio intervento sarà breve. Innanzitutto, come premessa, indico che il mio gruppo voterà favorevolmente a questo articolo premissivo e, come spiegazione, indico semplicemente il fatto che in Italia il problema giovani è un problema enorme. Da un primo punto di vista è un problema di disoccupazione, li abbiamo visti ieri i dati ISTAT che danno i giovani fra i 15 e i 24 anni ad una soglia di disoccupazione che non ha eguali dal 1977 nel nostro Paese, motivo per cui oggi noi non dovremmo trattare una riforma costituzionale che non serve a nessuno, che non dà un solo posto di lavoro non ai giovani ma neppure ai meno giovani e che di conseguenza porta a un accentramento del potere nelle mani di pochi, ma di questo parleremo successivamente.
  Ma il problema giovani riguarda anche la distanza dei giovani dalla politica. Abbassare a diciotto anni la possibilità di entrare in Parlamento alla Camera dei deputati significa probabilmente dare un aiuto importante ai giovani, formale e sostanziale, ad intervenire nella vita politica nazionale.
  Non votarlo significa non solo disinteressarsi che il 44 per cento dei giovani è disoccupato, ma disinteressarsi che il futuro politico italiano possa essere anche messo in mano loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

Pag. 20

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, un intervento molto breve. Vede, questo articolo premissivo, che in sostanza vorrebbe che l'elettorato passivo fosse riconosciuto anche a chi raggiunge la maggiore età, secondo il nostro ordinamento, è un articolo assolutamente logico in linea di principio, e noi voteremo a favore. Certo, è quello che ci fa riflettere sulla incongruenza di fare le riforme costituzionali senza sapere qual è la legge elettorale perché, mentre trovo assolutamente necessario equiparare la possibilità di votare, quindi l'elettorato attivo con l'età necessaria per poter essere eletti, cioè l'elettorato passivo, il dubbio mi rimane quando non so come vengono eletti i deputati, se cioè dipende dalla scelta di un capo partito o se dipende dai cittadini, perché fa molta differenza.
  Io credo che un diciottenne può avere la fiducia degli elettori perché ne riconoscono il valore, la capacità, la giovinezza proiettata a un dato di equilibrio e di intelligenza, ma ho il timore, viceversa, che, se tutto dipende dalla scelta di una persona, possano interferire altre valutazioni – e non parlo solo di nepotismo – di qualunque altro genere.
  Per cui, noi voteremo a favore ma sperando che, alla possibilità di offrire anche ai diciottenni la possibilità di essere eletti, si accompagni una libertà più grande, quella da offrire a tutti i cittadini italiani, di poter scegliere loro i propri rappresentanti e non affidarne la scelta a pochi, o addirittura a uno per partito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, la mia è una richiesta di metodo: siccome alcuni di noi voterebbero a favore dei diciotto anni per l'elettorato passivo, ma non si trovano assolutamente d'accordo sui sedici anni dell'elettorato attivo, se si può procedere alla votazione per parti separate, di modo che potremo dare il nostro voto favorevole alla seconda parte dell'articolo premissivo.

  PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, per favore, mi specifica la richiesta con riferimento al testo ?

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, a pagina 3, premettere il seguente articolo: articolo 01 (Elettorato attivo e passivo dei giovani): All'articolo 48, primo comma, della Costituzione è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Il diritto di voto per l'elezione dei consigli comunali è riconosciuto ai cittadini che hanno compiuto il sedicesimo anno di età».
  Conseguentemente, dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente, che è quello che concerne i diciotto anni.
  Noi non voteremmo a favore della prima disposizione, ma voteremmo a favore della seconda. In effetti, sono due cose diverse, non sono due cose collegate.

  PRESIDENTE. Allora, accogliamo questa sua richiesta.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signora Presidente, se si vota per parti separate voglio modificare il mio parere e, per quanto riguarda la prima parte, confermare il parere contrario; per quanto riguarda la seconda parte intendo trasformare il parere in favorevole, anche se onestamente non riesco a comprendere perché in questa formulazione sia indicata la data di indizione dei comizi elettorali, mentre in tutte le altre leggi, che sono state varate, era il giorno stesso delle elezioni. Dunque, c’è una piccola discrasia per quanto riguarda l'ordinamento delle leggi elettorali.
  Poi, vorrei motivare il perché del parere favorevole. Con questa riforma si andrebbe a creare un non senso, dove nella Camera «bassa», la Camera dei deputati, si potrebbe entrare solo a 25 anni, mentre al Senato, che dovrebbe essere il Senato dei saggi, degli anziani, si può entrare a 18 anni. Non vorrei che nel Pag. 21famoso «Patto del Nazareno» qualcuno abbia voluto garantirsi di diventare senatore con tanti giovani di fianco e vicino. Questo sarebbe molto grave.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Presidente, intervengo per associarmi all'onorevole Bianconi, a nome del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, per la votazione per parti separate della proposta emendativa in esame.

  PRESIDENTE. D'accordo, va bene.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla prima parte dell'articolo premissivo Scotto 01.07, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza Toninelli, con il parere contrario del relatore di minoranza Matteo Bragantini, e con il parere favorevole del relatore di minoranza Quaranta.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capezzone, Folino, Giorgio Piccolo. Chi altro deve votare ? Di Lello. Hanno votato tutti ? Sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  478   
   Votanti  475   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no    375.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla seconda parte dell'articolo premissivo Scotto 01.07, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza Toninelli, Matteo Bragantini e Quaranta.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giorgio Piccolo, Gallinella, Monchiero, Pesco, Greco. Chi altro deve votare ? Artini. Ci siamo ? Chi non ha votato ? Artini; ecco, ha votato. Ci sono tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  485   
   Votanti  481   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no    337.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Dadone 01.040.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente. Prima di descrivere la ratio della proposta emendativa a prima firma della mia collega Dadone, c’è da fare una doverosa premessa.
  Una premessa perché comunque questo articolo premissivo si inserisce nell'impianto di una rilevante legge costituzionale che va quasi a distruggere il concetto di Costituzione che era emerso dall'Assemblea costituente. Questo disegno di legge costituzionale è stato pensato male e scritto male anche da un punto di vista tecnico, e questo denota l'assoluta incompetenza tecnico-legislativa di questo Governo.
  D'altra parte, Presidente, nell'Assemblea costituente avevamo giuristi e filosofi come Calamandrei, Croce, Dossetti, La Pira, e ora abbiamo Boschi, Verdini, Renzi e Berlusconi, capisce che il raffronto è un po’ difficile da fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).Pag. 22
  E soprattutto, Presidente, che dire degli scambi al limite del penalmente rilevante sulla legge costituzionale e sull'elezione del Presidente della Repubblica, e della legge elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quel mercimonio immondo tra voti a favore e salvacondotto giudiziario non solo per Berlusconi – e questo sarebbe il meno – ma per tutta una serie di grandi evasori e frodatori fiscali, nel silenzio inconsistente, ed anche un può complice, Presidente, sia del Presidente della Repubblica che del Ministro della giustizia Andrea Orlando, un Ministro purtroppo politicamente inesistente in questo momento, giacché ancora non abbiamo sentito una parola sul famoso articolo 19-bis (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Facendo questa doverosa premessa, doverosa per l'etica e la morale per la quale siamo qui in quest'Aula, andiamo a descrivere cosa afferma la nostra proposta emendativa. Questa riforma costituzionale ci è stata spacciata, ovviamente da abili comunicatori, come una riforma necessaria per non pagare più i senatori. C’è un altro modo per evitare uno spreco di risorse pubbliche per lo Stato: ad esempio, basterebbe diminuire della metà lo stipendio e le indennità di deputati e senatori e avremmo un risparmio ancora maggiore, ma ovviamente questo non è di interesse.
  Ma visto che si parla di numeri e dell'abbassamento del numero dei senatori, con questo articolo premissivo chiediamo semplicemente di diminuire non solo il numero dei senatori, ma anche il numero dei deputati, in modo tale da avere un Parlamento di totali 500 parlamentari, ovvero 350 deputati e 150 senatori. Infatti, l'Italia è il Paese con uno dei rapporti di numero dei parlamentari per popolazione più elevato. Gli Stati Uniti hanno un parlamentare ogni 583 mila abitanti, ovviamente non vogliamo somigliare agli Stati Uniti, che hanno un sistema statuale federativo molto diverso dall'Italia, ma ad esempio anche la Germania ha una proporzione di uno a 118 mila, la Spagna di uno a 74 mila e la Francia di uno a 71 mila; noi invece abbiamo un rapporto all'incirca di uno a 64 mila abitanti. Quindi, la nostra proposta indica in 350 il numero dei deputati e in 150 quello dei senatori, permettendo al nostro Paese di convergere verso i livelli di rapporto numero parlamentari per popolazione molto simile a quello tedesco. Coerentemente con tale idea, si ritiene possibile sopprimere la disposizione concernente la circoscrizione estero, circoscrizione che ha portato notevoli guai anche di natura penale, considerate le molte inchieste che riguardano le modalità di votazione dei deputati della circoscrizione estero, che hanno portato anche all'arresto di un parlamentare della scorsa legislatura eletto nella circoscrizione estero.

  PRESIDENTE. Concluda, deputato Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Ed è per questo motivo che chiediamo il voto favorevole all'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Dadone 01.040, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie, e con il parere contrario del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  481   
   Votanti  467   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no    364.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 23

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Presidente, vorrei fare una richiesta a quest'Aula. Siamo all'indomani di un attentato drammatico, un atto terroristico vile, come lei ha ricordato molto bene questa mattina. E abbiamo fatto bene, come Aula, a unirci tutti a un Paese importante, democratico, come la Francia, e a unirci alle famiglie dei giornalisti di Charlie Hebdo.
  Alle ore 18 è convocata a piazza Farnese una manifestazione, fra gli altri promossa dalla Federazione nazionale della stampa. Vorrei chiedere a lei e a quest'Aula se non fosse opportuno, per una mezz'ora, alle ore 18, interrompere la seduta, poi riprendendola e anche continuando oltre l'orario previsto, per poter consentire ai parlamentari di partecipare ad una manifestazione che noi riteniamo molto importante (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Scotto. Lei sa che oggi io stessa, con i quattro Vicepresidenti, mi sono recata all'ambasciata francese, proprio per portare la nostra solidarietà direttamente all'ambasciatrice. Detto questo, adesso mi faccia valutare la sua richiesta: mi riservo di fare anche un giro di valutazioni con i gruppi e poi le farò sapere.
  Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Bianconi 01.038, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie e il parere contrario del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Visto che una grande battaglia, che era stata condotta, ha dato i risultati che ha dato, noi siamo dell'opinione di azzerare la situazione e rivisitarla, evitando gli scandali che sono stati «messi fuori» la scorsa legislatura, le strane elezioni e le strane votazioni. È nata male, bisogna rifare tutto da principio, e, anche in via di trasparenza, per noi è doveroso azzerare questa situazione.
  D'altro canto, non solo per noi, perché vi erano altri, che poi hanno ritenuto opportuno – non so perché – ritirare il medesimo emendamento; però, non sono del patto del Nazareno, e quindi non ho cognizione delle cose private.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Bianconi 01.038.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  486   
   Votanti  457   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no    342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Toninelli 1.1 e Civati 1.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, questo emendamento chiede chiaramente la soppressione dell'articolo 1 del testo della riforma, cioè della corrispondente modifica dell'articolo 55 della Costituzione. La richiesta di soppressione segna politicamente qual è la posizione del MoVimento 5 Stelle, che è di netta e assoluta contrarietà a questo provvedimento.Pag. 24
  Vado a spiegare i motivi, limitatamente a questo articolo, per cui siamo nettamente contro questa riforma. Il primo l'ho già accennato: siamo di fronte ad una crisi occupazionale senza precedenti. Si può dire, purtroppo, che in Italia si muore di disoccupazione, sia i giovani, che i meno giovani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  In questo momento noi stiamo trattando una riforma che non serve a nulla, se non a scambiarsi il potere e a trasformare una democrazia parlamentare, come dice la Costituzione, in una vera e propria dittatura del capo. E non dite che è sbagliato, perché è tecnicamente corretto: con una legge elettorale ipermaggioritaria e con la trasformazione dell'assetto istituzionale dell'organo costituzionale Parlamento da bicamerale a monocamerale, significa che il Governo si mangia il Parlamento e di conseguenza diventa il dominus totale dell'assetto istituzionale nazionale, nominando il Presidente della Repubblica e nominando organi di garanzia, quali i giudici della Corte costituzionale o del Consiglio superiore della magistratura. Voi state facendo questo per garantirvi il potere assoluto negli anni a venire, mentre fuori i giovani, i nostri figli, probabilmente, a causa vostra, non avranno un futuro.
  Contemporaneamente, non contenti, al Senato che state facendo ? State discutendo di soglie di sbarramento, state discutendo di clausole di entrata in vigore della legge elettorale a giugno o a dicembre del 2016. Ma vi rendete conto, in un momento come questo, quali sono le priorità che la maggioranza «estesa», perché la maggioranza che ha i voti in questo Parlamento, fuori dal Parlamento, ha i voti anche di Forza Italia... Cioè, voi state obbligando questo Parlamento a trattare materie di cui alla gente non frega nulla. Non frega nulla, perché non hanno alcuna ripercussione positiva sulla vita delle famiglie, dei cittadini italiani e, aggiungo, delle piccole e medie imprese, di cui voi ve ne fregate totalmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Fatta questa breve premessa, andiamo a monte di tutto. Il signor Renzi, a gennaio, indicava quali fossero le motivazioni della riforma costituzionale, principalmente due: la farraginosità e la complicatezza dell'iter parlamentare, della procedura che porta all'iniziativa legislativa e la trasforma in una legge, e i costi del Parlamento, in particolare, in questo caso, del Senato. Io riporto semplicemente dati statistici, non pareri od opinioni, neppure di natura politica. Renzi parlava di un miliardo in diretta televisiva, un miliardo di euro di risparmio con le sue benedette riforme istituzionali. Peccato che, circa un mese e mezzo fa, il Ministero ci ha indicato, su richiesta del MoVimento 5 Stelle, quali sono gli effettivi risparmi in termini assoluti di questa riforma. Sono 42 milioni di euro, 42 milioni di euro contro un miliardo. Vi rendete conto di quanta propaganda, becera e fasulla, è stata fatta su queste riforme che non portano alcun tipo di risparmio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Passiamo alla complicatezza e a quella farraginosità dell’iter legis, partendo da un esempio, il più eclatante, ovverosia dal lodo Alfano, approvato da ambedue le Camere in soli ventuno giorni, una «legge schifezza», poi dichiarata incostituzionale, che avete approvato. Perché ci mettete tanto ? Dico voi, perché noi siamo qualcosa di differente. Quando non c’è accordo e c’è la debolezza politica delle maggioranze e del relativo Governo, che fate ? Non vi mettete d'accordo e, quindi, trovate strumenti auto-ostruzionistici per non approvare le leggi. Infatti, lo sappiamo perfettamente, Presidente: la prassi oramai è che esiste sostanzialmente un monocameralismo, perché la seconda Camera, nella seconda lettura, interviene solo laddove ci siano dei problemi politici; se non ci sono, la seconda Camera ratifica quanto approvato dalla prima.
  Sa qual è, Presidente, una delle tante leggi le quali questo, grazie a Dio, bicameralismo ha permesso, grazie a più tempi e più riflessione, che fossero bloccate ? È una legge di questi signori, sulle intercettazioni, che andava a limitare le Pag. 25intercettazioni, approvata velocemente in una Camera, e ritirata, grazie al cielo, grazie alla seconda lettura di un bicameralismo paritario sollecitato – e concludo – perché l'opinione pubblica ha obbligato questi signori, perché perdevano voti e perdevano consenso, a ritirarla. In questo assetto politico attuale il bicameralismo ci aiuta. Voi lo state ammazzando per i vostri beceri obiettivi di potere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente, intervengo per sostenere questi identici emendamenti e per spiegarne le ragioni.
  Questa riforma c’è stata spiegata e venduta come il superamento del bicameralismo paritario. Insieme a questo, avevamo tutto il corollario di propaganda: maggiore efficienza, semplificazione e costi, di cui ha parlato anche il mio collega Toninelli.
  Ora, sul superamento del bicameralismo paritario, vi è un ampio consenso, io credo, nel Paese e nel Parlamento. Si poteva fare il superamento del bicameralismo paritario: ci sono metodi che si potevano banalmente copiare, che sono già nel mondo, presenti e funzionanti.
  Ne cito due velocemente. Si poteva semplicemente diversificare le funzioni delle Camere, diminuire il numero dei parlamentari in maniera proporzionale tra Camera e Senato ed assegnare funzioni diverse, quindi, magari la fiducia alla Camera e un ruolo di forte controllo al Senato. Oppure si poteva, invece, pensare ad un altro tipo di bicameralismo, non paritario, quello ad esempio sul modello tedesco, in cui si mettono al centro il federalismo e il regionalismo, quindi non si tolgono poteri alle regioni, come fa questa riforma costituzionale, ma si coinvolgono nel Governo nazionale anche i Länder, ovviamente con l'idea che al Senato siano rappresentate le istituzioni e non il ceto politico locale.
  Ora, invece, qui abbiamo di fronte a noi una terza e originale proposta, che è il metodo Renzi, che non esiste in nessun Paese del mondo, che è fatto in questo modo. Io invito tutti i deputati che sono presenti qui, a leggersi l'articolo 1. Non troverete una sola funzione esclusiva del Senato in questo modello, cioè il Senato, sostanzialmente, non ha poteri specifici. Troverete invece una serie di formulazioni, che vi vado a leggere, del tipo: «il Senato concorre a», «il Senato esercita funzioni di raccordo», «il Senato partecipa alle decisioni». Devo dire che il testo è stato ulteriormente peggiorato in Commissione alla Camera, perché le poche funzioni che il Senato aveva, per non avere dubbi e per non correre rischi, sono state tolte.
  Allora io mi chiedo: a cosa serve questo Senato ? Perché stiamo votando questa riforma costituzionale ? Ho provato a dare delle risposte. Occorreva dare un contentino alle regioni, visto che gli si tolgono contemporaneamente poteri, per cui si fa il Senato delle autonomie, ma si tolgono poteri alle regioni. Bisognava, forse, fare un Senato di questo genere, perché ci si rendeva conto che il Senato non può essere il dopolavoro di qualcuno e non può essere il dopolavoro dei consiglieri regionali o dei sindaci (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Io invece vi do un'altra risposta. Infatti il signor Renzi, il Presidente del Consiglio Renzi, che fino ad oggi si è contraddistinto, appunto, per l'efficienza e il taglio dei costi, avrebbe potuto semplicemente pensare ad un sistema monocamerale. Perché non ha pensato ad un sistema monocamerale ? Io mi sono dato una risposta, che è il combinato disposto tra questa riforma e la legge elettorale. Perché con un sistema monocamerale non avremmo potuto certamente fare una legge elettorale che dà il 55 per cento dei seggi ad un partito e perché l'unico vero scopo di questa riforma non è la riforma del bicameralismo perfetto, ma è il rafforzamento dell'Esecutivo, con il voto a data certa, con una Camera sola che dà la fiducia e, appunto, con la legge elettorale.Pag. 26
  Allora, perché sia chiaro e resti agli atti, noi non siamo contrari alla riforma del bicameralismo perfetto, siamo contrari a sistemi che vanno verso un rafforzamento dell'Esecutivo senza, però, le garanzie dei sistemi presidenziali – addirittura – e siamo contrari a un Senato che di fatto non esiste e a un monocameralismo di fatto. A questo noi siamo contrari e per questa ragione sosteniamo la soppressione dell'articolo 1 (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente. Intervengo per sottolineare ulteriormente, se ve ne fosse bisogno, la posizione della Lega Nord, che voterà a favore di questo emendamento. Esattamente come i colleghi che mi hanno preceduto, che hanno espresso la posizione del loro gruppo, anche la Lega Nord è più che favorevole al superamento del bicameralismo perfetto, tanto è vero che fu proprio la Lega Nord quella forza politica che propugnò tale superamento nel 2006 con la famosa riforma denominata «Devolution». Pertanto – ci mancherebbe altro –, non abbiamo certo intenzione di rinnegare adesso quello in cui abbiamo sempre creduto e che abbiamo anche poi concretamente realizzato nei fatti.
  Ma quello che è stato detto prima negli interventi che mi hanno preceduto ci trova sostanzialmente d'accordo, perché purtroppo noi vediamo una situazione nella quale sostanzialmente ci si trova di fronte non al superamento del bicameralismo perfetto, ma alla creazione di un monocameralismo, tra l'altro centralista, il che è sostanzialmente la fine di venti, venticinque anni di attività politica che ha visto il proprio centro, che ha visto come proprio motivo fondante il tentativo di far sì che in Italia si sviluppasse un sistema federalista.
  È vero che il Senato così trasformato diventa una sorta di ectoplasma privo di qualunque potere effettivo. Ed è altrettanto vero – lo sappiamo tutti – che non è certamente in questo Senato, in questa Camera, che non si capisce bene quali funzioni avrà, che le regioni, le autonomie, gli enti locali – insomma le comunità – potranno vedere riconosciuti i propri diritti e potranno vedere riconosciute le proprie prerogative, che comunque erano già costituzionalmente previste e garantite.
  Noi veramente non riusciamo a capire come è possibile che coloro che nel 2006, negli anni precedenti, si alzavano in piedi indignati, urlando in qualche modo anche allo stupro della Costituzione vigente, alla violenza fatta nei confronti di ciò che avevano realizzato i padri e le madri costituenti, oggi, invece, stiano sostanzialmente zitti di fronte a quello che sta avvenendo. Io mi ricordo nel 2006 anche cosa organizzò la cosiddetta società civile per far sì che il famoso referendum sulla Devolution venisse bocciato. Oggi, di fronte all'onda renziana, di fronte a questa necessità quasi da parte di tutti di stare zitti, chinare il capo e obbedire in modo così cieco al volere del capo, ci troviamo, invece, di fronte a un silenzio assurdo.
  Voi lo sapete – colleghi non soltanto del Partito Democratico, lo dico anche purtroppo ai colleghi di Forza Italia – quello che sta avvenendo con questa riforma costituzionale e quello che voi state facendo alle regioni e quello che voi state facendo alle legittime e alle mai sopite esigenze di autonomia del comparto degli enti locali. Lo sapete tutti, sapete perfettamente che questa non è una riforma che permetterà allo Stato italiano di lanciarsi nel nuovo millennio – anche se ormai è passato qualche anno da quando questo è iniziato – con una capacità di resistere in modo anche veloce a tutte le crisi che ci sono state e che sicuramente ci saranno ancora.
  Non è in questo modo che lo Stato italiano potrà giocare un ruolo da protagonista nello scenario internazionale.
  Lo sapete benissimo e malgrado questo, per un accordo i cui contenuti ancora nessuno, tranne pochi eletti, conoscono – mi riferisco naturalmente al patto del Nazareno – vi piegate anche voi e fate sì Pag. 27che quella Costituzione che voi avete sempre detto di amare, di tutelare, di difendere, perché era la Costituzione nata dall'antifascismo, perché era la Costituzione per la quale parecchi italiani erano morti, oggi invece la state vedendo morire e non dite assolutamente nulla, perché Renzi e Berlusconi si sono incontrati nel patto del Nazareno.
  Io pertanto, di fronte a questo, non posso fare altro che prendere atto di come le condizioni cambino, di come i valori si possano piegare di fronte alle esigenze ed alle contingenze politiche, ma non sarà certamente – e concludo, signora Presidente – una battaglia di fronte alla quale la Lega Nord chinerà tranquillamente il capo, come state facendo voi del Partito Democratico e di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, io annuncio il voto favorevole sugli emendamenti soppressivi dell'articolo 1 da parte del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Certo mi rendo conto perfettamente che è difficile che questo Parlamento voti questo emendamento, che comporterebbe il venir meno di questa conclamata riforma costituzionale.
  Pur tuttavia, pur non avendolo presentato questo emendamento, proprio per non voler essere troppo velleitario, credo che le ragioni per cui si debba almeno sostenere di votarlo siano evidenti: Presidente, questa riforma è una riforma che peggiora il quadro istituzionale e non mette mano all'unica riforma che l'80 per cento almeno degli italiani reputa indispensabile, quella dell'elezione diretta da parte dei cittadini del Capo dello Stato.
  Ho persino sentito – sia pure forse come paradosso, non voglio attribuirgli valutazioni politiche – il collega del partito di SEL, che ha parlato qualche minuto fa, dire che a questo provvedimento sarebbe stato meglio sostituire una riforma di tipo presidenzialista.
  Detto dagli amici di SEL è proprio un paradosso. Vuol dire proprio che il giudizio su questa riforma, da destra come da sinistra, è un giudizio estremamente negativo, perché non si è avuto il coraggio di fare nulla. Si dice che si toglie il bicameralismo, ma si mantiene ancora equivoco il ruolo che il Senato ha. Si dice in qualche modo che viene meno un problema di numeri, ma non viene meno un problema di numeri.
  In realtà si peggiora l'attuale situazione, creando anzi più confusione rispetto all'iter attuale. Mentre l'iter attuale, bene o male, di questo bicameralismo, che non ci piace, è molto semplice e molto chiaro (quando lo si spiega ad un ragazzo di 18 anni non ci vuole molto a dire: «La legge, per essere approvata, deve essere votata sia dalla Camera che dal Senato»), solo per spiegare l'iter di formazione di una legge, secondo questa riforma avremmo bisogno di professori universitari che se la siano studiata bene o di un parlamentare che abbia seguito i lavori parlamentari (in proposito: siamo in pochi o sono in pochi).
  Pertanto, Presidente, come conseguenza, io intendo votare questo emendamento per dire: «Riparliamone, ripensiamoci». Lo dico soprattutto al centrodestra, che ha nel proprio programma – amici di Forza Italia, amici del Nuovo Centrodestra ed anche della Lega – l'elezione diretta del Capo dello Stato.
  Come si fa a sostenere questa riforma, che neanche ha preso in considerazione l'ipotesi di dare più potere ai cittadini e di toglierlo alle conventicole, ai partiti o peggio allo strapotere dell'Esecutivo, come deriva da questo articolo 1 ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, io vorrei portare all'Assemblea una riflessione. Abbiamo approvato in fretta e furia la cosiddetta riforma di Pag. 28abolizione delle province, che non sono state abolite. L'unica abolizione che si è avuta è stata l'elezione da parte dei cittadini. E anche con questa riforma non si abolisce il Senato, come ventilato ai quattro venti dal Primo Ministro, dal suo Governo e dai suoi parlamentari, o almeno da una parte dei suoi parlamentari, ma si abolisce l'elezione del Senato. Quindi, si riduce ancora di più il controllo dei cittadini sulle istituzioni. E in più la struttura che si è data a questa riforma mette nelle mani del Governo un potere assoluto perché, con il combinato disposto con la legge elettorale che state approvando al Senato, avete la maggioranza assoluta e, quindi, il Parlamento ratificherà semplicemente le decisioni del Governo, se non addirittura del Primo Ministro. Riflettete bene, quindi, sul portare avanti ancora questa riforma oppure no. Faccio appello alle vostre coscienze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente, prima di poter discutere di questa legge, in realtà, dovremmo decidere se si può in quest'Aula addirittura presentare una riforma costituzionale di tal fatta. Infatti, alla luce della sentenza della Corte costituzionale, in realtà questo Parlamento è totalmente delegittimato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siamo in un Parlamento in cui ci sono parlamentari, fra i quali ovviamente ci siamo anche noi del MoVimento 5 Stelle, ancor di meno degli altri però, che occupano questi posti in maniera illegale, Presidente. E la conseguenza, come dicono molti commentatori, poteva essere solo quella di andare subito a nuove elezioni con la legge elettorale uscita dalla Corte costituzionale e non stravolgere la Costituzione per far vedere al grande abile comunicatore che sta facendo qualche cosa.

  PRESIDENTE. Concluda, per favore.

  ANDREA COLLETTI. Se fossimo davvero persone che ci tengono a questo Paese, dovremmo chiedere tutti quanti al Governo di ritirare l'abominio di questa legge costituzionale e non rimanere in silenzio per paura di elezioni anticipate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, io vorrei replicare alle molte critiche che ho sentito qui dentro, intanto dicendo al collega Colletti che, se lui ritiene di essere qui delegittimato nell'esercizio del suo mandato, ha una via molto semplice per togliersi dall'imbarazzo. Noi ci sentiamo legittimati dalla sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale che ha stabilito che questo Parlamento è pienamente legittimato, come peraltro abbiamo sentito in numerose audizioni nel corso dei lavori della I Commissione, nel lavoro che sta svolgendo. Togliete questo argomento dai vostri interventi perché siete smentiti dalla prima sentenza della Corte costituzionale dell'anno scorso.

  GIANCARLO GIORGETTI. Le convalide !

  EMANUELE FIANO. Cosa c’è ?

  PRESIDENTE. Prego, prego, deputato Fiano.

  GIANCARLO GIORGETTI. Le convalide !

  EMANUELE FIANO. Mi dà lo spunto il collega Giancarlo Giorgetti che stimo molto. Ho ascoltato con interesse l'intervento del collega Invernizzi che ha citato l'abitudine dei colleghi del Partito Democratico a chinare il capo e a obbedire. Devo dire che questa critica viene da un partito che, per anni, ha osannato una strana ampolla di acqua del Po come fosse una divinità (Applausi dei deputati del Pag. 29gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Invece di esercitare l'uso della critica politica sui termini e nel merito delle questioni, ha governato questo Paese per molti anni per portarlo nella situazione in cui è e, quindi, non accolgo la critica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Vengo, invece, ai colleghi Toninelli e Quaranta, anzi prima al collega Toninelli, il quale ha sostenuto la tesi, peraltro molte altre volte sostenuta, che la riforma che noi stiamo tratteggiando, in particolare l'articolo 1, sta disegnando, in combinato disposto con una legge elettorale, che è quella che in corso di discussione al Senato la Repubblica, un sistema per il quale noi stiamo affidando ogni e qualsiasi potere al futuro Governo figlio di una legge maggioritaria.
  E ha citato tre esempi, i quali vorrei rapidissimamente confutare. Ha citato l'esempio dell'elezione del principale organo di garanzia del sistema repubblicano, che è l'elezione del Presidente della Repubblica. Come voi tutti sapete, la Commissione parlamentare affari costituzionali ha riportato l'elezione del Presidente della Repubblica ai tre quinti dei votanti a partire dalla nona votazione e, quindi, con una maggioranza che supera la maggioranza raggiungibile dalla lista che vincerà le elezioni secondo lo schema di legge elettorale che si sta votando. Quindi, la prima condizione che qui è stata citata è confutata.
  La seconda condizione citata è quella dell'elezione dei giudici della Corte costituzionale di nomina parlamentare: anche in quel caso, noi parliamo di un quorum elettivo che non è cambiato rispetto alla situazione stante e, anzi, la Commissione affari costituzionali ha riportato l'elezione alle Camere riunite – sempre parlando in questo caso – dei tre quinti dei componenti e, quindi, di una maggioranza superiore alla maggioranza che deriverà dalla lista che avrà vinto le elezioni.
  Infine, è stato citato, come elemento negativo dell'ipotesi che questa riforma che stiamo discutendo produca il risultato di una maggioranza e di un Governo che governi senza il Parlamento, il voto a data certa: ma il voto a data certa produce, entro un tempo certo, un'attività parlamentare. Non esiste in questo disegno di riforma costituzionale nessuna attività legislativa che potrà scavalcare l'attività legislativa parlamentare: sarà il Parlamento della Repubblica, la Camera dei deputati a fare le leggi. Non è vero quello che state dicendo. Agli italiani che ci stanno ascoltando voi state raccontando bugie, perché nessuna delle prove che avete portato a spiegazione della tesi che volete dimostrare – e, cioè, che stiamo costruendo un sistema antidemocratico –, nessuna di queste ragioni è vera.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EMANUELE FIANO. Noi non stiamo producendo un sistema nel quale governerà da solo l'Esecutivo: stiamo, anzi, rinforzando le ragioni della democrazia parlamentare, vogliamo una democrazia più efficiente, più decidente a favore del cittadino. Non è affatto vero il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, noi, alcuni di noi, io voterò a favore di questo emendamento e, per riprendere l'accalorata difesa del collega Fiano, vorrei ricordare un dato obiettivo: se un'Assemblea la elegge il popolo e la mattina dopo la eleggono 700 signori, che ne scelgono 75 al loro interno, lo spazio di democrazia obiettivamente, anche in fase quantitativa, è uno spazio ridotto, non è certo aumentato.
  E non mi negherà il collega Fiano che, se i consiglieri regionali eleggono i consiglieri regionali, un po’ di sindaci e, poi, magari, il Presidente, con potere medievale, impalma un po’ dei suoi amici, anche la rappresentanza un pochino ne sarà Pag. 30toccata, subirà qualcosa; oppure è la stessa cosa che far votare 50 milioni di italiani ? Perché qui, una volta, la sinistra diceva che in Russia c'era la libertà, ma sono passati quei tempi: la verità non si può più controvertere in questa maniera, non si può più ribaltare.
  Voi riducete gli spazi di democrazia e gli spazi di rappresentanza e aumentate la confusione, perché fate del Senato un dopolavoro e a questo dopolavoro gli date la possibilità di chiudere e rendere impossibile ogni variazione costituzionale: perché saranno 51 di quei 100 che decideranno se la Costituzione si cambia o non si cambia. Quindi, togliete la rappresentanza, togliete la democrazia, aumentate la confusione e date più potere alle lobby: non è questa la riforma che doveva essere fatta.
  In più, c’è l'imbroglio degli imbrogli: il Presidente della Repubblica è eletto dai tre quinti e la maggioranza dei tre quinti è superiore alla maggioranza che si otterrebbe dalle elezioni.
  Collega Fiano, questo alla Camera, ma al Senato ? Sic stantibus rebus, al Senato, quanti saranno di quei cento che saranno omologhi alla maggioranza che governa qui ? E, allora, i tre quinti sono una presa in giro, sarà sempre un partito solo che farà il Presidente della Repubblica, dopo avere fatto il Presidente del Consiglio. Abbiamo un Presidente del Consiglio che vuol contare lui solo; quindi, non è vero che ci sarà l'Esecutivo, ci sarà un uomo solo al comando che farà le leggi per tutti, perché, se le leggi, la prossima volta, il Parlamento le deve fare come ci state facendo fare questa, siamo stanchi di essere presi in giro, noi e gli italiani (Applausi di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, volevo replicare al collega Fiano, invitandolo, magari, a consultare i deputati del suo partito che fanno parte della Giunta per le elezioni, perché, durante un ciclo di audizioni informali, sono stati auditi diversi costituzionalisti, all'interno della Giunta per le elezioni, per capire come poter applicare la sentenza della Corte. Allora, ci tenevo a ricordare che alcuni di questi della maggioranza, nonché anche quelli della minoranza, hanno sancito, eventualmente, una legittimazione tecnica, ma non politica, segnalando però dei problemi reali di surroga e di premio abnorme della maggioranza. Ancora oggi, nei casi in cui dobbiamo sostituire dei deputati che, per ragioni diverse, decidono di rimettere il proprio mandato, con che cosa, con quale legge noi andremo ad applicare la successione ? Un audito, addirittura, ha detto: non vi azzardate a modificare la Carta costituzionale. Gli auditi erano tutti autorevoli costituzionalisti.
  Nella sentenza si diceva che tutto vale sino a nuove elezioni. Ecco, forse voleva dire che dovevamo fare una legge elettorale che fosse costituzionale, prima di mettere la mano a una riforma costituzionale, con un provvedimento legittimo e un Parlamento legittimo e non con dei problemi così grandi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente, la discussione si sta facendo interessante ed è interessante anche l'impostazione che ha dato il collega Fiano. Il collega Fiano sa bene qual è la sensibilità istituzionale di una forza come SEL che non dirà mai che il Parlamento è abusivo, che non dirà mai che questo consesso non è abilitato a fare le riforme, ma, allo sesso tempo, vorrei dire al collega Fiano che abbiamo bisogno di ristabilire la verità dei fatti. Questa riforma non concederà più poteri al Parlamento, per la semplice ragione che questa riforma è ispirata sostanzialmente ad una idea di dominio della maggioranza sul resto del Parlamento e sulle opposizioni che si frantumeranno sempre di più, all'indomani della futura legge elettorale di cui lei parla.

Pag. 31

  PRESIDENTE. Concluda, deputato Scotto.

  ARTURO SCOTTO. E aggiungo: il voto a data certa non è mica una concessione che viene fatta dal Governo nei confronti delle istanze dell'opposizione; il voto a data certa viene messo dal Governo, per cui stiamo parlando di una misura che rafforzerà il potere esecutivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Grazie Presidente, nella certezza di creare clamore, scalpore, perché una berlusconiana «doc» intende sottoscrivere questo emendamento, lo sottolineo lo stesso e procedo nel giustificare le motivazioni che mi spingono, appunto, a sottoscrivere e a votare a favore di questo emendamento. Molte motivazioni sono state espresse.
  Io ritengo, pur essendo convinta della necessità del cosiddetto patto del Nazareno laddove è letto nella sua lettura originaria, ovvero la necessità di dare a questo Paese delle riforme, delle riforme concrete, delle riforme che servano al futuro del Paese, quindi una riforma costituzionale che, sebbene concordi con il collega Toninelli, non è quella che mette il cibo nei piatti dei cittadini – ed è quello che oggi necessiterebbe –, credo che questa riforma disattenda completamente lo spirito del patto del Nazareno, che era uno spirito innanzitutto di incontro, di negozio. Qui, invece, vi è una sorta di imposizione di una riforma elettorale.

  PRESIDENTE. Concluda, deputata.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Ma soprattutto, questa riforma elettorale non va assolutamente, non consegue i fini detti dal Premier, Matteo Renzi, all'inizio, ovvero non pone fine al bicameralismo perfetto.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Concludo. Soprattutto, non porta al risparmio, perché, in realtà, non viene abolito il Senato, ma viene abolita la democrazia. E io siedo in questo Parlamento grazie a Berlusconi, che è il fautore della democrazia grazie al consenso degli elettori (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Toninelli 1.1 e Civati 1.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Polverini, Giorgio Piccolo, Saltamartini, Librandi, Alli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  488   
   Votanti  487   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rigoni, ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo al testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente. Questo emendamento, che costituisce un testo alternativo rispetto a quello presentato dal Governo, è la testimonianza del senso di responsabilità del gruppo MoVimento 5 Stelle all'interno di questo Pag. 32provvedimento. È evidente e corretto dire tecnicamente che siamo di fronte ad un provvedimento schifezza. Tecnicamente noi l'abbiamo chiamato «schiforma». I motivi sono già stati ampiamente detti: la falsità delle motivazioni che hanno portato alla riforma del Senato e le complicazioni che esso comporta. Nonostante ciò, noi avremmo tranquillamente potuto astenerci dal partecipare a qualsiasi lavoro del Parlamento, appunto perché questa riforma non è per niente migliorabile: una schifezza non la si può migliorare. Ma siccome abbiamo intenzione di rettificarla, con senso di responsabilità abbiamo depositato un testo alternativo, e questo ne rappresenta il primo articolo. Il punto nodale che contrasta con l'articolo 1 del Governo è l'elezione diretta dei senatori. Le affermazioni di poco fa del collega Fiano sono sconcertanti, non trovo altro modo. Io penso che abbiano operato un lavaggio del cervello a membri del Partito Democratico in grado di affermare che questo provvedimento non limita gli spazi democratici. Dite che il Senato non è più elettivo, o meglio decidete, come avete deciso, che i senatori sono eletti da politici, come avete fatto per le province: consiglieri eletti che eleggono altri consiglieri e che diventano consiglieri provinciali l'avete venduta come l'abolizione delle province. Oggi fate la stessa cosa con il Senato: dei consiglieri regionali si nominano tra di loro o nominano dei sindaci. Nominano, si nominano, si autonominano tra di loro: politici che nominano politici. E sapete questi signori che cosa vengono a fare a Roma ? Decidere sulle riforme costituzionali, sulla legge elettorale, sui referendum popolari, cioè sull'ossatura della democrazia su cui poggiano le istituzioni repubblicane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Detto questo, che è un fatto scritto e voi l'avete scritto, affermare che non si riducono gli spazi democratici ha della follia. Nell'articolo alternativo che noi presentiamo, Presidente, affermiamo ovviamente che entrambe le Camere devono essere elette a suffragio universale diretto. È inammissibile tecnicamente, giuridicamente, razionalmente e umanamente pensare... e mi metto nei panni della signora, del cittadino che passa qua fuori, che se fermiamo e gli chiediamo nella totale non conoscenza della materia costituzionale, se per loro è normale che un non eletto dai cittadini decida se modificare la Costituzione, la legge elettorale, sul referendum popolare, evidentemente non ci sarebbe un solo cittadino a dire «si, è normale». E voi, nonostante questo, lo state facendo, ma non l'avete detto in campagna elettorale perché se voi aveste portato questa riforma in campagna elettorale sareste quanto meno, come minimo, dimezzati all'interno del Parlamento. Andate a spiegare in campagna elettorale cosa realmente volete fare.
  Noi vogliamo l'articolo 1 della Costituzione, che dice che la sovranità appartiene al popolo; c’è un sovrano, signori, in questo Paese: è il popolo e il popolo è la democrazia e questa Aula dovrebbe essere la rappresentazione della democrazia e voi di questa Aula – del Senato – non ne fate più la rappresentazione ma ne fate politici nominati da altri politici e non dite più, per amor proprio e amor della nazione, che non si tratta di una restrizione della democrazia.
  Noi inseriamo in questo emendamento anche uno di quelli che riteniamo essere i modi per far riprendere questo Paese ed è un metodo che noi abbiamo, e ne parleremo successivamente, definito di trasparenza, che abbiamo chiamato «5 stelle» per cui è fondamentale che in tutti i processi, tra cui anche i processi di nomina e di scelta di figure istituzionali importanti ci siano procedure di trasparenza. Io penso che questo emendamento, ripeto Presidente, rappresenti l'enorme senso di responsabilità in cui i membri del MoVimento 5 Stelle oggi siedono in questo Parlamento cercando di rettificare e non migliorare, perché non è possibile, questa pessima anzi schifosa riforma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 33
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle, della Lega Nord e Autonomie e di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Villecco Calipari, Gianni Farina, Giuliani, Giancarlo Giordano, Sorial, Fregolent, Carnevali...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  475   
   Votanti  474   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no    355.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan, ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Allora colleghi, con riferimento alla richiesta del presidente Scotto di consentire una breve pausa, io accolgo questa richiesta con una sospensione dalle 18 alle 18,30 e subito dopo noi riprenderemo i nostri lavori fino alle ore 21. Quindi, adesso andiamo avanti fino alle 18 e alle 18 in punto noi sospendiamo per riprendere alle 18,30.

  CELESTE COSTANTINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Scusi signora Presidente, ma è proprio materialmente impossibile andare a piazza Farnese e rientrare. Se lei consente una sospensione, è per partecipare alla manifestazione sennò è del tutto evidente che noi non ci andiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle). Allora, almeno un'ora dalle 18 alle 19, ma mezz'ora significa mezz'ora per poter stare lì in piazza.

  PRESIDENTE. Ma, deputata Costantino, il presidente Scotto ha chiesto mezz'ora, non è che ha chiesto 40 minuti o un'ora. Io ho risposto alla sua richiesta di mezz'ora e quindi a questa io mi attengo.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, io le pongo una riflessione su questa sospensione, nel senso che da più parti c’è un desiderio di partecipare a questa manifestazione. Allora, la proposta che io mi permetto di integrare per vedere di trovare una soluzione pure logistica e sostenibile per consentire di partecipare ai tanti colleghi che hanno questo desiderio e che hanno espresso questa volontà e che la sua sensibilità peraltro ha accolto, di sospendere per un'ora ma di procedere poi fino alle 21,30. Quindi poi si recupera.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, vede, l'equivoco nasce dal fatto che lei è nata in una regione del nord-Italia, il collega, che è di Napoli e che ha chiesto mezz'ora, intendeva mezz'ora alla napoletana, dalle 6 alle 6,30, poi alle 7 (Commenti)... anche il siciliano, anche il siciliano.

  PRESIDENTE. Deputato La Russa, è buona questa !

  IGNAZIO LA RUSSA. Alle 7 si aspetta, alle 7,30 si ricomincia. Quindi la mezz'ora, se è elastica, va benissimo. Era un titolo di merito, non era mica un'offesa. Tutto là.

  PRESIDENTE. Diciamo che con questa mediazione del deputato La Russa non Pag. 34posso che convenire sull'elasticità, quindi diamo un tempo più adeguato e direi che facciamo un'ora, però poi si va avanti: quindi dalle 18 alle 19. A questo punto, essendo le 18 meno tre minuti, sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 17,57, è ripresa alle 19,10.

  PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione è stato da ultimo respinto il testo alternativo dell'articolo 1 del relatore di minoranza Toninelli.
  Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Dadone 1.3.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, cosa succede ? Chi non riesce a votare ? Presidente Brunetta ? No ? Ecco, ha votato. Chi altro deve votare ? Stanno entrando i colleghi. Prego, colleghi, siamo in votazione; affrettatevi. Chiudo la votazione ? Un secondo, che stanno arrivando i colleghi. Allora, diamo un attimo di tempo ai colleghi... prego, velocemente. Lì sopra... Massa, deputato Massa. Allora, forza colleghi, siamo in votazione; affrettatevi. Ci siamo ? Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  383   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no    291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Iacono e D'Incecco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, D'Incà, Locatelli, Dellai, Di Salvo. Ci siamo, colleghi ? Schirò... la collega qui davanti. Spessotto. Forza, che siamo in votazione. Labriola. Chi non riesce a votare ? Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  408   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no    305.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Quaranta 1.5, sul quale vi è l'invito al ritiro o il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie Presidente. Con alcuni emendamenti a questo articolo abbiamo iniziato a elencare le criticità e la contrarietà che stiamo ponendo a questa riforma, che non è assolutamente la riforma che avremmo voluto, però Sinistra Ecologia Libertà, come ha fatto in Commissione, anche in Aula vuole provare a dare un contributo rispetto all'impianto che è stato proposto dal Governo.
  L'emendamento Quaranta 1.5 è uno sforzo e un contributo vero che mettiamo a disposizione non nell'ottica dello stravolgimento del disegno di riforma, ma provando invece a mantenere l'impianto del Governo, addirittura rafforzando il Pag. 35modello di quello che viene definito il Senato delle autonomie. Ecco perché manteniamo la definizione della Camera come nel testo originario del Governo, in cui la Camera dei deputati è quella titolata al rapporto di fiducia e alla funzione di indirizzo politico, mentre il Senato esercita la funzione di raccordo tra lo Stato, le regioni e le città metropolitane. Dovrebbe avere, a nostro avviso, una funzione di controllo costituzionale sui disegni di legge in discussione alle Camere e anche di merito sulle leggi regionali ritenute dal Governo in contrasto con gli interessi nazionali di altre regioni. I senatori – e questo è un punto dirimente per noi, su cui ritorneremo nel corso di tutto l'esame del provvedimento – a nostro avviso non devono essere nominati, ma devono essere eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori, e sono senatori di diritto i presidenti delle giunte regionali e i presidenti delle province autonome di Trento e di Bolzano. Sono criteri a nostro avviso oggettivi e non frutto della discrezionalità.
  È in base a questo che diventa importante attribuire al Senato delle funzioni delicate, come noi proponiamo all'interno di questo emendamento, come appunto vigilare sul corretto esercizio delle nomine pubbliche, sull'attuazione e sull'efficacia delle leggi, sull'attività di tutte le persone fisiche che ricevono retribuzioni a carico delle finanze pubbliche.
  Infine, concludo con la parte che secondo noi è la più delicata di tutte, nel senso di un assetto istituzionale, così come è stato pensato, ma non proposto da questo Governo, in cui il Governo della Repubblica, quando ritiene che una legge approvata dal consiglio regionale ecceda nelle competenze della regione o contrasti con gli interessi nazionali o con quelli di altre regioni, può promuovere la questione di legittimità davanti alla Corte costituzionale o quella di merito per contrasto di interessi davanti al Senato della Repubblica entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione. In caso di dubbio è la Corte che decide di chi sia la competenza.
  Questi ci sembrano degli elementi di buon senso che vanno a modificare nell'ottica giusta questo provvedimento. E concludo dicendo che magari ci avrebbe fatto piacere che il Ministro Boschi fosse presente a questa discussione, vista la delicatezza della riforma che stiamo affrontando (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 1.5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sarti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  443   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no   333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 1.10, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, il parere contrario del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, questo emendamento è un po’ il cuore del problema. Siamo contrari alla Camera di secondo grado. Riteniamo – ritengo io e qualche amico di questo gruppo – che, se vi è una Camera, là vi deve essere un'elezione diretta. Noi vogliamo che vi sia suffragio universale. Le dico subito che io sono un monocameralista, quindi io sono Pag. 36per l'abolizione del Senato, da sempre, ma, se due Camere devono essere, siano elette tutte e due.
  Togliere pezzi di democrazia con la scusa della semplificazione è un artifizio non nuovo e segue una filosofia che negli anni Cinquanta e Sessanta era seguita dai partiti-Stato, per cui il partito regolava tutto, e anche le assemblee di secondo grado venivano regolate attraverso i meccanismi interni di partito. Non mi dilungo, perché non voglio fare polemiche.
  Via via che il partito è sempre stato meno Stato e più partito politico, l'assemblea di secondo grado è stata ritenuta una cosa residuale, meno questo ritorno di fiamma che abbiamo avuto con le province e adesso con questo Senato, che è veramente un monstrum, un ircocervo incredibile.
  Faccio anche presente che non è vero che questo Senato di secondo grado sostituisca la Conferenza Stato-Regioni, perché questa è la vulgata che tirano fuori per giustificarlo. La Conferenza Stato-Regioni è un rapporto fra esecutivi, il Governo che parla con le giunte regionali, e insieme trovano le intese di governo secondo una leale attività di collaborazione istituzionale.
  Nel Senato ci vanno i consiglieri regionali: quindi, non i rappresentanti degli esecutivi, ma i rappresentanti dei consigli, che non sono portatori degli stessi interessi di cui sono portatori gli esecutivi regionali. Quindi, si crea un nuovo conflitto di competenze, che rende più complicato il procedimento, perché il Senato delle regioni sarà pieno di sindaci, che sono l'esecutivo dell'amministrazione, eletti dai consiglieri regionali – non è uno scherzo, è proprio così ! –, e poi vi saranno i consiglieri regionali, che saranno giocoforza – perché chi lo ha fatto lo sa – in opposizione con le giunte. La dialettica consiglio-giunta nei consigli regionali e nelle regioni è ormai storica. I presidenti di regione ci saranno soltanto come consiglieri.
  Quindi abbiamo creato un monstrum, perché ? È molto semplice, perché c’è una tendenza pacifica di questo Esecutivo di restringere gli spazi di democrazia, c’è una tendenza pacifica di questo Esecutivo di controllare tutto lo scibile. Non è che abbiamo rottamato le burocrazie, abbiamo rottamato le burocrazie che facevano comodo e le abbiamo sostituite con le nostre burocrazie. Renzi non è che ha abolito le burocrazie, ha abolito la gente delle burocrazie (Applausi di deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), perché il segretario se l’è chiamata da Firenze, quell'altro da Prato, tutti di casa sua, ma le burocrazie sono identiche, anzi sono più a sua disposizione e così qui.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MAURIZIO BIANCONI. Ma guardate che i desiderata di Renzi si incrociano perfettamente con i desiderata dei poteri finanziari che vanno scrivendo ovunque – ovunque ! – che è finita l'epoca della democrazia parlamentare ed è iniziata l'epoca degli Esecutivi che si devono rapportare con il potere liberale, loro dicono «liberale», della finanza e delle banche. Quindi, il disegno è chiarissimo: abolire il potere della rappresentanza assembleare della democrazia parlamentare, per incentivare quello dell'Esecutivo e dei poteri finanziari. Questo è il disegno, e questo disegno bisogna stroncare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, il MoVimento 5 Stelle voterà a favore di questo emendamento, per il fatto che ripristina il rispetto dell'articolo 1 della Costituzione, per il quale la sovranità appartiene al popolo, e afferma che anche il Senato, insieme alla Camera, verranno eletti a suffragio universale e diretto, cioè dai cittadini, e in secondo luogo perché ripristina quel bicameralismo. Prendo spunto, Presidente, per cercare di sfatare quella vulgata per cui solo in Italia vige questo bicameralismo totalmente paritario. Prima perché sostanzialmente, lo abbiamo Pag. 37già detto, di fatto siamo di fronte, nella sostanza, ad un monocameralismo, per cui solo una Camera effettua le modifiche sulle iniziative legislative, e la seconda Camera porta, eventualmente, solo minime rettifiche, se non approva semplicemente. Negli altri Paesi dove vige un bicameralismo differenziato, la seconda Camera ha dei poteri effettivi, perché se voi vi ispirate – o meglio, dite di ispirarvi – alla seconda Camera tedesca, al Bundesrat, dite una balla colossale, perché il Bundesrat, innanzitutto, viene eletto con un'elezione di secondo grado, nel senso che ci sono i membri dei governi territoriali ad andare in quella seconda Camera e a portare le istanze del territorio con vincolo di mandato. Voi cosa è che fate ? Fate l'assurdo di dire i senatori non rappresentano la nazione, ma comunque sono senza vincolo di mandato, ma che cosa significa questo ? È una contraddizione totale. In Germania, come stavo dicendo, Presidente, il Bundesrat nelle materie che riguardano l'ambito territoriale – si tratta di governi che rappresentano effettivamente, con vincolo di mandato, gli enti territoriali – in quelle specifiche materie, ha un potere effettivo nei confronti dell'altra Camera. Qui, invece, che cos’è che fate ? Create un Senato che non vale più nulla – se avevate realmente coraggio, lasciatemelo dire, a questo punto potevate tranquillamente abolirlo –, che ha un minimo potere monitorio, un minimo potere di veto inutile nei confronti della Camera che avrà il potere assoluto. Diciamocelo chiaramente non è il Senato il problema, è quello che diventa la Camera, che diventa il centro esecutivo di quello che dice il comitato direttivo, cioè il Governo, ribaltando l'impianto costituzionale.
  Faccio un altro semplice esempio. Anche in Gran Bretagna c’è questa seconda Camera. Questa seconda Camera su determinate materie importanti se pone il veto sulle decisioni della prima Camera, quelle iniziative legislative si bloccano. Qui il Senato non conta nulla, può avere potere monitorio e la Camera se ne può tranquillamente fregare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, chiedo scusa se lei un po’ mi cerca nel mio banco e un po’ nel banco dei nove...

  PRESIDENTE. Mi cambia posto ogni tanto.

  IGNAZIO LA RUSSA. Il problema è che è molto affollato di deputati dello stesso gruppo, non è colpa mia. Però, non ha importanza: anche qui in piccionaia abbiamo la possibilità di parlare.
  In questo caso parlo a favore di questo emendamento. È un emendamento che dice una cosa semplice, ovvero che tocca ai cittadini eleggere i parlamentari. Sembra di un'ovvietà incredibile eppure noi stiamo facendo una riforma in cui i parlamentari non sono eletti dai cittadini. Credo che sia veramente un grande passo avanti verso la democrazia. Era attesa da lunghi anni quest'innovazione epocale, in base alla quale torniamo praticamente al Medioevo: sono i signori che decidono chi è parlamentare, chi è vassallo o qualcosa del genere. A noi sembra che basterebbe questo per bocciare questa riforma che, ripeto, per me – lo dirò in tutti gli interventi – è carente nel momento in cui neanche prova ad esaminare la richiesta che viene dal popolo di avere una Repubblica presidenziale, un Presidente eletto direttamente dagli italiani.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 1.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, con il parere contrario del relatore di minoranza Pag. 38della Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Greco, Tartaglione, Dieni, Lainati... Tripiedi ha votato... chi altro manca ? Nessuno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  462   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no   347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 1.9, su cui c’è il parere contrario della Commissione e del Governo, e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, in realtà l'emendamento è abbastanza semplice. Con questo emendamento andiamo a ripristinare il corretto principio bicameralista. Alcuni, e in primis l'attuale Presidente del Consiglio, sottintendono che il bicameralismo sia un rivale della democrazia. Peccato che lo stesso Presidente del Consiglio abbia un concetto personale di democrazia, concetto personale di democrazia che si avvicina, più che ad una liberaldemocrazia, ad una democrazia di tipo autoritario.
  In questo caso, però, bisogna anche specificare che, come in tutte le riforme che impattano sulla Costituzione, il problema non è semplicemente il bicameralismo paritario o il monocameralismo. Il problema centrale di queste riforme sta nell'equilibrio dei poteri e l'equilibrio dei poteri si denota tra diversi poteri costituzionali, tal quali diversi organi costituzionali e, quindi, non solo Camera e Senato, ma Parlamento, Presidenza della Repubblica, Corte costituzionale e Consiglio superiore della magistratura.
  La nefasta legge costituzionale, in realtà, oltre ad incidere sul cosiddetto bicameralismo paritario, va ad incidere e a scardinare l'equilibrio dei poteri.
  È proprio lì il punto in cui questa riforma è più pericolosa: va a scardinare l'impianto liberaldemocratico della nostra Costituzione.
  In realtà il vero problema non è in sé il bicameralismo, è lo spropositato ricorso alla decretazione d'urgenza da parte di Governi, di partiti e anche di colleghi parlamentari, che ritengono superfluo e ridondante il dibattito e l'esame dei provvedimenti e ritengono altresì pericolosa, come altri organi costituzionali, l'esistenza stessa di una opposizione che vuol fare opposizione. Alcuni addirittura ritengono che l'esistenza di una opposizione che vuol fare opposizione sia addirittura un fenomeno eversivo. In realtà noi riteniamo che l'eversione sia il totale contrario, ovvero voler zittire l'opposizione e farla sembrare più una minoranza che un'opposizione parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per questo motivo noi sosteniamo il mantenimento della forma bicamerale sul piano della rappresentatività e rappresentanza repubblicana. Riteniamo, quindi, di rinvigorire tale forma novellando il testo costituzionale con il concetto di assemblea rappresentativa, quale soggetto collegiale che, in sé e nella sua collettività, detiene il carattere e il mandato rappresentativo della nazione. Ed è per questo che chiediamo il voto favorevole a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Greco, Massa, Giorgio Piccolo.Pag. 39
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  467   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no   345.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Civati 1.202, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Civati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE CIVATI. Nell'ambito della mia generale contrarietà verso questo schema di riforma, che riguarda soprattutto tre questioni che sono state sollecitate all'attenzione dell'Aula, quelle della sovranità, della rappresentanza e dell'equilibrio – valori, secondo me, costituzionali quanto altri mai –, questo emendamento in realtà è un emendamento, se vogliamo, più tecnico, che mira a rendere il testo e l'articolo 55 più lineari e meno confusi, se posso dire così, rispetto alla formulazione proposta. È un modo per mantenere una scrittura il più pulita possibile della nostra Costituzione, ribadendo che se si deve superare il bicameralismo perfetto, lo si faccia con qualità e senza creare confusione ed equivoci.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 1.202.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Greco, Tartaglione, Amendola.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  450   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no   325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Fioroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  467   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no   335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.14 su cui vi è l'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, della Commissione, il parere contrario del Governo, il parere contrario dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e il parere favorevole del relatore di minoranza di SEL.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, colleghe e colleghi, vi chiedo pochissimi minuti di attenzione. Insieme a Pag. 40molti colleghi del gruppo di Forza Italia abbiamo presentato pochi emendamenti, qualificanti, quindi con nessun intento ostruzionistico, ma un intento positivo di provare a determinare un salto di qualità, non un aggiustamento insoddisfacente del testo costituzionale, ma un salto di qualità: dal presidenzialismo ad un tetto fiscale in Costituzione al superamento dei vincoli europei.
  Questo è un punto qualificante e riguarda il Senato.
  Avete raccontato all'opinione pubblica – e noi siamo d'accordo – che occorre superare il bicameralismo perfetto, che occorre avere una Camera. Ma poi il testo, il testo della riforma non prevede questo: prevede di mantenere comunque una seconda Camera, con poteri rilevanti, appaltandola anche alle regioni, con tutto ciò che questo può determinare.
  Dinanzi a ciò c'erano due strade: la prima strada era quella dell'emendamento appena proposto dai colleghi del MoVimento 5 Stelle o proposto prima dal collega Bianconi, che era quella dell'elettività.
  Nel momento in cui la Camera respinge l'elettività, c’è l'altra via maestra, che è quella di questo emendamento, che è quella della soppressione secca e totale del Senato della Repubblica.
  Approvando questo emendamento potremo davvero dire all'opinione pubblica: «Abbiamo superato il bicameralismo perfetto, avremo una sola Camera, non avremo opachi mercanteggiamenti tra una Camera e l'altra o operazioni per le quali chi ha la maggioranza politica alla Camera dovrà andare a fare una faticosa compravendita con le delegazioni regionali al Senato, con poteri di interdizione e perfino di ricatto sulle leggi di bilancio e di spesa».
  Mi permetto di dire ai colleghi della maggioranza, che sono attenti alla comunicazione: state attenti. Quando l'opinione pubblica si renderà conto che le viene detto «aboliamo il Senato» e poi il Senato non viene abolito, sarà un grande boomerang. Per ciò questo emendamento è un'opportunità.
  Io mi rivolgo sia ai colleghi come me e come i firmatari, che vogliono abolire il Senato ed hanno l'occasione per farlo, ma anche ai colleghi che, diversamente da me, avrebbero voluto e vorrebbero un vero bicameralismo elettivo: colleghi del MoVimento 5 Stelle e tanti colleghi anche del Partito Democratico, nel momento in cui sono stati bocciati l'emendamento del MoVimento 5 Stelle un istante fa e l'emendamento Bianconi prima sull'elettività, ora vi trovate a scegliere tra avere due Camere, una delle quali non è eletta, ed invece una soluzione più limpida, più netta, che è quella di un monocameralismo vero, potendo raccontare all'opinione pubblica: «Abbiamo veramente abolito il Senato, non per finta, non ripetendo l'operazione sbagliata che è stata fatta sulle province».
  Per questo chiedo davvero con convinzione il voto alle colleghe ed ai colleghi di ogni appartenenza, al di là delle appartenenze di maggioranza o di minoranza.
  Chi avrà votato questo emendamento, potrà dire all'opinione pubblica: «Ho votato davvero per abolire il Senato, ho votato davvero per avere una sola Camera».
  Chi non lo farà, dovrà rispondere all'opinione pubblica di aver tenuto in piedi due Camere, una delle quali non elettiva e però dotata di significativi poteri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.14, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Murer, Manzi, Pilozzi, Minardo...Pag. 41
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  464   
   Votanti  455   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato   41    
    Hanno votato no   414.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Scotto 1.13, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, della Commissione, il parere contrario del Governo e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie e il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Scotto 1.13 formulato dal relatore per la maggioranza.

  NICOLA FRATOIANNI. Grazie Presidente, devo dire che tra i pochi risultati del Governo Renzi ce n’è uno che francamente non mi sarei aspettato ed è quello di farmi trovare d'accordo in quest'Aula con quello che ha appena detto l'onorevole Capezzone.
  Seppur con una diversa formulazione, anche questo emendamento interviene sullo stesso punto. Com’è noto, siamo radicalmente contrari a questa riforma che, come è stato ricordato in molti interventi e con buona pace dell'onorevole Fiano, è una riforma che produce due cose insieme: una riduzione degli spazi di partecipazione democratica – è difficile chiamare diversamente l'abolizione del diritto universale di voto per la cosiddetta Camera alta, per il Senato – e insieme una torsione autoritaria perché il rapporto tra questa riforma e la legge elettorale questo produce. C’è poco da dire. Basterebbe guardare, per dirla con un po’ di verità, alla dinamica che si sta producendo in queste ore in tante regioni d'Italia dove la discussione sulla riforma di quelle leggi elettorali nei consigli regionali va nella stessa direzione ipermaggioritaria, unita alla riduzione del numero dei consiglieri, nella quale va la discussione sull'Italicum. Bene, questa riforma produce tale risultato ed è questo il motivo per cui noi la avversiamo.
  Ma insieme a ciò, questa riforma è un misto di propaganda – la propaganda sul risparmio – e di pasticci, pasticci su un sistema che nella sua architettura, come è stato ricordato anche qui più volte e non ci torno, rischia di mettere insieme la riduzione verticale e forte dei poteri alle regioni con il proclamato Senato delle autonomie. Di fronte a tutto questo, un po’ di coerenza vorrebbe che chi ci sfida a superare la conservazione e ad avventurarci nei terreni magnifici e progressivi dell'innovazione avesse il coraggio di farlo fino in fondo e abolisse fino in fondo il Senato, magari riaprendo con coraggio la discussione sulla legge elettorale, qui sì in forma proporzionale, dando a questo Paese un sistema, non solo più efficiente, ma anche leggibile e trasparente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 1.13, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  462   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no   427.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 42

  Passiamo all'emendamento Bianconi 1.15, sul quale la Commissione ha formulato un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario, con il parere contrario del Governo, del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Deputato Bianconi, vuole intervenire ? No, bene, allora prendo atto che insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 1.15.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  459   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato   37    
    Hanno votato no   422.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato D'Alessandro ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Biancofiore 1.16, sul quale la Commissione ha formulato un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario, con il parere contrario del Governo, del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà.
  Chiedo alla presentatrice se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Biancofiore 1.16 formulato dal relatore.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Grazie Presidente, per lo stesso motivo anticipato prima dal collega Capezzone e da altri esponenti del Parlamento, non intendo assolutamente ritirare questo emendamento perché, appunto, è di fatto soppressivo del bicameralismo e, quindi, siccome, in teoria, questa riforma dovrebbe far diventare praticamente un monocameralismo la nostra democrazia, questo effettivamente non avviene e, quindi, non ritiro l'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo quindi ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biancofiore 1.16.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, D'Attorre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  464   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato   38    
    Hanno votato no   426.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario. La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto favorevole).

  Ricordo che l'emendamento Centemero 1.206 è stato ritirato.
  Passiamo all'emendamento Quaranta 1.17, sul quale la Commissione ha formulato un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario, con il parere contrario del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza. Pag. 43
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie Presidente, intervengo per annunciare, come già ha indicato lei, il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle. Questo emendamento va a trasformare le parole: «Senato della Repubblica» in: «Senato delle Autonomie». È assolutamente un emendamento di buon senso, perché se si afferma poi nello stesso articolo della riforma del Governo che il Senato rappresenta le istituzioni territoriali, mi sembra che sia più corretto affermare che siamo di fronte a un Senato delle Autonomie che a un Senato della Repubblica. Se non sbaglio, Presidente, questa è la prima versione nella quale il Governo ha presentato con una propria iniziativa legislativa questa proposta di riforma della Costituzione. L'inciso che mi permetto di fare è: iniziare a fare una riforma della Costituzione, partendo dal Governo e non partendo dal Parlamento, mi sembra il modo migliore, peggiore, costituzionalmente parlando, per riformare la Costituzione. Se poi pensiamo che questo Parlamento è eletto con una legge incostituzionale per cui 140 deputati che in questo momento sono seduti in quest'Aula solo definibili come abusivi, a maggior ragione questo Parlamento di parziali abusivi che interviene sulla Costituzione è illegittimo politicamente. Se poi pensiamo, e qui concludo, che di questi 148 abusivi c’è pure il Ministro delle riforme costituzionali dalle cui mani è partita la riforma costituzionale, cioè il ministro Boschi, il disegno drammatico è stato concluso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 1.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Raciti, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  472   
   Votanti  469   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no   346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Scuvera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Toninelli 1.22.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente. Come si evince dal testo di questo emendamento, e mi riallaccio a quanto è stato osservato dalla collega Costantino e dal collega Scotto, si fa riferimento nell’incipit ad una elezione a suffragio universale diretto con sistema proporzionale. Questo richiama la necessità di chiedere l'accantonamento di questo emendamento per consentire alla Giunta per il Regolamento che, abbiamo appreso, si riunirà prossimamente, di esprimersi in ordine alla tipologia di voto necessaria per poter sottoporre all'Aula questo emendamento.
  Quindi, io chiederei ai componenti del Comitato dei nove se ritengono di poter esprimere, come si suol dire «al volo», un parere su questa richiesta di accantonamento... vedo qua un Comitato dei nove ad hoc. Presidente, non ho il consenso del Comitato dei nove «al volo», chiedo all'Aula qualche minuto di sospensione per poter stabilire la continuazione.

  PRESIDENTE. Va bene, allora mi sembra opportuno fare una sospensione e dare la facoltà al Comitato dei nove di confrontarsi su questa richiesta di accantonamento. Pag. 44Quindi fra dieci minuti, alle 20,05, ci rivediamo in Aula. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 19,55, è ripresa alle 20,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, prendo la parola per chiedere, a nome dei relatori, qualche minuto in più, perché stiamo dibattendo un tema delicato che è quello, Presidente, degli emendamenti da accantonare in virtù di un possibile esame circa il voto segreto, una discussione non semplice. Quindi, io sono a chiedere qualche altro minuto, secondo me servirà un quarto d'ora.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, io credo che la richiesta non solo vada accolta, ma vada estesa e le faccio formale proposta di rinviare i lavori a domani mattina.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, intanto domani mattina non sono previste votazioni, quindi non possiamo rinviare a domani mattina. Quindi, eventualmente immagino che la sua proposta sia di sospendere qui la seduta e di riprenderla lunedì, quando sono previste votazioni. Questa è una richiesta formale, quindi è del tutto evidente che – lo dico ai colleghi – non posso che metterla ai voti ascoltando un oratore a favore e uno contro. Quindi, colleghi, vorrei semplicemente che voi prendeste posto e che – magari nella distrazione non ce ne siamo resi conto – c'era una prima richiesta del relatore Fiano di un quarto d'ora per consentire al Comitato dei nove di concludere i lavori, poi vi è stata una proposta diversa, che è quella dell'onorevole La Russa di sospendere la seduta in questo momento e rinviare i lavori alla prossima settimana. Essendo questa proposta la più lontana, è questa che io metterò ai voti dando prima la parola a un oratore a favore e ad uno contro sulla proposta. Chi parla a favore ?

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare a favore.

  PRESIDENTE. Lei ha già parlato.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, posso, se non c’è nessun altro ? Se qualcun altro vuole prendere la parola gliela cedo volentieri, altrimenti chiedo di intervenire, anche perché non l'ho motivata adeguatamente.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA. La ringrazio. La ragione della mia proposta risiede proprio nelle parole del collega Fiano, che dopo un'interruzione di circa un quarto d'ora ha sentito il dovere – e io lo ringrazio – di esternare all'Aula la difficoltà della decisione del Comitato dei nove ed in questi casi sappiamo tutti che 15 minuti non sono sufficienti, altrimenti l'avrebbero conclusa senza bisogno di chiedere una proroga di una decina di minuti, perché tale è, perché si sono dovuti interrompere per venire a chiedere. Per cui credo che, anziché interrompere per mezz'ora – come finirebbe con l'avvenire – o peggio costringere il Comitato dei nove a un lavoro affrettato e magari quindi inadeguato, sia più corretto, anche perché stiamo parlando della riforma della Costituzione che aspettiamo da decine di anni e questa necessità di correre incontro a che cosa, non si sa, e inseguiti da chi, non si sa, mi sembra assolutamente fuori luogo. Se c’è bisogno di tempo per discutere, Pag. 45lo faccia con tutta calma, più di quanta ce ne ha chiesto, la Commissione e il Comitato dei nove. Poi, alla prossima seduta, lavoreremo con più serenità e tranquillità.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Scotto, io devo dare la parola a chi parla contro. Ho detto uno a favore e uno contro. A favore ha parlato l'onorevole La Russa, se lei parla contro... no. Bene, allora formalizziamo che l'onorevole Scotto è d'accordo con l'onorevole La Russa. Onorevole Sisto, prima di dare la parola a lei, vorrei sapere se c’è qualcuno che parla contro la proposta o se coniughiamo le due cose insieme.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Un attimo, però. Io adesso sull'ordine dei lavori ho una proposta di rinvio sulla quale ho dato la parola a favore all'onorevole La Russa. Devo far parlare qualcuno contro e ovviamente poi chiederò qual è la sua opinione, in quanto presidente della Commissione e relatore, sulla proposta di rinvio alla prossima seduta. Poi affrontiamo altre questioni sull'ordine dei lavori. Prego, onorevole Sisto.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, un nanosecondo. Io credo che finché il Comitato dei nove è riunito non si possa votare il rinvio, perché ci sono 12-14 parlamentari impegnati nel Comitato dei nove e il cui voto potrebbe essere decisivo ai fini del rinvio.
  Quindi, io credo che questa proposta comunque non possa essere votata finché il Comitato dei nove non rientra.
  Poi il Presidente decide come crede, ma mi sembra che su questo dato...

  PRESIDENTE. Onorevole Sisto, io apprezzo molto il suo intervento. Lei sa perfettamente che, a termini di Regolamento, quando il relatore è venuto qui, a riferire sulla richiesta del Comitato dei nove, la riunione del Comitato dei nove doveva essere sospesa, perché non ci può essere concomitanza tra la riunione del Comitato e quella dell'Aula e l'Aula ha sempre...

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, le chiedo scusa ma...

  PRESIDENTE. Un attimo, presidente Sisto. E l'Aula, dicevo, ha sempre la prevalenza.
  Aggiungo anche evidentemente...

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Sisto, è così, le assicuro che è così. Quando c’è l'Aula qualunque Commissione, Comitato dei nove o qualunque altra cosa devono essere sospesi per la fase di Aula. Poi, si riprende con la riunione del Comitato dei nove.
  Quindi ora, per un fatto di cortesia istituzionale, io ho dato la parola all'onorevole Fiano, dando per scontato che il Comitato dei nove avesse sospeso i lavori in attesa che l'Aula concedesse eventualmente ulteriore tempo al Comitato dei nove.
  Ora siamo in una situazione nella quale c’è stata una proposta, che è stata formalizzata. Sono già trascorsi cinque minuti. Devo dare la parola contro a qualcuno, che ha altri cinque minuti. Il Comitato dei nove, che era al piano Aula a venti metri da qui, può tranquillamente rientrare in Aula e poi ogni singolo parlamentare, potrà assumere le sue decisioni sulla materia.
  Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Bini. Ne ha facoltà.

  CATERINA BINI. Grazie Presidente. Io mi esprimo, a nome del mio gruppo, contro la proposta formulata dall'onorevole La Russa, perché noi riteniamo che nella giornata odierna siamo rientrati Pag. 46dopo una lunga pausa e tutti abbiamo la volontà – almeno parlo per la maggioranza – di fare la discussione necessaria ma anche di approvare, in tempi ragionevoli, queste riforme.
  L'onorevole La Russa ci ha spiegato chiaramente che la sua è una proposta di rinvio per allungare i tempi, perché nel ragionamento ha detto, con chiarezza, che non c’è fretta e che alla fine non dobbiamo avere fretta. Quindi, la motivazione non è quella di dare più tempo al Comitato dei nove ma semplicemente quella di allungare i nostri lavori. A questo noi non siamo disponibili.

  PRESIDENTE. Allora, colleghi, vorrei che fosse chiaro, anche per rispetto di chi ha avanzato la proposta. Abbiamo – e vi pregherei di seguirmi – la richiesta del relatore per la maggioranza Fiano di rinviare di un quarto d'ora la seduta. Quindi, alle 20,30 dovremmo riprendere i lavori per mezz'ora, come sapete, fino a che non arriviamo alle ore 21 (ovviamente sto parlando delle due cose in contrapposizione). Dunque, respingendo la proposta dell'onorevole La Russa rimane in piedi la proposta dell'onorevole Fiano. Vorrei che fosse chiaro.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Arrivo, onorevole Toninelli. Però, adesso dobbiamo prima votare questa proposta e poi affrontiamo la questione, perché ho dato la parola ad un oratore a favore e ad uno contro. Non ho dato la parola all'onorevole Scotto e non posso darla a lei, come le è del tutto chiaro.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, ma Sisto...

  PRESIDENTE. Sisto è il presidente della Commissione ! Onorevole Crippa, ogni tanto il Presidente sa quello che fa e non ha bisogno che qualcuno gli ricordi quello che deve fare. Il presidente Sisto è presidente della Commissione e ho il dovere di chiedergli il parere su una proposta di rinvio, se lei consente, onorevole Crippa.
  Vorrei essere chiaro, però, che se alle 20,30 – siccome il Presidente ha anche una sua anzianità qui dentro e sa come vanno le cose, per rispetto anche di chi ha avanzato la proposta – il Comitato non è pronto noi rinviamo direttamente alla prossima settimana. Non è che rinviamo di dieci minuti, poi di altri dieci minuti e arriviamo alle 21 restando tutti in Aula in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  A questo punto io pongo in votazione...

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Sisto, il suo parere sulla proposta di La Russa mi pare che fosse contrario.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, quello che posso dire è che abbiamo bisogno veramente di pochi minuti.

  PRESIDENTE. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio palese.
  Passiamo dunque ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta dell'onorevole La Russa di rinviare la seduta alla settimana prossima. È del tutto evidente che, qualora venga respinta questa proposta, si accederà al rinvio chiesto dal collega Fiano.
  Colleghi, abbiamo votato tutti ? Prego onorevole Gitti, si affretti. Ministro Franceschini. La postazione del Ministro Franceschini è in blocco, va aiutato. Si è sbloccato. Abbiamo votato tutti...
  (È respinta).

  La Camera respinge per 175 voti di differenza.

  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 20,30 con le valutazioni fatte poc'anzi dal Presidente, per proseguire fino alle ore 21.

Pag. 47

  La seduta, sospesa alle 20.20, è ripresa alle 20,30.

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Do la parola al presidente Sisto per illustrarci le decisioni del Comitato dei nove.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il Comitato dei nove ha favorevolmente deliberato a maggioranza l'accantonamento dell'emendamento Toninelli 1.22 per le ragioni che ho già espresso nel mio intervento. Valuterà poi la Presidenza le ulteriori proposte emendative che risultassero precluse, meglio da accantonare, a seguito dell'accantonamento dell'emendamento Toninelli 1.22. Questo era il compito del Comitato dei nove; a lei è rimessa ogni valutazione sul seguito della discussione.

  PRESIDENTE. La ringrazio e per non venire meno ai suoi auspici avverto che, a seguito dell'accantonamento dell'emendamento Toninelli 1.22, risultano conseguentemente accantonate anche le seguenti ulteriori proposte emendative: Toninelli 1.20, 1.21 e 1.19, Costantino 1.800, D'Attorre 1.28, Dadone 1.26 e 1.31, Bianconi 1.203, Quaranta 1.33, gli identici emendamenti Dadone 1.32 e Quaranta 1.35, gli emendamenti Dadone 1.25 e 1.36, dall'emendamento Sannicandro 1.40, a pagina quaranta del fascicolo, all'emendamento Dadone 1.116, a pagina settantadue del fascicolo.
  Poi risultano altresì accantonati gli articoli aggiuntivi Lombardi 1.013 e 1.014, Toninelli 1.0204, Dadone 1.04, Lombardi 1.015, Dadone 1.05, Matteo Bragantini 1.07, Civati 1.0200, Cozzolino 1.010, Civati 1.0201, Nuti 1.016, Colletti 1.0208, Matteo Bragantini 1.08, D'Attorre 1.02, Lattuca 1.01 e Lombardi 1.011 a pagina 86.
  Adesso ha chiesto la parola, presumo sull'ordine dei lavori, l'onorevole Marazziti. Prego.

  MARIO MARAZZITI. Presidente, era solo per dire che, data la natura e il contenuto degli emendamenti accantonati, a partire dall'emendamento Toninelli 1.22, dove è evidente che il contenuto, qualora venisse discusso e poi approvato, inficerebbe una parte di tutto quello che noi stiamo votando, andremmo a votare o abbiamo già votato, penso che sarebbe opportuno arrivare in questa Camera a decidere su questo punto e tutti gli emendamenti analoghi e che variano su questo tema, perché, se si parla...

  PRESIDENTE. Onorevole Marazziti, la devo interrompere, mi scusi, perché la decisione è già stata presa, ed è l'accantonamento, affinché queste proposte siano analizzate dalla Giunta per il Regolamento. È una decisione che abbiamo già preso, presiedeva la Presidente.

  MARIO MARAZZITI. L'unica cosa che volevo aggiungere è che anche i successivi voti che potremmo andare a fare potrebbero andare a cozzare con il risultato di questa decisione.

  PRESIDENTE. Sì, ma noi qui – mi scusi, onorevole Marazziti, per capirci – stiamo stabilendo di rinviare alla Giunta per il Regolamento alcuni emendamenti sui quali è stato chiesto il voto segreto, e la Presidenza ha ritenuto di decidere sul voto segreto in ragione del supporto della Giunta per il Regolamento. Gli altri emendamenti non hanno il voto segreto, e quindi non hanno alcun bisogno di essere accantonati.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, come volevasi dimostrare, le questioni che avevamo posto all'inizio della discussione, a cui era stata data una risposta negativa, si sono ripresentate quasi al termine della discussione di questa giornata. Addirittura, dobbiamo assistere ad un maxiaccantonamento, che, nei fatti, vanifica la discussione sull'articolo 1. O si va all'articolo 2, Presidente, oppure ci si ferma. Che bisogno c’è di avere tanta fretta per chiudere una discussione in 20 minuti ? Pag. 48Chiudiamola qui e aspettiamo il responso della Giunta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Onorevole Scotto, la questione è stata...

  ARTURO SCOTTO. Stiamo parlando della Costituzione !

  PRESIDENTE. Sì, stiamo parlando della Costituzione, anche io, senza che lei esageri nelle reazioni, perché (Commenti del deputato Scotto)... onorevole Scotto, stia seduto e ascolti cosa le sta rispondendo il Presidente. La prego di stare seduto, di calmarsi e di ascoltare che cosa dice il Presidente (Commenti del deputato Scotto). Sì, glielo sto dicendo per ascoltare. Allora ascolti in piedi, però mantenendo un minimo di rispetto per la Presidenza. La ringrazio.
  La questione è stata già affrontata all'inizio della seduta, è stata già presa una decisione, è stato spiegato che per tutta una serie di emendamenti non vi sarebbe stata alcuna influenza. Questo è confermato dal fatto che abbiamo fatto alcune votazioni, abbiamo votato 19 emendamenti, sui quali non incideva minimamente questa decisione. Chiaro ?
  Peraltro, stiamo parlando dell'emendamento Toninelli 1.22, al quale, inevitabilmente, è collegata tutta una serie di emendamenti, sui quali la Presidenza era stata invitata – anche dal presidente Sisto, al quale adesso darò la parola – ad una valutazione su quali fossero quelli che, in qualche modo, erano legati alla decisione che dobbiamo prendere sull'emendamento Toninelli 1.22, e li abbiamo segnalati. Possiamo serenamente e tranquillamente andare avanti su quelli che non sono condizionati da questo. Ho risposto alla questione. Prego, presidente Sisto, e poi passiamo all'emendamento.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, le chiedo, lei che conosce risaputamente i Regolamenti forse meglio di chiunque altro, per l'esperienza specifica, se avere mutato il range della domanda, anche di seguito ad un voto dell'Aula, possa autorizzare ad una rivalutazione. Perché dico questo ? Perché l'elencazione degli emendamenti che conseguentemente risulterebbero non votabili, perché accantonati per ragioni di contenuto, e non per ragioni di materia da affidare a voto segreto, induce i relatori – ho sentito anche il collega Fiano, e quindi mi permetto anche di spendere qualche parola in suo nome – a ritenere che il numero degli emendamenti, la qualità degli emendamenti, il rinvio e l'accantonamento correrebbero il rischio di compromettere la fluidità del voto all'interno dell'Aula, e per il numero e per la rilevanza degli stessi emendamenti.
  In altri termini, questa conseguenza demolitoria, uso questo termine, del voto dell'Aula questa sera porterebbe, ad avviso dei relatori, in qualche modo, a compromettere la linearità culturale del voto. Quindi, c’è un fatto nuovo rispetto al precedente voto, che deriva dalla natura degli emendamenti che conseguentemente a questo accantonamento risulterebbero paralizzati. Dunque, io mi permetto di chiedere al Presidente, per questa ragione, non certamente per le ragioni che vivacemente sono state, sia pure nello stesso senso, sostenute dal valente collega Scotto, di valutare la possibilità di differire alla prossima seduta la prosecuzione delle votazioni, così da consentire alla Giunta di sciogliere il nodo sulla tipologia del voto. Sottoporre l'emendamento Toninelli 1.22 al voto che la Giunta che riterrà di affidare all'Aula e, dopo aver votato l'emendamento Toninelli 1.22, poter proseguire in maniera più composta alla votazione dei conseguenti emendamenti.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa, lei intende parlare, oppure pensa che è utile che parli il Presidente.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare la massima di un mio antico capo che diceva Pag. 49che quando le tue verità poi emergono sulle labbra degli altri – lui diceva degli avversari – è una doppia soddisfazione, con buona pace della collega di prima che, naturalmente con la solita superiorità morale, aveva deciso i motivi per cui io chiedevo il rinvio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Onorevole Sisto, vorrei precisare una questione, perché abbiamo l'esigenza di riportare all'esame della Giunta per il Regolamento l'emendamento Toninelli 1.22, sul quale è stato chiesto il voto segreto e la Presidenza ha ritenuta che, a differenza di altri emendamenti sui quali è stato chiesto il voto segreto, nel concederlo o meno, di avvalersi del parere della Giunta per il Regolamento. Gli altri emendamenti, pur non essendo a voto segreto, sono agganciati a questa decisione, per cui devono necessariamente essere accantonati, perché sono legati alla decisione che noi prendiamo sull'emendamento Toninelli 1.22. Per questo stavo dicendo che questo gruppo di emendamenti è comunque legato alla decisione che bisogna prendere sul voto segreto.
  Detto questo, se non vi sono obiezioni, sono pronto ad accedere alla richiesta che è stata fatta, a dire la verità, circa mezz'ora fa, dall'onorevole La Russa e che lei in questo momento riprende. Mi permetta semplicemente di dirle, onorevole Sisto, ma questo perché avremo tante ore nelle quali lavorare insieme, che la fluidità deriva anche dal fatto che non è che abbiamo saputo ora quale era la situazione. A questo punto io sono perfettamente d'accordo con lei, forse potevamo sospendere alle 20,15, senza bisogno di riprendere alle 20,30 per perdere un quarto d'ora sull'ordine dei lavori (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà). Onorevole Sisto, lo sto semplicemente dicendo in funzione di un buon andamento dei lavori.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sono ben lieto che la questione abbia comportato l'accettazione della mia proposta, però debbo dire per lealtà, e per quella correttezza che lei sempre testimonia, che non ero assolutamente in condizioni, alle 20,15, di conoscere quali sarebbero stati compiutamente gli effetti dell'accantonamento. Quando abbiamo appreso che l'accantonamento comportava una conseguenza così importante sul corso del provvedimento, con il collega Fiano lo abbiamo esaminato e ci siamo permessi, successivamente, di prospettare questa richiesta. Quindi, la ringrazio per aver accettato la mia proposta e vorrà accettare le ragioni di questa richiesta, solo apparentemente tardiva.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sisto. Prendo atto che non vi sono obiezioni alla sospensione della seduta. I lavori su questo provvedimento, ovviamente, riprenderanno la prossima settimana.

Sui lavori dell'Assemblea (ore 20,43).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che domani avrà luogo l'informativa urgente del Governo sui possibili rischi connessi al terrorismo internazionale in relazione ai tragici fatti di Parigi. Seguiranno lo svolgimento di interpellanze urgenti e la discussione generale della proposta di legge n. 2738 e abbinate – Disciplina della responsabilità civile dei magistrati (Approvata dal Senato).
  La Conferenza dei presidenti di gruppo tornerà a riunirsi nel pomeriggio di domani, alle ore 15,30, ai fini della predisposizione del calendario per il mese di gennaio.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2738 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Pag. 50

Modifica nella costituzione del Comitato per la legislazione (ore 20,44).

  PRESIDENTE. Comunico che mercoledì 7 gennaio è venuto a scadenza il turno di presidenza del Comitato per la legislazione del deputato Marcello Taglialatela.
  Ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 2, del Regolamento e sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta per il Regolamento il 16 ottobre 2001, le funzioni di presidente del Comitato per il terzo turno di presidenza sono assunte, a decorrere da oggi, giovedì 8 gennaio, dal deputato Aniello Formisano; le funzioni di vicepresidente sono assunte dal deputato Gianluca Pini, cui spetterà il successivo turno di presidenza; le funzioni di segretario restano affidate alla deputata Francesca Businarolo.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,45).

  PIA ELDA LOCATELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, vorrei commemorare brevemente la figura di Pietro Nenni, che moriva trentacinque anni fa, all'inizio di gennaio.
  Pietro Nenni è stato uno dei grandi politici del secolo scorso, un grande leader socialista, un uomo delle istituzioni e un grande giornalista. Fu oppositore del regime fascista, che lo costrinse al carcere, all'esilio e poi al confino a Ponza, un leader storico del Partito Socialista per molti anni, a cominciare dal Congresso del 1924, novant'anni fa. La sua leadership venne segnata da una scelta autonomista, sancita nel Congresso di Venezia del 1957, che avviò, appunto, la fase dell'autonomia socialista.
  Questa fase ebbe inizio l'anno dopo il XX Congresso del Partito comunista sovietico, dopo le denunce dei crimini dello stalinismo e dopo l'invasione dell'Ungheria dell'autunno dello stesso anno. Questi tragici fatti del 1956 gli aprirono gli occhi, ci aprirono gli occhi. Altri preferirono tenerli chiusi. L'autonomismo di Nenni aprì il dialogo con i cattolici e con la stessa Democrazia Cristiana, dando vita al Governo delle convergenze parallele, dopo la triste esperienza tambroniana del 1960 e successivamente al primo centrosinistra, in alternativa ai Governi centristi, di centrodestra e ai nostalgici del fascismo. Con i Governi di centrosinistra furono avviate le riforme nel nostro Paese.
  Pietro Nenni sosteneva che la politica è attività di governo della società, tesa a realizzare il bene comune, e ammoniva a non rinunciare mai ad affermare il primato della politica, gestendola come l'arte del possibile, del bene realizzabile, da preferire al meglio che non si sarebbe potuto realizzare. La politica – sosteneva – non si fa né con i sentimenti né con i risentimenti, una lezione ancora oggi valida per tutti noi.
  Non potendo raccontare tutto quanto lo rese grande, vorrei ricordarlo con le sue parole, quando da decano presiedette i lavori della prima seduta dell'VIII legislatura, parole attualissime. «Non è questo per me il momento di discorsi né per seminare il pessimismo (...) né per secondare l'ottimismo che sarebbe soltanto di maniera».

  PRESIDENTE. Onorevole Locatelli, deve concludere, gentilmente. Capisco che l'argomento le sia...

  PIA ELDA LOCATELLI. Sì, solo due righe. «Né l'uno né l'altro sentimento corrispondono del resto allo stato morale e civile del Paese che è alle prese con problemi di una gravità eccezionale». Ecco, «combattere questo stato d'animo» – diceva Nenni «è tra i compiti più urgenti dell'VIII legislatura» e io dico pure della XVII legislatura.
  Al suo funerale lo salutammo con un «Ciao Nenni», che era un saluto di un compagno durante la guerra di Spagna. Ancora oggi lo salutiamo così: ciao Nenni. Grazie (Applausi).

Pag. 51

  MICHELA MARZANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MICHELA MARZANO. Signor Presidente, solo poche parole per rendere un omaggio particolare a una delle vittime dell'attentato di ieri.
  Sono morte undici persone – lo sappiamo, se ne è parlato – e ne sono state ferite altre otto in condizioni molto gravi, ma tra queste persone ce ne era una che vorrei ricordare in maniera particolare. Si chiamava Bernard Maris, era un collega, professore universitario alla facoltà di Paris VIII, economista, un economista iconoclasta, un innamorato della letteratura, ma soprattutto era un amico. Lo vorrei ricordare perché il suo sacrificio non sia vano.
  Ha cercato di difendere fino alla fine, insieme agli amici con cui collaborava di Charlie Hebdo, quelli che sono i valori della Francia, i valori della République, che sono anche, però, i valori di ogni democrazia e di ogni Repubblica. È morto per difendere la libertà. È morto per difendere l'uguaglianza. È morto per difendere la fraternità.
  Bernard, il tuo sacrificio non sarà vano. È da ieri che circola su Internet, sui social e ovunque un hashtag: #jesuischarlie. È con questo hastag, #jesuischarlie, che noi e oggi io in particolar modo ti voglio ricordare. Sì, Bernard, «Je suis Charlie» perché è stata colpita al cuore la democrazia; «Je suis Charlie» perché non mi voglio sottomettere, come scrive lo scrittore Michel Houellebecq nel libro che è uscito – destino – proprio ieri, il giorno dell'attentato, in cui cerca di spiegare che ci si deve sottomettere e si deve accettare quello che è ineluttabile. Sì, Bernard, «Je suis Charlie» perché io non accetto che venga colpita al cuore la Repubblica, che venga colpita al cuore l'umanità. «Je suis Charlie» perché per me l'umanità non è indifferente, come scrive sempre Michel Houellebecq...

  PRESIDENTE. Onorevole Marzano, purtroppo sono costretto...

  MICHELA MARZANO. Je termine, mi scusi l'ho detto in francese, ancora questo è un omaggio. Termino.
  «Je suis Charlie», caro Bernard, perché, come diceva un altro grande scrittore francese Jean Guéhenno, noi abbiamo un dovere di resistenza. L'unico vero grande tradimento è seguire il mondo come va e impiegare lo spirito a giustificarlo: la plus grande trahison consiste à suivre le monde comme il va et à employer l'esprit à le justifier. Adieu, mon ami, adieu Bernard, que tu puisse reposer en paix (Applausi).

  MARIA MARZANA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, intervengo per sollecitare il riscontro alle mie interrogazioni a risposta scritta depositate il 9 giugno 2014, la n. 4-05064 e la n. 4-05065, indirizzate al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  Il primo atto è relativo al progetto di costruzione della piattaforma Vega B a largo delle coste di Pozzallo, la quale, oltre ad arrecare danno al mare e alle economie che da esso dipendono, non servirà né a soddisfare il fabbisogno energetico né a creare occupazione, senza contare il rischio per la sicurezza che ne deriverà, essendo l'area in cui insiste l'attività di trivellazione altamente sismica.
  Il secondo atto è relativo alla cosiddetta discarica dei veleni di contrada Bommiscuro, ubicata nel comune di Noto e ricadente nel territorio di Rosolini, contigua a diversi terreni utilizzati per la produzione agricola. In tale discarica, sottoposta a sequestro, sarebbero stati illecitamente sversati ed interrati rifiuti speciali altamente tossici e nocivi provenienti dalla zona industriale dei petrolchimici di Siracusa, Priolo, Melilli e Augusta. Ad oggi l'area non è stata ancora bonificata, nonostante i procedimenti penali, l'alta incidenza tumorale nelle zone interessate e nonostante figuri nel piano regionale delle bonifiche con alta priorità di intervento.Pag. 52
  I cittadini dei territori di Siracusa e Ragusa hanno bisogno di risposte immediate in merito a queste tematiche ambientali, perché è in gioco la loro salute, il loro presente, il loro futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Aveva chiesto la parola l'onorevole Bindi, ma, non essendo presente in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.

  LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, le balle di Renzi che non si tramutano in realtà stanno producendo diverse vittime. Le ultime sono i sette bambini della scuola materna di Sesto San Giovanni, dove sono crollati l'intonaco e pezzi di soffitto, i quali, per fortuna, dopo gli accertamenti, non sono in condizioni gravi.
  Non sono mai arrivati i 10 miliardi di euro in tre anni per rimettere a posto le scuole proclamati da Fazio, né i 3,5 miliardi di euro per rendere le scuole più sicure e rilanciare l'edilizia, ridimensionati appena due giorni dopo, nemmeno i 2 miliardi di euro di risorse disponibili nel Documento di economia e finanza di aprile.
  Dopo tre mesi, l'8 luglio, Palazzo Chigi annuncia 1 miliardo di euro, ma alla fine sono solo 110 milioni di euro che finanzieranno gli interventi di piccola manutenzione e decoro da parte di lavoratori che in pochi giorni da addetti alle pulizie si sono ritrovati, con una formazione lampo, a diventare pittori, montatori di infissi, idraulici, giardinieri, con nessuna attrezzatura a disposizione.
  Nessuno di questi interventi coinvolge la scuola materna Vittorino da Feltre. Non esiste una seria programmazione in questo Governo cialtrone. Renzi dà i soldi ai sindaci che gli scrivono la letterina. I criteri oggettivi e le priorità di intervento vanno a farsi benedire e a rimetterci sono i bambini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, mi ricollego al discorso che ha fatto il mio collega Luigi Gallo sulla questione di una scuola, a Sesto San Giovanni, che grazie al cielo non ha portato grossi danni, ma 7 bambini sono finiti all'ospedale.
  Quindi, l'invito è al Governo per cercare di evitare di fare regali di 300 milioni di euro a Bre-Be-Mi, una super grande opera inutile, o defiscalizzando pedemontana lombarda. Il messaggio che voglio dare al Governo è questo: spendiamo i soldi per garantire ai nostri figli di non ferirsi a scuola, quindi cerchiamo di rispettare i cittadini usando quei soldi per opere che servono, quindi mettere immediatamente in sicurezza tutte le scuole.
  Siamo stanchi di propaganda e siamo stanchi di vedere i nostri soldi buttati così, senza alcun rispetto, nella pattumiera.
  Quindi, cerchiamo di avere rispetto per queste persone e cerchiamo di usare i soldi dei cittadini per quello che servono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Signor Presidente, sarò brevissima. È chiaro che la questione della scuola dell'infanzia di Sesto San Giovanni ci ha colto un po’ tutti di sorpresa e ci siamo però immediatamente allertati per capire che cosa fosse successo.
  È effettivamente un fatto grave, grave perché – e ringrazio i colleghi che hanno veramente sottoposto all'attenzione il fatto – questa è stata una scuola con una grandissima manutenzione, è una scuola dove non ci sono mai state segnalazioni e Pag. 53dove, probabilmente, il crollo, a detta di chi ha fatto le ispezioni e quindi dei vigili del fuoco che sono intervenuti, è stato dovuto ad uno sbalzo della temperatura, con l'accensione dei riscaldamenti dopo il lungo tempo di freddo.
  Ora, detto questo sono cose che non devono succedere, perché se succedono in scuole dove la manutenzione c’è sempre stata e l'amministrazione di Sesto San Giovanni – perché in questo caso la competenza è comunale – ha sempre curato le proprie scuole, se queste cose succedono laddove appunto l'attenzione c’è, abbiamo e corriamo il rischio che queste cose succedano laddove le cattive amministrazioni queste attenzioni non le abbiano.
  Ora invece ben venga, io dico finalmente, dopo tanti anni di cattiva politica, che non ha guardato all'edilizia scolastica, il piano del Governo Renzi, che non solo ha già dato i soldi – li ha stanziati e li ha dati – ma che soprattutto, anche nel piano della «buona scuola», prevede la costruzione di numerosi nuovi edifici, in cui finalmente non si parli più semplicemente di edilizia scolastica, ma anche di didattica dell'apprendimento.
  Per noi la sicurezza è al primo posto, per il Partito Democratico, e questo è stato il primo grande gesto che noi abbiamo fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 9 gennaio 2015, alle 9,30:

  1. – Informativa urgente del Governo sui possibili rischi connessi al terrorismo internazionale in relazione ai tragici fatti di Parigi.

  2. – Svolgimento di interpellanze urgenti.

  (ore 15,30)

  3. – Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
   S. 1070 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BUEMI ed altri: Disciplina della responsabilità civile dei magistrati (Approvata dal Senato) (C. 2738);
  e delle abbinate proposte di legge: GOZI ed altri; LEVA ed altri; BRUNETTA; CIRIELLI (C. 990-1735-1850-2140).
  — Relatori: Leva, per la maggioranza; Colletti, di minoranza.

  La seduta termina alle 21.

Pag. 54

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 2738 ED ABBINATE

discussione generale: 7 ore e 30 minuti

Relatori (complessivamente) 30 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 12 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 18 minuti
 Partito Democratico 39 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti
 Area Popolare (NCD – UDC) 31 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti
 Scelta civica per l'Italia 31 minuti
 Lega Nord e Autonomie 31 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
12 minuti
  Minoranze Linguistiche 10 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 8 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddlc 2613-A e a.- em.pr. 01.07 I p 478 475 3 238 100 375 49 Resp.
2 Nom. em. prem. 01.07 II p. 485 481 4 241 144 337 48 Resp.
3 Nom. em. prem. 01.040 481 467 14 234 103 364 47 Resp.
4 Nom. em. prem. 01.038 486 457 29 229 115 342 47 Resp.
5 Nom. em. 1.1, 1.200 488 487 1 244 141 346 45 Resp.
6 Nom. Testo alt. articolo1 rel.min.Toninelli 475 474 1 238 119 355 46 Resp.
7 Nom. em. 1.3 402 383 19 192 92 291 41 Resp.
8 Nom. em. 1.2 422 408 14 205 103 305 41 Resp.
9 Nom. em. 1.5 444 443 1 222 110 333 41 Resp.
10 Nom. em. 1.10 467 462 5 232 115 347 41 Resp.
11 Nom. em. 1.9 468 467 1 234 122 345 40 Resp.
12 Nom. em. 1.202 467 450 17 226 125 325 40 Resp.
13 Nom. em. 1.11 471 467 4 234 132 335 40 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 18)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.14 464 455 9 228 41 414 41 Resp.
15 Nom. em. 1.13 466 462 4 232 35 427 42 Resp.
16 Nom. em. 1.15 462 459 3 230 37 422 41 Resp.
17 Nom. em. 1.16 468 464 4 233 38 426 39 Resp.
18 Nom. em. 1.17 472 469 3 235 123 346 39 Resp.