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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 355 di domenica 21 dicembre 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 18,40.

  CLAUDIA MANNINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brunetta, Capezzone, Cecconi, Cicchitto, D'Ambrosio, Pes e Gianluca Pini sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente sessantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,43).

  BARBARA SALTAMARTINI, Vicepresidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI, Vicepresidente della V Commissione. Signor Presidente, intervengo per comunicare all'Aula che la Commissione bilancio sta ancora lavorando sugli emendamenti che sono stati presentati in Commissione. Noi abbiamo bisogno ancora di un'ora di lavoro in Commissione per poter terminare le votazioni sugli emendamenti di cui ho detto prima. In tal senso, quindi, volevo informare la Presidenza per le opportune valutazioni di merito.

  PRESIDENTE. Va bene. La Presidenza prende atto della richiesta della Commissione. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 19,45. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 18,45, è ripresa alle 19,50.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali la senatrice Valeria Cardinali, in sostituzione del senatore Luciano Pizzetti, dimissionario, e la senatrice Leana Pignedoli, in sostituzione del senatore Mario Dalla Tor, dimissionario.

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Discussione congiunta dei disegni di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) (A.C. 2679-bis-B); Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017 (e relative note di variazioni) (A.C. 2680-B) (Approvati dalla Camera e modificati dal Senato).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei disegni di legge, già approvati dalla Camera e modificati dal Senato: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015); Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017 (e relative note di variazioni).
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 20 dicembre 2014.

(Discussione congiunta sulle linee generali – A.C. 2679-bis-B e A.C. 2680-B)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta sulle linee generali.
  Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza sul disegno di legge di stabilità, onorevole Mauro Guerra. Chiedo ai colleghi di liberare i banchi del Governo, per favore.

  MAURO GUERRA, Relatore per la maggioranza sul disegno di legge n. 2679-bis-B. Signor Presidente, consegnerò poi una relazione scritta e dettagliata sul testo e sulle modifiche introdotte al Senato e mi limiterò, dati i tempi consentitimi, ad alcune considerazioni. Il Governo ha proposto al Parlamento una manovra con una precisa missione: sostenere la crescita per imprimere quella svolta capace di portare il Paese fuori da tre anni di recessione ed ora da una condizione di stagnazione. Una condizione del tutto eccezionale e quindi, come è stato riconosciuto anche dalla Commissione europea, in presenza di un grande sforzo riformatore messo in campo contestualmente, tale da giustificare una maggiore gradualità del percorso volto al conseguimento del pareggio di bilancio strutturale. Nel passaggio parlamentare, Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, si sono confermati non solo i saldi ma anche l'impianto della proposta del Governo che innanzitutto inverte il modo importante il trend costante di crescita effettiva del carico fiscale e lo fa a partire dal lavoro. Sia sul versante dei lavoratori, confermando e rendendo strutturale il bonus di 80 euro mensili, sia su quello delle imprese con una pluralità di misure dall'integrale deduzione dell'IRAP della componente legata al costo del lavoro dipendente a tempo indeterminato alla decontribuzione triennale per le nuove assunzioni, quindi, con sgravi sull'occupazione e sulla buona e stabile occupazione ma anche con misure di sgravio per le spese per la ricerca e il capitale immateriale e un corpo significativo di misure a sostegno delle attività di impresa dal made in Italy fino al rifinanziamento della legge Sabatini ed altro ancora. Ma anche un disegno di legge che contiene misure di accompagnamento e finanziamento delle riforme in corso (la buona scuola, la delega sul lavoro e la riforma degli ammortizzatori sociali, la giustizia, la pubblica amministrazione, il sistema istituzionale e costituzionale del nostro Paese). Una legge che persegue anche un'altra linea di interventi di tenuta, equità e coesione sociale dal potenziamento del fondo per la non autosufficienza al fondo per le politiche sociali, passando per le politiche a sostegno della famiglia. Ma non ripeterò qui oggi quanto Pag. 3già detto in prima lettura. Mi serve questo richiamo soltanto per ribadire che non solo i saldi ma l'impianto e le scelte proposte dal Governo sono state confermate, migliorate e valorizzate con l'esame parlamentare. Per parte nostra, avevamo consegnato al Senato un testo volto a qualificare ulteriormente gli indirizzi proposti dal Governo e le modifiche introdotte alla Camera sono state tutte confermate nel passaggio nell'altro ramo del Parlamento. Avevo concluso la mia relazione in prima lettura, richiamando una serie di temi, orientamenti e impegni che erano stati oggetto di discussione e confronto ma che, d'intesa anche con il Governo, avevamo rimandato ad un più approfondito e conseguente lavoro al Senato. Al netto di una questione di metodo, che si ripropone però con forza e per l'ennesima volta e che richiede ormai, credo, misure urgenti per uniformare le valutazioni di Camera e Senato in ordine all'ammissibilità di emendamenti e modifiche, al netto di tale questione di metodo, non è stata vana la nostra discussione e non sono stati vani gli ordini del giorno presentati. Sulle principali di tali questioni sono venute infatti risposte positive dal lavoro del Senato. Penso alla tassazione sui capital gain dei fondi delle casse di previdenza e sui fondi della previdenza complementare.
  Si è intervenuti accogliendo orientamenti unanimi manifestati nel nostro dibattito e sono stati introdotti i crediti di imposta fruibili a condizione che una corrispondente quota di proventi e risultati netti di gestione siano investiti in attività di carattere finanziario a medio e lungo termine individuate con decreti del Ministero dell'economia e delle finanze.
  Ancora, in materia di IRAP, si interviene a favore delle attività senza lavoro dipendente, rimuovendo, con lo strumento, anche qui, di un credito di imposta nella misura del 10 per cento dell'imposta lorda, la penalizzazione loro derivante dal ripristino dell'aliquota di prelievo vigente nel 2013. Ancora, sulla tassazione degli utili di fondazioni ed enti non commerciali, si interviene con un credito di imposta per compensare il maggior carico di prelievo a loro imposto con effetto retroattivo sul 2014. Sul punto, forse, potrà essere utile, per il futuro, riflettere su un meccanismo analogo a quello adottato per i fondi pensione con riferimento alle risorse destinate a determinati interventi e programmi locali di interesse sociale. Rispondendo positivamente a sollecitazioni e impegni venuti con forza nel dibattito dalla nostra Commissione viene istituito un fondo destinato a concorrere al rimborso delle spese che i servizi sanitari regionali devono affrontare per l'acquisto di farmaci innovativi destinati alla cura dell'epatite c.
  Poi, sulla vicenda delle regioni e delle province, bene gli aggiustamenti intervenuti ulteriormente al Senato sulle regole del pareggio di bilancio per le regioni nell'anno 2015 e anche sui mutui che le regioni potranno accendere nel 2015. Bene anche il miliardo di euro destinato al ripristino del Patto verticale incentivato che, unito alla riduzione di obiettivi di Patto originariamente prevista per i comuni, alla sottrazione dal Patto degli investimenti di province e città metropolitane per la messa in sicurezza delle scuole ed alla rideterminazione degli obiettivi di Patto per i comuni in situazioni particolari, quali le emergenze, o in quanto enti capofila, rappresenta un insieme di misure che modifica radicalmente il peso dei vincoli di Patto sui comuni, avvicinando le condizioni per un suo superamento. Sulle province, mentre continua il percorso di riforma degli enti di area vasta, si interviene con misure volte ad un programma di salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti. Sul punto mi preme richiamare l'attenzione sulla necessità di un adeguato accompagnamento del processo di riforma, anche per garantire che siano coordinate, anche dal punto di vista temporale, le misure di riduzione delle risorse con il percorso di riallocazione delle funzioni, garantendo al contempo la salvaguardia di servizi ed attività essenziali.
  Non c’è la local tax, di questo si era ragionato; è un tema, quello del riordino della fiscalità immobiliare locale, sul quale Pag. 4è urgente intervenire, ma forse è opportuno – e per questo credo che abbiamo davanti un lavoro da fare – intervenire bene in modo ordinato ed organico su tutto il sistema della finanza locale; viste le incertezze e i passi avanti e i passi indietro fatti in questi anni su queste questioni, forse è bene avere un ulteriore spazio di riflessione per mettere mano ad una riforma e ad un intervento più organico.
  Tuttavia, il testo che torna dal Senato comprende ulteriori avanzamenti anche su altre materie già affrontate con interventi positivi alla Camera. Penso al tema dell'amianto, con un incremento dei finanziamenti per la bonifica dei siti inquinati e l'estensione, rispetto a quanto già fatto alla Camera, della platea di lavoratori esposti ai quali sono riconosciuti specifici benefici assistenziali e previdenziali. Penso ai patronati, con la riduzione ulteriore del taglio per altri 35 milioni di euro che si aggiungono ai 75 milioni di euro di riduzione già votata alla Camera. Penso al tema delle emergenze, alle misure per i territori colpiti dal sisma in Abruzzo, Emilia, Lombardia e Toscana e all'ulteriore rifinanziamento del Fondo nazionale per le emergenze. Resta qui, comunque, sempre aperto il tema della necessità di una riflessione urgente su come mettere in campo grandi risorse per un piano nazionale di messa in sicurezza del territorio; attiene alla prospettiva del futuro della prevenzione di tragedie e di costi insostenibili. È uno dei temi su cui lavoreremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, così come saremo impegnati a lavorare per altre riforme richiamate e che trovano risposte e avvio di finanziamento nella legge di stabilità.
  La buon scuola, la giustizia, la riforma della pubblica amministrazione, la riforma del Terzo settore, le riforme istituzionali e costituzionali, i decreti attuativi delle leggi delega in materia di lavoro e sulla delega fiscale. Si tratta complessivamente di un impegnativo percorso riformatore del quale questa legge di stabilità costituisce una componente essenziale che, unitamente al lavoro e all'impegno, altrettanto essenziali, volti a cambiare il segno delle politiche finanziarie ed economiche dell'Unione europea nella direzione del sostegno agli investimenti, ai consumi ed alla crescita, potrà portare, cambiandola profondamente, l'Italia, il nostro Paese, fuori dalla crisi verso una nuova stagione nella quale possano ritornare fiducia e speranza nel futuro oltre alla affidabilità e credibilità del nostro sistema istituzionale e della politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative del mio intervento (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza sul disegno di legge di bilancio, onorevole Paolo Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza sul disegno di legge n. 2680-B. Signor Presidente, molto brevemente anche perché il tempo è poco. Devo dire che non ci sono state proposte di modifica ed emendamenti proposti in Commissione, quindi mi limiterò semplicemente a fare un quadro delle modifiche introdotte al Senato e poi a dare qualche grandezza macroeconomica all'esito di queste modifiche. Tali modifiche sono state approvate durante l'esame in Assemblea e in tale sede, infatti, stati approvati due emendamenti riferiti, rispettivamente, all'articolo 2 relativo allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e all'articolo 17, recante disposizioni diverse, nonché due emendamenti riferiti alla tabella 2.
  In particolare, il primo emendamento ha inserito nell'elenco allegato allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, concernente capitoli per i quali può essere previsto il prelievo dal Fondo spese obbligatorie e d'ordine di cui all'articolo 26 della legge n. 196 del 2009, anche il capitolo 3931 di nuova istituzione relativo alle spese di contenzioso in materia di giochi e lotterie.Pag. 5
  L'emendamento riferito all'articolo 17, invece, autorizza il Ministero dell'economia e delle finanze ad apportare, con propri decreti, le variazioni di bilancio occorrenti per la ripartizione, tra le diverse finalità di spesa, delle risorse finanziarie iscritte negli stati di previsione del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ai sensi dell'articolo 19, commi 2 e 3 del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, che disciplina i proventi delle aste relative allo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra.
  Le modifiche apportate alla tabella 2 relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze hanno previsto, in primo luogo, il trasferimento di risorse dal predetto stato di previsione, per un ammontare pari a 470 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, dal suddetto Ministero a quello degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Tale trasferimento si rende necessario per tenere conto dei riflessi finanziari apportati dall'articolo 6 della legge n. 125 del 2014, che ha assegnato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale la responsabilità delle relazioni con l'Unione europea con riferimento agli strumenti finanziari europei in materia di aiuto allo sviluppo. In secondo luogo, hanno previsto il trasferimento di risorse, per un ammontare pari a 69 milioni di euro per l'anno 2015, a 66 milioni di euro per l'anno 2016 e a 64 milioni di euro per l'anno 2017, da una missione all'altra dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze al fine di garantire una migliore definizione degli obiettivi perseguiti con le risorse allocate nel Fondo per gli interventi del servizio civile nazionale.
  In seguito all'approvazione della seconda nota di variazione contenente gli effetti finanziari delle modifiche introdotte al disegno di legge di stabilità dal Senato, i totali generali della spesa in termini di competenza sono stati modificati e sono pari: a euro 847.307.874.201 per l'anno 2015, a euro 825.078.053.114 per l'anno 2016 e a euro 865.509.021.883 per l'anno 2017. In termini di cassa, sono pari: a euro 858.286.495.917 per l'anno 2015, a euro 834.415.797.209 per l'anno 2016 e a euro 874.910.441.879 per l'anno 2017.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore per la minoranza sul disegno di legge di stabilità e sul disegno di legge di bilancio, onorevole Sorial, che invece rinuncia.
  Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo si riserva di intervenire in sede di replica.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, una stabilità instabile, così mi è piaciuto chiamarla appena l'ho letta per la prima volta. Perché instabile ? Perché non stabilizza proprio nulla, si stampa nuovo denaro, si aumentano le tasse, si fa ben poco per l'innovazione e si fa poi tutto di fretta. Se i cittadini avessero in mano il dossier del provvedimento, secondo me resterebbero scioccati dagli errori rilevati dagli uffici di Camera e Senato. Non parliamo delle quantificazioni, su cui ho già discusso abbastanza in Commissione: tutte errate e con modelli differenti per le stesse misure. I calcoli fatti sugli 80 euro, ne abbiamo discusso, risultano diversi dal decreto IRPEF che li erogò l'anno scorso. Quindi si fa una misura identica, ma si usano dei modelli differenti. Non posso dimenticare quelle giornate in Commissione bilancio, due cose in particolare mi colpirono. La prima quando un nostro emendamento della Commissione attività produttive cercava di erogare 150 milioni di euro alle imprese altamente innovative, quelle imprese che stampano digitalmente, che sono le aziende che stanno spingendo molti Paesi a livelli altissimi, alla crescita del PIL, e che noi invece escludiamo. Ci sono norme, come quelle del co-funding, che in Italia non funzionano ed è semplice Pag. 6sistemarle, perché a differenza di altri Paesi in Italia per accedere al co-funding, ovvero a quelle forme di finanziamento private date da chiunque voglia partecipare a questo progetto devono vedere obbligatoriamente la partecipazione di banche o altri soggetti istituzionali, professionali e questo limita quello sviluppo che in altri Paesi invece sta portando molti, molti successi. Ebbene, quei 150 milioni di euro pur di accontentarci sono diventati 5 milioni di euro. Noi siamo contenti perché 5 milioni di euro non erano mai stati dati, neanche 1 euro avevate mai dato a queste imprese, però immediatamente dopo un emendamento della maggioranza, di un collega della maggioranza, chiedeva 24 milioni per i buoni pasto per le imprese private e glieli abbiamo dati: dopo due emendamenti. Quindi per far ripartire l'Italia dobbiamo sistemare il problema dei buoni pasto, questo è il messaggio che avete dato quel giorno in Commissione. E l'altro messaggio che mi ha fatto veramente male riguardava il mio emendamento, un emendamento che cercava di aumentare le pensioni minime da 485 a 600 euro. Avevo messo la copertura finanziaria, mi è stato detto che la copertura finanziaria non era accettabile perché toccava gli 80 euro. Gli 80 euro dovevano servire per spingere i consumi, ma chi ne guadagna 1.200, se gli diamo 80 euro non spingerà i consumi e i dati ISTAT ce lo hanno dimostrato. Chi ne piglia 480 e lo fai arrivare a 600 sicuramente li spenderà perché come si vive con 480 euro al mese oggi ? Non parliamo a Roma, ma in qualsiasi paese. Ebbene, voi l'avete bocciato e avete bocciato anche le altre coperture finanziarie presentate. Quindi ditelo che volete che i pensionati a 75-80 anni vivano con 480 euro. Ditelo, non dite che le coperture sono sbagliate, che non vanno bene, dite che non volete farlo. Abbiate almeno la coerenza e la coscienza di dire quello che le vostre azioni vogliono dire realmente. Cosa mi spaventa invece di più su questa legge ? In primis, ed è innegabile, l'aumento dell'IVA: state portando l'IVA al 25,5 per cento, così vogliamo far ripartire i consumi, aumentando l'IVA ? Ebbene le associazioni di categoria già affermano che i consumi degli italiani si ridurranno del 2 per cento, con danni incalcolabili per il commercio e per l'intera economia. I precedenti aumenti dell'IVA si sono tradotti in un boomerang per le casse dello Stato, basti pensare che solo da settembre 2011 a dicembre 2012, quando si è passato dal 20 al 21, la riduzione del gettito è stata altissima, pari a 3,5 miliardi di euro, 3, 5 miliardi di euro per effetto dei minori consumi degli italiani. Quindi voi volete far ripartire i consumi aumentando l'IVA. Complimenti, complimenti. Mi ha spaventato il passo indietro sull'IRAP, mi hanno spaventato tutti i passi indietro fatti. Oltre all'IRAP, avete ridotto i rendimenti sui fondi pensione, i dividendi delle fondazioni e dei trust. Le fondazioni le aiutiamo sempre, sono dell'entità che ci piace aiutare.
  Anche al Senato avete fatto una norma per facilitare e per ridurre le loro tasse. In più, l'anno scorso con il decreto-legge n. 133 avete detto che avrebbero pagato le banche l'IMU, avete detto a tutti che le banche avrebbero pagato l'IMU. Questo è falso: è falso perché era un acconto e oggi nella legge di stabilità stiamo pagando l'IMU perché, in mezzo a tutto questo, ci sono mancati introiti, le entrate derivanti appunto da questo acconto delle banche che non era un pagamento.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Insomma – ho finito Presidente – è una legge degna di essere comparata ad uno dei migliori film di Hitchcock. Il problema è che gli attori che rischiano la vita sono i cittadini e il problema è che questi cittadini ci pagano profumatamente per non fargliela rischiare la vita.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, Pag. 7siamo giunti alla conclusione, anche quest'anno, della legge più importante dello Stato e del Paese, la legge di stabilità e il bilancio dello Stato. A me sembra veramente paradossale che la legge più importante dello Stato, nel contesto della discussione sulle linee generali veda, come al solito, l'Aula parlamentare così deserta e poi nessuno può meravigliarsi della disaffezione da parte dei cittadini e dell'avversione nei confronti del sistema politico.
  Peggio ancora poi in riferimento al merito. La Camera aveva licenziato, con aspetti di profilo molto critico da parte delle opposizioni, la legge di stabilità e il bilancio dello Stato e, a parere di Forza Italia, al Senato, la deprecabile confusione rispetto all'organizzazione dei lavori c’è stata in riferimento, non solo alla predisposizione del cosiddetto maxiemendamento, ma in un contesto generale: addirittura nella Commissione preposta non c’è stata data neanche la possibilità di dare il mandato al relatore; per capire anche il modo confuso e approssimativo con cui il Governo ha affrontato la legge più importante del Paese. E sicuramente, se c’è un dato incontestabile è che il provvedimento licenziato dalla Camera al Senato è stato peggiorato, peggiorato soprattutto rispetto al problema delle spese, delle nuove spese e delle ulteriori spese che sono state introdotte nelle modifiche. E la responsabilità maggiore, paradossalmente, di queste modifiche che ci sono state, più che al Parlamento, risulta essere attribuita quasi per intero al Governo, che prima ha tirato fuori venti emendamenti, poi sessanta, per un totale di novanta emendamenti di spesa, in un contesto in cui critichiamo – e purtroppo non siamo i soli perché c’è anche chi critica con più autorevolezza e competenza rispetto al gruppo di Forza Italia – la stabilità in riferimento alle entrate e alla tenuta delle entrate. L'OCSE, il Fondo monetario internazionale e altri organismi europei preposti hanno dappertutto sancito che, a causa della crisi economico-finanziaria e di crescita del nostro Paese e anche della zona euro, sicuramente anche per il 2015 avremo un problema di crescita e noi costruiamo per l'ennesimo anno e per l'ennesima volta, non facendo per niente tesoro degli errori fatti nella legge di stabilità per il 2014 e per il 2013, una legge di stabilità e un bilancio dello Stato prevedendo la crescita dello 0,6 per cento in più del PIL.
  Ora noi riteniamo auspicabile – magari volesse il Padre eterno – che ci fosse questo tasso di crescita, ma purtroppo non sarà così.
  Ecco perché vedo una irresponsabilità del Governo per non avere peggiorato, dal punto di vista delle spese, il provvedimento al Senato, perché sappiamo tutti cosa accadrà quando usciranno i dati a marzo e quando non avremo la registrazione della crescita dello 0,6 per cento in più del PIL rispetto al 2014, rispetto all'anno in corso. È fin troppo evidente che l'Europa, che ha già notificato una lettera ufficiale con cui dice, in maniera chiara, anche al Parlamento, perché quella lettera è stata indirizzata al Presidente della Camera, che ci sono serie perplessità di tenuta rispetto alle previsioni di entrata e di uscita del bilancio dello Stato, chiederà sicuramente una verifica e che la verifica sarà fatta a marzo, e l'Europa lo farà per la seconda volta su questa legge di stabilità, perché lo ha già fatto con la lettera di Katainen, che è già stata recapitata, dove ci ha imposto una correzione per 4,5 miliardi di euro. Ce ne sarà un'altra a marzo e la correzione sarà non inferiore, quella richiesta dall'Europa, certamente a 7-8 miliardi di euro.
  Quindi, tutto quello che si sta decidendo e legiferando ora, sia come legge di stabilità sia anche come bilancio dello Stato, dovrà essere rivisto al ribasso, dovrà essere corretto. Quindi, c’è anche una decisione non corretta da parte del Governo. Molte misure sono coperte, ancora una volta, attraverso la spending review, e già noi siamo in netto ritardo, come Paese, in riferimento alla legge di stabilità del 2014, dove molte uscite, molte spese, erano coperte, per un totale di 4,5 miliardi di euro, con la spending review del cosiddetto famoso «piano Cottarelli». Per il 2014 non solo non si è tagliato niente e non si è data Pag. 8attuazione per nulla a quei 4,5 miliardi di euro, ma Cottarelli addirittura è andato via sbattendo la porta e dicendo che il Parlamento, la maggioranza e il Governo avevano anche aggravato la situazione sulla spending review, perché molte altre spese, nel corso dell'anno, erano state legiferate dal Governo e dalla maggioranza, per un incremento di 1,6 miliardi di euro. Quindi, la spending review, che noi dovremmo ottenere nella legge di stabilità del 2015, è pari a circa 16 miliardi di euro.
  Noi riteniamo che tutto quanto non possa essere, nella maniera più assoluta, realizzato da questo Governo, perché si è già dimostrato incapace in questo. Né tanto meno la possibilità di incrementare le entrate può derivare dalla lotta all'evasione, perché anche queste risorse sono sovrastimate e, ancora peggio, la temuta mancata osservanza di queste misure, di questa attuazione, porta a fare scattare le cosiddette «norme di salvaguardia». Ebbene, queste norme di salvaguardia sono un pericolo per il Paese e per le tasche dei cittadini di questo Paese, perché queste norme di salvaguardia ammontano, ormai per il 2015, a 14,7 miliardi di euro e, a partire poi dal 2017, saranno a regime per un importo pari a 8 miliardi di euro, perché sicuramente non sarete in grado di fare nessun taglio, nessuna spending review, e scatterà l'aumento dell'IVA, di quella generale, dal 22 al 25,6 per cento, e di quella agevolata, dal 10 al 13 per cento, e in più vi saranno anche le accise sulla benzina, sui carburanti e quant'altro.
  Noi riteniamo che queste cose vadano dette in maniera chiara. Il Governo deve dare una risposta precisa al Parlamento, perché quando noi diciamo che deve essere noto il lavoro fatto dal «piano Cottarelli» è perché noi vogliamo sapere e abbiamo diritto di sapere, come Parlamento, che cosa c’è in quel piano, dove bisogna agire in maniera specifica, cioè sui tagli e sulla spending review. Non si riesce a capire perché è chiuso nel cassetto e il Governo ci fa sapere, in Commissione per il tramite del Viceministro Morando, che non c’è ancora ad oggi – e ci sono le norme di salvaguardia – una pianificazione globale sulla spending review, sui tagli e sulle spese che debbono essere ridotte, sulla revisione della spesa.
  La speranza, onestamente, che i danni fossero limitati e i pericoli fossero scampati dal popolo e dalle tasse dei cittadini sta tutta fuori dalla nostra portata, e cioè sta ai mercati. Speriamo – ed è una speranza, è un auspicio – che lo spread e i tassi di interesse mantengano gli attuali livelli oppure che siano migliorati. Sta in una contingenza del tutto casuale, positiva, cioè il crollo del prezzo del petrolio per barile, dove è anche qui auspicabile che questo possa comportare i consumi.
  Riteniamo insomma che il Governo abbia così lavorato e predisposto questa legge di stabilità con grande disattenzione e con grande imprudenza. È diventata giorno dopo giorno una legge omnibus. Noi siamo in presenza di una violazione di quanto prevede la legge n. 196 del 2009, cioè non c’è più la legge finanziaria, ma c’è la legge di stabilità, perché doveva essere solo dal vista contabile, e abbiamo visto con quante difficoltà e con quanta fatica si riesce ad esaminare questo provvedimento, che di nuovo è diventato un provvedimento omnibus, e si è visto quante difficoltà abbiamo incontrato nelle Commissioni, sia nella Commissione bilancio, già nella prima lettura, e peggio ancora quello che è successo al Senato. La responsabilità principale è che è una legge omnibus rispetto a tanti temi che vengono trattati, molti dei quali non hanno nulla a che vedere con le questioni contabili e le questioni economico-finanziarie della finanza pubblica.
  È la solita legge che aumenta le tasse. Io non riesco a capire come il Presidente del Consiglio vada in giro a dire che c’è la diminuzione delle tasse. Quale diminuzione delle tasse ? E soprattutto, se c’è qualche segnale, a carico di chi è ? Gli 80 euro che ci sono e che vengono strutturati e consolidati sono a carico dei tagli ai comuni e alle regioni, 7 miliardi e passa, sono cioè a carico di altre gabelle. C’è l'aumento delle tasse. I fondi pensione sono aumentati. L'IMU agricola: a proposito di tutto questo ci sarebbe da fare un Pag. 9discorso enorme sul problema della finanza locale che non viene affrontato e viene rimandato. E al Senato che cosa succede ? Invece di affrontare questi problemi abbiamo avuto anche qui dei segnali di dubbia efficacia, totalmente inopportuni. Veramente noi pensiamo che possano essere utilizzate le risorse pubbliche per finanziare 10 milioni di euro in più all'Invalsi, senza avere una verifica o una rendicontazione su quello che ha fatto finora l'Invalsi e senza sapere veramente come sono spesi ? Ma pensate veramente che non risulta chiaro a tutti che dare 12 milioni di euro ulteriori a Italia Lavoro non sia per fare assunzioni clientelari, che sappiamo già che debbono essere fatte ? In questa maniera può pensare il Governo di affrontare la crisi del Paese, continuando a sperperare e a fare clientela a tutta birra ? L'aumento dell'IVA sul pellet da riscaldamento dal 10 al 22 per cento: possibile che ogni volta che si individua un settore, un qualcosa dove c’è domanda, dove ci sono i consumi, subito si vada con la tassazione per poter creare difficoltà e fare esattamente l'opposto: invece di stimolare i consumi si alza la tassazione per poter far crollare anche quel poco che funziona ?
  E poi mi sembra che il Governo si sia veramente superato quando ha previsto che le risorse dell'Expo per l'acquisizione di beni e servizi, per quello che serve, possano essere o debbano essere impiegate senza poter ricorrere a Consip. Veramente io sono rimasto basito quando ho letto questa norma. Vedete che per competenza di merito all'interno della Commissione bilancio, nel fare le audizioni a più riprese sulla spesa pubblica, sulla spesa sanitaria e sulla spesa pubblica in genere, e nelle audizioni rispetto anche ad altri provvedimenti che sono stati affrontati, Consip è venuta e ha dimostrato che per ogni 10 miliardi di euro che vengono spesi per acquisizione di beni e servizi attraverso Consip se ne risparmiano 4 miliardi, in particolare nella spesa sanitaria.
  E noi, davanti a una situazione del genere, consentiamo, in un contesto di corruzione dilagante, che nell'EXPO non si debba ricorrere a Consip; perché mai ? Io penso che questo sia un regalo a sprechi, a malaffare, alla corruzione. Colgo anche l'occasione, visto che in Aula ci sono autorevoli esponenti della maggioranza, oltre che i rappresentanti del Governo, Presidente Baldelli, per dire che le cose previste e annunziate dal Governo per combattere la corruzione nella pubblica amministrazione e nella gestione del risorse pubbliche, ritengo possano essere dei deterrenti, sarà poi il Parlamento a decidere, ma sono dei deterrenti. Se si vuole veramente affrontare il problema, occorre fare una revisione critica su quello che è successo in questi venti anni con l'abolizione dei controlli preventivi sugli atti della pubblica amministrazione rispetto a quelli della spesa. Non c’è dubbio che vanno ripristinati i controlli, perché già quelli che c'era prima non funzionavano. Il disastro è avvenuto esattamente nel momento in cui sono stati aboliti. Perché non fare dei comitati di sorveglianza provinciali, costituiti, a costo zero, da rappresentanti del Comando provinciale, e del Comando generale della Guardia di finanza, della Corte dei conti, e dalle associazioni dei cittadini, per controllare gli atti e lo sperpero pubblico. L'unico federalismo che è andato in vigore nel nostro Paese, ci si renda veramente conto, è solo quello della corruzione ! La corruzione è diventata l'emergenza del Paese e per questo motivo io ritengo che il provvedimento sul mancato ricorso alla Consip per l'EXPO sia quello più grave, più criticabile, che ha fatto il Governo all'interno del provvedimento. Nel contesto della pubblica amministrazione, ancora ad oggi, soprattutto sulla spesa sanitaria, è risaputo che gli operatori che invece vanno verso il malaffare temono più Consip che il carcere.
  La Camera nell'affrontare questi provvedimenti aveva molto criticato, sia nella Commissione, sia in Aula, tutto il problema che riguarda la tassazione sulle case, sul patrimonio immobiliare, IMU, TASI, e così via. Il Governo, perlomeno su sollecitazione delle opposizioni, ha ritenuto di recepire quella che era l'indicazione Pag. 10più grave ovvero quella di mettere un tetto all'interno della tassazione sulla casa (sono state riconfermate IMU e TASI per il 2015), perché con i tagli che sono stati previsti in questa finanziaria nei confronti dei comuni sarebbe stato facile per i comuni pareggiare quelle uscite esattamente con la possibilità di nuove entrate, con l'aumento ancora più forte di quello che c’è stato di IMU e TASI. Si era parlato della local tax. Bene, noi riteniamo che la local tax, nel contesto della finanza locale, sia sicuramente un provvedimento che deve essere affrontato, è auspicabile, è stato annunciato. Non è giusto che i cittadini non sappiano quante tasse ormai pagano sulla casa e sul patrimonio immobiliare, quando deve essere pagato e in che luogo, addirittura, debba essere pagato, rispetto pure alla modulistica che è stata completamente rivista. Ora, davanti a una situazione del genere, noi riteniamo giusto che si proceda alla revisione, e che ci sia una tassa unica, dal punto di vista locale, visto che le tasse, solo quelle sulla casa, sono arrivate a 27 miliardi di euro in un anno. In un contesto del genere, posso pur comprendere che il Viceministro ha detto che la legge di stabilità è una norma troppo complessa e quant'altro, ma che ci sia un impegno preciso che nei primi mesi del 2015 venga affrontato questo problema che è delicato, attraverso quelle che possono essere le decisioni da parte del Governo.
  Con grandi annunci viene continuamente comunicato l'intervento sulle partecipate. Sappiamo perfettamente come funzionano, non tutte, ma la stragrande maggioranza delle partecipate. Addirittura abbiamo un segmento dove non vengono per niente utilizzate, servono solamente per pagare chi è in carica, con consigli di amministrazione senza alcuna efficacia, efficienza, alcuna utilità, solo spesa. Magari c’è qualcuna che funziona, non lo metto in dubbio, ma la stragrande maggioranza sono diventate solo centri di clientela e di potere. In questi venti anni che cos’è successo (e il problema non riguarda il colore politico di chi ha amministrato a livello locale) ?
  È successo che il livello nazionale, il livello centrale ha legiferato continuamente il blocco delle assunzioni del personale, sia per motivi finanziari sia per la revisione delle dotazioni organiche, e che a livello locale sicuramente ciò è stato rispettato, però hanno creato le partecipate, dove hanno infornato di tutto: personale a tutta birra, clientele di ogni genere e di ogni grado, per giunta anche senza il criterio della meritocrazia, anche senza procedure concorsuali, cioè molte volte si è preso, diciamo così, dalla strada, solo per motivi clientelari. Anche in questo provvedimento, nonostante gli annunci, c’è solamente una proposta di intenti per i comuni di rivedere la situazione delle partecipate e di fare un piano di rilancio, una ristrutturazione. Hanno tolto l'unica cosa seria, in cui si andava a prevedere le sanzioni.
  Mi avvio alla conclusione affrontando anche il problema dei fondi per investimento, dei fondi strutturali per il Mezzogiorno e del Patto di stabilità. Noi dobbiamo comunque essere coscienti del fatto che con questa legge di stabilità, che il Ministro aveva annunciato come grande novità, come svolta rispetto alla crescita quando è venuto a presentarla in audizione, se non liberiamo le risorse dal vincolo del Patto di stabilità, le risorse per investimenti, come facciamo ? Non riusciamo. Lo abbiamo evidenziato anche al Presidente del Consiglio adesso che è venuto a relazionare sugli aspetti principali che riguardano, in particolare, la richiesta di flessibilità in questo senso all'Europa. Noi riteniamo che questa lotta vada fatta nel contesto di revisione dei Trattati, perché anche l'Europa – notoriamente questo Parlamento su questo è unanime – deve rivedere un po’ la situazione rispetto alla crescita.
  Non è un caso che all'epoca, nel 1992 e nel 1993, quando fu ideato il Patto di stabilità, ci fu una grande lotta tra la Germania, che voleva solo il Patto di stabilità, cioè il rigore, e la Francia, l'Italia e altri Paesi fondatori dell'Europa, che, invece, hanno voluto per forza che fosse il Patto di stabilità e crescita. Quindi, tutto Pag. 11sommato una inadempienza rispetto all'attuazione completa del Patto di stabilità e crescita nella sua essenza da parte dell'Europa c’è. Però noi dobbiamo cercare comunque di fare le riforme, che non sono per niente efficaci ed efficienti e sono tutti da verificare i risparmi che debbono esserci attraverso queste riforme, compresa anche quella del lavoro. Questa è una valutazione dell'Unione europea e si chiede flessibilità in riferimento al Patto di stabilità.
  Io mi auguro che almeno le risorse che riguardano gli investimenti degli Stati membri, tra cui chiaramente il nostro Paese, siano esentate, ma soprattutto che siano esentati i fondi strutturali. Noi abbiamo affrontato questo problema in maniera veramente sbagliata. Nel senso che per quanto riguarda i fondi strutturali c’è stato a danno del Mezzogiorno un primo scippo. Infatti, da sempre la ripartizione del fondo aree sottoutilizzate è stata, sugli altri piani e, quindi, anche per il 2014-2020, l'85 per cento nelle regioni dell'obiettivo 1 e il 15 per cento nel resto del Paese. Invece, noi abbiamo avuto un primo scippo di 5 miliardi di euro da parte del Governo, perché per la prima volta le risorse sono state divise in 80 e 20 per cento.
  Poi abbiamo avuto un secondo scippo, quello di correzione per i 4-5 miliardi di euro, con la lettera dell'Europa che Katainen ci ha mandato. È stata la prima correzione, poi prepariamoci alla seconda correzione adesso, a marzo. Evidentemente questi 500 milioni di euro sono stati prelevati di nuovo, scippati dal turbo bancomat che sono diventati i fondi strutturali del Mezzogiorno.
  Terzo elemento: noi riteniamo che andava trattato con l'Unione europea l'aspetto fondamentale di svincolare queste risorse dei fondi strutturali dal Patto di stabilità, perché l'Europa non ci può dire, di notte, che dobbiamo rispettare il Patto di stabilità e poi, di giorno, che dobbiamo spendere queste risorse. Perché noi non facciamo questa battaglia all'interno della Commissione europea ? Questa è una battaglia che potrebbe risolvere e dare anche una mano ai problemi della crescita del nostro Paese.
  Nel bilancio dello Stato, le uniche risorse disponibili come competenza e cassa, senza poter intervenire per trovare nuove risorse aumentando le tasse o facendo tagli, sono solo quelle dei fondi strutturali, quindi è la crescita che serve e serve svincolare queste risorse dal patto di stabilità. Invece il Governo, sbagliando, che cosa ha fatto ? Per evitare tutto questo ha dimezzato, dal 50 per cento al 25 per cento, la quota nazionale delle risorse di cofinanziamento per i fondi strutturali 2014-2020, con un impegno molto aleatorio sul fatto che poi sarebbero state ripristinate nel prosieguo dell'esercizio finanziario 2015, oppure pluriennale (2014-2017), le eventuali risorse.
  Noi riteniamo che queste siano tutte misure sbagliate, tutte misure penalizzanti e che questa è la solita non legge di stabilità, ma la solita legge finanziaria che si faceva tanti e tanti anni fa e non è possibile che questa legge di stabilità, secondo il nostro avviso sbagliata, possa dare un apporto per affrontare i problemi della crisi del Paese, ma soprattutto per cercare di affrontare la possibilità e l'ineludibile azione di crescita e spinta che il Governo dovrebbe dare.
  Questi sono i motivi per cui noi riteniamo di continuare – a maggior ragione dopo i pasticci e dopo le modifiche sbagliate da parte del Senato – ad esprimere tutto il nostro dissenso e tutta la nostra contrarietà.

  PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Palese, anche per la sintesi.
  È iscritto a parlare l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signor Presidente, colleghe e colleghi, signori del Governo, Sinistra Ecologia Libertà dà un giudizio negativo sul testo della legge di stabilità che ci è arrivato dal Senato e che ci apprestiamo ad approvare domani alla Camera o al massimo martedì. Diamo un giudizio negativo perché riteniamo che Pag. 12questa sia una legge che non dà le risposte che il Paese si aspetta per uscire dalla crisi, risposte che riguardano il lavoro, che riguardano la ripresa dell'economia, che riguardano la tutela delle persone più deboli, che riguardano la lotta alla povertà. Noi riteniamo che su tutta una serie di temi, come quelli che ho appena citato, questa legge di stabilità non dia risposte, in alcuni casi dà risposte negative e non dà la speranza di una ripresa del nostro Paese dentro un contesto che è molto complicato e molto complesso, che è quello di una crisi che ormai ci colpisce da diversi anni, dal 2007 nel mondo e nel nostro Paese almeno dal 2010.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
MARINA SERENI (Ore 20,40).

  GIULIO MARCON. Il testo che ci è arrivato è un testo modificato, per molti versi. Ho visto che in modo trionfalistico il Premier Matteo Renzi ha detto che ha fermato l'assalto alla diligenza. Si è scordato di dire che la diligenza era la sua e che a capo di quella diligenza c'erano esponenti della sua maggioranza: gli emendamenti presentati al Senato sono emendamenti che prevalentemente – quelli che poi hanno avuto il parere favorevole della maggioranza e che sono stati approvati – provengono dalle file della sua maggioranza, quindi questo assalto alla diligenza è un assalto fatto dai suoi amici e dalle sue amiche del suo Governo e della sua maggioranza.
  Quindi bisognerebbe avere maggiore prudenza ed assumersi anche la responsabilità di riconoscere gli errori che sono stati fatti, anche perché il pasticcio del Senato, al quale il Viceministro Morando ha potuto assistere in questi giorni, è un pasticcio che naturalmente può essere determinato e può essere ricondotto alla differenza di Regolamenti tra le due Camere, al funzionamento dell'altra Camera, della Camera alta, al suo Regolamento, alla gestione anche della Presidenza, alla gestione della presidenza della Commissione bilancio, però è indubbio che sia alla Camera sia al Senato c’è la stessa maggioranza politica e si poteva in qualche modo sperare che questa maggioranza potesse portare a termine al Senato la discussione e l'approvazione in seconda lettura della legge in modo molto più ordinato e molto più limpido e trasparente. Speriamo che sia una lezione che valga per il futuro.
  C’è il pasticcio del Senato, ma anche il pasticcio qui alla Camera, perché il servizio bilancio della Camera ha esposto, come sappiamo, diversi rilievi e diverse critiche su alcune misure, sulle coperture, sugli aspetti finanziari di alcune misure. Su questo dobbiamo essere molto attenti e anche esprimere un giudizio critico rispetto a questi rilievi, su alcune misure che sono state introdotte, che sono incluse nel testo che stiamo discutendo. È un testo, quello che ci è arrivato dal Senato, che può avere anche alcuni elementi che possono essere giudicati positivamente perché, ad esempio, ci sono i soldi in più per il servizio civile o i soldi in più per la cooperazione internazionale, frutto della mobilitazione delle organizzazioni della società civile, delle organizzazioni cattoliche, come la Caritas, le ispettorie salesiane o le ACLI, e di molte ONG. O anche altre misure, come la riduzione della decurtazione ai patronati, naturalmente frutto della mobilitazione e del lavoro dei sindacati di queste settimane. O, ancora, lo scomputo dal Patto di stabilità degli investimenti dei comuni per l'edilizia scolastica. Ci sono degli elementi ed altri ancora – cito solamente quelli che in qualche modo voglio evidenziare, poi il collega Melilla, che interverrà dopo di me per Sinistra Ecologia Libertà, ne citerà degli altri –, ma in un contesto in cui il testo approvato in seconda lettura continua a mantenere tutti quei limiti profondi che ho evidenziato, anche in altre occasioni, nella discussione di questa legge, e che ho ricordato oggi anche in Commissione bilancio.
  Questa è una legge che taglia in modo massiccio la spesa sociale, la spesa per il welfare, perché il taglio alle regioni e agli enti locali è un taglio al welfare e alla Pag. 13spesa sociale. È una legge dove non ci sono investimenti pubblici. C’è la speranza, attraverso gli sgravi fiscali alle imprese, attraverso le misure sulla decontribuzione, di far ripartire gli investimenti privati, ma non ci sono soldi per gli investimenti pubblici. Ricordo che gli sgravi alle imprese non sono una novità, nel senso che negli ultimi trent'anni i Governi di centrodestra e di centrosinistra hanno provato ad aiutare le imprese in questo modo, sperando che questo potesse far ripartire gli investimenti. Potremmo fare l'elenco delle varie misure di Tremonti. Siamo arrivati fino al Tremonti-ter, Tremonti-quater, varie misure introdotte dal Governo Berlusconi, in particolare sugli investimenti relativi ai macchinari e agli aiuti dati alle imprese in quel senso, ma i risultati sono stati pressoché nulli. E potrei ricordare le misure del Governo Berlusconi negli anni Novanta sulla decontribuzione, cosa che non ha prodotto nuovi posti lavoro, ma ha semplicemente permesso alle imprese in modo opportunistico di sostituire con i nuovi contratti i vecchi che erano meno vantaggiosi. Tutto questo non ha creato maggiori posti di lavoro, non ha creato maggiori possibilità di politiche attive per il lavoro e questo è un punto che vorrei ricordare ancora con grande forza.
  Inoltre, come è opportuno sempre dire e come ha fatto, infatti, il Governo, la legge di stabilità va letta insieme agli altri provvedimenti che il Governo e la sua maggioranza hanno promosso, in particolare il Jobs Act, le riforme istituzionali e poi quella dimensione di contesto che è data dal Documento di economia e finanza. Lì si parla di privatizzazioni (80 miliardi di euro di privatizzazioni nei prossimi quattro anni); lì si parla di precarizzazione del mercato del lavoro e abbiamo avuto appunto con la legge delega sul lavoro e poi con il Jobs Act le prime misure, quelle più significative ed importanti. E anche qui si va sempre sulla stessa strada: l'idea che si crea lavoro rendendo per gli imprenditori condizioni sempre più vantaggiose e con meno tutele per i diritti dei lavoratori, sperando che con l'offerta di lavoratori a condizioni più vantaggiose si possano creare più posti di lavoro. Ma abbiamo l'esperienza di molti anni, in cui abbiamo avuto più di quaranta forme di lavoro atipico, che ci dice che, nonostante tutte queste forme contrattuali così appunto flessibili, non ci sono stati più posti di lavoro, ma al limite ci sono stati più posti di lavoro precari e senza diritti e senza tutele.
  Questa impostazione è un'impostazione che risponde alle politiche che abbiamo conosciuto in questi anni, che sono le politiche di austerità, le politiche neoliberiste, le politiche che sono ancora dominanti in Europa. E devo dire che, con grande rammarico, chiudiamo il semestre di Presidenza italiana, il semestre europeo, senza alcun risultato, non solo per il nostro Paese, ma per il cambio delle politiche in Europa.
  Renzi aveva annunciato questo semestre con grandi fuochi d'artificio ma purtroppo non ha portato niente a casa, solo un piatto di lenticchie. Ha rosicchiato qualche concessione relativa ai margini del Patto di stabilità, ma poco altro. Il piano Juncker, che è stato tanto sbandierato, è un piano molto fantomatico, perché è vero che si parla di 315 miliardi di investimenti, di risorse destinate alla creazione di politiche per lo sviluppo, la crescita e il lavoro in Europa, ma va ricordato che solamente 21 miliardi sono soldi pubblici. Tra l'altro, una parte di questi soldi sono presi da altri programmi, dai finanziamenti di altri programmi, tra cui i programmi sulla ricerca e sull'innovazione e si spera, attraverso la leva finanziaria, di poter recuperare investimenti privati. Quindi, siamo sempre sulla stessa linea: si spera nel mercato, si spera negli investimenti privati. Ma non è una novità, è quello che è stato fatto in questi vent'anni senza alcun risultato e, quindi, noi critichiamo molto questa impostazione. Critichiamo molto anche il rifiuto del Governo di alcune misure che erano state proposte dall'opposizione, in particolare da Sinistra Ecologia Libertà, misure che potevano dare il segno di una maggiore capacità anche del nostro Paese di rispondere alla Pag. 14crisi: il piano del lavoro, un piano di investimenti pubblici sulle questioni dell'assetto idrogeologico del territorio, alcune misure di giustizia fiscale, di lotta alla speculazione (ne ricordo solo due: la Tobin tax e la cosiddetta Google tax). Certo, non si capisce perché Renzi sia così appassionato nel contrastare la Google tax. Avremmo piacere di discuterne con lui, perché questa passione così forte nel contrastare questa tassa induce a qualche sospetto e a qualche interrogativo che ci farebbe piacere approfondire con lui rispetto alla difesa, in questo caso, di grandi gruppi, di grandi multinazionali che hanno interessi economici nel nostro Paese molto forti, interessi economici anche nel campo della politica e del sostegno alla politica.
  Vorrei dire che questo disegno di legge di stabilità non cambia verso: è un disegno di legge di stabilità in cui non c’è alcun impatto espansivo. Adesso non voglio dire che sia una manovra recessiva e restrittiva, probabilmente lo sarà. Sicuramente non è una manovra di carattere espansivo. È una manovra che ha avuto il plauso entusiastico della Confindustria e che ha ricevuto lo sciopero generale da parte dei sindacati, e già questo potrebbe in qualche modo dirci di quale segno è questa manovra economica che stiamo approvando.
  Ci sono anche misure specifiche che costavano pochi soldi, ma che avrebbero dato il segno di una maggiore giustizia sociale in questo Paese, e che il Governo e la maggioranza hanno rifiutato. Segnalo la questione di «quota 96». Segnalo la questione dei macchinisti delle ferrovie, dei treni. Segnalo altre misure specifiche che abbiamo cercato di far approvare dal Parlamento, ma che, invece, hanno trovato l'opposizione del Governo e della maggioranza. Segnalo il fatto che ci sono pochissimi soldi per gli ammortizzatori sociali, che non basteranno sicuramente per le esigenze che avremo il prossimo anno. Segnalo il fatto che alcune misure per la riduzione della spesa non sono state approvate e, una tra tutte, quella sulla riduzione del 50 per cento dei finanziamenti per gli F-35, che rispondeva ad una mozione parlamentare sostenuta dallo stesso Partito Democratico, anzi firmata dal Partito Democratico, che invita il Governo – quella mozione è ancora valida – a ridurre del 50 per cento il finanziamento degli F-35. Ebbene, nonostante ci fosse questa mozione del PD, il PD poi ha votato contro un emendamento che riduce del 50 per cento per il finanziamento agli F-35.
  Cosa avremmo dovuto fare ? Avremmo dovuto fare qualcosa di completamente diverso: rovesciare il paradigma delle politiche di austerità, puntare su una serie di interventi come quelli sul piano del lavoro, una politica di investimenti pubblici, trovando le risorse attraverso un uso intelligente della spesa pubblica, attraverso una politica di interventi fiscali come quelli che ricordavo prima, attraverso una redistribuzione della ricchezza che fosse finalizzata al riscatto del Paese, alla lotta alla povertà, alla lotta per creare posti di lavoro di cui il Paese ha drammaticamente bisogno.
  Siamo in un contesto difficile, tutti gli indicatori macroeconomici ci dicono che siamo sempre in una condizione molto difficile e molto critica, e non c’è da essere ottimisti, sicuramente, su quello che potrà succedere nei prossimi mesi. Aspettiamo con ansia quello che ci dirà la Commissione europea a marzo, l'incubo di una manovra correttiva è sotto gli occhi di tutti, quindi noi crediamo che questa legge di stabilità sia un'occasione persa; sia un'occasione persa per cambiare verso, per l'appunto, per indirizzare il Paese verso nuove politiche e per dare al Paese quelle risposte di cui il Paese ha drammaticamente bisogno.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Marcon.

  GIULIO MARCON. Crediamo che, purtroppo, agli annunci non seguano i fatti e, purtroppo, dopo tante parole e tanti annunci fatti in questi mesi, non ci siano quelle politiche di cui abbiamo tutti quanti bisogno. Noi continueremo la nostra lotta nel Parlamento e nel Paese per rimettere al centro il lavoro, per rimettere al centro della battaglia politica, nel Parlamento e Pag. 15nel Paese, le questioni che più interessano ai cittadini, ovvero la giustizia sociale, i diritti, una certezza sul loro futuro, il reddito; queste sono le questioni sulle quali noi continueremo a lottare e sulle quali, purtroppo, la legge di stabilità, questa legge di stabilità non dà risposte. Quindi, speriamo che a partire dalle prossime settimane ci siano, in Parlamento, quelle misure che diano, invece, le risposte di cui il Paese ha effettivamente bisogno.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, questa terza lettura della legge di stabilità porta a dover dibattere sull'intero complesso, non solo sulle modifiche, perché questo è un disegno di legge che, ovviamente, non porta a una politica economica espansiva. Infatti, se è vero come è vero che si è passati dal 2,9 per cento di rapporto deficit/PIL al 2,6 per cento, questo significa, ovviamente, che c’è una possibilità in meno di avere una politica espansiva. Con questi 4 miliardi e mezzo di euro che avete utilizzato per subire e non avete combattuto a questa pressione dell'Europa a questa nuova tipologia di saldo di bilancio avete intrapreso la strada del taglio di 3,3 miliardi di euro del Fondo per la riduzione della pressione fiscale, di 750 milioni di euro per l'inversione contabile dell'IVA e di 490 milioni di euro per i fondi di coesione. Tra l'altro, parte di questi ultimi hanno portato alla vanificazione della realizzazione di un'opera anche nei miei territori.
  Così come la stabilizzazione degli 80 euro, che cubano 9,5 miliardi di euro, porta a un ingessamento di questo bilancio, che era già malconcio; una stabilizzazione che non porta maggiori consumi e che di fatto è anch'essa una «marchetta» elettorale che ha voluto perpetuare il Presidente Renzi, ma che viene pagata in modo salato dai cittadini attraverso un'imposizione fiscale indiretta o un taglio dei servizi. Perché la coprite con il taglio agli enti locali, con i 6 miliardi 200 mila euro di tagli alle regioni, ai comuni e alle province, che si sommano a quelli degli altri decreti, dal «salva Italia», allo «spending review», al decreto-legge n. 66 del 2014, per raggiungere la cifra di 14 miliardi di euro, l'anno prossimo, di tagli agli enti locali, mentre lo Stato centrale, che in questa partita doveva fare la parte del leone, per la spending review, si taglia squisitamente 2 miliardi di euro, contro, come dicevo prima, i 14 miliardi di euro degli enti locali.
  L'operazione dell'IRAP è una operazione che posso definire anch'essa elettorale, perché i 3,5 miliardi di euro che vengono dati a chi, appunto, assume in modo stabile dei dipendenti, vengono presi da coloro che pagano l'IRAP già nel 2014, perché avete tolto l'abbattimento del 10 per cento delle aliquote IRAP per tutte le imprese. Adesso, nella seconda lettura avete dato una caramella a coloro che non hanno dipendenti, però da quell'importo di 160 milioni di euro per arrivare ai 3 miliardi e passa di euro che cubano quelli del decreto-legge n. 66 del 2014, è chiaro ci sarà una maggiore imposizione fiscale per tutte quelle imprese che sono, appunto, senza dipendenti e che non assumeranno dipendenti perché non ne avranno la possibilità.
  Quindi, questa è una manovra che aiuterà squisitamente le grandi imprese e lascerà in difficoltà le piccole e medie imprese, che sono il cuore portante della struttura economica del Paese; così come il taglio alle fondazioni, indiretto, attraverso una maggiore imposizione fiscale, e le camere di commercio che perdono il loro potere e i loro fondi attraverso il passaggio della loro cassa alla tesoreria unica.
  Non mancano però i soliti interventi, non dico a pioggia, perché sono costantemente presenti in ogni legge finanziaria: i 110 milioni a Roma capitale, i 90 milioni alla Sicilia per il terremoto di 24 anni fa – di 24 anni fa – ma non c’è nulla per quello di quest'anno dell'Emilia; i 100 milioni a decorrere, questa volta, per gli LSU e gli 80 milioni per il Molise e i 190 per il Fondo immigrati.Pag. 16
  Guardate che qui siamo in una situazione, e concludo Presidente, che se facciamo la somma di quello che sta avvenendo abbiamo un futuro che io non considero roseo, ma molto preoccupante. Sul semestre europeo non si è ottenuto nulla in tema di immigrazione, di energia, di made in Italy. La finanziaria, come dico, devasta il territorio e non dà un rilancio economico. Con la legge costituzionale togliamo potere alle regioni e diamo potere ad una sola Camera che, attraverso il terzo provvedimento, la legge elettorale, può essere guidata da un solo partito, perché la legge elettorale prevede un premio di maggioranza per un singolo partito.
  Queste cose portano indubbiamente al 2016 con una previsione economica che non è triennale in questa legge di stabilità – ce l'ha detto anche il Viceministro Morando –, che porta una situazione esplosiva, una situazione di criticità economica che ha solo un faro, solo un lato positivo: che quando salterà il sistema, quando salterà questo bilancio, la possibilità di parlare di una Padania libera e indipendente sarà sempre più attuale e sarà per quello che noi stiamo lavorando (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato D'Incà. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Grazie Presidente, colleghi, in questa legge di stabilità che noi abbiamo adesso a visionare per la terza volta, vi sono state moltissime modifiche al Senato, modifiche che fanno sicuramente rattristare per il lavoro che abbiamo cercato di svolgere qui alla Camera durante la prima lettura. Un lavoro svolto al di fuori di quelle che fossero le norme localistiche, che invece sono uscite dalla Camera, ma sono rientrate al Senato, con una visione che non è corretta per quello che è l'indirizzo della legge di stabilità, e che noi tutti dovremmo seguire. Noi del MoVimento 5 Stelle ci siamo impegnati in questi mesi, in questi anni, per riuscire a far sì che vi fosse una valutazione corretta della stabilità lasciando fuori appunto le «marchette» locali. Ormai questo termine è entrato in maniera importante anche all'interno delle case degli italiani, e «marchette» ormai è quello che noi vediamo spesso con la legge di stabilità.
  Questo non vuol dire che per un cattivo lavoro fatto al Senato con un maxiemendamento senza relatore, con errori non solo formali, ma anche sostanziali, noi qui alla Camera non avessimo la possibilità di poterla cambiare anche in terza lettura. Cosa vuol dire in terza lettura ? Vuol dire che forse bisognava rimanere qui fino alla vigilia di Natale, forse il Senato doveva tornare tra il 27 e il 31 per riuscire a far sì che ripulissimo, questo è il termine corretto, questa legge di stabilità che, continuiamo a pensare, abbia all'interno e poi vi dirò anche successivamente, delle situazioni veramente indegne per il Parlamento. Tra l'altro, gli emendamenti riformulati, spesso appunto dal Governo, al Senato erano non visionati da parte dei parlamentari stessi, una situazione per la quale io credo si possa tranquillamente gridare: vergogna. È chiaro che d'altra parte c'era anche un Presidente della Commissione bilancio, Azzollini, il quale è già tanto che non abbia chiesto soldi per il porto di Molfetta tanti quanti bisognasse ottenerne per trasformarlo nel porto di Rotterdam, ad esempio, vista la sua capacità di poter raccogliere fondi per cause localistiche, soprattutto pugliesi.
  Ci sono anche particolarità in più: con la manovra contiene nuove tasse, sono evidenti e occulte, sono tasse che io oggi voglio portare alla vostra attenzione. Cominciamo con le tasse evidenti. Il Governo punta a recuperare 1,2 miliardi da una stangata retroattiva sui rendimenti dei fondi pensione, sulle fondazioni bancarie e sulle casse previdenziali. La mazzata riguarda anche le polizze vita nel momento in cui il capitale viene liquidato agli eredi. Senza dimenticare il TFR in azienda, che sale dall'11 al 17 per cento.
  Il contentino del credito di imposta per investimenti dei rendimenti in economia reale – 9 per cento per i fondi e 6 per cento per le casse – dovrebbe smussare forse questa mazzata, ma solo per 80 Pag. 17milioni di euro, non di più, e parte tra l'altro dal 2016. Il TFR in busta paga viene tassato più di quanto succede adesso, ossia con aliquota marginale. Inoltre il lavoratore perde la rivalutazione. Non si possono fare stime precise, ma il Governo conta di ottenere almeno 2 miliardi di euro.
  In terzo luogo, anche la tanto sbandierata decontribuzione per i nuovi assunti a tutele crescenti nasconde una fregatura: la revoca degli incentivi di una legge del 1990 che aveva dato buoni riscontri occupazionali al sud Italia. Il Governo toglie inoltre 208 milioni dal fondo che serviva alla detassazione del salario di secondo livello. Persino le povere partite IVA, i precari e gli schiavi moderni – perché sono schiavi moderni – subiscono la stangata clamorosa sul regime dei minimi, con l'aliquota che passa dal 5 al 15 per cento. Inoltre, ma ne parlerò anche dopo in maniera un po’ più attenta, c’è un incremento dell'Iva sul pellet, che passa dal 10 al 22 per cento, che sono 96 milioni di euro di tasse in più.
  Poi veniamo anche alle tasse occulte, chiamate anche clausole di salvaguardia. Il Governo si accanisce su IVA e accise che pesano sui carburanti: una prima tagliola – accise – da 988 milioni potrebbe scattare nel 2015, mentre un'altra, da 700 milioni, ha il countdown nel 2018.
  Quindi, veniamo alla stangata delle stangate: se non funziona la spending review, che peraltro potrebbe generare un taglio dei servizi o un rincaro delle tasse degli enti locali, l'aliquota IVA ridotta salirebbe dal 10 al 13 per cento entro il 2017, e l'aliquota ordinaria potrebbe arrivare addirittura al 25,5 per cento partendo dal 22, tra quattro anni.
  In altre parole, una bastonata sui consumi degli italiani da oltre 21 miliardi di euro nel 2018, 21 miliardi. Resta poi la clausola di salvaguardia del Governo Letta, che potrebbe ridurre le detrazioni IRPEF sulle spese (cure mediche, istruzione, interessi sui mutui, eccetera), in cui il Governo incasserebbe 4 miliardi nel 2016, e 7 miliardi negli anni successivi.
  Una chicca finale, un altro balzello, addio alle agevolazioni sul bollo auto per le vetture storiche, Palazzo Chigi non bada alla storia, ai sentimenti, meglio incassare 78 milioni di euro subito. In più, siccome vanno accontentati anche l'euro e la Merkel, le oligarchie della moneta unica, l'Italia ha sottratto 3,3 miliardi dal Fondo. Io prima ho parlato di pellet, questa è una tassa ignobile che dovranno pagare le persone che abitano in zone svantaggiate, come ad esempio le zone montane. Io tra l'altro ero a una serata annuale qualche giorno fa con il Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e ho fatto un piccolo sondaggio per capire tra le mille persone che erano presenti quali e quante utilizzavano questo legno in pellet, ed erano molte, erano molto arrabbiate. Queste persone mi hanno detto una cosa molto semplice. Ebbene, siamo in periodo natalizio, c’è anche la moltiplicazione dei pani e dei pesci, storia del passato. Oggi invece queste persone fanno un ulteriore miracolo: trasformano il legno del pellet in bastoni, signora Presidente, e hanno tutta l'intenzione di bussare alla porta di Montecitorio per farsi ascoltare e sentire, perché una cosa del genere è ignobile e non è possibile che si continui a pesare sulle persone che in questo Paese sono già costrette a delle difficoltà, si resti sulle spalle di queste persone, invece di valutare l'opportunità e la possibilità di sanzionare in maniera diversa, o comunque poter andare a prendersi i soldi veri da chi gestisce le famose slot machine, ulteriormente, senza produrre sanatorie che sono ignobili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, Sinistra Ecologia Libertà voterà contro questa manovra di bilancio e contro la legge di stabilità per il 2015. Vorremmo citare quello che ha detto Vincenzo Visco, un autorevole esponente del Partito Democratico che è stato anche Ministro dell'economia e delle finanze in passato, perché questo giudizio noi lo condividiamo. Dice Visco: invece di concentrarsi sulle deroghe, sui margini di flessibilità, che Pag. 18pure sono importanti, per carità, il Governo avrebbe dovuto porre sul tavolo europeo il problema politico di un cambiamento di direzione generale della politica economica europea, sulla base dell'esempio degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Avrebbe dovuto porre apertamente il tema del cambiamento e aprire un dibattito alla luce del sole.
  Così non è stato e i risultati negativi di questa mancata sfida alle regole dell'austerità europea saranno, da un lato, il cammino difficile che continueranno ad avere l'economia italiana e quella europea, dall'altro, l'ostilità crescente di coloro che subiscono le ripercussioni della crisi. Non è un caso, colleghi e rappresentanti del Governo, che questa manovra di bilancio e questa legge di stabilità abbiano avuto, dopo molti anni, uno sciopero generale proclamato da due organizzazioni sindacali, la CGIL e la UIL, ma anche da parte della CISL, un altro grande sindacato dei lavoratori, sono venute molte critiche all'impostazione di questa manovra e sono state adottate unitariamente da CGIL, CISL e UIL varie iniziative di categoria, come quelle del pubblico impiego, mentre la Confindustria ha applaudito a questa manovra economica e finanziaria e questo la dice lunga su quale è il soggetto sociale di riferimento di questo Governo.
  Come ha giustamente osservato Pierluigi Ciocca, questa manovra nel 2015 mira a ridurre l'indebitamento netto rispetto al PIL, mira altresì a contenere la spesa pubblica in misura analoga al contenimento programmato dell'imposizione, ma il demoltiplicatore della domanda legato alla minore spesa supera il moltiplicatore della minore fiscalità. Cioè cosa si verificherà ? Che questa manovra sarà restrittiva o, nel migliore dei casi, neutrale; in ogni caso non è espansiva, come invece il Governo si affanna a dire, confidando nel miracolistico ritorno di fiducia delle imprese e delle famiglie con una propensione alla spesa. Considerata invece la gravità della recessione in Italia, la spinta avrebbe dovuto essere molto più forte, dell'ordine del 2,5 per cento del PIL, come noi abbiamo proposto, cioè di circa 40 miliardi di euro per forti investimenti pubblici, per rilanciare la domanda, i consumi e l'occupazione. In questo modo, il PIL nel 2015 potrebbe crescere del 3 per cento invece che dei pochi decimali previsti dal Governo che, nella stima dell'OCSE, precipitano addirittura allo 0,2 per cento. Il disavanzo pubblico italiano sarebbe analogo a quello della Francia. I pugni sui tavoli di Bruxelles vanno battuti su punti di PIL e non su pochi decimali, come ha fatto il Presidente Renzi. L'Italia non può più immolarsi su regole di bilancio di un'era storica lontana: un eccesso di disavanzo pubblico rispetto al tetto del 3 per cento è più che giustificato dalla gravità della recessione, dalla disoccupazione drammatica, dall'impoverimento che vivono milioni e milioni di italiani e di europei. Il consolidamento del debito pubblico, anche per tranquillizzare i mercati finanziari, deve fondarsi su un rigoroso programma di lotta all'evasione fiscale, di contenimento delle principali voci di spesa corrente e non sociale e di tassazione dei grandi patrimoni. Questa era l'alternativa che noi avevamo proposto come Sinistra Ecologia Libertà perché l'economia non può uscire da sola dalla trappola della recessione. Solo un rilancio rapido e coraggioso della domanda globale può accrescere insieme e su solide basi produzione, occupazione e produttività del lavoro.
  Per questo, noi ci opponiamo a questo disegno di legge, con la proposta di una politica economica alternativa che appunto mette al centro la creazione di lavoro, gli investimenti pubblici, la redistribuzione del carico fiscale a favore dei redditi da lavoro e da pensione e la rimessa in discussione delle politiche europee di austerità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente. Mi trovo a discutere questo disegno Pag. 19di legge di stabilità che è stato ribattezzato al Senato, da un nostro collega, «topolino». In effetti, per come si è lavorato su questo disegno di legge, altro che «topolino», perché è veramente ignobile per una democrazia, quale dovrebbe essere la nostra, lavorare su un testo completamente sbagliato. Come se non bastasse, vi è una marea di errori formali e si è votata pure la fiducia. È una cosa indegna, soprattutto se non si è dato nemmeno modo e tempo di valutare un subemendamento di 150 pagine del Governo. Veramente già partiamo malissimo !
  Se entriamo invece nel merito, Renzi sta propagandando, in ogni dove, i 18 miliardi di euro di tagli delle tasse. Ma andando a vedere bene, altro che tagli. Adesso ne elenco alcuni: abolizione degli sgravi contributivi previsti dalla legge n. 407 del 1990, che prevedeva la decontribuzione INPS e Inail del 100 per cento per le imprese del Mezzogiorno e del 50 per gli altri datori di lavoro che assumevano giovani disoccupati per tre anni; aumento della tassazione sui fondi pensione, dall'11,5 per cento al 20 per cento; aumento della tassazione sulle rendite finanziaria per la Cassa di previdenza delle professioni, dal 20 al 26 per cento; aumento della tassazione sulla rivalutazione del TFR dall'11,5 al 17 per cento. Quindi, alla fine quello che si va dicendo, cioè la possibilità di avere in busta paga il TFR come una grande opportunità, in realtà non è altro che una fregatura, perché si incassa in anticipo e c’è l’escamotage del Governo per cui lo Stato ottiene 2 miliardi di euro immediatamente, mentre i lavoratori perdono, in primo luogo, la rivalutazione e, in secondo luogo, subiranno un aumento della tassazione. Quindi, una fregatura !
  Poi vi è il regime dei minimi, quindi le partite IVA e quant'altro, che passa da un'aliquota del 5 per cento al 15 per cento, mentre il tetto di fatturato si abbassa da 30 mila euro precedenti ai 20 mila o 15 mila (questo dipende poi dalle professioni). Quindi, se questi sono tagli alle tasse !
  Poi, dobbiamo capire di cosa si sta parlando, perché se parliamo di tagli ai servizi non è giusto parlare di tasse e basta. Facciamo un esempio: se vogliamo parlare anche dei patronati, sui patronati possiamo fare una discussione in quest'Aula e sarebbe una discussione molto interessante su cui noi, come MoVimento 5 Stelle, ci segneremmo molto volentieri, appunto sulla gestione dei patronati, che hanno il monopolio assoluto da parte dei sindacati. Ma se noi abbiamo intenzione di tagliare quello che è un servizio gratuito, in buona parte gratuito, con questo non si offre nulla di buono alla cittadinanza, perché poi saranno costretti ad aumentare i costi di questo servizio e chi pagherà ? Pagheranno sempre i cittadini ! La cosa positiva è che dal Senato alla Camera si è ridotto il taglio, ma il taglio rimane. Quindi, un conto è discutere sulla gestione, un conto è il taglio ai servizi.
  Poi c’è un'altra cosa. Questa è proprio una perla ! Qualche mese fa un collega della Commissione lavoro, Davide Tripiedi, scova un fondo di 1,5 miliardi di euro inutilizzato, destinato ai lavori usuranti. Quindi, si parla di catena di montaggio, di lavoro notturno, di minatori, di lavoratori di questo genere a cui era consentito, appunto, di andare in prepensionamento proprio perché è stato certificato che quel lavoro abbassa la qualità della vita e la speranza di vita. Cosa fa il Governo ? Dopo che in Commissione si è votata una risoluzione condivisa da tutti i gruppi, una risoluzione unitaria, per dire di sfruttare questi soldi, che non vengono utilizzati ma che ci sono, e di allargare il fondo anche agli edili, che cosa fa il Governo ? Scippa quel fondo e porta via tutti quei soldi. Ma vi sembra una cosa normale ? Ma voi avete rispetto delle istituzioni ? Avete rispetto di una Commissione che legifera ? Questa qui è una cosa vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Poi, un conto è quando si parla di tagli che – va bene – in certi contesti ha un senso. Poco fa si parlava, da parte del sottosegretario Baretta, a proposito di Pag. 20Italia Lavoro, dove si danno ancora milionate e milionate di euro, quando noi sappiamo cosa è Italia Lavoro. Chi l'ha voluta fortemente ? L'ha voluta Sacconi. È diventata un poltrinificio.
  Si sono spesi milioni, vagonate di soldi, per non creare e non dare alcun tipo di servizio. Dobbiamo fare tutta una serie di studi, fare tutta una serie di interventi per avvicinare la domanda e l'offerta, e questo non è stato fatto. A Milano, ad esempio, sono stati aperti degli uffici, degli sportelli, milioni di euro pure lì per collocare nel giro di un anno cinquantasei persone: una cosa veramente indegna. Si tagliano gli ispettori del lavoro, mentre una legge prevedeva nuove assunzioni: questi ispettori sono sotto organico, il contrario. Veramente, sono senza parole, ho solo una parola da dirvi, veramente, dal profondo del cuore: vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Grazie Presidente, da dove iniziare per questa legge di stabilità ? Io ero già intervenuta in prima lettura sulla legge di stabilità e avevo parlavo, ad esempio, di frequenze televisive, non sapendo che, al Senato, proprio questo argomento sarebbe stato peggiorato. E perché questo ? Perché le frequenze TV attribuite all'Italia a livello internazionale non assegnate – questo dice la relazione tecnica – potranno essere assegnate anche ai soggetti non operanti in ambito locale, quindi si gioca con le parole. Che significa questo ? Significa che chi ne beneficerà sono ovviamente quei soggetti che sono operanti in ambito nazionale. Ovvero chi ne resta ? Mediaset ? La7 ? Chissà perché mi viene da pensare a Mediaset. Chissà perché ? Certo, questo potrebbe anche essere un conflitto, però, almeno potenziale con l'articolo 7, comma 2, della legge Gasparri, che prevede che un terzo della capacità trasmissiva che deve essere dedicato alle TV locali sia appunto dedicato alle TV locali. Già al momento la situazione pare non essere così, quindi si andrebbe ad aggravare il quadro.
  È interessante anche notare che si gioca con le parole quando si parla di canone RAI, perché si dice che il canone non verrà ridotto. Voi parlate di riduzione, quando in realtà è previsto che si paghi esattamente così com’è per almeno quest'anno; quindi, non è corretto parlare di non aumentarlo, ma di pagarlo esattamente come si è pagato l'anno scorso.
  E ora veniamo a Poste: c'era una volta il servizio universale di Poste Italiane. Perché dico «c'era una volta» ? Perché con questa legge di stabilità si fa apertamente una razionalizzazione del servizio e una rimodulazione delle frequenze settimanali del servizio postale, che tradotto vuol dire sostanzialmente che i servizi in favore dei cittadini nelle aree più svantaggiate del Paese saranno totalmente ridotti. Ma questo ce lo aveva già detto l'amministratore delegato di Poste Italiane Caio, che, in audizione al Senato, ci diceva che le risorse per il servizio postale passavano da 340 milioni a 260 e che, di conseguenza, verranno chiusi quasi 600 sportelli di Poste degli attuali 13 mila. Noi ovviamente siamo assolutamente contrari a questo tipo di razionalizzazione e, tra le altre cose, questo provvedimento spiana ulteriormente la strada alle privatizzazioni di Poste Italiane, che lascerà allo Stato gli oneri derivanti dal servizio universale, mentre verranno privatizzati tutti gli altri servizi che producono utili per Poste Italiane.
  Ma veniamo ovviamente al petrolio, perché questo Governo non poteva non essere «Governo fossile» anche in occasione della legge di stabilità. E questo lo voglio dire anche al presidente della Basilicata Pittella, che parla di grandissima vittoria, ma basterebbe leggere questo testo dove viene detto, proprio scritto nero su bianco: il parere delle regioni viene ulteriormente sorpassato a favore della Conferenza unificata. Ora, se questa è una vittoria vuol dire che veramente si ha il prosciutto sugli occhi. E non solo questo, perché si parla anche di Tempa Rossa, c’è anche un emendamento ad hocPag. 21per la Total, che ha in concessione ormai questa parte della Basilicata. Noi siamo amministrati direttamente dalle multinazionali del petrolio e non dalla politica o viceversa – è praticamente la stessa cosa – che avranno il controllo assoluto di questa zona. Tra l'altro, questo emendamento, che è stato inserito nel maxiemendamento, era stato inserito anche nello sblocca Italia però, nell'esame di quel provvedimento, Realacci lo aveva dichiarato inammissibile ovviamente dopo le nostre vive proteste. Ciò vuol dire che, da una parte, un mese fa, avevamo per lo meno arginato un qualcosa che poi ci è stato riproposto soltanto qualche mese dopo e questo è assolutamente inaccettabile, perché è inaccettabile che si reputino strategici anche gli oleodotti, oleodotti che arrivano a Taranto, petrolio che arriverà a Taranto e che, però, poi verrà lavorato all'estero.
  Perché noi parliamo di questo. Da noi verranno a «succhiare» e ad inquinare le nostre regioni Puglia, città come Taranto, la Basilicata, l'Emilia, l'Abruzzo e poi ? E poi la lavorazione avverrà all'estero dove è più conveniente. Ma noi, in realtà, abbiamo avanti soltanto due anni, le nostre riserve italiane sono paragonabili soltanto a due anni di risorse energetiche, per cui perché stiamo facendo tutto questo ? Stiamo raschiando il barile ancora una volta e stiamo peggiorando un decreto, come quello dello sblocca Italia, che già favoriva le multinazionali del petrolio, che già insisteva su un tipo di sviluppo industriale vecchio, assolutamente anacronistico, anche rispetto ai parametri dell'Unione europea, assolutamente anacronistico anche rispetto ai problemi ambientali delle nostre zone del sud e del centro Italia.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MIRELLA LIUZZI. Perché è pazzesco che questa politica sia assolutamente cieca in quelle che sono anche le esigenze e le decisioni dei comuni, per esempio quelli della Basilicata che hanno chiesto l'impugnazione dello «sblocca Italia» e che, quindi, dovrebbero essere, di conseguenza, anche contrari a delle norme che sono presenti in questo disegno di legge di stabilità. Quindi, continueremo a insistere su uno sviluppo che non è assolutamente sostenibile. Anche qui non giochiamo con le parole, perché ogni tipo di sviluppo non può essere sostenibile. È assolutamente impossibile che avvenga tutto ciò e, quindi, abbiamo perso una ennesima occasione – l'ennesima ! – per sviluppare energia dalle fonti rinnovabili, per dare anche uno slancio al settore, per esempio, del trasporto pubblico locale. Si è tagliato anche in quest'ultimo settore, che è sostenuto, ovviamente, dal MoVimento 5 Stelle, in favore del petrolio, delle multinazionali del petrolio, e di queste grandissime aziende che ormai governano l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, sono contento che ci sia lei oggi, perché il mio appello di giovedì sera segnalava come alcune Commissioni competenti non erano neanche state convocate e non c'era neanche la previsione. Lei, giustamente, mi fece notare che non era ancora arrivato e assegnato il testo. In realtà, però, purtroppo, alcune Commissioni avevano almeno ventilato l'ipotesi ai propri commissari di poter esprimere un parere. Io ci tengo a testimoniare che il suo compagno di partito, il presidente Epifani, ha ritenuto più utile penso andare a fare shopping, piuttosto che convocare la Commissione competente. La Commissione attività produttive, commercio e turismo non si è espressa sul disegno di legge di stabilità. Non si è espressa e, peraltro, alcune questione la riguardano direttamente. Una tra tutte, il Fondo delle PMI che è stato aperto alle grandi imprese. Si chiamava Fondo per le piccole e medie imprese ed oggi, magicamente, è aperto alle aziende che hanno fino a 499 dipendenti. Noi sappiamo benissimo che l'Italia è strutturata in piccole e medie imprese. Quasi il 99,9 per cento delle imprese sono piccole e Pag. 22medie. L'80 per cento dell'occupazione è all'interno delle piccole e medie imprese che forniscono il 60 per cento del valore aggiunto come apporto. Questo è ancora un messaggio; noi dobbiamo aiutare a sostenere le piccole e medie imprese, ma, a fronte di quei pochi soldi che gli erano stati destinati, ad un certo punto, apriamo anche alle grandi aziende. Certo, sono quelle grandi aziende che non vedono l'ora di spostare sempre la sede produttiva all'estero, e per di più la spostano anche quelle società che, per anni, hanno campato come parassiti sulle spalle dei cittadini italiani, vedesi FIAT.
  Andiamo su un'altra questione: la cessione della rete elettrica FS-Terna. Il prezzo dell'energia, ovviamente nessuno lo ha messo in conto, aumenterà, e perché ? Per questo nesso causale per cui ad un certo punto viene detto che la rete elettrica di FS viene acquistata da Terna. Sì, come ? Verrà stabilito dall'Autorità, ma l'Autorità non è che potrà non trasferire il costo di acquisizione in oneri in bolletta. Lo farà, perché obbligata. L'Autorità avrebbe dovuto essere sentita prima, per vedere quali erano le ripercussioni negative di un'operazione del genere, valutata nell'ordine di 1 miliardo di euro sulle bollette dei cittadini italiani. Questa questione, ovviamente, non è stata neanche presa in carico.
  Ma, certo, come prenderla in carico quando dobbiamo probabilmente restituire somme a disposizione di quell'azienda, ad esempio, rete RFI e Ferrovie dello Stato, ai quali ultimamente era stato tolto lo sconto in bolletta, ossia non si prevedeva più che pagassero meno la corrente rispetto a qualsiasi altra azienda ? E allora oggi corriamo in soccorso facendo questa bella marchettina. Peccato che, però, a pagarla saranno sempre i cittadini italiani, pagando sostanzialmente due volte la stessa rete, infatti poi verrà pagata come investimenti pubblici e oggi si paga come investimenti di Terna. Ovviamente – a tutti è ben noto – le mani cinesi di Terna arriveranno, quindi, anche sulla rete elettrica riferita alle Ferrovie dello Stato.
  Andiamo ad un'altra questione che è legata a un tema a noi molto caro, quello delle stampanti 3D e, quindi, della manifattura digitale. Noi abbiamo chiesto 150 milioni di euro, ci avevate detto che non ce ne erano e che al massimo ce n'erano 5. Quindi, andavamo a recuperare quelli già stanziati l'anno prima per la medesima tematica e non spesi per incapacità realizzativa vostra. Alla fine arriviamo a dire che oggi abbiamo, forse, globalmente 15 milioni di euro.
  Uno dirà che è tanto, ma poi penso ai 10 milioni di euro che vengono regalati al porto di Molfetta e qualche domanda me la pongo. Per non andare a vedere poi tutta una serie di emendamenti marchetta presentati al Senato, che mi fanno capire veramente la totale assenza della logica imprenditoriale all'interno di questo Governo. Qual è uno strumento che potrebbe rilanciare il sistema produttivo del Paese ? Non fa niente, noi gli diamo al massimo 5 milioni di euro, giusto per tenere buona la minoranza, tanto non lo renderemo mai operativo. Questa è la nostra visione di quella che è considerata dal garante per le PMI la terza rivoluzione industriale.
  Va bene, andiamo oltre per capire che siete riusciti a mettere una tassazione, come già annunciato dai miei colleghi in precedenza, anche con l'IVA sul pellet. Quand’è che riuscirete a tassare anche la legna che uno si va a raccogliere nel bosco ? Oppure anche l'aria che serve per produrre la combustione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Ponetevi il problema che alla fine per poter incenerire la legna o il pellet serve anche l'aria. Provate a tassare anche quella, probabilmente ce la farete.
  Altra questione è il gioco d'azzardo. Io rimango scandalizzato nel vedere la superficialità nella gestione di un problema del genere, con un bel condono fiscale di 10 mila euro per i soggetti che – cito – si devono in qualche modo mettere d'accordo, in quanto offrono scommesse con vincite in denaro in Italia per conto proprio, verso soggetti terzi, anche esteri, senza essere collegati al totalizzatore nazionale. Questo vorrebbe dire che sono Pag. 23illegali per lo Stato italiano, però si possono mettere in regola con una bella sanatoria di 10 mila euro ciascuno, non di più – eh ! – perché altrimenti poi corriamo il rischio che non li versino. Tanto non li verseranno comunque.
  Peccato che, quindi, alla fine viene scritto – chiudo, Presidente – che la sanzione verrà ridotta di un terzo, senza l'applicazione di sanzioni e interessi. Quindi, anche laddove la regolarizzazione fiscale verrà fatta – attenzione ! – si dirà: «Ma non ti preoccupare, non ti facciamo pagare neanche la sanzione, te la riduciamo a un terzo», quando la gente muore e le imprese muoiono per cartelle esattoriali di Equitalia. Ma vi rendete conto di cosa state facendo ? Uno deve 100 e gli arriva la cartella di 250 e in questo caso ai soliti noti, Sisal ad esempio, andate a fare un bel favore, applicando uno sconto di un terzo e senza applicare neanche gli interessi. Cosa dobbiamo fare ? Calare di più le mutande (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fanucci. Ne ha facoltà.

  EDOARDO FANUCCI. Grazie Presidente. Desidero cominciare l'intervento con un ringraziamento non formale al presidente della Commissione Francesco Boccia, al relatore e al capogruppo del mio partito per la costanza, per l'impegno e la serietà dimostrati nell'affrontare questa complessa e delicata manovra, nel rapporto con il Senato, nel rapporto con il Parlamento e con il Governo.
  Con la legge di stabilità arriva un taglio delle tasse inedito per il nostro Paese, pensato per rimettere in moto l'economia, rilanciare i consumi e sostenere le fasce più deboli della popolazione. Le misure sono rivolte alle giovani generazioni, ai lavoratori, alle imprese, alle famiglie e, principalmente, ai più deboli.
  Oggi arriviamo, dunque, all'ultimo passo da compiere per l'approvazione della legge di stabilità. Un percorso, come ogni anno, molto complesso e delicato, che il Governo ha saputo gestire con equilibrio e serietà, intervenendo laddove necessario per bloccare i pericolosi assalti alla diligenza che si sono verificati anche al Senato ed è opportuno dirlo.
  Nel merito, è opportuno segnalare anche che i lavori della Camera e del Senato si sono svolti con un differente approccio. La differenza di Regolamento tra le due Camere ha determinato sostanziali differenze nelle procedure, nell'ammissibilità degli emendamenti, ma anche, con riferimento agli emendamenti trattati nelle Commissioni, abbiamo trovato differenze e questo, a mio avviso, deve essere superato e migliorato.
  Il bicameralismo perfetto dimostra anche in questo caso tutti i suoi limiti.
  Detto ciò – che comunque è una premessa rilevante rispetto alla portata della manovra – il provvedimento oggi all'esame della Camera risulta migliorato decisamente rispetto alla sua originaria versione.
  L'impianto di fondo è certamente rimasto, ma sono stati inseriti nuovi e positivi aspetti specifici e di grande portata.
  La Camera ha trovato piena attuazione di ordini del giorno, spesso sottovalutati e spesso anche poco considerati dal Governo e, in questa occasione, invece, abbiamo riscontrato importanza e valore dei lavori di questa Camera, anche nell'occasione della redazione degli ordini del giorno, che sono stati approvati ed a cui è stato dato un effettivo seguito dal Governo e dal Senato.
  Le novità più rilevanti, che ritengo di dover sottolineare, sono le seguenti; in primis, l'IRAP per soggetti privati che non hanno dipendenti: un costo di 163 milioni di euro a partire dal 2016 e l'eliminazione di un taglio retroattivo del 10 per cento, con la determinazione contestuale di un credito d'imposta, utilizzabile dal 2016, finalizzato a sterilizzare gli effetti della manovra precedentemente approvata dalla Camera.
  Ci siamo resi conto che questo provvedimento andava ad inficiare il lavoro di moltissimi artigiani, professionisti e soggetti privati senza dipendenze ed abbiamo ritenuto opportuno, con l'ausilio ed il Pag. 24supporto del Senato della Repubblica e chiaramente del Governo, intervenire nel senso corretto di sterilizzare l'effetto della manovra sull'IRAP per soggetti privati senza dipendenti, un grande passo in avanti, forse il più importante.
  Il secondo passaggio da sottolineare è il trattamento fiscale del capital gain di enti di previdenza e dei fondi pensione, per un costo complessivo di 80 milioni di euro; si crea un credito d'imposta riservato esclusivamente a chi effettuerà investimenti mirati in attività finanziarie di medio/lungo termine, attività finanziarie strategiche per il Paese; infatti, verrà definito un decreto apposito dal MEF, che determinerà il perimetro di azione di questo provvedimento.
  Questo provvedimento ha due obiettivi: il primo, è scoraggiare la speculazione, colpendone gli intenti e gli effetti con una tassazione decisa e senza sconti; il secondo, ben più importante, è favorire investimenti a medio e lungo termine, volti a sostenere l'economia reale, del territorio, che possa offrire un impatto positivo e, addirittura, un effetto leva sul PIL del nostro Paese.
  Ricordo quando lei, sottosegretario, ci illustrò questa ipotesi già nel passaggio alla Camera dei deputati: già, in quel momento, sembrava un'ipotesi giusta e corretta da perseguire; siamo felici che questa ipotesi abbia trovato piena e concreta attuazione nel provvedimento oggi presentatoci dal Senato.
  L'amianto: l'amianto trova un doppio binario di intervento: per una parte, si va ad intervenire sulle aree oggetto di messa in sicurezza, bonifica e ripristino, per un costo complessivo, nel triennio, di 135 milioni di euro. Si vanno a bonificare siti di interesse nazionale: penso all'importanza, anche dal forte valore simbolico, dell'intervento per Casale Monferrato, anche a seguito della recentissima e dolorosa vicenda Eternit, ma anche al caso Bagnoli, in prossimità di Napoli.
  Ma questa è soltanto una parte dell'intervento: l'altra parte, riguarda le persone, persone esposte all'amianto che godranno di trattamenti previdenziali ed assistenziali di favore, ma questo favore non è un privilegio; è un diritto, in quanto queste persone avranno il riconoscimento oggettivo del Servizio Sanitario Nazionale che questa esposizione ha causato loro, purtroppo, un danno spesso non superabile e cronico.
  Un danno che, nel nostro territorio, in provincia di Pistoia, ha causato anche morti e problemi negli anni passati. Quarto passaggio, il Fondo emergenze nazionali; si tratta di un fondo che, all'avverarsi di ogni catastrofe, si chiede di integrare, ripristinare e sostenere. Questo è un fondo che è stato integrato per 60 milioni di euro; certo, siamo onesti, queste risorse non basteranno, ma non bastano mai. Si tratta però di un passo importante nella giusta direzione e il Consiglio dei ministri si è preso anche l'onere e l'impegno di integrare con ulteriori, nuove risorse qualora questo in futuro si rendesse necessario.
  Per quanto riguarda i patronati rispetto alla prima versione, dove si ipotizzava un taglio di 150 milioni di euro, già alla Camera siamo arrivati ad un taglio di 75 milioni euro e oggi al Senato, con la presentazione del provvedimento definitivo, si arriva ad un taglio di 35 milioni di euro, quindi ulteriori 40 milioni in più alla causa proposta dai patronati per cercare di migliorare ed integrare un servizio che certamente è importante per questo Paese. Devo dire che ancora più importante non è la rinuncia al taglio – il taglio di 35 milioni di euro comunque c’è ed è importante –, ma il suo elemento qualitativo. Si vanno a cambiare le soglie ed alcuni elementi che devono far migliorare i patronati garantendo gli stessi servizi a minori costi per lo Stato centrale. Di conseguenza, si cambia la soglia, già approvata alla Camera al 2,5 per cento, destinata ai servizi essenziali rilevanti da parte dei patronati, oggi l'abbiamo trasformata all'1,5 per cento con l'ultima proposta da parte del Senato che è oggi qui in discussione e, chiaramente, facciamo nostra.Pag. 25
  Un altro passaggio, un passaggio a mio avviso sottovalutato anche dai media e dagli interventi degli altri relatori per gli altri gruppi di maggioranza e di opposizione – in particolare, di opposizione – il fondo destinato al vaccino per l'epatite C, un costo di 100 milioni di euro a carico dello Stato che trova un'integrazione da parte delle regioni e un impegno del Servizio sanitario nazionale che va assolutamente in una direzione diversa, innovativa rispetto a quello che sta accadendo in Europa e nel mondo. Siamo i primi con una buona pratica a prevedere lo stanziamento di risorse volte a rendere gratuita la fornitura di un vaccino davvero importante. I fondi a sostegno ed a tutela della disabilità, un costo di 60 milioni di euro nel triennio sono risorse importanti: 20 milioni l'anno che non sono stanziati attraverso questa manovra, ma sono fondi a regime per consentire l'inserimento nel mondo del lavoro di soggetti disabili. L'applicabilità della legge n. 68 del 1999, oggi messa in discussione, grazie a questo intervento è stata resa stabile e mai più incerta.
  Non si parla di local tax, in questo caso per rispondere a Rocco Palese di Forza Italia che sul punto è stato molto duro. La local tax è stato giusto non inserirla in questo provvedimento, avremo modo e tempo per farlo con un apposito provvedimento meditato, studiato e articolato, in modo da evitare gli errori del passato su un tema così complesso e caro agli italiani come è quello riguardante la casa. Tuttavia, diamo dei segnali nella giusta direzione; il blocco alla Tasi fissato nel 2014 viene prorogato anche al 2015, così come viene bloccato il tetto IMU a disposizione dei comuni. Allo stesso tempo, per quanto riguarda lo Stato, blocchiamo il canone RAI, congelandolo all'imposta del 2014.
  Per quanto riguarda i risparmi sulle spese improduttive e i costi della politica prosegue il virtuoso lavoro del Governo; le elezioni regionali e locali della prossima primavera saranno accorpate in un unico giorno, l’election day, garantendo un risparmio considerevole e importante anche in termini d'immagine in un Paese che ci chiede di stare attenti anche alle piccole cose. Questo passaggio dell’election day in passato è stato richiesto e mai perseguito, si andava a guardare l'interesse elettorale dell'una o dell'altra forza politica, questa volta siamo riusciti nei fatti a portarlo a casa.
  La conferma più attesa, la forza, il coraggio e l'orgoglio di fare una manovra espansiva che prevede dei tagli importanti di tasse. Un taglio di 18 miliardi di euro che non colpisce tutti allo stesso modo, favorisce i più deboli e garantisce nuovo slancio all'occupazione e al lavoro.
  Pertanto, una manovra ambiziosa, coraggiosa, ma ancor di più credibile, agli occhi degli italiani, agli occhi delle imprese, ma anche agli occhi dell'Europa e del mondo, a cui noi ci rivolgiamo quando andiamo a chiedere di rifinanziare il nostro pesante debito pubblico. Sul piano macroeconomico, facciamo il massimo alle condizioni imposte dall'Europa, rispettiamo le regole, mettendone in evidenza le criticità. Ci aspettiamo dall'Europa attenzione e rispetto. Il Piano Juncker non sia un punto di arrivo, ma sia soltanto un punto di partenza. Sul piano distributivo, sosteniamo quella parte di popolazione che ha sempre subito tagli ai servizi, inasprimenti fiscali e non ha mai potuto fuggire dalla tassazione in quanto soggetti a tassazione alla fonte. Mi riferisco a tutti quei soggetti che godranno della stabilizzazione degli 80 euro, persone che non guadagnano più di 1.500 euro netti al mese, che non sono certo ricchi, ma che quegli 80 euro oggi li possono vedere davvero come un elemento portante del loro reddito, non soltanto presente, ma anche futuro.
  Dalle rendite al lavoro: quanti libri, quanti convegni, quante iniziative a cui ho partecipato dove questo elemento era dettato come titolo ! Quanti programmi elettorali abbiamo ascoltato con questo titolo ! Oggi trasformiamo il titolo in realtà. Oggi favoriamo il lavoro e colpiamo le rendite e lo facciamo con questa legge di stabilità. Lo facciamo con una legge di stabilità che va nella direzione Pag. 26indicata dal Governo Renzi fin dal suo insediamento. Vi è il superamento del Patto di stabilità per le regioni, una volta per tutte. Vi è il superamento, seppur parziale, del Patto di stabilità per gli enti locali e in particolare per i comuni. Si può anche in questo caso fare di più e fare meglio, ma rispetto a dove siamo partiti, abbiamo certamente fatto dei grandi passi in avanti. Con riferimento al lavoro, per parlare in termini di numeri, sosteniamo il lavoro a tempo indeterminato con 1,9 miliardi di euro a sostegno del contratto a tempo indeterminato, per tre anni, con sgravi alle nuove assunzioni. E, contestualmente, eliminiamo la componente IRAP dal costo del lavoro per 5,1 miliardi di euro. E, forse, anche con toni provocatori, sono qui oggi in Aula a dire: spero che queste risorse non siano sufficienti. Lo spero perché questo potrebbe dare il segnale di un Paese che riparte e allora saranno le risorse meglio spese quelle risorse che tra qualche mese dovremo integrare in questi capitoli.
  Avanti con la giusta direzione perché il contratto a tempo indeterminato non sia più un'utopia, ma sia una reale possibilità per i tanti giovani che oggi lo vedono come un win for life, come una vincita al Superenalotto. E quando il contratto a tempo indeterminato non è più visto come una possibilità reale per tutti, diventa un privilegio, diventa un sistema da aggirare con quarantasette formule contrattuali diverse rispetto a quella che doveva essere fino ad oggi considerata come la linea principale e la linea maestra. Noi, con il combinato disposto legge di stabilità e Jobs Act, torniamo a scommettere sul contratto a tempo indeterminato perché sia davvero facile, semplice e per tutti, dando anche l'indicazione al Governo di far costare di più e semplificare quella selva di contratti a tempo determinato che purtroppo gravano sulle nostre imprese, sul nostro sistema e che hanno spesso anche allontanato le imprese da utilizzare il contratto a tempo indeterminato.
  Ma abbiamo anche sostenuto i consumi. Degli 80 euro ho già detto. Ma è importante sottolineare anche il TFR in busta paga, una mera facoltà per i lavoratori, non un obbligo. Una facoltà richiesta dai sindacati negli anni passati. Ricordo un intervento di Trentin che rivendicava lo sforzo e l'attenzione rispetto a questa misura che noi oggi portiamo a casa, a compimento. E anche la defiscalizzazione dei buoni pasto da 5,14 a 7 euro. Una manovra, anche questa, sottovalutata dai media e dalla stampa, ma che può dare un po’ di ossigeno e respiro ai tanti lavoratori che si trovano a dover affrontare i tagli e le difficoltà di famiglie e arrivare a fine mese.
  La spending review va avanti: 15 miliardi di euro, con o senza Cottarelli. 15 miliardi di euro rispetto ai quali io voglio anche sottolineare l'importanza delle clausole di salvaguardia, per far considerare l'importanza di sostenere l'azione del Governo, sostenere l'azione dei Ministeri, delle regioni e delle province e degli enti locali, affinché questi tagli siano davvero portati a termine. Infatti, qualora questi tagli non fossero portati a termine, ne risentiremo tutti noi con l'aumento dell'IVA.
  Allora è il bazooka dell'aumento dell'IVA che deve far sì che si vada avanti per davvero con la spending review e che tutti i nostri governanti, noi compresi che siamo oggi qui in Parlamento, abbiano la consapevolezza che fare una seria azione di risparmio della spesa, quella spesa improduttiva che ancora oggi caratterizza il nostro Paese, è un'azione mirata a farlo ripartire.
  La buona scuola: anche qui un miliardo di euro dal 2015 per assumere 150 mila precari. Dal 2016 diventeranno 3 miliardi di euro l'anno, un atto di buon senso nella giusta direzione, una visione del territorio che non prevede nuovo cemento ma prevede, attraverso la conferma dell’ecobonus, ristrutturazioni e riqualificazioni urbanistiche grazie a quell'intervento del Governo Pag. 27Letta che forse ha avuto più fortuna rispetto al Governo e all'azione di quel Governo.
  Ma la vera sfida oggi è far ripartire gli investimenti pubblici e privati: sì al supporto e al sostegno dell'Europa nella consapevolezza che riusciremo nell'impresa di riaccendere la speranza solo se riconquisteremo la credibilità perduta attraverso riforme parallele e collegate come la giustizia civile, la lotta alla burocrazia, la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'ottenimento finalmente di un fisco amico leggero e trasparente. Oggi con questo disegno di legge di stabilità, Presidente, non ci sono più alibi: l'Italia ha la forza e il dovere di voltare pagina. Non ci sono più alibi: con questo disegno di legge di stabilità si torna a credere nella capacità di imprese e famiglie di investire e rimettersi in gioco. Non ci sono più alibi nel momento in cui noi abbiamo l'onore e l'onere di lasciare le cose migliori di come le abbiamo trovate. L'Italia, anche grazie a questa manovra, ha gli strumenti per ripartire. Proviamoci, tutti insieme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione congiunta sulle linee generali.

(Repliche dei relatori e del Governo – A.C. 2679-bis-B e A.C. 2680-B)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore di minoranza sul disegno di legge di stabilità e sul disegno di legge di bilancio, deputato Sorial, non è presente in Aula: s'intende che abbia rinunciato alla replica.
  Il relatore per la maggioranza sul disegno di legge di stabilità, deputato Mauro Guerra, ha fatto sapere per le vie brevi che rinuncia alla replica.
  Prendo atto che il relatore per la maggioranza sul disegno di legge di bilancio, deputato Paolo Tancredi, non è presente in Aula: s'intende che abbia rinunciato alla replica.
  Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, Sottosegretario Baretta.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Grazie, Presidente. Vorrei anzitutto ringraziare i componenti della Commissione bilancio, il presidente Boccia e relatori Guerra e Tancredi per il lavoro che hanno svolto e la collaborazione che hanno dato al Governo. Vorrei anche ringraziare l'onorevole Fanucci non solo per l'intervento che ha fatto ma anche perché ha la cortesia di essere presente alla replica diversamente da altri deputati che, dopo aver scaricato sul Governo critiche tortuose e inesatte, sono assenti in questo momento, dopo aver richiesto anche di avere risposte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Una prima considerazione riguarda il metodo di lavoro che è stato scelto tra Camera e Senato che non viene sicuramente offuscato dalle vicende delle ultime ore e degli ultimi giorni, un metodo di lavoro e di divisione di compiti tra i due rami del Parlamento che ha dato buoni frutti nel merito delle questioni che sono state affrontate. Quello che abbiamo deciso che alla Camera si sarebbe affrontato in prima lettura è stato fatto in maniera approfondita, quello che era stato delegato al Senato è stato ripreso in quella sede. Credo che abbia fatto bene anche il relatore Guerra nella sua introduzione e nella sua relazione di oggi a sottolineare il rapporto di continuità. Forse non è abituale, c’è una liturgia negativa sugli ordini del giorno ma talvolta, invece, se sono fatti con criterio possono costruire quel ponte che abbiamo realizzato questa volta tra il messaggio che la Camera ha mandato al Senato e quello che è stato accolto in quella sede.
  Voglio anzitutto replicare all'onorevole Marcon che si è concentrato sulla natura non espansiva di questa manovra. Non serve l'elenco, bastano i titoli di una serie di interventi dagli 80 euro all'IRAP e approfitto per dire che qualcuno poco fa ha parlato di caramelle per l'intervento Pag. 28sugli imprenditori senza dipendenti. Sono almeno un milione e 400 mila caramelle moltiplicate per il 10 per cento quello che ha fatto il Governo recuperando un punto che effettivamente era diventato critico poiché nel realizzare l'intero abbattimento dell'IRAP era stata assorbita anche quella parte che riguardava questa fascia di lavoratori produttivi.
  Spesso si tratta di artigiani, spesso di piccolissime imprese individuali che danno molto lustro, tra l'altro, a settori importanti del nostro Paese, oltre che alla gestione pratica di molti servizi quotidiani. Aggiungo anche che gli incentivi per le assunzioni nei tre anni previsti, i 400 milioni di euro per gli ammortizzatori, il credito di imposta per le piccole e medie imprese, la proroga del bonus energetico che veniva qui ricordata e che nella disattenzione generale ha prodotto, negli ultimi due anni, un volume d'affari delle famiglie di circa 20 miliardi di interventi per il risanamento delle abitazioni, sono tutti fattori che dimostrano come siamo tutt'altro che in una situazione di manovra non espansiva. Sono esattamente le condizioni che possono consentire al Paese di ripartire.
   Metto anche in questo capitolo l'intervento che è stato fatto sui fondi pensione e sulle casse perché a fronte di un aumento della tassazione si è discusso molto, a partire dalla Camera e poi anche al Senato, se ridurre e in che misura questa tassazione in un approccio esclusivamente quantitativo. La verità è che poi, invece, ad una approfondita riflessione abbiamo scelto un intervento qualitativo. Non abbiamo toccato questo intervento di maggiore imposizione fiscale, ma abbiamo introdotto un incentivo sotto forma di credito di imposta che sposta l'approccio, perché dice esplicitamente che le casse ritornano al 20 per cento, i fondi pensione ritornano all'11 per cento, cioè al punto di partenza, se realizzano interventi, per la quota parte di interventi realizzati, in economia reale. C’è alle spalle un dibattito di qualche mese che il Governo sta facendo con le casse e con i fondi, ma aggiungo anche che i dati sono impressionanti e interessanti. I fondi pensione e le casse investono circa 170 miliardi di euro, a dimostrazione dell'importanza che ha questo filone di intervento, la verità è che il 99 per cento è investito in debito, metà debito estero e metà debito italiano, voglio dirlo senza nessun fraintendimento, noi consigliamo che continuino ad investire la quota parte sul debito italiano, ma sicuramente se potessimo recuperare quota parte degli altri investimenti e finalizzarli ad economia reale, ecco che noi avremmo un incentivo che va oltre quello che possono fare loro, quel volano necessario perché oggi la questione principale sono proprio gli investimenti.
  Voglio dire, quindi, che questa serie di interventi dimostra che noi siamo, esplicitamente, nella direzione di costruire le basi per la manovra espansiva. Aggiungo anche che sono questi interventi che ci rassicurano rispetto all'Europa. Certo che abbiamo fatto l'aggiustamento di 4 miliardi di euro, lo dico a Simonetti e a Palese che ci invitavano al fatto che dovevamo resistere a quell'intervento, certo che lo abbiamo fatto, lo abbiamo fatto innanzitutto per rispetto del Parlamento e per consentirgli un quadro chiaro, sia pur più limitato di intervento, ma questo è anche il risultato di un confronto con l'Europa che ha già consentito di avere, da parte dell'Unione europea, un primo messaggio di accettazione e di positività sugli interventi italiani. Non è mai finito il confronto con l'Europa, perché è un confronto legato anche a condizioni di partenza difficili del nostro Paese e anche perché è un confronto politico sul quale, diversamente da quanto ha detto l'onorevole Melilla, noi abbiamo aperto un confronto esplicito, robusto, con l'Unione europea sulle linee di intervento.
  Un altro capitolo che va ricordato è sicuramente quello degli interventi sul sociale, sono stati qui ricordati gli interventi sull'epatite c e il fatto che siamo orgogliosi di essere il primo Paese in Europa che affronta questa materia così delicata attraverso forme di gratuità nell'intervento. Pag. 29Quello che è interessante non è lo stanziamento statale, che pure è importante, ma è quello che ha messo in moto uno stanziamento molto più importante da parte delle regioni, per un totale di circa 700 milioni di euro che vanno nella direzione di andare incontro a situazioni particolari di disagio.
  Ma anche qui, voglio ricordare l'amianto, perché esso è un intervento non solo di ristoro ma anche di bonifica e, come veniva ricordato poco fa, anche l'intervento sui patronati non è solo per ridurre i tagli, ma di riforma. Ecco il tipo di approccio che noi abbiamo tenuto, aspetti di carattere quantitativo e aspetti di carattere qualitativo.
  Mentre nel capitolo sociale, in qualche modo sfidando una discussione che dovremo fare nelle prossime settimane, metto proprio nel capitolo sociale anche i giochi, perché, vedete, se andate a leggere il testo della legge di stabilità, vedrete quali sono le intenzioni del Governo, molto esplicite: la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza nonché delle fasce sociali più deboli e dei minori di età. Questo è l'obiettivo con il quale noi affrontiamo il delicatissimo e controverso tema del gioco e quello che abbiamo fatto in questa stabilità è duplice, da un lato un investimento di 50 milioni direttamente a sostegno degli interventi contro la ludopatia e dall'altro un intervento pesante nei confronti del settore. Guardate, questa questione non termina qui, lo sanno bene i deputati perché ne abbiamo già parlato in Aula, c’è una legge in discussione nella Commissione di merito, subito dopo la pausa natalizia presenteremo il testo del decreto legislativo per applicare l'articolo 14 della delega fiscale. Quello che stiamo facendo nella legge di stabilità è l'anticipo di una riforma complessiva che vogliamo fare assieme al Parlamento e ne discuteremo quindi, ma intanto abbiamo messo in moto un contrasto al gioco illegale. Sono circa 7 mila, secondo i dati della Guardia di finanza e degli osservatori più importanti, i punti irregolari nel nostro Paese. Allora io dico, mi stupisco io della superficialità con la quale viene affrontata questa materia. Che facciamo ? Facciamo finta che non esista questo settore di illegalità ? Li lasciamo pascolare liberamente nelle nostre periferie e nei nostri centri, soprattutto molti sono concentrati nelle aree urbane, o ci mettiamo di fronte ad una capacità di intervento drastico ? Certo che abbiamo offerto a costoro di regolarizzarsi, è vero, ma è esattamente questo il punto: o ti regolarizzi o sarai fuori dal gioco legale e sarai perseguito in quanto tale. È un salto di qualità che lo Stato vuole fare e sicuramente l'intervento anche quantitativo è interessante: tra le due manovre, quella di intervento sulla regolarizzazione e quella di maggiore stretta sulla filiera, noi con questa legge di stabilità incassiamo – ma non è una questione di cassa, perché si va ad incidere esattamente sui proventi del settore – 1 miliardo e mezzo senza toccare la percentuale delle vincite. Quindi non interveniamo sui giocatori, sui quali dobbiamo fare un intervento molto più serio che riguarda appunto la regolarizzazione e anche affrontare questo tema delicato delle cosiddette macchinette. Insomma, in qualche modo diamo dignità ad un intervento statale che è finalizzato esattamente nella giusta direzione.
  Ma anche le calamità naturali e i terremoti fanno parte di questo intervento. Non mi dilungo nel dettaglio, sappiamo che abbiamo rifinanziato il fondo, ma voglio dire a chi l'ha detto che ha sbagliato, perché per il terremoto dell'Emilia Romagna sono stati stanziati 15 milioni, non è molto ma non è quel niente che è stato detto, e per il terremoto dell'Abruzzo sono stati stanziati 25 milioni. Quindi in qualche modo si è tenuto conto di emergenze ancora presenti e tra l'altro con i deputati e i senatori delle regioni concordando le migliori modalità anche con gli enti locali.
  Proprio sugli enti locali è l'altro pesante intervento, certo che i tagli sono robusti, lo sappiamo, non l'abbiamo negato. Per fare una manovra complessiva abbiamo chiesto agli enti locali un ulteriore Pag. 30e difficile contributo, ma abbiamo costruito con loro un impianto che ha consentito e consente di gestire questi tagli attraverso i 2 miliardi di allentamento del patto, attraverso la possibilità di una ricontrattazione complessiva dei mutui, attraverso la spalmatura in trent'anni della possibilità di rientrare e attraverso un'esenzione del patto di stabilità per i comuni che si fondono.
  Sappiamo che la norma che era stata votata alla Camera era arrivata all'appuntamento, nel passaggio tra il Senato e la Camera, come norma scoperta. Abbiamo coperto al Senato perché la giustezza di quell'intervento, che era stato fatto su proposta del relatore è stata compresa dal Governo, e abbiamo quindi realizzato questa copertura, che consente di rendere pieno questo intervento di esenzione per cinque anni, a partire dal 2011, per tutti i comuni che vanno verso unioni o fusioni e, in qualche modo, aggiungiamo un pezzo di riforma.
  Non abbiamo introdotto la local tax – è vero – ma non l'abbiamo fatto per senso di responsabilità, ci abbiamo discusso e avremmo voluto farla. Siamo ancora convinti della giustezza dell'interesse di questa proposta, ma non bisogna fare pasticci e, quando ci siamo seduti a discuterne approfonditamente, abbiamo visto che portare l'IRAP allo Stato e dare ai comuni gli immobili commerciali non si sovrapponevano tra loro. C’è bisogno qui di costruire un impianto che va discusso più approfonditamente con i comuni stessi.
  E infine, quando si parla di tasse, bisogna stare attenti perché non si può dimenticare che il blocco del canone RAI e il blocco degli aumenti sulla casa sono esattamente un intervento per impedire il rischio che aumenti delle tasse si scarichino sui cittadini. Sappiamo anche – e lo voglio dire anche in questa sede – che l'intervento per bloccare gli aumenti sulla TASI e sugli immobili comporta un problema per i comuni; è un bene per i cittadini, ma è un problema per i comuni perché si riduce lo spazio fiscale. Lo scorso anno questo fu recuperato, con un ristoro di 625 milioni. Noi abbiamo detto con chiarezza ai comuni: non siamo in questo momento nelle condizioni di fare quella manovra, ma capiamo, comprendiamo e sappiamo che c’è il problema, e siamo disponibili ad aprire un confronto sin dai prossimi giorni per vedere in che modo si può affrontare questo problema. È vero: l'intervento sui pellet è un intervento pesante, che deve far riflettere, è stato reso necessario dalla complessità della manovra, ma noi non abbiamo nessuna intenzione di penalizzare un settore. La questione è più complessa di come viene detta: la produzione italiana di pellet è molto relativa, c’è una grande importazione, mentre invece c’è una produzione importante delle stufe con le quali si utilizza il pellet. Quindi, io penso che, realizzato questo intervento, che dà una sicurezza di coperture, noi dovremo riflettere seriamente assieme ai produttori su come procedere nella valutazione migliore delle conseguenze di queste scelte che abbiamo in qualche modo reso necessarie nella legge di stabilità.
  L'ultima osservazione, Presidente, riguarda le clausole di salvaguardia, che sono state citate a sproposito, perché noi abbiamo già in questa legge di stabilità dimostrato che non siamo assolutamente intenzionati a praticarle perché ne abbiamo già tolto 3 miliardi all'inizio di questa legge di stabilità.
  Certo che servono, ma noi siamo ben convinti e le abbiamo messe così lontane proprio per consentirci di arrivare.
  In conclusione, come ha detto il Ministro Padoan nei giorni scorsi e in queste ore, questo è un disegno di legge di stabilità robusto, equilibrato e che sicuramente può consentire al nostro Paese di ripartire nella giusta direzione della ripresa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il seguito del dibattito, a partire dall'esame degli articoli del disegno di legge di bilancio, è rinviato alla seduta di domani, lunedì 22 dicembre, a partire dalle ore 11.

Pag. 31

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Lunedì 22 dicembre 2014, alle 11:

  1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
   Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017 (e relative note di variazioni) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 2680-B).
  – Relatori: Tancredi, per la maggioranza; Sorial, di minoranza.

  2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
   Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 2679-bis-B).
  – Relatori: Guerra, per la maggioranza; Sorial, di minoranza.

  La seduta termina alle 22,05.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL DEPUTATO MAURO GUERRA IN SEDE DI DISCUSSIONE CONGIUNTA SULLE LINEE GENERALI DEI DISEGNI DI LEGGE NN. 2679-BIS-B E 2680-B)

  MAURO GUERRA, Relatore per la maggioranza sul disegno di legge n. 2679-bis-B. Nel corso della presente relazione mi soffermerò esclusivamente sulle modifiche introdotte dal Senato al disegno di legge di stabilità, evidenziando che il testo approvato dall'altro ramo del Parlamento consta di un solo articolo.
  Per quanto riguarda la dimensione finanziaria del provvedimento, segnalo in primo luogo che il nuovo quadro programmatico di finanza pubblica stabilito nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 definisce per il 2015 un obiettivo di indebitamento del 2,9 per cento, più elevato di circa 0,7 punti percentuali di PIL rispetto a quello (del 2,2 per cento) che si sarebbe determinato in assenza di interventi di manovra e, in tal modo, realizza per il 2015 uno spazio di bilancio fino a circa 11,5 miliardi di euro da utilizzare per la manovra di finanza pubblica, consentendo così un parziale finanziamento della manovra in disavanzo. In relazione a ciò il disegno di legge di stabilità presentato ha un carattere espansivo per poco più di 10,4 miliardi.
  A seguito delle osservazioni formulate sul disegno di legge di stabilità dalla Commissione europea – e come prefigurato nella Relazione di variazione alla Nota di aggiornamento presentata dal Governo il 28 ottobre, approvata dalle Camere il successivo 30 ottobre – nel corso dell'esame iniziale alla Camera è stato approvato un apposito emendamento del Governo che reca misure aggiuntive per circa 4,5 miliardi (con un effetto di riduzione dal 2,9 al 2,6 per cento dell'indebitamento netto 2015). Questo ulteriore sforzo fiscale viene attuato mediante:
   la destinazione delle risorse stanziate per sul Fondo per la riduzione della pressione fiscale a miglioramento dei saldi, per 3,3 miliardi;
   la riduzione delle risorse previste nel ddl per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei escluse dagli obiettivi di spesa delle regioni ai fini del patto di stabilità interno, nel limite di 500 milioni, che pertanto migliora per un eguale importo l'indebitamento netto;
   nuove misure in tema di contrasto all'evasione fiscale, tramite l'estensione del c.d. reverse charge al settore della grande distribuzione, con maggiori entrate per 728 milioni.

  Conseguentemente, a fronte della maggiore entrata, si riduce della medesima cifra la clausola di salvaguardia sulla spending review prevista dall'attuale comma Pag. 32207 a decorrere dal 2016, i cui importi, stabiliti in 4.000 milioni per il 2016 ed in 7.000 milioni a decorrere dal 2017, vengono cifrati, rispettivamente, in 3.272 e 6.272 milioni.
  Sulla base di tali indicazioni, la quota di finanziamento in disavanzo della manovra per il 2015 risulta corrispondentemente ridotta, attestandosi a 5.913,2 milioni, pari a circa lo 0,4 del Pil mentre, per gli anni successivi, il saldo della manovra rimane fermo ai valori già riportati nel testo originario del disegno di legge, vale a dire circa 169 milioni nel 2016 e 6.909 milioni nel 2017. Tali importi sono stati sostanzialmente confermati anche a seguito delle modifiche introdotte durante l'esame presso le Camere.
  Occorre ricordare che per gli esercizi 2016 e 2017 gli andamenti dei saldi scontano gli effetti derivanti dalla clausola sopra indicata nonché dall'ulteriore clausola di salvaguardia sugli aumenti delle accise ed aliquote IVA prevista (con effetti di maggiori entrate rispettivamente di 12,8 e 19,2 miliardi rispettivamente nel 2016 e 2017) dal disegno di legge.
  A fianco di queste misure, il disegno di legge di stabilità pone in essere, anche a seguito delle modifiche apportate dalle Camere per le diverse politiche pubbliche, interventi di razionalizzazione della spesa che si accompagnano al finanziamento di esigenze indifferibili ovvero di misure ritenute strategiche per la crescita. In questo quadro, gli interventi operati nel corso dell'esame parlamentare sembrano in particolare orientati all'individuazione di misure di sostegno ai settori produttivi, all'incremento della dotazione di fondi con finalità sociali, all'introduzione di misure di maggiore flessibilità nel patto di stabilità interno, nonché ad interventi di natura previdenziale volti ad introdurre un limite ai trattamenti pensionistici più alti.
  In particolare, come di consueto, al contenimento della spesa pubblica per gli anni 2015-2018, concorrono le misure riguardanti il comparto regioni, province, città metropolitane e comuni (patto di stabilità interno). Va a tale riguardo segnalata la previsione dell'obiettivo del conseguimento del pareggio di bilancio da parte delle regioni, sulla base di quanto dispone la legge n. 243 del 2012 di attuazione del nuovo articolo 81 della Costituzione.
  Il Senato ha modificato il comma 465,concernente, nell'ambito della disciplina di contenimento della spesa pubblica per le regioni a statuto ordinario, la determinazione dei saldi rilevanti ai fini del pareggio di bilancio per l'anno 2015.
  Il comma 541, inserito al Senato, istituisce presso il Ministero dell'economia e delle finanze un fondo, con una dotazione di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, finalizzato alla concessione di un contributo in conto interessi alle regioni a statuto ordinario su operazioni di indebitamento attivate nell'anno 2015, il cui ammortamento decorre dal 1o gennaio 2016.
  Per gli enti locali la disciplina del patto di stabilità è, invece, confermata, prevedendosi l'aggiornamento della base di riferimento per il calcolo dell'obiettivo del patto di stabilità interno in termini di saldo finanziario; sono peraltro previste per gli enti locali misure volte a disporre una riduzione degli obiettivi finanziari del patto. In sede referente sono state introdotte ulteriori misure volte a prevedere una maggiore gradualità nell'applicazione della suddetta normativa. Nel complesso, dunque, l'alleggerimento del patto di stabilità per gli enti locali si sostanzia, in riferimento al testo iniziale del provvedimento, in 1 miliardo di euro annui. Sono state inoltre introdotte misure di flessibilità per gli enti locali che hanno sostenuto oneri per interventi di messa in sicurezza del territorio; nonché l'esclusione dall'assoggettamento al patto di stabilità per i comuni istituiti a seguito di fusione (dal 2011 in poi) fino a tutto il quarto anno successivo alla fusione stessa. Da ultimo, sono state aggiunte disposizioni per la riorganizzazione delle partecipate locali al fine di ridurre il numero delle società entro il 31 dicembre 2015, sulla base di specifici criteri. Per raggiungere tale obiettivo si prevede l'approvazione da parte degli organi di vertice delle amministrazioni Pag. 33interessate di un piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazione entro il 31 marzo 2015. Il Senato ha inserito al comma 611 la lettera a-bis), che introduce un nuovo criterio di cui tener conto nell'ambito del processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute dalle pubbliche amministrazioni. Il criterio introdotto consiste nella soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti.
  Al riguardo segnalo che il Senato ha modificato il comma 400, al fine di adeguare le norme sull'ulteriore concorso alla finanza pubblica delle Province autonome di Trento e di Bolzano, alla nuova disciplina stabilita dai successivi commi da 406 a 413, di recepimento dell'accordo siglato il 15 ottobre 2014 tra lo Stato e i suddetti enti. In particolare, viene soppresso il contributo pari a 44 milioni di euro per la Provincia autonoma di Bolzano e di 37 milioni di euro per la Provincia autonoma di Trento per ciascuno degli anni del triennio 2015-2017. Per il 2018 l'ulteriore contributo è stabilito pari a 25 milioni di euro per la Provincia autonoma di Bolzano e pari a 21 milioni di euro per la Provincia autonoma di Trento.
  I commi da 406 a 413,inseriti al Senato, recepiscono l'accordo siglato il 15 ottobre 2014, con il quale sono stati ridefiniti i rapporti finanziari tra lo Stato, la Regione Trentino-Alto Adige e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Le norme modificano l'ordinamento finanziario dei tre enti, secondo le procedure previste dall'articolo 104 dello statuto (decreto del Presidente della Repubblica 670/1972) nonché gli importi dell'ulteriore concorso alla finanza pubblica stabilito per le Province autonome dal comma 400 del disegno di legge in esame.
  Il Senato ha modificato i commi 479 e 481, al fine di estendere alle regioni a statuto speciale, con l'esclusione della Regione Trentino-Alto Adige e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, la nuova disciplina delle misure di flessibilità del patto regionalizzato. I commi da 480 a 483, infatti, sostituiscono, per le regioni a statuto ordinario, la disciplina concernente le misure di flessibilità del patto regionalizzato, verticale ed orizzontale, al fine di adeguarla ai nuovi vincoli imposti alle regioni, basati sul conseguimento del pareggio di bilancio.
  I commi da 421 a 429, inseriti al Senato, dispongono, in primo luogo, la riduzione del 50 e del 30 per cento della dotazione organica, rispettivamente, di province e città metropolitane con la contestuale definizione di un procedimento volto a favorire la mobilità del personale eccedentario verso regioni, comuni e altre pubbliche amministrazioni.
  Il comma 430, inserito al Senato, prevede, a seguito del processo di trasferimento delle funzioni delle province, che esse possano rinegoziare le rate dei mutui in scadenza nel 2015 con conseguente rimodulazione del relativo piano di ammortamento, con onere a carico dell'ente richiedente.
  Il comma 467, inserito al Senato, dispone l'esclusione dal computo del saldo finanziario rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno per gli anni 2015 e 2016 delle spese sostenute dalle province e dalle città metropolitane in tali anni per interventi di edilizia scolastica.
  I commi da 484 a 488, inseriti al Senato, estendono anche al 2015 la disciplina del c.d. patto verticale incentivato, che, si ricorda, costituisce un istituto introdotto dalla legge di stabilità 2013, poi oggetto di successive modifiche, per favorire una maggiore flessibilità per il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica da parte degli enti territoriali.
  Le misure di carattere fiscale e di sostegno al sistema produttivo intendono, da un lato, alleggerire l'imposizione sul lavoro e sui fattori produttivi, con la finalità di sostenere la crescita economica (finalità perseguita anche con altri interventi di natura non fiscale); per altro verso, si pone in essere un incremento del carico fiscale in alcuni settori.Pag. 34
  Tra gli interventi di alleggerimento del carico fiscale, viene reso strutturale il credito d'imposta introdotto dal decreto-legge n. 66 del 2014 in favore dei lavoratori dipendenti con un reddito a 26.000 euro (cd. bonus 80 euro) e si rende integralmente deducibile dall'IRAP il costo sostenuto per lavoro dipendente a tempo indeterminato che eccede le vigenti deduzioni. Viene inoltre introdotta una nuova disciplina del credito d'imposta per crescita e sviluppo e si prorogano le detrazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, estese – nel corso dei lavori parlamentari – alle schermature solari, agli impianti di climatizzazione invernale alimentati da biomasse combustibili nonché all'adozione di misure antisismiche. Sono inoltre state inserite misure in materia di compensazione delle cartelle esattoriali per le imprese titolari di crediti nei confronti della PA, mentre i libri in formato elettronico sono inseriti tra i prodotti sottoposti ad aliquota IVA del 4 per cento.
  Si segnala al riguardo che il Senato ha modificato il comma 242, al fine di ridurre di 15 milioni di euro (da 38,690 a 23,690 milioni di euro), a decorrere dal 2016, gli effetti positivi sui saldi di finanza pubblica che devono essere assicurati per effetto della riduzione delle percentuali di fruizione dei crediti d'imposta indicati nell'elenco n. 2. Con specifico riferimento al credito d'imposta per l'utilizzo di gasolio e GPL per riscaldamento in aree svantaggiate, la quota di riduzione non può superare l'importo di 11,605 milioni di euro a decorrere dall'anno 2016.
  I commi 244 e 245, inseriti al Senato, recano disposizioni interpretative, volte a chiarire le modalità di determinazione a fini fiscali della rendita catastale degli immobili ad uso produttivo (cd. imbullonati). In particolare si precisa che sono escluse dal calcolo della rendita catastale le componenti dei beni che, sebbene caratterizzanti la destinazione economica dell'immobile produttivo, siano prive dei requisiti di «immobiliarità», ovvero di stabilità nel tempo rispetto alle componenti strutturali dell'unità immobiliare.
  Il comma 679, inserito al Senato, conferma, anche per l'anno 2015, il livello massimo di imposizione della TASI già previsto per l'anno 2014 (2,5 per mille). Per il medesimo anno 2015, viene altresì confermata la possibilità di superare i limiti di legge relativi alle aliquote massime di TASI e IMU, per un ammontare complessivamente non superiore allo 0,8 per mille, a specifiche condizioni di legge.
  Il comma 692, inserito al Senato, proroga al 26 gennaio 2015 il termine per il pagamento dell'IMU relativa all'anno 2014 sui terreni agricoli situati in zone montane e collinari. L'imposta, dovuta sui terreni non più esenti a seguito della ridefinizione del perimetro delle esenzioni operata dal citato decreto ministeriale, deve essere calcolata ad aliquota base (0,76%) salvo che non siano state approvate dagli enti per i terreni agricoli specifiche aliquote. Il comma 693,inserito al Senato, prevede che, a seguito della riduzione dei comuni comprendenti terreni agricoli montani esenti da tassazione IMU, disposta dal D.M 28 novembre 2014, (pubblicato in G.U. il 6 dicembre) gli enti interessati da tale revisione del criterio di esenzione accertano convenzionalmente a titolo di maggior gettito IMU gli importi indicati dal decreto medesimo, a fronte della corrispondente riduzione del Fondo di solidarietà comunale pari a 359,5 milioni di euro stabilita nel medesimo provvedimento. I commi 692 e 693 entrano in vigore il giorno successivo alla pubblicazione della presente legge, secondo quanto dispone il successivo comma 701.
  Sotto il profilo degli interventi per le imprese sono state introdotte nel corso dei lavori parlamentari ulteriori misure volte a rilanciare gli investimenti (tramite il rifinanziamento della cd. nuova legge Sabatini, che prevede finanziamenti agevolati per gli investimenti in specifici beni d'impresa), alla promozione del Made in Italy e a sostenere il settore aerospaziale.
  Nel corso dell'esame al Senato è stata incrementata da 5 a 10 milioni di euro la dotazione per il 2015 del fondo per il sostegno delle imprese che si uniscono in associazioni temporanea di impresa (ATI) Pag. 35o in raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) al fine di promuovere la digitalizzazione delle imprese. Condizioni per l'accesso ai finanziamenti è che l'impresa sia costituita da almeno 15 individui. Ai contributi possono accedere anche le reti di impresa: al Senato è stata soppressa la previsione che tali reti d'impresa debbano avere soggettività giuridica e debbano essere dotate di partita IVA (comma 6).
  I commi 7 e 8, inseriti al Senato, modificano le modalità di erogazione della garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, che viene destinata ad imprese con non più di 499 dipendenti, venendo di conseguenza meno il riferimento alle piccole e medie imprese.
  Tra gli interventi di incremento del carico fiscale si ripristinano le originarie misure delle aliquote IRAP ridotte dal decreto-legge n. 66. Al fine di mitigare gli effetti di tale disposizione, il comma 21,inserito al Senato, introduce un credito d'imposta IRAP nei confronti dei soggetti passivi che non si avvalgono di dipendenti nell'esercizio della propria attività, pari al 10 per cento dell'imposta lorda determinata secondo le regole generali. Tale credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione.
  Si rendono quindi imponibili, dal 10 gennaio 2015, i proventi finanziari corrisposti ai beneficiari di un'assicurazione sulla vita, corrisposti a seguito del decesso dell'assicurato, si innalza dal 5 al 77,74 per cento la quota imponibile degli utili percepiti, anche nell'esercizio d'impresa, dagli enti non commerciali. Il comma 656, inserito al Senato, al fine di compensare la retroattività della norma riconosce un credito d'imposta pari alla maggiore IRES dovuta, nel solo periodo d'imposta in corso al 10 gennaio 2014, in applicazione del predetto aumento fiscale.
  Viene elevata dal 4 all'8 per cento la ritenuta operata da banche e Poste sugli accrediti di bonifici disposti per beneficiare delle detrazioni fiscali connesse agli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico degli edifici. Si segnala la clausola di salvaguardia a tutela dei saldi di finanza pubblica, volta ad incrementare le aliquote IVA ordinaria e ridotta rispettivamente di 2,5 e 2 punti percentuali (con effetti di maggior gettito stimati nella relazione tecnica in circa 12,8 miliardi nel 2016 e 19,2 miliardi nel 2017) e le accise su benzina e gasolio in misura tale da determinare maggiori entrate non inferiori a 700 milioni di euro, in assenza di provvedimenti che assicurino gli stessi effetti positivi attraverso maggiori entrate o risparmi di spesa pubblica. Infine, si pongono in essere interventi volti al contrasto dell'evasione fiscale quali l'incremento delle ipotesi di inversione contabile (cd. reverse charge) ai fini IVA, nel corso dell'esame in sede referente, esteso anche alle cessioni di beni effettuate nei confronti dei supermercati e alle cessioni di bancali di legno (pallets) riciclati.
  I commi 697 e 698, inseriti al Senato, recano la sterilizzazione di una diversa clausola di salvaguardia, già inserita del decreto-legge n. 66 del 2014. In particolare, il comma 697 dispone che, alla luce del monitoraggio delle maggiori entrate IVA conseguenti al pagamento dei debiti delle P.A., una quota parte degli accantonamenti di bilancio pari a 495,7 milioni sia portata in riduzione dei relativi stanziamenti iscritti in bilancio per l'anno 2014, viene meno il ricorso all'aumento delle accise sui prodotti energetici ed elettricità, su alcole e bevande alcoliche, e sui tabacchi lavorati, previsto, quale clausola di salvaguardia, dall'articolo 50, comma 11, del decreto-legge n. 66 del 2014.
  Nel corso dell'esame parlamentare, sono state poi introdotte disposizioni per la disciplina delle modalità di funzionamento del Fondo di sviluppo e coesione.
  Per quanto concerne in generale le amministrazioni pubbliche, si dispongono la riduzione dei trasferimenti dal bilancio dello Stato in favore di enti e organismi pubblici per un importo complessivo pari a 22 milioni di euro nel 2015 e a 21,7 milioni di euro a decorrere dal 2016 e la conferma di misure per il contenimento delle spese di personale nel settore del pubblico impiego. Sono previste alcune misure di razionalizzazione e di contenimento delle spese per il personale pubblico Pag. 36operante a vario titolo all'estero (personale dell'amministrazione del Ministero degli esteri e personale docente delle scuole italiane all'estero, articolo 27) nonché la riduzione, a decorrere dal 2015, dell'indennità di ausiliaria per il personale in servizio permanente delle forze armate e delle forze di polizia. Nel corso dell'esame parlamentare sono state inserite disposizioni concernenti la dismissione di immobili pubblici e di razionalizzazione degli spazi in uso alle amministrazioni pubbliche.
  Con riferimento alla proiezione internazionale dell'Italia figura in primo luogo il rifinanziamento del Fondo per le missioni internazionali, la cui dotazione è incrementata di 850 milioni di euro per il 2015 e il 2016 (articolo 17, comma 12). Inoltre, durante l'esame in sede referente è stato elevato il limite massimo degli stanziamenti del Fondo rotativo per le politiche comunitarie, destinabili ad azioni di cooperazione allo sviluppo realizzate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale nell'ambito di programmi europei.
  Nel settore della difesa si registrano interventi concernenti il personale militare e la dismissione di immobili della difesa, nonché misure di razionalizzazione di spesa.
  Il comparto sicurezza è interessato con misure sul personale delle forze di polizia: in primo luogo è disposta la revisione dell'Accordo nazionale quadro di amministrazione delle forze di polizia ad ordinamento civile e delle procedure per la contrattazione decentrata; inoltre, sono rinviate al 1o dicembre 2015 le assunzioni del personale dei corpi di polizia e dei vigili del fuoco, ad eccezione degli allievi agenti di PS del concorso 2014. In sede referente, è stato autorizzato lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi banditi nel 2012 e indetti nel 2013 per l'assunzione di personale delle forze di polizia in vista di Expo 2015. È stata inoltre inserita una disposizione volta a concedere anche alla Polizia di Stato e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco l'uso esclusivo dei propri segni distintivi che possono essere dati in uso a terzi tramite contratti di sponsorizzazione.
  Gli interventi sulla giustizia riguardano l'istituzione di un Fondo per il recupero di efficienza del sistema giudiziario e il potenziamento dei relativi servizi, nonché per il completamento del processo telematico e il trasferimento allo Stato dell'obbligo di corrispondere le spese per gli uffici giudiziari, attualmente a carico dei comuni. In sede referente sono state poste a carico dei privati le spese di notificazione per le controversie di minor valore devolute al giudice di pace, finalizzando i relativi risparmi di spesa alla funzionalità degli uffici per l'esecuzione penale esterna.
  Nel settore delle infrastrutture e delle reti (trasporti e comunicazioni) si prevedono, da un lato, misure di razionalizzazione della spesa, con una specifica attenzione ai rapporti finanziari con i soggetti titolari di contratti di servizio pubblico nazionale (ENAV, Poste italiane, Trenitalia per il trasporto merci nazionale); dall'altro lato, vengono individuati specifici finanziamenti o misure di agevolazione per interventi ritenuti suscettibili di un impatto positivo sulla crescita economica (tra gli altri, opere di accesso agli impianti portuali e rinnovo parchi automobilistici trasporto pubblico locale), ovvero misure idonee a determinare un aumento di entrate per lo Stato (vendita frequenze banda «L»). L'esame parlamentare è intervenuto con misure concernenti la regolazione del settore aeroportuale, delle frequenze televisive e dell'autotrasporto, nonché per la realizzazione di Expo 2015.
  Il Senato ha modificato il comma 147, lettera d), per integrare la procedura per l'assegnazione di frequenze televisive non utilizzate a livello nazionale agli operatori di rete locali. Si prevede in particolare che la selezione bandita dall'AGCOM sia rivolta esclusivamente a soggetti operanti in ambito locale.
  Il comma 193, inserito al Senato, include la rete elettrica delle Ferrovie dello Stato (FS) all'interno della rete di trasmissione nazionale, subordinatamente all'acquisizione di tale rete da parte di Terna.Pag. 37
  Il comma 238, inserito al Senato, destina 50 milioni di euro – nell'ambito della quota pari a 100 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo cd. «sblocca cantieri» destinata ai Provveditorati interregionali alle opere pubbliche del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per interventi di completamento di beni immobiliari demaniali di loro competenza – all'attuazione di interventi urgenti in materia di dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza di beni pubblici, di completamento di opere in corso di esecuzione, nonché di miglioramento infrastrutturale.
  Il Senato ha modificato il comma 362, al fine di prevedere che decorra a partire dal 2017 l'applicazione della norma ivi prevista, che dimezza la quota di spettanza dell'ANAS S.p.A. del canone annuo a carico dei concessionari autostradali che quindi passa dal 42 per cento al 21 per cento.
  I commi da 277 a 280, inseriti al Senato, modificano la disciplina del servizio postale universale, prevedendo misure di razionalizzazione del servizio e di rimodulazione della frequenza settimanale di raccolta e recapito sull'intero territorio nazionale, ferme restando le competenze dell'Autorità di regolamentazione (cioè l'AGCOM).
  Il comma 281, inserito al Senato, autorizza la spesa di 535 milioni di euro per l'anno 2014 a favore di Poste italiane Spa, per dare attuazione ad una sentenza del Tribunale dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato. Si tratta della sentenza del 13 settembre 2013 nella Causa T-525/08 tra Poste italiane e la Commissione europea, nella quale è stata annullata la precedente decisione 2009/178/CE della Commissione, del 16 luglio 2008, che aveva considerato come aiuto di Stato da parte dell'Italia la remunerazione ritenuta eccessiva dei conti correnti di Poste italiane S.p.A. presso la Tesoreria dello Stato.
  Il comma 293, inserito al Senato, stabilisce che la misura del canone di abbonamento alla televisione per il 2015 non può subire incrementi rispetto a quanto stabilito per il 2014.
  Nel corso dell'esame parlamentare, sono state inserite alcune misure nel settore dell'ambiente e della protezione civile. Si tratta, da un lato, di misure che intervengono sul fronte delle emergenze di protezione civile e della messa in sicurezza del territorio (quali l'adozione di misure di flessibilità nell'applicazione del patto di stabilità interno per gli enti locali che abbiano effettuato interventi in materia e, dall'altro, di misure correttive di disposizioni normative recentemente adottate concernenti la bonifica e la messa in sicurezza di siti contaminati.
  I commi 50 e 51, inseriti al Senato, prevedono uno stanziamento complessivo di 135 milioni di euro nel triennio 2015-2017 al fine di proseguire le bonifiche dei siti di interesse nazionale (SIN) contaminati dall'amianto. Una quota dello stanziamento, pari a 25 milioni annui, è destinata ai comuni di Casale Monferrato e Napoli-Bagnoli. I commi 116 e 117, inseriti al Senato, estendono la platea di lavoratori esposti all'amianto ai quali sono riconosciuti specifici benefici previdenziali ed assistenziali.
  Il comma 52 stabilisce che rimane acquisita al bilancio della Presidenza del Consiglio e destinata al fondo emergenze nazionali una quota di 60 milioni di euro destinati al pagamento di mutui e prestiti a seguito di calamità naturali Al Senato è stata inserita la previsione che i risultati degli interventi finanziati con il Fondo delle emergenze nazionali e l'ammontare delle risorse destinate a ciascun intervento siano pubblicati nel sito della Presidenza del Consiglio dei ministri e resi disponibili in formato dati di tipo aperto (open data).
  Il comma 53, inserito al Senato, consente l'utilizzo, nel limite massimo di 8 milioni di euro, delle risorse giacenti sulla contabilità speciale n. 5459, al fine di fronteggiare le conseguenze derivanti dagli eventi atmosferici del 9-13 ottobre 2014, che hanno interessato Genova e la sua provincia e alcuni comuni della provincia della Spezia, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza dal Consiglio dei ministri lo scorso 30 ottobre 2014.Pag. 38
  I commi da 437 a 449, inseriti al Senato, recano diverse misure per i territori colpiti dal sisma 2009 in Abruzzo.
  Il comma 502, inserito al Senato, dispone per l'anno 2015 l'esclusione dal patto di stabilità interno delle spese sostenute dai comuni interessati dagli eventi sismici dei giorni 20 e 29 maggio 2012 (sisma Emilia). Il comma 503, inserito al Senato, posticipa di due anni, senza applicazione di sanzioni e interessi, il pagamento delle rate scadenti nel 2015 dei mutui concessi agli enti locali interessati dagli eventi sismici del maggio 2012. Il comma 504, inserito al Senato, posticipa di un ulteriore anno il pagamento delle rate 2013 e 2014 dei mutui concessi agli enti locali interessati dagli eventi sismici del maggio 2012.
  Il comma 694, inserito al Senato, prevede un rifinanziamento di 56 milioni di euro per l'anno 2014 e di 25 milioni di euro per l'anno 2015 a favore del Fondo per le emergenze nazionali (di cui all'articolo 5, comma 5-quinquies, della legge 24 febbraio 1992, n. 225); nell'ambito di tale stanziamento, 10 milioni di euro sono espressamente destinati agli interventi per la ricostruzione e per la ripresa economica dei territori della regione Sardegna colpiti dagli eventi alluvionali del mese di novembre 2013.
  Il comma 235, inserito al Senato, prevede uno stanziamento pluriennale per l'attuazione del Programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) e per la realizzazione di altri interventi in materia di edilizia sociale, per una spesa complessiva di 130 milioni di euro per il periodo 2015-2018.
  I commi da 431 a 434, inseriti al Senato, disciplinano la predisposizione di un Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate.
  Nelle politiche relative a scuola, università e ricerca si riscontrano, in primo luogo, interventi per il contenimento della spesa pubblica, anche attraverso azioni di razionalizzazione (quali la riduzione del personale degli uffici di diretta collaborazione) e modifiche ordinamentali (quali il divieto di conferire supplenze brevi per il primo giorno di assenza dei docenti e limitazioni alla possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici).
  Il comma 695, inserito al Senato, autorizza la spesa fino a un massimo di 64,1 milioni di euro per il 2014, per consentire il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola.
  Insieme, sono posti in essere interventi di finanziamento, anche con la creazione di un nuovo Fondo nello stato di previsione del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, denominato «Fondo La Buona Scuola» finalizzato, a seguito delle modifiche parlamentari, anche ad un piano di assunzioni, alla formazione dei docenti e al potenziamento dell'alternanza scuola-lavoro). In sede referente è stata inserita una disposizione volta a ridefinire la composizione delle commissioni per gli esami di maturità.
  Il comma 152, inserito al Senato, autorizza la spesa di 5 milioni di euro nel 2015 per gli interventi di messa in sicurezza e ristrutturazione degli edifici scolastici dei comuni della Sardegna danneggiati dagli eventi alluvionali del mese di novembre 2013.
  Il comma 353, inserito al Senato, autorizza la spesa di 130 milioni di euro nel 2015 per la realizzazione di interventi di mantenimento del decoro e della funzionalità degli immobili adibiti a sede di istituzioni scolastiche ed educative statali.
  Il comma 142, inserito al Senato, prevede un contributo di 30 milioni di euro per gli anni 2015-2017 all'ASI per il finanziamento di programmi spaziali strategici nazionali in corso di svolgimento.
  Il comma 176, inserito al Senato, aumenta di 3 milioni di euro dal 2015 l'autorizzazione di spesa destinata alle iniziative di sviluppo tecnologico del Paese e per l'alta formazione tecnologica. Il comma 177, anch'esso inserito al Senato, autorizza la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, in favore dell'Istituto nazionale di astrofisica – INAF per sostenere le ricerche e Pag. 39lo sviluppo di partenariati con imprese di alta tecnologia su progetti internazionali per lo sviluppo e la realizzazione di strumenti altamente innovativi.
  Per quanto riguarda gli interventi che impattano nel settore previdenziale, da un lato, si prevede l'erogazione delle quote di TFR maturando in busta paga, in via sperimentale, per il periodo 1o marzo 2015-30 giugno 2018, per i lavoratori dipendenti del settore privato, con sottoposizione al regime di tassazione ordinaria. Dall'altro lato, si delinea un complessivo incremento della tassazione del risparmio previdenziale, con l'innalzamento dell'aliquota di tassazione dall'I 1 al 20 per cento per i fondi pensione (c.d. previdenza complementare) e dall'I 1 al 17 per cento per la rivalutazione del TFR. I commi da 91 a 95, inseriti al Senato, introducono a decorrere dal 2015 due crediti d'imposta a favore degli enti di previdenza obbligatoria (Casse di previdenza private) e dei fondi pensione, a condizione che i proventi assoggettati alle ritenute e imposte sostitutive siano investiti in attività di carattere finanziario a medio o lungo termine individuate con apposito decreto.
  In sede parlamentare è stato introdotto, inoltre, un limite ai trattamenti pensionistici, prevedendo che questi (inclusi quelli in essere) non possano eccedere l'importo che sarebbe stato liquidato secondo le regole di calcolo vigenti prima dell'entrata in vigore della riforma pensionistica.
  In materia di occupazione si prevedono uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato e la costituzione di un fondo aumentato a 2,4 miliardi di euro nell'esame in sede referente a decorrere dal 2015 per gli oneri derivanti dall'attuazione del disegno di legge-delega in materia di lavoro. In sede parlamentare è stata introdotta una disposizione che riconosce sgravi contributivi ai datori di lavoro che abbiano assunto lavoratori in mobilità licenziati da imprese con meno di 15 dipendenti.
  I commi 119 e 120, inseriti al Senato, estendono gli incentivi per le assunzioni anche ai datori di lavoro del settore agricolo.
  Il comma 160, inserito al Senato, dispone un incremento della dotazione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili di 20 milioni di euro annui a decorrere dal 2015.
  Il comma 309, come sostituito dal Senato, interviene sugli istituti di patronato e assistenza sociale – riducendo a 35 milioni di euro (dai 75 milioni previsti dal testo approvato dalla Camera in prima lettura) il taglio delle risorse destinate per il 2015 al finanziamento degli istituti ed introducendo altresì una soglia minima di attività rilevante ai fini dell'ottenimento del finanziamento pubblico pari ad almeno l'1,5 per cento del totale.
  In tema di salute, si interviene sia con misure di diverso contenuto, attuative del patto per la salute 2014-2016 (quali l'individuazione del livello massimo di finanziamento del SSN e l'autorizzazione di spesa per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell'assistenza primaria) sia con norme varie di carattere sanitario, nonché con disposizioni concernenti il risanamento del Servizio sanitario del Molise. Tra le modifiche apportate in sede parlamentare assume particolare rilievo il contributo straordinario di 2 milioni di euro per il 2015 e di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per potenziare le attività di contrasto delle malattie infettive (Ebola) dell'Istituto Nazionale «Lazzaro Spallanzani» di Roma.
  I commi da 593 a 598, inseriti al Senato, introducono disposizioni di favore relative ai medicinali innovativi. La norma è collegata alla recente immissione in commercio di farmaci innovativi destinati alla cura dell'Epatite C. Le disposizioni in commento istituiscono, presso il Ministero della salute, un fondo destinato a concorrere al rimborso delle spese che i servizi sanitari regionali devono affrontare per l'acquisto di medicinali innovativi. Il fondo, finora istituito solo per gli anni 2015 e 2016, ha uno stanziamento pari a 500 milioni di euro per ciascuno degli anni del biennio di riferimento.
  In tema di politiche sociali e per la famiglia si interviene sia con misure più specificamente destinate ai nuclei familiari, Pag. 40quali la corresponsione, a determinate condizioni di reddito, di un assegno per i nuovi nati (la platea dei destinatari e le modalità di fruizione sono state modificate in sede parlamentare) sia con il finanziamento di alcuni Fondi con finalità sociali (in sede parlamentare si è in particolare intervenuti per incrementare il Fondo per le non autosufficienze e il Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo) e per il contrasto a patologie con un costo sociale elevato, quali la ludopatia (in sede parlamentare una quota dello stanziamento è stata finalizzata alla sperimentazione di software per monitorare il comportamento del giocatore), sia infine con la previsione di benefici fiscali per le erogazioni liberali a favore delle ONLUS.
  Al Senato è stata incrementata la dotazione del Fondo per interventi a favore della famiglia da 108 a 112 milioni di euro per il 2015, nel contempo incrementando a 12 milioni di euro la parte delle risorse destinate ai programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti.
  D'interesse del settore agricolo risultano sia disposizioni di sostegno al comparto, sia interventi specifici di contenimento della spesa (quali l'incorporazione dell'Istituto nazionale, INEA, nel Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, CRA). In sede parlamentare sono inseriti in tabella E finanziamenti a sostegno dell'integrazione di filiera del sistema agricolo e agroalimentare e il rafforzamento dei distretti agroalimentari, nonché dell'imprenditoria giovanile e al ricambio generazionale in agricoltura.
  Il comma 109, inserito al Senato, destina parte delle risorse del Fondo istituito dal comma 107 al finanziamento della cassa integrazione in deroga per il settore della pesca.
  I commi da 214 a 217, inseriti al Senato, prevedono l'istituzione di un Fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario dotato di 8 milioni di euro nel 2015 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017.
  Per quanto riguarda, infine, le politiche culturali, in sede parlamentare è stato istituito nello stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo il Fondo per la tutela del patrimonio culturale, con una dotazione di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2020. Al Senato è stata inserita la previsione di un parere delle competenti Commissioni parlamentari sul programma triennale.
  Il comma 11, inserito al Senato, estende la possibilità di fruire delle agevolazioni fiscali introdotte con il c.d. ART-BONUS (articolo 1 del decreto-legge n. 83 del 2014) anche per le erogazioni di sostegno delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione.
  Il comma 134, inserito al Senato, autorizza la spesa di 10 milioni di euro per il 2015 per le esigenze dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI).