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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 337 di lunedì 24 novembre 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 11,05.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 21 novembre 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Capezzone, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Cecconi, Cenni, Centemero, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Ambrosio, Dambruoso, De Girolamo, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Fantinati, Fava, Ferranti, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garavini, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Merlo, Meta, Naccarato, Nicoletti, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rossomando, Rughetti, Sanga, Sani, Sarti, Scalfarotto, Schullian, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Valeria Valente, Velo, Vignali, Villecco Calipari, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1428 – Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro (Approvato dal Senato) (A.C. 2660-A) (ore 11,08).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2660-A: Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.
  Ricordo che nella seduta del 17 novembre 2014 è stato deliberato che l'Assemblea concluda l'esame di tale provvedimento entro il 26 novembre.
  Ricordo, inoltre, che nella seduta del 21 novembre sono state respinte le questioni pregiudiziali Prataviera ed altri n. 1, Scotto ed altri n. 2, Tripiedi ed altri n. 3 e Brunetta ed altri n. 4, si è conclusa la discussione sulle linee generali e sono Pag. 2intervenuti in sede di replica il relatore per la maggioranza, deputato Cesare Damiano, e il relatore di minoranza, deputato Claudio Cominardi, nonché il rappresentante del Governo, mentre gli altri relatori di minoranza vi hanno rinunziato.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2660-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2660-A).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 2660-A).
  Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili in Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea (e – ove ripresentati – non sono pubblicati).
  Inoltre, non sono pubblicati, in quanto non ricevibili: gli emendamenti già presentati presso la Commissione, ma in quella sede ritirati; i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa, ovvero che non risultino consequenziali rispetto alle modifiche apportate in sede referente.
  Comunico che la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio) nella riunione odierna, non ritiene ammissibile, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto reca nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, l'articolo aggiuntivo Placido 1.01.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, che prevede il numero massimo di emendamenti che può essere posto in votazione da parte di ciascun gruppo.
  Constando il testo di un unico articolo, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto di ammettere alla discussione ed al voto un numero di emendamenti pari al triplo di quelli che sarebbero consentiti (in totale 68).
  A tal fine i gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà sono stati invitati a segnalare le proposte emendative da porre comunque in votazione.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,10).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame articolo unico – A.C. 2660-A)

  PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo unico e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito i relatori ad esprimere i pareri. Allora, colleghi, direi di iniziare, quindi, con i pareri. Presidente Damiano, prego ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, come lei ha già detto, mi limiterò ad esprimere il parere sulle proposte emendative segnalate, cioè quelle da porre in votazione.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Damiano.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è Pag. 3contrario, sugli emendamenti Tripiedi 1.1, Airaudo 1.3, Prataviera 1.5, Ciprini 1.9 e Placido 1.10.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Polverini 1.12, con un invito anche a formulare un ordine del giorno.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Prataviera 1.14, Polverini 1.19, Placido 1.20, Ciprini 1.22, Polverini 1.23, Prataviera 1.26, Polverini 1.36, Ciprini 1.37, Chimienti 1.42 e Polverini 1.46.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Brunetta 1.48, con un invito anche a formulare un ordine del giorno.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Nicchi 1.49, Formisano 1.50, Giorgia Meloni 1.53, Ciprini 1.55, Brunetta 1.56, Rizzetto 1.58, Placido 1.59, Airaudo 1.61, Cominardi 1.63, Tripiedi 1.64, Airaudo 1.68, Brunetta 1.71 e 1.72, Chimienti 1.73 e 1.74, Giorgia Meloni 1.75.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Baldassarre 1.76, Cominardi 1.78, Placido 1.79, Cominardi 1.80, Placido 1.81, Brunetta 1.84 e 1.88, Cominardi 1.89, Prataviera 1.90, Cominardi 1.91, Rizzetto 1.93, Cominardi 1.94, Chimienti 1.96 e 1.97, Cominardi 1.103, Brunetta 1.105 e 1.106, Rostellato 1.109, Prataviera 1.110, Brunetta 1.111 e 1.116, Palese 1.117, Prataviera 1.118, Brunetta 1.120, Palese 1.121, Tripiedi 1.122 e Rostellato 1.124.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Rostellato 1.131, sul quale invito anche alla presentazione di un ordine del giorno. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Ciprini 1.132, 1.133 e 1.134, Cominardi 1.135, Palese 1.138 e 1.139, Ciprini 1.141.

  PRESIDENTE. Grazie presidente Damiano. Deputato Prataviera ?

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza. Presidente, visto che il fascicolo dei segnalati di fatto ci è stato dato solo pochi minuti fa, lei potrà ben comprendere che l'analisi e, poi, effettivamente la trascrizione per il parere necessitano di un lavoro di qualche minuto, d'accordo anche con gli altri relatori di minoranza.

  PRESIDENTE. Mi scusi, però, deputato Prataviera, lei ha il fascicolo da stamattina. Questa semplificazione è stata data ora.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza. Il fascicolo ce l'abbiamo da dieci minuti, Presidente.

  PRESIDENTE. Il fascicolo è stato distribuito stamattina.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza. Di tutti gli emendamenti. Eravamo impegnati, tra l'altro, nel Comitato dei nove.

  PRESIDENTE. D'accordo.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza. Quindi, io chiederei una sospensione di dieci minuti per darci la possibilità di poter stendere i pareri di tutti i 68 emendamenti segnalati. Dieci minuti, non le chiedo sicuramente di più, fino alle ore 11,30.

  CLAUDIO COMINARDI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI, Relatore di minoranza. Presidente, solo per sostenere la richiesta di Prataviera, anche perché è vero che ce l'abbiamo da stamattina, ma non da stamattina presto, ed eravamo anche riuniti al Comitato dei nove. Quindi, per una legge delega così importante, darci almeno il tempo materiale per valutare. In Pag. 4altre parole, non stiamo chiedendo nulla di che. Capisco che avete tutta questa fretta, però, voglio dire, grazie.

  PRESIDENTE. Va bene, era per chiarire che comunque il fascicolo era stato dato stamattina, dopodiché se c’è bisogno di dieci minuti, io penso che non ci siano problemi. Quindi, sospendo la seduta per dieci minuti, fino alle ore 11,30.

  La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 11,35.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione. Invito il relatore di minoranza per il gruppo Lega Nord Padania, deputato Prataviera, ad esprimere il parere sugli emendamenti.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento Tripiedi 1.1; mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Airaudo 1.3; esprimo parere favorevole sull'emendamento Prataviera 1.5; mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Ciprini 1.9; esprimo parere favorevole sugli emendamenti Placido 1.10, Polverini 1.12 e Prataviera 1.14; mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Polverini 1.19; esprimo parere favorevole sull'emendamento Placido 1.20; mentre mi rimetto all'Assemblea sugli emendamenti Ciprini 1.22 e Polverini 1.23.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Polverini 1.26, Polverini 1.36 e Ciprini 1.37; mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Chimienti 1.42; esprimo parere favorevole sull'emendamento Polverini 1.46; mi rimetto all'Assemblea sugli emendamenti Brunetta 1.48, Nicchi 1.49 e Formisano 1.50; esprimo parere contrario sull'emendamento Giorgia Meloni 1.53; mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Ciprini 1.55; esprimo parere contrario sugli emendamenti Brunetta 1.56, Rizzetto 1.58 e Placido 1.59; mi rimetto all'Assemblea sugli emendamenti Airaudo 1.61, Cominardi 1.63, Tripiedi 1.64, Airaudo 1.68, Brunetta 1.71, Brunetta 1.72; mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Chimienti 1.73 e 1.74 e Giorgia Meloni 1.75; esprimo parere favorevole sull'emendamento Baldassarre 1.76; mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Cominardi 1.78.
  Esprimo parere contrario sugli emendamenti Placido 1.79; Cominardi 1.80; Placido 1.81; Brunetta 1.84; Brunetta 1.88; Cominardi 1.89; esprimo parere favorevole sull'emendamento Prataviera 1.90; mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Cominardi 1.91; esprimo parere contrario sull'emendamento Rizzetto 1.93; mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cominardi 1.94, 1.96, e 1.97; esprimo parere contrario sull'emendamento Cominardi 1.103; esprimo parere favorevole sull'emendamento Brunetta 1.105; mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Brunetta 1.106; esprimo parere contrario sull'emendamento Rostellato 1.109; esprimo parere favorevole sugli emendamenti Prataviera 1.110 e Brunetta 1.111; esprimo parere contrario sugli emendamenti Brunetta 1.116 e Palese 1.117; esprimo parere favorevole sull'emendamento Prataviera 1.118; mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Brunetta 1.120; esprimo parere favorevole sugli emendamenti Palese 1.121, Tripiedi 1.122 e Rostellato 1.124; mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Rostellato 1.131; esprimo parere contrario sugli emendamenti Ciprini 1.132, 1.133 e 1.134, Cominardi 1.135, Palese 1.138 e 1.139, e Ciprini 1.141.
  Ho concluso, Presidente, la ringrazio, anche per aver accordato i dieci minuti di sospensione.

  PRESIDENTE. Invito il deputato Cominardi, relatore di minoranza per il gruppo MoVimento 5 Stelle, ad esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

  CLAUDIO COMINARDI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento Tripiedi 1.1, a pagina 1; esprimo parere favorevole sull'emendamento Airaudo 1.3, a pagina 2; esprimo parere favorevole sull'emendamento Prataviera 1.5, a pagina 3.Pag. 5
  Sull'emendamento Ciprini 1.9, a pagina 4, esprimo parere favorevole, così come sugli emendamenti Placido 1.10, a pagina 4, Polverini 1.12 e Prataviera 1.14, a pagina 5.
  Sull'emendamento Polverini 1.19, a pagina 7, ci rimettiamo all'Assemblea, mentre sugli emendamenti Placido 1.20, a pagina 7, Ciprini 1.22 e Polverini 1.23, a pagina 8, esprimo parere favorevole.
  Sull'emendamento Prataviera 1.26, a pagina 9, esprimo parere contrario, mentre sull'emendamento Polverini 1.36, a pagina 14, ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sugli emendamenti Ciprini 1.37, pagine 14 e 15, Chimienti 1.42, a pagina 17, e Polverini 1.46, a pagina 18, esprimo parere favorevole, mentre sugli emendamenti Brunetta 1.48, a pagina 19, Nicchi 1.49, pagine 19 e 20, e Formisano 1.50, a pagina 20, ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sugli emendamento Giorgia Meloni 1.53, a pagina 21, e Ciprini 1.55, a pagina 22, esprimo parere favorevole, mentre sull'emendamento Brunetta 1.56, a pagina 22, ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sugli emendamenti Rizzetto 1.58, a pagina 23, Placido 1.59, a pagina 23, Airaudo 1.61, a pagina 24, Cominardi 1.63, a pagina 25, Tripiedi 1.64, a pagina 25, e Airaudo 1.68, a pagina 27, esprimo parere favorevole, mentre sugli emendamenti Brunetta 1.71, a pagina 28, e Brunetta 1. 72, pagine 28 e 29, esprimo parere contrario.
  Sugli emendamenti Chimienti 1.73 e 1.74, a pagina 29, Giorgia Meloni 1.75, a pagina 30, Baldassarre 1.76, a pagina 30, Cominardi 1.78, a pagina 31, Placido 1.79, a pagina 31, Cominardi 1.80, a pagina 31, Placido 1.81, a pagina 32, Brunetta 1.84, a pagina 33, Brunetta 1.88, a pagina 34, e Cominardi 1.89, a pagina 34, esprimo parere favorevole, mentre sull'emendamento Prataviera 1.90, a pagina 35, ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sugli emendamenti Cominardi 1.91, a pagina 35, Rizzetto 1.93, a pagina 36, Cominardi 1.94, a pagina 36, Chimienti 1.96 e 1.97, a pagina 37, Cominardi 1.103, a pagina 39, Brunetta 1.105 e 1.106, a pagina 40, Rostellato 1.109, a pagina 41, Prataviera 1.110, a pagina 42, Brunetta 1.111, a pagina 42, esprimo parere favorevole, mentre sugli emendamenti Brunetta 1.116, a pagina 45, e Palese 1.117, a pagina 45, ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sugli emendamenti Prataviera 1.118, a pagina 46, Brunetta 1.120, a pagina 46, Palese 1.121, a pagina 47, Tripiedi 1.122, a pagina 47, Rostellato 1.124, a pagina 48, Rostellato 1.131, a pagina 50 e Ciprini 1.132, pagine 50 e 51, esprimo parere favorevole.
  Sugli emendamenti Ciprini 1.133 e 1.134, a pagina 51 e 52, e sull'emendamento Cominardi 1.135, a pagina 52, il parere è favorevole. Sull'emendamento Palese 1.138, a pagina 53, ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sull'emendamento Palese 1.139, a pagina 53, il parere è contrario, mentre sull'emendamento Ciprini 1.141, a pagina 54, il parere è favorevole. E qui ho concluso.

  PRESIDENTE. Adesso, invito il relatore di minoranza per il gruppo Sinistra Ecologia Libertà, deputato Placido, ad esprimere il parere.
  Qualcuno può lasciare il posto al deputato Placido, per favore ? La ringrazio deputato Cominardi per aver ceduto il posto.

  ANTONIO PLACIDO, Relatore di minoranza. Presidente, sugli emendamenti Tripiedi 1.1, Airaudo 1.3, Prataviera 1.5, Ciprini 1.9, Placido 1.10 e Polverini 1.12 il parere è favorevole.
  Sugli emendamenti Prataviera 1.14 e Polverini 1.19 ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sugli emendamenti Placido 1.20, Ciprini 1.22, Polverini 1.23, Prataviera 1.26, Polverini 1.36, Ciprini 1.37, Chimienti 1.42, Polverini 1.46, Brunetta 1.48, Nicchi 1.49 e Formisano 1.50 il parere è favorevole.
  Sull'emendamento Giorgia Meloni 1.53 ci rimettiamo all'Assemblea. Sull'emendamento Ciprini 1.55 il parere è favorevole, mentre sull'emendamento Brunetta 1.56 ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sugli emendamenti Rizzetto 1.58, Placido 1.59, Airaudo 1.61, Cominardi 1.63, Airaudo 1.68 il parere è favorevole.

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  PRESIDENTE. L'emendamento Tripiedi 1.64 ?

  ANTONIO PLACIDO, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Tripiedi 1.64 il parere è favorevole, così come sull'emendamento Airaudo 1.68.
  Sugli emendamenti Brunetta 1.71 e 1.72 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Chimienti 1.73 ?

  ANTONIO PLACIDO, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Chimienti 1.73 e 1.74 il parere è favorevole.
  Sull'emendamento Giorgia Meloni 1.75 ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sugli emendamenti Baldassarre 1.76, Cominardi 1.78, Placido 1.79, Cominardi 1.80 e Placido 1.81 il parere è favorevole.
  Brunetta 1.84, favorevole. Brunetta 1.88, ci rimettiamo all'Aula. Cominardi 1.89, favorevole. Prataviera 1.90, ci rimettiamo all'Aula. Cominardi 1.91, favorevole. Rizzetto 1.93, favorevole. Cominardi 1.94, favorevole. Chimienti 1.96, favorevole. Chimienti 1.97, favorevole. Cominardi 1.103, favorevole. Brunetta 1.105, ci rimettiamo all'Aula. Brunetta 1.106, ci rimettiamo all'Aula. Rostellato 1.109, favorevole. Prataviera 1.110, favorevole. Brunetta 1.111, ci rimettiamo all'Aula. Brunetta 1.116, ci rimettiamo all'Aula. Palese 1.117, ci rimettiamo all'Aula. Prataviera 1.118, favorevole. Brunetta 1.120, ci rimettiamo all'Aula. Palese 1.121, ci rimettiamo all'Aula. Tripiedi 1.122, favorevole. Rostellato 1.124 favorevole. Rostellato 1.131, favorevole. Ciprini 1.132, favorevole. Ciprini 1.133, favorevole. Ciprini 1.134, favorevole. Cominardi 1.135, favorevole. Palese 1.138, ci rimettiamo all'Aula. Palese 1.139, contrario. Ciprini 1.141, favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  TERESA BELLANOVA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Tripiedi 1.1. Per quanto riguarda i pareri, il relatore di maggioranza ha formulato un invito al ritiro o parere contrario; il parere del relatore Placido è favorevole; Prataviera, favorevole; Cominardi, favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, il primo emendamento è abrogativo: si cerca di cancellare una legge, una delega che non ha per niente aiutato i commissari ad essere propositivi, perché è uscito un testo dal Senato in una maniera vergognosa, con la fiducia. Mai successo nella storia ! Quindi, di fatto si escludono i parlamentari della stesura di questa legge, perché – ripeto – su 300 emendamenti proposti nel merito del MoVimento 5 Stelle, 2 sono stati accettati, ma erano semplicemente una correzione.
  Ad un certo punto noi vogliamo esercitare il nostro ruolo, che è quello di parlamentari, di contribuire alla stesura di una legge fondamentale come questa. Oggi ci troviamo a delegare un Governo per fare la legge fondamentale secondo me in questo periodo, perché siamo in una crisi esagerata, in una situazione dove non c’è lavoro, e che il Governo crede che modificando i contratti si crea occupazione ! Si demansiona, si videocontrolla, si eliminano i diritti, quei diritti che in quest'Aula si sono conquistati; sia i lavoratori che i deputati hanno collaborato alla stesura di un testo, che è la legge n. 300 del 1970 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ha fatto la storia di quest'Aula e la storia della tutela del diritto dei lavoratori. Oggi invece stiamo assistendo, assistiamo alla fine della storia ! E dispiace che proprio i parlamentari del PD, con il Ministro Poletti, siano gli artefici di questa distruzione.
  Noi faremo opposizione. Abbiamo cercato di migliorare il testo, questo non è avvenuto perché il testo era blindato. Il presidente Damiano ha detto che è una scelta politica escludere il MoVimento 5 Stelle: io la trovo veramente una cosa Pag. 7vergognosa escludere il 25 per cento del Paese dalla stesura di una legge fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vedremo, vedremo con i fatti e vedremo cosa succederà in questa Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà per un minuto.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, per sostenere l'emendamento Tripiedi 1.1 che è l'emendamento più importante in assoluto perché cancella una legge delega incostituzionale, una auto-delega del Governo che non ha preso in considerazione minimamente le parti. Né le parti sociali inizialmente né i lavori di Commissione perché chi dice che si è lavorato in Commissione dice delle menzogne. Come il contenuto della delega, perché chi dice che serve meno rigidità nel mercato del lavoro mente poiché i dati OCSE, dal 2013, sanciscono, attraverso il rapporto, che abbiamo una protezione dei contratti a tempo indeterminato inferiore a quella di Belgio, Germania, Olanda e Francia. Studiate, allora ! Voi studiate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), visto che ce lo chiedete spesso; noi sì che studiamo. Allora, se avete una risposta, come ho chiesto in Commissione, supportatela con dei dati, come facciamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Grazie Presidente, giacché abbiamo la fortuna di poter stare qui, non in attesa del voto di fiducia di qui a un giorno, ma potendo votare gli emendamenti io credo che dovremmo approfittare anche per intervenire sugli emendamenti stessi. Questo è il primo emendamento che votiamo su questo testo; un emendamento importante perché è soppressivo dell'intero testo, essendo soppressivo dell'articolo 1, e arrivando questo testo dal Senato con un voto di fiducia è stato compattato in un unico articolo per ragioni ovviamente tecniche e procedurali. Però questo suona come una sorta di pregiudiziale o di voto finale; l'impatto e l'effetto dell'approvazione di un emendamento del genere sarebbe quello di respingere l'intero testo.
  Io ho piacere invece che il Ministro Poletti sia presente a questa discussione, che vi sia il sottosegretario Bellanova che ha seguito da vicino, con grande attenzione, tutti i lavori che hanno contraddistinto l’iter di questo testo. E sono contento che il Governo abbia scelto di non porre la fiducia su questo testo, fiducia che aleggiava, ma che sarebbe stata quanto meno singolare giacché l'esito del provvedimento, come prevede l'articolo 123-bis del nostro Regolamento, è previsto al massimo per la giornata di mercoledì, che il numero degli emendamenti – ancorché ostici per una parte della maggioranza – è comunque un numero estremamente ridotto (stiamo parlando di 68 votazioni). Quindi, credo che votare su questo testo significhi essere consapevoli di una pagina seria di confronto politico e parlamentare di merito.
  Al pari di quanto ho detto in Commissione proprio sull'emendamento Tripiedi, soppressivo dell'articolo 1, noi non l'abbiamo presentato questo emendamento, ma lo votiamo perché crediamo che questa delega non abbia l'efficacia di cui si parla. Crediamo che non produrrà gli effetti di cui sentiamo parlare. Per dirla con un termine forte, che però dà la cifra del nostro giudizio anche politico su questa delega, noi crediamo che questa delega sia un po’ un bidone vuoto, dentro al quale si nascondono paure, timori, speranze, alcune cose che possono essere saggiamente accolte, altre su cui abbiamo noi stessi dei dubbi. Crediamo che sia una delega molto generica, troppo generica, l'abbiamo sostenuto in sede di discussione e di votazione delle questioni pregiudiziali, che pur diverse forze politiche hanno presentato Pag. 8precedentemente all'avvio della discussione sulle linee generali di questo provvedimento.
  Continuiamo a ritenere che quelle condizioni di incostituzionalità permangano, che una genericità eccessiva di questa delega lasci una troppa ed ingiustificata discrezionalità al Governo nell'applicazione della delega stessa. Questo testo è frutto di un compromesso, di una convergenza, di un punto di caduta di volontà, di un accordo interno al primo partito di maggioranza di questa Assemblea, ma è un compromesso che, evidentemente, può e vuole essere sostenuto anche dalla maggioranza che sostiene il Governo Renzi. In quest'Aula, in diverse occasioni ci sono stati Governi che hanno posto al Parlamento l'esigenza, addirittura con tempi immediati di approvazione, di norme che riguardano il mondo del lavoro. E non è la prima volta che si dice che queste norme servono al Paese, servono ai lavoratori, servono alle imprese, servono all'Europa, servono a tutti e, non si capisce bene perché, a tutti meno che a quelli che il lavoro dovrebbero trovarlo. Ecco, questa come altre norme saranno sottoposte a un test che è indipendente dalla volontà politica del sottoscritto, del gruppo a cui il sottoscritto appartiene e di tutti gli altri gruppi che sono seduti in quest'Aula, cioè al test della prova dei fatti. Allora, noi vedremo se, alla prova dei fatti, il punto di caduta, di equilibrio che la maggioranza ha voluto trovare sull'articolo 18, pur rispettando i punti di equilibrio che credo sia una cosa sana per la politica, sarà un qualcosa che sbloccherà quest'orda di investitori che, secondo qualcuno, è pronta dietro l'angolo ad investire denaro sulle nostre imprese e nel nostro Paese, una volta che questa norma sarà approvata e, quindi, entrerà in vigore con i decreti legislativi delegati. Io credo francamente che questo non accadrà, ma ne riparleremo di qui a qualche mese, quando o noi avremo gli effetti positivi di un avvio o di un riavvio della crescita di questo Paese – essa sì, volano di sviluppo e di creazione di occupazione – oppure noi continueremo a piangerci addosso e per la seconda, la terza, la quarta o la quinta volta continueremo a parlare di «Jobs Act» o di qualche altra cianfrusaglia in lingua inglese dentro la quale ancora gli italiani non hanno ben capito cosa si nasconda se non un qualcosa che serve a tenere in piedi una maggioranza e a far finta di aver fatto qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente, sulla scorta di quanto appena detto dai colleghi, soltanto una precisazione nel merito rispetto all'unico articolo di questa legge delega, ovvero, Presidente, l'articolo 76 della Costituzione, che regola di fatto, fondamentalmente, l'istituto della legge delega. L'articolo 76 della Costituzione recita che, all'interno di una legge delega, Ministro, devono essere fissati degli oggetti definiti e dei principi e criteri direttivi dai quali non bisogna astenersi, oltre che evidentemente dalle norme procedurali presenti all'interno di questa legge delega, che andrà a delegare il Governo in un decreto che lei dice essere prossimo, visto che il «Jobs Act» e tutta la riforma del mercato del lavoro, a suo dire, partiranno dal 1o gennaio del prossimo anno, quindi evidentemente il decreto è già scritto. Ecco Presidente, io non vorrei che, come per la legge elettorale, un domani prossimo vi siano necessariamente dei ricorsi alla Consulta per incostituzionalità della legge delega. Io vorrei far fare all'Aula semplicemente questo ragionamento sulla base dell'articolo 76 della nostra Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Grazie Presidente, intanto apprezzo che, non avendo Pag. 9con noi stamattina il «Ministro della fiducia» Boschi, presumo che, per adesso, la scelta che hanno fatto le minoranze di concentrarsi sui temi fondamentali consenta a questo Paese, se vuole, di assistere ad una discussione in questa Camera. Questo mi sembra importante, è un merito che ci prendiamo tutto come opposizioni.
  Abbiamo impedito che scappaste un'altra volta. Siamo quindi in quest'Aula a discutere. Avete l'opportunità, che noi sosterremo votando questo emendamento, di non proseguire negli errori e negli orrori di questo decreto. Vi siete autodelegati come Governo. State preparando un numero infinito di ricorsi. Non state risolvendo i problemi principali di questo paese. Non si crea lavoro. Molti critici ve lo dicono, ma voi non avete voluto ascoltare nessuno. Avete preferito procedere con la vostra maggioranza. Avete preferito trovare i vostri equilibri nella maggioranza e nel partito di riferimento di questa maggioranza. Avete però un'occasione per ravvedervi, sostenendo e votando questo emendamento, come faremo noi (Applausi del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, anche noi in Commissione avevamo presentato lo stesso identico emendamento soppressivo di tutto questo disegno di legge, che in realtà è tutto fuorché un disegno di legge delega, perché è stato fatto e scritto dal Governo stesso, è stato presentato in pompa magna, sia per contenuti che per obiettivi, dal Presidente del Consiglio. È un passaggio di parvenza di democrazia, che il Governo ha voluto dare al Parlamento, ma poi nei fatti non è stato così. Lo si è visto al Senato, dove c’è da ricordare che questo provvedimento ha dormito per cinque mesi per poi arrivare al voto di fiducia. Ad oggi è stata richiamata da più voci autorevoli dell'opposizione di questo Parlamento la possibilità concreta – che riteniamo anche noi – che si possa arrivare a un voto di fiducia anche su questo testo. Un testo che è stato vagliato da parte della Commissione Lavoro anche con il contributo del Presidente Damiano in tutte le sue parti, ma poi si è deciso di non entrare nel merito degli emendamenti, che erano stati presentati in particolare dalle opposizioni per migliorare questo testo. Erano tanti gli emendamenti. Abbiamo lavorato giorno e notte, domeniche comprese, per dare tutta la nostra disponibilità a migliorare questo testo, ma non ci è stata data la possibilità. Però concretamente, tra chi compone la maggioranza, nelle segrete stanze – non nella stanza della Commissione, dove c’è sempre stato un clima molto disteso, molto collaborativo e molto fattivo, nonostante l'intento fosse di non valutare i nostri emendamenti come opposizione –, sono stati presi degli altri accordi, che sono stati letti, addirittura anticipati sui media e che hanno visto come epilogo il nostro abbandono dei lavori in Commissione nel momento in cui è arrivata una riformulazione all'emendamento Gnecchi che era un accomodamento per tutte le forze che compongono la maggioranza ma che di fatto non aiuterà sicuramente i lavoratori.
  Questo è un provvedimento che ha un grande vulnus. È stato anticipato rispetto alla legge di stabilità. Quindi, non ci è stata data nemmeno la possibilità di intervenire concretamente sulla legge di stabilità per accrescere le risorse, per fare in modo che non fosse una riforma cosiddetta a costo zero o una riforma con un costo stanziato in bilancio di circa due miliardi di euro. Non ci è stata data la possibilità, come invece più volte la Lega Nord aveva chiesto in Commissione, di entrare nel merito di come verranno ripartiti questi due miliardi di euro a copertura, previsti appunto nella legge di stabilità. E, nella legge di stabilità, non sono nemmeno contenute delle iniziative atte, dal nostro punto di vista, a far rimettere in moto concretamente l'economia delle nostre aziende e la domanda. E sappiamo tutti che, senza domanda, non c’è l'offerta di nuovi posti di lavoro. Quindi, tante misure a costo zero non Pag. 10possono permettere di centrare i reali obiettivi che si era prefisso il Governo, il Premier Renzi in particolare, con le famose slides, come quello di far crescere l'occupazione.
  È un provvedimento che non ha voluto manifestamente prendere in considerazione delle criticità che restano aperte, come i problemi dei nostri pensionati o addirittura i problemi recati dalla riforma Fornero. Anche in questo provvedimento, ci si dimentica completamente degli esodati.
  Quindi, queste sono motivazioni più che valide, da parte nostra, per invitare l'Assemblea a votare questo emendamento che noi appoggiamo in toto per chiedere di abbandonare l'esame di questo cosiddetto «Jobs Act» e riscriverne uno nuovo con le energie e le idee di tutti, per far ricrescere, almeno negli obiettivi, l'occupazione di questo Paese e, quindi, anche la domanda.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baruffi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE BARUFFI. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, delle pregiudiziali di costituzionalità quest'Aula si è già occupata e non ci torno. Circa il fatto che il Parlamento sia stato escluso, mi fa piacere che anche un collega di minoranza abbia riconosciuto come la Commissione ha lavorato per tanti giorni e tante ore, esaminando, uno ad uno, centinaia di emendamenti. Non si è fatto ricorso al contingentamento né degli emendamenti né dei tempi del dibattito; sono stati approvati trentasette emendamenti di maggioranza e di minoranza e due del Governo, quindi il testo è cambiato ed è cambiato in parti significative. Non c’è questione rilevante del dibattito generale, che affronteremo anche in questa discussione (lo abbiamo fatto in sede di discussione sulle linee generali in Aula ed in capo all'opinione pubblica), dalla disciplina dei licenziamenti individuali al disboscamento delle tipologie contrattuali, dagli ammortizzatori sociali all'integrazione delle politiche attive e passive, dalla conciliazione fino alla tutela delle lavoratrici, che non abbia trovato un intervento della Commissione, che ha modificato il testo. Non si può parlare di una delega in bianco perché i nostri interventi, al pari del lavoro svolto precedentemente dal Senato, sono stati tutti tesi a puntualizzare e a definire meglio il testo, circoscrivendo anche la portata della delega data al Governo. Nel contempo, non si può parlare nemmeno di un provvedimento campato per aria, perché la legge di stabilità, come è stato ricordato, presentata dal Governo e in questo momento discussa dalla Commissione bilancio, ha accompagnato e sostanziato gli impegni che il Governo ha assunto dentro questa delega. A noi compete andare avanti, comunque la si pensi; noi dobbiamo andare avanti e il Parlamento continuerà a fare la sua parte, anche dopo aver approvato questo disegno di legge delega, seguendo, passo passo, la predisposizione dei decreti che competono al Governo, sui quali saremo molto attenti e molto impegnati a dare pareri circostanziati e coerenti con la delega che stiamo dando in questo momento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tripiedi 1.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini, Sorial, Lenzi, Mazziotti Di Celso, Campana, Berlinghieri...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  371   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  186   Pag. 11
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Airaudo 1.3.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

  GIORGIO AIRAUDO. Grazie, Presidente. Non avendo voi voluto approfittare dell'opportunità del precedente emendamento, siamo qui a verificare la possibilità che voi facciate quello che dite, perché questo Governo ci sta abituando ad una differenza notevole tra gli annunci e i provvedimenti concreti, peraltro spesso contraddittori e zoppicanti.
  Si è parlato di estensione degli ammortizzatori, di un'estensione universale, e quindi, al contrario di quanto contenuto nella delega, con questo emendamento, che è interamente sostitutivo dell'articolo 1, intendiamo proporre un progetto alternativo e realmente universalistico degli ammortizzatori sociali; non facendo le «caste della sfortuna», come cercate di fare voi, ma proponendo che tutti abbiano la possibilità di essere protetti, a partire dall'introduzione di un sussidio unico di disoccupazione, e coinvolgendo tutto il lavoro, non solo il lavoro subordinato, ma anche quello falso autonomo, quello delle partite IVA, quello a committente unico, o comunque dei redditi che sono insufficienti.
  Quindi, uno strumento che si rivolga davvero in modo universalistico all'intero mondo del lavoro. Avete la possibilità, votando questo emendamento, per una volta, di fare davvero quello che dite, e non di annunciare una cosa e poi proporre piccoli espedienti per guadagnare tempo e tenervi insieme. Pensate ai lavoratori, a tutto quel mondo del lavoro non tutelato e non rappresentato.
  Non pensate solo a brevi calcoli elettorali. Ieri avete preso una dura lezione: tutti noi dobbiamo imparare da quella lezione; correggete e davvero estendiamo gli ammortizzatori a tutti. Se vi accontentate delle percentuali, non andrete lontano, come neve al sole vi aspetta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che vuole estendere le garanzie di una persona che perde il posto di lavoro: almeno ha un reddito, nel senso che perde il posto di lavoro e ha un sussidio di disoccupazione. Siccome in questa legge delega si estende l'ASPI ai contratti a progetto, non vedo perché un Cococo, un Cocopro, una partita IVA o qualsiasi tipo di persona che perde un lavoro non abbia possibilità di accedere ad un ammortizzatore che gli possa garantire almeno la dignità.
  Si va in giro a dire nelle piazze e alla Leopolda che, grazie al contratto a tutele crescenti, toglieremo tutti questi contratti che hanno rovinato le aspettative di vita dei giovani, perché si ritrovano in balia di un datore di lavoro che, per risparmiare, assume a contratti vergognosi. Allora noi diciamo: estendiamo a tutti la possibilità di avere un reddito, anche se si perde il posto di lavoro. È un emendamento di buonsenso, è un emendamento che vuole garantire la dignità di chi perde il posto di lavoro. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie. Vedo che questo Governo ha uno strano concetto di flessibilità: la flessibilità, secondo voi, è unidirezionale, è solo subita da una parte, perché, nel momento in cui si aumenta a sproposito la libertà di licenziamento e non si danno delle garanzie sociali, che esistono in tutta Europa, quello che state facendo è veramente una contraddizione in termini, e voglio cortesemente delle risposte da parte del Governo.Pag. 12
  Infatti, se siamo qui e continuate a parlare e a raccontarci che vi è stata una discussione, che vi è una discussione, faccio presente che il sottosegretario Bellanova, a tutte le mie argomentazioni, in Commissione, e adesso lo sta dimostrando pure in Aula, non dà delle motivazioni. Ho chiesto, in sede di Commissione, le ragioni per cui dava parere contrario agli emendamenti.
  Chiedo in questo momento – l'ho fatto prima – cosa ne pensa dei dati OCSE che non vedono una rigidità del mercato del lavoro italiano. Voglio che la Bellanova mi risponda in merito a cosa pensa rispetto al reddito di cittadinanza, che vi è in tutta Europa tranne che in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Airaudo 1.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi e sul quale il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  A che punto siamo ? Hanno votato tutti i colleghi ? Mi pare di sì, non vedo braccia alzate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  362   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no   271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Prataviera 1.5, sul quale il relatore per la maggioranza ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, con questo emendamento proprio nell’incipit, di fatto, di tutto il disegno di legge delega, noi vorremmo porre una sicurezza, uno dei pochi «recinti», uno dei pochi capisaldi di certezza di questo provvedimento. Chiediamo, relativamente alle forme di integrazione salariale, quindi ai nuovi ammortizzatori, che vengano assicurati livelli non inferiori a quelli a legislazione vigente.
  Avevamo chiesto, come avevo anticipato nell'intervento precedente, una garanzia al Governo durante i lavori in Commissione. Non ci è stata data. Avevamo chiesto di entrare nel merito della suddivisione dei 2 miliardi di euro a copertura di questo disegno di legge delega nella legge di stabilità e non ci è stata data. Nel frattempo, o meglio poco dopo che venivano bocciate le nostre proposte emendative che andavano in questa direzione, il presidente della Commissione lavoro ed il Ministro Poletti hanno annunciato che nella legge di stabilità verrà presa in considerazione la possibilità di avere maggiori risorse a favore dei nuovi ammortizzatori sociali per il sostegno del reddito.
  Ecco, questo è un emendamento che serve appunto per cementificare questa volontà e per fare in modo che non vengano abbandonati i nostri concittadini e che venga scritto nero su bianco. Infatti la fumosità di questo provvedimento è tale da chiedere a forte voce – è quindi il motivo per cui noi abbiamo voluto segnalare quest'emendamento – che vi sia una garanzia a sostegno dei nostri lavoratori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, questo è un emendamento che vuole garantire alle persone che perdono il lavoro di non prendere meno di quello che hanno preso nei precedenti anni. Perché ? L'anno Pag. 13scorso abbiamo speso 3 miliardi e mezzo per la cassa integrazione. Venerdì, legge di stabilità, è passato un emendamento per cui si spendono per la cassa integrazione 2,2 miliardi. C’è qualcosa che non torna. Mancano dei soldi e quindi noi rischiamo di lasciare i lavoratori in mezzo ad una strada, qualsiasi tipo di lavoratore. Questo emendamento vuole semplicemente chiarire e dire: mi raccomando, spendiamo almeno i soldi che abbiamo speso nell'anno precedente e non spendiamone di meno, quindi garantiamo alle persone che perdono un lavoro un reddito, che non sia inferiore a quello dell'anno precedente.
  Questo è un emendamento di garanzia. Non capisco come mai il Governo e il Ministro Poletti non ci diano una motivazione per cui questo emendamento non verrà votato favorevolmente. Quindi, io chiedo una spiegazione del Governo, dato che ci sono sia il sottosegretario Bellanova che il Ministro. Ci diano delle motivazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Grazie Presidente. Intervengo per sostenere questo emendamento, perché questo è un emendamento di cui voi siete responsabili. Infatti, avendo voi deciso di discutere il Jobs Act prima della legge di stabilità, voi state chiedendo a questo Parlamento di firmare una cambiale in bianco. Infatti, noi non sappiamo ancora quale sarà la copertura definitiva, non sappiamo ancora se quelle coperture consentiranno a tutti i lavoratori, nelle loro differenze, lo stesso tipo di erogazione o se si determineranno, tra lavoratori che hanno già la sfortuna o l'avventura di perdere il posto di lavoro, come già è capitato, erogazioni di sostegno diverse, non dignitose e non sufficienti a garantire uno stile di vita dignitoso a sé e alla propria famiglia, come recita la Costituzione.
  Quindi, francamente, almeno mettere in questa ampia delega un paletto che dica che si garantisce un'erogazione che non scende rispetto all'erogazione del precedente anno mi sembra il minimo, visto che la crisi non è finita e neanche voi sapete quando finirà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente. Io veramente vorrei fare un appello ai colleghi delle forze politiche, in particolar modo quelli di maggioranza, e anche al Governo per sensibilizzarli su questo emendamento.
  Fino ad oggi il Governo Renzi ci ha detto che con il Jobs Act venivano aumentate le tutele per i lavoratori che vivevano lo stato di crisi occupazionale. Oggi chiediamo che vengano garantite, per lo meno, le stesse tutele riconosciute a legislazione vigente. Il Governo dà parere contrario e la maggioranza dà parere contrario.
  Quindi, mi domando: voi state preparando un sistema di tutele nelle quali chi fino ad oggi prendeva la cassa integrazione è visto come un privilegiato al quale bisogna abbassare il reddito garantito dall'ammortizzatore sociale ? Volete portare avanti un progetto nel quale a chi magari prende come ammortizzatore sociale poche centinaia di euro al mese e a cui vengono assicurati i sussidi garantiti, dunque, non è più permesso mantenere se stesso e la propria famiglia ? Voi state dicendo che il cinquantenne o il sessantenne che perde il lavoro e al quale avete aumentato l'età per accedere ai benefici previdenziali non potrà più avere garantiti quei redditi, perché a tutti deve essere garantito quel minimo di 500 euro al mese e, quindi, non potrà più avere soldi per mantenere se stesso e la propria famiglia ?
  Mi auguro non sia così, mi auguro che il Governo si ravveda e, quindi, dia parere favorevole. È inutile far sì con la testa, sottosegretario Bellanova, basta dare parere favorevole a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

Pag. 14

  CLAUDIO COMINARDI. Nella delega si dice che l'ASPI va estesa ai Cococo, ma nel contempo si dice che i Cococo non esisteranno più come forma contrattuale. Poi si dice che si daranno maggiori tutele al reddito per tutti. Poi quando si chiede di votare un emendamento che vuole veramente un sostegno al reddito universale, quale il reddito di cittadinanza, si vota contro. In questo caso si chiede quanto meno di mantenere le medesime tutele e si dà parere contrario. Allora ci vogliamo prendere in giro ?
  Poi nella delega non è prevista copertura, nel senso che non sono previsti ulteriori carichi per quanto riguarda la finanza pubblica. Potete darci dei chiarimenti, Poletti, Bellanova, Scalfarotto ? State a fare le belle statuine o stiamo qui a discutere veramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Si esprima correttamente, per favore, deputato Cominardi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il presidente Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente. Rapidamente, questo emendamento è importante perché è il cuore della battaglia che noi abbiamo fatto nei giorni scorsi per chiedere che non ci fosse la cosiddetta procedura speciale. Noi, invece, abbiamo visto un'accelerazione da parte della maggioranza e del Governo, che immaginava di dover portare il Jobs Act prima della legge di stabilità. E oggi ci troviamo a fare i conti con una scelta da parte della maggioranza di respingere questo emendamento, che in realtà è quello che pone il tema degli ammortizzatori sociali.
  Noi non possiamo votare una delega senza sapere quante risorse effettivamente ci sono sugli ammortizzatori sociali, prima di sapere cosa verrà deciso nella legge di stabilità. Per questo bisogna votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sentivo gli interventi che mi hanno preceduto. L'onorevole Cominardi ha detto che nella delega c’è scritto, ed è vero, che i Cococo non esisteranno più. Mi pare una buona notizia per chi come me ha combattuto sempre il proliferare di contratti di carattere precario.
  Per quanto riguarda la questione degli ammortizzatori sociali, come sanno i colleghi è evidente che la delega non può contenere delle coperture perché sarà la legge di stabilità a farlo. E il Ministro Poletti sa perfettamente che noi abbiamo chiesto con forza che venga aumentata la dotazione di risorse per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali e nella Commissione bilancio un primo passo positivo e parziale è stato compiuto. Infatti, si sta andando avanti nell'aumentare le risorse per gli ammortizzatori sociali che, come voglio ricordare, sono state previste in 2 miliardi di euro e sono già state alzate a 2 miliardi e 200 milioni di euro.
  La battaglia continuerà per assicurare quello che noi abbiamo sempre sostenuto, ossia che le risorse vadano nella direzione di rendere universale la tutela in caso di disoccupazione anche per i lavoratori precari e che queste risorse siano realmente aggiuntive. Stiamo andando in quella direzione, la battaglia sta continuando e la legge di stabilità dovrà portare dei risultati. Per questo noi crediamo che non si possa accogliere questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, sentendo il collega Damiano riferire che non era possibile quantificare, io ribadisco e tendo ad esternare all'Aula che questo Jobs Act è stato dichiarato collegato alla legge di stabilità. Essendo collegato alla legge di stabilità, qualcuno avrebbe dovuto inserire nella relazione tecnica una quantificazione economica. Visto che io lo dichiaro Pag. 15collegato alla legge di stabilità, dovevo darne una quantificazione economica per considerare quel nesso causale tra dichiararlo collegato o no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Visto che questo nesso non c’è, perché poco fa l'ha annunciato anche il presidente Damiano che manca una quantificazione perché bisogna prima capire come e cosa scrivere in determinati punti, allora è evidente che questo non è un collegato alla legge di stabilità, ma lo volete dichiarare così per forza. Avete fatto degli artifici per riuscire a portarci qua a votare oggi su questo Jobs Act. Ma non dite che è un collegato alla legge di stabilità perché altrimenti avrebbe necessariamente una quantificazione economica che non ha (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, il presidente Damiano ha detto giustamente che in Commissione bilancio si stanno approvando degli emendamenti per aumentare le risorse destinate agli ammortizzatori sociali. E l'emendamento approvato porta lo stanziamento da 2 miliardi di euro a 2 miliardi e 200 milioni di euro. Però lei sa benissimo che i sindacati, in primis la CGIL, parlano di una necessità finanziaria di 3 miliardi e 700 milioni di euro. Quindi c’è una distanza enorme, abissale, su cui dobbiamo riflettere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, soltanto in un minuto, forse anche meno. Il presidente Damiano ci ricorda che è compito della legge di stabilità, non della delega, individuare le risorse. Non c’è dubbio che abbia ragione e per questo noi, molti altri e molte delle opposizioni avevamo chiesto giustappunto che la discussione su questo provvedimento avvenisse dopo quella sulla legge di stabilità. Ciò non è avvenuto, non per un caso, non per un impedimento tecnico, ma per una scelta politica, perché c’è una verità che forse andrebbe detta a quest'Aula e anche al Paese – sarebbe l'ora di farlo – e, cioè, che questi soldi non ci sono e non ci saranno, che questa delega non estenderà, come ha dichiarato più volte, le tutele e gli ammortizzatori sociali, esattamente come non estende i diritti, ma li ritira. Dire la verità a volte aiuta anche chi si è sempre battuto contro i contratti precari e oggi, forse anche contro la sua volontà, si trova invece a fare esattamente il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Presidente, veramente non riesco a capire il presidente Damiano, che dice che si interverrà nel disegno di legge di stabilità stanziando le risorse ma non vuole approvare questo emendamento che va a far parte della delega. Dunque, è il provvedimento giusto per dire come devono essere utilizzati questi fondi nel quale si stabilisce che in ogni caso si dà la delega affinché non ci sia una riduzione in confronto all'esistente. Dunque, se veramente non volete che ci sia un ribasso per quanto riguarda gli ammortizzatori e via dicendo, dovete scriverlo nella delega. Se non lo volete fare è perché sapete che dopo non riuscirete a rispettare questo patto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 1.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 16
  (Segue la votazione).

  Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  362   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no   256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciprini 1.9, sul quale il relatore per la maggioranza Damiano ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario; mentre il relatore di minoranza Placido ha espresso parere favorevole; il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Assemblea e il relatore di minoranza Cominardi ha espresso parere favorevole.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ciprini 1.9 formulato dal relatore per la maggioranza.

  TIZIANA CIPRINI. Presidente, giusto per chiarire, durante i lavori in Commissione c’è stata una discussione in merito a questo punto, che nella delega era lasciato molto vago. Qui si vuole specificare che in caso di fallimento, nelle more di cessione a terzi, deve essere salvaguardata la necessità di tutelare la continuità produttiva e occupazionale. Quindi non si possono autorizzare le integrazioni salariali in caso di attività aziendale qualora ci siano ancora procedure concorsuali aperte quindi fallimenti concordati o liquidazione coatta amministrativa. Questo perché il Governo in Commissione aveva voluto intendere che si voleva porre un freno a quelle aziende ormai decotte e che avevano vissuto da anni con gli ammortizzatori sociali e ovviamente noi siamo d'accordo in sostanza ma va specificato che devono essere fatti salvi i casi di procedure concorsuali perché non si possono lasciare i lavoratori per strada con tutte queste crisi aziendali che ci sono.
  È ovvio che conosciamo tutti il caso FIAT che per anni, per decenni ha seguito la politica della privatizzazione dei profitti e della socializzazione delle perdite. Con gli ammortizzatori sociali c’è campata per anni alle spalle degli italiani e poi Marchionne se l’è portata via, se l’è portata all'estero. A questo sistema ovviamente noi diciamo basta ma vanno comunque tutelati i lavoratori che si ritrovano in mezzo alla strada perché molti se ne sono approfittati con questo gioco della cessione dei rami d'azienda. Infatti per molti anni gli ammortizzatori sociali in Italia sono stati a favore non tanto dei lavoratori quanto delle aziende che ci hanno lucrato. Quindi riteniamo ancora vaga la riformulazione che c’è stata in Commissione su questo punto e che la dizione definitiva non specifichi bene. È necessario specificare come appunto segnalato nel nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Intervengo per sostenere l'emendamento Ciprini 1.9. Si tratta solo di una specifica. In parte, nel merito siamo d'accordo, perché non si può dare la cassa integrazione in deroga pagata da tutti i cittadini ad aziende quali la FIAT che, invece, ha fatto delle porcherie e poi sono sempre i soliti a pagare cioè i dipendenti, quando Marchionne fa la «bella vita».
  Ma qui si sta parlando, invece, di tutelare altre situazioni, fare attenzione quando vi è la questione legata alle procedure concorsuali e mettere freno a quello che è il fenomeno anche delle esternalizzazioni. Quindi, è una puntualizzazione: vorrei capire cosa vi costa modificare questa parte del testo. Non è rivoluzionaria, è di buon senso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 17
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dadone, Gregori, Fanucci, Berlinghieri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  377   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no   285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Allasia ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Placido 1.10 formulato dal relatore.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, lei e l'Aula dovete sapere che siamo su alcuni punti molto delicati e di grande attualità: stiamo intervenendo su strumenti che servivano ieri, non adesso o domani. Qui si parla, come anche nell'emendamento precedente, della possibilità che alle aziende che stanno per chiudere, che rischiano di cessare l'attività, sia garantita la prosecuzione di ammortizzatori, che consenta di trovare compratori che, insieme ai marchi e ai prodotti italiani, trasferiscano anche i lavoratori. Tutto ciò, in una fase di riorganizzazione, ristrutturazione, dentro la deindustrializzazione del Paese, è decisivo.
  Vi faccio un esempio concreto. L'ex carrozzeria Bertone, dove oggi si producono le Macerati: l'unico stabilimento che cresce in volumi della FIAT in Italia, per trovare il compratore FIAT, ha dovuto fare cinque anni di ammortizzatori, ma ha salvaguardato 2.200 posti di lavoro. Con il vostro provvedimento, quei 2.200 erano licenziati, la FIAT prendeva gli immobili sotto costo di mercato, la FIAT prendeva il marchio e assumeva chi voleva, non quei lavoratori che lì avevano operato.
  Questo strumento serva a qualunque Governo per gestire la crisi, per impedire lo shopping speculativo, per salvare i posti di lavoro che ci sono: perché prima di creare quelli nuovi, intanto salvate quelli che ci sono. Non disarmate il Ministero dello sviluppo economico, lo state disarmando. Questo è stato l'unico punto su cui c’è stata una vera discussione, a mio avviso, in Commissione, e la formula trovata è, purtroppo, non sufficiente e non di garanzia. Quindi, vi prego di rafforzarlo, nell'interesse dei posti di lavoro che stiamo perdendo sotto attacco delle imprese che stanno andando via, portate via da interessi internazionali. Siamo sotto shopping !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Presidente, vi è in corso un fenomeno di deindustrializzazione che, ormai, va avanti da anni, ma adesso siamo quasi alle fasi conclusive. I predoni stranieri sono sempre più presenti e questo tipo di emendamento va a cercare di mettere un tampone: bisogna considerare che ci sono delle realtà per cui anche i lavoratori, attraverso questa pratica, che viene definita workers buyout, darebbe la possibilità ai lavoratori stessi di mantenere viva un'azienda. Quindi, bisogna fare estremamente attenzione a come si adopera sugli ammortizzatori sociali. Un conto sono gli sprechi e chi fa il furbo con i soldi dei cittadini pubblici, un conto è utilizzarli in maniera strategica: questo è il senso dell'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, se non volete che le aziende estere vengano qua in Italia a fare scatafascio delle nostre imprese, Pag. 18votate questo emendamento. È di buonsenso, è di garanzia: tuteliamo le nostre imprese dai predoni stranieri, perché da una parte noi siamo quelli che stanno svendendo il patrimonio pubblico, dall'altra vogliamo proprio dare campo libero alle multinazionali per fare scempio delle nostre migliori aziende (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Quindi, votate questo emendamento di garanzia e diamo una certezza a tutti quei lavoratori che ci rimettono le penne a causa dei predoni stranieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Signora Presidente, credo che si possa addivenire ad una qualche soluzione concertata tanto più che, come è stato ricordato, questo blocco di emendamenti è stato oggetto di una trattazione abbastanza lunga in Commissione che vedeva, peraltro, gran parte della Commissione concorde nell'individuazione degli obiettivi da perseguire.

  PRESIDENTE. Il microfono...

  ANTONIO PLACIDO. Visto che tanto l'emendamento di cui sono primo firmatario quanto quello precedente, l'emendamento 1.9 a prima firma della collega Ciprini, si pongono semplicemente l'obiettivo di determinare un attimo meglio il contenuto dell'aggettivo «definitiva», ad evitare i fenomeni a cui i precedenti interventi facevano riferimento – siamo stati in presenza di crisi molto lunghe che tuttavia hanno avuto esiti positivi – e dato che il problema su cui tutti quanti gli intervenuti concordano è quello di evitare semplicemente che le aziende siano svuotate dei lavoratori lasciati privi di ammortizzatori sociali, se c’è una modalità che precisa il senso del termine io credo che per noi possa andare bene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Incerti. Ne ha facoltà.

  ANTONELLA INCERTI. Signora Presidente, voglia intervenire perché credo che non sia ancora chiaro come questo sia uno dei punti fondamentali che abbiamo ottenuto nel nostro lavoro e nella nostra battaglia all'interno della Commissione; uno dei punti qualificanti dei 37 emendamenti che sono stati approvati. Lo sottolineo perché non si tratta di un cambiamento di una virgola o formale, questo è un passaggio sostanziale. Voglio ricordare che il testo prevedeva, inizialmente, l'impossibilità di autorizzare l'integrazione salariale in caso di cessazione dell'attività aziendale. Noi abbiamo fatto un passo in più, molto importante, abbiamo – ed è una battaglia, quindi, comune – mantenuto la cassa integrazione per l'impresa cessata che sia ancora in grado di riprendere l'attività. Il termine «definitivo» sarà contenuto nei decreti attuativi che fisseranno le modalità con cui mantenere la protezione.
  È importante, fondamentale, lo ripeto, è uno dei più importanti passaggi di questo disegno di legge, non solo perché noi continuiamo, ovviamente, con l'impegno di tutti, a sostenere con la protezione economica i lavoratori, ma è importante anche perché contiene una visione rispetto a una politica industriale, quindi, ha una prospettiva; non ci limitiamo a suggerire il mantenimento della protezione dei lavoratori, interveniamo in qualche modo anche in tema di politica industriale. Soprattutto in quei settori strategici che vediamo attraversati da grande crisi, strategici per il Paese, dove la cassa integrazione ha permesso di mantenere quelle che vengono definite le dorsali economiche che ancora sostengono la nostra struttura industriale ed economica. Quindi, questo ci permette, in qualche modo, anche, di continuare a mantenere quei settori strategici importantissimi per la nostra economia e per il nostro Paese. Quindi, la battaglia è comune e ci tengo ancora a dire che noi abbiamo fatto un passaggio importantissimo, un passaggio in più che sarà davvero, credo, uno dei punti qualificanti del nostro lavoro e di questo disegno di legge.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, confermo che in Commissione abbiamo aggiunto l'aggettivo «definitiva» alla chiusura; però è ovvio che non si capisce dal testo chi decide che la chiusura è definitiva, come si decide che la chiusura sia definitiva e soprattutto sottolineo che in una legge delega un'ambiguità non ci può essere, perché la legge delega deve vincolare in modo preciso il delegato a quello che deve fare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Placido 1.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole degli altri relatori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Piccoli Nardelli, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  393   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  262    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Polverini 1.12. Qui c’è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, o l'invito a far diventare questo emendamento un ordine del giorno.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Polverini 1.12 formulato dal relatore per la maggioranza.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, questo è un emendamento importante, uno sui quali in Commissione lavoro si è aperto un forte dibattito, perché tutti i componenti, a cominciare dal presidente Damiano, che seguono con attenzione le dinamiche che investono il lavoro, ed in particolare i lavoratori e le imprese, sanno perfettamente che c’è un ritardo nell'erogazione della cassa integrazione anche dopo il riconoscimento, e quindi dopo aver espletato tutte le procedure amministrative; ritardo che in alcune regioni arriva addirittura a superare i sei-otto mesi. C’è una consapevolezza quindi che non solo i lavoratori entrano in un tunnel, perché come tutti sanno, perdere il posto di lavoro è un momento drammatico per la propria vita e per quella della propria famiglia, ma addirittura a questo si aggiunge, appunto, rimanere privi di reddito.
  Io in Commissione ho rifiutato la proposta del sottosegretario Bellanova, ho fatto votare comunque questo emendamento, ma chiaramente è stato bocciato. Ora, siccome credo che sia necessario raggiungere il risultato, e quindi sono convinta che l'approvazione dell'ordine del giorno ponga veramente le condizioni al Governo per intervenire sull'INPS – io insisto, siamo nell'era tecnologica, è inaccettabile che ci sia un ritardo così ampio –, ritiro l'emendamento, e mi auguro che il sottosegretario Bellanova, come ha già detto in Commissione si attivi, non soltanto ovviamente per il voto, ma soprattutto per raggiungere il risultato nel decreto.

  PRESIDENTE. Quindi è ritirato, e allora andiamo avanti. (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). No, lo ritira, quindi andiamo avanti. Se ha chiesto di ritirarlo non si svolgono interventi, perché non si vota: quindi andiamo avanti.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Prataviera 1.14.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Prataviera 1.14 formulato dal relatore per la maggioranza.

Pag. 20

  EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, quando si dice tutto e il contrario di tutto pur di sostenere delle tesi, visto che se non sbaglio è stato il presidente della Commissione Damiano quando nel nostro precedente emendamento chiedevamo di avere delle garanzie, perché non è che proponevamo di stabilire una copertura, ma di avere una garanzia che il tetto non fosse quantomeno inferiore rispetto a quello che è già...
  Con questo emendamento, invece, noi vorremmo, nella stessa lunghezza d'onda, a maggior ragion veduta, visto che non ci dovrebbero essere delle coperture o delle previsioni di copertura all'interno di una legge delega secondo la maggioranza di questo Parlamento, chiediamo di abrogare o meglio di sopprimere il paragrafo 5 del comma 2, lettera a) relativamente alla previsione di maggiore compartecipazione da parte delle imprese utilizzatrici di ammortizzatori sociali. Perché questo significa di fatto che si vuole «scaricare» sulle aziende il costo di questa riforma.
  Io vorrei citare, a titolo esemplificativo, che le aziende in questo Paese pagano già troppo relativamente alla tassazione sui profitti. Siamo oltre il 68 per cento, sforiamo il 62 per cento della tassazione diretta, poi dovremmo aggiungere anche alcuni parametri di tassazione indiretta a carico degli imprenditori ma lasciamo perdere. A livello UE, siamo circa 24 punti e mezzo sopra, relativamente al nostro competitor maggiore a livello manifatturiero in termini di volumi, cioè la Germania, che ci sta letteralmente massacrando e contribuisce al nostro massacro, paghiamo il 20 per cento di tasse in più; relativamente ad un altro grande player continentale, la Gran Bretagna, paghiamo il 31,3 per cento di tasse in più. Allora, come possiamo noi andare a competere in chiave europea quando poi non potremmo farlo anche rispetto ad altri grandi colossi come gli Stati Uniti in cui paghiamo il 20 per cento di tasse in più o come il Canada in cui arriviamo addirittura al 39,5 per cento ?
  Con questo emendamento, noi ci opponiamo, in maniera ferma, perché, se si deve garantire ovviamente per giustizia sociale – e ci dispiace anche che l'onorevole Polverini abbia ritirato il suo emendamento che stabiliva un tempo certo per garantire un sussidio ai lavoratori che vengono messi in cassa integrazione in tempi certi; noi avevamo addirittura chiesto che venisse ripristinato l'anticipo –, noi diciamo che comunque questo non può gravare con ulteriori tasse a carico delle nostre aziende.
  Quindi, proprio per la stessa ratio con cui il presidente Damiano ha detto che in una legge delega non possono essere previste delle coperture, noi chiediamo di eliminare questa voce che appunto è a copertura della manovra a carico delle aziende.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 1.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza Placido si rimette all'Aula, ed il parere favorevole degli altri relatori di minoranza Prataviera e Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Carfagna, Marchi, Tancredi...ancora Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  375   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no   263    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Polverini 1.19 sul quale vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario, Pag. 21mentre i relatori di minoranza Placido, Prataviera e Cominardi si rimettono all'Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, la proposta emendativa specifica che il requisito contributivo minimo per accedere all'ASPI, come rimodulata, è quello attualmente previsto per la mini ASPI. Perché dico questo ? Perché io credo che il rischio che si ha nella rimodulazione sia fortemente penalizzante e quindi propongo appunto questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polverini 1.19.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Grassi, Fratoianni, Minnucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  308   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato   49    
    Hanno votato no   259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Placido 1.20, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, mentre il parere del Governo è conforme al relatore ed il parere dei relatori di minoranza è favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Grazie Presidente, noi non ci rassegniamo, ostinatamente continuiamo a prendervi sul serio. Ci dite che volete estendere gli ammortizzatori; noi pensiamo che ce ne sarebbe un grande bisogno, ce ne sarebbe da tempo, quindi è ora il momento, è ora l'occasione. Ripeto, tra gli annunci e ciò che si fa, bisogna ricomporre la forbice. C’è troppa distanza, perché poi sono gli italiani e le italiane che ne soffrono, allora noi proponiamo che si aggiungano i lavoratori subordinati e parasubordinati nell'estensione all'ASPI, perché anche questi sono lavoratori, anche questi hanno pagato la crisi e la pagano e anche questi stanno soffrendo in questo Paese. Noi non possiamo continuare a tagliare a fette il lavoro povero e voi continuate a tagliare a fette, ne tagliate una fettina più piccola e ne lasciate fuori molte altre. Con questo emendamento si è in grado, come si dice, di coprire anche questa tipologia di lavoratori. Visto che ci avete detto che siete fiduciosi, che le risorse ci saranno, anche se vengono dopo la legge di stabilità, le risorse le troviamo. Siamo disposti ad aiutarvi a trovarle. Votate questo emendamento e difendete anche quelle lavoratrici e quei lavoratori, non usate Marta solo per la propaganda, Marta può avere diritto ad un'assistenza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, come si fa a non accettare un emendamento di questo tipo ? Si vogliono estendere le tutele, l'ASPI, ai subordinati e parasubordinati. Io ho visto, a livello mediatico, un certo tipo di atteggiamento, vendere questo «Jobs Act» come un'estensione delle tutele in maniera quasi universale, quasi come se si parlasse di reddito di cittadinanza quando in realtà è tutt'altro. Cosa si fa invece con l'ASPI ? Qual è l'estensione ? Ai Cococo che verranno Pag. 22poi successivamente – è paradossale – abrogati, come forma contrattuale intendo. Quindi, è necessario che venga accolto questo emendamento, perché, altrimenti, tutto quello che si è detto a livello comunicativo viene smentito da quest'Aula; peccato che poi da qui non esca nulla. Quindi mi appello anche ai giornalisti.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti... Chiedo scusa, ma rendetevi palesi prima del tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, in effetti lei stava guardando dall'altro lato, quindi mi rendo conto...

  PRESIDENTE. Non mi hanno avvisata, mi dispiace.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Va bene. Soltanto per insistere sulle contraddizioni non soltanto tra il dire e il fare di questo Governo ma anche all'interno dei testi che ci propone. Che significa, al punto che stiamo discutendo, «universalizzazione del campo di applicazione dell'ASPI» quando poi subito dopo limita si l'ASPI ad alcune categorie ristrette ? Qui la propaganda pervade anche il testo, ma lo pervade in modo contraddittorio. Allora mettiamoci d'accordo una volta per sempre, o la smettete di andare in televisione a dire che state allargando, allargando, allargando gli ammortizzatori sociali, il sussidio di disoccupazione a tutti i cittadini, oppure scrivetelo nel testo. Se non l'avete scritto, accogliete gli emendamenti, ma ci vuole un minimo di onestà intellettuale tra di noi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, per preannunziare il cambio della nostra posizione da favorevole a astenuto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baruffi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE BARUFFI. Presidente, intervengo solo per precisare che il testo che viene emendato recita: lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, nella dizione della legge n. 92 del 2012, Cococo, Cocopro, false partite IVA. Lo dico perché stiamo parlando di niente, non per altro.

  PRESIDENTE. A questo punto, non vedo altri interventi. Vi è stata, quindi, una rettifica del parere del relatore di minoranza Prataviera, che si rimette all'Assemblea.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Placido 1.20, con il parere contrario della Commissione, del Governo e favorevole dei relatori di minoranza ad eccezione del relatore della Lega che si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ginefra, Malpezzi, Buonafede, Villarosa, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  355   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  97    
    Hanno votato no  258    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Ciprini 1.22, sul quale vi è un invito al ritiro o parere contrario del relatore per la maggioranza Damiano; il parere del relatore di Pag. 23minoranza Placido è favorevole, il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Assemblea, mentre il parere del relatore di minoranza Cominardi è favorevole.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ciprini 1.22.

  TIZIANA CIPRINI. Questo emendamento ha un senso estensivo delle garanzie e delle tutele per i lavoratori. In particolare, proponiamo di garantire il riconoscimento di forme di tutela anche sul piano previdenziale a coloro che perdono il lavoro a seguito di procedure di riduzione dei livelli occupazionali, estendendo l'applicazione dell'ASPI anche nei casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro conseguente ad accordi collettivi di riduzione dei livelli occupazionali. Ovviamente, siccome questa delega in bianco non indica mai qual è la direzione, estensiva o riduttiva, in questo caso abbiamo inteso emendare in senso estensivo, per estendere la tutela anche a questa particolare categoria di soggetti, che è molto ampia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boccuzzi. Ne ha facoltà.

  ANTONIO BOCCUZZI. Grazie Presidente, devo dire che il testo di questo emendamento mi lascia un po’ perplesso. Se si voleva comprensibilmente concentrare l'azione emendativa, incentivando l'allargamento del riconoscimento dell'ASPI penso che la strada dovesse essere un'altra. Questo è un emendamento pleonastico anche perché oggi è già previsto al termine della procedura, in presenza di accordi collettivi, il riconoscimento della disoccupazione. Un emendamento che, come è scritto, vorrebbe entrare nel dettaglio, come l'emendamento in oggetto, rischia di creare confusione e, anziché allargare, come sono certo sia il fine dell'onorevole Ciprini, rischia, a mio avviso, di divenire interpretativo di una norma oggi già chiara e di ottenere di conseguenza l'effetto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 1.22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Rotondi, Tancredi, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  382   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  95    
    Hanno votato no  287    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Polverini 1.23, sul quale vi è un invito al ritiro o parere contrario del relatore per la maggioranza, conforme del Governo, favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi, mentre il relatore di minoranza, deputato Prataviera si rimette all'Assemblea Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro.

  RENATA POLVERINI. Grazie Presidente, questo è un emendamento molto importante sul quale in Commissione lavoro si è aperto un dibattito, in quanto il numero 4) prevede l'introduzione di massimali in relazione alla contribuzione figurativa che, come sanno tutti, al momento non è prevista. Questo significa che noi rischiamo di penalizzare fortemente tutti coloro che oggi usufruiscono, appunto, della contribuzione figurativa. Faccio alcuni esempi: oggi si utilizza questa contribuzione per casi di malattia o infortunio, assenze per donazione di sangue, Pag. 24congedo per maternità, congedi parentali, ex permessi per allattamento, assenze dal lavoro per malattia del bambino, congedi per gravi motivi familiari previsti dalla legge n. 104 del 1992 e dalla legge n. 388 del 2000. Voglio dire che il rischio che su queste gravi situazioni si intervenga in maniera negativa dal punto di vista della contribuzione è molto alto. Quindi, io mi auguro – cosa che non ha fatto in Commissione – che il Governo voglia rivedere la sua posizione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polverini 1.23.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi... Piccoli Nardelli...Sorial... ci siamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  304   
   Astenuti   89   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato  48    
    Hanno votato no  256    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Prataviera 1.26 sul quale vi è un invito al ritiro o parere contrario del relatore per la maggioranza, conforme del Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Prataviera e parere contrario del relatore di minoranza, Cominardi.

  ANTONIO PLACIDO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO, Relatore di minoranza. Presidente, intervengo sul giudizio espresso: il nostro parere è contrario. Devo dire che in questo e in altri due o tre casi la sovrapposizione dei testi ha creato qualche difficoltà.

  PRESIDENTE. D'accordo. Quindi, il parere lo rettifichiamo, è contrario.

  ANTONIO PLACIDO, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Va bene. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, con questo emendamento noi chiediamo di riconoscere un criterio di privilegio, o, meglio, di priorità, mi correggo, nell'accesso ai servizi socio-assistenziali ai cittadini italiani.
  Dico ciò perché senza, in una legge delega come questa, prevedere dei criteri di priorità come questo basati sulla cittadinanza potrebbe, di fatto, finire che ad usufruire per la maggior parte di questi servizi siano i cittadini stranieri o extracomunitari.
  Noi abbiamo più ragioni per credere che ci sia questo reale rischio dal momento che questo è, a tutti gli effetti, il Governo degli stranieri, il Governo che si dimentica degli esodati, che si dimentica volutamente di chi vigila sulla nostra sicurezza, i poliziotti, ma si ricorda sempre molto bene di garantire le risorse ai cittadini stranieri. Basterebbe citare l'ultimo dei casi in ordine cronologico come l'emendamento del Governo alla legge di stabilità che, di fatto, ha esteso la social card agli extracomunitari andando ad incidere, a «bastonare», quelle che erano le risorse per il bonus bebè, a favore dei cittadini italiani. Quindi, in un momento in cui le risorse sono poche, sono scarse noi chiediamo che vi sia un criterio che vada a premiare i nostri concittadini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 25Prataviera 1.26, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza Placido e Cominardi, e con il parere favorevole del relatore di minoranza Prataviera.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Venittelli, Tancredi, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  16    
    Hanno votato no  372.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Polverini 1.36, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Prataviera e sul quale il relatore di minoranza Cominardi si è rimesso all'Assemblea.
  Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore e insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polverini 1.36.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonafede, Ghizzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  320   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  66    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Ciprini 1.37, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, questo emendamento voleva tendere a favorire l'assunzione delle persone portatrici di handicap, le categorie protette previste dalla legge n. 68 del 1999; lo voleva fare prevedendo uno sgravio del 50 per cento per i datori di lavoro per quanto riguarda il versamento dei contributi.
  Questo perché, in una difficile crisi occupazionale, come questa che stiamo vivendo, le persone disabili sono ancora più al margine per quanto riguarda l'integrazione lavorativa, e si voleva venire incontro, quindi, anche ai datori di lavoro, che, assumendo le persone rientranti nelle categorie protette, potevano avere una contribuzione da parte dello Stato pari al 50 per cento dei contributi versati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gribaudo. Mi correggo, la deputata, la deputata Gribaudo. Chiedo scusa. Prego.

  CHIARA GRIBAUDO. Grazie, Presidente. Capisco le buone intenzioni del MoVimento 5 stelle, che condivido in via di principio, però devo dargli una notizia: gli sgravi fiscali sono già previsti dalla legge n. 68 del 1999; semmai, quello che dobbiamo fare è lavorare per un inserimento reale dei disabili, non solo all'interno del mercato, ma, come abbiamo scritto proprio con un emendamento del PD, per un'inclusione sociale degli stessi, proprio perché hanno delle difficoltà in più, come ricordava la collega Ciprini.Pag. 26
  Le difficoltà sono molte, sono molte soprattutto in tempi di crisi, ma gli sgravi sono già previsti, ripeto; semmai, dobbiamo lavorare su altri fronti, per esempio sulla riqualificazione dei servizi all'inserimento, per esempio su come gestiamo tutto il passaggio alla vita lavorativa dei disabili. Ecco, su questo credo che il confronto sarebbe più serio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Presidente, come molti già sanno, in Italia esiste per le aziende l'obbligo di assunzioni per quote di lavoratori disabili sopra un certo numero di dipendenti. Però questo, purtroppo, non è sufficiente, perché spesso i datori di lavoro preferiscono pagare delle multe piuttosto che assumere.
  In Inghilterra, in Irlanda, per esempio, non esistono queste quote, ma hanno tutta una legislazione antidiscriminazione, che consente il loro inserimento. È in quel senso che bisogna andare. In quel senso ! Bisogna aumentare la possibilità per tutti di poter lavorare. Con questo emendamento si aumentano quelli che sono gli incentivi rispetto a quelli esistenti, che si vede che non sono sufficienti. Manca tutta una legislazione, anche di sensibilizzazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 1.37.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Milanato, Gagnarli, Piccolo Giorgio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  384   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Chimienti 1.42. Qui abbiamo: un invito al ritiro, altrimenti parere contrario del relatore per la maggioranza, Damiano; parere favorevole del relatore di minoranza Placido, mentre il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Aula; parere favorevole del relatore di minoranza Cominardi; il parere del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  SILVIA CHIMIENTI. Presidente, riteniamo che la delega in materia di sicurezza sul lavoro sia eccessivamente generica e possa prestarsi all'introduzione di qualunque contenuto nei successivi decreti delegati o, peggio ancora, ad una non normazione.
  Il tema della sicurezza sul lavoro è, tuttavia, talmente importante da non consentire un mero rimando a future norme. Stiamo parlando della vita dei lavoratori e la fretta nello stendere un testo così scarno e generico non può giustificare il fatto che si utilizzi la locuzione «sicurezza sul lavoro» come un inciso e senza approfondire nulla.
  Occorre, invece, gettare delle basi solide fin da ora, in modo che i pilastri e le fondamenta della nuova disciplina restino ben chiari e non aggirabili. Lo sforzo del Governo dovrebbe essere quello di introdurre fin da subito delle linee guida, che garantiscano la massima solerzia e il massimo dispiegamento di forze per impedire che la salute dei lavoratori sul posto di lavoro possa essere messa in pericolo. Ecco perché abbiamo introdotto una serie di principi, con questo emendamento, in tema di sicurezza sul lavoro, a cui il Pag. 27Governo dovrebbe, secondo noi, attenersi. Non ci siamo inventati nulla. Molti di questi principi sono mutuati dal contenuto di normative europee e sono la riproposizione del contenuto di direttive, raccomandazioni e pareri degli ultimi anni, a cui il nostro Paese deve, volente o nolente, uniformarsi. Si va dagli incentivi alle piccole imprese che riescano a predisporre misure di prevenzione dei rischi ottimali alla prevenzione delle malattie sul lavoro e al miglioramento delle ispezioni sul lavoro.
  La matrice di questi principi è la normativa comunitaria, dunque, chiederei grande attenzione su questo tema così delicato e fondamentale. Credo che ci si debba aspettare la massima convergenza possibile, dal momento che non possiamo smentire l'Europa, anzi, dovremmo avvicinarci il più possibile al suo indirizzo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Presidente, intervengo per sostenere quest'emendamento che propone qualcosa che noi, nelle Commissioni di questa Camera, abbiamo più volte registrato. Più volte nelle deleghe, più volte nelle emergenze delle razionalizzazioni si è sacrificata la legge a tutela dei diritti e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Abbiamo più volte registrato che nella fretta, senza precise direttive, si commettono errori di questo tipo.
  Su questo tema si tratta di dare al Governo indicazioni precise, perché già si è indebolita la tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro, a scapito di razionalizzazioni che hanno reso più fragile la difesa dei lavoratori. Non si capisce perché non si vogliano scrivere indicazioni di cui si dovrebbe comunque tener conto.
  In questo caso la delega diventa, oltre la fiducia, un atto di fede e un Governo non può essere sostenuto dalla fede.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Io credo che l'emendamento proposto dalla collega Chimienti vada a dare un ambito di intervento. Quando, in termini di sicurezza sul lavoro, dobbiamo commemorare incidenti credo che siamo tutti qui a cercare di sottolineare come determinati tipi di normative devono essere applicabili, quindi devono essere rese applicabili: dobbiamo avere chi le deve far rispettare, dobbiamo semplificarle. Infatti, io trovo assurdo che, ad esempio, in un cantiere temporaneo, magari di una settimana di tempo, ad agosto devo avere l'acqua calda per farmi una doccia. Qualche perplessità me la pongo. Quel tipo di approccio alla sicurezza diventa un approccio che poi va a far cadere quei principi di salvaguardia che i singoli lavoratori vorrebbero mettere in atto.
  Quindi, noi chiediamo una maggiore razionalità all'interno di questa delega, andando a specificare dei punti. Non capiamo l'atteggiamento del Governo anche in questo caso. Visto che non specifichiamo letteralmente un tema ristretto, credo sia importante, invece, accogliere questo tipo di emendamento, che definisce quanto meno dove vogliamo andare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.42, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, Gasparini, Bonafede.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  375   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  99    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 28

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Chiedo all'onorevole Polverini se acceda all'invito al ritiro formulato dalla Commissione per il suo emendamento 1.46, sul quale i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.

  RENATA POLVERINI. Grazie Presidente. Questo è un emendamento molto importante, io lo considero il più importante tra tutti quelli che ho presentato, anche perché, come il precedente della collega Chimienti, interviene sulle regole in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
  La delega purtroppo tende a rivedere il regime delle sanzioni, andando in qualche modo a considerare quelle di natura formale evidentemente meno gravi. L'emendamento chiede chiaramente di escludere la materia della sicurezza e dell'igiene nei luoghi di lavoro da questo articolo.
  Quindi, intendiamo salvaguardare la disciplina in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, anche perché in quest'Aula credo che tutti sappiano che le violazioni formali in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro molto spesso sono poi sostanziali e, quindi, intervengono sulla sicurezza stessa delle persone, dei lavoratori che operano appunto nei luoghi di lavoro.
  Quindi, chiedo al Governo di rivedere la sua posizione e chiedo all'Aula di votare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Boccuzzi. Ne ha facoltà.

  ANTONIO BOCCUZZI. Grazie Presidente. Nel testo dell'emendamento è prevista l'esclusione di una rivisitazione delle sanzioni in materia di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro. Lo stesso esclude, peraltro, la possibilità di valorizzare in maniera seria e puntuale il sistema premiale, già oggi esistente, ma dall'esigibilità complessa, su cui, a mio avviso, è necessario, invece, intervenire.
  Nella passata legislatura, come ricordo, l'allora Ministro del lavoro e delle politiche sociali del Governo Berlusconi, con il decreto legislativo n. 106 del 2009, ha rivisitato al ribasso gran parte delle sanzioni che erano state fissate da poco più di un anno dal decreto legislativo n. 81 del 2008. Un decalage generalizzato, anche rispetto alle gravi trasgressioni che oggi sono causa più comune di infortuni mortali sul lavoro. Il testo inserito dalla delega deve – e su questo sono d'accordo – intervenire sulla formalità di alcuni sanzioni, ovviamente nell'ottica che ricordava la collega Polverini. Allo stesso tempo, però, deve migliorare il sistema premiante e su questo, in corrispondenza della discussione dei decreti attuativi, sarò felice di offrire una mia proposta di legge che premia le imprese che davvero investono in sicurezza sul lavoro. Chiudo, Presidente, perché rimanga agli atti, sollecitando il Ministro Poletti e il sottosegretario Bellanova, titolare della delega, nella rivisitazione delle sanzioni, a rivedere, oltre alle sanzioni formali, anche quelle più gravi che nel corso di questi provvedimenti votati negli ultimi anni si sono ridotte ad una mera tirata d'orecchie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, io non mi sarei mai aspettato di sostenere un emendamento così di buonsenso, l'emendamento della Polverini. Non mi sarei mai aspettato nella mia vita di difendere un emendamento dell'onorevole Polverini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io mi sarei aspettato che questo emendamento fosse stato presentato dal PD, senza nulla togliere all'onorevole Polverini. Infatti, la lettera f) del comma 6 dice: «revisione del regime delle sanzioni tenendo conto dell'eventuale natura formale della violazione in modo da favorire Pag. 29l'immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita, nonché valorizzazione degli istituti di tipo premiale». Allora, cosa dice l'onorevole Polverini ? Dice di aggiungere le seguenti parole: «fatta eccezione per le violazioni in materia di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro». Questo è un emendamento di buonsenso che vuole semplicemente andare a mettere un marchio indelebile perché non si può andare in deroga a delle regole. Bisogna incentivare la sicurezza sul lavoro, Presidente, invece qua sembra che si faccia il contrario. L'onorevole Boccuzzi ha fatto il suo intervento che condivido e non condivido perché basterebbe che il Governo votasse questo emendamento per avere una certa chiarezza. Siccome qua, nella legge delega, non c’è chiarezza, allora vogliamo semplicemente sostenere questo emendamento. Un po’ di chiarezza per la tutela e la sicurezza dei lavoratori all'interno delle aziende (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Presidente, io invece non sono stupito dell'attenzione dell'onorevole Polverini ai temi della sicurezza nei luoghi di lavoro, come non sono stupito della sua splendida mise rossa di oggi con cui si fa notare in Aula. Io invece sono stupito di questo Governo e lo dico sinceramente. Qua stiamo chiedendo proprio il minimo. Abbiamo capito che è una delega, ma qualcosa volete dire ? Non potete continuare a dire a quest'Aula e al Paese: faremo nei decreti attuativi, ci impegneremo. Con quali rapporti di forza tra voi, Sacconi, gli interessi sociali di questo Paese, il lavoro autonomo, il lavoro dipendente, Confindustria e altre associazioni ? Dove farete queste discussioni ? Dove ? Almeno sulla sicurezza nei luoghi di lavoro prendiamo un impegno qui in Aula. Fatelo adesso, dopo è tardi ! Dopo non riguarda più gli italiani, conterete e conteremo solo le astensioni dopo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Presidente, io mi chiedo: dopo la sentenza sul caso Eternit, ancora non abbiamo sufficiente sensibilità per dare attenzione a quel che avviene anche sui luoghi di lavoro ? Lo sappiamo quanta gente è morta rispetto all'incuria ? Io mi rendo conto che nella legge delega si parla di questioni di sanzioni di carattere formale, ma, come diceva giustamente l'onorevole Polverini, dietro questioni di violazioni di carattere formale si nascondono violazioni di carattere sostanziale.
  Quindi, se lei Ministro, che è venuto qui a discutere con noi visto che tutti dicono che stiamo discutendo, ma io non ho sentito ancora una parola da parte vostra, se inserite queste quattro parole dove si escludono le questioni legate alla sicurezza e all'igiene nei luoghi di lavoro, è una cosa semplice, ci si mette un attimo a farla e se avete delle risposte, se avete delle idee in merito per cortesia, esprimetele, altrimenti sono costretto a pensare che non avete idee e questo è preoccupante per un Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polverini 1.46, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero... Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  379   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  246.    

Pag. 30

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Brunetta 1.48.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Brunetta 1.48 formulato dal relatore per la maggioranza, il quale ha chiesto di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Presidente, questo emendamento intende introdurre tra i criteri di delega finalizzati alla semplificazione delle dimissioni la procedura della convalida delle dimissioni stesse. Infatti questa norma che è contenuta all'interno della legge n. 92 del 2012, all'articolo 4, nei commi tra il 17 e il 23, prevede una sottoposizione della risoluzione del rapporto di lavoro a una condizione sospensiva legata alla convalida dell'atto stesso, ossia si richiede al lavoratore di esprimere per una seconda volta la volontà di dimissioni. Noi avremmo di gran lunga preferito di certo l'accoglimento di questo emendamento, tuttavia ci troviamo ad accogliere l'invito del relatore di maggioranza, l'onorevole presidente Damiano, a ritirare l'emendamento e a proporre, invece, un ordine del giorno al riguardo.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 1.49, sul quale il relatore Damiano ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario; il relatore di minoranza Placido ha espresso parere favorevole; i relatori di minoranza Prataviera e Cominardi si rimettono all'Assemblea; mentre il parere del Governo è conforme al parere del relatore per la maggioranza.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Nicchi 1.49 formulato dal relatore per la maggioranza.

  MARISA NICCHI. Presidente, l'emendamento serve a vincolare il decreto attuativo alla soluzione che avevamo individuato per prevenire efficacemente la pratica delle dimissioni in bianco, una pratica illegale e ignobile. Avevamo individuato in modo unitario anche da parte di questo Parlamento una soluzione precisa: il modulo codificato a scadenza, scaricabile con un click. Mi rivolgo a tutte e tutti coloro che sono stati protagonisti di questa battaglia oltre la genericità del testo che noi abbiamo in discussione. Tale genericità, carissime e carissimi, è un lusso che non ci possiamo prendere, vista la storia conflittuale di questa vicenda, vista la versione di Sacconi, che proprio non è una scolorita controfigura di questa maggioranza. Abbiamo la possibilità, con un atto democratico, parlamentare, di mettere fine, un punto fermo a questa tribolatissima, decennale vicenda.
  Allora, non la sprechiamo. Non sprechiamo questa occasione, anche per scongiurare la possibilità, domani, di pentirsene. Facciamo un gesto e un atto di autonomia parlamentare. Abbiamo bisogno che tante donne esercitino questa autonomia: più di questo che di tante donne like. C’è un passo di autonomia che ci connetterebbe con le donne fuori ovunque esse siano perché affermino la loro autonomia, libertà e diritti. Ed è anche un atto che restituirebbe dignità alla nostra funzione parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Presidente, come veniva ricordato, non è certo la prima volta che parliamo di dimissioni in bianco in quest'Aula, né è la prima legislatura: già la XVI e la XV e, poi, ancora prima, nel 2001, la legge n. 51, hanno provato a trovare un modo per impedire l'abuso delle dimissioni in bianco. Parliamo di una cosa precisa e, cioè, di un abuso attraverso il quale viene fatta firmare una lettera di dimissioni volontarie, senza data, al momento dell'assunzione, in modo che quella lettera poi venga usata quando si decide Pag. 31compilando la data e rendendo, quindi, quelle immissioni perfettamente compiute.
  Come dicevo, non è la prima volta che affrontiamo il problema. Ho fatto il riassunto di cos’è, anche se, naturalmente, è probabile che tutti siano a conoscenza dell'argomento, perché parliamo di una procedura. Di questo stiamo parlando: di una procedura per evitare l'abuso delle dimissioni in bianco.
  In quest'Aula, il 25 marzo, come veniva ricordato dall'onorevole Nicchi, abbiamo approvato un provvedimento, un testo unico, che arrivava dalla Commissione lavoro, che definiva una procedura per evitare l'abuso. Questa proposta di legge, che non ha un costo, è rimasta ferma per otto mesi al Senato: cioè, approvata qui il 25 marzo, è ferma ad otto mesi, il che vuol dire che non ci sono le condizioni politiche, non ci sono state le condizioni politiche per approvarla.
  Quindi, che oggi nel disegno di legge delega ci sia esattamente la definizione del fatto che bisogna fare la procedura contro le dimissioni in bianco vuol dire due cose. La prima: che si sbloccano le condizioni politiche che non avevano consentito di trasformare e completare quel percorso al Senato: otto mesi, non è successo, evidentemente, non c'erano le condizioni. Che sia nel disegno di legge delega vuol dire che si sbloccano quelle condizioni.
  In secondo luogo, vuol dire una cosa in più: nell'ultima legislatura – la XVI –, la legge Fornero, la legge n. 92, all'articolo 4, ha parlato di dimissioni in bianco e ha definito un percorso molto complicato attraverso cui si dovrebbe risolvere. Il fatto di dire, come fa il disegno di legge delega, che bisognerà legiferare sull'argomento con un decreto attuativo vuol dire non solo che si sbloccano le condizioni per farlo, ma che si farà in modo diverso da come la legge Fornero l'ha definito, perché, altrimenti, non si rifarebbe. Quindi, si supera la legge Fornero su questo punto.
  Io penso che, da un lato, il superamento del blocco fin qui definito e il superamento della legge Fornero siano due fatti molto concreti, che indicano più che un passo avanti, forse, un passo definitivo per avere finalmente, nel Paese, una procedura efficace per evitare le dimissioni in bianco. Io penso che se tutti riconoscessimo questo passo in avanti sarebbe molto utile alle donne e agli uomini del Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Presidente, io non voglio aprire polemiche, ma noi siamo partiti con l'obiettivo di conseguire una legge e ci siamo accontentati di una procedura: questo non è possibile. Questo provvedimento delega troppo e non abbiamo la possibilità, allo stato, di conoscere il merito dei decreti e sappiamo, invece, che questo ramo del Parlamento ha approvato, in prima lettura, un provvedimento sulle dimissioni in bianco. Dovevamo andare avanti, invece, abbiamo atteso che ci sono problemi politici al Senato all'interno di questa maggioranza e questo, probabilmente, impedirà di avere una legge sulle dimissioni in bianco, come c’è in tutta Europa. Io preferisco una norma, piuttosto che un mero atto procedurale: credo che dovremmo volerlo tutti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 1.49, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore di minoranza Placido ha espresso parere favorevole, mentre i relatori di minoranza Prataviera e Cominardi si rimettono all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Ferraresi, Sorial, Rostellato, Morani...

Pag. 32

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  298   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  248.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Formisano 1.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore di minoranza Placido ha espresso parere favorevole, mentre i relatori di minoranza Prataviera e Cominardi si rimettono all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  281   
   Astenuti   89   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  235.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che avrebbe voluto astenersi. I deputati Cassano, Oliverio e Senaldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Giorgia Meloni 1.53, sul quale il relatore per la maggioranza, Damiano ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, il relatore Placido si rimette all'Assemblea, il relatore Prataviera ha espresso parere contrario, mentre il relatore Cominardi ha espresso parere favorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Presidente, noi abbiamo presentato diversi emendamenti di questa natura e, purtroppo, una buona parte sono stati valutati inammissibili, a nostro giudizio, in maniera impropria; per quanto riguarda l'origine e la vocazione di queste proposte, esse sono tutte tese a migliorare il livello di partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa e al miglioramento delle condizioni, in modo da rendere la comunità presso la quale si presta servizio una comunità di cui si sia parte integrante. Quindi, vi è un principio di responsabilizzazione, un principio di emancipazione dalla vecchia logica che aveva un senso nella rivoluzione industriale e nei decenni successivi, ma che oggi, in una visione moderna dello Stato, un modello di umanesimo del lavoro, che teoricamente un po’ tutti hanno recuperato, può aiutare a varare una stagione completamente diversa, con delle ricadute positive anche in termini occupazionali. Infatti la responsabilizzazione e la partecipazione alla gestione e anche agli utili di una azienda da parte di un lavoratore può rappresentare – come ha rappresentato in diverse parti del mondo occidentale – un valore aggiunto e un'evoluzione delle relazioni tra lavoratore e azienda. Quindi, chiediamo, ovviamente senza ritirare l'emendamento come ha richiesto il Governo, che questo emendamento venga votato e ci auguriamo che la Camera possa sostenerlo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giorgia Meloni 1.53.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Vitelli...

Pag. 33

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  379   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  78    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciprini 1.55 su cui vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario, con il parere favorevole del relatore di minoranza Placido, mentre il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Aula, ed il parere favorevole del relatore di minoranza Cominardi; il Governo si rimette al parere del relatore per la maggioranza.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ciprini 1.55 formulato dal relatore.

  TIZIANA CIPRINI. Grazie Presidente, l'incipit del comma 7 dell'articolo 1 della delega prevede che il Governo adotti un testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro. La previsione del cosiddetto codice semplificato del lavoro non viene introdotta ad esempio con la realizzazione di un testo unico, come sarebbe stato opportuno, ma viene introdotta con un non meglio specificato testo organico semplificato. È il cosiddetto codice Ichino, ovvero ridurre le norme, il diritto del lavoro a poche semplici norme, facilmente traducibili in inglese, così gli investitori stranieri capiscono meglio; ma in questa opera complessissima di revisione della disciplina dei rapporti di lavoro, il legislatore delegato si troverà a dover rispettare la regolazione dell'Unione europea e le convenzioni internazionali.
  Per questo, noi avevamo introdotto, con questo emendamento, una cosa che ci sembra fondamentale, una importantissima specifica che traccia il confine tra lo Stato suddito e quello sovrano, ovvero il rispetto delle leggi italiane, come la legge n. 300 del 1970, che, all'articolo 18, tutelava i lavoratori dai licenziamenti facili, arbitrari. Per questo, vi chiediamo con questo emendamento di rispettare le leggi italiane, e di rispettare ed esportare all'estero il nostro Stato sociale di garanzia. Vi chiediamo in sostanza di esportare la nostra democrazia all'estero, invece che importare dall'estero modelli di lavoro e sociali a tutela zero, perché su questo articolo della delega c’è scritto chiaramente da chi prendete ordini: ovvero l'Unione europea, leggasi la Trojka, e le grandi corporation; le cosiddette convenzioni internazionali, cioè le grandi corporation, le multinazionali, per cui Renzi si affretta a fare tutto questo.
  Perché vi ricordo che la licenziabilità faceva parte del cosiddetto papello Stato italiano-finanza internazionale, ovvero la famosissima lettera Trichet-Draghi che, nel 2011, la Trojka inviò al Governo italiano; in cui c'era espressamente scritto che bisognava superare la dicotomia tra lavoratori garantiti e non.
  Questo avveniva nel 2011; nel 2014 Renzi dichiara sulla stampa che il mercato del lavoro in Italia è reso stagnante da regole antiquate, che hanno discriminato tra garantiti e non: proprio le stesse identiche parole. Ma invece che tutelare i non garantiti si fa il contrario: si tolgono le tutele a quelli garantiti, in un massacrante gioco al ribasso. È chiaro che l'articolo 18 oramai allo stato attuale garantiva pochi lavoratori, dato che era già stato svuotato dalla riforma Fornero, e che ora praticamente, grazie a questa delega, sarà ridotto ancora di più al lumicino. Quindi, che cos'era l'articolo 18: era un simbolo, il simbolo della forza lavoro. Era il simbolo di quell'Italia che, negli anni Settanta, se l'era costruito, con il sudore e con le dure lotte sindacali, questo stato sociale, che adesso vi state apprestando a smantellare.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  TIZIANA CIPRINI. Quindi, votando questo emendamento, farete proprio la Pag. 34distinzione tra uno Stato sovrano, che rispetta le proprie leggi e non cede ai ricatti, e invece uno Stato suddito, che si piega ai voleri della Trojka (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, per preannunciare che la Lega Nord e Autonomie non parteciperà al voto di nessuno degli emendamenti che hanno a che fare con l'articolo 18. Questa è una presa di posizione seria nei confronti di un dibattito che, di fatto, è diventato sterile o a mero uso propagandistico attorno a un problema, va detto, ed a una volontà manifesta del Governo di cercare di risolvere i problemi della disoccupazione attraverso l'eliminazione delle tutele contenute appunto nell'articolo 18.
  Negli ultimi mesi, si è parlato solamente di questo; il resto dei problemi contenuti all'interno di questa legge delega non sono stati affrontati, tutto ciò che si poteva migliorare non è stato oggetto di dibattito a livello di opinione pubblica e, anzi, qui va riconosciuta l'abilità come un bravo mago a giocare, a fare il gioco delle tre carte, del premier Matteo Renzi e di tutto il suo Governo, compreso il Ministro che è in Aula, di deviare completamente da quelli che sono i problemi reali per il rilancio serio dell'occupazione di questo Paese e scaricarli attorno a un dibattito che è di fatto molto ideologico ma poco pragmatico.
  Questo provvedimento, che, ripetiamo, non risolverà i problemi del 44, 45 comunque intorno al 50 per cento della disoccupazione giovanile e del 12 per cento di inoccupati del nostro Paese ma che anzi contribuirà a creare un divario sostanziale tra chi lavora e chi non lavora, è una misura fumogena, non concreta; quindi, noi di questo gioco non vogliamo far parte, noi in questo teatrino che gioca sulle spalle dei lavoratori, di chi vorrebbe lavorare e che non va a dare le risposte che abbiamo denunciato più volte sia in Commissione che qui in Aula, non vogliamo fare parte. Pertanto, denunciamo e vogliamo dirlo a chiare lettere che noi non intendiamo far parte di questo spettacolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Grazie Presidente, io intervengo solo adesso ma voterò tutti gli emendamenti che tentano di mantenere l'attuale impianto dell'articolo 18. Non ho presentato un mio emendamento perché ho una posizione assolutamente diversa dal gruppo a cui appartengo ma voterò appunto, e ci tengo a dirlo a questa Aula, tutti gli emendamenti che vanno nella direzione di mantenere intatto quel diritto.

  PRESIDENTE. Allora, se non ci sono altri interventi, dichiaro aperta la votazione... Cominardi ? Allora... devo revocare l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Cominardi. Ne ha facoltà. Magari rendetevi visibili prima però, perché altrimenti diventa fastidioso revocare.

  CLAUDIO COMINARDI. Mi scusi. Alla faccia di chi diceva che l'articolo 18 non c'entrava nulla con questa legge delega e la questione sarebbe stata affrontata con i decreti legislativi. Abbiamo visto con l'emendamento Gnecchi riformulato. Io adesso vorrei fare un appello alla minoranza del PD perché la sede naturale per discutere dell'articolo 18, e se ne è discusso ovunque, tramite stampa, tramite talk, ma la sede naturale del dibattito è qui; quindi, se dovete esprimere la vostra contrarietà attraverso una discussione che magari potrebbe, si spera, portare a qualcosa di costruttivo ma con questo Governo la vedo dura, bisogna farlo, ora, in questo momento, subito, adesso come dice Renzi, adesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Allora, chi intende intervenire ? Altrimenti lo pongo in votazione ? Pag. 35Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, solo per ricordare all'Aula di cosa stiamo parlando, cioè non dell'articolo 18 così com'era ma della sua versione light già smembrata, depotenziata appena due anni fa.
  Fino ad oggi, grazie al pacchetto Fornero, per poter essere reintegrato sul posto di lavoro occorreva che il motivo oggettivo alla base del licenziamento fosse manifestamente insussistente, non bastava più che fosse ingiustificato. Stessa cosa nel caso di licenziamento per giusta causa. In pratica, per poter essere reintegrato sul posto di lavoro oltre che risarcito, occorreva che il datore di lavoro avesse torto marcio e si inventasse di sana pianta la causa del licenziamento. Ma davvero volete accanirvi contro un diritto che è già stato menomato due anni fa ? Noi veramente vi chiediamo di tornare sui vostri passi, forti di una posizione non ideologica ma oggettiva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi, vorrei sapere quanti ancora vogliono intervenire perché, come sapete, noi abbiamo deciso di fare una pausa alle due, quindi vorrei trovare un accordo. Se siete tanti a voler intervenire, magari possiamo sospendere e riprendere dopo; se non siete tanti, io andrei avanti e farei il voto, per poi riprendere dopo. Per cui, potrei sapere quanti siete ? Allora, se vi sono tre interventi, io vado avanti, indìco la votazione e poi interrompiamo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Ripeto, io rimango sconcertato: mi sento dire che la Polverini mi vota questo emendamento e il Partito Democratico, quel partito che tutela i lavoratori, quel partito che nelle piazze va a elogiare il mondo del lavoro mi vota contro un emendamento di buon senso. Si vuole tutelare il lavoratore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), si vuole cercare di non renderlo schiavo; era la versione «light», così l'ha definita la mia collega. Quindi, sono le cose che avete votato voi nella riforma Fornero. Non si chiede altro che sostenere questo emendamento per garantire un po’ di dignità, quella poca che è rimasta ai lavoratori, che scioperano nelle piazze, frutto di conquiste, di lotta, di scioperi e di sangue.
  Oggi con questo voto vedremo la coerenza del Partito Democratico e vedremo chi sta veramente dalla parte dei lavoratori e chi sta invece dalla parte di Confindustria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Grazie Presidente, io penso che sia auspicabile prima del voto che qualcuno, in nome e per conto della maggioranza, se non del Governo, dopo avere assistito per mesi a discussioni legittime, ma collocate in una sede parzialmente propria, perché nella democrazia, nel gioco democratico c’è – e ciò è giusto – la necessità di aprire una dialettica interna, un confronto virtuoso all'interno dei partiti affinché le varie anime possano dire la propria... poi, quando si arriva comunque a comporre un quadro, c’è il Parlamento. Io so, l'abbiamo letto sui giornali, che a sinistra si è trovata una sorta di soluzione su questo articolo 18; il provvedimento è qui, è in Aula, il Partito Democratico deve battere un colpo, deve spiegarci qual è stato il punto di caduta di questa discussione, come si è costruito il mosaico tra le richieste della parte più radicale del sindacato con la parte meno radicale, con la parte del Partito Democratico più scettica, con la parte del Partito Democratico più filorenziana e, quindi, maggiormente esposta rispetto ai desideri di riformare l'articolo 18, perché altrimenti qui è una presa in giro.
  Se non se ne parla qui, io posso capire che se ne parli anche altrove, però non se Pag. 36ne può parlare altrove e non se ne parla qui, perché questo è il luogo dal quale comunque anche i cittadini e i lavoratori possono trarre spunto per formulare dei giudizi in ordine alle scelte che compiono le forze politiche.
  Per quello che ci riguarda, abbiamo sospettato fin da principio che questo fosse in qualche maniera il «lepre», come si dice in gergo, di questo provvedimento. Pensiamo che le soluzioni siano del tutto inadeguate, che se fosse stato obiettivo del Governo riformare o rivoluzionare un mercato del lavoro che comunque è anchilosato, ha subito varie stratificazioni, è del tutto inidoneo rispetto ai tempi che corrono e alle nuove leggi della competitività, si è cominciato esattamente dalla fine invece che dalla testa.
  La rivoluzione nel mercato del lavoro non c’è e prendersela con l'articolo 18 è quanto di più scontato, ma anche di inutile, possa accadere. Questo anche nella nuova formulazione sin qui letta, sia nei successivi aggiustamenti del provvedimento sia sugli organi di informazione e nel dibattito che ci ha accompagnato.
  Quindi rimane forte il nostro scetticismo, ma l'auspicio è che non solo il Movimento 5 Stelle, piuttosto che la Lega, piuttosto che Sel, prendano la parola e dicano qualcosa, ma che il partito che maggiormente si è esposto su questo fronte in Parlamento faccia capire con una voce ufficiale e unica che cosa ha stabilito e perché.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Molto brevemente per dire che noi sosterremo questo emendamento, anche se la nostra convinzione è che i diritti si estendono, non si dividono. E quella versione light, come è stata definita dai proponenti, è una versione inadeguata. Lo ha dimostrato, perché non ha creato un solo posto di lavoro. Stiamo aspettando da quasi tre anni gli investitori stranieri di Monti ! Ve lo ricordate ? «Taglio l'articolo 18 perché così arriveranno gli investitori». E dopo tre anni voi dite la stessa cosa ! Vergogna ! Vergogna ! Non arrivano gli investitori togliendo i diritti ai lavoratori (Applausi dei deputati dei gruppi Sel e M5S) ! Non arrivano e non sono arrivati ! Non tenete neanche conto più della realtà !
  Noi voteremo quindi questo emendamento e poi apriremo il dibattito e mi auguro di sentire tante voci, oltre a quella della Polverini. Perché io ho tanti ricordi recenti, di posizioni prese a difesa dei lavoratori e dell'articolo 18. Ho tanti nomi in mente ! Nomi e cognomi e luoghi e lo sanno anche le lavoratrici e i lavoratori di questo paese ! E stavolta non ci sarà lo sconto (Applausi dei deputati dei gruppi Sel e M5S e della deputata Polverini) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 1.55.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  354   
   Votanti  349   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  93    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin e Amoddio hanno segnalato che non sono riusciti a votare).

Su un lutto della deputata Sbrollini.

  PRESIDENTE. Comunico che la collega Daniela Sbrollini è stata colpita da un grave lutto: la perdita del padre.
  La Presidenza della Camera ha fatto pervenire alla collega le espressioni della Pag. 37più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15,15.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Bratti, Brunetta, Caparini, De Girolamo, Di Lello, Epifani, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Garavini, La Russa, Manciulli, Rampelli, Realacci, Rossomando, Sanga, Sani, Santerini, Scalfarotto, Scotto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2660-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'emendamento Ciprini 1.55.
  Passiamo all'emendamento Brunetta 1.56.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Brunetta 1.56 formulato dal relatore.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Grazie Presidente, questo inciso tende ovviamente a mettere in salvezza le tipologie contrattuali introdotte dalla legge Biagi, legge Biagi che – ricordiamolo – ha portato alla creazione di oltre un milione e mezzo di posti di lavoro e all'abbassamento di oltre due punti percentuali del tasso di disoccupazione in Italia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.56, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il relatore di minoranza Placido si rimette all'Assemblea, il parere del relatore di minoranza Prataviera è contrario, mentre il relatore di minoranza Cominardi si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Tartaglione, Sereni, Basilio, Corda, Sgambato, Toninelli, Morani, Vitelli, Colaninno, Bianconi, Vargiu, Di Lello, Simone Valente, Gelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  346   
   Votanti  286   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato  22    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Rizzetto 1.58.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, per quanto riguarda il MoVimento 5 Stelle, su questo specifico tema – il sottosegretario Bellanova se lo ricorderà – in Commissione abbiamo presentato due emendamenti. Questo è un emendamento piuttosto semplice e di sicuro buonsenso, come si suol dire, ovvero è teso a prevedere fondamentalmente una determinazione sui contrasti di retribuzione tra uomo e donna per prestazioni di eguale valore. Mi pare Pag. 38che quest'Aula, Presidente, si sia espressa più volte rispetto a questo tipo di parificazione, che è del tutto legittima. Tra l'altro, ricordo che, di fatto, nelle quarantasei forme contrattuali ad oggi in essere, per quanto riguarda l'applicazione dei contratti di lavoro, non esiste a monte nessun tipo di differenziazione. E questa è una cosa saggia, una cosa sicuramente giusta. Però, chi tra di noi – e spero molti –, prima di questa esperienza parlamentare lavorava, lavorava nelle aziende e aveva un suo ambito lavorativo, non può negare che tra uomo e donna, molto spesso, ci siano delle differenze, anche economiche, rapportate alle loro prestazioni lavorative di eguale valore, appunto. La deputata e collega Gnecchi, in Commissione lavoro, durante la discussione degli emendamenti, mi ha giustamente ricordato – è sempre molto attenta, devo dire – che c’è una legge vigente, la n. 125 del 1991, che dice testualmente che le aziende sono tenute a redigere un rapporto, almeno ogni due anni, rispetto ai fenomeni di assunzione – quindi tra uomo e donna, sempre di assunzione –, di mobilità, di cassa integrazione, di pensionamenti, di prepensionamenti e di retribuzione effettivamente corrisposta. Il problema, Presidente, sottosegretario e Ministro, è che questa legge va a cercare di normare in questo senso, ovvero i rapporti che, ogni due anni, devono essere redatti e portati a conoscenza di tutti soltanto per aziende sopra i cento dipendenti. Quindi, di fatto, in questo caso, il Governo non riesce a dare una sorta di feedback per aziende sotto i cento dipendenti, e qui mi ricollego anche a degli emendamenti già presentati. Ad esempio, io ho portato in Commissione questa motivazione: la CGIA di Mestre, Presidente, circa un mese fa, ha redatto un documento in cui si dice che il 2,4 per cento delle aziende italiane sono soggette all'articolo 18, ad esempio. Io non voglio ritornare sull'articolo 18 ma voglio semplicemente fare un mero calcolo aritmetico. Quindi, se il 2,4 per cento delle aziende italiane sono sopra i quindici dipendenti, poiché tutelate dall'articolo 18, vuol dire che il 97 per cento circa delle aziende italiane sono sotto i quindici dipendenti. È sillogismo ! Sono sotto i cento dipendenti. Per cui, il Governo, in questo caso, non può redigere nessun tipo di documento in questo senso, poiché il 97 per cento delle aziende non soltanto sono sotto i quindici dipendenti ma sono sotto i cento dipendenti. Ed in questo caso, Presidente, ci sembra cosa buona e giusta sia la proposizione sia la votazione di questo emendamento. Due ne erano stati presentati. È altrettanto chiaro che, con tutta l'onestà di cui sono capace, il sottosegretario Bellanova, per l'emendamento seguente, che andava un po’ a parare su questi termini, mi ha consigliato il ritiro e la presentazione di un ordine del giorno. Però, sottosegretario, Ministro e Presidente, io ed il MoVimento 5 Stelle non possiamo esimerci dal presentare una proposta emendativa – emendativa ! – di sicuro buonsenso e una proposta emendativa su cui – rinnovo – l'Aula, molto molto spesso ha cercato di legiferare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, intervengo per sostenere questo emendamento che chiama per forza in causa tutte le sensibilità qui presenti, perché spesso si parla di parità di genere. Ecco, con questo emendamento si vuole sancire quello che è un principio universale. Quindi, non ha nemmeno senso discuterne, già all'interno della stessa delega si va incontro a quelle che sono le esigenze della genitorialità; quindi, in un certo senso, si riconosce il principio che, se l'uomo e la donna ne hanno la necessità, debbano avere dei diritti per stare vicino ai propri cari; qui, nella fattispecie si parla di retribuzione. Tuttavia, tale principio è di una semplicità che inserirlo, specificarlo proprio come principio, penso sia doveroso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mucci Ne ha facoltà.

Pag. 39

  MARA MUCCI. Grazie Presidente, questa precisazione sancisce un principio che, onestamente, in quest'Aula si è ribadito più volte con mozioni, con interventi, in tutti i modi, ed è stato appoggiato da tutte le forze politiche. Semplicemente, sancisce che, anche per le aziende sotto i cento dipendenti, si vada a fare un controllo relativamente ai rapporti di entità lavorative in merito alle retribuzioni delle occupazioni maschili e femminili, per eliminare il cosiddetto gender gap. Presidente, è inutile che ce lo raccontiamo, ma vi sono situazioni in cui l'occupazione è prettamente femminile, in cui, caso strano, i redditi sono sempre al di sotto di una certa soglia o comunque troppo bassi. Ora, non vogliamo puntarla su una questione di vittimismo però è indubbio che, quando l'occupazione in un certo settore è prettamente femminile, ci sono delle situazioni alquanto strane: orari di lavoro eccessivi, piuttosto che, spesso, lavoro in nero ed è per questo che almeno puntiamo un faro con dei rapporti e con un intervento serio da parte del Governo che sancisca questo principio e che ci appoggi in questo principio che è sacrosanto ed è nell'ottica di limitare quello che è il gender gap che in questo Paese è sottostimato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento, proprio per la sua importanza, perché affronta un tema importantissimo che è quello di combattere e contrastare la disparità di trattamento economico, estendendo i diritti alle aziende che oggi ne sono escluse. Quindi, lo sottoscriviamo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Grazie Presidente, io leggo l'emendamento dell'onorevole Rizzetto che dice due cose: la prima è che i contratti collettivi non devono contenere norme che definiscano differenze salariali tra uomini e donne, ed è cosa sancita dalla legge, come ricordava lui stesso, ma in realtà queste disparità non sono sanzionate direttamente; non c’è scritto che una donna prende di più e un uomo prende di meno o viceversa, la discriminazione è totalmente indiretta. Se, per esempio, il premio aziendale viene legato alla presenza, le donne prenderanno sicuramente di meno, perché sono loro che usufruiscono dei congedi parentali o delle assenze per assistere i figli o i genitori e sono loro che usufruiscono dell'aspettativa per maternità obbligatoria e facoltativa. Tant’è vero che sia alle Poste che alla FIAT è stato definito un contratto collettivo che sanciva, addirittura, l'equivalenza tra assenza per maternità obbligatoria e assenza, quindi, dando luogo ad una discriminazione.
  L'emendamento dell'onorevole Rizzetto dice quindi una cosa che non si realizza nel modo che viene indicato dall'emendamento stesso, perché cosa suggerisce l'onorevole Rizzetto ? Di far decadere quel contratto collettivo. Allora, da un lato, la discriminazione è indiretta e, quindi, bisogna agire su tutte le cause che determinano quella discriminazione. La sanzione che viene proposta la trovo abbastanza pericolosa, perché, che si dica che una legge definisca la decadenza di un contratto collettivo, penso sia un problema serio. Inviterei a sottolineare questo punto. Quindi, da un lato, le discriminazioni salariali sono vietate per legge, ma nessuno è così sprovveduto da fissarle in un contratto, si realizzano attraverso regole indirette e appunto su quelle bisogna intervenire. Dall'altro, chiederei di sottolineare questo punto e di ascoltare con attenzione cosa c’è scritto nell'emendamento, non come viene spiegato, cioè che un contratto collettivo decade sulla base di una discriminazione che non è però definita ma è indiretta.
  Quindi vi è, secondo me, una lesione dell'autonomia contrattuale di un certo rilievo.

Pag. 40

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie. Vorrei sostenere, come già sostenuto da altre colleghe e altri colleghi, questo emendamento, proprio per cercare di colmare quel gender gap di cui si parlava precedentemente. Credo sia assolutamente un emendamento di buonsenso, quindi non vedo proprio per quale motivo non potrebbe essere approvato.
  Semplicemente, si chiede che vi sia un principio di pari retribuzione tra uomo e donna. Quindi, chiedo semplicemente l'appoggio di tutta l'Aula per questo emendamento, che, ripeto, dovrebbe effettivamente avere l'appoggio soprattutto in questa situazione e in questo Paese, dove, comunque, ancora discriminazioni di genere vi sono. Ripeto, dovrebbe avere l'appoggio di tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzetto 1.58, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Formisano, Massa, L'Abbate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  382   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  93    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Grillo ha segnalato di aver erroneamente votato contro e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'emendamento Placido 1.59, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi e il parere contrario del relatore di minoranza Prataviera.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, con questo emendamento intendiamo delegare il Governo a modificare il contratto di lavoro a tempo determinato così come disciplinato dal decreto-legge n. 34 del 2014, quello che viene ritenuto il «decreto Poletti», rendendolo coerente con la direttiva 1999/70/CE. Cosa dice questa direttiva ? Essa stabilisce che gli Stati membri devono modificare le loro legislazioni in materia di contrattualistica del lavoro qualora fosse prevista la possibilità di apporre un termine in modo acausale, ed è questo l'esito a cui siamo arrivati in Italia con il «decreto Poletti».
  Ora, spesso, si invoca l'Europa per giustificare alcune norme. In questo caso, noi invochiamo, appunto, l'Europa, ma la invochiamo in compagnia del Governo, perché, all'articolo 7, si dà incarico al Governo di riformulare una serie di cose in conformità alla regolazione europea.
  Badate bene: si tratta di norme vincolanti, a tal punto vincolanti che una serie di giuristi ha denunziato lo Stato italiano alla Commissione europea perché venga aperta una procedura di infrazione a carico, appunto, del «decreto Poletti», che è in palese, aperta e profonda contraddizione con la legislazione europea, la quale legislazione prevede anche che il contratto di lavoro comune sia il contratto a tempo indeterminato, prevedendo anche che i contratti di lavoro a tempo indeterminato siano presidiati da norme come quella che era prevista, per esempio, dall'ex articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
  Cioè, il sistema europeo qual è ? Il sistema europeo è un sistema in cui le Pag. 41esigenze e le tutele dei lavoratori rimangono ancora centrali. Ecco perché il contratto di lavoro a termine deve avere una sua causalità oggettiva – dice la direttiva – per il semplice e ovvio motivo che il contratto di lavoro a termine è un contratto con il licenziamento incorporato, cioè tu sai già, quando sei assunto, che sarai licenziato e, quindi, che il tuo contratto di lavoro si risolve il giorno «x».
  Per il contratto a tempo indeterminato, anche in quel caso, la legislazione europea prevede che il contratto non si possa risolvere in modo arbitrario. Ora la tutela è la più varia, ma è evidente che quella che in Italia stiamo adottando quest'oggi – o meglio quella che intendiamo che il Governo adotti in base alla legge delega – ci pone proprio al di fuori della stragrande maggioranza dei Paesi europei, che prevedono abbondantemente, in molti casi, la reintegra nel posto di lavoro.
  Faccio presente e ricordo a tutti che nel 2000 fu fatta una raccolta di firme per un referendum contro la legge n. 230 del 1962, che aveva introdotto in Italia, appunto, il contratto di lavoro a termine con «giustificatezza», cioè dalla legge n. 230 fu stabilito che non si sarebbe potuto più assumere arbitrariamente a termine. Questa normativa poi, voi sapete, è stata attaccata per ben 12 volte in questi quattordici anni. Comunque il referendum fu proposto. La Corte costituzionale non ammise il referendum. Sapete perché non lo ammise ? Perché quella normativa era coerente con i trattati internazionali e con la regolazione europea: il referendum non fu ammesso ! Noi siamo passati da una legislazione costituzionalmente asseverata ad una legislazione, come quella di Poletti, che ci pone più lontano dall'Europa e più vicino all'Africa. Questa è la situazione, per cui ripeto: una volta tanto l'Europa ce lo dice, rispettiamo l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, intervengo per aggiungere alle argomentazioni dell'onorevole Sannicandro che, se non mi inganna la memoria, nel 2001, con il decreto legislativo n. 368, recepimmo la direttiva europea 1999/70/CE, introducendo quello che è l'istituto della causalità. Questa è venuta meno. È vero che non in tutta Europa esiste la causalità, ma esiste tutta una legislazione che norma e che impone delle motivazioni per cui si assume con contratto a termine. Questo non c’è, siamo nella giungla più assoluta. Oltre ai giuristi democratici – mi pare abbiano portato la denuncia alla Commissione europea – anche molti membri della Commissione lavoro hanno fatto la stessa cosa, perché secondo noi bisognerà procedere contro lo Stato italiano per una procedura di infrazione e per violazione della direttiva. Ma a questo punto la multa dovreste pagarla voi, non i cittadini italiani, perché voi dovete pagare i vostri errori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Placido 1.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale i relatori di minoranza Placido e Cominardi hanno espresso parere favorevole, mentre il relatore di minoranza Prataviera ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ? Sì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  391   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 42
  Passiamo all'emendamento Airaudo 1.61, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi e sul quale il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Aula.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  GIORGIO AIRAUDO. Grazie Presidente. Prima abbiamo sostenuto un emendamento che si proponeva di ripristinare la versione light, quella che non ha mantenuto le promesse sugli investimenti e sull'occupazione del Governo Monti.
  Adesso vi proponiamo il nostro articolo 18, quello che per noi è plausibile con la civiltà del lavoro, con la democrazia in Europa, cioè quello dell'estensione dell'articolo 18, che ripristina la versione pre Fornero, e dell'estensione anche alle aziende sotto i 15 dipendenti. Sì, perché pensiamo che l'articolo 18 possa essere esteso a tutti e pensiamo che quando si parla di estendere i diritti si estendono per davvero.
  Voi siete gli unici che hanno immaginato un'estensione per sottrazione: neanche l'algebra vi darebbe ragione. Vi chiediamo di votarlo (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. In questo caso si vuole fare il procedimento inverso rispetto a quello che fa il Partito Democratico. Il Partito Democratico toglie i diritti, invece SEL ha detto: facciamo una cosa, ampliamo il diritto a tutti, cerchiamo di avere la reintegrazione per le persone che vengono licenziate ingiustamente in qualunque campo di azienda.
  Il reintegro è come l'uguaglianza nella Costituzione. Cosa voglio dire ? Che se un lavoratore viene licenziato senza giustificato motivo, mi sembra il minimo – il minimo – avere la riassunzione di quel lavoratore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci sembra una cosa obiettiva, una cosa normale secondo il nostro punto di vista, secondo il punto di vista del Partito Democratico credo proprio di no.
  Quindi, si vuole estendere la tutela a tutti quei lavoratori che oggi non sono tutelati dall'articolo 18 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Airaudo 1.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Pastorelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  373   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  97    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione sull'emendamento Cominardi 1.63, sul quale i relatori di minoranza Placido e Cominardi hanno espresso parere favorevole e sul quale il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Aula.

  CLAUDIO COMINARDI. Con questo emendamento si vuole semplicemente sopprimere la lettera c) del comma 7, ovvero il contratto a tutele crescenti, quello che è stato spacciato per mesi come un'innovazione del mercato del lavoro.
  Ma io la voglio leggere questa strepitosa innovazione: «previsione, per le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità Pag. 43di servizio, escludendo per i licenziamenti economici la possibilità della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio e limitando il diritto alla reintegrazione ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato, nonché prevedendo termini certi per l'impugnazione del licenziamento».
  Io vorrei sottolineare proprio la parte in cui si cita la possibilità della reintegrazione: la reintegrazione si esclude per i licenziamenti economici, in sostanza, e si prevede un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio.
  Io poi sono andato a leggermi un po’ di storia, siccome si parla di un provvedimento, di una legge delega molto innovativa, e sono andato a leggermi una carta del lavoro datata 1927, del ventennio fascista, che al punto 17 prevedeva quanto segue: nell'impresa a lavoro continuo il lavoratore ha diritto, in caso di cessazione dei rapporti di lavoro per licenziamento senza sua colpa, ad un'indennità proporzionata agli anni di servizio.
  Sentite qualche assonanza voi ? Io con il regime qualche assonanza la sento sinceramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questa sarebbe l'innovazione ? Era il 1927 e oggi stiamo parlando ancora delle stesse cose, con la differenza che, nel caso del 1927, si andava in qualche modo a migliorare una situazione dei lavoratori, in qualche modo. Qua, invece, si torna indietro di 87 anni. Ma vi rendete conto ? Ma voglio argomentare perché io non sono un populista nell'accezione negativa del termine. Lo sono quando parlo perché quando siamo qua, siamo per esprimere veramente quello che chiede la gente. Innanzitutto, con la riduzione delle tutele non si è mai creato un posto di lavoro. È stato fatto anche un servizio recente de Le Iene dove Enrico Lucci è andato ad un incontro dei giovani imprenditori. Gli è stato chiesto: con l'abolizione dell'articolo 18, voi quanti lavoratori assumerete ? E la risposta è stata sempre: zero lavoratori, zero.
  Poi, rifacendomi al discorso di stamattina: studiate ! Lo chiedo io a voi di studiare perché i dati OCSE 2013 sulla protezione dei contratti a tempo indeterminato ci vedono ad un livello inferiore a quello di Francia, Belgio, Olanda e Germania (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Qualche settimana fa abbiamo incontrato una delegazione di parlamentari tedeschi della Commissione lavoro. C'era presente buona parte della nostra Commissione lavoro. E gli abbiamo fatto questa domanda: ma, secondo voi, parlare di diritti, di riduzione delle tutele per quanto riguarda l'articolo 18, nel nostro contesto ha senso o non ha senso ? Loro hanno detto che non ha senso perché è previsto in Germania il reintegro per quanto riguarda il licenziamento da un punto di vista disciplinare. In più, hanno fatto presente un'altra cosa, ossia che i mini-jobs in Germania sono stati un fallimento. E noi cosa facciamo ? Noi estendiamo il lavoro accessorio attraverso i voucher che diventeranno i mini-jobs, che sfrutteranno tutti. Quindi, qua si va in senso opposto.
  Allora, io a questo punto, siccome vi ho davanti e non avrò tante altre occasioni, voglio che voi mi diate delle risposte nel merito perché tutte le volte che si è agito, si è agito precarizzando, flessibilizzando, non in maniera bidirezionale, ma in maniera univoca, e i posti di lavoro non si sono creati, ma si sono aumentati solo ed esclusivamente gli avviamenti e il numero dei contratti. Sa cosa vuol dire ? Vuol dire che magari un lavoratore, anziché avere un lavoro stabile, ne ha dieci nell'arco di un anno. Sono dieci posti di lavoro quelli ? No, è matematica, è sempre uno. Volete smentirmi su questo o no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Vogliamo ritornare a parlare di quello che è successo con l'inizio della precarietà in questo Paese ? Con la riforma Treu, quanti posti di lavori si sono creati ? Poi, con la legge n. 30 del 2003, impropriamente definita «legge Biagi», quanti posti di lavoro si sono creati ? Poi, con la legge Fornero, quanti posti di lavoro si sono creati ? E ora con la legge delega Renzi, un Pag. 44uomo che non ha mai lavorato in vita sua e parla di lavoro in continuazione, che è un ossimoro fatto persona ? Rispondetemi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Grazie Presidente, ma cosa vuol dire contratto a tutele crescenti ? È proprio il senso che è sbagliato. Un lavoratore da quando inizia deve avere una tutela e non man mano. Si vuole licenziare così e si sta facendo strada alle multinazionali per venire qua e fregarci tutto il nostro know-how, l'innovazione tecnologica. È questo che volete fare voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Io, ministro Poletti, ne ho viste di tutti i colori, dal decreto Giovannini al suo decreto-legge n. 34 del 2014 che modifica i contratti a termine. Stiamo vedendo anche questo che delega il Governo a fare i nuovi contratti.
  La storia ci ha insegnato, a partire dal pacchetto Treu, passando poi per la legge Biagi, la riforma Giovannini, la riforma Fornero, che l'occupazione non è aumentata. Se non c’è richiesta e il mercato soffre, il lavoro non si crea così dal nulla modificando i contratti. Qua la situazione è grigia. Voi dovete dire ai vostri elettori che state...

  PRESIDENTE. Concluda.

  DAVIDE TRIPIEDI. ... precarizzando definitivamente il mondo del lavoro. Prendetevi le vostre responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Quello che chiamiamo Statuto dei diritti dei lavoratori effettivamente si chiama in altro modo: norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale e norme sul collocamento. Questo è il titolo vero e vorrei ricordarvi che nel maggio 1970 fu votata questa legge perché prima l'avevano già scritta i lavoratori con il sangue: il 2 dicembre 1968 due braccianti ad Avola persero la vita per mano della polizia perché manifestavano per avere l'abolizione del mercato di piazza e quarantotto furono i feriti gravi.
  Ora, cari colleghi del 5 Stelle, è inutile che dite che i nostri sono argomenti di buon senso: lo sanno meglio di noi che non si prende un posto di lavoro con questa normativa ! Ma Renzi lo ascoltate alla televisione ? Lo avete capito che cosa dice quando si rivolge ai datori di lavoro, anzi ai padroni, lo ascoltate ? Vi sto togliendo le tasse sul costo del lavoro, vi sto togliendo l'articolo 18, vi farò anche uno sgravio, vi farò un regalo di miliardi di euro perché lui sta da quella parte. È chiaro: sta da quella parte e lo dichiara esplicitamente ! E dovete finirla ogni volta di rivolgervi all'Aula dicendo: i nostri sono argomenti di buon senso. Non sono il suo senso ! Perché è un'altra cosa, sta al di là. La normativa che stiamo facendo ci sta conducendo fuori dall'Europa ma più vicino al Mediterraneo e all'Africa. È una normativa che già conoscevamo e conosciamo, che risale agli anni di fine 1800 e inizio 1900. Basta andarsi a leggere i corsi di storia del diritto e scoprirete che questa norma e questo mercato esistono. Questo è il punto.
  L'articolo 18 ci poneva all'apice della civiltà giuridica del lavoro. Oggi ci stanno riportando indietro. E quindi, se dobbiamo discutere di questi argomenti, discutiamone senza prenderci in giro. Siamo alternativi ad una certa cultura e quindi dobbiamo purtroppo subirne le conseguenze fino a quando il popolo italiano non manderà Renzi a casa (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.

Pag. 45

  TIZIANA CIPRINI. Giusto per ricordare che in Commissione abbiamo chiesto più volte al Governo in cosa consistesse questo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, se ci dava qualche elemento in più dato che dovrebbe essere una delega, dovrebbe contenere cioè dei requisiti stringenti e, invece, niente: non si è ancora capito questo tipo di contratto che fu inventato da Boeri-Garibaldi, copiato poi da Ichino e tutti quanti, a loro volta, avevano scopiazzato dalla Gran Bretagna. Quindi, non si capisce. Tra l'altro, va in contrasto – lo ricordiamo – con il contratto a tempo determinato di tre anni senza causale del decreto-legge Poletti n. 34 del 2014. Non si capisce se l'uno mangerà l'altro o viceversa. Che cos’è, un nuovo contratto che si aggiunge ai 46 già esistenti ?
  E poi c’è proprio un aspetto che va a ledere la dignità di lavoratori, cioè qui si dice che il tempo indeterminato te lo conquisterai a punti come le tessere del supermercato. Se fai il bravo forse arriverai al contratto a tempo indeterminato. Che tutele crescenti ! Ce le avevamo le tutele crescenti, voi ce le avete tolte per cui...

  PRESIDENTE. Concluda.

  TIZIANA CIPRINI. ... dobbiamo inventarci questo marchingegno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baruffi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE BARUFFI. Grazie Presidente. Per stare nel merito di questa discussione: il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, perché di questo si occupa la lettera che si vorrebbe sopprimere, non è uno strumento nato per combattere la disoccupazione. Non diciamo sciocchezze. È il tentativo, uno strumento che si mette in campo per provare a combattere la precarietà e, se funzionerà, sarà davvero una grande innovazione. Noi lo monitoreremo naturalmente, non abbiamo la verità in tasca.
  Ma l'idea di superare le forme più precarizzanti, fare costare meno il lavoro a tempo indeterminato mettendoci le risorse in stabilità e dare la possibilità ad un ragazzo di entrare nel mercato del lavoro attraverso un contratto a tempo indeterminato, se riuscisse, sarebbe davvero una grande rivoluzione.
  Una seconda considerazione, e poi concludo. Io sono tra quanti, con i miei colleghi, in Commissione, ha voluto che ci fosse un corollario a questa lettera, cioè si inserisse dentro una disciplina diversa circa il licenziamento individuale illegittimo, la possibilità di reintegro o di indennizzo economico; e ho voluto farlo, perché ho ritenuto indispensabile non affidare su una materia così delicata una delega in bianco al Governo.
  Io so da dove siamo partiti, cioè dall'idea che fosse nella disponibilità del Governo, a richiesta di una parte della maggioranza che sostiene il Governo, superare in via definitiva all'articolo 18. Io credo che questa sarebbe stata una soluzione profondamente sbagliata e aggiungo, non ho difficoltà a dire che non mi sarei occupato dell'articolo 18 all'interno di questa delega. Ma oggi l'alternativa era questa ed è questa la scelta e la valutazione che noi abbiamo fatto: se definire un perimetro preciso di intervento per il Governo – e io credo che questa sia una soluzione ragionevole, un ragionevole compromesso – o affidare al Governo, senza delega, e alle richieste di una parte politica la disponibilità dell'articolo 18.
  L'emendamento propone di sopprimere tutto il pezzo, quindi, anche il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, ma anche sulla seconda parte, io vorrei che riflettessimo. L'alternativa non è tra questo o le cose come stanno: l'alternativa è tra ciò, il punto da cui siamo partiti, e dove siamo arrivati. Io lo difendo come un ragionevole compromesso e, se riusciremo ad offrire a questi ragazzi un contratto a tempo indeterminato che prevede quelle garanzie e quelle tutele, credo che avremo fatto, alla fine, la nostra parte, un nostro lavoro importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 46

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, io vorrei far presente ai colleghi che tanti di questi ragazzi siamo noi e, certamente, non abbiamo mai chiesto di avere un contratto a tutele crescenti, anzi, i piccoli imprenditori che ci hanno dato lavoro prima che arrivassimo in quest'Aula non si sognavano assolutamente di andare a guardare i tipi di contratti: volevano il lavoro, volevano semplificazioni sul lavoro, non volevano assolutamente licenziare persone. Il mio titolare non dormiva la notte se gli veniva in mente che doveva licenziare qualcuno. Quindi, qui si sta parlando di un argomento che non conosce nessuno di quelli che sono seduti qui a fianco a noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  I diritti ? Quando andiamo a parlare di diritti acquisiti e pensioni, non si toccano, sono diritti acquisiti; quando vogliamo parlare di diritti dei lavoratori, sono diritti che dobbiamo riconquistarci da capo. Non ce lo sogniamo nemmeno di riconquistarceli da capo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Qui non si può fare una rivoluzione in un'Aula, seduti con molta gente che non ha mai lavorato in un posto di lavoro, che non ha mai lavorato in un posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Non sapete cosa vuol dire lavorare il sabato e la domenica, non sapete cosa vuol dire andare a casa e non avere lo stipendio per pagare le bollette ! Non lo sapete ! Non avete idea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Deputato De Rosa, concluda.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Allora, faccio una proposta: veniamo in Aula subito dopo questo disegno di legge e tagliamo tutti i privilegi dei parlamentari, che devono riconquistarseli come devono fare i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, visto che qui si fanno, con una certa faciloneria, riferimenti storici, io ricordo che, prima del 1970, nel 1966, ci fu una legge che tutelava contro i licenziamenti discriminatori di Pietro Nenni: nel primo centrosinistra, quindi, non stiamo parlando dei tempi del Fascismo o degli anni Venti; e, in questo provvedimento di Nenni, non c'era la fattispecie dei licenziamenti disciplinari. Poi, nel 1970, nella versione scritta da Giugni e Brodoloni, non c'erano i licenziamenti disciplinari e il limite oltre il quale applicare l'articolo 18 era per le aziende sopra i trentacinque dipendenti.
  Fu poi il Partito Comunista che impose i 15 dipendenti e l'introduzione dei disciplinari e ricordo anche, sempre per fare dei riferimenti storici, che nel 2003, già nell'82, ma poi nel 2003 fu Gino Giugni che intervenne dicendo che lui quella norma non l'avrebbe scritta così, anzi, disse io in realtà non la scrissi così con i licenziamenti disciplinari. E Giugni disse, lo dico agli amici di SEL, che lui era contrarissimo alla possibilità di estendere l'articolo 18 per le aziende sotto i 15 dipendenti, lo riteneva un grande errore.
  Stiamo parlando di padri della patria, sto parlando di coloro che hanno fatto lo Statuto dei lavoratori e hanno scritto anche se in versione diversa l'articolo 18, quindi non sono accettabili strumentalizzazioni di questo tipo. Gli amici di Sel non difendono, come dire, la civiltà giuridica, difendono la loro storia di Partito Comunista (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà ).

  PRESIDENTE. Colleghi per favore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mara Mucci. Ne ha facoltà.

Pag. 47

  MARA MUCCI. Signor Presidente, posto che gli imprenditori non hanno nessuna esigenza di licenziare le persone meritevoli, io questo l'ho detto in Aula più volte e lo ribadisco. Posto che l'Unione europea dice con direttiva 99/70 che i contratti di natura subordinata devono andare nell'ottica del tempo indeterminato, io posso comprendere che con questa iniziativa, con le tutele crescenti si voglia andare in questa direzione ma io con un emendamento ho proposto, e mi auguro che ci possa essere un impegno da parte del Governo, perché è inserito anche nel parere favorevole della Commissione attività produttive, che si prevedano misure di carattere sanzionatorio adeguate a scoraggiare comportamenti scorretti come licenziamenti di lavoratori al termine dei periodi di decontribuzione relativi al rapporto di lavoro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, siamo al punto centrale, dal punto di vista politico almeno, di questo provvedimento, il punto in cui si è trovato un accordo all'interno della maggioranza che ha visto la riscrittura della lettera c) del comma 7 attraverso una riformulazione che è stata richiesta in Commissione dal relatore e anche dal Governo all'onorevole Gnecchi. Io non amo il dibattito con un retaggio pregiudiziale o ideologico, men che meno quello che da vent'anni in questo Paese si celebra sul tema dell'articolo 18.
  Io non credo che dopo l'approvazione di questa delega e con i successivi decreti delegati noi getteremo il Paese nelle mani delle multinazionali o apriremo la strada al liberismo selvaggio; men che meno credo che avremo, come qualcun altro sostiene per contro, frotte di investitori pronti a impiegare risorse o imprese pronte ad assumere sulla scorta di quello che noi stiamo di qui a breve per votare. Credo che non avverrà nessuna di queste due cose. Credo semplicemente che aggiungeremo un ulteriore tassello, magari complicato, alla disciplina giuslavoristica di questo Paese, come facciamo ormai con cadenza neanche annuale, direi semestrale. Credo che consumeremo in questa Aula, con i tempi contingentati che il Regolamento impone, una ennesima discussione con un carattere anche vagamente ideologico. Credo che questo punto di incontro, di compromesso (io non sono, l'ho detto già prima, contrario: i punti di compromesso sono sempre un modo di espressione della politica) poteva essere trovato diversamente; poteva se non altro essere scritto meglio, nel senso che il testo di questo articolo dice «Previsione per le nuove assunzioni di contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio». Ci risparmiamo la storia del contratto a tutele crescenti che è una vecchia tesi del Partito Democratico promossa dal senatore Ichino e già bocciata all'interno di un congresso del Partito Democratico stesso.
  Quando noi andiamo a scrivere, con quella che qualche autorevole commentatore già nostro collega ha definito «una sequenza di gerundi», «escludendo per i licenziamenti economici la possibilità di reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro» forse era il caso, ma in questo senso il relatore saprà meglio di me spiegare quali sono state le ragioni di questa omissione, di inserire i licenziamenti economici ingiustificati, forse andava precisato, per non lasciare qualcuno a pensare che tutti i licenziamenti economici, anche quelli ingiustificati, aprano la strada a un rimborso. Ma insomma, ecco, forse poteva essere scritto meglio, con una consecutio migliore, in maniera più chiara, per non lasciare oltre al pasticcio legislativo anche il pasticcio interpretativo successivo a questo ulteriore passaggio. Non ci resta che lasciare questa norma che, se verrà respinto questo emendamento soppressivo, non nostro, rimarrà in vigore e la maggioranza approverà con i numeri che gli sono propri, alla prova dei fatti, che è la prova vera. Riforme sulla carta epocali si sono risolte in un nulla di fatto o addirittura in qualcosa non solo di inutile ma spesse volte anche di dannoso. Ecco, Pag. 48lasceremo che anche questa riforma, che qualcuno ama definire epocale e qualcun altro immagina essere l'inizio della fine di una serie di diritti dei lavoratori, venga giudicata dall'unico giudice che nella storia del nostro Paese riesce a emettere delle sentenze vere e proprie, cioè i dati della nostra disoccupazione che, ahimè, al momento sono talmente allarmanti da non farci sperare bene (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, mi pare che questo dibattito soffra di un vizio di origine che io propongo come pensiero per tutti. Guardate che è un vecchio vizio della «scolastica» del lavoro italiana della sinistra, ma non solo della sinistra, ritenere che il lavoro si trovi per legge. Il lavoro si trova quando l'economia funziona, più tira l'economia e più lavoro c’è, più lavoro c’è e più il lavoro si può tutelare. Quindi noi oggi siamo alla ricerca di tutele per un lavoro che non c’è più perché l'economia non tira e nessuno si occupa di questo problema, che è l'unico vero, reale problema per il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Tutti pensano di liberarsene facendo una buona legge, con una buona legge – diceva bene prima il collega che mi ha preceduto – chi non ha mai lavorato si può accontentare di una buona legge, chi ha lavorato tutta la vita sa bene cosa è il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, il dibattito è molto appassionante e abbiamo ascoltato anche parole che meritano qualche sottolineatura, qualche precisazione e forse anche qualche spiegazione. L'onorevole Pizzolante attribuisce alla nostra battaglia l'esclusiva funzione di custodire la memoria del PC. Le nostre spalle sono troppo piccole, tuttavia vorrei ricordare le parole del Ministro Brodolini, che era socialista e che fu colui che sottoscrisse lo Statuto dei lavoratori, quelle che lo portavano a definirsi «Ministro dei lavoratori» e non Ministro del lavoro. Quel giorno, il 15 maggio del 1970, quando lo Statuto dei lavoratori fu varato, l’Avanti !, giornale del Partito Socialista, titolò «La Costituzione entra in fabbrica». Noi ci battiamo per mantenere nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, l'onorevole Pizzolante, che ha una sua coerenza – a differenza di altri – su questa battaglia ci ricorda di un Parlamento in cui la mediazione politica di una maggioranza non fermava la possibilità del Parlamento di cambiare quelle norme, proprio quel ricordo che fa lei, onorevole Pizzolante.
  Perché quello statuto venne migliorato dal dibattito di quell'Aula, quella proposta venne migliorata e venne migliorata perché fuori da quell'Aula c'erano dei lavoratori e delle lavoratrici che chiedevano riconosciuti diritti, non favori e dentro quest'Aula c'erano molti più lavoratori e lavoratrici di quanti ce ne sono oggi. Allora l'ascolto era diretto e le leggi si potevano cambiare in quest'Aula del Parlamento.
  Noi invece siamo qui a veder presidiato un accordo dentro la maggioranza di Governo che vede lei soddisfatto, insieme all'ex Ministro Sacconi. Il nostro problema sono tutti quelli che le hanno concesso questa soddisfazione a scapito dei lavoratori, tutti quelli che dovrebbero rappresentare il lavoro, il lavoro di oggi, non quello di ieri (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 49

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il dibattito di oggi è viziato da tutta una serie di approcci totalmente pregiudiziali a questo problema. Si è sentito parlare di lavoratori delle piccole imprese che non c'entrano niente con il reintegro, si è sentito parlare di effetti di carattere sociale per la situazione attuale, quando le nuove norme valgono per le nuove assunzioni e non per i contratti in essere. Si sono sentite una serie di cose che non stanno né in cielo, né in terra; si è anche parlato soltanto dell'articolo 18 e l'onorevole Baldelli prima ha fatto riferimento a un tassello: la cosa importante di questa riforma è che si vuole sostituire la legislazione del lavoro italiana con un codice semplificato e questo sicuramente non farà arrivare frotte di investitori perché è giustissimo quello che diceva prima il collega Bianconi: gli investitori arrivano se tutto il sistema funziona e il lavoro si tutela solo se c’è la crescita economica perché si crea lavoro in quelle condizioni, però questo non è un tassello: questa è una riforma complessiva. Si sta cercando di semplificare il nostro diritto del lavoro, di renderlo normale perché è indubbio che la reputazione che ha il nostro diritto del lavoro non è quella che ho sentito descrivere qui dentro, ma è quella di essere una congerie di norme complicate, arcaiche, in parte più avanzate magari, ma che sicuramente hanno avuto anche l'effetto di atterrire i famosi investitori. E quando si parla con gli imprenditori, ovviamente non dicono che assumeranno perché cambia l'articolo 18. Gli imprenditori assumono quando hanno bisogno di dipendenti. Semmai, il problema è: vi può succedere di non assumere qualcuno a tempo indeterminato perché l'articolo 18 è come è oggi ? La risposta è sempre e sistematicamente «sì» ed è quello che ha portato al precariato che abbiamo oggi.
  Noi vogliamo rendere il contratto di lavoro a tempo indeterminato la forma usuale e generale di rapporto di lavoro; per fare questo bisogna che questa forma contrattuale sia resa conforme a quelle che sono le esigenze degli imprenditori, che non diventi un vincolo eccessivo come è stato in questi anni, che non spaventi chi debba assumere e che preveda delle tutele, sì, crescenti nel tempo perché è evidente che, dal punto di vista sociale, la necessità di tutelare un lavoratore cresce con la sua anzianità di servizio. Tutto questo dibattito è stato impostato su degli argomenti che non sono quelli veri: il tema qui non è quello di stabilire se si crea o si perde lavoro con la riforma del diritto del lavoro che abbiamo oggi o con la riforma dell'articolo 18. Il problema è se si facilita il passaggio dal precariato al contratto a tempo indeterminato e se magari si evita di atterrire qualche investitore in più (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, io vorrei raccontare a quest'Aula la storia di un ragazzo di Torino, della mia città. Federico Altieri, ingiustamente licenziato dal museo del cinema per essersi ribellato, insieme ad altri tre lavoratori, indossando semplicemente una maglietta, a un'iniqua decurtazione dello stipendio. Questo ragazzo aveva un contratto che prevedeva una paga base oraria di 5,40 euro ed è stato licenziato perché si è opposto, insieme ad altri lavoratori, a una nuova decurtazione di stipendio voluta dalla sua cooperativa, la Rear, di Mauro Laus, presidente del consiglio regionale del Piemonte. Sapete qual è il partito di Mauro Laus, che paga con stipendi da fame i soci della sua cooperativa ? Il PD.
  Lo stesso PD che oggi liquida l'ultimo brandello di diritto che Federico Altieri e tantissimi altri lavoratori e ragazzi sfruttati e ricattati dai datori di lavoro potevano utilizzare per difendersi davanti a un organo terzo e imparziale quale è il giudice del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

  STEFANO FASSINA. Grazie Presidente, non entro nel merito del punto – ne abbiamo discusso e avremo altri momenti per discutere – volevo solo ricordare alcuni dati all'onorevole Di Celso, perché dovremmo almeno essere d'accordo sui dati, poi ciascuno di noi fa le valutazioni che crede, ma sui dati dovremmo poter condividere, altrimenti davvero rischiamo di non capirci. Ha fatto riferimento all'articolo 18 come impedimento per le assunzioni nelle imprese sopra i quindici dipendenti. Gli vorrei ricordare che la massima concentrazione di contratti di lavoro atipici si trova nelle imprese sotto i quindici dipendenti, in particolare nelle imprese che hanno tra uno e nove dipendenti. Sono in percentuale doppia rispetto alla percentuale nelle imprese sopra i quindici dipendenti. La ragione fondamentale – e concludo – per la quale le imprese non assumono con contratti a tempo indeterminato è perché costano molto di più dei contratti precari. Questa è la vera ragione, quindi la ragione per la quale si dovrebbe intervenire sul costo dei contratti atipici è quella di favorire appunto assunzioni che altrimenti non ci sono.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza Placido, il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Assemblea, con il parere favorevole del relatore di minoranza Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli Nardelli, Brandolin, Di Benedetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  365   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  97    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'emendamento Tripiedi 1.64, sul quale vi è un invito al ritiro o parere contrario del relatore per la maggioranza Damiano e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza Placido, il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Assemblea, il parere favorevole del relatore di minoranza Cominardi.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Tripiedi 1.64 formulato dal relatore per la maggioranza.

  DAVIDE TRIPIEDI. Grazie Presidente, cosa prevediamo noi con questo emendamento ? La reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro per tutte le ipotesi di licenziamento di cui all'articolo 18 della legge 20 maggio n. 300 del 1970. Io ricordo che nel 2007 ci fu una grande manifestazione di piazza. In quella manifestazione c'ero anch'io, ma non c'ero solo io, penso che ci sia stato anche l'onorevole Damiano, penso che ci siano stati gli onorevoli Epifani, Fassina, Bersani e tutte quelle persone che credono che, togliendo i diritti, non si crea occupazione. Qua si può far rinascere la storia di quel diritto votando favorevolmente a questo emendamento. Quella legge è nata qua. L'opposizione, che era il Partito Comunista, ha contribuito e collaborato per la stesura di queste norme. Faccio mie anche le parole di Brodolini, quando disse che con lo statuto dei lavoratori entra la Costituzione all'interno delle fabbriche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È Pag. 51vero, oggi qua possiamo rifarlo, possiamo dare la possibilità ai lavoratori di essere protetti come è giusto che sia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Volevo ricordarvi quei due lavoratori, Ilaria e Valentino, che sono stati sospesi semplicemente perché avevano rilasciato un'intervista a Presa Diretta raccontando la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se non fosse stato per l'articolo 18, questi due lavoratori sarebbero stati licenziati, quindi avrebbero usato il vostro metodo, la monetizzazione del diritto: ti do quattro soldi, perdi il posto di lavoro e la tua dignità se ne va, se ne va a farsi fregare o benedire. Presidente, abbiamo la possibilità, con questo emendamento, di ricostruire il diritto italiano, che dentro quest'Aula è nato. Quindi, mettiamoci una mano sulla coscienza e votiamo questo emendamento, per il futuro del lavoro e dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baruffi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE BARUFFI. Presidente, intervengo per tornare sul concetto ed entrare nel merito. Noi abbiamo inserito un dispositivo che, lontano dalla versione originale dell'articolo 18 della legge n. 300 del 1970, muove invece dalla disciplina così come riformulata due anni fa dalla legge n. 92. Provo a entrare nel merito delle diverse fattispecie, diverse tipologie, tipizzazioni di licenziamenti che sono possibili e riconosciuti come illegittimi: licenziamenti economici, cioè senza giustificato motivo oggettivo; licenziamenti disciplinari, quando un motivo è soggettivo per giusta causa; licenziamenti discriminatori; licenziamenti nulli. Queste sono le fattispecie tipizzate che ormai nel dibattito sono entrate come patrimonio della discussione generale. Noi abbiamo fatto questa valutazione rispetto al punto di partenza cui prima facevo riferimento, cioè che fosse possibile risolvere alcune contraddizioni che si sono registrate nella disciplina generale in questi due anni – dirò qualcosa dopo – e provare in ogni caso a dare giusta e corretta tutela a licenziamenti che legittimi non sono, che erano e rimangono non legittimi, non possibili, rimangono da sanzionarsi, con garanzie da riconoscere al lavoratore.
  Io ho letto e sentito anche autorevoli colleghi – probabilmente è un cambio di linguaggio che scappa nel dibattito prêt-à-porter – parlare di liberalizzazione dei licenziamenti: è una sciocchezza, naturalmente. Nessuno ha in testa questo, che non è previsto in nessuno dei casi disciplinati dalla legge n. 92 o dalla delega per come oggi si invita il Governo ad intervenire. Noi abbiamo anche presentato un'interrogazione al Governo, in Commissione, per avere contezza dei dati e dei numeri, ed emergono cose interessanti che non sento tornare nel dibattito generale, come se fosse un parlar d'altro. Quanti sono i licenziamenti individuali in questo Paese, anche al netto di quelli per cessata attività ? Parlo proprio di licenziamenti in quanto tali: siamo sempre nell'ordine di centinaia di migliaia, prima e dopo la riforma Fornero – prima e dopo –, la più parte dei quali sono sempre ricondotti oggi – non dopo, come viene oggi paventato, ma già oggi – a licenziamenti di natura economica. Era così anche prima della riforma della legge n. 92 del 2012. Circa il 95 per cento di questi non danno luogo a contenzioso, non a reintegro o meno. Non c’è un contenzioso che si sviluppa, e lo vediamo bene perché – ripeto – essendo la fattispecie più ricorrente quella dei licenziamenti economici, la legge n. 92 ha imposto un ricorso ad una sorta di arbitrato preventivo, cioè ad una conciliazione che deve essere svolta prima di adire il giudice. Anche in quel caso stiamo parlando di circa ventimila casi all'anno, a fronte – ripeto – di 700-800 mila casi di licenziamenti individuali. La metà di questi si risolve per via conciliativa, con accordo reciproco tra le parti; una parte decisamente inferiore è rinviata al giudice – il lavoratore ragionevolmente adisce il giudice –, il quale dispone sulla base di sentenze, in un terzo dei casi circa dando Pag. 52pienamente ragione al lavoratore, quindi potendo prevedersi anche il reintegro – naturalmente la casistica non distingue tra aziende con più o meno di quindici dipendenti, quindi siamo dentro la casistica più generale –, in altri casi, invece, vi è un concorso tra le parti o viene data ragione al datore di lavoro.
  Noi sui licenziamenti economici che cosa superiamo ? Un'unica, precisa, puntuale e, in qualche modo, anche estrema fattispecie che era contenuta nella legge n. 92 del 2012, cioè la possibilità di reintegro, laddove le ragioni si dimostrino manifestamente infondate. Io l'avrei lasciata, l'ho detto, non sto a eccepire nel merito, ma vorrei che si avesse contezza della portata del cambiamento, così come deleghiamo il Governo, essendo una legge delega, a definire le fattispecie, la tipizzazione dei tipi di licenziamenti disciplinari che già oggi possono dare luogo a reintegro o a indennizzo economico, già oggi, e lo dico come elemento rivoluzionario di novità in un dibattito che non lo riporta, anche dentro quest'Aula. Sono in ogni caso esclusi i licenziamenti discriminatori e i licenziamenti nulli; di questo stiamo parlando.

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Baruffi.

  DAVIDE BARUFFI. L'ho detto prima e lo ribadisco concludendo, io credo che tra il punto di partenza e dove siamo arrivati oggi ci sia un ragionevole compromesso se direttamente correlato a contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Presidente, è un fatto realmente accaduto alla Nestlé Perugina: una dipendente sindacalista e disabile ha rischiato di perdere il posto di lavoro per un post su Facebook. Allora, mi domando, i post su Facebook rientreranno in questa fattispecie di licenziamenti disciplinari ? Poi, i deputati locali del PD sono corsi subito a indignarsi sui giornali, come l'onorevole Giulietti che ha detto che quello del lavoro è un diritto su cui non possiamo abbassare la guardia; bene, allora, cari onorevoli del PD, ma lo sapete che state per votare la fine del diritto del lavoro in Italia ? Ma lo sapete che state per togliere la reintegra per i licenziamenti economici ? Perché con tutte questi ristrutturazioni, crisi aziendali, vere o presunte, tutto sarà di carattere economico dal momento che nessuna azienda dirà mai che ha licenziato qualcuno per motivi discriminatori.

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputata Ciprini.

  TIZIANA CIPRINI. Quindi, il lavoratore che ritiene di essere stato licenziato ingiustamente rinuncerà a fare ricorso, perché tanto il giudice, anche dandogli ragione, non lo potrà reintegrare. Quindi la coerenza dov’è ? Qui, Renzi ci sta dando la piena libertà di licenziare. Nessun posto di lavoro verrà creato, ma anzi se ne perderanno migliaia e migliaia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, entrando nuovamente nel merito vi cito altri dati OCSE che sono quelli che prendono in riferimento i contratti a tempo indeterminato e i contratti a tempo determinato e precari. Siccome si parla spesso di dualità, c’è qualcuno per il quale dualità significa protetti e meno protetti, non è assolutamente vero che in Italia c’è una assoluta disparità, perché la dualità nel mercato del lavoro – e io preferisco definirlo mondo del lavoro – è perfettamente in linea con la media europea e quello che è l'intervento del Governo accentua ciò ancor di più, ma non è che va a migliorare le situazioni del contesto lavorativo, va a peggiorarle, perché leva i diritti.
  Come se non bastasse, un conto è il contesto nel 1970, quando eravamo in Pag. 53pieno boom economico, oggi che siamo in crisi bisogna tutelare i lavoratori, bisogna tutelarli. Stiamo andando nel senso opposto e quello che dice Baruffi per quanto riguarda la libertà di licenziamento, sarà un effetto riflesso, non può dire che non c'entra, c'entra eccome. C’è scritto: escludendo per il licenziamento economico la possibilità della reintegrazione che era prevista, come opzione, con la legge Fornero – quanto meno era prevista l'opzione – poi, continua: limitando il diritto alla reintegrazione ai licenziamenti nulli e discriminatori. Voglio dire, più di così !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signora Presidente, la ringrazio, ho ascoltato l'onorevole Baruffi spiegarci che chi sostiene che si vada incontro alla libertà di licenziamento dice una gigantesca sciocchezza. Adesso, sarà forse che noi trinariciuti gufi siamo così attaccati al passato o a una vecchia logica, ma siccome abbiamo ascoltato dalle parole del vostro Presidente del Consiglio, nonché del vostro segretario, in importanti trasmissioni televisive, nonché in importanti interviste, una tra queste a The Washington Post, non proprio un giornaletto di pericolosi estremisti, dichiarare che l'obiettivo di questa straordinaria riforma era garantire agli imprenditori il diritto di licenziare, geniale idea in un Paese in cui il problema principale è che il lavoro non c’è, noi siamo rimasti francamente dell'idea che per gli imprenditori dovesse essere garantito il diritto a intraprendere, non proprio a licenziare.
  Ecco, evidentemente non ci capiamo più, però, come ho detto prima a proposito di un altro argomento, sarebbe forse meglio per tutti provare a dire la verità ed assumersi ciascuno le proprie responsabilità. Avete scelto di dare un altro colpo, forse mortale, al diritto del lavoro e dei lavoratori. Assumetevene la responsabilità fino in fondo, così ognuno saprà quello che ognuno fa in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Presidente, io immaginavo rapidamente di intervenire sulle stesse questioni, ma provo ad essere rapidissimo. Primo, rispetto alla disciplina della Fornero, non esiste più la possibilità di reintegra sui licenziamenti manifestamente infondati che siano economici, e questo, per la verità, il collega Baruffi lo ha appena detto. Secondo, sui licenziamenti disciplinari occorre, perché scatti la condizione della reintegra, che non siano nulli o discriminatori, ma che siano nulli e discriminatori.
  Quindi, non tutti i licenziamenti disciplinari danno diritto alla reintegra: occorre che si verifichino due condizioni. Ora, siccome sui licenziamenti discriminatori, per la verità, il dettato costituzionale a qualcosa ancora serve, sarebbe opportuno che, al di là del modo in cui ciascuno per la sua parte si accalora, si riconoscesse che siamo in presenza di un arretramento obiettivo rispetto alla Fornero.
  Il compromesso a cui tante volte ci si riferisce non è il prodotto di una circostanza naturale, non è il prodotto né del caso né del destino cinico e baro: è un compromesso raggiunto all'interno di una forza politica, con il Presidente del Consiglio che ha espresso le opinioni che abbiamo letto sulla stampa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. A me dispiace che in quest'Aula si scomodino nomi come quello di Gino Giugni o di Brodolini per una discussione del genere. Mi sembra che le parole del collega Baruffi abbiano riportato alla dimensione reale il dato di cui stiamo parlando: stiamo parlando di un terzo della metà di 20 mila casi, ed è di tutta evidenza che questo smonta, da un lato, chi accusa questa norma di essere un attentato ai diritti dei lavoratori, ma smonta anche Pag. 54quanti sostengono che questa norma risolverà il problema dell'occupazione in Italia.
  Riprendo un'altra dichiarazione dell'onorevole Baruffi, che ha detto che questa non è una norma per combattere la disoccupazione, ma per combattere la precarietà. Ecco, magari sbagliamo, ma, ogni volta che qualcuno in questo Parlamento e al Governo ha pensato di tirare fuori norme che combattono la precarietà, se per precarietà, per capirci, si intende la norma che ha introdotto in questo Paese i contratti a tempo determinato, i Cococo, la riforma Treu del 1997, per capirci, il lavoro interinale, se quella è la precarietà, che ha un nome, un cognome, quella della riforma del Governo Prodi del 1997, per capirci, ogni volta che sono state fatte norme per combattere la precarietà, la conseguenza è che si è finito per combattere i precari.
  Allora, mi auguro che, anche in questo senso, si tengano gli occhi ben aperti, perché si rischia di scrivere norme che poi, alla fine, inventano o costruiscono, come, in questo caso, questo contratto a tutele crescenti, che altro non fa che mettere in confusione il mondo del diritto del lavoro, non incentiva nessuno ad assumere giovani disoccupati, ma, in realtà, complica la vita a tutti quelli che un lavoro, in qualche modo, cercano di trovarlo e a quegli imprenditori che potrebbero espandersi, assumendo persone, e che al giorno d'oggi hanno già una quantità di fattispecie.
  Infatti, un contratto a fattispecie diverse o diversi contratti, in realtà, cambiano molto poco dal punto di vista della disciplina dell'occupazione. Però, ripeto, anche in questo caso, la reductio ad unum del testo nel senso che spiegava l'onorevole Baruffi, cioè delle dimensioni vere di questa norma, dovrebbe indurci ad un dibattito meno ideologico, meno pregiudiziale e più concreto, fermo restando sempre che il vero giudice di queste norme è la prova dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tripiedi 1.64.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albanella... chi altro ? Ci siamo ? Sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  383   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Airaudo 1.68, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi e sul quale il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Aula.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, stiamo assistendo ad un dibattito assai curioso, sembra quasi che sia colpa delle opposizioni se si discute dell'articolo 18, opposizioni che tenacemente stanno cercando di imporre nuovamente qualcosa che è stato sottratto da molto tempo. In verità questo dibattito ce lo ha proposto il Renzi settembrino, perché il Renzi d'agosto diceva che il problema non era l'articolo 18, invece a settembre ha cambiato idea. Evidentemente il Premier è anche meteropatico.
  Però vi presentiamo un emendamento su cui, in modo accorato, vi invito a riflettere. Vi stiamo proponendo che le tutele siano davvero progressive. Infatti, anche qui, quando sento parlare del contratto a tutele progressive, primi estensori erano il professor Boeri ed il professor Garibaldi in una fase in cui l'occupazione Pag. 55di questo Paese cresceva solo con la precarietà e allora il problema era la stabilizzazione. Ma noi stiamo in tutt'altro ciclo economico e storico: qui l'occupazione diminuisce ed anzi è l'occupazione precaria che si mangia quella stabile in basso, tant’è che gli stessi ideatori del contratto a tutele progressive hanno qualche obiezione, qualche osservazione e qualche critica, direi fondata. Però vi facciamo la proposta, che ci sia davvero una tutela progressiva e non che la progressione sia solo legata alle indennità per essere licenziati. Infatti, più che a tutele progressive, come ha suggerito un brillante editorialista oggi su Repubblica, stiamo parlando di un contratto a integrazioni progressive: man mano che vieni licenziato e come anzianità ti diamo più soldi. Di rientrare al lavoro non se ne parla.
  Ma se volete davvero le tutele progressive, se davvero ce ne è bisogno, per aiutare gli imprenditori e le imprese italiane che sono pronte ad investire, ma a cui manca proprio solo questo, secondo questa lettura, si allunghi il periodo di prova ma ad un certo punto, dopo un anno, l'articolo 18 rientri ! Perché se tutela progressiva deve essere, a un certo punto questo progresso si deve vedere, perché altrimenti è tutela progressiva di nome ma non di fatto, soprattutto non è progressiva per i lavoratori e le lavoratrici.
  Allora, in quest'emendamento noi vi proponiamo che sia previsto un anno e che, dopo l'anno, quell'articolo 18 ritorni ai lavoratori, lo si aggiunga. Mi permetto di ricordare sommessamente che molti di coloro i quali siedono dal centro alla sinistra di quest'Aula, questa tesi l'hanno sostenuta, difesa, praticata, ci hanno fatto convegni, dibattiti. E allora è il momento di passare dalle idee ai fatti, avete l'occasione di costruire, qui sì, un buon compromesso, un compromesso progressivo, non di costruire una cesura sui diritti dei lavoratori.
  Vi prego, votatelo, è l'ultima occasione che avete (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paris. Ne ha facoltà.

  VALENTINA PARIS. Signor Presidente, approfitto, attraverso questo intervento, per ringraziare tutti i miei colleghi della Commissione lavoro, per il tentativo di accettare la sfida della modifica di un testo, per poi portarlo in Aula anche con la voglia di confrontarsi del Governo, che è presente e che, almeno a detta di tutti i pregiudizi, prima di oggi avrebbe imposto la fiducia e non avrebbe consentito nemmeno in questo luogo nessun tipo di discussione. Credo invece che questa sia la parte di bicchiere mezzo pieno di questo dibattito che deve rimanere agli atti.
  E deve rimanere agli atti perché credo siano ancora troppo vicini i tempi in cui chiunque si permette di dire che l'attività dei parlamentari è attività di persone che, nel massimo del loro sforzo, tutt'al più schiacciano un bottoncino.
  Dato che, invece, ognuno di noi è qui – il dibattito di oggi, a mio avviso, lo dimostra – con impegno, passione e determinazione per rispondere alle esigenze degli italiani, credo sia utile, anche tra di noi, evitare toni offensivi, perché ognuno sceglie nella vita cosa vuole essere e ognuno di noi porta con sé il peso delle esperienze che ha avuto e che ha vissuto. E pensare di poter dire a questo Parlamento che non c’è chi viene dal mondo del lavoro o che non ha mai lavorato non solo è sgradevole per il clima che si crea nella nostra comunità, ma è anche offensivo, perché continua a dare la sensazione ai cittadini italiani che, in fondo, la politica non serva. Dato che non è così e dato che poi riempiamo tutti le pagine sui dati dell'astensionismo quando c’è da andare a votare, poniamoci anche qualche problema rispetto a come noi stessi ci rappresentiamo.
  Ma per stare, invece, alla questione specifica e per non dilungarmi in premesse, che, a mio avviso, non sono, però, inutili, se vogliamo essere rappresentanti nelle istituzioni di questo Paese, io non concordo solo su un aspetto rispetto a Pag. 56quello che il collega Airaudo diceva e cioè che è l'ultima occasione. Io sono abbastanza certa che, per il lavoro che abbiamo fatto e per le interlocuzioni che abbiamo assunto, essendo questo un disegno di legge delega, tante cose dovranno essere ancora scritte e meglio definite nei decreti attuativi. E sono abbastanza convinta e certa che, esattamente come ci siamo impegnati in questa settimana e in questi mesi non solo a discutere all'esterno, ma anche a migliorare il testo, continueremo a farlo attraverso tutto quello che il Governo ci proporrà e che noi riterremo vada migliorato per difendere i diritti dei lavoratori.
  Su questo io vorrei dire due cose per stare al merito della delega. Nessuno di noi ha mai pensato che un disegno di legge delega creasse occupazione e dubito che qualcuno dei miei colleghi in Commissione abbia mai prodotto espressioni di questo tipo. Noi ci siamo posti un altro obiettivo, quello di semplificare e migliorare lo schema dei rapporti nel mondo del lavoro e non era un obiettivo semplice da realizzare. Ed è evidente, anche da quello che accade in questo momento in quest'Aula, che a pochi interessa la verità: l'obiettivo è chi urla di più per dimostrare che urlando difende qualcuno.
  Noi ci siamo posti, invece, come obiettivo quello di verificare qual è la condizione attuale e reale del mondo del lavoro e, quindi, del sistema di regole nel quale un lavoratore o un imprenditore si deve muovere e provare ad indicare degli orizzonti e delle risposte che le superino. Fortunatamente il collega Baruffi è stato bene nel merito, quindi mi consente di superare questa parte. Ma ci sono due cose che a noi stanno a cuore, anzi tre, e io le dico così: porsi l'obiettivo, finalmente dopo tanti anni, di trovare una formula per disboscare e semplificare le tipologie contrattuali e porsi, al contempo, l'obiettivo, a partire dal 2015, di avere un supporto economico, vero, reale, che c’è nella legge di stabilità, per le nuove assunzioni, ma ancor di più impegnarsi per far sì che quello che accade, quello che il collega Baruffi ha potuto raccontare in termini di dati, quando scegliamo di parlare di dati, e l'obiettivo che ci siamo dati attraverso il monitoraggio siano gli impegni che noi assumiamo con questo testo di legge.
  Io capisco che il Partito Democratico non ha dato un bell'esempio, lo so, ne siamo tutti corresponsabili. Ma proprio perché siamo responsabili – concludo, Presidente – io sono certa che tutto il Partito Democratico, che ha scelto in alcuni frangenti una posizione di distinguo, in questo momento saprà rispettare e supportare il lavoro che i membri della Commissione lavoro – scusatemi la ripetizione – hanno invece fatto per portare in Aula un testo migliorato rispetto a quello del Senato e che semplifica – che era l'obiettivo che ci eravamo dati – il mondo del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Io non ho in tasca una tessera dei sindacati e non l'ho mai avuta e non ho in tasca una tessera di un partito di sinistra e non l'ho mai avuta.
  Qui non si sta parlando di ideologie. Io sono convinto che siamo in un'era post-ideologica. L'unica ideologia che sta andando avanti è quella neoliberista dei mercati. I mercati che prevalgono sui diritti dei cittadini tutti. E lo diceva bene la collega Ciprini che queste indicazioni sono arrivate tramite la lettera del Presidente della BCE, un banchiere, che prima ha chiesto di fare un taglio alla spesa sociale, intervenendo sulla riforma pensionistica e abbiamo visto cosa ci siamo ritrovati con la riforma Fornero, e adesso vuole intervenire nella materia dal punto di vista dei contratti e della libertà di licenziamento. Questa è l'unica ideologia che sta andando avanti. Quindi, adesso, con questo tipo di azione, si sta portando avanti un'ideologia neoliberista, mondialista, che cancella tutti i diritti e mette davanti il mercato alle persone. Ma una persona non vale 2 mila punti di spread, Pag. 57neanche un milione. Un conto sono gli indici economici, un conto il valore delle persone. Siamo in una fase per cui deve cambiare il paradigma dal punto di vista sociale, politico ed economico. Qui non siamo di fronte a una crisi di carattere economico punto e basta, ma siamo di fronte ad una crisi di carattere democratico perché le norme e le leggi non le stiamo decidendo qui e lo sappiamo bene. Le leggi si stanno decidendo a Bruxelles, da un'altra parte e quelli che stanno decidendo della nostra vita magari sono gli stessi banchieri che ci hanno ridotto in questa situazione, in questa condizione. Quindi, se foste veramente dei parlamentari mandati qui dai cittadini, dovreste avere la dignità e il coraggio di intervenire e dire ciò che pensate sulla base, non di indicazioni di burocrati banchieri che vi rispondono in maniera cinica da ragionieri con indici, numeri, spread e chi più ne ha più ne metta, ma di principi perché la politica è anche filosofia, è una visione del mondo. Questo è la politica.
  Ed io in Commissione ho visto delle persone – e queste le posso definire persone nel senso più profondo del termine – commuoversi e hanno commosso anche me, ve lo giuro. Io parlo di una minoranza del PD che ha avuto il coraggio di dire che queste cose non le avrebbe votate, ma non per una questione ideologica, ma anche per esperienza personale. Io non voglio speculare su questa vicenda, non voglio assolutamente speculare, però, a differenza del sottosegretario Bellanova, che in Commissione ha fatto un encomio per chi ha votato in un certo modo per senso di responsabilità, voglio ricordare che in Italia, durante la legislatura attraversata dal Governo Monti, ci si è appellati sempre al senso di responsabilità e si è votata la riforma Fornero, il pareggio di bilancio in Costituzione, il fiscal compact e abbiamo visto a cosa tutto ciò ha portato. È questo il vostro senso di responsabilità ? È questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Io ho molto più rispetto di chi ha avuto veramente il coraggio di dire: io non ci sto ! E qui i paragoni con il MoVimento 5 Stelle e dire che, se fosse capitato al MoVimento 5 Stelle, li avremmo espulsi. E no, cari, siete voi, tutti gli altri che se ne sarebbero dovuti andare dal Partito Democratico, non chi ha avuto un'idea differente. Per quale ragione ? Perché noi siamo qui per coerenza, noi facciamo quello che c’è scritto nel programma elettorale. Nel vostro programma elettorale del PD c'era scritto l'eliminazione dei diritti dei lavoratori ? C'era scritto ? No (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, per tornare a richiedere un chiarimento, o dal Governo o dal relatore per la maggioranza, sul testo del comma 7, lettera c), nel senso che noi diciamo che escludiamo, per i licenziamenti economici, la possibilità della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro prevedendo un indennizzo, eccetera, eccetera. Anche perché, poi, le interpretazioni si danno anche in relazione a ciò che si afferma durante i lavori parlamentari su questa norma. Il Governo non ritiene opportuno inserire dopo «economici» la parola «ingiustificati», così come, al termine dello stesso comma, si parla di licenziamento disciplinare ingiustificato ? O ritiene che il testo vada bene così ? Perché se va bene così, forse va chiarito il senso, altrimenti va cambiata la norma e va inserito «ingiustificato». Infatti, a me sembra che, altrimenti, si dà adito alla possibilità di pensare che debba essere introdotto un risarcimento economico anche ai licenziamenti economici che non vengano considerati ingiustificati.
  In questo senso, chiederei un chiarimento al Governo o al relatore, o a tutti e due, su come intendano interpretare questa norma perché forse il rischio di ulteriori pasticci interpretativi dovrebbe imporci una certa chiarezza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

Pag. 58

  ARCANGELO SANNICANDRO. Pur condividendo quanto ha detto il collega precedentemente a proposito dell'appropriatezza di linguaggio, vado oltre. In breve il comma 7, lettera c) dice questo: i nuovi assunti non potranno godere della tutela contro i licenziamenti e si inventa un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Chiederei il favore, per poter andare a dormire tranquillo, che qualcuno mi spiegasse che cosa significa. Mi spiegasse, in particolare modo, da quali tutele si parte, se si parte da assunzioni tutelate e dove si dovrebbe arrivare e quali fossero eventualmente gli step (si dice così in inglese ?), i gradini di questi tutele. Noi ci stiamo provando con i nostri emendamenti proprio perché la norma è generica. Ora gradirei che qualcuno si cimentasse, soprattutto da parte della maggioranza, per dirci che cosa significa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, leggevo degli articoli di giornale degli scorsi mesi dove il Ministro Poletti, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, rilasciava delle dichiarazioni. Questi parlava e interveniva sull'articolo 18 e diceva: contratto a tutele crescenti ma l'articolo 18 non si tocca. Questo lo diceva a giugno. Poi, dopo due mesi, si è un attimo accorto di averla sparata troppo grossa e diceva: sì, l'articolo 18 non serve abolirlo, non è una priorità modificarlo, ci sono altre priorità. Poi, arriviamo invece a novembre 2014 e con questa legge delega andiamo a depotenziare l'articolo 18, a ridurre ulteriormente le tutele del lavoratori, togliamo il reintegro e lasciamo solo l'indennizzo: alla faccia della coerenza ! Naturalmente io me lo aspettavo dal Ministro Poletti del quale ricordiamo anche il curriculum: dal 1992 alla direzione, presidente di Legacoop Emilia Romagna e poi da lì in poi, poco prima di diventare Ministro, è stato alla presidenza di Legacoop nazionale. Cosa ci si può aspettare da qualcuno che sostanzialmente era alla presidenza di imprese di grande distribuzione, di cooperative rosse, che tuteli i lavoratori ? Con questa legge delega la sinistra è morta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente, per suo tramite rispondo io al deputato Sannicandro. In questo tipo di contratto a tutele crescenti, di tutele non ne vede l'ombra. Uno può essere più o meno d'accordo ma per spiegare all'Aula e sicuramente ai colleghi che lo sanno e in primis a me stesso, per contratto a tutele crescenti si intende come tutela crescente soltanto il maggiore indennizzo rispetto all'anzianità di servizio del lavoratore. Quindi, di fatto non c’è alcun contratto a tutele crescenti ma c’è un indennizzo crescente.
  Questa è la verità, dopodiché Presidente, abbiamo oggi la fortuna, l'occasione di avere qui in Aula il sottosegretario Bellanova e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Poletti. Ministro, intervenga, questo è il suo decreto, quindi per cortesia una risposta, un «interlocutorio» nell'arco della giornata quanto meno in quest'Aula lei li deve (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Airaudo 1.68, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone... Gregori... Ruocco... Costantino... Saltamartini... Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  378   
   Astenuti    6   Pag. 59
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, vorrei salutare il 33o Circolo didattico «Risorgimento» di Napoli, ragazzi che sono qui in Aula e stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Ben arrivati, ragazzi (Applausi).
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Brunetta 1.71 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore per la maggioranza.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.71, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza Placido e Cominardi e sul quale il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  382   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no  350.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Brunetta 1.72 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore per la maggioranza.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.72, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza Placido e Cominardi e sul quale il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17)

  Ciprini, Vignali. Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  385   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  34    
    Hanno votato no  351.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Chimienti 1.73 formulato dal relatore per la maggioranza.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, le cosiddette tutele crescenti del nuovo contratto a tempo indeterminato, di cui si parla al comma 7, sono veramente una locuzione che, così com’è, risulta poco chiara; e lo è ancora meno se il Governo pretende di potere intervenire con dei decreti attuativi per riempire di contenuti il vuoto di questa locuzione.
  Il Governo pretende di intervenire in sede di decretazione senza ripassare dal vaglio delle Camere. Le tutele del neoassunto cresceranno, aumenteranno con il passare del tempo, ma in che termini ? Di che tutele parliamo ? Di quali diritti ? Secondo quali priorità e progressioni ? Ad oggi, non è dato saperlo e, se questo articolo venisse approvato così com’è, il Governo avrebbe carta bianca per decidere le sorti di tutti i lavoratori del futuro, di tutti i neoassunti.
  Con questo emendamento noi chiediamo che si attribuisca alle parti sociali e alla contrattazione collettiva il compito di definire i criteri per la progressione delle tutele, i tempi e i contenuti della Pag. 60scala crescente di acquisizione dei diritti. Su una cosa però non siamo, ovviamente, disposti a cedere: quindi, chiediamo che tra questi diritti possa sussistere, fin dal momento dell'assunzione, la tutela reale per il lavoratore in caso di licenziamento discriminatorio, per cause vietate dalla legge, irrogato in forma orale, oltre che per mancanza dei requisiti della giusta causa e del giustificato motivo soggettivo e oggettivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà.

  ALESSIA ROTTA. Signor Presidente, appare del tutto evidente la natura pleonastica di questo emendamento rispetto non solo alla legge delega ma alla normativa vigente. Qui, infatti, si chiamano in causa i licenziamenti nulli e discriminatori; ricordiamo che la legge impone al datore di lavoro di comunicare il licenziamento per iscritto e che l'orale in ogni caso è inefficace, come qui ricordato, e quindi la legge delega non interviene per nulla su questo. La salvaguardia della reintegra è garantita anche per i licenziamenti discriminatori ed è in contrasto con le norme imperative, in particolare l'articolo 4 della legge n. 604 del 1966 e l'articolo 3 della n. 108 del 1990.
  Ricordiamo, inoltre, che la legge delega mira piuttosto ad estendere diritti e tutele, ad esempio, a chi oggi non li ha. Pensiamo ai quattro milioni di lavoratori che lavorano con la somministrazione dei voucher che la legge delega invece intende disciplinare in particolare con la loro tracciabilità. E ai contratti precari che oggi non forniscono tutele in alcun modo noi rispondiamo, lo ripeto perché ne vale la pena, con il disboscamento delle forme contrattuali precarizzanti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.73, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza Prataviera e quello favorevole degli altri due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Gregori, Airaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  378   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  99    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Chimienti 1.74.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, io vorrei dire che quello dell'articolo 18 è o, meglio, dovrebbe essere un falso problema perché oggi, è bene ricordarlo per l'ennesima volta, non si sta più parlando dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma della sua versione – come ho detto stamattina – light, svuotata di senso appena due anni fa. Di fronte a quell'azione che faceva parte del pacchetto Fornero, avallato in modo bipartisan da PD e Pdl senza colpo ferire, noi credevamo di poter restare tranquilli per diverso tempo.
  Invece abbiamo appreso con sgomento che la volontà politica di una buona parte di questo Governo delle larghissima intese è proprio quella di andare oltre, affossando definitivamente l'articolo 18 o meglio accanendosi contro ciò che ne resta. Perché, non dimentichiamolo, l'articolo 18 attualmente in vigore, e che una parte del Partito Democratico timidamente ha difeso, Pag. 61non è più l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, figlio delle lotte e del coraggio dei lavoratori, ma ne è una fotocopia sbiadita.
  Allora, noi tutti ci chiediamo: dove erano due anni fa gli strenui difensori dei diritti dei lavoratori, dal momento che agli atti risulta che abbiano votato favorevolmente al pacchetto Fornero ? Si rendono conto che stanno difendendo un principio che loro stessi hanno distrutto ? Fino ad oggi, grazie al pacchetto Fornero, per poter essere reintegrato sul posto di lavoro occorreva che il motivo oggettivo alla base del licenziamento fosse manifestamente insussistente, quindi, non bastava più che fosse solo ingiustificato. Stessa cosa nel caso di licenziamento per giusta causa. In pratica, per poter essere risarciti ma anche reintegrati sul posto di lavoro occorreva sino ad oggi che il datore si inventasse di sana pianta la causa del licenziamento.
  In tutti gli altri casi la tutela reale era già svanita con buona pace della minoranza del PD. Oggi, però, voi stralciate definitivamente un diritto già menomato.
  Sono certa, sono sicurissima che i vostri elettori non hanno letto nel programma elettorale del PD dello scorso anno della volontà di precarizzare definitivamente il lavoro, cosa che è stata fatta con il decreto «Poletti», e di eliminare tutte le tutele previste dallo Statuto dei lavoratori, cosa che state facendo oggi.
  Quindi, nel caso in cui venga approvato senza modifiche il testo unico uscito dalla Commissione con l'emendamento Gnecchi, scomparirà definitivamente il diritto al reintegro per i licenziamenti di natura economica e per buona parte di quelli disciplinari.
  Vi chiediamo quindi di tornare sui vostri passi, forti di una posizione non ideologica ma oggettiva. La politica del lavoro intrapresa dal decreto «Poletti», che mira a creare nuova occupazione sottraendo diritti e precarizzando, nella speranza che il datore di lavoro con le mani un po’ più libere assuma di più, è fallita e a decretarlo è stato lo stesso Ministero del lavoro. Da febbraio a luglio 2014 gli occupati in Italia hanno fatto registrare un aumento dello 0,2 per cento: vero, peccato che il lievissimo incremento non dipenda affatto dal decreto «Poletti», dal momento che l'unico debole aumento si è verificato da febbraio a maggio, cioè quando il decreto ancora non esisteva. Da allora, calma piatta. Togliere i diritti non crea lavoro, dunque vi prego di votare favorevolmente su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, io vorrei rivolgermi esplicitamente al Governo, vorrei chiedere all'onorevole Teresa Bellanova – che nelle passate legislature e anche in questa legislatura più volte ha chiesto con delle interrogazioni al Governo di dare risposta a tutti quei lavoratori che venivano maltrattati, che faceva degli interventi a fine seduta per parlare delle tabacchine e per parlare di tutti quei lavoratori che sono stati in qualche modo osteggiati, messi a soffrire da un sistema – se oggi che lei è al Governo, è un rappresentante istituzionale, non senta l'obbligo di dare delle risposte proprio a quei cittadini che ricordava invece in altri interventi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, intervengo per ricordare le parole del Ministro Padoan, che ha detto che la battaglia sull'articolo 18 è del tutto paradossale perché i numeri interessati sono veramente pochissime migliaia. Infatti ha ragione, è una battaglia del tutto sproporzionata, considerato che ormai tutti lavorano con contratti atipici e che siamo di fronte a un tasso di disoccupazione come Pag. 62mai nella storia dell'Italia. Probabilmente quanto alla polarizzazione sull'articolo 18, ce lo spiega lo stesso Squinzi perché lo si vuole abolire, quel poco che è rimasto: perché rappresenta uno dei freni maggiori che impedisce investimenti di capitale straniero anche in Italia.
  Ecco, volevo solo ribadire che ancora in quest'Aula si sta legiferando solamente a favore dei grandi, dei big, delle multinazionali. Non state facendo niente per le piccole e medie imprese, per questo avete respinto tutti i nostri emendamenti...

  PRESIDENTE. Concluda.

  TIZIANA CIPRINI. ... per lo sgravio dell'IRAP e a favore delle partite IVA, degli autonomi, tutti respinti. Ovviamente, il grande mangia il piccolo, così va la politica in Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, vorrei arricchire con un'ulteriore argomentazione. Lo sappiamo che l'indice di produttività dei lavoratori italiani è inferiore alla media europea, questo è vero; ma lo sapete che ci sono degli studi internazionali che dimostrano che vi è una correlazione rispetto alle ore lavorate ? Perché noi lavoriamo in media di più rispetto al lavoratore classico europeo.
  In secondo luogo, abbiamo un eccesso di precarietà che limita la formazione all'interno e poi la possibilità di fidelizzarsi all'interno del contesto aziendale, che dà la possibilità di aumentare la produttività. Questa è una formula lineare, se voi avete delle ulteriori argomentazioni, vi prego per l'ennesima volta di portarle qui in questa sede.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.74, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  383   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  95    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Giorgia Meloni 1.75.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, per dare nuovamente il nostro parere, per errata corrige: parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giorgia Meloni 1.75, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Placido ed il parere favorevole dei relatori di minoranza Prataviera e Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Dell'Aringa, Sanga, Fratoianni, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 63
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  360   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baldassarre 1.76.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Buongiorno, Presidente...

  PRESIDENTE. Sera...

  WALTER RIZZETTO. Buonasera, che dir si voglia. Dunque, Presidente, questo è un emendamento assolutamente semplice, di facile lettura e comprensibile sicuramente ai più, anche a coloro che non si sono addentrati nello specifico entro questa materia.
  In Commissione lavoro, da noi c’è stato un ampio dibattito sul fatto che il contratto a tempo indeterminato, quindi il contratto subordinato a tempo indeterminato, con l'entrata in vigore del contratto a tutele crescenti non esisterà di fatto più perché le nuove forme contrattuali subordinate non saranno più con un contratto a tempo indeterminato; ovvero dopo l'applicazione della legge delega, dopo l'applicazione del decreto, che entro il prossimo anno evidentemente ci sarà, l'imprenditore non avrà più la scelta di poter assumere un dipendente con un contratto subordinato a tempo indeterminato, ma dovrà necessariamente andare ad assumere i neoassunti con un contratto a tutele crescenti a tempo indeterminato di cui abbiamo già sufficientemente parlato poc'anzi.
  Questo è un emendamento assolutamente lineare con quanto effettivamente già recitava la direttiva europea n. 9970, piuttosto che con quanto il MoVimento 5 Stelle ha sempre affermato – e continuerà ad affermare – che il contratto principe da applicare ai contratti stessi – e mi scuso per la ripetizione – di lavoro è il contratto a tempo indeterminato.
  Quindi, non significa ritornare indietro, ma significa semplicemente applicare un contratto equo a tutti i lavoratori neoassunti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miccoli. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI. Signor Presidente, questo emendamento descrive bene un po’ la visione parziale con cui si è affrontata questa discussione complessiva rispetto a questo provvedimento; evidenzia questa parzialità che non coglie lo spirito complessivo con cui una serie di provvedimenti si legano tra loro. Legare in questa maniera il tempo determinato alle tutele crescenti, ne indica appunto questa parzialità di comprensione.
  Si tratta di una serie di provvedimenti – a cominciare dal decreto Poletti sul tempo determinato e sull'apprendistato, questo sulle tutele crescenti e gli incentivi atti ad abbassare il costo del lavoro – che hanno una finalità comune, che è bene interpretabile: quella di ridurre l'utilizzo delle contrattazioni più precarizzanti e utilizzare di più il tempo indeterminato e il tempo determinato, nonché l'apprendistato.
  Questo è stato un po’ il percorso avviato in questi mesi, non solo – come è prevista dalla scrittura dei decreti attuativi dopo l'approvazione di questo disegno di legge – con la cancellazione delle fattispecie più precarizzanti di contratto, ma anche con le incentivazioni e con il rendere più conveniente il tempo indeterminato a tutele crescenti e quello determinato, proprio perché contengono tutele maggiori rispetto agli altri contratti. Questo è un percorso che si è attivato da un po’ di tempo a questa parte e che oggi trova conferma in alcune cose contenute anche all'interno di questo provvedimento.Pag. 64
  Non è un caso – lo dico ai colleghi e qui è stato il Partito Democratico a farsene carico – che su questi provvedimenti, alla fine della loro approvazione e di un percorso che poi durerà mesi e in particolare sul decreto Poletti e su questo provvedimento, ci saranno i monitoraggi, cosa che abbiamo chiesto ed ottenuto. Infatti, lo spirito con cui questi provvedimenti vengono messi in campo è proprio quello di garantire questo passaggio. I monitoraggi serviranno a stabilire se con questi provvedimenti avverrà questo spostamento dai contratti più precarizzanti a contratti più tutelati.
  Questo è lo spirito con cui in questi mesi abbiamo portato a termine una discussione, che è stata affrontata – mi dispiace dirlo – in modo parziale, singolarmente per punti, perdendo questa visione complessiva, che non lega l'insieme. Lo dico perché le punte di avanzamento che ci sono state che sono frutto, lo devo dire, delle discussioni fatte nelle Commissioni lavoro del Senato e alla Camera ed oggi qui in Aula, quindi vi è l'apprezzamento per essere stati qui a discuterle e avete ridato la fiducia con la presenza del Governo ad ascoltare quello che viene qui dibattuto, è stato oggetto di una battaglia anche politica, in cui si è voluto anche migliorare i testi e che si continuerà a fare, perché non è finita qui, in quanto dovremo anche mettere mano e contribuire alla discussione e alla scrittura dei decreti legislativi.
  Credo che anche il confronto sociale tra le parti aiuterà tutto questo, anche per far un appello all'abbassamento dei toni e a dire che stiamo in una fase normale con il Governo che fa le leggi, il Parlamento le dibatte e le modifica e le forze sociali fanno gli scioperi, se non sono d'accordo. Tutto questo compone i miglioramenti e i percorsi e quindi io saluto con favore il fatto che oggi possiamo anche rivendicare alcune punte di avanzamento contenute nella discussione che stiamo svolgendo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rostellato. Ne ha facoltà.

  GESSICA ROSTELLATO. Signor Presidente, vorrei che il Governo, in particolare il ministro, riprendesse in considerazione questa proposta o che almeno ne tenesse conto quando andrà a fare i decreti legislativi che attueranno questa legge delega. Lo dico perché noi abbiamo compreso la motivazione per cui è stato adottato il decreto-legge n. 78 del 2014, quando è stata tolta la causalità dai contratti. Praticamente, è stato detto atto che attualmente i contratti a tempo determinato vengono utilizzati per fare una prova più lunga. Ora applichiamo in questa legge-delega e, quindi, con i futuri decreti legislativi un nuovo contratto che è quello a tutele crescenti, ma queste due cose non possono convivere perché se abbiamo un nuovo contratto a tutele crescenti non possiamo applicarlo a chi è già stato a tempo determinato per tre anni, perché lo prenderemmo in giro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà). Se già è stato a tempo determinato per tre anni, questa persona deve passare a un tempo indeterminato con tutte le tutele previste.
  Non è assolutamente accettabile che questi due contratti coesistere per la stessa persona, almeno.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Scalfarotto e onorevole Fiano, se la conversazione la finiamo da un'altra parte è meglio.
  Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldassarre 1.76, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e sul quale i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fraccaro, Sanga, Grillo.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 65
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  406   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  294    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Cominardi 1.78.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cominardi 1.78 formulato dal relatore.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, con questo emendamento si vuole sopprimere, al comma 7, la lettera e) e la parte in cui si mette mano al principio del demansionamento, se così si può definire. Adesso voglio raccontarvi una storia interessante, nel senso che, durante l'esame del decreto-legge n. 34 del 2014, ho avuto modo di conoscere un professore giuslavorista che da quarantuno anni fa oltre che il professore di diritto del lavoro anche l'avvocato del lavoro, professore che è in CGIL da decenni. Questa persona io non l'avevo mai conosciuta prima, tra l'altro, se non erro, al tempo del decreto-legge n. 34 fu invitato dal PD – chiedo correzioni se mi sbaglio – di sicuro non li invitammo noi del MoVimento 5 Stelle che neanche lo conoscevamo, ma Fassina mi risulta che lo abbia invitato, adesso sentiamo se mi sbaglio o meno. E allora, interessati e affascinati anche dalla sua profonda conoscenza della materia, indipendentemente dal fatto di avere un'appartenenza al sindacato o meno, cosa abbiamo fatto noi per quanto riguarda la legge delega ? Abbiamo pensato di invitarlo e sentire un po’ cosa ne pensava, visto che aveva un'esperienza quarantennale della materia, no ? Magari non vi fidate di quel che dico io e non mi ritenete all'altezza rispetto anche alle argomentazioni che sto portando quest'oggi e che ho portato nei mesi precedenti. Allora uso le sue parole per definire cos’è questa forma di demansionamento. Dal suo punto di vista, tecnico più che politico, dice che il demansionamento è la fattispecie di ogni causa di mobbing, cioè lui ha difeso centinaia e centinaia di lavoratori in casi di mobbing e per il 99,9 per cento si trattava di demansionamento, e ogni volta la parte sotto accusa si giustificava con ragioni di carattere organizzativo, produttivo, esigenze aziendali in sostanza. Qui, con questa lettera e), si va a legalizzare il mobbing, perché si prevede: revisione della disciplina delle mansioni in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale, individuati sulla base di parametri oggettivi. Ma chi è che deve poi veramente verificare questi parametri ? Così si crea un precedente veramente pericoloso. Quindi, io chiedo in questo caso non solo l'intervento del Governo, ma anche di tutta l'Aula, perché non possiamo continuare a dirci che stiamo discutendo quando ogni volta che portiamo delle argomentazioni non abbiamo dall'altra parte delle risposte nel merito, perché se parlo del 99,9 per cento di fattispecie di mobbing – lo dice il giuslavorista Alleva, non lo dico io – voglio sentire un po’ come la vedete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE BARUFFI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE BARUFFI. Signor Presidente, non so se stiamo parlando della stessa cosa, ma la lettera e) del testo che io vedo si occupa della disciplina dei controlli a distanza.

  PRESIDENTE. Siamo all'emendamento Cominardi 1.78.

  DAVIDE BARUFFI. Solo per coordinarci nella discussione, non è una critica.

  PRESIDENTE. Io non sindaco quello che dicono i colleghi, posso solo dire che siamo all'emendamento Cominardi 1.78.

Pag. 66

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Presidente, siccome è cambiata la numerazione del testo, magari mi sbaglio. Ho la lettera d), però, che successivamente alle modifiche...

  PRESIDENTE. Onorevole Cominardi, siamo a pagina 31 del fascicolo, all'emendamento Cominardi 1.78 ex 1.248, che recita: «Al comma 7, sopprimere la lettera e)».

  CLAUDIO COMINARDI. Non è che la lettera e) era lettera d) precedentemente ? Perché sono cambiate delle numerazioni nel testo. Volevo avere solo certezza di questo, altrimenti, se mi sbaglio, chiedo se posso avere del tempo per argomentare.

  PRESIDENTE. Il tempo sull'emendamento, ormai, è terminato. Credo le rimangano quaranta secondi. Però, prima che parliamo ulteriormente: siamo all'emendamento Cominardi 1.78, che recita: «Al comma 7, sopprimere la lettera e)».

  CLAUDIO COMINARDI. Chiaro. Se la lettera e) è sul controllo a distanza, dico che questa è un'altra pratica di mobbing, e non capisco perché i lavoratori possono essere spiati come neanche con il 41-bis per il carcere di alta sicurezza mentre gli eletti dai cittadini non possono essere ripresi quando votano queste vergognose leggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, il collega Cominardi ha ragione. Perlomeno, se prendiamo il disegno di legge che viene distribuito oggi in Aula, la lettera e) praticamente corrisponde alla lettera d) della versione del disegno di legge prima di essere modificato in Commissione. Quindi, verificate un attimo, a pagina 30.

  PRESIDENTE. Non ho capito, onorevole Grillo.

  GIULIA GRILLO. Presidente, stavo dicendo che la lettera e) di cui sicuro aveva parlato il mio collega sul demansionamento, è quella che, prima, nella precedente versione, era la lettera d), a pagina 30 del disegno di legge. Quindi, era corretto l'intervento del collega Cominardi, e il collega relatore non se n'era accorto.

  PRESIDENTE. Adesso ci siamo capiti.

  GIULIA GRILLO. Era solo per dare sostegno al collega.

  PRESIDENTE. La lettera e) a cui facciamo riferimento è la lettera d) del testo che era in Commissione. Ci siamo capiti ? Bene. Ci sono altri che intendono intervenire ? Onorevole Alberti, rinuncia ?

  TIZIANA CIPRINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, non si capisce nulla. Stiamo parlando del demansionamento ?

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini, la risposta è: stiamo parlando dell'emendamento: «Al comma 7, sopprimere la lettera e)». L'onorevole Grillo ha ulteriormente spiegato.

  TIZIANA CIPRINI. Fuori dal burocratese, dal «legalese»: demansionamento ? Sì, allora volevo dire un'altra cosa.

  PRESIDENTE. Prego per dichiarazione di voto a titolo personale.

  TIZIANA CIPRINI. Volevo dire all'Aula che siamo stati demansionati anche noi, commissari della Commissione lavoro, perché siamo stati relegati a meri correttori Pag. 67di bozze, durante i lavori di Commissione, dato che c'era il Governo che faceva fiato sul collo e correggeva di rosso qualsiasi cosa la minoranza del PD tentasse di mettere nel testo. Inoltre, ricordo, anche al presidente Damiano, che noi, dalla prossima settimana, in Commissione lavoro non avremo nulla da fare. Non avremmo niente da fare, perché ? Perché la delega è amplissima e spazia su tutti gli argomenti in materia di lavoro. Quindi, mi domando: noi commissari della XI Commissione, cosa faremo d'ora in poi ? Che faremo ? Niente, è tutto delegato al Governo. Quindi, è questo il modo di esautorare il Parlamento dalle sue funzioni costituzionalmente riconosciute e garantite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, io dico: demansionare il lavoratore può creare occupazione ? Perché il succo è: andando a demansionare il lavoratore, si crea occupazione ? A cosa è volto questo demansionamento ? A cosa serve ? Per chi è ? Diceva il mio collega Cominardi, prima, che il demansionamento è il fulcro di ogni mobbing legalizzato, quindi qui state legalizzando il mobbing con il demansionamento. È una roba allucinante !
  Come potete permettervi voi di inserire queste cose in un testo di legge, ma poi come fate voi a fidarvi di un Governo che ha intenzione di creare energia oggi tramite il petrolio e bucherellare l'Italia, ma io dico, ma qui siamo fuori dal mondo, io non riesco a capire a cosa serve demansionare !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, guardi, questo tema del demansionamento, che è finito nel Jobs Act, è un tema assai delicato per il momento che stanno vivendo le nostre imprese e i nostri lavoratori. Abbiamo già avuto molte volte in questo dibattito occasione di dire che siamo in una fase di riorganizzazione, siamo in una fase di deindustrializzazione, in molte aree nel nostro Paese e il tema del demansionamento è un tema di forte pressione rispetto ai diritti e alle condizioni dei lavoratori. Non è sufficiente stabilire la parità di salario, per quanto necessaria, perché in questi processi si può arrivare a vere e proprie svalutazioni del lavoro, a vere e proprie perdite di professionalità, a maggior ragione se inserite in un contesto come quello che stiamo vivendo. Allora la domanda è: che necessità c'era di intervenire sul demansionamento in una fase come questa, se non per assoggettare i lavoratori dipendenti ad una condizione di maggior ricattabilità ? Io non vedo altra necessità. Si determina direttamente o indirettamente una pressione che sarà tutta sul singolo lavoratore, legata allo stato di crisi. Per queste ragioni noi voteremo a favore di questo emendamento, come sosterremo il nostro che fra poco arriverà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miccoli. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI. Signor Presidente, anche qui io intervengo per ricordare un po’ il percorso e le conclusioni a cui stiamo arrivando; intanto c’è da dire che già al Senato, con l'emendamento della Commissione lavoro, fu cambiato il testo e fu introdotta la tutela relativa al mantenimento della retribuzione. Quindi il demansionamento è anche accompagnato, però, dalla tutela della retribuzione, e poi io vorrei che tutti leggessero il testo, almeno, del provvedimento: contemperando l'interesse dell'impresa all'utile impiego del personale con l'interesse dei lavoratori alla tutela del posto di lavoro. Qui parliamo di un possibile demansionamento relativo alla possibilità del licenziamento e quindi dell'evitare il licenziamento di quel lavoratore che, appunto, se non cambia mansione rischia il posto di lavoro.

Pag. 68

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MARCO MICCOLI. A questo si aggiunge la possibile tutela delle organizzazioni sindacali rispetto a questo passaggio. Quindi io vorrei che almeno si leggesse il testo di ciò di cui discutiamo in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, colgo anche l'opportunità di replicare al collega Miccoli, perché se magari guardassimo la realtà, questo oggi è già palesemente un problema di tutti i giorni. C’è un'azienda, ad esempio, faccio il nome, è la MEMC, rinominata SunEdison, che oggi sta chiedendo ai propri lavoratori una decurtazione dello stipendio variabile tra il 10 e il 15 per cento, già oggi. Immaginiamoci nel momento in cui con il ricatto di fare investimenti solo se si accetta quel tipo di riduzione, immaginiamo nel momento in cui viene data l'autorizzazione a demansionare, che cosa dovranno chiedere a questo punto, il 25, 30 per cento in meno dello stipendio, perché a quel punto non avranno più gli incarichi che avevano prima della contrattazione. Allora, vi rendete conto a che cosa state mandando incontro i lavoratori, o no ? Secondo me fate finta di non vederlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, mi chiedevo anch'io, appunto, se il titolare ci dirà: puoi essere licenziato oppure ti demansiono e ti abbasso lo stipendio. Io volevo chiedere al Governo, al Ministro se effettivamente c'era scritto da qualche parte che non c’è la diminuzione di retribuzione, che ci sia almeno questo vincolo, c’è scritto da qualche parte o lo stiamo supponendo ? Perché sulle supposizioni dobbiamo basare la vita dei lavoratori ? Allora a me sembra veramente assurdo che stiano sostenendo questa linea, ricordo sempre che siete un governo che si dichiara di centro-sinistra, ma qui la sinistra l'avete proprio persa, state andando a sbattere contro un muro, il muro dei lavoratori che poi troverete in piazza.
  E se non saranno questo giro di lavoratori, che hanno le tutele che ci siamo guadagnati una volta, saranno i loro figli, ma prima o poi ve li trovate davanti, perché questa gente si troverà a casa e non potrà comprarsi una casa, non potrà fare un mutuo, non potrà mettere su famiglia, grazie a queste norme; poi venite a piangere come la Fornero, dopo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, ancora un intervento per sollecitare il Governo, perché questo provvedimento è veramente strano, non soltanto perché delega il Governo – a quello, ormai, ci stiamo quasi abituando –, ma perché, paradossalmente, in merito a questo provvedimento, abbiamo in Aula quattro rappresentanti del Governo. Dato che il Governo deve essere rappresentato, giustamente, da Regolamento, basterebbe, in realtà, un solo rappresentante, visto che nessuno dei quattro rappresentanti del Governo ha intenzione di dare risposte all'Aula, quindi venendo meno anche all'obbligo formale di essere qui per un'interlocuzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, è evidente che stiamo mandando i lavoratori in una sorta di ricatto perenne; è evidente, ma non lo può sapere chi sconosce completamente il mercato del lavoro, che il demansionamento è l'arma più grave con cui vengono lesi i diritti dei lavoratori. L'unica cosa di cui non vorrei sentir parlare, anche per rispetto nei confronti Pag. 69di quei diritti, è ancora di minoranza PD, di scissione, che sono tutte farse che vengono date in pasto alle TV e ai talk show. Qui non vi è alcuna minoranza ed alcuna divisione, perché poi qui sono tutti uniti. Altro che sganciarsi dall'ideologia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Qui siamo in presenza di un partito che ha venduto ormai l'anima al diavolo, ma da tempo, e adesso si sta svelando per quello che è.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.78, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e del MoVimento 5 Stelle e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini, Carinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  381   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Placido 1.79.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, il Governo ci chiede di delegarlo a ridurre e, addirittura, annullare le tutele contenute in tre articoli dello Statuto dei lavoratori, meglio noto come «norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori». Quali sono questi tre articoli ? Dell'articolo 18 abbiamo già abbondantemente parlato, cioè quello che prevedeva la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Non mi soffermo su questo.
  Poi, chiede la delega a modificare o a neutralizzare il contenuto dell'articolo 4, quello che limita il controllo a distanza sull'attività dei lavoratori, e l'articolo 13, quello su cui oggi ho chiesto di prendere la parola, che, sostanzialmente, prevede che il lavoratore debba essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto oppure a quelle superiori che eventualmente avesse conquistato con la sua esperienza e l'acquisita professionalità.
  Ora, ha detto un collega, bisogna leggere le cose, tutti gli articoli, insieme, in modo sistematico, ed è quello che voglio fare. Questi tre articoli sono significativi perché rappresentano, nel senso in cui il Governo chiede la delega, il redde rationem definitivo, la resa dei conti del padronato italiano nei confronti dei lavoratori. Che cosa si è chiesto per tanti anni e che cosa stanno ottenendo ?
  Stanno ottenendo, primo, come è stato già detto, che i lavoratori possano essere licenziati più facilmente; secondo, che possano essere adibiti più liberamente al posto in cui il datore di lavoro volesse; terzo, che possano essere controllati, sia pure a distanza, con le diavolerie elettroniche che oggi sono state inventate.
  Ora, se noi andiamo a leggere il lessico che viene utilizzato – è stato anche ricordato –, ci rendiamo conto che il mondo viene capovolto. Per esempio, a proposito del controllo a distanza, è scritto nello statuto dei lavoratori, articolo 4, che è vietato il controllo a distanza. Punto ! Però, poiché ci possono essere delle esigenze di carattere organizzativo o produttivo o di sicurezza degli impianti – è pur riconosciuto che questa esigenza possa sussistere – si dice, tuttavia, che il datore di lavoro può impiantare gli strumenti, previo confronto con i lavoratori attraverso le organizzazioni sindacali.
  Ora, se voi andate a leggere il comma che riguarda quest'articolo, è scritto esattamente alla rovescia: prima vengono le Pag. 70esigenze delle imprese e l'imprenditore dovrà contemperare – state attenti al verbo «contemperare» – le esigenze anche dei lavoratori. E chi contempera ? Contempera il datore di lavoro. Quindi è un paradigma completamente capovolto, rispetto a quanto è scritto nell'articolo 4.
  Se andiamo a leggere anche le norme sul demansionamento, noi vediamo che anche in quel caso è data la prevalenza alla scelta del datore di lavoro, che voglia farne della prestazione di lavoro. Quindi il sistema si chiude. D'altra parte l'ha chiarito Renzi, quando ha sfidato la Confindustria ed i datori di lavoro, dicendo: vi ho tolto un alibi, vi ho tolto le tasse, vi devo dare dei soldi perché assumiate, vi sto consentendo il demansionamento e il controllo a distanza, che altro volete per assumere ? È l'espressione di massimo cinismo a cui ci è toccato di assistere, perché si sta sfidando e si sta giocando la sfida e il poker con la vita e l'esistenza dei giovani e dei lavoratori italiani (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, intervengo sempre in materia di demansionamento, giusto per ricordare a quest'Aula che il pubblico impiego ha fatto da apripista su questa nuova fattispecie, istituita per legge, del demansionamento, che prima – lo ricordo – era vietata.
  Ha fatto da apripista con il decreto-legge n. 90 del 2014, in cui il demansionamento è previsto per il personale in disponibilità, quindi l'anticamera del licenziamento. Poi vorrei chiedere al Ministro Poletti se per caso anche lui è stato demansionato, come noi, perché su questo provvedimento non ha detto una parola. Lei ha deciso qualcosa su questa delega o ha fatto tutto Renzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Placido 1.79, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Guidesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  394   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Cominardi 1.80.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cominardi 1.80 formulato dal relatore per la maggioranza.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente. Con il mio emendamento 1.80 si vuole sopprimere la lettera f), relativa alla revisione della disciplina dei controlli a distanza...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cominardi. Colleghi, possiamo un pochino, almeno un pochino, abbassare la voce ? Grazie. Prego, onorevole Cominardi.

  CLAUDIO COMINARDI. ... disciplina dei controlli a distanza che, con la modifica fatta in Commissione, non cambia assolutamente niente. Infatti chi ha lavorato in fabbrica – e qua lo voglio rivendicare perché io ci ho lavorato per sedici anni – sa cosa vuol dire modificare in revisione della disciplina del controllo a Pag. 71distanza, aggiungendo solo queste parole: sugli impianti e sugli strumenti di lavoro.
  Cioè, sugli impianti e sugli strumenti di lavoro – vi faccio una domanda retorica –, secondo voi, chi ci lavora ? Questo è il primo quesito.
  L'altra questione è relativa all'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, perché esiste la videosorveglianza per ragioni di sicurezza, una sorta di vigilanza all'interno di alcuni contesti. C’è, per esempio, nelle banche, negli esercizi commerciali, in moltissime realtà e c’è anche in molte aziende. Per esempio, la FIAT di Pomigliano ha installato gli impianti e lo ha fatto attraverso la contrattazione.
  Quindi, non è vero che non c’è una norma in merito alla questione. E non è neanche vero il fatto che bisogna tenere conto dell'evoluzione tecnologica, perché recentemente c’è stata una sentenza della Corte di cassazione che ha previsto la possibilità di geolocalizzare i lavoratori. Quindi, stiamo parlando del nulla.
  Questa è un'ulteriore forma di mobbing che noi abbiamo cercato di farvi provare in Commissione, videosorvegliandovi, come sarebbe naturale. Per quale ragione ? Perché voi parlamentari, tutti, la maggior parte, avete sottoscritto la campagna «Parlamento casa di vetro», che vuol dire la registrazione dei voti in Commissione e le dirette streaming (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora la privacy vale solo per gli onorevoli o vale per tutti ? E poi per gli onorevoli ci sarebbe una ragione in più per controllare. Infatti, qui si tratta di vedere come i politici si spartiscono la qualità della vita dei cittadini. Devono essere controllati perché hanno un mandato elettorale. Quindi, in questo caso non c’è privacy che tenga, perché sono dipendenti pubblici, siamo dipendenti dei cittadini e per questo dobbiamo essere monitorati su qualsiasi cosa facciamo.
  Noi, come gruppo 5 Stelle, in Commissione abbiamo chiesto due semplicissime cose. La prima, volevamo il voto nominale in Commissione, come previsto dall'articolo 53, comma 3, del Regolamento. Abbiamo chiesto le dirette streaming. Io so per certo – mi possono dare conferma i colleghi che sono in Giunta per il Regolamento – che sulla riforma del Regolamento buona parte della Giunta si è espressa favorevolmente alla registrazione dei voti in Commissione. Abbiamo chiesto, ancora all'epoca del DL n. 34, di far esprimere la Commissione in merito alla questione se essere favorevoli o meno a registrare i nomi sulle votazioni che si fanno.
  Io non capisco veramente per quale ragione i lavoratori possono essere controllati, come se fossero in un Grande Fratello, o peggio, come in un carcere. Neanche con il 41-bis, con il carcere di alta sicurezza, vi è un controllo h24 per tutti i carcerati. Qui c’è già una legislazione, qui si cambia il fine: dalla sicurezza dei lavoratori a un occhio puntato. È diverso. È questo che non riesco a capire.
  Poi ci sono anche delle implicazioni di carattere psicologico che forse non considerate – dovreste sentire degli esperti in materia – e qui chiedo supporto magari ai colleghi della Commissione affari sociali, che qualcosa in merito ne sanno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Intervengo giusto per rendere partecipe tutta l'Aula di un esperimento a cui abbiamo sottoposto i commissari della Commissione lavoro. Li abbiamo sottoposti a un test di videosorveglianza e li abbiamo ripresi in diretta streaming mentre lavoravano in Commissione. Loro si sono molto arrabbiati, hanno sospeso i lavori e ci hanno addirittura insultato.
  Allora perché volete videosorvegliare i comuni lavoratori, trattati alla stregua di carcerati con la sorveglianza dinamica sugli impianti, mentre gli illustri onorevoli non possono essere ripresi ? Perché è vietato, per esempio fare riprese in quest'Aula (Mostra un telefono cellulare) ? Perché è vietato ? Forse perché...

Pag. 72

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini, per favore...

  TIZIANA CIPRINI. ... forse perché i giornalisti vi avevano pizzicato...

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini !

  TIZIANA CIPRINI. ... a cazzeggiare in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini, posi gentilmente quel telefono...

  TIZIANA CIPRINI. Vorrei sapere perché sarebbe vietato videosorvegliare quest'Aula...

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini (Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle mostrano telefoni cellulari).... Avete finito ? Guardate che tanto siete già ripresi. Colleghi, state facendo una fatica inutile. Siamo in diretta televisiva. Forse tecnicamente vengono anche meglio le riprese.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, però la telecamera riprende lei, mica riprende i colleghi.

  PRESIDENTE. No, riprende anche voi, guardi. E quando riprenderà lei, l'immagine sarà sicuramente migliore di quando riprendono me. Quindi, se lei inizia a parlare la riprendono. Prego, onorevole Grillo.

  GIULIA GRILLO. Io però vorrei andare nel merito, Presidente, perché questa disposizione che avete introdotto nella legge delega non è interpretabile, è una limitazione della libertà (Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle mostrano telefoni cellulari)...

  PRESIDENTE. Onorevole Grillo, onorevole Grillo, mi scusi ! Colleghi, adesso devo, per favore, pregarvi di rispettare il Regolamento. Colleghi... Onorevole Sibilia ! Onorevole Sibilia, le sto chiedendo di aiutarmi a far rispettare il Regolamento anche dai suoi colleghi (Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle mostrano telefoni cellulari).
  Colleghi, vi pregherei, per favore...onorevole Crippa, anche lei gentilmente se può spengere...no, non faccia così perché lei deve applicare il Regolamento. Anche lei. Non è un problema solo della Presidenza, è un problema di tutti. Colleghi, vi pregherei di interrompere questa ripresa che state facendo. Allora, io inizio a richiamarvi all'ordine, onorevoli colleghi. Quindi state voi cercando di creare le condizioni per creare un caso ? Siccome vi sto richiamando tutti quanti a cessare di violare il Regolamento, chi adesso sta violando il Regolamento io sono costretto a richiamarlo all'ordine la prima e la seconda volta e ad espellerlo dall'Aula. È questo il risultato che volete ottenere ? Cominciamo da lei, onorevole Manlio Di Stefano ? Onorevole Manlio Di Stefano, la richiamo all'ordine, lei non può riprendere. Onorevole Manlio Di Stefano, la richiamo all'ordine per la prima volta. La prego di non riprendere. Non si può riprendere in Aula, onorevole Manlio Di Stefano. Onorevoli colleghi, state cercando di creare un incidente ? È questo che state facendo perché state violando il Regolamento. È questo il risultato che volete ottenere, colleghi ? Volete ottenere questo o la smettiamo ? Onorevole Grillo, per favore riprenda. Onorevole Grillo !

  GIULIA GRILLO. Presidente, io intervengo anche se non è il merito della mia Commissione perché ci vuole un'intelligenza davvero media per capire che questo articolo del Jobs Act è veramente una furia di deficienza. Infatti, non si può veramente accettare di inserire un articolo del genere in una legge delega. Poi mi scusi, Presidente, mi faccia dire questo. Stiamo veramente al paradosso: il cittadino deve essere controllato in tutto (carta di credito, spostamenti, videosorveglianza), i signori della politica invece fanno i trattati segreti, fanno tutto segreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento Pag. 735 Stelle), non dobbiamo sapere dove sono, cosa fanno...

  PRESIDENTE. Grazie.

  GIULIA GRILLO. No, io voglio che sia risolto, questo paradosso, dal Governo.

  PRESIDENTE. Onorevole Grillo, lei ha terminato il suo tempo.

  GIULIA GRILLO. Lo voglio risolto e lo voglio...

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.80, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco, Carinelli, Malisani, Paola Bragantini, Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  401   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Placido 1.81. Con riferimento alla richiesta di scrutinio segreto, avanzata dal prescritto numero di deputati, sulla votazione dell'emendamento Placido 1.81, osservo quanto segue. Ricordo, in primo luogo, che il provvedimento in esame è collegato alla manovra di finanza pubblica e che l'articolo 49, comma 1-bis, del Regolamento esclude espressamente lo scrutinio segreto nelle votazioni concernenti le leggi collegate. Tale disposizione regolamentare è stata interpretata nel senso di escludere comunque lo scrutinio segreto sulle norme suscettibili di rientrare nelle materie segretabili, ai sensi del medesimo articolo 49, quando siano contenute nella legge di stabilità, di bilancio e, come nel caso in esame, nelle leggi collegate. Si vedano in tal senso i precedenti del 17 dicembre 1991, in cui è stato escluso lo scrutinio segreto su disposizioni in materia di amnistia in quanto contenute in un provvedimento collegato alla manovra, e del 18 dicembre 2001 in cui è stato escluso lo scrutinio segreto su disposizioni penali presenti nel disegno di legge finanziaria.
  Peraltro, anche a prescindere da tali considerazioni, osservo che la disciplina della videosorveglianza attiene ai profili del diritto alla riservatezza, che non trova fondamento, secondo la giurisprudenza costituzionale, in alcuna delle norme costituzionali richiamate nell'emendamento (ed infatti nella seduta dell'8 luglio 2009 è stato escluso lo scrutinio segreto su tale materia), piuttosto che a quelli della libertà personale, della segretezza delle comunicazioni, della libertà di movimento, non essendo rilevante, ai fini dello scrutinio segreto, l'enunciazione di una mera finalità.
  Ricordo, infine, che la Giunta per il Regolamento, nelle riunioni del 7 febbraio e 7 marzo 2002, ha stabilito che il voto segreto è ammesso solo per le norme che, «rispetto ai principi e ai diritti costituzionali indicati dall'articolo 49, comma 1, introducano una disciplina significativamente divergente rispetto a quella esistente o modifichino le condizioni sostanziali per l'esercizio dei diritti in questione».
  La formulazione recata dall'emendamento non prefigura alcuna specifica modifica alla normativa vigente, e, come tale, non sarebbe quindi idonea ad «incidere» sui tratti essenziali dei diritti di cui agli articoli 13 e seguenti della Costituzione e ad alterare le caratteristiche fondamentali del quadro normativo vigente nel suo rapporto con le relative norme costituzionali.Pag. 74
  Alla luce di tali elementi, la richiesta di scrutinio segreto sull'emendamento Placido 1.81, non può essere accolta.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Scotto, io però non apro un dibattito. Questa è una comunicazione della Presidenza, quindi non è che apriamo un dibattito, è una semplice comunicazione della Presidenza sulla base di una richiesta che è stata fatta.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Chiedendo il voto segreto insieme ad altri colleghi di opposizione, ovviamente non è che volevamo, come dire, fare un capriccio. Noi siamo realmente preoccupati e la precisazione, anche quella introdotta in Commissione, con l'inciso «sugli impianti e sugli strumenti di lavoro» non mette al riparo dai rischi che noi intravediamo rispetto a questa parte del collegato. Per noi, qualsiasi inasprimento della disciplina del controllo a distanza del lavoratore rappresenta una violazione all'articolo 13 della Costituzione che sancisce il diritto alla riservatezza. Con l'emendamento, si vuole sostituire la previsione contenuta nella delega di una revisione della disciplina legata, in maniera pretestuosa, all'avvento di nuove tecnologie. Per questo, ritenevamo giusto e necessario chiedere il voto segreto perché, quando si vota sul diritto alla riservatezza delle persone, è giusto che si voti in maniera differente rispetto agli altri emendamenti e pensiamo che sia stata data un'interpretazione eccessivamente restrittiva nonostante l'articolo 49 del Regolamento. Pertanto, chiediamo se sia possibile rivedere questa decisione e procedere con il voto segreto.

  PRESIDENTE. Onorevole Scotto, lei fa delle considerazioni politiche che sono assolutamente legittime. Dal punto di vista regolamentare, già le ho dato la risposta. Lei può presupporre che la Presidenza ha approfonditamente verificato la questione prima di fornire una risposta. L'argomento è già stato fornito ed è quello.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, mi richiamo all'articolo 8 e successivi. Sono contento che oggi sia stata introdotta la videosorveglianza anche per i deputati, visto che non ha richiamato all'ordine definitivamente nessuno dei nostri colleghi. Quindi, la videosorveglianza da oggi è possibile anche per i deputati...

  PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, la ringrazio di questo contributo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Se la Presidenza, come mi pare di capire, non intende rivedere le sue decisioni, illustrerei l'emendamento. Noi pensiamo che questo elemento inserito nel jobs act determini davvero una preoccupante involuzione rispetto all'uso che si può fare del controllo a distanza. L'averlo definito sugli impianti non è di nessuna tutela se si esce dal perimetro dello Statuto dei lavoratori e se si esce dalle sanzioni che in esso erano previste. Noi sappiamo quanto è pervasiva oggi la tecnologia. Ne abbiamo dimostrazioni. Si può discutere sulle iniziative dimostrative ma non si può negare che esiste una contraddizione.
  Se si possono videosorvegliare, attraverso i macchinari, i lavoratori, non c’è alcuna ragione per cui non si possano rendere pubblici tutti i nostri lavori e tutti i nostri atti, a partire da quelli delle Commissioni, dove, invece, ha pesato, e pesa, una prassi diversa. Lo dico perché è davvero inspiegabile: è per me davvero inspiegabile che si pensi che la videosorveglianza sui macchinari garantisca un elemento di tutela sulle persone che sui Pag. 75macchinari lavorano. Come se, attraverso l'attività di un computer, non si potesse monitorare la produttività di chi vi lavora; come se, attraverso l'uso di uno smartphone su concessione aziendale, non si potessero raccogliere informazioni; come se, attraverso le telecamere su una linea di montaggio, non si potessero avere argomenti su comportamenti non necessariamente legati al lavoro, alla produzione, e all'atto produttivo.
  Quindi, noi stiamo intervenendo, state intervenendo di nuovo con uno strumento che non si capisce quali posti di lavoro crei, non si capisce quali posti di lavoro conservi: si capisce solo che si mette a rischio un elemento di vita personale in quelle ore prestate, in quelle ore prestate al lavoro. Non ci sono margini: di nuovo, si indebolisce anche la stessa azione contrattuale, perché si viola un principio, si apre un precedente e, dentro quel precedente, si rischia di costruire un rapporto di forza debole per chi rappresenta e, soprattutto, per le lavoratrici e i lavoratori.
  Non posso non ricordare a quest'Aula che sono state vinte in tribunale delle cause contro delle mail spedite sul caso di Pomigliano: sono state vinte. Un lavoratore, impiegato della FIAT, mandò una e-mail e quella e-mail è stata utilizzata, addirittura, come motivo di licenziamento. E così si possono citare altri esempi, fino ad arrivare al diritto di libertà e di informazione, come quello che ha visto protagonista due autisti di un'azienda privata che lavora per il trasporto pubblico a Roma e di cui recentemente si è parlato.
  Stiamo intervenendo su un tema sensibile, che non ha alcuna relazione con gli obiettivi del citato e propagandato Jobs Act. Non c’è nessuna attinenza: si costruisce di nuovo un ulteriore elemento che peserà, individualmente, sui lavoratori e sulle lavoratrici e che renderà più difficile la loro tutela su questi temi. Per questo, vi chiediamo almeno di votare l'emendamento e di votarlo palesemente, visto che segretamente è stato ritenuto dalla Presidenza non ammissibile, per quanto io penso che tocchi significativamente l'articolo 13 della Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, io non so se lei ricorda le parole della Presidente Boldrini che ha dato una chiara direzione a quest'Aula a inizio legislatura in merito al fatto che quest'Aula dovesse diventare una casa di vetro. Questo significa trasparenza, Presidente. E voleva che quest'Aula, con tutti i deputati, diventasse, forse, un esempio per chi, magari, è costretto a fare dei lavori di cui non è contento, ma che comunque...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Baroni. Gentilmente, il banco del Governo deve essere lasciato libero, onorevole De Girolamo. La ringrazio.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Quindi, i colleghi della Commissione lavoro del MoVimento 5 Stelle mi hanno confermato che noi voteremo positivamente su questo emendamento, perché va esattamente nella stessa direzione che chiedevamo noi con il precedente emendamento, ossia un emendamento soppressivo.
  E mentre queste forze politiche di opposizione chiedono questo, mentre la Presidenza chiede questo, i tre Questori della Camera fanno una proposta di Regolamento per inasprire qualsiasi tipo di videoregistrazione e audioregistrazione tra deputati, al fine di denunciare attività di lobbismo o, addirittura, di collegamento con la malavita organizzata. Questi geni di legislatori della XVII legislatura della maggioranza cosa pensano insieme al Governo ? Di fare qualcosa di opposto, che vada contro i cittadini. Complimenti, complimenti ! Non finiamo più di dirvi: vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gregori. Ne ha facoltà.

Pag. 76

  MONICA GREGORI. Signor Presidente, come già è stato detto da alcuni colleghi, io parto sempre dall'inizio. Allora, all'inizio, la delega, in realtà, non specificava le parole: «sugli impianti e strumenti di lavoro» e quindi si lasciava intendere che si potesse attuare un controllo anche sui lavoratori. Allora, anche in Commissione questo tema è stato molto dibattuto e, sostanzialmente, con riferimento agli emendamenti presentati, il gruppo Sel non presentò l'emendamento per aggiungere le parole: «sugli impianti» ma presentò, ovviamente e giustamente, le parole che riguardavano il controllo che doveva essere eseguito, aggiungendo: in conformità a quanto previsto dai contratti collettivi stipulati con le organizzazioni sindacali.
  Oggi si ritorna su questo tema ma sostanzialmente, con la modifica che noi abbiamo apportato in Commissione lavoro, cioè scrivendo in concreto sugli impianti e sugli strumenti di lavoro non si intende assolutamente dire «sul controllo delle persone». Quindi, di fatto l'articolo 4 dello Statuto non viene modificato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Anche io ancora non capisco che c'entra questa norma sul controllo a distanza dei lavoratori con la volontà di creare più posti di lavoro con questa delega, proprio non c'azzecca niente. Quindi questo è spionaggio autorizzato. Allora, ricordo che avete dichiarato inammissibile un nostro emendamento che prevedeva la videosorveglianza negli spazi antistanti le Commissioni, quelli che pullulano di lobbisti che con voi fanno affari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle ). Ce l'avete dichiarato inammissibile. Poi ricordo anche che il MoVimento 5 Stelle è stato l'antesignano delle webcam e del controllo nei consigli comunali, ad esempio: entravamo con le nostre webcam per le operazioni «fiato sul collo» e succedeva il finimondo, chiamavano addirittura i carabinieri. Dunque, noi siamo per la videosorveglianza ma non di tutti i soggetti, di alcuni soggetti, dei politici, quindi questo volevamo sottolinearlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, io capisco che, nell'affrontare un dibattito che vuole riportare i diritti dei lavoratori agli anni Cinquanta, questa Aula, anche quando si parla di tecnologia, si immedesima nell'ambiente e continua a parlarne come se fossimo indietro di cinquant'anni, per cui quando parliamo di telecontrollo, ci immaginiamo la telecamera: la telecamera fissa sul lavoratore, che lo riprende, ne determina i tempi e consente di verificarne il lavoro così pensiamo di salvarci l'anima, pensando alla telecamera puntata sugli impianti e sulle attrezzature che libera il lavoratore.
  Ora, chiunque abbia vissuto negli anni «00», e forse anche negli anni Novanta, sa che esiste un telecontrollo un po’ più pervasivo anche per i lavori di oggi che è quello fatto attraverso un computer. Io lavoro e viene registrato quello che faccio, in ogni momento, registrato e trasmesso, registrato e trasmesso: quello è il telecontrollo. Riusciamo a rendercene conto o siamo fermi alle telecamere di cinquant'anni fa ? Vedo che qui in tanti la pensano così. Non è il filmato, è la registrazione.

  PRESIDENTE. Concluda onorevole Paglia.

  GIOVANNI PAGLIA. È chiaro questo ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, sono allibito, io non so sinceramente come si faccia a dire che abbiamo discusso ampiamente in Commissione di questo punto quando le opposizioni hanno lasciato la Commissione. L'avevano lasciata, Pag. 77non l'hanno discusso quel punto, allora l'hanno discusso il PD e il NCD, che cavolo di discussione è ? Numero uno.
  Secondo punto: allora è vero che è stato modificato con «telecamere sugli impianti» ma, come dicevo prima, sugli impianti chi ci lavora ? Ci lavorano i lavoratori, quindi vuol dire che chi controllerà questo videocontrollo a distanza saprà quante volte il lavoratore va al gabinetto. Io ho un amico – adesso vi faccio un racconto personale, ve lo dono – che, a causa dei controlli geolocalizzati, ha avuto problemi di sindrome ansiosa ed è stato ricoverato all'ospedale. Quindi, pensate bene prima di fare certe norme. Pensateci bene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà. Mi scusi, onorevole Grillo, c’è prima di lei l'onorevole Placido dal Comitato dei nove... Onorevole Placido, mi dica se vuole intervenire o meno. E, allora, prego, a titolo personale.

  ANTONIO PLACIDO. Signor Presidente, a titolo personale, io credo che sia abbastanza chiaro, anche dal modo in cui sta venendo avanti la discussione dai banchi della maggioranza, che questa è veramente una buccia di banana. La modalità con cui il testo arrivato dal Senato è stato corretto è poco più che una foglia di fico.
  Allora, al di là dell'ammissibilità o meno della richiesta di voto segreto, viste le considerazioni svolte un minuto fa dal collega Paglia, che peraltro sono considerazioni che appartengono alla consapevolezza diffusa, almeno in quest'Aula, circa il funzionamento effettivo dei dispositivi di videocontrollo, io inviterei la maggioranza a tornare sull'argomento, perché la delega consente veramente di esercitare un ricatto, una pressione psicologica, una lesione dei diritti di riservatezza che non hanno al momento limite e, se associata alle valutazioni fatte su demansionamento e articolo 18, noi ci troviamo in presenza di un abbassamento di tutte le possibilità che anche il giudice possa utilizzare l'elemento della deterrenza per abbassare la ricattabilità nei confronti di chi lavora.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, io sono veramente stordita da quello che sto sentendo; cioè, dire che controlliamo con le telecamere gli impianti e gli strumenti di lavoro, inserendolo in una legge delega, significa che non controlliamo il lavoratore ? Ma, dico, dove vivono queste persone ? Se così non fosse, perché l'avrebbero inserito in questa legge delega ? Oppure devo sentir parlare del controllo del computer ? Ma, dico, veramente come sono arrivate queste persone qua ? Sono sconvolta. Poi c’è o no un precetto che dice che la libertà personale è inviolabile ? C’è o no ?
  Voi state attaccando i diritti fondamentali, è gravissimo quello che state facendo ! Ma non ve ne rendete conto ? La gente non va a votare perché avete distrutto la fiducia, avete ammazzato la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Concluda, onorevole Grillo !

  GIULIA GRILLO. Questa legge ha distrutto la fiducia dell'essere umano nei confronti della classe politica, è una vergogna ! Io non so come non lo capiate, veramente !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, io vorrei un po’ sottolineare...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  GIANCARLO GIORDANO. Vorrei un po’ sottolineare come questa parte del Pag. 78provvedimento suggerisca la natura regressiva dell'impianto complessivo della pretesa riforma che si presenta oggi dinanzi a noi. E la regressione è tale da colpire anche il diritto di cittadinanza nei luoghi di lavoro, perché la privacy, la riservatezza sono il corollario naturale della cittadinanza nei luoghi di lavoro. Si colpisce lì, nel punto più delicato, quella dell'individuo, e lo si fa con una violenza che il silenzio da cui è accompagnata suggerisce quasi un senso di colpa. Io vorrei che su questo punto vi fosse un ripensamento e che si esprimesse un voto libero e finalmente si cambiasse una norma che trovo di grande inciviltà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, volevo anch'io rispondere al collega Paglia sul tema del videocontrollo. È chiaro che non si limita solamente a una telecamera. La nostra è stata – lo volevo spiegare all'Aula – un'azione dimostrativa e credo che abbia avuto anche un certo successo.
  Ricordo a tutti – magari qualcuno era distratto – che addirittura il Presidente ha richiamato all'ordine alcuni nostri colleghi minacciando di espellerli dall'Aula e non l'ha fatto. Perché non l'ha fatto ? Perché era evidente il paradosso che si sarebbe creato: dei deputati della Repubblica riprendevano altri deputati della Repubblica, sarebbero stati cacciati dall'Aula per questo, mentre quegli stessi deputati votavano una norma per il telecontrollo dei dipendenti fuori, dei cittadini. Il Presidente in questione non l'ha fatto in questo caso per salvare la vostra faccia...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. E anche qui, Presidente – sì, concludo – non applicare il Regolamento per salvare la faccia alla sua parte politica non è un'azione molto dignitosa per il ruolo che sta svolgendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io credo che stia nascendo un po’ di confusione. La norma che ci propongono va letta alla luce della norma che già c’è nell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori. Non è stato mai vietato di porre sotto controllo gli impianti per motivi organizzativi, produttivi e di sicurezza. La specificità dello Statuto dei lavoratori è che, qualora queste macchine ledessero la privacy del lavoratore, anche indirettamente – dice l'articolo 4 –, si deve chiedere il permesso ai lavoratori attraverso l'organizzazione sindacale. Chiaro ?
  Quindi, il problema non è se mettere o non mettere la telecamera sugli impianti, la grande novità – si è detto qui –, il miglioramento; questo già c'era. Quello che nella norma proposta non c’è più è che i lavoratori non contano niente e chi decide è il datore di lavoro. Faccio presente che non è che i lavoratori, in base all'articolo 4, avessero ragione in ogni caso, perché il datore di lavoro poteva rivolgersi all'ispettorato in caso di contrasto, eccetera, eccetera; c'era tutta una procedura. Ma il problema è questo: chi comanda sulla propria immagine. Punto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, nel Titolo I dello Statuto dei diritti dei lavoratori si disciplina la libertà e la dignità del lavoratore. Non è un caso che in questo Titolo, prima dell'articolo 4, che disciplina gli impianti audiovisivi, ce ne sono due: uno è l'articolo 2, che disciplina la presenza delle guardie giurate sui posti di lavoro, le quali sono adibite solo ed esclusivamente alla tutela del patrimonio Pag. 79aziendale e non al controllo delle attività lavorative, e l'altro è l'articolo 3 che parla del personale di vigilanza, il quale addirittura deve essere comunicato ai lavoratori.
  L'articolo 4, ha spiegato il collega Sannicandro, è molto chiaro: gli impianti audiovisivi possono essere messi...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Melilla.

  GIANNI MELILLA. ... solo in presenza di accordo con le organizzazioni sindacali. Se il datore di lavoro non ha l'accordo, non può procedere. Solo l'ispettorato del lavoro può attualmente metterli. Quindi...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Melilla, siamo venti secondi oltre il tempo. Deve proprio concludere.

  GIANNI MELILLA. Due parole. Quindi, l'intento di questo articolo è semplicemente uno: affermare il dominio del datore di lavoro sull'organizzazione del lavoro.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Presidente Damiano, lei ha il tempo per parlare come relatore; altrimenti, se interviene per il suo gruppo, ha a disposizione un minuto perché ha già parlato l'onorevole Gregori. Quindi, scelga lei come intende intervenire.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, intervengo come relatore.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Io, a differenza dei colleghi che mi hanno preceduto, penso che l'emendamento che abbiamo approvato sia molto importante e chiarificatore e sento dire delle imprecisioni, sia per quanto riguarda il tema del controllo a distanza, sia per quanto riguarda il tema delle mansioni.
   Vorrei riprendere questo argomento perché, nel caso delle mansioni, ribadisco che non c’è un demansionamento selvaggio a discrezione dell'imprenditore. Qui si parla di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale, che siano individuati sulla base di parametri oggettivi (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle/I deputati Dell'Orco e Della Valle scendono al centro dell'emiciclo mostrando i telefoni cellulari).

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie, siete molto gentili. Vedo che c’è un rispetto molto alto di chi parla in quest'Aula...

  PRESIDENTE. Onorevoli Dall'Osso e Della Valle vi espello dall'Aula ! Scusi, volevo dire Dell'Orco, onorevole Dell'Orco. Onorevoli Dell'Orco e Della Valle (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). I commessi, per favore, facciano uscire i deputati (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).
  Collega Fraccaro, io sto soltanto cercando di evitare di trasformare quest'Aula in un asilo infantile, non sto cercando di salvare la faccia a nessuno, perché le sia chiaro.
  Bene, vada avanti, onorevole Damiano; prosegua il suo intervento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Damiano, la prego di andare avanti.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Come stavo dicendo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Chiederei di essere messo in grado di intervenire.

  PRESIDENTE. Vi pregherei di far parlare l'onorevole Damiano, come avete parlato voi fino ad adesso. Dopo si interviene.
  Vada avanti, onorevole Damiano (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Damiano, la prego di Pag. 80aiutarmi e di fare lo sforzo di andare avanti.
  Le faccio recuperare il tempo.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Quindi, stavo dicendo che, per quanto riguarda il tema delle mansioni, è evidente che questo argomento interviene soltanto in una situazione nella quale ci sia una oggettiva determinazione legata a un processo di ristrutturazione. La delega prevede anche che, accanto all'impresa che ha l'interesse all'utilizzo del personale, sia tutelato l'interesse del lavoratore. Per cosa ? Per il posto di lavoro. Quindi, un processo di riconversione che metta in discussione un posto di lavoro, può avere come conseguenza un cambio di mansione: soltanto in quel caso. Si salva un posto di lavoro attraverso quell'intervento.
  In secondo luogo, si parla di tutela, non solo del posto di lavoro, ma della professionalità, delle condizioni di vita e delle condizioni economiche. Quindi, ribadisco il fatto che la parola «economica» è stata voluta al Senato dai senatori del Partito Democratico, perché significa che, di fronte a una situazione con queste caratteristiche, verrà salvaguardata la retribuzione dei lavoratori. Quindi, credo che questo sia un punto molto importante, così come (Proteste dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Colleghi, cosa succede ? Onorevole Schirò, la richiamo all'ordine e la prossima volta esce anche lei (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per favore, onorevole Damiano, vada avanti, grazie (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Damiano, proviamo. Mi rendo conto della difficoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Come esempio di democrazia, non c’è che dire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ringrazio per questo splendido esempio di democrazia il MoVimento 5 Stelle ! Non mi sono mai permesso di interrompere nessuno ed esigo rispetto in quest'Aula e voglio poter svolgere in tranquillità il mio intervento ! Questo è un intervento antidemocratico che è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Colleghi, rendetevi conto se questa è la situazione nella quale possiamo lavorare nella Camera dei deputati. Rendetevi conto ! Lo sto dicendo a tutti. Lo sto dicendo a tutti (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Abbassate i toni ! Abbassate i toni !
  Stiamo facendo finire di parlare l'onorevole Damiano. Abbassate... Non faccia quei gesti, onorevole Di Stefano, stia calmo ! Stiamo facendo finire l'intervento all'onorevole Damiano. Anzi, avete il dovere di farglielo finire, perché voi avete parlato tutti e nessuno vi ha interrotto e non avete un diritto in più rispetto agli altri. Avete gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri. Fate concludere l'onorevole Damiano e non è accettabile in quest'Aula che chi urla e strilla prevalga su chi sta democraticamente parlando ! Non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Non è accettabile !
  Concluda, onorevole Damiano. Concluda.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Io vorrei poter fare il mio intervento e, quindi, concluderò quando avrò...

  PRESIDENTE. Mi rendo conto.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Perfetto. Quindi, insisto sul fatto che, anche per quanto riguarda il tema delle mansioni, nella delega c’è una precisa tutela (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Damiano. Dopo dite quello che volete, adesso Pag. 81dovete far concludere l'onorevole Damiano. Sta finendo di intervenire (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Onorevole Crippa, onorevole Sibilia, sta finendo l'intervento l'onorevole Damiano. State interrompendo l'intervento di un collega, non si può fare ! Abituatevi che ci sono delle regole che valgono per tutti, anche per voi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Sta finendo l'onorevole Damiano e io difendo l'applicazione delle regole per voi come per l'onorevole Damiano, va bene (Commenti del deputato Sibilia) ? Lo so, onorevole Sibilia, di questo ne parliamo dopo, adesso lasci concludere l'onorevole Damiano, per favore. Prego, onorevole Damiano.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente, sono abituato alle assemblee sindacali, quindi non mi preoccupo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io ho lavorato, io ho lavorato, non so voi, ma io ho lavorato. Io sono un metalmeccanico orgoglioso della sua professionalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, per quanto riguarda il tema delle mansioni, c’è scritto nella delega che le organizzazioni sindacali possono individuare ulteriori ipotesi rispetto a quelle indicate nella delega. Io credo che questi siano spazi molto importanti di tutela.
  In secondo luogo, per quanto riguarda il controllo a distanza, io sono orgoglioso di aver sostenuto un emendamento, che è passato, che aggiunge al vecchio testo, che parlava soltanto di revisione della disciplina dei controlli a distanza, una specificazione che dice: sugli impianti e sugli strumenti di lavoro. Sappiamo tutti qual è stata l'evoluzione delle tecnologie. Sicuramente nel 1970 non esisteva l’i-pad, non l’i-phone, non c'erano i call center. Io mi sono occupato di call center e anche qui rivendico, da Ministro del lavoro, di aver stabilizzato i lavoratori dei call center che avevano il lavoro a progetto. Lo rivendico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché ho sempre lavorato per abbassare la precarietà in questo Paese e so bene che i lavoratori dei call center, essendo collegati a dei computer, sono controllati istantaneamente.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Damiano.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Io ho trentadue minuti a disposizione.

  PRESIDENTE. No, onorevole Damiano, lei sta facendo una dichiarazione di voto e ha cinque minuti come tutti gli altri. La prego gentilmente.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Lei mi ha chiesto di scegliere prima, Presidente. Dopodiché, come diceva...

  PRESIDENTE. Onorevole Damiano, quale polemica vogliamo aprire ?

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. ... l'onorevole Sannicandro, lo Statuto dei lavoratori, l'attuale, quello del 1970, prevedeva la possibilità...

  PRESIDENTE. Onorevole Damiano, lei deve concludere: o conclude o le tolgo la parola, scelga lei.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. ... di controllo su ogni impianto.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, ai sensi dell'articolo 60 e dell'articolo 8 del Regolamento, lei ha espulso due deputati del MoVimento 5 Stelle senza averli richiamati all'ordine in nessuna maniera nei minuti precedenti. Quindi, vorrei capire quale sia stata, secondo lei, la grave imputazione Pag. 82per cui è stato necessario espellere subito, senza alcun richiamo, i deputati in questione. A mio avviso, infatti, basta alzare un telefonino e poi si può schiacciare play o rec a seconda delle necessità, oppure non schiacciarli, quindi in quel caso cosa fa: espelle su un'intenzione ? Qual è l'intenzione ? È quella di dimostrare il contenuto di questo emendamento ?

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, gentilmente.

  DAVIDE CRIPPA. Poi vorrei dire, Presidente, che poco fa la collega Schirò ha fatto la stessa cosa che hanno fatto i nostri deputati lì sotto e questo le è stato segnalato dai commessi. Lei, con atteggiamento discriminatorio, ha scelto di richiamarla all'ordine invece che mandarla fuori, come è capitato ai colleghi del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, lei usa due pesi e due misure. Prima ha detto che qui dentro abbiamo tutti gli stessi diritti. No, noi ne abbiamo meno, secondo lei, ne abbiamo molti di meno, tant’è che basta un semplice telefono alzato per essere buttati fuori da quest'Aula. La collega è di un altro movimento politico, che fa parte della sua maggioranza e, visto che la sua maggioranza oggi rappresenta questa schifezza che stiamo portando in quest'Aula, questa pietà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), voi vi dovete assumere la responsabilità, ma dovete farlo nella correttezza di avere lo stesso metro verso una parte e verso l'altra. Se non è in grado, sospenda l'Aula e faccia un ampio respiro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, invece qui tutti i parlamentari hanno gli stessi doveri e gli stessi diritti, anche se il MoVimento 5 Stelle pensa di avere meno doveri e più diritti. E invece così non è. Lei ha richiamato giustamente, come prevede il Regolamento, tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle più volte prima quando facevano provocatoriamente delle fotografie con uno scopo evidente: avendo esaurito tutti gli argomenti, hanno pensato che la soluzione migliore per chiudere questo provvedimento fosse fare interrompere la seduta.
  Evidentemente, noi non stiamo a questa provocazione e io le chiedo che l'Ufficio di Presidenza, nelle modalità che la Presidente riterrà, si convochi e prenda provvedimenti sulle persone che sono state da lei richiamate ed espulse, che sono state espulse dopo numerosi richiami a tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle, intesi ad evitare quella provocazione che si stava facendo con le fotografie, non solo dai banchi, ma anche scendendo platealmente al centro dell'Aula in maniera offensiva nei confronti dei colleghi, perché è offensivo quando non si rispettano le regole che tutti quanti noi ci siamo dati.
  Poi, chiederei di andare avanti con il provvedimento in esame, perché noi siamo qui per questo, perché gli italiani sono interessati a questo, non sono interessati alle loro polemiche e ai loro giochi da bambini (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Ci sono altri colleghi, degli altri gruppi, che su questo argomento, cioè il richiamo all'articolo 60, intendono parlare ? Per gli altri gruppi, perché per il MoVimento 5 Stelle ha già parlato l'onorevole Crippa. Se non ce ne sono altri, il Presidente darà una risposta. Onorevole Crippa, provo a rispondere.
  Il Presidente ovviamente ciascuno lo può giudicare nelle sue funzioni e voi trarrete tutte le conclusioni che riterrete di trarre. Io ho, in una prima occasione, quando il fenomeno è stato un fenomeno diffuso da parte di tutto il gruppo, richiamato, anche, non a caso, l'onorevole Sibilia, che ha una funzione dentro il gruppo, per cercare di contenere una situazione che era, chiaramente, assolutamente Pag. 83diffusa nel gruppo. Per me, già quello sarebbe sufficiente, come avvertimento. Poi, ho richiamato all'ordine l'onorevole Di Stefano, che ho pregato di interrompere la situazione, perché altrimenti l'avrei espulso dall'Aula, e nel momento in cui l'azione è finita da parte dell'onorevole Di Stefano non l'ho espulso. Cos’è successo, poi (Commenti dell'onorevole Fraccaro) ? Onorevole Fraccaro, almeno quando il Presidente tenta di rispondere, lasci rispondere, è anche un fatto di educazione. È un fatto di educazione, se non altro, onorevole Fraccaro. Non dico altro.
  Dopo di che, che cosa succede, onorevole Crippa ? Che due suoi colleghi, ostentando in modo anche chiaramente provocatorio in un momento anche (Commenti del deputato Crippa)... È una valutazione del Presidente e le sto dicendo che lei può sicuramente criticare la decisione della Presidenza, ma sa perfettamente che l'articolo 60 del Regolamento, a cui lei fa riferimento, attribuisce a chi presiede – oggi tocca a me, domani tocca a un altro Vicepresidente o alla Presidente – la valutazione se l'atto che viene compiuto è di tale gravità per cui non c’è bisogno di un secondo richiamo ma c’è direttamente l'espulsione.
  È la decisione che io ho preso, che lei potrà criticare, che lei potrà rivendicare, verso la quale giustamente lei potrà avanzare le sue proteste nei confronti del Presidente titolare, ma al momento è quella che vale, che è quella che prende il Presidente, così come tanti altri Presidenti hanno preso decisioni che spettavano a una valutazione ovviamente soggettiva. Detto questo, colleghi, io adesso non apro un dibattito.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, adesso do la parola a lei, poi smettiamo con i richiami al Regolamento e riprendiamo l'esame del provvedimento, che è la cosa che mi sta più a cuore. Per quanto riguarda l'onorevole Schirò, le assicuro, onorevole Crippa, che io non l'ho vista, me l'hanno comunicato i commessi. Non appena me l'hanno comunicato, io l'ho richiamata all'ordine.

  DAVIDE CRIPPA. La doveva mandare fuori !

  PRESIDENTE. Io ho visto i deputati che stavano qui sotto e questa è la ragione per la quale non li ho richiamati e li ho espulsi direttamente. È chiaro ? Le ho spiegato la differenza, non so più che fare.

  DAVIDE CRIPPA. Si sta arrampicando sugli specchi.

  PRESIDENTE. Va bene. È una sua valutazione, onorevole Crippa, va benissimo. Prego, onorevole Sibilia.

  CARLO SIBILIA. Presidente, innanzitutto io penso che sia il caso di fare una piccola visita oculistica, per rivedere un attimo quelle che sono le diottrie, perché, onestamente, non vedere un deputato che ci sta riprendendo, considerato che ha visto perfettamente i nostri del MoVimento 5 Stelle, fa pensare male. Fa pensare male !

  PRESIDENTE. Cercherò di farlo, onorevole Sibilia.

  CARLO SIBILIA. Poi, il richiamo che faccio è all'articolo 8, perché lei ha definito una pagliacciata un'azione dell'opposizione parlamentare, che rappresenta comunque, qui dentro, il 25 per cento del Paese. E questo è vergognoso, perché lei non si può permettere di esprimere giudizi personali in merito a un'azione dell'opposizione parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, se lei mi porta lo stenografico...

  CARLO SIBILIA. Se mi fa finire di parlare, poi mi risponde. Se vuole di nuovo parlare a metà... Poi farà tutte le digressioni che vuole, perché tanto abbiamo capito benissimo che, in quest'Aula, Pag. 84quelli che danno fastidio siamo noi, che dobbiamo essere zittiti, cacciati fuori ed espulsi dall'Aula. Lo sappiamo benissimo.
  Voglio semplicemente dire che questo non dovrebbe accadere in un'Aula seria, e mi sembra strano che questo oggi sia accaduto.
  Secondo, noi abbiamo fatto un'azione che era nel merito, cioè abbiamo palesato un paradosso, signori. Perché voi, con questo Jobs Act volete mettere le telecamere in faccia, sulle mani dei lavoratori, per controllarli. Noi lo abbiamo fatto con voi e vi siete arrabbiati. È per questo che nelle piazze i sindacati e i lavoratori si stanno arrabbiando con voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Per lo stesso motivo, e per questo voi vi state arrabbiando.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, però, sul Regolamento. Grazie.

  CARLO SIBILIA. Allora, voglio arrivare alla conclusione. Ricordate sempre che voi siete quelli della Fornero, siete quelli degli esodati, siete quelli che portate in quest'Aula provvedimenti di merda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, la prego !

  CARLO SIBILIA. È per questo che facciamo quello che stiamo facendo !

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, se lei prende il resoconto stenografico e mi porta il punto dove io ho detto che voi state facendo una pagliacciata, io le chiedo scusa formalmente in aula, ma lei mi deve portare il resoconto, sennò lei deve chiedere scusa.
  Adesso andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale per un minuto, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Allora, l'emendamento riprende quello che voi tutti fate finta di non vedere. Io sono rimasto stupefatto dal collega Baruffi prima e dalla collega del PD dopo quando hanno detto che prima era una cosa inaccettabile quello che era arrivato al Senato, ma l'avete scritto voi, finitela di giocare a questo teatrino assurdo dove c’è la maggioranza, il PD in Senato, dentro la Camera e il Governo questa entità astratta. No, siete la stessa cosa, siete parte di quell'Esecutivo, di quel Governo.
  Allora, è chiaro che non potete venire a dire che avete migliorato il testo rispetto a prima, un grande passo avanti: una porcheria rimane una porcheria. Allora, io mi chiedo questo: poco fa è stato anche detto che c'erano due posizioni inconcilianti sull'articolo 18 con l'altra parte della maggioranza. Certo, alcune cose però o si fanno o non si fanno, non è che si può dire vado al mare e poi vado in montagna a sciare, sennò altrimenti uno si presenta in costume da bagno a Pragelato. La logica è questa: voi siete qui a cercare di raccontare una balla colossale ai cittadini italiani. Smettetela perché nessuno vi sta più credendo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente, io vorrei rileggere la norma dell'articolo 4, comma 1 dello Statuto dei lavoratori, dove si dice che è vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori. Questo comma, in omaggio ai valori di cui è portatrice la persona del prestatore di lavoro, dispone per le aziende il divieto assoluto di installazione per effettivo uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature destinate allo scopo precipuo e diretto del controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, controllo odioso e riprovevole in quanto a distanza, cioè al di fuori della percezione o cognizione diretta del controllato.
  Vede Presidente, noi ci stiamo indignando, ci stiamo arrabbiando perché vediamo continuamente che voi continuate a Pag. 85ledere i diritti costituzionali delle persone e dei lavoratori. Qual è la ratio di questa norma, Ministro Poletti, qual è ? Anche qui è per creare occupazione ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Sì, grazie Presidente. Ma qui siamo di fronte all'apoteosi assoluta dell'arroganza, mi consenta Presidente, quella stessa arroganza con cui lei si permette di dire ad una forza politica che siamo bambini degli asili nido. Noi siamo qui e lei può prendere tutte le decisioni che vuole, però non è giusto che un Presidente etichetti in questo modo dispregiativo anche un'attività di protesta e provocatoria come quella che noi stavamo portando avanti in difesa dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E l'arroganza si ha quando la peggiore classe politica della storia, quella che ha messo in ginocchio questo Paese, quella che ha rubato il futuro di questo Paese e delle generazioni che verranno, si permette addirittura, dopo che ha fatto tutto alle spalle dei cittadini, di mettere le telecamere per sorvegliare i lavoratori. Siamo davvero all'apoteosi dell'arroganza che finisce poi con il portare la società al conflitto sociale di cui in questi giorni vediamo scene che dovrebbero far preoccupare chiunque, non solo voi. Invece, paradossalmente, si preoccupano tutti tranne voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.

  MATTEO DALL'OSSO. Grazie Presidente, vorrei rivolgermi ai miei colleghi a Bologna, ingegneri, periti, operai e, in particolare, vorrei dire loro che se verrà approvato questo emendamento sarà la fine del mondo e vi spiego perché. Voi sarete videosorvegliati alle vostre spalle; mentre voi davanti avete la vostra tastiera: Stefano, Piera Isa, Giangaspero, tutti sarete controllati.
  Ora, voglio dire, visto che in azienda o ci sono i risultati o chiude l'azienda, lo sanno anche loro che devono fare qualcosa e lavorare; quindi, non vi è bisogno di un controllo.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Dall'Osso.

  MATTEO DALL'OSSO. Concludo dicendo che, riguardo a queste parole sugli impianti e sugli strumenti di lavoro, ma come si può pensare ad una cosa del genere ? Come si può votare ? Come potete farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Grazie. Ricordiamo a tutti che oggi è già possibile videocontrollare, come dite voi, i lavoratori. Basta che vi sia un accordo stipulato con le parti sindacali e si fa il videocontrollo, finalizzato alla sicurezza: questo dice lo Statuto dei lavoratori. Non si capisce come mai volete inserire come norma il videocontrollo sul lavoratore o sulle macchine, come dite voi.
  Però, sulle macchine o negli uffici ci lavorano le persone. Quindi, qual è la ratio ? Dove si vuole andare a parare ? Dove vogliamo andare ? Poi, volevo replicare all'onorevole Damiano, quando parla di demansionamento: oggi vi sono già i contratti di solidarietà. Se vi è una crisi aziendale, i lavoratori sono i primi a fare un passo indietro per poter recuperare la fabbrica e per poter recuperare il proprio posto di lavoro. Quindi, non si va neanche a capire perché si va parare sul demansionamento, quando oggi ci sono i contratti di solidarietà...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Tripiedi.

  DAVIDE TRIPIEDI. ... che hanno la possibilità di sostituire il licenziamento.

Pag. 86

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Tripiedi.

  DAVIDE TRIPIEDI. Poi, quando si parla di democrazia, guardiamo un po’...

  PRESIDENTE. Onorevole Tripiedi, deve concludere, però.

  DAVIDE TRIPIEDI. Ho finito, Presidente. Guardiamo la nostra coscienza: non condividete neanche voi questo Jobs Act. Che democrazia è questa ? Quella di schiacciare un bottone ? La democrazia, secondo noi, è partecipare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tripiedi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente Giachetti, non posso convenire con lei sui bambini degli asili nido, però la capisco, perché, mentre noi preferiamo, magari, gli asili nido, visti i suoi compari di partito, lei preferisce il carcere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), da ultimo la vicenda del deputato del Partito Democratico indagato per corruzione.
  Ognuno ha gli amici che si merita, diciamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Mi permetta questa digressione, che non c'entra nulla con l'emendamento in questione, però, visto anche il suo comportamento e le espulsioni, le consiglio di autoespellersi, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, vorrei dire davvero, seriamente, anche per suo tramite, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, con cui stiamo condividendo, punto per punto, una battaglia di merito, che credo sia sbagliato impedire a chiunque di dire la sua in quest'Aula; lo dico davvero, a maggior ragione quando chi parla, come nel caso dell'onorevole Damiano, mette in evidenza tutta la difficoltà di una posizione.
  Vede, onorevole Damiano, noi sappiamo bene che lei da Ministro ha fatto cose buone a tutela dei precari, proprio per quei lavoratori dei call center, quando distinse la modalità di lavoro tra outbound e inbound, e quella distinzione consentì di stabilizzare molti lavoratori e svelare le forme con cui il contratto determinava tanta precarietà.
  Tuttavia, questo Paese, purtroppo, è pieno di persone dignitosissime che nella vita hanno cambiato opinione, che prima hanno fatto una cosa e, ad un certo punto, fanno il suo contrario. Ecco, oggi lei, con la maggioranza di quest'Aula e con il suo partito, fa il contrario di quello che ha fatto anni fa da Ministro con un altro Governo e con un'altra politica. Forse, c'entra anche questo.
  Oggi lei, con la sua maggioranza, lavora per aumentare quella precarietà e per ridurre i diritti di quei lavoratori. Per questo, forse, conveniva farlo parlare, e conviene, comunque, far parlare sempre chiunque (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, le voglio raccontare una storia: mio padre faceva il capo reparto in una fabbrica di profilati plastici. Si è permesso di scioperare per i suoi diritti ed è stato demansionato, lo hanno messo a lavorare ad una macchina profilatrice. Era sorvegliato tutti i giorni, ogni ora, a vista. In quella macchina profilatrice ci ha lasciato una mano, la sinistra, a 19 anni.
  Ora, i diritti che voi state stralciando uno per uno con questa riforma, i nostri genitori li hanno conquistati con il sangue e non vi permetteremo di portarveli via ! Chiaro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

Pag. 87

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, ricapitolando, la mia collega precedentemente ha giustamente detto che nello Statuto dei lavoratori si citava il fatto che non possono essere effettuate le video-sorveglianze a distanza di controllo. Il mio collega ha ribadito che, però, per accordi sindacali questo è consentito. Ora rileggo per tutti: «revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro, tenendo conto dell'evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore».
  Ministro Poletti, visto che questa è una delega, si alzi e dica qualcosa, per cortesia, e ci assicuri che verranno garantite la dignità e la riservatezza dei lavoratori, altrimenti qui siamo di fronte ad un grosso vulnus, in cui ognuno cita cose.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, vorrei ripartire dall'intervento molto esplicativo dell'onorevole Sannicandro, che ha centrato ancora una volta il problema. Noi non stiamo parlando della possibilità di video-sorvegliare gli impianti, perché quella è una possibilità che c’è sempre stata. Noi stiamo parlando della possibilità di video-sorvegliare gli impianti senza un accordo con le organizzazioni sindacali.
  Quindi io credo che questo articolo altro non vada che nella direzione di sferzare un ulteriore attacco alle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori. Questo è il tema sul quale noi oggi dovremmo concentrare il nostro dibattito, perché ci troviamo di fronte ad un Presidente del Consiglio che, quando il sindacato manifesta, se ne fa una ragione, ci troviamo di fronte ad un Presidente del Consiglio che, quando il sindacato chiede di essere ascoltato, non trova tempo sufficiente, quindi ci troviamo di fronte ad un Partito Democratico e ad un Presidente del Consiglio che tentano, provvedimento dopo provvedimento, di annientare la vita e la storia delle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori.
  Ne vedremo anche con l'attacco fortissimo ai patronati nella legge di stabilità e lo vediamo anche rispetto al demansionamento, perché io credo che, se già si fosse accettato di inserire l'assistenza sindacale, probabilmente, anche rispetto a questo, avremmo avuto un articolo di legge diverso.
  Io però mi domando: ma il Presidente del Consiglio, nello sferzare tutti questi attacchi al sindacato, è convinto che siamo di fronte a tanti lavoratori così evoluti, in grado di auto-rappresentarsi e di difendersi da quelli che sono i loro imprenditori ? Io, purtroppo, credo di no e continuo a pensare che, in un momento come questo, con una crisi così profonda, la difesa collettiva potrebbe essere utile, non soltanto al sindacato e al lavoratore, ma anche al Presidente del Consiglio e ad un Governo che, di qui a breve, io credo non riuscirà più a contenere le tensioni sociali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tofalo. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, quest'emendamento, su questo argomento, mi ha fatto venire in mente un episodio della mia precedente vita lavorativa, che mi riprometto di trasformare in interrogazione parlamentare.
  Mi occupavo, infatti, di progettazione di opere strategiche e mi è capitato di progettare anche opere di video-sorveglianza per la pubblica sicurezza. Ebbene, in un comune nella provincia di Napoli, non riuscii – chi è del mestiere e chi è ingegnere sa queste cose – ad ottenere tutte le autorizzazioni del pacchetto permessi e non riuscimmo a mettere la telecamera in una strada.
  Dopo voci di bar, voci di corridoio, ci vennero ad informare che non riuscimmo Pag. 88a fare questo, perché lì abitava un boss della camorra che riuscì ad influenzare il comune, quindi l'ente locale, a non fornire queste carte e, quindi, non riuscimmo a mettere questa telecamera. Bene le istituzioni – anche se locali, ma istituzioni – tutelano queste persone e poi noi, qua, imponiamo un controllo di video-sorveglianza ai lavoratori, cosa che invece dovremmo fare con un approccio culturale diverso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, da parte dei colleghi del Partito Democratico prima si è puntualizzato in ordine alla frase «sugli impianti e sugli strumenti di lavoro», che è stata aggiunta qui alla Camera.
  Bene, cosa vuol dire ? Se un lavoratore usa la motosega per tagliare gli alberi, come faccio a controllare il lavoratore ? Devo pagare una persona che lo controlli. Quindi, questo è il senso.
  Come diceva prima il mio collega Mantero, questo crea ansia, magari rende il lavoratore meno sicuro e, quindi, gli incidenti sui luoghi di lavoro potrebbero aumentare. A questo avete pensato ? Ne terrà conto il Ministero e il Governo nell'attuare la delega ?
  Quindi, non capiamo perché dobbiamo per forza controllare, se c’è già lo Statuto dei lavoratori che permette di controllare, in accordo con i sindacati o anche solo con i lavoratori, nelle aziende in cui non ci sono i sindacati. Non capiamo perché debba essere inserita in delega una revisione della disciplina dei controlli. Quindi, invito a votare secondo coscienza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, io penso che i motivi per cui viene posta questa norma all'interno di questo provvedimento sono quelli oggettivi di spostare sempre di più la lancetta del potere all'interno dei posti di lavoro a favore dei datori di lavoro.
  E mi sembra che sia il leitmotiv di tutto il provvedimento: l'abrogazione dell'articolo 18, questa disposizione sulla videosorveglianza, sostanzialmente sul videocontrollo del lavoro. In questo modo si vuole dare più potere a chi potere già ne ha e si vuole, di fatto, eliminare quella che è stata la più grande conquista del movimento dei lavoratori, cioè quella di determinare all'interno del posto di lavoro la possibilità di contare.
  Il potere all'interno della fabbrica, il potere all'interno del posto di lavoro è stato l'oggetto delle lotte del movimento operaio. Con questo provvedimento si vogliono inficiare decenni e decenni di conquiste.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signor Presidente, vorrei rivolgermi, suo tramite, al presidente Cesare Damiano, che l'8 settembre scorso ha rilasciato una dichiarazione, che ho trovato sul sito della collega Ileana Argentin, in cui diceva: «Mentre la destra, quando parla di delega sul lavoro, continua ad insistere sull'inutile e pericolosa litania della cancellazione dell'articolo 18 e della revisione totale dello Statuto dei lavoratori, noi vorremmo ricordare che in quel testo si dovranno decidere questioni importanti come gli ammortizzatori sociali». Poi continuava, Cesare Damiano: «Se si vuole intervenire sullo Statuto dei lavoratori, come è già stato fatto nel passato, occorre individuare le specifiche materie. La destra» – sottolineo, la destra – «insiste sui temi del controllo a distanza e delle mansioni dei lavoratori. Noi siamo contro il demansionamento» eccetera eccetera.
  Perché, presidente Damiano, ha cambiato idea nel giro di due mesi e ha Pag. 89assunto come temi della sinistra i temi che due mesi fa diceva essere temi di destra (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, nel decreto-legge «sblocca Italia» c’è stato un impegno per istituire le free oil zone. Ora io mi chiedo se il Governo, nei decreti legislativi, piuttosto che la maggioranza o il relatore, magari con un proprio emendamento, vogliano proporre, per questo provvedimento, anche delle zone senza telecontrollo piuttosto che aziende, invece, senza demansionamento. Così, per prendere ancora in giro gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Io ho un dubbio e vorrei che Poletti rispondesse, visto che non capisco l'utilità della sua presenza in Aula oggi, dato che ancora non si è permesso di dire una parola. Vorrei sapere se questo provvedimento, rispetto alle telecamere, coinvolgerà anche quei questori che ordinano le cariche durante le manifestazioni, perché se così fosse allora comincia a piacermi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Placido 1.81, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con quello favorevole dei relatori di minoranza di Placido e Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brunetta, Rizzetto, Vitelli, Fraccaro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  388   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  95    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.84, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, Terzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  386   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.88, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera, favorevole del relatore di minoranza Cominardi, mentre il relatore di minoranza Placido si è rimesso all'Assemblea.Pag. 90
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Rizzetto, Capodicasa, Saltamartini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  395   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Cominardi 1.89. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cominardi 1.89.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, mi può alzare un attimino il volume del microfono che mi sembra un po’ basso ?

  PRESIDENTE. Non ho capito, scusi.

  CLAUDIO COMINARDI. Se mi può alzare un po’ il volume del microfono.

  PRESIDENTE. L'hanno alzato automaticamente.

  CLAUDIO COMINARDI. Ok. Innanzitutto, non mi posso esimere dal non accettare lezioni di democrazia da rappresentanti del Partito Democratico che hanno fatto carta straccia della nostra Costituzione e sono scesi a compromessi con gli amici dei mafiosi, piduisti e massoni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa voi come la chiamate, democrazia ? Detto ciò, passo all'emendamento. No, chiedo, Presidente, di essere smentito. È vero o non è vero che Silvio Berlusconi era iscritto alla loggia massonica P2 ? È vero o non è vero ?

  PRESIDENTE. Onorevole Cominardi, però stiamo su un emendamento specifico.

  CLAUDIO COMINARDI. È vero o non è vero che Renzi ha fatto il Patto del Nazareno su questioni anche di carattere costituzionale ? È vero o non è vero ?

  PRESIDENTE. Però veniamo al merito dell'emendamento.

  CLAUDIO COMINARDI. Quindi le critiche io le prendo, però sul merito, va bene ? Perché se mi invento...

  PRESIDENTE. Va bene, però adesso veniamo al merito dell'emendamento perché ha preso la parola su questo, onorevole Cominardi.

  CLAUDIO COMINARDI. Sì, sì, ma era una premessa, poi ci arrivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo emendamento non fa altro che chiedere una cosa che Renzi va dicendo in tutte le salse e su tutte le televisioni, ovvero che vuole eliminare il precariato. Quindi si chiede di eliminare le forme contrattuali precarie. Lo votiamo ? Siamo favorevoli o no ?
  Ricordo che recentemente, come ho già detto più volte, è stato ospitato alla Camera dei deputati, con presenti anche la Presidente Boldrini e buona parte dei parlamentari qui seduti, Stiglitz il quale precisò, con delle teorie di carattere macroeconomico – ricordiamolo che è un premio Nobel per l'economia, ex consulente di Clinton, ex consulente di Obama, ex numero uno della Banca mondiale, quindi non prettamente un cattocomunista –, come la precarietà non crea posti di lavoro, ma crea dei problemi di carattere anche sociale e questa deve essere limitata, contingentata, retribuita maggiormente.
  Noi con questo emendamento chiediamo di abolire le forme contrattuali più precarie, mantenendo fede a quello che si va dicendo in televisione o sui giornali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

Pag. 91

  TIZIANA CIPRINI. La proposta del MoVimento 5 Stelle l'abbiamo ribadita più e più volte nel corso di questo anno e mezzo. Secondo noi i contratti precari devono costare di più in termini di costo del lavoro e quelli a tempo indeterminato devono gravare di meno: è necessario abbattere il costo del lavoro per il contratto a tempo indeterminato che, guarda caso, è la stessa proposta che ha fatto poc'anzi Fassina.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.89, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza Cominardi e Placido.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi... Gigli... Mazziotti Di Celso... Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  379   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  91    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Nicchi e Airaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Prataviera 1.90.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Prataviera 1.90 formulato dal relatore.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, questo emendamento mira di fatto a razionalizzare il ruolo degli ispettori, cercando di operare in una logica di economie di scala e dando anche la competenza all'INPS di vigilare perché è un ente già organizzato. Quindi ci appelliamo all'Aula affinché valuti positivamente questo emendamento, che va appunto in una logica di razionalizzazione della spesa pubblica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 1.90, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza Placido e del relatore di minoranza Prataviera mentre il relatore di minoranza Cominardi si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliaro... Piccoli Nardelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  299   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato  16    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, sulla regolarità della votazione precedente. Avevo segnalato prima ai segretari e ai commessi di controllare, nella terza fila dell'ultimo spicchio alla mia sinistra, due persone e tre votazioni all'ultimo secondo, prima che lei dicesse «la votazione è chiusa». Può chiedere conferma e credo che debba prendere provvedimenti altrimenti Pag. 92sta infrangendo il Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ho capito onorevole Crippa, però se a me non lo comunica nessuno... Lei me lo deve comunicare, segretario, perché non è che lo posso apprendere dopo. Adesso dal prossimo voto controlleremo. Onorevole Crippa, il Presidente deve essere informato, lei lo capisce da sé.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cominardi 1.91.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cominardi 1.91 formulato dal relatore.

  CLAUDIO COMINARDI. Con questo emendamento si vuole modificare al comma 7, lettera l), tutta la parte relativa alla cosiddetta agenzia unica di controllo e vigilanza. Si vuole sostituire le parole da: «ovvero attraverso» fino alla fine della lettera con le seguenti: «e al fine di assicurare il migliore e più razionale impiego del personale ispettivo di tutti gli organi di vigilanza sul territorio e altresì al fine di evitare duplicazioni di interventi da parte degli organi preposti all'attività di vigilanza in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale, prevedendo l'istituzione e attivando, entro e non oltre sei mesi dall'entrata in vigore del presente provvedimento, la banca dati telematica di cui all'articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124, e il sistema informativo nazionale per la prevenzione (SINP) di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
  La banca dati telematica di cui all'articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124, è predisposta utilizzando i dati del sistema informatico dell'INPS». Gli strumenti e le indicazioni sono già stati dati nelle legislature precedenti: quello che non capisco io, è che è da dieci anni che si chiede di istituire la banca telematica, un coordinamento tra i vari istituti di controllo e questo non si fa.
  Se vero come non è vero, in realtà, come è scritto nella delega, che si vuole migliorare l'attività ispettiva, allora io mi chiedo perché nel disegno di legge di stabilità si vanno a tagliare le assunzioni degli ispettori del lavoro, quando gli stessi sono già sotto organico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ce lo volete spiegare ? I controlli si vogliono fare seriamente o no ? Si vuole, forse, limitare quella che è l'autonomia di determinati enti, quali INPS e INAIL, che hanno la possibilità di mettere, e hanno messo sotto la loro lente di ingrandimento, quelle cattive cooperative di cui, magari, il Ministro Poletti è a conoscenza, visto che è stato rappresentante della Legacoop ? Ci spieghi per quale ragione vuole mettere mano a questo istituto, tagliando le risorse, perché non si fanno più le assunzioni degli ispettori e si vuole togliere l'autonomia. Se questo è il modo di lavorare e di migliorare l'attività ispettiva siamo messi nelle «buone mani», si fa per dire ovviamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, abbiamo praticamente visto in flagranza di reato il fatto che ci fosse un deputato che votava per un altro, quindi, sostanzialmente, il classico gioco dei «pianisti» che ancora non riusciamo ad eliminare. Siccome in questo provvedimento, nel Jobs Act, c’è la possibilità di mettere una videocamera di sorveglianza, perché non mettiamo una videocamera di sorveglianza sopra al posto del deputato per capire se ci sono i «pianisti» che votano per gli altri, o no ? Possiamo adottare questo tipo di soluzione ? Cosa ne pensa il relatore Damiano ? Solo per i lavoratori, oppure anche per gli onorevoli deputati della Repubblica, che rubano quei quattro, cinque spicci che gli servono per votare al posto degli altri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Cosa ne pensate ? Relatore, può dire qualcosa ? Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 93

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.91, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza di Sinistra Ecologia Libertà e del MoVimento 5 Stelle, e sul quale il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Brescia. Ci siamo, colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  373   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  89    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marantelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, è un richiamo all'articolo 11. All'articolo 11 c’è scritto che: «I Segretari sovrintendono alla redazione del processo verbale, che deve contenere soltanto le deliberazioni e gli atti della Camera; ne danno lettura; formano, secondo l'ordine delle richieste, l'elenco dei deputati iscritti a parlare; danno lettura delle proposte e dei documenti; tengono nota delle deliberazioni; procedono agli appelli; collaborano con il Presidente per assicurare la regolarità delle operazioni di voto (...)».
  Allora, se noi le segnaliamo la possibilità di chiedere formalmente alla segretaria alla sua destra se c’è stata un'infrazione nell'operazione di voto precedente e lei dice «io non l'ho visto, me lo dovete segnalare», credo che stiamo esulando da quelli che sono i compiti assegnati ai segretari.
  Per cui se lei ha la volontà di chiedere ai segretari se hanno visto formalmente una operazione di voto irregolare, a quel punto deve prendere provvedimenti, altrimenti credo che non abbia la volontà di andare su quel tasto perché adesso è palese che: tre persone, tre votazioni e prima due persone, tre votazioni. Allora secondo me è importante chiarire: lei che ruolo vuole avere ? Vuole far rispettare il Regolamento, e quindi anche l'articolo 11, e essere coadiuvato dai segretari nella sua funzione di controllo dell'Aula, perché è palese che non possa controllare tutta l'Aula, e visto che c’è qualcuno che ha controllato, io credo sia importante chiedere formalmente un parere nel merito, altrimenti non sta regolarmente portando avanti l'Aula.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Crippa penso di averle già risposto. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzetto 1.93.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, dunque questo, sicuramente non per merito mio, è un argomento piuttosto interessante, spesso provocatorio. Ovvero questo emendamento serve ad estendere la disciplina di cui all'articolo 18, quindi torniamo a parlare di articolo 18, nei confronti di datori di lavoro eccetera, ma anche nei confronti di imprenditori che svolgono senza fini di lucro attività di natura politica, sindacale e culturale. Bene, Presidente, questo emendamento c’è venuto in mente quando – era un sabato mi pare – fu proclamato lo sciopero generale e qui a Roma manifestarono i sindacati, giustamente, con i lavoratori.
  L'articolo 18, Presidente, non viene applicato ai sindacati e questa è una cosa allucinante. L'articolo 18 non viene applicato alle sigle sindacali, né tanto meno ai partiti politici e quindi, Ministro, io personalmente prenderò lezioni su questo Pag. 94tema dai sindacati, quando il sindacato applicherà di fatto la tutela dell'articolo 18 per i suoi lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  C’è tra l'altro un blog piuttosto interessante che si chiama: Licenziati dalla CGIL, andate a leggere questo blog dove si parla di licenziamenti ingiusti fatti dallo stesso sindacato. E andiamo a ricordarlo anche a Landini che in questo caso prima va a manifestare in maniera veemente e dopo si prende sotto braccio Matteo Renzi e con sorrisi cerca effettivamente di mettere tutto a posto. Io non accetto, Presidente, questo tipo di trattamento e queste proteste, ripeto, veementi da parte dei sindacati quando sono gli stessi a non applicare l'articolo 18.
  Presidente ricordiamoci che i sindacati tra l'altro, e il MoVimento 5 Stelle ha fatto una battaglia ad esempio sulla abrogazione, e la rinnovo – ho l'occasione per dirlo anche a lei Ministro – sull'abrogazione della vigente legge Mosca e il sindacato è silente sotto questo tipo di profilo. L'anno scorso, Ministro, in sede di esame della legge di stabilità, il MoVimento 5 Stelle ha proposto l'abrogazione di questa schifosa legge che ha dato ingiustamente delle pensioni a coloro che hanno fatto sindacato senza avere mai versato un contributo sulla base di una autocertificazione. La sinistra in Italia ha votato contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E dopodiché, Presidente, vado a chiudere, è inutile che qualche sindacalista difendendosi ci dica che purtroppo le leggi non le fa il sindacato perché, Presidente, su 40 e passa commissari della Commissione lavoro, noi siamo completamente sindacalizzati, in quella Commissione, perché per più della metà i commissari o sono ex sindacalisti o frequentano ancora il sindacato. Quindi ufficialmente la Commissione lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati è per più del 50 per cento sindacalizzata. I sindacati andassero ad applicare l'articolo 18 per i loro lavoratori e imparassero un minimo di dignità in questo senso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io rinuncio perché non condivido affatto quello che ha detto l'onorevole Rizzetto ma non voglio aprire una polemica.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Onorevole Airaudo, lei ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto: a questo punto facciamo come se non fosse intervenuto l'onorevole Sannicandro, altrimenti dovrei darle la parola a titolo personale. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, trovo che l'onorevole Rizzetto, con cui mi è capitato più spesso di condividere che dissentire, usi un tono esageratamente alto, anche perché è noto che la CGIL ha già detto che pensa di estendere l'applicazione dell'articolo 18.
  Sì, però Rizzetto, bisogna essere seri. Se in quest'Aula lo si votasse... io per esempio l'emendamento dell'onorevole Rizzetto lo voterei, con tutte le differenze che noto che hanno le organizzazioni di tendenza quando scelgono dei collaboratori, come tra l'altro fanno anche i parlamentari con i loro collaboratori e con il rapporto di fiducia che hanno. Ma dove esistesse un rapporto di lavoro, io penso che, coerentemente, come lo chiedo applicato per tutti, andrebbe applicato anche ai dipendenti del sindacato.
  Altra cosa sono i rapporti fiduciari e gli incarichi. Quindi, francamente c’è un eccesso di polemica che mi sembra eccessivo. Peraltro, noto che l'onorevole Rizzetto ha anche un certo ritardo rispetto in questo caso all'attualità polemica. Registro che onestamente il dialogo tra Landini e Renzi si è evoluto dal «braccetto», mi sembra che sia basato su basi oneste, da quel che è avvenuto negli ultimi giorni e nelle ultime polemiche. In ogni caso, Landini non ha bisogno di me per essere difeso, lo difendono bene i suoi metalmeccanici.

Pag. 95

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito i tempi a sua disposizione. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto a quello originariamente ad esso assegnato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, intanto mi spiace che l'onorevole Sannicandro non ci abbia spiegato il motivo del suo dissenso, anche perché qui siamo in Parlamento e discutere è sempre cosa buona e giusta.
  Noi sottolineiamo però, con questo emendamento, la grossa mancanza di coerenza in questo caso dei sindacati e in particolare di Landini, che io tutte le sere sento in una trasmissione diversa che solleva diatribe sull'argomento dell'articolo 18. Dico «diatribe» perché sono sempre discussioni molto accese in base a questo articolo e in base a questa tematica, per cui solleviamo almeno la questione di modo che tutti sappiano che effettivamente all'interno dei sindacati non valgono le stesse leggi che loro rivendicano per tutti gli altri lavoratori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, sì, siamo di fronte a un paradosso: i sindacati scendono in piazza per difendere l'articolo 18 ma loro stessi non lo applicano. Quindi, quello che dice l'onorevole collega cittadino Rizzetto cos’è ? È una cosa veramente di buonsenso, di coerenza soprattutto e quando dice che la nostra Commissione è sindacalizzata è proprio così, perché Damiano, quando in discussione generale ha svolto la relazione di maggioranza, ha detto: chi altro ci dovrebbe essere in una Commissione lavoro se non i sindacalisti ? Ebbene, Damiano, sa chi ci dovrebbe essere ? Lavoratori, piccoli imprenditori e psicologi, come ce li abbiamo noi nel nostro gruppo del MoVimento 5 Stelle ! Questo, i cittadini, non i sindacati, i cittadini (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzetto 1.93, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore Prataviera e con il parere favorevole degli altri due relatori.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Cassano, Piccoli Nardelli, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  383   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  92    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Calabria ha segnalato che non è riuscita a votare. Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cominardi 1.94.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, la direttiva europea n. 70 del 1999, più volte citata quest'oggi, prevede che i contratti che non sono a tempo indeterminato, che dovrebbero essere la forma più utilizzata, devono considerarsi residuali. Oggi avviene il contrario, il maggior numero delle assunzioni sono contratti precari, a scadenza, a termine.Pag. 96
  Con questo emendamento si vuole ribaltare il concetto: sulle aziende sopra i quindici dipendenti porre un limite; forse per il limite bisogna rivedere sicuramente tutta una serie di questioni, il fatto che i contratti a tempo indeterminato non sono per niente convenienti; vi è una serie di problematicità ma bisogna andare in questo senso.
  Io prendo proprio le parole del premio Nobel Stiglitz, che dice proprio questo, che nelle aziende i contratti precari devono essere contingentati, devono avere un limite.
  Io ho utilizzato in maniera anche provocatoria un tetto: il tetto Farinetti, perché Farinetti, il consigliere di Renzi, quello di Eataly, dopo lo scandalo fatto venir fuori dalla trasmissione La Gabbia, si è vantato di avere l'80 per cento di lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato. Siccome viene visto come un consigliere di Renzi, vediamo se questo emendamento viene accolto o meno.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, modifico il parere su questo emendamento e mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Sta bene. Mentre prima il parere su questo emendamento era favorevole, adesso si rimette all'Assemblea.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.94, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi e sul quale il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  369   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  91    
    Hanno votato no  278.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzetto 1.96.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Presidente, credo che l'emendamento 1.96 sia a mia firma. Giusto ?

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, ho sbagliato, onorevole Chimienti. Mi perdoni.

  SILVIA CHIMIENTI. Allora, tra il 2012 e il 2013, in ottemperanza a una norma approvata nel cosiddetto pacchetto Fornero, la Conferenza Stato-regioni ha di fatto eliminato la possibilità di assumere stagisti a costo zero, introducendo un compenso minimo garantito che varia da regione a regione, ma che non può comunque essere inferiore ai 300 euro lordi mensili, una buona misura apparentemente dal momento che, fino ad allora, non era previsto alcun compenso minimo per legge per i tirocinanti.
  I problemi però sono molteplici. Innanzitutto, si è assistito al recepimento di questa norma con differenze molto evidenti da regione a regione, scaturendo una forte disparità retributiva a parità di mansioni. Si parte dall'Abruzzo, in cui la regione ha stabilito che l'indennità di partecipazione per i tirocinanti deve essere di minimo 600 euro, passando ai 450 euro della Puglia e ai 300 euro della Basilicata, quindi un quadro molto frastagliato e profondamente difforme.
  In assenza di un numero massimo di ore lavorative di tirocinio in azienda, noi riteniamo che un compenso minimo di 300 Pag. 97euro non possa essere considerato rispettoso dell'articolo 36 della Costituzione. Come può essere dignitoso retribuire con 300 euro lordi mensili chi svolge di fatto, a tutti gli effetti, le stesse mansioni di un lavoratore a tempo indeterminato ?
  Ricordiamo che la gamma dei mestieri che oggi contemplano un inserimento lavorativo tramite stage o tirocinio formativo e di orientamento è sempre più ampia e copre qualsiasi professionalità. Esistono addirittura stage per diventare commesso in un minimarket, in una tabaccheria o in un negozio di abbigliamento, ma anche per vendere giocattoli, lavorare come cassiere, cameriere o venditore telefonico.
  In tutti questi casi e senza un numero massimo di ore lavorative, i tirocinanti risultano inevitabilmente sfruttati e sottopagati. Nonostante il compenso minimo, per legge, previsto dalle norme Fornero, oggi il fenomeno dello stage come formula per risparmiare sul costo del lavoro è in forte crescita in tutte le regioni.
  Ecco il perché di questo emendamento: si chiede che l'indennità di partecipazione conferita ai tirocinanti extracurricolari sia come minimo di 600 euro lordi mensili in tutte le regioni d'Italia senza distinzioni di sorta. Stesso discorso per i contratti di inserimento o reinserimento lavorativo.
  Non approvando questo emendamento continuerebbe a passare l'idea malsana che qualcosa sia comunque meglio di nulla anche se non ci sono né tutele, né controlli. In questo modo, si rischia però di legittimare uno strumento nato con altre funzioni e forme di lavoro che in realtà sono semplice sfruttamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, questo emendamento è da sostenere assolutamente perché serve anche a mettere un limite al fenomeno della costrizione, diciamo anzi dell'incentivazione del lavoro gratuito, come vediamo nell'EXPO dove vi è proprio un arruolamento su base volontaria di giovani e studenti, facendola passare come un'iniziativa che possa arricchire un curriculum, quando questi a tutti gli effetti lavorano, ma non vengono retribuiti: ed è questa l'assurdità. Per questa ragione, l'emendamento Chimienti sicuramente potrebbe portare un elemento di giustizia e di correttezza verso questi giovani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, quello a cui assistiamo in questi mesi, in questi anni, da quando ho iniziato a lavorare – fine anni Novanta, primi Duemila – è la degenerazione dei contratti. L'altro giorno ho letto sulla rassegna di quanto accade nella Regione Veneto, dove vengono aperti continuamente centri commerciali (a Mestre se ne contano decine nel raggio di pochi chilometri) in cui le commesse vengono pagate 250 euro di base e poi con una percentuale sul «venduto», come gli agenti di commercio.
  Questo emendamento va nel senso di tutelare queste persone che si affacciano sul mondo del lavoro. Visto che vi rivolgete tutti ai giovani, questo è l'emendamento per i giovani: votatelo con coscienza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.96, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e sul quale i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  382   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 98

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.97, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Ragosta, Piccoli Nardelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  379   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Lavagno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cominardi 1.103.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, questo emendamento l'ho ribattezzato «emendamento Stiglitz» e lo cito nuovamente perché qualche settimana fa ho visto nell'Auletta dei gruppi molte, ma molte persone qui presenti spellarsi letteralmente le mani applaudendo ai ragionamenti fatti dallo Stiglitz, tra i quali vi era quello per cui la precarietà deve essere retribuita maggiormente. Ecco perché...

  PRESIDENTE. Mi perdoni onorevole Cominardi, onorevole Lavagno, sta parlando l'onorevole Cominardi.

  CLAUDIO COMINARDI. Ecco perché con questo emendamento vogliamo prevedere nei casi di cessazione, proroga o rinnovo del rapporto di lavoro a termine, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, una indennità aggiuntiva, proporzionata alla retribuzione complessiva dovuta al lavoratore, perché il contratto precario deve essere retribuito maggiormente in una situazione, un contesto e una società come questa dove non esistono dei paracaduti sociali, ovvero un reddito di cittadinanza che possa tutelare tutti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.103, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, D'Attorre, Folino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  383   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato sì  93    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'emendamento Brunetta 1.105.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Brunetta 1.105 formulato dal relatore.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Signor Presidente, questo emendamento al comma 8 intende specificare che la delega in materia di maternità, finalizzata a garantire adeguato sostegno alla genitorialità, sia attuata anche attraverso misure volte a implementare i congedi parentali. Ecco, questo è un emendamento che vuole andare Pag. 99a tutelare la famiglia e per questo il gruppo Forza Italia intende invitare tutti i partiti politici, non solo di opposizione, ma soprattutto anche quelli che in questo momento sono seduti al Governo, soprattutto quei partiti politici che si spendono in iniziative a favore della famiglia, a votare in favore di questo emendamento, perché altrimenti non si spiega come si possano rispettare certi principi quando a parole si professa una cosa e nei fatti si fa esattamente il contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il relatore di minoranza Placido si rimette all'Assemblea, mentre gli altri due relatori di minoranza esprimono parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  373   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Brunetta 1.106.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Brunetta 1.106 formulato dal relatore.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Signor Presidente, è un altro emendamento che va verso la tutela della famiglia, perché rimodula uno dei principi di delega in materia di maternità, prevedendo che la ricognizione delle categorie delle lavoratrici beneficiarie non avvenga gradualmente, bensì da subito.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.106, con il parere contrario della Commissione e del Governo, i relatori di minoranza Placido e Prataviera si rimettono all'Assemblea, mentre il relatore di minoranza Cominardi esprime parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 1.109, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Rizzetto, Segoni, Misuraca, Vignali...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  383   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  97    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 100
  Passiamo all'emendamento Prataviera 1.110. Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, approfittiamo della presenza di fatto quotidiana del Ministro Poletti per cercare di invitarlo a contribuire ai lavori di questo Parlamento: batta un colpo per verificare se stiamo sbagliando con il nostro emendamento – che va ovviamente nell'ottica di migliorare questo provvedimento – quando affermiamo che è molto chiaro l'intento contenuto in questo disegno di legge delega di abolire la detrazione per il coniuge a carico. Ovviamente non è dato sapere il quantum, cioè la quantificazione, perché verrà stabilita dai decreti successivi, però è certo che l'abolizione della detrazione significa, o meglio potrà significare, un taglio addirittura di 1.000 euro fino ai redditi di 25 mila euro annui. Questa sarebbe, di fatto, una batosta per tutte le famiglie, anche per le famiglie dei pensionati monoreddito. Questo ovviamente è il contrario che di quello che il Governo va dicendo, in particolare per quanto riguarda le politiche a favore delle famiglie e in particolare di quelle disagiate, quindi ci auguriamo che questo nostro emendamento colpisca nel segno e metta in luce le ambiguità di questo disegno di legge delega, che non ha confini precisi. È molto fumoso ma ha degli intenti ben chiari, che appunto vanno a colpire le famiglie svantaggiate in questo momento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 1.110, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld, Lainati, Fraccaro, Zardini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  380   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato sì  106    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Brunetta 1.111. Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.111, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il relatore Placido che si rimette all'Assemblea e il parere favorevole degli altri relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Caparini, Ragosta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  372   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato sì  123    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Brunetta 1.116. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Grazie Presidente, io penso che questo sia un emendamento di buon senso anche laddove la delega del Governo al comma 9 sembrerebbe prevedere un intento positivo. Questo emendamento però mira a specificare che la possibilità per un lavoratore dipendente Pag. 101di donare ad un proprio collega ore o giorni di riposo o congedo ordinario da utilizzare per assistere, per esempio, il figlio malato, non possa pregiudicare l'attività dell'impresa, o comunque ci debba essere per forza l'assenso del datore di lavoro. Pensiamo che questo sia assolutamente un emendamento di buon senso.

  ANTONIO PLACIDO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO, Relatore di minoranza. Su questo emendamento esprimiamo parere contrario, credo ci sia stato un equivoco...

  PRESIDENTE. Bene, la rimessione all'Aula diventa parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.116, con il parere contrario della Commissione, del Governo, e dei relatori di minoranza Placido e Prataviera, mentre si rimette all'aula il relatore di minoranza Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, D'Attorre.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  299   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato  21    
    Hanno votato no  278.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.117, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza Prataviera e Placido, mentre il relatore di minoranza Cominardi si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliaro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  298   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato  21    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo all'emendamento Prataviera 1.118. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. L'onorevole Calabria annuncia la condivisione di questo emendamento perché è un emendamento di buon senso. Infatti, mentre si parla di creare nuovi posti di lavoro, non c’è di fatto una tutela per i posti di lavoro che già ci sono. L'ultimo caso emblematico che questo emendamento mira a denunciare è quello evidenziato pochi giorni fa, il 21 novembre, a mezzo stampa e relativo ad una donna di 52 anni – impiegata da ben 25 anni in un'azienda di Terni, la Basell Poliolefine Italia s.r.l., una multinazionale americana – che, di fatto, è rientrata al lavoro dopo aver lottato per 3 anni contro un cancro al seno. Purtroppo però, il 17 novembre scorso, è arrivata la lettera di licenziamento solo per lei senza preavviso. L'azienda ha precisato che si tratta di un semplice processo di riorganizzazione, ma la motivazione suscita per noi una perplessità trattandosi dell'unico esubero su circa 130 unità. L'emendamento che propongo, di fatto estende delle Pag. 102garanzie anche alle lavoratrici ed ai lavoratori autonomi affetti da malattie oncologiche, ovvero che hanno dei genitori o figli minori affetti da malattie oncologiche.
  Quindi, si tratterebbe di un emendamento di buonsenso a favore di chi si ritrova, in un momento buio e difficile della propria vita, a lottare per sé o per un suo caro, e che, contemporaneamente, deve anche avere un sistema minimo, minimo, di tutela che lo aiuti.
  Quindi, spero, auspico, che, con questo nostro ultimo tentativo, con questo nostro ultimo emendamento proposto all'Assemblea come Lega Nord, si possa rivedere la scelta, la posizione tenuta finora. E continuo a parlare, anche se avrei concluso il mio tempo, perché vedo...

  PRESIDENTE. Onorevole Damiano !

  EMANUELE PRATAVIERA. No, no, Presidente. Vedo un interessamento da parte del presidente della Commissione. Propongo, eventualmente, se vi fosse la possibilità, visto che, appunto, si tratterebbe di un'evoluzione positiva del disegno di legge delega, casomai anche due minuti di pausa, per fare in modo che, eventualmente, la maggioranza si possa incontrare e fare le proprie valutazioni.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Prataviera. Vi sono altri che intendono intervenire ? Il Governo intende parlare ?
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia a questo emendamento.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, su questo punto, se l'onorevole Prataviera fosse d'accordo a ritirare l'emendamento, il relatore e il Governo sarebbero d'accordo per un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera ?

  EMANUELE PRATAVIERA. Proponiamo l'accantonamento e, se non fosse possibile, chiediamo di metterlo in votazione.

  PRESIDENTE. No, l'accantonamento mi pare che non sia all'ordine del giorno. La possibilità che avanza il Governo, attraverso il relatore, ma, in realtà, è il Governo che ha la potestà in questo senso, è di dare un parere favorevole su un eventuale ordine del giorno.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, è, ovviamente, immagino, una richiesta, ed è una richiesta avanzata dal presentatore dell'emendamento, nonché membro del Comitato dei nove, Prataviera, chiedere se il Governo e il relatore, Presidente, fossero disponibili a fare una riflessione più approfondita, accantonare l'emendamento perlomeno fino alla fine degli altri emendamenti, così da poter approfondire il tema.
  Visto che l'onorevole Prataviera, come ha appena dichiarato, non sarebbe disponibile ad un ordine del giorno e visto, comunque, che è un tema importante, non vedo perché non si possa prendere un attimo di tempo in più, così che, vista la buona volontà, che mi sembra di percepire su questo argomento, del Governo e della maggioranza, si possa riflettere e vedere di poter votare l'emendamento successivamente. Ovviamente, è una richiesta che deve venire dal relatore e dal Governo, non v’è dubbio.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, ovviamente, ho riportato e ho, diciamo, percepito dal relatore e presidente della Commissione, Pag. 103Damiano, che il massimo a cui si poteva arrivare era di riportare il parere favorevole del Governo su un possibile ordine del giorno. Mi pare che non vi fosse la disponibilità all'accantonamento e, avendo ascoltato il relatore, ovviamente, ne ho tratto le conseguenze. Adesso, però, noi dobbiamo decidere, onorevole Prataviera, se lei ritira o meno questo emendamento, perché, altrimenti, lo dobbiamo mettere in votazione con il parere contrario. Che facciamo ?

  EMANUELE PRATAVIERA. Lo mettiamo in votazione.

  PRESIDENTE. Sta bene, lo votiamo con il parere contrario del Governo. È chiaro che, una volta votato – lei questo lo sa perfettamente –, non si può più presentare l'ordine del giorno, e quindi muore qui.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 1.118, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  363   
   Votanti  360   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  236.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Terzoni e Labriola hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'emendamento Brunetta 1.120. Onorevole Rosato, le chiedo scusa.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Signor Presidente, al comma 9, lettera f), la delega prevede un'integrazione dell'offerta di servizi per l'infanzia forniti dalle aziende e dai fondi o enti bilaterali nel sistema pubblico-privato dei servizi alla persona.
  L'emendamento proposto dal gruppo Forza Italia specifica che tale promozione, tale integrazione, sia facoltativa e, comunque, oggetto di specifici meccanismi di incentivazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brunetta 1.120, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza Cominardi e sul quale i relatori di minoranza Placido e Prataviera si rimettono all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Berlinghieri ha votato... ci sono altri che non riescono a votare ? Non mi pare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  363   
   Votanti  348   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore per la maggioranza e che insiste per la votazione dell'emendamento Palese 1.121.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.121, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza Pag. 104Prataviera e Cominardi e sul quale il relatore di minoranza Placido si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Di Lello, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  365   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  240.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Tripiedi 1.122.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Tripiedi 1.122, formulato dal relatore per la maggioranza.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, in questo emendamento si chiede, dopo le parole «e della paternità», di aggiungere le seguenti: «introducendo il congedo di paternità obbligatorio, da concordare con l'azienda, che preveda l'astensione dal lavoro per un periodo fino a 30 giorni fruibili in modo continuativo o frazionato, durante il periodo del congedo di maternità».
  Cosa voglio dire con quest'emendamento ? Allarghiamo a trenta giorni il congedo di paternità per quei padri che vanno a sostegno delle madri, perché si sa che prima e dopo il parto le madri sono da sole ed in difficoltà con un figlio. Si cerca di estendere almeno per trenta giorni. Si dà la possibilità al padre di stare un mese, che sceglierà lui, vicino alla propria famiglia. Magari ci sono casi in cui i genitori non hanno i nonni e non hanno un sostegno e non hanno la possibilità di affidarsi a società esterne, come asili nido o qualcuno che gli dà una mano. Quindi il padre dà una mano semplicemente a quelle mamme che sono in difficoltà. Trenta giorni di tempo che si possono benissimo concordare con l'azienda. Più di così ? Nel senso che si va a dare una mano a quei padri che vogliano dare una mano alla propria moglie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tripiedi 1.122, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  362   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e insistono per la votazione dell'emendamento Rostellato 1.124.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 1.124, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Tartaglione, Sorial, Malpezzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 105
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  363   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Le chiedo scusa, onorevole Ragosta, non l'avevo vista.
  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e insistono per la votazione dell'emendamento Rostellato 1.131.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, intanto vorrei apporre la mia firma a questo emendamento. C’è un errore, io avevo depositato un emendamento simile, anzi forse uguale. Comunque, questo emendamento mira alla revisione della disciplina che prevede per la lavoratrice autonoma un periodo di fermo di cinque mesi in maternità come condizione per poter usufruire della relativa indennità.
  Questo problema ci è stato segnalato da diverse associazioni, perché la condizione della lavoratrice autonoma ovviamente non è una condizione di lavoro subordinato, quindi comporta rischi, comporta la selezione di clienti, comporta, quindi, maggior onere dal punto di vista organizzativo per la lavoratrice. In quei cinque mesi può capitare, anche per conservare il cliente stesso, di dover effettuare un lavoro di tipo sporadico, una prestazione di tipo sporadico.
  Quindi, per questo, per il fatto che diventa più difficile per una lavoratrice autonoma mantenere le condizioni e mantenere la clientela all'interno di questo periodo, senza effettuare lavori, si ha anche la condizione che consente di verificare una post fatturazione della prestazione stessa. Quindi, la lavoratrice lavora, non fattura e poi fattura in modo posteriore. Pertanto, rappresentante del Governo, visto che vedo che fa segno di sì, probabilmente questa è una problematica che già conoscete, perché le associazioni, come contattano noi, contatteranno anche voi. Penso che sia una condizione sufficiente, necessaria per poter lavorare con tranquillità, senza dover superare quella che è la normativa e consentire, quindi, alle lavoratrici il loro impegno, anche in quella sezione di maternità, di periodo – sì – particolare, però che consenta loro di effettuare prestazioni sporadiche per non perdere il cliente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 1.131, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi e su cui il relatore di minoranza Prataviera si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  356   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  94    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione sull'emendamento Ciprini 1.132.

  TIZIANA CIPRINI. Qui inizia una serie di tre emendamenti che riguardano la flessibilità dell'orario di lavoro. Se di flessibilità dobbiamo parlare nel mondo del lavoro, che non si parli di flessibilità del lavoratore, cioè di flessibilità in uscita, ossia di licenziamenti più facili. Ma vorremmo che quando si parla di flessibilità si parlasse di flessibilità sul lavoro, quindi Pag. 106anche sull'orario di lavoro. Ovvero vorremmo introdurre, anche in via sperimentale, tutta una serie di strumenti per rendere più flessibile l'orario di lavoro e per renderlo più elastico. Questo per stimolare l'efficienza e la produttività del lavoro, a vantaggio delle aziende, ma anche con una maggiore soddisfazione per i lavoratori.
  E questo emendamento riguarda l'introduzione del cosiddetto tempo di gruppo, team o staff, che deriva dall'esperienza tedesca. Con questo emendamento vorremmo proporre di prevedere, anche in via sperimentale, interventi normativi volti a promuovere e introdurre la possibilità in capo a un gruppo di lavoratori, detto appunto team o staff, di determinare e stabilire la distribuzione oraria della propria prestazione lavorativa in funzione delle esigenze di vita di ciascun lavoratore e in funzione del raggiungimento di un determinato compito o obiettivo affidatogli dall'azienda, senza alcuna diminuzione della retribuzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, con questo emendamento e con i successivi cerchiamo di dare, con l'intento di fare qualcosa di propositivo, una visione diversa del mondo del lavoro. Io vi faccio degli esempi che sono già realtà. Richard Branson, che è il numero uno della Virgin, in alcune delle sue realtà produttive ed aziendali, ha abolito l'orario di lavoro e le ferie, dando la possibilità al lavoratore di gestirsi tutta quella che è la propria attività, però senza far venir meno gli obiettivi. Stessa cosa fa Larry Page, numero uno della Google. Questa forma di flessibilità vera, che dà modo di istituire all'interno del contesto lavorativo una sorta di comunità, per cui ci si scambia le ore in base alle esigenze, è un qualcosa di rivoluzionario. Quindi, cercando anche di ricordare un grande industriale qual è Olivetti, che parlava di fabbrica della comunità, io credo che questo emendamento vada proprio in quel senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, solo per confermare che questa condizione di flessibilità del lavoro, che consente anche alle donne di conciliare meglio il lavoro con la famiglia, è stata pure introdotta nella mozione che di recente è stata votata in quest'Aula e che parla proprio della parità di genere e della parità all'interno delle situazioni lavorative. Quindi, andiamo nella direzione di un qualcosa su cui il Governo ha già votato a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 1.132, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole dei relatori di minoranza Placido e Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Ascani, Basso, Fratoianni, Rizzo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  364   
   Votanti  360   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  92    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Ciprini 1.133. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ciprini 1.133.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, anche con questo emendamento si chiede Pag. 107al Governo di prevedere in via sperimentale interventi normativi volti a introdurre la possibilità in capo al lavoratore di mettere a disposizione del datore di lavoro un monte ore, la cosiddetta banca ore, per svolgere l'attività lavorativa, da utilizzare in modo variabile, a seconda delle esigenze produttive, nell'ambito di archi temporali predefiniti, ferma restando la retribuzione del lavoratore, anche per periodi di non lavoro, da utilizzare per esigenze personali. Si prevede anche un conguaglio delle ore del periodo di non lavoro in caso di successiva cessazione dell'attività dell'azienda. Anche questo emendamento, appunto, mira a introdurre degli aspetti innovativi, quindi di visione del lavoro, che riguardano la flessibilità dell'orario di lavoro, che nulla ha a che fare con la flessibilità nel licenziare. Questo è volto anche a umanizzare il lavoro e a favorire l'aspetto creativo sul lavoro.
  Tutto questo perché non vorremmo che con l'arrivo di tutte queste multinazionali che Renzi si illude che arrivino a braccia aperte dopo che si è smantellato il mercato del lavoro e resi più facili i licenziamenti e le paghe siano state ridotte alla fame, non vorremmo appunto che quando arriveranno queste multinazionali – se verranno queste multinazionali – il lavoratore sia ridotto a un ingranaggio della catena di montaggio esattamente come avviene nella fabbrica cinese Foxconn che da diversi anni a questa parte è interessata da un numero elevatissimo di suicidi, perché le persone vengono ridotte a lavorare in una sorta di batteria per allevamento intensivo di polli dove la gente lavora in fabbrica con orari massacranti e non può togliere lo sguardo da quel pezzo di microelettronica che andrà poi a comporre i nostri iPad. Ebbene queste persone lavorano per tante ore al giorno nella monotonia di un lavoro sempre uguale e arrivano ad alienarsi completamente e l'unica strada che poi vedono questi lavoratori è quella del suicidio. Proprio per andare contro questo sfruttamento del lavoratore ridotto a mera manovalanza, ad ingranaggio anonimo di una macchina, volevo proporre modalità di lavoro alternative, creative, facendo uso anche di quella innovazione tecnologica di cui prima si è parlato, di cui ad esempio un'altra forma è il telelavoro. Quindi adesso abbiamo a disposizione delle tecnologie che permettono agli individui di liberare tempo della loro vita da dedicare, ad esempio, ad attività creative e questo si ripercuote ed ha effetti positivi poi anche sulla prestazione lavorativa, quindi è un momento della produttività anche per il datore di lavoro. Questo è il senso dell'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. La collega Ciprini ha menzionato il caso della Foxconn. Quest'ultima è una multinazionale cinese che produce componenti elettroniche che troviamo negli smartphone, nei tablet e quant'altro. Vi racconto una cosa assurda ma è vera, la potete trovare. La comunità internazionale, a seguito dei suicidi e tentati suicidi, ha richiamato la multinazionale per frenare questo fenomeno e la risposta della dirigenza della multinazionale Foxconn è stata: non preoccupatevi metteremo delle reti di protezione attorno ai palazzi della Foxconn. Non sono barzellette, perché si gettavano dai palazzi della multinazionale e dagli stabilimenti. Questa è verità storica assurda. Cerchiamo di non arrivarci e di non cinesizzare l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 1.133, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza Placido e Cominardi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione... Milanato... Palma... Di Lello...Pag. 108
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  372   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  96    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciprini 1.134.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ciprini 1.134 formulato dal relatore.

  TIZIANA CIPRINI. Questo è il terzo ed ultimo nostro emendamento sulla flessibilità dell'orario di lavoro, ma vedo che quest'Aula non gradisce e ce li respinge a raffica. Evidentemente vi piace di più la concezione del lavoratore tritato dalla catena di montaggio. Quindi un lavoratore che non lavora, che non esprime la propria creatività, che non integra l'ambiente di lavoro con il proprio ambiente vitale, realizzando la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. Ma preferite un lavoratore che sia addestrato al lavoro.
  Questo era il terzo emendamento che andava in favore dell'orario scorrevole, che, tra l'altro, viene anche utilizzato già in alcune pubbliche amministrazioni. In altri termini, si vuole favorire la scelta – la scelta – del lavoratore di determinare, in maniera flessibile e liberamente, l'inizio e il termine dell'orario di lavoro giornaliero per lo svolgimento della prestazione lavorativa nel rispetto di una fascia di presenza obbligatoria, compatibilmente, ovviamente, con le esigenze organizzative e produttive del datore di lavoro.
  Ad esempio, se qualcuno ha necessità di entrare un po’ più tardi in ufficio perché deve accompagnare i bambini a scuola, con l'orario scorrevole lo può fare liberamente. È questa la ratio: un lavoro umanizzato, che rispetta l'individuo, che dà spazio alla creatività, al valore del tempo. Questa è l'ultima possibilità che vi diamo per chiedervi di appoggiare questa nostra visione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, questo è un altro emendamento-proposta, lo ha illustrato bene la mia collega Ciprini: va nel senso della modernità della società, perché non si chiede flessibilità solo in uscita. Noi proponiamo flessibilità sul lavoro e questo è un esempio di flessibilità buona, perché le persone sono in grado di organizzare i propri tempi, i tempi familiari, conciliando famiglia e lavoro.
  Quindi, non capisco perché vi riempite la bocca, in TV e sui giornali, di famiglia e lavoro e non potete approvare un emendamento ad una delega; non è neanche un decreto-legge, è una delega. Quindi, non vedo perché un principio che vi vendete in televisione e sui giornali non potete approvarlo: solo e semplicemente perché è a firma del MoVimento 5 Stelle ? Spiegatemi questo. Quindi, invito anche il Governo a rivalutare il proprio parere su questo emendamento. Avrei voluto intervenire anche sui precedenti, ma intervengo su questo come ultima spiaggia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 1.134, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e con il parere favorevole degli altri due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matteo Bragantini, Boccuzzi.Pag. 109
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  369   
   Votanti  366   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  92    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cominardi 1.135.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cominardi 1.135 formulato dal relatore.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, quello che sto per illustrarvi è un emendamento di visione, proiettato nel futuro, che vuole considerare quello che è il processo di trasformazione epocale a cui si sta trovando di fronte la nostra società. A cosa mi riferisco ? Mi riferisco al progresso tecnologico. C’è uno studio molto autorevole dell'organizzazione dell'Oxford Institute, che prevede che, nei prossimi vent'anni, scomparirà il 44 per cento delle professioni e i nuovi mercati non saranno in grado di compensare quelli che sono i lavori che poi andranno a venir meno. Questo cosa comporterà ? Comporterà un sempre maggior numero di persone che rimarranno senza lavoro, che non saranno in grado di ricollocarsi nel mercato del lavoro e, nel contempo, creerà dei problemi di carattere macroeconomico.
  È stato fatto un documentario molto interessante dall'economista Robert Reich, ex consulente economico di Bill Clinton, che dimostra quanto aumentino i profitti per tutte quelle aziende che, soprattutto, investono nel settore dell’Information and communication technology, e che, con un numero ridotto di lavoratori, si riesce a fare dieci volte tanto i profitti rispetto a quelle aziende che, magari, investivano in beni immateriali, che, però, non consentono di avere la medesima redistribuzione attraverso lo stesso numero di assunzioni.
  Quindi, si crea un fenomeno per cui la classe media viene sempre meno perché viene espulsa dal mercato del lavoro, non riesce a reintrodursi e le masse di denaro vengono concentrate sempre nelle mani di poche persone. E Robert Ray, intervistando degli imprenditori tra i più ricchi e più influenti d'America, ha fatto notare quanto si crei proprio un problema per cui i beni di carattere materiale non si riescono più a vendere, perché ? Perché la classe media sta scomparendo.
  Quindi, una delle azioni che si potrebbe fare, in questo emendamento lo si vuol fare proprio in proiezione futura, è ridurre progressivamente l'orario di lavoro perché oggi abbiamo la tecnologia, abbiamo l'intelligenza, abbiamo la conoscenza per riuscire a produrre con un terzo della materia – e ne trarrebbe giovamento anche l'ambiente – un terzo dell'energia e un terzo delle ore lavorate.
  Ecco, cerchiamo di guardare un attimino in prospettiva. Io vi voglio fare degli esempi, perché questa non è fantascienza. Un esempio su tutti è la multinazionale della Amazon; la Amazon praticamente ha dato un esempio di logistica per cui si dimostra che con una presenza minima di lavoratori nei magazzini, che sono enormi e fanno una attività incredibile, si riesce veramente a creare produttività a livelli tali da non necessitare, appunto, di tanti lavoratori ed avere costi irrisori. Addirittura si è arrivati al punto che la Amazon ha sperimentato dei droni che ti trasportano, nell'arco di 15 chilometri, il pacchetto, il libro, il prodotto.
  Quindi bisogna arrivare a guardare in una ottica per cui se noi oggi abbiamo la tecnologia per liberarci della schiavitù del lavoro, perché il lavoro è una parte importante della vita ma non deve essere tutta la nostra vita, potrebbe portare veramente ad una azione di tipo rivoluzionario perché avremmo anche il tempo di vivere insieme agli altri, con la nostra famiglia, cosa che ci sta mancando proprio dal punto di vista sociale. Quindi, per questa ragione vi chiedo di votare questo emendamento.

Pag. 110

  PRESIDENTE. Onorevole Calabria mi è parso di avvertire il suo interesse ad intervenire su questo emendamento ? No, bene. Vi sono altri che intendono intervenire ?
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cominardi 1.135, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera e il parere favorevole degli altri relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Paola Bragantini, Oliverio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  364   
   Votanti  361   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  93    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.138, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Prataviera mentre gli altri relatori di minoranza si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cinzia Fontana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  359   
   Votanti  261   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  131   
    Hanno votato  25    
    Hanno votato no  236.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e la deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.139, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Tancredi, Fioroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  360   
   Votanti  347   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  18    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà – ascoltate, colleghi – nella seduta di domani, con un ultimo emendamento che abbiamo lasciato da esaminare, al fine di consentire, come richiesto dai rappresentanti dei gruppi, la possibilità di presentare ulteriori ordini del giorno. A tale fine, per consentire un ordinato svolgimento dei lavori e per permettere al Governo di prendere conoscenza degli ulteriori ordini del giorno che saranno presentati, se non vi sono obiezioni, il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato per le ore 9 di domani mattina, martedì 25 novembre. Avverto che al primo punto dell'ordine del giorno della seduta di domani, martedì 25 novembre, sarà iscritto l'esame e la votazione della questione pregiudiziale riferita al decreto-legge recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero e gli adempimenti relativi alle armi per uso Pag. 111scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o gas compresso destinate all'attività amatoriale e agonistica.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, lei con lo spostamento della possibilità di presentare ordini del giorno fino a domani mattina alle 9, mi manda a nozze, perché vista la fine che fanno e il valore che dà il Governo a tutti gli ordini del giorno, noi non siamo d'accordo e proponiamo invece di chiudere la possibilità di presentare ordini del giorno nella serata, alle 22, perché è solo una perdita di tempo per l'Aula e per tutto, ed è un insulto continuo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, le chiedo scusa, proviamo a intenderci: tecnicamente è impossibile impedire che ci sia la presentazione fino alle ore 9 perché è rimasto un emendamento e, come lei sa, gli ordini del giorno si possono presentare fino a che non è approvato l'ultimo emendamento, ed era questo il ragionamento che era stato fatto. Quindi, l'invito che rivolgevo ai gruppi era di individuare nelle 9, magari poi c’è la possibilità per gli uffici di allestire i fascicoli, come è necessario, e anche per tutti i colleghi che lo ritengono di prendere visione, oltre che al Governo che deve esprimere i pareri, dei testi che sono stati eventualmente presentati. Quindi, tecnicamente non è possibile impedire che fino alle 9 non vi sia la possibilità di presentare ordini del giorno.
  Onorevole Sibilia, le dovevo una risposta, poi lei ovviamente farà le considerazioni che ritiene. Io non ho mai sostenuto che da parte del MoVimento 5 Stelle fosse messa in atto una pagliacciata, la mia frase testuale – e non era rivolta al MoVimento 5 Stelle, come lei potrà vedere anche dal resoconto stenografico – siccome l'onorevole Fraccaro accusava il Presidente di non aver espulso alcuni deputati del MoVimento 5 Stelle per non far perdere la faccia ai suoi colleghi del Partito Democratico, io ho detto semplicemente: sto cercando di evitare di trasformare quest'Aula in un asilo infantile, non sto cercando di salvare la faccia di nessuno. Quindi, non ho fatto riferimento a nessuno nello specifico, ma mi ponevo il problema semplicemente di non trasformare l'Aula, per azioni e reazioni, in un asilo infantile. Era solo per dovere di rettifica.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

  PRESIDENTE. Comunico che in data 21 novembre 2014 il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro la senatrice Erika Stefani in sostituzione del senatore Jonny Crosio, dimissionario, e la senatrice Linda Lanzillotta in sostituzione del senatore Gianluca Susta, dimissionario.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,25).

  SAMUELE SEGONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, vorrei portare a conoscenza dell'Aula un buco normativo, relativamente alla caratterizzazione delle acque potabili. Praticamente, un buco nell'acqua.
  Mi è stato segnalato da degli attivisti della Versilia.
  A Pietrasanta si sono accorti di avere il tallio nell'acqua dell'acquedotto – non taglio, ma tallio – che è un elemento chimico, che è abbastanza noto in letteratura scientifica, fa male e non andrebbe bevuto.
  Ciò nonostante, nel decreto legislativo n. 31 del 2001 il tallio non compare tra gli elementi da ricercare per determinare la potabilità dell'acqua.Pag. 112
  Per non avere acqua formalmente potabile ma non salutare, il MoVimento 5 Stelle ha già da tempo depositato una proposta di legge (DAGA n. 2367) sulla qualità delle acque.
  Inoltre, venerdì scorso ho personalmente depositato un'interrogazione in cui chiediamo al Ministro della salute di riempire questo buco normativo. Speriamo che il Ministro non faccia un buco nell'acqua.

  GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, faccio un intervento di fine seduta perché ho letto poco fa un articolo sul quotidiano Sanità che parla di un megatavolo di lavoro che dovranno fare per la sostenibilità dei servizi sanitari. Allora, guardi Presidente, io dico semplicemente che non se ne può più, cioè non se ne può più di questi continui attacchi al concetto di sanità pubblica. Il tavolo sarà organizzato con uno stakeholder e dicono sia importante che vi sia un'azienda farmaceutica; ad ogni modo, gli stakeholder della sanità sono i cittadini, non sono le aziende farmaceutiche. Una, due; delle tre direttrici di cui parlano, la prima è la prevenzione, ma mi scusi, venite a parlare di prevenzione in un Paese dove abbiamo un Presidente del Consiglio che fa inceneritori e trivellazioni ? Ancora non ha capito che le diossine provocano il cancro ? Allora, un concetto semplicissimo: per il MoVimento 5 Stelle la sanità è sostenibile ed è pubblica, «pubblica» e se la devono scolpire nel cervello questa parola. La sanità pubblica è incompatibile con la sanità privata: non c’è compatibilità, il concetto è chiaro e il tavolo il signor Ricciardi, che è anche il commissario dell'Istituto superiore di sanità, non lo può fare mentre fa il commissario dell'Istituto superiore di sanità, perché due cose contemporaneamente – mi insegnava mia madre – bene non vengono: se ne fa una e la si fa bene.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Martedì 25 novembre 2014, alle 9,30:

  1. – Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 18 novembre 2014, n. 168, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero e gli adempimenti relativi alle armi per uso scenico, nonché ad altre armi ad aria compressa o gas compresso destinate all'attività amatoriale e agonistica (C. 2727).

  2. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 1428 – Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro (Approvato dal Senato) (C. 2660-A).
  — Relatori: Damiano, per la maggioranza; Placido, Prataviera e Cominardi, di minoranza.

  La seduta termina alle 20,30.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2660-A – em. 1.1 372 371 1 186 126 245 77 Resp.
2 Nom. em. 1.3 373 362 11 182 91 271 75 Resp.
3 Nom. em. 1.5 391 362 29 182 106 256 75 Resp.
4 Nom. em. 1.9 393 377 16 189 92 285 75 Resp.
5 Nom. em. 1.10 396 393 3 197 131 262 75 Resp.
6 Nom. em. 1.14 398 375 23 188 112 263 74 Resp.
7 Nom. em. 1.19 393 308 85 155 49 259 74 Resp.
8 Nom. em. 1.20 396 355 41 178 97 258 73 Resp.
9 Nom. em. 1.22 397 382 15 192 95 287 73 Resp.
10 Nom. em. 1.23 393 304 89 153 48 256 73 Resp.
11 Nom. em. 1.26 388 388 195 16 372 74 Resp.
12 Nom. em. 1.36 392 320 72 161 66 254 73 Resp.
13 Nom. em. 1.37 386 384 2 193 104 280 74 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.42 389 375 14 188 99 276 73 Resp.
15 Nom. em. 1.46 383 379 4 190 133 246 73 Resp.
16 Nom. em. 1.49 388 298 90 150 50 248 74 Resp.
17 Nom. em. 1.50 370 281 89 141 46 235 75 Resp.
18 Nom. em. 1.53 381 379 2 190 78 301 75 Resp.
19 Nom. em. 1.55 354 349 5 175 93 256 74 Resp.
20 Nom. em. 1.56 346 286 60 144 22 264 83 Resp.
21 Nom. em. 1.58 385 382 3 192 93 289 82 Resp.
22 Nom. em. 1.59 396 391 5 196 101 290 82 Resp.
23 Nom. em. 1.61 382 373 9 187 97 276 82 Resp.
24 Nom. em. 1.63 395 365 30 183 97 268 79 Resp.
25 Nom. em. 1.64 390 383 7 192 96 287 78 Resp.
26 Nom. em. 1.68 384 378 6 190 110 268 76 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.71 384 382 2 192 32 350 76 Resp.
28 Nom. em. 1.72 386 385 1 193 34 351 77 Resp.
29 Nom. em. 1.73 381 378 3 190 99 279 76 Resp.
30 Nom. em. 1.74 387 383 4 192 95 288 75 Resp.
31 Nom. em. 1.75 406 360 46 181 93 267 75 Resp.
32 Nom. em. 1.76 409 406 3 204 112 294 75 Resp.
33 Nom. em. 1.78 397 381 16 191 100 281 75 Resp.
34 Nom. em. 1.79 397 394 3 198 113 281 74 Resp.
35 Nom. em. 1.80 404 401 3 201 104 297 74 Resp.
36 Nom. em. 1.81 391 388 3 195 95 293 72 Resp.
37 Nom. em. 1.84 389 386 3 194 114 272 72 Resp.
38 Nom. em. 1.88 397 395 2 198 105 290 72 Resp.
39 Nom. em. 1.89 383 379 4 190 91 288 73 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.90 384 299 85 150 16 283 73 Resp.
41 Nom. em. 1.91 386 373 13 187 89 284 72 Resp.
42 Nom. em. 1.93 388 383 5 192 92 291 72 Resp.
43 Nom. em. 1.94 383 369 14 185 91 278 72 Resp.
44 Nom. em. 1.96 386 382 4 192 102 280 72 Resp.
45 Nom. em. 1.97 381 379 2 190 104 275 72 Resp.
46 Nom. em. 1.103 384 383 1 192 93 290 72 Resp.
47 Nom. em. 1.105 373 373 187 130 243 72 Resp.
48 Nom. em. 1.106 386 386 194 131 255 72 Resp.
49 Nom. em. 1.109 385 383 2 192 97 286 72 Resp.
50 Nom. em. 1.110 381 380 1 191 106 274 72 Resp.
51 Nom. em. 1.111 375 372 3 187 123 249 72 Resp.
52 Nom. em. 1.116 380 299 81 150 21 278 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 1.117 371 298 73 150 21 277 72 Resp.
54 Nom. em. 1.118 363 360 3 181 124 236 72 Resp.
55 Nom. em. 1.120 363 348 15 175 103 245 72 Resp.
56 Nom. em. 1.121 367 365 2 183 125 240 72 Resp.
57 Nom. em. 1.122 365 362 3 182 104 258 72 Resp.
58 Nom. em. 1.124 366 363 3 182 108 255 72 Resp.
59 Nom. em. 1.131 371 356 15 179 94 262 72 Resp.
60 Nom. em. 1.132 364 360 4 181 92 268 73 Resp.
61 Nom. em. 1.133 375 372 3 187 96 276 72 Resp.
62 Nom. em. 1.134 369 366 3 184 92 274 72 Resp.
63 Nom. em. 1.135 364 361 3 181 93 268 72 Resp.
64 Nom. em. 1.138 359 261 98 131 25 236 72 Resp.
65 Nom. em. 1.139 360 347 13 174 18 329 72 Resp.