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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 325 di mercoledì 5 novembre 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 9.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 novembre 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Bindi, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Casero, Cirielli, Costa, Dambruoso, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Di Salvo, Epifani, Fedriga, Ferrante, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Guerra, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Marotta, Meta, Orlando, Pes, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Speranza, Tabacci, Turco, Velo, Vignali, Vito e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1612 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, recante misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile (Approvato dal Senato) (A.C. 2681) (ore 9,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2681: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, recante misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2681)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2681). Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.
  Invito, quindi, il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2681/1, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «valutare l'opportunità di adottare misure che sgravino i tribunali dagli attuali carichi di lavoro mediante l'aumento delle competenze civili dei giudici onorari, nell'ambito Pag. 2di un'organica riforma della magistratura onoraria, ferma restando la natura onoraria e temporanea dell'incarico, a norma dell'articolo 106 della Costituzione».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2681/2, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole: «ad intervenire con urgenza» con le seguenti: «a valutare l'opportunità di intervenire nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gebhard n. 9/2681/3, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo le parole da: «a valutare» fino a: «l'autorità competente» con le seguenti: «a valutare, dopo un congruo periodo di sperimentazione, la necessità di interventi correttivi, anche volti a modificare l'autorità competente».
  Sull'ordine del giorno Schullian n. 9/2681/4, siccome si parla di compensi arbitrali in materia di contratti pubblici, e non sono pervenuti i pareri, in quanto riguarda sia il MEF, che il MIT, perché si tratta degli arbitri previsti nel decreto ministeriale n. 398 del 2000, secondo noi, esula dalla nostra competenza come Ministero della giustizia.

  PRESIDENTE. Abbia pazienza, però, il Governo è rappresentato nella sua unicità e, quindi, bisogna esprimere i pareri, comunque sia.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo quindi di accantonarlo e di esaminarlo per ultimo, così intanto lo possiamo verificare.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Alfreider n. 9/2681/5, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare, dopo un congruo periodo di sperimentazione, l'opportunità di adottare disposizioni meno rigorose in materia di incompatibilità e conflitto di interessi dei mediatori».
  Il Governo esprime parere favorevole anche sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2681/6, però previa riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare, in sede di approvazione della riforma organica della magistratura onoraria e di eventuale aumento di competenza per valore del giudice di pace, la possibilità di disporre il trasferimento al giudice onorario delle cause pendenti e rientranti nei nuovi criteri di competenza».
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno Attaguile n. 9/2681/7, il Governo esprime un parere simile a quello sull'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2681/1. Quindi, se vuole, rileggo la motivazione, e comunque rinvio al parere favorevole, previa la riformulazione già indicata per l'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2681/1.

  PRESIDENTE. Con la stessa riformulazione, quindi.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, stessa riformulazione.
  Il Governo sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2681/8, con la stessa motivazione riferita all'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2681/1, esprime parere favorevole con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2681/1.
  Il Governo anche sugli ordini del giorno Bossi n. 9/2681/9, Matteo Bragantini n. 9/2681/10, Busin n. 9/2681/11, Caon n. 9/2681/12, Caparini n. 9/2681/13, n. Fedriga 9/2681/14, Giancarlo Giorgetti n. 9/2681/15...

  PRESIDENTE. Però ci dica prima cosa, perché sennò noi scorriamo gli ordini del giorno, ma non sappiamo di che cosa lei stia parlando. Qual è il parere su questi ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Allora, ordine del giorno Bossi n. 9/2681/9, magistratura onoraria...

  PRESIDENTE. Non voglio sapere il contenuto...

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Allora, il parere è favorevole previa riformulazione.

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  PRESIDENTE. La riformulazione è identica per tutti ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Esatto, la ripeto. È quella espressa per l'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2681/1: «valutare l'opportunità di adottare misure che sgravino i tribunali dagli attuali carichi di lavoro mediante l'aumento (...)».

  PRESIDENTE. Va bene così. Quindi, questa riformulazione vale per gli ordini del giorno Bossi n. 9/2681/9, Matteo Bragantini n. 9/2681/10, Busin n. 9/2681/11, Caon n. 9/2681/12...

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, e la stessa riformulazione è anche per gli ordini del giorno Caparini n. 9/2681/13, Fedriga n. 9/2681/14 e Giancarlo Giorgetti n. 9/2681/15.

  PRESIDENTE. Sta bene. Quindi questi sono tutti riformulati con «valutare l'opportunità di» ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Esatto, e con la stessa motivazione relativa all'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2681/1.

  PRESIDENTE. Perfetto, va bene. Ho come la sensazione che sarà una lunga mattinata, se andiamo di questo passo, quindi cerchiamo di sveltire.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2681/16, con questa riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo ad adottare un espresso regime transitorio per i magistrati onorari in servizio alla data di entrata in vigore della riforma della magistratura onoraria, fissando un limite massimo di età e subordinando la permanenza nell'incarico al giudizio di idoneità».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2681/17 tout court, perché l'ordine del giorno...

  PRESIDENTE. Perfetto, sulla motivazione sorvoliamo, perché ci sono 135 ordini del giorno, altrimenti arriviamo a domani notte.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2681/18...

  PRESIDENTE. Sta bene.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia.. ..previa riformulazione.

  PRESIDENTE. Allora, c’è una riformulazione. Se lei ci dice «parere favorevole» ci inganna. Ci dica «riformulazione». Quale è la riformulazione ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. «Impegna il Governo a valutare la necessità, dopo un congruo periodo di monitoraggio dei profili attuativi delle disposizioni in materia di geografia giudiziaria, di adottare puntuali modifiche delle disposizioni contenute nei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012 (...)».

  PRESIDENTE. Chiedo scusa. Si inseriscono solo le parole «a valutare l'opportunità di» ? Sennò lei ci rilegge tutto il dispositivo...

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. No, signor Presidente, il dispositivo dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2681/18 è diverso, ovvero «impegna ad adottare con urgenza un provvedimento normativo (...)», invece, io sto leggendo una nuova formulazione intera – per semplificazione anche del resoconto stenografico –, che è diversa ovviamente dal testo dell'ordine del giorno così come è stato firmato dall'onorevole Invernizzi.

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  PRESIDENTE. Sta bene.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Quindi la rileggo. La riformulazione è in questi termini: «impegna il Governo a valutare la necessità, dopo un congruo periodo di monitoraggio dei profili attuativi delle disposizioni in materia di geografia giudiziaria, di adottare puntuali modifiche delle disposizioni contenute nei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012, che implementino l'efficienza della riforma».
  Rispetto all'ordine del giorno Marcolin n. 9/2681/19 c’è una riformulazione, che leggo: «impegna il Governo a valutare la necessità, dopo un congruo periodo di monitoraggio dei profili attuativi delle disposizioni in materia di geografia giudiziaria, di adottare puntuali modifiche delle disposizioni contenute nei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 2012, che implementino l'efficienza della riforma, ferma restando la già valutata inefficienza dell'istituto della sezione distaccata di tribunale, che non consente un'adeguata specializzazione del giudice».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2681/20, purché sia riformulato nei termini già indicati per l'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2681/18. Quindi mi rifaccio allo stesso testo. Lo stesso vale per gli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/2681/21 e Prataviera n. 9/2681/22.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2681/23.
  Chiedo di accantonare l'ordine del giorno Simonetti n. 9/2681/24.

  PRESIDENTE. Dunque, è già il secondo ordine del giorno che accantoniamo.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Alberti n. 9/2681/25, purché sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «intervenire in maniera efficace» con le seguenti: «valutare la necessità di intervenire».

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Onorevole Prataviera ! Già la seduta si avvia in maniera complessa, non vi ci mettete anche voi. Prego, signor sottosegretario.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Artini n. 9/2681/26, purché sia riformulato nel senso di aggiungere alla fine del dispositivo la clausola: «nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Barbanti n. 9/2681/27, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare, dopo un congruo periodo di monitoraggio, l'efficacia della misura dell'arbitrato in corso di causa e l'eventuale necessità di introdurre ulteriori misure alternative di definizione alternativa delle controversie».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Baroni n. 9/2681/28, Basilio n. 9/2681/29 e Battelli n. 9/2681/30.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Carinelli n. 9/2681/31 e Benedetti n. 9/2681/32.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2681/33, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare, dopo un congruo periodo di sperimentazione, l'opportunità di adottare disposizioni correttive del procedimento di negoziazione assistita in materia di separazione e divorzio e di procedimenti dinanzi all'ufficiale dello stato civile, introducendo misure dirette a sostenere la parte economicamente più debole, ferma restando la natura volontaria dei predetti procedimenti».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2681/34.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Nicola Bianchi n. 9/2681/35 e Brescia n. 9/2681/36.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2681/37, purché sia riformulato nel seguente Pag. 5modo: «valutare l'opportunità, all'esito di un congruo periodo di monitoraggio, degli effetti applicativi delle disposizioni interessate e di estendere la negoziazione assistita anche alla materia del lavoro».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Busto n. 9/2681/38, purché sia riformulato nel seguente modo: «valutare, dopo un congruo periodo di sperimentazione, la necessità di introdurre una norma chiarificatrice della disposizione che prevede per la negoziazione assistita che la parte debba essere assistita da uno o più avvocati».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2681/39.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cariello n. 9/2681/40, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a monitorare l'efficacia dell'istituto della negoziazione assistita e, dopo un congruo periodo di osservazione, a valutare l'opportunità di introdurre le necessarie modifiche o di sostituirla con altri strumenti di definizione alternativa».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Simone Valente n. 9/2681/41 e Caso n. 9/2681/42.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Castelli n. 9/2681/43, purché sia riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di assumere ulteriori iniziative rispetto a quella prevista dall'articolo 11 del decreto-legge n. 132 del 2014».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Cecconi n. 9/2681/44 e Corda n. 9/2681/45.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2681/46, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare, dopo un congruo periodo di sperimentazione, la necessità di introdurre ulteriori limitazioni al potere di compensazione delle spese processuali».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Crippa n. 9/2681/47, Currò n. 9/2681/48, Da Villa n. 9/2681/49, Dadone n. 9/2681/50, Daga n. 9/2681/51 e Dall'Osso n. 9/2681/52.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2681/53, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare, dopo un congruo periodo di monitoraggio, gli effetti applicativi dell'istituto di cui all'articolo 12, al fine di verificare la necessità di introdurre disposizioni a tutela della parte più debole».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno De Lorenzis n. 9/2681/54, De Rosa n. 9/2681/55 e Del Grosso n. 9/2681/56.
  Sull'ordine del giorno Della Valle n. 9/2681/57 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare, dopo un congruo periodo di sperimentazione, la necessità di introdurre ulteriori limitazioni al potere di compensazione delle spese processuali».
  Sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2681/58 il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/2681/59 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di estendere i casi di astensione e ricusazione del CTU».

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,20).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2681)

  PRESIDENTE. Qual è il parere sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2681/60 ?

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  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2681/60 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di introdurre limitazioni all'attività professionale successiva all'incarico giudiziale».
  Sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2681/61 il parere è favorevole.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Luigi Di Maio n. 9/2681/62, Di Vita n. 9/2681/63, Dieni n. 9/2681/64 e D'Incà n. 9/2681/65.
  Sull'ordine del giorno D'Uva n. 9/2681/66 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di introdurre ulteriori sanzioni a carico del CTU che deposita la relazione tecnica in ritardo senza giustificato motivo».
  Sull'ordine del giorno Fantinati n. 9/2681/67 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di ridurre il termine di 120 giorni prima della notifica del pignoramento».
  Sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2681/68 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare, dopo un congruo monitoraggio già in atto, gli effetti applicativi della “legge Fornero” e le eventuali modifiche da apportare».
  Sull'ordine del giorno Fico n. 9/2681/69 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a studiare le opportune modifiche per velocizzare i processi di appello, monitorando gli effetti applicativi del cosiddetto filtro in appello».

  PRESIDENTE. A questo punto, sottosegretario, anche visto l'impegno, la dedizione e l'attenzione che il Governo ha posto in ciascuna riformulazione, la Presidenza si sente di formulare un auspicio: che queste riformulazioni non siano da ripetere ogni qual volta si arriva all'ordine del giorno, perché sono già state date in Aula.
  Qual è il parere sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/2681/70 ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Fraccaro n. 9/2681/70, Frusone n. 9/2681/71, Gagnarli n. 9/2681/72 e Gallinella n. 9/2681/73.
  Sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2681/74 il parere è favorevole, purché sia riformulato aggiungendo alla fine del dispositivo la clausola: «nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Silvia Giordano n. 9/2681/75, Bonafede n. 9/2681/76, Grande n. 9/2681/77 e Grillo n. 9/2681/78.
  Sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2681/79 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di sostenere l'iniziativa parlamentare diretta a ridurre i termini che devono intercorrere tra la separazione personale e il divorzio».
  Sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2681/80 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «valutare l'opportunità di richiedere il parere delle Commissioni parlamentari competenti nel corso dell'istruttoria per il regolamento sui compensi degli arbitri nominati per definire le controversie oggetto di translatio».
  Sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2681/81 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «valutare le possibili iniziative normative per assicurare, previa valutazione del Ministero dell'economia e delle finanze, il patrocinio a spese dello Stato anche nella procedura arbitrale».
  Sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/2681/82 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «valutare gli effetti applicativi della disciplina sui criteri di composizione e nomina del giudice arbitrale in caso di translatio, al fine di raccordarla con quella contenuta nel codice di procedura civile all'articolo 809».
  Sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2681/83 il parere è favorevole, purché sia Pag. 7riformulato nel seguente modo: «a valutare gli effetti applicativi della disciplina sui criteri di composizione e nomina del giudice arbitrale in caso di translatio, al fine della possibile introduzione di una previsione che permetta alle parti di deferire la controversia ad un arbitro unico, qualunque sia il valore della stessa».
  Sull'ordine del giorno Lupo n. 9/2681/84 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «a valutare gli effetti applicativi della disciplina sui criteri di composizione e nomina del giudice arbitrale in caso di translatio, al fine della possibile introduzione di una previsione che riduca da 100 mila a euro a 50 mila euro la soglia di valore della controversia che permetta alle parti di poter ricorrere ad un arbitro unico».
  Sull'ordine del giorno Mannino n. 9/2681/85 il parere è favorevole, purché sia riformulato nel seguente modo: «a valutare gli effetti applicativi della disciplina sui criteri di composizione e nomina del giudice arbitrale in caso di translatio, al fine della possibile introduzione di una previsione che riduca da 100 mila a 30 mila euro la soglia di valore della controversia che permetta alle parti di poter ricorrere ad un arbitro unico».
  L'ordine del giorno Mantero n. 9/2681/86 propone l'introduzione di una norma che è già contenuta nel testo, che sarebbe la nomina del giudice arbitrale su accordo delle parti e, solo in mancanza di accordo, da parte del presidente del consiglio dell'ordine. Quindi, chiediamo al proponente di ritirarlo. Il parere comunque è favorevole.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2681/87, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare la possibilità di prevedere che la platea degli avvocati nominabili come arbitri sia estesa, nel caso di translatio in secondo grado, agli iscritti agli ordini circondariali del distretto». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Micillo n. 9/2681/88, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mucci n. 9/2681/89, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare le possibili iniziative normative per assicurare, previa valutazione del MEF, un credito d'imposta pari ai contributi unificati di tutti i gradi di giudizio espletati sino alla translatio».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2681/90, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare le possibili iniziative normative per assicurare, previa valutazione del Ministero dell'economia e delle finanze, un credito d'imposta pari alle spese di giudizio sostenute sino alla translatio».

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Nuti n. 9/2681/91 è inammissibile.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Parentela n. 9/2681/92, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare interventi normativi in materia di geografia giudiziaria al fine di razionalizzare la distribuzione sul territorio degli uffici dei giudici di pace». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2681/93, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare gli effetti applicativi della disciplina complessiva del testo di legge al fine di evitare di ricorrere, per la copertura delle disposizioni introdotte, ad aumenti del contributo unificato». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2681/94, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare gli effetti applicativi della nuova disciplina delle spese processuali al fine di valutare possibili estensioni delle ragioni di compensazione». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Petraroli n. 9/2681/95, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare gli effetti applicativi della nuova disciplina delle spese processuali al fine di valutare possibili precisazioni della norma introdotta».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pinna n. 9/2681/96, mentre esprime parere favorevole sull'ordine Pag. 8del giorno Baldassarre n. 9/2681/97, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare possibili revisioni del processo del lavoro in chiave acceleratoria». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/2681/98, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare possibili revisioni del processo del lavoro in chiave acceleratoria e di favore per la funzione conciliativa del giudice». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2681/99, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2681/100, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare, all'esito delle indicazioni del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, possibili iniziative chiarificatrici della disciplina dell'interposizione di manodopera».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2681/101, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare possibili revisioni del processo del lavoro in chiave fortemente acceleratoria». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bechis n. 9/2681/102, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare possibili revisioni del processo del lavoro in chiave fortemente acceleratoria». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2681/103, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2681/104, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare possibili revisioni del processo del lavoro in chiave acceleratoria». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pisano n. 9/2681/105, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «promuovere, nell'ambito di ulteriori iniziative normative, il miglior coordinamento, anche lessicale, dei richiami degli articoli 6 e 12 del decreto alla fattispecie di disabilità grave». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Prodani n. 9/2681/106, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare l'opportunità di iniziative di chiarimento relative al fatto che la trascrizione nei pubblici registri, prevista dalla disciplina sul pignoramento di autoveicoli e simili, contenuta nel testo, deve essere intesa come esclusivamente riferita al PRA». Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Rizzo n. 9/2681/107, Paolo Nicolò Romano n. 9/2681/108 e Ruocco n. 9/2681/109, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sarti n. 9/2681/110, anche se si tratta di una norma che è già contenuta nel testo.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Scagliusi n. 9/2681/111, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Segoni n. 9/2681/112, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare la possibilità di prevedere che la platea degli avvocati nominabili come arbitri sia estesa, nel caso di translatio in secondo grado, agli iscritti agli ordini circondariali del distretto». Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Sibilia n. 9/2681/113, Sorial n. 9/2681/114, Spadoni n. 9/2681/115 e Spessotto n. 9/2681/116, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Terzoni n. 9/2681/117, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare gli effetti applicativi della nuova disciplina sulla ricerca telematica dei beni da pignorare al fine di studiare interventi specificativi in ordine all'individuazione dei beni da aggredire».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Tofalo n. 9/2681/118, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/2681/119, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «valutare l'eventuale estensione della soglia di valore entro la quale, per le controversie di pagamento di somme, è obbligatoria la negoziazione assistita».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Turco n. 9/2681/120; Vacca n. 9/2681/121 e Colletti n. 9/2681/122.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/2681/123 purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare, all'esito dell'indicazione del Ministero dell'economia e delle Pag. 9finanze, l'eventuale attribuzione di un credito di imposta in favore dei non abbienti per le spese legali sostenute in negoziazione assistita».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2681/124 purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare, all'esito dell'indicazione del Ministero dell'economia e delle finanze, l'eventuale estensione della disciplina del patrocinio a spese dello Stato alle ipotesi di negoziazione assistita».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/2681/125 purché sia riformulato nei termini indicati per l'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2681/124.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2681/126; mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Tabacci n. 9/2681/127.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Paglia n. 9/2681/128 è inammissibile.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Businarolo n. 9/2681/129 purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare l'individuazione nel minor tempo possibile delle risorse idonee ad assicurare la copertura delle vacanze del personale amministrativo dell'apparato di giustizia».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Binetti n. 9/2681/130.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cirielli n. 9/2681/131 purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare interventi normativi in materia di geografia giudiziaria al fine di razionalizzare la distribuzione sul territorio degli uffici dei giudici di pace».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bazoli n. 9/2681/132 purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare, in coerenza con le indicazioni del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l'eventuale estensione della materia del diritto del lavoro alla negoziazione assistita».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/2681/133 purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare le eventuali ulteriori iniziative normative volte ad accelerare la definizione dei processi civili sia con riferimento alla disciplina dell'organizzazione delle udienze sia con riferimento alla disciplina processuale specificatamente concernente le controversie commerciali».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Dambruoso n. 9/2681/134.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Anzaldi n. 9/2681/135 è inammissibile.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Russo n. 9/2681/136.

  PRESIDENTE. Infine l'ordine del giorno Di Lello n. 9/2681/137, che è l'ultimo.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Di Lello n. 9/2681/137.

  PRESIDENTE. Come lei ricorderà, noi ne abbiamo accantonati due, che sono l'ordine del giorno Schullian n. 9/2681/4 e l'ordine del giorno Simonetti n. 9/2681/24.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Aspetti, onorevole Sibilia, un attimo vediamo se il Governo ci dà la gioia di esprimere il parere anche su questi due ordini del giorno poi le do la parola, oppure se nel frattempo il Governo prende un minuto per verificare...

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, verifico un attimo.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Sibilia. A che titolo chiede di parlare ?

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, mi perdoni questo intervento sull'ordine dei lavori, perché onestamente quando capitano questo tipo di situazioni, ovvero che c’è da valutare gli ordini del giorno, per quale motivo – secondo noi naturalmente – il Governo spende un po’ più del necessario anche per esprimere formulazioni abbastanza approfondite e cerca di spiegare la motivazione delle riformulazioni...

  PRESIDENTE. Per quale motivo, ce lo dica ?

  CARLO SIBILIA. Per il semplice fatto, secondo me, che purtroppo è successo che nuovamente su un provvedimento così importante la Camera non è potuta intervenire a causa della posizione della questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Capisco la sua disapprovazione per quanto riguarda l'economia dei lavori, perché i suoi interventi erano chiari e si capiva benissimo l'intento, tuttavia bisogna capire che la responsabilità di quello che accade è soprattutto da un punto di vista della gestione dei lavori da parte del Governo.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, non c’è nulla che accade, il Governo esprime pareri più o meno approfonditi e formula riformulazioni più o meno approfondite. Non c’è una ragione. Poi se lei vuole fare un intervento politico, lei ha facoltà di farlo. Non c’è una questione di ordine dei lavori.

  CARLO SIBILIA. Certo, il mio intervento è assolutamente politico, è nel merito della questione.

  PRESIDENTE. È legittimo e lei può farlo.

  CARLO SIBILIA. Esatto, perché qui facciamo politica, del resto. L'auspicio che lei giustamente ha espresso di non dover ripetere le riformulazioni è anche giusto. Il problema è che, se tuttavia alcuni ordini del giorno vengono riformulati totalmente e molti di questi, avendoli seguiti personalmente, perdono totalmente di senso e di efficacia, per quanto mi riguarda significa effettivamente togliere quel senso che hanno gli ordini del giorno.
  Allora, noi sappiamo bene che quello che è successo è dovuto al fatto che questo tipo di discussione andrebbe svolta sugli emendamenti, cosa che non ci è stato possibile fare. Allora, auspico che il Governo riveda tutta la procedura, sia della presentazione dei decreti-legge sia della discussione dei provvedimenti e anche in Aula, quando siamo arrivati al momento degli ordini del giorno, che sia un momento leggermente più snello, come lei giustamente auspicava nel merito dell'ordine dei lavori. Quindi, un po’ meno fiducie e un po’ più discussione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sibilia. Al netto delle posizioni politiche, che rispetto e che mi riservo di commentare, semmai, in altra sede, ma certamente non da questo scranno, il punto è che il Governo ha facoltà di esprimere i pareri e l'auspicio che la Presidenza formula di non ripeterli è in relazione alla presenza dei colleghi interessati, che non vedo, in molti casi, attuarsi in quest'Aula in questo momento. Diversamente, mi auguro, da questo punto di vista, che l'espressione dei pareri sia una cosa che si possa acquisire per data agli atti e che, quindi, non si prolunghino ulteriormente i lavori.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, io credo che siamo in presenza di una vicenda abbastanza grave nei suoi effetti, perché se noi critichiamo, giustamente, il Governo perché presenta ripetutamente voti di fiducia, non dobbiamo rispondere con la stessa moneta. Gli ordini del giorno devono essere utilizzati in moto non ostruzionistico, Pag. 11altrimenti perdono la loro efficacia e determinano un convincimento, in quella parte del Parlamento che vuole riformare il Regolamento limitando i poteri dei parlamentari, di aprire un'autostrada affinché queste pratiche ostruzionistiche, poi, possano portare a buttare il bambino insieme all'acqua sporca.
  Penso che sia responsabilità di ogni parlamentare utilizzare il Regolamento, sapendo che dobbiamo consegnare a quelli che verranno dopo di noi un Regolamento che abbia le stesse possibilità di incidenza da parte dei parlamentari sul procedimento legislativo; ferma restando l'assoluta critica al Governo per la decretazione d'urgenza abusata, super abusata, e la richiesta di voti di fiducia abusata e super abusata.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Melilla.
  Adesso, noi eravamo in attesa di due pareri da parte del Governo, ma se il Governo ha bisogno di un po’ di tempo, possiamo, colleghi, procedere con un ricordo di una nostra collega recentemente scomparsa.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 9,35)

In ricordo dell'onorevole Mariella Gramaglia.

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi e colleghe, come sapete, lo scorso 15 ottobre, è venuta a mancare, dopo una lunga malattia, Mariella Gramaglia, già membro della Camera dei deputati nella X legislatura.
  Nata ad Ivrea il 4 maggio 1949, laureata in filosofia, giornalista, si dedicò, fin da giovane, con profonda convinzione ed inesauribile passione al riconoscimento della questione femminile e alla completa affermazione del principio delle pari opportunità. Lei fece una battaglia, con coraggio, per l'eliminazione di tutti gli ostacoli alla piena partecipazione delle donne alla vita economica, alla vita politica e alla vita sociale del nostro Paese.
  Eletta alla Camera nel 1987, iscritta al gruppo parlamentare della Sinistra indipendente, fu componente della Commissione affari sociali.
  La sua battaglia, combattuta sempre con slancio e con molta determinazione, per il miglioramento della condizione femminile, proseguì anche in Parlamento: Mariella Gramaglia fu, infatti, convinta promotrice di iniziative legislative contenenti misure a tutela delle donne e diede un fondamentale contributo all'elaborazione di proposte di legge, poi divenute leggi, per la realizzazione di pari opportunità, per l'istituzione di centri di parità in materia di lavoro, per lo sviluppo dell'imprenditoria femminile, per l'istituzione di una commissione per le pari opportunità tra uomo e donna in campo economico, in campo sociale e culturale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Dal 2001 al 2006, in qualità di assessore alle politiche per la semplificazione, la comunicazione e le pari opportunità al comune di Roma, realizzò alcuni tra i progetti più innovativi di quegli anni, ispirati alla trasparenza e alla pubblicità dell'azione amministrativa.
  Abbandonò successivamente la carriera politica per dedicarsi, con impegno e generosità, ad un progetto di cooperazione internazionale in difesa dei diritti delle donne in India, Paese, questo, da lei sempre amato. Con la morte di Mariella Gramaglia scompare una figura di grande coraggio, una donna tenace e combattiva, di cui ricordiamo l'impegno profuso sia nella vita civile sia nelle istituzioni locali e nazionali.
  La Presidenza ha fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore. Ad essi, e in particolare alla figlia Maddalena, che è presente in tribuna, insieme a numerosi amiche ed amici che hanno condiviso con lei tante battaglie, desidero rinnovare le condoglianze più sincere, anche a nome di tutta l'Assemblea, invitandola ad osservare Pag. 12un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Generali applausi).
  In ricordo di Mariella Gramaglia ha chiesto di intervenire la deputata Titti Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Grazie, Presidente; giornalista, scrittrice, amministratrice, deputata, Mariella Gramaglia ha avuto tante vite e in ciascuna di esse è stata una combattente, gentile e dolce, luminosa e accogliente, semplice e generosa, innamorata del mondo delle donne, sempre dalla loro parte, certa della loro forza. È stata e resterà protagonista e testimone del femminismo. Per dirlo con le sue parole: la grande scoperta della mia vita, quando i cuori delle donne hanno cominciato a cantare solo quando ne avevano voglia loro.
  Molti hanno ricordato in questi giorni che non c’è libro o rivista, racconto sul femminismo che non parli di lei, di quel suo essere capace di annodare fili e tenere insieme mondi, perché la politica e il femminismo erano per Mariella passione e impegno civile, concretezza e applicazione per cambiare passo dopo passo la vita delle donne, camminando insieme ad altre donne. Lo ha fatto nel passato e lo ha fatto anche negli ultimi anni e mesi da giornalista di La Stampa, da protagonista di Se Non Ora Quando e del comitato per la legge contro le dimissioni in bianco. Nonostante la malattia, affrontata con la lucidità di sempre, di nuovo combattente, Mariella io voglio ricordarla, oggi, qui, per la grande capacità di parlare con le ragazze, che con lei non sentivano il peso di un giudizio, ma l'interesse vero dell'ascolto. Virtù preziosa e rara in un tempo in cui anche le grandi conquiste del femminismo fanno i conti con la realtà, quella di una generazione di ragazze e ragazzi, i nostri figli, che spesso sentono come astratte parole pesanti, pesanti come sono le promesse mancate. Di questo hanno parlato Mariella e sua figlia Maddalena in quelle ventidue lettere che si sono scambiate e ci hanno regalato nell'ultimo libro Fra me e te. Di questo è testimone la sua prefazione al libro di Cecilia D'Elia, Nina e i diritti delle donne; lì dice Mariella a una bambina, a una ragazza e a tutte le ragazze: «Ti sentirai dire che essere giovani all'inizio del terzo millennio è molto duro. Che troverai lavoro con molte difficoltà, in un mondo in cui la sicurezza economica traballa.
  C’è del vero, naturalmente, ma non è una legge di natura, dipende da ciascuno di noi scegliere chi ci governa, orientare lo sviluppo e la tutela dei beni comuni, distribuire la ricchezza in modo da evitare ingiustizie. Dipende dalle ragazze e dalle donne battersi per la propria libertà e per una civiltà che le rispetti. Tocca farlo ad occhi aperti e con la mente sveglia. Lo sai che a me ha dato un gran sollievo sapere che altre mi hanno preceduta e si sono battute anche per me ? Che non dovevo inventare la ruota ? Almeno da questo punto di vista nessuna ragazza è nullatenente: tutte hanno un patrimonio da ereditare».
  Io devo molto a Mariella Gramaglia; tutte noi che siamo qui, nel Parlamento con più donne della storia della Repubblica, le dobbiamo molto. Grazia Mariella (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie, deputata Di Salvo, per questo sentito e commosso ricordo.
  Ha chiesto di parlare la deputata Marisa Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Presidente, una delle ultime scelte di vita di Mariella Gramaglia è stata con le donne, ancora una volta, in India, accanto al più importante sindacato femminile di quel Paese. Disse: «non sto scappando dall'impegno né dalla politica, semplicemente mi sto facendo un bellissimo regalo di libertà». Regalo di libertà: parole intense per una donna, che risuonano ancora di più dopo la malattia lunga e la sua scomparsa, che accendono una luce sulla vita di Mariella Gramaglia. Sì, Mariella Gramaglia ha fatto della libertà femminile il centro della sua vita, l'essenza della sua vita, e l'incontro con il femminismo – l'ha detto Titti Di Salvo, prima –, ha scritto proprio Mariella, è stata la Pag. 13grande scoperta della sua vita, quel seme che ha fondato il cambiamento più difficile, quello che va alla radice delle relazioni umane, fra i sessi, tra le generazioni. E in quest'ultimo cimento Mariella ci ha dato un contributo, intessendo un dialogo con la figlia Maddalena. Ecco, Mariella Gramaglia è stata una personalità poliedrica. È stata una giornalista, una scrittrice, direttrice di una grande testata storica: Noi donne. Da assessora alle pari opportunità ci ha lasciato un elenco lungo – lei direbbe noioso – di cose fatte; fatte per semplificare la vita dei cittadini, per ascoltare il loro punto di vista. Io dico: non noiose, ma da antesignana, e anche praticando un conflitto politico. Il suo era un pragmatismo sapiente, che era illuminato da una visione democratica e liberale, una visione che l'ha fatta rifuggire da ogni paternalismo e da ogni semplificazione autoritaria. Era la trama, come diceva, del suo ordito di Governo. Ecco, proprio questa visione, che è ancora valida, sarebbe importante in questa fase e, sicuramente, Mariella l'avrebbe fatta valere, lei che è stata al centro delle correnti principali della politica, ma c’è stata senza conformismo, con una forza, con un'autonomia, con un'autorevolezza e con un'apertura che davvero oggi ce la fa ricordare con grandissimo affetto e rimpianto (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paola Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, se questo è un addio a Mariella Gramaglia, la voce delle donne, delle colleghe che mi hanno preceduta, a cominciare dalla voce della Presidente, è anche un riconoscimento al ruolo che le donne hanno svolto per cercare di cambiare i processi. In questo senso, Mariella Gramaglia, che si è laureata nel 1972 a Torino in filosofia, racconta lei stessa di aver scoperto poi la forza dei movimenti femminili, arrivando a Roma, approdando in un contesto poliedrico e complesso come quello della capitale e affiancando nella diversità delle posizioni e nella diversità dei punti di vista sempre e comunque quello che era il punto di vista delle donne.
  Potremmo dire, citando un libro famoso da questo punto di vista della Gilligan, «con voce di donna»: la voce di Mariella Gramaglia è sempre stata una voce di donna che ha portato avanti quello che è il senso della libertà.
  Ricordo di averla incontrata quando era assessore alle pari opportunità nel comune di Roma, da angolature forse culturali un po’ diverse, da scelte pragmatiche che forse privilegiavano punti di vista complementari; e ricordo di aver trovato in lei quel punto forte di intesa, di solidarietà e di collaborazione proprio a partire dal femminile, a partire dalla valorizzazione di quel ruolo complesso che è quello della donna quando si muove in contesti diversi, che però deve cercare di integrare, con la fatica che sempre si fa ad integrare una vita di famiglia intensa e generosa, una vita politica complessa com'era quella dell'assessore con Veltroni sindaco, ma anche come quella che lei non ha mai perduto, che poi è diventata la ragione principale del suo impegno, come la grandissima sensibilità per il sociale.
  Nei temi del sociale, laddove in qualche modo si sperimenta con maggiore intensità la tensione che tocca le donne nella gestione della povertà delle famiglie, nella tensione e nell'attenzione verso la complessità di quella che è anche la logica della occupabilità femminile, di quella che è la carenza dei servizi che permettono alle donne quella conciliazione tra i tempi di vita di famiglia e i tempi di lavoro, Mariella era sempre presente. Ed era su questo che era sempre possibile trovare con lei, oltre a quel suo sorriso accattivante, anche la certezza che quel problema avrebbe potuto trovare una soluzione positiva.
  Il suo impegno politico, il suo impegno di giornalista, il suo impegno nella vita sociale e nel volontariato, perché di questo poi in gran parte si è trattato per molti aspetti della sua vita, lei ha saputo sempre mettere in evidenza del femminile il meglio che c’è in termini di relazione e di cura, in termini di presa in carico delle fasce più deboli più fragili, in termini di attenzione al cambiamento sociale che Pag. 14parte dalla solidarietà e che si costruisce attraverso processi di integrazione continua.
  Credo che, da questo punto di vista, possa rappresentare un punto di riferimento importante anche per quelle battaglie – chiamiamole così – che, fin dall'inizio di questa legislatura, abbiamo cominciato a fare, dall'approvazione del Trattato di Istanbul, per la valorizzazione della donna; e che non sono solo una lotta contro la violenza del femminile, ma una lotta positiva e propositiva per la valorizzazione del femminile (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, sono passate esattamente tre settimane dalla morte di Mariella: ci manca. Ci manca un'amica, una cara amica, compagna di tante battaglie per i diritti delle donne.
  Non è necessario ricordare chi era Mariella Gramaglia perché molti, moltissimi di noi la conoscevano personalmente, e altri hanno potuto leggere di lei, all'indomani della sua morte, sulle pagine dei maggiori quotidiani nazionali. Faccio quindi un brevissimo cenno biografico, nella consapevolezza di tralasciare molto della sua vita politica, così ricca da non poter essere riassunta in poche parole; ma dobbiamo avere consapevolezza di questa ricchezza. Giornalista, studiosa, attivista, anzi protagonista dei movimenti delle donne, direttrice di Noi Donne, parlamentare, assessore alle pari opportunità al comune di Roma, docente presso la Facoltà di scienze della comunicazione dell'Università di Teramo.
  Io, in particolare, desidero ricordare con affetto e commozione le lotte che abbiamo condiviso, gli anni del femminismo, i suoi insegnamenti, i suoi appassionati discorsi anche, ad esempio, sulla necessità delle cosiddette quote rosa, strumento per entrare con una forzatura – lei spiegava – nel sistema per poterlo cambiare dall'interno. Erano più di trent'anni fa, quando in poche parlavamo delle quote, e lei era una di queste.
  Insieme abbiamo percorso molta strada; e a volte una di noi deviava, prendeva una traversa, una strada laterale o faceva un altro giro, ma alla fine ci si ritrovava sempre lì, assieme alle altre donne dei movimenti e delle associazioni.
  Non è stato un cammino o un lavoro inutile. Qualcosa è cambiato, eppure qualcosa, forse più di qualche cosa, abbiamo ottenuto. Ma il percorso da compiere per la piena parità è ancora lungo, per nulla scontato, per nulla garantito. Anche per questo sentiamo in questo Governo, un Governo per la prima volta paritario nel nostro Paese, la mancanza di una Ministra delle pari opportunità o di una figura che ne abbia le deleghe piene.
  Andiamo avanti, Mariella, te lo promettiamo. Andiamo avanti su questa battaglia anche in tuo nome, ma ci mancherai; ci mancherà la tua eleganza spiritosa, divertente, la tua lievità, la tua dolcezza e il tuo sorriso (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie, deputata Locatelli, per questo ricordo.
  Ha chiesto di parlare la deputata Maria Coscia. Ne ha facoltà.

  MARIA COSCIA. Presidente, ho avuto la fortuna non solo di conoscere Mariella, ma di condividere con lei un lungo percorso politico, fin dalla campagna elettorale che portò alla sua elezione a deputata. Vorrei dire tante cose di lei, ma il poco tempo a disposizione mi costringe a focalizzare il mio intervento. Mariella, una donna straordinaria, un'intellettuale colta, una giornalista e una scrittrice, una femminista, una donna gentile e generosa, ma anche una dirigente pubblica e un'amministratrice capace e innovativa.
  Mariella è stata prima dirigente e poi assessore alla semplificazione e alle pari opportunità del comune di Roma, come ha ricordato la Presidente Boldrini. Ho avuto il privilegio di condividere con lei sei anni di lavoro, in giunta con il sindaco Veltroni. Mariella in quegli anni ha lavorato tanto, con passione e con determinazione, con Pag. 15quella fatica artigiana e quotidiana, dice lei stessa nel suo blog, del fare di una funzionaria pubblica e di un'amministratrice. Dice ancora nel blog: «L'elenco tecnico delle cose fatte sarebbe lungo e noioso. Ciò che conta è la consapevolezza vissuta che i diritti dei cittadini non si esercitano solo una volta ogni cinque anni per votare, ma sono il sale della democrazia ogni giorno».
  Eppure, io penso che quell'elenco non sia noioso, perché lei ha saputo coniugare il cambiamento con le innovazioni e le nuove tecnologie, per semplificare la vita dei cittadini ma insieme per salvaguardare la loro umanità. Modernizzazione della macchina burocratica a servizio delle donne e di tutti i cittadini, con la costruzione di reti non solo virtuali ma di reti di persone, fatte di relazioni umane, praticando l'idea di città comunità.
  Chiuse il vecchio centralino e realizzò lo «060606», che rispondeva 24 ore su 24. Reinventò tutta la comunicazione a misura di cittadino, dagli sms agli spot radiofonici. Deliberò il passaggio dall’open source al wi-fi, ma insieme anche la realizzazione di tanti progetti per affermare i diritti. Una città umana e solidale, con la realizzazione di servizi e iniziative per promuovere lo scambio di conoscenze, di esperienze e di saperi: la sala centrale per l'emergenza sociale, le banche del tempo, nonni su Internet e perfino la festa dei vicini, solo per citarne alcuni.
  Dunque, Mariella seppe dare valore e senso all'inarrestabile avvento delle nuove tecnologie, promuovendo con coraggio il cambiamento, tenendo insieme reti digitali e reti di relazioni umane, con al centro le persone e i loro diritti, per affermare pari opportunità e identità sociale.
  Grazie, Mariella, per tutto questo non sarà possibile dimenticarti. Esprimo e voglio esprimere alla famiglia di Mariella, ai figli, Maddalena e Michele, non solo la vicinanza e l'affetto di tutte le deputate e di tutti i deputati, ma un abbraccio immenso a tutti loro. Grazie di nuovo, Mariella (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie, deputata Coscia, per questo ricordo.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2681)

  PRESIDENTE. Adesso, colleghi, dobbiamo riprendere il seguito della discussione del nostro provvedimento in materia di processo civile; quindi, a questo punto, inviterei il Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno che erano stati accantonati. Mi riferisco agli ordini del giorno Schullian n. 9/2681/4 e Simonetti n. 9/2681/24. Sottosegretario Ferri, mi dà i pareri per favore ? Ordine del giorno Schullian n. 9/2681/4.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Presidente, per quanto riguarda il parere sull'ordine del giorno Schullian n. 9/2681/4, vi è una riformulazione del dispositivo nel senso di impegnare il Governo «a valutare, sentiti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero dell'economia e delle finanze, modifiche normative relative ai compensi contenuti nella tariffa allegata al regolamento di cui al decreto ministeriale n. 398 del 2000 con apposito decreto».

  PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole con questa riformulazione. Ora passiamo all'ordine del giorno Simonetti n. 9/2681/24.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Simonetti n. 9/2681/24 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Favorevole senza riformulazione. Va bene.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì. Poi Presidente, scusi se mi permetto...

Pag. 16

  PRESIDENTE. Prego.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Vorrei precisare che, per quanto riguarda l'ordine del giorno Russo n. 9/2681/136, il parere è favorevole, invece mi pare che prima avessi detto parere contrario, quindi chiedo la correzione. Quindi, sull'ordine del giorno Russo n. 9/2681/136 il parere è favorevole, mentre, per quanto riguarda l'ordine del giorno Dambruoso n. 9/2681/134, il parere non è contrario, ma è con riformulazione, quindi favorevole con riformulazione, proponendone di eliminare nel dispositivo l'espressione: «anche di tipo normativo», quindi: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a precisare», togliendo quindi: «anche di tipo normativo». Questa è la riformulazione.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, per quanto attiene agli ordini del giorno – poi, se il collega Bazoli avrà delle osservazioni, le farà – noi accettiamo le riformulazioni, ma colgo l'occasione anche per ringraziare il Governo per il lavoro puntuale che ha fatto su questi ordini del giorno, di modifica anche lessicale in alcuni casi, proprio una precisione straordinaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e naturalmente immagino che il sottosegretario farà corrispondere un seguito a questi ordini del giorno molto preciso, avendo lui fatto un lavoro che qui in quest'Aula non si era visto veramente da anni.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Volendo evitare al Governo la richiesta ripetuta di ripetizione delle riformulazioni, vorrei chiedere, per questioni di comodità dell'Aula, lo speech delle riformulazioni e un attimo di tempo così da verificare quali accettare e quali no.

  PRESIDENTE. Vediamo se questo è tecnicamente possibile, deputato Colletti. Sottosegretario Ferri, mi scusi, ha sentito la richiesta del deputato Colletti che, per facilitare il compito, vorrebbe avere per iscritto le riformulazioni: lei è in grado di darci qualcosa per iscritto così che noi possiamo fotocopiare ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. L'onorevole Rosato l'ha sottolineato: siamo stati molto precisi e risulta tutto a verbale, quindi penso che il Governo...

  PRESIDENTE. Ma il verbale non possiamo averlo subito adesso.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. No, no, verbale nel senso che è stato seguito, l'ho detto in Aula in maniera molto precisa. Comunque, se l'onorevole vuol venire e vuole dei chiarimenti io qui resto.

  PRESIDENTE. Diciamo che tutte le riformulazioni sono state date abbondantemente. Qui in quest'Aula non c'era quasi nessuno, adesso il problema è che il verbale noi non l'abbiamo in tempo reale e, dunque, se c’è bisogno di qualche chiarimento di volta in volta – mi auguro non su tutti gli ordini del giorno – cerchiamo di venire incontro, però, onorevoli deputati, è evidente che, se la seduta riprende alle 9 e ci sono i pareri del Governo, è il caso di essere presenti.

  ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, sottolineo, visto il cenno che lei ha fatto, che la commissione competente del MoVimento 5 Stelle era presente, e prendeva appunti su ogni riformulazione del Pag. 17sottosegretario Ferri. Tuttavia, non essendo noi stenografi, ammettiamo di avere questa lacuna, non abbiamo la possibilità, nell'immediato, su una sessantina – credo – di riformulazioni, di prendere appunti sulla riformulazione esatta, mentre, tra l'altro, si va velocemente, perché, mentre si prendono appunti, immediatamente, il sottosegretario già esprime il parere sugli altri ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Capisco la difficoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Quindi, c’è una difficoltà oggettiva, nonostante la nostra presenza.
  Quanto all'intervento del collega Rosato, che è ormai il deputato del bon ton della Camera, che esprime solidarietà a destra e a sinistra, e complimenti a tutti, io non ci vedo niente di così puntiglioso nell'introdurre su ogni ordine del giorno «valutare l'opportunità di». Non capisco che tipo di impegno preciso si aspetti il collega Rosato dal Governo che deve semplicemente «valutare l'opportunità di», che vuol dire praticamente non assumere alcun impegno concreto oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi, facciamo così, poiché capisco la difficoltà oggettiva, direi, a questo punto, di sospendere per dieci minuti la seduta, in modo che i deputati che hanno bisogno di avere chiarificazioni, possano farlo e possano interloquire con il sottosegretario.
  Quindi, sospendo la seduta che riprenderà tra dieci minuti, alle 10,15.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,30.

  PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo il seguito della discussione del provvedimento in materia di processo civile.
  Passiamo all'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2681/1 su cui c’è un parere favorevole con riformulazione.
  Deputato Daniele Farina, accetta la riformulazione ?

  DANIELE FARINA. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Andiamo avanti allora.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2681/2.
  Passiamo all'ordine del giorno Gebhard n. 9/2681/3, su cui c’è sempre un parere favorevole con riformulazione. Deputato Gebhard, accetta la riformulazione ? Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gebhard n. 9/2681/3.
  Passiamo all'ordine del giorno Schullian n. 9/2681/4, su cui c’è sempre un parere favorevole con riformulazione. Deputato Schullian, accetta la riformulazione ? Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Schullian n. 9/2681/4.
  Prendo, altresì, atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Alfreider n. 9/2681/5.
  Passiamo all'ordine del giorno Allasia n. 9/2681/6, su cui c’è sempre un parere favorevole con riformulazione. Deputato Allasia, accetta la riformulazione ? Sì, prendo dunque atto che il deputato Allasia non insiste per la votazione.
  Passiamo all'ordine del giorno Attaguile n. 9/2681/7, su cui c’è un parere favorevole con riformulazione. Prendo atto che il deputato Attaguile non insiste per la votazione.
  Prendo, altresì, atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Borghesi n. 9/2681/8, Bossi n. 9/2681/9, Matteo Bragantini n. 9/2681/10, Busin n. 9/2681/11, Caon n. 9/2681/12, sui quali c’è un parere favorevole con riformulazione.
  Passiamo all'ordine del giorno Caparini n. 9/2681/13, su cui c’è un parere favorevole con riformulazione. Deputato Caparini, dov’è ? Il gruppo che mi dice ? Sì, allora la riformulazione viene accettata, andiamo avanti.Pag. 18
  Prendo, altresì, atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fedriga n. 9/2681/14, Giancarlo Giorgetti n. 9/2681/15, Grimoldi n. 9/2681/16, sui quali c’è un parere favorevole con riformulazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/2681/17 accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2681/18, su cui c’è un parere favorevole con riformulazione.
  Passiamo all'ordine del giorno Marcolin n. 9/2681/19, su cui c’è un parere favorevole con riformulazione. Va bene ? Onorevole Molteni, ordine del giorno n. 9/2681/19... Allora, scusate... quindi insistete per la votazione, ma non volete intervenire per dichiarazione di voto ? Allora colleghi, siamo all'ordine del giorno Marcolin n. 9/2681/19. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione del suo ordine del giorno, su cui c’è un parere favorevole con riformulazione.
  Passiamo ai voti.
   Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/2681/19.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Cera, Piccione... arriva il tecnico... deputata Piccione, riesce a votare ? Sì, ha votato... chi altro ? Stanno salendo... Onorevole Nicchi, Magorno, ecco, ha votato... Nicchi vediamo se riesce con la tessera ... ecco, ha votato... allora ci siamo ? Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  436   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'ordine del giorno Molteni n. 9/2681/20. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente. Innanzitutto saluto e ringrazio il Ministro Orlando per la presenza alla discussione di questo decreto-legge, che sicuramente rappresenta un momento importante del dibattito. Anzi, forse rappresenta l'unico momento di dibattito su questo decreto-legge, ma avremo poi modo per poterlo ribadire.
  Io non accetto la riformulazione da parte del Governo, perché la riformulazione su questo ordine del giorno sostanzialmente poco avrebbe a che fare con il decreto-legge, se non fosse che il Governo all'interno di questo decreto-legge – che avrebbe dovuto avere come tema e come oggetto le procedure di velocizzazione, di smaltimento dell'arretrato e, quindi, di migliore efficienza del funzionamento del sistema giustizia – al Senato ha accettato la proposta di emendamento finalizzata ad inserire nel decreto stesso – che, ripeto, parla di giustizia civile, di velocità del processo, di arretrato, di negoziazione e, quindi, parla di tutt'altro – la salvaguardia e il mantenimento – quindi il recupero e la riapertura – dell'ufficio del giudice di pace di due territori, in particolare di Ostia e di Barra, a Napoli. Quindi, questa è una operazione di recupero di alcuni uffici del giudice di pace mentre, precedentemente, la riforma che era stata approvata dal Ministro Severino e poi dal Ministro Cancellieri, aveva portato a un riordino delle sedi distaccate e degli uffici del giudice di pace.
  La riapertura e la riammissione degli uffici del giudice di pace di Ostia e di Barra riapre inevitabilmente una questione che è stata oggetto di dibattito all'interno di questo Parlamento – e non solo – con riferimento alla chiusura di numerose sedi di tribunale, da un lato, e di uffici del giudice di pace, dall'altro lato. Siccome la chiusura di molte sedi distaccate – sedi efficienti, sedi che funzionano, Pag. 19sedi produttive, sedi che smaltivano in maniera seria e importante il contenzioso giudiziario – e il loro accorpamento ne ha, invece, causato un'ulteriore forma di rallentamento, noi con questi ordini del giorno – con il mio, ma anche con altri – non vogliamo semplicemente un impegno superficiale e generico da parte del Governo al fine di rivedere, attraverso dei decreti correttivi, attraverso l'attività di monitoraggio che è stata esercitata in questi mesi, la riforma della geografia giudiziaria, che non ha assolutamente prodotto gli effetti che sottointendeva; noi con questi ordini del giorno chiediamo un impegno serio, visto che ci sono tanti uffici di tribunali, tanti uffici del giudice di pace che funzionano, che sono stati sciaguratamente soppressi e sciaguratamente chiusi. Ci sono casi eclatanti di tribunali rispetto ai quali lo Stato ha speso un sacco di soldi, pronti per essere inaugurati, che poi, per logiche che sfuggono ai più, sono stati chiusi.
  Allora, noi non accettiamo la riformulazione. Vogliamo che il Governo, alla luce dell'emendamento che riapre due uffici del giudice di pace – scelta fatta in maniera totalmente discrezionale e probabilmente legata solo a motivi di natura politica e non di funzionalità della giustizia e di efficienza della giustizia –, si prenda un impegno serio: si prenda l'impegno serio di rivedere, come più volte, tra l'altro, è stato annunciato anche dal Ministro stesso, a fronte delle numerose richieste che i territori – non la politica – hanno più volte fatto, la geografia giudiziaria, che non ha prodotto gli effetti sperati, anzi ha prodotto più danni che altro.
  Quindi, per questo motivo, non possiamo ovviamente accettare questa riformulazione, che non fa nient'altro che annacquare e – permettetemi di dirlo – anche forse banalizzare una richiesta che non è solo una richiesta della politica, ma è una richiesta seria e importante che sta arrivando dai territori in maniera incalzante e che il Governo non può liquidare con un semplice ordine del giorno valutativo: «forse magari vedremo».
  Quindi o il Governo riformula in modo più convincente o ritira la riformulazione oppure io chiedo che l'ordine del giorno venga votato, con le conseguenti assunzioni di responsabilità da parte del Governo, da un lato, e delle forze politiche che voteranno contro, dall'altro, rispetto ai propri territori e alle sedi di tribunale che sono state soppresse e non più recuperate (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signora Presidente, a titolo personale esprimo una piena condivisione di questo ordine del giorno, perché, oltre che essere più che meritevole nella forma, lo è anche nella sostanza, come ha testé ricordato il collega Molteni. Infatti va a ripianare quella che è stata una scelta che non ha prodotto risultati eccellenti, perché è in piena sintonia con lo spirito, auspicato dal Governo nell'emanazione di questo decreto-legge, di andare a migliorare le performance della giustizia. Il territorio ha subito, tutti i territori che compongono questo Paese hanno subito un'enorme ingiustizia. Le sedi distaccate dei tribunali sono state chiuse, senza entrare nel merito dell'operatività di ogni singola sede. Sono state tagliate con la mannaia, con una sorta di disegno centralista che non entrava nel merito delle performance dei singoli tribunali.
  Quindi andare a chiedere il ripristino o quantomeno rivedere la geografia, riaprendo quelle sedi che funzionavano, andando a vedere perché alcuni tribunali, con le riforme avvenute negli ultimi anni, non hanno in nessun modo smaltito la coda delle cause pendenti, ma anzi hanno allungato i tempi, quindi riaprendo le sedi nel territorio, io credo che sia un atto dovuto nei confronti dei cittadini che pagano le tasse, non solo nelle aree metropolitane, ma anche nel resto del territorio nazionale.
  In più c’è un'altra considerazione da fare: rivalutare attentamente tutte quelle Pag. 20sedi di tribunali in cui sono stati fatti negli ultimi anni – e sono ancora in corso, tra l'altro, e questa è la beffa oltre al danno – degli investimenti economici importanti per l'ammodernamento e per la messa in sicurezza da un punto di vista normativo o addirittura un adeguamento energetico o la riclassificazione energetica degli edifici. Io credo che questi investimenti non possano rimanere lì in sedi chiuse, ma debbano essere rimessi in funzione per il territorio e per la cittadinanza che abita quei territori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Onorevole Presidente, onorevole Ministro e onorevoli colleghi, io condivido questo ordine del giorno, in quanto è stata fatta una chiusura delle sedi distaccate dei tribunali in modo non razionale, non guardando a quanto e come lavoravano queste sedi distaccate. Probabilmente alcune erano da chiudere, non servivano, avevano un numero basso di procedimenti. Altre, invece, avevano un grandissimo lavoro, lo stavano svolgendo bene ed avevano un tempo di attesa molto basso per quanto riguarda le cause civili.
  Io ricordo la sede distaccata del tribunale di Legnago, per quanto riguarda la provincia di Verona, che andava a ricoprire un territorio molto vasto per quanto riguarda i cittadini, andava a svolgere un lavoro egregio per quanto riguarda la tempistica e non riusciamo a capire la razionalità di questa chiusura, in quanto semplicemente si è fatto uno spostamento che ha creato dei disservizi sia per i cittadini sia per gli operatori.
  Dunque veramente noi chiediamo che venga fatta una revisione, per vedere veramente dove era necessario tagliare e dove, invece, il servizio era eccellente ed era utile per i nostri cittadini e le nostre imprese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signora Presidente, io approfitto della presenza del Ministro Orlando per richiamare la sua attenzione su una vicenda che credo conosca bene, che è quella della giustizia che è completamente alla paralisi nella provincia di Vicenza, dove è stato chiuso un tribunale, quello della sede distaccata di Bassano, che garantiva la chiusura delle cause civili in due anni e mezzo, contro la media della regione Veneto di oltre sette anni. Ebbene questo tribunale, che oltretutto ha una struttura di recente inaugurata, nuova di zecca, è stato sacrificato per concentrare tutte le attività in un tribunale già in grave carenza di personale come quello di Vicenza, dove le udienze per le cause iniziate oggi vengono fissate dal 2019 in poi (significa avere la sentenza oltre il 2020). Lo richiamo perché è un'emergenza nazionale. Stiamo parlando di una provincia che ha il rapporto di esportazione sul PIL più alto d'Italia, è una delle principali province industrializzate d'Italia.
  E sappiamo bene come il funzionamento della giustizia abbia delle dirette conseguenze sulla competitività del sistema imprese e come sacrificare una provincia come Vicenza abbia incidenza poi sul sistema economico a livello nazionale.
  Approfitto del tema di questo ordine del giorno per richiamare l'attenzione del Ministro sulla chiusura, che noi speriamo non definitiva, del tribunale di Bassano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, penso che il Ministro sappia benissimo qual è la questione, avendo sicuramente ricevuto forte sollecitazione dal suo sottosegretario Costa, che in questi ultimi anni ha costituito una grandissima lobby per mantenere un tribunale rispetto ad un altro in Piemonte. Tale lobby è stata trasversale, perché altri membri, come un ex membro del CSM, hanno cercato di fare modo che si mantenesse alta l'attenzione su un tribunale rispetto ad un altro. Ma Pag. 21non è tanto la questione lobbistica che noi vorremmo sollevare: vorremmo far capire al Governo l'interesse che suscita il mantenimento delle strutture dei tribunali rispetto ad altre sul territorio tutto, e non solo esclusivamente alcuni, per mero interesse personale.
  Come il nostro gruppo vi ha detto più di una volta, questo Governo dovrebbe guardare oltre e lanciare il sasso nello stagno. Ma, oltre quello, usando un termine marinaresco, dovrebbe, come si suol dire, avere le pale, le due pale per mantenere la rotta e mantenere dritta la posizione, una posizione che questo Governo purtroppo non sta mantenendo. Perciò, come hanno già espresso altri miei colleghi, tra cui il collega Molteni, chiediamo il voto dell'Aula ed esprimo il mio sostegno a questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, per sottolineare che circa un anno e mezzo fa nella mia provincia, la provincia di Monza e Brianza, è emerso alle cronache, con particolare risalto, il fatto che è stata individuata e debellata una cosca della malavita organizzata, cosca che – se fate mente locale, tutti quanti ve lo ricordate – utilizzava addirittura sale pubbliche per tenere incontri e riunioni, che utilizzava il territorio della provincia di Monza e Brianza come discarica abusiva per i rifiuti e per prendere soldi da attività criminali. Tutta questa attività era stata denunciata dalla politica come un qualcosa contro il quale dovessimo impegnarci tutti quanti fino in fondo. E ricordo gli esponenti del Partito Democratico del mio territorio – oltre che l'onorevole Rampi, c’è anche una senatrice proprio di Desio – che si erano riempiti la bocca su quanto fosse importante utilizzare gli strumenti normativi e avevano lodato il tribunale che era intervenuto in primis contro questa cellula della criminalità organizzata. Era il tribunale di Desio, che, però, voi avete deciso di chiudere.
  Il tribunale di Desio è stato quello che, per importanza nella lotta contro la criminalità organizzata al nord, ha preso la medaglia d'oro, perché, soprattutto nella provincia di Monza e Brianza, è stata individuata la maggiore infiltrazione di criminalità organizzata da parte delle ’ndrine sul territorio lombardo. E, giustamente, per combattere al meglio le ’ndrine si è pensato di chiudere il tribunale che spiccava nella lotta contro le ’ndrine stesse.
  Adesso raccontatemi pure che facciamo un bell'ordine del giorno tutti quanti come al solito per dire che il tribunale è stato bravo, utile e quant'altro e che ci impegneremo tutti quanti a cercare di tutelarlo. C’è un fatto: il tribunale più efficiente del territorio lombardo per lotta alla criminalità organizzata è stato chiuso da voi !
  Allora, evidentemente tutte le chiacchiere che si sono fatte su quanto fosse fondamentale tutelare i presidi che ottenevano risultati contro la criminalità organizzata come al solito stavano a zero, perché il dato di fatto è che voi avete chiuso il tribunale di Desio, non si è fatto niente per tutelarlo e, nonostante magistrati, avvocati e organizzazioni di categoria abbiano invocato la difesa di questo tribunale, portando tra l'altro a suffragio i risultati tangibili ottenuti, qua – chi se ne frega ! –, abbiamo chiacchierato tutti quanti, siamo saltati sul carro del vincitore quando ci sono stati i risultati e poi, per ripagare i risultati ottenuti, lo abbiamo chiuso. Questo è quello che si è fatto.
  Chiedo una riflessione: visto che di tribunali ce ne sono molti, sicuramente una razionalizzazione va fatta, ma non si possono colpire quelli più efficienti, non si possono colpire quelli più utili, non si possono colpire quelli che si sono occupati, tra l'altro, di un dramma del nostro Paese, che è la criminalità organizzata, che purtroppo si sta infiltrando anche e soprattutto al nord e in Lombardia.
  Qua tutti quanti chiacchieriamo di quanto sia importante far sì che l'evento di Expo sia il più possibile impermeabilizzato dalle infiltrazioni criminali, ma poi chiudiamo i tribunali che si occupano proprio di prevenire questo fenomeno.Pag. 22
  Allora, cerchiamo di decidere cosa fare, cerchiamo di tutelare i tribunali che hanno meriti e non chiacchieriamo, come al solito, del nulla, per poi fare l'esatto contrario qualche mese dopo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Da cittadino desiano, non posso che sottoscrivere l'ordine del giorno della Lega, perché siamo arrivati ad un punto dove non si sa dove si vuole andare.
  Il tribunale di Desio è fondamentale, perché con la sua chiusura abbiamo intasato il tribunale di Monza e questo sicuramente non porta benefici. Ricordo a tutti anche l'operazione Infinito che c’è stata proprio nella mia città, Desio. La chiusura del tribunale comporta un grave disagio.
  È un semplice ordine del giorno, Ministro: lo accetti perché è fondamentale per la cittadinanza e per l'intera provincia di Monza e Brianza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2681/20, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Totaro, Piccoli Nardelli, Paola Bragantini, Massa, Saltamartini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Di Staso ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2681/21, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2681/21, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Pastorelli, De Mita, Locatelli, D'Agostino, Portas, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  450   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  167    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Di Staso ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/2681/22.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, se i due ordini del giorno che abbiamo appena votato, sui quali siamo intervenuti, come nel caso dell'ordine del giorno a firma Molteni, entravano nel merito delle questioni e delle performance, con questo entriamo nel merito dell'economia, del bilancio e delle presunte riduzioni di costo e di ottimizzazione della spesa pubblica che i decreti sulla geografia Pag. 23giudiziaria, sulla nuova organizzazione giudiziaria di questo Paese, dovevano produrre. Non sono stati tenuti in considerazione neanche i costi per il trasferimento di queste sedi. Noi abbiamo denunciato come la mera volontà di fare cassa di questi decreti non abbia prodotto dei benefici per l'economia dei cittadini e delle imprese, che devono difendersi o che devono cercare giustizia.
  Per questo, con questo ordine del giorno a mia firma, noi chiediamo di ripristinare tutte le sedi soppresse e di riassumere in queste nuove sedi i magistrati che vi operavano; di garantire l'organico, per fare in modo che la giustizia venga veramente portata vicino al cittadino, ma con un metodo: non con il metodo tout court per cui riorganizziamo com'era la geografia giudiziaria delle sedi dei tribunali preesistenti, ma valutiamoli sulla base delle performance storiche dei tribunali stessi.
  Facciamo in modo che vengano riattivate quelle sezioni staccate che erano in grado di produrre un valore aggiunto per il territorio. E noi a casa nostra ne abbiamo tante, com’è stato ricordato da alcuni interventi che hanno preceduto questo: ci sono stati anche degli accorati appelli e delle prese di posizione nettamente contrarie ai due decreti precedenti, nel territorio, da parte di tutti i parlamentari, di tutti i senatori che, però, abbiamo visto anche in occasione dei due voti precedenti, non si traducono in reali atti politici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EMANUELE PRATAVIERA. Quindi, noi chiediamo una vera e propria di coscienza e di dare seguito alle parole, agli annunci fatti nei giornali o, addirittura, in assemblee pubbliche: il caso più eclatante in Veneto lo abbiamo avuto a Bassano; ci sono state realtà, però, anche in provincia di Venezia, a Portogruaro, in cui nessuno si è esposto per salvare il tribunale e si è accettato, addirittura, di mandare i cittadini fuori provincia, fuori regione a difendersi.
  Quindi, io chiedo un vero e proprio atto di responsabilità da parte dei parlamentari di quest'Aula: è un ordine del giorno, ma rappresenterà veramente un tassello...

  PRESIDENTE. Concluda, ha terminato il tempo.

  EMANUELE PRATAVIERA. ...per poter riportare la giustizia a casa nostra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2681/22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Carfagna, Tripiedi. Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  449   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  170    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/2681/23, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, noi riteniamo che sicuramente la soppressione di tutte le sezioni distaccate dei tribunali, di quasi tutti i tribunali non capoluogo di provincia e degli uffici dei giudici di pace, in un contesto di grave crisi del settore della giustizia, con i ritardi che ha accumulato la giustizia, che penalizzano Pag. 24le imprese, soprattutto di una parte del Paese – quella parte del Paese che, poi, alla fine, sostiene, nonostante la crisi, ancora l'intero Paese –, ebbene, noi crediamo che sicuramente la chiusura di queste sezioni distaccate non vada nella direzione di garantire una maggiore efficienza del sistema giudiziario.
  È per questo che con questo ordine del giorno, invece, al contrario, noi chiediamo un impegno preciso del Governo, nell'ambito dell'attuazione della nuova dislocazione sul territorio degli uffici giudiziari, ad esaminare, analizzare e valutare il territorio nazionale e, in particolare, il territorio del nord, sia sotto il profilo geografico, sia sotto quello produttivo, sia sotto quello delle strutture dell'organizzazione giudiziaria esistente, al fine di individuare se e dove sia necessario introdurre o potenziare competenze specializzate della magistratura, al fine di un maggior affidamento da parte delle imprese e degli investitori e, soprattutto, tenendo in imprescindibile considerazione il diritto del cittadino e del lavoratore ad un facile accesso e ad una giustizia qualitativamente soddisfacente. Questa, sicuramente, non è la direzione che avete intrapreso attraverso la soppressione, come dicevo prima, delle sezioni distaccate dei tribunali.
  Noi chiediamo, invece, di rivalutare quelle scelte, scelte scellerate che pesano anche fortemente sulle imprese, che oggi faticano magari a vedere risolte le proprie cause in virtù, soprattutto, delle scelte che avete adottato.

  PRESIDENTE. Bene, allora insiste per la votazione, questa era una dichiarazione di voto.
  Passiamo quindi ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2681/23, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zaratti, Malpezzi, Andrea Romano... Colleghi, il parere è favorevole, c’è stata la dichiarazione di voto e poi l'ho messo in votazione... Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  430    
    Hanno votato no  16.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Simonetti n. 9/2681/24, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Alberti n. 9/2681/25, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Poiché il presentatore non è in Aula, prendo atto che il deputato Sibilia, delegato d'Aula per il gruppo MoVimento 5 Stelle, insiste per la votazione dell'ordine del giorno Artini n. 9/2681/26, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Artini n. 9/2681/26.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Il parere è favorevole con riformulazione. Mi pare che non abbiano contestato la riformulazione. Deputato Sibilia, conferma di aver accettato la riformulazione, vero ? Sì, bene.

  Palma, Terrosi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  444   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  383    
    Hanno votato no  61.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 25

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, mettere in votazione un ordine del giorno di cui si accoglie la riformulazione e di un deputato non presente in Aula mi sembra un po’ troppo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, c’è stata una difficoltà di comunicazione. Comunque, penso che si possa andare avanti tranquillamente senza stare a stigmatizzare. Per i prossimi saremo anche più precisi.

  PRESIDENTE. D'accordo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Barbanti n. 9/2681/27, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Baroni n. 9/2681/28, Basilio n. 9/2681/29 e Battelli n. 9/2681/30, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/2681/31, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carinelli n. 9/2681/31, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Lo Monte, Marroni, Bonaccorsi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  446   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Benedetti n. 9/2681/32, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/2681/32, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Gregori, Palma, Piccoli Nardelli, Ciracì, Boccuzzi, Fabbri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  440   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2681/33, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2681/34, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti. Pag. 26
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2681/34, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Albanella, Di Lello, Casellato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  454   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Nicola Bianchi n. 9/2681/35 e Brescia n. 9/2681/36, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2681/37, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2681/37, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Patriarca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  452   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no  364.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busto n. 9/2681/38, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/2681/38, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Bossa, Sbrollini, Sorial, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  456   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che sono stati ritirati alcuni ordini del giorno, che vado ad elencare: Cancelleri n. 9/2681/39, che è il prossimo; Cariello n. 9/2681/40; Cozzolino n. 9/2681/46; Crippa n. 9/2681/47; Currò n. 9/2681/48; Da Villa n. 9/2681/49; Dadone n. 9/2681/50; Daga n. 9/2681/51; Dall'Osso n. 9/2681/52; e Parentela n. 9/2681/92.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2681/41, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2681/41, con il parere contrario Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Gregori, Oliverio, Gadda, Tancredi, Luigi Gallo...Pag. 27
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  454   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caso n. 9/2681/42, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caso n. 9/2681/42, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Colaninno, Gregori, Incerti, Brandolin, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  453   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Castelli n. 9/2681/43, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castelli n. 9/2681/43, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Piccoli Nardelli, Miotto, Marzano, Chimienti, Marroni, Lavagno, Marti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  457   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cecconi n. 9/2681/44, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2681/44, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Lavagno, Carfagna, Polverini, Di Lello. Lavagno e ancora Gregori; quindi, un attimo, vediamo se...Ottobre. Di Lello vedo che ha la mano alzata. Il tecnico è occupato ? Dove è il tecnico ? Anche Polverini...quando poi scende, cortesemente. Gregori. Di Lello; il tecnico sta vedendo adesso...a posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  452   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  351.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Corda n. 9/2681/45, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 28giorno Corda n. 9/2681/45, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Il deputato Di Lello; se qualcuno può assisterlo, ha un problema. Il terminale, stanno controllando il terminale, deputato Di Lello. Siamo in votazione, deputato Di Lello. Ecco, è riuscito a votare. Sgambato, Gregori, Galperti, Franco Bordo non riesce a votare; ecco. Bolognesi. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  462   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  353.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2681/53, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2681/53, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Marti, Covello, Paola Bragantini, Greco, Durante ha votato, Piccoli Nardelli. Perdiamo qualcuno ? No, ci siamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  454   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2681/54, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2681/54, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Arlotti, Malisani, Colaninno, Gasparini, Massa, Tancredi, Paris. Allora, ci siamo ? Hanno votato tutti, mi pare. Gasparini, Amoddio; ecco, ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  464   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  356.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'ordine del giorno De Rosa n. 9/2681/55, con il parere contrario del Governo. Lo votiamo. Dichiaro aperta la votazione... scusate c'era Bonafede che chiedeva di intervenire. Revoco l'indizione della votazione. Prego, deputato Bonafede.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, l'ordine del giorno sostanzialmente denuncia il fatto che il Governo stia abdicando alla protezione e alla tutela dei diritti dei cittadini che decidono di separarsi. Ora, in una situazione di crisi coniugale non è detto che entrambi i soggetti coinvolti, soprattutto quello debole, siano in grado di ponderare le conseguenze dell'accordo che stanno raggiungendo. A volte non sono proprio nelle condizioni. Ricordiamo, per esempio, l'ipotesi non rara in cui la donna è soggetta ad una violenza non solo fisica, ma anche e sopratutto psicologica dell'uomo.Pag. 29
  Allora, la norma tende ad assecondare la volontà del Governo di semplificare le procedure di separazione e quindi anche di snellire quella fase in cui si va davanti ad un giudice, però lasciando comunque il controllo dell'autorità giudiziaria. Io chiedo davvero a tutti di riflettere su una direzione che sia differente da quella intrapresa dal Governo con il provvedimento in oggetto, perché – ribadisco – lo Stato non può abdicare alla tutela dei diritti, non può abbandonare i cittadini, non li può abbandonare soprattutto nel momento in cui richiedono di essere protetti e tutelati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2681/55, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zardini, Ginefra, Giorgio Piccolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  454   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  345.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2681/56, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2681/56, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Colaninno, Fanucci, Simoni, Rizzetto, Locatelli, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  458   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Della Valle n. 9/2681/57, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Della Valle n. 9/2681/57, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Greco, Carfagna, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  459   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2681/58, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.Pag. 30
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2681/58, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  454   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'ordine del giorno Di Battista n. 9/2681/59, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, a causa della fiducia imposta dal Governo, non abbiamo potuto presentare un numero di emendamenti che, in realtà, miravano soltanto a velocizzare il processo civile e, quindi, a dare attuazione alle parole al vento che ha detto il Presidente del Consiglio Renzi, affermando che, con questo inutile decreto-legge, le cause sarebbero durate addirittura un anno, e si avrebbe avuta le sentenza in un anno. A proposito, devo notare che forse, davvero, la sperimentazione della cannabis a Firenze, nell'istituto di Firenze, ha dato buoni frutti. Ad ogni modo, con i seguenti ordini del giorno, vorremmo andare a normare meglio gli articoli del codice di procedura civile, le norme di attuazione, in riferimento ai consulenti tecnici d'ufficio. In questo momento, quando inizia un processo civile, solo gli avvocati, e quindi le parti, hanno dei termini perentori – giustamente – per il deposito delle memorie, il deposito degli atti ed altro. Tali termini, in realtà, non sono perentori per i consulenti tecnici d'ufficio e nemmeno per il giudice. Ciò vuol dire che, in realtà, abbiamo cause in cui deve essere espletata una consulenza tecnica d'ufficio perché vertente in materie specialistiche, che in attesa del deposito della consulenza, possono aspettare uno o due anni. Con questi ordini del giorno, noi miriamo, innanzitutto, a prevedere e a normare meglio le sanzioni che il giudice deve comminare in caso di ritardo nel deposito delle consulenze, senza un giustificato motivo oggettivo, ma soprattutto a verificare i possibili interessi in gioco che possono avere alcuni consulenti tecnici d'ufficio, e faccio riferimento alla materia del risarcimento per i casi di malasanità. Purtroppo, vi è la possibilità di avere consulenti tecnici d'ufficio che, da una parte, sono nominati dai giudici e dall'altra, però, possono essere fiduciari di assicurazioni che sono anche parti in quei procedimenti davanti al giudice stesso. Le norme attuali non prevedono normazione specifica dei casi di astensione e ricusazione, perché tali norme dovrebbero essere ampliate rispetto a quelle che sono previste in capo ai giudici, perché non sono minimamente efficienti.
  Quindi, invito eventualmente il sottosegretario, o il Ministro in questo caso, visto che è presente, a voler esprimere parere favorevole, così come sono stati scritti, sugli ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, le considerazioni dell'onorevole Colletti credo che meritino una risposta, perché attengono anche ad un'altra serie di ordini del giorno che afferiscono alla stessa materia.
  Al di là della scelta, che è stata fatta, di seguire la via del decreto-legge, c’è un orientamento per quanto riguarda la materia su cui si è intervenuti, che è quello di intervenire su alcune vicende che riguardano Pag. 31la degiurisdizionalizzazione – quindi ciò che è extraprocessuale – e contemporaneamente alcuni interventi di carattere puntuale, che riguardano il sistema delle convenienze rispetto all'accesso al contenzioso.
  Il tema della funzionalità del processo è affrontato in un'altra sede, che è la delega che sarà presto all'esame di questo ramo del Parlamento e che ha l'ambizione di affrontare, invece, in modo più organico, l'aspetto del funzionamento del processo civile. Pertanto, le considerazioni che lei ha svolto sono assolutamente interessanti e possono essere raccolte in quella sede. Abbiamo voluto evitare, invece, di intervenire con un decreto-legge, nell'ambito dell'assetto del processo o meglio dello sviluppo processuale. Per questo, ritengo che le considerazioni che lei ha svolto possano trovare accoglimento in altra sede, così come molte altre che sono alla base di ordini del giorno che appunto hanno la stessa materia come presupposto.

  PRESIDENTE. Dopo questa precisazione, prendo atto che comunque il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Battista n. 9/2681/59.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/2681/59.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manfredi, Portas, Piepoli... ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  451   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2681/60, sul quale c’è un parere favorevole con riformulazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2681/60.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Palma, Tancredi, Berlinghieri... Ci siamo ? Mi pare di sì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2681/61, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Maio n. 9/2681/62, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Maio n. 9/2681/62.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manfredi, Battelli...allora.. ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  458   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 32

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Vita n. 9/2681/63, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Vita n. 9/2681/63, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  459   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Malpezzi e Vazio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dieni n. 9/2681/64, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dieni n. 9/2681/64.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Dellai, Impegno, Terzoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  465   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Incà n. 9/2681/65, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2681/65.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Ruocco, Tacconi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  461   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Uva n. 9/2681/66, con il parere favorevole del Governo purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Uva n. 9/2681/66, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello, Mura, Gagnarli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  460   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 33

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fantinati n. 9/2681/67, con il parere favorevole del Governo purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fantinati n. 9/2681/67, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sarti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  465   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2681/68, con il parere favorevole del Governo purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2681/68, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Marzano, Paola Bragantini, Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  465   
   Votanti  463   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fico n. 9/2681/69, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fico n. 9/2681/69, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Zaratti, Sbrollini ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  435   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fraccaro n. 9/2681/70, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/2681/70.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Palma, Carinelli ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  430   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   82    
    Hanno votato no   348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 34

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Frusone n. 9/2681/71, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frusone n. 9/2681/71.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Dell'Aringa, Sandra Savino, Terzoni ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  438   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2681/72, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2681/72.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial, Paola Bragantini, Amendola, Altieri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  438   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gallinella n. 9/2681/73, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gallinella n. 9/2681/73.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Greco, Giovanna Sanna, Carloni ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  456   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no   356.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2681/74, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2681/74, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  454   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no   335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 35

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2681/75, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2681/75, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  461   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no   358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Bonafede n. 9/2681/76, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, semplicemente per sottolineare l'importanza dell'ordine del giorno nella misura in cui, anche in caso di negoziazione assistita, si prevede comunque che ci sia un controllo del magistrato, anche solo in camera di consiglio. Ciò vuol dire che il magistrato non tiene l'udienza, quindi i tempi sono praticamente eliminati, ma c’è comunque un controllo a garanzia dei cittadini che si stanno separando.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2681/76.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Massa, Albanella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  444   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no   323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grande n. 9/2681/77, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grande n. 9/2681/77.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Zaratti, Carra, Raciti, Centemero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  450   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no   327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grillo n. 9/2681/78, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grillo n. 9/2681/78, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa... Grassi... Saltamartini...Pag. 36
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  451   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2681/79, con parere favorevole del Governo purché riformulato.

  ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Aspetti un secondo, mi faccia vedere i tempi. Ha già parlato due volte, non posso darle la parola.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, sull'ordine dei lavori. C’è stato un misunderstanding, infatti, contrariamente a quello che è previsto dal Regolamento per poter spalmare il proprio intervento su due interventi di due minuti e mezzo, generalmente però alle volte è anche a discrezione della Presidenza. Se possibile, le chiediamo la cortesia di far intervenire Bonafede su questo ordine del giorno. Ripeto: alle volte è anche a discrezione della Presidenza, quindi non stiamo cercando di bloccare i lavori, è semplicemente per esprimere la nostra dichiarazione di voto su questo tipo di ordine del giorno. Quindi, chiedo a lei se c’è questa possibilità, mi rimetto alla Presidenza per la scelta.

  PRESIDENTE. Come giustamente lei ha evidenziato il Regolamento stabilisce che si possa intervenire due volte ma, visto che c’è stato questo, per così dire, misunderstanding, allora in via del tutto eccezionale il deputato Bonafede può fare il terzo intervento per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Soltanto per dire che l'ordine del giorno chiede l'impegno del Governo a favorire la proposta di legge che è già stata approvata da quest'Aula, la famosa proposta di legge sul divorzio breve con la quale si abbreviano i tempi, anche se lo Stato non abdica alla tutela dei diritti dei cittadini che stanno per separarsi o per divorziare, e che adesso è semplicemente insabbiata al Senato. Allora se quest'Aula ha già approvato quella proposta con una convergenza di quasi tutte le forze politiche, perché non votare un ordine del giorno che chiede al Governo di impegnarsi in quel senso ? Sarebbe una contraddizione assolutamente non accettabile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2681/79,
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso... Formisano... Ciprini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  443   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2681/80, con parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2681/80.Pag. 37
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Lavagno, Villarosa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  452   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  È arrivato in corsa, onorevole Abrignani, non l'ho vista !
  Adesso siamo all'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2681/81, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, in questo, come in altri ordini del giorno, chiediamo una cosa molto semplice. L'articolo 1 del decreto-legge è una norma sostanzialmente inutile, anche perché ci saranno pochissimi casi, in Italia, di persone che, avendo già pagato il contributo unificato e, magari, anche un avvocato, chiederanno di pagare un collegio arbitrale o un arbitro, magari, migliaia di euro, per arrivare ad una sentenza a cui il giudice normale non riesce ad arrivare in tempi brevi.
  Oltretutto, il problema riguarda anche coloro che possono accedere al patrocinio a spese dello Stato. Se costoro non hanno i soldi per pagare il contributo unificato, come potranno mai avere i soldi per pagare gli arbitri ? Quindi, è ovvio che tale norma, l'articolo 1, non sia applicherà a queste fattispecie. Ma c’è di più.
  All'articolo 2, comma 6, vi è una norma per cui, se la parte può accedere al patrocinio a spese dello Stato, non deve pagare l'avvocato per la tutela dei propri diritti in sede di negoziazione assistita. Questo comporta, in realtà, una lesione dell'articolo 36 della Costituzione, in cui è previsto che il lavoro deve essere retribuito. Noi, ex lege, prevediamo con una norma, a mio dire incostituzionale, secondo la quale gli avvocati che tutelano i meno abbienti non vengono pagati da nessuno, né dalla parte, giustamente, né dallo Stato. Quindi, questo è un invito al Governo: rendiamoci conto di quello che avete scritto con questo decreto-legge.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2681/81.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  445   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/2681/82, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/2681/82.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Calabrò, Lavagno, Baroni, Villarosa.Pag. 38
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  446   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lorefice n. 9/2681/83, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2681/83.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  440   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lupo n. 9/2681/84, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupo n. 9/2681/84.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati, Carloni, Garavini, Moretto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  452   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/2681/85, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mannino n. 9/2681/85.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  452   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  351.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mantero n. 9/2681/86, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marzana n. 9/2681/87, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2681/87.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 39

  Donati, Dell'Aringa, Miccoli, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  451   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Micillo n. 9/2681/88, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micillo n. 9/2681/88.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Lavagno, Donati, Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  435   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mucci n. 9/2681/89, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mucci n. 9/2681/89.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  448   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nesci n. 9/2681/90, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2681/90.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, Cani, Carnevali, Malpezzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  449   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Cirielli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2681/93, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2681/93.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 40

  Fanucci, De Mita, D'Agostino, Donati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  449   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/2681/94, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  DANIELE PESCO. Presidente, potrei riascoltare la riformulazione, se non è un problema ?

  PRESIDENTE. Sottosegretario, è così cortese da ridare la riformulazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/2681/94 ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Presidente, la riformulazione è la seguente: «valutare gli effetti applicativi della nuova disciplina delle spese processuali al fine di valutare possibili estensioni delle ragioni di compensazione».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/2681/94.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Petraroli n. 9/2681/95, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Petraroli n. 9/2681/95.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazziotti Di Celso, Taricco, Dambruoso, Zardini, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  455   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pinna n. 9/2681/96, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2681/97, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2681/97.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  448   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ciprini n. 9/2681/98, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.Pag. 41
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/2681/98.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  455   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Moscatt ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n. 9/2681/99, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2681/100, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2681/100.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuseppe Guerini, Letta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  443   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Moscatt e Brandolin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2681/101 vi è un parere favorevole purché riformulato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, volevo intervenire dichiarando che noi stiamo votando a favore di questi ordini del giorno che dicono di accelerare, per quanto è possibile, con delle normative specifiche i processi del lavoro; però, voglio fare presente che non vorrei che si diffondesse l'opinione che l'attuale processo del lavoro sia ostativo ad un processo breve, perché l'attuale processo del lavoro è congegnato in maniera tale che sia brevissimo.
  Ci sono degli ordini del giorno, per esempio, che abbiamo approvato, in cui si chiede che vengano ridotti i termini degli adempimenti istruttori. Ora, il processo del lavoro prevede innanzitutto che il giudice convochi le parti entro cinque giorni da quando le parti si sono rivolte al magistrato; prevede che l'udienza avvenga in termini brevissimi (non più di due mesi); prevede che tutte le carte debbano essere messe in tavola alla prima udienza, cioè bisogna costituirsi in tempo utile prima e dichiarare subito, in fatto e in diritto, che cosa si vuole e che cosa si obietta. Poi è previsto che sia vietata qualunque udienza di rinvio, di mero rinvio, ed è anche previsto che, qualora sia necessario andare oltre, si vada al primo giorno non festivo successivo: quindi, più veloce di così non è immaginabile un processo del lavoro !
  Il problema non sta lì. Se avessimo l'opportunità di discutere effettivamente di una riforma, come è stato preannunciato (poi vedremo), del processo civile, probabilmente anche dei riflessi sul campo del lavoro ne discuteremmo seriamente. Però, io – ripeto – ho voluto prendere la parola perché questi ordini del giorno, a cui stiamo dando voto favorevole, possono Pag. 42indurre l'opinione che il processo del lavoro abbia delle carenze o sia addirittura ostativo per la soddisfazione dei diritti dei cittadini lavoratori. Questo non è e le riforme che sono state fatte semmai hanno affaticato ulteriormente la disciplina.
  Si potrebbe fare qualcosa per migliorarlo, ma ne dico una qualsiasi: un terzo di quei 5 milioni di cause civili pendenti, quelle in materia di previdenza per esempio e non solo, molte volte in materia di lavoro quando si tratta di cause collettive, si potrebbero tranquillamente risolvere in breve qualora fosse stabilita, per esempio, l'introduzione della cosiddetta «causa pilota». Non è ammissibile che un istituto pubblico come l'INPS, per fare un esempio pratico, resista migliaia e migliaia di volte e perda le cause migliaia e migliaia di volte, dando poi la responsabilità dell'ulteriore esborso di pubblico denaro e dell'ingolfamento dei tribunali agli utenti, ai cittadini e ai lavoratori che alla giustizia si rivolgono.
  Invece, che cosa accade ? Per essere breve e ne parlo velocemente: accade che gli istituti previdenziali, e in particolare l'INPS, organizzano una difesa aziendalistica a livello nazionale, per cui, come fa molto spesso qualunque azienda di grosse dimensioni, si difende in un luogo perché sa che ci sono milioni di casi analoghi e, quindi, facendo un calcolo aziendale conviene pagare degli onorari agli avvocati di quella zona per impedire che l'epidemia si diffonda in giro e si risparmiano così, a favore dei bilanci dell'INPS, ma in danno di migliaia e migliaia di lavoratori, ingenti somme. Si impoverisce il tessuto economico di ampie zone della nostra provincia; ho fatto l'esempio della «causa pilota», che è una richiesta che viene proprio dal Consiglio superiore della magistratura. Io ho letto gli atti di molti seminari che sono stati fatti sulla materia e una delle condizioni, una delle proposte che vengono fatte e sostenute è proprio questa.
  Poiché l'INPS – faccio l'esempio dell'istituto previdenziale più oggetto di contenzioso – non ha il buonsenso di prendere atto che in primo grado ha perso, che in secondo grado ha perso, che in Cassazione ha perso, non ha il buonsenso di capire molte volte che perde le cause semplicemente perché volutamente – io dico – non ha adeguati programmi che stabiliscono, per esempio, in ossequio ad una legge che ne aumenta le prestazioni, non adegua i programmi, per cui è evidente che tu attendi un anno, due anni, tre anni... C’è un contenzioso, per esempio, che prende in considerazione diritti non rispettati da dodici anni ! Cioè per dodici anni non vengono adeguate le procedure allo scopo – ripeto – di risparmiare in danno dei cittadini.
  Ovviamente milioni di cittadini alla fine fanno causa e questo potremmo spiegarlo meglio in qualche occasione più propizia che non sia né un decreto-legge, né un ordine del giorno, né una discussione sotto la mannaia della fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La riformulazione non era stata accettata, quindi passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2681/101, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 12,20)

  Misuraca, Gagnarli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  439   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  315).    

  (Il deputato Brandolin ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 43

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/2681/102, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bechis n. 9/2681/102, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Villarosa, Pini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  418   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  299).    

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2681/103, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2681/103, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  CARLO SIBILIA. Presidente !

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, che cosa c’è ? Il parere non è contrario ? Non accetta la riformulazione... Chiedo scusa. In effetti c’è un errore nel fascicolo che io ho.
  Il parere del Governo sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2681/103 è favorevole. Io avevo scritto qui che c'era una riformulazione.
  Revoco la votazione sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2681/103.
  Prendo dunque atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2681/103, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n. 9/2681/104, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2681/104, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Da Villa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  427   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  318).    

  (Il deputato Rosato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pisano n. 9/2681/105, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prodani n. 9/2681/106, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prodani n. 9/2681/106.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 44

  Savino, Pili...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  445   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  323).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzo n. 9/2681/107, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzo n. 9/2681/107, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  426   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  310).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2681/108, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2681/108, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Piepoli, Letta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  434   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  312).    

  (Il deputato Moscatt ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ruocco n. 9/2681/109, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruocco n. 9/2681/109, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  442   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  357).    

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sarti n. 9/2681/110, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scagliusi n. 9/2681/111, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scagliusi n. 9/2681/111, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 45

  Segoni, Baruffi, Sorial. Baruffi ancora non riesce a votare ? Ha votato, perfetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  407   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  84    
    Hanno votato
no  323).    

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/2681/112, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/2681/113, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sibilia n. 9/2681/113, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti, Pili, Faraone, Narduolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  443   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  322).    

  (Il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sorial n. 9/2681/114, non accettato del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sorial n. 9/2681/114, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, D'Agostino, Cozzolino, Rizzetto, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  439   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  329).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/2681/115, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Spadoni n. 9/2681/115, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Piepoli, Dell'Aringa, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  445   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  340).    

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/2681/116, non accettato dal Governo.Pag. 46
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Spessotto n. 9/2681/116, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Casellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  429   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  324).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. I deputati Micillo e Gianluca Pini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Terzoni n. n. 9/2681/117, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Terzoni n. n. 9/2681/117, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Lavagno, Murer, Simoni, Carloni, Toninelli, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  455   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  347).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tofalo n. 9/2681/118, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tofalo n. 9/2681/118, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Chiedo scusa. Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, anche qui vorrei esprimere una rapida preoccupazione e osservazione: la negoziazione assistita è un ulteriore istituto che viene introdotto, anzi è un ennesimo tentativo di nascondere l'esistenza del contenzioso e delle ragioni del contenzioso. Questa pratica è stata già introdotta nel passato con il famoso tentativo obbligatorio di conciliazione previsto per le cause di lavoro, per cui bisognava andare prima all'ufficio...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Quanti minuti ho ? Secondi ?

  PRESIDENTE. Nessuno. Lei aveva trenta secondi, che sono scaduti in questo istante.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Benissimo, voglio dire che è sempre – lo dico volgarmente – la solita minestra riscaldata (Applausi di deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Con questi sistemi noi non procederemo, come dice Renzi, nel giro del 2014 a eliminare il contenzioso passato o a impedire l'insorgenza del contenzioso futuro.

Pag. 47

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tofalo n. 9/2681/118, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Milanato...provi senza pallina, onorevole Milanato. Ci sono colleghi che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  424   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  84    
    Hanno votato
no  340).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Toninelli n. 9/2681/119, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/2681/119, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Mura, Rizzetto, onorevole Rizzetto provi senza pallina, non c’è ? Bonomo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  422   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  339).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/2681/120, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Turco n. 9/2681/120, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  423   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  326).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Terzoni ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vacca n. 9/2681/121, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vacca n. 9/2681/121, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Terzoni, Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  420   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  324).    

Pag. 48

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Colletti n. 9/2681/122, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colletti n. 9/2681/122, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Mazzoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  412   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  316).    

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vallascas n. 9/2681/123, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/2681/123, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Gutgeld...invito i colleghi a rimanere in Aula visto che le votazioni sono una via l'altra.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  446   
   Votanti  443   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  321).    

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2681/124, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2681/124, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, D'Agostino, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  448   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  323).    

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/2681/125, accettato dal Governo, purché riformulato.Pag. 49
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/2681/125, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, Pili, La Marca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  448   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  325).    

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2681/126, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2681/126, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  431   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  337).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tabacci n. 9/2681/127, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Ricordo che l'ordine del giorno Paglia n. 9/2681/128 è inammissibile.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Businarolo n. 9/2681/129 con il parere favorevole dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Binetti n. 9/2681/130, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cirielli n. 9/2681/131, Bazoli n. 9/2681/132 e Mazziotti Di Celso n. 9/2681/133.
  Onorevole Dambruoso, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2681/134, con il parere favorevole dal Governo, purché riformulato ? Chiedo ai colleghi intorno all'onorevole Dambruoso, per favore...onorevole Mazziotti Di Celso...

  STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, intervengo velocissimamente solo per esprimere l'apprezzamento per l'accoglimento di quest'ordine del giorno che interpreta in questo modo un emendamento presentato e che aiuta a superare un tema che si era aperto con un dibattito anche sufficientemente conflittuale e polemico, che riguardava in realtà, non diritti astrusi, ma diritti riconosciuti dalla Costituzione, che sono l'effettivo godimento delle ferie e che riguardano tutti gli operatori giuridici (magistrati, avvocati e procuratori dello Stato).
  Grazie a questo emendamento c’è un segnale evidente di volontà di superare quel tipo di conflittualità, che non aiuta senz'altro e che rischia di mettere davvero a repentaglio la tenuta di istituzioni, che tutti quanti, sono sicuro, in questo consesso abbiamo interesse a mantenere «alte». Infatti proprio in quel clima, quando si era sviluppata tutta la conflittualità sul tema ferie, era stato possibile che al Senato venisse presentato un emendamento, Pag. 50trasformato in ordine del giorno, con cui si chiedeva la gogna pubblica e la visita con operatori psichiatrici per il magistrato che avesse...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Le chiedo scusa, onorevole Dambruoso.

  STEFANO DAMBRUOSO. Va bene, non fa niente, non c’è problema.

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi ! Onorevole Dambruoso, mi perdoni se la ho interrotta. A questo punto insiste per la votazione del suo ordine del giorno ?

  STEFANO DAMBRUOSO. No, volevo soltanto esprimere una valutazione sull'ordine del giorno. Va bene così.

  PRESIDENTE. Sta bene, la ringrazio.

  ROBERTO GIACHETTI. Lo dobbiamo votare ! Ha fatto una dichiarazione di voto !

  PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, ho chiesto all'onorevole Dambruoso se intendeva porlo in votazione, ma evidentemente ha motivato la ragione per cui intendeva accettare la riformulazione.
  Ricordo che l'ordine del giorno Anzaldi n. 9/2681/135 è inammissibile.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Russo n. 9/2681/136, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo altresì atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Lello n. 9/2681/137, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo statale Milani, di Fondi, in provincia di Latina, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 10,45, con le dichiarazioni di voto finale, cui seguirà la votazione finale.

  ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Presidente Giachetti, ne ha facoltà.

  ROBERTO GIACHETTI. Presidente, nella seduta di oggi sono accadute due cose che io confinerei a quelle fattispecie che non possono fare precedente. La prima è accaduta un po’ di tempo fa, nel senso che abbiamo appreso che l'articolo del Regolamento che prevede che si può intervenire solo due volte, se c’è una incomprensione, può consentire di intervenire anche tre volte. Questo sarebbe un problema, come lei può immaginare.
  La seconda è che adesso si può intervenire per motivare perché non si chiede la votazione. Il che significa fare delle dichiarazioni di voto senza mettere in votazione l'ordine del giorno.
  Sono due episodi che fanno parte, come spesso accade nei nostri lavori parlamentari, di momenti atipici, ma la pregherei di fare in modo che rimanga agli atti che nessuno dei due costituisce precedente, perché sarebbero dei precedenti assai problematici.

  PRESIDENTE. Presidente Giachetti, ovviamente lei ha ragione. Io ho inteso la dichiarazione del questore Dambruoso come la motivazione per cui accettava la riformulazione. Ad ogni buon conto, è di tutta evidenza che non siamo qui a creare precedenti, ma ad applicare il Regolamento. Quindi, la ringrazio anche della sua puntualizzazione.
  Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, a cui Pag. 51seguirà l'esame della mozione di sfiducia individuale presentata nei confronti del Ministro dell'interno.

  La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia, il Ministro della salute, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative, anche di carattere interpretativo, in merito alle diverse tipologie di controllo nelle società a responsabilità limitata – n. 3-01131)

  PRESIDENTE. Il deputato Sottanelli ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01131, concernente iniziative, anche di carattere interpretativo, in merito alle diverse tipologie di controllo nelle società a responsabilità limitata (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signora Presidente e gentile Ministro, molto brevemente: con la mia interrogazione vorrei chiarire, anche alla luce dei diversi orientamenti giurisprudenziali, quali debbano essere le tipologie di controllo nelle società a responsabilità limitata, a seconda della nomina del collegio sindacale, del sindaco oppure del revisore.
  L'atto costitutivo delle società a responsabilità limitata può prevedere, infatti, la nomina di un revisore o di un organo di controllo che, se non è disposto diversamente, è costituito da un solo membro effettivo.
  Nel caso di nomina di un organo di controllo, anche se monocratico, si applicano le disposizioni sul collegio sindacale previste per le società per azioni, mentre, nel caso di obbligo di nomina dell'organo di controllo, che può essere collegiale o monocratico, o del revisore, non risulta invece chiaro se la scelta fra le due ipotesi alternative comporti anche due diverse tipologie.
  Ad esempio, nell'ipotesi di nomina del revisore, essendo lo stesso un organo di controllo esterno alla società, oltre a non esercitare il controllo sulla gestione, non sarà nemmeno tenuto a partecipare alle assemblee ed ai consigli di amministrazione...

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Sottanelli. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Grazie, signora Presidente. Onorevole Sottanelli, in ordine all'interrogazione da lei presentata mi corre l'obbligo di illustrare previamente i vari orientamenti interpretativi dell'articolo 2477 del codice civile, così come modificato dall'articolo 35, secondo comma, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, sulla base del quale ella richiede a questo Ministero di fare appunto chiarezza sull'argomento, anche in relazione eventualmente ad iniziative normative da adottarsi.
  Come indicato nella sua interrogazione, l'applicazione della norma che ha innovato la disciplina dei controlli nelle società a responsabilità limitata ha condotto a due diverse linee ermeneutiche.
  Secondo la prima, nei casi in cui sia obbligatoria la costituzione dell'organo di Pag. 52controllo, può procedersi alla nomina alternativa del collegio sindacale, in composizione monocratica o collegiale, ovvero di un revisore, in quanto gli stessi svolgerebbero le medesime funzioni attinenti al controllo di gestione, ex articolo 2403 e seguenti del codice civile, ed alla revisione legale dei conti.
  Per la seconda, in caso di obbligo di nomina dell'organo di controllo, invece, l'opzione in favore del revisore ne limita la competenza alla mera revisione dei conti, in quanto solo l'organo sindacale è competente al controllo di gestione, ex articolo 2403 e seguenti del codice civile.
  La modifica normativa consentirebbe, ad avviso dell'onorevole interrogante, una sostanziale elusione del controllo di gestione delle società a responsabilità limitata, laddove si opti per la nomina del revisore dei conti e non già per quella dell'organo sindacale, la cui competenza è estesa al controllo di gestione e non si limita alla mera revisione contabile.
  Si rileva pertanto che la previsione del carattere alternativo da un lato del sindaco unico del collegio sindacale e dall'altro del revisore della società di revisione non comporta quindi solo la facoltà di scelta tra organi o soggetti differenti, cui attribuire i medesimi compiti, ma può incidere profondamente sulle modalità di un completo controllo sulla gestione e soprattutto sull'esercizio dei poteri sanzionatori.
  Ciò premesso, si deve rilevare come entrambe le opzioni ermeneutiche registrate nella prassi applicativa presentino profili di concreta percorribilità e sono state, pertanto, autorevolmente sostenute.
  L'avallo dell'una o dell'altra, tuttavia, non è compito, come è noto, che rientra nelle attribuzioni del Ministero della giustizia, che è titolare di meri poteri di vigilanza sull'esercizio della professione notarile, che non si estendono al sindacato inerente l'applicazione o l'interpretazione delle norme di legge.
  Quanto infine alle iniziative normative di cui si sollecita l'assunzione, si rappresenta che attualmente non sono allo studio del Ministero progetti di interventi legislativi riguardanti la materia in esame.
  Purtuttavia, seguirò con attenzione, anche tramite i miei uffici, l'evoluzione giurisprudenziale e dottrinale relativa alla questione posta oggi all'attenzione da questa interrogazione, riscontrandone la rilevanza nella gestione concreta delle società, anche in relazione alle eventuali ripercussioni sul mercato e alla tutela dei terzi che la modulazione su base ermeneutica dei sopramenzionati meccanismi di controllo societario può determinare.

  PRESIDENTE. Deve concludere, Ministro.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Sì. Poiché dalle attività di confronto propedeutiche alla riforma della giustizia sono emersi temi che attenevano agli istituti che vengono messi in atto nelle situazioni di crisi, è possibile, pur essendo materia diversa, che in quell'intervento legislativo, che in qualche modo è emerso come dirigenza politica, si possa prendere in considerazione anche l'insieme delle valutazioni che stavano alla base della sua interrogazione.

  PRESIDENTE. Il deputato Sottanelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signor Presidente, signor Ministro, io ho apprezzato la sua attività nel precedente Governo e sto continuando ad apprezzarla anche in questo Governo. Ho voluto presentare questa interrogazione appunto per fare chiarezza, cercando, nella nostra attività, di semplificare, ai tanti operatori che ovviamente quotidianamente si imbattono con le norme: un quadro chiaro e certo. Ho preso atto della sua risposta e soprattutto del suo impegno futuro in modo da fare chiarezza, anche perché in questa fase ci sono orientamenti diversi: da un lato, alcuni consigli notarili che parlano di equivalenza, dall'altro diversi consigli dei dottori commercialisti, che a me sembra sia la linea prevalente, sostengono che Pag. 53svolgono due ruoli completamente diversi. Il fatto, però, che lei ha dichiarato che seguirà con attenzione lo sviluppo di queste cose, mi rassicura e, quindi, la ringrazio e sono pienamente soddisfatto della risposta.

(Problematiche riguardanti il tasso di mortalità nell'area di Falconara Marittima (Ancona) in relazione alla presenza dell'impianto di raffineria Api – n. 3-01132)

  PRESIDENTE. La deputata Ricciatti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01132, concernente problematiche riguardanti il tasso di mortalità nell'area di Falconara Marittima (Ancona) in relazione alla presenza dell'impianto di raffineria Api (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  LARA RICCIATTI. Signora Presidente, signora Ministro, innanzitutto, prima di entrare nel merito della questione, mi permetta una puntualizzazione di metodo e, cioè, che questa interrogazione nasce come un'interrogazione a risposta scritta depositata il 23 settembre 2013. Ci troviamo qui in Aula, a più di un anno di distanza, dopo che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ha deciso di trasformarlo in question time per cercare di ottenere una risposta. Questo lo prenda se vuole come un monito per cercare anche di velocizzare le risposte che poi arrivano dai territori e in giro per l'Italia.
  Questa interrogazione volge su un punto: il 29 settembre 2011 l'Istituto nazionale tumori di Milano ha consegnato alla regione Marche, alla provincia di Ancona, al comune di Falconara, di Chiaravalle e di Montemarciano i risultati finali dell'indagine conoscitiva epidemiologica presso la popolazione residente a Falconara Marittima e nei comuni limitrofi riguardante il periodo 1994-2003. E noi vorremmo sapere se la regione Marche, la provincia di Ancona oppure gli altri enti o istituzioni abbiano consegnato al Ministero della salute o all'Istituto superiore di sanità il rapporto conclusivo del 29 settembre 2011 o se abbiano quantomeno informato in altro modo delle conclusioni finali emerse a compimento dell'indagine epidemiologica e, ovviamente, esposte in premessa dell'interrogazione.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, nel merito della questione posta comunico che l'indagine epidemiologica svolta dall'Istituto nazionale di tumori di Milano sul sito di Falconara Marittima non risulta essere stata inviata, né al Ministero, né all'Istituto superiore di sanità e non si è pertanto a conoscenza delle conclusioni emerse dall'indagine stessa. Sarà, tuttavia, mio impegno acquisire quanto prima i risultati di tale indagine al fine di sottoporli all'analisi dell'Istituto superiore di sanità. Quindi, ringrazio per questo gli interroganti.
  Ciò premesso, evidenzio che il sito di Falconara Marittima, in quanto sito di interesse nazionale per le bonifiche, è stato incluso tra quelli oggetto del progetto di studio «Sentieri» coordinato dall'Istituto superiore di sanità e finanziato dal Ministero della salute con la ricerca finalizzata al 2006. I risultati dello studio, esaminati anche alla luce degli altri studi epidemiologici eseguiti in precedenza nell'area, che avevano evidenziato alcuni eccessi significativi di occorrenza per tumori emolinfopoietici, sono stati valutati come segue.
  Nel sito di Falconara, a fronte di un generale difetto nella mortalità, sono presenti eccessi che riguardano in particolare i tumori del polmone. Sarebbe opportuno sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica mirato, estendendo l'osservazione anche ai tumori del sistema emolinfopoietico. L'eccesso di mortalità per malformazioni congenite andrebbe approfondito tramite indagini di prevalenza e incidenza. L'Istituto superiore è stato dunque inizialmente coinvolto in una indagine che ha interessato una corte di 659 lavoratori, 650 uomini e 9 donne, occupati Pag. 54dalla raffineria Api di Falconara nel periodo 1974-1989, con un follow up di mortalità aggiornato al 1996. L'indagine ha esaminato 33 gruppi di cause di morte ed ha riscontrato eccessi di mortalità per un complesso di tutte le neoplasie e per i tumori cerebrali in particolare, dato questo in linea con analoghi studi internazionali riportati in letteratura.
  L'Istituto è stato successivamente coinvolto nella prosecuzione dello studio epidemiologico sulla sorte lavorativa della raffineria Api nella regione Marche tramite la stipula di un'apposita convenzione che aveva tra gli obiettivi l'aggiornamento del precedente studio. Il mancato aggiornamento dei dati dello studio è stato causato dai vincoli imposti dalle norme sulla tutela dei dati personali. Da ultimo, per quanto riguarda le iniziative volte alla istituzione dei registri di mortalità, tumore e altre patologie di cui all'articolo 12 del decreto-legge n. 179 del 2012, rassicuro che, in considerazione della rilevanza della materia, il Ministero della salute ha già avviato le iniziative necessarie a definire nei tempi più brevi possibili un testo di decreto da sottoporre alla valutazione della Conferenza Stato-regioni e del Garante della protezione dei dati personale.

  PRESIDENTE. La deputata Ricciatti ha facoltà di replicare per due minuti.

  LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente, grazie anche a lei, signora Ministra per la risposta. Purtroppo, è una risposta che un po’ ci rammarica non per quello che dice ma per le informazioni che ci sta passando cioè il fatto che ancora non è stato depositato. Noi ovviamente aspetteremo e vigileremo con l'auspicio che si possa acquisire tale indagine direttamente dall'Istituto nazionale dei tumori di Milano e, se da un lato, da questa sua risposta, capiamo che il problema e il vulnus è la tutela dei dati personali, noi vorremmo replicarle che non è di minore importanza il diritto alla salute di tutte le cittadine e di tutti i cittadini di Falconara e di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori di Falconara. Quindi, se da un lato, è importante la tutela dei dati personali, pensiamo che forse possa essere ancor più importante e ancor più delicata la tutela del diritto alla salute. Nel concludere questa interrogazione, vorremmo provare a lanciare una proposta ossia quella per cui, nell'attesa che si dia attuazione al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sul regolamento nazionale che disciplinerà la predisposizione e il funzionamento dei registri regionali, nel frattempo, le regioni possano ugualmente procedere, con particolare riferimento a quelle nelle quali sono già state approvate tutte le delibere per la costituzione dei registri. Infatti, soprattutto in questi siti di così tanto interesse strategico, non solo produttivo ma anche appunto ambientale e soprattutto della salute, noi pensiamo che si debba procedere quanto prima possibile per arrivare ad istituire questi registri per monitorare un fenomeno tanto delicato quanto importante (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative di competenza per la determinazione unica del prezzo dei farmaci nell'ambito dell'Unione europea, nonché iniziative urgenti per garantire l'accesso al farmaco Sovaldi per la cura dell'epatite C e per la pubblicazione del piano nazionale per la prevenzione delle epatiti virali – n. 3-01133)

  PRESIDENTE. La deputata Paola Bragantini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Miotto n. 3-01133, concernente iniziative di competenza per la determinazione unica del prezzo dei farmaci nell'ambito dell'Unione europea, nonché iniziative urgenti per garantire l'accesso al farmaco Sovaldi per la cura dell'epatite C e per la pubblicazione del piano nazionale per la prevenzione delle epatiti virali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  PAOLA BRAGANTINI. Possiamo solo immaginare che cosa significhi per una persona malata vedere certificato un medicinale Pag. 55che può cancellare la sua malattia, salvandogli la vita e non poterselo permettere a causa dei costi proibitivi. Ma quello che noi possiamo soltanto immaginare è, invece, l'esperienza concreta di coloro che oggi sono affetti da epatite C. Ieri, le associazioni hanno pubblicato un appello sui quotidiani nazionali, rivolgendosi a Matteo Renzi e a tutti noi per il varo di un piano nazionale contro l'epatite C. L'approvazione da parte delle agenzie del farmaco internazionale di un farmaco che garantisce la totale guarigione per il novanta per cento dei casi ci costringe ad agire.
  Apprezziamo che l'Italia abbia avviato una trattativa per abbattere i costi, oggi insostenibili, per le famiglie e per gli Stati, ma l'Italia deve varare quel piano nazionale per l'eradicazione dell'epatite più volte da lei stessa annunciato. Le aspettative sollevate non possono più essere disattese.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLA BRAGANTINI. Spesso, parlando di grandi opere non realizzate, si denuncia la pesantezza dei costi del non fare. Ecco, in questo caso, i costi del non fare sono addirittura difficilmente stimabili in termini di vite umane, di malati, presenti e potenziali. Si chiariscano...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paola Bragantini.

  PAOLA BRAGANTINI. Mi avvio a concludere. Oltre allo sguardo degli osservatori economici internazionali, che guardano alle nostre spending review, ricordiamoci quello sguardo che rivolgono a noi gli oltre 400 mila malati di epatite. Molti di loro non hanno tempo di aspettare.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti, perché questo è un tema che mi sta particolarmente a cuore e credo che sia uno dei temi centrali dell'agenda politica di questo Governo, su cui dovremo confrontarci nei prossimi mesi.
  I malati conclamati sono 400 mila in fase di avanzata malattia, ma le persone infette sono molte, molte di più: quindi, l'epatite C è una piaga da eliminare nel nostro Paese. Per questo, voglio dire che il Piano nazionale per la lotta alle epatiti virali è pronto: noi stiamo soltanto cercando di poter mettere una cifra economica accanto al piano di eradicazione.
  Il Piano rappresenta il primo documento a valenza nazionale in cui vengono individuate strategie per la prevenzione delle epatiti e delle loro sequele, coerenti con le indicazioni fornite dalla sessantatreesima assemblea mondiale della sanità, tenutasi nel maggio 2010. Nel merito della questione relativa al farmaco «Sovaldi», l'imminente introduzione nel mercato italiano del medicinale a base del principio attivo sofosbuvir, va salutata come l'inizio di una nuova fase per la prevenzione delle epatiti, che punta su terapie farmacologiche che non richiederanno per il futuro il ricorso all'interferone.
  Vi assicuro che la definizione dei criteri di accesso alla terapia in questione per ottenere il massimo beneficio, garantendo anche la sostenibilità del sistema e l'equità e l'omogeneità dell'accesso stesso, costituisce una mia assoluta priorità, priorità che io ritengo nazionale e che non può essere gestita regione per regione in base alle differenti disponibilità economiche. Colgo l'occasione per ribadire che è mia ferma intenzione garantire, nel prossimo futuro, l'accesso di tutti i pazienti alle nuove terapie farmacologiche mediante la costituzione di un fondo ad hoc contro l'epatite C, che preveda l'eradicazione della malattia dal nostro Paese in pochi anni.
  Nel frattempo, si è reso, tuttavia, necessario procedere ad una modulazione dell'accesso alle terapie, in modo da assicurare progressivamente il trattamento a tutti i pazienti. In considerazione del costo elevato della terapia e dell'ingente numero dei pazienti affetti in Italia dall'epatite C, l'Aifa ha individuato alcune priorità di Pag. 56intervento: i pazienti in lista per il trapianto di fegato colpiti da cirrosi, quelli colpiti da recidiva dopo trapianto di fegato con fibrosi METAVIR, quelli affetti da epatite cronica, con gravi manifestazioni extra-epatiche HCV correlate; quelli in lista per il trapianto di fegato con cirrosi; infine, quelli affetti da epatite cronica dopo il trapianto di organo solido.
  Il provvedimento per la commercializzazione del farmaco «Sovaldi» sarà pubblicato a breve sulla Gazzetta Ufficiale non appena sarà ultimato il registro di monitoraggio, strumento indispensabile per permettere la corretta valutazione dell'efficacia, della sicurezza e dell'appropriatezza prescrittiva.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Segnalo, peraltro, che, nella fase di contrattazione, l'Aifa ha comunque garantito l'attivazione di accesso alle cure compassionevole a carico dell'azienda farmaceutica per i pazienti più gravi.
  Per quanto riguarda la contrattazione centralizzata del prezzo dei farmaci a livello europeo, il tema è stato oggetto di confronto con gli altri partner europei in occasione dell'incontro informale svoltosi a Milano nello scorso mese di settembre. Evidenzio, tuttavia, che tale contrattazione centralizzata non risulta, allo stato, praticabile, tenuto conto dei diversi sistemi di contrattazione del prezzo di rimborso dei farmaci e della volontà di molti Stati membri di mantenere autonomia di contrattazione.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, Ministro.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. È a proposito di tali regioni che, a livello comunitario, non si parla di prezzo unico europeo, ma si è, invece, cominciata a verificare la possibilità di condividere un sistema di contrattazione basato sul prezzo differenziale parametrato al volume del PIL dei diversi Paesi, con due-tre scaglioni di riferimento.
  Concludo, evidenziando che, proprio in questa settimana, su mia iniziativa, si svolgerà presso il Ministero un incontro con i rappresentanti delle regioni per valutare nel suo complesso l'impatto, anche economico, della prossima commercializzazione del medicinale a base di sofosbuvir.

  PRESIDENTE. Il deputato Gelli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  FEDERICO GELLI. Signor Ministro, siamo parzialmente soddisfatti della sua risposta; le nostre preoccupazioni, che sono le sue preoccupazioni, riguardano in maniera particolare i tempi di applicazione di questo Piano nazionale il cui impianto riteniamo molto positivo ma capiamo anche l'insufficienza, sia per quanto riguarda i numeri, che possono essere immediatamente coinvolti, dei soggetti affetti da epatite C, sia soprattutto per le modalità con cui questo Piano verrà in qualche modo a estrinsecarsi.
  Per questo la invitiamo a comunicare in tempi molto brevi queste modalità e questo Piano e troverà sicuramente da parte del Parlamento, almeno da parte di noi parlamentari che abbiamo sottolineato questa problematicità, un'alleanza anche e soprattutto nell'individuazione di risorse. Il tema delle risorse, lo sappiamo bene, è l'elemento fondamentale, ma questo tema non può essere l'unico argomento per il quale blocchiamo la nostra azione e la nostra risposta rispetto a queste centinaia di migliaia di persone. Perché sappiamo, fra l'altro, in tema di risorse, quanto costino oggi, non solo in termini di vite umane, di persone che purtroppo ogni giorno muoiono per le conseguenze terribili di questa infezione, ma soprattutto quali siano i costi sociali nel nostro tessuto economico e nella nostra società italiana. Basti pensare ai costi per la cirrosi, per i tumori al fegato, soprattutto per il trapianto; oggi abbiamo un intervento salvavita, l'unico disponibile, che è quello del trapianto di fegato; basti ricordare che ogni trapianto di fegato costa alla collettività Pag. 57più di 80 mila euro. Basterebbe in qualche modo capire che tutte queste risorse potrebbero essere tranquillamente risparmiate se veicolate verso una sana e corretta prevenzione.
  Per cui credo che questo tema dei farmaci salvavita, come in questo caso il farmaco per l'epatite C, ma potremmo citare anche i farmaci antitumorali che si affiancano a questo ragionamento, a mio avviso, sia una strategia che non può essere rinviata, ma deve essere immediatamente applicata a ogni livello istituzionale a partire dal suo Ministero.

(Chiarimenti in merito all'adozione del decreto che approva i protocolli diagnostici sulla sindrome della morte improvvisa infantile e sulla morte improvvisa ed inaspettata del feto – n. 3-01134)

  PRESIDENTE. La deputata Dorina Bianchi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01134 concernente chiarimenti in merito all'adozione del decreto che approva i protocolli diagnostici sulla sindrome della morte improvvisa infantile e sulla morte improvvisa ed inaspettata del feto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, Ministro, questa interrogazione è di estrema rilevanza visto che la morte improvvisa colpisce un lattante ogni 700/1000 nati e si pone come la più frequente causa di decesso nel primo anno di vita e che la morte inaspettata del feto, dopo la venticinquesima settimana di gestazione, ha un'incidenza cinque/sei volte superiore a quella di decesso nel primo anno di vita di un bambino. I dati citati dimostrano quanto sia urgente e attesa l'adozione del protocollo diagnostico che è stato predisposto dalla prima cattedra dell'Istituto di anatomia patologica dell'Università di Milano. È proprio su questo che io le chiedo alcune precisazioni e poi anche sull'opportunità di attivarsi con campagne informative relative a questo decreto, vista la grande attesa, soprattutto, da parte tanti genitori di bambini in Italia.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti per aver sollevato la questione in esame in quanto mi consente di trattare di un argomento tanto delicato quanto doloroso. La morte in culla e la morte inaspettata del feto rappresentano due tra i più gravi ed ancora poco conosciuti problemi della medicina moderna e le cause delle stesse non sono ancora del tutto chiare. La morte improvvisa del lattante costituisce la più comune forma di morte nei bambini in età compresa tra 1 e 12 mesi con un'incidenza pari, circa, a uno su 700/1000 nati vivi e la morte inaspettata del feto ha un'incidenza di circa uno su 100/200 gravidanze.
  È proprio per comprendere meglio questi eventi avversi che in data 7 ottobre ho firmato il decreto di approvazione dei protocolli diagnostici nei casi della morte improvvisa infantile e della morte inaspettata del feto. Il decreto entrerà in vigore il trentesimo giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana che, assicuro, avverrà al più presto. Garantisco, altresì, che il Ministero provvederà a diffondere la conoscenza di questo decreto, non solo presso il personale medico, ma anche presso le famiglie, mediante la trasmissione del provvedimento agli assessorati competenti, alle società scientifiche, nonché attraverso la pubblicazione dello stesso sul sito istituzionale del Ministero della salute.
  Ciò premesso, colgo l'occasione per evidenziare la filosofia e la finalità che sono alla base del provvedimento e dei documenti allo stesso allegati: protocolli di indagine di riscontro diagnostico nella morte improvvisa infantile e nella morte inaspettata del feto di età gestazionale superiore alla venticinquesima settimana. Sono stati definiti due percorsi diagnostici Pag. 58distinti sulla base del parere del Consiglio superiore di sanità del 5 giugno 2008, che aveva rilevato, infatti, che la morte improvvisa del lattante e la morte inaspettata del feto sono condizioni completamente distinte che richiedono due protocolli diagnostici separati. I due protocolli diagnostici, elaborati da un apposito gruppo di lavoro, definiscono in modo particolareggiato tutte le tappe del riscontro diagnostico: indagine medico-legale, autopsia, diagnosi molecolare infettivologica, accertamento tossicologico, valutazione genetica, consulenza genetica, indagini citogenetiche sui lattanti deceduti improvvisamente e sui feti deceduti anch'essi senza causa apparente. Tali documenti sono stati sottoposti alla valutazione del Consiglio superiore di sanità, che ha espresso all'unanimità parere favorevole. Considerato che la prevenzione si basa anche sulla migliore conoscenza delle alterazioni riscontrabili nei vari organi e sull'individuazione dei meccanismi che ne sono alla base, le attività di ricerca e prevenzione realizzabili attraverso l'applicazione dei due protocolli diagnostici si pongono come un'assoluta priorità di salute pubblica. In sintesi, il percorso interdisciplinare elaborato offre ai professionisti sanitari la possibilità di definire tutte le informazioni necessarie e le modalità idonee attraverso cui raccogliere le medesime informazioni e quindi di adottare azioni e strumenti adeguati per giungere alla corretta valutazione dei risultati dei propri interventi.
  Come Ministro della salute, l'obiettivo cui ritengo bisogna tendere è quello di ridurre i causi infausti ancora oggi senza spiegazioni e, una volta compresi tutti gli aspetti esaminati, abbassare il tasso di mortalità infantile ed evitare la sofferenza per le famiglie.

  PRESIDENTE. Il deputato Calabrò, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  RAFFAELE CALABRÒ. Presidente, signora Ministro, io credo che il tema che questo question time rappresenta e la risposta che lei ha dato può dare una notevole tranquillità a molte famiglie. Credo che la morte in culla sia una cosa che impaurisce un po’ tutti: impaurisce madri, genitori e famiglie intere. Quando le leggiamo sui giornali ci sembrano delle cose assurde, invece, in realtà, sono patologie e, come lei ha detto, patologie anche molto frequenti.
  Io apprezzo molto che il Ministero finalmente abbia completato l'iter per i protocolli diagnostici, l'iter per poter avviare un percorso che dia tranquillità a questo mondo e mi auguro che tutto questo possa trovare una pubblicizzazione necessaria, opportuna e la più ampia possibile. Non basta il mondo medico, non bastano le società scientifiche, serve molto una capacità e una voglia di poter trasmettere alla popolazione la più ampia possibile e alle famiglie tutte la conoscenza di questo e capire che ci sono delle possibilità di recupero, perché oggi la conoscenza della morte in culla, se c’è stato qualche caso, può permettere di fare realmente prevenzione. È una malattia che ha caratteristiche genetiche, come tale va fatta un'analisi genetica per tutta la famiglia e come tale oggi vi sono delle terapie che possono prevedere tutto questo e curare tutto questo.
  Quindi, sono completamente soddisfatto della risposta ricevuta dal Ministro e mi auguro che tutto questo avvenga nei tempi più rapidi possibili e dia serenità a tantissima gente.

(Iniziative per garantire un'adeguata tutela assicurativa a favore degli esercenti professioni sanitarie, con particolare riferimento ai medici non dipendenti oppure operanti nelle strutture sanitarie private o accreditate – n. 3-01135)

  PRESIDENTE. Il deputato Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01135 concernente iniziative per garantire un'adeguata tutela assicurativa a favore degli esercenti professioni sanitarie, con particolare riferimento ai medici non Pag. 59dipendenti oppure operanti nelle strutture sanitarie private o accreditate (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, signor Ministro, dal 14 agosto 2014 è entrato in vigore l'obbligo per i medici che lavorano nella sanità privata e per quelli di famiglia di avere un'assicurazione sulla responsabilità civile professionale a causa del moltiplicarsi negli ultimi anni dei contenziosi di risarcimento. Si tratta di un obbligo che non vale, tuttavia, per i medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale. Ne risulta un'evidente discriminazione tra medici dipendenti di strutture sanitarie pubbliche, che potranno contare su una differente e maggiore tutela assicurativa, rispetto a quelli non dipendenti oppure operanti nelle strutture sanitarie private o accreditate, non coperti dalla cosiddetta garanzia di primo rischio ma bensì solo da quella di secondo rischio.
  A questa discriminazione si aggiunge la difficoltà pratica di assicurarsi legata al fatto che le compagnie di assicurazioni sembrano non avere più convenienza ad assicurare i medici italiani e stanno uscendo dal mercato rifiutandosi spesso di contrarre polizze con professionisti medici a rischio e proponendo, quand'anche lo facciano, polizze con premi elevatissimi.
  Chiediamo al Ministro quali urgenti iniziative condivise ed efficaci intenda porre in essere al fine di eliminare tale discriminazione e consentire ai medici di stipulare polizze accessibili.

  PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, la questione in esame è di indubbio interesse, considerato il notevole incremento del numero dei contenziosi in ambito sanitario registratosi negli ultimi anni, che ha determinato, tra l'altro, la difficoltà per molti operatori sanitari di ottenere una adeguata copertura assicurativa per i costi eccessivamente elevati delle polizze. Come ricordato dall'interrogante, le disposizioni normative introdotte nel 2011 hanno previsto, tra l'altro, l'obbligo in capo al professionista, di stipulare idonea assicurazione per i rischi derivanti dall'esercizio dell'attività professionale, da disciplinare con apposito regolamento.
  In attuazione delle citate disposizioni il decreto del Presidente della Repubblica n. 137 del 2012 ha previsto che il professionista è tenuto a stipulare idonea assicurazione per i danni derivanti al cliente dall'esercizio dell'attività professionale. Come è noto il legislatore nel 2012, al fine di agevolare l'accesso alla copertura assicurativa degli esercenti le professioni sanitarie ha rinviato ad un apposito regolamento la disciplina delle procedure e dei requisiti minimi per l'idoneità dei contratti di assicurazione nonché per la costituzione di un apposito fondo di garanzia. La stesura del regolamento, che si è rivelata particolarmente complessa, è stata affidata ad un tavolo tecnico al quale hanno partecipato i rappresentanti delle diverse amministrazioni competenti in materia. Lo schema di regolamento che si applica agli esercenti le professioni sanitarie sia in ambito libero professionale, ivi compreso il servizio reso in rapporto di convenzione con il Servizio sanitario nazionale, sia nell'esercizio della attività svolta come dipendente, disciplina le procedure e i requisiti minimi e uniformi per l'idoneità dei contratti di assicurazione nonché la costituzione e il funzionamento del sistema di contribuzione al fondo di garanzia solidarietà a favore dei professionisti e i requisiti di accesso al medesimo fondo.
  Lo schema di regolamento è stato trasmesso a fine settembre alla Conferenza Stato-regioni per il prescritto parere e il prossimo 19 novembre si terrà una riunione tecnica richiesta dalle regioni.
  Da ultimo, per quanto attiene agli elevati costi delle polizze assicurative, sono convinta che tale problema possa trovare una adeguata soluzione solo attraverso un organico intervento legislativo in materia di responsabilità professionale sanitaria. Al proposito sono a conoscenza che presso Pag. 60la competente Commissione affari sociali di questa Camera si sta lavorando in tale direzione e colgo l'occasione per rinnovare la disponibilità del mio ministero a fornire ogni supporto tecnico.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, la tutela della salute è, lo sappiamo, un diritto fondamentale costituzionalmente garantito ma d'altro canto anche l'esercizio della libera professione e della professione medica in genere è un diritto previsto dalla normativa nazionale ed europea. Ora, se da un lato noi dobbiamo risarcire giustamente i pazienti per i danni subiti, dall'altro lato dobbiamo mettere in piedi un sistema assicurativo che deve essere sostenibile ma non deve costituire una vessazione ed una minaccia per i medici al punto tale da costringerli a ricorrere ad un comportamento assurdo come quello della medicina difensiva.
  Lei sa meglio di me che la medicina difensiva non solo costituisce un rischio per il paziente, per il moltiplicarsi degli esami, ma costituisce anche un enorme aggravio di spesa per il singolo paziente ma anche per tutto il sistema sanitario nazionale. È stato calcolato che dovrebbe essere attorno al 10 per cento della spesa totale che, tradotto in euro, corrisponde a 15 miliardi, stiamo parlando di una cifra stratosferica.
  Allora cosa fare ? Io credo che noi dobbiamo ridurre in qualunque modo questo impatto. Lei ha accennato alle iniziative che sono in corso in Parlamento e delle quali anche io peraltro sono partecipe, ma credo che dovremmo fare anche qualche altra cosa: ridefinire certamente la responsabilità dei medici e del personale sanitario e approvare le tabelle, definitivamente, per il risarcimento del danno biologico.
  Per quanto riguarda la responsabilità dei medici io credo che noi dovremmo ripartire dalla sentenza del 17 luglio 2014 del Tribunale di Milano la quale ha chiesto che ci sia l'inversione della prova cioè la prova non deve più essere della non colpevolezza prodotta dal medico ma deve essere il paziente a produrre la prova della colpevolezza del medico.
  Io credo che se non ripartiamo da questo non ci sarà sistema in grado di tenere: spendere il 10 per cento delle risorse in un momento come questo per il nostro Paese per il maltractis e per la medicina difensiva è veramente un assurdo. Comunque grazie di quello che ci ha detto e ci auguriamo che vada in porto.

(Problematiche connesse all'annullamento delle prove scritte del concorso nazionale per l'ingresso nelle scuole di specializzazione in medicina – n. 3-01136)

  PRESIDENTE. La deputata Centemero ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01136, concernente problematiche connesse all'annullamento delle prove scritte del concorso nazionale per l'ingresso nelle scuole di specializzazione in medicina (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, la nostra interrogazione riguarda appunto l'annullamento delle prove scritte del primo concorso nazionale per l'ingresso alle scuole di specializzazione in medicina che ha riguardato 12.168 candidati. Abbiamo visto come il 31 ottobre sera siano state prima annullate le prove e poi il lunedì successivo sia stata presa la decisione del Ministro di rendere compatibili 28 su 30 delle domande che riguardavano da una parte l'area medica, il cui quiz si è svolto il 29 ottobre, e poi l'area dei servizi clinici, i cui test si sono svolti il 31 ottobre 2014, chiaramente creando grave difficoltà non solo per le scuole di specializzazione ma soprattutto per gli specializzandi. Quindi noi siamo qui a chiedere al Ministro quali siano stati i criteri individuati per rendere ammissibili e compatibili le domande, indicando con trasparenza appunto quali sono le domande compatibili, ma anche indicando in modo trasparente il ricalcolo e la compatibilità Pag. 61dei punteggi, in modo tale che i futuri specializzandi che hanno partecipato possano avere contezza del loro punteggio.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevole Centemero, come lei ha potuto constatare non saranno ripetute le prove di ingresso alle scuole di specializzazione in medicina tenutesi il 29 e il 31 ottobre, né è stato effettuato alcun annullamento della procedura, bensì un comunicato stampa, in quella data che lei ha indicato, che segnalava la presa d'atto di un errore avvenuto nell'inserimento dei dati che vado a specificare più dettagliatamente. La Commissione nazionale invece, istituita con decreto ministeriale del 23 luglio 2014, ha, su indicazione del Ministero, immediatamente vagliato tutti i quesiti proposti ai candidati per lo svolgimento delle prove nell'area medica e in quella dei servizi clinici, che sono le due prove di settore su cui è intervenuto l'errore materiale causato, come per ammessa dichiarazione pubblica, dalla struttura che ha erogato questo servizio cioè il CINECA, e ha stabilito e certificato che sia per l'una che per l'altra 28 domande su 30 sono comunque valide ai fini della selezione. Inoltre quindi questo consente di salvaguardare il principio generale di conservazione dei valori giuridici come l'Avvocatura dello Stato, in un parere specificamente chiesto, ha sottolineato con chiarezza.
  La struttura della prova – voglio ricordarlo e chiarirlo – riflette la struttura degli ordinamenti didattici universitari che contemplano un segmento di base o fondamentale e un segmento caratterizzante o di specialità. Questo spiega perché i 30 quesiti che a norma del regolamento sono stati redatti dalla Commissione in oggetto dovevano caratterizzare ed hanno caratterizzato l'area comune e altri dieci invece specifici hanno caratterizzato le due aree specialistiche della sezione medica e di quella clinica. Come emerge dall'allegato 2 del bando, infatti, i settori scientifico-disciplinari cosiddetti fondamentali e di base sono 5 e appartengono sia alle scuole di specializzazione dell'area medica che a quelle dei servizi clinici e questo giustifica e motiva la forte sovrapposizione delle domande, tanto che due su trenta, solo due su trenta, sono state ritenute e sono oggettivamente riferibili solo ad una delle due aree. Pertanto si è deciso, sulla base di questi principi di natura tecnico-scientifica e giuridica, di procedere con il ricalcolo del punteggio dei candidati neutralizzando le due domande in oggetto e riassegnando ad esse un punto come se fosse stata data dal candidato una risposta corretta. Questo quindi è il criterio che è stato seguito sia sotto il profilo scientifico che sotto il profilo giuridico.
  Per quello che riguarda Cineca, ricordo che Cineca è un organismo esterno al Ministero, istituito nel 1969. È l'organismo più ampio e forte nell'erogazione quantitativa dei servizi informatici per il sistema universitario italiano.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, Ministro.

  STEFANIA GIANNINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Che compiti aveva ? Predisposizione e gestione della procedura d'iscrizione online, preparazione dell'applicativo e del software, fase di collaudo per oltre 13 mila postazioni, supporto al MIUR nell'organizzazione degli incontri di formazione sull'applicativo e disposizione delle graduatorie sulla base dei risultati, quello a cui si sta procedendo in queste ore.
  L'errore si è riferito al trasferimento di un file dalla seconda alla quarta giornata di prove specialistiche.

  PRESIDENTE. La deputata Centemero ha facoltà di replicare.

Pag. 62

  ELENA CENTEMERO. Presidente, ringrazio il Ministro per la chiarezza della sua risposta. Però, noi non ci possiamo ritenere soddisfatti, perché se da una parte vengono individuati e sono stati indicati una serie di criteri che hanno cercato di porre una soluzione a un danno che è stato creato evidentemente ai futuri specializzandi, a questi medici che hanno partecipato alle prove, dall'altra parte, però, manca la certezza e, cioè, io credo che sia opportuno che vengano indicati con chiarezza i punteggi, i punteggi di cosa avrebbero ottenuto e di cosa hanno ottenuto gli specializzandi, per avere una certezza.
  Questo, però, chiaramente ci troverà di fronte a due cose: in primo luogo, ad una responsabilità molto forte del Cineca, nel cui consiglio di amministrazione siede il Ministero, che ha già sbagliato anche per quanto riguarda i test di medicina e il TAR ha ammesso, infatti, alla facoltà di medicina già 2.400 studenti, 200 proprio l'altro giorno. Quindi, io credo che vada fatta una seria riflessione su questo organismo. Dall'altra parte, sicuramente il Ministero si troverà di fronte al ricorso, nonostante appunto il criterio utilizzato, di chi non è stato ammesso e questo porterà indubbiamente alla pronuncia, ancora una volta, degli organi amministrativi, dei tribunali amministrativi, del TAR e poi del Consiglio di Stato, che molto probabilmente, come è avvenuto per medicina, ammetteranno anche gli specializzandi che non hanno superato la prova.
  Credo che sia opportuno che il Ministero prenda in considerazione anche questo pensando, appunto, di trovare una soluzione. Siccome questi test riguardavano l'anno accademico 2013/2014, se appunto ci sarà un ricorso, facendo fronte a questo ricorso dovrebbe essere, secondo noi, presa in considerazione la possibilità che tutti questi richiedenti specializzandi possano essere ammessi, ahimè, visto un errore materiale così grave, quest'anno o il prossimo anno accademico alle scuole di specializzazione.

(Iniziative a favore degli studenti che concorrono per l'ammissione alle scuole di specializzazione medica, eventualmente anche attraverso la revisione delle modalità dei concorsi – n. 3-01137)

  PRESIDENTE. Il deputato Corsaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Giorgia Meloni n. 3-01137, concernente iniziative a favore degli studenti che concorrono per l'ammissione alle scuole di specializzazione medica, eventualmente anche attraverso la revisione delle modalità dei concorsi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, onorevole Ministro, sempre sullo stesso tema, perché per davvero non avevamo bisogno di coprirci ulteriormente di ridicolo con questa vicenda dei concorsi per gli specializzandi in medicina. Non ne avevamo bisogno e non c'era davvero la possibilità di cascare in un tranello del genere. Si tratta del primo concorso; come dire, non una cosa che improvvisamente viene comunicata a chi se ne deve occupare con qualche ora di anticipo, ma qualche cosa che viene preparata con mesi e mesi di anticipo. Arriviamo, quindi, al paradosso di un concorso che è stato, in una certa frazione di tempo, sospeso e annullato e poi rimesso in vita, grazie a un suo autorevole e tempestivo intervento, in ragione di un errore tecnico che sembra essere collegato a un file di lettura dei dati della formazione. Allora, francamente mi verrebbe da chiedere dove ha spedito il responsabile della formazione questo file per capire di che cosa stiamo parlando.
  Il problema vero è che una volta di più ci apriamo al tema dei ricorsi, che saranno senz'altro dei ricorsi assolutamente accoglibili da parte di quelli che si vedranno non ammessi, in virtù di una valutazione che viene cambiata, perché verranno prese in considerazione...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Corsaro.

Pag. 63

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ...solo 28 risposte, atteso che magari qualcuno, se fossero state prese in considerazione quelle due risposte magari esatte che non gli vengono computate, avrebbe potuto ottenere una sufficienza, e quindi un'ammissione, che gli verrebbe negata limitando la valutazione a sole 28 delle 30 domande.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  STEFANIA GIANNINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Presidente, ripeto il fatto che le prove non sono state annullate né saranno ripetute e ripercorro velocemente il percorso che è stato fatto. Il Ministero, per tutelare i candidati, ha chiesto alla commissione nazionale, che si era occupata di validare le domande, di verificare il grado di pertinenza delle domande di area somministrate il 29 e il 31 ottobre con i criteri definiti dal bando e, in data 3 novembre, la commissione stessa ha riconosciuto che ventotto domande su trenta fornite sono pertinenti con i criteri del bando, come già detto.
  Alla luce di questo principio, verificato dalla commissione, e cioè che le due prove sono scientificamente aderenti ai principi del bando, si è deciso e ritenuto, sulla base anche della salvaguardia del principio di conservazione del valore giuridico, di non ripetere le prove e di procedere alla cosiddetta neutralizzazione delle due domande non pertinenti.
  La prova selettiva, però, non si è esaurita in un semplice quiz, strumento che comunque garantisce l'oggettività della prova stessa, ma l'ammissione è basata, come lei onorevole sa, su una assegnazione di punteggio data dalla somma della valutazione dei titoli, massimo quindici punti, e della complessità della prova, centoventi punti, suddivisa nelle due parti, generale e specifica. La seconda prova della procedura concorsuale associa a queste due parti le trenta domande fondamentali di area di base, come ho detto prima, e le dieci di area più specifica, e la gran parte di queste domande dei settori scientifici disciplinati presenti nelle due aree sono state validate come comuni sulla base della struttura stessa dell'impianto del corso di studi.
  Le graduatorie che si formano a esito del concorso sono distinte per ogni singola scuola di specializzazione e, quindi, io evidenzio l'importanza che il punteggio sostenuto dai candidati nelle dieci domande specifiche della scuola hanno ed avranno un valore doppio rispetto alle domande invece di area, che sono quelle in cui è avvenuta questa inversione di file.
  Come lei ha ricordato, la prova a carattere nazionale nasce proprio come risposta a criticità delle precedenti modalità che erano di carattere locale. Il concorso locale inoltre – è bene ricordarlo – non consentiva ai candidati di poter concorrere per l'accesso a più sedi nell'ambito della stessa scuola di specializzazione. Quindi, una riflessione generale è sempre opportuna ed è sempre doverosa da parte di chi ha responsabilità di questo tipo, ma non deve dipendere da una circostanza di questo genere. È comunque in atto un tavolo con il Ministero della salute, che sta rivedendo tutte le questioni che riguardano scuole di specializzazione, accesso ai test e quello che riguarda la formazione in ambito medico.

  PRESIDENTE. Il deputato Corsaro ha facoltà di replicare.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, onorevole Ministro, la nostra valutazione non può essere di soddisfazione, innanzitutto perché lei ha eluso uno dei termini della questione che io ho posto nel mio minuto di interrogazione, probabilmente perché non faceva parte del «compitino» che le è stato redatto da qualche ufficio solerte, e cioè la circostanza della necessità di intervenire con tempestività sull'individuazione e la penalizzazione delle responsabilità rispetto ad una circostanza che ha, come dire, come minimo buttato nel disordine qualche migliaio di famiglie.Pag. 64
  Ma al di là di questo – circostanza evidentemente sulla quale manterremo la nostra massima attenzione per capire quali saranno le procedure che lei vorrà mettere in atto – voglio confermare la valutazione assolutamente perigliosa che comunque la circostanza assumerà in ragione dei ricorsi che in ogni caso verranno elevati e rispetto alla circostanza che forse per davvero varrebbe la pena, prendendo atto dell'errore della pubblica amministrazione, dire che tutti i candidati a questo concorso dovrebbero poter avere accesso alle fasi di specializzazione. Un elemento in più – ed è l'ultimo che voglio trattare – onorevole Ministro, è proprio quello relativo alla qualità di questi test. Il fatto che si sia dovuto rivedere la metodologia di svolgimento dei test e di fare un nuovo concorso unico nazionale avrebbe dovuto forse corrispondere alla necessità di fare una verifica meritocratica e qualitativa delle candidature.
  Pensare che l'accesso alle specializzazioni nell'ambito della medicina, quindi uno degli elementi e delle professionalità più rilevanti nella società, sia circoscritto all'apposizione, giusta o sbagliata...

  PRESIDENTE. Deputato, la prego di concludere.

  MASSIMO ENRICO CORSARO.... in una riga o in quell'altra, di una crocetta, fa davvero pensare che il futuro di questa nostra società non sia dei più rosei (Applausi del deputato Bianconi).

(Iniziative per garantire l'assegnazione della borsa di studio e l'ammissione ai corsi per i partecipanti al concorso nazionale per l'accesso alle scuole di specializzazione in medicina – n. 3-01138)

  PRESIDENTE. L'onorevole D'Uva ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01138, concernente iniziative per garantire l'assegnazione della borsa di studio e l'ammissione ai corsi per i partecipanti al concorso nazionale per l'accesso alle scuole di specializzazione in medicina (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, il 1o novembre 2014 il Ministero, con propria nota, interveniva in merito al rilevato errore avvenuto durante le prove concorsuali del 29 e 31 ottobre per l'ammissione alle scuole di specializzazione in medicina per l'anno accademico 2013-2014, evidenziando una grave anomalia nella somministrazione delle prove riguardanti le scuole dell'area medica e quella dei servizi clinici.
  Tre giorni dopo, con un altro comunicato, il MIUR affermava, invece, di avere vagliato i quesiti proposti ai candidati per le suddette aree, stabilendo di procedere, comunque, con il ricalcolo del punteggio, neutralizzando le due domande considerate non pertinenti dal gruppo di esperti. Chiedo, pertanto, al Ministro se intenda, invece, intervenire urgentemente al fine di convalidare il suddetto concorso nazionale, garantendo che a tutti i partecipanti al concorso venga assegnata la relativa borsa di studio e l'ammissione ai corsi di specializzazione, anche in considerazione dell'ennesimo ricorso collettivo avverso le irregolarità esposte.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  STEFANIA GIANNINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Presidente, onorevole D'Uva, in aggiunta a quanto detto sinora, preciso le seguenti considerazioni, non ancora fatte: ai fini della definizione di questa prova, lo stesso regolamento prevede che la predisposizione dei quesiti sia affidata al Ministero, che si avvale e può avvalersi di soggetti di comprovata competenza in materia, ciò che è avvenuto con decreto direttoriale del 26 maggio 2014.
  La procedura di gara si è conclusa con l'aggiudicazione definitiva ad una società, che si chiama Selexi, e, parallelamente, Pag. 65sono stati individuati gli esperti della commissione nazionale prevista dall'articolo 4 del decreto n. 105 del 2014, che ha regolamentato la selezione per l'accesso alle scuole di specializzazione.
  La commissione si è insediata con l'obiettivo di individuare le discipline fondamentali e caratterizzanti, secondo i criteri che ho già precedentemente espresso. La prova, debitamente validata ed estratta a sorte dalla stessa commissione, è stata poi consegnata direttamente da Selexi a Cineca, per tutelare l'assoluta segretezza e riservatezza dei dati, e l'operazione di questa consegna è stata verbalizzata.
  Le prove si sono svolte regolarmente in tutti e quattro i giorni e il risultato conseguito da ciascuno candidato è stato visibile alla fine della prova, come di consueto in questi casi, e trasmesso al Cineca per la definizione della graduatoria, che, voglio annunciare, oggi stesso sarà pubblicata, come previsto, peraltro, dal bando.
  Dopo alcune segnalazioni, nella data che ha indicato lei, e precisamente il 31 ottobre, il MIUR non ha annullato e non ha emesso alcun provvedimento, ma ha semplicemente annunciato e dichiarato l'irregolarità certificata sia da Cineca che da Selexi. Voglio ricordare, ancora una volta, che il Cineca ha assunto immediatamente la responsabilità materiale, diretta ed esclusiva di questa gestione, che il Cineca non è un organismo che appartiene al Ministero, un organismo interno, e che ha annunciato – e questo sarà il prosieguo di questa vicenda – il risarcimento dei danni, ove questi danni, come cercheremo di appurare, si siano verificati.
  Detto questo, al fine di garantire il corretto svolgimento delle prove, il Ministero si è avvalso anche della collaborazione del personale di vigilanza messo a disposizione dal MIUR: ricordo che sono state coinvolte 1.800 persone per le quattro giornate, e che, quindi, la complessità organizzativa ha dato i risultati attesi di corretto svolgimento, salvo questo errore materiale, che ha inficiato, ma non invalidato, la prova stessa.
  Per quello che lei mi chiede, credo che, naturalmente, questa procedura possa essere ritenuta valida anche ai sensi del principio della conservazione del valore giuridico, e che, quindi, quello che poi seguirà sarà, a seguito della graduatoria, l'assegnazione dei posti nelle sedi indicate dai candidati vincitori, secondo i termini regolari che il bando aveva previsto.
  L'errore materiale che ha commesso il Cineca è ovviamente evidente, ma non può essere generalizzato a tutta una procedura che, per il resto, si è svolta con estrema chiarezza e con estrema regolarità.

  PRESIDENTE. Il deputato D'Uva ha facoltà di replicare.

  FRANCESCO D'UVA. Presidente, signora Ministro, definirmi non soddisfatto è un eufemismo, dopo il suo intervento sono, direi, anche molto preoccupato. Insomma, sembra che lei stia provando a mettere una toppa ad una situazione certamente imbarazzante per lei e per tutto il Ministero, e non è la prima, se pensiamo a tutti i ricorsi riguardo all'accesso ai corsi di laurea in medicina, ma è un'altra storia. Mi sarei aspettato oggi da lei, da parte del Governo uno scatto d'orgoglio, una dimostrazione che lo Stato è vicino a questi ragazzi – ragazzi ? Sono medici – e che intende rassicurarli per il loro futuro. Poteva cogliere l'occasione, il Ministro, per decretare che a tutti i ragazzi venisse assegnata la borsa di studio per l'accesso alla specializzazione; tutelare, quindi, il loro diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, come è deciso anche dalla Costituzione, e soprattutto di accedere al mondo del lavoro, dopo anni di sacrifici.
  I dati ci dicono che solo per quest'anno il fabbisogno di medici specializzandi supera le 8.000 unità, e anche per gli anni a venire il fabbisogno supererà i posti che sono stabiliti. Attraverso questo intervento, che noi abbiamo chiesto, saremmo riusciti a coprire il fabbisogno per quest'anno, e per gli anni successivi, garantendo anche ai futuri giovani medici l'accesso alle scuole senza più preclusioni.
  Non diteci che i fondi non ci sono, perché ci sono eccome. Lo stiamo dimostrando proprio in queste ore quando Pag. 66chiediamo che i tagli, che continuate a fare ad ogni legge di bilancio, alla spesa destinata alla cultura, alla scuola, alla ricerca, e ovviamente all'università, non vadano a finanziare solo opere inutili, provvedimenti inefficaci, o, peggio ancora, per aiutare i soliti noti. Le vicende di queste settimane mostrano l'inadeguatezza del Ministero e, quindi, soprattutto la sua, signora Ministro, e non sono il solo ad affermarla, dato che sono centinaia i messaggi di giovani medici che ho ricevuto in questi giorni, e sono certo che l'abbia ricevuti anche lei. Come del resto non sono adeguate la sua risposta e la sua non soluzione, visto che, paradossalmente, penalizza quei medici che hanno risposto correttamente a quei due quesiti che verranno esclusi. Lei Ministro deve dare la risposta non tanto a me, quanto soprattutto ai medici, che chiedono giustizia, a tutti i cittadini che hanno diritto ad avere un Sistema sanitario che funzioni. Di fronte a questo, lei Ministro, dovrebbe fare un passo indietro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per aumentare il numero delle borse di studio per l'accesso alle scuole di specializzazione in medicina – n. 3-01139)

  PRESIDENTE. La deputata Di Salvo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01139 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), concernente iniziative per aumentare il numero delle borse di studio per l'accesso alle scuole di specializzazione in medicina, per un minuto.

  TITTI DI SALVO. Presidente, anche la mia domanda al Ministro Giannini è sullo stesso argomento, tra l'altro era prevedibile che questo argomento tenesse banco oggi, grazie alla sua presenza, che noi utilizziamo per porle una domanda che non riguarda soltanto l'errore che Cineca ha compiuto, evidente, sullo scambio di test nella prova concorsuale per l'accesso alle scuole di specializzazione...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Di Salvo, chiederei ai colleghi della Lega di...

  TITTI DI SALVO. ...ma riguarda una riflessione in più, che vorrei chiedere al Governo e che ha un punto di riflessione: siccome l'Italia ha pochi laureati e ha, parlando di medici specialisti, nei prossimi dieci anni, dicono tante stime, 15.000 medici in meno, lei non pensa, signor Ministro, che sia utile riflettere per il Paese se è proprio così necessario uno sbarramento dei medici e delle dottoresse alla scuole di specializzazione? E, quindi, se non sia utile un ragionamento che sia volto ad aumentare il numero delle borse, visto che il numero delle borse è quello che consente poi i test concorsuali per ridurre l'accesso, dato che ce ne vorrebbero 12.000? Questo è il punto principale del quesito che vorrei proporle.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Presidente, onorevole, lei correttamente pone i termini di questa questione su due piani diversi, e la ringrazio per questa opportunità di chiarimento. Una cosa è la proporzione tra il numero delle borse di studio per l'accesso alle scuole di specializzazione di medicina e il numero dei laureati in medicina, e una cosa è la vicenda che si è verificata sul primo concorso nazionale per l'accesso alle scuole medesime.
  In merito al primo punto, io voglio ricordare come questo Governo si sia immediatamente impegnato, anche attraverso il mio Ministero e il mio personale coinvolgimento – come era naturale e fisiologico che avvenisse –, per aumentare il numero previsto allora – parlo del marzo 2014 – di 3.300 borse a 5 mila borse, che sono quelle su cui si è svolta la selezione. Questo è un dato chiaro e forte dell'impegno di questo Governo e mio personale per far sì che questa quota possa progressivamente aumentare.Pag. 67
  La questione della selezione e, quindi, del mantenimento di criteri saldamente meritocratici per l'altro punto che lei evoca, cioè l'accesso alla facoltà di medicina, ai corsi di studio di medicina e, quindi, successivamente alle scuole di specializzazione, è un altro tema che sta molto a cuore a questo Governo, è un tema su cui il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che mi onoro di dirigere, il Ministero della salute e le altre forze di Governo coinvolte stanno riflettendo per poter procedere a una rivisitazione, ferma restando la programmazione del numero dei medici necessari e fermo restando il collegamento migliorabile – questa è la mia personale opinione – del rapporto tra numero dei medici e numero degli specializzandi. Quindi, sono due livelli distinti su cui credo che il Governo abbia già dato prove molto significative e concrete di impegno e di soluzione delle questioni trovate sul tavolo ed è uno dei fronti su cui ci impegneremo a lavorare nelle settimane future.
  Quello, però, che voglio ricordare, a chiarezza dei punti specifici che lei ha evocato, è che il fabbisogno del numero dei medici non è decisione o calcolo che dipende direttamente dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca – come è ovvio e naturale che sia –, ma dipende dal concerto del Ministero della salute con le regioni, che naturalmente poi in definitiva coinvolge le facoltà universitarie e, quindi, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Che su tutto questo capitolo si possa e si debba fare una riflessione che meglio collega – ribadisco – il numero dei laureati in medicina al numero delle borse di specializzazione disponibili è assolutamente condivisibile, se non necessario. Ma è argomento assolutamente distinto da quello di cui si è parlato in prima istanza nella serie di interrogazioni di questo pomeriggio.

  PRESIDENTE. La deputata Di Salvo ha facoltà di replicare.

  TITTI DI SALVO. Presidente, io ringrazio il Ministro per la risposta. Effettivamente i piani sono due: c’è un tema, che è quello della correzione di un errore – Cineca ne aveva già fatti altri nel passato – e della frustrazione di ragazzi e ragazze e famiglie di fronte a quello che è successo e poi c’è un tema generale, che, a mio avviso, merita una riflessione forte del Governo, perché questo sia il Governo che dà la svolta al Paese, facendo leva su scelte fondamentali che sono quelle dell'istruzione e non solo, quindi, dell'economia, ma del rafforzamento dell'autonomia delle persone. In realtà, quando parliamo di istruzione e di investimento sulla scuola, parliamo di investimento sull'autonomia e la libertà delle persone.
  Allora, è evidente che, se il Governo sceglie di fare di questo terreno la cifra del suo profilo, è evidente che gli errori che si sono verificati in questo caso sono da stigmatizzare, ma non sono da ripetere e che va trovata una soluzione radicale, che era quella che io le sollecitavo. Sono soddisfatta del fatto che il Governo assicuri che questa è la strada intrapresa. Naturalmente poi ci vuole la concretezza dei risultati, anche perché penso che, nella scarsità di risorse, c’è un tema che è la gerarchia delle decisioni. Più le risorse sono scarse e più è importante decidere le priorità. Io penso che questa sia la priorità e, quindi, per questo l'indicazione è quella che dicevo prima.

(Iniziative urgenti in ordine al fenomeno delle occupazioni abusive degli alloggi Aler a Milano e alla relativa situazione emergenziale – n. 3-01140)

  PRESIDENTE. Il deputato Guidesi ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01140 sulle iniziative urgenti in ordine al fenomeno delle occupazioni abusive degli alloggi Aler a Milano e alla relativa situazione emergenziale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GUIDO GUIDESI. Grazie Presidente, Ministro, noi nella nostra interrogazione abbiamo citato il caso di un quartiere di Pag. 68Milano, ma, dopo la stesura della nostra interrogazione, si sono susseguiti numerosi casi, principalmente a Milano, ma anche a Bologna: potrei citargliene tantissimi.
  In questo stranissimo Paese succede che gli alloggi popolari, tra cui quegli alloggi pubblici assegnati ai bisognosi, alle famiglie bisognose, ai disabili ed agli anziani, vengano occupati, nel momento in cui queste persone escono, da rom, zingari o clandestini, che si barricano in casa e non fanno più entrare coloro i quali, invece, erano i veri assegnatari di questi immobili.
  A tutto questo noi aggiungiamo che, per fare uno sgombero, la normativa italiana ha bisogno di assistenti sociali, veterinari se ci sono animali, polizia, ispettore ed ambulanza, nel caso.
  Noi siamo a chiedervi come volete intervenire rispetto a questa situazione, che per noi è non solo emergenziale, ma alquanto imbarazzante.

  PRESIDENTE. La Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signora Presidente, ovviamente risponderò al quesito sulla base degli elementi informativi resi anche dal Ministero dell'interno, per quanto di competenza.
  Il fenomeno dell'occupazione nel comune di Milano, occupazione abusiva di abitazioni che sono parte del patrimonio gestito da Aler con il comune di Milano, riguarda più o meno 4 mila alloggi sui 90 mila od oltre 90 mila complessivi.
  Sappiamo che già da tempo è stato istituito, presso la prefettura di Milano, un tavolo interistituzionale per cercare di contrastare il fenomeno, di cui fanno parte anche la questura ed il comando dei carabinieri.
  Ovviamente, è stato a settembre intensificato il lavoro di coordinamento, per cercare di superare queste difficoltà, che si sono riscontrate soprattutto nell'ultimo periodo, a fronte anche di situazioni particolarmente delicate, in cui, in sede di esecuzione dello sgombero, venivano riscontrati casi di particolari fragilità, dovuti o a donne in stato di gravidanza avanzata, persone con invalidità permanente o molto anziane.
  Per cercare di far fronte al problema è stato istituito un nuovo coordinamento, di cui fanno parte le forze di polizia anche locale, il comune di Milano, l'Aler e la regione Lombardia, al fine di individuare delle modalità più efficaci. Non a caso anche domani ci sarà un nuovo incontro, per cercare di individuare una procedura standard.
  Il comune di Milano si è impegnato a trovare degli alloggi anche temporanei, da rendere disponibili in caso di sgombero di occupazioni abusive dove sono presenti particolari fragilità e ad aumentare anche il numero della polizia locale destinata a queste attività, così come quello degli assistenti sociali.
  La stessa Aler si è impegnata ad impegnare più ispettori in questa attività di vigilanza e di contrasto alle occupazioni abusive e soprattutto di prevedere dei sistemi di allarme e di maggiore vigilanza nelle abitazioni più sensibili.
  Ovviamente dovrà essere rafforzato anche il coordinamento tra le forze di polizia, soprattutto in flagranza di reati.
  Per quanto riguarda le forze armate, come è noto nella provincia di Milano sono oggi impiegati circa 468 militari, che sono nella disponibilità del prefetto di Milano e ad oggi sono impiegati soprattutto per la vigilanza nei centri per l'immigrazione, attività di pattugliamento e perlustramento e vigilanza per i siti sensibili.
  La normativa vigente consente l'utilizzo dei militari e l'impiego di militari per operazioni di controllo sul territorio e per la sicurezza dei cittadini, ma non per attività legate all'eventuale censimento di occupazioni abusive, come richiesto nell'interrogazione.

  PRESIDENTE. Il deputato Guidesi ha facoltà di replicare, per due minuti.

Pag. 69

  GUIDO GUIDESI. Ministro, io le chiedo anche di riferire al collega Ministro dell'interno – nel caso in cui sia ancora Ministro questa sera – perché noi non possiamo accettare che in questo Paese ci siano persone disagiate, alle quali è stato affidato giustamente un appartamento ed un alloggio pubblico e popolare, che siano buttate fuori dalla propria casa perché rom, clandestini o zingari occupano la loro abitazione.
  È una cosa inaccettabile in un Paese civile, è una cosa ingiusta, è una cosa non equa assolutamente e questa cosa le dico anche che è favorita dalla politica immigratoria del vostro Governo.
  Noi vi chiediamo una risposta urgente, una risposta forte ed una risposta che tuteli la proprietà privata, ma che soprattutto tuteli i diritti dei cittadini onesti e in questo caso anche disagiati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle 16,15 con l'esame della mozione presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro dell'interno, Angelino Alfano.

  La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,20.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Michele Bordo, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Fedriga, Ferranti, Fico, Giancarlo Giorgetti, Mannino, Orlando, Pes, Portas, Ravetto, Scotto, Tabacci, Valeria Valente e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione della mozione Scotto, Cecconi ed altri n. 1-00652 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro dell'Interno, Angelino Alfano (ore 16,21).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Scotto, Cecconi ed altri n. 1-00652, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro dell'Interno, Angelino Alfano (Vedi l'allegato A – Mozione).
  Avverto che l'organizzazione dei tempi è pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta del 3 novembre 2014.

(Discussione sulle linee generali)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione presentata.
  È iscritto a parlare il deputato Airaudo, che illustrerà la mozione Scotto, Cecconi ed altri n. 1-00652, di cui è cofirmatario. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, Ministro, avremmo preferito evitarci questa discussione; avremmo preferito discutere della Acciai Speciali Terni, della sua soluzione che non si trova, degli impegni del Governo a pagare quei lavoratori che non sono ancora stati retribuiti per le ore lavorate; avremmo voluto discutere della Lucchini di Piombino, su cui oggi il Governo ha chiesto altri dieci giorni e su cui pendono altri 3 mila esuberi; avremmo voluto discutere della Agnesi di Imperia o della Garofalo, che sta abbandonando questo Paese, o ancora di Meridiana o della TRW, azienda che fornisce prodotti di punta della FIAT Italia, che sta chiudendo gli stabilimenti a Livorno, o della Piaggio e del suo indotto e di molti altri ancora. Invece lei, Ministro, non ce Pag. 70l'ha evitata questa discussione perché non ha presentato le scuse ai lavoratori di Terni per quello che è successo. E per quello che è avvenuto non ha neanche messo a disposizione le sue dimissioni. Ministro, se un lavoratore delle forze di polizia, un operatore dell'ordine o un lavoratore qualsiasi sbaglia un'azione o una valutazione durante la propria attività, rischia il posto di lavoro e rischia anche di dover risarcire il danno. Lei si vanta di aver scritto con la mano destra la riforma del lavoro per questo Governo, ma per lei invoca ben più delle tutele dell'articolo 18 (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) che lei vuole rimuovere e cancellare perché lei sta cancellando il fatto, anzi lo omette, lo trasfigura, fino a cambiare la toponomastica della città di Roma, delle sue vie e delle sue piazze. Infatti, lei, nella ricostruzione di ciò che è accaduto quella mattina, ha mentito alle Camere, ha mentito alla Camera e al Senato, ha mentito sulla ricostruzione di quella mattina come con trasparenza e per ultimo e con grande professionalità giornalistica ha dimostrato la trasmissione di RAI 3 Gazebo. Ma noi lo sapevamo già, l'avevamo detto, discutendo della sua informativa, dicendo che era incompleta, che non corrispondeva. E lo sapevamo perché eravamo lì quella mattina, insieme a quei lavoratori. Io e l'onorevole Ciccio Ferrara eravamo lì. E un'ora prima che avvenissero gli incidenti, dopo che avevano provato le segreterie unitarie del sindacato FIM-FIOM-UILM, parlando con i funzionari responsabili dell'ordine pubblico in piazza, avevamo provato a svolgere un ruolo di mediazione, come abbiamo fatto tante volte e come ci auguriamo di poter continuare a fare nel nostro ruolo di parlamentari di questa Repubblica. E un'ora prima avevamo segnalato che quei lavoratori, dopo che l'avevano fatto le organizzazioni sindacali, volevano solo raggiungere il Ministero dello sviluppo economico dove il Ministro Guidi stava ricevendo l'allora amministratrice delegata e controparte in una dura vertenza che vede anche il Governo impegnato. Il funzionario preposto all'ordine pubblico, di fronte a noi, allontanandosi di qualche passo, prese contatto con la sala operativa e con l'ufficio del questore e ci riferì che non aveva il mandato a far muovere i lavoratori. Di fronte alla nostra insistenza ci venne detto che ci avrebbe riprovato, anche con la collaborazione dei buoni uffici della DIGOS presenti in piazza. Ci venne pure fatta l'ipotesi, un'ora prima, poi verificatasi non praticabile, di raggiungere piazza Esedra e di manifestare lì, in un luogo centrale di Roma.
  Noi rispondemmo: guardate che vogliono solo andare sotto il Ministero dello sviluppo economico. Pochi minuti dopo questo colloquio, i blindati sono stati mossi a circondare Piazza Indipendenza: davanti, verso la stazione Termini, la polizia; alle spalle la polizia; a sinistra i carabinieri; a destra la Guardia di finanza. Le diamo dettagli che forse non le sono noti. Sarebbe interessante qui, sì, sapere chi ha dato l'ordine a quel funzionario responsabile della piazza di non far muovere quei lavoratori di lì, di circondarli con i blindati. A quel punto noi abbiamo cercato addirittura lei. Abbiamo usato la batteria della Camera per contattare i suoi uffici. Lei era in missione, abbiamo chiesto di parlare con qualche responsabile che potesse intervenire in termini di buon senso, che potesse consentire a quei lavoratori di manifestare come è nel loro diritto e nelle loro possibilità. A noi piacerebbe sapere chi ha dato quell'ordine dalla sala operativa perché qualcuno l'ha dato al responsabile della piazza.
  Ovviamente è noto che cosa è successo poco dopo: è stato ascoltato da quei lavoratori con compostezza un laconico comunicato dell'addetto d'affari dell'ambasciata tedesca. A quel punto i lavoratori, con in testa le segreterie sindacali nazionali di tutti e tre i sindacati, con i delegati di quello stabilimento, si sono avvicinati all'angolo tra Piazza Indipendenza e Via Curtatone per provare a riprendere un dialogo. Non hanno fatto in tempo a proferir parola perché, come le immagini ci hanno dimostrato, qualcuno ha ordinato la carica. L'ha ordinata però in un contesto in cui quei lavoratori erano stati Pag. 71circondati e gli era stato detto che non si potevano muovere. Noi consideriamo questa una responsabilità. Qualcuno ha sbagliato a fare il suo lavoro. Non pensiamo siano i lavoratori delle forze di polizia che non sono dissimili dagli altri lavoratori. Non lo pensiamo. Non pensiamo che ci si sia stata inesperienza: c'era professionalità in quella piazza, l'abbiamo verificato nel dialogo con le forze dell'ordine. Non si capisce perché voi non volevate che quel corteo di lavoratori di Terni raggiungesse il Ministero dello sviluppo economico, cosa che è stata fatta poco dopo senza che ci fosse, non dico un incidente, una tensione, una cartaccia per terra, compostamente, nonostante gli effetti di quelle cariche di polizia immotivata avessero ferito diversi rappresentanti dei lavoratori e diversi sindacalisti. Ecco, noi pensiamo che qualcuno debba rispondere. Come un lavoratore sul luogo di lavoro risponde quando sbaglia, risponde con quelli che sono i provvedimenti disciplinari, quei licenziamenti disciplinari di cui tanto si parla in qualche sede di partito, ma quei licenziamenti e quei provvedimenti disciplinari servono a rimettere in discussione la responsabilità e il posto di lavoro di quegli addetti. Noi non cerchiamo capri espiatori, non li cerchiamo in quella piazza, non li cerchiamo in quelle forze dell'ordine che hanno dialogato. Li cerchiamo a chi ha detto che quei lavoratori dovevano restare lì, a chi ha impedito a quelle lavoratrici e a quei lavoratori di esercitare un loro diritto costituzionale. E se non vi è una responsabilità, noi pensiamo che, alla fine, rispondano i capi, i massimi responsabili e quindi lei, signor Ministro, anche per il modo in cui lei non ha detto subito la verità che era molto semplice. Bastava in quelle ore seguenti chiedere scusa a quei lavoratori. Ripeto: a quei lavoratori. Bastava dire che si era sbagliato e forse oggi avremmo potuto discutere di quelle crisi che noi vogliamo risolvere e che non si risolvono, intensificando operazioni di ordine pubblico o operazioni di contenimento con l'ordine pubblico. Si risolvono, affrontando i problemi strutturali di questo Paese, favorendo le relazioni, favorendo un clima di coesione e, tra questi, c’è il diritto a manifestare.
   Dopo abbiamo sentito pentimenti, parole generose, sentiamo dire di indicazione, di tavoli, ma è dopo. Il problema è perché prima non era così, quali altre indicazioni erano state date alle forze dell'ordine; in quella sala operativa chi ha risposto alla telefonata del funzionario in piazza; chi ha detto di circondare i padri di famiglia di Terni; chi ha detto di fermarli lì ? Questo lei lo deve alle Camere, lo deve per la democrazia di questo Paese. Lo faccia e poi tolga il disturbo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signora Presidente, innanzitutto, io voglio provare a chiarire la natura di questo sorprendente dibattito, sorprendente anche per le modalità con le quali avviene. Noi stiamo dibattendo, cari colleghi, e successivamente voteremo, una mozione presentata dai colleghi dei gruppi di SEL e del MoVimento 5 Stelle. Questa è la natura politica dell'atto che ci accingiamo a votare, un atto con il quale, ai sensi dal nostro Regolamento, Presidente, ma, mi consenta di osservare, non ai sensi della nostra Costituzione, si chiede che il Ministro dell'interno rassegni le proprie dimissioni.
  Questa è la natura del dibattito. Questa richiesta è motivata con l'atto che è stato poc'anzi illustrato e con relazioni che sono state poc'anzi illustrate dal collega Airaudo del gruppo di SEL. Francamente, abbiamo tutti ascoltato le motivazioni, e io leggo l'ultima delle motivazioni prima dell'impegno: «gli indirizzi imputabili al Ministro dell'interno risultano, evidentemente fin dall'inizio del suo mandato, aver inaugurato un nuovo corso per le forze dell'ordine, le quali, da custodi del territorio, appaiono ora utilizzate per picchiare i lavoratori ed i loro rappresentanti sindacali mentre lottano per difendere il loro posto di lavoro». Questa è la motivazione Pag. 72culmine adoperata dai colleghi di SEL e del MoVimento 5 Stelle per richiedere la presentazione delle dimissioni da parte del Ministro Alfano.
  Noi non voteremo questa mozione, non possiamo votare questa mozione, per la natura dello strumento e per la motivazione che viene qui addotta. Naturalmente, la gravità del documento è tale che richiederebbe, signora Presidente, banchi pieni da parte della maggioranza, da parte del Governo e anche da parte dell'opposizione. Invece, io ho il timore che questo dibattito, che dovrebbe essere di natura così grave per le accuse che sono state riportate al responsabile della sicurezza e alle nostre forze dell'ordine, si stia svolgendo un po’ come un rito di una politica di altri tempi; un rito di una politica di altri tempi che, però, Forza Italia ha sempre contestato, non riconoscendo la natura dello strumento della mozione di sfiducia individuale ad un Ministro come una natura anche dignitosa per il Parlamento, che può naturalmente adoperare lo strumento della mozione di sfiducia all'intero Governo. Ma noi abbiamo sempre sostenuto che quella mozione di sfiducia all'intero Governo dovrebbe essere – certo, riformando l'articolo 94 della Costituzione – anche una mozione di sfiducia costruttiva, per impedire che gli estremi delle opposizioni si uniscano in Parlamento in una posizione distruttiva verso il vertice dell'Esecutivo nel nostro Paese. Ma di questo, poi, delle riforme, parleremo in un altro momento.
  Mi preoccupa, però, come dicevo, il tono di questo dibattito e mi consenta, Ministro Alfano, anche l'assenza del Presidente del Consiglio di fronte ad un documento così grave: io mi auguro possa raggiungere la Camera e partecipare al dibattito o in sede di replica o, comunque, essendo significativamente al suo fianco, perché quella che è in discussione, oggi, nel nostro Paese, è la politica della sicurezza pubblica, è l'operato delle forze dell'ordine.
  È un'accusa che noi, pur essendo all'opposizione del Governo Renzi e, quindi, anche all'opposizione del Ministro Alfano – opposizione politica, non personale –, non possiamo condividere ed è un'accusa per la quale Forza Italia voterà contro questa mozione di sfiducia. E lo farà perché il nostro modo di essere opposizione non è un modo meccanico di essere opposizione, ma è quello di una forza che punta a tornare ad essere Governo e maggioranza nel Paese e, quindi, che guarda ai contenuti, che guarda alle proposte, che guarda alle ragioni dei documenti presentati.
  Naturalmente, noi ci rendiamo conto che c’è, oggi, nel Paese, una situazione di crisi, anche sociale, molto grave, di lotte drammatiche che i lavoratori compiono, ma proprio per questo le forze politiche, a maggior ragione quelle di opposizione, a maggior ragione quelle che si richiamano ai valori della sinistra, hanno il senso di responsabilità di non provare a cavalcare o a scavalcare le ragioni di quelle proposte.
  Io ho la sensazione che i rappresentanti sindacali considerino già chiusa la vicenda della manifestazione – rispetto alla quale noi abbiamo preso atto delle dichiarazioni che ha reso in Parlamento il Ministro Alfano, che sono delle dichiarazioni che sono state ritenute soddisfacenti anche dagli stessi rappresentanti sindacali – e che questa mozione, invece, facendo poco onore, ripeto, anche alla storia del nostro Parlamento, sia un modo per cavalcare e scavalcare delle proteste di piazza che, invece, come forze politiche, avremmo tutti noi l'interesse a canalizzare su proposte costruttive.
  Arrivo anche ad un'altra questione che mi sta molto a cuore. L'attacco al vertice della sicurezza del nostro Paese, in un momento così delicato di politica interna e di politica internazionale, noi lo riteniamo, francamente, un attacco che in questo momento rischia di indebolire anche la sicurezza del nostro Paese e come forza di opposizione sentiamo anche questa responsabilità. Non vediamo francamente le ragioni per le quali in questo momento storico, anche alla luce delle dichiarazioni che ha reso ieri il Capo dello Stato, il vertice politico della sicurezza, ma Pag. 73anche il vertice non solo politico delle forze dell'ordine, debba essere oggi messo in discussione. Anche su questo naturalmente vorremmo il sostegno pieno da parte del Governo e del Presidente del Consiglio.
  Naturalmente, Ministro Alfano, colleghi parlamentari, il nostro voto contrario alla mozione presentata da SEL e MoVimento 5 Stelle, con la quale si chiede al Ministro dell'interno di rassegnare le sue dimissioni, non è un voto di fiducia a lei, Ministro, e non può tramutarsi in un voto di fiducia a lei, per due ordini di ragioni: la prima è che noi siamo e restiamo all'opposizione del Governo Renzi. Ho detto come noi intendiamo praticare questa opposizione, anche molto dura, anche molto serrata, non con un generico senso di responsabilità, ma guardando ai contenuti propri, anche perché ci candidiamo a tornare ad essere maggioranza nel Paese. Tuttavia ci sono naturalmente anche delle ragioni specifiche di critica che noi esercitiamo e che rivendichiamo di poter esercitare anche nei confronti di ciascun Ministro del Governo Renzi e naturalmente queste ragioni possono toccare e toccano anche l'operato del Ministro dell'interno, ma non sono tali, comunque, da portarci a poter condividere e votare una mozione siffatta.
  C’è però qualcuno o qualcosa a cui noi possiamo e sentiamo oggi di dovere esprimere con questo dibattito e con questo voto la nostra fiducia. Questo qualcuno, naturalmente, non sta al Governo, ma sta nelle strade e nelle piazze e, una volta, cari colleghi di SEL, la sinistra non cercava di dividerlo dai lavoratori che manifestavano, ma cercava di condividerlo. Mi riferisco, naturalmente, ai lavoratori delle forze dell'ordine ai quali va la nostra fiducia, vanno i sentimenti di gratitudine, di ringraziamento e di apprezzamento, anche per le critiche ingiuste e ingenerose che, non solo con questo atto parlamentare ricevono, ma con una politica di aggressione, anche mediatica, che nei loro confronti viene condotta, cercando di screditare, attraverso loro, una politica di mantenimento dell'ordine pubblico rispetto alla quale noi, invece, dobbiamo essere solo grati come rappresentanti delle forze politiche, perché siamo i primi ad essere interessati e ad avere bisogno che ci sia questa politica di tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza democratica nel nostro Paese e questo dovremmo averlo tutti a mente.
  Alle forze dell'ordine va la nostra fiducia e vogliamo manifestarla; sono state vittime di attacchi ingiusti, di attacchi clamorosi, di attacchi che non dovrebbero verificarsi, perché sono lavoratori e sono persone che operano nell'interesse nazionale e sono delle persone che sono state fatte oggetto, per carità, da tanti Governi, anche di misure drastiche di riduzione, di tagli di organico, di stipendi e di risorse ed hanno continuato ad operare svolgendo delle funzioni rischiose, svolgendo delle funzioni delicate a presidio della democrazia e della sicurezza nel nostro Paese. A queste persone, sicuramente, va la nostra incondizionata fiducia, il nostro senso di ringraziamento e spiace non averlo sentito, questo, da parte di chi ha illustrato la mozione con la quale è stato chiesto un atto così grave, addirittura le dimissioni da parte del responsabile della sicurezza.
  È una posizione difficile forse la nostra oggi, Presidente, non lo so, non per me, non per il gruppo di Forza Italia; noi non cerchiamo il consenso ad ogni costo di chi oggi è contro il Governo Renzi, noi cerchiamo il consenso di chi è a favore delle nostre proposte, delle proposte liberali del Presidente Berlusconi che hanno, nella tutela e nel presidio dell'ordine pubblico e nel ringraziamento alle forze dell'ordine, e mi consenta di aggiungere anche alle Forze armate, una costante garanzia. Questo è il consenso che ci interessa; naturalmente non critichiamo le altre forze di opposizione che cercano su altri contenuti e con altre modalità il loro consenso, ma questa è la nostra strada ed è sempre stata, dal 1994, la strada di Forza Italia, una strada stretta, ma una strada anche solida che noi intendiamo continuare a percorrere.Pag. 74
  Queste sono le ragioni per le quali – e concludo – Forza Italia, oggi, pur essendo e rivendicando di essere opposizione al Governo Renzi e pur rivendicando di non votare la fiducia né al Governo Renzi né al Ministro Alfano, con questa nostra decisione oggi però rivendica la nostra coerenza e la forza e convinzione con la quale diciamo «no» ad una mozione sbagliata e strumentale. Sbagliata anche per il momento nel quale è stata presentata e strumentale perché contiene anche un attacco inaccettabile alle forze dell'ordine, che invece dovrebbero ricevere, esse sì, un voto unanime di apprezzamento da parte del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Alessandro Naccarato. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO NACCARATO. Signora Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, il Partito Democratico voterà contro la mozione di sfiducia perché è infondata nel merito e si basa sul presupposto falso che il Ministro dell'interno avrebbe impartito le disposizioni di caricare alcuni manifestanti il 29 ottobre. Voteremo contro la mozione perché cerca di strumentalizzare le rivendicazioni, giuste e legittime, dei lavoratori e sfrutta in maniera demagogica la crisi economica e sociale. Infine, voteremo contro la mozione perché costituisce un attacco alle forze di polizia e getta discredito sulla professionalità e sull'indipendenza delle forze dell'ordine, che risponderebbero, secondo il testo della mozione di sfiducia, agli indirizzi del Ministro dell'interno picchiando i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali.
  Il 30 ottobre il Ministro dell'interno è venuto in Parlamento e ha chiarito in modo trasparente la dinamica dei fatti di mercoledì 29 ottobre. È evidente che non c’è stato alcun ordine dell'Esecutivo né, tanto meno, alcun indirizzo politico di picchiare i manifestanti. È altrettanto evidente che non c’è stato alcun intento repressivo contro i lavoratori. Lo scontro, che ha causato il ferimento di quattro lavoratori della pubblica sicurezza e di quattro manifestanti, è stato determinato da diversi elementi, in parte evitabili con il dialogo ed il confronto preventivo e in parte evitabili superando il clima di tensione e di rabbia per una vertenza occupazionale che deve essere risolta con l'intervento del Governo e sulla quale il Governo è impegnato attivamente, come è stato riconosciuto dalle stesse organizzazioni sindacali. C’è stata forse una sottovalutazione di quella manifestazione. L'incontro preliminare con i sindacati doveva essere più approfondito e dettagliato; andava evitata la sovrapposizione di più manifestazioni in luoghi vicini; era necessario l'impiego di più personale. Ma chiarito questo, chi parla di ordini e di indirizzo politico per manganellare i lavoratori mente in malafede, alimenta la tensione e lo scontro sociale in modo irresponsabile, specula sulle disgrazie dei lavoratori.
  Infatti, c’è un dato oggettivo, sul quale invito a riflettere chi vuole ragionare con serenità su quello che è accaduto, che indica la volontà politica del Governo, la volontà autentica politica del Governo, ed è il numero delle manifestazioni con incidenti e scontri: dal 1o agosto 2013 al 31 luglio 2014 ci sono state 9.774 manifestazioni di piazza, un terzo per ragioni legate a crisi occupazionali; si sono verificati scontri in 573 di queste, meno del 6 per cento; da quando si è insediato il Governo in carica oggi, le manifestazioni sono state quasi 6 mila, e quelle con incidenti sono state pochissime. Questo dimostra che non c’è alcun nuovo corso impartito dall'Esecutivo per picchiare i lavoratori e che l'indirizzo politico del Governo è di garantire il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni e di manifestare le proprie idee.
  C’è un'altra considerazione da fare: ai numeri deve essere aggiunto il fatto che la maggior parte di queste manifestazioni si sono svolte a Roma, dove gli incidenti sono stati rarissimi, come nel resto del Paese. Questo dimostra, visto il tentativo infelice Pag. 75di trascinare nella polemica le autorità di pubblica sicurezza romane, che prefetto e questore, dirigenti e funzionari della Polizia di Stato di Roma lavorano con professionalità per assicurare il diritto a manifestare nel rispetto della legge e non per manganellare i lavoratori.
  La mozione, oltre ad essere infondata, cerca di strumentalizzare la crisi economica e sfrutta la disperazione e la rabbia dei lavoratori. Attenzione, perché così non si aiuta la soluzione delle vertenze aziendali e si danneggiano i lavoratori stessi prestando il fianco all'estremismo parolaio in cerca di clamore mediatico. Nella crisi serve responsabilità, bisogna abbassare i toni, evitare le battute e le dichiarazioni sopra le righe. Ci aspettano mesi difficili – credo che tutti siamo consapevoli di questo – sia per la crisi economica sia per il clima di tensione sociale crescente. E per queste ragioni servono dialogo, ascolto reciproco, prevenzione nella chiarezza dei ruoli e delle posizioni.
  I cittadini hanno il diritto di manifestare nel rispetto della legge e le Forze dell'ordine devono, come stanno facendo, operare per garantire l'esercizio di questo diritto. Aggiungo che per effettuare davvero una prevenzione efficace serve anche un maggiore investimento nelle Forze dell'ordine e anche su questo invito a una riflessione perché finalmente nella Legge di stabilità che è all'esame del Parlamento c’è un segnale in controtendenza da questo punto di vista: è la prima volta da anni che aumentano gli stanziamenti per le Forze dell'ordine e questi vanno sviluppati per la formazione delle Forze dell'ordine stesse e per dotarle di strumenti operativi idonei a prevenire gli scontri nel corso delle manifestazioni.
  Credo che sia utile ricordare che ci sono alcune sperimentazioni in atto, la più nota è quella in atto a Milano e in altre città, per l'utilizzo del cosiddetto spray al peperoncino che ha ridotto di più della metà il ricorso alla violenza nel corso delle manifestazioni. Siccome l'obiettivo è questo, credo che dobbiamo proseguire in questa direzione. Immagino che possa dar fastidio quando...

  ARTURO SCOTTO. Cosa stai dicendo ?

  PRESIDENTE. Colleghi, lasciate svolgere gli interventi. (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Per favore, colleghi !

  ALESSANDRO NACCARATO. ...si ricorda il tentativo di strumentalizzare le lotte dei lavoratori da questo punto di vista. Io credo che noi dobbiamo essere tutti consapevoli, proprio perché abbiamo l'esperienza del passato e forse a qualcuno questo fa male e bisogna ricordarglielo costantemente, perché vediamo i segnali in corso tra i gruppi eversivi, che ci sono forze e movimenti estremisti sia a destra, nell'area antagonista e anarchica, sia dall'altra parte che provano a infiltrarsi e ad inserirsi nelle crisi aziendali per cercare di riprendere un ruolo e per conquistare aderenti e visibilità. Ci stanno provando alcuni gruppi antagonisti come si vede negli scontri di Brescia dell'altro giorno, si vede nell'azione di alcuni reduci del terrorismo, si vede addirittura nell'azione di alcuni gruppi ultras del calcio.

  GIORGIO AIRAUDO. Vienici ai cortei !

  ALESSANDRO NACCARATO. Ecco io credo che il problema non siano il sindacato né i lavoratori e commette un errore tragico chi cerca la polemica e lo scontro con le organizzazioni sindacali. Non si tratta neppure di occupare le fabbriche, che resterebbero comunque chiuse. Il sindacato deve essere rispettato ed aiutato a svolgere la sua funzione che ha sempre consentito di isolare l'estremismo e di costruire percorsi di dialogo per risolvere la crisi senza violenze e in modo costruttivo. I pericoli di infiltrazione vengono da chi specula sugli scontri in modo irresponsabile, da chi mira a incendiare le piazze e ad alimentare la rabbia, da chi vuole ridimensionare la mediazione sindacale per spingere le vertenze verso derive estremiste.
  Infine, la mozione deve essere respinta perché attacca le Forze dell'ordine gettando discredito sulla loro indipendenza e Pag. 76professionalità. Chi ha evocato il manganello facile e il ruolo repressivo di una polizia che picchia i lavoratori eseguendo gli ordini del Governo non conosce le Forze dell'ordine. La polizia è al servizio della Costituzione e della legge e opera per garantire ai cittadini l'esercizio dei diritti fondamentali. Attenzione ai messaggi contro le Forze dell'ordine perché nelle teste di qualcuno quei messaggi si trasformano e le divise diventano obiettivi da colpire. Ci vuole poco a innescare questa minaccia, ci siamo già passati e ci sono voluti anni per ricostruire con fatica un clima di collaborazione tra le Forze di polizia e i cittadini.

  PRESIDENTE. Chiederei ai colleghi di Sel di fare silenzio. Prego onorevole, non sto segnalando il suo tempo.

  ALESSANDRO NACCARATO. Immagino Presidente. Grazie.
  Non dimentichiamolo perché non si deve buttare con attacchi e polemiche sconsiderati il patrimonio democratico costituito dalle Forze dell'ordine che lavorano al servizio dello Stato. Grazie a questo patrimonio la Repubblica ha superato prove difficilissime, non dobbiamo mai dimenticarlo: le trame eversive, il terrorismo, l'aggressione della criminalità organizzata. Delegittimare ingiustamente la Polizia di Stato è un errore drammatico, perché ne mette in discussione la funzione e il ruolo e indebolisce uno strumento a tutela dei soggetti più deboli e indifesi.
  Oggi bisogna lavorare per prevenire gli scontri, per dare risposte sul piano sociale, per costruire un dialogo responsabile tra lavoratori e istituzioni. Il Partito Democratico è impegnato per raggiungere questi obiettivi e per assicurare il diritto dei cittadini a manifestare nel rispetto della legalità e siamo certi che anche il Governo condivide questi obiettivi e lavora tutti i giorni per andare in questa direzione come ha dimostrato nella gestione delle numerose crisi aziendali che quotidianamente impegnano il nostro Esecutivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, vede Ministro proprio come ho detto giovedì magari su questa tematica, su questo fatto non è proprio totalmente colpa sua.
  È colpa del Governo, del Governo Renzi, però è un Governo di cui partecipa e fa parte, ma ovviamente, siccome l'operato di un Ministro non si vede solo per un singolo fatto, se c’è l'occasione di sfiduciarla noi non possiamo lasciarci perdere questa occasione. Noi la riteniamo colpevole di essere il peggiore Ministro dell'interno degli ultimi anni, un Ministro dell'interno che dovrebbe difendere il territorio e, invece, grazie a Mare Nostrum ci ha portato 140 mila clandestini sul nostro territorio in alberghi a 3 o 4 stelle (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), dunque creando veramente un danno ai nostri cittadini e un costo spaventoso, perché per i nostri invalidi lo Stato dà 247 euro circa, per le pensioni sociali dà circa 500 euro, per un clandestino voi date 1.200 euro al mese, vitto, alloggio e vestiario.
  Si lamentano anche perché magari l'albergo non è così di lusso, perché si mangia male, non ci sono i loro cibi etnici, invece doveva fare un'operazione di respingimento. Ha creato dei morti perché grazie a Mare Nostrum sono aumentate le partenze con carrette e imbarcazioni sempre più fatiscenti, perché tanto si sapeva che arrivava la Marina di Alfano a salvarli, anche in acque libiche, in acque greche, perfino a Cipro; dunque, una cosa veramente indegna.
  I suoi colleghi di partito, il Nuovo Centrodestra, dicono che noi votando questa sfiducia andiamo contro le forze dell'ordine; questo è totalmente falso, perché noi riconosciamo la professionalità delle forze dell'ordine. Per carità, può darsi che anche lì, poiché ci sono delle persone, degli uomini e delle donne, possono sbagliare, ma noi non andiamo a colpire le forze dell'ordine, uomini o donne, noi Pag. 77andiamo a colpire il mandante, lei, che probabilmente non ha fatto niente, non ha lavorato come un buon Ministro dell'interno avrebbe dovuto fare.
  Mi fanno anche un po’ sorridere le dichiarazioni degli ultimi giorni in cui sono cambiate le regole di ingaggio per la gestione dell'ordine pubblico, perché è vero, nessuno vuole lo scontro fisico; è vero – e noi l'abbiamo chiesto più di una volta – che dovrebbero esserci più telecamere personali sulle forze dell'ordine sempre accese, per far vedere che non sono le forze dell'ordine che creano dei momenti di tensione; è vero che si stanno utilizzando nuovi sistemi, come lo spray al peperoncino, ma finora ho visto solo spray al peperoncino con delle bombole con una portata abbastanza piccola e non come si sta sperimentando in altri Paesi con oggetti più forti, anche con gli idranti, utilizzandone sia i poteri urticanti sia anche quelli fluidificanti, di modo che i manifestanti, oltre ad essere gettati indietro con il getto d'acqua, hanno dopo una grippe minore sul territorio, dunque non possono correre, non possono avere quella carica di forza contro le forze dell'ordine. Ma non si stanno sperimentando altri sistemi, sia i sistemi delle microonde, che stanno utilizzando soprattutto gli israeliani, o i sistemi degli schiumogeni a colla che stanno sperimentando gli americani o tanti altri sistemi che potrebbero servire veramente a limitare lo scontro fisico e a individuare immediatamente i violenti e i facinorosi e bloccare solo queste persone. Penso ai proiettili di gomma caricati con vernice in modo indelebile, in modo da bloccarli totalmente. Tutte queste cose non le state facendo, anzi, state depotenziando le forze dell'ordine dando sempre meno risorse, state facendo in modo da «soppesare» il loro lavoro anche demotivandoli.
  Perché io sento gli appartenenti alle forze dell'ordine che mi dicono che anche il loro vestiario è molto ridotto nella loro dotazione individuale per molti reparti operativi e, in più, devono anche personalmente occuparsi del lavaggio e avere, durante l'estate, due camice estive quando normalmente se non succede niente se ne consuma una al giorno e se c’è, invece, un'occasione di uno scontro o anche di un semplice lancio di uova devono cambiarle un po’ più spesso e devono andare in giro con delle divise macchiate o sporche, dando anche una brutta immagine di loro stessi oppure dandogli la possibilità di dare straordinari e non contando tutto.
  Dunque, veramente Ministro lei ha una grandissima colpa ed è per tutti questi motivi, in primis Mare Nostrum e la gestione dei clandestini, che noi voteremo questa sfiducia, perché non vediamo l'ora di mandarla a casa e che al suo posto arrivi un vero Ministro dell'interno, che deve difendere i cittadini onesti e non i clandestini o i facinorosi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, potrei cominciare questo intervento cercando, in qualche modo, di rinfacciare al mittente e rimandare a coloro che hanno parlato le accuse di demagogia e populismo quando, invece, ho ascoltato praticamente negli interventi esattamente quello che dicevano. Demagogia e populismo e zero, zero – sottolineo – ricostruzione dei fatti e, in alcuni casi, addirittura ricostruzione dei fatti basata sulle parole del Ministro che, in quanto a credibilità ed affidabilità, credo che ne abbia dato prova anche alla ... Nuova Zelanda della sua credibilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, il MoVimento 5 Stelle è una forza politica costituita da un popolo di cittadini che sono arrivati in questo Parlamento e che si è formato negli anni non sulla demagogia ma sui temi, voglio ricordare, legati principalmente all'ambiente e alla lotta alla corruzione, parola che tanto provoca sussulti di allergia, direi quasi, all'interno di quest'Aula, soprattutto anche al di fuori quando in questi momenti si riuniscono due condannati e parlare di corruzione sembra un qualcosa davvero Pag. 78fuori dai tempi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Un terremoto politico, Presidente, che ha avuto il suo epicentro dapprima nella rete e poi sui social network, fino ad arrivare qui, addirittura in Aula, con quel benedetto 25 per cento che ha fatto sgranare gli occhi a tutti perché si diceva: Possibile che una cosa del genere parta dall'Italia ? Sì, perché i cittadini molte volte sono migliori di coloro che siedono all'interno di quest'Aula.
  Successivamente – ed è quello che sta accadendo – il MoVimento 5 Stelle è entrato nei consigli comunali, nei consigli regionali e adesso lo trovate anche qui in Parlamento e in Europa. Oggi siamo qui proprio perché quel popolo, che ci sta portando in tutte le istituzioni e di cui noi siamo i portavoce, ha imparato ad utilizzare, con un duro lavoro, anche gli strumenti legislativi e sono gli strumenti legislativi che oggi ci portano qui ad essere presenti per l'ennesima mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Alfano. Tra parentesi, Presidente, ci sembra davvero che il Ministro stia facendo a gara con Renzi tra chi colleziona più fiducie e sfiducie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Credo che alla fine probabilmente vincerà Renzi, nonostante tutto.
  E mentre, quindi, noi abbiamo approfondito questi meccanismi della politica, all'inizio ostici, oggi siamo qui a confrontarci anche con gli esponenti del Partito Democratico che hanno abbandonato oramai il dibattito politico in Aula, delegando completamente ogni decisione – l'avete delegata – al Governo, per concentrarsi oramai di fatto sui social network, guarda caso quello che faceva già il MoVimento 5 Stelle, dove addirittura abbiamo il re dei social network, nello specifico di Twitter, che è il nostro Presidente del Consiglio, che è campione mondiale oramai di Twitter ma, nei fatti, poi ogni cittadino può confrontare quello che dice sui social e quello che di fatto porta all'interno delle Aule. Se la nostra nazione, il nostro Parlamento fosse quello descritto su twitter probabilmente ci troveremmo di fronte alla nazione più virtuosa non solo degli ultimi 150 anni, come il suo amico condannato raccontava della sua Repubblica, ma io direi che saremmo ben oltre i millenni della storia dell'umanità.
  Poi abbiamo dall'altra parte però, Presidente, anche il presidente dell'assemblea nazionale del Partito Democratico, l'onorevole Orfini, che ha chiesto ufficialmente spiegazioni al prefetto di Roma sulle manganellate ai lavoratori delle acciaierie di Terni.
  Tutto questo è venuto fuori non alla luce di seri approfondimenti fatti dal Ministro o dal Governo, ma da un video registrato da un videomaker che l'onorevole Orfini conosce molto bene, un certo Diego Bianchi, in arte Zoro. Infatti, caro Ministro, un ben conosciuto programma di RAI 3 – servizio pubblico, ogni tanto il servizio pubblico fa il servizio pubblico – Gazebo, ha dimostrato come un qualunque cittadino con un semplice smartphone potesse smentire la ricostruzione precedentemente riferita qui da lei in Aula, in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ennesima menzogna, c’è un video Ministro, è un video, sono le sue parole contro un video. Quindi, prima di procedere mi viene spontaneo porre due quesiti: il primo a lei Ministro, ma perché per l'ennesima volta ha mentito in Parlamento ? Il secondo, è all'onorevole Orfini, che se ancora si degna di rappresentare la prima forza in Parlamento in Europa verrebbe da dire, stante la ricostruzione del video, ripeto non delle parole ma di un video, perché ancora non fa la domanda al Ministro che il giornalista Damilano ha posto all'interno della trasmissione e cioè perché, vista l'esistenza di un Ministro che all'interno del Parlamento mente, non vota oggi lui e il Partito Democratico questa sfiducia assieme a noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Questa, perlomeno, Presidente, all'interno di quella che è la psicologia corrente clinica si chiama dissociazione mentale, cioè tra quello che uno dice e quello che uno fa, però poi – ripeto – a questo ci siamo anche abituati oramai, Presidente. Pag. 79Dicevo, quindi, un atto di sfiducia da parte del Parlamento, perché un Ministro della Repubblica italiana deve rispondere della propria catena di comando, deve gestire politicamente le situazioni, deve essere informato di quanto succede nelle forze dell'ordine e, se questo non avviene, Presidente, o deve dimettersi per manifesta incapacità di gestire il suo Ministero o per manifesta incapacità... Presidente, magari lei dimostri più capacità...

  PRESIDENTE. Lasciate che il Ministro possa seguire il dibattito.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Capisco che non ci si veda da tanto e quindi magari ci si saluta all'interno di queste aule, Presidente.

  PRESIDENTE. Vada avanti, onorevole D'Ambrosio.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Oppure per manifesta incapacità – dicevo – magari dimostri di essere più dignitoso molte volte dei suoi sottoposti e quindi si dimetta. In ogni caso, Presidente, qui ci troviamo di fronte ad una manifesta incapacità o di reggere la catena di comando o di fare il Ministro dell'interno e, quindi, magari consiglieremmo al Partito Democratico, al Presidente, al Ministro, di fare un passo indietro. Magari potrebbe benissimo, visti i nomi che si erano fatti, occupare la poltrona del Ministro della difesa o comunque, ad esempio, degli esteri, visti i nomi che erano stati fatti, però anche lì, Ministro, voglio suggerire, visto il caso Shalabayeva, dovrebbe partire con ben altre premesse magari.
  Immagino, comunque, che nel Governo dei tagli e della spending review mi venga spontaneo anche, Ministro, farle una domanda. Lo so, lei magari dice che è niente, però magari gli operai con quei tagli in testa il niente vorrebbero rivolgerlo a lei tranquillamente. E infatti i tagli provocati da quei manganelli, Ministro, e le botte immotivate – sottolineo immotivate – nei confronti dei lavoratori e di quel corteo sono probabilmente, per parafrasare un film, la barca su cui oramai viaggia la rivoluzione renziana, perché la rivoluzione renziana oramai sta prendendo questa deriva. Ed è la deriva per la quale voglio dire, in questo caso al Presidente Renzi, non c’è qui in Parlamento fra le opposizioni qualcuno che gioca a dividere sul lavoro, sul lavoro e sui lavoratori, così come sulle forze dell'ordine nessuno gioca a dividere. Qui si gioca a dividere semplicemente su un atto e cioè quello di un Ministro dell'interno che viene in Parlamento e per l'ennesima volta ancora mente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
   Allora, Presidente, mi vengono spontanee alcune domande: innanzitutto dopo gli 80 euro spacciati per bonus, è arrivato il momento degli 80 euro per le manganellate ? O più semplicemente: il prezzo della tenuta del Governo – perché di questo stiamo parlando – il collante di questa maggioranza è rappresentato dal baratto tra il mantenimento dell'ordine pubblico a discapito dei cittadini e il reggere invece di un Governo che senza il Nuovo Centrodestra andrebbe a casa domani ? Stiamo barattando questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Perché questo dovete dire agli operatori delle forze dell'ordine che si trovano molte volte in situazioni come quella sia ai cittadini. E non barattate, si vergogni il PD quando barrata la disperazione dei lavoratori, la disperazione di operatori delle forze dell'ordine senza soldi e senza i mezzi da poter utilizzare.
  Proprio oggi sentivamo, in Commissione affari costituzionali, il sottosegretario che parlava di un riutilizzo più virtuoso, da parte delle forze dell'ordine, delle risorse. Andate nelle caserme delle forze dell'ordine, andate a vedere la loro situazione: altro che situazione virtuosa ! Non hanno più i soldi nemmeno per avviare le macchine nuove di cui voi li dotate, ma senza benzina, logicamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E allora, Presidente come al solito, il consueto copione, ripeto, di questa vile politica da voi tutti rappresentata, nelle immagini che abbiamo visto – Pag. 80perché sono delle immagini, sottolineo, non delle parole – di quella triste giornata, nella quale abbiamo provato anche imbarazzo.
  Presidente, noi abbiamo provato imbarazzo nel vedere Polizia, Guardia di finanza e carabinieri accerchiati, ad un certo punto, dai lavoratori, perché, al contrario di quello che dice il Ministro, la Polizia, ad un certo punto, si è trovata accerchiata tra i cortei dei lavoratori dell'acciaieria di Terni, dei lavoratori di Livorno e anche dei lavoratori di Marcianise, che andavano tutti a posizionarsi verso il Ministero dello sviluppo economico.
  Quindi, ancora una volta, si è dimostrata l'ennesima disorganizzazione, se, addirittura, le forze dell'ordine si fanno anche accerchiare dai lavoratori ! E per fortuna che i nostri lavoratori sono sicuramente meglio, lo ripeto ancora una volta, molto meglio, di coloro che, qui dentro, in qualche modo, si prendono quel titolo per rappresentarli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ora, io faccio una domanda al Ministro dell'interno, ma anche al Presidente del Consiglio: per risolvere la situazione, il Ministro, in conferenza stampa, subito parlò di tavoli, di tavoli nei quali gestire. Allora, Presidente, ancora una volta, vediamo che questo Governo è legato, in qualche modo, ai potentati commerciali, perché ci sembra il Governo dell'Ikea per quanti tavoli sta mostrando costantemente.
  Siamo ormai a più di 200 tavoli per quanto riguarda i problemi sul lavoro, e in questi tavoli, guarda caso, non si riesce a portare nulla a casa, perché i lavoratori non sono sui tavoli, dove, molte volte, ci sono dei sindacalisti con voi, con voi, ripeto, con voi, non con i lavoratori, mentre i lavoratori sono assolutamente fuori, staccati da ogni realtà politica e abbandonati alle loro famiglie e ai figli, e si devono trovare in situazioni nelle quali figli e mogli assistono alle manganellate del Ministro dell'interno; sottolineo, del Ministro dell'interno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  E allora, Presidente, la risposta che il Ministro dell'interno, che prima faceva questo gesto di pochezza degli argomenti, dovrebbe dare, invece, la dovrebbe dare scendendo e parlando di fronte, senza alcun filtro, a quei lavoratori, perché quei lavoratori adesso sono andati via, adesso sono andati via con le ferite sulla testa, ma quei lavoratori torneranno; torneranno perché voi non state mettendo in piedi alcuna azione organica per risolvere i loro problemi, e quindi torneranno.
  E sappiate che, da questo punto di vista, per quanto voi cerchiate di screditare il MoVimento 5 Stelle, esso è l'unico movimento o partito politico che ha, in questo momento, la possibilità o la capacità di poter andare, senza alcuna scorta, all'interno dei cortei dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e sfido chiunque, all'interno di questa Aula, a poter fare la stessa cosa e a poter parlare con dignità con questi lavoratori.
  Il Presidente del Consiglio, Presidente, magari, mentre affrontiamo questa sfiducia, sta già preparando delle slide per farci capire come verranno distribuite le prossime manganellate, visto che, comunque, si stanno organizzando già nuovi cortei e ci sono già nuovi problemi. Tra parentesi, Ministro, voglio magari prepararla, le porto avanti il lavoro: ci potrebbe essere un corteo nella sua regione, perché sappia che l'Averna, nella sua regione, a Caltanissetta, sta chiudendo, sta delocalizzando.
  Quindi, magari, se vi è un corteo dei lavoratori dell'Averna – sono suoi corregionali –, ci pensi: una manganellata in meno, un po’ più dolce, non lo so, potrebbe essere per lei elettoralmente conveniente, vista, magari, la presenza sul territorio di NCD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Chiaramente, sono sarcastico; tutta la nostra solidarietà, invece, nei confronti dei lavoratori dell'Averna, che, al contrario, ripeto, di quello che si sta facendo, cioè non fa il Governo.
  Il governo regionale di Crocetta, che noi abbiamo sfiduciato, non fa nulla, nulla, per mettere in campo azioni che realmente tengano l'imprenditoria sul nostro territorio e non la facciano delocalizzare. Ricordate che doveva arrivare il Pag. 81MoVimento 5 Stelle per portare all'interno di un vostro decreto l'emendamento con il quale dicevamo che, se voi date finanziamenti alle vostre aziende, molte volte, e andate via, delocalizzate, dovete restituire fino all'ultimo euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dovevamo arrivare noi per fare questa cosa di buonsenso !
  Lei, Ministro, ci dovrebbe spiegare chi le ha riferito quelle cose che ha detto all'interno del Parlamento, perché se lei, in buona fede, ci dice di non aver mentito, però deve dirci almeno chi le ha detto queste cose che lei ha riferito. Lei ci deve dire quando, ad esempio, c’è stata questa voce, che lei rappresenta, dei lavoratori che andavano verso la stazione Termini, perché il video racconta tutt'altra cosa. Lei ci deve dire quando questa voce le ha detto che sono sopraggiunti i rappresentanti sindacali, perché il video mostra che erano lì da sempre, dall'inizio del corteo. Lo so, lei dice di no, però io tra un video e la sua parola, mi fido molto di più del video (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), mi dispiace. E già che ci siamo, caro Ministro, ci spieghi, ad esempio, perché una manganellata ad un operaio è diversa da quella inferta ad un illustre rappresentante sindacale sopraggiunto, perché per me, per noi del MoVimento 5 Stelle, sono la stessa identica cosa. L'apparato del sindacato rappresenta in quel momento un operaio, quanto un operaio che sta perdendo il posto di lavoro, Landini o non Landini, sia chiaro !
  Allora, concludendo, se è vero, caro Ministro, che i funzionari di polizia non rispondono delle loro azioni ai giornalisti, come lei ha detto, non rispondono delle loro azioni ai funzionari sindacali, non rispondono delle loro azioni agli operai, ai cittadini, io vorrei chiederle se rispondono, comunque, almeno, alla sua catena di comando, quella del Ministero dell'interno, la quale si deve prendere le responsabilità, perché se così è, lei è responsabile comunque, in ogni caso, di quello che è accaduto. Ma se non è così, caro Ministro, lei non è altro che un tizio che in questo momento si sta appropriando di una poltrona, così, per caso, e potrebbe farlo qualsiasi altro cittadino. Allora, da questo punto di vista, non ci faccia, come dicevo prima, sciupare altro tempo, perché magari tra uno o due mesi ci ritroveremo a fare l'ennesima sfiducia nei suoi confronti, perché, ancora una volta, avrà dato l'ennesimo triste esempio. Io le chiedo, Ministro, cittadino Alfano, dignità: si dimetta, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle-Congratulazioni).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Presidente, onorevoli colleghi, il Nuovo Centrodestra respinge con forza la mozione di sfiducia presentata dal MoVimento 5 Stelle e da Sinistra Ecologia Libertà. Noi pensiamo che sia un atto inopportuno, frutto di un'opposizione che cerca ogni pretesto per criticare l'operato di questo Governo. Secondo alcuni esperti di dietrologia, presenti anche in quest'Aula, ci sarebbe un'intenzione ben precisa che dal Ministero ha contrapposto le Forze dell'ordine e la piazza, lo Stato e i cittadini. Come sono andati i fatti è bene ricordarlo. Nella mattina del 29 ottobre, un nutrito gruppo di lavoratori dell'AST di Terni, riuniti in Piazza Indipendenza, dopo un incontro con il personale diplomatico dell'ambasciata tedesca, da loro giudicato insoddisfacente, hanno avanzato, attraverso alcuni esponenti della FIOM, la richiesta di poter dare vita ad un corteo in direzione del Ministero dello sviluppo economico. Questa richiesta non è stata immediatamente accolta in considerazione che presso quello stesso Ministero erano già in corso analoghe iniziative sindacali. Peraltro era subentrata una preoccupazione che, in realtà, alcuni manifestanti volessero dirigersi verso la vicina stazione Termini. Un folto numero di manifestati, dando vita ad un improvvisato corteo, si è diretto verso via Solferino, deviando poi verso una via limitrofa, in ragione dello sbarramento opposto dalla polizia. Dopo che al corteo è stato intimato l'alt, senza che all'ordine venisse dato seguito, si è Pag. 82resa necessaria da parte della polizia una carica che tecnicamente si dice di alleggerimento, che ha, indubbiamente, determinato il contatto fisico con i manifestanti (durante gli incidenti sono rimasti feriti quattro operatori della polizia di Stato e quattro manifestanti). Ritornata la calma, ha avuto avvio un breve negoziato per l'autorizzazione ad effettuare un corteo verso la sede del Ministero dello sviluppo economico che si è concluso con la definizione di un percorso concordato, e il corteo è, quindi, giunto, senza incidenti, presso il Ministero dello sviluppo economico. Onorevoli colleghi, chi avrebbe potuto chiedere le dimissioni del Ministro ? Chi è stato effettivamente coinvolto. E chi sono i diretti interessati ?
  Sicuramente i lavoratori rappresentati da Susanna Camusso, della CGIL, e Maurizio Landini, della FIOM, ma anche i funzionari della Polizia, che – vorrei ricordare – si adoperano ogni giorno per assicurare il regolare svolgimento di tante manifestazioni.
  Ai colleghi del MoVimento 5 Stelle e di SEL, che tanto fremono per sfiduciare il Ministro Alfano, voglio dire che nell'Associazione funzionari di polizia, ma nemmeno i segretari Camusso e Landini, ovvero quei rappresentanti delle categorie presenti e coinvolte nella manifestazione, nessuno di loro ha chiesto le dimissioni del Ministro Alfano, anzi hanno mostrato segnali positivi, dopo la relazione dello scorso 30 ottobre, e apprezzato il tavolo di concertazione sull'organizzazione comune delle manifestazioni.
  Sono gli scontri verbali, onorevoli colleghi, tra chi lavora per cambiare questo Paese e chi si oppone al cambiamento ad aver alzato enormemente i toni e trasferito quell'irruenza nella piazza. Forse nessuno però si è reso conto che recessione, crisi economica e disoccupazione sono lo scenario all'interno del quale questo Governo sta agendo per realizzare le riforme di cui questo Paese ha bisogno, e purtroppo non sono poche. Le troppe resistenze, spesso solamente ideologiche, di alcune parti delle rappresentanze sociali, anche attraverso i media, creano un clima di contrapposizione sociale che aumenta tensioni e malumori. E, a questo punto, vorrei dire qualcosa anche sulla trasmissione Gazebo, che è stata più volte evocata in quest'Aula. Questa trasmissione ha mandato un video, che non contrasta con quello che ha detto la relazione del Ministro Alfano, né la smentisce. Tra l'altro, è bene sottolineare che ci sono anche altri filmati, altri video, che mostrano le scene da angolazioni diverse, ed è bene ricordare pure le parole di un sindacalista della Consap, il sindacato autonomo della Polizia, che peraltro sono state anche riportate, ieri, su Il Manifesto, che dicono, testualmente: «Un manipolo di manifestanti accelera e va contro i poliziotti, cercando di forzare il cordone. Pertanto indipendentemente dalla direzione che quel gruppo intendeva percorrere, la tentata forzatura, non ha sicuramente agevolato il lavoro delle forze dell'ordine».
  Noi difendiamo il diritto, innegabile, a tutti di manifestare, a maggiore ragione quando si tratta di lavoratori in forte disagio e diciamo con chiarezza che l'uso della forza deve essere evitato, ma ciò che non accettiamo è questa richiesta di dimissioni, quando altre migliaia di manifestazioni, spesso riguardanti soprattutto le questioni di lavoro, si sono svolte, nel nostro Paese, nel pieno rispetto delle regole e dell'ordine pubblico.
  Confrontiamoci sui temi, e, a questo punto, voglio dire alla Lega e all'onorevole Bragantini, che siamo stufi di sentire il solito disco rotto, su cui oggi loro non hanno più niente da dire; il Ministro Alfano è stato l'unico Ministro ad essere riuscito a farsi ascoltare in Europa e l'avvio di Triton è una vittoria del Ministro Alfano, Triton a cui parteciperanno 21 Paesi europei, e speriamo che in breve tempo si raggiungano 28. Il nostro Paese ha svolto una funzione umanitaria con l'avvio di Mare Nostrum, che è stata, da tanti Paesi, e da tutti apprezzata perché ha salvato migliaia di vite umane. E, quindi, dico alla Lega che è inqualificabile usare un tema così delicato per una strumentalizzazione politica.Pag. 83
  Per questi motivi, ai sensi dell'articolo 94 della Costituzione, siamo convinti che la mozione debba essere respinta (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. È così esaurita la discussione della mozione presentata. Dichiaro pertanto chiusa la discussione sulle linee generali.

(Intervento del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in sede di replica il Ministro dell'interno, Angelino Alfano. Prego, Ministro.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signora Presidente ed onorevoli colleghi, la mozione di sfiducia individuale presentata nei miei riguardi e la discussione che ne è seguita vanno ben oltre la ricerca della verità sull'effettivo andamento dei fatti che si sono svolti a Roma il 29 ottobre scorso, sull'accertamento delle responsabilità e la complessiva tenuta dell'ordine pubblico.
  Nella mozione si evoca, in maniera singolare, una nuova linea, un nuovo indirizzo a cui sarebbe ispirata, sotto la mia guida, l'azione delle forze di polizia, adombrando indicazioni politiche che avrebbero innescato, in occasione di manifestazioni pubbliche, comportamenti muscolari nei confronti dei manifestanti ed incoraggiato l'uso della forza.
  Respingo decisamente e nella maniera più ferma questa accusa ed ho il dovere di respingerla perché non solo è politicamente infondata, ma perché è ingiusta, è umiliante nei confronti delle forze di polizia, ne distorce l'immagine e fa correre pericolosamente l'idea che esse possano prestarsi a disegni strumentali, cessando di essere una forza di garanzia al servizio imparziale delle istituzioni repubblicane e di tutti i cittadini.
  I dati che offro alla considerazione del Parlamento sono quelli riferiti al mio mandato ministeriale: credo che parlino da soli e siano l'eloquente dimostrazione dell'infondatezza politica dell'accusa, rivelandone tutta la sua preconcetta ostilità. Da quando sono Ministro dell'interno, si sono svolte, in ogni angolo d'Italia, più di 14 mila manifestazioni, per l'esattezza 14.706.
  Esse hanno avuto la più diversa natura, riguardando tematiche politiche, ambientali, pacifiste, sociali, studentesche e soprattutto problematiche sindacali ed occupazionali.
  Queste ultime rappresentano una percentuale altissima, che sfiora il 40 per cento.
  Le manifestazioni che hanno visto protagonisti il lavoro e l'occupazione sono state, in questo stesso periodo, ben 5.818; ebbene, se si fa eccezione per quella di mercoledì scorso, su cui ovviamente tornerò tra poco, non mi pare che negli ultimi 18 mesi, per eventi di questo tipo, la memoria del Paese conservi tracce di particolari incidenti.
  Credo allora che la giornata del 29 ottobre non debba e non possa assumere alcun significato politico, prestandosi cioè a letture dietrologiche che paventino un irrigidimento o peggio una svolta conflittuale, frutto di questa difficile stagione economico-sociale.
  Su questo punto, che per me rappresenta un aspetto centrale della politica dell'ordine pubblico, sono stato esplicito anche in occasione dell'informativa resa alle Camere il 30 ottobre scorso, allorché non solo ho affermato che è lontana dal Governo l'idea di rispondere con il manganello alla protesta per il lavoro, ma ho anche aggiunto che le forze di polizia sanno ben distinguere una manifestazione da un'altra e che questa capacità di discernimento e di equilibrio l'hanno usata e continueranno ad usarla sempre.
  Del resto a queste conclusioni, prima ancora di riferirne in Parlamento, ero giunto la sera stessa degli incidenti, allorché ho avuto un incontro con i leader sindacali nazionali del settore metalmeccanico, in cui si è ragionato insieme sulla dinamica dei fatti ed insieme sulle misure Pag. 84ritenute utili ad allontanare il rischio del ripetersi di episodi simili. Insieme a loro, la sera stessa.
  Un incontro, permettetemi di aggiungere, in cui ho apprezzato la pacatezza degli interventi e soprattutto il fatto che non sono state mai additate responsabilità individuali né mai è stata avanzata la richiesta di punire presunti colpevoli.
  Ricordo quell'incontro per l'approccio non retrospettivo, ma rivolto ad individuare le soluzioni per il domani, basate – voglio ribadirlo – sulla disponibilità al confronto, cioè su un metodo di lavoro che implica e richiede reciprocità di informazioni, rispetto delle regole e dei ruoli, forme partecipate di prevenzione.
  Nel mio intervento alle Camere non ho poi esitato a riconoscere che quella precedente era stata una brutta giornata per tutti.
  Sostenevo anche che era necessario rifuggire dalla tentazione di velenose strumentalizzazioni, nell'interesse della coesione del Paese.
  Le reazioni che sono venute alla mia informativa mi avevano lasciato sperare che questo appello avesse trovato ascolto e devo dire che i positivi riconoscimenti dei leader sindacali della CGIL e della FIOM, immediatamente successivi alle mie dichiarazioni, avevano confermato questa prima impressione, dando spazio ad una costruttiva apertura al dialogo che io stesso avevo proposto e che qui confermo.
  Aggiungo che su questa impostazione, che era venuta fuori la sera della manifestazione, insieme ai sindacati, si era espressa positivamente anche l'Associazione nazionale dei funzionari di polizia, a testimonianza del fatto che si era trovata una linea di condivisione e di unità di intenti su cui era maturato il consenso delle rappresentanze sindacali, degli uni come degli altri.
  Devo ora, a soli pochi giorni di distanza, prendere atto che il rischio che questa vicenda desse l'innesco a pretestuose code polemiche si è purtroppo concretizzato per il prevalere di posizioni di puro interesse speculativo alle quali evidentemente non si è saputo o non si è voluto rinunciare. E tutto questo mi appare francamente paradossale e mi costringe a riflettere sul perché gli uomini della trincea, i sindacalisti dei lavoratori, gli uomini della polizia e i loro rappresentanti, i dirigenti, i funzionari di polizia, abbiano saputo guardare avanti positivamente, costruttivamente, mentre, invece, alcune forze politiche sembrano ostinatamente ripiegate su loro stesse. La mia impressione allora è che, attraverso questa mozione, più che un giudizio politico sulla mia persona, si intenda sollecitare, svilendo peraltro la natura stessa dello strumento della mozione di sfiducia, una sorta di riflesso pavloviano, in cui l'oggettività dei fatti scompare e si annulla sotto il peso del pregiudizio in nome dell'aprioristica volontà di individuare ad ogni costo un capro espiatorio o, peggio, in nome della volontà di rendere gli scontri sul lavoro la ragione e forse anche il pretesto di lotta politica diagonale rispetto ad altre tematiche all'esame di questo Parlamento.
  Concorre a questa affannosa ricerca di una verità, altra rispetto a quella riferita in Parlamento, anche un certo uso della comunicazione. La ricostruzione dei fatti accaduti il 29 ottobre, che è stata oggetto della mia informativa al Parlamento, il giorno seguente sarebbe stata smentita, secondo alcuni, dal filmato diffuso dalla RAI nella serata di domenica e in seguito ripreso dai siti giornalistici. Ho visto attentamente quelle immagini e non contraddicono affatto la ricostruzione offerta da me. E faccio presente ai finti distratti che non sono quelle le sole immagini che dopo i fatti sono state diffuse, soprattutto sul web. Non ci sono solo quei filmati. Non è mancato chi ha voluto ricostruire a suo modo gli eventi della scorsa settimana cosicché altri particolari non secondari sono appunto potuti venire alla luce grazie alle moderne forme di giornalismo offerte dall'uso degli smartphone e dal contributo di semplici cittadini che gli smartphone hanno utilizzato. Quindi, mi riferisco ai video che poi sono stati pubblicati da YouReporter su YouTube e che sono stati ovviamente rivisti attraverso la rivisitazione delle scene da angoli e visuali differenti. Pag. 85Differenti non solo materialmente, ma anche politicamente. E così si è visto che un pugno di poliziotti veniva spintonato da un numero molto superiore di manifestanti nel tentativo di forzare un blocco e di violare l'alt che gli era stato intimato; si è visto e sentito come un funzionario di polizia, nell'intendimento di andare a supporto dei poliziotti che cercavano di resistere ad una certa pressione dei manifestanti, abbia ordinato la carica. Alcune testate giornalistiche di un certo orientamento politico hanno dato grande enfasi ad alcuni di questi video e di questi aspetti; altre testate giornalistiche hanno dato prevalenza ed enfasi ad altri aspetti e ad altri particolari, opposti, venuti fuori da altri video. Nessuno può però smentire la ricostruzione effettuale dei fatti operata dalla polizia e da me riportata in quest'Aula, né riguardo alla dinamica degli incidenti e neanche riguardo alla fase della trasformazione del presidio autorizzato in corteo non autorizzato e alle intenzioni dei manifestanti, magari non coordinati con i leader sindacali circa la direzione verso la quale dirigersi.
  Dunque, la ricostruzione dei fatti che ho dato la scorsa settimana non ha bisogno di essere riveduta né corretta in quanto non sottace alcun particolare di rilievo e non tende affatto a dare una versione di comodo. Naturalmente, sono ben consapevole che in democrazia hanno piena legittimità le critiche alle forze di polizia verso le quali il dovere di riconoscenza non deve mai tramutarsi in una forma di insindacabilità assoluta del loro operato. E io stesso, nel ripercorre lo svolgimento della vicenda, non ho certo omesso particolari o aspetti che potevano travisare o alterare l'andamento dei fatti. Ho confermato il contatto fisico, ho parlato dei feriti, ho detto che c'era un corteo ed è esattamente ciò che mostra anche il filmato di cui parlavo prima; ho detto che si muoveva, quel corteo, speditamente verso uno sbarramento formato dal personale di polizia e ho detto che era stato intimato l'alt e che a quest'ordine non ascoltato è seguito lo scontro tra polizia e manifestanti. Non vedo dove siano le lacune e non trovo che ci si possa appigliare al fatto, corrispondente peraltro ad una modalità tecnica, che il contenimento dei manifestanti sia avvenuto dopo l'ordine di carica.
  E vorrei anche sottolineare che, al momento cruciale dello scontro, gli agenti che stavano inizialmente sostenendo la pressione dei manifestanti erano davvero in numero esiguo, una decina circa, e che la carica è stata data a sostegno dell'attività di quei pochi che altrimenti non sarebbero riusciti ad impedire che il corteo uscisse dalla piazza.
  Ho anche notato che in questi giorni non è mancato tra i commentatori chi ha deciso di vestire i panni di esperto dell'ordine pubblico, attribuendosi il diritto di esprimere trancianti giudizi forte di un'inesistente quanto supponente competenza tecnica. Di qui il florilegio di interrogativi dietristi sul fatto che il personale addetto all'ordine pubblico avesse dato credito alle voci che circolavano in piazza Indipendenza e anche sulla conformità o meno dell'intervento della polizia alle regole di ingaggio e se la condotta tenuta fosse frutto di una strategia premeditata o di scelte improvvisate. Vorrei dire pacatamente che i funzionari chiamati ad espletare un servizio di ordine pubblico hanno come prima regola quella di sentire l'umore della piazza: un comportamento contrario mi sembrerebbe, questo sì, invece superficiale e disattento. Quanto alle domande sull'uso della forza che si è fatto in piazza Indipendenza, vale ciò che ho detto in premessa: non c’è stata nessuna filiera di comando che abbia trasmesso ed eseguito indicazioni prestabilite. Non vorrei affrontare questa vicenda con il decalogo delle regole dell'ordine pubblico alla mano, ma mi chiedo che cosa si sarebbe detto se il corteo avesse lasciato piazza Indipendenza senza che la questura di Roma avesse avuto il tempo e l'opportunità di apprestare i necessari presidi di sicurezza lungo il percorso. Tali presidi, lo ricordo, sono previsti anche a tutela della libertà e dell'incolumità degli stessi manifestanti.Pag. 86
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ricordare che nella mia informativa subito dopo gli accadimenti di Roma non ho svolto solo un resoconto dei fatti ma ho espresso anche su di essi un giudizio traendone lo spunto per la messa in cantiere di una prima iniziativa diretta a migliorare il sistema e cioè la costituzione di un tavolo di confronto per la governance delle manifestazioni che hanno a tema il lavoro e l'occupazione. Ho il piacere di dire in quest'Aula che il tavolo si insedierà il prossimo 12 novembre, proprio in vista delle manifestazioni del 14 che interesseranno tutto il Paese, cioè noi siamo andati avanti nel frattempo.
  Oggi vorrei informare l'Aula che a questo aspetto di novità che avevo già comunicato durante la mia informativa se ne è aggiunto un altro. In questa fase, infatti, si sta dando un impulso, per la Polizia di Stato, all'adozione di un nuovo regolamento di istruzioni operative nei servizi di ordine pubblico che verrà approvato al termine di un iter complesso in cui saranno anche ascoltate le organizzazioni sindacali del personale. Saranno distinti in maniera ancora più netta i vari contesti operativi, ponendo un'attenzione particolare all'interazione consapevole e responsabile tra l'operatore di polizia ed il cittadino. Ed è proprio in questa chiave di fiducia reciproca che si prevede anche l'utilizzazione, già oggi in fase sperimentale per altro, di videocamere indossate sulla divisa per la ripresa delle attività svolte in servizi di ordine pubblico. L'obiettivo di questa rivisitazione non è solo tecnico e non nasce soltanto dalla necessità di aggiornare il quadro regolamentare dell'azione delle forze di polizia adeguandone i contenuti anche in relazione alle nuove strumentazioni di impiego come, ad esempio, quella del capsicum cioè dello spray al peperoncino. La motivazione più sostanziale è quella di far sì che l'attività delle forze di polizia venga inserita in una nuova cornice funzionale e strumentale in grado di rafforzare i livelli di garanzia sia per gli operatori che per i cittadini.
  Signor Presidente, la mozione di sfiducia individuale – mi avvio alle conclusioni – che oggi si è discussa alla Camera presenta un livello inusitato di avversità e di preconcetta faziosità. Sento la responsabilità di mettere in parentesi gli aspetti personali di questa vicenda, perfino quelli più corrivi ed ingiuriosi incautamente contenuti nella mozione di sfiducia, e lo faccio per rinnovare nella congiuntura delicata che attraversiamo l'invito alla moderazione a tutte le forze politiche e a quelle sindacali. Non possiamo permettere che le vertenze per il lavoro, anche quando i toni e i contenuti del confronto dovessero diventare più aspri, si trasformino in un problema di ordine pubblico, lasciando varchi a rigurgiti di un estremismo rozzo e violento che rischierebbe di trascinare il Paese verso derive mai rimpiante del passato.
  Ho condiviso le parole del Presidente Renzi che recentemente, recandosi in visita a Brescia, ha invitato tutti a non far del dolore dei disoccupati e del loro disagio una bandiera di parte, evitando su questo terreno contrapposizioni che sarebbero sterilmente divisive.
  A proposito della visita a Brescia del Presidente Renzi, esprimo la mia solidarietà al poliziotto e al carabiniere feriti proprio l'altro ieri a Brescia (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).
  Il Presidente della Repubblica, inoltre, in occasione della Giornata delle Forze armate, riferendosi al contesto internazionale, che non esclude quello interno, ha saputo rivolgere al mondo politico l'appello al rispetto reciproco e al dialogo operoso. Voglio sperare che le parole autorevoli del Capo dello Stato siano considerate lo sprone a deporre le armi della conflittualità politica più accesa, spesso fine a se stessa, tutta chiusa nelle logiche di Palazzo e, per questo, lontana dalle esigenze più vitali e concrete della società.
  L'attenzione verso i fattori di coesione e di responsabile rilancio dei valori di unità del Paese deve essere la più grande, perché – e lo dico con grande chiarezza –, in questo momento, ci aspettano tempi nei quali il disagio sociale potrà alimentare Pag. 87tensioni anche forti. Abbiamo una democrazia robusta ed è nostro preciso dovere difendere la nostra democrazia: possiamo farlo e possiamo farlo bene solo a condizione di non offrire occasioni che rischino di trasformare quel disagio in un incendio che, poi, potremmo non sapere più controllare.
  È per questo che ho rivolto l'invito a quest'Aula alla moderazione e per questo mi sento di ringraziare le forze politiche che mi confermano la fiducia e quelle, come Forza Italia, che me la conferiscono in questa particolare occasione. Ringrazio, allo stesso modo, tutti i colleghi che hanno avuto la cortesia di ascoltarmi: vi ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che le dichiarazioni di voto abbiano luogo a partire dalle ore 19, sospendo la seduta fino a tale ora.
  Estraggo sin d'ora il nome del deputato da cui inizierà la chiama dell'appello nominale previsto a partire dalle ore 21.
  La chiama comincerà dal deputato Antonio Misiani. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 19.

  La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 19.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signora Presidente, signor Ministro, considero la sfiducia individuale a un membro del Governo un autogol parlamentare e mi permetto di consigliare all'opposizione, a questa come ad altre, di non percorrere questa strada. Non possiamo, quindi, fare altro che votare contro questa mozione. La responsabilità eventuale è del Governo nel suo insieme, anche per i comportamenti omissivi eventualmente assunti da qualche suo componente.
  Nel merito, mi permetto di richiamarla, signor Ministro, all'impegno che lei si era assunto, il 30 ottobre, di fare piena luce sulla vicenda accaduta il giorno precedente, vicenda brutta e dolorosa, come l'aveva definita. Ora, appare verosimile che il corteo volesse andare al Ministero dello sviluppo economico e non alla stazione Termini – io faccio questa osservazione con il pieno rispetto per il suo ruolo – e allora chi ha ordinato la carica e con quale motivazione ? Penso sia meglio assumersi la responsabilità politica ed istituzionale che lasciarla nell'area dell'incertezza o in balia del caso. Questa è la regola e proprio perché tali fatti sono un'eccezione, rispetto alle migliaia di manifestazioni che si sono svolte ordinatamente nel corso di questo tempo in cui lei ha avuto la responsabilità di guidare il Ministero dell'interno. I lavoratori, e non solo essi, hanno il diritto di manifestare liberamente a tutela dei loro interessi e delle loro aspirazioni. Lo Stato ha il dovere di difendere l'ordine e la libertà di tutti e lo fa con l'utilizzo fermo ed equilibrato delle forze dell'ordine; così gli estremisti, gli antagonisti e soprattutto i violenti vanno isolati, ma lo si deve fare con la trasparenza delle scelte istituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, intervengo brevemente solo per confermare il nostro voto contrario alla mozione di sfiducia e anche per riconfermare la stima nei confronti del Governo Renzi e del Ministro Alfano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

Pag. 88

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Onorevole Presidente, anzitutto voglio dire che a Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale non piacciono il contenuto e le motivazioni che sono inseriti in questa mozione di sfiducia al Ministro dell'interno. Non ci piacciono perché non crediamo che esista una sola possibilità che qualcuno abbia dato appositamente un ordine alle forze di polizia per attaccare dei lavoratori che legittimamente stavano manifestando il loro disagio e la loro sofferenza per lo stato nel quale verte la loro posizione personale e lavorativa. Non ci piacciono perché troviamo odioso il tentativo inserito nella scrittura del testo delle motivazioni di questa mozione di creare una contrapposizione tra i lavoratori e le forze dell'ordine, come se gli appartenenti alle forze dell'ordine non fossero essi stessi dei lavoratori, quasi che non fossero i primi servitori dello Stato, quasi che non fossero quelli più bistrattati, meno protetti, meno assistiti da garanzie personali, meno assistiti da una soddisfazione economica di accompagnamento equo ai rischi insiti nel quotidiano svolgimento del loro lavoro, ma non c’è dubbio che questa vicenda segna delle responsabilità del Governo che probabilmente avrebbe dovuto, potuto e dovuto meglio gestire anche la fase autorizzativa del percorso e della manifestazione a cui i lavoratori stavano per dare corso.
  Non ci piace nemmeno tanto l'idea che si tratti di una mozione di sfiducia ad personam. Oddio, lei, onorevole Ministro Alfano, di quando in quando, del suo ce lo mette. Non voglio stare a ricordare una serie di vicende, ma, insomma, lei è passato alla storia come minimo come un campione di gaffe, nel corso di questo periodo di assunzione dell'alto incarico di Ministro dell'interno della Repubblica italiana. Però non c’è dubbio, onorevole Ministro Alfano – ed è il motivo per il quale, in modo assolutamente opposto ai contenuti della mozione, annuncio il voto favorevole alla mozione di sfiducia da parte di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale –, che il suo Dicastero – quindi non è un fatto personale, è evidente che non ci sia da parte nostra nessuna acrimonia o animosità nei suoi confronti – si è reso protagonista della firma sulle principali scelte o sulle principali mancanze che hanno caratterizzato e caratterizzano maggiormente la nostra distanza dall'operato del Governo, di cui lei è così autorevole rappresentante.
  Questo significa, onorevole Ministro Alfano, che noi cogliamo l'occasione di questa mozione di sfiducia, che è stata presentata su un argomento che non condividiamo, per sottolineare e per confermare la nostra totale alterità rispetto ad una linea politica, che è una linea forse culturale, prima che di Governo, che lei incarna nella sua qualità pro tempore di Ministro dell'interno. Una politica che fa sì che le manifestazioni che si celebrano di giorno in giorno siano sempre più un pericolo sociale, che recano danni, danneggiamenti alle persone e alle cose; una politica della sicurezza assolutamente abbandonata allo sbando e al fai da te. Io, onorevole Ministro Alfano, vengo dalla città di Milano, in cui, pochi giorni fa, dei cittadini esasperati hanno dovuto provare da soli a liberare le loro case che erano state occupate dagli zingari. Una politica di adesione acritica alla presa in giro cui siamo stati costretti da parte dell'Unione europea nel finto controllo sul Governo del fenomeno dell'immigrazione clandestina; una sua adesione colpevole, acritica, in nome e per conto del Governo che lei autorevolmente rappresenta, all'operazione Mare Nostrum. Una sua mancanza di presa di posizione, un suo drammatico silenzio sulle scelte del Governo che lei autorevolmente rappresenta sul tema della depenalizzazione dell'uso delle droghe, sull'abolizione del reato di immigrazione. Una confusione istituzionale sul tema dei matrimoni omosessuali in cui, dopo sue dichiarazioni, i sindaci delle principali città hanno deciso di fare esattamente il contrario e per qualche giorno non si sapeva se quello che avevano fatto i sindaci avesse una valenza o no, perché alcuni prefetti si sono premurati di tradurre sul campo alcune azioni e altri invece sono mancati, senza che ci fosse una linea di Governo, senza che ci fosse il Pag. 89Governo, onorevole Ministro Alfano ! Una nazione in stato confusionale in cui addirittura basta tale Genny ’a carogna per impedire la celebrazione di un evento sportivo o per decidere quando e se una partita di calcio può cominciare. Insomma, un Governo che sulle cose concrete non c’è.
  E allora, dicevo – e concludo –, onorevole Presidente e onorevole Ministro Alfano, che noi voteremo questa mozione di sfiducia perché per noi questa è una sfiducia al Governo, non alla persona del Ministro Alfano. Al Governo, per le politiche in tema di sicurezza, in tema di governo del territorio, in termini di rapporto con l'Europa, in termini di gestione del fenomeno dell'immigrazione e in termini di tutela della garanzia delle vittime e delle famiglie delle vittime.
  Voi risolvete il problema della sovrappopolazione carceraria con gli indulti e con le amnistie, non una parola forte dal Ministro dell'interno abbiamo sentito a tutela e a garanzia dei diritti delle vittime e delle famiglie delle vittime in questo senso. Allora, noi auspichiamo che questo sia solo un passaggio, una via di percorso per arrivare, ed è una domanda che noi porgiamo a tutte le forze di opposizione, a presentare una mozione di sfiducia al Governo, al Presidente del Consiglio dei ministri perché quella sarà per davvero la sede nella quale all'interno del Parlamento tutti gli italiani avranno il modo di scoprire le mancanze, le assenze, le colpe, le inadeguatezze di un Esecutivo che ha lasciato gli italiani allo sbando, che ha lasciato gli italiani a se stessi, che lascia – colpa del Ministero dell'interno – gli italiani privi della prima garanzia di libertà che è la garanzia di sicurezza, di possibilità di circolare liberamente nel proprio territorio senza essere soggetto agli attacchi di qualunque tipo di malversazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà per tre minuti.

  LELLO DI GIOIA. Signora Presidente, signor Ministro, noi come socialisti stigmatizziamo con forza alcuni provvedimenti che lei ha assunto, non ultimo quello sui matrimoni di sesso identico. Noi siamo qui come socialisti per una società di diritti, una società con più diritti, con più certezze, con più libertà. Ecco, sì, i diritti, il diritto di sciopero che non è semplicemente una questione all'interno della Costituzione; il diritto di sciopero che hanno esercitato le forze dell'ordine nel momento in cui si pensava di non rinnovargli il contratto. Il diritto di sciopero di quei lavoratori della Thyssen che erano lì a rivendicare il diritto al loro posto di lavoro, alla loro certezza del futuro.
  Ecco noi siamo per questo, siamo affinché ci sia una società più libera, più giusta con più diritti. Ed è per questo che le chiediamo con forza, come abbiamo fatto la volta scorsa, di sapere il responsabile perché un responsabile c’è e non sono certamente i lavoratori delle forze dell'ordine. C’è qualcuno che ha assunto delle responsabilità, che ha delle responsabilità. Noi come socialisti voteremo contro la mozione di sfiducia perché siamo convinti che questa mozione è strumentale ma, nello stesso tempo, ribadiamo la convinzione che vi è sicuramente qualcuno che ha dato un ordine e questo qualcuno, come lei ha detto nella sua relazione qualche giorno fa, ci deve essere.
  Lodiamo il tavolo che lei ha costituito per la concertazione sull'ordine pubblico, ma saremo molto più convinti e certamente la loderemo di più nel momento in cui lei in questa Aula ci dirà che ha assunto dei provvedimenti nei riguardi del prefetto, del questore, chi sia, purché ci sia un responsabile, perché un responsabile c’è.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, signor Ministro dell'interno, onorevoli colleghi, il 30 ottobre scorso nell'informativa resa a questa Camera, riferendosi agli scontri di piazza del giorno prima, lei ha detto Pag. 90testualmente: «quello di ieri è stato un brutto giorno per tutti». Ha aggiunto anche che «le forze di Polizia, nel loro quotidiano operato a presidio della legalità e delle libertà costituzionali, si sono sempre poste non in chiave antagonista, bensì di garanzia dei diritti, di tutti i diritti, compreso quello al dissenso».
  In quell'occasione, commentando la sua informativa, il nostro gruppo manifestò apprezzamento per l'annuncio di un'iniziativa volta a stabilire un tavolo permanente di cooperazione con le forze sindacali, per gestire i profili di sicurezza delle libere e legittime manifestazioni pubbliche dei lavoratori.
  Sindacati ai quali, lo dico subito, va il nostro apprezzamento per il senso di responsabilità e il sicuro spirito democratico che da sempre manifestano nel nostro Paese, così come il nostro apprezzamento e ringraziamento va alle forze dell'ordine per il senso di abnegazione e l'attaccamento alle istituzioni democratiche di cui danno prova, spesso a rischio della propria incolumità fisica.
  Oggi siamo di nuovo qui, a distanza di pochi giorni, sollecitati da una mozione di sfiducia individuale e pretestuosa, attizzata forse da un filmato in cui si sente l'invito a caricare da parte di un funzionario di Polizia intervenuto quando la manifestazione stava comunque tentando di avventurarsi in un percorso non autorizzato, rischiando di superare senza difficoltà il piccolo plotone schierato a difesa di via Curtatone. Eppure sarebbe stato dovere di tutte le forze politiche di non elevare il livello degli scontri. Eppure, se non altro, queste forze politiche avrebbero dovuto apprezzare il manifestarsi dello spirito democratico del Governo nel codice di comportamento presentato proprio ieri dal capo della Polizia; un codice di comportamento che mira a evitare la violenza, che punta a ricorrere a strumenti alternativi di contenimento delle manifestazioni per fini di ordine pubblico, che dettaglia precise regole d'ingaggio a tutela dei manifestanti e delle stesse forze dell'ordine, prevedendo sempre e comunque un intervento proporzionato al grado di resistenza e violenze, pronto a cessare non appena siano cessate le condizioni che lo hanno determinato.
  Il regolamento emanato dal prefetto Pansa parte dal principio secondo cui l'uso della forza deve essere sempre proporzionato e ci si deve comunque astenere dall'utilizzo di mezzi violenti nei confronti di persone inermi. Con questo regolamento si dà pratica conferma a quanto da lei affermato il 30 ottobre, cioè al fatto che il diritto a manifestare è sacro e la sacralità di questo diritto è custodita dentro la teca delle regole poste a presidio dell'ordine pubblico, in modo che la libertà di chi manifesta non leda o comprima le libertà e i diritti degli altri cittadini.
  Le crisi industriali e le manifestazioni a difesa del posto di lavoro si ripeteranno purtroppo e forse si moltiplicheranno nei prossimi mesi. L'Italia è stata per fortuna immune da atti di violenza, pur in un tempo di prolungata recessione economica. Per questo è necessario un esercizio di responsabilità, da parte di tutte le forze politiche, da parte del sindacato e delle istituzioni, da parte di un Governo che certo non ha scelto di affrontare la crisi con le manganellate, ma con le riforme coraggiose di cui il Paese ha bisogno. Per questo riteniamo insensato, dissennato il comportamento di quanti soffiano sul fuoco, sia nel sindacato, sia nelle forze di opposizione, sia in alcuni esponenti della minoranza PD.
  Il Governo Renzi, di cui siamo componente fedele senza rinunciare all'esercizio di critica, è il Governo delle riforme e non un Governo anti-operaio. Non è accettabile pertanto la distorta e grossolana caricatura che qualcuno vorrebbe far apparire, per mere esigenze ideologiche o di polemica politica o di competizione intra-partitica. Per questo giudichiamo inaccettabile l'atteggiamento di chi vorrebbe malgrado tutto metterla sul banco degli imputati solo per sparare fuoco amico sul Presidente del Consiglio, lasciando intendere che per il suo tramite, signor Ministro, e quello di un prefetto, il Presidente del Consiglio abbia dato l'ordine di una violenta prova di forza contro una manifestazione Pag. 91sindacale, per dare plastica sostanza – come ha detto qualcuno – ad un presunto pensiero antisindacale manifestato durante la convention della Leopolda. Per questo riteniamo inaccettabile anche l'atteggiamento di chi negli ultimi giorni ha inteso colpirla sul tema dell'ordine pubblico solo per delegittimare i suoi interventi contro i sindaci che trascrivono nozze gay contratte all'estero, andando, essi sì, intenzionalmente contro la legge e la Costituzione stessa al fine solo di organizzare eventi pubblicitari, come ieri ha infine ammesso Ignazio Marino. Per questo è inaccettabile l'uso strumentale della mozione da parte di chi vuole sfiduciarla non già per gli incidenti indesiderati di piazza Indipendenza, ma per combattere la politica del Governo in tema d'immigrazione e la lodevole iniziativa umanitaria di Mare Nostrum che ha permesso di salvare 100 mila migranti in pericolo di vita e che torna ad onore del livello di civiltà di questo Paese e del Governo che lo regge. Per questo invece il gruppo Per l'Italia voterà convintamente contro la mozione di sfiducia individuale nella convinzione che in un Paese democratico come l'Italia diritti sindacali e libertà di manifestazione da un lato ed esigenze della sicurezza dall'altro non solo possano ma debbano convivere e che questo Governo e lei personalmente, signor Ministro, abbiano la credibilità politica e i titoli morali per garantirlo.
  L'Italia repubblicana ha già conosciuto una lunga stagione di sangue, gli anni di piombo. Anche allora furono l'unità e la fermezza delle istituzioni, delle forze politiche e del sindacato a salvarla dal baratro, sindacato che per questa difesa della democrazia non esitò a pagare anche un tributo di sangue.
  Oggi, che abbiamo di fronte una stagione di disagio sociale, una stagione che potrebbe prolungarsi nel tempo e scatenare tensioni, è necessaria, ancor più, una rinnovata unità di tutti, affinché prevalgano il senso di responsabilità e il bene del Paese sugli interessi di parte.
  Tenga duro, signor Ministro. Avrà il nostro appoggio, a difesa della libertà di manifestazione e della sicurezza per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimiliano Fedriga. Ne ha facoltà. Onorevole Fiano, bisogna che lasci il Ministro ascoltare le dichiarazioni di voto. Prego, onorevole Fedriga.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, Ministro, le dichiarazioni che ha fatto oggi, durante la replica, ci hanno lasciato alquanto basiti. Lei ha fatto un'analisi di quanto è successo nella piazza dal suo punto di vista, senza tenere in considerazione che il problema a monte non è la piazza, ma è perché i lavoratori vanno nelle piazze. Lei e il suo Governo non state dando risposta a tre milioni di disoccupati, a mille nuovi disoccupati al giorno, a imprenditori che si suicidano, a fabbriche che chiudono, a persone che stanno vivendo la crisi in modo drammatico. È ovvio che quando la tensione sociale non trova risposte da parte della politica, da parte del Governo, che si diverte a elargire 80 euro ma lascia i disoccupati alla mercé della crisi senza avere soldi per mantenere se stessi e le proprie famiglie, i risultati sono quelli che vediamo nel nostro Paese.
  Lei non può nemmeno fare lo scaricabarile verso le forze dell'ordine. Le dico, Ministro, è stato imbarazzante il goffo tentativo, da parte del suo partito, di accusare coloro a favore della sfiducia di essere contro le forze dell'ordine. Goffo e imbarazzante (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! Noi oggi votiamo la sfiducia nei suoi confronti proprio per difendere le forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Noi votiamo la sfiducia di quel Ministro di quel Governo, anzi di quei Governi, che hanno approvato cinque «svuota carceri» e hanno messo in libertà quei criminali per cui le forze dell'ordine, gli uomini in divisa rischiano la vita ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Noi votiamo la sfiducia a quel Ministro che ha previsto un Pag. 92taglio di 74 milioni di euro nel disegno di legge di stabilità alle forze dell'ordine. Noi votiamo la sfiducia a quel Ministro che, rispetto alle promesse, non ha previsto lo sblocco dei salari delle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !
  Dica la verità a tutti quei cittadini che lavorano in quei comparti, cioè che lei non ha previsto lo sblocco nel disegno di legge di stabilità perché le cose sono due: o lei ha imbrogliato queste persone o, ancora peggio, non sa scrivere la legge di stabilità per garantire lo sblocco salariale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! Non a caso abbiamo visto l'altrettanto goffo comunicato che ha fatto ieri, cioè che parlerà con il presidente Boccia per mettere a posto la situazione. Vedremo se ce la farà, ma allo stato attuale non c’è un euro per lo sblocco di queste persone che è riuscito, per l'ennesima volta, a prendere in giro e ha mentito di fronte all'opinione pubblica e di fronte a questo Parlamento.
  Ministro, lei ha mentito in ordine all'operazione Mare Nostrum. Ci aveva detto che era un'operazione emergenziale che durava poco tempo; siamo arrivati a un anno. Ci aveva detto che con l'inizio di Triton, l'operazione europea, finiva Mare Nostrum; adesso ci saranno altre tre mesi. Fra tre mesi quale altra balla si inventerà per dire che continuerà ad andare avanti Mare Nostrum ? Non a caso nello stesso disegno di legge di stabilità avete messo altri 190 milioni di euro – erano 5 precedentemente – proprio per favorire l'immigrazione clandestina e la cosa drammatica – e per questo votiamo la sfiducia – è che non vorremmo trovarci, fra tre mesi ancora qui, a dovere dire che lei ha mentito.
  Guardi, le facciamo un regalo: abbandoni quella poltrona e la finisca di inseguire la politica delle balle del Presidente del Consiglio, Renzi. Le dico che sta rinnegando la sua storia, una storia di centrodestra che andava verso la politica della legalità, verso la politica dell'immigrazione regolare, verso quella politica per la quale molti elettori si sono trovati abbandonati dopo che NCD e lei avete utilizzato i voti di quegli elettori per diventare un partito di sinistra.
  Ministro, lei – dicevo – si è trincerato dietro le forze dell'ordine e si è trincerato dietro le vittime del mare per quanto riguarda Mare Nostrum. Non possiamo accettare nemmeno che chi vuole fermare l'invasione, chi è per la legalità, sia accusato di essere contro le vittime del mare. E questo – guardi – non lo dico, perché lo dice la Lega, lo dico perché lo dicono i numeri: da quando è partita Mare Nostrum sono aumentati i morti in mare. Quindi, anche questa sua balla viene meno. Sapete a chi avete fatto i grandi favori ? Agli scafisti, alla criminalità organizzata, cui avete dato una manodopera infinita e, infine, a quelle associazioni e quelle cooperative che stanno lucrando sul business degli immigrati clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Quindi, Ministro, le chiederei anche di fare chiarezza su questo. Quali sono queste associazioni e queste cooperative riferite anche al suo collegio elettorale ? Vorremmo sapere quali sono queste associazioni e queste cooperative.
  E poi, se mi permette in questa occasione, parlando appunto di immigrazione, parlando del tridente clandestino formato da lei, da Renzi e dalla Presidente Boldrini, che oggi non è presente e mi auguro glielo riferiscano – mi piace sempre che ascolti quanto la Lega le racconta e le sottolinea –, che troppo spesso si mettono a difesa dei clandestini, di chi delinque, di chi viene nel nostro Paese pensando che sia terra di nessuno e possono fare quello che vogliono e troppo poco spesso invece si mettono a difesa dei deboli e degli indifesi di questo Paese e devo dire anche di deboli ed indifesi che vengono da altre parti del mondo. Sto parlando, per esempio, di un silenzio imbarazzante da parte del Governo ed anche della Presidente della Camera, Boldrini, che si diverte a lanciare simpatiche affermazioni, come ieri nella mia regione, in Friuli Venezia Giulia, dove diceva che gli immigrati sono troppo pochi, i clandestini sono troppo pochi, però ho sentito un silenzio imbarazzante Pag. 93per quanto riguarda le due persone, cristiani, che in Pakistan sono state bruciate vive da estremisti o come preferite chiamarli voi, dategli il nome che meglio credete, da musulmani, che non possono accettare che ci siano persone che la pensano in modo diverso e che credono in un'altra religione.
  Vorremmo che anche il Governo prendesse posizione su questo, perché è troppo semplice difendere i clandestini per difendere le cooperative e non difendere invece quei poveri e disperati del mondo che non fanno business. Purtroppo, i poveri disperati sono quelli che di solito sono lontani dagli interessi affaristici che anche l'immigrazione clandestina comporta in questo Paese. Presidente, io vado a concludere sottolineando come la Lega ha sempre difeso le forze dell'ordine e sempre le difenderà. La Lega ha sempre difeso e continuerà a difendere i cittadini onesti di questo Paese. La Lega difenderà sempre le persone che sono vittime del reato, non coloro che li commettono lasciandoli liberi come ha fatto questo Governo. E proprio per questo e proprio per questa coerenza, lontana da qualsiasi interesse di accordi od accordicchi, la Lega voterà la sfiducia al Ministro Alfano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, il caso dei 537 lavoratori umbri dell'AST che lottano per mantenere la loro occupazione, indissolubilmente legata ad un'importante produzione, quella dell'acciaio, significativo asset della nostra industria, rappresenta solo la punta di un iceberg composto da 160 partite sindacali aperte attorno ad aziende che minacciano la chiusura. Il tutto per giunta in una difficile congiuntura, nella quale a tutti è evidente, mese dopo mese, certificata dall'ISTAT, l'incapacità, ahimè, del sistema economico a creare nuova occupazione.
  La mozione di sfiducia che oggi discutiamo rischia, però, di distogliere l'opinione pubblica da quello che è il problema da cui è incidentalmente scaturito l'episodio di violenza consumatosi il 29 ottobre. È bene precisarlo: la questione da cui prende le mosse il dibattito odierno è la paventata chiusura dell'AST di Terni. Non si deve mai perdere di vista questo dato, perché, anche a causa dei toni di questo dibattito, si rischia di trasformare una problematica industriale e le sue drammatiche ricadute occupazionali in una questione di mero ordine pubblico.
  Su questo versante, mi limito a constatare che non possiamo consentirci di avere nell'opinione pubblica e nell'immaginario collettivo due tipologie di lavoratori strumentalmente posizionati su fronti contrapposti: il lavoratore tenuto a garantire l'ordine pubblico, l'agente di Polizia, e il lavoratore, in questo caso l'operaio dell'acciaieria di Terni, che rivendica la sicurezza del suo posto di lavoro. Entrambi questi lavoratori, il 29 ottobre, con diverse modalità, difendevano ed esplicavano le loro funzioni nel rispetto del dettato costituzionale.
  Chi, con una mozione di sfiducia, si inserisce strumentalmente in questa dinamica, che non può e non deve mai essere vissuta come violenta contrapposizione, non so fino a che punto abbia davvero a cuore, stante le modalità utilizzate, il destino delle famiglie dei lavoratori di Terni. Il gruppo di Scelta Civica voterà contro questa mozione, innanzitutto perché, come detto, risulterebbe fuorviante rispetto alla drammaticità del problema industriale e occupazionale; in subordine, perché non si ravvisa alcuna possibile responsabilità oggettiva e diretta in capo al Ministro dell'interno, al quale pur si chiede un attento esame nella catena di comando che ha determinato l'esito degli eventi del 29 ottobre.
  Si accertino, se del caso, le singole responsabilità, considerando che, accanto alle libertà individuali garantite dalla Costituzione, tra cui il diritto allo sciopero, deve essere sempre garantito l'ordine pubblico, il cui complesso concetto deve essere necessariamente valutato, considerando tempi, luoghi e circostanze; ciò che è stato Pag. 94fatto, con diligenza, nelle migliaia di pacifiche manifestazioni di protesta che lei ha giustamente ricordato. Un esame dell'ordine pubblico, si diceva, così delicato e complesso da non poter essere ridotto nell'interpretazione post eventum dei fatti attraverso la moviola di un talk show televisivo.
  Infine, i fatti del 29 ottobre e quelli di Torino del 17 ottobre, che sono stati associati e con riferimento ai quali le forze dell'ordine hanno dovuto subire le cariche e le intemperanze di movimenti antagonisti, non sono assolutamente comparabili, come invece la mozione prospetta, né per la qualità dei protagonisti né per lo scopo e le modalità della protesta. Questa associazione di eventi dimostra ulteriormente, semmai ve ne fosse bisogno, l'uso improprio e funzionale ad una mera attività di propaganda di un importante atto di indirizzo politico, che riduce tristemente l'attività istituzionale ad una serie infinita di slogan demagogici.
  Uno scenario che, al di là delle intemperanze di qualche singola piazza, è malinconica espressione di quel clima di voluta e insistita contrapposizione tra mondo sindacale e politico di cui il Paese non avverte certo il bisogno. In conclusione, l'unico aspetto positivo che mi pare ravvisare nell'odierna dinamica parlamentare e nella mozione che l'ha promossa è un ulteriore momento di attenzione e di sollecitazione al Governo per un'auspicabile, rapida e positiva soluzione della vicenda industriale e occupazionale ternana.
  Sono sicuro, signor Ministro, cari colleghi, che alle famiglie dei lavoratori coinvolti nelle vicende del 29 ottobre, più che sanzioni o attribuzioni di responsabilità, che, se accertate, non possono non determinare adeguati provvedimenti, interessa poter contare su di un posto di lavoro che dia sicurezza e prospettive al loro futuro e a quello dei loro figli. Per tutti questi motivi, Scelta Civica voterà contro questa mozione, troppo strumentale nei contenuti e nelle modalità di discussione per risultare sufficientemente credibile, come abbiamo visto poc'anzi nello show anti-immigrato della Lega e come sono sicuro che tra poco vedremo con l'intervento dei deputati-cittadini a 5 stelle.
  Un inedito mix di sottoscrittori della mozione di sfiducia individuale che altro non è che l'inedita sintesi di un dissenso marginale, e come lei giustamente ha detto, ripiegato e fine a se stesso (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Caro Ministro, e caro Presidente, il primo ad essere stato contraddittorio è lei. Il primo che dovrebbe porsi delle domande, essendo ormai da tempo un collezionista di mozioni di sfiducia individuale, è lei. Non è il destino cinico e baro, né un fatto personale, glielo assicuro, e la sua replica di oggi conferma tutta la fondatezza della nostra iniziativa. Non è da oggi che sosteniamo la sua inadeguatezza rispetto alla delicatissima funzione che ricopre. Le cariche agli operai delle acciaierie di Terni, che manifestavano pacificamente a Roma in difesa del loro lavoro, e della loro dignità, sono soltanto l'ultimo punto, forse nemmeno quello più eclatante, di una lunga lista di esempi di pessima gestione dell'ordine pubblico venutasi a formare da quando lei è l'inquilino principale del Viminale. Vogliamo citare la notte in cui vennero sconvolte le vite della Shalabayeva e di sua figlia ? Possiamo forse dimenticare la fuga di Marcello Dell'Utri a pochi giorni dalla sentenza che lo avrebbe condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa ? Abbiamo dovuto ascoltare parecchie manifestazioni di equilibrismo nella maggioranza di Governo, finalizzate a giustificare i suoi errori, e siamo stati costretti ad ascoltare troppi equivoci, troppi eventi, avvenuti a sua insaputa, parole molto spesso intollerabili, se pronunciate dall'autorità nazionale di pubblica sicurezza. Anche in questo caso, relativamente ai fatti del 29 ottobre, lei ha parlato di ricostruzione oggettiva e rigorosa, Pag. 95ma è tutto tranne che vicina alla realtà, ed è assurdo che a dimostrarlo, smontandola, sia stato un programma televisivo. Ancora una volta, sono i giornalisti e gli autori a svelare le menzogne raccontate dal potere, proprio nei giorni in cui viene approvato al Senato un disegno di legge sulla diffamazione che sa tanto di bavaglio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), quale ironia ! Non è vero, e lei oggi si è contraddetto di nuovo, che vi fosse la preoccupazione che alcuni manifestanti volessero dirigersi verso la stazione Termini, e non vi è stato alcuno alt intimato, non vi è stato alcun concitato contatto fisico tra manifestanti e polizia che abbia provocato le cariche, come lei invece ha provato a farci credere. Le immagini sono evidenti, chiare: l'ordine di caricare è stato dato da un responsabile ben identificabile ed è stato quell'ordine a scatenare una violenza inaudita che ha portato a dei ferimenti. Quindi, neanche oggi lei ha risposto. Chi ha dato l'ordine, signor Ministro ? Chi ha ordinato quella carica, lo vuole dire davanti al Parlamento e all'opinione pubblica ? Mentire al Parlamento è uno degli atti più gravi che un esponente dell'Esecutivo possa fare. In questo Paese abbiamo sopportato fin troppo, da questo punto di vista, episodi di questo tipo, mentre in qualsiasi altra democrazia liberale basterebbe molto meno, perché un Ministro decida di farsi da parte.
  Ci sono esempi in Europa: nel 2012 il Ministro dell'ambiente inglese, colpevole di aver mentito all'autorità riguardo ad una multa per eccesso di velocità di dieci anni prima; il Ministro della cooperazione danese, che fu costretto a dimettersi dopo aver mentito al Parlamento sul suo ruolo nell'appoggio al finanziamento di grandi spese di viaggio per un'organizzazione ambientalista in Corea del sud.
  E noi stiamo ancora discutendo sull'opportunità delle dimissioni.
  Caro Ministro, lo scorso 30 ottobre avrebbe dovuto fare un altro discorso ed avrebbe dovuto chiedere scusa, cosa che lei non ha mai fatto.
  Caro Ministro, la saggezza è merce rara in tempi di estremismi retorici. Quella saggezza dovrebbe suggerirle di fare un passo indietro.
  Non utilizzi la storia dolorosa di questo Paese per difendere se stesso.
  Nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, a combattere il terrorismo e l'estremismo c'era la sinistra, c'era il sindacato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). E questo, per lei, ma anche per quei colleghi che ho ascoltato e che non riescono più a collegare passato e presente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), forse perché troppo presi da una difesa d'ufficio di quello che, in altre occasioni ed in altre stagioni, non avrebbero mai difeso (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Servono interventi di distensione e non servono parole sbagliate, come quelle che sono state pronunciate nei confronti delle organizzazioni sindacali, rispetto alle scelte governative.
  Se il Ministro Alfano non si occupasse soltanto ed esclusivamente di annullare i matrimoni, potrebbe spiegarci se il suo problema sta nel fatto...

  BARBARA SALTAMARTINI. È la legge italiana !

  ARTURO SCOTTO. ... se sia in grado o meno di controllare realmente le forze dell'ordine...

  BARBARA SALTAMARTINI. È la legge italiana ! Quella è la legge italiana, te ne devi fare una ragione !

  PRESIDENTE. Onorevole Saltamartini ! Onorevole Saltamartini !

  ARTURO SCOTTO. ... o se, invece, ne è fin troppo saldamente al comando e gli eventi di Roma sono precisamente espressione di scelte politiche.
  Signor Presidente, siamo un Paese dove le ferite molto spesso non vengono sanate. Penso alla vicenda relativa a Stefano Cucchi, in questi giorni (Applausi dei deputati Pag. 96del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), che più che mai ci interroga profondamente sul rapporto tra il potere e la forza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Si introduca subito il reato di tortura, già da troppi anni rinviato colpevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Abbiamo ascoltato parole importanti, ieri, dalla bocca del Presidente del Consiglio, ma non possiamo dimenticarne altre: Renzi fu tra i primi a chiedere all'allora Presidente del Consiglio, Enrico Letta, di liberarsi di un Ministro definito «ingombrante» all'epoca dell'affare Shalabayeva. Diceva il sindaco di Firenze di allora: se Alfano sapeva, ha mentito, ed è un piccolo problema. Se Alfano non sapeva, è quasi peggio: abbiamo fatto una figuraccia e non è la prima. Il mio Paese ha caricato con 40 uomini delle forze speciali una donna e la sua bambina, le ha rimpatriate senza dire chi ha sbagliato. Per il G8 di Genova, Fini non ha pagato e l'allora capo della polizia, De Gennaro, è ancora oggi presidente di Finmeccanica. Non posso dare il messaggio ai giovani che pagano solo i pesci piccoli.
  E allora, cosa dice il Presidente del Consiglio a quei giovani, oggi ? Perché non parla ? Ritiene forse che il suo operato sia inappuntabile (Commenti di deputati del gruppo Nuovo Centrodestra) ? O forse ha preso atto di come il Ministro dell'interno sia l'azionista di minoranza di un Governo nato dal compromesso tra forze che si erano presentate alle elezioni su programmi alternativi e quasi incompatibili ? Simul stabunt simul cadent: se cadesse lei, cadrebbe tutto il castello di carte che regge questo Governo.
  Questo Paese non merita questo: questo Paese ha bisogno di fare i conti con il proprio passato.
  Dobbiamo farlo anche rispetto alle pagine di Genova e dobbiamo farlo rispetto ad alcune scelte che vanno operate: l'inserimento dell'insegnamento delle teorie pratiche di non violenza nel processo formativo delle forze dell'ordine. Questa è la direzione da prendere.
  Invece no: lei, al dialogo, preferisce il taser (Commenti di deputati del gruppo Nuovo Centrodestra). A fare retorica sulla sicurezza... (Commenti di deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. State tranquilli, perché il tempo lo controlla la Presidenza...

  ARTURO SCOTTO. ... anziché introdurre il numero identificativo sulle divise, preferisce gli spray urticanti.
  E continua a fare retorica sulla sicurezza, mentre anche in questa manovra finanziaria si tagliano 74 milioni di euro al Ministero dell'interno, alle forze dell'ordine, che anche quest'anno dovranno centellinare la benzina e risparmiare sul rinnovo delle divise (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Commenti di deputati del gruppo Nuovo Centrodestra)...

  PRESIDENTE. Ora ha concluso il suo tempo, onorevole Scotto.

  ARTURO SCOTTO. ... oltre che il blocco dei contratti.
  Nelle sue azioni e nelle sue parole – e ho concluso – vi è un'irresponsabilità che non può essere consentita ad un Ministro dell'interno.
  Ministro Alfano, faccia una scelta seria: con uno scatto d'orgoglio e di dignità rassegni le dimissioni, prima di votare...

  PRESIDENTE. Concluda onorevole.

  ARTURO SCOTTO. ... altrimenti dimostrerà ancora una volta di essere stato uno dei peggiori Ministri della storia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cicchitto. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente ed onorevoli colleghi, io devo confessare il mio imbarazzo, perché, a parte la relazione del Ministro Alfano e l'intervento Pag. 97dell'onorevole Dorina Bianchi, ho però ascoltato nel dibattito due interventi, pronunciati da colleghi di opposta posizione politica, quello dell'onorevole Elio Vito e quello dell'onorevole Naccarato, che hanno detto una serie di cose assolutamente ragionevoli e condivisibili nel merito della questione di cui stiamo discutendo.
  Dopodiché mi sembra, sia negli interventi della Lega sia nell'intervento, adesso, dell'onorevole Scotto, che i toni si alzino in modo tale che non hanno più nessun rapporto con la realtà.
  Allora, io voglio rileggere alla Camera – lo rileggo sia per l'onorevole Scotto sia per i colleghi della Lega – il dispositivo che voi avete scritto: «gli indirizzi imputabili al Ministro dell'interno risultano, evidentemente e fin dall'inizio del suo mandato, aver inaugurato un nuovo corso per le forze dell'ordine, le quali, da custodi del territorio, appaiono ora utilizzate per picchiare i lavoratori ed i loro rappresentanti sindacali mentre lottano per difendere il loro posto di lavoro. Per tali motivi...». Ora consentitemi, colleghi di SEL, Giancarlo Pajetta queste cose le scriveva molto meglio, in modo molto più motivato e la storia, quando si ripete, da tragedia diventa farsa e questa è quella che voi state recitando oggi.
  Ma voglio anche aggiungere un altro dato che, quando ci si mette su questo terreno, il confronto diventa un confronto tra contrapposte agenzie Pinkerton o agenzia di Tom Ponzi. Abbiamo letto un articolo di Carlo Bonini che purtroppo rimane al livello di Tom Ponzi e non riesce a diventare il direttore dell'agenzia Pinkerton. Voglio dire che noi, in effetti, ci stiamo confrontando con delle questioni che sono drammatiche e ci stiamo confrontando, usando questo linguaggio. Staremmo cioè in una situazione in cui c’è un Ministro dell'interno che, dall'inizio del suo mandato, ha detto alla polizia, che lo segue pedissequamente, di picchiare i lavoratori che fanno manifestazioni. Questa è la realtà che viene rappresentata in questa mozione e non vedo come fanno gli amici della Lega, che in questo momento stanno in fuga, a giustificare un voto nel quale è talmente alto ed elevato il livello del loro odio e del loro disprezzo per il Ministro dell'interno che danno alle forze dell'ordine questa attribuzione che voi date: l'attribuzione di persone che vanno a manganellare sistematicamente, dall'inizio del mandato del Ministro dell'interno, i lavoratori che fanno manifestazioni. Ora queste cose sono francamente ridicole. Sono ridicole come sono inadeguate e tragiche le osservazioni che sono state fatte dagli amici della Lega a proposito dell'immigrazione. Ricordo di sfuggita che il problema della spesa pubblica per le forze dell'ordine, che il problema dell'immigrazione c’è sempre stato: lo ha vissuto Maroni sulla sua pelle quando era Ministro dell'interno e quando dovette fare i conti con 65 mila immigrati e con un taglio alla sicurezza di 900 milioni di euro. Non lo dico, perché non seguo il vostro metodo, per condannarlo. Lo dico per dire che ha fatto i conti con una difficile realtà: la stessa difficile realtà con la quale sta facendo i conti il Governo e questo Ministro dell'interno.
  Ma io voglio domandare a questo Parlamento, di fronte a due drammi, uno determinato dalla recessione, dalla disoccupazione, da livelli crescenti di povertà che stanno indubbiamente, colleghi, mettendo in questione la coesione sociale di questo Paese e, l'altro, su un altro versante, relativo a ciò che sta avvenendo nel Mediterraneo (solo dalla Siria sono uscite 3 milioni di persone che si sono distribuite in giro per il mondo ma, se andiamo a vedere le cifre, 600 mila sono andati in Turchia, 641 mila sono andati in Giordania, un milione e centomila in Libano), per cui stiamo facendo i conti con due realtà assolutamente drammatiche sia sul terreno interno sia su quello internazionale, la domanda che rivolgo, in primo luogo, ai colleghi di SEL e agli amici della Lega è la seguente: ma che cosa volete che questa Camera affronti questi problemi con la bava alla bocca insultandosi reciprocamente e diventando, non un modo per affrontarli, ma la cassa di risonanza delle tensioni più gravi e drammatiche che vi Pag. 98sono nel nostro Paese ? Mettiamo operai contro lavoratori delle forze dell'ordine; ipotizziamo allora che dobbiamo «bombardare» gli immigrati cioè questa Camera dei deputati, invece di porsi il problema in positivo di due drammi difficilmente governabili perché sono due drammi (ricordo che il Ministro dell'economia e delle finanze ha detto che è una crisi più grave di quella del 1929 e, per ciò che riguarda la crisi che sta avvenendo nel Mediterraneo, è una cosa apocalittica), ebbene, come si misura questo Parlamento ? Si misura con questo linguaggio, con questi insulti, con questa demonizzazione che, guardate, poi si riflettono contro noi stessi, tutti quanti, e la gente ci vede come delle persone che sono capaci solo di misurarsi con questi drammi in termini di rissa e non di sensibilità, di riflessione, di confronto e anche di dissenso. Questo è il nodo che noi abbiamo davanti e questa mozione ne è l'espressione e mi auguro venga superata sia dai colleghi di SEL sia dai colleghi della Lega; venga superata rapidamente perché, se noi faremo di questo Parlamento una ginnastica, per cui oggi tocca ad Alfano, domani toccherà ad un altro Ministro, questo rito che stiamo qui celebrando, e tutti quanti sappiamo che è scontato in partenza, ossia che serva solo per fare una mediocre recita rispetto ai drammi che stanno fuori di noi e intorno a noi, ebbene, secondo me, rischiamo di determinare anche la crisi di questo Parlamento che si confronta in termini di rissa e non di un discorso e di un confronto serio.
  Per questo ho ascoltato due interventi di opposta parte politica: da una parte, dell'onorevole Naccarato e, dall'altra parte, dell'onorevole Elio Vito che ha teso a sottolineare la sua collocazione di opposizione nei confronti di questo Governo e anche di dialettica nei confronti del Ministro dell'interno, però ha espresso una linea di riflessione e non di insulto, di contrapposizione rispetto a tutto questo.
  Come vedete, io non mi esercito nelle controinvettive: mi esercito in una riflessione, perché alle nostre spalle abbiamo tutti una storia grave e difficile, ma abbiamo un presente e un futuro ancora più drammatici.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FABRIZIO CICCHITTO. E rispetto a questo, quale sarà la risposta di questo Parlamento ? Questa ridicola mozione piena di contraddizioni e piena di inesattezze oppure una riflessione in cui sia chi vuole difendere i lavoratori, sia chi vuole difendere le forze dell'ordine, sia chi vuole misurarsi con la crisi del Mediterraneo esprime un altro tipo di riflessione ?
  Il tentativo che, nell'altra seduta del Parlamento, aveva fatto il Ministro dell'interno su questo tema è stato quello non di parteggiare per una parte o per l'altra, ma di esprimere una riflessione e anche di fare una proposta che ha dei fortissimi elementi innovativi.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  FABRIZIO CICCHITTO. Perché se il Governo, che non è il Governo descritto qui, dice, prendendo atto del fatto che le lotte sociali hanno un loro significato e nobiltà e tenendo conto dell'assoluta difficoltà della situazione sociale, si mette intorno ad un tavolo per cogestire le manifestazioni ed evitare le inevitabili contrapposizioni che si possono determinare, ebbene questo è un Governo che non ha nulla a che fare con la vostra mozione, che è una caricatura che si ritorce contro di voi e non contro questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, una premessa: non siamo chiamati qui, come alcuni colleghi pensano, ad esprimere un giudizio di merito sull'azione complessiva del Ministro dell'interno né siamo chiamati a giudicare il suo operato in materia di immigrazione, Pag. 99perché, in tal caso, diversa sarebbe la nostra valutazione rispetto a quella che andrò a fare. Sono note a tutti, infatti, le nostre critiche sull'operazione Mare Nostrum condotta dal Governo e, congiuntamente, dai Ministeri dell'interno e della difesa. Ma il tema della mozione non è questo e non tocca neppure la questione dell'ordine pubblico e della sicurezza in generale. Il testo in esame si riferisce, invero, ai fatti accaduti a Roma la mattina del 29 ottobre scorso.
  Secondo i proponenti la mozione, in quella giornata, la polizia, secondo loro evidentemente eseguendo disposizioni impartite dal Ministero dell'interno, caricava senza motivo centinaia di lavoratori degli Acciai speciali Terni, che stavano facendo un corteo assolutamente pacifico. Sempre secondo i proponenti la mozione, la carica sarebbe stata immotivata, poiché non c'erano problemi di ordine pubblico. Questo è il testo della mozione.
  Devo dire che, dopo averla letta attentamente, il gruppo di Forza Italia esprime la sua contrarietà per tre ragioni. La prima è che nessuna persona ragionevole può attribuire al titolare del Viminale la responsabilità di ogni singolo gesto compiuto dal singolo agente delle forze dell'ordine. Se così fosse, dovremmo invocare le dimissioni del Ministro della difesa, del Ministro dell'istruzione, del Ministro della funzione pubblica ogni qual volta un insegnante, un militare o un funzionario pubblico dovessero commettere un errore. Forza Italia, in quanto opposizione responsabile e attribuendo ancora un valore alle parole che si pronunciano in quest'Aula, non può accettare il ricorso alla mozione di sfiducia a seguito di una lettura tanto faziosa, quanto politicamente strumentale degli incidenti che hanno funestato la manifestazione dei lavoratori a Roma.
  La seconda ragione è che la mozione di sfiducia individuale, come alcuni hanno sottolineato, è uno strumento abusato e demagogico. La sfiducia ad un singolo Ministro è anche un atto politico ambiguo, perché, da un lato, può sembrare un'assoluzione per la parte restante del Governo e, dall'altro, trasforma il singolo Ministro nel titolare unico ed esclusivo della politica della sicurezza e dell'ordine pubblico, negando così l'unitarietà dell'indirizzo politico del Governo e, quindi, l'eventuale responsabilità comune e collettiva dell'intero Esecutivo.
  Forza Italia ha un giudizio negativo sull'operato di questo Governo, ma per serietà e senso di responsabilità non prestiamo il fianco alle strumentalizzazioni e, soprattutto, non soffiamo sul fuoco del disagio sociale. Lo ripeto, chi punta l'indice contro il Ministro dell'interno dovrebbe avere il coraggio e l'onestà intellettuale di puntare quell'indice contro tutto il Governo.
  La terza ragione, forse la più importante è che votare la sfiducia al Ministro dell'interno dopo gli incidenti di Roma, nei quali non sono da escludere anche eventuali responsabilità di alcuni esponenti della polizia, equivarrebbe a un atto di sfiducia verso tutte le forze dell'ordine che operano in condizioni difficilissime al servizio dello Stato e che non meritano un tale trattamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
  Aggiungo un'ultima e amara considerazione: sugli scontri di Roma si tenta con modi obliqui di imbastire una speculazione politica e sociale inaccettabile per qualunque partito che sia in buona fede, in maggioranza o come in Forza Italia all'opposizione. Quando ci sono manifestazioni di piazza, quando nel Paese c’è una palpabile tensione sociale è sufficiente un gesto sbagliato, anche minimo e, sottolineo, non importa da chi compiuto, se tra i manifestanti o tra le forze dell'ordine, perché scocchi una scintilla. Nella manifestazione alla stazione Termini di Roma, come in quella del 3 novembre a Brescia, ci sono stati feriti tra le forze dell'ordine alle quali non basta mai rinnovare la nostra piena e convinta solidarietà e mi chiedo al riguardo, piuttosto, se il Governo abbia davvero provveduto nella legge di stabilità a stanziare i fondi necessari per un adeguato riconoscimento economico a un settore cruciale per l'ordine pubblico e Pag. 100la sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Stiamo parlando di lavoratori ai quali viene chiesto, ogni giorno, di rinnovare il sacrificio di un'opera socialmente decisiva e di farlo in condizioni di crescente precarietà economica, ma allo stesso modo la nostra solidarietà va anche a tutti gli altri lavoratori, in particolare a quelli degli Acciai speciali Terni, impegnati nella difesa dei posti di lavoro per il proprio futuro e per quello dei loro figli.
  Devo dire che la tenuta sociale dell'Italia è un capitale prezioso e indisponibile per chiunque, metterlo a rischio, alimentando spaccature e divisioni nella società e nel mondo del lavoro, sarebbe un atto criminale contro il quale tutti dobbiamo reagire. Nelle gravi difficoltà di questi mesi, difficoltà per le quali questo Esecutivo deve prendere la sua parte di responsabilità, siamo tutti chiamati a smorzare il tono delle polemiche, se qualcuno pensa di coltivare ambizioni e velleità personali o partitiche cavalcando il caos di uno scontro sociale, sappia che troverà in Forza Italia un argine fermo e incrollabile a difesa della democrazia di tutti e della libertà di ciascuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).Onorevoli colleghi, io credo, invece, che la questione su cui tutti dobbiamo riflettere, e l'Esecutivo insieme al Parlamento, sia di altra natura. Io mi domando, questo Governo ha messo in campo tutti gli strumenti necessari per affrontare il grave disagio sociale dell'Italia ? La mia risposta, la risposta di Forza Italia è «no», il Governo sta ridistribuendo le poche risorse residue senza mettere in campo provvedimenti capaci di incidere in profondità e questa è la responsabilità dell'Esecutivo. Gli scontri dei giorni passati sono la manifestazione, sicuramente sbagliata, di una tensione sociale crescente nel Paese. Stiamo parlando di un Paese provato e sfinito da politiche fiscali sbagliate, da politiche del lavoro appena annunciate. Il Governo pensa di intervenire nella crisi più devastante del dopoguerra con i pannicelli caldi degli 80 euro ai lavoratori o con il taglio timido dell'IRAP per le imprese ? Mi chiedo e vi chiedo, colleghi, ma se quello che abbiamo visto è lo stato d'animo del Paese, qualcuno si è domandato cosa accadrà quando nel 2016 si scaricheranno sugli italiani i nuovi aumenti provocati dalle clausole di salvaguardia previste nella legge di stabilità ? Questo è il punto, non strumentalizzare il disagio sociale come qualcuno tenta di fare maldestramente. Nessuno in quest'Aula se la può cavare o può mettersi a posto la coscienza semplicemente presentando una mozione di sfiducia individuale a questo o a quel Ministro.
  La situazione del Paese è troppo seria e difficile per cadere nell'errore di strumentalizzare o piegare ad interessi di parte il forte disagio sociale che attraversa l'Italia. Per tutte queste ragioni noi voteremo «no» alla mozione di sfiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Presidente, colleghi, ci troviamo nuovamente – e sottolineo nuovamente – a dover constatare la totale inadeguatezza del Ministro dell'interno, Angelino Alfano, alla guida del Ministero dell'interno. L'Italia si merita un Ministro dell'interno capace, e lei, Ministro, non lo è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'Italia si merita un Ministro dell'interno autorevole, con doti di leadership forti, e lei, Ministro, non le ha. L'Italia si merita un Ministro dell'interno adeguato a gestire l'ordine in un Paese spaventato e attraversato da una crisi sociale profondissima, e lei, signor Alfano, non è adeguato. L'Italia si merita un Ministro dell'interno che, messo davanti a delle responsabilità personali che denotano inadeguatezza, incapacità e mediocrità, invece di venire in questo Parlamento a mentire e ad abbozzare scuse ridicole, lasci il posto assegnatogli per opportunità politica prima che per reale Pag. 101capacità, invece di costringerlo a votare l'ennesima mozione di sfiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lei, signor Alfano, se ne deve andare, ma non per la sua dignità, che personalmente non vale un secondo del mio tempo, ma per la dignità del nostro Paese e di quei lavoratori che, rei di voler proteggere il loro posto di lavoro e i pasti da dare ai loro figli, vengono manganellati.
  Concediamocelo un po’ di tempo per tentare un catalogo degli errori macroscopici commessi in questi mesi da Alfano, mentre sedeva impropriamente e immeritatamente su quella poltrona, perché gli episodi in cui l'inadeguatezza, l'incapacità e la mediocrità di Alfano a sedere sulla poltrona di Ministro dell'interno sono molteplici e i tragici scontri di pochi giorni fa sono solamente la goccia che fa traboccare il vaso. Una donna e sua figlia sono state prelevate con la forza e consegnate alle autorità di un Paese antidemocratico – come è il Kazakhstan –, Paese che le perseguitava. Tutto questo all'insaputa del nostro Ministro dell'interno, o almeno così è venuto a giustificarsi in quest'Aula. Lo ripeto, Presidente, lo rendo semplicissimo, non sia mai che sfugga l'assurdità di questa questione. Una donna, rifugiata politica, viene prelevata con la forza in Italia insieme alla figlioletta di sei anni e consegnata al regime che la perseguita. Ciò ad opera di agenti di pubblica sicurezza che si macchiano di un crimine, e lo fanno secondo quanto lo stesso Alfano ci è venuto a riferire, mentendo: all'oscuro del loro diretto superiore, il Ministro dell'interno, che è qui seduto davanti a noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Poi c’è la gestione della finale di Coppa Italia, lo scorso 3 maggio: una situazione dichiaratamente pericolosa, gestita con sciatta superficialità e poi degenerata nella morte di un ragazzo a colpi di arma da fuoco. Anche in quell'occasione il Ministro si trovò a riferire in Aula senza mai riuscire a riconoscere la propria incapacità.
  Incapacità che non è venuta meno neppure quando, a pochi giorni dall'emissione della condanna di Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, la DIA segnalava al Ministero dell'interno il pericolo di fuga dell'ex senatore. Nessuna misura precauzionale venne assunta a seguito di quella segnalazione e Marcello Dell'Utri, suo compare nonché compaesano e criminale, venne lasciato libero di fuggire in Libano. Nemmeno quando le cose gli sono state dette, il signor Alfano si è dimostrato capace di svolgere in maniera dignitosa il proprio ruolo. Neanche con l'aiutino da casa, nemmeno con i bigliettini ! Ma quante altre figure pietose dobbiamo far fare al nostro Paese ? Quante, signor Presidente ?
  Vogliamo poi parlare della gestione dell'immigrazione, delle migliaia di vite perse nei nostri mari ? L'operazione Mare Nostrum avrebbe dovuto essere conclusa cinque giorni fa e invece continua ad esistere, fiancheggiata da un'operazione europea, Triton, palesemente inadeguata nel budget e nella strutturazione per il contenimento della crisi umanitaria del Canale di Sicilia. Quante commemorazioni dobbiamo ancora sopportare ? Quanta inettitudine deve ancora essere dimostrata dal Ministro dell'interno ?
  Ma veniamo agli ultimi fatti, che – ripeto – sono solamente l'ultimo atto di mediocrità per cui il MoVimento 5 Stelle ha deciso oggi di presentare questa mozione di sfiducia. Fatti che vanno a sommarsi a quelli già elencati e che godono straordinariamente del supporto probatorio di immagini televisive inattaccabili, grazie al lavoro scrupoloso e coraggioso di alcuni giornalisti, che della vicenda delle acciaierie di Terni non smettono di interessarsi. I fatti a cui mi riferisco sono i disordini di piazza, di Roma, dello scorso 29 ottobre, quando un corteo di operai delle acciaierie di Terni decise di dirigersi verso il Ministero e venne fermato a forza di cariche dalla polizia.
  A seguito di questi fatti, lei, Ministro, venne a riferire in Aula, e mentì deliberatamente a questo Parlamento per coprire una gestione della piazza fallimentare, pericolosa e insensatamente violenta. Sa, Alfano, il video mostrato dalle telecamere Pag. 102di Gazebo (che pubblicamente ringrazio per essere qui oggi a seguire i lavori d'Aula e per aver informato i cittadini, come i giornalisti dovrebbero fare quotidianamente), sa, quel video l'abbiamo visto tutti e infatti, tutte le giustificazioni riportate da lei qui in Aula sono false.
  Lei è un bugiardo e quando viene qui in quest'Aula a mentire lei sta mentendo a 60 milioni di cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il corteo era pacifico, non sembravano facinorosi, Presidente, perché non lo erano, non erano dei facinorosi. Un corteo di lavoratori armati di slogan e striscioni non è una minaccia e non lo diventerà mai. Gli agenti sul posto erano in totale tranquillità e ciò che li ha indotti a tale repentino cambio di atteggiamento è stato un ordine chiaro, perfettamente intellegibile e impossibile da negare. L'ordine, giunto ben prima di qualsiasi impatto con il corteo, è stato di caricare i manifestanti. Abbiamo un corteo legittimo e pacifico di lavoratori a capo scoperto, armati solo di striscioni e slogan che viene caricato. Ora ditemi se tutto ciò può essere degno di un Paese civile, ma che Paese siamo diventati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  A riprova dell'assurdità di tutta la vicenda, basti pensare che la carica della Polizia è avvenuta in un luogo pericoloso per gli stessi agenti, che hanno agito avendo alle spalle un muro a pochi metri di distanza da loro. Eppure, signori, non esiste alcun responsabile di questi fatti, ne vi è l'intenzione di ricercarlo. Si tenta ancora una volta di mettere tutto a tacere, e Alfano pensa di potersela cavare esprimendo indistinta solidarietà ai lavoratori delle acciaierie ed alla Polizia di Stato.
  Siamo noi che solidarizziamo con loro, Presidente. Solidarizziamo con i lavoratori dell'acciaieria di Terni brutalmente manganellati e solidarizziamo con gli agenti della Polizia che impreparati e costretti a rispondere ad un ordine si sono trovati in una situazione pericolosa.
  Eppure, a fronte di una gestione fallimentare e cruenta di una vicenda che non presentava particolari criticità, il Ministro, che ci auguriamo diventi a breve un ex da dimenticare velocemente, è venuto in quest'Aula ed ha deliberatamente mentito a quest'Assemblea. Ha fornito una ricostruzione falsa ed infondata con il solo scopo di occultare la propria incapacità e quella dei suoi sottoposti. Aggredire dei manifestanti disarmati e pacifici, mettere in pericolo la sicurezza degli agenti di Polizia, perdere le tracce di un criminale seppur debitamente allertato, estradare una donna e sua figlia in un Paese in cui hanno rischiato la loro vita, permettere che partite di calcio sfocino in una guerriglia incontenibile e con dei morti, vedere vite umane e navi che affondano nei nostri mari e ascoltare le sue ripetute menzogne riportate a questo Parlamento (Commenti del deputato Antonino Bosco)...

  PRESIDENTE. Onorevole !

  ANDREA CECCONI. Cos'altro, Presidente, si deve sopportare da un Ministro dell'interno ? Cosa deve succedere in questo Paese prima di prendere atto che Alfano è pericoloso per la sicurezza dei nostri cittadini ? Colleghi di Forza Italia, colleghi del PD, l'unica cosa a cui siamo chiamati oggi è quella di valutare l'operato di un Ministro e cosa sia meglio per il bene di questo Paese e dei cittadini.
  Non ci sono poltrone, equilibri, accordi o alibi per non comprendere che la sedia di Ministro dell'interno deve essere occupata da una persona retta, capace e degna di ricoprire quel ruolo. Lei, signor Alfano, non è degno di rappresentare i cittadini italiani e non è degno di ricoprire il ruolo di Ministro. Lei se ne deve andare il prima possibile e ci auguriamo che oggi sia l'ultimo giorno in cui i cittadini siano costretti a chiamarla e a riconoscerla come Ministro dell'interno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  
Il nostro Paese merita altro, i cittadini italiani meritano rispetto e il Ministero dell'interno deve riappropriarsi della capacità e della dignità che gli spetta. Lei oggi ha impostato tutta la sua replica solo ed esclusivamente sulla questione degli scontri del 29 ottobre. Troppo semplice Pag. 103Ministro, questa non è una informativa, l'informativa l'ha già fatta. Qui si parla della sua storia politica fallimentare come Ministro dell'interno, qui oggi si chiede di liquidarla e di certificare la sua incapacità. Se ne vada signor Alfano, se ne vada per il bene del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signora Presidente, signor Ministro Alfano, signori colleghi, il Partito Democratico voterà questa sera in Aula contro la mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti dai gruppi di SEL e MoVimento 5 Stelle.
  Personalmente, mentre esprimo convintamente questo nostro voto contrario, sento il peso della responsabilità di esprimere questa sera un giudizio sereno, meditato, smontando innanzitutto un teorema politico, ma senza eludere domande e ricerca di spiegazioni. Lo dobbiamo al Paese, non dobbiamo avere paura né delle domande né delle risposte su quello che è successo.
  Il Partito Democratico voterà contro la mozione perché non condivide politicamente quello che nel cuore del testo della mozione c’è scritto, il cuore politico del teorema che sostiene che «la Polizia evidentemente eseguendo disposizioni impartite dal Ministero dell'interno, caricava senza motivo alcune centinaia di lavoratori dell'AST di Terni».
  Vorrei anche dire su questo punto che provo un certo senso di imbarazzo politico per chi come i colleghi di SEL, che ho ascoltato con grande attenzione e interesse, chi come loro da sempre conduce battaglie che cerchino di allontanare dalle attività dei Governi rischi repressivi e le politiche anti-immigrazione, voterà questa sera insieme a un partito come la Lega che chiede e ha chiesto oggi in Aula più repressione e plaude alla fine di Mare Nostrum e chiede politiche contro gli immigrati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Vorrei anche dire (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)...potremmo anche replicare quando lanciate accuse, immagino, non ci sarà solo il dovere di ascoltare le accuse. Vorrei anche dire ai colleghi di SEL, alla collega Gelmini di Forza Italia, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che hanno citato i 47,5 milioni di taglio di quest'anno nella legge di stabilità che, in primo luogo, come è stato testimoniato oggi dal sottosegretario in Commissione, quei tagli non riguarderanno in alcun modo né il personale, né la manutenzione, né l'approvvigionamento di mezzi delle forze dell'ordine, ma solo una razionalizzazione delle sedi.
  E quando si ricordano i 47,5 milioni di questa legge di stabilità, per lo meno lei, onorevole Gelmini, e voi colleghi di SEL che c'eravate, dovreste ricordare che nei quattro anni di Governo del centrodestra le forze dell'ordine hanno ricevuto 4 miliardi di tagli (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e con le due ultime leggi di stabilità questa maggioranza e questo Governo hanno restituito alle forze dell'ordine, alla loro formazione, ai loro stipendi, alle loro attrezzature, 2 miliardi di euro, che non era mai successo negli ultimi anni in questo Paese, mai successo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Ma torno al tema che ci lega questa sera a una discussione, perché io rispetto ed ho ascoltato con molta attenzione le parole di una persona che stimo e alla quale sono affezionato, signora Presidente, come il collega Arturo Scotto, con il quale condividiamo una comune origine culturale e politica.
  Noi non condividiamo la tesi politica che chi ha scritto la mozione espone e cioè che quanto è successo sia dovuto ad un ordine impartito dall'alto, cioè dal Ministro, ovvero dai vertici della Polizia di Stato. Un ordine impartito a freddo, preventivamente, presupponendo perciò un preciso disegno politico – che sarebbe, cioè, stato, traducendo quelle parole – quello di colpire proprio gli operai della Thyssen di Terni, proprio quegli operai, proprio in quel giorno in cui era programmato dal Governo un incontro Pag. 104con quegli operai, mentre stava proseguendo il ciclo di incontri per affrontare quella crisi industriale che peraltro – ce lo auguriamo tutti e sono sicuro che su questo perlomeno saremo uniti – forse nel caso di Terni sembra andare verso una possibile soluzione. Quell'ipotesi – che è il cuore politico della mozione – di un ordine arrivato dall'alto a freddo, è un'ipotesi preoccupante, pericolosa e deplorevole, perché sottintende una volontà di repressione del Governo e delle forze politiche che lo sostengono, che noi rifiutiamo anche solo come ipotesi. Quello che è successo è grave, lo abbiamo detto noi, l'ho detto io in quest'Aula quando ho, al termine delle prime comunicazioni del Governo in quest'Aula, detto che manganellate sugli operai noi non vogliamo vederne più, che non deve più succedere, e lo confermiamo: non deve e non doveva succedere.
  Ci sono stati, secondo noi, degli errori, degli errori di gestione, e una sottovalutazione, possibilmente una sottovalutazione preventiva dei possibili esiti degli spostamenti di quella manifestazione, ma la responsabilità di tutti noi, noi che siamo qui dentro, Parlamento e Governo, e di chi fuori di qui esercita fondamentali ruoli di rappresentanza democratica dei lavoratori, come sono i sindacati, è di ricondurre gli episodi a realtà, individuando responsabilità oggettive, ove ve ne siano, ma non pericolose costruzioni di teoremi di Governi, di questo Governo, violenti, che sono di infausta memoria. E anche, mi si permetta di rivolgermi in particolare ai colleghi che so venire dalla mia medesima storia, attenzione, attenzione a scaricare in modo generico, sulle forze dell'ordine o sugli agenti di Polizia (generico, non individuale), ipotesi di pulsioni violente o di disegni repressivi.
  Io, signor Ministro, come lei ha già detto, Presidente e colleghi, sono molto preoccupato di quello che ci aspetta nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La tensione sociale sarà alta, le crisi industriali e le perdite di posti di lavoro sono tante, tantissime, nonostante si incomincino, forse, a cogliere segnali positivi, nonostante l'impegno e il lavoro su queste crisi industriali. Questa tensione sociale, lo sappiamo tutti, può prendere strade diverse, lo insegna la storia politica dell'Italia. Possono esserci grandi movimenti democratici di lavoratori, che noi salutiamo con rispetto assoluto, che esercitano il loro legittimo diritto di critica e di dissenso nei confronti del Governo e il loro legittimo diritto di denuncia della drammatica condizione che vivono, come è successo anche nei giorni scorsi a Roma con pacifiche e imponenti manifestazioni sindacali e possono esserci, però, derive diverse a questa tensione sociale: provocazioni, atti di violenza, rabbia che si trasforma in violenza, certo riconducibili ad altre formazioni, non a quelle sindacali.

  PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, non so che cosa la spinga a questa manifestazione di allegria, però la pregherei di abbassare...

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Stima nei confronti del presidente Cicchitto !

  PRESIDENTE. ... vi chiederei di abbassare un po’ il volume. Prego, onorevole Fiano.

  EMANUELE FIANO. Anche nelle scorse ore a Brescia, in occasione di una visita del Premier, formazioni antagoniste sono state protagoniste di scontri che hanno portato al ferimento di un agente di Polizia e di un carabiniere, ai quali va il nostro saluto e il nostro abbraccio. Solo poche settimane fa, una formazione antagonista tentava a Torino di accedere con la forza proprio alla piazza dove si svolgeva un regolare comizio della FIOM e anche in quell'occasione il respingimento di quella formazione, ad opera delle forze dell'ordine, provocava leggeri ferimenti nelle stesse forze dell'ordine.
  Voglio citare e ringraziare come sempre il Presidente della Repubblica per la sua lucida analisi di poche ore fa, quando ha detto: Vi è il rischio che, sotto la spinta esterna dell'estremismo e di Pag. 105quella interna dell'antagonismo e sull'onda di contrapposizioni ideologiche, pur così datate e insostenibili, prendano corpo, nelle nostre società, rotture e violenze di intensità mai viste prima. Sono preoccupazioni che facciamo nostre.
  Ovviamente anche per questo, signor Ministro, noi che respingiamo il contenuto di questa mozione di sfiducia, consideriamo che abbia un ruolo fondamentale, anche e comunque, la ricostruzione dei fatti che, come lei ben sa, ha avuto in questi giorni il contributo di numerosi video, anche amatoriali, che hanno ripreso gli avvenimenti da diverse angolazioni.
  Io penso che non sia possibile, in quest'Aula, ricostruire dettagliatamente quello che è successo, ma il punto della narrazione di quegli avvenimenti, che riprendo anche da quei video, e che dice che ad un certo punto vi è stato uno scontro, un tentativo di rompere uno sbarramento fatto da una decina di agenti da una parte del corteo o del concentramento di operai, quel punto della narrazione di quegli avvenimenti merita certo una spiegazione.
  Le domande sono di due tipi, Presidente, e vado verso le conclusioni. Sarebbe bene chiarire se quel movimento degli operai verso una direzione dove non dovevano andare, se questa era, appunto, la direzione della stazione, fosse stata prevenuta da una comunicazione degli stessi alle forze dell'ordine; allora, sarebbe bene spiegare se quello sbarramento avrebbe potuto procedere diversamente, invece che colpire gli operai con i manganelli.
  Ma noi, per il rispetto che abbiamo sia per chi era in piazza per manifestare il proprio disagio per la mancanza di lavoro sia per i lavoratori delle forze dell'ordine, chiediamo molto più semplicemente di non dover più assistere a questo tipo di scontri fisici.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  EMANUELE FIANO. Ho finito, Presidente. Noi conosciamo bene il ruolo di presidio della democrazia che hanno avuto nel nostro Paese i sindacati e i lavoratori e conosciamo bene – e vale per me, che ero adolescente, e per molti di noi – la lezione dell'operaio comunista Guido Rossa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà), che pagò con la vita la denuncia dell'infiltrazione del terrorismo nelle fabbriche a Genova. Noi conosciamo bene il ruolo che hanno i sindacati e i lavoratori come difesa della democrazia. Altrettanto bene conosciamo l'attaccamento delle forze dell'ordine alla legge e alla Costituzione. Per questo facciamo un appello alle forze democratiche che non sono con noi nella maggioranza, ma che sono in questo Parlamento...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  EMANUELE FIANO. ... perché non si utilizzi il sentimento di rabbia e di disagio che c’è nel Paese per altri disegni contro il Governo. Noi bocciamo il teorema che è dentro la mozione che viene votata questa sera, voteremo contro la richiesta di dimissioni del Ministro Alfano, lavoreremo sempre per la più totale trasparenza del lavoro della Polizia e perché sempre vengano difesi i diritti costituzionali dei lavoratori e di tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fava. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO FAVA. Signora Presidente, intervengo per comunicare il mio voto a sostegno di questa mozione di sfiducia e anche la mia convinzione che, se il Ministro Alfano, questa sera, ascoltasse la voce del proprio cuore più che quella della propria vanità, considererebbe questa mozione di sfiducia anche un atto di liberazione, perché finalmente potrebbe consegnarlo a ciò che gli sta davvero più a cuore, che è la cura del suo partito, non credo affatto la cura della sicurezza di questo Paese. Pag. 106
  Ministro Alfano, lei è stato responsabile di due colpe gravi, molto gravi soprattutto per un onorevole di lungo corso come lei, che sa quanto sia importante per un Paese come l'Italia la cura e la tutela della sua sicurezza. Lei è stato assente e distratto. Era assente la notte in cui dal suo ufficio un ambasciatore kazako decideva la deportazione di una donna e di sua figlia, era assente il giorno in cui veniva ordinata – non si sa da chi – una carica della Polizia contro un gruppo di manifestanti pacifici. Vorrei sottolineare che in questo Paese non sono una minaccia, né gli operai né i poliziotti. Lei oggi ha detto replicando che questa mozione la considera umiliante per i poliziotti. Mi creda, signor Ministro, per i poliziotti non è umiliante questa mozione, è umiliante un Ministro che nega, che è reticente, che tace, che mente e che non ha mai avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, ed è la ragione per cui voterò a sostegno di questa mozione (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia inizio a partire dalle ore 21, sospendo la seduta fino a tale ora. Ricordo che la chiama avrà inizio dal deputato Misiani.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare

  PRESIDENTE. Comunico che il presidente gruppo parlamentare Misto, con lettera pervenuta in data odierna, ha reso noto che il deputato Roberto Capelli è stato eletto rappresentante della componente politica Centro Democratico ed è stato nominato vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente medesima.
  La seduta è sospesa fino alle ore 21.

  La seduta, sospesa alle 20,30, è ripresa alle 21.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Artini, Basilio, Duranti, Piras e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centotrè, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Votazione)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
  Indìco la votazione per appello nominale sulla mozione Scotto, Cecconi ed altri n. 1-00652, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento nei confronti del Ministro dell'interno, Angelino Alfano.
  Ricordo che la chiama avrà inizio dal deputato Misiani, avendo la Presidenza già provveduto, prima della sospensione della seduta, all'estrazione a sorte del nome.
  Avverto che, in considerazione dell'elevato numero di richieste di anticipazione del voto, variamente motivate in relazione a esigenze di natura istituzionale o a motivi personali, la Presidenza, come preannunciato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, accoglierà un numero di richieste fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo. Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni.
  Ricordo che l'oggetto della deliberazione della Camera è la mozione di sfiducia Pag. 107nei confronti del Ministro Alfano. Colleghi, per favore, almeno questo. Pertanto, chi intende esprimere un voto di fiducia nei confronti del Ministro deve votare «no», mentre chi intende esprimere un voto di sfiducia deve votare «sì».
  Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

  (Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 21,05)
  (Segue la chiama).

  PRESIDENTE. Colleghi, se liberate un po’ la parte dell'emiciclo dove devono passare gli altri per votare, è meglio.
  (Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 21,08)
  (Segue la chiama).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, lasciamo libero l'emiciclo. Se fate passare l'onorevole Fedriga che deve votare...

  (Segue la chiama).

  Colleghi, vi devo chiedere ancora una volta di liberare l'emiciclo, perché altrimenti i colleghi non riescono a passare.
  (Segue la chiama).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione per appello nominale sulla mozione Scotto, Cecconi ed altri n. 1-00652, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro dell'interno, Angelino Alfano:

   Presenti e votanti  492   
   Maggioranza  247   
    Hanno risposto  125    
    Hanno risposto no  367    

   (La Camera respinge – vedi votazioni).

  Hanno risposto sì:

  Agostinelli Donatella
  Airaudo Giorgio
  Alberti Ferdinando
  Allasia Stefano
  Attaguile Angelo
  Barbanti Sebastiano
  Baroni Massimo Enrico
  Battelli Sergio
  Bechis Eleonora
  Bernini Massimiliano
  Bernini Paolo
  Bianchi Nicola
  Bordo Franco
  Borghesi Stefano
  Bossi Umberto
  Bragantini Matteo
  Brescia Giuseppe
  Brugnerotto Marco
  Busin Filippo
  Businarolo Francesca
  Caon Roberto
  Caparini Davide
  Cariello Francesco
  Carinelli Paola
  Caso Vincenzo
  Castelli Laura
  Cecconi Andrea
  Chimienti Silvia
  Ciprini Tiziana
  Civati Giuseppe
  Cominardi Claudio
  Corda Emanuela
  Corsaro Massimo Enrico
  Costantino Celeste
  Cozzolino Emanuele
  Crippa Davide
  Currò Tommaso
  Dadone Fabiana
  Daga Federica
  Dall'Osso Matteo
  D'Ambrosio Giuseppe
  Da Villa Marco
  Del Grosso Daniele
  Della Valle Ivan
  Dell'Orco Michele
  De Lorenzis Diego
  De Rosa Massimo Felice
  Di Battista Alessandro
  D'Incà Federico
  Di Stefano ManlioPag. 108
  Duranti Donatella
  D'Uva Francesco
  Fantinati Mattia
  Farina Daniele
  Fava Claudio
  Fedriga Massimiliano
  Ferrara Ciccio
  Ferraresi Vittorio
  Fico Roberto
  Fraccaro Riccardo
  Fratoianni Nicola
  Frusone Luca
  Gagnarli Chiara
  Gallinella Filippo
  Gallo Luigi
  Giordano Giancarlo
  Giordano Silvia
  Giorgetti Giancarlo
  Grande Marta
  Grillo Giulia
  Guidesi Guido
  Iannuzzi Cristian
  Invernizzi Cristian
  Kronbichler Florian
  L'Abbate Giuseppe
  Labriola Vincenza
  Liuzzi Mirella
  Lorefice Marialucia
  Lupo Loredana
  Mannino Claudia
  Mantero Matteo
  Marcon Giulio
  Marzana Maria
  Melilla Gianni
  Meloni Giorgia
  Micillo Salvatore
  Molteni Nicola
  Mucci Mara
  Nesci Dalila
  Nicchi Marisa
  Paglia Giovanni
  Palazzotto Erasmo
  Parentela Paolo
  Pellegrino Serena
  Pesco Daniele
  Pinna Paola
  Piras Michele
  Placido Antonio
  Prataviera Emanuele
  Prodani Aris
  Quaranta Stefano
  Rampelli Fabio
  Ricciatti Lara
  Rizzetto Walter
  Romano Paolo Nicolò
  Rondini Marco
  Rostellato Gessica
  Ruocco Carla
  Sannicandro Arcangelo
  Sarti Giulia
  Scotto Arturo
  Segoni Samuele
  Sibilia Carlo
  Simonetti Roberto
  Sorial Girgis Giorgio
  Spessotto Arianna
  Terzoni Patrizia
  Toninelli Danilo
  Tripiedi Davide
  Vacca Gianluca
  Vallascas Andrea
  Vignaroli Stefano
  Villarosa Alessio
  Zaccagnini Adriano
  Zaratti Filiberto

  Hanno risposto no:

  Agostini Luciano
  Agostini Roberta
  Albanella Luisella
  Albini Tea
  Alfano Gioacchino
  Alfreider Daniel
  Altieri Trifone
  Amato Maria
  Amendola Vincenzo
  Amici Sesa
  Antezza Maria
  Anzaldi Michele
  Argentin Ileana
  Arlotti Tiziano
  Ascani Anna
  Baldelli Simone
  Baretta Pier Paolo
  Bargero Cristina
  Baruffi Davide
  Battaglia Demetrio
  Bazoli Alfredo
  Becattini Lorenzo
  Bellanova Teresa
  Benamati Gianluca
  Beni Paolo
  Bergonzi MarcoPag. 109
  Berlinghieri Marina
  Bernardo Maurizio
  Berretta Giuseppe
  Bersani Pier Luigi
  Bianchi Dorina
  Bianchi Mariastella
  Binetti Paola
  Bini Caterina
  Blazina Tamara
  Bobba Luigi
  Boccadutri Sergio
  Bocci Gianpiero
  Boccia Francesco
  Bolognesi Paolo
  Bombassei Alberto
  Bonaccorsi Lorenza
  Bonavitacola Fulvio
  Bonifazi Francesco
  Bonomo Francesca
  Bordo Michele
  Borghese Mario
  Borghi Enrico
  Boschi Maria Elena
  Bosco Antonino
  Bossa Luisa
  Braga Chiara
  Bragantini Paola
  Brandolin Giorgio
  Bratti Alessandro
  Bressa Gianclaudio
  Brunetta Renato
  Bruno Bossio Vincenza
  Bueno Renata
  Burtone Giovanni Mario Salvino
  Calabrò Raffaele
  Campana Micaela
  Cani Emanuele
  Capelli Roberto
  Capodicasa Angelo
  Capone Salvatore
  Capozzolo Sabrina
  Carbone Ernesto
  Cardinale Daniela
  Carfagna Maria Rosaria
  Carloni Anna Maria
  Carnevali Elena
  Carocci Mara
  Carra Marco
  Carrescia Piergiorgio
  Caruso Mario
  Casati Ezio Primo
  Casellato Floriana
  Casero Luigi
  Cassano Franco
  Castiglione Giuseppe
  Castricone Antonio
  Causi Marco
  Causin Andrea
  Cenni Susanna
  Censore Bruno
  Cesaro Antimo
  Cesaro Luigi
  Cicchitto Fabrizio
  Cimbro Eleonora
  Coccia Laura
  Colaninno Matteo
  Cominelli Miriam
  Coppola Paolo
  Coscia Maria
  Costa Enrico
  Cova Paolo
  Covello Stefania
  Crimì Filippo
  Crivellari Diego
  Culotta Magda
  Cuperlo Giovanni
  D'Agostino Angelo Antonio
  D'Alia Gianpiero
  Dallai Luigi
  Dal Moro Gian Pietro
  Dambruoso Stefano
  Damiano Cesare
  D'Arienzo Vincenzo
  D'Attorre Alfredo
  De Girolamo Nunzia
  Del Basso De Caro Umberto
  Dellai Lorenzo
  Dell'Aringa Carlo
  De Maria Andrea
  De Menech Roger
  De Micheli Paola
  De Mita Giuseppe
  Di Gioia Lello
  Di Lello Marco
  Di Maio Marco
  D'Incecco Vittoria
  Di Salvo Titti
  Distaso Antonio
  Di Stefano Fabrizio
  Donati Marco
  D'Ottavio Umberto
  Epifani Ettore Guglielmo
  Ermini David
  Fabbri MarilenaPag. 110
  Faenzi Monica
  Falcone Giovanni
  Famiglietti Luigi
  Fanucci Edoardo
  Faraone Davide
  Farina Gianni
  Fassina Stefano
  Fedi Marco
  Ferranti Donatella
  Ferrari Alan
  Ferro Andrea
  Fiano Emanuele
  Fiorio Massimo
  Fioroni Giuseppe
  Folino Vincenzo
  Fontana Cinzia Maria
  Fontanelli Paolo
  Formisano Aniello
  Fragomeli Gian Mario
  Franceschini Dario
  Fregolent Silvia
  Galgano Adriana
  Galli Carlo
  Galli Giampaolo
  Gallo Riccardo
  Galperti Guido
  Gandolfi Paolo
  Garavini Laura
  Garofalo Vincenzo
  Garofani Francesco Saverio
  Gasparini Daniela Matilde Maria
  Gebhard Renate
  Gelli Federico
  Gelmini Mariastella
  Gentiloni Silveri Paolo
  Ghizzoni Manuela
  Giacobbe Anna
  Giacomelli Antonello
  Gigli Gian Luigi
  Ginato Federico
  Ginefra Dario
  Ginoble Tommaso
  Giorgis Andrea
  Gitti Gregorio
  Giuliani Fabrizia
  Giulietti Giampiero
  Gnecchi Marialuisa
  Grassi Gero
  Greco Maria Gaetana
  Gregori Monica
  Guerini Giuseppe
  Guerini Lorenzo
  Guerra Mauro
  Gullo Maria Tindara
  Gutgeld Itzhak Yoram
  Iacono Maria
  Iannuzzi Tino
  Impegno Leonardo
  Incerti Antonella
  Iori Vanna
  Lacquaniti Luigi
  Laffranco Pietro
  Laforgia Francesco
  Lainati Giorgio
  La Marca Francesca
  Lattuca Enzo
  Lauricella Giuseppe
  Lavagno Fabio
  Lenzi Donata
  Letta Enrico
  Leva Danilo
  Librandi Gianfranco
  Locatelli Pia Elda
  Lodolini Emanuele
  Lo Monte Carmelo
  Longo Piero
  Lorenzin Beatrice
  Losacco Alberto
  Lupi Maurizio
  Madia Maria Anna
  Maestri Patrizia
  Magorno Ernesto
  Malisani Gianna
  Malpezzi Simona Flavia
  Manfredi Massimiliano
  Manzi Irene
  Marantelli Daniele
  Marchetti Marco
  Marchi Maino
  Marguerettaz Rudi Franco
  Mariani Raffaella
  Mariano Elisa
  Marroni Umberto
  Martella Andrea
  Martelli Giovanna
  Martino Pierdomenico
  Massa Federico
  Matarrese Salvatore
  Mauri Matteo
  Mazziotti Di Celso Andrea
  Mazzoli Alessandro
  Melilli Fabio
  Meloni Marco
  Meta Michele PompeoPag. 111
  Miccoli Marco
  Migliore Gennaro
  Milanato Lorena
  Minnucci Emiliano
  Miotto Anna Margherita
  Misiani Antonio
  Misuraca Dore
  Mognato Michele
  Monaco Francesco
  Monchiero Giovanni
  Mongiello Colomba
  Montroni Daniele
  Morani Alessia
  Morassut Roberto
  Moretto Sara
  Moscatt Antonino
  Mottola Giovanni Carlo Francesco
  Mura Romina
  Murer Delia
  Naccarato Alessandro
  Narduolo Giulia
  Nicoletti Michele
  Occhiuto Roberto
  Oliaro Roberta
  Oliverio Nicodemo Nazzareno
  Orfini Matteo
  Orlando Andrea
  Ottobre Mauro
  Pagani Alberto
  Pagano Alessandro
  Palese Rocco
  Palma Giovanna
  Palmieri Antonio
  Paris Valentina
  Parisi Massimo
  Parrini Dario
  Pastorelli Oreste
  Patriarca Edoardo
  Pelillo Michele
  Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
  Pes Caterina
  Petitti Emma
  Petrenga Giovanna
  Petrini Paolo
  Piazzoni Ileana Cathia
  Piccione Teresa
  Piccoli Nardelli Flavia
  Piccolo Giorgio
  Piccolo Salvatore
  Piccone Filippo
  Piepoli Gaetano
  Pili Mauro
  Pilozzi Nazzareno
  Pini Giuditta
  Pisicchio Pino
  Piso Vincenzo
  Pizzolante Sergio
  Plangger Albrecht
  Pollastrini Barbara
  Porta Fabio
  Portas Giacomo Antonio
  Preziosi Ernesto
  Prina Francesco
  Quartapelle Procopio Lia
  Rabino Mariano
  Raciti Fausto
  Ragosta Michele
  Rampi Roberto
  Realacci Ermete
  Ribaudo Francesco
  Richetti Matteo
  Roccella Eugenia
  Rocchi Maria Grazia
  Romanini Giuseppe
  Rosato Ettore
  Rossi Domenico
  Rossi Paolo
  Rossomando Anna
  Rostan Michela
  Rotondi Gianfranco
  Rotta Alessia
  Russo Paolo
  Saltamartini Barbara
  Sammarco Gianfranco
  Sanga Giovanni
  Sani Luca
  Sanna Francesco
  Sanna Giovanna
  Santerini Milena
  Sarro Carlo
  Savino Sandra
  Sberna Mario
  Scalfarotto Ivan
  Schirò Gea
  Schullian Manfred
  Scopelliti Rosanna
  Scuvera Chiara
  Senaldi Angelo
  Sereni Marina
  Sgambato Camilla
  Simoni Elisa
  Sottanelli Giulio Cesare
  Speranza Roberto
  Squeri LucaPag. 112
  Stumpo Nicola
  Tabacci Bruno
  Tancredi Paolo
  Taranto Luigi
  Taricco Mino
  Tartaglione Assunta
  Tentori Veronica
  Terrosi Alessandra
  Tinagli Irene
  Tullo Mario
  Valente Valeria
  Valiante Simone
  Vargiu Pierpaolo
  Vazio Franco
  Vella Paolo
  Velo Silvia
  Venittelli Laura
  Ventricelli Liliana
  Verini Walter
  Vezzali Maria Valentina
  Vignali Raffaello
  Villecco Calipari Rosa Maria
  Vito Elio
  Zampa Sandra
  Zanetti Enrico
  Zanin Giorgio
  Zappulla Giuseppe
  Zardini Diego
  Zoggia Davide

  Sono in missione:

  Alfano Angelino
  Alli Paolo
  Artini Massimo
  Basilio Tatiana
  Bindi Rosy
  Biondelli Franca
  Borletti Dell'Acqua Buitoni
    Ilaria Carla Anna
  Brambilla Michela Vittoria
  Capezzone Daniele
  Carrozza Maria Chiara
  Catania Mario
  Cirielli Edmondo
  Colonnese Vega
  Di Maio Luigi
  Fontana Gregorio
  Giachetti Roberto
  Gozi Sandro
  La Russa Ignazio
  Lotti Luca
  Manciulli Andrea
  Marazziti Mario
  Marotta Antonio
  Merlo Ricardo Antonio
  Pistelli Lapo
  Ravetto Laura
  Rigoni Andrea
  Rughetti Angelo
  Scagliusi Emanuele
  Sisto Francesco Paolo
  Spadoni Maria Edera
  Taglialatela Marcello
  Tidei Marietta
  Tofalo Angelo
  Turco Tancredi
  Valentini Valentino
  Vitelli Paolo
  Zolezzi Alberto

Sull'ordine dei lavori (ore 22,20).

  SIMONE VALIANTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALIANTE. Signor Presidente, oggi 5 novembre ricorrono 25 anni dalla scomparsa dell'onorevole Benigno Zaccagnini. Zaccagnini fu padre fondatore della nostra Repubblica, Ministro e segretario della Democrazia Cristiana. La sua lunga e importante esperienza politica è legata in primo luogo, nell'immaginario collettivo, alla sfida del rilancio della DC, che fu realizzata grazie al suo profilo serio e integro di cattolico autentico e uomo delle istituzioni sempre all'altezza della situazione. In secondo luogo, Zaccagnini fu il segretario chiamato a gestire la drammatica vicenda del sequestro di Aldo Moro, suo amico e leader. La sua azione politica, innervata da una fede sentita, sincera, vera, si legò al pontificato di Paolo VI, che influenzò indiscutibilmente tutta la generazione dei politici democratici cristiani del suo tempo da Aldo Moro a Giulio Andreotti.
  La sua riconosciuta e apprezzata onestà, il suo carisma, la sua personale inclinazione, Pag. 113favorirono una stagione di rinnovamento dei quadri della DC e un'apertura delle sedi e della politica democristiana ai giovani in anni difficili.
  Zaccagnini fu allievo dell'insegnamento moroteo al dialogo, esprimendo al meglio delle sue capacità il tentativo di interpretare un cattolicesimo di apertura, non conservatore e chiuso e mostrò polso e carattere, non soltanto durante la difficile stagione del caso Moro, ma anche rispetto alle pressioni, fortissime, che provenivano da ambienti americani preoccupati del dialogo del partito cattolico col PCI.
  Nel 1960 Zaccagnini, prima di altri, in un dibattito alla Camera, anticipò la caduta del comunismo, giudicata all'epoca come inevitabile, ma preferisco citare una sua considerazione, espressa quattro gironi prima della caduta del muro di Berlino e che mostra, da sola, la grandezza del personaggio: «Sarebbe tuttavia illusorio immaginare la pace come il risultato di un accordo Est-Ovest, quasi prefigurandola come esclusivo appannaggio del nord del mondo. La pace è indivisibile: o coinvolgerà in egual modo il sud del mondo o non si realizzerà. Su questa sfida, della pace, noi cattolici democratici dobbiamo impegnare gran parte del nostro avvenire politico».
  Al figlio, nel periodo tempestoso della contestazione del 1968 – concludo, Presidente – rivolse una lettera che per alcuni di noi, in questo momento storico, forse è da considerare di dirompente attualità. Cito solo un passo di questa lettera: «Ti dico con fermezza che, di fronte al dilemma che mi sembra tu stia vivendo, riformismo o rivoluzione, sono francamente per la prima soluzione, convinto che non vi sia altra rivoluzione vera da compiere all'infuori di quella che si attua spingendo al massimo in ogni fase storica le possibilità concrete e reali di riforma. Credo che occorra custodire in se stessi intimamente un'anima rivoluzionaria, operando però nel concreto, con metodo. Bisogna lavorare tenacemente, realisticamente, instancabilmente, senza sentirsi mai soddisfatti, guardando avanti al domani senza perdere di vista il presente». Venticinque anni dopo Zaccagnini è per molti di noi ancora un modello e un punto di riferimento, credo e spero, per tutta la politica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Valiante, per aver ricordato questa figura così importante.

  MARTINA NARDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARTINA NARDI. Signor Presidente, io vorrei dire all'Aula che oggi c’è stata ancora tanta acqua in questo Paese, c’è stato tanto fango, fortunatamente non ci sono state vittime ma c’è una città in ginocchio, la città di Carrara, la mia terra, che in queste ore sta vivendo una vicenda drammatica data dalla piena.
  È una piena che è venuta per un'acqua sicuramente eccezionale, ma troppo spesso dobbiamo ricordare, anche in quest'Aula parlamentare, che siamo ormai abituati quasi a una situazione che crea disagio, che crea disastri. Oggi, quest'oggi è toccato alla città di Carrara. Ancora stasera ci sono circa 5.000 famiglie che saranno senza luce e passeranno la notte all'addiaccio, perché comunque molte di queste sono ancora sfollate e non possono tornare nelle proprie case.
  La città è sostanzialmente in ginocchio. C’è bisogno di dimostrare non solo solidarietà, ma anche concretamente un impegno vero nella direzione del sostegno economico a quelle imprese che vogliono ripartire, a quelle famiglie che hanno voglia di rimboccarsi le maniche e sono sicuramente tante, direi tutte.
  Quindi, io domani tornerò nella mia terra e non vorrei portare solo la solidarietà di quest'Aula, delle tante persone che hanno chiamato, che hanno solidarizzato con i cittadini e con le cittadine di quella terra, ma vorrei portare anche un impegno concreto, un impegno non solo economico ma anche e soprattutto di prospettiva. Mi auguro che la legge di stabilità possa essere un inizio o, comunque, un buon Pag. 114viatico per provare a costruire un'Italia migliore, un'Italia che si basa soprattutto sulla difesa del suolo, che si basa soprattutto sull'idea stessa che la migliore opera pubblica di questo Paese è proprio la messa in sicurezza.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 22,27).

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, intervengo per sollecitare una risposta all'interrogazione n. 4-06014, deposita il 12 settembre scorso. Colgo l'occasione per segnalare che la giunta della provincia autonoma di Trento, con il comunicato n. 2413 del 29 settembre, ha espresso la volontà di sospendere l'ampliamento dell'area sciistica attorno a Serodoli, nel parco naturale Adamello Brenta, rilevando la necessità di affrontare il tema in un'ottica di revisione del piano urbanistico provinciale. La giunta ha sottolineato che al momento l'opera di devastazione dell'area naturale non è fattibile, dovendo attivare per la sua realizzazione una variante al piano urbanistico provinciale, che non è all'ordine del giorno.
  L'aspetto preoccupante della presa di posizione della giunta provinciale è che, pur sospendendo l'opera, non è stato fatto alcun riferimento alla direttiva comunitaria per garantire la conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatica – direttiva n. 92/43/CEE – e alla direttiva che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque (direttiva n. 2000/60/CE).
  Ricordo, inoltre, che oggi, 5 novembre, è stata depositata una petizione, presso il consiglio provinciale di Trento, che è sottoscritta da quasi 6.000 cittadini. È stata lanciata per difendere l'area di Serodoli e Nambino e per fermare l'espansione selvaggia delle aree sciistiche in provincia di Trento.
  Anche alla luce dei recenti avvenimenti, chiedo al Governo di esprimere una posizione per quanto concerne il rispetto della normativa comunitaria e la tutela di un monumento naturale appartenente all'intera collettività, qual è l'area incontaminata di Serodoli.

  PRESIDENTE. La Presidenza prende atto del sollecito e lo comunicherà, come sempre, al Governo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Ricordo che domani, giovedì 6 novembre, è convocata alle ore 13 la riunione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale e per l'elezione di un componente del Consiglio superiore della magistratura. La chiama avrà inizio dai senatori.
  Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 6 novembre 2014, alle 10,45:

  Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 1612 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, recante misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile (Approvato dal Senato) (C. 2681).

  - Relatore: Vazio.

  La seduta termina alle 22,30.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2681 - odg 9/2681/19 438 436 2 219 126 310 83 Resp.
2 Nom. odg. 9/2681/20 452 451 1 226 171 280 83 Resp.
3 Nom. odg. 9/2681/21 452 450 2 226 167 283 82 Resp.
4 Nom. odg. 9/2681/22 451 449 2 225 170 279 82 Resp.
5 Nom. odg. 9/2681/23 449 446 3 224 430 16 82 Appr.
6 Nom. odg. 9/2681/26 452 444 8 223 383 61 82 Appr.
7 Nom. odg. 9/2681/31 453 446 7 224 129 317 82 Resp.
8 Nom. odg. 9/2681/32 446 440 6 221 125 315 82 Resp.
9 Nom. odg. 9/2681/34 457 454 3 228 128 326 81 Resp.
10 Nom. odg. 9/2681/37 457 452 5 227 88 364 80 Resp.
11 Nom. odg. 9/2681/38 461 456 5 229 125 331 80 Resp.
12 Nom. odg. 9/2681/41 456 454 2 228 129 325 80 Resp.
13 Nom. odg. 9/2681/42 454 453 1 227 127 326 80 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg. 9/2681/43 459 457 2 229 126 331 79 Resp.
15 Nom. odg. 9/2681/44 454 452 2 227 101 351 79 Resp.
16 Nom. odg. 9/2681/45 463 462 1 232 109 353 79 Resp.
17 Nom. odg. 9/2681/53 460 454 6 228 123 331 78 Resp.
18 Nom. odg. 9/2681/54 467 464 3 233 108 356 78 Resp.
19 Nom. odg. 9/2681/55 456 454 2 228 109 345 78 Resp.
20 Nom. odg. 9/2681/56 460 458 2 230 129 329 78 Resp.
21 Nom. odg. 9/2681/57 463 459 4 230 127 332 78 Resp.
22 Nom. odg. 9/2681/58 459 454 5 228 108 346 78 Resp.
23 Nom. odg. 9/2681/59 453 451 2 226 130 321 78 Resp.
24 Nom. odg. 9/2681/60 450 449 1 225 130 319 78 Resp.
25 Nom. odg. 9/2681/62 460 458 2 230 132 326 78 Resp.
26 Nom. odg. 9/2681/63 460 459 1 230 131 328 78 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg. 9/2681/64 468 465 3 233 133 332 77 Resp.
28 Nom. odg. 9/2681/65 463 461 2 231 130 331 77 Resp.
29 Nom. odg. 9/2681/66 462 460 2 231 128 332 77 Resp.
30 Nom. odg. 9/2681/67 467 465 2 233 130 335 77 Resp.
31 Nom. odg. 9/2681/68 465 463 2 232 127 336 77 Resp.
32 Nom. odg. 9/2681/69 457 435 22 218 105 330 77 Resp.
33 Nom. odg. 9/2681/70 455 430 25 216 82 348 77 Resp.
34 Nom. odg. 9/2681/71 459 438 21 220 105 333 77 Resp.
35 Nom. odg. 9/2681/72 460 438 22 220 105 333 77 Resp.
36 Nom. odg. 9/2681/73 466 456 10 229 100 356 77 Resp.
37 Nom. odg. 9/2681/74 462 454 8 228 119 335 77 Resp.
38 Nom. odg. 9/2681/75 468 461 7 231 103 358 77 Resp.
39 Nom. odg. 9/2681/76 449 444 5 223 121 323 77 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg. 9/2681/77 457 450 7 226 123 327 77 Resp.
41 Nom. odg. 9/2681/78 458 451 7 226 104 347 77 Resp.
42 Nom. odg. 9/2681/79 447 443 4 222 104 339 77 Resp.
43 Nom. odg. 9/2681/80 454 452 2 227 125 327 77 Resp.
44 Nom. odg. 9/2681/81 447 445 2 223 124 321 76 Resp.
45 Nom. odg. 9/2681/82 452 446 6 224 121 325 76 Resp.
46 Nom. odg. 9/2681/83 442 440 2 221 114 326 76 Resp.
47 Nom. odg. 9/2681/84 454 452 2 227 121 331 76 Resp.
48 Nom. odg. 9/2681/85 454 452 2 227 101 351 76 Resp.
49 Nom. odg. 9/2681/87 453 451 2 226 121 330 76 Resp.
50 Nom. odg. 9/2681/88 456 435 21 218 105 330 76 Resp.
51 Nom. odg. 9/2681/89 455 448 7 225 115 333 76 Resp.
52 Nom. odg. 9/2681/90 453 449 4 225 122 327 76 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg. 9/2681/93 451 449 2 225 124 325 76 Resp.
54 Nom. odg. 9/2681/95 459 455 4 228 125 330 76 Resp.
55 Nom. odg. 9/2681/97 451 448 3 225 124 324 76 Resp.
56 Nom. odg. 9/2681/98 458 455 3 228 126 329 76 Resp.
57 Nom. odg. 9/2681/100 446 443 3 222 123 320 76 Resp.
58 Nom. odg. 9/2681/101 441 439 2 220 124 315 75 Resp.
59 Nom. odg. 9/2681/102 420 418 2 210 119 299 75 Resp.
60 Nom. odg. 9/2681/104 445 427 18 214 109 318 75 Resp.
61 Nom. odg. 9/2681/106 447 445 2 223 122 323 75 Resp.
62 Nom. odg. 9/2681/107 428 426 2 214 116 310 75 Resp.
63 Nom. odg. 9/2681/108 437 434 3 218 122 312 75 Resp.
64 Nom. odg. 9/2681/109 445 442 3 222 85 357 75 Resp.
65 Nom. odg. 9/2681/111 452 407 45 204 84 323 75 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. odg. 9/2681/113 448 443 5 222 121 322 75 Resp.
67 Nom. odg. 9/2681/114 460 439 21 220 110 329 75 Resp.
68 Nom. odg. 9/2681/115 448 445 3 223 105 340 75 Resp.
69 Nom. odg. 9/2681/116 431 429 2 215 105 324 75 Resp.
70 Nom. odg. 9/2681/117 457 455 2 228 108 347 75 Resp.
71 Nom. odg. 9/2681/118 449 424 25 213 84 340 75 Resp.
72 Nom. odg. 9/2681/119 447 422 25 212 83 339 75 Resp.
73 Nom. odg. 9/2681/120 443 423 20 212 97 326 75 Resp.
74 Nom. odg. 9/2681/121 445 420 25 211 96 324 75 Resp.
75 Nom. odg. 9/2681/122 437 412 25 207 96 316 75 Resp.
76 Nom. odg. 9/2681/123 446 443 3 222 122 321 75 Resp.
77 Nom. odg. 9/2681/124 451 448 3 225 125 323 75 Resp.
78 Nom. odg. 9/2681/125 451 448 3 225 123 325 75 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 79)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. odg. 9/2681/126 433 431 2 216 94 337 75 Resp.