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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 321 di giovedì 30 ottobre 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10.

  ANNA ROSSOMANDO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Bratti, Dambruoso, De Girolamo, Dellai, Di Lello, Di Salvo, Ferrara, Mannino, Merlo, Pes, Portas, Rampelli, Ravetto, Sani, Speranza, Tofalo, Vargiu, Villecco Calipari e Vitelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (A.C. 2629-A/R).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2629-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2629-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 133 del 2014, sul quale quest'Aula è chiamata ad esprimersi, rappresenta un pacchetto di misure tutte orientate a promuovere un generale ammodernamento del Paese.
  Prendo volentieri atto del fatto che molti dei temi contenuti siano stati, a suo Pag. 2tempo, sollevati dalla componente Socialista. Di fondamentale importanza sono le misure contenute nell'emendamento presentato dal Governo, che permette che gli interventi sul dissesto idrogeologico, a tutela dell'incolumità pubblica, possano essere sbloccati anche se pende un ricorso davanti al TAR, come si è recentemente verificato a Genova, e poi, in generale: le disposizioni volte a sbloccare i molti cantieri, a potenziare la rete infrastrutturale del Paese, le misure in tema di gestione delle risorse idriche, le semplificazioni del mercato delle locazioni, quelle finalizzate a valorizzare gli immobili demaniali non utilizzati e quelle, infine, volte a valorizzare le risorse energetiche nazionali e a promuovere il made in Italy, anche attraverso la realizzazione delle produzioni agricole di eccellenza e la difesa dei nostri marchi all'estero.
  Esprimo, dunque, a nome della componente Socialista, un convinto voto favorevole su questo disegno di legge di conversione, che ha individuato temi e obiettivi sensibili del sistema Paese, verso i quali tutte le istituzioni debbono concentrare le proprie energie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alfreider. Ne ha facoltà.

  DANIEL ALFREIDER. Signor Presidente, i deputati del Südtiroler Volkspartei e del PATT esprimono parere favorevole sullo «sblocca Italia»: è un'opzione coerente che in Europa ha determinato un nuovo confronto sulla crescita, ritenuta un'assoluta priorità, come confermato dall'adozione del Piano straordinario di investimenti che la nuova Commissione europea adotterà su proposta del Governo italiano. Accogliamo con favore, perché è stata una questione che abbiamo ritenuto prioritaria, l'accordo sottoscritto in questi giorni tra Italia e Unione europea, che stabilisce i criteri e gli ambiti strategici, in primo luogo, volti a finanziare i progetti di innovazione del sistema produttivo per la spesa di 44 miliardi di euro di fondi dell'Unione europea, dei quali 33 miliardi per le politiche di coesione, che rappresentano, secondo noi, un fattore decisivo per lo sviluppo economico.
  Tra le misure, invece, relative al potenziamento delle reti ferroviarie, riteniamo fondamentale che il Governo abbia adottato le misure per garantire nel fondo «sblocca Italia» la continuità degli interventi relativi al nuovo tunnel del Brennero, considerato, quindi, tra i progetti strategici del Paese. Ai fini della garanzia del programma lavoro del progetto delle opere da appaltare, è importante che sia stata accolta nel decreto la previsione della cantierizzazione, entro il 31 agosto 2015, in modo tale che sia assicurata la certezza della copertura finanziaria al momento dell'avvio della gara d'appalto del lotto più importante del lato Italia. Si assicura in questo modo l'utilizzo dei fondi europei previsti e si rispettano gli accordi internazionali.
  Non meno importanti sono, invece, a nostro giudizio, le misure di razionalizzazione delle concessioni autostradali finalizzate a procedure di aggiornamento delle convenzioni in essere, in particolare attraverso la modalità di integrazione di differenti tratte autostradali, se interconnesse o complementari tra di loro, ottenendo effetti positivi sulle dinamiche tariffarie, sulla mobilità, sulla competitività del Paese (quindi, valorizzazione dell'intera area del Mediterraneo) e soprattutto sugli investimenti (quindi lavoro, in questo momento di stallo economico).
  Come autonomie speciali, consideriamo essenziale, infine, che nel decreto-legge in esame sia stata inserita la clausola di salvaguardia su nostra proposta.
  Infine – e concludo –, vorrei ringraziare il Ministro Lupi, il Governo, la Commissione e la relatrice Braga per il lavoro costruttivo svolto in queste settimane sul provvedimento. Annunciamo come SVP il nostro voto favorevole al provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi rendo conto che il Pag. 3voto di oggi investe un provvedimento assai corposo e complesso, come d'altronde sono complesse e talvolta davvero difficili le problematiche che è chiamato ad affrontare.
  In Commissione ambiente, con l'aiuto della relatrice e di tutti i colleghi, vi è stata, peraltro, una revisione del testo, che è risultata fondamentale e ha interessato decine e decine di soggetti sociali, istituzionali ed economici, nel corso di numerose audizioni, permettendo di introdurre modifiche significative al testo originario del decreto-legge.
  Certo – lo abbiamo detto in occasione del voto di fiducia, la settimana scorsa, e lo ribadiamo ancora –, si poteva fare di più, ma crediamo sia ormai chiaro che questo provvedimento getti le basi per rimettere in moto il Paese e lo faccia cominciando a superare i blocchi che da troppo tempo paralizzano la gestione della «cosa pubblica»: veri e propri appesantimenti burocratici che rendono quasi impossibile la realizzazione di opere di fondamentale importanza per l'Italia e per il suo territorio.
  Con lo «sblocca Italia» – bisogna riconoscerlo – si intende ampliare il raggio degli interventi su tutti quei cantieri interrotti segnalati dalle regioni e dai comuni, dando priorità alle opere incomplete già finanziate, grazie allo svincolo del Patto di stabilità. Pensiamo alla necessità di mettere in sicurezza il territorio e di ridurre il rischio idrogeologico. Si tratta di rimettere in moto cantieri di opere decise da tempo, anche nel settore delle bonifiche ambientali, semplificando gli iter autorizzativi e mantenendo come criteri guida quello della trasparenza e quello dell'efficienza.
  Ad oggi sono messi in sicurezza permanentemente solo alcuni siti. Per molti, moltissimi, mancano risorse pubbliche e vi sono aspetti procedurali che bloccano il normale decorso delle opere e creano uno stallo pericoloso per l'ambiente e per le pesanti ricadute sociali che indubbiamente questo stallo dei lavori può avere. E non possiamo più permetterlo, anche alla luce delle alluvioni e degli eventi meteorologici estremi, che sono aumentati del 900 per cento negli ultimi vent'anni.
  Dunque, colleghi, le scelte per la tutela del suolo, inserite nel provvedimento che stiamo per votare, sono non solo significative, ma soprattutto doverose, compiute nell'ottica di risolvere importanti criticità strutturali della nostra Italia.
  Parlo anche delle politiche di riqualificazione energetica, che fungono da sprone per l'industria e per l'artigianato e che costituiscono un'innovazione per il mondo dell'edilizia. Certo, l'Italia è tra le nazioni a economia avanzata quella che più dipende dall'estero per l'energia elettrica e i combustibili fossili. È un Paese dove l'energia è particolarmente costosa e le attività industriali risultano onerose e difficili. Ma è anche il Paese dove, fino a due anni fa, Enel chiedeva ingenti contributi allo Stato per tenere aperte le centrali e ora attua un piano di dismissione delle stesse perché le considera inquinanti e inefficienti.
  Oltre a tutti questi elementi, il provvedimento che andremo a votare racchiude misure che parlano di futuro: penso al sostegno al made in Italy, tema importantissimo. Se vogliamo sbloccare l'economia del Paese e sostenere la crescita, ovviamente sostenibile, dobbiamo proteggere le nostre eccellenze, che costituiscono la peculiarità e la forza dell'Italia. Condivido con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi una questione fondamentale, ossia che è la spinta a rimboccarsi le maniche e ad assumersi precise responsabilità nella guida del Paese a dare speranza al futuro dell'Italia: un futuro che incroci l'innovazione, la qualità, la difesa dei nostri prodotti, gli investimenti sulla green economy e la tutela del territorio.
  E se dunque le misure contenute in questo provvedimento hanno come obiettivo quello di far partire quelle opere pubbliche essenziali per la competitività del sistema e per poter attrarre nuovi capitali, allora noi di Libertà e Diritti-Socialisti europei non vogliamo né possiamo tirarci indietro. Non ci può essere vero sviluppo, se questo non è sostenibile, Pag. 4e non si possono attrarre nuovi capitali in Italia, se il rapporto dei cittadini con la macchina pubblica non viene semplificato e reso trasparente. È per tutti questi motivi che esprimeremo il nostro voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, intanto dico a monte che Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale non sosterrà questo Governo e non sosterrà questo provvedimento. Abbiamo già votato contro la fiducia e, in maniera convinta, diciamo che per l'ennesima volta è stata sprecata un'occasione, perché, quando si interviene sulla sburocratizzazione e sulla semplificazione e quindi, in buona sostanza, come pomposamente al solito si è fatto chiamando e ribattezzando questo provvedimento «sblocca Italia», quando si ha un'intenzione così apparentemente chiara ma, tutto sommato, abbastanza povera dal punto di vista degli investimenti necessari a copertura, ci si aspetta obbiettivamente di più.
  Sbloccare non necessariamente significa foraggiare e finanziare. Magari ci si aspetta questo discorso maggiormente dalla legge che affronteremo di qui a breve e dalle problematiche maggiormente introdotte nelle poste di bilancio dello Stato.
  Quindi, a saldo zero, ci saremmo aspettati davvero maggiore coraggio, soprattutto da parte di un Governo che appunto ha fatto del principio della rottamazione un po’ un'icona. Anche nella logica degli appalti pubblici, nella logica della burocrazia, si è detto più volte che si sarebbe voluto «rottamare» un certo andamento e certe pessime abitudini. Non lo si è fatto.
  Questo provvedimento è la fiera dell'ovvio, è una sorta di declaratoria noiosa di provvedimenti scontati, e non lo dico nella mia veste di deputato di Fratelli d'Italia e, quindi, dell'opposizione. Lo dico guardando anche le relazioni e i contributi che sono stati lasciati agli atti nella Commissione competente dalle categorie produttive: diciamo che, anche quando hanno avuto un giudizio non negativo, si sono ben guardate dall'esprimere un giudizio fortemente positivo. Questo ci dovrebbe far pensare.
  Poi continuiamo a legiferare con i piedi. Ci sono delle assurdità giuridiche che sono state poste in evidenza anche dall'Osservatorio sulla legislazione. Alcuni articoli vanno a modificare articoli di decreti-legge recentemente approvati, come l'articolo 3, comma 12, che novella l'articolo 6-bis del decreto-legge n. 26 giugno 2014, n. 92, cioè parliamo di poche settimane fa. Quindi, correzioni di rotta si prevedono anche per il decreto-legge n. 47 del marzo 2014, di pochi mesi fa (è l'articolo 23, al comma 7, che se ne occupa), così come accade all'articolo 25, comma 2, per il decreto-legge n. 31 del 2014 (parliamo dello scorso maggio, pochi mesi fa), così come altrettanto si fa con l'articolo 42, che novella l'articolo 46 del decreto-legge n. 66 dell'aprile del 2014, convertito il 23 giugno. Quindi, è un Governo che evidentemente non sa bene che cosa deve fare e come si deve esprimere. La correttezza delle informazioni, per chi tiene alla trasparenza, è un precetto fondamentale e irrinunciabile.
  Poi, tra le curiosità, vorrei anche dire e vorrei ricordare che continua anche questa sorta di abuso di termini stranieri nelle nostre modalità di legiferare.
  E vorrei anche ricordare, a tale riguardo, che la circolare sulla formulazione tecnica dei testi legislativi – non voglio stare qui a fare il nazionalista o, se preferite, lo voglio fare nel senso più profondo e giusto del termine – prevede, al paragrafo 4, lettera m), che sia evitato l'uso di termini stranieri, salvo che siano entrati nell'uso della lingua italiana e non abbiano sinonimi in tale lingua in uso corrente. Alcune volte, invece, ci troviamo, come all'articolo 6, comma 1, capoverso 7-ter, o all'articolo 14, termini stranieri. E io vorrei chiedere al Governo di piantarla in maniera definitiva perché abbiamo un Pag. 5idioma, che va semmai valorizzato, non va certamente declassificato o cancellato. Se il Governo si esprime con lingue straniere, ci piacerebbe chiederci chi dovrebbe, viceversa, mettere in evidenza la lingua italiana, che non è ovviamente semplicemente un modo per comunicare, ma è un tratto imprescindibile della nostra identità nazionale e appunto andrebbe, come già ho detto, semmai valorizzata.
  Poi ci sono le deroghe, le deroghe implicite, le deroghe esplicite. Il decreto-legge presenta numerose deroghe al diritto vigente. L'ordinamento viene derogato in alcuni casi in maniera chiara, in altri all'italica maniera, in modo meno visibile. Non cito, perché andrei troppo lungo, le decine e decine di formulazioni che appunto si avvalgono del principio della deroga, ma ricordo soltanto che queste deroghe continuano a generare l'esatto opposto di quello che si vorrebbe sconfiggere attraverso la logica dello «sblocca Italia». Quindi, rendono meno trasparenti e meno leggibili, per i cittadini, per gli imprenditori, per le categorie, i processi legislativi e, dunque, creano confusione e opacità.
  Vorrei, infine, entrare nel merito di norme che abbiamo già avuto la possibilità di stigmatizzare nelle procedure adottate dal Governo, perché riteniamo che siano sostanza e non forma. Per l'ennesima volta, il Governo costringe il Parlamento all'esame di un provvedimento vastissimo. Non so quanti lo abbiano ricordato, almeno in questo dibattito, ma qui si parla di energia, di trasporti, di cantieri, di autostrade, di ferrovie, di edilizia, di imprese, di rifiuti, di fisco, di casa, di dissesto idrogeologico, di commissariamenti. E non lo si fa con l'appropriatezza di linguaggio e con la preparazione tecnica che ciascuna di queste materie sterminate richiederebbe, ma lo si fa sempre con la logica della comunicazione e della propaganda; lo si fa con i colpi di scena, con gli eventi straordinari, mai con il desiderio di andare a districare davvero la matassa e semplificare la vita all'Italia e alle sue imprese. Il Governo non lo fa con l'attenzione che meriterebbero questi temi, ognuno dei quali è regolamentato da leggi molto complesse. Si tratta di argomenti su cui si interviene al limite della costituzionalità, perché le competenze attengono alle regioni e questo sarà un altro argomento che renderà complicata la procedura di applicazione di questa legge, perché dietro l'angolo ci sono i conflitti istituzionali che aumenteranno presso la Corte costituzionale. I ricorsi da parte delle amministrazioni che si sentono defraudate d'imperio delle loro competenze sono già stati annunciati.
  Questa premessa è per dire come lo «sblocca Italia» rischi di trasformarsi in una sorta di «catenaccio Italia», altro che sblocca Italia !
  Si dice che si vuole rilanciare l'economia: sì, è ovvio, ma di quale economia parliamo ? Perché l'impressione è che non si voglia andare nella direzione della tutela, della salvaguardia, della promozione degli interessi deboli e diffusi della nostra economia e delle famiglie italiane.
  L'impressione è che buona parte di questi provvedimenti siano agganciati ad una classica logica che prevede comunque l'iniziativa legislativa in favore dei grandi gruppi industriali. Infine – ho sentito lo squillo del campanello e quindi concludo anche se avevo qualcos'altro da aggiungere – vorrei ricordare al Governo e ai colleghi che c’è una questione meridionale che si palesa a questo punto in maniera drammatica in questo provvedimento e ad essa fa da eco l'istituto Svimez che ci ricorda il profondo divario che esiste tra nord e sud, divario che aumenta con questo provvedimento.
  Queste sono, signor Presidente e colleghi, le ragioni riassunte per le quali Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale voterà anche contro il provvedimento di merito dopo aver votato contro la fiducia al Governo Renzi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Mita. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE DE MITA. Signor Presidente, un intellettuale necessario – come Pag. 6sono necessari tutti i pensatori che in qualche modo ci aiutano a capire la natura delle cose, la natura dell'animo umano – come Nicola Chiaromonte, un po’ di tempo fa scriveva che si può giudicare quando le cose si dispongono nei termini dell'opportunità; non si può giudicare quando le cose si dispongono nei termini della necessità.

  PRESIDENTE. Colleghi...

  GIUSEPPE DE MITA. Questa reminiscenza di letture universitarie mi è tornata in mente nel corso dell'esame di questo provvedimento in Commissione perché il provvedimento in maniera molto esplicita e dichiarata assume a presupposto una condizione di necessità da superare tanto da prendere la denominazione enfatica di «sblocca Italia». E da questa condizione di necessità dichiarata discendono una serie di misure con l'ambizione di risolvere la condizione di necessità legata alla situazione economica e ai cantieri bloccati e a tutto quello che ne consegue. Questa necessità è un fatto, non è una condizione discutibile e la potenza dei provvedimenti, per come sono organizzati, lascia presumere che in qualche modo si possa affrontare questa condizione con un esito, però, tutto da verificare. Certo poi si potrebbe discutere se, pur essendo la necessità un fatto, la strada intrapresa dal Governo sia una strada corretta in termini di prospettiva storica, di lettura profonda delle ragioni della crisi. Però questo non è un tema che riguarda i termini esatti del perimetro della discussione di questo provvedimento e, quindi, questa condizione di necessità comprime oggettivamente lo spazio per una valutazione analitica e del resto, avendo posto il Governo la fiducia su questo provvedimento, ha in un certo senso rafforzato le ragioni di necessità che pone alla base di questa iniziativa. Però con onestà dobbiamo dire che, senza questa lente, cioè quella della necessità, senza assumere a riferimento le parole di Chiaromonte, i limiti del provvedimento sarebbero evidenti: un'oggettiva sottrazione delle risorse al Mezzogiorno; un eccesso di poteri commissariali; una quantità di deroghe in materia ambientale; una certa opinabilità nei regimi concessori soprattutto in materia autostradale; un'occasione persa per un riordino serio in materia di servizi pubblici locali che potrebbero essere uno strumento anche di ripresa economica e imprenditoriale e una serie di interventi in materia energetica che oggettivamente a mio avviso impongono di non sottovalutare alcune delle critiche che sono state mosse. Infatti, se è vero che questa condizione di necessità, che sta alla base dei ragionamenti che stiamo facendo, giustifica l'iniziativa, però alcune serie osservazioni che sono state avanzate ci impongono di effettuare un controllo serio sul rapporto costi-benefici di quello che stiamo facendo.
  Tuttavia, stiamo ai termini della discussione e stiamo allo stato di necessità che abbiamo assunto a riferimento di questo ragionamento così come impostato dal Governo e, quindi, voteremo favorevolmente a questo decreto-legge, non senza aver ricordato, innanzitutto a noi stessi, che il tempo del cambiamento è il tempo dell'ordinarietà. Facciamo attenzione perché un altro intellettuale, e ce ne sono tanti di seri nella storia dell'umanità, ci avvertiva un po’ di anni fa che è una tentazione del genere umano quella di rinviare il cambiamento ordinario, assumendo a presupposto lo stato di necessità. Il che significa evocare il cambiamento, ma non essere mai in grado di realizzarlo. Noi non vorremmo che in un tempo così delicato della nostra storia e delle nostre istituzioni democratiche noi assumessimo perennemente a riferimento la necessità senza costruire le condizioni dell'ordinarietà che sono, come detto, le condizioni vere del cambiamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, cominciamo con il dire che un provvedimento che si chiama «sblocca Italia» e che è stato dipinto come la soluzione a Pag. 7tutti mali, dalla burocrazia al rilancio dell'economia a quant'altro, che viene assegnato esclusivamente alla mia Commissione, la Commissione ambiente, e lo dico anche con orgoglio per le tante cose fatte, è quanto meno singolare. È quanto meno singolare che in un provvedimento che si chiama «sblocca Italia» non ci sia stato il contributo della Commissione attività produttive, della Commissione finanze, della Commissione trasporti e della Commissione bilancio, che, infatti, hanno avuto qualcosa da ridire proprio nel merito di questa questione.
  Tuttavia da buon brianzolo mi piacciono i numeri, si chiama «sblocca Italia», in qualche intervento prima di me è stato detto che partono i cantieri, che facciamo tante belle cose con questo provvedimento, ma veniamo ai numeri: voi dite che sbloccate i cantieri di questo Paese, mettete un elenco lunghissimo di opere, prese magari ancora dalla «legge obiettivo», ma venendo ai soldoni voi mettete, per il 2015, 230 milioni di euro. Quindi, andrete a raccontare che avete sbloccato opere per 10 miliardi di euro, ma la verità è che queste opere partono l'anno prossimo per esclusivi 230 milioni di euro, il resto sono tutte chiacchiere e fumo che servono a ben poco.
  Giusto per capire le cifre, signor Presidente, mi faccia dire due cose, perché se mettete 230 milioni di euro per le opere e dite che partono i cantieri e fate un lungo elenco, a me viene da pensare che sia un provvedimento vagamente elettorale. Se a questo aggiungiamo una legge di stabilità dove cercate – dico cercate perché bisogna vedere quanto l'Europa lo fa fare, perché già si è ritrattato per 4 miliardi e mezzo di euro, se non sbaglio – di fare una manovra mettendo a debito 11 miliardi di euro, mi viene da pensare che il Presidente del Consiglio abbia in mente una cosa sola: di andare al voto quanto prima per cercare di ammazzare gli ultimi reduci del vecchio Partito Democratico, visto che Renzi, mi pare di capire, ogni giorno che passa, con il Partito Democratico ha ben poco a che fare. Questa è la percezione che non abbiamo solo noi, ma chiunque veda i provvedimenti che vengono portati avanti dal Presidente del Consiglio ha la percezione che questo abbia in mente una cosa sola: andare a votare o quanto meno prepararsi il più possibile alle elezioni. Dovrebbe preoccuparsi soprattutto il Partito Democratico.
  Lasciatemi dire un'altra cosa, sempre sulle cifre: voi mettete 230 milioni di euro per sbloccare le opere, quando nella legge di stabilità ne mettete altri 187 e mezzo per l'accoglienza dei migranti, cioè per pensare ai clandestini, e nel decreto «stadi», approvato poco tempo fa da quest'Aula, una ventina di giorni fa, altri 130 milioni di euro. Quindi, voi mettete 230 milioni di euro per le opere, ma per Mare Nostrum molto di più e, al di là della solita polemica per Mare Nostrum, e mi dispiace che la Presidente, il Presidente Boldrini, non ci sia in questo momento. Mi piacerebbe sottolineare al Presidente Boldrini quello che ha detto il Governo inglese due giorni fa: il Governo inglese ha sottolineato che le operazioni come Mare Nostrum causano molti più morti nel Mediterraneo e causano attrazione verso l'Europa, e quindi il Governo inglese non appoggerà mai le missioni tipo Mare Nostrum per andare a recuperare i migranti, i clandestini, nelle acque del Mediterraneo.
  Il Governo inglese ha fatto questa dichiarazione pochi giorni dopo il Ministro dell'interno tedesco, che ha detto: attenzione, perché Mare Nostrum favorisce il traffico di esseri umani, favorisce le mafie e la criminalità organizzata. E poi questo Governo ci dice che deve intervenire l'Europa: l'Europa non interverrà mai perché non condivide nel merito questa operazione di recupero dei clandestini ! Noi andremo avanti a pagare da soli perché noi facciamo la scelta politica di portarli tutti nel nostro Paese. Il resto è ipocrisia e chiacchiere, perché il finto buonismo di dire «ci sono dei poveri, dobbiamo aiutarli» avrà come conseguenza che non possiamo accollarci due miliardi di poveri di tutto il pianeta nel nostro Paese. Ma torniamo al provvedimento. In quest'Aula ho sentito, alle soglie della noia assoluta, interventi su ordini del giorno, mozioni e Pag. 8chiacchiere sulle bonifiche a Marghera, a Seveso e sulle bonifiche per l'amianto in provincia di Alessandria: mi piacerebbe che i parlamentari del PD, sempre così zelanti nel portare avanti ordini del giorno assolutamente inutili sulle bonifiche di amianto, si preoccupassero del fatto che un provvedimento, per l'ennesima volta, esce dalla Commissione ambiente, nonostante eserciti di ordini del giorno, con zero lire per le bonifiche a Marghera, Seveso e l'amianto di Alessandria. Ma andiamo avanti. Io nella scorsa legislatura c'ero e ricordo quando il Partito Democratico era assolutamente contrario ai commissariamenti, perché non davano la possibilità del confronto, del dialogo, della soluzione dei problemi: con lo «sblocca Italia» viene commissariato tutto lo scibile umano. Tutto lo scibile umano è commissariato, però il Partito Democratico, evidentemente, ha cambiato idea sui commissariamenti.
  Poi, ancora, mi piacerebbe chiedere agli esponenti del Partito Democratico, che hanno sempre perorato le energie rinnovabili, l'ecologismo e la tutela dell'ambiente, perché non proferiscono parole dopo che questa estate abbiamo approvato un bellissimo provvedimento per il quale persino l'ambasciatore inglese ha detto: attenzione, perché se l'Italia cambia le regole in corsa sul fotovoltaico e sulle energie rinnovabili, cioè tagliamo i soldi in corsa dopo aver detto alle aziende di investire sul fotovoltaico e magari hanno investito indebitandosi, persino l'ambasciatore inglese ha detto che stavamo facendo una cosa che avrebbe diminuito gli investimenti per la green economy e le rinnovabili nel nostro Paese. Il Presidente del Consiglio, come al suo solito – non so se aveva fatto un tweet, una chat o un blog per l'occasione –, disse: va bene, stiamo facendo una cosa sbagliata, correggeremo questo provvedimento. Ma ancora una volta, nonostante abbiamo varato un provvedimento della Commissione ambiente, non abbiamo stanziato una lira per rimediare a quell'errore. Anzi, noi stigmatizziamo la mancanza di capitoli importanti che erano stati preannunciati dal Governo e poi non inseriti nel testo, come la proroga della detrazione fiscale al 50 per cento per le ristrutturazioni e al 65 per cento per gli interventi di efficienza energetica. Altro che il Governo degli ambientalisti ! Non entro nel merito, lo faranno altri, perché ho una posizione diversa; non entro nel merito del fatto che trivelleremo tutto lo scibile umano, però che questo sia il Governo sostenuto dagli ambientalisti mi pare ormai una comica alla Benny Hill. Un'altra cosa: gli industriali – visto che si chiama «sblocca Italia» – contestano la mancanza di fondi messi a disposizione. Le cifre, per esempio, sulle grandi opere le ho già sottolineate. Ma anche i costruttori hanno lamentato la mancanza di un piano per la ripresa del Paese e i professionisti contestano la totale assenza di una politica di rigenerazione urbana. In sostanza, è un provvedimento che non soddisfa assolutamente nessuno: tanto acclamato dal Governo, ma non risolve assolutamente alcun problema. Poi veniamo ad una cosa che dovrebbe veramente scandalizzare e far sorridere: abbiamo cancellato in quest'Aula la «legge mancia», chi c'era nelle passate legislature sa benissimo di cosa si tratta.
  Ma l'abbiamo cancellata togliendola da legge in capo al Parlamento, dove i parlamentari potevano cercare, almeno nella passata legislatura, di girare qualche soldo, pochissimi ma qualche soldo, alle amministrazioni comunali per le infrastrutture scolastiche (io penso soprattutto alle infrastrutture scolastiche); invece l'abbiamo messa in capo alla Presidenza del Consiglio, con una norma che intende chiaramente favorire in modo non trasparente e non universale solo quei comuni che hanno risposto ai tweet e alle chat del Presidente del Consiglio e solo dal 4 al 15 giugno 2014 !

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLO GRIMOLDI. Cioè i comuni che hanno mandato una raccomandata alla Presidenza del Consiglio non riceveranno risposta, ma solo i comuni che hanno risposto via tweet a Matteo Renzi ? Ma Pag. 9dove stiamo arrivando, Presidente, dove stiamo arrivando (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ? E voi sancite per legge che solo i comuni che hanno comunicato – non si sa come, non per raccomandata, ma via Internet, via tweet, via Facebook – al Presidente del Consiglio riceveranno i finanziamenti.
  E chiudo col cuore del problema, perché ancora una volta fate un provvedimento che è il contrario assoluto della meritocrazia, perché voi con l'articolo 35, che è il cuore del provvedimento, voi centralizzate i termovalorizzatori, cioè tutti i rifiuti del Paese verranno bruciati solo da certi territori, quelli più meritevoli e virtuosi...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  PAOLO GRIMOLDI. Concludo, Presidente.

  PRESIDENTE. Lei ha fatto troppe domande, adesso ha consumato il tempo.

  GIANCARLO GIORGETTI. Non rispondono, non è che...

  PAOLO GRIMOLDI. E concludo dicendo: chi interverrà dopo di me non racconti la barzelletta che i rifiuti vengono dati con precedenza ai bacini regionali, e verran dati anche 20 euro alle regioni che hanno i termovalorizzatori, perché noi al nord, in Emilia-Romagna, in Lombardia, a crepare per 20 euro non ci stiamo ! Non ci stiamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! Vogliamo che ci sia responsabilità da parte di tutti i territori, e non è che Renzi risolve il problema della raccolta differenziata abbassandola dal 65 per cento al 30 !

  PRESIDENTE. Onorevole Grimoldi, non approfitti della generosità del Presidente.

  PAOLO GRIMOLDI. Questo noi lo denunceremo in tutte le piazze, a cominciare dall'Emilia-Romagna ricca di termovalorizzatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Scelta Civica per l'Italia dichiara voto favorevole sul decreto-legge di conversione, apprezzando lo sforzo del Governo e di quest'Aula di sbloccare questo Paese a partire dalle risorse e da tutto l'iter approvativo che impedisce di fatto la spesa nei sette fattori più importanti e trainanti dell'economia di questo Paese; ed in particolare nelle infrastrutture, nell'edilizia, nell'ambiente e nell'energia. Lo fa con un decreto-legge effettivamente estremamente articolato, che va a sanare una serie di problematiche che ad oggi riscontrano l'impossibilità di realizzare investimenti importanti per questo Paese, investimenti che ci sono sollecitati anche dall'Unione europea: investimenti in infrastrutture, non solo materiali ma anche immateriali, che sono il vero strumento per moltiplicare l'attività lavorativa del settore industriale, l'occupazione, e quindi ridare movimento all'economia mettendo in circuito delle risorse.
  E quindi apprezziamo l'intervento fatto sullo sblocco di opere che hanno anche una valenza sociale ed economica, come quella della Bari-Napoli o quella della Palermo-Messina-Catania: sono opere che sono in grave ritardo, e sulle quali colpevolmente ad oggi siamo nell'impossibilità di investire quelle risorse che sono programmate. E quindi apprezziamo che ci sia un anticipo al 2018 per la realizzazione di queste opere, che significano anche rimettere in equilibrio un Paese che oggi viaggia a due velocità, con l'alta velocità sulla dorsale tirrenica e con il nulla dall'altra parte, sud e dorsale adriatica, con tutte le conseguenze economiche e sociali che una situazione di fatto come questa comporta.
  Ma apprezziamo anche l'intento di razionalizzare, quindi di programmare, sempre Pag. 10nell'ottica del rispetto della programmazione del quadro strategico nazionale, la portualità, e quindi di razionalizzare i collegamenti, le reti, tutto quello che è a supporto di questo altro sistema importante per questo Paese: perché non scordiamoci che l'Italia è proprio il punto di ingresso in Europa dei mercati e delle economie degli altri Paesi che viaggiano su mare. E quindi è importante la prospettiva di questo provvedimento, e speriamo che nei tempi stabiliti effettivamente si riesca a razionalizzare, organizzare, a ridurre i costi e migliorare l'efficienza di questo sistema portuale. Così come apprezziamo la realizzazione della ferrovia tra Salerno e Taranto: significa mettere in comunicazione due importanti portualità del nostro Paese, i due punti di accoglienza del sistema economico del nostro Paese.
  Interventi che entrano anche in campo ambientale: abbiamo, come Scelta Civica, lavorato molto in Commissione, grazie anche alla disponibilità della stessa Commissione, per liberare risorse a Casale Monferrato, dove c’è stata una delle più grandi aziende che ha prodotto amianto, e sono stati messi a disposizione negli anni 14,5 milioni di euro.
  Credo sia un segnale importante perché stanziamo risorse per risolvere un problema anche sociale, che, per molto tempo, ha afflitto un sito di interesse nazionale che non ha mai avuto le risorse per poter essere ripristinato: quindi, un segnale importante. Si interviene sull'ambiente ma interveniamo anche con dei sistemi di sblocco degli investimenti nell'ambito delle bonifiche, ricorrendo anche al concetto della indifferibilità dell'intervento e lo facciamo anche per opere importanti come quelle sul sistema scolastico. Lì dove vi è la necessità di stanziare risorse per sanare un dissesto idrogeologico, un dissesto ambientale, ricorriamo anche a sistemi accelerati di spesa e di intervento a tutto vantaggio quindi della popolazione. Guardiamo anche all'edilizia sotto il profilo della rigenerazione urbana, della rivalutazione del patrimonio delle pubbliche amministrazioni, che è anche un altro elemento per portare risorse nel sistema del nostro Paese, per sanare la nostra posizione debitoria e interveniamo anche (su questo Scelta Civica per l'Italia ne ha fatto anche un proprio preciso punto di partenza) senza andare a consumare ulteriore suolo. Abbiamo chiesto – e siamo riusciti ad ottenerlo anche all'unanimità – che gli interventi di rigenerazione e conservazione sugli immobili avvenissero senza aumentare la superficie coperta e ciò è in linea anche con il proposito che noi abbiamo di portare avanti, insieme a questa Aula, la legge sul consumo di suolo, che riteniamo sia importante per stabilire un giusto equilibrio tra le risorse per le infrastrutture e l'edilizia e le risorse, invece, per il settore agricolo e, quindi, anche per questa parte importante dell'economia di questo Paese. Riscontriamo positivamente, in questo decreto, anche gli interventi finalizzati a dar corso a priorità strategiche per questo Paese ed alludo ai costi dell'energia, a ciò che è necessario fare per ridurre il costo dell'energia, che è una componente importante per il sistema industriale di questo Paese. Siamo un Paese molto vincolato all'energia fossile, che paga più energia dei nostri competitor a livello europeo e, quindi, è giusto dar corso alle priorità nel campo delle reti gas e degli accordi internazionali che abbiamo fatto e quindi, in questo decreto, si intende anche sbloccare tutta la burocrazia, tutto ciò che, ad oggi, impedisce gli investimenti. Vi è un'osservazione da svolgere e legittima sulle risorse: effettivamente le risorse sono molto traslate nel tempo, è importante il fondo revoche che ha messo a disposizione 3,8 miliardi per infrastrutture importanti, fino ad oggi non realizzate. È anche vero che queste risorse sono spostate nel tempo; sono spostate nel 2015 e 2016, ma è anche vero che i processi autorizzativi, che sono a monte dello sblocco di queste risorse, di fatto oggi impediscono di poterle realizzare, anche se avessimo la disponibilità immediata, e su questo dobbiamo riflettere perché questo decreto «sblocca Italia» non può essere un'isola nel mare ma deve porsi all'interno di un contesto più ampio che deve portare a una risoluzione definitiva Pag. 11delle attribuzioni del Titolo V sulle competenze, che è il vero problema di questo Paese per poter realizzare gli investimenti e dar fiato all'economia. Bisogna incastonare questo decreto all'interno della riforma del mercato del lavoro, all'interno di altri provvedimenti che hanno una valenza importante per rimettere in circolo economia, risorse e quindi ridare occupazione a questo Paese.
  Non ultimo, i fondi comunitari. In questo decreto si interviene anche sui fondi comunitari; si stabilisce un principio che credo sia importante: malgrado le difficoltà nella spesa, la revoca non toglie il vincolo di territorio, quindi quelle risorse rimangono ancora disponibili per i territori inadempienti, purché si sia capaci di utilizzarle e ciò credo sia un'apertura importante, così come il commissariamento e la sostituzione del Presidente del Consiglio dei ministri per la spesa di questi fondi credo sia altrettanto importante perché tutti dobbiamo ricordarci le parole del Ministro Delrio che ci comunica che abbiamo 28 miliardi di fondi europei non utilizzati, appostati lì, pronti ad essere utilizzati per opere cantierabili ed è effettivamente difficile in questo Paese trovare oggi opere cantierabili. Ciò è un assurdo con la crisi che abbiamo e con la grave disoccupazione che ha portato questo Paese a livelli economici del 1977 ma noi abbiamo questo grande lusso di tenere 28 miliardi non utilizzati e altri 10 che probabilmente non andremo a spendere. Quindi, nelle intenzioni, questo sbloccare l'Italia è un concetto che a noi piace ma sarà ancora più efficace, sarà ancora più percepito dai cittadini qualora questo decreto si ponga all'interno di un sistema finalizzato a rimettere in moto l'economia e gli investimenti in infrastrutture, energia ed ambiente; con tutti i problemi che questo Paese ha, soprattutto sul dissesto idrogeologico e in materia ambientale, credo siano delle ottime occasioni per focalizzare l'attenzione di questa Camera ma anche del Governo sulla necessità di continuare sulla strada di rimettere in moto l'economia e di rilanciare le risorse. Il decreto sicuramente non è il massimo dal punto di vista dell'articolazione, della gestione e dell'influenza che va ad avere su tutta una serie di normative che regolano vari settori. Ma riteniamo comunque importante il segnale di volere effettivamente cambiare questo stato di fatto che ci rende impossibilitati a utilizzare le risorse, a realizzare opere che sono da decenni nel quadro strategico nazionale e che colpevolmente non andiamo a realizzare, a tutto danno del sistema economico e anche dei servizi che un Paese deve garantire ai cittadini, non solo in termini di infrastrutture ma anche di sicurezza dei territori e di certezza nel diritto e nella realizzazione degli investimenti, che è un'altra variabile estremamente difficile in questo Paese.
  È quindi apprezzabile che, in questo decreto, almeno si comincino a prevedere, anche se purtroppo tramite dei commissariamenti, delle certezze nei tempi di realizzazione dei progetti e nei tempi di realizzazione degli investimenti, ed è singolare che un Paese come l'Italia, che è tra i principali Paesi nell'economia mondiale, debba ricorrere ad un decreto e a commissariamenti per sbloccare un groviglio di norme, di procedure e di competenze che, di fatto, hanno bloccato questo Paese.
  Credo che ciò sia un elemento di riflessione. Almeno nel titolo sbloccare l'Italia significa concepire il sistema degli investimenti, la realizzazione dei programmi che questo Stato si dà con il quadro strategico nazionale in veste completamente diversa da quella che, fino ad oggi, ha caratterizzato il fermo economico e degli investimenti, e quindi del lavoro, di questo Paese. La crisi, in cui siamo arrivati, è il risultato di tutto quello che ad oggi abbiamo fatto e di chi colpevolmente se ne è fatto carico, non facendo assolutamente nulla per promuovere questo sblocco che, almeno oggi in Aula, cerchiamo di portare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

Pag. 12

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, signora rappresentante del Governo, ancora una volta ci troviamo a discutere un provvedimento che dovrebbe rilanciare l'economia. Questo decreto oggi si chiama «sblocca Italia»; prima ancora si è chiamato «salva Italia»; ancora prima «destinazione Italia». Magari il prossimo, viste le frequentazioni e le amicizie politiche del Presidente del Consiglio, si chiamerà «Forza Italia», il quale non avrà il merito di sbloccare l'economia ma, quanto meno, avrà il merito di chiarire il quadro delle alleanze politiche che ci sono in questo Parlamento.
  Un decreto, questo, che invece di affrontare in modo innovativo i grandi problemi del Paese ci fa ripiombare, per certi versi, negli anni Cinquanta. È così dal punto di vista delle cosiddette «semplificazioni di natura edilizia», è così nel rapporto subalterno con le grandi imprese, è così nell'inseguire il sogno, o meglio l'incubo, della ricerca petrolifera in un territorio, come è il nostro, che è caratterizzato da grande fragilità.
  Ed è così, signor Presidente, per quanto riguarda la gestione del conflitto sociale. Ci voleva il Governo Renzi, cari colleghi del PD, per riportare un milione di lavoratori in piazza. Ci voleva il Governo Renzi per rivedere, come ai tempi di Tambroni, le cariche della polizia contro gli operai. Ci voleva il Governo Renzi per vedere ancora la violenza contro chi manifesta pacificamente per difendere i propri diritti. E da questo punto di vista, Presidente, mi lasci dire che sarebbe un atto di grande dignità se il Ministro Alfano oggi rassegnasse le sue dimissioni in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Si vuole rilanciare l'economia in questo decreto, dicevo, ma io credo che sarà difficile rilanciarla. E la mia convinzione umile, del mio gruppo, in questo caso coincide anche con quella della Banca d'Italia, la quale, nell'audizione in Commissione, ci è venuta a raccontare che con 455 milioni in tre anni sarà veramente un sogno pensare di potere sbloccare l'economia del nostro Paese, perché di questo si tratta. Si tratta di poche risorse, insignificanti per mettere in moto quel processo di investimenti pubblici che servirebbe, invece, davvero in qualche modo a rilanciare anche l'occupazione.
  E cosa si fa nel decreto, invece ? Si permette di prorogare le concessioni autostradali senza gara, si danno nuove possibilità alle compagnie multinazionali di continuare e di pensare di continuare a perforare il nostro Paese. Si dice, però, che il decreto abbia la qualità di sbloccare 2,3 miliardi per quanto riguarda il dissesto idrogeologico. Ebbene, insomma, questi 2,3 miliardi sono soldi che erano stati impegnati dal 1998 a oggi, che erano stati impegnati per affrontare delle emergenze che erano state ben definite. Ora, quelle emergenze vengono definanziate.
  Non è che i problemi in quei territori sono stati risolti, proprio perché i soldi non sono stati spesi. Questi soldi invece confluiscono in un nuovo fondo nazionale e saranno destinati ad altre opere. Ma quelle opere chi le coprirà ? Quelle opere chi le farà ? Anche perché – mi lasci dire Presidente – nella nuova legge di stabilità, per quanto riguarda la voce specifica dissesto del territorio, il nuovo Governo investe 50 milioni nel 2015, 100 milioni nel 2016. Lasciatemi dire che è il peggior Governo da questo punto di vista che c’è stato negli ultimi vent'anni del Paese. Tutti gli altri Governi in precedenza hanno impegnato risorse ben più significative, ben più importanti di queste per quanto riguarda il dissesto idrogeologico. Ecco, invece il Governo, insomma, non sembra interessato a queste questioni, ma la cosa peggiore è che la logica che guida, diciamo così, lo spirito che informa questo decreto è uno spirito sbagliato, è una visione dello sviluppo sbagliata. Ne abbiamo avuto molte prove convincenti in questi mesi nelle discussioni che abbiamo fatto in Commissione. Ma gli ultimi dati – io li voglio citare insomma – che ci dà la Fondazione Symbola, di cui è Presidente casualmente anche il presidente della Commissione ambiente, ci dice che soltanto gli investimenti per quanto riguarda le energie verdi, la difesa del territorio e Pag. 13l'ambiente in generale riescono a creare occupazione, riescono a creare buono sviluppo, interessante sviluppo per il nostro Paese. L'unico settore che è anticiclico è appunto quello dell'investimento nella protezione dell'ambiente, non nella distruzione dell'ambiente. E dispiace dire che lo stesso presidente Realacci, che con la mano destra ci spiega qual è il modello di sviluppo da seguire quando fa i convegni con la Fondazione Symbola, è proprio lo stesso presidente che ci dice che è necessario votare lo «sblocca Italia». È paradossale, ma insomma viviamo probabilmente in tempi paradossali. Noi crediamo al presidente di Symbola, noi crediamo a quelle questioni, noi crediamo sia possibile mettere in moto nel nostro Paese – e sarebbe necessario mettere in moto nel Paese – uno sviluppo diverso, non certo quello delle grandi opere, ma quello dei mille, cento, decine di piccoli cantieri che affrontano i problemi reali del Paese. E invece nel DEF ritroviamo ancora un vecchio sogno delle classi dirigenti del nostro Paese, quelle classi dirigenti politiche che oggi in qualche modo sono alleate occultamente al Governo Renzi. Ecco, ci si ripropone nuovamente il ponte sullo stretto di Messina, ancora una volta – diciamo così – la vecchia logica dello sviluppo incentrato sulle autostrade e sulle grandi opere ci viene riproposta sic et simpliciter. Il vostro Governo – lasciatemelo dire – nasce vecchio nelle idee e nei contenuti. È un Governo anche un po’ copione, caro Presidente Renzi; è copione perché tutte le questioni che sono state inserite all'interno del decreto «sblocca Italia» sono tutte quelle questioni che i Governi precedenti avevano cercato di realizzare e che non erano mai riusciti a fare. Questo «sblocca Italia» è un po’ il sogno del Ministro Lupi, il quale tante volte aveva cercato di portare avanti quell'idea di semplificazioni edilizie che serve soltanto a creare una deregulation sul territorio in materia urbanistica, in modo tale che i più forti possano fare quello che vogliono. Il sogno del Ministro Lupi era quello del selvaggio West, dove ognuno poteva costruire come gli pareva e dove gli allevatori prepotenti potevano scacciare i contadini. Ecco, quelle posizioni del Ministro Lupi, che erano state combattute da molti esponenti che adesso siedono sui banchi di maggioranza, oggi ritrovano la possibilità di essere realizzate e approvate con i voti delle stesse persone, con i voti di quelle forze politiche che queste questioni avevano combattuto nel Paese. Quindi, è un Governo un po’ copione: i progetti sulla trivellazione, i progetti sugli inceneritori, la possibilità di regalare decine di miliardi ai Benetton e agli amici attraverso la proroga delle concessioni, la privatizzazione dell'acqua.
  Tutte queste questioni, che erano nei sogni più reconditi della testa del nostro Paese, oggi hanno trovato la possibilità di essere codificate in questo decreto. Quindi, un Governo copione, un Governo che ci vuole riportare agli anni Cinquanta; cosa che, peraltro, neanche sorprende, caro Presidente. Non sorprende, se pensiamo...

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  FILIBERTO ZARATTI. ...che nel pantheon – vado a concludere – di questo Governo, espresso dall'autorevole Ministra Boschi, vi è Fanfani; neanche Berlinguer, ma almeno Aldo Moro ci poteva essere. Proprio Fanfani (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
  E voglio concludere, Presidente, dicendole questo: «Quivi morì; e come tu mi vedi, vid'io cascar li tre ad uno ad uno tra il quinto dì e ’l sesto; ond'io mi diedi, già cieco, a brancolar sovra ciascuno, e due dì li chiamai, poi che fur morti. Poscia, più che il dolor, poté il digiuno». Si tratta di Ugolino della Gherardesca, conterraneo del nostro Presidente del Consiglio.
  Quest'ultimo, che vuole essere uno dei padri della patria, non facesse come il conte Ugolino, che ha divorato i suoi figli, e i figli di questo Paese sono i lavoratori, sono i giovani che non trovano occupazione. Non divorasse i giovani d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

Pag. 14

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, colleghi, il recente disastro di Genova e la scoperta da parte dei cittadini che molto poteva essere evitato ha messo pesantemente l'accento su priorità che non possono essere rimandate. Basta grovigli burocratici ottusi; troppe volte si è parlato di sburocratizzare, snellire, semplificare. Questo decreto è un passo importante verso la modernizzazione del Paese, che non può essere più rimandata, non può, non ce lo possiamo permettere.
  Vedete, colleghi, comprendo la logica della contrapposizione, della ricerca di colpevoli da esporre alla gogna mediatica, e di colpevoli ce ne sono anche tanti; ma le scuse sono finite e non sostenere questo decreto significa stare dalla parte di chi le cose non le vuole cambiare. Vogliamo, per caso, continuare con le sciagure ambientali, i cantieri fermi, gli infiniti cavilli che rendono impossibile alle nostre imprese di essere competitive nel mercato italiano e nei mercati internazionali ?
  Il provvedimento, rispetto al quale il gruppo del Nuovo Centrodestra esprime la sua adesione, contiene, appunto, norme finalizzate ad accelerare e a rilanciare gli investimenti, ad accrescere la produzione e ad introdurre misure di semplificazione burocratica. Si tratta di obiettivi per i quali abbiamo dato la nostra fiducia al Governo e che rientrano pienamente nella nostra strategia di rilancio del Paese. Dobbiamo urgentemente rilanciare le infrastrutture, sbloccare i cantieri e investire nei trasporti ferroviari e metropolitani. Vero o no che si deve mettere mano...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bianchi. Colleghi !

  DORINA BIANCHI. Non mi danno fastidio, Presidente.

  PRESIDENTE. Prego.

  DORINA BIANCHI. Grazie. Vero o no che bisogna mettere mano urgentemente a tutto il processo di contrasto del rischio idrogeologico ? E poi, vogliamo aggiungere che, in relazione alle vicende internazionali, anche tutta la questione energetica di questo Paese ha necessità di urgente attenzione ? Mi soffermerò soltanto su alcuni punti più importanti, essenziali, di questo provvedimento.
  Il primo è il rilancio delle infrastrutture: serve a sbloccare cantieri fermi, modernizzare opere pubbliche e accelerare i processi ? Bene, nell'articolo 3, il Fondo per il rilancio delle infrastrutture, già dotato di 2 miliardi di euro, viene incrementato di 3 miliardi 890 milioni di euro. Si elencano gli interventi finanziabili e i termini – i termini, dico i termini – entro i quali tali interventi sono dichiarati appaltabili e cantierabili. Il mancato rispetto di questi termini determina la revoca del finanziamento, così come la mancata accettazione da parte delle imprese delle clausole contenute nei protocolli di legalità sarà causa di esclusione dalle gare.
  Noi siamo i primi che, accanto all'efficienza, pretendiamo legalità e trasparenza. Qualcuno dice che questo decreto-legge favorisca i concessionari delle autostrade, ma lo stesso presidente Realacci, proprio citando i dati di Bankitalia, ha avuto modo di osservare che gli interventi sono collocati a favore delle ferrovie e delle metropolitane, e non certo a favore delle autostrade. Voglio ricordare due opere importanti per il nostro sud, che sono la rete ferroviaria da Napoli a Bari, con cui non solo modernizziamo il sud, ma diamo posti di lavoro, circa 4 mila posti di lavoro, o per esempio la ferrovia Palermo-Catania, su cui affluiranno circa 3 mila posti di lavoro.
  Sul fronte del dissesto idrogeologico e delle depurazioni delle acque, invece, sono stanziati per i prossimi anni 4 miliardi di euro. Questo è il rapporto: 4 miliardi per la messa in sicurezza del Paese, senza costruire un metro in più di cemento – altro che colate di cemento ! – e 500 milioni – soltanto 500 ! – per le autostrade.
  Il secondo punto: il dissesto idrogeologico. Fatemi spendere su questo una parola Pag. 15in più, anche per quello che è successo a Genova e a Parma. Quanto è stata intollerabile la vergogna che abbiamo approvato tutti, nel sapere che Genova si è allagata per l'ennesima volta e che i fondi già stanziati sono stati trattenuti da una burocrazia ottusa ? Ora si è sancito che un ricorso al TAR non potrà più bloccare le opere di contrasto al rischio idrogeologico, se è in pericolo la sicurezza dei cittadini e delle imprese. Vi pare poco ? Questo si chiama modernizzazione del Paese, e chi si oppone a tutto ciò – mi dispiace dirlo agli amici della Lega Nord – si oppone alla modernizzazione.
  Il terzo punto: la digitalizzazione. Il mondo va velocemente e le nostre imprese devono potere competere, anche quando parliamo per esempio di turismo o di ospitalità. L'articolo 6 di questo decreto-legge contiene misure fondamentali nelle prospettive della digitalizzazione del Paese, credito d'imposta, IRES, IRAP, con l'obiettivo della realizzazione di reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga. Il percorso lo avevamo, a dir la verità, già avviato con la norma del credito d'imposta per la digitalizzazione dei servizi alberghieri. Queste due norme sono pensate per rilanciare la competitività delle imprese e di un settore strategico per l'Italia, per il nostro Paese, che è il turismo alberghiero, rendendolo estremamente più efficiente, destagionizzandolo, permettendogli di offrire pacchetti last minute o wi-fi gratuito, come succede nel resto dei Paesi europei e nel mondo.
  Importante è, per esempio, la norma sul prolungamento della vita tecnica degli impianti a fune. Presentato da moltissimi deputati e firmato da tutti i gruppi parlamentari, è passato con il consenso unanime. Parliamo di molti impianti di risalita delle stazioni sciistiche, che rischiavano di non potere funzionare, nonostante la piena conformità ai parametri di sicurezza. Sembra una cosa da poco, ma non lo è. Si tratta soprattutto di maggiori entrate, per milioni, in un comparto importante del nostro turismo nazionale.
  Quarto punto: l'edilizia e gli appalti. Banca d'Italia ci dice che nel 2007 ci sono state oltre 600 modifiche delle disposizioni in materia di edilizia al codice degli appalti. Questa è una vera e propria Babele di regole. Noi del Nuovo Centrodestra vogliamo che le regole si rispettino, siano certe, semplici e crediamo di dovere dare ai cittadini ed alle imprese fiducia. E crediamo anche che ognuno possa decidere le modifiche che vuole fare, ad esempio nella propria abitazione, se questi sono interventi ordinari. Infatti sono state modificate le norme sulla comunicazione di inizio lavori e sulla modalità di comunicazione (finalmente ora è possibile farlo per via telematica), sull'eseguibilità delle opere interne e sulla definizione della manutenzione straordinaria o di interventi di conservazione.
  Tra l'altro, proprio per non aumentare l'ulteriore cementificazione, diamo la possibilità ai comuni di incentivare il recupero del patrimonio esistente. Io vorrei dire chiaramente che è un'anticipazione delle norme contro il consumo del suolo che questa maggioranza, per la prima volta nella storia della Repubblica, sta approvando.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DORINA BIANCHI. Il quinto punto riguarda il mercato immobiliare. Una novità è quella che prevede un incentivo del 20 per cento a favore di chi acquista un alloggio destinandolo alla locazione, questo sempre nell'ottica di valorizzazione di ciò che già esiste, senza nuove costruzioni.
  In conclusione, alcune osservazioni sulla parte energetica del provvedimento: ci sono infrastrutture che interessano il futuro del nostro Paese già molto esposto sul fronte dell'approvvigionamento energetico. Si è parlato di esproprio delle competenze regionali, di assalto alle trivelle, di monetizzazione del danno. Il lavoro di Commissione ha condotto a ben altri risultati, e va osservato che resta intatto il divieto introdotto, dopo il disastro del golfo del Messico, che tutela le aree costiere marittime. Sono stati, poi, introdotti dei vantaggi per tutti quei comuni rivieraschi che sono prospicienti a interventi di Pag. 16tipo energetico ed è stata modificata anche la norma sulle royalty in maniera che possano essere ricalcolate e utilizzate per scopi più utili ai cittadini nei territori interessati. Anche la quota IRES della...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DORINA BIANCHI. Soltanto una cosa importante.

  PRESIDENTE. Lo deve dire in dieci secondi però.

  DORINA BIANCHI. ...anche la quota IRES delle società petrolifere a favore dei territori è stata aumentata dal 15 al 30 per cento nei prossimi dieci anni. È per questo che il gruppo del Nuovo Centrodestra, dopo aver dato un contributo fattivo in Commissione, darà la propria fiducia a questo provvedimento.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,13).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa delle dichiarazioni di voto finale – A.C. 2629-A/R)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, motivare il voto a questo disegno di legge di conversione del cosiddetto decreto «sblocca Italia», non è un'operazione onestamente facile. Un provvedimento che ha avuto un cammino tortuoso fin dal suo esordio, fin dalla sua difficile e complicata pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Lo abbiamo atteso per giorni, dopo gli annunci del Presidente del Consiglio. È imbarazzante constatare ora che questo decreto abbia dovuto subire oltre 50 correzioni da parte della Ragioneria generale, recepite dalla Commissione bilancio, dopo 35 giorni di esame da parte della Commissione referente. Le modifiche apportate dalla bilancio hanno frenato il lavoro emendativo della Commissione ambiente che ha lavorato per giorni e diverse notti; 3 mila emendamenti, mille votati, 200 approvati, dicono di un decreto già in origine complesso che rischia di uscire, dopo questa prima lettura...

  PRESIDENTE. Colleghi che siete nel settore centrale, colleghi sta parlando un collega.

  COSIMO LATRONICO. ...di essere ancora più variegato e disomogeneo per le materie trattate. A questo riguardo, voce nel deserto, sono apparsi i rilievi del Comitato per la legislazione della Camera, che le Commissioni referenti, signor Presidente, farebbero bene ad ascoltare, se si vuole elevare la qualità della legislazione, quando esso, il Comitato, contesta un contrasto con i criteri di specificità e omogeneità proprie del decreto-legge, ed ancor più la mancanza di una ratio unitaria del provvedimento. Siamo in presenza dell'ennesimo omnibus che, nell'esame parlamentare, è diventato ancora di più omnibus, subendo la tentazione di trattare le materie più disparate. È una modalità di legiferare che ha subito le ripetute, e inascoltate, censure della stessa Corte costituzionale.
  Ed ancora, le norme di questo decreto-legge, sempre per osservazione del Comitato per la legislazione, non appaiono coerenti con le esigenze di stabilità delle norme, di certezza delle norme, di semplificazione delle norme. Siamo al paradosso: un decreto-legge che nasce per semplificare e che viene censurato proprio per i suoi profili di complicazione, di Pag. 17sovrapposizioni, per l'insufficiente coordinamento con altre norme, per la mancanza di integrazione con discipline vigenti. Una modalità di legiferare che produce un profluvio normativo, che rischia di trasformare i decreti-legge in regolamenti, che interferisce – presi dalla furia di adattare – con codici organici, come il codice dell'ambiente e il codice degli appalti, che, invece, avevano provato a raccogliere in maniera organica e sistematica le norme in settori importanti, come l'ambiente o i lavori pubblici.
  Qualche rilievo di merito: è condivisibile l'idea di rimettere in moto il comparto dell'edilizia e dei lavori pubblici per far ripartire l'economia, sono inadeguate e carenti le terapie. Basterà introdurre qualche innovazione regolamentare, colleghi, nel campo dell'edilizia privata – per carità, sempre auspicabile –, che andava fatta magari per via amministrativa, per smuovere un settore che è asfissiato da una tassazione sulla casa che ha svalutato di miliardi di euro il valore del patrimonio immobiliare degli italiani e ha depresso il mercato immobiliare ? Non solo non si costituisce il nuovo, presidente Realacci, ma non si recupera neppure il vecchio.
  Questa è la tragica verità. Avremmo bisogno di una nuova politica fiscale sugli investimenti immobiliari per far ripartire il settore, come pure il campo delle opere pubbliche per i comuni. Renzi, sempre preso dalla voglia di meravigliare – per carità, ne ha diritto –, si è inventato una sorta di lotteria che non si può sentire, francamente: comuni che hanno fatto pervenire un'istanza a Palazzo Chigi entro il 24 giugno possono accedere a un programma di spesa fuori dal Patto di stabilità ed avvalersi di procedure semplificate. In altri tempi i sindaci e l'ANCI, l'Associazione nazionale dei comuni, avrebbero fatto la rivoluzione.
  Ma, ancora una volta, se non ci vogliamo accontentare di effetti speciali, dobbiamo avere il coraggio di censire il patrimonio di progetti, magari finanziati, presso gli enti locali, le regioni, gli enti pubblici, per capire le dimensioni dei progetti e le ragioni che frenano le realizzazioni. Magari scopriamo che in parte sono i limiti del Patto di stabilità che frenano la realizzazione delle opere appaltate e, per altro verso, la trama complicata delle autorizzazioni. Ma è su questi gangli che bisogna intervenire, non cancellando la responsabilità dei poteri locali con una logica di commissariamenti che deresponsabilizza e non sempre risolve le questioni che si vogliono affrontare.
  E sul tema della responsabilità c’è una questione dirimente, che credo, signor Presidente, vada detta in tutta chiarezza per i suoi riflessi politici. Negli articoli 37 e 38 il Governo decide di trasferire dalle regioni ai Ministeri le competenze sia in materia di rilascio dei permessi di ricerca che le autorizzazioni alle estrazioni minerarie. Queste attività vengono classificate di interesse strategico della nazione. Si è aperto un confronto forte con le regioni, che in materia ambientale, con la precedente normativa, rilasciavano le valutazioni di impatto.
  Il decreto-legge anticipa le previsioni della modifica costituzionale in itinere, che qualifica la materia dell'energia da materia concorrente a materia a prevalente interesse statale. Non mancheranno i conflitti di attribuzione presso la Corte costituzionale. Resta un dato politico: Renzi sceglie la via di una centralizzazione delle decisioni su un terreno delicatissimo, che è quello di un equilibrio tra ambiente, sviluppo e territorio. Non vorremmo che, dopo aver tutti celebrato per anni l'idea di un modello statale fondato sul federalismo solidale, si debba, senza colpo ferire, assistere a un rigurgito centralista in nome di un malinteso concretismo, che alla prova dei fatti potrebbe rivelarsi inefficace ed illusorio.
  Per quanto ci riguarda, abbiamo lavorato per migliorare questo rapporto, attraverso gli emendamenti che riconoscono un principio di federalismo fiscale, sancendo che il 30 per cento delle risorse fiscali ricavate dalle risorse minerarie estratte venga destinato ad un fondo permanente per lo sviluppo delle infrastrutture, della tutela ambientale, dell'attività Pag. 18produttiva e dei territori che concorrono a ridurre la dipendenza energetica della nazione.
  Dopo il petrolio e/o con il petrolio, tutela ambientale e promozione dei sistemi locali: non uno scambio deteriore tra manomissione del territorio e trasferimento di risorse assistenziali, ma leve di sviluppo per accelerare dinamiche attive ed il superamento di deficit infrastrutturali di contesto.
  Sempre sul piano delle caratteristiche politiche di questo provvedimento e sull'impostazione strategica che il Governo ha inteso attribuire a questo decreto, fa discutere la decisione della proroga delle concessioni autostradali, che ha fatto aprire una pre-procedura di infrazione alla Commissione europea. Al centro dell'interesse ci sono appunto le deroghe, le proroghe delle concessioni autostradali ed il connesso rischio di violazioni di norme comunitarie sul mercato. Lavori e tariffe, colleghi: sono argomenti sensibili, che non possono essere elusi da una libera e trasparente competizione, per garantire la competizione tra le imprese ed il vantaggio per gli utenti.
  Centralismo da un lato e tentazioni di protezione monopolistica dall'altro sono due nubi oscure, presidente Realacci, che si addensano sull'impostazione politica di questo decreto e sull'attività di questo Governo.
  Il titolo del decreto contiene temi giusti, signor Presidente e colleghi: apertura di cantieri, digitalizzazione del Paese, semplificazioni, dissesto idrogeologico, ripresa delle attività produttive. Peccato che le norme non contengano le scelte e le risorse adeguate perché – e finisco, Presidente – questi temi passino da un'aspirazione suggestiva alla realtà: la realtà, che non è, signor Presidente Renzi, un sogno ripetuto e celebrato con l'aiuto di un coro di osservanti, ma è la durezza del fare le cose, una dopo l'altra, con la misura del tempo che passa inesorabilmente e che chiede verifiche e riscontri, che rischiano di non esserci nell'agenda del suo Governo e purtroppo nella vita vera del Paese.
  Sono queste alcune ragioni del nostro motivato dissenso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, avete posto la fiducia su un decreto che letteralmente uccide questo Paese: il suo territorio, la sua acqua, la sua terra e la possibilità di sviluppo futuro ed ora vi diciamo anche il perché.
  Questo decreto compie una serie di scempi ambientali ed aggiungo economici. Va contro ogni logica sensata di sviluppo economico e di tutela dell'ambiente ed è per questo fuori dal tempo, fuori da quest'epoca.
  Non è più tempo per le energie fossili, non è più tempo per la cementificazione del suolo, non è più tempo di inceneritori: fatevene una ragione, arrendetevi. Non è più tempo di favorire le lobby che vi sostengono, gli amici degli amici. Questa politica non funziona né per i cittadini, né per l'ambiente, né per l'economia.
  Il vostro decreto dà il via libera alle trivelle, agevolando le concessioni e semplificando l'iter per ottenere permessi e soprattutto annullando ogni possibilità di controllo locale, perché accentra il potere tutto nelle mani del Governo.
  In Italia abbiamo l'oro blu, che sono i nostri mari, mentre voi preferite l'oro nero. E sapete perché ? Perché nel mare nuotano tutti, mentre nell'oro nero ci sguazzate solo voi e i vostri interessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questo decreto incentiva l'incenerimento dei rifiuti ed alimenta quegli impianti che, grazie alla raccolta differenziata, non hanno più combustibile. State cercando di salvare dei mostri in via di estinzione per la naturale evoluzione della società, che in altri Paesi sono ormai il passato. E come li alimentate, quindi, questi inceneritori ? Facendo viaggiare i rifiuti da un capo all'altro del Paese, Pag. 19dunque producendo ancora più inquinamento e più traffico e costringendo le persone a pagare una bolletta più cara, che foraggia gli inceneritori e sovvenziona questo traffico di rifiuti antieconomico ed inquinante.
  Noi abbiamo detto «no» a questa visione del mondo, a questa visione dello sfruttamento ambientale ed umano, perché di sfruttamento umano si tratta. Avete rinnegato persino la volontà popolare di avere un'acqua pubblica.
  L'articolo 7 dello «sblocca Italia» crea delle mega utilities che gestiranno le risorse idriche e renderanno le bonifiche terreno fertile, sì, ma solo per il conto in banca di qualcuno.
  L'acqua è un bene fondamentale per l'uomo e la sua gestione deve essere pubblica. Scusi, Presidente...

  PRESIDENTE. Colleghi, gentilmente abbassiamo il tono della voce.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Non ci sarà più controllo, né da parte degli enti locali, né da parte dei cittadini. D'altro canto, anche le infrastrutture petrolifere potranno essere realizzate senza controllo, perché sono state definite, insieme agli inceneritori, opere di interesse strategico. Quindi, che i cittadini sappiano che, se non vogliono vedere il loro territorio devastato da trivellazioni e inceneritori, si troveranno di fronte l'Esercito. I cittadini vi fanno così paura ? Forse come gli operai di ieri vi facevano paura ? Quando vi serve il voto non avete così paura dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! I metodi che usate in Aula e in Commissione sono il manganello verso l'opposizione e questo decreto-legge è il manganello che state usando verso il Paese.
  Abbiamo a che fare con un decreto-legge infarcito di soldi vecchi, ma recuperati e riallocati per opere inutili. Queste sono logiche antiche, medievali, per opere nate trent'anni fa.
  Contrariamente a quello che ha sostenuto in audizione lo stesso Raffaele Cantone, vengono fatte deroghe agli appalti con la scusa della semplificazione e si costruiscono autostrade di corruzione. Questo decreto-legge è una vera e propria celebrazione della corruzione, che passa anche attraverso la defiscalizzazione da 2 miliardi di euro della Orte-Mestre, la più inutile tra le opere inutili. Il pedaggio forse andrà a Lupi ?
  Che il Governo con lo «sblocca Italia» spiani la strada alla corruzione lo afferma anche un attivista estremista del MoVimento 5 Stelle. Lo sapete chi è questo attivista estremista ? Bankitalia. Contro questo decreto-legge non sono scesi in piazza solo i «comitatini», come li chiama Renzi, ma anche urbanisti, ingegneri, economisti, magistrati e tante associazioni ambientaliste, tra cui quelle vicine al PD, come Legambiente.
  Il paradosso è che il presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci, pur di fare passare in fretta questo scempio, ha usato la tagliola in Commissione, una chiara prova degli interessi che ci sono in ballo.
  Dopo un decreto-legge come questo, che sostiene le fonti fossili e va in direzione totalmente contraria a ciò che le strategie internazionali contro i cambiamenti climatici ci dicono, chiediamo le dimissioni del presidente di Globe Italia, un gruppo appena formato, Mariastella Bianchi, del PD, ex responsabile ambiente del PD, per la palese inadeguatezza, sua e di tutto il partito, nell'affrontare problemi che stanno impattando su tutto il pianeta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E ora faccio un appunto anche alla nuova responsabile ambiente PD, l'onorevole Chiara Braga, che si è prestata a tutelare gli interessi del capo Renzi e delle lobby che lo sostengono, abdicando alla sua coscienza ambientalista, sempre che ne avesse una.
  Il Pontefice nei giorni scorsi ha affermato che i movimenti popolari esprimono la necessità urgente di rivitalizzare le nostre democrazie, tante volte sequestrate da innumerevoli fattori, e li ha definiti «un torrente di energia morale». Questo siamo: un torrente di energia morale ! E Pag. 20statene certi, questa energia non si dissiperà. Se il decreto-legge verrà approvato, preparatevi ad affrontare schiere di cittadini, associazioni, comuni e avvocati, tribunali già pronti a impugnare la legge. Vi seppelliranno sotto le carte. Il decreto-legge viola il Titolo V della Costituzione, ma il Governo è talmente abituato a saltare le procedure che pensa di poterlo fare tra un gelato e un tweet.
  State cercando di far passare il decreto-legge con la forza, senza ascoltare nessuno, ma non è più tempo per questo. Non è più tempo di soprusi, privilegi, aiuti alle lobby. Il Governo non ha ancora fatto l’update storico, ma le persone sì.
  Non vi vergognate di niente, avete persino usato la scusa di Genova dicendo che questo decreto-legge stanzia fondi per l'alluvione. Falso, perché stanzia solo 50 milioni di euro per tutte le emergenze italiane e sapete meglio di noi che di emergenze con questo decreto-legge ne state creando a decine. Lo «sblocca Italia» è il funerale dell'ambiente, dello sviluppo economico vero e della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Signor Presidente, il decreto-legge che ci accingiamo a convertire in legge ha perlomeno tre valenze che dovrebbero essere approfondite, al di là delle genericità e delle discussioni fumose su cose che non sono contenute nel testo e che evidentemente fanno parte di una proiezione di un film che si ritiene di dover raccontare agli italiani, forse per non compiere lo sforzo di entrare nel merito delle questioni e nel duro lavoro di leggere, approfondire e comprendere quanto si è fatto in questi giorni all'interno di queste Aule. Ma dicevo di tre valenze.
  La prima, sul piano politico, è una concretizzazione della strada di un riformismo che potremmo definire consapevole e concreto...

  PRESIDENTE. Attenda un attimo, onorevole Borghi. Colleghi, lo stesso rispetto che c’è stato nei confronti di coloro degli altri gruppi che hanno parlato, andrebbe garantito all'onorevole Borghi, compresi i colleghi del partito dell'onorevole Borghi.

  ENRICO BORGHI. La ringrazio, signor Presidente. Dicevo, contrapposta a due strade che ancora in questi interventi abbiamo ascoltato: una strada di una radicalità generica e fumosa e una strada di un conservatorismo miope e rassegnato. Poi, c’è il piano istituzionale e su questo piano è bene ricordare che questa è una buona occasione per il ruolo del Parlamento, perché va detto, senza infingimenti e anche senza timori, che questo decreto-legge esce migliorato e rafforzato dall'esame parlamentare, grazie al lavoro intenso anzitutto della relatrice onorevole Braga, che vogliamo ringraziare, e della Commissione, che si è impegnata intensamente, sia pure lontano dai fari della comunicazione e dei mass media, per introdurre elementi che hanno aumentato la trasparenza e la concorrenza, e valga per tutti il modo con il quale è stato migliorato ed emendato l'articolo 5.
  Inoltre, sul piano fattuale, all'interno di questo documento ci sono azioni concrete, vere, reali, di sburocratizzazione, di riordino, di sblocco di settori decisivi per il rilancio del Paese e c’è una cosa forse banale, che però vorremmo sottolineare: il richiamo alla responsabilizzazione di tutti i livelli pubblici, perché non possiamo più accettare che la sedimentazione burocratica nel nostro Paese significhi rinvio, scarico di responsabilità, blocco del sistema.
   Tornando al tema politico, abbiamo assistito anche in quest'Aula ad un'opposizione preconcetta e ideologica e tutte le ideologie si basano su mistificazioni, su frasi fatte, su generiche attestazioni e asserzioni condite di banalità. Solo due esempi rispetto a questo proposito, signor Presidente, dei tanti: ci si accusa di voler privatizzare l'acqua. È vero il contrario. È vero, invece, che noi rendiamo concreto e attuativo il precetto referendario, riordinando Pag. 21il settore che oggi ha troppi soggetti gestori e, quindi, a livello diseconomico viene riordinato; e senza tacere il fatto che cinque regioni a vent'anni di distanza dalla «legge Galli» non hanno ancora dato attuazione a questo strumento; e senza sottolineare un aspetto, che dalle opposizioni fanno finta di non vedere: noi con questo decreto-legge eliminiamo l'obbligo della privatizzazione del più grande acquedotto d'Europa, l'acquedotto pugliese. Dov’è la privatizzazione dell'acqua, se noi eliminiamo l'obbligo della privatizzazione ? Però, qui c’è un equivoco non detto, perché si lascia sempre sottintendere che il concetto di acqua pubblica significhi acqua gratis. E allora il servizio chi lo paga ? Chi paga l'adduzione, la potabilizzazione, la distribuzione, la depurazione, visto che dal rubinetto non ce la porta gratuitamente domineddio ! Con questo strumento noi rendiamo più efficiente il sistema ed è il modo con il quale, da un lato, attiviamo nuovi investimenti e, dall'altro, conteniamo costi e tariffe per i cittadini.
  E il secondo esempio: ci si accusa di essere quelli della trivella facile, ma perché non dire che un emendamento del Partito Democratico ha introdotto l'eliminazione delle proroghe automatiche alla coltivazione; ha introdotto l'obbligo della VIA-VAS previa intesa con la regione; ha introdotto il rilascio della concessione, subordinandola alla presentazione di idonee garanzie fideiussorie per danni ambientali massimi; ha introdotto il concetto che gli enti pubblici territoriali verranno inseriti nelle compensazioni e nel riequilibrio ambientale; ha stabilito che i nuovi giacimenti siano subordinati a VIA per dimostrare l'assenza di effetti di subsidenza sull'attività di costa, sull'equilibrio ecosistemico e sugli insediamenti antropici; ha stabilito il divieto di ricerca ed estrazione dello shale gas e dello shale oil.
  Perché vede, signor Presidente, noi non siamo quelli della green economy da salotto o da asilo infantile: siamo quelli che la mettono realmente sul campo e, non è un caso, che i grandi big player dell'energia a partecipazione pubblica stiano attuando politiche in questa direzione, con l'ENEL che rinuncia alla riconversione a carbone di centrali termoelettriche o con l'ENI che avvia progetti di green refinery a Venezia e a Gela per ridurre del 40 per cento l'emissione di CO2 nell'atmosfera.
  Queste sono le cose concrete, questo è l'ambientalismo dei fatti e non delle chiacchiere !
  Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Con buona pace dei nostri detrattori, «sblocca Italia», per rievocare uno slogan che andava di moda forse quando i padri dei nostri detrattori scendevano nelle piazze, non è che un debutto, perché deve essere una filosofia iniziale e non estemporanea per fare due operazioni: da un lato, quella di sconfiggere (Commenti)...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Borghi. Colleghi, non so se voi vi rendete conto... Aspettiamo, onorevole Borghi, non abbiamo fretta. Colleghi, sta parlando un vostro collega !
  Prego, onorevole Borghi.

  ENRICO BORGHI. Da un lato, quella di sconfiggere il potere dei «no», quel potere dei «no» che per troppi anni ha cristallizzato il nostro Paese e che ancora ci viene riproposto, perché noi siamo in quest'Aula «no triv», però vogliamo una bolletta energetica più bassa; siamo «no antenne», però abbiamo tutti in tasca l’iPhone; siamo «no autostrade», però vogliamo velocità, investimenti, sicurezza; siamo «no TAV», però vogliamo trasferire le merci e le persone dalla gomma alla ferrovia.
  Poi vogliamo premiare la voglia di investire. C’è un articolo, signor Presidente, che è passato sotto traccia, l'articolo 20, che riguarda le società di investimento immobiliare quotate: ebbene, mentre qui si discute quasi del sesso degli angeli, questo articolo sta già oggi mobilitando e attirando capitali dall'estero verso l'Italia, perché noi ascoltiamo il grido «lavoro, lavoro, lavoro» che ci arriva fuori da questi palazzi, ma il lavoro non si produce con la bacchetta magica o con gli slogan, si produce con gli investimenti. E questo è Pag. 22uno degli elementi che noi vogliamo mettere al centro di questo lavoro, perché rischiamo di vivere quella che De Rita ha definito la «restanza», cioè il residuo attivo degli antichi germi di comunità passate; anche negli interventi che abbiamo ascoltato si parla di difesa, si parla di congelamento di quanto si è guadagnato con i precedenti processi di sviluppo e con le precedenti generazioni.
  La verità invece sta altrove, la verità è che più ti fermi e più ti impoverisci e noi dobbiamo evitare un avvitamento micidiale tra due idee, quella dell’austerity, che già troppi danni ha creato anche al nostro Paese, e quella della decrescita felice, che peraltro vediamo in pratica soltanto quando i cittadini accorrono alle urne e non premiano i partiti dell'opposizione, a cominciare dai fautori di questo concetto.
  Qui si parla di redistribuzione di un reddito che non c’è quasi più. Noi puntiamo sulla partecipazione diffusa per la creazione della ricchezza, perché qui non ci sono più torte da dividere, ma bisogna aumentare la dimensione della torta della ricchezza. Lo «sblocca Italia» è un tassello in questa direzione politica, di questa azione politica, perché punta su soggetti attivi e su attori concreti in settori chiave come le infrastrutture, l'energia, l'ambiente e lo sblocco di più di 2 miliardi di euro nel tema del comparto idrogeologico, per un nuovo ciclo di sviluppo.
  Questa, signor Presidente e colleghi, è l'intima speranza e la tenace convinzione con la quale abbiamo lavorato nella consapevolezza di avere lavorato per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghi, anche per la pazienza di parlare in queste condizioni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, questo decreto-legge svende il patrimonio pubblico, mette un tassello gravissimo nella svendita degli asset pubblici, acqua e gestione rifiuti, per circa 100 miliardi di euro, spreca risorse private dei cittadini.
  Il risparmio postale, 20 miliardi di euro annui della contabilità di CDP, può andare in trivellazioni e inceneritori, configura un vero e proprio tradimento della Patria da parte di chi lo ha scritto. Consiglio di istituire una Commissione anti Stato per capire se dentro al Governo ci sia ancora qualche traccia di senso dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il lato positivo del decreto-legge è che i cittadini ora sanno di non poter più investire i soldi nelle banche (vedi MPS e Carige), né nelle poste. Quindi, a breve si capirà il ruolo dell'economia partecipata e solidale, del crowdfunding e della decrescita felice, purtroppo ignota al PD, e l'Italia si sbloccherà davvero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare in dissenso dal gruppo l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, voterò contro il provvedimento «sblocca Italia» in dissenso dal mio gruppo. Non ho altro modo per gridare ad alta voce la mia forte delusione... (Nelle tribune riservate al pubblico viene esposto uno striscione).

  PRESIDENTE. Sospendo la seduta !

  La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 11,45.

  PRESIDENTE. Colleghi, ovviamente, essendoci state manifestazioni in tribuna e tumulti, ho dovuto sospendere la seduta. Pregherei, se possibile, di evitare di seguire in Aula quello che è accaduto nelle tribune. Stava parlando l'onorevole Cera. Prego, onorevole Cera.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, voterò contro il provvedimento «sblocca Italia», in dissenso dal mio gruppo. Non ho altro modo per gridare ad alta voce la mia forte delusione per come è stata trattata Pag. 23l'alluvione che ha colpito, all'inizio di settembre, il Gargano. Ci sono voluti ben cinquanta giorni perché la Presidenza del Consiglio emettesse l'ordinanza di emergenza per calamità naturali e avversità atmosferiche nei confronti del Gargano. Per l'alluvione del Gargano, poi, sono state assegnate delle mancette.
  Pertanto, fino a quando non mi convincerò che il Governo tratta una zona del sud allo stesso modo di una del nord, o meglio, un promontorio grande quanto la regione Molise alla stessa stregua di un quartiere di Genova, io continuerò a votare contro !

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di intervenire il presidente della Commissione ambiente, onorevole Realacci, per un ringraziamento. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Signor Presidente, i ringraziamenti in genere sono atti dovuti, atti rituali, atti di buona educazione. La buona educazione non è cosa da rottamare in questo Paese, anche se a volte non è usata. In questo caso il ringraziamento è veramente necessario e va, non solo al lavoro dei colleghi della Commissione, ma anche e soprattutto ai funzionari della Camera, che hanno accompagnato un lavoro che è stato molto intenso. Ho sentito fantasiose interpretazioni: che io ricordi, nessun decreto è stato mai esaminato con tanta intensità e con tanta attenzione. Noi abbiamo svolto audizioni...

  PRESIDENTE. Onorevole Realacci, le chiedo scusa. Lei sta facendo un ringraziamento, non posso darle la parola per una replica al dibattito.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Presidente, non riapro il dibattito, sto ricordando che il provvedimento è stato esaminato udendo decine e decine di soggetti, economici istituzionali e sociali, svolgendo un intenso dibattito. Sono stati approvati oltre 200 emendamenti, alcuni dei quali hanno riscritto praticamente il provvedimento. Ovviamente, mi auguro che il Parlamento abbia fatto bene il suo lavoro ed è compito di tutti verificare che quello che questo provvedimento prevedeva di realizzare nel Paese sia effettivamente corrispondente agli effetti.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Se non vi sono obiezioni la Presidenza si intende autorizzata...

  RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Nuti ?

  RICCARDO NUTI. Per dichiarazione di voto a titolo personale.

  PRESIDENTE. Onorevole Nuti, ha parlato il presidente della Commissione come ultimo intervento per un ringraziamento. Se lei si fosse iscritto... Non si agiti, le sto spiegando... La ringrazio, andiamo avanti.

(Coordinamento formale – A.C. 2629-A/R)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2629-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2629-A/R, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione – I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle espongono cartelli recanti l'immagine di una croce e la scritta: #sfasciaItalia)

Pag. 24

  Per favore, eliminate i cartelli. I commessi intervengano, per favore... (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente) Siamo abituati... Vi pregherei di rispettare il lavoro dei commessi e di collaborare con loro. Almeno questo, se proprio non siete in grado di fare altro. Hanno votato tutti ? Onorevole Grassi (Commenti della deputata Terzoni). .. Onorevole Terzoni, stia calma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive» (2629-A/R):

   Presenti  446   
   Votanti  439   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  278    
    Hanno votato no  161    

  La Camera approva (Vedi votazioni)

  (I deputati Migliore, Pilozzi e Valeria Valente hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole – I deputati Mannino, Ciracì e Di Battista hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12 per l'esame della relazione recante variazione alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014.

  La seduta, sospesa alle 11,50, è ripresa alle 12,10.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Cessazione dal mandato parlamentare della deputata Federica Mogherini.

  PRESIDENTE. Comunico che in data 27 ottobre 2014 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera della deputata Federica Mogherini, che vengo a leggervi: «Gentile Presidente, dopo l'approvazione del Parlamento europeo, il Consiglio europeo di venerdì 24 ottobre 2014 ha nominato la nuova Commissione europea, presieduta da Jean Claude Juncker, in cui mi è stato affidato l'incarico di Vicepresidente e Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
  Affronto questo nuovo incarico consapevole della responsabilità che comporta e dell'onore che rappresenta non solo per me, ma anche per il nostro Paese. Porterò con me il ricordo e l'esperienza del lavoro parlamentare, che tanto ho amato e che tanto mi ha insegnato. Sono entrata alla Camera dei deputati nella XVI Legislatura, nell'aprile del 2008, e in questi sei anni ho avuto il grande onore di servire l'Italia come deputata della Repubblica, lavorando in un'istituzione che considero il cuore della vita politica della nostra democrazia.
  È dunque con grande emozione che rassegno le mie dimissioni da deputata della Repubblica. Nel pregarLa di voler comunicare le mie dimissioni all'Assemblea, affinché possa prenderne atto a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, desidero esprimere a Lei e a tutti i colleghi deputati il mio più sentito ringraziamento per questi anni bellissimi, anche se spesso difficili.
  Continuerò il mio impegno politico e istituzionale con un altro ruolo, in un'altra città, in altre istituzioni, che vengono a volte indicate come un «altrove» ostile. Da europeista convinta, da italiana orgogliosa del proprio Paese, lavorerò con tutte le mie energie per far sì che la distanza tra la dimensione nazionale e quella europea del nostro futuro si riduca fino a non essere più percepita. Per questo sono certa che le mie dimissioni dall'Assemblea che Lei presiede non saranno per me motivo di lontananza, ma di un rinnovato impegno per un lavoro condiviso.
  Desidero esprimere a Lei e a tutti i colleghi e amici deputati l'augurio di buon Pag. 25lavoro. Con i sensi della più alta considerazione. Firmato: Federica Mogherini» (Applausi).
  Un applauso veramente caloroso. Prima che la Camera prenda atto di tale comunicazione, ha chiesto di intervenire giustappunto la deputata Federica Mogherini. Ne ha facoltà.

  FEDERICA MOGHERINI. Signor Presidente, grazie per questa occasione di saluto, che per me non è un addio ma semplicemente un arrivederci. È stato per me un grandissimo onore servire il nostro Paese da deputato della Repubblica, negli ultimi mesi da Ministro. Sono stati anni sicuramente molto difficili: sei anni di crisi economica drammatica, di tensioni sulla scena internazionale spesso sfociate in conflitti; anni in cui abbiamo avuto anche passaggi istituzionali dolorosi e faticosi: penso soprattutto alla rielezione del Presidente della Repubblica, che è stata una delle pagine più faticose, più sofferte ma al tempo stesso anche più belle per l'insegnamento che il Presidente Giorgio Napolitano ci ha dato di rispetto delle istituzioni e di interpretazione del suo ruolo nel modo migliore che potesse fare (Applausi). E vorrei ringraziare il Presidente per la forza e la saggezza con la quale ha saputo guidare le istituzioni italiane in questi anni difficili, e anche personalmente per l'esempio e per il conforto che a volte in questi anni lui ha rappresentato per me personalmente.
  Anche grazie a questa saggezza e a questa forza il nostro Paese in questi anni difficili ha anche avuto momenti positivi: ho avuto modo di viverli, come deputato, come Ministro della Repubblica.
  Nei prossimi cinque anni spero di avere la capacità di onorare la responsabilità che avrò di guidare la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, lo farò da italiana, portando con me gli insegnamenti della grande tradizione federalista del nostro Paese, l'attenzione che l'italiano non può non avere per il Mediterraneo ed il Medio Oriente, la voglia e spero la capacità di dialogo con tutti sempre. Soprattutto spero di portare con me l'energia di un'Italia che ha voglia di cambiare, che ha voglia di cambiare sé stessa, l'Europa ed anche la propria immagine, superare gli stereotipi, mostrare il vero volto del nostro Paese, che è pieno di energia, pieno di competenze, pieno di fiducia e credo anche pieno di futuro. Proverò a farlo al meglio portando con me l'esperienza di questi anni in Parlamento. Io so che non è popolare dirlo, ma sono veramente convinta che questa istituzione sia il cuore della nostra democrazia e qui ho imparato molto, ho imparato sicuramente il rispetto, l'ascolto, il dialogo, la ricerca di soluzioni condivise non sempre trovate ma sempre ricercate, il rigore del lavoro istituzionale. È stato attraverso il lavoro in quest'Aula ma soprattutto il lavoro nelle Commissioni esteri e difesa, il lavoro nell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa prima, della NATO dopo, un lavoro di confronto con tutti i deputati di tutti i gruppi. Attraverso questo lavoro credo di aver imparato alcune cose che possono essere preziose per il mio lavoro di domani. Vorrei cogliere questa occasione per ringraziare innanzitutto tutti i funzionari della Camera, tutti i dipendenti della Camera che hanno accompagnato il mio lavoro parlamentare in questi anni, ringraziarli per la straordinaria competenza, per la straordinaria dedizione con la quale fanno il loro lavoro tutti i giorni (Applausi). Vorrei ringraziare tutti i colleghi, di tutti i gruppi, gli amici che ho in ogni gruppo che ho trovato lungo la strada, nessuna escluso, e soprattutto il mio gruppo, il gruppo del Partito democratico. Io sono entrata in questa Camera nel 2008 e il PD era appena nato, grazie al lavoro e anche alla visione di molti che sono seduti qui oggi e di molti che sono stati seduti su questi banchi nella scorsa e nelle precedenti legislature, primo fra tutti Walter Veltroni, con il quale ho condiviso quel sogno e questi stessi banchi nella precedente legislatura. Vorrei ringraziare i tanti colleghi del mio gruppo che sono innanzitutto amici, con i quali ho iniziato la mia attività politica in alcuni casi molti anni fa Pag. 26e che è davvero un orgoglio trovare seduti su questi banchi oggi. Questo saluto, dicevo, è solo un arrivederci per me, credo che sia sbagliato, credo che sarebbe sbagliato vivere la nuova responsabilità che ricoprirò fra qualche giorno, fra qualche ora nell'Unione europea come un esilio, come qualcosa di distante dalla politica e dalle istituzioni italiane. Sono convinta che farà bene all'Unione europea, che farà bene all'Italia, che farà bene a tutti gli Europei capire che l'Unione europea non è Bruxelles, che l'Unione europea è oggi singolo luogo, ogni singolo cittadino dei nostri 28 bellissimi Paesi. L'Unione europea siamo noi, ognuno di noi, e sono convinta, sono sicura che in questo Parlamento troverò sempre un forte e convinto compagno di strada nel cercare di fare in modo che questa convinzione diventi sempre più una realtà. Grazie mille (Applausi).

  PRESIDENTE. Trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione della deputata Federica Mogherini dal mandato parlamentare.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo, deputato ? Perché non c’è un dibattito su questo, è una comunicazione.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, come spesso avvenuto, quando si è dimesso il presidente Leone e il sindaco di Firenze Nardella, i gruppi parlamentari sono intervenuti e quindi allo stesso titolo vorrei intervenire sulle dimissioni dell'ex Ministro degli esteri Mogherini.

  PRESIDENTE. C'era una votazione, comunque. Non è la stessa cosa.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Posso intervenire, posso parlare ?

  PRESIDENTE. Se noi adesso apriamo gli interventi, ogni gruppo vorrà intervenire. Quindi, apriamo un dibattito, onorevole Di Battista (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, non bisogna avere paura di alcune parole. Abbiamo il diritto di parlare. Interverranno i colleghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Sappia, Presidente, a titolo di informazione che precedentemente il delegato d'Aula del PD, Rosato, si è avvicinato ai nostri banchi e ci ha chiesto: «Può intervenire il presidente Speranza sulle dimissioni della Mogherini ?». Noi gli abbiamo detto: «Certo, però se interviene il presidente Speranza interveniamo anche noi», e lui ha detto: «Allora, non ci fate parlare».

  PRESIDENTE. Magari dovevate chiederlo a me...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. No, non è che non li facciamo parlare, non li facciamo mentire. Per cui, se parlano loro parliamo anche noi e ora vogliamo parlare noi e ne abbiamo il diritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, aspetti. Io non sono al corrente di queste consultazioni per le vie brevi e non mi era stato detto che ci sarebbe stato un dibattito a seguire.
  Dunque, per quanto mi riguarda quello che succede tra di voi non mi concerne, non mi riguarda (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Io vorrei anche fare un in bocca al lupo al Ministro. Volevo farle gli auguri...

  PRESIDENTE. Allora, non parlerà il presidente Speranza, non è previsto il dibattito, non parla nessuno (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pag. 27No, adesso non apriamo il dibattito su questo, abbia pazienza, onorevole Di Battista.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. È la prima volta che un Ministro italiano va a fare lady PESC e non mi permette di parlare. Presidente, mi permetta di parlare, di parlare per due minuti di politica estera.

  PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, la prego di attenersi alle regole. Non è previsto il dibattito, non è previsto il dibattito !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Allora mi sbatta fuori, se non posso parlare ! Mi sbatta fuori se non posso parlare ! Mi richiami all'ordine.

  PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, sappia accettare le regole, abbia pazienza ! Non è stato previsto il dibattito.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Questa è censura ! Abbia il coraggio di sbattermi fuori !

  PRESIDENTE. Adesso dovrei proclamare il deputato subentrante (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, le faccio questo richiamo al Regolamento sia in base agli articoli 8 e seguenti sia in base all'articolo 57.
  Noi siamo semplicemente a chiedere di intervenire, come già è successo in occasioni precedenti. Nel momento in cui è successo che Leone si è dovuto dimettere per questioni di incompatibilità, quindi identiche, siamo intervenuti per parlare. La stessa cosa è successa per Nardella, e siamo intervenuti per parlare. Nel momento in cui il presidente Leone si è dimesso non c’è stato un voto. Quindi le cose che lei ha detto, a giustificazione del fatto che non lascia parlare i nostri deputati che vogliono intervenire, mi dispiace ma decadono. Quindi, la prego di farci intervenire, perché vorremmo anche fare gli in bocca al lupo al Commissario Mogherini. È nostro diritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, mi permetto di intervenire per un motivo molto semplice. Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi tutti e, in particolare, la sua attenzione e la sua sensibilità. Il Parlamento oggi vive un momento importante non solo perché una collega, per motivi di incompatibilità, lascia quest'Aula, ma soprattutto per l'incarico che poi va a ricoprire, che rappresenta il nostro Paese e per l'incarico all'interno stesso della Comunità europea. Poi l'Aula è attesa ad un'altra prova molto impegnativa, relativa alla discussione seguente sul DEF.
  Quindi, io penso che non sarebbe fuori luogo – e questo lo lascio alla sua sensibilità – dare la disponibilità ad ogni gruppo, per non più di tre minuti, perché si possa intervenire per evitare polemiche, perché già oggi ce ne sono state tante, certamente non imputabili alla Presidenza. Io penso insomma (Commenti del deputato Grimoldi), per carità, che questa proposta possa essere accolta e mi auguro e auspico che sia accolta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, lei sa che abbiamo avuto una Conferenza dei presidenti di gruppo. Io ho comunicato in Conferenza dei presidenti di gruppo che ci sarebbe stato questo momento e nessuno mi ha anticipato che ci sarebbero stati degli interventi.
  Allora, è anche nella Conferenza dei presidenti di gruppo che queste cose si stabiliscono !Pag. 28
  Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, sull'articolo 59 del Regolamento, intanto per dirle che noi naturalmente accettiamo qualsiasi sua decisione su intervenire o non intervenire; non è un problema di sostanza, lo decide la Presidente. Noi ci siamo fermati alle decisioni assunte in Capigruppo, poi la sensibilità qualche volta può portare i gruppi a ritenere che il gruppo del deputato che esce dal Parlamento abbia forse un diritto di esprimere un saluto in più o due parole in più rispetto all'apertura di un dibattito in Aula. Non è stato possibile, per noi la questione è indifferente, non abbiamo neanche posto il tema alla Presidenza. Io quello che volevo richiamare con articolo 59 del Regolamento, Presidente, è che, a prescindere dalle sue decisioni, a prescindere dalle situazioni in cui noi stiamo qui a discutere, noi non vogliamo più accettare il comportamento di colleghi come il collega Di Battista, perché il collega Di Battista si è rivolto alla Presidenza con parole inaccettabili che noi riteniamo non vadano solo stigmatizzate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io lo sto dicendo con la massima serenità, ma credo che vadano presi dei provvedimenti, perché altrimenti in questa Aula...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Uccidetemi !

  ETTORE ROSATO. ... non ci saranno più regole. Io non sono preoccupato per questa legislatura, Presidente, io non sono preoccupato per questa legislatura, perché i colleghi del MoVimento 5 Stelle non ci fanno minimamente paura con i loro atteggiamenti. Non sono preoccupato, possono fare quello che ritengono. Sono preoccupato per quelli che verranno dopo di noi e noi non possiamo consentire che in questo Parlamento si prendano usi che sono assolutamente inaccettabili rispetto ad un'assemblea di condominio. E noi non possiamo accettare, quindi, che ci si rivolga alla Presidenza dell'Aula come si è rivolto il collega Di Battista. Quindi, la pregherei, Presidente, di prendere provvedimenti su un collega che è un maleducato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Colleghi, adesso darei la parola al presidente Brunetta, dopodiché darò lettura del subentrante, dopodiché darò la parola, accogliendo la proposta dell'onorevole Palese, ma dopo che avrò proclamato il subentrante, per tre minuti a gruppo. Prego, presidente Brunetta.

  RENATO BRUNETTA. Semplicemente per dire che non stiamo dando uno spettacolo positivo all'esterno, tra l'altro in un momento assolutamente importante, come quello del riconoscimento dell'alto incarico che assumerà la collega Federica Mogherini. Per questa ragione, io le chiederei, signora Presidente, come ha già accettato, di aprire, subito dopo la proclamazione del subentrante, un breve dibattito che potrà essere utile alla collega per meglio realizzare il suo lavoro in Europa. Per questa ragione, mi sento di chiederle, appunto come mi sembra che lei abbia già fatto, di aprire una breve discussione, tre minuti per gruppo, in maniera tale che si volga in positivo quello che invece rischia di trasformarsi nell'ennesima bagarre di cui il Paese certamente non sente l'esigenza.

  PRESIDENTE. La ringrazio, come ho già annunciato procederemo in questo modo e, dunque, adesso, dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato a seguito della presa d'atto...

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Pini, però io ho già annunciato che avrei proceduto..., poi dopo le darò la parola. Ho già iniziato la proclamazione del deputato, abbiate pazienza.

  GIANLUCA PINI. Presidente, sull'ordine dei lavori.

Pag. 29

  PRESIDENTE. Ho capito, le darò la parola dopo. Ho già iniziato la proclamazione, onorevole Pini. È un diritto del subentrante procedere alla proclamazione.

  GIANLUCA PINI. Come è diritto di chi è già qui di intervenire sull'ordine dei lavori ! Soprattutto se rappresenta un gruppo ! Visto che hanno parlato gli altri gruppi sull'ordine dei lavori, interveniamo anche noi.

  PRESIDENTE. Prego, intervenga.

  GIANLUCA PINI. Bene, era solo ed esclusivamente per significarle il fatto che a noi non interessano i tre minuti perché queste passerelle non interessano, le riteniamo delle buffonate. Abbiamo già detto cosa pensiamo sia del ruolo della Mogherini in Europa sia delle scelte che fa questo Governo in Europa.
  Prendiamo atto delle sue dimissioni, le facciamo anche noi gli auguri, sapendo che è un percorso difficilissimo, ma i nostri tre minuti li può cedere a qualcun altro.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Pini.

Proclamazione di un deputato subentrante (ore 12,30).

  PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni della deputata Federica Mogherini, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, che il candidato che, nella lista n. 15 – Partito Democratico nella XI circoscrizione Emilia-Romagna, segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo di lista risulta essere Marco Bergonzi.
  Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XI circoscrizione Emilia-Romagna Marco Bergonzi. S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,31).

  PRESIDENTE. Come avevo detto, darò per tre minuti la parola ad un deputato per gruppo che ne faccia richiesta. Ha chiesto di parlare il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.

  RENATO BRUNETTA. Alla collega Mogherini: l'Europa vive, da ormai più di sei anni, una grave crisi economica conseguente agli errori del dopo crisi dei subprime. Mentre gli Stati Uniti hanno fatto la scelta delle iniezioni monetarie, dei quantitative easing, l'Europa ha fatto le scelte del sangue, sudore e lacrime, volute dalla Germania di Angela Merkel. Onorevole Mogherini, questo non ha importato solo la crisi del nostro sistema di convivenza nella nostra Europa, con chi ci ha guadagnato da questa crisi e chi ci ha perso, ma ha prodotto anche un altro effetto, che la riguarderà ancor più direttamente, vale a dire la debolezza politica dell'Unione europea, vale a dire che l'errore di politica economica nell'affrontare la crisi ha portato l'Europa all'inconsistenza politica nei rapporti tra Est e Ovest.
  E, rispetto alla recente crisi ucraina, rispetto alle recenti crisi relative alle sanzioni, un'Europa debole economicamente è un'Europa debole politicamente. Pertanto, la soluzione del rilancio economico del nostro continente, della nostra unione, finalizzata alla crescita, all'espansione, a risolvere i tanti problemi legati all'euro, ma non solo, sarà anche la chiave per un rinnovato protagonismo politico dell'Unione europea.
  Mi rivolgo a lei, Lady Pesc, con questo mandato: rilancio dell'economia, per rilanciare il protagonismo, il soft power dell'Unione europea, nella sua missione di pace in questi momenti assolutamente straordinari e tragici, tanto a est quanto a sud del mondo. Buon lavoro, Federica Pag. 30(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Grazie, Presidente. In bocca al lupo alla ex collega, a questo punto, all'ex Ministro Mogherini. Speriamo con tutto il cuore che lei riuscirà a fare quello che non è riuscito a fare nessuno negli ultimi 20 anni, anche se abbiamo difficoltà a pensare che ci riuscirà, perché, purtroppo, si è parte di un meccanismo, di una partitocrazia, di un sistema.
  Questa mattina abbiamo avuto un incontro privato, Presidente, con il Presidente Morales della Bolivia, che ci ha detto di andare avanti; che ci ha detto di continuare a combattere questo sistema, anche se questo sistema rischia di cooptarti; che ci ha parlato di parole belle come la sovranità, la sovranità monetaria, energetica, la sovranità politica legata all'informazione.
  È quello che quest'Europa ci ha distrutto come cittadini. Ci ha tolto la sovranità, ci siamo appiattiti e ci auguriamo che lei non lo farà mai, mai sulle posizioni nordamericane, non perché siamo antiamericani, ma perché essere alleati non significa essere sudditi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ci arriva adesso un trattato, un TTIP, un trattato di libero commercio, lo stesso che ha distrutto milioni di contadini in America latina. Il trattato di libero commercio ci arriva e noi non ne sappiamo nulla. Allora si prenda un impegno, Ministro, ci dica il prima possibile che cosa c’è scritto in quell'accordo, che cosa c’è sotto il trattato di libero commercio con gli americani, perché non vogliamo che arrivino qua derrate di prodotti transgenici e distruggano l'economia dei piccoli pescatori e dei piccoli produttori, in particolare del Meridione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Non vogliamo più un'Europa piatta nei confronti appunto degli interessi nordamericani, che accetti le prove delle provette delle armi di distruzione di massa di Colin Powell, che non c'erano in Iraq, perché Saddam le aveva già utilizzate. E non accettiamo questo, di essere sudditi regolarmente. Non accettiamo le prove che non ci sono state degli aerei buttati giù dai Russi sulla Malesia e che sono costati delle sanzioni. E le sanzioni le paghiamo noi cittadini, non le pagano i pezzi grossi della finanza.
  Questo non accettiamo ! Per questo nasce il MoVimento 5 Stelle, che può piacere, non piacere, avrà fatto errori, non errori, ma per portare avanti il concetto di sovranità. Per questo ci siamo tanto arrabbiati quella volta, Presidente, sul decreto IMU-Banca d'Italia e con quella ghigliottina ! Perché la privatizzazione di quella banca ci ha tolto la possibilità di arrivare ad una nazionalizzazione di una banca e alla possibilità di avere una nostra moneta unica, sovrana, ed è questo uno degli obiettivi in Europa del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Come vede, io parlo civilmente, sì, accalorato, ma ho tutto il diritto di portare, insieme a questi fantastici colleghi, la visione del MoVimento 5 Stelle in Europa e la visione della politica internazionale. Il Ministro Mogherini lo deve sapere che cosa noi pensiamo, che non siamo filorussi, non siamo filoamericani e non stiamo con i terroristi, nonostante mi abbiate massacrato perché non sapete neanche leggere quello che uno scrive (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Siamo esclusivamente filoitaliani e vogliamo la sovranità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle-Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, i miei auguri più vivi alla collega Mogherini, con la speranza davvero che ci aiuti a costruire un'Europa diversa, l'Europa che in questo momento sogniamo tutti, che è un'Europa di pace, che è un'Europa in cui Pag. 31sia possibile davvero offrire delle garanzie, soprattutto ai giovani che si affacciano a questa cultura che va oltre i confini nazionali, ai giovani della generazione Erasmus.
  Devo dire che, tra tanti motivi di preoccupazione che ci sono, uno di quelli che ci tocca particolarmente è il taglio dei fondi proprio ai progetti Erasmus, perché riteniamo che la costruzione dell'Europa si possa fare soprattutto attraverso le nuove generazioni. Questo è un obiettivo, un obiettivo culturale, ma anche un obiettivo di politica internazionale e di politica europea. Quindi, ci auguriamo davvero che la collega Mogherini sia capace di credere nella nuova generazione, che costruirà l'Europa davvero dei popoli, l'Europa davvero di valori nuovi e condivisi, in un clima di intese ed in un clima di scambio proficuo, un'Europa in cui la logica economica sia presente, ma non sia determinante e non sia l'esclusiva.
  Quella per cui noi facciamo il tifo è l'Europa dei valori e facciamo per questo il tifo per l'Europa di giovani e per l'Europa di una cultura che si costruisce, giorno per giorno, attraverso lo scambio e attraverso l'arricchimento reciproco. Avere una donna in questo ruolo ci fa indubbiamente piacere. È un po’ di parte, forse, questo, ma ci fa veramente piacere, perché crediamo che è comunque un livello di sensibilità particolarmente attento alle nuove generazioni, particolarmente attento ad una logica che non sia solo ed esclusivamente una logica di profitto economico.
  Pertanto, grazie di tutto quello che farà. Penso che potrà contare sulla nostra collaborazione per tutto quello che rappresentano questi valori. Grazie davvero (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, sono animato da vari sentimenti, il primo, di grande amicizia e di grande sostegno al lavoro che sono sicuro farà, con grande determinazione e grande competenza, Federica Mogherini.
  Sono stati anni duri, ma sono stati anche anni interessanti, anni in cui abbiamo avuto la possibilità di conoscere le sfide che si aprivano nel mondo, di marce per la pace, di forum sociali, della grande manifestazione del 2003 contro la guerra in Iraq, gli anni dell'organizzazione giovanile, e tanti colleghi li ho ritrovati qui in questo Parlamento, in tanti gruppi. So che Federica sarà in grado di portare avanti non l'interesse dell'Italia, ma la capacità dell'Italia di portare un punto di vista autonomo alla grande prospettiva dell'Europa, e lo farà in un passaggio delicatissimo per l'Europa, che è quello della crescita di un sentimento pericoloso d'intolleranza, di chiusura, di xenofobia, di nuovi egoismi nazionali che stanno prendendo piede, e che, talvolta, anche i progressisti europei, non sono stati in grado di scacciare e di piegare nell'angolo della storia peggiore e più buia di questo continente.
  Questa è la sfida che dobbiamo lanciare, e dobbiamo farlo perché l'Europa non può essere soltanto un'espressione geografica, né uno spazio economico, deve essere il luogo che costruisce una nuova potenzialità, una nuova potenzialità di pace, di progresso, di dialogo e di ponti con il Mediterraneo, a partire dalla questione che noi consideriamo prioritaria: la risoluzione della questione tra Israele e Palestina, e il riconoscimento, anche del nostro Paese, della statualità della Palestina. Questo è il lavoro che Federica farà, e sono convinto che lo farà bene. Noi saremo vigili, attenti e siamo disponibili, per il nostro piccolo, a dare una mano (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, anche il gruppo di Scelta Civica, e io personalmente, auguriamo a Federica Mogherini di avere pieno successo nell'importante, alto incarico che le è stato affidato. È stato un grande successo per l'Italia assumere, attraverso di lei, la guida della Pag. 32politica estera e di difesa comune dell'Unione europea, una grande sfida e una grande opportunità; le auguriamo veramente ogni successo.
  Ho imparato a conoscere, nei mesi in cui Federica frequentava la Commissione esteri della Camera dei deputati, una persona capace di ascolto, umile, competente e capace. Sono convinto che raccoglierà questa sfida, questa grande scommessa e la porterà avanti con esiti positivi. Proprio in questi giorni, nella Commissione esteri della Camera, il presidente Cicchitto ha inaugurato un dibattito con un bellissimo documento introduttivo, e proprio ieri, nella prima occasione di aperto, franco e dialettico dibattito, è emerso, in modo evidente, come oggi nel mondo globalizzato, nel mondo dopo il crollo del comunismo internazionale, ci sia bisogno di un fattore di stabilizzazione. È emerso in modo fortissimo come l'assente fino ad ora, l'assente importante nella politica, negli equilibri politici internazionali, sia stata, e sia tuttora, l'Europa. L'augurio è che, con la guida della politica estera e di difesa comune di Federica Mogherini, l'Europa diventi protagonista e si candidi ad essere quel fattore di stabilizzazione di tante crisi internazionali, che, guarda caso, sono tutte vicine ai confini della vecchia Europa. C’è bisogno di un nuovo protagonismo, c’è bisogno di un esercito europeo, e in questo senso, anche la responsabilità di guida, non solo della politica estera, ma anche di difesa europea, deve portare l'Europa a diventare protagonista anche nell'organizzare una difesa comune. Siamo convinti che questo possa essere un fattore importantissimo per portare pace e prosperità nel mondo. Buon lavoro Federica (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie Presidente. Ho già avuto modo di dire che la scelta di puntare sull'Alta rappresentante per la politica estera e di difesa comune è stata un'ottima scelta da parte del nostro Presidente del Consiglio. Proprio ieri in Commissione esteri qualcuno ha detto che, invece, non è stata una buona scelta perché questa delega non ha un portafoglio. Noi – e quando dico «noi» penso a chi è veramente europeista – riteniamo che, invece, questa sia un'importantissima scelta, perché questa politica estera e di difesa comune va avviata e noi crediamo che Federica Mogherini sia assolutamente all'altezza di questo compito difficile, proprio perché tutto da avviare.
  Allora, ottima scelta e doppia ottima scelta per la delega e per la persona. Conosco Federica da tanti anni. Abbiamo lavorato insieme a livello internazionale, lei era molto giovane, ma già si faceva notare per le sue qualità. Abbiamo lavorato insieme nell'Internazionale socialista donne, nell'Internazionale socialista, nel Partito del socialismo europeo, insieme alle donne europee di questa grande famiglia. E al di là della felicità di avere qualcuno della grande famiglia socialdemocratica a ricoprire questo incarico importante, sono le qualità personali di Federica a rendere grandissima la scelta.
  Come dicevo, la conosco bene e Federica è seria, scrupolosa, rigorosa, determinata, capace di costruire rapporti politici, ma anche rapporti personali empatici. E siccome molto spesso la politica è anaffettiva, lei trasformerà la politica anche da questo punto di vista. Noi siamo in buone mani e siamo molto contenti di questo. Poi, commentando un po’ l'intervento del collega Di Battista, con tutto l'amore che abbiamo per il nostro Paese, noi siamo filoeuropei. Comunque, siamo in buone mani. Grazie, Federica (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Grazie Presidente. Il momento in cui Federica Mogherini assume questo incarico è un momento complicatissimo per l'Europa. Si tratta di riconquistare al cuore delle persone quel sentimento di diffidenza, di paura che le politiche dell’austerity hanno portato. Lo si fa con una politica europea veramente inclusiva.Pag. 33
  Abbiamo sentito in quest'Aula risuonare, anche oggi, sentimenti nazionalisti, che trovano una eco incredibile, per esempio, in emendamenti portati al DEF per escludere i bambini dal bonus bebé, i bambini figli di extracomunitari. Abbiamo sentito ancora oggi, mentre si parla dell'incarico di Federica Mogherini, parlare di Italia contrapposta all'Europa. Ora, questo è il segno della difficoltà dell'incarico che Federica Mogherini ha oggi assunto.
  Lei, Federica, lo saprà sicuramente portare a compimento grazie al suo talento, alle sue competenze e alle sue capacità. Io voglio parlare oggi dell'orgoglio di essere cittadina europea, di un'Europa che sceglie e assegna a una giovane donna questo incarico e io sono orgogliosa di appartenere a questa Europa. Riconosco con grande soddisfazione al Governo italiano il fatto di aver voluto e sostenuto questa scelta e sono orgogliosa di far parte di un grande movimento delle donne che in questi anni ha lavorato perché alle donne giovani e di talento, come Federica Mogherini, si aprissero queste possibilità e queste opportunità. Lei le svolgerà al meglio per tutte noi e per una grande Europa del modello sociale europeo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alli. Ne ha facoltà.

  PAOLO ALLI. Grazie Presidente. Un augurio da parte del Nuovo centrodestra e mio personale alla collega e amica Federica Mogherini che va a ricoprire una responsabilità molto grande. Ho avuto il privilegio di lavorare con lei nella delegazione presso l'Assemblea parlamentare della NATO. So che saprà svolgere questo ruolo in modo adeguato.
  Anche rispetto a cose che si sono sentite sia oggi sia in questi giorni, sul fatto che il ruolo dell'Alto Rappresentante sia un ruolo di poco potere e di poco poca efficacia, io vorrei ricordare che i cambiamenti non avvengono per miracolo o per decreto. I cambiamenti avvengono con pazienza, con costanza, con determinazione, cosa che certamente Federica Mogherini saprà mettere nel suo lavoro. Quindi, la prima missione, se così possiamo dire, che le viene affidata è quella di creare veramente una politica estera ed una politica di difesa comune dell'Unione europea, è un'operazione ciclopica, ma certamente qualcuno deve cominciare a farlo. Finora non ha cominciato nessuno, a Federica Mogherini questo impegno.
  Le parole che oggi ha scritto nella lettera che lei, Presidente, ha letto e che poi ha pronunciato successivamente nel suo indirizzo di saluto, ci rassicurano.
  Noi non abbiamo bisogno di slogan facili, che abbiamo anche sentito riecheggiare in quest'aula stamattina, di sessantottesima memoria. Abbiamo bisogno davvero – e queste erano le parole di Federica Mogherini che riecheggiavano, peraltro quelle dette dal Premier Renzi qualche giorno fa in quest'aula – di ridurre le distanze dall'Unione europea.
  L'Unione europea siamo noi, non è qualcun altro, perché l'aver pensato per decenni che l'Unione europea fosse qualcun altro è stata l'origine dei mali e della distanza che ormai la nostra gente percepisce rispetto a questa istituzione. Quindi, le parole di Federica Mogherini sono una garanzia da questo punto di vista e sappiamo che saprà svolgere questo compito.
  La sovranità nazionale è uno slogan facile, ma in un mondo che cambia così radicalmente questa sovranità nazionale assume forme nuove – l'abbiamo visto non solo nell'Unione europea – se non vuole diventare un isolazionismo autarchico.
  Un ultimo piccolo richiamo sul tema che sta molto a cuore al nostro Paese, quello dell'immigrazione: dopo il lavoro che il nostro Governo ha fatto, in particolare l'insistenza con la quale il Ministro Alfano, in tutte le sedi europee, ha richiamato il fatto che il Mediterraneo non è la frontiera sud dell'Italia o della Grecia, ma è la frontiera sud dell'Europa, abbiamo bisogno che adesso – e finalmente molti Paesi si sono resi conto di questa realtà – questo diventi veramente un dato di fatto.Pag. 34
  Quindi le operazioni – che si chiamino Frontex Plus o si chiamino Triton o si chiamino come si vogliono chiamare – dovranno avere come obiettivo quello di creare una vera coscienza, nell'Europa, che questa frontiera è la frontiera di tutti.
  Grazie e auguri ancora a Federica Mogherini (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Speranza. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SPERANZA. Signora Presidente, in maniera molto breve voglio esprimere due sentimenti che sento nel profondo: un sentimento vero di orgoglio ed un sentimento di fortissima emozione. Orgoglio perché penso che sia bello che una giovane donna, deputato del Partito Democratico, ma permettetemi di dire deputato di questa Repubblica, che rappresenta, come dice la Costituzione, tutta la nazione, andrà a rivestire un ruolo così importante e così decisivo. Quindi orgoglio, io penso, di tutti noi, in un giorno bello del nostro Parlamento.
  E poi l'emozione, l'emozione di vedere Federica, una giovane donna italiana che ha iniziato a far politica molti anni fa in un movimento giovanile, provando a far discutere giovani israeliani e giovani palestinesi, provando a parlare di pace in luoghi in cui la pace non poteva esistere, andare lì e rappresentare l'Europa. Lo dico con sincerità: mi chiedo spesso che cos’è la politica, mi chiedo se valga la pena, mi chiedo cosa ci sia nel profondo del nostro agire quotidiano. Quando guardo all'esperienza politica di Federica, mi si riempie il cuore d'orgoglio e penso che veramente una politica diversa può farcela e può cambiare il mondo.
  Dovrai, Federica, svolgere un ruolo decisivo, dovrai contribuire a cambiare l'Europa, dovrai costruire una politica estera «invisibile», perché questa è la drammatica verità con la quale noi ci confrontiamo. E se l'Europa non avrà una politica estera, l'Europa ben presto sparirà, scomparirà, non saprà più essere soggetto politico.
  Ebbene, io sono convinto, come presidente del gruppo del Partito Democratico, ma anche come Roberto Speranza, che ha conosciuto Federica quasi vent'anni fa, nell'impegno della Sinistra Giovanile, che sarai nelle condizioni di vincere questa sfida.
  E voglio dirti a testa alta, e voglio dire a testa alta a tutto questo Parlamento che potrà contare, Federica, in questa sfida straordinaria, nel sostegno, nell'affetto e nell'amicizia di tutto il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Anche la Presidenza si unisce ai migliori auguri a Federica Mogherini.

Esame della relazione recante variazione alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-ter) (ore 12,55).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della relazione recante variazione alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 29 ottobre 2014.
  Avverto, inoltre, che la relazione sarà esaminata a norma dell'articolo 118-bis, comma 4, del Regolamento, che prevede lo svolgimento di un dibattito limitato in cui, dopo gli interventi del relatore e del rappresentante del Governo, potrà intervenire un deputato per ciascun gruppo e per ciascuna componente politica del gruppo Misto, nonché coloro che intendano esprimere posizioni dissenzienti dai rispettivi gruppi. Le risoluzioni riferite alla relazione dovranno essere presentate nel corso della discussione. Interverrà, quindi, in sede di replica il rappresentante del Governo che dovrà indicare quale risoluzione intende accettare atteso che, a norma dell'articolo 118-bis, comma 2, del Regolamento, verrà posta in votazione per Pag. 35prima la risoluzione accettata dal Governo che, in caso di approvazione, precluderà le altre.
  Saluto, intanto, l'Associazione nazionale carabinieri – coordinamento provinciale di Monza e Brianza, che sta assistendo ai lavori dell'Aula dalla tribuna del pubblica (Applausi).

(Discussione – Doc. LVII, n. 2-ter)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Misiani.

  ANTONIO MISIANI, Relatore. Presidente, la relazione in oggetto aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica della Nota di aggiornamento che il Parlamento ha approvato lo scorso 14 ottobre e che è stata inviata il 15 ottobre in Europa nella forma di Documento programmatico di bilancio. L'aggiornamento è necessario in seguito al confronto che si è sviluppato tra il Governo italiano e la Commissione europea. Nella Nota di aggiornamento l'indebitamento netto in termini nominali programmatico era stabilito al 2,9 per cento del PIL e il miglioramento del saldo strutturale era pari a 0,1 punti percentuali. Con la lettera del 22 ottobre, il vicepresidente della Commissione europea ha avviato una fase di consultazione chiedendo al Governo garanzie sul rispetto delle regole previste dal braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita. Il Governo italiano ha risposto con una lettera del 27 ottobre scorso preannunciando l'intenzione di adottare misure aggiuntive per rafforzare lo sforzo fiscale. Le misure aggiuntive sono strutturate con tre interventi. Il primo è l'utilizzo delle maggiori risorse stanziate sul Fondo per la riduzione della pressione fiscale e sono 3,3 miliardi di euro nel 2015. Il secondo intervento è il rafforzamento delle misure contro l'evasione fiscale e in particolare l'estensione del meccanismo dell'inversione contabile per l'IVA alla grande distribuzione. Un intervento che vale 730 milioni di euro di miglioramento dell'indebitamento netto ed è assistito da una clausola di salvaguardia di eventuale aumento delle accise nel caso in cui non si raggiungesse questo obiettivo di miglioramento. Il terzo intervento è la parziale riduzione delle risorse per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei e vale 500 milioni di euro.
  Nel complesso sono interventi che migliorano il deficit programmato nel 2015 di 4,5 miliardi di euro e, di conseguenza, si scende al 2,6 per cento e il miglioramento del saldo strutturale passa dallo 0,1 allo 0,3 per cento del PIL. È uno sforzo notevole che, però, non altera la struttura complessiva del disegno di legge di stabilità, è coerente con il piano di riforme strutturali presentato dal Governo e in via di attuazione e non altera il quadro macroeconomico programmatico presentato nella Nota di aggiornamento. Parere confortato anche dalla valutazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio audito questa mattina dalla Commissione bilancio della Camera.
  Vengono rivisti anche gli obiettivi di cassa, in particolare il saldo netto da finanziarie programmatico rideterminato in meno 54 miliardi nel 2015. Queste misure addizionali saranno oggetto di un successivo emendamento del Governo al disegno di legge di stabilità 2015-2017. Concludo ricordando che la Commissione bilancio ha valutato di sottoporre al voto dell'Aula una risoluzione che andrà votata a maggioranza semplice. L'Ufficio parlamentare di bilancio ha condiviso questa impostazione assunta dalla Commissione bilancio della Camera e confortata dal fatto che parliamo di una variazione migliorativa dei saldi di bilancio e, quindi, stiamo ampiamente dentro, anzi miglioriamo quel peggioramento dell'indebitamento netto che la relazione su cui abbiamo chiesto il voto a maggioranza assoluta lo scorso 14 ottobre poneva fino a 11,5 miliardi di euro. Noi siamo ampiamente sotto quel livello e, quindi, riteniamo non necessario sottoporre al voto dell'Aula della Camera un'ulteriore risoluzione a maggioranza assoluta degli Pag. 36aventi diritto per uno scostamento rispetto a percorsi di avvicinamento all'obiettivo di medio termine che rimane nei termini già votati dal Parlamento.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
  È iscritto a parlare il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Grazie, signora Presidente, noi siamo convinti delle difficoltà che il Paese sta attraversando da un punto di vista economico, finanziario e sociale. È per questo che invitiamo il Governo a perseguire la strada delle riforme strutturali per fare in modo che questo Paese si modernizzi, per fare in modo che questo Paese cresca e quindi dare una speranza ai tanti giovani che oggi sono fuori dal mondo del lavoro, ai tanti giovani meridionali che hanno perso la speranza di entrare nel mondo del lavoro. E questa Nota di aggiornamento al DEF che ci è stata chiesta dall'Unione europea e, quindi, incide dello 0,3 per cento sul rapporto deficit-PIL per un importo di 4,8 miliardi. Credo che, come giustamente sottolineava il relatore, sia un fatto positivo perché abbassa...

  PRESIDENTE. Deputato Di Gioia, concluda.

  LELLO DI GIOIA. Mi dia qualche altro secondo.
  Abbassa quello che è appunto l'indebitamento netto. Vorrei sottolineare ancora che è necessario discutere nel disegno di legge di stabilità quelle indicazioni che non permettono appunto di fare in modo che si possa ancora operare con il vecchio sistema dell'aumento delle accise e siamo profondamente d'accordo con il Ministro dell'economia e delle finanze quando sostiene che il quadro macroeconomico non cambia in virtù di quelle che sono state le indicazioni del Documento di economia e finanza. Abbiamo la necessità di discutere, di affrontare con determinazione le riforme, insomma abbiamo il dovere politico e morale come Parlamento e come Governo di fare in modo che questo Paese abbia una prospettiva e che dia una prospettiva ai giovani.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, neanche due settimane fa le Camere hanno approvato la Nota di variazione al DEF che al Senato, lo ricordiamo, è passata con lo scarto di un solo voto. Oggi ci troviamo ad approvare la relazione di variazione alla stessa Nota di aggiornamento. Questo dato già di per sé la dice lunga sulla politica economica di questo Governo. Ma facciamo un po’ di cronistoria. In primavera abbiamo approvato un Documento di economia e finanza infarcito di previsioni ottimistiche prontamente sfatate dalla realtà e, di conseguenza, con la Nota di variazione si è dovuto prendere atto di un peggioramento del quadro economico che mostra nel suo complesso una ripresa modesta e più debole di quanto atteso in precedenza. In estrema sintesi il quadro macroeconomico contenuto nella Nota di aggiornamento ha previsto una variazione del PIL negativa per l'anno in corso a meno dello 0,3 per cento e una ripresa seppure modesta nel 2015 dello 0,5 per cento.
  Si è trattato, quindi, di una drastica revisione verso il basso rispetto a quanto previsto nell'aprile scorso con il DEF, che vagheggiava una crescita dello 0,8 per cento per il 2014 e dell'1,3 per cento per il 2015.
  Secondo i dati contenuti nella Nota di aggiornamento, il Governo ha ora posticipato la ripresa dell'attività economica al 2017, anno in cui dovrebbe attestarsi al di sopra dell'un per cento, per poi crescere ancora dell'1,2 nel 2018, beneficiando sia del miglioramento della domanda mondiale, che degli effetti positivi determinati dalle riforme già messe in atto, attualmente impediti dalla presenza di condizioni di domanda particolarmente deboli.
  Inoltre, sulle prospettive di crescita prefigurate dal Governo nel proprio patto Pag. 37programmatico per il 2016-2018 incidono in misura determinante le riforme strutturali in corso di approvazione parlamentare o che saranno specificate nell'ambito della manovra di fine anno. La Nota di aggiornamento aveva, infatti, dedicato particolare attenzione all'illustrazione degli effetti macroeconomici degli interventi strutturali, sottolineando come tali misure dovrebbero avere riflessi positivi sulla sostenibilità di medio e lungo periodo delle finanze pubbliche, anche attraverso un aumento della crescita potenziale.
  Le riforme strutturali di nuova occupazione dovrebbero produrre, nelle previsioni programmatiche del Governo, effetti positivi sulla crescita del PIL pari a 0,2 punti percentuali nel 2016 e a 0,4 punti percentuali nel 2017 e 2018. Ciò significa che il 20 per cento della crescita prevista nel 2016 sarebbe imputabile all'impatto delle riforme strutturali e questa incidenza salirebbe a circa il 30 per cento nel 2017 e nel 2018.
  Tuttavia, la portata degli effetti macroeconomici attribuiti alle riforme strutturali da parte del Governo non possono essere esenti da una valutazione approfondita e critica. Questo, innanzitutto, perché alcune riforme strutturali sono ancora in via di definizione, elemento che rende difficile la valutazione del loro impatto sull'economia. In secondo luogo, le riforme strutturali, soprattutto negli ultimi anni, hanno sempre sofferto di pesanti ritardi nella fase di concreta implementazione, ritardi che hanno comportato successive revisioni dell'impatto a breve termine inizialmente stimato. La stessa Nota di aggiornamento, infatti, ha dovuto correggere verso il basso gli effetti delle riforme adottate nel 2012 e 2014, imputando tali revisioni sia a ritardi di implementazione sia al protrarsi della fase congiunturale negativa.
  E con questo arriviamo ad oggi, alla presentazione a quest'Assemblea della Relazione di variazione alla Nota di aggiornamento al DEF, un nome molto lungo per dire una cosa molto semplice: che il Governo deve rivedere ancora i numeri, perché ancora ha sbagliato a fare i conti. Da dove nasce questa volta il problema ? Della legge di stabilità, con la quale il Governo ha tentato di far passare in Europa delle cifre sul deficit non realistiche. E, allora, prontamente, siamo stati richiamati dai nostri colleghi europei e, seppur con una sorta di gioco delle tre carte, non cambieranno, pare, i saldi della legge di stabilità, ma cambia tutto il resto.
  L'Italia ha dovuto prendere l'impegno di realizzare una correzione del deficit strutturale pari allo 0,3 per cento del PIL rispetto allo 0,1 inizialmente previsto, mettendo in campo un pacchetto di misure da ben 4,5 miliardi, attraverso l'aggiunta di 3,3 miliardi già iscritti in bilancio al Fondo per la riduzione della pressione fiscale e inseriti nei saldi. Il Governo ha aggiunto 500 milioni per effetto della riduzione della componente nazionale delle risorse per i fondi di coesione ed ulteriori 730 milioni grazie all'estensione del regime di reverse charge alla grande distribuzione.
  Quindi noi, non solo dovremo sacrificare somme dal famoso fondo che doveva essere destinato alla riduzione della pressione fiscale, a dispetto, anche qui, dei continui proclami del Presidente del Consiglio che continua a prometterla, ma troviamo inserita l'ennesima previsione aleatoria, vale a dire l'estensione del reverse charge e della fatturazione dell'IVA.
  In conclusione, oggi correggiamo la correzione, correzione che, a nostro avviso, non tiene conto, nelle sue previsioni, di alcuni fattori di rischio da non sottovalutare. In primis, il fatto che la crescita del commercio internazionale è esposta a forti incertezze, come indica la recente revisione verso il basso delle previsioni da parte del World Trade Organization, a cui si aggiungono le tensioni geopolitiche in Ucraina e in Medio Oriente, che costituiscono un ulteriore fattore di rischio per il recupero dell'economia globale, anche perché potrebbero condurre ad un aumento del prezzo del petrolio. In secondo luogo, ma non meno importante, il fatto che le aspettative degli agenti economici a sostegno della ripresa della domanda interna potrebbero tardare a concretizzarsi.Pag. 38
  L'assenza di decisi segnali di miglioramento nel mercato del lavoro, ad esempio, potrebbe condurre le famiglie a non ridurre i propri risparmi precauzionali e la ripresa degli investimenti delle imprese potrebbe essere più debole del previsto, a causa del basso tasso di utilizzo degli impianti e delle incerte prospettive dell'attività economica. Infine, non possono neanche essere sottovalutati i rischi di deflazione nell'area euro che potrebbero deprimere le aspettative di ripresa.
  Tutti questi elementi, uniti alla costante prassi seguita fin qui dal Governo in tutti i suoi provvedimenti di spendere soldi la cui reale esistenza appare spesso fortemente dubbia, destano in noi grande preoccupazione per il futuro economico del nostro Paese. L'Italia rischia di rimanere in recessione e questo deve essere assolutamente scongiurato, ma non vediamo in questo Governo né l'abilità né la lungimiranza di risolvere il problema. Nel quadro economico generale, infatti, rimane anche il nodo del lavoro con le sue dirompenti conseguenze: sfiducia dei cittadini, bassa domanda interna e assenza di ripresa dei consumi. La stessa nota di aggiornamento al DEF aveva sottolineato come, malgrado l'intensità e l'ampiezza degli interventi dedicati dal Governo al problema occupazionale, esso rimanga un elemento di criticità per l'Italia. Tale mercato ha risentito della debolezza dell'economia, con un tasso di disoccupazione ancora prossimo ai massimi storici e valori preoccupanti per la fascia di età inferiore ai 25 anni. Il tasso di disoccupazione è previsto arrivare nel 2014 al 12,6 per cento, mantenendosi stabile anche nel 2015 e tornando poi a ridursi negli anni successivi fino all'11,8 per cento nel 2018; è evidente che senza una ripresa del tasso occupazionale è oltremodo difficile che la domanda interna, alla quale si ascrivono salvifici effetti, torni a migliorare. Sin qui, infatti, nell'area dell'euro è stato proprio il permanere di una debolezza della domanda interna a penalizzare l'andamento del PIL.
  In conclusione, non troviamo elementi di ottimismo per la tanto invocata e tanto necessaria ripresa della nostra economia la quale, invece, appare decisamente urgente. Continuiamo ad assistere sgomenti allo spettacolo dei fondi spostati da una destinazione all'altra, nel disperato tentativo vano di mistificare la realtà, di continuare ad affermare che l'Italia uscirà dalla recessione e riprenderà a crescere. Ma i fatti, sembrano, purtroppo, dimostrare il contrario.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signora Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghi, il gruppo Per l'Italia voterà a favore della risoluzione presentata dalla maggioranza. Si tratta di un voto convinto a sostegno del considerevole sforzo messo in atto dal Governo per rispettare le regole imposte dall'adesione ai trattati europei. Il Governo sapeva che la scelta di deviare dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine, approntando misure correttive pari allo 0,5 per cento del PIL, avrebbe esposto l'Italia a possibili censure da parte della Commissione europea. Tuttavia, il punto di mediazione raggiunto adottando un obiettivo programmatico di indebitamento netto pari al 2,6 per cento anziché al 2,9 per cento in rapporto al PIL e migliorando l'intervento correttivo sul saldo strutturale dallo 0,1 allo 0,3 per cento deve essere, comunque, considerato un successo.
  La correzione di bilancio richiesto dall'Europa e qui adottata dimostra la grande energia e l'impegno di un Paese che, nonostante la sfavorevole congiuntura economica, in un contesto macroeconomico caratterizzato da tre anni consecutivi di recessione e in presenza di rischi crescenti di deflazione per l'economia italiana, vuole a tutti i costi perseguire con questa legge di stabilità l'obiettivo di rimettersi in pista, di modernizzare il Paese attraverso la realizzazione delle riforme strutturali molte delle quali già avviate, tenendo nel contempo sotto controllo i conti pubblici.
  Consideriamo questo voto un atto dovuto, ma al tempo stesso esso costituisce Pag. 39un monito a non abbassare la guardia, come la Commissione europea stessa ha tenuto a precisare. Infatti, altri sforzi potrebbero esserci richiesti per correggere i progetti di bilancio per il 2015 laddove a novembre, quando la Commissione aggiornerà le previsioni economiche d'autunno, dovessero malauguratamente riscontrarsi violazioni del Patto di stabilità e crescita.
  C'era e c’è un aspetto positivo che comunque dobbiamo rilevare nel commentare questa vicenda, cioè che l'Unione europea ha finalmente compreso il nostro sforzo – e per nostro intendo del Governo e della maggioranza che lo sostiene – per riportare al centro del dibattito il tema della crescita economica e per rimarcare l'importanza della priorità degli interventi a livello europeo volti a sostenerla, perché senza un impegno per ampliare il denominatore rappresentato dal prodotto interno lordo qualsiasi sforzo per ridurre i numeratori, siano essi deficit o debito, sono destinati se non fallimento a non avere un'incidenza effettiva. Bene ha fatto, quindi, il Governo italiano a sostenere, insieme alla Francia, una posizione volta a modificare l'ordine di priorità delle politiche di bilancio europee. Bene anche che sia stato confermato l'impianto dell'attuale disegno di legge di stabilità 2015, fermo restando il rinvio al 30 novembre per il via libera definitivo. Bene, infine e soprattutto, che nel frattempo si siano create le condizioni perché non venga aperta una procedura di infrazione per squilibrio macroeconomico eccessivo, stante l'elevato livello del nostro debito pubblico. Confermiamo dunque il nostro voto favorevole e sosteniamo il Governo nel perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica così come aggiornati dalla relazione e nel dare attuazione alle misure aggiuntive indicate nella relazione stessa. Vorrei però concludere riprendendo in qualche modo quanto già detto dal presidente del mio gruppo, l'onorevole Dellai, in occasione delle ultime comunicazioni del Presidente del Consiglio sui temi europei, vorrei rivolgere cioè un invito al Governo a far suo l'appello dei 304 economisti per un nuovo approccio al debito dei Paesi europei in quello che è stato chiamato lo spirito di un nuovo accordo di Bretton Woods, operando quindi una significativa riduzione del debito ad opera della BCE in cambio delle riforme necessarie, per permettere in questo modo di liberare le risorse utili allo sviluppo, utili a favorire l'occupazione, a produrre un aumento del PIL e dei consumi, i soli risultati attraverso i quali il Paese sarà in grado di erodere significativamente il debito accumulatosi, che costituisce la vera palla al piede che ci impedisce di riprendere il cammino (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Roberto Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Presidente, a parti invertite oggi non sarebbe una seduta così tranquilla, ci sarebbe stata la richiesta corposa, da parte del Partito Democratico, delle dimissioni, come minimo, del Ministro se non del Presidente del Consiglio, con ovviamente sberleffi ed insulti. Mentre oggi pare la normalità andare a rivedere le previsioni di note che sono già previsioni modificative rispetto a quelle depositate nel mese di aprile, quindi delle previsioni errate del documento di quindici giorni fa, che facevano dipendere il raggiungimento degli obiettivi dalle iniziative che sono state inserite nella legge di stabilità, al punto, però, di aver sbagliato i conti nella legge di stabilità, tanto che il commissario europeo, Vicepresidente della Commissione europea, Katainen, ha chiesto dei chiarimenti specifici, pertinenti e molto schematici, cioè il rispetto del Patto di stabilità nel 2015 ed il rispetto degli obblighi delle politiche di bilancio. Ovviamente Renzi si è trovato, come al solito, spiazzato, quando si parla di numeri, ma molto spocchioso nella risposta, tanto che ha detto, giocando con i miliardi come se fossero noccioline: che problema ha l'Italia ? Può mettere uno o due miliardi in mezza giornata. Si trovano così, appunto, come le caramelle nella stanza dei bambini. Uno o due miliardi, diceva, il problema è che la correzione che ha chiesto Katainen è di 4,5 miliardi, quindi più del Pag. 40doppio di quello che era all'inizio della trattativa fra il Governo italiano e la Commissione europea.
  Quindi, una battaglia completamente persa del Governo italiano nei confronti della burocrazia e della tecnocrazia europea, che ha posto una lite non sul merito, non una rivendicazione della sovranità nazionale, ma è andato a litigare Renzi per l'opinione pubblica italiana sul rendere pubblici i carteggi e le lettere fra la Commissione europea e il Governo italiano. Ecco, lui si è nascosto dietro questo battibecco da asilo infantile, per nascondere il vero problema che è quello che cercheranno di risolvere con l'emendamento alla legge di stabilità.
  C’è un ulteriore taglio ai cittadini di 4,5 miliardi; si porta, quindi, il deficit dai 2,9 punti ai 2,6, raggiungendo quindi un miglioramento di altri 0,3 punti percentuali di deficit. Una correzione però che viene pagata – come dicevo – dai cittadini e dalle imprese, perché i fondi che va a tagliare il Governo per poter rientrare nei parametri imposti dalla Commissione sono 3,3 miliardi di cancellazione di soldi dal fondo di riduzione delle tasse.
  È partita tutta una campagna mediatica di presentazione di questa legge di stabilità, dicendo che ci sarebbero stati 18 miliardi di tagli alle tasse. Questa forse è una delle balle più grosse, una delle tante balle, ma probabilmente la balla più grossa che Renzi ha raccontato ai cittadini italiani, tanto che, per riuscire a rientrare nei parametri, ha dovuto tagliare la possibilità di ridurre le tasse ai cittadini e alle imprese italiane di ben 3,3 miliardi. In più, ha dovuto aggiungere 730 milioni, ampliando il reverse charge, che è l'inversione del versamento dell'IVA. Però questo è un dato come al solito aleatorio, perché innanzitutto bisogna produrre per creare IVA, e soprattutto bisogna che ci sia qualcuno che questa IVA la versi: pertanto, è molto probabile che la clausola di salvaguardia a copertura di questi 730 milioni, che prevede un aumento dell'IVA e delle accise, diventerà come al solito da clausola di salvaguardia a clausola ordinaria, clausola principale; e questo sarà quindi un ulteriore appesantimento dell'economia del Paese.
  E poi c’è una riduzione di 500 milioni attraverso il taglio con finanziamento dei fondi strutturali e di sviluppo e coesione contro le regioni, e questo ovviamente è un viatico perverso, perché non dà la possibilità, oltre agli altri tagli che vedremo dopo agli enti regionali, di creare un volano di sviluppo territoriale, che è propedeutico al rilancio dell'economia nazionale.
  Però, io trovo strano che, al posto di tagliare ulteriormente i fondi alle regioni, nella legge finanziaria, non sono stati cancellati per esempio i 187 milioni per la gestione degli immigrati. Non avete tagliato i 110 milioni di Roma Capitale, che continua così a sperperare soldi come sta facendo da diversi anni. Non avete tagliato i 100 milioni, che addirittura avete previsto a decorrere dall'anno 2015, per la regolarizzazione dei lavori socialmente utili di Napoli e Palermo; però almeno negli altri anni avevate avuto la decenza di andare a mettere queste poste anno per anno, proprio per non creare una vergogna internazionale. Qui noi abbiamo addirittura una messa in posta di 100 milioni a decorrere dall'anno prossimo !
  Tutti questi tagli di cui ho parlato andranno ad aggiungersi a tutti gli altri problemi che sono stati previsti dalla legge di stabilità originaria, che sono i 4 miliardi di taglio alle regioni, sia ordinarie che a statuto speciale, 1,2 miliardi ai comuni, 1 miliardo alle province: questo solo per il 2015, perché poi queste cifre verranno raddoppiate nel 2016 e nel 2017. È chiaro che gli enti locali e i territori non avranno più la possibilità di garantire i servizi essenziali propri delle loro funzioni; però sarebbe interessante capire qual è la posizione poi degli amministratori del Partito Democratico, che hanno nelle loro mani le più grandi città, non le più grandi regioni, fortunatamente, ma un grande numero di enti locali. Leggiamo i titoli sui giornali, in cui il presidente dell'ANCI Fassino, sindaco di Torino, dice che questa legge di stabilità è da cambiare.Pag. 41
  Chiamparino fa la voce grossa sui territori ma poi scodinzola qui a Roma quando si incontra con Delrio, poi chiaramente fanno anche le comparsate televisive con delle figure non molto belle. Vediamo poi quando si concretizzeranno gli emendamenti della Lega Nord cosa farà il PD e cosa faranno appunto questi rappresentanti degli enti locali in seno al dibattito in Commissione sulla legge di stabilità. Sono tutte misure quindi queste certamente restrittive; nel testo della proposta di aggiornamento si parla di una previsione di sviluppo economico e quindi non restrittiva, ma, a mio avviso, c’è tutto tranne che una politica di espansione, una politica espansiva in questa proposta di Documento di economia e finanza e di legge di stabilità se è vero com’è vero che gli 80 euro vanno a blindare una parte sostanziosa del bilancio dello Stato, tanto che occupano uno spazio pari a 9 miliardi di euro, che verrà ovviamente coperto con il taglio agli enti locali, con l'aumento dell'IVA, con l'aumento della pressione fiscale e con il taglio appunto degli incentivi sull'IRAP del decreto n. 66 di questa primavera, tanto che danno soddisfazione ovviamente a queste famiglie che ricevono questi 80 euro al mese per 960 euro all'anno, ma tutto questo non ha prodotto nuovi consumi; la famosa domanda aggregata non è aumentata ma si sono sfondati i conti pubblici a danno appunto dell'intero sistema economico-finanziario del Paese. Ci sono moltiplicatori della spesa maggiori rispetto ai moltiplicatori delle entrate e questo ovviamente non potrà che creare una misura restrittiva e non una misura espansiva. Quindi, voglio dire che è utile in questo periodo di Semestre europeo sfruttarlo maggiormente, non tanto per fare delle gite a Bruxelles, come quelle che ha fatto il Primo Ministro in questi tempi, ma sfruttare appunto la Presidenza italiana del Semestre europeo per cambiare l'impianto economico dell'Unione europea e dell'euro, abolendo per esempio il Patto di stabilità, compreso il patto di stabilità interno, al fine di poter attuare misure straordinarie per la ripresa economica e per gli investimenti infrastrutturali, in particolare per quelli ad impatto positivo contro il rischio idrogeologico e sismico del territorio che genererebbero inoltre nuovo gettito e nuovi posti di lavoro. Noi vogliamo che venga utilizzato questo Semestre europeo per dare una pianificazione maggiore ai trasferimenti agli enti locali e territoriali nonché in ambito sanitario, superando definitivamente il criterio della spesa storica a favore del sistema dei costi e dei fabbisogni standard, applicando in ogni dimensione del Paese il federalismo fiscale, con ogni possibile...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROBERTO SIMONETTI. ...spending review efficace per la ripresa economica. Quindi questi sono i veri paletti che la Lega prevede nel corso del dibattito alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica; tutto il resto è puramente una mera campagna elettorale fatta con i soldi dei cittadini, fatta con una serie di promesse che non verranno mai mantenute. L'unica cosa di espansivo che ha questa manovra finanziaria...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ROBERTO SIMONETTI. ... sono le bugie di Renzi, qui si espandono a livello...

  PRESIDENTE. Può concludere ? È oltre un minuto, deve concludere, mi dispiace, concluda. Grazie.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, se lei disturba non si riesce a finire... (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, vorrei partire in questo breve intervento da un dibattito che c’è stato su aspetti procedurali; abbiamo sentito in questi giorni richieste di votare a maggioranza assoluta questo provvedimento, Pag. 42la risoluzione di oggi, ed è una cosa già di per sé illogica perché si tratta di una modifica che di fatto migliora i saldi ed è evidente che, quando è stata introdotta la legge n. 243 del 2012, è stato introdotta per verificare situazioni nelle quali la modifica andava in senso opposto.
  In questo caso sarebbe assurdo che ogni volta in cui c’è un intervento modificativo, che lascia invariati o migliora i saldi, si tornasse in Aula. Con questo ragionamento se anche nel corso d'anno le condizioni migliorassero si dovrebbe ritornare a votare, perché la legge che regola il DEF non è la stessa che riguarda il pareggio di bilancio e non è la stessa che riguarda il percorso di approvazione del Documento di economia e finanza. Quindi, è una richiesta che di per sé era irragionevole.
  Così come è assurdo sentire polemiche sul fatto che il Governo dopo pochi giorni torna con un provvedimento modificato. Esiste una procedura specifica che prevede che si parli con l'Unione europea ed è possibile, previsto e normale che arrivino delle correzioni o delle richieste, come sono arrivate, soprattutto se si sceglie una strada abbastanza coraggiosa come quella di rallentare il percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio periodo. È ancora più singolare che questo tipo di critica venga da chi quando governava si è visto scrivere dalle autorità europee le norme della legge finanziaria, perché ricordiamo tutti la famosa lettera della BCE. In quel caso non funzionò come in questo caso, in cui il Governo ha fatto una proposta ed ha avuto una correzione dello 0,2 per cento. In quel caso la manovra, le correzioni e gli interventi furono richiesti esplicitamente a un Governo semplicemente perché stava governando male ed è quello che si verificò in quel momento.
  Quindi, tutta la polemica, sia sulla procedura sia sul fatto che noi siamo qui oggi, è una cosa completamente insensata, così come cercare di dire che questa manovra non è una manovra indirizzata alla crescita, perché è la prima manovra che porta una significativa riduzione delle tasse sulle imprese, attraverso la riduzione dell'IRAP, ed è la prima manovra che nel complesso porta una riduzione fiscale significativa. Poi ci sono le clausole di salvaguardia, lo sappiamo tutti. Starà a noi e a tutto il Parlamento, al Governo in primis, portare avanti le riforme strutturali necessarie per evitare che quelle riforme scattino. Ma che questo provvedimento preveda una riduzione del carico fiscale è un fatto che sta nei numeri e chi oggi contesta questo aspetto semplicemente non dice la verità.
  Detto questo, ci sono sicuramente altri interventi che possono essere fatti e sicuramente noi pensiamo che per la crescita di questo Paese alcune parti del disegno di legge di stabilità, come è stato presentato dal Governo, debbano essere migliorate. Noi lavoreremo per questo. Pensiamo alla retroattività dell'abrogazione del taglio IRAP approvato precedentemente, che è una cosa che, dal nostro punto di vista, potrebbe provocare dei danni non finanziari, perché finanziariamente è corretta dalla variazione degli acconti, ma dei danni contabili alle aziende e pensiamo che questo è un aspetto che debba essere corretto. Pensiamo al made in Italy, che è uno degli aspetti chiave per la crescita. Il Presidente del Consiglio lo ha detto mille volte, ma nel disegno di legge di stabilità i fondi relativi del piano per la crescita, presentato e previsto dallo «sblocca Italia» e presentato e portato avanti dal nostro Viceministro Calenda, sono spariti e speriamo che nel corso del procedimento di approvazione del disegno di legge di stabilità vengano reintrodotti. Pensiamo a una serie di altri interventi sui tagli di spesa, che sono indubbiamente pesanti sotto certi aspetti ma forse poco coraggiosi in una serie di altri settori. Pensiamo alla questione delle partecipate pubbliche, su cui noi insistiamo ogni volta che c’è un provvedimento di politica economica e su cui si vede spesso una fortissima resistenza, anche da parte del Partito Democratico. Su questi aspetti noi pensiamo che si debba intervenire.

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 13,35)

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Un ultimo punto che vorrei toccare è il collegamento che esiste, fortissimo, tra questa manovra e le riforme strutturali del nostro sistema, che devono essere portate avanti perché è evidente che, quando si va in Europa, la disponibilità delle autorità europee a concedere degli spazi, come quelli che il Governo in parte si è preso e in parte non si è potuto prendere, perché l'Unione europea ci ha chiesto delle correzioni, questa disponibilità dipende dalla nostra capacità di portare avanti le riforme. Adesso è in discussione il Jobs Act in Parlamento. È un passaggio chiave. Qui alla Camera ci sono dei rallentamenti che noi consideriamo inaccettabili e pensiamo che si debba procedere velocemente, così come pensiamo che si debba intervenire, come ho già detto, sul tema delle partecipate pubbliche, perché la presenza eccessiva del settore pubblico nel nostro sistema economico è un problema per la crescita e pensiamo che si debba accelerare il percorso di preparazione, da parte del Governo, della legge sulla concorrenza, che è prevista dall'ordinamento, che dovrebbe arrivare in Parlamento entro il 30 settembre e che regolarmente non ci arriva, perché è un provvedimento di cui ci si dimentica molto spesso.
  Anche quest'anno l'Autorità della concorrenza ha segnalato tutti i blocchi che esistono sul mercato dell'energia, delle assicurazioni e su moltissimi altri mercati importanti. Queste segnalazioni sono state fino ad ora ignorate. Le liberalizzazioni valgono, secondo moltissimi studi, numerosi punti di PIL; è essenziale che nel percorso di rilancio di questo Paese e nella manovra economica si consideri e si tenga conto della necessità di rendere più libero, più efficiente e più concorrenziale il nostro mercato. Detto questo, il gruppo Scelta Civica voterà a favore della risoluzione su questa nota di variazione, che costituisce comunque una manovra di crescita e che, se anche è stata leggermente ricorretta e può essere migliorata nella discussione sulla legge di stabilità, costituisce sicuramente un passaggio positivo per il nostro sistema economico.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signor Presidente, gentile sottosegretario, colleghi e colleghe, oggi discutiamo l'aggiornamento della nota di aggiornamento del DEF. Speriamo tutti che a novembre, come ieri e oggi purtroppo invece facevano trapelare fonti di stampa, non ci si chieda di fare una manovra correttiva, altrimenti rischiamo di essere chiamati a fare anche l'aggiornamento dell'aggiornamento della nota di aggiornamento del DEF. Le note di aggiornamento sono una vera Caporetto della serietà dei conti pubblici: le stime sono sempre sbagliate, quasi sempre e quasi tutte. Prendiamo un unico caso, quello della disoccupazione o meglio della crescita dell'occupazione. Nel giro di venti giorni il Ministro Padoan ha detto tre cose diverse: nella nota di aggiornamento del DEF ha scritto che la disoccupazione sarebbe passata dal 12,6 del 2015 al 12,1 del 2017, il che equivale a 127 mila nuovi posti di lavoro. Poi il Ministro Padoan è andato alla trasmissione di Lucia Annunziata e ha promesso 800 mila nuovi posti di lavoro in tre anni, il che significa, se fosse vero quello che ha detto il Ministro dall'Annunziata, che nel DEF, invece di scrivere 12,1 di disoccupazione nel 2017, avremmo dovuto scrivere 9,4 per cento. Nel frattempo, è stata licenziata dal Consiglio dei ministri la legge di stabilità, dove nella relazione tecnica si parla di un milione di posti di lavoro grazie alle misure sulla decontribuzione e, se fosse vero questo dato, dovremmo scrivere per l'anno 2017 un tasso di disoccupazione dell'8,7 per cento. Ecco, in venti giorni il Ministro ci ha dato tre cifre diverse sul lavoro e sull'occupazione e, purtroppo, allora dovremmo dire che stiamo votando un DEF falso. Ma forse è vero il contrario, forse il DEF riguardo al lavoro e alla diminuzione della disoccupazione è purtroppo vero, ma invece sono false le promesse che vengono fatte in TV, sono Pag. 44false le stime fatte nella legge di stabilità, quelle di un milione di posti di lavoro. E noi diciamo che gli italiani non si possono continuare ad ingannare con annunci e con promesse che poi non vengono rispettati. Sinistra Ecologia Libertà voterà, quindi, contro la risoluzione del Governo sulla variazione della nota di aggiornamento. Lo facciamo anche per due motivi: il primo è che il Governo abdica ancora una volta – ahimè questa volta insieme al Governo francese – al diktat dell'austerità. Il Governo italiano e il Governo francese – come ricordava ieri Fitoussi – avrebbero dovuto resistere a questo diktat e, per quanto riguarda l'Italia, questo Governo avrebbe dovuto decidere di sforare il rapporto deficit/PIL al 4 per cento, evitando quindi i tagli alle regioni e agli enti locali e purtroppo i tagli alla sanità e investire queste risorse invece per gli investimenti ed il lavoro. Il secondo motivo è che per obbedire ai falchi europei dell'austerità, si vanno ad utilizzare 3,3 miliardi del fondo per la riduzione della pressione fiscale. Ma non era questa legge di stabilità una legge all'insegna del taglio delle tasse ? Ebbene no, perché prendiamo 3,3 miliardi che dovevano servire a ridurre la pressione fiscale per obbedire alle politiche di austerità. E poi ci sono oltre 500 milioni di euro che vengono presi dal cofinanziamento dei fondi europei, così vengono tagliate ulteriori risorse al Mezzogiorno, a quegli interventi infrastrutturali e sociali che sono così necessari. Proprio ieri abbiamo avuto il rapporto dello Svimez e, quindi, dovremmo aver avuto anche – come posso dire – lo stimolo a invertire la rotta; purtroppo così non è.
  Questo è inaccettabile ! Per obbedire ai diktat dell'austerità si tagliano le risorse alla crescita e agli investimenti di oltre 4 miliardi di euro; risorse con le quali avremmo potuto creare nuovi posti di lavoro, mettere in sicurezza le scuole, garantire i servizi di welfare. Ma l'aggiornamento della Nota di aggiornamento, invece, ci conferma che le scelte del Governo sono tutte dentro la cornice delle politiche di austerità, e non solo perché si precarizza il mercato del lavoro, si privatizza sempre di più, si taglia la spesa sociale e si taglia la spesa pubblica, ma perché nella Nota del Governo e nel suo aggiornamento non vi è un'idea che sia una di crescita e di sostegno alla domanda, che si poteva fare con una politica di investimenti pubblici.
  Investimenti pubblici sui quali il Premier Renzi ha detto l'altra sera, sempre a una trasmissione della Gruber, Otto e Mezzo – lo ha detto in modo chiaro e candido – che nella legge di stabilità non ci sono investimenti pubblici perché non vi sono i soldi, e ha ribadito: «Puntiamo agli investimenti privati grazie agli sgravi fiscali dati alle imprese». Ma sappiamo tutti, colleghi e colleghe, che gli sgravi fiscali dati alle imprese negli ultimi 30 anni non hanno fatto crescere né le imprese né l'occupazione; al massimo, hanno fatto aumentare i profitti delle imprese.
  E sappiamo bene che, ad esempio, visto che viene richiamato sempre come uno dei riferimenti ai quali guardare, il successo della Germania è dovuto, per buona parte, proprio agli investimenti pubblici nell'innovazione e nella ricerca, nella politica industriale, e ad un'agenzia, come la Fraunhofer, che è stata da stimolo e sostegno al rinnovamento del sistema industriale tedesco.
  E vorrei dire pure al Premier che è vero che l'iPhone non funziona con i gettoni, ma nemmeno l'economia funziona con le slide. E proprio il suo amato iPhone, quello del Premier, dovrebbe insegnargli che quasi tutti i dispositivi che sono contenuti in questo aggeggio sono frutto di interventi pubblici. Internet, GPS, Siri, il microprocessore, lo schermo a cristalli liquidi sono il risultato di investimenti pubblici fatti, soprattutto, negli Stati Uniti, di cui hanno, ovviamente, beneficiato molti imprenditori, tra cui, appunto, Steve Jobs, con il suo iPhone.
  Questi investimenti pubblici, invece, sono necessari anche in Italia; investimenti pubblici che il Governo non vuole fare non perché non vi siano i soldi, perché vengono utilizzati per fare altro, ma perché, invece di guardare al futuro di questo Paese, il Governo è unicamente interessato al marketing politico e all'aspetto, direi, elettoralistico delle sue proposte e delle sue misure.Pag. 45
  Se il Governo continua così, la scomparsa dell'Italia industriale è scontata, e così continueremo a comprare i pannelli fotovoltaici dalla Cina e, in futuro, magari, le auto elettriche dalla Volkswagen. Terni è stata abbandonata e la Ministra Guidi ieri ci ha dato, come posso dire, un'illustrazione che sembrava più un'interpretazione favorevole alla ThyssenKrupp che agli interessi dell'Italia.
  E non si sta facendo nulla per impedire, arrestare la chiusura delle imprese nel nostro Paese: ci si limita a sgravi fiscali, che non hanno, ripeto, alcun effetto sulla ripresa della nostra economia. Solo un pannicello caldo, questo degli sgravi, che è un favore ai profitti delle imprese. Ecco perché noi non voteremo questa Nota di aggiornamento e la risoluzione che l'accompagna, perché riteniamo sia subalterna alle politiche di austerità, politiche che non prevedono misure per la crescita; non vi è una politica degli investimenti pubblici.
  È una manovra sicuramente non espansiva, ma, semplicemente, restrittiva, che non guarda al futuro di questo Paese. Signor sottosegretario, in questi mesi noi siamo stati mitragliati, anche se adesso non vedo il Governo, quindi...., non so se il Governo mi può ascoltare, Presidente Giachetti. Non vi è il Governo, non so a chi parlo.

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo si è alzato e si trova presso il Comitato dei nove. Onorevole Baretta, sia gentile.

  GIULIO MARCON. Non so perché, quando parla Sinistra Ecologia Libertà, il Governo è sempre assente, ma si vede che ha da fare altre cose, forse.

  PRESIDENTE. Questo può dirlo a tutti, ma non all'onorevole Baretta, che sta sempre qui. Da quando lo conosco, ha le radici sui banchi del Governo. Prego.

  GIULIO MARCON. In questi mesi siamo stati mitragliati, sottosegretario Baretta, dalle espressioni un po’ roboanti del Primo Ministro Renzi sull'Europa: «i vincoli sono stupidi», «ora si cambia verso», «i falchi sono sconfitti» e così via. Secondo noi, niente di vero. Le politiche di austerità sono sempre le stesse, e questa variazione della Nota di aggiornamento ne è la prova. Buttiamo al vento oltre 4 miliardi per rispettare quei vincoli così stupidi e non vi è futuro nella vostra risoluzione, ma solo rassegnazione e subalternità alle vecchie politiche.
  Ecco perché noi non la voteremo ed invitiamo, invece, la Camera a sostenere la risoluzione di Sinistra Ecologia Libertà, che invita a fare una cosa molto semplice: archiviamo le politiche di austerità !

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, rappresentante del Governo, mi ripropongo di non utilizzare tutti i dieci minuti a mia disposizione, anche perché potrei semplicemente richiamare gli interventi svolti sia in discussione sulle linee generali che in dichiarazione di voto della prima approvazione della nota di aggiornamento al DEF, che c’è stata solo qualche giorno fa.
  In realtà quello che mi preme, Presidente, è sottolineare un po’ il paradosso di un dibattito pubblico, ma anche di un dibattito parlamentare, che vorrebbe fare passare il percorso di negoziazione tra l'Italia e la Commissione europea – e comunque tra tutti i 28 Paesi e la Commissione europea – come un passaggio straordinario, come un fatto particolare. Si sentono e si leggono siffatti titoli: bocciature dall'Europa; gravi bocciature dall'Europa; il Governo Renzi sconfitto in Europa. Incredibilmente e paradossalmente spesso gli stessi, che in maniera un po’ grossolana ci chiedono di sfondare i parametri del rigore europeo ed in particolare il vincolo sull'indebitamento netto del 3 per cento, gli stessi poi oggi, invece, ci dicono che abbiamo preso una bastonata dall'Europa, nel momento in cui avremmo voluto, invece, utilizzare quei margini e quella flessibilità che abbiamo all'interno dei parametri europei.Pag. 46
  In realtà il negoziato è il percorso che l'Italia sta attuando all'interno del semestre europeo – «semestre» inteso come semestre sulla decisione di bilancio – ed è assolutamente un percorso ordinario, come è scritto – e li citerò – anche nei comunicati stampa che la Commissione ha fatto in queste ore. È un percorso ordinario, che è stato disegnato da norme che questo Parlamento si è dato. Infatti questa procedura di analisi ex ante nel corso della decisione del bilancio dei Paesi membri è una procedura contenuta nel famoso two pack, votato due anni fa da questo Parlamento. Questa procedura prevede, entro il 15 ottobre, l'invio alla Commissione europea e all'Eurogruppo di un documento programmatico di bilancio (sostanzialmente le decisioni importanti sul bilancio del 2015) e che questo programma di bilancio sia coerente con le raccomandazioni formulate nel contesto del Patto di stabilità e crescita, Patto di stabilità e crescita che potrebbe essere osservato per disavanzo eccessivo, ma potrebbe essere osservato anche per mancato rispetto degli obiettivi di medio termine – questo è il nostro caso – che il nostro Paese si è dato.
  Ebbene, qui, appunto, viviamo un passaggio in cui c’è stato questo negoziato. Con due comunicati stampa ufficiali, emessi il 28 e il 29 ottobre, il vicepresidente della Commissione europea competente per gli affari economici e finanziari Katainen ha annunciato che la Commissione, dopo una prima valutazione dei documenti programmatici di bilancio presentati dagli Stati membri, non ha riscontrato alcun caso di inosservanza particolarmente grave. Voglio ricordare che l'inosservanza grave è prevista dalle norme che ci siamo dati, in accordo con l'Unione europea, e che ad essa dovrebbe seguire una comunicazione, a brevissimo, cioè entro 15 giorni, non aspettando il 30 novembre (la fine di novembre) il parere della Commissione, ci dovrebbe essere un'osservazione immediata. Così non è, perché appunto nei comunicati stampa si ribadisce l'assoluta ordinarietà del negoziato in corso e si ribadisce che, pertanto, la Commissione esprimerà i propri pareri entro il termine ordinario del 30 novembre e non entro le due settimane dalla trasmissione, come previsto in caso di inosservanza grave.
  Questa è la situazione in cui ci troviamo e, veramente, si capisce come la strumentalizzazione del dibattito parlamentare, la strumentalizzazione del dibattito politico, portino ai toni che abbiamo sentito in queste ore, in questo Parlamento, e nel dibattito pubblico del Paese. Effettivamente, è bene, come hanno fatto il relatore e il Governo, ritornare su questioni che riguardano l'ordinarietà, un percorso in cui tutto il Parlamento e il Governo si devono calare un po’ di più per capire, in realtà, quali sono i reali spazi di manovra all'interno di questo percorso che tutta l'Europa e i Paesi membri si sono dati.
  Detto questo, è stata corretta la decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo e dell'Ufficio di Presidenza, così come la decisione del Governo, di sottoporre all'Aula solo una votazione a maggioranza semplice, perché non c'era nessuna ragione di rivedere il tetto, perché di tetto si tratta, quando noi andiamo ad approvare un testo che prevede: autorizzazione fino a 11 miliardi dell'indebitamento netto. È chiaro che quello spazio utilizzato fino a 11 miliardi, oggi viene ridotto, quindi non è necessario autorizzare il Parlamento per una riduzione virtuosa dello spazio dell'indebitamento netto che la legge di stabilità utilizzerà in base anche al percorso europeo che ci siamo dati. Però quello che, secondo me, è da mettere in risalto è che il Governo – devo dire che lo apprezzo – comincia a dire che bisogna fare un po’ massa critica anche in Europa, capire che si tratta di una questione di tipo politico-negoziale, e non solo una questione tecnica, e che non possiamo continuare a lamentarci e dire che dobbiamo semplicemente sfondare il 3 per cento del deficit, come se fosse un'imposizione burocratica sulla quale dobbiamo andare oltre.
  Quello che dobbiamo capire è che, invece, la questione negoziale va posta (come pure oggi il Governo l'ha posta, in Pag. 47parte, ma la deve porre ancora di più) sui parametri che definiscono la straordinarietà del ciclo, perché questi sono, effettivamente, i motivi per una modifica e un allargamento dell'elasticità all'interno del Patto di stabilità e crescita, su cui il nostro Paese, ma anche tanti altri, devono tendere, perché oggi in Europa non ci troviamo da soli ad avere un'esigenza...

  PRESIDENTE. Collega Mucci, dovrebbe lasciare liberi i banchi del Governo.

  PAOLO TANCREDI. ...di utilizzare maggiormente questo spazio di elasticità che l'Europa ci mette a disposizione. È proprio questo, secondo me, il dibattito forte che, con moderazione, ma anche con molta determinazione, dobbiamo portare in sede di Commissione europea, e lo dico al sottosegretario Baretta, ma, attraverso lui, voglio interloquire con l'intero Governo. Noi dobbiamo creare una massa critica che possa portare questo argomento in Europa, in presenza di una contingenza che vede forse la crisi più grave dal dopoguerra ad oggi dell'economia europea che, come è descritto nella lettera del nostro Ministero dell'economia alle vicepresidente Katainen, vede la straordinarietà di diversi esercizi in recessione, con calo del prodotto interno lordo e che non può permettersi un ulteriore esercizio con un prodotto interno lordo negativo. All'interno dei Trattati che abbiamo firmato ci sono gli strumenti per definire nuovi parametri per il calcolo del PIL potenziale, nuovi parametri per il calcolo dell'elasticità durante persistenti cicli negativi. Lo dico, Presidente, e qui concludo, perché sono preoccupato, non tanto di questa fase ordinaria, ma di quello che ci aspetta nel 2015, con l'inizio del rispetto della regola del debito che ci vedrebbe molto, molto penalizzati, da questo punto di vista, se non potessimo mettere in campo questi strumenti di flessibilità che pure sono contenuti all'interno delle norme e dei Trattati.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Presidente, io credo che la riflessione più importante e che l'Aula è tenuta a fare nei confronti del Governo e delle proposte sia sul DEF e conseguentemente sulla legge di stabilità è che per quello che riguarda l'esercizio finanziario in corso noi abbiamo avuto una predisposizione di un DEF e di una legge di stabilità con cui si prevedeva l'1,1 per cento del PIL di crescita per poi avere un primo aggiornamento a maggio che riduceva e correggeva questa crescita dell'1,1 allo 0,8 e poi l'altra, cioè quella che abbiamo successivamente pari allo 0,3.
  Quest'anno noi non iniziamo neanche l'esercizio finanziario e già stiamo avendo il primo aggiornamento in riferimento a questo, un aggiornamento del DEF che è conseguente a quello che l'Europa era scontato che facesse, cioè le censure che sono state fatte, perché l'attuale DEF e conseguentemente la legge di Stabilità che è stata costruita con il bilancio dello Stato per il 2015 ha un problema serio che è il problema della tenuta delle entrate, delle stime delle entrate e in riferimento a tutto l'impianto.
  È noto che rispetto alla situazione della finanza pubblica nel nostro Paese ci sono state varie fasi, cioè noi abbiamo avuto la fase con cui nuove spese venivano finanziate con la crescita spaventosa del debito pubblico; poi abbiamo avuto una fase abbastanza ampia che qualsiasi nuova spesa veniva giustificata pressoché quasi per intero con il recupero dell'evasione fiscale, con il condono e quant'altro; poi adesso tutte le nuove spese e gli aggiustamenti vengono sostanzialmente su carta motivati con la spending review e con le clausole di salvaguardia. Attenzione, noi stiamo portando al baratro il Paese, per questo motivo aumenta l'indebitamento, per questo motivo noi rischiamo di finire di nuovo sotto inflazione per deficit eccessivo. Spending review, sappiamo bene che cosa sta succedendo: dopo il pre-Commissario che era l'ex Ministro professor Giarda, abbiamo avuto Bondi, poi abbiamo avuto Cottarelli, di fatto ci sono state solamente delle grandi proposte ma nei fatti non è stata fatta nessuna spending Pag. 48review e quindi che cosa è successo ? Che la legge finanziaria di Stabilità, così come viene etichettata oggi, per il 2014 prevedeva che ci fosse una spending review di 4,5 miliardi di euro che non è avvenuta. In più sappiamo bene che Cottarelli ha anche denunciato che non solo non si è realizzata questa cifra dei 4,5 miliardi di euro di spending review ma addirittura a seguito della decisione del Parlamento questo plafond si è anche aumentato di 1,6 miliardi di nuove spese.
  A tutto ciò noi continuiamo su questa strada anche nella proposta nuova che è stata fatta con una grande differenza, che addirittura poi si scarica questo sugli enti locali, sulle regioni e su quant'altro. A questo punto era fin troppo evidente la Commissione europea in riferimento all'indebitamento massimo, cosa che anche parzialmente l'Ufficio di bilancio parlamentare aveva evidenziato, seppure in maniera proprio di accenno, a questa criticità che insieme al beneficio finanziario che dovrebbero fare o apportare le riforme strutturali previste che non sappiamo se saranno realizzate e quanto e se produrranno effettivamente i benefici finanziari con cui viene proiettato all'interno del DEF.
  Davanti ad una situazione del genere erano inevitabili le censure che ci sono state. A questo punto Forza Italia ha posto un problema molto serio dal punto di vista dell'iter procedimentale e dal punto di vista del rispetto di quello che è previsto dall'articolo 81 della Costituzione e dalla sua legge attuativa, la n. 243 del 2012. A nostro avviso il Parlamento si era pronunciato su un DEF e su una autorizzazione di scostamento dal limite massimo e quant'altro.
  E siccome c’è stata una correzione recepita dalla lettera del Ministro Padoan, dal Consiglio dei Ministri e, conseguentemente, trasmessa al Parlamento, l'iter procedimentale andava ultimato e completato dalla doppia votazione. Infatti, in entrambi i casi deve esserci una linearità e una chiarezza. Questo è previsto anche dalla legge n. 293 del 2012. Il Governo è di parere diverso.
  Peraltro, nel merito dei 4,5 miliardi di euro che sono stati rastrellati, reperiti, per poter poi aggiornare sia il DEF sia anche il disegno di legge di stabilità 2015, non siamo per niente d'accordo per un motivo molto semplice, perché 3,3 miliardi di euro vengono prelevati da un fondo che non sappiamo ancora effettivamente se è un fondo fittizio, perché si parla di stime, di un fondo che era stato creato nel contesto del bilancio dello Stato dalla legge di stabilità 2014, pari a 3,3 miliardi di euro, e che doveva servire per la diminuzione del prelievo fiscale. Noi riteniamo che sia una stima troppo ottimistica e imprudente in riferimento al prelievo di questa cifra.
  Detto questo, veniamo ad un atto estremamente grave da parte del Governo, quello di aver inserito nella costituzione di questo fondo, per poter reperire 4,5 miliardi di euro, 500 milioni di euro dei fondi strutturali. Non mi stancherò mai di evidenziare al Governo e a quest'Aula che i fondi strutturali sono le uniche risorse disponibili all'interno del bilancio dello Stato, sia come competenza che come cassa, che possono essere utilizzate senza che il Governo e il Parlamento intervengano per aumentare la pressione fiscale oppure con tagli di spesa.
  Dico questo perché, oltre ad essere un fatto grave, il Presidente del Consiglio, durante la campagna elettorale delle elezioni europee, è venuto anche nelle regioni del sud a dire che il suo impegno sarebbe stato quello di combattere in Europa per potersi far autorizzare non solo nel contesto della flessibilità, ma anche all'interno di questa flessibilità, riuscendo ad ottenere lo svincolo dal calcolo del Patto di stabilità interno in riferimento alle risorse dei fondi strutturali, perché ritenute essenziali per cercare di dare un segno tangibile all'emergenza sociale, che, anche dal punto di vista economico e finanziario, attraversa metà del Paese, cioè più di 20 milioni di persone, e che riguarda le quattro regioni dell'obiettivo 1, e soprattutto per dare un segnale e una spinta di crescita al Paese.Pag. 49
  Noi, invece, non solo non abbiamo avuto nessun tipo di cenno di intervento a che le risorse dei fondi strutturali fossero svincolate dal Patto di stabilità interno, ma, peggio ancora, noi vediamo che all'interno della legge di stabilità c’è addirittura una riscrittura delle risorse 2007-2013, dove si penalizzano ancora una volta le regioni a cui sono sottratte queste risorse dei fondi strutturali, e in più si aggiunge pure questa quota dei 500 milioni di euro. E, come se non bastasse, sul piano 2014-2020 tre regioni, in particolare, vengono penalizzate da una riduzione pari a 4 miliardi e mezzo di euro. In pratica, i fondi strutturali, che dovevano servire per essere fondi aggiuntivi per poter consentire a una parte del Paese di ritornare in equilibrio rispetto alle situazioni che ci sono nella parte centro settentrionale del Paese, sono penalizzati e vengono utilizzati come un turbo bancomat. Prima avevo detto come un bancomat, adesso abbiamo messo anche il turbo, ma è un turbo che è contro il sud e contro il Paese e questo è veramente inaccettabile rispetto a tutta la situazione e all'iter che il Governo intende perseguire.
  Noi ribadiamo con la nostra risoluzione che l'iter corretto sarebbe stato, secondo Forza Italia, quello di procedere alla doppia votazione. Conseguentemente, noi auspichiamo che l'Europa nel giudizio definitivo non ritorni su questo aspetto e su questa censura. Per questo motivo riteniamo di non essere per niente in linea con l'iter di aggiornamento che è stato sposato dal Governo e dalla maggioranza, perché secondo noi è un iter incompleto e che ci espone a rischi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, come lei sa, senza che le ripeta tutto, la discussione è stata affrontata in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo e quindi anche lì risolta.
  È iscritto a parlare l'onorevole D'Incà. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Presidente, colleghi, siamo ancora una volta a prendere in mano la risoluzione sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014, un documento già votato e che oggi voi chiamate semplicemente modifica alla risoluzione, mentre si tratta di un nuovo voto.
  Ma andiamo nel dettaglio, chiarendo i motivi che ci portano ad essere in aula oggi, prima di infilarci nel lungo tunnel della legge di stabilità.
  La Commissione europea ha formulato dei rilievi critici sui documenti programmatici di bilancio per il 2015 adottati dal Governo, in merito al miglioramento strutturale del saldo per il 2015, che risulta essere solo dello 0,1 per cento, mentre il percorso di convergenza richiederebbe almeno un miglioramento di circa 0,5 punti percentuali del PIL nel 2015.
  Allora è chiaro perché la domanda sorge spontanea: come mai Renzi, l'uomo nuovo e tutto di un pezzo, non ha saputo portare la Merkel sulla via dello 0,1, accettando invece questo 0,5 ?
  Presidente, alla lettera del 22 ottobre, inviata dal vicepresidente della Commissione europea al Governo, il Ministro dell'economia e finanze ha risposto il 27 ottobre, rassicurando la Commissione europea e comunicando l'impegno di migliorare il saldo strutturale per il 2015. Noi non avremo immaginato una risposta differente, conoscendo il coraggio dei nostri governanti.
  Facciamo notare che con la presente relazione di variazione alla Nota di aggiornamento del DEF 2014, il Governo modifica il deficit atteso per il 2015, previsto nella Nota al DEF 2014, apportando un miglioramento rispetto al 2014 di 0,3 punti percentuali di PIL, quindi l'indebitamento netto nominale per il 2015 dal 2,9 per cento, si assesterà al 2,6 per cento del PIL, mentre, la Francia farà quello che le pare, andando ben oltre al 3 per cento !
  È quindi logico pensare che loro possono perché sono la Francia e noi invece no, perché abbiamo la Leopolda, l'iPhone con il gettone e la macchina fotografica digitale con il rullino e le tante altre Pag. 50«cavolate» sparate dal nostro Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, così facendo e considerato che tale aggiustamento ha un costo pari a 4,5 miliardi di euro, ci giochiamo le uniche risorse che possono essere utilizzate per interventi di rilancio dell'economia !
  Allora a noi il compito di riportare con i piedi per terra questo Parlamento dicendo che la correzione di bilancio, prevista nella relazione in esame, è in contraddizione con la scelta del Governo, assunta in sede di presentazione della Nota al DEF 2014, di rallentare il percorso di risanamento dei conti pubblici per fare ripartire il Paese, onde evitare per il quarto anno consecutivo crescita zero del PIL, ovvero la crescita negativa.
  La correzione per 4,5 miliardi non è a «costo zero», anzi inciderà negativamente sulle misure che i cittadini attendono da tempo, stretti dalla morsa di una pressione fiscale troppo elevata e sproporzionata rispetto alle ridotte risorse a disposizione.
  Ogni giorno, da quando siamo in Parlamento, vi ripetiamo che la riduzione della pressione fiscale è una misura fondamentale per sostenere la domanda di beni e servizi ed inoltre è una delle raccomandazioni della stessa Commissione europea in materia di riforme strutturali, che l'Italia sarebbe opportuno adottasse. E cosa fa invece il Governo ? Corregge il deficit attingendo alle risorse del Fondo per la riduzione della pressione fiscale, nella misura di ben 3,3 miliardi di euro !
  Oltre a questo, un'altra misura di aggiustamento prevede l'utilizzo dei 500 milioni, già stanziati nella legge di stabilità, destinati ad escludere dal patto di stabilità le risorse destinate al cofinanziamento dei Fondi strutturali.
  Ma non finisce qui. Già in sede di discussione della Nota al DEF 2014, il Gruppo MoVimento 5 Stelle, nella risoluzione presentata, ha evidenziato la necessità di discostarsi dagli obbiettivi del percorso di convergenza verso il saldo strutturale di pareggio, espressione di una politica di rigore, che ha aggravato la crisi economica di molti Paesi dell'area euro e non consente di uscire dalla recessione.
  Sempre nella nota, sono stati evidenziati gli aspetti critici degli interventi che il Governo intende realizzare nel prossimo triennio per riformare l'Italia e rilanciare l'economia ed abbiamo ribadito che le risorse messe a disposizione non sono sufficienti e, peraltro, in parte destinate ad interventi costosi, come il bonus IRPEF, che non ha prodotto gli effetti attesi.
  Vi abbiamo urlato che è necessario ridiscutere gli obblighi derivanti dal «fiscal compact» in concomitanza con la Presidenza UE dell'Italia, invece il Governo, pur riconoscendo che la politica di rigore a cui è stata sottoposta l'Italia dal 2011 è stata una delle cause dell'inasprimento e del prolungarsi della recessione, fa «marcia indietro» e non difende la posizione assunta nella Nota al DEF 2014, di scostarsi dall'obiettivo di aggiustamento strutturale, per rendere disponibili maggiori risorse per rilanciare l'economia del Paese.
  Il Governo come un gambero fa un passo indietro, pericoloso nel processo di uscita dalla crisi economica, a maggior ragione per il fatto che la correzione non avviene tramite proposte di spending review, ma compromettendo la tanto attesa riduzione del prelievo fiscale, e per questo vi ripetiamo ogni giorno che dovete vergognarvi; anche se non mi state ascoltando, vi dovete vergognare lo stesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Non vi siete nemmeno accorti che, se voi foste coerenti, parola di cui ignorate il significato, in ottemperanza ai rilievi della Commissione europea, dovreste non procedere alla riduzione delle risorse destinate per legge alla riduzione della tassazione per tutti i contribuenti, ma rinunciare ad interventi costosi e poco efficaci e che sono stato il fulcro solo della vostra campagna elettorale !
  Non vi siete nemmeno accorti che la decisione di revocare le risorse destinate alla deroga al Patto di stabilità a carico delle regioni per spese di cofinanziamento degli investimenti con i fondi strutturali Pag. 51europei, denota una mostruosa mancanza di lungimiranza politica sull'opportunità di sviluppare e di incentivare gli investimenti per creare occupazione. Se e solo se, vi darete la possibilità di prendere in esame gli impegni che sono nel nostro aggiornamento della risoluzione depositata, troverete che vi stiamo chiedendo di ritirare la relazione in esame e non riterrete in nessun caso come vincolante...

  PRESIDENTE. Onorevole Romano, gentilmente...

  FEDERICO D'INCÀ. ...l'obiettivo di medio termine, in tal modo compromettendo il percorso di riduzione della pressione fiscale, a cui può conseguire il sostegno alla domanda aggregata. Troverete scritto che è vostro compito e del Premier, Matteo Renzi, confrontarsi in sede di sessione di bilancio con le forze politiche dell'opposizione, al fine di convergere su obiettivi condivisi di sostegno alle fasce più colpite dalla recessione, reperendo e destinando maggiori risorse all'ampliamento delle misure in materia di ammortizzatori sociali, per introdurre finalmente il reddito di cittadinanza a sostegno dei cittadini disoccupati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), misura sempre più urgente a causa degli effetti di maggior precariato che le riforme in materia di flessibilità del lavoro, contenute nel programma del Governo, produrranno, vedesi il «Jobs Act».
  Ricordate sempre, cari colleghi, che i poveri in questo Paese sono sei milioni, sei milioni.
  Infine, una riflessione sulle motivazioni per le quali abbiamo ritenuto in questi giorni assolutamente necessaria la votazione per lo scostamento dall'obiettivo di medio periodo e che sono alquanto semplici.
  All'interno della Nota di aggiornamento al DEF del 1o ottobre vi era il capitolo dedicato al «Piano di rientro» sul quale si è appunto chiesta la votazione per lo spostamento del pareggio di bilancio di un ulteriore anno. Proprio all'interno del piano vi era il quadro programmato sintetico di finanza pubblica che, dati gli aggiornamenti di oggi, non è più corretto.
  Inoltre, basta leggere l'articolo 6, comma 3, della legge n. 243, che regola appunto la votazione per lo scostamento dall'obiettivo programmatico: «una specifica richiesta di autorizzazione che indichi la misura e la durata dello scostamento, stabilisca le finalità alle quali destinare le risorse (...)».
  Voi oggi, pur mantenendo la durata dello scostamento, state modificando la misura e le finalità ed è pertanto necessaria una nuova votazione.
  Si, signori, avete capito bene, è necessaria una nuova votazione di tutto il DEF e a maggioranza assoluta, cosa che vi fa tremare le gambe perché, oggi più di ieri, al Senato non avete più nessuna maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Infine, il fatto che i saldi siano cambiati in segno positivo, non può in alcun modo giustificare la negazione di questo voto. Anzi, un vostro parlamentare, uno qualsiasi, potrebbe anche ritenere che, essendo i saldi migliorati, non vi sia più la necessità di spostare in avanti il pareggio di bilancio di un ulteriore anno.
  Però qui nasce una grave problema: sarà possibile che i parlamentari di maggioranza si ricordino della propria indipendenza e della possibilità di ragionare con la loro testa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Magari, cercando di andare oltre agli ordini di partito o meglio della «ditta», o ancora meglio della «ditta» di Renzi, la famosa «Renzi SpF», con sede sociale alla Leopolda e in cui «SpF» sta per Società per i Fondelli, di cui tutti, e ripeto tutti i parlamentari del PD, sono soci e a danno del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.

  MAINO MARCHI. Signor Presidente, torniamo in Aula sul DEF e dopo la Nota di aggiornamento esaminiamo la relazione di variazione alla stessa, una variazione Pag. 52che discende dalle proposte del Governo a seguito delle osservazioni della Commissione europea sui documenti di bilancio.
  Di fronte a questo passaggio, si possono avere diverse valutazioni politiche. C’è chi ha parlato, durante l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, anche oggi, di resa del Governo italiano di fronte ai diktat della Commissione europea e, quindi, di una rinuncia all'impostazione espansiva rispetto al quadro tendenziale, agli obiettivi programmatici precedenti che erano contenuti nella Nota di aggiornamento del DEF. Qui oggi si è detto che il Ministro dell'economia e delle finanze dovrebbe dimettersi, da parte della Lega Nord. Io penso che si possa invece parlare di un significativo risultato positivo del Governo, di un contributo vero all'avvio del cambiamento delle politiche europee. Lo stesso Presidente della Repubblica ci ha ricordato nei giorni scorsi che, nei documenti dell'ultimo Consiglio europeo, non è più presente la parola «austerità». Certo, l'esigenza di una svolta nelle politiche europee è un'esigenza forte che avrebbe bisogno di decisioni rilevanti in tempi brevi. Difficile, però, ottenerlo in una fase che vede concludere il lavoro della Commissione europea in carica mentre sta per insediarsi la nuova a seguito delle elezioni europee. Eppure, ciò che abbiamo ottenuto non è poco, considerata la rilevanza di quanto abbiamo proposto. L'Italia ha proposto due cose. Primo, di spostare avanti di un anno il raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio, dal 2016 al 2017, dopo che in primavera avevamo già deciso di spostarlo dal 2015 al 2016. Non è poco in un solo anno spostare avanti di due anni questo obiettivo. Certo, l'impegno assunto dal Governo Berlusconi era al limite della mission impossible, ma era un impegno assunto e, quindi, non facile da modificare. In secondo luogo, l'Italia ha proposto di modificare di 0,7 punti rispetto al tendenziale il livello di indebitamento, passando dal 2,2 al 2,9 per cento, vicino al limite del 3 per cento. Va anche considerato che, prima della presa d'atto di un contesto economico peggiore delle precedenti previsioni, l'obiettivo era 1,8 per cento, cioè 1,1 punti in meno.
  Possono essere considerate modifiche di semplice buonsenso in un contesto economico europeo che ha visto elementi di negatività, di recessione e deflazione, quantomeno di riduzione della produzione industriale e del PIL in tutta Europa. Ma sappiamo bene che non è così; non ci aiutavano alcuni elementi tecnici, su cui non voglio soffermarmi, ma che ricordo come quelli relativi alle modalità con cui viene calcolato l’output gap. Non ci aiuta soprattutto la rigidità su rigore e austerità che ancora è presente nella cultura politica ed economica della Commissione europea uscente e in diversi Paesi europei. E, allora, aver ottenuto un consenso sullo spostamento in avanti del pareggio strutturale di bilancio e la forte correzione in senso espansivo della manovra rispetto ai tendenziali, pur in misura minore, non di uno 0,7 per cento, ma di uno 0,4 per cento, penso sia un primo significativo risultato di una politica che persegue il massimo di flessibilità nelle regole esistenti, lavorando anche per cambiare, prima nei fatti e poi formalmente, quelle regole. C’è un effetto espansivo minore, ma non viene alterato l'impianto complessivo. Questo anche per le scelte che il Governo propone su come reperire i 4 miliardi e mezzo di euro necessari per portare l'indebitamento netto nominale al 2,6 per cento. 3 miliardi 300 milioni di euro si recuperano, utilizzando le risorse stanziate nel disegno di legge di stabilità sul Fondo per la riduzione della pressione fiscale, che non erano state destinate. In quel fondo, non vi erano le risorse per la riduzione delle tasse sul lavoro alle imprese, relative al bonus fiscale di 80 euro, all'eliminazione del costo del lavoro stabile a tempo indeterminato dalla base imponibile dell'IRAP e alle riduzioni fiscali per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Quindi, la politica di riduzione delle tasse su lavoro e imprese è confermata ed è una politica fondamentale per lo sviluppo, una politica sempre proposta dal Partito Democratico e che ora siamo in grado di concretizzare anche grazie al Pag. 53lavoro avviato dal Governo Letta. 730 milioni di euro si recuperano tramite l'ulteriore estensione del meccanismo dell'inversione contabile per l'IVA, quindi rafforzando la scelta più forte del disegno di legge di stabilità per la lotta all'evasione fiscale.
  Una proposta, lo ricordo, molto sostenuta dall'ex Ministro Visco che di lotta all'evasione fiscale se ne intende e ha sempre ottenuto ottimi risultati. Certamente invece elemento di preoccupazione è la riduzione di 500 milioni per il cofinanziamento dei Fondi strutturali europei che riducevano gli obiettivi di spesa delle regioni ai fini del Patto di stabilità interno. Sarà materia su cui discutere nel corso dell'esame del disegno di legge di stabilità e che vede comunque già un forte impegno del Governo a spendere bene e presto i fondi di coesione.
  Quindi, l'impostazione del disegno di legge di stabilità è sostanzialmente confermata anche per il sostegno della domanda. Lo dico con riferimento alle critiche dell'onorevole Marcon: quale miglior sostegno della domanda che consolidare l'aumento di 80 euro dei redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti. E sulla spending review ricordo all'onorevole Palese che nel disegno di legge di stabilità vi sono molte...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Marchi, colleghi, la sfortuna dell'onorevole Marchi è che è l'ultimo a parlare prima di passare ai voti. Però cerchiamo di fare in modo che lo possa fare almeno in modo decente.

  MAINO MARCHI. Soprattutto se non passano qui davanti sarebbe meglio.

  PRESIDENTE. Soprattutto chi gli passa davanti, appunto. Prego, onorevole Marchi.

  MAINO MARCHI. E sulla spending review ricordo all'onorevole Palese che, nel disegno di legge di stabilità, vi sono molte misure relative ai singoli ministeri che sono un passo consistente per una vera revisione strutturale della spesa. Concludo con una valutazione sul tipo di voto su questa relazione. Condividiamo che sia un voto a maggioranza semplice per due motivazioni: la prima è per la ratio della legge n. 243 del 2012. La maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera è richiesta per decisioni che portino a discostarsi dall'obiettivo programmatico. Quel voto l'abbiamo già fatto: oggi è in discussione un intervento che riduce quella scelta e migliora i saldi. Quindi, sarebbe assurdo chiedere una maggioranza qualificata. Ancor di più per il secondo motivo: nella relazione già votata il Governo chiedeva l'autorizzazione a incrementare l'indebitamento fino ad un importo massimo di 11 miliardi e mezzo. Quindi, il Governo è stato autorizzato per una manovra non di 11 miliardi e mezzo ma fino ad 11 miliardi e mezzo: 7 miliardi (11 miliardi e mezzo meno 4 mezzo) sono pienamente dentro quell'importo massimo già autorizzato. Per l'insieme di queste ragioni, il gruppo del Partito Democratico, ragionando ognuno di noi con la propria testa, onorevole D'Incà, voterà a favore della risoluzione che approva la relazione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.

Modifica della composizione di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che Marco Bergonzi, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare del Partito Democratico.

Si riprende la discussione del Doc. LVII, n. 2-ter.

(Risoluzioni e parere del Governo – Doc. LVII, n. 2-ter)

  PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le seguenti risoluzioni: Speranza, De Girolamo, Mazziotti Di Celso, Pag. 54Dellai, Pisicchio, Formisano, Alfreider, Di Lello, Di Salvo n. 6-00094; Brunetta n. 6-00095; Scotto ed altri n. 6-00096; Fedriga ed altri n. 6-00097; D'Incà ed altri n. 6-00098 (Vedi l'allegato A – Doc. LVII, n. 2-ter). Tali risoluzioni sono in distribuzione.
  Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, che invito altresì a dichiarare quale risoluzione intenda accettare.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, le ragioni che hanno portato il Governo a presentare questa Nota di aggiornamento sono note e sono state oggetto della discussione sia ieri in Commissione sia oggi in aula. Non le riprendo perché sono state sufficientemente dibattute. Faccio solo presente che questa Nota di aggiornamento è il risultato di un confronto negoziale con l'Unione europea nell'atteggiamento che noi abbiamo assunto, peraltro trasparente e pubblico come abbiamo scelto di fare, nel realizzare un consenso da parte dell'Unione europea alla manovra che stiamo presentando.
  I risultati che noi abbiamo ottenuto attraverso questo aggiustamento sono sostanzialmente tre: il primo, quello di avere il via libera, confermato dall'Unione europea, all'insieme della manovra di stabilità; il secondo, il consenso allo spostamento di un anno del pareggio di bilancio; e il terzo, un significativo consenso sull'utilizzo dei margini di manovra, che ci portano dal 2,2, al quale eravamo attestati, sino al 2,9 iniziale ed ora ad un leggero rientro.
  Questi sono risultati importanti che confermano l'approccio con il quale il Governo italiano sta discutendo in Europa: rispetto delle regole, da un lato, ma negoziato, convinto e forte sulle prerogative e le necessità dell'Italia, che si trova al terzo anno di recessione e ha intenzione ferma, anche attraverso una precisa politica di riforme, di invertire questa tendenza. Questo avviene con questa Nota di aggiornamento.
  Gli effetti di questa Nota di aggiornamento, per essere chiari e molto sintetici, sono sostanzialmente due. Il primo: è vero, si riducono i margini di intervento espansivo; il secondo: si migliorano i saldi di finanza pubblica. Il primo, certamente, è una limitazione rispetto agli obiettivi generali che ci eravamo prefissi, però non intacca il senso della manovra, perché la manovra, che è fondata sul binomio crescita ed occupazione, è retta da misure quali quelle dell'intervento sugli 80 euro, quali quelle dell'IRAP, quali quelle del bonus famiglia, eccetera, che non vengono minimamente toccate dall'intervento di aggiustamento per merito della quota di riserva che avevamo fatto e delle altre manovre collegate.
  Il secondo: il miglioramento dei saldi è una misura nettamente positiva, che ha come conseguenza un miglioramento complessivo delle condizioni della finanza pubblica italiana, non solo in rapporto all'Europa, ma anche in rapporto alle nostre politiche interne.
  Per questi motivi, è assolutamente evidente che, essendo di fronte ad un miglioramento dei saldi, le modalità di procedere sono quelle che consentono di dire che la parte di scostamento negativo era già stata realizzata con il voto nella precedente sessione. Qui, siamo di fronte ad un miglioramento che, devo dire, può consentire una discussione sui due aspetti – la manovra presente con i margini che ci sono e il miglioramento dei saldi –, spero fertile, nel disegno di legge di stabilità che ci avviamo a discutere in Commissione e in Aula.
  Per questi motivi, signor Presidente, il Governo accetta la risoluzione Speranza, De Girolamo, Mazziotti Di Celso, Dellai, Pisicchio, Formisano, Alfreider, Di Lello, Di Salvo n. 6-00094.

(Votazione risoluzioni – Doc. LVII n. 2-ter)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.Pag. 55
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Speranza, De Girolamo, Mazziotti Di Celso, Dellai, Pisicchio, Formisano, Alfreider, Di Lello, Di Salvo n. 6-00094, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesellato, Di Maio, Frusone. Onorevole Gadda, prego, faccia con comodo, tanto siamo tutti qui. Onorevole Piepoli, deve andare all'altro settore. Stiamo aspettando che un tecnico intervenga su un collega. Onorevole Piepoli, trovato il posto, cerchiamo ora di accelerare con il voto. C’è sempre l'onorevole Battaglia che non riesce.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  442   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  291    
    Hanno votato no  151.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato De Menech ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Risultano conseguentemente precluse le altre risoluzioni presentate.

Annunzio di un'informativa urgente del Governo.

  PRESIDENTE. Comunico che a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo si è convenuto che oggi alle ore 18,30 avrà luogo un'informativa urgente del Governo sui fatti accaduti ieri a Roma in occasione della manifestazione degli operai delle acciaierie AST di Terni.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre 2014 e conseguente aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. Comunico che a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2014:
   I colleghi che sono interessati ad ascoltare il calendario possono rimanere in silenzio e chi non è interessato, altrettanto in silenzio, può uscire dall'Aula.
   Lunedì 3 (ore 10, con votazioni dalle ore 16, e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), martedì 4, mercoledì 5 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 6 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 7 novembre) (con votazioni);
   Esame del disegno di legge n. 2681 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, recante misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile (approvato dal Senato – scadenza: 11 novembre 2014) (A.C. 2681);
   Seguito dell'esame di argomenti previsti nell'ultima settimana di ottobre e non conclusi. Si tratta di:
    mozioni Scotto ed altri n. 1-00537, Pisicchio n. 1-00609, Covello ed altri n. 1-00612, Palese e Russo n. 1-00614, Baldassarre ed altri n. 1-00621, De Girolamo ed altri n. 1-00624, Taglialatela ed altri n. 1-00641, De Mita ed altri n. 1-00642 e Antimo Cesaro ed altri n. 1-00648 concernenti iniziative per il rilancio economico e occupazionale del Mezzogiorno, con particolare attenzione alla situazione della Campania;
    mozioni Tinagli, Carfagna, Giuliani, Dorina Bianchi, Binetti, Di Salvo ed altri n. 1-00272, Mucci ed altri n. 1-00611, Nicchi ed altri n. 1-00613, Speranza ed altri n. 1-00615 e Rondini ed altri n. 1-00620 concernenti iniziative a sostegno delle politiche di genere;Pag. 56
    proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, nn. 18, 19 e 21 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE);
    mozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603, Santerini ed altri n. 1-00604, Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00605, Palazzotto ed altri n. 1-00616, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00617, Matteo Bragantini ed altri n. 1-00618 e Brunetta ed altri n. 1-00619 concernenti iniziative in materia di diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, con particolare riferimento alla revisione del regolamento dell'Unione europea noto come «Dublino III»;
    mozioni Gallinella ed altri n. 1-00490, Kronbichler ed altri n. 1-00558, Taranto ed altri n. 1-00630, Gianluca Pini ed altri n. 1-00631, Palese n. 1-00632, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00635 e Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-00638 concernenti l'accordo di partenariato per il commercio e gli investimenti tra Unione europea e Stati Uniti d'America noto come Transatlantic trade and investment partnership (TTIP);
    mozioni Rondini ed altri n. 1-00629, Brunetta ed altri n. 1-00633, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00634, Binetti ed altri n. 1-00640, Amato ed altri n. 1-00643 e Rampelli ed altri n. 1-00646 concernenti iniziative riguardanti i profili di prevenzione sanitaria correlati al fenomeno migratorio;
    mozioni Di Gioia, Morassut, Di Salvo ed altri n. 1-00602, Prataviera ed altri n. 1-00639 e Ciprini ed altri n. 1-00650 concernenti iniziative per l'impiego di parte del risparmio previdenziale per interventi a sostegno dell'economia.
   Esame delle mozioni:
    Centemero ed altri n. 1-00572 e Locatelli ed altri n. 1-00569 concernenti iniziative volte alla nomina di un Ministro senza portafoglio competente in materia di pari opportunità;
    De Girolamo sul Mezzogiorno (in corso di presentazione).

  Lunedì 10 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2093 – Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014).
   Discussione sulle linee generali della mozione Paolo Nicolò Romano ed altri n. 1-00515 concernente iniziative volte alla separazione societaria della infrastruttura della rete di telecomunicazione e alla definizione del relativo modello di governance.

  Martedì 11, mercoledì 12 e giovedì 13 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 14 novembre) (con votazioni)
   Seguito dell'esame delle mozioni:
    Scotto ed altri n. 1-00537, Pisicchio n. 1-00609, Covello ed altri n. 1-00612, Palese e Russo n. 1-00614, Baldassarre ed altri n. 1-00621, De Girolamo ed altri n. 1-00624, Taglialatela ed altri n. 1-00641, De Mita ed altri n. 1-00642 e Antimo Cesaro ed altri n. 1-00648 concernenti iniziative per il rilancio economico e occupazionale del Mezzogiorno, con particolare attenzione alla situazione della Campania (ove non concluso nella settimana precedente);
    Gallinella ed altri n. 1-00490, Kronbichler ed altri n. 1-00558, Taranto ed altri n. 1-00630, Gianluca Pini ed altri n. 1-00631, Palese n. 1-00632, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00635 e Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-00638 concernenti l'accordo di partenariato per il commercio e gli investimenti tra Unione europea e Pag. 57Stati Uniti d'America noto come Transatlantic trade and investment partnership (TTIP) (ove non concluso nella settimana precedente);
    Rondini ed altri n. 1-00629, Brunetta ed altri n. 1-00633, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00634, Binetti ed altri n. 1-00640, Amato ed altri n. 1-00643 e Rampelli ed altri n. 1-00646 concernenti iniziative riguardanti i profili di prevenzione sanitaria correlati al fenomeno migratorio (ove non concluso nella settimana precedente);
   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2093 – Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014).
   Seguito dell'esame della mozione Paolo Nicolò Romano ed altri n. 1-00515 concernente iniziative volte alla separazione societaria della infrastruttura della rete di telecomunicazione e alla definizione del relativo modello di governance.
   Seguito dell'esame di ulteriori argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 17 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 631-B – Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità, e al decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, in materia di illeciti disciplinari e relative sanzioni (approvata dalla Camera e modificata dal Senato).
   Discussione sulle linee generali della mozione Caparini ed altri n. 1-00592 in materia di esenzione dal pagamento e di disdetta del canone Rai.
   Discussione sulle linee generali della Relazione sul semestre di presidenza italiana dell'Unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea (Doc. XXIII, n. 2).

  Martedì 18 (pomeridiana), mercoledì 19 (antimeridiana) e giovedì 20 novembre (antimeridiana) (con votazioni)
   Seguito dell'esame della proposta di legge n. 631-B – Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità, e al decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109, in materia di illeciti disciplinari e relative sanzioni (approvata dalla Camera e modificata dal Senato).
   Seguito dell'esame della mozione Caparini ed altri n. 1-00592 in materia di esenzione dal pagamento e di disdetta del canone Rai.
   Seguito dell'esame della Relazione sul semestre di presidenza italiana dell'Unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea (Doc. XXIII, n. 2)

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 24 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)
   Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge n. 2679 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) e n. 2680 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017.

  Martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 novembre (antimeridiana e pomeridiana, Pag. 58con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 28 novembre) (con votazioni)
   Seguito dell'esame dei disegni di legge n. 2679 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) e n. 2680 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nelle settimane precedenti e non conclusi.

  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo il venerdì (dalle ore 9).
  Il martedì, di norma, tra le ore 9 e le ore 11, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.
  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione della proposta di legge n. 631-B, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione.
  L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione De Girolamo sul Mezzogiorno sarà pubblicata dopo la sua presentazione.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera, in data 29 ottobre 2014, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza l'onorevole Chiara Di Benedetto, in sostituzione dell'onorevole Girgis Giorgio Sorial, dimissionario.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 18,30 per lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sui fatti accaduti ieri a Roma in occasione della manifestazione degli operai delle acciaierie AST di Terni.

  La seduta, sospesa alle 14,35, è ripresa alle 18,35.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Michele Bordo, Bratti, D'Incà, De Girolamo, Dellai, Di Salvo, Epifani, Giancarlo Giorgetti, Marantelli, Pannarale, Pes, Piepoli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rubinato, Sanga, Sani, Scotto, Speranza, Spessotto, Taglialatela, Vargiu e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo sui fatti accaduti ieri a Roma in occasione della manifestazione degli operai delle acciaierie AST di Terni.

  PRESIDENTE. Come anticipato a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, l'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sui fatti accaduti Pag. 59ieri a Roma in occasione della manifestazione degli operai delle acciaierie AST di Terni.
  Dopo l'intervento del Ministro, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro dell'interno)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'interno, Angelino Alfano.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Presidente, signori colleghi, ho sentito immediatamente il dovere di riferire alle Camere sui fatti accaduti ieri in occasione del presidio tenuto in piazza Indipendenza a Roma dalle maestranze della AST di Terni in relazione alla vertenza aperta con la proprietà ThyssenKrupp. Non ho avuto alcuna esitazione nel dichiarare, nell'incontro che ho avuto in serata con i rappresentanti delle sigle sindacali presenti in piazza a Roma, che quello di ieri è stato un brutto giorno per tutti, ripeto, per tutti. Un giorno particolarmente pesante ed impegnativo per la nostra capitale, come purtroppo spesso accade. A Roma infatti si sono concentrate, a poca distanza di tempo ieri e a poche centinaia di metri, venendo a formare un ideale fil rouge il cui tema conduttore è, drammaticamente, sempre quello della occupazione, altre agitazioni e proteste a sfondo sindacale. Infatti erano contemporaneamente in corso: la manifestazione dei dipendenti della società Jabil di Marcianise, che ha visto la partecipazione di 250 lavoratori; quella dei dipendenti degli enti di ricerca; un'altra indetta dai lavoratori socialmente utili della regione Lazio; e, infine, due presidi distinti e diversi nei pressi di Montecitorio, pure determinati da motivi occupazionali, senza considerare la preparazione del servizio d'ordine della partita di calcio dell'Olimpico. Punto di riferimento di gran parte di queste manifestazioni sono stati il Ministero del lavoro e il Ministero dello sviluppo economico, che peraltro sono posti l'uno di fronte all'altro. Verso la sede di tali istituzioni, nel cuore di Roma, si sono finiti per riversare, infatti, cortei spontanei e presidi statici di manifestanti. Circostanza, questa, che ha reso necessaria un'attività di doverosa regolamentazione per evitare ingorghi e confluenze improvvise che avrebbero potuto rendere particolarmente critiche le condizioni di agibilità del centro cittadino. È un particolare importante quello che sto sottolineando, in quanto si collega precisamente alla dinamica dei fatti che hanno riguardato l'AST, e ne spiega anche l'evoluzione. Su questi fatti e sugli scontri avvenuti contribuirò – spero – a fare luce, con una rigorosa e oggettiva ricostruzione, come mi chiede il Parlamento e come sento il dovere di fare. Consentitemi, tuttavia, prima di entrare nel merito della vicenda, di dare la mia personale solidarietà ai lavoratori, quelli dell'AST e quelli della Polizia di Stato, che hanno riportato ferite nel corso degli scontri. La nostra solidarietà più vicina e più affettuosa.
  L'amarezza della giornata di ieri sta proprio nel fatto che il lavoro, questione oggi centrale nel Paese, in Europa e dovunque si voglia garantire un futuro di speranza e di progresso, sembra diventare lo scenario di una contrapposizione tra lavoratori. Dobbiamo evitare, esercitando un grande senso di responsabilità e valorizzando tutte le nostre capacità di attenzione e di dialogo, che il difficile momento di crisi possa rappresentare l'involontaria scintilla di conflitti e tensioni che rischierebbero di innescare pericolose derive. Per questo motivo, nel corso dell'incontro di ieri con i leader sindacali del settore metalmeccanico, ho proposto che il Viminale possa ospitare tavoli di confronto permanenti con le organizzazioni dei lavoratori, ovviamente non per discutere i temi di merito delle relazioni industriali, ma per affrontare, secondo un metodo di condivisione, le modalità di governance di quelle manifestazioni che possono risultare più impegnative anche per l'ordine pubblico.Pag. 60
  È un qualcosa di molto, molto importante l'idea di affrontare insieme la governance delle manifestazioni più delicate in materia di ordine pubblico che vertano su questioni lavorative.
  Questo metodo che voglio introdurre è un rafforzamento ulteriore di una modalità che può e deve funzionare meglio benché nella prassi sia stata già esercitata.
  Le Forze di polizia, nel loro quotidiano operato a presidio della legalità e delle libertà costituzionali, si sono sempre poste in chiave non antagonista, bensì di garanzia dei diritti, di tutti i diritti, compreso quello al dissenso. Lo dimostrano le migliaia di manifestazioni che ogni giorno si svolgono in Italia pacificamente grazie alla tutela assicurata dalle Forze dell'ordine. Su questo voglio essere molto preciso, perché ritengo davvero significativo ciò che sto per dire. Nel corso del 2014, e precisamente dalla data di insediamento di questo Governo, si sono svolte 5.934 manifestazioni di rilievo in ambito nazionale, e la stragrande maggioranza degli eventi ha avuto un corso assolutamente tranquillo. Ed è rilevante un secondo dato, che offro al Parlamento, e cioè che circa la metà di queste manifestazioni, ossia 2.350 hanno avuto alla base problematiche sindacali e occupazionali; se dunque il Governo avesse voluto avere una linea di estrema severità e di estrema durezza, avrebbe avuto 5.934 occasioni per farlo e 2.350 occasioni riguardanti il mondo del lavoro. Non l'ha fatto, perché non era questo, non è questo e non sarà mai questo lo spirito di questo Governo. Questo Governo non ha mai dato un input come quello che taluno ha voluto attribuire al Governo stesso e, anche se vogliamo immaginare un input dato dal Governo è stato al limite quello opposto.
  Vengo ora all'esposizione dei fatti. In mattinata, dalle 9 in poi, si erano concentrati in piazza dell'Indipendenza circa 500 lavoratori dell'AST di Terni, allo scopo di essere ricevuti dall'ambasciatore di Germania, Stato di appartenenza del gruppo industriale Thyssen, a cui intendevano rivolgere una richiesta di interessamento. Poco dopo, una delegazione di lavoratori è stata ricevuta da diplomatici della legazione tedesca per circa un'ora. Al termine dell'incontro è seguito uno scarno comunicato dell'ambasciata, giudicato insoddisfacente dai manifestanti. A questo punto è stata avanzata, da alcuni esponenti della FIOM, la richiesta di poter dare vita ad un corteo in direzione della sede del Ministero dello sviluppo economico.
  Questa richiesta, tuttavia, non è stata immediatamente accolta, in considerazione del fatto che, presso quello stesso Ministero, erano già in corso, come ho detto, analoghe iniziative sindacali, cioè Jabil di Marcianise, e che, dunque, l'afflusso di altri manifestanti avrebbe potuto determinare difficoltà logistiche e anche di gestione dell'ordine pubblico. Peraltro, è subentrata anche la preoccupazione che alcuni manifestanti volessero in realtà dirigersi verso la vicina stazione Termini, atteso che tale voce era stata colta dai funzionari di polizia in servizio a piazza dell'Indipendenza.
  Un folto numero di manifestanti, dando vita ad un improvvisato corteo, si è diretto verso via Solferino e, visto lo sbarramento opposto dalla polizia, ha poi deviato verso altre vie limitrofe che conducono, comunque, a piazza dei Cinquecento e, quindi, vicino alla stazione Termini, rafforzando le preoccupazioni che erano già state avvertite dai funzionari di polizia.
  Al corteo è stato inutilmente intimato l'alt, per cui si è in breve arrivati ad un concitato contatto fisico tra manifestanti e polizia, da cui è conseguito il ferimento di quattro operatori della Polizia di Stato, un funzionario e tre agenti del reparto mobile e di quattro manifestanti, i quali tutti hanno riportato lesioni guaribili da un minimo di tre ad un massimo di quindici giorni.
  È poi sopraggiunto il segretario generale della FIOM, il cui intervento ha contributo a riportare la calma tra i manifestanti. In seguito, ha avuto avvio un breve negoziato per l'autorizzazione ad effettuare un corteo verso la sede del Ministero dello sviluppo economico, conclusosi positivamente il negoziato, con la definizione di un percorso concordato. Il corteo è Pag. 61quindi giunto, senza incidenti, presso la sede ministeriale, dove il segretario della FIOM, unitamente ad una decina di delegati, è stato ricevuto insieme ad altri rappresentanti di altri sindacati dal Ministro Guidi che, frattanto, anche per la mediazione effettuata dalla Questura, aveva dato la propria disponibilità all'incontro.
  I fatti che ho appena ricostruito sono stati naturalmente oggetto di referto all'autorità giudiziaria, nel quale referto nessun manifestante è stato denunciato, non c’è stata nessuna denuncia di alcun manifestante.
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, le settimane che ci attendono sono complesse e molto delicate. Le numerose crisi industriali che investono il Paese sono figlie di una crisi che arriva da lontano e che il Governo vuole superare con riforme coraggiose e con scelte chiare e nette. Le singole crisi industriali sono seguite con grandissima vicinanza e con grandissima attenzione a Palazzo Chigi e al Ministero dello sviluppo economico. Nessuno, però, immagina che, nel pieno delle vertenze e dei negoziati, i lavoratori debbano attendere passivamente. È nel pieno del loro diritto costituzionale manifestare liberamente il proprio pensiero, anche in modo aspro e sempre nei limiti della legge. Per noi il diritto a manifestare è sacro e la sacralità di questo diritto è custodita dentro la teca delle regole poste a presidio dell'ordine pubblico, in modo che la libertà di chi manifesta non leda o comprima le libertà e i diritti degli altri cittadini: libertà di circolazione, di vivere con sicurezza nella propria città, il diritto alla incolumità dei beni, delle cose e dei luoghi dove si svolgono le manifestazioni e, per prima e non da ultima, l'incolumità fisica delle donne e degli uomini delle forze dell'ordine, che lavorano e corrono dei rischi perché la libertà degli uni e quella degli altri vengano entrambe tutelate e non diventino avversarie o antagoniste. Così funziona l'ordine pubblico: questo è lo Stato di diritto, questo è l'ossigeno della democrazia.
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questo contesto il Governo sa bene distinguere tra manifestazioni e manifestazioni e questa consapevolezza delle diversità è patrimonio anche delle forze dell'ordine, per la loro storia democratica e per la loro esperienza maturata sul campo. Forte di questo convincimento, vorrei assicurare che questa capacità di distinzione, di discernimento sarà applicata in ogni circostanza in cui ci troveremo di fronte alle manifestazioni di protesta degli operai, perché è lontana anni luce da questo Governo e, dunque, dal Ministero dell'interno, l'idea di manganellare gli operai, così come siamo certi che sia lontana dalla mente degli operai, pure in difficoltà e pure esasperati, l'idea di scaricare sulle forze di polizia la tensione di momenti difficilissimi.
  Questa duplice certezza mi induce a chiedere, a ciascuna forza politica, a ciascun parlamentare, uno sforzo di coesione, uno sforzo per distinguere anche noi, qui, in Parlamento, la critica politica dalla tentazione di cavalcare il disagio sociale derivante dalla questione occupazionale. È una tensione che può dare un frutto immediato, ma non occorrerà, non occorrerà aspettare molto per accorgersi che il frutto è avvelenato.
  Da parte nostra, da parte del Governo, ogni sforzo sarà compiuto per risolvere al meglio le crisi industriali e per assicurare il pacifico svolgimento delle manifestazioni. E fin da oggi, a conclusione di questo mio intervento, ribadisco quello che ritengo sia il fatto nuovo e concreto che la manifestazione di ieri e i rispettivi e relativi esiti hanno consegnato come obbligo di decisione e, cioè, un percorso di maggiore partecipazione, un metodo di maggiore partecipazione preventiva con i sindacati, con gli organizzatori delle manifestazioni nella governance delle manifestazioni che hanno ad oggetto il mondo del lavoro. Questo è un fatto che ritengo importante e che consegno al Parlamento per le proprie valutazioni, unitamente ad una ricostruzione dei fatti che spero essere Pag. 62stata esaustiva (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia).

(Interventi)

  PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
  Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Presidente, Ministro, colleghi, ci sono cose che in un Paese democratico non devono accadere, punto. In un Paese democratico, come è l'Italia, operai che manifestano, esasperati dalla perdita del loro posto di lavoro, non devono essere colpiti con il manganello. Gli operai che manifestano la loro rabbia e la loro esasperazione non sono, come è evidente a tutti e come anche lei ha chiarito nel suo intervento, certo sovversivi o criminali. Il loro disegno è solo fare sentire al Paese la loro voce. Il nostro dovere è ascoltare quella voce, come sta facendo il Governo, e ovviamente il loro manifestare è un sacrosanto diritto costituzionale.
  Il Partito Democratico è vicino a tutti i lavoratori italiani, a quelli che il lavoro ce l'hanno, a quelli che il lavoro non ce l'hanno più, a quelli che lo stanno perdendo. Per questo, esprimiamo forte, da quest'Aula, la nostra solidarietà ai manifestanti, agli operai feriti ieri e l'augurio di una loro pronta guarigione.
  Come partito, qui in Parlamento, e come Governo che sosteniamo, siamo impegnati senza sosta per non lasciare nessun tentativo inesplorato, al fine di evitare la chiusura di nuove fabbriche e la conseguente perdita di altri posti di lavoro. Stiamo lavorando, affinché l'occupazione e lo sviluppo siano la nuova bandiera europea e non, di nuovo, come negli ultimi anni, l'austerità o i tagli al modello sociale europeo. Per questo il Governo, in queste ore, in questi giorni, nelle scorse settimane, negli scorsi mesi, si è impegnato, senza sosta, sul caso di Terni.
  Altrettanto, signor Ministro, noi conosciamo bene il sentimento di attaccamento alle istituzioni democratiche, alla Carta costituzionale delle nostre Forze dell'ordine, e conosciamo anche bene le loro condizioni di lavoro che sono oggettivamente difficili, e sul cui miglioramento proprio noi, proprio questo partito, orgogliosamente, siamo impegnati, dopo anni che, invece, hanno visto continui tagli e peggioramento delle condizioni di lavoro di quelle Forze dell'ordine e di quegli agenti.
  Senza dubbio, come sempre, la nostra solidarietà va anche gli agenti feriti ieri, ma il punto, signor Ministro, è che ciò che è accaduto ieri, le manganellate agli operai, i feriti e gli scontri, non deve più accadere nel nostro Paese, non può più accadere. La situazione economica e occupazionale – l'ha detto anche lei – determina e determinerà nei prossimi mesi ancora tensione sociale. Lo sappiamo tutti, ci saranno altre manifestazioni, altre giornate difficili, altra rabbia che si manifesta nelle strade del Paese, e in particolare nella capitale dove hanno sede il Governo e il Parlamento. Il problema è che a questa tensione, a questa rabbia, che sicuramente ci sarà, le nostro Forze dell'ordine, la catena di comando delle nostre Forze dell'ordine, i nostri agenti, le nostre Forze dell'ordine che sono ricchi di competenze e professionalità, devono saper rispondere senza che si arrivi a ciò che è successo ieri, in particolare quando a manifestare sono degli operai che manifestano per salvaguardare il futuro loro e delle loro famiglie, anche a fronte di situazioni di tensione come quelle di ieri, anche avendo ascoltato la ricostruzione dalle sue parole, anche di fronte ad ipotesi informative di cui lei ci ha informato...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EMANUELE FIANO. ...che indicavano la possibilità di uno spostamento di quelle persone, di quegli operai verso la stazione Termini, verso obiettivi sensibili, serve la capacità di reagire con la calma e il sangue freddo che i nostri agenti hanno, Pag. 63evitando sempre lo scontro fisico. A lei, signor Ministro, chiediamo la certezza che le direttive e le regole d'ingaggio delle Forze dell'ordine impegnate nella tutela dell'ordine pubblico, vadano sempre in questa direzione, anche analizzando con certezza la catena di comando che ha guidato le azioni di ieri. Questo è il nostro compito e il suo compito.
  A chi, in queste ore, tenta di strumentalizzare la vicenda, soffiando sul fuoco, diciamo che non troverà una spalla nel nostro partito, nel nostro campo, perché noi crediamo che solo abbassare i toni e risolvere i problemi reali dei cittadini, come sta facendo il nostro Governo, sia il nostro compito e non altro. Tra chi difende il proprio posto di lavoro e chi, per professione e per fedeltà al nostro Paese, difende la pace sociale e la sicurezza, serve trovare sempre un confronto ed un dialogo. A noi politici, al Governo, al nostro Governo, il compito che il confronto sociale e la manifestazione del dissenso e dell'esasperazione avvengano sempre senza l'uso della violenza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Angelino Alfano, come posso chiamarla Ministro, non riesco proprio, lei è l'uomo del «lodo Alfano».
  Lei è l'uomo che non ha saputo gestire il caso Shalabayeva. Lei è l'uomo del manganello facile, lei è il Ministro del PD. Ci sarebbero tante altre cose da dire ma in cinque minuti sarebbe impossibile raccontare tutte quelle porcherie che ha fatto nella sua lunga carriera politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Raccontiamo i fatti che sono successi ieri sera in manifestazione, in maniera semplice e comprensibile: i lavoratori della AST di Terni stavano semplicemente manifestando pacificamente in difesa del proprio posto di lavoro, perché senza quella fabbrica le loro famiglie si troverebbero sul lastrico. E sa cosa vuol dire perdere il lavoro per un lavoratore ? Vuol dire magari non riuscire a pagare il mutuo, Presidente. E questo io lo trovo veramente increscioso.
  Chi ha dato l'ordine di caricare ? Esiste un questore a Roma ? Ricordo che il nuovo questore è stato sostituito una settimana fa e se inizia così inizia proprio male (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  È impensabile avere un Ministro di destra in un Governo di pseudosinistra. Tutto ciò accade in Italia e sa cosa penso, certe volte mi dico: «ma Davide dove sei capitato ? Dove ti trovi ?». Voi non potete capire i disagi di questi lavoratori perché siete sempre stati coccolati dai vostri privilegi. Io vede, Alfano, sono un umile operaio prestato alla politica e anche se quelle manganellate non le ho prese, il dolore mi affligge, a differenza vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  State veramente scatenando la guerra dei poveri. Lavoratori contro lavoratori, polizia contro manifestanti, 1000 euro alle tute blu, 1000 euro ai poliziotti. Io non so dove trova il coraggio di venire qua dentro dopo tutte le schifezze che ha compiuto, ma lei ha una dignità ? (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per concludere in bellezza, Alfano, gli dovrebbe dare il Daspo a questi lavoratori, almeno ha un'altra bella figuraccia da collezionare nella sua...

  ALESSANDRO PAGANO. Presidente, lei queste parole non le può consentire !

  DAVIDE TRIPIEDI. ...nella sua magnifica carriera politica. Alfano, «il manganellaio matto», così lo definirei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci manca solo un po’ di olio di ricino e abbiamo completato l'opera.

  PRESIDENTE. Deputato Tripiedi, si può esprimere con correttezza verso il Ministro dell'interno ? (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Intanto non è Alfano, è Ministro. D'accordo ? Pag. 64E poi la prego di essere rispettoso. Esprima le sue idee in un modo non offensivo.

  DAVIDE TRIPIEDI. Io voglio sapere se il Ministro è stato rispettoso nei confronti di quei lavoratori sanguinanti, sanguinanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle ). Perché non ci racconta anche quello che è successo a Torino quando la polizia lanciava lacrimogeni in piazza senza alcun motivo quel venerdì, se lo ricorda Ministro Alfano ? Se lo ricorda ? Lacrimogeni alla parte più debole della società, quei lavoratori che adesso col Job Act saranno ancora più ricattati di quello che oggi stanno subendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il MoVimento 5 Stelle esprime massima solidarietà a quei lavoratori che oggi resistono e lottano contro questo sistema capitalistico, che va a annullare tutti quei diritti e anche quello di sciopero che i nostri padri si sono conquistati con il sangue, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Alfano, questo è un grido: dimettiti ! Fallo per l'onore dell'Italia e fallo per rispetto di quei lavoratori che stanno piangendo ancora per le sue scelte. Si vergogni e si dimetta al più presto ! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Renato Brunetta. Ne ha facoltà.

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, signor Ministro Alfano, sono d'accordo con lei: quella di ieri è stata una brutta giornata per tutti. Come un brutto dibattito, sentendo questi colleghi, o sedicenti tali, del MoVimento 5 Stelle. Mi vergogno per loro (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi vergogno per loro. Mi vergogno per loro, mi vergogno per la loro ignoranza (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi vergogno per la loro rozzezza.

  PRESIDENTE. Lasciatelo parlare ! È possibile che si possa esprimere (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  RENATO BRUNETTA. Mi vergogno per la loro rozzezza, mi vergogno per il loro fascismo implicito (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi vergogno, signora Presidente. Il loro fascismo implicito, il loro fascismo nel loro DNA (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come l'atteggiamento filomafioso del loro capo l'altro giorno in Sicilia (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Questo però... presidente Brunetta, la prego (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia – Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Nuovo Centro Destra) ! Presidente Brunetta...

  RENATO BRUNETTA. Il mio è un giudizio politico, il mio è un giudizio politico, signora Presidente (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. E no ! No ! No ! Non è un giudizio politico.

  RENATO BRUNETTA. ...e penso di avere ragione dalle reazioni. (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Allora, presidente Brunetta, questo non è un giudizio da dare in quest'Aula, la prego (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La prego, continui il suo intervento, in modo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente ! Signora Presidente ! Queste sono le reazioni di questo gruppo parlamentare !

  PRESIDENTE. Colleghi, colleghi ! Ho detto al presidente Brunetta di non continuare Pag. 65con questo tono rispetto ad altre (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  RENATO BRUNETTA. È il tono politico (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. E al tempo stesso...

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente ! Signora Presidente ! Lei sta sbagliando tutto !

  PRESIDENTE. ...e al tempo stesso ho ripreso i deputati del MoVimento 5 Stelle, quando non hanno rispettato il Ministro Alfano in quest'Aula (Proteste del deputato Brunetta e di deputati del gruppo Nuovo Centrodestra). Vi prego tutti di collaborare per fare un dibattito civile in quest'Aula. Vi prego tutti di collaborare, di non stigmatizzare (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Colleghi, per favore...

  RENATO BRUNETTA. Allora, c’è un solo condannato in via definitiva per incidente stradale: ha fatto tre vittime ed è il capo di questi signori !

  PRESIDENTE. Deputato Brunetta, per favore.

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, non accetto di essere paragonato a questi colleghi.

  PRESIDENTE. Lei faccia pure il suo intervento, faccia pure il suo intervento. Lei non è paragonato. Ho detto, però, che per continuare ognuno si deve prendere un po’ di responsabilità nel non offendere l'altro. È possibile non offendere l'altro ?

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, non ho offeso assolutamente nessuno, ho semplicemente fatto un giudizio politico rispetto alle affermazione del signor Grillo in Sicilia l'altro giorno, che erano assolutamente indecenti dal punto di vista del suo rapporto culturalmente deviato nei confronti della mafia. Va bene così (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Allora !

  RENATO BRUNETTA. Va bene così (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, può continuare il suo intervento ?

  RENATO BRUNETTA. Se posso continuare. Se posso continuare. (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CARLO SIBILIA. Ma quale giudizio politico !

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia ! Onorevole Sibilia, la richiamo all'ordine !

  RENATO BRUNETTA. Chi semina vento, chi semina vento... signori del MoVimento 5 Stelle...

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia ! Continuiamo questo dibattito. Prego, onorevole Brunetta, può continuare ?

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, questi signori che offendono continuamente il Parlamento non sono sufficientemente stigmatizzati dalla sua Presidenza e di questo mi dispiace molto.

  PRESIDENTE. Non credo che lei possa dire questo.

  RENATO BRUNETTA. E di questo mi dispiace molto. Ed è anche sua responsabilità se siamo arrivati a questo punto. Io voglio solo dire (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Vuole continuare, nel suo intervento ?(Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) Colleghi ! Colleghi ! Per favore !

Pag. 66

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, se mi fanno continuare, io continuo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se non mi fanno continuare, io non continuo !

  PRESIDENTE. Non è finito il suo tempo, non vi preoccupate, quando sarà finito lo ricorderò. Prego continui, onorevole Brunetta.

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente io ho stigmatizzato l'atteggiamento insopportabile di una parte di questo emiciclo nei confronti del Ministro Alfano, atteggiamento che lei non ha sufficientemente stigmatizzato e, per questo, le dico che lei ha una grave responsabilità in questo dibattito, come in altri dibattiti, ma di questo parleremo un'altra volta.
  Se posso continuare, recuperando il mio tempo, dico solo al Ministro Alfano che la responsabilità di quanto è accaduto ieri a Roma io non la attribuisco certamente alla sua persona e non la attribuisco neanche alle forze dell'ordine. La attribuisco al suo Governo, vale a dire al clima che si è creato in questi sette mesi, un clima assolutamente inaccettabile. È un clima di devianza democratica, che produce delle tossine sociali. Questo è l'elemento rilevante di quanto è successo ieri.
  Vede, quando si parte con la rottamazione degli avversari si rottamano le cose e non le persone. Quando si nega il dialogo, quando si insultano gli interlocutori negando la loro stessa esistenza, quando si cancellano i corpi intermedi, i corpi sociali, le relazioni industriali, bene, si crea un clima assolutamente inaccettabile che poi produce i veleni che abbiamo visto ieri.
  Per questo, Ministro Alfano, il problema non è lei o la sfiducia individuale che le vorranno affibbiare la prossima settimana. Noi non accetteremo mai un atteggiamento di questo genere, perché sarebbe colpire non la causa, ma un effetto. La causa che io vedo, che ha inquinato, assieme alla crisi, la vita politica e sociale del nostro Paese è la devianza democratica che da tre anni sta colpendo il nostro Paese, da quando cioè un colpo di Stato ha cancellato un legittimo Governo e ci ha portato in questa deriva. Prima Monti, poi Letta, poi Renzi: una deriva che sta distruggendo la coesione sociale. Questo è il vero problema oggi nel nostro Paese.
  Solidarietà alle forze dell'ordine, solidarietà ai lavoratori. Da una parte sola: dalla parte dei lavoratori, sia della Polizia e dei lavoratori che difendono il loro posto di lavoro. E abbiamo il coraggio di trovare la causa di questo malessere del nostro Paese dentro la crisi che, da quasi sette anni, attanaglia l'Italia, ma non solo l'Italia. E la causa è proprio questa deriva democratica che, oltre che a produrre i veleni di ieri, ha prodotto anche le derive antidemocratiche che abbiamo visto con i loro insulti pochi minuti fa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Nuovo Centrodestra).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Sibilia, a che titolo ? Prego.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, con riferimento agli articoli 8 e seguenti (Commenti). Ricordo a tutti gli altri colleghi che gli interventi sul Regolamento hanno la precedenza su tutti gli altri interventi, quindi io posso intervenire (Proteste dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra) ! Meno male, ve lo spiego...

  PRESIDENTE. È sul tema, voglio dire ?

  CARLO SIBILIA. Presidente, io ho ascoltato le parole del personaggio, qui a fianco, Brunetta (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Nuovo Centrodestra), che ha detto delle cose indecenti – indecenti ! – e che non dovrebbero essere consentite in un'Aula parlamentare (Commenti) !

Pag. 67

  PRESIDENTE. Allora, deputato Sibilia, io ho stigmatizzato quello...

  CARLO SIBILIA. Ha offeso per cinque minuti direttamente il MoVimento 5 Stelle, che rappresenta il 25 per cento dei cittadini italiani, e questa cosa non è possibile ! Lei doveva richiamare all'ordine il signor Brunetta, come minimo due volte e doveva interrompere il suo intervento (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Nuovo Centrodestra) !

  PRESIDENTE. Va bene, il richiamo all'ordine...

  CARLO SIBILIA. Io vorrei, allora...

  PRESIDENTE. Scusi, allora, lei ha detto la sua, io adesso devo continuare...

  CARLO SIBILIA. Io vorrei che venisse nominato un giurì d'onore per capire se queste cose sono possibili all'interno di un'Aula parlamentare: offendere le persone (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Nuovo Centrodestra) !

  PRESIDENTE. Va bene, d'accordo, adesso...

  CARLO SIBILIA. Ma, d'accordo cosa !

  PRESIDENTE. ...continuiamo con il dibattito. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Cicchitto. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO CICCHITTO. Io credo che la situazione economica e sociale del Paese è così seria che non dà spazio né alle buffonate né alle ipocrisie (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). E voglio anche aggiungere, se non vogliamo mentire a noi stessi, che di realtà come quella della crisi dell'AST ce ne sono 150-200 almeno in questo Paese. I lavoratori di queste realtà forse verranno a Roma. Questa situazione è destinata, quindi, a ripetersi e noi avremo in piazza un confronto permanente, che non credo possa essere programmato a tavolino. Se non si è dei polli di batteria, ma se si è vissuto – e io l'ho fatto nella mia gioventù: mi sono trovato tante volte in piazza, fra i lavoratori e le forze dell'ordine – lì, in quei casi basta un nonnulla per determinare una situazione assai difficile.
  E quindi noi dobbiamo avere il senso di responsabilità, se siamo un Parlamento degno di questo nome, non di incendiare la prateria, ma di misurarci con questa drammatica realtà sociale, che avrà dei risvolti anche sul terreno dell'ordine pubblico e vedrà, faccia a faccia, da una parte lavoratori disperati, che hanno perso il posto di lavoro, ai quali va la mia solidarietà, e dall'altra parte forze dell'ordine, che devono contemporaneamente evitare che questa rabbia determini situazioni difficili nella convivenza e nella realtà della città e contemporaneamente evitare atti di scontro e di violenza.
  Operazione difficilissima, che non è che può essere – lo voglio dire a chi ha parlato del PD – governata e gestita a tavolino, perché a tavolino è facilissimo fare tutto. Poi, quando ci si trova sul campo e sul terreno, le cose sono molto più complesse e più difficili. Alle forze dell'ordine va la mia piena solidarietà.
  E da questo punto di vista, quindi, io reputo che sia stata una proposta molto intelligente quella fatta dal Ministro dell'interno, al quale va la mia solidarietà, di dire che ci sarà un tavolo tra le forze dell'ordine, il Ministero dell'interno, le forze sociali, i sindacati e, manifestazione per manifestazione, si cercherà di mettersi d'accordo sui percorsi e sulle caratteristiche che esse devono avere, perché ci troviamo di fronte ad una situazione assai difficile.
  Aggiungo anche che ogni sforzo va fatto per salvare l'AST, perché guardate: non ci troviamo di fronte ad una fabbrica qualsiasi. Se salta anche questo, cioè una forma sofisticata di acciaio, anche un altro pezzo dell'industria italiana salta per aria (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra). E, quindi, va accolta la proposta Pag. 68che ha fatto oggi al Senato il senatore Sacconi, che per qualcuno di voi è una sorta di nemico del popolo, perché non è d'accordo con lui. Il senatore Sacconi ha detto: «un intervento pubblico transitorio per fare i conti, in Europa, con una possibilità che salvi questa azienda».
  Questo è il nodo: gestire insieme l'ordine pubblico e trovare una strada per la crisi di questa azienda.
  Allora devo dire anche, per concludere, che io francamente, onorevole Alfano, non mi sento di ringraziare il segretario della Fiom, Landini, ma non per quello che è successo ieri.
  Io ho conosciuto tanti grandi segretari della Fiom: Bruno Trentin, un grande segretario della Fim-CISL come Pierre Carniti. Non erano degli attori cinematografici, non erano persone che, nel momento in cui le aziende chiudono, vengono a minacciare il Paese di occuparle, evocando un passato storico che è un passato storico drammatico.
  E voglio anche – e concludo – aggiungere un fatto, non posso farne a meno: non è che, amici del PD, migliora la situazione il fatto che il vostro dibattito interno si traduce sul terreno dell'ordine pubblico, per cui noi dobbiamo leggere che il collega Zoggia afferma: «alla Leopolda Serra contro i sindacati, tre giorni dopo ci sono i manganelli» (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra); o che la Camusso dica: «botte: non è un caso, c’è stato un ordine».
  Ma allora, questi signori che cosa credono che sia il loro segretario del partito ? Forse uno che interviene nel dibattito interno e nel confronto usando, attraverso il Ministro dell'interno, dei poliziotti che vengono a manganellare i lavoratori ?
  Non credo affatto che questa sia la situazione ed allora occorre un senso di responsabilità da parte di tutti, anche da coloro che fanno parte del partito di maggioranza relativa (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Presidente, Ministro, colleghi, desidero innanzitutto esprimere la mia più forte solidarietà ai lavoratori e ai poliziotti feriti e alle loro famiglie. Desidero anche esprimere tutta la mia vicinanza agli operai di AST che lottano per mantenere la loro occupazione, ma anche un'importantissima produzione, che è la produzione dell'acciaio inossidabile. Poi voglio dire che la demagogia ad AST non serve e dai dati statistici che ha presentato il Ministro l'accaduto è ascrivibile alla categoria «incidenti». Infatti, purtroppo, processi umani perfetti non esistono e l'errore umano può sempre essere in agguato. Per questo, Ministro, le chiediamo rapidità e decisione nell'identificare le eventuali responsabilità.
  Noi condividiamo fortemente quello che lei ha detto, che scioperare è un diritto sacro e, quindi, riteniamo che debba essere possibile nel nostro Paese scioperare garantendo l'incolumità e la sicurezza degli operai e dei poliziotti che lavorano durante i cortei. Per questo, pensiamo che sia un'ottima idea creare un tavolo di lavoro, insieme ai sindacati, per migliorare il processo, per creare processi che sappiano gestire le emergenze, perché tutto ciò che è gestito per processo è più efficiente ed efficace. Desidero utilizzare il tempo che mi rimane per parlare di AST perché AST non deve essere utilizzata per scopi diversi da quelli che sono tutelare l'occupazione, la produzione e l'industria del nostro Paese.
  E voglio parlarvi dell'audizione informale che oggi abbiamo avuto con l'Istituto di studi viennesi. Noi abbiamo fatto una domanda per AST e per molte altre aziende per le quali è importante l'energia. Noi abbiamo fatto una domanda agli austriaci, che hanno anche l'obiettivo di reindustrializzare. E abbiamo chiesto se ritenevano che il prezzo dell'energia potesse essere un ostacolo. Loro ci hanno risposto di no; ci hanno risposto che il mix di rinnovabili e di energie tradizionali, per il quale l'Europa sta lavorando, potrà Pag. 69garantire nel futuro di colmare il differenziale con gli Stati Uniti. Sì, però la domanda che poi noi abbiamo fatto è stata: ma gli Stati Uniti hanno prezzi bassi adesso e la nostra strategia prevede prezzi bassi nel futuro, ce la potremmo fare ? E loro hanno risposto: ma certo, perché il prezzo dell'energia è rilevante solo per alcuni settori. Già, che sono i nostri come, per esempio, l'acciaio. Allora, a noi tutto questo sta bene ? Vogliamo parlare del merito delle questioni ? Perché sono queste poi le questioni che manterranno o non manterranno l'occupazione nel nostro Paese. Allora noi chiediamo che nell'ambito del semestre europeo il Presidente Renzi organizzi un Consiglio d'Europa che riguardi il tema dell'industria e dell'occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signora Presidente, signor Ministro, lei non ci ha convinto, neanche un po’. Sono due le questioni che vorrei trattare in questo breve intervento. La prima riguarda la vicenda di ieri, la ragione per cui le abbiamo chiesto di venire qui ad informare il Parlamento su quello che è successo. Di queste informazioni abbiamo trovato poca traccia.
  Non cercavamo un'indagine statistica sul numero delle manifestazioni intercorse in questo Paese da qualche mese a questa parte. Cercavamo di capire che cosa è successo ieri a pochi metri da piazza Indipendenza perché, vede, signor Ministro, noi c'eravamo in quella piazza. Sa, c’è chi ancora ha questo vizio, quello di solidarizzare con i lavoratori andando anche fisicamente con loro quando manifestano per i propri diritti. C'erano due nostri deputati, Giorgio Airaudo e Ciccio Ferrara, che non erano lì solo a solidarizzare, a guardare quello che succedeva, ma erano lì a svolgere anche un'altra funzione, quella di provare a costruire la condizione perché quella manifestazione, quella di lavoratori che rivendicavano i propri diritti, potesse svolgersi e svolgersi in un clima sereno, tranquillo, com'era innanzitutto nel diritto di quei lavoratori.
  Ieri abbiamo visto quello che non avremmo voluto vedere, ma non abbiamo capito perché: lei non ce l'ha detto. Vorremmo sapere – e glielo chiediamo ancora qui oggi – chi ha dato l'ordine di quella carica, signor Ministro, chi è stato a far saltare la catena di comando. Se lei ci dice che il Governo non ha scelto di intraprendere con l'azione di ieri una linea particolarmente dura nei confronti dei lavoratori noi ne siamo contenti. Vorremmo sapere perché il Governo non è stato capace di impedire che qualcuno in piazza, ieri, quella linea dura la praticasse rompendo la testa a qualche lavoratore. Vorremmo sapere chi ha sbagliato: è stato il questore ? È stato il prefetto Pecoraro ? Quello che in questi mesi, a Roma, ha gestito più di qualche volta l'ordine pubblico in modo quanto meno deficitario, per usare un eufemismo ? È stato lei ? Chi è stato a sbagliare ieri ?
  Vede, signor Ministro, non ci avrebbe probabilmente convinto, non sarebbe bastato. Come sa, abbiamo presentato, insieme ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, una mozione di sfiducia nei suoi confronti, la discuteremo, la voteremo e chiediamo a tutto il Parlamento di farlo. Non è la prima volta del resto che le capita e, forse, anche questo dovrebbe far riflettere. Ma forse a volte basterebbe, sarebbe stato più dignitoso che lei si fosse presentato qui e, come qualcuno ha avuto modo di chiedere e di dire anche in queste ore, avesse almeno pronunciato la parola «scusa», «chiedo scusa» per quello che è successo. Voglio prendere per buona la sua versione: è stato un incidente. Per chi ha una responsabilità politica almeno le scuse sarebbero state un gesto di dignità.
  E poi c’è un'altra questione che voglio affrontare molto rapidamente. Sono lontano dalle idee complottiste, non voglio fare automatismi. Non mi piacciono le teorie sui cattivi maestri. Tuttavia credo che proprio perché, come lei ha detto, ci aspettano settimane delicate, le vertenze si moltiplicano, la crisi si aggrava, anche Pag. 70questa sarebbe materia di riflessione per lei e per il suo Governo e, forse, anche per questo il linguaggio andrebbe abbassato non da chi in queste ore ha gridato contro la gravità delle cariche sui lavoratori e sui sindacalisti dell'AST di Terni, ma andrebbe abbassato dalla parte di chi, nelle ore precedenti, con tanta facilità ha detto che con il sindacato non si tratta, da chi ha trattato il sindacato come se fosse un'associazione a delinquere. Andrebbero abbassati i toni da chi ha in questi mesi teorizzato la decomposizione dei corpi sociali come elemento di velocizzazione, di innovazione, di grande modernità nel processo di governo del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Vede, signor Ministro, lo dico questo per suo tramite a tutto il Governo, a quello degli innovatori, a quello della Leopolda: sa che c’è ? Le manganellate sono più vecchie dei gettoni: quelli che qualcuno in modo sprezzante rivolgendosi a chi si oppone pensa che voglia mettere ancora negli iPhone. Quelle sì, sono ancora più vecchie dei gettoni. Noi non vorremmo vederle più, né per gli operai né per chi va in piazza a manifestare anche quando non è un operaio. Anche la sua divisione tra buoni e cattivi non ci è piaciuta. Noi staremo qui e nelle piazze oggi, domani e nei prossimi mesi a difendere il diritto di tutti e tutte a manifestare liberamente in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie onorevole Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi. Onorevole Ministro, le sembrerà strano ma oggi noi della Lega non chiediamo le sue dimissioni per questo fatto. Per carità, le chiediamo per Mare Nostrum, per la clandestinità, per altre gravi cose che sta facendo ma su questo tema lei è vittima del suo Governo. Per carità, un Governo che ha scelto, un Governo dove è volontariamente: nessuno lo costringe, lei e il suo gruppo. Infatti, la colpa è del signor Primo Ministro, Matteo Renzi, sia come Primo Ministro sia come segretario del PD perché questo Governo non sta facendo niente per i lavoratori. Sta esacerbando gli animi perché, quando ci sono degli esponenti di maggioranza che in teoria dovrebbero essere di sinistra, a partire dal signor Renzi che dice che del sindacato non gliene frega niente e va avanti lo stesso, da eurodeputati della sinistra che attaccano i sindacati che sono sempre stati loro alleati, ciò vuol dire che si sta veramente distruggendo tutto il sistema di questo Stato.
  Per carità, anche noi della Lega vogliamo non distruggerlo, ma riformarlo, cambiarlo, perché, altrimenti, si distruggono le istituzioni. Il Parlamento ormai non conta più niente – abbiamo visto prima una scena da pollaio indecente –, in Parlamento ormai non si può discutere, perché è già deciso fuori quali sono le leggi da fare, quali sono le riforme, quali sono gli emendamenti. Ci lasciano fare qualche piccolo emendamento qualche volta e, poi, ci fanno discutere gli ordini del giorno: grazie, gli ordini del giorno che non servono a niente ! Si cominciano a distruggere i partiti e i movimenti politici, perché anche il MoVimento 5 Stelle è un movimento ed è importante che ci siano i movimenti e i partiti: l'importante è riformare quei partiti e quei movimenti che negli anni non hanno funzionato, ma, invece, adesso si sta operando la distruzione di tutto il sistema politico.
  Si distrugge anche il sindacato, che di sicuro deve essere riformato. Io sono stato un grande promotore, ad esempio, quando abbiamo fatto la legge sul finanziamento pubblico, dicendo che anche i sindacati devono avere il bilancio certificato e trasparente come il nostro, ma non si possono distruggere queste fasce intermedie. Perché ? Perché chi governa senza i voti dei cittadini deve poter portare avanti le sue idee ? Perché la dialettica parlamentare o la dialettica delle piazze è un ostacolo alle riforme ? C'era qualcun altro che utilizzava questi termini, non solo di destra, ma anche di sinistra: quando c'erano i famosi salvatori della patria, che venivano e comandavano loro. Punto. Pag. 71Senza democrazia. Di sicuro, sarà un processo decisionale più veloce, ma non democratico.
  Dunque, per questo, per questa occasione – in cui la nostra solidarietà, ovviamente, va agli operai, ma anche alle forze dell'ordine, che sono sempre dei lavoratori, lasciati troppe volte allo sbaraglio, senza sistemi di protezione e, magari, anche in numero non sufficiente – do la colpa al Governo, anzi al Premier, signor Matteo Renzi, perché è lui il fautore di tutta questa distruzione, di tutto questo caos che sta avvenendo in questo Stato, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista sociale ed anche di ordine pubblico.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MATTEO BRAGANTINI. Un'ultima cosa. Ben vengano i tavoli di concertazione delle manifestazioni tra manifestanti, sindacati e forze dell'ordine, ma a me che faccio politica solo da vent'anni, sembra che ci siano sempre stati questi tavoli: sempre, in ogni grande manifestazione organizzata, si sapeva cosa si doveva fare, a meno che non si voleva far venire fuori il caos e lo scontro fisico. Perché soprattutto la FIOM, che ha un ottimo servizio d'ordine, ha fatto tantissime manifestazioni, anche nei momenti più caldi, ed è sempre riuscita a gestire o, diciamo, ad arrivare fino a un certo limite.
  Quando non si è voluto, la sinistra non ha voluto mettere il suo servizio d'ordine ed ha lasciato la piazza così com’è stata, oppure altre forze politiche, allora è venuto il caos, allora sono venuti i morti, allora sono venuti i feriti. Dunque, non raccontateci che il caso di ieri sia solo ed esclusivamente per qualche errore umano, e dobbiamo ancora capire di chi.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MATTEO BRAGANTINI. Dunque, chiediamo veramente all'onorevole Alfano di lasciare questo Governo, perché, se è serio, vede che questo Governo sta distruggendo questo Stato, questo Parlamento ed anche il suo partito (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dellai. Ne ha facoltà.

  LORENZO DELLAI. Presidente, noi pensiamo che, se vogliamo dare un senso a questo, seppur breve, dibattito, dovremmo lasciare da parte le tentazioni della ritualità e, magari, anche quelle che si producono, poi, o si produrranno in annunciate iniziative, altrettanto rituali, di mozioni di sfiducia, per recuperare, invece, alcuni punti che sono emersi fino ad ora, che riguardano la situazione generale del Paese e che sono, oggettivamente, forieri di grandi preoccupazioni.
  Signor Ministro, lei ha reso un'informativa che noi abbiamo apprezzato, doverosa; ha usato un'espressione – «brutta giornata» –, che noi non cogliamo come un modo di dire, ma cogliamo come una valutazione di grande preoccupazione, certamente, non come una sottovalutazione di quello che è accaduto.
  Noi siamo consapevoli del lavoro delicato e difficile delle forze dell'ordine e anche a loro tutela, appunto, crediamo sia giusto che vi sia piena conoscenza di quello che è accaduto, che ci sia una puntuale verifica della correttezza dei comportamenti e piena chiarezza delle direttive politiche che il Governo ha dato e darà in simili circostanze. Se vi saranno ulteriori novità, chi di dovere lo farà conoscere sul piano di quello che è accaduto; per quanto riguarda il futuro le sue parole circa le direttive del Governo credo siano state chiare, e noi chiediamo a lei e al Governo che siano fatte rispettare.
  Siamo anche consapevoli, parimenti, del ruolo delicatissimo dei sindacalisti, sia dentro le aziende, sia a livello nazionale, sia nei territori. Devo anche aggiungere che, per fortuna, per fortuna del Paese, moltissimi di questi sindacalisti, ogni giorno, di fronte ai lavoratori, soprattutto a quelli in difficoltà, testimoniano un grado di responsabilità, di equilibrio, vorrei dire un grado di attenzione alle istituzioni, Pag. 72un senso dello Stato infinitamente superiore rispetto a quello testimoniato anche in quest'Aula da qualche collega. Per questa ragione noi esprimiamo apprezzamento per la sua iniziativa di creare un tavolo di cooperazione permanente con le forze sindacali per gestire i profili di sicurezza delle libere e legittime manifestazioni pubbliche dei lavoratori. Tuttavia mi permetto anche di aggiungere che il campanello di allarme di quello che è successo ieri è un campanello di allarme, non solo per il Ministero dell'interno, ma per tutto il Governo e per tutto il Parlamento.
  Abbiamo alle spalle una lunga crisi, un lungo periodo nel quale il nostro Paese si è impoverito, è cresciuta l'incertezza e l'inquietudine e fino ad ora – e tante volte qualcuno se l’è anche chiesto come mai – tutto questo non ha prodotto rilevanti fenomeni di protesta e di rabbia sociale che abbiano avuto a sconfinare con problemi di ordine pubblico. Tuttavia, oggi, dobbiamo constatare che le risorse delle famiglie, delle comunità, delle associazioni sono in via di esaurimento e il tessuto sociale che ha retto molto bene fino ad ora, anche sotto il profilo della tenuta democratica, si sta slabbrando giorno dopo giorno.
  Ecco, per questo motivo noi pensiamo che la questione non riguardi solo il Ministero dell'interno, le forze dell'ordine, detto ciò che ho detto prima, ma riguardi il Governo, il Parlamento e la politica, perché serve responsabilità, serve dialogo sociale, serve non cedere al rischio di delegittimare gli interlocutori, serve non tentare di scavalcarli, serve limitare l'uso delle parole oltre il ragionevole. Per questa ragione noi pensiamo che sia stato ieri un campanello d'allarme, sia stato veramente un brutto momento e per questa ragione noi ribadiamo qui la convinzione che il rinnovamento anche radicale del Paese, anche nelle politiche del lavoro e dell'economia, non sia contrario ma anzi richieda questo sforzo di dialogo e questo sforzo di unità (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Presidente, colleghi deputati, Ministro Alfano noi riteniamo che i fatti accaduti ieri siano comunque gravi e riteniamo che esista una responsabilità precisa, che è innanzitutto una responsabilità di ordine politico in ordine a quello che si nasconde dietro agli incidenti, all'intervento e, purtroppo, ai feriti. Va la nostra solidarietà tanto alle forze dell'ordine quanto agli operai della ThyssenKrupp e ai sindacalisti della FIOM, perché riteniamo comunque che le manifestazioni, soprattutto quando si cerca di tutelare il proprio posto di lavoro, debbano essere gestite con grande senso di responsabilità e che questo senso di responsabilità debba manifestarsi innanzitutto a livello governativo. Lei, Ministro Alfano, ha una responsabilità, ma la sua responsabilità certamente, mi dispiace deludere i colleghi di SEL e i colleghi del MoVimento 5 Stelle, è sopravanzata rispetto a quella del Presidente Renzi.
  Se c’è una mozione di sfiducia che andrebbe presentata, quella dovrebbe vedere coinvolto direttamente il Presidente del Consiglio, perché le ragioni di carattere politico a cui facevo riferimento sono ormai evidenti a tutti. C’è – ed è stato testimoniato anche dagli interventi di chi mi ha preceduto – un'evidente tendenza a fatturare, letteralmente, da un punto di vista sociale, la nostra comunità. Il principio della rottamazione quando è declamato nei talk show televisivi e in epoche diverse può evidentemente suscitare successioni, quando si trasferisce nel corpo vivo della nazione, quando si inserisce e interferisce con le crisi sociali e occupazionali diventa una cosa un po’ più seria. Bisognerebbe evitare di gettare benzina sul fuoco; bisognerebbe evitarlo perché non si fa accademia. Un conto è preconizzare il superamento dei corpi intermedi come interlocutori sociali e di riferimenti per i Governi in epoche di vacche grasse, un conto è cercare di smantellarli quando, appunto, sono a rischio posti di lavoro. Mi pare di tutta evidenza che ci sarebbe, Pag. 73come c’è stata e come ci sarà, una levata di scudi a difesa del diritto dei lavoratori ad avere un salario e ad alimentare le rispettive famiglie.
  La responsabilità politica sua e del Presidente del Consiglio, Renzi, è anche in ordine alla scarsa, scarsissima capacità negoziale che l'Italia ha manifestato e testimoniato nel rapporto con l'Europa, perché anche questa crisi, come tante altre, come quella degli stabilimenti di Terni, è una crisi che deriva dall'incapacità, da parte dell'Italia e del suo Governo, Ministro Alfano, di farsi rispettare in sede europea. Noi siamo vittime. Dovremmo forse ristrutturare, quindi anche rivedere al ribasso la nostra capacità produttiva, in ordine al fatto di non sapere manifestare il diritto-dovere a difendere gli interessi nazionali al cospetto dell'Europa e al cospetto della Germania di Angela Merkel. Che prezzo dobbiamo pagare all'egoismo della Germania ? Che cosa state facendo per tentare anche di sottrarre voi e noi tutti, in quanto popolo italiano, a ricatti, condizionamenti e tentativi di impoverimento che rischiano davvero di mandare sul lastrico l'Italia ?
  Lei, insieme al suo Presidente, Matteo Renzi, ha una responsabilità diretta anche sulla gestione dell'ordine pubblico. Sì, la proposta che ha fatto può essere efficace. Insomma, sembra più, ancora una volta, un pannicello caldo. Dopo la stucchevole tendenza allo scaricabarile, arriviamo ad immaginare che si possa determinare tutto a tavolino insieme con le sigle sindacali quando si deve fare una manifestazione. Però, più e più volte c’è stata una gestione leggera della piazza. Quando si «costringe» un'organizzazione a rimanere ferma invece che a fare un corteo, penso che, soprattutto se gli argomenti che vengono agitati sono delicati, se non drammatici, si sta facendo già una cosa che non dovrebbe essere fatta. E probabilmente questa decisione è stata presa politicamente dal suo Governo, perché un corteo è comunque una manifestazione di protesta molto più evidente da un punto di vista mediatico che una semplice reprimenda in pianta stabile attraverso un sit-in e una manifestazione cosiddetta stanziale. Alcune decisioni fanno derivare delle conseguenze anche in termini di difficoltà nella gestione dell'ordine pubblico, e poi alle forze dell'ordine tocca il compito di far rispettare le disposizioni che dalle scelte politiche provengono. Quindi, è inutile nascondersi dietro il più classico dito, perché è un mestiere che viene dalla notte dei tempi, ma che davvero si disperde nell'aria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gennaro Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, colleghi, colleghe, signor Ministro, la giornata di ieri è stata una giornata drammatica per la lesione di un rapporto di fiducia, che si dovrebbe consolidare e che invece si sta slabbrando tra coloro i quali vengono a Roma, come lei ha ricordato, in tanti, in migliaia, a reclamare il loro diritto, e le istituzioni. Si tratta di un principio necessario che va inserito in uno di quei decaloghi che lei spesso evoca. Al primo punto di questo decalogo ci metta, però, che gli operai non si toccano.
  Ci metta l'idea che si debba innanzitutto avere il rispetto in una manifestazione che rappresenta anche non solo una rabbia sociale, ma un legittimo diritto a vedere riconosciuta la verità, cioè che queste persone stanno difendendo il loro posto di lavoro e la dignità di questo Paese; ci metta che ci sono state nel corso di questi anni tante manifestazioni pacifiche, innanzitutto perché le forze sindacali, le forze che organizzano i lavoratori sono state in grado di politicizzare e di rendere prospetticamente e propositivamente queste manifestazioni un contributo democratico per questo Paese.
  Per questo motivo, lei lo sa bene, quando dice che non è stato denunciato neanche un lavoratore, è una fase francamente senza senso, perché ci mancherebbe che fosse stato denunciato anche qualche lavoratore, visto che lì c’è stata una evidente azione repressiva immotivata.
  Io sono tra quelli che chiedono di conoscere la verità sulla catena di comando. Pag. 74Ho frequentato troppe piazze per non sapere che al 95 per cento la gestione dell'ordine pubblico dipende da quali sono gli ordini e dove si interrompe questa catena di comando, se, come lei dice, gli indirizzi del Governo sarebbero stati addirittura opposti.
  Allora, qualcuno deve avere la responsabilità, io ho più volte chiesto qual è la responsabilità del prefetto Pecoraro, per esempio, e non sto qui a enumerare tutti i casi nei quali abbiamo chiesto chiarezza sulla gestione dell'ordine pubblico a Roma, nella capitale, dove si fa politica con l'ordine pubblico.
  Anche un'altra cosa che vorrei ricordare agli altri colleghi: mettiamo il numero di identificazione, facciamo passare questa legge per la sicurezza dei manifestanti e anche della polizia, un numero di identificazione come c’è in altri Paesi d'Europa, un numero di identificazione che prevenga anche quelli che possono essere altri drammatici atti. Ne dico uno solo, e lo dico anche alla Camera tutta riunita: oggi è stato fatto un atto da parte della Commissione bilancio di escludere alcuni lavoratori socialmente utili di Napoli e di Palermo – ho concluso – che da anni ed anni vengono riconosciuti all'interno delle leggi finanziarie e di stabilità. O si corregge oppure quella sarà un focolaio rispetto a quello che è l'ordine pubblico e la gestione. Noi dobbiamo avere la responsabilità nei confronti dei soggetti sociali, non è che da un giorno all'altro si toglie quello che è stato nel corso di tutti questi anni il sostentamento dei lavoratori. Questa è una responsabilità di questo Parlamento, spero che tutti in quest'Aula mi ascoltino (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signora Presidente, signor Ministro, noi come socialisti le porgiamo le nostre scuse, lo diciamo noi, per quello che è accaduto questo oggi, qui in quest'Aula. È un atto deprecabile, perché nel momento in cui si dà questo spettacolo all'esterno si capisce chiaramente il degrado di questa istituzione. Dovremmo imparare a rispettare questa istituzione e le istituzioni in generale, per dare anche un segnale forte al Paese, per far capire al Paese che ci sono le istituzioni, e gli spettacoli che giorno dopo giorno diamo danno appunto la grande sensazione che le istituzioni non ci sono. Vede, noi conosciamo benissimo la crisi che sta attraversando questo Paese, e condividiamo alcune considerazioni che lei ha fatto, soprattutto sul diritto di sciopero, come non condividiamo affatto coloro i quali tentano di inculcare nella mente di qualcuno la limitazione del diritto di sciopero. Noi siamo contro questo tipo impostazione.
  Siamo invece a favore per ciò che riguarda il diritto al lavoro e il diritto allo sciopero, ma – come diceva qualche collega e mi avvio alla conclusione, signora Presidente – le considerazioni che lei ha fatto, la ricostruzione dei fatti va bene, ma vogliamo sapere con certezza le responsabilità di chi sono. E io credo che ci siano delle responsabilità. Credo che lei abbia il dovere di individuare queste responsabilità per dare certezze a questo Parlamento, ma nello stesso tempo per dare certezza al Paese che si individuino le responsabilità e anche dare risposte serie a coloro i quali hanno dato alcune indicazioni per determinare quello che è accaduto ieri.
  Ecco, noi pensiamo che questo si debba fare, ribadendo ancora la nostra fiducia nella sua persona (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo.

Sull'ordine dei lavori.

  ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO GIACHETTI. Presidente, lo consideri un intervento di fine seduta a metà, perché mi prendo soltanto un minuto Pag. 75di tempo. Noi siamo abituati – non mi scandalizzo – agli insulti che spesso ci diciamo in quest'Aula.
   Vorrei però, per qualcuno che magari tra quindici o vent'anni rileggerà il resoconto stenografico di questa seduta, magari qualcuno che balzerà sulla sedia, fare una sola precisazione che ritengo di dover fare umilmente, come umile deputato presente oggi e la faccio a una persona che stimo e che apprezzo e non in modo ipocrita, e lo sa perfettamente. Mi riferisco al collega Brunetta. Vorrei semplicemente che rimanesse agli atti – perché non penso che possiamo lasciare che l'affermazione rimanga qui senza alcuna considerazione – che in questo Paese non c’è stato, tre anni fa, nessun colpo di Stato, nessuno. Siamo una Repubblica parlamentare, un Governo si è dimesso, il Presidente della Repubblica ha dato incarico al Presidente del Consiglio, è venuto il Presidente del Consiglio in Aula, ha ottenuto la fiducia e si è così consacrata una prassi democratica e parlamentare. Non vi è stato alcun colpo di Stato.
  Paradossalmente, diciamo all'onorevole Brunetta che questa accusa arriva un po’ in ritardo, nel senso che la persona con la quale se la prendeva prima l'ha detto almeno quattro o cinque volte: non in questa Aula, ma fuori da quest'Aula ha sostenuto che c’è stato un colpo di Stato, anzi che ce ne sono stati sei o sette.
  Dico semplicemente – proprio perché stiamo qui dentro e dobbiamo avere anche la responsabilità di quello che diciamo dal punto di vista istituzionale – di lasciare agli atti che in questo Paese colpi di Stato non ce ne sono stati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, ho chiesto una Commissione di inchiesta parlamentare per dirimere questo tema. Ci sono fonti innumerevoli, l'ultima delle quali viene dal tribunale di Trani che ha rinviato a giudizio Standard & Poor's per manipolazioni nel rating che hanno prodotto l'accentuazione della crisi finanziaria che in quell'estate e autunno ha prodotto quello che io continuo a chiamare e continuerò a chiamare un colpo di Stato ai danni di un legittimo Governo.
  Legittima l'opinione del collega Giachetti. Dimostrerà la storia chi ha ragione.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, sempre sulla questione che poneva il Vicepresidente Giachetti, io volevo anche stigmatizzare il fatto che anch'io vorrei che rimanesse agli atti che secondo noi dare dei filomafiosi a un gruppo parlamentare è sicuramente contro ogni regola sia di civiltà, sia di educazione e anche di rappresentanza democratica nei confronti di una forza politica che rappresenta il 25 per cento dei cittadini italiani.
  Soprattutto sentirsi dire filomafiosi da alcune persone che per vent'anni hanno governato con personaggi come Dell'Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), Cosentino che è in galera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), persone come Berlusconi, evasore fiscale, frode fiscale grave. Onestamente quando uno ha come amico uno che ha avuto come stalliere un personaggio come Mangano, mafioso dichiarato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Non siamo qui a disquisire del sesso degli angeli, del fatto se ci siano stati dei colpi di Stato o meno in questo Paese, visto che non siamo qui a fare i giudici di nulla. Le sentenze sono quelle che abbiamo ricordato ora e non certo le offese che abbiamo ricevuto da personaggi improbabili che non dovrebbero sedere in quest'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 76

Comunicazioni del Presidente sul contenuto del disegno di legge di stabilità ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento (ore 19,50).

  PRESIDENTE. Comunico ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, le decisioni in merito al contenuto del disegno di legge di stabilità, n. 2679. Al riguardo chiedo alla deputata segretaria di dare lettura del...

  RENATO BRUNETTA. Presidente, avevo chiesto prima di parlare.

  PRESIDENTE. No, un secondo, però, presidente Brunetta. Può intervenire dopo; adesso noi stiamo leggendo...

  RENATO BRUNETTA. Presidente...

  PRESIDENTE. Dopo le do la parola, dopo le do la parola.
  Chiedo, dunque, alla deputata segretaria di dare lettura del parere espresso all'unanimità in data odierna dalla V Commissione (Bilancio).

  RENATO BRUNETTA. Non è questo il modo di presiedere !

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge:
   La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione, esaminato, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, legge di stabilità 2015; osservato che l'articolo 11 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nel disciplinare i limiti di contenuto della legge di stabilità, oltre a precludere l'introduzione in tale legge di norme di delega, fa divieto di inserire disposizioni di carattere localistico o microsettoriale, precludendo altresì la possibilità di inserire nell'articolato del provvedimento norme che comportino aumenti di spesa, nonché norme di carattere ordinamentale od organizzatorio, anche se suscettibili di determinare aumenti di entrata o riduzioni di spesa; considerato che le limitazioni di contenuto del disegno di legge di stabilità rilevano anche con riferimento alle eventuali modifiche che potranno essere apportate al medesimo nel corso dell'esame parlamentare, per cui dovranno considerarsi inammissibili per estraneità di materia le proposte emendative che non rispondano alle previsioni dell'articolo 11 della legge n. 196 dei 2009; rilevato che, per quanto concerne i profili finanziari, come risulta dal prospetto di copertura recato dal disegno di legge: per l'anno 2015, gli oneri di parte corrente derivanti dalle disposizioni contenute nel disegno di legge risultano superiori alle maggiori entrate e alle minori spese determinate dal medesimo disegno di legge, per un ammontare pari a 10.371 milioni di euro, conformemente alla relazione presentata dal Governo, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascun ramo del Parlamento, con la risoluzione n. 6-00082 che ha autorizzato a rideterminare i saldi pluriennali del bilancio dello Stato, ivi incluso il risparmio pubblico, in coerenza con il nuovo percorso di avvicinamento verso l'Obiettivo di medio periodo, prevedendo per il 2015 un incremento dell'indebitamento netto fino ad un importo massimo di 11,5 miliardi di euro; che per gli anni 2016 e 2017 le maggiori entrate e le minori spese determinate dal disegno di legge risultano superiori agli oneri di parte corrente derivanti dalle disposizioni contenute nel medesimo disegno di legge, rispettivamente per un ammontare pari a 321 milioni di euro e a 8.049 milioni di euro, in conformità a quanto richiesto dall'articolo 11, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196; l'aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica disposto dalla relazione di variazione alla Nota di aggiornamento del DEF 2014, approvata dalle Camere nella giornata odierna, comporterà un miglioramento complessivo dei saldi di bilancio per il 2015, rispetto a quanto indicato nella Nota di aggiornamento al DEF 2014, per un ammontare Pag. 77complessivo pari a 4,5 miliardi di euro e, conseguentemente, come chiarito dal rappresentante del Governo della seduta odierna, dello stesso saldo risultante per il medesimo anno dal prospetto di copertura, per un ammontare pari a circa 4.028 miliardi di euro, ritiene: che il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, legge di stabilità 2015, risulti conforme alle disposizioni in materia di copertura finanziaria stabiliti dalla vigente disciplina contabile.
  Ritiene di sottoporre all'attenzione del Presidente della Camera, al fine delle decisioni da assumere ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, le seguenti disposizioni, suscettibili di essere valutate estranee al contenuto proprio della legge di stabilità, come determinato dalla legislazione vigente: a) disposizioni di carattere ordinamentale e organizzatorio che anche alla luce delle indicazioni contenute nella relazione tecnica non comportano apprezzabili effetti finanziari e non concorrono alla definizione della manovra di bilancio: l'articolo 17, comma 20, che autorizza la spesa di 10 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2015-2017, per le esigenze connesse all'avvalimento da parte dei prefetti delle province della regione Campania nell'ambito delle operazioni di sicurezza e di controllo del territorio finalizzate alla prevenzione dei delitti di criminalità organizzata e ambientale, di un contingente di personale militare delle Forze armate posto a loro disposizione dalle competenti autorità militari.
  L'articolo 17, comma 22, che prevede l'assegnazione al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali dell'importo di 10 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2015-2017 da destinare allo sviluppo dell'imprenditoria giovanile e al ricambio generazionale in agricoltura; l'articolo 17, comma 23, che, al fine di favorire il rafforzamento delle politiche di filiera del sistema agricolo e agroalimentare e il rafforzamento dei distretti agroalimentari attraverso la realizzazione di programmi di investimento aventi carattere interprofessionale, dota il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali di uno stanziamento di 10 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2015-2017 per l'erogazione di incentivi in conto capitale finalizzati alla realizzazione di nuovi investimenti produttivi nella filiera agroalimentare; l'articolo 20, comma 2, che prevede che RAI S.p.A. possa cedere sul mercato, secondo modalità trasparenti e non discriminatorie, attività immobiliari e quote di società partecipate, garantendo comunque la continuità del servizio erogato; l'articolo 21, comma 8, che intende chiarire che i trattamenti accessori per il personale non appartenente al ruolo sanitario di livello dirigenziale del Ministero della sanità, previsti dall'articolo 7 della legge 14 ottobre 1999, n. 362. non sono cumulabili con quelli corrisposti da altre amministrazioni pubbliche, precisando che i predetti trattamenti competono unicamente al personale in servizio presso il Ministero della salute e l'AIFA in base agli obiettivi raggiunti presso le rispettive strutture di appartenenza e non possono essere corrisposti al personale in servizio presso strutture diverse da quelle sopra citate; l'articolo 21, commi da 15 a 20, in materia di rappresentanza militare, che, in primo luogo, abrogano la disposizione dell'articolo 7, comma 1-bis, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 1l agosto 2014, n. 114, recante una disciplina particolare relativa ai sindacati dei Corpi di polizia ad ordinamento civile e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco (comma 15); in secondo luogo, rideterminano la composizione del sistema di rappresentanza militare riducendola del 50 per cento rispetto a quella vigente, per il personale dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica, dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza, COCER, COIR e COBAR, (commi da 16 a 19); infine, stabiliscono che, a decorrere dall'anno 2015, le spese per il funzionamento degli organismi di rappresentanza delle Forze armate e del Corpo della Guardia di Finanza, ivi comprese quelle relative al trattamento economico di missione e al trattamento Pag. 78economico accessorio, non possano superare il 50 per cento della spesa sostenuta per le stesse esigenze nell'anno 2013 (comma 20); l'articolo 28, comma 15, che interviene su un'autorizzazione di spesa finalizzata all'insediamento di una sede universitaria permanente per gli studi di ingegneria nell'ambito del polo di ricerca e di attività industriali ad alta tecnologia di Genova, facendola confluire nel Fondo per il finanziamento ordinario delle Università (FF0); l'articolo 28, comma 23, che prevede che i controlli di primo livello sull'utilizzo dei Fondi comunitari del PON Istruzione siano effettuati dai revisori dei conti, mentre la normativa vigente prevede che i revisori dei conti siano responsabili dei controlli di secondo livello, essendo quelli di primo livello demandati all'Autorità di gestione; l'articolo 28, comma 25, che istituisce il Fondo per il potenziamento e la valorizzazione dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, destinato anche ad interventi di natura premiale, con dotazione, per l'anno 2015, di 10 milioni di euro; l'articolo 28, commi 26 e 27, che autorizza l'INVALSI ad attuare un piano assunzionale straordinario, a copertura dei posti vacanti in pianta organica e in deroga ai vigenti vincoli in materia di facoltà assunzionali; l'articolo 28, comma 31, che consente alle regioni per le quali non si è ancora concluso il contenzioso giurisdizionale e per le quali sono intervenuti provvedimenti di sospensione delle procedure, di poter procedere all'aggiudicazione provvisoria dei lavori di edilizia scolastica entro il 28 febbraio 2015, nonché la possibilità per i comuni di effettuare i pagamenti alle ditte che hanno in corso i lavori fino al 31 dicembre 2015; l'articolo 31, commi da 8 a 10, volto a realizzare risparmi di spesa attraverso una rivisitazione degli organi giurisdizionali militari che comporta la riduzione degli uffici giudiziari e la riassegnazione del relativo personale di magistratura e non, che risulti in esubero, nei rispettivi ruoli del Ministero della giustizia; l'articolo 31, comma 20, volto a prevedere che il processo di risanamento delle unità produttive gestite dall'Agenzia industrie difesa e il raggiungimento da parte delle medesime della capacità di operare secondo criteri di economica gestione si conseguano entro l'anno 2016, anziché entro l'anno 2014, come previsto a legislazione vigente, nonché a stabilire la rideterminazione degli uffici dirigenziali di livello non generale dell'agenzia stessa; l'articolo 32. comma 6, volto a consentire alla polizia giudiziaria di utilizzare i carburanti per autotrazione sottoposti a sequestro, ai fini della successiva confisca, a beneficio del proprio parco auto; l'articolo 41, che, al fine di dare attuazione alla verifica straordinaria nei confronti del personale sanitario dichiarato inidoneo alla mansione specifica, consente l'effettivo avvio delle attività di verifica, di cui sì prevede la conclusione entro la fine dell'anno 2015.
  b) Disposizioni che prevedono interventi di carattere localistico o microsettoriale: l'articolo 17, comma 11, volto al rifinanziamento delle disposizioni in materia di lavori socialmente utili per complessivi 100 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2015, di cui 99 milioni di euro per gli interventi in favore del comune e della provincia di Napoli e del comune di Palermo, nonché di un milione di euro per la concessione di un contributo ai comuni con meno di 50 mila abitanti.
  c) Disposizioni che recano misure non destinate a produrre effetti nel triennio compreso nel bilancio pluriennale di riferimento: l'articolo 28, comma 24, prevede un finanziamento una tantum di euro 10 milioni per l'anno 2014 in favore dell'INVALSI, nonché prevede di destinare, sempre per l'anno 2014, euro 5 milioni al sostegno agli istituti musicali pareggiati ed euro un milione per il sostegno alla accademie non statali di belle arti.
  Presidente della V Commissione bilancio, Francesco Boccia.

  PRESIDENTE. Questa è stata la pronuncia della V Commissione bilancio. Sulla base di tale parere le disposizioni in esso indicate sono pertanto da considerarsi estranee all'oggetto del disegno di legge di stabilità così come definito dalla Pag. 79legislazione vigente e sono stralciate dal medesimo disegno di legge ai sensi dell'articolo 120, comma 2 del Regolamento. Esse andranno a costituire autonomi disegni di legge che saranno assegnati alle competenti Commissioni.

Assegnazione alla V Commissione (Bilancio) del disegno di legge di stabilità e del disegno di legge di bilancio (ore 20,03).

  PRESIDENTE. A norma del comma 1 degli articoli 72 e 120 del Regolamento, i seguenti disegni di legge sono assegnati alla V Commissione (Bilancio), in sede referente, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti e della Commissione parlamentare per le questioni regionali: «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) (Testo risultante dallo stralcio disposto ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento)» (2679-bis); «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017» (2680).
  A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di Gruppo, è stato stabilito che i termini per l'esame in sede consultiva e per l'esame in sede referente sono fissati, rispettivamente, al 6 e al 20 novembre 2014.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 20,07).

  RENATA BUENO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATA BUENO. Signor Presidente, avrei voluto approfittare della presenza del Ministro Angelino Alfano, comunque faccio il sollecito ad un'interrogazione, che ho fatto già a novembre dell'anno scorso e di cui non mi è mai arrivata la risposta – ha fatto anche un'interrogazione dello stesso tenore l'onorevole Sibilia – chiedendo informazioni su un cittadino di doppia nazionalità, italiana e brasiliana, chiamato Henrique Pizzolato.
  Questo signore è stato condannato dopo una lunga procedura penale in Brasile per un grave crimine di corruzione e, quindi, è stato condannato dalla Suprema Corte brasiliana a 12 anni e 7 mesi di carcere.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 20,08).

  RENATA BUENO. Questa persona, utilizzando la doppia cittadinanza, se ne è scappata qui in Italia per avere la protezione della legge italiana. Già da otto mesi, (dopo è stato trovato qui nel territorio italiano) era in carcere e aspettava, quindi, l'udienza che avrebbe deciso sulla sua estradizione. Il Governo brasiliano con questa condanna ha messo più di 50 persone in carcere, tra cui tante autorità parlamentari, dirigenti del Partido de los Trabajadores e dirigenti del Governo. Infatti, questo è stato lo scandalo di corruzione più grave della storia del Brasile.
  Quindi l'Italia, mantenendo questo signore in territorio italiano ed essendosi svolta la prima udienza a giugno e l'ultima udienza questo martedì 28 ottobre, non solo ha negato l'estradizione a questa persona, ma le ha dato la libertà.
  Vorrei non solo chiedere nuovamente una risposta a questa interrogazione, ma tra l'altro estendere un sollecito anche al Governo italiano di non prendersi questa responsabilità di un criminale che sta qui e che ha la libertà, dopo avere fatto male a tutto il popolo brasiliano. Questa è una responsabilità che l'Italia non può assumersi. Infatti, possiamo comparare questo caso con quello di Cesare Battisti, in cui il Governo brasiliano ha sbagliato a negare la sua estradizione, però la giustizia brasiliana, come tutto il popolo brasiliano, era d'accordo per la sua estradizione ed era a favore dell'Italia.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

Pag. 80

  RENATA BUENO. Quindi, estendo nuovamente la mia richiesta al Governo italiano di assumere una posizione politica, perché sappiamo che l'estradizione non è solo una decisione tecnica, ma anche una decisione politica.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,10).

  MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporre questo piano. Ci avete convocati il 20 agosto del 2013 per annunciare il decreto, strozzando di fatto la discussione di una possibile proposta di legge in Parlamento: tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante. Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Alessandra, 19 anni, Milano, 16 settembre 2014, uccisa dall'ex fidanzato che aveva lasciato da tre settimane. L'assassinio ha trascinato con sé la donna lanciandosi da un balcone al settimo piano. Voleva che provasse terrore prima di morire, come è scritto nella lettera che ha lasciato.
  Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo. Tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante. Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Mariangela, 66 anni, Campi Bisenzio (Firenze), 17 gennaio 2014, uccisa con un fucile da caccia dal marito, ucciso anche il figlio, l'uomo si è poi suicidato.
  Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Signora Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo. Tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante. Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Assunta, 43 anni, Vigevano, 8 marzo 2014: uccisa a coltellate dal marito, che non accettava di essere stato lasciato. Se è stata uccisa è anche una vostra responsabilità.

  MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo. Tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così Pag. 81importante. Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Neida, 5 anni, Pescara, 27 aprile 2014: cosparsa di benzina e bruciata viva dal padre, costringendola tra le braccia nell'abitacolo dell'auto. La mamma, pescarese di 44 anni, ha tentato disperatamente di strappare Neida dall'abbraccio mortale dell'uomo, senza riuscirci e finendo al centro grandi ustionati dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, dove è ricoverata in gravi condizioni. La donna, il 13 aprile 2013 aveva denunciato l'ex convivente per maltrattamenti, che era stato condannato a un anno di reclusione, pena sospesa, e all'allontanamento da casa.
  Se è stata uccisa è anche una vostra responsabilità.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo. Tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante. Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Fiorenza, 28 anni, Grottaglie, Taranto, 20 giugno 2014: uccisa con un colpo di pistola in faccia dal marito. L'assassino dice che il colpo è stato accidentale.
  Se è stata uccisa è anche una vostra responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GESSICA ROSTELLATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GESSICA ROSTELLATO. Signor Presidente, vorrei sottoporre a lei e ai colleghi una situazione locale di particolare importanza. Nella giornata del 13 ottobre scorso tutta la zona della bassa padovana è stata colpita da una fortissima tromba d'aria. I sindaci delle zone colpite (Monselice, Este, Arquà Petrarca, Baone, Battaglia Terme e Due Carrare) hanno già provveduto a fare richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale al presidente della regione Veneto.
  La situazione è gravissima, e non si contano i danni. La violenta tromba d'aria ha sradicato alberi, tra cui molti platani, infranto le vetrine dei negozi e le finestre delle abitazioni, scoperchiato tetti sia di case private che di aziende, distrutto scuole, palestre e danneggiato i cimiteri. Al momento mi risulta che il presidente della regione Zaia non abbia ancora proceduto a deliberare lo stato di calamità. Sollecitiamo, quindi, Zaia a procedere al più presto.
  Successivamente sono certa che tutti i parlamentari padovani saranno pronti a sollecitare il Governo per deliberare lo stato di emergenza, come ci richiedono sindaci e cittadini interessati. È necessario che la regione e lo Stato agiscano con urgenza affinché si possa risolvere la situazione e mettere a disposizione le risorse per far fronte alle ingenti spese sia delle amministrazioni locali sia dei cittadini colpiti.

  DALILA NESCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo. Tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante. Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Anna, 79 anni, Paderno Dugnano, Milano, 2 gennaio 2014: uccisa con un colpo di pistola al cuore dal marito, che si è poi suicidato. Era malata.Pag. 82
  Se è stata uccisa è anche una vostra responsabilità.

  RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo. Come sempre, tante parole, tanti proclami e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante. Evidentemente, come per tanti altri provvedimenti, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Carla, 71 anni, Livorno, 31 marzo 2014: strangolata con una stringa da scarpe dal marito, che poi ha tentato il suicidio.
  Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità.

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, un anno fa è stato votato qui il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo: tante parole e, come sempre, nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante.
  Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco proprio non vi va di scomodarvi.
  Lidia, 35 anni, Como, 1o marzo 2014, accoltellata alla gola ed al torace dall'ex compagno, con cui forse aveva un appuntamento. È morta dissanguata.
  Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo: tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante.
  Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco proprio non vi va di scomodarvi.
  Giovanna, 36 anni, Catania, 5 aprile 2014, strangolata dal marito, che ha poi tentato il suicidio con gli psicofarmaci.
  Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo, questo piano: tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, oggi è l'ultimo giorno, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così elementare.
  Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco proprio non vi va di scomodarvi.
  Maria, 47 anni, Segni, in provincia di Roma, 16 marzo 2014, uccisa a colpi di martello dal marito, da cui si stava separando. Al delitto hanno assistito i due figli gemelli di nove anni, che hanno dato l'allarme, ma la donna è morta prima di arrivare in ospedale. L'assassino si è costituito.
  Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità.

  CARLA RUOCCO. Chiedo di parlare.

Pag. 83

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo, questo piano: tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante.
  Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco proprio non vi va di scomodarvi.
  Maria, 36 anni, Canicattini Bagni, Siracusa, 16 giugno 2014, uccisa a colpi di piccone dal marito, che ha confessato di aver commesso il delitto per gelosia.
  Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità.

  MARCO BRUGNEROTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO BRUGNEROTTO. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo: tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante.
  Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco proprio non vi va di scomodarvi.
  Anna, 50 anni, Santa Lucia di Serino, Avellino, 3 febbraio 2014, uccisa davanti al supermercato con tre colpi di pistola alla testa dal marito, che poi si è suicidato.
   Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità.

  TATIANA BASILIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio, che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo: tante parole ma nessun fatto ancora. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante.
  Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi. Antonella, 31 anni, Avola (Siracusa), 13 agosto 2014, uccisa con una fucilata alla gola dal marito, poi suicidatosi, da cui si stava separando. Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità, ricordatevelo.

  ROBERTA LOMBARDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporre questo piano. Tante parole e ancora una volta nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito ancora un'ennesima fatale volta, anche su una questione così importante. Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Io voglio ricordare Cristina, 38 anni, uccisa il 15 giugno 2014 a Motta Visconti, in provincia di Milano, sgozzata dal marito insieme ai due figli, Giulia di 5 anni e Gabriele di 20 mesi. L'assassino ha confessato di aver agito in quanto innamorato di un'altra donna e ritenendo la famiglia un ostacolo. Ha provato in un primo momento a depistare le indagini. Dopo il delitto si è lavato, si è vestito, si è recato a vedere la partita di calcio in un pub asserendo di aver scoperto la tragedia al ritorno. Prima di uccidere Cristina ha avuto con lei un rapporto sessuale. Se è Pag. 84stata uccisa, è anche una nostra responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FERDINANDO ALBERTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo. Tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante. Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Silvana, 46 anni, Giglio di Veroli (Frosinone), 8 marzo 2014, colpita a sprangate e poi gettata dalle scale dal marito che l'ha poi raccolta in fin di vita e stesa sul letto coricandosi a dormire al suo fianco. Al suo risveglio la donna era ormai morta. L'assassino era già stato condannato per maltrattamenti. Se è stata uccisa, è anche una nostra responsabilità.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, un anno fa è stato votato il decreto sul femminicidio che conteneva un piano antiviolenza, ma il Governo non si è ancora degnato di predisporlo. Tante parole e nessun fatto. Avete assicurato che il piano sarebbe stato pronto entro ottobre, ma chiaramente avete mentito per l'ennesima volta, anche su una questione così importante. Evidentemente, se non ci sono interessi privati in gioco, proprio non vi va di scomodarvi.
  Maria Teresa, 64 anni, Roma, 9 aprile 2014, il marito ha prima soffocato con un cuscino il figlio disabile, ha tentato di fare lo stesso con la moglie senza riuscire ad ucciderla e le ha sparato un colpo di pistola alla testa. Se è stata uccisa, è anche una vostra responsabilità.

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Aniello Formisano ha dichiarato di dimettersi dalla componente politica Centro Democratico continuando ad aderire al gruppo parlamentare Misto.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 31 ottobre 2014, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 20,25.

Pag. 85

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-00537 e abb. – Rilancio economico e occupazionale del Mezzogiorno

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Il tempo è stato parzialmente utilizzato nella seduta del 13 ottobre 2014.

Pag. 86

Mozione n. 1-00272 e abb. – Iniziative a sostegno delle politiche di genere

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Il tempo è stato parzialmente utilizzato nella seduta del 13 ottobre 2014.

Pag. 87

Doc. XXII, nn. 18, 19 e 21 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di trattenimento dei migranti

Seguito esame: 6 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 7 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 9 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 26 minuti
 Nuovo Centrodestra 18 minuti
 Scelta civica per l'Italia 18 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie 17 minuti
 Per l'Italia 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 17 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti
Pag. 88

Mozione n. 1-00603 e abb. - Diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Il tempo è stato parzialmente utilizzato nella seduta del 13 ottobre 2014.

Mozione n. 1-00490 e abb. – Transatlantic Trade and Investment Partnership

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Il tempo è stato parzialmente utilizzato nella seduta del 20 ottobre 2014.

Pag. 89

Mozione n. 1-00629 e abb. – Iniziative riguardanti i profili di prevenzione sanitaria correlati al fenomeno migratorio

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Il tempo è stato parzialmente utilizzato nella seduta del 20 ottobre 2014.

Pag. 90

Mozione n. 1-00602 e abb. – Impiego di parte del risparmio previdenziale per interventi a sostegno dell'economia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Il tempo è stato parzialmente utilizzato nella seduta del 20 ottobre 2014.

Pag. 91

Mozione n. 1-00572 e abb. – Nomina di un Ministro senza portafoglio competente in materia di pari opportunità

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 92

Ddl n. 2093 – Collegato ambientale

Tempo complessivo: 19 ore e 30 minuti, di cui:

• discussione generale: 7 ore e 30 minuti;

• seguito dell'esame: 12 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatori 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora e 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 48 minuti (con il limite massimo di 13 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti 7 ore e 47 minuti
 Partito Democratico 50 minuti 1 ora e 53 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 1 ora e 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Li bertà – Berlusconi Presidente 30 minuti 56 minuti
 Nuovo Centrodestra 32 minuti 34 minuti
 Scelta civica per l'Italia 32 minuti 34 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 34 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 32 minuti
 Per l'Italia 31 minuti 31 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazio nale 30 minuti 26 minuti
 Misto: 31 minuti 35 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti eu ropei (LED) 10 minuti 14 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti 6 minuti
  Centro Democratico 5 minuti 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti 5 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 5 minuti 5 minuti
Pag. 93

Mozione n. 1-00515 – Separazione societaria della infrastruttura della rete di telecomunicazione

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 94

Mozione n. 1-00592 – Esenzione dal pagamento e disdetta del canone Rai

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 95

Doc. XXIII, n. 2 – Relazione Commissione Antimafia sul semestre di presidenza italiana dell'Unione europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 3 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 23 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 52 minuti
 Partito Democratico 31 minuti
 MoVimento 5 Stelle 15 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 12 minuti
 Nuovo Centrodestra 8 minuti
 Scelta civica per l'Italia 8 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 8 minuti
 Lega Nord e Autonomie 7 minuti
 Per l'Italia 7 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 6 minuti
 Misto: 10 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
Pag. 96

Ddl n. 2679 - Legge di stabilità e Ddl n. 2680 - Bilancio di previsione dello Stato

Discussione generale congiunta: 11 ore.

Relatori 30 minuti (complessivamente)
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 50 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 8 ore
 Partito Democratico 1 ora e 48 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ora e 4 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 53 minuti
 Nuovo Centrodestra 37 minuti
 Scelta civica per l'Italia 37 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 39 minuti
 Lega Nord e Autonomie 37 minuti
 Per l'Italia 34 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 33 minuti
 Misto: 38 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 13 minuti
  Minoranze Linguistiche 7 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 6 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 6 minuti
Pag. 97

Ddl n. 2680 - Bilancio di previsione dello Stato

Seguito dell'esame: 6 ore.

Relatori 25 minuti (complessivamente)
Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 15 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 44 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 11 minuti
 Partito Democratico 46 minuti
 MoVimento 5 Stelle 29 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 23 minuti
 Nuovo Centrodestra 14 minuti
 Scelta civica per l'Italia 14 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 14 minuti
 Lega Nord e Autonomie 13 minuti
 Per l'Italia 13 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 11 minuti
 Misto: 14 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
Pag. 98

Ddl n. 2679 - Legge di stabilità

Seguito dell'esame: 16 ore.

Relatori 1 ora (complessivamente)
Governo 1 ora
Richiami al Regolamento 20 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 2 ore e 11 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 9 ore e 29 minuti
 Partito Democratico 2 ore e 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ora e 27 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 1 ora e 8 minuti
 Nuovo Centrodestra 42 minuti
 Scelta civica per l'Italia 41 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 42 minuti
 Lega Nord e Autonomie 39 minuti
 Per l'Italia 38 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 32 minuti
 Misto: 43 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 17 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 6 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 6 minuti
Pag. 99

Nota di variazioni

Tempo complessivo: 3 ore.

Relatori 15 minuti (complessivamente)
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 21 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 1 ore e 44 minuti
 Partito Democratico 23 minuti
 MoVimento 5 Stelle 15 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 12 minuti
 Nuovo Centrodestra 8 minuti
 Scelta civica per l'Italia 8 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 8 minuti
 Lega Nord e Autonomie 7 minuti
 Per l'Italia 7 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 6 minuti
 Misto: 10 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 2)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2629-A/R – voto finale 446 439 7 220 278 161 65 Appr.
2 Nom. Doc. LVII, n. 2-ter, risoluz. 6-94 442 442 222 291 151 55 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.