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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 320 di mercoledì 29 ottobre 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,35.

  CATERINA PES, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 24 ottobre 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, Catania, Guerra, Losacco, Marotta, Antonio Martino, Nicoletti, Schullian, Speranza, Turco, Vargiu e Venittelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 9,37).

  PRESIDENTE. Essendo convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo per le ore 10,30, sospendo la seduta fino al termine della riunione della Conferenza.

  La seduta, sospesa alle 9,37, è ripresa alle 11,45.

  PRESIDENTE. Colleghi, come è già stato precisato dalla Presidenza nel corso dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo e come anticipato ieri dal presidente Realacci nell'ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi della VIII Commissione, faccio presente che nello stampato A, che riporta il testo licenziato dalla VIII Commissione al termine dell'esame in sede referente, sono stati riscontrati alcuni errori materiali, rispetto al testo degli emendamenti approvati dalla Commissione e pubblicato nel relativo Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari. Tali errori si sono poi riprodotti nello stampato A-R, relativo al testo deliberato dalla Commissione a seguito del rinvio. Si tratta di meri errori materiali riferiti: all'articolo 5, comma 3, nel quale sono state erroneamente omesse, dopo le parole: «nonché delle forniture dei servizi» le parole: «ulteriori rispetto a quelli previsti dalle vigenti convenzioni»; all'articolo 17, comma 1, lettere n) e q), e comma 2, nel quale sono state erroneamente riportate le correzioni di forma approvate dalla Commissione al termine dell'esame in sede referente; all'articolo 38, comma 8, sono erroneamente riportate le parole: «8: i commi 5, 6, 6-bis e 6-ter» in luogo delle parole che, a seguito delle correzioni di forma approvate dalla Commissione al termine dell'esame in sede referente, avrebbero dovuto essere: «8: i commi 5, 6 e 6-bis».
  È stata pertanto predisposto un errata corrige degli stampati 2629-A e 2629-A/R, in modo che essi siano conformi al testo approvato dalla Commissione, che è quello su cui è stata posta la fiducia.

Pag. 2

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,49).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (A.C. 2629-A/R) (ore 11,51).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2629-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2629-A/R)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2629-AR). Se è possibile liberare i banchi del Governo, anche perché devo invitare il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Boccadutri n. 9/2629-AR/1 e Carrescia n. 9/2629-AR/2, esprime parere contrario sull'ordine del giorno Beni n. 9/2629-AR/3 ed invita i presentatori al ritiro dell'ordine del giorno Schullian n. 9/2629-AR/4, per estraneità, altrimenti il parere è contrario. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Catalano n. 9/2629-AR/5, con riformulazione del punto primo ed espungimento dei punti 2 e 3, la riformulazione del punto primo è semplicemente questa: «impegna il Governo, nel rispetto della normativa vigente, a valutare», quindi l'unica aggiunta è questa: «nel rispetto della normativa vigente»; questo riguarda il punto 1, mentre i punti 2 e 3 sono espunti. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Tacconi n. 9/2629-AR/6 per contrasto con l'articolo 35 del decreto legislativo n. 133 del 2014, esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Labriola n. 9/2629-AR/7 ed esprime parere contrario sull'ordine del giorno Capelli n. 9/2629-AR/8. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Fantinati n. 9/2629-AR/9 con riformulazione di questo tenore: è riformulato nel senso di promuovere una riflessione sulla efficacia della novella normativa introdotta alla legge n. 350 del 2003, la legge finanziaria per il 2004, promuovendo una fase di confronto sull'efficacia dei commi 49-bis e 49-ter dell'articolo 4, comma 49, della legge n. 350 del 2003, valutando le diverse opzioni disponibili: modifica, integrazione o abrogazione, quest'ultima quale proposta dall'Agenzia delle dogane medesima, anche in collaborazione con le parti private interessate.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Crivellari n. 9/2629-AR/10, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a tener conto, in relazione alle attività di ricerca», quindi cancellando le parole: «per le ragioni di cui sopra». E ancora, si chiede di concludere il dispositivo dell'ordine del giorno alle parole: «all'entroterra padovano e veneziano prossimo all'area polesana», cancellando Pag. 3le parole da: «vietando» sino alla fine del dispositivo. Quindi, il parere è favorevole con la riformulazione che ho letto.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ottobre n. 9/2629-AR/11, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con le norme e i principi europei, di modificare (...)». Questa è la riformulazione che si propone.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/2629-AR/12 ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cera n. 9/2629-AR/13. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nardi n. 9/2629-AR/14, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di disporre (...)». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lacquaniti n. 9/2629-AR/15, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo ad adottare ogni utile iniziativa affinché, in sede di contrattazione collettiva, si mantengano i livelli occupazionali esistenti del personale assunto».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Pilozzi n. 9/2629-AR/16 e Zan n. 9/2629-AR/17, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marroni n. 9/2629-AR/18, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di», espungendo le parole: «a presentare entro sei mesi la riforma dell'Autorità prevedendo la costituzione di una apposita e specifica Autorità per l'acqua e la regolamentazione del servizio idrico, distinta da quella dell'energia e del gas di regolamentazione del mercato considerato anche che le risorse idriche sono un monopolio naturale, ovvero di». Fino a questo punto, si chiede l'espungimento. Quindi, il dispositivo diventa: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di procedere ad una netta distinzione all'interno dell'attuale Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico tra la regolamentazione del mercato di beni e servizi e la regolamentazione del servizio idrico», con la soppressione dell'ultimo periodo, dalle parole: «Tale autorità» alle parole: «servizio idrico». Quindi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Famiglietti n. 9/2629-AR/19, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, di costituire», espungendo le parole: «entro 60 giorni dalla entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bargero n. 9/2629-AR/20, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno D'Ottavio n. 9/2629-AR/21, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di inserire in occasione della prossima manovra di bilancio (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pastorelli n. 9/2629-AR/22 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Burtone n. 9/2629-AR/23. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sani n. 9/2629-AR/24, purché il dispositivo sia riformulato nel senso di espungere le parole: «assicurando gli strumenti normativi ed i finanziamenti necessari atti a promuoverne le attività complessive». Quindi, il dispositivo diventa: «impegna il Governo a favorire il pieno riconoscimento legislativo e giuridico dei “parchi geominerari” di interesse nazionale al fine di consentire una programmazione (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Dallai n. 9/2629-AR/25, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a dare seguito concretamente agli indirizzi già espressi dal Parlamento», cancellando le parole: «al fine di utilizzare l'agevolazione di ristrutturazione e di efficientamento». Quindi, la riformulazione consiste nel cancellare il secondo rigo della parte dispositiva.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Matarrese n. 9/Pag. 42629-AR/26 e Bruno Bossio n. 9/2629-AR/27, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Piso n. 9/2629-AR/28, perché in contrasto con l'orientamento di direttive dell'Unione europea.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2629-AR/29, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative» e così via.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Tancredi n. 9/2629-AR/30 e Garofalo n. 9/2629-AR/31, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Vignali n. 9/2629-AR/32.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2629-AR/33.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2629-AR/34, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo ad adottare tutte le opportune iniziative, anche di carattere legislativo, per permettere la realizzazione effettiva della Variante della Tremezzina, sulla SS 340 Regina», espungendo le parole da: «sia ai fini della revisione della congruità dei tempi», fino al termine del periodo.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Caon n. 9/2629-AR/35, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative per promuovere, di concerto con la regione Veneto, l'inserimento tra le opere prioritarie della realizzazione del canale scolmatore», quindi, espungendo le parole: «il finanziamento».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2629-AR/36, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Busin n. 9/2629-AR/37 purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa e a individuare, in un provvedimento da adottare entro fine anno, un meccanismo agevolativo destinato alle regioni interessate dalle attività di rigassificazione, anche attraverso impianti off shore, che sia in coerenza con le linee fondamentali della strategia energetica nazionale», espungendo le parole: «che assicuri un analogo impatto finanziario».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2629-AR/38, purché nel dispositivo siano espunte le parole: «il cui importo dei lavori ammonta a 5 milioni di euro».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/2629-AR/39, perché trattasi di strada provinciale, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2629-AR/40, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare i presupposti in base alla normativa vigente per la dichiarazione», quindi, espungendo le parole: «ad adottare le opportune iniziative per provvedere urgentemente in un prossimo Consiglio dei ministri».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2629-AR/41, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2629-AR/42.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2629-AR/43, purché nel dispositivo siano espunte le parole: «e, del sito ex SELCA SpA di Berzo Demo, anche in collaborazione con le strutture regionali».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Bossi n. 9/2629-AR/44, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2629-AR/45.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/2629-AR/46, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di assumere», e così via, espungendo le parole da: «considerando anche trasferimenti a titolo non oneroso» fino alla fine del periodo.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Caparini n. 9/2629-AR/47, purché il dispositivo sia riformulato Pag. 5nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere» e così via.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2629-AR/48, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Guidesi n. 9/2629-AR/49.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2629-AR/50, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gigli n. 9/2629-AR/51.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Binetti n. 9/2629-AR/52.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/2629-AR/53, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo ad adottare, senza oneri per la finanza pubblica, le opportune iniziative volte a» e così via.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/2629-AR/54, perché si presuppone che il soggetto sia soggetto pubblico.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/2629-AR/55, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere», anziché «a prevedere».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Scotto n. 9/2629-AR/56, a condizione che sia accolta una riformulazione. Il punto due del dispositivo è di competenza del comune di Napoli, quindi si tratta di espungere dal dispositivo, dopo il primo capoverso, il secondo capoverso che recita: «a prevedere che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che dovrà individuare forme e modalità con le quali acquisire il parere del comune di Napoli per la definizione del programma di rigenerazione urbana, contempli anche una procedura di consultazione dei soggetti sociali organizzati e della cittadinanza». Quest'ultima parte è da espungere.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Duranti n. 9/2629-AR/57.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2629-AR/58, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità, compatibilmente con l'equilibrio di bilancio, di prevedere l'esclusione dal Patto di stabilità».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2629-AR/59 a condizione che sia accolta una riformulazione. Leggo la riformulazione perché è un po’ lunga. «impegna il Governo: a garantire nell'ambito delle procedure autorizzative di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, il pieno coinvolgimento delle amministrazioni locali e dei cittadini, prevedendo piena pubblicità alle predette attività; a prevedere il monitoraggio delle attività nelle zone di rischio sismico, vulcanico, di subsidenza; a prevedere, con riguardo all'autorizzazione di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, una preventiva valutazione di costi e benefici riguardo alle aree di zone di pregio turistico ed economico; a dare seguito agli impegni previsti dalle risoluzioni in materia di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, approvate dalla Commissione ambiente della Camera il 6 agosto 2014». Questa, in tali sensi, è la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2629-AR/59.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/2629-AR/60.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/2629-AR/61.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Placido n. 9/2629-AR/62, Costantino n. 9/2629-AR/63 e Fratoianni n. 9/2629-AR/64.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Quaranta n. 9/2629-AR/65, a condizione che sia accolta una riformulazione: nella parte dispositiva, all'ottavo rigo del fascicolo, espungere le parole «entro il 31 dicembre 2014».Pag. 6
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2629-AR/66, a condizione che siano accolte le seguenti riformulazioni. Dopo le parole «impegna il Governo: a porre in essere ogni atto di competenza finalizzato a far approvare», espungere le parole: «nel contesto della Presidenza italiana del semestre europeo». Espungere, altresì, al secondo capoverso, le parole: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative» e sostituirle con le parole: «prevedere misure».
  Ed ancora, dopo le parole: «la creatività dei progetti ideati» espungere le parole: «o progettati interamente», nonché le parole: «a prescindere dal fatto che le fasi di lavorazione e confezionamento dei prodotti stessi siano avvenute o meno nel nostro Paese, anche attraverso l'istituzione del marchio» Stile Italiano-Designed in Italy, proseguendo per il resto. Quindi, in tal senso è la riformulazione.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Ferrara n. 9/2629-AR/67, Franco Bordo n. 9/2629-AR/68, Giancarlo Giordano n. 9/2629-AR/69, Piras n. 9/2629-AR/70 e Marcon n. 9/2629-AR/71.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Melilla n. 9/2629-AR/72, Kronbichler n. 9/2629-AR/73 e Pannarale n. 9/2629-AR/74.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Paglia n. 9/2629-AR/75, perché in contrasto con l'articolo 35 del decreto-legge n. 133 del 2014.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2629-AR/76.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2629-AR/77, purché sia accolta una riformulazione. La riformulazione consiste nell'eliminazione integrale del terzo capoverso, laddove si dice: «a valutare gli effetti applicativi della norma» fino alla fine del dispositivo.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Palazzotto n. 9/2629-AR/78. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Vella n. 9/2629-AR/79. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Castiello n. 9/2629-AR/80. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Fabrizio Di Stefano n. 9/2629-AR/81. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Faenzi n. 9/2629-AR/82, purché sia riformulato nel senso di espungere le parole: «legislative prossime» e di espungere il secondo impegno, ossia dalle parole: «a precisare che» fino alla fine.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lainati n. 9/2629-AR/83, purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, la possibilità di prevedere». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Biasotti n. 9/2629-AR/84.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Altieri n. 9/2629-AR/85 e Riccardo Gallo n. 9/2629-AR/86. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Petrenga n. 9/2629-AR/87, purché sia riformulato nel senso di espungere, al terzo rigo del dispositivo, le parole da: «al fine di addivenire» fino a: «fattibilità globale del progetto».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bergamini n. 9/2629-AR/88.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Abrignani n. 9/2629-AR/89, purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di» e nell'ultimo capoverso, laddove si dice: «a stabilire altresì un procedimento unico per il rilascio del titolo unico e un termine perentorio», cancellare le parole: «(180 giorni)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Basso n. 9/2629-AR/90 purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Laffranco n. 9/2629-AR/91 purché sia riformulato nel modo seguente: laddove si dice: «impegna il Governo», modificare completamente il dispositivo con: «a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di bilancio, di Pag. 7disporre specifici interventi analoghi a quelli stralciati dal provvedimento in esame e riportati in premessa».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Ghizzoni n. 9/2629-AR/92, Coscia n. 9/2629-AR/93 e Malisani n. 9/2629-AR/94.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Guerra n. 9/2629-AR/95 purché sia riformulato nel senso di sostituire le parole da: «al fine di» fino alla fine con le seguenti: «e il loro impatto sui bilanci degli enti locali». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Fragomeli n. 9/2629-AR/96, a condizione che sia chiaro che si applica solo al settore idrico e non anche a quello del gas.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tentori n. 9/2629-AR/97.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Tentori n. 9/2629-AR/97 è inammissibile, così come gli ordini del giorno Rampi n. 9/2629-AR/98, Manzi n. 9/2629-AR/99 e Maietta n. 9/2629-AR/101.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nastri n. 9/2629-AR/100 purché sia riformulato come segue: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di intervenire».
  L'ordine del giorno Maietta n. 9/2629-AR/101, quindi, è inammissibile.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cirielli n. 9/2629-AR/102 purché sia riformulato nel modo seguente: «La Camera, premesso che: il Piano nazionale degli aeroporti, preannunciato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti lo scorso gennaio e che dovrà essere emanato con decreto del Presidente della Repubblica, individua gli aeroporti strategici e 26 aeroporti di interesse nazionale, tra i quali rientra anche l'aeroporto di Salerno; con riferimento al medesimo aeroporto risulta non essere ancora stata approvata la convenzione di gestione totale con Aeroporto di Salerno Spa, stipulata per la durata di venti anni; il comma 11 dell'articolo 1 del provvedimento in esame dispone l'approvazione con decreto ministeriale dei contratti di programma sottoscritti dall'ENAC con i gestori degli scali aeroportuali di interesse nazionale, per consentire l'avvio degli investimenti previsti nei contratti di programma; in tal senso si innova la precedente normativa, che prevedeva che i singoli contratti di programma fossero approvati dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, consentendo l'approvazione di tutti i contratti di programma con un unico atto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, e individuando termini perentori per la stipula dei contratti; ai fini della stipula dei contratti di programma è necessario che siano state approvate le convenzioni di gestione per i singoli scali; l'articolo 28, al comma 8-bis, prevede altresì che, nelle more del perfezionamento di nuovi accordi bilaterali o della modifica di quelli esistenti tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero degli affari esteri, l'ENAC, nel rispetto delle norme europee, rilascia, previo nulla osta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, autorizzazioni temporanee per le quinte libertà di durata non inferiore a 18 mesi ai vettori che ne facciano richiesta, impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa di competenza al fine della tempestiva approvazione del decreto ministeriale di cui in premessa, nonché in sede di applicazione del citato articolo 28, comma 8-bis, al fine di limitare il rilascio delle citate autorizzazioni temporanee di quinta libertà al solo eventuale rinnovo di quelle già rilasciate».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2629-AR/103, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Corsaro n. 9/2629-AR/104. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Rampelli n. 9/2629-AR/105, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Giorgia Meloni n. 9/2629-AR/106.Pag. 8
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Totaro n. 9/2629-AR/107, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2629-AR/108. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Di Vita n. 9/2629-AR/109, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: impegna il Governo, non «ad intraprendere», ma «a valutare con urgenza»; inoltre, all'ottavo rigo del dispositivo, la parola: «prevedendo» è sostituita dalla seguente: «valutando».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Segoni n. 9/2629-AR/110, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2629-AR/111.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2629-AR/112, a condizione che sia riformulata nel modo seguente la parte dispositiva: agli ultimi due righi, laddove si dice: «sia coinvolto anche il Ministro dell'ambiente», espungere le parole: «piuttosto che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Vacca n. 9/2629-AR/113, a condizione che sia riformulata la parte dispositiva nel modo seguente: sostituire la parola: «totale» con le seguenti: «più ampia». Sopprimere, inoltre, le parole : «scorporandole, comunque, da qualsiasi vincolo sulle spese, compreso il patto di stabilità interno».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Agostinelli n. 9/2629-AR/114, Silvia Giordano n. 9/2629-AR/115, Artini n. 9/2629-AR/116 e Barbanti n. 9/2629-AR/117.

  PRESIDENTE. Gli ordini del giorno Battelli n. 9/2629-AR/118 e Bechis n. 9/2629-AR/119 sono inammissibili.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Micillo n. 9/2629-AR/120, Benedetti n. 9/2629-AR/121, Massimiliano Bernini n. 9/2629-AR/122, Bonafede n. 9/2629-AR/123 e Brescia n. 9/2629-AR/124, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2629-AR/125, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: impegna il Governo «a valutare la opportunità di».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Businarolo n. 9/2629-AR/126, Cancelleri n. 9/2629-AR/127, Daga n. 9/2629-AR/128, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pesco n. 9/2629-AR/129.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Cariello n. 9/2629-AR/130, Carinelli n. 9/2629-AR/131, Caso n. 9/2629-AR/132, Castelli n. 9/2629-AR/133 e Chimienti n. 9/2629-AR/134, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2629-AR/135, a condizione che siano riformulato il primo punto ed eliminati il secondo ed il terzo punto. Sul primo punto, la riformulazione è la seguente: «a valutare l'opportunità di prevedere», mentre sul quarto punto il parere è favorevole..
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/2629-AR/136, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Colletti n. 9/2629-AR/137, a condizione che sia riformulato espungendo l'ultima locuzione: «e previa consultazione popolare vincolante».
  Il Governo esprime parere contrario per genericità sugli ordini del giorno Cominardi n. 9/2629-AR/138 e Currò n. 9/2629-AR/139, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2629-AR/140, limitatamente al secondo punto, laddove si dice: «a prevedere, per gli edifici pubblici dismessi e inutilizzati, l'assegnazione preventiva alle pubbliche amministrazioni le cui sedi siano sottoposte a contratti di locazione o risultino comunque onerose per lo Stato». Solo per questa parte, accolto come raccomandazione.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Del Grosso n. 9/2629-AR/141 (per genericità) e Di Battista n. 9/2629-AR/142, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Luigi Di Pag. 9Maio n. 9/2629-AR/143, a condizione che sia riformulato il terzo punto del dispositivo, su cui il parere è contrario. In altre parole, espungere le seguenti parole: «a spostare gli investimenti destinati alle energie rinnovabili dai grandi impianti ai piccoli impianti destinati all'autosufficienza energetica».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2629-AR/144, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: impegna il Governo «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno D'Incà n. 9/2629-AR/145 e Ferraresi n. 9/2629-AR/146.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Fico n. 9/2629-AR/147.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mannino n. 9/2629-AR/148.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Fraccaro n. 9/2629-AR/149 e Gagnarli n. 9/2629-AR/150.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2629-AR/151 purché sia riformulato nel modo seguente: nella parte dispositiva, all'ottavo rigo, dopo le parole «Ministero delle infrastrutture e dei trasporti» espungere le parole: «semestralmente e al termine dell'incarico». Inoltre espungere il secondo capoverso laddove si dice «affinché l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato» fino alle parole «della popolazione interessata». Nel terzo ed ultimo capoverso del dispositivo, «affinché l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, in qualità di commissario, riferisca alle competenti Commissioni parlamentari, periodicamente» espungere le parole: «e almeno ogni sei mesi».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Lombardi n. 9/2629-AR/152 purché sia riformulato espungendo le ultime parole: «alle condizioni esposte in premessa».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grande n. 9/2629-AR/153 purché sia riformulato mantenendo soltanto il quarto periodo del dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di armonizzare» quindi l'ultimo capoverso, sopprimendo i primi tre.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2629-AR/154 purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di fornire alle regioni» anziché «ad adottare provvedimenti appositi».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2629-AR/155 purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità che».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Prodani n. 9/2629-AR/156.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Della Valle n. 9/2629-AR/157. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/2629-AR/158.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pinna n. 9/2629-AR/159.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Turco n. 9/2629-AR/160; mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/2629-AR/161.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Alberti n. 9/2629-AR/162, Nuti n. 9/2629-AR/163 e Parentela n. 9/2629-AR/164.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Petraroli n. 9/2629-AR/165 purché sia riformulato il primo capoverso del dispositivo sopprimendo le parole: «in linea con quanto raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità». Va bene sul secondo punto, quindi prescritto dalla normativa europea.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Dadone n. 9/2629-AR/166, Sibilia n. 9/2629-AR/167; Pisano n. 9/2629-AR/168 e Rizzetto n. 9/2629-AR/169.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ruocco n. 9/2629-Pag. 10AR/170 purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare la possibilità di razionalizzare».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sarti n. 9/2629-AR/171.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mucci n. 9/2629-AR/172 purché sia riformulato sopprimendo le parole finali della parte dispositiva: «dando priorità ai principi ed ai criteri stabiliti dal decreto MIBACT».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Sorial n. 9/2629-AR/173 mentre il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Scagliusi n. 9/2629-AR/174.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Spadoni n. 9/2629-AR/175 purché sia riformulato il primo capoverso del dispositivo nel modo seguente: «impegna il Governo», sopprimere le parole «ad adottare ogni iniziativa utile» fino alla parola «territorio» e quindi lasciare in vita la seconda parte del dispositivo.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Terzoni n. 9/2629-AR/176 e Crippa n. 9/2629-AR/177.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Tofalo n. 9/2629-AR/178 mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Toninelli n. 9/2629-AR/179 e Da Villa n. 9/2629-AR/180.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2629-AR/181 purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo ad evitare maggiorazioni degli oneri sulle bollette rispetto a quelli che si genererebbero se gli stessi impianti continuassero a lavorare a bioliquidi con la producibilità dichiarata in sede di qualifica».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2629-AR/182.
  Il Governo esprime parere favorevole Corda n. 9/2629-AR/183 purché sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare di concerto con» anziché «impegna il Governo a fare in modo».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Rizzo n. 9/2629-AR/184, Basilio n. 9/2629-AR/185, Paolo Bernini n. 9/2629-AR/186, Frusone n. 9/2629-AR/187 e Baldassarre n. 9/2629-AR/188.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2629-AR/189, a condizione che sia riformulato nel senso di espungere, prima del dispositivo, le parole: «e emergono rilevanti criticità in ordine alle coperture finanziarie adottate,» e di aggiungere, dopo le parole: «impegna il Governo», le parole: « compatibilmente con i vincoli di finanza» e così via.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Colonnese n. 9/2629-AR/190, a condizione che sia riformulato nel senso di espungere, prima del dispositivo, le parole: «e emergono rilevanti criticità in ordine alle coperture finanziarie adottate,» e di aggiungere, dopo le parole: «impegna il Governo», le parole: « compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2629-AR/191, a condizione che il secondo capoverso del dispositivo sia riformulato, sostituendo le parole: «raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità», con le parole: «prescritto dalla normativa europea e dal decreto legislativo n. 152 del 2006».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gallinella n. 9/2629-AR/192, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la possibilità di inserire», e così via dicendo.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lupo n. 9/2629-AR/193, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare l'opportunità di stabilire un termine di durata del Piano per la promozione straordinaria del made in Italy».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2629-AR/194, mentre esprime parere favorevole Pag. 11sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2629-AR/195, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «ad adottare ogni iniziativa utile al fine di garantire», e di espungere le ultime tre righe, dalle parole: «finalizzate in particolare» alle parole: «10 milioni di euro».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2629-AR/196, a condizione che il dispositivo sia riformulato, espungendo le ultime tre righe, dalle parole: «le assunzioni derivanti da questi», fino alle parole: «regione Sardegna».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2629-AR/197, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grillo n. 9/2629-AR/198, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a porre in essere ogni iniziativa utile affinché», e così via dicendo.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Lorefice n. 9/2629-AR/199, Mantero n. 9/2629-AR/200 e Paolo Nicolò Romano n. 9/2629-AR/201, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2629-AR/202.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Spessotto n. 9/2629-AR/203 e Nicola Bianchi n. 9/2629-AR/204, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2629-AR/205 e Dell'Orco n. 9/2629-AR/206.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Busto n. 9/2629-AR/207, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Dieni n. 9/2629-AR/208.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2629-AR/209, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno D'Uva n. 9/2629-AR/210.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mariastella Bianchi n. 9/2629-AR/211, a condizione che il quinto capoverso del dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a prevedere che nell'applicazione del divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi possa essere interessata la fascia inferiore a 12 miglia a partire dalle linee di base delle acque territoriali».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Tullo n. 9/2629-AR/212 e Tino Iannuzzi n. 9/2629-AR/213, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giovanna Sanna n. 9/2629-AR/214.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Francesco Sanna n. 9/2629-AR/215, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole: «del metano», la parola: «liquido».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Maestri n. 9/2629-AR/216, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la possibilità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Manfredi n. 9/2629-AR/217, a condizione che sia riformulato, espungendo il primo capoverso del dispositivo.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mariano n. 9/2629-AR/218, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Arlotti n. 9/2629-AR/219 e Mariani n. 9/2629-AR/220.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bratti n. 9/2629-AR/221, a condizione che il secondo capoverso del dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a favorire l'individuazione – con priorità – delle nuove opere», e così via dicendo.
  Sull'ordine del giorno Speranza n. 9/2629-AR/222 il parere è favorevole.
  Sugli ordini del giorno Zardini n. 9/2629-AR/223 e Borghi n. 9/2629-AR/224 il parere è favorevole purché riformulati inserendo le seguenti parole: «impegna il Governo a valutare la possibilità di».
  Gli ordini del giorno Petitti n. 9/2629-AR/225 e Antezza n. 9/2629-AR/226 sono accolti come raccomandazione.
  Sull'ordine del giorno Folino n. 9/2629-AR/227 il parere è favorevole.Pag. 12
  Sull'ordine del giorno Gitti n. 9/2629-AR/228 il parere è favorevole purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di non frapporre vincoli» e così via; e, al secondo capoverso: «in particolare, in applicazione dell'articolo 26 del decreto di promuovere (...)».
  Sull'ordine del giorno Culotta n. 9/2629-AR/229 il parere è favorevole purché riformulato nel seguente modo: al quarto rigo del dispositivo, dopo le parole «Servizio Idrico Integrato così come previsto dall'articolo 7» inserire le seguenti: «favorendo altresì il progressivo adeguamento delle gestioni e del servizio attualmente facente capo ai comuni al fine di».

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, per facilitare i lavori, volevo comunicarle che, salvo problemi specifici che verranno segnalati ma che non mi risulta ci siano, noi accogliamo tutte le riformulazioni proposte dal Governo, accogliamo le raccomandazioni, non chiediamo la votazione degli ordini del giorno e ritiriamo l'ordine del giorno Beni n. 9/2629-AR/3.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Boccadutri n. 9/2629-AR/1 e Carrescia n. 9/2629-AR/2, sui quali vi è il parere favorevole del Governo. Gli ordini del giorno Beni n. 9/2629-AR/3 e Schullian n. 9/2629-AR/4 sono stati ritirati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Catalano n. 9/2629-AR/5, riformulato, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Tacconi n. 9/2629-AR/6, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, però chiedo di liberare i banchi del Governo, perché siamo in fase di votazioni. Prego, sottosegretario.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, rileggendo più attentamente l'ordine del giorno, proporrei una riformulazione, che, se accolta dal proponente, trasformerebbe il parere in favorevole. La riformulazione è la seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di tenere conto dell'esito della valutazione tra gli attori istituzionali regionali e locali circa il futuro dell'impianto, al fine dell'applicazione della norma».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tacconi n. 9/2629-AR/6, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Labriola n. 9/2629-AR/7, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Capelli n. 9/2629-AR/8, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Colleghi il tono della voce, per favore.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, anche se capisco la difficoltà, chiederei al Governo di rivedere la sua posizione, perché quest'ordine del giorno richiama il fatto che nel decreto-legge n. 133 del 2014, sul quale è stata posta la questione di fiducia, che abbiamo votato, si prevedeva l'inserimento dell'articolo 241-bis, che di fatto innalza i limiti di soglia di sostanze inquinanti come il cobalto e l'arsenico, che passano, per esempio, rispettivamente, da 20 milligrammi per chilogrammo a 50 e 250 milligrammi per chilogrammo. Questo aspetto riguarda Pag. 13specificatamente le aree militari. Capite bene che l'innalzamento dei limiti di soglia di sostanze inquinanti rappresenterà un ulteriore problema per quelle aree interessate dalla presenza di aree militari, una fra tutte, che riguarda tutti noi e me personalmente, le servitù militari, che sono il 65 per cento delle stesse in area della Sardegna e che, dovete sapere, impongono dei vincoli per 80 chilometri di costa – 80 chilometri che non saranno accessibili alle attività economico-turistiche –, e un demanio militare di 13 mila ettari gravati da servitù militari.
  Si chiede praticamente di fare un passo indietro rispetto al decreto-legge n. 133 del 2014: si chiede di riportare quantomeno i livelli alle soglie preesistenti, non di innalzare i limiti affinché le bonifiche siano fatte includendo limiti ancora maggiori di inquinamento.
  Ecco perché chiedo una riflessione. Capisco che l'impegno che chiedo al Governo sia quello perentorio di rivedere questi limiti, ma posso anche capire che il Governo si impegni a rivedere, si impegni quantomeno a prendere in considerazione una rivisitazione della Tabella 1, Colonna A dell'Allegato 5 del decreto-legge n. 152 del 2006, quantomeno riportarlo a quei valori: non confermare l'intervento del 241-bis previsto nel decreto-legge n. 133, che – ribadisco – non è stato possibile emendare in sede di voto, di valutazione del n. 133, perché è stata posta la fiducia. Non è stata possibile una votazione per parti: diversamente credo che diversi di noi avrebbero votato contro l'istituzione e l'ingresso del 241-bis del decreto-legge n. 133. Si è data fiducia al Governo; si intende confermare la fiducia al Governo, però chiediamo che il Governo ascolti anche le proposte che vengono da questi banchi, e che si prendano in considerazione delle soluzioni di equità e di rispetto dell'ambiente e di alcuni territori che più di altri danno allo Stato in termini di servitù militari.
  È chiaro che sono stati presentati anche degli emendamenti in sede di valutazione della Commissione, che sono stati messi da parte. Si ripropone la fiducia sul testo in esame. Non vorrei, per quanto mi riguarda personalmente (e non coinvolgo in questo la mia componente), valutare l'opportunità di riconfermare col voto favorevole al decreto-legge la fiducia, oppure votare contro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Capelli n. 9/2629-AR/8, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Minnucci, Piccoli Nardelli, Fitzgerald Nissoli, Grande, Zaccagnini, Simone Valente, Locatelli, Alli, Segoni, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  428   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Fantinati n. 9/2629-AR/9, con parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  MATTIA FANTINATI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per carità, effettivamente, guardiamoci in faccia, l'ordine del giorno così scritto è un po’ annacquato: erano state chieste ben due cose precise, così le abbiamo un po’ unite.
  Ora, effettivamente noi possiamo anche accettarla, quindi accetteremo la riformulazione, però volevo un attimo dire due parole.
  Questo ordine del giorno riprende un tema che comunque è stato affrontato di Pag. 14nuovo dal Parlamento poco tempo fa ed è stata approvata una mozione all'unanimità. Verrà accettato questo ordine del giorno, riformulato secondo anche le indicazioni vostre. Regolarmente l'emendamento da cui nasce questo ordine del giorno e che deriva dalla mozione venne bocciato. Ora permettetemi la battuta, ma preferirei che venisse approvato l'emendamento, quindi qualcosa di concreto, piuttosto che vengano accettate mozioni oppure ordini del giorno, perché, come ben sappiamo, un ordine del giorno non si nega a nessuno. Però, detto questo, accettiamo la riformulazione, ma ci auguriamo che alle parole e ai tavoli di lavoro, poi, corrispondano anche i fatti.

  PRESIDENTE. Quindi, il deputato Fantinati accetta la riformulazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Crivellari n. 9/2629-AR/10, accettato dal Governo, purché riformulato, come su indicazione del collega Rosato.
  Sull'ordine del giorno Ottobre n. 9/2629-AR/11, accettato dal Governo, purché riformulato, chiede di parlare il deputato Alfreider. Ne ha facoltà.

  DANIEL ALFREIDER. Accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/2629-AR/12, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cera n. 9/2629-AR/13, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nardi n. 9/2629-AR/14, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lacquaniti n. 9/2629-AR/15, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Sull'ordine del giorno Pilozzi n. 9/2629-AR/16 il Governo chiede di parlare.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno Pilozzi n. 9/2629-AR/16 come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pilozzi n. 9/2629-AR/16, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Onorevole Zan, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/17, non accettato dal Governo ?

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, io chiedo al Governo francamente di riconsiderare il parere, magari attraverso una riformulazione, trattandosi della tratta Alta Velocità Padova-Bologna – e su questo molti colleghi hanno dato importanza a questo ordine del giorno – che il Governo considera da sempre strategica per potenziare l'asse ferroviario verso il nord-est.
  Dato che per alcuni ordini del giorno è stata proposta una riformulazione ad adottare l'inserimento tra le opere prioritarie per la realizzazione dell'Alta Velocità, se questo fosse, accetterei una riformulazione, perché penso che possa essere un punto di mediazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED)).

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, il Governo può accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione, previa riformulazione del dispositivo in questo senso: «impegna il Governo a valutare ogni opportuna iniziativa volta alla realizzazione della tratta Alta Velocità Padova-Bologna», anziché dire «garantire la sollecita realizzazione dei finanziamenti». In questo senso, l'ordine Pag. 15del giorno Zan n. 9/2629-AR/17, così riformulato, può essere accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zan n. 9/2629-AR/17, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Marroni n. n. 9/2629-AR/18, accettato dal Governo, purché riformulato, e Famiglietti n. 9/2629-AR/19, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bargero n. 9/2629-AR/20, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Ottavio n. 9/2629-AR/21, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pastorelli n. 9/2629-AR/22, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Burtone n. 9/2629-AR/23, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sani n. 9/2629-AR/24, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dallai n. 9/2629-AR/25, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Matarrese n. 9/2629-AR/26, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bruno Bossio n. 9/2629-AR/27, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Piso n. 9/2629-AR/28, non accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2629-AR/29, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Tancredi n. 9/2629-AR/30 e Garofalo n. 9/2629-AR/31, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vignali n. 9/2629-AR/32, non accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2629-AR/33, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Molteni n. 9/2629-AR/34 e Caon n. 9/2629-AR/35, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/2629-AR/36, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2629-AR/36, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  425   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 139    
    Hanno votato
no  286).    

Pag. 16

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Busin n. 9/2629-AR/37, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, non accetto né la riformulazione né la raccomandazione, per il semplice fatto che il 5 agosto il Viceministro De Vincenti su questa vicenda ha preso degli impegni ufficiali e ben precisi, cioè quelli di ripristinare la situazione preesistente, che prevedeva un contributo fiscale anche per gli abitanti dell'area del Polesine in virtù del rigassificatore di Porto Viro.
  Adesso, se devono fare retromarcia o rimangiarsi la parola data, lo facciano tutto d'un colpo e non nascondendosi attraverso degli artifici di retorica. Soprattutto consiglio al rappresentante del Governo di parlare con il Viceministro De Vincenti, perché durante la discussione in Commissione è successa una cosa abbastanza sorprendente...

  PRESIDENTE. Collega Rosato, per favore.

  FILIPPO BUSIN. ... in quanto il rappresentante del Governo, che ha assistito alla discussione in Commissione, si è detto all'oscuro degli impegni presi ufficialmente – si guardi il resoconto stenografico del 5 agosto – da parte del suo collega De Vincenti.
  Io consiglio ai rappresentanti del Governo di parlarsi, di scambiarsi informazioni e soprattutto di scambiarsi gli impegni presi ufficialmente da uno dei componenti del Governo e chiedo di votare questo mio ordine del giorno così come è da me formulato, perché sono curioso di vedere come voteranno i miei colleghi veneti, se saranno fedeli e dimostreranno amore per il proprio territorio e, in generale, per la giustizia territoriale oppure se dimostreranno maggiore attenzione e obbedienza alle indicazioni delle loro segreterie di partito.

  SIMONA VICARI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONA VICARI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, io farei una proposta al presentatore: se fosse accolta una piccolissima riformulazione, noi potremmo anche accettare l'ordine del giorno e non accoglierlo come raccomandazione.
  Nella parte dispositiva, dopo le parole: «off shore», sopprimere dalle parole: «che assicuri» fino alla seguente: «finanziario», e lasciare tutto com’è e quindi esprimere parere favorevole sull'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Collega Busin, accetta la riformulazione ?

  FILIPPO BUSIN. Accetto la riformulazione e lo prendo anche come un secondo impegno ufficiale preso dal Governo.

  PRESIDENTE. Sta bene, quindi accoglie la riformulazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/2629-AR/38, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/2629-AR/39, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/2629-AR/39, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Di Lello, Carra, Pastorino, Marzana, Di Salvo, Nizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  428   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no  370.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 17

  Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore di Quarto, in provincia di Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2629-AR/40, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2629-AR/41, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Grimoldi n. 9/2629-AR/42 e Borghesi 9/2629-AR/43, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bossi n. 9/2629-AR/44, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bossi n. 9/2629-AR/44, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Arlotti, Giorgis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  431   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Vorrei rettificare che l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2629-AR/42 non è stato accolto dal Governo purché riformulato, ma è stato accettato, quindi prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2629-AR/42, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2629-AR/45, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2629-AR/45, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Pastorino, Luciano Agostini, Terzoni, Tancredi, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  430   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Simonetti n. 9/2629-AR/46 e Caparini n. 9/2629-AR/47, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/2629-AR/48, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2629-AR/48, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino, Ragosta, Carbone, Luigi Gallo, Frusone, Sandra Savino, Paolo Russo, Giancarlo Giordano, Gasparini, Paola Bragantini...Pag. 18
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  354   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/2629-AR/49, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. 9/2629-AR/50, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2629-AR/50, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Carra, Tarocco, Bombassei, Frusone, Russo, Tancredi, Palma. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  456   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no  398.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Onorevole Gigli, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/51, accolto dal Governo come raccomandazione ?

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, premetto che questo ordine del giorno aveva lo scopo semplicemente di cercare di gettare un grido di allarme su una vicenda che sta ormai strangolando le scuole paritarie e, con esse, la libertà di educazione in questo Paese. Premesso anche che in fondo questo argomento con il decreto «sblocca Italia» non c'entrava assolutamente niente, non riesco a capire le ragioni che hanno portato il Governo ad accoglierlo solo come raccomandazione, visto che due degli impegni erano i soliti impegni volti «a valutare l'opportunità di» e, quindi, del tutto «inoffensivi» e i primi due, invece, chiedevano, in buona sostanza, di ripristinare il vecchio sistema a parità di spesa con la legge di stabilità 2015, assegnando i fondi direttamente al MIUR, piuttosto che alle regioni, e a recuperare i fondi, invece, della legge di stabilità 2014, esclusi dal Patto di stabilità per le regioni, per il Ministero invece che mandarli persi per quanto riguarda le scuole.
  Quindi, vorrei invitare il Governo a riconsiderare questa valutazione che ha dato e a dare un giudizio di approvazione. Ripeto: è a costo zero. Si tratta semplicemente di evitare di mettere il tubo del gas sulla bocca delle scuole paritarie. Se ne vogliamo decretare la fine, è il momento giusto.

  PRESIDENTE. Quindi, onorevole Gigli, chiede che il suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/51, accolto dal Governo come raccomandazione, sia posto in votazione ?

  GIAN LUIGI GIGLI. Se il Governo non interviene...

  PRESIDENTE. No, il Governo non interviene in questo momento.

  GIAN LUIGI GIGLI. Allora, non insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/2629-AR/51, accolto dal Governo come raccomandazione, per carità, ma mi trovo assolutamente insoddisfatto.

  PRESIDENTE. Sta bene.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare...

Pag. 19

  PRESIDENTE. Su cosa ?

  GIOVANNI PAGLIA. Sull'ordine del giorno Gigli n. 9/2629-AR/51...

  PRESIDENTE. Però, il presentatore non insiste per la votazione. Quindi, non posso farle fare nessuna dichiarazione, in ogni caso, anche se non l'avevo vista.
   Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Binetti n. 9/2629-AR/52, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/2629-AR/53, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Zaratti n. 9/2629-AR/54, non accettato dal Governo.

  FILIBERTO ZARATTI. Presidente, sono stupito da questo diniego da parte del Governo e, contemporaneamente, in realtà, ne trovo anche la coerenza, per dire la verità. Ne sono stupito, perché, in corso di discussione in Commissione ambiente di questa questione, che era articolata su un emendamento del nostro gruppo, c'era stata, da parte della maggioranza e della relatrice, una disponibilità, diciamo così, a valutare positivamente la questione che noi ponevamo in sede, appunto, di discussione degli ordini del giorno.
  Invece vedo, insomma, che c’è stata e c’è una discrepanza tra l'orientamento della maggioranza alla Camera e quello del Governo. Dicevo che, da una parte, rimango stupito, dall'altra, mi sembra che ci sia una certa coerenza, perché davvero, se quello che dicevamo anche in sede di illustrazione degli ordini del giorno è vero, e cioè che su questo articolo fondamentalmente si cerca di agevolare la privatizzazione dell'acqua...

  PRESIDENTE. Colleghi, chiedo di liberare i banchi del Governo per favore, sta parlando un nostro collega.

  FILIBERTO ZARATTI. ... di agevolare appunto la privatizzazione dell'acqua, ecco questo diniego del Governo va esattamente in questa direzione. Il nostro ordine del giorno chiedeva, a fronte di una norma che prevede il fatto che, se l'ente pubblico vuole subentrare nella gestione privata dell'acqua in un certo ATO, debba risarcire l'organizzazione, la società uscente, di un certo costo, a fronte di questo, il nostro ordine del giorno prevedeva che ci potesse essere un fondo straordinario che potesse aiutare gli enti locali a subentrare nel ripristinare la gestione dell'acqua pubblica. In seconda misura, chiedeva comunque di disporre che queste spese di rimborso fossero escluse dal Patto di stabilità interno, quindi in qualche modo si cercava di trovare una forma che consentisse di aiutare la ripubblicizzazione dell'acqua. Il fatto che il Governo abbia dato così nettamente parere contrario sta ad indicare che tutte le nostre preoccupazioni espresse in discussione generale e in Commissione sul fatto che questo Governo vuole privatizzare l'acqua effettivamente trovano conferma con questo parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/2629-AR/54, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  Ciracì, Grassi, Pastorino, Gelmini, Piccione, Greco, Taricco, Bossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  452   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  316.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Nicchi Pag. 20n. 9/2629-AR/55, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, vorrei risentire la riformulazione, per cortesia.

  PRESIDENTE. Se il Governo può ripetere la riformulazione, grazie.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, la riformulazione è «a valutare l'opportunità di».

  PRESIDENTE. Prego, collega Nicchi.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, no, mi sembra un po’ poco, perché l'ordine del giorno parla di un tema che metterebbe in condizione gli enti locali di utilizzare risorse proprie oppure donazioni da terzi in caso di calamità mettendoli nel calcolo fuori del patto di stabilità interno. È così lapalissiana come misura che porla come una valutazione ci sembra poco.

  PRESIDENTE. Quindi, chiede di metterlo in votazione ?

  MARISA NICCHI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/2629-AR/55, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Manfredi, Artini, Giorgio Piccolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  456   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  168    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Scotto n. 9/2629-AR/56, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, vorrei ascoltare la riformulazione.

  PRESIDENTE. Chiedo di liberare i banchi del Governo, per favore, e invito il rappresentante del Governo a leggere la riformulazione dell'ordine del giorno Scotto n. 9/2629-AR/56.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, sull'ordine del giorno Scotto n. 9/2629-AR/56 la riformulazione consiste nella soppressione del secondo capoverso del dispositivo, quindi dalle parole: «a prevedere che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri» fino alla fine del capoverso.

  PRESIDENTE. Deputato Scotto ?

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, mi pare evidente che non possiamo accettare questa riformulazione, per un motivo molto semplice: il cuore della proposta che noi facciamo in questo ordine del giorno sta nella possibilità di rimettere, sostanzialmente, il comune di Napoli nelle condizioni di poter condividere le politiche che verranno fatte rispetto a Bagnoli. Per questo, chiediamo di poter votare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scotto n. 9/2629-AR/56, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 21

  Bossa, Gregori, Monchiero, Massa, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  413   
   Astenuti   49   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Duranti n. 9/2629-AR/57, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2629-AR/58, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, chiedo che mi venga riletta la riformulazione.

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a rileggere la riformulazione.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, la riformulazione consiste unicamente nella seguente aggiunta al dispositivo: «impegna il Governo a valutare la possibilità, compatibilmente con l'equilibrio di bilancio, di prevedere l'esclusione dal Patto di stabilità (...)». Si chiede solamente questa aggiunta.

  PRESIDENTE. Deputata Pellegrino ?

  SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, accetto la riformulazione, ma mi sembra una riformulazione lapalissiana: è chiaro che è compatibile con il bilancio, per cui mi sembra veramente quasi assurdo dover riformulare l'ordine del giorno, giusto per dire che è stato riformulato. Penso che il sottosegretario, forse, può anche ritornare alla formulazione originaria. Comunque, se non cambia il parere, accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Deputata Pellegrino, prendo atto che accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/58.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2629-AR/59, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, vorrei capire in che cosa consiste la riformulazione.

  PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo dire di rileggere la riformulazione (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Colleghi !

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. La riformulazione è la seguente: «impegna il Governo a garantire nell'ambito delle procedure autorizzative di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, il pieno coinvolgimento delle amministrazioni locali e dei cittadini, prevedendo piena pubblicità alle predette attività; a prevedere il monitoraggio delle attività nelle zone di rischio sismico, vulcanico, di subsidenza; a prevedere, con riguardo all'autorizzazione di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, una preventiva valutazione di costi e benefici riguardo alle aree di zone di pregio turistico ed economico; a dare seguito agli impegni previsti dalle risoluzioni in materia di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, approvate dalla Commissione ambiente della Camera il 6 agosto 2014».

  PRESIDENTE. Deputato Sannicandro, accetta la riformulazione ?

Pag. 22

  ARCANGELO SANNICANDRO. La riformulazione è molto convincente, ragion per cui è bene consolidarla con un voto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2629-AR/59, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mannino ? Non la avevamo vista, adesso ho aperto la votazione, però alzate le mani in tempo...vi eravate già prenotati ? È colpa mia.
  Piccoli Nardelli, Mazzoli, Mannino, Palma, Carra, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  458   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  435    
    Hanno votato no   23.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Argentin e Covello hanno segnalato che non sono riuscite a votare).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/2629-AR/60, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Airaudo n. 9/2629-AR/61, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Airaudo n. 9/2629-AR/61, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Scotto, Sandra Savino, Carra, Di Battista, Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  456   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  170    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Argentin e Covello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere il voto).

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, intervengo solo per informare che in questo momento 600 operai che stanno manifestando fuori l'ambasciata tedesca, rispetto alla vicenda della ThyssenKrupp, sono stati caricati (c’è anche un ferito). Lo troviamo inaccettabile, soprattutto nel momento in cui viene il Ministro oggi a riferire in Aula. Chiediamo che il Ministro Alfano venga subito ad informare l'Aula rispetto alla scelta di caricare gli operai (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Direi di andare avanti con i lavori, anche perché ci sarà l'occasione di discutere di questo in sede di informativa urgente.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Placido n. 9/2629-AR/62, Costantino n. 9/2629-AR/63 e Fratoianni n. 9/2629-AR/64, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo altresì atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del Pag. 23giorno Quaranta n. 9/2629-AR/65, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2629-AR/66, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, per favore, vorrei riascoltare la riformulazione, se è possibile.

  PRESIDENTE. Prego, rappresentante del Governo.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. La riformulazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2629-AR/66 è la seguente: nella parte dispositiva, dopo le parole: «far approvare», espungere le parole: «nel contesto della Presidenza italiana del semestre europeo», al secondo capoverso sostituire le parole: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative» con le seguenti: «prevedere misure» e, nel medesimo capoverso, espungere: «o progettati interamente», nonché le parole: «a prescindere dal fatto che le fasi di lavorazione e confezionamento dei prodotti stessi siano avvenute o meno nel nostro Paese, anche attraverso l'istituzione del marchio “Stile Italiano-Designed in Italy”», lasciando inalterato il resto del testo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario. A questo punto chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione.

  LARA RICCIATTI. No, non l'accetto, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Quindi insiste per la votazione ?

  LARA RICCIATTI. Assolutamente sì, grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2629-AR/66, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ancora ? Mariastella Bianchi, Tidei... qualcun altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti... no... la deputata Carrozza sta votando...qui sembrano abbiano votato tutti... Carrozza ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  451   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no  371.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ferrara n. 9/2629-AR/67, Franco Bordo n. 9/2629-AR/68, Giancarlo Giordano n. 9/2629-AR/69, Piras n. 9/2629-AR/70 e Marcon n. 9/2629-AR/71, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/2629-AR/72, sul quale vi è parere contrario del Governo.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, io non mi meraviglio di questo parere contrario, però ritengo che l'Aula, prima di votare, debba sapere su cosa si stia votando.
  Con questo ordine del giorno abbiamo cercato di contrastare il processo di privatizzazione della Cassa depositi e prestiti. Noi vogliamo che questo importante istituto Pag. 24torni a recuperare il suo ruolo originario di ente che gestisce il risparmio postale al servizio del bene comune.
  Nel 2003, Cassa depositi e prestiti è stata trasformata in Spa e le fondazioni bancarie sono entrate nel suo capitale sociale. Da quel momento e progressivamente, Cassa depositi e prestiti muta strutturalmente la propria funzione, che da pubblica diviene privatistica, ovvero finalizzata alla produzione di dividendi per gli azionisti (Ministero del Tesoro e fondazioni bancarie). La campagna della finanza pubblica si batte per la fuoriuscita delle fondazioni bancarie dal capitale sociale di Cassa depositi e prestiti e inoltre rivendica un diverso ruolo di Cassa depositi e prestiti, al servizio di un nuovo modello di economia sociale territoriale.
  Per questo noi chiediamo, con questo ordine del giorno, di impegnare il Governo a prendere le opportune iniziative, anche normative, affinché le risorse raccolte attraverso il risparmio postale – non dobbiamo mai dimenticare che la Cassa depositi e prestiti utilizza il risparmio postale dei cittadini e delle famiglie italiane – siano per questo impegnate prioritariamente nel sostenere investimenti finalizzati: alla riappropriazione sociale dei beni comuni e dei servizi pubblici; alla tutela idrogeologica del territorio, alla messa in sicurezza del patrimonio pubblico e degli edifici scolastici, alla realizzazione di opere pubbliche finalizzate all'espansione dei servizi offerti ai cittadini; a garantire infine il diritto alla casa, attraverso progetti di manutenzione straordinaria del patrimonio abitativo pubblico esistente e progetti di riutilizzo a funzione abitativa popolare di edifici dismessi e abbandonati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, utilizzerò un po’ di tempo di quello che ho a disposizione per questo ordine del giorno. Infatti mi sembra veramente assurdo che questo Governo, con questo decreto vergognoso, dia priorità ad opere come inceneritori, privatizzazione dell'acqua, trivellazioni e userà soldi pubblici, per mandare avanti queste opere, della Cassa depositi e prestiti, perché saranno opere strategiche nazionali. E quando si propone solamente, con un ordine del giorno, che si diano prioritariamente queste risorse per mettere a posto il nostro territorio, i nostri edifici pubblici e per mantenere il nostro territorio, non possiamo accettarlo neanche come ordine del giorno, che sappiamo che, tutto sommato, è un impegno abbastanza vago. Stiamo veramente scherzando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Allora, tutte le dichiarazioni che facciamo in TV e le slide io non riesco a capire con cosa coincidono, perché nelle norme voi dite tutto il contrario. E bocciare un ordine del giorno del genere è veramente vergognoso dopo i disastri che abbiamo avuto nei mesi scorsi.

  PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/2629-AR/72.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melilla n. 9/2629-AR/72, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, Luigi Gallo, Gasparini, Greco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  456   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 25

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Kronbichler n. 9/2629-AR/73, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  FLORIAN KRONBICHLER. Signor Presidente, non so spiegarmi assolutamente la contrarietà del Governo a questo ordine del giorno, se non per la sua eccessiva suscettibilità: è, come tale, un'azione punitiva nei miei confronti. Ho usato un termine – sicuramente un po’ forte – di apprezzamento nei confronti della Cassa depositi e prestiti definendola una specie di «prostituta del credito», portando, però, a titolo di prova degli esempi. Se non è per altro, volentieri ritiro questo epiteto per salvare l'obiettivo di questo ordine del giorno, che ritengo assolutamente in linea con le politiche dichiarate e sbandierate di questo Governo. Infatti, non chiedo altro che prendere le opportune iniziative per la costituzione di un'agenzia nazionale sul modello dell'istituto Fraunhofer, al fine di incrementare l'innovazione di processi e prodotti ed incrementare la competitività del nostro apparato produttivo tanto in crisi, ed a autorizzare la Cassa depositi e prestiti a finanziarla attraverso il Fondo strategico italiano, adeguandone la mission.
  Ho portato l'esempio e la disponibilità del Fraunhofer Institute, che abbiamo a Bolzano e che è di proprietà al 99 per cento del Fraunhofer Institute germanico. Stando alle dichiarazioni del suo direttore, sarebbero disposti – stanno già aprendo nuove sedi su tutto il territorio nazionale – a dare il loro sicuramente invidiabile know how per prendere questa iniziativa.
  Quindi, chiederei al Governo di rivedere il suo parere negativo e spero che l'Aula approvi questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire. Quindi, lo poniamo in votazione, Kronbichler ?

  FLORIAN KRONBICHLER. Sì, certo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Kronbichler n. 9/2629-AR/73, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ginefra, Fanucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  445   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pannarale n. 9/2629-AR/74, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, chiedo assolutamente di porlo in votazione. Ritengo sia opportuno il fatto che questo nostro ordine del giorno sia messo in votazione. E questo il fatto che il Governo abbia dato parere contrario è veramente abbastanza incomprensibile. Insomma, si chiede semplicemente di prendere le opportune iniziative, anche legislative, affinché sia effettivamente acquisito il parere positivo della Conferenza unificata in merito alle ipotesi di definanziamento e riprogrammazione delle risorse dei fondi europei. In realtà, per fare questa cosa non servirebbe neanche l'ordine del giorno, non dovrebbe essere neanche realizzata attraverso l'impegno del Parlamento. Anzi, devo dire che di questa cosa il Parlamento proprio non se ne dovrebbe occupare, ma se ne dovrebbe occupare d'ufficio direttamente il Governo. Quindi, noi presentiamo un ordine Pag. 26del giorno, dopodiché il Governo su questo punto ci dice pure che è contrario. Non soltanto siamo stupefatti, ma credo che il Governo e anche la maggioranza dovrebbero interrogarsi sul proprio autolesionismo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pannarale n. 9/2629-AR/74, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  452   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'ordine del giorno Paglia n. 9/2629-AR/75, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, propongo all'onorevole Paglia la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di tenere in considerazione, in sede di individuazione degli impianti di incenerimento», e così via, «di cui al comma 1 dell'articolo 35 del provvedimento in esame, quelli situati nei territori nei quali la raccolta differenziata abbia raggiunto il 50 per cento».

  PRESIDENTE. Deputato Paglia, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/75, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, stavo per dire che nonostante una lunga illustrazione ieri non ero riuscito a convincere il Governo della bontà di questo ordine del giorno e, invece, evidentemente il solo aver alzato la mano per intervenire ha prodotto un risultato di questo...

  PRESIDENTE. Paglia, accetta ?

  GIOVANNI PAGLIA. Posso spiegare, no ? Ho cinque minuti, dico bene ?

  PRESIDENTE. Dipende. Se lei accetta la riformulazione...

  GIOVANNI PAGLIA. Dichiarazione di voto. E poi spiegherò perché accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Quindi, mi sta dicendo che non accetta la riformulazione e chiede di metterlo in votazione ?

  GIOVANNI PAGLIA. No, sto dicendo che devo capire se ho compreso bene la riformulazione.

  PRESIDENTE. Va bene, prego.

  GIOVANNI PAGLIA. Quindi, se ho capito bene, la riformulazione che viene proposta accetta la possibilità, che prima era stata negata, che nel regolamento ci siano criteri che privilegiano alcuni territori su altri e come unico criterio determina quello della raccolta differenziata almeno al 50 per cento.
  Io credo personalmente – e inviterei ad un'ulteriore riflessione – che anche il primo criterio, cioè quello che in qualche modo premiava l'incrementalità negli ultimi anni, fosse un altro criterio da tenere Pag. 27presente, perché c’è anche chi si è dato da fare negli ultimi cinque anni e meriterebbe di vedersi, da questo punto di vista, privilegiato. Tuttavia, anche rispetto ai territori in cui abito, già quello del 50 per cento sarebbe una risposta buona rispetto a province e territori che si sono molto impegnati. Quindi, accetto la riformulazione e va bene così (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2629-AR/76, sul quale vi è parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2629-AR/76, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Bossa, Covello, Gasparini, Gadda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  449   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2629-AR/77, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, la velocità dell'eloquio del Governo e la tardività del mio intelletto mi hanno impedito di comprendere la riformulazione.

  PRESIDENTE. Chiede di rileggerla, se il Governo può ripeterla.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. La riformulazione riguarda la soppressione del terzo capoverso del dispositivo, esattamente dalle parole «a valutare gli effetti applicativi» fino a «non inferiore al 26 per cento», si tratta dell'ultimo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno. Per il resto va tutto bene.

  PRESIDENTE. Deputato Daniele Farina ?

  DANIELE FARINA. No, signor Presidente, non accetto la riformulazione perché se ho capito bene – temevo di aver capito anche prima in realtà – è sostanzialmente l'eliminazione complessiva degli impegni del Governo e, poiché questo è un ordine del giorno che incide sull'articolo 13 del provvedimento e parla in modo specifico dei cosiddetti project bond, credo abbia una certa rilevanza, in quanto stiamo parlando di strumenti di finanziamento delle opere di rapporto pubblico/privato che possono avere certamente una pubblica utilità ma, spesse volte, anche una pubblica disutilità, come alcuni esempi ci stanno dimostrando inseriti anche in questo provvedimento e vieppiù, temiamo, nel disegno di legge di stabilità.
  Credo che, invece, vada concretizzata una maggiore attenzione del Governo attraverso gli impegni di cui questo ordine del giorno è portatore anche ai fini di quel tipo di azione che stiamo svolgendo, anche in sede di Commissione giustizia ma anche di aula parlamentare, intorno a misure tese a rendere più difficile il riciclaggio e l'autoriciclaggio dei capitali di provenienza illecita che, al contrario, questa eccessiva mobilità, che acquisirebbero i project bond nella formulazione che esce dal provvedimento, tenderebbe non ad impedire e a rendere più difficile ma in qualche modo a facilitare.
  Stiamo parlando, quindi, di un tema che ha come requisito un errore e cioè qui si ritiene che, eliminando sul piano esclusivamente Pag. 28normativo i cosiddetti lacci e lacciuoli, impedimenti e sprechi, si rilanci in questo Paese la domanda effettiva. Questa dovrebbe essere una norma che dovrebbe incidere su quella parte della domanda effettiva che per semplicità chiamiamo investimenti ma, credo, che ormai si chiaro a tutti che non è soltanto attraverso questa via o non è attraverso questa via che si rilancia il Paese in assenza o di fronte ad una languente domanda delle imprese e delle famiglie.
  Pertanto, pur sapendo di andare verso una bocciatura dell'intero ordine del giorno, ritengo che valga la pena e sia il caso di porlo in votazione perché a noi non interessano declamazioni ma interessano, invece, impegni precisi di questo Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2629-AR/77, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa... Taricco... Misiani.... Carbone... Tripiedi... Marti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  428   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  142    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Il seguito dell'esame del provvedimento riprenderà nella parte pomeridiana della seduta dopo lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo e l'esame delle questioni pregiudiziali riferite al decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132.

  La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, il Ministro della salute, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dello sviluppo economico.

(Chiarimenti in merito alla partecipazione del direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, alla manifestazione della «Leopolda» – n. 3-01119)

  PRESIDENTE. L'onorevole Palese ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta n. 3-01119, concernente chiarimenti in merito alla partecipazione del direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, alla manifestazione della «Leopolda» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  ROCCO PALESE. Presidente, nei giorni scorsi si è tenuta a Firenze la quinta edizione della «Leopolda», manifestazione politica legata al Presidente Renzi, che è anche segretario nazionale del Partito Democratico. Tra gli ospiti, che hanno preso parte alla manifestazione fiorentina, spicca anche il direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, che, con tutto il rispetto per il ruolo ricoperto, non avrebbe una giustificazione ufficiale per la propria partecipazione al suddetto evento.Pag. 29
  Si tratta, infatti, di un ruolo di alto profilo che, per correttezza istituzionale e deontologia professionale, non potrebbe prendere parte a manifestazioni direttamente riconducibili a partiti politici. La sua presenza alla «Leopolda» rischia, infatti, di politicizzare una figura che dovrebbe essere super partes, con il solo obiettivo di servire il Paese e i cittadini.
  Il gruppo di Forza Italia chiede se sia coerente, con il ruolo ricoperto, la partecipazione alla manifestazione della «Leopolda» da parte del direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, o se, al contrario, la sua presenza abbia potuto politicizzare una figura istituzionale super partes che, proprio per l'attività svolta, non potrebbe in alcun modo risultare legata alla politica né, tanto meno, ad uno specifico partito.

  PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Presidente, in effetti non mi aspettavo che, all'indomani della presentazione del disegno di legge di stabilità da parte del Governo e, quindi, di tutte le questioni economiche che stiamo affrontando, proprio in queste ore alla Camera l'attenzione di Forza Italia si concentrasse, nel quesito rivolto al Ministro dell'economia e delle finanze, sulla partecipazione della dottoressa Orlandi alla «Leopolda», più che su questioni di merito attinenti ai conti dello Stato e su come il Governo decide e propone al Parlamento di impiegare le risorse per il prossimo anno.
  Rimanendo, comunque, al quesito che Forza Italia ha deciso di presentare e rispondendo, invece, al posto del Ministro dell'economia e delle finanze, che è impegnato a Berlino a rappresentare il nostro Paese a livello istituzionale, mi permetto di sottolineare come la dottoressa Orlandi nel suo intervento alla «Leopolda», che è ovviamente noto e pubblico, non abbia espresso alcuna indicazione o alcuna vicinanza di carattere politico e tanto meno partitico, ma, nel pieno rispetto del suo ruolo istituzionale, abbia concentrato il suo intervento, peraltro molto breve, sul programma che l'Agenzia delle entrate sta attuando per semplificare il fisco e per aumentare la vicinanza e la leale collaborazione tra Agenzia delle entrate e cittadini.
  Sono peraltro temi che la dottoressa Orlandi ha avuto modo di affrontare in altre occasioni pubbliche, in altri convegni e seminari, nel corso ovviamente di questi primi mesi di esercizio delle sue funzioni, cosa peraltro non nuova perché ricordo, a me stessa e al gruppo di Forza Italia, che anche il predecessore della dottoressa Orlandi, il dottor Befera, ha partecipato, nel 2012, ad un incontro ad Atreju, peraltro discutendo proprio di queste materie fiscali con il presidente del gruppo di Forza Italia, l'onorevole Brunetta. Quindi, non si tratta di una prima occasione. È capitato. Chiaramente la dottoressa Orlandi non ha espresso nessuna vicinanza politica o di partito.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rocco Palese ha facoltà di replicare per due minuti.

  ROCCO PALESE. Presidente, ovviamente esprimo tutta la mia insoddisfazione rispetto a quanto espresso poco fa dal Ministro Boschi, in riferimento all'interrogazione che noi abbiamo formulato come Forza Italia, per la parte preliminare della risposta da parte del Ministro, perché Forza Italia segue con grande attenzione, nell'interesse del Paese e responsabilmente, gli eventi legati ai conti pubblici e alla legge di stabilità, tanto che le nostre formulazioni e criticità, purtroppo, sono state evidenziate da subito rispetto alla legge di stabilità e poi drammaticamente hanno avuto conforto da parte dell'Unione europea e, per la prima volta, il Governo deve intervenire per aggiornare il DEF sulla situazione dei conti pubblici.
  Detto questo, io ritengo che se all'epoca – e io non ne ero a conoscenza – Befera ha partecipato a manifestazioni, anche di tipo politico, di sfondo politico con Forza Pag. 30Italia e con l'ex Ministro Brunetta, ha fatto male, ha sbagliato.
  Così come ha sbagliato anche la Orlandi, perché per il ruolo che rivestono, di grande importanza e di grande responsabilità, dovrebbero esimersi dal partecipare a queste manifestazioni di tipo politico.

(Iniziative per monitorare la situazione determinatasi a seguito della sentenza n. 162 del 2014 della Corte costituzionale relativa alla fecondazione eterologa – n. 3-01120)

  PRESIDENTE. L'onorevole Roccella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01120, concernente iniziative per monitorare la situazione determinatasi a seguito della sentenza n. 162 del 2014 della Corte costituzionale relativa alla fecondazione eterologa (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  EUGENIA ROCCELLA. Signor Presidente, noi che abbiamo firmato questa interrogazione...

  PRESIDENTE. Colleghi, sta parlando l'onorevole Roccella. Prego.

  EUGENIA ROCCELLA. Come dicevo al Ministro, noi che abbiamo firmato questa interrogazione sappiamo benissimo che il Ministro è stato il primo a sottolineare come, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha introdotto la possibilità della fecondazione eterologa in Italia, fosse sostanzialmente necessaria una legge, una regolazione di legge per integrare i numerosi vuoti legislativi che aveva prodotto, in realtà, la sentenza della Corte costituzionale. Nonostante questo, il decreto presentato dal Ministro non ha avuto, poi, corso...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EUGENIA ROCCELLA. ...ma il Consiglio dei ministri, in realtà, ha indicato lo stesso la necessità di una strada legislativa, anche se parlamentare, non governativa.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Roccella.

  EUGENIA ROCCELLA. Le regioni, però, sono andate avanti da sole e oggi ci troviamo in una situazione stranissima, una situazione con un accordo...

  PRESIDENTE. Onorevole Roccella, deve concludere, purtroppo il tempo è tiranno.

  EUGENIA ROCCELLA. Il tempo è tiranno, va bene...

  PRESIDENTE. Magari nella replica, onorevole Roccella.

  EUGENIA ROCCELLA. Nella replica, d'accordo.

  PRESIDENTE. Grazie. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, come ho già avuto modo di riferire in quest'Aula nel mese di luglio, il tema sollevato dagli interroganti mi sta particolarmente a cuore, in quanto coinvolge la condizione delle coppie affette da infertilità e sterilità, ed è proprio nell'interesse di queste coppie che ritengo assolutamente necessario che la sentenza n. 162 del 2014 della Corte costituzionale sia attuata in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale.
  A tale riguardo, ricordo che gli uffici del mio Dicastero hanno predisposto uno schema di decreto-legge volto a disciplinare organicamente la materia della procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, al fine di garantire – lo ribadisco – in modo uniforme su tutto il territorio nazionale la sicurezza e la qualità delle relative procedure, a garanzia delle salute di tutti i soggetti coinvolti.
  Come è noto, tuttavia, il Governo ha ritenuto di non intervenire con un provvedimento Pag. 31d'urgenza, rimettendo, invece, la questione all'iniziativa parlamentare, attesa la delicatezza della materia anche sotto il profilo etico; iniziativa parlamentare che ho già caldeggiato con la nota inviata ai capigruppo parlamentari nel mese di agosto e la cui urgenza colgo l'occasione in questa sede di ribadire.
  Ricordo che nella proposta di decreto-legge era, in particolare, prevista l'istituzione di un registro nazionale dei donatori, indispensabile per garantire la tracciabilità donatore-nato a livello nazionale, nonché per conteggiare e monitorare il numero di nati da un medesimo donatore, al fine di non superare il numero massimo, da stabilirsi sempre a livello nazionale.
  Nel mio provvedimento non era, invece, previsto – e rispondo all'interrogazione che mi è giunta – il limite di età dei 43 anni per la donna ricevente. Infatti, ritengo che si debbano applicare per l'eterologa le stesse condizioni previste per la PMA omologa, dove, nella maggior parte dei casi, è il medico a valutare, caso per caso, sulla base delle condizioni di salute e di fertilità della donna. D'altra parte, ritengo che la natura stessa della procreazione medicalmente assistita eterologa ci impone di renderla effettivamente praticabile nei centri pubblici italiani.
  È di tutta evidenza, che la successiva iniziativa assunta dalle regioni non ha eliminato la necessità di una regolamentazione statale per via legislativa, proprio al fine di garantire quella uniformità di trattamento, anche economico, delle coppie, la cui mancanza è stata stigmatizzata dalla Consulta nella sentenza sopra citata.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Nell'attesa di un'auspicata e tempestiva definizione legislativa della materia, vorrei comunque rassicurare che il Ministero sta lavorando ai fini del recepimento per via regolamentare delle disposizioni europee riguardanti la donazione di cellule riproduttive da persone diverse dal partner.
  Comunico che sto, inoltre, valutando l'opportunità di offrire agli operatori del settore strumenti informativi come position paper dedicati che possano essere di riferimento comune a tutte le regioni per i sistemi di qualità e sicurezza dei centri di PMA, relativamente alla procedura di fecondazione eterologa anche alla luce delle imminenti direttive europee che regolamenteranno la codifica di cellule e tessuti attraverso l'introduzione del codice unico europeo.

  PRESIDENTE. Ministro Lorenzin, concluda.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Da ultimo, faccio presente che quando la regolamentazione a livello nazionale sarà definita, almeno con l'istituzione del registro dei donatori, saranno avviate campagne informative specifiche sulla fecondazione eterologa.

  PRESIDENTE. L'onorevole Roccella ha facoltà di replicare, adesso ha ben due minuti.

  EUGENIA ROCCELLA. Signor Presidente, nei miei ben due minuti volevo ringraziare prima di tutto il Ministro, non solo per la risposta di cui mi dichiaro soddisfatta, ma anche per aver sempre sottolineato e aver sempre colto ogni occasione per sottolineare che per la sicurezza, e quindi non solo per questioni etiche, ma per questioni di garanzie sanitarie serve una legge sull'eterologa o del Governo o, in questo caso, ormai, del Parlamento. Mentre l'iniziativa delle regioni, che non è un accordo Stato-regioni, ma un accordo fra i governatori di regione, ha sostanzialmente creato non solo una situazione di disparità grave fra le diverse regioni, ma una situazione di sostanziale mancanza di garanzie, anche, per esempio, per la gratuità dei gameti, l'approvvigionamento dei gameti; sappiamo anche che l'unico caso che abbiamo finora – nella regione Toscana che tanto ha premuto per partire con l'eterologa, per partire prima che fossero definite tutte le Pag. 32questioni di sicurezza – è avvenuto attraverso una compravendita di gameti e non sappiamo neanche effettivamente dove si sia approvvigionata la regione Toscana...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Roccella. Onorevole Ciprini... onorevole Ciprini...
  Prego, onorevole Roccella.

  EUGENIA ROCCELLA. Sappiamo anche che una delle maggiori banche europee, una di quelle considerate più accreditate, più credibili e più sicure, ha dato origine a uno dei più gravi casi di diffusione di una malattia rara proprio per la mancanza di tracciabilità che c’è fino al nato; mancanza di tracciabilità dal donatore al nato che può essere risolta solo attraverso l'istituzione di un registro nazionale e non certo attraverso iniziative delle regioni. Quindi, il problema è che le iniziative delle regioni rischiano di essere esclusivamente una presa in giro dei cittadini e un regalo ai centri privati.
  Di questo il Ministro assolutamente non è responsabile; ha sufficientemente e doverosamente risposto, invece, per quello che riguarda il Ministero sulle garanzie che il Ministero stesso può dare, ma certamente rimane un vuoto di cui le regioni dovrebbero rispondere direttamente ai cittadini e anche al Parlamento.

(Iniziative per ridurre l'incidenza dell'Alzheimer e delle diverse forme di demenza – n. 3-01121)

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01121 concernente iniziative per ridurre l'incidenza dell'Alzheimer e delle diverse forme di demenza (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, il crescente numero di pazienti affetti da Alzheimer, il crescente livello dei costi necessari per farsene cura, la mancanza di disponibilità di farmaci specifici per questo e il contesto sociale verso il quale noi andiamo, che è un contesto sociale di famiglie sempre più piccole e sempre meno in grado di accogliere nelle proprie case i malati e di prendersi cura dei loro familiari affetti da patologie di Alzheimer, fanno di questa malattia un'autentica emergenza sociale.
  La domanda dell'interrogazione è molto concreta; ci sono modi concreti che non prevengono per ora l'Alzheimer, ma che lo rallentano, che migliorano la qualità di vita e che permettono anche di avere un contenimento dei costi, sia in termini di costi sociali che in termini di costi strutturali. La domanda è che cosa intenda fare il Ministero davanti a questo problema che assume ogni giorno proporzioni più vaste.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, sono lieta di poter annunciare che il Piano nazionale demenze è stato analizzato ed approvato in sede tecnica nella Conferenza Stato-regioni del 16 ottobre 2014. La valutazione politica è prevista nella seduta che la stessa Conferenza terrà domani, 30 ottobre. Il Piano propone una strategia rivolta ad affrontare le demenze nei loro diversi aspetti, inclusa la riduzione del rischio. È di tutta evidenza, infatti, che è necessario pervenire il più rapidamente possibile ad una diagnosi precisa che permetta interventi farmacologici o psicosociali volti a contenere la progressione della malattia, in relazione allo stadio, al grado di disabilità e alla comorbilità. Il maggiore fattore di rischio associato all'insorgenza delle demenze è l'età e nell'attuale società l'impatto del fenomeno si presenta di dimensioni allarmanti ed è facile prevedere che queste patologie diventeranno, in tempi brevi, uno dei problemi più rilevanti in termini di sanità pubblica.
  Di fondamentale importanza è la diagnosi tempestiva della malattia. La diagnosi tempestiva di demenza deve essere Pag. 33disponibile per tutti i cittadini che la richiedono nel momento in cui viene rilevata per la prima volta un'alterazione delle funzioni cognitive e comportamentali.
  Ricordo che per la prima volta il Piano nazionale prevenzione 2010-2012 ha incluso la tematica delle demenze tra le priorità di azione. Ciò verrà ribadito nella proposta del nuovo Piano nazionale quinquennale 2014-2018. Il modello della gestione integrata è oggi considerato l'approccio più indicato per migliorare l'assistenza alle persone con malattie croniche. Queste persone, infatti, hanno bisogno, oltre che di trattamenti efficaci e modulati su diversi livelli di gravità, anche di continuità di assistenza, informazione e sostegno per raggiungere la massima capacità di autogestione possibile.
  L'Italia è il primo Paese che ha puntato sulla creazione di centri specialistici dove viene assicurata la diagnosi di demenza che si coordina a una fase terapeutica. Appare oggi strategico promuovere un processo che miri ad individuare modalità e strutture che rappresentino il nodo di accesso alla rete integrata dell'offerta sanitaria e del supporto sociale, potenziando le eccellenze cliniche in ambito diagnostico, terapeutico e riabilitativo e sfruttando le esperienze finora acquisite. Una rete integrata sanitaria, socio-sanitaria e sociale consentirà al paziente, ai familiari e agli operatori sanitari di fruire in modo agevole di un qualificato riferimento clinico e assistenziale.
  Il Piano nazionale demenze promuove e migliora gli interventi sugli aspetti terapeutici specialistici e sul sostegno d'accompagnamento del malato e dei familiari lungo tutto il percorso di cura. Per rendere omogenei gli interventi, il Piano è aggregato intorno ad obiettivi prioritari da cui discendono una serie di azioni. Sinteticamente, detti obiettivi sono rivolti ad incrementare la conoscenza della popolazione generale delle persone coinvolte nella problematica circa la prevenzione e la diagnosi tempestiva e il trattamento e l'assistenza, con attenzione anche alle forme di esordio precoce. È evidente, però – lo dico all'interrogante –, che ci sono ancora molte lacune sui nostri territori, soprattutto per quanto riguarda l'assistenza e soprattutto per quanta riguarda anche alcuni tipi di patologie, di demenze sulle quali stiamo lavorando e proponendo anche modelli di controllo e di verifica con le regioni.

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di replicare, per due minuti.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, c’è un livello di soddisfazione che riguarda la risposta del Ministro e c’è, però, un livello di perplessità che riguarda poi l'attuazione di tutte le azioni indicate dal Ministro. Il Ministro citava soprattutto l'età, ma sappiamo perfettamente che, accanto all'età, uno degli aspetti importanti, sul piano fisico, per esempio, è tutto quello che riguarda la patologia cardiovascolare; non a caso oggi è anche la giornata della prevenzione dell'ictus cerebrale.
  E sappiamo che sono fondamentali tutte le azioni che riguardano il coinvolgimento del soggetto sotto il piano cognitivo e sociale. Ora, i contesti sociali in cui viviamo e la tendenza alla segregazione attraverso le RSA e comunque l'isolamento del paziente attraverso la relazione esclusiva con una badante, spesso con una badante straniera, non rendono facile mantenere vivo l'assetto cognitivo né tanto meno l'assetto comunicativo.
  Il modello, quindi, che si suggerisce è effettivamente un modello integrato sotto il profilo socio-sanitario, ma un modello integrato che vede ancora una volta il contesto della famiglia sufficientemente supportato perché possa davvero essere in grado di essere vicina al paziente.
  Noi troviamo oggi che molto spesso questo non è possibile. Sappiamo perfettamente, per esempio, per citare solo una cosa, che tutti i costi che riguardano la famiglia, costi non indifferenti – non è possibile farsi carico di un paziente di Alzheimer senza avere perlomeno due badanti, a volte la terza badante che fa da jolly per le sostituzioni –, non sono detraibili. Ci sono realtà concrete e complesse Pag. 34che non permettono di garantire alle famiglie la possibilità di essere accanto positivamente ai familiari affetti. Eppure è soltanto attraverso questa dinamica relazionale, che è affettiva ma anche di responsabilità concreta nella vita quotidiana, che si può rallentare il processo di demenza. Comunque, mi auguro con tutto il cuore che le cose promesse siano anche fattuali.

(Iniziative per prevenire l'eventuale diffusione della tubercolosi e dell'ebola in Italia e per una corretta informazione in materia – n. 3-01122)

  PRESIDENTE. L'onorevole Murer ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lenzi n. 3-01122, concernente iniziative per prevenire l'eventuale diffusione della tubercolosi e dell'ebola in Italia e per una corretta informazione in materia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  DELIA MURER. Signor Presidente, i quotidiani italiani riportano notizie allarmanti sui possibili casi sospetti di ebola, anche nel nostro Paese, su persone che, per precauzione, vengono messe in quarantena.
  Mi riferisco in particolare al caso della base militare di Vicenza. C’è poi anche una preoccupazione sul diffondersi di malattie come la tubercolosi, anche quando vengono smentite dalla Polizia. Io penso questo: c’è un approccio sul tema che fa attenzione più ai pericoli che alle tutele che si stanno mettendo in campo. Io penso che il panico non serva e quindi interroghiamo il Ministro per capire quali misure urgenti intenda adottare non solo per prevenire ma anche per fare una corretta informazione che eviti ogni allarmismo.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti, anche perché questa è un'occasione per non fare allarmismo e dare una corretta informazione in un'Aula così autorevole e di fronte al Paese. Ad oggi come voi sapete sono pervenute al Ministero della salute diverse segnalazioni di casi sospetti, che però sono state tutte gestite secondo i protocolli previsti dalle circolari ministeriali emanate sull'argomento e tutti i casi sospetti hanno avuto esito negativo e anche per quanto riguarda la questione di Vicenza si stanno applicando i protocolli internazionali e per i militari di Vicenza vale esattamente quello che vale per i cooperatori italiani.
  Per quanto riguarda le misure di prevenzione concordate da ultimo nella riunione straordinaria del 16 ottobre dei Ministri della salute che ho convocato insieme al Commissario Borg, comunico che vengono aggiornati sistematicamente i protocolli di screening, valutazione clinica, assistenza medica infermieristica a favore degli operatori umanitari italiani e del personale civile e militare, di rientro dai periodi di servizio svolti nei Paese in situazione epidemica.
  Noi abbiamo chiesto che ci sia una informazione, una comunicazione omogenea in tutti i Paesi europei. Tale procedura si attua anche per tutte le grandi manifestazioni convegnistiche di rango internazionale, pensiamo soltanto alla nostra nazione con gli eventi della FAO o gli eventi legati al Semestre europeo. Ho proposto un sistema di tracciatura dei movimenti e dei contatti di soggetti a rischio nei singoli Paesi con la possibilità di geolocalizzare i viaggiatori internazionali che abbiano come meta Paesi terzi rispetto all'aeroporto di entrata come misura cautelativa ulteriore rispetto agli screening sanitari effettuati in uscita dagli aeroporti locali.
  Viene mantenuto uno stretto contatto con le autorità federali statunitensi, britanniche e francesi oltre che con l'OMS a cui sono stati affidati i coordinamenti delle operazioni dei tre Paesi africani coinvolti dell'epidemia. Stiamo inoltre collaborando alla stesura delle linee di sperimentazione dei candidati vaccini e dei candidati farmaci per la prevenzione e la Pag. 35terapia della malattia. Ho proposto un coordinamento tra i Ministeri competenti e ricordo che è stato anche nominato un Coordinatore UE per l'ebola nella persona di Christos Stylianides.
  Comunico che nel DDL stabilità per il 2015 abbiamo ottenuto lo stanziamento di risorse adeguate per l'acquisto di ulteriori dispositivi di protezione individuale per il personale medico e paramedico.
  Quanto alla tubercolosi evidenzio che nel nostro Paese il tasso annuale di incidenza della TBC è pari a 6,99 casi per centomila abitanti nell'anno 2012. L'Italia è pertanto ben al di sotto del limite che definisce la classificazione di Paese a bassa prevalenza: 10 casi per centomila. Stiamo comunque lavorando per migliorare la qualità della sorveglianza, della diagnosi e del trattamento della malattia specie tra i soggetti più svantaggiati.
  Quanto all'operazione Mare nostrum ricordo che il Ministero della salute ha collaborato con propri medici all'attività della marina militare e colgo l'occasione per annunciare che il mio dicastero sta lavorando proprio in questi giorni ad un protocollo di intesa con i Ministri dell'interno...

  PRESIDENTE. Ministro deve concludere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. ...e della difesa per assicurare anche dopo la fine della predetta operazione tempestivi controlli sanitari sui migranti.
  Da ultimo, per quanto riguarda le esigenze evidenziate dagli interroganti che sia assicurata una adeguata informazione al fine di evitare un inutile allarmismo non posso che condividere e assicurare anche per il futuro l'impegno del mio dicastero a continuare a fornire elementi di formazione completi. Approfitto di un ultimo minuto...

  PRESIDENTE. No Ministro...

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. ...per dire che c’è l'attivazione di un numero verde che stiamo facendo presso il Ministero, oltre al fatto che presso il sito del Ministero ci sono informazioni aggiornate costantemente sull'andamento del virus, sui luoghi e sulle domande che vengono rivolte dai cittadini.

  PRESIDENTE. L'onorevole Sbrollini, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, grazie signora Ministro per la sua risposta, perché ha colto esattamente il senso della nostra interrogazione, come ha detto anche precedentemente la mia collega Murer, cioè quello di tranquillizzare e di non fare inutili allarmismi rispetto ad una situazione che è esattamente sotto controllo. Io anzi ne approfitto per ringraziare la mia città, il mio sindaco di Vicenza, perché hanno agito tutti prontamente e correttamente rispetto ad una base militare come quella che noi ospitiamo da tantissimi anni. Quindi è giusto che ci sia però questa corretta informazione, che il monitoraggio sia ovviamente costante, che gli ospedali, gli aeroporti – qui su scala nazionale – siano tutti preposti per qualsiasi epidemia e non solo in caso di ebola evidentemente, ma noi abbiamo la possibilità con questa discussione di oggi proprio di non abbassare la guardia, ma di tenere però alto anche il senso di comunità e dello stare assieme, perché non vorrei che poi queste paure create ad arte, a volte anche in maniera strumentale da alcune personalità politiche che hanno anche responsabilità importanti – penso alla nostra regione – provochino soltanto dei danni ulteriori. Penso anche al turismo, così fondamentale nelle nostre città, e questo ha già provocato dei danni anche in termini di persone che volevano visitare i nostri territori. Quindi noi vigileremo, ma questa sua risposta oggi ci permette di dare un messaggio chiaro ai cittadini italiani e anche della mia regione, quindi la ringrazio.

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(Iniziative di competenza per consentire un'adeguata fruizione del cosiddetto voucher baby sitting – n. 3-01126)

  PRESIDENTE. La deputata Gebhard ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01126, concernente iniziative di competenza per consentire un'adeguata fruizione del cosiddetto voucher baby sitting (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  RENATE GEBHARD. Signor Presidente, signor Ministro, la mia interrogazione riguarda la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere voucher per l'acquisto dei servizi di baby sitting per un massimo di sei mesi al termine del congedo di maternità obbligatorio ed entro gli undici mesi successivi in alternativa al congedo parentale, giacché ritengo importante consentire alle madri lavoratrici di poter beneficiare di questo voucher. Il problema che io pongo è in ordine a quali iniziative e misure il Governo intenda assumere affinché non avvenga per il 2015 ciò che è avvenuto nel 2013, quando il bando è stato adeguatamente pubblicato, e nel 2014, quando il bando non è stato mai pubblicato. In particolare chiedo al Governo di adottare misure tempestive affinché per il 2015 l'INPS si attivi prontamente ad inizio anno per emanare il bando e per pubblicizzarlo in misura adeguata da permettere ai beneficiari di venirne a conoscenza.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, onorevole Gebhard, in relazione all'intervento introdotto in via sperimentale per il 2013, 2014 e 2015 dall'articolo 4 della legge n. 92 del 2012 per consentire alle madri lavoratrici di beneficiare dei voucher per l'acquisto di servizi di baby sitting, ovvero per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia e dei servizi accreditati, a seguito del monitoraggio sviluppato dall'INPS e alla verifica dei problemi di applicazione e di piena utilizzazione delle risorse che erano state identificate, è stato predisposto un decreto ministeriale contenente i nuovi criteri, che è stato firmato dal sottoscritto, dal Ministro dell'economia e delle finanze e in questi giorni dovrà essere firmato anche dal Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Una volta effettuata la prescritta registrazione della Corte dei conti e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le lavoratrici interessate potranno presentare entro il 31 dicembre domande relative al 2014. Faccio presente che a questo fine l'INPS è già stato allertato per predisporre in tempo utile le procedure necessarie alla tempestiva evasione di tutte le istanze delle lavoratrici. Come anticipavo, il nuovo decreto contiene significative novità la cui definizione ed elaborazione ha comportato la necessità di una serie di approfondimenti, passaggi e verifiche anche di carattere economico e contabile che, unitamente alla complessità dell'iter procedurale di adozione, ha inevitabilmente inciso sui tempi di emanazione. Ricordo a questo proposito che siamo in presenza di un decreto interministeriale che coinvolge, oltre al Ministero che rappresento, il Ministro dell'economia e delle finanze, e che ha visto coinvolto, stante l'estensione del bonus anche alle lavoratrici dipendenti della pubblica amministrazione, anche il Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione.
  Venendo ai contenuti del nuovo decreto, questo prevede innanzitutto l'aumento dell'importo del voucher, che passa da 300 a 600 euro mensili. Questo aumento risulta essere compatibile con lo stanziamento finanziario disponibile e consente di rendere più conveniente il ricorso a tali voucher.
  Al fine di incrementare il numero delle lavoratrici beneficiarie la predetta misura è stata estesa anche alle lavoratrici del pubblico impiego. Inoltre, allo scopo di semplificare le modalità di richiesta dei benefici in parola è stato previsto che la Pag. 37domanda possa essere presentata in qualsiasi momento dell'anno e non più in un circoscritto lasso di tempo.
  L'INPS, accertata la sussistenza dei requisiti, ammette al beneficio la lavoratrice secondo l'ordine di presentazione della domanda e nei limiti delle disponibilità delle risorse. Solo in caso di necessità, in relazione all'andamento delle istanze e delle disponibilità finanziarie residue, con il successivo decreto potrà essere individuato un valore massimo dell'indicatore della situazione economica equivalente dell'anno di riferimento per accedere al beneficio.
  Da ultimo, faccio presente che i competenti uffici che rappresento stanno verificando la possibilità di avviare una capillare campagna informativa per accrescere la diffusione di queste misure per le potenziali beneficiarie.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gebhard ha facoltà di replicare per due minuti.

  RENATE GEBHARD. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio della risposta e direi di potermi dichiarare soddisfatta. In particolare, sono contenta che l'importo sia stato aumentato. Auspico che il Ministro presti particolare attenzione al sostegno della genitorialità e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro anche nella redazione dei decreti attuativi previsti nel disegno di legge di delega al Governo sul lavoro oppure nel Jobs Act.

(Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali presso la compagnia aerea Meridiana – n. 3-01127)

  PRESIDENTE. L'onorevole Piras ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01127, concernente iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali presso la compagnia aerea Meridiana (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  MICHELE PIRAS. Signor Presidente, Ministro Poletti, Andrea Magia, uno dei due lavoratori Meridiana che, dal 15 ottobre, protestano contro i licenziamenti arrampicati su un traliccio ad Olbia, da ieri ha iniziato lo sciopero della fame e ciò descriverebbe meglio di ogni altra immagine la disperazione e il dramma di 1634 lavoratori, l'impotenza di fronte all'esercizio arrogante delle ragioni delle imprese e del massimo profitto.
  Questo accade in una regione come la Sardegna dove già ci sono 120 mila disoccupati e 130 mila che hanno rinunciato a cercare lavoro e dove ad esempio 16 mila lavoratori in mobilità non vedono una lira di ciò che gli è dovuto da 22 mesi.
  Ministro Poletti, Meridiana è certamente un vettore privato, ma opera in rotte in concessione pubblica e beneficia da anni di una massa importante di risorse pubbliche per la gestione della continuità territoriale, in un servizio pubblico essenziale per la Sardegna e per il Paese. Le chiediamo quali siano le intenzioni del Governo per garantire a 1634 persone il diritto al lavoro.

  PRESIDENTE. Il Ministro per il lavoro e le politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, a l'onorevole Piras, voglio dire che conosco bene la situazione di cui mi ha parlato perché sono stato per intere giornate e anche qualche notte a discutere e a cercare di trovare una via d'uscita alla situazione molto grave della vertenza Meridiana. Sappiamo che questa è una vertenza molto difficile che colpisce più di 1600 lavoratori e che viene da una storia complicata e difficile: 1500 di questi lavoratori erano già in Cassa integrazione da alcuni anni e c’è stato un intervento dell'impresa che ha avviato le procedure di mobilità.
  L'intervento del Governo ha ottenuto che questa procedura di mobilità si interrompesse, che per un mese ci si confrontasse tra organizzazioni sindacali e impresa nel tentativo di ridurre al minimo i problemi sociali che questa situazione produceva.Pag. 38
  Questo lavoro ha prodotto alcuni risultati: la possibilità di una riduzione del numero degli esuberi e l'impegno dell'impresa ad intervenire in prima battuta con la mobilità incentivata così com’è stato fatto per Alitalia; il Governo ha avanzato una proposta che è stata considerata positivamente sia dall'impresa, che dalle organizzazioni sindacali sulle quali le stesse organizzazioni sindacali hanno svolto una consultazione con i loro associati e quindi confermando il significato e il valore di questa proposta; purtroppo il 24 ottobre l'azienda ha dichiarato conclusa la fase di confronto preventivo con le organizzazioni sindacali e la volontà di revocare la sospensione della procedura di mobilità.
  Il 27 scorso si è chiusa quindi questa fase e si è tornati ad una procedura che è connessa alle previsioni della legge. Noi abbiamo chiesto e insistiamo perché le parti utilizzino la base di discussione e i risultati che si erano ottenuti lungo questa discussione come base per il lavoro nella fase ulteriore e, quindi, per la riduzione degli esuberi e la possibilità di incrementare questa riduzione, perché a nostro avviso è possibile ridurre il numero degli esuberi, così com’è possibile utilizzare, così come noi abbiamo dichiarato, gli ammortizzatori sociali lungo questa procedura e così come abbiamo chiesto che si utilizzi in ogni caso la procedura di mobilità volontaria incentivata nella gestione di questa procedura. A questo punto il Governo, prendendo atto della chiusura della fase di raffreddamento della vertenza, ha ribadito la propria intenzione e le intenzioni delle istituzioni locali di continuare a stare a fianco di questa discussione, di questa vertenza, di questa procedura, nella volontà di utilizzare tutti gli strumenti possibili per ridurre al minimo l'impatto di questa situazione, che ovviamente si presenta come molto difficile, molto pesante e molto grave per quei lavoratori.

  PRESIDENTE. L'onorevole Piras ha facoltà di replicare.

  MICHELE PIRAS. Signor Presidente, signor Ministro, io penso francamente che un caso come quello di Meridiana meriterebbe un maggiore impegno e una maggiore esposizione di tutto il Governo. Noi certamente le riconosciamo il suo, non riusciamo a riconoscere quello del Presidente del Consiglio, non riusciamo a vedere quello del Ministero dei trasporti, ad esempio. E ci tengo a chiarire che mi auguro che non sia un genere di attenzione e di impegno come quello oggi riservato ai lavoratori di Terni, trattati con i manganelli di fronte ad una vertenza che è una di quelle che attraversano tutto il Paese e che, di fronte alle immagini che stiamo vedendo, griderebbe vendetta. Spetta al Governo – io penso oggi – imporre un principio di responsabilità sociale ad un'azienda come Meridiana, perché tra le cose che andrebbero rottamate – e vivaddio – io credo che ci sia anche questa idea per cui alcune aziende in questo Paese possono attingere a piene mani dalle casse pubbliche senza mai restituire nulla, senza mai assumersi un principio di responsabilità sociale, privatizzando i profitti e collettivizzando le perdite, come si usa dire. Su Meridiana oggi grava un'indagine della procura di Tempio e – nuova notizia di queste ore – una della Guardia di finanza per truffa ai danni dello Stato e per la disinvoltura attraverso la quale usa il rapporto duale, anche nei licenziamenti unilaterali, fra Meridiana e Air Italy. Io credo che non sia giusto e non sia accettabile che a fare le spese di una politica aziendale da veri delinquenti debbano essere i lavoratori e debba essere un intero territorio e credo che non sia giusto che la Sardegna debba essere ancora oggi trattata come una colonia. Ministro Poletti, noi le riconosciamo ancora la buona volontà, ma non siamo soddisfatti della risposta, perché continua ad essere troppo debole rispetto all'emergenza, perciò noi le chiediamo maggiore determinazione. Chiediamo a questo Governo di mettersi per una volta dalla parte giusta, che è quella dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

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(Problematiche relative alla nomina del professor Tiziano Treu a commissario straordinario per l'Istituto nazionale di previdenza sociale – n. 3-01128)

  PRESIDENTE. L'onorevole Baldassarre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01128, concernente problematiche relative alla nomina del professor Tiziano Treu a commissario straordinario per l'Istituto nazionale di previdenza sociale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARCO BALDASSARRE. Signor Presidente, in merito alla recente nomina di Tiziano Treu a commissario straordinario dell'INPS, vediamo un articolo del 30 settembre del 2014 de il Sole 24 ore che dice che Tiziano Treu sarebbe socio di un famoso studio professionale, il Crowe Horwarth, associazione che potrebbe far storcere il naso a chi teme ci sia un nuovo conflitto di interessi, come riportato appunto dall'articolo stesso. Quindi chiedo al Ministro se sia a conoscenza di consulenze e incarichi o altri tipi di rapporto che possano configurare un conflitto di interessi tra Treu e l'INPS e se nella sua nomina ha tenuto conto dello stato di quiescenza dello stesso, dato che, in base all'articolo 6 del decreto-legge n. 90 delle 2014 sulla pubblica amministrazione, è vietato alle amministrazioni pubbliche conferire a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di Governo.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Onorevole Baldassarre, rispondo alla sua interrogazione concernente il presunto conflitto di interessi in cui verrebbe a trovarsi il professor Tiziano Treu, rivestendo contemporaneamente la carica di commissario straordinario dell'INPS e di associato dello studio Crowe Horwarth, nonché la presunta violazione del comma 9 dell'articolo 5 del decreto-legge n. 95 del 2012, che, come noto, impone alle pubbliche amministrazioni il divieto di conferire incarichi dirigenziali a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza.
  Per quanto riguarda la posizione di socio dello studio legale cui si riferiscono gli onorevoli interroganti e, più in generale, con riguardo a tutte le cariche e gli incarichi rivestiti dal professor Treu che potrebbero generare un conflitto di interessi rispetto all'incarico di commissario straordinario dell'INPS, faccio presente che il professor Treu risulta avere cessato il rapporto con lo studio legale all'atto dell'assunzione del nuovo incarico e ha formalmente dichiarato, sotto la sua responsabilità, di non essere titolare di altre cariche o incarichi incompatibili con lo stesso, e di tanto, naturalmente, non si è potuto che prendere atto.
  Per quanto concerne, invece, la prospettata violazione del predetto comma 9, faccio presente che la sua corretta interpretazione non può che condurre ad escluderlo. Nonostante i dubbi interpretativi cui dà adito il tenore letterale della disposizione, che, peraltro, essendo di recente introduzione, sconta la carenza di precedenti amministrativi e giurisdizionali, l'incarico di commissario straordinario dell'INPS non sembra riconducibile ad alcuna delle ipotesi di divieto contemplate dalla disciplina in esame, che concernono cariche ed incarichi di natura, per così dire, ordinaria quanto a durata e contenuti.
  Nel caso di specie, diversamente, si tratta di un incarico straordinario, collegato alla particolare situazione dell'Istituto, e che, per sua natura, ha una durata limitata nel tempo. Peraltro, questo incarico straordinario si giustifica anche per la necessità, condivisa anche dagli onorevoli interroganti, di rivedere la governance dell'INPS, operazione complessa e delicata, a cui si sta già lavorando con impegno per produrre, quanto prima, un buon esito della stessa.
  Ci tengo a precisare, concludendo, che, qualora in futuro emergesse effettivamente Pag. 40la fondatezza di qualcuno dei profili critici evidenziati dagli onorevoli interroganti, se ne prenderà atto e si adotteranno le misure conseguenti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Baldassarre ha facoltà di replicare per due minuti.

  MARCO BALDASSARRE. Ministro, la ringrazio della risposta. Per quel che riguarda lo stato di quiescenza, per me si trovano sempre i tecnicismi per raggirare le leggi, quando si vuole mettere la persona giusta nel posto giusto, diciamo. Per quanto riguarda la governance, sono mesi e mesi che si sente dire: ci stiamo lavorando, ci stiamo lavorando. Comunque, se vuole, le ricordo che ci sono due proposte di legge parlamentari depositate, una a mia firma, l'altra dell'onorevole Damiano. Se volete prendete spunto da quelle, ma magari sarebbe meglio che il Parlamento stesso discutesse le proposte di legge, per arrivare a ridefinire la governance dell'INPS.
  Ne approfitto anche, a questo punto, per chiedere di chiarire anche in merito alla questione relativa al compenso mensile di Treu, dato che, sempre nel decreto della pubblica amministrazione, si legge che incarichi e collaborazioni sono consentiti esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore ad un anno, non prorogabile né rinnovabile per ciascuna amministrazione.
  Ora, però, se andiamo a vedere il decreto ministeriale che lei stesso ha firmato insieme al Ministro dell'economia e delle finanze, all'articolo 2 leggiamo che al commissario straordinario è corrisposta un'indennità mensile pari a quella spettante al presidente dell'Istituto, che dovrebbe essere intorno a 216 mila euro. Quindi, le chiedo, nei prossimi giorni, di chiarire anche questo punto.

(Interventi per assicurare parità di trattamento alle aziende fornitrici dell'Ilva di Taranto, indipendentemente dalla loro sede geografica – n. 3-01123)

  PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01123, concernente interventi per assicurare parità di trattamento alle aziende fornitrici dell'Ilva di Taranto, indipendentemente dalla loro sede geografica (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, Ministro, è un fatto noto il ricorso al commissariamento straordinario dell'Ilva di Taranto dello scorso anno. Ciò che non è noto, però, è che negli ultimi tempi lo stesso commissario, per sua stessa ammissione pubblica nello stesso sito Internet dell'Ilva, abbia premiato le aziende tarantine, pagandole, e non abbia premiato, invece, le aziende dell'indotto, in particolare le aziende del nord, perché, probabilmente, non vi è stata la stessa pressione di autorità istituzionali e religiose, come si legge nel sito.
  Quindi chiediamo al Ministro, anche alla luce del recente fatto di ieri, ovvero il dissequestro di 1 miliardo 200 milioni di euro alla famiglia Riva, quali intenzioni abbia il Governo. Infatti è direttamente titolare del commissariamento con un proprio commissario.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti. Per quello che riguarda l'ultimo punto, le ricordo che le cifre che sono state messe a disposizione dalla magistratura, per quanto riguarda le somme sequestrate, hanno come unico vincolo di destinazione possibile il risanamento ambientale e, quindi, non la gestione ordinaria dell'azienda.
  Come è noto, in considerazione della condizione finanziaria critica in cui versa l'Ilva, il Governo ha adottato l'articolo 22 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, che sostanzialmente consente all'impresa commissariata di contrarre finanziamenti Pag. 41prededucibili, funzionali a porre in essere misure ed attività di tutela ambientale e sanitaria e alla continuazione dell'esercizio dell'impresa e alla gestione del relativo patrimonio. Il prestito è subordinato comunque all'attestazione da parte del Ministero dello sviluppo economico, sentito il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della sua funzionalità per la continuazione dell'esercizio d'impresa e per la gestione del relativo patrimonio.
  Ciò premesso, nel mese di settembre, Ilva ha presentato istanza al Ministero dello sviluppo economico per l'attestazione delle funzionalità delle condizioni per la concessione del prestito ponte, per un ammontare di 250 milioni di euro, negoziato con primarie banche nazionali, di cui 155 milioni di euro saranno indirizzati alla continuazione dell'esercizio d'impresa. A seguito dell'esito positivo dell'istruttoria condotta dal Mise e del rilascio dell'attestazione richiesta, il prestito è stato alla fine concesso.
  Ilva ha recentemente presentato, ad inizio ottobre, una nuova istanza al Ministero dello sviluppo economico per l'attestazione delle funzionalità delle condizioni per la concessione di un prestito, per un ammontare di 45 milioni di euro, e detto prestito è finalizzato anche al soddisfacimento di debiti nei confronti di fornitori per la manutenzione degli impianti. Ad esito positivo dell'istruttoria condotta da parte del Ministero – atta a valutare le finalità delle somme all'accertamento e che le stesse siano indirizzate a garantire la prosecuzione dell'attività d'impresa – si è provveduto al rilascio dell'attestazione e, nel corso dell'istruttoria, è stato accertato che le somme sono funzionali a garantire la prosecuzione della fornitura di materiali di manodopera per la manutenzione degli impianti, con conseguente pagamento dei fornitori direttamente coinvolti.
  Va precisato che, del prestito ponte di 250 milioni, concessi dagli istituti bancari all'Ilva, per oggi sono stati erogati 125 milioni ed il commissario ha, nelle passate settimane, provveduto a saldare buona parte dei debiti vantati dalle imprese che hanno lavorato all'interno dello stabilimento di Taranto e che non percepivano il loro salario, a causa dei ritardi dei pagamenti di Ilva, da molti mesi. Le restanti disponibilità sono state impiegate per pagare i salari e gli oneri ad essi connessi e saldare i crediti vantati dalle piccole aziende maggiormente in sofferenza e questo, naturalmente, a prescindere dalla loro provenienza geografica.

  PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di replicare, per due minuti.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, Ministro noi non siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta, una risposta che oltretutto non dà elementi concreti e innovativi. La ringrazio per l'onestà intellettuale di avere ricordato che il miliardo e 200 milioni di euro sequestrati alla famiglia Riva serviranno per andare, appunto, incontro agli obblighi ambientali. Soprattutto – non so, probabilmente, le è sfuggito un passaggio – lei, in chiusura del suo intervento di risposta, ha detto che non c’è un criterio territoriale. Non è assolutamente vero. Guardi nei pochi comunicati stampa fatti dal commissario ! Ad ottobre dice chiaramente che sono state pagate le aziende dell'indotto tarantine (tarantine !), quindi andando veramente in barba a tutti i criteri di eguaglianza dei creditori.
  Credo che il messaggio, che lei ha dato poc'anzi, sia quantomeno drammatico, perché lei praticamente ha detto alle aziende – tra l'altro, in larga parte, nuove aziende –, che stavano lavorando con la gestione commissariale, che di fatto non verranno pagate o, forse, verranno pagate dopo che saranno pagati gli operai e dopo che saranno pagate le aziende dell'indotto tarantine, le quali, le voglio ricordare e lo voglio ricordare anche al Paese, corrispondono non oltre il 30-40 per cento dell'intero indotto. Quindi significa che il restante 60 per cento – che le posso garantire in larga parte sono presenti al nord e rappresentano migliaia di lavoratori – non verrà pagato e lei non ha dato nessuna garanzia su questo. È un dato molto, Pag. 42molto, molto sconfortante. Ne prendiamo atto, ma di sicuro non possiamo dirci soddisfatti di questa posizione inetta da parte del Governo.

(Misure a favore del settore del metano per autotrazione, con particolare riferimento al regime di tassazione – n. 3-01124)

  PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Vitelli n. 3-01124, concernente misure a favore del settore del metano per autotrazione, con particolare riferimento al regime di tassazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, signor Ministro, per la ripresa economica italiana ed europea è indispensabile ridurre quanto cittadini e imprese pagano per l'energia. Per questo noi di Scelta Civica consideriamo un tragico errore qualsiasi ipotesi di aumento di imposizione nel settore.
  L'Europa e l'Italia devono essere interpreti di una politica che coniughi riduzione dei costi, rispetto dell'ambiente e crescita economica. Il settore del metano è funzionale a raggiungere questi tre obiettivi. Il solo metano per autotrazione occupa in Italia 20 mila addetti e fattura 1 miliardo e 800 milioni di euro l'anno. L'adozione del metano da parte delle automobili italiane ha ridotto fortemente le emissioni medie di CO2. Ha un prezzo favorevole alla pompa grazie al regime fiscale.
  Chiediamo al Governo come intenda impegnarsi nel negoziato in corso per tutelare il settore del metano per autotrazione, per la revisione dell'attuale proposta di direttiva sulla tassazione energetica e per assicurare la sostenibilità economica dell'aliquota sul mercato e la dilazione temporale dell'innalzamento della tassazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, riguardo la proposta di revisione della direttiva UE sulla fiscalità energetica 2003/96/CE, il Ministero dello sviluppo economico, in sede di discussione interministeriale, ha più volte evidenziato la necessità di evitare revisioni potenzialmente lesive del settore del metano per autotrazione. E siamo ben consapevoli sia della posizione dubitativa della Commissione europea in relazione alla possibilità di un proseguimento dei negoziati sulla proposta di una tassazione minima agevolata per il metano, che dei seguiti della riunione Ecofin dello scorso 14 ottobre.
  Si condividono le preoccupazioni richiamate nell'analisi svolta dall'onorevole interrogante. In particolare, si ritiene che prima di un'accettazione da parte del Governo italiano della proposta di modifica della direttiva 2003/96/CE debbono essere ulteriormente analizzati i seguenti aspetti.
  La proposta di fissare in 3,17 euro al gigajoule l'accisa minima da applicare al metano, aliquota che farebbe salire il prezzo alla pompa del metano da 0,99 euro al chilogrammo attuali a 1,18 euro al chilogrammo, con un aumento del 19 per cento, e il termine massimo per prevedere eventuali deroghe ridotto al 31 dicembre 2022 rischierebbero di provocare danni all'intera filiera industriale legata all'uso del metano nell'autotrazione. Infatti, l'aumento dell'accisa, pur entrando in vigore solo dal 1o gennaio 2023, causerebbe fin da subito la depressione dell'intero settore, un disincentivo ad investire in prodotti, tecnologie e reti di distribuzioni, con pesanti e inaccettabili ripercussioni sull'intera filiera italiana del metano nonché la contrazione degli investimenti, compresi quelli avviati per ampliare la rete di punti di rifornimento in Italia e in Europa, in contrasto con l'obiettivo della direttiva di recente adozione, denominata Deployment of alternative fuels infrastructure, la cosiddetta DAFI, che ha visto il Governo italiano tra i principali promotori. La DAFI, infatti, non solo obbliga gli Stati membri ad ampliare la rete di distribuzione di Pag. 43carburanti alternativi, richiedendo notevoli investimenti economici, ma reca anche alcune chiare raccomandazioni ai Paesi dell'Unione europea ad intraprendere misure di sostegno a favore della domanda di settore, con esplicito riferimento alle politiche fiscali.
  Al fine di tutelare la possibilità per l'Italia di mantenere l'accisa ridotta ancora per un periodo congruo indispensabile per poter continuare a sostenere i necessari investimenti delle imprese della filiera ed assicurare le condizioni per lo sviluppo del mercato dei veicoli a metano, la posizione del Ministero dello sviluppo economico, anche operando in coordinamento con il Ministero dell'economia e delle finanze, sarà quella di sostenere la necessità di estendere oltre il 2022 e almeno fino al 31 dicembre 2028 l'applicabilità della prevista deroga all'articolo 15 della direttiva sulla fiscalità energetica oppure, in subordine, consentire un prolungamento della deroga almeno parziale e fino al 50 per cento del livello minimo di tassazione.
  Condividendo le preoccupazioni dell'onorevole interrogante, il Mise continuerà a sostenere in tutte le sedi istituzionali preposte la necessità dell'introduzione delle modifiche ora richiamate per salvaguardare la maggiore diffusione di una mobilità sostenibile.

  PRESIDENTE. L'onorevole Galgano, ha facoltà di replicare.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro, noi ci riteniamo soddisfatti della sua risposta, che evidenzia che il problema è fortemente presente. Faremo in modo che la proposta di direttiva venga analizzata anche dalla Commissione finanze della Camera, perché il parere vi dia forza poi nel negoziato a Bruxelles. Tutti noi in Parlamento, sia alla Camera che al Senato, dobbiamo essere consapevoli che il settore della logistica, che è fondamentale per la nostra economia, ha i costi più alti in Europa, che in questo panorama difficile il metano per autotrazione è un'eccellenza e che noi lo dobbiamo difendere e tutelare per la prosperità delle aziende e delle famiglie.

(Iniziative urgenti a favore delle imprese danneggiate dai recenti eventi alluvionali che hanno colpito la città di Genova, con particolare riferimento alla sospensione degli adempimenti fiscali, nonché all'erogazione agevolata di crediti per la ricostruzione – n. 3-01125)

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli n. 3-01125, concernente iniziative urgenti a favore delle imprese danneggiate dai recenti eventi alluvionali che hanno colpito la città di Genova, con particolare riferimento alla sospensione degli adempimenti fiscali, nonché all'erogazione agevolata di crediti per la ricostruzione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, le recenti vicende che hanno colpito Genova hanno perso l'onore della cronaca, almeno per le prime pagine dei giornali, ma continuano a creare danni. Si è detto, dopo l'evento, che molte delle risorse che erano state stanziate per precedenti calamità naturali nella stessa zona non erano state spese, per una serie di problemi burocratici.
  Quello che certamente è vero è che ancora non vi è nessun tipo di intervento per le aziende che hanno perso le loro attività e che hanno ridotto notevolmente il loro volume di affari. Quindi, in ragione dell'esigenza di dare risposte immediate e concrete, le chiedo quali interventi il Governo ha preso in ordine alle questioni che sono state poste all'interno dell'interrogazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, le Pag. 44problematiche legate al dissesto idrogeologico hanno rilevanza primaria nell'agenda politica del Governo, che in tale ottica ha supportato la decisione del presidente della regione Liguria di sottoscrivere il contratto di avvio dei lavori, per 35 milioni di euro, del secondo lotto, secondo stralcio, ai fini della sistemazione idraulica del torrente Bisagno.
  Il Governo sta inoltre lavorando per prevedere un finanziamento degli interventi dal fondo previsto dal decreto «sblocca Italia» per le aree metropolitane di 25 milioni.
  È stata inoltre concordata, con il presidente della regione Liguria, l'individuazione come prioritarie delle opere ancora non finanziate da realizzare per il completamento della messa in sicurezza del Bisagno, con uno stanziamento pari a 72 milioni di euro per il prossimo ciclo di programmazione settennale dei fondi europei, come peraltro avverrà anche per gli altri interventi di prevenzione.
  Lo scorso 20 ottobre, il Ministero dell'economia e delle finanze ha firmato il decreto che dispone la sospensione, ai sensi della legge n. 212 del 2012, dei versamenti degli adempimenti tributari nelle zone colpite dalle alluvioni verificatesi tra il 10 ed il 14 ottobre 2014, che ha interessato la Liguria ed altre aree del nord d'Italia. La sospensione riguarda i comuni individuati nel decreto e si applica dal 10 ottobre al 20 dicembre 2014, a beneficio sia delle persone fisiche che giuridiche, anche in qualità di sostituti di imposta, aventi residenza, sede legale o operativa nei territori interessati dal maltempo. Sono sospesi anche i versamenti derivanti dalle cartelle notificate dagli agenti della riscossione o derivanti da accertamenti esecutivi.

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, è evidente che la sospensione dei tributi e delle tasse è un elemento transitorio, ma quello che le ho chiesto, insieme ai colleghi, all'interno dell'interrogazione, è quali sono le ulteriori misure, anche per quello che riguarda l'aiuto che, attraverso il sistema bancario, deve arrivare nei confronti delle attività imprenditoriali e commerciali che sono state distrutte o gravemente danneggiate dagli eventi.
  Si tratta di interventi che appartengono alla sua competenza, per quello che riguarda gli interventi a favore delle attività commerciali. Non basta la sospensione dei tributi e delle tasse, perché si tratta appunto di una sospensione. Si tratta, viceversa, di individuare le risorse che consentano alle aziende che hanno subito danni gravissimi di poter essere messe nelle condizioni di riprendere le loro attività, sia attraverso il sistema bancario, con i finanziamenti e le necessarie assicurazioni che saranno predisposte, ma anche attraverso interventi di carattere economico, che nei confronti delle imprese colpite devono essere portati avanti.
  Nella sua risposta non vi è traccia di nulla di ciò ed è evidente il motivo per il quale io sono assolutamente insoddisfatto dell'intervento che il Governo fino ad oggi ha messo in campo. Si tratta, fino ad oggi, solo di risorse che precedentemente non erano state spese ed oggi si prende per buona l'intenzione di spenderle, ma nulla per quello che riguarda il tessuto produttivo, commerciale ed aziendale.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,15 con l'informativa urgente del Governo sugli sviluppi della vicenda delle acciaierie AST di Terni.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, Pag. 45i deputati Alfreider, Bonifazi, Damiano, De Girolamo, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Fico, Manciulli, Mannino, Merlo, Rampelli, Realacci, Sanga, Sani, Speranza, Tabacci, Taglialatela e Vargiu sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo sugli sviluppi della vicenda delle acciaierie AST di Terni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sugli sviluppi della vicenda delle acciaierie AST di Terni.
  Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro dello sviluppo economico)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi.

  FEDERICA GUIDI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, prima di iniziare l'informativa, lasciatemi dire due parole rispetto ai fatti che sono accaduti questa mattina quando ci sono stati degli scontri in cui sono stati coinvolti alcuni manifestanti degli Acciai Speciali Terni e alcuni rappresentanti anche del mondo sindacale. Io ho ricevuto una delegazione al Ministero, subito dopo questi fatti, e c'era con me anche il Viceministro Bubbico. Quindi, prima di tutto io sono naturalmente dispiaciuta e rammaricata di questo episodio. Il Governo, anche il Viceministro Bubbico, ha garantito che entro questa sera saranno fatte tutte le necessarie verifiche e, quindi, daremo naturalmente anche conto di questa analisi che il Governo farà. Naturalmente, nel caso, il Governo è pronto a prendere eventualmente anche necessarie misure. Il mio auspicio è che questo sia un episodio unico, irripetibile, che naturalmente mi addolora. Mi appello al senso di responsabilità di tutti perché, in una vertenza comunque così difficile, comunque così complicata, naturalmente episodi del genere non devono capitare.
  La vicenda di Acciai Speciali Terni, come dicevo, è certamente una delle più complicate che il Governo sta affrontando. Ricordo che Acciai Speciali Terni è una società interamente controllata da una multinazionale tedesca, ThyssenKrupp, e certamente arriva da un momento di grave difficoltà. Innanzitutto, c’è una complessità economica di questo settore, quello della siderurgia, di cui si è ampiamente trattato, anche in quest'Aula, pure in relazione purtroppo ad altre note crisi aziendali. Nello specifico, per quello che riguarda Acciai Speciali Terni, ha acquistato una rilevanza particolare anche per due ragioni. La prima certamente è connessa con la decisione da parte di ThyssenKrupp nel 2010 di vendere alla finlandese Outokumpu tutte le attività del comparto Acciai Speciali. Le conseguenze negative di questa operazione per Acciai Speciali Terni sono purtroppo note e in qualche modo anche dovute ad alcune decisioni che si sono prese in sede europea e che io mi auguro in futuro possano non ripetersi. Anche per questo non abbiamo mancato di segnalare alla competente Commissione europea e all'uscente commissario Almunia che sicuramente c’è stato un danno nel percorso industriale di questa società e, quindi, il problema del mantenimento della siderurgia a livello europeo e della difesa del settore siderurgico non è solo un problema italiano, ma è un problema europeo, di cui dobbiamo tenere tutti conto.
  La seconda ragione deriva anche da una scarsa competitività che purtroppo Pag. 46questa azienda ha visto negli ultimi anni per quello che riguarda la sua gestione caratteristica. La multinazionale tedesca ThyssenKrupp ha dichiarato perdite accumulate per oltre 900 milioni di euro e certamente questo è ascrivibile anche probabilmente ad alcune incertezze gestionali dell'ultimo triennio e probabilmente comunque anche ad una fase di mercato che, come appunto sappiamo, per quello che riguarda la siderurgia e alcuni settori specifici della siderurgia, come la parte a caldo degli acciai, è senz'altro sotto un attacco da parte di competitor extra Unione europea.
  Ricordo che le importazioni di acciaio dalla Cina, negli ultimi mesi, sono salite drammaticamente, rapidamente oltre il 34 per cento e certamente con dei fattori di competitività sotto il profilo dei costi di cui tener conto. Infatti, esistono produttori fuori dell'area europea che hanno dei fattori di costo che li rendono a volte più competitivi, spesso più competitivi rispetto alle produzioni europee. Certamente, questa è una vicenda che ha anche una sua complessità legata – lasciatemelo dire molto francamente – ad un quadro di relazioni industriali molto deteriorato. Non voglio esprimere qui giudizi di merito, non è il mio compito dire per responsabilità di chi ma certamente il quadro delle relazioni industriali di questa società è ampiamente deteriorato e non solo nelle ultime settimane. Direi che è un quadro che arriva deteriorato e che dipende da alcuni mesi di mancato affidamento reciproco tra le due parti che, normalmente, sono gli attori in campo in un confronto sindacale.
  Lasciatemi percorrere un attimo alcune tappe di questa vicenda. Noi ci troviamo, anche sicuramente a seguito della vicenda che ho ricordato prima, che in qualche modo ha investito la Commissione europea, con un piano che ThyssenKrupp presentò il 17 luglio presso Palazzo Chigi e che sostanzialmente suonava come un piano di drammatica riduzione degli organici dell'azienda e anche di drammatica riduzione della capacità produttiva che faceva vedere numeri intorno ai 550 esuberi, che chiedeva riduzioni di costo e quindi efficientamento aziendale pari a 100 milioni di euro, 40 dei quali richiesti sul mondo del lavoro e, quindi, fatti con 550 esuberi e un 10 per cento di riduzione dei salari e 60 milioni di euro dichiarati dall'azienda come efficientamenti vari che l'azienda doveva portare a compimento. Su questi numeri si metteva abbastanza chiaramente in evidenza che c'era un serissimo rischio di perdere la possibilità di mantenere attivo uno dei due forni che sono presenti nell'azienda, perché, con quel livello di riduzione dell'organico, sarebbe stato evidentemente molto complesso poter pensare di mantenere attive le due linee di produzione. Questo piano è stato dichiarato, sin dal primo momento, inaccettabile. Tutto il Governo ha immediatamente preso contatti e continuato ad avere contatti con la multinazionale, chiedendo una revisione profonda di questo piano prima di tutto naturalmente per la massima salvaguardia degli aspetti occupazionali e, immediatamente collegato a questo, per il potenziale rischio di un ridimensionamento troppo evidente della capacità produttiva di un'azienda che noi riteniamo essere strategica non solo per il territorio umbro, non solo per Terni ma per tutto il tessuto industriale e produttivo italiano perché gli acciai e, a maggior ragione, gli acciai speciali che oggi sono un unicum al livello di produzione del nostro Paese e sono una realtà molto importante anche a livello europeo, non sono importanti solo di per sé ma sono importanti anche perché hanno ricadute strategiche in molti altri settori industriali che si approvvigionano di quegli acciai. Quindi, il Governo si è mosso immediatamente e con l'arrivo dell'amministratore delegato, la dottoressa Morselli, abbiamo iniziato un'opera immediata di verifica e di analisi di come quel piano industriale potesse essere modificato. Ricordo che nel frattempo – eravamo ai primi di agosto, se non vado errata, era il 4 agosto – ci fu l'apertura di una procedura di mobilità aperta proprio per 550 persone e io, a nome del Governo, ricevetti la dottoressa Morselli alle 8,30-9 della mattina dopo Pag. 47una notte in cui in azienda c'era stata una situazione abbastanza complessa e le chiesi di ritirare la procedura di mobilità.
  Questa era una richiesta, che io mi sono sentita e che il Governo si è sentito di condividere, che arrivava fortemente dal sindacato, che ci chiedeva di rimuovere quella procedura di mobilità che era considerata come un ostacolo per iniziare una trattativa e un confronto e, quindi, era sostanzialmente una pregiudiziale che il sindacato ci chiedeva di eliminare dal tavolo per consentire che, se un confronto ci fosse stato, potesse iniziare nel modo migliore.
  E così è stato fatto. La procedura di mobilità alla fine è stata ritirata e da lì è iniziato un confronto molto serrato che si è svolto presso il Ministero dello sviluppo economico. Ma ringrazio – e qui è presente il sottosegretario Teresa Bellanova – per l'ausilio e il supporto che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha dato al Ministero dello sviluppo economico. Quindi, il Governo con i due Ministeri, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha trovato una strada per fare sottoscrivere alle parti, quindi l'azienda e tutte le organizzazioni sindacali, un documento che servisse per intravedere una strada – eravamo al 4 settembre 2014 – per iniziare un confronto molto serrato, che ci eravamo detti dovesse avere una durata all'incirca di 30 giorni, per cercare di mettere le parti intorno a un tavolo e supportare, il più possibile, un dialogo e un confronto che, per quello che riguardava il Governo, dovesse avere come risultato più importante una modifica radicale del piano industriale che l'azienda aveva proposto il 17 luglio, minimizzando evidentemente l'impatto sull'aspetto occupazionale e preservando al massimo una reale possibilità di mantenere un sito produttivo, efficiente e competitivo sugli acciai speciali, a Terni.
  In questo documento, in questo verbale che venne sottoscritto dalle parti, quindi azienda, sindacati e anche dai due Ministeri presenti, l'azienda si rese disponibile a modificare in ogni eventuale parte il piano industriale, ma ribadì – e questo diciamo fu un elemento di cui tutti noi prendemmo in qualche modo visione anche perché sottoscrivemmo quel documento – che l'obiettivo del piano rimaneva 100 milioni di euro di efficienza l'anno, che è quello che l'azienda dichiara essere necessario per riportare l'azienda in condizioni di redditività per continuare o, meglio, per riportarla ad essere un leader a livello europeo e mondiale nel mercato dell'acciaio.
  Ora, come dicevo prima, il Governo si è mosso fin dall'inizio. Naturalmente il Governo ha anche apprezzato lo sforzo che anche le parti, quindi i sindacati, le rappresentanze dei lavoratori e l'azienda, hanno fatto e devo dire che il Governo ha lavorato tecnicamente giorno e notte – vi assicuro a volte più notti che giorni – per cercare di favorire al massimo una mediazione. Il nostro obiettivo principale come Governo era sempre quello, non era cambiato, e cioè cercare di arrivare a una definizione di un diverso piano industriale che potesse, prima di tutto, mettere realmente in evidenza il rilancio industriale e il rilancio competitivo, anche attraverso una fase di ristrutturazione, ma soprattutto il rilancio industriale e il rilancio produttivo del sito di Terni.
  Quindi, il Governo si è attivato in primis naturalmente con l'azienda, perché una modifica sostanziale del piano industriale competeva in primis all'azienda, naturalmente sollecitata anche dalle rappresentanze sindacali. Vi ricordo un attimo che il piano del 17 luglio era all'incirca: 550 esuberi, 100 milioni di euro di riduzione dei costi, 40 dei quali ascrivibili, diciamo così, agli esuberi e alla riduzione del salario della componente lavoro, e con il secondo forno realisticamente tenuto in stand-by ma sostanzialmente probabilmente destinato alla chiusura. Questa era la situazione il 17 luglio.
  Dopo giorni e settimane di confronto, un'ipotesi che il Governo ha chiesto all'azienda di valutare, e ancora questa mattina, ha queste dimensioni. Nei 100 milioni di euro di riduzione dei costi, l'azienda ha già dichiarato, e su richiesta Pag. 48del Governo ne ha tenuto conto, di limitare, diciamo così, ridurre l'impatto sul mondo del lavoro da 40 a 30 milioni di euro: questo perché il Governo ha messo a disposizione dell'azienda strumenti e gruppi, chiamiamoli anche tecnici, di persone che riuscissero a guidarla nell'utilizzo al meglio – probabilmente, meglio di come oggi l'azienda sta facendo –, a legislazione vigente – lo ribadisco: a legislazione vigente –, di quelli che sono gli strumenti per abbattere il costo dell'energia che tutte le aziende energivore, non solo siderurgiche, oggi possono utilizzare nel nostro Paese.
  Questo, naturalmente, ha un impatto nella parte di saving che l'azienda può contabilizzare ed è anche grazie a questo impatto che l'azienda ha ridotto, rispetto alla richiesta iniziale, l'impatto dell'efficienza sul costo del lavoro da 40 a 30 milioni di euro.
  L'azienda ha confermato un piano di investimenti di 100 milioni di euro in quattro anni, fatti, in parte, come manutenzioni ordinarie, ma, in parte, anche come miglioramenti sulle linee di produzione. L'azienda è stata disposta ad aggiungere – o si è detta disponibile nel caso di un accordo – 10 milioni di euro di investimenti in ricerca e sviluppo. L'azienda si è detta disponibile – io mi auguro che nelle prossime settimane possa riprendere un confronto, assumendo questa disponibilità da parte dell'azienda, poi, vedremo che tipo di disponibilità, ci auguriamo che possa esserci, da parte dei sindacati – a valutare di spostare una linea di laminazione a freddo che oggi è presente nello stabilimento di Torino e che, per essere spostata e rimessa in condizione di funzionare a Terni, ha bisogno di un investimento aggiuntivo che cuba, all'incirca, 30 milioni di euro.
  Tutto questo significa proporre all'azienda – ed è quello che il Governo sta continuando a fare e ha continuato a fare ancora stamattina –, come Governo, di ridurre l'impatto sull'occupazione a qualcosa che sia la metà rispetto alla cifra proposta il 17 luglio, che dovrebbe avere un limite superiore al massimo di 290 unità – quindi, non più 550, ma 290 – da gestire in un periodo di ventiquattro mesi, utilizzando la mobilità incentivata, con dei livelli di incentivo, che l'azienda si è detta disponibile a valutare, che sono fra i 50 e possono arrivare fino a 80 mila euro.
  Naturalmente, anch'io credo che un piano, qualunque piano di rilancio industriale, un qualunque piano di nuova competitività di un'azienda sul mercato non possa prescindere dalle condizioni di mercato, che sono quelle che citavo all'inizio. Certamente, oggi, il mercato della siderurgia e dell'acciaio a caldo è un mercato che soffre di un fenomeno di overcapacity e che soffre anche di un fenomeno di bassi prezzi sul mercato. Per le vicende che ricordavo prima all'inizio, per la vicenda europea che questa azienda ha subito, quello che è stato chiesto all'azienda è di chiarire meglio quali sono le sue intenzioni sulla parte commerciale, che, naturalmente, è un fattore decisivo per il rilancio industriale e per rendere competitiva l'azienda sui mercati.
  L'azienda ha indicato alcune azioni che sono sia sul commerciale italiano che sulla costituzione di una divisione creata ad hoc per seguire un miglior posizionamento prezzo-volumi soprattutto sui mercati europei dove, a causa della vicenda europea, quelle competenze, quelle entrature commerciali, oggi, all'interno di Thyssen si sono perdute e quindi vanno ricostituite.
  Questo perché, evidentemente, oggi, nelle condizioni di mercato date e nelle condizioni che l'azienda oggi ci dà come prospettiva di proprio portafoglio ordini o come prospettiva di proprio posizionamento di mercato, ci sono delle valutazioni che naturalmente noi stiamo continuando a condividere con l'azienda su quello che è il cosiddetto mix produttivo fra la parte a caldo e la parte a freddo. Certamente l'azienda non ha nascosto di voler riposizionare Acciai Speciali Terni in queste condizioni di contesto specifico di mercato, oggi, più sulla parte a freddo e un po’ meno sulla parte a caldo, perché questa è, oggi, la richiesta del mercato. Oggi, c’è più domanda di acciai a freddo, della parte a freddo, e sono prodotti che hanno mediamente Pag. 49dei prezzi sul mercato più elevati. Quindi, un riposizionamento commerciale che faccia recuperare in fretta redditività all'azienda e che riporti l'azienda a essere competitiva, porta l'azienda, oggi, a presentare un piano che certamente vede una focalizzazione maggiore sulla parte a freddo rispetto a quella a caldo, senza comunque abbandonare la parte a caldo.
  Quindi, questa è la situazione che si è profilata dopo giorni, settimane, ormai un mese e mezzo di confronto. Ribadisco che l'interesse del Governo è sempre stato quello di cercare di creare una cornice sempre più forte, sempre più robusta e sempre più solida per quello che riguarda un credibile piano di sviluppo industriale per il futuro di questa azienda, naturalmente cercando di migliorare al massimo quelli che possono essere i livelli occupazionali e, quindi, non più 550 esuberi, ma un totale massimo di 290, da gestirsi con mobilità incentivata, un livello di «riduzione costi» sul mondo del lavoro non più di 40, ma di 30 milioni di euro e il mantenimento, a condizioni di mercato attuali, comunque, dei due forni in una quasi piena, o piena, capacità produttiva. Quello che il Governo ancora questa mattina ha richiesto all'azienda è di valutare la possibilità di mantenere un forno a pieno regime di capacità produttiva – quindi sui sette giorni la settimana e con i tre turni per ogni giornata – e comunque di mantenere il secondo forno in una condizione che sia a ciclo feriale, quindi – semplifico – cinque giorni alla settimana, tre turni per tutti e cinque i giorni della settimana.
  Questo non è un plafond massimo, questa è una richiesta che il Governo ha fatto all'azienda di rivalutare se ci sono delle condizioni per potere partire da questo livello inferiore minimo che consenta di mantenere due forni attivi, due forni in produzione, uno al massimo della propria capacità produttiva e il secondo con una capacità produttiva di cinque giorni la settimana su tre turni. Questa è una richiesta che stamattina il Governo ha rifatto all'azienda e questo perché noi crediamo che il combinato disposto di due forni che possono produrre secondo queste modalità con un output finale di produzione che potrebbe essere all'incirca pari a un milione di tonnellate di acciaio colato – come sappiamo bene tutti i budget, i piani industriali si fanno al meglio delle conoscenze delle condizioni di mercato, ma possono subire variazioni, naturalmente in meno, ma evidentemente anche in più – e quindi mantenere due forni con queste caratteristiche di operatività, significhi mantenere una fabbrica, un'azienda nella capacità di intercettare, in qualunque momento, livelli di produzione che auspicabilmente potrebbero diventare anche superiori.
  Ciò naturalmente tenendo conto che ci sono azioni commerciali che l'azienda deve fare – e sulle quali il Governo intende fare anche un'opera, eventualmente se si arriverà ad un accordo di monitoraggio – in condizioni di contesto di mercato che oggi non sono semplici; di questo credo dobbiamo pragmaticamente tenere tutti conto.
  In più, sono a ribadire che di questi 290 esuberi, da gestirsi con procedure di mobilità incentivata, una parte dei quali – circa la metà – l'azienda segnala che hanno già in qualche modo accettato l'incentivo e hanno lasciato l'azienda. Comunque, con questo limite superiore di 290 unità, ripeto, un limite superiore, l'azienda ha anche dato disponibilità di confermare, quindi di non considerare nel novero di questi 290 esuberi, i contratti a tempo determinato e i contratti di apprendistato che sono presenti in azienda.
  Questo anche per dare un messaggio, cioè che i giovani, le giovani leve che erano entrate di recente in azienda sono considerate un futuro per l'azienda. Oltre la linea di Torino, che si aggiunge, oltre alla nostra richiesta di mantenere due forni nelle capacità produttive che ho detto prima, oltre a limitare – anche se ci rendiamo conto che è un sacrificio, naturalmente, rispetto al piano iniziale con una gestione che duri 24 mesi – il numero degli esuberi, noi abbiamo chiesto che questo ulteriore gesto, rispetto ai contratti di apprendistato e ai contratti a tempo Pag. 50determinato, potesse essere fatto anche per dimostrare concretamente che l'azienda ha interesse a un reale e serio futuro rilancio industriale di Acciai speciali Terni.
  Certamente c’è un altro pezzo che fa parte di questa seconda opzione, che noi ci auguriamo che l'azienda possa valutare, ed è che tutto questo, per arrivare a quell'obiettivo che l'azienda ha dichiarato, di 30 milioni di euro di risparmio, necessita anche di una discussione per quello che riguarda l'integrativo aziendale.
  Io lo voglio dire qui molto francamente, il sottosegretario Bellanova lo sa, perché eravamo insieme: io non so dire se abbiamo fatto bene o male, ma credo che abbiamo fatto bene, perché in quel momento era la cosa giusta da fare, ma su richiesta espressa delle parti, che in più di un'occasione hanno chiesto di fare gli incontri presso una sede istituzionale, presso la sede del Ministero dello sviluppo economico, anche se per quel modello di relazioni industriali che vi dicevo prima, le riunioni si dovrebbero tenere in azienda o comunque a Terni, comunque, dato che esse non producevano nessun risultato o addirittura, forse, invelenivano ancora di più il clima, le parti, lo ripeto, hanno chiesto che tutti i momenti di confronto avvenissero in una sede istituzionale; e noi abbiamo offerto la sede del Ministero dello sviluppo economico.
  Voi sapete benissimo che una trattativa su un contratto di secondo livello, una trattativa su un integrativo aziendale, chiaramente non è una materia che spetti al Governo dirimere; non è una materia sulla quale credo il Governo debba intervenire, ma comunque abbiamo offerto la sede del Ministero per cercare di supportare una dinamica negoziale che in certi tratti è stata drammatica, vi assicuro.
  Questo aveva fatto sì che una delle tante notti, o meglio una delle tante mattine in cui alle 7 eravamo ancora al Ministero dello sviluppo economico, precisamente l'8 ottobre, il Ministero avesse tentato una proposta di mediazione che aveva quelle caratteristiche del piano industriale che prima vi ho spiegato e che forse questa mattina sono state, con ulteriori richieste rafforzative da parte nostra, proposte all'azienda.
  Essa, però, ha un altro pezzo di completamento, che è una trattativa sull'integrativo aziendale, sul quale il Ministero aveva esercitato, per quello che era possibile, un'azione di facilitazione nella trattativa, che non ci era probabilmente propria, non era del Governo fare, ma avevamo cercato di aderire a una richiesta delle parti. È evidente che quella trattativa, quella negoziazione sul contratto di secondo livello è ancora sul tavolo.
  Io credo che sia compito, responsabilità delle parti ritornare a sedersi a quel tavolo anche per ridiscutere l'integrativo aziendale, anche per discutere del livello di salario aziendale sul quale il Governo, come non voleva fare prima, non vuole naturalmente interferire oggi anche se, nel caso le parti ne facessero richiesta, è chiaro che il Ministero dello sviluppo e il Ministero del lavoro rimangono totalmente a disposizione delle parti per continuare a supportare al meglio e al massimo tutti i singoli istanti di questa difficile e complicata vicenda che investe Acciai speciali Terni.
  Io credo, spero almeno, dato che la vicenda è complessa ed effettivamente abbiamo passato veramente giorni e notti drammatici, di essere riuscita a darvi un po’ il quadro della situazione che io ritengo essere ancora in evoluzione e sul quale io, forse credo di interpretare anche il sentimento del sottosegretario Bellanova, non ho rinunciato; assolutamente non ho rinunciato a pensare che ci sia una ipotesi di mediazione a cui si possa arrivare.
  E lo dico perché prima di tutto capisco benissimo cosa significhi per ogni singolo lavoratore, per ogni singolo dipendente rischiare il proprio posto di lavoro. Capisco benissimo cosa significhi in questo momento storico, in questo preciso momento storico avere purtroppo problemi di aziende che devono ridurre la propria forza occupazionale e capisco benissimo che cosa significhi per un lavoratore andare incontro al rischio di perdere il proprio posto di lavoro. E la tenuta dei Pag. 51livelli occupazionali, anche se purtroppo forse non in tutti i casi si può arrivare a zero esuberi, ma la minimizzazione degli esuberi e il fatto di gestire gli esuberi nel modo meno traumatico possibile per una azienda che presenta un piano industriale che necessita di una graduale riduzione della forza lavoro, comunque minimizzare quegli effetti io, credo, sia la prima responsabilità che un Governo ha, ed è esattamente quello che questo Governo sta facendo.
  In secondo luogo, io credo – sapete che ho un passato che viene dal mondo dell'impresa – sia chiaro che ogni singolo pezzo di impresa che se ne va, a maggior ragione in un settore come questo, è un problema per il Paese, non solo per Terni, non solo per l'Umbria, è un problema per il Paese e stiamo parlando di acciai, stiamo parlando di siderurgia; purtroppo, vi dico che non è un caso che abbiamo tanti, così tanti problemi, in molte aziende siderurgiche, non solo a livello italiano ma anche a livello europeo.
  Noi stiamo subendo, lo dico qui, a volte, anche una concorrenza, quella che si definisce, unfair, a livello europeo, da parte di alcuni competitor stranieri, soprattutto asiatici. Però questo è un dato di fatto e questo, come dire, è purtroppo un elemento con cui ci dobbiamo confrontare e contro il quale dobbiamo cercare di reagire, ma purtroppo questo è uno degli effetti che la globalizzazione in alcuni mercati, in alcuni settori ha prodotto.
  Quindi io credo che difendere al massimo la presenza nella fabbrica di Terni di due forni che possono produrre, produrre non essere tenuti uno in produzione e uno eventualmente in standby, sia fondamentale. È chiaro che la trattativa, il confronto, se, come io mi auguro, ripartirà, dovrà comunque fra le parti entrare nei singoli dettagli dei numeri, dei turni, delle tonnellate, dei chili da produrre ma la cornice quadro, che il Governo ha chiesto oggi all'azienda di valutare, è una cornice che sia con quei paletti che vi ho detto prima, che possa consentire di discutere su qualcosa che abbia due forni in condizioni, uno di massima saturazione e l'altro di buona saturazione, diciamo così.
  Limitare al minimo l'impatto sull'aspetto occupazionale; e questo naturalmente perché, ripeto, sta a cuore a tutti.
  Questa non è solo una vicenda aziendale, naturalmente è anche una vicenda aziendale, come ne abbiamo tante altre nel nostro Paese, ma certamente è una vicenda di un'azienda che viene da periodi difficili ma che fa un prodotto particolare e che credo sia bene per tutti, non solo per Terni, non solo per gli operai che lavorano in fabbrica, non solo per l'Umbria ma per tutta l'Italia, cercare di supportare al massimo, cercando di avere un vero, serio e duraturo rilancio industriale. Quello che il Governo quindi farà e che ha già iniziato e continuato a fare stamattina è riverificare questi punti del piano industriale con l'azienda; noi ci auguriamo che l'azienda possa valutare positivamente o comunque rispondere positivamente rispetto a questa ulteriore analisi di rafforzamento del piano industriale di cui questa mattina abbiamo chiesto loro conto.
  Sarà, altrettanto, necessario aprire un tavolo di confronto sull'integrativo aziendale. Io mi auguro, anche proprio in virtù di quello che è successo stamattina, e vi posso dire che c’è la mia, la nostra personale e totale disponibilità a fare ogni singolo sforzo per cercare di favorire una mediazione.
  È una mediazione che, mi rendo conto, ha dei margini di complessità notevolissimi, in ballo però c’è la possibilità di mantenere un serio futuro industriale per Terni.
  Il Governo farà tutto quello che può per cercare di sostenere al massimo questa mediazione, se le parti lo richiederanno oggi c’è una procedura di mobilità che nel frattempo l'azienda ha riaperto ma che non ci impedisce, se le parti lo richiederanno, di continuare ad assisterli in questo loro tavolo negoziale partendo da una cornice di irrobustimento del piano industriale e che poi scenderà nel dettaglio del piano industriale stesso e anche della trattativa sui livelli di riduzione eventuali sull'integrativo aziendale, che è una trattativa Pag. 52nella quale il Governo non vuole e non può entrare, ma cercherà di assistere al meglio e al massimo.
  Quindi, chiudo dicendo che tutti gli strumenti, come già dicevo prima, anche a livello di sostegno per quello che riguarda un miglioramento del costo dell'energia, il Governo li metterà in campo, sosterrà anche qui l'azienda o comunque questo processo utilizzando tutti gli strumenti naturalmente che ha, tenendo conto che naturalmente c’è un piano industriale che ha certe impostazioni e che l'azienda ha proposto e che però, ripeto, spero – mi appello proprio al senso di responsabilità di tutti – con il lavoro e l'impegno di tutti potrà essere ulteriormente migliorato nell'ambito di questa cornice-quadro su cui il Governo si è impegnato negli ultimi mesi.

(Interventi)

  PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi. Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Signor Presidente, quello che sta vivendo la comunità di Terni è un momento drammatico, in gioco ci sono migliaia di posti di lavoro, il futuro di migliaia di famiglie, di una città e di un'intera regione. Per questo quello che è successo stamattina a Roma, con gli scontri, con la Polizia, le cariche, andava assolutamente evitato. La tensione è già altissima e nessuno può e deve alimentarla con nessuna forma di incomprensibile violenza.
  Già il 5 giugno 2013 a Terni ci furono scontri nei quali venne ferito lo stesso sindaco Di Girolamo, allora il Governo riferì e si capì che c'erano state delle responsabilità di chi sul campo dirigeva in quella giornata l'ordine pubblico. Oggi apprezziamo quanto detto dal sottosegretario Delrio, quanto ha ribadito poco fa il Ministro Guidi, perché vogliamo sapere cosa è successo questa mattina. C’è troppa tensione, la situazione è troppo delicata e nessuno può e deve soffiare sul fuoco. Noi siamo dalla parte dei lavoratori e sappiamo quanto è difficile anche il lavoro delle forze di Polizia, ma proprio in questo momento, se c’è responsabilità 100, si deve esercitare doppia responsabilità. Ho ascoltato in queste ore alcune dichiarazioni a proposito di questi fatti gravissimi e assurdi avvenuti stamattina a Roma.
  Bene, io mi permetto di dire a tutti che questo è un momento troppo delicato per le dichiarazioni di propaganda. Siamo tutti contro la violenza; stare vicino ai lavoratori però significa provare a dare risposte concrete al futuro occupazionale di Terni e non alimentare con dichiarazioni propagandistiche elementi di divisione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Aggiungo: la vertenza ternana che vede unita quella comunità si potrà vincere con l'impegno unitario del Parlamento, del Governo, delle forze politiche, ma anche con l'impegno unitario della società, come è accaduto con lo sciopero generale che ha visto una città intera fatta di lavoratori, di giovani, di studenti, di commercianti di piccole e medie industrie difendere quel sito produttivo perché ne va del futuro di una comunità. Chi alimenta divisioni, si carica di una grande responsabilità verso i lavoratori.
  Quando parliamo delle acciaierie, non parliamo solo di una vicenda locale, che pure incide per quasi il 20 per cento sul PIL dell'Umbria e rappresenta quasi il 30 per cento dell’export di quella regione: 2.500 lavoratori, altrettanti nell'indotto e circa ventimila che beneficiano di redditi legati alle acciaierie. La vertenza Acciai speciali Terni, tra i primi produttori mondiali di laminati piani inossidabili per tanti settori dell'industria della produzione, riguarda il futuro dell'Italia, il suo ruolo strategico dentro una produzione siderurgica europea competitiva e sostenibile. È questo il livello, perciò sono importanti gli impegni assunti domenica scorsa dallo stesso Presidente del Consiglio, incontrando i lavoratori e sono significative le cose che ci ha detto il Ministro Guidi. È una vertenza dell'Italia, non è una qualsiasi crisi aziendale e il primo interlocutore Pag. 53necessariamente – come è stato ricordato – deve essere Thyssen, ma è evidente che si sta parlando di una multinazionale che ha profondi legami anche con il suo Paese e con il Governo di quel Paese e riteniamo perciò utile e necessario stringere ancora di più l'interlocuzione diretta con lo stesso Governo tedesco. È poi necessario che la nuova Commissione europea svolga un ruolo incisivo e coerente. Lo dobbiamo ricordare: due anni fa la Commissione europea bloccò il piano di acquisizione delle acciaierie da parte dei finlandesi di Outokumpu per motivi legati alle norme antitrust della concorrenza. Successivamente, la Commissione approvò il piano di Thyssen di attività sugli investimenti in Acciai speciali Terni anche per migliorarne la redditività, ritenendo che l'acquisizione da parte del gruppo tedesco avrebbe preservato una concorrenza effettiva, mantenendo però una quarta forza competitiva nel mercato dello spazio economico europeo dell'inox.
  L'Europa quindi ha avuto responsabilità nella vicenda e la nuova Commissione deve essere molto più attiva e molto più vigile della precedente, non può guardare da un'altra parte. Ma poi è intervenuto quel piano – ricordava il Ministro – presentato da Thyssen la scorsa estate ed è intervenuto quel di più di arroganza e insensibilità manifestato in questa settimana in più circostanze dall'amministratore delegato della multinazionale.
  Quel piano va ritirato e il Governo deve usare tutti i mezzi a sua disposizione per questo obiettivo e per richiamare Thyssen assieme all'Europa al rispetto degli impegni assunti.
  Il PD condivide le proposte sostenute dai lavoratori, dai sindacati e dalle istituzioni, che sono proposte di grande responsabilità e nessuno mai dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni si tirerà indietro.
  Ho finito ?

  PRESIDENTE. Sì, il suo tempo è già finito. Se può concludere, per favore...

  WALTER VERINI. Nessuno si tirerà indietro dalla propria responsabilità, ma la condizione però è quella di mantenere un piano industriale che garantisca l'autonomia e la capacità produttiva integrata di quel sito.
   A queste condizioni sono sicuro che tutti faranno il proprio dovere. Ma il primo – e quindi la funzione di mediazione del Governo – è molto importante, Ministro. La mediazione non può certamente essere super partes perché c’è una parte, quella delle multinazionali, che deve ritirare un piano inaccettabile, salvaguardare l'integrità produttiva di quel sito, di quell'indotto, salvaguardare il più possibile i livelli occupazionali. In questo quadro, certamente, ognuno farà la sua parte...

  PRESIDENTE. Concluda, concluda !

  WALTER VERINI. ...non per la vicenda locale, ma per il futuro di una comunità e dell'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, innanzitutto un saluto ai lavoratori dell'AST presenti in tribuna (Applausi).
  
Il Ministro dello sviluppo economico ritiene che AST sia un sito che può realizzare utili, visto il fatturato di 2,3 miliardi di euro. Ecco, vogliamo fornirvi alcuni dati che secondo il MoVimento 5 Stelle dovrebbero attirare l'attenzione del Governo verso una risposta affermativa, invece di pensare di gestire gli esuberi nel modo meno traumatico possibile.
  La capacità produttiva di AST è pari a 1,7 milioni di tonnellate d'acciaio l'anno, è uno dei principali siti integrati a livello mondiale. Un sito integrato è un sito dove entra materia prima ed esce il prodotto finito. È quinta nella classifica mondiale della produzione di acciaio inox, dopo Cina, Giappone, Corea del sud e Stati Uniti. Il ciclo di produzione è basato su tecnologie moderne. Gli acciai inox prodotti Pag. 54da AST sono impiegati in diversi settori: trasporti, elettrodomestici e applicazioni domestiche, edilizia e una vasta gamma di applicazioni industriali. Inoltre, in tutto il mondo è previsto un aumento della domanda di acciaio. Il Ministro dello sviluppo economico e il Primo Ministro Renzi possono considerare accettabile celebrare il funerale della siderurgia italiana proprio durante il semestre di Presidenza europeo ? È accettabile che in caso di smantellamento di AST, l'Italia sarà costretta a comprare l'acciaio dai cinesi o dai Paesi del nord Europa, proprio mentre il trend mondiale degli Stati occidentali è quello del rilancio del manifatturiero ? Proprio oggi che si parla di reshoring, ovvero riportare in patria le produzioni, come sta facendo Obama in America con le sue politiche industriali ?
  Più volte anche voi Ministri – anche oggi l'avete ribadito – avete detto che Terni è un sito strategico. In quest'Aula, già il 9 luglio 2014, la Ministra Guidi, nel rispondere al nostro question time, ha dichiarato, testuali parole: «Il Governo ha già sottolineato di considerare strategica la salvaguardia del futuro produttivo e, naturalmente, occupazionale di AST». Il Ministro Poletti, nella seduta del 6 agosto ha detto che si deve spingere l'impresa ad assumere le proprie responsabilità e ad assumere impegni che continuino a creare ricchezza e lavoro nel territorio su cui opera. Renzi, parlando ai sindacati a Palazzo Chigi aveva dichiarato che è urgente salvare gli stabilimenti di Termini, Taranto e Terni e alla Leopolda ha detto che i soldi ci sono.
  Anche la Commissione europea ha ritenuto che l'acquisizione di AST da parte di ThyssenKrupp avrebbe preservato una concorrenza effettiva, mantenendo una quarta forza competitiva nel mercato dello spazio economico europeo dell'inox, invece sta accadendo l'esatto contrario, e anzi l'Unione europea con le norme sulla concorrenza sta danneggiato l'AST. Infatti, la Thyssen, invece di prospettare una strategia di sviluppo industriale, ha presentato un piano di riduzione dei costi del personale e di smantellamento, con quei famosi 550 licenziamenti, che arriveranno a coinvolgere 950 lavoratori per tutto il sito ternano.
  A chi vogliono far credere che hanno così tanto bisogno di tagliare i costi del personale quando poi sono disponibili a dare 80 mila euro a lavoratore ? L'obiettivo di Thyssen è evidentemente togliere di mezzo un concorrente temibile per le altre aziende operanti nell'inox, delle quali, guarda caso, Thyssen è socia o partner commerciale, come con la Cina, in palese conflitto di interessi.
  Allora che fare ? Nella nostra modesta risoluzione n. 7-00492, presentata alla Camera il 17 ottobre e con analoga mozione presentata al Senato, abbiamo suggerito al Governo alcuni strumenti da applicare, quale il fondo strategico italiano, il cui azionista di controllo è Cassa depositi e prestiti e che interviene quando lo Stato ritiene un investimento strategico e produttivo. L'FSI si configura come un operatore istituzionale che acquisisce partecipazioni di imprese di rilevante interesse nazionale, che si trovino in una stabile situazione di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale e abbiano adeguate prospettive di redditività e significative prospettive di sviluppo, idonee a generare valore per gli investitori. Ebbene, ci pare che l'AST abbia tutti i requisiti in regola e che sia opportuno intervenire tempestivamente prima che la Thyssen si porti via tutto. Recentemente anche il presidente dei giovani imprenditori di Confindustria cita il caso di Terni, perché in ballo c’è il ridimensionamento dell'Italia come polo siderurgico, e ha richiesto anch'egli l'attivazione del fondo strategico italiano e poi ha fatto un'osservazione condivisibile, ovvero: quando uno Stato non ha un'agenda industriale ci pensano un'azienda tedesca e i burocrati di Bruxelles a scriverla.
  Grave è oggi che gli operai siano stati caricati davanti all'ambasciata e la vostra inerzia sta mettendo i lavoratori contro i lavoratori, ovvero i lavoratori dell'AST contro i lavoratori delle forze dell'ordine. Mi auguro, per concludere, che Landini, presente oggi in piazza, continui a fare il sindacalista a fianco dei lavoratori e che Pag. 55non diventi l'utilizzatore finale del disagio dei lavoratori e di un'intera regione per finalità di carrierismo politico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), come hanno già fatto i suoi più illustri colleghi, perché una volta approdati qui dentro alcuni vengono colpiti da una strana malattia, l'amnesia del sindacalista che li porta addirittura a cancellare i diritti dei lavoratori con il voto favorevole in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Catia Polidori. Ne ha facoltà.

  CATIA POLIDORI. Grazie Presidente. Gentile Ministro, vorrei ringraziarla per essere qui e vorrei anche ringraziarla per la sua relazione puntuale. Devo dire che già ero a conoscenza di tutti i passaggi del Governo, sono a conoscenza dell'impegno – e questo va assolutamente riconosciuto – che il Governo tutto, e i due Ministeri in particolare, hanno profuso per questa trattativa, che poteva solo essere, da parte del Governo, una trattativa: non vi era possibilità, il ruolo, in questo caso, poteva solo essere, in Italia, un ruolo di terzietà.
  Sappiamo bene quanto la trattativa sia difficile, sappiamo bene quanto sia doloroso trattare di numeri, quando sappiamo – e lei lo ha sottolineato – che si tratta di persone, e sappiamo bene come una o 500 facciano poco la differenza. Il problema è che, secondo noi, la trattativa, o comunque la soluzione, non può essere trovata in Italia. Premier non ci si improvvisa: occorre una credibilità internazionale, che viene data dall'esperienza, ma anche da una forza di Governo, che la scorsa settimana mi ha e ci ha un po’ impensierito, con una piazza che manifestava contro il proprio Governo.
  Ma questo non lo dico per fare delle osservazioni politiche (è questo, comunque, il luogo, ma dovranno essere fatte assolutamente in un altro momento). In questo momento, ciò che ci preoccupa di più è la soluzione di questa vertenza, tanto dolorosa quanto difficile. Chi è stato a Terni ha visto una città diversa, diversa da quelle a cui siamo abituati, dalle città tipiche umbre. Non è un borgo medievale tipico: è una città che ha esattamente la forma di un'acciaieria. Questa è una città che è cresciuta intorno ad un'acciaieria, alla quale sicuramente l'industria ha dato tanto, perché ha dato lavoro e benessere, ma alla quale la città ha dato tantissimo. Noi abbiamo 500 persone, in questo caso, che sanno fare solo l'acciaio e che difficilmente potranno essere impiegate in altro tipo di lavoro, perché la loro specializzazione è tanta e tale da rendere difficile una qualsiasi altra forma di impiego.
  Ora io mi dico: lei viene dal mondo dall'impresa e sa bene come il fine ultimo dell'azienda – anzi, il fine primo, etico e anche morale, se vogliamo – sia assolutamente quello del profitto, non ce ne devono essere altri, perché questo, poi, ovviamente, si ripercuote sul benessere della società e su tutto l'indotto, che qui è importante, tutte le piccole e medie imprese che a Terni lavorano intorno all'acciaieria.
  Sappiamo anche come, però, in alcuni momenti di crisi, soprattutto le aziende familiari – ahimè, qui siamo nel caso di una multinazionale, quindi vi è assolutamente differenza – come le aziende, le nostre aziende familiari, anche grandi aziende, abbiano rinunciato ai gioielli di famiglia, vendendo o svendendo i gioielli di famiglia, per fare in modo che non venisse perso un pezzo di competenza importante, un pezzo di benessere di questa città, che ha dato tutto, tutto ciò che aveva, compreso il benessere dal punto di vista anche salutistico, se vogliamo, la bellezza di una città che si è andata perdendo, anche se si è cercato, poi, di rendere, in qualche modo, la Thyssen un museo.
  È chiaro che, dal nostro punto di vista, probabilmente, questa trattativa – anzi, senza probabilmente – occorre farla altrove. Qui si è fatto, da parte vostra, un assoluto, perfetto lavoro di consulenza. Ancora mi complimento per la precisione con la quale siete entrati nel merito della situazione, quindi andando a conoscere e a vedere tutte le peculiarità di questa Pag. 56azienda, ma, se in Europa non siamo in grado di far capire che a noi non va bene che questa azienda investa per lo stesso forno e di più in Germania piuttosto che in Italia, che non ci va bene che lo faccia facendo finta, perché questo è quello che risulta a tutti...

  PRESIDENTE. Deputata, concluda.

  CATIA POLIDORI. ... ed è evidente – concludo subito, Presidente –, facendo finta che vi siano delle difficoltà differenti. Noi abbiamo messo a disposizione – questo lo ha detto lei, signor Ministro – tutto quello che potevamo, tutte le facilitazioni possibili.
  Adesso sta al nostro Premier alzare la voce e, soprattutto nel semestre italiano, fare capire alla Germania che noi siamo sì dei concorrenti, siamo dei concorrenti leali, e che non cederemo la nostra quota di acciaieria per non dare più fastidio alla Germania.
  Se non si risolve questo guaio, sarà solo l'ennesima conferma di quest'incompetenza europea che, ahimè, ogni giorno il nostro Premier ci dimostra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Garofalo. Ne ha facoltà.

  VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, innanzitutto desidero rivolgere un pensiero ai lavoratori che sono stati coinvolti negli scontri di stamattina. Ci dispiace ancora di più per quello che è avvenuto, proprio perché abbiamo visto lavoratori che si sono scontrati da entrambi i lati.
  Questo è, purtroppo, frutto di un momento di esasperazione, di un momento di grande tensione, che è delicato. Bisogna assolutamente affrontare, invece, questo momento con unità, con responsabilità, abbassando i toni e cercando di trovare soluzioni concrete a quelli che sono i problemi delle famiglie dei lavoratori e dell'intero Paese. Ovviamente, su quello che è avvenuto, ci saranno approfondimenti da parte di coloro i quali sono deputati ad indagare e, in base a quello che sarà l'esito, sentiremo quali sono le soluzioni o, perlomeno, gli atteggiamenti che dovranno essere presi.
  Signor Ministro, io la ringrazio per avere fatto lei una relazione anche abbastanza, devo dire, cronologicamente completa. Lei ha richiamato tutto il periodo già affrontato sul tema e sulle trattative tra il Governo, appunto, ed il gruppo ThyssenKrupp, che controlla le Acciaierie speciali di Terni. Però, purtroppo, ancora questi risultati non sono incoraggianti, perché ancora vedono una situazione di stallo, che coinvolge oltre 550 lavoratori, che sono già stati messi dal 9 ottobre in procedura di mobilità.
  Questa situazione – l'ha detto anche lei – non è assolutamente accettabile né tollerabile, se pensiamo alla storia delle Acciaierie speciali di Terni, le quali rappresentano ben oltre il 15 per cento del prodotto interno lordo dell'intera regione Umbria, danno lavoro a quasi 3 mila persone e rappresentano anche un importante riferimento per la produzione del nostro Paese nel settore siderurgico, che ovviamente è anche una fonte di approvvigionamento per le nostre aziende nazionali.
  Tra l'altro l'Italia – è giusto sottolinearlo – nel 2013 ha importato circa 8 milioni, anzi più di 8 milioni di tonnellate di acciaio e questo dimostra qual è l'importanza della materia prima nel settore produttivo e manifatturiero del Paese.
  Però, lei è stata anche abbastanza chiara su un aspetto, ovvero quelli che sono oggi gli elementi essenziali di una concorrenza internazionale, una concorrenza che vede, ahimè, non solo l'Italia, ma l'intera Unione europea indietreggiare, rispetto a parametri di costi che sono assolutamente inarrivabili da parte dell'Unione europea. Questo, secondo il nostro punto di vista, non può essere affrontato soltanto nella sede nazionale: deve essere affrontato nella sede europea, perché il settore manifatturiero di tutti i Paesi dell'intera Unione europea non può essere ridimensionato perché, nella prospettiva Pag. 57della serenità delle famiglie europee e italiane – visto che qui ora ci concentriamo sul nostro Paese –, è fondamentale appunto il mantenimento di questi livelli di produzione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,20)

  VINCENZO GAROFALO. Ed è per questo che bisogna appunto intervenire nella sede comunitaria. Questo contesto, quello che i gruppi occidentali hanno dovuto affrontare, cioè quello di una profonda ristrutturazione dei loro stabilimenti e dei siti produttivi, con investimenti importanti per renderli flessibili e sempre più competitivi, oggi è anche oggetto della trattativa tra il Governo, i sindacati e l'azienda, proprio sullo stabilimento di Terni, e credo sia il passaggio più importante.
  Lei ha raccontato ed ha descritto quali sono i passaggi che sono stati già sviluppati da luglio in avanti, quali sono gli investimenti necessari, quali sono i sacrifici accoglibili ed accettabili, quali sono gli interventi sulla ricerca e sull'innovazione che si possono e si devono fare.
  Questo è assolutamente oggi il percorso indispensabile e rappresenta un segnale anche indispensabile in considerazione – come dicevamo prima – di quello che l'acciaio ha rappresentato sempre per l'Italia, per l'intero Paese.
  La distanza tra le parti – lei lo ha detto – io non credo che sia incolmabile. È una distanza che, però, va rapidamente colmata, va rapidamente definita e l'impegno che il Governo fin qui ha espresso...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Garofalo.

  VINCENZO GAROFALO. ... dev'essere portato ancora avanti. Un compito difficile – me ne rendo conto, ce ne rendiamo conto –, in quanto si tratta di mediare tra esigenze complesse e difficili da equilibrare, ma è un impegno che va portato avanti a qualunque costo per salvare produzione, posti di lavoro, sviluppo e il futuro di un settore vitale per tutto il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, signor Ministro, deputati colleghi, ragioniamo insieme su cosa significherebbe la chiusura di AST, perché con il piano presentato da Thyssen AST si chiude. Significa che i prezzi dell'acciaio inossidabile in Italia aumenterebbero del 20 per cento. Il che significa indebolire tutte le aziende che comprano acciaio inossidabile nella battaglia della competizione globale e significa aumentare i costi per le famiglie. Per questo non possiamo permettere che AST venga trattata come una vertenza aziendale con il Governo che è parte terza.
  Allora analizziamo i fatti. I fatti sono che nel 2012, nel momento dell'acquisizione di AST da parte di Outokumpu, l'accordo prevedeva che venisse chiuso Bochum e che AST rimanesse aperta, perché Bochum era energivoro, costi molto più alti e più inquinanti. Dopo tre anni, dopo l'intervento della Commissione europea, siamo al totale cambio di scenario. Bochum continua a produrre, non chiuderà più e rischia di chiudere AST.
  In più cosa succede in Germania ? Thyssen in Germania ha accettato i contratti di solidarietà e si è impegnata a non licenziare nessuno. Thyssen ha rifiutato questa proposta in Italia. Vediamo poi cosa succede in Germania per quanto riguarda gli impianti di Duisburg. A Duisburg, in presenza di un'azienda decotta, c’è una banca che concede 200 milioni di euro di finanziamento, quando in Italia non si troverebbe una banca per il finanziamento e il Governo non potrebbe intervenire perché sarebbe considerato aiuto di Stato.
  Allora, dobbiamo guardare in faccia la realtà e dirci che la Germania ha una strategia industriale, ha le banche che realizzano la strategia industriale del Governo e fa quello che le regole europee Pag. 58non consentono. Ricordo, per inciso, che in Francia dal 2006 è aperta una procedura d'infrazione per aiuti di Stato alle aziende che ancora la Commissione europea non ha preso in considerazione.
  Noi riteniamo che è il momento che il Governo metta sul tavolo europeo questa questione e che si ridiscutano le regole con cui vengono sostenute le aziende considerate strategiche. Per questo abbiamo chiesto un appuntamento a Delrio, in cui presentargli la proposta di costituzione di un'azienda di azionariato diffuso, per cui possa entrare in gioco il fondo strategico italiano e chiediamo a lei, Ministro, di appoggiare questa nostra richiesta di incontro con il sottosegretario Delrio.
  Infine, siamo molto preoccupati per quello che è successo oggi a Roma.
  Ci uniamo alla richiesta dell'onorevole Scotto per chiedere al Ministro Alfano di venire a riferire e chiediamo a tutti, a Terni, in Umbria, in Parlamento, di collaborare a questo grande obiettivo, che è quello di avere finalmente una politica industriale consapevole in questo Paese e manteniamo nervi di acciaio, perché ce la stiamo mettendo tutta (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Signor Presidente e cara Ministra, stamattina io ero in piazza con i lavoratori e le lavoratrici della Thyssen e devo dire che non avevo pensato di fare questo intervento, perché volevo discutere appunto del merito, come lei qui ha detto in aula.
  Ma purtroppo sono costretto a fare un altro intervento, per ripristinare in primo luogo la verità, la verità del grande capolavoro che avete fatto oggi a Roma.
  Il primo – e poi dirò che ce ne sono ancora altri due – grande capolavoro è che lavoratori arrivati stamattina, stanchi e che hanno pagato con la loro tasca i pullman per venire a Roma (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Misto-LED) sono venuti qui per dire: «Ascoltateci», per dire: «Vorremmo dirvi qualcosa», perché vogliono salvare non solo il loro posto di lavoro, ma un'azienda che è il fiore all'occhiello della siderurgia italiana. Sono venuti in modo pacifico ed hanno subito prima delle violente mazzate – fatemelo dire così, perché ero lì – ed hanno subito un'umiliazione.
  La prima la dovete correggere subito, perché altrimenti siete corresponsabili di questa umiliazione: sono stati ricevuti dall'ambasciata tedesca e lo sapete, cari colleghi di questo Parlamento, che cosa si sono sentiti dire dall'ambasciata tedesca ? Si sono sentiti dire: «Riferiremo al nostro Governo».
  Ecco, io vorrei dire al Presidente Renzi: ma lui, che oggi si trova ad essere Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del semestre europeo, quando incontra la Merkel non può dire: «Cara Merkel, nel nostro Paese le ambasciate non hanno il diritto di trattare i lavoratori in questo modo» ?.
  Si possono umiliare i lavoratori in questo modo ? Bisogna riparare, lo dovete fare !
  Ma l'umiliazione ve l'hanno data i lavoratori e nonostante, come si vede, abbiano preso appunto manganellate, perché volevano fare una cosa ovvia: non essendo stati ascoltati dall'ambasciata, dire: «Allora andiamo a chiedere un incontro al Ministero dell'industria, andiamo a sentire, facciamo sentire la nostra voce». Da lei, appunto, volevano venire.
  Ed io e il mio collega Airaudo ci siamo detti: andiamo a parlare con chi gestisce la piazza, con i questori che erano in piazza; e abbiamo detto loro: «Guardate, fateli passare, vogliono semplicemente andare lì». E noi lo abbiamo detto con una grande consapevolezza, perché sappiamo chi sono gli operai di Terni.
  La loro storia la conosciamo bene: non è fatta di violenza, ma di lavoro ed anche di accordi difficili, nei momenti in cui hanno dovuto subire ristrutturazioni e frustrazioni in questi anni (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Misto-LED e di deputati del gruppo Partito Democratico).Pag. 59
  Ed eravamo sicuri che erano pacifici, tant’è vero che lo erano che, nonostante siano stati maltrattati, insieme ai sindacalisti che erano appunto in prima linea – e non c'erano né bendati, né tanto meno gli ultras – e loro sono in ospedale, alcuni dovevano essere lì insieme agli altri colleghi e lavoratori che sono presenti, ma invece si trovano in ospedale... l'altra umiliazione, dicevo, ve l'hanno data loro, perché hanno fatto il corteo per la città di Roma senza fare niente, solo gridando la loro giusta causa.
  E poi avete fatto un altro capolavoro; l'altro capolavoro che avete fatto è che con l'IRAP voi avete fatto una grande cosa: ad un'azienda come Thyssen, che cosa fate ? In cambio di 550 lettere di mobilità, le offrite 7 milioni.
  Ecco, questo è un altro grande capolavoro che avete fatto voi, di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Un altro capolavoro: anziché parlare di politiche industriali, anziché appunto fare quella cornice che lei diceva, per consentire alle aziende non solo di restare in questo Paese, ma per appunto investire.
  Noi chiederemo conto e lo faremo attraverso una mozione di sfiducia al Ministro dell'interno perché quello che è successo oggi è grave. Ed è grave perché la questura di Roma ha detto una falsità e noi siamo pronti a testimoniare che non è così. Non è vero, cari colleghi e colleghe, che i lavoratori volevano occupare la stazione Termini. I lavoratori volevano andare da lei, come poi è stato fatto, e, quindi, questo non lo possono dire. E chi ha sbagliato, deve pagare.
  In ultimo, il tavolo della Presidenza del Consiglio urge per fare due cose. Non si possono ricattare i lavoratori che lottano non pagandogli lo stipendio. Bisogna dargli lo stipendio ! È una cosa indecente che fa la ThyssenKrupp (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Ferrara.

  FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Bisogna fermare la mobilità e bisogna dare una prospettiva a questa azienda (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Onorevole Ferrara, vorrei, ma questo lei lo sa, ovviamente (I deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà mostrano cartelli recanti la scritta: «Alfano dimettiti»). Per favore, levate i cartelli, gentilmente colleghi. Vi pregherei di levare i cartelli, colleghi. I commessi gentilmente tolgano i cartelli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).

  MARCO MARCOLIN. Siete in ritardo !

  PRESIDENTE. Onorevole Ferrara, se i colleghi, compreso l'onorevole Airaudo, me lo consentono, vorrei darle una piccola precisazione. Come lei sa, il Ministro Guidi oggi è stata chiamata per riferire sul merito della vicenda che riguarda la ThyssenKrupp. Ovviamente, sono state molte le richieste, onorevole Ferrara, affinché venga riportata, attraverso la voce del Governo, e credo in particolare del Ministro dell'interno, una ricostruzione di quanto è avvenuto oggi invece riguardo all'ordine pubblico. La Presidenza ha avanzato richiesta al Governo per un'informativa urgente. Non appena il Governo ci comunicherà la disponibilità e la possibilità di venire, ovviamente sarà informata l'Aula, sarà messa all'ordine del giorno e sarà data risposta, cosa che non può fare ovviamente il Ministro Guidi, alle sollecitazioni che lei, e non solo lei, ha avanzato su quanto è accaduto oggi.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, Ministro, noi abbiamo l'impressione che non ce la stiate raccontando tutta fino in fondo, anche per quanto riguarda l'azione di difesa e salvaguardia dei posti di lavoro e dell'acciaieria e, quindi, di difesa dell'operatività dell'acciaieria e di tutto l'indotto che, come lei ha ben ricordato, riguarda l'intero comparto nazionale e, dunque, la sopravvivenza, non Pag. 60solo della AST di Terni, ma di migliaia e migliaia di posti di lavoro sparsi in maniera particolare al nord, cosa che è bene sempre rimarcare e ricordare. C’è da dire, signora Ministro, che è apprezzabile...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Prataviera. Onorevole Rampi, abbiamo tutti un posto dove sederci, grazie. Prego, onorevole Prataviera.

  EMANUELE PRATAVIERA. Dicevo, signora Ministro, che è apprezzabile il suo impegno personale, come lei ha ben ricordato, impegnando notti con i collaboratori e insieme ai sindacati per poter arrivare a una soluzione. Tuttavia, visto che lei ha fatto una cronologia, è bene che anche l'opposizione, in particolare la Lega Nord, faccia un'ulteriore cronologia. In particolare mi riferisco alla cronologia direttamente twittata per così dire dal Presidente Renzi il quale il 7 ottobre sottolineava il suo impegno per l'acciaieria di Terni dicendo che la priorità del Governo è salvare Terni. Due giorni dopo, il 9 ottobre, si rompeva il tavolo di trattativa al Governo. Sfortuna, forse. La cronologia prevede che il 26 ottobre Renzi apprende, in un incontro lampo di dieci, forse quindici minuti, con una delegazione di lavoratori e del sindaco di Terni, che i lavoratori sono in sciopero continuo da più di dieci giorni. Lo apprende lì alla Leopolda e ribadisce la sua priorità comunque a intervenire nei confronti di una serie di soggetti: interloquire con il Governo tedesco per cercare appunto un colloquio per la ThyssenKrupp – e lei non ha citato che li abbia veramente chiamati –, chiedere il ritiro delle azioni unilaterali per riaprire la trattativa – in parte fatto – ed entro lunedì della prossima settimana convocare un tavolo per fare il punto della situazione dopo la riunione che si è tenuta stamattina. Non mi risulta che l'abbia già convocato, anche alla luce dei fatti che sono accaduti al corteo.
  Questa forse è una sfortuna. Vorrei dire tuttavia al PD che ha affidato il proprio pensiero e il proprio intervento in merito a questa vicenda all'onorevole Verini che, se dovesse essere coerente, dovrebbe chiedere la testa di Alfano: se lo facesse, noi saremmo sicuramente pronti a sostenere questa richiesta di dimissioni.
  Non c’è stata raccontata tutta perché, Ministro, nel momento in cui lei dice che il Governo ha chiesto e ha ribadito più volte questa posizione di tenere entrambi i forni attivi, lei ha anche detto qualche minuto prima che invece l'intenzione della proprietà non è quella di mantenere i due forni attivi ma di puntare nella lavorazione a freddo e questa è una cosa che, mi sembra di aver capito, è diversa da quella che lei ha continuato a sostenere. Non riduce la mediazione con cui oggi vi siete lasciati di ridurre i tagli al costo del lavoro da 40 a 30 milioni con incentivi con buonuscita di 50-80 mila euro. Vede tali questioni dovrebbero essere parametrate poi con altre come cosa sta facendo la Germania invece per continuare ad essere un player mondiale nella produzione e nella lavorazione dell'acciaio Ha ricordato prima la collega di Scelta Civica: hanno evitato 4.500 licenziamenti adottando un modello, quello della settimana corta, di cui in Italia non si è nemmeno parlato. Stanno continuando ad investire nel ruolo della siderurgia europea con un ruolo di leadership ma investendo sulla base del rapporto Tajani del 2013, cosa che voi non state facendo nei fatti e, quindi, per questi motivi, che sono motivi importanti, noi non possiamo essere soddisfatti dell'azione del Governo perché, ripeto, è inconsistente e non va a puntare su un rilancio serio della siderurgia di questo Paese. Abbiamo affrontato il problema anche poc'anzi, nella fase di question time, in cui anche nell'Ilva vediamo una gestione direttamente del Governo che non è tesa allo sviluppo del settore in tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Ministro, come lei stessa ha ricordato, il polo siderurgico di Terni rappresenta il più grande Pag. 61sito industriale dell'Italia centrale con oltre 5 mila addetti tra diretto e indotto e coinvolge una platea di oltre ventimila cittadini. Questo è un fatto che rappresenta, da un lato, un'eccellenza concreta e dall'altro un'emergenza sociale tutt'altro che possibile sottovalutare e forse non ci rendiamo conto di quanto l'instabilità sociale stia raggiungendo soglie non più gestibili. L'esempio di oggi ne è una conferma: il livello di ansia e di tensione delle persone rende davvero difficile molte volte riuscire a guardare al futuro con un barlume di speranza.
  Non ripercorrerò le vicende che hanno portato la società proprietaria del sito, la ThyssenKrupp, ad uscire dal settore dell'acciaio inossidabile e la creazione di una nuova società, la Inoxum che comprendeva anche l'acciaio speciale Terni Spa, tenendo conto che poi la stessa Inoxum nel gennaio 2012 fu acquisita dalla finlandese Outokumpu. Ciò che a me stupisce è che questa avrebbe fatto del polo di Terni uno dei leader globali nella produzione di acciaio inossidabile tanto che la Commissione europea aprì un'approfondita indagine sull'acquisizione di Inoxum da parte di Outokumpu al fine di verificare se questa operazione avrebbe potuto dare vita al principale produttore europeo di acciaio inox con la riduzione dei previsti quattro produttori a tre produttori.
  È sorprendente il fatto che la colpa maggiore che viene fatta pagare è il livello dell'eccellenza, è la possibilità di diventare leader europei. Forse se avessero mantenuto, come dire, un profilo più basso in termini di qualità e un profilo più basso in termini di posizionamento industriale avrebbero disturbato di meno. Ciò che sorprende in questo è come la passione, la competenza, la dedizione, la capacità di fare rete da parte di tanti lavoratori invece di risolversi in un valore aggiunto per tutti loro ha costituito forse la principale ragione di una sorta di sguardo – mi permetto di definire – persecutorio proprio nei confronti di questa azienda. Di fatto di fronte ai rilievi della Commissione l'azienda finlandese ha previsto la cessione degli stabilimenti di Terni ad eccezione del tubificio e il trasferimento della linea più moderna per la produzione di acciaio lucido con un potenziale da 130 mila tonnellate ad altro stabilimento del gruppo.
  In altri termini, la soluzione al rischio di diventare leader europei è stata quella di indebolire, andando ad incidere proprio su quelle che erano le aree di maggiore potenzialità industriale, ma anche di maggiore capacità di sviluppo sotto il profilo dell'innovazione tecnologica.
  A seguito dell'esito negativo di alcuni tentativi di acquisizione, che però non erano mai stati formalizzati, del sito di Terni per mani europee ed italiane, ThyssenKrupp ha fornito alla Commissione europea un piano di attività sugli investimenti in Ast e sugli interventi per migliorare la redditività, sulla base del quale, però, la Commissione ha ritenuto che l'acquisizione di Ast da parte di ThyssenKrupp avrebbe preservato una concorrenza effettiva, mantenendo una quarta forza competitiva nel mercato dello spazio economico europeo dell’inox.
  Questa è veramente una cosa sorprendente: cioè, nel momento in cui il nuovo competitor è il competitor della ThyssenKrupp, che rientra nel giro dopo aver venduto l'azienda agli altri fornitori, in automatico, sembra che si abbassi il livello della criticità europea fino, però, poi, a capovolgere totalmente la situazione. La regione Umbria, infatti, e le istituzioni locali, insieme alle organizzazioni dei lavoratori, hanno più volte ribadito la necessità di ottenere maggiori e più dettagliate informazioni in merito alla portata e ai fini del passaggio proprietario che ha condotto lo stabilimento ternano nelle mani della ThyssenKrupp.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLA BINETTI. Non c’è dubbio che gli obiettivi fondamentali da perseguire, i cinque obiettivi fondamentali – l'incremento di redditività, l'ottimizzazione della struttura produttiva, l'ottimizzazione dei costi, la razionalizzazione della struttura del gruppo, l'aggiornamento delle procedure Pag. 62di information technology – non sono mai stati rilanciati con tutta l'energia e con tutta la capacità di cui ci sarebbe stato bisogno.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  PAOLA BINETTI. Sorprende, a questo punto, che i problemi che emergono con assoluta chiarezza siano rappresentati non solo – un minuto ancora, Presidente – dall'occupazione, un'occupazione che tocca veramente il cuore intero di una regione (e tutto ciò che riguarda le capacità di studio, le facoltà universitarie presenti a Terni e, da sempre, le facoltà di ingegneria che sono dedicate all'approfondimento di questo tema); infatti, in questo momento, vi è il più grave problema della coesione sociale, che ci porta ad interrogarci se davvero la globalizzazione è sempre un vantaggio o se, come in questo caso, la globalizzazione non si converta davvero in un'azione autodemolitiva da parte di una regione (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.

  GIORGIA MELONI. Signor Presidente, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale voglio anch'io portare la solidarietà agli operai di Terni che sono stati colpiti questa mattina dalle cariche effettuate dalla Polizia. Riteniamo anche noi che il Ministro Alfano debba fare immediata chiarezza su questi avvenimenti e, purtroppo, non posso non rilevare come la gestione dell'ordine pubblico di oggi sia drammaticamente in linea con la gestione da parte del Governo di tutta la vicenda delle acciaierie di Terni.
  Perché, Presidente, questo è un Governo bravo a fare il forte con i deboli e il debole con i forti; un Governo che non ha la forza, gli attributi per reagire di fronte alla speculazione che viene fatta a danno dei lavoratori e delle produzioni italiane e che, poi, trova immediatamente coraggio quando si tratta di far caricare delle persone disperate, che manifestano per difendere i loro diritti e la loro dignità.
  Perché lo dico ? Perché, non sfugge a quasi nessuno dei colleghi che sono intervenuti quale sia la questione alla base della vicenda di Terni. La storia delle acciaierie di Terni, Presidente, è la storia della debolezza italiana nei confronti dell'Unione europea. A Terni, 550 operai non stanno rischiando di perdere il posto di lavoro perché non sanno fare il loro lavoro; non è una delle tante storie per cui l'Italia è fanalino, l'Italia non è capace, l'Italia deve fare i compiti a casa: le acciaierie di Terni sono un'assoluta avanguardia nella produzione del siderurgico continentale. Una assoluta avanguardia. Qual è il problema ? Il problema è che quegli operai rischiano il posto di lavoro perché, a fronte della contrazione del mercato siderurgico, qualcuno che in Europa comanda decide che a pagare la contrazione del mercato siderurgico debbano essere gli stabilimenti italiani.
  Certo, a monte noi non staremmo messi così se non avessimo avuto quelle sciagurate privatizzazioni con le quali l'allora Presidente Prodi consentì che alcuni fortunati potessero speculare, comprando dallo Stato italiano dei veri e propri gioielli a due lire, rivendendoseli, dopo pochissimo, a dei privati a somme stratosferiche e in molti casi a privati stranieri, in questo caso a un privato tedesco che è la ThyssenKrupp.
  Allora, che cosa accade ? Di fronte alla contrazione del mercato, quando la ThyssenKrupp si trova a dover correre ai ripari, chiaramente opta non per la chiusura degli stabilimenti tedeschi, ma per la chiusura o, comunque, per il ridimensionamento degli stabilimenti italiani. Perché, le altre nazioni, a differenza nostra, sono abbastanza capaci di difendere i loro interessi nazionali. Ciononostante, le acciaierie di Terni sono talmente all'avanguardia che si trova immediatamente un altro compratore, c’è un'altra bella multinazionale che vuole comprare, acquisire queste acciaierie, mantenendo i livelli di produzione, perché ritiene che valga la pena investire su queste acciaierie. La Commissione Pag. 63europea lo sa e non dice niente fino all'ultimo momento, quando interviene il Commissario Almunia e dice: scusate, non si può fare questa acquisizione perché è contraria alle regole sulla concorrenza nel mercato; cioè si rischia che la multinazionale finlandese, insieme alle acciaierie di Terni, siano troppo forti e potrebbero magari dare fastidio a qualcun altro che deve difendere i propri interessi. Questo è esattamente quello che è accaduto.
  Quando Almunia dice che i finlandesi non possono comprare le acciaierie di Terni dice anche che le acciaierie di Terni dovranno rappresentare il perno per la costituzione del quarto competitore europeo nel mercato della produzione del siderurgico. Quindi, le acciaierie tornano alla Thyssen, ma la Thyssen ha questa prescrizione.

  PRESIDENTE. Onorevole Giorgia Meloni, concluda.

  GIORGIA MELONI. Mi avvio a concludere, Presidente. La Thyssen rispetta questa prescrizione ? No ! Che gliene frega a loro, loro sono tedeschi, mica sono italiani, loro le regole non le rispettano, casomai le scrivono e gli altri si adeguano. Allora, penso, signor Presidente, che, di fronte a questa vicenda, e lo dico al Ministro Guidi e la ringrazio per il lavoro che è molto complesso, sia sbagliato l'approccio: noi non dobbiamo andare a trattare con la Thyssen se tagliare, chiudere mezzo forno, un forno, tagliare 500 dipendenti, tagliarne 200 o tagliarne 300; noi dobbiamo andare in Europa a dire che l'Europa deve mantenerne i suoi impegni, perché l'impegno era che Terni rimanesse il perno del quarto competitore siderurgico in Europa e gli impegni la Thyssen non li sta mantenendo.
  Noi dobbiamo andare a chiedere in Europa che cosa l'Europa intenda fare perché si possano mantenere gli impegni. Questo deve fare il Governo italiano, deve fare questo, deve dire che il piano della Thyssen è irricevibile, che non siamo in nessun caso disposti a smembrare questi stabilimenti e deve anche dare la propria disponibilità, dimostrando che, una volta tanto, anche noi sappiamo difendere i nostri interessi nazionali, ad intervenire, se necessario, con l'acquisizione da parte dello Stato di alcune quote delle acciaierie di Terni, utilizzando, mi pare sia stato detto da alcuni colleghi, gli strumenti finanziari che noi abbiamo a disposizione, come quello del Fondo strategico italiano. Questo si deve fare, tutto il resto Ministro, mi scusi – e concludo, Presidente – sono chiacchiere. Non ci sono alternative, salvo quella di continuare a comportarci come una colonia tedesca e fanalino di coda dell'Unione europea anche se siamo rappresentanti di quello che chiamiamo popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, colleghi e colleghe, signora Ministro, anch'io avrei preferito fare un intervento nel merito di questa vertenza e prima di me, visto che ho solo pochi minuti, sono intervenuti colleghi e colleghe sia della maggioranza che dell'opposizione ad indicare quale debba essere il rafforzamento delle iniziative del Governo per mettere non solo in sicurezza i posti di lavoro, ma per dare una prospettiva all'intero comparto siderurgico e a una delle eccellenze del nostro Paese.
  Tuttavia, mi lasci dire – io parlo a lei in quanto rappresentante del Governo e in quanto sostenitore di questo Governo – che oggi non si può e non si deve accettare che ci sia una giornata come le altre da mettere tra parentesi. Le botte agli operai non possono essere date mai (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei e di deputati del gruppo Partito Democratico), mai, perché quello che è accaduto stamattina rappresenta una lesione nel rapporto di fiducia che non è la prima volta che accade, ma oggi è accaduto in maniera assolutamente inaudita.
  E voglio dire – e questo noi chiediamo che venga detto anche in quest'Aula innanzitutto Pag. 64dal Ministro dell'interno – che questa volta le responsabilità dovranno essere circoscritte e segnalate: o è responsabilità del Ministro dell'interno, o è responsabilità del prefetto – che più di una volta, proprio in questa città, non è stato in grado di gestire l'ordine pubblico – o è del questore. Non potrà essere questa la giornata nella quale ciascuno potrà dire: c'era ben altro a cui pensare. Questo atto di aggressione immotivata ed ingiustificabile nei confronti di lavoratori che stavano lottando e dicendo semplicemente la verità, cioè che hanno diritto a continuare la loro attività e a promuovere quella che è una delle grandi imprese italiane, deve essere risarcito. Per questo credo anch'io che tutti noi, quelli che hanno responsabilità politiche, debbano scusarsi con questi lavoratori. Io personalmente lo faccio, anche se ritengo che sia stata la responsabilità di chi ha gestito questa piazza, ma penso che anche il Governo possa e debba andare in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e diritti-Socialisti europei e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.

Discussione del disegno di legge: S. 1612 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, recante misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile (Approvato dal Senato) (A.C. 2681) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali) (ore 17,50).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Molteni ed altri n. 1, Brunetta e Chiarelli n. 2 e Bonafede ed altri n. 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 2681), presentate al disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2681: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, recante misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile.
  Avverto che, a norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
  Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
  L'onorevole Molteni ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per illustrare questa ennesima e reiterata questione pregiudiziale, proprio perché ormai credo che la questione pregiudiziale di costituzionalità sia diventata una costante da parte delle opposizioni esattamente laddove la decretazione d'urgenza è diventata una costante da parte di questo Governo. Io credo sia estremamente grave l'atteggiamento che il Governo sta assumendo, anche l'atteggiamento della maggioranza e – mi sia consentito di dire, mi rivolgo alla Presidenza – il fatto che venga consentito e non ci siano moniti costanti e continui da parte della Presidenza della Camera al Governo per abbandonare questa strada, che è una strada di abuso totale. Ormai stiamo assistendo all'abuso nell'utilizzo della decretazione d'urgenza da parte del Governo, disinteressandosi totalmente di ciò che è una prassi parlamentare e una prerogativa del Parlamento, ovvero che la potestà normativa e legislativa appartiene al Parlamento. Quindi, venendo meno questo presupposto, si violano sostanzialmente quelli che erano i principi costituenti che hanno incardinato la nostra Carta costituzionale. Ma credo che proprio i principi Pag. 65stessi che stanno alla base della decretazione d'urgenza siano principi che vengono sistematicamente scavalcati e sistematicamente non presi in considerazione, in modo particolare il principio della straordinarietà. Ormai, la decretazione d'urgenza, da elemento di eccezionalità che dovrebbe caratterizzare l'azione legislativa del Parlamento e del Governo, è diventata invece una costante, una prassi continua. Così come, il principio della straordinarietà, che dovrebbe essere uno degli elementi, una delle prerogative fondamentali che portano il Governo ad utilizzare questo strumento, appunto eccezionale, ormai, da fatto straordinario è diventato fatto ordinario.
  Così come i presupposti e lo dico ancorando il tutto, rispetto a questo, al decreto sulla giustizia civile che altro non è, e lo diremo poi anche durante il dibattito, che un pannicello caldo che non risolve assolutamente, e lo diciamo al sottosegretario Ferri: questo decreto non risolve assolutamente i problemi annosi e sistematici della giustizia civile. Se è vero che il problema della giustizia civile è un problema urgente e necessario che si sta ormai prorogando e che si sta ormai trascinando da lungo tempo, è altresì vero che questo decreto, che lo strumento che viene utilizzato per affrontare un problema grave e sistematico quale è il problema della giustizia civile...

  PRESIDENTE. Onorevole Fragomeli, la potrei pregare gentilmente di andare al suo posto ? Grazie.

  NICOLA MOLTENI. ... in Italia, le misure che vengono individuate, che vengono adottate da questo Governo non rappresentano una soluzione urgente e necessaria e immediata per risolvere i due grandi fardelli, i due grandi problemi, le due grandi macchie che il sistema della giustizia italiana ha, e in modo particolare la giustizia civile, che sono rappresentati, da un lato, dall'arretrato. Io voglio ricordare a questa Aula che il nostro sistema giustizia ha qualcosa come 5 milioni e mezzo di cause civili pendenti e 3 milioni e mezzo di cause penali pendenti. Ebbene, se il problema della giustizia civile è urgente ed è necessario affrontarlo con urgenza e tempestività, questo decreto non ha in sé, non contiene quegli strumenti che vanno a risolvere questo tipo di problema.
  Così come il decreto non affronta, nella straordinarietà e nell'urgenza, l'altro grave e annoso problema della giustizia civile e penale del nostro Paese che è legato all'irragionevole durata dei processi. Ricordiamo che, poco tempo fa, il Presidente Renzi, tra i mille annunci dei mille giorni, ha annunciato che la giustizia civile in Italia potrebbe radicalmente trasformarsi e si potrebbe arrivare ad una sentenza civile di primo grado addirittura in un anno; noi siamo assolutamente convinti che questo decreto non risponda a questa necessità, che non è solo la necessità insita nella giustizia civile e penale del nostro Paese; noi sappiamo benissimo che un sistema giustizia che non funziona, lento, farraginoso, che non dà giustizia o, nella peggiore delle ipotesi, dà una denegata giustizia va anche ad incidere (la malagiustizia, la cattiva giustizia, la lenta giustizia, la giustizia lumaca), in maniera sistematica e significativa, sugli effetti economici del nostro Paese. Perché un Paese come il nostro, che dovrebbe essere la patria del diritto ma che è diventato la negazione della patria del diritto, nel momento in cui ha un sistema giustizia che non funziona, il non funzionamento della giustizia civile e penale poi va a riflettersi anche sulla mancanza di capacità di investimento, sull'attrazione di investimenti che altri Paesi possono avere rispetto al nostro Paese stesso.
  Quindi, manca il presupposto della straordinarietà, manca il presupposto della necessità ed urgenza, manca il presupposto dell'omogeneità, come più volte, tra l'altro, il Capo dello Stato ha ribadito, richiamando il Parlamento e il Governo alle proprie responsabilità. Io mi chiedo, e vi chiedo, e chiedo in modo particolare al Governo, da un lato, e ai parlamentari di maggioranza dall'altro lato: cosa ci azzecca all'interno di questo decreto la modifica Pag. 66che è stata portata al processo di modifica delle circoscrizioni giudiziarie ? Vi chiedo che tipo di intendimento può avere il fatto che siano stati aggiunti due nuovi uffici del giudice di pace, a Ostia, da un lato, e a Napoli, dall'altro lato, rispetto a quella che dovrebbe essere, in teoria, la finalità di questo decreto e cioè rendere il sistema di giustizia più veloce, più rapido in modo tale da poter fornire risposte più serie e più convincenti ai nostri cittadini.
  Io voglio ricordare che con questo decreto si avvia un processo a mio avviso estremamente pericoloso che è il processo di privatizzazione del sistema giustizia italiano, perché esattamente nel momento in cui si incentiva e si favorisce, come si prevede all'articolo 1, la possibilità di poter decongestionare il sistema giudiziario, quindi le aule di giustizia, portando la causa e il contenzioso dall'aula di giustizia, luogo pubblico per eccellenza, di fronte ad un giudice terzo e in teoria, per definizione, imparziale e terzo rispetto al contenzioso, lo si trascina fuori dall'aula di giustizia e lo si porta all'interno dello studio degli avvocati attraverso la procedura dell'arbitrato, credo che siamo di fronte ad un processo di privatizzazione della giustizia che viene a cozzare fortemente con la funzione anche sociale della giustizia stessa. Questo lo dico soprattutto nei confronti di quelle forze politiche e nei confronti di quelle parti politiche all'interno della maggioranza che dovrebbero avere maggiore sensibilità rispetto anche ad una funzione sociale della giustizia. Privatizzazione della giustizia che dall'altro lato comporterà anche a carico del cittadino un maggior costo e quindi con il paventato rischio di scaricare ulteriormente i costi della giustizia e in modo particolare i costi di entrata rispetto al sistema giudiziario, di scaricarli vergognosamente in un momento di difficoltà e di crisi sul cittadino medesimo.
  Io credo, Presidente, che anche da parte della Presidenza della Camera – mi rivolgo ovviamente a chi in questo momento sta sostituendo la Presidente Boldrini – io credo che la Presidente Boldrini non possa più accettare questa continua ingerenza e questa continua invasione di campo dal Governo rispetto ad una prerogativa, ovvero la prerogativa legislativa, che dovrebbe far carico esclusivamente, o in via prevalente, al Parlamento. Io credo che la democrazia parlamentare abbia una propria funzione, la democrazia parlamentare si esplica in modo particolare all'interno di quest'Aula. Faccio anche presente che non solo lo strumento del decreto-legge è uno strumento abusato, ma è uno strumento altrettanto abusato quello della fiducia e ormai sta diventando uno strumento altrettanto abusato come il decreto-legge e la fiducia il fatto che le Commissioni stesse abbiano poco o pochissimo tempo per poter entrare nel merito dei decreti stessi. Credo che ci siano quindi sufficienti motivazioni di natura costituzionale e di merito per poter bloccare questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. L'onorevole Chiarelli ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Brunetta e Chiarelli n. 2.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, colleghi, vorrei entrare un attimo nel merito del provvedimento, condividendo in pieno peraltro tutte le osservazioni fatte dal collega Molteni, al quale mi rifaccio in ordine all'assoluta mancanza dei presupposti di urgenza, così come dovrebbe essere nel momento in cui si pone un provvedimento di questo tipo all'attenzione dell'Aula. Il provvedimento si compone di sette capi: il capo I reca disposizioni per l'eliminazione dell'arretrato e il trasferimento in sede arbitrale dei procedimenti civili pendenti; il capo II disciplina la procedura di negoziazione assistita da uno o più avvocati; il capo III prevede ulteriori disposizioni per la semplificazione dei procedimenti di separazione personale e di divorzio; il capo IV è dedicato alle disposizioni volte a garantire la funzionalità del processo civile di cognizione; il capo V riguarda la tutela dei crediti e l'accelerazione e semplificazione del procedimento di esecuzione Pag. 67forzata (per chi non l'ha letto, in caso di ritardo delle pubbliche amministrazioni il pagamento degli interessi dovrebbe andare da quello che è oggi previsto all'1 per cento addirittura sino all'8 per cento); il capo VI è dedicato all'organizzazione giudiziaria e, così come è stato detto prima, come al solito in questo Parlamento si fanno due pesi e due misure, tant’è che abbiamo depositato un emendamento perché non si riesce a comprendere il perché si dia la possibilità solamente a Barra, nel napoletano, e a un'altra città solamente, di poter aprire l'ufficio del giudice di pace, tant’è che per una questione non solo di campanilismo, ma anche di necessità e obiettività, è stato chiesto dal sottoscritto che venga anche riaperta la sede del giudice di pace di Grottaglie.
  L'ultimo capo è dedicato quindi a questo tema e francamente mi sarei aspettato che il Governo non ponesse questo provvedimento in quanto le lamentele in ordine a quello che è stato – diciamo così – già un provvedimento aspramente criticato dai vari territori venisse portato all'ordine del giorno, però lo si riducesse attraverso un maxiemendamento a quello che è limitato solo ed esclusivamente a due città rispetto a tutte le altre che hanno veramente necessità, perché il Ministero sa bene che attraverso i parametri entrerebbero sicuramente a far parte prima ancora di quelle che il Governo ha scelto di riaprire.
  Detto questo, non si riesce a comprendere, ancora una volta, come una materia così delicata possa essere affrontata con decretazione d'urgenza in considerazione del fatto che sostanzialmente si vuole reintrodurre un istituto che già tempo fa questo Governo e i Governi precedenti hanno cercato di imporre e che, allo stesso tempo, non ha mai avuto una buona sorte. Io mi riferisco alla mediazione, mi riferisco alla mediazione per quanto riguarda i sinistri stradali e per quanto riguarda la materia del risarcimento dei danni da circolazione stradale e natanti.
   Noi sappiamo bene che già nel 2011 è stata sperimentata questa forma di mediazione e dopo sette mesi, al di là del fatto che è stata dichiarata incostituzionale, ci si è trovati di fronte al fatto che effettivamente si erano allungati i tempi della giustizia che oggi tutti i cittadini rivendicano e ci chiedono. Io ritengo che stiamo andando nella direzione opposta: al posto veramente di snellire il procedimento, noi stiamo consentendo non solo ai cittadini un enorme esborso di spesa, ma allo stesso tempo li stiamo anche sacrificando per avere risposte di giustizia in tempi ancora più lontani rispetto a quelli che sono oggi.
  Poi vi è un altro dato, cari colleghi: non si riesce a comprendere – e questo è stato anche oggetto di discussione oggi all'interno della Commissione, dove francamente il rappresentante del Governo non riesce a dare alcuna risposta, nonostante ripeto, e lo dico pubblicamente, l'affetto e la stima che ho nei confronti del sottosegretario qui presente – come mai si escluda dalla mediazione tutto quello che riguarda la materia lavoristica, previdenziale e di assistenza e ritengo che veramente ciò sia un controsenso. Da un lato, ci si chiede di voler a tutti i costi accelerare la fase della mediazione e quello che in Italia costituisce il bubbone più grosso in ordine all'arretrato del contenzioso in natura di lavoro lo si esclude da quello della mediazione, quando io ricordo che già nel 1973 e nel 1975, quando fu introdotta la riforma del diritto del lavoro, il giudizio del lavoro doveva rientrare tra quelli speciali e doveva essere quello più celere, mentre oggi ci troviamo ad avere dei tempi biblici – quasi due anni – e non penso solo ai tribunali di Taranto, di Bari, di Brindisi, di Lecce, ma a quelli di tutta Italia, quando per la fissazione di un'udienza di lavoro un lavoratore o chi...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Chiarelli. Colleghi, sta preoccupantemente salendo il brusio e l'onorevole Chiarelli non riesce quasi più a parlare. Prego, onorevole Chiarelli.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Non è questo che mi preoccupa, quanto il fatto che non siano attenti su Pag. 68questo provvedimento e poi ci sarà la Corte costituzionale o qualche altro organo che lo dichiarerà illegittimo.
  Dicevo che questo provvedimento è intriso veramente di contraddizioni. Questo provvedimento non ha le caratteristiche che abbiamo detto e anche io mi rivolgo alla Presidente della Camera, alla signora Presidente, affinché veramente induca questo Governo ad eliminare questa prassi a cui ormai ci ha abituato. Ma ritengo che questi dibattiti e questi argomenti, cioè la riforma della giustizia civile, così come la riforma della giustizia in generale, siano oggettivamente degli argomenti e delle soluzioni che, insieme ai colleghi che fanno parte con me della Commissione, non riusciamo in quella sede, considerati anche i tempi ad onor del vero, a poter esternare.
  Io ritengo che questi provvedimenti debbano essere affrontati con serenità nell'interesse degli italiani, nell'interesse dei cittadini e di coloro che veramente hanno necessità e sete di giustizia. Non è un provvedimento che noi possiamo licenziare favorendo gli istituti di mediazione o magari dando ancora una volta un contentino ai colleghi avvocati. È chiaro che questo è un successo sicuramente perché consente, una volta tanto, di avere la gratificazione della presenza obbligatoria di una categoria che ritengo sia stata altamente tartassata.
  Però il Governo potrebbe fare altro, per esempio potrebbe rivedere anche quei minimi tariffari che sono stati eliminati tempo fa. Il Governo potrebbe consentire certamente alla categoria professionale di riavere con orgoglio quello che è il ruolo che riveste all'interno delle istituzioni. Io penso che questo provvedimento veramente vada completamente cassato. Ma così, giusto nel merito, e poi mi avvio alle conclusioni, io ritengo che questo provvedimento non possa avere il plauso dell'Aula. Questa è una questione pregiudiziale per la quale noi voteremo a favore perché riteniamo che su quello che oggi stiamo dicendo, e che rimane agli atti, fra non tantissimo tempo, ma fra alcuni mesi, sicuramente ci verrà data ragione, perché questi provvedimenti sono targati pienamente dalla illegalità e dalla illegittimità.
  Però, ecco, le dico giusto così, per spingermi anche oltre: noi abbiamo avuto un testo che è stato approvato dal Senato e poi stranamente il Governo ha presentato un maxiemendamento che contrariamente – mi risulta – ad una prassi consolidata è difforme dal testo licenziato in sede referente, quindi noi oggi ci troviamo con una decretazione d'urgenza, con un provvedimento trasformato e con un provvedimento con il quale ancora una volta non siamo riusciti né in Commissione né in Aula a fare gli interessi dei cittadini e a fare gli interessi degli italiani. Ecco perché noi voteremo a favore di questa pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. L'onorevole Bonafede ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 3.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, stiamo parlando oggi della pregiudiziale rispetto al provvedimento pubblicizzato ai quattro venti come riforma della giustizia civile. Ora, in primo luogo, sottolineiamo che non c’è nessuna riforma e che questo provvedimento non servirà assolutamente a nulla, figuriamoci a diminuire il numero delle cause attualmente pendenti presso i tribunali civili italiani.
  Ma quello che voglio oggi sottolineare è il profilo di gravissima incostituzionalità, la violazione ormai palese e sistematica della Costituzione italiana ad opera di Matteo Renzi e del suo Governo, una violazione che viene perpetrata con questo provvedimento innanzitutto nel merito, come vedremo poi quando verrà affrontato, se ne avremo il tempo, con violazione dei diritti dei cittadini e soprattutto dei cittadini più deboli. Ma è una violazione che avviene ancora una volta in via sistematica sull'articolo 77 della Costituzione. Ma io mi chiedo: ma qualcuno ha problemi di lettura ? Avete problemi di vista o vi si appanna quando arrivate all'articolo 77 della Costituzione (Applausi dei Pag. 69deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Il quadro che veniva indicato dai padri della Costituzione era quello di un Parlamento che legiferava e di un Governo che poteva intervenire con provvedimenti che avevano forza di legge soltanto in casi straordinari con presupposti di necessità e urgenza e qui ancora una volta quel quadro viene totalmente stravolto. E come viene stravolto ? Ci sono dei punti principali: innanzitutto, proprio perché dovrebbe avvenire solo in casi di straordinarietà e di urgenza, non potrebbe disciplinare materie così importanti come la giustizia italiana; non lo potrebbe fare e invece questo provvedimento lo fa. Lo fa e interviene su materie totalmente eterogenee tra di loro. Ricordo la negoziazione assistita, gli arbitrati, le ferie dei magistrati, l'introduzione di nuove sedi dei giudici di pace. Insomma, interviene nella giustizia italiana, non contribuirà a migliorare la giustizia italiana e lo fa – ripeto – in violazione dell'articolo 77, una violazione che diventa in questo caso palese ed esplicita perché ci sono norme che diventeranno vigenti addirittura novanta giorni dopo la conversione in legge del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E allora dov'era la necessità e la straordinarietà ? Non era da nessuna parte chiaramente. Questo è un problema che poi si rifletterà anche sulla legge che convertirà il decreto-legge, che potrebbe andare dinanzi alla Corte costituzionale ed essere dichiarata incostituzionale, perché per giurisprudenza pacifica questo vizio si trasmette anche sulla legge di conversione.
  E a quel punto cosa ci sarà ? Una Corte costituzionale che, magari, sarà stata ingiusta nei confronti della riforma ? Matteo Renzi avrà il coraggio di parlare di Corte costituzionale politicizzata, proprio lui che, per 20 volte, fino ad ora, ha provato ad inserire all'interno della Corte costituzionale Luciano Violante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Avrà la possibilità, la temerarietà e l'arroganza di dichiararsi offeso dalla politicizzazione  ? E ricordo che, se oggi Luciano Violante non è un giudice della Corte costituzionale, è solo ed esclusivamente grazie al MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Qui assistiamo ad una totale e completa mortificazione del Parlamento italiano. Abbiamo avuto un giorno, un giorno, in Commissione giustizia, per poter analizzare la riforma della giustizia civile, la cosiddetta riforma, e poter presentare gli emendamenti. Abbiamo avuto una mattinata, stamattina, mentre vi erano i lavori dell'Aula, per poter studiare gli emendamenti degli altri e valutare la nostra posizione.
  E allora, di fronte a questa mortificazione, come possiamo non denunciare il fatto che questa democrazia dovrebbe trovare le sue colonne portanti in tre poteri e nella separazione di quei tre poteri: da una parte l'esecutivo, da un'altra parte il legislativo e dall'altra il giudiziario. Siamo, invece, di fronte a un Esecutivo che non fa altro che mortificare, in maniera gravissima, il ruolo del Parlamento e dei parlamentari, e che attacca, in maniera ormai costante, la magistratura italiana.
  Insomma, un potere esecutivo che ritiene di essere il solo potere capace di agire nella nostra democrazia. E allora, signori miei, quando in una democrazia vi è un solo potere che pensa di poter agire in quella democrazia, allora siamo in un momento grave, quasi a un punto di non ritorno, perché siamo di fronte ad una Repubblica presidenziale, che, a tratti, diventa dittatura.
  E allora capiamoci: siamo contrari alla Costituzione ? Siamo contrari a quelle norme che ci dovrebbero far stare qui a lavorare per i cittadini italiani ? Almeno diciamolo esplicitamente ! Io contesto ufficialmente e denuncio ufficialmente la complicità e l'inerzia, perché chi è inerte è anche complice del Presidente Grasso al Senato e della Presidente Boldrini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), capaci di fare soltanto moniti astratti, senza mai pronunciare le parole «Matteo Renzi», per dire chi è il vero colpevole dell'abuso della decretazione d'urgenza. Non si può dire sempre: «si Pag. 70dovrebbe», «avremmo bisogno», sempre usare questo condizionale. Si sa di chi è la colpa della mortificazione del Parlamento. Contesto ufficialmente e denuncio l'azione del Presidente della Repubblica Napolitano, gravemente colpevole di non garantire il rispetto dell'articolo 77 della Costituzione e inidoneo, in questo caso, a far sì che il Governo possa rispettare le istituzioni italiane. Presidente, ancora mi arrabbio, mi arrabbio, quando assisto a queste cose, mi arrabbio perché...

  PRESIDENTE. Mi scusi, prima di finire di arrabbiarsi.... Colleghi, dovete lasciare liberi i banchi del Governo. Prego.

  ALFONSO BONAFEDE. Mi arrabbio perché ho studiato sui libri di diritto, ho studiato giurisprudenza, mi sono innamorato del diritto, pensando che il diritto debba essere l'espressione nobile della volontà del popolo. E, invece, vedo che il diritto qui viene costantemente mortificato. Pensavo di venire qui e di servire la Costituzione, pensavo di farlo veramente, e sarei orgoglioso di definirmi, in questo senso, servo della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E vorrei che anche gli altri parlamentari si sentissero servi della Costituzione, ma, purtroppo, purtroppo, vedo che l'unica cosa di cui non sono servi è la Costituzione. Sono servi dei poteri forti, sono servi di un Presidente-capo di partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siamo diventati la barzelletta della figura del Parlamento italiano. Avevo anche provato a cercare qualche citazione, dotta e colta, dei padri della Costituzione.
  Avevo trovato delle bellissime frasi di Calamandrei sull'importanza del Parlamento, sull'importanza dell'opposizione per la maggioranza, che nell'opposizione trova modo di migliorarsi. Però, sinceramente, credo che tutte quelle frasi per il Parlamento, così come si è ridotto oggi ed è ormai in questa legislatura quasi costantemente, siano frasi sprecate.
  Mi viene in mente, invece, una parodia. Quando penso al Parlamento, altro che frasi di padri della Costituzione ! Mi viene in mente Maccio Capatonda nelle sue parodie, perché ormai questo Parlamento è una parodia. Dice che esistono storie che non esistono, in uno dei suoi finti trailer parodia. Ed è questo: esiste un Parlamento, che non esiste; esistono parlamentari, che non esistono. Continuiamo – anzi, continuate e noi ci opporremo – a dare vita ad una farsa, una farsa incredibile, in cui discutiamo, in cui votiamo, ma in realtà l'obiettivo ultimo è ancora una volta di assecondare questo Governo.
  Allora, volete la farsa ? Ve la facciamo portare fino in fondo, visto che tanto prendete 15 mila euro al mese circa, ad eccezione dell'indennità di carica, per portare avanti le farse ! E staremo qua giorno, notte, tutto il tempo che volete, perché almeno i cittadini italiani sappiano chi fa politica e chi, invece, mette in piedi un teatrino patetico, come quello che costantemente voi state mettendo in piedi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, poco fa abbiamo sentito una serie di commenti sul merito, che non serve commentare in questa sede. Sulla questione pregiudiziale da Forza Italia e dalla Lega Nord sono state poste una serie di considerazioni di merito che ovviamente sono irrilevanti.
  Per quel che riguarda la disciplina del decreto-legge e le contestazioni relative alla legittimità di questo decreto-legge e della relativa legge di conversione, abbiamo detto più volte che la questione pregiudiziale di costituzionalità è diventata una parte del procedimento, ogni volta in cui si parla di conversione di un decreto. In alcuni casi, confesso che anche noi, che siamo stati in maggioranza, abbiamo avuto e posto dei problemi riguardo ad alcuni decreti, nei quali il legame di omogeneità era sicuramente minore che in questo caso.Pag. 71
  Ma è abbastanza singolare che tutte le questioni pregiudiziali dicano che quello della giustizia civile sia un problema e sia un'emergenza e poi, in tutte quante, si dica: sì, è un'emergenza, ma ciò nonostante il Governo non può intervenire per difetto del requisito dell'urgenza.
  Ora, non esiste un principio per il quale non si possa intervenire in materie importanti, come ha detto prima l'onorevole Bonafede, ma esiste un principio che impedisce le riforme di sistema. Quello è vero, non si può riformare l'intera giustizia civile, questo non si può fare per decreto-legge. Ma realizzare una serie di interventi, che servano ad accelerare il processo ed a smaltire l'enorme arretrato che oggi esiste, è sicuramente legittimo, perché un vincolo di materia in questo campo non esiste.
  Questo è uno dei decreti-legge forse più omogenei che abbiamo discusso quest'anno. Gli altri erano spesso legati da un vincolo di obiettivo, per esempio si parlava di rilancio della competitività e, di per sé, la Corte costituzionale ha ritenuto quello degli obiettivi un elemento sufficiente. Negli altri c'erano legami di questo tipo. Qui, invece, si parla proprio della stessa materia, per cui parlare di eterogeneità è abbastanza assurdo.
  Altrettanto vale come discorso, per quella che è la contestazione che è stata fatta su singole norme. Qui non stiamo discutendo se una singola norma – ad esempio quella sull'entrata in vigore differita di alcune parti su cui poi ritornerò – sia costituzionale o meno. Qui stiamo dicendo se l'esercizio della decretazione d'urgenza da parte del Governo in questa materia sia stato legittimo o no.
  Bene, è un'emergenza: lo Stato continua a pagare sanzioni spaventose anche per sentenze europee per i ritardi della nostra giustizia. È pacifico che questo costituisca motivo d'urgenza e vi sono anche pronunce su questo punto. Quindi, parlare di difetto del requisito dell'urgenza è semplicemente errato.
  Così come è sbagliato parlare di mancanza di omogeneità. Ci sono norme sulle quali qualche dubbio di costituzionalità può emergere e ne discuteremo spero in Commissione e su questo mi associo alla speranza che si possa discutere immediatamente ed a lungo su questo tema in Commissione.
  Però questo non ha niente a che vedere con la legittimità di questo decreto-legge, perché stiamo parlando di un decreto-legge che riguarda un tema emergenziale, che non riforma l'intera materia e che è omogeneo nei suoi contenuti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, egregi colleghi, noi non abbiamo presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità, ciò nonostante siamo ben consapevoli che stiamo procedendo ulteriormente sulla via dell'abuso della decretazione d'urgenza.
  Noi voteremo a favore delle questioni pregiudiziali presentate. Però volevamo tentare di richiamare il Parlamento sul fatto che – io almeno sto qui dall'inizio della legislatura – noi siamo stati completamente espropriati della nostra funzione, ma quello che è grave è che ciò avviene con grave danno per gli interessi degli italiani nella materia di cui stiamo parlando in questo caso. Faccio presente che tutte le norme che sono state introdotte in questa maniera si sono rivelate quasi tutte fallimentari.
  Sapete quante volte siamo intervenuti in materia di codice di procedura civile dal 2003 ? Ben 17 volte: nel 2003, nel 2005, nel 2006, nel 2009, nel 2011 siamo intervenuti con 6 tra leggi, decreti-legge e decreti legislativi, nel 2012 siamo intervenuti per ben 4 volte, sempre con decreti-legge normalmente, nel 2013 una volta, nel 2014 per ben 2 volte. È inutile ricordarvi che ogni volta questi decreti-legge portano nomi altisonanti: «in una prospettiva di crescita», «decreto del fare», «prospettiva Italia», «salva Italia», «destinazione Italia» e via discorrendo.
  La verità è che poi noi, a distanza di pochi anni, come in questo caso, interveniamo su materie sulle quali siamo già Pag. 72intervenuti precedentemente. E questo la dice lunga non soltanto sul fatto che questi decreti-legge molto spesso sono proprio profondamente anticostituzionali, ma anche sul fatto che sono soprattutto inefficaci, come sono inefficaci le politiche che inducono ad adottarli: questo è il vero problema.
  Ora, non parliamo poi della demagogia insita anche nelle titolazioni. Badate, in questo caso si parla di «misure urgenti per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile». Su 20 articoli sostanziali, sapete quanti articoli sono dedicati al tentativo di ridurre il contenzioso pendente ? Solo l'articolo 1. E sapete in che maniera si dovrebbe abbattere il contenzioso – è stato ricordato – di 5 milioni di cause civili ? Nell'articolo 1 è scritto che le parti, quando si sono stancate della causa di fronte al giudice, o addirittura in grado di appello, potrebbero dire: «Basta, signor giudice, mi hai stancato, io vado, insieme al mio collega avversario, a nominare un arbitro». Voi sapete, comprendete subito – non entriamo nel merito, perché ci entreremo se ci arriveremo, come è stato ricordato – che è evidente che si tratta di una norma velleitaria – ripeto, velleitaria –, con tanti problemi anche di carattere di sistema, che è inutile che sto qui a riprendere.
  Così come si tratta di norme inefficaci nel caso degli articoli successivi, gli altri 19 articoli, che non attengono affatto al contenzioso pendente, ma che – ripeto – vengono introdotti in questo decreto-legge, la cui unica utilità per il Governo è quella della sua denominazione, della sua titolazione: misure urgenti per abbattere il contenzioso pendente. Siamo al grottesco ! Siamo al grottesco !
  È stato già ricordato, ma lo ripropongo, che questo decreto-legge, cosiddetto urgente, è talmente urgente che non è entrato in vigore, perché si scrive che 9 articoli su 20 entreranno in vigore dopo che sarà approvata la legge di conversione (30 giorni dopo o 90 giorni dopo). È il Governo che dice che non è urgente. Non dobbiamo fare gli azzeccagarbugli e disquisire, dobbiamo credere al Governo che dice: «Vi sto prendendo in giro».
  Allora, il problema è questo: noi come Parlamento non vogliamo più presentare le questioni pregiudiziali di costituzionalità, ma ribelliamoci, studiamo qualche sistema. Questo non riguarda le opposizioni, questa è un'esigenza che, sono convinto, avvertono tutti, perché non posso ammettere che 630 parlamentari stanno qui soltanto per pigiare un bottone e non possono intervenire nel merito delle questioni e, quando tentano di intervenire, arriva la «ghigliottina» della fiducia.
  Concludo veramente e respingo il tentativo, da parte di qualcuno di strumentalizzare sempre le questioni in danno della Presidenza Boldrini. Che deve fare ancora la Boldrini, oltre che scrivere ? E allora il problema è qua dentro. Abbiamo la schiena dritta, vogliamo riprenderci il nostro potere o no ? Che c'entra la Boldrini (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, ancora una volta discutiamo di questioni pregiudiziali di costituzionalità che tali non sono e sono tali solo in apparenza. Essi infatti sono divenute uno strumento di critica delle scelte operate dal Governo in sede di decretazione e non strumento di verifica parlamentare della costituzionalità delle norme.
  Per tale ragione, mi soffermerò rapidamente sui profili di presunta incostituzionalità, data la strumentalità degli stessi. Si afferma l'eterogeneità del decreto, oltreché la carenza del requisito dell'urgenza.
  In realtà, non c’è alcuna eterogeneità delle disposizioni del testo: esso si occupa, da un canto, di introdurre in maniera massiccia l'utilizzo degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie, valorizzando il ruolo degli avvocati sia in sede di negoziazione assistita sia in sede di arbitrato e, dall'altro, si introducono Pag. 73norme che servono ad efficientare il processo, ad organizzare meglio la struttura giudiziaria di supporto in funzione dell'eliminazione dell'arretrato, il grave arretrato che si è accumulato.
  E nel far ciò si rispettano in maniera rigorosa i criteri dettati dalla Corte costituzionale (da ultimo, nella sentenza n. 32 del 2014).
  La Corte ha tenuto a ribadire, da ultimo nel 2012, con sentenza n. 22, come l'intrinseca coerenza delle norme contenute in un decreto-legge sia deducibile non solo dal punto di vista oggettivo e materiale, ma anche da quello funzionale e finalistico. Il provvedimento di urgenza può invero riguardare una pluralità di norme accomunate dalla natura unitaria delle fattispecie disciplinate, oppure anche situazioni straordinarie, compresse e variegate. E qui siamo nella nostra fattispecie: abbiamo una serie di questioni complesse e variegate, tutte urgenti, tutte affrontate attraverso il decreto.
  Va precisato peraltro – e qui rispondiamo alle critiche che provengono, critiche di natura politica, oggetto in maniera impropria degli interventi che mi hanno preceduto – che il Governo stesso ha affermato che questo provvedimento non rappresenta il cuore della riforma, ma uno strumento essenziale per avviare una riforma più complessa, perché il nostro sistema della giustizia civile vive una difficoltà enorme e questa difficoltà va alleviata e va affrontata con coraggio.
  In alcune delle questioni qui sollevate in via pregiudiziale si utilizza un argomento davvero incredibile, che contraddice in primo luogo la logica: si sostiene che la situazione è talmente grave, la situazione si è stratificata nel tempo, che tale situazione non giustifica un intervento urgente.
  Io credo che è esattamente il contrario e quindi siamo d'accordo con il Governo che si debba intervenire con grandissima urgenza e con grandissima determinazione, per tentare di affrontare questo, che è un problema grave della nostra giustizia. Il Partito Democratico, nel suo complesso, condivide la scelta di intervenire con urgenza.
  Se il rapporto doing business in Italy della Banca Mondiale colloca, con riguardo all'efficienza del nostro sistema della giustizia civile, il nostro Paese al centoquarantesimo posto su 185, dopo la Sierra Leone e dopo la Bolivia, io mi domando: è urgente intervenire ?
  Se l'arretrato civile supera i cinque milioni di controversie, mi domando: è urgente intervenire ?
  Se un giudizio civile, Presidente, dura in media 1.400 giorni (850 Torino e 2 mila a Bari, quindi anche qui abbiamo un problema), ed invece in Europa in generale ci sono tempi medi di 550 giorni, è urgente intervenire ?
  Potrei proseguire, Presidente. La verità è che, invece, c’è un'urgenza che ci assilla, che assilla il Governo, un'esigenza di dare risposta ai diritti dei cittadini e delle imprese, un'esigenza di rendere il nostro Paese più simile agli altri Paesi europei anche da questo punto di vista per renderlo più attraente dal punto di vista economico. E, allora, è del tutto evidente che questo provvedimento, che ha carattere prodromico rispetto al più complessivo impianto di riforma della giustizia civile, assume un carattere di straordinaria necessità e urgenza e si inscrive pienamente nei presupposti richiesti dall'articolo 77 della nostra Costituzione e nelle previsioni contenute nella legge n. 400 del 1988. Per queste ragioni, alla luce dell'insussistenza di profili di illegittimità costituzionale, voteremo contro le questioni pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garofalo. Ne ha facoltà.

  VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, il Nuovo Centrodestra voterà contro le pregiudiziali presentate sul decreto-legge in esame. Il provvedimento, infatti, riveste a nostro avviso tutti i requisiti di necessità e di urgenza di cui all'articolo 77 della Costituzione perché contiene disposizioni Pag. 74idonee a consentire, da un lato, la riduzione del contenzioso civile, attraverso la possibilità del trasferimento in sede arbitrale di procedimenti pendenti davanti all'autorità giudiziaria, e, dall'altro, la promozione in sede stragiudiziale di procedure alternative all'ordinaria risoluzione delle controversie. Si tratta, in definitiva, di un provvedimento sicuramente complesso, ma rispondente alle esigenze di assicurare maggiore funzionalità ed efficienza alla giustizia civile. Infatti, l'arretrato giudiziario italiano, con i suoi circa 5 milioni di processi di primo grado e circa 400 mila in appello, costituisce una delle maggiori ragioni di debolezza del sistema giudiziario e del sistema economico del Paese. Come risulta dal rapporto della Banca mondiale, l'Italia, grazie alle riforme attuate negli ultimi anni, ha scalato diverse posizioni nella classifica sull'efficienza della giustizia. Di sicuro un passo in avanti, ma se consideriamo che tale graduatoria si riferisce ad un confronto di carattere mondiale con altre nazioni e che l'Italia è largamente superata da Paesi che non fanno propriamente parte dell’élite mondiale, non possiamo ritenerci soddisfatti o comunque sicuri di aver raggiunto un livello ottimale su tale terreno.
  Questo sul piano generale, perché sul piano specifico ci sono ulteriori e fortemente critici elementi. Secondo il rapporto diffuso dall'OCSE, ad esempio, l'Italia continua a mantenere il record negativo della durata dei processi: tre gradi di giudizio durano in media otto anni. Il decreto-legge, quindi, costituisce una risposta concreta alla domanda di velocizzazione del processo civile che in questi anni, proprio per i motivi esposti, ha inciso negativamente sul tessuto socio-economico del Paese. È evidente, infatti, che una giustizia civile inefficiente determina una riduzione degli investimenti, soprattutto dall'estero. Le imprese straniere non investono economicamente in una nazione dove la soluzione di eventuali controversie giudiziarie vive tempi lunghissimi, mina la tutela dei cittadini e in definitiva rappresenta un ostacolo alla crescita del Paese.
  In questo contesto si inquadra il provvedimento all'esame dell'Assemblea, l'esigenza della cui presentazione è stata determinata dalla gravissima situazione nella quale versa il sistema giudiziario civile italiano. Uno dei problemi principali, come abbiamo già detto, è quello connesso...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Garofalo. Se la riunione del gruppo la potessimo trasferire da un'altra parte, ne saremmo tutti contenti, in particolare l'onorevole Garofalo. Prego, onorevole Garofalo.

  VINCENZO GAROFALO. Dicevo che uno dei problemi principali, come abbiamo già detto, è quello connesso al tema della durata del processo che, secondo l'articolo 111 della Costituzione e l'articolo 6 della Corte europea dei diritti dell'uomo, dovrebbe essere ragionevole. Quindi, le disposizioni contenute nel decreto-legge al nostro esame vanno nella direzione giusta, risultando esse improntate all'accelerazione e semplificazione del processo, indispensabili veicoli per la deflazione del contenzioso. Citiamo a proposito alcune misure contenute nel provvedimento come quelle riguardanti il trasferimento alla sede arbitrale di procedimenti pendenti davanti all'autorità giudiziaria al fine di ridurre il contenzioso civile arretrato. Nella direzione auspicata vanno anche le disposizioni relative alla convenzione di negoziazione assistita quale accordo mediante il quale le parti convengono di cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole le controversie tramite l'assistenza di avvocati. Parliamo, in sostanza, di un ulteriore strumento di risoluzione stragiudiziale delle controversie civili che si affianca agli istituti analoghi già esistenti e che intende dare rapida tutela ai cittadini confinando nell'area giudiziale le sole liti che appaiono irrisolvibili anche all'esito della negoziazione assistita.
  Anche da questi esempi risulta evidente come, per porre rimedio alla grave situazione estrema del processo civile, occorra Pag. 75puntare sugli strumenti di risoluzione delle controversie con misure semplici, veloci ed efficaci. In sostanza, ribadiamo il nostro voto contrario alla pregiudiziale presentata, nella convinzione che il provvedimento all'esame risponda alle attese di una giustizia civile più moderna, più rapida e più vicina alle esigenze delle imprese e dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Colleghi, stiamo per passare all'ultimo intervento, quindi tra cinque minuti votiamo. Cresciamo di numero in aula, cresce anche il brusio, consentiamo all'onorevole Piepoli di fare il suo intervento in una condizione ragionevolmente possibile.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Signor Presidente, credo che tutti noi abbiamo una comune consapevolezza della condizione endemica della crisi dell'esperienza giuridica. Alcuni mesi fa, nella mia università e nel mio dipartimento, a questo tema è stato dedicato un seminario di una certa rilevanza, presieduto da quello che noi riteniamo essere comunque il maggiore studioso del secolo XX italiano cioè Pietro Rescigno, che è la crisi endemica del servizio giustizia, come crisi del legislatore, crisi della dottrina e della cultura giuridica e solitudine dell'interprete professionale. Stasera, a diverso titolo, sono stati prodotti contributi certamente di consenso su questo tema ma noi non siamo divisi sugli strumenti. Dunque, se questa è una crisi endemica e siamo probabilmente vicini al punto di rottura, da questo punto di vista, la situazione di eccezionalità e di urgenza c’è tutta. Naturalmente, questo non ci impedisce di riservarci il giudizio di merito sui singoli aspetti del provvedimento ma dobbiamo anche depotenziare una certa retorica. Quale retorica ? Quella della sovranità del Parlamento che, naturalmente, è un dato centrale che va difeso e non va difeso solo rispetto agli eventuali abusi dell'Esecutivo ma anche, oserei dire, rispetto anche ad una certa ossessiva incapacità anche dei parlamentari. Noi vogliamo richiedere ampi dibattiti ma dobbiamo essere all'altezza di questi e vorrei ricordare che solo la settimana scorsa abbiamo approvato, se non ricordo male in seconda lettura, la legge europea 2013 cioè quasi fuori tempo massimo e non certo per sicuro abuso del Governo ma certamente anche per un certa, come dire, dose di narcisismo nella costruzione del nostro prodotto legislativo. Da questo punto di vista, noi siamo contro questa pregiudiziale di costituzionalità e vorrei anche dire che dobbiamo sempre più costruire elementi di merito che, depotenziando il dato simbolico, ci permettano, questi sì, di essere all'altezza della qualità della legislazione oggi richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Molteni ed altri n. 1, Brunetta e Chiarelli n. 2 e Bonafede ed altri n. 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rampelli... la richiamo all'ordine... Onorevole D'Incà, lei è l'unico che non riesce pur essendo presente e non perché colpevolmente entra in ritardo in Aula... Artini... Misiani... Monchiero... Currò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  439   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 76

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2629-A/R (ore 18,45).

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2629-A/R)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è iniziato l'esame degli ordini del giorno.
  Passiamo all'ordine del giorno Palazzotto n. 9/2629-AR/78.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Palazzotto n. 9/2629-AR/78, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vella n. 9/2629-AR/79, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vella n. 9/2629-AR/79, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, adesso vi pregherei, però, di rimanere in Aula, perché abbiamo atteso per il primo voto. Fitzgerald Nissoli, Tidei. Onorevole Rocco, acceleriamo gentilmente, perché l'onorevole Tidei ha votato e, quindi, staremmo per chiudere la votazione. De Lorenzis, Grillo, Mantero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  337   
   Astenuti   99   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   64    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ordine del giorno Castiello n. 9/2629-AR/80, con il parere contrario del Governo... Chiedo scusa all'onorevole Castiello, chiedo scusa a tutti: il parere è favorevole. Prendo, dunque, atto che l'onorevole Castiello non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/80.
  Chiedo all'onorevole Fabrizio Di Stefano se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/81, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  FABRIZIO DI STEFANO. Signor Presidente, io approfitto per ringraziare il Governo di questo parere contrario, perché almeno fa un atto di sincerità e lealtà. Questo ordine del giorno è identico ad uno che presentai qualche mese fa su un provvedimento analogo, sul quale il Governo diede parere favorevole. Poi, però, non se ne fece nulla.
  Viva l'onestà del Governo, questa volta, di dare direttamente parere contrario. Prendiamo atto che il parere è contrario, non come l'altra volta, dicendoci – prendendoci in giro – che era favorevole e non applicandolo, ma altresì constatando che, purtroppo, o il parere è favorevole o è contrario, ma poi il Governo fa quello che vuole.
  Su questo ordine del giorno l'altra volta aveva dato parere favorevole, non lo ha applicato: oggi, viva la sincerità, ha detto che non lo accetta. Ci spiegasse perché ieri era favorevole ed oggi è contrario: certamente, è un'ennesima prova di incoerenza da parte di questo Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fabrizio Di Stefano n. 9/2629-AR/81, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Bonaccorsi ho pregato di restare in Aula gentilmente, grazie. Gregori, Carra, Toninelli, Zardini.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 77
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  425   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   63    
    Hanno votato no  362.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Onorevole Abrignani, si rechi al suo posto, gentilmente. Onorevole Abrignani, si rechi al suo posto... onorevole Abrignani... onorevole Abrignani, grazie.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Faenzi n. 9/2629-AR/82, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  MONICA FAENZI. Signor Presidente, non accolgo la proposta di riformulazione e sinceramente non la comprendo, perché non comprendo l'espunzione del secondo capoverso dall'ordine del giorno, nella parte dispositiva, che chiede semplicemente una precisazione, in quanto, nella decretazione dello stato di emergenza nazionale, il Governo, il 23 ottobre scorso, non ha indicato tra le province della Toscana la provincia di Grosseto che pure è stata colpita, il 15 ottobre, proprio da un grave evento calamitoso che ha procurato anche la morte di due signore e, quindi, non capisco perché non si debba includere anche questa provincia tra quelle, appunto, interessate dall'intervento del Governo.
   Per cui, chiedo che venga messo ai voti, ma chiedo, al contempo, al sottosegretario che riveda la propria posizione in merito anche perché, nell'ordine del giorno, si fa menzione anche di un precedente fatto, di un evento tragico che colpì la Maremma, in particolare l'Albinia, il 12 novembre del 2013, e sul quale sollecito la messa a punto delle opere infrastrutturali, peraltro anche quelle necessarie ad evitare eventi di questo tipo. Quindi, chiedo al sottosegretario se mi può dare una spiegazione; può darsi che sia un limite mio, ma non sono riuscita a comprendere perché non sono comprese la provincia di Grosseto e la Maremma toscana in questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Faenzi n. 9/2629-AR/82, con il parere contrario del Governo, non essendo stata accettata la riformulazione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Grassi, Covello, Terzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  439   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  361.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lainati n. 9/2629-AR/83, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Biasotti n. 9/2629-AR/84, con il parere contrario del Governo.

  SANDRO BIASOTTI. Signor Presidente, mi rivolgo con molta umiltà al Governo perché possa rivedere questo parere contrario. Parliamo degli alluvionati di Genova di pochi giorni fa e il mio ordine del giorno prevedeva di aiutare con un contributo una tantum di 10 mila euro tutte quelle partite IVA che hanno avuto il negozio o l'attività danneggiata e che rischiano di non aprire più. Questo ordine del giorno potrebbe essere firmato dal Presidente Renzi perché lo stesso ha dichiarato: aiuteremo chi vuole ripartire – sono testuale – e un pensiero particolare va ai commercianti che avevano avuto il negozio già distrutto dall'acqua tre anni fa, Pag. 78erano ripartiti e adesso si sono ritrovati di nuovo in ginocchio. Il Governo sarà pronto a fare la propria parte.
  Quindi, perché chiedo di rivedere il parere, perché questi commercianti e artigiani sono gli stessi che hanno avuto l'alluvione già tre anni fa. C’è anche un problema di responsabilità che vedremo più avanti, ma certamente la regione ha delle colpe, perché non ha dato l'allarme, così come il comune perché non ha fatto la vigilanza sul greto dei torrenti. Quindi io credo che l'unico modo per poter tamponare sia quello di dare una mano consistente. D'altronde, lo farà anche la regione che si è impegnata a farlo con un contributo che dovrebbe dare entro fine anno.
  Qui, chiedo solo che, nei prossimi provvedimenti, per esempio nella legge di stabilità, venga previsto, perché veramente sarebbe un paradosso non permettere a queste persone, a questi commercianti e artigiani, ai piccoli negozi di poter riaprire. Ne avremmo un danno tutti perché ci sarebbe il deserto economico e io credo che, in questo momento, dovremmo dare un immediato riscontro da parte del Governo.

  PRESIDENTE. Non vedo l'intenzione del Governo di prendere la parola, quindi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Biasotti n. 9/2629-AR/84, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Piccolo, Rabino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  335   
   Astenuti   86   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato sì   80    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Altieri n. 9/2629-AR/85 e Riccardo Gallo n. 9/2629-AR/86, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Petrenga n. 9/2629-AR/87, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bergamini n. 9/2629-AR/88, accolto dal Governo.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Abrignani n. 9/2629-AR/89, accolto dal Governo, purché riformulato.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, chiedo se sia possibile riascoltare la riformulazione.

  PRESIDENTE. Sarebbe stato sicuramente più possibile se, quando è stata espressa, lei avesse ascoltato.

  IGNAZIO ABRIGNANI. C'ero, ma non l'ho sentita bene.

  PRESIDENTE. Però, siccome oggi siamo generosi, vista anche l'ora... Prego, sottosegretario.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, la riformulazione è la seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di»; e, nell'ultimo capoverso, soppressione del termine, quando si dice «a stabilire altresì un procedimento unico per il rilascio del titolo unico e un termine perentorio», di 180 giorni; quindi non di 180 giorni, la soppressione è solo questa.

  PRESIDENTE. Onorevole Abrignani ?

Pag. 79

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, per quanto riguarda la soppressione, visto che poi si dovrà fare una norma, mi permetto di dire che sono d'accordo, però ricordate tutti che questo era un emendamento su cui il Governo aveva anche espresso parere favorevole. Allora, chiederei di poter togliere l’incipit: «a valutare l'opportunità di» e che sia proprio un impegno del Governo. Pregherei il Governo, su questo, di fare una riflessione. Vediamo, visto che stanno parlando, se ci fanno sapere qualcosa.

  PRESIDENTE. Diciamo che siamo in una situazione un po’ particolare, perché normalmente le riformulazioni le propone il Governo. Però, se il Governo ha la sensibilità di recepire l'auspicio che è stato avanzato dall'onorevole Abrignani, il quale accoglierebbe, se non ho capito male, la soppressione della parte che il Governo non gradisce, ma chiederebbe di eliminare l'iniziale auspicio: «a valutare l'opportunità di». Se il Governo non è d'accordo, io lo pongo in votazione con il parere contrario. Sottosegretario, ha ascoltato la richiesta un po’ sui generis fatta dall'onorevole Abrignani, il quale sarebbe disponibile ad una riformulazione che sopprime la parte da lei indicata ma eliminando la formula: «a valutare l'opportunità di» ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, è il contrario: l'opinione del Governo è quella di eliminare la formula «a valutare l'opportunità di».

  PRESIDENTE. È esattamente quello che dicevo, allora il Presidente evidentemente non riesce a spiegarsi. Ma va benissimo, l'importante è che ci siamo intesi.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Abrignani n. 9/2629-AR/89, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Basso n. 9/2629-AR/90, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  ETTORE ROSATO. Presidente, abbiamo già detto che sono accettate tutte le riformulazioni proposte sugli ordini del giorno presentati da deputati del PD !

  PRESIDENTE. Perfetto. La ringrazio, onorevole Rosato. Ero sicuro di questo ma volevo esserne certo.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Laffranco n. 9/2629-AR/91, accolto dal Governo, purché riformulato.

  PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, me la può rileggere la riformulazione, gentilmente ?

  PRESIDENTE. Come lei sa, le riformulazioni non le propone il Presidente ma il Governo, onorevole Laffranco. Prego, sottosegretario.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, la riformulazione, sulla quale vi era parere favorevole, naturalmente, era la seguente: «a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di bilancio, di disporre specifici interventi analoghi a quelli stralciati dal provvedimento in esame e riportati in premessa».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Laffranco n. 9/2629-AR/91, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ghizzoni n. 9/2629-AR/92, Coscia n. 9/2629-AR/93 e Malisani n. 9/2629-AR/94, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Guerra n. 9/2629-AR/95 accettato dal Governo e Pag. 80che non si insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fragomeli n. 9/2629-AR/96, accettato dal Governo.
  Ricordo che gli ordini del giorno Tentori n. 9/2629-AR/97, Rampi n. 9/2629-AR/98 e Manzi n. 9/2629-AR/99 sono inammissibili.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n. 9/2629-AR/100, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Ricordo che l'ordine del giorno Maietta n. 9/2629-AR/101 è inammissibile.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/2629-AR/102, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2629-AR/103, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2629-AR/103, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matteo Bragantini, Carinelli, Villarosa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  426   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato no  366    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Corsaro n. 9/2629-AR/104, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Onorevole Rampelli, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. n. 9/2629-AR/105, non accettato dal Governo ?

  FABIO RAMPELLI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, intanto mi consenta una battuta perché prima ho sentito un richiamo all'ordine; chi la conosce sa che non è esattamente la prerogativa che la contraddistingue, quindi mi piacerebbe sapere come si può essere richiamati all'ordine da parte di una persona che è poco ordinata. A parte le battute, che seguono le sue comunque, volevo dirle che questo ordine del giorno è un ordine del giorno strategico e innocuo. Intanto perché è un impegno a lavorare per cessare il consumo del territorio, che non si giustifica più anche perché da qualche anno, da oltre dieci anni, il fabbisogno abitativo e quindi il fabbisogno edilizio nuovo, è pari a sotto zero, quindi è fondamentale aiutare il settore dell'edilizia e lo si può fare anche attraverso questa formula e questa raccomandazione all'interno, anzi di fianco al cosiddetto «Sblocca-Italia», per cui dovremmo aiutare il settore edilizio a passare dall'espansione alla riqualificazione.
  È una tappa davvero ineludibile, soprattutto per un apparato socio-economico come quello che contraddistingue la nostra nazione che punta molto, ha puntato molto, su questo genere di trasformazione del territorio e che non può più vivere ignorando anche la sinergia tra pubblico e privato nella riqualificazione del territorio stesso, nel recupero urbanistico, nella liberazione delle coste dagli ecomostri, dall'edilizia abusiva o dall'edilizia regolarizzata ex abusiva, attraverso i premi di cubatura. Quando nell'ordine del giorno si fa riferimento alla collaborazione pubblico-privato significa negoziare e prendere degli accordi. Quindi né andare verso la direzione indistinta, giacobina, del togliere tutto quello che c’è in maniera violenta, quasi da esproprio dei propri diritti, né verso quella di lasciare tutto come sta. Perché io penso che la situazione sia obiettivamente migliorabile, Pag. 81quindi se si innesca questo circuito virtuoso, questa partecipazione e collaborazione pubblico-privato, se si va riqualificare invece che ad espandere e quindi se si evita di consumare in maniera ingiustificata, perché mancano i presupposti scientifici, il territorio, si può fare qualcosa di utile, non solo per sbloccare alcune note vicende, alcune incrostazioni, diciamo così, da un punto di vista burocratico, ma anche per individuare delle prospettive. Perché se si fa tattica ma non si fissano gli obiettivi strategici è difficile fare programmazione e penso che un provvedimento come quello che ci ha sottoposto il Governo in questi giorni, di questo tipo, con questo taglio, abbia ragion d'essere solo e soltanto se individua una prospettiva verso la quale collocarsi, se individua un orizzonte per alcuni settori nevralgici della nostra economia.
  Quindi, concludo chiedendo all'Aula ovviamente di esprimersi a favore di questo ordine del giorno. È misteriosa la circostanza per la quale il Governo abbia dato un parere negativo, forse non lo ha letto bene, forse ha fatto prevalere la logica di fazione rispetto al contenuto e al merito dell'ordine del giorno stesso e quindi chiedo anche al Governo, ampiamente rappresentato in questa sede, di riguardare almeno gli impegni e di rivedere la propria posizione, perché è un ordine del giorno che non fa male a nessuno, semmai produce un oggettivo beneficio per il territorio e per l'economia che sul territorio lavora.

  PRESIDENTE. Onorevole Rampelli, ovviamente la mia era una battuta e lei ha compreso perfettamente il richiamo di prima. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rampelli n. 9/2629-AR/105, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Taricco, Gregori, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  447   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giorgia Meloni n. 9/2629-AR/106, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Totaro n. 9/2629-AR/107, non accettato dal Governo. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Totaro n. 9/2629-AR/107, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Marco Di Stefano, Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  446   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato no  386.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2629-AR/108, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la Pag. 82votazione dell'ordine del giorno Di Vita n. 9/2629-AR/109, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/2629-AR/110, accolto dal Governo come raccomandazione.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, a parte il detto in base al quale un ordine del giorno non si nega a nessuno, questo viene addirittura declassato a raccomandazione. Io volevo chiedere al Governo, se è possibile, di spiegare qual è in questa parte del dispositivo la questione spinosa che lo spinge a non accettare questo ordine del giorno. Sostanzialmente si chiede soltanto di procedere all'aggiornamento della mappatura dei fenomeni franosi e delle aree alluvionate e di integrare i vari sistemi che attualmente sono attivi, questo al fine di produrre nuovi strumenti urbanistici relativi alla pericolosità morfologica ed idraulica. Forse è proprio quest'ultimo punto che dà fastidio, il fatto che si vada ad interferire nella pianificazione territoriale, ma in realtà è proprio questa la chiave di svolta, possiamo costruire tutte le casse di espansione, alzare tutti gli argini che vogliamo, ma finché non ci rendiamo conto che ci sono aree che per propria caratteristica naturale sono a rischio è assolutamente impensabile poter risolvere il problema. Ci sono delle aree che vanno restituite alle dinamiche naturali dei corsi d'acqua e dei versanti. Io inviterei il Governo a fornire spiegazioni o a riprendere in considerazione l'ipotesi di accettare questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Qualora ciò non accadesse, lei non accetta la raccomandazione, mi pare di capire, onorevole Segoni. Onorevole Segoni, lei mi deve dire se accetta la raccomandazione o no.

  SAMUELE SEGONI. Sì, accetto.

  PRESIDENTE. Allora mi sembra che il tema sia risolto con l'accoglimento come raccomandazione, a meno che il Governo non intenda cambiare il parere, ma non mi pare.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2629-AR/111, non accettato dal Governo. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2629-AR/111, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Beni, Greco, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  448   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2629-AR/112. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2629-AR/112, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Segoni, Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  448   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  337.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 83

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vacca n. 9/2629-AR/113, accolto come raccomandazione dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2629-AR/114, non accettato dal Governo. La prego, onorevole Allasia... Prego onorevole Agostinelli.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Gentile Presidente, con il decreto-legge oggi in Aula si va a modificare con troppa leggerezza la disciplina del Testo unico dei contratti pubblici.
  Abbiamo provato a presentare un emendamento che ritenevamo importante sul punto, ma, a parte la fiducia, ancora una volta, non ci resta che questo ordine del giorno. La disposizione relativa ai cosiddetti project bond presenta diverse criticità. I project bond possono essere emessi dalle società titolari di un contratto di partenariato pubblico-privato allo scopo di realizzare una singola infrastruttura o un nuovo servizio di pubblica utilità. Si tratta di emissioni obbligazionarie finalizzate alla realizzazione di un progetto e soprattutto va detto che il rimborso dei project bond dipende dai flussi finanziari che il progetto è in grado di assicurare.
   Questi strumenti servono, o dovrebbero servire, a coinvolgere capitali privati nel finanziamento di opere infrastrutturali; ciò spesso perché le risorse della società, patrimonio e capitale, non sono sufficienti per l'appalto ottenuto. Il prestito, sottoscritto da categorie limitate di investitori cui si accompagna l'emissione di titoli è suddiviso in più tranche con diversi gradi di rischio.
  Ora, poiché il rimborso di questi titoli dipende – come abbiamo detto – dal flusso finanziario, se l'obiettivo è attivare meccanismi rapidi per spingere la crescita dell'economia i project bond non lo sono e già lo si è visto nella pratica. Non sono lo strumento più adatto almeno per due motivi: sono collegati ad opere pubbliche che richiedono molti anni per essere realizzate e il mercato ha bisogno di tempo per familiarizzare con un nuovo strumento di investimento.
  Le modifiche che il decreto apporta sono nel senso di ampliare sia il novero dei soggetti che possono sottoscrivere vecchi titoli, sia le garanzie che possono andare ad assistere i titoli rispetto a quelle originariamente previste nella disciplina codicistica. Le deroghe che il decreto apporta alla disciplina relativa ai project bond sono tante e tali che questi investimenti finiscono per essere particolarmente rischiosi.
  L'ordine del giorno che qui ci preme venga preso in considerazione e per il quale chiediamo si voti favorevolmente, attiene all'indicazione della necessità dell'investimento non solo sulla documentazione relativa ai titoli. Non si sarebbe dovuto andare ad incidere sulla disciplina standard ma lasciare che la rischiosità continuasse ad essere indicata anche sui titoli emessi. Il fatto che la rischiosità degli investimenti non venga indicata anche nel titolo desta allarme e ci spinge a chiedere pertanto al Governo una tutela maggiore per gli investitori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2629-AR/114, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  442   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 84

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2629-AR/115, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Silvia Giordano 9/2629-AR/115, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi vi prego di restare in aula perché sono voti ripetizione. Colletti, Taricco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  432   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Artini n. 9/2629-AR/116, non accettato dal Governo.

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, volevo esporre questo ordine del giorno e il perché abbiamo scritto questo ordine del giorno, perché si applica perfettamente ad un'esperienza che abbiamo avuto nella nostra zona in Toscana rispetto a quella che è l'azienda che gestisce i rifiuti a Firenze e rispetto ai piani provinciali che sono stati stesi espressamente dall'attuale Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Questo decreto, all'articolo 35, prevede alcune misure per la realizzazione su scala nazionale di impianti integrati per la gestione dei rifiuti urbani e sopratutto per la parte che riguarda il compostaggio e la parte di recupero della frazione organica dei rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata.

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  MASSIMO ARTINI. Non ho finito Presidente. Mi stavo riprendendo.

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Artini, c'era una pausa e pensavo che avesse concluso. Ho visto che posava i fogli.

  MASSIMO ARTINI. L'ha beccata subito. La ratio di questo ordine del giorno – e chiedo al Governo un'attenzione particolare perché questa esposizione dà un senso del perché della volontà di impegnare il Governo ad inserire un quadro normativo che indichi come il compostaggio domestico o di prossimità sia più opportuno – è perché nella nostra zona di Firenze è stato creato per la gestione dei rifiuti differenziati di Prato e di Firenze un centro di...

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Artini, pregherei i colleghi che sono davanti a lei di non fare capannello e contemporaneamente pregherei di lasciare libero il banco del Governo, perché l'onorevole Artini si è rivolto esattamente al Governo chiedendo di essere ascoltato. Prego, onorevole Artini.

  MASSIMO ARTINI. Se non perdo il filo del discorso. Allora, il ragionamento era questo: nella nostra zona, proprio per avere l'idea dell'impianto di compostaggio di prossimità, in quella gestione dei rifiuti fatta su Firenze e su Prato noi abbiamo un impianto di compostaggio che sta nelle montagne tra Firenze e il Mugello e tratta tendenzialmente 30 mila tonnellate di rifiuti l'anno per la Quadrifoglio. Queste 30 mila tonnellate di rifiuti si risolvono ad essere, per come è gestito il trattamento dei rifiuti, solo 3 mila tonnellate di compost da riportare poi successivamente all'utilizzo. Di queste 3 mila tonnellate di compost solo il 20 per cento è utilizzabile perché il rimanente, per la scarsa qualità Pag. 85del materiale, viene rimandato in discarica. Quell'impianto di compostaggio, di cui noi chiediamo un sistema di valutazione diverso a livello di quadro normativo, porta nelle tasche dei cittadini ad un aggravio di circa 10 milioni di euro l'anno, che è meramente il trasporto del rifiuto che va da Firenze e da Prato verso Polcanto, che è questa zona di montagna, e ritorna nella discarica di Montespertoli, dove viene per il 90 per cento riportato. Ora, se questo è il sistema del trattamento del rifiuto e del compostaggio, sinceramente non capisco perché il Governo voglia continuare, valutando delle cose che tendenzialmente non ci sono come necessità, e non voglia valutare invece un cambiamento verso un compostaggio di prossimità e domestico che ridurrebbe questi costi nelle tariffe dei cittadini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Artini n. 9/2629-AR/116, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione:
  Covello...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  442   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  316    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbanti n. 9/2629-AR/117, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione:
  Bossa, Paris, Laffranco, Spadoni, Magorno, Rizzetto, Della Valle, Capodicasa...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  445   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Micillo n. 9/2629-AR/120, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  SALVATORE MICILLO. Signor Presidente, approfitto di questi cinque minuti perché in Commissione ambiente, su un decreto del genere, ci davano soltanto un minuto per parlare di argomenti importantissimi. Più volte abbiamo ribadito che questo decreto è uno «sfascia Italia», che da parte nostra, degli ambientalisti, e non solo del MoVimento 5 Stelle, ma da Legambiente, dal WWF, da Greenpeace, questo provvedimento è stato indicato come uno dei più grandi attacchi al nostro territorio.
  Quindi, dopo avere parlato di questi argomenti, essere arrivati ad un semplice ordine del giorno ed averlo visto anche bocciato, a questo punto ne approfittiamo per dare dei consigli al Governo. Noi credevamo di entrare qui dentro, nella Commissione ambiente, e parlare con i più grandi esperti del mondo della questione rifiuti. Credevamo di parlare con gli studenti universitari che su questi studi stanno facendo passi da gigante. Invece, ci ritroviamo sempre i soliti inceneritori, che non fanno niente altro che bruciare i rifiuti.
  Questi stessi rifiuti bruciati dagli inceneritori saranno scorie tossiche che andranno in altre discariche. Quindi, noi volevamo impegnare il Governo a trovare altre soluzioni, a studiarle insieme, a confrontarci su tavoli tecnici. Purtroppo, questo avviene soltanto nelle campagne elettorali, perché già si vede, in Campania, che siamo sotto elezioni; nella regione Campania, Pag. 86già si pensa a dire: «apriamo al confronto», «apriamo tavoli tecnici», quando poi, finita la campagna elettorale, danno il benestare alle lobby degli inceneritori.
  Noi abbiamo portato in tutte le sedi istituzionali il nostro distretto del riciclo, che va in una direzione contrapposta rispetto agli inceneritori; i nostri piani alternativi, che ormai sono diventati il punto comune con tutti gli ambientalisti, e si parla di siti di compostaggio, di raccolta differenziata spinta, di trattamenti meccanici, ma su tutto questo il Governo fa orecchie da mercante.
  Con questo semplice, semplicissimo, ordine del giorno chiediamo che si aprano discussioni che non siano di un minuto per gli emendamenti in Commissione ambiente, che non siano il passare attraverso le fiducie, che fanno sì che la Commissione ambiente della Camera dei deputati, in Italia, non abbia alcuna voce in capitolo per parlare delle tantissime proposte che vengono tutti i giorni dai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micillo n. 9/2629-AR/120, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gitti, Dell'Aringa, Galli, Bargero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  442   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Benedetti n. 9/2629-AR/121, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/2629-AR/121, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Arlotti, Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  437   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2629-AR/122, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2629-AR/122, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Gregori, Fitzgerald Nissoli, Arlotti, Nizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  436   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 87
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bonafede n. 9/2629-AR/123, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2629-AR/123, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Sgambato, Minnucci... bene, ha votato Minnucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  441   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brescia n. 9/2629-AR/124, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brescia n. 9/2629-AR/124, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, Arlotti, Gregori, Ricciatti, Greco... onorevole Ricciatti, non si accanisca sulla postazione, abbia un approccio più affettuoso... ha visto ? Bene...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  427   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2629-AR/125, accettato dal Governo, purché riformulato. Onorevole Sibilia, mi pare di sì. Bene, prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2629-AR/125 accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Businarolo n. 9/2629-AR/126, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Businarolo n. 9/2629-AR/126, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto..., hanno votato tutti ? Della Valle, Rostellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  445   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2629-AR/127, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2629-AR/127, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 88

  Gregori, Bolognesi, Greco, Lombardi ha votato... Palma... Bolognesi mi pare che sia, forse, riuscito... provi a levare la pallina, onorevole Bolognesi... ha visto ? Bene...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  449   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Daga n. 9/2629-AR/128 non accettato dal Governo.

  FEDERICA DAGA. Signor Presidente, ieri ho svolto un intervento abbastanza lungo sulla questione posta dal mio ordine del giorno. A noi interesserebbe riuscire a portare all'interno del Parlamento la discussione sulla ripubblicizzazione del servizio idrico.
  In realtà noi stiamo parlando di servizio idrico da tempo, con una serie di decreti, ma quello che si sta facendo è semplicemente andare contro quello che fu un risultato referendario del 2011, quindi contro 27 milioni di persone, che dicevano di mantenere i profitti fuori dall'acqua e l'acqua fuori dal mercato. Qui, in realtà, l'acqua rimane completamente nel mercato e viene addirittura proposta un'aggregazione di varie società.
  E quello che noi stiamo cercando di fare è discutere, portare all'interno del Parlamento una discussione che riguardi questo e che riguardi anche Cassa depositi e prestiti, che possa ritornare alle sue origini, prima del 2003, quando fu privatizzata.
  Io faccio solo un piccolo conto: Expo ci sta costando dagli 8 ai 9 miliardi di euro, la ripubblicizzazione ci costerebbe 1 miliardo di euro in tutta Italia. Questo può essere fatto tramite l'istituzione di un fondo per la ripubblicizzazione su Cassa depositi e prestiti, per esempio, e con una reale discussione portata in queste Aule su un'idea, una visione della gestione del servizio idrico decisamente diversa da quella che abbiamo visto da parte dei Governi precedenti. In questo caso si tratta di parlare di un diritto: diritto all'accesso ad un servizio, perché siamo davanti a un monopolio naturale, non a un bene mercificabile. Infatti, non c’è alcuna possibilità di fare mercato su questo bene.
  Io spero che questo possa prima o poi entrare nella discussione di queste Aule e per questo chiedo il voto favorevole di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Daga n. 9/2629-AR/128, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicodemo, Piepoli, Sgambato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  443   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n. n. 9/2629-AR/129, accolto dal Governo come raccomandazione.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, innanzitutto vorrei chiedere al Governo di accettare l'ordine del giorno così come è Pag. 89stato scritto e non come raccomandazione, perché è una cosa molto semplice. Chiediamo solo di valutare se è il caso di specificare bene quali agevolazioni non possono essere sommate a questa agevolazione che voi date ai futuri proprietari di immobili che decideranno di mettere questi immobili in affitto.
  Spendo ulteriormente due parole su questa misura, che troviamo un po’ ridicola. Non so se ieri avete visto la televisione, io ho visto una trasmissione che si chiama Ballarò. Non sono abituato a vedere spesso la televisione, ma ieri mi ha colpito parecchio, perché ha fatto vedere persone indigenti, che veramente vivono in stato di indigenza, anziane, che non riescono a pagare l'affitto, che non riescono a pagare le bollette, che vivono al buio, che non hanno i soldi per comprare il latte. E questo Governo cosa fa ? Adotta una misura che dà soldi ai proprietari per comprarsi altri immobili per destinarli all'affitto.
  Io penso che questo Governo debba fare altro, che debba pensare alle persone che hanno più bisogno, alle persone che hanno bisogno di trovare i soldi per pagare l'affitto e non adottare misure per chi ha già i soldi per comprare altre case per darle in affitto, per diversificare i loro investimenti. Secondo il mio modesto parere, è una misura sbagliata. Bisogna pensare a chi ha più bisogno in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Pesco, deduco che lei insiste per la votazione del suo ordine del giorno.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2629-AR/129, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Locatelli, Gregori, Luigi Gallo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  444   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cariello n. 9/2629-AR/130, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  431   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carinelli 9/2629-AR/131, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini, Carra ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  424   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 90
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caso 9/2629-AR/132, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ragosta, Patriarca, D'Arienzo, Fantinati ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  441   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castelli 9/2629-AR/133, con il parere contrario del Governo
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Taricco, Lavagno, Carnevali ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  449   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti 9/2629-AR/134, con il parere contrario del Governo
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baroni, Colletti, Tino Iannuzzi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  448   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno De Rosa 9/2629-AR/135, su cui vi è una proposta di riformulazione del Governo.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, io volevo proporre la votazione per parti separate del dispositivo, se possibile, perché, per quanto posso anche accettare la riformulazione sulla prima e sulla quarta parte, ci sono due parti intermedie che non riesco a capire come il Governo possa rifiutarsi di accettare e mi chiedo anche la maggioranza e chiamo in causa anche la relatrice del provvedimento.
  Stiamo parlando di parti fondamentali delle proposte di legge su uno stop al consumo di suolo, che appunto prevedono il censimento degli immobili, ma soprattutto il cambio di destinazione d'uso dei beni immobili che vengono svenduti da parte dello Stato a privati: è molto importante vietarla, se appunto non è stabilita la pianificazione territoriale o comunque l'accordo con le pianificazioni territoriali locali. Ma è una regola semplicemente di buonsenso, la usiamo sempre questa parola, ma non deve essere svalutata.
  La destinazione d'uso che diamo a questi immobili, alcuni dei quali probabilmente verranno distrutti per ricostruire edifici, per ricostruire centri commerciali e quello che potrà venire in mente al privato che acquista queste aree, non può essere slegata completamente dal territorio, ma è la base di un ragionamento di tutela del territorio, di gestione del territorio, che penso che stia nella testa di tutti.Pag. 91
  Quindi io mi chiedo come possiamo poi, singolarmente, non accettare questi dispositivi. Quindi chiedo una votazione sulle singole parti e chiedo ai colleghi, anche con un parere eventualmente del Governo, che chiedo di riformulare, di valutare una possibile posizione opposta al Governo.
  Infatti, questo è solamente voler tutelare il nostro territorio. Tutti voi lo state continuando a dire, lo state dicendo in TV, lo state dicendo sui territori. La pianificazione territoriale è il minimo che ci ha consentito di tutelare, minimamente, il territorio perché, comunque, le speculazioni ci sono state in questo periodo. Allora, attuiamola, diciamo che, se cambiamo la destinazione d'uso di un immobile demaniale venduto dallo Stato, perlomeno sia congruente a quello che stiamo facendo sul territorio, a quello che abbiamo stabilito sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Chiedo al Governo per favore di ricordarci la riformulazione dell'ordine del giorno De Rosa n. 9/2629-AR/135 per capire se sia possibile procedere alla votazione per parti separate.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, se lei ritiene di metterlo in votazione per parti separate, confermiamo il parere favorevole sui capoversi primo e quarto e il parere contrario sui capoversi secondo e terzo del dispositivo.

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa, proporrei questo: votiamo insieme i capoversi sui quali c’è il parere favorevole del Governo e poi votiamo insieme i due capoversi su cui c’è il parere contrario del Governo. Va bene ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, no, chiedo di votare separatamente i due capoversi su cui c’è il parere contrario del Governo perché affermano cose diverse.

  PRESIDENTE. Allora, a questo punto procediamo a tre votazioni: votiamo, innanzitutto, i capoversi primo e quarto del dispositivo, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2629-AR/135, limitatamente al primo e al quarto capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Lorefice, Abrignani, Fitzgerald Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  431   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  397    
    Hanno votato no   34.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Colleghi, si intende che con questi due capoversi sia approvata anche la premessa che li tiene. Votiamo adesso gli altri due capoversi, uno alla volta.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2629-AR/135, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccolo, Sgambato, Simoni, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  444   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   Pag. 92
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2629-AR/135, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 19,43)

  Alfreider, Mariastella Bianchi, Terzoni, Giachetti, Porta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  447   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'ordine del giorno Ciprini n. 9/2629-AR/136, sul quale vi è il parere contrario del Governo. La deputata Ciprini non è presente in Aula e, quindi, non possiamo porlo in votazione.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Colletti n. 9/2629-AR/137, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colletti n. 9/2629-AR/137, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... Fanucci... Andrea Romano... Bini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  434   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n. 9/2629-AR/138, con il parere contrario del Governo.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, il rapporto ISPRA rispetto al consumo del suolo è impressionante. Anche nel 2012 la superficie di territorio consumato ha ricoperto negli ultimi tre anni altri 720 chilometri quadrati, 0,3 punti percentuali in più rispetto al 2009, un'area pari alla somma dei comuni di Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Palermo. In termini assoluti si è passati da poco più di 21 mila chilometri quadrati del 2009 ai quasi 22 mila chilometri quadrati del 2012 mentre in percentuale è ormai perso irreversibilmente il 7,3 per cento del nostro territorio ma non è solo colpa dell'edilizia. In Italia, si consuma suolo anche per costruire infrastrutture che, insieme agli edifici, ricoprono quasi l'80 per cento del territorio artificiale (parcheggi, piazzali e aree di cantiere). Questi sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto ISPRA rispetto al quale è stata fatta una prefazione del Ministro dell'ambiente, Gian Luca Galletti, che dice: «Difendere il suolo dalle aggressioni indiscriminate significa difendere una risorsa anche economica che è strategica per l'Italia: l'ambiente e il paesaggio e le bellezze naturali. Difendere il suolo significa anche proteggere il Paese dalla minaccia del dissesto idrogeologico che spesso ha conseguenze gravissime anche in termini di perdita di vite umane a causa dell'uso dissennato del territorio. Per questo assume particolare rilievo il rapporto dell'ISPRA che segue l'evoluzione della Pag. 93problematica nell'arco di decenni, focalizzandosi sulle dinamiche più recenti che segnano, da un lato, la riduzione dell'abusivismo edilizio ma, dall'altro, la prosecuzione del consumo del suolo per opere pubbliche e infrastrutturali. L'obiettivo del risparmio del territorio è condiviso con l'Europa ed è oggetto di un disegno di legge del Governo al vaglio del Parlamento» (questo, mi interrogo, non credo proprio). «Auspico che la discussione parlamentare possa essere conclusa sollecitamente, dotando così il nostro Paese di una normativa adeguata alle finalità di tutela che ci proponiamo. Il livello di cementificazione del nostro Paese è infatti tra i più alti in Europa e l'impressionante tasso di consumo di suolo certificato dai dati ISPRA impone una risposta delle istituzioni. Io non credo peraltro che vada contrapposta la tutela del territorio all'auspicata ripresa del settore edilizio. Lo sviluppo di questo comparto e la disponibilità di nuovi alloggi possono essere assicurati attraverso idonei programmi di rigenerazione urbana, di recupero, ristrutturazione, riuso e riqualificazione energetica degli edifici esistenti (...)». Questo non lo dice il MoVimento 5 Stelle ma lo dice nella prefazione del rapporto ISPRA il Ministro dell'ambiente, Galletti.
  In questo ordine del giorno, chiediamo proprio di puntare in quella direzione lì. Chiediamo più espressamente di impegnare il Governo a privilegiare misure di incentivazione rivolte all'acquisto e ristrutturazione di edifici già esistenti come «prima casa»; a privilegiare misure di incentivazione mirate esclusivamente ai locatari o agli acquirenti di prima casa, limitando così l'inutile e dannoso proliferare di quartieri-dormitorio invenduti e favorendo una redistribuzione della ricchezza, condizione necessaria per la ricostruzione di un tessuto sociale sano. Ecco vorrei capire se il Governo ha una «crisi di identità» per la quale, quando deve fare la premessa per il rapporto ISPRA, dice una cosa, quando poi dobbiamo votare in aula ne fa un'altra e adesso vorrei vedere se il Governo ha qualcosa da dire in merito a questa vicenda e poi come si esprimerà l'Aula rispetto a questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha solo un altro minuto. Prego.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, io ribadisco che la legge sullo stop al consumo di suolo, per il momento, è solamente uno spot, un fermo immagine, una slide, tipica dell'atteggiamento renziano. Vediamo che non viene portato avanti: in questo decreto-legge abbiamo visto ancora agevolazioni per consentire la vendita del nuovo, il nuovo che era rimasto in carico alle aziende costruttrici, perché il mercato era saturo e si costruiva solamente per speculazione.
  Bene, mentre queste norme continuano a trovare spazio nei nostri decreti, continuano a trovare spazio le nuove edificazioni, le costruzioni e le grandi opere, nei decreti non ha trovato spazio finora, in due anni, dopo gli annunci, una norma che consentisse la tutela del suolo e lo stop alla cementificazione.
  Quindi, adesso chiedo che si riprenda l'iter di queste proposte di legge, del disegno di legge governativo. Stiamo chiedendo che il PD porti avanti un suo disegno di legge: lo stiamo chiedendo con forza, lo chiedono con forza le associazioni. Che adesso si inizino a fare fatti veri e non si facciano solo proclami (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2629-AR/138, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Amendola, Rosato, Fantinati. Chi altro non ha votato ? Marzana. Per il resto, non mi pare che ci siano problemi con i dispositivi.

Pag. 94

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  432   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no   319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che l'onorevole Currò insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/139, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Currò n. 9/2629-AR/139, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciprini, Magorno. Chi altro non ha votato ? Marzana. C’è qualcun altro che intende votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  441   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2629-AR/140, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che l'onorevole Del Grosso insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/141, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2629-AR/141, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Petrenga, Sarti. Chi altro non ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  437   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no   331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che l'onorevole Di Battista insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/142, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/2629-AR/142, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Russo, Dellai. Chi altro non ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  424   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no   321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Si intende accettata la riformulazione e non si insiste per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/2629-AR/143, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e insiste per la votazione Pag. 95dell'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2629-AR/144, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2629-AR/144, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Miccoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  419   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  370    
    Hanno votato no   49.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno D'Incà n. 9/2629-AR/145 e Ferraresi n. 9/2629-AR/146, con il parere favorevole del Governo.
  Passiamo all'ordine del giorno Fico n. 9/2629-AR/147 con il parere contrario del Governo. Il deputato Fico non è in Aula, andiamo avanti.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/2629-AR/148, accolto dal Governo come raccomandazione.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, poiché questo ordine del giorno semplicemente chiede un po’ di trasparenza e di pubblicare alcuni atti all'interno del sito delle sovrintendenze, chiedo al Governo se volesse modificare il suo parere, magari esprimendo un parere favorevole, anche riformulando le intenzioni. Credo che avrebbe un po’ più di peso rispetto ad una semplice raccomandazione. Si chiede semplicemente di pubblicare gli atti che le sovrintendenze e i comuni richiedono; tra l'altro, all'interno di questo provvedimento c’è anche la banda ultralarga e quindi non dovrebbe essere un problema neanche dal punto di vista delle infrastrutture. Quindi, chiedo se il Governo potesse modificare il parere in favorevole magari anche con una riformulazione dell'impegno.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, sì, il Governo propone la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/2629-AR/148.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fraccaro n. 9/2629-AR/149 e Gagnarli n. 9/2629-AR/150, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2629-AR/151, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/2629-AR/152, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, volevo chiedere anch'io al Governo di rivedere il parere cioè il fatto non di accoglierlo come raccomandazione, ma di accoglierlo come ordine del giorno proprio, perché si inserisce nel solco di quella che è già la previsione normativa dell'articolo 23. Quindi, va semplicemente a specificare che quanto previsto dall'articolo Pag. 9623, cioè l'acquisto con riscatto, si applichi anche per gli immobili degli enti previdenziali privatizzati.

  PRESIDENTE. Mi sembra che il Governo non intenda intervenire, quindi prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/2629-AR/152, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Piepoli, Tidei, Mariastella Bianchi, Beni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  407   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no   298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Grande n. 9/2629-AR/153, Marzana n. 9/2629-AR/154 e Nesci n. 9/2629-AR/155, con il parere favorevole del Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prodani n. 9/2629-AR/156, con il parere favorevole del Governo.
  Passiamo all'ordine del giorno Della Valle n. 9/2629-AR/157, con il parere contrario del Governo.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, l'ordine del giorno Della Valle n. 9/2629-AR/157, previa riformulazione può essere accolto come raccomandazione, impegnando il Governo: «a valutare la possibilità di disporre in occasione della prossima manovra di bilancio». In questo senso se viene accettata la riformulazione, l'ordine del giorno è accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Onorevole Della Valle ?

  IVAN DELLA VALLE. Signor Presidente, non accetto la riformulazione, chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione e ne spiego le motivazioni. Con questo ordine del giorno non si chiedeva al Governo di predisporre un atto, si chiedeva di mantenere una promessa, una promessa che è stata fatta ormai da più di un mese sui giornali, nelle serate, nelle piazze e ai tavoli. Ad esempio, al tavolo che è stato fatto in regione Piemonte, dove sono stati convocati tutti i parlamentari piemontesi e dove ero presente anch'io, da Chiamparino e dal sindaco Fassino ed è stato detto che all'interno dello «sblocca Italia» sarebbe stata inserita quest'opera, lo ricordo, la tratta 3 della metropolitana 1 di Torino, che prevede il proseguimento fino a Rivoli, e hanno detto: «sì, nello sblocca Italia abbiamo inserito quest'opera, ma rassicuriamo le comunità locali, il comune di Rivoli, il comune di Collegno e il comune di Torino, che non dovranno mettere un euro, perché all'interno della legge di stabilità verranno stanziati gli altri 200 milioni di euro e quindi l'opera sarà pagata integralmente dallo Stato».
  Bene, noi la legge di stabilità ce l'abbiamo in mano e di questi soldi non c’è un euro, quindi di queste promesse non c’è nulla. Allora, cosa faccio ? Presento un ordine del giorno e chiedo che il Governo metta questi soldi. Non funziona che se prometti una cosa poi, un mese dopo, mi dici: «valuto l'opportunità di»; allora prometto Pag. 97di regalarti questo e poi, quando tu arrivi per prenderlo, ti dico: «no, devo valutare l'opportunità di». Avessi chiesto, con questo ordine del giorno, un atto che non è mai stato promesso in precedenza, si poteva anche accettare la riformulazione, ma è stato promesso ai sindaci.
  Ho raccontato di questo tavolo tecnico fatto in regione, ma è stato fatto un ulteriore tavolo convocando i sindaci e nessuno di questi comuni ha messo a bilancio queste spese, perché gli è stato assicurato che questi soldi sarebbero stati nella legge stabilità. Quindi, valutate l'opportunità, fate come sempre fa questo Governo, come fa il Governo Renzi: promette, promette, poi quando arriva a dover fare realmente, con degli atti, le cose, valuta l'opportunità. Bene, io non accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione. Poi, quando valuterete l'opportunità, quando vi degnerete di mantenere le promesse e se veramente lo inserirete nella legge stabilità, noi siamo disponibilissimi a votare a favore e a darvi tutto l'appoggio, su questo argomento, come abbiamo sempre detto e dichiarato. Però, vorremmo vedere meno premesse e più fatti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Della Valle n. 9/2629-AR/157, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Ginefra, Matarrelli, Di Lello, Tripiedi, Mariastella Bianchi, Marroni, Terzoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  423   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato sì  118    
    Hanno votato no  305.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vallascas n. 9/2629-AR/158, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pinna n. 9/2629-AR/159, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/2629-AR/160, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Turco non è in Aula, s'intende vi abbia rinunciato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/2629-AR/161, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Alberti n. 9/2629-AR/162, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberti n. 9/2629-AR/162, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Pilozzi, Milanato, Sandra Savino, Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  427   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato sì  120    
    Hanno votato no  307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Onorevole Nuti, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2629-AR/163, non accettato dal Governo ?

Pag. 98

  RICCARDO NUTI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, mi chiedo come il Governo possa aver dato parere contrario, in quanto questo ordine del giorno chiede che venga predisposta una cadenza almeno annuale, tramite una relazione, sugli effetti di questa norma. In pratica siccome nel decreto «Sblocca-Italia» all'articolo 10, comma 1, vengono dati nuovi poteri alla Cassa depositi e prestiti, in particolare sia per l'intervento anche a supporto di operazioni in favore di soggetti privati, come è possibile che un Governo il cui Presidente del Consiglio ha dichiarato di voler portare Cassa depositi e prestiti a essere dotata di regole come quelle degli altri Paesi europei, si possa permettere di dare un parere negativo quando si chiede semplicemente una relazione annuale sugli effetti di questa norma. Probabilmente il Governo non ha letto bene l'impegno o almeno dovrebbe spiegare perché è contrario a questo pronto a magari rivedere il proprio parere altrimenti lo mettiamo in votazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, l'articolo 10 è stato troppo poco evidenziato a mio parere, visto che parliamo della copertura della Cassa, di questo decreto-legge ignobile in cui circa 20 miliardi all'anno potranno essere destinati alle attività decise dal Ministro dell'economia e delle finanze. Chiaramente nello stesso decreto-legge si parla di strategia nel settore delle trivellazioni petrolifere e nella costruzione di inceneritori. In pratica, non accogliendo neppure questo ordine del giorno si vuole lasciare campo libero alla gestione dei risparmi privati degli italiani da parte delle lobby.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nuti n. 9/2629-AR/163, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  425   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato sì  122    
    Hanno votato no  303.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Parentela n. n. 9/2629-AR/164, non accettato dal Governo. Parentela, prego.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, allora l'articolo 26 contiene il regalino, anzi il regalo, anticipato di Natale...

  PRESIDENTE. Colleghi per favore abbassate il tono della voce.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, se può far liberare i banchi del Governo.

  PRESIDENTE. Onorevole Rosato si allontani dai banchi del Governo. Prego.

  PAOLO PARENTELA. Come dicevo, signor Presidente, questo articolo 26 contiene questo regalo anticipato di Natale, anzi un dolcetto per Halloween, ovviamente per i costruttori, e uno scherzo davvero brutto invece per i cittadini italiani. Inoltre c’è il ricatto per gli enti locali, ora spiego. Questo articolo 26 contiene le misure per la valorizzazione degli immobili demaniali non utilizzati, consentendo la variante urbanistica e la possibilità Pag. 99di modificarne la destinazione d'uso. Gli enti locali devono provvedere al massimo della semplificazione di tutti gli atti relativi a questi cambi di destinazione d'uso e della variante urbanistica e si accelera il censimento degli immobili della Difesa, immobili per i quali le amministrazioni comunali devono pubblicare un avviso di ricerca di mercato per sollecitare la presentazione di un progetto da parte sempre di privati.
  Il ricatto è contenuto nell'ultimo comma, in cui si afferma che agli enti territoriali – sempre a rischio di default – che hanno contribuito alla conclusione del procedimento è attribuita una quota-parte dei proventi di tale valorizzazione che si potrebbe meglio definire «svendita» del patrimonio pubblico. Tale norma quindi serve esclusivamente a fare cassa e non pone assolutamente dei paletti su quale debba essere invece la destinazione d'uso del patrimonio.
  Noi cosa chiediamo, Presidente ? Chiediamo di prevedere delle forme di partecipazione o consultazione della popolazione locale in merito all'individuazione da parte dei comuni del progetto di recupero degli immobili inutilizzati, garantendo in questo modo l'adozione di scelte condivise e la partecipazione diretta al processo decisionale dei soggetti primariamente interessati dall'intervento. Quindi, noi ci saremmo aspettati di vedere trasformate queste caserme magari in biblioteche, in posti per i ragazzi e per gli anziani, per la società civile, invece vedremo questi beni trasformati in ristoranti di lusso, in qualsiasi cosa, Presidente. Allora, io comprendo il fatto che questo Governo abbia paura della partecipazione diretta dei cittadini, delle consultazioni, in poche parole della democrazia diretta, ma io direi che è il caso di farvene una ragione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Parentela n. 9/2629-AR/164, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ferraresi, Della Valle, Simoni, Rosato, Rubinato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no   298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Bossa e Rubinato hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Petraroli n. 9/2629-AR/165, accettato dal Governo, purché riformulato.

  COSIMO PETRAROLI. Signor Presidente, non accetto la riformulazione e chiedo di porlo in votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Petraroli n. 9/2629-AR/165, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Portas...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  410   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no   297.    

Pag. 100

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Dadone n. 9/2629-AR/166, non accettato dal Governo.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, mi stupisce notevolmente il parere contrario del Governo, perché con questo ordine del giorno quello che chiedo è un impegno a vietare le coltivazioni di idrocarburi nelle zone di produzione di prodotti agroalimentari con marchi di eccellenza. Ecco, io non capisco il senso di questo parere contrario giacché il Governo, che è un Governo del PD, ha dato un parere contrario ad un impegno di questo genere quando nella manifestazione della Leopolda ha invitato Farinetti a parlare di tutt'altro, per cui o c’è una dissociazione, oppure non si è letto in maniera corretta l'impegno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per cui chiedo quanto meno al Governo di rivisitare il parere in maniera da non apparire, come dicevo prima, bipolare, o altrimenti chiedo all'Aula di esprimersi e spero che i colleghi vogliano dare un voto favorevole a questo impegno al Governo.

  PRESIDENTE. Non mi pare che il Governo intenda intervenire, Dadone. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dadone n. 9/2629-AR/166, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vargiero, Zardini, Paola Bragantini, Giulia Grillo, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  411   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no   292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/2629-AR/167, non accettato dal Governo.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io vorrei, se possibile, formulare una proposta per il Governo.
  Siccome naturalmente sono contrario al parere, visto che ho proposto l'ordine del giorno, volevo sapere se è possibile votare la parte dispositiva dell'ordine del giorno per parti separate e cassare, nel secondo impegno del dispositivo, le parole da «nelle» fino a «precedente», in modo tale che diventino impegni completamente separati.
  Quindi, volevo semplicemente chiedere al Governo se è possibile fare questo tipo di valutazione.

  PRESIDENTE. È chiaro che la riformulazione la propone il Governo. Lei mi può chiedere di votare l'ordine del giorno per parti separate, non di cassare delle parti perché in quel caso è come se riscrivesse l'ordine del giorno. Quindi sta proponendo di votare l'ordine del giorno per parti separate: fino ad ora solo questo possiamo fare, nient'altro, a meno che il Governo non intervenga e le proponga una riformulazione. Ma non mi pare.

  CARLO SIBILIA. Questo è chiarissimo però nel secondo impegno mi sono permesso di proporre di cassare queste due righe per il semplice fatto che leggendo il secondo impegno...

  SIMONA VICARI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONA VICARI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, posso riformulare il dispositivo dell'ordine del giorno nel seguente modo: cassare il primo impegno e il terzo e Pag. 101mantenere solo il secondo impegno, con le seguenti parole: «impegna il Governo ad aggiornare...».

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, sottosegretario, sono soltanto due gli impegni del dispositivo. Lei a cosa si riferisce quando parla di secondo e terzo impegno ? Io qui vedo soltanto due capoversi.

  SIMONA VICARI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Si, signor Presidente. Il primo impegno viene cassato; il secondo impegno viene riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo – poi prosegue con il secondo rigo del secondo capoverso – «ad aggiornare i canoni annui di cui all'articolo 18 del decreto legislativo n. 625 del 1996», sopprimendo le ultime tre righe. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno così riformulato.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, accetta la riformulazione ?

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, quindi sull'ordine del giorno così riformulato il Governo esprime parere favorevole. È corretto ?

  PRESIDENTE. Sì.

  CARLO SIBILIA. Quindi il Governo esprime parere contrario sul primo impegno del dispositivo e favorevole sul secondo impegno. Giusto ?

  PRESIDENTE. No, il Governo ha proposto una riformulazione dell'ordine del giorno che sopprime il primo impegno del dispositivo e riformula il secondo impegno, mantenendone soltanto una parte.

  CARLO SIBILIA. In questo caso vorrei fare la dichiarazione di voto, se è possibile.

  PRESIDENTE. Se insiste per la votazione del suo ordine del giorno, le faccio fare la dichiarazione di voto.

  CARLO SIBILIA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione. Il punto è questo: per quale motivo ho cercato di insistere e di trovare una soluzione ?
  Perché in realtà cosa abbiamo chiesto sostanzialmente al Governo ? Di valutare l'opportunità di: vietare attività connesse allo sfruttamento dei giacimenti nazionali di idrocarburi entro un limite di dodici miglia dalla costa nazionale; vietare le attività connesse allo sfruttamento dei giacimenti nazionali di idrocarburi nel mar Adriatico, nel quale, considerata la natura di mare «chiuso», ogni incidente di natura ambientale avrebbe conseguenze irreparabili; vietare le attività connesse allo slittamento dei giacimenti nazionali di idrocarburi in aree naturali in predicato di divenire «parco protetto». Quindi, questo penso che sia un impegno che – considerati tutti gli elettori, magari anche di una sensibilità ambientalista, che hanno votato anche il Partito Democratico, con i quali naturalmente il Partito Democratico ha preso dei voti e si è preso degli impegni – poteva tranquillamente essere quanto meno – diciamo – posto in votazione, non pretendevo un parere favorevole del Governo, ma almeno una votazione. Il secondo invece dice semplicemente, se questo Governo decide di trivellare, quanto meno di aumentare la tassazione a quelle grandi multinazionali che vanno a trarre sfruttamento dai giacimenti di petrolio. Però naturalmente abbiamo capito che con la politica energetica del Governo Renzi moltissime regioni italiane potrebbero essere interessate dall'attività petrolifera, quindi su gran parte dei territori con percentuali preoccupanti. Infatti, con questo decreto di fatto la Basilicata potrebbe passare da un 35 per cento di territorio interessato alle trivellazioni petrolifere fino ad un 64 per cento, l'Abruzzo dal 26 per cento addirittura all'86 per cento di trivellazione e l'Emilia Romagna dal 44 per cento al 70 per cento. Quindi mi chiedo come si pongono rispetto a questi dati anche i deputati degli altri partiti. Solo pensando alla mia provincia, la provincia di Avellino, abbiamo due permessi di ricerca come Nusco e Case Pag. 102Capozzi contro cui i «comitatini», come li chiama Renzi, si stanno giustamente battendo. Noi ci chiediamo perché non ascoltare i cittadini, perché non fare la volontà di chi i territori li vive e li ama ? Perché continuare a fare arricchire le multinazionali, invece di incentivare lo sviluppo locale e l'economia di prossimità ? Allora, detto questo, io mi rimetto veramente alla sensibilità, alla dignità e alla coerenza dei deputati del Partito Democratico per cercare di capire se quello che vanno a dire in campagna elettorale è fatto solo a scopo di truffare i cittadini che poi li votano oppure effettivamente c’è una certa coerenza. Decidetelo voi in questo voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Vorrei chiarire solo una cosa, Sibilia, solo un sì o un no: è sempre per parti separate la votazione ?

  CARLO SIBILIA. Preferirei di sì, grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/2629-AR/167, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione:
  Duranti, Murer, Patriarca, Simoni, Capodicasa, Grassi, Giancarlo Giordano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  387   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no   281    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pisano n. 9/2629-AR/168, su cui il Governo ha espresso voto contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisano n. 9/2629-AR/168, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione:
  Grassi, Greco, Baruffi, Antezza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  405   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   300    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2629-AR/169, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2629-AR/169, con il parere contrario il Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  392   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul secondo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/2629-AR/167, che abbiamo saltato, con il parere contrario del Governo.Pag. 103
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Brandolin, Lainati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  391   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no   282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Le premesse sono precluse.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ruocco n. 9/2629-AR/170, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sarti n. 9/2629-AR/171, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Mucci n. 9/2629-AR/172, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, questo ordine del giorno, così come riformulato, effettivamente rende praticamente vano l'impegno stesso. Per quale motivo ? L'ordine del giorno chiedeva di coordinare le disposizioni relative ai condhotel presenti in questo decreto con quelle contenute nel decreto-legge n. 83 del 2014, convertito in legge il 29 luglio 2014, se non erro, dando priorità ai principi ed ai criteri stabiliti dal decreto MIBACT che deve uscire entro tre mesi dall'approvazione del decreto stesso.
  I tre mesi scadono oggi, Presidente; quindi, noi oggi dovevamo avere un decreto da parte del MIBACT che andava a definire la classificazione omogenea sul territorio nazionale delle imprese ricettive. In questo decreto viene inserita la definizione di condhotel, che, quindi, si inserisce in tutto il panorama nazionale; una definizione che, però, non è stata elaborata attraverso il procedimento che doveva portare avanti il MIBACT, ovvero facendo entrare nell'ambito della trattativa anche la Conferenza Stato-Regioni, perché qui si vanno a definire a livello nazionale quelli che sono i condhotel in questa normativa non tenendo conto delle peculiarità territoriali e della strategia a livello turistico propria dei territori stessi.
  Per cui, questo, ovviamente, come lei può immaginare, è pericoloso. Quindi, sottosegretari, intanto mi chiedo chi abbia riformulato questo ordine del giorno, per capire un po’ chi è che ha intenzione di venire meno a quella che è la tutela del patrimonio turistico della nostra nazione, che qui, in quest'Aula, è stato detto varie volte essere centrale per la nostra economia.
  È anche pericolosa la definizione dei condhotel che viene individuata, non soltanto per una questione di metodo, perché, in questo caso, viene demandato ad un DPCM la definizione ulteriore di criteri che andranno a modificare le specifiche per i vincoli di destinazione alberghiera che andranno rimossi. Quindi, è strano che venga approvato un decreto di recente, che deve elaborare una soluzione e dare dei dettami a livello legislativo per unificare a livello territoriale le normative, e poi, subito dopo, venga fatto un altro decreto, che, sostanzialmente, passa sopra ai compiti, definiti per legge, attribuiti al MIBACT.
  Mi chiedo, quindi, se il Governo non possa rivedere la posizione che ha assunto in questo momento, perché l'impegno chiede semplicemente di dare priorità ai principi e ai criteri stabiliti nel decreto del MIBACT.
  Colleghi, è un po’ strano il modo in cui noi stiamo lavorando. Infatti lavoriamo su Pag. 104dei decreti e ci viene detto di non ingessare le norme, non andando a specificare delle definizioni che vengono poi date al livello ministeriale, tenendo anche conto della Conferenza Stato-regioni. Poi viene emanato un decreto successivo, che passa sopra alla legge che abbiamo appena approvato. Quindi, qui in Aula, o perdiamo del tempo oppure queste logiche creano chiaramente un vulnus, che può anche ripetersi altre volte, insomma. Quindi, io chiedo al Governo di rivalutare l'impegno del mio ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il Governo non mi sembra intervenga. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, posso avere l'attenzione del Governo un minuto ?

  PRESIDENTE. Sì, credo che la stia ascoltando.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, credo che l'articolo 31 meriterebbe un altro discorso e anche un giudizio ancor più negativo. Ma, al di là di questo, chi conosce una realtà come quella della costa romagnola, per esempio, su cui impatterebbe molto con forza l'articolo 31, si rende conto – e io conosco un po’ di turismo – che la potenziale trasformazione di masse di stanze alberghiere in appartamenti, sostanzialmente, rischierebbe di mettere a repentaglio fortemente un equilibrio turistico che si è costruito negli anni.
  Quindi, il fatto di richiedere che considerazioni attinenti di tipo turistico e non di tipo edilizio prevalgano all'interno del ragionamento – pur essendo una richiesta, per così dire, dal mio punto di vista eccessivamente moderata rispetto al contenuto dell'articolo 31 – credo che meriterebbe, magari anche con una riformulazione, di essere preso attentamente in considerazione. Infatti, se viene privilegiato un aspetto che, appunto, non prevede il turismo al centro, si rischia di fare danni molto pesanti con questo intervento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, su questa questione dei condhotel credo si stia facendo molta confusione.
  Qui il principio non è quello, come qualcuno ha detto in termini speculativi, che da una struttura alberghiera nascono due realtà diverse e cioè il 60 per cento albergo ed il 40 per cento appartamenti. Non è così !
  È una struttura che ha una tipologia specifica, cioè tutta la struttura, il 100 per cento della struttura, rimane albergo ed anche la parte residenziale, ovvero unità abitative a proprietà divisa, che vanno sul mercato, comunque rimangono all'interno della struttura alberghiera.
  Nel testo questo è scritto in maniera molto chiara. È una nuova tipologia di albergo, non è una speculazione edilizia sugli alberghi, non c'entra proprio nulla. È una tipologia alberghiera che sta funzionando benissimo in Spagna, nel nord Europa e negli Stati Uniti d'America. Risponde ad una domanda di mercato per il turista che frequenta un territorio in maniera continua, nei weekend e in diversi momenti della stagione e che vuole che la stanza sia di sua proprietà: quando la frequenta, la frequenta lui; quando non è nella sua frequenza, rimane a disposizione dell'albergo, dentro la struttura alberghiera. Non c’è nulla di speculativo in questo. Si tratta in Italia di fondare una nuova tipologia alberghiera, che risponde ad una domanda di mercato alberghiero specifica. Non ci può essere nessuna strumentalizzazione in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, io intervengo solo per una valutazione. Pag. 105Questo intervento ripete quello che si è già verificato all'interno della Commissione ambiente. Noi qui stiamo discutendo degli ordini del giorno di un decreto-legge, che è stato redatto da un Governo. E qui, invece di avere queste spiegazioni da parte del Governo o dalla forza di maggioranza, un altro gruppo, per così dire, del tutto estraneo (Commenti del deputato Tancredi)...

  PRESIDENTE. Collega, collega ! Se vuole, può intervenire dopo: si prenota e la faccio intervenire. Per favore. (Commenti del deputato Di Battista) Collega Di Battista ! (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) Smettete (Commenti di deputati del gruppo Nuovo Centrodestra)..., abbiamo finito ? Pizzolante, per favore ! Continuiamo a fare intervenire Mannino. Prego.

  CLAUDIA MANNINO. Dicevo che abbiamo assistito alla stessa scena in Commissione: la difesa ferrea di questo decreto-legge non da parte del Governo, ma da parte dei gruppi parlamentari. E questo ci sembra alquanto strano, perché la stessa scena l'abbiamo avuto quando parlavamo degli inceneritori, tutto qui.
  Se qualcuno non la pensa come me, credo che rientri nel dialogo parlamentare, se mi è concesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mucci n. 9/2629-AR/172, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambruoso, Castricone, Saltamartini, Grassi, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  389   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no   268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sorial n. 9/2629-AR/173, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tacconi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  389   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no   272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scagliusi n. 9/2629-AR/174, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/2629-AR/175, accolto dal Governo come raccomandazione purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Terzoni n. 9/2629-AR/176, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  PATRIZIA TERZONI. Signor Presidente, io non riesco a capire perché hanno dato parere contrario a questo ordine del giorno, anche perché non è che si chiede l'impossibile. Si chiede, ad esempio, in particolare di privilegiare l'assegnazione ad associazioni o piccole imprese, giovani imprenditori e start up, al fine di favorire lo sviluppo economico e sociale del territorio, riferendoci agli immobili pubblici demaniali inutilizzati.Pag. 106
  Anche il Governo precedentemente aveva adottato un decreto-legge, il DL turismo, proprio, ad esempio, per concedere le vecchie stazioni ferroviarie per attività sul territorio. Quindi, non credo di andare completamente fuori...,non so se il Governo sta ascoltando, perché sono....

  PRESIDENTE. Il Governo non è tenuto a guardarla, ma sicuramente la sta ascoltando. Prego, vada avanti.

  PATRIZIA TERZONI. No, perché stavano scrivendo sul cellulare. Quindi, non è che va molto distante dalla linea che il Governo già ha intrapreso in altri decreti-legge. Ed inoltre non va neanche contro alcune linee politiche che si stanno tenendo all'interno del Parlamento. Mi riferisco, ad esempio, alla legge sui piccoli borghi che ha presentato il PD e che è incardinata in Commissione ambiente, in cui si fa riferimento a strutture non utilizzate dell'ANAS o a vecchie stazioni ferroviarie, ad esempio, proprio per incentivare le imprese giovanili, ciò è presente anche nella nostra proposta. Quindi, non riesco veramente a capire perché il Governo deve dire di no a qualcosa che anche lui stesso ha già fatto in parte, solo per alcune questioni.
  Poi un altro punto è quello del censimento e della pubblicazione dei contratti di affitto in essere sulla totalità degli immobili pubblici. Penso che questa sia semplicemente un'azione di trasparenza che devono fare le nostre amministrazioni verso i cittadini, perché comunque gli immobili sono di proprietà di tutta la collettività essendo immobili dello Stato.
  Quindi è come se il contratto di affitto fosse a nome di tutti i cittadini italiani. Ciò significa che io, se ho un immobile pubblico di «mia proprietà», lo dico tra virgolette, non vedo il motivo per cui non devo sapere a quanto ammonta l'affitto e perché non devo avere quindi un censimento di tutti questi immobili pubblici.
  Secondo me, è una cosa molto semplice e molto trasparente; in uno Stato dove il popolo dovrebbe essere sovrano, questa cosa ci dovrebbe essere. E comunque, ripeto, non va contro alle linee politiche che già ha già intrapreso il Governo, quindi chiedo di poter rivalutare il parere contrario a questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Quindi, a quanto ho capito, lei non accetta la raccomandazione, così com’è formulata. Non l'accetta, vero ? Sul suo ordine del giorno c’è il seguente parere: accolto come raccomandazione con riformulazione... Chiedo scusa: il parere è contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni n. 9/2629-AR/176, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Romano ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  384   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no   266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'ordine del giorno Crippa n. 9/2629-AR/177, su cui vi è il parere contrario del Governo. Constato che Crippa non è in aula: andiamo avanti.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tofalo n. 9/2629-AR/178, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Toninelli n. 9/2629-AR/179, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Da Villa n. 9/2629-AR/180, su cui vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la Pag. 107votazione dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2629-AR/181, su cui vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tripiedi n. 9/2629-AR/181, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  387   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no   269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2629-AR/182, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Corda n. 9/2629-AR/183, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzo n. 9/2629-AR/184, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzo n. 9/2629-AR/184, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Del Grosso, Zardini, Pes, Dambruoso, Dell'Aringa, Librandi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  387   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no   267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Basilio n. 9/2629-AR/185, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Basilio n. 9/2629-AR/185, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manfredi, Taricco, Fantinati ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no   267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2629-AR/186, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2629-AR/186, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  385   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no   268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 108

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Frusone n. 9/2629-A/187, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, questo ordine del giorno in realtà è molto, molto semplice. Parla dell'articolo 26 di questo provvedimento che è l'ennesimo articolo schifezza di questo provvedimento. Parla degli immobili della difesa che ogni Ministro, che si è alternato in quella carica ha sempre detto di voler vendere per far cassa, ma, strano caso, non si riesce mai a vendere gli immobili. Forse questa è la volta buona perché, appunto, in questo provvedimento si va, sia a vendere gli immobili della difesa, mettendo anche in prima fila i vari comuni – naturalmente non sono stati accettati i nostri suggerimenti a dare una corsia preferenziale a quei progetti di utilità sociale –, ma in realtà dietro questo articolo si cela una mera speculazione edilizia. Infatti, appunto, per esempio per via del Patto di stabilità anche i comuni virtuosi, che hanno, quindi, le disponibilità, non potranno far fronte a questi acquisti se non hanno un'entrata analoga nel bilancio in corso. Quindi, l'ordine del giorno semplicemente chiede questo, chiede di andare oltre il Patto di stabilità che sta uccidendo i piccoli comuni e i grandi comuni; sta facendo un danno enorme per tutti questi comuni che ormai sono alla canna del gas e, per l'ennesima volta, vedranno sfumare un'opportunità di poter valorizzare il loro territorio attraverso l'acquisto di questi immobili che da anni, anni e anni si cerca di vendere, ma nessuno ha i soldi per acquistarli, se non i privati che, grazie a delle varianti, potranno costruire nuovi centri commerciali e tutto quello che vogliono. Nuovamente, quindi, consumo del suolo a discapito dei cittadini e dei comuni. L'ordine del giorno va ad impedire tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frusone n. 9/2629-AR/187, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Maria, Nizzi, Molteni, Mauri, Russo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no   270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2629-AR/188, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2629-AR/188, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, De Lorenzis, Tancredi, Galli, De Benedetti, D'Uva...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  373   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no   270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rostellato n. 9/2629-AR/189, con il parere favorevole Pag. 109del Governo, purché riformulato. Passiamo all'ordine del giorno Colonnese n. 9/2629-AR/190, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato, ma la collega Colonnese non è presente in Aula. Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2629-AR/191.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2629-AR/191, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi... Bolognesi... Carbone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  386   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no   271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gallinella n. 9/2629-AR/192, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Passiamo all'ordine del giorno Lupo n. 9/2629-AR/193 sul quale il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Constato l'assenza dell'onorevole Lupo.
  Passiamo all'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2629-AR/194 sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Constato l'assenza dell'onorevole L'Abbate.
  Passiamo all'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2629-AR/195 sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, con riformulazione. Constato l'assenza dell'onorevole Dall'Osso.
  Passiamo all'ordine del giorno Cecconi n. 9/2629-AR/196 sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, con riformulazione. Constato l'assenza dell'onorevole Cecconi.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baroni n. 9/2629-AR/197, con il parere contrario del Governo e ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, questo ordine del giorno vuole garantire la proporzione dei posti letto per mille abitanti come da articolo 15 del decreto Balduzzi per il nuovo ospedale San Raffaele di Olbia. Come è noto, questo ha disposto la riduzione dello standard di posti letto ospedalieri accreditati ed a carico del servizio sanitario regionale ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti. Questo dato è comprensivo di zero virgola posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie. Qui vi spiego un «barbatrucco» o, meglio, lo spiego a lei, signor Presidente. È facilissimo fare i calcoli: i posti letto per post acuti sono il 20 per cento di quelli totali. Le previsioni che si sono affacciate per l'ospedale ex San Raffaele di Olbia sono di 242 posti letto, di cui 100 per post acuti ovvero la deroga che è presente nello sfascia-Italia prevede, oltre il Titolo V della Costituzione, una deroga in cui possiamo avere il 41 per cento dei post acuti in un ospedale. Tutti questi saranno pagati con un impegno scritto di 55,6 milioni di euro all'anno dalla regione Sardegna, impegno già sottoscritto. Arriviamo alla tasca dei cittadini sardi. L'euro della sanità italiana si chiama DRG, ossia il tariffario che le regioni applicano ad ogni tipo di prestazioni e di cura ospedaliera. È noto che i costi di investimento delle strutture che si occupano delle fasi acute sono molto alti, soprattutto per l'alta specializzazione del personale medico e delle infrastrutture tecnologiche. Ed è altrettanto noto che, al contrario, le strutture che si occupano di post-acuzie non hanno costi di investimento così alti e il privato accreditato nelle RSA e nelle case di cura Pag. 110rendono gli imprenditori in sanità molto ricchi, soprattutto a causa della lunghezza delle degenze autorizzate ed una bassa specializzazione del personale e delle infrastrutture. La proporzione che si prevede ad Olbia è evidentemente troppo sbilanciata a favore delle post-acuzie ossia i bassi costi e gli alti rendimenti. È il modo migliore per far guadagnare di più l'ospedale senza che quasi nessuno se ne accorga. Qui sorgono alcune considerazioni: se il decreto Balduzzi in piena epoca di spending review ha previsto il 20 per cento scarso di posti letto per post acuti, perché deroghiamo adesso a questa proporzione ? Di conseguenza la regione Sardegna o non sa far di conto o i conti li ha fatti benissimo e ha ritenuto che regalare soldi all'emiro del Qatar servisse a qualcosa o a qualcuno. Una legge regionale n. 296 del 2006 citata dall'articolo 16 dello sfascia-Italia prevede che la Sardegna debba provvedere autonomamente al proprio fabbisogno sanitario e quindi chi pagherà questo ennesimo regalo ? Con un bell'aumento dell'IRPEF regionale i cittadini sardi. Il Governo Renzi si è fatto ingolosire dalle promesse fatte dalla Quasar Foundation. Queste con il passare del tempo si stanno si stanno sempre più assottigliando. Ma chi l'avrebbe mai immaginato, povero, povero Governo preso in giro da un finanziatore arabo poco fedele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Le proporzioni dei posti-letto offerti dal Governo Renzo sono il chiaro sintomo di un attacco sistematico di un esercito di cavalli di Troia per un'arrembante filosofia privatistica, assicurativa e ospedalocentrica anche per prestazioni di cura terziaria, la più sociale e territoriale.
  E pensare che la Sardegna è fra le regioni più virtuose per assistenza primaria e può contare su un'assistenza domiciliare indiretta e su un modello di sanità d'iniziativa, che è funzionante. Ancora una volta, ci troviamo di fronte alla distruzione della sanità pubblica: addirittura, all'articolo 16, è prevista, in deroga al decreto Balduzzi, la possibilità di arrivare fino al 6 per cento per l'acquisto di prestazioni sanitarie di assistenza specialistica ambulatoriale e di assistenza ospedaliera fornita da soggetti privati. Anche qui, Balduzzi prevedeva la diminuzione di questo tipo di spesa di una certa percentuale ogni anno, sempre in nome della spending review.
  Ora noi vorremmo capire una cosa: ma la scusa della mancanza di soldi viene usata solo quando si deve distruggere il pubblico con l'accetta a favore del privato accreditato oppure ci stiamo avviando a sancire la definitiva sconfitta della sanità pubblica ? Perché devastarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Con un potenziale da sviluppare grazie ad una programmazione, al monitoraggio della contabilità analitica, come fa il MoVimento 5 Stelle del Lazio alle ASL di Zingaretti; una commissione d'inchiesta sulla corruzione, proposta a prima firma di Giulia Di Vita; l'applicazione della farmacoterapia in monodosi negli ospedali, come da proposta di Giulia Grillo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ...gli obblighi di trasparenza sono obblighi su cui siete indietro di vent'anni rispetto ai vincoli imposti da Bruxelles (Commenti)...

  PRESIDENTE. Colleghi, non urlate, per favore.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ...in materia di prevenzione alla corruzione. E la trasparenza su questo accordo ne ha assai poco...

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ...un accordo fatto nelle stanze chiuse di un esotico ufficio del Qatar (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vallascas. Ne ha facoltà.

Pag. 111

  ANDREA VALLASCAS. Signor Presidente, io intervengo su questo ordine del giorno...

  PRESIDENTE. Collega, sta intervenendo il suo collega di gruppo.

  ANDREA VALLASCAS. ...in difesa di questo ordine del giorno, ricordando, e informando per chi non lo sapesse, che, già nel 2010, la Corte dei conti aveva stroncato la sanità regionale sarda per via delle spese incontrollate, che erano arrivate a ben 3 miliardi di euro, pari a ben il 40 per cento del bilancio regionale. Quindi, chiedo al Governo di rivedere la sua posizione e mi rivolgo ai colleghi sardi, affinché questo ordine del giorno venga difeso e venga approvato e si eviti che i profitti ricadano sui privati e le spese, invece, siano a danno delle tasche dei cittadini sardi. Chiedo, quindi, che si ripristini la proporzione prevista dall'articolo 15 del decreto Balduzzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nizzi. Ne ha facoltà.

  SETTIMO NIZZI. Signor Presidente, chiedo scusa ai colleghi perché dobbiamo tutti andare a casa, però io non penso che sia utile che esponenti, rappresentanti della nostra nazione espongano la sanità privata come il male peggiore. Io faccio il medico di professione e so cosa vuol dire fare i viaggi della speranza per i pazienti, per i nostri corregionali. È una follia non far realizzare ospedali nella nostra regione (Commenti del deputato Baroni)...

  PRESIDENTE. Nizzi, si rivolga alla Presidenza, per favore, così evitiamo qualsiasi...

  SETTIMO NIZZI. Chiedo scusa. È una follia non far realizzare quell'ospedale. Noi abbiamo gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini italiani. Già scontiamo l'enorme disavanzo sul costo energetico, sui trasporti: se volete cancellare quel pezzo di terra, fatelo pure, ma noi sicuramente ci opporremo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Corda. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Signor Presidente, vorrei rispondere al collega Nizzi che, se quel pezzo di terra sarà devastato, è soltanto responsabilità degli amministratori cattivi che la Sardegna ha avuto fino ad oggi, soprattutto ad Olbia. E Nizzi lo sa benissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti del deputato Nizzi). Quindi, è vergognoso che si facciano questi interventi inutili...

  PRESIDENTE. Collega Nizzi...

  EMANUELA CORDA. ...senza neanche aver letto l'ordine del giorno, citando la propria condizione professionale, che non c'entra niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, Nizzi, per favore...

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

  EMANUELA CORDA. ...lasci perdere, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2629-AR/197, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  358   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 112

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grillo n. 9/2629-AR/198, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lorefice n. 9/2629-AR/199, con il parere contrario del Governo. Passiamo, quindi, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2629-AR/199, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Pellegrino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  375   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no   256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Mantero n. 9/2629-AR/200, con il parere contrario del Governo.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, io volevo fare semplicemente una domanda al sottosegretario. Volevo sapere se ha presente un principio della termodinamica, il primo principio della termodinamica o legge di Lavoisier, magari l'ha studiato a scuola; questo principio dice che in un processo chimico nulla si crea e nulla si distrugge. Volevo sapere se ce l'ha presente perché leggendo l'articolo 35 di questo decreto-legge sembra che per questo Governo bruciando i rifiuti questi magicamente scompaiano. Ecco, volevo informarli che non è così, si trasformano semplicemente.
  Quindi, se noi mettiamo una tonnellata di rifiuti in un inceneritore, ci restano circa 350 chili di ceneri che sono più pericolose dei rifiuti all'origine, perché ovviamente le sostanze nocive si concentrano, e devono comunque essere smaltite. Una parte poi viene dilavata via con le acque di pulizia e di dilavamento e il resto va nell'aria attraverso i camini; quindi, ci troviamo nell'aria sostanze come le nanopolveri, anche queste non so se il sottosegretario le conosce, sono polveri che hanno le dimensioni di un milionesimo di metro o inferiori e sono così sottili che possono viaggiare nell'aria per decine e decine di chilometri. Sono così sottili che entrano attraverso gli alveoli polmonari direttamente nel circolo sanguigno e diventano veicolo di sostanze nocive come i metalli pesanti e quindi il cadmio, il piombo, l'arsenico, il mercurio e così via e di sostanze pericolosissime come le diossine e i furani, sono tutte sostanze tossiche e nocive che compromettono la crescita dei bambini ed entrano anche negli alimenti. Ci sono studi scientifici che dimostrano che queste sostanze sono state trovate anche nel latte materno. Quindi, i nostri bambini, in buona sostanza, si nutrono con i rifiuti che noi inceneriamo.
  Tra l'altro, con questo decreto-legge fate una cosa straordinaria ovvero imponete che questi impianti lavorino al massimo regime, quindi stravolgendo anche quello che è il loro fine. Intanto volevo ricordare che la direttiva europea non ci chiede di incenerire o sotterrare i rifiuti, ma ci chiede di ridurli all'origine, riutilizzarli, riciclarli e di incenerire solamente la parte residua; invece, voi pensate all'incenerimento come primo obiettivo, ma tra l'altro in maniera errata. In questo modo gli inceneritori non sono uno strumento per eliminare i rifiuti, ma diventano un mezzo e devono funzionare a massimo regime. Questo vuol dire che una volta finiti i rifiuti locali dovranno importare rifiuti per poter continuare a funzionare a massimo regime. Vi faccio un esempio, l'inceneritore più grosso che abbiamo, che è quello di Brescia, attualmente brucia 780 mila tonnellate di rifiuti ogni anno, solo Pag. 113430 mila provengono da Brescia, quindi il resto viene importato. Adesso dovrà funzionare a massimo regime quindi dovrà bruciare un milione di tonnellate di rifiuti l'anno. In buona sostanza state stimolando la produzione dei rifiuti in modo da far funzionare gli inceneritori, siete geniali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Tutto questo, come dicevo, ovviamente ha delle conseguenze, ha dei costi esterni sociali e sanitari. Ci sono dei costi dovuti all'aumento delle malattie, alle ore di lavoro perse per le malattie; ci sono dei costi dovuti all'aumento della mortalità, perché queste causano ovviamente malattie anche mortali, quindi dei costi sociali esterni che non ci inventiamo, perché uno studio Extern dell'Unione europea quantifica in 2 milioni e 200 mila euro i costi per ogni 100 mila tonnellate di rifiuti che vengono bruciati: fatevi due conti. Quest'ordine del giorno chiede semplicemente che ogni impianto di incenerimento abbia una valutazione dell'impatto sanitario, ovvero dei danni che quell'impianto provoca ai cittadini che ci vivono intorno per decine e decine di chilometri e i costi esterni che causa. Quindi mi sembra che non votare una cosa del genere sia allucinante, sia fare scientemente un danno alla salute dei cittadini e aggravare scientemente il costo del nostro servizio sanitario nazionale. Quindi, vi chiedo: pensate cosa state votando in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mantero n. 9/2629-AR/200, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Baruffi, Fratoianni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  364   
   Votanti  355   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato sì  103    
    Hanno votato no  252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2629-AR/201, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2629-AR/201, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio, Sgambato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  355   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato sì  97    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2629-AR/202, accolto dal Governo come raccomandazione.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, sarò telegrafico. Chiedo al sottosegretario Umberto Del Basso De Caro di provare a venire incontro all'opposizione, visto che un ordine del giorno non si nega a nessuno, come diceva precedentemente qualcuno, e accogliere questo ordine del giorno per quello che è e non come una raccomandazione.

Pag. 114

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, si può anche trasformare da raccomandazione in impegno con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di reperire risorse». Il tema è sempre lo stesso, comunque.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2629-AR/202, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/2629-AR/203, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, con la votazione di questo ordine del giorno a mia prima firma chiedo un gesto di responsabilità da assumere nei confronti di tutti cittadini, comitati civici, associazioni ambientaliste, che da anni si battono per chiedere il ritiro del progetto di una nuova autostrada da Orte a Mestre e propongono interventi più utili e sostenibili. In un comma, creato ad hoc dal Governo nel decreto «sblocca Italia», c’è nascosta un'opera disastrosa, che non aveva alcun senso dieci anni fa e che ora, in questo contesto economico, è divenuta un'assurdità colossale.
  La Orte-Mestre, così come il Mose, serve solo a chi la fa, non certo ai cittadini totalmente esclusi dal processo decisionale per la sua progettazione e costruzione. Un'opera faraonica, ingiustificata dalle attuali previsioni di traffico, che apporterà benefici solo ai soliti gruppi industriali ma non di certo ai contribuenti. La costruzione di quest'opera favorirà gli interessi delle grandi società concessionarie e aumenterà il rischio di infiltrazioni criminali, come già accaduto per il Mose e l'Expo di Milano. Un enorme spreco di denaro pubblico a vantaggio dei soliti noti. A livello nazionale e locale i fautori di questa nuova autostrada sono i politici di destra e di sinistra.
  L'ultimo progetto presentato in ordine di tempo, per la costruzione di questa nuova autostrada è partito dall'iniziativa privata promossa tra gli altri dalla Gefip Holding. Il progetto è quindi figlio di Vito Bonsignore, una vecchia conoscenza della Tangentopoli degli anni ’90, condannato definitivamente a due anni per tentata corruzione e tra i fondatori del Nuovo Centrodestra, lo stesso partito del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi. E non dimentichiamoci che la Orte-Mestre ha ricevuto la benedizione anche dell'allora Ministro alle infrastrutture e dei trasporti Matteoli, oggi indagato per corruzione negli scandali legati ad un'altra grande opera inutile, quella del Mose.
  Dopo anni di stallo, il progetto per la costruzione della Orte-Mestre è stato ripescato con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi, che ha salutato il via libera del Cipe del novembre 2013 ad un'opera faraonica le cui attuali stime di traffico non ne giustificano la costruzione, che non ha alcuna valenza strategica e costituirebbe solo un doppione delle arterie già esistenti. È chiaro come il giro di affari legati al progetto della nuova Orte-Mestre, andrà a favorire solo gli interessi privati delle grandi società concessionarie, mentre sarebbe molto più vantaggioso per i cittadini procedere con alternative meno costose, più sostenibili e immediatamente realizzabili, come la messa in sicurezza della E45 e della Strada statale Romea, due delle strade più pericolose d'Italia. Invece il progetto della nuova autostrada non prevede interventi di messa in sicurezza delle arterie esistenti.
  Con 10 miliardi di euro stimati per la sua realizzazione l'autostrada Orte-Mestre è in assoluto l'opera più costosa tra quelle inserite nella Legge Obiettivo; devasterà l'economia e l'ambiente di 6 regioni, provocherà danni ambientali gravissimi a carico di importanti zone tutelate, come la Laguna di Venezia, la Riviera del Brenta o le Valli del Mezzano, solo per citarne alcune, ed è figlia di una teoria cementizia per la quale lo sviluppo economico di un Pag. 115Paese deriverebbe dalla costruzione di nuove infrastrutture e grandi opere. Una strategia incomprensibile, figlia della vecchia politica e di una visione dello sviluppo miope, che appartiene ormai a un passato remoto.
  Le alternative ci sono e vi chiediamo di votarle con l'approvazione di questo ordine del giorno a mia prima firma: si tratta della messa in sicurezza delle arterie esistenti, la Statale 309 Romea e la E45, tra le strade più pericolose di Italia, arterie che richiedono interventi definitivi di riqualificazione, predisposizione di corsie di emergenza, miglioramento della segnaletica. Tutti interventi possibili in pochi anni, con spese molto contenute e senza nessun bisogno di trasformazione in autostrada.
  Chiediamo, dunque, che venga accolto questo ordine del giorno che prevede il ritiro del progetto preliminare per la Orte-Mestre e l'investimento dei fondi disponibili in opere urgenti di messa in sicurezza delle arterie esistenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Spessotto n. 9/2629-AR/203, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Battista, Molteni, Misiani, Bianchi Mariastella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  355   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato sì  98    
    Hanno votato no  257    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2629-AR/204, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2629-AR/204, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Bianchi Mariastella, Marantelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  354   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato sì  96    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2629-AR/205, accolto dal Governo come raccomandazione.

  CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, questo ordine del giorno è molto chiaro: impegna il Governo ad assumere immediate iniziative al fine di incentivare l'acquisto di nuovi velocipedi, cioè di biciclette, anche attraverso specifici contributi a chi sostituisca un veicolo inquinante con un velocipede, cioè una bicicletta.
  Allora io non capisco perché nel PD ci sono colleghi che entrano nell'intergruppo parlamentare della mobilità ciclistica, perché ci sono colleghi che presentano proposte di legge per favorire la mobilità ciclistica e lo stesso presidente della Commissione ambiente Realacci ha presentato diverse proposte, una incardinata anche nella Commissione trasporti, e adesso su un ordine del giorno così semplice c’è la proposta del Governo di accoglierlo come raccomandazione. Siccome è un ordine del giorno molto chiaro e la volontà anche della maggioranza o comunque del PD, Pag. 116che dovrebbe essere la stessa nostra, cioè quella di favorire la mobilità ciclistica, io spero che i deputati liberi di questo Parlamento votino a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2629-AR/205, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Battista, Rizzetto, Carella, Franco Bordo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  354   
   Votanti  353   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no   242.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Buttiglione ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e il deputato Fossati ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2629-AR/206, accolto dal Governo come raccomandazione. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Busto n. 9/2629-AR/207, non accettato dal Governo.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, questo ordine del giorno tratta l'articolo 26, che parla di immobili inutilizzati del patrimonio immobiliare pubblico ed eventualmente anche di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico. Noi abbiamo semplicemente richiesto in questo ordine del giorno che venga comunque garantito il fatto che nelle dismissioni siano garantiti alcuni criteri e tra l'altro siano bandite queste dismissioni attraverso delle procedure di evidenza pubblica, appunto con bandi che contengano dei criteri precisi. Per esempio, i criteri che ci siamo immaginati per minimizzare un pochettino il danno che fate è il fatto di prevedere progetti per la realizzazione di residenze a canone convenzionato, oppure progetti non solo residenziali ma anche con attività che possano generare occupazione e indotto occupazionale per il territorio, oppure impegno al mantenimento degli spazi verdi urbani non edificati all'interno dei centri urbani, impegno alla gestione degli spazi verdi agli enti locali da destinare alla fruizione collettiva pubblica, impegno al recupero o alla ristrutturazione o alla manutenzione che determini anche l'installazione di impianti di alimentazione energetica da fonti rinnovabili, tenere debitamente conto delle opinioni dei comitati locali e/o libere associazioni di cittadini che si impegnano per la rivalutazione delle aree verdi interne alle caserme dismesse. Questi sono semplici impegni che abbiamo chiesto, il parere è contrario. Magari provate a ripensarci un attimo perché sono cose piccoline, poi un ordine del giorno non si nega a nessuno, anche a noi poveretti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, quanto tempo ho a disposizione ?

  PRESIDENTE. Cinque minuti.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Anch'io vorrei porre l'attenzione sull'ordine del giorno del mio collega Busto. Come diceva Pag. 117lui l'articolo 26 riguarda i beni che si possono dismettere e vorrei rileggere soltanto gli impegni al Governo per fare in modo di spingere i colleghi della maggioranza a votare questo ordine del giorno per noi importante.
  Impegna il Governo appunto affinché gli immobili in oggetto vengano alienati con procedura di evidenza pubblica e mediante bandi che contengano tra i criteri di attribuzione di punteggio utile ai fini della aggiudicazione per gli offerenti la presentazione di progetti idonei a riqualificare gli ambiti in cui sono collocati gli immobili, nonché i seguenti criteri anche in via cumulativa tra essi. Vorrei solo rileggere i criteri.
  Sono: a) progetti che prevedano la realizzazione di residenze a canone convenzionato; b) progetti che prevedano non solo residenzialità, ma anche l'avvio di attività che riescano a generare concretamente occupazione e/o indotto occupazionale per il territorio; c) impegno al mantenimento degli spazi verdi quali spazi non edificati interni ai centri urbani; d) impegno alla cessione degli spazi verdi agli enti locali da destinare alla fruizione collettiva pubblica; e) impegno al recupero alla ristrutturazione e alla manutenzione che determini anche l'installazione di impianti di alimentazione energetica da fonti rinnovabili; f) che tengano debitamente conto delle opinioni dei comitati locali e/o libere associazioni dei cittadini che si impegnano per la rivalutazione delle aree verdi interne alle caserme dismesse.
  Prima parlavo con la collega Oliaro di Scelta Civica e ho spiegato meglio questo ordine del giorno, sperando che lei si unirà a noi e voterà favorevolmente questo impegno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/2629-AR/207, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Ricciatti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  346   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   241.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Malpezzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Dieni n. 9/2629-AR/208, con il parere favorevole del Governo. Constato l'assenza della collega Dieni.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Zolezzi 9/2629-AR/209, non accettato dal Governo.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, siamo ancora a parlare di questo decreto. In questo ordine del giorno chiediamo che vengano considerate di interesse strategico quello che è strategico per la nazione, cioè la salvaguardia del territorio e delle produzioni enogastronomiche dei prodotti DOP, del paesaggio, della costa, della lavorazioni tradizionali, quelle che non producono inquinamento.
  A differenza di tutto quello che è contenuto in questo decreto che chiede che la VIA, la valutazione di impatto ambientale, la valutazione della localizzazione di un impianto diventi uguale all'autorizzazione integrata ambientale, cioè agli effetti dell'impianto su un territorio. Quindi, un inceneritore può avere lo stesso volume di rifiuti compresi nella VIA nel senso che può andare al massimo carico termico. Siamo stati oggi a vedere l'inceneritore di Ca’ del bue e c’è questa corsa al rifiuto: non ci sono più i rifiuti perché i cittadini sono molto più veloci rispetto agli amministratori a diventare virtuosi e a fare la raccolta differenziata.Pag. 118
  Questo decreto ci vuole riportare alla preistoria, al giurassico. Poi chiediamo appunto che sia fatta la consultazione pubblica; i cittadini fanno la raccolta differenziata, seguono quello che è virtuoso e perché non fidarci della consultazione pubblica per realizzare le opere di sfruttamento dei giacimenti eventuali petroliferi nazionali ?
  Poi chiedo che siano avviati contatti virtuosi con i Paesi confinanti. Non è perché la Croazia vuole distruggere il suo territorio, anche noi gli stiamo dando una mano con la cementificazione in Croazia ? Allora, se loro trivellano dobbiamo trivellare anche noi perché altrimenti poi l'inquinamento sarà anche per il nostro mare. Cerchiamo di innescare un circolo virtuoso, una rete e non una ragnatela appiccicosa come quella che state proponendo. Tutti gli arresti sugli appalti dimostrano quello che sta proponendo questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per cui davvero, noi in questo caso abbiamo fatto delle proposte, abbiamo scritto un decreto «attiva Italia» per dare delle idee, per ricostruire, per dare occupazione e sostenibilità ambientale. Tutti i portavoce del MoVimento 5 Stelle fanno al massimo due mandati, due legislature, non siamo come quelli che, come una ragnatela, sono appiccicati a queste poltrone. Di conseguenza, non dobbiamo assolutamente pensare al consenso che cercate di conservare con la disoccupazione, con l'emergenza, con le pance vuote e con la tensione sociale che è quella che si è vista in questi giorni, con le manganellate ai poveri operai che stavano manifestando il loro disagio verso questo Governo assolutamente iniquo, inadeguato, fuori dal tempo e fuori dallo spazio.
  Per cui davvero non sappiamo domani cosa succederà, perché quello che questo Governo non può fare è prevedere il futuro, però pensiamoci davvero: un decreto così è l'apoteosi dell'insostenibilità, della totale assenza di contatto con la realtà, con tutto quello che è moderno, con tutto quello che è favorire la ricerca, che a parole e in qualche slide forse è stata anche difesa, però poi nei fatti, quando si mette per iscritto, si vede che i poveri italiani devono rinunciare a tutti i loro fondi, anche i fondi di Cassa depositi e prestiti, il famoso risparmio postale. Un italiano entrerà alle Poste per depositare i suoi soldi e finiranno direttamente in un inceneritore con questo decreto. Per cui è davvero una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2629-AR/209, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione:
  Matarrese, Grillo, Terzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  346   
   Votanti  337   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  95    
    Hanno votato no   242    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Uva n. 9/2629-AR/210, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Come già preannunciato dal deputato Rosato, si intende che siano accolte tutte le riformulazioni proposte degli ordini del giorno a firma dei deputati del gruppo Partito Democratico, mentre su quelli con il parere favorevole o accolti come raccomandazione non si insiste per la votazione. Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo per una precisazione sull'ordine del giorno Basso n. 9/2629-AR/90, prego.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, sull'ordine del giorno Basso n. 9/2629-AR/90, giusto per essere puntuale, vista la confusione, volevo precisare che dopo le parole: «impegna Pag. 119il Governo» non vi è «a valutare la possibilità di», ma «ad individuare, all'esito della dichiarazione dello stato di emergenza, tutte le misure utili» e poi prosegue. In questo senso era il parere favorevole con la riformulazione e in questo senso è la riformulazione.

  PRESIDENTE. Si è quindi così concluso l'esame degli ordini del giorno ...

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, una precisazione sull'ordine del giorno Antezza n. 9/2629-AR/226, sul quale il Governo intende esprimere parere favorevole.

  PRESIDENTE. Lei si riferisce all'ordine del giorno Antezza n. 9/2629-AR/226: vuole dare parere favorevole e quindi non lo accoglie come raccomandazione. Perfetto, ne prendiamo atto.
  Si è quindi così concluso l'esame degli ordini del giorno. Come stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 10, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale. Seguirà la votazione finale.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma (ore 21,28).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che domani, giovedì 30 ottobre, dopo la votazione finale del disegno di legge n. 2629-A/R – Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (da inviare al Senato – scadenza: 11 novembre 2014), sarà iscritto all'ordine del giorno l'esame della Relazione al Parlamento recante variazione alla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2014.
  L'organizzazione dei tempi per l'esame è pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.
  La seduta comune del Parlamento per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale ed un componente del Consiglio superiore della magistratura, già prevista per domani, giovedì 30 ottobre, avrà luogo in altra data.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 21,30).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, intervengo per tutelare l'onorabilità dei parlamentari italiani, in particolare dei deputati, perché oggi ho letto su la Repubblica un ennesimo articolo vergognosamente antiparlamentare in cui si dice una cosa falsa, cioè che i parlamentari, i deputati in particolare, starebbero protestando perché vogliono l'ufficio dopo la chiusura prevista a fine anno degli uffici di palazzo Marini.
  Ci sarebbe stato solo un parlamentare, l'onorevole Vecchio, che, invece, avrebbe acconsentito al fatto di utilizzare spazi comuni per poter lavorare anche fuori dell'Aula. Ritengo che questo articolo sia vergognosamente lesivo dell'onorabilità della Camera dei deputati. A me non risulta che i deputati si rifiutino di lavorare negli spazi comuni che si possono ricavare in quest'Aula.
  Per quanto mi riguarda, sono assolutamente favorevole a che si razionalizzi la Pag. 120spesa, si salvaguardi, anche dal punto di vista occupazionale, il personale che avrà problemi di lavoro con la chiusura di palazzo Marini, perché noi abbiamo tutta la possibilità, come parlamentari, risparmiando sulle spese del bilancio della Camera, di poter lavorare seriamente. Però, non accetto che un quotidiano come la Repubblica possa infangare l'onorabilità dei deputati italiani.

  GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, da informazioni di stampa abbiamo saputo che la regione Lombardia ha deliberato il 1o luglio scorso, delibera 2017, di poter concedere a enti esterni a Lombardia Informatica, non obbligatoriamente pubblici, la visione e l'utilizzo dei dati sanitari presenti all'interno del Datawarehouse regionale sulla sanità.
  Sembrerebbe che la cessione dei suddetti dati potrebbe avvenire a fronte di un corrispettivo economico; in altre parole, verrebbero venduti a terzi dati sensibili. Come sappiamo, Lombardia Informatica, impegnata nella gestione dei dati sanitari di formigoniana memoria da circa 15 anni, con una spesa pubblica di circa 1,5 miliardi di euro, collabora alla costruzione del fascicolo sanitario elettronico che il Ministro della salute Lorenzin vuole introdurre a livello nazionale a partire dal 2015.
  Con questo intervento, Presidente, chiediamo ufficialmente al Garante sulla privacy, dottor Soro, di dare un parere sulla suddetta delibera, in quanto si sta parlando di dati personali sensibili di dieci milioni di cittadini-pazienti. Non vorremmo che si ripetesse anche in Italia ciò che è successo in Inghilterra, dove sembra che i dati sanitari siano stati venduti a case farmaceutiche e assicurazioni, nonostante le linee guida sul fascicolo sanitario elettronico prevedano espressamente che il cittadino-utente sia egli stesso a deliberare come, quando e chi deve usare i propri dati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, come avevo promesso, ogni giorno, a fine seduta, farò un intervento per sollecitare due interrogazioni: la prima è la n. 5-01147 del 4 ottobre 2013, la seconda è la n. 4-04990 del 30 maggio 2014. Sono passati, oggi, 390 giorni dalla prima interrogazione e ancora i cittadini italiani non hanno risposta riguardo alla strada statale 275, alla sua errata progettazione, all'appalto che è stato dato per l'esecuzione dei lavori, che, in qualche modo, è ancora oggetto di diatriba presso il Consiglio di Stato, soprattutto perché questa opera ha un tracciato che si pone sopra delle discariche abusive di rifiuti tossici. Quindi, credo che sia compito delle istituzioni dare risposte ai cittadini.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 30 ottobre 2014, alle 10:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (C. 2629-A/R).
  — Relatori: Braga, per la maggioranza; De Rosa e Grimoldi, di minoranza.

  2. – Esame della relazione recante variazione alla nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-ter).

  La seduta termina alle 21,35.

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA RELAZIONE AL PARLAMENTO

Relazione al Parlamento recante variazione alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014

Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti.

Relatore 10 minuti
Governo 25 minuti
Interventi a titolo personale 15 minuti
Gruppi 1 ora e 40 minuti
 Partito Democratico

10 minuti

 MoVimento 5 Stelle
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente
 Nuovo Centrodestra
 Scelta civica per l'Italia
 Sinistra Ecologia Libertà
 Lega Nord e Autonomie
 Per l'Italia
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale
 Misto:
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
Pag. 121

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2629-A/R – odg 9/8 439 428 11 215 128 300 81 Resp.
2 Nom. odg 9/2629-AR/36 449 425 24 213 139 286 78 Resp.
3 Nom. odg 9/2629-AR/39 449 428 21 215 58 370 78 Resp.
4 Nom. odg 9/2629-AR/44 452 431 21 216 141 290 78 Resp.
5 Nom. odg 9/2629-AR/45 454 430 24 216 140 290 78 Resp.
6 Nom. odg 9/2629-AR/48 458 354 104 178 59 295 78 Resp.
7 Nom. odg 9/2629-AR/50 457 456 1 229 58 398 78 Resp.
8 Nom. odg 9/2629-AR/54 461 452 9 227 136 316 78 Resp.
9 Nom. odg 9/2629-AR/55 457 456 1 229 168 288 78 Resp.
10 Nom. odg 9/2629-AR/56 462 413 49 207 124 289 78 Resp.
11 Nom. odg 9/2629-AR/59 461 458 3 230 435 23 78 Appr.
12 Nom. odg 9/2629-AR/61 459 456 3 229 170 286 78 Resp.
13 Nom. odg 9/2629-AR/66 462 451 11 226 80 371 78 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2629-AR/72 459 456 3 229 125 331 78 Resp.
15 Nom. odg 9/2629-AR/73 452 445 7 223 128 317 78 Resp.
16 Nom. odg 9/2629-AR/74 455 452 3 227 164 288 78 Resp.
17 Nom. odg 9/2629-AR/76 451 449 2 225 127 322 78 Resp.
18 Nom. odg 9/2629-AR/77 444 428 16 215 142 286 78 Resp.
19 Nom. Ddl 2681 – quest. preg. 1, 2 e 3 440 439 1 220 162 277 86 Resp.
20 Nom. Ddl 2629-A/R – odg 9/79 436 337 99 169 64 273 86 Resp.
21 Nom. odg 9/2629-AR/81 442 425 17 213 63 362 86 Resp.
22 Nom. odg 9/2629-AR/82 443 439 4 220 78 361 86 Resp.
23 Nom. odg 9/2629-AR/84 441 355 86 178 80 275 86 Resp.
24 Nom. odg 9/2629-AR/103 448 426 22 214 60 366 84 Resp.
25 Nom. odg 9/2629-AR/105 451 447 4 224 160 287 83 Resp.
26 Nom. odg 9/2629-AR/107 448 446 2 224 60 386 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2629-AR/111 449 448 1 225 136 312 83 Resp.
28 Nom. odg 9/2629-AR/112 450 448 2 225 111 337 83 Resp.
29 Nom. odg 9/2629-AR/114 445 442 3 222 158 284 83 Resp.
30 Nom. odg 9/2629-AR/115 434 432 2 217 124 308 83 Resp.
31 Nom. odg 9/2629-AR/116 444 442 2 222 126 316 83 Resp.
32 Nom. odg 9/2629-AR/117 448 445 3 223 113 332 83 Resp.
33 Nom. odg 9/2629-AR/120 445 442 3 222 106 336 83 Resp.
34 Nom. odg 9/2629-AR/121 439 437 2 219 104 333 83 Resp.
35 Nom. odg 9/2629-AR/122 441 436 5 219 122 314 83 Resp.
36 Nom. odg 9/2629-AR/123 444 441 3 221 105 336 84 Resp.
37 Nom. odg 9/2629-AR/124 448 427 21 214 85 342 83 Resp.
38 Nom. odg 9/2629-AR/126 448 445 3 223 120 325 83 Resp.
39 Nom. odg 9/2629-AR/127 451 449 2 225 107 342 83 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2629-AR/128 444 443 1 222 124 319 83 Resp.
41 Nom. odg 9/2629-AR/129 446 444 2 223 125 319 83 Resp.
42 Nom. odg 9/2629-AR/130 434 431 3 216 122 309 83 Resp.
43 Nom. odg 9/2629-AR/131 444 424 20 213 106 318 83 Resp.
44 Nom. odg 9/2629-AR/132 445 441 4 221 123 318 83 Resp.
45 Nom. odg 9/2629-AR/133 453 449 4 225 128 321 83 Resp.
46 Nom. odg 9/2629-AR/134 451 448 3 225 127 321 83 Resp.
47 Nom. odg 9/2629-AR/135 I p. 451 431 20 216 397 34 83 Appr.
48 Nom. odg 9/2629-AR/135 II p. 447 444 3 223 113 331 84 Resp.
49 Nom. odg 9/2629-AR/135 III p. 450 447 3 224 107 340 82 Resp.
50 Nom. odg 9/2629-AR/137 453 434 19 218 106 328 82 Resp.
51 Nom. odg 9/2629-AR/138 447 432 15 217 113 319 82 Resp.
52 Nom. odg 9/2629-AR/139 441 441 221 105 336 82 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/2629-AR/141 439 437 2 219 106 331 83 Resp.
54 Nom. odg 9/2629-AR/142 439 424 15 213 103 321 82 Resp.
55 Nom. odg 9/2629-AR/144 439 419 20 210 370 49 82 Appr.
56 Nom. odg 9/2629-AR/152 424 407 17 204 109 298 82 Resp.
57 Nom. odg 9/2629-AR/157 425 423 2 212 118 305 82 Resp.
58 Nom. odg 9/2629-AR/162 429 427 2 214 120 307 82 Resp.
59 Nom. odg 9/2629-AR/163 428 425 3 213 122 303 82 Resp.
60 Nom. odg 9/2629-AR/164 414 412 2 207 114 298 81 Resp.
61 Nom. odg 9/2629-AR/165 413 410 3 206 113 297 81 Resp.
62 Nom. odg 9/2629-AR/166 415 411 4 206 119 292 81 Resp.
63 Nom. odg 9/2629-AR/167 I p. 401 387 14 194 106 281 81 Resp.
64 Nom. odg 9/2629-AR/168 407 405 2 203 105 300 81 Resp.
65 Nom. odg 9/2629-AR/169 408 392 16 197 105 287 81 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. odg 9/2629-AR/167 II p. 405 391 14 196 109 282 81 Resp.
67 Nom. odg 9/2629-AR/172 392 389 3 195 121 268 81 Resp.
68 Nom. odg 9/2629-AR/173 390 389 1 195 117 272 81 Resp.
69 Nom. odg 9/2629-AR/176 385 384 1 193 118 266 81 Resp.
70 Nom. odg 9/2629-AR/181 387 387 194 118 269 82 Resp.
71 Nom. odg 9/2629-AR/184 388 387 1 194 120 267 82 Resp.
72 Nom. odg 9/2629-AR/185 386 386 194 119 267 82 Resp.
73 Nom. odg 9/2629-AR/186 385 385 193 117 268 82 Resp.
74 Nom. odg 9/2629-AR/187 388 388 195 118 270 82 Resp.
75 Nom. odg 9/2629-AR/188 388 373 15 187 103 270 82 Resp.
76 Nom. odg 9/2629-AR/191 388 386 2 194 115 271 82 Resp.
77 Nom. odg 9/2629-AR/197 374 358 16 180 105 253 81 Resp.
78 Nom. odg 9/2629-AR/199 376 375 1 188 119 256 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 85)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. odg 9/2629-AR/200 364 355 9 178 103 252 81 Resp.
80 Nom. odg 9/2629-AR/201 356 355 1 178 97 258 81 Resp.
81 Nom. odg 9/2629-AR/203 366 355 11 178 98 257 81 Resp.
82 Nom. odg 9/2629-AR/204 365 354 11 178 96 258 81 Resp.
83 Nom. odg 9/2629-AR/205 354 353 1 177 111 242 81 Resp.
84 Nom. odg 9/2629-AR/207 346 346 174 105 241 81 Resp.
85 Nom. odg 9/2629-AR/209 346 337 9 169 95 242 81 Resp.