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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 314 di martedì 21 ottobre 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 13,10.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Baretta, Bindi, Bonavitacola, Bonifazi, Capezzone, Carbone, Catania, Antimo Cesaro, D'Ambrosio, Damiano, Epifani, Ferrara, Fioroni, Marazziti, Meta, Gianluca Pini, Porta, Speranza, Tacconi, Tofalo, Villecco Calipari e Vitelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Andrea Romano, già iscritto al gruppo parlamentare Scelta Civica per l'Italia, ha dichiarato di aderire al gruppo Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Sull'ordine dei lavori e inversione dell'ordine del giorno (ore 13,15).

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione del decreto-legge recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche. Sul testo del provvedimento non è stato tuttavia ancora espresso il parere della Commissione bilancio che risulta convocata a tale fine domani mattina. In attesa degli elementi da parte del Governo, l'esame del provvedimento è pertanto rinviato alla seduta di domani.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, come lei ha testé letto, non c’è ancora il parere sul punto 1) all'ordine del giorno, perché la Commissione bilancio non è stata messa in condizione di esprimere i pareri, come sul punto 2) e 3). Io le chiederei di passare – anche con un voto dell'Aula – direttamente alla discussione dei punti 4) e 5) del nostro ordine del giorno, in maniera da consentire a quest'Aula di utilizzare utilmente il tempo a sua disposizione. Nel frattempo noi confidiamo che il decreto abbia perfezionato le valutazioni da parte della Ragioneria Pag. 2generale dello Stato e quindi il parere della Commissione bilancio e possiamo riprendere quel punto.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo sullo stesso argomento del deputato Rosato. Punto primo, l'aula quest'oggi era convocata alle ore 13 e abbiamo cominciato alle ore 13,10 con il suo ingresso, però queste cose possono capitare. Altra cosa: quando siamo entrati, proprio all'ingresso, alle ore 13 più o meno, era già posta sul banco dei commessi – che sicuramente sono solerti, pronti e molto bene informati – la legge europea in distribuzione che, a quanto mi figura, è al quarto punto all'ordine del giorno. Su questo voglio solo porre una questione di «stranezza», perché il primo punto all'ordine del giorno sappiamo tutti essere lo «sblocca Italia». Sappiamo bene che non ci sono i pareri della Commissione bilancio, a questo punto rimandiamo tutte le accuse che abbiamo avuto di ostruzionismo perché qui chi fa il vero ostruzionismo sullo «sblocca Italia» è proprio il Partito Democratico e il Governo Renzi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie), perché in realtà i problemi sono esclusivamente da attribuire a questa maggioranza che non riesce a mettersi d'accordo e a spartirsi la fetta delle trivellazioni, degli inceneritori e di tutte le porcate che hanno scritto all'interno di quello «sblocca Italia» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che va contro ogni diritto umano e anche contro la salute e la sicurezza dei cittadini, ma questa è una valutazione politica. Entrando poi nel merito, signori, ma veramente noi adesso vogliamo passare al quarto punto della discussione all'ordine del giorno ? Cioè sostanzialmente stiamo saltando a piè pari un provvedimento che è la riforma della disciplina delle tasse automobilistiche, che ci può anche stare che non abbia il parere della Commissione bilancio, è stato incardinato a settembre, quindi ci può anche stare, ma poi...

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, mi perdoni se la interrompo. Colleghi, per favore, se prendete posto. Per capirci, l'onorevole Rosato ha fatto una proposta, io da Regolamento, come lei sa, dò: la parola a un oratore a favore e un oratore contro: le sto dando del tempo, diciamo che lei sta intervenendo contro la proposta ?

  CARLO SIBILIA. No, io sto valutando nel merito la proposta.

  PRESIDENTE. Però la valutazione del merito tecnicamente... giusto per dare un titolo al suo intervento.

  CARLO SIBILIA. Le chiedo 30 secondi e poi lo andiamo a chiedere. Dicevamo che il secondo punto all'ordine del giorno viene saltato a piè pari perché è stato incardinato a settembre e ci può stare che la Commissione bilancio in un mese non sia riuscita ad esprimere i pareri. Ma mi spiegate – al terzo punto io leggo la questione della legge sul conflitto di interessi – se una legge è stata incardinata a luglio in Commissione, dato che sono passati dei mesi – siamo ad ottobre inoltrato – come mai ancora la Commissione bilancio non è riuscita a dare un parere sulla legge sul conflitto di interessi, che consta di 16 articoli ? In quattro mesi non siamo riusciti ad avere un parere della Commissione bilancio !
  Allora, per quanto riguarda il MoVimento 5 Stelle, alla proposta del deputato Rosato aggiungiamo la proposta di una Conferenza dei presidenti di gruppo urgente per chiarire, in primo luogo, che è il Partito Democratico che sta facendo ostruzionismo sul decreto «sblocca Italia» ed è il Partito Democratico che blocca il Paese e non certo il MoVimento 5 Stelle e, in secondo luogo, vogliamo che subito venga espresso il parere sul testo Pag. 3unificato delle proposte di legge sul conflitto di interessi e si passi a quello e non alla legge europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, ho altre richieste di intervento, però per procedere con ordine ho una proposta molto precisa di inversione dei punti all'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente ai punti n. 4 e n. 5. Su questa proposta, darò la parola ad un oratore a favore e ad un oratore contro.
  Mi corre l'obbligo anche di fornire una ulteriore precisazione all'onorevole Sibilia: non solo il disegno di legge al punto n. 4, ma tutti gli stampati dei provvedimenti previsti dall'ordine del giorno sono in distribuzione, per cui non c’è discriminazione in questo senso. Lei troverà sul banco una pila di fascicoli che contengono tutti i provvedimenti che oggi sono inseriti all'ordine del giorno.
  Chiedo se vi sia un oratore a favore e un oratore contro la proposta dell'onorevole Rosato, dopodiché la metteremo in votazione. Devo, tuttavia, un'ulteriore precisazione all'onorevole Sibilia: la Presidenza di turno informerà la Presidenza della vostra richiesta di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo.
  Nessuno chiede di parlare a favore della proposta dell'onorevole Rosato, quindi l'intervento a favore si intende che sia stato già svolto.
  Ha chiesto di parlare contro la proposta dell'onorevole Rosato l'onorevole Guidesi, che ha cinque minuti. Ne ha facoltà.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 13,20).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Onorevole Guidesi, mi scusi per l'interruzione. Prego, intervenga pure.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, noi voteremo contro la proposta di inversione dell'ordine del giorno perché noi non possiamo stare in questo Parlamento assoggettati alla comunicazione del Governo, che è da tre settimane che ha dipinto un decreto come lo «sblocca Italia» come un decreto che risolverebbe tutti i mali.
  Invece, oggi, ancora una volta – e ripeto: ancora una volta – la Commissione bilancio, sospesa prima per mancanza del Governo, è stata riaggiornata perché manca la relazione tecnica rispetto al provvedimento.
  Io penso che, anche rispetto all'organizzazione dei lavori la Presidenza dovrebbe assolutamente intervenire perché noi non possiamo assolutamente trovarci di fronte a un mese nel quale sui giornali è stato scritto di tutto e di più rispetto al decreto «Sblocca Italia» e oggi in Commissione bilancio il Governo non è in grado di portarci una relazione specifica sulle coperture.
  Questa cosa è inaccettabile rispetto al ruolo e al lavoro del Parlamento, per cui noi non ci rendiamo più disponibili alle esigenze del Governo e della maggioranza rispetto – ripeto – ad esigenze comunicative singole del Presidente del Consiglio o del Ministro Lupi in questo caso.

  PRESIDENTE. Adesso dovremmo passare alla votazione, ma non essendo decorsi i cinque minuti di preavviso, sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 13,25 con la votazione immediata sulla proposta di inversione dell'ordine del giorno formulata dall'onorevole Rosato. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,23, è ripresa alle 13,25.

  PRESIDENTE. Colleghi prendete posto.
  Passiamo ai voti.Pag. 4
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno formulata dal deputato Rosato, nel senso di passare ai punti 4 e 5 previsti all'ordine del giorno.

  (È approvata).

  La Camera approva per 105 voti di differenza.
  Che succede colleghi ? È una votazione senza registrazione di nomi. Non abbia paura, non risulterà in nessun caso che lei non è riuscito a votare. Diciamo che con 105 voti di differenza il margine è abbastanza ampio.

Discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1864-B) (ore 13,26).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1864-B, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Sibilia ? Prego, onorevole Sibilia.

  CARLO SIBILIA. Presidente, scusi, noi avevamo formalizzato una richiesta di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo urgentemente.

  PRESIDENTE. Ho capito, onorevole...

  CARLO SIBILIA. È chiaro che deve essere convocata, però, prima che si possa procedere alla votazione della legge europea 2013-bis, perché noi volevamo proprio ridefinire il calendario in quella Conferenza dei presidenti di gruppo.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia...

  CARLO SIBILIA. È saltato tutto a causa dei pareri della Commissione bilancio, altrimenti la maggioranza la prossima volta potrà fare lo stesso «giochino» e deciderà lei cosa mettere in calendario.
  Secondo me questa è tutela delle minoranze.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, lei capisce che una richiesta di una Conferenza dei presidenti di gruppo non può bloccare i lavori dell'Aula, altrimenti tutti i gruppi di opposizione si avvarrebbero, in maniera sistematica, di questa richiesta per bloccare i lavori dell'Aula, o anche quelli di maggioranza all'occorrenza. Di fatto, la Presidenza di turno ha inoltrato alla Presidenza della Camera questa richiesta, sulla quale avrete comunicazioni non appena la Presidenza avrà deciso al riguardo.
  Nel frattempo, però, essendoci stato un voto sovrano dell'Assemblea, che è titolare del proseguimento dei lavori dell'Aula, io vado avanti in base a quello che l'Aula ha deliberato.
  Avverto, dunque, che la XIV Commissione (Politiche dell'Unione Europea) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire... colleghi se liberiamo l'emiciclo ! Per favore, colleghi, colleghi ! Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, presidente della Commissione politiche dell'Unione europea, Pag. 5onorevole Michele Bordo. Chiedo anche al presidente Realacci se cortesemente lasciate... onorevole Grimoldi, è di fronte al presidente Michele Bordo, che dovrebbe svolgere la sua relazione. Chiedo ai colleghi, se desiderano uscire dall'Aula, di farlo in silenzio, di non sedersi sui banchi. Ecco, se è possibile... prego.

  MICHELE BORDO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Camera esamina oggi la Legge europea 2013-bis, che è stata approvata in quest'Aula nella seduta dell'11 giugno 2014 ed è stata poi modificata dal Senato il 17 settembre 2014.
  Come tutti sapete, l'approvazione della legge europea è necessaria anche per sanare alcune procedure...

  PRESIDENTE. Presidente Bordo, mi perdoni, colleghi per favore. Allora ! Colleghi, altrimenti sospendiamo la seduta. Per favore, non è difficile uscire in silenzio dall'Aula, ci si può riuscire. Per favore, colleghi, se liberate l'emiciclo, anche davanti ai banchi del Governo, per favore, onorevole Binetti, onorevole Morani. Mi costringete a richiamarvi per nome, ma insomma ! Prego Presidente Bordo.

  MICHELE BORDO, Relatore per la maggioranza. Dicevo che la principale finalità della legge europea è quella di risolvere alcune procedure di infrazione o anche casi di preinfrazione che pendono nei confronti del nostro Paese. In questo caso l'approvazione del disegno di legge ci consentirebbe di superare otto procedure di infrazione e quindici casi di preinfrazione. Inoltre, ci consentirebbe di dare attuazione a quattro regolamenti europei e ad adeguare l'ordinamento italiano ad una sentenza della Corte di giustizia europea in materia di appalti, nonché ci consentirebbe di dare piena attuazione alla direttiva n. 61 del 2013 dell'Unione europea. In questo senso, voglio richiamare l'attenzione di questa Assemblea sull'importanza di giungere quanto prima all'approvazione rapida del provvedimento, che ci consentirebbe di seguire un trend positivo che abbiamo avviato con questo Governo e con il Governo della passata legislatura.

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Bordo. Onorevole Verini, onorevole Morani, onorevole Pilozzi, onorevole Ferranti, per favore. Più che chiedervelo una volta. Prego, presidente Bordo.

  MICHELE BORDO, Relatore per la maggioranza. Quindi ci consentirebbe di ridurre, visto il trend positivo che abbiamo avuto fino a questo momento, complessivamente molte procedure di infrazione e ci consentirebbe di ridurre il numero di infrazioni che pende nei confronti del nostro Paese a meno di cento. E questo sarebbe un risultato importante ottenuto grazie allo sforzo del Parlamento italiano, della Camera, che ha approvato questa legge già a settembre, e poi del Senato. Io spero che si possa arrivare all'approvazione di questa legge in tempi molto rapidi e aggiungo che al Senato sono state apportate alcune modifiche. Innanzitutto sono state tolte dalla legge tutte le disposizioni in materia ambientale che abbiamo approvato con il «decreto competitività», in modo particolare l'articolo 17, quello relativo ai programmi non assoggettati alla valutazione ambientale strategica, poi ancora l'articolo sugli impianti per la cattura ai fini dell'inanellamento degli uccelli, poi l'articolo 21, l'articolo 22, sulla valutazione di impatto ambientale, l'articolo 24, in materia di difesa del suolo e di gestione delle risorse idriche. Inoltre, il Senato ha soppresso l'articolo 30 che è quello relativo alla responsabilità civile dei magistrati. Quanto invece alle modifiche che sono state introdotte dal Senato si è trattato prevalentemente di interventi puntuali sia sostanziali che di carattere formale che nel complesso hanno mantenuto inalterato l'impianto del provvedimento. In modo dettagliato il Senato è intervenuto sui seguenti articoli: sull'articolo 3, in materia di espulsione dello straniero irregolare; sull'articolo 14, in materia di orario di lavoro del personale sanitario; sull'articolo 17, in materia di commercializzazione di Pag. 6bevande vendute con il nome dell'arancia a succo; sull'articolo 22, in materia di attribuzioni dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico – su questo articolo sono state apportate modifiche meramente formali – e infine sull'articolo 32, in materia di certificato successorio europeo.
  Ritengo, in conclusione, che vi siano dunque le condizioni per giungere ad un'approvazione rapida del disegno di legge che stiamo discutendo, e questa sarebbe per noi un'occasione molto importante per consentire all'Italia di risolvere tempestivamente e chiudere rapidamente il contenzioso aperto nei confronti dell'Unione europea, e quindi di rafforzare anche la nostra credibilità nelle sedi comunitarie. Pertanto, chiedo che si faccia una discussione, ma che poi si arrivi quanto prima all'approvazione di questo disegno di legge.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, onorevole Borghesi.

  STEFANO BORGHESI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con la legge n. 234 del 2012 si sono volute separare le norme di delega legislativa dalle norme di diretta attuazione, creando così due strumenti separati, la legge di delegazione europea e la legge europea, con il fine di assicurare maggiore celerità nel recepimento delle normative europee, evitando così l'avvio di nuove procedure di infrazione e risolvendo i contenziosi con la Commissione europea.
  Nonostante la stessa legge n. 234, introducendo criteri estremamente rigidi sul contenuto dei due provvedimenti, abbia fatto sì che oggi le leggi europee non assumano più quella caratteristica di provvedimenti omnibus che abbiamo visto contraddistinguere in passato le leggi comunitarie, alterandone la natura, non ha, invece, risolto la questione dell'iter prolungato e, molto spesso, mai completato.
  Ricordo, infatti, all'Assemblea che, prima delle leggi europee attuali, l'ultima legge comunitaria che risulta approvata è quella del 2010. La legge europea 2013-bis scaturisce da un'interpretazione per analogia delle disposizioni dell'articolo 29, comma 8, della legge n. 234 del 2012, che consente al Governo di presentare un secondo disegno di legge di delegazione europea per il secondo semestre dell'anno in corso, da adottare, se necessario, entro il 31 luglio di ogni anno.
  La ratio che ha mosso il Governo Letta e il Ministro Moavero, firmatari del provvedimento all'esame, all'emanazione di questa legge europea 2013-bis è stata quella che non si poteva rinviare ai successivi disegni di legge europei per il 2014 l'attuazione delle direttive in scadenza e la risoluzione delle procedure di infrazione, ma siamo arrivati ad ottobre 2014, a quasi un anno dalla sua presentazione e a più di un anno dall'approvazione delle prime leggi europee del 2013. Alla luce di ciò, possiamo tranquillamente affermare che questo tentativo di impegnare il tempo intercorrente tra una legge europea e l'altra con l'emanazione di un provvedimento bis, in realtà, ha fallito l'obiettivo e non ha prodotto l'effetto sperato, ovvero quello di migliorare la posizione del nostro Paese nella graduatoria dei Paesi con il maggior numero di contenziosi aperti con l'Europa.
  Pochi giorni fa, il 1o ottobre, durante l'audizione che ha svolto presso la Commissione politiche dell'Unione europea, il sottosegretario Gozi aveva dichiarato che le procedure di infrazione a carico dell'Italia sono scese a quota 99 – una buona notizia, che ci deve spingere ad aumentare gli sforzi – ed inoltre che dobbiamo essere soddisfatti, perché abbiamo innescato una tendenza positiva al ribasso, nell'obiettivo di raggiungere il livello fisiologico di 60-80 procedure.
  Bene, sono passati pochi giorni e già le procedure di infrazione sono al rialzo, arrivando attualmente a quota 100, di cui 79 riguardano casi di violazione del diritto dell'Unione e 21 attengono al mancato recepimento di direttive. Non si deve rincorrere ottusamente l'obiettivo di abbattere il numero maggiore di procedure di infrazione, inserendole il più possibile Pag. 7nelle leggi europee, e quindi adeguare solo formalmente il nostro Paese ai dettami dell'Europa, facendo vedere che siamo bravi e abbiamo fatto i compiti a casa.
  Dobbiamo porci, invece, il problema su come dobbiamo recepire le direttive, e il numero dei contenziosi aperti per violazione del diritto la dice lunga. Altro punto sul quale dobbiamo porre ancora di più l'attenzione riguarda le ricadute che le direttive hanno sulla nostra economia, sugli squilibri che producono in termini di competitività alle nostre aziende. Dobbiamo guardare al Paese reale, quello che lavora e produce, che si deve adeguare alle normative che, spesso e volentieri, sono state costruite senza la nostra partecipazione, ma ad uso e consumo di altri Paesi europei, Germania in testa.
  Vogliamo capire qual è la linea del Governo; quella di un adeguamento ad ogni costo ? A noi questa linea, a priori, non piace. Dobbiamo aspirare ad un'Europa libera dai vincoli della finanza e della burocrazia di cui, invece, sono pieni questo tipo di normative. È ora di dire basta a una politica che ci porta ad essere sottomessi a tutto quello che ci viene dall'Europa, perché la si considera una cosa buona giusta, alla quale piegare la nostra normativa. Non si può ingannare la gente, dicendo che quello che viene dall'Europa deve essere da noi preso a merito e ad esempio, quando noi abbiamo degli ottimi esempi di capacità di produzione che, purtroppo, non difendiamo come il nostro made in Italy.
  Il disegno di legge all'esame, quando fu approvato da questo ramo del Parlamento, si componeva di quaranta articoli rispetto al testo originario di venticinque, ed ora consta di trentaquattro; nel corso dell'esame al Senato, sono stati soppressi sei articoli, cinque dei quali perché il loro testo era sovrapponibile ad alcune norme che erano contenute nel decreto-legge n. 91 del 2014, cosiddetto competitività, e uno sulla responsabilità civile dei magistrati. Questo è un fatto incontestabile che dimostra che questa legge europea è stata depotenziata dal Governo di articoli importanti, per i quali si è preferito un percorso alternativo più veloce, ma sicuramente meno adeguato, giustificandolo con l'urgenza di risolvere alcune procedure di infrazione, creando così procedure di infrazione di serie A, degne di essere risolte urgentemente, ed altre di serie B, evidentemente meno meritevoli della stessa considerazione. Lo strumento della decretazione d'urgenza, del quale il Governo fa molto uso ed abuso, non solo svuota il Parlamento delle proprie prerogative, ma svilisce, in questo caso, anche la legge europea, in quanto, secondo quanto previsto dalla legge n. 234 del 2012, ha proprio la funzione di adeguare il nostro ordinamento alle esigenze di adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Come accennavo prima, durante l'esame al Senato, sono state soppresse disposizioni, confluite nel «decreto-legge competitività», che riguardano la partecipazione del pubblico nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale; modifiche della legge sulla caccia; modifica alla disciplina nazionale riguardante l'istituzione di un'infrastruttura per l'informazione territoriale e ambientale nell'Unione europea; la disciplina relativa alla valutazione di impatto ambientale e alla valutazione ambientale strategica; alle norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e della gestione delle risorse idriche. Sull'articolo in merito alle modifiche alla legge sulla caccia, si è voluto approfittare del «decreto-legge competitività» per apportare ulteriori modifiche che nulla o poco hanno a che vedere con la procedura di infrazione, andando a segnare una strada che porterà a marcare la fine della secolare tradizione rurale venatoria, e scrivere la parola fine alla cattura di uccelli a fini di richiamo, con i roccoli, ricordando che in Lombardia e Veneto, in particolare, sono pratiche secolari ed identitarie che fanno parte di una tradizione economica, culturale, fortemente radicata.
  Infine, intervengo sull'articolo sulla responsabilità civile dei magistrati, che ricordo all'Assemblea era stato già per ben due volte contenuto nelle leggi comunitarie Pag. 8precedenti; infatti era l'articolo 25 della legge comunitaria del 2011, che la scorsa legislatura si era arenata al Senato e l'articolo 18 della precedente comunitaria 2010 che poi fu soppresso in Aula nel luglio del 2011. Rinviare la discussione all'interno di più ampi provvedimenti in tema di giustizia significa non voler seriamente affrontare il problema, ma solo rinviarlo. Si tratta di una battaglia di civiltà del Parlamento, in quanto chi ha subito un danno ingiusto può agire contro lo Stato o contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere un risarcimento dei danni patrimoniali, e non, subiti da una privazione della libertà personale.
  Siamo, quindi, convinti che si debba lavorare ancora molto per aiutare i nostri cittadini e le nostre imprese che oggi vivono delle difficoltà serie e, dunque, confidiamo che, magari, già partendo dalle prossime leggi europee, si ottengano dei risultati che debbano essere di molto migliorativi rispetto a quella attuale.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
  È iscritta a parlare l'onorevole Albini. Ne ha facoltà.

  TEA ALBINI. Signor Presidente, il presidente Michele Bordo ha ben illustrato le principali modifiche che, in sintesi, possiamo così riassumere: all'articolo 3, le modifiche riguardano il Testo unico dell'immigrazione, riducendo ulteriormente il periodo massimo di trattenimento nei CIE da 180 a 90 giorni; all'articolo 14, l'orario di lavoro e di riposo giornaliero del personale sanitario; all'articolo 17, le bevande analcoliche a base di succo d'arancia e, ancora, all'articolo 22, in materia di attribuzione all'Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico e, infine, all'articolo 32, vengono innovate alcune previsioni in materia di certificato successorio europeo.
  Alcuni articoli sono stati soppressi dal Senato ed, in particolare, alcune disposizioni in materia ambientale (ex articoli 17, 20, 21, 22 e 24 del testo Camera in prima lettura) e trasferiti, per trovare una più compiuta collocazione e disciplina, nel decreto-legge n. 91 del 2014, convertito in legge n. 116 del 2014, cosiddetto decreto competitività. Infine, è stato soppresso l'ex articolo 30 del testo Camera in materia di responsabilità civile dei magistrati.
  Tenendo conto che l'esame di questo testo dura ormai da parecchi mesi e che l'esame in sede referente nei due rami del Parlamento è stato notevolmente approfondito e tenuto altresì conto che le modifiche apportate dal Senato presentano un testo migliorato, occorre che la sua approvazione avvenga ora con la celerità richiesta, anche per chiudere le molte procedure di infrazione aperte a nostro carico e per non aggravare un contenzioso aperto con l'Unione europea, a maggior ragione oggi che l'Italia è alla Presidenza del semestre.
  Come ricordava prima il presidente Michele Bordo, la celere conclusione di questo provvedimento in terza lettura avrebbe anche il pregio di confermare il trend positivo avviato in questa legislatura, che ha visto la riduzione del nostro contenzioso a quota 99, rispetto al giugno scorso dove il numero delle infrazioni si attestava a 117 ed essere scesi sotto cento è un buon segnale. Proprio il 25 settembre la Commissione europea ha deciso di chiudere due procedure di infrazione a carico dell'Italia.
  Occorre proseguire su questa strada, rispettando i tempi di presentazione da parte dell'Esecutivo dei disegni di legge europea annuali, come previsto dalla legge n. 234 del 2012, che disciplina la partecipazione dell'Italia al processo normativo europeo. Gli ultimi due Governi hanno impresso una svolta alla tabella di marcia, dopo anni di ritardi cronici. Inoltre, la legge n. 234 del 2012 prevede espressamente la possibilità per il Governo di presentare nel secondo semestre dell'anno un nuovo disegno di legge di delegazione europea, qualora si rilevino ulteriori esigenze di adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Il Governo ha usato opportunamente questa facoltà, presentando Pag. 9proprio questo provvedimento per porre rimedio alla parte residua di pre-contenzioso e contenzioso e presiedere quindi il semestre europeo con il minor numero di infrazioni a proprio carico.
  A proposito di celerità, un anno per dare attuazione ad un provvedimento di legge, seppur complesso come quello della legge europea, è effettivamente troppo e va dato atto al Governo di aver fatto il possibile per dare piena attuazione alla legge n. 234. Occorre, tuttavia, che anche il Parlamento rispetti le tempistiche per una rapida conclusione del suo esame, evitando di caricare sul provvedimento esigenze estranee rispetto al contenuto proprio della legge europea, astenendosi dall'introdurre elementi che esulano dalla necessità di adempiere strettamente ad un obbligo comunitario.
  In considerazione della guida italiana del semestre italiano ed in seguito all'elezione del nuovo Parlamento europeo ed alla nuova composizione della Commissione europea, è di grande attualità il dibattito sul ruolo dell'Italia. La tradizione italiana, da sempre ispirata ad un forte europeismo, è oggi minata da un'idea di Europa che spesso non condividiamo e che non corrisponde all'aspirazione dei cittadini, un'Europa immersa in una crisi non solo economica, ma anche di valori, quelli fondanti e condivisi. Tuttavia, è proprio da coloro che, fino ad oggi, hanno governato l'Europa, è proprio con i Governi di destra e conservatori che sono state impresse politiche di pura austerità in modo quasi esclusivo. Questi soggetti oggi manifestano più di altri sentimenti antieuropei, che non possiamo condividere.
  Esiste un problema di deficit democratico all'interno dell'Unione europea, ancora troppo comunità di Governi e non di cittadini europei. Il metodo intergovernativo ha preso il posto del metodo comunitario. La forza egemone di alcuni Governi, di alcuni Stati membri cosiddetti rigoristi ha preso il posto di una visione comune europea realmente sovranazionale.
  La nostra aspirazione è per un'Europa che parli con la voce del Parlamento europeo, con la voce dei Parlamenti nazionali, ai quali il Trattato di Lisbona riconosce l'importante ruolo di interlocuzione nei confronti delle istituzioni europee e importanti prerogative in quanto espressione sovrana della volontà dei cittadini. All'interno di questa ampia visione dell'Europa, l'Italia, ad oggi, ha sempre rispettato i Trattati, a differenza di altri Paesi. Noi chiediamo il rispetto di questi Trattati e la Commissione europea deve impegnarsi per essere effettivamente garante del loro rispetto.
  Bene la stabilità, ma anche e soprattutto impegno per la crescita ed è in questo senso e in questa visione che, come PD, riconosciamo e rivendichiamo il ruolo dell'Italia in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30 per lo svolgimento degli ulteriori interventi in discussione sulle linee generali e, successivamente, per il seguito dell'esame. Alle ore 15 è convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Manciulli e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 10

Sull'ordine dei lavori (ore 16,01).

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signora Presidente, volevo capire se, oltre alla melina della maggioranza rispetto allo «sblocca Italia» c'era qualche altro motivo per questo ritardo di inizio dei lavori dell'Aula.

  PRESIDENTE. C'era la Conferenza dei presidenti di gruppo: avrebbe potuto chiedere al suo collega Massimiliano Fedriga, perché abbiamo appena finito (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1864-B.

(Ripresa discussione sulle linee generali – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Sarebbe iscritta a parlare la deputata Nesci, ma l'onorevole Fedriga chiede la parola. Anche lei sull'ordine dei lavori, onorevole Fedriga ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Sì Presidente: per comunicare a lei, che lo sa benissimo, ma anche ai colleghi d'Aula che, come sa meglio di me, la Conferenza dei presidenti di gruppo può benissimo svolgersi durante i lavori dell'Aula stessa, e moltissimi precedenti lo hanno confermato...

  PRESIDENTE. In un senso e in un altro.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Quindi, se la Presidenza ha la volontà di finire la Conferenza dei presidenti di gruppo ed iniziare i lavori dell'Aula è un altro discorso, ma non si può dare la responsabilità per cui automaticamente se c’è la Conferenza dei presidenti di gruppo non c’è Aula, perché così non è mai stato.

  PRESIDENTE. Assolutamente vero, tant’è che ci sono precedenti sia in un senso che in un altro, perché i presidenti di gruppo spesso chiedono di concludere la Conferenza dei presidenti di gruppo prima di riprendere i lavori.
  È iscritta a parlare la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signora Presidente, rinuncio e mi riservo di intervenire in dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signora Presidente, intervengo molto brevemente, solo per fare qualche considerazione sull'approvazione definitiva – ammesso che il testo venga approvato così come modificato dal Senato in maniera conforme – sulla legge europea-bis 2013 (qualcuno l'ha chiamata legge europea).
  Proprio nella circostanza in cui noi, nell'arco di uno scampolo di meno di un anno e mezzo di legislatura, riusciamo ad arrivare per la seconda volta all'approvazione di una legge europea, io non credo siano opportune le considerazioni di qualche collega che mi ha preceduto, che si lamenta per l'eccessiva lunghezza dell'iter della legge europea.
  Io credo che la Commissione XIV della Camera, così come l'Aula, abbiano svolto un ottimo lavoro e ringrazio per questo tutta la Commissione ed il presidente Bordo, che oggi è qui come relatore, per portare a termine un lavoro importante e per la seconda volta arrivare ad approvare una legge europea, ripeto, nel corso di una piccola frazione della legislatura, se è vero, com’è vero, che la precedente legge europea risale, ahimè, a quattro anni fa.
  È, la legge europea, quella che mette nell'ordinamento norme dirette di adeguamento della normativa italiana all'ordinamento europeo, alle direttive e che, come opportunamente ha detto entrando nel Pag. 11dettaglio il relatore Bordo, riesce a chiudere molte procedure di infrazione, anche preprocedure di infrazione, le cosiddette EU pilot.
  Scendiamo con il lavoro di questo anno e mezzo, con questa legge europea, al di sotto delle cento procedure di infrazione avviate pendenti sull'Italia: credo che già questo sia un risultato molto positivo, da dover portare a merito di questa legislatura.
  Come sappiamo ed è stato detto in parecchi interventi che mi hanno preceduto, la legge n. 234 del 2012 dà ancora la possibilità al Governo di presentare in questo semestre una legge di delegazione, distinta appunto dalla legge europea, perché invece di introdurre direttamente nell'ordinamento norme di derivazione europea, delega al Governo la possibilità di normare tutti quegli aspetti che riguardano la normativa europea e che non hanno avuto una loro risposta nelle leggi normali. Le modifiche apportate dal Senato sono abbastanza ridotte. Come si è detto, la più significativa riguarda tutto il quadro di norme ambientali contenute nella norma così com'era uscita dalla Camera. Ma sappiamo che a quelle si è fatto fronte con provvedimenti analoghi nel decreto-legge competitività e si è risposto tempestivamente ad un'esigenza di adeguare anche lì la normativa europea su importanti questioni come gli iter autorizzativi, le valutazioni di impatto ambientale e altre questioni.
  Ma, insomma, per chi dice che questo iter è stato troppo lungo, io voglio ricordare che noi siamo arrivati qui alla Camera all'approvazione in giugno in prima lettura di questa norma e oggi arriviamo a metà ottobre alla sua approvazione definitiva. Ed è una norma che contiene inevitabilmente, per la sua natura disegnata dalla legge n. 234 del 2012, le più svariate materie. È un omnibus per definizione, la legge europea: le borse di studio all'estero, le società tra gli avvocati, l'importante argomento dell'immigrazione e dei rimpatri, norme di dettaglio come quelle su camini e condotti in plastica, così come i servizi investigativi privati, i servizi del mercato interno, un complesso, come detto, di norme ambientali, poi abrogate dal Senato perché, come ripeto, introdotte in un altro strumento legislativo, parecchie norme sul sistema tributario di adeguamento, il lavoro e le politiche sociali, la tutela della concorrenza. Quindi, un complesso di norme davvero imponente che, naturalmente, richiede un'attenzione e una lettura attenta del Parlamento e delle Commissioni, lettura che credo ci sia stata molto opportunamente con il lavoro del Governo.
  È una fase, questa, disegnata dal Trattato di Lisbona che rende protagonisti i Parlamenti nazionali, una fase che è uno dei pilastri della legittimazione democratica che, a detta di tutti i gruppi con toni più o meno diversi, è l'obiettivo più importante e forse il deficit più importante che oggi hanno le istituzioni europee. Il Trattato di Lisbona introduce appunto questo ruolo dei Parlamenti nazionali in questa fase che è una fase discendente, cioè quella della traduzione in norme dell'ordinamento nazionale di direttive e norme europee. Tuttavia, in questi anni si è vista crescere, invece, anche se molto timidamente – e l'esperienza che stiamo facendo in XIV Commissione risponde a queste esigenze –, l'altra fase che dovrebbe coinvolgere direttamente i Parlamenti nazionali, che è la fase ascendente, con l'importante controllo di sussidiarietà. Così come siamo tutti convinti che le modifiche apportate all'assetto istituzionale dal Trattato di Lisbona vanno ancora completate e si deve cominciare a mettere sul tavolo un'idea di nuovo Trattato perché il problema della legittimazione democratica, come abbiamo visto, è un problema forte e le istituzioni europee assumono sempre di più e sembrano figlie di una cultura intergovernativa che non può più rappresentare l'esigenza di un'Europa federale degli Stati europei. Quindi, da questo punto di vista un ruolo maggiormente convinto e cosciente dei Parlamenti nazionali non può che andare verso una legittimazione democratica migliore e verso modifiche del Trattato che portino ad una legittimazione democratica più Pag. 12ampia anche del Parlamento europeo e degli strumenti di democrazia diretta, che possano avere la meglio su quelli che invece sono organismi intergovernativi come, ahimè, sono il Consiglio europeo, il Consiglio dell'Unione europea e la Commissione europea.
  Da questo punto di vista credo, quindi, che questo Parlamento abbia svolto un buon lavoro con questo disegno di legge europea che portiamo alla votazione definitiva. Credo che, come ha detto il presidente Bordo, dobbiamo spingere per un'approvazione rapida e senza modifiche, avendo il Parlamento – ripeto – per più di sei mesi lavorato su questo complesso di norme. Mi auguro che il Parlamento recepirà questa esigenza e si appronterà immediatamente l'approvazione del disegno di legge europea attendendo poi un disegno di legge europea 2014 che magari andremo a votare e lavorare nei primi mesi dell'anno prossimo (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Pinna. Ne ha facoltà.

  PAOLA PINNA. Signor Presidente, siamo chiamati oggi ad esaminare in terza lettura il disegno di legge europea 2013-bis, contenente le disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Ritengo che questa sia anche un'occasione per fare un piccolo bilancio dei rapporti tra l'Italia e l'Unione e dunque una riflessione sul significato della partecipazione del nostro Paese al sistema Europa. Com’è noto con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona il ruolo dei Parlamenti nazionali è mutato e abbiamo assistito ad una sorta di europeizzazione delle Assemblee parlamentari che, fino ad allora, avevano operato autonomamente in un contesto prettamente nazionale. In tal modo si è cercato di rispondere al deficit democratico che purtroppo permea l'architettura delle istituzioni europee, ma dobbiamo riconoscere che in Italia questo processo appare ad oggi paradossale. Dico questo perché lo scenario cui assistiamo è caratterizzato da una sorta di bipolarità delle nostre Camere. Abbiamo infatti, da un lato, un Parlamento che, a fronte di un Esecutivo estremamente decisionista, risulta privato del suo ruolo di legislatore e organo centrale e, dall'altro, un Parlamento a cui si chiede un importante slancio finalizzato al suo rafforzamento a livello europeo. Mi confermerete che le due cose sono difficilmente conciliabili e chiaramente la falla è a livello nazionale. Certamente nel nostro Paese si è provato a ridisegnare quelle che sono le procedure che disciplinano la partecipazione all'Unione. Faccio riferimento al cosiddetto sdoppiamento della legge comunitaria. Inoltre sono state accolte diverse novità e sono stati corretti norme e strumenti, ma il cammino non è terminato. L'adeguamento italiano non può dirsi completato perché non si è aggiornato in modo coerente il rapporto tra la legge n. 234 del 2012 e i Regolamenti parlamentari. Permangono infatti criticità e importanti lacune nei procedimenti per le prerogative che il Trattato di Lisbona ha assegnato alle Assemblee nazionali e soprattutto, come appare evidente anche dall'iter di approvazione del presente disegno di legge e dalla legge di delegazione europea e come abbiamo visto relativamente all'Accordo di partenariato, Parlamento e Governo non sono ancora in grado di coordinare tempestivamente ed efficacemente i loro rapporti e le rispettive attività in termini di affari europei. La volontà di essere parte attiva nel contesto europeo non corrisponde nei fatti ad un passo avanti per il Paese, come dimostra il fatto che non abbiamo neanche un Ministro degli affari europei. Anche la riforma costituzionale in discussione al Senato non fa ben sperare poiché la ripartizione delle competenze in materia europea tra Camera e Senato e le funzioni di raccordo con le istituzioni dell'Unione non sono chiare. Si rischia quindi di aggravare la situazione e rendere ancora più fumose le procedure parlamentari. Forse è giunto il momento di accantonare i proclami e gli annunci ed agire perché la credibilità e l'influenza dell'Italia dipendono anche dalla tempestività, dalla qualità e dal Pag. 13modo in cui si riescono a recepire gli impegni europei nonché dalla capacità di prevenire le sentenze di condanna e le procedure di infrazione. A tal riguardo, secondo i dati forniti dal dipartimento politiche europee aggiornati al 25 settembre, il numero delle procedure di infrazione a carico del nostro Paese è 100 di cui 79 per violazione del diritto dell'Unione e 21 per mancato recepimento di direttive. Colleghi, stiamo parlando di direttive che si contribuisce a produrre, ad elaborare, a negoziare, a votare e poi per ritardi amministrativi o per ritardi legislativi non si riesce a recepire correttamente e in tempo. Questo dà la cifra di una situazione malata. Concordiamo sul fatto che si debba procedere rapidamente con la chiusura delle infrazioni in essere, ma soprattutto dobbiamo evitare che in futuro ci si ritrovi in condizioni simili.
  Dobbiamo prendere coscienza della necessità di creare un vero ed approfondito metodo che coinvolga questo Parlamento nell'attività dell'Unione e ci permetta di non dover risolvere le procedure d'infrazione all'ultimo minuto e malamente. Penso, in particolare, ai lavori della mia Commissione, la XIV, e a come la fase ascendente venga troppo spesso presa alla leggera, condannandoci, in un momento successivo, a dover trasporre disposizioni a noi non congeniali e spesso aliene.
  Colleghi, la responsabilità – torno a ripeterlo – non è solo dell'Europa, ma anche della pigrizia che caratterizza le nostre procedure. I tecnicismi in cui mi sono dilungata servono a dimostrare che una particolare attenzione per le procedure parlamentari e, più in generale, per la normativa europea, è imprescindibile per evitare problemi che, ogni giorno, i nostri concittadini si trovano a dover affrontare.
  Non meno gravi sono le storture che derivano da eccesso di regolamentazione in occasione della trasposizione della normativa europea nell'ordinamento nazionale. Penso, in particolare, agli imprenditori, già vessati dalla crisi: è emblematico il cosiddetto caso dei succhi di frutta, così rinominato dalla stampa, contenuto nel disegno di legge europea in discussione.
  Il Partito Democratico, con l'apparente intenzione di far fronte a uno dei rilievi della Commissione europea sulla commercializzazione di bevande analcoliche a base di succo d'arancia ha, di fatto, inserito una disposizione aggiuntiva, secondo cui tali bibite, prodotte e vendute in Italia, devono contenere una percentuale di succo naturale non inferiore al 20 per cento. Questa misura, assolutamente non richiesta e non supportata da giustificazioni di interesse pubblico, quali la tutela della salute e la vita delle persone, non solo non risolve il contenzioso con la Commissione europea, che ha chiesto l'abrogazione dell'articolo 8, comma 16, del «decreto Balduzzi», ma rischia addirittura di esporci ad un ulteriore richiamo da parte di Bruxelles, dal momento che la procedura di notifica potrebbe avere esito negativo.
  Il limite imposto, infatti, introduce un fattore di discriminazione al contrario, cioè a danno esclusivo delle aziende italiane, che vedono ridotta la libera circolazione delle merci. Dal punto di vista prettamente economico, il nuovo vincolo impone la modifica di tecniche produttive e formule merceologiche consolidate che, non solo comporta dei costi di adeguamento, ma potrebbe avere ripercussioni nelle scelte dei clienti. Conseguentemente, si avrà una perdita di competitività dell'industria italiana rispetto ai concorrenti europei, favorendo le importazioni.
  È opportuno precisare che l'attuale limite del 12 per cento, previsto dalla normativa italiana, è già il più elevato in Europa, il cui valore medio è del 4 per cento. In Austria, Olanda e Belgio, il limite è del 10 per cento; in Portogallo, dell'8 per cento e, addirittura, in Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Finlandia, Germania e Svizzera non è presente. Insomma, ci siamo dati la zappa sui piedi: non trovo altro modo per descrivere questa scelta a dir poco irrazionale. Abbiamo introdotto nuovi e ingiustificati oneri a danno delle nostre aziende.Pag. 14
  Quali saranno le conseguenze di questa decisione parlamentare è chiaro: delocalizzazione e perdita di competitività delle imprese nostrane e, come se non bastasse, nel mercato italiano continueremo a trovare bevande con una percentuale di succo d'arancia inferiore, solo che saranno prodotte altrove. Tutto questo ha dell'assurdo e i produttori italiani ringraziano, ma anche i lavoratori: stiamo parlando di almeno 2 mila posti di lavoro persi, secondo gli operatori del settore. Credo che adesso il discorso sulle ripercussioni reali, determinate dalla superficialità con cui si lavora in questo Parlamento, sia tristemente più chiaro.
  I miei colleghi in XIII Commissione hanno tentato in ogni modo di fare emergere l'inopportunità di questo emendamento, ma i loro sforzi non sono bastati, nonostante le giustificazioni addotte a sostegno della misura siano state puntualmente smentite. La motivazione salutista non si regge in piedi; ugualmente, gli effetti positivi di cui godrebbero gli agricoltori non hanno fondamento. Infatti, il 93 per cento della produzione agrumicola italiana non sarebbe neanche sfiorato dalla misura in questione, senza considerare la possibilità di approvvigionamento dall'estero.
  Ancora una volta, non è stata fatta la dovuta e imprescindibile analisi dell'impatto economico, come se fossimo nelle condizioni di potercelo permettere.
  I danni sono sotto gli occhi di tutti: aziende, imprenditori e lavoratori, qualificati e non, emigrano. Colleghi, focalizziamo l'attenzione sull'interesse generale e proviamo a sfruttare positivamente questa difficile situazione per ricominciare su nuove basi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche dei relatori e del Governo – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore di minoranza, deputato Stefano Borghesi, il relatore per la maggioranza, presidente Bordo, e il rappresentante del Governo, onorevole Scalfarotto, rinunziano alla replica.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,20).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di venti minuti previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, corre l'obbligo da parte del gruppo di Forza Italia sottolineare che, in base alle agenzie, è noto che la legge di stabilità è stata trasferita dal Consiglio dei Ministri alla Presidenza della Repubblica, senza la bollinatura da parte della Ragioneria.
  Chiediamo ufficialmente in Aula, lo abbiamo già fatto nella Conferenza dei presidenti di gruppo, che vi sia la verifica, prima dell'assegnazione da parte della Presidenza della Camera, del rispetto di quanto previsto dall'articolo 81 della Costituzione in riferimento a questo provvedimento e anche dal punto di vista procedimentale.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, come lei stesso ha ricordato, la questione è già stata sollevata nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Sarà cura della Presidenza della Camera, ovviamente, garantire che questo sia fatto.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 15

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signora Presidente, avevo chiesto di intervenire prima del deputato Palese proprio su questo argomento, per il semplice motivo che, se viene inviata la legge di stabilità al Quirinale senza la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato, vuol dire che c’è una netta confusione di quelle che sono le prerogative di ogni singola istituzione. Noi, in questo momento, non possiamo permetterci che, sulla legge di stabilità, il Governo, che interviene innumerevoli volte sui media e in televisione per fare dichiarazioni sulla legge di stabilità, continui a ritardare i lavori della Commissione bilancio e del Parlamento proprio sulla legge di stabilità. Allora, vengano direttamente qui se hanno dei problemi sulla legge di stabilità a spiegare il perché continuano a ritardare, perché, altrimenti, c’è un miscuglio delle funzioni e c’è una grande confusione del Governo sulle funzioni. Dato che è presente un membro del Governo, se, eventualmente, volesse spiegarci qual è la situazione della legge di stabilità ...perché sta diventando veramente vergognoso che il Parlamento si ritrovi a discutere delle note stampa del Governo e delle interviste che fa il Primo Ministro Renzi e non del testo, quando questo, invece, è già stato inviato al Quirinale, senza la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato.

  PRESIDENTE. Onorevole Sorial, anche a lei non posso che garantire che la Presidenza si accerterà che, quando sarà assegnato alle Commissioni competenti, il disegno di legge di stabilità sia perfettamente completo, compresa anche la cosiddetta bollinatura.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1864-B (ore 16,25).

(Esame degli articoli – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge modificati dal Senato.
  Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-B).
  Avverto che non saranno posti in votazione gli articoli 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 15, 16, 18, 19, 20, 21, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31 e 34, in quanto non modificati dal Senato.
  Dovremmo dunque cominciare dall'articolo 3, ma poiché non sono ancora decorsi i termini di preavviso di 20 minuti, sospendo la seduta fino alle ore 16,40.

  La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 16,50.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Incà, Fanucci, Toninelli, Capodicasa, Schullian, Artini, Vargiu, Andrea Romano.Pag. 16
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  412   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  396    
    Hanno votato no  16.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Grassi, Grillo, Gutgeld, Palma, Bonifazi, Capozzolo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  315   
   Astenuti  142   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato  314    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Airaudo e Paola Bragantini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare tutte le perplessità che ha destato questo articolo, e che ha destato l'emendamento a prima firma PD inserito durante la prima lettura qui alla Camera, e adesso l'articolo in questione; e anche per rispondere a tutti quelli che, in questi mesi, ci hanno chiesto perché non abbiamo appoggiato con entusiasmo la proposta di aumentare la percentuale di succo di arancia nei succhi di frutta.
  Innanzitutto, perché non si tratta di succhi di frutta, ma di bevande analcoliche a base di frutta: quindi, la differenza è già evidente. Poi perché la norma in questione era pensata per rendere più salubri le bevande a base di frutta e per favorire i produttori italiani di frutta: non è mai entrata in vigore a causa dell'esito negativo della procedura di notifica della Commissione europea, che aveva ritenuto la misura introdotta lesiva delle norme europee in materia di libera circolazione delle merci, e nel 2012 aveva aperto una procedura, un caso EU Pilot, reiterando le già denunciate incompatibilità della norma con le disposizioni comunitarie.
  Il bluff del PD, perché di bluff si tratta, oltre a non chiudere il caso EU Pilot (perché abbiamo anche dei dubbi sul fatto che entrerà mai in vigore), va a penalizzare le aziende nazionali, costringendole, infatti, a rinunciare ad una fetta di mercato, quello comunitario, o a suddividere la produzione in due destinazioni; e questo comporterà un aumento dei costi di produzione. Non ha evidenti finalità salutistiche: se l'obiettivo è di tutelare la salute dei consumatori, in particolare dei bambini che sono i principali consumatori di queste bevande, non è sicuramente aumentare di qualche punto la percentuale di succo di arancia nelle bevande, ma bisognerebbe indirizzarli verso un altro tipo di alimentazione, con più frutta e verdura. Inoltre, i consumatori, in questo caso le mamme e i bambini, già possono Pag. 17leggere in etichetta la percentuale di succo nella bibita, quindi scegliere consapevolmente se acquistare una bevanda al 12 per cento, un succo di frutta, un nettare o una spremuta, che sarebbe la cosa migliore in questo caso. Non garantisce benefici certi all'agricoltura italiana: nessuno ci dice, come tanto sbandierato dalla maggioranza, dal PD, che saranno le imprese agricole italiane a beneficiare di questo emendamento, in quanto nel nostro Paese potranno comunque scegliere i produttori se acquistare succo in Italia o da qualche altra parte; quindi, questo ragionamento è slegato poi da logiche di mercato reali, ma è legato più a logiche elettorali.
  Per tutti questi motivi, quindi crediamo che la procedura poteva essere semplicemente chiusa, se proprio andava chiusa (come andava chiusa, parlando di legge europea), abrogando i commi 16, 16-bis e 16-ter dell'articolo 8 del decreto-legge 13 settembre 2012, e poteva invece essere attivato rapidamente un lavoro parlamentare con soluzioni più concrete, se l'obiettivo era quello veramente di sostenere e rilanciare il settore agrumicolo italiano e di pensare alla salute dei consumatori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chaouki, Amoddio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  340   
   Astenuti  128   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  321    
    Hanno votato no   19.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Busto ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  322   
   Astenuti  147   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato  319    
    Hanno votato no  3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Coccia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-B).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 24.01 è contrario, ma mi consenta anche di motivare il parere negativo consentendomi di svolgere alcune brevissime considerazioni sia di ordine tecnico che di ordine politico. Voglio dire all'Aula che questo è il solito emendamento che viene riproposto ogni volta che trattiamo la legge europea da parte della Lega, quello sulla Pag. 18responsabilità civile dei magistrati. Voglio intanto dire che la proposta emendativa non è posta nella legge giusta, perché nella legge europea, cioè nella legge che stiamo discutendo, si parla di altro; si parla di immigrati, di durata media massima dell'orario di lavoro settimanale, di succhi di frutta, di Autorità per l'energia elettrica, di certificato successorio. Dunque non è questo il contesto in cui noi dobbiamo affrontare il tema della responsabilità civile dei magistrati. Tra l'altro, questo emendamento non ci consente di sanare neanche la procedura di infrazione che pende sul nostro Paese, perché l'Europa non chiede all'Italia di prevedere la responsabilità civile diretta dei magistrati e non potrebbe farlo perché la responsabilità civile diretta dei magistrati non esiste in nessun altro Paese europeo. L'Europa ci dice soltanto di specificare quali sono i casi nei quali è possibile chiedere, per chi ha subito un errore giudiziario, il risarcimento indiretto, ossia riferirsi direttamente allo Stato. Aggiungo altresì che la proposta emendativa dal mio punto di vista è strumentale per due ragioni: la prima, noi stiamo discutendo del tema della rivisitazione della responsabilità civile, sia al Senato che alla Camera; ci sono diverse proposte di legge a firma dei colleghi deputati e, sulla materia, c’è anche una proposta di legge del Ministro della giustizia, quindi si sta già discutendo, non capisco perché si debba discutere di questo tema anche in questa sede; poi perché io penso che, su un tema delicato e importante come questo, non si possa intervenire o fare modifiche attraverso blitz, qualche volta anche con il voto segreto, come già accaduto in quest'Aula. Su questa materia c’è bisogno di fare una riflessione attenta. Io concludo quindi, dicendo una cosa, che, secondo me, poi è la verità ed è alla base di questo emendamento. Il punto è che si vuole, attraverso questo emendamento, attraverso questo ennesimo tentativo, provare a colpire l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, mettendo in conto, con questo emendamento, di violare addirittura ciò che è previsto dalla nostra Costituzione, nella fattispecie all'articolo 104. Dunque, concludo e mi rivolgo soprattutto alla maggioranza – tra l'altro, sono relatore di maggioranza – per dire che, in questa circostanza, il voto, a differenza di quanto già accaduto in prima lettura, non può essere sottovalutato, perché, tra l'altro, se facessimo delle modifiche e, tra l'altro su un argomento che non c'entra nulla con la legge europea, noi non saneremmo le infrazioni.
  Infatti, continueremmo a far stare in piedi decine di procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese, che invece, con l'approvazione di questa legge europea senza ulteriori modifiche noi saniamo. Sono otto procedure di infrazione e quindici procedure di preinfrazione. Chiudere rapidamente e approvare entro oggi la legge europea significa anche consentire al nostro Paese di non continuare a pagare molti soldi, perché molti soldi ci costa la condanna europea quando noi subiamo una procedura di infrazione.
  Ecco perché vi chiedo di votare contro questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 24.01.

  STEFANO BORGHESI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  NICOLA MOLTENI. Conforme a quale ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere contrario.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 24.01. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, a differenza del relatore per la maggioranza, dell'onorevole Bordo, siamo convinti che questo articolo aggiuntivo non intacchi minimamente l'autonomia dei magistrati e della magistratura; tutt'altro. Se noi introduciamo la discussione in riferimento alle procedure di infrazione, ci teniamo a precisare che è vero che questo provvedimento, ove fosse approvato in via definitiva, comporta la cessazione delle procedure di infrazione da parte dell'Unione europea nei confronti dello Stato italiano, ma siamo sotto procedura di infrazione anche per la responsabilità civile dei magistrati. Quindi, noi riteniamo che, in maniera prioritaria, debba essere inserito, e non in maniera strumentale, questo articolo aggiuntivo, l'approvazione di questo articolo aggiuntivo per sanare anche questa situazione.
  Poi, se il Parlamento riterrà in maniera più completa di procedere alla riforma della giustizia, che non sappiamo se e quando sarà approvata, non certo può essere di preclusione l'approvazione di questo emendamento. È ovvio che, fintanto che ci sarà l'impostazione così com’è stata poco fa presentata dal relatore di maggioranza, noi riteniamo che si debba ricorrere alla procedura che assicura il massimo della libertà nell'espressione del voto, in questo caso, atteso che c’è anche uno scontro tra poteri dello Stato, tra potere politico e magistratura da diverso tempo e con diverse sfaccettature che non intendiamo più ripetere, per questo motivo il gruppo di Forza Italia chiede in maniera convinta il voto segreto su questo articolo aggiuntivo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Palese ha chiesto il voto segreto e lo ha chiesto anche il gruppo della Lega Nord Autonomie, a norma dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 24.01, che incide sulla disciplina della responsabilità dei magistrati al fine delle conseguenti azioni risarcitorie e sui relativi presupposti. Quindi, lo scrutinio segreto è ammesso. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, il relatore ha etichettato questo articolo aggiuntivo come la solita proposta emendativa della Lega. Voglio ricordare e voglio sottolineare che oggi ci sarà una certezza e cioè che, se questo emendamento della Lega non verrà approvato, sarà soltanto grazie al voto contrario che, questa volta, sebbene in sede di voto segreto verrà dato dal MoVimento 5 Stelle.
  Questo per dimostrare che il PD oggi, su un argomento così importante come la responsabilità civile dei magistrati, non sa cosa fare e, addirittura, se non ci fosse il voto del MoVimento 5 Stelle questa proposta emendativa non avrebbe il voto contrario dell'Aula, su un argomento così delicato.
  Ma, d'altronde voglio sottolineare che su questo non ci possono essere obiezioni, perché questo è già accaduto in quest'Aula quando il MoVimento 5 Stelle ha smascherato le debolezze del PD. D'altronde, questo atteggiamento è perfettamente in linea con il Governo del Presidente del Consiglio Renzi, perché noi siamo un Paese in cui abbiamo il 50 per cento della corruzione che c’è in tutta Europa. Abbiamo 17 regioni su 20 coinvolte in scandali relativi a reati di peculato, eccetera. Abbiamo un Paese messo in ginocchio a causa della criminalità organizzata e di come questa criminalità organizzata si è insediata all'interno della classe politica che ha governato questo Paese. E noi da dove cominciamo ? Dai magistrati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché questa è la coerenza del Presidente del Consiglio Renzi, che da settimane continua a imperversare nelle televisioni parlando delle ferie dei magistrati e questo è un insulto a chi in questo Paese ha combattuto ed è anche morto per la giustizia e per la legalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).Pag. 20
  E poi, collega Bordo, sinceramente non so come lei abbia la sfacciataggine, in quest'Aula, di parlare di autonomia e di indipendenza della magistratura. Le ricordo, soltanto per rinfrescare la memoria dei presenti, che avete inserito politici, politici politicizzati, all'interno del CSM e non avete voluto accettare un dibattito che prendesse in considerazione le competenze dei candidati e non l'appartenenza politica nell'organo che deve mantenere la garanzia dell'indipendenza della magistratura. Vi ricordo che questo Parlamento è rimasto bloccato per venti volte perché non riuscite a mettervi d'accordo sui giudici della Corte costituzionale, rifiutando anche lì un dibattito con il MoVimento 5 Stelle basato semplicemente sulle competenze e questo perché in tanti anni di politica ve ne siete sempre infischiati delle competenze e avete soltanto assecondato le carriere di chi decideva di vendersi alla politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Signor Presidente, abbiamo assistito, qualche minuto fa, a una confessione in diretta. Ci è stato spiegato che nella passata votazione, quando la Legge europea 2013 venne qui in Aula, il MoVimento 5 Stelle se ne fregò di quello che diceva la legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma per interessi di bottega boicottò il voto soltanto magari per avere un po’ di soddisfazione misera e di poco valore perché adesso vediamo che si stracciano le vesti nella difesa dei magistrati. I magistrati non hanno bisogno di essere difesi dal MoVimento 5 Stelle, come nessuno ha bisogno di essere difeso dal MoVimento 5 Stelle.
  Questa è una proposta emendativa assolutamente strumentale. Ha detto molto bene il relatore per la maggioranza prima: è una proposta emendativa che viene posta nella legge europea perché la responsabilità civile dei magistrati a livello comunitario ci interessa prevalentemente perché noi rischiamo un procedimento di infrazione su questo aspetto e, quindi, è opportuno che il nostro Paese si doti di una legge sulla responsabilità civile.
  Noi non abbiamo bisogno di lezioni su come comportarci in questi casi, perché noi quando dobbiamo dire qualcosa ai magistrati lo diciamo così come quando dobbiamo dire qualcosa agli avvocati lo diciamo, ma lo diciamo senza mascherarci dietro al voto segreto per poi magari confessare la marachella. Noi lo diciamo apertamente, e diciamo anche che noi non torneremo indietro. Nessuno del Partito Democratico vorrà mai più, come è stato fatto in passato, delegittimare la magistratura e non vorrà mai più assolutamente non tenere conto delle persone che lavorano e che impegnano la loro vita per la tutela di noi tutti.
  Ci sono dei principi che però intendiamo far rispettare e li facciamo rispettare attraverso quel provvedimento che è stato presentato in Senato oggi anche dal Ministro Orlando, che non si sa per quale ragione – poi qualcuno ce lo spiegherà – era già andato avanti al Senato e ad un certo punto il Governo ha presentato il proprio provvedimento che sarà discusso attraverso degli emendamenti. Certo il provvedimento del Governo, come ha detto il Ministro Orlando, potrà essere migliorato, potremo discutere su alcuni aspetti, ma è indispensabile che noi abbiamo questa legge sulla responsabilità civile anche dei magistrati. Per cui non ci fa paura essere attaccati a destra – oddio, diciamo da entrambe le destre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) – e non abbiamo nessun timore oggi a poter dire che noi siamo quelli che vogliamo il rispetto reciproco dei poteri. Noi siamo quelli che vogliono che l'Italia si doti di una legge organica di livello europeo e non abbiamo paura di discutere con i magistrati, però vogliamo anche saperli difendere quando ce n’è la necessità. Quindi noi lo facciamo come partito di grande responsabilità e lo facciamo perché crediamo che gli italiani abbiano bisogno non di chiacchiere, non abbiano bisogno di stare a discutere intorno ai problemi interni Pag. 21dei vari movimenti o dei vari partiti, per cui qualche volta vincono i moderati e qualche volta vincono i talebani, non si sa ancora chi vince, però non importa, noi vogliamo dare a questo Paese una legge organica, una legge seria. È in questo momento al Senato, questo è un emendamento assolutamente strumentale che credo che il Partito Democratico vorrà respingere insieme a tutte le forze di maggioranza, perché siamo delle persone serie e, siccome pensiamo di dover dare questa dimostrazione di serietà al Paese, noi voteremo contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, io con minore retorica e anche maggiore brevità devo testimoniare con questo intervento che anche Sinistra Ecologia Libertà si opporrà all'approvazione di questo emendamento, anche se più volte abbiamo espresso il pensiero per il quale la legge vigente in ordine alla responsabilità dei magistrati è una legge che palesemente non ha funzionato. È una legge del 1988 che ha avuto una scarsissima applicazione. E se oggi siamo latamente e collateralmente chiamati in qualche modo a discuterne è proprio perché siamo in presenza di disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dalla nostra appartenenza all'Unione europea, obblighi che anche in questo caso non abbiamo rispettato. C’è un bel casino al Senato su questo provvedimento, noi ci auguriamo che sulla responsabilità civile in particolare non si arrivi ad un voto di fiducia, cioè che il dibattito parlamentare non venga strangolato all'origine, ma che ci sia l'occasione di poter discutere con franchezza di un tema che va in qualche modo risolto dopo tutti questi anni di cattiva o scarsa applicazione. Certo però non sfugge a nessuno che il modello che ci piacerebbe discutere è sempre un modello di responsabilità indiretta e non, come i colleghi della Lega ci hanno più volte proposto, un modello di responsabilità diretta, che sa più di intimidazione che non di effettiva regolamentazione di una responsabilità dei magistrati che non sfugge a nessuno a volte, troppo spesso, esservi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, mi spiace deludere qualche dato un po’ inesatto che è stato esposto in questa Aula, ma questo è un problema che non ha appartenenze, perché non è scritto da nessuna parte che chi sbaglia, chiunque sia, non debba pagare. Questo deve essere chiaro, categorie privilegiate non ce ne sono, quindi non c’è appartenenza. È un problema che nasce, Presidente, dal 1987, quando ci fu il referendum abrogativo, seguito dalla legge Vassalli, nasce dall'infrazione comunitaria che abbiamo subito a settembre del 2013 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) per l'inefficace adesione del nostro Paese ad una sentenza del 2011, cioè non stiamo parlando di un problema che va approfondito; è un problema per cui già c’è un'infrazione comunitaria.
  E se devo dire quello che sta accadendo al Senato...

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. ...con un emendamento del Governo che ha svuotato completamente ogni principio della responsabilità, altro che approfondimento: andiamo verso un affievolimento assoluto di quello che noi dobbiamo fare. Credo che l'emendamento sia rispondente a quello che la Commissione europea ha detto nel 2013.

  PRESIDENTE. Deputato, deve concludere.

Pag. 22

  FRANCESCO PAOLO SISTO. È un emendamento che, per ristabilire gli equilibri costituzionali, va approvato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, sembra quasi che ci siano due squadre: chi difende i magistrati e chi non li difende. Così non è, perché noi, sostanzialmente, difendiamo tutti coloro, tutti i cittadini italiani che sono, in qualche modo, vittime di qualsiasi attività professionale, e anche dei magistrati.
  Vorrei richiamare l'Aula solo su un punto: questo è un provvedimento che dovrebbe colpire i magistrati solo qualora si rendano responsabili di un atto posto in essere in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell'esercizio delle proprie funzioni. Penso che gli stessi magistrati dovrebbero essere d'accordo su questo tema...

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. ... perché essi stessi giudicano tutti gli altri professionisti, tutti gli altri cittadini, tutte le altre categorie, quando si rendano responsabili di atti posti in essere in violazione del diritto, con dolo o colpa grave.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Per cui, penso che questo emendamento vada votato favorevolmente, così come sarà per il nostro gruppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Io penso che l'unica figura misera, caro collega Ermini, l'abbiano fatta i deputati del PD e il PD quando hanno votato favorevolmente a questo emendamento la volta precedente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, forse, di lezioni di comportamento ne ha bisogno soprattutto il vostro Premier Renzi, quando, rapportandosi in modo serio ed educato, rispettoso della magistratura, alle critiche che venivano avanzate su un testo normativo, ha risposto con «Brrr, che paura !». Complimenti per la serietà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, vorrei ricordare, suo tramite, al collega Ermini che, se molti deputati sono di prima nomina, altri un po’ di esperienza ce l'hanno, e quando si reclama la trattazione di un problema ad un più ampio approfondimento, ad un altro provvedimento, anziché prendere la responsabilità di votarlo lì e subito, significa che quel problema non vuole essere risolto. Questo è il primo punto.
  Il secondo punto è che il voto segreto è una sorta di atto di legittima difesa in un Paese dove si ritiene, a torto o a ragione, che andare contro la magistratura abbia un prezzo anche iniquo. Il terzo punto è questo, e concludo: se si vuole cambiare, e cambiare davvero, i metodi democristiani, anche se in transumanza nel PD, non sono più accettabili. Sì, sì, no, no: basta pigliare in giro gli italiani !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, solo per ricordare alle colleghe e ai colleghi di ogni appartenenza politica – se posso, in nome della mia antica militanza radicale: vedo il collega Giachetti e tanti amici – per ricordare un grande italiano, Pag. 23che non è patrimonio di una parte, che fu un grande italiano e un grande presidente del Partito Radicale, Enzo Tortora (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente), che promosse, dopo la tragica vicenda che lo vide colpito, un referendum per far pronunciare i cittadini italiani, tutti, di destra, di centro e di sinistra.
  Quel referendum, che si tenne nel 1987, non contro i magistrati, ma a tutela dei magistrati onesti e capaci, si concluse con l'80 per cento degli italiani favorevole alla responsabilità civile diretta. Quel voto è stato tradito dal Parlamento, dall'inazione anche del centrodestra, oltre che del centrosinistra, ma oggi smentirlo sarebbe davvero una ferita, non solo alla memoria di Tortora, ma alla volontà dell'80 per cento dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, mi rivolgo a tutti i colleghi che, in questo voto segreto, devono fare una riflessione: questo voto sulla responsabilità civile dei magistrati non è contro la magistratura, non è contro tutti quei magistrati che lavorano, che depositano le sentenze nei termini, che fanno il loro lavoro onestamente, che, magari, non sono abbronzati, che, magari, non vengono smentiti in secondo grado. Questo voto è contro proprio gli opposti, quelli che non lavorano, quelli che depositano le sentenze dopo un anno. Noi riteniamo che a tutela di questi magistrati, di quei magistrati onesti che lavorano, si debba sapere che chi sta dall'altra parte può essere punito se non si comporta come loro. Questo è il discrimine ! Noi, oggi, vogliamo tutelare quelli che lavorano, i magistrati onesti, i magistrati capaci. Quelli che sbagliano devono avere la possibilità e il dovere di pagare. Per questo chiediamo il vostro voto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, io credo che il dibattito dovrebbe essere ricondotto a quella che è la realtà dei fatti. La realtà dei fatti, tornando a quello che ha detto l'onorevole Sisto, è che la procedura di infrazione che c’è in Europa ha che fare con il diritto dei cittadini a essere risarciti dagli errori giudiziari, non ad essere risarciti dai giudici. Questa è la cosa che viene continuamente detta, e non è così, e se fosse così, sarebbero sotto procedura di infrazione tutti i Paesi europei, perché l'azione diretta dei cittadini contro i magistrati non esiste praticamente da nessuna parte. Quindi, cominciamo a dire le cose come stanno. Poi trovo abbastanza singolare sentire parlare oggi dell'inutilità di fare una normativa organica su questo argomento, e che si deve votare subito, come ha detto l'onorevole Bianconi. A prescindere dal provvedimento, abbiamo appena finito di litigare sull'inserimento dell'autoriciclaggio nella norma sul rientro dei capitali, un inserimento che io stesso ho criticato, perché credo che, invece, il ricorso alle normative organiche sia giusto. La realtà è che molto spesso la discussione su questi argomenti in Commissione giustizia al Senato non si riesce a fare, e questo lo sappiamo, ma in questo caso credo che si debba discutere della legge sulla responsabilità civile, che sta portando avanti il Governo, che è una legge che, dal nostro punto di vista, contiene delle cose da correggere, ad esempio sotto il profilo della responsabilità disciplinare. Noi pensiamo che se un giudice sbaglia, e se vi è la rivalsa, l'azione disciplinare debba essere automatica, perché siamo convinti che il sistema giusto sia che un cittadino danneggiato da una sentenza sbagliata debba prendere i soldi dallo Stato, che prenda i soldi dal giudice non serve assolutamente a niente. Quel magistrato, se ha commesso violazioni gravi, deve subirne le conseguenze sulla carriera, e su questo dovremo lavorare, perché la Pag. 24responsabilità disciplinare oggi è stata lasciata, sempre, di lato, da una parte e dall'altra, perché anche quando ha governato il centrodestra su questo tema non si è mai intervenuti. Il vero problema è quello: si deve assicurare al cittadino di essere risarcito per i danni derivanti dagli errori giudiziari e ci si deve assicurare del fatto che un magistrato che commette errori molto gravi non faccia carriera e, magari, nei casi più gravi, la carriera la finisca, ma, concentrare tutta la soluzione sul tema se un cittadino possa fare causa o meno a un magistrato, è totalmente fuorviante, e non porta alla soluzione del problema (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, prendo la parola a nome dei deputati, e della deputata, socialisti, perché non avendo paura di motivare il nostro voto, anzi rifuggendo dalle scorciatoie e dallo schermo del voto segreto, rivendichiamo con orgoglio il voto favorevole nella precedente lettura del provvedimento su questo articolo, e la scelta, invece, di astensione in questa votazione. Restano, infatti, assolutamente intatte le motivazioni che ci hanno fatto propendere, e ci fanno propendere, nettamente per la piena attuazione delle risultanze di quel referendum del 1987 a cui faceva prima riferimento il collega Capezzone, omettendo, però, e me ne dispiace, di rivendicare che la raccolta delle firme e l'organizzazione dei tavoli e del referendum fu fatta dai socialisti, insieme ai radicali e ad Enzo Tortora.
  Non saranno certo le risibili argomentazioni di qualche collega della goffa difesa della magistratura, che non si capisce perché dovrebbe essere irresponsabile, a farci cambiare idea. Ma l'avere trovato il principio della responsabilità civile dei magistrati spazio nella riforma inviata al Senato e oggetto di discussione già in questi giorni da parte del Ministro Orlando, ci induce ad astenerci in questa votazione, in modo da potere riprendere nella sede propria la discussione su quello che considero un principio di civiltà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, personalmente faccio parte di una categoria professionale, che è quella dei dottori commercialisti, che in termini di responsabilità soggettiva sugli errori professionali è così abituata a pagare sulla propria pelle, che è prassi comune, in caso di procedure concorsuali o fallimentari, che la procedura stessa adisca, a prescindere, nei confronti del commercialista sindaco di una società, prima ancora che verso l'imprenditore sospettato di azioni fraudolente. Infatti, a differenza dell'imprenditore, il dottore commercialista è obbligato ad avere una polizza assicurativa, avverso la quale la procedura cerca di rivalersi per rimpinguare le proprie casse.
  Questo è per dire che il tema della responsabilità professionale sulle proprie azioni, mi è non solo noto, ma anche tristemente caro, per le vicende che a tutti i colleghi è capitato almeno una volta nel corso della propria carriera professionale di dovere fronteggiare. E davvero non si ha motivo di credere che quelli che esercitano un'attività in ragione della quale nel loro ufficio c’è scritto che la giustizia, la legge, è eguale per tutti, debbano essere un po’ meno uguali degli altri, proprio nell'elemento più odioso, ovvero nella possibilità doverosa di risarcire il danno causato a terzi, ove il danno dipenda dalla propria incuria o incapacità.
  È un tema che abbiamo affrontato in mille occasioni, è un tema che una volta di più viene riproposto dai colleghi della Lega Nord all'interno di questo provvedimento, è un tema sul quale però – mi permetta, onorevole Presidente – c’è forse, per così dire, ancora un po’ di confusione. Infatti, è diventato un argomento rispetto al quale ci si fa bandiera di appartenere ad una o ad un'altra fazione, senza entrare nel merito concreto di quello che è la traduzione Pag. 25quotidiana nelle vite di decine di migliaia di soggetti e di famiglie della mancata applicazione di una norma, che sarebbe una norma di semplice civiltà.
  Allora, per dirla tutta, onorevole Presidente, io credo che per farci chiarezza e per capire un po’ di più di che cosa stiamo parlando, non sarebbe inopportuno che prendesse la parola in quest'Aula chi segnatamente nell'esercizio della sua funzione, in questo caso politica, è votato ad occuparsi del tema. Credo che ci aiuterebbe a chiarire la sensibilità su questo tema un pronunciamento esplicito in quest'Aula da parte del Viceministro Costa.

  PRESIDENTE. Sì, vorrei prima di tutto concludere gli interventi, per poi dare la parola al Viceministro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, credo che affermare il principio, come è stato detto poco fa, che chi «sbaglia paga» non debba essere considerato in quest'Aula un delitto. Dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che è vero che molti magistrati hanno pagato la loro battaglia e il loro impegno sulla giustizia in maniera grave e alcuni con la morte. Ma molti politici, molti imprenditori, molti preti, molti medici, hanno pagato la loro battaglia per affermare la giustizia come molti magistrati, ma non per questo noi chiediamo l'immunità totale o l'impunità totale a tutte le categorie.
  Chi sbaglia paga, ed è evidente che la riforma del 1988 non ha funzionato. È evidente che nel momento in cui l'Europa ci chiede di intervenire noi abbiamo un vuoto di giustizia sul tema della responsabilità civile dei magistrati, che dobbiamo assolutamente colmare.
  Detto questo, però, io non credo che la soluzione sia la responsabilità diretta. Io, quindi, voterò contro questa proposta emendativa, ma, nello stesso tempo, dico che non sono soddisfatto del livello di dibattito che c’è al Senato su questo tema. Non sono soddisfatto delle soluzioni che stanno arrivando su questo tema.
  Non voterò mai una norma blanda sul tema della responsabilità civile dei magistrati. Io credo che ci debba essere una responsabilità, che deve essere accertata, per la quale paga anche lo Stato, che chiami a pagare economicamente i magistrati, ma che li chiami a pagare anche sul piano disciplinare, sul piano della loro carriera, che li metta nelle condizioni di non poter continuare a far danni, come ha fatto De Magistris a Napoli e in Calabria.
  Questo è un problema serio che va affrontato seriamente. Io penso che al Senato si stia facendo un lavoro non del tutto appropriato e penso che quando il provvedimento verrà alla Camera dovremo affrontarlo con serietà, perché questo è un vuoto normativo ed è una ingiustizia che noi dobbiamo sanare (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  ENRICO COSTA, Viceministro della giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ENRICO COSTA, Viceministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo su questo articolo aggiuntivo è contrario, ed è contrario nel metodo e nel merito. E queste considerazioni, questa contrarietà vengono dal rappresentante del Governo che oggi è particolarmente sensibile a questo tema e lo è da tempo.
  Però è bene, ed è evidente, che è necessario che questo tema venga affrontato in un contesto adeguato, ma soprattutto che venga affrontato attraverso norme che non creino uno squilibro normativo dal punto di vista costituzionale e che non ci mettano su una posizione, dal punto di vista comparativistico, completamente diversa rispetto agli altri Paesi.
  E devo dire che il nostro parere è contrario anche dal punto di vista politico. Infatti, il Governo sul tema ha dimostrato una forte sensibilità. Lo ha fatto il Presidente del Consiglio direttamente; lo ha fatto il Consiglio dei ministri, nella sua collegialità, il 29 agosto approvando un disegno di legge.Pag. 26
  Proprio oggi in Commissione giustizia al Senato, poiché tecnicamente il dibattito era avanzato, il Ministro Orlando personalmente ha depositato gli emendamenti derivanti dal testo del disegno di legge. Ci sono delle profonde novità in questo testo, perché tutti abbiamo riconosciuto che la legge Vassalli va migliorata e va rettificata nella sua portata.
  Tra le novità vi è, innanzitutto, quella che viene abolito il filtro di ammissibilità, la ragione per cui molte delle richieste di risarcimento si fermavano prima di una valutazione di merito. Viene ampliata la responsabilità dello Stato, quello che ci chiede l'Europa. Viene ampliata la rivalsa nei confronti del magistrato. Sono misure chiare, sono misure puntuali, sono misure che sono richieste e saranno sicuramente produttive dal punto di vista del merito e dal punto di vista risarcitorio.
  Io penso che questi siano gli aspetti di merito che molti in quest'Aula hanno evidenziato e hanno richiesto. Andare oggi ad approvare una norma, decontestualizzata e soprattutto nell'ambito di una responsabilità diretta, che determina chiaramente uno squilibrio – ma pesante – dal punto di vista normativo, rischia veramente di vanificare tutto il lavoro che si è svolto.
  E rischia di vanificare gli obiettivi di tutti coloro che in quest'aula hanno richiesto un miglioramento della normativa e soprattutto un'efficacia di una normativa che, è vero, in troppi casi ha fatto acqua. Ma cerchiamo di farlo nella sede appropriata. E lo ripeto: queste osservazioni vengono da chi è molto sensibile a questo argomento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 24.01, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio) ed il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Scalfarotto, D'Agostino, Gutgeld, Ferranti, Dellai, Palma, Simone Valente, Spessotto, Folino, Ciprini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  494   
   Votanti  491   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  246   
    Voti favorevoli  126    
    Voti contrari  365    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 32 – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-B).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  MICHELE BORDO, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, il parere è contrario sull'emendamento Borghesi 32.1.

  STEFANO BORGHESI, Relatore di minoranza. Signora Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere del Governo è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 32.1, con il parere contrario di Commissione e Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 27

  Di Lello, Covello, Ermini, Lavagno, Baruffi, Giorgis ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  480   
   Votanti  347   
   Astenuti  133   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato   23    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Marchi, Covello, D'Agostino, Brescia ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  475   
   Votanti  427   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  340    
    Hanno votato no   87.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 33 – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Scalfarotto, Lavagno, Piccoli Nardelli, Sorial, Ciracì, Frusone, Rizzetto, Paolo Rossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  490   
   Votanti  443   
   Astenuti   47   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  441    
    Hanno votato no  2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-B). Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento gli ordini del giorno Simonetti n. 9/1864-B/17 e Rondini n. 9/1864-B/18, in quanto, intervenendo su un regolamento non ricompreso tra le materie oggetto del provvedimento, risultano estranei rispetto al contenuto della legge europea.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, chiedo al rappresentante del Governo di esprimere i pareri. Prego, sottosegretario Scalfarotto.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, chiedo scusa, abbiamo ricevuto gli ordini del giorno proprio in questo momento; il tempo di guardarli, dieci minuti soltanto e poi vi diamo i pareri.

  PRESIDENTE. Va bene. Allora, sospendo la seduta per dieci minuti, fino alle ore 18. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 18,15.

  PRESIDENTE. Invito, dunque, il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati. Prego, sottosegretario Scalfarotto.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo Pag. 28esprime parere contrario sugli ordini del giorno Bragantini n. 9/1864-B/1, Molteni n. 9/1864-B/2 e Caparini n. 9/1864-B/3, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bossi n. 9/1864-B/4, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la possibilità di prevedere, in un prossimo provvedimento (...)», e via seguitando.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/1864-B/5, Allasia n. 9/1864-B/6, Invernizzi n. 9/1864-B/7, Marcolin n. 9/1864-B/8, Guidesi n. 9/1864-B/9, Prataviera n. 9/1864-B/10 e Giancarlo Giorgetti n. 9/1864-B/11, mentre, per quanto riguarda l'ordine del giorno Busin n. 9/1864-B/12, si propone che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: « a valutare la possibilità di considerare, ristabilendo quantomeno il precedente regime, al fine di prevedere delle condizioni più favorevoli per il contribuente che prevedano la sospensione dei pagamenti dovuti all'amministrazione (...)», e via seguitando. Chiedo scusa, qui c’è una parte scritta a penna che, ahimè, mi era sfuggita in precedenza: posso riservarmi un istante, perché nel mio testo non si leggeva ? Tornerò più tardi sull'ordine del giorno Busin n. 9/1864-B/12.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1864-B/13, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fedriga n. 9/1864-B/14, a condizione che il dispositivo sia riformulato, espungendo la parola: «massima». Quindi, impegna il Governo: «a tenere in considerazione (...)».
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Caon n. 9/1864-B/15 e Borghesi n. 9/1864-B/16.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli ordini del giorno Simonetti n. 9/1864-B/17 e Rondini n. 9/1864-B/18 sono inammissibili.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Del Grosso n. 9/1864-B/19, Scagliusi n. 9/1864-B/20 e Colletti n. 9/1864-B/21, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Spadoni n. 9/1864-B/22, a condizione che il dispositivo sia riformulato, nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la possibilità di adottare un testo unico (...)».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/1864-B/23, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Battista n. 9/1864-B/24, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la possibilità di avanzare, entro il semestre europeo (...)», e via seguitando.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Sibilia n. 9/1864-B/25, Grande n. 9/1864-B/26 e Carinelli n. 9/1864-B/27, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Frusone n. 9/1864-B/28.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Vignaroli n. 9/1864-B/29, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Silvia Giordano n. 9/1864-B/30 e Dall'Osso n. 9/1864-B/31.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Petraroli n. 9/1864-B/32, L'Abbate n. 9/1864-B/33 e Lorefice n. 9/1864-B/34, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Battelli n. 9/1864-B/35.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Baroni n. 9/1864-B/36 e Fico n. 9/1864-B/37, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Brescia n. 9/1864-B/38, a condizione che il dispositivo sia riformulato, nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la possibilità che il potere di accesso agli atti, alle informazioni (...)», e via seguitando.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Bonafede n. 9/1864-B/39, Agostinelli n. 9/1864-B/40 e Ferraresi n. 9/1864-B/41.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pinna n. 9/1864-B/42 Pag. 29a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la possibilità di emanare (...)», eliminando il termine dei centoventi giorni; quindi il testo risulterebbe: «a valutare la possibilità di emanare un regolamento in cui (...)».

  PRESIDENTE. Quindi con riformulazione.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. In questo caso, se viene accettata la riformulazione, l'ordine del giorno Pinna n. 9/1864-B/42 viene accolto come raccomandazione.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/1864-B/43.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Nesci n. 9/1864-B/44 a condizione che il dispositivo sia riformulato, eliminando l'inciso: «nel più breve tempo possibile».
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Fantinati n. 9/1864-B/45, Mantero n. 9/1864-B/46, Di Vita n. 9/1864-B/47, Grillo n. 9/1864-B/48 e De Rosa n. 9/1864-B/49.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Daga n. 9/1864-B/50 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la possibilità che, a fianco delle attività di verifica (...)», e via seguitando.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Busto n. 9/1864-B/51 a condizione il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la previsione nell'ambito del riordino dei provvedimenti normativi (...)» e via seguitando.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Pesco n. 9/1864-B/52 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ruocco n. 9/1864-B/53 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare la possibilità che l'Agenzia delle entrate predisponga, a far data (...)» e via seguitando.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Cancelleri n. 9/1864-B/54, Barbanti n. 9/1864-B/55 e Villarosa n. 9/1864-B/56.
  Sono debitore ancora di un parere, però, Presidente, purtroppo nella fretta... avrei bisogno di una copia nella quale si legga meglio la parte scritta a penna dell'ordine del giorno Busin n. 9/1864- B/12 perché la valutazione è stata fatta naturalmente...

  PRESIDENTE. Adesso gliela stanno portando.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Allora, se il testo del dispositivo è questo che leggo ora: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi (...)», il Governo lo accoglie come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/1864-B/1, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/1864-B/1, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Capua, Palma, Locatelli, Costantino, Gnecchi, Colaninno, Rossomando, Bossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  458   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato   22    
    Hanno votato no   436.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 30

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/1864-B/2, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/1864-B/2, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zardini, Dell'Aringa, D'Incecco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  469   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  56    
    Hanno votato no  413.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1864-B/3, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/1864-B/3, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Lavagno, Sannicandro, D'Attorre, D'Agostino, Sereni, Causi, Verini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  467   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  63    
    Hanno votato no  404.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Molea e Airaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bossi n. 9/1864-B/4, accolto come raccomandazione dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1864-B/5, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1864-B/5, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Ciracì, Bombassei, Bianchi, Colaninno, Palma.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  385   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  63    
    Hanno votato no  322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Marcon ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/1864-B/6, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/1864-B/6, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 31

  Scalfarotto, Carra, D'Agostino, Tripiedi, Massa, Colaninno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  477   
   Votanti  457   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/1864-B/7, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/1864-B/7, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Scalfarotto, D'Agostino, Battelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  473   
   Votanti  361   
   Astenuti  112   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  62    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Andrea Romano ha segnalato di aver erroneamente votato a favore e che avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/1864-B/8, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/1864-B/8, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Massa, Scalfarotto, Manfredi, D'Agostino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  475   
   Votanti  366   
   Astenuti  109   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  65    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/1864-B/9, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/1864-B/9, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  475   
   Votanti  474   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 32

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/1864-B/10, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/1864-B/10, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Terzoni, Martella, Fanucci, Molea...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  393   
   Astenuti   86   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   66    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giorgetti n. 9/1864-B/11, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giorgetti n. 9/1864-B/11, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  475   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato   62    
    Hanno votato no  413.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Filippo Busin n. 9/1864-B/12, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1864-B/13, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. 9/1864-B/14, riformulato, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caon n. 9/1864-B/15, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/1864-B/16, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/1864-B/19, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scagliusi n. 9/1864-B/20, accolto dal Governo come raccomandazione. Prego ? C’è la riformulazione nell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/1864-B/19 ? A noi non risulta, però se lei mi dice che c’è la riformulazione gliela leggiamo. No, va bene: d'accordo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Colletti n. 9/1864-B/21, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/1864-B/22, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stefano n. 9/1864-B/23, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Battista Pag. 33n. 9/1864-B/24, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/1864-B/25, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grande n. 9/1864-B/26, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/1864-B/27, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Frusone n. 9/1864-B/28, non accettato dal Governo.

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, sarò molto breve perché in questo ordine del giorno si chiede almeno in parte il superamento del sistema Dublino 3, che è quel sistema che blocca gli immigrati nel Paese di sbarco, di primo arrivo, quindi non permette una distribuzione equa e solidale degli immigrati in tutti i Paesi dell'Unione europea. Quindi, adesso stiamo votando semplicemente per dire: vogliamo che gli immigrati possano essere accolti anche da altri Paesi europei oppure devono rimanere tutti qui. Votate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, accogliamo l'ordine del giorno come raccomandazione se va bene per il collega.

  PRESIDENTE. Va bene accolto come raccomandazione ? Sì, quindi vado avanti. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vignaroli n. 9/1864-B/29, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/1864-B/30, non accettato dal Governo. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/1864-B/30, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Carloni, Sorial, Colaninno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  478   
   Votanti  439   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 137    
    Hanno votato
no  302).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/1864-B/31, non accettato dal Governo. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/1864-B/31, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  475   
   Votanti  471   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  352).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 34

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Petraroli n. 9/1864-B/32, L'Abbate n. 9/1864-B/33 e Lorefice n. 9/1864-B/34, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Battelli n. 9/1864-B/35, non accettato dal Governo. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Battelli n. 9/1864-B/35, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fantinati, Palma, Sgambato, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  477   
   Votanti  475   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  361).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Baroni n. 9/1864-B/36 e Fico n. 9/1864-B/37, accolti dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brescia n. 9/1864-B/38, accolto dal Governo come raccomandazione, riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Bonafede n. 9/1864-B/39, Agostinelli n. 9/1864-B/40 e Ferraresi n. 9/1864-B/41, accolti dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pinna n. 9/1864-B/42, accolto dal Governo come raccomandazione, riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Ambrosio n.  9/1864-B/43, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. n.  9/1864-B/43, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  437   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no   319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Nesci n.  9/1864-B/44, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.

  DALILA NESCI. Presidente, sottosegretario Scalfarotto, vorrei che leggessimo, tutta l'Aula insieme, questo impegno: «impegna il Governo a risolvere, nel più breve tempo possibile, i casi EU Pilot al fine di evitare l'apertura formale delle procedure di infrazione e a ridurre le infrazioni pendenti a carico del nostro Paese, in particolare includendo, nella legge di delegazione europea 2014, tutte le direttive oggetto di contenzioso ex articolo 260 del TFUE». Qui c’è stato semplicemente un tentativo di circoscrivere a livello temporale il momento in cui andremo a chiudere tutti i casi EU Pilot o comunque un impegno del Governo in questo senso. Quindi, sopprimere questa locuzione snatura completamente l'impegno.
  Visto che comunque lei accoglie il mio ordine del giorno come raccomandazione, non sopprimiamo almeno questa locuzione, che va semplicemente a tentare di spiegare che è possibile risolvere questi casi nel più breve tempo possibile. Quindi chiedo a lei un'ulteriore valutazione, se è possibile.

Pag. 35

  PRESIDENTE. Sottosegretario Scalfarotto ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, la locuzione «nel più breve tempo possibile» è una locuzione indeterminata. Secondo me, sopprimendo tale locuzione l'impegno è al limite anche più forte perché l'ordine del giorno «impegna il Governo a risolvere i casi EU Pilot». Quindi, ci sembrava più corretto, piuttosto che inserire all'interno dell'ordine del giorno un impegno indeterminato perché ciò che è il più breve tempo possibile per me o per lei è un concetto opinabile, sul quale possiamo non essere d'accordo.
  L'impegno è «a risolvere i casi EU Pilot» e, in questa formulazione viene accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Deputata Nesci, accetta la riformulazione ?

  DALILA NESCI. Presidente, tutti noi possiamo capire che se non c’è nemmeno un tentativo di introdurre un termine temporale significa che questo ordine del giorno non ha alcun valore.
  Quindi, a questo punto mi aspetto dal Governo una riformulazione con una data precisa, oppure semplicemente che preveda: «nelle prossime leggi europee saranno chiusi tutti i casi EU Pilot», visto che sappiamo che gravano sul nostro Paese anche a livello pecuniario. Quindi, il Governo può benissimo, se lo ritiene giusto, inserire una data più precisa, però sinceramente non prevedere proprio alcuna data non è per niente convincente, anzi ci delude ed eventualmente chiediamo che l'ordine del giorno venga posto in votazione, se non c’è un'altra riformulazione da parte del Governo.

  PRESIDENTE. Credo che il Governo si sia già espresso in merito alla data, quindi non volendo aggiungere nulla, porremo l'ordine del giorno in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nesci n.  9/1864-B/44, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  470   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no   336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Fantinati n. 9/1864-B/45, Montero n.  9/1864-B/46, Di Vita n.  9/1864-B/47, Grillo n.  9/1864-B/48 accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto, altresì, che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Rosa n. 9/1864-B/49, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Daga n. 9/1864-B/50 e Busto n. 9/1864-B/51, accolti dal Governo come raccomandazione, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/1864-B/52, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/1864-B/52, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno; ha votato ? Totaro, Brescia, Latronico, Capodicasa. Chi c’è ? Di Lello, che sta salendo. Piccione...Pag. 36
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  478   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no   362.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ruocco n. 9/1864-B/53, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/1864-B/54, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/1864-B/54, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Di Lello, Dell'Aringa, Massa, Carra, Censore. Hanno votato ? Guardate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  478   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no   363.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Barbanti n. 9/1864-B/55, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbanti n. 9/1864-B/55, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura. Chi altro ? Mura non riesce a votare. Gadda. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  477   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no   364.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/1864-B/56, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/1864-B/56, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura... Mura non riesce a votare. Sorial. Mura, ha votato ? Ha votato. Sorial non ancora; ha votato anche lui.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  468   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no   360.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

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(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pia Elda Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, quando nel giugno scorso abbiamo approvato questo provvedimento, ho lamentato il fatto che c'erano voluti sei mesi dalla sua trasmissione per approvarlo e dicevo che erano tempi inaccettabili. Oggi ci troviamo a discutere e ad approvare il medesimo provvedimento dopo le modifiche apportate dal Senato e, quindi, ci è voluto quasi un anno. Il risultato è una buona legge i cui effetti però tardano a farsi sentire a causa del lungo iter parlamentare.
  Un discorso che vale per questa legge come per tante altre, a riprova che il superamento del bicameralismo perfetto non è più rinviabile. Questo provvedimento spazia in ambiti molto diversi: immigrazione, finanza, successioni, lavoro, ambiente. È impossibile richiamarli tutti. Tra le modifiche apportate al Senato voglio citarne due: la prima riguarda il periodo massimo di trattenimento dello straniero all'interno del centro di identificazione e di espulsione, che non potrà essere superiore a novanta giorni. Alcuni hanno sostenuto che si tratta di un tempo troppo ristretto per compiere gli accertamenti, ma sappiamo che a volte c’è bisogno di obblighi temporali precisi e stringenti per accelerare le cose, in questo caso limitare al minimo indispensabile la permanenza nei CIE.
  La seconda modifica riguarda il contenuto di succo d'arancia per le bibite commercializzate in Italia. Si sostituisce l'unità di misura calcolando la quantità di succo d'arancia non come percentuale del liquido complessivo, ma come rapporto tra grammi e cc. Sembra una banalità, ma è un punto sul quale abbiamo discusso a lungo, perché migliora la qualità di questo prodotto almeno per il mercato italiano. Altre modifiche, come ha già detto in Aula il capogruppo Di Lello, non ci trovano pienamente d'accordo, ma proprio per il discorso fatto all'inizio non possiamo permetterci di apportare ulteriori correzioni perché non possiamo rinviare nuovamente al Senato il provvedimento. Quindi, annuncio il voto favorevole del gruppo socialista (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Signor Presidente, a nome del gruppo Per l'Italia, annuncio il voto favorevole su questo provvedimento. La legge europea per noi è un punto preciso della solidarietà istituzionale non solo con la maggioranza, ma con gli interessi del Paese e, quindi, questo voto favorevole è un voto convinto rispetto all'impianto, quali che possano essere i dettagli, che certamente si possono discutere, come ha giustamente e opportunamente richiamato la collega Locatelli. Ma ciò detto, si può dire che, dunque, tutto bene quel che finisce bene ? Io direi di no, perché le osservazioni della collega Locatelli ci trovano assolutamente solidali. Noi approviamo questo che è un provvedimento presentato tempestivamente, più che tempestivamente dal Governo Letta, lo approviamo mentre sta per finire la nostra Presidenza del semestre europeo. Questo non è un grande servizio che noi diamo non solo per il riallineamento istituzionale del nostro Paese rispetto al contesto dell'Europa, ma soprattutto io penso che questo testimoni anche, ahimè, che noi rischiamo di essere ulteriori soggetti di quella crisi dell'esperienza giuridica positiva che soprattutto negli ultimi tempi abbiamo discusso anche in quest'Aula, perché a questa crisi appartiene anche il non avere spesso la capacità di selezione delle priorità, soprattutto quando queste mettono in gioco la credibilità e anche la forza stessa del nostro Paese in un concerto Pag. 38internazionale. Ciò detto, voglio ribadire il voto favorevole del gruppo Per l'Italia e, in un certo qual modo, noi speriamo anche in un pentimento operoso per il quale la selezione e la programmazione delle priorità legislative non siano solo sotto la spinta di quelle che possono essere le urgenze congiunturali, ma siano sotto la spinta invece di quelli che possono essere gli obiettivi assolutamente ineliminabili delle nostre emergenze (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, sottosegretario, come hanno ricordato i colleghi Locatelli e Piepoli, ricordo che il provvedimento è stato presentato alla Camera il 22 novembre 2013, quasi un anno fa, troppo, veramente troppo. Quello che i civici continueranno a dire a questo Parlamento incessantemente è che fuori il tempo scorre velocissimo e il nostro andare con il passo della lumaca allontana ancora di più i cittadini dalla politica in un momento in cui, invece, abbiamo molto bisogno di buona politica.
  La domanda da porci, allora, è come fare a diventare più veloci in Europa e in Italia. Incominciamo dall'Europa: innanzitutto, dobbiamo porre un freno all'eccesso normativo. Da una parte, è bene che controlliamo con più vigore che le direttive rispettino il principio di sussidiarietà in vigore nell'Unione; dall'altra, chiediamo all'Europa più coraggio, quando è effettivamente competente a legiferare.
  La normativa europea prevede, infatti, il regolamento e la direttiva. Il regolamento, rispetto alla direttiva, ha il vantaggio di non dover essere recepito dalla normativa nazionale, ma applicato, e quindi di entrare in vigore contemporaneamente in tutti i Paesi europei. Siamo certi che vi sia spazio per aumentare il numero dei regolamenti e ridurre il numero delle direttive.
  Parliamo adesso di quello che possiamo fare noi alla Camera. È chiaro che non attribuiamo ai provvedimenti europei la priorità che meritano, fatto evidenziato dal ritardo di molte Commissioni nell'esaminare progetti di atti dell'Unione europea, anche di notevole importanza economica per il nostro Paese.
  Possiamo ridurre questi ritardi grazie alla riforma del Regolamento della Camera. Tra le innovazioni da introdurre nel Regolamento vi è sicuramente da prevedere il potere surrogatorio della XIV Commissione, come è al Senato: laddove le Commissioni di merito siano in ritardo o negligenti, diamo alla XIV Commissione il potere di intervenire. Possiamo, quindi, fare molto per diventare più veloci come chiedono i cittadini. Per questo, nel preannunziare il voto favorevole di Scelta Civica per l'Italia alla legge europea 2013-bis, chiediamo alla Presidente della Camera di considerare la riforma del Regolamento una priorità assoluta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Signora Presidente, siamo alla terza lettura del provvedimento e noi di Sinistra Ecologia Libertà non abbiamo sentito il bisogno di prolungare ulteriormente, per puro spirito di opposizione, l'iter già travagliato di questo disegno di legge. Sentiamo tutti l'obbligo di non sottoporre il Paese e le sue finanze ad un ulteriore peso, inevitabilmente dovuto alle procedure di infrazione in atto. Sentiamo il dovere di sciogliere in velocità i nodi per contribuire a ridurre i ritardi e le perdite che l'Italia subisce per il mancato recepimento delle disposizioni normative dell'Unione europea.
  Il gruppo di SEL, come già successo in sede di approvazione al Senato, voterà a favore del provvedimento. Sarà un voto a favore, nonostante tutto, come già allora il collega Uras, al Senato, ha sostenuto nella sua dichiarazione di voto. Un sì, nonostante il voto di fiducia con il quale la maggioranza ha ritenuto allora, al Senato, di dover macchiare il procedimento legislativo. La fiducia fu posta – questo sarà Pag. 39ricordato – sulla questione della responsabilità civile dei magistrati, e nel merito rinvio all'intervento esaustivo del collega Daniele Farina di poc'anzi.
  Un sì, nonostante che i nostri suggerimenti di miglioramento in forma di emendamenti, decaduti con il voto di fiducia, riconvertiti in ordini del giorno, non siano stati presi in considerazione, almeno per la maggior parte. Ci tengo ancora a menzionare che riteniamo un passo nella giusta direzione l'ulteriore riduzione del limite massimo di permanenza degli immigrati nei centri di identificazione ed espulsione da 180 a 90 giorni.
  Una parola ancora su quanto detto dal relatore riguardo all'epurazione dal testo di legge delle norme su questioni ambientali. È vero, sono state eliminate, e nel frattempo approvate all'interno del cosiddetto «decreto competitività», però va ricordato qui che sono state risolte non affatto a nostro piacimento.
  Un'ultimissima osservazione ancora, questa, quasi, pro domo mea. Abbiamo votato contro l'emendamento con cui la Lega intendeva sopprimere il sistema del libro fondiario in alcune zone ex austroungariche, tra queste, la mia regione, e due province del Friuli Venezia Giulia, le cosiddette nuove province. È un sistema, quello del libro fondiario, sicuramente peculiare, molto speciale, ma ripetutamente è stato ritenuto, e sbandierato, come esempio di buona amministrazione, di federalismo amministrativo. L'avessimo approvato quell'emendamento, avremmo eliminato un bell'elemento di autonomia, di federalismo amministrativo. Anche da parte di esponenti della Lega è stato, ripetutamente, esaltato come esempio, e se oggi la Lega ha presentato questo emendamento, io voglio credere che si sia trattato di un momento di distrazione, perché, altrimenti sarebbe stata una cattiveria. Confermo il voto a favore del provvedimento da parte di Sinistra Ecologia Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli. Ne ha facoltà. Il deputato Alli dov’è ? Non c’è ? Non lo vedo. Ha rinunciato. Andiamo avanti
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questo provvedimento siamo tenuti a valutare un insieme di disposizioni troppo eterogenee, considerate quasi come obblighi per l'appartenenza all'Unione europea. Questa impostazione, l'abbiamo detto più volte, non ci piace, adeguarsi formalmente alle direttive europee solo per far vedere che siamo bravi a fare i compiti a casa, non ha alcun senso, se non possiamo vedere quali sono le ricadute che tali direttive hanno sulla nostra economia, sugli squilibri che producono in termini di competitività alle nostre imprese.
  Noi siamo del parere che dobbiamo guardare al Paese reale, quello che lavora, e che produce, e che si deve adeguare alle normative che, spesso e volentieri, sono state costruite senza una nostra fattiva partecipazione, ma ad uso e consumo di altri Paesi europei, Germania in testa. A noi questo modo di procedere non piace assolutamente, dobbiamo aspirare ad un'Europa libera dai vincoli della finanza e della burocrazia, di cui, invece, sono pieni questo tipo di normative. Crediamo che sia venuto il momento di dire basta ad una politica che ci porta ad essere sottomessi a tutto quello che ci viene dall'Europa, perché lo si considera cosa buona e giusta, alla quale piegare la nostra normativa. Non si può ingannare la gente, dicendo che quello che viene dall'Europa deve essere da noi preso a merito, e ad esempio, quando noi abbiamo degli ottimi esempi di capacità di produzione che non difendiamo sufficientemente, come il nostro made in Italy. Faccio presente all'Assemblea che è ancora pendente in Consiglio dei ministri l'approvazione della legge di delegazione europea 2014, sulla quale il 31 di luglio si è svolto l'esame preliminare. Il 25 settembre la Conferenza Stato-regioni ha reso il parere favorevole e, nel frattempo, vi sono stati ben due Consigli Pag. 40dei ministri, e ancora non è stata approvata, mentre della legge europea del 2014 non sappiamo ancora nulla.
  Il disegno di legge che è all'esame oggi, quando fu approvato da questo ramo del Parlamento, si componeva di quaranta articoli, rispetto ad un testo originario di venticinque ed ora ne ha trentaquattro. Nel corso dell'esame al Senato ne sono stati soppressi sei, cinque dei quali perché il loro testo era sovrapponibile ad alcune norme che erano contenute nel cosiddetto «decreto competitività». Questo è un fatto incontestabile che dimostra che questa legge europea è stata depotenziata dal Governo di alcuni articoli per i quali si è preferito un percorso alternativo più veloce, ma sicuramente meno adeguato, giustificandolo con l'urgenza di risolvere alcuna procedure di infrazione, creando così procedure di infrazione di serie A, degne di essere risolte urgentemente ed altre di serie B.
  Ma, entrando, più nello specifico, nel merito del provvedimento, vediamo che questo contiene diverse disposizioni troppo eterogenee. Si passa dalle borse di studio universitarie per il perfezionamento all'estero alla denominazione della società fra avvocati, alle modifiche delle disposizioni sull'immigrazione e i rimpatri, volte ad ottemperare alla sentenza della Corte di giustizia e a risolvere alcune procedure.
  Come si diceva prima, durante l'esame al Senato sono state soppresse delle disposizioni, confluite nel decreto-legge competitività, che riguardano la partecipazione del pubblico nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale, modifiche alla legge sulla caccia, modifiche alla disciplina nazionale riguardante l'istituzione di un'infrastruttura per l'informazione territoriale ambientale nell'Unione europea, la disciplina relativa alla valutazione di impatto ambientale e quella relativa alla valutazione d'impatto strategico.
  Sull'articolo in merito alle modifiche alla caccia, si è voluto approfittare del «decreto competitività» per apportare ulteriori modifiche alla legge n. 157 del 1992, che nulla o poco hanno a che vedere con la procedura d'infrazione, andando a segnare una strada che porterà a marcare la fine della secolare tradizione rurale venatoria, e a scrivere la parola «fine» alla cattura di uccelli, a fini di richiamo, con i roccoli, ricordando che, in Lombardia e in Veneto in particolar modo, sono pratiche secolari ed identitarie, che fanno parte di una tradizione economica, culturale, fortemente radicata. L'articolo contenuto nella legge europea andava, invece, semplicemente a sanare in pieno la procedura d'infrazione, rispondendo alle richieste fatte dalla Commissione europea.
  Tutta questa serie di disposizioni, che compongono questo provvedimento, ci portano ad essere critici per la sua disomogeneità, per la sua eterogeneità e per il fatto che ci vengono quasi imposte nel nome dell'Europa. Non vi è, purtroppo, la minima simulazione degli effetti dell'introduzione di queste normative europee nel nostro sistema economico e sociale e, dal nostro punto di vista, questo non può essere accettabile. Il gruppo della Lega Nord voterà, quindi, convintamente contro, in quanto pensiamo che si possa e si debba lavorare meglio per difendere gli interessi della nostra gente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Elvira Savino. Ne ha facoltà.

  ELVIRA SAVINO. Signor Presidente, colleghi, ci troviamo oggi ad approvare un provvedimento di legge con un ritardo gravissimo per il Paese e per un Governo che evidentemente solo formalmente si dichiara «ontologicamente» europeista, tanto da avere sostituito, per ragioni di mero opportunismo, la figura del Ministro per le politiche europee con quella di un sottosegretario. Non solo. Nelle istituzioni comunitarie non abbiamo più una rappresentanza di rango, come invece hanno altri Paesi europei, e questo dato incontrovertibile porta a dovere ricondurre molte funzioni al Ministero degli affari esteri che, come è noto, non brilla per cura ed Pag. 41attenzione nei confronti delle politiche europee.
  Sappiamo bene che questa situazione è aggravata ancora di più dalla nomina del Ministro degli affari esteri italiano ad Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera e di sicurezza comune, circostanza che sicuramente ha prodotto un vulnus nella governance di questo Ministero.
  Tali considerazioni di carattere istituzionale e funzionale non possono non riverberarsi nella realtà della politica legislativa di questo Governo, ed in particolare nel ritardo con il quale stiamo approvando questo importante provvedimento. Non vi è dubbio alcuno che tale ritardo sia voluto maliziosamente dal Governo, che non solo al Senato non ha espresso un indirizzo in merito ad alcuni articoli contenuti nel disegno di legge correttamente approvato dalla Camera dei deputati, ma molti dei medesimi li ha riprodotti arbitrariamente – come appunto è stato già detto – nel decreto-legge competitività.
  La legge comunitaria, per sua natura, ha la finalità di coordinare e risolvere le possibili problematiche che la normativa europea possa incontrare al momento di essere recepita all'interno dell'ordinamento italiano. Tuttavia il Governo, anziché valorizzare tale funzione di rango costituzionale, ha pensato bene di mortificare il lavoro del Parlamento, preferendo l'emanazione di numerosi decreti-legge e ciò in evidente spregio rispetto alle legittime attribuzioni demandate al Parlamento.
  Basti pensare che le procedure di infrazione, a cui l'Italia è sottoposta, riguardano per l'80 per cento la violazione del diritto comunitario, mentre per il 20 per cento si riferiscono al mancato recepimento di direttive.
  Tale dato conferma, come ho già riferito innanzi, che quello del Governo è più che altro un europeismo di pura facciata, quasi a voler essere europeisti solo nella forma ma non nella sostanza. Il nostro atteggiamento nei confronti dell'Europa, nonostante le dichiarazioni di grande interesse per l'Unione e i suoi principi, di fatto continua ad essere quello di chi risolve all'ultimo momento le procedure di infrazione, senza porsi mai nella condizione di strutturare un metodo di lavoro che consenta di non trattare come emergenza il normale procedimento nomofilattico di integrazione tra la produzione normativa comunitaria e il diritto vigente italiano e magari di farlo anche in modo consapevole e critico. A tal fine, sarebbe utile un metodo strutturato, in modo da coinvolgere il Parlamento in una partecipazione vera all'attività dell'Unione europea sia in fase ascendente sia in fase discendente.
  Al Senato, in particolare, sono stati soppressi cinque articoli: quattro, tramite proposte emendative del Governo stesso – che evidentemente ha depotenziato il provvedimento – e uno con un emendamento presentato da un senatore del Partito Democratico. Il Governo non ha avuto il coraggio di presentare un emendamento soppressivo dell'articolo 30, ma poi ha avuto la faccia tosta di mettere la fiducia su un singolo emendamento, tirando fuori un precedente del 1986 risalente al Governo Fanfani, al fine di sopprimere l'articolo introdotto alla Camera, su iniziativa dell'onorevole Pini, concernente la responsabilità civile dei magistrati. Ci è stato spiegato che questa soppressione verrà poi risolta all'interno delle Commissioni giustizia dei due rami del Parlamento, dove peraltro, da molti mesi, giacciono provvedimenti concernenti appunto la responsabilità civile dei magistrati.
  Il Governo, dunque, ha preferito non affrontare la discussione su questo tema all'interno della legge comunitaria – che sarebbe la sua sede naturale –, presentando, invece, al Senato un disegno di legge sulla materia. Tale forzatura normativa, che sembrerebbe quasi un abuso di potere, ha costretto giustamente la Commissione europea a chiedere al nostro Paese un calendario sull'iter legislativo della norma sulla responsabilità civile dei magistrati, per conoscere i tempi della sua approvazione, con il rischio, altrimenti, di essere deferiti alla Corte di giustizia dell'Unione Pag. 42europea, facendo capire all'Italia senza mezzi termini che non ci sono più alibi e che occorre muoversi velocemente in tal senso.
  La Camera, in realtà, aveva già approvato la disposizione che prevede la responsabilità civile dei magistrati, ma il Presidente Renzi si era affrettato subito a dire che al Senato sarebbe stata soppressa e così, come sappiamo, è stato. Solo che ora, dopo il richiamo della Commissione europea, il Premier si è reso conto di non poterla evidentemente rinviare sine die, facendo ricadere sul nostro Paese anche i costi di questa infrazione, e noi diciamo che introdurre la responsabilità civile dei magistrati non può più essere solo una delle riforme che il Governo Renzi annuncia ma non realizza. Infatti, si tratta di una norma di grande civiltà e questa mancata introduzione costa all'Italia sia in termini economici che di credibilità politica.
  Inoltre, noi sappiamo che, mentre il Ministro Orlando spinge affinché il provvedimento sulla responsabilità civile dei magistrati venga approvato al più presto, il Governo di cui fa parte si è persino evidentemente dimenticato di inserirlo nelle richieste avanzate dall'Esecutivo in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo alla Camera, con il risultato evidente che questo provvedimento non rientra nel programma dei lavori parlamentari per i mesi che vanno da ottobre a dicembre, neanche con la clausola «ove trasmesso dal Senato».
  In realtà, soltanto in queste ore, adesso, comprendiamo, alla luce di quello che sta succedendo in Commissione giustizia al Senato, dove il Governo ha appena presentato emendamenti che svuotano completamente il disegno di legge Orlando in questa materia, che il provvedimento che il Ministro Orlando aveva presentato era soltanto uno specchietto per le allodole e che in realtà ciò che il Governo intende far approvare, in merito a questa questione, è una norma che non presenta nessuna innovazione effettiva rispetto alla legge attuale. Il disegno di legge Orlando è stato svuotato dagli emendamenti presentati in Commissione giustizia al Senato. Il senatore relatore del provvedimento minaccia di dimettersi e questo è quello che si intende per «chi sbaglia paga».

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 19,15)

  ELVIRA SAVINO. Dunque, noi riteniamo che questo sia assolutamente grave, soprattutto quello che sta accadendo in queste ore al Senato, e diciamo che soltanto il nostro senso di responsabilità ci induce adesso ad astenerci su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, noi non possiamo non votare questo provvedimento, ma sappiamo bene che non è affatto risolutivo. Infatti, questa legge non bloccherà tutte le procedure di infrazione in corso e questi sono errori e ritardi che pagheranno gli italiani con tasse e risorse sottratte ai servizi pubblici.
  La maggior parte delle infrazioni aperte riguarda le discariche dei rifiuti abusive, quelle discariche che, per esempio, non hanno gli impianti di pretrattamento a freddo per stabilizzare il rifiuto prima del conferimento.
  Potreste voi invece contrastare le mafie proprio gestendo in maniera virtuosa i rifiuti, cioè attraverso la riduzione a monte dei materiali non riciclabili, attraverso la raccolta differenziata spinta di riciclo. Invece, vi ostinate a deturpare i nostri paesaggi e a farci ammalare di cancro, costruendo inceneritori, centrali a carbone, a biomassa e gasdotti inutili come il TAP.
  Inceneritori, centrali e trivellazioni dei nostri mari che, grazie all'ultimo decreto del Governo Renzi-Berlusconi, saranno costruiti a più non posso, addirittura prevedendo operazioni militari per lo sgombero e gli espropri dei terreni.Pag. 43
  L'inadeguatezza del vostro Governo sulle questioni europee è già conclamata, ad esempio nell'incapacità di scrivere un accordo di partenariato sui fondi europei da spendere in Italia, nel timore reverenziale verso la Germania con cui state conducendo il semestre europeo di presidenza italiana, nella vostra malattia inguaribile di dire bugie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), bugie che avete raccontato agli imprenditori sul pagamento dei debiti che la pubblica amministrazione ha con loro, debiti che ci fanno stare in condizione di infrazione europea, debiti che evidentemente non volete sanare, per tenere sotto scacco le imprese italiane, imprese e lavoratori a cui concederete elemosine, utili ovviamente alle vostre campagne elettorali, da introdurre poi in una leggina del Governo ad hoc.
  La realtà dei fatti ha dimostrato che i vostri Governi (quello Renzi-Berlusconi, ma anche l’«Ei fu» Governo Letta) sono incapaci di stare in Europa, mantenendo alta la dignità del nostro Paese.
  Siete incapaci di guardare oltre gli interessi particolari, quelli dei lobbisti amici vostri, incapaci di guardare oltre gli stipendi d'oro che non vi siete mai tagliati, come invece ha fatto il MoVimento 5 Stelle. D'altronde, non riuscite a guardare oltre le vostre poltrone, che scottano.
  Scottano per le responsabilità tradite.
  Su di voi pesano i morti per le alluvioni e le frane, che avreste evitato, mettendo in sicurezza il territorio.
  Su Beppe Grillo, contestato da un ragazzo a Genova, mentre noi eravamo lì a spalare e ad aiutare come mille altri, avete dedicato articoloni ed interi talk show. Invece, sul Presidente del Consiglio Renzi e su quella lettera che lo inchioda alle sue responsabilità nulla e questa è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Si tratta di una lettera, una lettera delle imprese che avevano l'incarico di mettere in sicurezza il territorio e che fu mandata a Renzi il 5 agosto.
  La tragedia c’è stata e continuate a prenderci in giro; in maniera falsa e subdola celebrate gli eroi del fango, che ringraziamo a nome di tutta l'Italia, ma li celebrate per nascondere le vostre nefandezze. Quei ragazzi, quelle donne e quegli uomini dovrebbero avere il diritto di studiare in serenità, di formarsi, di viaggiare, di lavorare e di credere nei propri sogni.
  Invece, ad ogni stagione delle piogge, ci obbligate, a causa della vostra inettitudine, a spalare il fango e a raccogliere macerie.
  E non provate a strumentalizzare i nostri discorsi, perché ognuno di noi, da libero cittadino, in questi anni, il fango lo ha spalato: lo abbiamo spalato in Sicilia, a Barcellona Pozzo di Gotto, Giampilieri, in Calabria dopo la frana di Maierato, in Puglia, nel Gargano, a Roma, in Veneto, in Campania, nelle Marche, in Sardegna e in tantissimi altri posti.
  E se questo è il Paese che volete presentare all'Europa, fate pure, ma gli italiani non ci saranno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché o l'Europa sarà solidale o non sarà, o l'Europa sarà democratica o non sarà.
  Il MoVimento 5 Stelle, in coerenza con il programma delle elezioni europee 2014, porterà avanti il referendum sull'euro. Saranno gli italiani ad esprimersi, il popolo sovrano, come racconta una certa Costituzione (non so se la conoscete ancora).
  L'Europa ha bisogno dell'Italia per esistere, ma non sappiamo quanto l'Italia abbia bisogno dell'Europa del cappio al collo, dell'Europa del fiscal compact, della troika e dei vincoli contabili che nulla hanno a che fare con la vita reale dei comuni mortali come noi.
  Quando ve ne andrete, nessuno sentirà la vostra nostalgia. Forse, nemmeno i libri di storia riusciranno bene a raccontare l'inquietudine di questi anni e di quelli che verranno. Noi del MoVimento 5 Stelle non vediamo l'ora di scomparire dalla scena politica. Quel giorno il Paese sarà tornato alla normalità, alla legalità e vivrà dignitosamente il presente, guardando senza paura al proprio futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berlinghieri. Ne ha facoltà.

  MARINA BERLINGHIERI. Gentile Presidente, cari colleghi, la Camera si appresta a votare in terza lettura il provvedimento modificato dal Senato, non già nel suo complesso, ma solo per le parti da quest'ultimo modificate. Il relatore ha già ampiamente illustrato le principali modifiche che in sintesi possiamo riassumere: l'articolo 3, modifiche al Testo unico dell'immigrazione, che riduce ulteriormente il periodo massimo di trattenimento nei CIE da centottanta a novanta giorni; l'articolo 14 sull'orario di lavoro e di riposo giornaliero del personale sanitario; l'articolo 17 sulle bevande analcoliche a base di succo d'arancia, che definisce una nuova formulazione circa la quantità di succo ai fini del divieto di commercializzazione; l'articolo 22 in materia di attribuzioni dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico; infine, l'articolo 32 che innova alcune previsioni in materia di certificato successorio europeo. Alcuni articoli sono stati soppressi dal Senato e in particolare alcune disposizioni in materia ambientale sono state trasferite e hanno trovato una più compiuta collocazione e disciplina nell'ambito del decreto-legge cosiddetto «decreto competitività» ed è stato soppresso l'ex articolo 30 del testo Camera in materia di responsabilità civile dei magistrati.
  Tenendo conto che l'esame su questo testo dura ormai da parecchi mesi e che l'esame in sede referente nei due rami del Parlamento è stato notevolmente approfondito e tenuto conto che le modifiche apportate dal Senato presentano un testo migliorato, occorre che la sua approvazione in via definitiva avvenga ora con una certa celerità. Una celerità richiesta anche dalla necessità di chiudere le molte procedure di infrazione a nostro carico per non aggravare il contenzioso aperto con l'Unione europea, in considerazione dell'attuale guida italiana del semestre. La conclusione celere di questo provvedimento in terza lettura ha anche il pregio di confermare il trend positivo avviato in questa legislatura che ha visto la riduzione del nostro contenzioso ora a quota 99. Se si pensa che, a giugno 2014, il numero di infrazioni si attestava a 117, essere scesi sotto cento è un buon segnale. Occorre, dunque, proseguire su questa strada, rispettando i tempi di presentazione da parte dell'Esecutivo dei disegni di legge europei annuali, come previsto dalla legge che disciplina la partecipazione dell'Italia al processo normativo europeo. Su questo punto, è utile segnalare come gli ultimi due Governi hanno impresso una svolta nella tabella di marcia dopo anni di ritardi cronici, per esempio utilizzando, per la prima volta, la possibilità di presentare, nel secondo semestre dell'anno, un nuovo disegno di legge di delegazione europea qualora si rivelino ulteriori esigenze di adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Il Governo ha usato intelligentemente tale facoltà, presentando un ulteriore disegno di legge europea proprio per porre rimedio alla parte residua di precontenzioso e contenzioso e presiedere il semestre europeo nel 2014 con il minor numero di infrazioni possibili a carico dell'Italia.
  Siamo consapevoli che, rispetto agli obblighi derivanti dall'appartenenza all'UE, un anno per dare attuazione a un provvedimento di legge, seppure complesso come quello della legge europea e che mira a superare le molte e disparate procedure di infrazione, è evidentemente troppo. Va dato atto al Governo di aver fatto tutto quello che era possibile. Occorre, tuttavia, che anche il Parlamento rispetti le tempistiche per una rapida conclusione del suo esame, evitando di caricare su tali provvedimenti esigenze estranee rispetto al contenuto proprio della legge europea, astenendosi dall'introdurre emendamenti o articoli aggiuntivi che esulano dalla necessità di adempiere strettamente ad un obbligo comunitario. Proprio in considerazione della guida italiana del semestre europeo e in seguito all'elezione del nuovo Parlamento e alla nuova composizione della Commissione Pag. 45europea, è di grande attualità il dibattito sul ruolo dell'Italia. In un'Europa che deve reinterrogarsi sulla natura delle sue istituzioni democratiche e sul suo ruolo in un mondo rapidamente e profondamente cambiato, la tradizione italiana, da sempre ispirata ad un forte europeismo, è oggi minata da un'idea di Europa che spesso non condividiamo e che non corrisponde alle aspirazioni dei cittadini che vivono in un'Europa immersa in una crisi, non solo economica, ma soprattutto di valori, quelli fondanti e condivisi.
  Tuttavia, proprio coloro che fino ad oggi hanno governato l'Europa, le forze di destra e conservatrici, che hanno sostenuto i Governi che hanno impresso politiche di pura austerità, oggi più di altri, manifestano sentimenti antieuropei.
  Siamo consapevoli che esiste un problema di deficit democratico all'interno dell'Unione europea che, ancora oggi, è troppo comunità di Governi e non dei cittadini europei. Il metodo intergovernativo ha preso il posto del metodo comunitario. La forza egemone di alcuni Governi e di alcuni Stati membri – i cosiddetti Paesi rigoristi – ha preso il posto di una visione comune europea realmente sovranazionale. La nostra aspirazione, invece, è un'Europa che parli con la voce del Parlamento europeo, con la voce dei Parlamenti nazionali, ai quali il Trattato di Lisbona riconosce un importante ruolo di interlocuzione nei confronti delle istituzioni europee e importanti prerogative in quanto espressioni sovrane della volontà dei cittadini.
  Dentro questa ampia visione dell'Europa, l'Italia ha sempre rispettato i Trattati, a differenza di altri Paesi. Il nostro Paese, con un'azione sinergica di Governo e Parlamento, si sta impegnando nei fatti a rispettare i tempi e gli obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione europea, a portare avanti un percorso di riforme che renda l'Italia un Paese che ha le condizioni di sistema, perché chi vuole investire possa trovare un contesto semplice e sicuro. Questo crediamo debba essere il nostro impegno per la stabilità, ma, soprattutto, per la crescita dell'Europa tutta.
  Se vogliamo, infatti, più Italia in Europa, la battaglia italiana deve continuare ad incentrarsi sul duplice percorso dell'implementazione delle riforme strutturali interne e della capacità di far valere, in sede europea, le ragioni in favore dell'attuazione del Patto di stabilità e crescita, che tenga conto di una maggiore flessibilità per quanto riguarda il piano di rientro del debito.
  L'approvazione della Legge europea 2013-bis è un altro tassello importante sulla strada del recupero di credibilità che il nostro Paese sta percorrendo in Europa. Credibilità che ci consentirà non solo di avere più Italia in Europa, ma anche un'Europa che è in grado di crescere e di stare al passo della società profondamente mutata in cui siamo chiamati a vivere. Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1864-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Invito i colleghi a prendere posto in modo tale da votare. Rapidamente.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 1864-B, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Portas. Aspettiamo anche i colleghi che stanno inserendo la tessera. Frusone, Artini, Rizzo, Villarosa, Ruocco. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

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  «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1864-B):

     (Presenti  405   
   Votanti  382   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 363    
    Hanno votato
no   19    

  (I deputati Capodicasa e D'Ottavio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

In morte dell'onorevole Renato Donazzon (ore 19,30).

  PRESIDENTE. Colleghi, nella serata di sabato 18 ottobre si è spento, dopo una lunga malattia, Renato Donazzon, deputato eletto nel trevigiano nella IX e nella X legislatura nelle file del Partito comunista italiano, dopo un lungo passato di impegno sindacale e politico.
  Ai familiari dell'onorevole Donazzon la Presidenza ha già fatto pervenire l'espressione del proprio cordoglio, che ora desidero rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Casellato. Ne ha facoltà.

  FLORIANA CASELLATO. Signora Presidente, credibilità e rispetto per la coerenza, la generosità, l'onestà intellettuale, la capacità di analizzare e leggere la realtà, il rifiuto dei facili compromessi, la schiena dritta e la testa alta, i dirigenti comunisti che io ho conosciuto poco più che adolescente si erano conquistati tutto questo. Renato era uno di loro, sapeva di dovere la sua fortuna politica alle sue capacità, ma anche alla fiducia di tanta gente che lo amava. Una vita spesa dalla parte dei più deboli dentro il mercato del lavoro. Renato veniva da una famiglia numerosa di mezzadri, aveva vissuto tutti i problemi e le fatiche di quegli anni e, quindi, sapeva rapportarsi e interpretare direttamente i problemi di chi faceva fatica a vivere ed è forse questo che, oggi, manca anche alla politica. Un operaio dentro alla fabbrica Zoppas in fonderia negli anni Cinquanta, capace di grandi battaglie e di grandi lotte nel sindacato, nella FIOM e nel Partito Comunista a cui si era iscritto negli anni Sessanta e ha cominciato con la quinta elementare a studiare, a studiare nelle scuole del partito e nelle scuole di formazione della CGIL.
  Con la sua scomparsa, il mondo del lavoro e dell'artigianato su cui si è molto impegnato, trevigiano e veneto, perdono un grande lavoratore e un grande dirigente politico (Applausi).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,35).

  PRESIDENTE. Mi sembra di capire che giunti a quest'ora gli altri argomenti all'ordine del giorno sono da intendersi rinviati alla seduta di domani.

  LAURA COCCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LAURA COCCIA. Signora Presidente, intervengo perché il 15 ottobre a Bagheria, in provincia di Palermo, c’è stata una manifestazione indetta dalla CGIL, perché il sindaco del MoVimento 5 Stelle di quel comune, siccome il comune è in dissesto economico – è stato dichiarato – e quindi bisogna tagliare per risparmiare, ha deciso di tagliare l'assistenza per i bambini gravi e gravissimi che frequentano le scuole di competenza comunale di quel comune. A partire da settembre con la riapertura della scuola questi bambini non hanno potuto avere l'assistenza di cui avevano bisogno e, quindi, non potevano essere assistiti per andare in bagno, oppure per mangiare e stiamo parlando di persone Pag. 47con delle disabilità molto gravi che, quindi, hanno bisogno di una continua assistenza.
  Ecco, la cosa che mi ha fatto molto riflettere è stato un post comparso sul blog di Beppe Grillo proprio al riguardo che a un certo punto dice: dei bambini normodotati davanti alle bandiere della CGIL urlavano «vergogna» ! Ecco, le chiedo, signora Presidente, perché io non riesco a capire, ma sono solo i disabili che possono protestare e manifestare per i disabili, oppure dovrebbe essere un'intera comunità ad indignarsi quando i diritti di base della dignità vengono lesi, perché non poter andare in bagno, non essere liberi di muoversi lede la dignità dei bambini. Ecco, allora, il mio plauso va a tutta la comunità di Bagheria e a tutti bambini che si sono indignati (Applausi).
  Perché io voglio che, al di là degli schieramenti politici, arrivi un messaggio forte: quando si deve tagliare, non si può tagliare sul diritto dei più piccoli e dei più deboli che non votano (Applausi).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, l'ISTAT ha certificato che mille malati si suicidano ogni anno e altrettante migliaia di malati tentano invano di farlo. A settembre del 2013 l'associazione «Luca Coscioni» ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione dell'eutanasia corredata da 67 mila firme. Questa associazione si è incontrata con la Presidente della Camera, Laura Boldrini, per cercare di calendarizzare l'esame della proposta di legge di iniziativa popolare di cui ho parlato. L'inerzia del Parlamento sulle scelte di fine vita fa sì che continui silenziosamente una strage di innocenti, spinti dalla disperazione, come malati terminali, al gesto estremo del suicidio. Così come in molte altre situazioni, anche per le scelte di fine vita l'inerzia del Governo e del Parlamento perpetua ed aggrava la situazione di incertezza del diritto e di gravissima arretratezza dell'Italia rispetto ad altri Paesi, basti pensare ai tanti medici che, spinti da umana pietà, aiutano ogni giorno malati senza speranza a morire serenamente e senza sofferenze. Questi medici rischiano il rigore di una legge che punisce ogni forma di eutanasia con pene degne di boss mafiosi: da 5 fino a 15 anni di carcere. Sono le norme del codice penale Rocco, il codice fascista promulgato nel 1930, oltre ottant'anni fa, un codice che risente in pieno, per tutto ciò che riguarda i temi etici della cultura, anzi dell'incultura fascista e della cultura clericale.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  GIANNI MELILLA. Come i malati e i loro congiunti, quei medici hanno diritto a leggi chiare e civili che non li costringono alla diffusa pratica dell'eutanasia clandestina. Per questo chiedo nuovamente alla Conferenza dei presidenti di gruppo, tramite la Presidente della Camera, di calendarizzare l'esame della proposta di legge sul fine vita di iniziativa popolare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  SANDRO BIASOTTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO BIASOTTI. Signora Presidente, vorrei portare alla conoscenza sua e tramite sua all'Aula un fatto che secondo me è incredibile ed increscioso, per il quale io censuro la Presidente Laura Boldrini. Giovedì scorso noi abbiamo parlato dell'alluvione di Genova e sono intervenuto a nome del mio partito sull'intervento del Governo su questo fatto increscioso. A fine del mio intervento mi sono allontanato e mi sono seduto su un divanetto: passa la Presidente Boldrini, devia, viene da me e io mi aspettavo che mi desse la sua vicinanza, che mi facesse gli auguri, non so – la vicinanza, ripeto, e la solidarietà, soprattutto –, invece mi ha detto: lei mi deve chiamare «signora Presidente». Io sono rimasto talmente stupito, pur abituato Pag. 48ad una vita di dibattiti coi camalli, che sono rimasto basito. Basito ! Mi dispiace. Mi sono iscritto a parlare quando c'era la Presidente Boldrini, quindi oramai non posso più tacere, quindi le sarei grato se lei potesse trasmettere questo mio malessere, questo mio rincrescimento, questo mio nervosismo, perché certamente è una donna la Presidente Boldrini, non so se è una signora (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Biasotti, naturalmente il suo intervento resta agli atti; tuttavia non capisco che cosa ci sia di strano nel chiamare una donna con un'aggettivazione femminile e un uomo con un'aggettivazione maschile. Tuttavia è ovvio che lei è libero di esprimere il suo parere in quest'Aula come tutti gli altri colleghi.

  PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, mi trovo ancora una volta a tornare su una questione che richiede un intervento urgente da parte del Governo affinché vengano attivate tutte le misure necessarie atte a debellare un fenomeno che potrebbe presto, se non trattato con la dovuta attenzione, portare al collasso l'intero settore dell'apicoltura. Sto parlando dell’Aethina tumida, meglio conosciuta come il coleottero degli alveari: un insetto originario del Sudafrica che ha un effetto devastante sull'ape europea, tanto da rendere invendibile il miele degli alveari colpiti.
  Nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-06168, che ho presentato lo scorso 26 settembre al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e al Ministro della salute – che sollecito con questo mio intervento –, evidenziai la presenza di Aethina tumida nel comune di Gioia Tauro, in un apiario dell'Università di agraria posto in località Sovereto, provincia di Reggio Calabria. Oggi, come in quella sede, chiedo di intervenire al fine di eradicare tutti i focolai coinvolti e di impedire la diffusione del parassita sul territorio nazionale. Spero che i Ministri citati vogliano attivarsi in tal senso dopo aver ricevuto non tanto il mio atto parlamentare, quanto le segnalazioni del professor Vincenzo Palmeri dell'Università di Reggio Calabria, autore del ritrovamento e la lettera delle associazioni UNAAPI e FAI, con le quali si offre la piena collaborazione a procedere all'eradicazione del parassita rilevato in Calabria.
  Ad oggi non sappiamo circoscrivere il fenomeno, ma esperti del settore affermano che se non si interviene prontamente, presto tutti gli apicoltori italiani dovranno imparare a coesistere con un nuovo gravissimo nemico. Di certo molti di loro dovranno distruggere (molti lo hanno già fatto) i propri alveari colpiti da parassita, con una conseguente perdita economica che ovviamente mi auguro il Governo vorrà indennizzare, attivando procedure peraltro già previste e attivate in zootecnia.
  Mi appresto a concludere il mio intervento, ma ci tengo a sollecitare i Ministri interessati ad ottemperare a quanto richiesto dagli apicoltori calabresi, i quali hanno riconvocato un tavolo tecnico con i rappresentanti degli apicoltori e la task force veterinaria regionale.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLO PARENTELA. La piana di Gioia Tauro, Presidente, era uno dei territori a più alta densità di alveari d'Italia, ambito come pochi per il clima favorevole in gran parte dell'anno e la ricca produzione di miele; ora è un terreno crivellato di piccoli crateri neri e resti ancora fumanti. Il paradiso delle api si è trasformato di colpo in un bruciante inferno. La posta in gioco è altissima, Presidente: si tratta se fare o non fare più apicoltura nei prossimi anni; e scusate se è poco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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  STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signora Presidente, volevo portare a conoscenza un fatto che ci hanno portato in evidenza a Torino, ma indubbiamente innanzitutto volevo associarmi alle parole della collega Coccia, che ha anzi parlato di un tema differente da quello di cui sto parlando io.
  Il problema che sta ponendo all'Aula – e chiedo l'interessamento del Governo, soprattutto al Ministro della salute – è che i sono stati due casi di scabbia a Torino, in una scuola elementare. Sono venuto a conoscenza anche che nella città di Aosta si stanno riscontrando casi analoghi: chiedo che ci sia l'interessamento del Governo, perché stiamo vedendo che da parte degli enti locali, comune di Torino e regione Piemonte, c’è un'assoluta volontà di non discutere e parlare della questione. Capisco benissimo che è un'argomentazione che a qualcuno, diciamo ironicamente, può venire da prudere; però, anche se è una malattia in volgare chiamata rogna, non è che non bisogna parlarne: anche perché gli studenti di alcune scuole, di due scuole, una di San Salvario e una in barriera di Milano di Torino, gli studenti sono oramai sotto profilassi medica dell'ASL: perciò questi casi sono conclamati, e porto all'evidenza dell'Aula, e soprattutto l'intervento del Governo, perché ci sia la prevenzione massima e si eviti che situazioni analoghe in altre parti del Paese avvengano. Perché ci dev'essere cura e conoscenza da parte del Governo di cosa sta avvenendo nel nostro Paese, e la prevenzione massima per chi entra ed esce dal nostro territorio.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, mi scuso, sono rimasto veramente basito e stupito per l'intervento del collega Biasotti prima, stupito veramente per il tono utilizzato ma anche perché stiamo parlando di un collega che è stato presidente della regione, di un collega che ha avuto responsabilità politiche e istituzionali ad altissimo livello. Io penso che sia opinabile e giusto che ognuno di noi abbia le sue opinioni rispetto alle battaglie di genere che in quest'Aula vengono fatte da tanti gruppi politici, da tante colleghe parlamentari, da tanti colleghi parlamentari e anche dalla Presidente Boldrini, su questo è legittimo che ci siano opinioni diverse, quello che non è accettabile è il tono con cui il collega si è rivolto alla Presidente della Camera: è assolutamente deprecabile, perché permettersi di dire che la Presidente della Camera non è una signora è qualcosa che non doveva suscitare gli applausi di qualcuno che in Aula sempre non ascolta, ma applaude a sentimento, ma doveva suscitare una grande indignazione che da parte del nostro gruppo c’è tutta. Quindi io mi permetto di portare veramente la nostra attenzione e solidarietà alla Presidente Boldrini e di chiedere che il collega Biasotti si scusi pubblicamente per quello che ha detto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, in merito alle affermazioni, probabilmente parziali ed errate, della collega del PD circa la situazione di Bagheria per quanto riguarda l'assistenza ai disabili, è corretto precisare intanto che l'amministrazione comunale di Bagheria garantisce due ore al giorno di assistenza igienico-personale ai bambini disabili, ma soprattutto vado a leggere la dichiarazione del sindaco stesso, che ha dichiarato, dopo aver incontrato le mamme: comprendo le esigenze dei genitori, ma cerchiamo di sfruttare al meglio le due ore. Il dissesto rende difficile anche garantire queste due ore, il punto è che nemmeno a me piace questa soluzione, ma cerchiamo di accontentarci. Inoltre per il trasporto arriveranno sei pulmini da sei posti, acquisiti grazie al finanziamento di Pag. 50un altro progetto. Il dissesto ci impone di rideterminare la pianta organica e pertanto prevederemo la figura dell'assistente igienico-personale che, debitamente formato, sarà adibito a questo servizio importante e fondamentale. In questo modo, con 24 assistenti, risolveremo il problema dell'assistenza e nel contempo risparmieremo 400 mila euro all'anno. Il personale comunale che non accetterà la nostra proposta sarà licenziato.
  Ecco, io penso che quando si fanno determinate accuse, quanto meno prima bisogna essere correttamente informati e ricordarsi che se il comune di Bagheria in questo momento è in dissesto non è certamente a causa di chi è stato appena eletto, ma di chi prima di questa amministrazione del MoVimento 5 Stelle ha creato questo dissesto. Ancor più assurdo è che venga da una collega che probabilmente insieme ai suoi colleghi ha votato quella famosa marchetta di 100 mila euro per quell'associazione culturale che si è rivelata essere un bluff e ancor di più quando a novembre dell'anno scorso è stato realizzato un piano per i disabili e il PD e il Governo Renzi finora non ha versato un euro per i disabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Vi ricordo che dovreste stare un po’ alla tipologia di questi interventi – vale per tutti ovviamente – sollecitare risposte e così via, qualcosa che abbia a che fare con il lavoro parlamentare.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, non riesco a capire la natura del suo commento visto che gli interventi di fine seduta servono a fare anche delle precisazioni, in questo caso il mio collega ha fatto quello che riteneva opportuno.

  PRESIDENTE. No, non era riferito all'intervento dell'onorevole Nuti, che naturalmente era del tutto legittimo, essendoci stato un intervento sullo stesso tema poco prima.

  DIEGO DE LORENZIS. Intervengo perché volevo sollecitare due interrogazioni, le ho già sollecitate la settimana scorsa e le ho sollecitate altre volte in Aula.
  La prima è la n. 5-01147, depositata il 4 ottobre 2013, cioè 382 giorni fa: è passato più di un anno e lo ripeterò ogni giorno, da adesso in avanti, perché credo che sia opportuno e legittimo che i cittadini italiani abbiano una risposta a questa interrogazione. L'altra interrogazione, sempre sullo stesso tema, che è quello della strada statale n. 275, risale al 30 maggio 2014 quindi sono passati anche qui diversi mesi. Ho provato magari a pensare che bisognasse riscrivere un'altra interrogazione sullo stesso tema per avere una risposta, questa è la n. 4-04990 e non ha avuto risposta.
  Faccio notare ancora alla Presidenza che di 55 interrogazioni depositate dal sottoscritto solo 8 hanno ricevuto risposta con una media del 14 per cento. Questo non credo sia ulteriormente commentabile.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Lorenzis, la Presidenza come sempre solleciterà il Governo.

  MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, volevo semplicemente segnalare che sabato pomeriggio, durante un evento organizzato dal MoVimento 5 Stelle a Reggio Emilia, sono stata minacciata e mi è stato detto che non dovevo più pronunciare il nome di Grande Aracri. Chiaramente, è seguita una denuncia e quindi adesso le indagini proseguiranno.
  Semplicemente, quello che volevo dire era segnalarvi – visto che sembra che questo Parlamento non se ne sia reso conto – che, a parte i parlamentari del MoVimento 5 Stelle, nessun altro ha espresso solidarietà per quello che è successo nella mia città e, quindi, volevo informare tutti gli altri gruppi che il vostro Pag. 51silenzio in questi tre giorni è stato assordante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, per associarmi alla solidarietà espressa da Ettore Rosato alla Presidente Boldrini, che io chiamo, molto volentieri, la signora Presidente Boldrini. Sono rimasta anch'io stupita dei modi con cui è stato espresso il dissenso e davvero esprimo alla Presidente la mia più piena solidarietà.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo perché vorrei che si mettesse agli atti quello che è successo in questi giorni, soprattutto per quanto riguarda i lavori sul decreto «Sblocca Italia». Siamo stati accusati di ostruzionismo, il presidente della Commissione ha contingentato i tempi in tutte le maniere possibili, consentite naturalmente dal Regolamento, naturalmente diminuendo quella che era la possibilità di discussione di questo provvedimento.
  La maggioranza ha presentato più emendamenti di quelli presentati dalla minoranza e segnaliamo che oggi non si è potuto procedere al seguito dell'esame del provvedimento per il semplice fatto che il Governo è in ritardo nell'espressione di alcuni pareri, soprattutto quelli vincolanti della Commissione bilancio. Questo semplicemente per mettere agli atti che spesso si parla di lentezza del Parlamento, di riforma del Regolamento, di dover ridurre i tempi delle opposizioni, ma questo è un esempio chiarissimo che in realtà, se si riuscisse a far lavorare bene quelli che sono gli organi istituzionali, tra cui la Commissione bilancio e naturalmente il Governo che dovrebbe dare le relazioni in tempo, noi staremmo parlando oggi di tutt'altra cosa, e, soprattutto, ogni strumento concesso alle opposizioni capiremmo che effettivamente è necessario e serve.
  Poi, a margine di questa cosa, veramente rimango basito quando vengono segnalate alcune difficoltà in merito all'espressione di solidarietà a seguito di minacce ricevute da ambienti mafiosi o paramafiosi e, dall'altra parte, di tutta risposta, si parla del meteo e si risponde di noccioline. È assolutamente assurdo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PIA ELDA LOCATELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, mi riferisco al tema: «il signor Presidente e la signora Presidente».
  Mi pare che ci siano due ordini di problemi. Il primo argomento si riferisce all'uso del linguaggio, che va declinato secondo il genere. Troppo spesso mi capita di arrabbiarmi quando mi chiamano «il deputato», essendo io una deputata. A volte capita che dicano: «Ma no, è un problema perché si fa riferimento al ruolo, all'istituzione». Eppure, in banca mi chiamano «il cliente» e lì di ruolo proprio non si tratta.
  Allora, io suggerisco all'Aula di dedicare una sessione all'uso del linguaggio. Per fortuna la lingua si evolve e la lingua è espressione di categorie mentali e di situazioni. Certo, non avevamo nel passato le deputate, perché c'erano soprattutto, quasi esclusivamente, deputati. Non parlavamo di «ingegnera» perché non c'erano le donne ingegnere, ma parlavamo di «cameriera» e diciamo che «cameriera» non è cacofonico ed «ingegnera» sì. Anche l'Accademia della Crusca si sta adeguando a questa evoluzione del linguaggio, perché la lingua è un fatto vivo.
  Allora, io mi permetto di suggerire una discussione su questo argomento, che è già stato affrontato nella seconda metà degli anni Ottanta dalla Commissione nazionale di parità. E questo è un argomento e, Pag. 52naturalmente, sono assolutamente d'accordo con la Presidente Boldrini quando chiede di essere chiamata «la Presidente» o «la signora Presidente».
  Per quanto riguarda la signora Presidente della Camera, voglio cogliere l'occasione per esprimerle, ancora una volta, la mia stima, il mio affetto ed incitarla a continuare il suo lavoro, come lo sta facendo, nello stesso identico modo perché si mantiene signora.

  ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Sì, grazie, Presidente, signora Presidente, io avevo rinunciato al mio intervento, però davvero non riesco a trattenermi. Qui abbiamo una donna, che è la collega Spadoni, che denuncia all'Aula, che esprime all'Aula il suo rammarico nel non avere nessun segno di solidarietà di fronte a minacce che le sono state rivolte in una piazza d'Italia e qui le donne di questa Camera sono tutte concentrate nell'esprimere la solidarietà nei confronti della Presidente Boldrini che, per un episodio, perdonatemi – sarà un episodio su cui possiamo avere pensieri differenti –, ma non è possibile che ogni volta che qualcuno in quest'Aula esprime una critica nei confronti del Presidente, in maniera educata e garbata, si debba alzare qualcuno.
  Il Presidente della Camera, la signora Presidente Boldrini, è la signora Presidente di tutte le forze politiche e, quindi, è possibile rivolgerle stima ed è possibile rivolgerle, come è stato fatto in questo caso, anche una critica. La democrazia non è una questione di bon ton e quindi il diritto di opinione, la libertà di pensiero sono sacrosante, a prescindere che vengano dal MoVimento 5 Stelle o da qualsiasi altra forza politica.

  GIAN PIERO SCANU. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIAN PIERO SCANU. Signora Presidente, io ho chiesto di partecipare in maniera estemporanea al dibattito di fine seduta perché desidero principalmente esprimere la mia solidarietà alla collega Spadoni.
  Non è ammissibile, da qualunque parte possa arrivare questa segnalazione, che una cosa così grave non produca sdegno e solidarietà. Questo, naturalmente, lo dico per quanto mi riguarda, perché non mi occupo dell'attitudine allo sdegno e dell'elargizione della solidarietà degli altri.
  Vorrei anche aggiungere che sarebbe bello che questo tipo di rispetto, che stasera quasi inopinatamente ci ha interpellati, lo esercitassimo sempre, anche quando con eccessiva facilità e disinvoltura utilizziamo definizioni, distribuiamo attributi, proclamiamo giudizi che coinvolgono le persone e che spesso, oltre che essere ingenerosi, sono anche falsi.
  Se tutti ci alimentassimo di maggiore prudenza e di maggiore onestà intellettuale, forse riusciremmo a comporre in maniera più sensibile e anche più degna un'Assemblea onorabile e onorata come questa.

  SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, io intervengo per raccontare quello che ho fatto questa domenica. Io l'ho passata insieme ad alcuni ragazzi a Lamezia Terme, ragazzi che sono insegnanti di educazione fisica che hanno partecipato al progetto di alfabetizzazione motoria. Non entro nel merito del progetto perché mi sono già espresso in passato e lo farò ancora, soprattutto quando si parlerà del progetto sport in classe sulla buona scuola di Renzi, ma voglio denunciare un fatto, quello che vede alcuni ragazzi che hanno prestato un servizio nelle scuole italiane, in più di tremila plessi scolastici, che ad oggi non sono stati ancora pagati.
  Il loro contratto, un contratto ridicolo, prevedeva che a luglio del 2014 venissero erogati i pagamenti, ad oggi nessun ragazzo Pag. 53è stato ancora pagato, la seconda tranche non è stata erogata. Questo è un fatto gravissimo perché la puntualità è sempre stata assoluta da parte di questi ragazzi, mentre il MIUR non rispetta la puntualità dei contratti. Io oggi ho passato il tempo insieme ai miei collaboratori a capire dove fosse il problema. Il problema neanche dentro i Ministeri, né al MEF né al MIUR, si sa dove sia e dove si possa risolvere. Quindi, io chiedo al Ministro Giannini che immediatamente si adoperi perché questi pagamenti vengano effettuati, perché questi ragazzi devono essere valorizzati e devono portare avanti con dignità il loro lavoro e il loro studio che si è protratto per anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signora Presidente, io intervengo perché ritengo che ci sia una differenza sostanziale tra l'esprimere una critica anche severa nei confronti dell'operato e dei comportamenti di una persona, fosse anch'essa la carica più alta di questa Camera, e dall'altra parte, invece, usare parole e toni offensivi nei confronti di quella persona che, fosse anche per la carica che ricopre, ma non solo, merita il rispetto di ogni singolo deputato di questa Aula. Quindi, io mi unisco alle parole del collega Rosato rispetto alla condanna delle parole che sono state qui usate nei confronti della Presidente Boldrini e anche io mi aspetto dal nostro collega che vengano fatte delle scuse pubbliche. Vorrei appunto specificare anche al collega Bonafede, senza nessuna polemica, che qui il tema non sono i problemi del Paese paragonati all'offesa subita dalla Presidente Boldrini, ma il punto è il rispetto reciproco che ognuno di noi è tenuto ad avere dentro quest'Aula e che noi non stiamo parlando di una critica in questo caso, ma stiamo parlando di un'offesa, perché dire che la Presidente della Camera non è una signora è un'offesa. Io credo che questi siano toni non utilizzabili in quest'Aula. Per quanto riguarda la questione del genere, inoltre, ricordo che non solo è un fatto di rispetto per la persona a cui ci si rivolge, ma è anche una questione che riguarda la lingua italiana. È una carica pubblica, va declinata per genere anche dentro quest'Aula.

  FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Grazie Presidente, intervengo solo per dire questo: credo che l'Aula intera ricordi Giancarlo Galan, tre volte presidente del Veneto, Ministro dell'agricoltura e della cultura, fino ad oggi anche presidente della Commissione cultura. In base a questo, come tutti credo sappiate, Giancarlo Galan ha patteggiato o sta cercando di poterlo fare in questi giorni con un patteggiamento a due anni e dieci mesi di reclusione e una confisca per 2,6 milioni di euro nell'ambito dell'inchiesta sul Mose. Il Mose – credo tutti se lo ricordino – ha visto svariati arresti sia in regione Veneto sia tra politici, anche presenti in questo Parlamento.
  In base a questo, noi abbiamo scritto una lettera come gruppo parlamentare alla Presidente Boldrini, chiedendo di avere le dimissioni immediate del presidente della Commissione cultura, Galan. La Commissione cultura è fondamentale in questo Paese: dalla Commissione cultura deriva la formazione dei nostri giovani, le loro conoscenze, l'etica e l'onestà che porteranno anche loro, un giorno, io credo, all'interno di queste istituzioni. La risposta della Presidente Boldrini ci è arrivata praticamente il 20 ottobre.
  Leggo solo un passo: «È noto che nel nostro ordinamento non sono ammissibili strumenti volti a revocare il presidente di un organo parlamentare. La rinuncia alla carica di presidente di Commissione non può dunque, allo stato, che discendere dalle autonome determinazioni del deputato Galan».Pag. 54
  Questa non mi sembra una risposta corretta. Chiedo alla Presidente Boldrini di operare ogni giorno, da questo giorno, per fare le pressioni dovute anche al gruppo di Forza Italia, al quale noi domani scriveremo, per poter avere le immediate dimissioni del presidente della Commissione cultura, Giancarlo Galan (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi di fine seduta. Credo di dover...

  MARILENA FABBRI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Va bene, poi dirò quello che penso di questa fase dei lavori dell'Aula. Prego, onorevole Fabbri.

  MARILENA FABBRI. Presidente, mi scuso per non aver averlo detto prima, però, a seguito delle dichiarazioni che ha fatto la collega Spadoni, volevo intervenire a nome delle colleghe che sono qui presenti e che l'hanno sentita rispetto a quanto dichiarato per esprimerle, ovviamente, la solidarietà. Riteniamo che nessun esponente delle istituzioni debba essere minacciato nell'esprimere le proprie opinioni o nel denunciare situazione delle quali è a conoscenza. Quindi, se questo è avvenuto, ovviamente le siamo vicini, perché riteniamo che nessuno possa essere impedito nell'esercizio delle sue funzioni.
  Ci scusiamo se non lo abbiamo fatto precedentemente, ma gli impegni di tutti, a volte, ci fanno sfuggire, magari, anche notizie che, invece, sono di grande gravità. Mi scuso anche con la Presidente per avere tergiversato, perché ho verificato che anche dal consiglio comunale di Bologna è stata, proprio ieri, se non sbaglio, in una seduta comune e in via unanime, espressa proprio solidarietà alla collega Spadoni. Quindi, mi scuso se noi non lo abbiamo fatto in precedenza, ma eravamo distratti e non ci siamo accorti di questo grave fatto.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fabbri.
  Dicevo poco fa, così concludiamo gli interventi di fine seduta, che ritengo che la Conferenza dei presidenti di gruppo debba tornare a riflettere sull'utilità di questa fase dei nostri interventi, perché ce ne sono alcuni che sono totalmente nella normalità e nella fisiologia della Camera dei deputati e ce ne sono altri – mi permetto di dire, e non dico questo piuttosto che l'altro – che non hanno alcun senso in quest'Aula, in quel momento e in quella forma in cui noi siamo ormai, per prassi, abituati a tenere questi interventi.
  Credo che, proprio perché l'Aula a fine seduta si svuota, non ci possa essere un dibattito – non vi sono votazioni – e questa parte dei nostri lavori debba essere utilizzata esattamente per finalità che sono legate alla nostra attività parlamentare. È una critica che faccio prima di tutto a me stessa, però, se guardo alla prassi e a quello che accade a fine seduta in questa nostra Aula, credo che siamo al di là, molto al di là, della potenzialità e possibilità di questi interventi.
  Tuttavia, naturalmente, sulle due questioni, sulla questione della collega Spadoni hanno già detto alcuni colleghi, Scanu, Fabbri. È evidente che non tutti siamo informati di tutto ciò che accade nelle piazze italiane. Quindi, mi associo alla solidarietà che è stata qui espressa. Quanto alla questione del linguaggio di genere, credo che sia materia su cui ritornare. Credo anch'io che il tono e il modo in cui è stata posta questa sera la questione dal collega Biasotti non sia corretto, non sia rispettoso della funzione della Presidente della Camera.
  Credo anche che la materia in sé, e cioè come noi decliniamo il genere debba essere approfondita, perché se capitasse che la Presidenza chiamasse un deputato «la deputata», naturalmente, credo che questo darebbe un po’ fastidio. Siccome noi siamo abituati a considerare neutro il genere maschile, e non è così, esistono due generi in natura, forse, anche il linguaggio di quest'Aula si dovrebbe aggiornare. Troveremo il modo di tornare a riflettere su questo, ma anche in questo caso, non è questa la sede.Pag. 55
  Quindi, chiudiamo qui questa discussione, sapendo che, magari, in altri luoghi, anche in quello della Giunta per il Regolamento, su questa materia si potrebbe un po’ più serenamente, e concretamente, ritornare.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 22 ottobre 2014, alle 12:

  (ore 12 e al termine del punto 13)

  1. – Seguito della discussione dei disegni di legge:
   S. 1242 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo (n. 2) all'Accordo sulla sede tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto universitario europeo, con Allegato, fatto a Roma il 22 giugno 2011 (Approvato dal Senato) (C. 2420).
  — Relatore: Cassano.

  Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, fatta alla Valletta il 16 gennaio 1992 (C. 2127-A).
  — Relatore: Chaouki.

  S. 1219 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Estonia sulla lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo ed il traffico illecito di droga, fatto a Tallinn l'8 settembre 2009 (Approvato dal Senato) (C. 2421).
  — Relatore: Cimbro.

  S. 1336 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione relativa ai trasporti internazionali ferroviari (COTIF) del 9 maggio 1980, fatto a Vilnius il 3 giugno 1999 (Approvato dal Senato) (C. 2621).
  — Relatore: Cimbro.

  S. 1300 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di navigazione satellitare tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e il Regno di Norvegia, fatto a Bruxelles il 22 settembre 2010 (Approvato dal Senato) (C. 2277).
  — Relatore: Cassano.

  2. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (C. 2629-A).
  — Relatori: Braga, per la maggioranza; De Rosa e Grimoldi, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CAPEZZONE: Riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l'imposizione tributaria sui veicoli (C. 2397-A).
  — Relatore: Fregolent.

  4. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   BRESSA; FRACCARO ed altri; CIVATI ed altri; TINAGLI ed altri; DADONE ed altri; SCOTTO ed altri: Disposizioni in materia di conflitti di interessi dei titolari delle cariche di Governo. Delega al Governo per l'adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di Governo locali (C. 275-1059-1832-1969-2339-2652-A).
  — Relatore: Sisto.

  5. – Seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-00537, Pisicchio n. 1-00609, Covello ed altri n. 1-00612, Palese e Russo n. 1-00614, Baldassarre Pag. 56ed altri n. 1-00621, De Girolamo ed altri n. 1-00624 e Taglialatela ed altri n. 1-00641 concernenti iniziative per il rilancio economico e occupazionale del Mezzogiorno, con particolare attenzione alla situazione della Campania.

  6. – Seguito della discussione delle mozioni Tinagli, Carfagna, Giuliani, Dorina Bianchi, Binetti, Di Salvo ed altri n. 1-00272, Mucci ed altri n. 1-00611, Nicchi ed altri n. 1-00613, Speranza ed altri n. 1-00615 e Rondini ed altri n. 1-00620 concernenti iniziative a sostegno delle politiche di genere.

  7. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare:
   FRATOIANNI ed altri; MARAZZITI ed altri; FIANO: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) (Doc. XXII, nn. 18-19-21-A).
  — Relatore: Migliore.

  8. – Seguito della discussione delle mozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603, Santerini ed altri n. 1-00604, Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00605, Palazzotto ed altri n. 1-00616, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00617, Matteo Bragantini ed altri n. 1-00618 e Brunetta ed altri n. 1-00619 concernenti iniziative in materia di diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, con particolare riferimento alla revisione del regolamento dell'Unione europea noto come «Dublino III».

  9. – Seguito della discussione delle mozioni Gallinella ed altri n. 1-00490, Kronbichler ed altri n. 1-00558, Taranto ed altri n. 1-00630, Gianluca Pini ed altri n. 1-00631, Palese n. 1-00632, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00635 e Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-00638 concernenti l'accordo di partenariato per il commercio e gli investimenti tra Unione europea e Stati Uniti d'America noto come Transatlantic trade and investment partnership (TTIP).

  10. – Seguito della discussione delle mozioni Rondini ed altri n. 1-00629, Brunetta ed altri n. 1-00633, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00634 e Binetti ed altri n. 1-00640 concernenti iniziative riguardanti i profili di prevenzione sanitaria correlati al fenomeno migratorio.

  11. – Seguito della discussione delle mozioni Di Gioia, Morassut, Di Salvo ed altri n. 1-00602 e Prataviera ed altri n. 1-00639 concernenti iniziative per l'impiego di parte del risparmio previdenziale per interventi a sostegno dell'economia.

  (ore 15)

  12. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (ore 16)

  13. – Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre.

  La seduta termina alle 20,15.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1864-B - articolo 3 454 412 42 207 396 16 75 Appr.
2 Nom. articolo 14 457 315 142 158 314 1 72 Appr.
3 Nom. articolo 17 468 340 128 171 321 19 69 Appr.
4 Nom. articolo 22 469 322 147 162 319 3 68 Appr.
5 Segr articolo agg. 24.01 494 491 3 246 126 365 57 Resp.
6 Nom. em. 32.1 480 347 133 174 23 324 57 Resp.
7 Nom. articolo 32 475 427 48 214 340 87 57 Appr.
8 Nom. articolo 33 490 443 47 222 441 2 57 Appr.
9 Nom. odg 9/1864-B/1 463 458 5 230 22 436 57 Resp.
10 Nom. odg 9/1864-B/2 470 469 1 235 56 413 57 Resp.
11 Nom. odg 9/1864-B/3 468 467 1 234 63 404 57 Resp.
12 Nom. odg 9/1864-B/5 469 385 84 193 63 322 57 Resp.
13 Nom. odg 9/1864-B/6 477 457 20 229 153 304 57 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/1864-B/7 473 361 112 181 62 299 57 Resp.
15 Nom. odg 9/1864-B/8 475 366 109 184 65 301 57 Resp.
16 Nom. odg 9/1864-B/9 475 474 1 238 155 319 57 Resp.
17 Nom. odg 9/1864-B/10 479 393 86 197 66 327 57 Resp.
18 Nom. odg 9/1864-B/11 476 475 1 238 62 413 57 Resp.
19 Nom. odg 9/1864-B/30 478 439 39 220 137 302 57 Resp.
20 Nom. odg 9/1864-B/31 475 471 4 236 119 352 57 Resp.
21 Nom. odg 9/1864-B/35 477 475 2 238 114 361 57 Resp.
22 Nom. odg 9/1864-B/43 479 437 42 219 118 319 57 Resp.
23 Nom. odg 9/1864-B/44 471 470 1 236 134 336 57 Resp.
24 Nom. odg 9/1864-B/52 479 478 1 240 116 362 57 Resp.
25 Nom. odg 9/1864-B/54 478 478 240 115 363 58 Resp.
26 Nom. odg 9/1864-B/55 479 477 2 239 113 364 57 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/1864-B/56 469 468 1 235 108 360 57 Resp.
28 Nom. Ddl 1864-B - voto finale 405 382 23 192 363 19 58 Appr.