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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 305 di mercoledì 8 ottobre 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  ANNALISA PANNARALE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale (ore 9,33).

  DANIELE PESCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Immagino che siano interventi sul processo verbale: chiederei di dire a che titolo precisamente. Vi rileggo, se volete, l'articolo del Regolamento, così vi regolate. Comma 3 dell'articolo 32: «Sul processo verbale non è concessa la parola se non a chi intenda proporvi una rettifica o a chi intenda chiarire il proprio pensiero espresso nella seduta precedente, oppure per fatto personale». Quindi vi chiederei di esprimere a che titolo intervenite.
  Prego, onorevole Pesco, ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, purtroppo ieri mi sarebbe piaciuto notare nel verbale che è stato appena letto il fatto che non è mi stata concessa la parola sul mio ordine del giorno: non gliene faccio una colpa, Presidente, veramente, ma era solo magari per riuscire a rendere più chiaro a tutti il fatto che sono intervenuto su un ordine del giorno che non era il mio.
  Già che ci sono, interverrei anche per spiegare meglio quello che volevo dire: mi sembra che il Regolamento mi consenta di farlo. Ebbene, ieri parlavo di ossimoro, Presidente: parlavo di ossimoro legato allo sport, alla violenza, allo sport e alla speculazione, allo sport e alla corruzione. Purtroppo però ossimori ne vediamo anche qui tutti i giorni in Aula. In Aula ma anche nelle Commissioni: ad esempio, in questi giorni in Commissione finanze stiamo trattando il tema dell'autoriciclaggio, e proprio una formulazione del Governo su questo reato di autoriciclaggio in pratica esclude dall'autoriciclaggio chi di questi proventi ne trae un godimento personale. Ecco, secondo noi questo è un altro grande ossimoro: come si può parlare di esclusione dall'autoriciclaggio chi di quei proventi, magari derivanti da un altro reato, ne fa un uso personale ? È veramente un grande ossimoro ! Noi dovremmo cercare in quest'Aula, tutti insieme però, in modo efficace ed efficiente, dovremmo riuscire a proporre delle norme, oppure modificare delle norme, che servano ai cittadini, e non norme finte, che non servono praticamente a nulla.
  Ebbene, per tornare al discorso sullo sport, purtroppo ieri non sono riuscito a parlare su fatti che sono accaduti all'estero, che migliorano effettivamente la sicurezza degli stadi, quali ad esempio norme regolamentari sul comportamento da tenere all'interno degli stadi. Per esempio, in certi Stati come in Inghilterra viene punita la persona che si alza troppo dal proprio posto, oppure che urla e che schiamazza. Ecco, magari potremmo pensare ad utilizzare queste regole anche nella nostra Aula, dove lavoriamo qui tutti i giorni; però in un senso: queste regole negli stadi sono servite moltissimo, perché vi è un servizio d'ordine efficiente, vi sono persone dedicate, i cosiddetti steward. Innanzitutto sono in numero proporzionale alle persone presenti negli stadi; e funzionano moltissimo, perché riescono veramente a regolare il comportamento, e riescono a mantenere un comportamento Pag. 2civile all'interno degli stadi. Questi sono esempi che dovremmo seguire anche qui in Italia. Purtroppo, però, fino adesso non siamo riusciti: dovremmo riuscire a farlo veramente in modo efficace ed efficiente.
  Insomma, la sicurezza negli stadi è veramente un problema che affligge non solo lo sport, ma la vita di moltissimi cittadini: moltissimi cittadini che vorrebbero andare a partecipare, a seguire avvenimenti sportivi; purtroppo, però non riescono a farlo, appunto per paura di incorrere in fatti delittuosi, come quelli che sono successi negli ultimi mesi.
  Signora Presidente, io sono contento di avere la parola e di riuscire a spiegare meglio ai colleghi ciò che avrei voluto dire ieri. Non ho nient'altro da aggiungere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Per richiamo al Regolamento, credo.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, sempre sull'articolo 32 relativo all'approvazione del verbale: questa è chiaramente una pratica ostruzionistica, che conosciamo peraltro. Le chiederei, così come accaduto, lei lo ha già richiamato nel suo intervento, che gli interventi siano non per spiegare un pensiero che non si è potuto dire perché non si avevano venti minuti di tempo ma solo cinque, e che comunque i tempi vengano ridotti, così come da prassi quando si applica una pratica ostruzionistica sull'approvazione del verbale.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rosato. Per la verità, mi ha anticipato perché avrei, subito dopo l'intervento del deputato Pesco, avvertito i colleghi: essendo state formulate richieste di interventi sul processo verbale per chiarire il proprio pensiero da parte di una pluralità appartenente al medesimo gruppo, avverto che, analogamente a quanto verificatosi anche di recente in occasioni come questa – ricordo in particolare da ultimo le sedute del 7 e del 13 aprile 2011, nonché la seduta del 15 dicembre 2011 – la Presidenza concederà cinque minuti al primo dei deputati – come abbiamo fatto – che ha chiesto di intervenire e un minuto per gli interventi successivi.

  MICHELE DELL'ORCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, io vorrei chiarire il mio pensiero e alcune imprecisioni che ho detto ieri in merito ai Paesi europei che comunque hanno introdotto negli stadi le impronte digitali.
  Ieri avevo fatto riferimento all'Olanda, però ero stato un po’ vago sulla data e quindi ci tengo a precisare. Ho trovato, leggendo su Internet – proprio un articolo che ho sott'occhio, dal titolo: «Calcio Olanda: controlli impronte digitali allo stadio. Controllo delle impronte digitali allo stadio per individuare gli hooligans. È il nuovo sistema di sicurezza introdotto ieri dall'Ajax all'Amsterdam Arena (...)». Io adesso non voglio entrare nel dettaglio perché di calcio me ne intendo poco, ma «Prima della partita di Coppa d'Olanda contro l'Haarlem, sono stati effettuati controlli sulle impronti digitali di un campione di spettatori. L'obiettivo era individuare eventuali hooligans già noti alla giustizia (...)».

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Dell'Orco.
  Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento, e quindi ha la precedenza rispetto agli altri interventi, l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, non volevo intervenire, ma volevo rispondere al collega Rosato perché volevo leggere l'articolo 8.

  PRESIDENTE. Non c’è bisogno di rispondere...

Pag. 3

  FILIPPO GALLINELLA. No, perché non c’è bisogno che il collega le faccia lezione. Il discorso è questo.

  PRESIDENTE. All'onorevole Rosato ho già risposto io. Onorevole Gallinella, grazie.
  Ha chiesto di parlare sul processo verbale la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, rileggendo il resoconto ho notato che è stato aggiunto al mio pensiero un «che». Il «che» va a storpiare il senso della frase ed è un errore anche ortografico in italiano. Quindi, vorrei che venisse corretto «ce lo auguriamo tutti – che», togliendo il «che», sopratutto perché «possono esserci e si spera – ce lo auguriamo tutti – che (...)» mi fa sembrare un po’ analfabeta.
  Il mio pensiero infatti voleva soltanto andare ad indicare che ci auguriamo che allo stadio non ci vadano soltanto soggetti violenti; forse non andava neanche specificato, in quanto è sotto l'occhio di tutti che allo stadio non vanno soltanto persone che vanno a fare confusione, ma persone che vogliono divertirsi, bambini, come è esplicitato meglio nei vari interventi di ieri dei miei colleghi che...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Gagnarli...
  Ha chiesto di parlare la deputata Carinelli. Ne ha facoltà.

  PAOLA CARINELLI. Signor Presidente, vorrei precisare una cosa importante, visto che nel mio intervento di ieri ho fatto una premessa prima di spiegare il mio ordine del giorno e nel mio intervento di ieri avevo accennato all'eccesso di decretazione d'urgenza che – come tutti sappiamo – questo Governo sta mettendo in atto.
  Io ieri ho detto che c’è ben poco da esaminare, visto che il Governo, per l'ennesima volta, ha posto la questione di fiducia. Io credo che questo non chiarisca bene qual è il mio pensiero perché il mio pensiero è che mi fa veramente schifo quanto il Governo stia abusando di questa decretazione d'urgenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e credo che questo debba essere un punto anche politicamente molto importante che credo sia importante rimanga nel resoconto stenografico. Inoltre, nel resoconto è scritto: «applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle». A me era parso che gli applausi provenissero anche da altre parti dell'Aula, magari mi sbaglio, forse si può controllare, ma anche questo mi sembra che sia importante che rimanga a verbale.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Vi ricordo che state parlando sul processo verbale letto dalla deputata segretaria Pannarale e non del resoconto stenografico che potete ovviamente chiedere di rettificare, ma non in questo momento.
  Ha chiesto di parlare il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, intervengo per sostituire alcuni termini che ho utilizzato ieri nel mio intervento, perché i colleghi mi hanno fatto notare che, essendo del Sud, alcune parole forse non venivano comprese. Quindi, non volevo mettere in difficoltà magari gli stenografi, perché mi hanno detto che la parola «bambini» la pronuncio con due «b». Quindi, preferisco utilizzare la parola «fanciullo» nel mio discorso, perché così magari l'idea viene resa più chiara a tutti.
  Mi scuso per i miei evidenti problemi di dizione, però essendo persona del Sud purtroppo non riesco a correggerli, ma mi sto impegnando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tofalo. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Presidente, premetto che il mio intervento non è affatto ostruzionistico. Siccome già mi ha bloccato ieri, chiedo a lei la gentilezza o a un mio collega, magari, di cedermi un minuto e di non essere interrotto oggi, perché ci Pag. 4tengo a precisare quanto non fatto capire ieri e voglio anche capire, lo metto tra virgolette, giustamente...

  PRESIDENTE. Ha un minuto !

  ANGELO TOFALO. No, no Presidente, già mi ha interrotto ieri, mandando in confusione i cittadini italiani che ascoltavano. Per cui adesso mi faccia finire, sennò qui non continuiamo.
  Allora, stiamo parlando di un decreto sul contrasto a fenomeni di illegalità e violenza. Il mio ordine del giorno, Presidente – e lei mi ha interrotto; avevo cinque minuti ieri e non mi ha fatto finire –, riguarda il Capo primo, cioè parliamo di sicurezza. Io ho parlato del Presidente, Giorgio Napolitano, e le voglio ricordare l'articolo 87 della Costituzione, in cui il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato, e tra i vari articoletti c’è il comando delle Forze armate e che presiede il Consiglio supremo di difesa. Quindi, Vicepresidente Sereni, impari a leggere la Costituzione, perché stiamo parlando di fatti, di atti di legge di Costituzione.
  Il Consiglio supremo di difesa è un organo di rilievo...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha esaurito il suo tempo.

  ANGELO TOFALO. No, Presidente...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tofalo.
  Ha chiesto di parlare il deputato Vignaroli. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Presidente, prendo io il tempo di Vignaroli !

  PRESIDENTE. No, non può prendere il tempo di Vignaroli. Onorevole Vignaroli, intende intervenire sul processo verbale ? No !
  Ha chiesto di parlare il deputato Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, io volevo stemperare un po’ il clima. Volevo rettificare una mia affermazione, che ho fatto ieri, che era imprecisa, perché ho attribuito ad Aristotele la definizione dell’exemplum in quanto canone narrativo che ha l'intento di moralizzare.
  In realtà l’exemplum, che nell'antica Grecia era il paradeigma, non definisce proprio il canone narrativo ma – leggo con precisione – per Aristotele, essendo nell'ambito della retorica, era un'argomentazione simile all'induzione, ma che non va dal tutto alla parte, così come non va dalla parte al tutto, ma dalla parte alla parte. Cioè, era un artifizio retorico che serviva, attraverso uno slittamento semantico da una parte all'altra, quindi da un significato a un altro, a dare degli esempi, appunto l’exemplum, con altre figure.
  Poi, si è evoluto nel tempo, diventando canone narrativo...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vacca. Mi scusi, ma ha finito il tempo.
  Ha chiesto di parlare il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Presidente, ieri il mio ordine del giorno era sull'argomento delle pistole Taser e sull'utilizzo che se ne può fare. A seguito del mio intervento, ho ricevuto alcune osservazioni, perché sembrava che l'utilizzo delle pistole Taser fosse da noi contemplato; leggendo appunto, perché io riportavo il comunicato di Amnesty, se il personale di polizia fosse stato adeguatamente formato e ci fosse stata una prevenzione in tal senso. Dunque, in tal caso l'utilizzo delle pistole Taser poteva essere contemplato.
  Come ho ricordato, anche durante la discussione sulle linee generali, questo emendamento, che è stato approvato in Commissione nel decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, precisamente all'articolo 8, comma 1-bis, è stato definito da alcuni una «marchetta». Ora, ripeto, non so se si possa definire una «marchetta» o meno, però la mia intenzione è chiarire che non è...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Nuti.Pag. 5
  Ha chiesto di parlare il deputato Da Villa. Ne ha facoltà.

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per chiedere che si verifichi nel processo verbale che il mio cognome è Da Villa, mentre prima il segretario mi pare abbia letto De Villa. Non so se è stato magari un lapsus o se effettivamente si è scritto così. Poi alcuni colleghi mi facevano notare che dalle mie parole di ieri poteva essere frainteso che alcune dichiarazioni anche del sottosegretario Delrio fossero delle dichiarazioni non in qualche modo a nome del Governo, ma dichiarazioni personali e, quindi, perdeva di forza anche il significato del mio intervento. Quindi, tenevo a sottolineare che proprio il sottosegretario Delrio ha detto – ovviamente dell'evento di lunedì con i sindaci – che non è stata una vetrina o un lamento, ma un momento di lavoro insieme. Questo Governo ha orecchie aperte, conosce bene i vostri problemi, quindi diciamo sì a un nuovo periodo...

  PRESIDENTE. Onorevole Da Villa, la ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Parentela. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, anche io volevo rettificare il verbale. Per quanto riguarda le parole che ho usato ieri, ovviamente non mi riferivo solamente al Capo I – qui sul verbale c’è scritto Capo I – ma anche al Capo II del decreto. E infatti manca anche un punto fondamentale che ho fatto nel mio discorso, vale dire sull'intervento che va a modificare le coperture finanziarie degli oneri previsti dagli articoli 5 e 6 in tema di immigrazione per il 2014. Ovviamente mi riferisco ai 122 milioni e 700 mila euro che non vengono più ricoperti con le risorse del fondo rimpatri, bensì dai fondi di riserva speciale del Ministro dell'economia. Ecco, questo ci tenevo a ribadirlo. E poi mi sembrava di aver sentito Paole anziché Paolo, quindi ci terrei a correggere anche questa cosa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Businarolo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, volevo specificare il contenuto del mio pensiero relativamente al fatto che comunque siamo qua e rappresentiamo i cittadini e vorrei dichiarare la mia neutralità nei confronti delle squadre Roma, Napoli e Fiorentina, che ieri ho citato nel mio discorso. Non vorrei insomma che venissero fraintese simpatie o antipatie, non ho nessuna preclusione rispetto a queste squadre, anzi insomma. Era solo per specificare questa cosa e se possibile, siccome ieri il Presidente mi ha giustamente richiamato perché ho erroneamente detto che la partita nella quale ci sono stati gli scontri, che sono stati un po’ la fonte che ha scatenato anche probabilmente nella mente del legislatore governativo l'emanazione di questo decreto, fosse Roma-Napoli. Preferirei insomma che fosse specificato e chiarito che invece non era Roma-Napoli, ma Fiorentina-Napoli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Agostinelli. Ne ha facoltà.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, intervengo anch'io per precisazioni sul processo verbale e per chiarire anche quello che era il mio pensiero di ieri visto che probabilmente non si è capito quello che intendevo dire quando mi riferivo al fatto che l'espressione «sulla base di elementi oggettivi» è sostituita dall'altra «sulla base di elementi di fatto». Ecco ci tengo che questa precisazione venga messa a verbale affinché venga colto il significato dell'ordine del giorno. Vorrei specificare che si tratta di una sostituzione che, a nostro parere, appare poco opportuna, che vi sono evidenti problemi di ambiguità di tipo semantico, perché si può dar luogo a possibili contrasti interpretativi su quello che è l'esatto significato da dare all'espressione. Ci tengo a precisarlo perché...

  PRESIDENTE. Onorevole Agostinelli, la ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

  VINCENZO CASO. Signor Presidente, innanzitutto non credo – magari mi sbaglio Pag. 6– di aver sentito il mio nome nel verbale, ma assicuro di essere intervenuto ieri.
  A tale proposito, sempre per chiarire il mio pensiero, ieri ho parlato di «sfascia Italia», e volevo chiarire all'Italia che, quando noi parliamo di «sfascia Italia», intendiamo il decreto n. 133 del 2014, che è stato nominato da voi «sblocca Italia», ma, sempre per una questione di chiarezza, vi inviterei a leggerlo bene, perché, dal nostro punto di vista, è più congruo il nome di «sfascia Italia», con il contenuto del decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, intervengo perché ieri, a un certo punto, durante il mio intervento, sono stato interrotto da alcuni insulti provenienti da destra, dalla mia destra, dalla destra dell'emiciclo. Mi sono interrotto dicendo che sentivo commenti dal centrodestra. Non mi riferivo alla versione classica, così come tutti la conosciamo, del centrodestra, ma mi riferivo proprio alla nuova versione del centrodestra, che, appunto, è benissimo rappresentata dai colleghi che si trovano alla destra di questo emiciclo.
  Ci tenevo a precisare questo. Poi, un'altra cosa, se ho ancora qualche secondo di tempo: sempre nel mio intervento, citavo il fatto che alcuni ordini del giorno, simili al mio, andavano a chiedere maggiori fondi per i vigili del fuoco. Ho citato il fatto che erano riferiti a molti colleghi...

  PRESIDENTE. Grazie, deputato Alberti.
  Ha chiesto di parlare la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, solo per fare alcune precisazioni in merito a quello che ho detto ieri. Nella parte in cui dicevo: «Che cosa avevano di così inaccettabile questi nostri tre emendamenti ?», in pratica, io, in questa parte, non cito chi sono gli autori di questi emendamenti. Allora, il primo emendamento porta la mia prima firma. Il secondo emendamento, nella parte in cui dico: «Abbiamo chiesto, ancora, con un altro emendamento (...)», è importante sottolineare che è a prima firma della deputata, nonché mia vicina di banco, Giordano.
  E ancora, più avanti dico: «Ancora: evitare potenziali infiltrazioni mafiose tra le fila degli enti di gestione (...)». Questa terzo emendamento, lo voglio specificare, è a prima firma Rizzo. E quale era lo scopo dell'emendamento in questione ? Quello di evitare, semplicemente, che vi fossero infiltrazioni mafiose tra quegli enti che gestiscono i servizi. E poi, per finire, nell'ultimissima parte, fra parentesi, applausi...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lorefice.
  Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Di Maio. Ne ha facoltà.

  LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, ieri, nell'intervento che ho fatto sull'ordine del giorno, nell'invitare il Viceministro a rivedere il parere, ho parlato della condizione delle forze dell'ordine e delle forze di polizia a Napoli, e ho detto, testualmente, che non c’è lo Stato che combatte la criminalità organizzata, ma le forze dell'ordine contro la criminalità organizzata.
  In ordine a questo passaggio, vorrei chiarire il mio pensiero, perché vorrei che si spiegasse ancora meglio qual è la condizione delle nostre forze dell'ordine in zone ad alta densità criminale, come alcuni quartieri di Napoli o della provincia di Napoli, in cui ci sono forze militarizzate della criminalità organizzata molto più attrezzate delle nostre forze dell'ordine.
  E quello che devono fare ogni giorno i nostri uomini in divisa è cercare di imporre il loro rispetto, osservando la legge. Dall'altra parte, hanno, invece, come vi ho detto...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Di Maio.Pag. 7
  Ha chiesto di parlare il deputato Petraroli. Ne ha facoltà.

  COSIMO PETRAROLI. Signor Presidente, volevo semplicemente precisare una cosa, perché ieri, quando noi deputati stavamo intervenendo sugli ordini del giorno, alcuni deputati del PD, anziché soffermarsi sul significato profondo delle nostre parole, cercavano di capire la nostra provenienza geografica attraverso la fonetica delle nostre parole.
  Di conseguenza, mi sono trovato in difficoltà, perché, in realtà, sono nato a Torino, dove ho vissuto fino ai 10 anni; poi, a 10 anni, mi sono trasferito in Puglia, dove ho vissuto fino ai 25 anni; poi, a 25 anni, sono andato a Varese, dove mi hanno eletto; poi, da Varese sono andato a Roma. Quindi, purtroppo, grazie a questa mia «disposizione» geografica, i colleghi del PD non hanno potuto capire effettivamente la mia provenienza geografica. Comunque, sono di Varese, e grazie mille (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, intervengo per delle correzioni sul resoconto stenografico, per chiarire il mio pensiero. A pagina 107, in cui parlavo di Daspo per le manifestazioni pubbliche e per le discoteche, leggo le correzioni: «Questo ci sembrava un po’ assurdo, perché il Daspo è relativo a manifestazioni sportive e non capisco perché sia stato proposto per le manifestazioni pubbliche o per gli spettacoli»; e poi in fondo, riguardo la riformulazione: «che fa parte di molte riformulazioni proposte dal Governo». Questo era per chiarire il mio pensiero.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, il mio intervento è assolutamente pertinente, perché ieri non ho potuto chiarire la polemica con il collega Rosato relativamente al mio presunto attacco al Governo. Ci tengo a precisare che le parole: «non sono certo che il Ministro possa capire il significato di questo ordine del giorno», non erano un attacco al Governo, erano un attacco specifico ad Angelino Alfano, il Ministro dell'interno, perché un Ministro che non capisce cosa fa un aereo che arriva a Ciampino, sta lì, è di targa azera, può prelevare una bambina e la moglie di un dissidente politico e portarseli via, io ho dubbi che possa capire il significato dell'ordine del giorno relativa al «decreto stadi». Quindi, non era assolutamente in tono provocatorio e nemmeno contro il Governo, era ad personam, anzi contra personam. Capisco che dovete difendere il «fidanzato» Alfano, perché quando si attacca qualcuno del vostro compagno storico, ovvero ex PDL, vi imbufalite, però dovete anche accettare che...

  PRESIDENTE. Grazie, deputato Di Stefano. Ha chiesto di parlare la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, il Regolamento che per fortuna ancora esiste, fin quando non lo stravolgerete, ci dà la possibilità di chiarire il nostro pensiero rispetto a ciò che abbiamo detto nella seduta di ieri. Io personalmente sono intervenuta durante l'informativa urgente del sottosegretario Delrio, urgente anche se l'aspettavamo, in realtà, da qualche mese. Comunque, questo intervento mi dà la possibilità di specificare due concetti che, a mio avviso non sono stati compresi, anche per il tempo che era effettivamente molto ridotto. Mi riferisco al «commissariamento ombra» dell'Italia da parte della trojka e del concetto di cofinanziamento, perché ho parlato di 20 miliardi che ancora il nostro Paese non è riuscito a spendere, ma non si è capita quale era l'altra cifra, cioè quella del cofinanziamento, sono altrettanti 26 miliardi di euro. E questo è molto importante e cruciale nel mio discorso...

  PRESIDENTE. Grazie, deputata Nesci. Ha chiesto di parlare il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

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  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, sul verbale è stato riportato che sono intervenuto ieri sull'ordine del giorno a mia prima firma, ho espresso un concetto: sembra che il Governo con questo «a valutare l'opportunità di», prenda sempre un po’ in giro quello che è un impegno molto inconsistente. Certo è un impegno molto inconsistente – volevo specificare – per il Governo, ma in questo caso è da correggere, perché per la minoranza è un impegno molto consistente, visto che ci permettete di intervenire e di votare solo gli ordini del giorno con queste continue fiducie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), allora noi ne approfittiamo per intervenire con gli ordini del giorno. Per noi sono molto consistenti gli impegni che vengono presi, per il Governo molto, molto meno, perché non ci rispetta, infatti chiede questa riformulazioni ridicole, chiedendo appunto: a valutare l'opportunità di.

  PRESIDENTE. Grazie deputato Ferraresi. Ha chiesto di parlare la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, in realtà, il mio intervento sul processo verbale è veramente per chiarire quello che volevo esprimere ieri nella dichiarazione di voto sull'ordine del giorno, perché quando ho letto l'impegno ossia: «ad adottare le misure necessarie affinché gli enti gestori dei Centri di accoglienza indicati in premessa pubblichino sul sito del Ministero dell'interno la rendicontazione» in realtà, a causa del poco tempo, non ero riuscita a leggere la premessa. Quindi, in realtà, non avevo detto quali erano questi centri. Quindi vorrei un attimo chiarire che i centri a cui facevo riferimento sono i Centri di accoglienza come da definizione del Dicastero dell'interno, ossia: i Centri di primo soccorso ed assistenza (CSPA), i Centri di accoglienza (CDA), i Centri di accoglienza per Richiedenti asilo (CARA) e i Centri di identificazione ed espulsione (CIE).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà. Non lo vedo più. Ha chiesto di parlare... Ah ! Scusi.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, giuro che questo non era un espediente per perdere tempo.
  Vorrei intervenire su quanto dichiarato ieri alla fine della seduta perché, riguardando il resoconto stenografico, effettivamente mi sono reso conto che il concetto non era molto chiaro. Il concetto espresso è che alcuni partiti, anzi quasi tutti i partiti, sono incoerenti. E citavo, nel caso di specie per il gasdotto TAP, il Partito Democratico. Facevo riferimento ai sindaci del Partito Democratico, che non vengono ascoltati dal Presidente del Consiglio, nonché segretario dello stesso partito.
  Ecco, l'incoerenza dei partiti veramente si manifesta anche nel partito di Sinistra Ecologia Libertà, quel partito che ha fatto una serie di operazioni scandalose, vergognose, cioè quelle sempre di «cura del consenso», dicendo una cosa ed affermando qualcosa che poi in realtà è contrario a quello che fa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Benedetto. Di Benedetto... Ne ha facoltà.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, «Di Benedetto». Non vorrei intervenire con un ulteriore discorso sul processo verbale.
  Intervengo in realtà, perché, anche se durante il mio intervento non era lei a presiedere, ma il Presidente Baldelli, è avvenuto questo. Io sono stata la prima deputata del gruppo del MoVimento 5 Stelle ad intervenire in dichiarazione di voto sul primo appunto degli ordini del giorno, il primo di una lunga serie, che ancora comunque non si è conclusa. Dico ciò per spiegare, appunto, in qualche modo il perché del mio incipit, l'incipit del mio intervento della mia dichiarazione di voto. Infatti sul momento ieri ho detto che avrei voluto illustrare il mio ordine del giorno, quando effettivamente si trattava invece di una dichiarazione di voto. Effettivamente il Presidente...

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  PRESIDENTE. Grazie...ha chiesto di parlare il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, vorrei chiarire meglio un concetto da me esposto ieri, in quanto ho detto – cito testualmente – che si pone «l'esigenza di un adeguato coordinamento con le competenti autorità degli Stati esteri» e nello specifico della Germania. Be’, abbiamo scelto la Germania non a caso. Ce lo dicono le statistiche calcistiche, in quanto gli incontri soprattutto delle squadre nazionali, ma anche delle squadre di club, sono in aumento negli ultimi anni e, quindi, abbiamo bene pensato di aumentare la collaborazione, anche ispirandoci al modello tedesco. Sappiamo bene che la media degli spettatori in Germania è di 50 mila persone a partita. In Italia siamo solo a 20 mila, quindi questo fa capire che...

  PRESIDENTE. Grazie...ha chiesto di parlare il deputato Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, stavo rileggendo adesso il resoconto dell'intervento mio di ieri e leggevo appunto che, quando ho parlato della pistola Taser, viene introdotto un omatoepico «bah».
  Vorrei puntualizzare questa mia espressione «bah», perché proprio ieri sera, tornando a casa, ho guardato un po’ di articoli scientifici riguardo l'utilizzo della pistola Taser. Ne ho uno qua davanti. Appunto ci sono studi medici che studiano otto casi di morte riconducibili all'arma: l'elettroshock provocato dalla scarica elettrica di un Taser può causare un blocco del cuore e provocare un arresto cardiaco. Questo è uno studio pubblicato sulla rivista Circulation edita dall'American Heart Association. Quindi vorrei solo puntualizzare l'utilizzo di questa espressione «bah». Dopo anche puntualizzerei volentieri...

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, ieri durante l'illustrazione dell'ordine del giorno lei mi interrompe dicendo: «Dovrebbe fare la dichiarazione di voto sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2616-A/69». Io rispondo: «Certo, certo, è una premessa, arrivo al dunque, devo articolare». In realtà, quello che io dichiaro è una dichiarazione ironica. Infatti, in sostanza, io ero benissimo sul tema dell'ordine del giorno perché stavo proprio raccontando di Daspo e, se andiamo a vedere le premesse dell'ordine del giorno Pesco, troviamo che viene fatto riferimento al Daspo per gli articoli 2 e 4, comma 3, lettera b), e il riferimento al Daspo viene, inoltre, previsto anche nella premessa successiva. Quindi, anche nella dichiarazione che segue...

  PRESIDENTE. Grazie, deputato Luigi Gallo. Ha chiesto di parlare il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, anch'io intervengo per una rettifica in merito alle conclusioni dell'intervento che ho fatto ieri, in questa maniera: ci appare perciò più che fondato il timore che in questo passaggio qualcuno rimanga indietro o dimenticato, quindi offeso nei suoi diritti, visto che, mentre i CARA e i CDA sono grandi centri collettivi, la cui capienza può variare da 100 a 2 mila unità, i centri hub garantiranno solo poche centinaia di posti. Per concludere, con il nostro ordine del giorno chiediamo al Governo una sorveglianza e una vigilanza sulle strutture menzionate, oltre che di riferire all'opinione pubblica sulle reali condizioni di vita di queste strutture, affinché nessuno rimanga indietro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, a pagina 71 del resoconto stenografico si può evincere come io sia stato generico nel fornire i dati relativi al CARA di Bari. Parlavo di circa 700 unità e sento il bisogno di precisare che, invece, la capienza regolarmente prevista dal decreto istitutivo è di 744 posti, che poi sono stati Pag. 10ampliati a 1.116 per far fronte alle esigenze di accoglienza emerse durante l'emergenza Nord Africa.
  Ad ogni modo, gli ospiti attuali sono comunque 1.488, quindi molto di più di quanti il CARA ne possa ospitare. La principale criticità di questa struttura dal punto di vista strutturale è rappresentata dalle condizioni dei moduli abitativi, come dicevo, e dei servizi...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, io ieri sera ho fatto un intervento a fine seduta e dal resoconto stenografico non si evince – e mi premeva correggere quella parte – il motivo di quell'intervento. La domanda è fondamentalmente: perché in Toscana il Partito Democratico ha paura che come presidente dell'Autorità idrica toscana ci sia un sindaco del MoVimento 5 Stelle ?
  Lo statuto precedente prevedeva che subentrasse direttamente il sindaco, anche se decadeva l'amministrazione. Questo è stato cambiato in fretta e furia dal Partito Democratico. Volevo fare presente ciò perché il presidente dell'Autorità idrica dovrebbe essere una figura di garanzia per i cittadini e per la tutela che dovrebbero derivare da quella autorità.
  La domanda che ci facciamo tutti è: come mai ? Come mai succede questa cosa ? Come mai il Partito Democratico ha questa fondamentale paura ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Signor Presidente, ieri non sono riuscita a concludere bene il mio intervento. Secondo me, da come è scritto su questo verbale, non si evince il concetto. Il concetto è che come provvedimento, quello all'articolo 5, sul potenziamento delle commissioni che vagliano le richieste di asilo è un potenziamento che ci trova d'accordo, perché comunque abbiamo detto che dal quadro internazionale le richieste d'asilo sono aumentate, sono aumentate anche nell'ultimo trimestre del 2013 – lo ripeto – del 28 per cento.
  In sostanza, il discorso è questo: il potenziamento ci trova d'accordo; quello che invece ci preme è il fatto che venga vagliata l'efficacia di questo potenziamento.
  C’è una spesa, c’è un ulteriore esborso. Quindi, dobbiamo anche controllare che questa spesa sia un investimento corretto e che produca i risultati sperati, cioè quelli appunto di aumentare la velocità delle richieste...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, intervengo per fare una piccola correzione relativamente al mio intervento, a pagina 56, dove, proprio al termine dell'intervento, nella parte finale, è riportato: «ma la politica termina con l'indicare il dito». Bisognerebbe aggiungere: «e realizzare il nulla». Perché, Presidente ? Perché anche prima effettivamente il collega Rosato ha svolto un intervento sulla pratica dell'ostruzionismo che in qualche modo sta attuando il MoVimento 5 Stelle. Ebbene, a me fa piacere che il collega Rosato dica che loro la conoscono benissimo. Il piccolo problema è che nelle legislature precedenti tutte le volte che il Partito Democratico si è trovato all'opposizione, pur avendo numeri ben più ampi del MoVimento 5 Stelle, non ha mai, mai e sottolineo mai praticato l'ostruzionismo contro Silvio Berlusconi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scagliusi. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, ci tenevo a specificare il mio pensiero nella dichiarazione sull'ordine del giorno da me presentato ieri. Allora, secondo il resoconto stenografico, io avrei detto: «impegna il Governo, in caso di eventi sportivi che coinvolgono la tifoseria o squadre di altri Stati...». In realtà, qui Pag. 11bisognerebbe specificare che il mio ordine del giorno si riferiva alla Finlandia, quindi: «di altri Stati quali la Finlandia». Infatti, gli ordini del giorno che si riferiscono ad altri Stati europei erano dei miei colleghi. In seguito è riportato: «Mi sembra strano il parere contrario, al massimo mi sarei aspettato una riformulazione oppure qualche piccolo cambiamento». Invece, io dissi: «mi sarei aspettato una riformulazione con qualche piccolo cambiamento». Quindi «con» e non «oppure». In più, continuando: «Vedo che non ci sono risposte da parte del Governo». Mi piacerebbe specificare: «nella persona del sottosegretario presente in Aula, il senatore Bubbico».

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, in occasione del mio intervento di ieri, della dichiarazione di voto sull'ordine del giorno, vorrei chiarire un concetto. A un certo punto, riguardo proprio al significato del verbo «impegna», ho specificato che in realtà era un concetto estraneo al Governo che fa finta di impegnarsi e poi non si impegna. Anzi, mi sembra di aver specificato «impegno niente». In realtà, riflettendoci, sono arrivato alla conclusione che un impegno del Governo c’è. C’è l'impegno a fare le slide, che non è un impegno da sottovalutare; c’è un impegno ad andare nei talk show, che probabilmente non è da sottovalutare; c’è un impegno a fare tutto ciò che non interessa ai cittadini, tutto ciò che è estraneo alle loro esigenze; c’è un impegno a mettere la fiducia ormai...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bonafede. Ha chiesto di parlare il deputato Brugnerotto. Ne ha facoltà.

  MARCO BRUGNEROTTO. Signor Presidente, in riferimento al resoconto stenografico, a pagina 69, riguardante il mio intervento, ieri dicevo, parlando di immigrazione: «il fenomeno dell'immigrazione è nuovamente affrontato con un provvedimento d'urgenza e misure straordinarie temporanee e, per così dire, atte semplicemente a tamponare, a mio avviso, le falle che sembrerebbero essere...» eccetera, eccetera. Ecco, semplicemente non si tratta di dire «a mio avviso», ma è ad avviso di tutto il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle. Poi un'altra cosa: ieri si parlava spesso, durante gli interventi, di calcio. Io non l'ho citato praticamente mai nel mio intervento, ma semplicemente è tornata anche alla ribalta la connessione tra calcio e politica in questi ultimi giorni relativamente ad una partita. Chiedevo se in vista del torneo «Sei Nazioni» del marzo dell'anno prossimo si possa fare qualcosa anche per il rugby, eventualmente con una commissione, magari bicamerale di inchiesta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, volevo specificare, in merito a quanto detto ieri sul fatto che il Governo abbia bocciato i nostri tre emendamenti in Commissione che riguardavano la trasparenza della gestione del denaro dei centri di accoglienza, che in realtà non siamo stati precisi: il Governo non è vero che li ha bocciati così sic et simpliciter. In realtà c'era stato proposto in Commissione una sorta di emendamento che avrebbe presentato il Governo con i relatori per riuscire a garantire trasparenza, ma in una maniera migliore rispetto alla formulazione dei nostri emendamenti, che poi improvvisamente si è trasfusa in un ordine del giorno che poi, ci tengo che rimanga agli atti, noi non abbiamo accettato perché ci pareva una presa per il naso, considerato proprio quanto aveva detto l'ex Viceministro Fassina sottolineando proprio in Aula, se non erro proprio al mio collega Crippa, l'utilità che potesse avere un ordine del giorno. Per cui ci tengo a mettere a verbale che gli emendamenti non sono stati proprio bocciati così, ma c’è stata proposta una «presa per il naso».

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

Pag. 12

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, vorrei intervenire non in riferimento alla mia dichiarazione di voto, bensì al mio intervento sull'ordine dei lavori che può trovare all'interno del resoconto integrale a pagina 45. Lì, a seguito dell'intervento sia del mio collega Manlio Di Stefano che del delegato d'Aula Ettore Rosato, ho detto che la mancata comprensione di un ordine del giorno può dipendere anche da un difetto di esposizione, evidentemente del mio collega, o anche di scrittura. Con questo però vorrei precisare che non volevo essere assolutamente offensivo nei confronti del mio collega, giacché sono abbastanza consapevole che in realtà il difetto sia dall'altra parte del tavolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, vorrei rettificare la dichiarazione di voto che ho fatto ieri, a pagina 103, in cui dico che: «il Presidente Renzi è molto sensibile alla scuola e presto presenterà – lo aspettiamo con molto interesse – il piano della scuola». In realtà il Presidente del Consiglio ha presentato questo libretto di 136 pagine chiamato «la buona scuola» o «buona scuola»: un piano organico per colpire duramente la scuola pubblica a cui al momento non è seguito un atto concreto, un atto presentato qui in Parlamento, quindi stiamo parlando ancora del nulla. A proposito sempre di stadi, di squadre di calcio, in questo piano, in questo libretto ci sono le divisioni tra docenti di serie A, che verranno assunti, e docenti di serie B, che continueranno ad essere precari e continueranno a spostarsi da una regione all'altra per dover insegnare. Per cui speriamo che a questo libro possa...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, soltanto una correzione formale, perché vedo nel testo del resoconto stenografico una dicitura, quando mi rivolgevo a lei: «Quanto mi è rimasto, Presidente ?». In realtà io ho utilizzato un'altra locuzione, ovvero «quanto ho rimasto» forma dialettale tipicamente imolese. Quindi volevo specificare che non sono improvvisamente impazzita, non ho improvvisamente disimparato l'italiano, ma mi è venuto spontaneo utilizzare una forma dialettale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, volevo precisare nel mio intervento di ieri sull'ordine del giorno, considerato che il collega Rosato in qualche modo aveva menzionato la nostra tecnica ostruzionistica, le motivazioni che ci stanno spingendo a continuare questo tipo di attività. Ieri non ho fatto la premessa all'intervento sull'ordine del giorno, ma volevo precisare che il mancato rispetto di patti presi all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo ci porta oggi ad avere questo tipo di atteggiamenti ostruzionistici qui in Aula. Noi attendevamo, cari colleghi, il decreto-legge compensazioni cartelle esattoriali e il decreto-legge sul microcredito con una lettera firmata in data 6 agosto dal Viceministro De Vincenti e dal sottosegretario Legnini. Con quella lettera si impegnavano entro il 30 agosto e il 30 settembre...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare la deputata Cancelleri. Ne ha facoltà.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Signor Presidente, nel mio intervento di ieri, che si trova a pagina 67 del resoconto integrale, dico: «Io stessa ne ho visitato...», parlando di un accampamento abusivo, «...uno nella mia città che è Caltanissetta...». Qui vorrei precisare che questo accampamento di cui parlavo è quello che è sorto nel centro polivalente Michelangelo Cannavò.
  E poi proseguivo: «dove nell'indifferenza totale delle istituzioni almeno un centinaio di persone vivevano senza le Pag. 13condizioni igieniche e sanitarie minime, che invece dovrebbero essere garantite e anche sotto interrogazione la risposta del Ministero è stata molto evasiva». Volevo precisare, invece, su questo punto, che l'interrogazione a cui mi riferisco è la n. 4-02936 del 12 dicembre del 2013.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io volevo anche un'informazione: siccome ieri sono intervenuto sul Regolamento e volevo fare un chiarimento sul Regolamento oltre che sull'ordine del giorno, volevo capire se potevo fare un intervento unico oppure se l'intervento sul Regolamento...

  PRESIDENTE. Siete in sede di interventi sul processo verbale, quindi è chiaro che è un solo intervento, di un minuto.

  CARLO SIBILIA. Quindi posso anche intervenire sull'intervento che ho fatto sul Regolamento soltanto...

  PRESIDENTE. Quando abbiamo approvato il processo verbale...

  CARLO SIBILIA. Va bene. Allora, io volevo intervenire sulla questione regolamentare che ho posto ieri, quando si è parlato della questione del minutaggio in risposta alle osservazioni del Ministro che, in base agli articoli citati, reinterviene nella discussione e, quindi, naturalmente, riazzera i tempi per l'opposizione. Quello che dicevo, in realtà, è che, leggendo i termini dell'articolo 39, comma 5, la questione è controversa: io ero concorde con la Presidenza sul fatto di dover convocare una Giunta per il Regolamento.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sibilia.
  Ha chiesto di parlare la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, in realtà, volevo precisare che già nel processo verbale, la mia collega lo ha sottolineato più volte, vedo che è già ripreso nel processo verbale l'intervento della collega Silvia Giordano, che faceva proprio riferimento agli interessi che si celano dietro al fenomeno dell'immigrazione. Se effettivamente, poi, vengono identificate le persone e il Governo, soprattutto, fa tutto ciò che è dovuto...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Rocco, ma lei ieri non è intervenuta...

  CARLA RUOCCO. Però ho visto che anche...

  PRESIDENTE. ... quindi non posso darle la parola sul processo verbale. In ogni caso, ha esaurito il suo tempo, ma non potevo neanche darle la parola. Non ho altre osservazioni...

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Dopo il voto. Adesso concludiamo questa parte sul processo verbale.

  CARLO SIBILIA. Presidente !

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, prego.

  CARLO SIBILIA. Presidente, mi scusi, sul processo verbale, attualmente con i nostri interventi, è intervenuta, circa cinque minuti fa – può controllare –, la deputata Fabiana Dadone che, ugualmente, non ha avuto interventi nella giornata di ieri. Per quel che mi risulta, innanzitutto, non è stato detto nulla alla deputata Fabiana Dadone, quindi, naturalmente, questo crea il precedente...

  PRESIDENTE. No, questo non crea il precedente, onorevole Sibilia: due errori non fanno mai una ragione. In ogni caso, all'inizio della seduta, io ho letto a lei e a tutti voi il comma 3 dell'articolo 32 a cui vi sareste dovuti attenere.
  Poiché gli uffici non si sono accorti, evidentemente, che un altro deputato Pag. 14aveva parlato non avendo alcuna rettifica da fare sul proprio pensiero poiché non era intervenuto il giorno prima, nel caso della deputata Rocco che, comunque, ha parlato quaranta secondi, mi sembrava giusto farlo notare. Ora passiamo all'approvazione del processo verbale.
  Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni (ore 10,27).

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Michele Bordo, Carbone, Catania, Dambruoso, Epifani, Fico, Fioroni, Fontanelli, Ginefra, Giancarlo Giorgetti, Mannino, Merlo, Meta, Pes, Portas, Ravetto, Speranza e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,28).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno (A.C. 2616-A) (ore 10,29).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2616-A: Conversione in legge del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.
  Ricordo che nella seduta del 7 ottobre 2014 è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno Tofalo n. 9/2616-A/81.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2616-A).
  Passiamo, quindi, all'ordine del giorno Segoni n. 9/2616-A/82, con il parere contrario del Governo.
  Prendo atto che non ci sono interventi sull'ordine del giorno Segoni n. 9/2616-A/82.
  Poiché non sono decorsi i 20 minuti richiesti per le votazioni, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,50.

  La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 10,50.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che il deputato Gianluca Fusilli, proclamato in data 7 ottobre 2014, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Partito Democratico.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2616-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto, perché abbiamo immediatamente una votazione.Pag. 15
  Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Segoni n. 9/2616-A/82, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cristian Iannuzzi, Grillo, Cicchitto, Gadda, Giammanco, Pastorino, Mazzoli, Cariello, Rizzetto, Famiglietti, Schirò, Marazziti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  391   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  323).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Prodani n. 9/2616-A/83, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, vorrei illustrare l'ordine del giorno del mio collega Prodani.

  PRESIDENTE. Siamo in fase di dichiarazione di voto, onorevole.

  DAVIDE TRIPIEDI. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Il Capo I del decreto contiene disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza che possono manifestarsi in occasione di competizioni sportive; si pone con urgenza l'esigenza di un adeguato coordinamento con le competenti autorità degli Stati esteri interessati. Si impegna, quindi, il Governo ad assumere immediate iniziative volte a realizzare il coordinamento di cui in premessa con particolare riguardo alle autorità della Svezia.
  È molto semplice, non capisco come mai il Viceministro abbia dato parere contrario, magari vorrei ci spiegasse anche la motivazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prodani n. 9/2616-A/83, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Della Valle, Ferro, Vezzali, Sarti, Piccione, Savino, Cariello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  400   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
  71    
    Hanno votato
no  329).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2616-A/84, con il parere contrario del Governo.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, il Governo è intervenuto con il presente decreto-legge ad adottare norme in materia di rimedi al contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.Pag. 16
  Il comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, inasprisce le pene previste e punite dall'articolo 1 della legge 13 dicembre 1989, n. 401. Il comma 2 dell'articolo 1 del presente decreto-legge prevede che le disposizioni di cui al comma 1 hanno efficacia dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
  Con gli articoli 2 e 4, comma 3, lettera b), vengono ampliate le categorie dei potenziali destinatari del cosiddetto Daspo, il provvedimento con cui il questore dispone il divieto di accesso ai luoghi nei quali si svolgono manifestazioni sportive, aumentando la durata del provvedimento di divieto in relazione a recidivi ed a responsabili di episodi di violenza di gruppo. Viene inoltre previsto che, decorsi tre anni dalla cessazione del Daspo, l'interessato possa chiedere la cessazione degli ulteriori effetti pregiudizievoli da esso determinati.
  Con l'articolo 3, comma 1, lettera b), viene esteso l'ambito di applicazione del divieto per le società sportive di corrispondere una serie di benefici a determinate categorie di soggetti. Vengono inoltre specificati i casi in cui è fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni calcistiche di vendere o distribuire titoli di accesso.
  Con l'articolo 4, comma 1, lettera a), si prevede che il Ministero dell'interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, possa disporre il divieto di apertura del settore ospiti degli stadi di calcio in relazione ad un pericolo di turbativa dell'ordine pubblico.
  Con l'articolo 4, comma 3, lettera a), si prevede che le procedure amministrative semplificate si applichino anche alle misure di adeguamento degli impianti per la loro riqualificazione, nonché per la segmentazione dei settori e l'abbattimento delle barriere.
  Quindi, si impegna il Governo, al fine di direzionare nella maniera più efficiente ulteriori interventi legislativi, a monitorare sul puntuale e continuo flusso delle informazioni derivanti da tutti i soggetti cointeressati al governo ed alla gestione degli eventi sportivi, non limitandosi a registrare, in sede di Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e tavoli tecnici, le criticità emergenti, ma esaminando possibili soluzioni ed addivenendo ad intese condivise, frutto della individuazione dei compiti, competenze e responsabilità di ciascuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, io vedo che è un ordine del giorno molto semplice: è un ordine del giorno di buonsenso. Non capisco come mai il Viceministro si ostina a dare un parere negativo ad un ordine del giorno così banale ! Magari se mi ascolta, il Viceministro, e non... Presidente ! Sto parlando con il Viceministro, e il Viceministro è al telefono. Ma questo...

  PRESIDENTE. Onorevole Tripiedi, concluda il suo intervento.

  DAVIDE TRIPIEDI. No, ma questo è il rispetto dell'Aula !

  PRESIDENTE. Viceministro Bubbico (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Viceministro Bubbico, sollecitano la sua attenzione. Prego, Tripiedi: concluda, deputato.

  DAVIDE TRIPIEDI. Allora, qui siamo alla Camera dei deputati o al mercato comunale ? Io non riesco a capire.

  PRESIDENTE. Onorevole Tripiedi...

  DAVIDE TRIPIEDI. Io chiedo gentilmente l'attenzione del Viceministro !

  PRESIDENTE. Ho capito.

  DAVIDE TRIPIEDI. Qui, ci sono deputati che stanno dicendo la sua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Va bene, però lei ha finito il suo tempo.
  Onorevole Tripiedi, siamo nella fisiologia del lavoro parlamentare. Lei ha finito il suo tempo, però io le do altri trenta secondi per concludere il suo discorso.

Pag. 17

  DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, sono senza parole, veramente...

  PRESIDENTE. Vuole concludere o no ? Se non ha più niente da dire, le toglierei anche la parola.

  DAVIDE TRIPIEDI. Mi tolga pure la parola.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2616-A/84, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Ragosta, Miotto, Rubinato, Nicchi, Pesco, Luigi Gallo, Stumpo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  425   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  328).    

  (I deputati Cardinale e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/2616-A/85.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia, che ha due minuti perché è già intervenuto ieri su altri ordini del giorno. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie Presidente, uso l'auricolare, così magari parliamo direttamente per telefono, visto che (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...comunque, al di là delle facili battute perché purtroppo alle volte questo Governo si presta a dei giochi bambineschi, ma il Governo di Renzi, sappiamo chi è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Entrando nel merito dell'ordine del giorno – come già avevo avuto modo di discutere prima, ovviamente non telefonicamente ma per via diretta – l'impegno che chiediamo nell'ordine del giorno a mia firma n. 9/2616-A/85 – e invito veramente alla riflessione un po’ tutta l'Aula perché, al di là di tante parole che si possono dire basta leggere queste cinque righe per capire un po'di cose – è di investire sulla prevenzione dei fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, attivando campagne pedagogiche nelle scuole a partire dai primi cicli educativi.
  Questo è l'impegno. Sappiamo che non è un emendamento, non comporta spesa, mi era stato detto naturalmente dal Viceministro che sostanzialmente rimarcava un ordine del giorno già accettato, Binetti n. 9/2616-A/31. Posso anche capire che ci sono delle analogie e mi va anche bene, però proprio perché si tratta di impegni analoghi non vedo per quale motivo non possano essere accettati entrambi. Del resto, noi chiediamo di partire dai primi cicli educativi, mentre nell'ordine del giorno Binetti n. 9/2616-A/31 si parla del MIUR, del CONI, del CSI, quindi ci sono delle divergenze sicuramente sulla stessa linea, quindi magari vorrei anche capire dal Viceministro qual è la sua riflessione a riguardo perché magari potrebbe anche spiegarlo tranquillamente a tutta l'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sibilia n. 9/2616-A/85, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Colletti, Tartaglione, Malisani, Fusilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 18

   (Presenti  447   
   Votanti  428   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  331).    

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2616-A/86.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Onorevole Pesco, anche lei ha esaurito i suoi cinque minuti, credo. Ha ancora un minuto. Prego, onorevole Pesco.

  DANIELE PESCO. Presidente, intervengo perché questo ordine del giorno, a firma del collega Luigi Gallo, ha molto a che fare con la cooperazione, un concetto che ho espresso anche prima; cooperazione e solidarietà.
  Prima parlavamo di solidarietà tra diversi soggetti che hanno interesse nel partecipare, direttamente o indirettamente, ad eventi sportivi. In questo caso si parla di cooperazione tra le forze di Polizia. Sì, perché è giusto che questa ci sia e secondo noi il Governo si dovrebbe impegnare affinché ci sia un maggiore coordinamento e una maggiore cooperazione tra le forze di Polizia, sia quelle statali-nazionali sia quelle provinciali.
  Quindi, siamo dell'opinione che una maggiore cooperazione tra queste forze di Polizia possa veramente portare a risultati importanti nella lotta alla violenza negli stadi, ma anche alla lotta a tutti gli episodi e ai fatti illeciti che, appunto, avvengono fuori e dentro gli stadi in occasione di avvenimenti sportivi.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2616-A/86, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Aspettiamo Andrea Romano. Abrignani, Carfagna, Nizzi, Altieri. Ci siamo ? Ho chiuso la votazione, mi dispiace onorevole Fanucci. No, provi ancora a votare, onorevole Fanucci. Ecco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  451   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  353).    

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Micillo n.  9/2616-A/87.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Micillo. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO. Presidente, con il presente ordine del giorno intendiamo fare chiarezza sul riparto di poteri tra il prefetto e il Ministro dell'interno, che si rende necessario specificare con l'approvazione del presente decreto-legge. Infatti, nel nostro ordinamento è ancora vigente l'articolo 2 del testo unico delle leggi in materia di pubblica sicurezza, il quale conferisce al prefetto, nel caso di urgenza o grave necessità pubblica, la facoltà di adottare i provvedimenti indispensabili per la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica.
  Con le disposizioni contenute all'interno del provvedimento normativo in oggetto non risulta chiaro in che rapporti si pongano da un lato la nuova disciplina che attribuisce poteri al Ministro dell'interno e, dall'altro, la disciplina vigente, secondo la quale per questo tipo di materie è competente il prefetto, nel proprio ambito territoriale e provinciale, e non il Ministero dell'interno. Infatti, vengono espressamente fatte salve le prerogative in materia di prefetto.
  Ma specifichiamo quali sono le prerogative prefettizie. Il prefetto, in quanto autorità competente per l'ordine e la sicurezza pubblica, può adottare, dietro segnalazione dell'osservatorio nazionale delle manifestazioni sportive, le misure che ritiene opportune in relazione allo svolgimento di partite di calcio ritenute a rischio. Il provvedimento del prefetto può Pag. 19disporre la chiusura del settore ospiti e limitare la vendita di biglietti delle partite ai residenti della provincia di svolgimento della gara. Il prefetto può anche vietare la vendita di biglietti attraverso i circuiti telematici, nonché il divieto di cessione del biglietto da parte dell'acquirente ad altro tifoso non residente nella provincia o nella regione di svolgimento della gara. Inoltre, sempre il prefetto, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, può disporre che venga spostato ad altra data lo svolgimento della manifestazione sportiva e il divieto dello svolgimento di manifestazioni sportive per periodi ciascuno di durata non superiore ai 30 giorni.
  Pertanto, così come è formulata, la nuova normativa potrebbe essere interpretata nel senso di far riferimento ad una misura di carattere generale attraverso la quale, relativamente ad alcune partite considerate maggiormente a rischio, come ad esempio possono essere incontri di calcio dove in passato ci sono stati scontri fra contrapposte tifoserie, il settore ospiti degli stadi interessati è chiuso per un massimo di due anni. Ebbene, una tale misura valida solo per certe partite è già nelle corde dei prefetti. Prevedere una competenza ministeriale può essere giustificato solo dal fatto che questi ha la possibilità di allungare fino a due anni la durata del provvedimento. La ratio che prevede tale specifico provvedimento sembra essere quella di dare luce e visibilità ad un Ministero dell'interno, il tutto a scapito del prefetto. L'unica giustificazione sembra appunto essere quella di apparire all'interno della vetrina mediatica. Il problema della violenza negli stadi, quindi, viene strumentalizzato e trasformato in una sorta di vetrina pubblica, da sfruttare a piacimento di questo o di quell'altro Ministero del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micillo n. 9/2616-A/87, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Mura, Tripiedi, Alberti, Impegno, Cimmino, Ravetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  457   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  366).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Dadone n. 9/2616-A/88.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, potrei chiederle il parere del Governo, perché non lo ricordo ?

  PRESIDENTE. È contrario.

  FABIANA DADONE. È contrario ! Ammazza, come fa il Governo ad essere contrario ad un ordine del giorno del genere ? Le chiedo scusa, però basta leggerlo, si dice: si impegna il Governo ad adottare una normativa organica al fine di superare le gravi lacune legislative in materia di diritto d'asilo e pervenire quanto prima ad una piena attuazione – udite udite – dell'articolo 10 della Costituzione, quindi non è che si stia proprio parlando di una normetta di quelle secondarie. È pur vero che questo Governo ha intenzione di stravolgerla completamente la Carta costituzionale, però come può il Governo dare un parere contrario ad un ordine del giorno del genere ? Sono veramente basita. Ricordo che mesi fa in Commissione avevamo iniziato ad esaminare delle proposte di legge ovviamente di iniziativa parlamentare, perché, sull'argomento, il Governo se ne tiene bene a distanza, poi tutto purtroppo si è arenato e non possiamo che non esprimere delle preoccupazioni notevoli, perché la normativa italiana in materia di asilo è praticamente mancante, cioè non c’è un'effettiva Pag. 20attuazione di quello che è l'articolo 10, comma 3, della nostra Carta costituzionale, non è disciplinata un'attuazione organica con una normativa specifica. E quindi che cosa fa il nostro Paese quando non è in grado di normare ? Si basa, per fortuna per lo meno, sulle direttive europee, perché quelle pensano a ciò a cui il nostro Governo non è in grado di pensare. Quindi, c’è una disomogeneità effettiva e alla carenza normativa viene sopperito da queste direttive che regolamentano l'accoglimento dei richiedenti asilo, le procedure di esame delle domande e le qualifiche di protezione internazionale. Il problema qual è ? È che le domande di asilo, nei primi mesi del 2014, sono aumentate in tutti i Paesi europei, e quindi evidentemente anche in Italia, di circa il 28 per cento. C’è una necessità di regolare con apposita normativa un fenomeno del genere. Peraltro, la regolamentazione è già prevista con principi generali della Carta costituzionale e non dico di dover far leggere al Governo la Costituzione fino a chissà che articolo, di spingersi verso l'articolo 100, ma sono i primi dieci articoli della Costituzione, ci si ferma quasi alle prime tre pagine.
  Quindi, voglio dire, accidenti, esprimere un parere contrario su un ordine del giorno del genere mi sembra, quanto meno, indecente. Se, però, il Governo ci volesse ripensare, mi farebbe una gentilissima cortesia, la farebbe allo stesso, all'onestà intellettuale e alla Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dadone n. 9/2616-A/88, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Buttiglione, Rotondi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  451   
   Astenuti  4   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  334).    

  (Il deputato Fossati ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario; il deputato Airaudo ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2616-A/89.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Guardiamo quanto tempo ha ancora, perché anche lei è intervenuto ieri. No, non ha parlato sugli ordini del giorno. Ha cinque minuti. Prego.

  MASSIMO ARTINI. Esatto, signor Presidente, non ho parlato sugli ordini del giorno. Mi preme fare una dichiarazione di voto sull'ordine del giorno del collega Di Stefano, e vorrei anche l'attenzione del Viceministro Bubbico, perché, alla fine della mia trattazione, vorrei chiedere uno spunto su questo ordine del giorno. In particolare, premetto che il decreto in esame interviene a modificare diversi istituti e strumenti previsti dalla vigente normativa per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di violenza in occasione di manifestazioni sportive. Particolare attenzione è attribuita alle manifestazioni calcistiche, soprattutto in considerazione di recenti e incresciosi episodi, che hanno dimostrato l'inefficienza dei sistemi di gestione di situazioni particolarmente «calde».
  Considerato, tuttavia, che le prescrizioni disposte dal decreto in esame appaiono prevedere misure non sufficientemente efficaci, se si escludono quelle che ignorano situazioni soggettive, che risultano ingiustamente sacrificate a causa della incapacità di provvedere alla corretta protezione del territorio interessato, e considerato che esistono già misure, che oggi sono lasciate alla decisione dei questori, Pag. 21circa la possibilità, ad esempio, di disporre il mantenimento dell'illuminazione dell'area che va dalle cancellate dell'impianto all'ingresso vero e proprio allo stadio nella notte che precede la partita di calcio, allo scopo opportuno di evitare che di notte qualcuno entri nella zona successiva a quella dove si svolgono i controlli e, magari, nasconda armi, bastoni o altro materiale, che poi utilizza una volta passate le perquisizioni, si chiede un impegno al Governo ad assumere provvedimenti con i quali sia consentita un'effettiva protezione del territorio interessato dalle manifestazioni sportive, prevedendone l'adeguata illuminazione anche nelle ore notturne che precedono il giorno nel quale si svolge una competizione di calcio professionistico nell'area che si estende tra le cancellate di ingresso all'impianto sportivo e lo stadio, ponendo, altresì, negli impianti sportivi di proprietà pubblica, il costo per l'illuminazione a carico della società sportiva organizzatrice della competizione nella misura del 50 per cento.
  Ora, Viceministro, le chiedo se sia possibile accantonare questo ordine del giorno, per discuterlo successivamente, per avere con lei un minimo di rapporto, considerato quello che è l'impegno, ovvero il fatto di rendere, nella serata precedente all'evento, l'illuminazione anche a carico delle società sportive – ma, su questo, possiamo, eventualmente, riformulare l'ordine del giorno –, fare quel tipo di azione, cioè illuminare le zone antistanti lo stadio, prima dei cancelli, per evitare che ci vengano depositati tutta una serie di armi o bastoni o, comunque, oggetti che potrebbero provocare problemi nell'evento che il giorno dopo si dovrebbe verificare.
  Quindi, le chiedo se è disposto, per il tramite della Presidenza, ad accantonare questo ordine del giorno, per discuterlo alla fine della trattazione di tutti gli ordini del giorno. Se il Presidente può coadiuvare questa mia richiesta...Viceministro ?

  PRESIDENTE. Se il Governo ritiene, lo accantoniamo; se il Governo non ritiene, direi che andiamo avanti. Viceministro, mi faccia un cenno.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. No.

  PRESIDENTE. Va bene, quindi andiamo avanti. Lei può concludere il suo intervento, deputato Artini. Ha ancora un minuto.

  MASSIMO ARTINI. Rimango esterrefatto, perché penso che, per chi ci ascolta, per chi è qui in Aula, sia importante anche non gravare le casse pubbliche, soprattutto sugli stadi che sono pubblici, in ordine al fatto di voler rendere più sicura quella zona ed evitare che si debbano utilizzare quelle aree come depositi per eventuali strumenti di offesa da parte delle tifoserie, che potrebbero essere malintenzionate per la giornata successiva, in cui si dovrebbero verificare questi eventi calcistici professionistici.
  Quindi, rimango stupito della mancanza della volontà, non dico di riformularlo in questa fase, ma di avere due minuti di trattazione, giacché penso che la giornata sia lunga, anche per la volontà malevola da parte delle forze di maggioranza di non voler rispettare gli accordi presi durante le Conferenze dei presidenti di gruppo. Ho visto, comunque, con dispiacere, la sua poca volontà nel volerlo accantonare, per cui potrebbe essere solamente una mera trattazione da fare successivamente, anche nei momenti che lei ha in questa giornata.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2616-A/89, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Ciracì, Dall'Osso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  467   
   Votanti  466   
   Astenuti  1   
   Maggioranza  234   Pag. 22
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  361).    

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'ordine del giorno D'Uva n. 9/2616-A/90.
  Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Uva n. 9/2616-A/90, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, Colletti, Patriarca, Silvia Giordano, Sorial, Plangger...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  463   
   Votanti  442   
   Astenuti  21   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  340).    

  Passiamo all'ordine del giorno Grande n. 9/2616-A/91.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grande. Ne ha facoltà.

  MARTA GRANDE. Signor Presidente, il decreto che stiamo discutendo reca varie disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza che si possono manifestare in occasione di competizioni sportive. Questi sono chiaramente degli episodi che, purtroppo, sono già all'attenzione dell'opinione pubblica italiana e non solo, anche europea, e che sempre più, e con più forza, emergono dal ventaglio di notizie che vengono riportate dagli organi di comunicazione del nostro Paese. Ebbene, questo tipo di violenza, che va in direzione diametralmente opposta al senso stesso del concetto di sport, di gioco, avviene nel nostro Paese, come in altri, e riteniamo come MoVimento 5 Stelle, ma pensiamo che, in fin dei conti, sia condiviso anche dagli altri partiti, che sia urgente, e fondamentale soprattutto, un adeguato coordinamento con le competenti autorità degli Stati esteri interessati. Attraverso il coordinamento riusciremo, in teoria, secondo perlomeno i nostri ordini del giorno, a trovare una soluzione alla violenza negli stadi.
  Nello specifico, l'ordine del giorno a mia firma n. 9/2616-A/91 che vado a presentare, impegna il Governo ad assumere delle immediate iniziative, volte a realizzare il coordinamento con particolare riguardo alle autorità di uno dei Paesi con i quali abbiamo bisogno di cooperare: la Polonia.
  Altri colleghi, già precedentemente, hanno illustrato degli ordini del giorno analoghi e vogliono implementare tali misure anche con altri Paesi, quindi non solamente rispetto alla Polonia ma anche con altri, tra i quali per esempio l'Austria, la Finlandia, la Slovacchia e la Slovenia. Quindi, insomma, non è solo un impegno unidirezionale, ma con più Paesi.
  Essendo, appunto, a nostro avviso, un ordine del giorno di buonsenso, chiediamo che l'Aula si esprima al riguardo. Già, per esempio, l'ordine del giorno del collega Scagliusi non ha ricevuto una spiegazione rispetto al parere negativo, cosa che ci lascia tra l'altro abbastanza perplessi. Non solamente non abbiamo avuto una spiegazione, ma anche l'Aula si è espressa in maniera negativa, lasciandoci, appunto, sempre più perplessi al riguardo.
  Speriamo che questo ordine del giorno, che è simile ad altri già presentati, come dicevo prima, e ad alcuni che andremo a votare successivamente, abbia un riscontro diverso. Infatti l'impegno è, a nostro avviso, fondamentale, perché solamente attraverso un vero coordinamento con altri Paesi potremo ridare allo sport – perlomeno in quei casi in cui si manifestano violenze che vanno al di fuori della stessa logica sportiva – un giusto senso dell'idea Pag. 23di sportività e di gioco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grande n. 9/2616-A/91, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Mongiello, Lavagno ha votato, Monchiero, Gadda, Oliverio... aspettiamo che i colleghi arrivino al posto... Luigi Gallo, Ascani ... non vedo altri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  453   
   Votanti  433   
   Astenuti  20   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
  79    
    Hanno votato
no  354).    

  Passiamo all'ordine del giorno Gallinella n. 9/2616-A/92.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, colleghi, come sapete oggi siamo qui riuniti per votare gli ordini del giorno collegati al decreto n. 119 del 2014, detto «stadi e immigrazione», sul quale il Governo ha messo l'ennesima fiducia.
  Non vorrei adesso tediarvi sul fatto che questo decreto è una miscellanea di provvedimenti. Un cittadino che leggesse il titolo, a mio avviso, penserebbe che la violenza allo stadio sia in qualche modo collegata alla protezione internazionale. Lo è ? Chissà !
  Cosa certa, nel decreto, è la necessità di assicurare aiuto al Ministro dell'interno. Questo lo capirebbe chiunque, osservando come si è mosso e ancora si muove anche con le dichiarazioni di questa mattina.
  Venendo al tema del mio ordine del giorno – per chi fosse distratto è il numero n. 9/2616-A/92, a pagina 52 del fascicolo – si chiede di creare un coordinamento con le autorità austriache. La domanda sorge spontanea: perché austriache ? Semplice, ve lo spiego e, magari, a seguito del mio intervento, il Governo ripenserà alla valutazione negativa che al momento ha dato su questo ordine del giorno. Questo perché, vista in alcuni casi la vostra inadeguatezza nel gestire la sicurezza negli stadi – «Genny ’a carogna» ne è un fulgido esempio –, forse vedere l'esperienza di altri Paesi può senz'altro fornire un idoneo punto di riferimento, fatte salve ovviamente le peculiarità sia del nostro sistema istituzionale che del nostro tessuto sociale.
  Ma veniamo all'Austria o meglio all'idea di guardare all'Austria. In Austria, dopo l’exploit del gruppo ultrà nazionalista Unsterblich, tradotto «gli immortali», che nel 2009 riuscì nell'impresa di far interrompere per circa venti minuti la partita di Europa League tra l'Austria Vienna e l'Atletico Bilbao, venne di fatto imposto ai club il mantenimento dell'ordine pubblico all'interno degli stadi.
  Forte di questo implicito mandato, l'Austria Vienna ha redatto un regolamento per l'accesso allo stadio «Generali Arena», che vieta cori offensivi e striscioni, nonché indumenti idonei a denotare attitudini violente e, soprattutto, ha messo al bando gli Unsterblich, diffidandoli non solo dal frequentare lo stadio, ma altresì dall'utilizzare simboli e colori del club.
  L'Austria Vienna quest'anno ha affrontato, in tal modo, la storica prima partecipazione alla Champions League (fu talvolta presente solo nell'allora «Coppa dei Campioni») con il plauso dell'UEFA e l'impegno a trasmettere agli altri club europei il risultato della propria esperienza.
  Giacché ho tempo, vorrei anche accennare all'esperienza inglese, quella degli steward, per intenderci. Tale modello, detto appunto «modello inglese» – che, mi permetto di precisare, non c'entra Pag. 24nulla con lo «sconto inglese» della mozione della settimana passata –, è stato in parte seguito dalla Germania, che ha saputo sfruttare positivamente l'occasione del Mondiale di calcio organizzato nel 2006 per privatizzare e modernizzare gli impianti sportivi, tutti privi di barriere tra campo e tribune, e dotati di efficientissimi impianti video, con sale monitor controllate dagli addetti della forza pubblica, coadiuvati nei delicati compiti di prevenzione e di sicurezza dagli steward del club.
  In Olanda, ad esempio, per fronteggiare episodi violenti, che hanno condotto all'esclusione del Feyenoord dalla Coppa UEFA, a causa degli incidenti verificatisi durante l'incontro con il Lens nel novembre 2006, alcuni club hanno dato inizio ad un peculiare esperimento. È stata, infatti, creata una banca dati con le impronte digitali volontariamente impresse dai tifosi all'ingresso dello stadio, con la possibilità di vietare l'accesso a coloro che offrano un rifiuto o comunque si distinguano e siano riconosciuti come potenziali tifosi violenti.
  In Belgio – questo ve lo sottolineo perché a me piace particolarmente questa idea – è stato avviato il progetto football fan card, in forza del quale per l'acquisto di un biglietto è obbligatorio possedere un'apposita carta, dotata di microchip, che contiene tutti i dati utili a fornire l'identificazione del tifoso. La card, il cui costo è a carico del possessore – quindi, non costerebbe nulla a noi –, dà diritto all'acquisto a non più di un tagliando per ogni partita, così i bagarini li togliamo.
  Queste sono delle idee che noi vogliamo portare. Per questo guardiamo all'Austria. Per questo – e vengo alla conclusione, Presidente –, con questo ordine del giorno vogliamo impegnare il Governo ad assumere iniziative volte a realizzare un coordinamento, con particolare riguardo alle autorità austriache, perché hanno risolto il problema della violenza negli stadi. Se il Viceministro volesse accogliere questa mia osservazione e rivedere la formulazione o il giudizio su questo ordine del giorno, le sarei grato. Sto attendendo, Presidente. Presidente, le chiedo solo se, dopo questa spiegazione dell'ordine del giorno, il Governo volesse in qualche modo rivedere...faccia un segno, altrimenti lo poniamo in votazione così com’è.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gallinella n. 9/2616-A/92, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Fusilli, Baruffi, Magorno, Baroni, Tripiedi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  433   
   Astenuti  19   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  350).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/2616-A/93, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  ELEONORA BECHIS. Signor Presidente, nell'ordine del giorno a mia prima firma mi riferisco al Capo III del provvedimento in esame, che reca in particolare le disposizioni per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.
  Premetto che la spending review è strettamente legata alla modernizzazione della pubblica amministrazione per aumentare l'efficienza e la produttività del settore pubblico e per contribuire al rilancio della crescita complessiva dell'economia.
  Nella prima fase di attuazione il Ministero dell'interno, in seguito alla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 maggio 2012, ha previsto la razionalizzazione dei settori della riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio, della riorganizzazione dell'amministrazione centrale, delle spese relative alle locazioni passive delle sedi destinate ad Pag. 25ospitare articolazioni periferiche dello Stato sul territorio, con riferimento alle prefetture, alla Polizia di Stato, all'Arma dei Carabinieri, al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
  I risparmi ottenuti nel 2013 sul piano dei costi delle locazioni, in seguito al trasferimento e all'accorpamento delle sedi di servizio in strutture di proprietà demaniale ovvero concesse in uso gratuito, ammonterebbero a 448.848 euro.
  Per l'anno 2015 tale previsione è in lievitazione, poiché sono previste consistenti dismissioni di immobili nel nord Italia, con risparmi, a regime, per oltre 5 milioni di euro per esercizio, mentre anche dalla razionalizzazione del parco automezzi si attendono risparmi nell'ordine dell'8 per cento nell'arco di dieci anni. Ai fini della razionalizzazione della spesa pubblica, l'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010 ha disposto il blocco della contrattazione nel pubblico impiego per il triennio 2010-2012. Il comma 21 ha stabilito la non applicazione, per gli anni 2011,2012 e 2013, al personale in regime di diritto pubblico dei meccanismi di adeguamento retributivo previsti nell'articolo 24 della legge n. 448 del 1998 (adeguamento annuale di diritto dal 1o gennaio 1998 delle voci retributive del personale, richiamate in ragione degli incrementi medi calcolati dall'ISTAT, conseguiti nell'anno precedenti dalle categorie di pubblici dipendenti contrattualizzati sulle voci retributive), ancorché a titolo di acconto ed escludendo successivi recuperi.
  L'articolo 16, comma 1, del decreto-legge n. 98 del 2011 ha infine previsto la possibilità di prorogare al 31 dicembre 2014, con apposito regolamento, le vigenti disposizioni che limitano la crescita dei trattamenti economici, anche accessori, del personale delle pubbliche amministrazioni, prevedendo comunque la possibilità che, all'esito di apposite consultazioni con le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative del pubblico impiego, l'ambito applicativo delle disposizioni in materia sia differenziato, in ragione dell'esigenza di valorizzare ed incentivare l'efficienza di determinati settori.
  L'articolo 19 della legge n. 183 del 2010 ha riconosciuto la specificità del comparto sicurezza e difesa, compreso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in relazione alle peculiarità delle funzioni svolte dai relativi operatori. Ciononostante, il decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 2013 ha disposto che, per il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, si desse luogo alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 per la sola parte normativa e senza possibilità di recupero per la parte economica.
  Pertanto, in questo ordine del giorno viene chiesto al Governo di impegnarsi a valutare l'opportunità di istituire un tavolo permanente per la valutazione di proposte di spending review, volte alla razionalizzazione, riorganizzazione strutturale dell'amministrazione, in modo tale da attuare modelli gestionali più flessibili ed efficienti nell'utilizzo delle risorse disponibili. Viene inoltre chiesto di valutare l'opportunità di destinare i risparmi ottenuti sul piano dei costi delle locazioni per il miglioramento dei meccanismi retributivi del personale civile e militare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bechis n. 9/2616-A/93, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Dell'Aringa, Minardo, Gutgeld, Monchiero, Lainati, Nizzi, Simone Valente, Castiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  438   
   Astenuti  23   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  336).    

Pag. 26

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2616-A/94, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  MARCO BALDASSARRE. Signor Presidente, questo ordine del giorno concerne il Capo III del provvedimento, che reca disposizioni per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno. Qui si parla anche di spending review, che è volta alla riduzione selettiva della spesa attraverso l'eliminazione di tutte le sue componenti improduttive, con dei tagli lineari.
  Nella prima fase di attuazione il Ministero dell'interno pare che abbia proceduto a valutare l'ammontare dei tagli al bilancio dell'amministrazione pubblica piuttosto che ad individuare delle aree nelle quali si potrebbero conseguire risparmi mediante innovazioni procedurali ed eliminazione di apparati non funzionali e razionalizzazione dei modelli. Ebbene, abbiamo già visto che tagliare così incondizionatamente in modo lineare a volte è troppo facile per ridurre la spesa, e lo abbiamo già visto, portando un esempio, con quello che è successo con la riforma Fornero. «Enza, ci sarebbe da fare un po’ di spesa», «Guarda Mario, ci sarebbe questa spesa un po’ troppo alta delle pensioni: che facciamo, la tagliamo ?», «Ma sì, Enza, tagliamo, che vuoi che sia mai !». E fu così che si vennero a creare gli esodati e gli esuberanti, quelli che hanno subito la riforma Fornero e che, in molti, ancora sono senza reddito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E poi su questo viene in mente una «pillola» di Tiziano Treu il quale il 10 aprile 2012 disse: «Sugli esodati è sbagliato mettere in giro voci allarmistiche. Saranno più di 60 mila, ma non sono certo 350 mila, come dicono». Infatti, ancora ad oggi non sappiamo il numero certo. Sta di fatto che al 1o ottobre 2014 ne abbiamo già salvaguardati 170 mila. Però ora con Tiziano Treu siamo in una botte di ferro, perché il Ministro Poletti l'ha messo addirittura alla guida dell'INPS come commissario straordinario. Siamo veramente al sicuro. E sempre pensiamo un po’ a chi sono in mano le pensioni degli italiani, a questo punto. Diciamo che ultimamente il Ministro Poletti non ne azzecca una, tranne che sui tagli e su quelli se la cava abbastanza bene, e lo abbiamo visto anche con il jobs act che va a tagliare spesso anche sui diritti dei lavoratori.

  PRESIDENTE. Onorevole Baldassarre, mi scusi, la richiamerei all'ordine del giorno sul quale sta facendo la dichiarazione di voto.

  MARCO BALDASSARRE. Ma parlavamo di tagli ! Era tutto collegato !

  PRESIDENTE. Lei è molto gentile e rispettoso dell'Aula. Prego.

  MARCO BALDASSARRE. Sono rispettosissimo. Se poi parliamo ancora di tagli, abbiamo visto quello che è stato fatto anche in passato per razionalizzare la spesa degli enti previdenziali pubblici per fare giusto un esempio. Per ridurre la spesa hanno eliminato il consiglio di amministrazione degli enti previdenziali pubblici e hanno messo tutto in mano...

  PRESIDENTE. Onorevole Baldassarre, mi scusi la richiamo per la seconda volta, dopo di che le tolgo la parola. Parli dell'ordine del giorno su cui sta facendo la dichiarazione di voto. La prego. È una questione di rispetto delle regole.

  MARCO BALDASSARRE. Presidente, sto parlando sempre di tagli. Presidente, è sull'ordine del giorno. Io parlo di spending review pubblica e porto anche degli esempi per argomentare il mio ordine del giorno. Ci rientra, Presidente. Ci rientra e come perché si parla sempre e comunque dei tagli fatti ad occhio, senza pensare alle conseguenze. Il fatto di non pensare alle conseguenze, come dicevo prima, ha portato ad avere sugli enti pubblici tutto in mano ad un'unica persona. E visto che in questi giorni parliamo anche di...

Pag. 27

  PRESIDENTE. Sono costretta a toglierle la parola. Grazie. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2616-A/94, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua... Paolo Russo... Guidesi... Marazziti... Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  425   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  323).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n. 9/2616-A/95, non accettato dal Governo.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, anzitutto vorrei sapere dal Governo le ragioni per le quali ha espresso parere contrario sull'ordine del giorno. Mi può dare una giustificazione, una motivazione quale essa sia ?

  PRESIDENTE. Se il Governo non intende parlare, non lo possiamo obbligare, onorevole Cominardi.

  CLAUDIO COMINARDI. Non capisco a questo punto l'utilità del Governo qui presente oltre a fare telefonate e cose varie.

  PRESIDENTE. Non si preoccupi, vada avanti, lei è in sede di dichiarazione di voto, il Governo ascolta.

  CLAUDIO COMINARDI. Per evitare di essere tagliato, per evitare che mi venga tolta la parola, per evitare di uscire dal seminato, mi limiterò a leggere l'ordine del giorno così com’è, perché qui pare che non si possa parlare di nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non si può fare un attimo di discussione...

  PRESIDENTE. Onorevole, Cominardi, faccia il suo intervento.

  CLAUDIO COMINARDI. ... perché, per quanto riguarda la spending review, il discorso pensionistico e previdenziale – si parla di tagli alla spesa pubblica – ci stava tutto.

  PRESIDENTE. Faccia il suo intervento.

  CLAUDIO COMINARDI. E, poi, mi faccia parlare, per cortesia. Capisco che lei è Presidente di quest'Aula, ma non è che può interrompere così, anche se è nelle sue facoltà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prego.

  CLAUDIO COMINARDI. Questo ordine del giorno tratta, appunto, della spending review. Il Capo III del provvedimento reca in particolare «Disposizioni per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno». Il Ministero dell'interno rappresenta un sistema complesso, indirizzato ad assicurare l'ordine pubblico nelle sue varie forme – funzione di pubblica sicurezza, tutela della collettività, situazioni di rischio ed in particolare emergenziali, l'accoglienza e integrazione che informano la dinamica che scaturisce dai fenomeni migratori – con il presidio del territorio.
  La spending review è volta alla riduzione selettiva della spesa attraverso l'eliminazione delle sue componenti improduttive, in luogo dei meri tagli lineari. Nella prima fase di attuazione, il Ministero dell'interno pare abbia proceduto, in termini concreti, a valutare l'ammontare dei tagli al bilancio dell'Amministrazione piuttosto che all'individuazione delle aree nelle Pag. 28quali si potrebbero conseguire risparmi, mediante innovazioni procedurali, eliminazione di apparati non funzionali, razionalizzazione dei modelli organizzativi.
  Per questa ragione, si impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire presso il medesimo dicastero un tavolo permanente, presieduto dal Ministro dell'interno, cui partecipano il Ministro dell'economia e delle finanze ed il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, nonché una rappresentanza dell'ARAN – ovvero, Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni – volto alla valutazione e all'ottimizzazione delle risorse allocate presso il dicastero.
  Ecco, quando si parla di spending review si parla spesso di tagli, però, in realtà, razionalizzare significa tutt'altra cosa. Un conto è tagliare quelle che sono le risorse indispensabili, tipo quelle per le forze dell'ordine, che pare che non abbiano nemmeno la benzina per le loro automobili, piuttosto che gli indumenti che sono strumenti del loro mestiere; quando, invece, anche tramite le lettere spedite dal commissario straordinario che voi avete nominato, spedite lettere al Ministro dell'interno.
  Tratto da un articolo della stampa, pare che il Ministro dell'interno si sia visto recapitare almeno due lettere, di cui la prima per il contratto di telefonia mobile da 4,4 milioni di euro della Polizia di Stato. I dati del Ministero dell'economia e delle finanze dimostrano che, in media, il costo è fino a oltre l'80 per cento inferiore a quando a comparare è Consip. Quindi, Consip ha un ruolo...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie. Quindi, Consip ha un ruolo determinante, che sarebbe, poi, la centrale nazionale. Ma, nel 2012, il Viminale, all'allora Ministro Annamaria Cancellieri procede ad assegnare un appalto per i cellulari della Polizia di Stato; peraltro, questa cosa pare sia tutt'ora in vigore. Lo fa in perfetta solitudine senza coinvolgere Consip e sbriga la pratica con una procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando: si legge nel sito dell'Anticorruzione. Il Ministero offre, poi, il bis e il tris con contratti per i cellulari dei carabinieri (3,1 milioni) – e per il traffico dati dell'Arma (2,2 milioni). Ora, il Viminale ha dovuto fornire spiegazioni a Cottarelli sul perché l'ha fatto, con il rischio di sanzioni se davvero quei prezzi risulteranno superiori a quelli di Consip.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  CLAUDIO COMINARDI. Questi sono gli sprechi: ecco perché è importante parlare di spending review, ma quella vera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2616-A/95, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Forza, colleghi. Ci siamo ? Posso chiudere la votazione ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  447   
   Astenuti  2   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  362).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signora Presidente, vorrei fare anche una precisa relazione, Pag. 29mi sembra di ricordare che i richiami al Regolamento abbiano la precedenza. Io le ho segnalato di voler intervenire durante l'intervento del collega Cominardi, lei poi ha posto in votazione l'ordine del giorno quando non era neanche stato messo in votazione, quindi, teoricamente mi sarei aspettato di avere la parola al termine dell'intervento del collega Cominardi.
  Il richiamo al Regolamento è relativo all'articolo 8 e mi riferisco alle interruzioni costanti e continue a cui il nostro collega Baldassarre è dovuto sottostare; in realtà, non so se lei ha avuto modo di visionare l'ordine del giorno, ma mi sembra che reciti anzitutto nelle premesse una parte che riguarda l'introduzione del cosiddetto tetto salariale, per cui si parla di tagli, e il collega Baldassarre è stato interrotto quando citava i tagli del Ministro Poletti. Vado oltre però, perché l'impegno riguarda il miglioramento dei meccanismi retributivi per il personale civile e militare. Anche in questo caso far riferimento ai tagli del Ministro del lavoro a me sembra materia strettamente attinente a quello che è l'impegno dell'ordine del giorno. Pertanto la sua considerazione credo sia un po’ troppo personale e partitica, piuttosto che oggettiva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Crippa. Credo che mi spetti di dovere, oltre che di diritto, rileggere a lei e ai suoi colleghi, il comma 3 dell'articolo 39: il Presidente può, a suo insindacabile giudizio, interdire la parola ad un oratore che, richiamato due volte alla questione, seguiti a discostarsene.
  Ora, voi a volte lamentate che non vi si stia ad ascoltare e, invece, dovreste essere contenti perché io stavo proprio ad ascoltare. Il resoconto di domani ci dirà se l'intervento del collega Baldassarre fosse attinente all'ordine del giorno su cui stava esprimendo la sua dichiarazione di voto.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signora Presidente, mi scusi se intervengo, ma io temo che questo possa essere un grave precedente, perché quando si parla di discostarsi dalla questione, dobbiamo andare a verificare quale sia la questione. Giusto, Presidente ? La questione è la dichiarazione di voto su un ordine del giorno. Allora la questione sono i motivi che inducono una persona a sollecitare la votazione su un ordine del giorno. In questo caso la questione sono le ragioni profonde che un deputato ritiene necessario esprimere all'Aula per giustificare un ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Va bene, grazie, onorevole Fraccaro...

  RICCARDO FRACCARO. Allora, se lei interrompe, Presidente, sulle ragioni politiche per cui un deputato ritiene che quell'ordine del giorno debba essere affrontato e votato, lei sta discrezionalmente ritenendo che sta dicendo una bugia, perché quelle questioni non sono vere. Non si sta attenendo alle sue motivazioni politiche, lei sta dicendo che i nostri deputati, i deputati del MoVimento 5 Stelle stanno dicendo delle bugie in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro la ringrazio di questo intervento.

  RICCARDO FRACCARO. Quindi stia attenta a interrompere i nostri deputati... il suo ruolo è di garante e ognuno qui deve poter esprimere le proprie ragioni e le proprie motivazioni liberamente !

  PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, non ho capito a che titolo lei ha chiesto di intervenire, però le ho dato la parola. I nostri predecessori, perché il Regolamento non lo abbiamo scritto né io né lei, affidano al Presidente pro tempore, che posso essere io o può essere la Presidente della Camera o i colleghi Di Maio, Giachetti o Baldelli in questa legislatura, l'insindacabile giudizio sul contenuto di un intervento rispetto a quanto stiamo trattando. Pag. 30Quindi, la prego, andiamo avanti perché qui non c’è più materia di discussione sul Regolamento.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo vuole intervenire, mi scusi ?

  MASSIMO ENRICO BARONI. Sull'ordine dei lavori, signora Presidente.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signora Presidente, proprio per essere coerente con quanto lei ha affermato, sull'ordine dei lavori, ieri ho sentito parlare di narrativa positiva da parte di un deputato del PD sulla questione di ebola. Per cui se c’è qualcuno che si discosta dalla verità qua, sicuramente, non siamo noi.

  PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Bonafede n. 9/2616-A/96.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, insindacabilità non significa libero arbitrio, oppure la facoltà sua di poterci interrompere quando le pare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siccome già è successo spesso con la Presidente Boldrini, insomma, lei almeno eviti, visto che non ci fa una bella figura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  L'ordine del giorno, invece, che vado a spiegare, è quello del mio collega Bonafede, che, devo dire, è molto importante, direi quasi cruciale, per poi dar seguito ad una serie di disposizioni che sono presenti in questo decreto. In particolar modo, il mio collega Bonafede sottolinea la necessità di dare certezza della pena per quanto riguarda le frodi connesse alle competizioni sportive che sono soggette a scommesse. Infatti, proprio per le straordinarie remunerazioni che queste frodi garantiscono, bisognerebbe almeno attribuire la pena della reclusione in carcere proprio per dare maggiore efficacia e soprattutto per garantire una maggiore deterrenza rispetto a questo reato. In particolare, sono anche molto interessanti le premesse a questo ordine del giorno, perché permettono anche ai cittadini fuori da qui di comprendere le motivazioni per cui il nostro gruppo parlamentare intende impegnare il Governo con le disposizioni che a breve vi illustrerò.
  Infatti, all'interno del decreto-legge, in particolare al Capo I, sono contenute disposizioni urgenti in materia di contrasto di fenomeni di illegalità e violenza che possono manifestarsi in occasione di competizioni sportive. In particolare, ci riferiamo all'articolo 1, comma 1, che mira ad inasprire le pene edittali previste per il reato di frode sportiva, contemplato dall'articolo 1 della legge 13 dicembre 1989, n. 401. L'articolo 1, infatti, riguarda proprio la necessità e la volontà di conferire certezza alla previsione normativa sanzionatoria del carcere per chi froda gare sottoposte a scommesse sportive, in maniera di assicurare la finalità deterrente. L'articolo di cui vi parlavo, l'articolo 1, così come modificato da questo decreto, indica che chiunque offre o promette denaro o altra utilità o vantaggio a taluno dei partecipanti ad una competizione sportiva al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione, ovvero compie altri atti fraudolenti volti al medesimo scopo, sia sottoposto, assieme al partecipante alla competizione sportiva che accetta le utilità promesse, proprio per le competizioni non soggette a scommesse, ad una reclusione da 2 a 6 anni e ad una multa da 1.000 a 4.000 euro, reclusione che aumenta fino alla metà con una multa da 10.000 a 100.000 euro se la frode è connessa ad una gara soggetta a scommesse. Quindi, è importante che all'interno di questo decreto siano state aumentate anche le sanzioni pecuniarie, ma queste non bastano.
  La stessa relazione illustrativa del decreto afferma che l'entità delle sanzioni Pag. 31penali attualmente previste si è rivelata inadeguata rispetto alla gravità degli episodi della specie verificatisi negli ultimi anni. Quindi, è proprio presente già nella relazione illustrativa del decreto l'ammissione che queste sanzioni penali non hanno avuto l'effetto che si sperava. Allora si tratta di un fenomeno che ha conosciuto anche una sensibile recrudescenza e che ha prodotto gravi riflessioni sulla regolarità dei campionati, in particolare quelli di calcio.
  Ma ritorniamo all'impegno al Governo.
  Per la sua straordinaria remunerazione, la frode connessa ad una competizione soggetta a scommesse sportive non appare adeguatamente contrastata e scoraggiata dall'inasprimento delle sanzioni pecuniarie, laddove queste non siano accompagnate, in un'ottica di efficace deterrenza, dalla certezza della reclusione in carcere, eventualità che allo stato non è garantita.
  Allora noi impegniamo il Governo, con questo ordine del giorno, nel quadro complessivo dell'aumento delle sanzioni nei confronti delle frodi sportive, al fine di realizzare una reale... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Nesci, grazie. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2616-A/96, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Monchiero, Rizzetto ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  454   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
  99    
    Hanno votato
no  355).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario; il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Fantinati n. 9/2616-A/97, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fantinati. Ne ha facoltà.

  MATTIA FANTINATI. Signora Presidente, con questo ordine del giorno impegno il Governo ad incentivare la collaborazione tra soggetti istituzionali e quelli sportivi e privati nelle sedi collegiali.
  Ma qual è lo scopo di questo ? Lo scopo di questo è che vengano individuate le strategie di governo degli eventi sportivi idonee a permettere agli spettatori degli incontri di calcio – ma anche di tutti gli altri sport – e ai cittadini di vivere serenamente l'evento sportivo.
  Io, come dichiarazione di voto su questo ordine del giorno, partirei anche da una mia esperienza personale. Io ho notato, per quel breve periodo da cui sono qui, ma da quando seguo la politica, che in Italia, quando non si vuole risolvere un problema, non se ne parla e il problema sparisce. Quando un problema è particolarmente sensibile, è particolarmente scottante, per un po’ di tempo del problema non si parla. E, guarda caso, non dicendo più niente, le cose si sistemano. Dopodiché tutti i nodi vengono al pettine e le cose scoppiano in mano e quindi si corre prontamente – con un decreto-legge, con un provvedimento di urgenza – in modo che il Governo debba in qualche modo esibire il suo fare, debba esibire che le cose vengono fatte.
  Ma, a questo punto, tanto è banale il detto «prevenire è meglio che curare», tanto quanto sembra che sia davvero un detto efficace. Allora tanto è successo per altre cose, come è successo anche in questo caso con la violenza negli stadi. Infatti negli ultimi tempi, in seguito agli Pag. 32ultimi scontri durante la finale di Coppa Italia, si è tornati a discutere del problema della sicurezza degli stadi italiani e delle tifoserie organizzate. È questo il tema di questo ordine del giorno.
  Allora, siccome il MoVimento 5 Stelle, prima della protesta, ha delle proposte, abbiamo, in modo molto semplice, come hanno già fatto dei miei colleghi, fatto «copia-incolla», cercato quantomeno di fare «copia-incolla» di quello che hanno già fatto altri nostri vicini d'oltralpe (mi riferisco a quello che hanno fatto la Germania, l'Inghilterra, l'Austria) e vi dimostrerò come noi siamo bravi a fare «copia-incolla» delle cose che funzionano poco, oppure hanno fallito negli altri Stati, mentre le cose che invece hanno funzionato – non lo so, a questo punto sembra davvero una volontà – non vengono mai tenute in considerazione.
  Allora parto, per esperienza anche personale, dall'Inghilterra, dicendo che già a partire dagli anni Sessanta – la prendo un po’ larga – in Inghilterra esistevano frange organizzate di tifosi molto violenti (conosciamo tutti i cosiddetti hooligans).
  Nel corso degli anni, e dopo molti incidenti, il problema guadagnò rilevanza nazionale. Ecco, qui hanno copiato loro da noi: dopo anni di vicende, il problema ha avuto rilevanza nazionale. Ma andiamo avanti.
  Nel 1989 il Governo di Margaret Thatcher approvò il Football Spectators Act: una legge che prevedeva che cosa ? Una sorta di schedatura nazionale dei tifosi, che per assistere ad una partita avrebbero dovuto possedere obbligatoriamente una specie di tessera del tifoso. Chiaramente, non so se vi ricorda qualcosa, ma anche noi in Italia abbiamo fatto una cosa simile. Detto fatto, la misura si rivelò controproducente, perché troppo macchinosa, come segnalò tra le altre cose il famoso rapporto del giudice Peter Taylor sulla strage di Hillsborough, nella quale morirono 96 tifosi del Liverpool.
  Vado avanti con quello che ha fatto l'Inghilterra. L'Inghilterra, per quanto riguarda la responsabilità di ciò che avviene sulle tribune durante la partita, in un documento governativo in qualche modo diede la responsabilità al proprietario oppure al locatario degli stabili di gestire la sicurezza. Questo non vuol dire che noi dobbiamo per forza fare «copia e incolla», però prendere degli spunti. È ovvio che quando noi però prendiamo dei delinquenti e cerchiamo in qualche modo di fargli pagare per ciò che hanno commesso, la prima risposta che magari questo delinquente può dire: ma come, tanti delinquenti stanno in Parlamento, perché proprio a me ? Allora forse effettivamente, più che cercare di continuare a produrre leggi, i politici per primi dovrebbero dare il buon esempio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fantinati n. 9/2616-A/97, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco, Fantinati, Berlinghieri, Mauri, Pilozzi, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  443   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  343).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario; il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/2616-A/98, accettato dal Governo, purché riformulato.

Pag. 33

  MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, vorrei spiegare il mio ordine del giorno, chiaramente.
  Questo ordine del giorno ha l'obiettivo di impegnare il Governo ad adeguare gli stadi italiani alla normativa internazionale di settore, tra cui la raccomandazione del Consiglio d'Europa n. 2/99 e la normativa UEFA. Si prevede ad esempio una graduale e progressiva eliminazione di tutti i separatori e recinzioni interne, consentendo la separazione del pubblico dal terreno di gioco attraverso l'utilizzo di strumenti che non creino particolari disagi.
  Altre misure: predisporre le strutture sportive per soli posti a sedere numerati, con sistemi televisivi a circuito chiuso; un adeguato sistema di ticketing; e soprattutto affidando la sicurezza interna al promotore dell'evento sportivo per una individualizzazione e responsabilizzazione della figura del responsabile sicurezza.
  Ricordo che le partite di calcio costano allo Stato circa 25 milioni di euro l'anno sul bilancio del Viminale, secondo i calcoli della Polizia. L'ordine pubblico fuori dagli impianti continua ad essere di competenza delle forze dell'ordine in maniera esosa e costosa: circa 6 mila uomini ogni weekend.
  L'unità UEFA ha pubblicato una varietà di buone pratiche per stadi e sicurezza, a partire da come ospitare tornei UEFA sicuri (Guida UEFA Euro 2004), continuando con l'organizzazione della sicurezza alle finali UEFA (Guida multimedia 2008, La guida UEFA e CAFÈ «Accesso per tutti», 2011), e svariati altri argomenti.
  Secondo le ultime rilevazioni dell'Eurispes (gennaio 2014), la maggior parte degli intervistati – 60,7 per cento – ritiene lo stadio un posto pericoloso, dove è meglio non portare i bambini: troppo grande il rischio di scontri tra tifoserie. Un altro 18,6 per cento non sa o preferisce non rispondere. Nel nostro Paese, contrariamente a quanto avviene nel resto d'Europa, dove le leggi applicate hanno dato ottimi risultati, siamo ben lontani da una cultura sportiva, o meglio ancora calcistica, che vede nell'incontro tra squadre allo stadio un momento di divertimento e di spettacolo.
  In Italia prevalgono piuttosto la paura e l'insicurezza su ciò che può avvenire prima, durante e dopo la gara. Non a caso, in Inghilterra, come in Germania e in Spagna, come in Francia si vive il calcio in maniera diversa, più sicura e allo stesso tempo anche più spettacolare. L'Italia invece non si è ancora adeguata agli standard di sicurezza e di eccellenza che hanno segnato positivamente l'evoluzione del calcio a livello europeo.
  Dobbiamo affrontare questioni annose e irrisolte come la presenza di stadi fatiscenti e di una normativa carente non sempre applicata. Proprio in questa direzione, il Governo dovrebbe farsi carico, di concerto con FIGC e CONI, della questione calcio e sport in generale e tentare di regolamentare secondo criteri europei l'intero settore.
  Ma entriamo nel dettaglio dell'ordine del giorno. Facciamo delle premesse, dicendo che il Governo è intervenuto con il presente decreto-legge ad adottare norme in materia di rimedi di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.
  Il comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame inasprisce le pene previste e punite dall'articolo 1 della legge 13 dicembre 1989, n. 401. Con riferimento alle previsioni dall'articolo 4, comma 3, lettera a) numero 2, circa gli interventi per l'adeguamento degli impianti sportivi di capienza superiore a 7.500 spettatori necessari alla loro riqualificazione, nonché alla segmentazione dei settori e all'abbattimento delle barriere anche in via sperimentale, in attuazione degli obblighi imposti dai competenti organismi calcistici, anche internazionali, si prevede che il comune debba rilasciare entro 48 ore dalla richiesta da parte della società utilizzatrice i titoli abitativi necessari per l'adeguamento dell'impianto e convocare una conferenza di servizi.Pag. 34
  Impegniamo il Governo ad adeguare gli stadi italiani alla normativa internazionale di settore. Chiediamo di recepire questa raccomandazione del Consiglio d'Europa.
  Del Consiglio d'Europa fa parte anche Greco, gruppo di Stati contro la corruzione, il cui Presidente Costa nel 2010 ha bocciato il disegno di legge intercettazioni voluto dal Governo Berlusconi, dichiarando che la nuova legge avrebbe creato gravi difficoltà nella lotta alle mafie. Sempre quel Greco ha bocciato il «lodo Alfano», dichiarando che il tipo di immunità offerta dal «lodo Alfano» avrebbe potuto essere vista solo come un ostacolo per le indagini, i processi e la condanna di reati concernenti la corruzione e questo ostacolo avrebbe teso a erodere la fiducia che i cittadini hanno nell'integrità del Governo violando il principio di eguaglianza di fronte alla legge. Quello stesso Greco che nel 2012, nel report sullo stato della corruzione in Italia, ha dichiarato che il controllo delle autorità pubbliche nel finanziamento ai partiti è frammentato e solo formale e che ha spronato i partiti politici a sviluppare sistemi di controllo interni e di sottoporre i loro controlli a revisione contabile indipendente. Chiedo, se è possibile, che il Governo ci ricordi la riformulazione.

  PRESIDENTE. Viceministro, può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/2616-A/98 ?

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Sì, signor Presidente. Il dispositivo è riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo ad adottare ogni utile iniziativa per adeguare gli stadi italiani (...)» e così via.

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/2616-A/98 accettato dal Governo, purché riformulato.

  MARIA EDERA SPADONI. Visto che mi sembra effettivamente più limitante rispetto al contenuto dell'ordine del giorno, credo che, a questo punto, la riformulazione non può essere accettata e insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Spadoni n. 9/2616-A/98, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Gutgeld, Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  456   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 127    
    Hanno votato
no  329).    

  NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, anche alla luce di come si sta sviluppando il dibattito su questo decreto, per chiedere alla Presidenza una cortesia. In questo momento siamo su questo decreto, all'interno del quale si parla anche di immigrazione e, in modo particolare, abbiamo più volte detto che non è il «decreto stadi» ma è il «decreto immigrazione». Ebbene, noi chiediamo ufficialmente, anche alla luce, Presidente, delle notizie che sono uscite ieri in merito all'operazione Triton, che il Ministro Alfano si assuma la responsabilità e in questo momento venga in Aula a riferire in merito all'operazione Mare Nostrum, visto che ieri è stato bocciato un ordine del giorno della Lega con cui si chiede la sospensione di Mare Nostrum, dando seguito alle parole del Ministro Alfano.
  Soprattutto chiediamo un'altra cosa al Ministro Alfano, alla luce del fatto che ieri dall'Europa è filtrata la notizia che dal 1oPag. 35novembre partirà l'operazione Triton e che l'operazione Triton non sostituirà Mare Nostrum, che continuerà ad essere in vigore. Ma soprattutto è filtrata la notizia che, anche qualora questa missione partisse, l'accoglienza sarà ancora esclusivamente a carico del nostro Paese, sconfessando le dichiarazioni che ha fatto sino ad oggi il Ministro Alfano. Dunque, noi chiediamo che per un atto di responsabilità Alfano venga in Aula e si assuma la propria responsabilità rispetto a quello che sta accadendo. Se il Ministro Alfano verrà in Aula e si sottoporrà a un dibattito su questo tema, che lo tocca personalmente, che tocca il Governo e che tocca un tema di primario interesse, è evidente che la Lega, che ha tutti i suoi parlamentari iscritti in sede di dichiarazione di voto, assumerà un atteggiamento diverso rispetto all'ostruzionismo.
  A noi interessa discutere di Mare Nostrum, a noi interessa discutere di immigrazione, a noi interessa che il Ministro Alfano, che è il principale responsabile politico di questa operazione, venga in Aula e si assuma le sue responsabilità di fronte al Paese e di fronte all'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Onorevole Molteni, noi siamo in fase di votazione degli ordini del giorno. Assumo la sua come una richiesta che può prescindere dall'atto che noi stiamo esaminando, perché è una richiesta di fatto di informativa su un tema che solo parzialmente ha a che fare con il provvedimento che noi stiamo esaminando. Comunque, la Presidenza registra questa sua richiesta.
  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Mantero n. 9/2616-A/99.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deve cambiare il parere, Viceministro ? Scusi, non avevo inteso. Prego, Viceministro, ne ha facoltà.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Presidente, il parere reso su questo ordine del giorno era invito al ritiro o contrario, dal momento che questa formulazione sarebbe stata assorbita dalla riscrittura dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/2616-A/98.
  Dal momento che l'ordine del giorno Spadoni n. 9/2616-A/98 è stato respinto, perché la riformulazione non è stata accettata, modifico il parere sull'ordine del giorno Mantero n. 9/2616-A/99, trasformandolo in parere positivo.

  PRESIDENTE. Dunque, c’è un parere favorevole sull'ordine del giorno Mantero n. 9/2616-A/99.

  MATTEO MANTERO. Presidente, chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Se chiede di parlare poi poniamo in votazione il suo ordine del giorno n. 9/2616-A/99. Altrimenti non deve fare dichiarazioni di voto, perché l'ordine del giorno è stato accolto dal Governo.

  MATTEO MANTERO. Presidente...

  PRESIDENTE. Vuole porlo in votazione ? Prego, non la sento perché dai banchi della Presidenza alla sua postazione...le dicevo solo che se faceva la dichiarazione di voto poi siamo costretti a votarlo.

  MATTEO MANTERO. Presidente, volevo coinvolgere l'intera Aula in questo importante ordine del giorno il cui obiettivo è semplicemente quello di garantire ed aumentare la sicurezza degli stabilimenti sportivi italiani per portarla allo stesso livello di quella degli altri Paesi europei, come stabilito dalla raccomandazione del Consiglio d'Europa n. 2 del 1999, sezione C.
  A tale proposito, per raggiungere questo scopo chiediamo di sviluppare, sia a livello centrale sia a livello locale, una stretta attività di cooperazione e di coordinazione tra le forze di Polizia e gli enti Pag. 36interessati ai vari aspetti organizzativi e alla gestione degli incontri di calcio, quindi dalle dirigenze delle società sportive ai gruppi di tifoserie organizzate e alle autorità comunali. Inoltre, chiediamo anche di ridefinire le caratteristiche strutturali e di sicurezza di esercizio degli impianti sportivi, attraverso l'ampliamento del concetto di sicurezza degli impianti stessi.
  Purtroppo le strategie di contrasto alla violenza negli stadi adottate in questi ultimi anni non hanno determinato alcun regresso del fenomeno, che, anche nella stagione appena conclusa, ha destato allarme nell'opinione pubblica e preoccupazione tra gli addetti ai lavori. L'articolo 4 del decreto-legge al quale si fa riferimento inserisce nella legge n. 401 del 1989, articolo 7-bis, la previsione secondo la quale il Ministro dell'interno possa con decreto, in caso di gravi episodi di violenza commessi in occasione di partite di calcio, disporre la chiusura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgono partite considerate a rischio violenza e vietare la vendita dei biglietti di accesso allo stadio ai tifosi che risultino residenti nelle province delle squadre ospiti.
  Altresì, al comma 3, lettera a), dell'articolo 4, estende la disciplina semplificata, già prevista per il rilascio delle autorizzazioni necessarie per l'adeguamento delle misure di sicurezza degli impianti sportivi di capienza superiore ai 7.500 spettatori, per gli interventi di adeguamento necessari alla riqualificazione degli stadi, alla segmentazione dei settori, all'abbattimento delle barriere in attuazione degli obblighi imposti dai competenti organi calcistici anche internazionali. In particolare, e per tale scopo, il numero 2 della lettera a) del comma 3 introduce un nuovo comma, il 5-ter, all'articolo 1-quater del decreto-legge n. 28 del 2003, ai sensi del quale viene estesa la procedura delineata dal precedente comma 5-bis.
  Ai sensi di tale disposizione l'amministrazione competente al rilascio dell'autorizzazione entro quarantotto ore dalla richiesta deve rilasciare i titoli abilitativi necessari per l'adeguamento dell'impianto ovvero convocare entro lo stesso termine una apposita conferenza di servizi che deciderà nelle successive ventiquattro ore.
  Sta di fatto che in assenza di tale decisione l'istanza viene considerata accolta in automatico. Anche in questo caso restano comunque confermate le competenze della commissione tecnica prevista dall'articolo 80 del testo unico per le leggi di pubblica sicurezza, ovvero tale normativa stabilisce che l'autorità di pubblica sicurezza non può concedere la licenza per l'apertura di un teatro o di un luogo di pubblico spettacolo, quindi anche di uno stadio, prima di aver fatto verificare da una commissione tecnica la solidità e la sicurezza dell'edificio e l'esistenza di uscite pienamente adatte a sgomberarlo prontamente in caso di incendio. Le spese di ispezione ovviamente sono a carico di chi chiede la licenza. Quindi alla luce dei fatti fino a qui riportati e grazie anche al parere favorevole del Governo, chiedo all'Aula di votare convintamente e unitamente questo fondamentale ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mantero n. 9/2616-A/99, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Toninelli, Giulietti, Causi, Piccione, Morani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  444   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 378    
    Hanno votato
no   66).    

  Onorevole Cristian Iannuzzi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/100, su cui il Governo ha espresso parere favorevole ?

Pag. 37

  CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, l'articolo 4, concernente le ulteriori misure per contrastare i fenomeni di violenza in occasione di competizioni sportive, prevede norme che mirano a semplificare le procedure amministrative già esistenti, elevando gli standard di sicurezza degli impianti sportivi, inserendo nella legge n. 401 del 1989 l'articolo 7-bis. Quest'articolo affida al Ministro dell'interno la possibilità di disporre la chiusura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgono partite a rischio di violenza e di vietare la vendita dei biglietti di accesso allo stadio ai tifosi residenti nella provincia della squadra ospite.
  Accresce, inoltre, la possibilità dell'arresto in flagranza e prevede l'aumento della durata minima del Daspo per i recidivi, in caso di violazione dei regolamenti d'uso degli impianti. Lo stesso articolo, al comma 3, lettera a), numero 2, estende all'autorizzazione degli interventi di adeguamento necessari alla riqualificazione degli stadi, alla segmentazione dei settori e all'abbattimento delle barriere, in attuazione degli obblighi imposti dai competenti organi calcistici, anche internazionali, la disciplina semplificata già prevista per il rilascio dell'autorizzazione necessaria per l'adeguamento alle misure di sicurezza degli impianti sportivi di capienza superiore a 7.500 spettatori.
  Secondo l'indagine svolta dalla Link Campus University attraverso il proprio laboratorio di ricerca socioeconomica, che ha elaborato i nuovi dati dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive del Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale, nelle ultime otto stagioni delle Leghe Calcio professionistiche (A, B e Lega Pro) il calo degli incontri con feriti è stato del 60,1 per cento, con una diminuzione dei contusi sia tra le forze dell'ordine (meno 85 per cento) che tra i civili (meno 63,5 per cento). Dopo otto anni positivi, però, secondo la stessa indagine, nella stagione calcistica 2013-2014 si è assistito ad un incremento del numero di incontri con feriti, che passano dai 43 della stagione 2012-2013 ai 59 casi dell'ultima stagione.
  Perciò, riteniamo di chiedere al Governo di tenere alta la guardia sulla violenza negli stadi, utilizzando tutti i mezzi e le conoscenze a nostra disposizione. È necessaria, a nostro parere, una forte cooperazione tra società sportive e istituzioni, affinché siano innalzati adeguatamente gli standard di sicurezza. Con l'approvazione di questo ordine del giorno, la Camera impegna il Governo ad incentivare, con ogni provvedimento idoneo, la collaborazione tra soggetti istituzionali e quelli sportivi e privati nelle sedi collegiali al fine di pianificare e conseguire un innalzamento degli standard di sicurezza degli impianti sportivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, voglio spiegare perché voterò contro questo ordine del giorno. Infatti, l'intervento precedente del collega Mantero, per il cui ordine del giorno, tra l'altro, ho votato favorevolmente, pensavo fosse stato una distrazione, nel senso che vi era un parere favorevole del Governo.
  Invece, quello che sta accadendo è la rappresentazione di come questo Parlamento non dovrebbe lavorare, perché far perdere tempo ai parlamentari, che hanno già a disposizione l'ordine del giorno, che ci viene un'altra volta letto, è strumentale (Applausi del deputato Piepoli) e non guarda all'obiettivo, che è quello, invece, di fare o no accogliere al Governo gli ordini del giorno che ognuno di noi propone. Allora, se dobbiamo continuare così, già dico subito, non per il contenuto, ma per la forma – proprio per questo dilatare i tempi di lavoro, con aggravio di spese, perché noi costiamo mentre lavoriamo – che voterò contro questo ordine del giorno.

Pag. 38

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa ?

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ho capito che è un richiamo al Regolamento, ma a proposito di che ?

  CARLO SIBILIA. Sull'articolo 88, perché, quando si va a fare una dichiarazione di voto, generalmente, non si deve entrare... Lei spesso ci ha richiamato, in questa seduta, sostanzialmente, perché, a suo insindacabile giudizio, non entravamo nel merito della questione. A me non sembra che la dichiarazione di voto del deputato che è intervenuto in precedenza sia nel merito dell'ordine del giorno, ma, semplicemente, egli ha fatto una dichiarazione su come noi ci stiamo comportando, su come il gruppo del MoVimento 5 Stelle si sta comportando, e questo, a mio parere, a parere del MoVimento 5 Stelle, è scorretto.

  PRESIDENTE. Grazie.

  CARLO SIBILIA. Però, volevo aggiungere anche un'altra cosa: noi abbiamo delle facoltà, come gruppo, nei limiti di questo libro che disciplina il Regolamento di questa Camera, all'interno dei quali ci stiamo muovendo con rispetto assoluto per tutti.
  Se un nostro deputato ha intenzione, nonostante il parere favorevole da parte del Governo, di fare dichiarazioni di voto e di porlo in votazione, ha tutte le facoltà regolamentari. Quindi noi non accettiamo alcun rimprovero da parte di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Infatti, onorevole Sibilia, l'opinione del collega Francesco Saverio Romano è un'opinione e in quanto tale personale, però la Presidenza ha fatto fare la dichiarazione di voto all'onorevole Iannuzzi, così come prima all'onorevole Mantero, ancorché in presenza di un parere favorevole del Governo, motivo per il quale poniamo in votazione l'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2616-A/100.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Cristian Iannuzzi n. 9/2616-A/100, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Vita...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  467   
   Votanti  445   
   Astenuti  22   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 366    
    Hanno votato
no   79).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Frusone n. 9/2616-A/101, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, questo ordine del giorno è abbastanza in linea con quello precedente del mio collega Iannuzzi e, infatti si parla sempre di sicurezza negli stadi. Questi ordini del giorno, anche se qualcuno ci accusa, oppure denuncia questo utilizzo degli ordini del giorno come se fossero uno strumento per ostruire il lavoro del Parlamento (altrimenti non si chiamerebbe ostruzionismo), in realtà sono ordini del giorno pensati che hanno una loro logica. Quindi, il mio collega prima ha parlato di sicurezza negli stadi e questo ordine del giorno va ad impegnare il Governo sempre su questo fronte. Ma io vorrei dire una cosa: questi ordini del giorno, lo sappiamo, come alcune volte alcuni membri del Governo hanno ribadito, non hanno una grande forza sul Governo, ma, di certo, non servono per bloccare il Parlamento, Pag. 39perché, parliamoci chiaro, votare diciotto volte la Consulta, perché non si ha una quadra sul nome di Violante, che non ha nemmeno i requisiti per ricoprire quel ruolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quello è far perdere tempo al Parlamento. E poi parliamoci chiaro: questo Parlamento non sta perdendo tempo ora, è da vent'anni che è bloccato con l'abuso della decretazione d'urgenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); non si ha una proposta di legge di iniziativa parlamentare ormai da tantissimo tempo, ne avremmo fatte tre o quattro da un anno e mezzo. Il Parlamento non è bloccato per gli ordini del giorno del MoVimento 5 Stelle, sono venti anni che è bloccato: ci verrebbe un decreto – questo servirebbe – «sblocca Parlamento» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e non «uccidi Italia», perché noi ci siamo trovati in questa situazione assurda dove i parlamentari devono fare l'Esecutivo, trovare le coperture, vedere dove trovare i soldi e il Governo, invece, fa le leggi. Abbiamo rivoltato la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Quindi capisco l'onorevole Romano quando dice che forse perdiamo tempo, ma se ne è perso tantissimo. Dunque, invito tutti a ritornare nei propri ruoli: il Parlamento faccia le leggi, il Governo faccia l'Esecutivo e, probabilmente, questo Paese ripartirà, perché siamo noi quelli che dovrebbero dare l'indirizzo, attraverso proposte di legge, a questo Paese e non subire semplicemente, schiacciando dei pulsanti quello che ci dice il Governo, perché è quello che stiamo facendo. Il parlamentare oggi è relegato ad un ruolo di «schiaccia pulsanti» e nessuno mi può contraddire su questa cosa, ed è quello che denunciamo dal primo giorno che siamo entrati qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Arrivo all'ordine del giorno, Presidente, perché anche qui si vede ciò che sto dicendo.
  Come dicevo prima, quest'ordine del giorno parla di sicurezza negli stadi, parla di dispositivi di sicurezza. Come ha detto prima il mio collega Iannuzzi, ci sono stati dei passi in avanti ma, parliamoci chiaro, anche su questo discorso della sicurezza negli stadi e dei nuovi stadi, si vede che c’è veramente una mano lunga del Governo, che va ad aiutare i soliti imprenditori, che vogliono speculare anche nel mondo del calcio e anche nella costruzione dei nuovi stadi, negli stadi di proprietà e via dicendo, con l'ennesimo consumo del suolo, contro il quale noi ci battiamo ogni giorno. Infatti, questo Paese ormai è uno stivale di cemento. Una volta era lo stivale italiano, oggi è uno stivale di cemento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Vediamo come il Governo, e non solo questo, ma tutti i Governi degli ultimi vent'anni, hanno aiutato questa cementificazione selvaggia. Quindi, anche in questo caso, si vede come il Parlamento è stato reso uno spettatore silenzioso della cementificazione indiscriminata che vi è stata in questo Paese, proprio perché noi non abbiamo voce.
  Quindi, ripeto, questi strumenti, questi ordini del giorno che noi utilizziamo, possono anche sembrare ostruzionistici, mentre, in realtà, rappresentano, in un certo senso, quello che può dare libertà e movimento a questo Parlamento ed a questo Paese. Infatti, chi blocca oggi il Paese è il Governo, non certo il MoVimento 5 Stelle all'interno del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frusone n. 9/2616-A/101, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lodolini... ci sono altri che non riescono a votare ? Giammanco sta votando... non vedo altre mani alzate...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 40
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  465   
   Votanti  449   
   Astenuti  16   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  353).    

  (Il deputato Capodicasa e la deputata Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno D'Incà n. 9/2616-A/102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Incà.

  FEDERICO D'INCÀ. Signor Presidente, tenere un intervento dopo il collega Luca Fusone è sicuramente impegnativo per quello che ha detto e perché, solo per le parole finali, che mi hanno colpito particolarmente, sullo stivale di cemento, deve porre in riflessione quest'intero Parlamento, anche sopratutto per i nuovi decreti che verranno posti in essere e che imposteranno, forse, una grande speculazione sul territorio, che tutti noi dovremmo renderci conto deve essere profondamente combattuta.
  Quello che voglio porre all'attenzione oggi è appunto il mio ordine del giorno, che sicuramente è un ordine del giorno semplice, che forse non avrà quella valenza di un cambiamento epocale di questo Paese. Di fatto, è una riflessione che deve essere posta, perché il ruolo del parlamentare è riuscire a porre delle problematiche reali e riuscire a portare in quest'Aula quello che il collega prima aveva identificato forse come una perdita di tempo, ma che è il nostro lavoro e che è il lavoro appunto parlamentare.
  Voglio leggere intanto un «processo» che è sicuramente interessante su questo decreto. Il decreto in esame ha disposto l'inasprimento delle sanzioni del divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive per chi reiteira violazioni dei regolamenti degli impianti, prevedendo altresì che possa essere applicato anche nei confronti dei soggetti che risultano condannati o denunciati, non solo per i reati da stadio, ma anche per tutti i delitti contro l'ordine pubblico, nonché per i delitti di comune pericolo mediante violenza (devastazione e saccheggio)... Infine, vengono rivisti i termini di durata del Daspo, stabilendo che il provvedimento debba avere una durata da un minimo di cinque ad un massimo di otto anni per quei soggetti che sono già stati precedentemente sanzionati con il Daspo.
  In linea di principio, possiamo anche concordare con l'inasprimento delle sanzioni per i recidivi, ma il problema è che il provvedimento Daspo, nel dettato uscito fuori da questo decreto, rischia di dare spazio ad un'impropria discrezionalità da parte dei questori. Il provvedimento, infatti, può essere disposto sulla base di non meglio precisati elementi di fatto. Per questo, avevamo chiesto con un emendamento che questi elementi di fatto fossero provati da immagini o filmati, atti a riconoscere inequivocabilmente i soggetti destinatari del Daspo, come persone effettivamente responsabili di condotte penalmente rilevanti.
  Con la richiesta di fiducia, avete evitato che il decreto potesse accogliere delle modifiche migliorative. Per questo vi invitiamo almeno ad accogliere suggerimenti che vengono dai nostri ordini del giorno, che quindi hanno una certa valenza. Ciò che, infatti, ci lascia estremamente perplessi, fra le nuove previsioni di inasprimento del Daspo, è quella secondo la quale, nei confronti dei recidivi, debba essere applicata sempre anche la disposizione di presentarsi presso il comando di polizia, uno o più volte, negli orari indicati nelle giornate in cui vige il divieto di accesso allo stadio, una sorta, per così dire, di libertà vigilata applicata in automatico.
  Riteniamo eccessivamente gravosa l'applicazione di questa prescrizione non tanto per il recidivo, ma soprattutto per l'amministrazione pubblica e per i tribunali. Le disposizioni precedenti prevedevano Pag. 41una più saggia valutazione caso per caso che funzionava. Perché modificare questo punto ?
  Quello, infatti, che la maggior parte delle persone non ha chiaro è che il provvedimento di questa sorta di libertà vigilata, disposto dal questore, cessa di avere effetto se non è successivamente convalidato dal tribunale. Ciò significa che, a partire dal provvedimento del questore, scatta immediatamente un procedimento che investe i tribunali con un passaggio che coinvolge pubblici ministeri e giudici. Prima di arrivare a queste disposizioni automatiche che investono i tribunali, era necessario, a nostro avviso, tentare altre strade, magari coinvolgendo maggiormente le tante persone che vanno allo stadio semplicemente per divertirsi.
  Sono tanti i Paesi che, pur prendendo particolari provvedimenti contro la violenza negli stadi, sono andati in questa direzione con riguardo anche alle garanzie costituzionali in materia di libertà individuale. Penso, ad esempio, all'Olanda, che ha dato inizio a un peculiare esperimento. È stata, infatti, creata una banca dati con le impronte digitali volontariamente impresse dai tifosi all'ingresso dello stadio, con la possibilità di vietare l'accesso a coloro che offrano un rifiuto o, comunque, di distinguere i potenziali virtuosi dai potenziali violenti.
  A mio avviso, è questo tipo di approccio che dovevamo seguire, ossia quello che permette alla comunità stessa di distinguere e isolare i soggetti pericolosi. E da qui nasce anche l'impegno, un impegno ancora oltremodo importante, ad individuare, anche con interventi normativi, gli strumenti che mirino in primo luogo a tutelare l'incolumità degli spettatori pacifici – ripeto pacifici: si parlava di spettatori pacifici, anche se il Governo giustamente ha il cellulare in mano –, permettendo di evitare che la forza pubblica intervenga in mezzo alla folla per assicurare l'individuazione dei responsabili di azioni violente o di reati.
  Mi sembra un ordine del giorno sensato, che possa essere accettato. Io credo che forse la parola del Governo potrebbe essere interessante a questo punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2616-A/102, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Piepoli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  446   
   Votanti  429   
   Astenuti  17   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  321).    

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Pellegrino ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2616-A/103 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, sono sorpreso del parere contrario del Governo su questo ordine del giorno per un motivo molto semplice(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché qui si chiede l'esclusione del Patto di stabilità rispetto alle risorse per i flussi migratori e quant'altro. Quindi, mi sarei aspettato almeno che ci fosse la proposta di una riformulazione in riferimento a questo. Infatti, i comuni già hanno tantissime difficoltà, peraltro con risorse proprie devono provvedere anche alla situazione relativa ai centri di accoglienza, Pag. 42almeno che siano esclusi dal Patto di stabilità... Mi sarei aspettato, ad onor del vero, da parte del Governo che valutasse l'opportunità rispetto alla situazione della finanza pubblica. Ma un parere contrario secco nei confronti di queste spese, che, a mio modo di vedere, vanno escluse dal Patto di stabilità, veramente è un'esagerazione. Per questo motivo, preannuncio il voto a favore a questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, solo per informazione di tutti, la motivazione che ha dato il Viceministro è legata all'accoglimento dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2 che tratta la stessa materia e che, quindi, ha fatto ritenere il Governo di dover poi considerare riassorbiti tutti gli altri ordini del giorno che sono su materia analoga, avendo appunto accolto l'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2 con riformulazione. Questo era solo per ricordare la motivazione, poi comunque ovviamente la sua dichiarazione di voto è assolutamente lecita.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, intervengo solo ai fini procedurali. Mi sembra quanto mai strano che il Governo consideri questo ordine del giorno riassorbito da quello Oliverio n. 9/2616-A/2 precedentemente votato. Infatti, in qualche modo, deve essere eventualmente dichiarato riassorbito dagli uffici della Camera, dalla Presidenza, ma non che il Governo lo intenda riassorbito e, quindi, il voto è contrario. Secondo me, dovrebbe essere questa la prassi, ma magari mi sbaglio perché sono solo due anni che sono qui.

  PRESIDENTE. Lei, dal punto di vista tecnico, ha ragione, ovviamente. Il Governo ha ritenuto di esprimersi in questi termini e io non posso che riportarlo.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, solo per amore di verità. Riguardo a questo discorso dell'accoglimento dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2, come ha indicato prima il collega Palese, la richiesta che noi facevamo è in relazione ai comuni che, attraverso le loro attività, escono dal Patto di stabilità. L'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2 fa riferimento a questa fattispecie, però con il piccolo particolare che si riferisce unicamente alle città calabresi citate.

  PRESIDENTE. È stato riformulato, onorevole Abrignani, mi scusi. È stato riformulato togliendo il riferimento alle città calabresi. Questo è accaduto ieri, quindi è nel resoconto stenografico in distribuzione oggi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2616-A/103, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Pannarale, Pastorelli, Terzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 152    
    Hanno votato
no  284).    

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Mannino n. 9/2616-A/104 formulato dal Governo.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, l'ordine del giorno che mi accingo ad illustrare riguarda l'articolo 7 del decreto-legge Pag. 43n. 119 del 2014. Questo articolo introduce misure compensative a beneficio dei comuni siciliani che, in questi mesi, hanno dato accoglienza ai migranti che hanno cercato di raggiungere l'Italia e, più in generale, hanno cercato di raggiungere l'Europa nell'unico modo che l'Italia e l'Europa stesse lasciano loro per raggiungerle, cioè con imbarcazioni di fortuna. Ma questi viaggi della speranza, che dovremmo imparare a definire più viaggi della disperazione, conducono in Italia persone in stato di indigenza e bisognose di assistenza materiale, di cure sanitarie e molto spesso di un aiuto e di un supporto psicologico, visto che non hanno abbandonato solo il loro Paese, ma anche le loro famiglie e i loro cari e i loro punti di riferimento oserei dire. E a trovarsi in questa situazione non sono soltanto gli adulti che hanno lasciato il loro Paese, ma soprattutto, spesso, vi sono nelle imbarcazioni dei bambini non accompagnati. È evidente a tutti che accogliere un minore non accompagnato dalla famiglia è, per il Paese che lo accoglie, un impegno gravoso e delicato. Ma c’è di più: l'Italia e le persone che per prime accolgono questi minori non hanno soltanto l'obbligo di riservare il trattamento umanitario, le cure mediche e il supporto medicale che queste persone richiedono, ma chi accoglie e presta le prime cure a questi minori ha l'obbligo di confrontarsi con ciò che la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia sancisce, imponendo che questo venga fatto.
  Riconoscere i diritti sanciti dalla Convenzione ONU, i diritti dell'infanzia e dei minori non accompagnati che arrivano nel nostro Paese significa, prima di tutto, riconoscere loro questi diritti che, nella generalità dei casi, finora sono stati negati e far sì che queste persone divengano realmente titolari di questi diritti vuol dire riconoscerli in generale a tutti i minori che non hanno compiuto 18 anni, senza fare alcuna distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del fanciullo e dei suoi genitori o rappresentanti legali. Ciò significa che, poiché molti minori non accompagnati arrivano nel nostro Paese, gli Stati devono concedere loro adeguata assistenza e protezione affinché la loro identità sia ristabilita il più rapidamente possibile.
  Come sempre accade, rendere concretamente godibile questo diritto non è un'operazione a costo zero e, dunque, non è attraverso operazioni a costo zero, come l'articolo 7 e la relazione tecnica del decreto-legge stesso sostengono, che si può credibilmente dare una risposta a questo diritto. Costa ore di lavoro, attività straordinarie delle quali quelle amministrazioni che spesso faticano ad onorare gli impegni ordinari si fanno carico direttamente, conseguono i ritmi e i tempi serrati che fronteggiano un'emergenza di questo tipo, ma il rispetto della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia non è affare degli amministratori e dei cittadini dei comuni che svolgono questo lavoro. L'ONU esige questo diritto dai Paesi e, quindi, dal Paese Italia. L'ONU vigila sull'Italia e, per queste ragioni, offriamo al Governo la possibilità di confermare questo impegno dandone una prova concreta. Con questo ordine del giorno chiediamo infatti, al Governo che riconosca la particolarità e la specialità delle attività che i comuni svolgono nei confronti dei minori non accompagnati che arrivano nel nostro Paese, impegnandosi ad escludere dai vincoli del Patto di stabilità non solo le spese sostenute per fronteggiare l'emergenza connessa alle pressioni migratorie, ma quelle che i comuni ogni giorno e dopo ogni sbarco conducono affinché i diritti dell'infanzia vengano concretamente riconosciuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, per le medesime motivazioni dell'ordine del giorno precedente e anche rispetto all'ordine del giorno a seguire, Forza Italia voterà a favore perché è un'ingiustizia che i comuni anche per le Convenzioni internazionali Pag. 44sul diritto di tutela dei minori debbano sostenere obbligatoriamente le spese necessarie per l'accoglienza e per l'assistenza dei minori e che poi queste spese non debbano essere – almeno questo – escluse dal Patto di stabilità interno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mannino n. 9/2616-A/104, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati... Greco... Fusilli... Dell'Aringa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 158    
    Hanno votato
no  291).    

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2616-A/105, non accettato dal Governo.

  DANIELE DEL GROSSO. Signora Presidente, prima di illustrare questo ordine del giorno vorrei tranquillizzare un attimo il collega Romano che prima, in fase finale del suo intervento, ha detto che non lasciamo al Governo il tempo necessario per recepire gli emendamenti. Vorrei ricordare all'onorevole Romano che gli emendamenti stanno facendo compagnia alla carta igienica nel bagno, perché su questo decreto-legge è stata posta la questione di fiducia, giusto per correttezza e per non fare disinformazione.
  Dopodiché, tornando al decreto-legge, ci troviamo di fronte di nuovo ad un decreto che contiene due temi che non c'entrano nulla l'uno con l'altro. Infatti, da un lato, si parla di sicurezza negli stadi e, dall'altra parte, si parla di immigrazione. Adesso, io non riesco a trovare assolutamente un collegamento tra i due temi e mi chiedo se l'unico collegamento che, forse, questo Governo con Renzi ha trovato è che ci sono troppi calciatori stranieri nelle squadre italiane.
  Forse questo è il collegamento che ha trovato oggi Renzi, perché, altrimenti, un decreto-legge del genere non ha alcun senso.
  Altra cosa è che, in realtà, il Ministro Alfano, che, tra l'altro, è il promotore di questo decreto-legge, è la stessa persona che l'anno scorso ha creato un caos sul caso Shalabayeva: come ricorderete, si tratta di un rapimento in tutta regola, tanto che, oggi, Alma Shalabayeva si trova a chiedere un risarcimento danni allo Stato italiano grazie ad Alfano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, noi, tra poco, pagheremo i danni che sta creando Alfano. Io mi rivolgo al PD: ecco chi fa i decreti per voi, queste persone. E fa bene Alfano se viene qui in Aula a riferire su quello che sta combinando, perché sono più i danni che non le cose buone che questo Ministero sta facendo.
  Comunque sia, questo decreto-legge, nello specifico, presenta una grossa follia, la definirei io. Perché ? Perché allarga il Daspo ad una serie di persone che non c'entrano nulla con le attività sportive. Infatti, i prossimi destinatari del Daspo saranno le persone che oggi manifestano per il TAP e per il TAV: saranno loro a scontare la pena del Daspo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo oggi sta facendo il Ministero dell'interno, non sta facendo nient'altro. E io mi vergogno, mi vergogno anche di chiamare sinistra il PD, che si toglie un diritto di manifestare. È qualcosa di vergognoso ed è stato tolto da Alfano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Pag. 45Democratico). Siete vergognosi ! Questo è quello che accade oggi su questo decreto, è allucinante.
  È ovvio che noi siamo contro la violenza negli stadi, vogliamo più sicurezza, vogliamo che le famiglie tornino sulle tribune degli stadi, ma non è di certo così che si ottiene questo risultato: infatti, bisognava andare a lavorare meglio sull'articolo 9, che è stato fatto dall'ex Ministro Maroni nel 2007; bisognava andare a rivedere tutta la struttura di quella legge, di quella normativa. Così non risolviamo assolutamente nulla.
  Io ho seguito i lavori della Commissione giustizia e della Commissione affari costituzionali, che hanno lavorato in sede congiunta, e ho presentato – mi sono permesso di presentare – tre emendamenti: su uno in particolare di questi emendamenti, il più importante, il Governo, il relatore per la maggioranza ha detto anche di essere d'accordo, ma, poi, quando si arriva al voto su un emendamento sul quale la stessa maggioranza è d'accordo, che fanno ? Lo bocciano. Ed era semplicemente un emendamento per coprire una falla che si è creata all'interno di questo decreto. Infatti, vi faccio un esempio semplicissimo: se oggi un ragazzo che va allo stadio commette un reato, questo viene punito subito con il Daspo dal questore e, magari, riceve, mettiamo caso, un anno di Daspo. Che cosa accade ? Dopo qualche anno, la stessa persona verrà giudicata da un giudice e il giudice può dare un altro anno di Daspo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DANIELE DEL GROSSO. Ma quella persona, nel frattempo, è già rientrata allo stadio, perché non è più ritenuta pericolosa da parte delle forze dell'ordine, da parte della questura. Quindi, che senso ha mettere una sopra l'altra queste due responsabilità ? Non ha alcun tipo di senso. Questo emendamento serviva proprio a correggere questa falla giuridica che Alfano ha creato all'interno di questo decreto-legge e che, magari, nemmeno si è accorto di aver commesso come errore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questo abbiamo fatto noi: abbiamo fatto degli emendamenti di merito, che sono stati bocciati nonostante la maggioranza abbia dichiarato di andare nella stessa direzione. Abbiamo seguito tutti i lavori di Commissione e quello che è venuto fuori, alla fine, è che ci siamo dovuti ridurre a presentare degli ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DANIELE DEL GROSSO. Oggi ci presentiamo qui con un ordine del giorno che è molto simile a quello che è stato discusso pochi fa, tant’è che, anche qui, si chiede di trattare gli immigrati e i minori...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Del Grosso, ha esaurito il suo tempo.

  DANIELE DEL GROSSO. Va bene, avrò dieci minuti in fase di dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2616-A/105, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina. Ci siamo ? I colleghi sono ai loro posti ? Carfagna, Lattuca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  435   
   Votanti  432   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 150    
    Hanno votato
no  282).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).Pag. 46
  Passiamo all'ordine del giorno De Rosa n. 9/2616-A/106.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, il provvedimento in esame introduce disposizioni urgenti per diversi settori, per il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, per fronteggiare gli afflussi massicci, per il riconoscimento della protezione internazionale, per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno. Con esse, specificatamente, intendo l'assegnazione di risorse per il rinnovo dei mezzi per la Polizia di Stato ed i vigili del fuoco, per gli strumenti e le attrezzature necessarie per la sola Polizia di Stato e, ex novo, la sperimentazione della pistola Taser, introdotta nel corso dell'esame in sede referente.
  L'articolo 8 dispone misure per l'ammodernamento di mezzi, attrezzature e strutture della Polizia di Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. È necessario dotare il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e il Corpo forestale dello Stato di mezzi sempre più idonei a fronteggiare l'emergenza incendi boschivi nel nostro Paese. Quindi, chiediamo al Governo di porre in essere tutte le iniziative per dotare il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e il Corpo forestale dello Stato di mezzi antincendio moderni, anche dotandoli di droni telecomandati per il monitoraggio per l'attività investigativa post incendio.
  Mi permetto di dire che nei vari decreti che abbiamo affrontato fino adesso noi abbiamo sentito sempre echeggiare la parola: semplificazione. Vi ricordo che la semplificazione, senza il controllo a posteriori e senza la prevenzione, non ha alcun senso. Vuol dire solamente anarchia, vuol dire lasciare libero il mercato agli speculatori o a chi dell'ambiente vuole fare solo saccheggio. Allora, se noi continuiamo a semplificare, come vogliamo fare ad esempio nell'edilizia, e quindi a dare norme in deroga, dare appalti in deroga e non mettiamo poi dei fondi e non diamo poi la forza agli enti che devono controllare di farlo, noi stiamo solamente prendendoci in giro, stiamo prendendo in giro gli italiani e stiamo cercando di dare in pasto questo Paese agli speculatori e ai vostri amichetti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2616-A/106, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cani, Tartaglione, Amendola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti  1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  312).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario)

  Passiamo all'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2616-A/107.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, con questo ordine del giorno chiediamo che vengano fornite attrezzature moderne al Corpo dei Vigili del fuoco e al Corpo forestale dello Stato, dotandoli anche di droni telecomandati per monitorare le zone a rischio idrogeologico elevato e molto elevato. In pratica, si tratta di dotare anche questi servizi civili di attrezzature moderne che vengono, appunto, prese dal comparto militare. Nel comparto militare non c’è mai stato problema a spendere anche denari importanti per questo tipo di attività di volo senza pilota, per attività di pilotaggio automatico. Abbiamo recentemente votato in Aula una mozione che cercava di ridimensionare il Pag. 47programma F-35, si collega a questo tema perché pare proprio che il programma F-35 comprenda anche uno sviluppo di applicazioni per far volare grandi aerei militari senza il pilota. Però è inutile pensare che il mondo si basi sulla guerra, sulla violenza e sugli sprechi, queste applicazioni devono essere in dotazione dei supporti civili, contro gli incendi, contro il rischio idrogeologico. Anche perché, per il programma F-35, con 10 miliardi di euro impiegati a livello militare, gli occupati sono non più di 700 per miliardo di euro investito.
  Invece, i droni utilizzati a livello civile arrivano ad oltre 10 mila impiegati, 10 mila posti di lavoro. Quindi, la pace dà lavoro, la guerra lo toglie, oltre a dare chiaramente morti e sprechi. Per cui, quest'ordine del giorno è assolutamente di buon senso. Negli Stati Uniti hanno stimato che l'utilizzo dei droni in campo civile potrà portare fino a 100 mila posti di lavoro da qui al 2025. Il drone può essere utilizzato anche per portare la corrispondenza nella città, ma in questo ambito parliamo di monitoraggio di frane e monitoraggio di vegetazione, per capire appunto quanto suolo è stato consumato dai decreti del Ministro Lupi o quant'altro. Per cui, davvero, pensare a questa cosa dovrebbe essere ovvio e non ci dovrebbe nemmeno essere bisogno di un ordine del giorno e mi stupisce che il Governo si sia espresso in senso contrario. In Italia è già stato applicato questo metodo nel paese di Pontassieve, dove si è fatto monitoraggio di zone a particolare rischio idrogeologico con ottimi risultati. Si possono utilizzare i droni per valutare l'erosione delle coste, gli effetti e gli impatti di interventi antropici o l'evoluzione di questi fenomeni. Siamo una nazione con 500 mila frane all'anno su 700 mila frane a livello europeo, per cui è impossibile non aver un sistema di monitoraggio efficiente, per poi chiaramente predisporre interventi. Tutto il contrario, appunto, rispetto a quello che prevede il decreto «sfascia Italia», che il Governo vuol portare in Aula e che stiamo discutendo in Commissione; un decreto davvero vergognoso, che tenderà a portare i risparmi degli italiani nelle tasche di poche lobby, dei pochi grandi imprenditori che stanno appunto sfasciando il Paese, compresi gli effetti idrogeologici del consumo di suolo, delle grandi autostrade, delle grandi opere inutili e azzardate che invece non servono a niente, che non sono state condivise e non sono assegnate con trasparenza. Per cui, chiedo al Governo di ripensare il proprio parere su questo ordine del giorno, che è semplicemente un ordine del giorno aggiornato al 2014 e non alle grandi opere di quarant'anni fa previste nel decreto «sblocca Italia» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2616-A/107, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Parrini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  437   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 127    
    Hanno votato
no  310).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2616-A/108, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Presidente, la ringrazio. Io avrei qualcosa da dire. Quest'ordine del giorno impegna il Governo a porre in essere tutte le iniziative per dotare il Corpo forestale dello Stato di strumenti e tecnologie atte a potenziare la Pag. 48sua capacità di contrasto all'abusivismo edilizio, con particolare riguardo all'attività di polizia idraulico forestale. Come sapete, possiamo introdurre questa previsione con un ordine del giorno perché il decreto-legge in esame ha disposto l'inasprimento delle sanzioni del divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive per chi reitera violazione dei regolamenti degli impianti, prevedendo altresì che possa essere applicato anche nei confronti dei soggetti che risultano condannati o denunciati non solo per i reati da stadio ma anche per tutti i delitti contro l'ordine pubblico, nonché per i delitti di comune pericolo mediante violenza, devastazione, saccheggio.
  Infine, vengono rivisti i termini di durata del Daspo, stabilendo che il provvedimento debba avere una durata da un minimo di cinque ad un massimo di otto anni per quei soggetti che sono già stati precedentemente sanzionati con il Daspo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  In linea di principio possiamo anche concordare con l'inasprimento delle sanzioni per i recidivi, ma il problema è che il provvedimento Daspo, nel dettato uscito fuori da questo decreto, rischia di dare spazio ad un'impropria discrezionalità da parte dei questori. Il provvedimento, infatti, non può essere disposto sulla base di non meglio precisati «elementi di fatto». Per questo avevamo chiesto, con un emendamento, che questi elementi di fatto fossero provati da immagini o filmati atti a riconoscere inequivocabilmente i soggetti destinatari del Daspo come persone effettivamente responsabili di condotte penalmente rilevanti. Con la richiesta di fiducia avete evitato che il decreto potesse accogliere delle modifiche migliorative. Per questo vi invitiamo, almeno, ad accogliere i suggerimenti che vengono dai nostri ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ciò che infatti ci lascia estremamente perplessi, nelle nuove previsioni di inasprimento del Daspo, è quella secondo la quale nei confronti dei recidivi debba essere applicata sempre anche la disposizione di presentarsi presso il comando di polizia, uno o più volte negli orari indicati, nelle giornate in cui vige il divieto di accesso allo stadio. Una sorta, diciamo così, di libertà vigilata applicata in automatico. Riteniamo eccessivamente gravosa l'applicazione di questa prescrizione, non tanto per il recidivo, ma soprattutto per l'amministrazione pubblica e per il tribunale.
  Le disposizioni precedenti prevedevano una più saggia valutazione caso per caso, che funzionava. Perché modificare questo punto ? Quello infatti che alla maggior parte delle persone non è chiaro è che il provvedimento di questa sorta di libertà vigilata disposto dal questore cessa di avere effetto, se non è successivamente convalidato dai tribunali. Ciò significa che, a partire dal provvedimento del questore, scatta immediatamente un procedimento che investe i tribunali, con un passaggio che coinvolge pubblici ministeri e giudici.
  Prima di arrivare a queste disposizioni automatiche che investono i tribunali, era necessario, a nostro avviso, tentare altre strade, magari coinvolgendo maggiormente le tante persone che vanno allo stadio semplicemente per divertirsi. Sono tanti i Paesi che, pur prendendo particolari provvedimenti contro la violenza negli stadi, sono andati in questa direzione, con riguardo anche alle garanzie costituzionali in materia di libertà individuale. Penso ad esempio all'Olanda, che ha dato inizio ad un peculiare esperimento: infatti è stata creata una banca dati con le impronte digitali volontariamente impresse dai tifosi all'ingresso dello stadio, con la possibilità di vietare l'accesso a coloro che offrono rifiuto o comunque di distinguere i potenziali virtuosi dai potenziali violenti. A mio avviso è questo il tipo di approccio che dovevamo seguire, ossia quello di permettere alla comunità stessa di distinguere ed isolare soggetti pericolosi.
  Tornando all'ordine del giorno, il provvedimento in esame introduce disposizioni urgenti per diversi settori. L'articolo 8 dispone misure per l'ammodernamento di mezzi, attrezzature e strutture della polizia di Stato e del corpo nazionale dei vigili Pag. 49del fuoco. È necessario dotare anche il corpo forestale dello Stato di mezzi sempre più idonei a fronteggiare il fenomeno dell'abusivismo edilizio nel nostro Paese ed è per questo che abbiamo presentato questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2616-A/108, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Bossa ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  429   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 308    
    Hanno votato
no  121).    

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/2616-A/109, su cui c’è un parere contrario del Governo.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, con questo decreto-legge si interviene a modificare diversi istituti e strumenti previsti dalla vigente normativa per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di violenza in occasione delle manifestazioni sportive.
  Su questo decreto-legge i tre punti focali che più mi hanno colpito riguardano l'introduzione del taser, la compartecipazione delle società sportive alle spese riguardanti la sicurezza, e in particolar modo – e quindi è il core del mio ordine del giorno – i nuovi poteri attribuiti al Ministro dell'interno. Posso portare qui una mia esperienza personale, che è di stamattina, è di oggi: noi, in merito alle funzioni del Ministero dell'interno, non crediamo sia possibile gravare ancora di più il Ministro dell'interno con nuovi, chiamiamoli, poteri, perché ben 12 giorni fa in provincia di Messina, a Milazzo, una raffineria prese fuoco: presero fuoco 600 mila litri di virgin-nafta. Noi stamattina – quindi dopo dieci giorni – siamo riusciti ad ottenere un tavolo tecnico con il Ministro Alfano: ma questo probabilmente non per inefficienza del Ministero, bensì perché giustamente il Ministero è già gravato di numerose competenze; quindi continuare a gravare il Ministero dell'interno con nuove competenze potrà solo ed esclusivamente ritardare e rendere poco efficiente il sistema di sicurezza nazionale.
  Inoltre, le prescrizioni disposte dal decreto-legge in esame prevedono l'attribuzione di poteri al Ministro dell'interno quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, che quindi assumerebbe un ruolo effettivo e non di alta direzione e di coordinamento in materia di sicurezza pubblica. Attenzione, perché tutto ciò potrebbe causare una sussunzione di incarichi amministrativi che invece spetterebbero al capo della Polizia ed ai prefetti, attribuendosi così all'autorità politica – e in quest'Aula accade troppo spesso – funzioni e attribuzioni gestionali di ordine pubblico.
  Vorrei ricordare – per analogia possiamo tranquillamente discuterne – che un ruolo autentico di spartiacque di questa materia è stato svolto da una legge del 1990, dell'8 giugno 1990, la n. 142, che riguardava gli enti locali, e che ha riconosciuto il ruolo della dirigenza locale attribuendole competenze chiare con rilevanza esterna, ed ha cristallizzato con funzione anticipatrice, Presidente, il principio di separazione delle funzioni. Lo scopo qual era ? Naturalmente era quello di risolvere i problemi della cosiddetta politica indotta, cioè le interferenze nella gestione concreta della cosa pubblica attuate dagli organi politici, spesso, Presidente, Pag. 50privi della necessaria competenza tecnica ! Noi stiamo dando dei superpoteri a chi probabilmente non ha neanche la competenza per poter affrontare concretamente gli avvenimenti.
  Il principio in esame trovò generale riconoscimento nel decreto legislativo del 3 febbraio 1993, n. 29, con il quale la distinzione delle funzioni è stata affermata in modo molto netto, realizzando quel superamento del principio gerarchico nei rapporti tra organi politici e dirigenza, che la riforma del 1972 non era riuscita ad attuare, ed adeguando la normativa al principio di imparzialità della pubblica amministrazione sancito dall'articolo 97, comma 1, della nostra Costituzione, che tutti dovremmo conoscere. E quindi è noto tuttavia che permanevano nella prima fase anomalie del sistema, rappresentate per esempio dal potere di avocazione, ovviamente, ministeriale, superato con una modifica apportata da un altro decreto legislativo, del 1998. Facciamo decreti legislativi per andare in un senso, e arriviamo con un decreto-legge urgente, di cui non si vede l'urgenza, e cambiamo tutta una normativa di vent'anni !
  La completa distinzione, però, delle funzioni è stata realizzata nel 2001, con l'approvazione del decreto legislativo del 30 marzo, n. 165. Con questo decreto, caro Presidente, è stato sostituito al residuale potere di sostituzione diretta del Ministro in caso di inerzia del dirigente, il più coerente intervento di nomina di un commissario ad acta; e anche qui avremmo qualcosa da ridire, su queste modalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Villarosa, ha concluso il suo tempo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/2616-A/109, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Tidei, Palma...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  428   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  304).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Di Battista n. 9/2616-A/110.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, questo decreto si prefigge di garantire una maggiore tutela in occasione delle manifestazioni sportive che, sempre più spesso, qui in Italia si dimostrano luogo e occasione per la reiterazione di determinati comportamenti illeciti.
  L'urgenza è dovuta al fatto che oggettivamente in questo Paese si assiste ad una commistione, ad una mescolanza, ad un'unione piuttosto preoccupante tra il mondo del calcio e il mondo della politica. Spesso, i politici si scandalizzano del comportamento degli ultras, ma mi domando se anche gli ultras si possano scandalizzare dei comportamenti della politica, in quanto, Presidente, forse è più vergognoso che un condannato riscriva la Costituzione, che un capo ultras sia il rappresentante della sicurezza all'interno di uno stadio e queste sono delle domande che la politica si deve porre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ancora di più, perché il calcio entra, entra anche in questa Aula e in questo palazzo, la «casa di vetro» per la Presidente Boldrini e ci domandiamo, per esempio, per quale motivo il presidente di una squadra di calcio, l'altro giorno, Lotito, girava tranquillamente per questo palazzo e possiamo anche chiedere alla Presidente e ai Vicepresidenti di interessarsi per valutare se il Pag. 51presidente Lotito avesse l'accredito, chi glielo ha dato e in quale ruolo è possibile che il presidente di una squadra di calcio privata giri in questo palazzo, quando la madre dei bambini di Anguillara, che magari ha un problema alla scuola dove crolla un pezzo di tetto, non ha accesso a questo Palazzo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), Presidente.
  Ma è difficile riuscire a far cambiare alcune cose, come anche far inasprire le pene relative ai danneggiamenti al di fuori dello stadio anche nei confronti di ambulanze, tema che è l'oggetto di questo ordine del giorno ? Perché è complesso in Italia far cambiare mentalità ? Perché appunto sembra che il calcio sia più importate di ogni altra cosa. Alcuni colleghi del PD, ma anche di Fratelli d'Italia, si sono immediatamente prodigati, in quanto scandalizzati dei rigori dati o non dati in una partita di calcio, ma non si scandalizzano se il relatore o l'autore della legge sul conflitto di interessi è un berlusconiano, uno di Forza Italia. È come, Presidente, se in Italia uno come Schettino tenesse una lectio magistralis all'università – ah, è successo – è come se il Ministro dell'interno Alfano non si rendesse conto che stanno per rapire una donna e una bambina nel nostro Paese – è successo – è come se lo Stato trattasse con la mafia... è successo anche questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Con questo ordine del giorno chiediamo al Governo di valutare la possibilità di aumentare le sanzioni nei confronti di quei tifosi che, anche al di fuori delle strutture calcistiche, danneggiano non soltanto vetture delle forze dell'ordine, ma anche ambulanze e spesso questo avviene dove avvengono gli incidenti, a due, tre, cinque chilometri di distanza dallo stadio.
  Il Governo non vuole far questo, sembra che abbia paura in un certo senso di sanzionare con maggiore gravità determinati reati ed in effetti capiamo anche il perché si ha questo timore, perché il calcio è lo specchio della nostra società, non è qualcosa di avulso da quello che succede nel nostro Paese, ne è proprio lo specchio, l'immagine.
  Noi chiediamo di sanzionare maggiormente alcuni reati, quali la corruzione e la concussione, e di istituire nuovi reati come l'autoriciclaggio. Questo Parlamento non lo fa e questo Parlamento automaticamente – ho concluso, Presidente – non inasprisce le sanzioni per reati pericolosi nei confronti di quei tifosi o pseudo-tali che, a distanza dalla stadio, arrecano dei danni permanenti a delle strutture sanitarie che possono salvare delle vite.
  Tutto il paradosso del nostro Paese vive nel gioco del calcio, che è un gioco certamente gradevole e importante, ma se tutti noi valutassimo quelle che sono le priorità del nostro Paese, le priorità da risolvere, staremmo tutti meglio, tifosi e non (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/2616-A/110, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Forza ! Tartaglione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  419   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  331).    

  (Le deputate Duranti e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario; i deputati Da Villa e Gianluca Pini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Della Valle n. 9/2616-A/111.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Valle. Ne ha facoltà.

Pag. 52

  IVAN DELLA VALLE. Presidente, intervengo nell'ambito di questa discussione perché sono preoccupato, preoccupato dai messaggi di violenza che ci arrivano dagli stadi. Tifosi senza limiti che si esibiscono con striscioni, magliette o altro e che arrivano nelle nostre case, ai nostri figli, tramite giornali e televisioni. Messaggi d'odio, spesso a sfondo razziale e fascista. Gli esempi non si contano. Ricordiamo la partita tra Livorno e Triestina, serie C1, del 24 febbraio 2002, dove viene esposto uno striscione che recita: «Tito ce lo ha insegnato, la foiba non è reato». Il riferimento è esplicito e riguarda il massacro di triestini e istriani, rinchiusi e uccisi nelle foibe dai comunisti di Tito. Sanzione per questo episodio ? 7.500 euro ! Chi ha pagato ? Non i veri autori, ma la società calcistica toscana.
  Altro celebre episodio riguarda la partita tra Livorno e Roma del 29 gennaio 2006. Le tribune dei romanisti sono ricche di simboli riconducibili all'ideologia fascista e viene esposto uno striscione: «Lazio Livorno stessa iniziale stesso forno». È in questa occasione che il presidente Sensi esclamò: «Fuori la politica dai campi». Intervento un po’ vano, perché se le cose sono cambiate lo hanno fatto in peggio. Non sono, infatti, mai mancate simbologie fasciste scritte su striscioni e magliette, con le frasi celebri: «Roma è fascista», «Boia chi molla», «Me ne frego», «Duce, Duce». Potrebbero almeno aggiornarsi in «Ducetto, ducetto, piduista, piduista»; sarebbero un po’ più attuali. Oggi abbiamo la legge n. 41 del 2007 che vieta qualsiasi messaggio o simbolo politico sugli striscioni. Come si è visto, le sanzioni sono decisamente poco efficaci.
  Per quanto riguarda la simbologia in generale, ci viene incontro una recente sentenza della Corte di cassazione, che condanna un tifoso di hockey per avere fatto uso di simboli di organizzazioni nazionaliste indossando, in occasione di un incontro sportivo di hockey, una maglietta con l'immagine di Benito Mussolini e riproducente scritte proprie dell'ideologia fascista. La sentenza fa riferimento alla «legge Mancino», la n. 205 del 25 giugno 1993, recante misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
  Ritengo personalmente che nonostante la legislazione vigente, nonostante i numerosi precedenti in giurisprudenza e negli eventi sportivi, le sanzioni siano inefficaci. Serve un serio impegno del Governo per evitare ogni tipo di messaggio violento, sia esso comunicato tramite striscioni, cori, colori sul volto o magliette.
  Concludo. Dati i numerosi precedenti consiglio al Governo di intervenire in maniera più seria, contrastando il preoccupante dilagare del pensiero fascista e degli atteggiamenti razzisti, elementi più che mai evidenti nelle manifestazioni sportive negli stadi, sempre che a questo Governo interessi contrastare il pensiero fascista (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Della Valle n. 9/2616-A/111, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Stefano, Dell'Aringa, Marroni, Matarrese, Borghi, Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  419   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  300).    

  (Il deputato Paglia la deputata Bossa e il deputato Gianluca Pini hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole. Le deputate Covello e Argentin e il deputato Capodicasa hanno segnalato di non essere riusciti a esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Ciprini n. 9/2616-A/112, non accettato dal Governo.

Pag. 53

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, il Governo ha dato parere contrario a questo ordine del giorno che riguarda lo sblocco del tetto salariale delle forze dell'ordine. Il Capo III reca «Disposizioni per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno». La funzionalità di detto Ministero non può in alcun modo prescindere dall'attribuzione di una giusta retribuzione finalizzata a compensare non solo l'inflazione, ma soprattutto a remunerare il lavoro svolto, ovvero ordine pubblico, servizi esterni, mobilità ultraregionale, servizi operativi su strada; turni per carenza d'organico, derivante dal blocco del turnover. Il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, ha introdotto alcune disposizioni che incidono sul trattamento economico anche del personale del comparto sicurezza e difesa, introducendo appunto il cosiddetto «tetto salariale», che è stato prorogato sino al 31 dicembre 2014.
  Il decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 2013 ha disposto che si dà luogo alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 per la sola parte normativa e senza possibilità di recupero per la parte economica.
  Tale disposizione produce un danno al comparto sicurezza e difesa di gran lunga maggiore rispetto al restante pubblico impiego, in quanto la retribuzione di questa categoria è modulata su ben diciotto parametri, con la previsione di meccanismi di adeguamento retributivo agganciati a progressioni automatiche di carriera. Al riguardo, si sottolinea che sono stati congelati i seguenti istituti: gli assegni di funzione, il trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio, compresa quella nella qualifica senza demerito, gli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, indennità operative non connesse a progressioni di carriera, le progressioni di carriera, le classi e gli scatti di stipendio, l'applicazione dei meccanismi di adeguamento retributivo. La scelta poi di colmare il gap economico con la previsione degli assegni una tantum non ha sanato il penalizzante effetto retributivo derivante dal blocco stipendiale, anzi è del tutto risibile, poiché ammonta al 46 per cento di ciò che sarebbe spettato in assenza di congelamento retributivo. Nell'anno 2013 i suddetti assegni una tantum hanno assicurato la copertura del solo 17 per cento di ciò che sarebbe spettato, senza considerare che tali emolumenti non sono utili né ai fini dell'indennità di buonuscita, né ai fini pensionistici. Quindi con questo ordine del giorno si voleva impegnare il Governo ad avviare nel 2015 una sessione negoziale presso l'ARAN, al fine di definire le procedure contrattuali e negoziali per il riconoscimento della parte economica delle progressioni di carriera comunque denominate ed i passaggi tra le aree disposte negli anni 2011, 2012, 2013 e 2014 del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.
  Quindi, il Ministro Alfano ha accusato le forze dell'ordine e di polizia di ricattare il Governo, invece a quanto pare è il Governo che sta ricattando le forze dell'ordine con stipendi gravemente lesivi della dignità personale, facendo impartire anche ordini imbarazzanti, come quelli di caricare i malati in carrozzina che manifestano davanti a Montecitorio, tanto poi è il poliziotto semplice che paga, che finisce nei guai e non certo i dirigenti che questi ordini imbarazzanti li hanno impartiti. Quindi, mi chiedevo per quale motivazione il Governo ha rigettato questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/2616-A/112, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brescia, Cera...Brandolin. Ribaudo, Pastorelli, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 54

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  300).    

  (Le deputate Argentin e Vezzali hanno segnalato di non essere riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Spessotto n. 9/2616-A/113, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, con questo ordine del giorno, a prima firma, il MoVimento 5 Stelle intende impegnare il Governo ad assicurare misure e iniziative idonee a prevenire, nell'ambito dello sport, qualsiasi forma di razzismo religioso, etnico o in qualsiasi altro modo si possa manifestare in occasione di incontri e manifestazioni sportive. Sappiamo, infatti, che lo sport è un fenomeno sociale ed economico di importanza crescente, che può contribuire in modo significativo agli obiettivi strategici di solidarietà e prosperità perseguiti da un Paese.
  L'ideale olimpico dello sviluppo dello sport per promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni è nato proprio in Europa, e lo sport rappresenta una fonte inesauribile di valori importanti, come lo spirito di gruppo, la solidarietà, la tolleranza e la correttezza, e contribuisce allo sviluppo e alla realizzazione personale. Lo sport è una sfera dell'attività umana che interessa tutti i cittadini; ha un potenziale enorme di riunire e raggiungere tutti, indipendentemente dall'età o dall'origine sociale. Oltre a migliorare la salute dei cittadini, lo sport ha anche una dimensione educativa importantissima e svolge un insostituibile ruolo sociale, culturale e ricreativo.
  In particolare, il ruolo sociale dello sport può anche rafforzare le relazioni esterne di un Paese. Anche lo sport, però, si trova ad affrontare le nuove minacce e le sfide emerse nella nostra società, come la pressione commerciale, lo sfruttamento dei giovani giocatori, il doping, il razzismo, la violenza, la corruzione e il riciclaggio del denaro. Come per il discorso relativo alla violenza, per combattere questo fenomeno, diffuso nel mondo del calcio, nella sua interezza, le sole misure repressive non servono, se non vengono affiancate da misure di carattere preventivo ed educativo.
  Grazie al suo ruolo nell'istruzione formale e non formale, lo sport rafforza il nostro capitale umano. I valori veicolati dallo sport aiutano a sviluppare la conoscenza, la motivazione, le qualifiche e la disponibilità a compiere sforzi personali. Il tempo trascorso praticando attività sportiva a scuola e all'università produce benefici sanitari ed educativi che occorre promuovere. Sulla base delle esperienze acquisite, questo Governo dovrebbe incoraggiare e sostenere lo sport e l'attività fisica attraverso iniziative nel campo dell'istruzione e della formazione, compreso lo sviluppo di competenze sociali e civiche, anche al fine di prevenire la violenza e il razzismo durante le manifestazioni sportive.
  La partecipazione ad una squadra, principi come la correttezza, l'osservanza delle regole del gioco, il rispetto degli altri, la solidarietà e la disciplina rafforzano la cittadinanza attiva, e lo stesso si può dire dell'organizzazione dello sport a livello amatoriale, che si basa su società senza fini di lucro e sul volontariato. Lo sport, inoltre, offre ai giovani possibilità interessanti di impegno e partecipazione alla società, e può aiutarli a rimanere lontani dal crimine. Si registrano, però, nuove tendenze nel modo in cui le persone, in particolare i giovani, praticano lo sport: lo si fa sempre più in modo individuale, piuttosto che collettivo, e in una struttura organizzata, con una conseguente diminuzione dei volontari attivi nelle società sportive amatoriali.
  Lo sport contribuisce in modo significativo alla coesione economica e sociale, e ad una società più integrata. Tutti i componenti della società dovrebbero avere Pag. 55accesso allo sport. Occorre, pertanto, tenere conto delle esigenze specifiche e della situazione dei gruppi meno rappresentati, nonché del ruolo particolare che lo sport può avere per i giovani, le persone con disabilità e quanti provengono da contesti sfavoriti.
  Lo sport può anche facilitare l'integrazione nella società dei migranti e delle persone di origine straniera e sostenere il dialogo interculturale. Lo sport promuove un senso comune di appartenenza e partecipazione, e può, quindi, essere anche un'importante strumento d'integrazione degli immigrati. Per questo è importante mettere a disposizione spazi per lo sport e sostenere le attività relative allo sport affinché immigrati e società di accoglienza possano interagire positivamente. È necessario sfruttare meglio il potenziale dello sport come uno strumento per l'inclusione sociale nelle politiche, nelle azioni e nei programmi del nostro Paese. Ciò vale anche per il contributo dello sport alla creazione dei posti di lavoro e alla crescita e alla ripresa economica, in particolare nelle zone svantaggiate. Le attività sportive senza scopo di lucro che contribuiscono alla coesione sociale e all'inserimento sociale delle categorie vulnerabili possono essere considerate servizi sociali d'interesse generale. Bisogna promuovere azioni politiche che sostengano e promuovano l'inclusione sociale attraverso lo sport e combattano la discriminazione in tale settore. Il ruolo dello sport va valorizzato anche per quanto riguarda l'inclusione sociale, l'integrazione e le pari opportunità. Rafforzare la prevenzione, la lotta contro il razzismo e la violenza, vuol dire contrastare la deriva violenta dello sport. La violenza in occasione delle manifestazioni sportive, in particolare sui campi di calcio, rimane un problema preoccupante e multiforme. Il fenomeno si è spostato dagli stadi al loro esterno, comprese le aree urbane e le forze dell'ordine...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Spessotto, ha esaurito il suo tempo.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, alle 13,50 è convocata la Commissione d'inchiesta Aldo Moro per le votazioni, credo che debba essere comunicate ai membri, quantomeno, la necessità di spostare almeno a dopo le 14 la convocazione ufficiale.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, lo abbiamo già segnalato al Servizio Commissioni, la convocazione sarà differita al termine dei lavori dell'Aula.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Spessotto n. 9/2616-A/113, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Grassi, Bossa, Carra, Martella, Pizzolante...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  388   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  292).    

  (Le deputate Argentin, Pellegrino e Covello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Lupo n. 9/2616-A/114, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, prima di decidere se accettare la riformulazione, vorrei vedere se il Governo, magari, è disposto a ritrattare questa riformulazione. Per questo volevo discutere l'ordine del giorno. Questo Governo, ancora Pag. 56una volta, prova ad arginare una problematica complessa con soluzioni semplicistiche e di alcuna efficacia. Come si può pensare di adottare soltanto azioni repressive, senza pianificare investimenti nella cultura e nell'informazione, che possano realmente risolvere i problemi ? Con questo ordine del giorno vorrei porre l'attenzione dell'Aula sulla totale assenza di questo Governo nei confronti del welfare. Questo provvedimento prevede Daspo, espulsioni e chiusure degli stadi. Esiste un'alternativa possibile alla repressione ? Noi pensiamo di sì, e la strada maestra è di certo rappresentata da investimenti mirati alla cultura, all'educazione e allo sport.
  Io ho avuto la fortuna di nascere in una bellissima città, Palermo, ricca di cultura e intrisa di storia, ma crescendo sono cresciute le mie esigenze e la mia voglia di fare sport e di vivere all'aria aperta. Ecco che allora la mia bella città si è trasformata in un inferno. Io e i miei concittadini ci siamo dovuti scontrare con un'amministrazione cittadina che è rimasta sorda dinanzi alle necessità reclamate da migliaia di sportivi.
  Vivo in una città in cui le piste ciclabili, ove ce ne fossero, terminerebbero le loro corse esattamente in corrispondenza di edicole poste sui marciapiedi, su cabine telefoniche ormai dismesse o su cassonetti per il conferimento dei rifiuti. Abbiamo la fortuna di possedere uno dei polmoni verdi cittadini più grandi d'Italia, la Favorita, assolutamente non fruibile dai cittadini, visto l'alto tasso di malavita e prostituzione presente e che due lingue di strada vedono sfrecciare auto a velocità inaudite.
  E accenno solo allo stato di incuria delle zone attrezzate. La piscina comunale di Palermo è tra le strutture più suggestive che esistono in Italia. È una piscina olimpionica, meravigliosa, esterna e interna. Suggestivo anche il fatto che esiste un solo bagnino per centinaia di utenti e che le condizioni igieniche risultano essere ben al di sotto degli standard minimi, per non parlare delle squadre di rugby o altri sport, definiti erroneamente minori soltanto perché attorno ad essi milioni di euro e di interessi, gestiti da associazioni di volontari che, benché provino grazie allo sport a sottrarre i ragazzi dalla strada (fondamentale per un territorio come il mio), non ricevono alcun sostegno dalle istituzioni.
  Vivo in una città circondata da acqua, una città in cui gli sport acquatici dovrebbero essere incentivati e le conseguenti potenzialità turistiche sfruttate. E invece nulla. La verità è che l'unico sport, peraltro magnifico, sul quale sembra che si posino tutti i riflettori è il calcio.
  Questo ordine del giorno nasce con l'intento di fare dono alle nuove generazioni (nuove generazioni !) del sogno di vivere in una città a misura d'uomo, con ampi spazi verdi, campi da gioco liberi e spazi attrezzati per vivere all'aria aperta. Lo so, è facile pensare che in momenti di crisi la soluzione migliore sia quella di effettuare tagli per fare quadrare i conti, ma non esiste azienda o Paese al mondo che abbia risolto così i problemi. Bisogna investire e farlo nella giusta direzione.
  Ecco perché con questo ordine del giorno vorremmo impegnare il Governo a prevedere nuove risorse in favore degli enti locali, risorse però vincolate ai giovani e in particolare a tutti coloro i quali si vogliono avvicinare allo sport. La modifica che lei mi propone è di andare «a valutare se...». È ovvio che un Governo possa valutare dove investire meglio il denaro, è ovvio. Ma un impegno, un impegno semplicemente al recupero sociale, per creare nuovi cittadini consapevoli del bene comune, è una richiesta legittima, una richiesta che non prevede cambiamenti.
  Chiediamo di trovare le risorse da investire nell'ambito della prossima legge di stabilità, perché pensiamo che lo sport per i giovani, anche come strumento di recupero, sia un pilastro fondamentale per questa società. Quindi, se dobbiamo stare ancora a dire che ci vogliono due paroline in più, io gliele accetto. Però riflettiamo bene quando utilizziamo i nostri soldi per creare un futuro migliore per queste generazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 57

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupo, ha esaurito il suo tempo. Mi sembra di capire che comunque non accetta la riformulazione e insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupo n. 9/2616-A/114, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fusilli, Piccolo... aspettiamo il collega Galperti... Brescia... di nuovo... Matteo Bragantini... ha degli amici lei... Galperti ha votato... Ci sono dei colleghi che forse hanno votato e si sono allontanati dal banco ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  392   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  296).    

  (I deputati Argentin, Bossi e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Se ci sono dei colleghi che hanno impropriamente... togliete le tessere... grazie.

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, solo in funzione della ripresa dei lavori e per decidere con il gruppo che tipo di organizzazione tenere, le chiedo se avevate ricevuto risposte rispetto alla richiesta dell'onorevole Molteni.

  PRESIDENTE. Non abbiamo ricevuto risposta alla richiesta. Come sapete, c’è la riunione della Conferenza dei capigruppo alle ore 15. Ribadirete – immagino e, comunque, noi abbiamo informato il Governo – la richiesta anche in quella sede.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, anche il gruppo di Forza Italia si associa alla richiesta relativa alla necessità della presenza del Ministro Alfano in Aula. Lo ribadiremo nella Conferenza dei capigruppo.

  PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Marzana n. 9/2616-A/115, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, colleghi, vi invito a riflettere bene sul mio ordine del giorno, in quanto la sua approvazione consentirebbe di migliorare, quanto meno «in differita», il provvedimento in questione, dato che l'apposizione della questione di fiducia non ci ha concesso di modificarlo e migliorarlo. Ma soprattutto questo ordine del giorno consente di riconoscere il ruolo del Parlamento come interlocutore del Governo nell'emanazione di provvedimenti legislativi delicati e che trattano una materia complessa come quelle in questione, quindi, quella delle manifestazioni sportive.
  Ma per comprendere questo ordine del giorno fino in fondo forse è necessario ricordare il contenuto del capo I del decreto-legge e, quindi, i primi quattro articoli. L'articolo 1 del decreto-legge inasprisce le pene previste in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive. L'articolo 2, invece, amplia le categorie dei potenziali destinatari del cosiddetto Daspo, che ricordo essere il provvedimento con cui il questore dispone il divieto di accesso ai luoghi nei quali si svolgono manifestazioni sportive e lo fa, tra l'altro, aumentando anche la durata del provvedimento di divieto in relazione a Pag. 58recidivi e a responsabili di episodi di violenza di gruppo. L'articolo 3 specifica i casi in cui è fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni calcistiche di vendere o di distribuire titoli di accesso. L'articolo 4 prevede che il Ministero dell'interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, possa disporre il divieto di apertura nel settore ospite degli stadi di calcio in relazione ad un pericolo di turbativa dell'ordine pubblico.
  Noi abbiamo tentato di modificare e di migliorare, in particolare, questo capo del provvedimento nelle apposite Commissioni. In particolare, all'articolo 2, in riferimento all'inasprimento delle sanzioni connesse al Daspo, avevamo proposto di limitare un'impropria discrezionalità da parte del questore nell'applicazione del provvedimento e di limitare, quindi, gli effetti di un'interpretazione eccessivamente discrezionale conseguente all'ampiezza della terminologia usata, che ricordo essere «elementi di fatto». Quindi, abbiamo proposto che tali «elementi di fatto» siano provati da immagini o filmati atti a riconoscere in maniera inequivocabile i soggetti destinatari del Daspo come persone effettivamente responsabili di condotte penalmente rilevanti.
  Abbiamo proposto altre modifiche all'articolo 4, in particolare, cioè la soppressione della disposizione che attribuisce al Ministero dell'interno, in quanto autorità nazionale di pubblica sicurezza, in caso di gravi episodi di violenza commessi in occasione di partite di calcio, di poter disporre con decreto la chiusura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgono partite considerate a rischio violenza, in relazione al pericolo di turbativa dell'ordine pubblico, e il divieto di vendita dei biglietti di accesso allo stadio ai tifosi che risultano residenti nella provincia della squadra ospite.
  Inoltre, avevamo proposto pure di rendere obbligatoria una misura che oggi è lasciata alla decisione dei questori, cioè l'illuminazione dell'area che va dalle cancellate dell'impianto all'ingresso vero e proprio allo stadio nella notte che precede la partita di calcio, proprio per evitare che qualcuno di notte entri nella zona successiva a quella dove si svolgono i controlli e magari nasconda delle armi, bastoni o altro materiale che poi può utilizzare una volta passate le perquisizioni.
  Colleghi, alle nostre proposte di modifica nelle Commissioni competenti, che erano tutte orientate all'accertamento delle responsabilità e alla prevenzione, vi siete opposti.
  Avete invece accettato che l'emergenza e la repressione continuassero a caratterizzare ampiamente questo decreto-legge. L'ordine del giorno all'esame – ed entro nel merito, Presidente – rappresenta a questo punto l'opportunità per il Governo e per i deputati di far perdere a questo provvedimento la caratteristica della contingenza e della propaganda per acquistare quella di un progetto ampio e a lungo termine. Infatti, impegna il Governo a prevedere, in sede di attuazione, con decreto del Ministero dell'interno, l'obbligo di riferire annualmente al Parlamento dell'attività svolta dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, al fine di rendere partecipe l'attività parlamentare del monitoraggio sul fenomeno delle violenze nelle competizioni sportive, dell'impatto delle modifiche legislative adottate e delle misure di contrasto da assumere. Il sottosegretario ha dato parere contrario...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Marzana, ha esaurito il tempo.

  MARIA MARZANA. A questo punto ci chiediamo – trenta secondi – come intende garantire l'efficacia delle norme contenute in questo decreto-legge se non ci si confronta in Parlamento sugli effetti e quando smetterete...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2616-A/115, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 59

  Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  375   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  279).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, a partire dalle ore 16, per il seguito della discussione del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge in materia di violenza negli stadi. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie e il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione.

(Iniziative per accelerare il processo di realizzazione delle riforme legislative attraverso una rapida emanazione dei decreti e dei regolamenti attuativi – n. 3-01071)

  PRESIDENTE. L'onorevole Bernardo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01071 concernente iniziative per accelerare il processo di realizzazione delle riforme legislative attraverso una rapida emanazione dei decreti e dei regolamenti attuativi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro Boschi. L'interrogazione nasce dalla volontà di comprendere dal Governo, rispetto ai provvedimenti già approvati nel corso dei mesi scorsi ed evidentemente per chi parla anche condivisi, di quale tempistica possiamo parlare rispetto ad un processo che, come noi sappiamo per le modalità in cui avviene l'approvazione dei provvedimenti legislativi, comporta nei passaggi successivi l'emanazione di regolamenti e decreti attuativi, vale a dire quali possano essere le scadenze temporali. Anche perché so che il Ministro Boschi e, allo stesso modo, anche il Governo è attento a dare delle risposte a quelle che sono le esigenze dei nostri connazionali. Quindi, a questo punto avere una scadenza temporale nelle prossime settimane sarebbe importante.

  PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionale e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, nel quesito posto viene rilevata una situazione di difficoltà rispetto all'attuazione normativa. Alla data del giuramento di questo Governo, il 22 febbraio scorso, i decreti attuativi ancora da adottare e, quindi, eredità dei precedenti Governi, erano 889, un dato sicuramente molto elevato.
  In questi primi sette mesi e mezzo di lavoro del nuovo Governo abbiamo cercato ovviamente di adottare il maggior numero possibile di decreti, cominciando da quelli prioritari per la crescita economica e sociale del nostro Paese. E devo dire che, nei primi sette mesi e mezzo, è stato svolto un lavoro che ha portato quasi al dimezzamento dell'arretrato con una percentuale Pag. 60di adozione del 47,6 per cento. Quindi, ad oggi, abbiamo ancora da adottare 235 decreti del Governo Monti e 231 del Governo Letta. Anche raffrontando il lavoro fatto dal Governo che ci ha preceduto nello stesso lasso di tempo, quindi nei primi sette mesi di attività, vediamo che la percentuale di adozione del Governo Renzi è del 42 per cento circa, a fronte del 28,6 del Governo Letta. Quindi, sicuramente è stato fatto un lavoro di grande incentivo all'adozione dei decreti. Ovviamente, non basta perché sappiamo che il numero dei decreti ancora da adottare è elevato. Per questo, l'impegno del Governo è stato rivolto anzitutto alla riorganizzazione dell'ufficio per l'attuazione del programma di Governo, al monitoraggio non soltanto in Consiglio dei ministri – perché in ogni Consiglio di ministri viene data comunicazione dei decreti ancora da adottare e, in modo particolare, di quelli di imminente scadenza – ma anche attraverso una comunicazione mese per mese a tutti i Ministeri. L'attività di monitoraggio è effettuata in perfetta trasparenza anche rispetto ai cittadini perché i dati sono continuamente aggiornati anche sul sito e quindi sono consultabili da parte di tutti. Oltre ovviamente ad un'attività di monitoraggio, si cerca di rendere più rapido il processo di adozione, favorendo tavoli di lavoro tra più Ministeri laddove siano necessari concerti e pareri per cercare di facilitare l'adozione e rimuovere i possibili ostacoli all'adozione. Anche nel disegno di legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione, che adesso è in discussione al Senato in I Commissione, è prevista la possibilità di semplificare il procedimento proprio dove sono previsti concerti e pareri tra più Ministeri in modo tale da rendere più rapida e più efficace l'azione del Governo anche in fase attuativa. È difficile ovviamente individuare un termine esatto entro il quale poter completare l'attuazione di tutti i decreti che ancora risultano mancanti anche perché sappiamo che il Governo in carica, nella produzione normativa, aumenta il numero dei decreti da attuare come sempre succede e come è fisiologico. Tuttavia, nei prossimi mesi contiamo di riuscire a proseguire in questo lavoro e a ridurre ulteriormente il numero dei decreti ancora da attuare.

  PRESIDENTE. L'onorevole Bernardo ha facoltà di replicare per due minuti.

  MAURIZIO BERNARDO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro Boschi. Devo dire che concordo sulle percentuali certamente più alte che questo Governo vanta rispetto a coloro che ci hanno preceduto. Quindi, anche sottolineare l'efficienza è condivisibile soprattutto per chi è al di fuori di quest'aula.
  Apprezzo anche il metodo di lavoro che è stato intrapreso in quel coordinamento con i vari Ministeri, sapendo che il lavoro è tanto e i provvedimenti che ci portano a dare risposte al Paese sono diversi. Dando delle proprietà – e credo che questa sia la strada che andrete e andremo a percorrere – io credo che raggiungeremo il risultato che vogliamo, che significa, quindi, dare risposte. Quindi, mi sento soddisfatto per quello che il Ministro Boschi ci ha detto quest'oggi.

(Problematiche riguardanti l'applicazione del «codice antimafia» con riferimento alla realizzazione della parte transfrontaliera della nuova linea ad alta velocità Torino-Lione – n. 3-01072)

  PRESIDENTE. L'onorevole Castelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Della Valle n. 3-01072, concernente problematiche riguardanti l'applicazione del «codice antimafia» con riferimento alla realizzazione della parte transfrontaliera della nuova linea ad alta velocità Torino-Lione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, qualche mese fa, il Governo ci rassicurava sull'applicazione della normativa antimafia sul TAV; noi, invece, sostenevamo che l'applicazione della legislazione francese Pag. 61non dava applicazione a questa norma. Vista l'acclarata relazione, ad oggi, tra mafia e appalti che riguardano il TAV, vogliamo sapere se è applicata la norma oppure no; se, quindi, come dicono Alfano e lo stesso Lupi, la normativa antimafia non si applica, oppure il Governo in maniera ufficiale ci vuole dare una risposta.

  PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il Ministro Lupi è impegnato per motivi istituzionali all'estero, quindi, provvederò a rispondere al quesito sulla base delle informazioni fornite dal Ministero competente.
  Per quanto riguarda l'opera nella tratta Torino-Lione trovano applicazione in territorio italiano, ovviamente, tutte le disposizioni nazionali concernenti la lotta alla criminalità organizzata, anche nei confronti del soggetto promotore francese.
  La realizzazione della nuova linea Torino-Lione rientra nell'ambito della Legge obiettivo, cioè fra quelle opere per le quali sono previste, infatti, specifiche disposizioni per la prevenzione e la repressione dei tentativi di infiltrazione mafiosa. Presso il Ministero dell'interno è stato peraltro istituito il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, nonché il Gruppo interforze tratta alta velocità, dedicato proprio a detta infrastruttura ferroviaria.
  Per quanto concerne il diritto applicabile alle procedure di aggiudicazione ed esecuzione dei contratti aventi ad oggetto l'esecuzione di lavori, servizi e forniture dell'opera principale, la situazione attuale può essere così riassunta: trova anzitutto applicazione una specifica normativa comunitaria in materia di procedure di appalti pubblici; al promotore, società di diritto francese, si applica il diritto pubblico francese e, secondo il principio di territorialità, trova applicazione anche la legge dello Stato sul cui territorio viene eseguita l'opera in merito all'adempimento delle procedure di autorizzazione, specialmente in materia di ambiente, urbanistica e assetto fondiario, nonché con riferimento alle condizioni di lavoro e di occupazione del personale.
  Per quanto riguarda il territorio francese, si segnala che, in occasione dei lavori della Conferenza intergovernativa Italia-Francia, la delegazione francese ha manifestato la propria disponibilità ad applicare la normativa antimafia italiana pure a fronte dell'inesistenza di una legislazione antimafia francese. Si aggiunge che, anche a seguito della ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e quello francese intervenuta nel 2014, subentrerà nella realizzazione della tratta Torino-Lione un nuovo promotore pubblico.
  In proposito, i due Governi hanno convenuto che l'intera opera, con attività sia in territorio italiano che in territorio francese, possa essere considerata complessivamente crime free alla luce della necessità di prevedere che la nostra normativa antimafia possa essere applicata alle opere che il nuovo soggetto promotore pubblico francese andrà a realizzare sia in Italia che in Francia. Al riguardo, sono in corso tutti gli approfondimenti necessari per individuare gli strumenti giuridici più idonei per conseguire questo obiettivo. Mi riferisco, ad esempio, sia alla fase preventiva antecedente la firma dei contratti che a quella successiva, prevedendo la possibilità di sanzionare infiltrazioni criminali anche dopo la stipula contrattuale e senza attendere pronunciamenti finali della magistratura francese.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Ricordo, peraltro, che quest'anno sono intervenute ulteriori direttive comunitarie che saranno comunque recepite nel nostro ordinamento prima che abbia completamento l'opera e prima che venga ad essere chiamato in causa anche il nuovo promotore francese e, quindi, Pag. 62troveranno applicazione anche con riguardo al nuovo soggetto.

  PRESIDENTE. L'onorevole Della Valle ha facoltà di replicare, per due minuti.

  IVAN DELLA VALLE. Signor Presidente, io capisco che probabilmente non avete neanche letto quello che vi abbiamo chiesto o che, comunque, non essendoci Lupi, non sa probabilmente di cosa stiamo parlando. La pregherei, invece – vista l'influenza che ha nel Governo e sul nostro Presidente e visto che spesso ci dicono che dobbiamo ormai rivolgerci solo ad un unico capo di questo Governo – di approfondire quello che c’è scritto in questo question time, perché non è come ci ha risposto.
  Il Ministro Lupi, e il Ministro Alfano stesso, interrogato in Commissione, ha ammesso le problematiche che ci sono nella tratta transfrontaliera perché il promotore è un promotore francese, e, in base all'articolo 5 della ratifica che abbiamo, purtroppo, votato – pur con i nostri mille emendamenti dove spiegavamo la situazione, pur dopo essere stati da Caselli e dopo che Caselli ha scritto al Ministro Lupi, ha scritto a questo Governo sollevando delle preoccupazioni perché non venivano applicate le leggi antimafia italiane nella tratta transfrontaliera con l'applicazione di quella ratifica – il Ministro Alfano ha ammesso, in Commissione che ad oggi è così, si applica la giurisdizione francese e, quindi, non ci sono le normative antimafia previste dalla normativa italiana.
  Non so se ha anche letto quelle che sono le innumerevoli infiltrazioni mafiose che ci sono ad oggi, in Val Susa, oppure se ha letto, cosa che il vostro Governo dovrebbe conoscere bene, quelle che sono, ad esempio, le accuse dell'azienda che sta lavorando a oggi, la CMC. Probabilmente il Ministro Poletti la conosce bene, invece di distruggere lo statuto dei lavoratori potrebbe preoccuparsi del suo conflitto di interessi con le cooperative rosse. Ricordo che la CMC, nell'ambito dell'indagine sul porto fantasma di Molfetta, ha visto nove dei suoi membri indagati per reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, abuso d'ufficio, reati contro la fede pubblica, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e diversi reati ambientali.

  PRESIDENTE. Onorevole Della Valle, concluda.

  IVAN DELLA VALLE. Aspettiamo sempre che la mafia abbia fatto il suo lavoro prima di intervenire o vogliamo fare, per una volta, un po’ di prevenzione ?

  PRESIDENTE. Ricordo che, nelle disponibilità, che di solito il Governo fornisce al Parlamento per la presenza dei Ministri, il Ministro Lupi non era contemplato in questa settimana, quindi, fisiologicamente risponde il Ministro Boschi che ringrazio, invece, per la disponibilità.

(Tempi per l'adozione del decreto interministeriale in materia di durata dei corsi delle scuole di specializzazione medica – n. 3-01073)

  PRESIDENTE. L'onorevole Palese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01073 concernente tempi per l'adozione del decreto interministeriale in materia di durata dei corsi delle scuole di specializzazione medica (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, signor Ministro, la necessità di questa interrogazione deriva dalla circostanza che l'attuale legge di stabilità dell'anno in corso prevedeva la riduzione di un anno dei corsi di specializzazione medica. Il tutto doveva essere recepito negli ordinamenti delle varie università a seguito di un decreto da emanare da parte del Governo entro il 31 marzo 2014, data disattesa. C’è stato poi il decreto-legge n. 90, convertito dalla legge n. 114 dell'11 agosto 2014, che ha stabilito una nuova data, il 31 dicembre Pag. 632014; c’è un ordine del giorno approvato all'unanimità con il parere favorevole anche da parte del Governo, e cioè il Governo si impegna a varare tale decreto; ad oggi non ne abbiamo notizia.
  Vorremmo capire, per evitare eventuali danni e ricorsi al TAR degli aventi diritto all'attuazione di questa norma, che potessero poi, di fatto, sancire quello che la legge stabilisce. Vorremmo capire dal Governo a che punto è il decreto.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, università e ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevole Palese, come lei ha puntualmente ricordato, il decreto interministeriale concernente la riduzione della durata delle scuole di specializzazione nonché il riordino dell'assetto didattico delle scuole stesse in medicina e chirurgia dovrà essere adottato, ai sensi del nuovo percorso legislativo indicato, entro il 31 dicembre del corrente anno. Questo sulla base di quanto previsto dai commi 3-bis e 3-ter dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 368 del 1999, così come modificato dal decreto Madia approvato da questo Parlamento lo scorso agosto.
  Tale decreto riguarda la durata delle scuole – e questo è il punto cruciale su cui il Governo si è impegnato in termini di riduzione dell'anno e di allineamento agli standard europei – ma riguarda, altresì, anche la riformulazione degli ordinamenti didattici che sono poi la parte significativa e centrale del progetto formativo di ogni specializzando.
  Quindi, obiettivo primario di tutta questa operazione in corso, di cui le do subito la scadenza puntuale delle varie tappe, è quello di garantire l'alta qualità della formazione specialistica, di mantenerla e rafforzarla e di consentire agli specializzandi di terminare il loro percorso formativo in linea con un contesto europeo ed internazionale nei sensi che sono stati anche da lei indicati. Questa operazione preliminare al decreto ha le seguenti fasi in corso: il Ministero ha convocato per il 15 ottobre, quindi la settimana prossima, il tavolo tecnico composto dal Consiglio universitario nazionale, Conferenza dei rettori delle università italiane e rappresentanti del consiglio studentesco nazionale, perché si possa predisporre, nell'arco di due settimane, il progetto complessivo – a cui si è già lavorato, ovviamente, nei suddetti organi in un concerto che va avanti da mesi – che, sentito poi il Ministero della salute, porti all'adozione dei provvedimenti entro i termini previsti del 31 dicembre. Più puntualmente, voglio indicarle che il Consiglio universitario nazionale approverà e comunque delibererà in merito nella seduta successiva al 31 ottobre, tempo interno che è stato dato al tavolo tecnico, e la successiva adozione da parte nostra del decreto interministeriale, di cui in oggetto, avverrà entro il 15 dicembre del corrente anno. Questo per darci una sicurezza di agenda che serve alle università, serve agli specializzandi e serve ovviamente a noi per avere garanzia che tutto proceda al meglio.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rocco Palese ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, esprimo soddisfazione per le scadenze e per l'iter che qui il Ministro ha illustrato. Mi auguro che vengano rispettate tutte e che il decreto venga emanato nei termini, perché ci sono degli aventi diritto, c’è molta attesa. Occorrono poi i tempi necessari per le singole università perché tutto sia poi recepito rispetto a questi criteri dell'ordinamento generale, soprattutto per la riduzione di un anno rispetto a quelli che sono i corsi di specializzazione per le professioni mediche; il tutto in un contesto di certezza, perché ci sono gli aventi diritto, che sono quelli iscritti per l'anno in corso al penultimo anno delle scuole di specializzazione, che hanno necessità che i tempi siano rispettati, perché altrimenti subiscono un danno grave perché una legge dello Stato non viene rispettata. Pag. 64Io mi auguro che si dia seguito formalmente nei tempi già qui annunciati da parte del Ministro.

(Intendimenti del Governo in merito all'impugnazione della legge regionale della Liguria n. 24 del 2014 in materia di attività venatoria, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione – n. 3-01074)

  PRESIDENTE. L'onorevole Arturo Scotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fratoianni n. 3-01074 concernente intendimenti del Governo in merito all'impugnazione della legge regionale della Liguria n. 24 del 2014 in materia di attività venatoria, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, Ministri, noi chiediamo al Governo se abbia intenzione di impugnare questa legge, che noi riteniamo molto grave, perché va in contrasto con l'articolo 117 della Costituzione, in materia di protezione della fauna omeoterma e di prelievo venatorio. Noi siamo convinti che ci siano tutte le condizioni per impugnarla, perché il calendario va costruito con atto amministrativo e non con legge. Chiediamo al Governo di rispondere su questo.

  PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Scotto, anche per la brevitas. La Ministra per gli affari regionali e le autonomie, Maria Carmela Lanzetta, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARIA CARMELA LANZETTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, al riguardo faccio presente che la norma regionale, inserendosi nella legge organica regionale in materia di protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio, prevede che, nel periodo in cui non ha efficacia il calendario venatorio, la caccia si svolga secondo principi ricavabili dalle disposizioni regionali e statali vigenti. Quindi, il calendario venatorio deve essere approvato annualmente per la stagione venatoria con un atto amministrativo. Tale previsione è finalizzata all'accertamento, volta per volta, delle condizioni ambientali, che possono consentire il prelievo venatorio senza arrecare danni agli equilibri ed alla coesistenza del patrimonio faunistico. La norma statale prevede, infatti, che ogni anno, proprio per questi motivi, venga acquisito un parere scientifico che viene individuato nell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l'ISPRA.
  La Corte costituzionale, con la sentenza n. 105 del 2012 ricordata dall'onorevole interrogante, ha ribadito la necessità che il calendario venatorio sia approvato con atto amministrativo proprio per consentire la valutazione delle condizioni di fatto necessarie, affermando altresì che esso non possa avere durata pluriennale. La legge regionale in argomento è stata pubblicata – n. 12 del 24 settembre 2014 – e l'istruttoria svolta dal Dipartimento per gli affari regionali ai fini di un'eventuale impugnazione della norma regionale, naturalmente sentendo i Ministri dell'ambiente, della giustizia, delle politiche agricole, interni ed economia, e l'impugnativa scadrebbe il prossimo 23 novembre 2014. Quindi, è entro tale data che il provvedimento sarà esaminato dal Consiglio dei ministri. Al momento l'istruttoria è appena stata avviata, le amministrazioni competenti non si sono ancora espresse al riguardo, comunque sono già pervenuti esposti da parte di associazioni ambientaliste che, come di consueto, formeranno per noi oggetto di un'attenta valutazione e considerazione da parte degli uffici.

  PRESIDENTE. L'onorevole Scotto ha facoltà di replicare.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, io credo molto nello strumento del question time. Nelle democrazie anglosassoni il question time è uno strumento cruciale per il Parlamento e nel rapporto tra l'Esecutivo e il potere legislativo, e lei sa benissimo che ogni settimana il Primo Pag. 65ministro è obbligato ad intervenire nel question time, dalle 12 alle 12,30, e le domande e i quesiti non vengono posti 24-48 ore prima, ma vengono posti immediatamente, just in time. Ora, invece noi dobbiamo assistere dall'inizio di questa legislatura – ad eccezione di Enrico Letta – ma da diversi anni alla latitanza totale del Primo Ministro rispetto all'appuntamento del question time e l'articolo 135-bis del Regolamento parlamentare prevede che per due volte almeno al mese il Presidente del Consiglio o il Vicepresidente del Consiglio debbano venire qui a rispondere. Io ho utilizzato quell'interrogazione, che è molto importante, esattamente per spiegare agli italiani attraverso il question time che Matteo Renzi non è mai venuto a rispondere alle domande del Parlamento. Lo riteniamo un fatto molto grave e pensiamo che il Parlamento e la Presidenza della Camera debbano chiamare il Primo Ministro a rispondere al question time (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Presidente Scotto, come ella sa, la questione è di antica memoria e sono certo che lei saprà porla, essendo anche presidente di gruppo, nelle sedi opportune, cioè in Conferenza dei presidenti di gruppo.

(Iniziative in materia di emergenza abitativa, anche in relazione agli interventi di presa in carico degli immigrati disposti dal Governo sull'intero territorio nazionale – n. 3-01075)

  PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fedriga ed altri n. 3-01075, concernente iniziative in materia di emergenza abitativa, anche in relazione agli interventi di presa in carico degli immigrati disposti dal Governo sull'intero territorio nazionale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, signor Ministro, noi abbiamo più volte e aspramente criticato la mala gestione del fenomeno dell'immigrazione e oggi più che mai è attuale il dibattito sulle conseguenze politiche interne legate all'operazione e alla missione Mare Nostrum. Di fatto però stanno emergendo delle asimmetrie evidenti, tangibili a qualunque cittadino di questo Paese, sulla disuguaglianza di trattamento tra i cittadini italiani e gli immigrati. Da un lato ci sono però i sindaci, che non riescono di fatto a rispondere con gli strumenti ordinari ai cittadini, mentre dall'altra c’è il Governo che con strumenti straordinari riesce a dare le risposte ai cittadini immigrati di altri Paesi, spesso e volentieri in maniera anche clandestina. Quindi noi chiediamo quali iniziative il Governo pensa di mettere in atto, anche alla luce della riunione dell'altro giorno, che è avvenuta proprio qui, con oltre seicento sindaci.

  PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Maria Carmela Lanzetta, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARIA CARMELA LANZETTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, per fronteggiare l'eccezionale flusso migratorio che da circa un anno sta interessando le coste meridionali dell'Italia, il Governo, oltre a portare avanti l'operazione Mare Nostrum, ha adottato una serie di incisive misure amministrative e legislative, quali l'adozione di un piano operativo nazionale e lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive a quelle ordinariamente destinate all'attuazione delle politiche migratorie.
  Quanto al piano nazionale sul quale la conferenza unificata ha sancito l'intesa lo scorso 10 luglio, la sua portata innovativa sta nel fatto che la gestione dei flussi migratori fuoriesce dalla logica emergenziale per acquisire la connotazione di attività ordinaria strutturale e programmabile. La sua attuazione si fonda sulla concertazione tra Stato e autonomie. Il piano distingue l'accoglienza in tre fasi: la fase di soccorso e della prima assistenza, Pag. 66la fase è temporalmente limitata in una tipologia di struttura governativa hub, concepita come base logistica ampia di livello regionale o interregionale. La seconda è la fase della seconda accoglienza e integrazione, realizzata attraverso lo SPRAR. Il motore della complessa macchina dell'accoglienza rimane il Ministero dell'interno. Quanto alle risorse finanziare aggiuntive, il decreto-legge n. 119 del 2014, attualmente in fase di conversione, ha stanziato 51 milioni di euro per l'anno 2014 per il rafforzamento del sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati gestito dagli enti locali, altri 63 milioni di euro, sempre per il 2014 per finanziare le esigenze straordinarie del Ministero dell'interno connesse all'eccezionale flusso di stranieri e ha previsto a favore di 13 comuni siciliani la parziale esclusione dal patto di stabilità interna per l'anno corrente.
  Riguardo all'emergenza abitativa, il Governo, con il decreto n. 47 del 2014, convertito in legge n. 80 del 2014 ha potenziato la dotazione del fondo nazionale per il sostegno e l'accesso alle abitazioni in locazione, portando la dotazione a 100 milioni di euro per l'anno 2014/2015 e ha incrementato la dotazione del fondo di morosità incolpevole istituito alla fine del 2013 e in via di sperimentazione in quei mesi per la prima volta a cura delle regioni e dei comuni.
  Nello stesso decreto-legge sono previste misure per accelerare la disponibilità degli alloggi pubblici non utilizzabili per grave carenza di manutenzione e per incentivare i proprietari degli alloggi che affittano a canone concordato.
  È impegno mio personale e del Governo tutto seguire con la dovuta attenzione e sensibilità le tematiche illustrate, nel convincimento che incidendo sulla coesione sociale e sulla competitività, hanno veramente un forte impatto complessivo sullo sviluppo delle città e sulla crescita del Paese.

  PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di replicare per due minuti.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, resto basito da quanto ho appena ascoltato. Voi vi siete rivolti ai sindaci proprio l'altro ieri, dicendo che sono il volto dello Stato nel territorio e che il Governo riconosce il loro impegno quotidiano.
  Peccato che, nei fatti, le cose sono ben diverse, infatti voi dell'impegno quotidiano dei sindaci ve ne fregate, o almeno dell'impegno quotidiano di quei sindaci che hanno a cuore i propri cittadini, i cittadini che li hanno eletti e per i quali ogni mattina si svegliano per cercare di dare delle risposte.
  Questo credo che sia anche in funzione di una logica, la vostra logica di Stato centralista, che pretende che il popolo continui a dare senza dare nulla in cambio. Peccato che negli ultimi anni, signor Ministro, qualcosa è cambiato fuori da questo palazzo e voi non ve ne state nemmeno accorgendo. Però la domanda che noi le avevamo posto è banale: noi vi avevamo chiesto cosa pensate di fare per fare in modo che i sindaci abbiano la possibilità di garantire un tetto anche a chi ha la sfortuna di avere la cittadinanza italiana.
  E perché il Governo non dà garanzie anche a chi purtroppo ha perso il lavoro, a chi ha un padre e una madre separati, a chi non ha più la possibilità di mandare avanti la propria famiglia ? Perché voi questa possibilità non la date ? Perché volete far girare le spalle degli amministratori locali a tutte quelle persone, anziani in particolare ?
  Guardate, mi dispiace se state sorridendo, mi dispiace, Ministre, che voi stiate sorridendo, perché non vi rendete conto di quello che sta succedendo fuori, all'esterno e delle conseguenze delle vostre politiche. Di fatto, voi state togliendo la dignità alle persone oneste, a quelle persone che si trovano in un momento di difficoltà, e lo state facendo in nome di un buonismo che però nei numeri non è supportato.
  Voi avete messo in piedi l'operazione Mare nostrum, un'operazione che ha portato all'interno del nostro territorio 125.866 cittadini ai quali voi garantite – a questi sì – 30 euro al giorno, un tetto sulla testa e così via, mentre ai nostri cittadini Pag. 67voi non date alcuna risposta e soprattutto non date nessuna risposta a quegli amministratori, non tutti quegli amministratori che vogliono fare gli interessi dei propri cittadini. È per questo che noi il 18 ottobre manifesteremo a Milano.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Prataviera. Il suo tempo è scaduto.

(Iniziative di competenza del Governo in ordine alla coerenza tra gli orientamenti assunti a livello nazionale e a livello locale in materia di libertà religiosa e rapporti tra lo Stato italiano e le confessioni religiose diverse dalla cattolica – n. 3-01076)

  PRESIDENTE. L'onorevole Lacquaniti ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01076, concernente iniziative di competenza del Governo in ordine alla coerenza tra gli orientamenti assunti a livello nazionale e a livello locale in materia di libertà religiosa e rapporti tra lo Stato italiano e le confessioni religiose diverse dalla cattolica (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  LUIGI LACQUANITI. Signor Presidente, noi abbiamo particolarmente a cuore lo strumento del question time. Pertanto non lo useremo strumentalmente e siamo quindi contenti che la signora Ministra Lanzetta sia oggi qui a rispondere in ordine a questo question time che ha ad oggetto la legge 11 marzo 2005, n. 12, della regione Lombardia, legge per il governo del territorio, legge in cui l'inserimento in ultimo di un comma, il comma 3-bis all'articolo 52, ha impedito o sta impedendo a molte comunità evangeliche e protestanti, in particolare di immigrati neri d'Africa, di aprire nuovi luoghi di culto. Infatti, sono state inserite, da questo comma, delle condizioni particolarmente restrittive, assegnando grande discrezionalità alle amministrazioni locali nei cambi di destinazione d'uso dei locali per la trasformazione, appunto, di locali precedentemente utilizzati ad altro e l'apertura di luoghi di culto.
  Chiediamo, pertanto, delle iniziative al Governo per promuovere una uniformità in ordine al principio della libertà religiosa.

  PRESIDENTE. La Ministra per gli affari regionali e autonomie, Maria Carmela Lanzetta, ha facoltà di rispondere.

  MARIA CARMELA LANZETTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, faccio presente che a seguito del controllo di legittimità costituzionale, a suo tempo espletato dal Dipartimento degli affari regionali che ha coinvolto tutte le amministrazioni interessate, quindi interno, giustizia e infrastrutture, non sono emersi rilievi e osservazioni, in particolare sulla norma regionale in parola. Si è ritenuto che la predetta disposizione regionale rientrasse nella previsione di cui all'articolo 10, commi 2 e 3 del testo unico sull'edilizia, approvato nel 2001, che in materia attribuisce ampia discrezionalità al legislatore regionale. Il comma 2 prevede, infatti, che le regioni stabiliscano con leggi quali mutamenti, connessi o non connessi a trasformazioni fisiche dell'uso di immobili o di loro parti, siano subordinati al permesso di costruire o a denuncia di inizio attività. Il comma 3 prevede che per le stesse ragioni possono altresì individuarsi ulteriori interventi, che in relazione all'incidenza sul territorio e sul carico urbanistico devono essere sottoposti al preventivo rilascio del permesso di costruire.
  Il legislatore lombardo ha, dunque, evidentemente ritenuto che la realizzazione di un edificio di culto o di un centro sociale fossero meritevoli di una preventiva espressa valutazione da parte della competente autorità comunale, a causa dell'impatto che tali edifici o centri sono destinati ad esercitare sulla zona nella quale insistono. Tale valutazione, che si sostanzia nella richiesta del permesso di costruire alla competente autorità comunale, non è apparsa contrastare con il Pag. 68dettato costituzionale, non comportando la distinzione tra diversi tipi di culto e non incorrendo nell'intrinseca illogicità o manifesta irragionevolezza, che per la Corte costituzionale sono sintomo del cattivo uso della discrezionalità legislativa costituzionalmente censurabile.
  Faccio altresì presente che la legge regionale n. 12 del 2005, e successive modifiche, esaminata dal Governo fu impugnata in relazione ad un'altra norma e la Corte costituzionale, con la sentenza n. 402 del 2007, dichiarò la questione non fondata, affermando, tra l'altro, che la norma impugnata costituiva legittimo esercizio della potestà legislativa concorrente della regione in materia di governo del territorio.
  Confermo, infine, che il Governo intende proseguire sulla strada della puntuale applicazione dei principi costituzionali in materia di libertà religiosa, di cui agli articoli 3, 7, 8, 19 e 20, che sono alla base della regolamentazione dei rapporti tra Stato e Chiesa cattolica e le altre confessioni religiose non cattoliche, per una convivenza pacifica e rispettosa delle esigenze più profonde dei singoli e delle comunità familiari e sociali in cui vivono.

  PRESIDENTE. L'onorevole Lacquaniti ha facoltà di replicare per due minuti.

  LUIGI LACQUANITI. Signor Presidente, io ringrazio la signora Ministra che ha dato una puntuale risposta in ordine all'applicazione della norma e alle facoltà, naturalmente, che hanno i legislatori regionali, in questo caso il legislatore lombardo, nella regolamentazione della materia.
  Il problema è di ordine politico, in quanto il legislatore lombardo e in particolare, per così dire, il legislatore leghista ha voluto così impedire di fatto l'apertura di nuovi luoghi di culto non cattolici ed è riuscito nel proprio intento.
  Abbiamo naturalmente l'intervento del tribunale amministrativo regionale di Brescia, che è dovuto intervenire a sanzionare quindi una confisca che si è prodotta a carico di un immobile che era di proprietà di una di queste comunità. Detto questo, io mi rendo conto che se, da un lato, questi sono diritti costituzionalmente sanciti, che politicamente oggi non vengono rispettati a causa proprio di questa norma, dall'altro, si rende assolutamente necessario riformare nella sua complessità la materia della libertà religiosa, che in questo Paese è ancora legata paradossalmente al legislatore fascista e alla dottrina dei cosiddetti culti ammessi. Nel frattempo, io temo che non intervenendo il Governo in maniera diretta, andando a impugnare questo tipo di norme, dovremo assistere ancora – spero non a lungo – a queste situazioni ed a quell'impedimento, quindi, dell'esercizio costituzionalmente sancito di libertà religiosa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED)).

(Iniziative per la corretta applicazione della normativa per lo «scorrimento delle graduatorie» degli idonei dei pubblici concorsi di cui al decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 – n. 3-01077)

  PRESIDENTE. L'onorevole D'Alia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01077, concernente iniziative per la corretta applicazione della normativa per lo «scorrimento delle graduatorie» degli idonei dei pubblici concorsi di cui al decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIANPIERO D'ALIA. Signor Presidente, signora Ministro, com’è noto il decreto-legge n. 101 del 2013 ha introdotto una norma di carattere generale che obbliga tutte le amministrazioni dello Stato, ma anche degli altri enti territoriali che intendano assumere nuovo personale, prima a prelevare dalle graduatorie di coloro i quali hanno vinto un regolare e legittimo concorso. E tutto ciò in applicazione del principio sancito dall'articolo 97 della Costituzione di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione. La logica di questa norma è quella di evitare Pag. 69di fare nuove procedure concorsuali che sono costose e hanno tempi lunghi, quando vi è del personale già selezionato, qualificato e che può essere assunto subito per migliorare le condizioni di efficienza e di efficacia della pubblica amministrazione. Noi abbiamo censito alcuni casi, che sono indicati in questo question time, dei Ministeri degli affari esteri, delle infrastrutture e della giustizia che non si sono attenuti a queste disposizioni, peraltro confermate dagli orientamenti del nuovo Governo. Ci interesserebbe capire quali sono gli orientamenti del Ministro per far rispettare queste norme, che sono norme di buon senso, oltre che norme di diretta attuazione della Carta costituzionale.

  PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, come ricordato dall'onorevole D'Alia, negli ultimi anni varie leggi e varie sentenze hanno imposto alle amministrazioni di ricorrere alle graduatorie prima di procedere alle assunzioni. Per quanto riguarda gli idonei che non sono vincitori di concorso, è intenzione del Governo tutelare le aspettative generate dalle norme, in particolare del precedente Governo, a tutela sia della certezza del diritto che del legittimo affidamento e, quindi, è intenzione del Governo modificarle solo per le situazioni future. Il Dipartimento della funzione pubblica sta vigilando sull'applicazione di questo principio e, tra l'altro, stiamo per mettere on line entro questa settimana il monitoraggio delle graduatorie, principio che tuttavia può subire deroghe o stabilite dalla legge o quando, per trovare applicazione, la graduatoria non consenta un profilo specifico per il dipendente da reclutare. Rispetto ai tre casi menzionati dall'onorevole D'Alia, nel primo caso, per quanto riguarda i concorsi per segretario di legazione per il quinquennio 2010-2014, si tratta di casi disciplinati da una specifica disciplina legislativa – è l'articolo 4, comma 3, del decreto-legge n. 1 del 2010 – e in virtù di questa specifica disciplina legislativa il Ministero degli affari esteri ha ritenuto di non procedere allo scorrimento della graduatoria del precedente concorso. Nel secondo caso, il concorso per ingegneri e architetti, bandito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, anche qui c’è stata una deroga alle normali procedure in base sempre a una specifica disposizione legislativa, che è l'articolo 55, comma 1-ter, del decreto-legge n. 1 del 2012. Per quanto riguarda – e siamo al terzo caso – l'assunzione di funzionari giudiziari e cancellieri da parte del Ministero della giustizia, non risulta invece essere stato bandito un nuovo concorso. Il Ministero della giustizia ha applicato le norme invocate dal collega D'Alia e ha proceduto allo scorrimento di graduatorie esistenti.

  PRESIDENTE. L'onorevole D'Alia ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIANPIERO D'ALIA. Signora Ministro, sono soddisfatto della sua risposta. Mi permetto, però, di segnalare un aspetto specifico, che è il seguente: come lei, molto correttamente, in maniera esaustiva, ha detto, citando le varie procedure concorsuali, la scappatoia che le amministrazioni centrali, e anche quelle degli enti territoriali, possono utilizzare è quella di esercitare un presunto potere discrezionale, che valuta i requisiti di accesso in base ad una sorta di specificità, o legislativa o rispetto al profilo professionale.
  Ma, se noi guardiamo la questione dal punto di vista del diritto sostanziale, ci rendiamo conto che, se, ad esempio, l'amministrazione ha bandito un concorso, il cosiddetto «Ripam Abruzzo» – lei sa a cosa mi riferisco –, che ha selezionato, con procedure meritocratiche, ingegneri e architetti, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a fronte di queste persone, che hanno una professionalità, che sono state selezionate, non può pensare, per non meglio precisati, ma discrezionali, principi di specificità per l'accesso a quel ruolo, di avere bisogno di super architetti Pag. 70o di super ingegneri, perché, altrimenti, lo spirito e il disposto di questa norma viene eluso dalle amministrazioni che, anche in violazione del principio del concorso unico, che è stato introdotto nel decreto-legge n. 101 e ribadito nei provvedimenti che lei ha portato in Parlamento, intendano eludere una normativa che è una normativa di trasparenza, di efficienza e anche di rispetto della professionalità di tanti ragazzi che sono ancora in graduatoria, vincitori o idonei di concorso, e che credono che il merito debba ancora valere (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

(Attuazione delle disposizioni di cui al decreto-legge n. 90 del 2014 in materia di mobilità nella pubblica amministrazione, con particolare riferimento all'allocazione di personale presso i diversi uffici giudiziari – n. 3-01078)

  PRESIDENTE. L'onorevole Famiglietti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fiano ed altri n. 3-01078, concernente attuazione delle disposizioni di cui al decreto-legge n. 90 del 2014 in materia di mobilità nella pubblica amministrazione, con particolare riferimento all'allocazione di personale presso i diversi uffici giudiziari (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  LUIGI FAMIGLIETTI. Signor Presidente, signora Ministro, questa interrogazione ha ad oggetto l'applicazione dell'articolo 4 del decreto-legge n. 90 del 2014, convertito nella legge n. 114 del 2014. In particolare, si prevede la possibilità di operare trasferimenti tra le sedi centrali di ministeri, agenzie ed enti pubblici non economici nazionali anche in mancanza dell'assenso dell'amministrazione di appartenenza, a condizione che l'amministrazione di destinazione abbia una percentuale di posti vacanti superiore a quella dell'amministrazione di provenienza, e che i dipendenti possano essere trasferiti all'interno della stessa amministrazione o in altra amministrazione, in sedi collocate nel territorio dello stesso comune, ovvero a distanza non superiore a 50 chilometri dalla sede presso la quale sono adibiti.
  Questa norma ha chiaramente l'intento, nel rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori, di eliminare gli steccati tra i diversi enti della pubblica amministrazione...

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  LUIGI FAMIGLIETTI. ... consentendo di assegnare il personale laddove lo stesso sia indispensabile per fornire un corretto servizio ai cittadini. Sostanzialmente, questa norma è fondamentale...

  PRESIDENTE. Concluda.

  LUIGI FAMIGLIETTI. ... per sopperire anche alla cronica carenza di personale degli uffici giudiziari del Paese. Quindi, ci si chiede a che punto sia l'attuazione della norma in oggetto e, in particolare, se vi siano progetti di allocazione di personale presso i diversi uffici giudiziari presenti nel Paese.

  PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, come osservato dal collega, l'articolo 4 del decreto-legge n. 90 del 2014 vuole superare la tendenza per cui l'amministrazione pubblica è considerata una sommatoria di amministrazioni isolate. Ovviamente, nel rispetto dei diritti dei lavoratori, le persone, i lavoratori pubblici, devono poter stare dove è più utile per i cittadini.
  Credo che in un Paese civile non si possa più accettare che, da un lato, abbiamo cancellerie che fanno fatica ad aprire la mattina per mancanza di personale e che, dall'altro lato, invece, vi sono Pag. 71amministrazioni con troppo personale, che non riescono a dare ai loro dipendenti obiettivi e missioni.
  Per quanto riguarda la mobilità volontaria, è ora possibile il trasferimento senza l'assenso dell'amministrazione di appartenenza, ovviamente a condizione che l'amministrazione dove si va abbia una carenza di organico maggiore di quella da cui si viene, con in prospettiva la volontà del Governo, nel disegno di legge che ora è in discussione al Senato, di superare il concetto di pianta organica e di arrivare, invece, al concetto di fabbisogno. Inoltre, come sempre ricordato dal collega, è stato costituito un fondo per agevolare la mobilità tra diversi comparti.
  Per quanto riguarda, invece, la mobilità obbligatoria, è previsto che i dipendenti possano essere trasferiti in una sede diversa da quella di appartenenza collocata o nel territorio dello stesso comune, oppure a una distanza non superiore a 50 chilometri dalla sede di partenza; voglio ricordare con l'esclusione per chi ha figli di meno di tre anni e familiari disabili a carico.
  Il decreto nella parte sulla mobilità richiedeva alcune misure attuative e su queste mi sono immediatamente attivata. In particolare, la tabella di equiparazione tra i livelli d'inquadramento dei diversi comparti, prevista dall'ormai lontano 2009, e mai attuata, è pronta e, d'intesa con Pier Carlo Padoan, sarà sottoposta alla Conferenza unificata e alle organizzazioni sindacali. Io credo che ciò dovrebbe consentire di approvare la tabella secondo la procedura ordinaria, fermo restando però che in caso di mancato accordo c’è la possibilità di ricorrere ad un atto unilaterale d'approvazione.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. L'intervento del Governo consente, inoltre, di risolvere la questione irrisolta dai precedenti Governi della mancanza di persone che lavorano nelle cancellerie dei tribunali. È una questione che seguo con attenzione fin dall'inizio del mio mandato. Abbiamo previsto per questo che le risorse stanziate per la mobilità volontaria vadano, con priorità, a rinforzare la mobilità verso i tribunali.
  La mobilità deve consentire di utilizzare le persone giuste, per un tempo giusto, nel posto giusto. I lavoratori pubblici sono dipendenti della Repubblica e dei cittadini, non proprietà esclusiva dell'amministrazione di appartenenza. Io credo che queste modifiche introdotte servano, soprattutto, per valorizzare, al meglio, le eccellenti professionalità che ci sono dentro le nostre amministrazioni.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ferrari, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ALAN FERRARI. Signor Presidente, a nome del Partito Democratico dichiaro soddisfazione per la risposta del Ministro, perché mi pare chiara l'interpretazione che si dà alle norme già vigenti rispetto alla mobilità e all'utilizzo della mobilità nella pubblica amministrazione, da cui il nostro invito, che mi pare trovi riscontro nelle parole molto determinate dal Ministro Madia, a proseguire sulla strada impostata e ben dettagliata dal Ministro. Mi pare, altrettanto chiara l'utilità di uno strumento come quello della mobilità, come strumento prioritario per gestire con rapidità le carenze, soprattutto negli uffici giudiziari, e da qui il nostro invito a tutti i soggetti coinvolti, gli enti territoriali e i sindacati ad impegnarsi nell'aiutare il Governo a concretizzare le procedure in atto. Io credo che questa sia anche, però, l'occasione per non perdere di vista il punto politico che viene sollevato anche dal Ministro nella sua chiusura.
  Intanto sulla questione della giustizia, occorre ricordare che la carenza di organico oggi si attesta sulle 8.000 unità e, quindi, è del tutto evidente che per avere un miglioramento in uno di quei servizi più importanti per il Paese, cioè quello degli uffici giudiziari, e per portare questo servizio ad uno standard minimo europeo, occorre colmare questo vuoto di organico Pag. 72così importante. Questo strumento, quello della mobilità, per come è stato impostato nel decreto di questa estate, è uno strumento utile proprio per raggiungere questo obiettivo.
  Io penso che se ad ognuno di noi venisse posta la domanda se vogliamo riformare la P.A., ognuno di noi risponderebbe assolutamente sì e nei tempi più brevi possibile. Allora credo che sia importante che da questa volontà e da queste parole si passi ai fatti concreti, che sono quelli che abbiamo ritrovato nel Ministro e che mi pare vadano anche nella direzione di mettere al centro i cittadini da una parte e i lavoratori della pubblica amministrazione dall'altra, che passando da un'amministrazione all'altra, interpretandosi come soggetti attivi di un tutt'uno, di una amministrazione che sia un tutt'uno, non somma di tante parti, possano anche migliorare le proprie condizioni di lavoro e di vita.

(Iniziative volte a realizzare nella pubblica amministrazione un sistema di valutazione basato su criteri meritocratici, anche ai fini del trattamento retributivo dei dipendenti – n. 3-01079)

  PRESIDENTE. L'onorevole Corsaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli n. 3-010179 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), concernente iniziative volte a realizzare nella pubblica amministrazione un sistema di valutazione basato su criteri meritocratici, anche ai fini del trattamento retributivo dei dipendenti, che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, onorevole Ministro, nonostante già due siano stati i provvedimenti presentati dal suo Governo in materia di riforma della pubblica amministrazione, purtroppo, anche in quest'ennesimo caso, ai pronunciamenti, alle affermazioni e alle speranze aperte agli occhi degli italiani, non hanno fatto seguito i fatti.
  Nulla si è visto, infatti, rispetto all'annunciata rivoluzione della pubblica amministrazione e soprattutto alla volontà, manifestata a parole dal Presidente del Consiglio, di rendere misurabili e apprezzabili i criteri di determinazione e di valutazione del lavoro, della qualità, della capacità di inventiva, della volontà di applicarsi in termini di formazione professionale, della misurabilità dei risultati e della soggettività della responsabilità, ove le cose non funzionino: un criterio di valutazione del rendimento del pubblico impiego, al quale debba necessariamente essere commisurato, secondo il principio fondamentale della meritocrazia, anche l'avanzamento di carriera e la capacità retributiva.
  Ci chiediamo quando, finalmente, il servizio della pubblica amministrazione di questo Stato potrà fornire dello Stato un'immagine efficiente.

  PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, la convinzione, con la quale il Governo crede all'attuazione concreta del principio della valutazione, è dimostrata sia dal decreto-legge sulla pubblica amministrazione già convertito prima dell'estate, sia dal disegno di legge sulla pubblica amministrazione attualmente in discussione in Senato, sia dai principi della riforma della scuola, in questo momento in fase di consultazione con i cittadini.
  Anzitutto, per quando riguarda la dirigenza, abbiamo fatto una scelta decisa a favore dei dirigenti di ruolo, selezionati come ci chiede la Costituzione per concorso, in un ruolo unico, dal quale verranno attribuiti incarichi in base alle competenze ed alla valutazione di come sono stati svolti gli incarichi precedenti.
  Pensiamo che i principi di indipendenza e di autonomia possano coesistere con i meccanismi di maggiore dinamismo e competizione, che consentono di superare l'attuale ingessatura del sistema.
  Gli effetti della valutazione io credo non debbano essere soltanto economici, Pag. 73ma anche relativi allo svolgimento della carriera. Ed è per questa ragione che vogliamo superare le rigidità date dall'attuale sistema delle fasce per la dirigenza e vogliamo costruire un sistema di requisiti e procedure per il conferimento di incarichi, che consenta una valutazione approfondita dei candidati e soprattutto una carriera mobile, tanto verso l'alto quanto verso il basso. Insomma, credo che un giovane bravo dirigente, per avere un incarico di responsabilità, non debba per forza attendere degli automatismi.
  Inoltre, più in generale per tutto il pubblico impiego, prevediamo l'accentramento dei concorsi, la revisione della disciplina dei concorsi ed il riconoscimento nei concorsi delle professionalità acquisite anche attraverso precedenti esperienze di lavoro temporaneo nella pubblica amministrazione.
  Vorrei, però, insistere su un punto. L'accesso agli impieghi pubblici per concorso non esaurisce in sé il principio del merito ed è per questo che, nel nuovo concetto di valutazione, il rendimento individuale deve essere collegato al rendimento complessivo dell'amministrazione. La disciplina vigente, quella che abbiamo oggi in vigore e che abbiamo ereditato dai precedenti Governi, non consente una valutazione efficace, perché è una disciplina troppo complicata, è una disciplina scollegata completamente dalla programmazione di bilancio e scollegata dai bilanci e dai risultati delle amministrazioni.
  Il decreto-legge n. 90 del 2014, quello sulla pubblica amministrazione già convertito prima dell'estate, consente una nuova disciplina in materia di valutazione, che faremo con un regolamento entro la fine di quest'anno.

  PRESIDENTE. L'onorevole Corsaro ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, signora Ministro, l'efficientamento della pubblica amministrazione, al pari della capacità di dotare le nostre imprese di maggiori risorse finanziarie ed al pari di una necessaria velocizzazione del sistema della giustizia amministrativa, costituisce uno dei pilastri fondamentali, dal quale discende o non discende la possibilità di ridare competitività al nostro sistema economico e appetibilità agli investimenti dall'estero nei confronti del nostro sistema nazionale.
  I suoi pronunciamenti, onorevole Ministro, sarebbero condivisibili: uso il condizionale perché, purtroppo una volta di più – d'altra parte lei è Ministro del Governo Renzi e non poteva che seguire le indicazioni e gli atteggiamenti del suo Presidente – ancora una volta le parole sono quasi condivisibili, i fatti tardano a venire, perché quello che lei ha detto ancora, nonostante due provvedimenti, non si vede in applicazione.
  Voi siete al Governo ormai da nove o dieci mesi, così come quasi 4 dei 6 mesi di presidenza europea sono passati senza che nessuno si sia accorto di alcunché, ed il fatto che lei richiami come capacità di efficientamento la riforma che avete presentato sulla scuola francamente ci preoccupa ancora di più, perché quella fu una riforma nella quale, una volta di più, il primo obiettivo fu quello di consolidare delle presenze nel pubblico impiego.
  Noi avremmo bisogno di far cadere qualche testa piuttosto che di aumentarne altre, per rendere efficiente il sistema della pubblica amministrazione e per rendere appetibile alle buone intelligenze un percorso professionale all'interno della pubblica amministrazione, perché vede, onorevole Ministro, troppo spesso il funzionariato della pubblica amministrazione, soprattutto quello apicale, rappresenta l'unico punto di contatto che il cittadino ha nei confronti dello Stato, quindi rappresenta le istituzioni, rappresenta e afferma la credibilità dello Stato, aspetto che a me e a noi di Fratelli d'Italia sta particolarmente a cuore e ci auguriamo che sia lo stesso per quanto riguarda il Governo.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Concludo Presidente: tempi certi, senso di Pag. 74responsabilità, dimensionamento, parità di garanzie nel mondo del lavoro. Si parla di riforma del mondo del lavoro: noi vogliamo cominciare a vedere, in termini di credibilità rispetto a quello che affermate, se finalmente anche il pubblico impiego sarà trattato al pari del resto del mercato.
  Se questo non avviene, ci sarà ancora una sacca di protezionismo rispetto a qualcosa che è visto dai cittadini come un ostacolo di burocrazia alla capacità di sviluppare le proprie energie.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,05 con il seguito della discussione del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.

  La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bonifazi, Michele Bordo, Bratti, Cicchitto, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Di Salvo, Fedriga, Ferranti, Losacco, Manciulli, Mannino, Merlo, Nicoletti, Pes, Pisicchio, Polidori, Rampelli, Ravetto, Sanga, Schullian, Speranza, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 16,11).

  PRESIDENTE. Colleghi, poiché è ancora in corso la Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendo la seduta che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo stessa, che credibilmente si soffermerà anche sul prosieguo dell'esame del provvedimento che stiamo analizzando.

  La seduta, sospesa alle 16,12, è ripresa alle 16,30.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2616-A.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 2616-A.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno Marzana n. 9/2616-A/115.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'ordine del giorno Fraccaro n. 9/2616-A/116, su cui il rappresentante del Governo ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, le chiederei di parlare prima sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Mi dica, onorevole Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, intervengo perché ultimamente veniamo spesso accusati, in questi giorni in particolare, di fare vuoto ostruzionismo e di non permettere la discussione in Aula dei temi che dovrebbero appassionare i cittadini italiani. Io mi ricollego a questo, perché oggi era convocata, Presidente, la Pag. 75Commissione bilancio, che doveva, guarda caso, dare un parere sul testo base scritto dal relatore Sisto, che riguarda il conflitto d'interessi. Quindi, per ben due volte, il Governo non si è presentato di fronte alla Commissione bilancio...

  PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro...

  RICCARDO FRACCARO. Aspetti, termino.

  PRESIDENTE. ...il tema è stato toccato anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.

  RICCARDO FRACCARO. ...alla Commissione bilancio – così ci potrà rispondere –, per ben due volte, non si è presentato, non dando così il parere, non permettendo alla Commissione di dare il parere sul conflitto d'interessi. Allora, chi è che sta facendo ostruzionismo: noi o il Governo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Va bene. Onorevole Fraccaro, la ringrazio e le do, invece, la parola sull'ordine del giorno. Prego.

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, sempre sull'ordine dei lavori. Quindi, in materia di ostruzionismo...

  PRESIDENTE. No, onorevole Fraccaro, la questione sull'ordine dei lavori l'abbiamo chiusa. È evidente il suo pensiero, lei lo ha manifestato, adesso lei ha cinque minuti...

  RICCARDO FRACCARO. Volevo avvisare i colleghi che, comunque, in Aula il conflitto d'interessi ci va, perché noi non ci fermiamo...

  PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, non è di competenza...

  RICCARDO FRACCARO. ...e rimaniamo qui finché non si discuterà in quest'Aula del conflitto d'interessi. E i miei colleghi non si muovono da qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non vi muovete da qui...

  PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, se l'onorevole Di Battista la rassicura sulla sua presenza, io sono felice, però, adesso lei dovrebbe intervenire sul suo ordine del giorno: se intende farlo, io le do la parola. Prego.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente. Quindi, continuiamo con le dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno. Continueremo per parecchie ore probabilmente, finché non discuteremo il conflitto d'interessi in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, parliamo dell'illustrazione dell'ordine del giorno, ordine del giorno con cui proponiamo...

  PRESIDENTE. È una dichiarazione di voto.

  RICCARDO FRACCARO. Sì, è una dichiarazione di voto, grazie Presidente. Con questo ordine del giorno proponiamo di garantire la sicurezza negli stadi durante le manifestazioni sportive con lo stanziamento di ulteriori risorse per l'impiego delle forze dell'ordine. Sotto tale punto di vista, il provvedimento è gravemente lacunoso e per questa ragione il MoVimento 5 Stelle ha proposto di tassare i diritti TV milionari delle società calcistiche per coprire le spese legate alla sicurezza.
  Ma questo ennesimo decreto-legge, che il Governo Renzi impone con il ricorso al voto di fiducia, presenta molti altri elementi di criticità. Gli articoli da 1 a 4 del provvedimento introducono disposizioni urgenti per la prevenzione e il contrasto della violenza negli stadi. È evidente che la repressione e il contrasto non possono essere la sola modalità per affrontare un fenomeno che necessita di una risposta anche educativa da parte delle istituzioni.
  In particolare, l'articolo 1 inasprisce le pene previste per il delitto di frode in competizioni sportive, subordinando l'efficacia delle modifiche all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-Pag. 76legge. Per questo, abbiamo proposto di garantire la certezza della pena a carico di chi commette frodi relative a gare supposte a scommesse sportive. Signor Presidente, mi fa ridere perché non sta ascoltando nessuna delle opposizioni che io dovrei convincere ad approvare l'ordine del giorno, però non importa.

  PRESIDENTE. Onorevole Fraccaro, io posso garantirle il silenzio, non l'attenzione. Prego, vada avanti.

  RICCARDO FRACCARO. No, mi fa ridere, perché poi si lamentano se noi illustriamo gli ordini del giorno anche se i pareri sono favorevoli: è perché non li conoscono, allora li illustriamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Siamo in fase di dichiarazioni di voto.

  RICCARDO FRACCARO. Diversamente, le risorse destinate a finanziare il lavoro svolto da organi inquirenti e forze di pubblica sicurezza si rileverebbero anti-economiche. L'articolo 2 modifica la disciplina del Daspo, ampliando i potenziali destinatari del provvedimento, aumenta la durata del provvedimento di divieto in relazione ai recidivi e ai responsabili di episodi di violenza di gruppo, disciplina il procedimento per chiedere ed ottenere, trascorsi tre anni dalla scadenza del divieto, la piena riabilitazione. Rispetto a questo il MoVimento 5 Stelle vuole scongiurare il pericolo di un eccessivo potere discrezionale da parte del questore per quanto riguarda il cosiddetto Daspo preventivo, affinché l'azione di presidio e di prevenzione delle forze dell'ordine sia effettivamente mirata alle reali necessità. Abbiamo, inoltre, voluto evitare che queste nuove sanzioni previste dal Daspo governativo siano comminate senza un coordinamento con le paralleli misure giudiziarie, determinando improprie duplicazioni della pena che finirebbero per rendere inefficiente la macchina giudiziaria o, peggio, si rischia di trasformare questo provvedimento in un inutile e dispendioso sistema di «sponsorizzazione» a favore del Governo.
  Quando all'articolo 4 che prevede, infatti, che il Ministro dell'interno possa con decreto, in caso di gravi episodi di violenza commessi in occasione di partite di calcio, disporre la chiusura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgono partite cosiddette a rischio violenza e vietare la vendita dei biglietti di accesso allo stadio ai tifosi che risultino residenti nella provincia della squadra ospite: Ebbene, chiediamo di ridurre lo strapotere concesso al Ministro dell'interno sul divieto di trasferta, in quanto può continuare ad essere efficacemente coordinato dalle autorità di pubblica sicurezza e non vediamo perché non possa continuare ad essere coordinato dalle autorità di pubblica sicurezza, evitando inutili vetrine mediatiche del Governo in ambito di trattativa, spesso, con gli ultrà, come abbiamo visto. È evidente che queste disposizioni, per essere efficaci, necessitano di adeguate risorse a favore delle forze di pubblica sicurezza che devono metterle in pratica. In particolare, l'ampliamento dell'ambito della disciplina del Daspo richiederà un maggiore impiego di agenti e non può essere sottovalutato ai fini di una effettiva applicazione della disciplina.
  Per questo con l'ordine del giorno in discussione chiediamo al Governo di adottare le iniziative necessarie anche nell'ambito dell'imminente sessione di bilancio, volte a prevedere risorse aggiuntive in relazione ai maggiori oneri derivanti dall'impiego delle forze dell'ordine preposte alla tutela della sicurezza degli stadi. È un problema comunque generale che va oltre gli stadi, altrimenti la prossima slide adatta per questo provvedimento sarà: armiamoci e partite.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Pini, onestamente la parola me l'aveva chiesta prima il presidente Scotto. Su che cosa intende intervenire, presidente Scotto ?

Pag. 77

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori. Vorrei esclusivamente ristabilire la realtà dentro una discussione complicata. Siamo da diverse ore bloccati qui per una scelta legittima del MoVimento 5 Stelle di fare ostruzionismo rispetto a questo decreto-legge. Tuttavia, ho una certa difficoltà a comprendere alcune delle affermazioni dell'onorevole Fraccaro rispetto al tema del conflitto di interessi. Se dovessimo ricostruire come siamo arrivati qui, dovremmo dire che in Conferenza dei presidenti di gruppo, su pressione congiunta del MoVimento 5 Stelle e di SEL, e sull'impegno della Presidente, Laura Boldrini, si è riusciti a imporre che l'8 di ottobre, cioè oggi, finalmente, venisse calendarizzato il conflitto di interessi in Aula, perché si erano accumulati molteplici ritardi all'interno della Commissione. Tant’è che nella Commissione affari costituzionali si è deciso, ieri, di dare il mandato al relatore, evitando di affrontare gli emendamenti per fare presto. Ora, dire che non si vuole far discutere il conflitto di interessi rischia di essere paradossale.
  Non vorrei – e lo dico con amicizia, al MoVimento 5 Stelle, senza fare nessun appello, ma avendo di fronte la criticità del passaggio – che si passasse dall'ostruzionismo all'autolesionismo, provocando nei fatti l'impossibilità di discutere il conflitto di interessi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, il collega Scotto mi ha in qualche modo anticipato, al netto delle valutazioni politiche che sono totalmente diverse, non tanto sulla questione del conflitto di interessi, sulla quale effettivamente, in una capigruppo recente, si era deciso di calendarizzarla oggi. Però, onestamente non ho capito e chiedo a lei, visto che dobbiamo rivolgerci alla Presidenza, un ausilio, una mano riguardo a quello che ha detto inizialmente il collega del MoVimento 5 Stelle, se può venirci incontro. Loro hanno detto che stanno facendo ostruzionismo per calendarizzare, per discutere il conflitto di interessi, sostanzialmente, perché questo mi sembra che sia alla fin fine il risultato. Non ho capito, quindi chiedo a lei effettivamente qual è il succo del discorso del MoVimento 5 Stelle, al netto del fatto che, per noi, come Lega, se questo decreto decadesse sarebbe solo un beneficio, non tanto per la nostra parte politica ma per l'intero Paese. Però, vorremmo capire qual è a questo punto la volontà politica del MoVimento 5 Stelle nel fare ostruzionismo.

  PRESIDENTE. Come lei sa, non fa parte dei compiti della Presidenza l'esegesi degli interventi dei colleghi. Ad ogni buon conto, l'onorevole Fraccaro è intervenuto già sull'ordine dei lavori e ha anche illustrato il suo ordine del giorno, se non vi sono altri interventi io lo pongo in votazione.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, vediamo di precisare gli argomenti che sono stati annunciati poc'anzi.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, con una premessa, che è una premessa in genere. La Conferenza dei presidenti di gruppo, che è l'organo che fa il calendario e dove c’è anche il confronto tra i gruppi sulle modalità di composizione del calendario, è organo altro dall'Assemblea. Quindi, io le do la parola, lei ha diritto di intervenire, però poi ritornerei al provvedimento, visto che c’è anche un'attività abbastanza intensa da svolgere.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, avrei gradito avesse fatto un intervento uguale poc'anzi, sugli interventi del collega Pini o del collega Scotto, perché mi sembra abbiano sollevato perplessità.

Pag. 78

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, sono intervenuti su un tema aperto dal vostro gruppo. Quindi, io le do la parola per replicare, dopodiché andiamo in votazione.

  DAVIDE CRIPPA. La replica è la seguente: noi stiamo facendo questo tipo di attività semplicemente per il fatto che la maggioranza non è in grado di mantenere alcun patto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Prima delle ferie estive, ci siamo in qualche modo accordati per il decreto sul microcredito, che non è arrivato nonostante una firma su un documento. Collega Scalfarotto, lei c'era e ce l'ha quel documento in mano con la firma di Legnini e di De Vincenti, dove prendevate degli impegni precisi al 30 agosto e al 30 settembre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Probabilmente, visto che s'era abbastanza infervorato sul fatto che non credessimo alla sua parola, facevamo bene a non crederle, perché siete dei bugiardi sulle date (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Andiamo avanti, le cito, inoltre, che comunque il collega Rosato, la settimana scorsa, aveva proposto in qualche modo una diretta televisiva che non poteva essere mantenuta con dei palinsesti televisivi che vanno su un altro canale. Quindi, se non siete in grado di mantenere delle promesse perché non conoscete quali siano le regole che governano i palinsesti televisivi, a questo punto non scaricatele su di noi se non siete in grado di promettere e di mantenere quello che promettete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi siamo qui per rivendicare la necessità che ci siano dei rapporti istituzionali corretti, se non siete in grado di farlo andremo avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/2616-A/116, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Russo, Fitzgerald.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  359   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  287).    

  Passiamo all'ordine del giorno Grillo n. 9/2616-A/118. Onorevole Grillo, prego.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, colleghi, questo decreto-legge riguardante i fenomeni di illegalità e di violenza in occasione di manifestazioni...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Grillo, è stato un errore della Presidenza. L'ordine del giorno che affrontiamo adesso è Sarti n. 9/2616-A/117, le darò la parola dopo sul suo.

  GIOVANNI PAGLIA. Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, solo perché io vorrei avere un chiarimento, cioè qui dentro è stato detto che l'Aula è tenuta bloccata da due giorni per un legittimo...

  PRESIDENTE. Onorevole Paglia, però non sullo stesso punto di prima, abbiamo esaurito il punto.

  GIOVANNI PAGLIA. Non è sullo stesso punto di prima, è stato detto che esiste un patto firmato tra il Governo e un gruppo Pag. 79parlamentare. Il Parlamento non c'entra con i patti firmati, sarebbe una prassi, però io chiedo al Governo se sia prassi del Governo fare patti firmati Legnini e De Vincenti con un gruppo parlamentare. Esiste questa cosa ?

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paglia.
  Passiamo all'ordine del giorno Sarti n. 9/2616-A/117.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore !

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, chiedo di sapere il parere sull'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il parere è contrario.

  GIULIA SARTI. Benissimo, allora faccio la mia dichiarazione di voto su questo ordine del giorno, visto che i motivi della nostra attività in questo Parlamento ormai sono stati chiariti, io continuo illustrando e facendo capire che il decreto in questione – lo abbiamo già ribadito tante volte – serve solo ad Angelino Alfano per farsi pubblicità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il Governo affronta come al solito problematiche diverse raggruppandole sotto lo stesso tetto e così immigrazione e violenza negli stadi e tanto altro finiscono nello stesso identico calderone. Mi soffermo in particolare sulla violenza in occasione di manifestazioni sportive e sulle frodi sportive visto che agli articoli 1, 2, 3 e 4 vengono previste misure per la repressione di tali fenomeni e nello specifico all'articolo 1 si inaspriscono le pene previste per il delitto di frode in competizioni sportive, l'articolo 2 modifica la disciplina del cosiddetto Daspo, il provvedimento con il quale il questore dispone il divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono le manifestazioni sportive, l'articolo 3 del decreto-legge interviene sul decreto n. 8 del 2007, per modificarne le disposizioni relative al divieto di striscioni e cartelli incitanti alla violenza ed al divieto di agevolazioni nei confronti di soggetti destinatari del Daspo e l'articolo 4 disciplina ulteriori misure per contrastare i fenomeni di violenza in occasione di manifestazioni sportive. Non sono mancate le occasioni in cui abbiamo sottolineato come nel nostro Paese la certezza della pena sia un'utopia e non un principio cardine che dovrebbe trovare applicazione nell'ordinamento. È bello vedere il tentativo di aumentare le pene per frodi sportive o allargare le categorie dei potenziali destinatari del Daspo, ma crediamo sia doveroso chiedere al Governo di mettere altrettanto impegno per mandare avanti i disegni e le proposte di legge in materia di anticorruzione e non per bloccarli, e mi riferisco in particolare anche alla promessa di una revisione dei termini della prescrizione, istituto che così come è disciplinato sta creando danni enormi, spesso irrecuperabili. Preciso una cosa: il Governo non pensi che basti lavarsi la coscienza con la semplice introduzione del reato di autoriciclaggio, anche perché se questo reato verrà approvato così com’è stato scritto, allora tanto meglio evitare, ma soprattutto perché bisogna smetterla di pensare che l'anticorruzione in questo Paese sia uno spot o sia semplicemente da liquidare con un tweet (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Detto ciò, l'ordine del giorno riguarda le politiche di prevenzione e di recupero, un tema per lo più inesistente nel nostro Paese, benché di grande importanza, basti pensare ai dati riportati dalla stampa: 45 milioni di euro annui e 6 mila uomini ogni domenica per garantire l'ordine pubblico e il regolare svolgimento delle partite. Per ogni partita circa 300 poliziotti e carabinieri e per gli agenti che arrivano da fuori, raddoppio dell'indennità di ordine pubblico, 18 euro l'ora, e gli straordinari, 13 euro.
  Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Germania i costi per la forza pubblica impiegata all'interno degli stadi sono a carico delle società sportive che organizzano l'evento; in Italia, invece, il tesoretto speso ogni anno a salvaguardia degli impianti è totalmente a carico della collettività. Per un'ora di elicottero a difesa Pag. 80dello stadio il contribuente sborsa 5 mila euro; da fronteggiare c’è una galassia di 300 gruppi ultras. Oggi, la stima più attendibile porta a ritenere che queste sigle mobilitino almeno sessantamila persone. Vi siete preoccupati con questi primi quattro articoli di reprimere i fenomeni di violenza e di frode sportiva, ma dove sono le politiche di intervento sociale al fine di recuperare ad esempio le situazioni giovanili a rischio di violenza ? È esattamente questo che chiede il mio ordine del giorno, nulla di trascendentale: si chiede semplicemente – è da qui che non si può capire il parere contrario del Governo – di provvedere ai successivi interventi legislativi volti a promuovere politiche di intervento sociale in capo a Stato, regioni ed enti locali nell'ambito delle rispettive competenze al fine di recuperare le situazioni giovanili a rischio di violenza.
  Le soluzioni che avete prospettato in questo decreto riguardano Daspo, più telecamere, più forze dell'ordine, eccetera eccetera, che servono, ma non bastano – lo sappiamo – e bisogna rendersi conto che la radice del problema non è di ordine pubblico, bensì sociale, educativo e psicologico. La violenza in questi casi è espressione di un disagio che non si sradica semplicemente con leggi repressive. Ergo, è solo mediante la rieducazione che si può sperare di ridurre le conseguenze delle violenze, ma – come sappiamo – la rieducazione, così come, dall'altro canto, la certezza della pena rimane un'utopia che in questo Paese non trova applicazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sarti n. 9/2616-A/117, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Fusilli, Laffranco, Massa, Impegno, Colletti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  375   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no  295).    

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Grillo n. 9/2616-A/118.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, colleghi, questo decreto-legge, riguardante i fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive mostra molti limiti e rischia di essere inefficace nel prevenire e nel reprimere le violenze che hanno causato decine di vittime in questi anni, soprattutto in concomitanza di eventi calcistici. Come non ricordare l'ispettore capo della polizia, Filippo Raciti, colpito mortalmente durante gli scontri tra tifosi del Catania, la mia città, durante e dopo il derby siciliano con il Palermo nel febbraio 2007 ? Per non parlare di quello che è successo al povero giovane tifoso napoletano, Ciro Esposito, che è stato ferito con un'arma da fuoco il 4 maggio scorso nella finale di Coppa Italia, il giovane napoletano è deceduto poi a fine giugno di quest'anno.
  I casi qui esposti rappresentano solo due tragici esempi di come si siano trasformati gli eventi sportivi, in particolare le partite di calcio nel nostro Paese. Siamo davanti a un fenomeno preoccupante. La violenza sportiva come espressione di dinamiche di gruppo è strumento di affermazione violenta sull'avversario. In questo senso non ci convince l'impostazione fondamentale di questo provvedimento e, ancora di più, per il MoVimento 5 Stelle, queste misure non avrebbero evitato tragedie come quella di Raciti e di Esposito.
  La mia parte politica, al contrario, ha avanzato proposte concrete, per esempio come quella norma che questa maggioranza miope non ha voluto accogliere, e Pag. 81che rendeva obbligatoria l'illuminazione dell'area che si trova dalla cancellata dell'impianto sportivo fino all'ingresso vero e proprio allo stadio nella notte che precede la partita di calcio.
  Questo accorgimento potrebbe evitare che di notte qualcuno entri nella zona successiva a quella dove si svolgono i controlli per nascondere armi, bastoni, per poi utilizzare il tutto e passare, quindi, le perquisizioni dell'ingresso. Invece, avete fatto delle scelte che non comprendiamo e che riteniamo del tutto inconcludenti per il contrasto e per la prevenzione della violenza negli stadi.
  In nessun caso, per finire, vorremmo essere considerati ambasciatori di possibili tragedie, ma troppi sono gli elementi che ci fanno valutare il tragico elenco delle vittime in concomitanza con eventi sportivi e, dunque, questo elenco potrebbe allungarsi.
  Per queste ragioni, Presidente e colleghi, vorremmo che il Governo accogliesse il nostro ordine del giorno che prevede, dalla prossima sessione di bilancio, di destinare risorse finanziarie per costruire un vero e proprio fondo a favore delle vittime di reati e di violenze in occasione delle manifestazioni sportive. Questa proposta potrebbe rappresentare un parziale indennizzo per le famiglie delle vittime. È una proposta che riteniamo di buon senso ed è per questo, Presidente, che invito tutti i colleghi a votare favorevolmente sul nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grillo n. 9/2616-A/118, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero. Chi non riesce a votare ? Sorial, Bargero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  390   
   Votanti  370   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  292).    

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Currò n. 9/2616-A/119.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Currò. Ne ha facoltà.

  TOMMASO CURRÒ. Presidente, questo ordine del giorno interviene rispetto alla materia che affronta il fenomeno migratorio e, in particolare, affronta la questione del finanziamento delle attività che il Ministero dell'interno deve porre in essere per farsi carico, appunto, della gestione di questo gravosissimo fenomeno.
  Nella fattispecie succede questo, cioè che sostanzialmente l'articolo 6, comma 2, dispone la creazione di un nuovo fondo, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, appunto per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale e a questo fondo vengono immediatamente destinati, per l'anno 2014, 62,7 milioni di euro.
  Ora, io vorrei fare rilevare e notare – ed è questo l'oggetto, in qualche modo, dell'ordine del giorno che richiediamo che l'Assemblea approvi – che già diversi provvedimenti erano stati approvati nell'esercizio precedente, quindi nel 2013. In particolare, mi riferisco alla «manovrina»: non so se vi ricordate il decreto-legge n. 120 del 2013, che fu approvato a dicembre, che già disponeva che per tale finalità venissero allocate risorse per 190 milioni. Nell'agosto precedente erano stati disposti, sempre per le medesime finalità, altri 200 milioni. Adesso vengono allocati o, meglio, vengono predisposti e stanziati altri 62,7 milioni all'interno di queste risorse. Pag. 82
  Il problema qual è ? Il punto è che concordiamo, ovviamente, sul fatto che la gestione del fenomeno migratorio chiaramente richiede che vengano previste, appunto, determinate dotazioni finanziarie. Ci mancherebbe altro ! Noi abbiamo fatto delle battaglie anche in questo senso, ci mancherebbe. Tuttavia, nel corso del 2014 è successo che queste risorse sostanzialmente non sono state utilizzate. Questo perché ? Perché già prima dell'estate io stesso ho provveduto ad informarmi rispetto all'utilizzo di queste risorse, che ancora a maggio dovevano essere addirittura trasferite dal Ministero dell'economia e delle finanze allo stato di previsione del Ministero dell'interno e, praticamente, noi rileviamo che soltanto un mese fa è stato emanato il decreto che dispone, appunto, la destinazione specifica di queste risorse, quindi sostanzialmente la loro ripartizione.
  Ovviamente, questo significa che, se prima le risorse non vengano ripartite, non possano essere impiegate. Ricordo e ribadisco che queste risorse furono stanziate con decreto-legge e, quindi, con decretazione d'urgenza proprio per affrontare i temi gravissimi che stavano occorrendo sul finire dell'anno precedente. Ancora, quindi, ci ritroviamo con questi 190 milioni di euro che sostanzialmente verranno forse utilizzati da ora in poi e altri 62 milioni che vengono stanziati adesso per poter essere utilizzati chissà quando. Tralasciamo il fatto che c’è un problema anche di trasparenza rispetto a questa questione. Perché ? Per diverse ragioni: perché la gestione del fenomeno migratorio che in gran parte – ribadisco – grava sullo stato di previsione del Ministero dell'interno è «compartimentizzato», facendo passare questa parola, è scaglionato in tantissimi fondi di cui si perde traccia. È sostanzialmente come entrare dentro un labirinto rispetto al quale ci vorrebbe il filo di Arianna per potersi orientare. Ora, nasce anche il tema politico di capire: ma non è che, per caso, si stanziano, ogni volta in ogni decreto che arriva, delle risorse a valere appunto per risolvere il problema del fenomeno migratorio per dare anche una visione un po’ di facciata che si vuole risolverlo ? Poi, nella realtà dei fatti, se i decreti non vengono posti in essere, se i fondi risultano essere distribuiti tra i vari stati di previsione dei diversi Ministeri, se nello stato di previsione del Ministero dell'interno ci sono cinquanta fondi e non si capisce che finalità abbiano, sostanzialmente le risorse e lo sforzo che noi qui facciamo diventa assolutamente improduttivo. E allora, nell'ordine del giorno si cerca di impegnare il Governo per far sì che si faccia un po’ di chiarezza e che si trovi un mezzo per allocare le risorse nel modo appunto adeguato. Io avevo presentato un'interrogazione a tale proposito, alla quale peraltro non ho avuto ancora risposta a distanza di un anno, quindi colgo l'occasione – concludo Presidente e la ringrazio per avermi dato qualche secondo in più – per sollecitare il Governo affinché mi dia una risposta in tal senso, perché – ribadisco – a questo tema teniamo tutti quanti e tutti quanti ci sforziamo di esprimerci sotto gli aspetti e i profili ordinamentali e di merito, ma sul piano del finanziamento delle politiche pubbliche, su quello, scusate ma siamo veramente indietro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Currò n. 9/2616-A/119, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini...ha saltato...Romele...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  406   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 101    
    Hanno votato
no  305).    

  (Il deputato Prataviera ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

Pag. 83

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Corda n. 9/2616-A/120, con il parere contrario del Governo.

  EMANUELA CORDA. Signor Presidente, ho sentito recentemente una dichiarazione di un Ministro in TV che affermava che un ordine del giorno...

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Corda, colleghi per favore anche intorno all'onorevole Corda, per favore.

  EMANUELA CORDA. Grazie Presidente. Dicevo che, recentemente, un Ministro ha affermato in TV, in una nota trasmissione, che un ordine del giorno non si nega a nessuno; è una affermazione che avevamo già sentito; tuttavia, noto dalle votazioni che a noi vengono negati anche gli ordini del giorno, quindi evidentemente a qualcosa servano e danno noia a qualcuno se non vengono votati. Per quanto riguarda questo ordine del giorno, noi abbiamo a che fare – l'hanno già ribadito i colleghi – con il solito decreto pieno di tutto e il contrario di tutto, con provvedimenti che vanno anche in contraddizione gli uni con gli altri. Parliamo di stadi, di immigrazione, e io qui ho a che fare proprio con un ordine del giorno che si incentra su questo secondo argomento.
  L'articolo 5, comma 1, lettera b-bis), prevede che i componenti effettivi e i supplenti delle commissioni territoriali partecipino a un corso di formazione iniziale e a periodici corsi di aggiornamento organizzati dalla commissione nazionale. All'articolo 5, comma 1, lettera b-bis), si prevede che i corsi di formazione siano effettuati anche in collaborazione con l'Acnur e con l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo. Che cosa chiede il MoVimento 5 Stelle ?
  Il MoVimento 5 Stelle desidera, vorrebbe impegnare il Governo a coinvolgere nei corsi di formazione previsti per i componenti effettivi e i supplenti delle commissioni territoriali, oltre che l'Acnur, anche altri enti di tutela dei diritti umani. Quindi, diciamo, una richiesta abbastanza semplice, importante, e sicuramente non vediamo alcuna difficoltà affinché sia accettata.
  Per quanto riguarda la protezione internazionale, questo Governo pare abbia valutato positivamente la disposizione di cui all'articolo 5, specificando che uno dei componenti delle commissioni territoriali di ambito provinciale chiamati alla valutazione delle situazioni dei richiedenti dovrà frequentare un corso di formazione iniziale e di aggiornamento periodico in materia, organizzati dalla commissione centrale, e che, inoltre, nei suddetti corsi di formazione previsti per i componenti effettivi e i supplenti delle commissioni territoriali, oltre all'Acnur, vi siano anche altri enti di tutela dei diritti umani, come, ad esempio, l'EASO, di natura europea, nato per sviluppare una cooperazione fattiva tra gli Stati membri dell'Unione europea sull'asilo.
  Questo faciliterebbe, dunque, lo scambio di informazioni sui Paesi di origine, fornendo agli Stati membri l'eventuale supporto per la traduzione e gli interpreti, addestrando gli ufficiali addetti all'asilo e fornendo assistenza nella distribuzione dei beneficiari di protezione internazionale. Crediamo fermamente che questo sia un passo importante da compiere e un atto di grande civiltà per contribuire all'attuazione di un sistema comune di protezione internazionale – quindi, sarebbe auspicabile, come abbiamo detto, coinvolgere anche altri enti, perché la partecipazione, d'altra parte, sappiamo, è molto importante, è tutto –, per assicurare assistenza alle numerose richieste di asilo e realizzare idonee strutture di accoglienza, e scusate se mi sono attardata, ma c'era un chiacchiericcio fastidioso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Corda. Sì, anche nei banchi del suo gruppo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Corda n. 9/2616-A/120, con il parere contrario del Governo.Pag. 84
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fusilli, Ragosta, Bonafede, Petraroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  405   
   Astenuti   1   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 101    
    Hanno votato
no  304).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Colonnese n. 9/2616-A/121.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, sarò sincero: non è che mi sono addentrato molto, sviscerando questo decreto come avrei voluto fare, perché, come lei sa, ci sono anche altre cose in discussione in questi giorni e, effettivamente, ho lasciato questa incombenza a qualche mio collega, sicuramente più preparato del sottoscritto, ma, leggendo quanto stiamo votando in questi momenti, non posso che supportare questo ordine del giorno. Quindi, colgo la palla al balzo per dire la mia, che, in realtà, è la voce del MoVimento 5 Stelle, anche rispetto a questo ordine del giorno.
  Colgo la palla al balzo, e mai termine proprio in queste ore fu più proficuo, per cercare di capire la situazione entro la quale ci troviamo. Dunque, ricordo quando, spesso, e di questo me ne complimento, il sottosegretario Scalfarotto si è dilungato, giustamente, in maniera piacevole, per disquisire rispetto a temi di questo tipo, a temi, onorevole Scalfarotto, che sono anche, ma non soltanto, su rilievi di questo tipo, ma anche su provvedimenti di altro genere, con riferimento ai quali tutto il Parlamento si è espresso in maniera favorevole, ad esempio, in merito alla cosiddetta formazione. Noi dimentichiamo spesso quanto la formazione può essere importante per coloro che operano in questi campi e per coloro che, in maniera specifica, operano in questo tipo di settore. Questo ordine del giorno – lo ricordava giustamente prima la collega, onorevole Corda – afferma una cosa molto semplice, propedeutica ad una sorta di formazione continua (l'impegno prevede una cadenza semestrale) per coloro che, semplicemente, dovranno andare a valutare i casi di asilo di extracomunitari. Quindi, è una cosa, per l'ennesima volta, assolutamente di buonsenso. Semplicemente, stiamo dicendo che queste persone, che dovranno andare a valutare caso per caso, e non a gruppi, le richieste di asilo politico, devono essere formate. È una cosa assolutamente normale, direi quasi sufficientemente chiara, affinché tutta l'Aula si esprima in questo senso sull'ordine del giorno. L'articolo 5 indica i corsi di formazione iniziali come corsi di aggiornamento organizzati da questa Commissione nazionale che noi vorremmo andare a formare, sempre di più. Tra l'altro, questi corsi di formazione saranno fatti in collaborazione con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l'Acnur, tra l'altro Nobel per la pace nel ’54. Quindi, questa Commissione, alla fine, dovrà andare a confrontarsi e a lavorare insieme a persone che sono formate. Tra l'altro, ricordo che, sempre all'articolo 5 di cui sopra, si prevede che: i corsi di formazione siano effettuati anche in collaborazione con l'Acnur, e con l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo. Evidentemente, abbiamo una situazione drammatica sotto questo punto di vista, tutti noi quotidianamente leggiamo quello che sta accadendo in Italia, presso le nostre coste, ma riusciremo, sicuramente, a dare un impulso maggiore, e sicuramente più formato, alle persone che faranno da front office, faranno da feedback con le istituzioni, rispetto alle persone che a loro si rivolgeranno, se aumenteremo almeno semestralmente i corsi di formazione. Io penso che tutta l'Aula sulla parola formazione Pag. 85si sia espressa più e più volte in maniera positiva. Aumentiamo, quindi, la preparazione, aumentiamo la preparazione di queste persone che dovranno andare a svolgere un ruolo fondamentale. Presidente, sarò per l'ennesima volta sincero, io non mi ricordo neanche se il Governo ha espresso parere positivo o contrario a questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Contrario.

  WALTER RIZZETTO. Nel qual caso fosse contrario, invito veramente il sottosegretario onorevole Scalfarotto a rivedere questo parere, perché stiamo chiedendo un qualcosa di civiltà, non stiamo facendo nulla che in questo caso può essere considerato politicamente esposto, ma stiamo semplicemente svolgendo un compito di formazione nei confronti di persone che andranno necessariamente, e probabilmente, volentieri a svolgere questo tipo di operato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colonnese n. 9/2616-A/121, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  413   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  313).    

  (I deputati Gianluca Pini e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Chimienti n. 9/2616-A/122.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, scusi, il parere su questo ordine del giorno ?

  PRESIDENTE. Contrario.

  SILVIA CHIMIENTI. Le motivazioni, se posso chiedere, di questo parere contrario ?

  PRESIDENTE. Onorevole Chimienti, non ci sono motivazioni, se non quelle che ha dato il Governo quando ha espresso i pareri, ormai molto tempo fa, e che sono, semmai, sullo stenografico.

  SILVIA CHIMIENTI. Va bene, penso sia legittimo comunque chiedere, come mai appunto questa motivazione...

  PRESIDENTE. Legittimo è chiedere, rispondere è cortesia. Prego (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È per alleggerire, onorevole Chimienti, nulla di personale.

  SILVIA CHIMIENTI. Va bene. Passo appunto alla dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ha cinque minuti.

  SILVIA CHIMIENTI. Le disposizioni all'articolo 5 mirano ad accelerare l'esame della domanda di protezione internazionale attraverso l'aumento del numero complessivo delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, da 10 a 20, e la facoltà di istituire fino a 30 sezioni, da attivare in base alla necessità.
  In particolare, l'articolo 5, comma 1, lettera b-bis), prevede poi che i componenti effettivi e i supplenti delle suddette commissioni territoriali partecipino a un corso di formazione iniziale e a periodici Pag. 86corsi di aggiornamento organizzati dalla commissione nazionale. Tali corsi di formazione – si specifica – vengono effettuati anche in collaborazione con l'Acnur e con l'ufficio europeo di sostegno per l'asilo.
  Per quanto concerne gli oneri connessi alla formazione, la commissione nazionale già procede alla formazione e all'aggiornamento dei componenti delle commissioni territoriali, ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo n. 25 del 2008, e dispone di un servizio di interpretariato.
  Considerata, tuttavia, la necessità di incrementare la formazione, oltre quella di considerare l'aumento della platea dei destinatari, si è ipotizzato un aumento del 30 per cento della spesa attuale, che è pari a circa 2 mila euro per singola commissione. La copertura degli oneri finanziari, derivanti dall'incremento delle commissioni territoriali, è assicurata, ai sensi dell'articolo 11 del decreto, nell'ambito dei proventi derivanti dai contributi versati dagli stranieri per il rilascio ed il rinnovo dei permessi di soggiorno, il cosiddetto fondo rimpatri.
  Riteniamo sacrosanta la volontà di incrementare il numero delle commissioni, visto il ruolo decisivo che esse rivestono nell'esaminare le domande di protezione internazionale, e la volontà di garantire una formazione adeguata per chi dovrà assumersi una responsabilità così grande.
  Ricordiamo che possono presentare domanda di riconoscimento di protezione internazionale gli stranieri che intendono chiedere protezione allo Stato italiano, perché ad esempio fuggono da persecuzioni, da torture o dalla guerra, pur avendo magari fatto ingresso in Italia in mondo irregolare e pur essendo privi di documenti. Quello delle commissioni territoriali è, dunque, un compito fondamentale e che, per questo motivo, deve essere svolto al meglio, prevedendo la formazione fin dal principio e i successivi aggiornamenti necessari. In un'ottica di maggiore efficienza e per dare un impulso immediato alla portata di questa disposizione, con questo ordine del giorno, chiediamo al Governo l'impegno a garantire che il corso iniziale per i componenti effettivi ... scusi, Presidente se posso solo avere un po’ di attenzione da parte del sottosegretario.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, onorevole Molteni. Lasciate almeno al Governo la possibilità di ascoltare.

  SILVIA CHIMIENTI. Intervenire è lecito, ascoltare è cortesia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Come dicevo, chiediamo al Governo l'impegno a garantire che il corso iniziale per i componenti effettivi e i supplenti delle commissioni territoriali sia svolto entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto in esame.
  Conosciamo bene tutti quanti i ritardi cui spesso va incontro l'applicazione concreta delle norme approvate tramite decreto, che poi necessitano di decreti attuativi, circolari ministeriali e quant'altro per vedere effettivamente la luce. E quindi, onde evitare che i corsi iniziali di formazione partano con prevedibili ritardi, chiediamo al Governo un preciso impegno affinché vengano attivati entro due mesi dalla conversione del presente decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2616-A/122, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, Businarolo, Piepoli, Rabino, Palma, Rizzetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  410   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  310).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 87

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cecconi n. 9/2616-A/123, non accettato dal Governo. Chiedo ai colleghi intorno all'onorevole Cecconi se possono stare in silenzio, per favore.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, l'intento di questo ordine del giorno è quello di porre l'attenzione del Governo su un articolo del decreto, il quinto, che rimane pur sempre uno dei meno controversi nell'intero mare magnum del provvedimento.
  Sì, Presidente, questo è senz'altro vero, verissimo che strutturare un decreto come questo affrontando in maniera frettolosa e non sempre coscienziosa tre differenti tematiche come quelle affrontate dal decreto n. 119 sia forse la peggior degenerazione delle prerogative governative ed è anche vero che in questo decreto, in tema di accoglienza dei rifugiati politici, qualcosa di buono viene fatto. Il motivo è piuttosto semplice: la situazione è talmente agonizzante che qualunque intervento volto a migliorarla finisce per sembrare una manna salvifica. In fin dei conti, è una bella tecnica, bisogna ammetterlo: arrivare al limite del collasso per far passare qualche briciola come concessione del più grande dei doni. Può anche far sembrare 80 euro un'autentica fortuna.
  Venendo all'articolo 5 del provvedimento, non si può far altro che guardare con favore quanto messo in atto con questo provvedimento per accelerare le procedure di riconoscimento di protezione internazionale. Analizzando comparativamente i dati relativi al primo trimestre del 2012 e quello del 2013, infatti, si evince come in tutta Europa le domande di protezione internazionale siano aumentate di numero e che un tale aumento sia stato significativamente assorbito dall'Italia, che ha visto sul suo territorio un incremento di richieste pari al 22 per cento. È pertanto facilmente immaginabile il livello di stallo a cui vanno incontro coloro che, approdando sulle nostre sponde in una condizione di terrore e disperazione totale, si trovino a dover far ricorso alle tutele internazionali. È poi un po’ lo stesso stallo di chi voglia fare ricorso alle tutele civili di fronte alla magistratura ordinaria, ma adesso faremo lavorare i giudici 15 giorni in più ogni anno e tutto si risolverà.
  Ad ogni modo, a fronte di un aumento di oltre 1.900 richieste di asilo, non si poteva che risolversi ad ampliare il numero delle commissioni territoriali competenti ad analizzare tali richieste. Perciò le sezioni passano ad essere da 10 a 20 e quelle limitate a sole 6 diventano istituibili fino ad un numero massimo di 30. E non solo: ai sensi dell'articolo 5 le commissioni sono ora coordinate dal dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.
  Viene finalmente istituzionalizzato il ruolo di coordinamento del Ministero, che non potrà più gestire le commissioni come enti slegati dalla struttura ministeriale.
  Ancor di più, a definitivo suggello dell'importanza finalmente riconosciuta a tali strutture, finalmente si riconosce l'esigenza che il personale che le compone abbia una preparazione adeguata per affrontare le delicate situazioni internazionali che vengono sistematicamente sottoposte all'attenzione delle commissioni. A tal fine, quindi, viene previsto l'obbligo, per i componenti delle commissioni, di partecipare ad un corso di formazione iniziale e a periodici corsi di aggiornamento, finalizzati all'acquisizione di competenze specifiche da parte dei commissari.
  Un decisivo intervento viene poi svolto anche sulla procedura, riducendo la necessità del ricorso ad un'analisi collegiale delle singole richieste, e solo in alcuni casi sporadici facendo diventare, per contro, la normalità l'analisi della questione da parte di un solo commissario incaricato poi di riferire all'intera commissione che dovrà esprimersi.
  A conclusione dell'analisi di quanto di buono previsto dall'articolo 5 del decreto n. 119, così come modificato in Commissione, non si possono tralasciare i notevoli stanziamenti previsti al fine di favorire alle commissioni ed alle sezioni delle risorse in misura accettabile, o così si spera, Pag. 88per far fronte alle fondamentali richieste di tutela internazionale da parte dei migranti che approdano sulle nostre coste.
  Quindi, riassumendo: aumento dei soggetti valutatori, semplificazione delle procedure e incremento degli stanziamenti. Magari fossero logiche che animassero la giustizia del nostro Paese !
  Venendo all'ordine del giorno in questione, il punto che non è affatto chiaro riguarda le sezioni su cui l'articolo 5, andando a modificare il decreto legislativo n. 25 del 2008, non risulta affatto chiaro. Ovviamente, posto l'aumento ingente e potenziale delle sezioni adibite all'analisi domande, è comprensibile un'approssimazione sull'argomento che però non appare destinata a dissolversi a seguito di un primo periodo di assestamento. Pertanto, posto che la normativa necessiti senza dubbio di una prima fase di verifica attraverso la sua applicazione concreta, si richiede al Governo di valutare gli effetti applicativi delle novità normative in questione per poi adottare, laddove si renda necessario, ulteriori provvedimenti normativi che prevedano innanzitutto una ristrutturazione omogenea per tutte le sezioni, a partire dalla presidenza delle stesse, assegnata in via esclusiva a ciascuna di esse.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2616-A/123, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baroni, Tartaglione, Fusilli, Gnecchi, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  394   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  313).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Salutiamo gli studenti e gli insegnanti del liceo psicopedagogico «Fabrizio De André» di Brescia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Castelli n. 9/2616-A/124, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, il decreto-legge in esame ha disposto l'inasprimento della sanzione del divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono le manifestazioni sportive per chi reitera violazioni dei regolamenti degli impianti, prevedendo, altresì, che possa essere applicata anche nei confronti dei soggetti che risultano condannati o denunciati, non solo per i reati da stadio, ma anche per tutti i delitti contro l'ordine pubblico, nonché per i delitti di comune pericolo mediante violenza, devastazione, saccheggio e reati simili. Infine, vengono rivisti i termini di durata del Daspo, stabilendo che il provvedimento debba avere una durata da un minimo di cinque ad un massimo di otto anni per quei soggetti che sono già stati precedentemente sanzionati con Daspo. In linea di principio possiamo anche concordare che l'inasprimento delle sanzioni per i recidivi ci sia, ma il problema è che il provvedimento Daspo nel dettato uscito fuori da questo decreto-legge rischia di dare spazio ad un'impropria discrezionalità da parte dei questori. Il provvedimento, infatti, può essere disposto sulla base di non meglio precisati elementi di fatto. Per questo avevamo chiesto con un emendamento che questi elementi di fatto fossero provati da immagini o filmati, tutti a riconoscere inequivocabilmente i soggetti destinati dal Daspo come persone effettivamente responsabili di condotte penalmente rilevanti. Con la richiesta di fiducia avete chiaramente ulteriormente evitato che il decreto-legge potesse accogliere delle modifiche, migliorative per quanto ci riguarda, e per questo vi invitiamo almeno ad accogliere i suggerimenti che vengono dai nostri ordini del giorno. Ciò che infatti Pag. 89ci lascia estremamente perplessi nelle nuove previsioni di inasprimenti del Daspo è che secondo questa norma nei confronti dei recidivi debba essere applicata sempre anche la disposizione di presentarsi presso il comando di polizia una o più volte negli orari indicati nelle giornate in cui vige il divieto di accesso allo stadio. Una sorta di libertà vigilata applicata in automatico. Noi la riteniamo eccessivamente gravosa come applicazione, non tanto per il recidivo, ma soprattutto per l'amministrazione pubblica e per il tribunale. Chiaramente voi su questo non ci pensate, tranne quando passate per la Commissione bilancio e volete più denaro. Per modificare questo punto ci si poteva lavorare tutti insieme.
  In particolare l'ordine del giorno a mia firma premette che il provvedimento in esame introduce disposizioni urgenti per il contrasto alla violenza in occasioni di manifestazioni sportive, per fronteggiare gli afflussi massicci, per il riconoscimento della protezione internazionale nonché misure per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno e con esse intende l'assegnazione di risorse per il rinnovo dei mezzi per la Polizia di Stato e i Vigili del fuoco e, per la sola polizia di Stato, per gli strumenti e le attrezzature necessari.
  Devo dare ragione alla mia collega Sarti che prima diceva che questo è un decreto-legge fatto e voluto da Alfano, e se ne sono accorti anche gli steward che operano nello stadio ed io personalmente che l'ho fatto per sei anni, ci ho lavorato ed effettivamente si capisce che questo è quello che lui semplicemente voleva per alcune categorie di questo Paese e devo dire che ci è riuscito e la maggioranza e lo stesso Presidente, che dovrebbe essere di un altro partito pur avendo fatto insieme questo strano Governo, glielo ha permesso. Non è l'unica cosa chiaramente che gli permette di fare ma siamo ancora stupiti più che altro perché su questo decreto c’è un'occasione mancata che è quella di mettere a posto la vera legge sugli stadi, quella sì un colabrodo e che a differenza di molti altri Paesi europei presenta grandi problemi.
  In ogni caso il mio ordine del giorno impegna il Governo a ripartire con tempestività le risorse del Fondo istituito dall'articolo 6, comma 2, per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri ad esso destinate in modo che possano essere effettivamente utilizzate in modo da evitare quanto verificatosi per il Fondo di 190 milioni di euro, le cui risorse stabilite ed assegnate con provvedimento d'urgenza, sono state ripartite con un anno di ritardo. Credo che questo sia uno degli errori più o meno gravi che continuano a fare questi Governi, la Ragioneria generale dello Stato e chi gestisce di fatto questi soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castelli 9/2616-A/124, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli...Lavagno, provi a votare non a sbloccarla... Furnari... Cesaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  412   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  329).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Rizzo n. 9/2616-A/125, non accettato dal Governo.

  GIANLUCA RIZZO. Signor Presidente, con questo ordine del giorno chiediamo di adottare nuovi provvedimenti tesi ad introdurre norme in materia di impiego dell'uniforme Pag. 90e di identificabilità del personale delle forze di polizia impiegato in servizio di ordine pubblico, in particolare istituendo l'obbligo generale per tutto il personale delle forze di polizia di indossare le prescritte uniformi, stabilendo che sulle stesse siano apposti elementi cifrati visibili a distanza che consentano l'immediata identificazione dello stesso personale.
  Cari colleghi – «cari» non lo dico a caso – c’è una risoluzione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2012 sulla situazione dei diritti fondamentali dell'Unione europea 2010-2011 che, alla raccomandazione generale n. 192, testualmente recita: «È preoccupante che i servizi di polizia nell'Unione utilizzino una forza sproporzionata in occasione di avvenimenti o di manifestazioni pubbliche» ed esorta gli Stati membri a fare in modo che il controllo democratico e giudiziario dei servizi incaricati di fare applicare la legge e del loro personale sia rinforzato, che l'obbligo di rendere conto sia assicurato e che l'impunità non abbia alcuno spazio in Europa, particolarmente in occasione di un uso sproporzionato della forza o di atti di tortura o di trattamenti inumani o degradanti. Invita gli Stati membri ad assicurarsi che i propri agenti di polizia portino un numero di identificazione.
  C’è stata anche una forte presa di posizione da parte di Amnesty International che, il 19 novembre del 2012, in un comunicato stampa denunciava: «Chiediamo da molti anni alle autorità italiane e alle forze di polizia di prevedere misure di identificazione per gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico, assicurando che l'identità personale degli stessi sia tracciabile, ad esempio attraverso l'uso di codici alfanumerici sulle uniformi». Qui, Presidente, mi chiedo: il Governo ha letto bene questo ordine del giorno oppure il parere è stato contrario perché presentato dal MoVimento 5 Stelle ? Non lo sappiamo.
  Ricordo anche che attualmente sono in discussione al Senato i disegni di legge n. 803, n. 1307, n. 1337 e n. 1412, relativi a disposizioni in materia di identificazione degli appartenenti alle forze dell'ordine che espletano attività di ordine pubblico. In particolare, risulta che il relatore Crimi, del MoVimento 5 stelle, ha proposto di adottare il disegno di legge n. 1307 come testo base per il seguito dell'esame; proposta, tra l'altro, accolta dalla presidente della Commissione, Finocchiaro.
  Si tratta di quattro disegni di legge nella stessa materia – il primo è il n. 1307 –, con i quali si propone che il personale di tutti i ruoli e gradi che svolge mansioni di ordine pubblico che, per particolari ragioni di servizio sia stato autorizzato a non utilizzare la divisa, sia obbligato ad indossare indumenti che lo identifichino chiaramente, anche a distanza, come appartenente ad un corpo di polizia. Le stesse proposte prevedono che il casco di protezione e le divise indossati dal personale delle forze di polizia debbano riportare un codice alfanumerico, visibile a distanza, finalizzato a consentire l'immediata identificazione dell'operatore.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIANLUCA RIZZO. Presidente, diciamo al Governo che non si intende demonizzare l'operato delle forze di polizia – concludo – attraverso l'approvazione di una normativa in tal senso, ma serve esclusivamente ad evitare che derive di abuso di potere possano macchiare il comportamento ligio ed equilibrato di tanti padri di famiglia durante le attività per le quali sono chiamati a svolgere servizio. Voglio anche ricordare, però, che, dall'altra parte della bilancia, è necessario mettere una garanzia che eviti a gruppi facinorosi di poter abusare del diritto di difesa nei confronti della pubblica sicurezza, utilizzando i sistemi di identificazione degli appartenenti alle forze dell'ordine come strumenti atti alla vendetta.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  GIANLUCA RIZZO. L'aver posto l'ennesima fiducia – concludo – su un decreto-legge mi permette di sottolineare e criticare la scelta compiuta dal Governo, che mal digerisce l'apporto delle opposizioni. Pag. 91Siamo convinti, infatti, che da una sana e – perché no ? – accesa discussione parlamentare...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIANLUCA RIZZO. ...sarebbe potuto uscire un progetto di legge migliore rispetto all'ennesimo decreto pasticcio del quale questa maggioranza si vanta.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIANLUCA RIZZO. Mi rivolgo a tutta l'Aula e, in particolar modo, a chi è succube – concludo – e costretto da logiche di partito, a chi è obbligato a sottostare direttive imposte, a tutti quelli che comunque...

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  GIANLUCA RIZZO. ...sono chiamati – ho finito, solo due righe – a decidere delle sorti di milioni e milioni di italiani: vi chiedo di dimostrare di non essere interessati soltanto a mantenere la poltrona, vi chiedo valutare favorevolmente questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Grazie.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzo n. 9/2616-A/125, con il parere contrario del dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  406   
   Astenuti  3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  99    
    Hanno votato
no  307).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Vallascas n. 9/2616-A/126.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vallascas. Ne ha facoltà.

  ANDREA VALLASCAS. Signor Presidente, insisto per la votazione del mio ordine del giorno e faccio la mia dichiarazione di voto.
  Colleghi e colleghe, vi invito a votare favorevolmente questo ordine del giorno con il quale intendo colmare una grave lacuna della proposta in esame. I fenomeni di violenza durante le competizioni sportive hanno, infatti, assunto connotati e caratteristiche che richiedono un coordinamento tra le forze di polizia di diversi Paesi. Non può passare inosservato, anche per la forza aggressiva e gli esiti in molti casi drammatici, il fenomeno della violenza che si manifesta nel corso delle trasferte all'estero dei nostri tifosi o dei tifosi stranieri nel nostro Paese. Si tratta di un fenomeno che sta conoscendo una fase di grave recrudescenza e che sembra quasi trovare un'insana motivazione nella sensazione di apparente affrancamento che prova il tifoso in trasferta. A questo si aggiunge una sorta di internazionalizzazione del tifo che si è rafforzato in questi anni, una rete che ha consolidato i legami tra tifoserie amiche e accentuato espressioni di violenza e di odio nei confronti delle tifoserie percepite come nemiche.
  È appena il caso di sottolineare che la violenza negli stadi è un fenomeno che si autoalimenta. I diversi fatti drammatici che si sono verificati anche di recente, naturalmente, allontanano dai campi sportivi tutte quelle persone che desiderano assistere in sicurezza e tranquillità a un evento sportivo. In questo modo viene lasciato spazio a una tifoseria più aggressiva. Questa normativa che guarda solo dentro i confini nazionali trascura questo fenomeno che, viceversa, è all'ordine del giorno e crea grande inquietudine tra le forze dell'ordine in tutta Europa. Manca, in questo provvedimento, una visione di Pag. 92insieme che tenga conto dei diversi aspetti che caratterizzano i comportamenti violenti nei luoghi dello sport, manca uno sguardo lungimirante; una lacuna che, tra le altre, si concretizza con l'assenza della previsione di un coordinamento internazionale e in particolar modo con alcuni Paesi; un coordinamento necessario per armonizzare i sistemi di prevenzione e repressione e per incidere veramente sul contrasto a questi fenomeni.
  In particolare, è sentita la necessità di intervenire con azioni di dialogo e collaborazione con le forze di polizia della Grecia, Paese dove sono presenti tifoserie che si sono dimostrate particolarmente calde e aggressive. A questo proposito ricordo che purtroppo, la settimana scorsa, è deceduto un tifoso greco vittima, alcune settimane fa, di un'aggressione nel corso di una manifestazione sportiva. Come i fatti accaduti in Italia di recente, quest'ultimo evento luttuoso ci deve far riflettere su come si sia trasformato lo spettacolo dello sport e su come sia degenerato in maniera preoccupante il semplice sostegno o l'espressione dell'entusiasmo e della passione per una squadra.
  Di fronte a questi fatti, di fronte alla complessità e all'articolazione che ha assunto il tifo nel nostro e in altri Paesi, abbiamo la necessità di innalzare la qualità degli interventi di contrasto. Questo decreto è profondamente lacunoso, pretende di affrontare il dramma della violenza durante le manifestazioni sportive con strumenti spuntati, già insufficienti sul nascere. Aggravare le pene è di fondamentale importanza, ma questa previsione deve essere accompagnata dall'intenzione di cambiare radicalmente il modo di fruire dello spettacolo dello sport. Gli strumenti di lotta e contrasto devono essere proporzionati alle sfide che ci sono in campo, sfide culturali e normative. Di fronte a un fenomeno che ha assunto connotati internazionali bisogna attivare meccanismi di prevenzione che vadano oltre i confini dello Stato.
  Noi chiediamo al Governo un impegno ad attivarsi nei confronti delle autorità competenti della Grecia, affinché vengano unite le forze e l'impegno, affinché quello che viene fatto nel territorio italiano non venga vanificato in Grecia durante le manifestazioni che vedono la presenza di tifoserie italiane. Questo perché non ci possono essere zone franche per il tifoso. Noi abbiamo il dovere di fare in modo che il tifoso violento si senta insicuro negli stadi, gli stadi e i campi sportivi devono essere luoghi sicuri per le persone che desiderano assistere serenamente a un evento sportivo, sicuri per le famiglie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/2616-A/126, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... provi a votare, onorevole Piepoli... Malisani, Romele, Baldassarre, Cesaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  385   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  79    
    Hanno votato
no  306).    

  (I deputati D'Ottavio, Fiano e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Dieni n. 9/2616-A/127.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, colleghi, tutti noi ricordiamo la presa di posizione di Pasolini nel momento in cui disse: «Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti ! Perché i poliziotti sono figli Pag. 93di poveri». Ebbene, al di là del merito della frase, si può dire che da allora qualcosa è cambiato, almeno per un aspetto. Ieri i poliziotti erano figli di poveri, voi, invece, cari membri dei Governo, cari colleghi della maggioranza allargata che ha guidato il Paese negli ultimi vent'anni, avete reso poveri direttamente i poliziotti. Ovviamente questa considerazione può essere estesa ai lavoratori del pubblico impiego, ma oggi, è bene dedicarsi anzitutto alla polizia. Perché ? Beh, nel momento in cui ci si riempie la bocca di parole come «sicurezza» bisognerebbe farlo senza ipocrisia e riconoscere che questo termine ha un senso quando si creano i presupposti per realizzarlo. Voi, colleghi, fate invece demagogia, create nemici veri e fittizi, pericoli ipotetici che si acquattano dietro gli angoli, quando invece i criminali, quelli veri, si aggirano in doppio petto per gli uffici politici, bussano alle porte delle istituzioni, si appropriano degli appalti delle grandi opere e non hanno alcun bisogno di nascondersi.
  Oggi parliamo di sicurezza negli stadi, ma questo è soltanto un sottocapitolo di un argomento ben più vasto. E non c’è misura né risorsa sufficiente a garantire la sicurezza negli stadi se fuori dagli stadi non si lotta con la camorra che si appropria delle tifoserie, né se lo sport, anche oggi, diventa in piccolo o in grande l'arena in cui tante Bacigalupo si scontrano (o s'incontrano) sul terreno degli affari più che su quello dello sport. La cultura della legalità si costruisce anzitutto con l'istruzione, ma anche con una corretta amministrazione della giustizia, il cui corollario è un'adeguata opera di coordinamento delle forze di polizia. E in quest'opera rientra un adeguato trattamento economico, la disponibilità di mezzi atti a reprimere il crimine e una corretta formazione.
  Ebbene, colleghi, si può forse dire che su questi punti abbiamo fatto abbastanza ? La risposta, ovvia, ridondante, ossessiva, è che non ci sono i fondi per farlo. Questa è una scusa ! È una scusa ! E voi lo sapete bene. Abbiamo dimostrato con proposte puntuali, corredate sempre delle adeguate coperture, che le risorse ci sono. E questi soldi, destinati alle nostre forze di polizia, servirebbero anzitutto a far recuperare il senso della vicinanza di uno Stato che ha deciso per troppo tempo di foraggiare maggiormente i mafiosi anziché i suoi uomini in divisa. Si tratta di populismo ? Non credo.
  Mentre presenziavo ai lavori in Commissione e poi in Aula su come rafforzare le misure di sicurezza in occasione di eventi sportivi, sotto richiesta dei sindacati di polizia depositavo alla Camera un'interrogazione sulla possibile chiusura della stazione della Polizia ferroviaria di Crotone, un luogo che è divenuto ormai un bivacco dei molti extracomunitari che si trovano nei dintorni del centro di accoglienza Sant'Anna, il più grande d'Europa. Alla stazione di Crotone, oltre ad un presidio di polizia cadente e sottodimensionato, c’è una situazione che occorrerebbe fosse toccata con mano dagli onorevoli membri del Governo che parlano oggi di sicurezza. Le infezioni proliferano ed è stata rinvenuta, su alcuni ospiti fissi, anche la scabbia. In questo posto ameno i poliziotti, due a turno, per una tratta di 500 chilometri, si trovano sistemati in uffici degni del quarto mondo e devono fronteggiare, senza la presenza di un comandante, situazioni emergenziali che non sono all'ordine del giorno ma all'ordine dell'ora. Ed è di queste persone, dei poliziotti e delle forze dell'ordine, che combattono ogni giorno contro situazioni di disagio, che noi del MoVimento 5 Stelle intendiamo parlare quando vogliamo fare sicurezza, sia essa fuori, dentro o di lato agli stadi. È dei loro stipendi che tratta l'ordine del giorno in discussione, del trattamento accessorio, che, con il blocco cui sono sottoposti, non riescono a maturare. Alzare il velo sul tema della sicurezza significa parlare di questo. Il resto è solo fumo negli occhi, chiacchiere vane e vuote di una classe politica che non riesce neppure ad accorgersi che il barlume di ordine che ancora le consente di passare all'incasso dei suoi lauti stipendi e delle sue generose prebende è retto da uomini in divisa che essa sta calpestando.Pag. 94
  Ci vuole davvero lungimiranza ! Ebbene, pregate che questi uomini e donne non si stanchino mai, che non ci sia il giorno in cui si girino dall'altra parte mentre fanno la guardia ai palazzi di prestigio o alle vostre case, perché il problema non è solo quello di conservare l'ordine negli stadi, ma quello di non portare la condotta degli stadi nelle piazze e nelle strade. Concludo dicendo che con questo ordine del giorno chiedo che le risorse assegnate a questo provvedimento non ripartite o spese nei termini vengano destinate al pagamento degli assegni funzionali previsti dall'articolo 6 del decreto-legge 21 settembre 1987, n. 387, così come convertito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, trovo veramente singolare che una collega del MoVimento 5 Stelle intervenga proprio oggi, che, dopo quattro anni di tagli alle forze dell'ordine, il Governo presieduto da Matteo Renzi, questa maggioranza, il Partito Democratico hanno messo sul tavolo della relazione con i sindacati delle forze di polizia, con le rappresentanze della difesa e del soccorso pubblico 1 miliardo per lo sblocco dei tetti salariali che erano stati bloccati nel 2009 da un Governo di altro colore, dopo che per la prima volta la finanziaria del Governo di Enrico Letta ha messo 500 milioni sul tavolo delle forze dell'ordine, dopo che in quattro anni sono stati tagliati 4 miliardi; rivolgetevi a qualcun altro, non alle forze che oggi sono al Governo, perché per la prima volta dopo quattro anni noi in dodici mesi abbiamo messo sul tavolo 1 miliardo e mezzo di euro (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole. Colleghi, qual è il problema ? Sta facendo una dichiarazione sull'ordine del giorno, ha facoltà di farlo, ha cinque minuti per parlare e quindi non vedo quali proteste ci siano.

  EMANUELE FIANO. Per cui, se ci sono opinioni diverse sulle ipotesi normative che questo decreto comporta nell'innovare il sistema di sicurezza per gli stadi, ben vengano le opinioni diverse, ben vengano le opinioni contrarie, ben venga il dissenso, ma si lega la storia. Dopo quattro anni di sofferenze e di tagli alle forze dell'ordine, il Governo Enrico Letta e il Governo Matteo Renzi, di cui fanno parte e sono maggioranza il Partito Democratico, hanno ricominciato a mettere la sicurezza al centro dell'agenda di Governo con denaro e diritti per le lavoratrici e i lavoratori delle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, vorrei dire al collega Fiano che il Governo forse si è mosso perché per la prima volta nella storia della Repubblica li avete costretti a minacciare uno sciopero (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico), questo è un dato di fatto e l'opposizione, nello specifico anche il Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ha fatto un lavoro straordinario a sostegno delle forze dell'ordine. Non li fate questi «qua qua», non siamo in televisione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, solo per ricordare al collega Fiano che può anche essere che abbiano messo 1 miliardo di euro sul tavolo pochi giorni fa o che siano stati messi 500 milioni di euro sul tavolo qualche mese fa, il problema è che però da quel tavolo ve li siete ripresi, come ve li siete ripresi sulla questione delle scuole, dopo aver annunciato 3 miliardi e mezzo di euro e di non aver...

Pag. 95

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini. Colleghi, allora, io posso dare la parola non sull'ordine dei lavori per rispondere ad una dichiarazione di voto, posso dare la parola per dichiarazione di voto.
  L'onorevole Di Battista, che aveva 30 secondi, li ha utilizzati; sia l'onorevole Pini, li ha terminati, quindi andiamo avanti. Se ci sono altre dichiarazioni di voto è un conto, se non vi sono altre dichiarazioni di voto io lo pongo in votazione.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dieni n. 9/2616-A/127, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fantinati, Matarrelli, Giorgetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  404   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  82    
    Hanno votato
no  322).    

  (I deputati Molea, Fossati e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Fico n. 9/2616-A/128.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, prendiamo atto che il PD non si accorge delle situazioni in cui versano le forze dell'ordine in Italia, se si permette pure di fare questi commenti.
  Ma andiamo all'ordine del giorno. Il decreto in esame, recante «disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno», interviene a modificare diversi istituti e strumenti previsti dalla vigente normativa per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di violenza in occasione di manifestazioni sportive. Particolare attenzione è attribuita alle manifestazioni calcistiche, soprattutto in considerazione di recenti e incresciosi episodi che hanno dimostrato l'inefficienza dei sistemi di gestione degli eventi sportivi considerati a rischio dagli organi di vigilanza.
  II nostro Paese, complice una cultura sportiva certamente non adeguata, ha visto nel corso di questi anni fenomeni di violenza legati ad eventi e manifestazioni sportive sempre più preoccupanti. Era il 2 luglio del 2001 quando nella mia città, Messina, moriva Antonino Currò, giovane tifoso di 24 anni, la cui unica colpa era stata quella di assistere ad una partita della sua squadra del cuore, ferito da una bomba carta, il 17 giugno di quell'anno, in occasione del derby Messina-Catania, la sua morte, tra lo strazio di familiari e amici, venne usata come monito in tutti gli organi di stampa: «Mai più simili tragedie» ! Peccato che quella non fu affatto la fine. Anzi.
  Da quell'episodio, a cadenza quasi annuale, anche se con modalità diverse, altre vittime e altri incidenti caratterizzavano ogni stagione sportiva, con episodi di violenza sempre più organizzata, violenze che hanno un passato pieno di avvenimenti tragici.
  Una delle prime vittime del calcio italiano – facciamo un passo indietro – fu Vincenzo Paparelli, il tifoso della Lazio colpito a morte da un razzo lanciato dalla curva opposta dell'Olimpico, poco prima del derby tra Roma e Lazio dell'ottobre 1979, lei se ne ricorderà, Presidente.
  Il 30 settembre 1984, vicino allo stadio di San Siro, venne ucciso a coltellate Marco Fonghessi, ventitreenne tifoso milanista di Cremona, scambiato per un... Se può richiamare a fare silenzio, per favore.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

Pag. 96

  FRANCESCO D'UVA. ... ventitreenne tifoso milanista di Cremona, scambiato per un ultrà della squadra avversaria. L'omicida fu condannato a 28 anni di reclusione, ridotti a 22 in appello. Il 4 giugno 1989, prima della partita Milan-Roma, il diciannovenne romanista, Antonio De Falchi, morì stroncato da un collasso, mentre un gruppo di ultrà rossoneri lo inseguiva. Tre di loro furono processati per omicidio preterintenzionale. Infine, il 29 gennaio 1995, prima della partita di Genoa-Milan, il venticinquenne Vincenzo Spagnolo, tifoso genoano, ucciso davanti allo stadio di Marassi, da un ultrà rossonero.

  PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi intorno all'onorevole Sannicandro se possono abbassare la voce. Onorevole Sannicandro, per favore. Onorevole D'Uva aspetti un secondo. Colleghi, per favore, mi rivolgo ai colleghi di SEL. Onorevole Sannicandro, per cortesia, vi sentiamo dall'altra parte dell'emiciclo: abbassate la voce. Prego, onorevole D'Uva.

  FRANCESCO D'UVA. Evidentemente non c’è la stessa sensibilità verso queste...

  PRESIDENTE. È la Presidenza che fa i richiami. Lei continui.

  FRANCESCO D'UVA. Non sto facendo alcun richiamo, ma era una considerazione, Presidente.

  PRESIDENTE. Prego.

  FRANCESCO D'UVA. Nel 2007, un altro siciliano, Filippo Raciti, ispettore capo della Polizia di Stato, moriva a Catania in occasione di una manifestazione sportiva, un altro derby, un'altra guerriglia organizzata. Lo stadio Cibali quella notte venne messo a ferro e fuoco, e la polizia dovette fronteggiare una violenza non compatibile con un evento di sport, di divertimento, di gioco. Le immagini scioccanti di quelle ore, che terminarono con la tragica notizia della morte del povero Filippo, davano la sensazione di assoluta inadeguatezza e di assoluta inefficienza dei sistemi di prevenzione di tali fenomeni.
  Ma la sensazione più evidente era quella di uno Stato che aveva lasciato quei poliziotti soli, senza strumenti necessari per difendersi. La stessa sensazione che ancora oggi, tredici anni dopo la morte di Tonino Currò e sette anni dopo la morte di Filippo ci accompagna. Anzi, quella sensazione, forse, è ancora più insopportabile.

  PRESIDENTE. Le restano ancora cinquanta secondi.

  FRANCESCO D'UVA. Qui ci sono tante cose da ricordare, ma avendo così poco tempo, vado alla fine.
  È proprio questo che preoccupa: è l'assenza ingiustificata dello Stato, che con provvedimenti chiari e duri, così come assunti da altri Paesi che hanno fortemente limitato il fenomeno della violenza negli stadi, mettano la parola fine ai continui casi di cronaca nera legati al mondo dello sport.
  È per questo motivo che chiediamo al Governo di accogliere i nostri ordini del giorno e questo in particolare, perché tutti noi vogliamo rendere questo provvedimento migliore, efficace, dando alle forze dell'ordine strumenti seri per reprimere sul nascere i fatti di violenza che nulla hanno a che vedere con le manifestazioni sportive e nulla hanno a che vedere, più in generale, con una società civile.
  Con questo ordine del giorno il MoVimento 5 Stelle chiede al Governo di valutare gli effetti applicativi delle disposizioni del suddetto decreto, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevederne il superamento, aprire un tavolo tra Ministero dell'interno, società di calcio, enti locali e tifoserie per rivedere gli strumenti normativi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

Pag. 97

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, intervengo solo per portare un po’ di verità in quest'Aula. Ho sentito dichiarazioni da parte del Partito Democratico...

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, chiedo scusa. È in dichiarazione di voto ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Sì, dichiarazione di voto sull'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Prego.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Ho sentito dichiarazioni entusiastiche in quest'Aula rispetto alla politica del Partito Democratico per quanto riguarda le forze di sicurezza.
  Io non voglio portare un'opinione della Lega, ma semplicemente un comunicato pervenutoci dalla consulta per la sicurezza nel quale si sottolinea che dal Governo Renzi non è stata data alcuna risposta alle esigenze delle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Altro che quanto detto dall'onorevole Fiano che evidentemente – e mi rammarico per il rispetto che porto verso il collega – ha preso un po’ troppo l'abitudine delle promesse, non correlate ai fatti, del Presidente del Consiglio.
  In secondo luogo, sempre per parlare di fatti, ricordo sempre ai colleghi che stanno votando – la Lega ovviamente no – un decreto nel quale sono previsti, per quest'anno, 120 milioni per Mare Nostrum e 8 milioni di euro per le forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Se questo è il rispetto che si porta verso le forze dell'ordine, dove ci sono 120 milioni di euro per favorire l'immigrazione clandestina e 8 milioni di euro a chi garantisce la sicurezza e rischia la vita sul territorio per difendere i cittadini, ebbene io penso che siamo ben distanti da quelle politiche di sicurezza e di rispetto verso coloro che si mettono a disposizione della comunità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fico n. 9/2616-A/128, con il parere del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Malisani. Chi non riesce a votare ? Onorevole Dieni, De Micheli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  397   
   Votanti  378   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  76    
    Hanno votato
no  302).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Onorevole Ruocco, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/129, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, non accetto la riformulazione, chiedo che sia posto in votazione e intanto chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi intorno all'onorevole Ruocco...prego.

  CARLA RUOCCO. Presidente, con questo ordine del giorno noi chiediamo al Governo di valutare l'iniziativa di un maggiore impiego di telecamere che riprendano costantemente le tribune e gli spalti perché, come si diceva, in sostanza l'ordine che deve essere mantenuto all'interno degli stadi è affidato, appunto, soltanto alla responsabilità e all'onere delle forze dell'ordine.
  Qui, peraltro, si fanno tante promesse. Addirittura, dopo anni in cui c’è stato il Pag. 98blocco degli stipendi si profilano come un'iniziativa di regalo quei quattro spicci che finalmente sono stati conferiti, guarda caso subito dopo che le opposizioni hanno puntato i fari e hanno sicuramente perorato la causa di un ambiente, quale quello delle forze di Polizia, bistrattato e a cui nel tempo è stata tolta perfino la benzina; sono state ridotte a tal punto le spese da non potere fare fronte neanche, appunto, a spese minimali quali quelle del carburante per le loro operazioni.
  Ad ogni modo, tornando all'ordine del giorno, in premessa il nostro ordine del giorno descrive che il Governo è intervenuto con il presente decreto-legge ad adottare norme in materia di rimedi nella materia del contrasto a fenomeni di illegalità e violenza. E anche qui cadiamo in un altro argomento molto delicato, perché come al solito si affida ad un discorso repressivo ciò che dovrebbe essere poi luogo di investimento già a priori con una cultura ovviamente della tolleranza e un investimento nelle risorse culturali di cui, anche qui, questo Paese si è visto costantemente deprivato.
  Quindi, come vede, tanti aspetti tocca questo decreto che è all'esame oggi. Siamo tacciati di far perdere tempo ovviamente al Parlamento, però poi chi ci taccia di questo dimentica che siamo alla diciassettesima votazione di giudici della Corte costituzionale e, a parte venir fuori il nome di una persona come Violante, che è ineleggibile, i partiti di maggioranza non riescono neanche ad eleggere i due giudici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quindi immaginiamoci quali interventi potrebbero adottare per risolvere gli urgenti problemi del Paese, compresi – ed è questo uno dei motivi del nostro ostruzionismo oggi – i decreti attuativi che sono indispensabili come sappiamo per l'attuazione di determinati nostri provvedimenti.
  Ricordiamo che il MoVimento 5 Stelle aspetta il decreto attuativo affinché le persone possano essere messe nelle condizioni di compensare le cartelle esattoriali con i crediti che vantano con la pubblica amministrazione. Il Governo se la prende comoda e nel frattempo gli imprenditori sono in seria difficoltà, quando non si suicidano. Anche qui il Governo se la prende comoda e poi si lamenta quando l'opposizione in Aula fa assaggiare, anche ai parlamentari, cosa significa friggere sulla graticola come friggono sulla graticola 60 milioni di italiani quando aspettano delle risposte dalla politica che non arrivano. Quindi, noi auspichiamo che finalmente vengano investite adeguate risorse, non quattro spicci giusto per fare un po’ di annunci sui giornali, ma adeguate risorse per garantire i servizi indispensabili ai cittadini. Ed è questa l'occasione giusta, ancora una volta, per sottolineare da che parte stiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ruocco n. 9/2616-A/129, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Romele, Massa, Calabria, Palma, Artini, Fedriga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  411   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  330).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Terzoni n. 9/2616-A/130, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  PATRIZIA TERZONI. Signor Presidente, il Governo con questo decreto-legge è intervenuto per adottare norme in materia di rimedi e di contrasto a fenomeni Pag. 99di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno. Ora nell'articolo 4, comma 1, lettera a), si prevede che il Ministero dell'interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, possa disporre il divieto di apertura del settore ospiti degli stadi di calcio in relazione ad un pericolo di turbativa dell'ordine pubblico. La storia ci insegna che le forme di repressione non hanno mai portato, poi, a dei benefici, anche in termini culturali, ma serve, invece, istruire e sensibilizzare le persone ad avvicinarsi allo sport con un approccio diverso da quello attuale. Vediamo l'esempio eclatante, mettendo a confronto il rugby con il calcio. Il primo sensibilizza, sempre e ovunque, che la battaglia, la competizione, avviene solo tra giocatori, nel campo di gioco, mentre fuori dal campo, si è tutti fratelli uniti da una passione, il rugby, ed ecco perché esiste il terzo tempo.
  Nel calcio questo non succede, ma anzi succede l'esatto opposto. È chiaro che serve una campagna di sensibilizzazione ed è su questo che punta quest'ordine del giorno e mi domando come il Governo non capisca il concetto basilare che le campagne di sensibilizzazione sono molto più proficue rispetto alle campagne di repressione. L'ordine del giorno, quindi, chiede semplicemente di prevedere opportuni finanziamenti per un serio ed efficace programma tra i giovani sul tema della violenza negli stadi e sul ruolo dello sport nella nostra società.
  Chiedo a questa maggioranza di votare questo ordine del giorno, perché la violenza negli stadi, sì, che mina la credibilità del Paese. Avete depositato, il PD intendo, un'interrogazione sulla partita Juventus-Roma, interrogando il Governo sugli errori arbitrali, sottolineando il fatto che questa situazione porta a minare la credibilità del Paese. Secondo il mio modesto parere, la credibilità del Paese non viene minata dal fischio di un arbitro, ma, ad esempio, da decreti che portano alla distruzione del nostro Paese. Mi riferisco, in particolare, al decreto «sblocca Italia», un decreto che porterà il nostro Paese a raggiungere, ancora più velocemente, il fondo, e voi ne sarete i diretti responsabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ricordatevelo quando il vostri figli dovranno emigrare perché voi vi siete mangiati il loro futuro. Domani presenteremo il nostro «attiva Italia», anzi vi invito tutti a partecipare alla nostra conferenza, perché forse vi piacerà anche. Presenteremo il nostro «attiva Italia» per far vedere a tutti, ma proprio a tutti, la differenza tra chi vuole governare un Paese pensando al bene comune e chi invece pensa solo al proprio portafoglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo ripeto: vogliamo far vedere a tutti la differenza tra chi vuole governare un Paese pensando al bene comune e chi vuole pensare solo al proprio portafoglio. Ora vi avviso, perché o ribaltate lo «sblocca Italia» oppure questo costruzionismo durerà molto, ma molto, ma molto a lungo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Terzoni n. 9/2616-A/130, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Terzoni, Turco, Schirò, Basilio, Gitti, Ragosta...se togliete le palline di carta è più facile...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  410   
   Votanti  407   
   Astenuti   3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  99    
    Hanno votato
no  308).    

  Passiamo all'ordine del giorno Sorial n. 9/2616-A/131.Pag. 100
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il nostro voto sugli ordini del giorno, che noi abbiamo presentato e che vorremmo venissero votati. E, per questo, oggi siamo stati accusati, con una certa ipocrisia, da deputati della maggioranza e dell'opposizione di ostruzionismo.
  Presidente, dove sta l'ipocrisia dei deputati che ci accusano di ostruzionismo ? Nel fatto che da parte loro in queste settimane non c’è mai stato un intervento per denunciare che in ben 17 votazioni per la Consulta ci sia stato semplicemente un infantile ostruzionismo dedicato all'auto-conservazione della casta e del sistema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Come è successo tutto ciò ? Con un nome, un nome semplice, Violante, uno che in realtà non dovrebbe c'entrare niente, né con Sinistra Ecologia Libertà, né con il Partito Democratico, ma che stranamente poi mette d'accordo tanti, da Renzi a Berlusconi, da Ciancimino a Napolitano.
  Lei mi chiederà, Presidente, cosa c'entra tutto ciò con l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ce lo stavamo appunto domandando, onorevole Sorial.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Perfetto, molto bene. Io le dico che c'entra, ma anche se non c'entrasse, caro nostro Presidente, in realtà non c’è articolo del Regolamento, né l'articolo 59, né l'articolo 39 né l'articolo 8, che la metta in condizione di potermi interrompere, se non, forse, l'articolo 39, comma 3, nel quale si cita...

  PRESIDENTE. Non ne sarei così sicuro.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. ...l'insindacabile giudizio del Presidente, che, però, capisce sarebbe una sua mera richiesta di interrompermi per una valutazione politica che io sto facendo e che ho tutto il diritto di continuare.
  Allora le spiego anche come c'entra questa mia premessa con il contenuto dell'ordine del giorno. Ebbene, in questo decreto si ampliano le fattispecie per le quali si può essere soggetti al cosiddetto Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive. Io le ho appena nominato e le ho appena fatto capire come, in realtà, a prescindere dal fatto che si crei un ulteriore divieto ad accedere alle manifestazioni sportive, bisognerebbe incominciare a ragionare su come vietare l'accesso a istituzioni così importanti nel nostro Paese, che vengono continuamente violentate dalla volontà politica di inserire delle braccia e dei tentacoli all'interno della Consulta, all'interno del Consiglio superiore della magistratura, all'interno della Camera, del Senato e dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Sarebbe quindi ora di evitare tutto ciò.
  Il MoVimento 5 Stelle ha voluto evitare con specifici emendamenti che questa durezza di alcune misure sanzionatorie per chi entra all'interno delle manifestazioni sportive sconfinasse in un eccesso di potere discrezionale da parte del questore e, quindi, per quanto riguarda quello che viene soprannominato il Daspo preventivo.
  Ora, già ieri vi è stato ricordato da alcuni miei colleghi, come, a proposito di Daspo, si fosse, in qualche modo esposto, anche il Presidente del Consiglio, presidente del Partito Democratico e, forse, anche il suo presidente, onorevole Baldelli, in merito al fatto che il Daspo dovrebbe essere in un qualche modo applicato anche ai politici e anche a tutte quelle persone corrotte, che sistematicamente cercano di corrompere tutto il sistema e cercano in un qualche modo di trarre vantaggio dalla loro posizione politica.
  Quando succederà che verrà applicato qualcosa per evitare che persone corrotte e prive di qualsiasi onestà entrino in questi palazzi ? Quando si provvederà – speriamo presto – ad una proposta decente sul conflitto di interessi ? Quando si provvederà a fare una legge elettorale per Camera e Senato, anche se il Senato sta facendo una brutta fine per colpa vostra ? Quando si provvederà a fare una legge Pag. 101elettorale che vieti di entrare a persone che sono sistematicamente immischiate in grandi opere, in tangenti, in corruzione, in contraffazione e in contrabbando e anche in quei settori che voi avete voluto introdurre all'interno del PIL, come prostituzione e tanto altro ? Come e quando saremo capaci di evitare a queste persone di entrare in queste istituzioni ?
  Allora, in un qualche modo avete inasprito il Daspo, in un qualche modo avete vietato ai cittadini di partecipare a manifestazioni sportive con una serie di misure. Evitiamo tutti insieme che corrotti e persone poco di buono continuino ad inserire i loro tentacoli all'interno delle nostre istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sorial n. 9/2616-A/131, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo, Artini, Gregori ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  405   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  303).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Toninelli n. 9/2616-A/132, con il parere contrario del Governo.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, questo mio ordine del giorno, insieme agli altri 103 ordini del giorno del MoVimento 5 Stelle, serve a dimostrare (per l'ennesima volta, ovviamente) che in questo Parlamento esiste ancora un'opposizione che contesta il vilipendio che costantemente il Governo fa cadere nei confronti del Parlamento e l'offesa che costantemente a tutti i parlamentari – non solo dell'opposizione, ma anche di questa maggioranza, che contestano questa nostra attività – il Governo reca, avendoli ormai trasformati – questo Governo e questa maggioranza più che mai, ancor più del Governo Monti ed ancor più dei Governi di Berlusconi, con un profluvio, un diluvio di decreti-legge – da rappresentanti del popolo, come dice la Costituzione, in meri pigiabottoni.
  Mi permetto anche di dare una spiegazione al collega Scotto, che non molti minuti fa accusava il MoVimento 5 Stelle circa la volontà di non portare in aula o esprimeva dubbi sulla nostra volontà di portare in aula la proposta di legge sul conflitto di interessi: mi permetto sommessamente di ricordargli che sono vent'anni che questo Paese sta aspettando una signora proposta di legge sul conflitto di interessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Mi sembra che 20 anni siano tanti e se stiamo oggi discutendo e se tra poche ore questo Parlamento inizierà a discutere una proposta di legge, è grazie a della gente normale, che ha proposto per prima – ed è il MoVimento 5 Stelle – una proposta di legge sul conflitto di interessi, che ha obbligato gli altri partiti ad accodarsi e a depositarne altrettante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Detto questo, vado al mio ordine del giorno. Il nuovo pacchetto di leggi speciali in materia di violenza negli stadi è il quarto dal 2007 ad oggi e va ad aggiungersi ad un quadro normativo già notoriamente ipertrofico.
  In pratica, il Governo vara nuove misure repressive a cadenza biennale, mentre i fenomeni che vorrebbe colpire si incrementano.
  A fronte di tali incrementi, anziché decidere di modificare il tipo di approccio al problema, si insiste nella stessa modalità seguita.
  Il susseguirsi di episodi di violenza, sia individuale sia collettiva, consumati in occasione dello svolgimento di manifestazioni Pag. 102sportive negli stadi, ha messo in evidenza nel recente passato la necessità di intervenire ulteriormente, vista l'insufficienza della strumentazione normativa di cui lo Stato si è dotato per la prevenzione e la repressione di tali fenomeni.
  Ma la strada intrapresa dal Governo, come accaduto in altri casi, è quella sbagliata. Le misure previste dal provvedimento in esame appalesano che la strada intrapresa dal Governo è quella di implementare l'apparato repressivo dello Stato, anziché predisporre interventi organici e strutturati, al fine di prevenire tali fenomeni criminosi legati alle competizioni sportive.
  Negli ultimi anni, il quadro giuridico è stato contraddistinto da interventi repressivi di ordine amministrativo e giudiziario, che non sembra abbiano prodotto una sensibile diminuzione dei fenomeni di violenza come quelli di cui alla legge in esame.
  Si assiste ad una crescente escalation della violenza, rispetto alla quale il Governo, nonostante abbia adottato alcune misure di carattere prevalentemente repressivo e molto parziali, come nel caso del decreto-legge in esame, non ha trovato, neanche con l'aiuto delle disposizioni di legge vigenti, alcun tipo di rimedio.
  Il chiaro fallimento della tessera del tifoso, presentata come una rivoluzione del sistema calcio, ma che nei fatti ha solamente contribuito a spopolare gli stadi, con la sua assurda burocrazia, è la prova più evidente di come l'assenza di una politica di progettazione riguardo al tema della sicurezza negli stadi già rappresentava la risposta sbagliata ad una domanda mal posta.
  Anche in questo caso, come in altri, sembra che la strada da perseguire sia quella di adottare strumenti esotici, che vengono presi e trapiantati in un contesto culturale e sociale completamente differente, in un'esaltazione di quella che è la parte negativa delle globalizzazioni. Il rimedio della pistola Taser sembra andare esattamente in questa direzione volta alla trasformazione dei partecipanti alle manifestazioni sportive da cittadini che condividono una passione in consumatori di un prodotto che devono essere scoraggiati a un consumo diverso da quello totalmente passivo che si svolge al riparo delle mura domestiche.
  Non si può non evidenziare, inoltre, come l'eterogeneità delle disposizioni di cui alla presente legge sia indice di inadeguatezza della stessa legge, non solo per via della sua adozione in forma di decreto d'urgenza, prassi ovviamente incostituzionale, ma anche per la sua natura disorganica. Per questi motivi, con questo ordine del giorno ho inteso richiamare il Governo ad adottare una politica di progettazione riguardo al tema della sicurezza degli stadi, che sia completamente differente da quella adottata finora come approccio dati gli esiti fallimentari dell'approccio sinora eseguito...

  PRESIDENTE. Grazie.

  DANILO TONINELLI. ... e ad impegnarsi – ho terminato – a disciplinare la materia con una legge di carattere organico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/2616-A/132, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Patriarca, Fantinati, Savino, Cimbro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  407   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  82    
    Hanno votato
no  325).    

  (Il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 103

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2616-A/133, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, il provvedimento in esame introduce disposizioni urgenti per il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, per fronteggiare gli afflussi massicci, per il riconoscimento della protezione internazionale, nonché misure per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno, con esse indicando l'assegnazione di risorse per il rinnovo dei mezzi per la Polizia di Stato e per i vigili del fuoco e, per la sola Polizia di Stato, per gli strumenti e le attrezzature necessari, considerando anche il fatto che gli episodi sportivi della scorsa estate sono un segnale inquietante di quanto possa accadere al di fuori degli stadi, scongiurando che non accada anche all'interno degli stessi. Le forze di polizia, al fine di tutelare le persone, dovrebbero essere messe nelle condizioni atte ad espletare tale compito ed è per questo motivo che dovrebbero essere dotate delle attrezzature e degli equipaggiamenti necessari per assicurare la propria ed altrui incolumità. Ma le forze di polizia non sono impiegate fortunatamente solo per avvenimenti sportivi. L'operazione militare ed umanitaria del Mar Mediterraneo meridionale denominata Mare Nostrum ne è un palese esempio. Iniziata il 18 ottobre 2013 per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria in corso nello stretto di Sicilia dovuto all'eccezionale afflusso di migranti è tuttora in corso e in attesa di una risposta concreta dell'Unione europea. Visto il semestre di Presidenza italiana confidiamo nel Presidente del Consiglio, che si chiama come me, però solo il nome, e lo sollecitiamo affinché la risposta arrivi quanto prima.
  L'operazione Mare Nostrum consiste nel potenziamento del dispositivo del controllo dei flussi migratori già attivo nell'ambito delle missioni Constant Vigilance che la Marina militare svolge dal 2004, con una nave che incrocia permanentemente nello Stretto di Sicilia e con aeromobili del pattugliamento marittimo. L'operazione Mare Nostrum ha dunque una duplice missione. La prima, garantire la salvaguardia della vita in mare; la seconda, assicurare alla giustizia tutti coloro i quali lucrano sul traffico illegale di migranti. Il dispositivo vede impiegato il personale di mezzi navali ed aerei dei vari corpi in campo del Ministero della difesa, delle forze di polizia e di tutti i Corpi dello Stato che, a vario titolo, concorrono al controllo dei flussi migratori via mare.
  Nel 2013 sbarcarono in Sicilia 42 mila migranti la maggior parte provenienti dalla Libia che hanno rischiato la vita attraversando il Mediterraneo sui mezzi di fortuna per arrivare in Italia mentre nei primi cinque mesi di quest'anno ne sono già arrivati quarantamila. Ripeto, signor Presidente, 40 mila. Quali siano i numeri attuali sono spaventosi. L'articolo 7 del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119 dispone che nell'anno 2014 per i comuni maggiormente interessati dalla pressione migratoria, ben 14 nella sola regione Sicilia, le spese connesse siano escluse dal Patto di stabilità. Ripeto: escluse dal Patto di stabilità.

  PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Dall'Osso.

  MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, mi ha fatto venire in mente che devo andare più veloce. In effetti questi numeri sono impressionanti e se li immagini perché sono veri. A tal proposito le spese connesse alla pressione migratoria saranno escluse dal Patto di stabilità nei limiti complessivi dell'importo commisurato al 50 per cento degli effetti finanziari determinati dall'applicazione della sanzione di cui al comma 26, lettera a), dell'articolo 31 della legge 12 novembre 2011, n. 183. Un 50 per cento che non può essere tollerato dagli enti locali in questo momento di crisi economica. Signor Presidente, si immagini avere un vincolo del 50 per cento. Ora quest'ordine del giorno lo innalza all'80 per cento ed è per questo che chiedo il voto dell'Aula perché è Pag. 104incomprensibile come possano le popolazioni che devono soccorrere delle popolazioni che hanno bisogno di aiuto, non si capisce come possa far sì che siano vincolate al 50 per cento. Per questo, signor Presidente, io chiedo – ed è questo il contenuto dell'ordine del giorno – che siano almeno all'80 per cento e penso davvero sia un ordine del giorno di un'umanità importantissima. Dare un segnale in questo momento a tutta la Camera per me sarebbe un gesto di grande coesione verso chi ora soffre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, è sempre difficile intervenire e parlare dopo aver sentito un collega che in qualche modo con la sua sensibilità riesce a richiamare l'Aula a temi veramente importanti per tutta l'umanità. Io però provo ancora ad insistere su questo tema cercando anche la sensibilità del Governo qui presente per chiedere fondamentalmente di valutare meglio questo impegno. In realtà, questo ordine del giorno non è altro che la trasfusione di un emendamento che è stato presentato in Commissione e questo emendamento fa il paio con un altro anch'esso trasfuso in un ordine del giorno in Commissione.
  Questi due impegni che sono stati, appunto, tradotti in un impegno più debole al Governo sono comunque meritevoli della considerazione dell'Aula. E perché devono essere considerati dall'Aula ? Fondamentalmente perché qui si fa riferimento a quei vincoli che l'Unione europea ci impone, a quei vincoli a cui abbiamo, magari, anche deciso di aderire. Si parla del Psi, non è il defunto Partito socialista italiano, per fortuna, ma è il Patto di stabilità interno. Queste regole sono fatte evidentemente per il benessere dei cittadini europei, allora, io non riesco a capire la contrarietà del Governo ad affrontare di petto un impegno molto condivisibile.
  Veramente è incomprensibile il parere contrario, perché nell'impegno dell'altro ordine del giorno discusso questa mattina si chiedeva di scorporare dal Patto di stabilità i costi sostenuti dagli enti locali, non soltanto per quelli che fanno immediatamente fronte al flusso immigratorio, ma di estenderlo anche alle altre realtà che ospitano i centri di accoglienza. Quindi, accanto a questo impegno, quello che stiamo discutendo in questo momento con questo ordine del giorno chiede, visto che l'altro è stato bocciato, di elevare la quota per cui le spese vengono considerate, con riferimento al Patto di stabilità, dal 50 al 80 per cento.
  Visto che il Governo è presente e mi sta ascoltando stranamente, vorrei prendere in considerazione le dichiarazioni fatte proprio dal Governo. In particolare, ieri mattina, il sottosegretario Delrio, nonché anche il presidente dell'ANCI, Piero Fassino, hanno dichiarato, proprio in merito al Patto di stabilità, che il Patto di stabilità va modificato, che le regole attuali sono da superare e che i comuni devono essere liberi ed essere da stimolo, quindi, per le proprie comunità. Come dicevo, anche il presidente Fassino ha dichiarato che il Patto di stabilità deve essere superato e che questo vincolo opprime come una cappa gli investimenti, anche quelli essenziali.
  Allora, io mi chiedo: come si fa a dire che le nostre città saranno più sicure – penso agli slogan populisti della Lega –, che bisogna attrarre gli investimenti, che bisogna avere la certezza delle norme, quando i nostri locali sono soffocati per ragioni esogene evidentemente al nostro Paese ? Qui si tratta di garantire quelle risorse – una parte di quelle risorse, quanto meno – che sono impegnate per ragioni umanitarie, per ragioni di accoglienza, di cui, invece, viene impedito l'uso per la cittadinanza. Quindi, anche questa è una misura doppiamente repressiva e doppiamente incomprensibile è il parere del Governo, che, da un lato, dice di avere attenzione verso i cittadini italiani, dall'altro, con l'iniziativa Mare nostrum ha fatto valere in Europa queste ragioni, e poi però...

Pag. 105

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DIEGO DE LORENZIS. ... su degli ordini del giorno, che non si negano a nessuno e che sono degli impegni assolutamente condivisibili e ragionevoli, appone il proprio diniego. Quindi, io chiedo un ripensamento del Governo e, soprattutto, un voto favorevole dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2616-A/133, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Grassi. Qualche collega che non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  407   
   Astenuti  2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 103    
    Hanno votato
no  304).    

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Baroni n. 9/2616-A/134, accettato dal Governo, purché riformulato.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, oggi con questo ordine del giorno il MoVimento 5 Stelle vuole accendere un faro su uno dei grandi mali dell'Italia di questo momento: il conflitto di interessi. Vediamo se su questo il Governo riesce a prendere un impegno. Una piovra che rende il nostro Paese prigioniero di una rete di interessi incrociati tra potenti, politica e la schiuma del capitalismo finanziario speculativo. L'ultimo esempio di questa malattia tutta italiana, signor Presidente, è il caso GazzaBet, il sito di scommesse sportive online che ha aperto l'11 settembre e che alcuni di voi già utilizzano.
  GazzaBet si è fatta pubblicità indiretta utilizzando l'autorevolezza dei giornalisti di La Gazzetta dello Sport; i comitati di redazione della Gazzetta e del Corriere della Sera sono insorti sollevando una serie di questioni di carattere etico, giuridico e deontologico. Dapprima i giornalisti di La Gazzetta dello Sport hanno fatto uscire i propri articoli senza firma, poi addirittura hanno acquistato una pagina del quotidiano la Repubblica, concorrente sul mercato, per denunciare questa operazione meramente economica. In venti giorni hanno raccolto 6 mila 500 firme in una petizione pubblica, signor sottosegretario. Sono preoccupati per la loro indipendenza futura, la possibilità che una sola parola scritta, in più o in meno, possa influenzare l'andamento delle quote delle partite di calcio. Si potrebbe immaginare che in una partita importante il giocatore più forte di una squadra possa scendere in campo. Entrano in gioco le ragioni per cui i giornalisti protestano così tanto, un possibile aggiotaggio, signor Presidente. Scrivere che il giocatore più forte di una squadra possa scendere in campo farà abbassare la quota sulla vittoria, scrivere che rimarrà in panchina, invece, la farà alzare. Tutto questo succede in casa Gazzetta. Un'eventualità del genere, signor Presidente, in Inghilterra, ad esempio, sarebbe del tutto impensabile, ma questo è un Governo che si fa ancora forte dei conflitti di interesse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Approfittando di un vuoto normativo nel nostro Paese la RCS Mediagroup, proprietaria di La Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera, ha acquisito la concessione statale per tanti bei soldini, una concessione del gioco d'azzardo, circa 300 mila euro. Se si vanno a controllare gli azionisti RCS Mediagroup ci troviamo di fronte al gotha della finanza italiana, una serie di influencer dal gruppo Agnelli, della Juventus, 16 per cento, Diego della Valle, della Fiorentina, 7 per cento, Urbano Cairo, del Torino, 3 per cento, Pirelli di Pag. 106Moratti, dell'Inter, 4 per cento e, ovviamente, non poteva mancare il nano che ha cambiato recentemente cognome, con la vostra ultima legge, 10 per cento, Silvio Berlusconi, proprietario del Milan.

  PRESIDENTE. Onorevole Baroni, cerchi di utilizzare un linguaggio consono.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Insomma, direttamente o indirettamente dentro RCS c’è il vero calcio che conta, la vera stampa che conta. Questa situazione configura un grave conflitto di interessi, dato che ci sono persone al contempo proprietarie dei due giornali più letti nel Paese, delle squadre di calcio più importanti e di un'agenzia di scommesse che quota le loro squadre. L'ombra del sospetto, a questo punto, diventa pesantissima. Chi può davvero garantire la neutralità sulle quotazioni proposte nelle partite in cui sono coinvolte queste squadre ? La risposta è semplice, Presidente: nessuno, non ci sono più le condizioni minime per garantire la neutralità di questi giornalisti che sono sotto ricatto, costantemente nell'ombra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Già a marzo avevamo presentato un'interrogazione con la quale chiedevo al Governo un chiarimento. Dall'Esecutivo nessuna risposta, un complice silenzio collusivo. Nel decreto-legge cosiddetto stadi abbiamo inserito un emendamento: i titolari di concessioni governative in materia di scommesse sportive non possono essere proprietari di quote anche minoritarie di società sportive riconosciute dal CONI, dall'Unire o da altri enti sportivi riconosciuti dallo Stato. Cercate di governare questo Paese a partire dal Parlamento (La deputata Grillo espone un cartello recante la scritta: conflitto di interessi subito. Stop !).

  PRESIDENTE. Tolga quel cartello, per favore !

  MASSIMO ENRICO BARONI. Vi chiedo di votare questo semplice ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Onorevole Grillo, tolga quel cartello, la richiamo all'ordine. Onorevole Grillo, grazie.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2616-A/134, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Baroni, la richiamo all'ordine ! Onorevole Baroni, non mi costringa a richiamarla la seconda volta, perché la devo poi buttare fuori dall'Aula ! L'ho già richiamata all'ordine una volta, ora basta ! Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Savino, Fantinati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  397   
   Votanti  395   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  299).    

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, questo è un provvedimento che stiamo trattando da più giorni. Abbiamo messo tutta la buona volontà nei lavori di Commissione oltre che in quelli d'Aula per cercare di trovare un modo di composizione e di rendere fruttuosi questi lavori, anche coinvolgendo i colleghi e i gruppi di opposizione, ma dopo due giorni di ostruzionismo – perché di questo si è parlato – nel voto di ordini del giorno – tempo che io giudico assolutamente non produttivo visto le cose importanti che abbiamo da fare (Applausi dei deputati del gruppo Pag. 107Partito Democratico) –, abbiamo 130 interventi per dichiarazioni voto. Noi non siamo disposti ad accettare che ci siano 130 interventi per dichiarazione di voto che siano anche gratuiti per l'opposizione. Chi li vuole fare, per noi li può fare di notte. Quindi, le chiediamo, ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento una deliberazione per la seduta fiume (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rosato. Siamo in presenza di una richiesta di deliberazione della seduta fiume.

  ANDREA CECCONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, lei avrà sicuramente già ricevuto la richiesta del MoVimento 5 Stelle di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo per (Commenti)...

  PRESIDENTE. Colleghi, non è sottoposta a commento questa cosa ! Sta parlando un capogruppo, per favore !

  ANDREA CECCONI. Tra l'altro, non sono i «no» del PD che faranno decidere la Presidenza a fare o meno la Conferenza dei presidenti di gruppo. Ci pare che, dopo l'ennesima fiducia presentata su questo ennesimo decreto-legge e l'impossibilità da parte dell'opposizione di potere intervenire adeguatamente e di far votare gli emendamenti in quest'Aula, il comportamento tenuto dal MoVimento 5 Stelle sia nelle prerogative dell'opposizione e niente di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Niente di più ! La richiesta della seduta fiume, che soltanto un'altra volta in questa legislatura è stata presentata da parte del Partito Democratico, non ci sembra assolutamente adeguata per questo provvedimento, che non è in scadenza e sul quale, quindi, si può tranquillamente continuare a discutere all'interno di quest'Aula. Quindi, non capiamo le motivazioni per cui il Partito Democratico voglia richiedere per questo provvedimento la seduta fiume (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cecconi. Io non vorrei aprire adesso un dibattito. È chiara la richiesta dell'onorevole Rosato sul pronunciamento dell'Assemblea sulla seduta fiume, altrettanto chiara è la richiesta formale del MoVimento 5 Stelle per la convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo: giacché la Presidenza ha già deciso di accogliere questa richiesta, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata fra cinque minuti.
  Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 18,50, è ripresa alle 19,35.

  PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto.
  Colleghi, è stata avanzata dall'onorevole Rosato, e successivamente in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, la proposta che la seduta prosegua ininterrottamente sino all'approvazione del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame.
  Sulla richiesta avanzata di deliberare la seduta continuata nei termini indicati ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ove ne sia fatta richiesta, darò la parola a un deputato contro e a un deputato a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare contro.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Presidente, io penso che la scelta della «seduta fiume» sia un errore, sia un errore che ha un'origine, quella di avere scelto come sempre Pag. 108la strada della fiducia e, quindi, la strada di comprimere il dibattito del Parlamento.
  Tuttavia, nell'annunciare il voto contro vorrei dire una cosa molto chiara: noi stasera avremmo dovuto fare un'altra discussione, una volta chiuso il decreto sugli stadi, che era quella del conflitto di interessi, richiesta delle opposizioni che era stata accolta con una mediazione della Presidente della Camera ed era stata calendarizzata oggi. La scelta di perseguire un ostruzionismo così forte farà slittare questo argomento a non si sa quando. Vorrei che qualcuno se ne assumesse la responsabilità perché altrimenti, come sempre, per perseguire un obiettivo si produce una sorta di eterogenesi dei fini. Si fa un favore a chi non vuole discutere il conflitto di interessi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ROBERTO SPERANZA. Chiedo di parlare a favore.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SPERANZA. Signor Presidente, l'occasione è utile anche per chiarire la posizione che il Partito Democratico ha voluto tenere nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Abbiamo assistito a ore abbastanza umilianti per il lavoro parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), dove anche di fronte a ordini del giorno con pareri favorevoli ci è stato detto di no e si continuava a stare qui a parlare, a discutere e poi a fare votare.

  PRESIDENTE. Presidente Speranza, le chiedo scusa se la interrompo. Poiché c’è un rumore davvero fastidioso, posso invitarla a cambiare microfono, perché probabilmente c’è un problema (Una voce dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle: È la voce !).
  Colleghi, su, per favore ! Prego, presidente Speranza.

  ROBERTO SPERANZA. Abbiamo fatto una proposta come Partito Democratico, l'abbiamo fatta con convinzione perché pensiamo che questo provvedimento vada chiuso e perché pensiamo che la discussione sul conflitto di interessi sia una discussione vera, che sta a cuore anche al Partito Democratico (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Abbiamo offerto che stasera stessa si chiudesse in due ore la discussione su questo decreto e subito dopo, a seguire, si discutesse sul conflitto di interessi. La risposta del MoVimento 5 Stelle è stata: «No, no, no alla discussione sul conflitto di interessi» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché quello che vi interessa è probabilmente più preparare la vostra manifestazione di venerdì, sabato e domenica e bloccate voi il Parlamento esattamente per queste finalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
  Allora, noi ribadiamo che ora si fa la «seduta fiume». Farete le vostre dichiarazioni in notturna...

  PRESIDENTE. Presidente Speranza, la prego, si rivolga alla Presidenza.

  ROBERTO SPERANZA. ...e domani potremo finalmente concludere questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta che la seduta prosegua ininterrottamente fino alla votazione finale del disegno di legge di conversione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Ricordo che si tratta di una votazione senza registrazione di nomi. C’è qualcuno che non riesce a votare ? Gigli, Vargiu. Va bene.

  (È approvata).

  La Camera approva per 227 voti di differenza.
  Essendo stata approvata la proposta di seduta fiume nei termini sopraindicati, la seduta stessa proseguirà ininterrottamente Pag. 109fino all'approvazione del disegno di legge di conversione. La Presidenza, secondo la prassi, si riserva di stabilire sospensioni di natura tecnica ritenute necessarie. Ricordo che una volta deliberata la seduta continuata sono da ritenere inammissibili richieste volte a determinare con voto dell'Assemblea sospensioni a vario titolo della seduta stessa. Le sospensioni di natura tecnica della Presidenza sono insindacabili.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, io farò una brevissima dichiarazione, anche visti i tempi concessi alla componente del Centro Democratico, dichiarazione di voto, richiamando l'attenzione un po’ di tutti sul fatto che bisognerebbe approfondire i costi di questa falsa, arcaica, strumentale, maldestramente usata dalla nuova politica, democrazia. Io credo che entrare nel merito del provvedimento che abbiamo in esame sia quanto meno superfluo. Mi limito a dire due cose: che la lunga ed estenuante discussione sulla violenza negli stadi che si è svolta in quest'Aula mi porta a chiedere se non sia arrivato il tempo anche in Italia di affrontare il vero male oscuro del nostro calcio, fatto di rapporti opachi tra tifoseria organizzata e società, perché questo è il tema centrale che dovremmo affrontare; tema che ha molto a che fare con la violenza dentro e fuori dagli stadi.
  Se poi si aggiunge che ad accendere la miccia con risse verbali e non solo sono gli stessi addetti ai lavori a vario titolo e persino le compagne dei dirigenti o rappresentanti della classe arbitrale diventa difficile pensare di ottenere i risultati, anzi proprio nel momento in cui la UEFA squalifica il massimo dirigente del calcio italiano per razzismo dovremmo richiedere un profondo esame di coscienza da parte di tutti, non ultimi anche quei genitori che dagli spalti inveiscono contro arbitri, allenatori e giovani avversari del figlio campione incompreso. Traspare un velo di populismo figlio del tempo sul tema costi della sicurezza e quanta confusione tra professionismo vero e proprio e passione di migliaia di dirigenti che con la loro opera svolgono un'insostituibile funzione sociale. Mi chiedo inoltre se sia corretto esigere solo dal calcio la partecipazione ai costi della sicurezza. Lo chiederemo anche alle manifestazioni sindacali, partitiche, politiche, ai concerti, agli sport o esistono straordinari delle forze dell'ordine di serie A e di serie B. Un ultimo passaggio sull'immigrazione. Dirò sicuramente cose scontate ma il ripeterle è segno che ancora qualcosa non va. Servono soluzioni di maggiore respiro e ancora una volta quel respiro deve essere europeo. O l'Europa batte davvero un colpo anche se questo tema è davvero prendere atto che l'Europa, come diceva dell'Italia Metternich un secolo e mezzo fa, altro non è che una mera espressione geografica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.
  Colleghi, se è possibile un po’ di silenzio in Aula.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, io mi rendo conto che la situazione è estremamente delicata e pur esprimendo ovviamente il voto favorevole – noi voteremo a favore di questo provvedimento – mi consentirà di consegnare il testo scritto.

  PRESIDENTE. La ringrazio e glielo concedo con gioia: la Presidenza pertanto, autorizza, sulla base dei criteri costantemente seguiti, la pubblicazione in calce al resoconto del testo della dichiarazione di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piazzoni. Ne ha facoltà.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Signor Presidente, signori del Governo, colleghe e Pag. 110colleghi deputati, il nostro gruppo Libertà e Diritti-Socialisti europei voterà a favore di questo provvedimento. Non entrerò nel dettaglio delle norme sulla protezione internazionale, che condividiamo in quanto misure minime indispensabili per tenere in piedi il nostro sistema di accoglienza.
  Sul punto, mi limito a rimarcare come il comportamento messo in atto in quest'Aula da parte di molti colleghi sia non solo insultante nei confronti di tutti coloro che emigrano, anche se si tratta di italiani (perché ricordo che a fronte di circa cinque milioni di immigrati in Italia ci sono circa cinque milioni di italiani emigrati in altri Paesi), ma è offensivo per tutti gli operatori impiegati a vario titolo nell'accoglienza dei migranti, perché ricordo che quando si parla del costo sostenuto per i rifugiati si omette di dire che quei costi finanziano il lavoro di moltissimi italiani. Come dicevo i comportamenti visti in quest'Aula non sono solo insultanti, sono desolanti, perché certo deve essere facile fare politica così, basandosi su luoghi comuni, sui sentimenti di pancia, risparmia un sacco di lavoro. Volete mettere quanto impegno in più occorre per trovare i dati, verificarli, mettere a confronto ipotesi diverse di soluzioni. È decisamente un lavoraccio che, evidentemente, non tutti hanno voglia di fare. Solo che un'attività istituzionale seria richiede proprio questo: comprendere ciò che veramente accade e trovare soluzioni, le più vantaggiose possibili per tutte le parti in causa. Nella maggior parte degli altri Paesi europei i numeri dei migranti, soprattutto dei rifugiati, sono alti come e più dei nostri e sono destinati ad esserlo molto di più, visto che, al di là delle tante sciocchezze che vengono raccontate ogni giorno, il nostro sistema di protezione ha standard di accoglienza pessimi rispetto a quelli degli altri Paesi. Rifiutandosi di affrontare in maniera seria, e non ideologica, persino ridicola in alcuni punti di questo dibattito purtroppo, il problema dei flussi migratori, non si ottiene assolutamente nulla sul piano della diminuzione dei numeri, si provocano solo disagi alle comunità locali. È la classica profezia che si autoavvera: vi racconto che i migranti sono un problema e faccio di tutto perché possano creare più problemi possibili. Abbia il Governo il coraggio di cambiare strada, di porsi all'avanguardia nella tutela dei diritti umani, così come abbiamo saputo fare con l'operazione Mare nostrum. Siamo assolutamente d'accordo che un intervento europeo sia necessario, ma diciamo la verità agli italiani e alle italiane, diciamo quanto costa Mare nostrum al netto di quanto ci costerebbe comunque l'attività delle navi della Marina, che sarebbero comunque impegnate nelle esercitazioni militari.
  La differenza di costo ? Probabilmente nulla, la differenza sta solo in quelle migliaia di vite, ad oggi più di 80.000, salvate o meno. Vedete il quotidiano spesso non ci dà la possibilità di vedere le cose con lucidità, ma basta fare un piccolo sforzo e guardare le cose dall'angolatura della storia per avere tutto più chiaro. Immaginate quando i nostri figli, i nostri nipoti, leggeranno sui libri di storia di questo periodo di conflitti e grandi emigrazioni nel mare Mediterraneo e di cosa si fece in quel drammatico frangente. I nostri nipoti saranno fieri del nostro Paese quando leggeranno di Mare nostrum, si vergogneranno quando leggeranno dei CIE e di quanto fatto in passato; forse si vergogneranno anche di alcune cronache parlamentari.
  Voglio chiudere velocemente con un piccolo cenno rispetto all'altra questione dettata dal decreto, quella della violenza negli stadi. Pensiamo che si debba cambiare radicalmente la cultura della concezione stessa dello stadio, dobbiamo mettere fine alla paura che accompagna completamente ogni cittadino solo per voler andare a vedere una partita di calcio. Le misure contenute nel decreto le riteniamo positive, ma ovviamente è solo un primo passo rispetto a quello che serve: una rivoluzione vera che ci avvicini, anche in questo caso, all'Europa. Cogliamo solo un punto negativo, quello relativo all'introduzione della pistola Taser. Pensiamo che sia un errore, perché la letteratura scientifica ha dimostrato che le pistole elettriche Pag. 111possono avere una serie di complicazioni e di effetti gravi sulla salute, specie per quelle persone che sono affette da alcune patologie. Speriamo, quindi, che si tratti di una sperimentazione a cui venga messo fine al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo sull'organizzazione dei nostri lavori. Considerato il numero degli iscritti, penso che, come da prassi, si possa pensare di fissare un orario prima del quale non si possa votare domani mattina, secondo la valutazione della Presidenza e in base alla richiesta di intervento.

  PRESIDENTE. Onorevole Rosato, la Presidenza, analogamente a quanto è avvenuto in precedenti analoghe circostanze, considerato il numero residuo dei deputati che si sono iscritti a parlare per dichiarazione di voto, che sono più o meno 115, ritiene che si possa individuare alle 9,30 di domani mattina, l'ora a partire dalla quale potrà aver luogo la votazione finale.
  Resta inteso che, qualora dovessero terminare prima gli interventi, il voto non avverrà prima di tale ora. Quindi faremo in modo di riprendere la seduta per potere garantire l'orario.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore..., colleghi, per favore ! Prego, onorevole Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, capisco un attimo l'infantilismo di base, però vorrei segnalare che...

  PRESIDENTE. Mi perdoni, collega Crippa. Chiedo anche ai colleghi che lei ha intorno se...

  DAVIDE CRIPPA. Vorrei comprendere se la decisione delle 9,30 non debba essere comunque demandata ad una Conferenza dei presidenti di gruppo, che almeno stabilisca l'orario o è una scelta...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, non l'ho sentita. La decisione...

  DAVIDE CRIPPA. La questione di stabilire le 9,30 come punto di caduta è una decisione della Presidenza presieduta da lei in questo momento – oppure è una necessità che dovrebbe essere portata all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo, dove mi sembra che certe decisioni debbano aversi (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), a meno che...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Sta ponendo una questione alla Presidenza. La Presidenza risponderà. Non è l'Aula che deve commentare le richieste dell'onorevole Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Sennò credo, Presidente, che debba forse essere rimessa la decisione all'Assemblea, se accettare o meno questa proposta, a meno che lei decida e di sua iniziativa stabilisca le 9,30 per domani. Però credo che sia una decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo o l'Assemblea si dovrebbe esprimere in merito.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Crippa. La decisione è una decisione che la Presidenza, in forza del numero degli iscritti residui, così come ho spiegato, e dei precedenti, ha preso in analogia con quanto avvenuto in altre circostanze.
  Sono stati espressi rilievi sull'organizzazione dei nostri lavori, annunciati dalla Presidenza, in particolare per quanto riguarda la predeterminazione dell'orario delle votazioni. A questo proposito rilevo che, essendo stata deliberata la «seduta fiume» è facoltà della Presidenza fissare, per garantire un ordinato svolgimento dei nostri lavori, come già avvenuto in altre Pag. 112analoghe occasioni, un termine prima del quale non avranno luogo le votazioni.
  Il termine è stato fissato anche a prescindere dal numero delle richieste di intervento concretamente avanzate al momento della deliberazione della «seduta fiume», non essendo comunque predeterminabile il numero complessivo degli iscritti a parlare. È chiaro, onorevole Crippa ? Nel senso che potrebbero aggiungersi altri deputati, quindi non è fissato l'orario del voto, è fissato l'orario prima del quale certamente non avrà luogo la votazione, proprio in forza del fatto che in linea anche puramente teorica possono aggiungersi altri cento deputati per svolgere la dichiarazione di voto. Questo è il quadro.

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, articolo 24 del Regolamento, comma 6. La Conferenza dei presidenti di gruppo e il Parlamento hanno appena deliberato la «seduta fiume». Io le chiedo sulla base di quale articolo del Regolamento questo Parlamento e la Presidenza abbiano delegato all'Aula la votazione della «seduta fiume».
  Innanzitutto, l'unico articolo del Regolamento che fa richiamo a calendarizzazioni ulteriori rispetto a quelle già inserite nel calendario è appunto l'articolo 24, comma 6, il quale dice semplicemente che in relazione a sopravvenute urgenti situazioni cosa può essere fatto: possono essere stabilite sedute supplementari necessarie per la trattazione di queste situazioni e quindi di questi argomenti.
  È evidente, Presidente, che sedute supplementari significano calendarizzazioni all'indomani, alle otto del mattino, o a giorni successivi, non certamente delle «sedute fiume», che in Paesi normali – e a quanto pare questo Paese non lo è – si fanno sedute fiume esclusivamente in periodi di guerra o di calamità naturale.
  Detto questo, Presidente, lei sa in quanto Presidente di questa Camera, che le calendarizzazioni vengono decise in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo e non certamente in maniera estemporanea, come ha appena fatto lei, durante la ripresa di una seduta parlamentare.
  Per questi motivi le chiedo una convocazione urgente della Giunta per il Regolamento e una sospensione di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Toninelli. Come lei sa, quella non era una Conferenza dei presidenti di gruppo che aveva come obiettivo la redazione di un calendario. Qui si è proceduto secondo l'articolo 41 sulla base di una prassi assolutamente consolidata. Quindi, così abbiamo deciso di procedere, c’è stato il voto e abbiamo risposto anche alle questioni poste dall'onorevole Crippa.
  Ha chiesto a questo punto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi...

  PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, sta parlando un collega, sta facendo una dichiarazione di voto a nome del suo gruppo parlamentare: a chi non interessa, visto che tendenzialmente prima di domattina alle 9,30 non si è previsto di votare, può uscire. Prego.

  FABIO RAMPELLI. Rimetta il cronometro, Presidente. Dicevo: caro rappresentante del Governo, colleghi e Presidenza, sinceramente c’è molta perplessità rispetto alle modalità con le quali si sta gestendo la fase finale di questo decreto, almeno tante perplessità ce ne sono state all'atto in cui il Governo, per l'ennesima volta, ci ha sottoposto un decreto che urgente non era, senza essere stato richiamato, come più volte è accaduto in epoche precedenti, dal Capo dello Stato, ponendo una questione di fiducia che ormai ha umiliato Pag. 113letteralmente tutti i Governi precedenti e toccando, in buona sostanza, il record stabilito dal Governo tecnico presieduto dal professor Monti.
  L'articolo 77 della Costituzione parla di urgenza e di provvedimenti attinenti ed omogenei. E l'altra questione, che abbiamo già trattato all'atto dell'espressione del voto di fiducia e delle dichiarazioni di voto conseguenti, è proprio l'inesistenza di attinenza ed omogeneità tra la parte di questo decreto che riguarda gli stadi, la violenza negli stadi, la parte che riguarda il rifinanziamento delle politiche di accoglienza legate all'operazione Mare Nostrum (120 milioni di euro circa) e poi la parte riguardante l'ammodernamento dell'equipaggiamento per le forze dell'ordine ed i vigili del fuoco.
  Ci manca soltanto la solita aggiunta di qualche tassa, ci mancano i matrimoni omosessuali e c’è praticamente tutto.
  Così come il dibattito di queste ore sinceramente non ci convince, come ho detto al principio: non ci convince una pratica ostruzionistica fine a se stessa. Con tutta l'amicizia possibile nei confronti dei colleghi dell'opposizione del MoVimento 5 Stelle, pensiamo che alcune pratiche, anche se si cerca di sconfessarle almeno nella terminologia, abbiano fatto il loro tempo. Si facevano gli ostruzionismi nella vituperata e famigerata Prima Repubblica, che non ha portato niente di buono. Si facevano nella Seconda Repubblica. Penso che un'opposizione seria, non necessariamente costruttiva, debba comunque dimostrare di saper essere all'altezza del suo compito anche in queste circostanze, testimoniando uno strappo, una discontinuità rispetto a pratiche che talvolta, in epoche precedenti – quelle che ho citato – nascondevano la peggiore, la più bieca pratica consociativa tra chi doveva rappresentare la maggioranza di Governo e chi, invece, avrebbe dovuto rappresentare – ma il condizionale è d'obbligo – la cosiddetta opposizione.
  Veniamo al merito del provvedimento: una minima parte, l'abbiamo detto, riguarda gli stadi e a nostro giudizio ha innanzitutto il difetto di non diventare operativa, se non nel prossimo campionato, secondo i calcoli e soprattutto secondo il vincolo della decretazione dei decreti attuativi. I decreti attuativi, come sapete, sono appesi per aria, abbiamo arretrati per 500 decreti attuativi in ordine ad altrettanti provvedimenti legislativi che sono stati viceversa licenziati. Alcuni di questi decreti addirittura risalgono ai Governi Berlusconi.
  Ma si tratta anche di una semplice razionalizzazione, di un inasprimento del Daspo, per certi aspetti anche di dubbia costituzionalità, ma in realtà, a nostro giudizio, per prevenire la violenza occorre innanzitutto far prevalere sul campo i meriti sportivi per esempio, stroncando errori, orrori, favori arbitrali che spesso incattiviscono il clima e generano una situazione tutt'altro che lineare, trasparente e collaborativa nel gioco del calcio.
  Non sarebbe male che il Governo prendesse, da questo punto di vista, un'iniziativa, pur non essendo nelle sue competenze, di moral suasion unitamente alla presidenza del CONI e alla Federazione italiana giuoco calcio per introdurre finalmente le nuove tecnologie, esattamente come è capitato per altri sport come il basket, il rugby, ma anche per gli sport cosiddetti individuali come l'atletica leggera, il tennis, il nuoto. Penso che sia inverosimile che uno sport come il calcio, con tutti gli interessi che orbitano intorno, sia refrattario e resistente rispetto all'introduzione di tecnologie tali da definire in maniera inequivocabile la giustezza di un provvedimento e, quindi, in grado anche di placare gli animi e di rendere oggettive le scelte sul campo e dunque far «arrendere» tra virgolette coloro i quali dagli spalti e dalle curve volessero fare opera di contestazione e anche gettare nel panico e nella confusione interi impianti sportivi.
  Poi ci sono appunto i 120 milioni di euro conferiti a Mare Nostrum. Fonti autorevoli dicono che questa «trovata», imposta con il contributo decisivo di una parte della coalizione di centrodestra, quella capitanata dal Ministro Alfano, arriverà a costare un miliardo di euro entro il 2015. I fondi per la Marina Militare ci Pag. 114risultano esauriti. I nuovi immigrati arrivati in Italia ci risultano già superiori ai 120 mila e solo una parte vengono qui per richiedere protezione internazionale, per richiedere asilo. Ce n’è una gran parte che viene per motivi di carattere economico, più o meno la metà, che spera nella protezione internazionale, spera nella protezione sussidiaria. Talvolta essi giungono ad accedere alla protezione cosiddetta umanitaria che è un istituto presente soltanto in Italia, delegato in via esclusiva alle questure e ai questori, senza una commissione, senza una partecipazione alla decisione rispetto al conferimento del titolo di protezione umanitaria. Tutti coloro i quali non hanno, tra gli immigrati, tra gli stranieri che vengono a casa nostra, la possibilità di accedere a queste forme di protezione, fanno perdere presto le loro tracce, non sono tracciabili nel senso letterale del termine. Ed è per questo che una parte dei cittadini italiani, anche quelli che hanno votato sinistra – e la sinistra forse è ora che si svegli –, non ne possono più di un'immigrazione che è fuori controllo. L'immigrazione di oggi è fuori controllo. E questa immigrazione è un'immigrazione peraltro che è fallimentare, dal punto di vista di Mare Nostrum, anche rispetto al tentativo di salvaguardia della vita umana, fermo restando che nell'ultimo anno le morti accertate sono raddoppiate. Il numero dei morti rispetto a questo fenomeno di disperati che si mettono in viaggio dall'Africa, dal corno d'Africa, dall'Africa subsahariana verso le coste della Libia, per consegnarsi poi nelle mani degli scafisti, dei mercanti di morte che poi attraversano il mar Mediterraneo, è raddoppiato e siamo arrivati, solo per morti accertate dal 1988 a oggi, a oltre 20 mila persone che hanno perso la vita, a cui bisogna aggiungerne almeno una cifra analoga di coloro i quali non sono stati accertati, non sono stati censiti e che pure sono finiti in fondo al mare.
  Quindi, non è questa la soluzione. A noi non piace affatto che qui si stia parlando di un ulteriore stanziamento di fondi sapendo bene che a breve arriverà una nuova richiesta di fondi perché la coperta è corta e questa operazione costa cifre ingestibili, inaccessibili, indisponibili per lo Stato italiano. Ci piacerebbe che alcune dichiarazioni, fatte anche da persone autorevoli come la Presidente della Camera, potessero trovare asilo in quest'Aula, come quella per esempio di realizzare...

  PRESIDENTE. Concluda.

  FABIO RAMPELLI. Ho un minuto da recuperare perché la sua autorevole persona è intervenuta nella parte iniziale, quindi se mi fa chiudere il ragionamento le sarei grato...

  PRESIDENTE. Va bene, trenta secondi. Prego.

  FABIO RAMPELLI. ... anche perché su centocinquanta e oltre dichiarazioni di voto forse un pezzettino, un minuto per concludere, penso di poterlo recuperare. Dicevo che la soluzione è quella di fare i centri per la raccolta delle richieste di asilo nel nord Africa, evitando intanto il traffico malsano di uomini, di donne, di bambini per attraversare il Mediterraneo, evitando che ci possa essere un'attrazione ulteriore data dalla speranza che porta le sembianze delle navi della Marina Militare italiana che sono molto rassicuranti per chi le vede in televisione attraverso i satelliti in qualunque angolo del pianeta, in qualunque angolo dell'Africa.
  La scommessa è lì, intervenire nei Paesi poveri, nei Paesi dove ci sono le guerre per pacificarli, intervenire creando da parte delle organizzazioni internazionali, da parte dell'ONU in particolare che ne ha titoli o competenze, i centri di raccolta ed evitare che questo fenomeno si palesi in mare per poi dover contare morti e far finta invece di voler contare le vite salvate. Penso che sia un mestiere veramente assurdo e queste sono le ragioni per le quali Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale voterà con convinzione contro questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

Pag. 115

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo a dare la nostra fiducia su un provvedimento che contiene norme importanti ed urgenti per l'attualità che tutti conosciamo. Per cui anche se non guardiamo con grande simpatia alla decretazione di urgenza, siamo pronti – lo dico subito – a votare la fiducia richiesta. Sappiamo tutti che lo strumento della fiducia va usato con cautela, ma di fronte al rischio della non conversione di questo provvedimento non possiamo tirarci indietro. Infatti, esso interessa in particolare due settori della vita sociale di grande rilevanza. Il provvedimento incide e interessa nella prima parte lo sport e in particolar modo il calcio, anche se non solo. Certamente ne esiste un aspetto spettacolare legato alle logiche economiche e di mercato che più direttamente è in parola, ma ne esiste anche un volto educativo, aggregativo che nel primo però si rafforza e che al primo comunque guarda. La freschezza e la gioia della partecipazione al grande evento sportivo infatti non può correre il rischio di imbattersi in episodi di violenza o meglio in violenti che corrompono la festa sportiva. L'incapacità di dare risposte chiare e definitive è sotto gli occhi di tutti. Occorre potenziare gli strumenti attuali, ma non basta. Occorre attuare strategie significative affinché lo sport e le società sportive svolgano la propria funzione sociale. Questo può avvenire solo partendo dalle generazioni più giovani che frequentano gli stadi, i campi, le palestre. In particolare, l'articolo 2 si propone di intervenire sulla disciplina contenuta nell'articolo 6 della legge n. 401 del 1989 relativa al divieto di accedere ai luoghi dove si svolgono le competizioni sportive irrogato dal questore. Tale misura conosciuta ai più con il nome di Daspo è una garanzia per tutti coloro che recandosi alle manifestazioni sportive possono puntare sul fatto che chi è stato identificato come violento e ha operato di al di fuori da quanto previsto come condotta tollerata non sia ammesso a presenziare a tali eventi.
  Occorre però prendere atto che con la sola repressione non si garantisce questo sentimento di sportività che dovrebbe essere connaturato ad ogni manifestazione sportiva. Il pugno duro di alcuni fa da contraltare al desiderio dialogante con gli ultras di altri. Si comprende al volo come entrambe le strade siano zoppe. Né il CONI né la Federazione gioco calcio appaiono, al di là delle dichiarazioni di rito, efficaci ed efficienti nella cessione della violenza negli stadi, inducendo ad una triste equazione: stadio uguale calcio uguale violenza. Eppure sono centinaia di migliaia le persone che ogni settimana in tutta Italia presenziano alle competizioni calcistiche, un fenomeno così davvero nazionale come pochi altri che pure nell'esplosione televisiva delle emittenti generaliste e delle pay tv resta un raro fenomeno di partecipazione di massa che non merita di essere liquidato con la sola repressione. L'atlante del tifo curato da Demoscop propone orientamenti coerenti rispetto agli ultimi anni. La quota delle persone che si sentono tifosi negli ultimi anni è perfino cresciuta seppure non di molto dal 36 al 40 per cento, anche se questo significa circa 12 punti in meno rispetto al 2010. Peraltro tra i tifosi è aumentata soprattutto la componente tiepida a scapito di quella più militante che coinvolge quasi quattro tifosi su dieci. Le motivazioni del tifo rappresentano un'occasione di interessante riflessione: campanilismo, attaccamento locale ma anche per la nazionale, vittoria, senso d'identità. Il tifo in sé non è il male anzi occorre però investire nell'educazione dei tifosi, nello stesso tempo si registra un grado elevato di fiducia né gli arbitri così odianti e malnominati assumono il ruolo di garanti di una legalità troppo spesso negata in altri contesti.
  Occorre una lettura più lucida, insomma, di un sistema di sfogo sociale che non riguarda solo l'Italia e che presenta un enorme potenziale di investimento educativo, a partire dalle generazioni più giovani.
  Il Daspo va accompagnato ad un intenso lavoro di promozione sportiva e Pag. 116sociale, in grado di intercettare i segnali di un tifo positivo possibile. In un tempo in cui si deve richiamare anche le squadre ad una corresponsabilità complessiva sul futuro del sistema calcio in Italia, il Governo e lo Stato tutto devono e possono osare di più, invitando gli educatori sportivi, gli enti di promozione sportiva e le squadre a stringere alleanze lucrative. A partire dai tifosi positivi e gioiosi, infatti, si può ripensare la stessa dinamica di relazione all'interno degli stadi e al di fuori di essi, prima e dopo le competizioni.
  Allora, si chiede anche di pensare a un investimento in formazione e cultura dello sport, affinché i più giovani possano essere soggetti attivi e tifosi consapevoli. Nel contempo, occorre rafforzare il ruolo e il protagonismo delle società sportive di base, affinché le società di vertice le incontrino e le aiutino a portare i giovani atleti all'interno degli stadi, contagiando il resto della tifoseria. È questo quello che vorremmo e che chiediamo al Governo: un investimento per il futuro, per lo sport, come strumento di educazione alla cittadinanza e all'integrazione, quell'integrazione che siamo chiamati ad implementare in una società sempre più multiculturale.
  Un tema che anticipa la seconda parte del provvedimento sul quale ci apprestiamo a votare la fiducia al Governo: infatti, esso reca importanti disposizioni su questioni inerenti la protezione internazionale dei richiedenti asilo, oltre a prevedere l'ammodernamento dei mezzi della Polizia di Stato e dei Vigili del fuoco. I fatti quotidiani ci danno la cifra di quanto sia importante intervenire sulle norme che riguardano la protezione dei rifugiati: dobbiamo agire per adeguare gli strumenti a nostra disposizione all'urgenza che si presenta ai nostri confini affacciati sul Mediterraneo, mentre è ancora viva la commozione del ricordo della tragedia di Lampedusa avvenuta la settimana scorsa.
  L'aumento dell'instabilità politica delle regioni meridionali e orientali del Mediterraneo e le persecuzioni in atto in tali contesti ha come conseguenza un considerevole aumento dei richiedenti asilo cui l'Italia è chiamata a far fronte molto più degli altri Stati membri dell'accordo di Schengen per la sua evidente posizione geografica. Tralascio i numeri delle richieste di asilo, ma voglio sottolineare che esse ci mostrano chiaramente che bisogna agire per adeguare la nostra risposta alla richiesta di asilo che, ormai, è in crescita quasi esponenziale. E questo provvedimento lo fa.
  Onorevoli colleghi, la situazione attuale di difficoltà economica non deve farci dimenticare, tuttavia, la prospettiva di lavorare per una società coesa e sostenibile, in un contesto di interdipendenza mediterranea che influisce fortemente anche sul nostro futuro. Allora, non possiamo essere indifferenti a chi fugge dalla persecuzione, a chi si è opposto alla distruzione, pagando sulla propria pelle le conseguenze; non possiamo essere insensibili al destino del Mediterraneo, non solo per motivi umanitari, ma anche perché è casa nostra, ci appartiene: questo mare nostrum che è stato foriero di civiltà e che oggi rischia di diventare il cimitero delle barbarie alle nostre porte.
  Certo non vogliamo essere lasciati soli in questo lavoro delicato di inclusione e tutela: vorremmo con noi un'Europa più attenta, più solidale, più inclusiva, che, magari, ci aiuti ad intervenire attraverso la cooperazione nei territori che si trovano dall'altra parte del Mediterraneo. Mare nostrum ha salvato 82 mila persone in un anno ed è un'operazione che merita di proseguire, ma bisogna intervenire a monte attraverso la cooperazione, anche ipotizzando l'istituzione di un'agenzia europea per l'immigrazione.
  Quindi, sosteniamo quanto predisposto dal Governo su questi temi e siamo pronti a dare la nostra fiducia nella convinzione che stiamo lavorando per una prospettiva di sostenibilità e di pace, in un contesto di grandi cambiamenti alle nostre porte che influiscono anche sulla nostra società. La nostra fiducia è una fiducia per un futuro di inclusione sociale e di pace tra i popoli: è nella nostra vocazione, non possiamo disattenderla (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

Pag. 117

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, abbiamo assistito ad un dibattito che definire surreale è probabilmente offensivo. Io invito innanzitutto il Governo, i relatori, la maggioranza – abbiamo appena sentito la collega intervenire – a dare il giusto nome e cognome a questo decreto-legge.
  Questo decreto non è il decreto «stadi» come voi volete far credere ai cittadini, cittadini che non ci possono ascoltare e vedere in televisione, perché avete negato che vi fosse trasparenza a questo dibattito politico e avete negato che vi fosse trasparenza perché i cittadini che ci avrebbero ascoltato da casa avrebbero immediatamente capito che questo non è il decreto «stadi», ma questo è l'ennesimo, vergognoso, scandaloso decreto «immigrazione», è l'ennesimo «decreto Mare Nostrum». Se aveste parlato di stadi la Lega avrebbe dato tranquillamente il proprio contributo serio e costruttivo, molto più costruttivo di questo decreto stesso, ma con questo decreto voi che cosa fate ? Con questo decreto date 130 milioni di euro per l'immigrazione, altri 130 milioni di euro per l'accoglienza, per l'ospitalità e per l'assistenza agli immigrati. Non vi è bastato il miliardo e mezzo di euro, quasi, che è stato stanziato in questi due anni per l'operazione sciagurata, l'operazione scellerata, l'operazione fallimentare di Mare Nostrum il cui responsabile unico e principale ha un nome e un cognome, è il Ministro Alfano, il Ministro dei clandestini, il Ministro che ha reso il nostro Paese terra di conquista da parte – e anche qui usiamo i termini corretti – non dei migranti, come la sacerdotessa dei migranti, la Presidente Boldrini, ama definirli, coloro i quali sbarcano, coloro i quali vengono raccolti con l'operazione Mare Nostrum – un traghetto, un taxi per l'Italia – e portati qua sul nostro territorio e scaricati poi agli enti locali, non sono immigrati, non sono migranti, non sono stranieri, ma sono, nella stragrande maggioranza dei casi, immigrati clandestini.
  E non lo dice la Lega, non lo dice la Lega, non lo dice Salvini, lo dicono i numeri, e sono i numeri del Viminale. Cosa dicono i numeri del Viminale ? Che su 135 mila sbarchi avvenuti in questo anno le domande di protezione internazionale sono state 35 mila e le domande di status di rifugiato politico che sono state riconosciute sono solo 3 mila 784, meno del 10 per cento, il resto sono, probabilmente, soggetti che appartengono alla clandestinità e, quindi, è giusto riportare i fatti nel loro giusto contenitore. Quindi, questo provvedimento, esattamente nel momento in cui in questo momento al Senato c’è un altro dibattito surreale, un dibattito dove parlando di riforma del mercato del lavoro voi state togliendo diritti, state togliendo le tutele ai lavoratori – al Senato togliete le tutele ai lavoratori – qui garantite l'ospitalità e l'accoglienza agli immigrati.
  Presidente, non è la Lega ad essere razzista, siete voi che state discriminando i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Siamo di fronte ad una vera e propria discriminazione al contrario, perché solo un Governo scellerato può pensare di accogliere e di portare sul nostro territorio 130 mila clandestini, esattamente nel momento in cui noi stiamo vivendo la più grande, la maggiore crisi economica, che è diventata anche crisi sociale, nel nostro Paese. Solo voi potete pensare di portare 135 mila immigrati clandestini nel momento in cui abbiamo tre milioni e mezzo di cittadini italiani che non hanno lavoro e altri tre milioni e mezzo di cittadini italiani che il lavoro nemmeno lo cercano, la cosiddetta generazione neet, che non cercano un lavoro perché sanno di non trovarlo. Solo voi potete accogliere a 1.200 euro al mese gli immigrati clandestini quando abbiamo un milione di famiglie italiane che non hanno reddito, quando abbiamo 10 milioni di cittadini italiani che vivono sotto la soglia di povertà, quando abbiamo 7 milioni di pensionati che percepiscono meno di mille euro al mese e di questi due milioni e mezzo che percepiscono meno di 500 euro al mese. Questa è una vergogna. Pag. 118Date 1.200 euro all'immigrato clandestino, ne date 500 al pensionato e date 250 euro come pensione di invalidità ai nostri invalidi. Vi dovete vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), vi dovete vergognare davanti ai cittadini italiani che fanno la fame e che a fatica tirano fino alla fine del mese. Quello che accade in Italia, quello che accade per colpa e per responsabilità unica ed esclusiva di questo Governo, di Renzi, di Alfano, della maggioranza, del Partito Democratico e di tutti coloro i quali hanno votato, hanno sostenuto e continuano a sostenere l'operazione Mare Nostrum, quello che accade qua non accade nel resto dell'Europa.
  Infatti, basta vedere quello che accade, ad esempio, in Spagna, quello che accade in Grecia, Malta, in Austria, in tanti altri Paesi dove viene applicata una politica seria, che è la politica dei controlli alle frontiere, che è la politica dei respingimenti, che è la politica delle espulsioni, quelle espulsioni che con questo Governo sono state azzerate. Sapete perché ? Questo lo devono sapere i cittadini che ci stanno ascoltando: perché i soldi, i 130 milioni di euro che prendete e che mettete per l'accoglienza e per l'assistenza agli immigrati clandestini con questo decreto-legge, vengono presi dal fondo rimpatri. Questo cosa significa ? Significa che azzerate le espulsioni, significa che aumenta la criminalità e significa che aumenta l'immigrazione clandestina ! In questi due anni, il Governo, Letta prima e Renzi poi, si è classificato per poche cose, soprattutto per le cose negative che sono state fatte in tema di immigrazione e di gestione dei flussi migratori. Cosa è stato fatto ? È stata abolito il reato di immigrazione clandestina, abolizione del reato di clandestinità voluto anche dai 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! I cittadini devono sapere che anche il MoVimento 5 Stelle, anzi, soprattutto il MoVimento 5 stelle, ha votato per la cancellazione del reato di immigrazione clandestina ! Avete tolto questo reato che è presente ovunque, in tutti i Paesi europei; avete azzerato il fondo rimpatri; avete chiuso i CIE, perché su undici CIE, i centri di identificazione ed espulsione, ne sono rimasti aperti solo quattro, e avete dimezzato il periodo di permanenza nei CIE. Quindi, per il vostro buonismo, per le vostre politiche filo-immigrazioniste, per le vostre politiche filo-islamiche oggi esponente il Paese a gravi rischi e a gravi pericolosità, perché l'immigrazione clandestina – e l'unico che non se ne è accorto è il Ministro Alfano, nei confronti del quale ribadiamo ancora, per l'ennesima volta, la richiesta di dimissioni, perché non è un Ministro degno di rappresentare i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) –, il processo immigratorio, soprattutto in questo momento, rispetto a quello che sta accadendo fuori dai nostri confini, è veicolo e strumento di diffusione del terrorismo, da un lato, ed è veicolo di diffusione anche di gravi malattie, come ad esempio l'ebola ! Non accorgersi che il problema dell'ebola ormai è prossimo anche ai confini europei è un segno di grande irresponsabilità da parte del Governo e da parte dei Ministri. L'immigrazione clandestina in questo ultimo anno è aumentata dell'853 per cento, in Spagna è diminuita del 90 per cento, e la responsabilità è unicamente in capo al Governo, a Renzi e ad Alfano. La Lega ha proposto un ordine del giorno, un impegno, a seguito anche delle parole del Ministro Alfano, per cessare, porre fine all'operazione Mare Nostrum. Abbiamo presentato l'ordine del giorno ma è stato bocciato. Vi voglio ricordare – perché qualcuno magari non se lo ricorda – che il 18 ottobre 2013, quando l'operazione Mare Nostrum è nata, questa è nata con una finalità ben precisa: l'operazione Mare Nostrum doveva essere un deterrente nei confronti dell'attività degli scafisti; è avvenuto esattamente il contrario: sono aumentati gli sbarchi e sono aumentate le morti nel Mediterraneo. Cara collega che è intervenuta prima, le morti nel Mediterraneo sono aumentate con l'operazione Mare Nostrum, perché siamo l'unico Paese al mondo – l'unico Paese al mondo ! – che paga per farci invadere ! Siamo l'unico Paese al mondo che utilizza le navi della Pag. 119Marina militare non per proteggere i nostri territori, non per proteggere i confini, ma per farci invadere; per prendere le navi della Marina militare, andare nelle acque territoriali libiche, caricare orde di disperati, portarli sul nostro territorio e poi scaricarli sui territori, accoglierli all'interno di alberghi a quattro stelle, garantire loro 1.200 euro per vitto e alloggio, garantire loro le sigarette e garantire loro addirittura il pagamento delle cariche telefoniche. Andate a spiegare che agli immigrati clandestini garantite l'albergo a quattro stelle, magari con vista sul Lago di Como, come avviene nelle mie zone, quando poi abbiamo signore, uomini, intere famiglie che magari sono soggette a sfratto, che non hanno un lavoro, che non hanno un minore e che hanno l'unica colpa, l'unica sfiga di chiamarsi Brambilla, Bernasconi, Molteni perché vanno nei comuni e vanno dalle ALER per poter chiedere una casa comunale e non gliela danno perché viene garantita unicamente agli stranieri. Oppure, ditelo a quelle signore, a quelle donne che, invece, per fortuna, magari il lavoro ce l'hanno, hanno un bambino e vorrebbero metterlo all'interno dell'asilo pubblico e non lo possono fare perché le graduatorie prevedono la possibilità che l'asilo venga dato ad altri.

  PRESIDENTE. Il tempo è terminato.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, mi avvio alla conclusione. Ovviamente questo Governo ha delle gravi responsabilità, questo Governo è colpevolmente responsabile di aver sottoposto il nostro Paese a una vera e propria invasione di massa. La Lega all'interno del Parlamento ha fatto la propria parte e continueremo a battagliare per l'affermazione di un principio tale per cui prima viene la nostra gente, prima vengono i nostri cittadini e poi gli altri. La battaglia la facciamo all'interno delle Aule parlamentari, la battaglia la facciamo anche fuori, sarà il popolo, il popolo sovrano a bocciare l'operato di questo Governo, a bocciare l'operato del Ministro Alfano e del Presidente Renzi, ad esempio quando ? Il 18 ottobre...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Molteni.

  NICOLA MOLTENI. Il 18 ottobre a Milano si farà una grande manifestazione per dire no all'immigrazione clandestina, no a Mare Nostrum e soprattutto no a questo Governo scellerato, amico e complice dei clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Siamo in fase di dichiarazioni di voto, non si può.

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Quello magari sì. Su che cosa ?

  DANILO TONINELLI. Sempre sull'articolo 24, comma 6, soprattutto in conseguenza della decisione...

  PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, su quello lei è già intervenuto.

  DANILO TONINELLI. Presidente, è una specifica su un fatto avvenuto successivamente al richiamo al Regolamento, non può non permettermi di farlo. La decisione da parte sua dell'orario prima del quale non iniziare le votazioni, a mio parere, essendo stata la seduta fiume votata dall'Assemblea, avrebbe per logica anche di prassi esser dovuta avvenire con la medesima votazione da parte dell'Assemblea. Di conseguenza...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Toninelli. Abbiamo già affrontato questo tema. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, colleghi, membri del Governo...

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  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, sta intervenendo un collega.

  DANIELE FARINA. Ad un grave episodio di violenza negli stadi corrisponde un decreto-legge, allo scalpore della cronaca un provvedimento di urgenza, così è andata negli ultimi anni, siamo infatti alla settima o ottava volta e non dubito che ne vedremo una nona, una decima e a seguire, così da anni lontani e ogni volta un nuovo decreto amplia i cattivi frutti del precedente. Una legislazione speciale e di dubbia costituzionalità si sta consolidando, divieto di accesso alle manifestazioni sportive o flagranza differita per chi ci ascolta significano probabilmente assai poco. Roba che si applica ai tifosi violenti negli stadi. E qui è l'inganno, perché ormai sono misure che esondano dagli stadi e vogliono allargarsi alla società e finanche alla vita privata di ciascuno. Forse a qualcuno può sembrare vago e anche esagerato, ma allora perché si è discusso di applicare il divieto di accesso anche ai locali di pubblico spettacolo, il cosiddetto Dasco, dalle o delle discoteche ? E perché si è pensato di poterlo estendere a tutte le manifestazioni pubbliche, quelle politiche e quelle sindacali ? Queste non sono norme destinate ai tifosi, ma a tutti i cittadini. Puntano al cuore della democrazia e delle libertà costituzionalmente garantite. Stavolta siamo riusciti a bloccarle, vi abbiamo fermato, ma sorge spontanea una domanda: vi fa così paura la crisi, l'insostenibile situazione del Paese da preparare misure eccezionali degne di uno stato di polizia ?
  Infatti, a fari spenti, nella notte è sbucata la pistola elettrica, il taser, senza discussione alcuna, che invece sarebbe stata preziosa perché ormai esistono dati e letteratura sui Paesi dove è stata sperimentata e adottata. Altro che arma non letale, altro che uso sostitutivo delle armi da fuoco. Centinaia di morti sospette negli Stati Uniti d'America e decine certamente correlate ci dicono un'altra cosa, ci dicono di che cosa si tratta e che uso estensivo ne viene fatto. Vedete che gli stadi c'entrano sempre meno, pretesto facile per altre intenzioni. E vi abbiamo anche sfidato in un ordine del giorno a iniziare nella sperimentazione da volontari eletti alla Camera dei deputati e lì le chiacchiere sono andate a zero, il testo è stato dichiarato inammissibile, monumento eretto a testimoniare di quanta fiducia nutra il legislatore sulla bontà delle proprie scelte, che, se approvato – ne sono certo – della pistola elettrica non se ne sarebbe più parlato.
  Le cattive manovre hanno bisogno d'ombra e confusione e il Governo le ha ottenute, mescolando norme sugli stadi e norme su «Mare nostrum». Cosa c'entrino le manifestazioni sportive e la protezione umanitaria è ignoto, ma gli effetti erano prevedibili.
  Chi avesse seguito infatti i nostri lavori ha fatto fatica a capire il merito della nostra discussione. Avete nascosto misure di Polizia dietro le grida della Lega, che ben si presta all'operazione aizzando la guerra tra poveri e salvando così il cattivo legislatore. E mentre si incendiano i confini d'Europa voi colleghi della Lega guardate al pisciolio della vostra cassetta elettorale e, ancora una volta, tentate di truffare gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Prima gli italiani. Ma, colleghi della Lega, non c’è né un prima né un dopo per gli italiani, come avete dimostrato negli anni disastrosi in cui avete governato e anzi, così seguendo, si rischia che a un brutto prima segua un pessimo dopo. E mentre gridate all'invasione presunta dell'immigrazione, il maggior numero dei nostri giovani abbandonano il Paese, ma voi neanche ve ne siete accorti.
  La questione di fiducia, infine, posta dal Governo ha steso, ancora una volta, sulla nostra discussione, l'ennesimo tranquillo sudario. Annuncio, pertanto, per ragioni che, dopo questo intervento e la discussione che abbiamo avuto in Aula, sono chiare, il voto contrario di Sinistra Ecologia Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il decreto-legge al voto dell'Aula affronta, in primo luogo, le problematiche relative al ripetersi di gravi episodi di violenza e turbativa dell'ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive, nonché di reati finalizzati ad alterare i risultati delle medesime manifestazioni.
  Per questo, si è reso necessario, anche in vista dell'avvio della stagione calcistica, adottare interventi urgenti finalizzati a rafforzare la prevenzione di tali fatti ed a inasprire il trattamento punitivo di coloro che se ne rendano responsabili: il decreto mira soprattutto ad introdurre strumenti efficaci, a disposizione della magistratura e delle forze dell'ordine, allo scopo di assicurare l'isolamento delle tifoserie più aggressive.
  Sono infatti in aumento le violenze negli stadi nell'ultimo periodo: la crescita di incidenti, ferimenti e arresti ha incrementato del 14,57 per cento l'impiego delle forze dell'ordine, con un esborso complessivo di 25 milioni di euro.
  La risposta ferma e decisa da parte dello Stato a chi utilizza lo stadio come luogo per dare sfogo alla propria violenza è l'unica possibile per salvaguardare lo sport, ma anche l'autorevolezza delle istituzioni e di chi le rappresenta.
  Non si può non rilevare che il gioco del calcio, con 1.362.400 tesserati alla Federazione Italiana Giuoco Calcio, tra calciatori, tecnici, forza arbitrale e dirigenti, rappresenta lo sport più praticato in Italia; nel corso di ogni stagione sportiva sono 605.300 le partite ufficiali disputate tra le serie professionistiche ed i campionati dilettantistici.
  Vanno in questa direzione le disposizioni concernenti il reato di frode sportiva di cui si inaspriscono le pene edittali: l'entità delle sanzioni penali attualmente previste si è rivelata inadeguata, rispetto alla gravità dei fatti accaduti.
  Importanti sono, inoltre, le norme che mirano a rafforzare il divieto di accedere a luoghi nei quali si svolgono competizioni sportive (ricomprese nel cosiddetto Daspo), attraverso l'ampliamento delle categorie dei potenziali destinatari del provvedimento e l'aumento della durata dello stesso per i recidivi e per quelli che assumono la direzione di episodi di violenza di gruppo.
  Vengono allargati i confini della sicurezza nello sport anche agli eventi europei ed internazionali, in un clima di maggiore sicurezza intesa, come è stato giustamente osservato nel dibattito in Assemblea, quale possibilità per tutti di poter godere pienamente di un momento che deve poter rimanere di festa e di condivisione nell'azione sportiva.
  Era giusto intervenire sia in via preventiva che in via repressiva, per restituire quella tranquillità necessaria a coloro che assistono alle competizioni sportive isolando, pertanto, le frange di tifosi più violenti, che si recano allo stadio con il solo scopo di alimentare fenomeni di illegalità che devono essere contrastati con la massima fermezza, così come accade in Inghilterra, in Germania e in Spagna.
  Nel merito delle misure adottate, ricordiamo l'acquisizione degli stadi da parte della società di calcio, l'inasprimento delle pene, i posti a sedere numerati, il capillare ed estesissimo monitoraggio attraverso strumentazioni moderne.
  Nel corso delle recenti audizioni in Commissione affari costituzionali anche la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha espresso il pieno appoggio alle misure adottate dal Governo auspicando, in particolare, una maggiore lotta alla contraffazione, al fine di aiutare le società sportive a salvaguardare i propri investimenti in termini di proprietà intellettuale e tutela dei marchi.
  Decisamente apprezzabili la destinazione di una quota degli introiti complessivi, derivati dalla vendita dei biglietti e dei titoli di accesso validamente emessi in occasione degli eventi sportivi, volta a finanziare i costi sostenuti per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico Pag. 122e, in particolare, per la copertura dei costi delle ore di lavoro straordinario e delle indennità di ordine pubblico delle forze dell'ordine. La sperimentazione della pistola elettrica Taser, la destinazione alle forze del comparto di pubblica sicurezza delle autovetture di proprietà di altre amministrazioni pubbliche statali dismesse o da dismettere, nonché le misure che stabiliscono l'arresto in flagranza di reato anche nei confronti di quanti, in occasione di manifestazioni sportive, si rendano protagonisti di azioni e gesta inneggianti a gruppi, associazioni o movimenti razzisti, xenofobi e noti per le proprie posizioni di discriminazione religiosa.
  Il decreto, ancora, intercetta interventi significativi volti a proseguire nella strada della riqualificazione degli impianti, della segmentazione dei settori e dell'abbattimento delle barriere, che rappresentano un obiettivo essenziale per rendere più accoglienti e sicuri gli stadi e più competitivo il nostro calcio a livello internazionale.
  Il secondo nucleo di norme riguarda gli interventi di finanziamento innanzitutto al sistema di accoglienza dei richiedenti lo status di protezione internazionale. Il tema è complesso, delicato, investe l'Europa, in generale, ed il nostro Paese in modo particolare. L'Italia, per prima, ha affrontato la questione, attraverso rilevanti investimenti di risorse, unitamente ad un senso di umanità internazionalmente riconosciuti.
  Proprio lo scorso anno, il 3 ottobre, morirono 366 persone nel tentativo di arrivare a Lampedusa, per fuggire dalle guerre e dalla fame. Abbiamo tutti il dovere di impedire il ripetersi di simili tragedie e di accogliere i profughi, nel rispetto dei principi fondamentali dei diritti delle persone.
  L'enorme flusso di migranti sta creando difficoltà, sia per quanto riguarda la gestione degli sbarchi, sia per quanto riguarda l'accoglienza, con un sovraffollamento dei centri e un sovraccarico di lavoro che produce un conseguente allungamento dei tempi di analisi delle domande di richiesta di asilo.
  Si tratta di importanti disposizioni, se teniamo conto che l'incremento delle istanze non può ritenersi un fatto occasionale, bensì rileva una progressiva e ormai strutturale mutazione delle cause storiche del fenomeno migratorio, non più riconducibile prevalentemente alla spinta della povertà e alla prospettiva di una vita migliore ma, piuttosto, alla instabilità politica dei Paesi di provenienza.
  Nella prima metà di quest'anno il numero di persone in cerca di asilo nei Paesi industrializzati è salito a tal punto che le richieste rischiano di essere le più numerose degli ultimi vent'anni. Questo è quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, pubblicato qualche giorno fa. L'aumento esponenziale delle domande di protezione internazionale negli ultimi mesi è passato da circa 23 mila di tutto il 2013 alle 38 mila registrate fino al 2014. Questo rende, infatti, urgente e indifferibile l'introduzione di meccanismi idonei ad accelerare il procedimento, pur continuando ad assicurare i livelli di garanzia previsti dalla legislazione vigente.
  La crescita dei flussi migratori e il già citato aumento esponenziale delle domande di protezione internazionale, registrato negli ultimi mesi, hanno richiesto un impegno ancora maggiore, anche per accelerare l'esame delle stesse domande, potenziando gli organismi competenti e introducendo meccanismi di flessibilità nel procedimento.
  La normativa in esame viene adeguata alla lettera di messa in mora del nostro Paese inviata dalla Commissione europea, la quale ha notato diverse criticità, soprattutto in relazione alla difficoltà degli interessati ad esercitare il proprio diritto di richiesta d'asilo, nel contattare agevolmente le autorità italiane preposte alla ricezione delle domande.
  Dalla fine degli anni Novanta, l'Unione europea si è impegnata nella creazione di un Sistema europeo comune di asilo (CEAS) finalizzato a garantire un approccio comune degli Stati membri in materia di asilo, al fine di garantire elevati standard di protezione per i rifugiati. Auspichiamo Pag. 123che l'approvazione di questo provvedimento costituisca l'occasione per il Parlamento per un repentino intervento teso al superamento delle nostre gravi lacune legislative sul diritto d'asilo, nonché ad una piena attuazione dell'articolo 10, terzo comma, della Costituzione, anche al fine di adeguare il nostro ordinamento ai principi giuridici posti in materia della comunità internazionale ed alla normativa di settore dell'Unione europea.
  Degna di rilievo, infine, la norma che autorizza l'utilizzo di risorse già stanziate per le urgenti esigenze di ammodernamento del parco veicolare della Polizia di Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché dell'equipaggiamento, anche speciale, e delle strutture e impianti della Polizia di Stato necessarie per l'espletamento dei relativi compiti istituzionali.
  È doveroso sottolineare il valore dei risultati raggiunti da donne e uomini in divisa che rappresentano lo Stato: risultati di cui si può essere fieri ed orgogliosi, raggiunti nel campo della sicurezza e del soccorso pubblico, nella lotta alla criminalità organizzata e nella gestione dell'ordine pubblico. È per queste motivazioni che il gruppo di Scelta Civica per l'Italia dichiara il proprio voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, abbiamo appena ascoltato il solito disco rotto della Lega sull'immigrazione, argomento ormai usato dal gruppo della Lega in maniera propagandistica da tempo immemorabile, dimenticandosi che gli immigrati sono bambini, donne, uomini, famiglie che fuggono da realtà di guerra, di persecuzioni o solo di povertà. E invece questo provvedimento – voglio ricordarlo e voglio dirlo chiaramente – è un calibrato pacchetto di misure urgenti in tema di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, con particolare riferimento al contrasto all'illegalità e alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, ma anche di gestione dei flussi dei richiedenti lo status di protezione internazionale, volto tra l'altro a velocizzare i tempi per l'identificazione e, quindi, in caso, per l'espulsione di quelli che non hanno diritto a rimanere nel nostro Paese e di funzionalità delle strutture del Ministero dell'interno chiamate a governare queste emergenze.
  L'obiettivo del disegno di legge che stiamo per votare non è solo quello di alzare argini difensivi, che sono tra l'altro necessari, ma soprattutto di restituire lo spettacolo sportivo e soprattutto lo spettacolo del calcio ad una dimensione di normalità e serenità che faccia tornare le famiglie negli stadi. Siamo fermamente convinti che questo obiettivo possa essere realizzato senza blindare gli stadi, soluzione che secondo noi sarebbe sicuramente peggiore del problema. È necessario migliorare il sistema di prevenzione rendendolo più efficiente ed evitando insieme di comprimere le garanzie di libertà che uno spettacolo popolare come il gioco del calcio richiede. La concezione di sicurezza che vogliamo perseguire è aperta e inclusiva, ma anche severa e rigida con chi delinque, specie con coloro che si pongono a capo di fazioni violente e fanatiche, comportandosi come veri e propri capi branco. In questa ottica le misure introdotte dal provvedimento perseguono l'obiettivo di una serena fruizione dello spettacolo sportivo anche avvalendosi degli spunti positivi che sono emersi nel corso dell'esame parlamentare.
  Mi riferisco all'accesso del pubblico alle manifestazioni sportive in relazione al quale sono semplificate le procedure di acquisto dei biglietti di ingresso proprio pensando alla platea delle famiglie che in quest'ambito noi speriamo siano sempre maggiori a guardare, insieme alla presenza di giovani e di bambini, lo spettacolo del calcio.
  L'effetto deterrente è, in primo luogo, affidato al perfezionamento dello strumento del Daspo, guardando alla necessità che il provvedimento possa colpire i violenti, soprattutto, quando agiscono, o si Pag. 124sentono incoraggiati ad agire, all'interno di dinamiche di gruppo. Sulla base dell'esperienza maturata negli ultimi anni, e dei precedenti giurisprudenziali, viene affinata la possibilità di colpire con il Daspo proprio le condotte commesse dal cosiddetto branco. È da valutare positivamente anche l'intervento che puntualizza i casi di applicazione del Daspo alle condotte violente commesse fuori dal nostro Paese, all'estero.
  Come è condivisibile la revisione dei termini di durata del Daspo, laddove si stabilisce che la durata minima di tale divieto è di tre anni nei confronti di soggetti che hanno assunto la direzione di condotte illecite di gruppo e si prevede, altresì, che il provvedimento inibitorio abbia una durata da un minimo di cinque a un massimo di otto anni nei riguardi dei recidivi. Il provvedimento non vuole solo punire, ma vuole introdurre delle misure che portino a dei percorsi rieducativi seguiti dai soggetti colpiti dal Daspo che dimostrano di essersi concretamente allontanati dal tifo violento, prevedendo così la possibilità che il soggetto che abbia scontato il Daspo possa richiedere al questore la cessazione degli effetti, diversi da quelli preclusivi dell'accesso ai luoghi dove si tengono delle competizione sportive.
  L'intervento normativo poi tende a colpire anche quelle condotte gravemente lesive dell'etica sportiva, sanzionando l'introduzione o l'esposizione, per esempio, di cartelli o striscioni, ma anche delle scritte o delle immagini incoraggianti la violenza e il razzismo. E molto opportunamente si interviene anche per colpire quelle possibile contiguità tra le frange del tifo violento e le società di calcio, che possono subire dalle stesse frange un condizionamento. In tal senso è da la leggere la disposizione che vieta ai «daspati» di poter ottenere agevolazioni da parte della stessa società, anche estese ai contratti di merchandising. Alle stesse società viene, inoltre, precluso di intrattenere rapporti con soggetti condannati in materia di contraffazione di prodotti o vendita arbustiva degli stessi. Per quanto riguarda poi le cosiddette trasferte a rischio, il provvedimento, colmando una lacuna, introduce il nuovo istituto del divieto di accesso agli impianti sportivi, dandone la competenza direttamente al Ministro dell'interno, autorità nazionale di pubblica sicurezza. È una misura che ampliando significativamente la gamma degli interventi di prevenzione consentirà di potere inibire, con un solo provvedimento, l'accesso agli stadi delle tifoserie più oltranziste e violente, impedendo ad esse che possano rendersi responsabili di altre turbative dell'ordine pubblico.
  Passando, poi, alle disposizioni che riguardano le misure urgenti in maniera di protezione internazionale, vorrei ricordare che negli ultimi tempi è vero che c’è stato un aumento (più 139 per cento), rispetto allo stesso periodo del 2008, della domanda per ottenere tale protezione. Questo è successo a causa dell'instabilità politica dei Paesi di provenienza che ha reso urgente e indifferibile velocizzare il procedimento, pur continuando ad assicurare gli standard di garanzia previsti dalle legislazione vigente, in modo da accertare rapidamente se il richiedente abbia diritto o meno a ricevere accoglienza e protezione. A questo punto, vorrei dire che tutto quello che ci sta raccontando la Lega sulla volontà di trattenere in Italia, in maniera strumentale, e di mantenere, soprattutto, delle persone che soffrono, è una bugia che ci viene raccontata.
  Questo provvedimento ha l'obiettivo proprio di aiutare il sistema, aumentando e raddoppiando le commissioni territoriali competenti, che vanno ad esaminare le domande, per velocizzare i tempi di risposta e, quindi, per potere dare una risposta a queste persone o trattenendole nel nostro Paese oppure rimandandole nei loro Paesi di origine. Quindi, sicuramente, tempi più rapidi e risposte certe.
  Sempre al fine di accelerare l'esame delle domande di protezione internazionale, il provvedimento prevede che il colloquio del richiedente si svolga innanzi ad uno solo dei componenti della commissione territoriale, fermo restando che la decisione sarà assunta poi collegialmente dai componenti della commissione. È comunque Pag. 125disposto che, su richiesta dell'interessato preventivamente informato di tale facoltà o in casi particolari individuati dal presidente, il colloquio si svolga innanzi la commissione territoriale. Vorrei ricordare a questo proposito che tutte le modifiche che sono state apportate in questo senso sono pienamente compatibili con la direttiva europea in tema di riconoscimento della protezione internazionale.
  Un'importante misura contenuta in questo provvedimento corrisponde alla funzionalità del Ministero dell'interno, con particolare riferimento all'ammodernamento dei mezzi e delle strutture della polizia di Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, necessario per l'espletamento dei relativi compiti istituzionali. Siamo convinti che questo sia necessario, non soltanto per salvaguardare l'efficienza degli strumenti a disposizione che devono essere dati agli operatori, ma anche per tutelare l'incolumità degli operatori e la difesa della loro dignità professionale.
  È per questi motivi che ho appena illustrato che il Nuovo Centrodestra voterà con convinzione a favore di questo provvedimento, provvedimento che dimostra come su due specifiche esigenze – che hanno sollecitato in modo particolare l'attenzione dell'opinione pubblica negli ultimi tempi per motivi ovviamente diversi – siano state trovate una sensibilità comune ed una positiva convergenza tra le forze politiche che sostengono il Governo.

  PRESIDENTE. Constato l'assenza in Aula dell'onorevole Sisto iscritto a parlare: s'intende a questo punto che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, signori colleghi, se posso iniziare prendendo a prestito un vecchio slogan pubblicitario, mi viene da dire: Governo Renzi vuol dire fiducia.
  Fiducia ovviamente nel senso che, da febbraio ad oggi, questo Governo per ben 19 volte ha impedito l'esame democratico e soprattutto nel merito, come noi vorremmo, ricorrendo alla «ghigliottina» del voto di fiducia. In questo senso ha più che raddoppiato il suo nemico amatissimo Silvio Berlusconi, imponendo 2,7 voti di fiducia al mese, contro la media di 1,26 registrata nei quattro anni di Governo dell'ultimo Esecutivo Berlusconi.
  Il nostro Premier, si sa, va di corsa. Il problema è che lui corre, corre, ma fa come il cane quando cerca di prendersi la coda: non ci riesce e corre a vuoto. Allo stesso modo i problemi dell'Italia non solo sono sempre gli stessi, ma si sono aggravati, nonostante il diluvio di promesse quotidiane. I debiti della pubblica amministrazione non sono stati pagati, ma a Monte Senario ancora non si è visto nessuno. Il mio caro Mugello, il Monte Senario, ho anche una foto.
  La crescita del PIL e del rapporto con il debito pubblico è stata clamorosamente rivista al ribasso. La situazione è la stessa e in alcuni casi è peggiorata rispetto a quando c'era «crisantemo Letta». L'unica differenza è che ora a Palazzo Chigi è tornato un Presidente del Consiglio che fa le battute e, invece di dire che i ristoranti sono pieni, si limita a dire che Eataly è pieno e tutti sono contenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Se il «Premier dei ristoranti» Francia e Germania lo liquidarono con un sorrisetto beffardo, all'attuale Presidente del Consiglio è bastato fargli fare una copertina con il gelato in mano per fare circolare la voce che l'Europa vuole verificare i nostri bilanci per fargli capire chi comanda.
  Il giudizio politico su questo Governo lo abbiamo ribadito con forza votando «no» alla fiducia messa su questo decreto, l'ennesimo. Abbiamo votato «no», perché non temiamo affatto le elezioni. Al contrario le consideriamo indispensabili per evitare che la nostra Costituzione sia stravolta da un Parlamento illegittimo, in forza di un premio di maggioranza che la Corte costituzionale ha definito antidemocratico e Pag. 126soprattutto sulla base di un patto segreto che nessuno conosce nel suo complesso, come quello siglato al Nazareno.
  Noi avevamo chiesto i decreti attuativi e possiamo pubblicare quanto promesso dal Governo, ma sono promesse, promesse.
  Oggi però siamo chiamati ad esprimere il voto finale sul cosiddetto decreto stadi, che però interviene anche sull'emergenza immigrazione e sulle risorse da destinare alle forze di polizia.
  Ovviamente questo decreto ha diversi difetti, ma riferendosi al catechismo della Chiesa Cattolica ci troviamo davanti a peccati di omissione invece che di opere. Le criticità non sono rappresentate tanto da quello che c’è, ma da quello che manca e non si è voluto fare. Nel poco che si è fatto, un risultato straordinario è stato raggiunto, grazie esclusivamente al MoVimento 5 Stelle, sulle auto blu.
  Poiché tra aste su ebay e decreti che non arrivano, il Premier Renzi ed il Ministro Madia giocavano da mesi a fare le mosche sul vetro, il MoVimento 5 Stelle ha ritenuto di prendere la situazione in mano e di fare la cosa più semplice del mondo: aprire la finestra e liberare le due mosche impazzite. Con un emendamento elementare abbiamo destinato le auto blu da dismettere alle forze di polizia e così abbiamo risolto il problema, come fanno i cittadini nelle loro case tutti i giorni, semplicemente facendo uno più uno (che non fa quattro, eh).
  Speriamo che ora il Presidente del Consiglio citi almeno la fonte quando si rivedrà il risultato sul sito «passo dopo passo», dopo che ha già provato a scipparci l'articolo «ammazza scartoffie burocratiche»: era un mio emendamento, che sempre il MoVimento 5 Stelle aveva inserito nel decreto sulla pubblica amministrazione.
  Due cioccolatini, questi, che offriamo con piacere a chi dice che il MoVimento 5 Stelle non otterrebbe risultati.
  Tornando al decreto in esame, per le forze di polizia si poteva fare molto di più, invece molti emendamenti presentati dal MoVimento 5 Stelle non sono stati neppure ammessi, mentre altri sono stati bocciati.
  Sui criteri di ammissibilità degli emendamenti, basti dire che il nostro pacchetto di proposte, oltre a sbloccare gli stipendi delle forze dell'ordine, fermi dal 2011 – 2011: siamo al 2014 ! – non è stato ritenuto attinente al provvedimento (chissà come mai).
  Al contrario è stata ritenuta indispensabile la sperimentazione della folgoratrice Taser, la pistola elettrica per capirci.
  Speriamo almeno che le motivazioni e soprattutto gli interessi – visto che si parla di conflitto di interessi: mettere in un decreto la sperimentazione, che non si sa quanto costerà e che effetti avrà – non siano della stessa natura di quelli che stavano dietro al costosissimo braccialetto elettronico, dimostratosi una sòla.
  Poiché il MoVimento 5 Stelle non si arrende e gli obiettivi che riteniamo validi li perseguiamo con tenacia fino alla fine, al personale del comparto sicurezza annunciamo che abbiamo già depositato una risoluzione, con la quale incalzeremo Governo e maggioranza per sbloccare finalmente questi stipendi, a partire dal 2015.
  Tra le proposte respinte che gridano vendetta, ci sono quelle relative alle risorse da destinare ai vigili del fuoco, caro Rosato.
  Il MoVimento 5 Stelle aveva proposto di incrementare di pochi milioni quelle scarse previste dal decreto. Avevamo proposto che tali risorse non fossero vincolate esclusivamente all'acquisto di automezzi, ma che si lasciasse al corpo decidere se utilizzarle anche per altre attrezzature di servizio.
  Per quanto attiene all'immigrazione, non è intellettualmente onesto chi non ammette che l'emergenza non solo è reale, ma è di proporzioni inaudite. I numeri, in questo senso, parlano chiaro: nel 2011, l'anno delle primavere arabe, si registrarono 62 mila arrivi e i giornali parlavano di nuovo record.
  A settembre di quest'anno invece, dai dati ufficiali forniti dal Governo, i migranti sbarcati sulle nostre coste sono 125 Pag. 127mila, più del doppio. Poi non so se, come i dati delle procure, probabilmente saranno anche di più.
  Davanti a questo «esodo torrenziale» non ci si può nascondere dietro ad un dito, perché le persone e i loro diritti fondamentali sono tutti uguali.
  Non conta il passaporto e non conta il colore della pelle: riteniamo dunque non solo giusto, ma doveroso offrire assistenza a chi arriva stremato e vagliare tutte le richieste di asilo e protezione.
  In questo senso non ci siamo opposti alle norme del decreto che rafforzano le apposite commissioni che devono vagliare le domande di protezione e non ci siamo opposti, ma abbiamo condiviso lo stanziamento di nuovi fondi per strutture di accoglienza (c'erano anche i nostri emendamenti).
  Abbiamo posto due questioni diverse: la prima riguarda la trasparenza nell'utilizzo delle risorse stanziate, perché la tragedia di migliaia di disperati non può e non deve diventare ghiotta occasione per stanziare milioni che poi magari prendono un'altra strada.
  Poche lire per immettere dati su un sito sono niente, in confronto allo spreco di milioni (mi riferisco al sottosegretario, che ci ha risposto in Commissione). In questo senso abbiamo centrato in parte il risultato: grazie ai nostri emendamenti, infatti, abbiamo posto un limite temporale, il 31 dicembre di quest'anno, entro il quale dovranno essere destinati i 62 milioni del fondo straordinario per l'emergenza sbarchi.
  Sempre grazie ad un nostro emendamento, il Governo dovrà dare conto dell'utilizzo effettuato di questi soldi e dei risultati ottenuti, obblighi che, nel decreto originario, erano completamente assenti.
  L'altra questione che abbiamo posto è che è doveroso riconoscere l'esistenza di una emergenza immane, ma l'emergenza deve valere per tutti i soggetti toccati, non solo per alcuni. Mi riferisco in questo caso a tutti i comuni italiani, dal sud al nord, ai quali viene quotidianamente chiesto di farsi carico dell'accoglienza. In Veneto, per fare un esempio, sono già 1.300 i migranti accolti e 3.500 quelli in transito. È per questo che il Movimento 5 Stelle ha proposto di detrarre dal Patto di stabilità le spese dei comuni per l'accoglienza. Proposta purtroppo respinta. Poi non dite che non facciamo proposte. C’è poi la questione delle forze dell'ordine e della tutela della loro salute. Questa estate si è molto ironizzato e strumentalizzato sul punto. Anche in questo caso, tanto per fare l'esempio di una piccola realtà come Padova, il COISP ha denunciato, il 26 settembre scorso, tre casi di scabbia e diversi contagi di TBC per agenti chiamati a gestire il servizio di immigrazione.
  Avevamo proposto – proposta, quindi il Movimento 5 Stelle propone – di destinare parte delle risorse straordinarie all'acquisto di materiale sanitario come guanti e mascherine, lasciando piena libertà al Governo di individuare il quantum da utilizzare e in questo caso Governo e maggioranza pavidamente non hanno voluto dire «sì», ma hanno avuto il coraggio di dire «no». Ci hanno comunque invitato a ritirare l'emendamento e a presentare un ordine del giorno che fortunatamente è passato, ma, si sa, un ordine del giorno non si nega a nessuno.
  C’è, infine, la parte sugli stadi che doveva essere l'oggetto principale del decreto-legge e che probabilmente rappresenta la parte più carente. Giuseppe Plaitano, Vincenzo Paparelli, Stefano Furlan, Marco Fonghessi, Nazzareno Filippini, Antonio De Falchi, Ivan Dall'Oglio, Celeste Colombi, Salvatore Moschella, Vincenzo Spagnolo, Fabio Di Maio, Vincenzo Lioni, Ciro Alfieri, Simeone Vitale, Giuseppe Diodato, Antonino Currò, Sergio Ercolano, Ermanno Licursi, Filippo Raciti, Gabriele Sandri, Matteo Bagnaresi e in ultimo Ciro Esposito: sono le 22 persone morte in Italia di calcio, all'interno di uno stadio o nel corso di disordini tra tifoserie in occasione di una partita di calcio. Nomi, vite spezzate, famiglie distrutte per la perdita di un padre, di un fratello e purtroppo spesso di un giovane figlio che rappresentano uno foto tragica di un'emergenza permanente. In altri Stati dove si era verificata questa emergenza è Pag. 128stata estirpata con riforme e leggi strutturali. Noi agiamo con un decreto-legge, come sempre. Noi continuiamo a procedere appunto, come dicevo, con i decreti-legge come quello attuale nel quale ci sono misure che non hanno salde basi giuridiche e dunque difficilmente applicabili in concreto, come la condotta di gruppo, o che rappresentano uno spot per il Ministro di turno, come nel caso del divieto di trasferta che l'articolo 4 attribuisce al Ministro dell'interno, andando a duplicare e a confondere un potere già in capo ai prefetti. Incongruenze che non segnalo io, che potrei essere di parte, ma l'ufficio studi della Camera dei deputati.
  Concludendo, signor Presidente, il MoVimento 5 Stelle ha affrontato l'esame di questo provvedimento con spirito costruttivo in Commissione. Qualche emendamento è passato, pochi. Lo avrebbe fatto anche in Aula se si fosse potuto svolgere l'esame del provvedimento che non c’è stato. Lo abbiamo e l'avremmo fatto perché l'emergenza immigrazione e quella della violenza negli stadi sono due fenomeni seri che debbono essere risolti nell'interesse dei cittadini e non per strumentalizzare un pugno di voti. Purtroppo, la scarsa affidabilità della maggioranza sul CSM, conflitto di interessi e tanto altro ci ha spinto a fare questa manovra ostruzionistica e annuncio che il MoVimento 5 Stelle voterà in maniera contraria a questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Signor Presidente, è stato un peccato questo ostruzionismo, un ostruzionismo fine a se stesso, un ostruzionismo che squalifica, non tanto l'Aula parlamentare, quanto chi l'ha praticato. Infatti il provvedimento avrebbe potuto essere secondo noi un'occasione di discussione perché è un provvedimento che tiene insieme, sotto il filone sicurezza, questioni davvero importanti che riguardano la vita di tutti i giorni dei nostri concittadini. Ci sono norme, come si sa, per valorizzare innanzitutto la professionalità e la funzionalità delle strutture del Ministero dell'interno con misure dirette ad assicurare risorse finanziarie, per garantire l'adeguamento delle capacità operative della Polizia di Stato e dei vigili del fuoco. E noi a queste polemiche che hanno fatto, sia la Lega Nord, che il MoVimento 5 Stelle, preferiamo rispondere con i fatti come quelli che ieri mattina il Governo Renzi ha annunciato concretamente ai rappresentanti delle forze di polizia e della difesa, garantendo, in una fase di drammatica difficoltà, le necessarie risorse finanziarie per lo sblocco dei tetti salariali di queste forze. Sono persone che dobbiamo ringraziare, persone in carne ed ossa che ogni giorno rischiano la vita per la sicurezza di tutti. E alle polemiche che loro non si meritano noi preferiamo rispondere con i fatti. Il PD vota a favore di questo provvedimento innanzitutto per i contenuti che riguardano il tema dell'afflusso e dell'accoglienza delle persone da Paesi dove ci sono guerre, stermini, persecuzioni, malattie.
  Persone che provano a fare una cosa: a non morire. E provano a puntare per una volta su quella lotteria della vita che finora non li ha premiati perché per una lotteria sono nati in Paesi dove ci sono non benessere e pace, ma dove ci sono guerre, stermini e malattie. Ecco avremmo avuto piacere semplicemente per ragioni non politiche ma umane di ascoltare da parte di chi ancora una volta ha agitato paure, demagogie e populismo meno parole che possano essere rappresentati semplicemente con un concetto: umanità. Tra l'altro, se questo non fosse come pare essere nelle corde di alcune forze di opposizione, non dobbiamo dimenticare, visto che per molti la realtà più pratica sembra essere il pane quotidiano, che il nostro Paese è sottoposto a procedure di infrazione europea alle quali dobbiamo rispondere con i fatti in materia di accoglienza dei profughi. E i fatti sono in questo provvedimento l'insediamento delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione presso le prefetture, l'aumento Pag. 129delle commissioni territoriali e misure per evitare sovraccarichi di lavoro in un positivo rapporto con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. C’è inoltre la dotazione di risorse del sistema di protezione, la parziale riduzione dei vincoli del Patto di stabilità interno per i comuni maggiormente interessati dalla pressione migratoria. Ma noi non facciamo questo soltanto per evitare le sanzioni. Non è questo, lo dicevo prima, è umanità innanzitutto il sentimento che ci guida. Non basta per noi ricordare solo il 3 ottobre per dire all'Europa che l'Italia vuole continuare a svolgere il suo ruolo ma che non può, non vuole farlo da sola. E non c’è miopia peggiore di chi, guardando a testa bassa questi fenomeni, non colga come invece sia utile in un momento come questo di gravi rischi terroristici per l'Europa, anche per il nostro Paese, che l'Italia continui a svolgere quella vocazione e a praticarla, di dialogo con tanti Paesi del Mediterraneo, con tante forze arabe e islamiche moderate. Vedete, mentre potenziamo e dobbiamo farlo i nostri sistemi di vigilanza e intelligence noi questo profilo di dialogo lo possiamo rafforzare sia per la naturale vocazione geopolitica e tradizionale del nostro Paese ma anche per ragioni proprio di sicurezza. Ma dicevo umanità, noi siamo orgogliosi, lo ripetiamo in questa aula, non solo non ci vergogniamo come pare fare qualcuno ma siamo orgogliosi di avere contribuito con Mare Nostrum ad aver salvato quasi 120 mila vite umane. Ma lo saremmo stati anche se fosse stata una soltanto. Solo per aver teso la mano magari a quel disperato della terra, a quella donna incinta o a quel bambino che ce la tendevano mentre rischiavano di essere inghiottiti per sempre in quel tratto di mare. Ecco così l'Italia ha le carte in regola umane e politiche per rivendicare un ruolo vero, che oggi non c’è, all'Europa e per chiedere di intervenire anche a monte nei Paesi di provenienza per le procedure di identificazione e accertamento delle regole e destinazione dei profughi.
  La seconda parte del mio intervento, Presidente, riguarda l'altro tema fondamentale contenuto del provvedimento cioè quello legato alla sicurezza delle manifestazioni sportive. Non perché interessi molto, ma mi è funzionale ricordare questo: ho l'onore di essere vicepresidente della fondazione Gabriele Sandri. Era una domenica, l'11 novembre di 7 anni fa quando Gabriele un giovane che amava la musica, il calcio, fu ammazzato all'autogrill di Badia al Pino. Lo faccio perché vedete spesso le parole più appropriate sul tema della violenza attorno al calcio vengono proprio dalle persone e dalle famiglie che hanno provato un grande dolore. E la fondazione che Giorgio e Cristiano hanno guidato nella quale lavorano, collaborando volontariamente, i figli dei campioni come Agostino Di Bartolomei e Stefano Re Cecconi si propone proprio questo: di far sì che il calcio espella la violenza, espella il business scorretto, espella la frode, espella il razzismo e promuova le stesse parole che abbiamo sentito da parte della madre di Ciro Esposito oppure dai familiari dell'ispettore Raciti.
  Ecco, noi vogliamo che questi valori, che spesso ci gridano le famiglie che hanno sofferto per la violenza attorno al calcio, siano i valori che dominano il calcio. Ma non è più così. Non è più così.
  Vedete, il calcio è stata una cosa che ha fatto scrivere Eduardo Galeano, che ha fatto scrivere Albert Camus, che ha fatto scrivere Osvaldo Soriano e, a livello nostro, vogliamo ricordare Calvino o Pasolini, oppure Gianni Brera, oppure le ballate indimenticabili di Jannacci o di Gaber. Bene, oggi, questi grandi autori che cosa potrebbero scrivere ? Oggi, i loro eredi – uso questo termine –, come Michele Serra o Mura o Gramellini, sono costretti a descrivere gli stadi come gradinate vuote, famiglie in fuga, disgusto, paura della brava gente, privatizzazione di fatto di uno spettacolo che fu di tutti e oggi appartiene solo ai suoi padroni economici – le società – e ai suoi padroni militari – gli ultras –, complici gli uni degli altri.
  Noi non possiamo accettare che gli stadi siano queste cose e per questo noi sosteniamo un provvedimento che è un Pag. 130pezzo di un'organica strategia per restituire al pubblico quegli spazi violati dalla violenza e dalla sopraffazione e per migliorare le misure di contrasto, di prevenzione e di repressione, per rendere più incisive quelle misure come il Daspo; misure che portino di nuovo negli stadi le famiglie, i bambini, che hanno il diritto di non vedere più certi striscioni che incitano al razzismo e alla violenza.
  A questo proposito – lo diciamo al Governo e anche al Ministro Alfano, che si occupa di questo provvedimento direttamente –, vorremmo che anche il Governo aiutasse a spingere come può, rispettando l'autonomia delle Camere, perché, per esempio, negli stadi non si vedano più, oltre gli striscioni razzisti e incitanti alla violenza, anche gli striscioni omofobi. Non sarebbe male che anche il Senato introducesse il reato di omofobia come la Camera oltre un anno fa ha già fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Concludo, Presidente. È in questo quadro che noi vogliamo che anche le società siano ancora di più responsabilizzate. Lo dicevamo, però, prima: non tutti sono uguali e, come PD, pensiamo che le società e le tifoserie virtuose vadano premiate, non certo penalizzate, ma a patto che isolino i violenti, che li facciano sentire corpi estranei; a patto che non ci siano patti scellerati tra società e gruppi di ultras, che, spesso, sono sostenuti e foraggiati.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  WALTER VERINI. E far partecipare finanziariamente anche le società agli straordinari non è certamente un'eresia, ma ci aspettiamo da loro un senso di responsabilità e non minacce di sciopero. Ho concluso, Presidente. Dicevo all'inizio che questo dibattito poteva essere un'occasione per un confronto vero sui temi della sicurezza, sui temi della violenza. Abbiamo sentito gli anatemi della Lega e abbiamo sentito questo ostruzionismo vuoto del MoVimento 5 Stelle. A questo proposito, mi sia consentito di dire tramite lei, Presidente, che per cose come queste il Circo Massimo è una cosa seria, ha una grande storia, passata e recente, ma per le pagliacciate non c’è bisogno del Circo Massimo: basta un circo più piccolo e un tendone più piccolo, come quelli che hanno fatto loro.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  WALTER VERINI. Ecco, non hanno dato un bello spettacolo, soprattutto per loro stessi ed è per questi motivi che noi, con convinzione, dichiariamo il nostro voto favorevole come Partito Democratico a questo provvedimento che, migliorando la sicurezza, aiuta a migliorare il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, è per certi versi paradossale che, quando si parla di questo provvedimento, esso venga sempre definito «decreto-legge sicurezza negli stadi». Sebbene questo argomento abbia certamente un'assoluta eco mediatica, aspetto al quale siamo certi non siete interessati, dato che tutti noi sappiamo quanta... poca attenzione abbia questo Governo, specie il suo Presidente del Consiglio, per il sensazionalismo e il ritorno sulla stampa; sebbene, dicevo, questo provvedimento abbia un titolo assai accattivante, soprattutto per un Paese in cui i risultati delle partite di calcio vanno a finire nelle interrogazioni parlamentari, nel decreto-legge che stiamo convertendo in legge c’è ben altro. E non posso che esecrare ancora una volta questa tendenza – eterno revival – a impastrocchiare decreti-legge in cui c’è dentro sia la zuppa che il pan bagnato, ma nulla di più... Presidente, mi scusi, se è possibile avere un po’ di silenzio, perché non mi sento neanche.

  PRESIDENTE. Ha ragione. Colleghi, per favore.

Pag. 131

  FEDERICA DIENI. Dicevo, non posso che esecrare ancora una volta questa tendenza, eterno revival a impastrocchiare dei decreti-legge in cui c’è dentro sia la zuppa sia il pan bagnato. Ma nulla di più ci aspettiamo, ovviamente, dagli esimi membri dell'Esecutivo che ci siedono dinnanzi.
  Consentitemi, tuttavia, di considerare il fatto che temi che vengono definiti: riconoscimento della protezione internazionale e misure per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno, quasi che fossero norme senza significato infilate en passant, rappresentano invece le linee strategiche su cui viene definita la politica di sicurezza di un Paese. Come tali io credo che sarebbero stati necessari tempi adeguati, una discussione aperta e il giusto grado di approfondimento. Come si sa però tutti questi ingredienti risultano assai indigesti a chi vuole essere solo al comando, anche se, visti i successi del Presidente Renzi, forse alla romana dovremmo definirlo: «sòla» al comando. Invece, eccoci qua, a parlare, tutto mischiato insieme, da una parte di Genny ’a carogna, dei cori razzisti che dovrebbero essere combattuti da un presidente sospeso dalla UEFA per sei mesi, per avere usato frasi razziste, di risse fuori e dentro gli stadi, nonché del risultato di Juventus-Roma.
  Dall'altra parte c’è l'immigrazione e il conferimento di mezzi adeguati alle forze dell'ordine. Per carità, non voglio con questo dire che la sicurezza negli stadi sia argomento poco importante, il messaggio che, tuttavia, vorrei farvi pervenire è che di immigrazione e di sicurezza vorremmo parlare di più e meglio. Il fatto che, invece, le norme su queste tematiche si trovino in un decreto come questo potrebbe far insorgere il dubbio che, alla fine, si voglia liquidare la discussione con poche, rapide battute e con soluzioni che, lo dico immediatamente, non sono sufficienti.
  Tale considerazione viene per di più confermata dal fatto che ci viene negata la diretta televisiva, un modo di condurre le cose che ha, come sempre, dimostrato la volontà di seppellire il dibattito e negare al cittadino il diritto a una informazione equilibrata e libera. Certo, sono molto preferibili per voi i 90 secondi del TG1, il siparietto di Porta a Porta, dove a malapena si capisce che è passato un provvedimento che riguarda lo sport. Ebbene, in questo clima di censura, diciamoci almeno tra di noi, diciamocelo in faccia, che questo Governo sulla sicurezza non è all'altezza del compito. Già ho speso riguardo a questo tema qualche riflessione nell'esposizione del mio ordine del giorno, facendo anche adirare il collega Fiano, e come si sa le persone normalmente si adirano quando vengono colpite nei loro punti deboli.
  Se questo decreto-legge «stadi» voleva in qualche modo migliorare la situazione sul fronte della sicurezza, ammettiamo serenamente che il risultato è assai carente. Curiamo una cancrena con un pannicello caldo, mentre i nostri poliziotti ancora viaggiano su auto d'epoca e sono obbligati a pagare di tasca loro la benzina. Ma, soprattutto, ancora non si vede un segnale positivo sul fronte dello sblocco degli stipendi. Signori, parliamo di persone che fanno la guardia ai vostri palazzi e che ancora vi consentono di incassare i vostri stipendi. Forse vi converrebbe renderli un po’ più soddisfatti.
  Vorrei inoltre spendere qualche parola sulla questione dei rifugiati politici. Anche su questo tema qualche passo in avanti, senza dubbio, è stato fatto e non abbiamo timore a dire che ci sono dei provvedimenti in questo decreto-legge che sosteniamo. Ciò che non possiamo ignorare, tuttavia, è tutto ciò che non è stato fatto e tutto ciò che si decide di sotterrare, tutto ciò di cui non si vuole parlare, perché se è sempre positivo stanziare più fondi per provvedere ai nuovi immigrati che sbarcano ogni giorno sulle nostre coste è pur lecito chiedere come questi fondi verranno materialmente spesi. Penso alla mia regione che ospita il centro di accoglienza più grande d'Europa. E contemporaneamente penso al rischio di un utilizzo disinvolto dei soldi stanziati. Quello che noi abbiamo chiesto nei nostri emendamenti è più trasparenza e non l'abbiamo Pag. 132ottenuta. Ma quello che ci interessa ancor di più domandare, anche se non è possibile inserirlo in un emendamento, è invece che questo Governo si chiarisca le idee sulla politica che intende attuare sull'immigrazione, specie dal lato della prevenzione. Si è deciso di superare Mare Nostrum, si è giunti a un coinvolgimento dell'Europa e poi, basta così ? Subiamo il fenomeno e non abbiamo altro mezzo per affrontarlo che quello dei nostri centri di accoglienza. Cito Il Sole 24 Ore del 4 ottobre scorso, il totale è presto fatto: 3.100 immigrati sono arrivati o presto arriveranno nel nostro Paese nelle ultime ore. Il contingente maggiore è atteso al porto di Reggio Calabria dove questo pomeriggio arriveranno al porto 1.789 migranti a bordo della nave militare San Giusto. Vi sono 1.391 uomini, 209 donne e 189 minori. Forse a Renzi ed Alfano la notizia potrà interessare relativamente, ma permettete che io, essendo di Reggio Calabria, esprima in quest'Aula una certa preoccupazione. Per questo motivo il superamento dei CARA va benissimo, il coinvolgimento delle prefetture pure e così anche la creazione di strutture che abbiano meno l'aspetto di lager e che gestiscano numeri più sostenibili di richiedenti l'asilo. Nel momento in cui, però, anche queste strutture si riempiranno, soprattutto se l'afflusso di migranti si manterrà quello di oggi, dove si metteranno le decine di migliaia di nuovi arrivati ?
  Sappiamo che i nuovi immigrati aumenteranno esponenzialmente e che i conflitti aumenteranno il numero dei migranti. Essi sono uno dei motivi che spingono queste persone a cercare rifugio altrove. Questo viene evidenziato anche dalle nazionalità dichiarate al momento dello sbarco. La domanda è: il Governo ha intenzione di subire passivamente il fenomeno ? Che dire poi dei rischi relativi alla salute ? Il MoVimento 5 Stelle ha chiesto che venisse approvato un emendamento che prevede che le forze dell'ordine e il personale impiegato nel recupero e nell'accoglienza dei migranti venisse dotato di adeguate attrezzature per il controllo delle malattie. Su questo fronte, che intenzioni ha il Governo, se è lecito saperlo ? Si tratterà di un semplice enunciato, di un manifesto delle buone intenzione o sarà effettivamente attuato ? In che modo ? Solo poche ore fa, il Ministro della salute dichiarava che i continui tagli al sistema sanitario mettono a rischio anche i nostri sistemi di controllo relativi alla possibile comparsa del virus ebola sul territorio nazionale. Se lo dice il Ministro della salute, permetteteci di non essere completamente tranquilli. Se il Governo statunitense o quello spagnolo, appena i loro cittadini venivano colpiti, si affannavano a dichiarare che tutto era sotto controllo e che la diffusione del virus era assai improbabile, quello italiano, ancor prima che il virus sbarchi sul territorio nazionale, mette le mani avanti dicendo che è l'Europa a dover fare più controlli e si limita a chiedere che vengano tenute le liste dei passeggeri per 21 giorni, che è il tempo di incubazione del virus. Ottimo ! E per ciò che riguarda i migranti ? Il Governo sa benissimo che oggi non sempre vengono utilizzate dal personale addetto delle strumentazioni atte a garantire la sicurezza del personale o ad accertare che i migranti siano sani. Forse la considerazione che verrà fatta è che siriani, nord africani, eritrei e più in generale la maggioranza di coloro che arrivano in Italia non provengono da aree del mondo che sono altamente infette. A parte che, come dovrebbe sapere il Governo, la mera speranza normalmente non viene ritenuta una linea di azione politica, non si tiene conto del fatto che al di là dell'ebola ci sono anche i rischi di altre malattie infettive. Come si risolverà il problema ? Mascherine per tutti ?
  Russell diceva che i nove decimi delle attività di un Governo moderno sono dannose, dunque peggio sono svolte meglio è. E visto che questo Governo francamente svolge abbastanza male i suoi compiti e che, tutto sommato, anche grazie al MoVimento 5 Stelle, in questo provvedimento c’è qualche timido passo avanti, ci asterremo. Questo, tuttavia, non basta a farci cambiare idea su un Governo che di grande ha solo ciò che annuncia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, rimando al mittente il termine pagliacci, forse non sentito, riferito a quei governanti e a chi sostiene questi governanti che promettono cose che non mantengono, che con un Paese alla fame, dove imprenditori si suicidano ogni giorno e i lavoratori non riescono ad arrivare alla fine del mese, non hanno nemmeno la decenza di presentarsi ai propri elettori in maniera chiara, limpida e trasparente e dire cosa stanno facendo in Parlamento. Pagliacci sono gli ipocriti che fanno le leggi per loro stessi, per gli amici, per le lobby e non per i cittadini che muoiono di fame. Premesso questo e premessa la decisa condanna che anche il MoVimento 5 Stelle fa nei confronti degli episodi di violenza che si sono verificati anche in questi giorni e chiaramente delle sorti di tante tifoserie che si comportano in modo assolutamente riprovevole, dobbiamo dire che troppo spesso si generalizza il mondo dei tifosi, travolti dal clamore mediatico che si concentra sui casi di violenza. Bisogna conoscere a fondo le cose, prima di censurare, a prescindere, gruppi di ragazzi che oggi rappresentano una delle poche realtà aggregative rimaste sul nostro territorio. Abbiamo sentito tutti in questo palazzo ma non abbiamo sentito proprio loro, come diretti interessati. Perché parlare di tifosi non significa soltanto raccontare episodi di guerriglia, ma sarebbe doveroso, con la stessa enfasi, raccontare le decine di spunti positivi che le curve italiane offrono ogni week-end. Forse è il caso di ricordare la mobilitazione degli ultras per sostenere una popolazione a me molto cara – quella dell'Emilia terremotata – dove giunsero aiuti, provviste e donazioni raccolte proprio dai gruppi di tifosi. Oppure non bisognerebbe dimenticare la disponibilità ad intervenire in ogni emergenza ambientale, dalle alluvioni di Genova e Firenze fino a quella piemontese, ragazzi che, sciarpa al collo, lavorando fianco a fianco con quelli che qualcuno chiama nemici, passano giorni a spalare e pulire.
  Ma la solidarietà non è tutto e rischia di voler descrivere episodi benemeriti che però avvengono lontano dagli stadi. Bene, allora concentriamoci su quello che accade oggi nelle curve o più in generale sui campi che vanno dalla serie A alla Lega Pro. Sapete che cosa serve per assistere ad una partita nel caso in cui la squadra del tuo cuore giochi in trasferta ? Ve lo racconto: bisogna fare una tessera nominale che dovrebbe – il condizionale è d'obbligo – certificare che sei un bravo tifoso, poi bisogna recarsi in banca o su un circuito internet e comprare in anticipo un biglietto che costa decine e decine di euro anche per i settori più popolari e magari, visto che parliamo sempre tanto di stadi a misura di famiglie, ci si accorge che anche tuo figlio piccolo, magari di appena otto anni, per entrare in uno stadio che non è quello della tua città deve avere una tessera. Questi sono i provvedimenti per riavvicinare le persone al calcio ? La strada è sbagliata e quindi non credo proprio. Torniamo a liberalizzare le trasferte e a permettere di acquistare i biglietti nel giorno della partita e magari riusciremo nel nostro intento. Tra l'altro, sempre volendo raccontare una domenica tipo, chi ha ancora il coraggio di andare allo stadio lontano dalla propria città è costretto a fermarsi in autogrill decisi dalle forze dell'ordine e venire blindati dal casello autostradale di partenza fino a quello d'arrivo e anche oltre, a venire schedati neanche fossero i peggiori criminali della storia, quando magari qui in Parlamento ne abbiamo di ben peggiori.
  E qui vengo alla vicenda Daspo. Si tratta di un provvedimento amministrativo adottato dalla questura di turno per fatti gravi, in altri Paesi viene adottato dall'autorità giudiziaria, qui in Italia è stato giustificato come sanzione minimale dalla Corte costituzionale e quindi può essere applicato tranquillamente dalla questura, solo che una volta era una sanzione veramente irrisoria rispetto alle altre, adesso arriva a cinque anni e più e oltretutto questo decreto può essere applicato a singoli tifosi per il solo fatto di appartenere Pag. 134ad un gruppo, ad una tifoseria che magari si è comportata male, senza valutare la responsabilità del singolo.
  L'ultima questione riguarda il rapporto con le forze dell'ordine, sapete bene, l'abbiamo detto migliaia di volte, cosa il MoVimento 5 Stelle pensa del trattamento cui sono sottoposti polizia, carabinieri e guardia di finanza e ha sempre agito nel concreto, non portando esclusivamente la propria voce per rappresentare delle cose che poi non vengono fatte nel Parlamento, oppure vengono fatte solo quando si è veramente costretti ad agire perché magari le forze dell'ordine si lamentano, anche perché hanno un punto di tolleranza massimo che deve essere comunque rispettato. L'ultima questione è appunto che il MoVimento 5 Stelle pensa che il trattamento a cui sono sottoposti è veramente indecente. Siamo al loro fianco sempre, ma allo stesso tempo credo che in uno Stato di diritto, così come un tifoso viene schedato, anche un rappresentante di pubblica sicurezza debba essere identificato con un numero sulla divisa.
  Una responsabilità l'hanno anche le società, le società conoscono bene i capi popolo, sanno chi sono i violenti ma seppure esiste il divieto di avere rapporti, li mantengono comunque. Forse c’è timore o paura, ma fino a quando non ci sarà un salto radicale nella cultura sportiva, come ci deve essere un salto radicale nel pensiero di tutti noi italiani, non si debellerà la violenza e il malaffare, perché anche qui è un messaggio culturale che si dà. E per favore smettiamola di portare come modello virtuoso il calcio inglese, lì gli scontri tra hooligans ci sono ancora, ma avvengono nei pub, a qualche chilometro dagli stadi secondo la logica dell'occhio non vede, cuore non duole, logica adottata anche in Parlamento, direi. Non è questo il punto, io vorrei vedere stadi pieni e colorati, sentire tifosi cantare e magari potermi bere una bottiglietta d'acqua tranquillo, senza che all'ingresso mi sequestrino il tappo e mi costringano a liberarmi di tutte le monetine. Forse questa è un'utopia. Quando deciderete di affrontare sul serio il tema dei tifosi, sia ultras, sia semplici appassionati, noi del MoVimento 5 Stelle ci siederemo volentieri al tavolo di discussione, portando però fatti concreti e non tesi ed elaborati di burocrati che hanno il biglietto gratuito in tribuna d'onore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, inizierei in realtà dal titolo del decreto-legge, ovvero in questo caso vorrei dare un parere pro veritate e anche pro bono, sicuramente non richiesto, agli uffici del Quirinale che hanno portato alla firma di questo decreto-legge. Infatti qui si parla di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive e di riconoscimento della protezione internazionale. Ora, io ho passato delle ore, in questo tempo che abbiamo passato qui in Aula a votare gli ordini del giorno, a immaginare la stringente analogia fra le due fattispecie.
  Andando a ritroso nel tempo, nei vari mesi che si sono succeduti, ho trovato la fattispecie che legava le due parti del decreto, ovvero il Capo I e il Capo II, infatti, mi sono ricordato che, ad esempio, nella tristemente famosa partita – mi sembra Italia-Serbia – ove ci fu – non so se ve lo ricordate – il capo tifoso serbo che a Genova quasi bloccò la partita, ebbene visto che la Serbia è fuori dall'Unione europea e visto che magari era un immigrato però non clandestino, posso dire che, rifacendosi agli stadi, vi sia un'analogia talmente stringente che ha portato il Presidente della Repubblica, nell'ambito della sua facoltà, alla luce dei principi costituzionali, a firmare questo decreto. Era un decreto talmente importante e fondamentale, dopo i fatti di Napoli-Fiorentina successi a Roma che effettivamente se ne sentiva tutto il bisogno in quest'Aula; un tale bisogno che abbiamo avuto ovviamente la necessità di parlarne ancora di più negli ordini del giorno giacché non abbiamo avuto l'opportunità di presentare emendamenti.
  Mi dispiace molto di avere obbligato con gli ordini del giorno e con la discussione Pag. 135e le dichiarazioni di voto il collega Verini ad essere presente in quest'Aula e mi dispiace di avergli fatto perdere tempo perché magari aveva cose molto più importanti da fare, come un aperitivo o qualcosa del genere, non so.
  Posso anche immaginare che quest'Aula poteva fare cose molto più importanti e infatti nelle ultime settimane, ad esempio, stiamo votando la fondamentale ratifica dell'accordo internazionale con il Jersey o con l'isola di Man – e non è una canzone, forse ci manca l'isola di Wight – provvedimenti del 2002 che solo negli ultimi mesi sono talmente importanti e cogenti da doverli passare in quest'Aula.
  Lo posso comprendere; d'altro canto, Jersey piuttosto che una legge anticorruzione: capisco che il parallelismo non c’è e, quindi, posso ritenere ben fattivo il fatto di portarli avanti con tutta questa volontà. Ricordo che ci sono anche Macao, Papua Nuova Guinea e molti altri staterelli nei quali molti lor signori magari vanno in vacanza – io purtroppo ancora no – con cui fare gli accordi e immagino anche che le vacanze – ben un mese di vacanze di quest'Aula – siano servite per andare in questi Paesi e per prevedere future ratifiche di accordi conclusi durante queste vacanze. Lo immagino molto: noi, anche in vacanza, non smettiamo mai di lavorare e soprattutto loro, immagino.
  Ora ritorno a un fatto: qui si parla precisamente di illegalità, fenomeni di illegalità. Ora, mi permetta, Presidente, un parallelismo: l'illegalità ovviamente non avviene solo nelle manifestazioni sportive. Purtroppo, la società italiana e anche la società politica italiana è permeata di una continua illegalità – ne abbiamo plurimi esempi – e purtroppo spesso di esempi ne abbiamo anche qui, nelle nostre Aule, quando ci tocca votare su intercettazioni, su arresti e quant'altro. D'altro canto, anche al Senato ne avranno un tale esempio quando voteranno questa illegalità, che potranno fare un parallelismo con quanto votato oggi dal Senato stesso in merito all'utilizzo di intercettazioni per il presidente della Commissione bilancio, del Nuovo Centrodestra, Azzollini.
  Guarda caso, il PD ha votato contro l'utilizzo delle intercettazioni perché era vessato dalla procura che voleva usare le intercettazioni per un'indagine, mi sembra, per truffa e finanziamento illecito, corruzione, o qualcos'altro; di sicuro lo sa meglio il senatore Azzollini di me.
  Ora, io immagino che questo voto si innesti nel concetto di illegalità che pervade questo decreto e questo decreto vuole combattere...

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, non abbiamo la facoltà di sindacare le decisioni che prende liberamente l'altro ramo del Parlamento, quindi la invito ad attenersi...

  ANDREA COLLETTI. Queste hanno il loro perché. Per carità, non voglio sindacare assolutamente, però il concetto di illegalità, vede Presidente...

  PRESIDENTE. Il concetto di illegalità è un concetto molto ampio.

  ANDREA COLLETTI. ...è un concetto diffuso. Pertanto, un concetto che per analogia, seguendo altresì le analogie utilizzate dal...

  PRESIDENTE. Lei ha facoltà di esprimere le sue posizioni politiche, ma non ha la facoltà di criticare le scelte di un altro ramo del Parlamento, che sono scelte legittime, non illegittime.

  ANDREA COLLETTI. Mi perdoni, Presidente, non ho mai sindacato queste scelte, come potrà vedere dal resoconto stenografico e non ho neanche commentato tali scelte. Ho semplicemente detto un fatto storico accaduto; qualora sia falso, magari proverò domani negli interventi sul resoconto stenografico a voler precisare il mio intervento.
  Si riguardi tranquillamente il video: non ho mai commentato tali scelte che competono al Senato e alla libera coscienza dei senatori che hanno votato nella Giunta per le autorizzazioni. Quindi, non mi permetterei mai di condannare tale scelta.Pag. 136
  Fatta questa debita premessa, però, si parla sempre di illegalità, Presidente, si parla di illegalità e l'illegalità va combattuta con decreto, ma anche con altri provvedimenti di legge.
  E quindi io mi aspetto nel futuro – e questo è un auspicio che faccio e sono sicuro che il Governo manterrà questo auspicio, perché è incanalato nella giusta direzione – di combattere l'illegalità anche sotto tutti gli altri aspetti, non solo dentro gli stadi, che è necessario e legittimo, ma magari anche dentro il Parlamento, dentro le varie società quotate – dentro, non so, penso all'Ilva – e in tutti gli altri ambiti della società italiana.
  Questo è quello che ci aspettiamo e ci aspettiamo che questo Parlamento, che ha perso tempo dietro questo decreto, purtroppo, aiuti il Governo a limitare l'illegalità diffusa, lo aiuti magari permettendo anche ai pubblici ministeri di fare il loro lavoro, ad esempio di utilizzare le intercettazioni del senatore Azzollini.
  Io lo spero e questo è un auspicio nell'ottica del decreto e spero che per quanto riguarda i partiti, che hanno permesso tali cose, non sia possibile tacciarli di essere partiti delinquenti bensì partiti democratici. È una cosa fondamentale, perché spesso si presume che chi delinque – e questo decreto all'articolo 2 lo specifica davvero –, nel caso in cui si indaghi su una persona all'interno di un gruppo anche se non si è dimostrato che abbia partecipato a delle azioni violente, in realtà – e qui rientro nell'ottica e nell'analogia di questo decreto – questa, se vuole delinquere, può delinquere non solo per commissione ma anche per omissione o mero beneplacito e questo l'articolo 2 di questo decreto lo dice chiaramente.
  Pertanto, mi duole ammetterlo, ma questo articolo 2 purtroppo non si applica, a quanto pare, alle decisioni dell'altra Camera e, quindi, io proporrò prossimamente, in un prossimo decreto, che sicuramente arriverà, in un progetto di legge, di fare applicare tale articolo 2, ovvero la cosiddetta «delinquenza di gruppo», non solo alle violenze negli stadi ma anche alla illegalità economica e anche alla illegalità politica, che può avvenire anche in queste Aule parlamentari.
  La ringrazio del tempo e mi dispiace di avere tediato i numerosi colleghi che sono qui in quest'Aula. Li ho distolti dalle loro faccende domestiche o no e, quindi, vorrei ringraziare tutti di essere stati qui ad ascoltare e di avere permesso a questo Parlamento finalmente di funzionare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non abbiamo, a questo punto, altri iscritti per dichiarazione di voto. Poiché i rimanenti deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, iscritti in dichiarazione di voto finale, hanno rinunciato ad intervenire, si intende esaurita la fase delle dichiarazioni di voto.
  L'Assemblea dovrà pertanto passare direttamente al voto finale che, in coerenza con quanto prima precisato, avrà luogo domani alle ore 10. La seduta, pertanto, riprenderà alle ore 10 di domani con l'indizione della votazione.
  Ricordo che, essendo stata deliberata la «seduta fiume» il termine di preavviso di cinque e venti minuti previsto dal Regolamento risulta già decorso dalla seduta di oggi.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 21,40, è ripresa alle 10 del 9 ottobre 2014.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Blazina, Bratti, Dambruoso, Dellai, Ferranti, Manciulli, Merlo, Pes, Rampelli, Ravetto, Speranza, Tabacci, Tidei, Vargiu e Venittelli sono in missione a decorrere dalla ripresa mattutina della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco Pag. 137depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2616-A.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2116-A. Prima di passare al voto finale ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, sinceramente non capisco in quale condizione ci troviamo. Io ieri sera verso le 20 ho abbandonato l'Aula perché non me la sentivo di fare la nottata in quest'Aula, perché mi fu detto, o così ascoltai, che si sarebbe fatta la «seduta fiume» – e per uno della mia età insomma non è una cosa da prendere sotto gamba – e che avremmo dovuto rivederci alle 9,30 di questa mattina per votare. Sono stato qui dalle 8,30 e adesso mi trovo che l'Aula apre alle 10. Vorrei capire stanotte che cosa è successo e che cosa ha indotto a cambiare il calendario (Applausi).

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, ieri la Presidenza aveva comunicato all'Aula che la votazione sarebbe avvenuta non prima delle ore 9,30 e quindi siamo esattamente dentro la previsione della Presidenza di ieri.

(Coordinamento formale – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2616-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiedo ai colleghi di affrettarsi a prendere posto. Come sempre per il primo voto della mattina dobbiamo aspettare che tutti possano votare. L'onorevole Dorina Bianchi va a prendere la tessera, ce ne sono altri, l'onorevole Rabino, Parrini anche deve riuscire a votare, Marco Di Maio. Non funzionano le tessere. Valeria Valente, l'onorevole Parrini anche non riesce a votare, se vuole provare a prendere l'altra tessera vada che aspettiamo. Anche l'onorevole Binetti ha lo stesso problema, sarà successo qualcosa alle tessere. Onorevole Di Maio, vada anche lei a cambiare la tessera, perché può darsi che sia abilitata l'altra. Mancano ancora alcuni colleghi che stanno provando la nuova tessera. Vediamo se ora funziona. Onorevole Binetti, l'onorevole Parrini è a posto, Marco Di Maio, Boccia, Bonomo, Dieni, Oliaro, Palmieri. Ci siamo, aspettiamo tutti, non vi fate male soprattutto sulle scale. Un momento non fate i dispettosi. Vedo ancora la collega Businarolo che sta mettendo la tessera.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Conversione in legge del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno» (2616-A):

   Presenti  435   
   Votanti  433   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  289    
    Hanno votato no  144    

  La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Vedi votazioni).

Pag. 138

  (La deputata Nicchi e il deputato Paglia hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario. Il deputato Scanu ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione di ieri della Conferenza dei presidenti di gruppo, la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2629 – Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive (da inviare al Senato – scadenza: 11 novembre 2014) è rinviata, su richiesta unanime della Commissione, a lunedì 20 ottobre ed il seguito dell'esame dalla successiva giornata di martedì 21 ottobre, sempre prima degli argomenti già previsti.

  L'organizzazione dei lavori per il periodo 10-17 ottobre è stata così rimodulata:

  Venerdì 10 ottobre (ore 9,30)

  Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
   n. 2247 e abbinata – Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero, nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale;
   n. 2397 – Riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l'imposizione tributaria sui veicoli.

  Venerdì 10 ottobre (ore 14)

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  Lunedì 13 ottobre (ore 11)

  Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   Scotto ed altri n. 1-00537 concernente iniziative per il rilancio economico e occupazionale del Mezzogiorno, con particolare attenzione alla situazione della Campania;
   Tinagli, Carfagna, Giuliani, Dorina Bianchi, Binetti ed altri n. 1-00272 concernente iniziative a sostegno delle politiche di genere.

  Lunedì 13 ottobre (ore 16, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, nn. 18, 19 e 21 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE).

  Discussione sulle linee generali delle mozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603, Santerini ed altri n. 1-00604 e Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00605 concernenti iniziative in materia di diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, con particolare riferimento alla revisione del regolamento dell'Unione europea noto come «Dublino III».

  Martedì 14 (ore 16, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 15 e giovedì 16 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 17 ottobre) (con votazioni)

  Esame della Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Doc. LVII, n. 2-bis)

Pag. 139

  Seguito dell'esame delle proposte di legge:
   n. 2247 e abbinata – Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero, nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale (salvo verifica dell'onerosità del provvedimento, ove sia iniziata la sessione di bilancio);
   n. 2397 – Riforma della disciplina delle tasse automobilistiche e altre disposizioni concernenti l'imposizione tributaria sui veicoli (salvo verifica dell'onerosità del provvedimento, ove sia iniziata la sessione di bilancio).

  Seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Scotto ed altri n. 1-00537 concernente iniziative per il rilancio economico e occupazionale del Mezzogiorno, con particolare attenzione alla situazione della Campania;
   Tinagli, Carfagna, Giuliani, Dorina Bianchi, Binetti ed altri n. 1-00272 concernente iniziative a sostegno delle politiche di genere.

  Seguito dell'esame della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, nn. 18, 19 e 21 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza (CDA), nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) (salvo verifica dell'onerosità del provvedimento, ove sia iniziata la sessione di bilancio).

  Seguito dell'esame delle mozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603, Santerini ed altri n. 1-00604 e Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00605 concernenti iniziative in materia di diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, con particolare riferimento alla revisione del regolamento dell'Unione europea noto come «Dublino III».

  Il Parlamento in seduta comune si riunirà martedì 14 ottobre, alle ore 11, per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale e un componente del Consiglio superiore della magistratura.

  L'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 2397, del Doc. XXII, nn. 18, 19 e 21, delle mozioni Nicoletti ed altri n. 1-00603 e abbinate, nonché della Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-bis), è pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Modifica nella costituzione della Giunta per le autorizzazioni.

  PRESIDENTE. Comunico che la Giunta per le autorizzazioni, nella seduta di ieri, ha eletto vicepresidente la deputata Nunzia De Girolamo.

Annuncio dell'elezione dei vicepresidenti e dei segretari della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

  PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro ha completato nella seduta di ieri la costituzione dell'Ufficio di Presidenza: sono risultati eletti vicepresidenti il deputato Gaetano Piepoli e il senatore Lucio Rosario Filippo Tarquinio, segretari il senatore Federico Fornaro e il deputato Florian Kronbichler (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 140

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Giovedì 9 ottobre 2014, alle 11:

  1. – Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge:
   VELO ed altri; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO: Delega al Governo per la riforma del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (C. 731-1588-A).
  – Relatore: Gandolfi.

  2. – Discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   BRESSA; FRACCARO ed altri; CIVATI ed altri; TINAGLI ed altri; DADONE ed altri; SCOTTO ed altri: Disposizioni in materia di conflitti di interessi dei titolari delle cariche di Governo. Delega al Governo per l'adeguamento della disciplina relativa ai titolari delle cariche di Governo locali (C. 275-1059-1832-1969-2339-2652-A).
  – Relatore: Sisto.

  3. – Discussione del disegno di legge:
   Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 1864-B).
  – Relatori: Michele Bordo, per la maggioranza; Borghesi, di minoranza.

  4. – Seguito della discussione dei disegni di legge:
   S. 1242 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo (n. 2) all'Accordo sulla sede tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto universitario europeo, con Allegato, fatto a Roma il 22 giugno 2011 (Approvato dal Senato) (C. 2420).
  – Relatore: Cassano.

   Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, fatta alla Valletta il 16 gennaio 1992 (C. 2127-A).
  – Relatore: Chaouki.

   S. 1219 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Estonia sulla lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo ed il traffico illecito di droga, fatto a Tallinn l'8 settembre 2009 (Approvato dal Senato) (C. 2421).
  – Relatore: Cimbro.

   S. 1336 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione relativa ai trasporti internazionali ferroviari (COTIF) del 9 maggio 1980, fatto a Vilnius il 3 giugno 1999 (Approvato dal Senato) (C. 2621).
  – Relatore: Cimbro.

   S. 1300 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di navigazione satellitare tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e il Regno di Norvegia, fatto a Bruxelles il 22 settembre 2010 (Approvato dal Senato) (C. 2277).
  – Relatore: Cassano.

  La seduta termina alle 10,15.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO LELLO DI GIOIA SUL DISEGNO LEGGE DI CONVERSIONE N. 2616-A

  LELLO DI GIOIA. Sicurezza negli stadi e ordine pubblico: La prima importante novità è la previsione di una contribuzione delle società sportive ai costi di sicurezza Pag. 141pubblica. In particolare si prevede che una quota (non inferiore all'1 per cento e non superiore al 3 per cento degli introiti complessivi derivanti dagli spettatori complessivamente paganti) sia destinata a finanziare i costi per il mantenimento dell'ordine pubblico (a cominciare dai costi delle forze dell'ordine), evitando così che questi costi siano interamente a carico dell'intera collettività e stabilendo un principio che dovrà, nel futuro, trovare una maggiore applicazione. Si interviene sulla violenza negli stadi accentuando le misure attualmente vigenti consentendo, in particolare, l'arresto in flagranza di reato anche di colui che in occasione della manifestazione sportiva compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Viene modificato l'articolo 4 del decreto legislativo n. 159 del 2011 (codice antimafia) estendendo ulteriormente il campo di applicazione delle misure di prevenzione personali ai soggetti indiziati di partecipare a episodi di violenza in occasione di manifestazioni sportive. Viene infatti specificato che le misure di prevenzione personali possono essere applicate dall'autorità giudiziaria anche alle persone che per il loro comportamento si possono ritenere dedite alla commissione di reati che mettono in pericolo l'ordine e la sicurezza pubblica, ovvero l'incolumità delle persone in occasione o a causa dello svolgimento di manifestazioni sportive.
  Modifiche del decreto legislativo «direttiva procedure» sul riconoscimento dello status di rifugiato: vengono aumentate da dieci a venti le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, prevedendo di poterne istituire fino a trenta; Vengono aggiunte una serie di nuove disposizioni che riguardano sia la competenza delle commissioni, sia anche il fatto che l'esame delle domande possa essere svolto con l'ausilio di organismi ed enti di tutela dei diritti umani a livello internazionale; Altre disposizioni riguardano la formazione dei componenti delle commissioni e la loro formazione, per i quali sono previsti degli specifici corsi di aggiornamento (è prevista una spesa di 9 milioni di euro circa per l'anno 2014 e di 10 milioni 680 mila euro a decorrere dall'anno 2015); vengono stanziate ulteriori risorse per far fronte all'accoglienza dei richiedenti e all'eccezionale afflusso di immigrati sul territorio nazionale (viene aumentato il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo di circa 50 milioni di euro, di 50,8 milioni di euro – prima di questo aumento il Fondo era di 118,6 milioni di euro per quest'anno, per fronteggiare l'afflusso di stranieri viene anche creato un nuovo Fondo per il 2014 con uno stanziamento pari a 62,7 milioni di euro); vengono introdotte delle norme di trasparenza che prevedono un obbligo del Ministero dell'interno di inviare al Parlamento, alle Commissioni parlamentari, una relazione sia sulla ripartizione del fondo, sia annualmente sull'attività svolta, sul funzionamento del sistema di accoglienza (entro il 30 giugno); Viene stabilita l'esclusione delle spese sostenute da quelle rilevanti ai fini del Patto di stabilità a favore dei comuni siciliani interessati dalla pressione migratoria, che hanno sostenuto per queste ragioni più spese di altri comuni (Agrigento, Augusta, Caltanissetta, Catania, Lampedusa, Mineo, Palermo, Porto Empedocle, Pozzallo, Ragusa, Siculiana, Siracusa e Trapani.
  Ulteriori misure: vengono stanziate risorse per l'ammodernamento dei mezzi a disposizione della Polizia di Stato e dei vigili del fuoco; si prevede la sperimentazione della pistola elettrica, del cosiddetto Taser, per lo svolgimento dei compiti dell'amministrazione di pubblica sicurezza e della Polizia.
  Considerazioni generali: sappiamo già che in questa Aula si sentirà più di una voce alzarsi per rivendicare il diritto di quest'Assemblea a svolgere le proprie prerogative. È un tema serio, importante e fortemente sentito sia dai deputati della maggioranza che da quelli dell'opposizione. È altrettanto vero, però, che la situazione politica ed economica che, da Pag. 142moltissimi anni, colpisce questo nostro Paese è talmente grave che occorre saper agire con urgenza ed efficacia per sperare che ci si avvii verso la strada del risanamento e della normalità in una situazione in cui si alternano, a livello internazionale, elementi di ripresa e nuove precipitazioni.
  Con questo decreto si è affrontato il tema scottante della violenza negli stadi adottando misure tese a reprimere e controllare le frange più violente delle tifoserie. Questo era importante e necessario ma, allo stesso tempo, dobbiamo dirci con franchezza che non si può pensare di adottare le stesse misure nei confronti del dissenso sociale nel nostro Paese, così come alcune forze politiche hanno cercato di fare con le loro proposte emendative. L'obiettivo deve essere portare fuori il Paese dall'emergenza economica che rischia di diventare sociale e non pensare di reprimere preventivamente il dissenso sociale che si accompagna alla crisi economica. Siamo di fronte ad un tema fondamentale per la democrazia e la democrazia nel suo corso è riuscita a difendere se stessa in maniera efficace solo quando ha saputo costruire il consenso intorno a sé e non quando ha imposto il consenso. Non è certo questo quello che si vuol fare.
  Dobbiamo stare attenti a non scivolare in una deriva che punta a risolvere le contraddizioni e le problematiche sociali esistenti nel Paese attraverso lo strumento repressivo e non quello del confronto, anche duro se necessario, che è il sale della democrazia.
  L'ossessione e la strumentalizzazione, da parte di alcune forze dell'opposizione nel tentativo di conquistare facili consensi, di fenomeni come l'immigrazione non aiuta certo ad affrontare con la dovuta serietà tale complessità.
  La «questione» immigrazione è un fenomeno strutturale e non un'emergenza temporanea. Invocare la linea dura, magari a colpi di cannone, contro gli sbarchi dei clandestini forse farà conquistare qualche voto in più ma non entra nel merito dei nodi reali, direi epocali, che ci troviamo ad affrontare.
  Nel poco tempo a disposizione non è possibile approfondire questo argomento, ma quanto sta avvenendo ai confini dell'Europa ci pone davanti questioni che niente hanno a che fare con facili e sommarie speculazioni politiche e che, purtroppo, non si possono risolvere solo aiutando queste popolazioni a «casa loro» come qualcuno con estrema faciloneria cerca di dire, stante una crisi che non è più solo economica ma di conflitto aperto.
  Abbiamo una realtà complessa rispetto alla quale il nostro Paese sappiamo saprà dare il proprio contributo, in ambito internazionale, ma allo stesso tempo sappiamo che le popolazioni in fuga dalle guerre, dagli orrori che vediamo attraverso gli organi di informazione internazionali aumenteranno.
  Dire che questo è un problema di inefficienza di un governo o di un altro è pura miopia. È profondamente giusto continuare, con maggiore fermezza, a coinvolgere su queste tematiche l'Unione Europea che deve rafforzarsi sul terreno della politica se non vuole diventare un'Istituzione vuota e lontana dalle popolazioni. Dobbiamo far pesare, in ambito europeo, l'impegno del nostro Paese e gli ottimi risultati ottenuti attraverso l'operazione Mare Nostrum (con oltre centomila persone tratte in salvo) affinché il nuovo dispositivo che si sta predisponendo produca effetti concreti in termini di accoglienza e di misure preventive e di sicurezza. I fenomeni immigratori coinvolgono l'intera Europa e nessuno può pensare di tirarsene fuori.
  I profughi, gli uomini, le donne e i bambini che arrivano sulle nostre coste, fuggendo dagli orrori della guerra in Nord Africa o nel Medio Oriente, devono diventare, sia per le politiche di prevenzione che per quelle di accoglienza, un problema dell'Europa politica.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl n. 2397 – Riforma della disciplina delle tasse automobilistiche

Tempo complessivo: 13 ore di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 6 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 53 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 3 ore e 47 minuti
 Partito Democratico 32 minuti 1 ora e 4 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
30 minuti 24 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti 17 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti 17 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 16 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 15 minuti
 Per l'Italia 30 minuti 15 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 13 minuti
 Misto: 30 minuti 16 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti
  europei (LED)
12 minuti 7 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti 3 minuti
  Centro Democratico 4 minuti 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti 2 minuti
Pag. 144

Doc. XXII, nn. 18, 19 e 21 - Commissione parlamentare di inchiesta sul trattamento dei migranti nei centri di accoglienza

Discussione generale: 7 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti
 Partito Democratico 43 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 33 minuti
 Nuovo Centrodestra 31 minuti
 Scelta civica per l'Italia 31 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti
 Lega Nord e Autonomie 31 minuti
 Per l'Italia 31 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 31 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei
  (LED)
10 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
5 minuti
Pag. 145

Mozione n. 1-00603 e abb. - Diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 18 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei
  (LED)
6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

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Doc. LVII, n. 2-bis - Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014

Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti (*).

Relatore 10 minuti
Gruppi 2 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 29 minuti
 MoVimento 5 Stelle 17 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 14 minuti
 Nuovo Centrodestra 12 minuti
 Scelta civica per l'Italia 12 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 12 minuti
 Lega Nord e Autonomie 11 minuti
 Per l'Italia 11 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 11 minuti
 Misto: 12 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei
  (LED)
4 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti

(*) Il tempo complessivo è stato ripartito attribuendo a ciascun gruppo una quota fissa pari a 10 minuti e una quota proporzionale alla consistenza degli stessi.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2616-A - odg 9/2616-A/82 409 391 18 196 68 323 70 Resp.
2 Nom. odg 9/2616-A/83 419 400 19 201 71 329 70 Resp.
3 Nom. odg 9/2616-A/84 444 425 19 213 97 328 69 Resp.
4 Nom. odg 9/2616-A/85 447 428 19 215 97 331 69 Resp.
5 Nom. odg 9/2616-A/86 451 451 226 98 353 69 Resp.
6 Nom. odg 9/2616-A/87 461 457 4 229 91 366 68 Resp.
7 Nom. odg 9/2616-A/88 455 451 4 226 117 334 67 Resp.
8 Nom. odg 9/2616-A/89 467 466 1 234 105 361 67 Resp.
9 Nom. odg 9/2616-A/90 463 442 21 222 102 340 67 Resp.
10 Nom. odg 9/2616-A/91 453 433 20 217 79 354 66 Resp.
11 Nom. odg 9/2616-A/92 452 433 19 217 83 350 66 Resp.
12 Nom. odg 9/2616-A/93 461 438 23 220 102 336 65 Resp.
13 Nom. odg 9/2616-A/94 444 425 19 213 102 323 64 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2616-A/95 449 447 2 224 85 362 64 Resp.
15 Nom. odg 9/2616-A/96 457 454 3 228 99 355 64 Resp.
16 Nom. odg 9/2616-A/97 444 443 1 222 100 343 64 Resp.
17 Nom. odg 9/2616-A/98 457 456 1 229 127 329 64 Resp.
18 Nom. odg 9/2616-A/99 452 444 8 223 378 66 64 Appr.
19 Nom. odg 9/2616-A/100 467 445 22 223 366 79 64 Appr.
20 Nom. odg 9/2616-A/101 465 449 16 225 96 353 64 Resp.
21 Nom. odg 9/2616-A/102 446 429 17 215 108 321 64 Resp.
22 Nom. odg 9/2616-A/103 436 436 219 152 284 64 Resp.
23 Nom. odg 9/2616-A/104 450 449 1 225 158 291 64 Resp.
24 Nom. odg 9/2616-A/105 435 432 3 217 150 282 64 Resp.
25 Nom. odg 9/2616-A/106 438 437 1 219 125 312 64 Resp.
26 Nom. odg 9/2616-A/107 437 437 219 127 310 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2616-A/108 432 429 3 215 308 121 64 Appr.
28 Nom. odg 9/2616-A/109 429 428 1 215 124 304 64 Resp.
29 Nom. odg 9/2616-A/110 430 419 11 210 88 331 64 Resp.
30 Nom. odg 9/2616-A/111 419 419 210 119 300 64 Resp.
31 Nom. odg 9/2616-A/112 417 417 209 117 300 64 Resp.
32 Nom. odg 9/2616-A/113 389 388 1 195 96 292 65 Resp.
33 Nom. odg 9/2616-A/114 392 392 197 96 296 64 Resp.
34 Nom. odg 9/2616-A/115 375 375 188 96 279 64 Resp.
35 Nom. odg 9/2616-A/116 376 359 17 180 72 287 85 Resp.
36 Nom. odg 9/2616-A/117 394 375 19 188 80 295 84 Resp.
37 Nom. odg 9/2616-A/118 390 370 20 186 78 292 84 Resp.
38 Nom. odg 9/2616-A/119 408 406 2 204 101 305 84 Resp.
39 Nom. odg 9/2616-A/120 406 405 1 203 101 304 84 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2616-A/121 415 413 2 207 100 313 83 Resp.
41 Nom. odg 9/2616-A/122 411 410 1 206 100 310 83 Resp.
42 Nom. odg 9/2616-A/123 414 394 20 198 81 313 83 Resp.
43 Nom. odg 9/2616-A/124 415 412 3 207 83 329 82 Resp.
44 Nom. odg 9/2616-A/125 409 406 3 204 99 307 82 Resp.
45 Nom. odg 9/2616-A/126 404 385 19 193 79 306 82 Resp.
46 Nom. odg 9/2616-A/127 406 404 2 203 82 322 82 Resp.
47 Nom. odg 9/2616-A/128 397 378 19 190 76 302 82 Resp.
48 Nom. odg 9/2616-A/129 412 411 1 206 81 330 81 Resp.
49 Nom. odg 9/2616-A/130 410 407 3 204 99 308 79 Resp.
50 Nom. odg 9/2616-A/131 408 405 3 203 102 303 79 Resp.
51 Nom. odg 9/2616-A/132 409 407 2 204 82 325 78 Resp.
52 Nom. odg 9/2616-A/133 409 407 2 204 103 304 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 54)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/2616-A/134 397 395 2 198 96 299 77 Resp.
54 Nom. Ddl 2616-A - voto finale 435 433 2 217 289 144 73 Appr.