Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 304 di martedì 7 ottobre 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9.

  ANNALISA PANNARALE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 ottobre 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Baretta, Bindi, Capezzone, Damiano, Meta, Molea, Sanga, Speranza, Tofalo, Valeria Valente, Villecco Calipari e Vitelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Informativa urgente del Governo in ordine alla ridefinizione della quota di cofinanziamento italiano ai Fondi europei per la programmazione 2014-2020 (ore 9,02).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo in ordine alla ridefinizione della quota di cofinanziamento italiano ai Fondi europei per la programmazione 2014-2020.
  Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio.

  GRAZIANO DELRIO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, gentili deputati, vi ringrazio per l'opportunità che mi offrite con la richiesta di questa informativa urgente perché mi permette di chiarire una questione molto rilevante sia per l'efficace attuazione della politica di coesione in Italia sia per lo stimolo all'economia che una efficace attuazione delle politiche di coesione può determinare.
  Cerco di partire da lontano per fornire tutti gli elementi che possono consentire una valutazione adeguata. In primo luogo, voglio ricordare che la richiesta di assicurare una contropartita nazionale ai finanziamenti UE scaturisce da due considerazioni diverse ma molto importanti e complementari: in primo luogo, assicurare un effetto leva alle risorse comunitarie e, in secondo luogo, garantire una corresponsabilizzazione degli Stati membri. Quindi, il cofinanziamento rappresenta una scelta molto rilevante.
  Fatta questa premessa, occorre considerare che i regolamenti comunitari modulano il livello dei tassi minimi di cofinanziamento Pag. 2nazionale in funzione ai fabbisogni di intervento sulla base dell'implicita considerazione che, proprio dove i fattori di cofinanziamento sono più rilevanti e necessari, l'impegno richiesto alle finanze pubbliche nazionali non può superare una certa misura per non creare problemi di sostenibilità agli stessi interventi. È per tale motivo che la contropartita richiesta ai bilanci nazionali è sempre stata maggiore nelle regioni più sviluppate e minore in quelle in ritardo di sviluppo. Se guardiamo, infatti, ai tassi minimi di cofinanziamento nazionale richiesti dal regolamento 2014-2020, sono così modulati: regioni meno sviluppate: 20 per cento; regioni in transizione: 40 per cento; regioni più sviluppate: 50 per cento. Questi sono i margini in cui ci dobbiamo e ci possiamo muovere.
  Nel ciclo 2007-2013 per le regioni convergenza il tasso minimo era il 25 per cento e per quelle competitività il 50 per cento. Come vedete c’è stato un abbassamento proprio in considerazione delle mie prime affermazioni.
  A fronte di questa differenziazione l'Italia ha sempre ritenuto di dover comunque assicurare la massimizzazione dell'effetto leva dei fondi comunitari e la parità di trattamento delle diverse aree. È per questo motivo che storicamente i tassi di cofinanziamento nazionale, nel nostro Paese, sono stati in media sempre pari al 50 per cento, garantendo ad ogni euro di risorsa comunitaria un euro di risorsa nazionale. Questa scelta ci ha portato ad essere tra i Paesi UE con il cofinanziamento più elevato, ma ha anche comportato la necessità di assicurare una capacità di spesa adeguata e commisurata a questo maggiore impegno. Con questi tassi di cofinanziamento sostanzialmente per tirare un euro di risorse UE occorre, infatti, spenderne e certificarne due. Con livelli di cofinanziamento inferiori ovviamente, come ad esempio il 25 per cento come nella precedente programmazione, per tirare un euro di risorse è sufficiente spenderne e certificarne 1,33.
  Peraltro, teniamo presente che la rendicontazione dei fondi europei segue la regola dell'n più 2 e, quindi, se entro due anni non viene certificata e assestata la spesa, vengono tolti i soldi europei. Sono dati di cui spesso non si tiene conto nel confronto delle capacità di assorbimento dei fondi europei tra i diversi Stati membri, ma che possono contribuire a spiegare differenze anche marcate.
  È chiaro ed evidente che, con un minore cofinanziamento nazionale, lo sforzo di investimento e la quantità di investimento su quel progetto è minore, ma non può sfuggire che, con un più elevato cofinanziamento, è richiesta una capacità di attuazione, nei tempi e nelle regole date dai regolamenti UE che ho appena citato, proporzionatamente molto superiore.
  Questa situazione del cofinanziamento al 50 per cento ha retto fino al 2011, quando i ritardi clamorosi nell'attuazione dei programmi cofinanziati hanno determinato la necessità di ridurre il cofinanziamento nazionale proprio per evitare la perdita di risorse date da Bruxelles.
  Come ben sapete, questa riduzione, che quindi già opera dal 2011, è stata attuata in diverse fasi e ha raggiunto un importo complessivo di quasi 10 miliardi. Quindi, è stato creato un fondo del Piano di azione e coesione – è stato fatto un fondo a latere – che, più o meno, constava di 9,8 miliardi, pari al 31 per cento dell'importo originario delle risorse di cofinanziamento. Quindi, è stata fatta una programmazione parallela a quella comunitaria, svincolata dai rigidi traguardi temporali, ma fortemente orientata agli stessi obiettivi, governata dalle stesse regole, pur con una componente di azione diversa rispetto a quella dei programmi europei.
  In altre parole, in Italia, la riduzione del cofinanziamento non ha portato alcuna riduzione dell'impegno finanziario legato alle politiche di sviluppo territoriale, ma, anzi, ha consentito di preservare risorse che, se fossero rimaste nei programmi comunitari, sarebbero state di certo perse. Mi preme sottolineare questo punto, perché non tutti sanno o tengono in considerazione che questa scelta non trova similitudine con quanto avvenuto in Europa e in altri Paesi: cioè, l'Italia ha deciso Pag. 3di ridurre il cofinanziamento, ma di non disperdere quei fondi e di non destinarli ad altre finalità (stiamo parlando del fondo del Piano di azione e coesione).
  D'altra parte, è stato documentato recentemente dal sesto Rapporto sulla coesione – che è stato pubblicato a luglio dalla Commissione europea e che invito a leggere tutti, perché dà veramente un quadro molto significativo di come le politiche di coesione siano necessarie per la costruzione di un'Europa unita e solidale –, ben sedici Paesi hanno ridotto il cofinanziamento nazionale per un ammontare complessivo di circa 25 miliardi di euro. E questo è stato fatto a causa della crisi e della pressione che vi era sui bilanci nazionali. L'Italia figura tra questi Paesi, ma, a differenza di altri Paesi – Francia, Belgio, Spagna –, non ha destinato la riduzione del cofinanziamento ad altri programmi, ma l'ha lasciata sulle regioni a cui erano originariamente destinate le risorse del cofinanziamento.
  Quindi, noi difendiamo questa scelta come una scelta intelligente, una scelta che non toglie risorse ai territori, purtroppo, però, dobbiamo anche dirci la verità: che l'utilizzo delle risorse del Piano di azione e coesione procede molto a rilento. Tra le condizioni di accesso a questo Piano vi erano condizioni semplicemente di efficienza amministrativa, cioè la capacità di fare programmi, di fare progetti e di rispettare dei cronoprogrammi stabiliti. Purtroppo, ancora oggi, l'utilizzo è stato veramente insufficiente anche del Piano di azione e coesione e, contemporaneamente, è ben noto – l'ho già detto diverse volte in questi mesi – che, nonostante il forte recupero realizzato in questi anni grazie all'azione di ridurre il cofinanziamento, gli importi ancora da spendere sui fondi europei raggiungono ammontari impressionanti e richiedono uno sforzo notevolissimo per evitare di perdere le risorse comunitarie.
  Sulla base dei dati aggiornati al 16 settembre, il residuo di spesa fino al 31 dicembre 2015 è complessivamente pari a 20,2 miliardi di euro, di cui 15,3 miliardi nelle sole regioni della convergenza. Sto parlando dell'insieme di programmi nazionali e programmi regionali: 15 miliardi nelle cinque regioni di convergenza vuol dire che dobbiamo spendere un miliardo al mese, solo di fondi finanziati dall'Unione europea; e 5 miliardi vanno certificati e spesi entro la fine di quest'anno. C’è, quindi, necessità di uno sforzo amministrativo e di uno sforzo di efficienza notevolissimo per recuperare i ritardi.
  A nessuno sfugge che la rilevanza di questi importi grava sulle stesse annualità di avvio della programmazione 2014-2020, come ho già spiegato in Commissione pochi giorni fa, che siamo chiamati ad assorbire le risorse rimaste dal Piano di azione e coesione e che pure dobbiamo assorbire le risorse imputate dalla programmazione 2007-2013 del Fondo di sviluppo e coesione. Quindi, abbiamo un ammontare di denaro che teoricamente è disponibile per essere speso di rilevanza straordinaria.
  Sulla base di questo, io posso affermare con assoluta certezza che lo spostamento di parte del cofinanziamento nazionale a un programma parallelo del Piano di azione e coesione non determina alcuna lesione del principio di parità di trattamento per le regioni di convergenza, perché questi fondi rimangono a disposizione.
  D'altra parte, è rilevabile che con la legge di stabilità 2014 sia assicurato un importo pari a poco meno di 24 miliardi a copertura del cofinanziamento statale – sto parlando ovviamente della nuova programmazione – a cui si aggiungono altri 4,4 miliardi di cofinanziamento regionale e che, come sapete, è posto nella misura del 30 per cento per il cofinanziamento dei POR. Quindi, è stato mantenuto il livello storico di cofinanziamento ma è stata valutata, e questa è l'origine della nostra scelta, la capacità di assorbimento di queste risorse tenendo conto della già richiamata concentrazione finanziaria. Per esempio, le disponibilità del Fondo sviluppo e coesione (non dei fondi strutturali ma del Fondo sviluppo e coesione) è di circa 28,8 miliardi in questo momento; 28,8 miliardi che vanno aggiunti ai miliardi Pag. 4del Piano di azione e coesione e che vanno aggiunti ai 20 miliardi della fine della programmazione 2007-2013.
  Per questo motivo la Commissione europea ci ha invitato a ridurre al minimo il cofinanziamento, di contenerlo, viste le grandi difficoltà di spesa nel ciclo 2007-2013. Questo è il motivo per cui il Governo italiano ha presentato insieme alle regioni tassi minimi pari al 25 per cento per tutti i POR e per tutti i PON ad eccezione – perché abbiamo anche voluto distinguere per dare segnali di attenzione alle regioni che hanno lavorato in una maniera più efficiente o ai Ministeri che hanno lavorato in una maniera più efficiente, perché il deficit di spesa riguarda in misura uguale amministrazioni centrali e amministrazioni regionali – dei POR Puglia e Basilicata e i PON istruzione e occupazione; ma in ogni caso le risorse stanziate rimangono e per nostra intenzione, appunto, verranno mantenute sul modello del Piano di azione e coesione e, quindi, in maniera da evitare la perdita di cofinanziamento.
  Stiamo quindi facendo una scelta di flessibilità, di sottrarre alle scadenze annuali della regola del disimpegno automatico e stiamo facendo una regola di flessibilità per permettere anche l’overbooking alle amministrazioni che sono autorità di gestione dei programmi nazionali e regionali su programmi paralleli in maniera che, se accadessero fatti imprevisti sulla programmazione comunitaria, vi è la possibilità di attingere a quest'altra programmazione parallela.
  D'altra parte, io ho garantito più volte che, nel caso in cui per le regioni, come dire, vi siano guarigioni improvvise ed efficientamento improvviso o perché i piani di rafforzamento amministrativo immediatamente determinano un aumento della capacità di spesa molto significativa, queste risorse del Piano di azione e coesione saranno immediatamente disponibili alla presentazione di progetti cantierabili. E, quindi, non c’è nessun tema di spostamento temporale volontario: chi è pronto per spendere lo potrà fare nei tempi e nei modi che decide, le risorse ci sono, sono parecchie, l'unica cosa che vogliamo evitare è di perdere i finanziamenti comunitari.
  Il testo dell'accordo di partenariato chiarisce bene le finalità e le modalità di utilizzo delle risorse complementari. In ogni caso, ad ulteriore rafforzamento e a custodia di quello che io oggi ho espresso in quest'Aula, con la delibera che presto proporremo al CIPE tutte le questioni puntuali legate al cofinanziamento verranno formalizzate e, quindi, verranno anche sottoposte ad una approvazione formale del Governo in maniera da garantire a tutti che, come già avvenuto nella precedente programmazione, le risorse del cofinanziamento che vengono sottratte al 50 per cento rimangano comunque a disposizione delle regioni per le quali erano originariamente destinate (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

(Interventi)

  PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
  Ha facoltà di parlare la deputata Stefania Covello.

  STEFANIA COVELLO. Signor Presidente, grazie onorevole sottosegretario, il Presidente della Bundesbank, a margine del vertice BCE che si è svolto a Napoli lo scorso weekend, affermava: «In Germania est, dopo la riunificazione, sono piovuti in massa investimenti; si è fatto un gran lavoro e ad Est sono arrivati imprenditori da ogni parte dell'Ovest. Penso che la difficoltà dell'Italia e del sud in particolare dipenda proprio dalla mancanza di investimenti che non sono arrivati per tutta una serie di fattori: dalla lentezza della giustizia alla criminalità. Insomma, non si è fatto molto per renderlo appetibile agli investimenti».
  Quante volte, signor sottosegretario, abbiamo ascoltato questo tipo di dichiarazioni. Credo sia giunto il momento di togliere ogni alibi in tema di Mezzogiorno e in tema di fondi europei.Pag. 5
  Rispetto al picco pre-crisi la caduta degli investimenti al sud nel 2014 è stimata intorno al 35 per cento e questo dato esprime adeguatamente la perdita di potenziale produttivo in un'area che già ne è strutturalmente carente. È sufficiente, quindi, analizzare il dato negli ultimi dieci anni.
  Questo dato risente soprattutto del ridimensionamento degli investimenti da parte dei soggetti pubblici e questo è dovuto sia alle improcrastinabili esigenze di finanza pubblica, sia alle note difficoltà di spesa con riferimento proprio ai fondi strutturali palesate da diverse regioni.
  Abbiamo ascoltato la sua relazione con grande attenzione e con dettaglio e puntualità che è naturalmente coerente rispetto al suo modo di lavorare. Al termine della stessa, a questo punto, riscontriamo che il sentimento che nutriamo è duplice: da una parte, la preoccupazione per il ritardo accumulato nel corso degli anni e naturalmente che, come le ere geologiche, palesa la stratificazione di gap che ci appartengono come Paese e, dall'altra, l'orgoglio che ce la possiamo fare ad invertire la rotta e a cogliere quest'ultima opportunità che ci è data, in particolare per il Mezzogiorno.
  L'Italia deve utilizzare per investimenti pubblici in conto capitale nel Mezzogiorno ancora 15 miliardi di fondi strutturali e lo deve fare entro il 2015, altrimenti andranno persi. Queste sono risorse che andranno a sommarsi a quelle dell'Accordo 2014-2020. Sappiamo, infatti, che la quota per investimenti raggiungeva i 60 miliardi, ma proprio in considerazione delle difficoltà a spenderli tutti l'Italia ha ottenuto, come bene appunto diceva lei, dalla Commissione europea di ridurre la quota di finanziamento nazionale dal 50 al 25 per i progetti di investimento in alcune regioni stornando di fatto 12 miliardi.
  È un'operazione molto delicata, perché se il sud riesce a spendere tutto ciò che ha, non avrà problemi ad utilizzare sul suo territorio anche le quote che potrebbe non avere in termini di cofinanziamento. E se, da un lato, può sembrare una penalizzazione per una sorta di ammissione di colpa, di incapacità, naturalmente, dall'altra parte, può essere un'occasione – come bene ha detto lei poc'anzi – per una maggiore responsabilizzazione di tutti quei soggetti istituzionali e sociali di quelle regioni a fare di più e a fare meglio rispetto al quadro presente. Anche perché dobbiamo parlare il linguaggio della verità e dire che invocare la quota di cofinanziamento al 50 per cento per tutti espone davvero tutte le regioni del sud a un grave rischio di disimpegno.
  Qualora fosse possibile spendere completamente il volume di risorse teoricamente disponibili con riferimento ai fondi strutturali per i prossimi due anni l'impatto macroeconomico sarebbe molto significativo sul PIL meridionale, con un incremento di oltre un punto percentuale.
  Del resto, il sottosegretario ha rassicurato il Parlamento – come già è avvenuto nel corso dell'audizione nella XIV Commissione, apprezzata da tutti i membri della Commissione – che queste risorse non saranno dirottate presso altro o altri, ma rimarranno a disposizione di investimenti per le zone più depresse del Paese, pur se con una tempistica meno stringente. Nessuno può accettare un taglio senza prospettiva e la creazione di questo fondo parallelo è una strada da verificare.
  Io mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Avrei voluto dire altro. Sicuramente un contributo molto importante al superamento del passato deve arrivare dall'Agenzia per la coesione, un controllo forte sulla responsabilizzazione delle regioni e delle istituzioni, una formazione forte della burocrazia.
  Allora, concludendo, sappiamo tutti gli obiettivi per tema che lei si è prefissato, signor sottosegretario, non voglio rielencarli in maniera disciplinata tutti, scolasticamente, li conosciamo.
  Proprio perché devo arrivare alla conclusione, vorrei dire solo questo: sappiamo bene le fragilità, conosciamo l'efficienza amministrativa di alcune regioni, dobbiamo assolutamente far diventare efficienti anche quelle amministrazioni regionali Pag. 6che non lo sono state fino ad ora, prima fra tutte – mi perdoni – la Calabria.
  Lei è un uomo del nord e sappiamo – lo dico da meridionale, sottosegretario Delrio – che il sud ha vissuto le sue stagioni migliori quando ci sono stati uomini del nord, che avevano una dimensione nazionale e che curavano gli interessi in termini di sviluppo. Ne cito uno fra tutti: Ezio Vanoni.
  Noi incalzeremo il Governo ma sappiamo che il Governo non ha bisogno di essere incalzato perché già si auto-pungola su quello che può essere il bisogno di rendicontarci mensilmente tutto ciò che noi potremo fare. Sappiamo che i fondi europei non devono essere un problema, ma devono essere una grande opportunità per il Mezzogiorno, per tutto il Paese, per tutta l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, sottosegretario, 20 miliardi di euro sono i fondi europei che non abbiamo ancora speso e bisogna aggiungere a questo le quote di cofinanziamento.
  Si tratta dei soldi che se non spenderemo entro dicembre 2015 saremo costretti a restituire all'Unione europea. Ricordo ai cittadini che ogni euro di fondi strutturali che riceviamo ci viene a costare due euro: un euro che dobbiamo versare all'Unione europea e un euro che dobbiamo mettere come cofinanziamento. Quindi, contrariamente a quanto si crede, i fondi strutturali sono tutti pagati – e due volte – dal contribuente italiano.
  Con i 20 miliardi restanti dell'accordo 2007-2013 si potrebbero garantire 5 milioni di nuove borse di studio; e quanti docenti precari si potrebbero realmente stabilizzare ? Altro che tour per le scuole e slogan da prima elementare, tanto per restare in tema. Potremmo costruire migliaia di asili nido, creare nuove opportunità per l'occupazione giovanile e iniettare nel Paese una serie di risorse per rilanciare i nostri professionisti, i laureati, le nostre start-up. Invece, in mancanza di un progetto chiaro e trasparente, oggi ci troviamo di fronte a un serio rischio di disperdere questi fondi.
  Ricordo che a smascherare l'inadeguatezza di questo Governo è già bastata la prima bozza dell'accordo di partenariato rispeditaci da Bruxelles, lo scorso marzo, con 351 rilievi negativi. Lo sappiamo tutti che il dossier italiano, in merito al recepimento dei fondi strutturali, è ancora uno dei più scottanti in Europa, un altro triste primato che mostriamo non certo con orgoglio.
  I fondi UE prossimi saranno 50 miliardi, ma per attivarli noi dovremo stanziarne altrettanti e nell'operazione dovremmo anche stare attenti. Perché ? Perché non dobbiamo oltrepassare la soglia del 3 per cento del rapporto deficit/PIL, altrimenti perderemo ancora fondi. Ora io, a nome del MoVimento 5 Stelle, le chiedo, con chiarezza, sull'ipotesi da lei stesso sollevata nei giorni scorsi, seppure con notevole ritardo, di chiedere all'Europa lo scorporo dei cofinanziamenti dal 3 per cento. Lo chiederete o no ? Ve lo concederanno, soprattutto ?
  Sottosegretario, siamo alle solite. Noi questa soglia vogliamo rivederla da sempre, poiché siamo convinti che impedisca la crescita e lo sviluppo del Paese. Renzi, invece, va sbandierando ovunque che vorrà rispettarla a tutti i costi. A memoria le ricordo che nella fattispecie il Patto di stabilità lo ha già violato la Francia, che ha annunciato che fino al 2017 non rispetterà i parametri del fiscal compact. Noi siamo gli unici che si stanno impiccando da soli; mi dica lei se questo non è già un commissariamento ombra per l'Italia ? E non basta ridurre il cofinanziamento per far sì che i soldi vengano spesi meglio.
  Allora, torniamo ad essere costruttivi, ad esempio per sapere quanti posti di lavoro si ottengono da una buona gestione dei fondi comunitari o per analizzare quali benefici si sarebbero potuti ottenere con quei soldi, se quei soldi fossero stati utilizzati in altro modo. La proposta del Pag. 7MoVimento 5 Stelle, già avanzata dai nostri parlamentari a Bruxelles, è quella di istituire un registro della trasparenza, un registro sul quale vengano annotati non solo i fondi strutturali destinati alle regioni beneficiarie, come già fa il sito OpenCoesione, ma che individui e quantifichi i benefici in termini occupazionali apportati, per esempio, in un dato territorio. Quindi, maggiore controllo e maggiore trasparenza, che vogliamo soprattutto sulle autorità di gestione e su chi doveva controllare e non ha controllato.
  L'uso dei fondi comunitari per lo sviluppo del Mezzogiorno si è rivelato illusorio, pericoloso e piuttosto inutile. In molti casi i miliardi dell'Unione europea sono stati impiegati per espandere un vecchio clientelismo e perpetuare la classe politica dirigente, quella dei vostri partiti. Le mafie hanno guadagnato enormi capitali, inserendosi nella realizzazione di opere pubbliche finanziate dall'Unione europea. In Calabria le indagini hanno consentito di documentare un vasto sistema di drenaggio di finanziamenti europei. L'ultima notizia è di ieri, di una presunta truffa su corsi per la legalità, pensate, pagati dalla regione Calabria con fondi dell'Unione europea. E in Sicilia vi basta solo ricordare lo scandalo del deputato del PD Francantonio Genovese e il «sistema Giacchetto».
  Sottosegretario – e qui concludo il mio intervento –, ricordo solo che l'Italia di fondi europei ne ha già persi e al Parlamento europeo circola una battuta sulle cosiddette italian highways, le autostrade italiane. Le hanno costruite gli irlandesi, si dice, utilizzando fondi europei destinati al nostro Paese a cui abbiamo gentilmente rinunciato. Non si tratta di un caso isolato, purtroppo, perché a Bruxelles giace un vero e proprio tesoretto, ed è nostro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, Forza Italia ha sostenuto la richiesta di questa informativa importante.
  L'informativa oggi resa dal sottosegretario Delrio al Parlamento è fondamentale per il presente e il futuro del nostro Paese. Noi siamo in presenza di una recessione senza precedenti, di una crisi che è paragonata a quella del ’29, oppure ritenuta peggiore di quella del ’29, e riteniamo che la leva più importante per il Paese sia quella di procedere a stimolare, quanto più possibile, crescita e occupazione, in assenza di risorse. Le uniche risorse disponibili, che noi abbiamo nel bilancio dello Stato, in questi anni, dal 2014 al 2020, senza dover procedere a tagli oppure a nuove tasse, sono quelle dei fondi strutturali. Abbiamo solo quelle risorse per la crescita e l'occupazione, e a me fa piacere che i colleghi evidenzino anche che, se ci fosse, a differenza del passato, la possibilità di spendere tutte le risorse comunitarie, con i cofinanziamenti nazionali, quelli regionali – più chiaramente, i fondi strutturali, le tre quote – anche con scelte di qualità, quasi certamente, secondo anche il rapporto fatto ieri da Confindustria, avremmo un aumento del PIL del Paese del 2 per cento e dell'occupazione dell'1 per cento; di una misura, cioè, estremamente rilevante.
  Penso che, per questo motivo, sia importante concentrarsi su poche cose, perché è un problema vasto e anche una pagina triste, quella dei fondi strutturali nel nostro Paese. Sono convinto che, se ci fosse stato un utilizzo appropriato, un utilizzo vero, fino in fondo, di tutti i fondi strutturali, soprattutto nelle regioni dell'Obiettivo 1, noi avremmo asfaltato d'oro tutto il Mezzogiorno. Purtroppo, è inutile, qui, adesso, piangere sui tanti errori che si sono fatti, l'importante è non continuare.
  Sottosegretario, lei lo ha messo a fuoco sia adesso, in questa relazione, ma anche e soprattutto giorni fa, nella Commissione di merito: noi abbiamo un problema sul 2007-2013, dove, tra ritardi di spesa da parte delle regioni e ritardi di spesa a livello centrale – anche i Ministeri non brillano, purtroppo, in riferimento a questo problema –, abbiamo circa tra i 20 e Pag. 8i 25 miliardi fermi. Qui bisogna che il Governo, all'interno dell'Unione europea, cerchi in tutti i modi e in tutte le maniere di recuperare quanto più possibile risorse, attraverso il cambio di misure, attraverso interventi straordinari. Penso al dissesto idrogeologico, penso alla sicurezza degli edifici scolastici: tutte situazioni di emergenza che potrebbero servire a far sì che ci possa essere l'utilizzo di queste risorse, proprio per situazioni di emergenza.
  Sul 2014-2020, sicuramente abbiamo un problema di governance; abbiamo, cioè, un sistema che non è in grado di poter attuare per bene questi programmi, queste spese, queste risorse e questi interventi, sia a livello centrale sia a livello delle regioni, e anche dei soggetti attuatori, perché molti di questi sono enti pubblici, tutti i comuni, i consorzi e quant'altro.
  Abbiamo un'opportunità: l'Agenzia. Facciamola funzionare ! L'Agenzia, sottosegretario, facciamola funzionare subito, con urgenza. È stata legiferata, è stata istituita proprio per questo motivo, e penso che sia necessaria, subito, anche poter attuare i poteri sostitutivi. Non vi è tempo da perdere: già per il programma 2014-2020 abbiamo perso quasi un anno. Abbiamo un problema di qualità della spesa: ok alla concentrazione degli interventi; magari fossero tutti concentrati, per poterli controllare per l'attuazione e perché le risorse possano essere spese per bene, con qualità.
  Stendo un velo pietoso su come viene utilizzato nelle regioni il Fondo sociale europeo: un disastro, occupazione zero, truffe a tutti i livelli, non se ne contano. Anche quello è un problema dei controlli: siamo i primi, sui fondi europei, sia come frodi sia come corruzione nel contesto dell'Europa.
  Ha accennato al problema del cofinanziamento: è un problema grande. Sottosegretario, penso, e l'ho detto già in Commissione – Presidente, mi avvio subito alla conclusione –, che, se le poste in bilancio vengono mantenute come competenza e vi è un problema rispetto alla gestione della cassa, non abbiamo grandi problemi. L'importante è che vi sia il vincolo all'interno del bilancio, così come nella legge finanziaria vi sono 54 miliardi di euro e quant'altro.
  Questo è fondamentale rispetto a questo tipo di situazione, con la possibilità di poterli spendere tutti, di poterli spendere ! E poi abbiamo, e concludo, il problema del Patto di stabilità. Non è possibile che l'Europa ci chieda di spendere queste risorse in tempi brevi, e quant'altro, e poi ci chieda pure di rispettare il Patto di stabilità. Il Patto di stabilità, così come annunciato in tante occasioni dal Presidente Renzi – e mi piacerebbe sottosegretario che il Presidente Renzi su questo facesse la stessa battaglia che ha fatto per la Mogherini – deve essere «nettizzato» dai Fondi europei, perché se è nettizzato allora si riuscirà a spendere e a dare qualcosa per la crescita, dai Fondi europei, per il nostro Paese e anche per le regioni del sud.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, non è il primo momento che ci confrontiamo su questi argomenti importanti che incidono sulla vita dei nostri territori, delle aziende e delle famiglie, e non credo sarà nemmeno l'ultimo. I numeri che lui ha sciorinato, non è la prima volta, sono numeri che possono far pensare ad un fallimento. Effettivamente, non è un'esperienza che ancora si può dire positiva, quella della programmazione e dell'utilizzo delle risorse dei Fondi strutturali comunitari. 20 miliardi di euro, questo è quello che ci manca da spendere, che manca, soprattutto, alle regioni dell'Obiettivo convergenza, quello che manca da spendere per chiudere il periodo precedente di programmazione dei Fondi strutturali 2007-2013. Sono sicuramente una cifra enorme, ma meno grande di quello che pensiamo, perché, sottosegretario, storicamente nelle programmazioni c’è stata un'impennata nella curva della spesa negli ultimi mesi del periodo n+2. Quindi, io credo che si possa prevedere un aumento della spese delle regioni, anche delle meno efficienti, e una dinamica della spesa maggiormente Pag. 9fluida in questo anno e mezzo che ci separa dalla fine, dall'orizzonte della rendicontazione dei Fondi strutturali. È vero, però, che 20 miliardi sono molti e non ci possiamo, come da lei più volte detto e annunciato anche pubblicamente, aspettare che ci sia questa inversione di tendenza così forte, questo colpo di reni. Quindi, tutto sommato, siamo abbastanza d'accordo sulla strategia del Governo sull'accantonamento, sul Piano di azione e coesione, sul presidio di queste risorse e sul loro utilizzo, nel momento in cui ci sarà capacità di spesa per il cofinanziamento dei Fondi europei e, comunque, nel loro utilizzo sulle aree territoriali a cui erano destinati precedentemente dalla programmazione europea. È chiaro che in passato si sono utilizzati strumenti che hanno favorito la spesa in quantità e, forse, non in qualità. L'esperienza dei «progetti sponda» non possiamo dire sia del tutto negativa, nel senso che, comunque, le risorse si sono spese e, in alcuni casi, si sono spese anche in maniera opportuna e in linea con le programmazioni. Oggi è meno possibile, c’è una rigidità maggiore. Ma una cosa che ci tengo a dire – non ho molto altro da dire, essendo d'accordo con il percorso segnato dal Governo e anche con le conclusione del sottosegretario Delrio – in questo intervento, in questo momento è che c’è un grande equivoco. Si parla delle risorse europee non monitorate, spese senza trasparenza, in maniera assolutamente incongruente, ebbene esiste un problema anche per la spesa dei Fondi strutturali europei. Sulla qualificazione di questa spesa molti hanno parlato, e io non ne farei un totem, del raggruppamento in grandi interventi, piuttosto che di una capillarizzazione.
  Sono d'accordissimo, però non possiamo negare che, sottosegretario, la spesa dei Fondi strutturali europei è la più trasparente che si fa come spesa pubblica in questo Paese, non c’è spesa più trasparente, più monitorata, più osservata che quella dei Fondi europei.
  Se pensiamo che la spesa relativa ai Fondi strutturali è una spesa mal monitorata, non trasparente, allora tutta l'altra spesa la dobbiamo buttare nel cestino. Infatti, si può migliorare, ci si può lavorare, ma non c’è dubbio che oggi, con le varie autorità di gestione, i controlli e i collaudi, la spesa relativa ai Fondi strutturali, invece, è una spesa che sta andando su un regime di controllo all'interno di una programmazione, viene monitorata. Ci sono stati anche diversi episodi: siamo primi in graduatoria sia per quanto riguarda i controlli sia per quanto riguarda i casi. Questo è un fatto che dimostra come ci sia un monitoraggio e un'attenzione sulla spesa. Noi non possiamo buttare l'acqua sporca con il bambino, altrimenti cosa dovremmo dire della spesa delle regioni o delle amministrazioni locali o dello Stato ? Io ritengo che non si possa fare di tutta l'erba un fascio.
  Così come, oltre a tante cose che sono state dette – ho finito, Presidente – sulla qualificazione delle strutture burocratiche, tutti sappiamo che all'interno di queste programmazioni europee opportunamente c’è una parte, consistente a volte, dedicata all'assistenza tecnica. Ebbene, io penso – l'ho già detto, sottosegretario – che uno dei compiti dell'Agenzia sia fare un albo e qualificare le strutture che si occupano di assistenza tecnica e che sostengono le regioni e gli enti appaltanti nella spesa e nel monitoraggio della spesa. Non si può affidare a chiunque un compito così importante come l'assistenza tecnica e il monitoraggio della spesa...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Tancredi.

  PAOLO TANCREDI. Questo è sicuramente un obiettivo che dobbiamo dare alla istituenda Agenzia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, i numeri che ha illustrato – 20 miliardi di euro ancora da spendere e 28 miliardi di euro che vengono accantonati Pag. 10nel Fondo di coesione – sono davvero numeri difficili da accettare da meridionale, ma anche da cittadino, perché in un momento come questo, nel quale in questo Paese arranchiamo per cercare risorse per dare sostegno e forza all'economia e, quindi, occupazione, noi abbiamo queste incapacità evidenti del sistema complessivo che ci devono imporre una riflessione profonda e articolata su come si è arrivati a questa situazione.
  È indubbio che il Patto di stabilità ha inciso notevolmente sull'incapacità di spesa delle amministrazioni e, quindi, è necessario che vada rimodulato, anche «nettizzato», ai fini del cofinanziamento, così come è indubbio che la soluzione che lei, signor sottosegretario, ci ha proposto, di creare un fondo parallelo, è l'unica possibile e perseguibile e, quindi, è anche un titolo di vanto che siamo gli unici in Europa ad aver escogitato questo sistema.
  È importante che questi fondi siano accantonati a favore delle regioni che ancora non li hanno spesi, ma è anche evidente che la speranza che questi fondi siano spesi nei tempi programmati è altrettanto difficile perché rimane in quelle regioni l'incapacità della spesa. Con piacere accolgo che, per quanto riguarda la regione Puglia e la regione Molise, la quota di cofinanziamento è diversa da quella ridotta, del 25 per cento. Questo testimonia che dove c’è l'impegno e dove c’è la volontà di riformare il meccanismo c’è la possibilità di migliorare le prestazioni e le performance.
  Entrando nel merito del problema, noi, soprattutto al sud, abbiamo bisogno di queste risorse. Queste sono risorse che molto spesso sostituiscono l'impegno e l'investimento dello Stato. Quindi, è evidente il danno doppio che il sud va a sostenere. Però è anche importante che si analizzi il perché si è arrivati a queste condizioni.
  Dicevo prima che «nettizzare» il Patto di stabilità è sicuramente importante, ma anche avere una visione omogenea, organica e integrata di queste programmazioni è importante. Molto spesso la Comunità europea ci accusa di avere una programmazione molto frammentata a livello locale, a livello regionale, a livello dei Ministeri, a livello dello Stato. Credo che questo sia già un primo grande problema, un problema di governance, di controllo, di rivoli di progettazione. Registriamo 700 mila progetti comunitari, rispetto ai quali molto spesso le amministrazioni non hanno neanche le risorse per avviare una progettazione esecutiva che consenta di mettere a finalità il progetto stesso.
  Quindi, ci rendiamo conto di come molto spesso si rincorra una programmazione imposta dall'alto piuttosto che una programmazione che effettivamente tenga conto dei bisogni dei territori e, quindi, dei bisogni effettivi della gente e dei cittadini. Quindi, credo che anche sulla governance si debba drasticamente entrare nel merito e soprattutto credo che si debba mettere in campo l'Agenzia. Ma abbiamo sempre evidenziato, noi di Scelta Civica, che l'Agenzia risulta abbastanza pletorica nei concetti, e anche nella partecipazione. Quindi, noi ci auguriamo che effettivamente le regole di funzionamento siano stringenti e che i controlli siano forti e radicali. Infatti, non è possibile davvero accettare una situazione di questo genere. E credo che anche i criteri di ripartizione, signor sottosegretario, debbano essere valutati in maniera diversa.
  Oggi sono fatti su base storica, riferiti al 2005. Credo che vadano fatti in veste prospettica, per vedere gli impegni che ogni regione ha e quindi tutta l'assistenza che lo Stato deve poter garantire a queste regioni, perché possano arrivare a spendere realmente queste risorse, che è davvero un delitto, soprattutto al sud, non andare a spendere.
  Quindi quello che chiediamo è andare avanti sulla linea che lei ha tracciato (è l'unica strada possibile e perseguibile), ma entrare davvero nel merito di un'analisi critica di quello che è successo ed intervenire drasticamente ed il Parlamento ha il dovere di entrare nel merito di queste vicende, perché non possono essere non spesi i fondi comunitari: 40 miliardi che noi sottraiamo al futuro di questo Paese. Pag. 11Su questo è evidente che c’è un problema davvero strutturale di gestione, di governance e di programmazione.
  Quindi, io mi aspetto – ed è anche questo il senso della mozione che Scelta Civica ha presentato, proprio per chiedere al Governo degli impegni precisi su questa problematica, che va definitivamente risolta; credo che questa sia la prima riforma che debba essere portata a termine, la prima vera riforma, perché porta immediatamente soldi ed occupazione sui territori e li porta due volte al sud, dove lo Stato spesso si dimentica che ha un dovere di investire le risorse dello Stato e non quelle dei fondi comunitari.
  Quindi, io mi aspetto che la mozione che abbiamo presentato possa anche corrispondere ad un impegno del Governo preciso, perché queste risorse possano andare dove servano, e non ritornare in altri Paesi, che molto spesso ci fanno concorrenza utilizzando i fondi che noi non spendiamo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pannarale. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Presidente, sottosegretario Delrio, la sua è stata un'informativa del tutto metodologica: non abbiamo sentito nulla sul quadro strategico, nulla sugli assi di investimento, nulla sulla riforma dei criteri di ripartizione. E non abbiamo sentito nulla, e questo è grave, sullo scorporo delle spese di cofinanziamento del Patto di stabilità interno.
  Non solo: oggi questo Governo annuncia l'intenzione di ridurre quelle spese di cofinanziamento dei fondi comunitari, in ragione di un'inadeguata capacità di spesa delle regioni.
  Avremmo potuto fare diverse cose: escogitare terapie d'urto per accelerare le prestazioni di spesa ed il raggiungimento dei target da parte delle stazioni appaltanti (e molte di queste sono nei Ministeri, e lei lo sa bene che spesso è lì il problema); avremmo potuto promuovere una cooperazione efficace e virtuosa tra livello nazionale ed istituzioni territoriali, affinché le regioni non siano lasciate da sole; avremmo potuto rivedere la normativa degli appalti pubblici, che non dà certezze sulla certificazione della spesa; abbiamo scelto, invece, di assumere un atteggiamento punitivo – flessibile, ha detto lei – e di utilizzare il dato della cattiva gestione per spostare i centri di spesa e ridefinire al ribasso la percentuale di partecipazione dell'Italia al finanziamento dei fondi. Stiamo andando, cioè, sempre contro ogni buon senso, nella solita direzione ragionieristica, dell'allentamento della pressione sul deficit e della quadratura dei conti pubblici.
  Lei ha un'esperienza amministrativa troppo corposa per non sapere quanta importanza strategica abbiano oggi i fondi europei per le regioni e gli enti territoriali. Sa che parliamo di fondi veri, reali, non di promesse, degli unici strumenti certi, oggi, per investire nell'inclusione sociale, contrastare povertà e disoccupazione, finanziare crescita ecocompatibile. Dovrebbero essere strumenti aggiuntivi per colmare le disparità. Oggi sono diventati perlopiù sostitutivi di tutti i trasferimenti ordinari dello Stato. E la parte più cospicua di questi fondi è diretta alle regioni del sud, quelle meno sviluppate. E allora, se questi fondi si concentrano al sud, non si dovrebbe forse partire da lì per progettare un grande piano di politiche attive per il lavoro e per l'inclusione sociale, concentrando l'attenzione su investimenti mirati nella ricerca e nei distretti di eccellenza, nella costruzione di infrastrutture che riconnettano il Mezzogiorno con il resto del Paese, nel contrasto alla dispersione scolastica, nella riqualificazione delle scuole, nella lotta contro il dissesto idrogeologico ?
  E invece il Governo fa esattamente il contrario: taglia risorse preziose proprio a quelle Regioni che avrebbero bisogno di sostegno al reddito e di creazione del lavoro, esattamente quelle risorse che servirebbero, ad esempio, per un grande piano di riassetto idrogeologico. Ma in questo Paese, si sa – e lo dico a neanche un mese da quella che è stata la tragedia del Gargano – le catastrofi e le morti connesse alimentano molte commemorazioni, mai invece un cambio di passo nelle Pag. 12priorità e nelle scelte del Governo. La riduzione delle quote di cofinanziamento non è soltanto una via discutibile, è anche quella più sbagliata per risolvere in maniera strutturale un problema che c’è: la perdita di una quota di risorse ed il problema dell'incapacità amministrativa.
  Ma questa, sottosegretario, come lei sa bene, è un'accusa che oggi si sceglie di scaricare sulle regioni, ma che insieme all'inadeguata capacità di programmazione è stata rivolta innanzitutto a questo Governo dalla Commissione europea nelle osservazioni all'Accordo di partenariato presentato per ben due volte. Allora, la logica della contrazione degli investimenti pubblici, che è presente nel DEF e che lei ha confermato ancora una volta questa mattina sui fondi europei, va ribaltata. Realizzi innanzitutto l'obiettivo primario della nettizzazione del cofinanziamento dal Patto di stabilità e operi su due direttrici: un piano straordinario per il lavoro e il reddito minimo garantito. Forse, si comincerebbe finalmente a rispondere ai bisogni cogenti di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la sua presenza, ma, vede, continuo ad essere molto perplesso dopo aver sentito questa informativa. I fondi europei per la programmazione 2014-2020 sono per l'Italia un'occasione che non si deve lasciare scappare. Purtroppo, è nota a tutti la difficile situazione economica che da anni il Paese sta attraversando e che sta portando con sé risvolti sempre più drammatici man mano che la crisi si prolunga. Il PIL, infatti, è in continuo calo, la disoccupazione è in continua crescita, quella giovanile, poi, ha raggiunto delle cifre stratosferiche e insostenibili, i fallimenti delle nostre imprese sono all'ordine del giorno, le nostre imprese, invece, quelle che riescono a sopravvivere, continuano a perdere competitività e quote di mercato. In sintesi, quindi, il quadro economico è assolutamente negativo, è assolutamente pesante.
  Ed è in questo quadro che avremmo voluto sentire dal sottosegretario qualcosa di più specifico, non tanto sull'allocazione dei fondi stessi, quanto sul loro effettivo grado di impiego. Questo perché ? Perché il settennato precedente, è inutile nasconderlo, è stato caratterizzato da un basso tasso di utilizzo di queste risorse, in particolar modo nelle regioni meridionali del Paese, da un'eccessiva frammentazione e numerosità dei progetti e dalla mancata presenza delle condizioni necessarie che ne garantissero poi una reale efficacia ed efficienza. In sostanza, i fondi del precedente settennato non sono stati utilizzati al meglio e solo parzialmente e dobbiamo assolutamente evitare, soprattutto in questa fase di crisi, che anche i fondi del nuovo settennato vengano utilizzati parzialmente oppure in progetti non incisivi rispetto agli obiettivi preposti.
  Vista la situazione in cui versa il nostro Paese, avremmo puntato molto di più, rispetto a quello che ha fatto il Governo, sull'Obiettivo 8, ossia quello dell'occupazione. La scelta che, invece, sembra aver fatto il Governo è stata quella di porre l'attenzione primo luogo sui temi della ricerca e dell'innovazione del sistema produttivo, ossia gli Obiettivi 1 e 3. Tale scelta, però, deve essere supportata concretamente da procedure e progetti che permettano realmente di raggiungere tali obiettivi. È stato ricordato che il Paese ha una difficoltà seria, che è quella di non avere piani strategici di sviluppo settoriale, piani che, come è stato detto, saremo obbligati a predisporre entro la fine del 2016, in maniera da evitare improvvisazioni e frammentazione di progettazione. Purtroppo il 2016 è troppo lontano, sottosegretario, e vediamo ancora una volta concretizzarsi il pericolo di un utilizzo estemporaneo e non ottimale.
  In sostanza, dopo il suo intervento rimangono aperti tutti quei dubbi e quelle perplessità che avevamo. Ci chiediamo come effettivamente possa essere migliorato in termini quantitativi e qualitativi Pag. 13l'utilizzo di questi fondi. Ci chiediamo come, senza cambiare le regole del Patto di stabilità, si possa verificare che questi fondi vengano spesi davvero in maniera corretta. Il timore è che anche per questo settennato l'Italia si farà scappare un'occasione non riuscendo a risolvere, grazie al loro utilizzo, nessuno dei problemi che ci affliggono. E, vede, sottosegretario, vista l'informativa qui di oggi, purtroppo riteniamo che anche questa operazione di riduzione del cofinanziamento, che lei dice non sottrarrà risorse ai territori, dal nostro punto di vista è la certificazione di una palese incapacità della piena utilizzazione di questi fondi a livello europeo. Quindi, i numeri che ci «gravano» oggi, come i 20 miliardi di euro che ancora dovrebbero essere spesi per il settennato precedente, non fanno altro che dimostrare che in questo Paese non vi è una struttura, non vi è un piano, non vi è una strategia atti al miglioramento e all'efficientamento dell'utilizzo di questi fondi.
  E soprattutto, in un momento di crisi come quello che i nostri cittadini stanno attraversando a tutti i livelli, l'utilizzo al meglio, l'utilizzo totale di questi fondi deve essere per noi un obbligo e una priorità.
  Quindi, mi rivolgo direttamente a lei, sottosegretario, affinché vi sia un impegno da parte del Governo per un efficientamento e un utilizzo davvero reale, concreto e pieno di questi fondi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, vorrei dire ai colleghi dell'opposizione che hanno parlato che sono d'accordo con loro, però hanno torto. Hanno torto perché il Governo prende una misura di emergenza in una situazione difficilissima. È evidente che prima, quando era tempo, sarebbe stato necessario fare tante cose, tutte le cose che dicono loro e magari delle altre ancora. In questo momento è difficile negare al Governo un dato: non esiste altro cammino percorribile se vogliamo risparmiare e se vogliamo evitare di restituire questi denari, e tanti temo ne dovremo restituire anche con questo provvedimento.
  Detto ciò, non stiamo tranquilli. Spostare 10-12 miliardi di euro su un fondo nazionale esposto a tutti gli appetiti di un Parlamento alla ricerca di coperture per i propri emendamenti, togliendoli da una situazione blindata come quella precedente, non ci rassicura. Chiediamo al Governo un impegno forte per evitare che qualunque cosa succeda adesso venga finanziata a valere su questo fondo, che non ha più una tutela europea, ma è liberamente disponibile da parte del Parlamento nazionale.
  Se posso permettermi un umile suggerimento, ho sentito che questo fondo viene lasciato alla disponibilità delle regioni. Non è una buona cosa. Le regioni – alcune regioni – hanno mostrato una evidente incapacità di spesa. Centralizziamo la spesa, con la tutela delle regioni, magari secondo il modello dell'agenzia, con i presidenti delle regioni che fanno parte di un organo, il quale decide, ma è obbligato a decidere sulla base di programmi che hanno una valenza nazionale e non meramente locale, perché è evidente quell'assenza di visione globale che non rimprovera solo l'opposizione, ma rimprovera anche la Commissione europea. Ricordate le 303 obiezioni rivolte alla prima versione che abbiamo mandato, dove ci hanno sostanzialmente detto che era un patchwork in cui non si intravedeva una linea ragionevole di lavoro.
  Nel medio-lungo periodo, la diagnosi è buona, ma cominciamo a fare la terapia. La terapia, onorevole Tancredi, non può essere solo l'attenzione a quelli a cui viene demandato il sostegno tecnico. Vogliamo dirci la verità: noi abbiamo un apparato amministrativo delle regioni che è incapace. È incapace perché ci sono troppe assunzioni clientelari, è incapace perché c’è stato il blocco delle assunzioni. Per l'apparato statale vale lo stesso discorso, non solo per le regioni, come giustamente osservava la rappresentante di Rifondazione comunista. Anche i ministeri, anche Pag. 14lo Stato sono inadeguati. Assumiamo, facciamo un po’ di concorsi e assumiamo un numero congruo di giuristi europei, esperti di organizzazione europea, che sappiano dialogare con le autorità di Bruxelles e arrivare ad una comprensione reciproca. Mandiamo a Bruxelles, usando l'istituto degli esperti nazionali, della gente che si impratichisca di diritto e procedure europee, in modo tale che quando torna in Italia abbiamo gli uomini giusti per costruire un apparato funzionante.
  Vedo che qualcosa si sta facendo sulla base della legge n. 234 del 2012. Diamo alla legge n. 234 un'esecuzione adeguata e compiuta e facciamo uso di poteri sostitutivi dello Stato, che pure esistono, che la Corte costituzionale ha riconosciuto con norme flessibili e cedevoli, ma che arrivino tempestivamente ad evitare che le inefficienze di questo o quel settore abbiano effetti drammatici sulla incapacità di spesa.
  Ancora due osservazioni e concludo. La prima: guardate che non cambia molto rispetto al passato. In passato, cosa avremmo fatto a questo punto ? Avremmo fatto tanti programmi sponda, cioè avremo fatto passare a Bruxelles come spesa straordinaria per diminuire i ritardi di sviluppo spese ordinarie che lo Stato avrebbe fatto comunque. Questa volta, più onestamente e anche perché la regolamentazione europea si è un po’ indurita, abbiamo scelto un altro cammino.
  La differenza dal punto di vista delle regioni che potrebbero essere danneggiate non è grande.
  La seconda osservazione: diamoci prospettive di lungo periodo, aggiustiamo un'amministrazione. Non possiamo ragionare sulla base del principio che l'inefficienza della pubblica amministrazione è un ostacolo insuperabile. Diamoci una pubblica amministrazione efficiente. Questa è forse la riforma più urgente che andrebbe fatta e che ci darebbe prestigio in Europa, capacità di controllo della nostra azione, effettiva capacità di Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà, per tre minuti.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, signori del Governo, sottosegretario Delrio, io userò i miei tre minuti. Il primo per un elogio dei fondi strutturali, che mi sembra necessario in quest'Aula avendo ascoltato prima interventi che sembravano quasi invitare a difendersi dai fondi strutturali, perché veicolo di mala amministrazione.
  La prima cosa che vorrei dire è che, come diceva lei sottosegretario, i fondi strutturali sono una grande opportunità, come lo sono gli investimenti pubblici per orientare e stimolare anche gli investimenti privati. Noi ne abbiamo bisogno. Il secondo elemento però per il quale vorrei elogiare l'idea dei fondi strutturali è quello che sono coerenti ad un'idea di Europa. Lei invitava prima a leggere il rapporto sulla coesione e concordo. L'idea che l'Europa si costruisca includendo regioni d'Europa e persino le più fragili a me sembra l'idea dell'Europa verso la quale militare e andare. Per cui il primo minuto credo di averlo esaurito, ma mi sembrava importante come premessa di un ragionamento.
  Il secondo minuto lo vorrei utilizzare per commentare la situazione che lei descriveva, l'incapacità di spesa che l'Italia ha mostrato negli anni. Naturalmente è un'incapacità dovuta a molte cause. Lei ne citava alcune. C’è un'incapacità amministrativa, c’è anche una scelta colpevole di usare e spezzettare in questo senso le risorse in tanti piccoli investimenti e c’è, quindi, una mancanza di visione, che è l'elemento principale da cui originano tutte le altre. Allora, da questo punto di vista, io penso sia molto scorretto associare a questo Governo l'insieme delle ragioni che portano l'Italia oggi nella condizione in cui essa è, perché la mancanza di visione di sviluppo del Paese nasce dall'accumulo di errori, da una visione strategica che non c’è stata, da una politica industriale che non si è provato a fare, di tanti anni che sono alle nostre spalle. Ma lei sa, sottosegretario, signori del Governo, che a questo Governo tocca però di risolverli tutti questi problemi, ancorché non sia l'autore della crisi e del declino dell'Italia.

Pag. 15

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  TITTI DI SALVO. Allora, è questo il terzo e ultimo minuto, che forse invece ho già finito, per dire che, per quanto riguarda le proposte che lei avanzava, il fondo a me pare un'idea giusta, ma abbiamo due battaglie da fare: la prima è rendere l'Agenzia per la coesione uno strumento vero per incidere sulle cause che citavo di difficoltà e l'altra è una battaglia culturale – ho finito Presidente – che a noi tocca combattere per tutta l'Europa perché appunto ci sia lo scorporo degli investimenti pubblici dal Patto di stabilità. Questa è la vera battaglia culturale, politica ed economica che a noi tocca fare e in questo noi le assicuriamo il nostro sostegno.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
  Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 10,10 con il seguito della discussione del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.

  La seduta, sospesa alle 10, è ripresa alle 10,10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno (A.C. 2616-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2616-A: Conversione in legge del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.
  Ricordo che nella seduta del 2 ottobre 2014 si sono svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
  Avverto che è in distribuzione un nuovo fascicolo degli ordini del giorno, che si differenzia dal precedente esclusivamente per alcune correzioni di carattere formale.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,14).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,45.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2616-A).

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, io dovrei dare la parola al rappresentante del Governo per esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati. A che titolo chiede di parlare ?

Pag. 16

  GIANLUCA PINI. Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, mi scusi l'assoluta irritualità della cosa, però c’è una notizia di ieri che è passata assolutamente sotto silenzio all'interno di questo Parlamento e di questo Paese riguardo alcune dichiarazioni gravissime, seppur vere in quanto riportate direttamente dal sito della Casa Bianca, espresse dal Vicepresidente degli Stati Uniti, Biden, il quale, durante una lecture, una lezione, chiamiamola così, all'università di Harvard, avrebbe detto – anzi, ha detto, visto che l'ufficialità è resa dallo stesso sito dell'amministrazione americana – le testuali parole: «Abbiamo dato a Putin una scelta semplice: rispetta la sovranità dell'Ucraina o avrai di fronte gravi conseguenze». E questo ci ha indotto...

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, questo con l'ordine dei lavori non ha alcuna...

  GIANLUCA PINI. No, c'entra. Presidente, c'entra !

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, l'ordine dei lavori ha a che fare con il momento che si sta svolgendo in Aula: non vedo relazione tra l'ordine dei lavori che lei sta sollevando, che è materia serissima sulla quale a fine seduta può chiedere la parola e...

  GIANLUCA PINI. Mi lasci finire !

  PRESIDENTE. Finisca la frase.

  GIANLUCA PINI. Non sto a finire la frase che ha detto il Vicepresidente Biden, ma chiedo con estrema urgenza che il Governo, attraverso o il Ministro quasi dimissionario Mogherini o, addirittura, il Presidente del Consiglio, venga qui a riferire. Le parole di Biden sono gravissime perché ammettono che gli Stati Uniti hanno imposto e, quindi, hanno, in qualche modo, scavalcato la sovranità decisionale dei Paesi dell'Unione europea, la questione delle sanzioni alla Russia. Quindi, chiediamo che il Governo venga con estrema urgenza a riferire.

  PRESIDENTE. Grazie, abbiamo registrato la vostra richiesta.
  Invito, dunque, il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Burtone n. 9/2616-A/1, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a ridurre nella misura del possibile i tempi di».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «anche alle città calabresi citate in premessa», con le parole: «anche alle altre città interessate dal fenomeno».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2616-A/3, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gasparini n. 9/2616-A/4, a condizione che il primo capoverso del dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «a valutare, sulla scorta dei risultati conseguiti attraverso il potenziamento delle strutture previste dalla presente legge, l'opportunità di».
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Tullo n. 9/2616-A/5, perché superato da una riformulazione più efficace che...

  PRESIDENTE. Grazie. Ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/2616-A/6 ?

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Sull'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/2616-A/6 c’è una riformulazione, nel senso che si chiede di trasformarlo in raccomandazione.

  PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che l'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/2616-A/6 è accolto come raccomandazione.

Pag. 17

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Sui seguenti ordini del giorno il parere è contrario: Gregorio Fontana n. 9/2616-A/7, Nastri n. 9/2616-A/8, Costantino n. 9/2616-A/9.
  Sull'ordine del giorno Coccia n. 9/2616-A/10 il parere è favorevole purché l'impegno sia riformulato in tal senso: «impegna il Governo a controllare e migliorare le norme che regolano gli accessi».
  Sull'ordine del giorno Duranti n. 9/2616-A/11 vi è un invito al ritiro altrimenti parere contrario, in quanto superato dall'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2.
  Sui seguenti ordini del giorno il parere è contrario: Grimoldi n. 9/2616-A/12, Invernizzi n. 9/2616-A/13, Caon n. 9/2616-A/14.
  Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2616-A/15 il parere è favorevole purché riformulato nel senso di cancellare il secondo, il terzo, il quarto e il quinto periodo delle premesse e nell'impegno occorre dire: «ad assumere ogni utile e possibile iniziativa per prevedere».
  Sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2616-A/16 il parere è favorevole purché riformulato nel senso di cancellare il terzo, il quarto, quinto e sesto periodo delle premesse.
  Sui seguenti ordini del giorno il parere è contrario: Marcolin n. 9/2616-A/17, Simonetti n. 9/2616-A/18, Fedriga n. 9/2616-A/19, Allasia n. 9/2616-A/20, Borghesi n. 9/2616-A/21, Molteni n. 9/2616-A/22, Matteo Bragantini n. 9/2616-A/23.
  Sull'ordine del giorno Bossi n. 9/2616-A/24 il parere è favorevole purché riformulato nel senso di cancellare i primi due periodi delle premesse e riscrivere la terza premessa cancellando «a causa di siffatta normativa», e modificare il dispositivo: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative per destinare ulteriori risorse».
  Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2616-A/25 vi è un invito al ritiro altrimenti parere contrario in quanto assorbito dall'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, ma perché assorbito dal n. 9/2616-A/2 ?

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Sui seguenti ordini del giorno il parere è contrario: Giancarlo Giorgetti n. 9/2616-A/26, Caparini n. 9/2616-A/27 e Gianluca Pini n. 9/2616-A/28.
  Sull'ordine del giorno Attaguile n. 9/2616-A/29 vi è un invito al ritiro altrimenti parere contrario.
  Sull'ordine del giorno Busin n. 9/2616-A/30 vi è un invito al ritiro altrimenti parere contrario.
  Sull'ordine del giorno Binetti n. 9/2616-A/31 il parere è favorevole.
  Sui seguenti ordini del giorno il parere è contrario: Di Benedetto n. 9/2616-A/32, Pisano n. 9/2616-A/33, Colletti n. 9/2616-A/34.
  Sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2616-A/35 il parere è favorevole purché riformulato nell'impegno: «a valutare l'opportunità di assumere iniziative».
  Sui seguenti ordini del giorno il parere è contrario: Dell'Orco n. 9/2616-A/36, Businarolo n. 9/2616-A/37, Agostinelli n. 9/2616-A/38, Rizzetto n. 9/2616-A/39, Turco n. 9/2616-A/40, D'Ambrosio n. 9/2616-A/41, Silvia Giordano n. 9/2616-A/42, Pinna n. 9/2616-A/43, Barbanti n. 9/2616-A/44, Alberti n. 9/2616-A/45.
  Sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2616-A/46 il parere è favorevole.
  Sui seguenti ordini del giorno il parere è contrario: Basilio n. 9/2616-A/47, Paolo Bernini n. 9/2616-A/48, Lombardi n. 9/2616-A/49, Luigi Di Maio n. 9/2616-A/50, Cancelleri n. 9/2616-A/51, Busto n. 9/2616-A/52, Brugnerotto n. 9/2616-A/53.
  Sull'ordine del giorno Brescia n. 9/2616-A/54 il parere è favorevole purché riformulato nel senso di cancellare l'ultimo rigo del dispositivo e quindi chiudere: «ai criteri di gestioni previste dalle disposizioni normative e regolamentari».
  Sull'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2616-A/55 il parere è favorevole purché riformulato nel senso di espungere «avendo cura di rendere le risultanze delle verifiche pubbliche».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2616-A/56, purché riformulato con l'identica riformulazione, cioè cancellando Pag. 18nella parte conclusiva «avendo cura di rendere le risultanze delle verifiche pubbliche», ed esprime altresì parere favorevole sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2616-A/57, purché riformulato sempre cancellando «avendo cura di rendere le risultanze delle verifiche pubbliche».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/2616-A/58, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Battelli n. 9/2616-A/59.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Nuti n. 9/2616-A/60, Caso n. 9/2616-A/61, Carinelli n. 9/2616-A/62, Cariello n. 9/2616-A/63, Scagliusi n. 9/2616-A/64, Petraroli n. 9/2616-A/65, Parentela n. 9/2616-A/66, Paolo Nicolò Romano n. 9/2616-A/67, Mucci n. 9/2616-A/68, Pesco n. 9/2616-A/69 e Nesci n. 9/2616-A/70, mentre formula un invito al ritiro, poiché anche questo è assorbito dal n. 9/2616-A/2, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini del giorno Daga n. 9/2616-A/71 e Crippa n. 9/2616-A/72; come è contrario, con invito al ritiro, anche il parere sull'ordine del giorno Da Villa n. 9/2616-A/73.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2616-A/74, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2616-A/75, purché riformulato cancellando nelle premesse il quinto, il sesto, il settimo e l'ottavo periodo e riformulando l'impegno con le parole «impegna il Governo a comunicare al Parlamento, nell'ambito della Relazione annuale di cui all'articolo 113 della legge 1o aprile 1981, n. 121, un'analisi statistica dettagliata del fenomeno della violenza in occasioni di manifestazioni sportive».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2616-A/76, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Vacca n. 9/2616-A/77, Gagnarli n. 9/2616-A/78, Di Vita n. 9/2616-A/79, Simone Valente n. 9/2616-A/80, Tofalo n. 9/2616-A/81, Segoni n. 9/2616-A/82, Prodani n. 9/2616-A/83, Tripiedi n. 9/2616-A/84, Sibilia n. 9/2616-A/85, Luigi Gallo n. 9/2616-A/86, Micillo n. 9/2616-A/87, Dadone n. 9/2616-A/88, Manlio Di Stefano n. 9/2616-A/89, D'Uva n. 9/2616-A/90, Grande n. 9/2616-A/91, Gallinella n. 9/2616-A/92, Bechis n. 9/2616-A/93, Baldassarre n.  9/2616-A/94, Cominardi n. 9/2616-A/95, Bonafede n. 9/2616-A/96 e Fantinati n. 9/2616-A/97.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Spadoni n. 9/2616-A/98, riformulando il dispositivo con le parole «impegna il Governo ad adottare ogni utile iniziativa per adeguare gli stadi italiani».
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Mantero n. 9/2616-A/99, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2616-A/100.
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Frusone n. 9/2616-A/101, esprime parere contrario sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2616-A/102 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini del giorno De Lorenzis n. 9/2616-A/103, Mannino n. 9/2616-A/104 e Del Grosso n. 9/2616-A/105.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno De Rosa n. 9/2616-A/106 e Zolezzi n. 9/2616-A/107, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2616-A/108.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Villarosa n. 9/2616-A/109, Di Battista n. 9/2616-A/110, Della Valle n. 9/2616-A/111, Ciprini n. 9/2616-A/112 e Spessotto n. 9/2616-A/113.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lupo n. 9/2616-A/114 purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative» e così via.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Marzana n. 9/2616-A/115, Fraccaro n. 9/2616-A/116, Sarti n. 9/2616-A/117, Grillo n. 9/2616-A/118, Currò n. 9/2616-A/119, Corda n. 9/2616-A/120, Colonnese n. 9/2616-A/121, Chimienti n. 9/2616-A/122, Cecconi n. 9/2616-A/123, Castelli n. 9/2616-A/124, Pag. 19Rizzo n. 9/2616-A/125, Vallascas n. 9/2616-A/126, Dieni n. 9/2616-A/127 e Fico n. 9/2616-A/128.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ruocco n. 9/2616-A/129 purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di riprendere costantemente con l'impiego di telecamere le tribune e gli spalti dei luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Terzoni n. 9/2616-A/130, Sorial n. 9/2616-A/131, Toninelli n. 9/2616-A/132 e Dall'Osso n. 9/2616-A/133.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2616-A/134 purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di inserire in provvedimenti successivi» e così via.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Burtone n. 9/2616-A/1 e Oliverio n. 9/2616-A/2, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/2616-A/3, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gasparini n. 9/2616-A/4, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Tullo n. 9/2616-A/5 formulato dal Governo.

  MARIO TULLO. Presidente, vorrei che il sottosegretario ascoltasse...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Guerrini, bisogna che il sottosegretario ascolti l'intervento del deputato Tullo. Prego, deputato.

  MARIO TULLO. Io devo dire che francamente sono rimasto molto sorpreso del parere che hanno dato il sottosegretario e il Governo sul mio ordine del giorno perché il sottosegretario ha detto che di fatto sono superate le questioni poste dal dispositivo del mio ordine del giorno.
  Io chiedevo entro due mesi una relazione dettagliata sulla «tessera del tifoso» per valutarne un eventuale superamento – questa non è superata dal decreto-legge perché continua ad esserci una direttiva amministrativa che la mantiene in vita e non entro nel merito – di prevedere la convocazione di un tavolo con tutti i soggetti interessati, anche le tifoserie organizzate in futuro per prevenire la violenza negli stadi, perché secondo me agire solo sulla repressione legittima e giusta non è l'unica strada, e di valutare l'opportunità di adottare un atto ministeriale che chiarisca definitivamente – e nelle premesse avevo detto che il decreto finalmente risolveva la questione che chi ha scontato il Daspo può tornare allo stadio – la possibilità di valutare un eventuale atto ministeriale che chiarisca verso la questure l'interpretazione del decreto-legge.
  Quindi, io veramente ritiro questo ordine del giorno per non mettere in difficoltà il mio gruppo – lo dico sinceramente – mentre farò le mie valutazioni finali sul provvedimento che non mi convince per la filosofia da cui è stato ispirato.

  PRESIDENTE. Prendo quindi atto che l'ordine del giorno Tullo n. 9/2616-A/5 è stato ritirato,
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/2616-A/6, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Passiamo all'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2616-A/7.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, l'ordine del giorno a firma Gregorio Fontana è ritirato.

Pag. 20

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n. 9/2616-A/8, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nastri n. 9/2616-A/8, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guerini, Galperti, Benamati, Lattuca... veloce; Saltamartini. È il primo voto; aspettiamo che i colleghi prendano posto. Verini, Crippa, Pollastrini. Pollastrini a posto ? Sì, anche Crippa. Artini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  405   
   Votanti  331   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  284).    

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Costantino n. 9/2616-A/9, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

  CELESTE COSTANTINO. Presidente, intervengo perché mi sembra strano questo parere contrario sul mio ordine del giorno. Noi abbiamo presentato un emendamento, che è stato accolto in Commissione quando ancora il provvedimento si poteva discutere, in cui chiedevamo maggiore autonomia per le commissioni territoriali.
  Però, ci siamo accorti – e quindi questo ordine del giorno, di fatto, va a correggere e a specificare – del fatto che, comunque, nonostante l'autonomia delle commissioni, ci deve essere sempre un raccordo con il coordinamento nazionale; ciò ci sembra un elemento assolutamente di buon senso che va semplicemente a cautelare ancora di più e ad essere un elemento di maggiore garanzia nell'uniformità delle commissioni territoriali.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Presidente, proporrei una riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno in esame; il parere, nel caso, verrebbe modificato in positivo. La riformulazione potrebbe essere nel senso di impegnare il Governo «a prevedere con urgenza un intervento in grado di chiarire la norma (...)».

  PRESIDENTE. Onorevole Costantino, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/9 ?

  CELESTE COSTANTINO. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Sta bene. Allora, l'ordine del giorno Costantino n. 9/2616-A/9 è accolto con riformulazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Coccia n. 9/2616-A/10, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Chiedo al Viceministro Bubbico di ricordare, perché me lo ha chiesto la collega Duranti, la riformulazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2, perché il parere sull'ordine del giorno Duranti n. 9/2616-A/11, e su altri ordini del giorno, è stato collegato dal Governo all'accoglimento, con riformulazione, dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2.
  Prego, Viceministro Bubbico.

Pag. 21

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Presidente, in buona sostanza, con l'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2 si propone di estendere le opportunità previste dall'articolo 7, sostanzialmente l'esenzione dal Patto di stabilità, ai comuni che subiscono una particolare pressione derivante dai flussi migratori.
  Con l'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2 si proponeva di estendere quella previsione anche alle città calabresi, mentre, nelle premesse, venivano segnalate le situazioni di diverse città italiane ubicate in diverse regioni italiane.
  La riformulazione affida al Governo la valutazione dell'opportunità di adottare le stesse misure, previste dall'articolo 7, in relazione a tutte le città che, eventualmente, risultassero interessate dal fenomeno e, ovviamente, il fenomeno riguarda non solo la pressione migratoria in senso generale ma riguarda anche la consistenza dei minori non accompagnati.
  Per questa ragione, la riformulazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2 accoglie le indicazioni contenute nell'ordine del giorno Duranti n. 9/2616-A/11.

  PRESIDENTE. Onorevole Duranti ?

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, intanto la ringrazio per avere chiesto la riformulazione e ringrazio il Viceministro per la sua gentilezza. La riformulazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2 risponde allo spirito dell'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/2616-A/11, perché noi abbiamo focalizzato, in questo ordine del giorno, in particolare la questione dei minori non accompagnati.
  Quindi, accedo all'invito al ritiro del mio ordine del giorno, ma sottolineo la necessità di fare riferimento a tutti i comuni e a tutte le città italiane che, oltre ad avere subito una pressione migratoria importante, hanno, soprattutto, accolto i minori. Ricordo che, solo nella città di Taranto, i minori non accompagnati sono stati circa 600, e lo stesso fenomeno riguarda anche la città di Milano. Quindi, ritiro l'ordine del giorno e ringrazio il Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2616-A/12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno noi, sostanzialmente, ritorniamo sul discorso del reato di immigrazione clandestina, perché oggi ci troviamo nella singolare condizione di essere rimasti l'unico Paese del sud Europa ad avere abolito questo reato: mentre tutti gli altri se lo sono tenuto, noi lo abbiamo abolito.
  E l'altra settimana vi è stata una circostanza anche abbastanza singolare, che è capitata a Cipro: è arrivata lì una nave di migranti, le autorità di Cipro hanno soccorso questa imbarcazione di migranti, ma i migranti si sono ribellati e hanno detto: «No, non vogliamo i soccorsi da Cipro, perché, siccome abbiamo saputo che vi è un Paese dell'Unione europea che ha abolito il reato di immigrazione clandestina, che è un po’ un Paese rinomato per essere un Paese di rimbambiti, vogliamo andare in quel Paese, che si chiama Italia, perché abbiamo servizi e garanzie che, invece, qui a Cipro non abbiamo».
  Quindi, siamo nella singolare condizione di attrarre immigrati da ogni angolo del pianeta, perché abbiamo una normativa assolutamente diversa, non dico dall'Australia, dall'India o dal Brasile, ma anche da tutti gli altri Paesi del sud Europa. Noi li stiamo attirando qui !
  L'altra settimana sono arrivati migranti dal Bangladesh. Adesso vi invito a prendere la mappa del pianeta e a guardare dov’è il Bangladesh: il Bangladesh non è che è qui in Nord Africa, dall'altra parte del Mediterraneo. Il Bangladesh è dall'altra parte del pianeta ! Uno che decide di migrare dal Bangladesh, prima di venire in Italia, fa prima ad arrivare in Australia, in Giappone, in Sri Lanka, in Indonesia.
  Se anche viene verso l'Europa, incontra prima Cipro, la Grecia, può andare in Bulgaria o in Romania dal Mar Nero, può risalire l'Adriatico, può andare a Malta, può andare in un sacco di posti, prima che Pag. 22venire qui. Eppure, vengono tutti qui, perché noi abbiamo costruito, negli ultimi mesi, con questo Governo, assolutamente criminale in materia di immigrazione, una serie di norme e di vantaggi per favorire l'immigrazione, soprattutto clandestina. Infatti, la barzelletta dei rifugiati si commenta con i numeri: su 150 mila sbarchi, abbiamo 3 mila e qualcosa riconoscimenti in quanto profughi, su 150 mila.
  Quindi, vuole dire che noi abbiamo fatto una serie di norme che avvantaggiano l'immigrazione clandestina, che avvantaggiano gli scafisti. E non raccontateci che Mare Nostrum è stato fatto per dare soccorso ai migranti, perché è proprio Mare Nostrum che incentiva le partenze perfino dal Bangladesh verso il nostro Paese. È quell'operazione, che si chiama Mare Nostrum, che permette al nostro Paese di ricevere 150 mila sbarchi, mentre in tutti gli altri Paesi fanno i respingimenti. È colpa di Mare Nostrum quello che è successo al sottoscritto, nel mese di agosto, quando ho deciso di andare in Olanda: ho preso l'aereo, sono andato in Olanda, che fa parte dell'Unione europea, che fa parte di Schengen. Quando siamo atterrati in Olanda, il comandante, imbarazzato, ha detto: «Purtroppo, in modo assolutamente strano, le autorità olandesi hanno deciso di controllare i documenti ai passeggeri di questo volo».
  Sapete perché ? Perché era un volo che proveniva dall'Italia e le autorità olandesi temevano che sul volo ci fossero dei clandestini o, comunque, delle persone non autorizzate ad andare in Olanda. Quando siamo usciti dal gate c'hanno controllato i documenti, c'hanno controllato i documenti e l'Olanda fa parte di Schengen.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLO GRIMOLDI. Allora, domandatevi che cosa state combinando in tema d'immigrazione per questa serie di norme, per le quali siamo derisi e controllati all'interno dei Paesi Schengen e dell'Unione europea. Domandatevi perché in Spagna non arrivano i migranti, anche se la Spagna è molto più vicina al Nordafrica del nostro Paese. È una politica finalizzata a dare cittadinanza a tutti, per scelta politica di una sinistra che vuole portare qua tutti, che pensa prima agli immigrati e solo dopo, se ne avanza lontanamente, agli italiani. Questo è quello che state facendo. E mettere altri soldi sull'immigrazione in un provvedimento che si chiama «decreto stadi», scusate, ma sa di presa per il sedere in un modo incredibile. Voi fate un provvedimento sullo sport e sugli Stadi ci mettete 130 milioni sull'immigrazione ?

  PRESIDENTE. Onorevole Grimoldi, deve concludere, oltre che usare un linguaggio diverso.

  PAOLO GRIMOLDI. Date i soldi alle Forze dell'ordine, non continuate a finanziare l'immigrazione, perché i soldi, purtroppo, mancano, ce ne sono pochi, e voi continuate... (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Grazie, ha concluso il suo tempo, onorevole Grimoldi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2616-A/12, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Grassi, Gadda, Casellato, Piepoli, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  426   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
  55    
    Hanno votato
no  371).    

Pag. 23

  Passiamo all'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2616-A/13.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Presidente, continuiamo con la presentazione di questi ordini del giorno che, e non poteva essere diversamente, il Governo ovviamente non accoglie. Il Governo non ha la minima intenzione di aprire un dibattito serio sulla questione dell'immigrazione, una questione che, anche a detta di numerosi esponenti della maggioranza, è epocale, è qualcosa di non controllabile, è qualcosa di storico, ed è talmente epocale, storico, fondamentale, per la storia moderna che il Governo decide di affrontarla inserendo tre, quattro articoli, all'interno di un decreto che nulla c'entra con l'immigrazione, ma che dovrebbe occuparsi delle violenze negli stadi. Questo modo di affrontare quella che voi sempre dite sia qualcosa di epocale, qualcosa che comunque non può essere sicuramente fermata, ma deve essere controllata in verità, è un modo per lavarsi continuamente le mani, signor Viceministro. È un modo per continuare a girare la faccia dall'altra parte, fingere che tutto vada bene, fingere che tanto, prima o poi, gli italiani magari si troveranno di fronte a questioni che distoglieranno la loro attenzione.
  Il problema è che non tutte le settimane si giocherà Roma-Juventus, non tutte le settimane ci saranno tutti questi importantissimi eventi che contribuiranno sicuramente a sviare l'attenzione dell'opinione pubblica da quello che, invece, sta avvenendo. Se guardiamo l'interno di quello che è, ad oggi, il sistema di controllo e di razionalizzazione dell'immigrazione nella Repubblica italiana, osserviamo, cari colleghi, come oltre alla protezione internazionale, oltre allo status di rifugiato, nel nostro ordinamento vige anche un'altra norma, vale a dire la cosiddetta protezione umanitaria, che non è la protezione internazionale, che non attribuisce al richiedente lo status di rifugiato.
  È qualcosa che viene utilizzato dalla commissione quando questa, di fronte a una richiesta, non ravvisa gli estremi per concedere lo status di rifugiato o la protezione internazionale, tuttavia ritiene esservi nella condizione personale, sociale o religiosa o altro del richiedente condizioni per far sì che, comunque, una sorta di protezione venga riconosciuta a quest'ultimo.
  La protezione umanitaria non è sostanzialmente normata in modo compiuto in nessun provvedimento, in nessun articolo, in nessuna legge. Il che significa che, all'interno di tutte le varie commissioni e soprattutto all'interno delle varie regioni italiane, ci siano tutta una serie di difformità interpretative che portano questa forma di protezione, che – ripeto – abbiamo soltanto noi, ad essere attribuita, concessa o non concessa su base di valutazioni che sono sostanzialmente arbitrarie.
  Considerato che non ci troviamo di fronte a qualcosa che non interessa la gente o a qualcosa che non ha importanza oggi, noi riteniamo che il Governo, tra un decreto e l'altro, tra una fiducia e l'altra, tra una riunione al Nazareno e l'altra, tra un importantissimo selfie o una slide e l'altra, debba magari occuparsi di metter mano, proprio dal punto di vista normativo, alla gestione dell'immigrazione nella Repubblica italiana.
  Richiediamo, pertanto, che quanto meno questa forma di protezione, che – ripeto – è qualcosa di molto velleitario, qualcosa di nebuloso, che non si capisce bene in quali casi debba essere concessa o non concessa, trovi una compiuta definizione normativa o, ove ciò non fosse possibile, venga abolita dall'ordinamento italiano.
  Guardi, signor Viceministro, lo sappiamo che la situazione non è semplice, lo sappiamo che la situazione oggi non incontra l'interesse del Governo. Tanto è vero che per quanto riguarda l'immigrazione, al di là della operazione Mare Nostrum e delle centinaia di milioni di euro che sono stati concessi a questa operazione, il Governo non sta facendo Pag. 24assolutamente nulla. Però questo sarebbe quanto meno un piccolo passo che andrebbe anche nell'ottica di una migliore razionalizzazione delle norme – tanto per cominciare –, cosa di cui il nostro ordinamento non ha mai sufficiente bisogno. In secondo luogo – concludo, signora Presidente – sicuramente permetterebbe a quest'Aula di concentrarsi su questioni molto più importanti. Mi riferisco proprio a quelle relative all'immigrazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2616-A/13, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Gribaudo, Di Lello, Roberta Agostini, Sorial, Lavagno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  402   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  23    
    Hanno votato
no  379).    

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Caon n. 9/2616-A/14, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  ROBERTO CAON. Presidente, Sottosegretario, noi abbiamo un Presidente del Consiglio che, ogni qual volta che viene fuori su «tele Renzi» a livello nazionale, dice che dobbiamo fare i compiti a casa prima di arrivare in Europa. Questi sono piccoli compiti che dovrebbe fare.
  L'Unione europea ci dà delle direttive per quanto riguarda l'accoglienza agli immigrati e sono delle direttive per restringere un po’ le maglie che sono troppo larghe. Noi abbiamo, come diceva prima il collega, immigrati che partono da tutto il mondo per arrivare qui, perché sanno che questa è la terra dove noi facciamo l'accoglienza più semplice, più facile. Anzi, riusciamo a dare 930 euro a questi «disperati» e riusciamo a dare 550 euro a chi magari ha lavorato una vita per questo Paese.
  Riusciamo a far scappare naturalmente tutti gli investimenti esteri, ma riusciamo a portare a casa migliaia – milioni tra poco – centinaia di migliaia di immigrati, perciò riusciamo ad «importare» immigrazione, ma non riusciamo ad importare investimenti. Perciò dovete farvi una domanda: se questa politica, che avete fatto da anni voi, è una politica giusta per quel popolo che voi avete intenzione di rappresentare. A me sembra che in questo momento proprio rappresentiate più gli immigrati che non il popolo italiano.
  Cosa dire di più ? Quando dice: «Noi dobbiamo fare i compiti e andare a Bruxelles con i compiti fatti», quando andate a parlare di Frontex, Frontex vi dirà: «Ma avete messo in moto, avete autorizzato, vi siete attivati con questo decreto che vi era data la possibilità di fare oppure no ?» Sicuramente dovremo dire: «I compiti non li abbiamo fatti». I compiti Renzi non li sta facendo sull'immigrazione, perché l'Europa ci dà gli strumenti per cercare di registrare le persone che arrivano, ma Renzi non lo vuole fare. Questa è la verità: Renzi non vuole fare quello che l'Europa ci dice o ci dà la possibilità di fare. Allora, come fa a dire: «Dobbiamo andare in Europa con i compiti fatti», se anche queste piccole cose qui Renzi non le fa ? Queste sono delle piccole cose e basta attuarle. Questo è un ordine del giorno del buonsenso.
  L'Europa ci dice: «Avete la possibilità di mettere in moto questo filtro, perché la gente in qualche maniera non dico si spaventi, però prima di partire e prima di arrivare deve capire che ci sono delle leggi, che sono anche delle particolarità di questo Paese». Invece no, noi: tutto aperto, tutto semplice, tutto bello, addirittura li paghiamo. Guardate che la gente ormai non vi capisce più sotto questo aspetto qua.Pag. 25
  Voi avrete preso anche il 40,8 per cento, ma fuori, la gente, quando si parla di questa materia non vi capisce più, sia chiaro. I sondaggi vi daranno ancora al 38 per cento. Io dico che, se andate avanti con questo sistema, con questo modo di operare, il 38 per cento non sarà più 38 per cento, ma sarà 18 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, noi vorremmo sapere dal Governo per quale motivo ha dato parere negativo rispetto a questo ordine del giorno, che giustamente, come diceva il collega Caon, è un ordine del giorno che va nella direzione di chiedere semplicemente l'applicazione di ciò che è già previsto da una direttiva dell'Unione europea e che è stata recepita dal nostro ordinamento, perché, se è vero com’è vero, come dite voi, che è giusto eventualmente acconsentire che chi scappa da una situazione di grave pericolo possa accedere all'iter per il riconoscimento dello status di profugo qui da noi, è altrettanto vero che è giustificato ciò che è previsto nella direttiva, e cioè che chi viene qui da noi, dopo un periodo congruo, deve per forza inoltrare una richiesta.
  Noi sappiamo che oggi, 150 mila persone che sono sbarcate sul nostro territorio e che sono state di fatto agevolate ad arrivare sul nostro territorio da quella scriteriata operazione Mare Nostrum, oggi sono libere di sciamare in lungo e in largo per il nostro territorio.
  Noi sappiamo che su 150 mila arrivi sono solamente 3.700 le domande che sono state accolte e che sono state formulate da coloro i quali hanno messo piede sul nostro territorio.
  Quindi, noi crediamo che il diritto a venire qui è stato loro garantito, nonostante sia inaudito che di fatto si sia agevolata l'invasione del nostro territorio, ma alla fine, perlomeno, verifichiamo se chi arriva da noi inoltri la domanda e, se non lo fa, questa persona sia rispedita a casa sua.
  Quindi, chiediamo al Governo e vogliamo sapere dal Governo per quale motivo dà un parere negativo rispetto a questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caon n. 9/2616-A/14, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Tinagli, Bonafede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  440   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  384).    

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/2616-A/15, accettato dal Governo, purché riformulato. Onorevole Prataviera, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/16, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, noi accettiamo la riformulazione del Governo più che altro perché mantiene immutato l'impegno. Ho l'obbligo, però, anche di contestare, o meglio di spiegare le nostre perplessità sul fatto che il Governo non voglia assumersi la responsabilità di accettare un ordine del giorno siffatto perché in sostanza punta il dito anche nei confronti delle nostre stesse responsabilità, le responsabilità che l'Italia Pag. 26ha per essere di fatto succube di una politica estera che premia il «mondialismo». Come ha fatto bene a ricordare il mio collega Gianluca Pini in apertura di questa seduta, di fatto siamo succubi degli Stati Uniti e dello loro lobby e dei loro potentati in giro per il mondo.
  Ringraziamo, per così dire, per rispetto istituzionale, il Governo che si impegna di fatto a promuovere in tutte le sedi competenti l'istituzione di una cosiddetta clausola sociale che vieti gli accordi commerciali con imprese che, nella produzione di manufatti ovvero nell'erogazione di servizi, disattendano la convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro n. 182 del 1999, relativa alla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile e all'azione immediata per la loro eliminazione, che veniva resa esecutiva dal 2000. E di fatto abbiamo visto comunque continuare abusi di questo genere, frutto, non a caso, non solo delle speculazioni commerciali illegittime, dal nostro punto di vista, di aziende multinazionali il cui unico interesse è il profitto, ma anche appunto di un grande progetto che vede a capo, a torto o a ragione gli Stati Uniti, un progetto mondialista che vuole di fatto egemonizzare tutto il globo sotto una logica che è lontana da quella del rispetto delle tradizioni, da quello che è il rispetto della gente che occupa da secoli determinati territori e che aveva impostato un modello sociale ed economico ben preciso. In particolare, in Africa dove l'autoproduzione era fino a pochi decenni fa, nonostante la presenza colonialista, ancora tutelata; poi è stata stravolta, guarda caso, mettendo mano a tutti i trattati del WTO, sconvolgendo proprio l'assetto sociale e demografico e quel principio di autoproduzione che manteneva ancora un autolivello nel continente nero.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/2616-A/17, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Prego, onorevole Prataviera, lei ha due minuti.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, intervengo a nome e per conto dell'onorevole Marcolin, ma intervengo per questo ordine del giorno a nome e per conto di tutta la Lega Nord.

  PRESIDENTE. Onorevole, non può intervenire per un altro collega e ha due minuti. Comunque, prego.

  EMANUELE PRATAVIERA. Siccome è a firma Marcolin ci tengo a sottolineare che la firma è sua e che quindi a lui va il merito di essersi fatto bocciare uno degli ordini del giorno più importanti di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) che impegnava il Governo a sospendere, entro il 15 ottobre di quest'anno, l'operazione Mare Nostrum e assicurare la partecipazione delle navi della Marina militare allo svolgimento della missione che la succederà, cioè Frontex Plus, che è già partita, a detta della stessa Kyenge e di Chaouki, di fatto zoppa e che non risolverà i problemi.
  Ma proprio per questo voi avete deciso di continuare a impegnare miliardi di euro per questa operazione, che di fatto non produce risultati tangibili e soprattutto non raggiunge lo scopo di evitare stragi nel mare, dato che già dall'inizio di quest'anno tremila persone sono morte, tremila persone che non erano solo in fuga dalle guerre, come qualche centinaio di persone dei 130 mila che sono sbarcate per l'operazione Mare Nostrum, ma erano di fatto oggetto di tratta internazionale, la nuova tratta di carne umana.
  Ecco, noi chiedevamo di fermare, di sospendere l'operazione entro il 15 ottobre. Voi ovviamente non vi smentite, non si smentisce un Governo che è più attento a tutelarsi, piuttosto che a guardare gli interessi dei cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caon. Ne ha facoltà per due minuti.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, siamo alle solite. Questo Ministro Alfano Pag. 27ormai non si capisce più, una volta dice una cosa, ma poi non riesce a mantenerla. Io penso che sia un Ministro che si dovrebbe dimettere da solo, senza la mia richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Infatti, prima dice che arriva Frontex, poi dice che aspettiamo l'Europa, poi che aspettiamo il 15 ottobre.
  Noi abbiamo presentato un ordine del giorno molto semplice, con il quale chiediamo di chiudere «male nostrum», perché questo sta diventando, non Mare Nostrum. A questo punto, vi prendete tutta la responsabilità in toto di dire che questa è un'operazione che va bene per gli italiani, va bene per la nostra economia, va bene per il nostro sistema Paese.
  Inoltre, io dico che sbagliare è umano, perché di Mare Nostrum tutti ormai, anche voi, anche nella maggioranza, si comincia a vociferare che è un'operazione sbagliata. Però, vi diamo la possibilità di dire: abbiamo sbagliato e la mettiamo via. Invece no, voi avete la possibilità di perseverare e perseverare è diabolico. È qualcosa di difficile da capire per chi riesce a portare avanti la famiglia con 900 euro: voi date 900 euro a chi arriva qua, senza sapere chi sia, senza capire cosa possa fare e cosa dobbiamo ancora fare per loro.
  I paesi, i sindaci sono veramente in difficoltà oggi, perché, anche in maniera molto imperativa, viene detto loro che questi comuni devono portarsi a casa un certo numero di extracomunitari. Magari non hanno le strutture e non hanno i soldi per poterlo fare, né per poterli sistemare. Ma in maniera imperativa, da Roma, da qui, il vostro Governo con il Ministro Alfano dice ai vari territori: vi dovete prendere 500, 600, mille, duemila immigrati. Questo non è più un sistema di democrazia, ma è un sistema che vede imposto da Roma...

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/2616-A/17, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Benamati, Rabino, Caso, Nesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  361   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  305).    

  (Il deputato Bossi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al deputato Simonetti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/18, non accettato dal Governo.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, oggi è una data importante, è il 7 ottobre che ricorda ai più, nel 1571, una grande battaglia, la battaglia di Lepanto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), che è molto attuale, proprio in questi giorni, con riferimento a questo provvedimento. All'epoca, quando l'Italia era divisa, quando vi erano la Repubblica di Venezia, lo Stato pontificio, il Granducato di Toscana, il ducato di Urbino, il ducato di Savoia, anche il Regno di Sicilia e di Sardegna, a fronte di un momento importante, si riunirono per difendere le loro tradizioni, per difendere il futuro, per difendere il loro credo, anche religioso, e la visione di un modello di società che era basata sull'uomo, inteso come persona importante e fautore di una famiglia. Invece, oggi, l'Italia è unita, una e indivisibile, come voi ci volete propinare quotidianamente, ma si aprono le porte all'invasione, all'immigrazione islamica, a tutti coloro che vogliono distruggere quel modello occidentale che, invece, i nostri padri, i nostri avi hanno difeso con la vita. Quindi, l'ordine del giorno che vado a proporre, come Lega Nord, intende prevedere un maggiore controllo alle frontiere, Pag. 28a fronte di un'immigrazione clandestina, perché tale è, che, invece, volete implementare attraverso un'operazione che, manu militari, va a prenderli e li porta all'interno dei nostri territori, all'interno della nostra società, se è vero com’è vero che, su 130 mila sbarchi, solo 3.784 hanno ottenuto il titolo di rifugiati per diritto d'asilo, solo 12 mila 500 la protezione umanitaria, che facciamo passare, anche questa, per il rotto della cuffia (con una normativa di protezione che è tutta italiana e non è nemmeno una protezione internazionale), solo 8 mila hanno la protezione sussidiaria; quindi, ce ne sono almeno 100 mila che girano in Italia e nessuno sa chi sono, cosa vogliano, da dove arrivano e soprattutto cosa vogliono fare sul nostro territorio. Ma noi sappiamo una cosa di loro: che certamente sono di una cultura religiosa che non è la nostra e che, purtroppo, vede degli adepti all'interno che vogliono distruggere quel modello di società che è nostro, che è stato il nostro passato e che noi vogliamo sia il nostro futuro, se è vero com’è vero che l'ISIS minaccia l'Occidente attraverso tutte le esecuzioni che, purtroppo, settimanalmente, vediamo e lancia anche un messaggio diretto alla capitale, alla città in cui risiede questo Parlamento. È di dieci giorni fa un comunicato audio del portavoce appunto dello Stato islamico che afferma che questa è la campagna finale dei crociati, ma saranno i soldati dello Stato islamico a condurre l'attacco decisivo: conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne. Questo è un pericolo reale e invece voi, piuttosto che identificare, con efficacia e con efficienza, i clandestini che arrivano, aprite le porte e, addirittura, il Governo afferma che è contrario ad un impegno dell'ordine del giorno che ho presentato, che è quello di potenziare i controlli alle frontiere, di accelerare le procedure di identificazione e di provvedere ad una maggiore sorveglianza di coloro che arrivano. Addirittura, il Ministro della sanità, in Commissioni riunite esteri e sanità, chiede più fondi per i controlli sanitari, un altro grande pericolo che stiamo correndo e che corrono i nostri concittadini. Al posto quindi di utilizzare tutti i fondi che usate per Mare Nostrum, 1,2 miliardi, anche in questo provvedimento andate ad implementare di altri 113 milioni i capitoli di spesa per favorire l'ingresso degli immigrati clandestini. Addirittura, stanziate 52 milioni per il fondo per i servizi d'asilo e create un fondo di 62 milioni che non ha delle finalità proprie; al posto di dare questi soldi alle forze dell'ordine per pattugliare, controllare e bloccare questa che noi chiamiamo un'invasione, voi date loro solo 8 milioni e 113 milioni, invece, per l'accoglienza dei clandestini. Non le chiedo neanche di cambiare parere, Viceministro.
  Anzi, sono veramente contento che il Governo dichiari la contrarietà a questo ordine del giorno perché almeno si certifica che noi vogliamo la tutela dei cittadini europei e padani e voi, invece, volete la distruzione di questo sistema occidentale, che non ci siano dei momenti di sovrapposizione. Noi siamo per la difesa, voi per distruggere la società occidentale: che sia chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/2616-A/18, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina.... Sannicandro.... Pellegrino.... Cera... D'Alia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  359   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  301).    

  (Il deputato Bossi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 29

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. 9/2616-A/19, non accettato dal Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, mi stupisce la bocciatura da parte del Governo dell'ordine del giorno in questione presentato da Fedriga. Mi sarei aspettato e chiederei una rivisitazione del parere perché trovo abbastanza imbarazzante che si bocci un ordine del giorno con un impegno non dico aleatorio ma assolutamente semplicistico come il mantenimento dei tempi di trattenimento nei CIE a 18 mesi, cosa che già prescrive la legge.
  Per tale ragione poteva essere ripreso e l'ordine del giorno accettato come raccomandazione, una sorta di considerazione, una presa d'atto ma non bocciato totalmente. Questo è assolutamente indice della vostra malafede in questo provvedimento. Ma non ci stupiamo assolutamente di questo, dopo – mi sembra – la ventitreesima fiducia, i vari provvedimenti che state portando in esame di fronte all'Aula, senza discuterne ampiamente, le bocciature continue degli ordini del giorno uno dietro l'altro, come avviene per questo e tanti altri sicuramente più importanti di questo, senza nulla togliere al collega Fedriga, dove noi chiedevamo espressamente di far rispettare la legge. E oggi come oggi chi ha visitato un CIE, sa benissimo – lo dicono gli operatori all'interno – che alle volte i diciotto mesi quasi non bastano per il riconoscimento degli immigrati clandestini che arrivano sul nostro territorio perché ci sono grosse difficoltà ad ottenere la documentazione dai Paesi di partenza, considerato che poi blandamente voi li andate direttamente a prendere con l'operazione Mare Nostrum.
  Capiamo benissimo le situazioni che possono portare alla vostra posizione di cercare di riempirci il Paese di tanti begli immigrati che poi, un domani, potrebbero lavorare a basso costo per le cooperative di vostri amici o, eventualmente, un domani avere forza politica passiva nel senso di elettorato a vostro favore. Questo lo denunciamo, continuiamo a denunciarlo e non vediamo assolutamente di buon grado la bocciatura di questo ordine del giorno, considerato che è semplicemente un ordine del giorno, e non voglio prendere esempio da alcuni miei colleghi in precedenza che hanno affermato che un ordine del giorno non si nega a nessuno. Voi lo state negando, lo state negando a tanti miei colleghi, lo negate al presidente del mio gruppo, Fedriga, ma sicuramente l'avete negato in altre situazioni e in altri momenti: un ordine del giorno che chiede esclusivamente di far rispettare la legge e voi questo non lo volete fare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2616-A/19, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi... Giammanco, però ho già chiuso la votazione, mi dispiace.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  442   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  384).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Allasia n. 9/2616-A/20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà. Ha già parlato, credo che abbia due minuti.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, questo ordine del giorno, che vi ostinate, come i precedenti, a bocciare è cugino o fratellastro del precedente e di altri e Pag. 30chiede esclusivamente la «ripresa» delle leggi. Oggi, in Italia, ci sono undici centri di identificazione ed espulsione esistenti, attivi, funzionanti, che, in alcuni casi, sono stati trasformati in centri di accoglienza per i richiedenti asilo: ma noi vediamo che, degli undici, sei vengono utilizzati per questo e solo cinque vengono utilizzati come centri di identificazione.
  Dato che la loro originarietà è conforme alla legge, noi non vediamo assolutamente la vostra volontà e la vostra posizione di «distruggere» quell'impianto, che è nato anni fa anche da Governi di centrosinistra e mantenuto dal centrosinistra, come i CIE. Infatti, non è che i CIE sono cose che pongono dei limiti alle persone: sono solo centri di identificazione ed espulsione. Un immigrato arriva, viene identificato, come qualsiasi altro cittadino di questo mondo o italiano, e, nell'eventualità non avesse i diritti per stare sul nostro territorio, viene espulso come la norma e la legge prevedono.
  Voi dovete essere chiari nel vostro intento: voi avete intenzione di fare in modo tale che migliaia di migliaia, se non un bel milione, di immigrati arrivino sul nostro territorio, in modo tale che ci sia la possibilità di avere sempre forza lavoro a bassissimo costo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  STEFANO ALLASIA. E questo non è che lo denuncia solo la Lega: lo denunciano le associazioni di categoria, perché vi è sempre di più una concorrenza sleale, drammatica, di immigrati che lavorano a basso costo, perché voi non state tutelando gli italiani. Perciò chiedo che venga rivisto il parere o, almeno, messo in votazione questo ordine del giorno, che chiede esclusivamente legalità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2616-A/20, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco. Ci siamo ? Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  441   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  383).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Borghesi n. 9/2616-A/21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, anche su questo ordine del giorno non riusciamo a capacitarci del perché del «no» del Governo, in quanto è un ordine del giorno con il quale avevamo chiesto semplicemente – leggo l'impegno – al Governo di impegnarsi «ad assumere ogni più opportuna iniziativa al fine di potenziare e rafforzare, anche con provvedimenti emergenziali, l'attuale sistema di detenzione amministrativa, legittimo ed in linea con le normative europee e con quelle di altri Stati dell'Unione, rendendo immediatamente operativo in ogni regione un centro di identificazione ed espulsione».
  Quindi non si andava a chiedere niente altro che un potenziamento di quella che è una attività dei centri di identificazione ed espulsione che ci pare essere assolutamente in linea con le direttive europee e con le normative di tutti gli altri Stati membri. È evidente che questo ulteriore parere negativo del Governo va a certificare quella che è assolutamente una politica vergognosa e fallimentare nel campo dell'immigrazione, che questo Governo e i precedenti hanno messo in atto.Pag. 31
  L'operazione «Mare nostrum», è stato ricordato da diversi interventi che mi hanno preceduto, è stata assolutamente un disastro, non ha fatto altro che aumentare quelli che sono stati gli sbarchi, non ha fatto altro che aumentare le vittime di clandestini, non ha fatto altro che aumentare il sistema di insicurezza all'interno delle nostre città, quindi una delle nostre battaglie, alle quali non rinunceremo e che continuiamo a portare avanti, è quella della legalità. Deve esserci la legalità, deve esserci la certezza della pena, deve esserci il rispetto delle regole nel campo dell'immigrazione. Questo è un fenomeno che è assolutamente difficile e che va gestito, è un fenomeno che non va lasciato andare e non va assolutamente incentivato con operazioni che noi riteniamo essere assolutamente dannose e nocive come quella di «Mare nostrum».
  Ricordiamo che qui vengono appunto citate, anche all'interno di questo ordine del giorno, che ha avuto purtroppo parere negativo del Governo, delle normative europee, come ad esempio la direttiva 2008/115/CE che dice testualmente di prevedere il trattenimento in appositi centri di permanenza temporanea per il tempo necessario all'espletamento diligente delle modalità di rimpatrio e ad imporre agli Stati membri, tra cui l'Italia, l'adozione di norme chiare, trasparenti ed eque per definire una politica di rimpatrio efficace, quale elemento necessario di una politica d'immigrazione correttamente gestita.
  Questa è una direttiva della Unione europea che viene puntualmente disattesa dal nostro Paese in nome di una falsa solidarietà e di una falsa accoglienza, che altro non ha fatto se non far precipitare un fenomeno che deve essere gestito in altra maniera come quello dell'immigrazione clandestina.
  Ma la normativa europea prosegue oltre e parla di trattenimento in centri di identificazione ed espulsione, necessari per procedere all'effettiva espulsione dei clandestini, disponendo altresì che al fine di agevolare la procedura di rimpatrio sono necessari accordi comunitari e bilaterali di riammissione con i Paesi terzi.
  Quindi noi non chiediamo niente di diverso da quello che già la normativa europea prevede. Noi non chiediamo niente di diverso dal fatto che vengano potenziate le attività dei centri di identificazione ed espulsione affinché venga messo finalmente un freno a questo fenomeno dell'immigrazione clandestina che, torno a ripetere, non ha fatto altro che produrre delle emergenze sanitarie, non ha fatto altro che produrre delle emergenze nel campo della sicurezza e non ha fatto altro che produrre un caos ingestibile di un fenomeno che sarebbe stato più utile gestire in altra maniera, come aveva fatto l'allora Ministro dell'interno Maroni con delle regole chiare, con dei Paesi terzi, affinché ci fossero dei rimpatri immediati e affinché il fenomeno della clandestinità fosse debellato.
  Il problema qui qual è ? Che tramite questo Governo abbiamo assistito ad una politica di una falsa accoglienza, di una falsa solidarietà, che ha portato addirittura all'eliminazione del reato di clandestinità, cosa che noi non possiamo assolutamente accettare e quindi alla luce di questo noi continueremo a chiedere sempre con maggior forza il potenziamento e l'istituzione dei nuovi centri di identificazione ed espulsione che combattano quello che è il fenomeno dell'immigrazione clandestina.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2616-A/21, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Simoni, Adornato, Sbrollini, Carinelli, Terzoni, Dieni, Matarrese, Tartaglione, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  452   Pag. 32
   Astenuti    2   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
  57    
    Hanno votato
no  395).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/2616-A/22, con parere contrario del Governo.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, Viceministro Bubbico, con questo ordine del giorno, che per noi non è carta straccia ma rappresenta un impegno serio da parte del Governo, La lega chiede, come già fatto in precedenza con altri ordini del giorno, l'immediata sospensione di Mare Nostrum. Vede, Viceministro Bubbico, il fatto che lei abbia dato parere contrario a questo ordine del giorno dimostra due cosa o delle due l'una. O dimostra che lei sconfessa il Ministro Alfano, perché sono settimane, mesi che il Ministro Alfano va dicendo che l'operazione Mare Nostrum era ed è un'operazione a termine, che sarebbe terminata il primo di novembre, e mancano pochi giorni a novembre e quindi l'operazione Mare Nostrum, stante le parole del Ministro Alfano sarebbe prossima alla cessazione, quindi, o lei sta smentendo il Ministro Alfano oppure il Ministro Alfano non conta assolutamente nulla, perché sono settimane che il Ministro Alfano, pellegrinando tra le cancellerie europee di Bruxelles, va dicendo che Mare Nostrum terminerà.
  Mare Nostrum è nata il 18 ottobre 2013, siamo prossimi all'anno di vita, il Ministro Alfano ha sempre sostenuto che Mare Nostrum non avrebbe festeggiato il secondo compleanno. Quindi, cosa c’è di meglio di un ordine del giorno, che non è vincolante ma che è la manifestazione della volontà politica, e con questo ordine del giorno la volontà politica da parte del Governo, da parte del Ministro, è assente, mentre poteva essere manifestata ? Quindi la negazione dell'ordine del giorno della Lega, che chiede l'immediata sospensione di Mare Nostrum, è la conferma che Mare Nostrum continuerà, è la conferma che non ci sarà il subentro delle operazioni europee con Frontex, Frontex Plus, Triton, e nemmeno sapete come si chiamerà l'eventuale operazione europea che subentrerà, ed è la conferma, come ha detto tra l'altro proprio l'altro ieri il Presidente Renzi, che Mare Nostrum continuerà finché l'Europa non si deciderà ad intervenire. Siccome l'Europa non interverrà, perché l'Europa se ne è disinteressata sino ad oggi della gestione dei flussi migratori, lasciando unicamente la gestione al nostro Paese dell'operazione Mare Nostrum, l'annuncio che oggi il Governo dà con questo decreto, l'unica cosa seria che esce, è che l'operazione Mare Nostrum continuerà, continuerà quell'operazione che ha tradito i suoi obiettivi.
  Voglio ricordare che il 18 ottobre 2013 il Ministro Alfano, intervenendo in Aula, disse che l'operazione Mare Nostrum doveva essere un deterrente nei confronti dell'attività degli scafisti. Mare Nostrum doveva fare tre cose: impedire le morti nel Mediterraneo, bloccare gli sbarchi e bloccare l'intervento degli scafisti. Esattamente dopo un anno noi abbiamo che Mare Nostrum ha prodotto esattamente gli effetti contrari: gli sbarchi sono aumentati, siamo a 135-140 mila – esattamente in questo momento a Pozzallo ne stanno sbarcando altri 435 – gli sbarchi sono aumentati, è il record storico assoluto di sbarchi. Le vittime purtroppo hanno continuato ad essere mietute nel Mediterraneo, siamo a 3 mila vittime nel Mediterraneo, e gli scafisti hanno continuato a produrre attività di trasporto, sono stati arrestati ma probabilmente nessuno di quegli scafisti oggi è in carcere.
  Quindi, avete tradito lo spirito di Mare nostrum e avete tradito lo spirito di Mare nostrum soprattutto alla luce dei dati allarmanti del nostro Paese, perché non è vero: io ho grande stima per il Viceministro Bubbico – un po’ meno per il Ministro Alfano – ma, Presidente, io credo che questo sia un atto politico, un atto politico chiaro da parte del Governo. Il Governo mantiene l'operazione Mare nostrum. L'operazione Mare nostrum non è una operazione a termine perché, se fosse stata un'operazione a termine, una manifestazione Pag. 33di impegno almeno politico da parte del Governo oggi la si sarebbe potuta prendere.
  Questo dibattito poteva servire e l'assenza colpevole del Ministro Alfano è la conferma che il Ministro Alfano si vergogna dell'operazione Mare nostrum. Il Ministro Alfano e il Presidente Renzi sono colpevolmente responsabili di quello che sta accadendo nel Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). La Lega è l'unica forza politica che ha contestato, e lo farà il 18 di ottobre con una grande manifestazione di piazza, dove sarà il popolo sovrano a dire «no» a questa operazione sciagurata e fallimentare intestata alla sacerdotessa degli immigrati, che è la Presidente Boldrini, al Presidente Renzi e al Ministro Alfano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2616-A/22, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Turco, Albanella, Terzoni, Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  458   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
  61    
    Hanno votato
no  397).    

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2616-A/23.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Onorevole Presidente, onorevole Viceministro, onorevoli colleghi e onorevole colleghe, intanto chiederei che i tempi che si consumano nelle formule rituali vengano espunti dai tempi di cui uno ha necessità per illustrare l'ordine del giorno, questo perché altrimenti non si riesce ad illustrarlo nel dettaglio e chiedo al Presidente di avere più di cinque minuti e di espungere questo minuto che ho utilizzato per i rituali di cortesia e di Aula.
   Io veramente non riesco a comprendere perché non sia stato dato un parere favorevole a questo ordine del giorno, in quanto vi si chiede semplicemente di dare immediata attuazione e rendere effettivo il recepimento della direttiva 2008/115/CE, «direttiva rimpatri», che prevede semplicemente di applicare una normativa anche europea e dunque di utilizzare anche i fondi che ci mette a disposizione l'Europa per espellere tutti quei clandestini che non hanno il diritto di rimanere sul territorio di questo Stato, in quanto voi continuate a fare entrare clandestini e ci sono alcuni di questi clandestini che fanno richiesta di riconoscimento del diritto d'asilo – e quindi fino a che non viene valutata questa situazione sono in stand by, ma sono ancora clandestini – ma ci sono tutte quelle persone che non fanno neanche la richiesta di asilo e che dunque sono semplicemente dei clandestini e dovrebbero essere immediatamente espulsi. Anzi, fate ancora una cosa peggiore: avete svuotato totalmente il «fondo rimpatri», sia il «fondo rimpatri» volontario, sia per quanto riguarda le espulsioni coatte.
  Ricordiamo anche che tutti quei cittadini extracomunitari che hanno il permesso di soggiorno, ma perdono il lavoro e a cui dunque, dopo un certo periodo di tempo, scade il permesso di soggiorno, anche queste persone dovrebbero essere espulse, ma voi non li state espellendo.
  E ricordo che in tutti i Paesi del mondo, anche in Tanzania, se uno di noi va a lavorare in quel Paese ha il permesso di soggiorno, ma appena finisce il contratto di lavoro si hanno 30 giorni per lasciare il Paese, altrimenti la Tanzania prende questo cittadino, che diventa clandestino, e lo espelle.Pag. 34
  Non capisco il perché lo Stato italiota deve continuamente fare finta di niente e lasciare sul nostro territorio tutte queste persone, che sono clandestine, che non possono lavorare in modo regolare e, dunque, molto spesso, troppo spesso, vanno ad alimentare quella forma di criminalità organizzata che sta aggravando la situazione di furti o di illegalità o di mercato nero o di contraffazione che c’è in questo Stato.
  Dunque, veramente chiedo all'onorevole Viceministro di rivedere il parere, perché chiede semplicemente l'applicazione della legge, niente di più, niente di meno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2616-A/23, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Zardini. Zardini non riesce a votare. Tidei, Monchiero. Monchiero è a posto, Tidei è a posto. Ci sono altri ? Polverini, Biasotti, Bergamini. Ci sono tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  453   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato
  63    
    Hanno votato
no  390).    

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Bossi n. 9/2616-A/24, accettato dal Governo, purché riformulato.

  MARCO RONDINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Rondini, non so se lei ha esaurito il suo tempo. Credo di sì, per la verità. Ha ancora qualche minuto. Prego, onorevole Rondini.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, volevo conoscere la riformulazione dell'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Viceministro, se può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno Bossi n. 9/2616-A/24. Mi pare di ricordare che riguardasse le premesse. Però, è meglio che lo dica lei.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Presidente, è esattamente così. Riguarda le premesse. Bisognerebbe espungere il primo capoverso, che inizia con le parole: «dei rischi di infiltrazioni»; il secondo, che inizia con le parole: «dei numerosi episodi di fuga»; e nel terzo capoverso espungere le parole: «a causa di siffatta normativa» e, quindi, bisognerebbe leggere: «che risulta necessario garantire (...)».
  Poi, nel dispositivo dell'ordine del giorno la riformulazione comporterebbe questa modifica: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative per (...)».

  PRESIDENTE. Mi pare che la riformulazione sia chiara. Viene accettata questa riformulazione ?

  MARCO RONDINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, chiedo il voto per parti separate.

  PRESIDENTE. Voto per parti separate. Cioè, le premesse...

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, le premesse, con le parti che il Viceministro chiedeva di espungere, le poniamo in votazione insieme poi alla parte che è riformulata...

  PRESIDENTE. Allora, se non ho capito male si accetta la riformulazione del dispositivo, ma non delle premesse.

  MARCO RONDINI. Esatto.

Pag. 35

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario ovviamente...

  PRESIDENTE. Sulle premesse.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno.. .. se non viene accettato il dispositivo e la riscrittura nel suo insieme, perché c’è una relazione diretta tra premesse e dispositivo.

  PRESIDENTE. ... Viceministro, però avevamo trovato una soluzione tecnico-procedurale. Votiamo separatamente, con il parere contrario del Governo sulle premesse, mentre il parere è favorevole sul dispositivo dell'ordine del giorno, così come riformulato dal Governo, e tale riformulazione viene accettata dal presentatore dell'ordine del giorno.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bossi n. 9/2616-A/24, limitatamente alle premesse con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Moscatt, Ginefra, Pastorelli, Terzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  458   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 146    
    Hanno votato
no  312).    

  Non votiamo, invece, il dispositivo, perché è stata accolta la riformulazione proposta dal Governo. Passiamo all'ordine del giorno Guidesi n. 9/2616-A/25, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, richiamando l'ordine del giorno Oliverio n. 9/2616-A/2, che era stato accolto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, noi non riteniamo assorbito questo ordine del giorno, anche perché, nel vostro decreto, fate un passaggio dove garantite flessibilità rispetto ai vincoli del Patto a quegli enti locali che subiscono il flusso migratorio, facendo un elenco chiarissimo, in cui vi sono tutti i comuni siciliani. Allora, è giusto che noi spieghiamo un po’ anche al Governo qual è la prassi di gestione delle conseguenze dell'operazione Mare Nostrum. La prassi è che le prefetture, che sono delle agenzie di prenotazione di soggiorno, oramai, prenotano spazi e indirizzano le persone che arrivano, i clandestini che arrivano, nei singoli comuni.
  I singoli comuni dovrebbero essere coinvolti nelle scelte, ma questo, oramai, spesso non accade, perché queste persone vengono ospitate, attraverso un contributo, anche da strutture private, con le quali la prefettura si accorda, saltando il benestare dell'ente locale, del comune, unico organo eletto democraticamente dai cittadini del comune stesso, indi per cui dovrebbe fornire, per lo meno, un parere vincolante.
  Voi mandate nei comuni queste persone, tra cui, spesso, vi sono anche bambini non accompagnati, e i bambini non accompagnati sono un costo elevatissimo per le amministrazioni comunali. A queste amministrazioni comunali, alle quali voi avete tolto trasferimenti nell'ultima legge di stabilità, e pare lo facciate anche in quella di quest'anno, avevate promesso che avreste tolto i vincoli del Patto di stabilità per gli enti locali, e non lo avete fatto. Per cui, queste amministrazioni locali si trovano senza soldi, con i vincoli del Patto di stabilità e con un immenso costo determinato dall'operazione e dalla vostra gestione dei clandestini, e, in un Governo fatto da un Presidente del Consiglio che è Pag. 36un ex sindaco, la cosa sorprende abbastanza.
  Indi per cui, noi vi chiediamo di garantire a tutti i comuni che subiscono la presenza di clandestini inviati dalle prefetture la flessibilità del Patto di stabilità, perché, se non facciamo questo, i comuni saranno non solo costretti ad aumentare le imposte locali, ma anche a tagliare i servizi a quei cittadini che pagano le tasse e contribuiscono alla scellerata operazione Mare Nostrum, e contribuiscono anche al vitto e all'alloggio di questi clandestini, e anche al pagamento di quelle prefetture che dovrebbero essere cancellate.
  Per cui, noi manteniamo l'ordine del giorno e lo poniamo in votazione nel rispetto di tutti i sindaci e di tutte le amministrazioni locali. Concludo, Presidente, dicendo che questo decreto era stato presentato dal Ministro dell'interno con grande passione e animosità, saltando una parte di questo decreto, che noi oggi ricordiamo anche nei nostri interventi.
  E vogliamo ringraziare il Ministro dell'interno, credo di farlo a nome di tutto il gruppo, perché con la stessa passione, e la stessa animosità, è stato presente in questo dibattito, in Aula, ed è stato coinvolto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà, ha ancora qualche secondo.

  MARCO RONDINI. Presidente, intervengo semplicemente per unirmi all'appello del collega Guidesi; insomma voi avete previsto in questo decreto la possibilità di andare in deroga al Patto di stabilità per alcuni comuni che sono stati quelli forse più colpiti dall'ondata migratoria che voi non avete saputo o voluto gestire correttamente.
  Ebbene, noi, con questo ordine del giorno, chiediamo semplicemente che tale possibilità possa essere estesa a tutti quei comuni che, in qualche modo, si sono dovuti confrontare con le vostre scelte scellerate e che non possono veder ricadere sulle proprie spalle spese e spese che oggi non possono permettersi magari il lusso di affrontare, se non magari facendo venir meno i fondi per servizi importanti per la propria cittadinanza. Ecco, semplicemente avanziamo una richiesta di buonsenso che ci arriva, sicuramente, anche dagli enti locali che si vedono costretti a fare, e ad applicare, dei tagli, pur di andare incontro al vostro scriteriato metodo, con il quale avete gestito, anzi favorito, l'invasione del nostro territorio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2616-A/25, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo, Covello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  454   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 145    
    Hanno votato
no  309).    

  Passiamo all'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2616-A/26.

  MARCO RONDINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Rondini, lei non può più parlare, ha parlato due volte, più una terza solo per chiedere la votazione per parti separate.

  ROBERTO SIMONETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Neanche lei, onorevole Simonetti.
  Passiamo ai voti.Pag. 37
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine Giancarlo Giorgetti n. 9/2616-A/26, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Tofalo, Cani, Colletti, Gadda, Giuditta Pini, Pastorino sta arrivando al posto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  456   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
  63    
    Hanno votato
no  393).    

  Passiamo all'ordine del giorno Caparini n. 9/2616-A/27.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà, per due minuti.

  MATTEO BRAGANTINI. Presidente, onorevole sottosegretario, veramente non comprendo la ratio della bocciatura di questo ordine del giorno che prevede semplicemente, leggo il dispositivo: «ad adottare le opportune iniziative per destinare ulteriori risorse finanziare alle forze di polizia per dotarle di ulteriori mezzi, anche in via sperimentale, atti a respingere o vincere la violenza o la resistenza al fine di consentire un miglior contrasto durante le manifestazioni sportive».
  Questo è l'ordine del giorno. Onorevole Viceministro, chiediamo semplicemente di dotare le nostre Forze dell'ordine, i nostri uomini con nuovi strumenti per fermare i facinorosi. È vero che è passato il taser, però ci sono molti altri strumenti che sono in via sperimentale in molti Paesi del mondo, e non parlo ovviamente della Cina, dove articoli della settimana scorsa mostravano mezzi di coazione violenti. Ma penso agli Stati Uniti, alla Russia, a Israele, dove si stanno sperimentando le onde elettromagnetiche, si stanno sperimentando schiume, si stanno sperimentando reti, si stanno sperimentando degli schiumogeni che hanno dei lubrificanti, in modo che se ci sono delle cariche da parte di facinorosi questi scivolino.
  Si tratta di utilizzare attrezzature che non creino danno ai cittadini, ma che fermino i più facinorosi. Penso ai proiettili di gomma, ai proiettili di gomma che sono caricati con vernice, in modo da fermare e oltretutto identificare, anche in un successivo momento, i facinorosi. Tutti questi strumenti si potrebbero utilizzare, si dovrebbero utilizzare per non ferire le persone, ma semplicemente per fermarle. Noi chiediamo che vengano utilizzati e che vengano messe ulteriori risorse su questo. Perché siete contrari ? Volete semplicemente...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, onorevole Bragantini.

  MATTEO BRAGANTINI. ... utilizzare il manganello o utilizzare altre forme di violenza ? Non penso che sia questa la volontà di un Paese democratico, come si definisce lo Stato italiano.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/2616-A/27, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Grassi, Marzano, Elvira Savino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  443   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  385).    

  (La deputata Amoddio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 38

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2616-A/28, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, Viceministro Bubbico, lei conosce la stima che abbiamo nella sua persona e anche nella sua storia istituzionale per un fatto di correttezza nell'agire. Proprio per questo, al netto delle posizioni politiche che sono assolutamente distanti su tanti temi, in maniera principale sull'immigrazione, proprio per la correttezza che l'ha contraddistinta facciamo fatica a comprendere il parere contrario a questo ordine del giorno, il quale non fa altro che estendere una sperimentazione che già avviene, che già è stata in qualche modo decisa all'interno del Ministero dell'interno proprio per evitare tutta una serie non solo di polemiche, ma anche di problematiche soprattutto nello svolgimento delle proprie funzioni di ordine pubblico da parte delle Forze dell'ordine.
  Cos’è che noi chiediamo sostanzialmente ? Sulla scorta di quanto già oggi è stato predisposto dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno in via sperimentale per il personale dei reparti mobili in merito all'introduzione sulle divise delle Forze di polizia di telecamere in occasione di manifestazioni sportive, non vedo tutta questa problematica a dare un parere favorevole ad estendere in qualche modo questa sperimentazione. Infatti, il cosiddetto «occhio elettronico», che potrebbe essere utilizzato non solo con questi strumenti posti in dotazione delle divise degli appartenenti alle Forze dell'ordine, si potrebbe utilizzare anche attraverso quegli strumenti che adesso vengono utilizzati purtroppo per altri motivi, i cosiddetti droni o i cosiddetti occhi volanti, quelli che sono controllabili e che magari costano anche un centesimo, se non addirittura di meno rispetto al pattugliamento che viene fatto con gli elicotteri, che hanno poi costi di manutenzione e di esercizio enormemente superiore.
  Qui non siamo sulla parte dello scandaloso inserimento in un decreto-legge che parla di sport e di manifestazioni sportive della materia dell'immigrazione.
  Siamo però sulla tutela dell'ordine pubblico, ma soprattutto sulla tutela della dignità dell'operato delle forze dell'ordine, che troppo spesso vengono accusate, durante manifestazioni non solo sportive, anzi spesso durante manifestazioni promosse da antagonisti (poi non si capisce antagonisti a che cosa, probabilmente spesso e volentieri solo ed esclusivamente al buonsenso, alle regole ed alle leggi sono antagoniste queste persone): sistematicamente, dopo che ci sono queste manifestazioni, dove ci sono degli scontri – non chiaramente provocati dalle forze dell'ordine, ma da questi manifestanti violenti, che spesso e volentieri si infiltrano anche in manifestazioni che sulla carta dovrebbero essere assolutamente pacifiche – poi ci ritroviamo, nei giorni dopo, a dover leggere la sgradevole cronaca di persone che sono chiamate dallo Stato a svolgere il loro compito, pagate anche poco spesso e volentieri, che per aver svolto il loro compito vengono accusate di azioni di violenza o di aver esagerato nell'uso della forza.
  Allora cerchiamo – lo ripeto, anche per un fatto di buonsenso e per un fatto di mantenimento di quello che è l'agire corretto nel gestire l'ordinaria amministrazione delle istituzioni – di andare incontro a quelli che sono gli strumenti che la tecnologia ha messo a disposizione, con le evoluzioni che ci sono state: piccole telecamere messe sulle divise degli appartenenti alle forze dell'ordine, piuttosto che minidroni che svolazzano, in modo da poter, da una parte, essere certi di ciò che succede in determinate situazioni di rischio dell'ordine pubblico, dall'altra, anche di individuare le persone che agiscono magari sistematicamente – anche se cercano sempre di coprirsi il volto, pur essendo una cosa vietata durante le manifestazioni – per andare così ad individuare chi sono quelle cellule che sistematicamente si intrufolano sia all'interno delle manifestazioni – e ho finito, Presidente Pag. 39– di carattere politico o sociale, sia soprattutto all'interno delle manifestazioni sportive, solo ed esclusivamente per snaturare quello che è il loro scopo.
  Quindi, le chiedo cortesemente di valutare seriamente – non lo faccio per ostruzionismo, lo faccio proprio per un fatto di buon senso – di rivedere quello che è il suo parere espresso su questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2616-A/28, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Malisani, Gribaudo, Lavagno, Pilozzi, Saltamartini, Palma ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  454   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  394).    

  Passiamo all'ordine del giorno Attaguile n. 9/2616-A/29, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, da parte del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Attaguile. Ne ha facoltà.

  ANGELO ATTAGUILE. Signora Presidente, mi meraviglio del richiamo a ritirare questo ordine del giorno, perché ritengo che sia molto importante, invece, valutarlo attentamente e riflettere tutti insieme attentamente su questo ordine del giorno.
  La Lega, oltre ad illustrare la problematica di Mare Nostrum, che è stata già ben definita e chiarita dai miei colleghi, si è preoccupata, anche in tempi antecedenti al decreto-legge, della violenza negli stadi. È un argomento importantissimo, ecco perché la Lega ha presentato una proposta di legge, a firma mia, di Giorgetti e di tutto il gruppo della Lega e sottoposta anche all'attenzione di altri parlamentari, che l'hanno firmata; infatti, c’è una proposta di legge che raccoglie diverse firme da tutti i gruppi, perché oggi la violenza negli stadi è importantissimo chiarirla, esaminarla e vedere il perché oggi esiste.
  Questa proposta di legge non va letta semplicemente per diminuire il potere di alcuni presidenti di squadre di calcio che oggi usufruiscono di questo sport nazionale importantissimo per i propri interessi, ma va vista nell'ottica anche ed essenzialmente dell'antiviolenza. Chi vi parla è stato presidente della squadra di calcio della propria città e, quindi, ho proprio esperienza di ciò che avviene negli stadi. Quando si vuole reprimere con un decreto-legge, senza approfondire con un dibattito, la violenza negli stadi si sbaglia. Infatti, non si fa semplicemente pulizia, non si interviene inasprendo i Daspo e punendo i tifosi, anzi bisogna coinvolgere i tifosi nell'organizzazione della squadra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). E vi dico che, coinvolgendo i tifosi, i tifosi stessi allontanano i delinquenti e certe volte anche la mafia che vuole strumentalizzare il calcio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Quindi, bisogna riportare i tifosi allo stadio. Non dimentichiamo l'esperienza spagnola del Barcellona che ha 170 mila azionisti. Bisogna, quindi, responsabilizzarli, dando loro un compito importantissimo, proprio quello di tutelare i colori e la propria squadra.
  Vi dico che certe volte gli incidenti non vengono organizzati dai tifosi, se i tifosi possono tifare la propria squadra, ma vengono organizzati anche settimane prima quando si organizzano delle trasferte o si scontrano con altre squadre antagoniste fuori dagli stadi. Noi purtroppo a Catania abbiamo avuto un'esperienza veramente brutta da evidenziare, con gli scontri fra la polizia e i tifosi che hanno visto un morto nelle forze dell'ordine. Pag. 40Oggi c’è un tifoso in carcere che nulla ha di tifoso, ma ha di delinquenza. Allora, io vi invito ad accogliere e a valutare attentamente questo ordine del giorno perché la Lega Nord vuole fare un'opposizione costruttiva per risolvere i problemi e la delinquenza negli stadi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Attaguile n. 9/2616-A/29, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Di Lello, Stumpo, Gelli, Fitzgerald Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  352   
   Astenuti   99   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  59    
    Hanno votato
no  293).    

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Busin n. 9/2616-A/30 formulato dal Governo.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, io voglio richiamare l'attenzione del Governo su questo ordine del giorno particolare perché il decreto-legge che stiamo votando prevede delle norme che hanno il preciso obiettivo di generare maggiore efficienza all'interno del Ministero dell'interno. A nostro parere, questa maggiore efficienza non può essere raggiunta se si prescinde da un concetto di giustizia e di corretta gestione del personale addetto alla difesa, agli interni e alla sicurezza pubblica.
  Quindi, chiediamo che venga abrogata quella norma che prevede il blocco degli avanzamenti stipendiali e di tutte le procedure di contrattazione e di concertazione relative al personale specificamente coinvolto nelle azioni di sicurezza, di ordine pubblico e di difesa, perché in questo particolare momento di tensione sociale – oltretutto generato da scelte che noi continuiamo a definire sbagliate e continuiamo a condannare lo stesso Governo che non fa che acuire le tensioni che sono presenti nella nostra società –, appunto in queste circostanze non si può prescindere dalla loro eccezionalità e quindi bisogna avere un occhio di riguardo, senza operare dei tagli indiscriminati per tutto il pubblico impiego.
  Fra l'altro, noto in questo modo di agire del Governo – e lo voglio denunciare – il venir meno del proprio ruolo di Governo, che dovrebbe essere appunto quello di un intervento ragionato, di un intervento che abbia una sua logica e un'armonia complessiva; invece si torna a proporre norme come quella che chiediamo di abrogare, che trattano indiscriminatamente tutto il pubblico impiego, così come vengono proposti tagli lineari che trattano allo stesso modo, in modo identico, enti pubblici che hanno dimostrato una certa efficienza e un'oculatezza nella gestione delle risorse e altri enti pubblici che si sono invece dimostrati spreconi o particolarmente poco oculati nella gestione delle risorse.
  Richiamiamo, quindi, il Governo a fare delle scelte, a governare – come appunto si dice –, a non abdicare al proprio ruolo e a non fare dei tagli indiscriminati che non tengono conto delle specificità.
  Richiamo ancora una volta le responsabilità del Governo in generale, ma anche in particolare in questa occasione, perché lo riteniamo specificamente responsabile di questa situazione di particolare tensione sociale e di disagio, che facciamo vivere soprattutto alle parti più deboli e meno protette della nostra società.

  MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Non può più parlare...

Pag. 41

  MATTEO BRAGANTINI. Solo per aggiungere la firma...

  PRESIDENTE. Sta bene. Anche il deputato Invernizzi aggiunge la firma all'ordine del giorno Busin n. 9/2616-A/30.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busin n. 9/2616-A/30, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Santanchè, Santerini, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  427   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  286).    

  Prendo atto che la deputata Binetti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/31, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Poiché siamo giunti nell'imminenza delle ore 13, orario per il quale è convocato il Parlamento in seduta comune ed è necessario procedere all'installazione delle cabine di voto, sospendo la seduta della Camera, che riprenderà al termine della riunione del Parlamento in seduta comune.

  La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 16,40.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Abrignani, Alfreider, Boccia, Borghi, Busto, Carinelli, Castelli, Cirielli, De Girolamo, Dellai, Di Lello, Di Salvo, Ferranti, Fico, Fraccaro, Ginato, Manciulli, Mannino, Merlo, Molea, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Schullian, Tabacci e Tancredi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2616-A.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2616-A: Conversione in legge del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.

(Ripresa esame ordini del giorno – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato ultimato l'esame dell'ordine del giorno Binetti n. 9/2616-A/31.
  Passiamo quindi all'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2616-A/32, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di intervenire l'onorevole Di Benedetto, prego.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, chiedevo di intervenire per illustrare il mio ordine del giorno, dato che, se poi fosse possibile...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, lei può fare la dichiarazione di voto, per l'illustrazione...

Pag. 42

  CHIARA DI BENEDETTO. Sì, per dichiarazione di voto sul mio ordine del giorno, che è appunto il n. 9/2616-A/32.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  CHIARA DI BENEDETTO. Ritengo che sia comunque importante proseguire con la lettura stessa dell'ordine del giorno: premesso che: il Capo I del decreto contiene disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza che possono manifestarsi in occasione di competizioni sportive; si pone con urgenza l'esigenza di un adeguato coordinamento con le competenti autorità degli stati esteri interessati, si impegna il Governo ad assumere immediate iniziative volte a realizzare un coordinamento con particolare riguardo alle autorità dell'Olanda.
  Credo sia fondamentale soffermarsi sul contenuto del decreto stesso, considerate anche le modifiche che sono state apportate attraverso il lavoro del mio gruppo parlamentare in Commissione. Il decreto-legge, infatti, interviene per combattere la violenza durante le manifestazioni sportive e garantire la sicurezza degli impianti, potenziando gli strumenti di prevenzione e di contrasto a fenomeni di illegalità connessi appunto agli eventi sportivi, tenuto anche conto delle criticità che sono emerse nella stagione calcistica originate da nuove azioni di turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica. In pratica, si inasprisce, si amplia la misura di prevenzione del Daspo. Nel provvedimento sono contenuti anche interventi su immigrazione e asilo e introduzione di nuove misure e fondi per l'accoglienza dei migranti in Italia e la gestione di flussi migratori. Altro elemento contenuto all'interno – come se non bastasse – di questo decreto: il Patto di stabilità è allentato per i comuni siciliani più coinvolti con gli sbarchi. Sono assegnate, inoltre, delle risorse per la Polizia di Stato e i Vigili del fuoco e tali risorse sono appunto finalizzate all'acquisto di autovetture, attrezzature ed equipaggiamenti nonché alla ristrutturazione delle sedi. Per quanto riguarda le cose che si possono ritenere interessanti all'interno di questo decreto, che sono state anche il risultato di un lavoro del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, con gli emendamenti ai primi quattro articoli, che sono di competenza della Commissione giustizia, si deve riconoscere che c’è stata comunque una valutazione positiva del contenuto degli articoli per quanto riguarda l'inasprimento generalizzato delle pene e delle sanzioni connesse alle frodi sportive nonché alle condotte che determinano il Daspo. Pur ritenendo che la repressione non possa essere la sola risposta a un fenomeno che necessita, invece, di una risposta che sia anche e soprattutto educativa da parte delle istituzioni, è sicuramente positivo che le sanzioni contengano quanto meno un elemento di deterrenza, elemento soprattutto che si inquadra all'interno dell'emendamento, per esempio, presentato dal collega Bonafede.
  Allo stesso tempo, però, si vuole evitare da parte nostra, ovviamente con degli specifici emendamenti che sono stati presentati dal mio gruppo...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  CHIARA DI BENEDETTO. Sì, sto concludendo. ... che l'inevitabile durezza di alcune misure sanzionatorie, previste all'interno di questo decreto-legge, non sconfini in un eccesso di potere discrezionale da parte del questore per quanto riguarda il cosiddetto Daspo preventivo e si è voluto, altresì, evitare che le stesse nuove sanzioni previste dal Daspo governativo non si coordinassero con parallele misure giudiziarie, quindi determinando delle vere e proprie duplicazioni della pena.
  In fine, attraverso vari emendamenti, tra cui quelli del collega Turco, che avevano appunto ad oggetto le società sportive e la riforma della tessera del tifoso, si è inteso emendare in senso riduttivo gli aumentati poteri concessi al Ministro dell'interno sul divieto di trasferta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 43
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2616-A/32, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galperti non riesce...provi a...ci faccia segno se non riesce, perché è coperto dalla collega davanti; adesso arriva la cavalleria...Tabacci...ma non tolga la tessera altrimenti facciamo notte, adesso le mando il tecnico; ma siamo sicuri che sia la tessera ? Perché c’è anche chi ha votato con il bancomat...su, colleghi, che è ancora giorno; aiutiamo l'onorevole Tabacci a votare...altri colleghi ? Tutti, tranne l'onorevole Tabacci... Martella...
  Nel frattempo che sblocchiamo la postazione dell'onorevole Tabacci, salutiamo gli studenti della Scuola Media Vicentini-Della Porta di Chieti, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Malpezzi...ben arrivato. Tabacci è riuscito ? Perfetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  406   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  325).    

  (I deputati Piccione e D'Arienzo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Pisano n. 9/2616-A/33 sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Chiede di parlare, onorevole Artini ? No, l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà per dichiarazione di voto.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, è importante chiarire bene questi ordini del giorno perché non sia mai che apriamo una breccia nella maggioranza e facciamo capire che questi ordini del giorno potrebbero servire, se attuati, a cambiare questo decreto. Quindi, partiamo dal leggerlo nuovamente così magari lo rinfreschiamo.
  La Camera, premesso che il Governo è intervenuto con il presente decreto-legge ad adottare norme in materia di rimedi in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e di violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno, il cui Ministro non è certamente funzionale: il «caro Alfano».
  Il comma 1, dell'articolo 1, del decreto-legge in esame, inasprisce le pene previste e punite dall'articolo 1 della legge 13 dicembre 1989, n. 401; con gli articoli 2 e 4, comma 3, lettera b), vengono ampliate le categorie dei potenziali destinatari del cosiddetto Daspo (il provvedimento con cui il questore dispone il divieto di accesso ai luoghi nei quali si svolgono manifestazioni sportive), aumentando la durata del provvedimento di divieto in relazione a recidivi ed a responsabili di episodi di violenza di gruppo.
  Viene inoltre previsto che, decorsi almeno tre anni dalla cessazione del Daspo, l'interessato possa chiedere la cessazione degli ulteriori effetti pregiudizievoli da esso determinati. Con l'articolo 3, comma 1, lettere b) e c), viene esteso l'ambito di applicazione del divieto, per le società sportive, di corrispondere una serie di benefici a determinate categorie di soggetti. Vengono inoltre specificati i casi in cui è fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni calcistiche di vendere o distribuire titoli di accesso.
  Con l'articolo 4, comma 1, lettera a), si prevede che il Ministro dell'interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, possa disporre il divieto di apertura del settore ospiti degli stadi di calcio in relazione ad un pericolo di turbativa dell'ordine pubblico; con l'articolo 4, comma 3, lettera a), si prevede che le procedure amministrative semplificate si applichino anche alle misure di adeguamento degli Pag. 44impianti per la loro riqualificazione, nonché per la segmentazione dei settori e l'abbattimento delle barriere.
  Con questo ordine del giorno, quindi, cosa vogliamo ? Vogliamo impegnare il Governo affinché valuti l'opportunità, con il primo provvedimento utile, di chiarire i confini nell'ambito della condotta violenta di gruppo, della condotta individuale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Sostanzialmente, cosa si chiede ? Si chiede che ci sia chiara e definita la distinzione tra la condotta individuale e quella di gruppo e faccio, un esempio, concreto: nel momento in cui le curve vengono inibite alla partecipazione alle giornate sportive – e io ho subito indirettamente un trattamento simile in quanto per anni sono stato abbonato allo stadio – non viene distinta la differenza tra l'azione di gruppo e l'azione individuale e, di conseguenza, cittadini che hanno una condotta perfetta e ineccepibile allo stadio vengono puniti per atteggiamenti non di loro pertinenza.
  Allora si chiede sostanzialmente che questo possa essere distinto. Certo mi viene anche da valutare che con questo ordine del giorno i miei colleghi forse si sono distratti quando l'hanno fatto perché chiedono qualcosa che debba essere portato avanti dal Ministro dell'interno che dovrebbe garantire questa applicazione; un Ministro che non riesce a garantire neanche il suo normale operato nazionale figuriamoci se riesce perfino a capire questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, di conseguenza, diventa complicato che lo applichi.
  Cosa chiediamo inoltre ? Chiediamo appunto che venga rivisto completamente perché l'articolato di questo decreto non è assolutamente soddisfacente.
  Noi abbiamo avuto un percorso fatto con tutte le parti in causa coinvolte da questo decreto; quindi abbiamo incontrato anche le tifoserie, gli operatori come, ad esempio, gli steward dello stadio, le società sportive, e c’è un'idea comune che è quella che non è più possibile operare con sanzioni come il Daspo, che non è sostanzialmente ben regolamentato, visto che abbiamo notato anche come sia possibile per alcuni tifosi incorrere in doppia sanzione, che li terrebbe fuori dai giochi per più di tre anni, quando invece sarebbero delle punizioni da applicare puntualmente alla persona che disturba la quiete e la normale gestione dello stadio durante le manifestazioni sportive. Ricordo che una missione da parte dello Stato dovrebbe essere quella di garantire la partecipazione anche delle famiglie a qualunque tipo di manifestazione sportiva, perché poi sono quelle che rendono piacevole la vita comunitaria all'interno dello stadio; invece, spesso le famiglie vengono estromesse perché lo stadio diventa sostanzialmente un luogo dove spesso e volentieri avvengono punizioni collettive, riguardando anche persone che non hanno nulla a che vedere con le colpe per le quali il Daspo è dato anziché al soggetto alla curva intera. Allora credo che il Governo si deve prendere la responsabilità di parlare anche con chi questi provvedimenti li subisce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisano n. 9/2616-A/33, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, D'Alia, Mantero, Di Lello, Nissoli, Carinelli, Archi, Rostan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  441   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  331).    

  Salutiamo gli studenti del liceo classico «Francesco De Santis» di Manduria, in Pag. 45provincia di Taranto, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Immagino sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Sì, Presidente, ho lasciato che si esperisse la fase delle votazioni. Nell'ultimo intervento il collega del MoVimento 5 Stelle ha detto cose che noi accogliamo con lo spirito che l'ostruzionismo è da rispettare come forma di opposizione, però ha usato parole nei confronti del Governo che noi non riteniamo accettabili. Non si può dire che il Governo non capisce un ordine del giorno e per questo non lo applica. Quindi, io pregherei la Presidenza di essere rigorosa nei termini del rispetto del Regolamento, perché credo che il Governo meriti rispetto quando fa il suo lavoro in maniera ineccepibile.

  PRESIDENTE. Quindi, il suo era in effetti un intervento per richiamo al Regolamento.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, faccio una premessa: il mio collega magari ha detto che «non capisce», però, in questo caso, prendo le difese del Governo perché può darsi anche che non possa capire perché il mio collega si è espresso male o perché abbiamo scritto l'ordine del giorno in maniera non congrua, quindi...

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, ad ogni buon conto la Presidenza chiede ai colleghi, al netto delle posizioni di ciascuno, di mantenere un rapporto civile e di rispetto nei confronti del Governo e degli altri colleghi.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Colletti n. 9/2616-A/34, con il parere contrario dal Governo.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, prima di spiegare la dichiarazione di voto di questo ordine del giorno, dovremmo fare una premessa necessaria per la comprensione del perché alcune norme sono state inserite in questo modo in questo decreto. C’è un rischio che permane in tutta la legislazione di emergenza che è stata fatta sul problema della violenza negli stadi, anche se poi parliamo spesso di violenza nelle manifestazioni sportive ma sappiamo benissimo che ci occupiamo principalmente della violenza negli stadi, almeno in Italia, ovvero la violenza negli stadi durante gli avvenimenti calcistici. Il rischio sotteso a tale legislazione è che se non lo si «ricomprende» come sistema, andiamo in realtà a tutelare, come bisogna tutelare, le persone dentro gli stadi, quindi le manifestazioni, però andiamo a creare, ovviamente, problemi fuori dagli stadi.
  Tanto è vero che negli ultimi anni vi è stata una conseguenza dell'inasprimento delle pene per cui le principali violenze avvenivano fuori dagli stadi, a chilometri fuori dagli stadi, come è avvenuto nell'ultimo caso da cui poi è scaturito questo decreto-legge.
  Tanto è vero che le vicende sono avvenute – se non sbaglio – a due chilometri e mezzo fuori dallo stadio. Quindi, premettendo questo, che è anche un po’ il contenuto della conseguenza – e questa è la causa –, il rischio vero e proprio è che tale decreto funga da causa per alimentare e aumentare le conseguenze fuori dagli stadi, difendendo coloro che sono dentro e, quindi, tutelando le manifestazioni e gli interessi anche delle società sportive che svolgono attività sportive dentro gli stadi.
  Fatta questa necessaria premessa in questo caso, vado più dentro all'ordine del giorno stesso: qui siamo in presenza di una sorta di sanzione accessoria che si commina in realtà a una vasta platea di persone.Pag. 46
  Normalmente, le sanzioni accessorie – e questa la presuppongo come sanzione accessoria – vengono comminate a seguito di condanna. In questo caso, noi siamo fuori da tale principio giuridico perché nel decreto-legge viene appunto richiamato l'articolo 6 della legge n. 401 del 1989. Il problema di questo articolo di legge è che presuppone non solo le condanne di tutte le persone condannate per tutta una serie di reati di natura violenta, siano essi di gruppo, siano essi individuali, perpetrati nelle vicinanze o in occasione di manifestazioni sportive; fin quando ci sia la condanna, nulla quaestio giustamente; il vero problema è che in questo caso la norma presuppone non solo la condanna, ma anche la mera denuncia.
  Ora, che molti di coloro che vengono denunciati, anche a causa dell'eccessiva frammentazione e dell'eccessiva lunghezza dei procedimenti penali, possano avere solo a seguito di una denuncia, quindi di un atto di parte, sebbene questa parte possa essere il questore o direttamente la polizia, i carabinieri o quant'altro o anche i club in questo caso, delle conseguenze limitative della propria libertà e, in questo caso, oltre che conseguenze limitative della propria libertà personale anche, tenuto conto dell'articolo 6, ad esempio, l'obbligo di firma in determinati orari, normalmente in coincidenza con le manifestazioni sportive, presuppone una sorta di controllo indiretto da parte di coloro che normalmente materialmente vendono i biglietti per tali manifestazioni sportive.
  È proprio lì il problema, un problema innanzitutto giuridico: una sanzione accessoria che può avere una durata addirittura indefinita e che non consegue a una condanna penale nemmeno di primo grado potrebbe essere vista come una sanzione accessoria costituzionalmente illegittima proprio perché va contro i principi della Costituzione su cui qui in questa Aula, ma anche fuori da quest'Aula spesso discutiamo, ovvero dell'innocenza fino al terzo grado di giudizio o del giusto processo. Ebbene, tale norma va contro teoricamente quei principi che i fautori di questi principi difendono per altre questioni qui in questa Aula.
  Il nostro ordine del giorno infatti vorrebbe che il Governo, in un futuro provvedimento anche di natura regolamentare, perché si potrebbe fare un provvedimento di natura regolamentare, preveda una specifica applicazione di questo principio giacché...

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  ANDREA COLLETTI. Ho già finito i cinque minuti ?

  PRESIDENTE. Da un po’.

  ANDREA COLLETTI. Le chiedo scusa: me l'ero segnato, ma non me n'ero accorto.
  Solo per concludere chiedo pertanto – questo è un mero ordine del giorno e so che c’è il parere contrario del Governo – la votazione solo per meglio specificare l'aleatorietà di questi provvedimenti da parte dell'organo giudicante e da parte del questore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colletti n. 9/2616-A/34, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Saltamartini, Russo... Togliete le palline di carta: è più facile riuscire a votare. Bonafede, Magorno, Costantino, Palma, Giachetti, Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  420   
   Astenuti    38   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  337).    

Pag. 47

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2616-A/35, accettato dal Governo, purché riformulato.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, ovviamente, non accettiamo questa riformulazione. Sembra che il Governo, con questo «a valutare l'opportunità di», prenda sempre un po’ in giro quello che è un impegno molto inconsistente, da un certo punto di vista della minoranza. Sono parzialmente contro quello che ha detto il mio collega Colletti: il Daspo è sì una misura preventiva, che può essere data anche prima del processo, anche senza un processo.
  Il problema è che è stato sviscerato che in altri Stati europei questa misura viene applicata come forma di provvedimento dell'autorità giudiziaria, e quindi con qualche garanzia in più, mentre in Italia viene, invece, applicata dalla questura. Questo è stato già giustificato da parte della Corte costituzionale dicendo che questa misura preventiva è, in qualche modo, minimale rispetto alle tante altre misure, e quindi può essere applicata dalla questura senza alcun problema.
  È chiaro che, quando è nato come provvedimento, questo ci poteva anche stare, ma, con i diversi interventi di natura governativa, che lo hanno portato prima a cinque anni, poi, in questo decreto, addirittura con la possibilità di essere applicato anche per comportamenti che riguardano i gruppi – quindi, a ogni soggetto che appartiene a un gruppo o a una tifoseria che compie certi atti violenti in Italia o all'estero – in questo caso questo provvedimento è stato notevolmente intensificato come repressione, e quindi questa giustificazione è venuta meno.
  Si era fatto leva sul fatto che vi fosse una violazione dell'articolo 16 della Costituzione per quanto riguarda la libertà personale di circolare, e quindi questa disposizione dovrebbe essere un attimo rivista, perché è stata aggravata negli anni. Quindi, non è più quel principio di misura preventiva minimale che era stato riportato dalla Corte costituzionale come giustificazione in ordine all'applicazione da parte della questura rispetto a quello che in tanti altri Stati, come ho detto, è un atto di natura giudiziaria.
  Bene, questo ordine del giorno, di cui non accettiamo assolutamente la riformulazione, è un ordine del giorno di buonsenso, perché ci dice di graduare questa misura. Noi, chiaramente, siamo contrari al fatto che il Daspo possa essere applicato ad un soggetto che fa parte di un gruppo, che, quindi, si prende la responsabilità dell'intero gruppo. Lo abbiamo già detto: in ambito penale la responsabilità, come ci dice l'articolo 27 della Costituzione, è personale.
  Qui vi è un altro tipo di responsabilità, ma la questione di fondo non cambia, ovvero il soggetto appartenente ad un gruppo non deve essere punito per gli atteggiamenti del gruppo stesso, ma questa responsabilità deve essere chiaramente provata e graduata rispetto ai comportamenti effettivi che il soggetto tiene.
  Quindi, andiamo a vedere questo ordine del giorno cosa dice: detta tutela viene espletata anche con la rimodulazione di alcuni presupposti per l'applicazione del Daspo e dei loro effetti talché è stato previsto che il divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive possa essere disposto nei confronti di chi risulta aver tenuto, anche all'estero, come avevo detto prima, una condotta finalizzata alla partecipazione attiva ad episodi di violenza, condotta che in base alle disposizioni contenute nel decreto, potrà essere valutata ai fini della comminazione del provvedimento inibitorio, sia quando la responsabilità venga fatta discendere da una condotta personale del soggetto ritenuto responsabile, sia che la responsabilità del soggetto destinatario della sanzione sia accertata per il solo fatto della sua partecipazione a non meglio identificata attività di un gruppo. Questo è inaccettabile ovviamente, perché non possiamo considerare i fatti e gli atti che un gruppo compie e dare questa responsabilità anche al soggetto per il solo fatto di appartenere a questo gruppo. Questo è un provvedimento assolutamente che difetta Pag. 48di un principio di equità e di uguaglianza. Allora, noi che cosa abbiamo scritto nel nostro ordine del giorno ?

  PRESIDENTE. Concluda.

  VITTORIO FERRARESI. Semplicemente che si impegna il Governo: ad assumere iniziative che garantiscano la corretta modulazione della sanzione applicabile in ragione dell'effettivo apporto che ciascun soggetto avrà effettivamente dato all'azione del gruppo la cui condotta sia stata considerata penalmente rilevante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2616-A/35, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gribaudo, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  457   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  337).    

  Passiamo all'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2616-A/36.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Presidente, il decreto in esame ha disposto l'inasprimento delle sanzioni del divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive per chi reitera violazioni dei regolamenti degli impianti, prevedendo altresì che possa essere applicato anche nei confronti dei soggetti che risultano condannati o denunciati non solo per i reati da stadio, ma anche per tutti i delitti contro l'ordine pubblico, nonché per i delitti di comune pericolo mediante violenza (devastazione, saccheggio). Infine, vengono rivisti i termini di durata del Daspo, stabilendo che il provvedimento debba avere una durata da un minimo di cinque ad un massimo di otto anni per quei soggetti che sono già stati precedentemente sanzionati con il Daspo. In linea di principio, possiamo anche concordare con l'inasprimento delle sanzioni per i recidivi, ma il problema è che il provvedimento del Daspo, nel dettato uscito fuori con questo decreto rischia di dare spazio ad un'impropria discrezionalità da parte dei questori. Il provvedimento, infatti, può essere disposto, sulla base di non meglio precisati elementi di fatto. Per questo avevamo chiesto con un emendamento che questi elementi di fatto fossero provati da immagini o filmati atti a riconoscere inequivocabilmente i soggetti destinatari del Daspo come persone effettivamente responsabili di condotte penalmente rilevanti.
  Con la richiesta di fiducia avete evitato che il decreto-legge potesse accogliere delle modifiche migliorative. Per questo vi invitiamo almeno ad accogliere i buoni suggerimenti che vengono dai nostri ordini del giorno, come questo che sto illustrando.
  Ciò che, infatti, ci lascia estremamente perplessi tra le nuove previsioni di inasprimento del Daspo è quella secondo la quale nei confronti dei recidivi debba essere applicata sempre anche la disposizione di presentarsi presso il comando di polizia una o più volte negli orari indicati, nelle giornate in cui vige il divieto di accesso allo stadio: una sorta di libertà vigilata applicata in automatico.
  Riteniamo eccessivamente gravosa l'applicazione di questa prescrizione non tanto per il recidivo, ma soprattutto per l'amministrazione pubblica e per il tribunale. Le disposizioni precedenti prevedevano una più saggia valutazione caso per caso, che funzionava. Perché modificare questo punto ?
  Quello, infatti, che la maggior parte delle persone non ha chiaro è che il Pag. 49provvedimento di questa sorta di libertà vigilata, disposto dal questore, cessa di avere effetto se non è successivamente convalidato dai tribunali. Ciò cosa significa ? Che a partire dal provvedimento del questore scatta immediatamente un procedimento che investe i tribunali, con un passaggio che coinvolge pubblici ministeri e giudici. Prima di arrivare a queste disposizioni automatiche, che investono i tribunali, era necessario, a nostro avviso, tentare altre strade, magari coinvolgendo maggiormente le tante persone che vanno allo stadio semplicemente anche solo per divertirsi. Quindi, sono tanti i Paesi che, pur prendendo particolari provvedimenti contro la violenza negli stadi, sono comunque andati in questa direzione, con riguardo anche alle garanzie costituzionali in materia di libertà individuale. Penso, ad esempio, all'Olanda che ha dato inizio a un esperimento molto peculiare. È stata, infatti, creata una banca dati con le impronte digitali, volontariamente impresse dai tifosi all'ingresso dello stadio...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MICHELE DELL'ORCO. ...con la possibilità di vietare l'accesso – questo è successo in Olanda, non so la data esatta, comunque sono sicuro che è successo in Olanda – a coloro che offrano un rifiuto, o comunque di distinguere i potenziali virtuosi dai potenziali violenti...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dell'Orco.

  MICHELE DELL'ORCO. Sto per concludere. A mio avviso, è questo il tipo di approccio che dovevano seguire tutti quanti, ossia quello che permette alla comunità stessa di distinguere e isolare i soggetti pericolosi. Questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Onorevole Dell'Orco, ha esaurito il suo tempo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2616-A/36, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Qualche collega non riesce a votare ? Di Lello, Bergamini, Biasotti, Ventricelli, Di Salvo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  331).    

  (I deputati Carlo Galli e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Businarolo n. 9/2616-A/37, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, come sapete, il provvedimento oggi all'esame dell'Aula contiene disposizioni di diversa natura e, tra le altre, alcune misure che hanno lo scopo di arginare e combattere un fenomeno che si sta ripetendo ormai troppo spesso, quello cioè della violenza durante le manifestazioni sportive.
  Il cosiddetto decreto-legge stadi è stato approvato proprio in seguito a episodi tristemente noti.
  Mi riferisco agli scontri verificatisi il 3 maggio scorso, prima della finale di Coppa Italia, disputata tra le squadre di calcio Roma e Napoli, durante i quali fu ferito un giovane tifoso napoletano, in seguito deceduto per le gravi lesioni riportate.

  PRESIDENTE. Pare fosse Fiorentina- Napoli.

Pag. 50

  FRANCESCA BUSINAROLO. Bene, mi scusi, ma io non sono una tifosa né del Napoli né della Roma.

  PRESIDENTE. Neanche io.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Grazie per avermi corretta, Presidente (e neanche della Fiorentina).
  Non è certamente la prima volta che si registrano episodi del genere, fortunatamente non sempre con esiti mortali, ma che purtroppo fanno spesso da corollario a quelle che dovrebbero essere manifestazioni sportive e occasioni di divertimento.
  Allo stadio, ad assistere ad una partita di calcio, non vanno soltanto i tifosi, i supporter, ma anche le famiglie e le persone animate semplicemente da una passione sportiva. Ecco, Presidente, io stessa sabato sono andata alla partita dell'Hellas Verona, allo stadio Bentegodi, io con mio marito: l'Hellas vado a vederlo.
  Un pubblico variegato dunque, in mezzo a cui però si insinuano soggetti che si recano allo stadio con il chiaro intento di provocare disordini e mettere così fortemente a rischio l'incolumità delle altre persone e delle Forze dell'ordine, che presidiano e sorvegliano compiendo il loro dovere. Esprimo dunque un giudizio positivo sulle misure contenute nel provvedimento.

  PRESIDENTE. Per favore...

  FRANCESCA BUSINAROLO. Non ho finito il mio tempo, Presidente.

  PRESIDENTE. No, no, non era per lei, lei ha ancora tre minuti. Era per i colleghi...

  FRANCESCA BUSINAROLO. ...che stanno disturbando l'aula: quindi aspettiamo il silenzio ?

  PRESIDENTE. Prego, prego, vada avanti.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Esprimo dunque un giudizio positivo sulle misure contenute nel provvedimento, che sono dirette a garantire la sicurezza degli impianti attraverso il rafforzamento degli strumenti di prevenzione e di contrasto dei fenomeni di illegalità connessi agli eventi sportivi o all'inasprimento generalizzato delle pene e delle sanzioni connesse ad un'altra grave problematica che è invece del mondo sportivo, quale le frodi sportive, e alle condotte che determinano il Daspo, ciò anche in ragione del fatto che l'inasprimento funge anche da valido deterrente per soggetti più facinorosi.
  Ritengo però che debbano essere apportate modifiche in alcuni punti del provvedimento, che contribuiscano a migliorarne il contenuto. In particolare, l'ordine del giorno da me presentato si riferisce all'articolo 2, comma 1, lettera a), punto 2, e qua richiamo l'attenzione del Governo, perché entro nel merito del mio ordine del giorno: magari con le mie parole potrà anche cambiare opinione. L'articolo 2, comma 1, lettera a), al punto 2 prevede l'applicazione del Daspo anche per chi, sulla base di elementi di fatto, risulti aver tenuto anche all'estero una condotta, sia singola che di gruppo, finalizzata alla partecipazione attiva ad episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione, tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica.
  Ecco, il mio ordine del giorno si focalizza proprio su quegli «elementi di fatto», parole che denotano una vaghezza ed un'eccessiva ampiezza, che può dare origine ad un'interpretazione eccessivamente discrezionale e, per questo, non comprendo il parere negativo del Governo.
  L'obiettivo dell'ordine del giorno, un ordine del giorno di buonsenso, è prevedere che i suddetti «elementi di fatto» abbiano una base di certezza, che siano comprovati attraverso filmati o riprese audio o video, che, inequivocabilmente – e sottolineo inequivocabilmente – consentano di individuare i soggetti che abbiano tenuto comportamenti penalmente rilevanti.
  Per questo motivo, per garantire certezza e chiarezza ed escludere dalle indagini delle condotte non penalmente rilevanti, chiedo al Governo – e qui richiamo Pag. 51ancora l'attenzione del rappresentante del Governo – se sia il caso di cambiare parere su questo ordine del giorno che ho appena illustrato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Businarolo n. 9/2616-A/37, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bragantini, Campana, Iacono ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  459   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no   346).    

  (Il deputato Fantinati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2616-A/38, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, vorrei illustrare e fare la dichiarazione di voto sul mio ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ne ha diritto, prego.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Grazie. Il disegno di legge in esame, di conversione in legge del decreto-legge n. 119 del 2014, che è composto da 11 articoli, suddivisi in quattro Capi, nel suo complesso contiene norme riguardanti la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, la gestione dei flussi dei richiedenti lo status di protezione internazionale, la funzionalità delle strutture del Ministero dell'interno. Tra gli obiettivi del provvedimento vi è, tra gli altri, quello di garantire una maggiore tutela in occasione delle manifestazioni sportive. Questi eventi, infatti, sono sovente il luogo e l'occasione per la reiterazione di comportamenti che mettono in pericolo l'ordine e la sicurezza pubblica. Le manifestazioni sportive dovrebbero invece essere un momento di divertimento e di relax, soprattutto degli spettatori.
  Eppure, queste manifestazioni troppo spesso degenerano in sconsiderati e ingiustificati atti di violenza da parte di chi dovrebbe limitarsi ad essere spettatore e godersi la partita. Purtroppo, però, è noto il triste fenomeno della violenza negli stadi perché è soprattutto il mondo del pallone ad essere interessato da questi episodi di violenza. Questi episodi, oltre che biasimevoli sul piano morale, configurano veri e propri crimini giuridicamente rilevanti e penalmente perseguibili. Le partite di calcio troppo spesso diventano il pretesto per alcuni tifosi violenti e facinorosi per dare sfogo ai peggiori istinti mettendo a repentaglio la sicurezza e l'ordine pubblico. Si tratta ancora una volta di un fenomeno che non può essere contrastato solo sul piano repressivo, cioè attraverso l'intervento della forza pubblica durante e dopo la consumazione delle condotte violente, ma che deve essere affrontato, soprattutto sul piano preventivo, mediante appropriate misure ante delictum dirette alla neutralizzazione dei potenziali violenti e prima ancora attraverso l'educazione alla non violenza e al fair play, anche con il coinvolgimento delle società sportive e degli stessi atleti.
  Ma veniamo al merito di questo ordine del giorno. La lotta al fenomeno della violenza negli stadi attraverso misure di prevenzione interdittive e ante delictum pone una serie di problemi sulla tenuta costituzionale di questi provvedimenti, soprattutto alla luce degli articoli 13 e 27 della Costituzione, in particolare rispetto ai principi di materialità e di offensività. È pur sempre necessario che la pericolosità sociale che giustifica l'adozione di una di queste misure si sia estrinsecata in un Pag. 52qualche comportamento esteriormente tangibile sintomatico di tale pericolosità, pena, appunto, l'incostituzionalità della norma che prevede la misura.
  Ma passiamo al merito del provvedimento. Il Capo I del decreto-legge qui in esame, agli articoli da 1 a 4, contiene disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive. La ratio di queste norme va rinvenuta nell'esigenza di rendere più efficace l'azione di contrasto dei fenomeni di illegalità e di violenza connessi alle manifestazioni sportive. Tra queste disposizioni in particolare si segnalano quelle dirette ad incidere sulla disciplina del Daspo. Com’è noto, l'acronimo Daspo sta per «divieto di accedere alle manifestazioni sportive», dunque un provvedimento di natura interdittiva nato per contrastare appunto il fenomeno della violenza negli stadi. La Corte costituzionale, con sentenza n. 512 del 2002, ha inquadrato questa misura tra quelle di prevenzione, cioè tra quelle che possono essere inflitte indipendentemente dalla commissione di un reato, quindi ante delictum, sulla base di comportamenti sintomatici della pericolosità sociale. Si pone, quindi, il problema, anche rispetto a questa misura, del rispetto dei principi di materialità e di offensività di cui all'articolo 27 della Costituzione.
  Tra le varie modifiche apportate dal disegno di legge sottoposto all'esame di questa Assemblea alla disciplina del Daspo, si segnala in particolare quella di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a).
  Il testo risultante per effetto della modifica è dunque il seguente: il divieto di cui al presente comma può essere altresì disposto nei confronti di chi, sulla base di elementi di fatto, risulta aver tenuto anche all'estero una condotta (...) tale da porre in pericolo la sicurezza pubblica o a creare turbative per l'ordine pubblico nelle medesime circostanze di cui al primo periodo.

  PRESIDENTE. Concluda.

  DONATELLA AGOSTINELLI. In altre parole – concludo – l'espressione: «sulla base di elementi oggettivi» è sostituita dalle parole «sulla base di elementi di fatto». Ora, sulla base di quanto osservato, con il presente ordine del giorno si impegna il Governo ad assumere provvedimenti che garantiscano che la valutazione relativa all'applicazione del Daspo, ove possa essere effettuata sulla base di elementi di fatto, sia supportata da risultanze quali immagini ovvero filmati audiovideo che siano idonei a garantirci un sicuro riconoscimento dei soggetti responsabili.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2616-A/38, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pizzolante, Abrignani, Palma, Carloni..., onorevole Palma, provi a votare, tolga la pallina e provi a votare. Carloni..., provate a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  457   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  340).    

  (Il deputato Caon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rizzetto n.9/2616-A/39, sui cui il Governo ha espresso parere contrario.

  TANCREDI TURCO. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Turco, lei interviene sull'ordine del giorno Rizzetto e Turco n. 9/2616-A/39 ?

Pag. 53

  TANCREDI TURCO. Sì; sull'ordine del giorno n. 9/2616-A/39.

  PRESIDENTE. Prego.

  TANCREDI TURCO. Ci tengo particolarmente a fare la dichiarazione di voto su questo ordine del giorno che ricalca un mio emendamento proposto in Commissione durante la discussione di questo provvedimento. Con questo ordine del giorno si vuole impegnare il Governo a prevedere di destinare una quota non inferiore all'1 per cento e non superiore al 2 per cento degli introiti complessivi derivanti dai diritti televisivi concessi per gli eventi sportivi – sottolineo dai diritti televisivi – in favore della copertura dei costi sostenuti dalle forze dell'ordine per il mantenimento dell'ordine pubblico in occasione di eventi sportivi. Alcuni giorni fa il prefetto Alessandro Pansa ha dichiarato che i costi delle forze dell'ordine che intervengono durante le manifestazioni sportive, in particolare durante le partite del nostro campionato di calcio, costano ai contribuenti, a tutti i contribuenti italiani, quindi anche a chi non segue il calcio, a chi addirittura del calcio non gliene frega niente, la bellezza di 25 milioni di euro, cifra che aumenta e arriva sino a 45 milioni di euro se si tiene conto anche dell'impiego degli elicotteri durante alcune partite di calcio o se si tiene conto anche della degenza degli agenti di polizia quando magari si feriscono durante gli scontri con alcune tifoserie. Alcuni giorni fa il Presidente del Consiglio Renzi ha scritto un tweet che leggo: gli straordinari delle forze dell'ordine impegnate negli stadi devono essere pagati dalle società di calcio e non dai cittadini. Principio che francamente condivido ed effettivamente in Commissione è passato un emendamento del collega del Partito Democratico, Fiano, che prevedeva di prelevare una percentuale che varia dell'1 per cento al 3 per cento sugli incassi derivanti dagli abbonamenti e dalla vendita dei biglietti degli stadi. Però sappiamo tutti che la presenza negli stadi e la vendita dei biglietti è in fortissimo calo. La vendita dei biglietti e degli abbonamenti di tutte le squadre di calcio, secondo una stima, ammonta a circa 150 milioni di euro all'anno. L'1 per cento sarebbe praticamente un milione e mezzo, quindi il contributo che si chiede alle squadre di calcio sarebbe pari a circa un milione e mezzo o se si arriva al 2 per cento o al massimo al 3 per cento, 3 milioni o 4 milioni e mezzo, a fronte – lo ripeto – di un costo che varia tra i 25 milioni di euro per le indennità e per gli straordinari delle forze dell'ordine e arriva fino a 45 milioni di euro.
  Quindi, ripeto, questo ordine del giorno vuole impegnare il Governo a far sì che si prenda la responsabilità di prelevare i soldi dai diritti televisivi perché è lì che c’è la «ciccia», è lì che c’è la sostanza, è lì che c’è la maggior parte degli introiti delle squadre di calcio. Tali introiti televisivi arrivano alla bellezza di quasi un miliardo di euro. Ecco allora che se si va a prendere l'1 per cento dai diritti televisivi, si può arrivare tranquillamente a 10 o a 20 milioni di euro e, quindi, arrivare a coprire tutte le spese delle forze dell'ordine impiegate durante le partite di calcio.
  Ci tengo anche a citare un articolo comparso due giorni fa sul Corriere del Veneto. Articolo che leggo: a Verona, da oltre un mese, la polizia non può effettuare il previsto e obbligatorio addestramento al tiro perché sostanzialmente mancano i soldi per le munizioni, fatto gravissimo.
  Il sindacalista della polizia, il signor Colognato, ha dichiarato che è stata imposta una sospensione per mancanza di munizioni sino alla prossima fornitura che probabilmente arriverà agli inizi dell'anno prossimo. Il collega del Partito Democratico Vincenzo D'Arienzo, collega di Verona, ha dichiarato: se la notizia è vera è un fatto gravissimo, è uno scandalo.

  PRESIDENTE. Concluda.

  TANCREDI TURCO. Allora a questo punto invito i colleghi, soprattutto i colleghi della maggioranza a votare positivamente questo ordine del giorno anche Pag. 54perché – lo sottolineo – nonostante il parere contrario del Governo, sappiamo tutti quello che è il valore di un ordine del giorno e quindi non credo che il Governo entri in crisi se questo ordine del giorno, che a mio avviso è assolutamente di buon senso e voluto dalla maggior parte dei cittadini italiani, verrà votato favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2616-A/39, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi... Marotta... Boccuzzi... Casellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  437   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 103    
    Hanno votato
no  334).    

  (I deputati Zan e Cardinale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Turco n. 9/2616-A/40, non accettato dal Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, intervengo su questo e poi successivamente anche sul mio ordine del giorno n. 9/2616-A/44. L'ordine del giorno in esame sostanzialmente possiamo dire che addirittura è a tutela delle casse dello Stato, che già parecchio tartassa i contribuenti e soprattutto piccole e medie imprese e cittadini. Ma direi che potrebbe anche essere utile per le nostre forze dell'ordine in quanto attualmente si sono visti riconoscere un'indennità per quanto riguarda la trasferta per ordine pubblico a dir poco misera, modesta: si parla di 7 euro quando le persone molte volte ci rimettono la vita per tutelare l'ordine pubblico soprattutto in alcuni eventi che possono essere superflui. In questa fattispecie all'articolo 3, comma 1, dopo la lettera c), è stata inserita la lettera c-bis) la quale modifica l'articolo 9, comma 3-bis, della legge n. 401 del 1989, aggiungendo i commi 3-ter e 3-quater che consentono di destinare una quota non inferiore all'1 per cento e non superiore al 3 per cento degli introiti complessivi derivanti dalla vendita dei biglietti e dei titoli di accesso validamente emessi in occasione degli eventi sportivi per finanziare i costi sostenuti per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico in occasione degli eventi medesimi ed in particolare per la copertura dei costi delle ore di lavoro di straordinario e dell'indennità di ordine pubblico delle forze dell'ordine.
  Poco fa il mio collega ha citato qual è l'ordine di grandezza, e il peso per l'erario dello Stato di questa tipologia di eventi; prima abbiamo detto anche qual è il ritorno che i poliziotti hanno, anche, certe volte, purtroppo, ahimè, a costo della vita. A questo punto si vuole impegnare il Governo ad intervenire, anche con idonee misure normative, al fine di prevedere di destinare una quota non inferiore all'1 per cento e non superiore al 3 per cento degli introiti complessivi derivanti dalla vendita dei biglietti e dei titoli di accesso validamente emessi in occasione degli eventi sportivi in favore del Fondo di solidarietà civile per le «vittime di reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive», istituito con la legge n. 217 del 2010 di conversione del decreto-legge n. 187 del 2010.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 55
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Turco n. 9/2616-A/40, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paolo Russo, Carella. Ci sono colleghi che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  428   
   Astenuti    20   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  331).    

  (I deputati Cardinale, Zan e Piccione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2616-A/41.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, questo ordine del giorno dovrebbe impegnare il Governo a valutare eventualmente la possibilità di destinare l'8 per mille in favore del comparto della sicurezza. Sappiamo essere questo comparto uno dei settori fondamentali per i cittadini e per lo Stato, uno dei settori, del resto, dove continuamente si fanno interventi; interventi che molte volte vanno proprio, invece, a tagliare le risorse per questo comparto. Proprio quando leggo il titolo, di questo provvedimento, che è quello di disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno, la cosa mi lascia parecchio perplesso.
  Innanzitutto, Presidente, quando, come in questo momento, espongo le problematiche relative a questo comparto, non so davvero a chi riferirmi, nel senso di maggioranza, perché se guardiamo le ultime statistiche di votazione di quest'Aula vediamo praticamente che, in oltre il 65 per cento dei casi, Forza Italia e il Partito Democratico votano praticamente assieme, quindi, nei fatti, sono una maggioranza, poi addirittura se ci spostiamo al Senato andiamo oltre il 90 per cento, cioè le unioni di fatto al Senato ci sono già, non le vogliono dare ai cittadini, ma per i partiti ci sono. Quindi, mi viene in mente l'interrogativo che Gaber, tanti anni fa, tirava fuori: qual è ormai la destra e la sinistra ? Probabilmente Gaber aveva anticipato anche il MoVimento 5 Stelle che sappiamo essere oltre queste logiche oramai di posizionamento semplicemente spaziale, visto che gli interessi, ormai, da destra a sinistra sono gli stessi e i Governi che si vantano di essere di sinistra si appoggiano a maggioranze che, in realtà, sono di destra.
  Al netto di questo, Presidente, però, io vorrei parlare di quella che è la responsabilità politica legata a questo provvedimento e quindi anche ai lavori di quest'Aula. Quando sento parlare di manifestazioni sportive faccio due conti, Presidente: gli episodi di violenza sono, nell'ultima stagione calcistica, quella di serie A e di serie B, aumentati rispetto alla stagione precedente, sono cresciuti gli incontri durante i quali si verificano numerosi feriti anche tra gli steward, come cresce anche il numero degli arresti. Non basta, c’è da aggiungere che ciò ha determinato anche un maggior numero a livello di impiego di forze dell'ordine – sono aumentate del 14 per cento – per un costo complessivo di 25 milioni di euro. Questo, in sintesi, è il quadro apocalittico riportato dal capo della polizia in Commissione affari costituzionali.
  Rammento anche che il dottor Pansa ha evidenziato che, nonostante siano stati Pag. 56commissionati oltre 5 mila Daspo – voglio ricordare: 5 mila Daspo ! – resta irrisolto il problema principale, che è rappresentato dal fatto che l'impiantistica sportiva – Presidente, l'impiantistica sportiva, altro che le misure che vengono rappresentate in questo provvedimento – è molto spesso completamente inadeguata, per cui...

  PRESIDENTE. Onorevole Allasia, per favore. Prego, continui onorevole D'Ambrosio.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Per cui, tende a decrescere anche il numero degli spettatori negli impianti, perché la sensazione e la percezione della sicurezza nei nostri impianti è pessima, quindi molte volte si parla di voler rivedere le famiglie all'interno degli impianti sportivi senza garantire un livello minimo di sicurezza degli stessi. Però, possiamo dividere equamente le colpe di questo, Presidente, fra la politica e le società sportive, visto che il nostro Presidente Renzi addirittura parlava di voler addossare tutte le colpe alle società sportive. Ma la politica ha le sue grandissime, enormi colpe in tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e vorrei dire quali sono le sue colpe, Presidente. La politica è praticata «seriamente», ad esempio, e vedo, ultimamente, probabilmente, che il rapporto più interessante che c’è stato tra la nostra classe politica ed il compartimento sportivo – chiamiamolo in questo modo – è stato quello della sera, dei rapporti fra il nostro Presidente del Consiglio e Genny la carogna. Allora lì ti rendi conto di quanto davvero il livello della politica si sia abbassato probabilmente, rispetto a certi delinquenti che frequentano – la minoranza – i nostri impianti sportivi.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Ci si rende conto, allora, probabilmente, che anche con questo provvedimento – e concludo, Presidente – si sia toccato il fondo. Cioè, ancora una volta, indichiamo la luna, noi del MoVimento 5 Stelle, come il problema, ma la politica termina con l'indicare il dito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2616-A/41, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco, Albanella, Spessotto, Gebhard.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  438   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  338).    

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2616-A/42.
  Ha chiesto di intervenire l'onorevole Silvia Giordano. Prego, ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, quest'ordine del giorno, in realtà, era stato presentato, sempre a mia prima firma, come emendamento in Commissione; è stato bocciato e avevo almeno la speranza di farlo passare come ordine del giorno, speranza che mi è stata totalmente strappata dal Governo. Vorrei capire almeno questa volta il perché. Infatti, per quanto riguarda questo decreto – mi concentro sulla parte dei centri di immigrazione –, il discorso è che l'impegno che noi chiediamo è semplice, lo leggo: adottare le misure necessarie affinché gli enti gestori dei centri di accoglienza indicati in premessa pubblichino sul sito Internet del Ministero dell'interno la rendicontazione della gestione, in ordine alle spese effettivamente Pag. 57sostenute e alle entrate percepite, redatta secondo i criteri stabiliti nelle convenzioni stipulate. Non si chiede altro che trasparenza. Capisco che può sembrare un po’ difficile ma in realtà non si chiede altro che trasparenza. La risposta che mi è stata data è che, in realtà, questa trasparenza comportava una spesa di soldi pubblici eccessiva. Spero che sia uno sbaglio questa risposta, perché non capisco come tale motivazione possa essere reale o veritiera. Infatti, in realtà, se si incominciasse ad essere trasparenti sugli enti gestori dei centri di accoglienza, si potrebbe incominciare tranquillamente a risparmiare molti soldi che, guarda caso, all'improvviso scompaiono e non si sa più che fine fanno. Poi, dopo un poco sono andata un po’ su Internet e ho trovato una notizia, un po’ datata in realtà, del 24 dicembre 2013, che vorrei rileggere, perché secondo me qualche collegamento c’è.
  Il titolo è: «Guadagnare con i centri di accoglienza. Lampedusa e Mineo: stessi gestori». Ad amministrare il CARA in provincia di Catania è un raggruppamento temporaneo di imprese vicine a Legacoop, Comunione e Liberazione ed esponenti vicini al Nuovo Centrodestra. Il consorzio Sisifo, oltre ad essere finito nella bufera dopo la diffusione del video shock della disinfestazione trasmesso dal Tg2, ha appena vinto anche l'appalto per il CARA di Foggia e amministra anche il CSPA di Cagliari.
  In particolare, ha annunciato in pompa magna che a Lampedusa verrà mandata la Croce Rossa. Ma mentre Angelino Alfano era intento a spiegare che il consorzio Sisifo verrà esautorato dalla gestione del centro di accoglienza lampedusano, pochi chilometri più a nord si consumava l'ennesimo delitto senza carnefici: Mulue aveva 21 anni, era eritreo e da maggio attendeva nel CARA di Mineo di ricevere lo status di rifugiato politico. Status che non arriverà mai, perché giorni fa – quindi a dicembre – Mulue ha deciso di togliersi la vita. Un suicidio anonimo, senza telecamere e titoli sui giornali: perché, se a Lampedusa il video dei migranti disinfettati con l'idrante ha gettato nella bufera i gestori del centro di accoglienza, a Mineo le cose procedono invece senza troppo clamore, malgrado i gestori siano gli stessi.
  Infatti, ad amministrare il centro in provincia di Catania è un raggruppamento temporaneo di imprese guidato dalla stessa Sisifo, che, oltre ad essere finita nella bufera per la gestione del centro di Lampedusa, ha appena vinto anche l'appalto per il CARA di Foggia e amministra il CSPA (Centro di soccorso e prima accoglienza) di Cagliari. È un raggruppamento bipartisan quello che ha in mano il CARA di Mineo: oltre a Sisifo, che aderisce alla Legacoop, c’è anche la Cascina Social Service, che si occupa di fornire i pasti ai migranti ed è legatissima a Comunione e Liberazione. Oltre a cattolici e Legacoop, però, hanno trovato rappresentanza nella gestione del CARA di Mineo anche ambienti di centrodestra: fino all'anno scorso il responsabile del centro era il presidente della provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, poi eletto deputato nelle fila del PdL, e oggi luogotenente di Alfano e del Nuovo Centrodestra in Sicilia.
  L'ombra del Ministro dell'interno nella gestione del CARA Mineo si allunga però fino a oggi. Salto una piccola parte perché voglio arrivare a quello che poi è proprio l'ordine del giorno. Al CARA di Mineo lavorano infatti più di 250 persone: numeri importanti in tempo di elezioni amministrative, in un comune che conta 5 mila abitanti. Ma non solo: sono circa 4 mila gli ospiti registrati mediamente ogni giorno nel CARA siciliano. Dovrebbero soggiornare poche settimane in attesa di ricevere asilo politico: così non è, dato che le lungaggini burocratiche protraggono la permanenza dei richiedenti nel centro. E di riflesso si allunga anche il contributo che lo Stato elargisce ai gestori di Mineo: 36 euro quotidiane per ogni migrante, per un totale di 144 mila euro al giorno, e più di 40 milioni ogni anno. Questi soldi che fine fanno, visto lo stato dei centri di accoglienza, non è dato saperlo. Avete bocciato un emendamento e un ordine del Pag. 58giorno, e vorrei ancora capire il perché (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2616-A/42, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Fitzgerald Nissoli, Brugnerotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  465   
   Votanti  454   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  337).    

  Prendo atto che si insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pinna n. 9/2616-A/43.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pinna n. 9/2616-A/43, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sbrollini, Schirò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  434   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  348).    

Onorevole Barbanti, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/44 ?

  SEBASTIANO BARBANTI. Sì, Signor Presidente, quanto tempo mi è rimasto ?

  PRESIDENTE. Due minuti e venti, onorevole Barbanti.

  SEBASTIANO BARBANTI. Perfetto. Il decreto-legge interviene per combattere la violenza durante le manifestazioni sportive e garantire la sicurezza degli impianti, potenziando gli strumenti di prevenzione e di contrasto ai fenomeni d'illegalità connessi agli eventi sportivi. Sono inoltre assegnate risorse per la Polizia di Stato e per i vigili del fuoco, finalizzate all'acquisto di autovetture, attrezzature, equipaggiamenti nonché alla ristrutturazione delle sedi.
  In questo provvedimento in esame si introducono disposizioni urgenti per diversi settori: per il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, per fronteggiare gli afflussi massicci, per il riconoscimento della protezione internazionale, per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno, speriamo, con esse, specificamente, intendendo l'assegnazione di risorse per il rinnovo dei mezzi per la Polizia di Stato ed i vigili del fuoco, per gli strumenti e le attrezzature necessari per la sola Polizia di Stato e, ex novo, la sperimentazione della pistola Taser, introdotta nel corso dell'esame in sede referente.
  L'articolo 8, comma 1, inoltre, stanzia risorse per l'ammodernamento dei mezzi a disposizione di Polizia di Stato e vigili del fuoco; per i vigili del fuoco sono state assegnate risorse pari a 2 milioni di euro per quest'anno, il 2014, il doppio, 4 milioni di euro per il 2015 e 6 milioni di euro a decorrere dal 2016 e fino al 2021.
  La relazione tecnica del Governo esplicita in tabella, voce per voce, la destinazione delle risorse assegnate alla Polizia di Stato – rinnovo veicoli, equipaggiamenti (quindi caschi, giubbotti), manutenzione delle strutture (quindi l'accasermamento) – mentre per quanto riguarda le risorse per i vigili del fuoco, l'intero ammontare è destinato ad «un primo parziale svecchiamento delle principali dotazioni veicolari con vita operativa superiore a 25 anni», lo Pag. 59cito tra virgolette. Quindi stiamo parlando...

  PRESIDENTE. Concluda.

  SEBASTIANO BARBANTI. Quindi, impegniamo il Governo ad adottare nuove misure affinché siano assegnate ai vigili del fuoco delle risorse aggiuntive già a partire dagli anni 2015.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbanti n. 9/2616-A/44, con il parere contrario del Governo.
  Nel frattempo, salutiamo la rappresentanza dei Maestri del lavoro di Torino, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18)

  PRESIDENTE. Lavagno, Silvia Giordano, Ciracì, Garavini, Castiello, Grande, Andrea Romano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  451   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  331).    

  Onorevole Alberti, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/45 ?

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, se è possibile, vorrei conoscere la motivazione del parere contrario da parte del Governo, grazie.

  PRESIDENTE. Se il Governo intende intervenire, può farlo, altrimenti si deve accontentare del parere contrario.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, ringrazio per la spiegazione molto esauriente da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La motivazione per la quale io chiedevo delle spiegazione è perché questo è un ordine del giorno – non perché è a mia prima firma – che riteniamo assolutamente di buonsenso. Con questo ordine del giorno noi chiediamo semplicemente che le risorse destinate dall'articolo 8, comma 1, del provvedimento in esame, in particolare quelle assegnate ai Vigili del fuoco, possano essere destinate ed utilizzate anche per scopi ulteriori rispetto al rinnovo del parco dei mezzi di soccorso. Chiediamo questo impegno al Governo in base appunto alle esigenze proprie del Corpo medesimo, cioè non facciamo altro che chiedere ai Vigili del fuoco di cosa hanno bisogno, quindi a chi meglio di loro chiedere di cosa hanno bisogno e come impiegare questi fondi ? In realtà, non facciamo altro che chiedere la stessa cosa, lo stesso trattamento che è stato riservato alle forze di polizia; infatti, è lo stesso articolo 8, o meglio, la tabella allegata alla relazione tecnica del Governo relativa all'articolo 8, che specifica, voce per voce, la destinazione delle risorse per le forze di polizia, e leggiamo; rinnovo veicoli, equipaggiamenti (quali caschi, giubbotti, eccetera) e manutenzione strutture, mentre per le risorse per i Vigili del fuoco l'intero ammontare è destinato – cito testualmente – ad «un primo parziale svecchiamento delle principali dotazioni veicolari con vita operativa superiore a 25 anni». Cioè, in sostanza, solo i mezzi utilizzati dai Vigili del fuoco e niente di più, quindi non per gli equipaggiamenti o la manutenzione delle caserme. Ma, attenzione, la semantica è molto interessante in questa frase che ho citato, perché inizia con un primo svecchiamento, quindi dà una sorta di speranza perché dice, è il primo, poi state tranquilli, ne arriveranno altri. Ma poi arriva la prima stroncata, perché dice Pag. 60«parziale»: quando uno comincia a dire «parziale» non si sa mai di cosa e di quanto è la cifra e di cosa stiamo parlando. Parziale, non si sa bene, non di tutto ma qualcosa di limitato. Infatti, poi arriva una seconda mazzata con le parole «principali dotazioni», quindi non tutte ma solo quelle principali. E tutte le altre ? Bè, pazienza. Infine, il colpo di grazia: le dotazioni veicolari devono avere una vita operativa superiore a 25 anni, cioè se il mezzo ha fatto almeno due guerre mondiali, allora te lo cambiamo, altrimenti te lo tieni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ho sentito un paio di commenti dal centrodestra che erano abbastanza...Riguardo alla dimensione delle risorse assegnate – parliamo di 2 milioni di euro per il 2014, 4 milioni per il 2015 e 6 a decorrere dal 2016 fino al 2021 – riteniamo che non siano sufficienti; infatti, con il mio ordine del giorno e quelli dei miei colleghi ne chiediamo l'ampliamento, ma il Governo sembra non sentirci. Presidente, concludendo quindi vorrei fare un appello al Governo attraverso lei affinché modifichi il parere di questo ordine del giorno che, ripeto, è di puro buonsenso. I Vigili del fuoco sono i nostri eroi, sono eroi moderni, non immaginari come quelli dei fumetti ma reali. Ora c’è una cosa che accomuna questi eroi della vita reale a quelli dei fumetti: la dipendenza e la possibilità di accesso a risorse economiche stabili, importanti e congrue per il compito che devono svolgere. Presidente, provi a pensare semplicemente a Batman: Batman se non fosse Bruce Wayne, cioè il figlio di Thomas Wayne, cioè un ricco miliardario, il più potente miliardario dei fumetti, e quindi non avesse a disposizione quella capacità finanziaria che gli ha permesso di realizzare che ne so, una Batcaverna o una Batmobile, ecco Batman cosa sarebbe ? Non sarebbe l'eroe che tutti noi conosciamo, nel bene e nel male, e probabilmente non esisterebbe nemmeno. Ecco, ho fatto solo un esempio di un eroe che ha un accesso praticamente illimitato a fondi...

  PRESIDENTE. Deve concludere.
  FERDINANDO ALBERTI. Concludo con l'appello. Potrei fare molti altri esempi nel mondo dei fumetti, ma, tornando al mondo reale, il meccanismo è lo stesso: servono soldi, fondi stabili certi e sostanziosi per far fare ai nostri eroi, i vigili del fuoco, il loro lavoro.
  Quindi, chiedo a tutto il Parlamento di votare a favore di questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Alberti. Prendo dunque atto che si insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alberti n. 9/2616-A/45, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Dell'Aringa, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  330).    

  (Il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e avrebbe voluto astenersi).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2616-A/46, con il parere favorevole del Governo.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Basilio n. 9/2616-A/47, con il parere contrario del Governo.

  TATIANA BASILIO. Signor Presidente, chiedo di illustrare il mio ordine del giorno, in quanto lo reputo molto importante. Il provvedimento in esame è finalizzato ad introdurre misure urgenti in Pag. 61diversi settori, tra cui l'emergenza immigrazione che, negli ultimi tempi, purtroppo, complici anche i numerosi focolai di guerra, ha assunto dimensioni davvero allarmanti sull'intero territorio nazionale.
  Tra le predette misure, l'articolo 6, comma 2, il finanziamento del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e degli stranieri prevede l'allocazione di risorse pari a 62,7 milioni per il corrente anno 2014 in un nuovo fondo da costituirsi nello stato di previsione del Ministero dell'interno al fine di fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri sulle nostre coste.
  Le risorse da destinare al predetto fondo, che andrebbe ad aggiungersi al già esistente fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo, dovranno essere ripartite di concerto tra il Ministero dell'interno e il Ministero dell'economia, considerando le esigenze connesse al rimpatrio degli stranieri verso i Paesi di origine o di provenienza degli stessi.
  Dopo lo stanziamento di ben 190 milioni di euro nel 2013 per fronteggiare l'emergenza immigrazione, stiamo quindi per assistere ad un ulteriore impegno di risorse economiche al sol fine di alleviare, non si sa per quanto tempo, una situazione che ormai di emergenziale presenta ben poco, visto il protrarsi di flussi migratori da diversi anni, che non è più un'emergenza. Non è più da considerarsi questa una emergenza, Presidente, ma purtroppo una triste normalità, alla quale assistiamo ormai tutti quanti impotenti.
  Al fondo in via di costituzione si aggiunge inoltre l'ulteriore Fondo per i rimpatri, ex articolo 14-bis del decreto legislativo n. 286 del 1998, finalizzato già di per sé ad assicurare idonea copertura finanziaria alle operazioni di rimpatrio degli stranieri verso i Paesi di provenienza.
  Il MoVimento 5 Stelle, pur consapevole del dramma umano e sociale che caratterizza le condizioni di vita dei cittadini extracomunitari e dei richiedenti asilo politico, punta il dito contro una politica tappabuchi che il nostro Governo, sia per compiacere l'opinione pubblica, sia per finto buonismo nei riguardi dell'Europa sta conducendo in questi mesi, con provvedimenti tampone che, sia pure per una situazione di reale emergenza, non sono realmente efficaci in quanto non provvedono e non prevedono una seria programmazione politica, economica e finanziaria in merito, orientata alla gestione del fenomeno di immigrazione, ma si limitano a reperire risorse a macchia di leopardo, attraverso un intreccio di fondi dalle finalità più disparate.
  Peraltro, giova, ancora una volta, ricordare che il costante ricorso alla decretazione d'urgenza – e questo lo sottolineiamo ad ogni decreto che passa per questa Aula, ogni decreto sul quale si pone la questione di fiducia – non consente, a nostro parere, una democratica e ponderata valutazione degli interessi sottesi alle misure da adottare, ma è foriero di provvedimenti confusi di vasta portata e sostanzialmente poco utili ai cittadini, sia a noi sia, ovviamente, ai cittadini extracomunitari che chiedono asilo e che arrivano sulle nostre coste.
  Riteniamo, quindi, opportuno che, qualora le risorse destinate al fondo extra, di cui l'articolo 6, comma 2, non fossero utilizzate per intero entro l'anno 2014, il residuo possa essere riassegnato al Fondo per i rimpatri nel bilancio 2015.
  L'ordine del giorno, quindi, intende evitare anche ingenti risorse economiche impegnate per le emergenze di immigrazione rimaste inutilizzate, che possono essere dirottate verso altre finalità. Se l'immigrazione, oggi, costituisce un'emergenza sociale, è giusto affrontarla in tal modo, ma soltanto per gli ultimi mesi dell'anno corrente...

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  TATIANA BASILIO. ...ma in una prospettiva – vado a concludere, signor Presidente – di medio e lungo termine, per il bene dei nostri cittadini e per migliorare le condizioni di vita di tanti extracomunitari che disperatamente chiedono aiuto all'Italia, e non emigrano di certo per divertimento, ma, probabilmente, per trovare, magari, un qualcosa di meglio, una vita migliore, come facevamo noi subito Pag. 62dopo la seconda guerra mondiale. Questo all'Aula va ricordato, sempre e comunque.
  Data l'importanza di questo ordine del giorno, chiedo, quindi, che l'Aula si esprima con voto favorevole, e che quindi ci possa comunque ripensare, che il voto possa cambiare, sempre in memoria anche di noi, che, subito dopo la seconda guerra mondiale, siamo emigrati, emigrati per trovare un qualcosa di migliore ed una speranza; una speranza che vediamo tutti i giorni, dai telegiornali, negli occhi di queste persone che arrivano in Italia, che sono spaventate e terrorizzate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Non so se lei possa intervenire. Mi controllate se l'onorevole Molteni può parlare ? Non sono sicura che lei possa parlare, ha esaurito il tempo a sua disposizione. Anche lei, onorevole Invernizzi: avete parlato due volte.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Basilio n. 9/2616-A/47, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Colletti, Gribaudo, Quartapelle...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  435   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  350).    

  Passiamo all'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2616-A/48.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Bernini. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Signor Presidente, la parola «sport», associata a violenza, è un ossimoro. Purtroppo, quando parliamo di violenza sportiva, ci riferiamo sempre al calcio, quello sport che da piccoli tutti praticano, nei cortili della propria casa, con i vicini; quello sport che diventa una scuola di vita per tanti e che, invece, ai giorni nostri, troppo spesso, venendo identificato come futile motivo per compiere atti violenti, viene associato alla parola «violenza».
  Chi il calcio, oltre che da tifoso, lo ha vissuto praticandolo un minimo, sa perfettamente che il tifo violento è quanto di più lontano possa essere associato a questo sport. Ma il calcio è anche passione, e le passioni, spesso, se esasperate, possono tramutarsi in qualcosa di estraneo allo spirito originario, e quindi dannose e controproducenti per lo stesso.
  Ci troviamo spesso a vedere scene raccapriccianti nel corso delle partite di calcio. Basta un fallo non fischiato, per non parlare di un rigore inesistente, per scatenare e fare emergere istinti che, associati alla massa, possono tramutarsi in atti e comportamenti, anche solo verbali, molto violenti.
  Ma non si tratta solo di passione: le reazioni dei tifosi allo stadio le conosciamo bene. Quello, invece, sul quale non si può passare sopra, non si può chiudere un occhio, non si può girare la testa dall'altra parte, è la premeditazione. La premeditazione è quella parte dell'insano tifo da stadio che, ancor prima di cominciare la partita, vuole cogliere l'occasione per rovinarla. Quello non è tifo: è delinquenza.
  Quando gli scontri tra tifosi avvengono prima delle partite, addirittura fuori, a centinaia di metri dagli stadi, in questo caso non si può parlare di tifo, ma di gente frustrata, che usa il calcio per sfogarsi, mascherando le parole «amore per la squadra» per violenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, come tutti, possiamo capire anche che queste due parole non possono stare bene insieme. È proprio da questo che mi collego al mio ordine del giorno.Pag. 63
  La prevenzione degli scontri passa anche attraverso la sicurezza precedente le partite, nelle zone interne e limitrofe allo stadio. Con questo ordine del giorno voglio porre l'attenzione su questo aspetto, per anticipare i comportamenti violenti che rovinano lo sport più popolare del mondo. La sicurezza per le strade, come tutti sanno, passa anche attraverso le zone illuminate che devono prendere il posto degli angoli oscuri e delle penombre dove malintenzionati possono, teoricamente, agire con più facilità.
  Per questo ritengo importante che il Governo si impegni ad estendere l'illuminazione nelle ore notturne, che precedono il giorno dello svolgimento della gara, dell'impianto sportivo e dell'area che si estende tra le cancellate d'ingresso e l'impianto stesso, anche prevedendo che negli impianti sportivi di proprietà pubblica gli oneri siano sostenuti al 50 per cento dalla società sportiva organizzatrice della competizione.
  Se il Governo pensa che non sia possibile attuare questo tipo di provvedimento perché dal punto di vista economico avrebbe un costo troppo elevato tenere l'illuminazione pubblica attiva così tanto tempo, posso consigliare la riconversione dei vecchi dispositivi d'illuminazione con quelli di nuova generazione, cioè impianti d'illuminazione a LED, light emitting diode. Non so se ne siete a conoscenza, ma oggi a tre scienziati giapponesi è stato assegnato il premio Nobel per la fisica, e la motivazione per l'assegnazione è stata l'invenzione di LED blu efficienti che hanno reso possibili sorgenti di luce bianca brillanti ed economiche. Le luci LED bianche, rese possibili dalla scoperta di tre ricercatori giapponesi, hanno aperto la via a fonti di luce brillanti più durature ed efficienti.
  Con l'avvento dei LED, sempre più diffusi, abbiamo oggi alternative più efficienti e durature rispetto alle vecchie fonti di luce: circa un quarto della produzione di energia elettrica mondiale è impiegata per accendere le lampadine; i LED possono contribuire a risparmiare le risorse del pianeta. Le lampade a LED sviluppate più di recente hanno, infatti, un'efficienza record di quasi venti volte quella di una lampadina elettrica e quattro volte quella di una lampadina al neon. Ciò comporta un notevole risparmio su scala globale se consideriamo che un quarto dell'energia elettrica mondiale è utilizzata per l'illuminazione. Potranno essere alimentate in futuro da pannelli solari, fornendo una nuova fonte di luce più economica e sostenibile, anche per quelle zone del pianeta non raggiunte dalla rete elettrica. La durata dei LED è circa 100 volte superiore a quella di una lampadina, dieci volte quella al neon, quindi non veniteci a dire che l'illuminazione elettrica ha un costo troppo gravoso per le casse pubbliche, perché le alternative ci sono, basta guardarsi intorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, oltre alla mia esperienza diretta, che ho avuto la possibilità di avere per parecchi anni allo stadio Olimpico e in vari altri stadi, vorrei però sottolineare un fatto: i comportamenti violenti non possiamo denunciarli solo nel mondo dello sport, perché bisognerebbe essere coerenti cominciando a farlo soprattutto nel mondo della politica, della società in genere. Le liste di proscrizione, la gogna mediatica, gli insulti e altri comportamenti divisivi, sembrano così simili ai comportamenti che adesso alcuni del MoVimento 5 Stelle descrivono, ma sono comportamenti simili, della stessa aggressività, dello stesso tono, della stessa portata. Quindi, anche se voterò favorevolmente a questo ordine del giorno, credo sia importante sottolineare come chi denuncia questi comportamenti aggressivi, poi non riesca ad essere coerente ed a portare queste modalità di comportamento nel mondo della politica, da cui poi derivano tutti gli altri comportamenti (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 64
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2616-A/48, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Carnevali, Di Battista, Benamati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  454   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  348).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/2616-A/49, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, in questa giornata di incontri tra il Governo e i sindacati di Polizia, in cui magniloquenti annunci di un nulla di fatto, anche questa volta, riempiono le agenzie, noi sommessamente, con questo ordine del giorno, chiediamo di avviare tempestivamente una ricognizione sui contratti di locazione inerenti gli immobili in uso all'amministrazione e alle forze del comparto di pubblica sicurezza, di verificare lo stato e le condizioni materiali delle strutture ospitanti le forze del comparto di pubblica sicurezza sul territorio nazionale – qui invito il Viceministro magari a farsi un giro alla caserma «Smiraglia» di Bologna, dove siamo stati qualche settimana fa, e vedere in condizioni vivono gli operatori della sicurezza – e chiediamo di illustrare alle Camere, presso le Commissioni parlamentari competenti, – finché le Camere rimangono aperte – la risultanza della suddetta ricognizione e della suddetta verifica.
  Pertanto, in questa sede si chiedeva al Governo e, specificatamente, al Viminale, dopo questa apposita ricognizione, di riferire alle Camere sulla situazione dei canoni di locazione delle strutture di Polizia. E, in casi di affitti superiori ai prezzi di mercato, come spesso accade, il buon senso vorrebbe che l'amministrazione recedesse da questi contratti particolarmente onerosi. Gli affitti di caserme e uffici di proprietà dei privati costano all'Erario centinaia di milioni di euro, quando in Italia ci sono strutture demaniali abbandonate, che potrebbero consentire notevoli risparmi. E i risparmi così conseguiti potrebbero, infatti, essere concretamente impiegati, non solo sulle agenzie di stampa, per adeguare gli stipendi dei poliziotti alle mansioni effettivamente svolte.
  I sindacati denunciano da lungo tempo il costo degli affitti esorbitanti delle strutture che ospitano la Polizia: contratti stipulati per fare arricchire immobiliaristi e costruttori, quando poi si tagliano uffici decisivi per la lotta al malaffare ottenendo risparmi poco più che simbolici. Qualche esempio ? Il Governo ha abolito la festa della Polizia; ha chiuso l'ufficio della DIA a Malpensa, che ha svolto indagini delicatissime su due recenti scandali politici, quello dei fondi della Lega (il caso Belsito) e quello della corruzione della sanità (il caso Maugeri); ha ridotto le spese essenziali in uffici e tra le volanti per un risparmio simbolico di qualche migliaio di euro. Ha salvato il bilancio dello Stato, salvo poi scoprire che sono stati spesi dall'Erario oltre 100 milioni di euro per la locazione di due mega strutture a Roma che potevano essere acquistate per quella cifra, mentre a Catania sono stati sprecati 61 milioni di euro per la futura cittadella della Polizia che non è mai stata realizzata.
  L'ombra dei soliti gruppi di proprietari terrieri e di mediatori ha creato le condizioni di un ennesimo scandalo in un settore vitale per la difesa e la sicurezza dei cittadini. La spending review del Viminale non prende in considerazione quello che i sindacati denunciano da anni come un vergognoso sperpero di denaro pubblico: il costo degli affitti esorbitanti, Pag. 65appunto, delle strutture che ospitano la Polizia, gli affitti di caserme e di uffici di proprietà di privati.
  Parlavamo di Roma. A Roma negli ultimi dieci anni sono stati spesi dall'Erario – quindi, i soldi dei cittadini – più di 100 milioni di euro per pagare la locazione dei due mega poli della sicurezza del Viminale. Il primo, all'Anagnina, ospita Criminalpol, Antidroga e DIA. Il secondo, sulla Tuscolana, ospita la Polizia stradale, la Polizia ferroviaria, la Polizia di frontiera, la Polizia postale, la Polizia scientifica, SCO, UCIGOS e l'archivio: in tutto 3 mila poliziotti. Entrambi i poli costano 13 milioni di euro l'anno.
  La polemica riguarda l'aspetto economico: da una parte, la decisione del Viminale, presa tra la fine degli anni Novanta e i primi del Duemila, di pagare affitti così cari, anziché acquistare allora strutture proprie; dall'altra, vista la crisi economica di oggi, la scelta sempre del Ministero dell'interno di restare in quegli uffici tanto costosi, anziché trasferire l'esercito di 3 mila poliziotti nelle numerose caserme dismesse in questi ultimi anni di proprietà del demanio.
  Lasciando da parte la vicenda romana che coinvolge grossi nomi della dirigenza della Polizia e di costruttori dalla dubbia moralità, ciò che ci lascia interdetti è che se, da un lato, si commettono sprechi di questo genere, dall'altro, ci sono caserme e alloggi che versano in condizioni di assoluto degrado, facevo l'esempio prima della caserma «Smiraglia».
  Strutture del tutto fatiscenti, in cui sono costretti a vivere i responsabili della nostra sicurezza quotidiana, i quali, per un'amara ironia della sorte, passano la vita in costruzioni prive delle più basilari norme di sicurezza: fili elettrici scoperti, nessun rispetto degli standard igienici, pochissime docce per camerate di decine di persone (e vi lascio immaginare le condizioni di quelle docce), poliziotti stipati in stanze piccolissime, soffitti che cadono a pezzi e mi fermo qui.
  Qui impegnavamo, quindi, il Governo ad andare a verificare lo stato delle condizioni materiali di queste strutture che ospitano le forze dell'ordine...

  PRESIDENTE. Concluda onorevole.

  ROBERTA LOMBARDI. Mi avvio a concludere: grazie Presidente. E dopo aver visto con i vostri occhi quello di cui stiamo parlando, vi invitavamo a tornare qui e a riferirci lo spettacolo raccapricciante a cui avevate assistito.
  Chiedo, quindi, al Viceministro di cambiare la sua posizione su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/2616-A/49, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Dell'Aringa, Tartaglione, Cozzolino, Rabino, Beni, Di Battista ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  437   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  343).    

  Passiamo all'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/2616-A/50. Chiede di parlare l'onorevole Di Maio, prego.

  LUIGI DI MAIO. Il parere, Presidente ?

  PRESIDENTE. È contrario.

  LUIGI DI MAIO. Signora Presidente, chiedo di intervenire per l'ordine del giorno, che chiedo di mettere ai voti ovviamente e chiedo al Governo di rivedere Pag. 66la sua posizione, perché in sostanza la genesi di questo ordine del giorno è un episodio di qualche mese fa, quando il Governo decise di mettere all'asta, su eBay, qualche auto blu, e poi si è visto che da quella vendita si è ricavato ben poco.
  In quei giorni incontrai per strada un poliziotto, che mi disse: ma invece di venderle – quindi svenderle – su eBay, queste auto, che comunque abbiamo pagato noi cittadini italiani con le tasse dei contribuenti, perché non le passate a noi, quelle che ci possono servire anche per auto di appostamenti, a volte anche per auto di servizio ?
  Così abbiamo prodotto un emendamento che, alla prima occasione utile, in Commissione, l'altro giorno, è stato approvato in questo decreto: un emendamento a prima firma mia, che fu illustrato dalla deputata Dalila Nesci e, in questa interlocuzione con Bubbico, portò alla votazione dell'emendamento.
  In seconda battuta, un rappresentante delle forze di Polizia, Igor Gelarda, del Consap, mi ha fatto notare un pericolo e ha detto: «Ok, avete ottenuto questo risultato, auto blu alle forze dell'ordine: quelle che si volevano mettere all'asta, previa una valutazione di convenienza, si passano alle forze dell'ordine. Però dovete stare attenti, perché a noi servono operative: non dovete fare in modo che queste auto, che avevano degli scopi di rappresentanza politica, diventino delle auto con scopo di rappresentanza nelle forze di Polizia».
  Quindi abbiamo prodotto un ordine del giorno che chiede esclusivamente, stante l'impianto dell'emendamento, che nella fase di trasferimento vadano principalmente a funzioni operative.
  Questo è un po’ il motivo per cui invito il Governo magari a ripensarci un attimo, anche con una riformulazione, perché sarebbe molto interessante chiudere questo cerchio ed arrivare alla conclusione, all'efficienza dell'emendamento, ad una maggiore efficienza dell'emendamento, ad una maggiore incisività.
  Noi chiaramente non ci illudiamo che questo emendamento sia la soluzione per i problemi delle forze dell'ordine, per carità, però rappresenta un metodo e rappresenta uno spirito che noi ci sentiamo di condividere fortemente: un taglio ai privilegi e dai tagli ai privilegi si destinano risorse a quelle parti del nostro Paese che in questo momento sono abbandonate o sono quanto meno trascurate.
  Io faccio ammissione di colpevolezza in quanto le questioni del comparto sicurezza, difesa e soccorso non le conoscevo benissimo, poi nell'ultimo periodo, insieme ad altri colleghi del MoVimento 5 Stelle, abbiamo avviato una serie di consultazioni del personale. Abbiamo iniziato prima da tutti i rappresentanti insieme, poi abbiamo iniziato per corpi, quindi abbiamo incontrato la Polizia di Stato e i prossimi speriamo siano i carabinieri ad accettare il nostro invito. E come diceva la mia collega Lombardi, si è aperto un vaso di Pandora di sprechi, di contraddizioni. Lo spirito con il quale vogliamo approcciarci a queste problematiche è proprio quello del primo emendamento che abbiamo fatto approvare sulle forze dell'ordine che è questo: tagli ai privilegi e destinare, dal taglio ai privilegi, risorse a loro che si occupano di sicurezza. Oggi siamo in un momento del nostro Paese dove lo Stato non garantisce sicurezza a chi fa sicurezza. A Napoli, che è la mia città, venendo io dalla provincia di Napoli, ma in quella zona, oggi non c’è lo Stato contro la criminalità organizzata, ma ci sono le forze dell'ordine contro la criminalità organizzata. A volte è quasi una lotta tra bande in cui i nostri uomini in divisa devono imporre il loro rispetto per evitare di soccombere alla forza della criminalità organizzata. Io non so come la pensino gli altri, ma con questo ordine del giorno si voleva prima di tutto dare un chiaro messaggio ai nostri uomini in divisa: il MoVimento 5 Stelle sta dalla vostra parte e si batterà in ogni modo per assicurarvi dignità e sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 67giorno Luigi Di Maio n. 9/2616-A/50, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Carloni, Patriarca, Fraccaro, Benedetti, Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  451   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  335).    

  Onorevole Cancelleri, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/51, non accettato dal Governo ?

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto. Io purtroppo non comprendo la contrarietà a questo ordine del giorno poiché, come a breve vi illustrerò, credo abbia una finalità che dovrebbe essere condivisa da tutti. Mi spiego meglio: all'articolo 6, il comma 2 crea un nuovo fondo nello stato di previsione del Ministero dell'interno per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale e vi destina 62 milioni di euro per il 2014. Il suddetto fondo dovrà essere ripartito entro il prossimo dicembre, tenendo anche conto delle finalità previste dall'articolo 14-bis del Testo unico immigrazione. Tali finalità sono i rimpatri degli stranieri, per le esigenze dei quali è già da tempo attivo e nutrito il fondo omologo. L'intreccio dell'utilizzo delle risorse, l'esistenza di fondi variamente allocati, le mancate ripartizioni nei termini, l'esubero di conti residui, il ricorso abituale alla decretazione d'urgenza per il reperimento e l'assegnazione di nuovi risorse rende oltremodo opaca la leggibilità delle operazioni e dei costi connessi al fenomeno dell'immigrazione.
  Per questo motivo abbiamo chiesto, con questo ordine del giorno che reputiamo di assoluto buonsenso, che il Governo si impegni ad illustrare alle Camere, almeno semestralmente, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento, presso le competenti Commissioni parlamentari, in ordine all'entità degli afflussi, alla ricognizione dei fondi istituiti e vigenti connessi ai flussi immigratori, alla loro entità nonché all'utilizzo e alla destinazione delle risorse.
  Presidente, l'immigrazione è un tema che viene utilizzato da molti partiti politici per accaparrarsi i voti. C’è chi lo pone come il male del Paese e chi, invece, per rispolverare quelle idee di sinistra di cui sente evidentemente nostalgia, appunto parla di questo tema dell'immigrazione, ma mai che si parli di soluzioni. La verità, Presidente, è che i Governi passati e ancora questo Governo hanno fallito.
  Hanno fallito e nulla fanno per porre rimedio. È un fallimento sia dal punto di vista dell'accoglienza che spesso vede queste persone essere accolte in condizioni che possiamo definire inumane, parlo per esempio degli accampamenti abusivi che nascono vicino ai centri di accoglienza ai richiedenti asilo. Io stessa ne ho visitato, se così possiamo dire, uno nella mia città che è Caltanissetta, dove nell'indifferenza totale delle istituzioni almeno un centinaio di persone vivevano senza le condizioni igieniche e sanitarie minime, che invece dovrebbero essere garantite e anche sotto interrogazione la risposta del Ministero è stata molto evasiva e direi anche non pertinente a quella che era la richiesta. Ma il fallimento è anche dal punto di vista dei cittadini italiani, che questo fenomeno non lo vivono ma lo subiscono. Lo subiscono perché la cattiva gestione da parte dei Governi passati e di questo Governo di questo fenomeno lo ha fatto diventare nel nostro Paese un problema per i cittadini italiani, ma invece quello che funziona in questo sistema sono tutti questi interessi che anche la mia collega Giordano ha denunciato, interessi che invece di essere smantellati vengono protetti. Ora è necessario, ripeto, porre un rimedio e quindi Pag. 68con questo ordine del giorno noi volevamo tendere una mano al Governo e dire: iniziamo soprattutto con il fornire quello che noi del MoVimento chiamiamo fare rete, iniziamo a darci delle informazioni, iniziamo a osservare e a vigilare come questi fondi vengono utilizzati. E la risposta del Governo è stata un parere contrario.

  PRESIDENTE. Concluda.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Concludo. Allora io chiedo al Governo di rivedere questo parere e di dare quindi un segnale al MoVimento 5 Stelle e a questo Parlamento, ma soprattutto ai cittadini italiani e nel caso in cui invece il parere dovesse rimanere contrario chiedo all'Aula di dare invece un segnale noi all'esterno e di votare favorevolmente quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2616-A/51, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  440   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  326).    

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Busto n. 9/2616-A/52, non accettato dal Governo.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, vorrei illustrare il mio ordine del giorno. Il provvedimento in esame introduce – lo sappiamo – disposizioni urgenti per diversi settori: per il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, per fronteggiare gli afflussi massicci, per il riconoscimento della protezione internazionale, per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno, con esse specificamente intendendo l'assegnazione di risorse per il rinnovo dei mezzi per la Polizia di Stato ed i vigili del fuoco, per gli strumenti e le attrezzature necessari per la sola Polizia di Stato e, ex novo, la sperimentazione della pistola Taser, introdotta nel corso dell'esame in sede referente. Questa pistola Taser, bah. Mi viene in mente una piccola digressione già che siamo qua. Panem et circenses era una locuzione latina piuttosto nota, spesso citata nell'antica Roma e anche al giorno d'oggi per indicare le aspirazioni della plebe, una certa politica demagogica, quella di regalare qualcosa per distrarre un po’ la popolazione.
  È una frase che non è frutto della fantasia popolare ma deriva dal poeta latino Giovenale: due cose sole ansiosamente desidera il popolo: panem e circenses. Dico questo perché mi viene in mente la pratica di distribuire grano gratuitamente a un prezzo inferiore a quello di mercato – leggo perché non sono uno storico – che si chiamava frumentazione si era iniziata ai tempi della Repubblica ed era stata regolata dalla lex frumentaria. Anche in quel periodo le maggiori elargizioni di cibo furono tutte fatte da magistrati che curavano molto anche i pubblici spettacoli. Questo non c'entra molto però è interessante sapere che, a Roma, si giunse ad importare 3,5 milioni di quintali di frumento, una quantità impegnativa per l'epoca. Chissà perché mi ricorda la politica attuale..., ma non so bene perché. All'articolo 6, il comma 2 crea un nuovo fondo dello Stato di previsione per il Ministero dell'interno per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale e vi destina, per il 2014, 62,7 milioni di euro. Il suddetto fondo Pag. 69dovrà essere ripartito entro il prossimo dicembre, tenendo anche conto delle finalità previste dall'articolo 14-bis del Testo unico immigrazione di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 296 (i soliti rinvii). Tali finalità sono i rimpatri degli stranieri per le esigenze dei quali è già da tempo attivo e nutrito il fondo omologo.
  L'intreccio dell'utilizzo delle risorse, l'esistenza di fondi variamente allocati, le mancate ripartizione nei termini, l'esubero dei conti residui e ancora il ricorso abituale alla decretazione d'urgenza per il reperimento e l'assegnazione di nuove risorse, rende oltremodo opaca la leggibilità delle operazioni ed i costi connessi al fenomeno dell'immigrazione. Siamo alle solite: il solito modo di operare e solita critica del resto che facciamo sempre. Noi chiediamo un impegno al Governo. Questo impegno prevede di illustrare alle Camere almeno semestralmente in ordine alla dotazione del fondo rimpatri e all'utilizzo e alla destinazione delle risorse ivi allocate. Ci aspettiamo un po’ di attenzione dal Governo a cui rivolgo questo appello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/2616-A/52, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti... Luigi Gallo... Archi... Peluffo... De Maria...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  435   
   Votanti  433   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  311).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
  Passiamo all'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2616-A/53. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brugnerotto. Ne ha facoltà.

  MARCO BRUGNEROTTO. Signor Presidente, colleghi, stiamo parlando della conversione in legge del decreto-legge del 22 agosto 2014, n. 119. L'ordine del giorno in esame è il n. 9/2616-A/53 da me presentato. Con il provvedimento che state per approvare si introducono disposizioni urgenti che interessano diversi settori. Si prevedono disposizioni per il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, si prevedono disposizioni per fronteggiare l'ormai annoso problema che riguarda gli afflussi massicci degli immigrati sulle nostre coste. Si prevedono disposizioni per il riconoscimento della protezione internazionale. Si prevedono disposizioni per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno. Si prevede un po’ di tutto. Con queste disposizioni nello specifico si vuole incrementare l'assegnazione di risorse per il rinnovo di mezzi per la polizia di Stato e dei vigili del fuoco. Parliamo, quindi, di rinnovo degli strumenti e delle attrezzature necessarie per la sola polizia di Stato ed ex novo la sperimentazione della pistola Taser introdotta nel corso dell'esame in sede referente. Si parla però anche di immigrazione come abbiamo detto.
  E in questo quadro, come detto in precedenza, il fenomeno dell'immigrazione è nuovamente affrontato con un provvedimento d'urgenza e misure straordinarie temporanee e, per così dire, atte semplicemente a tamponare, a mio avviso, le falle che sembrerebbero essere «imprevedibilmente» emerse. È difficile condividere l'assunzione del trattamento in forma di emergenza di fatti che si ripresentano con cadenza ormai quasi semestrale, se non mensile, e da molti anni. Ad oggi assistiamo, oserei dire, quasi inermi, alle continue difficoltà o, per meglio dire, al completo fallimento dell'operazione Mare Nostrum, varata nell'ottobre del 2013, affidata alla Marina militare per far fronte all'emergenza immigrati illegali dalla Libia. Pag. 70Tale operazione sembra giunta da tempo al capolinea, travolta dai suoi stessi limiti, per così dire, strutturali emersi già da tempo.
  L'impiego delle navi militari al fianco di mezzi più leggeri della capitaneria di porto venne messo a punto dal Governo Letta sull'onda emotiva degli oltre 300 morti tra i naufraghi di un baraccone rovesciatosi al largo di Lampedusa, giusto un anno fa. Gli obiettivi perseguiti con l'impiego massiccio, in media cinque navi mobilitate ogni giorno, della flotta erano di prevenire gli incidenti, soccorrendo in alto mare gli immigrati in arrivo, soprattutto dalla costa libica, ma anche di costituire un deterrente contro i traffici di essere umani e l'immigrazione illegale. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, annunciando l'avvio di Mare Nostrum parlò di rafforzamento della protezione della frontiera con la deterrenza del pattugliamento e dell'intervento delle procure. L'allora titolare della difesa Mario Mauro riferì che i migranti raccolti in mare sarebbero stati trasferiti nel porto sicuro più vicino, non necessariamente italiano, e più tardi rese noto che i proventi incassati dai trafficanti finanziavano il terrorismo islamico.
  Mare Nostrum è riuscito ad evitare altre tragedie del mare, ma la presenza navale italiana non ha impedito l'incremento dei flussi migratori illegali, garantendo di fatto l'arrivo in Italia a tutti coloro che si imbarcano dalle coste libiche. L'Italia è oggi l'unico Paese ad accogliere chiunque arrivi illegalmente davanti alle sue coste; il Ministro della difesa Roberta Pinotti ha poi dichiarato che Mare Nostrum è un intervento a tempo, aggiungendo che finché lo scenario libico resta instabile non possiamo sospenderlo, perché in Libia non abbiamo interlocutori istituzionali stabili e non si possono ipotizzare accordi per bloccare il flusso migratorio in partenza.
  Infine, l'assenza di supporto da parte dell'Unione europea per far fronte all'emergenza è stata denunciata più volte e il Ministro della difesa Roberta Pinotti ha recentemente evidenziato come l'Agenzia europea Frontex abbia messo in campo 7 milioni di euro, quando solo l'operazione Mare Nostrum costa all'Italia 9 milioni di euro. Ciò che emerge, a mio avviso, è la preoccupante assenza di una visione politica di insieme, di una strategia o di un programma di ampio respiro. Con questo mio ordine del giorno, pertanto, che spero venga approvato, vorrei che il Governo si impegnasse ad illustrare tempestivamente, il prima possibile, alle Camere, presso le Commissioni parlamentari competenti, la strategia che intende adottare rispetto alle ondate migratorie, alle misure, anche nuove, che intende intraprendere per uscire dall'ottica emergenziale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2616-A/53, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, D'Alia, Duranti, Ciracì, Bini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  436   
   Votanti  434   
   Astenuti  2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  314).    

  Passiamo all'ordine del giorno Brescia n. 9/2616-A/54.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Brescia n. 9/2616-A/54, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signora Presidente, non accetto la riformulazione...

  PRESIDENTE. Forse deve cambiare microfono, provi con il microfono del suo vicino...

Pag. 71

  GIUSEPPE BRESCIA. Presidente, dicevo che non accetto la riformulazione, perché la parte che il Governo mi chiede di espungere dal mio ordine del giorno, secondo me, rende inapplicabile quest'ordine del giorno. Con l'impegno si chiede al Governo di adottare le misure necessarie ad incrementare, da parte delle autorità responsabili, le attività ispettive, di controllo e monitoraggio sulla gestione dei centri di identificazione ed espulsione (cosiddetti CIE) – strutture così denominate ai sensi del decreto-legge 23 maggio 2008 n. 92, destinate al trattenimento dell'immigrato irregolare per il tempo necessario alle forze dell'ordine per eseguire il provvedimento di espulsione –, in particolare – questa è la parte importante – in ordine al rispetto delle convenzioni stipulate con gli enti gestori dei suddetti centri e ai criteri di gestione previsti dalle disposizioni normative e regolamentari; e il Governo mi chiede di fermarmi qui, quindi cancellando l'ultima parte, in cui si dice: «avendo cura di rendere le risultanze delle verifiche pubbliche». Quindi, di fatto, il Governo mi sta chiedendo di mancare in trasparenza, e questa cosa, per quanto ci riguarda, oltre ad essere inaccettabile, indebolisce di fatto il provvedimento. Infatti, se in situazioni così drammatiche, quali quelle dei CARA e dei CIE in Italia – che vi invito a visitate, noi l'abbiamo fatto e basta andarci per constatare le condizioni di degrado in cui versano i migranti che arrivano sul nostro territorio – vengono fatti dei controlli, come il Governo è d'accordo a fare, ma poi questi non hanno pubblicità e quindi la gente non ha queste informazioni e quindi non può, a sua volta, controllare l'azione del Governo, a nostro avviso, si perpetuerà quella che è la situazione attuale, ossia che vengono spesi tanti soldi per queste strutture, che sono assolutamente inadeguate a svolgere il compito cui sono deputate. Vi faccio un esempio pratico. Io sono di Bari e il CARA di Bari può ospitare circa 700 persone; bene, ne ospita circa il doppio: chi controlla questa situazione ? Noi siamo andati dentro il centro e abbiamo parlato con questi esseri umani, che sono stipati in alloggi molto stretti ed angusti e in pochi metri quadri ci sono quattro, sei migranti. Sto parlando di CARA, quindi di richiedenti asilo, che hanno tutta una serie di diritti che vengono ovviamente negati. Chi controlla questo danno, questi diritti negati, queste mancanze da parte del Governo ? Chi le controlla ? Chi controlla i rapporti, come diciamo qui, che ci sono secondo le convenzioni stipulate con gli enti gestori ? Bisogna anche affrontare il problema in maniera schietta: ci sono migranti che stanno per settimane e settimane, mesi, addirittura anni ad attendere che gli enti competenti sbrighino tutte le pratiche per le verifiche delle richieste di asilo e così via, quando queste pratiche dovrebbero essere svolte in poche settimane. Questo giochino a chi conviene ? Ovviamente conviene agli stessi enti gestori, quindi alle cooperative, che percepiscono fior fior di quattrini dal Governo stesso, che non fa altro che spendere, spendere, spendere e fare decreti, di tanto in tanto, per affrontare una situazione che di fatto è un problema strutturale, come hanno già detto i miei colleghi e lo ripeto. Do una notizia al Governo: è da qualche milione di anni circa che si muovono delle persone da un territorio all'altro, quindi non c’è proprio nulla di emergenziale nel fatto che, sulle nostre coste, arrivino persone da territori, fra l'altro colpiti da guerre e dall'azione distruttiva di alcune multinazionali che siamo appunto noi a portare in queste nazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, poi, se ci vediamo arrivare migliaia e migliaia di persone sulle nostre coste non dobbiamo far altro che vedere allo specchio e capire chi è il responsabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, chiedo al Governo di rivedere il parere, perché, di fatto, in tutto l'impianto dell'ordine del giorno siamo d'accordo: è soltanto quest'ultima parte, relativa alla trasparenza, su cui il Governo non è d'accordo. Quindi, gli chiediamo di rivedere il parere e chiedo all'Aula di considerare di votare favorevolmente questo ordine del giorno.

Pag. 72

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, chiedo scusa all'Aula se intervengo in via eccezionale per interloquire con il proponente su questo ordine del giorno, perché mi dispiace veramente constatare come non si voglia comprendere il senso della riformulazione proposta dal Governo. Il Governo presenta una relazione e tutte le volte che le Commissioni parlamentari hanno la necessità di acquisire ulteriori elementi di natura informativa hanno sempre trovato il Governo disposto a dare conto delle attività sviluppate.
  Qui, la questione è di natura diversa, perché, dal ragionamento proposto dal proponente, c’è una grande contraddizione tra le premesse e le conclusioni stesse. Le premesse sono tese a sollecitare il Governo a verificare l'esatta ottemperanza da parte dei soggetti gestori rispetto agli obblighi di natura contrattuale. Ebbene, quando un soggetto contraente non rispetta gli obblighi contrattuali, non c’è da segnalare in un sito Internet l'inosservanza delle norme, ma c’è semplicemente da agire attraverso gli atti propri che sono dovuti in quelle circostanze; e gli atti propri, dovuti in quelle circostanze, vanno significati a chi di competenza, senza che ciò debba costituire informativa per il soggetto, la controparte, perché l'attività di ulteriore verifica da effettuare sui rilievi riscontrati possa essere fatta a tutela degli interessi pubblici rilevanti.
  Quindi, la questione della trasparenza non c'entra assolutamente nulla con la proposta di riformulazione effettuata, che va esattamente nella direzione di rafforzare le finalità annunciate con la proposta di ordine del giorno. Ove non venga accolta la proposta di riformulazione, ovviamente il parere è negativo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brescia n. 9/2616-A/54, a questo punto con il parere...

  GIUSEPPE BRESCIA. Presidente !

  PRESIDENTE. Onorevole Brescia, ha esaurito il suo tempo, ma solo per dire se ha cambiato parere sulla riformulazione.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, volevo chiedere se, una volta intervenuto il Governo, io posso...

  PRESIDENTE. Sì, si può.

  GIUSEPPE BRESCIA. Ho altro tempo a disposizione ?

  PRESIDENTE. No, ha esaurito il suo tempo. Ovviamente, altri possono intervenire, ma lei ha esaurito il suo tempo.

  GIUSEPPE BRESCIA. Quindi, anche se il Governo è intervenuto. Mi sembrava diversa la regola, ad ogni modo...
  Io penso proprio che, invece, sia una questione di trasparenza, perché parla chiaro l'ordine del giorno, e dice: avendo cura di rendere le risultanze delle verifiche pubbliche. Quindi, una volta svolto tutto il lavoro che...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Brescia, non sono stata precisa: può riparlare, perché ha parlato il Governo.

  GIUSEPPE BRESCIA. Siccome ne ero convinto, di poter riparlare, stavo già parlando. Grazie comunque, Presidente.

  PRESIDENTE. Diciamo che non era un'eccezione, ma era la regola in questo caso. Prego, finisca.

  GIUSEPPE BRESCIA. Quindi dicevo: io voglio insistere su questo tema, perché noi ora siamo diventati dei parlamentari della Repubblica, e quindi abbiamo questa opportunità di entrare in quei luoghi e verificare con i nostri occhi ciò che accade; e quindi possiamo renderci conto effettivamente delle condizioni in cui versano queste persone, e trarne le dovute conseguenze, cercare di capire dove sono i problemi. Ma i cittadini, che sono completamente ignari di tutta la situazione, potrebbero essere favoriti, e potrebbe essere Pag. 73data loro la possibilità di entrare in questi circoli, perché alla fine sono...

  PRESIDENTE. Onorevole Brescia, mi devo scusare, perché gli uffici mi hanno dato due versioni. Alla fine, era giusta la prima versione: lei ha esaurito il suo tempo e non poteva parlare. Per cui concluda rapidamente, così non abbiamo precostituito un precedente. Prego, onorevole.

  GIUSEPPE BRESCIA. Allora, dicevo soltanto che, per quanto ci riguarda, sarebbe molto utile che questi atti fossero pubblici. Ad ogni modo, dobbiamo accogliere questo rifiuto da parte del Governo e chiediamo che l'ordine del giorno venga posto in votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brescia n. 9/2616-A/54, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rabino, Monchiero, Furnari...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  438   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  329).    

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, vorrei una precisazione, quindi intervenire per un richiamo al Regolamento ai sensi degli articoli 8 e seguenti, perché, prima della messa in votazione, noi avevamo chiesto di intervenire per un richiamo al Regolamento; pertanto, lei ha posto in votazione successivamente... Presidente sto parlando con lei.

  PRESIDENTE. Si, ma io sto ascoltando.

  DAVIDE CRIPPA. Perfetto: un multitasking ! Le chiedevo, ai sensi dell'articolo 8 del Regolamento: lei ha posto in votazione l'ordine del giorno nonostante un richiamo al Regolamento che dovevamo svolgere perché era inerente a quanto era successo prima della votazione. Ai sensi dell'articolo 50, comma 2, l'intervento dei ministri riapre la fase interlocutoria. Allora, vorrei una precisazione in tal senso perché, a mio avviso, sembra che i tempi comunque possano essere riassegnati, come già è successo in altre occasioni, in altre sedi di dibattito.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crippa. Il combinato disposto di due articoli del Regolamento mi ha fatto commettere un errore, anche aiutata dagli uffici in questo, perché nessuno è perfetto. È vero che l'intervento del Governo riapre la discussione ed è anche vero che, ai sensi dell'articolo 88 invece del nostro Regolamento, ciascun deputato può dichiarare il proprio voto sugli ordini del giorno con un unico intervento sul loro complesso per non più di cinque minuti o con non più di due interventi distinti per una durata complessivamente non superiore.
  Quindi, è vero che avrebbero potuto intervenire altri deputati, dopo l'intervento del Viceministro Bubbico; non avrebbe potuto intervenire il collega Brescia che, invece, aveva esaurito i suoi cinque minuti. Quindi, il combinato disposto di quei due articoli mi ha portato a compiere un errore, me ne scuso con l'Aula; tuttavia, è evidente che l'interpretazione giusta sarebbe stata quella eventualmente di dare la parola ad un altro deputato e non al deputato Brescia.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia non possiamo continuare questa discussione Pag. 74(Commenti del deputato Sibilia). .. Non possiamo continuare la discussione sul Regolamento. Andiamo avanti. L'interpretazione che vi ho appena dato è quella di cui siamo certi, dopodiché, se voi ritenete, possiamo chiedere un parere alla Giunta per il Regolamento... Va bene, torneremo sull'argomento, chiedendo che la Giunta per il Regolamento approfondisca. Onorevole Sibilia, prego.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola. In realtà, vorrei esattamente fare questa precisazione: onde evitare di creare un precedente, perché, in realtà, capisco che lei ha elencato questi due articoli, che sarebbero il 50 (sia il comma 1 che il comma 2 ed anche il comma 3 sono pertinenti) e l'articolo 88, però, secondo me, onde evitare che, in questo frangente, si crei un precedente, le chiedo la convocazione della Giunta per il Regolamento per capire quale effettivamente sia l'interpretazione da dare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Credo sia necessario, onde evitare che, in seguito, nei prossimi decreti... e poi, non vogliamo che venga in futuro detto che vi è un precedente e il precedente, che verrà richiamato, sia questo. Penso che, ogni volta che un Presidente adotta un tipo di interpretazione, sia necessario essere sicuri fino in fondo per il semplice motivo che lei sa benissimo che, alle volte, la prassi, in questo luogo, supera il Regolamento.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, io sono certa di questa interpretazione; tuttavia, poiché, in molti, siamo stati tratti in errore, credo sia giusto, alla prima occasione utile, che la Giunta per il Regolamento approfondisca.
  Passiamo all'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2616-A/55, sul quale vi era una proposta di riformulazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, l'ordine del giorno di cui si parla è sicuramente importante. Parliamo di una materia che viene trattata – quella degli afflussi massicci di stranieri – in questo provvedimento insieme ad altre materie del tutto eterogenee. Abbiamo già trattato il problema dell'eterogeneità di questo provvedimento; eterogeneità che si ripete adesso così come si è ripetuta nel corso di tutti i provvedimenti che sono arrivati in Aula.
  L'ordine del giorno si concentra sulle disposizioni inerenti alle misure per fronteggiare gli afflussi massicci di stranieri. Il punto focale di queste misure è rappresentato proprio dai centri di accoglienza, dislocati sul nostro territorio nazionale, che sono, a vario titolo, competenti nei diversi aspetti per le diverse problematiche relative all'accoglienza dei migranti. Qual è l'impegno che si richiede al Governo e che il Governo, invece, rifiuta, in maniera del tutto ingiustificata, ma d'altronde è in linea con la politica di un Governo che parla, parla ma, quando si tratta di impegnarsi, si ritorna a parlare ? Il nostro impegno era concreto, era la richiesta di un impegno ad adottare le misure necessarie – perché è importante chiarire qual è il punto – ad incrementare, da parte delle autorità responsabili (quindi, autorità che sono già responsabili, pertanto questo ordine del giorno non implica nessun aggravio delle attività in questione) le attività ispettive, di controllo e di monitoraggio sulla gestione dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo, quindi si tratta di un incremento di attività che già ci sono. Ricordiamo questi centri di accoglienza, che vengono definiti con l'acronimo «CARA», che sono le strutture appunto destinate all'accoglienza dei richiedenti asilo per il periodo necessario alla loro identificazione o all'esame della domanda d'asilo da parte della Commissione territoriale, attività già dovuta in virtù del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25. Allora, in particolare, qual è l'incremento che si richiede ? In particolare, in ordine al rispetto delle convenzioni stipulate con gli enti gestori dei cosiddetti CARA appunto, dei Centri di accoglienza. Quindi, l'incremento di questa attività di controllo Pag. 75e monitoraggio si concentra sugli enti gestori di queste convenzioni per poi fare cosa ? Avendo cura – dice l'ordine del giorno – di rendere le risultanze delle verifiche pubbliche. Quindi, da un lato, si chiede che ci sia un maggiore controllo da parte delle autorità competenti su quelle che sono le attività di questi centri fondamentali che riguardano situazioni particolari, spesso drammatiche, rispetto alle quali, appunto, l'autorità competente dovrebbe soltanto incrementare il controllo e poi rendere pubblico questo controllo.
  Infatti, la trasparenza, rispetto ad attività così importanti è un valore e non solo un valore, ma anche un obiettivo di cui deve prendersi cura lo Stato. Sottolineo che, riguardo a questi centri di accoglienza, spesso si sono verificati dibattiti proprio relativi alla richiesta, da parte dei cittadini e delle associazioni, di poter verificare meglio un'attività che è centrale.
  Allora, se da un lato, abbiamo spesso invocato l'intervento dell'Europa di fronte a questo tipo di attività o di interventi, dall'altro lato, riguardo almeno a ciò che facciamo noi, sarebbe opportuno che ci fosse un controllo più efficace e, nel contempo, più trasparente.

  PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, da quanto ha detto, deduco che non accettate la riformulazione dell'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2616-A/55.

  ALFONSO BONAFEDE. Assolutamente no.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2616-A/55, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Tripiedi, Portas, Sorial, Calabria, Marco Di Stefano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  413   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  317).    

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2616-A/56, accettato dal Governo, purché riformulato.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, non accetto la riformulazione ed intervengo per dichiarazione di voto.
  Come più volte, è stato ripetuto in quest'Aula, il decreto-legge che questa maggioranza si accinge a convertire tratta della conversione del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.
  Quindi, come al solito, ci troviamo di fronte all'ennesimo decreto omnibus che, in barba ai dettami costituzionali e alle interpretazioni, tratta questioni molto complesse e preminenti per la società italiana che però, data la loro complessità, meriterebbero uno studio e un approfondimento in provvedimenti specifici.
  E quali sono le tematiche eterogenee trattate in questa conversione ? Sono il contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, il riconoscimento della protezione internazionale e le misure atte ad assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno. Per questo la Corte costituzionale con la sentenza n. 22 del 2012 ritiene illegittimo il decreto-legge, qualora il suo contenuto non rispetti il vincolo della omogeneità, vincolo che la Corte ritiene implicitamente previsto dall'articolo 77 della Costituzione ed esplicitato dall'articolo 15, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400.Pag. 76
  Invece, il decreto introduce disposizioni urgenti per diversi settori: per il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, per fronteggiare gli afflussi massicci, per il riconoscimento della protezione internazionale, per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno e, specificatamente, intendo l'assegnazione di risorse per il rinnovo dei mezzi della Polizia di Stato, dei vigili del fuoco, per gli strumenti e le attrezzature necessarie per la Polizia di stato ed, ex novo, la sperimentazione della pistola Taser introdotta nel corso dell'esame in sede referente.
  Con riguardo alle disposizioni inerenti alle misure per fronteggiare gli afflussi massicci di stranieri, punto focale sono i centri di accoglienza dislocati nel nostro territorio nazionale e a vario titolo competenti nei diversi aspetti e per le diverse problematiche relative all'accoglienza dei migranti. Con il presente ordine del giorno, chiediamo al Governo di impegnarsi ad adottare le misure necessarie ad incrementare, da parte delle autorità responsabili, le attività ispettive, di controllo e monitoraggio sulla gestione dei centri di accoglienza.
  Come noto, i centri di accoglienza sono strutture destinate all'accoglienza, appunto, degli immigrati per il periodo necessario alla definizione dei provvedimenti amministrativi relativi alla posizione degli stessi sul territorio nazionale, in particolare in ordine al rispetto delle convenzioni stipulate con gli enti gestori dei suddetti centri e ai criteri di gestione previsti dalle disposizioni normative e regolamentari, avendo cura di rendere le risultanze delle verifiche pubbliche.
  Insomma, con il presente ordine del giorno chiediamo al Governo che ci siano maggiori controlli e pubblicità dell'esito di queste azioni ispettive, al fine di garantire ad ogni migrante, ad ogni rifugiato, ad ogni richiedente asilo, il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e della donna, tra i quali il diritto alla libertà individuale, il diritto alla vita, il diritto all'autodeterminazione, il diritto a un giusto processo, il diritto ad un'esistenza dignitosa, il diritto alla libertà religiosa, il diritto alla protezione dei propri dati personali e così via.
  Siamo, infatti, preoccupati del fatto che, nell'attesa del nuovo riordino della governance dell'accoglienza in Italia, con la creazione dei centri hub regionali e interregionali per la prima accoglienza, possano crearsi situazioni in cui vengano trascurati o, peggio, calpestati i diritti dei richiedenti asilo, dei rifugiati e di tutti coloro che vengono a chiedere aiuto al nostro Paese. Ma cosa saranno questi centri hub ? Saranno strutture dalla capienza massima di cento posti, in cui i migranti arrivano 48 ore dopo lo sbarco sul suolo italiano.
  Assicureranno ospitalità esclusivamente per un periodo limitato di tempo, quello necessario alla richiesta di asilo e alla conclusione delle procedure di esame della domanda da parte della commissione, per poi passare al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che si occuperà anche dei minori. Questi sono costituiti da piccole strutture collegate con il territorio e articolate sia in centri collettivi di medie dimensioni sia in appartamenti, talvolta autogestiti.

  PRESIDENTE. Onorevole Bernini, ha finito il suo tempo. Dovrebbe concludere.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, concludo. La nostra preoccupazione è che, dal passaggio dal sistema di governance precedente all'attuale, i diritti dei più deboli possano essere, in qualche modo, calpestati. Quindi, chiedo che questo ordine del giorno venga votato senza la riformulazione proposta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2616-A/56, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 77

  Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  416   
   Votanti  415   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  319).    

  (Il deputato Da Villa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Lorefice n. 9/2616-A/57, accettato dal Governo, purché riformulato.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, questo decreto mette insieme disposizioni che riguardano settori diversi. Si va dal contrasto alla violenza in occasione delle manifestazioni sportive alla gestione dei flussi massicci di stranieri, dal riconoscimento della protezione internazionale alla funzionalità del Ministero dell'interno. Noi abbiamo tentato di elaborare degli ordini del giorno per chiedere degli impegni ben precisi a questo Governo.
  Impegni che, purtroppo, dimostra puntualmente di disattendere, basti notare la bocciatura dei nostri emendamenti di buonsenso che potrebbero davvero determinare risparmi allo Stato e non oneri, che, in realtà, è la scusa che il Governo ha addotto per bocciare tre nostri emendamenti presentati in Commissione che riguardavano l'oculata e trasparente gestione dei centri di accoglienza per migranti e i relativi fondi.
  Che cosa avevano di così inaccettabile questi nostri tre emendamenti ? Semplicemente chiedevamo una maggiore trasparenza e l'aumento dei controlli da parte del Ministero dell'interno sui centri di accoglienza, in particolare, sugli enti che, sulla base di progetti presentati, accedono ai contributi del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, al fine di garantire una gestione trasparente, e che i risultati dell'attività ispettiva venissero pubblicati sul sito del Dicastero. Abbiamo chiesto, ancora, con un altro emendamento, l'obbligo per gli enti che svolgono servizi di accoglienza, attraverso i contributi del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, di rendere note le spese sostenute e i contributi ricevuti sul proprio sito o sul sito del Ministero dell'interno. Ancora: evitare potenziali infiltrazioni mafiose tra le fila degli enti di gestione che assumono l'incarico di realizzare per conto degli enti locali i progetti legati all'accoglienza dei richiedenti asilo.
  Quello che noi vorremmo capire è, per esempio, quale costo oneroso avrebbe potuto determinare la presentazione dei certificati antimafia da parte di quelle ditte che hanno convenzioni con i comuni nella gestione dei servizi di accoglienza e per questo che, ad un certo punto, siamo costretti a chiederci se noi la criminalità la combattiamo oppure la alimentiamo.
  Pertanto, dopo aver bocciato i nostri emendamenti, dopo aver apposto l'ennesima fiducia, impedendoci di fatto di poter riproporre in Aula i nostri emendamenti e, quindi, di contribuire a migliorare questo testo, l'unica via che c’è rimasta è stata quella di presentare degli ordini del giorno. Questo ordine del giorno a mia prima firma fa riferimento alle misure previste dal decreto per fronteggiare gli afflussi massicci di stranieri. Il punto focale, nel sistema che deve affrontare l'emergenza sbarchi, è rappresentato dai centri d'accoglienza che sono dislocati su tutto il territorio nazionale. Pertanto, noi impegniamo il Governo ad adottare tutte quelle misure necessarie ad incrementare le attività ispettive, di controllo e di monitoraggio sulla gestione dei centri di primo soccorso ed assistenza, cioè di tutte quelle strutture che sono localizzate in prossimità dei luoghi di sbarco e destinate all'accoglienza dei migranti per tutto il tempo strettamente necessario. Richiediamo, in particolare, trasparenza in ordine al rispetto delle convenzioni che vengono stipulate con gli enti gestori dei suddetti centri e ai criteri di gestione Pag. 78previsti dalle disposizioni normative e regolamentari, avendo cura di rendere le risultanze delle verifiche pubbliche.
  Purtroppo il nostro Paese è quello più direttamente coinvolto nel fenomeno migratorio, un fenomeno che non è sempre facile da spiegare, né da gestire, con ripercussioni anche sugli equilibri sociali ed economici. C’è chi ha saputo prendere il meglio da questo dramma, trasformandolo in business, perché gestire un centro significa anche gestirne servizi e soldi, tanti soldi, che in assenza di regole chiare, soprattutto nella trasparenza, che con questo ordine giorno noi invochiamo, possono essere utilizzati in modi non sempre appropriati. Potremmo portare tanti esempi quale il CARA di Mineo che è gestito dal sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, oppure potrei citare l'ultimo caso che ha avuto come protagonista, a quanto pare, il suocero del fratello del Ministro Alfano, il quale doveva dirigere il centro di prima accoglienza di Lampedusa, ma scoperto ha detto di voler rinunciare per evitare – dice lui – strumentalizzazioni. Guarda caso, sia il CARA di Mineo, che quello di Lampedusa, sono a loro volta gestiti dalle stesse ditte appaltanti: Sisifo e Legacoop. Ora questi sono solamente alcuni esempi che ci spingono a chiedere trasparenza, perché un sistema del genere non può più essere tollerato. Quindi, mi auguro sottosegretario che cambi il suo parere riguardo a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2616-A/57, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Artini, Rotta, Peluffo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  425   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  319).    

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Benedetti n. 9/2616-A/58, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  SILVIA BENEDETTI. Signor Presidente, nel presentare questo ordine del giorno vorrei prima fare un promemoria. Ricordo, come altri miei colleghi, come ricordiamo sempre, che il decreto-legge in questione, il n. 119 del 2014, non si occupa soltanto della sicurezza negli stadi, ma – così, giusto per continuare a lavorare in maniera incostituzionale – il Governo Renzi vi inserisce disposizioni in materia di protezione internazionale (all'articolo 5, nello specifico).
  Per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori verso l'Italia, una delle novità riguarda l'asilo, con il raddoppio delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale: sono le commissioni che esaminano in modo decentrato le istanze di riconoscimento dello status di rifugiato. Tali commissioni in origine erano sette e sono state istituite con regolamento di attuazione, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 303 del 2004, della legge Bossi-Fini, la n. 189 del 2002, e furono già aumentate alle attuali dieci in seguito al decreto legislativo n. 25 del 28 gennaio 2008.
  Attualmente queste commissioni sono dieci e si trovano nelle sedi di Gorizia, Milano, Roma, Foggia, Siracusa, Crotone, Trapani, Bari, Caserta e Torino. Con questo decreto-legge il numero di queste commissioni viene ulteriormente aumentato: si passa da dieci a venti commissioni. Al momento sono articolate in sei sezioni, ma Pag. 79potranno arrivare fino a trenta sezioni, composte da membri supplenti. Chiaramente l'aumento di queste sezioni dipenderà anche dalla necessità di snellire la procedura di richiesta di asilo.
  Secondo il rapporto annuale 2012-2013 dello SPRAR, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale hanno complessivamente esaminato 29.969 istanze e hanno assegnato al 6,8 per cento lo status di rifugiato, al 15 per cento lo status di protezione sussidiaria e al 51,6 per cento è stato proposto il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
  La ratio dell'aumento di queste commissioni è che attualmente sono molte le richieste di asilo, con un trend in aumento. Infatti, se andiamo a vedere il quadro internazionale questo è peggiorato. Rispetto all'ultimo trimestre del 2013 abbiamo avuto un aumento del 28 per cento delle richieste di asilo. Quindi, questo provvedimento per diminuire l'arretrato di queste richieste e snellirne l’iter ci trova d'accordo.
  Tuttavia, sappiamo che le commissioni hanno una spesa, non sono certo gratuite. Quindi, vengono insediate nelle prefetture, che forniscono il necessario supporto organizzativo e logistico, e hanno una spesa prevista di 10 milioni di euro all'anno. Questa spesa viene prevista assumendo come base di calcolo il costo annuo di funzionamento delle commissioni già esistenti: un costo che si aggira sui 100 mila euro all'anno. Ad essere precisi, bisogna considerare che ai costi di funzionamento si aggiungono gli oneri come la convenzione con UNHCR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, cioè l'agenzia delle Nazioni Unite che guida e coordina a livello mondiale la protezione dei rifugiati, nonché le azioni necessarie per garantire il loro benessere. Poi ulteriori oneri sono la formazione dei commissari, importantissima, nonché i costi dell'interpretariato. Quindi, come stima di un totale annuo andiamo da 9.149.430 euro per il 2014 a 10.683.060 euro a decorrere dal 2015.
  L'aumentata spesa per il potenziamento delle commissioni verrà coperta con un prelievo dal fondo per i rimpatri. Il fondo per i rimpatri è formato per la metà dai contributi per i permessi di soggiorno e in parte da contributi europei per le finalità del fondo medesimo.
  La quota residua del gettito del contributo è assegnata allo stato di previsione del Ministero dell'interno per gli oneri connessi alle attività istruttorie inerenti al rilascio ed al rinnovo del permesso di soggiorno.
  Si consideri che i dati attualmente in possesso riportano una capienza del fondo che nel 2013 era pari a circa cento milioni di euro e non sono disponibili i dati del fondo relativi al 2014.
  Quindi, tornando alla questione del potenziamento delle commissioni territoriali, essendo questa misura necessaria ed avendo una motivazione valida, non vogliamo esulare dal controllo della spesa ed anche dalla trasparenza della stessa, quindi come MoVimento 5 Stelle siamo sempre attenti alla spesa pubblica, alla gestione e trasparenza della stessa e, a fronte di questo investimento –, vogliamo considerarlo un investimento, abbiamo sentito anche le testimonianze dei miei colleghi...

  PRESIDENTE. Deve concludere onorevole, ha esaurito il suo tempo.

  SILVIA BENEDETTI. Sì. Dicevo: a fronte di questo investimento è anche giusto andare a fondo delle verifiche, cioè dei dati che portano i lavori di queste commissioni. È giusto andare a fondo e verificare se questi soldi ulteriori e questo potenziamento delle commissioni porta dei risultati sia in termini di sicurezza per gli immigrati che in termini di sicurezza per i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Benedetti, deve chiudere.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, Pag. 80sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/2616-A/58, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pizzolante, Bonafede, Tripiedi, Artini ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  435   
   Votanti  433   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  311).    

  (I deputati Vazio e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Onorevole Battelli, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/59, accettato dal Governo ?

  SERGIO BATTELLI. Signora Presidente, l'articolo 5 del decreto in esame va a modificare in più parti il decreto legislativo n. 25 del 2008, che recepisce nell'ordinamento italiano la direttiva 2005/85/UE sul riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato. Nello specifico, si incrementano le commissioni territoriali con sede nelle prefetture passando da 10 a 20, coordinate dal dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.
  Inoltre vengono portate a trenta per l'intero territorio nazionale le sezioni supplenti, che intervengono nel caso di incrementi di domanda dei richiedenti asilo, connessi all'andamento dei flussi migratori.
  I componenti delle commissioni sono: un funzionario della carriera prefettizia, un funzionario della polizia di Stato, un rappresentante di un ente territoriale designato dalla Conferenza Stato-città ed un rappresentante dell'UNHCR.
  Il colloquio del richiedente asilo si svolge con un membro della commissione, possibilmente dello stesso sesso, che poi fa la sua proposta alla commissione stessa.
  Tutto questo comporta quindi un incremento di costi, vista la necessità di formare il personale, di recuperare gli interpreti e di stipulare la convenzione con l'UNHCR: 9 milioni per quest'anno ormai al termine e 10,6 previsti per il 2015.
  Ma qual è la ratio di questo articolo ? Snellire le procedure per ottenere lo status di rifugiato ?
  E come si snelliscono tali procedure ? Aumentando i costi e raddoppiando le commissioni che si occupano del tema ? O semplificando le procedure stesse ?
  A chi si fa bello con questo decreto: magari con procedure più semplici e snelle, con una reale analisi del mondo che circonda l'Italia, non ci sarebbe bisogno di tutto questo.
  Ma si sa: ci sono interessi economici e politici anche dietro a questi status, interessi che vanno ben oltre la giustizia sociale.
  Quindi, ricapitolando: si incrementano le commissioni territoriali con sede nelle prefetture, passando da 10 a 20, coordinate dal dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.
  Vengono portate a trenta per l'intero territorio nazionale le sezioni supplenti che intervengono nel caso di incrementi delle domande dei richiedenti asilo connesse all'andamento dei flussi migratori. Ricordiamo, inoltre, che i componenti delle commissioni sono un funzionario della carriera prefettizia, un funzionario della Polizia di Stato, un rappresentante di un ente territoriale designato dalla Conferenza Stato-città e un rappresentante dell'UNHCR. Non resta, quindi, che prendersi un unico impegno. Con questo ordine del giorno ci limitiamo a chiederle l'impegno di una stretta valutazione oggettiva sulla reale necessità di aumentare le commissioni territoriali e le sezioni. In sostanza, se numericamente sono adeguate, se la loro composizione è consona e se sono dislocate in maniera coerente con Pag. 81i maggiori flussi di domanda. Molto banale, qualunque persona di buonsenso farebbe una cosa del genere: verificare se la scelta attuata sia coerente con gli obiettivi preposti e poi modificare le decisioni di conseguenza.

  PRESIDENTE. Quindi, non insiste per la votazione essendo favorevole il parere del Governo.
  Onorevole Nuti, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/60, sul quale vi è il parere contrario del Governo ?

  RICCARDO NUTI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, nel corso dell'esame in sede referente è stato introdotto nell'articolo 8 di questo decreto-legge il comma 1-bis il quale dispone che con decreto del Ministro dell'interno l'amministrazione della pubblica sicurezza avvii la sperimentazione della pistola Taser. La copertura dei costi della suddetta sperimentazione, non conosciuti nella loro esatta determinazione, sono ricavati sottraendoli dalle risorse originariamente destinate dall'articolo 8 alla Polizia di Stato, che la relazione illustrativa e tecnica del Governo indica espressamente in una tabella voce per voce: veicoli, equipaggiamenti, manutenzione e strutture. A prescindere dall'efficacia delle pistole Taser, le forze di polizia stanno oggi vivendo una situazione tragica per la cronica carenza di risorse che rischia di pregiudicare l'azione stessa delle forze di polizia. Blocco degli stipendi, mezzi obsoleti, manutenzione a singhiozzo, strutture fatiscenti, carenze di uomini sono alcuni degli effetti delle scellerate politiche negli ultimi anni che hanno caratterizzato l'agire dei Governi di qualsiasi colore nei confronti dei corpi di polizia. Ci appare quindi inappropriato destinare importanti risorse a sperimentazioni che quantomeno possono essere definite di dubbia utilità.
  Questa sperimentazione riporta alla mente quella già fin troppo tristemente famosa dei braccialetti elettronici, passati alla storia come un inutile e mastodontico investimento. Nel merito dell'utilizzo delle pistole Taser, solo pochi giorni fa Amnesty International ha pubblicato un comunicato stampa con il quale ha ricordato come questi strumenti, la cui caratteristica principale dovrebbe essere quella di non essere letali, abbiano già ucciso nel solo nord America 464 persone che nel 90 per cento dei casi erano disarmate. Nel comunicato stampa si legge che gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l'uso della Taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci o le cui funzioni, nel momento in cui erano stati colpiti dalla Taser, erano compromesse da alcol o droga o ancora che erano sotto sforzo. Il comunicato stampa, sempre di Amnesty, prosegue dicendo che un altro fattore di preoccupazione è la facilità con cui la Taser può rilasciare scariche multiple che possono danneggiare anche irreversibilmente il cuore o il sistema respiratorio. Quindi, è fondamentale, come ha dichiarato Amnesty, che le forze di polizia siano adeguatamente formate prima che siano dotate di questo tipo di arma e sarebbe necessario effettuare a priori uno studio specifico sui rischi di violazione dei diritti umani. Amnesty conclude dichiarando in maniera preoccupante che, anche se venissero soddisfatte queste richieste, il rischio di violazione di diritti umani non verrebbe affatto azzerato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Dunque vi apprestate a varare una norma che inutilmente mette a rischio la vita di migliaia di persone e distrarrà importanti risorse da fini molto più importanti e urgenti per l'intero comparto sicurezza e, infine, non darà alcuna certezza, sulla scorta di quanto accade ai braccialetti elettronici, sui reali benefici che potrebbe apportare. Questo ordine del giorno, quindi, ha il mero obiettivo di rendere effettiva la funzione di controllo parlamentare in merito all'azione dell'Esecutivo, con particolare riguardo ai costi, Pag. 82alle forniture e alle modalità di assegnazione e di utilizzo di questi strumenti. Questo lo ribadiamo con forza in quanto si tratta di un tipo di arma che, se utilizzata in maniera inopportuna, anziché facilitare i compiti delle forze di polizia, potrebbe comprometterli fino a trasformarsi, come ricordato da Amnesty, in strumenti di morte accidentale e violazione dei diritti umani.
  Quindi, signori e cari colleghi, noi semplicemente chiediamo di impegnare il Governo ad informare le Commissioni parlamentari competenti delle due Camere prima dell'adozione del suddetto decreto ministeriale in ordine a tutte le misure e le procedure che verranno adottate e seguite per la sperimentazione, in particolare per quanto riguarda i costi e la fornitura, nonché le modalità di assegnazione della medesima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nuti n. 9/2616-A/60, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Gasparini, Turco, Brescia, Magorno, Dieni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  422   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  302).    

  (Il deputato Marcon ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Caso n. 9/2616-A/61, non accettato dal Governo.

  VINCENZO CASO. Signor Presidente, sono contento di poter fare la dichiarazione di voto sull'ordine del giorno, anche perché gli ordini del giorno sono praticamente l'ultima cosa che ci è rimasta da illustrare in Aula da quando è stato praticamente fondato un nuovo tipo di democrazia, quella del capo in cui lui decide e noi siamo qui a ratificare quello che viene deciso altrove (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pertanto vorrei fare almeno qualche premessa se ci è consentita, in quanto come al solito siamo chiamati ad intervenire in relazione ad un decreto-legge, l'ennesimo decreto-legge, il ventesimo se non sbaglio dall'insediamento del Governo del rottamatore, colui che si presentava come il rinnovamento della vecchia politica. Bene, le pratiche della vecchia politica vediamo che Renzi le conosce molto bene e infatti non si fa assolutamente scrupolo di abusare del potere dell'Esecutivo perfino per far approvare un decreto come questo che davvero di urgente ha poco. La violenza negli stadi non nasce oggi, i flussi migratori non sono iniziati oggi e gli stanziamenti di risorse a favore della Polizia di Stato e dei Vigili del fuoco non dovrebbero di certo essere affrontati con provvedimenti spot ma con una programmazione pluriennale certa. Certo si vuol far contento il Ministro Alfano e concedergli le vetrine mediatiche che tanto gli stanno a cuore. Come è possibile infatti che al Ministro dell'interno sia concesso questo potere discrezionale di vietare le trasferte anche se per alcune tifoserie ? Immaginiamo la conoscenza piena che abbia il Ministro Alfano di tutte le problematiche delle varie tifoserie, quello stesso Ministro, se non ricordo male, che non era a conoscenza che due persone venivano portate via dal nostro territorio. Mi sembra sia la stessa persona. Ma ritornando a questa mia premessa, al fatto che come al solito siamo chiamati ad esprimerci su un decreto disomogeneo, ovvero che contiene provvedimenti tra loro diversissimi, in questo caso i macro temi principali sono solo tre. Questa volta siamo fortunati perché di solito sono decine e decine, ma Pag. 83a breve arriverà lo «sfascia Italia» per cui siamo pronti anche per quello. In questo quadro non sorprende neppure che sia stata posta l'ennesima fiducia, purtroppo direi che anche questa volta la nostra Carta costituzionale è stata calpestata abbondantemente e evidentemente non si riesce proprio a farne a meno. Quindi, complimenti vivissimi ancora alla maggioranza che ancora una volta non si smentisce.
  Venendo, quindi, all'ordine del giorno che mira ad indirizzare l'operato delle nostre commissioni territoriali verso una maggiore attenzione a quelli che sono gli aspetti psicologici dei migranti, spesso si sottovaluta che si parla di persone nella maggior parte dei casi vittime di persecuzioni che fuggono da guerre o da contesti sociali in cui è impedita la piena espressione personale. Le ripercussioni che i contesti di provenienza hanno sulla psiche di questi profughi non vanno sottovalutate al fine di fornire un supporto che sia per davvero efficiente, efficace e garante del rispetto dei diritti fondamentali che la nostra Carta costituzionale e la storia democratica del nostro Paese ci impegnano a far rispettare.
  L'articolo 5 del provvedimento in esame, sul quale interviene il mio ordine del giorno, introduce nuove disposizioni inerenti alle commissioni territoriali competenti per il riconoscimento della protezione internazionale. In particolare porta da 10 a 20 il numero delle commissioni, insedia tali commissioni presso le prefetture ed affida una funzione di coordinamento al dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. Nel corso dell'esame delle Commissioni riunite è stato altresì espressamente previsto che ogni commissione territoriale e ogni sezione operino con indipendenza di giudizio e di valutazione. Il capo II, di cui l'articolo 5 è parte fondante, risponde all'esigenza di introdurre misure che accelerino l'esame delle domande di protezione internazionale. Il costo dell'operazione è indicato nell'articolo 10 e consiste in circa 9 milioni di euro per l'anno 2014 e di circa 10 milioni a decorrere dal 2015. L'ordine del giorno che vorrei sottoporre all'attenzione dell'Assemblea oggi ricalca un emendamento presentato dal collega Cozzolino...

  PRESIDENTE. Ha concluso il tempo, onorevole Caso, deve chiudere.

  VINCENZO CASO. Sì. Poiché il suddetto emendamento non verrà esaminato in quest'Aula e, grazie alla posizione della questione di fiducia, non si potrà discutere di un aspetto che ritengo molto importante nell'approcciare il tema dell'immigrazione, il mio ordine del giorno chiede che il Governo si impegni ad adottare le misure affinché le commissioni territoriali possano dotarsi anche in via non permanente del supporto di personale esperto nelle valutazioni psicologiche del migrante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caso n. 9/2616-A/61, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pini Giuditta ... Fregolent... Agostini Luciano... Causi....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  408   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  317).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/2616-A/62, non accettato dal Governo.

Pag. 84

  PAOLA CARINELLI. Signor Presidente, il decreto-legge che stiamo esaminando, anche se in realtà «stiamo esaminando» sono parole grosse visto che in realtà da esaminare c’è ben poco considerato che il Governo per l'ennesima volta ha posto la questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) interrompendo, anzi senza far iniziare una discussione per cui non c’è stata possibilità di votare alcun emendamento in quest'Aula ma tutto è stato congelato al lavoro fatto in Commissione, quindi di fatto quasi annullando la presenza qui di quasi seicento persone. Come dicevo, questo decreto-legge, come sappiamo, interviene per rafforzare il contrasto dei fenomeni di illegalità e violenza durante le manifestazioni sportive e prevede misure di accoglienza dei richiedenti asilo e degli immigrati in generale.
  Il Capo II, in particolare, del decreto-legge contiene disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e si apre con l'articolo 5 che modifica in più parti il decreto legislativo n. 25 del 2008 con il quale l'Italia ha dato attuazione alla direttiva n. 85 del 2005 dell'Unione europea sul riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato. Per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori verso l'Italia viene semplificato l'iter burocratico per le richieste di asilo.
  Questo mio ordine del giorno riguarda le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale. Come accennavano prima alcuni miei colleghi, questo decreto-legge incrementa il numero delle commissioni territoriali da dieci a venti, insedia tali commissioni presso le prefetture e affida una funzione di coordinamento al dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno. La competenza delle commissioni territoriali, salvo eccezione, è determinata sulla base delle circoscrizioni territoriali in cui è presentata la domanda, articolo 4 del citato decreto legislativo n. 25 del 2008. Nel caso di richiedenti accolti nei centri di accoglienza o trattenuti in base alle previsioni degli articoli 20 e 21 del decreto legislativo di cui sopra, la competenza è determinata in base alla circoscrizione territoriale in cui è collocato il centro.
  La semplificazione del giudizio sulla singola domanda consentirà di censire i richiedenti, dare rifugio a chi ne ha diritto e rimpatriare chi si trova in condizione di clandestinità. Il colloquio – e questa è la parte fondamentale di questo ordine del giorno – si svolgerà alla presenza di un solo membro con specifica formazione e, ove possibile, dello stesso sesso del richiedente; il giudizio sarà comunque preso dall'intera commissione. In caso di trasferimento di residenza dell'immigrato cambia anche la commissione competente, a meno che l'audizione non sia già avvenuta. Per l'esame delle domande, viene previsto il ricorso anche alla collaborazione di soggetti operanti a livello internazionale nel campo della tutela dei diritti umani per acquisire i dati necessari alla commissione nazionale che elabora le informazioni circa la situazione generale esistente nel Paese di origine del richiedente asilo. Inoltre, viene previsto che la commissione territoriale acquisisca anche d'ufficio le informazioni relative alla situazione del Paese di origine e alla specifica condizione del richiedente, ciò è ritenuto necessario per integrare il quadro probatorio prospettato dal richiedente.
  Quanto ai colloqui – e vengo al punto fondamentale – con i migranti richiedenti protezione internazionale, anche se è prevista la possibilità di colloqui dinanzi all'intera commissione, ove richiesto dal presidente e dalla stessa o dal migrante, sarebbe comunque opportuno evitare, comunque, che i colloqui si svolgano ordinariamente alla presenza di un solo componente della commissione, fatta salva l'eventualità sopraindicata.
  Per questo, con questo ordine del giorno, si impegna il Governo ad adottare le misure, anche legislative, affinché sia ordinariamente previsto che i colloqui con i migranti debbano svolgersi alla presenza di almeno due dei componenti della commissione chiamata a valutare il caso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 85
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carinelli n. 9/2616-A/62, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Cariello, Fantinati, Ruocco, Sorial, D'Alia e Cesaro Antimo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  419   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  302).    

  (Il deputato Marcon ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Esamineremo un altro ordine del giorno, prima di una breve sospensione.
  Passiamo all'ordine del giorno Cariello n. 9/2616-A/63, con il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Signor Presidente, il mio ordine del giorno si inserisce all'interno di questo provvedimento, in maniera specifica all'articolo 6, comma 2, in cui viene creato un nuovo Fondo dello Stato, in capo al Ministero dell'interno, per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale e vi vengono destinati, per il 2014, 62,7 milioni di euro. Bene, l'intreccio dell'utilizzo delle risorse, quindi l'esistenza poi, anche, di altri fondi variamente allocati, le mancate ripartizioni di altri fondi stanziati in passato, nonché l'esubero di conti residui, ci portano a formulare, comunque, in una certa maniera, questo impegno al Governo affinché si rapporti annualmente alle Camere o alle Commissioni competenti l'andamento e l'utilizzo dei vari fondi.
  Quest'ordine del giorno, a mio avviso, è stato sottovalutato dal Governo. Prego il Viceministro di porre attenzione a questo rilievo... Presidente, pregherei il Viceministro di ascoltare, perché ho una segnalazione che può portare il Viceministro a riformulare il parere.

  PRESIDENTE. Sta al telefono il Viceministro ? Da qui non lo vedo, sinceramente; per me stava ascoltando.

  FRANCESCO CARIELLO. Glielo confermo.

  PRESIDENTE. Viceministro Bubbico, sollecitano la sua attenzione. Prego, deputato Cariello.

  FRANCESCO CARIELLO. Viceministro, ripeto, quest'ordine del giorno chiede semplicemente che il Governo venga a riferire alle Commissioni parlamentari competenti in merito all'utilizzo dei vari fondi per la gestione dei flussi migratori. A mio avviso, quest'obbligo fa già parte dei compiti del suo Ministero, in quanto c’è una proposta di regolamento europeo che chiede che l'erogazione dei fondi debba essere, per ogni singolo Stato, utilizzata secondo un programma annuale da presentarsi alla Commissione europea, appunto, per ricevere poi il successivo stanziamento. Tale proposta di regolamento è in discussione in Commissione affari interni dell'Unione europea e sarà sicuramente varato. Se vuole le do i riferimenti: si tratta della proposta n. 2011/0368. Quindi, non vedo perché, se questo obbligo viene rispettato verso la Commissione europea, lo stesso obbligo non si possa accettare come impegno anche verso il Parlamento, verso le Commissioni competenti. Mi riferisco anche allo stesso regolamento citato nella risposta che puntualmente arrivò dopo il terribile nubifragio di Lampedusa, quando il Ministro dell'interno, Alfano, aveva lanciato un allarme affinché l'Europa potesse dare una mano concreta all'Italia nell'incremento di questi fondi. Nella risposta che arrivò dalla Commissione europea, appunto dalla Commissaria agli affari interni, Pag. 86si faceva riferimento a tutti i finanziamenti europei destinati all'Italia per l'accoglienza dei richiedenti asilo, per la difesa delle frontiere e per l'integrazione dei migranti; fondi ordinari e straordinari. Sempre secondo le informazioni ricevute dalla Ministra europea per la sicurezza, l'Italia aveva ottenuto nel periodo 2007-2013, il 13,4 per cento delle risorse totali allocate per la gestione dell'asilo e dell'immigrazione, pari a 478 milioni di euro, circa mezzo miliardo di euro, di cui il 50 per cento destinato esclusivamente alla difesa delle frontiere marine (250 milioni di euro). Le altre somme sono state poi così ripartite: 36 milioni al fondo per i rifugiati, 150 milioni per il fondo per l'integrazione e altri 43 milioni al fondo che finanzia i rimpatri forzati dei migranti illegali. Tutte queste informazioni le abbiamo recepite da un'indicazione, da una nota della Commissione europea, quindi riteniamo un obbligo verso il Parlamento quello di riferire, anno su anno, sull'utilizzo di questi fondi. Si tratta veramente di un ordine del giorno di estremo buon senso, anche perché questo è un obbligo verso la Commissione europea, quindi si tratterebbe di replicare la stessa nota verso il Parlamento, anche perché, se ce lo chiede l'Europa, che ben venga anche riferire in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cariello n. 9/2616-A/63, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cova, Busto, Fraccaro, Simoni, Marcon...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  411   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  289).    

  Mi sembra che vi sia una intesa tra i gruppi nel senso di procedere con i nostri lavori fino alle ore 22. Alla luce di ciò, dispongo una breve sospensione della seduta che riprenderà alle ore 20,20.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 20,20.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bonifazi, Michele Bordo, Carinelli, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, Di Lello, Di Salvo, Ferranti, Fico, Fontanelli, Fraccaro, Losacco, Merlo, Molea, Pes, Portas, Ravetto, Sanga, Speranza, Tabacci e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2616-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2616-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno Cariello n. 9/2616-A/63. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Scagliusi n. 9/2616-A/64, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

Pag. 87

  EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, vorrei chiedere i motivi del parere contrario del Governo poiché questo ordine del giorno semplicemente impegna il Governo, in caso di eventi sportivi che coinvolgono la tifoseria o squadre di altri Stati, a coordinarsi con queste autorità. Mi sembra strano il parere contrario, al massimo mi sarei aspettato una riformulazione oppure qualche piccolo cambiamento da parte del Governo. Vedo che non ci sono risposte da parte del Governo, allora vorrei illustrare quali sono i modelli di comportamento che hanno gli altri Stati per quanto riguarda le tifoserie. Ad esempio in Inghilterra, un primo e fondamentale strumento della reazione dello Stato inglese è stato il «Taylor Report», nato in prima battuta come indagine condotta nel 1990 dopo i fatti di Sheffield e basato su quattro linee di comportamento fondamentali: reinventare lo stadio come spazio pubblico e, quindi, la stessa comunità degli sportivi; riscoprire per intero il senso dello spettacolo, anche al di là dell'evento calcistico; porre attenzione alla customer satisfaction dei tifosi, coccolati e trattati come clienti; introdurre strumenti di controllo dei frequentatori degli stadi.
  L'approccio, come si vede, è stato innanzitutto quello di investire sul fenomeno calcistico, rendendo lo spettacolo appetibile e fruibile in sicurezza. Prima conseguenza attuativa è stata l'acquisizione, da parte dei club, della proprietà diretta degli impianti, resi idonei ai fini della migliore percezione degli eventi sia in forza della loro ubicazione, sia in ossequio alla loro struttura e alla loro capienza minima (20 mila posti tutti a sedere, oltre ad un certo numero di vip box). Le società calcistiche provvedono alla loro manutenzione ordinaria e straordinaria, ma possono così trasformare l'impianto in un valore aggiunto rispetto alla normale attività sportiva, ad esempio, con il loro quotidiano sfruttamento commerciale. Il tutto anche godendo di finanziamenti pubblici ad hoc, attraverso i quali lo Stato ha imposto ed ottenuto, ad esempio, l'installazione di sistemi di telecamere a circuito chiuso, dotati di sofisticati strumenti di controllo contro i violenti.
  Il legislatore inglese, poi, con una ulteriore serie di provvedimenti normativi, ha introdotto non solo decise regole sanzionatorie, ma anche notevoli prescrizioni riguardanti i club calcistici, quali l'imposizione di misure preventive di eccezionale portata. Dal punto di vista sanzionatorio, può semplicemente affermarsi che qualsivoglia comportamento deviante all'interno dello stadio è considerato reato (declamazione di slogan violenti o razzisti, l'abuso di sostanze alcoliche, anche sugli autobus che conducono all'impianto sportivo, l'invasione del campo, eccetera). Non solo, ma anche comportamenti che nei nostri stadi appaiono del tutto normali – quali alzarsi troppo dal proprio posto a sedere, eccedere con i gesti o con le urla – legittimano gli addetti alla sicurezza a procedere all'immediata espulsione dall'impianto sportivo ed il magistrato a vietare in futuro l'accesso allo stadio di coloro che siano qualificabili come «violenti».
  Il menzionato Football Disorder Act del 2000, approvato dopo soli 15 giorni di iter parlamentare, ha stretto ancor più le maglie della repressione dei fenomeni violenti.
  Sono state, in effetti, introdotte misure poi ampiamente accolte anche dal nostro ordinamento, quali: il Daspo, in forza del quale può essere vietato l'accesso agli stadi per un periodo da tre a dieci anni a chi è stato condannato per violenza tentata o consumata, bagarinaggio, possesso di armi, alcolici, oggetti atti ad offendere, fuochi artificiali; la sanzione penale per chi abbia violato il divieto anzidetto; l'individuazione di nuove figure di reato quali il lancio di oggetti e l'invasione di campo, nonché i cori a sfondo razzista; la concreta possibilità di considerare reati da stadio anche quelli commessi nelle 24 ore precedenti ovvero successive alla partita ed in luoghi diversi dall'impianto sportivo.
  Consentendo l'ordinamento britannico misure ancor più restrittive, è stata inoltre conferita alle forze di polizia la possibilità di fermare per sei ore e addirittura di Pag. 88mantenere in stato di arresto per ventiquattro ore chi, nei cinque giorni precedenti l'evento sportivo, sia semplicemente sospettato della commissione di precedenti atti di violenza: ampi sono i poteri attribuiti alla stessa polizia quanto alla classificazione degli elementi sospetti.
  Quindi, invito a votare favorevolmente il mio ordine del giorno, in quanto ritengo la coordinazione delle nostre forze di Polizia con quella di altri Stati essenziale alla limitazione della violenza negli stadi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scagliusi n. 9/2616-A/64, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, Dell'Aringa, Dall'Osso, Valiante, Berlinghieri, Carbone, Pastorino, Pesco e Alberti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  326   
   Votanti  316   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
  54    
    Hanno votato
no  262).    

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Petraroli n. 9/2616-A/65.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

  COSIMO PETRAROLI. Signor Presidente, per quanto riguarda le disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, sappiamo essere un problema che si manifesta non solo in Italia, ma anche nei Paesi esteri ovvero quando i nostri cari connazionali si rendono partecipi di reati commessi durante, ad esempio, delle partite di calcio fuori dai territori nazionali.
  Con il Capo I del decreto – soprattutto l'articolo 1 della legge 13 dicembre 1989, n. 401 – sono state apportate delle modifiche che riguardano soprattutto l'inasprimento delle sanzioni; l'articolo 2 contiene delle modifiche in materia di divieto di accesso ai luoghi nei quali si svolgono le manifestazioni. In particolare, si inaspriscono le sanzioni per coloro che hanno avuto anche all'estero una condotta sia singola che di gruppo finalizzata alla partecipazione attiva ad episodi di violenza, minaccia e intimidazione.
  Per questo, siamo convinti che debba nascere con gli Stati della Comunità europea un certo tipo di approccio molto più sinergico per individuare e contrastare questo tipo di fenomeno.
  Come si evince dall'articolato, questi atti di violenza devono essere accertati dalle autorità straniere competenti e certificati dal questore della provincia in cui risiede abitualmente il destinatario della misura, cioè il violento. Per questo motivo, a nostro avviso, si pone con urgenza l'esigenza di un adeguato coordinamento con le competenti autorità degli Stati interessati e si impegna il Governo ad assumere immediate iniziative volte, appunto, a realizzare il coordinamento di cui in premessa, con un particolare riguardo alle autorità della Slovacchia.
  Inoltre, viene modificata la disciplina del Daspo, provvedimento con il quale il questore dispone il divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive, ampliando le categorie dei potenziali destinatari del divieto, definendo i presupposti che consentano al questore di applicare il Daspo anche a soggetti che, pur non essendo stati condannati né denunciati, risultino avere comunque tenuto una condotta pericolosa per la sicurezza pubblica, aumentando la durata del provvedimento di divieto in relazione ai recidivi e a coloro che assumono la direzione di episodi di violenza di gruppo.
  Viene, poi, esteso l'ambito di applicazione della contravvenzione prevista per la violazione del divieto di striscioni e cartelli incitanti alla violenza e del divieto per le società sportive di corrispondere una serie Pag. 89di benefici a determinate categorie di soggetti, quali, ad esempio, i soggetti destinatari del Daspo, nonché del divieto di vendita o distribuzione dei titoli di accesso agli impianti. Nel corso dell'esame presso le Commissione riunite affari costituzionali e giustizia è stata disposta l'inapplicabilità ai minori di 14 anni dell'obbligo di corredare la richiesta di acquisto dei biglietti di accesso agli impianti sportivi con la presentazione di un valido documento di identità.
  È stato, inoltre, previsto che una quota tra l'1 e il 3 per cento degli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti delle partite sia destinata a finanziare i costi sostenuti per la sicurezza e l'ordine pubblico. Ciò che, infatti, ci lascia estremamente perplessi nelle nuove previsioni di inasprimento del Daspo è quella secondo la quale nei confronti dei recidivi debba essere applicata sempre anche la disposizione di presentarsi presso il comando di polizia una o più volte, negli orari indicati, nella giornata di cui vige il divieto di accesso allo stadio; una sorta, diciamo così, di libertà vigilata, applicata in automatico.
  Riteniamo eccessivamente gravosa l'applicazione di questa prescrizione, non tanto per il recidivo, ma, soprattutto, per l'amministrazione pubblica e per il tribunale. Le disposizioni presenti prevedevano una più saggia valutazione caso per caso, che funzionava. Perché modificare questo punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Petraroli n. 9/2616-A/65, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco, Gregori, Lo Monte, Di Benedetto, Gigli, Grillo, Ciracì, Bini, Bonaccorsi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  352   
   Astenuti    13   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  284).    

  (La deputata Ciprini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole; il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Parentela n. 9/2616-A/66.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Parentela. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, il capo I del decreto contiene disposizioni urgenti in materia di contrasto dei fenomeni di illegalità e violenza che possono manifestarsi in occasione di competizioni sportive.
  Io volevo approfittarne anche per ricordare quelle che sono state la nostre proposte in merito a questo decreto, che, ricordiamo sempre, è incostituzionale. Le nostre richieste consistevano semplicemente nel migliorare questo provvedimento e ci tengo ora a ribadirle, vale a dire: certezza alla previsione normativa sanzionatoria del carcere per chi froda gare sottoposte a scommesse sportive, in maniera da assicurare la predetta finalità deterrente; nel quadro di un comprensibile inserimento delle sanzioni connesse al Daspo, di limitare un'impropria discrezionalità da parte del questore nell'applicazione del provvedimento; coordinare la durata del Daspo con la durata del divieto per le società di vendere i biglietti o altri titoli a chi è destinatario di un Daspo; cancellare quell'elemento di criticità che porta alla non rilasciabilità di biglietti di ingresso negli stadi a chiunque abbia avuto in passato una condanna per reati da stadio, anche in tempi remoti e a chiunque abbia subito un Daspo, cioè un'interdizione dagli stadi senza limiti di tempo; soppressione della disposizione che attribuisce al Ministro dell'interno, in quanto autorità nazionale di pubblica sicurezza, Pag. 90in casi di gravi episodi di violenza commessi in occasione di partite di calcio, di poter disporre con decreto la chiusura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgono partite considerate a rischio violenza, in relazione al pericolo di turbativa dell'ordine pubblico ovviamente; vietare la vendita dei biglietti di accesso allo stadio ai tifosi che risultano residenti nella provincia della squadra ospite; rendere, inoltre, obbligatoria l'illuminazione dell'area che va dalle cancellate dell'impianto all'ingresso vero e proprio allo stadio nella notte che precede la partita di calcio per evitare che di notte qualcuno entri nella zona successiva a quella dove si svolgono i controlli e, magari, nasconda armi, bastoni o altro materiale che poi utilizzano oltrepassata le perquisizioni; riassegnazione delle risorse del Fondo da 62 milioni di euro che non vengono utilizzate entro la fine dell'anno in corso al Fondo per i rimpatri del bilancio 2015; introduzione di un termine temporale esplicito entro il quale utilizzare il Fondo di 62 milioni e previsione di una relazione successiva che dia conto dell'utilizzo effettuato e dei risultati attesi; impiego in via prioritaria di parte dei 62.700.000 euro per dotare le questure su tutto il territorio nazionale del materiale necessario a proteggere da malattie trasmissibili per via aerea o per contatto; che il Fondo per i rimpatri possa essere utilizzato per tutte le altre necessità imposte dalle emergenze immigrazione, ferme restando, ovviamente, le priorità per i rimpatri. Inoltre, anche una maggiore trasparenza e l'aumento dei controlli da parte del Ministero dell'interno sui centri d'accoglienza e, in particolare, sugli enti, che sulla base dei progetti presentati accedono ai contributi del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, al fine di garantire ovviamente una gestione trasparente. Abbiamo chiesto, inoltre, che i risultati dell'attività ispettiva siano pubblicati sul sito del Dicastero; l'obbligo per gli enti che svolgono servizi di accoglienza, attraverso i contributi del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, di rendere note le spese sostenute e i contributi ricevuti sul proprio sito o sul sito del Ministero dell'interno;...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLO PARENTELA. Evitare potenziali infiltrazioni mafiose tra le fila degli enti di gestione che si assumono l'incarico di realizzare, per conto degli enti locali, i progetti legati all'accoglienza dei richiedenti asilo; che tutti i comuni in Italia accolgano gli immigrati giunti a seguito dell'emergenza e scorporino tali spese dal Patto di stabilità; recesso anche in deroga da locazioni di immobili in uso alle forze della pubblica sicurezza (Commenti) se...

  PRESIDENTE. Onorevole, il Presidente sono io, il suo collega ha ancora del tempo.

  PAOLO PARENTELA. Quanto tempo mi rimane, Presidente ?

  PRESIDENTE. Le rimangono 32 secondi.

  PAOLO PARENTELA. Allora cercherò di essere breve, lo prometto. Recesso anche in deroga da locazioni di immobili in uso alle forze della pubblica sicurezza se onerose e fuori mercato; eventuali risparmi per misure perequative per il personale comparto sicurezza, difesa e soccorso. In sostanza, con il mio ordine del giorno, voglio impegnare il Governo ad assumere immediate iniziative volte a realizzare il coordinamento con le competenti autorità degli Stati esteri interessati, con particolare riguardo alle autorità della Slovenia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Parentela n. 9/2616-A/66, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 91

  Murer, Patriarca, Marantelli, Roberta Agostini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  375   
   Astenuti    13   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  73    
    Hanno votato
no  302).    

  (I deputati Molea e Cassano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2616-A/67, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2616-A/67, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Monchiero, Colletti, Turco, Tidei, Caso, Massa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  377   
   Astenuti    12   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  74    
    Hanno votato
no  303).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Mucci n. 9/2616-A/68, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno è molto semplice – quindi mi scuso con i colleghi se non farò esattamente cinque minuti di intervento – e dice semplicemente di istituire un tavolo di confronto tra Governo, enti locali e società calcistiche, al fine di individuare misure idonee per il contrasto ai fenomeni di violenza negli stadi.
  In realtà questo decreto-legge si occupa appunto di questo, ovvero contrastare fenomeni di illegalità e violenza. In particolare, vengono ampliate le categorie dei potenziali destinatari del Daspo, aumentando la durata del provvedimento di divieto in relazione a recidivi e a responsabili di episodi di violenza di gruppo.
  Noi, Presidente, in Commissione avevamo avanzato un emendamento, in particolare, che chiedeva di impedire il rilascio di biglietti di ingresso allo stadio a chiunque abbia avuto in passato condanne per reati da stadio, anche in tempi remoti, e a chiunque abbia subito un Daspo a vita. Noi, Presidente, riteniamo che queste persone possano guardare tranquillamente le partite anche dalle loro poltrone di casa e, quindi, non andare allo stadio. È importante, Presidente, soprattutto per l'incolumità delle persone, perché spesso i gruppi si organizzano – e chiaramente hanno intenti anche malevoli – e danneggiano anche coloro che vogliono vivere lo sport nel senso più etico della parola. Inquinano lo sport, quindi; danneggiano coloro che credono nello sport e nei valori dello sport stesso, trasmettendo valori di sacrificio, dovere, disciplina, correttezza, altruismo e i valori di squadra che noi tutti conosciamo oggi.
  È per questo che è importante contrastare questi eventi e fare di tutto, anche in termini di proposte e in termini di soluzioni che possono essere apportate, per evitare questi comportamenti, ad esempio, coinvolgendo le scuole, facendo campagne di educazione, portando anche esempi positivi all'interno della società, con misure urbanistiche e piani che siano programmatici e che vedano l'obiettivo in sé, che è quello di eliminare o comunque di limitare questi episodi di violenza, ad esempio mettendo divieti di vendita di Pag. 92alcolici nei pressi dello stadio per impedire un ingresso a queste persone che magari già hanno fatto abuso di alcol.
  Il susseguirsi di episodi di violenza, Presidente, anche in natura di insufficienza della strumentazione normativa presente, di cui lo Stato si era dotato, richiede uno sforzo ulteriore ed eccessivo. È per questo che noi in parte approviamo questo dispositivo, che poteva essere anche migliorato.
  Negli ultimi anni il quadro giuridico è stato contraddistinto da interventi repressivi di ordine amministrativo e giudiziario, che però non sembra abbiano portato una sensibile diminuzione del fenomeno.
  Va quindi analizzato il perché si verificano certe situazioni, come lavorano questi gruppi organizzati e come influiscono anche le persone sia all'interno del gruppo, ma anche nei pressi, nelle vicinanze del gruppo stesso all'interno degli stadi. Si parla ad esempio di ignoranza collettiva, fenomeni che pervadono le menti delle persone anche inconsciamente, che non si rendono conto che vengono annientate all'interno del gruppo stesso e che perdono anche quei freni inibitori che in generale invece avrebbero all'interno della società. Ed è per questo, Presidente, che queste azioni, le azioni che andrebbero fatte, le azioni che andrebbero portate avanti anche in termini appunto di tutela di coloro che vogliono usufruire dello sport in maniera etica ed anche per un divertimento dello sport stesso, dovrebbero permettere anche alle famiglie di poter partecipare agli aventi sportivi.
  A me è capitato, Presidente, di andare anche allo stadio e devo dire che gli stadi che ho frequentato io erano sempre abbastanza tranquilli e infatti ringrazio anche le organizzazioni ed anche probabilmente le società calcistiche, che si sono impegnate in tal senso con accordi o con qualunque altra misura che potesse limitare episodi di violenza.
  Quanto mi è rimasto, Presidente ?

  PRESIDENTE. Quaranta secondi.

  MARA MUCCI. Diciamo che il senso di appartenenza e forse anche quella che è una società che ci sta rendendo sempre più soli all'interno del gruppo, vede nel gruppo stesso la realizzazione di dinamiche che andrebbero disincentivate ed è per questo che noi ci siamo impegnati, all'interno di questo decreto e continueremo la nostra operazione anche se ci saranno altre occasioni in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mucci n. 9/2616-A/68, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Grassi, Caso, Marotta, Del Grosso ? Onorevole Gregori, bisogna che lei vada al suo posto, perché è un po’ complicato votare dalla fila davanti. Businarolo ? Sarti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  387   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  295).    

  Passiamo all’ sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2616-A/69.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signora Presidente, l'attuale politica del Governo in tema di contrasto alla violenza negli stadi è a dir poco ipocrita. È sicuramente positivo che le sanzioni contengano almeno un elemento di oggettiva deterrenza, ma la repressione non può essere la sola risposta ad un fenomeno che necessita di un intervento Pag. 93che sia anche educativo da parte delle istituzioni e che punti alla prevenzione prima di tutto.
  In questo decreto, si ampliano le fattispecie per le quali si può essere soggetti al cosiddetto, Daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive. Il MoVimento 5 Stelle ha voluto evitare, con specifici emendamenti, che l'inevitabile durezza di alcune misure sanzionatorie sconfinasse in un eccesso di potere discrezionale da parte del questore per quanto riguarda il cosiddetto Daspo preventivo e si è voluto altresì evitare che le stesse nuove sanzioni previste dal Daspo governativo non si coordinassero con parallele misure giudiziarie, determinando improprie duplicazioni della pena.
  Detto questo, ora che avete inasprito ed ampliato la misura di prevenzione negli stadi, quando arriva quella per i politici corrotti ?
  L'ha detto il vostro capo, il vostro leader massimo: Daspo per i politici che prendono tangenti.
  Il 7 giugno del 2014 annunciava una riforma radicale dei procedimenti per gli appalti.
  Sono quelle previste nello «sfascia Italia» ? Eliminare tutti i controlli, derogare, derogare e permettere infiltrazioni e corruzione a gogò ?
  Daspo per i politici coinvolti nelle inchieste, così come per i corruttori, annunciava Renzi per raccattare voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le sue parole: mi fai la cortesia, tu che hai corrotto o concusso qualcuno, di non mettere più piede negli appalti pubblici. Chi ruba, va a casa a calci nel sedere, diceva Renzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tutte parole di Renzi, parole. E i fatti ? I fatti sono che il pacchetto anticorruzione il 1o ottobre 2014 per l'ennesima volta viene insabbiato al Senato e l'Italia continuerà a non avere una norma seria sull'anticorruzione, sul riciclaggio, sull'autoriciclaggio, sul falso in bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il «colletto bianco» che ruba non avrà nessun calcio nel sedere, ma una bella pacca sulla spalla di incoraggiamento dal Premier Renzi.
  Non è la prima volta che proponiamo questi temi. Il Governo in quest'Aula ha preso un impegno diversi mesi fa, ad intervenire con qualunque mezzo di normativa di propria competenza affinché per i prossimi cinque anni sia precluso l'affidamento dei servizi di pulizia o altri servizi ausiliari alle imprese che contino tra i presidenti o i membri del consiglio di amministrazione persone condannate, anche...

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo, io non la vorrei interrompere, però lei dovrebbe fare la dichiarazione di voto sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2616-A/69.

  LUIGI GALLO. Certo, certo, è una premessa, arrivo al dunque, devo articolare.

  PRESIDENTE. Ok. Stiamo un pochino al tema, la premessa è finita. Adesso stiamo al tema.

  LUIGI GALLO. Devo articolare il pensiero.

  PRESIDENTE. Ha un minuto e cinquanta secondi. Prego, onorevole Luigi Gallo.

  LUIGI GALLO. Ripeto che qua, in questo Parlamento, in pratica si è votato un Daspo, anche con sentenza non definitiva, per i reati contro la PA. Ebbene, abbiamo il tribunale del riesame di Milano che ha dato il via all'arresto del presidente di Manutencoop Claudio Levorato e di altri otto indagati nell'inchiesta della procura meneghina sugli appalti di Expo 2015 e della sanità lombarda. Il numero uno del colosso cooperativo è accusato di rivelazione e utilizzo...

  PRESIDENTE. Onorevole Luigi Gallo, la richiamo all'ordine del giorno su cui lei sta parlando.

Pag. 94

  LUIGI GALLO. È l'ordine del giorno, stiamo parlando di Daspo ai tifosi...

  PRESIDENTE. No, lei deve stare all'ordine del giorno.

  LUIGI GALLO. ... e lo sto correlando alle dichiarazioni di Renzi sul Daspo ai corrotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Abbia pazienza.

  LUIGI GALLO. Non vedo dove sta..., si può parlare...

  PRESIDENTE. Lei deve stare all'ordine del giorno su cui sta parlando.

  LUIGI GALLO. Si può parlare in questo Parlamento di Daspo ai corrotti o dobbiamo parlare solo di Daspo ai tifosi ? Mi spiega, Presidente ?

  PRESIDENTE. La richiamo all'ordine del giorno su cui sta parlando. Onorevole Luigi Gallo, abbia pazienza.

  LUIGI GALLO. Sto arrivando al dunque.

  PRESIDENTE. Ha ancora quarantasette secondi.

  LUIGI GALLO. Allora, il numero uno del colosso cooperativo è accusato di rivelazione e utilizzo di segreti d'ufficio e turbativa d'asta in concorso con la presunta cupola degli appalti. Il Presidente del Consiglio Renzi affida l'operazione «Scuole belle» alla Manutencoop, senza gara d'appalto, per la manutenzione ordinaria delle scuole. Sì, parliamo della stessa cooperativa rossa il cui presidente è coinvolto negli scandali Expo. Insomma, somme messe a budget per lavoretti che, sicuramente, se lasciati alle amministrazioni locali, sarebbero costati molto meno ed avrebbero coinvolto la piccola e media impresa locale. Tornando all'impegno che chiediamo al Governo, c’è da sottolineare...

  PRESIDENTE. Grazie, ha finito il suo tempo, onorevole Luigi Gallo...

  LUIGI GALLO. ... come il MoVimento 5 Stelle ritiene che il divieto di trasferta...

  PRESIDENTE. Ha finito il suo tempo, onorevole Luigi Gallo.

  LUIGI GALLO. Ma lei mi ha detto...

  PRESIDENTE. Grazie (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, io innanzitutto la prego di restare comunque nell'ambito dei compiti che le vengono chiesti per il semplice fatto che se un deputato del MoVimento 5 Stelle cerca di argomentare e magari quell'argomento va a toccare il Presidente del Consiglio, piuttosto che le cooperative rosse, non è che tutte le volte che si parla di cooperative rosse in quest'Aula lei deve bloccare i nostri deputati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sibilia.

  CARLO SIBILIA. Quindi, il richiamo che voglio fare è che comunque il nostro deputato stava semplicemente sull'argomentazione dell'ordine del giorno e, quindi, all'interno del Regolamento.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia...

  CARLO SIBILIA. Se lei può darci una mano anche in questo senso perché è faticoso dover fare questo tipo di lavoro...

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia...

  CARLO SIBILIA. ... per tutta la serata. Poteva continuare...

Pag. 95

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, non insista. Articolo 39, comma 3, del Regolamento: «Il Presidente può, a suo insindacabile il giudizio – però abbiamo ascoltato tutti –, interdire la parola ad un oratore che, richiamato due volte alla questione, seguiti a discostarsene». Io ho richiamato l'onorevole Luigi Gallo, ma non gli ho tolto la parola ed ho consentito che concludesse i suoi cinque minuti di intervento. Quindi, il suo richiamo al Regolamento non ha alcun fondamento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2616-A/69, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  Siamo in votazione, è aperta la votazione, siete in fase di votazione, poi avrete la parola su un altro ordine del giorno. Adesso stiamo votando l'ordine del giorno Pesco n. 9/2616-A/69, se poi il collega Pesco, che non ha preso la parola, vuole parlare gli darò la parola sull'ordine del giorno successivo, ormai siamo in fase di votazione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  394   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  288).    

  (La deputata Culotta ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, solo per umilmente permettermi di dirle che ha citato l'articolo 39, comma 3, ma probabilmente era più corretto l'articolo 89 per come lei è intervenuta nei confronti dell'onorevole Gallo, in questo modo magari riusciamo a rimettere in senso quello che è il Regolarmente e come dovrebbe essere rispettato innanzitutto. In secondo luogo...

  PRESIDENTE. Onorevole Sorial.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Mi lasci concludere, Presidente, poi avrà tutto il tempo e la facoltà di rispondermi come vuole e quando vuole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle-Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). In secondo luogo, le chiedo ancora più umilmente di quanto non ho fatto prima, al contrario di quanto hanno appena fatto i colleghi del PD che hanno urlato «ehilà», di stare più attenta quando ci sono delle richieste di intervento da parte dei miei colleghi, perché le anticipo che sullo stesso ordine del giorno chiederanno di intervenire più di un deputato e più del singolo deputato che è primo firmatario dell'ordine del giorno. Quindi magari qualche secondo di attenzione in più per permetterci di discutere l'ordine del giorno e non dover fare quello che sta per fare, ossia farci discutere l'ordine del giorno precedente su un ordine del giorno che in realtà non c'entra niente con quello su cui volevamo discutere.

  PRESIDENTE. Ne terrò conto. Mi scuso con l'onorevole Pesco che aveva chiesto la parola. Io vi chiedo di farci sapere per tempo se chiedete la parola, perché quando è aperta la votazione diventa più complicato. Ora passiamo all'ordine del giorno Nesci n. 9/2616-A/70, su cui non so se l'onorevole Nesci intende parlare. No, non c’è l'onorevole Nesci. Non so se l'onorevole Pesco intende ancora intervenire, io le do la parola, prego.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, intendo intervenire perché sicuramente ci Pag. 96saranno ordini del giorno che riprendono comunque il concetto che ho espresso in questo ordine del giorno. Ebbene, prima il mio collega Paolo Bernini, collega e amico, ha parlato di ossimoro tra sport e violenza, ma l'ossimoro vi è anche tra sport e corruzione, tra sport e speculazione, tra sport ed evasione, e mi riferisco all'evasione fiscale. Sì proprio lo sport e mi riferisco nello specifico alle sponsorizzazioni sportive che vengono utilizzate in modo distorto per creare evasione fiscale. Purtroppo però questo Governo non è molto sensibile a questo argomento, ma anzi lo è, tanto che è andato in certi provvedimenti a prevedere una tassazione inferiore per le sponsorizzazioni sportive. Quindi noi ci chiediamo come mai il Governo, che dovrebbe lottare contro le evasioni sportive, su certi strumenti come quello della sponsorizzazione sportiva invece non fa nulla. Ebbene, questo ci lascia molto perplessi, ma andiamo avanti perché non è questo il tema dell'ordine del giorno. Il tema dell'ordine del giorno è la cooperazione, si perché lo sport o meglio i momenti sportivi – pardon l'ordine del giorno che avete appena bocciato – devono essere momenti di condivisione, di cooperazione, di amicizia, di incontro tra persone che condividono lo stesso fine ovvero quello di divertirsi. Purtroppo però, come accade in Italia e anche in altre parti del mondo, questo non avviene. Lo sport viene visto in modo diverso, lo sport viene visto come elemento per creare conflitto e violenza. Ebbene il nostro ordine del giorno prevedeva che si deve cercare di migliorare quanto più possibile questa opportunità di creare cooperazione tra i soggetti interessati agli avvenimenti sportivi e ci riferiamo quindi non solo ai tifosi, non solo alle società sportive, non solo agli sponsor, ma bensì a tutti questi soggetti messi insieme.
  Costoro, insieme, possono riuscire, magari attraverso l'opera del Governo, che potrebbe istituire progetti dedicati a questo, a migliorare la sicurezza dei nostri impianti sportivi. Bisognerebbe in qualche modo riuscire a seguire il modello inglese. È molto semplice, l'hanno già fatto all'estero. Ad esempio, in Inghilterra hanno puntato moltissimo sulla spettacolarizzazione dell'evento sportivo. Purtroppo, lo sport in Italia viene utilizzato, sì, per spettacolarizzare ma soprattutto per distrarre molti cittadini e per non farli pensare a problemi molto importanti della nostra nazione ma con lo sport si riesce a compensare. Purtroppo, questo noi non lo apprezziamo moltissimo. Ebbene, puntando però sulla spettacolarizzazione del momento sportivo, si è riusciti a migliorare la sicurezza negli stadi; riuscendo a migliorare la cooperazione tra i diversi soggetti (gestori e tifosi all'interno dello stadio), si è riusciti a migliorare la sicurezza degli stadi. La Germania ha seguito questo esempio; hanno seguito lo stesso intento e hanno ottenuto gli stessi risultati: le pene e le condanne inflitte ai tifosi violenti sono scese parecchio. Per non parlare di pene esemplari che sono state proprio inflitte a certi tifosi. Ne ricordo una in particolare: per il saluto nazista è stata inflitta la pena di quattro anni di sospensione dagli stadi. Ebbene, queste pene esemplari sarebbero forse da utilizzare ogni tanto anche in Italia per riuscire a far vedere che effettivamente lo Stato c’è ma deve punire veramente i soggetti che tendono a portare la violenza negli stadi.
  Ebbene, signor Presidente, dovremmo riuscire a seguire questi esempi che non sono molto lontani da noi: l'Inghilterra, la Germania e anche la Spagna che è più fortunata rispetto a noi perché, ad esempio, il fenomeno della trasferta sportiva delle tifoserie quasi non esiste ed è molto inferiore rispetto al nostro. Noi abbiamo un problema legato a questo fenomeno. Signor Presidente, colleghi, ormai avete bocciato l'ordine del giorno ed è inutile recriminare. Tuttavia, avremmo potuto far qualcosa in più soprattutto su un decreto-legge che è stato portato avanti con una fiducia e sul quale quindi quest'aula non ha potuto fare nulla. Signora Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola e spero comunque che qualche ordine del giorno venga accettato da quest'aula in Pag. 97quanto sarebbe meglio cambiare un po’ questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2616-A/70, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti... Mannino... Vignaroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  376   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  284).    

  Passiamo all'ordine del giorno Daga n. 9/2616-A/71 su cui il Governo ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, questo ordine del giorno chiaramente fa una premessa che sostanzialmente introduce al provvedimento che, come abbiamo già detto in più occasioni, concerne disposizioni urgenti per il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, per fronteggiare gli afflussi massicci, per il riconoscimento della protezione internazionali, nonché misure per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno, con esse intendendo l'assegnazione di risorse per il rinnovo dei mezzi per la polizia di Stato ed i vigili del fuoco e, per la sola polizia di Stato, per gli strumenti e le attrezzature necessari.
  L'articolo 7 del decreto-legge dispone che, nell'anno 2014, per i comuni maggiormente interessati dalla pressione migratoria le spese connesse sono escluse dal patto di stabilità, tenuto conto delle spese sostenute e delle dimensioni demografiche. Quindi, con questo ordine del giorno, noi vogliamo impegnare il Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a far sì che l'esclusione delle spese connesse alla pressione migratoria dal Patto di stabilità sia estesa a tutti i comuni interessati dalla pressione migratoria. Perché ci è sembrato sensato proporre questo ordine del giorno che, tra l'altro, in qualche modo era proposto nei nostri emendamenti ?
  Perché, quando andiamo a leggere l'articolo 7, nella rubrica dice: riduzione degli obiettivi del Patto di stabilità interno per i comuni interessati da flussi migratori. Ecco, c’è scritto che nell'anno 2014 ai comuni di Agrigento, Augusta, Caltanissetta, Catania, Lampedusa, Mineo, Palermo, Porto Empedocle, Pozzallo, Ragusa, Siculiana, Siracusa e Trapani verrà, appunto, data la possibilità di sforare il Patto di stabilità. Ora la domanda è: ad esempio, il CIE di Gradisca – quindi anche il nord-est che è influenzato da questo fenomeno – per quale motivo non deve essere incluso all'interno di questo tipo di provvedimento ? Per quale motivo anche gli altri comuni che sono interessati dal fenomeno migratorio non devono essere inclusi nella deroga del Patto di stabilità ? Questa è la domanda che ci facciamo e, quindi, quando il Presidente Renzi, in televisione, va a dire che il 3 per cento è un qualcosa di vetusto, è una regola antica, dovrebbe secondo noi pensarci due volte perché, all'interno dei suoi provvedimenti, in realtà, tratta anche i comuni e gli enti locali in maniera differente a seconda del suo piacimento. Magari, se andiamo a vedere, poi, troveremo che all'interno di questi comuni, ci sono tutti sindaci più o meno legati alla sua parte politica.

  PRESIDENTE. Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.Pag. 98
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Daga n. 9/2616-A/71, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Famiglietti, Sbrollini, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  387   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 107    
    Hanno votato
no  280).    

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Crippa n. 9/2616-A/72, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Crippa n. 9/2616-A/72 formulato dal Governo.

  DAVIDE CRIPPA. Signora Presidente, questo ordine del giorno recita il seguente testo: premesso che il provvedimento in esame introduce disposizioni urgenti per il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive, per fronteggiare gli afflussi massicci, per il riconoscimento della protezione internazionale, nonché misure per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno, con esse intendendo l'assegnazione di risorse per il rinnovo dei mezzi per la polizia di Stato ed i vigili del fuoco e, per la sola polizia di Stato, per gli strumenti e le attrezzature necessarie, l'articolo 7 dispone che, nell'anno 2014, per i comuni maggiormente interessati dalla pressione migratoria le spese connesse sono escluse dal Patto di stabilità, tenuto conto delle spese sostenute e delle dimensioni demografiche.
  In questo caso, la nostra richiesta era di impegnare il Governo a valutare la possibilità che, attraverso ulteriori iniziative normative per i comuni maggiormente interessati dalla pressione migratoria, le spese connesse a questa siano escluse dal Patto di stabilità in maniera permanente o perlomeno per l'intero periodo nel quale i comuni citati sono interessati dalla pressione migratoria. Allora, io credo che le nostre richieste legate a svincolare dal Patto di stabilità siano state espresse anche su altri temi, dal risparmio energetico ad altro, ma in questo caso è una di quelle emergenze che andate a sbandierare su tutti i telegiornali, a segnalare con particolare enfasi il fatto che si debba intervenire. Allora, noi chiediamo che, a questo punto, venga quanto meno stabilizzato un processo di logica, per la gestione di quel processo migratorio: tu, in qualche modo sei autorizzato a derogare al Patto di stabilità per le spese che tu sostieni per gestire un flusso migratorio che non è derivante dalla natura della tua gestione amministrativa del comune, ma è solo un'ubicazione geografica.
  Ora, in questo contesto, io credo sia ancora di buon senso cercare di impegnare il Governo su questa linea. Rimango basito dalla freddezza con cui viene detto «invito al ritiro, parere contrario», anche perché, per gestire economicamente questi processi, i comuni devono mettere le mani sulle loro casse, ormai disastrate. Allora, proviamo, ancora una volta, a sollecitare il vostro interesse, visto che vi piace andare in televisione a raccontare quanto sia necessario intervenire. Vi diamo l'opportunità, con questo ordine del giorno, in maniera ovviamente blanda, perché un ordine del giorno non si nega a nessuno – ma in questo caso lo negate – di derogare al Patto di stabilità per quei comuni che debbano gestire flussi migratori, in maniera permanente, legandolo al periodo di gestione dell'emergenza. A me sembra di assoluto buon senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prendo atto che si insiste per la votazione.Pag. 99
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/2616-A/72, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matteo Bragantini, D'Incà, Carra, Speranza, Guerini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  374   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  268).    

  Passiamo all'ordine del giorno Da Villa n. 9/2616-A/73.
  Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Da Villa. Ne ha facoltà.

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, questa è l'ultima occasione per approvare un ordine del giorno su questo tema, quindi invito anche il Viceministro Bubbico a considerare seriamente la proposta di questo ordine del giorno, che interviene sull'articolo 7, che, nella rubrica, riporta: «Riduzione degli obiettivi del patto di stabilità interno per i comuni interessati da flussi migratori», quindi il tema è analogo a quello dei vari colleghi che mi hanno preceduto. L'articolo 7, in particolare, recita che, nell'anno 2014, per i comuni di Agrigento, Augusta, Caltanissetta, Catania, Lampedusa, Mineo, Palermo, Porto Empedocle, Pozzallo, Ragusa, Siculiana, Siracusa e Trapani – quindi per i comuni maggiormente interessati dalla pressione migratoria – le spese connesse alla predetta pressione migratoria siano escluse dal Patto di stabilità interno nei limiti complessivi dell'importo commisurato al 50 per cento degli effetti finanziari determinati dall'applicazione della sanzione di cui al comma 26, lettera a), dell'articolo 31 della legge 12 novembre 2011, n. 183. La riduzione degli obiettivi 2014 dei comuni di cui all'articolo 1, comma 122, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, è conseguentemente rideterminata. Entro il 15 ottobre 2014, con decreto del Ministero dell'interno, è definito, per ciascun comune interessato, l'importo dell'esclusione, di cui al primo periodo, tenuto conto delle spese sostenute e delle dimensioni demografiche dei comuni in rapporto alla popolazione straniera delle cui esigenze di accoglienza si sono fatti rispettivamente carico.
  Quindi, in sostanza, si chiede, con questo ordine del giorno, di valutare la possibilità – quindi, valutare la possibilità – che, attraverso ulteriori iniziative normative, per i comuni suddetti, quindi maggiormente interessati dalla pressione migratoria, le spese connesse a questa siano escluse dal Patto di stabilità nel triennio 2014-2016. Quindi, è una semplice estensione: anziché limitare al 2014, prevedere l'estensione dal 2014 al triennio 2014-2016.
  Mi preme ricordare al Viceministro e, attraverso di lei, Presidente, a tutta l'Aula che proprio ieri, qui in questa Aula si sono radunati seicento sindaci dei più di 8 mila comuni italiani. Seicento sindaci che hanno espresso proprio questo desiderio, questa necessità al sottosegretario Delrio, al Ministro Lanzetta e lo stesso presidente dell'ANCI, che poi è un autorevole esponente del partito di maggioranza, il sindaco Fassino, ha ricordato come i trasferimenti ai comuni dal 2010 al 2013 si siano ridotti da 16 miliardi e mezzo del 2010 ai 2 miliardi e mezzo del 2013 e nonostante questo i comuni hanno contribuito alla spending review che si sta facendo in questi anni per 17 miliardi.
  Proprio per andare in direzione di queste richieste, desidero ricordare le parole di Graziano Delrio che proprio ieri ha detto: sì, intendiamo modificare il Patto di stabilità e superare le regole attuali in Pag. 100modo che i comuni che hanno amministrato bene siano liberi di essere di stimolo alle propria comunità.
  Questo ordine del giorno va in direzione di quello che sembrerebbe l'intendimento del Governo, almeno quando si trova di fronte seicento sindaci delle città italiane e, invece, proprio oggi, il giorno seguente, in questa Aula, mi duole dirlo, si ostina a non voler considerare la possibilità di estendere questa esclusione dal Patto di stabilità di queste spese che appunto questi comuni del Sud d'Italia devono comunque sostenere per supportare, per sopportare oserei dire, il flusso migratorio e quindi far fronte alle esigenze delle varie persone che appunto arrivano in questi territori.
  Quindi, l'invito mio veramente è possibilmente un cambio di parere da parte del Viceministro...

  PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo.

  MARCO DA VILLA. ...e in subordine che l'Aula possa veramente votare in coscienza e quindi approvare questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Da Villa n. 9/2126-A/73, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Guidesi, Tripiedi, Invernizzi, Caon, Di Maio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  385   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  275).    

  Onorevole L'Abbate, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/74, non accettato dal Governo ?

  GIUSEPPE L'ABBATE. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, il Governo è intervenuto con il presente decreto-legge per adottare norme in materia di rimedi in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno.
  Il comma 1, dell'articolo 1, del decreto-legge in esame, inasprisce le pene previste e punite dalla legge 13 dicembre 1989, n. 401. Con gli articoli 2 e 4, comma 3, lettera b), vengono ampliate le categorie dei potenziali destinatari del cosiddetto Daspo (il provvedimento con cui il questore dispone il divieto di accesso ai luoghi nei quali si svolgono manifestazioni sportive), aumentando la durata del provvedimento di divieto in relazione a recidivi ed a responsabili di episodi di violenza di gruppo.
  Viene inoltre previsto che, decorsi almeno tre anni dalla cessazione del Daspo, l'interessato possa chiedere la cessazione degli ulteriori effetti pregiudizievoli da esso determinati. Il susseguirsi di episodi di violenza, sia individuale sia collettiva, consumati in occasione dello svolgimento di manifestazioni sportive negli stadi, ha messo in evidenza nel recente passato la necessità di intervenire ulteriormente, vista l'insufficienza della strumentazione normativa di cui lo Stato si era dotato per la prevenzione e la repressione di tali fenomeni.
  Le misure previste dal provvedimento in esame appalesano che la strada intrapresa dal Governo è quella di ampliare l'apparato repressivo dello Stato anziché predispone interventi organici e strutturati al fine di prevenire tali fenomeni criminosi Pag. 101legati alle competizioni sportive. Negli ultimi anni il quadro giuridico è stato contraddistinto da interventi repressivi di ordine amministrativo e giudiziario, che non sembra abbiano prodotto una sensibile diminuzione del fenomeno. Si assiste ad una crescente escalation della violenza rispetto alla quale il Governo, nonostante abbia adottato alcune misure di carattere prevalentemente repressivo e molto parziali, come nel caso del decreto-legge in esame, non ha trovato, neanche con l'aiuto delle disposizioni di legge vigenti, alcun tipo di rimedio. È per questo che l'impegno che chiediamo al Governo con questo ordine del giorno è di mettere in atto tutte le iniziative possibili per contemperare le esigenze di ordine pubblico con la possibilità per il tifoso di non subire vessazioni che lo allontanino dalla partecipazione diretta agli eventi calcistici, favorendo altresì la diffusione dell'attività e della cultura dello sport attraverso la scuola, a partire da quella dell'infanzia.
  È su questa parola che ci dobbiamo soffermare, sulla cultura, ed è la cultura dei più piccoli quella che noi dobbiamo portare avanti perché loro sono le generazioni future, che segneranno il percorso di questo Paese. Allora è da subito, da adesso, è per questo che chiediamo l'impegno nel coinvolgere i più piccoli, dalle scuole, perché lo sport deve essere una passione, non un luogo di guerriglia. Allora, non si può non votare a favore di questo ordine del giorno che alla fine non richiede un impegno da mettere in crisi il Governo né misure economiche: sappiamo benissimo che adesso, in ristrettezze economiche, si cerca di tagliare su tutto. Proprio il Premier Renzi è colui che quando si è recato presso un'iniziativa di alcuni boy scout ha detto che i ragazzi non sono dei bamboccioni e chi li definisce così sbaglia. Allora, cominciamo proprio da loro ed è per questo che chiedo di votare favorevolmente a questo ordine del giorno, perché abbiamo bisogno di una nuova cultura e di una nuova morale; questo oramai è sotto gli occhi di tutti. Allora possiamo partire da adesso, dare subire un segnale a partire dallo sport, con lo sport che riesce a coinvolgere tantissimi cittadini, tutti i ragazzi, anche gli adulti. Quindi, vi sono i ragazzi che educano gli adulti, è questo il futuro, l'impegno che chiediamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2616-A/74, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Magorno, Grillo, Gianni Farina, Binetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  372   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  93    
    Hanno votato
no  279).    

  Passiamo all'ordine del giorno Rostellato n. 9/2616-A/75, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Onorevole Crippa, ha parlato solo una volta, non so se aveva finito il suo tempo, onorevole, bisogna che mi faccia controllare.
  Ha ancora due minuti, per l'esattezza, un minuto e 45 secondi. Prego, onorevole.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, è possibile riascoltare la riformulazione su questo ordine del giorno ?

  PRESIDENTE. Viceministro, è passata qualche ora, ma c’è una riformulazione dell'ordine del giorno Rostellato n. 9/2616-A/75 che riguardava sia le premesse, che il dispositivo. Se lei potesse rileggerla.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Signora Presidente, il Governo esprime parere favorevole sul primo, sul Pag. 102secondo, sul terzo e sul quarto capoverso delle premesse. Il quinto capoverso, che inizia con «il susseguirsi», il sesto che inizia con «le misure previste», il settimo che inizia «negli ultimi anni» e l'ottavo che inizia con «si assiste a una crescente» andrebbero eliminati.
  Il Governo esprime parere favorevole sul dispositivo dell'ordine del giorno se riformulato nel seguente modo: «a comunicare al Parlamento, nell'ambito della relazione annuale di cui all'articolo 113 della legge n. 121 del 1981, un'analisi statistica dettagliata del fenomeno della violenza in occasione di manifestazioni sportive».

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa ?

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, chiedo a questo punto se è possibile votare per parti separate, distinguendo le parti da sopprimere secondo il Governo. Noi vorremmo una votazione dell'Assemblea per parti separate sulle premesse su cui il Governo ha espresso parere contrario, accettando la riformulazione del dispositivo.

  PRESIDENTE. Proporrei di votare separatamente le premesse, su cui a questo punto il parere del Governo diventa contrario, dall'impegno del quale voi invece accettate la riformulazione e sul quale non c’è nemmeno bisogno di votare. Siamo d'accordo ? Procediamo come abbiamo fatto questa mattina per l'ordine del giorno di un collega della Lega.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, non è possibile votare separatamente le premesse sulle quali il Governo ha espresso parere favorevole da quelle su cui ha espresso parere contrario ? Visto che il Governo ha espresso parere favorevole su alcune e contrario su altre, almeno potrebbero essere accolte quelle su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

  PRESIDENTE. Allora facciamo due votazioni distinte sulle premesse. È meglio perché quelle che sono accolte dal Governo non le votiamo, votiamo solo sulla parte delle premesse che il Governo propone di espungere dal testo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2616-A/75, limitatamente alle premesse che il Governo propone di espungere dal testo e su cui il parere del Governo è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Turco, Nuti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  371   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  279).    

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  A questo punto, viene considerata accolta sia la parte delle premesse che non abbiamo votato sia il dispositivo con la riformulazione. Onorevole Crippa, insiste per la votazione ?

  DAVIDE CRIPPA. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla restante parte dell'ordine del giorno Rostellato n. 9/2616-A/75, su cui il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Valeria Valente, Malpezzi, Invernizzi, Minardo...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 103
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  383   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 344    
    Hanno votato
no   39).    

  Onorevole Liuzzi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/76 accettato dal Governo ?

  MIRELLA LIUZZI. Sì, signor Presidente, e vorrei fare la dichiarazione di voto, nonostante il parere favorevole.

  PRESIDENTE. Va bene.

  MIRELLA LIUZZI. Credo che sia sempre importante parlare in quest'Aula di episodi e di cultura antirazzista negli impianti sportivi e nelle scuole. L'attività sportiva oggi sembra avere perso completamente quelli che erano i suoi principi fondamentali. Lo vediamo tutti i giorni dagli episodi che accadono, lo vediamo anche grazie a interrogazioni, che vengono presentate in quest'Aula, che riguardano alcune partite, però, poi, ci perdiamo sempre nella retorica e negli ordini del giorno, che, ovviamente, non si negano a nessuno, ma che hanno un valore molto relativo rispetto a provvedimenti del Governo o, comunque, ad altre proposte di legge.
  Gli episodi di violenza individuale e collettiva consumati in occasione dello svolgimento di manifestazioni sportive hanno messo in evidenza la necessità di intervenire ulteriormente, vista l'insufficienza normativa di cui lo Stato era dotato per la prevenzione e repressione di tali fenomeni. Gli stadi di calcio dovrebbero essere un luogo di condivisione, di divertimento, e invece sono trasformati in cori, striscioni e banane, fra l'altro molto simili ad alcuni episodi che sono successi qui, in quest'Aula.
  La varietà di insulti razzisti nel calcio italiano, dalla serie A ai dilettanti, è fotografata dal report dell'ORAC. I dati relativi all'ultima stagione sportiva, quella 2013-2014, contano 118 episodi, e credo che sia un dato importante, su cui riflettere: 30 quelli che riguardano la discriminazione razziale, che hanno coinvolto addirittura 16 tifoserie. Addirittura, sono stati 15 gli episodi di razzismo in campo, 14 nel campionati dilettanti, 34 gli episodi di discriminazione territoriale, di cui 20 gli episodi che hanno coinvolto la serie A e 21 la Coppa Italia.
  Il quadro giuridico, come abbiamo già detto, è abbastanza insufficiente ed è stato oggi contraddistinto da interventi repressivi, sempre e soltanto repressivi, di ordine amministrativo e giudiziario, che non hanno prodotto una sensibile riduzione, stando ai dati, del problema.
  Per combattere questo fenomeno nella sua interezza, le sole misure repressive non servono, se non vengono, ovviamente, affiancate da misure di prevenzione e di cultura, soprattutto a partire dalle scuole. L'integrazione e l'antirazzismo cominciano proprio nei banchi della scuola. Il MoVimento 5 Stelle è un movimento di idee, che punta proprio a questo, ad un cambiamento culturale, che dovrebbe iniziare dalla scuola.
  E, dato che, comunque, il Presidente Renzi è molto sensibile alla scuola e presto presenterà – lo aspettiamo con molto interesse – il piano della scuola, ci auguriamo che venga inserita anche in questo, anche in relazione a questo ordine del giorno, un piano di sensibilizzazione culturale. Quando si parla di integrazione e sport, anche le federazioni sportive italiane che gestiscono i grossi impianti sportivi non sono, però, esentate dal compito di pensare a progetti agonistici utili ad arginare ogni tipo di discriminazione.
  In Germania, per esempio, vi è un progetto, che si chiama Fan Project, con impiego di operatori sociali riconosciuti dai club e capaci di mediazione. Il progetto, con adesione volontaria, vede la partecipazione di 300 club. Ne è conseguita una significativa diminuzione degli incidenti – quindi, potrebbe essere un qualcosa da cui prendere spunto – e dell'aggressività, anche neonazista, perché, purtroppo, abbiamo anche questo problema Pag. 104in Europa. In Italia, le due organizzazioni di riferimento sono il Progetto Ultrà-Archivio sul tifo, di Bologna, e la UISP, Unione Italiana Sport per tutti. L'obiettivo principale delle organizzazioni è quello di sensibilizzare e prendere posizione contro qualsiasi forma di discriminazione nello sport, nel campo o anche, purtroppo, tra i tifosi.
  Questo ordine del giorno è volto proprio a promuovere una campagna di informazione e di diffusione della cultura antirazzista nelle scuole e negli impianti sportivi, anche in quelli gestiti dal CONI, come l'impegno recita, al fine di contrastare il verificarsi di manifestazioni a carattere razziale in occasione di competizioni sportive. Anche se, ovviamente, la strada da percorrere è ancora lunga, queste attività hanno dimostrato come sia possibile ottenere risultati visibili subito, immediatamente, quindi partendo anche dalle società di club.
  La discriminazione nasce, ovviamente, come sappiamo, dalla non conoscenza, dalla paura del diverso. Per questo, attività che vanno nella direzione di creare punti di incontro sono, ovviamente, bene accette. Il calcio, e lo sport più in generale, viene considerato uno strumento che supera le barriere per il suo linguaggio non verbale, per la semplicità del gioco e la passione che riesce a suscitare. Per cui, crediamo che un ordine del giorno debba seguire anche ad azioni e anche a sensibilizzazioni nei club per promuovere programmi del genere. Ringrazio per il parere favorevole su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2616-A/76, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Mita, Raciti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  377   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 321    
    Hanno votato
no   56).    

  Passiamo all'ordine del giorno Vacca n. 9/2616-A/77, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Presidente, innanzitutto mi scuso per la voce un po’ nasale, ma sono influenzato, quindi perdonerà questi cinque minuti di voce nasale.
  Volevo chiedere al Governo la motivazione per il parere contrario, perché è un ordine del giorno abbastanza innocuo. È così innocuo, che sono un po’ in imbarazzo, stavo pensando anche di ritirarlo, perché francamente lo trovo un po'ipocrita. Quindi, non so se posso chiedere al Governo di motivare il parere negativo. Il Governo non è interessato, allora magari...

  PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire ora, prego onorevole Vacca.

  GIANLUCA VACCA. Allora, magari lo illustro, così anche io cerco un po’ di capire se...

  PRESIDENTE. È in fase di dichiarazione di voto.

  GIANLUCA VACCA. ... di vedere, se ritiralo eventualmente. Dicevo che francamente sono un po’ imbarazzato, perché parliamo di impegnare il Governo, insieme alle società sportive, ad adottare tutte le iniziative di sua competenza volte a promuovere comportamenti da parte di dirigenti ed allenatori delle società, che possono evitare reazioni violente a conclusione della competizione sportive, da parte degli spettatori nei confronti delle tifoserie avverse. Ora o il Governo vuole promuovere comportamenti violenti, insieme alle società sportive, o francamente non capisco – ripeto – il parere contrario.Pag. 105
  Comunque, qua parliamo un po’ di esempi, quindi di promuovere comportamenti virtuosi, quindi esempi. Un po’ come l’exemplum latino, che forse lei sicuramente ricorderà, che è un paradigma narrativo, exemplum è un nome di seconda declinazione neutro, al plurale exempla. È un paradigma narrativo che affonda le proprie origini nell'antica Grecia e che arriva fino ai giorni nostri. Ad esempio, in questo caso è proprio appropriato un esempio, immaginiamoci una storia che parla di una persona che, prima di farsi eleggere a una carica pubblica, magari si fa promuovere dirigente dall'azienda di famiglia per avere una pensione più alta pagata appunto dal pubblico. Poi questa stessa persona, puta caso diventa Presidente del Consiglio e chiede ai lavoratori di abolire l'articolo 18, gli blocca gli stipendi e magari gli toglie il TFR, facendogli credere che lo mette in busta paga. Oppure un exemplum potrebbe essere che questa stessa persona va a New York, parlando di cambiamenti climatici e lotta all'inquinamento, e poi magari contemporaneamente in Italia promuove un decreto che, invece, va nella direzione completamente opposta, il cosiddetto decreto «sblocca Italia», che forse è più opportuno definire «sfascia Italia», che invece promuove energie fossili, cemento, quindi va nella direzione completamente opposta di quello che lui dice a New York. Ecco questi sono exempla, sono esempi, che sarebbero proprio calzanti per una fiaba narrativa con l'intento moralizzante, perché l’exemplum noi sappiamo che, come diceva Aristotele, è un canone narrativo che ha l'intento di moralizzare, quindi attraverso la narrazione dare un messaggio morale. E noi abbiamo tanti casi di exemplum, abbiamo la nostra narrativa, quella europea, greca, latina, italiana, che ne è piena. Quindi questa classe politica dovrebbe promuovere, insieme alle federazioni sportive e insieme alla società azioni virtuose. I politici si comportano in questo modo, lo sport fa altrettanto. È di oggi la notizia che il presidente della Federazione italiana gioco calcio è stato sospeso dalla UEFA per sei mesi, perché ha pronunciato la famosa frase, che conosciamo tutti, sulle banane, sul giocatore che fino a poco tempo prima mangiava le banane.
  E poi magari lo stesso presidente promuove la lotta al razzismo nei campi di calcio. Sì ?

  PRESIDENTE. Ha un minuto, onorevole.

  GIANLUCA VACCA. Io sono insegnante, quindi quando ho visto il dito alzato pensavo che lei volesse parlare. Le stavo dando la parola e invece..., deformazione professionale.
  Stavo dicendo che abbiamo magari il presidente della Federazione italiana gioco calcio che, da una parte, promuove la lotta al razzismo e, dall'altra, dice queste parole. Oppure abbiamo lo stesso presidente che è stato condannato – ricordiamolo – ben cinque volte, anche se poi riabilitato, e come promozione, com’è d'uso in questa classe politica o comunque in questo ambito, è stato promosso ovviamente presidente della Federazione. O abbiamo un giocatore come Bonucci, che lancia su twitter, dopo una partita scandalosa – mi si permetta questa breve parentesi – come quella di domenica scorsa, in cui una squadra ha strappato con delle violazioni al regolamento un risultato a un'altra squadra, messaggi come: «L'importante è vincere».

  PRESIDENTE. Ora ha concluso il suo tempo.

  GIANLUCA VACCA. Quindi, con questo ordine del giorno io credo che sia importante dare un segnale e, quindi, chiedo al Governo di rivedere questo parere perché francamente mi sembra opportuno che il Governo si possa prendere un impegno di veicolare, insieme alle società sportive, messaggi che vadano contro la violenza e contro i comportamenti violenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 106
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vacca n. 9/2616-A/77, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Incecco, Tartaglione, Brandolin, Bruno Bossio, Lavagno, Pastorelli, Carbone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  333   
   Votanti  332   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  260).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2616-A/78, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, sono stupita dal parere negativo a questo ordine del giorno, in quanto chiedeva soltanto di chiarire presso le Commissioni parlamentari in ordine alle reali risorse finanziarie disponibili per il provvedimento in esame.
  Per quanto riguarda questo provvedimento, in generale, possiamo dire che il parere del MoVimento 5 Stelle da un certo punto di vista è positivo, in quanto le sanzioni previste contengono almeno un elemento di oggettiva deterrenza. Il provvedimento dispone un inasprimento generalizzato delle pene e delle sanzioni connesse alle frodi sportive, nonché alle condotte che determinano il Daspo.
  Proprio in merito a questo, ricordo però che è stato bocciato in Commissione un emendamento a prima firma Bonafede, che era teso a rafforzare questo carattere assicurando la pena, assicurando, quindi, il carcere per chi froda gare sottoposte a scommesse sportive.
  Allo stesso tempo riteniamo, però, che c’è un'evitabile durezza di alcune misure sanzionatorie, che non dovrebbero mai sconfinare in un eccessivo potere discrezionale da parte del questore, per quanto riguarda, ad esempio, il cosiddetto Daspo preventivo, contro la cui estensione al gruppo in luogo dei singoli ci siamo opposti.
  È chiaro che si ha una funzione deterrente in una cornice di razionalità, che non è quella del provvedimento in questione, come altri provvedimenti che sono passati in Aula. Ma la sanzione deve avere una finalità deterrente nei confronti del singolo. Non si può ipotizzare che ci possa essere un Daspo che vada a colpire un gruppo di cittadini perché all'interno di quel gruppo, soprattutto allo stadio e in partite di un certo tipo, possono esserci e si spera – ce lo auguriamo tutti – che vi siano soggetti che erano andati allo stadio semplicemente per guardare la partita, senza alcuno spirito violento.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno a mia prima firma, ricordiamo che il comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame inasprisce le pene previste e punite dall'articolo 1 della legge 13 dicembre 1989, n. 401.
  Con gli articoli 2 e 4, comma 3, lettera b), vengono ampliate le categorie dei potenziali destinatari del Daspo (il provvedimento con cui il questore dispone il divieto di accesso ai luoghi nei quali si svolgono manifestazioni sportive), aumentando la durata del provvedimento di divieto in relazione a recidivi ed a responsabili di episodi di violenza di gruppo.
  Viene inoltre previsto che, decorsi almeno tre anni dalla cessazione del Daspo, l'interessato possa chiedere la cessazione degli ulteriori effetti pregiudizievoli da esso determinati.
  Con l'articolo 3, comma 1, lettere b) e c), viene esteso l'ambito di applicazione del divieto, per le società sportive, di corrispondere una serie di benefici a determinate categorie di soggetti.Pag. 107
  Vengono inoltre specificati i casi in cui è fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni calcistiche di vendere o distribuire titoli di accesso.
  Con l'articolo 4, comma 1, lettera a), si prevede che il Ministro dell'interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, possa disporre il divieto di apertura del settore «ospiti» degli stadi di calcio in relazione ad un pericolo di turbativa dell'ordine pubblico.
  Con l'articolo 4, comma 3, lettera a), si prevede che le procedure amministrative semplificate si applichino anche alle misure di adeguamento degli impianti per la loro riqualificazione, nonché per la segmentazione dei settori e l'abbattimento di barriere.
  Quindi, con questo ordine del giorno, ripeto che chiedevamo al Governo soltanto di impegnarsi a chiarire, presso le Commissioni parlamentari, in ordine alle reali risorse finanziarie disponibili, a legislazione vigente, per gli interventi indicati nel provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2616-A/78, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bruno Bossio, Rabino, Ciracì, Carbone ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  298   
   Votanti  296   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato
  28    
    Hanno votato
no  268).    

  Passiamo all'ordine del giorno Di Vita n. 9/2616-A/79.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signora Presidente, questo ordine del giorno impegna il Governo a valutare l'opportunità – in fondo è un ordine del giorno – nell'ottica di una piena riabilitazione, di affiancare, al divieto di accesso alle manifestazioni sportive tramite Daspo, la previsione di un percorso di legalità per il soggetto sottoposto a tale provvedimento. Questo perché ? Perché in questi anni si è visto che i provvedimenti di Daspo non hanno avuto effetto positivo, perché la violenza c’è continuamente negli stadi, e per migliorare l'educazione si chiede dunque al Governo di dare un segnale, educando gli sportivi e non solo, perché lo sport deve essere un divertimento e non una manifestazione di violenza.
  In Commissione erano stati proposti anche degli emendamenti che inserivano il Daspo per le manifestazioni pubbliche ed anche per le discoteche. Questo ci sembrava un po’ assurdo, perché Daspo significa relativo a manifestazioni sportive e non capisco perché era stato inserito per le manifestazioni pubbliche o comunque per gli spettacoli.
  Quindi invito il Governo a rivalutare il parere su questo ordine del giorno, che in fondo è un ordine del giorno ed abbiamo imparato che qua un ordine del giorno non si nega a nessuno. Quindi è solo un impegno, e dei più blandi, a «valutare l'opportunità di», che fa parte di molte riformulazioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Vita n. 9/2616-A/79, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Zardini, Basilio, Saltamartini, Grassi, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 108
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  295   
   Votanti  283   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  142   
    Hanno votato
  14    
    Hanno votato
no  269).    

  Onorevole Simone Valente, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2616-A/80, sul quale vi è il parere contrario del Governo ?

  SIMONE VALENTE. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, questo decreto-legge reca disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive. E mi soffermo sulle manifestazioni sportive perché noi abbiamo cercato in tutti i modi comunque di avvicinare di nuovo il pubblico alle manifestazioni sportive. Nello specifico, è palese che ci si riferisce alle manifestazioni sportive di tipo calcistico, quindi il calcio, che negli ultimi anni ha avuto molti episodi di violenza. Questi episodi sicuramente hanno contribuito ad allontanare le famiglie, soprattutto i più giovani, dallo stadio. Ed ecco che noi vorremmo anche reiniziare a inserire la cultura sportiva tra i ragazzi, nello specifico già dalla scuola, dove l'attività motoria è spesso bistrattata. Siamo un Paese sicuramente non all'avanguardia rispetto alle quattro ore di educazione motoria in alcuni Stati del resto d'Europa. Qua, invece, arranchiamo ancora e soprattutto non abbiamo le professionalità adeguate nella scuola primaria che dovrebbero comunque anche coltivare la cultura sportiva tra le giovani leve. E questo comunque potrebbe essere anche un risparmio in termini economici per quanto riguarda la spesa sanitaria.
  Andando avanti nell'articolato del decreto-legge, l'articolo 1 inasprisce le pene previste per il delitto di frode in competizioni sportive, mentre l'articolo 2 interviene sul Daspo. E ricordiamo cos’è questo Daspo perché spesso si sente in TV, sui giornali, la gente e i cittadini sentono parlare di questo Daspo, ma non sanno mai poi di cosa si tratti. Il Daspo è il divieto di accedere a manifestazioni sportive e viene affrontato in questo decreto-legge. E, dopo settimane di esame tra Commissione e Aula, il testo del decreto-legge che ci apprestiamo ad approvare necessita senza dubbio di correttivi e di precisazioni. La lotta contro la violenza negli stadi non deve finire mai, questo è bene ricordarlo. Infatti, prima ho detto che con due episodi anche recenti ne abbiamo testimonianza, a partire dal caso del tifoso Esposito, fino a ricordare anche i fatti di Catania del 2006 in cui una persona tragicamente perse la vita. Allora, questa problematica va sicuramente affrontata ed è di tutta evidenza che occorre adeguare gli strumenti di prevenzione. Prevenzione, questa parola che in Italia non si usa quasi mai perché succede un fatto, un fatto grave, come può essere una violenza all'interno di uno stadio o fuori, ma come può essere anche un'alluvione, come può essere un terremoto, e la prevenzione non c’è mai. Poi, allora, quando avviene il fatto si fa una rincorsa a trovare i colpevoli, a capire le cause. Bene, allora iniziamo dalla prevenzione, iniziamo a contrastare l'illegalità per evitare che si ripetano questi episodi tragici. Allora, c’è bisogno di più controlli, di più sicurezza per chi soprattutto vuole assistere alle partite in un impianto sportivo, non solo all'interno di esso.
  Infatti, la violenza si trasferisce spesso al di fuori nelle vie cittadine, nelle strade, negli autogrill dove i pullman di tifosi si fermano, nelle stazioni. Il problema però non deve riguardare solo le partite tra squadre italiane, ma dobbiamo allargare il bacino di sicurezza all'estero e l'ordine del giorno va esattamente in questa direzione. Pag. 109Infatti, si pone come urgenza l'esigenza di un adeguato coordinamento con le competenti autorità degli Stati esteri...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Valente, ha esaurito il suo tempo.

  SIMONE VALENTE. ...in questo caso della Germania (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2616-A/80, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale, Ginefra, Portas...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  302   
   Votanti  289   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  145   
    Hanno votato
   5    
    Hanno votato
no  284).    

  Facciamo un ultimo voto.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Tofalo n. 9/2616-A/81.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, il Capo I del decreto contiene disposizioni urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza che possono manifestarsi in occasione di competizioni sportive. Si pone quindi con urgenza l'esigenza di un adeguato coordinamento con le competenti autorità degli Stati esteri interessati. Per cui, con questo ordine del giorno, vogliamo impegnare il Governo ad assumere immediate iniziative volte a realizzare il coordinamento di cui in premessa, con particolare riguardo alle autorità della Danimarca. Già perché questo ordine del giorno è teso a migliorare alcuni impegni che il Governo, a quanto pare, vuole prendere ma che, per nostra esperienza, deve garantire ai cittadini non solo attraverso una serie di norme, ma con una convinta attuazione pratica delle stesse. Cosa voglio dire con questo ? Ebbene, credo che la dimostrazione di una reale volontà di migliorare il grado di sicurezza negli stadi e fuori da essi dipenda dalla capacità che avrà la politica nel fare rete tra i vari corpi di polizia dei Paesi dell'Unione europea. Sto dedicando molto tempo allo studio dei nuovi corpi sovranazionali, che dovrebbero essere resi completamente operativi in questi mesi e, per ora, sono molto scettico anche per la segretezza che gira attorno a queste vicende. Non vorrei però che facessimo lo stesso errore che abbiamo già fatto con l'Eurozona, quello di creare una moneta unica senza un modello economico coerente, errore che oggi ormai tutti gli economisti hanno il coraggio di denunciare pubblicamente. Non vorrei appunto che un domani ci dovessimo ritrovare a parlare di un corpo di polizia europeo che operi in modo ambiguo perché in sistemi giudiziari fortemente eterogenei. Proprio qualche giorno fa, abbiamo incontrato tanti operatori del settore sicurezza, prossimamente ne incontreremo altri, che hanno palesato le mie stesse preoccupazioni. Molti hanno infatti lasciato emergere le grandi contraddizioni del modello utopico di chi preferisce creare nuovi corpi, con grande dispendio di risorse ed oggettiva impossibilità a ricoprire il vasto territorio europeo, rispetto ad una, invece, più fattibile razionalizzazione di quelli esistenti. Sarebbe ancora più utile partire da una razionalizzazione condivisa interna in ogni Paese così da favorire le interazioni sovranazionali, ma non voglio uscire fuori tema oggi. Le azioni di polizia più efficaci solitamente partono dall'investigazione in una nazione in cui c’è la notizia di reato e poi si sviluppano solo nel caso in cui emergano le capacità dei singoli investigatori di interfacciarsi con organi giudiziari e corpi operativi di altre nazioni. Secondo noi, la politica deve cristallizzare queste esperienze positive importantissime, Pag. 110chiedere agli stessi operatori della sicurezza che hanno affrontato questo tipo di operazioni quali siano le reali difficoltà che hanno trovato lungo questo percorso e sciogliere definitivamente i nodi delle singole procedure.
  Con questo ordine del giorno si vuole impegnare il Governo a lavorare in merito a ciò e io non capisco, signor Presidente, come ancora una volta ci si sia blindati dietro un decreto-legge proprio come il vostro Presidente della Repubblica, al quale mi appello ancora oggi per un'ennesima volta, si blinda dietro l'immunità presidenziale, non concedendo l'apertura degli archivi della Presidenza della Repubblica....

  PRESIDENTE. Onorevole Tofalo, non roviniamo tutto verso la fine del suo intervento.

  ANGELO TOFALO. Quindi, invito lei ad invitare il Presidente Napolitano ad aprire gli archivi della Presidenza.

  PRESIDENTE. La richiamo a non intervenire su questo argomento.
  Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tofalo n. 9/2616-A/81, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni... Stumpo.... Rabino... Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  301   
   Votanti  290   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato
   9    
    Hanno votato
no  281).    

  (Le deputate Iacono e Pellegrino hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Secondo le intese intercorse interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Giovanni Lolli (ore 22,03).

  PRESIDENTE. Comunico che, in data 3 ottobre 2014, è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Giovanni Lolli: «Illustre Presidente, nei giorni scorsi – a seguito della prestigiosa elezione del collega, onorevole Giovanni Legnini a membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura – ho avuto l'onore di subentrargli alla Camera dei Deputati come primo dei non eletti della lista del Partito Democratico nella Circoscrizione dell'Abruzzo.
  Già, in passate legislature, avevo avuto il privilegio di essere membro del Parlamento e spero di aver svolto questo incarico con la dedizione, il rigore e la responsabilità che tale funzione richiede.
  Altrettanto avrei fatto in questa occasione, consapevole non solo del prestigio del ruolo, ma anche dell'importanza e della delicatezza della fase politica e istituzionale che il Paese sta vivendo.
  E tuttavia, dal 19 giugno scorso – a seguito delle elezioni regionali – ho assunto all'interno della Giunta regionale abruzzese la carica di vicepresidente e assessore con delega alle attività produttive e alle politiche della ricostruzione post-sisma.
  È un impegno a cui mi sono legato in maniera indissolubile, a cui sto dedicando ogni energia e a cui non riterrei corretto venir meno. E credo di poter servire al meglio la mia Regione continuando a svolgere questo ruolo assai gravoso, ma anche ricco di attese e di responsabilità.
  Pertanto, in coerenza con quanto previsto dall'articolo 122 della Costituzione Pag. 111che norma le cause di incompatibilità, scelgo di rassegnare le dimissioni da deputato della Repubblica.
  La ringrazio dell'attenzione e, nell'apprezzare la passione e lo stile con cui svolge il suo altissimo incarico, le invio i miei più cordiali saluti. Firmato: Giovanni Lolli».
  Trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Giovanni Lolli dal mandato parlamentare.

Proclamazione di un deputato subentrante.

  PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta, delle dimissioni del deputato Giovanni Lolli, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, che il candidato che, nella lista n. 10 – Partito Democratico nella XVII Circoscrizione Abruzzo, segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo di lista risulta essere Gianluca Fusilli.
  Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XVII circoscrizione Abruzzo Gianluca Fusilli.
  S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Sull'ordine dei lavori (ore 22,03)

  GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà per due minuti.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, svolgo questo intervento perché ieri a Catania è stata una giornata di lutto cittadino, una giornata che abbiamo sentito molto come cittadini catanesi per la morte di Salvatore La Fata. Signor Presidente, Salvatore La Fata non era una persona importante. Infatti non lo conosce nessuno, non abbiamo fatto il minuto di silenzio e non sono venute istituzioni al suo funerale. Era un operaio edile disoccupato che, per tentare di sopravvivere, vendeva abusivamente della frutta: abusivamente, sì. Ed era stato trovato non in regola e i vigili stavano sequestrando la sua merce e lui, per la disperazione, ha gridato, dicendo che, se gliela avessero sequestrata, si sarebbe dato fuoco.
  A quanto pare non è stato ascoltato questo suo grido di disperazione, in quel momento, Presidente, e Salvatore La Fata si è dato fuoco; si è dato fuoco davanti a tutte le persone che c'erano li, davanti ai vigili; è stato soccorso, è andato in ospedale, sono passati tre giorni e Salvatore La Fata è morto. La morte di Salvatore La Fata, che nessuno conosce, di cui probabilmente importa poco a molte delle persone che magari mi ascoltano anche adesso, io penso sia la morte di tutti noi, perché, Presidente, parlare da una posizione privilegiata, con una famiglia agiata che ti dà l'istruzione, la scuola – quando probabilmente questi diritti, come è scritto nella Costituzione, dovrebbero essere assicurati a tutti – è facile. Io vivo in una città difficile, non è la più difficile né d'Italia né del mondo, ma è una città difficile, con dei quartieri molto complessi; e tutte le volte che vado in quei posti penso sempre a come sarebbe stata Giulia Grillo se fosse nata là e cresciuta là. Penso che la vita non sarebbe stata generosa con me, come non lo è stata con tanti cittadini che vivono là e come non lo è stata, Presidente, con Salvatore La Fata.
  Credo che le amministrazioni tutte abbiano una grande responsabilità in questa morte e credo anche, Presidente, che prima di far notare a un cittadino che sta violando una regola, come è giusto che venga fatto, bisogna assicurarsi che tutte le altre regole e tutti gli altri diritti che stanno a fondamento di quella vita e di quel cittadino siano stati rispettati e siano Pag. 112stati attuati, perché se no lo Stato, da buon padre di famiglia, diventa solamente qualcuno da cui difendersi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MASSIMO ARTINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, vorrei fare un intervento che parla di regole e di chi quelle regole in Toscana le infrange a suo piacimento. Parlo del PD a cui le regole risultano di colpo indigeste quando, come nel caso della presidenza dell'AIT, ad un suo esponente subentra un cittadino 5 Stelle. La vicenda dell'Autorità idrica toscana merita di essere raccontata anche in quest'Aula. Il 1o ottobre 2012 il sindaco di Livorno fu designato presidente di AIT; Alessandro Cosimi era il sindaco di Livorno ed era un sindaco targato PD. Nel 2012 lo statuto di AIT non prevedeva la decadenza per la presidenza in caso di avvicendamento nelle elezioni amministrative. La scelta di Cosimi fu fatta perché si era sicuri che sullo scranno di Palazzo Civico si sarebbe eternamente seduto un uomo di apparato del Partito Democratico.
  Il 9 giugno 2014, in attesa dell'esito dello scrutinio del ballottaggio delle elezioni comunali, con un tempismo che oso definire raro, Alessandro Cosimi convocava l'assemblea di AIT per il 27 giugno, proprio per eleggere un nuovo presidente. Quella convocazione è giuridicamente legittima ? Indetta da un sindaco scaduto di sicuro è politicamente ed eticamente scorretta. Sappiamo com’è finito quel ballottaggio. Il MoVimento 5 Stelle oggi governa la città di Livorno. Nella seduta di AIT del 27 di giugno il sindaco Filippo Nogarin ha rivendicato la sua presidenza sulla base di quanto stabilito dalla delibera n. 6 del 2012 che al punto 3 recita che in caso di decadenza dalla carica di sindaco nel corso del triennio di presidenza subentra nella carica il nuovo sindaco in rappresentanza del medesimo comune. Questo spunto è stato fatto inutilmente; davanti alla forza di questo statuto, di questa delibera, il PD ha scelto di dare la presidenza temporanea ad un altro sindaco. Casualmente, il 14 giugno la regione Toscana ha modificato lo stesso statuto in cui si prevedeva quella clausola.

  PRESIDENTE. Onorevole Artini, concluda.

  MASSIMO ARTINI. Mi avvio a concludere, Presidente, mi mancano veramente poche righe; il triennio di presidenza si concluderebbe il 1o di ottobre 2015, ma il PD intende dare la presidenza al sindaco di Grosseto Bonifazi. Ci chiediamo perché il PD non abbia la volontà di far continuare questa presidenza al sindaco di Livorno, ma non c’è da stupirsi...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Artini.

  DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, anche io intervengo per denunciare da questi banchi l'incoerenza dei partiti. Sembra che in qualche modo quest'Aula e gli enti pubblici governati dai partiti tendano ad assuefare, in qualche modo, chi viene governato da questi partiti.
  La denuncia sembra generale, invece io voglio entrare ovviamente nello specifico, come ha fatto anche il collega che mi ha preceduto. Intendo denunciare l'incoerenza del Partito Democratico in Puglia, perché ci sono stati dei sindaci che sono andati alla Fiera del Levante ad incontrare il Presidente Renzi per chiedere un approdo alternativo al TAP. Sono gli stessi esponenti del Partito Democratico che hanno proposto degli ordini del giorno, quando c'era la ratifica dell'Accordo trilaterale tra Grecia, Albania e Italia per questo gasdotto, per valutare siti di approdo alternativi. Ora, la società si era anche detta disposta a valutare ulteriori siti di approdo; allora, mi chiedo se questo non sia un gioco già predeterminato, se non sia stato un balletto ancora per prendere Pag. 113in giro gli elettori, per prendere in giro i cittadini. Noi, come MoVimento 5 Stelle ribadiamo che quel gasdotto non si deve fare, perché semplicemente è inutile: è inutile dal punto di vista sociale ed economico. Quindi, vorrei semplicemente che gli altri avessero almeno la decenza di dire ai propri elettori quello che il partito gli impone, oppure di dire che sono più conformi a quello che dice la segreteria del partito e che quindi condividono le scelte che il partito dall'alto fa rispetto a quella forma stupida, quella forma abbastanza becera di...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  DIEGO DE LORENZIS. Chiudo, chiudo Presidente...Dicevo, a quella forma di inconsistenza per cui si dice sempre una cosa e in realtà si fa, si pensa e si attua il contrario.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, vorrei riportare all'attenzione dell'opinione pubblica e del Parlamento la questione curda, in particolare la questione dell'attacco dell'ISIS, di queste ore, a Kobane. In particolare, lo voglio fare perché ci sono state due grandi rimozioni da parte dei commentatori nostrani e dei nostri media: il ruolo imprescindibile delle formazioni rivoluzionarie curde e l'esistenza del Rojava. Ma bisogna partire innanzitutto da cosa è il PKK. Il PKK è un partito in origine marxista, oggi influenzato dall'anarchismo, dall'ecologia sociale e dalle teorie comunaliste. È la formazione politica curda più famosa del mondo. Dal 1997 è inclusa nella lista delle formazioni terroristiche compilata dal Dipartimento di Stato americano; dal 2002 è inclusa nelle corrispettive liste dell'Unione europea. Questa situazione ha portato all'estradizione di Öcalan, il leader carismatico curdo, per via, sostanzialmente, del nostro Paese, che l'ha lasciato andar via per responsabilità del Premier D'Alema. Soprattutto, responsabilità che si può additare all'Italia in quanto la magistratura italiana, dopo vari mesi, concesse poi l'asilo politico a Öcalan, che lo stesso Öcalan aveva richiesto. Era il 1999. Öcalan, comunque, dalle galere turche, ha approfondito lo studio del pensiero libertario, ecologista e imperialista e ha sviluppato le teorie dell'anarchismo americano di Murray Bookchin e oggi aspira più a costruire uno Stato nazionale curdo e ad allargare la zona di autonomia e autogoverno, il famoso confederalismo democratico, che si è concretizzata nel Rojava in questi tre anni. Quello che è accaduto, purtroppo, è che questa grande esperienza politica di amministrazione e di autonomia è stata tolta anche dalle semplici cronache di cosa accade in quelle zone e ci ritroviamo con i Peshmerga filo-statunitensi che vengono foraggiati e sostenuti soprattutto in chiave di destabilizzazione dell'area affinché non si concretizzi e non si stabilizzi l'esperienza del Rojava.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Vado a concludere. Quindi, volevo riportare all'attenzione della Presidenza il fatto che venga esplicitato, in maniera corretta, ciò che sta avvenendo in quell'area anche con riferimento ovviamente ad un intervento a favore dei curdi del PKK e dell'YPG, i cugini siriani, che stanno combattendo in queste ore contro l'ISIS.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 8 ottobre 2014, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 22 agosto 2014, n. 119, recante disposizioni Pag. 114urgenti in materia di contrasto a fenomeni di illegalità e violenza in occasione di manifestazioni sportive, di riconoscimento della protezione internazionale, nonché per assicurare la funzionalità del Ministero dell'interno. (C. 2616-A)
  — Relatori: Mazziotti Di Celso (per la I Commissione) ed Ermini (per la II Commissione), per la maggioranza; Invernizzi (per la I Commissione) e Molteni (per la II Commissione), di minoranza.

  2. – Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge:
   VELO ed altri; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO: Delega al Governo per la riforma del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. (C. 731-1588-A)
  — Relatore: Gandolfi.

  3. – Discussione della proposta di legge:
   BRESSA: Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari delle cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti delle regioni e dei membri delle giunte regionali. (C. 275)
   e delle abbinate proposte di legge: FRACCARO ed altri; CIVATI ed altri; TINAGLI ed altri; DADONE ed altri. (C. 1059-1832-1969-2339)

  4. – Seguito della discussione dei disegni di legge:
   S. 1242 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo (n. 2) all'Accordo sulla sede tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto universitario europeo, con Allegato, fatto a Roma il 22 giugno 2011 (Approvato dal Senato). (C. 2420)
  — Relatore: Cassano.
   Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico, fatta alla Valletta il 16 gennaio 1992. (C. 2127-A)

  — Relatore: Chaouki.
   S. 1219 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Estonia sulla lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo ed il traffico illecito di droga, fatto a Tallinn l'8 settembre 2009 (Approvato dal Senato). (C. 2421)

  — Relatore: Cimbro.
   S. 1336 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo di modifica della Convenzione relativa ai trasporti internazionali ferroviari (COTIF) del 9 maggio 1980, fatto a Vilnius il 3 giugno 1999 (Approvato dal Senato). (C. 2621)

  — Relatore: Cimbro.
   S. 1300 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di navigazione satellitare tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e il Regno di Norvegia, fatto a Bruxelles il 22 settembre 2010 (Approvato dal Senato). (C. 2277)

  — Relatore: Cassano.

  (ore 15)

  5. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 22,20.

Pag. 115

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 275 E ABB.

Pdl n. 275 e abb. – Conflitti di interesse

Tempo complessivo: 22 ore, di cui:
• discussione generale: 8 ore;
• seguito dell'esame: 14 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatori 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora e 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 20 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 2 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 50 minuti 9 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 54 minuti 2 ore e 38 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti 1 ora e 14 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 36 minuti 1 ora
 Nuovo Centrodestra 32 minuti 41 minuti
 Scelta civica per l'Italia 32 minuti 41 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 32 minuti 40 minuti
 Lega Nord e Autonomie 32 minuti 38 minuti
 Per l'Italia 31 minuti 36 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 31 minuti 33 minuti
 Misto: 32 minuti 39 minuti
  Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED) 11 minuti 14 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti 7 minuti
  Centro Democratico 5 minuti 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti 6 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 5 minuti 6 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2616-A – odg 9/8 405 331 74 166 47 284 81 Resp.
2 Nom. odg 9/2616-A/12 429 426 3 214 55 371 78 Resp.
3 Nom. odg 9/2616-A/13 438 402 36 202 23 379 76 Resp.
4 Nom. odg 9/2616-A/14 443 440 3 221 56 384 76 Resp.
5 Nom. odg 9/2616-A/17 445 361 84 181 56 305 76 Resp.
6 Nom. odg 9/2616-A/18 441 359 82 180 58 301 75 Resp.
7 Nom. odg 9/2616-A/19 442 442 222 58 384 75 Resp.
8 Nom. odg 9/2616-A/20 442 441 1 221 58 383 75 Resp.
9 Nom. odg 9/2616-A/21 454 452 2 227 57 395 75 Resp.
10 Nom. odg 9/2616-A/22 460 458 2 230 61 397 75 Resp.
11 Nom. odg 9/2616-A/23 455 453 2 227 63 390 75 Resp.
12 Nom. odg 9/2616-A/24 I p. 461 458 3 230 146 312 75 Resp.
13 Nom. odg 9/2616-A/25 456 454 2 228 145 309 74 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2616-A/26 457 456 1 229 63 393 74 Resp.
15 Nom. odg 9/2616-A/27 444 443 1 222 58 385 74 Resp.
16 Nom. odg 9/2616-A/28 456 454 2 228 60 394 74 Resp.
17 Nom. odg 9/2616-A/29 451 352 99 177 59 293 74 Resp.
18 Nom. odg 9/2616-A/30 449 427 22 214 141 286 74 Resp.
19 Nom. odg 9/2616-A/32 421 406 15 204 81 325 84 Resp.
20 Nom. odg 9/2616-A/33 443 441 2 221 110 331 81 Resp.
21 Nom. odg 9/2616-A/34 458 420 38 211 83 337 80 Resp.
22 Nom. odg 9/2616-A/35 457 457 229 120 337 80 Resp.
23 Nom. odg 9/2616-A/36 452 451 1 226 120 331 79 Resp.
24 Nom. odg 9/2616-A/37 460 459 1 230 113 346 77 Resp.
25 Nom. odg 9/2616-A/38 460 457 3 229 117 340 77 Resp.
26 Nom. odg 9/2616-A/39 458 437 21 219 103 334 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2616-A/40 448 428 20 215 97 331 76 Resp.
28 Nom. odg 9/2616-A/41 459 438 21 220 100 338 76 Resp.
29 Nom. odg 9/2616-A/42 465 454 11 228 117 337 73 Resp.
30 Nom. odg 9/2616-A/43 456 434 22 218 86 348 73 Resp.
31 Nom. odg 9/2616-A/44 462 451 11 226 120 331 73 Resp.
32 Nom. odg 9/2616-A/45 449 446 3 224 116 330 73 Resp.
33 Nom. odg 9/2616-A/47 454 435 19 218 85 350 73 Resp.
34 Nom. odg 9/2616-A/48 455 454 1 228 106 348 72 Resp.
35 Nom. odg 9/2616-A/49 459 437 22 219 94 343 72 Resp.
36 Nom. odg 9/2616-A/50 457 451 6 226 116 335 72 Resp.
37 Nom. odg 9/2616-A/51 442 440 2 221 114 326 72 Resp.
38 Nom. odg 9/2616-A/52 435 433 2 217 122 311 72 Resp.
39 Nom. odg 9/2616-A/53 436 434 2 218 120 314 72 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2616-A/54 440 438 2 220 109 329 72 Resp.
41 Nom. odg 9/2616-A/55 415 413 2 207 96 317 73 Resp.
42 Nom. odg 9/2616-A/56 416 415 1 208 96 319 72 Resp.
43 Nom. odg 9/2616-A/57 428 425 3 213 106 319 72 Resp.
44 Nom. odg 9/2616-A/58 435 433 2 217 122 311 72 Resp.
45 Nom. odg 9/2616-A/60 423 422 1 212 120 302 72 Resp.
46 Nom. odg 9/2616-A/61 424 408 16 205 91 317 72 Resp.
47 Nom. odg 9/2616-A/62 420 419 1 210 117 302 72 Resp.
48 Nom. odg 9/2616-A/63 414 411 3 206 122 289 71 Resp.
49 Nom. odg 9/2616-A/64 326 316 10 159 54 262 85 Resp.
50 Nom. odg 9/2616-A/65 365 352 13 177 68 284 83 Resp.
51 Nom. odg 9/2616-A/66 388 375 13 188 73 302 83 Resp.
52 Nom. odg 9/2616-A/67 389 377 12 189 74 303 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/2616-A/68 401 387 14 194 92 295 82 Resp.
54 Nom. odg 9/2616-A/69 396 394 2 198 106 288 81 Resp.
55 Nom. odg 9/2616-A/70 388 376 12 189 92 284 82 Resp.
56 Nom. odg 9/2616-A/71 388 387 1 194 107 280 82 Resp.
57 Nom. odg 9/2616-A/72 376 374 2 188 106 268 82 Resp.
58 Nom. odg 9/2616-A/73 387 385 2 193 110 275 81 Resp.
59 Nom. odg 9/2616-A/74 389 372 17 187 93 279 81 Resp.
60 Nom. odg 9/2616-A/75 p.I 388 371 17 186 92 279 81 Resp.
61 Nom. odg 9/2616-A/75 p.II 392 383 9 192 344 39 81 Appr.
62 Nom. odg 9/2616-A/76 378 377 1 189 321 56 81 Appr.
63 Nom. odg 9/2616-A/77 333 332 1 167 72 260 81 Resp.
64 Nom. odg 9/2616-A/78 298 296 2 149 28 268 81 Resp.
65 Nom. odg 9/2616-A/79 295 283 12 142 14 269 81 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 67)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. odg 9/2616-A/80 302 289 13 145 5 284 81 Resp.
67 Nom. odg 9/2616-A/81 301 290 11 146 9 281 81 Resp.