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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 290 di lunedì 15 settembre 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 11,35.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 12 settembre 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amici, Baldelli, Balduzzi, Baretta, Bellanova, Biondelli, Bobba, Bocci, Franco Bordo, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Busto, Carinelli, Casero, Castiglione, Causin, Cicchitto, Costa, Dambruoso, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Di Salvo, Manlio Di Stefano, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Galgano, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Kronbichler, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Merlo, Meta, Mogherini, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sibilia, Simonetti, Sisto, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Velo, Vignali, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Organizzazione dei tempi di discussione dei progetti di legge di ratifica.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei progetti di legge di ratifica nn.: 2273, 2274, 2125, 2271, 2278, 2080-A ed abbinata, 1923, 2086, 2419.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei progetti di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

Discussione del disegno di legge: S. 1216 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Jersey sullo scambio di informazioni in materia fiscale fatto a Londra il 13 marzo 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 2273) (ore 11,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Jersey sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Londra il 13 marzo 2012.

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(Discussione sulle linee generali – A.C. 2273)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Picchi.

  GUGLIELMO PICCHI, Relatore. Signor Presidente, questa ratifica tra la Repubblica italiana e il Baliato di Jersey che, lo ricordo, è una dipendenza della Corona britannica, è un accordo redatto sulla base del modello del Tax information exchange agreement predisposto dall'OCSE nell'aprile del 2002; quest'ultimo è uno schema semplificato finalizzato allo scambio di informazioni tra quei Paesi che, non avendo uno scambio commerciale sufficientemente intenso per giustificare un trattato sulle doppie imposizioni, ricorrono a questo tipo di trattato.
  È un tipo di trattato che abbiamo già visto numerose volte in quest'Aula. Ricordo che la finalità politica fondamentale di questo trattato è di superare il problema del segreto bancario, di far rientrare questi Paesi nell'ambito della white list. È uno dei tanti trattati che l'Italia sta ratificando con vari ex paradisi fiscali. La finalità è quella, soprattutto per il nostro Paese, di combattere in modo sempre più forte l'evasione e l'elusione fiscale internazionale.
  Non prevede oneri per il nostro Paese e, dal punto di vista del contenuto, si limita a specificare quali sono le poste oggetto dell'accordo: per quanto riguarda l'Italia, l'Irpef, l'imposta sul reddito delle società, l'Ires, l'IRAP e l'IVA, l'imposta sulle successioni e sulle donazioni e le imposte sostitutive.
  Come detto, l'importante è lo scambio delle informazioni e i motivi per cui non si possa opporre il rifiuto di informazioni.
  Tuttavia, è sempre fatto salvo tutto ciò che concerne la divulgazione delle informazioni, quando la richiesta è contraria all'ordine pubblico o in caso di rivelazione di segreti commerciali, industriali o professionali. Come detto, è un accordo standard, e quindi ne raccomando la rapida approvazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
  È iscritto a parlare il deputato Vincenzo Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico per dare, ovviamente, un parere favorevole a questa ratifica, perché, come in maniera brillante il relatore ha rappresentato, fa parte di un lavoro che la Commissione affari esteri da tempo sta espletando in materia di politica estera e rapporti internazionali dello Stato ex articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione.
  L'Accordo con il Governo di Jersey è stato fatto a Londra nel 2012, nel marzo 2012, sul modello OCSE, come diceva giustamente il relatore, del Tax information exchange agreement, cioè quello per Stati con basso interscambio commerciale che non ritengono necessario stipulare una convenzione con il Governo contro le doppie imposizioni.
  Sempre il relatore giustamente sottolineava l'impulso a questa ratifica per rientrare nelle white list, cioè negli standard europei, come la legge finanziaria del 2008, all'articolo 1, sottolineava. Tra i 13 articoli di questa ratifica, il tema della trasparenza delle informazioni è centrale, comprese le informazioni riguardo alla tassazione italiana, e l'articolo 5 sottolinea il superamento del segreto bancario per una lotta all'evasione nel rispetto degli standard OCSE in materia.
  Come sempre, giustamente, il relatore sottolineava con puntualità che non vi è alcun onere per l'attuazione dell'Accordo. Pag. 3Quindi, la valutazione su questa ratifica è nel corso e nel modello della Commissione affari esteri e delle tante ratifiche necessarie per procedere.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Gianni Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà condivide le finalità di questa ratifica, di questa proposta. Del resto, questo Accordo è in linea con gli orientamenti condivisi dall'Italia nelle diverse sedi multilaterali per il rafforzamento degli strumenti di contrasto al fenomeno dell'evasione fiscale internazionale. L'entrata in vigore di questo Accordo potrà avere, dunque, importanti ricadute nella lotta all'elusione e all'evasione fiscale. Per questo, il gruppo di SEL voterà a favore.

  PRESIDENTE. A questo punto non vi sono altri iscritti a parlare. Pertanto dichiaro... No, vi è il deputato Daniele Del Grosso. Prego, chiedo scusa.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, forse non è arrivata l'iscrizione alla discussione sulle linee generali. Comunque sia, intendiamo intervenire; non interverremo su tutte le ratifiche, perché sulla maggior parte di queste ratifiche il MoVimento 5 Stelle è d'accordo, voterà favorevolmente. Ma il problema è un altro, e mi rivolgo soprattutto al partito di maggioranza, al PD: il problema è che queste ratifiche spesso arrivano in ritardo, arrivano sempre in ritardo in Commissione e poi, di conseguenza, in Aula.
  Spesso ci ritroviamo a pagare delle penali a causa di questi ritardi. Bisognerebbe, forse, fare qualcosa per avere una proposta, una piccola legge, che permetta a queste ratifiche di arrivare in tempi ordinari, di essere calendarizzate in tempi giusti, senza pagamenti di penali. Noi oggi lo vediamo, siamo qui a discutere di circa nove ratifiche, di nuove ratifiche, ma, in realtà, abbiamo un altro problema per quanto riguarda la politica estera di questo Paese.
  Noi siamo ormai sulla soglia della terza guerra mondiale, quasi. Ci troviamo qui a parlare di queste nuove ratifiche, domani abbiamo Renzi, in Aula, che viene a parlare, probabilmente, delle sue «mille e una notte», che prima erano cento. Forse, domani, addirittura, la legislatura sarà ancora più lunga di quella che è per legge.
  Noi vogliamo che questo sia uno stimolo, non deve essere assolutamente una provocazione, non intendiamo provocare nessuno, ma vogliamo che sia uno stimolo di riflessione per quanto riguarda, soprattutto, la politica estera italiana.
  Infatti, è da qualche anno, purtroppo, se non da qualche decennio, che la politica estera nel mondo è debole. Noi ci auguriamo con tutto il cuore che si torni a fare una politica estera seria, che si parli di argomenti seri; non che le ratifiche non lo siano, ma le ratifiche vengono solo ratificate, spesso non possono essere modificate, alcune sono vecchissime (prossimamente arriverà qui in Aula una ratifica che addirittura è a prima firma Andreotti), e una, tra queste nuove, addirittura è di dieci fa. Quindi, arrivano sempre in ritardo.
  Ma il momento storico di oggi ci chiama a parlare di altro, bisogna parlare di altro. Ecco perché invitiamo anche Renzi a venire in Aula a parlare di politica estera, di quello che sta accadendo oggi, e di qual è la posizione dell'Italia, soprattutto di discutere della posizione dell'Italia. Noi questo vogliamo a proposito di politica estera: vogliamo che questa politica sia spinta verso un qualcosa di più, vogliamo qualcosa di più per l'Italia.
  Per quanto riguarda le ratifiche, ci troviamo d'accordo sulla maggior parte di esse, quindi voteremo favorevolmente, riservandoci di fare le nostre dichiarazioni di voto al momento opportuno. Ma il vero problema dell'Italia è il momento storico che stiamo attraversando: ci vuole una posizione chiara e non dipendere sempre dagli altri Paesi. Bisogna prendere delle posizioni forti.

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  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2273)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore Picchi rinunzia alla replica.
  Deputato Chaouki, se può abbandonare i banchi del Governo, perché sto chiedendo al Governo se intenda replicare.
  Prendo atto che il rappresentante del Governo rinunzia alla replica.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 1217 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo delle Isole Cook sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Wellington il 17 maggio 2011 (Approvato dal Senato) (A.C. 2274) (ore 11,50).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo delle Isole Cook sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Wellington il 17 maggio 2011.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2274)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Picchi.

  GUGLIELMO PICCHI, Relatore. Signor Presidente, anche questo accordo tra Italia e Isole Cook, che, ricordo, sono uno Stato associato alla Nuova Zelanda, è basato, come il trattato precedente con l'isola di Jersey, sul modello del Tax information exchange agreement, perché non si giustifica un trattato sulle doppie imposizioni sulla base degli scarsi scambi commerciali. Vale già quanto detto nel caso precedente, ribadendo come sia importante, ai fini della lotta all'evasione fiscale internazionale, una rapida approvazione di questo trattato.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Signor Presidente, complimenti al relatore Picchi anche su questa ratifica che da tempo si aspettava, perché sono tutte ratifiche di accordi importanti. Noi sosteniamo il modello del Tax information exchange agreement dell'OCSE e questa ratifica, che proviene da un accordo fatto a Wellington nel maggio del 2011, fa sì che anche rispetto a questo piccolo Stato, con cui c’è un ridotto interscambio, quindi non si stipula convenzione contro le doppie imposizioni, applichiamo degli standard di trasparenza e legalità, quelli che l'Unione europea indica nella white list.
  Tredici articoli con cui si introduce l'obbligo di informazione e scambio, la lista di tassazione italiana, l'articolo 5 per il superamento del segreto bancario. Anche questa ratifica ex articolo 117 della Costituzione non pone nessun onere di attuazione per l'accordo.
  Capisco che la politica estera, come un collega, caro Presidente, sosteneva, è fatta di elementi necessari, di riflessione e di azione, ma il tema della trasparenza e della lotta all'evasione fiscale passa anche Pag. 5per questa ratifica di cui il Parlamento eredita ritardi altrui, ma il «benaltrismo» molte volte fa solo danni e, quindi, è meglio seguire le indicazioni precise e puntuali del relatore per portare anche questa ratifica a buon fine.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, anche in questo caso il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà voterà a favore. Tra l'altro, è molto urgente ratificare questo Accordo. Tutti noi, credo, ricordiamo le varie inchieste giornalistiche, che hanno scoperto come nelle Isole Cook ci siano stati casi per decine e decine di migliaia di evasori fiscali di tutto il mondo, compreso il nostro Paese. I giornali, peraltro, se ne occuparono anche perché la Repubblica popolare cinese aveva, in particolare in questo paradiso fiscale, esportato tantissimi soldi. Per questo voteremo a favore.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Del Grosso. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, pochi secondi per dire che, per quel che riguarda la trasparenza e la lotta all'evasione fiscale, noi siamo pienamente a favore, ne abbiamo fatto un cavallo di battaglia. Durante la campagna elettorale abbiamo dimostrato con il tempo che per noi la trasparenza è uno dei principi basilari addirittura per fare politica. Mi rivolgo al collega del PD: noi siamo pienamente d'accordo su questa linea. Queste ratifiche ovviamente vanno discusse, vanno portate in Aula, però quello che io intendo dire è che, oltre a queste ratifiche, forse soprattutto in questo periodo, bisognerebbe parlare di qualcosa di più importante che sta coinvolgendo molti Paesi, compreso il nostro.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2274)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione nel campo della cultura e dell'istruzione e dello sport fra il Governo della Repubblica italiana ed il Consiglio dei Ministri della Bosnia Erzegovina, fatto a Mostar il 19 luglio 2004 (A.C. 2125) (ore 11,55).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione nel campo della cultura e dell'istruzione e dello sport fra il Governo della Repubblica italiana ed il Consiglio dei ministri della Bosnia Erzegovina, fatto a Mostar il 19 luglio 2004.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2125)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, Vincenzo Amendola.

  VINCENZO AMENDOLA, Relatore. Signor Presidente, colleghi deputati, l'Accordo italo-bosniaco nel settore della cultura, dell'istruzione e dello sport tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Bosnia Erzegovina Pag. 6costituisce la base necessaria per ogni iniziativa e progettualità nel campo culturale, formativo e sportivo con questo Paese, che riveste un ruolo centrale nei Balcani occidentali.
  I rapporti tra Italia e Bosnia in questi campi sono antichi e strutturati e si caratterizzano, ancora oggi, per la vivacità degli scambi e delle iniziative comuni, anche se si rende necessaria una loro intensificazione e razionalizzazione, anche nella prospettiva di fornire una risposta efficace alla forte richiesta di cultura e di lingua italiana in Bosnia Erzegovina.
  L'Accordo è volto, altresì, a favorire l'integrazione della Bosnia Erzegovina nei processi di integrazione europea e nel quadro della cooperazione regionale, incoraggiando la partecipazione bilaterale nel contesto di programmi multilaterali promossi dall'Unione europea, nonché da specifici organismi regionali, quali l'Iniziativa centro europea e l'Iniziativa adriatico ionica. Attraverso questa intesa diventerà più agevole operare congiuntamente per la conservazione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, inclusi archivi, musei, biblioteche, contrastando, anche mediante scambio di informazioni fra le rispettive forze di polizia, i trasferimenti illeciti di beni culturali.
  I programmi di cooperazione verranno definiti dall'apposita commissione mista, che potrà avvalersi dell'ausilio di esperti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e delle altre amministrazioni competenti, in ragione delle materie trattate.
  L'Accordo costituisce, inoltre, un valido strumento volto ad assicurare la protezione dei diritti d'autore e della proprietà intellettuale, in ottemperanza alle norme internazionali e nazionali. Particolare attenzione viene riservata alla salvaguardia dei diritti umani e alla lotta contro ogni forma di discriminazione e di intolleranza. Infine, l'Accordo prevede specificatamente una stretta collaborazione nei settori dell'informazione, dell'editoria e delle attività sportive.
  Attualmente, nel settore universitario l'insegnamento della lingua italiana è incoraggiato tramite l'erogazione di un contributo, fornito annualmente dal Ministero degli affari esteri, a sostegno delle attività dei lettorati e delle cattedre italiani attivi presso le università di Banja Luka, Sarajevo e Zenica. Questa attività di promozione ha reso, già da alcuni anni, l'italiano la seconda lingua straniera più studiata in Bosnia, dopo l'inglese.
  Gli oneri di attuazione dell'Accordo, dettagliati nella relazione tecnica, sono stimati in 440.920 euro nel 2014 e nel 2015 e in 448.640 euro a decorrere dal 2016.
  Alla loro copertura si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del programma fondi di riserva e speciali della missione fondi da ripartire dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2014, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri. Come sappiamo, la ratifica di questo Accordo cade in una congiuntura politica ed economica drammatica per la Bosnia Erzegovina. Sul versante del processo di integrazione europea, il 14 aprile scorso i Ministri dell'Unione europea hanno respinto la richiesta croata di assegnare uno status speciale alla Bosnia per accelerarne il percorso di integrazione europea, anche se hanno adottato un programma per sostenere la crescita del Paese. La Presidenza di turno dell'Unione europea da parte del Paese sta attivamente operando per superare questa impasse, emblema di un'Europa che manca, e per un'accelerazione sul piano dell'integrazione europea di tutti i Paesi dei Balcani occidentali. Pesa sicuramente il nodo della struttura istituzionale del Paese, delineata dall'Accordo di Dayton del 1995, che ostacola fortemente il processo di integrazione. Si tratta di un assetto estremamente complesso, con ben poca collaborazione tra i diversi livelli di governo, che ha già costretto la Commissione europea a congelare una parte dei fondi di preadesione per il periodo 2007-2013, rischiando di Pag. 7mettere a repentaglio anche la partecipazione degli studenti bosniaci al programma Erasmus. A questa pesantissima situazione politico-sociale, oggetto di violente contestazioni nei mesi scorsi, si somma l'emergenza prodottasi con le alluvioni. La ricostruzione, però, è prioritaria anche nei rapporti con il nostro Paese e per questi motivi raccomando vivamente all'Aula l'approvazione di questo disegno di legge.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo della discussione.
  È iscritto a parlare il deputato Porta. Ne ha facoltà.

  FABIO PORTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico. La relazione del collega Amendola è stata sufficientemente ampia e dettagliata e, quindi, aggiungo soltanto che, anche in risposta al collega che interveniva prima, noi siamo per accelerare, introducendo anche, attraverso norme regolamentari, dei meccanismi che evitino in futuro ritardi nelle ratifiche a qualsiasi livello firmate dal nostro Paese. Anticipo, quindi, anche rispetto a questa ratifica, il giudizio favorevole del gruppo del Partito Democratico.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, l'importanza di questa ratifica va al di là del contenuto dell'Accordo stesso, ossia la cooperazione in ambito culturale, d'istruzione e dello sport. Bene ha fatto il relatore a dare un panorama più ampio che vada al di là dell'Accordo e parlare in questa occasione di Bosnia e della necessità che l'Unione europea sia attore più presente e attivo nei Balcani. È un dato positivo che la Croazia sia diventata membro dell'Unione europea, però non necessariamente è fenomeno che potrebbe rendere più veloce l'adesione della Bosnia Erzegovina all'Unione europea. Ricordiamo che l'Italia è da sempre in prima linea al fianco della Bosnia, che, dopo il processo di disgregazione della Jugoslavia, è stata attraversata dalla guerra civile. Inoltre, l'attuale assetto istituzionale del Paese spesso rende difficile il processo di avvicinamento all'Unione europea. Questo Accordo è uno strumento in più che il nostro Paese vuole offrire al vicino bosniaco al fine di meglio cooperare in tre settori importanti come quello della cultura, dell'istruzione e dello sport. In particolare, voglio sottolineare come nell'ambito dell'istruzione l'Italia sia particolarmente attiva, l'italiano sia la seconda lingua più studiata nel Paese dopo l'inglese e come, tramite vari programmi di lettorato in ben tre università, in Bosnia Erzegovina sia presente l'insegnamento di italianistica.
  A nome del gruppo di Forza Italia ribadisco il pieno sostegno a questo provvedimento e questo raro momento di ratifica ci permette di accendere un faro su un Paese come la Bosnia di cui si parla solo per le alluvioni o per le difficoltà etniche, di stabilità etnica: dovremmo parlarne di più e far sì che l'Italia, soprattutto sfruttando il semestre di Presidenza europeo, sia protagonista per un nuovo vigore nel processo di integrazione europea della Bosnia.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Del Grosso. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, come già detto in Commissione affari esteri, anche su questa ratifica esprimiamo un giudizio positivo. Su questa ratifica va per davvero acceso un faro perché questa è una di quelle ratifiche che sono state sottoscritte ben dieci anni fa. È un esempio di quello che dicevo nella discussione precedente: dieci anni per una ratifica. A me fa piacere, come ha detto poc'anzi il collega Porta, che c’è del movimento per velocizzare gli atti parlamentari di ratifica perché così deve essere in maniera tale da farli procedere speditamente. Ci deve essere più elasticità a livello di ratifiche. Non parliamo ovviamente di disegni di legge che, invece, vanno discussi come dovrà essere discusso Pag. 8per bene il nuovo decreto-legge in materia di missioni all'estero. In quella occasione andrà svolta una discussione seria. Sulle ratifiche siamo pienamente d'accordo ad accelerarle perché, dopo dieci anni, è quasi una vergogna per un Parlamento stare qui a ratificarla.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2125)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore, deputato Amendola, e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 1166 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Congresso di Stato della Repubblica di San Marino sulla cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità, fatto a Roma il 29 febbraio 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 2271) (ore 12,02).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Congresso di Stato della Repubblica di San Marino sulla cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità, fatto a Roma il 29 febbraio 2012.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2271)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Arlotti.

  TIZIANO ARLOTTI, Relatore. Signor Presidente, colleghi deputati, sono particolarmente lieto di illustrare in aula questo Accordo che concorre a consolidare ulteriormente i nostri rapporti con la Repubblica di San Marino. Dopo la ratifica dell'Accordo contro le doppie imposizioni fiscali e per prevenire le frodi fiscali che ha consentito alla Repubblica del Titano di uscire dalla black list dopo 15 anni. Si tratta di un risultato importante che ci permette di voltare pagina e di riconfermare e ravvivare gli antichi rapporti di amicizia e di buon vicinato suggellati dalla visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel giugno scorso nell'antica terra della libertà.
   Il contrasto alla criminalità organizzata viene rafforzato dal presente Accordo che sancisce l'impegno dei due Paesi a rafforzare la collaborazione e la reciproca assistenza al fine di potenziare l'attività di contrasto alla criminalità organizzata internazionale, la lotta al terrorismo internazionale, al traffico di migranti, al riciclaggio di denaro e al traffico illecito di stupefacenti. L'Accordo, che è un modello di cooperazione già elaborato in ambito Interpol, individua i settori in cui i Paesi collaborano in conformità delle rispettive legislazioni al fine di prevenire e contrastare il crimine organizzato transnazionale con particolare riferimento alla criminalità informatica, al traffico illecito di armi e di riciclaggio. Si prevede in particolare l'impegno alla reciproca assistenza e collaborazione per le operazioni speciali delle consegne sorvegliate e delle attività sotto copertura secondo gli articoli 1 e 2.
  L'Accordo disciplina, come accennato, le modalità della cooperazione e indica l'oggetto dello scambio di informazioni che può riguardare oltre ai reati previsti dall'Accordo, ogni altro elemento utile per Pag. 9l'attività di prevenzione generale e di controllo del territorio.
  Il testo pattizio rimanda a successive intese attuative l'eventuale pianificazione di servizi misti mirati e l'individuazione degli uffici di polizia autorizzati alla collaborazione.
  Assai opportunamente è prevista la creazione di un canale di comunicazione tra i punti di contatto nazionali (per l'Italia si tratta del dipartimento della pubblica sicurezza, direzione centrale della polizia criminale, servizio per la cooperazione internazionale di polizia), nonché, come prevede l'articolo 3, lo scambio di assistenza nel campo della formazione del personale di polizia.
  L'atto normativo regolamenta, inoltre, agli articoli 5, 6 e 7, il trattamento dei dati personali e delle informazioni di carattere sensibile, stabilendo che siano utilizzati esclusivamente per il raggiungimento delle finalità sottese all'Accordo nel rispetto della normativa interna e internazionale (all'articolo 4) e sono altresì disciplinati la presentazione, l'esecuzione e il diniego di una richiesta di assistenza.
  Come per altri accordi di analogo contenuto l'atto bilaterale prevede la possibilità di convocare riunioni e condurre consultazioni per discutere e migliorare la cooperazione (nell'articolo 9 è previsto questo) e stabilisce all'articolo 10 le modalità di risoluzione delle controversie, mentre all'articolo 12 quelle della ripartizione delle spese connesse all'attuazione dell'Accordo.
  Sono disciplinati, infine, all'articolo 14, l'entrata in vigore, la durata e la modifica del testo pattizio.
  Il disegno di legge di autorizzazione, già approvato dall'altro ramo del Parlamento il 2 aprile scorso, oltre a contenere le consuete previsioni normative circa l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, provvede alla copertura degli oneri previsti dall'Accordo, quantificati in euro 17 mila 397 per l'anno 2014 e 17 mila 363 a decorrere, ad anni alterni, dall'anno 2015.
  Raccomando l'approvazione del provvedimento da parte dell'Aula, ciò consentirà una rapida entrata in funzione di un'intesa già ratificata dalla controparte sanmarinese che interviene in un settore delicato ed essenziale della collaborazione bilaterale italo-sanmarinese quale è quello della cooperazione operativa tra gli organi di polizia dei due Paesi.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo della discussione.
  È iscritto a parlare il deputato Vincenzo Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Signor Presidente, come il relatore Arlotti ha sottolineato a proposito dei ritardi e degli accumuli di ratifiche che questo Parlamento insieme alla Commissione esteri sta speditamente risolvendo, è evidente che con la Repubblica di San Marino in questa legislatura, in questi pochi mesi di legislatura, ci siamo già apprestati a risolvere alcuni elementi pendenti che sono importanti non solo per la cooperazione ex articolo 117 della Costituzione, ma soprattutto anche per la cooperazione bilaterale con San Marino.
  Abbiamo già ratificato un trattato per la doppia imposizione che pendeva da anni e soprattutto ha consentito di far uscire San Marino dalla black list che da 15 anni era sotto i riflettori della polemica e della politica italiana e dei rapporti.
  Noi con queste ratifiche – con questa sulla cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità e con la successiva in tema di collaborazione finanziaria – costruiamo un assetto normativo e bilaterale con San Marino che fa sì che l'amicizia e, soprattutto, la collaborazione diventino stabili, anche sul tema trattato da quest'Aula sui rapporti con i lavoratori transfrontalieri che è sempre sotto osservazione dalle autorità italiane.
  Per quanto riguarda la cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità noi, con un articolato intervento sui rapporti tra le forze che gestiscono la sicurezza e soprattutto la prevenzione del crimine, con questa ratifica riusciamo costruire con San Marino un Pag. 10accordo stabile che va a favore della tradizionale amicizia tra i due Paesi.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, è questo un trattato importante tra Italia e San Marino. Non è il primo che in questa legislatura ratifichiamo al fine di migliorare, anche dal punto di vista operativo, la possibilità che i rapporti economici tra i due Paesi siano improntati alla legalità e alla trasparenza. È importante che si passi anche a rafforzare la capacità operativa delle due polizie, combattendo insieme anche su standard simili il crimine transnazionale, il cybercrime e l'evasione fiscale.
  Siamo vicini ad uno Stato, al Governo di San Marino, e presteremo la nostra collaborazione; lo dimostriamo ratificando questi trattati, come il successivo, in materia di collaborazione finanziaria. Ogni step è importante, come detto prima, per far sì che gli standard di trasparenza e legalità tra i nostri due Paesi possano sempre migliorare e per far sì che i rapporti economici possano anche prosperare. Per cui, come gruppo di Forza Italia, siamo favorevoli a questa ratifica e ne raccomandiamo una rapida approvazione.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Del Grosso. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, ci fa piacere vedere questa ratifica di cooperazione con il Paese di San Marino, anche perché, è inutile dirlo – è quasi scontato –, San Marino è sempre stato un Paese che in realtà ha rivestito un ruolo di paradiso fiscale per l'Italia. Quindi, avere delle ratifiche di cooperazione con questo Paese ci fa davvero piacere, anche perché parliamo di un territorio che è all'interno del territorio italiano, dei confini italiani. Quindi, era inutile andare avanti nascondendosi dietro un dito. Questa è una ratifica che ci fa piacere vedere, come le altre fatte con San Marino.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2271)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore, Arlotti, e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,15).

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al disegno di legge di ratifica Atto Camera n. 2278, recante l'Accordo tra l'Italia e la Repubblica di San Marino in materia di collaborazione finanziaria. Su richiesta del relatore, deputato Gianluca Pini, non essendovi obiezioni, la discussione sulle linee generali di tale disegno di legge avrà luogo in altra seduta, congiuntamente all'esame degli articoli.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federativa del Brasile, fatto a Brasilia il 27 marzo 2008 (A.C. 2080-A) e dell'abbinata proposta di legge: BUENO (A.C. 996) (ore 12,16).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federativa del Brasile, fatto a Brasilia il 27 marzo 2008, e dell'abbinata proposta di legge di iniziativa della deputata Bueno n. 996.

Pag. 11

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2080-A)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Fabio Porta.

  FABIO PORTA, Relatore. Signor Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, sono particolarmente soddisfatto di essere relatore di questa ratifica, che aspettavamo da tempo. Io stesso, anche nella scorsa legislatura, mi ero fatto promotore di iniziative di sindacato ispettivo e pochi giorni fa la stessa Vicepresidente della Camera, onorevole Sereni, era in Brasile.
  Abbiamo ascoltato da parte dei nostri interlocutori richieste di sollecito rispetto all'attuazione e alla ratifica di importanti accordi con il Brasile, questo è uno di essi. È un accordo finalizzato allo sviluppo della cooperazione tra i due Paesi in materia di trasferimento dei cittadini detenuti nel territorio dell'altro Stato contraente in modo che tali soggetti possano scontare la pena comminata nel proprio Paese secondo un modello di intesa bilaterale che già esiste con Paesi come il Regno Unito, il Canada e la Spagna.
  Sinteticamente, venendo ai contenuti dell'intesa, ricordo che, mentre l'articolo 1 è dedicato alle definizioni terminologiche, l'articolo 2 esplicita i termini dell'Accordo, in base al quale una persona condannata nel territorio di uno Stato potrà essere trasferita nel territorio dell'altro Stato per ivi scontare la condanna inflittale con la sentenza.
  L'articolo 3, che enuncia le condizioni per il trasferimento, prevede che il condannato sia cittadino dello Stato ricevente o vi abbia la residenza permanente, che gli atti per i quali è stata inflitta la condanna costituiscano reato anche per la legge dello Stato ricevente, che la sentenza sia definitiva, che il condannato debba scontare ancora, come minimo, un anno di pena privativa della libertà, e che alla persona condannata non sia stata comminata la pena di morte; e infine, che vi sia accordo in merito al provvedimento di trasferimento tra Stato mittente e Stato trasferente.
  L'articolo 5 individua le autorità centrali di ciascuna parte: per l'Italia, la Direzione generale della giustizia penale del Ministero della giustizia. L'articolo 6 delinea la procedura per il trasferimento, che può essere richiesto da ogni persona condannata, rivolgendo una petizione all'autorità competente della parte mittente o di quella ricevente. Ai sensi dell'articolo 7, il consenso al trasferimento da parte della persona interessata dovrà essere volontario ed informato.
  L'articolo 8 prescrive che le autorità competenti ai fini della decisione sul trasferimento tengano in conto alcuni fattori, tra i quali la gravità del reato, gli eventuali precedenti penali, le condizioni di salute e l'esistenza di rapporti socio-familiari nel Paese di origine. Per effetto del trasferimento, come chiarito all'articolo 9, l'esecuzione della pena è sospesa nella parte mittente; parallelamente, l'autorità competente della parte ricevente dovrà garantire l'applicazione della pena così come determinata dalla parte mittente all'articolo 10. Il trasferimento non potrà aver luogo, salvo il consenso delle due parti, se la natura o la durata della pena siano incompatibili con l'ordinamento della pena ricevente.
  In base all'articolo 12, solo lo Stato di condanna potrà decidere in ordine ai ricorsi per la revisione della condanna, mentre entrambe le parti sono titolate a concedere misure di clemenza quali la grazia, l'amnistia o l'indulto. L'articolo 15 regola gli aspetti finanziari dell'Accordo, precisando che le spese derivanti dall'applicazione dello stesso sono a carico dello Stato ricevente, ad eccezione di quelle Pag. 12sostenute esclusivamente nel territorio dello Stato trasferente. Ai sensi dell'articolo 16, infine, l'Accordo è applicabile all'esecuzione di condanne inflitte sia prima sia dopo l'entrata in vigore del medesimo.
  Gli abbinati progetti di legge al nostro esame – di iniziativa l'uno della collega Renata Bueno, che voglio ringraziare per il contributo inteso a stimolare l'iniziativa del Governo, e l'altro del Governo appunto – si compongono di quattro articoli. Voglio segnalare che l'articolo 3, che attiene alle coperture finanziarie, è stato parzialmente modificato durante l'esame in Commissione affari esteri, per recepire una condizione posta dalla Commissione bilancio volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione.
  Concludo raccomandando l'adozione di questo provvedimento, che, come ho avuto modo di ricordare più volte in passato, semplificherà i complessi problemi legati al trattamento dei 150 detenuti italiani nei penitenziari brasiliani, la cui assistenza pesa sulle ridotte risorse dei nostri consolati, e dei circa 350 detenuti brasiliani in Italia, il cui rimpatrio consentirà un significativo risparmio per l'Erario pubblico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.
  È iscritto a parlare il deputato Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Signor Presidente, anche questa ratifica – che proviene da lontano, dal 2008, firmata nel maggio del 2008 a Brasilia – ha una rilevanza importante non solo per i rapporti che intercorrono tra l'Italia e il Brasile, anche su tematiche legate al trasferimento di detenuti. L'Italia e il Brasile sono stati anche protagonisti di una querelle ancora non chiusa, rispetto ad un caso molto rilevante per la nostra coscienza e per il nostro lavoro negli anni passati: mi riferisco al caso del terrorista Battisti.
  Il trasferimento nello Stato di cittadinanza del detenuto nel territorio dell'altro Stato contraente determina anche la possibilità di scontare – come diceva giustamente il relatore Porta – la pena comminata nel proprio Paese.
  È un Accordo che, quindi, costruisce un'infrastruttura relativa alle autorità che determinano il processo penale, soprattutto le risultanze dei processi penali, e che avvicina il nostro Paese al Brasile; è un Accordo importante per la storia delle relazioni. Tra i 19 articoli che, in base all'articolo 117 della Costituzione reca questa ratifica, l'articolo 5 determina anche gli ambiti di applicazione: l'Autorità per l'Italia sarà la Direzione della giustizia penale del Ministero della giustizia. Quindi, per il quadro descritto dal relatore Porta e per elementi anche di dibattito che sono intervenuti negli anni passati, io credo che dopo tanti anni sia necessario speditamente conformare il nostro Paese e il Brasile a un rapporto corretto sul trasferimento delle persone condannate.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, questo trattato sarebbe una ratifica standard; sono già stati ratificati altri trattati simili in quest'Aula negli anni precedenti, volti a far sì che coloro che sono stati condannati in uno Stato possano scontare nello Stato di origine la pena. Per il Brasile questo diventa un po’ più complicato per quanto è avvenuto nel caso ricordato dal collega Amendola, il caso Battisti, e prevede che, affinché i due Stati possano concludere un Trattato di questo genere, ci sia il riconoscimento reciproco della validità e del funzionamento dei relativi sistemi giudiziari penali. Il Brasile nel caso di Battisti non ha riconosciuto quanto fatto dai giudici italiani, quindi, per il mio gruppo, questo è un problema non indifferente nel momento in cui ci troviamo ad affrontare questa ratifica. Allora, riservandoci successivamente, nella dichiarazione di voto, la posizione che prenderemo relativamente a questa ratifica, sarebbe utile sapere cosa sta facendo il Parlamento brasiliano, Pag. 13quindi il Governo ci informi su qual è lo stato di ratifica da parte brasiliana di questo Accordo, perché giustamente noi ci adoperiamo per far sì che questa infrastruttura, questo dialogo con il Brasile funzioni, però serve anche che la parte brasiliana faccia i suoi passi. Quindi, la posizione su questo specifico Trattato da parte del Parlamento brasiliano è per noi importante al fine di poter esprimere un voto favorevole.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Del Grosso. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, interverrò una sola volta per entrambe le ratifiche che riguardano il Brasile. Su queste ratifiche abbiamo chiesto qualche tempo in più semplicemente per fare delle verifiche, per informarci bene e per sapere cosa saremmo andati poi a votare. Una volta che ci siamo informati, il nostro parere è diventato favorevole e siamo d'accordo su entrambe le ratifiche; quindi voteremo favorevolmente, ed è importantissimo in questo caso perché alcune ratifiche trattano davvero argomenti particolari, importanti, e in questi casi è importante avere quel minimo di tempo per informarsi, leggere bene di cosa si tratta e, soprattutto, vedere se c’è qualcosa di poco chiaro. In questo caso, dopo esserci informati, abbiamo espresso un parere favorevole e, quindi, voteremo favorevolmente e, se c’è qualcosa che non abbiamo ben accettato, lo diremo in fase di dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2080-A)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore, deputato Fabio Porta, e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federativa del Brasile riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma l'11 novembre 2008, con Scambio di lettere interpretativo, fatto a Roma il 28 agosto e il 12 ottobre 2012 (A.C. 1923) (ore 12,27).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federativa del Brasile riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma l'11 novembre 2008, con Scambio di lettere interpretativo, fatto a Roma il 28 agosto e il 12 ottobre 2012.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1923)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Informo che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Fabio Porta.

  FABIO PORTA, Relatore. Signor Presidente, colleghi deputati, questo Accordo riguarda, anch'esso, i rapporti Italia-Brasile, anche se è una tematica fortemente diversa dal precedente Accordo.
  Infatti, in questo caso, si disciplina la possibilità, per i congiunti conviventi del personale diplomatico e consolare delle rispettive rappresentanze, nonché per le Pag. 14delegazioni presso organismi internazionali o, per quanto riguarda l'Italia, presso la Santa Sede, di potere svolgere attività lavorativa subordinata o autonoma nel Paese ricevente, su una base di reciprocità.
  Le categorie di congiunti, cui si applica quest'intesa, sono anzitutto i coniugi non separati e, in secondo ordine, i figli non coniugati minori di 21 anni (o minori di 25 anni, se studenti a tempo pieno), ovvero affetti da disabilità fisica o mentale come definite dalla normativa locale.
  Gli articoli 2 e 3 disciplinano i presupposti per l'applicabilità dell'intesa. Ciascuna delle due ambasciate segnalerà al cerimoniale diplomatico del Paese ospitante la richiesta, da parte di un soggetto avente diritto in base al precedente articolo 1, di poter esercitare un'attività lavorativa subordinata o autonoma.
  Per quanto concerne la procedura da seguire in Italia e con riferimento alle richieste di lavoro subordinato, a seguito dell'autorizzazione il soggetto interessato potrà iscriversi nelle liste di collocamento di uno dei centri territoriali per l'impiego, riferendosi alle quali – e citando espressamente l'Accordo in esame – il datore di lavoro potrà procedere all'assunzione diretta del soggetto in questione. Le richieste riguardanti l'autorizzazione al lavoro autonomo dovranno contenere una descrizione della natura di tale attività.
  Previo accertamento della posizione del soggetto interessato, conseguirà l'autorizzazione richiesta, che non potrà eccedere il periodo della missione del dipendente cui il soggetto fa capo; in caso di improvvisa cessazione della missione verrà, tuttavia, concesso un periodo di grazia non superiore a tre mesi. L'autorizzazione non verrà concessa a soggetti che abbiano in precedenza lavorato illegalmente nello Stato ricevente, ovvero che ne abbiano violato le norme fiscali o di sicurezza sociale o che destino perplessità con riferimento a profili di sicurezza nazionale.
  Le persone autorizzate verranno assoggettate alla normativa vigente nel Paese ospite in materia fiscale, di sicurezza sociale e del lavoro, incluse le norme sui requisiti necessari per l'esercizio di determinate attività. Viene al proposito esplicitato che l'Accordo in esame non costituisce in alcun modo riconoscimento di titoli o gradi di studio, rispetto ai quali si rimanda alle normative interne e internazionali concernenti i due Paesi e le loro relazioni.
  Si conviene, infine, all'articolo 5, che le immunità di cui i soggetti interessati godono in base ad accordi internazionali vengano meno per quanto concerne le giurisdizioni civile e amministrativa, in relazione a fatti connessi con l'esercizio delle attività lavorative oggetto dell'Accordo; per quanto riguarda le eventuali immunità di natura penale, il Paese ricevente potrà richiederne la rinuncia, in mancanza della quale l'autorizzazione al lavoro potrà essere revocata e la richiesta verrà seriamente e rapidamente presa in considerazione dal Paese accreditante.
  Con il successivo scambio di lettere del 2012, citato nel titolo di questa ratifica, le parti hanno concordato sull'interpretazione autentica di determinate disposizioni dell'Accordo. In particolare, è stato precisato che l'età minima dei figli del personale diplomatico, consolare o tecnico-amministrativo, di cui all'articolo 1 dell'Accordo, non sarà inferiore a 18 anni.
  Concludo auspicando anche per questa ratifica un'approvazione rapida del provvedimento, che non comporta, come è noto, oneri finanziari né tantomeno la necessità di istituire nuove strutture burocratiche.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo della discussione.
  È iscritto a parlare il deputato Vincenzo Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Signor Presidente, come ha illustrato in maniera puntuale il relatore Porta soffermandosi su tutti gli articoli di questo Accordo, si tratta di una procedura che evita burocratismi e incomprensioni, un gesto di amicizia e di cooperazione piena con il Brasile, che riguarda, appunto, lo svolgimento di attività lavorative da parte dei familiari conviventi Pag. 15del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo. Quindi, anche per la necessità che tramite la diplomazia i Paesi siano più vicini, nell'elenco dei criteri e delle articolazioni presentato dai relatori io credo che l'approvazione di questa ratifica debba avvenire con la massima velocità. Pertanto, preannuncio l'orientamento favorevole su questo provvedimento così come sulla successiva ratifica dell'Accordo con l'Argentina.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, su questa e sulla successiva ratifica, che hanno lo stesso oggetto, non possiamo che essere favorevoli.
  Il ruolo dei familiari dei diplomatici può e deve essere indipendente rispetto a quello dei diplomatici stessi, per cui non possiamo trovarci che d'accordo sul fatto che familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo possano, a determinate condizioni ben specificate dal relatore, svolgere attività lavorativa – con rapporti di reciprocità, ovviamente – sia in Brasile che in Argentina. Credo che riguardi un numero ridottissimo di persone, ma tant’è, non possiamo che preannunciare il nostro orientamento favorevole.
  Preannuncio, altresì, che non interverrò sulla successiva ratifica.

  PRESIDENTE. Mi pare che il deputato Del Grosso abbia comunicato che non desidera intervenire su questo provvedimento.
  Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 1923)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 17 luglio 2003, con Scambio di lettere interpretativo, fatto a Roma il 25 giugno 2012 e il 3 settembre 2012 (A.C. 2086) (ore 12,42).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 17 luglio 2003, con Scambio di lettere interpretativo, fatto a Roma il 25 giugno 2012 e il 3 settembre 2012.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2086)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Informo che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la Commissione III (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di svolgere la relazione il relatore, deputato Porta.

  FABIO PORTA, Relatore. Signor Presidente, rappresentante del Governo e colleghi, questo Accordo, al pari del precedente al quale ci siamo appena riferiti, disciplina la possibilità per i congiunti Pag. 16conviventi del personale diplomatico e consolare delle rispettive rappresentanze di svolgere attività lavorativa subordinata o autonoma nel Paese ricevente su base di reciprocità.
  Il modello, analogamente a quello dell'Accordo con il Brasile, è standard e, quindi, va incontro ad un'esigenza che si va diffondendo al fine di consentire l'inserimento nel contesto lavorativo dei familiari del personale che si reca all'estero non più limitatamente a funzioni di rappresentanza.
  Le categorie alle quali si applica l'intesa, anche in questo caso sono i coniugi, i figli non coniugati e minori, e si prescinde dal requisito dell'età, anche in questo caso, quando ci troviamo di fronte a casi di disabilità fisica o mentale.
  Per quanto concerne la procedura da seguire in Italia, anche a tal riguardo il soggetto interessato può rivolgersi ai centri territoriali per l'impiego; le richieste riguardanti il lavoro autonomo dovranno contenere una descrizione della natura di tale attività e il soggetto interessato, previo accertamento della sua posizione, conseguirà l'autorizzazione richiesta, che non potrà ovviamente eccedere il periodo della missione del dipendente cui il soggetto fa capo.
  In caso di improvvisa cessazione della missione, verrà tuttavia concesso un periodo di grazia non superiore a tre mesi.
  L'autorizzazione non verrà concessa a soggetti che abbiano in precedenza lavorato illegalmente nello Stato ricevente, ovvero che ne abbiano violato le norme fiscali o di sicurezza sociale o che destino perplessità con riferimento ai profili della sicurezza nazionale.
  Segnalo che le persone autorizzate verranno assoggettate alla normativa vigente nel Paese ospite, in materia fiscale, di sicurezza sociale e del lavoro, incluse le norme sui requisiti necessari per l'esercizio di determinate attività. Viene a proposito esplicitato che gli accordi in esame non costituiscono in alcun modo riconoscimento di titoli o gradi di studio rispetto ai quali si rimanda alle normative interne e internazionali concernenti i due Paesi.
  Ricordo, infine, che l'intesa prevede che le immunità di cui i soggetti interessati godono in base ad accordi internazionali vengono meno per quanto concerne le giurisdizioni civile e amministrativa in relazione a fatti connessi con l'esercizio delle attività lavorative oggetto dell'Accordo.
  Per quanto riguarda invece l'eventuale immunità di natura penale, il Paese ricevente potrà richiederne la rinuncia in mancanza della quale l'autorizzazione al lavoro potrà essere revocata.
  Lo scambio di lettere del 2012 semplifica l'interpretazione dell'Accordo, per cui le parti concordano su una interpretazione autentica di determinate disposizioni del complessivo Accordo in discussione.
  Anche in questo caso, Presidente, auspico ovviamente un'adozione celere di questo provvedimento di ratifica che non comporta né oneri finanziari, né l'istituzione di nuove strutture burocratiche.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
  È iscritto a parlare il deputato Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Signor Presidente, per le ragioni già esposte nella ratifica del Trattato con il Brasile, anche per la ratifica del Trattato con l'Argentina riguardante lo svolgimento di attività lavorative da parte di familiari conviventi del personale diplomatico, consolare tecnico-amministrativo il giudizio è favorevole: costruiamo un rapporto di amicizia attraverso attività diplomatiche più stabili e più coinvolgenti, anche rispetto ai criteri che il relatore ha esposto.
  L'esposizione e la ratifica è completa riguardo a tutte le attività che i coniugi e i familiari possono svolgere e io credo che anche questo disegno di legge come il precedente, debba avere subito una pronta ratifica.

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  PRESIDENTE. Picchi ? Non interviene. È iscritto a parlare il deputato Del Grosso. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, anche qui come nella precedente ratifica ci siamo semplicemente accertati che non si trattasse di una sorta di favoritismo nei confronti dei familiari del corpo diplomatico.
  Accertato questo, il nostro giudizio è favorevole per entrambe le ratifiche e quindi le facciamo scorrere in maniera fluida.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2086)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 1302 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea per evitare le doppie imposizioni e per prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sul reddito, e relativo Protocollo, del 10 gennaio 1989, fatto a Seoul il 3 aprile 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 2419) (ore 12,45).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea per evitare le doppie imposizioni e per prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sul reddito, e relativo Protocollo, del 10 gennaio 1989, fatto a Seoul il 3 aprile 2012.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2419)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Amendola.

  VINCENZO AMENDOLA, Relatore. Signor Presidente, colleghi deputati, si parla spesso di analogie tra l'economia italiana e quella coreana, entrambe dotate di una forte impronta manifatturiera e da differenze dei tessuti produttivi: quello coreano dominato da grandi conglomerati, quello italiano caratterizzato dalla diffusione della piccola e media impresa.
  La ratifica di questo Protocollo potrà sicuramente concorrere a consolidare un quadro giuridico più favorevole a nuove forme di collaborazione tra le realtà imprenditoriali dei due Paesi.
  Si registra una tendenza assai costante e positiva degli scambi commerciali italo-coreani, che si è particolarmente rafforzata nel corso del 2013 con l’exploit delle esportazioni italiane, in crescita dell'11,5 per cento rispetto all'anno precedente, pari a 5,38 miliardi di dollari, nuovo record storico. Le esportazioni coreane verso l'Italia sono state pari a 3,13 miliardi di dollari, in calo del 4,17 per cento. Il surplus commerciale dell'Italia nei confronti della Corea è, pertanto, ammontato a 2,25 miliardi di dollari, in aumento del 44 per cento rispetto all'anno precedente.
  Venendo sinteticamente ai contenuti del Protocollo, ricordo che esso si compone di sei articoli. In particolare, l'articolo Pag. 181 sostituisce il paragrafo 3.b) dell'articolo 2 della Convenzione del 1989, onde aggiornare l'elenco delle imposte italiane considerate nella Convenzione, che nella nuova formulazione saranno: l'imposta sul reddito delle persone fisiche, l'imposta sul reddito delle società e l'imposta regionale sulle attività produttive, ancorché riscosse mediante ritenuta alla fonte.
  L'articolo 2 modifica il paragrafo 1 dell'articolo 3 della Convenzione tra Italia e Corea del Sud, al fine di aggiornare alcune definizioni, nonché l'individuazione delle autorità competenti.
  L'articolo 3 sostituisce il paragrafo 2 e sopprime il paragrafo 4 dell'articolo 23 della Convenzione tra Italia e Corea del Sud, allo scopo di aggiornare i meccanismi di imputazione delle imposte tra i due ordinamenti giuridici, eliminando così, altresì, il riconoscimento di crediti d'imposta nello Stato di residenza anche per imposte non pagate nello Stato di effettiva produzione del reddito.
  L'articolo 4 sostituisce integralmente l'articolo 26 della Convenzione del 1989. Il paragrafo 5 della nuova formulazione prevede, tra l'altro, il superamento del segreto bancario, conformemente all'obiettivo prioritario della lotta all'evasione, nonché agli standard dell'OCSE in materia. Tuttavia, vi saranno casi in cui sarà consentito il rifiuto di ottemperare ad una richiesta di informazioni, ad esempio quelli in cui la divulgazione delle informazioni richieste sarebbe contraria all'ordine pubblico o potrebbe rivelare segreti commerciali, industriali o professionali.
  L'articolo 5 aggiunge un paragrafo nel Protocollo alla Convenzione, al fine di prevedere la possibilità che le autorità competenti degli Stati contraenti stipulino un accordo per la migliore attuazione della cooperazione amministrativa.
  L'articolo 6, infine, prevede la reciproca notifica tra le due parti del completamento delle rispettive procedure giuridiche interne per l'entrata in vigore del Protocollo in esame; entrata in vigore che avverrà alla data di ricezione della seconda di queste notifiche.
  Concludo auspicando una rapida conclusione da parte dell'Aula di questo disegno di legge di autorizzazione, già approvato dal Senato il 27 maggio scorso, che non prevede oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato e che, anzi, potrebbe favorire un potenziale recupero di gettito a favore dell'erario italiano, grazie alla possibile emersione di una maggiore base imponibile.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
  È iscritto a parlare il deputato Porta. Ne ha facoltà.

  FABIO PORTA. Signor Presidente, colleghi, intervengo brevemente a nome del gruppo parlamentare del Partito Democratico per annunciare, ovviamente, non solo il sostegno, ma anche la nota positiva rispetto a questa ratifica, che si aggiunge ad una serie di ratifiche che oggi stiamo portando qui in Aula e che dimostrano, come diceva anche prima il mio collega Amendola, l'intenzione di questo Parlamento di procedere speditamente a recuperare quel ritardo accumulato, che non vogliamo si ripeta più, nella ratifica, da parte del Parlamento italiano, di importanti accordi internazionali.
  Limitatamente al tema oggetto dell'Accordo, voglio ricordare, facendo riferimento anche ad altri accordi sulla doppia imposizione, che è importante non solo la ratifica di questi accordi, ma anche la piena e corretta applicazione.
  In alcuni casi, infatti, ci troviamo di fronte ad accordi sulla doppia imposizione fiscale che vengono interpretati in maniera diversa dalle rispettive amministrazioni, e quindi rivolgo un invito in generale all'amministrazione, in particolare al nostro Ministero dell'economia e delle finanze, a seguire gli accordi, anche nella loro attuazione, con l'attenzione che meritano.
  Ribadisco il sostegno del mio gruppo parlamentare rispetto alla ratifica di questo importante provvedimento.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Picchi. Ne ha facoltà.

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  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, non possiamo che sostenere questo Trattato tra l'Italia e la Corea. Ricordiamo come lo scambio commerciale tra i nostri due Paesi stia diventando sempre più intenso, sia da parte nostra, che da parte coreana, ci sono importanti aziende che operano nei due Paesi. Pertanto, è utile per le nostre imprese, e anche per le imprese coreane, che potrebbero potenzialmente operare nel nostro Paese, dare uno strumento più aggiornato, più efficiente, al fine di affrontare la tassazione e far sì che possano agire in un quadro fiscale certo che semplifichi e renda più agevole investire.
  Ricordo che si va ad aggiornare un Trattato che risaliva al Protocollo del gennaio 1989, quindi era ben giunto il tempo di portarci avanti. Non possiamo che sostenere l'approvazione di questo Trattato, perché non solo potrà semplificare la vita delle imprese italiane e delle imprese coreane, ma potrebbe portare anche un importante gettito aggiuntivo, per cui siamo assolutamente favorevoli.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà voterà a favore di questo provvedimento. In particolare, noi riteniamo che l'adeguamento alla direttiva dell'OCSE in materia di rapporti economici e fiscali tra l'Italia e la Corea del Sud amplierà la cooperazione economica.
  Ci sembra anche positivo il superamento dell'istituto del segreto bancario e, naturalmente, auspichiamo un potenziale recupero di gettito, sia pure in termini non quantificabili, attraverso l'emersione di una maggiore base imponibile. Per questi motivi voteremo a favore di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Del Grosso. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Signor Presidente, anche su questa ratifica il nostro parere è favorevole, perché il contenuto è simile ad altre ratifiche già discusse oggi.
  Questa di oggi è la chiara dimostrazione che il MoVimento 5 Stelle non dice sempre «no», ma entra nel merito delle questioni. Chiede qualche volta dei tempi allargati, semplicemente per capire meglio se dietro può esserci un favoritismo, una «marchetta», ma entra sempre nel merito della questioni. Noi ci auguriamo che il partito di maggioranza, il PD, che oggi governa insieme al centrodestra, prenda più in considerazione i nostri consigli, quello che riusciamo a portare all'interno di quest'Aula, di queste istituzioni, perché il MoVimento 5 Stelle, è un Movimento che lo vuole costruire questo Paese, di certo non vuole distruggerlo.

  PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2419)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore, Amendola, e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente (ore 12,53).

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 12 settembre 2014, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VIII Commissione (Ambiente):
   «Conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, recante Pag. 20misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive» (2629) – Parere delle Commissioni I, II, III, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), VII, IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI (ex articolo 75 del Regolamento, nonché ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  Il suddetto disegno di legge ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Martedì 16 settembre 2014, alle 10,30.

  1. – Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei Ministri sulle linee di attuazione del programma di Governo.

  2. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 1o agosto 2014, n. 109, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni per il rinnovo dei comitati degli italiani all'estero (C. 2598-A/R).
  – Relatori: Marazziti, (per la III Commissione) e Carlo Galli, (per la IV Commissione), per la maggioranza; Sibilia e Gianluca Pini (per la III Commissione) e Artini e Marcolin (per la IV Commissione), di minoranza.

  3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   BOLOGNESI ed altri: Introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e inquinamento processuale (C. 559-A).
  – Relatore: Verini.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Ottobre, Giachetti, Vito, Leone, Kronbichler, Marcolin, Dellai, Corsaro, Pisicchio, Di Lello, Bruno ed altri n. 1-00291 e Corda ed altri n. 1-00406 concernenti iniziative a tutela del cittadino italiano Enrico Forti, condannato e detenuto negli Stati Uniti.

  5. – Seguito della discussione delle mozioni Marcon ed altri n. 1-00424, Gianluca Pini ed altri n. 1-00563, Basilio ed altri n. 1-00577, Causin ed altri n. 1-00578, Scanu ed altri n. 1-00586 e Cicchitto ed altri n. 1-00590 concernenti la partecipazione italiana al programma di realizzazione e acquisto degli aerei Joint Strike Fighter-F35.

  6. – Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge:
   GARAVINI ed altri; NICCHI ed altri; CARFAGNA e BERGAMINI; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; GEBHARD ed altri: Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli (C. 360-1943-2044-2123-2407-A).
  – Relatore: Marzano.

  7. – Seguito della discussione delle mozioni Brambilla ed altri n. 1-00460, Gagnarli ed altri n. 1-00559, Vezzali ed altri n. 1-00571, Nicchi ed altri n. 1-00573, Rondini ed altri n. 1-00580, Cova ed altri n. 1-00581 e Dorina Bianchi ed altri n. 1-00585 concernenti iniziative, nell'ambito del semestre di Presidenza Pag. 21italiana del Consiglio dell'Unione europea, per la tutela dei diritti degli animali.

  8. – Seguito della discussione delle mozioni Gallinella ed altri n. 1-00160, Prataviera ed altri n. 1-00360, Palese ed altri n. 1-00576, Kronbichler ed altri n. 1-00579, Galgano e Mazziotti Di Celso n. 1-00583, Berlinghieri ed altri n. 1-00587 e Dorina Bianchi e Bernardo n. 1-00589 concernenti iniziative per la riforma dei criteri di formazione del bilancio comunitario, con particolare riferimento al meccanismo del cosiddetto «sconto inglese».

  9. – Seguito della discussione dei disegni di legge:
   S. 1216 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Jersey sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Londra il 13 marzo 2012 (Approvato dal Senato) (C. 2273).
  – Relatore: Picchi.

   S. 1217 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo delle Isole Cook sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Wellington il 17 maggio 2011 (Approvato dal Senato) (C. 2274).
  – Relatore: Picchi.

   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione nel campo della cultura e dell'istruzione e dello sport fra il Governo della Repubblica italiana ed il Consiglio dei Ministri della Bosnia Erzegovina, fatto a Mostar il 19 luglio 2004 (C. 2125).
  – Relatore: Amendola.

   S. 1166 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Congresso di Stato della Repubblica di San Marino sulla cooperazione per la prevenzione e la repressione della criminalità, fatto a Roma il 29 febbraio 2012 (Approvato dal Senato) (C. 2271).
  – Relatore: Arlotti.

  10. – Discussione del disegno di legge:
   S. 1301 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di San Marino in materia di collaborazione finanziaria, fatto a San Marino il 26 novembre 2009 (Approvato dal Senato) (C. 2278).
  – Relatore: Gianluca Pini.

  11. – Seguito della discussione dei progetti di legge:
   Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federativa del Brasile, fatto a Brasilia il 27 marzo 2008 (C. 2080-A).
   e dell'abbinata proposta di legge: BUENO (C. 996).
  – Relatore: Porta.

   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federativa del Brasile riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma l'11 novembre 2008, con Scambio di lettere interpretativo, fatto a Roma il 28 agosto e il 12 ottobre 2012 (C. 1923).
  – Relatore: Porta.

   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 17 luglio 2003, con Scambio di lettere interpretativo, Pag. 22fatto a Roma il 25 giugno 2012 e il 3 settembre 2012 (C. 2086).
  – Relatore: Porta.

   S. 1302 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea per evitare le doppie imposizioni e per prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sul reddito, e relativo Protocollo, del 10 gennaio 1989, fatto a Seoul il 3 aprile 2012 (Approvato dal Senato) (C. 2419).
  – Relatore: Amendola.

  La seduta termina alle 12,55.