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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 280 di mercoledì 6 agosto 2014

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 9,35.

  RAFFAELLO VIGNALI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 agosto 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Balduzzi, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carinelli, Casero, Castiglione, Catania, Costa, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Di Salvo, Epifani, Fedriga, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Legnini, Leone, Lorenzin, Lotti, Madia, Mannino, Meta, Orlando, Pes, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Velo, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantatrè, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1541 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, recante disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea (Approvato dal Senato) (A.C. 2568-A/R).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2568-A/R: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, recante disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea.
  Ricordo che nella seduta di ieri è stata approvata la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione nel testo predisposto dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

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(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2568-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2568-A/R).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, che recano un contenuto del tutto estraneo rispetto alle materie trattate dal provvedimento: Moscatt n. 9/2568-AR/1, che prevede l'istituzione dell'ufficio unico per il professionista avente competenza sui fondi dell'Unione europea; Carloni n. 9/2568-AR/4, concernente la proroga di termini per il blocco delle azioni esecutive nei confronti dell'Ente Autonomo Volturno; Losacco n. 9/2568-AR/5, recante incentivi per i call center virtuosi; Tripiedi n. 9/2568-AR/141, relativo al mantenimento dei diritti dei lavoratori nei casi di trasferimenti di azienda; Sbrollini n. 9/2568-AR/177, in materia di medicinali omeopatici.
  Avverto anche che gli ordini del giorno Donati n. 9/2568-AR/174 e Sbrollini n. 9/2568-AR/177, quello appena menzionato, sono stati ritirati dai presentatori.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno invito il rappresentante del Governo...

  STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Viceministro De Vincenti, mi scusi ma il deputato Allasia sta intervenendo.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, conosco il Viceministro che ha doti eccezionali in questo campo in Aula perciò so benissimo che riesce ad ascoltare facendo più cose. Perciò non mi preoccupo in questo momento.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Grazie, onorevole, ma non esageriamo !

  PRESIDENTE. Ma io devo garantire l'ascolto da parte del Governo. Prego.

  STEFANO ALLASIA. Possiamo dire che ci intendiamo in questo momento nella disposizione degli ordini del giorno e volevo brevemente relazionare sugli ordini del giorno del gruppo della Lega che ha presentato tutti ordini del giorno in base agli interessi maturati nelle Commissioni competenti nelle giornate precedenti.
  Sicuramente sono di interesse generale quelli sull'agricoltura, sul sistema venatorio, ma anche trattando il SISTRI e passando sugli incentivi. Non da meno è da considerare l'ordine del giorno Busin, proprio quello in cui già nella giornata di ieri, prima della fiducia, il Governo si è impegnato formalmente; sapendo benissimo che gli ordini del giorno sono impegni precisi del Governo e già storicamente si è visto nei decreti passati, nelle leggi passate e anche nelle legislature passate che impegni ben precisi poi hanno portato effettivamente a soluzione ai problemi. Come dicevo, gli ordini del giorno medesimi sono tutti impegni al Governo a cercare di risolvere situazioni che, già nel passato, hanno creato disagio, perciò noi auspichiamo che gli ordini del giorno vengano presi in considerazione già direttamente dal Governo oppure successivamente valutati caso per caso dall'Aula, come Regolamento e prassi prevedono. Perciò, senza tanti indugi, concludendo, cercherei di fare un brevissimo accenno alle situazioni avvenute nelle giornate precedenti, in cui si è visto discutere questo provvedimento già dall'inizio, dalla pregiudiziale (abbiamo presentato una pregiudiziale di costituzionalità già semplicemente con riferimento al titolo), e fino all'ultimo articolo del decreto stesso, dato che ritenevamo inopportuno proseguire; tuttavia, oggi come oggi, vista la volontà della maggioranza di proseguire speditamente con questo decreto, abbiamo necessità però di evitare ulteriori problemi ai cittadini e agli imprenditori. L'unica cosa che mi permetto di dire, come abbiamo già detto, è che troviamo singolare parlare di decreto competitività ma non troviamo Pag. 3ancora una situazione fruibile e fattibile per il Paese in termini di competitività, perché si parla di tutto e di più; è un grande calderone o, come si soleva dire fino a qualche tempo fa, sono decreti omnibus in cui si parla di tutto, però poi, effettivamente, in questo decreto non si riesce a trovare una soluzione; anzi, in alcuni casi, come abbiamo già visto con i vari impegni che ha già messo in atto il Governo, si creeranno dei disagi, perciò il nostro auspicio è che almeno questi ordini del giorno, come gli altri della maggioranza e della minoranza, possano ulteriormente migliorare il testo nel futuro con provvedimenti successivi.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,50).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Adesso do la parola al Viceministro De Vincenti per l'espressione del parere del Governo sugli ordini del giorno presentati.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2568-A/R).

  PRESIDENTE. Prego, Viceministro.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, onorevoli deputati, il Governo fornisce i pareri riguardo agli ordini del giorno presentati.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Moscatt n. 9/2568-AR/1 e accoglie l'ordine del giorno Capelli n. 9/2568-AR/2, mentre accoglie l'ordine del giorno Labriola n. 9/2568-AR/3 con la seguente riformulazione del dispositivo molto semplice: alla terza riga, riformularlo con le seguenti parole: «affinché si dia attuazione», perché il tema è molto complesso e quindi richiederà un lavoro attento, con una avvertenza dal parte del Governo. Attenzione perché, in qualche modo, il nostro decreto-legge supera questo problema, però comunque possiamo accogliere con questa riformulazione questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Carloni n. 9/2568-AR/4 è inammissibile, così come lo è anche l'ordine del giorno Losacco n. 9/2568-AR/5 e lo era anche l'ordine del giorno Moscatt n. 9/2568-AR/1.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Mi scusi Presidente, quindi...

  PRESIDENTE. Quindi il primo inammissibile, così come lo sono gli ordini del giorno Carloni n. 9/2568-AR/4 e Losacco n. 9/2568-AR/5.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Carrescia n. 9/2568-AR/6, accoglie l'ordine del giorno Taranto n. 9/2568-AR/7 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cova n. 9/2568-AR/8.
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Pastorelli n. 9/2568-AR/9. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Mongiello n. 9/2568-AR/10 e Bratti n. 9/2568-AR/11. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Capone n. 9/2568-AR/12 con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare la possibilità, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, di adottare, sin dai prossimi provvedimenti di carattere finanziario e di sostegno alle iniziative economiche e imprenditoriali, provvedimenti normativi che consentano la rinegoziazione dei mutui contratti con Equitalia in favore dei giovani imprenditori». Il Governo accoglie l'ordine del giorno Giampaolo Galli n. 9/2568-AR/13 Pag. 4con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di iniziative legislative» e così via.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Misiani n. 9/2568-AR/14 e Minardo n. 9/2568-AR/15.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2568-AR/16 con la seguente riformulazione del dispositivo: «a procedere a una rapida attuazione del comma 6-septies dell'articolo 1 del decreto-legge n. 136 del 2013 in materia di interconnessione al SISTRI da parte del Corpo forestale dello Stato al fine di contrastare le attività illecite» e così via.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mura n. 9/2568-AR/17, se l'onorevole Mura accetta di eliminare il secondo impegno del dispositivo. Sul primo impegno, segnalo all'onorevole Mura che è quanto già il Governo sta facendo in questo momento con la regione Sardegna. Il secondo impegno invece non è accoglibile. Quindi l'ordine del giorno Mura n. 9/2568-AR/17 è accolto come raccomandazione limitatamente al primo impegno del dispositivo.
  L'ordine del giorno Mariani n. 9/2568-AR/18 è accolto come raccomandazione.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Brunetta n. 9/2568-AR/19 con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare ogni opportuna iniziativa volta ad evitare che i costi a carico delle imprese per l'installazione e la gestione dei Pos rappresentino un aggravio eccessivo per i soggetti interessati».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Abrignani n. 9/2568-AR/20 con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di adottare ogni opportuna iniziativa» e così via.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Palese n. 9/2568-AR/21 e Alberto Giorgetti n. 9/2568-AR/22.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Riccardo Gallo n. 9/2568-AR/23 con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di prevedere di inviare al Parlamento una specifica relazione dei risultati derivanti dall'applicazione della norma esposta in premessa».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Faenzi n. 9/2568-AR/24, purché riformulato nel senso di espungere dalle premesse gli ultimi due capoversi e di riformulare l'impegno nel seguente modo: «a valutare gli effetti applicativi della disciplina richiamata in premessa, al fine di valutare l'opportunità di ulteriori interventi normativi relativi al comma 7 dell'articolo 13» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Bossi n. 9/2568-AR/25 con la seguente riformulazione del primo impegno del dispositivo: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità che le disposizioni contenute (...)» e così via, e del secondo impegno: «a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di adottare» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2568-AR/26, purché riformulato espungendo l'ultimo capoverso delle premesse. Il dispositivo viene altresì riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine di valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di misure volte ad elevare» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Fedriga n. 9/2568-AR/27, purché riformulato espungendo gli ultimi due capoversi delle premesse. Il dispositivo viene altresì riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere in un prossimo provvedimento misure idonee ad incentivare gli imprenditori agricoli a stipulare più contratti a tempo indeterminato». Finisce così.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2568-AR/28, a condizione di espungere il secondo impegno del dispositivo. Pag. 5Quindi, il Governo accoglie l'ordine del giorno come raccomandazione limitatamente al primo impegno.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2568-AR/29, purché sia riformulato nel senso di espungere l'ultimo capoverso delle premesse e di modificare l'impegno come segue: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di considerare l'opportunità, in un prossimo provvedimento, di una modifica dell'articolo 4 della legge n. 157 del 1992, riproponendo il testo contenuto nell'articolo 20 della legge europea 2013-bis». Termina così.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2568-AR/30 e l'ordine del giorno Marcolin n. 9/2568-AR/31, quest'ultimo purché sia riformulato nel senso di espungere l'ultimo capoverso delle premesse. Il Governo accoglie altresì come raccomandazione gli ordini del giorno Molteni n. 9/2568-AR/32 e Guidesi n. 9/2568-AR/33.
  Il Governo formula un invito al ritiro degli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/2568-AR/34 e Grimoldi n. 9/2568-AR/35, altrimenti il parere è contrario, ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Allasia n. 9/2568-AR/36 e Rondini n. 9/2568-AR/37.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Simonetti n. 9/2568-AR/38 e Attaguile n. 9/2568-AR/39.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Busin n. 9/2568-AR/40, con una riformulazione ampia dell'impegno, sostituendolo interamente come segue: «a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa e a individuare, in un provvedimento da adottare entro fine anno, un meccanismo agevolativo destinato alle regioni interessate dalle attività di rigassificazione, anche attraverso impianti off shore, che assicuri un analogo impatto finanziario e sia in coerenza con le linee fondamentali della strategia energetica nazionale».
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Caon n. 9/2568-AR/41, Marguerettaz n. 9/2568-AR/42 e Prataviera n. 9/2568-AR/43. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Caparini n. 9/2568-AR/44. Il Governo accoglie, inoltre, l'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2568-AR/45, purché sia riformulato nel senso di espungere l'ultimo capoverso delle premesse e di modificare l'impegno come segue: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disposizione di cui all'articolo 30-bis, al fine di considerare l'ipotesi di una sua revisione».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Alberti n. 9/2568-AR/46.
  Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Artini n. 9/2568-AR/47, altrimenti il parere è contrario, perché sostiene una posizione che è l'opposto di quella varata con il decreto-legge.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2568-AR/48.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Barbanti n. 9/2568-AR/49 è ritirato.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Baroni n. 9/2568-AR/50, altrimenti il parere è contrario.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Basilio n. 9/2568-AR/51, con una piccola riformulazione dell'impegno nel senso di sostituire la parola: «incentivare» con la parola: «promuovere».
  Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Battelli n. 9/2568-AR/52.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Bechis n. 9/2568-AR/53, purché il dispositivo sia riformulato come segue: «a certificare in tempi brevi i debiti della pubblica amministrazione ai fini della compensazione con i crediti fiscali da parte delle imprese». È quanto il Governo sta già facendo, come dichiaravo ieri.
  Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Benedetti n. 9/2568-AR/54.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2568-AR/55.Pag. 6
  Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2568-AR/56, altrimenti il parere è contrario, perché va in direzione opposta a quella del decreto-legge.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2568-AR/57, purché sia riformulato nel senso di espungere l'ultimo capoverso delle premesse e di modificare l'impegno come segue: «impegna il Governo a verificare se siano state esaminate tutte le alternative alla costruzione degli inceneritori in premessa».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bonafede n. 9/2568-AR/58, accoglie l'ordine del giorno Brescia n. 9/2568-AR/59 ed accoglie altresì l'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2568-AR/60, purché sia riformulato nel senso di espungere il primo dei due impegni e di mantenere il secondo: «a superare la frammentazione (...)».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Businarolo n. 9/2568-AR/61 e formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Busto n. 9/2568-AR/62, altrimenti il parere è contrario, perché va in direzione opposta al decreto-legge.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Cancelleri n. 9/2568-AR/63 e Cariello n. 9/2568-AR/64, e accetta l'ordine del giorno Carinelli n. 9/2568-AR/65. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Caso n. 9/2568-AR/66.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Castelli n. 9/2568-AR/67, a condizione che sia così riformulato: «impegna il Governo a valutare ogni misura atta ad eliminare le discriminazioni tariffarie in tema di RC auto messe in atto dalle compagnie assicurative in relazione a condizioni territoriali omogenee; a favorire la trasparenza sui prezzi praticati dalle compagnie assicurative; a valutare il sostegno di politiche di risparmio in favore dell'utenza, anche attraverso la previsione per le compagnie assicurative dell'utilizzo sul mercato di tipologie di prodotto che tengano conto dell'effettivo numero di chilometri percorsi da mezzi e automezzi».
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2568-AR/68, mentre accoglie l'ordine del giorno Chimienti n. 9/2568-AR/69, a condizione che sia riformulato togliendo alla quartultima riga dell'impegno le parole: «utilizzati ai fini della produzione di energia elettrica», il resto va bene.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Ciprini n. 9/2568-AR/70 e Colletti n. 9/2568-AR/71, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Colonnese n. 9/2568-AR/72.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cominardi n. 9/2568-AR/73, mentre accoglie l'ordine del giorno Corda n. 9/2568-AR/74.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2568-AR/75, mentre accoglie l'ordine del giorno Crippa n. 9/2568-AR/76, a condizione che l'impegno sia riformulato nel modo che adesso leggerò. È molto simile, però sostituisce quello scritto dall'onorevole Crippa. L'impegno riformulato è il seguente: «ad adottare, nell'ambito dell'attuazione della delega fiscale di cui alla legge n. 23 del 2014, misure volte a rivedere i criteri di cui alla circolare dell'Agenzia delle entrate (la n. 36/E del 2013), prevedendo requisiti e condizioni per l'esonero dalla variazione della rendita catastale dell'immobile che ospita impianti fotovoltaici di potenza non superiore a 7 kW e che determinano un incremento della rendita catastale inferiore al 40 per cento».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Currò n. 9/2568-AR/77, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini del giorno Dadone n. 9/2568-AR/78, Daga n. 9/2568-AR/79 e D'Ambrosio n. 9/2568-AR/80.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2568-AR/81, a condizione che sia così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di» – poi si elimina circa metà dell'impegno – «adottare ogni provvedimento utile, da quelli di Pag. 7carattere amministrativo come circolari e regolamenti, a quelli di carattere legislativo», e poi prosegue l'impegno.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Da Villa n. 9/2568-AR/82, a condizione che sia così riformulato: «a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità di adottare le opportune iniziative» e poi prosegue l'impegno.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2568-AR/83, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno De Rosa n. 9/2568-AR/84.
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini del giorno Del Grosso n. 9/2568-AR/85 (perché va in direzione opposta al decreto-legge), e Della Valle n. 9/2568-AR/86, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2568-AR/87.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Di Battista n. 9/2568-AR/88, a condizione che sia così riformulato: «impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile ad accelerare la nomina dei consigli direttivi e dei direttori», punto e lì finisce.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2568-AR/89, mentre accoglie l'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/2568-AR/90, a condizione che sia così riformulato: «a prevedere, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, nei prossimi provvedimenti» e poi prosegue l'impegno posto dall'onorevole Luigi Di Maio.
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2568-AR/91.
  Gli ordini del giorno Di Vita n. 9/2568-AR/92 e Dieni n. 9/2568-AR/93 sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2568-AR/94 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno D'Uva n. 9/2568-AR/95 è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Fantinati n. 9/2568-AR/96 è accolto con la seguente riformulazione: eliminare l'ultimo capoverso delle premesse e poi l'impegno sarebbe il seguente: «impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative per rafforzare i controlli dell'Agenzia delle dogane a tutela del made in Italy». L'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2568-AR/97 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Fico n. 9/2568-AR/98 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno Fraccaro n. 9/2568-AR/99 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Frusone n. 9/2568-AR/100 è accolto con riformulazione, che consiste semplicemente nell'espungere, all'inizio dell'impegno, le parole: «alla luce del meccanismo del silenzio-assenso». L'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2568-AR/101 è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Gallinella n. 9/2568-AR/102 è accolto.
  Sull'ordine del giorno Luigi Gallo di n. 9/2568-AR/103 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2568-AR/104 è accolto con riformulazione, che consiste nell'eliminare le ultime quattro righe e mezzo del dispositivo, cioè dalle parole: «sulla reale necessità della realizzazione» in poi; la prima parte dell'impegno va bene.
  Sugli ordini del giorno Grande n. 9/2568-AR/105 e Grillo n. 9/2568-AR/106 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Gli ordini del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2568-AR/107 e L'Abbate n. 9/2568-AR/108 sono accolti.
  L'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2568-AR/109 è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno Lombardi n. 9/2568-AR/110 e Lorefice n. 9/2568-AR/111 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Lupo n. 9/2568-AR/112 è accolto. L'ordine del giorno Mannino n. 9/2568-AR/113 è accolto come raccomandazione.
  Sull'ordine del giorno Mantero di n. 9/2568-AR/114 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, perché va in direzione opposta al decreto-legge.
  L'ordine del giorno Marzana n. 9/2568-AR/115 è accolto con riformulazione, che consiste nell'espungere l'ultimo degli impegni, Pag. 8quello che comincia con le parole «a disporre la sospensione»; gli altri impegni vanno bene.
  Sull'ordine del giorno Micillo di n. 9/2568-AR/116 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno Mucci n. 9/2568-AR/117 è accolto.
  Gli ordini del giorno Nesci n. 9/2568-AR/118 e Nuti n. 9/2568-AR/119 sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Parentela n. 9/2568-AR/120 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Pesco n. 9/2568-AR/121 è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Petraroli n. 9/2568-AR/122 è accolto.
  Sull'ordine del giorno Pinna n. 9/2568-AR/123 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Pisano n. 9/2568-AR/124 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, perché va contro le indicazioni del decreto-legge.
  L'ordine del giorno Prodani n. 9/2568-AR/125 è accolto: è coerente con quanto il Governo sta facendo in questi giorni su questo decreto ministeriale previsto dal «destinazione Italia». L'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2568-AR/126 è accolto. Sull'ordine del giorno Rizzo n. 9/2568-AR/127 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2568-AR/128 è accolto. Gli ordini del giorno Rostellato n. 9/2568-AR/129, Ruocco n. 9/2568-AR/130, Sarti n. 9/2568-AR/131 e Scagliusi n. 9/2568-AR/132 sono accolti come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Segoni n. 9/2568-AR/133 è accolto con riformulazione, che riguarda solo il primo impegno, gli altri vanno bene. Il primo impegno sarebbe riformulato così: «a porre in essere tutte le iniziative volte ad assicurare la priorità degli interventi volti alla riduzione del rischio idrogeologico favorendo interventi medio-piccoli caratterizzati da elevati valori del rapporto riduzione del rischio/costo». Il primo impegno sarebbe questo, gli altri poi vanno bene.
  Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/2568-AR/134, altrimenti il parere è contrario; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Sorial n. 9/2568-AR/135; invita al ritiro dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/2568-AR/136, altrimenti il parere è contrario; invita al ritiro dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/2568-AR/137, altrimenti il parere è contrario; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Terzoni n. 9/2568-AR/138.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Tofalo n. 9/2568-AR/139 con la seguente riformulazione: invece che «a garantire che nella definizione» e così via, «a favorire che nella definizione dello studio aggiornato» e così via. Questa riformulazione è coerente con i poteri del Governo. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Toninelli n. 9/2568-AR/140. Sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2568-AR/141...

  PRESIDENTE. È inammissibile.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. È inammissibile, grazie Presidente. Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Turco n. 9/2568-AR/142, altrimenti il parere è contrario, perché va in direzione opposta al decreto-legge; invita al ritiro dell'ordine del giorno Vacca n. 9/2568-AR/143, altrimenti il parere è contrario; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2568-AR/144.
  Sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/2568-AR/145, l'impegno viene riformulato come ho riformulato quello proposto dall'onorevole Crippa. Non so, Presidente, se è necessario che lo rilegga, mi dica lei.

  PRESIDENTE. Forse è meglio, se non le dispiace.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Anche per l'ordine del giorno Vallascas n. 9/2568-AR/145 l'impegno che il Governo riformula è il seguente: «ad adottare, nell'ambito dell'attuazione della delega fiscale di cui alla Pag. 9legge n. 23 del 2014, misure volte a rivedere i criteri di cui alla circolare dell'Agenzia delle entrate (la n. 36/E del 2013), prevedendo requisiti e condizioni per l'esonero dalla variazione della rendita catastale dell'immobile che ospita impianti fotovoltaici di potenza non superiore ai 7 chilowatt e che determina un incremento della rendita catastale inferiore al 40 per cento».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2568-AR/146; invita al ritiro dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/2568-AR/147, altrimenti il parere è contrario; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2568-AR/148; invita al ritiro degli ordini del giorno Piras n. 9/2568-AR/149 e Duranti n. 9/2568-AR/150, altrimenti il parere è contrario, perché vanno in direzione opposta a quella del decreto; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zaratti n. 9/2568-AR/151.
  Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2568-AR/152, altrimenti il parere è contrario: è ultroneo sostanzialmente, cioè quello che prevede l'ordine del giorno è già previsto di confronto con la Commissione europea.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pannarale n. 9/2568-AR/153 e accoglie l'ordine del giorno Ferrara n. 9/2568-AR/154 con la seguente riformulazione: al primo impegno scrivere: «a valutare gli effetti applicativi della norma richiamata in premessa al fine di valutare la possibilità di adottare sin dal prossimo provvedimento» e così via, poi continua tutto come previsto dai presentatori dell'ordine del giorno.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Ricciatti n. 9/2568-AR/155 e Paglia n. 9/2568-AR/156.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Scotto n. 9/2568-AR/157, ma con una riformulazione: togliere alla quarta riga le parole: «nel modo più assoluto»; si accoglie tutta l'ispirazione dell'ordine del giorno, ma, come dire, «nel modo più assoluto» forse è leggermente eccessivo nelle vicende di questo mondo. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Peluffo n. 9/2568-AR/158 e Martella n. 9/2568-AR/159 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Oliverio n. 9/2568-AR/160. Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2568-AR/161, accoglie l'ordine del giorno Fauttilli n. 9/2568-AR/162 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gigli n. 9/2568-AR/163.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/2568-AR/164, mentre accoglie l'ordine del giorno Crivellari n. 9/2568-AR/165, a condizione che sia riformulato come è stato riformulato l'ordine del giorno Busin n. 9/2568-AR/40. Rileggo quella riformulazione: «a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa e di individuare, in un provvedimento da adottare entro fine anno, un meccanismo agevolativo destinato alle regioni interessate dalle attività di rigassificazione, anche attraverso impianti off-shore, che assicuri un analogo impatto finanziario e sia in coerenza con le linee fondamentali della strategia energetica nazionale».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Famiglietti n. 9/2568-AR/166, a condizione che il dispositivo sia riformulato sostituendo, alla quarta riga, le parole: «Presidenza del Consiglio dei ministri» con le parole: «il Ministero dello sviluppo economico», che è la sede naturale di questo tipo di tavoli.
  Il Governo accoglie come raccomandazione i successivi ordini del giorno Burtone n. 9/2568-AR/167, Vignali n. 9/2568-AR/168 e Mariastella Bianchi n. 9/2568-AR/169, mentre formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2568-AR/170.
  Ricordo che l'ordine del giorno Carra n. 9/2568-AR/171 è stato ritirato.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Causi n. 9/2568-AR/172 e Sgambato n. 9/2568-AR/173.
  Ricordo che l'ordine del giorno Donati n. 9/2568-AR/174 è stato ritirato.Pag. 10
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/2568-AR/175, perché va in direzione opposta alle coperture già individuate dal decreto-legge.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Saltamartini n. 9/2568-AR/176.
  Ricordo che l'ordine del giorno Sbrollini n. 9/2568-AR/177 è stato ritirato.

  PRESIDENTE. È inammissibile.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Inammissibile, grazie, Presidente.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorni Tancredi n. 9/2568-AR/178 e Pes n. 9/2568-AR/179, mentre accoglie l'ordine del giorno Pagano n. 9/2568-AR/180, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo «a sollecitare il sistema creditizio», per poi proseguire così com’è scritto.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zanin n. 9/2568-AR/181.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, per chiederle, in merito all'ordine del giorno Carloni n. 9/2568-AR/4, una rivalutazione rispetto alla sua inammissibilità. L'ordine del giorno Carloni n. 9/2568-AR/4, forse, aveva un difetto di chiarezza nel rilevare quanto fosse connessa con i risvolti ambientali questa richiesta di impegno nei confronti del Governo, ma la sostanza è che c’è una forte connessione con materie di carattere ambientale. Quindi, i colleghi proponenti lo hanno presentato collegato a questo provvedimento proprio a motivo della diretta connessione.
  Quindi, volevo chiederle una rivalutazione – anche perché trattasi di materia assolutamente rilevante – della sua ammissibilità per consentire ai colleghi di ricevere una risposta da parte del Governo.

  PRESIDENTE. Onorevole Rosato, noi abbiamo rivalutato, ma la Presidenza non può che confermare di nuovo la valutazione di inammissibilità, in quanto nel trattare la materia della proroga del blocco delle azioni esecutive nei confronti dell'ente autonomo Volturno, riguarda un argomento non riconducibile a quelli che sono oggetto del provvedimento in esame. Mi dispiace.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, ovviamente, non sta a me discutere la questione dell'inammissibilità, quindi, mi attengo alle decisioni della Presidenza. Semplicemente, vorrei segnalare all'onorevole Carloni e agli altri onorevoli che hanno presentato l'ordine del giorno che il Governo ha presente il tema e che, quindi, si ripromette di poterlo affrontare in termini costruttivi rispetto alle esigenze poste dagli onorevoli che hanno presentato questo ordine del giorno. Scusi, Presidente, grazie.

  PRESIDENTE. La ringrazio per il chiarimento.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Presidente, semplicemente per annunciare che, in riferimento agli ordini del giorno proposti dal gruppo di Forza Italia, le riformulazioni e le raccomandazioni le accogliamo e non chiediamo la votazione neanche per gli ordini del giorno su cui il parere è favorevole.

Pag. 11

  RAFFAELLO VIGNALI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RAFFAELLO VIGNALI. Presidente, era per chiedere al Governo, visti i pareri, di valutare la possibilità di rivedere il parere sui due ordini del giorno De Girolamo n. 9/2568-AR/161 e Dorina Bianchi n. 9/2568-AR/170, peraltro firmati da tutto il nostro gruppo. L'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2568-AR/161 riguarda la questione del POS.
  Ora, non ci sembra di chiedere cose strane: stiamo chiedendo che i costi per le piccole imprese, per le imprese, del POS siano in linea con la media europea. Sappiamo benissimo, anche perché i giornali lo hanno riportato, quali siano, ad oggi, le condizioni: sono, francamente, condizioni che troviamo sproporzionate. Chiediamo di valutare anche la possibilità di escludere alcune categorie da questo obbligo. Faccio soltanto un esempio: nel caso delle vendite a domicilio, mettere il POS comporta un rischio truffa altissimo. Valutiamo, perché qui si rischia di fare un danno serio...

  PRESIDENTE. Deputato Vignali, se può essere breve. Magari, quando arriviamo al punto, possiamo dare tutti i dettagli.

  RAFFAELLO VIGNALI. Lo chiedo preventivamente. Il secondo ordine del giorno, il n. 9/2568-AR/170, che riguarda la questione dei sacchetti monouso in plastica, credo che crei un danno assoluto al sistema delle imprese italiane. Non ci sembra che, in questo momento, creare danni al nostro sistema delle imprese, magari per favorire solo qualcuno, sia una grande idea.

  PRESIDENTE. Se il Viceministro ha qualcosa da aggiungere, altrimenti cominciamo.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Onorevole Vignali, sull'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2568-AR/161, che riguarda l'uso del POS, lei sa bene che la linea del Governo, su questo, è molto chiara: siccome l'ordine del giorno, così come formulato al momento, contraddice la linea che il Governo segue, il Governo non può che invitare i presentatori caldamente al ritiro. Nella formulazione attuale non posso che invitare al ritiro.
  L'ordine del giorno sui bioshopper può essere accolto come raccomandazione, tenendo conto che, comunque, anche lì, vi è una linea, mi consenta, onorevole, di politica industriale importante, che riteniamo vada mantenuta, cioè via via sviluppare quel lato della chimica verde dove l'Italia vanta delle eccellenze tecnologiche. Su questo, mi riprometto un attimo di riflettere ed, eventualmente, accettarlo come raccomandazione, con qualche modifica. Sull'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2568-AR/161, così com’è scritto oggi, devo mantenere, invece, l'invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Viceministro, poi mi aggiorna il parere, quando arriviamo al punto. D'accordo ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Va bene.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, intervengo per informare che per noi, in linea di massima, salvo non che ci sia qualche collega che lo segnalerà prontamente, accogliamo tutte le riformulazioni e i pareri del Governo.

  PRESIDENTE. E quindi non li votiamo ?

  ETTORE ROSATO. No.

  PRESIDENTE. Benissimo.
  L'ordine del giorno Moscatt n. 9/2568-AR/1 è inammissibile.Pag. 12
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Capelli n. 9/2568-AR/2, accolto dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Labriola n. 9/2568-AR/3, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Gli ordini del giorno Carloni n. 9/2568-AR/4 e Losacco n. 9/2568-AR/5 sono inammissibili.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carrescia n. 9/2568-AR/6, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Taranto n. 9/2568-AR/7, accolto dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cova n. 9/2568-AR/8, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Pastorelli n. 9/2568-AR/9, formulato dal Governo. Il deputato Pastorelli non è in Aula, andiamo avanti.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mongiello n. 9/2568-AR/10 e Bratti n. 9/2568-AR/11, accolti dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Capone n. 9/2568-AR/12, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giampaolo Galli n. 9/2568-AR/13, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Misiani n. 9/2568-AR/14 e Minardo n. 9/2568-AR/15, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2568-AR/16, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mura n. 9/2568-AR/17, accolto dal Governo come raccomandazione, se riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/2568-AR/18, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Brunetta n. 9/2568-AR/19 e Abrignani n. 9/2568-AR/20, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Palese n. 9/2568-AR/21 e Alberto Giorgetti n. 9/2568-AR/22, accolti dal Governo come raccomandazioni.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Riccardo Gallo n. 9/2568-AR/23, Faenzi n. 9/2568-AR/24, Bossi n. 9/2568-AR/25, Matteo Bragantini n. 9/2568-AR/26 e Fedriga n. 9/2568-AR/27, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2568-AR/28, accolto dal Governo come raccomandazione, nel testo riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/2568-AR/29, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2568-AR/30, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/2568-AR/31, accolto dal Governo come raccomandazione, nel testo riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del Pag. 13giorno Molteni n. 9/2568-AR/32 e Guidesi n. 9/2568-AR/33, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2568-AR/34 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2568-AR/34, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Forza colleghi che siamo in votazione...Quartapelle Procopio, Culotta, Distaso, Buttiglione...hanno votato tutti ? Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  455   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no   408.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Capodicasa e Adornato hanno segnalato che non sono riusciti a votare e il deputato Zardini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2568-AR/35, non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2568-AR/35, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli, Carra, Carfagna, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  459   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no   411.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a votare, la deputata Carfagna ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e il deputato Zardini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Allasia n. 9/2568-AR/36 e Rondini n. 9/2568-AR/37, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Simonetti n. 9/2568-AR/38 e Attaguile n. 9/2568-AR/39, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busin n. 9/2568-AR/40, accettato dal Governo, purché riformulato.

  FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Presidente, intervengo solo per potere apporre la mia firma su questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Su quale ?

  FEDERICO D'INCÀ. Sull'ordine del giorno Busin n. 9/2568-AR/40.

  PRESIDENTE. Prendo atto che anche la deputata Rostellato intende sottoscrivere l'ordine del giorno Busin n. 9/2568-AR/40.
  Vedo le braccia alzate per sottoscrivere l'ordine del giorno Busin n. 9/2568-AR/40. Prendo atto che i deputati Businarolo, Pag. 14Fantinati, Benedetti, Da Villa, Brugnerotto, Prataviera, Cozzolino, Caon, Bragantini, Rostellato, che abbiamo già nominata, Fraccaro e Marcolin intendono sottoscrivere l'ordine del giorno Busin n. 9/2568-AR/40.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Caon n. 9/2568-AR/41, Marguerettaz n. 9/2568-AR/42 e Prataviera n. 9/2568-AR/43, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2568-AR/44, accettato dal Governo.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2568-AR/45, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Grazie Presidente, io non accolgo la riformulazione del mio ordine del giorno n. 9/2568-AR/45, perché sostanzialmente riformulando questo ordine del giorno lo stesso perde del tutto il suo significato.
  La parte che si vuole eliminare dalle premesse fa riferimento alla dichiarazione di incostituzionalità del commissario ad acta nelle riconversioni degli zuccherifici, che è proprio il problema che voglio affrontare con questo ordine del giorno, perché con l'ordine del giorno si va a superare, ripeto, una sentenza che ha dichiarato l'incostituzionalità della figura del commissario ad acta nelle riconversioni degli zuccherifici.
  Tra l'altro, la volontà di reintrodurre il commissario ad acta era già stata, per fortuna, evitata l'anno scorso con il «decreto del fare». Questa volta il Governo ci riprova. È una cosa scandalosa che con una norma del Governo si voglia passare sopra a una sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato, appunto, l'illegittimità, l'incostituzionalità di questa figura, e non è la prima volta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Io invito tutti i deputati, che sono provenienti da regioni che sono oggetto di riconversione degli zuccherifici in centrali a biomasse, a valutare questo ordine del giorno non nella sua riformulazione, ma nella sua versione originaria e a votare positivamente, perché che si passi sopra a una sentenza della Corte che dichiara l'illegittimità di questa figura per forzare, in un certo senso, queste riconversioni che, sappiamo benissimo, non hanno alcuna utilità per i territori, non hanno alcuna utilità a livello occupazionale, ma sono soltanto un regalo agli imprenditori del biogas, perché dietro ci sono tutti i soldi relativi alle riconversioni e ai contributi pubblici, è una cosa vergognosa.
  Quindi, ripeto, tutti i deputati che provengono da regioni che sono oggetto di riconversioni di zuccherifici in centrali a biomasse votino a favore dell'ordine del giorno, nella sua formulazione originaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signora Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno e per dichiarare il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà.

  PRESIDENTE. Prendo atto che anche i deputati Ferraresi, Gagnarli, Colletti, Gallinella, Tripiedi, D'Incà, Businarolo, Villarosa, Nesci, Bonafede, Iannuzzi, Ciprini, Barbanti e L'Abbate aggiungono la propria firma all'ordine del giorno Agostinelli 9/2568-AR/45.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Presidente, intervengo solo per incentivare il Governo a rispondere a quello che è appena stato detto dalla mia collega Agostinelli. Si sta andando verso una previsione che la Corte aveva fatto, un'illegittimità che questo Parlamento non si può permettere, andando a soverchiare una norma che era stata tacciata di illegittimità dalla Corte costituzionale.Pag. 15
  Quindi, noi chiediamo che in questo caso il Governo risponda e si prenda la responsabilità di quello che sta facendo, ovvero commissariare di fatto le riconversioni degli zuccherifici in centrali a biomasse. Queste centrali, come ha già detto la mia collega, si sostengono solo su incentivi pubblici. Questa è una vergogna per tutti gli imprenditori che fanno impresa senza questi incentivi, che portano avanti un concetto di green economy giusto e soprattutto etico. In questo caso, invece, non è assolutamente etico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché non c’è assolutamente la green economy: ci sono solo gli interessi nel portare avanti un inquinamento che non ha precedenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostinelli 9/2568-AR/45, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Micheli, Agostini, Rotta, Bonomo, Simoni, Zardini...vediamo se riesce a votare...ecco, è riuscito...hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  464   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  173    
    Hanno votato no   291    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  ORESTE PASTORELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, volevo un chiarimento dal Viceministro, visto che siamo andati avanti con gli ordini del giorno. Sul mio ordine del giorno n. 9/2568-AR/9 non ho capito bene se c’è una riformulazione da parte del Governo.

  PRESIDENTE. Lei era assente e siamo passati avanti, il suo ordine del giorno, per così dire, è decaduto. Comunque c'era un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  ORESTE PASTORELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Pastorelli, io devo andare avanti, per favore, mi dispiace, ma, appunto, lei non era in Aula.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Alberti n. 9/2568-AR/46, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Artini n. 9/2568-AR/47 formulato dal Governo.

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, questo ordine del giorno va a sopperire ad una mancanza, che è poi avvenuta durante la fase emendativa in Commissione referente. Mi spiego: qui stiamo parlando della possibilità per il Governo di definire per ogni singola area militare i parametri come area industriale quindi peggiorare di almeno dieci volte i valori massimi che possono essere accettabili per poter consentire una bonifica in quelle zone. Durante l'esame in Commissione, lo ricordo specialmente ai colleghi della Commissione difesa del Partito Democratico e del Nuovo Centrodestra, c’è stata una discussione serrata sull'introdurre la possibilità per le regioni di valutare insieme al Governo, e quindi di intesa, la colonna da applicare.
  Io chiederei al Governo, visto che ha detto espressamente che questo ordine del giorno va contro il volere del decreto-legge, di capirsi perché quel parere, che vado a leggere, che introduce la possibilità Pag. 16di intesa tra Governo e regioni, espresso dalla Commissione difesa, è stato valutato proprio insieme al sottosegretario alla difesa Alfano; è stato lui che ci ha suggerito di inserire questo tipo di soluzione anche perché si partiva da una constatazione diversa che riguardava un protocollo da stipulare tra le regioni per evitare questo tipo di vincolo e si ragionò su un'intesa tra Stato e regioni oppure, come si prevede anche nell'ordine del giorno, il Co.Mi.Pa.
  Quindi, io chiedo al Governo e, nel caso che il Governo continuasse ad essere contrario, ai colleghi del Partito Democratico di valutare ciò perché questo ordine del giorno nasce da quella discussione in Commissione che è stata svolta da tutti. Quindi, chiedo al Governo se ha un parere in merito e se vuole riformulare il suo parere.

  PRESIDENTE. Prima di dare eventualmente la parola al Viceministro, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Signor Presidente, SEL voterà a favore di questo ordine del giorno, presentato dal collega Artini, anche se personalmente ritengo che, pur in un intento positivo e cioè nel tentativo di mitigare l'effetto di una norma profondamente sbagliata contenuta nel decreto competitività, si introduce il principio dell'intesa tra Stato e regione.
  Io credo che sia sostanzialmente inefficace pensare ad uno strumento di questo tipo perché in uno Stato che non ha connotati di carattere federale, quindi di valorizzazione fino in fondo del potere decisionale delle regioni, si rischia che, in assenza dell'intesa tra il Ministero della difesa e la regione, valga e si affermi la clausola di supremazia che, comunque, dà un diritto di primazia alle decisioni del Ministero.
  Io credo che questo provvedimento, che equipara le concentrazioni di soglia delle attività militari alle attività industriali, sia profondamente sbagliato. Bisogna fare un passo indietro per ricostruire quanto è successo in queste settimane perché voglio anche dare atto ai colleghi Scanu e Zanin che, in Commissione difesa, hanno operato affinché il provvedimento non riguardasse il complesso delle aree militari che, per chi non le conoscesse, sono aree piuttosto vaste nell'estensione e piuttosto complesse nella composizione: non solo esistono i poligoni piuttosto che gli arsenali piuttosto che le caserme, esistono i villaggi dei militari, esistono aree assegnate in gestione ad allevatori e ad agricoltori per cui si tratta di un sistema piuttosto complesso ed integrato ed interrelato dove coesistono diverse attività.
  Sulla base di questo ragionamento, i colleghi Scanu e Zanin in Commissione difesa hanno operato affinché il Governo distinguesse a seconda delle destinazioni d'uso dei singoli plessi insistenti sulle aree militari. Ora ciò che io penso è che comunque sia insufficiente questo tipo di ragionamento perché, seppur esiste una distinzione di destinazione d'uso nelle aree militari, non c’è una reale distinzione e separazione dei territori. Perciò faccio un caso concreto per spiegare quello che penso.
  Il poligono di Capo Frasca è una lingua di basalto che si protende verso il mare, sul lato sinistro; sul versante sinistro c’è un territorio dato in gestione ad un pastore che ci pascola le proprie greggi, mentre sul lato destro c’è un villaggio militare dove abitano i militari durante il periodo delle esercitazioni e dove i bambini di Arbus vanno a fare la colonia estiva nei mesi in cui le esercitazioni non ci sono, destra e sinistra rispetto al poligono che è centrale. Secondo il provvedimento del Governo il poligono andrebbe assegnato alla colonna B) della tabella 1 dell'allegato 5 del Codice ambientale, ovvero equiparato alle concentrazioni di soglia di contaminazione delle aree industriali. Il pastore va in colonna A) ed anche il villaggio militare in colonna A); voi mi dovete spiegare com’è applicabile nel concreto una differenziazione fra i due territori se non ci si costruisce un muro talmente alto che impedisca al vento di andare a toccare l'area dove opera il pastore e l'area dove alloggiano i militari e dove alloggiano i Pag. 17bambini nei mesi estivi. Mi dovete spiegare com’è possibile distinguere in un'area, che non ha soluzione di continuità, due destinazioni d'uso diverse. Sarebbe invece opportuno distinguere non fra destinazione d'uso dei vari plessi all'interno di un'area militare ma fra destinazioni d'uso delle aree militari, per escludere i poligoni dalla colonna B) e lasciarci solamente le aree militari che hanno una prevalente destinazione d'uso di carattere industriale. A questo punto io lo capirei, in caso contrario assolutamente no. Comunque confermo il sostegno di Sinistra Ecologia Libertà all'ordine del giorno Artini n. 9/2568-AR/47 e comprendo l'opinione del Governo che dice che va in direzione contraria rispetto alla volontà di questo provvedimento, perché in direzione contraria bisognerebbe effettivamente andare (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, sarò molto breve perché voglio chiudere appunto il discorso che aveva già intrapreso il mio collega Artini, perché voglio dire che noi non ravvisiamo né l'urgenza né l'utilità per il Paese di questo articolo, perché effettivamente è una vergogna e continuiamo a distruggere delle aree bellissime del nostro Paese. Complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Viceministro De Vincenti, lei voleva intervenire, mi aveva chiesto la parola ? Prego.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo mantiene il suo parere contrario, quindi invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Artini n. 9/2568-AR/47, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Malpezzi, Bordo, Gentiloni, Verini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  476   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no   339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2568-AR/48, accolto dal Governo come raccomandazione. Ricordo che l'ordine del giorno Barbanti n. 9/2568-AR/49 è stato ritirato. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Baroni n. 9/2568-AR/50 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2568-AR/50, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Ricciatti, Scalfarotto, Rizzetto, Pesco, Terzoni, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  475   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no   347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).Pag. 18
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Basilio n. 9/2568-AR/51, riformulato.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Battelli n. 9/2568-AR/52 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Battelli 9/2568-AR/52, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, D'Agostino, Terzoni, Culotta, Bordo, Duranti, Nizzi, Cassano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  480   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no   343.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/2568-AR/53, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Benedetti n. 9/2568-AR/54 formulato dal Governo.

  SILVIA BENEDETTI. Presidente, in sostanza vorrei semplicemente rivolgermi al Governo. Quello che mi preme far notare al Governo è questo: l'ordine del giorno, che prima era un emendamento, invita ad attuare un sistema per la tracciabilità della mozzarella di bufala DOP, che è un sistema che già funziona.
  Come sapete, c’è un decreto-legge, il n. 473 del 2013, che affidava al Sian la tracciabilità della filiera bufalina. Questo decreto però non ha sortito i risultati sperati perché questo sistema, alla fine, conta poche decine di allevatori che partecipano a questa fonte di informazioni per tenere sotto controllo la tracciabilità della bufala. Vi è un sistema che ha funzionato in maniera molto corretta, perché, mentre quello del Sian impone tutta la responsabilità agli allevatori, quello implementato in regione Campania sotto il controllo dell'Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno è un sistema con un metodo bottom-up, che sta molto a cuore al MoVimento 5 Stelle. È un sistema che impone come attori tutti quelli che partecipano alla filiera bufalina, quindi non è solo a carico degli allevatori il fatto di tracciare il latte, ma è a carico degli allevatori, dei trasportatori e dei trasformatori soprattutto perché è un vulnus il fatto che i trasformatori, non siano obbligati a tracciare anche loro il latte che ricevono e la produzione che ne fanno. Quindi, io invito il Governo e la maggioranza a riflettere nuovamente sul voto in relazione a questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Presidente, intervengo per annunciare la sottoscrizione di questo ordine del giorno e il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/2568-AR/54, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tofalo, Ribaudo, Monchiero, Balduzzi, Gadda, Sorial, Guerra.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  483   
   Votanti  482   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   344.    

Pag. 19

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2568-AR/55, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2568-AR/56 formulato dal Governo.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, con il mio ordine del giorno impegno il Governo a valutare ogni possibile iniziativa volta a far sì che la gestione e la tutela delle specie alloctone effettuate dalle regioni e province autonome non sia strutturalmente finalizzata all'eradicazione e controllo delle popolazioni.
  Questo atteggiamento di prudenza è doveroso, visto che nella relazione che accompagna il decreto-legge non sono stati risolti i criteri che definiranno la lista delle specie alloctone da non sottoporre a provvedimenti di eradicazione o a controllo. Non si comprende, insomma, se tale lista comprenderà unicamente le specie di recente introduzione o anche quelle che vivono nel nostro ambiente da più tempo. Una precisazione di questo tipo sarebbe quanto mai doverosa qualora si voglia salvaguardare specie di interesse venatorio, ad esempio, quali i fagiani, le mini lepri, l'istrice, che, pur essendo specie alloctone, sono state introdotte nel territorio nazionale in epoca storica.
  Non si comprende poi come ci si porrà nei confronti del cinghiale europeo, che è stato incautamente introdotto in Italia con finalità venatoria e che oggi ha praticamente soppiantato il cinghiale autoctono, con gravi ripercussioni sull'agricoltura e sull'ambiente.
  Ma in realtà ravvisiamo che lo scopo di questo articolo, dell'articolo 11, è quello di intraprendere una massiccia campagna di sterminio e di eradicazione nei confronti della nutria, che molti amministratori locali hanno tacciato di essere la principale responsabile del dissesto idrogeologico e del danneggiamento degli argini dei fiumi in alcune regioni del nord. In realtà, la nutria, o castorino, non ha alcuna colpa. La specie, originaria della parte meridionale del continente sudamericano, è stata introdotta in Italia nei primi anni del XIX secolo per scopi commerciali, al fine di utilizzarne la pelliccia. Passata la moda, gli animali vennero abbandonati nell'ambiente e lì, senza nemici naturali, si moltiplicarono in modo indisturbato fino a rappresentare in alcune aree una seria problematica.
  Insomma, come al solito si scaricano le responsabilità su altri, in questo caso esseri indifesi, piuttosto che individuare le responsabilità politiche della mala gestione del territorio e della scarsa manutenzione degli alvei fluviali.
  Tutto questo per noi segna una grave battuta d'arresto nel cammino verso la tutela della flora e della fauna e il riconoscimento dei diritti degli animali. E si rinnegano anche anni di ricerca, condotta da importanti enti scientifici pubblici, come le università e l'ISPRA, che con denari pubblici hanno analizzato il problema delle nutrie, trovando soluzioni non cruente e sostenibili per il loro contenimento, come il trappolaggio e la sterilizzazione. Il frutto di questo lavoro è facilmente consultabile e scaricabile sul sito dell'ISPRA ed è contenuto nel documento intitolato «Linee guida per il controllo della nutria», solo per fare un esempio.
  L'applicazione di questi metodi scientifici non violenti consentirebbe anche di corrispondere alla sensibilità crescente di una larga fetta della società civile, sensibile alla violenza sugli animali, nonché alle istanze mosse dal mondo dell'associativismo ambientalista e animalista.
  Credo che una rivalutazione da parte del Governo su questo ordine del giorno sia quantomeno doverosa, altrimenti chiedo che il mio ordine del giorno venga posto in votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 20

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2568-AR/56, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  478   
   Votanti  456   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no   363.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Capodicasa e Carlo Galli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Onorevole Nicola Bianchi, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2568-AR/57, accolto dal Governo, purché riformulato ?

  NICOLA BIANCHI. Signor Presidente, volevo chiedere se è possibile rileggere la riformulazione, grazie.

  PRESIDENTE. Viceministro, può rileggere la riformulazione, per favore ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, la riformulazione consiste nell'espungere l'ultimo capoverso delle premesse e, poi, l'impegno diventa: «a verificare se siano state esaminate tutte le alternative alla costruzione dell'inceneritore in premessa», punto e lì finisce l'impegno. La parte successiva viene tolta.

  PRESIDENTE. Deputato Nicola Bianchi, accetta la riformulazione ?

  NICOLA BIANCHI. No, non l'accettiamo e chiediamo la votazione dell'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, si parla di un'annosa questione che è quella dei rifiuti in Campania, assurta alle cronache giudiziarie già dal 1996.
  Ci troviamo oggi a cercare di far costruire un inceneritore, in pratica nei pressi della città di Salerno, quando sappiamo che ci sono in effetti delle alternative. Il file definito tra virgolette «ecoballe» è un file decisamente grave per la storia ambientale italiana, perché questo modo di gestire i rifiuti portò alla realizzazione di materiale che non era né adatto all'incenerimento, né adatto alla discarica. Visto che già le perizie si espressero per l'impossibilità di conferire questo materiale nell'inceneritore, adesso, giusto perché sono passati quasi quattordici anni da quando si iniziarono a produrre le ecoballe, forse è un tentare di ridurre il ruolo della memoria storica di questi fatti. Le alternative ci sono. Ricordiamoci che nel comitato d'indagine sulla green economy l'ENEA ci ha proprio detto che la gestione dei rifiuti che non fruisce di discariche o inceneritori produce dieci volte più occupazione rispetto all'incenerimento e alle discariche.
  Quindi, se davvero vogliamo sbloccare l'Italia bisogna andare in direzione decisamente opposta a queste semplificazioni. E ricordiamoci che l'incremento dell'anidride carbonica nel 2013 ha superato le quattrocento parti per milione ed è da circa 250 milioni di anni che non era così elevata, quando si verificò la più grande estinzione di massa nota. Pertanto, anche noi dobbiamo fare le nostre piccole azioni politiche per evitare di incrementare l'anidride carbonica che, come si sa, è associata oltretutto all'instabilità meteorologica e anche alle bombe d'acqua.

Pag. 21

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno e perché io penso che la questione della realizzazione degli inceneritori in Campania, nel Lazio, ma anche nelle altre regioni, meriterebbe una discussione e un provvedimento forse ad hoc da parte del Governo.
  Infatti, del problema degli inceneritori si discute in molteplici provvedimenti, ma non c’è mai una visione organica e completa che ci permetta di esprimere un giudizio. Intanto, vorrei ricordare che la capacità di termocombustione presente in Italia è non soltanto sufficiente a gestire i rifiuti del nostro Paese ma addirittura più ampia rispetto al fabbisogno nazionale. Vorrei ricordare che recentemente è stata data la possibilità ad oltre 50 cementifici di bruciare combustibile da rifiuti, quindi la capacità di distruzione della parte finale del ciclo dei rifiuti è enorme rispetto al fabbisogno nazionale.
  Vorrei ricordare anche che l'Unione europea, in molteplici provvedimenti, dice che la termocombustione e l'incenerimento dei rifiuti è soltanto l'ultima ratio, l'ultima delle ipotesi della gestione del ciclo dei rifiuti. Io penso che noi dovremmo cercare di studiare più approfonditamente non soltanto la possibilità di avviare al riciclo il maggior numero di rifiuti possibile, ma anche quella di verificare quali siano le tecnologie migliori – e ne sorgono di giorno in giorno – sulla gestione del ciclo di rifiuti.
  Per questo io penso che la termocombustione e l'incenerimento dei rifiuti siano esperienze tipiche degli anni Settanta e Ottanta adottate in molti Paesi europei, i quali si trovano in un'enorme difficoltà: hanno costruito questi ecomostri che servono a produrre energia da rifiuti e oggi, con l'avanzare delle tecniche di raccolta differenziata, non hanno più combustibile, il fabbisogno. Per esempio, Paesi come la Norvegia e la Finlandia acquistano addirittura rifiuti perché non hanno più combustibile per i loro impianti. Noi abbiamo la possibilità e il dovere di imboccare una strada diversa, che è quella della gestione intelligente del ciclo dei rifiuti, che è quella della riduzione dei rifiuti, che è quella dell'avvio del riciclaggio, che peraltro potrebbe essere uno degli asset sui quali si rilancia il Paese dal punto di vista economico.
  Per questo io penso che questo ordine del giorno, che dice sostanzialmente di verificare quali siano le strade alternative ed ecologicamente corrette per la gestione del ciclo dei rifiuti e quindi di non puntare unicamente alla realizzazione di questi ecomostri che sono gli inceneritori, sia un ordine del giorno positivo, che secondo me il Governo dovrebbe accogliere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO. Presidente, la questione inceneritori ormai è una questione che divide il MoVimento 5 Stelle dal Partito Democratico. In tutte le Commissioni si è aperto chiaramente questo confronto, che purtroppo porta sempre verso gli inceneritori da una parte e dall'altra i piani alternativi che abbiamo portato più volte alla discussione dei vari Ministeri. L'abbiamo detto in più sedi: trattamento meccanico manuale, raccolta differenziata, sedi di compostaggio. Questo per non far costruire altri inceneritori. Non è per una sindrome di Nimby (non nel mio territorio), perché non vogliamo gli inceneritori: crediamo che l'inceneritore faccia male in qualsiasi altra parte del mondo. Si parla spesso di «legge dei rifiuti zero», però poi si approvano gli inceneritori; quindi è inutile parlare di rifiuti zero quando poi ci sono inceneritori che altro non fanno che bruciare rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che altro non fanno che diventare scorie tossiche che poi devono andare in altre discariche. Se questo è il vostro progetto di sviluppo per i territori, noi chiediamo assolutamente altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 22

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, purtroppo quello che è stato detto negli ultimi due interventi mi costringe ad intervenire. Noi voteremo contro questo ordine del giorno. Non è vero che la direttiva 2008/98/CE, che è la norma europea in vigore, impedisca i termovalorizzatori e gli inceneritori. È il contrario ! L'inceneritore è elencato come tecnica di smaltimento, il termovalorizzatore, che differisce per il 60 per cento di combustione da parte dei rifiuti, è indicato come tecnica di riuso, quindi è una tecnica completamente compatibile. Si può essere d'accordo o no, ma non è possibile metterla come una cosa legata ad un fatto che non esiste nelle normative.
  Non è così. Viene detto tante volte in quest'Aula e questa volta sono dovuto intervenire; così come dico al collega che mi ha preceduto che l'espressione «rifiuti zero» è un'espressione che non ha senso scientificamente. Contraddice i principi della fisica e, in particolare, il secondo principio della termodinamica. Non ha nessun significato l'espressione «rifiuti zero». Può essere un obiettivo ideale da raggiungere, come il moto perpetuo o la pace perpetua, ma non è cosa che sta nella scienza (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Vignaroli. Ne ha facoltà.

  STEFANO VIGNAROLI. Signor Presidente, volevo sottolineare all'onorevole Tancredi che il termine riuso è una delle priorità, ma non è certo l'incenerimento, poiché semmai è l'incenerimento che fa finta che non esista la legge di Lavoisier, il principio di conservazione della massa, per cui se io brucio una materia non è vero che sparisce nel nulla, ma questa materia rimane parzialmente come residuo solido e parzialmente in aria. Noi siamo contrari a questa soluzione, a questa tecnica, e anche la direttiva europea non parla come priorità di recupero di energia, bensì come priorità di recupero di materia. L'inceneritore non recupera la materia, recupera l'energia, che è il penultimo step, e subito dopo l'ultimo step è la discarica, quindi è ben diverso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, quanto pronunciato prima dal collega del Nuovo Centrodestra ovviamente è, a mio avviso, anacronistico, perché riflette un'idea di recupero dei rifiuti che risale probabilmente a trenta-quaranta anni fa, ma questa è la politica che attualmente ci governa. Devo dire che quando sento dire che l'Unione europea in qualche modo valorizza l'incenerimento, vuol dire che non abbiamo capito nulla di cosa c’è scritto all'interno di quella direttiva. In quella direttiva viene scritto che prima del conferimento in discarica, ultima ratio assoluta è l'incenerimento. Prima abbiamo tutti i processi di recupero, per i quali altri Paesi europei sono avanti a noi anni luce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, incominciamo a capire come attuare quei programmi di recupero, perché valorizzare il recupero della materia è principio cardine per un Paese che non ha le materie prime per costruire nuovi oggetti e, quindi, per noi quelle sono fonti basilari per rilanciare i processi produttivi di questo Paese. La visione politica del collega del Nuovo Centrodestra è di trent'anni fa ed è quella che purtroppo ci governa oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, io vorrei aggiungere altre due considerazioni. Pag. 23Una è legata alla capacità di questo Governo di parlare di lavoro. Allora, sappiamo tutti benissimo che quando si incentiva un inceneritore, una campagna di inceneritori o la rete degli inceneritori, come c’è scritto nel collegato ambientale, noi andiamo contro il lavoro. Perché avviare una seria raccolta differenziata o il recupero dei materiali, un riutilizzo dei materiali, crea posti di lavoro, crea piccole e medie imprese sui vari territori in maniera diffusa e non in maniera concentrata, quale può essere un singolo inceneritore, che è in mano agli interessi di poche persone che noi definiamo lobbisti. Ma detto questo, questo articolo ha comunque una ratio, perché magari non tutti i colleghi sanno che i rifiuti che noi andiamo a bruciare negli inceneritori producono delle ceneri e casualmente, perché l'ingegno va riconosciuto, nel collegato ambientale, che noi abbiamo in discussione in Commissione ambiente, si vogliono dare dei contributi per produrre manufatti dagli scarti dell'incenerimento. Quindi, è per questo che noi continuiamo a trovare inceneritori. Dobbiamo semplicemente avere il coraggio di dire che questo Governo politicamente – e non c'entra niente una direttiva, una normativa nazionale o europea – fa una scelta politica, quella di incentivare gli interessi di pochi con gli inceneritori a discapito della raccolta differenziata, della qualità dell'ambiente e, di conseguenza, della salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Questo è l'ultimo intervento su questo ordine del giorno, non ce ne sono altri.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2568-AR/57, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello, Artini, Matarrese, De Micheli, Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  482   
   Votanti  474   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no   340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, qui sopra, nelle tribune alla mia sinistra, ci sono ben quattro gruppi scout: «Montegiorgio», «Roma 95» «Codroipo» e «Cormons», che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).
  Fanno parte del percorso 125 della Route nazionale. Quindi, immagino che sarete a San Rossore. Allora ci vedremo domani a San Rossore !
  Continuiamo con gli ordini del giorno.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bonafede n. 9/2568-AR/58, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brescia n. 9/2568-AR/59, accolto dal Governo.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2568-AR/60, accolto dal Governo, purché riformulato.

  MARCO BRUGNEROTTO. Signor Presidente, chiedo che venga votato il mio ordine del giorno nella versione originale.

  PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che non accetta la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2568-AR/60, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Balduzzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 24
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  482   
   Votanti  481   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato  174    
    Hanno votato no   307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Businarolo n. 9/2568-AR/61, accolto dal Governo.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Busto n. 9/2568-AR/62 formulato dal Governo.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, questo ordine del giorno chiede che vengano introdotti, nell'elenco dei beni in polietilene, di cui al comma 2 del nuovo articolo 234 del decreto legislativo n. 152 del 2006, tutti i beni in polietilene, qualunque sia la loro funzione. Perché ? Cosa succede ?
  Nell'articolo attuale, vengono introdotti soltanto quelli di uso agricolo: ora, non si capisce quale sia la ratio di inserire soltanto i beni di uso agricolo nella lista. Quindi, si richiede di introdurli tutti, perché il polietilene è una materia plastica che, qualsiasi sia il suo utilizzo, ha lo stesso impatto ambientale e, quindi, deve essere sottoposta allo stesso tipo di denominazione e, eventualmente, allo stesso tipo di contributo ambientale.
  Peraltro si creerebbe anche la possibilità di una mancanza di copertura, visto che verrebbero a mancare per alcune fasce e per alcune tipologie di utilizzo del polietilene i contributi ambientali, e un ingiustificato vantaggio di mercato per alcuni produttori di beni in polietilene, che sono, appunto, quelli non afferenti al settore agricolo. Quindi, non capiamo la ratio di questo articolo e chiediamo di riconsiderare la vostra scelta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/2568-AR/62, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Venittelli, Paola Bragantini, Sorial, Mantero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  496   
   Maggioranza  249   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no   359.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cancelleri n. 9/2568-AR/63 e Cariello n. 9/2568-AR/64, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/2568-AR/65, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Caso n. 9/2568-AR/66 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caso n. 9/2568-AR/66, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Cassano, Impegno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  494   
   Maggioranza  248   
    Hanno votato  143    
    Hanno votato no   351.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 25

  Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione proposta dal Governo ed insiste per la votazione dell'ordine del giorno Castelli n. 9/2568-AR/67.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castelli n. 9/2568-AR/67, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli, Petrenga, Massa, Gribaudo, Fitzgerald Nissoli, Castiello, Dall'Osso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  502   
   Votanti  501   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  251   
    Hanno votato  185    
    Hanno votato no   316.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Cecconi n. 9/2568-AR/68 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2568-AR/68, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli, Bossa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  494   
   Maggioranza  248   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no   347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n. 9/2568-AR/69, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ciprini n. 9/2568-AR/70 e Colletti n. 9/2568-AR/71, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Colonnese n. 9/2568-AR/72, formulato dal Governo.

  VEGA COLONNESE. Signora Presidente, voglio intervenire proprio in merito alle cose che sono state dette. In realtà l'Europa ci dice che le costruzioni di impianti non devono essere necessariamente inceneritori, anche perché noi sappiamo che in Campania ci sono delle zone altamente contaminate. Quindi, la costruzione di ulteriori inceneritori ci crea dei problemi.
  Nell'ordine del giorno noi chiediamo, in realtà, una verifica del controllo del commissariamento, altro istituto che in Campania è stato fonte di devastazione per il territorio, non ha controllato nulla. Questa cosa noi la chiediamo in realtà proprio nel merito e questa è una richiesta di responsabilità, noi sappiamo che le situazioni di cronaca in Campania sono attuali, sappiamo che ci sono inchieste giudiziarie al riguardo di chi ha governato la Campania e, quindi, noi chiediamo che il Parlamento tutto si prenda una responsabilità; cioè, si chiede una relazione da parte del commissario da inviare alle Commissioni competenti in merito alla compatibilità dei costi per sostenere la realizzazione dell'impianto con la tutela della finanza pubblica e sulla garanzia della protezione della salute dei cittadini. Questo sarebbe un senso di responsabilità, quindi, sinceramente, non riesco a capire perché l'ordine del giorno non sia stato accolto, proprio in questo momento in cui la Campania sta vivendo una sofferenza anche Pag. 26a causa dei suoi rappresentanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, se voi decidete, comunque, di forzare la situazione attuale e inserire un commissario, almeno prendetevi la responsabilità di leggere che cosa fa questo commissario all'interno di una regione che avete devastato. Quindi, questo è un atto di responsabilità che vi chiediamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colonnese n. 9/2568-AR/72, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Culotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  492   
   Maggioranza  247   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   354.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cominardi n. 9/2568-AR/73, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Corda n. 9/2568-AR/74, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2568-AR/75, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/2568-AR/76, accettato dal Governo, purché riformulato.

  DAVIDE CRIPPA. Signora Presidente, mi sono perso la parte iniziale della riformulazione, se fosse possibile...

  PRESIDENTE. Se il Viceministro magari la può ricordare, grazie.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signora Presidente, la riformulazione proposta è la seguente: «impegna il Governo ad adottare nell'ambito dell'attuazione della delega fiscale di cui alla legge n. 23 del 2014 misure volte a rivedere i criteri di cui alla circolare dell'Agenzia delle entrate (la 36/E del 2013), prevedendo requisiti e condizioni per l'esonero dalla variazione della rendita catastale dell'immobile che ospita impianti fotovoltaici di potenza non superiore a 7 chilowatt e che determina un incremento della rendita catastale inferiore al 40 per cento».

  PRESIDENTE. Deputato Crippa, accetta dunque la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2568-AR/76, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  DAVIDE CRIPPA. Accolgo la riformulazione del Governo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Zaratti intende sottoscrivere l'ordine del giorno Crippa n. 9/2568-AR/76.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Currò n. 9/2568-AR/77, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Dadone n. 9/2568-AR/78 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dadone n. 9/2568-AR/78, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Culotta, Patriarca. A posto.Pag. 27
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  477   
   Votanti  476   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  167    
    Hanno votato no   309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno ordine del giorno Daga n. 9/2568-AR/79 formulato dal Governo.

  FEDERICA DAGA. Presidente, questo ordine del giorno fa riferimento al fatto che 18 siti SIN siano stati declassati a siti di interesse regionale. È successo che la regione Lazio, insieme al comune di Ceccano e con l'intervento dell'associazione «Rete per la tutela della Valle del Sacco ONLUS», abbiamo proposto un ricorso al TAR per il declassamento del sito «Valle del Sacco» e il TAR del Lazio ha accolto il ricorso e lo ha accolto in questi termini: ha ritenuto che rispetto all'applicazione dei nuovi criteri per il riconoscimento o l'esclusione delle aree, «il ragionamento del Ministero, ad avviso di questo collegio, è erroneo in radice». Dice ancora: «La norma applicata sembra anzi ampliare, piuttosto che restringere, la fattispecie dei territori potenzialmente rientranti nell'ambito dei siti di interesse nazionale».
  Ora, quello che noi stiamo andando a chiedere è di evitare di perseguire altre iniziative in sede giurisdizionale – non mi ascolta – e di fare una nuova valutazione, entro sei mesi, di tutte quelle aree che sono state escluse dai SIN e riclassificarne altre insieme alle varie regioni e insieme anche alle comunità locali...

  PRESIDENTE. Viceministro, mi scusi, se può dare attenzione alla deputata. Grazie.

  FEDERICA DAGA. La ringrazio. Ritengo che ripensare alla classificazione di questi siti voglia dire volere bene al nostro territorio e, soprattutto, volere il bene delle persone che vivono vicino a questi territori, soprattutto per una questione relativa alla conseguenze in ambito sanitario.
  Quindi, quello che chiedo è di rivedere il suo parere contrario e, magari, provare a fare una riformulazione, se è possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Presidente, innanzitutto chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno e poi faccio mio l'appello della collega Daga perché, appunto, questo ordine del giorno nasce da una sentenza del TAR del Lazio che rivede la qualificazione di SIR, di sito di interesse regionale, per la Valle del Sacco, appunto, trasformandolo di nuovo in SIN.
  Oggi sinceramente noi siamo stupiti della mancanza di interesse e di volontà da parte del Governo, sia di questo ma anche di quelli precedenti, a rivalutare queste definizioni di SIN perché parliamo, ad esempio nel caso della Valle del Sacco, di una zona completamente devastata dal beta-esaclorocicloesano, che può sembrare una parolaccia ma io vi assicuro che le persone che abitano lì lo sanno pronunciare molto velocemente, anche perché lo hanno nel sangue.
  Noi parliamo di una zona devastata, proprio perché ha un tasso di ospedalizzazione – e parlo solo dei bambini da zero a 14 anni – del 18 per cento superiore rispetto a quelli della regione Lazio, che non è una regione dove la sanità è rose e fiori e lo sappiamo bene.
  Parliamo di un aumento di tasso di mortalità per quanto riguarda gli adulti per tumori dello stomaco e del tratto digerente. Quindi, parliamo di una zona altamente compromessa.
  Quello che chiediamo noi adesso è semplicemente di non fare ricorso, di mantenere questa decisione, di mantenere Pag. 28il SIN in quella zona e, da lì, aprire le porte per tutte le altre riqualificazioni di SIR, che in realtà sono SIN.
  Questa Italia, il nostro territorio, sta morendo sotto i colpi dell'industrializzazione selvaggia e noi ci stiamo voltando, anzi, voi vi state voltando, dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non credo che sia lecito e non credo che sia accettabile.
  Visto che abbiamo anche gli scout, se continuano così, la prossima gita gliela faranno fare alla rotatoria di Re di Roma, perché sarà l'unica zona verde di Roma e del Lazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, questo ordine del giorno è molto importante, in particolare per sensibilizzare la classe politica, che molto spesso deve inseguire solo dei conti o la possibilità di venire rieletti per la prossima legislatura.
  Questo ordine del giorno fa uscire da questa logica e permette di entrare in una logica generazionale e fa pensare ai propri figli e ad un mondo che uno vorrebbe. Ci sono dei dati scientifici a supporto del fatto che questo modo di pensare è assolutamente necessario, perché lo studio Sentieri, che è stato oggetto anche di un question time da parte del mio collega Zolezzi, ha praticamente certificato la compromissione della salute di circa 5 milioni di italiani, che convivono con i fumi dei camini delle centrali a carbone, intorno a discariche tossiche in prossimità delle industrie chimiche, che hanno sversato per anni i loro veleni, contaminando terreni e acque.
  Ancora più importante è che lo studio dell'ISS ha lavorato su tre banche dati diverse e ha incrociato le rilevazioni sulla mortalità aggiornate al 2010 (le precedenti erano del 2002 e del 2005). L'incidenza oncologica per gli anni dal 1996 al 2005 ed i dati di ospedalizzazione relativi al periodo 2005-2010 indicano che casi del tumore alla tiroide, per i quali in alcuni SIN sono stati rilevati incrementi sia per l'incidenza tumorale che per i ricoveri sono per esempio: nell'area Brescia-Caffaro più del 70 per cento per gli uomini e del 56 per cento per le donne; ai laghi di Mantova più del 74 per cento per gli uomini e del 55 per cento per le donne; a Taranto più del 58 per cento per gli uomini e del 20 per cento per le donne.
  Anche i ricoveri in eccesso sono un bollettino di guerra: a Brescia più del 79 per gli uomini e più 71 per cento per le donne; ai laghi di Mantova più 84 per cento gli uomini e più 91 per cento; a Milazzo più 55 per cento per gli uomini e più 24 per cento per le donne; a Taranto più 45 per cento per gli uomini e più 32 per cento per le donne.
  Pertanto io credo che quest'Aula, questa Camera, soffra molto spesso e molto sovente di deliri di onnipotenza, nel non voler vedere che, tutt'intorno a questi palazzi di potere, la natura è fortemente inquinata e compromessa. Noi ce ne rendiamo conto solo quando un nostro amato si ammala di tumore o di patologie oncologiche. Un semplice ordine del giorno si potrebbe rivedere, perché potrebbe essere veramente una porta di entrata in un modo di pensare diverso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Presidente, vorrei esprimere il nostro parere favorevole su questo ordine del giorno.
  Credo sia stato opportuno che la collega Daga abbia attirato l'attenzione dell'Aula su questo argomento. In una situazione come quella che viviamo, drammatica in tante parti del nostro territorio – si è citata la Valle del Sacco, ma vi sono certamente tantissimi altri siti molto importanti – il fatto che queste aree siano declassate a sede di interesse regionale credo sia un elemento gravissimo. Penso invece che sarebbe stato necessario intervenire Pag. 29altrove. Non è sufficiente, infatti, la dichiarazione di sito di interesse nazionale, se questa dichiarazione non viene accompagnata da politiche attive e da risorse importanti che possano permettere di bonificare i territori. Fino ad adesso nella Valle del Sacco, come in altri luoghi importanti del nostro Paese, ci si è limitati soltanto a dichiarazione di puro intento. Si è constatata la drammaticità dell'inquinamento di molti siti e molti di essi sono dovuti, per così dire, allo sversamento di rifiuti illegali, come è accaduto appunto nella Valle del Sacco.
  Tantissime imprese e tantissime industrie del Nord, così come accaduto anche nella «Terra dei fuochi», hanno sversato i loro liquami in modo illegale nel territorio, in questo caso, della valle del Sacco, avvelenando terre, fiumi ed acque. Penso che quello che viene proposto sia un declassamento assolutamente errato. Noi dobbiamo fare in modo invece che sia compito e dovere di tutta la comunità nazionale pensare di risanare e di bonificare questi nostri territori per garantire in primo luogo il diritto alla salute e per ridare anche al settore produttivo la possibilità di ripristinare attività di allevamento e di agricoltura, ora interdette. Per tutto ciò penso che l'ordine del giorno in esame sia giusto e per questo lo voteremo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carella. Ne ha facoltà.

  RENZO CARELLA. Signor Presidente, invito il Viceministro De Vincenti a riconsiderare questo ordine del giorno soprattutto rispetto alla vicenda della valle del Sacco.
  Noi abbiamo criticato in quest'Aula il Ministro Clini, il quale propose il declassamento della valle del Sacco. Oggi quel giudizio è stato accolto dal TAR; in questi giorni abbiamo chiesto al Ministro dell'ambiente di non adire un ricorso al Consiglio di Stato. Faccio appello affinché, perlomeno, per questa parte sia stralciato e sia dato parere favorevole. Sia dato, inoltre, l'indirizzo al Ministero di ricorrere e si metta in atto, d'intesa con la regione Lazio, l'opera di bonifica, che si è fermata da un anno e mezzo: lungo la valle del Sacco non c’è attività di risanamento ambientale. Poi, occorre anche la sospensione per rivedere gli altri siti. Dico ciò perché, se il criterio adottato dal Ministero dell'ambiente e dal Ministro Clini è uguale a quello per Colleferro, allora ho molti dubbi che anche gli altri siti siano stati considerati nella maniera giusta.
  Faccio appello al Viceministro a riconsiderare la questione affinché si possa avere un esito positivo. Annuncio quindi il mio voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, anch'io faccio appello al Governo a rivedere il parere su questo ordine del giorno.
  Come hanno detto gli altri colleghi che sono intervenuti, qui ci troviamo di fronte a quello che è stato un vero e proprio blitz dell'allora Ministro dell'ambiente Clini, che trasformò i SIN in SIR, tra cui anche quello della valle del Sacco. Io presentai un'interrogazione dicendo che la valle del Sacco aveva tutti i requisiti per poter essere classificato come sito di interesse nazionale; nonostante questo, fu declassificata a sito di interesse regionale. Adesso interviene il TAR e ci dice che invece quei requisiti c'erano. Siccome conosco bene la valle del Sacco come sito altamente inquinato, conseguentemente, credo che, se è stato utilizzato lo stesso criterio anche per gli altri siti, allora ha ragione questo ordine del giorno a dire che vanno tutti riportati sotto la competenza del Ministero dell'ambiente.
  C’è un problema – e mi riferisco al Governo – anche per quanto riguarda i commissariamenti: oggi noi siamo fermi. Noi non stiamo facendo alcuna opera di Pag. 30bonifica nonostante – cosa incredibile – ci siano i soldi e ci siano anche i finanziamenti europei per potere andare avanti e risolvere l'inquinamento in uno dei siti industriali più inquinati del Paese. Pertanto, nonostante tutto questo, per l'incapacità del Ministero di dare una soluzione e una linea chiara di intervento noi oggi siamo ancora fermi.
  Quindi, ritengo veramente che su questo argomento – tra l'altro il territorio della valle del Sacco questo inverno è stato anche vittima di diversi incendi e di diversi incidenti che sono accaduti in alcuni siti dove si lavorano i rifiuti – bisogna intervenire il prima possibile. Per fare questo il Ministero, come si diceva prima, non faccia ricorso al Consiglio di Stato su quanto stabilito dal TAR e si attivi al più presto per dare funzionalità ai commissari e per mettere in campo le risorse necessarie per rendere di nuovo dignitosa per i cittadini la vita nella valle del Sacco.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, alla luce del dibattito che si è svolto in Aula, il Governo modifica la sua posizione contraria e propone una riformulazione del dispositivo, nel senso di impegnare il Governo a valutare la possibilità di procedere ad una nuova valutazione delle aree escluse, e poi il testo dell'impegno prosegue come scritto.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Daga n. 9/2568-AR/79 (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2568-AR/80 formulato dal Governo.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, questo ordine del giorno, proprio in questo momento, direi oggi, parla delle casse pubbliche, dei soldi dei cittadini. E sentire su questo ordine del giorno il parere contrario del Governo quando si parla dei soldi dei cittadini, oggi che ufficialmente di nuovo l'Italia torna in recessione (lo possiamo dire perché l'ISTAT ha comunicato i propri dati), suscita praticamente sconcerto perché questo ordine del giorno diceva semplicemente una cosa: prendiamo atto che, negli anni Novanta, per i danni provocati da questa politica e dai dipendenti pubblici che questa politica ha nominato alle casse pubbliche e ai soldi dei cittadini, questi dirigenti e politici, condannati dalla Corte dei Conti a pagare per danno erariale, sono stati colpiti soltanto nella misura dell'uno per cento, mentre, negli anni successivi, gli anni Duemila, la situazione è migliorata, colpendoli nella misura ancora del 20 per cento.
  Con riferimento a questo ordine del giorno, che sottolineo essere un ordine del giorno e conosciamo la forza di un ordine del giorno, quanto meno magari un segnale sarebbe positivo da parte di questo Governo; ma francamente oramai di questo abbiamo perso ogni speranza visto che, mentre il Governo parla solo di gufi, i cittadini oramai, invece, i volatili li vedono amari fuori da questo Parlamento ! Allora, io mi chiedo: come mai il Governo cerca ancora di proteggere politici e dipendenti pubblici condannati per danno erariale, che hanno danneggiato le casse dello Stato e i soldi dei cittadini, non accettando questo ordine del giorno che impegna semplicemente il Governo a snellire le procedure con le quali andare a prendere questi soldi, dando potere alla Corte dei conti di prendere direttamente questi soldi ? Con un ulteriore impegno di aumentare i termini di prescrizione, perché questa è un'altra manovra tipica, quella di allungare i tempi, dilazionare i tempi, in maniera tale da arrivare alla prescrizione e non prendere mai i soldi dai politici delinquenti, diciamocelo chiaramente.Pag. 31
  E allora, proprio perché la politica ha perso ogni credibilità ultimamente e ormai non ci meravigliamo più di politici che hanno un tasso di delinquenza superiore a quello del quartiere di Scampia, allora diamo un segnale positivo, accettiamo questo ordine del giorno e facciamo vedere che quest'Aula rispetto al Governo, ha più decenza nei confronti dei cittadini e dei soldi dei cittadini, accettando che i politici e i dirigenti pubblici, che siano stati condannati, ripeto, possono risarcire il danno che hanno provocato alle casse dei cittadini con i propri soldi, ripeto, rubati dalle tasche degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2568-AR/80, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  475   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  366.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2568-AR/81, accolto dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Da Villa n. 9/2568-AR/82, accolto dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2568-AR/83, accolto dal Governo.
  Onorevole De Rosa, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2568-AR/84, accolto dal Governo come raccomandazione ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, chiedo al Governo di rivalutare la raccomandazione, eventualmente riformulando l'ordine del giorno, perché qui chiediamo, in un momento in cui l'ambiente in Italia è sotto attacco da parte del Governo (e sfido chiunque a negarlo: abbiamo leggi sulla tutela dell'ambiente, contro il dissesto idrogeologico e per lo stop al consumo di suolo ferme, assolutamente ferme nelle Commissioni, mentre leggi sull'urbanistica, sulla semplificazione e sulla commercializzazione di titoli edificatori stanno andando come dei treni sponsorizzati dal Ministro Lupi), che aree come i PLIS, i Parchi locali di interesse sovracomunale, vengano tutelate con una qualche forma che sia un pochino più forte di quella che hanno normalmente per legge.
  Sostanzialmente, un comune può istituire, insieme ad un altro comune, un'area tutelata come PLIS ma con uno strumento urbanistico può modificarla in qualunque momento. Allora, chiedo che venga emesso magari un vincolo, poi lascio al Governo la decisione di che vincolo porre, un vincolo paesaggistico può essere, possano essere altri tipi di vincolo. Quindi, chiedo al Governo almeno di valutare questa opzione, perché sarebbe una tutela, soprattutto in territori che il sottosegretario Velo conosce bene, la Toscana e la Lombardia che hanno istituito dei PLIS, che salverebbe le ultime aree verdi, soprattutto quelle intercluse tra cittadine completamente edificate.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2568-AR/84... Un secondo, Viceministro, lei voleva parlare su questo ? Allora, devo revocare la votazione. Prego, Viceministro.

Pag. 32

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, chiedo scusa agli onorevoli deputati, ma, per chiarezza, anche poi, nel caso, per procedere alla votazione, da parte del Governo l'ordine del giorno è accolto come raccomandazione perché sta invitando il Governo a rafforzare quanto già previsto dalla legge-quadro; quindi onestamente va bene, ma non vediamo il bisogno di altre iniziative normative. Vediamo l'importanza di agire in coerenza con la legge quadro, quindi ci sembra logico dare come risposta che lo accettiamo come raccomandazione, tutto qui. Io dico all'onorevole De Rosa che mi sembra che stiamo rispondendo positivamente all'esigenza che lui ha posto.

  PRESIDENTE. Deputato De Rosa, no, non può parlare di nuovo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2568-AR/84.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Cinzia Fontana, Arcani, Cera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  482   
   Votanti  479   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2568-AR/85 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Grosso 9/2568-AR/85, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Marchi, Romano, D'Agostino, Dellai, Dambruoso, Sibilia, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  485   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato
 139    
    Hanno votato
no  346).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Della Valle n. 9/2568-AR/86 formulato dal Governo.

  IVAN DELLA VALLE. Signor Presidente, si chiede in questo ordine del giorno se i costi generati dall'obbligo di accettare anche i pagamenti effettuati attraverso carte di debito siano a carico delle banche e non a carico delle imprese o dei professionisti. Quindi, si chiede che, per una volta, una decisione del Governo non sia sempre a carico dei soliti, dei commercianti, delle piccole e medie imprese, ma, per una volta, che sia a carico delle banche.
  Quindi, si chiede di spostare solo i costi e non fare l'ennesimo favore alle banche, danneggiando le piccole e medie imprese e i commercianti, ma fare il contrario; per una volta, che siano le banche a pagare, lasciando ferma comunque l'intenzione del Governo di controllare questi pagamenti e farli attraverso i Pos e quindi poter comunque avere la tracciabilità. Però, per una volta, per una volta, questo Governo dia un segnale che siano le banche e non che le decisioni di questo Governo siano a carico dei soliti.

Pag. 33

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 12)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Della Valle n. 9/2568-AR/86, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Stampo, Cera, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  475   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no  337.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2568-AR/87, accolto dal Governo come raccomandazione.

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, su questo ordine del giorno invito veramente il Governo a cambiare parere, perché già un ordine del giorno sappiamo che, di per sé, è molto vago e, se poi il Governo lo accetta come raccomandazione, sappiamo che veramente perde totalmente la poca efficacia che ha.
  Con questo ordine del giorno chiediamo semplicemente che venga incentivato il trasporto merci su ferro attraverso misure di ferro-bonus ed eco-bonus. Già il Ministro Lupi ci ha riempito la bocca in questi mesi e in questi anni sul ferro-bonus, ma di concreto finora abbiamo visto poco.
  Tra l'altro, questa settimana in Commissione trasporti abbiamo fatto per una volta un ottimo lavoro, anche congiunto, non solo con i deputati 5 Stelle, ma anche con quelli di altre forze politiche, per eliminare una svista del Governo sull'articolo 29, che andava ad aumentare le tariffe elettriche per le Ferrovie soprattutto nel settore del trasporto merci.
  Quindi, noi speriamo di continuare questa «convergenza» in Commissione trasporti. Noi avevamo già provato a intervenire sulla questione ferro-bonus. Scusi, Presidente, chiedo che il Governo mi ascolti, è una battaglia...

  PRESIDENTE. Penso che stia ascoltando. Prego, deputato Dell'Orco.

  MICHELE DELL'ORCO. Noi avevamo già provato a intervenire nel merito con la legge di stabilità, ma i nostri emendamenti sul ferro-bonus sono stati tutti bocciati, perché il Governo diceva che ci stava pensando. Allora ce lo dimostri. Con l'eco-bonus, in particolare, si potrebbero veramente incentivare le cosiddette autostrade del mare, che sono utilissime per tutte le aziende del Mezzogiorno.
  Inoltre, vorrei ricordare che il nostro Paese, l'Italia, ancora oggi, ha una tra le reti ferroviarie più capillari, anche se poco sfruttate oppure dismesse. E proprio la riconversione di questi asset potrebbe essere l'arma vincente per le nostre aziende.
  Ricordiamo i dati ISTAT odierni che dicono che l'Italia è tornata in recessione, con il PIL a meno 0,2 per cento. Quindi, bisogna decidere – non sono un gufo, volevo ricordare – o si investe su gomma, oppure, come auspica il MoVimento 5 Stelle, finalmente si comincia ad investire sul trasporto merci su ferro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, questo ordine del giorno è importante perché riguarda una battaglia del MoVimento 5 Stelle. In Italia il trasporto merci è dominato dalla gomma. Tutte le merci vengono trasportate quasi esclusivamente su gomma, nell'ordine del 90 per cento, addirittura. Dal 2000 al 2013 sono stati Pag. 34spesi 5,3 miliardi di euro per incentivare il trasporto su gomma. E sappiamo che la gomma, con i camion che viaggiano sulle autostrade, comporta maggiori incidenti, comporta maggiori manutenzioni per le strade, comporta ovviamente anche maggiore CO2 nell'ambiente.
  Per cui è importantissimo questo ordine del giorno e sarebbe auspicabile che il Governo potesse finalmente cambiare un atteggiamento che ha da anni. Vengono incentivate sempre grandi opere inutili, quindi cemento, cemento su cemento, perché è bello andare a inaugurare una nuova autostrada, è bellissimo andare a inaugurare un tunnel che non serve a nulla, mentre il trasporto su ferro, che sarebbe un'ottima alternativa per l'occupazione, per l'ambiente e anche per essere più competitivi in tutta Europa, viene continuamente tralasciato.
  È una battaglia che il MoVimento 5 Stelle sta portando avanti da un anno e mezzo ormai, qui, in Parlamento. Questo ordine del giorno non può essere accettato semplicemente come raccomandazione. Chiediamo al Governo un impegno più serio almeno per una volta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Chiedo di liberare i banchi del Governo, per favore.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, la tematica chiaramente è una tematica su cui il Governo è sensibile. Quindi, possiamo accettare l'ordine del giorno con una riformulazione, perché, come è evidente, esiste un problema di finanza pubblica. Quindi, la riformulazione è: «a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, la possibilità, attraverso una efficiente allocazione di risorse, di prevedere degli incentivi» eccetera.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2568-AR/87, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Battista n. n. 9/2568-AR/88, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Benedetto n. n. 9/2568-AR/89, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. n. 9/2568-AR/90, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2568-AR/91 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manlio Stefano n. 9/2568-AR/91, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Crippa, Cariello, Gutgeld, Monchiero, Dellai, Pellegrino, Paglia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  486    
   Maggioranza  244   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Vita n. 9/2568-AR/92 e Dieni n. 9/2568-AR/93, accolti dal Governo come raccomandazione.Pag. 35
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno D'Incà n. 9/2568-AR/94 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2568-AR/94, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Cera, Bossa, Monchiero, Culotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  485   
   Votanti  478   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Giancarlo Giorgetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Uva n. 9/2568-AR/95, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Onorevole Fantinati, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2568-AR/96, accolto dal Governo, purché riformulato ?

  MATTIA FANTINATI. Signor Presidente, il tema non è se accogliere la riformulazione o no, ma il tema, diciamocelo, è politico e all'interno del Governo. Vado a spiegare un po’ la cronistoria di questo ordine del giorno, che prima era un emendamento e che prima ancora era una mozione.
  Il tutto nasce da un'audizione del dottor Peleggi, il direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, osannato da tutti e soprattutto riconfermato alla grande da questo Governo. Il dottor Peleggi, come direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, arriva in audizione e sostiene che per lui è bene abolire i commi 49-bis e 49-ter. E proprio in base a questa audizione, due mesi fa, il MoVimento 5 Stelle presenta una mozione a mia firma sul made in Italy che chiede proprio questo. Questa mozione viene votata all'unanimità da tutto il Parlamento, con parere favorevole da parte del Governo. Forti di questa unanimità e di questo parere favorevole, quindi, presentiamo l'emendamento. Guarda caso, poi, l'emendamento viene bocciato dalla Commissione e viene consigliato di presentare un ordine del giorno, e io mi chiedo se il motivo di ciò sia solo perché è del MoVimento 5 Stelle.
  Ora, possiamo accettare la riformulazione oppure no, ma il problema è che dentro questo Governo molto probabilmente ci sono due correnti, una che prima lo accetta e poi una che lo respinge. Ora io mi chiedo quali altre correnti ci siano oppure che cosa dobbiamo fare effettivamente per far passare questo emendamento, che ora è stato trasformato in ordine del giorno. Vediamo se siete veramente coerenti, un'altra volta e per questo chiedo che venga di nuovo messo in votazione senza la riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, con questo ordine del giorno, per il quale è stata proposta la riformulazione, noi stiamo chiedendo di combattere in maniera più incisiva un problema italiano, che è la contraffazione, che ci costa 8 miliardi di euro. E lo dico e lo ripeto per il semplice motivo che poco più di mezz'ora fa abbiamo appreso che l'ISTAT dichiara che il Paese è in recessione e che abbiamo un calo del PIL dello 0,3 per cento su base annua e dello 0,2 per cento su base trimestrale.Pag. 36
  Viceministro De Vincenti, lei, il MEF, il Governo per mesi in quest'Aula ci avete detto che andava tutto bene; ci avete detto che stavamo crescendo, ci avete detto che le stime sarebbero state migliori e meravigliose e, alla fine, viene a dirci di riformulare un ordine del giorno con cui chiediamo di recuperare più soldi.
  Allora, visto quello che è stato dichiarato dall'ISTAT, visto tutto quello che stiamo passando in questi mesi, vista l'economia stagnante del nostro Paese, io semplicemente le chiedo di fare, con un atto di umiltà, un gesto intelligente, che è quello di smetterla di chiedere riformulazioni su tutti i nostri ordini del giorno e su tutti gli ordini del giorno a carattere economico che ci permettono di fare cassa sui problemi reali del Paese, di accettarli così come sono e impegnarsi realmente dal punto di vista economico e smetterla di fare solo chiacchiere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Mi è parso di capire che non si accetta la riformulazione. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fantinati n. 9/2568-AR/96, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Rizzetto, Berlinghieri, Fossati, Giammanco, Marco Di Maio, Malisani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  468   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2568-AR/97, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Fico n. 9/2568-AR/98 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fico n. 9/2568-AR/98, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Rossi, Simoni, Grillo, Zardini, Fraccaro, Lavagno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  477   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  139    
    Hanno votato no  338.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fraccaro n. 9/2568-AR/99, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Frusone n. 9/2568-AR/100, accolto dal Governo con riformulazione.

  LUCA FRUSONE. Presidente, potevo anche chiedere subito di porlo in votazione ma sinceramente la riformulazione è talmente ridicola che mi viene da ridere. Infatti, si chiede di cancellare la parte dove si parla del meccanismo del silenzio-assenso e si lascia la parte dove si impegna il Governo «a porre in essere tutte le iniziative per salvaguardare il cittadino interessato da qualunque potenziale rischio di non effettivo raggiungimento delle soglie limite di accettabilità dei valori di inquinanti nei terreni oggetto di bonifica». Pag. 37Cioè, per fare una cosa del genere, cioè per tutelare il cittadino da eventuali inquinamenti, occorre un ordine del giorno ? Io non credo, quindi la riformulazione poteva anche risparmiarsela, perché se il Governo non tutela i cittadini nemmeno su eventuali inquinamenti che ci sta a fare lì ? Quindi, sinceramente per me è assurdo. Anzi, si vuole nascondere l'espressione «silenzio-assenso» come se fosse un crimine, perché in un certo senso lo è. Ricordiamo che questo decreto-legge è un colpo di spugna per gli inquinatori, anzi addirittura gli si dà la possibilità di autocertificare i dati delle zone che hanno inquinato. Quindi, siamo veramente al paradosso: chi ha inquinato autocertifica e poi, tramite il meccanismo del silenzio-assenso, si va avanti con la bonifica. Se, come ha detto prima un collega, questo non è delirio di onnipotenza e non è un grandissimo aiuto alla lobby degli inquinatori, che cos’è ? Quindi, assolutamente non posso accettare questa riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frusone n. 9/2568-AR/100, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Carrescia, Blazina, Cera, Colletti, Giuliani, Battaglia, Biasotti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  478   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no  340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2568-AR/101, accolto dal Governo come raccomandazione.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, intervengo solo per invitare il Governo ad una riflessione, visto che il sottosegretario Scalfarotto mi aveva detto di presentare un ordine del giorno sul tema ed io l'ho fatto, però l'accoglimento come raccomandazione è un po’ debole. Quindi, invito il Governo magari ad accogliere l'ordine del giorno non come raccomandazione, ma così com’è, vista la procedura di infrazione in corso e visto che il testo uscito dal Ministero dell'ambiente era migliore di quello che ora andiamo ad approvare, che è stato modificato al Senato, che dice tutto e non dice niente. Infatti si affida nuovamente alle deroghe, come sulla legge europea, cosa che la Commissione europea ci ha detto che non è sufficiente per chiudere la procedura di infrazione. Quindi, invito il Governo a togliere la raccomandazione e ad accogliere l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, noi condividiamo in pieno questo ordine del giorno, i contenuti dell'ordine del giorno, e condividiamo anche la richiesta fatta dall'onorevole Gagnarli di non considerarlo come una sollecitazione, ma un vero impegno da parte del Governo, perché già questa Camera, ma anche il Senato, hanno discusso e si sono anche divisi sulla vicenda. Io vorrei ricordare che sentimento comune nella società italiana è di poter arrivare ad un divieto nell'utilizzo dei richiami vivi di questi animali finalizzato soltanto invece ad alimentare una lobby, una lobby del mondo della caccia, del mondo venatorio, ma con degli strumenti assolutamente inadeguati e che non hanno un minimo di rispetto per l'animale. Chiediamo pertanto al Governo di impegnarsi a fondo, anche soltanto con Pag. 38questo ordine del giorno, perché vengano adeguate le norme e si arrivi a un divieto effettivo nel nostro Paese. Per questo io sottoscrivo l'ordine del giorno Gagnarli e Sinistra Ecologia Libertà voterà a favore.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, lo pongo in votazione a questo punto, perché mi pare che il presentatore insista per la votazione e il Governo non interviene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2568-AR/101, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Tino Iannuzzi, Carlone, Richetti, Morani, Martella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  476   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gallinella n. 9/2568-AR/102, accettato dal Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2568-AR/103 formulato dal Governo.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, qui c’è un intervento sul tema dell'edilizia scolastica. Abbiamo di nuovo finanziamenti a tasso agevolato per gli enti locali, ma noi qui ricordiamo che nel «decreto Carrozza», a settembre del 2013, c'erano finanziamenti previsti a tasso agevolato, secondo il tasso della Banca centrale europea: ma, dopo un anno, non esiste ancora un decreto attuativo. Quindi, la politica degli annunci è continua in questi Governi e, poi, mancano sempre gli atti.
  Qui, in questo caso, si pone un ulteriore problema: abbiamo la possibilità di accedere a eventuali finanziamenti, ma gli enti locali sono stretti dal Patto di stabilità. Quindi, significa che non potranno, per la maggior parte dei casi, accedere a questi fondi, proprio per i vincoli del Patto di stabilità. Però che cosa accadrà ? Accadrà che, invece, i fondi immobiliari chiusi potranno accedere a questi fondi e, quindi, intervenire con opere di efficientamento energetico sugli edifici scolastici.
  È vero che i fondi immobiliari chiusi prevedono la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, ma è anche vero che si prevede la svendita del patrimonio pubblico. Allora, oggi, in un periodo di recessione, in un periodo in cui sarà necessaria una manovra fortissima da parte del Governo, chi ci assicura che non si parta proprio dalla svendita del patrimonio pubblico, proprio dalla svendita anche delle strutture scolastiche ?
  Quindi, noi prevediamo che, se non si apre alla possibilità di effettuare oltre i vincoli di bilancio della pubblica amministrazione e di accedere ai mutui e, quindi, tutta l'operazione sarà gestita dai fondi immobiliari chiusi, si corra un nuovo rischio: non si venderanno più solo i patrimoni militari dismessi, ma si venderanno anche i patrimoni pubblici scolastici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2568-AR/103, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Marzana, Dell'Aringa, Palma, Gadda, Caruso, Baruffi. Hanno votato tutti ?Pag. 39
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  474   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Segoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2568-AR/104, accolto dal Governo, purché riformulato.

  SILVIA GIORDANO. Presidente, vorrei un attimo capire il motivo di questo parere. Stiamo parlando dell'inceneritore che qui è stato trasformato in termovalorizzatore nella provincia di Salerno. È un inceneritore: nell'inceneritore, oltretutto – è sotteso all'articolo 14, comma 4, di questo fantastico decreto – si vogliono bruciare le ecoballe. Stiamo parlando di una stima di 8 milioni di ecoballe, che sono materie prime, che possono essere aperte, recuperando il materiale riciclabile: perché si tratta di materiale riciclabile, come l'alluminio, di tutto, che si può riciclare e noi, invece, decidiamo di bruciarlo.
  Non capisco la logica: questa è una miniera d'oro che noi decidiamo, così, di andare a bruciare. Una miniera d'oro che la FIBE diede come garanzia alle banche per farsi finanziare l'impianto di Acerra e l'attuazione del ciclo dei rifiuti. La regione Campania dovrebbe modificare il piano rifiuti per escludere definitivamente l'incenerimento nell'impianto di Salerno e utilizzare le famose ecoballe come una miniera. Tra l'altro, dal 2020, per disposizione comunitaria, non si potrà più bruciare materiale diversamente riciclabile.
  Negli ultimi anni, abbiamo aumentato sensibilmente il livello di raccolta differenziata. La chiave di volta è proprio legata all'aumento della raccolta differenziata e dell'utilizzo totale della materia, che deve portare verso la strategia dei «rifiuti zero». Noi dobbiamo andare verso la strategia dei «rifiuti zero» e, invece, decidiamo di bruciare tutto, anche il materiale riciclabile.
  Allora, quello che voglio capire io è la ratio, perché io ho presentato all'incirca nove emendamenti in Commissione ambiente: il 14.26, il 14.29, il 14.30, il 14.35, il 14.36, il 14.32, il 14.34, il 14.33 e il 14.31.
  Li voglio ripetere perché qualcuno, sui giornali, ha detto che non era vero. Ho presentato questi emendamenti e, a causa di questo continuo modo di lavorare, che il Governo ci impone, del tutto inadeguato, di lavorare in una settimana su un decreto così complesso e così articolato, abbiamo dovuto selezionarne alcuni, per provare a farci passare qualcosa.
  Ovviamente, abbiamo selezionato l'emendamento soppressivo di questo comma, che neanche la maggioranza, neanche chi va avanti per spot elettorali in Campania, ha deciso o ha voluto votare, perché, una cosa è andare in campagna elettorale in Campania a dire che non si vuole l'inceneritore, una cosa, poi, invece, è adeguarsi e fare quello che realmente si deve fare in Aula, e ci si adegua a quello che dice il Governo.
  Va bene, non è un problema, ma noi, qui, cosa vi stiamo chiedendo ? Che il commissario, dopo le indagini che sono previste dall'articolo da voi scritto, debba relazionare alle Commissioni competenti sulla reale necessità dell'inceneritore. Voi mi accogliete questo ordine del giorno, togliendo cosa ? Lasciate la previsione che il commissario debba relazionare, ma su cosa non si sa, perché mi avete tolto la frase «sulla reale necessità dell'inceneritore». Su che cosa me la deve dare la valutazione, il commissario ? È normale, stiamo parlando di inceneritore: voglio sapere dal commissario, dopo gli studi, se veramente è necessaria questa cosa. Invece, avete accolto l'ordine del giorno senza questa frase. Secondo voi, la valutazione su che cosa me la deve dare ? Gradirei veramente una risposta dal Governo. Oltretutto, avete formulato un invito Pag. 40al ritiro, altrimenti con il parere contrario, di un altro emendamento dove noi vi chiedevamo di tenere conto della finanza pubblica e della salute dei cittadini: cose di cui veramente questo Governo non può non tenere conto, finanza pubblica e salute dei cittadini.
  E poi un'altra cosa: faccio un esempio pratico (perché state commissariando e ogni volta continuate a commissariare), di quanto il commissariamento abbia funzionato nella regione Campania. Il commissariamento sui rifiuti è un danno fatto a firma PD in Campania; il commissariamento per il fiume Sarno è una cosa che non ha portato a nulla, né da un punto di vista economico né da un punto di vista delle percentuali delle morti per tumori, che sono aumentate del 17 per cento.
  Adesso fate anche il commissariamento per l'inceneritore: spiegatemi a cosa serve ! E poi, tra qualche anno, quando si cominceranno a vedere i primi danni, il Ministro della salute di turno, per l'ennesima volta, andrà tra i cittadini campani, ormai distrutti, perché voi li state distruggendo, a dire che noi moriamo perché mangiamo male. Queste cose non si possono più sentire, questi atti non si possono più vedere e, soprattutto, smettete di prendere in giro il popolo campano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Presidente, nella concitazione dell'esposizione dei pareri che ho fatto in precedenza, credo di avere fatto un errore nella formulazione del parere sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2568-AR/104. La riformulazione che il Governo propone, per l'esattezza, è la seguente (temo di averne data una sbagliata): «impegna il Governo a valutare la possibilità di richiedere al commissario straordinario, oltre che di disporre eventuali modifiche tecnologiche dell'impianto o sul dimensionamento dello stesso, anche una valutazione sulla reale necessità della realizzazione dell'impianto, tenuto conto dello studio aggiornato sulla base del quale il commissario sarà chiamato a prendere decisioni». Questa è la riformulazione che il Governo propone.

  PRESIDENTE. Chiedo dunque al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2568-AR/104, accettato dal Governo, purché riformulato.

  SILVIA GIORDANO. Presidente, mi hanno tolto «il Parlamento» dall'ordine del giorno. Voglio parlamentarizzare l'argomento; quindi, no, mi dispiace, non accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Presidente, la riformulazione che ci è stata proposta ci fa intendere che non si sia chiarito il problema: il problema è che vi è una regione in cui vi sono stati vari commissariamenti, in cui sono già presenti impianti di incenerimento, e sono impianti che non solo non sono funzionanti, ma non hanno risolto il problema. Quando noi chiediamo un impegno parlamentare nella gestione, nella verifica del lavoro dei commissari, è un impegno che noi chiediamo a tutte le forze politiche che hanno governato una regione che adesso è devastata.
  Quindi, noi chiediamo che il Parlamento si assuma la responsabilità, vedendo che cosa e chi ha mandato a risolvere un problema che in vent'anni non è stato risolto. La Campania è stata governata in maniera bipartisan e ad oggi, ci sono dei procedimenti che riguardano delle persone che sono, oggi, ancora al potere in quella regione. Quindi, è un'assunzione di responsabilità. Adesso ci saranno le elezioni in Campania, farete altre promesse, ci sono degli indagati e, adesso, si deve cercare di trovare una soluzione al Pag. 41problema. Il commissariamento già dal punto di vista europeo è stato visto in maniera negativa... io vorrei essere ascoltato dal Governo, per favore.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, per cortesia...

  VEGA COLONNESE. Lo so, Presidente, vorrei essere ascoltata perché poi dopo il Governo risponderà...

  PRESIDENTE. Deputata Colonnese, solo uno dei membri del Governo stava parlando con un deputato... comunque è meglio liberare i banchi del Governo. Prego, vada avanti.

  VEGA COLONNESE. Mi scusi, Presidente, volevo parlare con il Viceministro. Come stavo dicendo, dato che la soluzione al problema campano non è riscontrabile nei commissariamenti, come visto nelle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto dei commissari in Campania, e non è riscontrabile nella soluzione dell'incenerimento dei rifiuti, perché gli impianti che adesso sono inattivi in Campania non sono funzionanti e sono sotto delle inchieste per gli appalti, si chiede che il Parlamento nella sua interezza, e non il Governo, ma il Parlamento, chieda una responsabilità ai commissari nella verifica di una reale esigenza di una costruzione di un impianto nel salernitano. Questa è la richiesta contenuta nell'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà, per due minuti.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, intervengo molto brevemente per sottolineare la necessità di non stornare le comunicazioni alle Commissioni parlamentari competenti, perché su questo tema il MoVimento 5 Stelle è una classe politica che in questo momento, a tempo determinato, va dai venticinque ai quarant'anni; io sono il deputato decano del MoVimento 5 Stelle, e voglio dirvi che tutta questa generazione di persone più giovani è tutta iscritta a blog di informazione in merito alla salute e all'inquinamento. Vi pregherei di aggiornarvi, un modo per coinvolgere i cittadini è un semplice passaggio di una relazione illustrativa parlamentare, affinché questa possa essere passata ai cittadini. Più volte è stata cassata da questo Governo e dal Governo Letta la possibilità di poter far avere delle comunicazioni e delle relazioni illustrative alle Commissioni parlamentari competenti; in confronto, il Governo Monti sulla trasparenza era un faro nel buio; per cui, vi prego, questo Governo, a locomotiva PD, cerchi un pochino di adeguarsi, perché veramente è di un vecchiume incredibile.

  PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Zaratti e Pellegrino intendono sottoscrivere questo ordine del giorno.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Presidente, vorrei aggiungere e ricordare al Governo che anche per la spending review di Cottarelli è stata fatta un'operazione del genere. Quando un argomento è di interesse nazionale – e la gestione del ciclo dei rifiuti della regione Campania credo che ormai sia evidentemente una questione nazionale – è opportuno che almeno le Commissioni competenti possano verificare il lavoro in corso da parte dei commissari. Teniamo presente che la politica tutta, soprattutto quella campana, ha fallito su questo argomento, in quanto si sono succeduti commissari che sono andati dal sindaco di Salerno al successivo presidente della provincia, poi è stato abolito, di fatto è stato abbandonato il progetto, ci sono state gare deserte; c’è una probabilità bassissima che questo impianto abbia necessità di essere realizzato. Anche perché, nel frattempo, i comuni, soprattutto quelli della provincia di Salerno, si sono dovuti attrezzare, finalmente, nella raccolta differenziata e quindi i volumi di produzione necessari per uno stabilimento come quello previsto sono sicuramente insufficienti. Di conseguenza Pag. 42è opportuno che a livello nazionale il Parlamento si prenda il necessario momento di riflessione e di approfondimento per capire se finalmente questo commissario farà un lavoro degno di questo nome.
  Quindi, invito di nuovo il Governo a rivedere la sua posizione e a consentire al Parlamento di avere informazioni direttamente dal commissario quando saranno preparate a seguito delle analisi previste.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, io chiedo di nuovo scusa a lei e a tutti gli onorevoli. Evidentemente, come rappresentante del Governo su questo ordine del giorno ho fatto qualche «pastrocchio», lo dico con molta sincerità.
  Alla luce degli interventi dei parlamentari, sono disponibile, a nome del Governo, ad accogliere l'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Dunque, il Governo accoglie l'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2568-AR/104. Quindi, si va avanti.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Grande n. 9/2568-AR/105 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grande n. 9/2568-AR/105, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ancora ? Letta, Damiano, Gregori. Qualcun altro non ha votato ? Causi, ha votato. Chi altro ? Alfreider, che ha votato. Sembra che abbiano votato tutti.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  476   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no 354.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Grillo n. 9/2568-AR/106 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ ordine del giorno Grillo n. 9/2568-AR/106, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ancora ? Gadda, Galperti, Binetti, De Mita. Hanno votato tutti ? Galperti. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  482   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  352.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2568-AR/107 e L'Abbate n. 9/2568-AR/108, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2568-AR/109, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/2568-AR/110 formulato dal Governo.

Pag. 43

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, ritiro il mio ordine del giorno n. 9/2568-AR/110.

  PRESIDENTE. Sta bene. Dunque, l'ordine del giorno Lombardi n. 9/2568-AR/110 è ritirato.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Lorefice n. 9/2568-AR/111 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ ordine del giorno Lorefice n. 9/2568-AR/111, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Vignaroli, Monchiero. Chi altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  483   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  352.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lupo n. 9/2568-AR/112, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/2568-AR/113, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Mantero n. 9/2568-AR/114 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ ordine del giorno Mantero n. 9/2568-AR/114, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ancora ? Portas, Costantino; Costantino ha votato. Chi altro non ha votato ? Marotta. Qualcun altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  482   
   Votanti  474   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Marzana n. 9/2568-AR/115 accolto dal Governo, purché riformulato.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, non accolgo la riformulazione ed intendo parlare per dichiarazione di voto sul mio ordine del giorno.
  Questo ordine del giorno mira al recepimento della convenzione di Barcellona per la protezione del Mare Mediterraneo, siglata dall'ONU nel 1976 e aggiornata nel 1995, che si pone lo scopo di prevenire l'inquinamento e migliorare l'ambiente marino nel mar Mediterraneo. La Convenzione è stata stipulata da ben 22 Stati, tra i quali figura anche l'Italia con i suoi quasi 8.000 chilometri di coste, e prevede una maggiore cooperazione tra gli Stati aderenti per ridurre ed eliminare l'inquinamento attraverso un sistema di sorveglianza in grado di accertare le responsabilità degli eventuali danni ambientali.
  La Convenzione è finalizzata, inoltre, a garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali marine e costiere, integrare l'ambiente nello sviluppo economico e sociale, proteggere l'ambiente marino e le zone costiere attraverso azioni volte soprattutto a prevenire attività invasive svolte nel sottosuolo marino. Di contro Pag. 44lungo le coste italiane... mi scusi, Presidente, preferire che il Governo stesse ad ascoltare...

  PRESIDENTE. Sì, stanno ascoltando, prego. Liberiamo i banchi del Governo intanto...

  MARIA MARZANA. Di contro, lungo le coste italiane, da nord a sud, assistiamo a cortei e manifestazioni che si oppongono allo sfruttamento del paesaggio marino ad opera dei petrolieri con la complicità dei governi nazionali e regionali.
  Porto l'esempio di quanto sta succedendo al largo del meraviglioso tratto di mare che lambisce le coste della provincia di Ragusa, celebre per le nuotate che, nella famosa fiction TV, il commissario Montalbano si concede davanti a casa sua. Centinaia di cittadini hanno sfilato nel mese di giugno sulla spiaggia di Ragusa, più di 100 mila firme sono state raccolte in 24 mesi, 49 sindaci dell'area iblea, associazioni ambientaliste, esponenti di spicco del mondo della cultura e dello spettacolo stanno chiedendo lo stop delle trattative e il conseguente annullamento dei progetti di trivellazione del fondale marino nel canale di Sicilia.
  Eppure, a maggio, il Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, affermava che sono in corso presso il Mise, e in collaborazione con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, le attività per il recepimento della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi, che armonizzerà e potenzierà le azioni di tutela dei mari e le collaborazioni transfrontaliere.
  È evidente che si tratta di pura propaganda, perché nei fatti, nonostante la chiara volontà manifestata dai cittadini, le decisioni prese sono altre. L'area marina che si vorrebbe perforare è troppo vicina alla costa e in una zona ad alto rischio sismico, a breve distanza dal campo Vega, dove c’è già una richiesta per una seconda piattaforma di cui da mesi chiedo chiarimenti. È ormai chiaro a tutti che ci sono vergognose omissioni rispetto alla compatibilità delle trivellazioni nel canale di Sicilia. È sotto gli occhi di tutti che si stanno ponendo le basi per un disastro ambientale nel Mediterraneo.
  In questo modo, il Mare nostrum, da autostrada di collegamento di civiltà e saperi sin da quando era solcato dalle rudimentali imbarcazioni del nobile popolo dei Fenici, potrebbe trasformarsi in una lunga autostrada di piattaforme petrolifere, a poca distanza da paradisi marini e il commissario Montalbano potrebbe ritrovarsi a nuotare in una pozza di petrolio.
  Quindi, alla luce di quanto esposto, con questo ordine del giorno impegno il Governo ad adottare tutte le misure necessarie a garantire la piena e concreta attuazione degli obiettivi sanciti dalla Convenzione di Barcellona, nonché a disporre l'immediata sospensione delle nuove attività di coltivazione di idrocarburi liquidi entro le 12 miglia dalle linee di costa che, dal nord al sud del Paese, mettono in serio repentaglio l'ecosistema marino e, conseguentemente, a provvedere nel più breve tempo possibile alla presentazione di un disegno di legge di ratifica del Protocollo Offshore per la protezione del Mediterraneo contro l'inquinamento e i rischi ambientali dovuti dallo sfruttamento del fondale marino.
  Mi appello, quindi, alla sensibilità di quest'Aula per consegnare alle future generazioni paesaggi e ambienti migliorati e non stravolti dalla mano dell'uomo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DONATELLA DURANTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Marzana n. 9/2568-AR/115 e dichiarare il voto favorevole del gruppo Sinistra Ecologia Libertà.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 45
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2568-AR/115.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Micillo n. 9/2568-AR/116 formulato dal Governo.

  SALVATORE MICILLO. Signor Presidente, avremmo voluto una forma di tutela più ampia per la mozzarella di bufala, sicuramente più incisiva di quella prevista all'interno dell'articolo. Tuttavia, dobbiamo anche affermare che vi è stato un miglioramento nella formulazione rispetto a quella originariamente licenziata dal Governo. Infatti, adesso sono previste forme di tutela della purezza della mozzarella di bufala campana che prima non erano previste. Ci sarà una separazione delle produzioni di mozzarelle in modo da impedire ogni contatto, anche accidentale, tra latte di bufala proveniente dagli allevamenti inseriti nel sistema di controllo della mozzarella di bufala campana DOP e altro latte.
  Siamo favorevoli anche alle pesanti sanzioni amministrative pecuniarie se un allevatore volesse speculare su uno dei più noti prodotti tipici campani.
  Quello che vogliamo e chiediamo con questo ordine del giorno è che siano concessi incentivi all'assunzione di giovani lavoratori agricoli, che si sanzionino gli allevatori disonesti e che dette sanzioni siano espressamente vincolate al raggiungimento delle seguenti finalità: aiutare i giovani lavoratori agricoli campani.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micillo n. 9/2568-AR/116, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Carra, Pastorelli, Portas, Carbone, Nicchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  480   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato  142    
    Hanno votato no  338.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mucci n. 9/2568-AR/117, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nesci n. 9/2568-AR/118, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2568-AR/118, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  479   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 46

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nuti n. 9/2568-AR/119, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Parentela n. 9/2568-AR/120 formulato dal Governo.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, per l'ennesima volta, avete detto «no» ai piccoli agricoltori, a quella che appare la semplificazione davvero più ovvia e scontata. Vorrei spiegarlo bene a questa Aula. Mi riferisco all'obbligo in capo agli agricoltori che ricadono in regime di esonero ai fini IVA di rendere conto della propria contabilità. Ecco, ora mi chiedo: ma come si può per legge essere autorizzati a non conservare i registri e poi, sempre per legge, essere obbligati a comunicare le operazioni rilevanti ai fini degli accertamenti fiscali ? Mi chiedo: come si può ? È una contraddizione assurda ed è evidente l'anomalia di tale situazione. Quindi, il Governo si è confuso e ha sbagliato anche in questo caso oppure mi viene da pensare che la ratio sta nella prevalenza su ogni logica di interessi superiori, quindi magari di qualche soggetto che a questa questione adempie per conto di terzi e, quindi, si avvantaggia.
  Ora, questo ordine del giorno, cerco di essere più chiaro, sempre in materia di semplificazioni, vuole abolire, per i piccoli agricoltori identificabili da un fatturato annuo inferiore ai 7 mila euro, quello che tutti quindi conoscono come «spesometro» ovvero una comunicazione che i soggetti passivi di IVA devono presentare annualmente all'Agenzia delle entrate. Lo «spesometro» nasce con lo scopo di limitare l'evasione fiscale in ambito IVA e, a partire dal 2013, è ufficialmente denominato comunicazione polivalente, poiché il tracciato record da inviare all'Agenzia delle entrate è stato unificato ad altre dichiarazioni (ad esempio la comunicazione di acquisti dai Paesi in black list). Segnalo anche che lo «spesometro» è un provvedimento fiscale italiano che non trova corrispondenza in altri Paesi. Voglio anche ricordare che la sua reintroduzione è avvenuta a dicembre scorso con la legge di stabilità e, a detta di molte associazioni – mi riferisco ad Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane del settore agroalimentare –, è una misura penalizzante che accresce la burocrazia, aumenta i costi e rischia di mettere in ginocchio le piccole e medie imprese.
  Per questo motivo abbiamo presentato un ordine del giorno, che è stato pure approvato dal Governo in data 27 febbraio 2014. Quindi, già era doveroso inserirlo nel decreto; pertanto, ritengo che questo ordine del giorno debba essere accolto dal Governo che spero ci ripensi.
  Voglio solo citare alcuni numeri sulla questione della burocrazia. Basti pensare che una azienda agricola italiana, per assolvere a tutti gli adempimenti burocratici imposti, spende in media 2 euro ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7.200 euro l'anno. Occorrono otto giorni al mese per riempire le carte richieste dalla pubblica amministrazione centrale e locale, in pratica 100 giorni l'anno. Direi che è ora di finirla con questa burocrazia perché si dice sempre che si vuole combattere la burocrazia e in questo caso non capisco perché il Governo si volti dall'altra parte. Spero di aver fatto chiarezza su questo argomento e spero di aver fatto cambiare idea al Governo; in fondo chiediamo solo coerenza e rispetto per gli impegni presi visto che sul decreto non sono stati rispettati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Parentela n. 9/2568-AR/120, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Scanu, Morani, Dell'Aringa, Ascani...Pag. 47
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  474   
   Votanti  473   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  146    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/2568-AR/121, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Petraroli n. 9/2568-AR/122, accolto dal Governo. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Pinna n. 9/2568-AR/123 accede all'invito al ritiro formulato dal Governo. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Pisano n. 9/2568-AR/124 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ ordine del giorno Pisano n. 9/2568-AR/124, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Franco Bordo, Nissoli Fitzgerald, Culotta, Gadda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  466   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e la deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Prodani n. 9/2568-AR/125 e Rizzetto n. 9/2568-AR/126, accolti dal Governo. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Rizzo n. 9/2568-AR/127 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzo n. 9/2568-AR/127, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Culotta, Ribaudo, Minnucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  472   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  143    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2568-AR/128, accolto dal Governo. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Rostellato n. 9/2568-AR/129, Ruocco n. 9/2568-AR/130, Sarti n. 9/2568-AR/131 e Scagliusi n. 9/2568-AR/132, accolti dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/2568-AR/133, accolto dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore Pag. 48dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/2568-AR/134 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ ordine del giorno Sibilia n. 9/2568-AR/134, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fauttilli, Donati, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  473   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  131    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sorial n. 9/2568-AR/135, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Spadoni n. 9/2568-AR/136 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’ ordine del giorno Spadoni n. 9/2568-AR/136, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Paola Bragantini, Carra...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  457   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/2568-AR/137 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Spessotto n. 9/2568-AR/137, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Giammanco, Tripiedi, Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   474   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no   365    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Terzoni n. 9/2568-AR/138, accolto dal Governo come raccomandazione.

  PATRIZIA TERZONI. Signor Presidente, vorrei capire perché questo ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione e non come un impegno, anche perché vorrei un attimo spiegare al Governo, in particolare alla sottosegretaria Velo, che è colei che ha seguito sempre la questione del SISTRI sia in Aula che in Commissione, che è arrivata una lettera Pag. 49della Selex al Ministro Galletti, in cui la Selex precisa che non prolungherà il contratto oltre il 30 novembre di quest'anno, mentre in questo decreto-legge si proroga il contratto fino a fine dicembre 2015. Quindi, non riesco a capire perché il Governo accetti la raccomandazione e non l'impegno, dato che avremo un buco di più di un anno tra il novembre 2014 e il dicembre 2015.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Terzoni n. 9/2568-AR/138.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tofalo n. 9/2568-AR/139, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Toninelli n. 9/2568-AR/140, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Ricordo che l'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2568-AR/141 è inammissibile.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Turco n. 9/2568-AR/142 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Turco n. 9/2568-AR/142, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Gribaudo, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  467   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no   340    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Vacca n. 9/2568-AR/143 formulato dal Governo.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, chiedo al sottosegretario di rivedere il parere perché eravamo anche disponibili a valutare, eventualmente, proposte di riformulazione o proposte di revisione di questo ordine del giorno che lo rendessero meno imperativo e magari più disponibile al dialogo su questa tematica.
  Ricordo che ci sono proposte di legge da parte di tutti gli schieramenti politici, anche della maggioranza, che vanno in questa direzione, anzi che vanno nella direzione dell'ordine del giorno precedente, cioè quella di ripristinare il limite delle 12 miglia su tutto il territorio nazionale. Qui stiamo parlando solo di aree marine protette costituende e di parchi nazionali costieri costituendi, quindi di zone ben più delimitate.
  Chiediamo quindi al Governo eventualmente di rivedere il proprio parere.

  PRESIDENTE. Non essendovi interventi del Governo, prendo quindi atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vacca 9/2568-AR/143, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Dell'Aringa...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 50
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  472   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   334    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario mentre il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2568-AR/144, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simone Valente n. 9/2568-AR/144, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini, Giordano, Ragosta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  473   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  343    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vallascas n. 9/2568-AR/145, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vignaroli n. 9/2568-AR/146, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/2568-AR/147 formulato dal Governo.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, avevo parlato prima con il Governo per un'eventuale riformulazione. A quanto pare, non c’è possibilità.
  In poche parole, si tratta un territorio già altamente devastato da tre elettrodotti e una raffineria, come quello di San Filippo del Mela, Pace del Mela, Villafranca, Milazzo, in cui poco fa il collega Baroni ha ricordato l'alta incidenza del tasso tumorale, che è del 55 per cento superiore alla media nazionale. Visto che l'ultimo elettrodotto, di 380 kilowatt a doppia terna, costruito sul territorio, nel progetto di rilascio di VIA, aveva numerose problematiche che abbiamo già affrontato con il Viceministro, si chiedeva – anzi, si assicurava, si confermava alla popolazione – che il tratto del vecchio elettrodotto sarebbe stato o dismesso o al massimo che sopra, sui piloni, sui tralicci, sarebbero stati costruiti dei nidi per evitare l'elettrocuzione della fauna migratoria.
  Quindi, quello che si chiedeva con questa nuova formulazione era semplicemente questo. Terna prima ha promesso di eliminare questi elettrodotti o, comunque, di modificarli – lo ha promesso e lo ha scritto sulla richiesta di valutazione di impatto ambientale –; poi, nel 2013, la stessa Terna presenta un piano di sviluppo nazionale in cui sembra quasi che voglia costruire un ulteriore – sarebbe il quarto nello stesso tratto – elettrodotto. E dove ? Proprio sui tralicci che aveva promesso di dismettere.
  Quindi, siccome non c’è un progetto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per la richiesta di una valutazione di impatto ambientale, ma c’è questo piano di sviluppo, si sta già facendo, secondo voci di popolo, una concertazione con i comuni interessati; la popolazione, caro Presidente, è veramente preoccupata, anche perché proprio in quel tratto – lo vorrei dire al Viceministro – la Pag. 51via in cui risiede questo vecchio elettrodotto lo sapete come la chiamano ? La chiamano la «via delle parrucche», perché in ogni casa c’è un malato di tumore, di cancro, di leucemia, che non ha i capelli perché fa la chemioterapia. E quindi quella via la chiamano la «via delle parrucche».
  Non abbiamo dati perché non c’è un registro tumori – guardate l'attenzione verso la salute in quel territorio – e noi vogliamo fare il quarto elettrodotto in un territorio in cui – ripeto – c’è una raffineria, la raffineria di Milazzo, c’è un'acciaieria, c’è un ex fabbrica di amianto abbandonata con l'amianto all'interno ?
  Io non riesco veramente a capire. Con questo ordine del giorno si diceva semplicemente: Governo, avete fatto delle promesse ai cittadini ? Dite che le rispetterete. Semplicemente questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/2568-AR/147, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Savino, Tripiedi, Dadone, Scotto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  475   
   Votanti  474   
   Astenuti    1    
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  337.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Argentin e Piccione hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario, mentre il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2568-AR/148, accolto dal Governo come raccomandazione.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, non accetto il fatto che sia accolto come raccomandazione. In questo ordine del giorno si trattano argomenti forse di non immediata comprensione. Non è immediata la comprensione del rilievo ambientale delle procedure di Valutazione ambientale strategica e di Valutazione di impatto ambientale. In realtà, queste procedure sono fondamentali per arrivare ad una sostenibilità ambientale.
  Quindi, chiedo che questo ordine del giorno sia accolto in tutto e per tutto perché siamo di fronte ad una velocizzazione di questo tipo di procedure autorizzative, cosa che non vuol dire a mio parere semplificazione. In altre parole, si cerca addirittura di fare contemporaneamente la Valutazione ambientale strategica, la Valutazione di impatto ambientale e, in alcuni casi, perfino l'Autorizzazione integrata ambientale (AIA). Cosa vuol dire ? Vuol dire che non si riesce a tener conto dei risultati delle procedure precedenti perché, se io non tengo conto del piano e del programma che riguardano la localizzazione di un impianto, non posso capire poi quale sarà l'eventuale impatto di un progetto.
  Oltretutto, se la valutazione di un piano e di un programma, che è una valutazione preliminare, viene fatta per bene, può essere che non ci sia neanche bisogno di redigere un progetto vero e proprio. Redigere un progetto è anche una procedura costosa. Pertanto, posso evitare delle spese inutili perché, se poi viene fuori che il piano e il programma sono incompatibili con una determinata attività, non devo andare avanti a fare magari un costoso progetto per un qualsiasi piano e programma. Pianificare gli impatti è fondamentale, perché vuol dire che io cerco di valutare le risorse di un certo territorio e anche le necessità. È un po’ quello che abbiamo cercato di scrivere nella mia proposta di legge, che adesso stiamo valutando Pag. 52con massima trasparenza sulla rete, ossia sul nostro portale, che si chiama «LEX», in cui noi mettiamo le nostre proposte perché siano emendate dalla rete, cosa che invito a fare anche tutti i rappresentanti degli altri partiti.
  Siamo di fronte ad un provvedimento davvero devastante per l'ambiente, in cui si parla di velocizzare e non ottimizzare le procedure di bonifica; di cambiare i parametri di contaminazione dei suoli; di facilitare gli scarichi a mare di sostanze inquinanti; di cambiare i valori di inquinamento per le aree militari; di facilitare la combustione dei rifiuti e di facilitare la costruzione degli inceneritori; di facilitare l'abbruciamento di stoppe agricole fino a 30 milioni di metri cubi al giorno. E adesso starà ai sindaci cercare di non far svolgere questa pratica nei loro comuni. È un po’ uno scaricabarile, ma è l'unica cosa che siamo riusciti ad ottenere nel lavoro delle Commissioni. Pertanto, detto questo, in effetti il presente provvedimento secondo me doveva continuare a chiamarsi «ambiente protetto», ma nel senso del meretricio.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, il motivo per cui noi avevamo formulato un parere di accoglimento come raccomandazione è perché, come l'onorevole Zolezzi sa, il Governo e anche il Parlamento stanno lavorando su una ristrutturazione dei procedimenti VAS e VIA. Inoltre, aggiungo che il procedimento VAS ha un ambito di applicazione più limitato, nel senso che riguarda i piani strategici generali, mentre la VIA si applica anche sulle singole opere. L'esigenza complessiva di coerenza è del tutto condivisibile e noi l'abbiamo accolto come raccomandazione perché abbiamo pensato che l'esigenza posta dall'ordine del giorno possa essere ben ripresa, però anche problematizzata, all'interno di questo complessivo riordinamento delle procedure VAS e VIA. Non c’è comunque nessuna pregiudiziale da parte del Governo a trasformare l'accoglimento come raccomandazione in un accoglimento semplice.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2568-AR/148, accolto dal Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Piras n. 9/2568-AR/149 formulato dal Governo.

  MICHELE PIRAS. Presidente, non ritiro l'ordine del giorno e chiedo che sia messo in votazione, precisamente per la motivazione opposta alla richiesta di ritiro. La richiesta di ritiro viene formulata sulla base del fatto che questo ordine del giorno andrebbe in direzione opposta rispetto al provvedimento contenuto nel decreto-legge competitività. Bene, io in direzione opposta vorrei andare. Questo è il primo punto. Infatti, ritengo questo provvedimento, quello dell'equiparazione delle concentrazioni di soglia di contaminazione delle attività militari alle attività industriali, un provvedimento molto grave, che peraltro non vedo proprio cosa c'entri con la competitività, cioè cosa c'entri con la competitività del Paese la possibilità data alle attività militari di inquinare quanto le attività industriali.

  PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.

  MICHELE PIRAS. Termino dicendo che questo provvedimento, così come è stato riformulato dalla Commissione difesa, ipotizzerebbe persino – e lo dico con ironia – una sorta di stagionalità di valenza della norma. Cioè, la spiaggia di Porto Tramatzu, che l'amico onorevole Scanu conosce bene, d'inverno verrebbe utilizzata per le attività militari e d'estate verrebbe consegnata alle attività turistiche...

  PRESIDENTE. Collega...

Pag. 53

  MICHELE PIRAS. Chiudo. Mi si deve spiegare come si fa d'inverno a considerarla colonna B, cioè inquinabile quanto le aree industriali, e d'estate colonna A, cioè fruibile dai turisti e dall'attività civile. Credo che sia una grandissima contraddizione che rende inapplicabile nel concreto la norma che è stata formulata anche attraverso gli emendamenti della Commissione difesa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piras n. 9/2568-AR/149, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Baroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  148    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Duranti n. 9/2568-AR/150 formulato dal Governo.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, l'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/2568-AR/150 riguarda il rischio sanitario della popolazione residente intorno all'area dello stabilimento siderurgico dell'Ilva e il rischio sanitario dei lavoratori che in quella fabbrica lavorano e vivono. Avevate annunciato al Senato un decreto ad hoc – l'ennesimo decreto ad hoc sull'Ilva –, lo avete poi trasformato in fretta e furia in un emendamento e lo avete inserito in questo decreto-legge, il decreto che stiamo convertendo.
  Voglio ricordare al Viceministro De Vincenti, che ha espresso un parere francamente inquietante, che lo stabilimento Ilva di Taranto continua a rappresentare una vera e propria emergenza sanitaria ed ambientale. Con questo decreto-legge avete introdotto disposizioni che allungano i tempi delle misure necessarie all'ambientalizzazione degli impianti dell'Ilva, che concedono alla fabbrica autonomia sull'80 per cento di prescrizioni da realizzare e che non danno assolutamente certezza, qualora le risorse finanziarie necessarie venissero reperite, che queste risorse verranno impegnate per l'esclusivo fine dell'attuazione delle prescrizioni ambientali. Insistiamo: va abbandonato il modello industriale del passato; bisogna aprire ad un modo di produrre rispettoso della salute e dell'ambiente.
  Questo è il tema che vi poniamo oramai da quasi due anni ed è un tema che voi non volete affrontare e che rinviate. E lo rinviate soprattutto in riferimento all'Ilva, che da questo punto di vista è un caso drammaticamente emblematico. Lo state rinviando di Governo in Governo, di decreto in decreto.
  Insistiamo: vi chiediamo con questo ordine del giorno di mettere al primo posto la salute. Per fare ciò, però, bisogna prevedere che la valutazione del danno sanitario, cioè la valutazione dell'impatto sanitario delle emissioni inquinanti, possa essere fatta durante tutte le fasi relative ai lavori di ambientalizzazione prescritti dalle vigenti autorizzazioni integrate ambientali e non alla loro conclusione, come prevede il decreto interministeriale dell'aprile 2013. Il riferimento, secondo noi, deve essere ancora la legge regionale del 2012. Non è accettabile che si ritardino di anni gli interventi a tutela della salute. Solo l'applicazione dei criteri metodologici della legge regionale sulla valutazione del danno sanitario consentirebbe di prevedere la riduzione delle emissioni nocive.
  Bisogna fare come prevede quella legge, appunto: sottoporre gli impianti all'immediato Pag. 54controllo degli impatti sanitari prodotti dalle emissioni autorizzate sulla popolazione, sulla salute della popolazione cittadina, della popolazione della città di Taranto e del comune di Statte e dei lavoratori di quella fabbrica. Ma il Viceministro ha espresso parere contrario perché l'ordine del giorno va in direzione opposta agli obiettivi del decreto. Me lo lasci dire così, signor Viceministro, signor Presidente: siamo alle solite, non cambiate verso, non cambiate verso per stessa ammissione del Viceministro. Non andate nel senso della tutela e della difesa della salute degli operai e dei cittadini di Taranto. Andate invece nel verso della difesa, ancora una volta esclusiva, degli interessi dei Riva (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  MICHELE PIRAS. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Piras, non può parlare. Ha finito il tempo a sua disposizione. Tutto il tempo a sua disposizione l'ha esaurito (Commenti del deputato Piras). Sì, a sua disposizione. Sì, esattamente.
  A questo punto mi è parso di capire che si vuole metterlo in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duranti n. 9/2568-AR/150, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Massa, Carra, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  465   
   Votanti  461   
   Astenuti   4   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  176    
    Hanno votato no   285    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zaratti n. 9/2568-AR/151, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2568-AR/152 formulato dal Governo.
  Colleghi, liberiamo i banchi del Governo, per favore.

  SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, chiedo di intervenire perché ritengo che la motivazione del fatto che sia stato dato parere contrario a questo ordine del giorno è, dal nostro punto di vista, assolutamente incomprensibile, anche perché stiamo parlando dei richiami vivi e, quindi, è un regalo alla lobby dei cacciatori che è stato introdotto dal Senato. Dal nostro punto di vista, la Commissione europea parla molto chiaro, la “direttiva uccelli” è chiara. È evidente che noi andiamo costantemente in regime di infrazione.
  Noi vogliamo un chiaro segnale da parte del Governo che alcune regioni devono fare necessariamente marcia indietro per quello che riguarda queste arcaiche procedure. Per noi è assolutamente, come posso dire, vergognoso per un popolo che si definisce civile pensare di utilizzare dei richiami vivi per uccidere altri uccelli. Perché ? Perché esistono comunque un sacco di altri metodi per poter utilizzare questa pratica. Noi ci rimettiamo veramente al Governo; desideriamo proprio che il Governo ci ripensi e che, anche con una riformulazione, ci dia quanto meno un segnale chiaro, visto che la volta scorsa, quando abbiamo messo in votazione l'emendamento sulla direttiva europea, solo per 40 voti il nostro emendamento non è passato.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 55

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, il parere contrario del Governo è legato al fatto che, sotto molti punti di vista, l'ordine del giorno a noi pare ultroneo: cioè, la Commissione europea è già molto sensibile a questo tema, anzi, la norma che è stata presentata dal Governo nella versione originaria del decreto-legge e che, poi, è stata ulteriormente modificata, perfezionata, al Senato, è una norma che punta esattamente a concludere una procedura di infrazione europea. Quindi, è esattamente questo lo spirito del decreto-legge: quello di mettere fine ad una procedura di infrazione europea e allineare la nostra normativa il più possibile alla normativa europea.
  A questo punto, l'unico modo in cui il Governo si sente di poter, eventualmente, accogliere l'ordine del giorno è con una profondissima riformulazione, e chiedo all'onorevole Pellegrino se sia disponibile. Si tratterebbe di eliminare tutte le premesse e riformulare l'impegno del Governo in modo molto semplice: «impegna il Governo a seguire con la massima attenzione la chiusura della procedura di infrazione in sede comunitaria».

  PRESIDENTE. Chiedo cosa intenda fare la deputata firmataria.

  SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, noi non abbiamo capito qual è la ratio di cancellare tutte le premesse, perché se io cancello tutte le premesse, alla fine, il dispositivo (Commenti)...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  SERENA PELLEGRINO. Su quale principio lo faccio ? Mi sembra una cosa folle. Io penso che il Governo debba, magari, accantonarlo, lo vediamo alla fine, però (Commenti)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  SERENA PELLEGRINO. Però non è pensabile cancellare tutte le premesse di un ordine del giorno e lasciare solo il dispositivo. Su quale principio, poi, alla fine, questo dispositivo si fonda ? Io chiedo davvero al Governo un attimo di ripensamento, altrimenti sono costretta a dire di no, che non posso accettare la riformulazione...

  PRESIDENTE. È chiaro.

  SERENA PELLEGRINO....in realtà voglio accettarla.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non chiede di intervenire.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2568-AR/152, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Ciracì, Frusone, Misuraca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  448   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no   312    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pannarale n. 9/2568-AR/153, accolto dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferrara n. 9/2568-AR/154, accolto dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2568-AR/155, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 56
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/2568-AR/156, accolto dal Governo come raccomandazione.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, io chiederei al Governo di leggere con più attenzione e cambiare il parere, nel senso che non vedo assolutamente la ragione perché questo ordine del giorno debba essere accolto solo come raccomandazione. Noi sappiamo che, all'interno di questo decreto, è stata introdotta un'innovazione molto importante che riguarda il mercato creditizio, in particolar modo con l'accesso alla possibilità per il mondo assicurativo di concedere credito. Questo è stato fatto in assenza di qualsiasi dibattito nelle Commissioni di merito – la Commissione finanze, in particolar modo –, senza che alla Camera e al Senato sia stato possibile svolgere nemmeno un'audizione, senza nessuna possibilità di valutazione.
  Noi chiediamo banalmente e semplicemente che questa valutazione sia possibile farla dopo, attraverso una verifica. Dopo di che, se non c’è neanche la disponibilità a dire che, tra sei mesi, il Governo farà nelle Commissioni competenti una relazione, presenteremo un'interrogazione e gliela faremo fare comunque. Però, credo che, dal punto di vista del segnale, dell'impegno, del rispetto nei confronti di un Parlamento che non ha avuto la possibilità di discutere adeguatamente, questo ordine del giorno ripristinerebbe semplicemente un corretto rapporto.

  PRESIDENTE. Onorevole Paglia, a questo punto, a quanto ho capito, lei insiste per la votazione del suo ordine del giorno, accolto come raccomandazione. Il Governo non chiede di intervenire.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paglia n. 9/2568-AR/156, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Portas, Albanella, Zardini, Petrenga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  458   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scotto n. 9/2568-AR/157, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Peluffo n. 9/2568-AR/158 e Martella n. 9/2568-AR/159, accolti dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/2568-AR/160, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Sull'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2568-AR/161 vi è un invito al ritiro.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, chiedo all'onorevole De Girolamo e agli altri presentatori dell'ordine del giorno se possono accettare una riformulazione che adesso mi accingo ad esporre. Nelle premesse andrebbero espunti il quinto capoverso, che comincia con le parole: «la tesi di NCD», l'ottavo capoverso, che comincia con le parole: «inoltre nelle transazioni», il nono capoverso, che comincia con le parole: «ai sensi dell'articolo 21», l'undicesimo capoverso, che Pag. 57comincia con le parole: «secondo la CGIA di Mestre», il tredicesimo capoverso, che comincia con le parole: «l'ABI ha sostenuto che», e il capoverso successivo, il penultimo, che comincia con le parole «alcune regioni». Queste sono le cancellazioni dalla parte delle premesse. Anche il dispositivo andrebbe riformulato (lo devo leggere tutto, chiedo scusa ai deputati, ma credo sia opportuno).

  PRESIDENTE. Prego.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. La riformulazione del dispositivo sarebbe la seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere ulteriori iniziative normative in materia di obbligo di utilizzo del POS per le transazioni economiche verso le imprese e i professionisti superiori a 30 euro, al fine di adottare misure che garantiscano oneri complessivi a carico delle imprese in linea con la media dei medesimi costi nei Paesi dell'Unione, come previsto dal comma 5 dell'articolo 15 dello stesso decreto-legge n. 179 del 2012; in tale ambito si dovrà tenere conto del contributo delle associazioni imprenditoriali; a valutare le criticità dell'applicazione della norma con riferimento a specifici settori e dimensioni di impresa; a valutare l'opportunità di introdurre norme in materia di privacy volte a impedire che la tracciabilità dei pagamenti consenta alle banche e ai soggetti gestori dei dati di tracciare le «vite» dei cittadini e di predisporre a loro insaputa profili personali di qualsiasi tipologia, valutando se non sia opportuno introdurre una modifica costituzionale che stabilisca il diritto dei cittadini a non essere tracciati o divenire oggetto di profilazione, in assenza di espressa autorizzazione». Qui terminerebbe l'impegno nella riformulazione del Governo.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2568-AR/161, accettato dal Governo, purché riformulato.

  RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, accogliamo la riformulazione, anche se avremmo preferito mantenere il testo precedente. Fra l'altro, anche sulle premesse, possiamo cancellarle, non c’è problema, però si riportano dati di realtà: possiamo toglierli dalla premessa, non di meno la realtà resta; non è che, perché li togliamo dalla premessa, la realtà cambia.
  Ringrazio il Governo per questa riformulazione. Mi auguro veramente che su questo fronte, però, vi sia un impegno molto serio, perché a fare norme in fretta e male si fa prestissimo. Bisogna valutare bene anche il danno che si fa all'economia, in questo caso, ad esempio, agli imprenditori e ai professionisti. Bisogna che le banche siano costrette anche a porre dei limiti alla loro azione, perché certe situazioni sono francamente inaccettabili.
  Il terzo aspetto è che bisogna considerare anche la parte che riguarda le criticità; è una parte seria perché in molti casi, ad esempio nella vendita a domicilio, c’è un rischio truffa altissimo per i consumatori; non lo stiamo dicendo per difendere categorie o cos'altro, siamo preoccupati che questo sistema possa funzionare in un modo civile, ma laddove abbia senso farlo. C'era anche la questione, sulla quale non mi dilungo, dell'aumento del contante che resta un problema, perché noi ci preoccupiamo del PIL che non cresce, ma se abbiamo una legislazione, faccio solo un caso, che consente di esportare legalmente 10 mila euro in contanti, vi lascio immaginare che cosa succeda nelle regioni di confine: la spesa la vanno a fare in Francia, in Svizzera, in Austria e in Slovenia. Se vogliamo danneggiare il PIL continuiamo a ragionare in modo ideologico (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).
  Partiamo per una volta dalla realtà, e se la realtà non entra nello schema che abbiamo in mente forse è il caso che ci chiediamo se lo schema che abbiamo in mente è sbagliato, ed è più facile che sia sbagliato lo schema della realtà.

  PRESIDENTE. Prendo quindi atto che il presentatore accoglie la riformulazione e Pag. 58non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2568-AR/161, accettato dal Governo purché riformulato.
  Andiamo avanti. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fauttilli n. 9/2568-AR/162, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Gigli n. 9/2568-AR/163 e Fitzgerald Nissoli n. 9/2568-AR/164, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Crivellari n. 9/2568-AR/165 e Famiglietti n. 9/2568-AR/166, accettati dal Governo purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Burtone n. 9/2568-AR/167, Vignali n. 9/2568-AR/168 e Mariastella Bianchi n. 9/2568-AR/169, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2568-AR/170...

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare su questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo si sente di poter proporre una riformulazione all'onorevole Dorina Bianchi e agli altri firmatari di questo ordine del giorno. La riformulazione è la seguente: «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della norma richiamata in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a promuovere una evoluzione graduale del settore».

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Dorina Bianchi n. 9/2568-AR/170, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Ricordo che l'ordine del giorno Carra n. 9/2568-AR/171 è stato ritirato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Causi n. 9/2568-AR/172 e Sgambato n. 9/2568-AR/173, accettati dal Governo.
  Ricordo che l'ordine del giorno Donati n. 9/2568-AR/174 è stato ritirato.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/2568-AR/175, formulato dal Governo.

  FRANCO BORDO. Non lo ritiro, signor Presidente, perché il decreto competitività stabilisce una rivalutazione per i redditi dominicali e agrari che passa per la generalità dei contribuenti al 30 per cento nel 2015 e al 7 per cento dal 2016, mentre per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali passa dal 5 al 10 per cento a decorrere dal 2015. Viene poi abrogata la disposizione di legge che prevede la disponibilità a determinare il reddito dominicale in via forfettaria nel caso di mancata coltivazione del terreno per un'intera annata agraria, vedasi ad esempio le alluvioni, le calamità naturali e le siccità.
  Sinistra Ecologia Libertà aveva presentato in Commissione un emendamento, nonché, oggi, il presente ordine del giorno, che prevede una differente copertura finanziaria col fine di salvaguardare il settore primario che sta dimostrando di essere uno strumento anticiclico importante per il Paese. Purtroppo il Governo respinge ambedue, preferendo così l'incremento della tassazione per queste imprese agricole. Il Parlamento sappia che in questo modo gli agricoltori che hanno subito danni e per i quali ci vogliono anni per riprendersi socialmente ed economicamente dovranno pagare la loro quota maggiorata di tasse secondo le nuove disposizioni contenute nel decreto-legge competitività. Dare risposte certe e concrete al Paese non significa aumentare il prelievo fiscale ad un settore che soffre già una forte concorrenza estera e che dovrebbe, al contrario, essere tutelato se Pag. 59davvero si vuole rafforzare una filiera come quella agroalimentare ritenuta spesso a parole strategica per il Paese.

  GIOVANNA PALMA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA PALMA. Signor Presidente, mi riferisco a un punto precedente, all'ordine del giorno Sgambato n. 9/2568-AR/173, volevo sottoscriverlo.

  PRESIDENTE. Resta agli atti che lei intende sottoscriverlo.
  Adesso siamo passati all'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/2568-AR/175.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/2568-AR/175, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Sembra che abbiano votato... Sorial. Sembra che abbiano votato tutti.  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  429   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin, Giorgis ed Epifani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Saltamartini n. 9/2568-AR/176, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Tancredi n. 9/2568-AR/178, accolto dal Governo come raccomandazione.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, vorrei chiedere al Governo se vuole valutare la possibilità di accogliere semplicemente l'ordine del giorno, non come raccomandazione. Si tratta soltanto di una raccomandazione in fase applicativa, per dare all'amministrazione interessata la possibilità di una flessibilità nel raggiungimento, comunque, degli obiettivi posti dall'articolo 20.
  Se il Governo, invece, insiste accetto la raccomandazione.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, segnalo che l'ordine del giorno Tancredi n. 9/2568-AR/178 è molto simile all'ordine del giorno Alberto Giorgetti n. 9/2568-AR/22, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con raccomandazione.
  Quindi, per coerenza e, credo, per correttezza di comportamenti, mantengo la raccomandazione.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che non si insiste per la votazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pes n. 9/2568-AR/179, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Pagano n. 9/2568-AR/180, accolto dal Governo, purché riformulato.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, intervengo soltanto per dire che il Nuovo Centrodestra accoglie con favore la riformulazione e, quindi, siamo soddisfattissimi. Chiediamo solo che questo tavolo Pag. 60tecnico venga sollecitato quanto prima, visto che i danni subiti dalle piccole imprese in termini di cash flow sono notevoli.
  Pertanto chiediamo soltanto dei tempi tecnici veloci.

  PRESIDENTE. Prendo atto che non si insiste per la votazione.
  Prendo altresì atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zanin n. 9/2568-AR/181, accolto dal Governo come raccomandazione.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Commemorazione dell'onorevole Pasquale Ciriello (ore 13,45).

  PRESIDENTE. (si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i rappresentanti del Governo). Come sapete, colleghi, il 30 luglio scorso è venuto a mancare, all'età di 64 anni, il deputato Pasquale Ciriello, già membro della Camera dei deputati nella XVI legislatura.
  Nato a Napoli il 1o gennaio 1950, avvocato, professore ordinario di diritto costituzionale italiano e comparato presso l'Università degli studi di Napoli «L'Orientale», ne è stato prorettore dal 1994 al 2001 e successivamente rettore fino al 2008.
  Eletto nel 2008 nelle liste del Partito Democratico, si è dedicato all'attività parlamentare con passione, intelligenza ed equilibrio e molti di voi ne ricordano l'impegno, in particolar modo come autorevole componente della Commissione giustizia, al cui servizio ha posto le sue preziose competenze e la sua raffinata e vasta cultura giuridica.
  È stato presentatore di numerose proposte di legge non solo sui temi più squisitamente giuridici, ma anche in materia di tutela dell'ambiente, di diritti fondamentali della persona e di assistenza in favore di persone affette da disabilità grave.
  Esprimo a titolo mio personale, a nome dell'intera Assemblea, il più profondo cordoglio e le più sincere condoglianze ai familiari del collega scomparso, che sono presenti in tribuna, e al gruppo del quale ha fatto parte nella scorsa legislatura, invitando l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Generali applausi, cui si associano i rappresentanti del Governo).
  Ha chiesto di parlare il deputato Salvatore Piccolo. Ne ha facoltà.

  SALVATORE PICCOLO. Signor Presidente, mai avrei potuto immaginare di trovarmi un giorno in quest'Aula a commemorare l'onorevole Pasquale Ciriello; mai avrei potuto immaginare che un destino avverso ed irriducibile lo avrebbe tanto prematuramente sottratto all'amore dei suoi familiari e alla stima e all'affetto dei suoi amici e conoscenti.
  Pasquale era un uomo straordinario, di acutissima intelligenza, un giurista di vasta cultura, un docente universitario molto apprezzato per la sua dottrina e per i suoi studi, amato dai suoi allievi e dai suoi colleghi, assai conosciuto nella comunità scientifica.
  Professore ordinario di ruolo di Diritto costituzionale comparato all'università «L'Orientale» è stato prorettore e rettore della stessa per molti anni, come ha ricordato il Presidente. Tanti e prestigiosi i suoi incarichi scientifici, da quello di presidente del Comitato di coordinamento regionale delle università campane a quello di membro del Comitato scientifico delle riviste Diritto Pubblico Comparato ed Europeo e Diritto e gestione dell'ambiente.
  Professionista di successo e, tuttavia, sempre fedele al suo profilo di persona umile, sobria, discreta, generosa, mai un tratto di arroganza o presunzione. Sapeva misurarsi con equilibrio e buon senso con le opinioni dei suoi interlocutori, spiegando con pacatezza e stringente coerenza argomentativa le sue ragioni. Era il suo inconfondibile stile umano e professionale, che lo rendeva un uomo sensibile alle argomentazioni altrui, attento alla complessità dei problemi, lineare nelle sue posizioni e nei suoi comportamenti, così Pag. 61nella vita, così nella sua intensa attività professionale, così nella sua esperienza politico-parlamentare.
  In politica ci arrivò quasi per caso, quando fu invitato a candidarsi, come insigne personalità esterna, nella lista del Partito Democratico. Nell'attività parlamentare, come è stato già ricordato, portò il contributo qualificato e da tutti apprezzato della sua dottrina, impegnandosi proficuamente nella Commissione giustizia, alla quale fu assegnato dal gruppo del Partito Democratico in ragione della sua competenza giuridica.
  In questo momento di profonda tristezza, si rincorrono e si incrociano tanti ricordi, le animate discussioni sulle prospettive della nostra democrazia, sulle riforme istituzionali, sulle inquietudini sociali generate dalla crisi economica, sulle difficoltà dei giovani e, sempre, non mancava mai un pensiero alla sua famiglia e ai suoi cari.
  Mi piace concludere questo breve intervento in memoria di Pasquale, ricordando la sua fervida arguzia e la sua sottile e pungente ironia, sempre espresse con garbo e mai oltre il rispetto delle persone, accompagnate sempre dal suo sorriso dolce e coinvolgente. Con la sua perdita siamo tutti più poveri, ha scritto la professoressa Lida, attuale rettore dell'università «L'Orientale», in un commosso ricordo apparso sulla stampa locale.
  Sì, siamo tutti più poveri, lo è la sua famiglia, lo è la sua università, lo è la comunità scientifica, lo sono i suoi amici e quanti, conoscendolo, gli vollero bene. Lo siamo anche noi, uomini e donne della politica e delle istituzioni, che talora smarrendoci nei percorsi della nostra attività dimentichiamo la ricchezza della vita.
  Alla moglie Ornella, da lui tanto amata, alle sue adorate giovani figlie, ai suoi familiari, a suo fratello Mimmo, a noi che lo avemmo amico prediletto, forse può aiutare a lenire un poco il dolore quello che scriveva Sant'Agostino: coloro che ci hanno lasciati non sono assenti, sono solo invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria nei nostri pieni di lacrime (Applausi).

Si riprende la discussione (ore 13,50).

  PRESIDENTE. Poiché si è convenuto che alle dichiarazioni di voto finale si proceda, con ripresa televisiva diretta, a partire dalle ore 18, sospendiamo l'esame del provvedimento fino a tale ora. Ricordo che la seduta riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,51).

  PRESIDENTE. Ha chiesto adesso di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signor Presidente, lo so che sono giornate concitate nelle quali la Camera è chiamata ad esaminare provvedimenti importanti e urgenti come i decreti in scadenza. D'altra parte, Presidente, noi abbiamo anche il dovere, oltre che politico anche morale, di non lasciare in sospeso delle questioni quando queste riguardino direttamente i diritti, la vita e la libertà delle persone interessate. Mi riferisco alle mozioni presentate da tutti i gruppi su Chico Forti; mozioni che hanno già visto lo svolgimento della discussione sulle linee generali e che erano iscritte in calendario per questa settimana, con l'intesa di poterle approvare prima della sospensione per le ferie estive.
  Presidente, pur comprendendo le ragioni, cui ho fatto cenno prima, credo che debba essere esaminata, prima della sospensione dei lavori della Camera, anche la mozione per Chico Forti e, auspicabilmente, approvata.
  Per questo sono a sottoporre a lei, Presidente, date anche le condizioni d'Aula Pag. 62che si sono determinate, da una parte, attraverso la procedura dell'articolo 27 del Regolamento, l'inserimento all'ordine del giorno, già di questa seduta, delle mozioni richiamate, cioè utilizzare il tempo fra le 16 e le 18 per poterle discutere con le dichiarazioni di voto e votarle.
  Se ciò fosse condiviso da tutti i gruppi, potremmo utilizzare questo spazio di tempo che si è adesso liberato per i lavori d'Aula – lei stava per sospendere la seduta per far riprendere le votazioni alle 18 – per votare le mozioni su Chico Forti. Altrimenti, Presidente, chiedo formalmente che siano inserite all'ordine del giorno di domani, in modo tale che tali mozioni siano esaminate, discusse e votate, e mi auguro, credo, approvate dalla Camera prima della sospensione dei lavori per la pausa estiva (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Giusto per ricapitolare, la proposta, che ha formalizzato, se verrà riproposta dopo il question time, potrà essere presa in considerazione. Adesso procediamo con la sospensione della seduta. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,55 è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della salute, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

(Iniziative di competenza per la promozione presso le aziende sanitarie del percorso diagnostico terapeutico per i disturbi del sonno, al fine, in particolare, di organizzare la rete valutativa per il rilascio delle nuove idoneità alla guida – n. 3-00978)

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00978 concernente iniziative di competenza per la promozione presso le aziende sanitarie del percorso diagnostico terapeutico per i disturbi del sonno, al fine, in particolare, di organizzare la rete valutativa per il rilascio delle nuove idoneità alla guida (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, signor Ministro, il problema della sonnolenza alla guida costituisce uno dei maggiori fattori di rischio per quanto riguarda gli incidenti sulla strada. In Italia rappresenta circa un quinto della casistica, interessando per di più soprattutto i giovani. Ora tra le cause della sonnolenza diurna ce ne sono molte altre ma certamente la più importante dal punto di vista clinico è rappresentata dalla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, una patologia largamente rappresentata dal punto di vista epidemiologico che coinvolge circa il 2-4 per cento della popolazione generale. Questo tema, che è stato a lungo tempo ignorato in Italia, è stato recentemente ripreso, come lei sa, dalla direttiva del 1o luglio di quest'anno della Commissione europea che ha incluso le apnee ostruttive nel sonno tra le cause di patologia da sottoporre ad indagine per la patente di guida. Come vogliamo adeguare il nostro Servizio sanitario nazionale, signor Ministro ?

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

Pag. 63

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, sono consapevole che tra le sindromi delle apnee ostruttive nel sonno ve n’è una che può costituire un problema di salute pubblica e cioè la sonnolenza. Oltre alle ripercussioni sulle attività quotidiane essa comporta un aumento del rischio di incidenti stradali per la riduzione dell'attenzione. Gli incidenti dovuti alla sonnolenza del guidatore avvengono più facilmente nel primo pomeriggio e a fine notte, prime ore del mattino, ed hanno la caratteristica di essere particolarmente gravi per la mancanza di una reazione di difesa da parte del guidatore.
  Un'ampia letteratura scientifica conferma l'associazione tra la sindrome in questione e l'aumentato rischio di incidenti alla guida ed è anche dimostrato che in alcuni ambiti professionali la concomitanza di più fattori di rischio comporta una maggiore prevalenza di disturbi respiratori nel sonno rispetto alla popolazione generale. Inoltre, la natura sedentaria e monotona alla guida e la circostanza che la stessa si prolunghi spesso per molte ore espongono più frequentemente tra i soggetti ad incidenti stradali. È, pertanto, necessaria una accurata e specifica informazione rivolta a tutti i cittadini, in particolare a coloro che percorrono alla guida un elevato numero di chilometri all'anno e nel contempo è fondamentale puntare sulla diagnosi e sul conseguente trattamento terapeutico che peraltro è pienamente efficace.
  L'idoneità alla guida di questi pazienti richiede alcune riflessioni. Il soggetto va correttamente informato sui rischi che corre nel mettersi alla guida e sul pericolo cui espone la propria e l'altrui incolumità. Queste iniziative sono necessarie sia per un guidatore professionista sia per il privato cittadino titolare di patente per uso personale. La certificazione per l'idoneità alla guida presenta aspetti molto delicati. Il Ministero della salute cura costantemente i corsi di formazione per aggiornare gli utenti sulle modifiche normative in materia e su problemi in tematiche sanitarie. L'approvazione della direttiva 2014/85/UE da parte della Commissione europea è stata accolta positivamente da tutti gli addetti del settore. Il recepimento sarà curato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti congiuntamente al Ministero della salute e grazie all'ormai consolidato e costruttivo rapporto tra le due amministrazioni sarà possibile pervenire a un recepimento della direttiva entro i tempi stabiliti e cioè il 31 dicembre 2015.
  In sede di rilascio della patente di guida il paziente affetto dalla sindrome in argomento verrà inviato presso le strutture territoriali per i disturbi del sonno per il corretto iter valutativo e terapeutico. È di tutta evidenza che è fondamentale che anche i servizi territoriali siano a tal fine organizzati dalle regioni. Dopo il recepimento della citata direttiva saranno, peraltro, implementate le necessarie sinergie con le strutture preposte al rilascio delle patenti.
  Concludo rassicurando che in condivisione con le regioni il Ministero della salute attiverà ogni iniziativa che permetta di delineare i percorsi diagnostici e terapeutici concernenti disturbi del sonno ivi comprese le azioni volte a garantire il possesso da parte del personale dedicato dei requisiti di qualificazione e formazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, signor Ministro, perché mi pare che abbia colto molto bene il senso della mia interrogazione. Ciò detto, prendendo per buono ovviamente tutto l'impegno che il Governo ha manifestato, io rimango tuttavia allarmato per i tempi che abbiamo di fronte. È un carico di lavoro enorme questo per il Servizio sanitario nazionale e su un tema che, benché l'Italia sia stata pioniera dal punto di vista scientifico nella medicina del sonno, è ancora totalmente negletto dalle nostre aziende sanitarie.
  Di fatto, questi percorsi diagnostico-terapeutici non sono ancora organizzati. Quindi l'invito – se posso così permettermi – è quello di attivarci da subito, perché Pag. 64sappiamo che questa direttiva dovrà essere comunque recepita se non vogliamo poi trovarci in una procedura di infrazione, di attivarci forse fin da subito a far sì che, all'interno appunto di tutta la rete del Servizio sanitario nazionale, ci sia una possibile effettiva attenzione per questi disturbi e ci sia quindi la possibilità al momento opportuno di sottoporre alle indagini diagnostiche quella che prevediamo essere una fetta di popolazione molto ampia, sia per il rilascio della prima patente sia per il rinnovo delle patenti successive, e che tra l'altro finirà per riguardare – qui dobbiamo stare molto attenti – anche settori professionali, settori di autotrasportatori, per esempio, che, se si trovassero in condizioni di non poter usufruire in tempi rapidi dell'adeguata attenzione diagnostica e terapeutica, come lei ha giustamente sottolineato, perché è possibile curarla questa patologia, potrebbero trovarsi poi in difficoltà per l'esercizio della loro attività professionale. Quindi, l'invito è: siamo finalmente consapevoli che esiste questo problema, attiviamoci immediatamente, se possibile, per arrivare pronti al 31 dicembre del 2015.

(Interventi di prevenzione in relazione all'epidemia di ebola diffusasi in Africa occidentale – n. 3-00979)

  PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fedriga n. 3-00979, concernente interventi di prevenzione in relazione all'epidemia di ebola diffusasi in Africa occidentale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, noi chiediamo se il Ministro, essendo a conoscenza della situazione, non intenda predisporre misure di quarantena sia per i migranti che arrivano in Italia attraverso l'operazione Mare Nostrum sia per i viaggiatori che giungono dalle zone che sono considerate a rischio per la diffusione del virus ebola; questo in considerazione dell'alto numero di casi accertati e dell'alto numero delle vittime, che andrebbe aggiornato rispetto a quello che ponevamo in premessa. Oggi sono quasi 900 i morti a causa del virus ebola e anche a causa del fatto che molte delle persone che arrivano sulle nostre coste grazie all'operazione Mare Nostrum arrivano anche dalla Nigeria, Stato e area geografica nella quale si è diffusa la malattia da ebola. Noi riteniamo che quindi un metodo, un mezzo per affrontare la situazione possa essere preso in considerazione dal Ministro interrogato e quindi adottare questo sistema di quarantena.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole interrogante che mi dà la possibilità in questa autorevole sede di specificare alcuni elementi che ritengo di salute pubblica e per l'Italia, soprattutto per sventare alcuni tentativi in corso di procurato allarme. Oggi su internet girava questa immagine, dove c’è scritto: l'ebola è arrivato, tre casi a Lampedusa, i medici e gli scienziati temono un'epidemia globale, condividi, informa anche amici e parenti. Questo tipo di informazione è un'informazione pericolosa, pericolosa per la salute pubblica e pericolosa perché crea un inutile allarmismo nel nostro Paese. Non solo non è stato riscontrato nessun caso di ebola, ma ho chiamato stamattina, dopo aver visto questa e-mail, il centro di Lampedusa dove mi dicono che, negli ultimi giorni, non è stato verificato nessun tipo di malattia, neanche lieve. Quindi, noi non abbiamo nessun rischio di contagio ebola in Italia; c’è un problema molto serio nei Paesi dell'Africa centrale interessati, che è un problema dovuto essenzialmente a condizioni igienico-sanitarie che sono, a dir poco, fuori da ogni criterio dei Paesi più sviluppati e delle norme regolarmente applicate. L'ebola si contrae per contatto di fluidi corporei, quindi toccando i cadaveri, vivendo in mezzo agli escrementi e alle Pag. 65feci, come avviene in questi luoghi, e purtroppo con il morso dei ratti, che poi contagiano la malattia. Con delle normali procedure di igiene e di isolamento dei malati si può isolare e aiutare questi Paesi; è il motivo per il quale l'Organizzazione mondiale della salute ha chiesto 100 milioni di euro per poter organizzare in loco i cordoni sanitari e i sistemi di sicurezza per depotenziare il virus.
  Ricordiamo che è un virus che ha un'incubazione breve; è difficilissimo che possano quindi arrivare negli ordinari modi dei rifugiati, così come è difficile che possano arrivare tramite viaggi normali.
  Comunque, l'Italia si è allertata. Abbiamo una tradizione in questo e, tra l'altro, stiamo gestendo Mare nostrum avanti; siamo arrivati prima degli altri, l'abbiamo fatto in modo silenzioso, come si fa in questi casi per non creare allarme, abbiamo allertato gli aeroporti, le compagnie aeree, il personale navigante, i porti, che ormai da mesi fanno check e controlli sui passeggeri che arrivano dalle zone interessate.
  Per quanto riguarda invece l'operazione dei rifugiati, noi ormai, dal 21 giugno, abbiamo iniziato a mare una serie di controlli e predisposto anche in un caso dei sistemi per fare quarantena a mare, quindi senza neanche dover arrivare a terra.
  I medici del Servizio sanitario nazionale, insieme ai medici della Marina, controllano tutti i rifugiati sui barconi, già nei barconi, facendo una cernita dei pazienti, qualora ci siano dei casi non, per fortuna, di ebola, ma anche di altre patologie...

  PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Finisco. Poi, arrivati sul molo, c’è un secondo controllo.
  Quindi, io ritengo veramente di tranquillizzare la popolazione italiana e ringrazio gli operatori della Marina e gli operatori sanitari del Servizio sanitario nazionale per il lavoro instancabile che stanno ormai effettuando da mesi.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rondini, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, noi non siamo assolutamente soddisfatti della risposta che ci viene data. Intanto, ci viene detto che questa verifica che dovrebbe somigliare a una quarantena viene svolta sulle navi che portano i clandestini sulle nostre coste. È una misura insufficiente, totalmente insufficiente soprattutto alla luce del tempo di incubazione del virus.
  Noi sappiamo che il tempo di incubazione può variare tra i 3 e i 21 giorni, quindi quella misura adottata sulle navi non ci pone assolutamente al sicuro. Noi riteniamo che una misura di quarantena non sia una misura antiquata, ma sia una misura che si può adottare in un momento di emergenza, come quello che stiamo vivendo. Certo, è vero che invece voi, con le vostre risposte, continuate a cercare di rassicurare un'opinione pubblica che, oltretutto, è addormentata attraverso quella sorta di bombardamento mediatico che ci rimanda l'immagine di donne e bambini che, poveretti, stanno sbarcando sulle nostre coste, dimenticandovi poi, come Governo, delle fasce più deboli della nostra popolazione e della salute della nostra popolazione.
  Quella scriteriata operazione che risponde al nome di Mare nostrum porta con sé delle gravi conseguenze ed una di queste è sicuramente quella che è stata oggetto della nostra interrogazione.
  Oggi, anche arrivare ad adottare delle misure come quella della quarantena sarebbe una soluzione, come la soluzione che viene adottata quando si chiudono i cancelli quando i buoi sono scappati. Noi la soluzione ve l'abbiamo indicata tanto tempo fa: voi dovreste creare dei campi di raccolta, dove vengono raccolti gli immigrati clandestini in loco, in Africa, fare le verifiche sanitarie là, fare eventualmente le verifiche se rispondono e possono godere dello status di rifugiato venendo qui e non scaricare il problema sulla gente comune, che è stanca di dover sopportare Pag. 66un'operazione scriteriata, torno a dire scriteriata e priva di lungimiranza, come quella che state portando avanti sulla pelle della gente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

(Ritiro dell'interrogazione Rampelli n. 3-00980)

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione Rampelli n. 3-00980.
  Avverto che l'interrogazione è stata ritirata in data odierna dal presentatore.

(Iniziative volte a tutelare i livelli occupazionali e ad evitare il ridimensionamento del polo siderurgico ternano, alla luce del recente piano industriale della Thyssen-Krupp – n. 3-00981)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00981, concernente iniziative volte a tutelare i livelli occupazionali e ad evitare il ridimensionamento del polo siderurgico ternano, alla luce del recente piano industriale della Thyssen-Krupp (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, il 17 luglio, la Thyssen-Krupp ha presentato a Palazzo Chigi il nuovo piano industriale, che ha confermato le preoccupazioni delle ultime settimane relative al ridimensionamento del sito umbro, che occupa 2.800 dipendenti e produce il 15 per cento del PIL della regione.
  Quello della Thyssen non è un piano industriale, ma un piano finanziario di smantellamento, che sancisce la deindustrializzazione di Terni e dell'Umbria. Il piano prevede una riduzione dei costi in tutte le aree: operative, strutturali, vendita e organico, di oltre 100 milioni di euro l'anno, la chiusura di un forno fusorio e la riduzione del personale di 550 unità. A questi si aggiungono altri 400 dipendenti delle ditte esterne dell'indotto.
  Per il Viceministro dello sviluppo economico, il piano presentato «non va bene e non è chiaro sulle prospettive». Le istituzioni locali lo giudicano «irricevibile» e per i sindacati è semplicemente «inaccettabile».
  Si chiede al Ministro se intende porre in essere un intervento deciso del Governo ad ogni livello, anche nell'ambito della Presidenza del semestre europeo, per scongiurare i prospettati licenziamenti e lo smantellamento del sito siderurgico ternano.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, i Ministeri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali e il Governo stanno seguendo con grande attenzione lo sviluppo della situazione che si è determinata alla Acciai Speciali di Terni, la società siderurgica ternana che, all'inizio dell'anno, è stata restituita a Thyssen-Krupp dalla finlandese Outokumpu, alla quale è stata ceduta insieme a tutta la divisione degli acciai speciali della casa tedesca.
  Queste vicende piuttosto strane di andata e ritorno di impresa hanno provocato sicuramente dei danni allo stabilimento. Abbiamo segnalato questo dato alla Commissione europea e al commissario Almunia per le loro competenze, perché questo ha prodotto un danno allo stabilimento italiano.
  Detto questo, gli onorevoli interroganti pongono all'attenzione del Governo le conseguenze che potranno derivare sul piano produttivo e occupazionale dall'adozione del nuovo piano industriale presentato da Thyssen-Krupp. Vorrei precisare che già lo scorso 17 luglio, come è stato ricordato, Governo, istituzioni e organizzazioni sindacali hanno evidenziato che gli obiettivi di efficienza e di recupero di redditività indicati nel piano si possono anche considerare condivisibili, ma rischiano di essere vanificati se non sono accompagnati Pag. 67anche da interventi concreti e visibili che diano una prospettiva di lungo periodo a questo stabilimento.
  Peraltro, la questione è ben nota ai nostri uffici, in particolare per quanto attiene alle forti preoccupazioni che il piano industriale ha suscitato nei lavoratori e che sono sfociate, lo scorso 31 luglio, nel blocco dell'autostrada A1. Proprio a seguito di questa iniziativa di protesta, al fine di operare un esame della situazione per ricercare possibili soluzioni, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, lo stesso 31 luglio, si è attivato per convocare le organizzazioni sindacali, che tuttavia hanno manifestato la loro indisponibilità all'incontro.
  Lo scorso 1o agosto, la competente direzione generale del Ministero ha ricevuto dalla società una comunicazione avente ad oggetto l'avvio della procedura di mobilità nei confronti di 473 lavoratori dello stabilimento di Terni e la sua contestuale sospensione fino al prossimo 4 settembre. In questa data (4 settembre), infatti, si svolgerà un incontro tra tutte le parti coinvolte presso il Ministero dello sviluppo economico e con la partecipazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per avviare un confronto sugli interventi necessari per riportare lo stabilimento ternano ai livelli di competitività che, favorendo il recupero delle quote di mercato, potranno consentire di ridurre gli effetti negativi del piano produttivo e occupazionale conseguenti al piano presentato dalla società.
  Il Governo, quindi, ritiene che si debba arrivare a questo incontro, superando le rigidità che rischiano di vanificare il confronto, e si debba spingere l'impresa ad assumere le proprie responsabilità e ad assumere impegni che continuino a creare ricchezza e lavoro nel territorio su cui opera. Quindi, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali parteciperà all'incontro del 4 settembre per chiedere all'impresa questo tipo di impegno.

  PRESIDENTE. La deputata Tiziana Ciprini ha facoltà di replicare, per due minuti.

  TIZIANA CIPRINI. Ministro, è chiaro che i numeri prospettati sono quelli di un'emergenza sociale e di una recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale, con effetti sull'indotto. Un ulteriore ridimensionamento del sito impedirebbe alle acciaierie di Terni di essere il quarto grande competitor a livello europeo nella produzione di acciai speciali.
  Le acciaierie di Terni sono universalmente accreditate come un'eccellenza in Europa, dalla capacità produttiva alla qualità dei prodotti, grazie soprattutto all'integrazione dei comparti produttivi. Il danno causato da un taglio simile va nella direzione completamente opposta rispetto a quella indicata dalla Commissione europea antitrust, che, invece, ne raccomandava la conservazione della competitività.
  Il sito medesimo è stato fatto oggetto nel corso degli anni di passaggi societari frequenti e apparentemente privi di logica industriale. Il Governo, forte anche della Presidenza del semestre europeo, deve porre in essere tutte le necessarie azioni precauzionali, in caso di decisioni unilaterali dell'azienda che possono comprometterne la potenzialità produttiva, e deve intervenire presso le autorità tedesche affinché il gruppo Thyssen eviti di depotenziare il sito ternano a beneficio di quelli tedeschi o extraeuropei.
  Nel precedente question time il Governo ha affermato di considerare le acciaierie di Terni un sito strategico per il Paese. Chiediamo, allora, che il Governo ufficializzi formalmente questa posizione. Chiediamo che il Governo convochi nuovamente e con urgenza le parti interessate, in particolare l'amministratore delegato Lucia Morselli, le rappresentanze sindacali e delle istituzioni, anche in virtù dei recenti sviluppi e al fine di discutere della ripresa delle attività dell'Ast ad oggi in ferma.
  Ad oggi, inoltre, non risulta depositato il verbale dell'incontro del 17 luglio. Chiediamo che venga verbalizzato al più presto e reso pubblico. L'Italia non può più permettersi un atteggiamento passivo del Governo nei confronti dello strapotere Pag. 68delle multinazionali straniere, con un Ministero dello sviluppo economico che fa il certificatore passivo della deindustrializzazione del territorio italiano e un Ministero del lavoro e delle politiche sociali che fa l'erogatore di ammortizzatori sociali passivi trasformando gli italiani da popolo produttivo a popolo di assistiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative e risorse per un concreto ed efficace piano nazionale di sicurezza idrogeologica, anche in considerazione dei recenti eventi calamitosi che hanno colpito la provincia di Treviso – n. 3-00982)

  PRESIDENTE. L'onorevole Causin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00982, concernente iniziative e risorse per un concreto ed efficace piano nazionale di sicurezza idrogeologica, anche in considerazione dei recenti eventi calamitosi che hanno colpito la provincia di Treviso (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, signor Ministro, nella serata di domenica 3 agosto il torrente Lierza è esondato a Refrontolo, in provincia di Treviso, presso la località Molinetto della Croda, località che lei ha visitato. La violenza delle acque ha travolto la tensostruttura dove si stava svolgendo la tradizionale «Festa degli omeni». Quattro persone hanno perso la vita e altre otto sono rimaste ferite, di cui due in modo grave. L'accertamento delle responsabilità spetta certamente alla magistratura, ma è fuori da ogni dubbio che in questi anni in Veneto e in Italia non si è fatto abbastanza per prevenire il rischio idrogeologico. Per tale ragione, sono a chiederle se, alla luce di questa ennesimo avvenimento, il Governo abbia intenzione di predisporre un piano nazionale di prevenzione e di sicurezza.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, l'onorevole Causin, come altri che seguiranno, richiama i recentissimi eventi alluvionali che hanno provocato il decesso di quattro persone e numerosi feriti e danni nella provincia di Treviso, in particolare, come ricordava l'interrogante, nel comune di Refrontolo.
  Intanto, permettetemi prima di tutto di esprimere la vicinanza del Governo, mia personale e penso di tutto il Parlamento ai familiari delle vittime e i migliori auguri ai feriti in questa triste vicenda.
  Abbiamo acquisito notizie dal Dipartimento di protezione civile e anche dalla sala «situazione Italia», che ha intrattenuto contatti costanti con il centro funzionale centrale e le sale operative regionali interessate dall'avviso meteo emesso proprio nel pomeriggio di sabato 2 agosto per le successive 24-30 ore. Il contatto con la prefettura di Treviso e la sala operativa della Protezione civile regionale è stato mantenuto costantemente al fine di monitorare l'evoluzione della situazione. Il bilancio definitivo delle conseguenze dell'evento, stilato nelle prime luci dell'alba, come ricordavo, purtroppo registrava quattro decessi e cinque feriti, di cui due in codice rosso, trasportati immediatamente nei vicini ospedali della zona e anche, fra l'altro, numerosi contusi.
  Sul posto hanno operato con grandissima professionalità e dedizione unità appartenenti all'Arma dei carabinieri, squadre del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, del servizio 118 e unità appartenenti alle organizzazioni di volontariato della Protezione civile impegnate nell'attività di ricerca e soccorso. A tutti questi vanno i nostri migliori ringraziamenti. Sono stati registrati allagamenti, colate di acqua e di fango e caduta alberi determinatisi a seguito delle piogge intense e in gran parte nella provincia trevigiana. Ma, di contro, dai contatti intercorsi con la sala operativa non sono pervenute particolari segnalazioni di rilevanti criticità interessanti la viabilità e l'erogazione dei servizi essenziali.Pag. 69
  A seguito dell'istruttoria avviata dal Dipartimento di protezione civile, con delibera del Consiglio dei ministri, sono stati stanziati complessivamente, per tutte le emergenze che si sono verificate in questi mesi e che hanno interessato undici regioni, 223 milioni 968 mila euro, destinati al finanziamento dei primi interventi urgenti. Al riguardo, va rilevato che nell'importo citato sono ricomprese ulteriori risorse individuate nei bilanci regionali o nei capitolati di spesa di altre amministrazioni, individuate appositamente nelle ordinanze di protezione civile.
  Con riferimento, invece, agli interventi di messa in sicurezza preventiva del territorio per rimuovere i casi di rischio idrogeologico, le azioni messe in campo dal Governo in questi primi mesi di attività sono state diverse. È nata una struttura operativa di missione a Palazzo Chigi per coordinare l'attività dei Ministeri e gestire al meglio le risorse economiche disponibili e ancora non spese. Parliamo di circa 2,4 miliardi di euro.
  Nel decreto legge n. 91 del 2014, che è in corso di approvazione, è stato affrontato il tema degli strumenti operativi di mitigazione del rischio idrogeologico, intervenendo sulla semplificazione delle procedure...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, Ministro.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.. ..e confermando le risorse sin d'ora stanziate nella delibera CIPE e dalle regioni.

  PRESIDENTE. L'onorevole Causin ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ANDREA CAUSIN. Presidente, signor Ministro, la ringrazio per aver ribadito l'impegno del Governo, che si configura appunto in un investimento di 2,4 miliardi di euro. Io credo che non sia più accettabile che amministratori locali o presidenti di regione gridino alla tragica fatalità o si imputi la colpa alla bomba d'acqua o semplicemente perché è piovuto molto. Refrontolo il 2 agosto; l'8 luglio, a Milano, il quartiere Niguarda è finito sott'acqua; il 3 maggio di quest'anno, a Senigallia, sono morte tre persone; a gennaio è finita sott'acqua la zona di Pisa, Ponsacco; il 19 gennaio, a Modena, è morta una persona. Nel 2013, in Sardegna sono morte 16 persone, il 18 novembre; il 12 novembre, sempre a Grosseto, sono morte sei persone; sempre a novembre, del 2012, a Massa è morta una persona; a Messina ne sono morte tre, sempre nel novembre del 2012, e così via. Il 25 ottobre 2011, a La Spezia, sono morte 12 persone; il 3 marzo 2011, cinque persone nella zona delle Marche; il 1o novembre, per ritornare in Veneto, sono morte tre persone nella zona tra Padova e Vicenza.
  Ecco, io credo che questa sia una brevissima carrellata di un Paese che vive un gravissimo rischio idrogeologico, e che non ci si possa più permettere di rimandare ad interventi successivi oppure a quella sensibilità, a quei riflettori che si accendono quando accadono le tragedie e che si spengono quando l'onda emotiva è finita. Credo che da questo punto di vista vada ribadito un impegno da parte del Governo e anche del Parlamento di predisporre gli strumenti finanziari e legislativi per dare risposta a un rischio molto grave che corre il nostro Paese.

(Iniziative per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del dissesto idrogeologico, anche a seguito dei recenti eventi calamitosi che hanno colpito la provincia di Treviso – n. 3-00983)

  PRESIDENTE. L'onorevole Zan ha facoltà di illustrare l'interrogazione Formisano n. 3-00983, concernente iniziative per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del dissesto idrogeologico, anche a seguito dei recenti eventi calamitosi che hanno colpito la provincia di Treviso (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

Pag. 70

  ALESSANDRO ZAN. Presidente, Ministro Galletti, anch'io intervengo sullo stesso tema, ovvero sul nubifragio che ha causato numerose frane e smottamenti ed esondazioni, in particolare nella località di Molinetto della Croda, che ha visto quattro morti e otto feriti. Si è trattato, Ministro, di un piccolo Vajont accaduto in zona, purtroppo notoriamente a forte rischio idrogeologico.
  Non è certo solo il territorio del Veneto ad essere esposto al rischio idrogeologico; si può infatti dire che sia l'Italia intera, da nord a sud, a mostrare una sempre maggiore fragilità. E lo sfruttamento intensivo del territorio – lo ripetiamo da sempre –, la fitta urbanizzazione, il disboscamento selvaggio e la volontà di profitto ad ogni costo sono ormai dei veri e propri crimini, che richiedono non solo interventi legislativi ma anche una vera e nuova educazione al rispetto del territorio.
  Dunque, anch'io chiedo quali iniziative il Ministro intenda intraprendere, sia per predisporre un piano nazionale – come già lei ha risposto – ma anche affinché vi sia un vero coordinamento tra i Ministeri, perché non è più possibile aspettare. Bisogna mettere in sicurezza il territorio con degli interventi veri, e non solo con delle chiacchiere, che ovviamente lei non sta facendo qui, ma che non possiamo più ripetere, perché nel frattempo continuano ad esserci i morti, e sui morti non si può più scherzare.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, devo fare un'onesta e una corretta analisi dello stato del Paese con riguardo alla fragilità a cui il Paese stesso è esposto sul fronte del rischio idrogeologico.
  Sembrerebbe che in questi anni il modello di sviluppo seguito abbia avuto come immediata conseguenza un immediato sviluppo delle criticità ambientali. Fra queste, assumono un ruolo di primo piano i sempre più gravi fenomeni del dissesto idrogeologico. Oltre alle responsabilità derivanti dagli effetti dei mutamenti climatici – e da qui la necessità di dotarsi di un piano nazionale di adattamento, come ci chiede la Commissione europea –, gli effetti disastrosi di frane e alluvioni sono spesso il risultato di una mancata manutenzione del suolo, ma ancora di più costituiscono la conseguenza di uno scorretto uso del territorio, a cui non sono state date adeguate risposte nel corso degli anni, anche per la carenza di risorse finanziarie.
  Per cercare di arginare tale evento, il mio Dicastero, in collaborazione con il Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali, ha emanato le linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure ed interventi in campo agricolo e forestale. Le lascio allegato nella risposta tutti i dati su quello che è stato fatto in questi anni sul dissesto idrogeologico come intervento, e mi concentro sull'ultima parte della sua domanda, perché ritengo che sia prioritario.
  Cioè, per combattere il rischio idrogeologico, noi abbiamo bisogno di un cambiamento culturale. Noi dobbiamo partire dal presupposto che viviamo in un Paese che è particolarmente esposto al dissesto idrogeologico; è un Paese che io definisco malato sotto questo aspetto e, quindi, lo dobbiamo trattare con più cura di quello che possono fare altri Paesi. Ma che sia chiaro: lo sforzo non può essere da parte solo del Governo, deve essere un cambiamento di cultura collettivo, che passa attraverso gli enti locali, che debbono destinare più risorse alla manutenzione del territorio. Io capisco che esiste il Patto di stabilità, so i limiti del Patto di stabilità e i problemi che hanno i comuni, soprattutto quelli piccoli, ma si tratta di fare delle scelte. Si può rimanere nel Patto di stabilità anche destinando una parte di risorse alla cura del territorio, perché – ripeto – noi oggi abbiamo estremamente bisogno di fare degli interventi di prevenzione.Pag. 71
  E questo è l'altro tema: dobbiamo agire di più sulla prevenzione e meno sull'emergenza. Agire in prevenzione vuol dire spendere otto volte meno che agire in emergenza. Ultima cosa: bisogna che lo sforzo collettivo passi anche attraverso le persone, non si può, basta, ci deve essere una responsabilità diversa della gente. Bisogna smettere di chiedere di costruire abusivamente in zone dove non si può costruire. Bisogna mantenere il proprio giardino con maggiore responsabilità di quello che si è fatto fino ad oggi. Io credo che, se si svilupperà questa cultura, il Paese sotto questo aspetto migliorerà.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zan ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, signor Ministro, grazie per le sue parole. Infatti, si continua a parlare di bombe d'acqua come se fosse in corso una guerra contro il nostro territorio. Molti geologi sottolineano che ben sei milioni di persone vivono in Italia in una situazione di rischio idrogeologico, con molti edifici, come scuole e ospedali, esposti a rischio. Tutto questo, ovviamente, a causa della continua impermeabilizzazione del terreno, che impedisce la naturale capacità di ritenzione idrica. Lo abbiamo detto più volte.
  Inoltre, questa estate del 2014, così strana dal punto di vista meteorologico, ha anticipato, con la tragedia di Refrontolo, un dramma che di solito viviamo in autunno. Si piangono i morti e si prova a ricostruire. È sempre la stessa cosa, aspettando la prossima tragedia, aspettando la prossima bomba d'acqua. Non a caso, dall'ottobre 2013 all'aprile 2014, le regioni italiane hanno chiesto ben venti stati di emergenza per frane o alluvioni, con fabbisogni per un totale di 3,7 milioni di euro.
  Qui, in questo Paese – le ricordo –, il Governo precedente stava cercando di costruire il ponte sullo stretto di Messina. Non solo non si è costruito, fortunatamente, quel ponte, ma quel ponte ha prodotto, in termini di oneri finanziari e di multe per la cancellazione del contratto, un miliardo buttato al vento, che poteva essere utilizzato invece per forme di cura del nostro territorio. Allora, quello che dico è che non possiamo più, ogni volta che piove, anziché aprire l'ombrello, chiamare la Protezione civile. Se non si cambia registro, anche culturalmente, non si potranno che piangere nuove vittime, accusando sempre le bombe d'acqua.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALESSANDRO ZAN. In realtà, come diceva lei, Ministro, non sono solo le bombe d'acqua, ma siamo noi che continuiamo a bombardare questo nostro territorio con le nostre scelte insensate e i nostri comportamenti sempre più miopi, sia dal livello nazionale che dal livello locale. Ed è per questo che tutti assieme dobbiamo fare la nostra parte. Però non bisogna più aspettare, perché tra qualche tempo ci ritroveremo ancora a fare un question time alla Camera per piangere nuove vittime. Questo non è più accettabile.

(Interventi urgenti per un programma organico volto al contrasto del dissesto idrogeologico e alla messa in sicurezza del territorio, anche in considerazione degli eventi calamitosi che hanno colpito alcune aree del Veneto – n. 3-00984)

  PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00984, concernente interventi urgenti per un programma organico volto al contrasto del dissesto idrogeologico e alla messa in sicurezza del territorio, anche in considerazione degli eventi calamitosi che hanno colpito alcune aree del Veneto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, è la terza interrogazione: Refrontolo, un nuovo disastro annunciato, altre vittime, l'ennesima calamità figlia della mancata cura del territorio e della dissennata gestione del suolo che caratterizza il nostro Paese, signor Ministro.Pag. 72
  Nel question time noi riportiamo la risposta che ha dato, giusto venti giorni fa, un altro membro di questo Governo ad una nostra interrogazione relativa alle iniziative per contrastare il dissesto idrogeologico. È la confessione manifesta dell'inadeguatezza ad avviare un serio programma di messa in sicurezza del territorio, assieme al riconoscimento dell'incapacità di spendere le risorse per la difesa del suolo, risorse del tutto inadeguate e continuamente taglieggiate in questi anni.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  SERENA PELLEGRINO. Signor Ministro, quali sono le misure immediate per mettere in sicurezza le colline, per la manutenzione dei torrenti, per un'adeguata compatibilità idrogeologica, per evitare disboscamenti, sbancamenti e cementificazione selvaggia del territorio, ma per attivare un monitoraggio continuo sulle emergenze ambientali e sulle aree critiche del Veneto, il cui paesaggio è stato devastato in questi anni da uno sviluppo economico e urbanistico indiscriminato ?

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, come è ormai noto, il territorio italiano – l'ho ricordato anche prima – è morfologicamente fragile: siamo il Paese a più alto rischio in Europa, con il 5,7 di per cento di territorio nazionale considerato a livelli di rischio elevato e molto elevato. Appare, quindi, sempre più urgente e necessario garantire le manutenzioni dovute ad un corretto uso del suolo attraverso una stretta cooperazione fra Stato, regioni ed enti territoriali in funzione di una maggiore organicità della pianificazione territoriale.
  Ciò va fatto anche mediante iniziative di adeguamento e raccordo normativo, puntando sulla trasformazione e riqualificazione del tessuto urbano esistente e non sulla realizzazione di nuove edificazioni, anche coniugando strumenti normativi che uniscano vincoli ed incentivi. C’è un provvedimento ora all'attenzione del Parlamento proprio su questo tema, che io mi auguro venga licenziato in fretta, perché è un tassello importante per il problema che stiamo trattando.
  Il fabbisogno finanziario è elevato: per le problematiche del dissesto, la legge di stabilità 2014 prevede che quota parte delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione sia destinata, tra l'altro, al finanziamento degli interventi di messa in sicurezza del territorio, secondo la chiave del riparto 80 per cento nelle aree del Mezzogiorno e 20 per cento nelle aree nel centro-nord. Questa sarà una fonte di finanziamento importante per gli interventi che dovremo fare.
  Alcuni passi in questi mesi li abbiamo fatti: li ho ricordati prima, ma voglio ricordarli con maggior precisione ancora oggi. Abbiamo fatto un'unità di missione a Palazzo Chigi, che è già al lavoro insieme al mio Ministero e agli altri competenti, per evitare che gli errori del passato, che hanno causato la non spesa delle molte risorse in questo settore, possano riaccadere. Oggi, noi abbiamo due problemi: avere più risorse e spendere meglio e più velocemente anche le risorse che abbiamo. L'indicazione di questa cabina di regia vuole dire che questa è una priorità e il coordinamento fra tutti i Ministeri dovrebbe rendere più fluida la spesa di questi soldi.
  In tema di semplificazione e di efficientamento delle azioni operative, è importante sottolineare quello che abbiamo fatto con il decreto-legge n. 91, che avete esaminato proprio questa mattina: l'eliminazione delle strutture commissariali istituite secondo logiche emergenziali, ormai, non è più visto come un modello efficiente.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Con Pag. 73il subentro dei presidenti di regione nelle loro funzioni e titolarità delle relative contabilità speciali, credo che si possa dare un aiuto concreto per spendere meglio questi soldi. A breve, potremo verificare la bontà delle scelte che abbiamo adottato.

  PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrino ha facoltà di replicare, per due minuti.

  SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, io ho il terrore veramente che siano sempre i soliti proclami, anche perché alle porte abbiamo un nuovo decreto-legge, che si chiama «sblocca Italia», e la nuova legge sull'urbanistica annunciata dal Ministro Lupi, che sono tagli alla tutela e alla manutenzione del suolo, permessi edilizi più facili e grandi opere accelerate, allocazione delle risorse per interventi sbagliati e opere pubbliche – mi permetta di dire – sempre più discutibili.
  E, anziché analizzare la fragilità del territorio e concepire piani di insieme realmente operativi e praticabili, siamo alle prese con la solita strategia del falso sviluppo, ambientalmente insostenibile. Altro che riduzione del consumo di suolo, manutenzione del territorio, adattamento e mitigazione per quanto riguarda i mutamenti climatici, che vengono utilizzati ad arte ogni volta che è necessario accedere ai finanziamenti !
  Per quanto riguarda il Veneto, che, purtroppo, insieme alla Lombardia, è al primo posto per uno scriteriato abuso di suolo, speriamo venga definitivamente scongiurata la metodica occupazione dei terreni agricoli, con capannoni oggi irrimediabilmente sempre più vuoti. E vogliamo, soprattutto, denunciare in questa sede che, attualmente, si stanno evidenziando anche delle tensioni sociali forti tra categorie che, invece, devono essere sostenute e tutelate: parlo degli agricoltori e degli ambientalisti.
  Noi auspichiamo che le colline del prosecco vengano iscritte nella lista del patrimonio mondiale UNESCO, ma pretendiamo una tutela e una gestione rispettosa di quel bene universale, e non un mero sfruttamento economico, che, come denunciava il poeta Andrea Zanzotto, è oggi sotto gli occhi di tutti, ha devastato il paesaggio e ha reso terribilmente fragile quel territorio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

(Misure per la messa in sicurezza dell'area in dissesto idrogeologico nel comune di Pisticci (Matera) – n. 3-00985)

  PRESIDENTE. L'onorevole Latronico ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00985, concernente misure per la messa in sicurezza dell'area in dissesto idrogeologico nel comune di Pisticci (Matera) (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, intervengo per segnalare un evento che si è verificato fra sabato 2 e domenica 3 agosto nel comune di Pisticci, in provincia di Matera. Vi è stato uno smottamento importante nel centro storico della città. Pisticci è storicamente a rischio di dissesto idrogeologico: vi è una fascia interessata, in cui è collocata la chiesa di San Rocco, chiusa da due anni, che attende di essere consolidata. Questa è una città che potrebbe rappresentare il simbolo del dissesto storico del Mezzogiorno, se si pensa che già il 9 febbraio 1688 fu interessata da un grave evento, la notte di Sant'Apollonia, con una distruzione gravissima. Chiedo al Governo di conoscere i provvedimenti del caso.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, gli onorevoli Latronico e Palese chiedono approfondimenti sulla situazione del comune di Pisticci. Più volte, nel corso del tempo, gli eventi franosi hanno modificato la toponomastica e la storia di questo comune. Le principali Pag. 74cause risultano dovute alla natura argillosa del terreno, che predispone la collina su cui sorge l'abitato ad eventi di questo genere.
  In particolare, onorevoli, un piccolo torrente di acqua salmastra, al quale è imputata la destabilizzazione del terreno, scorre proprio sotto i rioni del centro abitato, più interessato dai movimenti franosi. Poi, negli ultimi decenni, il disboscamento della collina circostante ha peggiorato la grave situazione. Il recentissimo episodio franoso richiamato nell'interrogazione cui si risponde, pur interessando una parte limitata del rione «Marco Scerra», che ha comportato il solo sgombero di alcuni edifici, la maggior parte dei quali adibiti a deposito, non deve essere sottovalutato.
  Del resto, la criticità della situazione risulta essere a conoscenza delle competenti istituzioni pubbliche, tanto che, in occasione della riprogrammazione per il 2014 degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, la regione Basilicata ha inserito nell'elenco trasmesso al Ministero la proposta formulata dal comune di Pisticci, che comprende anche l'area interessata dal più recente fenomeno franoso.
  Fra le richieste pervenute risultano due interventi nel comune di Pisticci: una riguarda lavori di ripristino e regimentazione idraulica del canale di scarico a servizio della rete fognaria, per un importo di 966 mila euro, e l'altra lavori di ripristino idraulico del Fosso La Guardiola, per un importo di circa un milione di euro.
  Già nell'accordo di programma del 2010, concluso fra il Ministero e la regione Basilicata, era previsto un intervento nel comune di Pisticci, nel bacino del fiume Basento, che risulta in esecuzione, per un importo di 500 mila euro, mentre nel successivo atto integrativo del 2011 è stato inserito un intervento nello stesso comune per il consolidamento e la regimazione idraulica del versante Fosso La Salsa e Fosso Concezione, per un importo di 150 mila euro, la cui progettazione risulta già avviata.
  Lo stesso comune aveva usufruito di un precedente finanziamento, accordato con decreto ministeriale nel 2008, per la sistemazione e bonifica relative ad interventi vari nel centro abitato di Corso Margherita, per un importo di 250 mila euro, che risulta già ultimato.

  PRESIDENTE. L'onorevole Latronico ha facoltà di replicare, per due minuti.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, naturalmente ringrazio il Ministro per l'impegno che ha ribadito in questa circostanza e colgo l'occasione per dire che si tratta di portare avanti un lavoro difficile, ma decisivo, non solo per la messa in sicurezza della vita di tante persone che vengono, purtroppo, coinvolte da questi eventi, ma per un assetto del territorio, che esige di essere guardato in maniera organica.
  Noi ci auguriamo che, come lei ha detto poco fa, si possa passare in maniera strutturale dall'emergenza alla prevenzione e che gli eventi si possano anche prevedere; nel senso che non vi è dubbio che una cura del territorio in maniera sistematica può determinare un allentamento dell'impatto, molte volte tragico. A questo riguardo, voglio anche sottolineare che la questione che abbiamo osservato in questi anni è che le risorse stanziate non sempre, anche attraverso l'opera dei commissari, si sono potute poi impiegare, per effetto delle limitazioni dei cosiddetti patti di stabilità. Su questo argomento andrebbe aperta una riflessione molto seria, perché sia a livello centrale ma anche a livello regionale, se l'assetto del suolo rappresenta una priorità, anche nella programmazione finanziaria occorre che questa priorità emerga e, quindi, a tutti livelli occorre che ci siano le risorse necessarie per realizzare interventi con una tempistica adeguata all'allarme.
  Per questo, la ringrazio per quello che ha fatto e per la cura che, sono certo, continuerà ad assicurare.

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(Chiarimenti in merito ai progetti per la riperimetrazione in riduzione del sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino (Pescara) e per la realizzazione di una nuova discarica nel medesimo sito – n. 3-00986)

  PRESIDENTE. L'onorevole Bratti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Castricone n. 3-00986, concernente chiarimenti in merito ai progetti per la riperimetrazione in riduzione del sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino (Pescara) e per la realizzazione di una nuova discarica nel medesimo sito (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, signor Ministro, il sito di Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara, viene tristemente definito come la più grande discarica di rifiuti chimici di tutta Europa, con due milioni di metri cubi di terreno contaminato e le acque di falda che ormai risultano compromesse e non più utilizzabili a fini potabili e alimentari. Per la bonifica di questo sito di rilievo nazionale sono stati stimati almeno 500 milioni di euro, ma sinora ne sono stati stanziati solo 50 milioni nel quadro di un processo parallelo di reindustrializzazione. D'altra parte, vi è anche la mancata intenzione delle aziende che hanno provocato questo scempio ambientale di procedere direttamente alla bonifica e alla riqualificazione. Ad oggi, queste operazioni di bonifica, secondo i dati del Ministero, sono ancora molto in ritardo.
  Visto che recenti notizie riferiscono che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare stia vagliando un progetto per realizzare un'ulteriore discarica legale nel sito di interesse nazionale in cui riversare i rifiuti tossici delle due discariche presenti, oltre a una riperimetrazione del sito, vorremmo sapere da lei, signor Ministro, se questa operazione ha un fondamento e soprattutto se lei considera queste azioni risolutive riguardo alla bonifica del sito di Bussi.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente, e della tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, allo stato attuale non sussiste alcun progetto per la riperimetrazione del sito di Bussi, né è stata presentata alcuna proposta in merito da parte della regione e degli enti locali che, ai sensi della vigente disciplina, sono titolari del relativo potere di iniziativa. Si conferma, inoltre, la posizione del Ministero espressa nel provvedimento di diffida alla società, adottato il 9 settembre 2013, volto a rimuovere tutti i rifiuti depositati in modo incontrollato nelle discariche realizzate in località Tremonti e nelle aree a monte dello stabilimento industriale, ripristinare integralmente lo stato dei luoghi mediante la rimozione delle discariche ed eventuali altre fonti di contaminazione ancora attive, procedere alla bonifica delle matrici ambientali che all'esito della completa rimozione dei rifiuti dovessero risultare contaminate.
  Quindi, per rispondere alla domanda dell'onorevole Bratti e degli altri deputati che hanno presentato questa interrogazione, posso dire che nessuna variazione nella posizione del Ministero è sorta negli ultimi mesi e che nessuna domanda di riperimetrazione è stata proposta né è in corso di esame.
  Poi, come è noto, il provvedimento di diffida del Ministero è stato impugnato davanti al TAR che, con sentenza n. 214 del 2014, ha dichiarato il ricorso proposto dalla Edison Spa in parte inammissibile e comunque infondato nel merito. Edison ha proposto l'appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR.
  In attesa della definitiva sentenza del Consiglio di Stato, Solvay, subentrata intanto nella gestione dell'area, è stata invitata ad adottare le necessarie misure di prevenzione e messa in sicurezza d'emergenza, al fine di non determinare soluzione di continuità alle esigenze di tutela della salute dell'ambiente dai rischi derivanti Pag. 76dai rifiuti depositati in modo incontrollato nella discarica 2A e nelle aree circostanti, intervenendo sia per la citata discarica sia per i rifiuti depositati nell'altra discarica, la 2B, a nord dello stabilimento.
  Inoltre, al fine di dare impulso immediato al risanamento dello stato dei luoghi nell'intera area a nord dello stabilimento e avviare concretamente la possibilità di reindustrializzazione di detta area, con l'insediamento di nuove attività produttive, è stato chiesto a Solvay di predisporre anche un progetto di riparazione dell'area. In particolare, è stato chiesto a Solvay di rimuovere integralmente, da una parte delle aree a nord dello stabilimento, i rifiuti depositati in modo incontrollato.
  Ovviamente, tutte queste attività sono svolte come misura preliminare e in sostituzione di Edison, che in caso di esito sfavorevole del giudizio pendente innanzi al Consiglio di Stato sarà tenuta a completare l'integrale ripristino dello stato dei luoghi e a restituire le somme impiegate dal commissario per le aree a nord dello stabilimento e a rimuovere integralmente la discarica Tremonti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Castricone ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ANTONIO CASTRICONE. Signor Presidente, grazie, signor Ministro, non siamo soddisfatti della risposta, soprattutto rispetto alla possibilità di insediare e di realizzare una nuova discarica dove conferire i materiali pericolosi già insistenti sul sito, in quanto da parte sua non abbiamo sentito parole di chiarezza. Sono parole che rimandano agli esiti del processo e agli esiti anche dell'appello riguardo alla sentenza del TAR.
  Noi ci auguriamo che sia la Edison a riparare questo danno. Ma nella precedente legislatura sono stati stanziati 50 milioni di euro e, rispetto all'utilizzo di questi 50 milioni di euro, noi riteniamo che ci sia non solo l'urgenza ma la necessità assoluta, anche ai fini della reindustrializzazione, che ovviamente e giustamente lei citava, di utilizzarli per bonificare, in maniera integrale e definitiva, le aree, così come è possibile.
  Rispetto alla riperimetrazione del SIN, risulta, per richiesta dell'amministrazione comunale di Bussi, della precedente amministrazione, che presso il Ministero da diverso tempo giace una richiesta formale per la riperimetrazione. Quindi, mi auguro che in questo tempo si possa anche discutere questo, perché rientrerebbe anche questo aspetto nella possibilità di liberare aree ai fini delle reindustrializzazioni. Quindi, avremmo la possibilità, con una reale e definitiva bonifica, che è quello che noi ci auguriamo, di avere aree bonificate più le aree liberate dalla riperimetrazione del SIN.

(Intendimenti in ordine alle strategie per la mitigazione del rischio idrogeologico e la manutenzione del suolo – n. 3-00987)

  PRESIDENTE. L'onorevole Dorina Bianchi ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-00987, concernente intendimenti in ordine alle strategie per la mitigazione del rischio idrogeologico e la manutenzione del suolo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, signor Ministro, mi dispiace dirlo, ma in Italia è tutto uguale e affermarlo su un fatto negativo, come lo sfruttamento del suolo e il dissesto idrogeologico, sicuramente non ci mette tranquilli. Da sud a nord sono presenti delle tragedie. Noi, ieri, abbiamo commemorato in quest'Aula l'ultima tragedia avvenuta nel Trevigiano; ma un anno fa abbiamo commemorato i 16 morti della Sardegna e nel 1996 abbiamo commemorato i sei morti dell'inondazione del torrente Esaro in Calabria.
  Siamo consapevoli che eventi eccezionali, che incidono su posti con grandi fragilità, possono comportare queste tragedie, ma lei ha annunciato un piano nazionale contro il dissesto idrogeologico. Noi le chiediamo: a che punto è questo piano nazionale ?

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  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il quesito dell'onorevole Bianchi mi dà la possibilità di spiegare brevemente quanto è stato fatto con il decreto-legge n. 91 del 2014 sulla competitività e quali ne siano gli obiettivi.
  La più grande questione con cui siamo chiamati a confrontarci quando parliamo di lotta al dissesto idrogeologico è garantire l'operatività degli strumenti idonei a prevenire quei disastri che travolgono territori e soprattutto vite umane. È per questa ragione che le prime norme promosse con decretazione d'urgenza dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare hanno avuto come priorità proprio questo tema, che il Governo ha sempre inteso come una delle più stringenti priorità nazionali.
  Il primo intervento legislativo, che segue in ordine di tempo la nascita di una struttura di missione a Palazzo Chigi, va proprio in questa direzione. È stata inserita, come ricordavo prima, nel decreto n. 91, che è stato oggetto di discussione questa mattina alla Camera. Ci sono altre norme, tra cui l'eliminazione delle strutture commissariali che, come ho avuto modo di spiegare in precedenza, sono state istituite secondo logiche emergenziali ormai non più efficienti come modello, consentendo ai presidenti delle regioni di subentrare, nei territori di rispettiva competenza, nelle funzioni dei commissari straordinari delegati e nella titolarità delle relative contabilità speciali, nel rispetto quindi degli accordi di programma sottoscritti tra le regioni interessate e il Ministero.
  A questa norma, che porta peraltro un risparmio di un milione e 800 mila euro per le casse dello Stato da destinare all'esecuzione di interventi operativi, abbiamo accompagnato un'importante semplificazione delle procedure. È previsto, infatti, che l'autorizzazione dei progetti rilasciati dal governatore della regione sostituisca tutti i visti, i pareri, le autorizzazioni, i nulla osta ed ogni altro provvedimento necessario all'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza del territorio. È urgente cioè spendere anche immediatamente le risorse che ci sono, oltre che finanziare meglio il piano sul dissesto idrogeologico.
  Voglio, inoltre, aggiungere che l'impegno del Governo su questo tema è appena iniziato. Abbiamo fatto una cabina di regia e ci muoviamo con decisione per spendere tutte le risorse disponibili nel più breve tempo possibile e anche per avviare quel piano a cui faceva riferimento prima l'onorevole interrogante.
  Io credo che noi dobbiamo agire sempre di più sulla prevenzione e meno sull'emergenza. Agire sulla prevenzione vuole dire, oggi, dotarci di un piano anche decennale sul dissesto idrogeologico e finanziarlo adeguatamente. Come ricordavo prima, oggi possiamo impegnare le risorse di coesione 2014-2020. La priorità del Governo è destinare parte di quelle risorse proprio al finanziamento del piano nazionale sul dissesto idrogeologico.

  PRESIDENTE. L'onorevole Dorina Bianchi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, Ministro, ho apprezzato molto le sue parole e siamo consapevoli che lei ha iniziato ora il suo lavoro e abbiamo apprezzato molto la sua presenza ieri nel Trevigiano.
  Siamo convinti che non possiamo fermare la natura né opporci a tragiche fatalità, ma possiamo e dobbiamo fare di tutto perché noi, o meglio l'uomo, non sia corresponsabile di tragedie come questa. Abbiamo la necessità, come lei diceva, di svoltare e di avere un diverso atteggiamento anche culturale e di non dovere gestire soltanto le emergenze, ma soprattutto pianificare e, quindi, investire su quelli che sono i nostri territori.Pag. 78
  Quindi, noi la ringraziamo per l'impegno e la disponibilità e speriamo, in relazione a questo suo impegno, di non dovere più commemorare nessuna vittima in quest'Aula.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sull'ordine dei lavori (ore 16).

  ELIO VITO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo per riprendere quanto detto poco fa, prima della sospensione dei lavori, cioè per confermare la richiesta di inserire all'ordine del giorno della seduta di domani le mozioni, già calendarizzate per questa settimana, su Chico Forti.
  Si è già svolta la discussione sulle linee generali, come sa (lei è firmatario di una delle mozioni). Credo sia necessario che, oltre ai provvedimenti d'urgenza, la Camera voti anche queste mozioni. Infatti, quando ci sono delle questioni che riguardano direttamente i diritti individuali delle persone, la libertà delle persone, e si creano anche delle aspettative all'esterno, annunciando, in base alla programmazione del nostri lavori, le deliberazioni conseguenti, credo che sia doveroso, per quanto ci riguarda, dare seguito poi a questi impegni.
  Per cui, le confermo la richiesta di inserire nella seduta di domani, a conclusione dei nostri lavori o comunque prima della conclusione, la deliberazione, il voto e, mi auguro, l'approvazione unanime della Camera, o comunque con il maggior consenso possibile, delle mozioni sulla vicenda di Chico Forti.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, intervengo per associarmi alle parole del presidente Vito, in quanto crediamo anche noi che la questione Forti sia di primaria importanza; infatti, credo che quest'anno il MoVimento 5 Stelle lo abbia dimostrato, tra l'altro siamo stati anche ricevuti dal Ministro Bonino all'epoca e penso che in questa legislatura sia stata sollevata proprio dal MoVimento 5 Stelle, quindi sicuramente da questo punto di vista ci sono tutti gli accordi del caso.
  La problematica però riguarda il fatto che, siccome si era in procinto di cercare di creare un documento comune, c’è bisogno, secondo me, di un tempo congruo e ci sono dei provvedimenti d'urgenza, come il decreto-legge sulla pubblica amministrazione, e altre cose, ad esempio rendiconto e assestamento, e doveva venire Padoan per un'informativa. Poi, io ricordo sempre all'Aula che è ancora in pendenza di votazione la possibilità di utilizzo delle intercettazioni per il caso Genovese, che secondo me ha una priorità comunque di un certo livello.
  Noi stiamo cercando di rivedere un caso che sicuramente è importantissimo, però rendiamoci conto che anche arronzarlo, perché questo significherebbe ad un certo punto... Secondo me sarebbe più opportuno, invece, fare una discussione un può più ampia e rimandarlo a settembre. Però ci riserviamo, in seno alla Conferenza dei presidenti di gruppo, di fare un approfondimento, magari per il calendario.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, per confermare quello che lei sa e cioè che da parte del nostro gruppo, perché è stato detto in seno alla Conferenza dei presidenti di gruppo e i colleghi lo sanno, non c’è nessuna obiezione a trattare queste mozioni, anzi, per quanto ci riguarda sono già in calendario, quindi non è necessaria neanche nessuna azione ulteriore.
  Quindi, mi sembra che la sollecitazione abbia quasi una caratteristica politica ma Pag. 79nel merito tutti i gruppi si sono detti d'accordo, come ha osservato il collega Sibilia. Aggiungo che mi sembra vi sia un interesse da parte di tutti gruppi ad addivenire ad un calendario che possa trovare la composizione di tutte le questioni, compreso, lo dico perché è stato citato, per quanto ci riguarda, anche l'utilizzo delle intercettazioni riguardanti l'onorevole Genovese.
  Quindi noi siamo per definire, naturalmente con la regia della Presidenza, un calendario che consenta di concludere tutti i provvedimenti che sono all'ordine del giorno prima della piccola pausa estiva.

  PRESIDENTE. Colleghi, io direi che ho raccolto le vostre sollecitazioni e le trasferirò al Presidente. Immagino, ed è probabile, che vi sarà una Conferenza dei presidenti di gruppo nella giornata di oggi per la definizione dei nostri lavori e quella sarà la sede nella quale, alla luce anche delle considerazioni che sono state fatte, vedremo se sarà possibile esaminare le questioni che peraltro sono già in calendario; quindi non dobbiamo neanche fare nulla di particolare, bisogna semplicemente vedere se nell'organizzazione dei tempi di esame del decreto, che ha la priorità, riusciamo ad inserire anche l'esame e il voto di questi due argomenti.
  Così rimanendo stabilito, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 18 con lo svolgimento, con ripresa televisiva diretta, delle dichiarazioni di voto finale sul decreto-legge in materia di competitività, cui seguirà la votazione finale. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 18.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Balduzzi, Michele Bordo, Brambilla, Carinelli, Dambruoso, Dellai, Di Salvo, Epifani, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fico, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Mannino, Portas, Sani, Scalfarotto, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Velo, Villecco Calipari, Vitelli e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2568-A/R.

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2568-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ricordo che si è convenuto che le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche abbiano luogo con ripresa televisiva diretta.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, la giornata di oggi è scandita da dati preoccupanti dell'ISTAT che certificano il ritorno in piena recessione dell'Italia. In questa fase delicatissima, è noto che il Governo ha scelto di partire dalle riforme istituzionali come via prioritaria per l'avvio delle riforme e in particolare di quelle economiche, ma forse occorre prendere atto che è necessario contestualizzare le azioni con più decisione, e quindi o si accelera sul rilancio dell'economia o tra Pag. 80poco sarà esaurito anche il tempo per le riforme istituzionali, delle quali, si sa, da sole non si mangia.
  La fiducia del 41 per cento degli elettori di fine maggio, o meglio, del 20 per cento degli italiani, che è ben altra cosa rispetto alla fiducia che settimanalmente siamo chiamati ad accordare noi del Centro Democratico al Governo, non è e non era una cambiale in bianco, e su questo non possiamo non intenderci.
  La conversione in legge del decreto in votazione oggi dovrebbe essere inserita tra le misure in materia economica, una legge dal sottotitolo ambizioso e altisonante, decreto competitività, ma non ci nascondiamo, i contenuti sono ben al di sotto delle aspettative suscitate da cotanto titolo. Certo, c’è del buono, e poiché l'ottimo è nemico del bene, il Centro Democratico darà il suo voto favorevole, anche se questo articolato, ribadisco, non aggredisce il drammatico problema di un Paese che batte in ritirata da sei anni.
  Se alziamo la testa, troviamo nella nostra Europa qualche esempio positivo a cui guardiamo con attenzione e rispetto, la Spagna per esempio sta ricominciando a camminare, anzi, a correre, grazie a riforme serie sul costo e la flessibilità del lavoro, agli investimenti infrastrutturali ingenti, supportati da regole certe, trasparenti e da un'efficace azione di semplificazione amministrativa e legislativa. É tempo che cominciamo anche noi ad aggredire questi temi, con molta decisione e determinazione, e con questi i temi della fiscalità, del credito, della piccola e media impresa, della conoscenza, della formazione dei giovani e di quelli meno giovani espulsi da un mondo del lavoro in crisi.
  Mi permetta di chiudere con un ennesimo richiamo, che spero non debba diventare una triste consuetudine, signor Presidente. Nel caso specifico, questo Esecutivo, come altri precedenti, a mio avviso soffre di strabismo. Un esempio: oggi votiamo un intervento a favore degli alluvionati in Liguria. Bene, siamo assolutamente d'accordo, oggi siamo vicini agli amici veneti e alle famiglie che piangono i loro morti, ma per l'ennesima volta devo rimarcare che si rinviano ancora gli aiuti alla Sardegna alluvionata a novembre del 2013, fra poco sarà trascorso un anno da quei giorni terribili che provocarono la morte, ricordo, di ben 16 persone. Lo strabismo non è piacevole, ma essere smemorati, mi creda, signor Presidente, è molto peggio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, la direzione intrapresa con questo decreto-legge sul quale l'Aula è chiamata ad esprimersi è quella giusta. Attraverso la cura e la tutela dell'ambiente si determinano infatti le condizioni essenziali per la promozione del nostro territorio in Italia e in Europa, così come il sostegno a giovani imprenditori agricoli diventa un'importante e incisiva azione di salvaguardia dei livelli occupazionali.
  La promozione di una rete del lavoro agricolo di qualità, la previsione di detrazioni per l'affitto di terreni agricoli, così come la nuova disciplina per la combustione controllata di materiale vegetale non pericoloso, sono tutti aspetti sui quali da sempre abbiamo insistito presentando progetti di legge proprio sull'accesso facilitato al credito per le imprese operanti nel settore agricolo e della pesca e sull'affitto a titolo gratuito dei fondi rustici in stato di abbandono.
  Dichiaro quindi il voto favorevole della componente socialista a questo decreto, che costituisce il volano necessario per la ripresa economica del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signora Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, i deputati della Südtiroler Volkspartei e del PATT hanno votato la Pag. 81fiducia posta dal Governo sul decreto competitività ed esprimeranno un voto favorevole sul provvedimento.
  Vi sono aspetti positivi del decreto che condividiamo e riteniamo prioritari e, tra questi, apprezziamo le misure di semplificazione e di riduzione degli oneri burocratici, così come giudichiamo adeguate le misure a sostegno degli investimenti e le scelte adottate per favorire l'accesso al credito da parte delle imprese.
  In questa prospettiva, giudichiamo negativamente la soppressione dell'emendamento approvato al Senato con cui si era abolito il tetto massimo di mille euro per i pagamenti in contanti per i turisti stranieri. È un errore che il Governo è chiamato a correggere in via definitiva nei tempi più urgenti possibili. Occorre porre i nostri imprenditori nella medesima condizione vigente negli altri Paesi europei e confinanti con l'Italia se si vuole evitare di perdere quote di mercato e turisti.
  Siamo per una politica del turismo in cui vi siano meno vincoli e maggiori detrazioni fiscali per imprese e utenti. Occorrono politiche strutturali straordinarie in termini di servizi e di infrastrutture per un'effettiva concorrenzialità della nostra offerta di servizi, con un'attenzione particolare alle piccole e medie imprese alberghiere e turistiche.
  È necessaria non una visione frammentata del patrimonio naturale, artistico e storico, ma la considerazione del turismo come globale asset strategico del Paese. È importante la norma introdotta per il parco dello Stelvio, così come proposto dall'autonomia che costituisce la base per la governance, giacché coinvolge gli enti territoriali interessati, mantenendo ferma l'unitarietà del parco.
  Abbiamo posto al Presidente del Consiglio l'urgenza di riforme che incidono in modo strutturale per sostenere la crescita economica, le piccole e medie imprese, e costituire una risposta strutturale alla domanda di occupazione.
  Sono questi i problemi veri del Paese e accogliamo l'impegno assunto dal Governo in questa direzione. Come ha detto il Presidente del Consiglio, dipende da noi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lacquaniti. Ne ha facoltà.

  LUIGI LACQUANITI. Signora Presidente, Governo, onorevoli colleghe e colleghi, troppe volte la politica italiana ha scontato una concezione manichea nel rapporto tra ambiente e attività umana. Da un lato, vi sarebbe l'ambiente con le sue bellezze naturali da preservare a qualsiasi costo, da qualsiasi intervento umano; dall'altro, l'attività umana destinata inevitabilmente a deturparlo.
  La realtà è, come sempre, molto più complessa e ci presenta una relazione stretta e continua tra ambiente e uomo, che finisce per accomunarne le sorti. E in questo provvedimento oggi al voto, che si pone l'obiettivo del rilancio della competitività delle imprese italiane, è opportuno disciplinare la materia valutando aspetti della realtà apparentemente tanto distanti.
  Nessuna artificiosa eterogeneità, dunque, soprattutto dopo l'intervento del Governo che ha soppresso talune parti, pure significative, per rendere la materia più omogenea.
  E quanto alle condizioni di necessità ed urgenza – lo dicevamo anche ieri –, riteniamo siano ravvisabili in un provvedimento che si pone come obiettivo la rinnovata e urgente competitività delle imprese italiane in un quadro economico così funesto. Se non è urgenza e necessità questa, ditemi voi qual è.
  Tra le parti soppresse dagli emendamenti del Governo, vi è quella norma che, in un quadro economico drammatico per famiglie e imprese, derogava sul tetto agli stipendi dei manager. E poi, ancora, quello stanziamento di più di 500 milioni di euro a favore di Poste Italiane, che, per quanto apprezzabile, individuava, tuttavia, la copertura in un taglio ai fondi destinati al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Bene, pertanto, che siano state soppresse entrambe queste norme.Pag. 82
  Sono stati soppressi, invece, altri provvedimenti innovativi che noi attendevamo e speriamo di poter ritrovare nel prossimo «sblocca Italia»: la possibilità per gli interessati di avviare attività di impresa tramite la mera segnalazione certificata di inizio attività (la cosiddetta SCIA automatica) o la revisione dei livelli di spesa massima per i turisti comunitari che si trovano in Italia, da cui a regime potrebbe venire una boccata d'ossigeno per il commercio al dettaglio.
  Convincente ci pare il provvedimento nelle misure a favore delle imprese: il credito d'imposta del 15 per cento delle spese sostenute per investimenti in beni strumentali nuovi e, ancora, il rafforzamento e l'estensione dell'aiuto alla crescita economica (il cosiddetto ACE) per favorire la patrimonializzazione delle imprese.
  È sul piano ambientale che il provvedimento non ci convince. È una riflessione che ho già svolto ieri in quest'Aula. Varie sono le novità introdotte che non condividiamo: la deroga ai limiti per gli scarichi a mare, per esempio, degli impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale; l'innalzamento delle soglie di contaminazione nelle procedure di bonifica delle aree demaniali destinate alle Forze armate. In generale, la deregulation nelle procedure di bonifica può – a nostro avviso – tradursi in violazione di obblighi e vincoli se non accompagnata da ben più severi controlli. E le stesse novità riguardati l'Ilva di Taranto permettono finalmente l'impiego delle risorse sotto sequestro dei Riva, ma rischiano di mortificare il piano di risanamento ambientale rispetto al piano industriale.
  L'ISTAT oggi ha rivisto in negativo il PIL – è la notizia del giorno –, dopo che già nei giorni scorsi ci aveva anticipato le difficoltà gravi della ripresa economica. Nonostante sul piano macroeconomico lo spread si mantenga su livelli bassi, la produzione industriale e i consumi segnino un modesto miglioramento, il pericolo che i dati di oggi paiono confermare si chiama stagnazione economica: cala l'agricoltura, cala l'industria, calano i servizi.
  Ne potremmo trarre argomento per l'ennesima opposizione sterile, ma noi di Libertà e Diritti – Socialisti europei abbiamo a cuore le sorti del Paese e delle sue classi lavoratrici. La valutazione complessiva di questo provvedimento oggi al voto, dalle tante luci e dalle tante ombre, ci induce ad astenerci. Non vogliamo, tuttavia, scommettere sulla rovina del Paese solo per dimostrare una tesi ideologica o realizzare un obiettivo politico. Al contrario, la situazione difficile in cui versa il Paese e l'andamento funesto dell'economia riteniamo debbano essere argomento per un rinnovato impegno di tutte le forze politiche.
  Il Governo rinunci alle politiche di austerity. Noi continueremo a fare la nostra parte per scelte all'insegna di nuovi investimenti pubblici, ripresa dei consumi, creazione di nuovi posti di lavoro. Non conosciamo altro modo di far politica (Applausi dei deputati del gruppo Misto – Libertà e Diritti – Socialisti europei (LED)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi deputati, siamo al settimo anno di una grande crisi e solo il primo di questi anni ha avuto un Governo di centrodestra, che avrà certamente arrancato sotto i colpi incessanti della finanza mondiale, dell'euroburocrazia, per meglio dire delle cancellerie europee, ma di fronte a questo Governo mi pare di poter dire che quello ha giganteggiato.
  Da Monti, passando per Letta, arrivando a Renzi, sembra che ci sia solo la rassegnazione, aggravata oggi dalla superficialità con la quale ci si propone il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e lo fa ancora una volta oggi come se fosse al primo giorno di scuola. Lo fa indirizzando una lettera, da poco pervenuta e visionabile sul sito della Camera, a tutti i parlamentari. Una lettera che è un'ennesima petizione di principio, è una sorta di Pag. 83programma elettorale, come se il tempo non fosse trascorso, come se i numeri, ormai intelligibili, fossero in buona sostanza cancellati o cancellabili.
  Io voglio ricordare che noi in questi anni abbiamo bruciato il 25 per cento della produzione industriale e abbiamo oltre 3 milioni di persone disoccupate perché, quando si parla del 12,6 per cento di disoccupazione, ci sembra che sia una cifra astratta, invece sono queste le entità: 3 milioni e 300 mila persone che soffrono, a cui si aggiungono 330 mila cassaintegrati. Abbiamo perso il 9 per cento del PIL e la disoccupazione giovanile, come sappiamo, ha stabilito di recente un nuovo record: siamo al 43,7 per cento, più del 1977, anno che già fu commentato come un anno difficile e, infatti, il disagio sociale provocò mobilitazioni, movimenti, proteste e una stagione che l'Italia avrebbe gestito con grande difficoltà.
  Questa disoccupazione giovanile è cresciuta nell'ultimo mese ancora dello 0,6 per cento. L'indice di povertà è arrivato a superare il 22 per cento; cinque anni fa era esattamente alla metà: l'11 per cento. Il debito pubblico – lo voglio ricordare perché tante persone l'hanno evocato nel corso degli anni e poi improvvisamente tacciono, sono diventate silenti, mute – è al 135 per cento, contro il 120 per cento, appunto, di qualche anno fa. E noi dovremmo portarlo, in soli vent'anni, al 60 per cento, secondo degli accordi internazionali noti sotto il nomignolo di fiscal compact, che sono stati sottoscritti e che sono una vera iattura, che rappresentano una minaccia, non solo e non tanto per le tasche degli italiani, ma per la qualità della loro vita, per il loro tenore sociale, per la loro sicurezza, per la serenità dei nostri giovani. Se dovessimo rispettare, dall'anno di grazia 2015, quanto tracciato dal fiscal compact, noi dovremmo immaginare di fare manovre finanziarie per vent'anni tra i 30 e i 50 miliardi di euro. Numeri che di fatto impediscono ogni possibilità, direi ogni velleità, di crescita e di sviluppo per l'economia italiana.
  La pressione fiscale sulle imprese è pari al 68,8 per cento, mentre in Francia è al 65,8 per cento e in Belgio al 57 per cento; in Spagna al 56,5 per cento, mentre in Germania al 48 per cento. Al 46 per cento ci sono gli Stati Uniti d'America, mentre Israele è al 31,7 per cento. Numeri che vengono dai codici ISTAT, ma che vengono anche dai centri studi delle principali categorie produttive della nostra nazione.
  E ce ne sono di più significativi ancora, di dati. Sono più significativi perché meno difficili, ovvero sarebbe meno difficile contrastarli, persino cancellarli. C’è quel costo immateriale per le aziende che, pur chiamandosi immateriale, produce 31 miliardi di euro di costi per le imprese medesime. Sono costi di procedure fiscali e amministrative farraginose, che noi stiamo aggravando anche con questo decreto-legge, come dirò sul finire. Pesano, questi 31 miliardi di euro, per il 2 per cento del nostro prodotto interno lordo. Per questo l'Italia è al settantatreesimo posto in classifica, su 185 nazioni che compongono il pianeta. Evidentemente, ben al di sotto di qualunque livello e profilo cui potremmo aspirare come grande nazione industrializzata.
  Il peso dei tributi locali è enorme e insostenibile, e tale è diventato per effetto del cosiddetto federalismo fiscale: è aumentato del 100 per cento ! E le regioni, che sono delle idrovore ingestibili, non vengono neanche sfiorate dalla cosiddetta spending review, dalla revisione della spesa, così come non viene sfiorata la sanità, come se i fondi che il popolo italiano, attraverso le tasse, riversa sulla tutela della propria salute andassero tutti in efficienza. No, quei fondi non vanno in efficienza: ci sono tanti sprechi e tanti possibili aggiustamenti, rispetto alla spesa sanitaria, che si potrebbero fare.
  Ma, misteriosamente, prende corpo una riforma delle istituzioni che prevede poteri aggiuntivi, nuove competenze per queste regioni, che contribuiscono in maniera solenne e incontrollabile alla composizione della spesa pubblica italiana. È incredibile, ma è così. Pur tutti sapendo, nessuno escluso, che il nostro principale problema in termini di spesa pubblica è ubicato, posizionato, sulle regioni, nessuno muove Pag. 84un dito; anzi, paradossalmente, per fare un po’ di immancabile propaganda, si procede con una finta abrogazione delle province, creando un vulnus tra le istituzioni e i cittadini incolmabile. Perché si dà il caso che quelle province abbiano a che fare con 8 mila comuni, 8.057 comuni, di cui 7 mila sono al di sotto dei 15 mila abitanti – troppo piccoli per essere curati dalle regioni – e altri 500 almeno sono al di sopra dei 15 mila. È un problema serio che voi avete messo tra capo e collo nella gestione dei rapporti tra cittadino e istituzioni e che probabilmente non riuscirà a fornire quel livello di servizi che la gente si attende, anche in virtù delle tasse esose che paga.
  Ricordo ancora – ed è un dato della Federconsumatori – che il potere di acquisto è diminuito negli ultimi cinque anni dell'8,1 per cento e che la previsione è che arrivi nei prossimi mesi all'11,6 per cento. Nel 2013, in particolare, i consumi – e questo è un indice ISTAT, non è una previsione di parte – sono scesi del 2,5 per cento.
  In questo quadro, voi avete moltiplicato le tasse, signori del Governo e signori della sinistra, accompagnati da un sedicente centrodestra che vi sostiene: l'IMU sulla seconda casa; lo 0,8 per mille in più di tetto massimo TASI; la tassazione sul risparmio, le rendite finanziarie che passano dal 20 al 26 per cento; il taglio delle detrazioni Irpef per i redditi superiori a 55 mila euro; l'aumento delle accise sulla benzina, sul gasolio, sui tabacchi; il raddoppio della tassa sui passaporti; l'aumento dello 0,5 per cento del prelievo sui fondi pensione; l'aumento del bollo auto del 12 per cento; l'aumento dei pedaggi autostradali; l'aumento IVA su diversi beni; l'aumento delle sigarette elettroniche; l'aumento del costo dell'energia; l'aumento dei bolli; l'aumento delle addizionali comunali e regionali e il previsto salasso sulle rendite catastali legato all'imminente riforma.

  PRESIDENTE. Concluda.

  FABIO RAMPELLI. Pensiamo, molto semplicemente, Presidente Renzi, che lei, come Monti e come Letta, abbia fallito, e che la ricetta – e concludo – per la crescita e per lo sviluppo, l'unica ricetta possibile che possa far attraversare la palude e la stagnazione all'Italia, sia rappresentata da una crescita vera che vada nella direzione della detassazione delle nuove assunzioni, dell'azzeramento delle tasse per le nuove imprese, della vera semplificazione delle procedure, sia quelle fiscali sia quelle amministrative, della separazione delle banche commerciali dalle banche d'affari, per rendere accessibile il denaro a chi lavora, a chi intraprende, a chi rischia, su cui occorre investire.
  Occorre investire sulle imprese: sono l'unica nostra possibilità per creare occupazione, per aumentare il potere d'acquisto, per riuscire a migliorare le nostre performance in termini di prodotto interno lordo.
  Per questa ragione, questo decreto non ci convince, è un pannicello caldo, è deludente e voteremo, come Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, contro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, colleghi, sottosegretario, la competitività è l'obiettivo primo che il Governo si è posto nel proporre e approvare questo decreto-legge che oggi ci accingiamo a licenziare. Competitività come valore fondante dell'azione programmatica promossa dal Governo per uscire dalla crisi economica che continua ad attanagliare il Paese.
  Noi condividiamo questa impostazione di politica, anche perché sono di oggi i dati ISTAT che confermano le difficoltà persistenti che il Paese incontra per uscire dalla crisi. Il PIL – già è stato ricordato – è ancora negativo e pone l'economia del Paese in recessione tecnica, confermata peraltro dal calo, seppure lieve, della produzione industriale nell'ultimo trimestre, anche se si registrano sul piano dei consumi Pag. 85timidi segnali di ripresa, purtroppo appunto ancora troppo timidi e spesso contraddittori per determinare un'inversione di tendenza.
  Auspichiamo che le politiche messe in atto dal Governo riusciranno, anche se in tempi non brevi, a dare risultati positivi, soprattutto se gli interventi finanziari sull'Irpef verranno strutturati come il Presidente del Consiglio intende fare. Ma è necessario comunque continuare con l'azione di spending review e con una convinta azione di sostegno della competitività, anche se riteniamo, come gruppo Per l'Italia, che non può esserci competitività se non c’è solidarietà, come ieri ha sostenuto la collega Binetti nella dichiarazione di voto sulla fiducia; una competitività che non tiene conto di un valore sociale così alto quale la solidarietà, che non vuol dire assolutamente assistenzialismo, determina un livello di individualismo inaccettabile, che uccide creatività, studio, ricerca, soprattutto tra le nuove generazioni.
  Quindi, questo provvedimento è importante per la competitività nel nostro Paese, anche se non è certo scevro da critiche, ma non tanto nel merito, Presidente, quanto nel metodo e soprattutto per quanto concerne la procedura seguita durante l'iter legislativo. La fretta forse è stata cattiva consigliera. Si è, infatti, visto che l'esame di misure fondamentali per il rilancio economico del Paese, nonché delle contemporanee norme di ammodernamento dell'apparato burocratico, ha subito una troppo brusca accelerazione e, forse, una maggiore cautela avrebbe dato esiti migliori e non avrebbe sottoposto queste Aule a doppie letture in tempi così serrati.
  A maggior ragione, forse sarebbe utile assicurare un tempo più ampio per il dibattito, per garantire quelle regole costituzionali fondamentali per la vita di tutti noi e che devono riguardare sia la maggioranza di Governo che tutte le forze di opposizione, attraverso un dibattito sicuramente più sereno e approfondito. Avevamo già sottolineato tale criticità in precedenza nell'ambito della discussione di provvedimenti particolarmente importanti, ma dobbiamo anche in questa sede prendere atto del perpetrarsi di tale criticità.
  Auspichiamo, quindi, che il Governo garantisca un esame più completo ed accurato, meno stressato dai tempi di conversione, soprattutto per i prossimi provvedimenti che vorrà varare, sottolineando peraltro l'importanza del procedimento legislativo ordinario, che dà comunque al Governo ampi poteri di intervento.
  Si tratta, se non altro, di una scelta di buon senso proprio per non incorrere in quegli spiacevoli inconvenienti derivanti dall'abuso della legislazione d'urgenza e dalle conseguenti storture che ne derivano in sede di conversione, che si sono rese evidenti soprattutto recentemente.
  Durante il suo esame al Senato, il provvedimento è stato eccessivamente rimaneggiato e, pertanto, non è stato agevole per questa Camera adoperarsi per un esame più approfondito e sereno. Esame durante il quale potevano essere inserite ulteriori norme migliorative; ma la mannaia dei tempi di conversione ci ha costretto ad una mera azione notarile, mitigata peraltro soltanto da pochi e puntuali interventi governativi che, peraltro, forse non risolvono tutte le criticità di un testo tanto complesso, segnalate peraltro da molteplici operatori nei vari campi interessati.
  Entrando nel merito, il provvedimento interviene positivamente in vari settori strategici: siamo, in particolare, soddisfatti per la possibilità di concedere finanziamenti per l'efficientamento energetico degli edifici scolastici e degli uffici pubblici, nonché per le importanti norme in materia di tracciabilità dei rifiuti. Vi è la presenza di importanti norme anche atte a mitigare il rischio idrogeologico all'articolo 10, vista l'ultima tragedia che ha colpito recentemente il Veneto: si tratta di disposizioni volte alla realizzazione degli interventi di contenimento del rischio idrogeologico che non possiamo non accogliere positivamente. Esprimiamo anche parere positivo per le norme di sostegno all'agricoltura, in particolare, per il settore enologico, nonché misure per le aziende agricole giovani.Pag. 86
  Non possiamo, però, non sottolineare come, nel corso dell'esame del provvedimento, come conseguenza di un emendamento governativo, sia stato soppresso l'articolo 1-quater, inerente il monitoraggio dei marchi di qualità delle produzioni agroalimentari italiane e la loro prima tutela attraverso l'assistenza tecnico-legale sui mercati esteri. Noi riteniamo che l'agroalimentare made in Italy nel mondo contribuisca in maniera consistente all’export italiano. Tale risorsa è messa a serio rischio dalla contraffazione non sempre facilmente individuabile sui mercati esteri.
  La contraffazione di prodotti italiani, come abbiamo più volte detto in quest'Aula, provoca notevoli danni alle nostre imprese agricole e alla nostra economia, oltre al grave pregiudizio arrecato al consumatore, il quale, pensando di acquistare un prodotto di alta qualità e di origine certa, si trova sulla tavola prodotti di dubbia origine. Sarebbe importante un ripensamento su questa norma, al fine di garantire le nostre imprese agricole e i consumatori dei nostri prodotti.
  Molto importanti anche le semplificazioni in materia ambientale, che permettono su vari fronti di contemperare le esigenze produttive ed economiche con altrettanto critici aspetti in materia ambientale. Accogliamo, poi, con grande interesse le norme volte a sostenere più direttamente l'economia, come le misure di carattere finanziario a sostegno delle imprese, ma, soprattutto, le importanti disposizioni sul fronte energetico, nonché, in particolare, le norme sui carburanti, che, siamo certi, potranno contribuire sensibilmente allo sviluppo economico, agendo in un campo in cui è grande il nostro svantaggio comparato rispetto ad altri Paesi, che dobbiamo, quindi, colmare proprio attraverso misure come quelle che sono presenti nel provvedimento in esame.
  Nel complesso, quindi, si tratta di un provvedimento che, nel merito, non può che soddisfarci e, pertanto, daremo il nostro voto a favore. Siamo, però, convinti che il Governo possa accogliere le nostre richieste, che riteniamo essere critiche, anzi considerazioni ragionevoli, ben fondate e, soprattutto, costruttive, in merito alle tempistiche di approvazione dei provvedimenti, in particolare, ad un utilizzo più accorto della decretazione d'urgenza. Pertanto, sulla base di tutte queste motivazioni appena espresse, il gruppo Per l'Italia darà il suo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, stiamo per convertire in legge l'ennesimo decreto-legge omnibus, quello che varia fra materie più disparate, dagli interventi riguardanti il settore agricolo, all'edilizia scolastica, all'ambiente, all'energia, in totale violazione del presupposto fondamentale di questi decreti, che è l'omogeneità, che dovrebbe caratterizzarli. Per non parlare, poi, del percorso legislativo che lo ha accompagnato, in totale spregio, ancora una volta, dei presupposti e delle prerogative del Parlamento con la posizione dell'ennesima questione di fiducia.
  E non si ravvisa neanche il presupposto di urgenza, visto che molta parte di questi provvedimenti rimanda a dei decreti attuativi; decreti attuativi che si aggiungono agli oltre ottocento che abbiamo già ereditato dal Governo Letta e che, quindi, rendono inefficaci nell'immediato e rimandano sine die l'efficacia di questi provvedimenti.
  Così come non si ravvisa neanche il terzo presupposto, che è quello della necessità, visti gli effetti trascurabili, direi minimi, che questi provvedimenti portano con sé. Ne cito alcuni: quelli sull'agricoltura, che pongono un limite molto basso agli sgravi fiscali per gli affitti dei terreni agricoli, a 1.200 euro, quindi, 15 ettari più o meno e il bonus per le assunzioni, di 3 mila e 5 mila euro, per le assunzioni, appunto, nel settore agricolo, che riguardano le assunzioni a tempo determinato e indeterminato.
  Per non parlare, poi, degli interventi sull'edilizia scolastica, che qui scontano la Pag. 87posizione di un percorso burocratico a dir poco tortuoso, complesso e inutilmente lungo, che coinvolge addirittura quattro Ministeri, che, in novanta giorni, devono emanare, in accordo tra di loro, l'ennesimo decreto attuativo, e che neutralizza quella che è una somma, comunque considerevole, di 350 milioni destinati a tale scopo.
  Speculare a questo, un provvedimento che interviene, a ragione, sulla parte burocratica, che attribuisce ai presidenti delle regioni poteri straordinari in merito alla prevenzione e alla gestione di dissesti idrogeologici, ma che non affronta quello che è, invece, l'altro scoglio principale, che è la possibilità di spendere soldi in questo settore, visto che il vincolo principale è rappresentato dal Patto di stabilità. Abbiamo chiesto più volte e a più voci che venga tolta dal Patto di stabilità almeno quella somma che è destinata a questo tipo di interventi, indispensabili e urgenti.
  E poi una considerazione che riguarda le soppressioni, cioè quegli articoli che erano presenti nel testo che ci è stato consegnato dal Senato e che sono poi spariti nell'esame alla Camera. In particolare, voglio citare l'articolo 7-sexies, quello che innalzava il limite all'uso del contante per gli esercizi commerciali da mille euro e lo equiparava, almeno per i cittadini comunitari, ai limiti imposti nei Paesi di origine. Nonostante le complicazioni che introduceva nella gestione delle vendite, questo andava comunque nella direzione giusta e sollevava un problema reale, perché qui noi facciamo un doppio danno all'economia nazionale: da una parte, non intercettiamo l'evasione, ovviamente, e, dall'altra, impediamo che questi stessi soldi vengano reimmessi nel circuito nazionale, e quindi possano rientrare con imposte indirette o imposte sui redditi, lasciando spazio agli Stati a noi vicini, che sono concorrenti, da questo punto di vista, per aumentare, invece, il loro PIL. Queste sono norme che andrebbero armonizzate a livello dei Paesi aderenti all'Unione europea, come minimo fra i Paesi che condividono la stessa moneta, e quindi che fanno parte dell'unione monetaria europea, perché non si può avere una stessa moneta e avere politiche fiscali così divergenti, che penalizzano, soprattutto, il nostro Paese, come in questo caso. Se non riusciamo neanche a fare questo, come minimo vanno armonizzate fra i Paesi che confinano con l'Italia. Vi è un proliferare di attività commerciali al confine, per esempio, con l'Austria, che ricorda, in qualche modo, quello che succedeva ai tempi della guerra fredda, quando vi erano frotte di cittadini jugoslavi che venivano a fare la spesa a Gorizia, perché trovavano soddisfazione alle loro esigenze. Qui si stanno creando una serie di nuovi esercizi commerciali al confine con l'Italia, in Austria, che servono a soddisfare questa domanda spontanea di chi vuole spendere i contanti di cui ha la disponibilità; esercizi commerciali che vanno dalla vendita di gioielli alla vendita di vestiario, mountain bike e chi più ne ha più ne metta.
  Come sono autolesioniste le norme che vanno a penalizzare il settore della caccia. A parte la caratteristica centralistica di queste norme, che scavalcano le prerogative regionali in materia, non dimentichiamoci che, quando si parla di caccia, si parla di un settore che contribuisce per quasi mezzo punto di PIL al reddito nazionale, che muove qualcosa come nove miliardi fra diretto e indotto del settore. Qui si conferma quella che è una caratteristica di questa maggioranza: ragionare aderendo a principi astratti, trascurando, in modo irresponsabile, certe volte anche cinico, gli effetti reali delle proprie scelte.
  E così crea danno alla nostra economia anche l'emendamento, che non è stato accettato, proposto dal MoVimento 5 Stelle, che alzava il tetto per il riaccatastamento degli immobili in presenza di un impianto fotovoltaico. Anche qui, si crea incertezza in un settore che non aveva bisogno certo di incertezza, deprimendo non solo i consumi interni, perché, ovviamente, i consumatori risparmiano in previsione di tasse e imposte di cui non sanno l'ammontare – se non che è sempre in crescita – e deprime uno dei settori più colpiti, più disastrati da questa recessione, che è il settore dell'edilizia, un settore Pag. 88vitale per il nostro Paese, che se non facciamo ripartire, possiamo dimenticarci la crescita; un settore che in otto anni ha perso 70 mila imprese fra fallimenti e chiusure, 58 miliardi di fatturato, un milione di addetti, e che trascina una serie di settori complementari, come quello del mobilio o dei materiali per l'edilizia, che fanno dell'Italia, in questo settore, un esportatore e un portatore di eccellenza.
  Così come critichiamo anche lo sconto del 10 per cento sulle bollette elettriche, non perché non sia utile, anzi, va nella direzione giusta, ma le risorse vengono trovate penalizzando un altro settore industriale e, quindi, in qualche modo, si compensa il beneficio con un danno che viene fatto al settore del fotovoltaico e, quindi, è a somma zero per la nostra economia. Oltretutto è una norma che ha valore retroattivo e che disattende degli impegni presi dal Paese nei confronti delle aziende e che, quindi, mina gravemente la credibilità del nostro Paese, non solo nei confronti di chi ha fatto gli investimenti all'interno, ma di chi li ha portati dall'estero.
  Poi, chiudiamo con il famoso articolo 30-quinquies che non so come definire se non un colpo basso, una misura ritorsiva, mi lasci dire, una vigliaccata. Mi rendo conto che non è un termine istituzionale, ma questo provvedimento non ha niente di istituzionale; è un provvedimento che offende le istituzioni e questo Paese, lo scredita e offende il Parlamento. Ed è un'aggravante il fatto che sia rivolto senza giustificazioni, quasi come una misura ritorsiva, contro la regione Veneto che dà moltissimo a questo Stato. Ricordo sempre, non mi stancherò mai di ricordarlo, che il Veneto contribuisce con un residuo fiscale passivo di 21 miliardi di euro al benessere di questo Paese; 21 miliardi di euro è la cifra che il Veneto paga e che non riceve in trasferimenti o in investimenti nel proprio territorio. È una cifra che, tanto per dare un ordine di grandezza, vale quanto quattro opere come il MOSE all'anno, opere che potremmo permetterci, e che potrebbero permettersi di gestire due regioni come il Veneto che hanno un bilancio di poco più di 11 miliardi di euro.
  È un'aggravante, anche, che non si sia riconosciuto – con questo emendamento inserito in modo surrettizio sperando che passasse nell'indifferenza totale non solo dei parlamentari, ma anche del Governo che per la gran parte non era a conoscenza degli effetti che avrebbe avuto per la nostra regione – il valore strategico dell'opera che noi ospitiamo nel nostro territorio, che è il rigassificatore di Porto Viro. Tutto ciò in un periodo in cui le condotte di gas sono messe in grave pericolo, soprattutto per quello che arriva dalla Libia e dall'Ucraina, a causa delle guerre civili che noi sappiamo bene essere in atto in quei territori, e aggiungiamo anche quello dell'Algeria che sta vivendo un periodo di grave instabilità politica per i problemi di passaggio di consegne all'interno del suo Stato. Non si riconosce la valenza strategica di un impianto che fornisce, potenzialmente, più del 10 per cento del fabbisogno nazionale di gas naturale e fa male sapere che questo emendamento è arrivato da un senatore pugliese. Proprio la Puglia, che ha riconosciuto l'impatto ambientale di questo impianto, perché non l'ha voluto nel proprio territorio, ne ha riconosciuto la pericolosità e suona come una beffa che proprio da quella regione arrivi il senatore che ha fatto questo scherzo alla regione Veneto.
  Noi comunque ringraziamo per il ravvedimento che ha attuato il Viceministro De Vincenti ieri sera e che ha ribadito questa mattina approvando l'ordine del giorno, ma saremo vigili; invitiamo tutti i deputati, non solo veneti, a vigilare affinché queste promesse vengano mantenute e invitiamo a ciò tutti i parlamentari, anche se non sono veneti, che hanno a cuore la giustizia e lo Stato di diritto in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ciccio Ferrara. Ne ha facoltà.

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  FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Signora Presidente, signori del Governo, l'ISTAT ha certificato che l'Italia è ufficialmente in recessione, il PIL scende dello 0,3 per cento su base annua; si tratta del peggiore secondo trimestre dal 2000. Altro che competitività, nonostante le promesse del Governo, la crescita economica continua a essere negativa e il dato registrato oggi è peggiore persino rispetto alle attese degli analisti. Dalla recessione non si salva nessun settore, dall'agricoltura, all'industria, ai servizi e il Governo non fa nulla per produrre quella shock in economia necessario per invertire la rotta. Siamo sull'orlo del baratro, la gabbia dell'austerità costruita dai governi nazionali e dall'Europa ci ha portati al declino. Senza una seria revisione dei vincoli e delle politiche economiche europee non c’è via di uscita.
  Il Presidente Renzi non può più cavarsela dividendo il Paese tra ottimisti e iettatori. Il tempo è scaduto e negare la realtà significa trascinare il Paese al fallimento. Un decreto sulla competitività andava fatto già da tempo, ma non certo come quello che ci apprestiamo a votare. Sarebbe dovuto servire ad evitare la recessione, avrebbe dovuto fornire al Paese quegli strumenti utili per rimettere in moto l'economia e lo sviluppo. L'obiettivo del decreto doveva essere quello di rendere il nostro Paese più competitivo al proprio interno e nel panorama internazionale, rispetto alle più forti economie mondiali. Invece, siamo impegnati da una settimana a discutere di un decreto del quale è impossibile capire la ratio. Un provvedimento senz'anima, privo di una strategia di lungo respiro che riesca a immaginare, da qui ai prossimi anni, che tipo di sviluppo si vuole per il nostro Paese. Forse ci sarà pure qualche misura condivisibile, come il ripristino del tetto agli stipendi dei manager, alcune agevolazioni a sostegno delle imprese del settore agricolo, l'efficientamento energetico degli edifici scolastici, la riduzione del rischio idrogeologico, ma nel complesso il testo non serve per nulla ad innescare quel meccanismo virtuoso in grado di generare competitività e di rispondere alle reali esigenze di un Paese in recessione. Insomma, la cura che ci proponete non ci pare neanche lontanamente adeguata alla spirale recessiva in cui è precipitata l'Italia e per questo annuncio, già da subito, il nostro voto contrario su questo decreto.
  Un vero decreto sulla competitività avesse dovuto prevedere investimenti massicci in politiche industriali e, quindi, in innovazione, in ricerca, nel mantenimento e nello sviluppo delle reti, nei servizi alle imprese, nelle infrastrutture e nei trasporti. Non vi può essere competitività se non si mette il territorio in sicurezza dai rischi idrogeologici e se non si effettuano quelle bonifiche ambientali indispensabili per consegnare il Paese ad una nuova idea di sviluppo, che sia compatibile con l'ambiente e rappresenti il presupposto per un'intera riconversione ambientale dell'economia. Questa è la vera grande opera necessaria al Paese.
  Saremo veramente competitivi se interverremo per cancellare le disuguaglianze sociali, se investiremo in politiche di sostegno al reddito e di supporto al lavoro. Il reddito minimo, l'abolizione delle false partite IVA, la lotta alle precarietà, un fisco più equo e realmente progressivo e pensioni dignitose devono essere al centro dell'azione di governo, se vogliamo provare veramente a fare ripartire il Paese.
  I dati dell'ISTAT di stamattina, il divario tra nord e sud, la desertificazione industriale e umana del Mezzogiorno denunciata dallo Svimez, avrebbero dovuto interrogare il Governo, ma nel decreto e nell'azione complessiva di questo Governo non c’è traccia di iniziative che possano dare delle risposte a questi allarmi. Competitività vuole dire dare risposte ai 147 mila lavoratrici e lavoratori dei 152 tavoli di crisi aperti al Ministero dello sviluppo economico, alle oltre 800 situazioni di crisi nell'industria e alle più di 400 nei servizi. Non può esserci competitività se non vi è un'idea di politica industriale in grado di trattenere e valorizzare il nostro patrimonio. L'elenco di ciò che l'Italia ha già perso o rischia di perdere a breve è lungo: dalla Fiat, scappata all'estero, all'Alitalia agli Pag. 90egiziani, dalla filiera dell'acciaio e dell'alluminio in forte difficoltà, alla crisi di tutto il manifatturiero, dal rischio di svendita della rete elettrica e del gas alla possibile cessione del comparto civile di Finmeccanica ai nostri più diretti concorrenti europei.
  Sull'Ilva di Taranto, poi, abbiamo proposto delle modifiche che avrebbero reso il provvedimento utile all'ambientalizzazione dello stabilimento, ma anche in questo caso il Governo si è mostrato sordo alle ragioni della difesa della salute e dell'ambiente.
  Vorrei concludere con un'ultima riflessione, che esula dal merito – ma non tanto – di questo provvedimento, ma sicuramente ha a che fare con il metodo con il quale il Governo va avanti. Si è compiuta una colossale presa in giro ai danni di 4 mila insegnanti, i cosiddetti «quota 96».
  Il Governo, che alla Camera ha prima sanato la loro posizione durante la conversione del decreto-legge della pubblica amministrazione, si è poi tirato indietro al Senato. Illudere in questo modo i cittadini è da irresponsabili. Il Presidente del Consiglio ha annunciato per fine agosto un provvedimento più ampio sulla scuola che risolverà anche la questione dei «quota 96». Noi da tempo – e lo abbiamo detto in quest'Aula quando abbiamo discusso della pubblica amministrazione – sosteniamo la necessità di un intervento ad hoc. Non si è voluto fare. Non vorremmo che il provvedimento che Renzi annuncia rischi di arrivare fuori tempo massimo e, quindi, non serva a risolvere il problema e, anzi, possa creare il caos nelle scuole alla ripresa delle lezioni. Intanto l'unica cosa certa è che ai «quota 96» rimane la beffa di una soluzione che prima c'era e adesso non c’è più.
  Il Ministro dell'economia e delle finanze, che non poteva non sapere la tendenza negativa dell'andamento della nostra economia, venga in Aula a riferire e il Governo, alla ripresa dei lavori, discuta in una sessione specifica dei lavori parlamentari, di un pacchetto di misure anti-crisi che arrestino la recessione, creino lavoro e nuova occupazione ! Va fatto subito, prima che il Paese sprofondi irrimediabilmente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà-Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il decreto in esame affronta una serie di interventi in clima di urgenza, come spesso capita, pur trovandoci in un periodo di grande crisi economica, come denotano i dati del PIL estremamente negativi.
  È abbastanza singolare che affrontiamo il tema della competitività del nostro Paese e del nostro sistema industriale con un decreto-legge estremamente articolato ed estremamente frazionato, che può presentare anche dei criteri di disomogeneità nel legiferare e che interviene fondamentalmente su tre settori importanti del nostro Paese, come l'agricoltura, l'ambiente e l'industria, andando ad affrontare una serie di problemi legati alla semplificazione delle procedure, da un lato, e all'attivazione di incentivi e di spinte alla produzione economica, dall'altro.
  È un decreto di difficile lettura, un decreto che conferma una stratificazione normativa che noi andiamo ad inserire all'interno di normative difficili, che richiedono appunto interventi di semplificazione. È un approccio che non ci convince, perché noi riteniamo che questo Paese in questo momento abbia davvero bisogno di una scossa, di un intervento strutturato, di un intervento sull'economia e sul sistema Paese, perché la competitività è un obiettivo che si raggiunge con misure reali e con un piano industriale, come diceva il nostro Viceministro Calenda. È necessario un piano industriale che affronti i veri problemi della competitività di questo Paese, i problemi delle risorse che devono essere immesse nel sistema, quindi l'utilizzo delle risorse dell'Unione europea, ma anche l'utilizzo di quelle dello Stato, con investimenti mirati che diano ritorno Pag. 91economico per il nostro Paese, ma anche occupazione e reddito ai cittadini.
  È necessaria la riduzione del costo del lavoro, che è una priorità per questo Paese per rendere effettivamente competitivo il nostro sistema economico e su questo non abbiamo fatto interventi significativi. È necessaria l'abolizione di tasse odiose per le imprese. Come si citava prima, le imprese italiane sono tassate al 68 per cento, ma tra queste imposte ce ne è una particolarmente non «concettuale», che è quella dell'Irap: andiamo a tassare il valore aggiunto, il margine operativo lordo delle imprese, andiamo a tassare di più quelle imprese che hanno occupazione e che hanno fatturato, andiamo a incidere proprio lì dove c’è la produzione e dove c’è il merito dell'azienda. Quindi queste sono misure che vanno prese con urgenza insieme alla riforma del lavoro, una riforma effettiva basata sulla meritocrazia, sulla flessibilità, sulla produttività, su quei sistemi che gli altri Paesi della comunità europea hanno già adottato e di cui si vedono i risultati.
  Quindi l'auspicio è che l'intervento del Ministro Poletti possa essere su questo tema anticipato rispetto al 2015, perché il tempo si sta esaurendo e l'economia sta dimostrando che l'Italia sta facendo un passo indietro. L'Italia, il Paese, merita quella competitività, non questo decreto sicuramente, ma qualcosa di più strutturato, qualcosa che guardi a medio e lungo termine e che per la prima volta consenta di programmare interventi con efficacia ed efficienza, fissando degli obiettivi precisi, consequenziali ed integrati, come credo che non sia mai capitato in una programmazione economica che guarda alla ripresa di produttività e alla competitività.
  In questo decreto comunque rinveniamo degli aspetti positivi: quelli sull'agricoltura, per favorire l'ingresso dei giovani in agricoltura con attività imprenditoriali, facilitandone i finanziamenti e quindi agevolandone questo percorso, il che è anche una risposta all'occupazione; gli interventi di semplificazione che sono una costante nel nostro procedere nell'attività legislativa parlamentare. Anche per l'agricoltura vi è il registro unico dei controlli ed è paradossale che occorre fare un registro per coordinare tutti i controlli che ci sono sulle aziende che poteva essere esteso oltreché all'agroalimentare anche alle tante altre imprese italiane che non riescono più a capire quanti controlli ricevano. E in un settore che conosco particolarmente, come quello edile, sarebbe anche utile ai fini dell'efficienza del controllo stesso.
  Abbiamo visto con interesse anche gli interventi fatti per ridurre il costo dell'energia nelle piccole e medie imprese ma non possiamo non evidenziare che gli interventi fatti aumentano il costo dell'energia per le grandi imprese e anche per l'attività del nostro gestore delle ferrovie, considerando che le grandi imprese sono quelle che garantiscono maggiore occupazione, che garantiscono presenza all'estero, che garantiscono export. Quindi aumentare il costo dell'energia per questi grandi asset industriali non credo che porti ad aumentare la competitività del nostro Paese.
  Abbiamo guardato con estremo interesse e con grande soddisfazione agli interventi di efficientamento energetico per le scuole. Abbiamo preteso in sede di discussione, e ringraziamo il Governo per la disponibilità data, di inserire la possibilità di accedere a queste agevolazioni sul tasso di investimento non sono ai fondi chiusi ma anche agli operatori privati e a imprese specializzate che sono quelle che poi interverranno realmente nel progetto di investimento che viene presentato, con evidenza del ritorno economico e anche con un'evidenza pubblica.
  Abbiamo tenuto molto a questi aspetti perché queste sono opportunità non di carattere finanziario ma di carattere operativo che devono dare lavoro alle imprese, allorquando si trovano le risorse, anche con percorsi agevolati.
  Abbiamo visto con meno interesse e anche con qualche preoccupazione gli interventi fatti sulla questione degli incentivi sul fotovoltaico. Se è comprensibile che ci sia una incapienza dello Stato a contribuire e a corrispondere e a coprire questi Pag. 92incentivi precedentemente concessi è anche vero che non diamo una bella immagine del nostro Paese all'estero, dove la certezza del diritto sugli investimenti a lungo termine, come quelli sul fotovoltaico, viene inficiata da interventi diretti dello Stato tesi a ridurre e ad allontanare il ritorno economico di questi stessi investimenti. Quindi, qualcuno dovrebbe anche assumersi la responsabilità politica di aver predisposto degli incentivi che sono andati fuori ogni controllo e quindi fuori anche dalla capacità di copertura del nostro bilancio dello Stato.
  Quindi, bene per gli interventi a salvaguardia delle casse dello Stato, male per quello che è il messaggio che noi diamo all'esterno, sicuramente di un Paese che non garantisce quelle condizioni di investimento che sono fondamentali in un momento di carenza di risorse, per ridare lavoro e occupazione al nostro sistema economico.
  Bene tutte le normative di semplificazione dell'investimento nelle fonti energetiche alternative e ancora bene per quegli interventi sostitutivi del presidente della regione per gli interventi di mitigazione per il dissesto idrogeologico. Questo è emblematico: noi interveniamo drasticamente nell'eliminare tutte le procedure che impediscono la spesa, perché abbiamo tanto legiferato da rendere di fatto inapplicabili quegli interventi che noi auspicavamo fossero di risoluzione del problema. Quindi è giusto che il presidente della regione si assuma la responsabilità di approvazione dei progetti, di tutte le migliaia di autorizzazioni che ci sono per realizzare le opere e che assuma impegni specifici per investire le risorse stanziate nel 2014 affinché siano spese effettivamente nel 2015.
  Guardiamo con favore anche alle risorse stanziate per i dissesti che si sono avuti in Liguria negli anni 2013 e 2014. Quindi, ci sono aspetti positivi in questo decreto-legge, ci sono aspetti negativi che ci spingono a dichiarare la nostra fiducia per spirito di servizio e davvero nella convinzione che questo sia solo un primo passo per arrivare ad affrontare in maniera strutturale quelle misure che servono a ridare competitività vera a questo Paese e non vorremmo più trovarci davanti a complessi normativi come questi, difficilmente comprensibili, così frazionati che effettivamente sarà difficile capire, domani, quale sarà l'effettivo beneficio nel sistema economico italiano di questo complesso di norme che diventa sempre più di difficile gestione sia nelle Aule parlamentari sia poi nel campo pratico allorquando le imprese si troveranno ad affrontare tanti articoli che si sovrappongono a tante leggi che sono a regolare il sistema e l'operatività delle imprese.
  Quindi – confermo – dichiariamo il voto favorevole a questo provvedimento con l'auspicio che si provveda rapidamente a mettere in piedi un piano industriale per questo Paese che per la prima volta dimostri che si può affrontare in modo diverso, con un metodo diverso e una visione diversa la soluzione di questa crisi che continuiamo a portarci avanti con parametri economici che continuano ad essere negativi.
  Quindi, questa è la migliore occasione e anche la migliore motivazione per affrontare in maniera diversa un problema che è economico, industriale e anche per garantire lavoro ai cittadini, ai quali continuiamo a non dare delle risposte certe e soprattutto delle risposte comprensibili perché questo decreto da questo punto di vista non aiuta (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, il Nuovo Centrodestra voterà a favore di questo provvedimento. Lo facciamo per senso di responsabilità ma anche perché sono presenti in questo provvedimento delle cose positive. Certo, non possiamo dire di essere completamente soddisfatti, avremmo voluto di più e forse anche meglio. Non ci hanno convinto alcune cose, sia per quanto riguarda il merito ma anche e soprattutto il metodo. In questi Pag. 93giorni su due provvedimenti importanti, quello della pubblica amministrazione e questo sulla competitività, abbiamo assistito e abbiamo sperimentato l'esperienza di Penelope, nel disfare e rifare una tela, minimizzando il lavoro che è stato svolto egregiamente in Parlamento. Una cosa è la forma, altre è la sostanza, è vero, ma quando si svilisce il ruolo del Parlamento forma e sostanza finiscono per coincidere. E voglio fare un esempio, che è quello che riguarda la riforma della pubblica amministrazione per quanto concerne la «quota 96», ovvero quei 4 mila insegnanti che, pur avendone diritto, non possono andare in pensione, impedendo così ad altri 4 mila giovani di entrare nel mondo della scuola. Noi speriamo che sia un aspetto che andremo a cambiare in maniera veloce e soprattutto utile per quegli insegnanti che devono andare in pensione, perché questo significa che noi non possiamo demandare le nostre decisioni soltanto a freddi burocrati, ne dobbiamo avere la responsabilità, la responsabilità che la politica decida su alcune cose.
  Passiamo adesso al merito di questo provvedimento e delle cose che non ci sono piaciute. Dopo un lungo e costruttivo dibattito era stata approvata al Senato la norma che consentiva una maggiore flessibilità nell'uso del contante per gli stranieri, misura importante per la nostra economia. Poi, incomprensibile, la modifica. Nonostante la fiducia, a distanza di pochi giorni il Governo ha cambiato idea, con un emendamento soppressivo che ha ripristinato la normativa precedente, stralciando, di fatto, il nostro emendamento che alzava il tetto sull'uso del contante da mille a cinquemila euro. Una decisione che noi reputiamo irrealistica, illiberale, che deprime i consumi e che ci pone fuori dall'Europa. È vero, siamo il Paese con una delle più alte evasioni fiscali, ma siamo anche quello che pone il limite più basso all'uso del contante. Noi stiamo sempre a parlare e a verificare quello che esiste e che avviene in Germania; ebbene, in Germania non esiste nessun limite all'uso del contante. Questo dovrebbe farci riflettere e capire che non è certo con misure come questa che contrastiamo efficacemente l'evasione. Forse dovremmo invece ridurre il carico fiscale sulle imprese. Oggi l'ISTAT tra l'altro ci dà dei dati importanti, l'Italia è in recessione, l'economia torna in contrazione per la terza volta in 5 anni. Il livello del PIL registrato nel secondo trimestre del 2014 è il più basso da 14 anni. Questo ci impone di lavorare su interventi urgenti ed immediati sul fronte economico, che siano in grado di aiutare la ripresa. Abbiamo espresso le nostre criticità, ma questo provvedimento indubbiamente – questo è il motivo per cui noi voteremo a favore di questo provvedimento – ha anche molte cose buone, che è giusto e doveroso valorizzare. Le scelte qualificanti sono state fatte su semplificazioni e sostegno all'occupazione, impresa ed innovazione e ricambio generazionale. Cominciamo dalle cose più importanti, che secondo me riguardano il settore agricolo.
  Con scelte significative, diamo una risposta positiva alle aspettative delle filiere agricole agroalimentari, nella convinzione che l'agricoltura rappresenti per l'Italia un settore strategico, capace di rappresentare all'estero la nostra immagine migliore e – lasciatemi dire – unica perché in Cina potranno fare maglioni e scarpe, ma sicuramente non potranno produrre lo stesso vino che produciamo in Italia.
  L'agricoltura è il settore con la maggiore presenza di aziende formate da giovani e da donne, due categorie che soffrono di più la disoccupazione e con questo decreto noi aiutiamo concretamente. Come ? Con detrazioni del 19 per cento delle spese sostenute per i canoni di affitto per i giovani imprenditori agricoli di età inferiore ai trentacinque anni.
  Una straordinaria opportunità di lavoro e crescita per i nostri giovani, che vogliono avvicinarsi o intraprendere un'attività in un settore che, come ho detto, è una risorsa per il nostro Paese e che troppo spesso viene ostacolato da una fitta rete di lungaggini burocratiche.
  E poi ancora, deduzioni IRAP per ogni lavoratore assunto con contratto a tempo determinato di almeno tre anni e per Pag. 94almeno 150 giornate all'anno: registro unico dei crolli, semplificazione del settore vitivinicolo. E poi ancora per le imprese agricole si istituiscono due crediti di imposta per lo sviluppo del commercio elettronico ed i nuovi prodotti.
  E poi ancora, gli interventi di efficientamento energetico nell'edilizia scolastica e universitaria, inclusi gli asili nido. Con un nostro emendamento siamo riusciti a tutelare la pubblica amministrazione, garantendo la qualità degli interventi e la sostenibilità delle operazioni e facendo in modo che le imprese ottengano dei finanziamenti a tassi agevolati per realizzare le opere. Il messaggio che mandiamo è che il Governo sostiene davvero chi crea lavoro e occupazione e non solo chi ha competenze finanziarie.
  Con questo provvedimento, incidiamo inoltre sul contenimento delle bollette elettriche a carico delle piccole e medie imprese. È un piccolo passo – lo riconosciamo – ma, in un momento di prolungata congiuntura economica negativa, è pure un piccolo passo avanti.
  Non meno importanti sono le modifiche alla disciplina dell'ACE, l'aiuto alla crescita economica. Viene aumentato del 40 per cento il sostegno alle società che chiedono di essere quotate in borsa; la disciplina si applica per il periodo di imposta in cui avviene l'ammissione alla quotazione e per i due successivi.
  Da oggi, dunque, più semplificazione, meno burocrazia e maggiori libertà, per il rilancio dell'economia.
  E poi naturalmente, ancora, risorse per il rischio idrogeologico. Abbiamo visto come l'Italia purtroppo è tutta uguale, dal sud al nord in questo settore. Abbiamo assistito a tragedie che colpiscono il nord, come il centro e il sud e noi su questo dobbiamo e vogliamo intervenire con risorse e nel più breve tempo possibile.
  Poi, semplificazioni in materia di bonifica e di utilizzo di materie prime secondarie, fino ad oggi considerate rifiuti.
  Questo provvedimento indubbiamente per noi è un primo tassello, seppure importante che vuole aprire la strada che consenta al nostro tessuto produttivo di esprime le potenzialità che di certo non mancano. Dobbiamo dare un chiaro e inequivocabile segnale di discontinuità in grado di smentire categoricamente quanti si ostinano a voler frenare l'Italia nel suo processo di crescita economica, di rilancio produttivo e occupazionale, di ritorno ai vertici dei mercati mondiali con i prodotti frutto delle nostre eccellenze, competenze e tradizioni secolari.
  Serve liberalizzare, serve sburocratizzare il Paese, serve liberarlo dai mille lacci e lacciuoli che frenano l'economia e ne impediscono il rilancio. Solo così saremo in grado di cambiare quelli che sono i dati ISTAT, che oggi hanno fatto riandare le nostre imprese e i nostri cittadini in ansia.
  Il Nuovo Centrodestra è qui, è al Governo, sì, per portare avanti le riforme costituzionali che sono importanti, certo, ma lo sono ancora di più per noi oggi le riforme economiche.
  Siamo convinti che queste siano necessarie per la reale ripresa economica del nostro Paese. Fare le riforme che non costano nulla, ma che servono alla crescita delle imprese e delle famiglie, cioè lavoro e fisco (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Catia Polidori. Ne ha facoltà.

  CATIA POLIDORI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, da questa mattina sappiamo con certezza che l'Italia è in recessione tecnica, per il secondo trimestre consecutivo il PIL è in calo congiunturale. È il dato peggiore da quattordici anni e per non deprimerci eviterei di parlare di spread e della borsa di Milano, appena chiusa in profondo rosso, eccetera.
  Nell'era di Renzi, con l'annuncio «il più è fatto» stiamo assistendo a una sequela di dichiarazioni sempre più distanti dalla realtà. Io voglio ricordare che, nel passaggio di consegne con il precedente Governo Letta, il Premier dichiarò, fra un'illustrazione delle sue slide e qualche battuta con i giornalisti, che il suo Pag. 95Governo non avrebbe mai proseguito sulla stessa strada dei precedenti, legiferando provvedimenti d'urgenza in formato omnibus, in osservanza dei richiami del Presidente della Repubblica, anche in osservanza delle censure della Corte costituzionale, che precisano molto bene come debba intendersi il ricorso alla decretazione d'urgenza e il rispetto dell'articolo 77 della Carta.
  Appena insediato disse di voler rivoluzionare le istituzioni e ammodernare il Paese. L'azione del suo Governo sarebbe stata unica, profondamente innovativa, totalmente diversa ed in netta controtendenza con i precedenti Governi. Ebbene, a distanza di sei mesi il Governo si sta rivelando un bluff più che evidente agli occhi degli italiani, i quali dopo la sbornia delle elezioni europee stanno iniziando oggi a constatare come ai suoi annunci ad effetto non seguano segnali tangibili positivi sulle famiglie e sulle imprese.
  Noi avevamo riposto molta fiducia su questo decreto-legge. Il titolo lasciava sperare in un intervento importante per ridare slancio all'economia e si è invece rivelato essere il decreto dell'incompetenza e dell'incompletezza.
  Mi spiego meglio. Andiamo per ordine, anche se utilizzare la parola «ordine» per analizzare questo provvedimento appare un ossimoro. Distinguiamo sul piano del metodo e del merito. Il metodo: un decreto-legge, come detto, fortemente omnibus, dichiaratamente incostituzionale, composto da una pluralità di norme, le più disparate e difformi, che avrebbero dovuto richiamare nuovamente l'attenzione ad un intervento del Capo dello Stato, come già fatto in precedenza, determinando la sua decadenza. Una stesura maldestra, persino scellerata, che colleziona errori e figuracce – la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra –, cui poi si cerca di porre rimedio, da dilettanti allo sbaraglio. Ma questo Paese dovrà fare i conti con una dura realtà e con lacrime amare già in autunno.
  Così facendo, il Governo sta di fatto sminuendo e mettendo in imbarazzo le istituzioni e il prestigio internazionale che qualcuno si fregia di aver ritrovato. È necessario ed urgente intervenire e non è facile, questo lo sappiamo anche noi. Ma occorre farlo rispettando le regole, i ruoli e soprattutto abbandonando quella visione un po’ alla vecchia maniera di sistema Paese e di economia, visto in maniera del tutto settoriale.
  Ed entriamo nel merito del provvedimento, che nelle intenzioni era stato concepito effettivamente come una potente cura per il recupero della competitività, mentre invece potremmo ritenerci fortunati se riuscirà a sortire un blando effetto placebo sull'economia reale. Sì, perché il guaio di quest'era, dell'era renziana, è che agli slogan ambiziosi ed altisonanti non corrispondono mai dei contenuti altrettanto concreti. Tutti gli indicatori economici da mesi ci segnalano che la ripresa non c’è. È di ieri la comunicazione, che già in parte potevamo percepire, della Confcommercio che ci ha detto che gli 80 euro in realtà non hanno prodotto l'effetto desiderato, se non quello del risultato elettorale.
  Tante speranze accese per gli italiani in un ramo del Parlamento e completamente disattese nell'altro ramo con la soppressione di articoli. Alcuni dei quali articoli il Parlamento aveva già approvato peraltro in modo bipartisan durante il Governo Letta, poi rimodificati, riproposti e approvati al Senato, per poi essere soppressi alla Camera. E siamo nella stessa legislatura: noi siamo esattamente gli stessi parlamentari. Forse – immagino – sassolini nelle scarpe che qualche funzionario si è voluto togliere per essere stato scavalcato qualche mese fa ? Diversamente non potrei spiegarmelo. Per fortuna in seconda lettura ci siamo accorti: un vero e proprio pasticcio legislativo. Siamo al dilettantismo.
  Io credo, Presidente, che la rottamazione, se ci deve essere, debba avvenire salvando almeno un po’ di esperienza di chi fa politica da anni, indipendentemente dall'età.
  Il dato preoccupante è che il percorso delle riforme, sul quale, come ribadiamo, Forza Italia e prima di tutti il nostro presidente Berlusconi non faranno mai Pag. 96mancare il loro totale appoggio, e gli interventi sulla spesa pubblica e sulla crescita economica stanno prendendo sentieri assolutamente divaricati. Le riforme dovrebbero servire come biglietto da visita per rassicurare l'Europa sulla serietà dell'impegno italiano e gli interventi, invece, dovrebbero confermare una prospettiva di crescita economica che fatica a manifestarsi, alimentando così segnali di nervosismo nei mercati a causa dei continui rinvii su un intervento serio sulla revisione della spesa pubblica e sulle misure di stimolo alla domanda interna.
  La scorsa settimana il Premier, nelle sue ormai famose e anche simpatiche esternazioni, ha rivendicato di aver ridotto le tasse per il ceto medio e le imprese, aggiungendo che, anziché fare manovre per chiedere soldi, le manovre si fanno per dare soldi. Peccato che a contraddire questa narrativa ottimistica sia intervenuto il commissario per la spending review Cottarelli il quale ha dichiarato che, se si utilizzano risparmi sulla spesa per aumentare la spesa, il risparmio, ovviamente diciamo noi, non potrà essere poi utilizzato per ridurre le tasse sul lavoro. Per essere più chiari, Cottarelli ci ha avvertito che il totale delle risorse già promesse ammonta a 1,6 miliardi di euro per il 2015. E se le parole hanno un senso, significa che il Governo sta promettendo misure che mancano di coperture finanziarie. Un modo di procedere, ahimè, in perfetta sintonia con i Governi Monti e Letta; un modo confuso, superficiale e disorganizzato che denota quanto sia evidente la mancanza di qualità legislativa, oltre che di collegamento, permettetemi, tra il Governo e la sua maggioranza.
  La disomogeneità delle misure contenute nel decreto-legge è lampante: si va dal made in italy, alla coltivazione degli OGM, passando per l'arte venatoria, il Sistri, la revisione degli incentivi e così via e così avanti per altre duecento pagine. Un provvedimento che rischia di non produrre alcun effetto se non si faranno i decreti attuativi. Solo questo ne necessiterebbe venticinque e ne abbiamo ancora cinquecento avuti in eredità dai precedenti Governi. Mi permetta, il Premier: l'errore sta nella sequenza delle sue mosse. Doveva partire approfittando della luna di miele della sua vittoria elettorale alle elezioni europee per presentare un coraggioso piano economico e farlo approvare in tempi rapidi, per approdare a Bruxelles forte di questo e, dati alla mano, discutere dei vincoli. Con qualche concessione dall'Europa e qualche risultato sull'economia, avrebbe potuto in seguito affrontare le riforme istituzionali da una posizione forte. E, invece, tra le nubi estive che oscurano i cieli dei mercati, senza dimenticare il rischio dell'innalzamento dei tassi dei BTP, con il credito di fiducia che è stato dato al Presidente del Consiglio dagli operatori finanziari, ma che, ahimè, sembra esaurirsi, ebbene, l'impressione è che si sia giunti ad un tornante cruciale.
  Pur volendo essere ottimisti, e sappiamo quanto sia importante esserlo in un Paese troppo depresso, in autunno noi dovremo rappresentare in Europa una dura realtà. Sarà difficile rimanere sotto il 3 per cento del rapporto deficit-PIL. Sarebbe stato molto importante ascoltare il Ministro Padoan in quest'Aula per sapere come sta la nostra economia, come stanno i nostri conti pubblici, come più volte richiesto dal nostro capogruppo. E altrettanto importante sarebbe stato accelerare sulla riforma del lavoro e sull'introduzione dei decreti legislativi sul fisco. I mercati sono già stati scottati dalle promesse non mantenute dei Governi Monti e Letta e gli investitori istituzionali non perdono occasione per ricordarlo. E il beneficio del dubbio che è stato accordato al Presidente del Consiglio non è incondizionato e, ovviamente, non è per sempre.
  Il decreto-legge, come l'abbiamo chiamato noi «di una presunta competitività», segue altri due decreti per lo sviluppo e per la crescita che, però, non hanno determinato quell'inversione di tendenza che l'Italia auspicava. E non lo diciamo noi pessimisti dell'opposizione, ma lo dicono i dati sul PIL, quelli che per il Premier non fanno effettivamente molta differenza, ma con i quali dovrà imparare a misurarsi, perché quel meno 0,6 per cento corrisponde Pag. 97esattamente a 9,3 miliardi di euro di ricchezza non prodotta. E l'economia è fatta di numeri e non di formule magiche. Tutto lascia prevedere che la crescita del prodotto interno lordo nel 2014 sarà negativa e, quindi, anche il 2015 partirà con un fardello molto pesante sulle spalle.
  Adesso, quindi, occorre necessariamente dare una sferzata alla nostra economia. Allora, si vada avanti con le riforme, ma non si perda di vista la vita reale del Paese. Noi di Forza Italia siamo pronti a lavorarci insieme, anche sulle riforme economiche, come stiamo già facendo responsabilmente sulle riforme costituzionali, ma oggi il Governo non può chiederci di votare a favore di questo pasticcio legislativo. Noi andremmo contro la nostra lunga storia di movimento liberale e di movimento antitasse. Forza Italia voterà convintamente contro un decreto presunto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, il decreto-legge su cui il Governo ha posto la questione di fiducia è arrivato blindato dal Senato, ma sono bastati pochi giorni per capire che quello che i colleghi senatori avevano approvato era stato solo il frutto della fretta notturna e probabilmente del sonno consapevole.
  Un vero e proprio assalto alla diligenza. Fin dalle sue prime bozze, infatti, tutte le associazioni di settore, quelle ambientaliste, gli imprenditori e tanti cittadini che hanno investito nel fotovoltaico per scopo produttivo aziendale o familiare si sono giustamente allarmati. Il messaggio è chiaro, colleghi: secondo il Governo l'energia in Italia è troppo cara a causa delle fonti rinnovabili. Pensate di ridurre del 10 per cento la bolletta delle aziende italiane pur sapendo che se per definizione un'impresa è energivora, se ha un'incidenza sul fatturato pari al 3 per cento, lo sconto, immaginando che tutte le aziende italiane siano energivore, sarebbe dello 0,3 per cento del fatturato; alla faccia della misura ! Siete sicuri che con questi dati stiamo davvero parlando di rilancio delle imprese ? Non sarebbe il caso di aumentare la defiscalizzazione per gli investimenti produttivi per i nuovi assunti e, soprattutto, cancellare quella follia fiscale di nome IRAP (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Ma va bene, proviamo a starvi dietro in questo ragionamento. Sarebbe quanto meno il caso, però, di abbassare il costo energetico delle imprese valutando tutti i costi in bolletta, non solo quelli che volete voi. Tutti i costi, e non solo quelli che soprattutto segnalano De Benedetti a Delrio durante le loro colazioni mattutine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Già, perché gli italiani devono sapere, per esempio, che secondo uno studio della Bocconi del 2009 i CIP6 costeranno, per un periodo, dal 2000 al 2020, la bellezza di 66 miliardi di euro ai cittadini italiani. Non è una fonte del MoVimento 5 Stelle, è una fonte, direi, autorevole.
  Ricordo a tutti che le centrali incentivate a regime CIP6 sono a fonte fossile o gas di produzione industriale, quindi nulla a che vedere con le rinnovabili; ma le considerate sempre nella medesima componente tariffaria A3 in bolletta. Qualcuno potrà dirmi: ma i CIP6 stanno andando ad esaurimento. Vero, peccato che tale operazione non stia alleggerendo le bollette dei cittadini italiani. No, perché tenete a mente, cari cittadini, che, ad esempio, per l'anno 2013, secondo l'elenco delle risoluzioni anticipate fornitoci dal GSE, le risoluzioni dei CIP6 ci sono costate la bellezza di 456 milioni di euro, di cui 318 del solo impianto Api di Falconara. Dunque, da un lato, volete fare lo «spalma incentivi», in modo da abbassare il costo della bolletta, dall'altro, invece, anticipate la liquidazione di incentivi ai soliti noti, alle solite imprese.
  Ma oltre il CIP6, in bolletta cosa troviamo ? L'interrompibilità, ovvero la possibilità di staccare un'azienda dalla rete elettrica in condizioni di emergenza nazionale. Pag. 98Ma con tre volte la capacità produttiva di cui necessita il nostro Paese, ci volete spiegare che cosa dobbiamo ancora pagare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Le nostre proposte emendative andavano esattamente nel senso di ridurre l'interrompibilità, di istituire una carbon tax per la produzione energetica da fonte fossile, olio combustibile e carbone; di eliminare l'onere sull'autoconsumo, ovvero quella tassa assurda sull'energia che ti autoproduci. Per la serie: domani ti tasso anche il pane che ti fai in casa perché non lo compri dal panettiere. Ma niente, su tutti questi punti picche.
  Siamo convinti, colleghi, che gli imprenditori del fotovoltaico e i cittadini interessati faranno richiesta di risarcimento danni allo Stato, sicuramente con un bell'esposto. Era troppo difficile mettere il naso fuori dai nostri confini e vedere come, in situazioni simili, coloro che avevano investito nel fotovoltaico in Inghilterra e in Spagna hanno richiesto un risarcimento danni per diversi miliardi di euro ?
  Imparare dagli errori degli altri, però, è forse chiedere troppo. Un bel bagno di umiltà è palesemente troppo lontano da quella presunzione renziana senza limite che, a questo punto, rischia di portare lo Stato e, quindi, i cittadini italiani a rimborsare i possessori di impianti con nuovi e maggiori oneri in bolletta. Questo ve lo dovete ricordare, anche alla luce dei dati economici di oggi, sicuramente allarmanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ve lo dico chiaramente, colleghi: votando questo decreto, voi sarete i responsabili di tutto questo, ma a pagare, come sempre, saremo noi cittadini.
  Ma non finisce qui. Come non citare la perla inserita con l'articolo 23, secondo cui la Sicilia deve continuare ad essere considerata macrozona e le unità di produzione di energia elettrica devono essere considerate, cito: «risorse essenziali per la sicurezza del sistema elettrico». Questo, colleghi, non comporterà forse bollette più pesanti per le aziende siciliane ? Lo scrive un'autorevole stampa di settore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Passiamo poi, Presidente, a parlare dell'inceneritore di Salerno, chiamiamolo finalmente con il suo nome. Ora, magari siamo noi duri di comprendonio, ma volete cortesemente spiegarci quale senso ha procedere nella costruzione di questo nuovo potenziale ecomostro quando è già attivo, si fa per dire, quello di Acerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Vogliamo davvero andare avanti su questa strada, considerando poi che la raccolta differenziata nella provincia di Salerno ha una percentuale media superiore a quella della regione Toscana e che la stragrande maggioranza degli amministratori locali della provincia interessata sono contrari al progetto ? Lo vogliamo fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Rimanendo poi sul tema ambientale, vorrei sottolineare l'ennesima follia. Non saprei come altro definire l'articolo 13, con cui si vanno a equiparare i siti militari con quelli industriali, introducendo di conseguenza limiti di concentrazione di sostanze inquinanti più tolleranti di quelli attuali.
  Se nella stragrande maggioranza dei casi le attività svolte all'interno dei siti militari sono poste sotto segreto, e di conseguenza non si sa cosa è stato usato e in quali quantità, noi ora vogliamo addirittura inserire dei limiti più tolleranti di quelli esistenti ?
  Cambiamo argomento, ma nemmeno troppo, e andiamo su un evergreen di quest'Aula: l'Ilva. Non solo non si pensa ad attuare i principi dei decreti precedentemente approvati, non solo non si contribuisce ad attuare una programmazione industriale, economica, lavorativa e ambientale che possa far vedere la luce a Taranto, ma ahimè il decreto inserisce deroghe e proroghe, allungando di fatto i tempi per l'attuazione delle prescrizioni ambientali, come se i bambini ed i cittadini di Taranto possano aspettare ancora un po’.Pag. 99
  Passando alla finanza, anche in questo caso le sorprese non mancano. Oggi ci state chiedendo di aprire il mercato del credito anche alle assicurazioni. L'ennesima presa in giro ! Addirittura garantite alle assicurazioni delle percentuali minime di provvigione del 5 per cento. Siamo all'assurdo. Avete poi deciso che per essere quotati nei mercati regolamentari basterà un capitale sociale di 50 mila euro, mentre fino ad oggi ne serviva uno di 120 mila euro. Ma andiamo avanti. Chi aiuterà questa misura ? Certamente Borsa Italiana Spa, che guadagna su ogni operazione, sicuramente gli agenti di borsa che otterranno provvigioni dalle vendite.
  Voi non volete salvare le PMI, volete semplicemente aprire nuovi mercati per i soliti noti: banche, assicurazioni, società di cartolarizzazione, organismi di investimento esteri, ai quali anche in questo decreto avete regalato ulteriori agevolazioni fiscali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Vorrei poi condividere con voi una chicca che è rimasta scolpita nella memoria per un po’ e vi rimarrà. Avete approvato il super meccanismo cervellotico di invenzione mucchettiana dove un operatore finanziario da 30 miliardi di euro – e già, chi è che non conosce in Italia almeno una ventina di questi soggetti, non ce n’è neanche uno – potrà cartolarizzare di fatto 1'80 per cento degli incentivi, scrivendo nero su bianco che il Ministero dell'economia e delle finanze dovrà valutarne l'influenza sulla finanza pubblica. Colleghi, avete sentito bene. Nel decreto viene scritto dal Governo che il MEF debba valutare la congruità sulla finanza pubblica. La domanda che mi faccio è la seguente: il MEF fa parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Viene, quindi, da chiedersi se forse rimanda ad altre influenze, come quelle delle banche o della Troika. In pratica, è come se, nel costruire un asilo, un costruttore affidasse il progetto ad un gruppo di progettisti e loro scrivessero nella relazione che se l'asilo sta in piedi o meno lo debba valutare il progettista strutturale. Cioè il Governo, in questo caso, non si prende la responsabilità di dire quello che pensa il MEF, fingendo che siano due entità separate.
  Andiamo avanti. Con le modifiche introdotte alla Camera, e anche grazie al nostro contributo, sono stati cancellati due condoni. Uno acustico, nel quale si parlava di decibel come di etti di prosciutto, non sapendo che in scala logaritmica 3 decibel equivalgono al raddoppio della potenza sonora.
  Il secondo, penale, riferito alle società di ingegneria, retroattivo dal 1997. Per quanto, poi, riguarda il tema dell'accatastamento degli impianti fotovoltaici, il Governo è tornato sui suoi passi. No, scusate, mi sono sbagliato, perché questo emendamento è stato bocciato dalla Commissione bilancio e questa bocciatura è, forse, la cosa più sorprendente degli ultimi giorni, considerando che, di fatto, sancisce ora che una circolare dell'Agenzia delle entrate sia più forte di un decreto !

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DAVIDE CRIPPA. È stata, inoltre, eliminata una pericolosa semplificazione sull'amianto e con enorme fatica siamo riusciti a mantenere in piedi gli impegni presi dal Governo ai tempi del decreto «destinazione Italia» per le isole minori.

  PRESIDENTE. Concluda, per favore.

  DAVIDE CRIPPA. Siamo riusciti, poi, ad inserire – concludo, Presidente – nel decreto la necessità di modificare e approvare con decreto le linee guida sulle radiazioni elettromagnetiche.
  Colleghi, nonostante tutto ciò, per tirare fuori il sangue dalle rape serve un miracolo: per quello ci stiamo attrezzando. Dichiaro, quindi, il nostro voto contrario a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dallai. Ne ha facoltà.

Pag. 100

  LUIGI DALLAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, oggi approviamo un capitolo del programma del Governo e dell'opera di ammodernamento del Paese.
  Ascoltando gli interventi dei colleghi dell'opposizione, mi sarei aspettato sollecitazioni a fare ancora di più, e più velocemente, invece di una polemica ad uso televisivo. Non ci è chiesto, infatti, soltanto di rappresentare la rabbia diffusa che osserviamo nel Paese: ci sono chieste soprattutto risposte possibili a domande sempre più pressanti. È urgente risolvere le contraddizioni che rallentano la crescita della nostra economia e concretizzare il cambiamento necessario per rafforzare le nostre istituzioni, oggi ancora in misura maggiore.
  Abbiamo iniziato con il «decreto Irpef», tra i pochi provvedimenti di sostegno alla domanda degli ultimi anni; poi, il piano scuole; poi, il «decreto Poletti»; poi, il decreto sulla cultura, il decreto sulla pubblica amministrazione, pur con i limiti delle coperture di bilancio. Possiamo metterli nell'ordine che vogliamo: questi decreti esprimono l'idea di Paese che abbiamo in mente. E in questa idea, c’è la volontà di sbloccare il Paese, i suoi cantieri, la sua burocrazia e la determinazione a ridurre i costi che cittadini e imprese devono sostenere.
  Discutere del «decreto competitività» nel merito è semplice, perché è chiaro il principio che lega i diversi settori interessati: semplificare gli adempimenti relativi alle attività agricole; snellire le norme che regolano le attività di bonifica ambientale; promuovere l'efficientamento energetico nei luoghi dedicati all'istruzione pubblica; contenere i costi che determinano le tariffe elettriche, cercando di riallineare le norme che regolano gli incentivi al fotovoltaico e proponendo alternative di ulteriore sviluppo economico.
  Vale la pena ricordare gli incentivi all'assunzione in agricoltura di giovani tra i 18 e i 35 anni, per i quali è istituito un fondo con dotazione pari a 9 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018. Riteniamo, infatti, importante sostenere, in tutto il territorio nazionale, le imprese agricole a partecipazione giovanile, per favorire il ricambio generazionale anche in agricoltura e sostenerne lo sviluppo attraverso migliori condizioni per l'accesso al credito e la promozione di mutui agevolati per gli investimenti a un tasso pari allo zero.
  Si ravvisa, dunque, anche nel provvedimento in questione, l'indirizzo verso la promozione dell'imprenditoria giovanile che abbiamo già visto nel recente «decreto cultura». E cultura è senza dubbio quella che dobbiamo far crescere nel rispetto dell'ambiente, lavorando per ridurre i consumi energetici e, dunque, l'impatto delle nostre attività su ciò che ci circonda. Minori consumi energetici, minore necessità di approvvigionamento, minore sfruttamento e minori emissioni in atmosfera. Per tacere di minori costi indiretti a carico della socialità. E questo a partire dal settore pubblico che, nella nostra ottica, deve costantemente essere punto di avanguardia nelle pratiche quotidiane.
  A questo è mirato il fondo di 350 milioni di euro per concedere finanziamenti a tasso agevolato a soggetti pubblici e realizzare interventi di incremento dell'efficienza energetica di edifici scolastici, asili nido, edifici universitari. Dunque, per promuovere politiche di riqualificazione edilizia, piuttosto che di nuova edificazione. Sono interventi che rientrano nelle pratiche volte ad attuare il Protocollo di Kyoto e, nel nostro Paese, di queste pratiche si è discusso lungamente, ma raramente abbiamo concretizzato misure economiche che ne determinassero un effettivo sostegno.
  Il capitolo delle bonifiche si arricchisce di un ulteriore indirizzo relativo ai beni contenenti amianto, per i quali è definita una dotazione finanziaria aggiuntiva, destinata al finanziamento di interventi di messa in sicurezza del territorio e della bonifica dei siti inquinati.
  Si affrontano, inoltre, temi apparentemente minori, ma che impattano sulla vita quotidiana di famiglia e aziende, quali lo smaltimento delle piccole quantità di materiale agricolo, oppure le sanzioni per Pag. 101ridurre la commercializzazione di sacchi per l'asporto di merci non conformi alle normative, cioè per la limitazione dell'impatto delle plastiche sull'ambiente.
  Come è evidente, anche norme che rischiano, ad un esame distratto, di sembrare minori, possono avere un impatto significativo sulle attività economiche e sull'ambiente, e questo ci rafforza nella convinzione di perseguire, insieme alla politica che riempie i dibattiti alti, e magari anche le polemiche dei talk show, anche una politica delle piccole cose, che promuova un continuo progresso nella vita delle persone.
  In questo senso va anche la scelta di contenere i costi che determinano le tariffe elettriche: nel rapporto con Rete Ferroviaria Italiana, i trasporti che rientrano nel servizio universale, per i pendolari e per il settore del trasporto merci, dovranno essere salvaguardati da eventuali aumenti di costi. Un riconoscimento, dunque, del ruolo e del valore della mobilità su ferro e un'attenzione alla sostenibilità del sistema del trasporto pubblico.
  Cito per ultimo, in senso cronologico, ma certo non per importanza, l'intervento legislativo, ampiamente dibattuto nelle Aule parlamentari e sui media, sul meccanismo di incentivi al settore delle energie rinnovabili. Non vi è dubbio che questo provvedimento vada a razionalizzare norme che, in tempi e modi diversi, hanno avuto un ruolo fondamentale per la promozione del fotovoltaico in Italia, così come in altri Paesi dell'Europa, dove si sta procedendo a modifiche analoghe.
  La correzione introdotta dal Governo intende dunque riallineare il rapporto tra incentivo e rischio di investimento. Se anche occorressero ulteriori passaggi relativi a queste modifiche normative, per migliorarne l'efficacia e limitarne le inevitabili criticità, è utile rimarcare lo sforzo di riformare un settore che noi riteniamo fondamentale, offrendo ai produttori opzioni differenziate e un'ulteriore possibilità di sviluppo del mercato dei crediti energetici.
  Il nostro obiettivo è, infatti, quello di avere una produzione di energia basata su sorgenti di approvvigionamento differenziate, e tra queste le fonti rinnovabili, la loro promozione e il loro sviluppo tecnologico rimangono prioritari. Dunque, signor Presidente, le parole chiave con cui definire in estrema sintesi questo decreto sono: «valorizzazione» per il settore agricolo, «incentivazione» per le imprese, «efficacia» per la normativa ambientale, «riequilibrio» per il comparto del fotovoltaico.
  Sono quattro concetti di fondo che caratterizzano l'azione di Governo, sono tra le azioni prioritarie di cui il nostro Paese ha bisogno per ripartire e sono le azioni di cui abbiamo deciso di farci carico perché siamo convinti che affrontare le questioni nel merito possa talvolta risultare impopolare nell'immediato, ma doveroso per chi si propone di operare il cambiamento possibile.
  L'Italia chiede al Partito Democratico di essere il motore di un cambiamento che faccia il nostro Paese più giusto, più attento ai bisogni di famiglie e aziende, in pratica di unire progresso economico e progresso civile. Lo sforzo di tutti deve andare in questa direzione e, per questo motivo, preannunzio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

(Coordinamento formale – A.C. 2568-A/R)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2568-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Pag. 102
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n.  2568-A/R, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Culotta, Tancredi, Zardini, Gadda, Locatelli, Dall'Osso, Grillo, Baroni, D'Ambrosio, Raciti, Luigi Gallo, Ferranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   S. 1541 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, recante disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea» (Approvato dal Senato) (2568-A/R):

   Presenti  458   
   Votanti  451   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  299    
    Hanno votato no   152.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Inserimento all'ordine del giorno dell'Assemblea di un disegno di legge di conversione (ore 19,40).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signora Presidente, intervengo per chiederle, ai sensi dell'articolo 27, l'inserimento all'ordine del giorno – dopo aver concordato questo con gli altri gruppi e averne naturalmente informato lei, la Presidenza, e concordato con il Governo – del decreto-legge sulla pubblica amministrazione per consentire all'Aula di procedere con la discussione sulle linee generali e l'esame del seguito.

  PRESIDENTE. Ricordo a tutti che ai sensi dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento, l'Assemblea può deliberare su materie non iscritte all'ordine del giorno previa deliberazione con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi e a maggioranza dei tre quarti dei votanti.
  Pongo, dunque, in votazione, mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi, la proposta avanzata dal deputato Rosato di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna l'esame del disegno di legge di conversione n. 2486-B in materia di pubblica amministrazione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Paola Bragantini, Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  363   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  270   
    Hanno votato  359    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2486-B) (ore 19,45).

  PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame del disegno di legge, già approvato Pag. 103dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2486-B: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari.
  Scusate colleghi, però è veramente difficile, si può avere un po’ di attenzione da parte di quest'Aula ? È possibile continuare, colleghi ?

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2486-B)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Emanuele Fiano.

  EMANUELE FIANO, Relatore. Presidente, solo poche parole per introdurre il nuovo testo di conversione del decreto-legge che affrontiamo in terza lettura e che verrà esaminato da questa Camera unicamente in relazione alle parti modificate dall'altro ramo del Parlamento.
  Io voglio solo fare una premessa e poi lasciare agli atti, Presidente, la parte descrittiva degli articoli che sono stati modificati in sede di lettura del Senato. Voglio solo confermare, con una rapida premessa, perché ciò rimanga agli atti di questa Camera dei deputati, il percorso di rinnovamento e l'inversione di tendenza che il Governo e la maggioranza hanno affidato a questo provvedimento. È un percorso che noi riteniamo restituisca speranza alle nuove generazioni, per molto tempo tradite.
  Purtroppo, devo dire purtroppo, una delle modifiche apportate nel corso della lettura del Senato è quella dovuta alle mancate condizioni che si sono create per un intervento sulla cosiddetta «quota 96» per i lavoratori della scuola, che sarà però, come ha dichiarato il Presidente del Consiglio, oggetto di un provvedimento strutturale, all'interno del quale sarà affrontato il tema degli ingressi degli insegnanti, delle precarietà e del rinnovamento.
  Le altre modifiche apportate dal Senato della Repubblica, come è noto, Presidente, a causa di problemi di copertura finanziaria, riguardano le norme che cancellavano le penalizzazioni della «riforma Fornero» per i lavoratori con anzianità contributiva pari a 41 anni per le lavoratrici e a 42 anni per i lavoratori e con un'età anagrafica inferiore a 62 anni; le norme sul pensionamento d'ufficio a 68 anni dei professori universitari e la norma sull'invalidità per le vittime di terrorismo. Queste disposizioni sono state, quindi, soppresse, ma per quello che riguarda la maggioranza di questo Parlamento...

  PRESIDENTE. Colleghi, il deputato Fiano ha difficoltà a parlare in questo caos.

  EMANUELE FIANO, Relatore. La ringrazio, Presidente. Ma non sono state cancellate, dicevo, dalla nostra agenda politica. Su queste questioni noi vogliamo tornare con misure più efficaci e puntuali. Abbiamo preso un impegno politico e non intendiamo tradire le legittime aspettative che abbiamo creato e le aspettative dei nostri elettori.
  In ogni caso, non dobbiamo dimenticare, al di là delle modifiche intervenute sul disegno di legge in Senato, che le norme contenute ed introdotte con il decreto-legge dal Governo continuano ad agire nel solco di ciò che era stato promesso, del cambiamento, dell'equità e del rinnovamento. Pensiamo alle norme anticorruzione, ai nuovi poteri dell'autorità nazionale nel campo dell'anticorruzione, alla mobilità dei pubblici dipendenti, alle norme di semplificazione per i cittadini e per le imprese. Sono norme pensate per invertire il paradigma del rapporto tra i cittadini e la pubblica amministrazione, un paradigma che vedeva il cittadino spesso piegato alle esigenze della pubblica amministrazione e non viceversa; un paradigma che ha travolto spesso, nel senso comune di questo Stato, il tantissimo di Pag. 104buono che esiste nelle professionalità impiegate nella macchina dello Stato, delle regioni e degli enti locali.
  Ancora, il decreto inverte quella tendenza all'immobilismo di una parte degli apparati burocratici e per molte generazioni. A loro, alle nuove generazioni, noi vogliamo restituire la speranza, dicendo che è arrivato il loro turno. Lo abbiamo fatto, per esempio, cancellando l'istituto del trattenimento in servizio, la possibilità di risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro per i pubblici dipendenti, compresi i dirigenti, che abbiano raggiunti i requisiti per andare in pensione.
  Dico queste parole – e ho concluso, Presidente, perché voglio essere breve, visto il contesto nel quale diamo avvio a questa terza e ultima lettura del provvedimento – che molte altre norme sono rimaste nel provvedimento. Dunque, non vorrei che passasse l'idea che le modifiche intervenute al Senato della Repubblica, sulla base di emendamenti soppressivi che il Governo ha dovuto presentare in ordine ai pareri presentati dalla Ragioneria dello Stato, possano fare pensare che noi abbiamo modificato il senso del decreto-legge e della sua conversione, così come modificata proprio nella lettura alla Camera dei deputati.
  Confermo, quindi, il parere, ovviamente, che già diedi all'esito della prima lettura della Camera dei deputati, confermando che rimane tutto il senso politico e programmatico che abbiamo messo in questo provvedimento, nonostante il disappunto per le norme che sono state soppresse al Senato della Repubblica e sulle quali norme modificate al Senato della Repubblica, immagino interverremo ed interverranno i colleghi nel dibattito alla Camera dei deputati e con le proposte emendative che sono state presentate.
  Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.
  È iscritto a parlare il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, visto che questa terza lettura non era prevista, non userò questi pochi minuti per ricordare a tutti noi che non ci sembra che la riforma della pubblica amministrazione – che ritorniamo ad esaminare in terza lettura – abbasserà di un solo minuto il tempo di attesa per i cittadini. Il tema di questa presunta riforma, infatti, non è la qualità dei servizi offerti ai cittadini, ma un'accanita e continuata volontà di colpire i lavoratori.
  Come non userò questo tempo per ricordare che sarebbe stato più utile (se si fosse voluto davvero riformare la pubblica amministrazione !), non solo coinvolgere le lavoratrici e i lavoratori, ma magari rinnovare il contratto del pubblico impiego. Infatti in cinque anni sono stati sottratti 25 miliardi di euro ai lavoratori e ci chiediamo tutti come siano stati utilizzati.
  Come non userò questo tempo per ricordare il punto negativo che riguarda l'esclusione del sindacato da tutti gli interventi previsti dal decreto-legge, cosa che rivela l'obiettivo di escludere il ruolo del sindacato e dei lavoratori, andando nella direzione della ripubblicizzazione del lavoro nel settore del pubblico impiego, contro la privatizzazione di tali rapporti di lavoro che avevamo iniziato nel lontano 1993.
  E ancora non vi ricorderò che la ratio degli interventi, che dovevano aumentare l'occupazione giovanile, alla fine si riduce in qualcosa che produrrà, forse e non sappiamo quando, qualche centinaio di posti di lavoro. E ancora non vi ricorderò che la mobilità obbligatoria dei pubblici dipendenti all'interno di un raggio di 50 chilometri anche tra amministrazioni diverse – che è stata modificata qua alla Camera – solo per chi assiste familiari e per chi ha figli con meno di tre anni, non prevedrà un intervento contrattuale. E ancora non vi parlerò del demansionamento Pag. 105dei lavoratori pubblici in sovrannumero nei posti di mobilità.
  Invece voglio concentrarmi, in pochi minuti, sull'intervento che al Senato – ed è stato un intervento interessante, che abbiamo agli atti per chi lo vuole leggere – ha fatto sul provvedimento il relatore del Partito Democratico, il senatore Pagliari. In Aula ha fatto notare egli stesso che il decreto-legge è un «millenorme». Sì, l'ha chiamato proprio millenorme, non un decreto di riforma della pubblica amministrazione, l'ha proprio paragonato – poi cercando di correggersi in fase di replica – al famoso milleproroghe. Quindi il Governo Renzi ha cambiato verso: ha anche inventato un decreto millenorme, ha cambiato segno ai decreti.
  Ma la cosa interessante è che il relatore, senatore Pagliari, dice – e leggo testualmente dai verbali – che a suo avviso il limite del decreto-legge in esame è che si tratta di un millenorme e usa questa espressione riprendendola dal milleproroghe e proprio lo cita e che, in quanto tale, ha questo limite in sé stesso. Il disegno di legge che ne è alla base – dice il senatore Pagliari – può perdersi nell'ambito delle norme. Nei decreti millenorme vi è soprattutto un rischio – dice – che crede di avere il dovere di segnalare nella sede del Senato, perché si tratta di una riflessione rivolta al Parlamento e non di una critica al Governo. Mi riferisco – dice il senatore – al rischio che vi sia un condizionamento delle burocrazie ministeriali, che svilisce il disegno voluto dal Governo ed introduce elementi che non vanno nella direzione degli obiettivi perseguiti.
  Allora, voglio fare notare a tutti noi che l'argomento dei tecnici, contrapposti ai politici, e della loro responsabilità nel frapporsi tra le buone intenzioni del Governo e la loro cattiva prassi è stato un tormentone nel corso dell'esame al Senato, complice sicuramente la vicenda e l'imbarazzo su «quota 96».
  Fa però sorridere, in particolare riferendosi alla Ragioneria generale dello Stato, che un componente della maggioranza si meravigli dello strabordamento del ruolo che svolge la Ragioneria stessa. Quel ruolo non è stato usurpato dalla Ragioneria ma gli è stato affidato negli anni dai Governi che si sono succeduti che anzi hanno usato questo ruolo abbondantemente affinché gli è convenuto e anche oggi ci pare che venga usato in termini di convenienza. Viene usata la Ragioneria per giustificare il mancato intervento su certi temi; lo si è fatto anche per gli esodati, si manda avanti la Ragioneria e non ci si assume la responsabilità della mancata volontà politica di risolvere i problemi. E su questo tema il relatore ha continuato abbondantemente ad argomentare al Senato.
  Allora merita una riflessione, e su questo concluderò, che la soppressione dell'articolo quota 96 così come nei commi aggiuntivi dal 6-bis al 6-quater dell'articolo 1, che riparavano agli errori contenuti nella Fornero rappresentano un brutto segnale rispetto al patrimonio del sistema previdenziale. Se il Governo avesse voluto avrebbe potuto prendere le risorse, non è vero che non sapete dove trovarle e quelle risorse si potevano prendere dagli abbondanti risparmi che più volte in questa Aula, su più temi previdenziali vi abbiamo sottolineato, sono abbondanti e superiori alle previsioni. Sto parlando degli oltre 90 miliardi a fronte dei 22 miliardi in dieci anni valutati sempre dalla Ragioneria generale dello Stato. Di questi 90 miliardi di risparmi in progressione 11 sono stati usati fino ad ora per le salvaguardie agli esodati e quindi non si capisce, anzi prima o poi dovrete spiegarci che cosa intendete fare di questi miliardi risparmiati, dove intendete usarli visto che non li mettete a disposizione neanche per risolvere i guasti provocati e gli errori materiali della riforma Fornero: da quota 96, che ormai è quota 98, fino ai ferrovieri fino ovviamente di nuovo agli esodati che di salvaguardia in salvaguardia non tuteliamo tutti.
  Allora noi non possiamo ovviamente nemmeno questa volta votare a favore di questo decreto, non possiamo però che registrare che avete di nuovo lasciato soli dei lavoratori e avete lasciato soli i più deboli perché mentre avete usato la Ragioneria dello Stato per cassare questo Pag. 106provvedimento nulla avete fatto, ovviamente, per il provvedimento simile e parallelo che nulla c'entrava con gli argomenti della riforma della pubblica amministrazione ma che riguardava le tutele di una categoria molto più forte degli insegnanti: quella dei giornalisti.
  Ecco, i giornalisti non avete pensato di farli rimettere in discussione dalla Ragioneria dello Stato. Per i giornalisti avete garantito i contributi pubblici e quindi anche essi, con la loro parte di pensione privata, potranno andare in pensione prima mentre gli insegnanti continueranno ad aspettare. Ma domani mattina saranno qui davanti e noi andremo a incontrarli, con occhi diritti, sguardo sereno e schiena retta, non so come farete voi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Matteo Bragantini. Ne constato l'assenza, dunque proseguiamo. È iscritto a parlare il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, il gruppo di Forza Italia ribadisce tutte le motivazioni critiche nei confronti di questo decreto-legge che sono state espresse nella prima lettura del decreto che è avvenuta pochi giorni fa qui alla Camera, sia durante l'intervento in sede di discussione sulle linee generali effettuato dall'onorevole Centemero sia sul voto di fiducia chiesto dal Governo sul maxiemendamento con l'intervento svolto dall'onorevole Gelmini e con l'intervento conclusivo dell'onorevole Sisto.
  Io penso che è sufficiente ribadire una nota di critica nei confronti del Governo della maggioranza rispetto ai quattro punti in discussione. Forza Italia, già durante la discussione e l'esame che c’è stato all'interno della Commissione bilancio, aveva annunciato, anticipato, espresso tutto quello che dopo sarebbe necessariamente successo.
  Quello che è accaduto è contemplato nell'articolo 81 della Costituzione, è contemplato nei regolamenti, nella legge 196 del 2009 sulla contabilità dello Stato. Si sapeva già perfettamente che nel momento in cui «quota 96», la parte normativa rispetto alla collocazione con i nuovi requisiti a 68 anni dei professori universitari e dei primari, il ripristino delle penalizzazioni perché pur avendo avuto l'età massima contributiva può andare in pensione con meno di 66 anni di età, ma con penalizzazioni di nuovo con la Fornero come è stato costretto poi a varare il Senato nella correzione, il fondo delle vittime sul terrorismo, il sottosegretario Legnini in rappresentanza dal Governo nella Commissione bilancio aveva detto chiaramente di esprimere voto contrario su questi quattro punti per mancanza di copertura finanziaria. Era fin troppo evidente quello che poi sarebbe accaduto successivamente. Noi riteniamo che a maggior ragione rispetto ai dati che sono stati forniti oggi dall'ISTAT e a maggior ragione rispetto ad una serie di considerazioni sulla politica economica e sui provvedimenti del Governo, il Governo debba fare tesoro rispetto a questi quattro punti, a questa esperienza certamente non edificante. Ma le responsabilità sono solo ed esclusivamente del Governo se questi provvedimenti non hanno avuto poi la necessaria copertura finanziaria. A me spiace reintervenire nuovamente non a tutela della Ragioneria generale dello Stato, perché onestamente non è che la Ragioneria generale dello Stato abbia bisogno di tutela e quant'altro. È una istituzione del Paese che è a tutela dei conti pubblici e della spesa pubblica del nostro Paese, perché fa esclusivamente il proprio dovere. Chi non fa il proprio dovere e cerca di utilizzare come paravento la Ragioneria generale dello Stato è proprio il Governo, perché il Governo quando per sua scelta ha deciso di trovare le risorse che servivano a finanziare l'articolo 1-ter per trovare i fondi necessari sia per il 2014 che per gli anni successivi per il prepensionamento dei giornalisti, lo ha fatto. Doveva fare la stessa cosa per «quota 96», doveva fare cioè una variazione di bilancio nei vari capitoli ancora capienti, non impegnati Pag. 107come spesa, come obbligazione giuridicamente e validamente assunta all'interno del bilancio dello Stato e spostarle a finanziare quella che doveva essere la necessaria copertura finanziaria sia per «quota 96» sia per la quiescenza a 68 anni dei primari e dei professori universitari, sia per l'eliminazione delle penalizzazioni in presenza di anzianità contributiva ma non di età per tutti i dipendenti pubblici sia per il fondo delle vittime del terrorismo, dove il Tesoro aveva detto chiaramente, insieme alla Ragioneria dello Stato che la norma costava 4 milioni di euro e che come copertura ce n'era uno. Il problema è questo, quindi le responsabilità sono totalmente del Governo, in un contesto che noi non condividiamo come impianto generale: questo decreto è stato portato avanti come rivoluzione della pubblica amministrazione, con tutte le cose che si sono dette, con la staffetta generazionale eccetera, ma non servirà a nulla. Non farà nessuna innovazione nella pubblica amministrazione, non farà niente, darà grande fastidio ai dipendenti pubblici, creerà ulteriore disordine, perché le norme nuove non sono raccordate con quelle già esistenti, le norme esistenti e in vigore non sono state espressamente abrogate, quindi c’è una grande confusione all'interno del sistema della pubblica amministrazione e come al solito creerà un grandissimo lavoro per gli avvocati che saranno chiamati in causa dai dipendenti, dalle pubbliche amministrazioni, per fare i ricorsi e aggiungere lavoro al TAR, eccetera. Questa purtroppo è l'amara considerazione che noi facciamo anche in questa sede di rilettura, siamo alla terza, una rilettura scontata, il Governo ne poteva fare a meno. Il relatore, onorevole Fiano, preannuncia che il Governo reinterverrà su «quota 96».
  Noi l'auspichiamo, ma se il problema era questo, che la questione relativa ai «quota 96» doveva essere risolta dal Presidente Renzi, lo poteva dire; noi saremmo stati contentissimi lo stesso, se il Presidente avesse risolto anche questo problema per le persone. Se poi ci deve essere un riconoscimento – che sia del Presidente, o di qualcun altro – a noi interessa poco, ma a noi interessa la soluzione dei problemi della gente.
  Quindi, noi ribadiamo un doppio giudizio negativo: uno sull'intero provvedimento, così com’è, l'altro, un giudizio negativo più pesante nei confronti del Governo e della maggioranza per aver voluto comunque proseguire a continuare ad approvare le parti censurate dalla Ragioneria generale dello Stato, dal Ministero dell'economia e delle finanze e, ad onor del vero, anche del Governo stesso presente in Commissione Bilancio, che ha espresso parere contrario su questo. Anche il Governo è imputato e colpevole di non aver provveduto a trovare le adeguate coperture finanziarie che adesso preannuncia di voler trovare tranquillamente – noi ci auguriamo che questo accada – e che peraltro ha determinato una serie di situazioni anche all'interno dello stesso provvedimento; infatti, proprio il Governo – non la maggioranza, non le Commissioni – per altri articoli contenuti all'interno dello stesso decreto aveva tranquillamente trovato le coperture finanziarie, come avrebbe potuto fare per questo.
  Quindi, io concludo questo mio intervento ribadendo il giudizio totalmente negativo da parte di Forza Italia rispetto a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Presidente, inizierò questo intervento facendo un piccolo excursus su quello che è stato il percorso in Commissione Affari costituzionali, che era la sede referente alla Camera, relativamente al lavoro fatto in Commissione, lavoro nel quale – come ho avuto occasione di riconoscere anche al Ministro Madia – per la prima volta da che siamo in questo Parlamento, nella Commissione Affari costituzionali ho visto, una volta tanto, il Governo che non ci ha detto «no», ma ci ha permesso effettivamente, dopo un proficuo dibattito, di inserire Pag. 108alcuni nostri emendamenti qualificanti che, a nostro avviso, hanno migliorato il testo. Evidentemente anche il Governo ne ha apprezzato la qualità perché immaginiamo che altrimenti non li avrebbe accettati.
  Quindi, il nostro non è un atteggiamento pregiudiziale nei confronti del decreto che – come poi abbiamo detto in dichiarazione di voto la settimana scorsa – aveva degli spunti interessanti di effettivo rinnovamento nell'ambito della pubblica amministrazione anche se, come sempre, sopratutto quando si va ad intervenire con decretazione d'urgenza, ovviamente prevede degli interventi a macchia di leopardo, che poi non vanno a delineare quello che è un progetto politico, un disegno o un'idea politica forte di riorganizzazione della pubblica amministrazione.
  Ci aspettiamo di vedere il Governo, nel disegno di legge delega – che ci dispiace sapere sia stato incardinato al Senato perché avremmo avuto piacere di averlo in Commissione Affari costituzionali della Camera, ma arriverà – e speriamo che in questo ci sia lo stesso atteggiamento collaborativo e ci sia la possibilità di sviluppare compiutamente un discorso organico e riorganizzativo della pubblica amministrazione, che prevede moltissimi aspetti, dall'organizzazione del pubblico impiego, alla razionalizzazione delle strutture, al procedimento amministrativo, all'anticorruzione, tutti quegli argomenti che in questo decreto-legge sono stati toccati in modo molto sporadico.
  Il successivo passaggio al Senato, che noi pensavamo – visti anche i tempi e l'usanza che è stata assunta nell'esame dei decreti-legge incardinati in una prima Camera di tenerli quasi tutto il tempo e di fare un passaggio meramente formale nella seconda Camera, attuando già quel monocameralismo che ci stiamo apprestando a vivere successivamente con la modifica della Costituzione che sta avvenendo in questi giorni, nelle modalità che ben sappiamo al Senato – sarebbe stato indolore e, invece, abbiamo scoperto con sorpresa che sono stati fatti dei correttivi in realtà – tre argomenti principali sono stati toccati – che hanno, soprattutto due, evidenziato delle grosse criticità.
  Il primo correttivo è stato la modifica dell'articolo 1, comma 5, che interviene sull'istituto della risoluzione unilaterale del contratto da parte della pubblica amministrazione nei confronti dei dipendenti che abbiano maturato i requisiti pensionistici. In particolare, per effetto di questa modifica si prevede che la risoluzione unilaterale non trovi applicazione nei confronti dei professori universitari e dei responsabili di struttura complessa del Servizio sanitario nazionale e si conferma, invece, l'applicazione dell'istituto nei confronti dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale dopo il compimento dei 65 anni.
  Il secondo blocco emendativo era la soppressione dei commi da 6-bis a 6-quater dell'articolo 1, recanti disposizioni in materia di pensionamento anticipato; dell'articolo 1-bis, che ha previsto l'applicazione delle norme per l'accesso al pensionamento vigenti prima della riforma Fornero, che era il problema dei «quota 96»; nonché dei commi 5-bis e 5-quinquies dell'articolo 25, concernenti la rideterminazione di specifiche provvidenze a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice.
  E poi il terzo intervento emendativo è stato il ripristino del comma 3 dell'articolo 8, che era stato soppresso nel corso dell'esame alla Camera, tra l'altro accettando e recependo proprio un emendamento del MoVimento 5 Stelle. Il comma 3 che cosa prevede ? Prevede che siano fatti salvi i provvedimenti di collocamento in aspettativa già concessi alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge: una disciplina transitoria che noi avevamo provveduto ad eliminare appunto con il nostro emendamento soppressivo.
  Mi vorrei concentrare soprattutto su questi ultimi due temi, innanzitutto «quota 96». Già, tra l'altro, i colleghi dei partiti hanno spiegato la criticità, l'ingiustizia, l'iniquità di un trattamento che ha visto negare per anni a queste persone i diritti, il diritto alla pensione, per un mero Pag. 109errore tecnico che è stato riconosciuto da tutti, da tutte le forze politiche che sono state responsabili di negare a queste persone un diritto. Provvedimento dopo provvedimento, sembra che graziosamente, proprio veramente per intercessione divina – dove gli dei evidentemente sono i signori della casta – ogni volta riescano a trovare miracolosamente, nelle pieghe di qualche fondo della Ragioneria, i soldi per concedere a queste persone finalmente questo loro legittimo diritto. E, invece, ogni volta magicamente succede qualcosa per la quale di nuovo queste persone rientrano in questo limbo in cui la casta le ha messe.
  Ma quello che poi la Ragioneria nega ai «quota 96» non si preoccupa anche di evidenziare in altri provvedimenti che, invece, incorrono nella preoccupazione della Commissione bilancio del Senato.
  Io vorrei, relativamente alla reintroduzione di questo comma 3, fare un po’ di cronistoria. Infatti, noi abbiamo letto un po’ di articoli oggi in giro e ci siamo chiesti: perché una disciplina transitoria doveva essere reintrodotta quando la maggioranza aveva pacificamente, de plano, approvato la sua soppressione e, quindi, aveva permesso ai magistrati che occupano incarichi apicali o semiapicali in istituzioni, organi o enti pubblici, compresi i titolari degli uffici di gabinetto di questi organismi, di non poter andare direttamente fuori ruolo, così come la legge prevede ? Perché l'articolo 1, comma 66, su cui incide il decreto-legge nella versione del Governo prevedeva appunto che gli incarichi apicali e semiapicali di queste istituzioni dovessero essere svolti solo in posizione di fuori ruolo per la durata dell'incarico. Quindi, il magistrato amministrativo, il magistrato di giustizia civile, l'avvocato di Stato, eccetera, che avesse voluto ricoprire uno di questi incarichi di fiducia avrebbe dovuto optare a un certo punto, avrebbe dovuto dire: «Vado fuori ruolo, continuo però a mantenere il mio posto di lavoro, tuttavia decido che nella vita voglio fare tutt'altro. Dopo dieci anni, quando scade il periodo del fuori ruolo, deciderò che cosa fare della mia vita, magari licenziarmi e andare a fare il consulente legislativo, il capo di gabinetto a vita, come se fosse una professione, o altrimenti rientrare nel mio ruolo giudiziario di appartenenza».
  Che cosa è successo ? Il decreto-legge n. 90 in prima versione allargava questo concetto di fuori ruolo a tutti gli incarichi, quindi la necessità di optare per il fuori ruolo, di decidere se essere messi in fuori ruolo, a tutti gli incarichi in uffici di diretta collaborazione.
  E ci era parsa una norma molto interessante, tant’è che non avevamo ovviamente rilevato nessun genere di intervento emendativo. Addirittura, nell'esame in Commissione, da una parte, era stato recepito il nostro emendamento che, quindi, aveva interrotto il regime transitorio che pure la norma predisponeva nella versione originaria, e, dall'altra parte, avevamo ampliato ancora di più la platea perché avevamo incluso i ruoli di consulente giuridico, nonché quelli di componente degli organismi indipendenti di valutazione, andando a recepire gli emendamenti dei colleghi del PD e di Forza Italia.
  Quindi, la formulazione di questo articolo, così com'era passata alla Camera, ci soddisfaceva pienamente. Con sorpresa, oggi scopriamo che nella versione approvata ieri con la fiducia al Senato è stato praticamente espunto questo emendamento soppressivo e siamo ritornati al testo identico. Allora, ci siamo chiesti: ma come mai questa cosa ? Abbiamo letto sui giornali che pare fosse una norma ad personam, ma abbiamo detto che sicuramente saranno tanti i magistrati che si troveranno in questa situazione e, quindi, non vogliamo pensare che sia stata una manina a intervenire perché poi, tra l'altro, il provvedimento è stato corretto a mano un secondo prima che il Ministro Boschi, che vedo qui – buongiorno, buonasera anzi – leggesse il foglietto con la formula di rito per la richiesta della fiducia.
  Abbiamo pensato che ci fosse una ragione dietro e, quindi, ci siamo andati un pochettino a vedere tutti i resoconti, sia della Commissione affari costituzionali del Senato, sia delle Commissioni bilancio in Pag. 110sede consultiva che hanno dato dei pareri. Abbiamo trovato, in effetti, che nella Commissione bilancio, nella seduta del 4 agosto, c’è una nota in cui si dice che va appurato se l'interruzione anticipata di questi rapporti di lavoro possa essere suscettibile di effetti finanziari. Una giusta preoccupazione, quindi, sempre per la salvaguardia delle finanze pubbliche. Il successivo passaggio in Commissione affari costituzionali al Senato non ha raccolto questa preoccupazione che evidentemente non era così fondata, tant’è che la Ragioneria, che è stata così solerte per i «quota 96» ad eccepire tutte le difficoltà nel trovare la copertura, in questo caso non aveva eccepito nulla, ma era uno scrupolo della Commissione bilancio.
  Nella giornata di ieri la Commissione bilancio a questo punto si riunisce per dare il parere sul testo che deve arrivare in Aula ed essere approvato in Aula e scopriamo dai resoconti della Commissione che il Viceministro all'economia e alle finanze in quota PD Morando si pone uno scrupolo grande perché dice di porsi il problema che non si possa escludere l'insorgenza di effetti onerosi dovuti al fatto che la risoluzione dei rapporti contrattuali senza colpa del contraente privato possa indurre quest'ultimo ad esperire un'azione di tutela giurisdizionale con conseguenti contenziosi. Quindi, il Viceministro si è preoccupato di trovare delle coperture, o meglio ha detto che ci sarebbe potuto essere un problema di coperture lì dove la Ragioneria non aveva ravvisato nulla.
  Anche qui ci siamo un po’ meravigliati e abbiamo detto: ma quanti soldi potranno mai essere ? Quanti casi ci potranno mai essere ? E devo dire che la stampa oggi ci è venuta in aiuto perché pare che ci sia una sola posizione, un solo dirigente, un magistrato amministrativo in aspettativa dal 1993, che, quindi, dal 1993 non svolge più funzione di magistrato, ma, essendo in aspettativa, continua nella sua progressione di carriera e soprattutto nella sua progressione di retribuzione. Si tratta del dottore Italo Volpe che è il direttore degli affari legali delle dogane e dei monopoli che, tra l'altro, è un ufficio che è di diretta competenza del MEF. Quindi, il Viceministro Morando ha perorato la causa di questo signore che ci avrebbe potuto fare causa, visto che è l'unico che si trova in questa condizione perché è l'unico magistrato che ha un contratto privatistico con la pubblica amministrazione. Come se lo Stato italiano non avesse i soldi per pagarsi la causa e l'eventuale risarcimento che un singolo signore potrebbe fargli. Un signore che non andrebbe in mezzo a una strada, ma è un magistrato in aspettativa dal 1993 che si è visto crescere nella carriera e nella parte retributiva, essendo in aspettativa e non fuori ruolo. Come se il nostro Stato fosse in condizioni così disastrate economicamente da non poter sopportare le spese legali e l'eventuale richiesta di risarcimento. Almeno a sentire i giornali questa era la situazione.
  Quindi, noi ci siamo finalmente resi conto della situazione in cui versa il nostro ordinamento; ci siamo resi conto che evidentemente siamo veramente in una situazione da povertà; cioè, andiamo a fare una colletta, perché, a questo punto, se non ci possiamo permettere i soldi per una causa civile, anzi una causa di lavoro, non so dove andremo domani. Oppure c’è qualcuno dietro che vuole che questo signore da lì non si muova. Poi, sarebbe facile fare delle illazioni tipo che, questo signore, che è il direttore degli affari legali dei Monopoli, era anche relatore di un convegno, un mese fa, organizzato da Unigioco su legislazioni a confronto relative al settore giochi. Sarebbe facile, noi ovviamente ci asteniamo dal fare un'illazione del genere; però, il tema rimane.
  Quindi, è stato espunto un emendamento, tra l'altro frutto del lavoro di una Commissione, perché evidentemente non abbiamo i soldi per permetterci di coprire una causa legale e un risarcimento di una causa di lavoro. Voglio pensare che sia questo, non voglio pensare che sia un signore lasciato lì per tutelare chissà quali interessi.
  A questo punto, ovviamente seguiranno le dichiarazioni di voto, sia per la fiducia che per il merito del provvedimento, ma Pag. 111va da sé che la nostra valutazione complessiva è che uno Stato non può essere oggetto di ricatti da parte di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 2486-B)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, deputato Fiano.

  EMANUELE FIANO, Relatore. Presidente, sarò brevissimo. Intervengo solo perché rimanga a verbale che il sottoscritto, relatore alla conversione in legge del decreto-legge n. 90 del 2014, non ha subito né questa volta né mai in altra occasione, nel corso della sua attività in questa Camera dei deputati, nessun tipo di ricatto, al quale comunque non si sarebbe mai sottomesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  In secondo luogo, mi si permetta di dire che il lavoro che si è svolto alla Camera dei deputati per questa conversione del decreto nella I Commissione si è svolto sulla base dei dati che erano in possesso dei commissari della I Commissione, dei pareri votati nella Commissione bilancio e delle relazioni che avevamo in quel momento nelle nostre mani.
  Infine, Presidente, mi permetta – non sono riuscito a farlo nella scorsa occasione, a conclusione della prima lettura – di ringraziare sentitamente i funzionari e tutti coloro che hanno collaborato con noi nel lavoro della I Commissione – ovviamente della Camera in generale – con molta abnegazione e sacrificio per moltissime ore. Quando una Commissione conclude il suo lavoro nelle prime ore della mattina, per i funzionari della Camera di quella Commissione e altri ci sono ancora molte ore di lavoro, che in genere si congiungono con il lavoro che inizia la mattina dopo. Quindi, mi permetta di ringraziare per il lavoro che hanno svolto per aiutarci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La ringrazio. La Presidenza si associa. Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia alla replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2486-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 2486-B), già approvato dalla Camera (Vedi l'allegato A – A.C. 2486-B), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2486-B).
  Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2486-B).

(Posizione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2486-B)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, deputata Maria Elena Boschi. Ne ha facoltà.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti né articoli aggiuntivi dell'articolo unico del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, nel testo già approvato dalla Camera dei deputati come modificato dal Senato della Repubblica (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. A seguito, quindi, della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è Pag. 112immediatamente convocata al piano Aula, per definire l'articolazione del dibattito fiduciario. La seduta riprenderà poi al termine della riunione dei capigruppo. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 20,25, è ripresa alle 20,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. A seguito della posizione da parte del Governo della questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul disegno di legge n. 2486-B – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato – scadenza: 23 agosto 2014), le dichiarazioni di voto sulla fiducia avranno luogo domani a partire dalle ore 8,30. Seguiranno la votazione nominale, l'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
  Alle ore 14 avrà luogo l'informativa urgente del Governo sugli interventi in materia di revisione della spesa pubblica alla luce degli attuali vincoli di bilancio.
  Seguirà l'esame dei disegni di legge n. 2541 – Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013 e n. 2542 – Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014, della domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni nei confronti del deputato Genovese (Doc. IV, n. 7) e delle questioni pregiudiziali presentate al disegno di legge di conversione n. 2598.
  I lavori alla ripresa a settembre saranno così articolati:

  Giovedì 4 settembre (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2598 – Conversione in legge del decreto-legge 1o agosto 2014, n. 109, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni per il rinnovo dei comitati degli italiani all'estero (da inviare al Senato – scadenza: 3 ottobre 2014);

  Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   Marcon ed altri n. 1-00424 e Gianluca Pini ed altri n. 1-00563 concernenti la partecipazione italiana al programma di realizzazione e acquisto degli aerei Joint Strike Fighter-F35;
   Brambilla ed altri n. 1-00460 e Gagnarli ed altri n. 1-00559 concernenti iniziative, nell'ambito del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, per la tutela dei diritti degli animali;
   Gallinella ed altri n. 1-00160 e Prataviera ed altri n. 1-00360 concernenti iniziative per la riforma dei criteri di formazione del bilancio comunitario, con particolare riferimento al meccanismo del cosiddetto «sconto inglese».

  Venerdì 5 settembre (antimeridiana e pomeridiana)

  Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

Pag. 113

  Lunedì 8 settembre (ore 15)

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  Il relativo termine di presentazione è fissato alle ore 12 di giovedì 4 settembre.

  Martedì 9 settembre (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2598 – Conversione in legge del decreto-legge 1o agosto 2014, n. 109, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni per il rinnovo dei comitati degli italiani all'estero (da inviare al Senato – scadenza: 3 ottobre 2014);
   proposta di legge n. 559 – Introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e inquinamento processuale.

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Ottobre, Giachetti, Vito, Leone, Kronbichler, Marcolin, Dellai, Corsaro, Pisicchio, Di Lello, Bruno ed altri n. 1-00291 e Corda ed altri n. 1-00406 concernenti iniziative a tutela del cittadino italiano Enrico Forti, condannato e detenuto negli Stati Uniti;
   Marcon ed altri n. 1-00424 e Gianluca Pini ed altri n. 1-00563 concernenti la partecipazione italiana al programma di realizzazione e acquisto degli aerei Joint Strike Fighter-F35.

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 360 ed abbinati – Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli, in esecuzione della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo 7 gennaio 2014.

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Brambilla ed altri n. 1-00460 e Gagnarli ed altri n. 1-00559 concernenti iniziative, nell'ambito del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, per la tutela dei diritti degli animali;
   Gallinella ed altri n. 1-00160 e Prataviera ed altri n. 1-00360 concernenti iniziative per la riforma dei criteri di formazione del bilancio comunitario, con particolare riferimento al meccanismo del cosiddetto «sconto inglese».

  La Conferenza dei presidenti di gruppo si riunirà il 9 settembre per la predisposizione del calendario dei lavori per il mese di settembre.

Elezione del Presidente della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

  PRESIDENTE. Comunico che la Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha proceduto, in data odierna, all'elezione del suo Presidente, ed è risultato eletto il deputato Michele Nicoletti.

Modifica nella costituzione della Giunta per le autorizzazioni.

  PRESIDENTE. Comunico che la Giunta per le autorizzazioni, nella seduta odierna, ha eletto segretario la deputata Laura Garavini.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,55).

  PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Mariastella Bianchi, iscritta a parlare sull'ordine dei lavori: s'intende che vi abbia rinunziato.

  MARISA NICCHI. Chiedo di parlare.

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  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, oggi è una data storica, che ha segnato l'umanità intera. Non possiamo dimenticare, non dobbiamo dimenticare, perché 69 anni fa si è consumata una delle atrocità più terribili dell'umanità. Erano le 8,15 quando su Hiroshima fu sganciata la bomba atomica, che da sola ha provocato tra i 100 mila e i 200 mila morti, quasi tutti civili, e ha lasciato veleni terribili, micidiali, alle generazioni successive. Abbiamo il dovere di ricordare questo momento drammatico, con la convinzione profonda che soltanto attraverso la memoria si potranno evitare in futuro catastrofi simili.
  Il mondo di oggi è sconvolto da tensioni, conflitti: il conflitto israelo-palestinese, il conflitto russo-ucraino, la Siria, l'Iraq, le numerose guerre africane; conflitti nei quali sono coinvolti molti Stati dell'Occidente, che possono scatenare pesanti guerre, con conseguenze drammatiche. È necessaria una rivoluzione culturale, interiore, in ciascuno di noi, ma, soprattutto, della politica. Mai più Hiroshima !
  Ma non basta dirlo: se alle parole non si accompagnano i fatti, questo diventa un fatto di doppiezza. La bomba atomica non è un relitto del passato, ma uno strumento micidiale con cui gli Stati mostrano ancora i loro muscoli. Il Governo italiano deve esprimere con chiarezza, con forza, una scelta per il disarmo nucleare; deve chiedere la rimozione degli ordigni nel nostro territorio, a Ghedi, ad Aviano.

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  MARISA NICCHI. Ordigni che potrebbero essere – concludo – usati negli F-35. È per questo che noi ribadiamo la nostra ferma e risoluta contrarietà a quel dannoso programma (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ALESSANDRA TERROSI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRA TERROSI. Signor Presidente, intervengo per ricordare a questo Parlamento tre giovani uomini, tutti residenti in quell'angolo di Italia dove Lazio e Umbria si incontrano e tutti morti sul lavoro, nell'arco temporale di appena una settimana.
  Alessio Corradini, un operaio di Ciconia, Orvieto, in provincia di Terni, trentaquattrenne, dipendente di Rete ferroviaria italiana, ieri mattina ha trovato la morte mentre lavorava alla manutenzione della linea ferroviaria, folgorato da una scarica elettrica nella stazione di Fabro-Ficulle. Roberto Papini, di 42 anni e Fabio Lisei di 44 anni, entrambi di San Lorenzo Nuovo in provincia di Viterbo, il 28 luglio scorso sono deceduti in un centro di compostaggio di Aprilia, investiti dalle esalazioni venefiche, acido solfidrico, sprigionatesi dal percolato che stavano travasando. Tutti lasciano famiglie e amici. Per tutti, comprese famiglie e amici, l'esistenza è spezzata.
  In tutti i casi citati ovviamente è doveroso attendere il lavoro della magistratura per l'accertamento delle responsabilità. Dobbiamo, però, chiederci e lo dobbiamo a questi tre giovani uomini morti in una normale giornata di lavoro, ma anche a noi stessi, quanto per questo Parlamento sia grave e non più accettabile che i lavoratori e le lavoratrici perdano la vita sul posto di lavoro, a causa del lavoro. Credo che dare una risposta a cui far seguire atti precisi e volti ad aumentare la prevenzione e a garantire l'applicazione delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre che sostenere le famiglie delle vittime, sia un dovere di questo Parlamento. Riuscire a non permettere più che si muoia sul lavoro, credo si possa definire un obiettivo di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  GIORGIO AIRAUDO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 115

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, per mettere agli atti di quest'Aula che oggi il tribunale di Bergamo, in funzione di giudice del lavoro, ha riconosciuto il carattere discriminatorio delle affermazioni fatte dall'avvocato Carlo Taormina nel corso di una trasmissione radiofonica dove aveva più volte dichiarato che non avrebbe mai assunto collaboratori omosessuali. Il tribunale lo ha condannato alla pubblicazione della sentenza sul Corriere della Sera e al pagamento di un risarcimento del danno a favore dell'Avvocatura per i diritti LGTB-Rete Lenford, associazione che ha ricorso contro di lui e che si batte a tutela dei diritti delle persone lesbiche e gay.
  La sentenza rappresenta un punto di svolta in materia di contrasto alle discriminazioni; è il primo caso noto in Italia di condanna per discriminazioni in ambito lavorativo verso le persone omosessuali. Questa sentenza si pone come monito verso le future affermazioni a carattere discriminatorio, in quanto riconosce che non ogni opinione è legittima; un possibile datore di lavoro che dichiari pubblicamente di non voler assumere collaboratori sulla base del loro orientamento sessuale, commette una discriminazione punita dalla legge, perché rende più difficoltoso l'accesso nel mondo del lavoro alle persone omosessuali. È giunto il momento che il nostro Paese, le istituzioni, i media, la politica e tutti coloro che rivestono incarichi di responsabilità si pongano il problema del danno che viene fatto alla dignità delle persone, al lavoro, all'economia delle imprese e del Paese quando si discrimina una persona perché omosessuale, donna, di colore, per il suo credo, la sua età o una disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, 29 anni fa, il 6 agosto del 1985, venne ucciso a Palermo il vice questore della questura di Palermo Ninni Cassarà, con un agente della scorta, che si chiamava Roberto Antiochia. Tra l'altro Casserà morì tra le braccia della moglie che lo aspettava dal terrazzo. Cassarà ha lavorato in strettissimo contatto con il pool antimafia di Falcone e Borsellino, è stato un grandissimo poliziotto e, oltretutto, si occupò moltissimo delle indagini di quel processo «Pizza connection» per il quale venne condannato Tano Badalamenti, il mandante dell'omicidio di Peppino Impastato, quello dei Cento passi. Tra l'altro, ironia della sorte, Tano Badalamenti, qualche anno prima, era stato graziato da quel giudice ammazzasentenze, il giudice Carnevale, che graziò anche l'attuale deputato di Forza Italia, Luigi Cesaro, che non si siede a cento passi da noi, ma a venti passi, da quella parte.
  È per me fondamentale ricordare certi personaggi, Presidente, perché in questi giorni come lei sa si sta assistendo a delle modifiche costituzionali con un partito nato anche con il beneplacito della mafia che è Forza Italia – questo non significa che siano tutti mafiosi, per l'amor di Dio – ad opera, appunto, del Presidente Renzi che convoca in maniera segreta un uomo che con la mafia è sceso a patti. Ho letto recentemente la sentenza Dell'Utri e anche di Berlusconi si parla, e quando i giudici parlano della genesi che ha legato l'imprenditore Berlusconi alla mafia, parlano di un accordo stipulato con l'intermediazione di Dell'Utri, a garanzia della protezione personale di Berlusconi, tramite l'esborso di somme di denaro che quest'ultimo ha versato a Cosa nostra, consentendo che l'associazione mafiosa rafforzasse e consolidasse il suo potere.
  Ninni Cassarà fu anche colui che, accompagnando Borsellino nel luogo dell'omicidio di Beppe Montana, gli disse: «Ricordati, Paolo, prendi coscienza del fatto che noi siamo cadaveri che camminano».

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Ho concluso. Allora i cadaveri che camminavano Pag. 116erano, appunto, uomini dello Stato disposti a morire per difendere la legalità. Oggi, Presidente, i cadaveri che camminano si muovono tra Palazzo Chigi e Cesano Boscone in auto blu e non moriranno mai fino a quando il Presidente Renzi continuerà a riesumarli per stuprare la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARTA GRANDE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARTA GRANDE. Signor Presidente, prendo la parola per chiedere, per la terza volta, che il Ministro Mogherini venga a riferire in Aula in merito ai fatti tuttora in corso in Ucraina e, soprattutto, perché vengano finalmente chiarite a quest'Assemblea le politiche che il Governo Renzi intende promuovere a livello internazionale, in un momento così delicato ma, comunque, fondamentale per l'Italia. Sappiamo, infatti, che il semestre di Presidenza può dare un impulso importante alla politica europea ed ora che è il nostro turno, data la gravità e la delicatezza di molte questioni non solamente interne, ai nostri confini, riteniamo un nostro assoluto dovere, una improrogabile necessità chiarire definitivamente quale sia la nostra idea di Europa, cosa chiediamo a questa Comunità e, soprattutto, che Paese vogliamo diventare.
  La nostra politica estera non è chiara. Il Governo temporeggia, non si esprime, non assume posizione, mentre certe risposte non sono più rinviabili. Questo Governo, per usare una metafora sportiva, è paurosamente fermo sulle gambe, mentre aumentano i profughi, le bombe dilaniano i civili, ospedali e scuole diventano obiettivi reali. Il Governo non ha fornito nessuna risposta alle nostre preoccupazioni su Gaza, ha liquidata con disarmante superficialità la questione mediorientale, trascurando di pronunciarsi sugli impegni che dovrà assumersi e lasciando calare un assordante, terribile silenzio sulla questione ucraina.
  Quindi, chiediamo che il Ministro Mogherini venga a riferire sulle maggiori questioni internazionali e soprattutto, date quelle che sono le notizie degli ultimi giorni, che venga anche ad informarci sugli esiti o sulle nuove informazioni rispetto alle nostre connazionali rapite in Siria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 7 agosto 2014, alle 8,30:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
  Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 2486-B).
  Relatore: Fiano.

  (ore 14)

  2. – Informativa urgente del Governo sugli interventi in materia di revisione della spesa pubblica alla luce degli attuali vincoli di bilancio.

  3. – Discussione dei disegni di legge:
  Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013 (C. 2541).
  Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014 (C. 2542-A).
  Relatore: Misiani.

Pag. 117

  4. – Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni nei confronti del deputato Genovese (Doc. IV, n. 7-A).
  Relatore: Schirò.

  5. – Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:
  Conversione in legge del decreto-legge 1o agosto 2014, n. 109, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni per il rinnovo dei comitati degli italiani all'estero (C. 2598).

  La seduta termina alle 21.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL DEPUTATO EMANUELE FIANO IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2486-B

  EMANUELE FIANO, Relatore. Il provvedimento, ora all'esame della Camera in seconda lettura, verrà esaminato unicamente in relazione alle parti modificate dall'altro ramo del Parlamento. Prima di entrare nel merito delle modifiche apportate dal Senato, consentitemi alcune brevi considerazioni.
  Con questo provvedimento abbiamo iniziato un percorso di rinnovamento e invertito una tendenza che restituisce speranza alle nuove generazioni, per troppo tempo tradite. Purtroppo – ed è questa una delle quattro modifiche apportate dal Senato – non si sono create le condizioni per un intervento su «quota 96» per i lavoratori della scuola, che sarà però, come ha dichiarato il Governo, oggetto di un provvedimento strutturale, all'interno del quale sarà affrontato il tema degli ingressi degli insegnanti, delle precarietà e del rinnovamento. Le altre modifiche apportate dal Senato, a causa di problemi di copertura finanziaria, riguardano, come tutti sanno, le norme che cancellavano le penalizzazioni della riforma Fornero per i lavoratori con anzianità contributiva pari a 41 anni per le lavoratrici e 42 per i lavoratori e con un'età anagrafica inferiore ai 62 anni (i cosiddetti lavoratori precoci); le norme sul pensionamento d'ufficio a 68 anni dei professori universitari e la norma sull'invalidità per le vittime di terrorismo. Tali disposizioni sono state quindi soppresse, ma non cancellate dalla nostra agenda. Su tutte queste questioni torneremo con misure più efficaci e puntuali. Abbiamo preso un impegno e non tradiremo le legittime aspettative dei nostri elettori, che ci hanno dato un mandato chiaro: quello di rinnovare le istituzioni e la pubblica amministrazione.
  In ogni caso non dobbiamo dimenticare, nonostante «il cuore vero della riforma» – come ha sottolineato il Ministro Madia – sia contenuto nel disegno di legge delega all'esame del Senato, che le norme introdotte con il decreto-legge agiscono all'insegna del cambiamento, dell'equità e del rinnovamento. Pensiamo ad esempio alle norme anticorruzione e ai nuovi poteri dell'Autorità nazionale anticorruzione, alla mobilità dei pubblici dipendenti o alle norme di semplificazione per cittadini e imprese. Sono norme pensate per capovolgere il paradigma del rapporto cittadini/P.A., un paradigma che fino ad ora vedeva il cittadino piegarsi alle esigenze della pubblica amministrazione e non viceversa, un paradigma che ha travolto, nel sentire comune, il tanto di buono che esiste ancora nelle professionalità impiegate nella macchina dello Stato, nelle Regioni e negli enti locali. Si è intervenuti, all'insegna dell'equità, ad esempio, cancellando tutti gli extra compensi, che gravavano sui conti pubblici, per servizi già remunerati tramite un compenso onnicomprensivo. Ancora, il decreto inizia ad invertire quella tendenza all'immobilismo degli apparati burocratici che fino ad ora Pag. 118ha costituito un «glass ceiling», un tetto di cristallo, per un'intera generazione. A loro vogliamo restituire la speranza dicendo loro che il loro turno è arrivato. E questo l'abbiamo fatto, con la cancellazione dell'istituto del trattenimento in servizio o la possibilità di risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro per i pubblici dipendenti, compresi i dirigenti, che abbiano raggiunto i requisiti per andare in pensione. Nella prospettiva di valorizzare le risorse interne viene anche posto un freno all'attribuzione di incarichi di consulenza esterna. Ritengo che ciò incentiverà la pubblica amministrazione a ricercare al proprio interno nuove risorse e a valorizzare e a far crescere le proprie competenze interne, lo scopo è quello di consentire il passaggio dei saperi e delle conoscenze a fine carriera favorendo, al tempo stesso, il ricambio generazionale. Il contestuale allentamento delle norme sul turn over, consentirà l'immissione nella pubblica amministrazione di nuove professionalità o l'avanzamento di carriera per molti. Sul piano della giustizia vorrei ricordare un altro tema che mi sembra molto significativo, quello dell'introduzione dell'ufficio del processo, che rappresenta un principio sicuramente molto importante rispetto ad una razionalizzazione del sistema della giustizia, un passo in avanti molto importante e molto significativo. Il magistrato deve avere uno staff di collaboratori, come accade sotto l'altro fronte negli studi legali, in modo tale da poter avere collaborazione nell'istruzione delle pratiche e quindi essere nella condizione di dare soluzioni certe in tempi celeri. Una giustizia più veloce ed una macchina amministrativa più efficiente saranno gli strumenti più efficaci per aiutare la ripresa della nostra economia. Il disegno di legge A.C. 2486-B, di conversione in legge del decreto-legge n. 90/2014, giunge all'esame della Camera dei deputati in seconda lettura. Nel corso della prima lettura alla Camera dei deputati, la I Commissione (Affari costituzionali) ha apportato numerose modifiche al testo del decreto-legge. Sul testo risultante dagli emendamenti approvati in sede referente il Governo ha posto la fiducia e il provvedimento è stato approvato dall'Assemblea il 31 luglio 2014.
  Nel corso dell'esame il Senato (AS 1582) ha approvato quattro emendamenti governativi, tre dei quali soppressivi, relativi agli articoli 1, 1-bis e 25. È stato inoltre ripristinato il comma 3 dell'articolo 8, che era stato soppresso nel corso dell'esame alla Camera.
  Il Senato ha in primo luogo modificato l'articolo 1, comma 5, che interviene sull'istituto della risoluzione unilaterale del contratto da parte della P.A. nei confronti dei dipendenti che abbiano maturato i requisiti pensionistici. In particolare, per effetto della modifica apportata dal Senato si prevede che la risoluzione unilaterale non trovi applicazione nei confronti di professori universitari e responsabili di struttura complessa del S.S.N.; si conferma, invece, l'applicazione dell'istituto nei confronti dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del S.S.N. dopo il compimento di 65 anni.
  Giova ricordare che il comma 5 dell'articolo 1, nel testo approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati, ha ampliato l'ambito applicativo dell'istituto della risoluzione unilaterale del contratto da parte della P.A. nei confronti dei dipendenti che avessero maturato i requisiti pensionistici, prevedendo, in particolare:
   che, in via generale, l'istituto non trova comunque applicazione prima del raggiungimento di un'età anagrafica che possa dare luogo a una riduzione percentuale del trattamento pensionistico per effetto del pensionamento anticipato (62 anni);
   l'obbligo, per la P.A., di motivare con riferimento alle esigenze organizzative e ai criteri di scelta applicati, escludendo che possa derivarne un pregiudizio per la funzionale erogazione dei servizi;
   che l'istituto non si applica al personale di magistratura;
   che per i dirigenti medici e del ruolo sanitario del SSN la risoluzione unilaterale non potesse avvenire prima del compimento Pag. 119dei 65 anni di età e per i responsabili di struttura complessa non prima del compimento dei 68 anni di età;
   che per i professori universitari la risoluzione unilaterale (che deve essere decisa dal Senato accademico) non potesse comunque avvenire prima della conclusione dell'anno accademico nel quale il professore avesse compiuto i 68 anni di età; inoltre, per ogni professore il cui rapporto di lavoro fosse stato risolto unilateralmente l'Università di appartenenza, nei limiti delle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, deve procedere prioritariamente all'assunzione di almeno un nuovo professore (con esclusione dei professori e ricercatori a tempo indeterminato in servizio presso la stessa università) o all'attivazione di almeno un nuovo contratto da ricercatore a tempo determinato.

  Il Senato ha poi disposto la soppressione dei commi da 6-bis a 6-quater dell'articolo 1, recanti disposizioni in materia di pensionamento anticipato, dell'articolo 1-bis, che ha previsto l'applicazione delle norme per l'accesso al pensionamento vigenti prima del decreto-legge 201/2011 (cd. Riforma Fornero) al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012 (cd. quota 96), nonché dei commi da 5-bis a 5-quinquies dell'articolo 25, concernenti la rideterminazione di specifiche provvidenze a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice.
  I commi da 6-bis a 6-quater dell'articolo 1 avevano disposto la non applicazione delle riduzioni percentuali del trattamento previdenziale ai fini dell'accesso al pensionamento anticipato (di cui all'articolo 24, comma 10, del decreto-legge 201/2011), limitatamente ai soggetti che maturassero il solo requisito di anzianità contributiva (attualmente 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne) entro il 31 dicembre 2017 (quindi anche prima del perfezionamento del requisito anagrafico minimo di 62 anni) (comma 6-bis). Agli oneri derivanti dalla richiamata disposizione (valutati in 1 milione di euro per il 2014, in 3 milioni di euro per il 2015, in 7 milioni di euro per il 2016, in 14 milioni di euro per il 2017 e in 16 milioni di euro annui a decorrere dal 2018), era previsto che si provvedesse: a) quanto a 1 milione di euro per il 2014, a 3 milioni di euro per il 2015 e a 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2016, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dallo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2014; b) quanto a 5 milioni di euro per il 2016, a 12 milioni di euro per il 2017 e a 14 milioni di euro a decorrere dal 2018, mediante corrispondente riduzione del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione (comma 6-ter). Infine, si prevedeva il monitoraggio degli oneri da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con possibilità per il Ministro dell'economia e delle finanze nonché di effettuare le variazioni delle dotazioni finanziarie in caso di scostamenti (comma 6-quater).
  L'articolo 1-bis, a sua volta, aveva previsto, al comma 1 (modificando l'articolo 24, comma 14, del decreto-legge 201/2011, c.d. riforma Fornero) che le disposizioni previgenti alla riforma pensionistica del 2011 in materia di requisiti di accesso al sistema previdenziale continuassero ad applicarsi anche al personale della scuola che avesse maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, secondo quanto disposto dall'articolo 59, comma 9, della L. 449/1997 (c.d. quota 96). Il beneficio era riconosciuto, a decorrere dal 1o settembre 2014, nel limite massimo di: 4.000 soggetti e nei limiti di 35 milioni di euro per il 2014; 105 milioni di euro per il 2015; 101 milioni di euro per il 2016; 94 milioni di euro per il 2017 e 81 milioni di euro per il 2018. Era inoltre previsto l'obbligo, per l'INPS, di prendere in esame le domande di pensionamento inoltrate entro 15 giorni dalla data di entrata in Pag. 120vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, nonché di monitorare le domande stesse secondo specifici criteri di priorità (comma 2). La liquidazione del TFR doveva avvenire, nel rispetto delle modalità vigenti, assumendo, quale termine iniziale del periodo che precede l'erogazione del TFR, la data in cui avverrebbe la cessazione del rapporto di lavoro in caso di accesso alla pensione secondo la disciplina dell'articolo 24 del decreto-legge 201/2011 (nel testo vigente prima dell'entrata in vigore della legge di conversione del decreto in esame) (comma 3). Inoltre, era prevista la possibilità, per le lavoratrici della scuola che entro l'anno scolastico 2011/2012 avessero maturato (ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della L. 449/1997) i requisiti per il pensionamento, ai sensi delle disposizioni vigenti prima della data di entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto-legge 201/2011, e che successivamente avessero optato per la liquidazione del trattamento pensionistico secondo le regole di calcolo del sistema contributivo (ai sensi dell'articolo 1, comma 9, della L. 243/2004), di chiedere il ricalcolo del trattamento previdenziale con il sistema retributivo o misto (di cui all'articolo 1, commi 12 e 13 della L. 335/1995) per il periodo fino al 31 dicembre 2011 e con il sistema contributivo a decorrere dal 1o gennaio 2012 (di cui all'articolo 24, comma 2, del decreto-legge 201/2011) (comma 3-bis).
  Con i commi da 5-bis a 5-quinquies dell'articolo 25, soppressi dal Senato, si modificava la disciplina in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice (di cui alla L. 206/2004), disponendo una diversa rideterminazione dell'incremento del 7,5 per cento (di cui all'articolo 2, comma 1, della L. 206/2004) della retribuzione pensionabile (ai fini della liquidazione o della pensione e dell'indennità di fine rapporto o altro trattamento equipollente) per i soli dipendenti privati invalidi, nonché per i loro eredi aventi diritto a pensione di reversibilità, che avessero presentato domanda entro il 30 novembre 2007. In tale caso, in luogo dell'incremento del 7,5 per cento (e prescindendo da qualsiasi sbarramento al conseguimento della qualifica superiore, se prevista dai rispettivi contratti di categoria) si sarebbe dovuto far riferimento alla percentuale di incremento tra la retribuzione contrattuale immediatamente superiore e quella contrattuale posseduta dall'invalido all'atto del pensionamento, ove più favorevole (comma 5-bis). Inoltre, il beneficio previdenziale, consistente nell'aumento figurativo di dieci anni contributivi (di cui articolo 3, comma 1, della L. 206/2004), a favore dei soggetti che avessero subito una invalidità permanente della capacità lavorativa derivante da atti e stragi di matrice terroristica, nonché ai familiari indicati, doveva spettare al coniuge e ai figli dell'invalido, anche se il matrimonio è stato contratto e/o i figli siano nati successivamente all'evento terroristico. Se l'invalido avesse contratto matrimonio dopo che il beneficio fosse stato attribuito ai genitori, il coniuge e i figli di costui ne erano esclusi (comma 5-ter). Il comma 5-quater chiariva che, ai fini del diritto immediato alla pensione diretta in misura pari all'ultima retribuzione percepita integralmente da coloro che avevano subito un'invalidità permanente pari o superiore all'80 per cento della capacità lavorativa, causata da atti e stragi di matrice terroristica, era da considerarsi indifferente che la posizione assicurativa obbligatoria inerente al rapporto di lavoro dell'invalido fosse aperta al momento dell'evento terroristico o successivamente. In nessun caso erano opponibili termini o altre limitazioni temporali alla titolarità della posizione e del diritto al beneficio che ne conseguiva. Per l'attuazione delle disposizioni di cui ai commi 5-bis, 5-ter e 5-quater, era stata autorizzata la spesa di 1.000.000,00 di euro a decorrere dal 2014, a valere sulle risorse del fondo nazionale integrativo per i comuni montani (comma 5-quinquies), di cui all'articolo 1, comma 319 della L. 228/2012.
  Nel corso dell'esame al Senato in Assemblea è stato inoltre ripristinato il comma 3 dell'articolo 8, che era stato soppresso nel corso dell'esame alla Camera. Il comma 3 prevede che siano fatti Pag. 121salvi i provvedimenti di collocamento in aspettativa già concessi alla data di entrata in vigore del decreto-legge.
  Si ricorda che l'articolo 8, come approvato dalla Camera, rende maggiormente stringente la disciplina sul collocamento «fuori ruolo» dei magistrati (ordinari, amministrativi, contabili e militari) e degli avvocati e procuratori dello Stato, che intendano assumere incarichi extragiudiziari. In particolare, la disposizione prevede l'obbligatorio collocamento in «fuori ruolo» quando questi soggetti intendano assumere non solo incarichi di capo di gabinetto bensì qualsiasi ufficio di diretta collaborazione, comunque denominato. Alla Camera è stato ulteriormente specificato che si tratta degli incarichi, comunque denominati, negli uffici di diretta collaborazione, ivi inclusi quelli di consulente giuridico nonché quelli di componente degli organismi di valutazione.
  L'articolo inoltre: vieta il ricorso all'istituto dell'aspettativa, utilizzato per eludere il limite decennale al collocamento fuori ruolo nell'arco della carriera lavorativa (limite introdotto dalla c.d. legge anticorruzione n. 190 del 2012); introduce una disciplina transitoria per gli incarichi in corso; prevede la pubblicazione sui siti istituzionali dei dati sulla produttività di magistrati e avvocati dello Stato.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2568-A/R – odg n. 34 455 455 228 47 408 65 Resp.
2 Nom. odg 9/2568-A/R/35 459 459 230 48 411 64 Resp.
3 Nom. odg 9/2568-A/R/45 469 464 5 233 173 291 64 Resp.
4 Nom. odg 9/2568-A/R/47 476 476 239 137 339 61 Resp.
5 Nom. odg 9/2568-A/R/50 475 475 238 128 347 60 Resp.
6 Nom. odg 9/2568-A/R/52 480 480 241 137 343 60 Resp.
7 Nom. odg 9/2568-A/R/54 483 482 1 242 138 344 60 Resp.
8 Nom. odg 9/2568-A/R/56 478 456 22 229 93 363 59 Resp.
9 Nom. odg 9/2568-A/R/57 482 474 8 238 134 340 58 Resp.
10 Nom. odg 9/2568-A/R/60 482 481 1 241 174 307 58 Resp.
11 Nom. odg 9/2568-A/R/62 496 496 249 137 359 58 Resp.
12 Nom. odg 9/2568-A/R/66 494 494 248 143 351 59 Resp.
13 Nom. odg 9/2568-A/R/67 502 501 1 251 185 316 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2568-A/R/68 494 494 248 147 347 59 Resp.
15 Nom. odg 9/2568-A/R/72 492 492 247 138 354 58 Resp.
16 Nom. odg 9/2568-A/R/78 477 476 1 239 167 309 58 Resp.
17 Nom. odg 9/2568-A/R/80 476 475 1 238 109 366 58 Resp.
18 Nom. odg 9/2568-A/R/84 482 479 3 240 133 346 58 Resp.
19 Nom. odg 9/2568-A/R/85 485 485 243 139 346 58 Resp.
20 Nom. odg 9/2568-A/R/86 476 475 1 238 138 337 58 Resp.
21 Nom. odg 9/2568-A/R/91 486 486 244 140 346 57 Resp.
22 Nom. odg 9/2568-A/R/94 485 478 7 240 134 344 57 Resp.
23 Nom. odg 9/2568-A/R/96 471 468 3 235 171 297 57 Resp.
24 Nom. odg 9/2568-A/R/98 479 477 2 239 139 338 57 Resp.
25 Nom. odg 9/2568-A/R/100 478 478 240 138 340 58 Resp.
26 Nom. odg 9/2568-A/R/101 476 476 239 137 339 58 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2568-A/R/103 474 474 238 135 339 58 Resp.
28 Nom. odg 9/2568-A/R/105 476 476 239 122 354 58 Resp.
29 Nom. odg 9/2568-A/R/106 482 482 242 130 352 58 Resp.
30 Nom. odg 9/2568-A/R/111 483 483 242 131 352 58 Resp.
31 Nom. odg 9/2568-A/R/114 482 474 8 238 132 342 58 Resp.
32 Nom. odg 9/2568-A/R/115 466 465 1 233 137 328 58 Resp.
33 Nom. odg 9/2568-A/R/116 480 480 241 142 338 59 Resp.
34 Nom. odg 9/2568-A/R/118 479 479 240 131 348 59 Resp.
35 Nom. odg 9/2568-A/R/120 474 473 1 237 146 327 59 Resp.
36 Nom. odg 9/2568-A/R/124 466 466 234 136 330 59 Resp.
37 Nom. odg 9/2568-A/R/127 472 472 237 143 329 59 Resp.
38 Nom. odg 9/2568-A/R/134 473 473 237 131 342 59 Resp.
39 Nom. odg 9/2568-A/R/136 476 457 19 229 111 346 59 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 51)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2568-A/R/137 474 474 238 109 365 59 Resp.
41 Nom. odg 9/2568-A/R/142 467 467 234 127 340 59 Resp.
42 Nom. odg 9/2568-A/R/143 472 472 237 138 334 59 Resp.
43 Nom. odg 9/2568-A/R/144 473 473 237 130 343 59 Resp.
44 Nom. odg 9/2568-A/R/147 475 474 1 238 137 337 59 Resp.
45 Nom. odg 9/2568-A/R/149 466 465 1 233 148 317 58 Resp.
46 Nom. odg 9/2568-A/R/150 465 461 4 231 176 285 58 Resp.
47 Nom. odg 9/2568-A/R/152 457 448 9 225 136 312 58 Resp.
48 Nom. odg 9/2568-A/R/156 459 458 1 230 136 322 58 Resp.
49 Nom. odg 9/2568-A/R/175 430 429 1 215 125 304 58 Resp.
50 Nom. Ddl 2568-A/R – voto finale 458 451 7 226 299 152 55 Appr.
51 Nom. inserimento punto odg ddl 2486-B 458 363 95 270 359 4 55 Appr.