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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 259 di martedì 8 luglio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9,30.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 luglio 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Baretta, Boccia, Epifani, Meta, Pannarale, Scalfarotto, Schullian e Sereni sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 9,33).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative volte a rilanciare lo stabilimento FIAT di Pratola Serra (Avellino) e a salvaguardarne i livelli occupazionali – n. 2-00566)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Airaudo n. 2-00566, concernente iniziative volte a rilanciare lo stabilimento FIAT di Pratola Serra (Avellino) e a salvaguardarne i livelli occupazionali (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Chiedo all'onorevole Scotto se intende illustrare l'interpellanza di cui è cofirmatario.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, parliamo di una fabbrica del Mezzogiorno, in una regione come la Campania che, nel corso degli ultimi anni, ha visto ridursi progressivamente il suo potenziale produttivo. Molteplici sono state le crisi che hanno ridotto l'occupazione e che hanno portato ad una vera e propria desertificazione del paesaggio industriale. A pochi chilometri dalla fabbrica di cui parliamo in questa interpellanza, la Fma di Pratola Serra, tre anni fa ci fu una vertenza che ebbe anche un'eco nazionale, come quella dell'Irisbus, che fabbricava autobus e che era l'ultima fabbrica legata al complesso FIAT che aveva questa specificità e che fu chiusa e delocalizzata. Oggi noi parliamo della Fma, come dicevo, che costituisce uno dei quattro stabilimenti italiani dediti alla produzione dei motori del gruppo FIAT per il settore auto, specializzato in particolar modo su quelli di cilindrata 1.600 e superiori. Gli altri stabilimenti sono quelli di Termoli, Foggia, che rifornisce anche Iveco, e quello di Imola, che produce motori per la Maserati. A questo dobbiamo aggiungere lo stabilimento della Ferrari di Maranello, che è dotato di un reparto di produzione motori autonomo. Nel novembre 2012 lo stabilimento di proprietà della società Fma, con l'intero gruppo della FIAT, è stato assorbito attraverso trasferimento di ramo d'azienda all'FGA e ovviamente questa fusione ha prodotto dei cambiamenti. Lo stabilimento Pag. 2in questione oggi è composto da sei reparti di lavorazione e la produzione di motori è andata progressivamente diminuendo: tra il 2007 e il 2008 la produzione si è ridotta di un terzo, passando da 520 mila motori a 350 mila; dal 2009 al 2013 il volume dei motori assemblati è stato ancora minore, in media di circa 190 mila all'anno; nel 2013 la produzione è calata ulteriormente, circa 180 mila motori.
  I motori prodotti nel 2013 sono stati destinati per il 65 per cento a stabilimenti esteri in Europa (Turchia, Ungheria e Serbia) oltre a quello della Chrysler in Messico, dove è assemblata la FIAT Freemont. Per il restante 35 per cento gli stabilimenti italiani di Cassino, Mirafiori e, per la Sevel, di Atessa sono stati quelli che hanno beneficiato dei motori di Pratola Serra. Dunque abbiamo assistito all'incremento della fabbricazione e dell'assemblaggio dei motori soprattutto all'estero. Ovviamente in nessun caso Pratola Serra si può configurare come unico fornitore dei motori, fatta eccezione per quelli della FIAT Freemont e i motori dell'Alfa Romeo. All'inizio del 2014 i dipendenti dello stabilimento ammontano a circa 1.850; l'occupazione indiretta, legata alle aziende esterne presenti nello stabilimento, si è progressivamente ridotta dal 2008 ad oggi per via della chiusura di altre aziende e per la re-internalizzazione in Fma di alcune attività.
  Quindi, anche dal punto di vista dell'indotto si è passati, tra il 2008 e il 2013 da 770 addetti a circa 418 (-44,4 per cento).
  Di fronte a questa crisi sarebbe urgente un intervento straordinario del Governo perché parliamo di calo di produzione, così drastico e così radicale, in poco meno di sette anni, di una riduzione salariale che ha colpito negli ultimi sei anni tutti i lavoratori di quel comparto, di quella azienda, con una perdita secca calcolata di salario di 30 mila euro per ciascun lavoratore.
  Ci troviamo di fronte, dunque, a delle scelte che vanno operate: occorrerebbe innanzitutto attivare il fondo dei contratti di solidarietà che è previsto, grazie anche a una battaglia del nostro gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, nell'ultima legge di stabilità. Bisognerebbe provare a portare di nuovo la produzione dei motori ad un numero congruo per garantire la vita dello stabilimento, il suo rilancio e anche la salvaguardia di posti di lavoro in tutta l'area dell'indotto e del terziario, in un'area già profondamente depressa. Quindi, dovremmo provare ad immaginare un piano che vada verso un riallineamento della produzione di motori, che dovrebbe essere di circa 500 mila all'anno.
  Occorre dunque attivare un tavolo per la salvaguardia dei posti di lavoro che riesca a coinvolgere anche gli enti locali, occorre fare una politica di integrazione salariale, occorre un programma di riqualificazione delle maestranze a partire dall'utilizzo dei fondi di Prestimpresa.
  Dunque, la domanda che noi poniamo al Governo è: quali sono le misure che intende attivare per rilanciare l'intero stabilimento di Pratola Serra. Dal Mezzogiorno non può scomparire l'industria, dalla provincia di Avellino non possono scomparire saperi, competenze, esperienze di lavoro e di vita che hanno la necessità non solo di esistere ma di essere salvaguardate e di essere rinnovate.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Sesa Amici, ha facoltà di rispondere.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il collega Scotto ha ampiamente illustrato l'atto con il quale si fanno una serie di domande rivolte al Governo relative alla situazione dello stabilimento di Pratola Serra.
  Io rispondo a questa interpellanza ricordando innanzitutto che a decorrere dal 1o gennaio dello scorso anno la Fiat Group Automobiles Spa ha acquistato il ramo di azienda della società Fiat Powertarin Technologies, con sede in Pratola Serra, subentrando ad essa nell'attuazione – per Pag. 3il restante periodo di intervento – del programma di ristrutturazione aziendale inizialmente avviato da altra impresa, la FMA Srl. Tale programma si articola in una serie di azioni volte a rendere più efficiente la produzione, attraverso interventi migliorativi dei processi produttivi e la predisposizione di nuovi impianti.
  Nello specifico, il programma ha previsto la realizzazione di un nuovo propulsore, interamente in alluminio, nonché la messa in opera di innovazioni applicative – ad alto contenuto tecnologico – sui propulsori attualmente in produzione.
  A sostegno del programma è stato, inoltre, predisposto un piano di formazione volto ad integrare e rafforzare le competenze del personale, in relazione al graduale inserimento delle nuove attività produttive. Uno specifico piano è stato predisposto per quelle figure professionali dello stabilimento che verranno utilizzate – con fasi di addestramento – anche presso altre realtà produttive.
  Il predetto programma di ristrutturazione è stato approvato, nel luglio 2012, per il periodo dal 18 giugno 2012 al 17 novembre 2013 (17 mesi), dai competenti uffici del Ministero che hanno contestualmente autorizzato la corresponsione – per il primo semestre – del trattamento straordinario di integrazione salariale, per un massimo di 1.885 unità lavorative.
  Successivamente, con decreti del 13 marzo e del 5 dicembre 2013, i predetti uffici hanno provveduto ad autorizzare la concessione del trattamento di cassa integrazione per l'intero periodo indicato nel programma di ristrutturazione.
  Infine, con il decreto dello scorso 19 giugno, su istanza della Fiat Group Automobiles Spa, è stata approvata la proroga per complessità dei processi produttivi del programma di ristrutturazione aziendale ed è stata autorizzata un'ulteriore corresponsione del trattamento di cassa integrazione in favore di 1.863 lavoratori, per il periodo dal 18 novembre 2013 al 16 novembre 2014.
  Tutto questo premesso, con riferimento ai quesiti direttamente riconducibili alle competenze del Ministero dello sviluppo economico, si fa presente che lo stesso, espressamente interpellato sulla questione, ha assicurato piena disponibilità ad aprire un tavolo di confronto con le parti sociali avente ad oggetto lo stabilimento di Pratola Serra, nonché a partecipare ad un eventuale tavolo di settore che dovesse coinvolgere altri attori istituzionali. Ciò al fine di affrontare le problematiche complessive degli stabilimenti di Fiat Group Automobiles Spa, nonché le eventuali ricadute sul piano sociale ed industriale nei territori coinvolti.
  Il predetto Dicastero ha precisato che è attualmente in corso il cosiddetto Programma di rilancio delle aree colpite dalla crisi industriale in Campania, con il quale si è provveduto a destinare una dotazione finanziaria, pari a 150 milioni di euro, in favore di cinque aree colpite dalla crisi industriale con l'obiettivo di rilanciarne la crescita e lo sviluppo. Anche il Comune di Pratola Serra, ove ha sede lo stabilimento FIAT, risulta essere ricompreso nelle cinque aree oggetto del Programma che, attraverso la valorizzazione della vitalità imprenditoriale e delle potenzialità del territorio, consentirà di agevolare progetti di investimento che prevedano l'insediamento nella zona di imprese fornitrici del settore.
  Il Ministero ha reso noto che la Fiat Group Automobiles risulta essere direttamente coinvolta nell'ambito della Consulta nazionale per l’Automotive che persegue l'obiettivo di affrontare le problematiche connesse alla competitività del settore da tradurre in azioni finalizzate allo sviluppo della filiera in Italia. La Consulta – riunitasi già più volte nel corso del corrente anno – si è, da ultimo, riunita lo scorso 23 giugno alla presenza del Ministro dello sviluppo economico per affrontare, tra l'altro, tematiche che riguardano la FIAT e la filiera. Il predetto Ministero, infine, ha reso noto di stare gestendo specifici programmi volti al rilancio industriale delle aree di crisi della regione Campania, tra cui, in particolare, quella di Avellino.
  Per quanto concerne, invece, i quesiti che erano stati rivolti dagli interpellanti, Pag. 4non si può che assicurare la piena disponibilità ad analizzare con la massima attenzione, qualora richiesto, la vicenda in esame con tutte le parti coinvolte, anche al fine di individuare possibili soluzioni a salvaguardia dei livelli occupazionali sulla base degli strumenti previsti dalla normativa vigente, tenuto anche conto di quelli finora attivati. Riguardo, invece, al quesito relativo all'utilizzo dei contratti di solidarietà, ricordo che la legge di stabilità per il 2014 ha stanziato un aumento del 10 per cento dell'ammontare del trattamento di integrazione salariale, che passa quindi dal 60 al 70 per cento, conseguente alla stipula dei contratti di solidarietà.
  L'esigenza di ampliare quanto più possibile la platea dei beneficiari del trattamento integrativo, riducendone in parte l'ammontare, ed i limiti imposti dagli attuali vincoli di bilancio, hanno consentito comunque di reperire per il corrente anno 50 milioni di euro ed hanno indotto il legislatore a circoscrivere la misura dell'intervento alla predetta percentuale del 10 per cento. Si fa presente inoltre che il Ministero, a riprova dell'attenzione riservata alla tematica dei contratti di solidarietà, ha avviato un'attenta riflessione volta principalmente a limitarne gli effetti potenzialmente distorsivi e penalizzanti nei confronti dei percettori di redditi più bassi. Ed infatti, pur non sottacendo le gravi condizioni nel cui ambito matura la stipula dei contratti di solidarietà, occorre considerare che l'assenza di massimali e i particolari benefici fiscali connessi a tale istituto consentono in molti casi ai lavoratori interessati di recuperare una parte estremamente significativa del reddito percepito anteriormente alla riduzione di orario.
  Da ultimo segnalo che il Governo, proprio in considerazione dell'attuale crisi occupazionale, con il decreto-legge n. 34 del 2014 ha destinato ai contratti di solidarietà l'importo complessivo di 15 milioni di euro annui a decorrere dal 2014 a valere sulle risorse disponibili sul Fondo sociale per l'occupazione e la formazione. Il decreto-legge appena approvato inoltre modifica la percentuale di riduzione provvisoria della quota di contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro stabilendo che sia applicata in misura fissa al 35 per cento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Scotto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Airaudo n. 2-00566, di cui è cofirmatario.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, sono soddisfatto a metà. Sono soddisfatto rispetto alle garanzie che il Governo ha dato rispetto all'applicazione dei contratti di solidarietà. Credo che da questo punto di vista si debba fare meglio e di più nella prossima legge di stabilità perché ahimè la crisi non si è fermata e tutti i giorni arrivano notizie di nuove crisi, di nuove difficoltà, di nuove chiusure. Da questo punto di vista le parole utilizzate dal Ministro Poletti qualche giorno fa non ci rassicurano rispetto all'assenza dei soldi per la cassa integrazione.
  Siamo soddisfatti anche rispetto alla disponibilità di attivare un tavolo che metta al centro la formazione, che metta al centro il rilancio dell'azienda, che metta a tema la questione della produzione di motori ibridi, che possono essere lo strumento di rilancio dell'azienda. Siamo convinti che sia giusto riaprire un tavolo che coinvolga il territorio, inserisca quell'area, in particolare Pratola Serra, dentro i luoghi della crisi in Campania che ahimè sono più di cinque rispetto a quelli identificati dall'attuale Governo.
  Siamo tuttavia invece preoccupati rispetto a un quadro che è più generale e che va al di là anche del merito della nostra interpellanza. Mi riferisco all'assenza completa di un'idea di politica industriale nel nostro Paese e in particolare per il Mezzogiorno. Su questo terreno non ce la caviamo con gli slogan. Il Mezzogiorno, in particolare, deve entrare dentro l'agenda politica di questo Governo, che invece lo considera esclusivamente diciamo in qualche modo uno dei tanti problemi e invece noi sappiamo Pag. 5che è la questione fondamentale attraverso cui passa il rilancio produttivo, economico e occupazionale nel nostro Paese.

(Iniziative per promuovere nelle scuole progetti riguardanti attività sportive per disabili – n. 3-00865)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Antimo Cesaro n. 3-00865, concernente iniziative per promuovere nelle scuole progetti riguardanti attività sportive per disabili (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Roberto Reggi, ha facoltà di rispondere.

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Grazie Presidente, l'onorevole interrogante richiede l'adozione di misure atte ad implementare, mediante l'utilizzo dei fondi PON 2014-2020, progetti di attività sportiva finalizzati a promuovere l'inclusione sociale dei soggetti diversamente abili.
  Al riguardo, faccio presente che nell'ambito dei programmi operativi finanziati con i fondi strutturali europei il Ministero, in linea con quanto realizzato per i passati periodi di programmazione, 2000-2006 e 2007-2013, ha previsto azioni specifiche per prevenire qualunque discriminazione fondata sul sesso, la razza, l'origine etnica, la religione, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale.
  Per evidenziare l'importanza data agli studenti diversamente abili, riporto alcuni dati relativi agli interventi realizzati nell'ambito della precedente programmazione 2007-2013.
  Nell'ambito del PON «Competenze per lo sviluppo» è stato previsto un finanziamento, all'interno di ciascun progetto, finalizzato a facilitare la partecipazione degli studenti diversamente abili alle iniziative previste dal programma. Al 31 dicembre 2013, il numero di disabili che hanno partecipato ai corsi del programma è stato pari a 53.173.
  Anche le attività sportive sono state promosse e realizzate nell'ambito dello sviluppo delle competenze chiave, nonché nell'ambito delle iniziative contro la dispersione scolastica. Si stima che circa 500.000 studenti abbiano potuto beneficiare di tale tipologia di interventi.
  Con riferimento al PON FESR «Ambienti per l'apprendimento», nella consapevolezza che le attività motorie e, in particolare, la pratica ludico-sportiva costituiscono un momento importante di socializzazione e di crescita, sono stati autorizzati 405 progetti, nell'ambito dell'obiettivo operativo C), destinati a promuovere le attività sportive artistiche e ricreative per un totale di 25.935.463,29 euro. Tra le diverse iniziative segnalo il miglioramento e l'ampliamento delle strutture sportive (palestre, campi sportivi) anche al fine di favorire la partecipazione dei soggetti con disabilità.
  Venendo ora alla programmazione 2014-2020, anche nell'ottica degli obiettivi fissati a livello europeo, informo che il Ministero intende proseguire nell'adozione di misure a favore dell'integrazione dei soggetti svantaggiati, tra quelli diversamente abili.
  Al riguardo segnalo che, a partire dai tavoli per la definizione dell'Accordo di partenariato ed in continuità rispetto ai tavoli organizzati dal Ministero per la definizione del Programma operativo «Per la scuola» 2014-2020, è stato attivato un processo di ascolto che coinvolge, tra gli altri, la Federazione italiana per il superamento dell'handicap, la Federazione delle associazioni nazionali disabili, il Consiglio nazionale sulla disabilità e la Disabled people's international, che è l'altra associazione coinvolta. Grazie anche al contributo di tali soggetti, sono state definite le azioni che caratterizzeranno la nuova programmazione.
  In tema di sostegno ai soggetti diversamente abili, sul versante del FSE segnalo interventi di sostegno agli studenti caratterizzati da particolari fragilità, tra i quali Pag. 6anche persone con disabilità, ad esempio: azioni di tutoring e mentoring, attività di sostegno didattico e di counseling, attività integrative, incluse quelle sportive, in orario extra-scolastico, azioni rivolte alle famiglie di appartenenza, e così via.
  Sul fronte del FESR, invece, sono previsti interventi di riqualificazione degli edifici scolastici anche per facilitare l'accessibilità dei soggetti diversamente abili.
  Il sistema di monitoraggio permetterà di quantificare le azioni e il coinvolgimento dei destinatari, nonché l'efficacia degli interventi.
  Quanto al supporto del Comitato italiano paralimpico, si sono già svolti incontri con il partenariato economico e sociale, per condividere l'impianto del PON «Per la scuola: competenze e ambienti per l'apprendimento», ai quali sono stati invitati anche i rappresentanti del suddetto Comitato e ne sono previsti di ulteriori, per tutto l'arco della programmazione, allo scopo di ampliare il confronto in atto, anche con il Comitato stesso.

  PRESIDENTE. L'onorevole Antimo Cesaro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, signor sottosegretario, sono soddisfatto dell'attenzione riservata dal Ministero attraverso la comunicazione oggi del sottosegretario a questo tema, e sono anche soddisfatto della tempestività con cui il Ministero ha inteso rispondere a questa mia interrogazione. Devo anche dire che nella risposta del sottosegretario resta un po’ sullo sfondo il tema centrale della mia interrogazione che era l'utilizzo della pratica sportiva per una finalità di inclusione sociale. Su questo vorrei spendere qualche riflessione in maniera tale da essere partecipe dell'azione meritoria che il Ministero sta portando avanti e offrire qualche utile – spero – spunto di riflessione.
  Il tema della scuola è oggi al centro dell'interesse del Governo, lo ha ricordato il sottosegretario, con interventi in campo di edilizia scolastica e io ricordo anche quello che ha permesso di garantire gli scatti stipendiali agli insegnanti e, più in generale, tutti progetti sulla qualità della didattica.
  Qui mi permetto di ricordare che occorre impegnarsi per il recupero dei fondi per il piano dell'offerta formativa nelle scuole.
  Ecco, la qualità della didattica. L'Italia è sicuramente tra i primi Paesi che hanno attuato politiche virtuose di integrazione per gli alunni con disabilità e queste innovative pratiche pedagogiche si sono affermate in tutta Europa come modello di riferimento. Però, necessita, secondo me, una riorganizzazione del sostegno didattico agli alunni con disabilità, con un'attenzione straordinaria – ed era questo il fulcro della mia interrogazione – all'attività sportivo-motoria. Infatti, mi ha fatto piacere leggere il dato di 53 mila alunni coinvolti in passati progetti, alunni diversamente abili coinvolti in progetti che riguardano anche la pratica sportiva. Certamente la pratica sportiva è quella che consente una vera pari opportunità, perché, rivolgendosi agli alunni disabili, introduce il concetto di passione, coraggio, spirito di gruppo, autostima, abnegazione e disciplina.
  Ovviamente, sono anche consapevole delle difficoltà economiche dell'implementazione di questi progetti. Occorrono spese per progetti di digitalizzazione, spese per la formazione di personale qualificato ad hoc, spese – come ha ricordato il sottosegretario – per ampliare le palestre, gli spazi da finalizzare ad attività ludico-sportive e per le attrezzature. Proprio per questo io nell'interrogazione ho sottolineato l'importanza di attingere ai fondi europei.
  Leggo questa mattina una notizia che mi ha fatto molto piacere di un tentativo di riprogrammazione da parte del Governo di 1,5 miliardi di euro di fondi europei. Tra i 21 miliardi di euro che devono spendersi entro dicembre di quest'anno, 1,5 miliardi di euro sembrerebbero Pag. 7in bilico in un mare magnum di 7 miliardi di euro su 21, ma il Governo in maniera molto coraggiosa, secondo me, invita la Conferenza Stato-regioni a ripensare un'allocazione di queste risorse addirittura con 850 milioni di euro di questi 1,5 miliardi da destinare ai piani per l'edilizia scolastica.
  Bene, queste sono notizie che ci fanno ben sperare in una riprogrammazione dei fondi europei. Ma proprio sui fondi europei mi permetto di ricordare a me stesso che l'asse 1, la priorità uno, dell'obiettivo 1, l'azione 10.1.1 riguarda proprio interventi a sostegno di studenti con particolari fragilità, tra cui persone con disabilità. Quindi, noi dobbiamo insistere perché questi fondi strutturali europei vengano utilizzati appieno senza correre il minimo rischio che si possano disperdere risorse in un momento di difficoltà della finanza pubblica, come questo.
  Inoltre, credo che una collaborazione virtuosa con il Comitato italiano paralimpico, ma anche con l'AICS, con le università, con i centri di ricerca potrebbe aiutarci nella formazione di esperti e nella rivitalizzazione di un capitale umano, che ha bisogno di essere valorizzato.
  Chiudo proprio in riferimento al capitale umano. Mi riferisco in questo caso non agli alunni disabili, ma a quelli che sono i potenziali professori che possono essere vicini a questi alunni, cioè i laureati in scienze motorie. Non tutti hanno la possibilità di aspirare a una cattedra nella scuola, molti di questi giovani laureati in scienze motorie potrebbero essere reimpiegati in progetti ad hoc di sostegno alla pratica sportiva per gli alunni disabili.
  Un'ultima considerazione: l'azione educativa dell'alunno disabile deve essere rivolta alla totalità della persona. Ecco, non possiamo più accontentarci di interventi esclusivamente sul piano cognitivo e culturale. Sono, però, convinto che la tempestività della risposta e, devo dire, anche la pregnanza di contenuti dell'intervento del sottosegretario oggi in Aula mi fa ben sperare in un rapporto anche virtuoso tra sollecitazioni del Parlamento e impegno del Governo perché veramente si pratichi un'inclusione sociale a 360 gradi per questi alunni che meritano una straordinaria attenzione.

(Elementi e iniziative in merito al rispetto da parte dei docenti del divieto di impartire lezioni private agli studenti del proprio istituto – n. 3-00521)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Melilla n. 3-00521, concernente elementi e iniziative in merito al rispetto da parte dei docenti del divieto di impartire lezioni private agli studenti del proprio istituto (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Roberto Reggi, ha facoltà di rispondere.

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, come ricordava dall'onorevole Melilla il decreto legislativo n. 297 del 1994, all'articolo 508, commi da 1 a 6, fa espresso divieto al personale docente di impartire lezioni private ad alunni dell'istituto ove prestano servizio.
  Tale provvedimento stabilisce, altresì, gli adempimenti ai quali i docenti sono tenuti nel caso in cui possano impartire lezioni private. In particolare, il personale in questione è tenuto ad informare il dirigente scolastico, comunicando il nome degli alunni e la loro provenienza, in quanto nessun alunno può essere giudicato dal docente dal quale abbia ricevuto lezioni private. Gli scrutini o le prove di esame svoltisi in contravvenzione a tale divieto sono nulli. Il dirigente scolastico può, anche, vietare l'assunzione di lezioni private o interdirne la continuazione, nel caso in cui ciò possa interferire negativamente sul funzionamento della scuola e sulla didattica.
  Ciò premesso, faccio presente che questo Ministero da sempre svolge opera di vigilanza, nei modi e nelle forme ritenuti più opportuni, per garantire l'osservanza delle norme che regolano l'esercizio della funzione docente e il rispetto delle legalità.Pag. 8
  Ricordo, inoltre, che con il decreto ministeriale n. 42 del 22 maggio 2007 e con la successiva ordinanza n. 92 del 5 novembre 2007, sono stati disciplinati i corsi di recupero dei debiti formativi, che le singole istituzioni scolastiche possono attivare nell'ambito dell'autonomia didattica ed organizzativa ad esse attribuita. Tali corsi rappresentano una valida alternativa alle lezioni private e contribuiscono ad arginare il ricorso ad esse e le conseguenti situazioni segnalate dall'interrogante.
  Informo, infine, che la competente direzione generale di questo Ministero ha riferito di aver compiuto, nell'anno 2012, un'indagine specifica sul fenomeno presso gli uffici scolastici regionali. Dall'indagine non sono emerse segnalazioni dell'utenza su comportamenti non conformi al citato articolo 508 del decreto legislativo n. 297 del 1994. È, invece, risultato che, nei casi accertati, i docenti interessati avevano regolarmente informato i rispettivi dirigenti scolastici della volontà di impartire lezioni private e che le stesse erano, comunque, rivolte ad alunni di altre scuole o di altro ordine. Inoltre, il fenomeno veniva, allora come oggi, attentamente seguito sia dai dirigenti scolastici che dagli uffici dell'amministrazione territoriale al fine di accertare eventuali irregolarità e di adottare i conseguenti provvedimenti disciplinari.

  PRESIDENTE. L'onorevole Melilla ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, sono parzialmente soddisfatto della risposta anche se il fenomeno mi sembra che sia un po’ sottovalutato. Penso che il Governo non debba fare come lo struzzo.
  Purtroppo, il fenomeno delle ripetizioni private esiste, è un malcostume abbastanza diffuso nel nostro Paese, in alcuni casi molto grave perché riguarda studenti che la mattina hanno lezione dall'insegnante e magari il pomeriggio fanno ripetizioni dallo stesso insegnante. I casi di questo tipo non sono ovviamente casi di massa, ma sicuramente sono casi di massa quelli in cui tanti insegnanti sono impegnati soprattutto, anche in considerazione degli stipendi bassi che hanno – ma questo non vuol dire assolutamente giustificarli – in un'azione sistematica di ripetizioni private che si traducono anche in una evasione fiscale.
  Purtroppo, c’è bisogno di un'azione di recupero – a me è piaciuto il suo passaggio riguardante l'investimento che bisogna fare, partendo anche da una valorizzazione dell'autonomia didattica degli istituti – e dei corsi di recupero.
  C’è bisogno, infatti, di un'azione sistematica di recupero soprattutto rispetto alle fasce più deboli della popolazione studentesca, quelle che non si possono permettere di pagare 20, 30, 40, 50 euro all'ora per ricorrere alle ripetizioni private, al di là adesso del fenomeno dell'evasione fiscale.
  Queste fasce deboli della popolazione studentesca sono esposte all'abbandono e sappiamo tutti quanto sia consistente, purtroppo, l'area dell'abbandono scolastico negli istituti secondari superiori. E, quindi, è necessario che si investa molto in questa azione di recupero, che è anche un segno di equità sociale.
  Mentre per quanto riguarda l'evasione fiscale il fenomeno esiste e non posso essere soddisfatto dalla minimizzazione che ne ha dato il sottosegretario. Sappiamo tutti noi, per conoscenza diretta, personale e familiare, come questo fenomeno sia diffuso soprattutto per quanto riguarda gli istituti di istruzione secondaria, quindi, io ritengo che il Governo faccia bene a intervenire soprattutto potenziando i corsi di recupero organizzati direttamente dagli istituti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento della interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendiamo ora la seduta, che riprenderà alle ore 11 con il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni Pag. 9urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.

  La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 11.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 11,20.

  La seduta, sospesa alle 11,01, è ripresa alle 11,21.

  PRESIDENTE. Colleghi, il Comitato dei diciotto ha appena finito l'esame degli emendamenti. Stanno scendendo in Aula. Quindi la seduta riprenderà alle 11,30 e inizieremo con l'esame del provvedimento.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 11,21, è ripresa alle 11,35.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo (A.C. 2426-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2426-A: Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.
  Ricordo che nella seduta del 4 luglio 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre le relatrici vi hanno rinunciato.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 2426-A) nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A – A.C. 2426-A).
  Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A – A.C. 2426-A).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 2426-A).
  In particolare, la Commissione bilancio ha subordinato il parere favorevole all'emendamento Taranto 5.101 ad una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
  Al fine di recepire tale condizione, le Commissioni hanno presentato il subemendamento 0.5.101.1, che è in distribuzione.
  Informo, altresì, l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per princìpi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine il gruppo Lega Nord è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente, o analoghe a proposte emendative già dichiarate inammissibili dalle Commissioni: Capelli 3.0100; Catalano 4.106; Rampelli 5.48, 11.35, 13.15 e 15.10; Abrignani 7.57; Costantino Pag. 107.4; Allasia 8.21, 10.70 e 10.0100; Prataviera 10.79, 13.2, 13.3, 13.4, 13.5, 13.020, 13.021, 13.05 e 13.06; Liuzzi 12.01; Losacco 12.0100; Fratoianni 15.9.
  Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in sede referente, in quanto estranee rispetto al contenuto del provvedimento in esame: gli identici Di Lello 3.0101 e Sgambato 3.0102, recanti misure urgenti per la tutela e la valorizzazione del complesso Reggia di Carditello; Abrignani 10.0102, in materia di applicazione della cedolare secca per i contratti di locazione ad uso turistico; Schullian 13.100, in materia di comunicazione dei diritti dei consumatori nei contratti aventi ad oggetto la fornitura di alloggi per fini non residenziali; Taglialatela 13.101, volto ad inserire il comune di Caserta nelle zone franche urbane; Simone Valente 14.100, riguardante la gestione del servizio di biglietteria da parte dei poli museali e degli istituti e dei luoghi di cultura; Malpezzi 15.101, volto a far salvi, per l'anno scolastico 2014-2015, provvedimenti di collocamento fuori ruolo, ai fini della predisposizione di un piano di revisione dell'utilizzo del personale comandato nelle more della definizione delle procedure di mobilità; Tancredi 16.105, volto a non considerare effettuate nell'esercizio d'impresa le prestazioni di servizi effettuate dalle società Italia Lavoro Spa e Invitalia – Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa Spa.
  Avverto che l'emendamento Allasia 10.110 è stato ritirato dal presentatore.
  Avverto, infine, che l'emendamento Simone Valente 2.103, a pagina 15 del fascicolo, deve intendersi correttamente numerato come 2.120.
  Se nessuno chiede di intervenire sulle proposte emendative, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, all'articolo 1, l'emendamento...

  PRESIDENTE. Tutti, non solo con riferimento all'articolo 1, onorevole relatore.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Sì. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Costantino 1.1 e 1.2.

  PRESIDENTE. Colleghi, scusate, il relatore sta dando il parere sugli emendamenti, forse è utile per tutti provare a sentire che cosa dice, grazie.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli identici emendamenti Costantino 1.3 e Allasia 1.60, degli emendamenti Allasia 1.61, Gigli 1.103, Allasia 1.62, Di Lello 1.101, Gigli 1.105 e 1.104, degli identici emendamenti Antimo Cesaro 1.47 e Allasia 1.63, degli identici emendamenti Rampelli 1.32 e Allasia 1.64, degli emendamenti Allasia 1.65, Molea 1.100, Schirò 1.48, Galgano 1.45, Rampelli 1.33, Vargiu 1.46, Bombassei 1.43, Costantino 1.4 e 1.5, Allasia 1.66, Schirò 1.49, Rampelli 1.34 e Costantino 1.6.
  L'emendamento Battelli 1.102 è accantonato perché siamo in attesa di dare dei chiarimenti alla Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Diciamo che questa è la proposta del relatore, di accantonarlo.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Rampelli 1.35, Allasia 1.67, Allasia 1.68, Battelli 1.18.

  PRESIDENTE. Onorevole relatrice, le chiedo scusa, do per scontato che non c’è l'invito al ritiro o il parere contrario su tutti gli emendamenti.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. E allora forse facciamo prima se diciamo che...

Pag. 11

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Faccio idem. Dico «come sopra».

  PRESIDENTE. No, onorevole relatrice, se su tutti gli emendamenti c’è l'invito al ritiro o il parere contrario diamo per acquisito che su tutti gli emendamenti c’è l'invito al ritiro o il parere contrario. Oppure, se su qualche emendamento c’è il parere favorevole, ci dica direttamente se c’è qualche parere favorevole.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. C’è solo un accantonato, Allasia 1.70.

  PRESIDENTE. A pagina 9 del fascicolo c’è una proposta di accantonamento per l'emendamento Allasia 1.70. Su tutti gli altri c’è l'invito al ritiro o il parere contrario.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Perfetto.

  PRESIDENTE. Stiamo parlando degli emendamenti all'articolo 1. Andiamo ora agli emendamenti all'articolo 2, a pagina 14 del fascicolo.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Sì. Aspetti un attimo solo che...

  PRESIDENTE. Onorevole relatrice, proviamo ad andare avanti così: adesso abbiamo dato i pareri sull'articolo 1 e abbiamo tenuto da parte soltanto i due sui quali c'era una proposta di accantonamento e su tutti gli altri c’è l'invito al ritiro o il parere contrario. Adesso ci sono i pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 2, che dobbiamo sempre dare adesso perché è un decreto con un articolo unico.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Chiederei qualche minuto perché dobbiamo un attimo verificare con i pareri della bilancio.

  PRESIDENTE. Dobbiamo sospendere la seduta onorevole relatrice ? Facciamo una cosa, siccome c’è una richiesta per un richiamo al Regolamento da parte dell'onorevole Crippa, io approfitterei magari dell'intervento dell'onorevole Crippa per capire se possiamo risolvere il problema. Onorevole relatrice, mi ascolta ? Onorevole Coscia, sto dando la parola all'onorevole Crippa per un richiamo al Regolamento. Se noi riusciamo, nel tempo che impiega l'onorevole Crippa, a risolvere il problema, altrimenti saremo costretti a sospendere. Prego onorevole Crippa, ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, signor Presidente. Volevo fare un richiamo ai sensi dell'articolo 85, perché quanto è successo in sede di Commissione su questo decreto credo debba essere riportato a tutta l'Aula. Giovedì scorso il provvedimento ha ricevuto i pareri della Commissione bilancio; c'erano alcuni emendamenti, sia della maggioranza che della minoranza, che erano stati approvati e che hanno avuto un parere negativo della Commissione bilancio. Il problema è il seguente, a mio avviso: il parere, ai sensi dell'articolo 81, prevedeva la soppressione per esempio dell'articolo 13-bis, che era il tax refund, emendamento approvato dal Governo in sede di discussione.
  La questione non è tanto nel merito dell'emendamento, che era un emendamento del MoVimento 5 Stelle, ma è a titolo esemplificativo. In realtà, l'emendamento non ha problemi di coperture, perché nel parere della Commissione bilancio – che vado a recitare, perché sono due righe – è scritto: «il prelievo imposto ai sensi dell'articolo 13-bis alle società Tax free shopping, in quanto riferito ad un solo settore commerciale e discriminando le suddette società in ragione del loro domicilio fiscale, potrebbe comportare criticità rispetto alla disciplina comunitaria con conseguente rischio dell'attivazione di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea». Allora, io credo che non si tratti di un problema di coperture ma sia un'ipotetica previsione di procedura di infrazione da parte della Pag. 12Unione europea. Se secondo la Commissione bilancio da oggi questo costituisce prassi e un precedente, vuol dire che da domani mi attendo che la Commissione bilancio porti avanti con lo stesso rigore qualsiasi provvedimento. Ovvero: una norma può costituire procedura di infrazione alla normativa comunitaria ? Se sì, allora lo cassiamo. E credo che facendo un passo indietro, ad esempio al decreto-legge sull'Ilva, qualche problemino vi sarebbe stato, visto che siamo continuamente in procedura di infrazione anche con i nuovi decreti-legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Su questo cito che, a seguito del mio intervento, in Commissione, il presidente Epifani, rassicurandomi, disse che avrebbe fatto presente al presidente della Commissione bilancio la questione da me sollevata, di cui condivideva la sostanza. Per cui, sostanzialmente la questione è stata ampiamente condivisa da maggioranza e minoranza. La Commissione bilancio deve farsi delle domande, cioè: può esprimere un parere di mancanza di coperture quando in realtà il provvedimento non necessita di coperture e va a sindacare su un'ipotetica sanzione della Commissione europea ? È qualcosa che non sta in piedi, perché veramente, a questo punto, l'organo politico non può più prendere nessun tipo di decisione. Stiamo demandando alla Commissione bilancio l'orientamento e la scelta politica. Qui non possiamo, signor Presidente, continuare a delegare alla Commissione bilancio questi tipi di parere, perché stiamo tarpando le ali al Parlamento. Se esistono dei problemi di coperture noi siamo i primi a segnalarlo e quindi ad accogliere le segnalazioni della Commissione bilancio, ma segnalare un'ipotetica procedura di infrazione è qualcosa che non ci riguarda. Non riesco nemmeno a concepirlo come un problema di bilancio, perché altrimenti ciò vorrebbe dire che su tutte le materie sulle quali sono aperte delle procedure di infrazione – e sappiamo benissimo che non sono tre o quattro – dovremmo chiederci cosa stiamo facendo in quell'ambito e allora la Commissione bilancio dovrebbe provvedere a fermare tutto ciò che riguarda le procedure di infrazione aperte oggi. Se questo costituisce un precedente io pretendo che il presidente Boccia da domani applichi lo stesso regolamento anche ad altri provvedimenti. Visto che non è stato fatto così su altri aspetti e visto che qui non si parla di coperture ma in realtà di entrate per lo Stato e di un'ipotetica procedura di infrazione, su questo chiedo che la Presidenza si faccia carico, con il presidente Boccia, di risolvere questa situazione, che ha del paradossale, come anche il parere dato su alcuni emendamenti oggi in Aula, che, ahimè, secondo me poco c'entra con le coperture ex articolo 81 della Costituzione.

  SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Simone Valente, ho dato la parola all'onorevole Crippa e ovviamente la darò ad uno per gruppo. Peraltro, adesso sto cercando di dare una risposta. Per andare con ordine, se non ho capito male, onorevole Crippa, lei fa riferimento ad un emendamento all'articolo 13. Siamo al momento agli emendamenti riferiti all'articolo 1...

  DAVIDE CRIPPA. È a titolo esemplicativo !

  PRESIDENTE. Lo so, onorevole Crippa. Sto dicendo semplicemente che dobbiamo ancora dare il parere su tutti gli altri emendamenti. Però, ovviamente, per quanto riguarda la Presidenza, questa non può che prendere atto di quello che stabilisce la Commissione. Tuttavia, lei ha posto un problema. Vedo in Aula il relatore in Commissione bilancio, onorevole Giampaolo Galli, al quale chiederei eventualmente di dare una risposta o un chiarimento all'onorevole Crippa in relazione alla questione che è stata sollevata.

  GIAMPAOLO GALLI. Signor Presidente, intervengo sul punto di metodo, nel merito entreremo quando discuteremo questo articolo.Pag. 13
  Qui la considerazione della Commissione era stata la presa d'atto del parere fornito dal Governo implicitamente riguardo ai rischi di costi per la finanza pubblica derivanti da una procedura di infrazione comunitaria. Posso aggiungere fin d'ora che c'era un altro rischio e cioè che questo provvedimento, dal momento che tassava nella misura di ben il 50 per cento il fatturato di un certo tipo di impresa, chiudeva queste imprese che sono le uniche che soddisfano un'esigenza di restituzione dell'IVA derivante da una direttiva comunitaria e quindi o si andava in infrazione comunitaria oppure, comunque, una tassazione del 50 per cento evidentemente avrebbe comportato la immediata chiusura di tutte queste imprese.
  Ma qui entro nel merito e ne discuteremo dopo.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, mi pare che a questo punto la questione sia chiara: la Commissione bilancio ha preso questa decisione in relazione ad una valutazione fatta su una possibile mancata copertura dovuta ad una possibile infrazione e quindi la decisione della Commissione bilancio fa seguito ad una dichiarazione da parte del Governo. Sotto questo punto di vista, capisco benissimo le sue considerazioni, ma non abbiamo altra alternativa che andare avanti prendendo atto delle decisioni della Commissione bilancio.
  A questo punto, onorevole relatrice, onorevole Coscia, le chiedo se vogliamo per il momento andare avanti con degli emendamenti riferiti all'articolo 1 e poi...

  SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa ?... Prego onorevole Valente.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, intervengo solo per continuare sulla scia delle criticità che ha esposto il mio collega Crippa, ma per avanzare anche una proposta. Visto che il Ministro Franceschini ha dato parere favorevole a molti emendamenti che poi invece sono stati respinti dalla Commissione bilancio, allora faccio una proposta, che è stata già fatta anche in passato con il Governo Letta: riuniamo subito il Comitato dei diciotto con il sottosegretario Legnini, il Ministro Franceschini, ed eventualmente il Ministro Boschi e superiamo questi tecnicismi con la volontà politica perché il punto è che se c’è la volontà politica noi possiamo fare tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ROBERTO CAPELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, non so se posso ma vorrei – se è possibile e non so se questo è il momento – chiedere i motivi dell'inammissibilità dell'emendamento 3.0100. Se fosse possibile conoscere i motivi dell'inammissibilità.

  PRESIDENTE. Onorevole Capelli, questa proposta emendativa è già stata dichiarata inammissibile in Commissione per estraneità di materia. Detto questo, per capire insieme come possiamo andare avanti: onorevole relatrice, noi dobbiamo ancora dare dei pareri e le domando, alla luce delle considerazioni che sono state fatte dai colleghi Crippa e Valente, vi è da parte della relatrice qualche proposta in merito ?

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, noi possiamo riconsiderare l'emendamento Battelli 1.102, poiché abbiamo acquisito la disponibilità da parte della Commissione bilancio di riconsiderarlo alla luce di una riformulazione. Si ricorda che l'avevamo accantonato, Presidente ? Si tratta di una riformulazione per cui si prevede di togliere la prima parte e di lasciare «anche mediante il portale di cui al comma 5». È una riformulazione dell'emendamento Battelli 1.102.

  PRESIDENTE. Questa è una riformulazione del Comitato dei diciotto ?

Pag. 14

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. È una proposta del Comitato dei diciotto che stiamo proponendo alla Commissione bilancio affinché questa riveda il proprio parere.

  PRESIDENTE. Va bene, su questo abbiamo compreso. Le vorrei chiedere: sugli emendamenti a cui hanno fatto riferimento i colleghi del MoVimento 5 Stelle Crippa e Valente, lei intende, quando arriveremo a quegli emendamenti, di chiedere alla Commissione bilancio una rivalutazione come stiamo facendo per questi ?

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Sì, certo.

  PRESIDENTE. Sta bene. Allora io proporrei, per rendere le cose più semplici, che ci fermiamo per il momento con i pareri sull'articolo 1, tanto ce ne sono abbastanza per andare avanti fino ad una certa ora. Poi magari, sfruttiamo la pausa che abbiamo dei lavori per rimettere insieme le varie questioni, compresa la possibilità – non so se ci siamo intesi, onorevole Crippa – di rimettere alla Commissione bilancio anche l'eventualità di rivedere alcuni degli altri emendamenti.

  CELESTE COSTANTINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, mi sembrava di capire che ci fosse una richiesta da parte del collega Valente. Io vorrei capire se i gruppi si possono esprimere sulla richiesta che ha fatto, perché la sospensione e quindi la possibilità di incontrare di nuovo la Commissione bilancio per delle verifiche è un tema che avanziamo anche noi, tra l'altro lo facciamo anche e soprattutto in merito all'articolo 1, che stiamo discutendo, perché rispetto alle coperture tantissimi emendamenti – ed è il cuore del provvedimento, di questo decreto – sono stati bocciati, c’è su tutti parere contrario su questo articolo 1, tranne l'accantonamento che abbiamo sentito nominare prima. Quindi noi vorremmo capire se effettivamente questa richiesta viene messa in votazione e se ci possiamo esprimere, perché noi siamo favorevoli.

  PRESIDENTE. Onorevole Costantino, intendiamoci. La Commissione si è riunita alla presenza del Governo, ha fatto le sue valutazioni, ha espresso i propri pareri che ovviamente sono quelli riportati nel fascicolo, che sono pareri contrari su tutto. Ora, su una questione specifica che, se non ho capito male, è relativa alla motivazione che è stata data su un determinato emendamento, cioè alla mancata copertura in ragione di una possibile infrazione europea, i colleghi del MoVimento 5 Stelle hanno chiesto la possibilità che la Commissione torni a verificare la decisione presa, ma è relativa a quello, non è che adesso rimettiamo in discussione tutto il lavoro che ha fatto la Commissione bilancio perché evidentemente quello arriverà a partire dagli articoli successivi. Adesso siamo sull'articolo 1, sul quale, a prescindere dalle richieste di accantonamento e dalla proposta di riformulazione fatta dal relatore, vi è stata la riunione della Commissione bilancio, che si è espressa, ha deciso e noi proseguiamo nel merito sapendo quali sono i problemi. Abbiamo acquisito il parere della Commissione bilancio e il parere del relatore, ora dobbiamo acquisire il parere del Governo. Signor Ministro, ci limitiamo per il momento all'articolo 1.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, solo una precisazione su quello che sta dicendo adesso. L'esempio che ho fatto era quello, in realtà ci sono degli emendamenti oggi in Aula che hanno ottenuto il parere favorevole delle Commissioni e il parere contrario della Commissione bilancio che, le spiego chiaramente, credo si tratti di un abbaglio, perché quando io Pag. 15parlo di interventi di ristrutturazione in generale ci rientrano già quelli di efficientamento energetico. Andando a dare una specifica ulteriore, qui mi si chiede una mancanza di coperture. Allora, ci sono sì problemi di procedura di infrazione e ci sono sì problemi di mancanza di coperture secondo la Commissione bilancio, ma che non trovano riscontro.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, io ho capito perfettamente. Noi dobbiamo tenere chiaro che le competenze delle Commissioni sono diverse, una è la Commissione di merito che analizza il provvedimento, l'altra è quella che ovviamente si deve occupare – e chiudo l'argomento, lo riprendiamo dopo – delle coperture. Comunque, siccome siamo all'articolo 1, se la Commissione di merito ritiene che vi siano degli emendamenti sui quali è necessario, utile e opportuno che la Commissione bilancio ritorni per confermare o smentire il parere dato, al momento opportuno sarà la Commissione di merito a chiedere il riesame da parte della Commissione bilancio. Siccome si tratta di emendamenti successivi, adesso all'articolo 1 il parere è stato dato, la Commissione di merito ha chiesto la riformulazione di alcuni, l'argomento sull'articolo 1 è chiuso. Prego, onorevole Ministro, i pareri.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, nell'esprimere parere conforme a quello del relatore, mi consenta soltanto di dire che essendo il parere conforme a un parere negativo praticamente su tutti gli emendamenti, questo deriva dal fatto che tutti gli emendamenti relativi all'articolo 1, ma in generale gli emendamenti agli altri articoli del decreto e della legge di conversione, sono emendamenti aggiuntivi, quindi tutti animati da uno spirito positivo.
  Quello che abbiamo detto in Commissione e in Aula, nella discussione sulle linee generali, per cui inviterei anche a ragionare rispetto al ritiro degli emendamenti per non avere il voto contrario dell'Aula, è che davvero abbiamo introdotto nel nostro Paese – dopo tanto tempo e tanti tentativi che sono stati portati avanti dai precedenti Governi, ma che non sono riusciti ad arrivare in porto sempre per un problema di copertura – un credito di imposta che ci mette davanti agli altri Paesi europei e che ci porta ad avere un 65 per cento del credito di imposta per privati ed imprese, per donazioni per il restauro e il recupero del patrimonio pubblico monumentale e archeologico.
  Tutti gli emendamenti tendono a migliorare questa norma o ad estenderne l'applicazione.
  Abbiamo potuto in Commissione introdurre il principio, accettando alcuni emendamenti, che la norma vale anche per interventi fatti da fondazioni private se su patrimonio pubblico.
  Quello che inviterei davvero i gruppi a considerare, nell'esaminare la possibilità di un invito al ritiro, è che il parere contrario della Commissione e del Governo non è per una contrarietà di merito, ma perché stiamo facendo davvero un passo da giganti nel nostro ordinamento; è un primo passo che probabilmente in un secondo momento, con condizioni diverse delle finanze pubbliche sarà possibile estendere ulteriormente, per esempio, agli interventi dei privati su beni vincolati, ma privati. Io credo che questo sia davvero un passo importante e quindi, nell'esprimere parere conforme a quello del relatore, solleciterei un invito al ritiro.

  LAURA CASTELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, qui, da un anno e mezzo a questa parte, voi forse l'unica cosa che ci avete insegnato è che a volte la volontà politica supera il tecnicismo e questo è quello che noi stiamo tentando di spiegarvi, ossia, le Commissioni danno dei pareri tecnici, poi si arriva a un momento in cui le volontà politiche si parlano, si confrontano e si arriva anche a mettere a posto alcune cose che qualcuno non vuole capire.Pag. 16
  Questo noi l'abbiamo imparato – mio malgrado e mi dispiace dirlo – con il Governo Letta, quando proprio Franceschini era il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con il quale spesso, al Comitato dei nove, ci si sedeva ad un tavolo con i dirigenti e si mettevano a posto le coperture e gli impedimenti tecnici per volontà politiche chiare.
  Questo è semplicemente quello che chiediamo noi. Quindi, una volontà politica netta può essere messa a posto con il tecnicismo dei vostri dirigenti, dei vostri Ministri, come Franceschini, che l'ha fatto per un anno e che sa benissimo come si fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, tenuto conto degli interventi che ci sono stati, noi in questi minuti – come già dicevo prima – abbiamo informalmente sentito la Commissione Bilancio per richiedere il riesame di alcuni emendamenti. Ora noi abbiamo dato i pareri solo sull'articolo 1 e sulle proposte emendative ad esso riferite, però, se lei consente, Presidente, anticiperei anche gli emendamenti degli altri articoli su cui abbiamo chiesto il riesame del parere alla Commissione Bilancio.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole relatrice.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Abbiamo chiesto il riesame del parere alla Commissione bilancio anche sugli emendamenti: Piccoli Nardelli 5.102, Crippa 10.112, Allasia 10.110, Crippa 10.120, Tancredi 16.104 e Cani 16.108.

  PRESIDENTE. Sta bene. Questi saranno gli emendamenti che formalmente la Commissione di merito chiederà che siano riesaminati dalla Commissione Bilancio. Per il resto, rimane il lavoro della Commissione Bilancio.

  ROBERTO CAPELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa, onorevole Capelli ?

  ROBERTO CAPELLI. Sempre sull'articolo aggiuntivo a mia firma 3.0100. Mi permetto di non comprendere quanto mi è stato riferito sull'inammissibilità dell'articolo aggiuntivo non competente per materia.
  Sto introducendo il riconoscimento della necropoli punica romana più importante che esiste.

  PRESIDENTE. Onorevole Capelli, scusi se la interrompo, ma il tema non è all'ordine del giorno perché l'articolo aggiuntivo è stato già dichiarato inammissibile in Commissione. Eventualmente, lei avrebbe dovuto sollevare la questione in Commissione.
  Adesso in questo momento io non posso fare altro che prendere atto della decisione che ha preso la Commissione che automaticamente lo rende inammissibile anche per l'Aula.
  Apriamo un dialogo tra di noi inutile, perché non posso cambiare la decisione presa dalla Commissione. Prego, onorevole Capelli.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, mi permetto di segnalarle che l'emendamento presentato in Commissione e giudicato inammissibile era diverso da questo. Stabiliva degli impegni totalmente diversi da questo emendamento...

  PRESIDENTE. Onorevole Capelli, le chiedo scusa, non perché io non voglia...

  ROBERTO CAPELLI. Prego.

  PRESIDENTE. Stiamo parlando di estraneità per materia. Poteva pure essere scritto diversamente, ma quella materia è Pag. 17stata ritenuta, dalla Commissione, estranea rispetto al merito di questo provvedimento. Quindi, anche se cambiamo delle parole, la materia, cioè quell'argomento, è stato ritenuto estraneo dalla Commissione. Era estraneo quello ed è estraneo anche questo. Questo è il punto. Capisce ?

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, posso chiederle una cortesia personale ?

  PRESIDENTE. Prego.

  ROBERTO CAPELLI. Legga l'emendamento e poi mi dirà lei, in separata sede, qual è l'estraneità di materia e mi suggerirà il percorso per poterlo ripresentare.

  PRESIDENTE. Va bene.
  Intanto, passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 1.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, ho ascoltato gli interventi dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, a dimostrazione che lei aveva ragione, ma io avevo capito bene qual era la richiesta che si stava facendo perché, appunto, il tema è complessivo.
  Sull'articolo 1, su cui c’è stato il parere contrario della Commissione bilancio su tutti gli emendamenti ad esso riferiti, io illustrerò solo questo primo emendamento, signor Ministro, che è l'emendamento 1.1 con cui noi ampliamo effettivamente la platea, come diceva lei bene, e questo è senz'altro un riconoscimento. Noi non disconosciamo il merito di questo strumento, che reputiamo anche noi estremamente utile. L’art-bonus è una novità, è qualcosa che sicuramente serve alla cultura italiana.
  Quello che non comprendiamo, però, anche quando è intervenuto prima – e l'ho ascoltata –, è perché il Governo ha sempre questo atteggiamento di parlare di passi da gigante e di novità che riusciamo a immettere, però ad un certo punto ci si ferma, come se le novità e il passo da gigante che si fa non debbano essere perfettibili, cioè come se non dovessimo riuscire a trovare una soluzione, una volta che si decide di fare un'iniziativa, che sia la più buona possibile ma, invece, ci si debba sempre fermare due, tre, quattro passi indietro.
  Allora, con questo nostro emendamento chiediamo che l'incentivo fiscale riguardi non solo gli interventi di manutenzione, protezione e restauro, ma anche la promozione e la valorizzazione dei beni culturali. In più, chiediamo che vengano raddoppiati i tetti e chiediamo che la copertura che viene utilizzata sia anche estendibile non solo ai luoghi di cultura pubblici ma a quelli che sono stati considerati all'interno del codice dei beni culturali, all'articolo 101.
  La cosa che stranisce, rispetto al parere contrario della Commissione bilancio, è che le coperture che abbiamo indicato in questo emendamento sono state verificate con il servizio bilancio della Camera; l'aumento che noi proponiamo è di 105 milioni di euro annui e questa copertura ci viene confermata dall'aumento del canone delle concessioni radiotelevisive. Quindi, la copertura c’è.
  In questo caso, si tratta di fare quel passo da gigante che nominava prima lei, cioè di fare un passo nella direzione di una volontà politica di rendere utile questo strumento, che sicuramente va tutto verificato e sperimentato, ma che può essere immediatamente pensato come uno strumento più utile rispetto al modo in cui viene riportato all'interno di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, io sono stato sollecitato dall'ultimo intervento perché mi pare assolutamente di buon conto tenere presente, come ho già spiegato e come abbiamo detto anche in Commissione nelle ultime giornate, che si Pag. 18tratta di un provvedimento assolutamente con un giudizio buono, non positivo perché in questo provvedimento ci sono, come ho già detto, luci e ombre.
  Però, da una parte, si va a toccare la questione inerente soprattutto il bilancio, dove nello stesso provvedimento si aumentano le spese, perché si vanno a coprire buchi di bilancio di alcune fondazioni, o si cercano di risolvere dei problemi che si portano avanti da decenni con un provvedimento d'urgenza come questo; dall'altra parte, emendamenti assolutamente di buonsenso, come l'emendamento Costantino 1.1 in esame e tanti altri, sono stati bocciati, in parte (non questo) dalle Commissioni di merito, perché è stato dato un parere assolutamente contrario dai relatori e, in parte dalla Commissione bilancio, che sistematicamente su tutti i provvedimenti in cui c’è un'ampia discussione con una spada viene a tagliare la discussione e, in un contesto del genere, taglia più di 130 emendamenti.
  Sicuramente, se vogliamo dire, abbiamo abusato dello strumento emendativo su questo provvedimento. Ne abbiamo abusato perché ritenevamo opportuno modificarlo. In parte, già in sede di Commissione, nelle settimane scorse, esso è stato modificato in corso; una serie di emendamenti erano stati anche presi in buona considerazione dagli stessi relatori, ma oggettivamente poi, in men che non si dica, in quattro e quattr'otto, neanche dalla sera alla mattina, questione di bere un caffè, ci siamo trovati nelle condizioni che tanti, tanti emendamenti della minoranza, ma anche della maggioranza, sono stati cassati dalla Commissione bilancio.
  Perciò, io lo trovo abbastanza bizzarro; poi sicuramente dietro a questo modo di agire della Commissione ci deve essere tutto un sistema da mantenere, come il pareggio di bilancio, per evitare che ci siano delle procedure di infrazione dell'Unione europea, tutte cose diciamo sacrosante, che però avviliscono il lavoro parlamentare. Infatti, allora, è inutile che ci troviamo alle nove e mezza in Commissione il martedì per poi arrivare in Aula; e, dopo due ore di discussione, ci troviamo che la Commissione bilancio, in quattro e quattr'otto, la bevuta di un caffè, ci taglia tutto il lavoro. Evitiamo di farlo, arriviamo direttamente in Aula senza discutere in Commissione: così siamo tutti più sereni e più tranquilli, abbiamo facce più distese e più rilassate la mattina in Aula ed evitiamo questo lavoro, che è un lavoro che è stato ingente e sicuramente oneroso e dispendioso, di fatica, di sudore e non solo, perché ogni lavoro ha dei costi diretti e indiretti.
  Perciò, per evitare che tutto venga buttato al vento, sarebbe il caso di fare opportune valutazioni con riferimento a questo decreto, perché siamo ancora al primo emendamento, perciò non è che è tutto perso; ma oggettivamente su proposte emendative come quella della collega Costantino, sull'emendamento 1.1, c’è da fare una valutazione, al di là del parere della Commissione bilancio, che sistematicamente, come ho già detto, taglia qualsiasi cosa che ipotizza una spesa ulteriore. Taglia persino degli emendamenti soppressivi. Io vorrei ancora capire qual è l'emendamento soppressivo che fa aumentare il costo di bilancio del decreto, il bilancio dello Stato. Eventualmente, lo fa abbassare. Dovrebbero essere eventualmente valutate con maggiore attenzione le proposte emendative soppressive dalla Commissione bilancio rispetto a tutte le altre. Ma questa è pura utopia, perciò ci dobbiamo confrontare con la realtà dei fatti e procedere.
  Però, oggettivamente non si può dire che è un lavoro sereno, un lavoro tranquillo e sopratutto lineare. Noi chiederemo maggiore linearità, come abbiamo fatto in Commissione, fino a che non è arrivato il foglio della Commissione bilancio.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, nella consapevolezza Pag. 19che l'intervento del Governo riapre il dibattito, mi limiterò a questa eccezione, vedendo che c’è un clima positivo, come c’è stato in Commissione. Ma poiché l'articolo 1, l’art-bonus, è il cuore, il contenuto maggiormente innovativo del provvedimento, tengo a precisare all'onorevole Costantino, all'onorevole Allasia e agli altri che hanno presentato emendamenti – ho provato a dirlo prima, lo dico in modo più esplicito – che questa norma introduce in modo fortemente innovativo un credito di imposta per interventi sul patrimonio monumentale artistico – musei, biblioteche – pubblico.
  Prevede un credito di imposta al 65 per cento, e non riguarda le sponsorizzazioni, lo dico all'onorevole Costantino, perché la distinzione tra atto di liberalità, donazione, mecenatismo, che è l'oggetto di questo provvedimento, è distinto già dall'ordinamento vigente completamente dal tema «sponsorizzazioni», per cui ci sono altre regole e sono previste gare; non rientra, quindi, in questo ambito, non c’è bisogno di un'esclusione esplicita, perché l'esclusione è già nelle norme vigenti.
  Le proposte sono tutte interessanti, io potrei leggerle, ma gli emendamenti hanno avuto parere contrario in questo caso, non nell'altro, anche dalle Commissioni di merito, non solo dalla Commissione bilancio, perché estendono questo tipo di provvedimento, l’art-bonus (che è un incentivo fiscale), per esempio, anche a tutte le attività culturali, festival, concerti, a tutto ciò che è attività. Alcuni lo estendono agli interventi dei privati su patrimonio privato, altri lo estendono alle attività di valorizzazione, altri ad attività didattiche, altri ad enti di spettacolo no profit, alcuni aumentano la percentuale di credito di imposta dal 65 all'80 per cento. Mi verrebbe da dire: tutto molto bello e positivo, però nella concretezza di un Parlamento che deve legiferare questo passo è già un passo molto impegnativo le cui coperture in qualche misura le vivremo nella fase applicativa, come avvenuto anche per l'ecobonus e per le ristrutturazioni edilizie. Vedremo che tipo di impatto reale avrà questa norma che non ha un tetto – lo chiarisco – né rispetto alla donazione singola, né verso il basso, né verso l'alto, né ha un tetto massimo di copertura, non è un click day. Quindi, la fase di applicazione – in questo caso abbiamo previsto tre anni – servirà per capire anche l'impatto che avrà sui conti pubblici.
  Il mio invito è a non far bocciare dall'Aula degli emendamenti che estendono ad altre cose tutto ciò, figuriamoci se potessimo dire che concediamo il credito di imposta anche al finanziamento delle attività. Ma capite che, in questo caso, la motivazione che ha convinto il Governo nella sua completezza, il Ministero dell'economia e delle finanze, insomma chi fa un altro mestiere, è che essendo interventi sul patrimonio pubblico, anche se per via fondazioni private, o per via dei comuni sul loro patrimonio, 100 euro o 1 milione di euro che viene donato per restaurare o recuperare un pezzo di patrimonio pubblico, sono 100 euro o 1 milione di euro risparmiati dallo Stato che quell'intervento avrebbe comunque dovuto fare un mese, un anno, dieci anni dopo; è una delle motivazioni per cui riusciamo oggi a portare questa norma in approvazione; estenderlo a tante altre cose comporterebbe dei confini di copertura indefinibili che in questo momento non siamo in grado di affrontare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione, e con molto interesse, i due interventi del Ministro Franceschini, interventi che, per carità, sono totalmente condivisibili nello spirito e nelle preoccupazioni che raccolgono. E lo ringrazio anche per avere accolto positivamente quello che era lo spirito di molti emendamenti. E, tuttavia, mi consenta di dire questo, anche a futura memoria.
  L'Italia è probabilmente il Paese che ha i più grandi giacimenti di beni culturali dell'intero pianeta e questi giacimenti culturali, soprattutto sotto il profilo monumentale, non sono certamente distinguibili Pag. 20con un colpo netto tra beni pubblici e beni privati, nel senso che molti di essi sono beni di fatto pubblici anche se appartenenti, tra virgolette, a privati. Non è che il Colosseo abbia minore valenza pubblica di Santa Maria Novella a Firenze piuttosto che dell'Opera del Duomo a Siena. La valorizzazione di tutto questo enorme patrimonio certamente costituirebbe un volano per la ripresa economica di questo Paese e per quanto riguarda anche la possibilità occupazionale, soprattutto di occupazione qualificata, nella gestione dei beni culturali stessi, oltre che nel versante turistico.
  Detto tutto questo, rimane certamente il problema della copertura che il Ministro sottolinea come l'elemento limitante in questa fase di un provvedimento a cui riconosciamo un valore innovativo assoluto nel nostro Paese, quindi totalmente da apprezzare. Bene, allora, io voglio proporre un approccio, almeno per il futuro, di tipo diverso. L'approccio qual è ?
  Si stabilisce qual è il tetto evidentemente di sostenibilità della finanza pubblica e, nell'ambito di quel tetto, fino a concorrenza della somma che è stata determinata, si dà la possibilità di elargire erogazioni liberali a favore dell'arte di questo Paese in tutte le sue sfaccettature, ovviamente posto che siano beni, soprattutto di carattere monumentale, aperti effettivamente al pubblico e riconosciuti come tali dal Ministero dei beni culturali. Io credo che questo, anche in una chiave e in una logica di sussidiarietà, dovrebbe essere l'approccio da avere e non quello limitato alla tutela del cosiddetto patrimonio pubblico.
  Allora, se il Governo invita in questo senso a ritirare gli emendamenti, noi siamo tenuti a farlo oggi proprio per collaborazione e apprezzamento dello spirito dell'iniziativa. Ma, dall'altro lato, vorremmo che il Governo assumesse questa direttiva di marcia per quanto riguarda il futuro, per quanto riguarda una valorizzazione a 360 gradi di un patrimonio culturale di cui il nostro Paese può solo che andare orgoglioso e che molti privati, molte istituzioni non direttamente pubbliche hanno contribuito a preservare e a valorizzare, nonostante – direi – l'incuria del pubblico per troppi anni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bueno. Ne ha facoltà.

  RENATA BUENO. Signor Presidente, intervengo giusto per dire che questo decreto accoglie anche un suggerimento nostro, una proposta che io ho presentato insieme ai deputati del PD Umberto D'Ottavio e Laura Coccia. L'anno scorso abbiamo presentato, qui alla Camera, una proposta di legge che parla esattamente di una legge che funziona già molto bene in Brasile, chiamata lei Rouanet, che veramente incentiva l'iniziativa privata di investire e finanziare i progetti culturali.
  Quindi, è veramente piacevole per noi vedere che il Governo accoglie le nostre idee, che abbiamo presentato anche al Ministero dei beni culturali. Ho visto, quando sono arrivata qui, all'inizio della legislatura l'anno scorso, che la crisi italiana purtroppo aveva tagliato tanti fondi per la cultura e dovevamo cercare un'alternativa. Quindi, questo decreto punta a prendere finanziamenti privati e alla fine continuerà ad incentivare ancora di più la cultura in Italia.
  Sappiamo che la cultura italiana non è solo un bene per l'Italia ma per tutto il mondo. Soprattutto per noi italiani all'estero è molto importante ricevere incentivi per la promozione della cultura.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, vedo che il Ministro è distratto perché sta messaggiando con il Premier, però... Sono qui ! Volevo dire che ho apprezzato il secondo intervento del Ministro Franceschini molto più del primo. Infatti, noi sosteniamo questo articolo 1, perché siamo da sempre favorevoli a tutti gli interventi di sussidiarietà fiscale e lo possiamo dire avendo promosso, quando Pag. 21c'era il Governo Berlusconi, alcuni interventi che sono – mi consenta – di ben altra portata rispetto a questo. Infatti, il 5 per mille, la «più dai, meno versi» e lo stesso tax credit e il tax shelter per il cinema erano tre iniziative di questa natura, cioè di sussidiarietà fiscale, di ben altra portata rispetto a questo, che è un lodevole tentativo, ma è tutt'altro che un passo da gigante.
  Quindi, da questo punto di vista – lo dimostra anche, devo dire, l'incidenza delle coperture che sono state aggiunte durante i lavori della Commissione, dove si prevede un'incidenza di poche decine di milioni di euro spalmati su sei anni e, peraltro, Ministro, con un andamento un po’ a scazonte, avrebbero detto gli antichi greci, cioè un po’ zoppicante: un anno un po’ di più, un anno un po’ di meno –, pur confermando il sostegno su questo articolo da parte del gruppo di Forza Italia, va detto e va riconosciuto non solo quello che è stato fatto nel passato, ma anche l'oggettivo peso di questo intervento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo in modo brevissimo. Le nostre proposte rimangono valide perché abbiamo visto che il credito d'imposta – così è successo nei provvedimenti dei Governi precedenti – si è dovuto estendere per necessità.
  La nostra valutazione è dovuta proprio al fatto che sarebbe il caso di fare una valutazione molto attenta su quello che si è fatto e si è detto fino ad oggi, perché sicuramente è già tanto quello che si è fatto fino ad oggi, però sarebbe anche bene eventualmente avere maggiore coraggio per osare ulteriormente, come si è fatto in altri provvedimenti. Però stiamo notando che non c’è la volontà: ognuno si assume la responsabilità di quel che sta facendo. Noi continuiamo a mantenere la nostra idea, cioè che sarebbe il caso di estendere la platea per avere maggiore possibilità...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Allasia: onorevole Binetti, chiedo scusa, è proprio dietro all'onorevole Allasia ! Se lo lasciamo parlare..., grazie.

  STEFANO ALLASIA. Nessun problema, tanto sono mezzo sordo, perciò va già bene così. Ma mezzo però, per l'altra metà sono ancora a posto. Ho perso il filo del discorso. Mi ha interrotto lei però, devo riprenderlo.

  PRESIDENTE. È colpa mia, le chiedo scusa, onorevole.

  STEFANO ALLASIA. No. Concludendo, sicuramente la proposta la riteniamo positiva, ma, diciamolo volgarmente, monca, come si suol dire, perciò le nostre proposte rimangono in essere. Le nostre proposte emendative sono atte a migliorare e completare, così come abbiamo visto anche le altre proposte emendative, il testo.
  Sicuramente questo articolo sancisce, come ho già detto, il fallimento dello Stato sulle ristrutturazioni, ma le risorse pubbliche sappiamo come sono, perché non siamo assolutamente ciechi da questo lato. Perciò riteniamo opportuno proseguire il lavoro emendativo ed il lavoro d'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 22

  Onorevoli Marzana, Misuraca ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  88    
    Hanno votato no  347    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Onorevole Capelli, ad ogni buon conto, io ho fatto l'approfondimento che lei mi ha chiesto. Con riferimento alle obiezioni sollevate dall'onorevole Capelli, in riferimento alla dichiarazione di inammissibilità dell'articolo aggiuntivo 3.0100 a sua firma, osservo quanto segue.
  La proposta emendativa riguarda misure per la tutela e la valorizzazione della necropoli punico-romana di Cagliari. Come tale, presenta un contenuto simile all'articolo aggiuntivo Capelli 3.02, già dichiarato inammissibile in sede referente. È ben vero che l'articolo aggiuntivo 3.0100 prevede lo specifico riferimento all'istituzione di un tavolo tecnico-scientifico per la tutela dell'area, laddove l'articolo aggiuntivo 3.02, anziché ad un tavolo tecnico-scientifico, si riferisce all'istituzione di un comitato di coordinamento volto a perseguire la medesima finalità. Pur tuttavia, onorevole Capelli, come lei comprende bene, entrambe le proposte emendative concernono l'area archeologica di Cagliari, che non rientra tra le materie oggetto del provvedimento in esame.
  Alla luce di tali considerazioni, non posso che confermare il giudizio di inammissibilità dell'articolo aggiuntivo Capelli 3.0100.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.2, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Latronico, Rosato, Pastorelli ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  355   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  46    
    Hanno votato no  309    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo agli identici emendamenti Costantino 1.3 e Allasia 1.60, sui quali vi è un invito al ritiro formulato dalle Commissioni e dal Governo, altrimenti il parere è contrario, e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro. Prego, onorevole Allasia.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, gli identici emendamenti Costantino 1.3 e Allasia 1.60 sono solo una precisazione che abbiamo voluto fare per una modifica del testo, dove si sostituiscono le parole: «protezione e restauro» con le seguenti: «protezione, restauro, promozione e valorizzazione». Una cosa che volevamo puntualizzare ed era stata accettata dalle Commissioni riunite, ma poi bocciata inspiegabilmente dalla Commissione bilancio.
  È una valutazione che voglio far presente all'Aula perché, indubbiamente, bisogna fare in modo che la legge sia chiara a tutti e più ampia possibile, come abbiamo già detto. E non ci capacitiamo, come ho già detto, delle motivazioni per cui la Commissione bilancio, non essendoci aumento di spese, bocci questi identici emendamenti. Tornando ai precedenti interventi, sembra, però, un'operazione di sfoltimento esclusivamente emendativo del Pag. 23decreto-legge stesso, invece di un'attenta analisi del lavoro delle Commissioni. Queste, però, sono valutazioni personali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Costantino 1.3 e Allasia 1.60, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia, Formisano, Carfagna, D'Ottavio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  438   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  168    
    Hanno votato no  270    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.61, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caparini, Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  438   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  173    
    Hanno votato no  265    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Gigli 1.103, su cui vi è un invito al ritiro. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro. Prego, onorevole Gigli.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, nello spirito dell'intervento che ho svolto precedentemente, annuncio il ritiro degli emendamenti a mia prima firma 1.103, 1.105 e 1.104. Tuttavia, mi è sembrato almeno di vedere che il Ministro Franceschini assentisse a gran parte delle argomentazioni che andavo svolgendo e mi riprometto, pertanto, di sottoporle sotto forma di ordini del giorno, confidando nell'accoglimento da parte del Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 1.62.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.62, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Polidori, Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  438   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  69    
    Hanno votato no  369    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Terzoni e Lupo hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Di Lello 1.101. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Di Lello 1.101 formulato dal relatore.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, per me fanno fede le parole del Ministro. L'emendamento andava e va nella direzione di allargare i beneficiari e, in generale, la platea dei beni che possono essere oggetto di restauro con sgravio. C’è già una modifica sul secondo comma che va in Pag. 24questa direzione. Per me è importante l'impegno assunto dal Governo e, quindi, ritiro l'emendamento.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Gigli 1.104 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Antimo Cesaro 1.47 e Allasia 1.63.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti, Antimo Cesaro 1.47 e Allasia 1.63, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  420   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  73    
    Hanno votato no  347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rampelli 1.32 e Allasia 1.64, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani... Nicchi... Galperti...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  434   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  166    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.65, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Invernizzi... D'Attorre... Pellegrino... Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  65    
    Hanno votato no  374.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Ricordo che l'emendamento Molea 1.100 così come tutti gli emendamenti presentati all'articolo 1 dal gruppo Scelta Civica sono stati ritirati e quindi passiamo all'emendamento Schirò 1.48.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Schirò 1.48 formulato dal relatore.

  GEA SCHIRÒ. Signor Presidente, ritiro gli emendamenti 1.48 e 1.49 di cui sono prima firmataria.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rampelli 1.33.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 25Rampelli 1.33, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Roccella... Costantino... Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  447   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  85    
    Hanno votato no  362.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.4, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Mucci, Spessotto, Montroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  447   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  353.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.5, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Non vedo mani alzate. Carrozza. Marchi. Marchi ha votato, Carrozza ha votato. Hanno votato tutti.  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.66, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Locatelli, Rotta, Piccoli Nardelli ha votato, Pellegrino. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  423   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  65    
    Hanno votato no  358.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare e il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 1.34, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 26

  Ci siamo ? Fossati, Dall'Osso. Dall'Osso ha votato. Taricco ha votato, o forse no... onorevole Taricco ha votato ? Bene, abbiamo votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  449   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  169    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare e il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Galperti, Rossi, Magorno... provi a votare onorevole Magorno... ha visto ? Rossi ancora non riesce a votare. Ci siamo ? Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  447   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Passiamo all'emendamento Battelli 1.102. Chiedo al presentatore se accetta la riformulazione proposta dal relatore. Onorevole Battelli, prego.

  SERGIO BATTELLI. Sì, la accettiamo, ma aspettavamo il parere della Commissione bilancio per questo emendamento.

  PRESIDENTE. Adesso arriva. Volevamo intanto sapere se lei accetta la riformulazione. Poiché su tale emendamento, del quale la relatrice ha proposto una riformulazione, la Commissione bilancio ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, tale proposta emendativa dovrà rimanere accantonata, in attesa che venga espresso dalla Commissione bilancio il parere sulla proposta di riformulazione. Per meglio dire, Onorevole, io dovevo aspettare di sapere se lei è favorevole alla riformulazione per sottoporre alla Commissione bilancio la riformulazione stessa. Bene, quindi rimane accantonato.
  Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Rampelli 1.35.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, la posizione sempre negativa del Governo sul tentativo, che in tanti in quest'Aula stanno compiendo, di estendere i vantaggi e quindi la capacità di interventi da parte dei privati nella gestione e nella valorizzazione dei beni culturali, sta per diventare un'occasione persa. E ciò anche rispetto all'estensione dei benefici a chi non ha fini di lucro, ma vuole contribuire a quello che viene definito il patrimonio economico più significativo che ha l'Italia, un patrimonio che non teme concorrenza. Il continuo parere negativo del Governo dimostra come siamo in presenza di una riforma monca, di una legge che dice di voler fare, ma poi alla fine lascia tutto com’è. Ed è significativo che sull'argomento il Governo preferisca semplicemente nascondersi dietro le mancate entrate fiscali, che deriverebbero dall'estensione dei benefici, rispetto viceversa alla capacità di comprendere quanto in più si incasserebbe da una economia legata alla cultura, se ci fossero gli incentivi che noi richiamiamo negli emendamenti.

Pag. 27

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 1.35, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani ha votato. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  89    
    Hanno votato no  351    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare e la deputata Lupo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.67, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gribaudo, Cancelleri, Artini ha votato. Cancelleri ha votato. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  442   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  278.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.68, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Righetti, Anzaldi, Rossi, Piepoli, Sandra Savino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  446   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  165    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Battelli 1.18, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rabino, Di Lello, Garofalo, Simoni, Vaccaro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

Pag. 28

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.69, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rossi, Tartaglione, Vaccaro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  448   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  167    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Ricordo che l'emendamento Dallai 1.7 è stato ritirato e che sull'emendamento Allasia 1.70 c’è la richiesta di accantonamento formulata dal relatore. Siamo quindi all'emendamento Allasia 1.71, a pagina 10 del fascicolo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.71, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Morani, Rossi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  451   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  169    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Battelli 1.36 e Allasia 1.72, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Stumpo, Luigi Gallo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Poiché l'emendamento Battelli 1.102, che è stato accantonato, incide, così come riformulato, sul comma 6 dell'articolo 1, occorre procedere, altresì, all'accantonamento dell'emendamento Palmieri 1.50, volto a sopprimere il medesimo comma, Quindi, è accantonato anche questo emendamento. Siamo all'emendamento Costantino 1.53.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.53, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Pelillo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  417   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  58    
    Hanno votato no  359.    

Pag. 29

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.10, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della Commissione bilancio.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Piepoli, Gribaudo, Milanato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  306    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.13, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della Commissione bilancio.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Piepoli, Magorno, Dell'Aringa, Costantino, Colaninno, Dall'Osso, Rossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  451   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  314    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.11, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della Commissione bilancio.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Gribaudo, Mauri, Galgano, Balduzzi, Caparini, Tidei, Garofalo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  451   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  317    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e il deputato Tancredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.12, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della Commissione bilancio.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Palma, Lodolini, Piepoli, Bragantini Paola, Rossi, Da Villa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  454   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  322    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 30

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 1.14, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della Commissione bilancio.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Gribaudo, Segoni, Carocci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  315    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Costantino 1.9 e Allasia 1.73. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, è inspiegabile il perché del parere contrario sul mio emendamento 1.9, perché è un emendamento di trasparenza, tanto più che questa misura che noi stiamo adottando, questo strumento, è in via di sperimentazione. Noi chiediamo, attraverso questo emendamento, di monitorare gli effetti applicativi dell’art bonus e chiediamo al Ministro che venga presentata una relazione semestrale, qui in Parlamento, per vedere gli effetti e per avere contezza dell'assegnazione dei finanziamenti che vengono elargiti da parte dell’art bonus. Quindi, non capiamo perché ci sia stata una bocciatura, non interviene nemmeno nella Commissione bilancio, ma è una norma di trasparenza rispetto a un tema come questo. Ministro, noi capiamo perfettamente la differenza tra sponsorizzazione e mecenatismo, però abbiamo presentato degli emendamenti che sono delle norme di cautela rispetto al fatto che non si scada nella sponsorizzazione. Allora, questo ci sembra un emendamento di buon senso che serve a vedere che non ci siano degli squilibri nei finanziamenti e che garantisce una trasparenza in questo Parlamento.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, specialmente per dire che il parere del Governo è contrario perché non occorre prevedere un'altra relazione semestrale, quando la norma, così come positivamente integrata dalla Commissione nel corso dei lavori, prevede che sia tutto trasparente e online e il comma 5 dell'articolo 1 prevede che ogni cosa sia in una pagina dedicata e facilmente individuabile, e in un apposito portale, gestito dal medesimo Ministero, in cui ai soggetti destinatari delle erogazioni liberali sono associate tutte le informazioni relative allo stato di conservazione del bene, gli interventi di ristrutturazione o riqualificazione eventualmente in atto, i fondi pubblici assegnati per l'anno in corso, l'ente responsabile del bene, nonché le informazioni relative alla fruizione, cioè ogni cosa: per ogni singola donazione, sul sito del soggetto ricevente e sul portale del Ministero sarà riportato l'ammontare della donazione e per cosa è stata utilizzata. Non mi pare che a questo ci sia bisogno di aggiungere una relazione semestrale al Parlamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, giusto per precisare meglio, anche alla luce di quanto ci ha detto adesso il Ministro, che un conto è un dovere di informazione e di trasparenza, che la Pag. 31norma già prevede, altro conto è un'attività di monitoraggio continua, costante, che tenga poi informato anche il Parlamento dell'attività di una misura che ella stessa ha definito sperimentale, non predefinita nel tetto di spesa; e quindi noi ci proponiamo, come norma di buonsenso, un di più di attenzione. Non neghiamo che anche voi vi siete proposti questo tema, questo è certo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Costantino 1.9 e Allasia 1.73, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Tartaglione, Pastorelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  170    
    Hanno votato no  280    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Battelli 1.03, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Pagani, Rossi, Ruocco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  446   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  284    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Dobbiamo passare adesso all'articolo 2. Chiederei al relatore fino a quale articolo è eventualmente in grado di esprimere il parere.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, io direi che possiamo procedere con l'articolo 2, visto che l'Aula sospenderà i propri lavori alle 13,30. Signor Presidente, voglio fare una piccola premessa, se lei consente.
  Questo articolo è stato in gran parte riscritto dalla Commissione con il pieno accordo del Governo, tenuto conto anche del lavoro positivo e dei suggerimenti che sono arrivati dall'VIII Commissione, soprattutto per rendere ancora più chiari ed evidenti tutte le procedure e i passaggi finalizzati a garantire la massima trasparenza e la pubblicità per quanto riguardava il tema, che ci stava particolarmente a cuore, delle norme semplificatorie delle gare e delle procedure ristrette.
  Quindi, per questo motivo, i pareri saranno contrari in relazione alla quasi totalità delle proposte emendative. La Commissione chiede di accantonare l'emendamento De Rosa 2.16 e, conseguentemente, anche l'emendamento Allasia 2.8.
  Poi voglio fare una rapida riflessione su due emendamenti, sui quali la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, per dire che il tema che viene posto da questi due emendamenti, gli identici emendamenti Allasia 2.62 e Luigi Gallo 2.63, è un tema che ci vede ovviamente molto, ma molto sensibili; pensiamo però che, essendo questo articolo riferito ad una situazione specifica, che in questo caso è quella di Pompei, sarebbe utilissimo che una disposizione di Pag. 32questo tipo, che ha un carattere generale, venisse riconsiderata in altri provvedimenti, come ad esempio quello che dovrebbe arrivare al più presto in Aula, il decreto sulla pubblica amministrazione, perché stabilisce una norma di carattere generale che riguarda il sistema degli appalti e il sistema della selezione delle imprese.
  Il contenuto stesso degli emendamenti, peraltro – invito anche, a tal proposito, i relatori a rifletterci –, andrebbe probabilmente un po’ più meditato e anche precisato per quanto riguarda i criteri che vengono individuati per penalizzare le imprese che non rispettano certe prescrizioni.

  PRESIDENTE. Quindi, se non ho capito male, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutte le proposte emendative, ad eccezione degli emendamenti Allasia 2.8, De Rosa 2.16 e sugli identici emendamenti Allasia 2.62...

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. No, signor Presidente. Sugli identici emendamenti Allasia 2.62 e Luigi Gallo 2.63 ho dato la motivazione per la quale formuliamo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Bene: il Presidente era, come di consueto, distratto. Prendo atto che sugli altri emendamenti, quindi, la Commissione ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Qual è il parere del Governo ?

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Matarrese 2.100 e Dorina Bianchi 2.101.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, chiedo la votazione di questo emendamento in quanto credo che sia opportuno fare chiarezza sul fatto che quanto previsto dalla lettera a) del comma 1 si applichi solo ed esclusivamente nel caso di cui alla lettera b), altrimenti noi andiamo ad estendere la procedura negoziata a tutte le attività che devono essere fatte dal direttore generale.
  Quindi, non vedo perché ci debba essere una negatività nel fare chiarezza proprio sul discorso, che faceva prima il relatore, degli appalti e noi sappiamo benissimo come le interpretazioni nell'ambito degli appalti sono fondamentali. Quindi, essere chiari che la procedura negoziata si applica solo in quei casi credo che sia a vantaggio di tutti e, soprattutto, di chi deve gestire un processo di per sé complesso.
  Quindi, la locuzione «in ogni caso», a mio parere e a nostro parere, credo che sia foriera di molti dubbi e di tante interpretazioni che inficerebbero l'obiettivo che ci stiamo ponendo di accelerare l'esecuzione degli interventi sui beni culturali (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matarrese 2.100 e Dorina Bianchi 2.101, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Colleghi, vi pregherei di rimanere in Aula perché, come avete visto, votiamo di Pag. 33seguito e non possiamo ogni volta aspettare tutti coloro che rientrano da fuori, soprattutto per rispetto di chi in Aula rimane e vota. Ci siamo ? Manfredi, ha votato. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  376   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  49    
    Hanno votato no  327    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Prataviera 2.17 e Matarrese 2.39, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? No. Rossi ha votato. A questo punto mi pare che ci siamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  398   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  283    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 2.60.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Con l'emendamento Allasia 2.60 noi vogliamo dare la possibilità e anche una tranquillità al direttore generale, che con questo provvedimento ha davvero una grande funzione e una grande importanza, perché può nominare il RUP, può essere progettista, può essere il direttore dei lavori, può essere colui che revoca a suo piacimento i funzionari delegati e può ricorrere alla licitazione privata fino a un milione e mezzo di euro, addirittura poi aumentabili anche del 50 per cento.
  Quindi, noi diciamo che, per gli importi superiori ai 500 mila euro, i dati relativi agli affidamenti con procedura negoziata comunque vengono ad essere trasmessi all'Autorità nazionale anticorruzione, proprio per avere anche un po’ di tutela nei confronti sia del pubblico sia del direttore, il quale si trova davvero in una situazione di ampio potere, molto probabilmente, dal nostro punto di vista, troppo potere se può decidere fino quasi a 2 milioni di euro direttamente, senza bando e avendo anche tutte le prerogative che ho elencato prima.
  Quindi, è un invito che non è un costo. È solo una tutela in più sia per il pubblico sia per lo Stato sia per lo stesso direttore, quella di dovere comunicare, per importi superiori ai 500 mila euro, all'Autorità nazionale anticorruzione gli atti che sta facendo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.60, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Grassi; ha votato. Dell'Aringa, ha votato ? No. C’è sempre l'onorevole Dell'Aringa che non riesce a votare, in cima al terzo settore. L'onorevole Romano invece riuscirà a votare, probabilmente, approfittando delle difficoltà dell'onorevole Dell'Aringa...ci siamo ? Mi pare di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 34
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  433   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  269    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Sono accantonati gli emendamenti Allasia 2.8 e De Rosa 2.16.
  A questo punto abbiamo gli identici emendamenti Matarrese 2.102 e Dorina Bianchi 2.103, sui quali c’è un invito al ritiro che non viene accolto.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matarrese 2.102 e Dorina Bianchi 2.103, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Marzana, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  424   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  88    
    Hanno votato no  336    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simone Valente 2.120, che come ricorderete e come comunicato all'inizio è l'ex Simone Valente 2.103, che è stato rinumerato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, in questa parte dell'articolo 2, che riguarda il grande progetto Pompei, si è scelta la strada di andare in deroga al codice degli appalti su alcune voci. Questo non può trovare d'accordo il MoVimento 5 Stelle perché non si tratta di procedure di accelerazione, quindi di accorciamento dei tempi, su cui potevamo trovarci d'accordo. Ma qui si tratta di trasformare ed eludere dei controlli. E, allora, noi con queste deroghe ci troviamo in sostanza nella situazione in cui il direttore generale di Pompei potrà rimuovere il responsabile unico del procedimento che controlla il procedimento dell'appalto. Questo significa che, in sostanza, non sarà più il responsabile unico e indipendente, dovrà sottostare alle decisioni del direttore generale.
  Quindi, siamo alle solite: il grande appalto, tanti fondi, l'emergenza e poi si trasformano quelle che sono le regole, i controlli, la trasparenza, le regole che valgono per evitare la corruzione e si danno tutti i poteri in mano ad un unico uomo, che è il direttore generale. In Italia preferiamo, anziché delle regole che valgono per tutti, individuare un soggetto che rappresenta il bene, il direttore generale, e tutti gli altri soggetti che sono il male; cioè, individuiamo delle divinità, lo individuiamo come se fosse una divinità questo direttore generale, che ha la capacità di individuare lui il bene per il Paese, lui il bene per i grandi progetti.
  Ora, noi alcune proposte che abbiamo fatto sulla trasparenza, contro la corruzione, per il grande progetto Pompei, le abbiamo fatte un anno fa sul «decreto Bray». C’è voluto un anno per convincere tutta la maggioranza e tutto il Governo che quelle proposte erano sensate e ora sono state approvate nel «decreto Franceschini» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non facciamo passare un altro anno oppure l'uscita di una nuova emergenza, di un nuovo scandalo, Pag. 35sul grande progetto Pompei per dire: sì, avevamo ragione, forse quelle deroghe non andavano bene. Cerchiamo di agire adesso che possiamo agire.
  Un'altra deroga al codice degli appalti è quella per cui il responsabile unico del progetto da controllore diventa semplicemente un vidimatore, cioè deve controllare se esiste il documento A, se esiste il documento B, se esiste il documento C, ma non deve verificare se è conforme al progetto, se tutto sta andando secondo regola. Questa è un'altra deroga che mette in crisi un sistema e un humus che sappiamo può essere pericoloso quando si devono spendere tanti soldi velocemente in grandi appalti.
  Allora, siccome abbiamo visto che la maggioranza su alcuni punti ha fatto dei passi indietro ed ha accolto norme per la trasparenza contro la corruzione, chiediamo che cerchi di fare una rivalutazione di questi emendamenti prima che sia troppo tardi. Prima che passi un altro anno per fare un nuovo decreto sul grande progetto di Pompei ed eliminare queste deroghe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Arlotti. Ne ha facoltà.

  TIZIANO ARLOTTI. Signor Presidente, l'intervento che mi ha preceduto mi dà l'occasione anche per fare il punto sul lavoro che è stato fatto dalle relatrici, ma che abbiamo fatto anche nelle Commissioni, in particolar modo nella VIII Commissione, dove abbiamo messo mano in modo consistente al provvedimento per far sì che si coniugassero in modo perfetto l'esigenza di fare bene e presto e quella di garantire al massimo le condizioni di trasparenza, le condizioni anche che consentissero di evitare di dare poteri molto sostenuti al direttore generale.
  Abbiamo previsto addirittura ciò che in alcuni casi, nel codice degli appalti, nella legge n. 163 del 2006, è una norma di facoltà dei responsabili di procedimento. Abbiamo previsto che addirittura non si vada oltre quelli che sono i vincoli della legge n. 163 del 2006 per gli appalti: non si vada oltre la soglia di 1,5 milioni di euro per ogni appalto ove si fa una procedura negoziata, una trattativa privata, e abbiamo previsto che ci sia un elenco pubblico di imprese; abbiamo vietato il massimo ribasso per favorire al massimo le gare con le offerte economicamente più vantaggiose; abbiamo fatto in modo che il direttore generale, che ha venti unità che si porta con sé, non sia anche il responsabile del procedimento, ma si avvalga di responsabili di procedimento.
  Chi ha fatto l'amministratore sa bene che un responsabile di procedimento non è la persona che deve avere in toto le competenze, anche tecniche e specifiche, per entrare nei progetti, è colui che deve verificare che tutto il procedimento vada in modo corretto a conclusione e che, se ci sono intoppi (questo avviene in questo caso, ma avviene anche in tutte le amministrazioni), vengano rimossi anche coloro che hanno la responsabilità da questo punto di vista. Non c’è un controllato e un controllore di se stesso ed è ciò che abbiamo posto proprio come condizione.
  Da questo punto di vista, ritengo che ciò che abbiamo fatto è un lavoro che sarà molto utile, visto e considerato che presto andremo a mettere mano al codice degli appalti e, quindi, quello che abbiamo in questo decreto è uno di quei provvedimenti guida cui dovremo fare riferimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 2.120, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Duranti, onorevole Rossi, non tolga la tessera, perché se no non ne usciremo mai vivi... Terzoni...Pag. 36
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  411   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  274    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e il deputato Nuti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simone Valente 2.35, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, diamo un'altra possibilità a questa maggioranza e al Governo di evitare di dare potere al direttore generale e di rimuovere il responsabile unico del procedimento, perché siamo il Paese in cui crediamo nell'uomo della provvidenza, l'uomo che risolve i mali di questo Paese. Invece, noi del MoVimento 5 Stelle pensiamo che ci debbano essere delle regole chiare e trasparenti per tutti, non è possibile che il codice degli appalti valga per un lavoro fatto in un altro comune o in un'altra regione e non valga per Pompei.
  Tra l'altro, mi preoccupa quello che ha affermato il deputato del PD: ciò che accade oggi a Pompei dovrebbe essere la guida di una futura trasformazione del codice degli appalti. Allora, noi che cosa stiamo pensando ? Stiamo pensando ad appalti dove a decidere sono uniche persone nominate dal Governo ? Infatti, questo è un commissario nominato dal Governo: è stato suggerito da Bray al Presidente Letta e Letta ha deciso di nominare il direttore.
  Quindi, ci saranno tutti uomini della provvidenza nel codice degli appalti, che decideranno se un responsabile unico del procedimento si sta comportando bene o si sta comportando male. Con quale criterio ? Non è normale che questi criteri, che queste regole siano scritte all'interno di una legge, all'interno del codice degli appalti ? Noi crediamo di sì.
  Ma poniamo un'altra questione. Guardate, io non credo che l'Europa sia così contenta di dare 105 milioni di euro sapendo che l'Italia, nello spendere questi soldi, andrà in deroga a leggi che valevano prima. Quindi, adesso noi stiamo stravolgendo, in corso d'opera, l'utilizzo di questi fondi andando in deroga. Noi interesseremo l'Europa, con i nostri europarlamentari, anche di questa questione, anche di questo utilizzo di fondi europei. Ci preoccupa che troviamo delle similitudini tra questi interventi e le deroghe che possedeva la Protezione civile all'epoca di Bertolaso.
  Crediamo, quindi, che bisogna fare una riflessione attenta e non essere così convinti di una strada che, in realtà, è contro la trasparenza e può allargare le maglie della corruzione.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, mi sento di dover intervenire per la rappresentazione che è stata data, nonostante le spiegazioni dell'onorevole Arlotti che ha illustrato, come relatore dell'VIII Commissione, il lavoro che è stato fatto.
  Qui siamo di fronte a norme limitate a Pompei, che cercano semplicemente di garantire il più possibile il rispetto dei tempi, rispetto ai fondi comunitari, coniugati con la tutela totale della legalità. Tanto è vero che la norma che era stata proposta nel decreto-legge è stata ampiamente discussa, vagliata, modificata in Pag. 37Commissione. Le due Commissioni riunite hanno accolto le indicazioni della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici e nel testo sono state accolte diverse osservazioni dei gruppi di opposizione.
  Io devo naturalmente respingere l'idea innanzitutto che ci sia un direttore generale del progetto che dovrebbe fare chissà che cosa, mentre non capisco per quale motivo i responsabili unici dei procedimenti dovrebbero, invece, essere garantiti. Infatti, se il dubbio c’è, il dubbio c’è su tutti i ruoli, non soltanto su uno.
  In questo caso il direttore generale del progetto, nominato dal precedente Governo, è un ex generale dei carabinieri, che sta facendo il proprio lavoro al meglio. Quindi, io credo che debba essere respinto come criterio generale che nel nostro Paese ogni forma di accelerazione delle gare pubbliche sia fonte di corruzione. La corruzione c’è comunque, qualche volta le norme possono essere sbagliate, come si è visto in passato, e possono agevolarla. Ma se c’è la corruzione, c’è indipendentemente dal tipo di norme che ci sono e queste tendono – lo dico e lo ripeto –, con i miglioramenti positivi, che il Governo ha accolto e aiutato, introdotti dal Parlamento, a garantire l'accelerazione dei lavori per rispettare i termini dati dalla Comunità europea, garantendo il massimo di trasparenza e di legalità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, io credo che se questo era l'intento del Ministro Franceschini la norma è stata scritta in modo sbagliato. Infatti, qui parliamo della lettera e). Nella lettera e) non si parla di nessuna accelerazione o riduzione di termini, si parla di interventi atti a superare difficoltà operative. Allora, il direttore generale sceglierà quali sono le difficoltà operative che, secondo lui, sono presupposto della rimozione del responsabile unico del procedimento. Ma non c’è scritto che, qualora il responsabile unico del procedimento rallenti i lavori in essere, allora va rimosso. Magari lo potevate scrivere così se questa era l'intenzione. Ma, mettendolo in questa forma, è chiaro che abbiamo una sorta di discrezionalità dell'operato del direttore generale, che può essere una bravissima persona, ma diamo potere in mano ad un unico soggetto e discrezionalità nell'intervenire a una rimozione.
  Quindi sarà così libero, il responsabile unico del procedimento, di valutare e controllare se il progetto è conforme, se si sta avviando e quindi i lavori sono conformi a quanto progettato ? Probabilmente non sarà così libero, se avrà un direttore generale che può rimuoverlo a suo piacimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 2.35, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Rabino, Tartaglione, Malpezzi, Piepoli, Cera, Monchiero, Ragosta, Brescia ? Onorevole Mazziotti, le chiedo scusa: non vedo l'onorevole Balduzzi, il che costituisce un problema, come lei può immaginare. No, ma non lo deve chiamare, onorevole Mazziotti: deve solo togliere la tessera. Ecco, grazie.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  382   
   Astenuti   49   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 38

  Vedo l'onorevole Fedriga, che è sempre pronto a ricordare al Presidente i suoi doveri.
  Bene, avverto che, nell'ambito degli emendamenti di cui le Commissioni hanno chiesto il riesame alla Commissione bilancio non è compreso l'emendamento Allasia 10.110, già ritirato dal presentatore.
  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15, con l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al decreto-legge in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo.
  Successivamente riprenderà l'esame del decreto-legge in materia di cultura e turismo.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Bonifazi, Caparini, De Girolamo, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Formisano, Franceschini, Fratoianni, Pisicchio, Realacci, Rossomando, Sani, Speranza, Tabacci e Taglialatela sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile (A.C. 2496) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali) (ore 15.06).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1 e Ferraresi ed altri n. 2, presentate al disegno di legge n. 2496: Conversione in legge del decreto-legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile.
  Avverto che, a norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti, purché appartenenti a gruppi diversi, per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
  Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate. Pag. 39
  Ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Giancarlo Giorgetti n. 1 il deputato Molteni. Constato che è assente. Ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Ferraresi ed altri n. 2 il deputato Ferraresi.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, questa questione pregiudiziale del MoVimento 5 Stelle è stata in qualche modo tarata proprio per andare a definire quelle che sono le violazioni lampanti della Carta costituzionale. È necessario, però, fare alcune premesse perché ci troviamo davanti, in questo anno, dopo il Governo Letta, anche con il Governo Renzi, ad un uso distorto del decreto-legge per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario. Il problema del sovraffollamento carcerario è un problema che non hanno risolto né i Governi di centrodestra né i Governi di centrosinistra quando ne avevano la possibilità. È un problema che ci ha portato ad essere attenzionati dall'Europa che ci ha chiesto sostanzialmente un rimedio preventivo e un rimedio compensativo per i detenuti che soffrono una detenzione inumana e degradante. Ma l'Europa non ci ha mai chiesto di fare sconti di pena ogni due per tre, oppure di mettere persone fuori dal carcere unicamente per risolvere il problema. Ci ha chiesto un rimedio, ci ha chiesto di risolvere in modo strutturale e sistemico un problema che non è assolutamente un problema dei giorni nostri, ma è un problema che c’è da tempo e che è strutturale.
  E cosa hanno fatto questi Governi in questi anni ? Nell'ultimo anno sono stati varati tre decreti-legge «svuota-carceri» il cui fine era unicamente quello di mettere fuori persone dal carcere. Il Governo non aveva un'idea per risolvere il problema in modo strutturale, né aveva un'idea dei reali diritti dei detenuti. Infatti, non c’è solo il problema del sovraffollamento carcerario, c’è anche il problema di quei detenuti che rimangono in celle dove manca l'acqua calda, dove mancano le condizioni e i diritti fondamentali, elementari di ogni detenuto. Questo manca nelle celle, questo il Governo non l'ha mai affrontato, mancano le risorse per la Polizia penitenziaria, mancano le risorse per garantire dignità ai detenuti che in cella ci rimarranno. E di questo non si parla mai. Perché ? Perché il Governo vuole sostanzialmente risolvere il problema per fare bella figura in Europa, per dire: «abbiamo risolto il problema», per dire: «non c’è più sovraffollamento carcerario», dimenticandosi del problema carceri in toto, dimenticandosi dei problemi legati alle risorse, dimenticandosi che i magistrati di sorveglianza sono già oberati di lavoro e con questo provvedimento si andrà ulteriormente a gravarli di un lavoro che sinceramente li metterà in grande difficoltà.
  E quindi ci si dimentica di tutto questo, non guardando a chi in carcere c’è, non guardando al testo unico sulla droga – che ha conosciuto modifiche coraggiose – non guardando agli irreperibili stranieri, non guardando ad accordi con gli altri Paesi, non guardando a quei detenuti che ci rimarranno. Ed è, quindi, un uso del decreto-legge distorto, un uso del decreto-legge che non ha alcun carattere di strutturalità e che si pone come fine quello di risolvere e far fare una buona figura in Europa, dimenticandosi che il problema, dopo, lo ritroveremo. Lo ritroveremo sicuramente tra qualche anno e avremo ancora davanti un Governo che vuole in qualche modo porre dei rimedi straordinari ?
  La questione di pregiudizialità del MoVimento 5 Stelle va in un'altra direzione di quella che poi prenderà il confronto nel merito del provvedimento e le critiche che faremo successivamente. Sostanzialmente noi rileviamo le violazioni all'articolo 24, all'articolo 111, comma secondo e all'articolo 111, comma settimo, per quanto riguarda il procedimento previsto all'articolo 35-ter della legge 26 luglio 1975, n. 354, come inserito dall'articolo 1 di questo decreto-legge, che prevede appunto che, sotto istanza dell'imputato o del suo difensore, il magistrato di sorveglianza disponga una misura risarcitoria compensativa al detenuto che soffre di una detenzione Pag. 40inumana e degradante. Però ci si dimentica una cosa importante: ci si dimentica che non è assolutamente garantito il contraddittorio, ci si dimentica che, per un provvedimento che prevede appunto questioni sulla libertà personale del soggetto, non viene previsto alcun ricorso in Cassazione e non viene previsto ricorso né per quanto riguarda lo sconto della pena né per quanto riguarda l'azione in sede civile.
  Quindi, per quanto riguarda un diritto soggettivo così delicato, è ovvio che doveva essere inserita l'integrazione di un contraddittorio pieno e sicuramente un rimedio di ricorribilità quanto meno in Cassazione per violazione di legge. Tutto questo non è stato previsto. Tutto questo non è stato previsto da un legislatore veramente cieco in questo senso. Per quanto riguarda il primo profilo sicuramente, poiché la materia è sottoposta alla giurisdizione, rientra nell'attuazione, come ho detto, di un diritto soggettivo ed è del tutto necessario che la difesa voluta dall'articolo 24 della Costituzione possa essere esercitata in un regime di contraddittorio davanti al giudice come tra l'altro dispone l'articolo 111, comma 2. Dall'altro, invece, il giudice può determinare il quantum effettivo della pena da scontare e, quindi, questo incide senz'altro sulla libertà personale del soggetto e, quindi, è quantomeno obbligatorio prevedere un ricorso in Cassazione, secondo quanto imposto per la libertà personale dall'articolo 111, comma settimo, della Costituzione.
  L'altro profilo che noi rileviamo è senz'altro una disamina della violazione dei principi di uguaglianza e di ragionevolezza posti dall'articolo 3 della Costituzione, che viene violato. È chiaro che se uno pone un limite di quindici giorni, non si valutano quelle violazioni che sono sotto ai quindici giorni; non c’è una valutazione soggettiva, c’è un carattere fisso e non viene valutata appunto la situazione concreta. Non solo, ma si prevede addirittura che sotto i quindici giorni non sia configurabile una violazione, quando il legislatore, ad esempio, ha messo un giorno ogni dieci di sconto di pena. Quindi, in questo senso, è irragionevole la soluzione adottata e senz'altro non tiene conto della diversità di ogni singola violazione e, in questo modo, crea un'insuperabile presunzione di identità dell'impatto sui diritti dell'individuo detenuto in condizioni inumane di detenzione che possono avere caratteristiche in concreto diversissime l'una dall'altra. Presunzione questa che, come ho già detto, contrasta palesemente con il canone della ragionevolezza, essendo assoluta ed invincibile, poiché impedisce all'individuo detenuto di ottenere un ristoro effettivamente parametrato alla violazione subìta in concreto. Per non parlate dei difetti di uguaglianza tra chi avrà una violazione di quindici o più giorni che non è una violazione sotto i quindici giorni.
  Per questi motivi e per quelli che ho detto in premessa, assolutamente valutiamo che nessuna di queste disposizioni sia conforme al dettato costituzionale e chiediamo, quindi, di non procedere viste le prospettate violazioni degli articoli 3, 24 e 111, comma secondo e comma settimo, della Costituzione all'esame del disegno di legge n. 2496 ma di procedere in sede parlamentare con un'iniziativa serrata e specifica per risolvere strutturalmente e definitivamente il problema, invece di fare solo provvedimenti di emergenza e provvedimenti spot (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, ancora una volta, noi ci troviamo a discutere una questione pregiudiziale, in cui, però, notiamo la sovrapposizione dei profili di legittimità con quelli di merito: è evidente soprattutto in una delle due questioni pregiudiziali, ma è richiamata anche nell'intervento di poc'anzi. Vediamo di distinguere i due profili, perché, altrimenti, diventa difficile, poi, poterci esprimere.
  Il primo profilo è quello della legittimità: c’è abuso del decreto-legge ? Francamente, in questo caso – soprattutto, in questo caso –, l'abuso sembra proprio non Pag. 41esservi, perché il decreto-legge contiene disposizioni specifiche, omogenee, corrispondenti al titolo. Che siano specifiche e corrispondenti al titolo non ci piove: tra l'altro, il titolo del decreto-legge è molto analitico proprio per dare conto della diversità.
  Che siano omogenee sotto il profilo degli oggetti questo non è vero, perché sono diverse: alcune sono misure riparatorie o risarcitorie nei confronti di chi sia stato vittima di una violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo; altre sono misure che riguardano la sostituzione della sanzione detentiva con misure alternative o sostitutive; altre, infine, sono misure che riguardano l'organizzazione della polizia penitenziaria.
  Ma c’è un'omogeneità finalistica, teleologica che, secondo la giurisprudenza costituzionale, consente di parlare davvero di rispetto dei presupposti del decreto-legge e che è data proprio dalla circostanza che, in questo modo, si attua o si va incontro all'attuazione, da una parte, dell'articolo 27 della Costituzione, cioè della funzione rieducativa della pena, e, dall'altra parte, dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
  Dunque, da questo punto di vista, non c’è un problema di fondo di legittimità, non c’è neanche sotto il profilo della necessità e urgenza, perché non è tanto – lo dico al collega – un problema di fare bella figura in Europa: è che abbiamo un obbligo, dobbiamo adempiere, perché la sentenza del gennaio 2013, la nota sentenza Torreggiani, viene alla fine di un lungo contenzioso, di un lungo braccio di ferro, e noi non possiamo far finta di niente.
  Certo, tutto questo rientra nel discorso più ampio del decreto-legge, ma su questo, tra l'altro, già la revisione costituzionale in corso – adesso al Senato – sul Senato e sulla distribuzione delle competenze tra Stato e regioni, in realtà, si occupa anche della funzione legislativa e dei suoi principi e contiene una norma importante che riguarda proprio il decreto-legge.
  Certamente, la discussione analitica in Commissione e in Aula potrà, poi, soffermarsi su alcuni dei profili, e io non nego che possano esistere questi profili, che riguardano singole e puntuali ipotesi di contrasto con questa o quella norma costituzionale, in particolare, per quanto attiene al contraddittorio e alla ricorribilità in Cassazione. Ma sono, appunto, singoli profili che non tolgono nulla al problema della sostanziale legittimità costituzionale di questo decreto-legge, salvo, poi, andare a vedere nel merito delle singole disposizioni come stanno le cose.
  Una parola, infine, Presidente, sul profilo di merito. Qui c’è, naturalmente, una distinzione di tipo culturale, evidente soprattutto rispetto ad una delle due pregiudiziali: si tratta di capire quale è la funzione della pena, quale è la funzione della sanzione detentiva, se la pena è l'ultima ratio, perché, accanto ad esigenze di rispetto della funzione retributiva e di prevenzione generale, ci sono esigenze di rispetto della funzione di prevenzione speciale e di rieducazione del condannato, che sono esigenze costituzionalmente importanti e che, naturalmente, sono alla base culturale, prima ancora che politica, di questo provvedimento.
  Certamente, questa è la cultura giuridica prevalente nel nostro Paese: tutte le commissioni ministeriali che si sono susseguite da parecchi anni in qua hanno concluso nel senso di una riduzione dell'ampiezza della sanzione detentiva a favore di altri strumenti, a favore di altre tecniche. Bene, anche il provvedimento in questione segue questa linea ed è per questo che, a nome del gruppo di Scelta Civica, annuncio che voteremo contro la pregiudiziale, riservandoci, poi, nel merito, di fare anche noi la nostra parte (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Leone. Ne ha facoltà.

  ANTONIO LEONE. Signor Presidente, il Nuovo Centrodestra voterà contro le pregiudiziali di costituzionalità presentate con Pag. 42riferimento al decreto-legge in esame. Il provvedimento reca, infatti, disposizioni urgenti in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
  Anch'io non voglio entrare nel merito delle questioni ma voglio soffermarmi solo su alcuni punti che sono di legittimità e non certo di merito. Tali questioni saranno poi, nel prosieguo dell'iter del provvedimento, messe all'attenzione dell'Assemblea. I requisiti di necessità e di urgenza di cui all'articolo 77 della Costituzione sono direi presenti nel decreto-legge all'esame dell'Assemblea, in quanto il provvedimento ha una finalità, che quella di dare completa attuazione a quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti dell'uomo ed in particolare dalla sentenza dell'8 gennaio del 2013 riveniente dalla causa Torreggiani ed altri. In tale sede i giudici europei hanno stabilito che il nostro Stato sarebbe dovuto intervenire per eliminare i problemi che avevano originato il ricorso e risarcire il danno sofferto per la palese violazione dell'articolo 3 della CEDU.
  Con tale sentenza la Corte europea ha certificato il malfunzionamento cronico del sistema penitenziario italiano aggravato da una insostenibile condizione di superaffollamento. Ricordiamo anche, per quanto riguarda l'Italia, come l'articolo 27 della Costituzione, terza comma, già preveda che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e che le stesse devono tendere alla rieducazione del condannato. È questa la filosofia che sottostà al provvedimento in esame. Sul fenomeno del sovraffollamento nelle carceri sono, è vero, intervenuti altri decreti-legge (il n. 78 del 2013 e il n. 146 del 23 dicembre del 2013) attraverso i quali il legislatore ha letteralmente tentato di migliorare la problematica relativa alle condizioni strutturali di sovraffollamento carcerario. Inutile dire che il problema, nel suo complesso, è stato ampiamente dibattuto e analizzato nel nostro Paese da politici, intellettuali, media ed esperti del settore. Lo stesso Presidente della Repubblica ha trasmesso alle Camere un messaggio di alto profilo sul quale la Commissione giustizia ha presentato una relazione discussa il 4 marzo dall'Assemblea. La Corte costituzionale ha affermato, nella motivazione della sentenza n. 279 del 22 novembre 2013, la gravità della situazione di sovraffollamento carcerario derivante dal malfunzionamento cronico del sistema penitenziario italiano. La Consulta ha sostenuto, infatti, il carattere inderogabile del principio dell'umanità del trattamento e delle questioni che ne ostacolano l'applicazione pratica e dunque sollecita – parole della Corte – l'introduzione di misure specificatamente mirate a farle cessare. In tale contesto si inserisce il decreto-legge in esame.
  Esso è volto a dare attuazione alle direttive formulate dai giudici europei proprio per intervenire sulla materia attraverso specifici rimedi risarcitori, ciò anche al fine di prevenire ulteriori contenziosi che potrebbero essere proposti di nuovo all'attenzione della giustizia europea, definendo altresì in termini positivi quelli già in corso.
  Ed è in questa direzione che vanno le disposizioni contenute nell'articolo 1 del decreto-legge al nostro esame. Il provvedimento contiene sì norme diversificate (l'altro rilievo di natura di legittimità) ma la giurisprudenza della Corte costituzionale collega il riconoscimento dell'esistenza dei presupposti di necessità e d'urgenza ad un'intrinseca coerenza delle norme contenute nel provvedimento d'urgenza o dal punto di vista oggettivo e materiale o dal punto di vista funzionale e finalistico. Come ripetuto dalla stessa Consulta, l'urgente necessità del «provvedere» può riguardare una pluralità di norme accomunate dalla natura ordinaria della fattispecie disciplinate ovvero anche dall'intento di fronteggiare situazioni straordinarie e complesse e variegate che richiedono però interventi oggettivamente eterogenei afferenti a materie diverse. Questo decreto-legge, come abbiamo già detto, contiene norme tra loro diversificate Pag. 43ma che intendono intervenire nell'ambito del sistema giustizia. Infine, l'articolo 6 è destinato ad aumentare la dotazione organica degli agenti ed è anche un elemento a supporto della ratio di questo provvedimento. Ribadisco, quindi, il voto contrario del nostro gruppo parlamentare alle pregiudiziali presentate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Berretta. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BERRETTA. Presidente, mi sia consentito in premessa denunciare un utilizzo strumentale della questione pregiudiziale di costituzionalità, finalizzata a scopi differenti da quelli che le sono propri: è divenuta un vero e proprio veicolo di critica alle scelte politiche e legislative operate dal Governo in sede di decretazione e non strumento di verifica parlamentare della costituzionalità delle norme.
  Per tale ragione mi soffermerò rapidamente sui profili di presunta incostituzionalità sollevati, che proprio per loro strumentalità sono facilmente superabili.
  In primo luogo si afferma una presunta eterogeneità/disomogeneità del decreto-legge, oltre che la carenza del requisito dell'urgenza. Al proposito, la stessa genesi del decreto-legge, frutto della scelta di intervenire solo ed esclusivamente sulla materia dell'esecuzione della pena, anche sulla base dei criteri rigorosi dettati in materia dalla Corte costituzionale (in particolare da ultimo la sentenza 25 febbraio 2014, n. 32) fuga ogni dubbio. È infatti evidente la connessione esistente tra il miglioramento complessivo della situazione carceraria oggetto della pronunzia della Corte europea dei diritti dell'uomo citata nel preambolo, e la necessaria razionalizzazione dell'ordinamento del Corpo della polizia penitenziaria, di cui il decreto-legge correttamente si occupa. Si rammenta che la stessa Corte costituzionale, poc'anzi citata anche dal collega Leone, ha tenuto a ribadire da ultimo con la sentenza n. 22 del 2012 come la intrinseca coerenza delle norme contenute in un decreto-legge sia deducibile non solo dal punto di vista oggettivo e materiale, ma anche da quello funzionale e finalistico.
  In merito all'urgenza, è sufficiente ricordare i precisi e stringenti obblighi derivanti dalla sentenza della CEDU dell'8 gennaio 2013, e conseguenti impegni assunti dal Governo in sede di Consiglio d'Europa.
  Quanto poi al disposto dell'articolo 8 del decreto-legge, recante una modifica all'articolo 275 del codice di procedura penale, va rilevato che la disposizione non prevede alcun automatismo generalizzato, ma impone unicamente al giudice di esprimere in concreto una prognosi sulla pena concretamente erogabile all'esito del processo: e ciò al solo scopo di evitare che l'imputato subisca una limitazione della libertà in via cautelare rispetto ad una pena che potrebbe essere sostituita previa sospensione dell'ordine di esecuzione da misure alternative extramurarie. Per tale ragione, Presidente, appaiono del tutto inconducenti i riferimenti alla disciplina dell'indulto e dell'amnistia, di cui si fa cenno nella questione pregiudiziale di costituzionalità proposta dalla Lega.
  Inoltre, per quanto concerne la disciplina dei rimedi risarcitori conseguenti alla sottoposizione a trattamenti tali da violare l'articolo 3 della CEDU, sono coerenti con le direttive emesse dai giudici europei e dalla stessa Corte in un caso di sovraffollamento carcerario, la sentenza Ananiev contro la Russia del 10 gennaio 2012: essi non violano in alcun modo l'articolo 3 della Costituzione, e anzi sono perfettamente coerenti con i principi di parità e ragionevolezza. L'applicazione specifica della misura riparatoria, che si concretizza in uno sconto percentuale di pena da espiare solo a chi abbia subito almeno 15 giorni di trattamento contrario all'articolo 3 della CEDU, costituisce espressione di discrezionalità legislativa, e si concretizza in una differenziazione di trattamento ragionevole. Si consideri peraltro che il soggetto che ha subito una violazione per un periodo inferiore ha comunque diritto al risarcimento per equivalente.Pag. 44
  Analoga considerazione vale in relazione all'entità del risarcimento, la cui misura è stata parametrata sulla base degli indennizzi liquidati dai giudici europei nelle pronunce che hanno dichiarato l'intervenuta violazione dello stesso articolo 3, e comunque anch'essa rientra nella discrezionalità del legislatore.
  Infine, il rilievo inerente alla dedotta violazione dell'articolo 24 e dell'articolo 111 della Costituzione in riferimento al procedimento previsto dall'articolo 1 del decreto-legge appare manifestamente privo di fondamento: l'articolo 35-ter della legge n. 354 del 1975 contempla infatti un procedimento caratterizzato dalla pienezza del contraddittorio e culminante in un provvedimento impugnabile di fronte al tribunale di sorveglianza, la cui decisione, com’è noto, è ricorribile per Cassazione. Per tutte queste ragioni, Presidente, alla luce della insussistenza dei profili di legittimità costituzionale, voteremo contro le pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, colleghi, membri del Governo, direi che siamo alle solite, le solite pregiudiziali di incostituzionalità. Ma se questione più genericamente di costituzionalità andrebbe posta essa riguarda semmai la possibilità di chiamare a rispondere in solido quei parlamentari che con le loro scelte e il loro voto hanno determinato la situazione catastrofica che si è determinata nelle nostre carceri.
  L'articolo 68, comma primo, della Costituzione pare offrire una sponda invalicabile a questa possibilità, ma ciò non toglie che quelle opinioni e quei voti siano stati politicamente irresponsabili: parliamo di droghe, parliamo di immigrazione, parliamo di recidiva. Sorprende dunque che i responsabili del disastro, di quel disastro, pongano pregiudiziali di costituzionalità ai rimedi dei loro danni con pervicace coazione a ripetere.
  Brevemente nel merito, perché è già stato ribadito anche da altri gruppi, relativamente al presunto contrasto con l'articolo 77 della Costituzione, ovvero circa la sussistenza o meno dei requisiti di necessità e urgenza, abbiamo di fronte l'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e abbiamo di fronte le violazioni ripetute dell'articolo 3 in base alle decisioni di condanna da parte della stessa Corte europea dei diritti dell'uomo. Venivano ricordate le sentenze Solimanic e la sentenza pilota Torreggiani ed altri, sentenze che hanno certificato, colleghi, il malfunzionamento cronico, strutturale del sistema penitenziario italiano. Solo questo, io credo, più volte discusso in questa Aula basta a far venire meno la contestazione dei requisiti sulla necessità e l'urgenza di questo provvedimento.
  Anche rispetto all'asserita non omogeneità delle previste misure del decreto n. 92 del 2014, credo che invece esse palesemente abbiano questi requisiti.
  In merito al richiamo all'articolo 3 della Carta Costituzionale non si ravvisa una violazione del principio di eguaglianza sancito da tale norma costituzionale. La stessa Corte costituzionale ha ribadito in molte pronunce come sia stata riconosciuta l'adeguatezza del meccanismo di riduzione della pena apprestato da alcuni Stati, Germania e Spagna in testa, come strumento riparativo per l'irragionevole durata del processo, ed è soltanto un esempio.
  In ultimo, sull'articolo 101, primo periodo della Carta Costituzionale, in cui si dice che la giustizia è amministrata in nome del popolo, non è assolutamente pertinente a nostro avviso il rilievo che viene mosso; non si comprende come questo decreto-legge violi la disposizione costituzionale. Il Parlamento, cioè noi, è in grado di poter intervenire nel merito del testo, nella fase di conversione. Pretestuoso, dunque, affermare che il decreto-legge esautora la funzione legislativa del Parlamento e dunque di chi esercita la rappresentanza per volere del popolo.
  È per queste ragioni, ce ne sarebbero altre ma queste sono sufficienti, che esprimo dunque il voto contrario del Pag. 45gruppo di Sinistra Ecologia Libertà sulle questioni pregiudiziali presentate al decreto legge n. 92 di quest'anno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, bisogna essere onesti intellettualmente. La questione relativa alla pregiudizialità costituzionale depositata a firma Giorgetti, Molteni, tra gli altri, è impeccabile. Vorrei dire, nello svolgimento elegante e serrata nella argomentazione giuridica. Perché allora esprimo un voto contrario ? Esprimo un voto contrario perché bisogna dire con grande sincerità che questo voto è un voto meramente politico, è un voto politico che però non tiene conto delle strettoie costituzionali. Perché stiamo votando in funzione della conversione di un decreto-legge ? Perché stiamo rischiando le sanzioni europee, che di tempo in tempo corrono – ribadisco – rispetto a un tema che è stato declassato all'attenzione politica di una serie di Governi e di una serie di maggioranze.
  La questione carceraria è una questione prioritaria, ma ad essa mancano risorse finanziarie. L'attenzione, vorrei dire la sottolineatura giuridica di un decreto-legge rivolta non al merito della questione ma, all'intento che qui nessuno ha sottolineato di evitare le sanzioni dell'Unione europea. Da questo punto di vista io credo che la generica evocazione di una riforma della giustizia i cui contenuti ancora con precisione non abbiamo avuto ventura – ribadisco, come istituzione parlamentare – di conoscere ha bisogno di partire da una profonda riforma dell'ordinamento penitenziario, da una profonda inversione di tendenza in termini di investimenti, di strutture e di sanzioni alternative peraltro come questo Parlamento ha iniziato a fare sulla base di proposte di legge parlamentari. Diciamo con chiarezza che il Parlamento si è mosso con maggiore tempestività e coerenza rispetto al Governo. Aspettiamo, signor Viceministro, signor Viceministro Costa...

  PRESIDENTE. Chiedo di liberare i banchi del Governo, per favore, Abrignani.

  GREGORIO GITTI. Sto parlando alla Presidenza, ma vorrei che anche il Governo mi ascoltasse.

  PRESIDENTE. Prego, vada avanti.

  GREGORIO GITTI. Grazie, Presidente. Dicevo, è importante che entro l'estate il Governo faccia conoscere con esattezza quali sono le linee guida della sua, evocata a più riprese ma mai declinata riforma della giustizia, rispetto alla quale ancora una volta il tema del carcere è il grande assente rispetto ad una politica che sia coerente con investimenti importanti, investimenti che portino il nostro Paese finalmente fuori delle secche di una continua violazione dei parametri europei (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Spero sia attinente.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per chiedere cortesemente alla Presidenza di far sì che anche il gruppo della Lega possa illustrare la propria pregiudiziale. Voglio anche motivare il motivo per cui non siamo potuti intervenire precedentemente, perché c'era una riunione di gruppo particolarmente importante, tra l'altro comunicata anche alla Presidenza e quindi chiedo cortesemente, visto che si sta discutendo di un tema che è stato attivato ed azionato – io ho ascoltato gli interventi dei colleghi – proprio da una pregiudiziale da parte del gruppo della Lega, credo che concedere alla Lega cinque minuti di tempo per poter illustrare la Pag. 46propria pregiudiziale su un decreto di questo tipo sia il minimo, visto che la non presenza nostra è stata dettata da una riunione di gruppo per noi particolarmente importante.

  PRESIDENTE. Se vuole parlare brevemente, le concedo tre minuti, fermo restando che aveva già perso il suo turno all'inizio dei lavori al di là della motivazione che era già concordata dell'inizio dei lavori dell'Aula alle 15 proprio per concedere alla Lega di fare la propria assemblea di gruppo. Tre minuti, prego Molteni.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, utilizzo al meglio questi tre minuti di tempo che ci vengono concessi per illustrare la nostra pregiudiziale che è di costituzionalità, ma ovviamente quindi con tutti i presupposti di incostituzionalità che abbiamo elencato all'interno della nostra pregiudiziale; mi rifaccio alla valutazione opportuna, quanto mai opportuna, fatta dal collega Gitti. Ovviamente questa pregiudiziale ha una dura contestazione di carattere politico da parte della Lega, noi vogliamo portare all'attenzione dell'Aula la vergognosità di questo decreto il cui nome più opportuno, più idoneo – lo dico ai parlamentari del Partito Democratico, ai parlamentari di maggioranza, lo dico al Governo – è quinto decreto «svuota carceri» e questo al di là della dicitura che viene data al testo e al decreto.
  È il quinto indulto mascherato di cui la maggioranza, il Governo, il Partito Democratico, anzi i Governi di sinistra si macchiano nel corso di questi anni.
  Questo è un decreto dove vi sono tre elementi di assoluta vergogna, tre elementi che portano la Lega Nord a sollevare e a eccepire questa pregiudiziale di costituzionalità e che porteranno la Lega Nord a fare delle battaglie serie, delle battaglie serie sia in Commissione sia in Aula.
  Innanzitutto, voglio fare presente che mentre noi stiamo discutendo, esattamente in questo preciso istante, numerose procure stanno scarcerando decine, se non centinaia, di delinquenti. Non so se avete letto le cronache di questi giorni, ma gli stessi magistrati e le stesse procure si stanno lamentando perché decine di stalker, decine di delinquenti, che si sono macchiati di reati socialmente gravi, come furti, come rapine, come borseggio, come maltrattamenti, come violenza nei confronti delle donne, stanno venendo scarcerati e vengono scarcerati per colpa di questo decreto e, quindi, per colpa del Governo, del Governo di sinistra, del Governo sostenuto dal Partito Democratico e da NCD.
  L'altra vergogna – me la lasci dire, Presidente – è che non ci sono soldi per i nostri lavoratori, non ci sono e non trovate i soldi per i cassaintegrati, ma trovate 8 euro al giorno come risarcimento nei confronti dei delinquenti, 240 euro al mese come risarcimento, come mancia, come rimborso nei confronti dei delinquenti.
  Questo è un decreto che grida vendetta, questo è il peggior «decreto svuota carceri» di cui vi macchiate. Sarà nostro compito, sarà nostro onere bloccarlo e fermarlo in tutti i modi.

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
  Passiamo al voto.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Giancarlo Giorgetti n. 1 e Ferraresi n. 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Nesci, Catania, Fitzgerald Nissoli, Richetti, Portas. Nesci non riesce a votare; non si accende proprio il dispositivo. Adesso sta arrivando il tecnico. Chi altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti, a parte Nesci. No, chi altro..., lì hanno votato. Bargero, Blazina, Frusone. Quindi, vediamo se Nesci riesce a votare. Lì abbiamo anche Portas. Due tecnici al lavoro. Santerini sta andando a votare. Allora, Portas ha votato; per Nesci, invece, siamo ancora in attesa. Molea, Porta. Benissimo, hanno votato tutti.Pag. 47
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  412   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2426-A.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2426-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati accantonati gli emendamenti: Battelli 1.102, nella nuova formulazione proposta dalla relatrice e accettata dal presentatore, Allasia 1.70 e 2.8, Palmieri 1.50, De Rosa 2.16. È stato altresì chiesto dalle Commissioni il riesame da parte della Commissione bilancio delle seguenti proposte emendative: Piccoli Nardelli 5.102, Crippa 10.112 e 10.120, Tancredi 16.104, Cani 16.108.
  La Commissione bilancio, del nuovo parere che è in distribuzione, ha espresso nulla osta sull'emendamento Battelli 1.102 (Nuova formulazione) e ha revocato il parere contrario precedentemente espresso sugli emendamenti Crippa 10.112 e 10.120. Inoltre, preso atto degli ulteriori elementi di valutazione forniti dal Governo, ha revocato anche il parere contrario espresso sull'emendamento Mucci 10.111. La Commissione ha invece confermato il parere contrario precedentemente espresso sugli emendamenti Piccoli Nardelli 5.102, Tancredi 16.104 e Cani 16.108.
  Avverto altresì che l'emendamento Battelli, nella nuova formulazione proposta dalla relatrice accettata dal presentatore, sarà posto in votazione dopo l'emendamento Palmieri 1.50, a pagina 10 del fascicolo.
  Avverto inoltre che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 8.200, che è in distribuzione e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.
  Avverto altresì che l'emendamento Galgano 3.6 è stato ritirato dalla presentatrice.
  Ricordo infine che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Simone Valente 2.35.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 2.61.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, nella seduta antimeridiana avevo già chiesto di parlare, poi la seduta si è interrotta, esclusivamente per ribadire il concetto che già i miei colleghi di altri gruppi sugli emendamenti precedenti avevano posto in questione. Sicuramente c’è da fare capire all'Aula in fretta, in poche parole, in pochi momenti, in pochi istanti, la necessità di rilevare l'ambiguità di questa parte del provvedimento, dell'articolato, soprattutto nell'articolo 2, dove c’è ambiguità su chi fa cosa, soprattutto fra il direttore generale e il responsabile unico del procedimento. Noi mettiamo in conto in questo emendamento la richiesta del parere vincolante dell'Autorità nazionale anticorruzione, la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche.
  Noi sicuramente siamo quel movimento che ha sempre posto in essere azioni chiedendo una sburocratizzazione, ma soprattutto cercando di fare leggi sempre più snelle e chiare, ma in questa legge abbiamo già visto che non c’è una chiarezza globale. L'omogeneità la si lascia in altri provvedimenti perché questo è un provvedimento omnibus in cui si mettono varie questioni all'interno nella stessa situazione oggettiva, in cui si può parlare di cultura Pag. 48e turismo, però dobbiamo essere concreti. Nella concretezza noi proponiamo che ci sia la possibilità di un ulteriore parere vincolante, perché, come abbiamo visto soprattutto nell'articolo 2, in questi commi conferiscono poteri quasi straordinari al direttore generale. E in questi anni abbiamo visto cosa succede se un'unica persona con troppi poteri, soprattutto con potere economico, come in questo contesto, che ha la possibilità di spesa non dico illimitata, perché qualcuno ha posto anche la questione che è solo un milione e mezzo di euro: sono tre miliardi di vecchie lire del vecchio conio, per qualcuno che almeno ha più affinità e si rende conto di cosa si sta parlando.
  Però bisogna anche rendersi conto che, nello stesso contesto, nella stessa omogeneità, si può parlare di quello che è successo, come ho ribadito più di una volta, in quel di Torino, in cui troppi poteri si erano dati a un'unica persona, che era l'ex sovrintendente, che è stato arrestato un anno fa. Perché ? Perché vi era qualcosa di illecito, qualcosa che non era proprio corretto nella forma; era la stessa situazione, anch'egli aveva poteri straordinari. Per evitare proprio questo, chiediamo che vi sia un parere vincolante di un soggetto terzo, perché con troppe deroghe e troppi commissariamenti si rischia, poi, di non riuscire a trovare la soluzione più affine al problema. Sul problema del sito archeologico di Pompei noi siamo assolutamente favorevoli ad una possibile soluzione. Ci domandiamo quali siano le motivazioni per cui ad intervenire debba essere lo Stato, e non gli enti locali o l'ente di gestione del sito archeologico stesso, come avviene in altre parti del Paese e come per questo sito non è avvenuto. Vi sono due pesi e due misure ? Voi lo riconoscete in questo decreto. Vi sono alcuni enti che funzionano bene, senza fare distinzioni nord-sud, sinistra-destra, alto-basso, o magro-grasso, ma vi sono altri enti in cui le cose non hanno funzionato, e fra questi proprio l'ente che ha gestito il sito archeologico di Pompei ed altri siti archeologici. Lo Stato deve metterci mano, ci mette finanze, ci mette risorse, però bisogna fare attenzione che queste risorse vengano spese al meglio. Quello non lo mettiamo in dubbio, però chiediamo un parere ulteriore per evitare ulteriori problemi e di trovarci qui, tra qualche mese o fra qualche anno, di nuovo a fare un decreto urgente per risolvere il problema Pompei, che mi sembrerebbe abbastanza inverosimile e non corretto verso i cittadini, che continuano a sborsare soldi in tasse, soldi che non portano ad una soluzione e ad una fine. Perciò, chiediamo il voto all'Aula su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.61, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Folino, Bossa, Di Benedetto, Alberto Giorgetti, Toninelli, Artini, D'Incecco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  417   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Ermini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 2.55.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, questo articolo 2 su Pompei è stato un articolo travagliato. Nelle Commissioni abbiamo avuto una riscrittura praticamente completa di questo articolo. Pag. 49Siamo contenti che molte delle istanze portate dal MoVimento 5 Stelle siano state recepite. Quindi, ne ricordo alcune, come diceva prima il collega Arlotti: abbiamo avuto l'abbassamento della soglia per il ricorso alla procedura negoziata (siamo passati da 3,5 a 1,5 milioni di euro), la pubblicazione sul sito della sovrintendenza dell'elenco e del dettaglio delle offerte e dell'esito delle gare, l'eliminazione della facoltà per il responsabile unico del procedimento di svolgere contestualmente i ruoli di progettista e direttore dei lavori (avevamo il controllore e il controllato che si sarebbero trovati nella stessa persona), abbiamo la soppressione delle disposizioni che prevedevano insidiosi poteri in capo al RUP di assegnazione dei progetti, ora, più correttamente, riassunti dal direttore generale di progetto, e, infine, abbiamo anche la soppressione delle deroghe previste in ordine alle varianti in corso d'opera.
  Tutte queste cose sono state recepite e riscritte in questo articolo. Rimangono alcuni nei, e questo della revoca da parte delle direttore generale di progetto del responsabile unico del procedimento è uno. Prima hanno fatto già presente i miei collegi al Ministro Franceschini questo problema. Noi chiediamo, adesso, con questo emendamento, che almeno ci sia una motivazione di grave inadempimento nell'esercizio delle funzioni del responsabile unico del procedimento. Almeno diamo una motivazione, perché lasciarla slegata da tutto ci sembra troppo vago. Se effettivamente, come dice il Ministro, queste cose sono già state considerate all'interno del decreto, non vedo dove si trovi la difficoltà di approvare questo emendamento. Quindi, andiamo nella stessa direzione, credo che sia una questione semplicemente di buon senso dare un minimo di controllo alla discrezionalità del direttore generale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.55 De Rosa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Tripiedi, Adornato, Vaccaro, Rotta, Vaccaro ancora non ha votato, provi a votare ? Sta andando il tecnico, ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  438   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  278.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marantelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 2.18, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, dovevo una risposta sull'emendamento precedente, chiedo scusa di darla a posteriori, perché so bene che in Aula c’è il problema che il Governo parla troppo o parla poco, non ci si prende mai. Però devo dire che la lettera e) precedente ricomprende, ad avviso del Governo, già le cose che sono state sottolineate, perché si fa riferimento: «al fine di garantire l'accelerazione degli interventi e di superare difficoltà operative che siano insorte» quindi c’è già una specificazione, in questo senso il parere negativo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 502.18 De Rosa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  436   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Simone Valente 2.38 e Giancarlo Giordano 2.47, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, il mio intervento si sarebbe potuto evitare, glielo dico ringraziandola, Presidente, per la parola, ma mi ha stimolato non solo una preoccupazione che affido al Ministro, cioè quella che nel produrre questo provvedimento corriamo il rischio di sommare all'urgenza dei problemi, che vanno risolti, la frettolosità delle soluzioni. Quindi, è un emendamento prudenziale, è un emendamento semplice che si propone di sopprimere la lettera h) dell'articolo in questione e si propone di superare il rischio di una confusione tra il ruolo del controllore e quello del controllato.
  Ma l'altro stimolo che mi ha indotto ad intervenire è, invece, quello che ho ascoltato questa mattina nella discussione e cioè quasi che questa fosse la traccia di qualcosa di più grande. Si è richiamato più volte il codice degli appalti, e nella discussione, da parte di un collega, si è richiamata la possibilità questo potesse essere – mi riferisco all'articolo 2 nel suo complesso – un esperimento di ipersemplificazione, lei lo ha chiamato di sburocratizzazione e velocizzazione dei provvedimenti.
  Io spero, mi auguro che, nel riproporre il tema al Governo e all'Aula, prima di darci questo come modello di riforma del codice degli appalti, vogliamo noi, tutti insieme, verificarne gli effetti. Infatti, in genere gli esperimenti che riescono sono quelli che si possono valutare e mi pare, invece, che con troppa frettolosità si voglia proporre questo terreno e questo modo di velocizzare le procedure, che probabilmente per come siamo messi in questo Paese – lei lo ha detto –, dove la burocrazia c’è, potremmo ritrovarci a velocizzare quella piuttosto che i risultati. Siccome non penso che sia l'obiettivo di nessuno qui dentro, riproponiamo ancora un elemento di prudenza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, questo è uno degli ultimi emendamenti per porre rimedio a queste deroghe e voglio sottolineare qual è l'aspetto. Noi abbiamo un responsabile unico del procedimento che osserva e verifica che il progetto scritto su carta diventi realtà e, allora decidiamo, con questa deroga, che in pratica si passi dalla verifica dei progetti a una semplice attestazione. Cioè il responsabile unico del procedimento non deve più verificare e controllare che i lavori siano svolti secondo progetto, ma deve solo attestarlo, ciò significa verificare che tutti i documenti sono in regola, mentre il controllo effettivo non avverrà.
  Questo credo che non sia un procedimento corretto: ridurre il potere del responsabile unico del procedimento, che, tra l'altro, con la norma precedente può essere anche destituito dal direttore generale per motivi di accelerazione. Evitiamo, quindi, che questo sia un sistema che poi possa essere adottato anche nel momento in cui si va a riscrivere il codice degli appalti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 51
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Simone Valente 2.38 e Giancarlo Giordano 2.47, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Carra, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  443   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Allasia 2.62 e Luigi Gallo 2.63, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, su questo emendamento purtroppo non posso accettare quelle che a noi paiono delle scuse, date dalla relatrice per il parere contrario. Infatti, quello che ha detto anche la relatrice va in contrapposizione con quello che è scritto nell'articolo 2 e che è messo nero su bianco, ovvero le norme specifiche per Pompei.
  Questa è la direzione che ha preso il Governo e questa è quella che ha votato la maggioranza, quindi chiedo di rivedere questo parere.
  Entrando nel merito dell'emendamento, voglio fornire all'Aula ed ai cittadini un dato su cui ognuno possa riflettere, perché verificando le gare d'appalto degli ultimi periodi, quelle di cui almeno vi è traccia – perché sappiamo la trasparenza non essere molto diffusa a Pompei –, si può notare come a vincere siano sempre o quasi le stesse ditte, con ribassi superiori al 50 per cento. Già questo, allora, dovrebbe far storcere il naso al Governo e a tutta quest'Aula.
  La cosa però curiosa è che sono previste delle deroghe al codice degli appalti apposta per Pompei, come è stato per l'Expo, come per il Mose, e su cui si è espresso anche Cantone, dicendo che queste erano delle maxi-deroghe. Quando in Commissione abbiamo iniziato a valutare gli emendamenti, abbiamo notato l'emendamento proposto dall'ex Ministro Bray. Abbiamo pensato che finalmente il PD volesse prendere una posizione decisa ed inamovibile rispetto al tema della legalità. Allora, quando si stava per votare l'emendamento, questo è stato ritirato da un deputato del PD. Il MoVimento 5 Stelle, condividendolo nel merito, ha pensato di sottoscriverlo e quindi mantenerlo, ed ecco che in Commissione è successo il finimondo, come se non succedesse mai in quest'Aula questa cosa. Allora l'emendamento è stato votato, è stato respinto ed è stato accusato il MoVimento 5 Stelle di strumentalizzare questo fatto. Ma noi, semplicemente, abbiamo condiviso nel merito una cosa che va nell'indirizzo della legalità. Eppure stiamo parlando di una cosa tanto banale, quanto di reale incidenza. Infatti, noi chiediamo l'esclusione dalle gare d'appalto per dieci anni per le imprese che forniscano documentazione falsa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, non rimandiamo ad una riformulazione del codice degli appalti: prendiamoci oggi l'impegno, un impegno specifico sul sito di Pompei, per contrastare l'illegalità. Facciamo ora, con i fatti, e votiamo a favore di un emendamento proposto da una persona, come l'ex Ministro Bray, che conosce molto bene la situazione di Pompei, facciamolo subito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 52

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, su questo io penso che serva una razionalità nello scrivere le norme. Ora, in questo caso l'emendamento prevederebbe una sanzione di dieci anni di interdizione dalla possibilità di partecipare a gare di appalto che, se approvata, varrebbe esclusivamente per Pompei. Poiché è contemporaneamente in discussione un altro provvedimento, che è il decreto-legge sulla pubblica amministrazione, al quale sono già stati presentati emendamenti, ed io ho notizia che ne è già stato positivamente presentato uno dall'onorevole ex Ministro Bray, che prevede che la possibilità di sanzioni aggiuntive sia applicata in generale, non soltanto ai lavori fatti a Pompei, cosa che non avrebbe senso. Quindi io, nel ribadire il parere contrario, sottolineo che la sede propria per accogliere un emendamento di questo tipo è il decreto sulla pubblica amministrazione, per fare in modo che la norma valga in generale e non solo per i lavori fatti a Pompei.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bray. Ne ha facoltà.

  MASSIMO BRAY. Egregio Presidente, intervengo in questo momento nella discussione perché credo sia importante sottolineare l'importanza del dibattito che si è sviluppato in Aula sino a questo momento. Di fronte alla richiesta di sburocratizzare, come è stato detto, la macchina amministrativa, nei confronti di un progetto fra i più importanti del nostro Paese, un progetto a cui tutto il mondo guarda, si è giustamente sottolineata la necessità di tener vive tutte le forme di verifica e controllo.
  L'emendamento in discussione vuole favorire proprio quei meccanismi di trasparenza che il Ministro giustamente ha condiviso. E dobbiamo tutti impegnarci ad evidenziare tali meccanismi, soprattutto in un momento in cui alcune gravi situazioni del Paese ci chiamano a una particolare responsabilità verso i nostri cittadini.
  Ecco perché il problema non può riguardare solo Pompei. Ho ritenuto, quindi, anche in base a quanto ci ha detto questa mattina la relatrice per la VII Commissione, onorevole Coscia, di presentare oggi stesso un emendamento al decreto-legge pubblica amministrazione che novella l'articolo 48 del codice degli appalti, prevedendo che l'Autorità anticorruzione, in base all'articolo 19 del decreto-legge sulla pubblica amministrazione, assuma le funzioni di autorità di vigilanza sui lavori pubblici. Tale emendamento favorisce la sospensione dalle procedure di affidamento, da cinque a dieci anni e non da un mese a dodici mesi come è oggi, in caso di dichiarazioni false e attestazioni mendaci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, la genesi di questi identici emendamenti l'ha spiegata poco fa il mio collega. Credo che nulla vieti di mettere mano successivamente alla materia, sia nel decreto-legge PA, sia nella revisione degli appalti, una volta che venga regolarizzato e venga normato in maniera netta e chiara l'intento che poco fa il Ministro Franceschini ha enunciato. Si può prevedere e, di conseguenza, sopprimere eventualmente questa parte, qualora si raggiunga invece quell'obiettivo.
  In altre parole, quello che noi ci teniamo a sostenere è che, se noi oggi votiamo questi identici emendamenti, sul cui contenuto mi sembra tutta l'Aula dal punto di vista concettuale convenga, nulla ci vieta che, una volta che poi andiamo a estendere il contenuto su tutto il codice degli appalti, possiamo in quel caso dire che lo estendiamo a tutti gli appalti, stralciando a quel punto questa parte che, invece, riguarda solo Pompei. Diamo oggi un indirizzo chiaro su Pompei dicendo che oggi si applica qui, e domani, una volta che regolarizzeremo questo tipo di normativa su tutti gli appalti, allora di conseguenza Pag. 53si stralcia quella parte che riguardava solo Pompei perché sarà diventata legge per tutti.
  Allora, noi crediamo in queste intenzioni e vedo che, comunque, anche la maggioranza ha volontà di mettere mano su questo punto. Mettiamo insieme, però, già adesso un punto fermo e poi possiamo cancellarlo successivamente quando avremo esteso questo tipo di normativa a tutti gli appalti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Invece, temo che non ci sarà la volontà di farlo subito perché ci nascondiamo dietro un ipotetico emendamento, che poi sarà sicuramente riformulato perché non arriveremo ad avere la stessa incidenza che poco fa ha citato l'ex Ministro Bray. Facciamolo ora, facciamolo adesso e dopo, eventualmente, lo cancelleremo. Qua oggi siamo tutti d'accordo su questo tema ? Sì. Allora, lo facciamo, dopo lo cancelleremo qualora avremo esteso questo obbligo a tutti gli altri appalti. Credo che sia un principio sano su cui veramente oggi possiamo convergere, maggioranza e minoranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, brevemente, con la premessa che già l'articolo 2 desta in me qualche perplessità così come è uscito dalle Commissioni, perché tende a introdurre norme positive, e positive non per gli effetti auspicati, ma perché nuove disposizioni sulle procedure degli appalti. E questo modo di legiferare è schizofrenico e dannoso.
  In altre parole, costruire nuove norme su ogni azione e disposizione che andiamo a predisporre qui in Parlamento è un errore. Ma io ho dei dubbi anche sul merito di questa norma. Siccome l'onorevole Crippa poco fa ha detto che siamo tutti d'accordo, io non sono d'accordo perché la norma è troppo cogente e si applica ad una fattispecie troppo larga. Ci potrebbero essere errori materiali. Ci sono decine di contenziosi amministrativi sulla regolarità della presentazione della documentazione che vanno avanti in primo grado e in appello. Noi andiamo a escludere così, in maniera automatica, per dieci anni, un'azienda dagli appalti della pubblica amministrazione rischiando di distruggere aziende e competenze.
  Una norma che preveda l'indurimento delle pene e delle sanzioni per malafede nella presentazione mendace di documenti la condividiamo, ma va scritta in maniera un po’ più generale e va lasciata magari alle disposizioni applicative, e comunque in generale e non solo per il caso di Pompei, l'applicazione di una norma di questo tipo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, naturalmente il MoVimento 5 Stelle è stato disponibile, sia in Commissione e anche adesso, ad una discussione con la maggioranza anche in virtù di una riformulazione, dato che il collega Tancredi dice che questa norma andrebbe un attimo rivista. La disponibilità dell'opposizione c’è, naturalmente se si salva il principio. Ma io voglio sottolineare anche il fatto che, con l'intervento del Ministro Franceschini e dell'ex Ministro Bray, sono cadute tutte le accuse che la maggioranza ha fatto al MoVimento 5 Stelle sulla strumentalizzazione nel presentare questi emendamenti sia in Commissione sia in Aula. Infatti, ricordiamo che in Commissione abbiamo dovuto discutere con la maggioranza e con il presidente di Commissione per mezz'ora per apporre una firma sotto questo emendamento. Quindi, ora che si dice che questo emendamento può essere addirittura accolto nel decreto-legge PA, allora forse l'impegno del MoVimento 5 Stelle e la testardaggine a sottoscrivere una norma condivisibile non sono stati vani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 54

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, io non ho capito se, su questo punto, c’è un impegno formale da parte del Governo ad inserire una norma sicuramente scritta meglio, come ha detto il collega Tancredi, perché a questo va dato atto. Però se la preoccupazione, così come voi dite, è questa, così come è avvenuto per «quota 96» la settimana scorsa, sarebbe interessante sapere da parte di tutta l'Aula se c’è realmente un impegno formale del Governo in questa direzione utilizzando i veicoli del decreto-legge sulla pubblica amministrazione. Lo dico – e chiudo – perché noi, in particolare su questo tema e sullo stesso oggetto di questo articolo, su Pompei, vogliamo che finalmente tutto venga messo a posto in fretta e bene, non dimenticandoci quello che accadde ad un suo predecessore, il Ministro Bondi, che fu messo in croce mediaticamente e politicamente per i primi crolli avvenuti a Pompei, crolli che hanno riguardato tutti i suoi successori, senza che niente di analogo, rispetto a quanto fu patito da Bondi, accadesse loro.
  Da questo punto di vista, poiché la cultura è fatta anche di memoria, noi non dimentichiamo il nostro passato, il passato di questo Paese. Vogliamo che la questione Pompei sia risolta definitivamente e, al tempo stesso, dentro questa preoccupazione è compresa anche questa di natura più generale. Quindi, chiediamo, maggioranza e Governo, se c’è realmente, palesemente e ufficialmente un impegno in questa direzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, intervengo per chiarire, anche a nome del mio gruppo, l'osservazione che viene qui fatta. È stato richiamato il fatto che nelle Commissioni riunite si è molto lavorato sull'articolo 2, trovando punti di equilibrio anche avanzati. Qui siamo in presenza – chiaramente lo ha detto il Ministro – di un tema, quello delle dichiarazioni fraudolente e mendaci, che è ovviamente di interesse più vasto. In questo senso la proposta – lo dico anche ai colleghi – che è stata formulata dall'onorevole Bray, del mio gruppo, di introdurre un emendamento nel decreto-legge pubblica amministrazione e l'impegno che il Governo formula di valutare in quella sede coerentemente il complesso di questa norma mi pare sia la risposta. È ovvio che noi non possiamo legiferare mettendo qui una norma che poi cancelleremo in una seconda fase. Credo che ci sia un processo di legiferazione che deve essere chiaro, lineare e concreto. Per questo invitiamo i colleghi a ritirare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'American University di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Della Valle. Ne ha facoltà.

  IVAN DELLA VALLE. Signor Presidente, noi saremmo stati favorevoli ad inserirlo in questo decreto, come hanno detto prima i nostri colleghi, perché ci sembra di rivedere la stessa scenetta che abbiamo visto per «quota 96»; cioè, i decreti successivi sono sempre i migliori. Però ci associamo anche alla richiesta fatta di un impegno, perché continuiamo a sentire degli interventi, però non abbiamo avuto un impegno specifico da parte del Governo, una presa di posizione, una richiesta di parola per dirci esattamente, con un impegno formale, che questo venga inserito nel decreto-legge sulla PA e venga esteso a tutti gli appalti. Questa è sicuramente una cosa su cui noi siamo favorevoli e su cui voteremo a favore nel decreto-legge sulla PA, però vorremmo assolutamente un impegno formale da parte del Pag. 55Governo su questo, come è stato fatto per «quota 96».

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, io ripeto quello che ho detto: in questo caso, l'approvazione di questi identici emendamenti determinerebbe l'assurdità che questo tipo di sanzione varrebbe solo per Pompei. Poiché c’è un provvedimento in corso di discussione in Parlamento che riguarda complessivamente il tema, quella è la sede per discutere un condiviso inasprimento delle sanzioni. Non ho detto che la norma va presa così com’è. Questi emendamenti non prevedono nemmeno «da» a «a», ma prevedono dieci anni di sospensione. Quindi, è evidente che il tema posto è giusto, siamo per un inasprimento delle sanzioni: in quella sede, con norme di carattere generale, ragioneremo sui confini di questo inasprimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, purtroppo la risposta del Ministro va in un senso diverso da quello che auspicavamo. Noi chiedevamo di iniziare a farlo qui: se non le piace «dieci anni», mettiamo «dai sette ai dieci», le relatrici possono presentare quando vogliono una proposta emendativa. Quindi, credo che possiamo ragionare nel merito, ma ragioniamoci adesso. Abbiamo paura a ragionarci poi, perché anche gli impegni del Governo, Ministro Franceschini, gli impegni presi nelle Commissioni, sono durati dodici ore, poi, sono stati smontati dalla Commissione bilancio, con pareri riferiti all'infrazione comunitaria. Per cui, potremmo anche essere terrorizzati da quello che, ormai, la Commissione bilancio fa e non fa tutti i giorni.
  Credo che oggi abbiamo la facoltà e la possibilità di entrare nel merito con questo provvedimento su Pompei, ben lieti di accettare qualsiasi modifica al codice degli appalti che vada in tal senso. Però partiamo da qui: credo che sia un punto di partenza che possiamo percorrere insieme; se, però, non lo ritenete opportuno, probabilmente, non vedremo mai la luce di questa parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Allasia 2.62 e Luigi Gallo 2.63, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sibilia voleva intervenire ? Ho aperto già la votazione, deputato Sibilia.
  Chiarelli, Roberta Agostini, Pellegrino. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  427   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  170    
    Hanno votato no  257    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 2.104, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Dell'Aringa, Di Salvo, Abrignani, Sorial. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 56
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  442   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no  290    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Simone Valente 2.22 e Allasia 2.64, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Chiarelli, Locatelli, Fanucci, Nesci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  444   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  180    
    Hanno votato no  264    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 2.10, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Presidente, l'emendamento 2.10 prevede la soppressione del comma 5, proprio perché c’è un qualcosa che non ci torna in un'ottica di spending review, di ridisegno della spesa pubblica. Peraltro, ci pare anche un ossimoro, perché, se per accelerare una progettazione, si crea una commissione di 20 unità lavorative, potrebbe anche essere un controsenso. Però, il problema di fondo è che andate a proporre una spesa di quasi un milione di euro (900 mila euro) per andare ad assumere ulteriori progettisti che, ovviamente, a nostro avviso, possono essere sostituiti attraverso una maggiore razionalizzazione di tutte le capacità e di tutti i funzionari che già al Ministero lavorano. Non credo che non ci siano persone capaci di progettare, capaci appunto di svolgere queste mansioni. Prevedere in un'ottica di spending review quella di aumentare la spesa di 900 mila euro solo per avere una velocizzazione della progettazione, ci pare proprio uno spreco che chiediamo sia cancellato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  407   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  289    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giordano 2.48, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 57

  Gregori, Gutgeld, Lavagno, Malisani, Gasparini, Balduzzi, Lauricella, Mura.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  409   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  268    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.65, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Cariello, De Micheli, Roberta Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  441   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  177    
    Hanno votato no  264    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simone Valente 2.11.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, questo emendamento è stato discusso anche in Commissione, e abbiamo ascoltato le motivazioni del Governo per cui ha dato parere contrario. In parte, forse possiamo anche comprenderle; però, c’è da dire una cosa: c’è da dire che la responsabilità, per cui Pompei è in queste condizioni e per cui i fondi europei non verranno spesi, deve prendersela il Governo. Ma perché non ha fornito semplicemente gli strumenti al sovrintendente, al direttore generale per lavorare su un territorio così difficile come quello campano !
  Perché, a nostro modo di vedere, queste persone sono state anche un po’ lasciate sole. Il sovrintendente Osanna è venuto a dirci in Parlamento che la situazione è drammatica, che molto probabilmente i 105 milioni di euro non verranno spesi; e soprattutto che il personale manca nella sovrintendenza, perché, pensate, a Pompei, dove il dissesto idrogeologico è presente ovunque, non è presente un geologo ! La sovrintendenza non ha un geologo ! Non ci sono architetti, mancano. Manca personale amministrativo. E allora, di chi è la colpa ? Di chi è la colpa se, dal decreto-legge Valore cultura ad oggi, l'80 per cento delle norme non sono state applicate ? Di chi è la colpa se il direttore generale ha a disposizione solo ad oggi 14 persone delle 30 previste nel decreto Valore cultura ? Assumetevi la responsabilità di questo !
  Noi comprendiamo le difficoltà di lavorare su quel territorio, ma voi dovete agire nell'immediato. Questo emendamento va nella direzione futura, di un'ottica a lungo termine, quella della manutenzione ordinaria: perché Pompei ha bisogno di manutenzione ordinaria, tornando a quelle che vent'anni fa erano le maestranze presenti con elettricisti, fabbri, falegnami, che si muovevano da una parte all'altra. Noi abbiamo un'ottica che vuol guardare avanti, perché sappiamo benissimo che il progetto dei 105 milioni dell'Unione europea non andrà in porto, quindi agiamo in questa direzione e vogliamo che il Governo si prenda le responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 2.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 58

  Rossi, Sanga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  448   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  182    
    Hanno votato no  266    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simone Valente 2.31.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, abbiamo appena visto, quando bisogna ridurre i controlli, quando bisogna inserire super commissari, super dirigenti di «fantozziana» memoria, che il Governo è subito pronto a intervenire per caratteri di emergenza. Così come ha fatto con le deroghe sugli appalti.
  Quando, invece, l'opposizione presenta un intervento strutturale che cerca di vedere oltre l'emergenza, che, a volte, sembra costruita ad arte, e quindi eliminare i motivi dell'emergenza, allora la maggioranza vota contrario. Noi, in questo e nei successivi emendamenti, chiediamo che si faccia un investimento sulla manutenzione ordinaria, quello che ha già detto il mio collega Valente. Franceschini in Commissione ha detto che ci sarà una convenzione con la Ales per aumentare i custodi a Pompei. A parte che non si capisce perché questa convenzione già c'era, poi è stata eliminata e adesso viene ripresa, ma anche la struttura Ales va un po’ attenzionata perché bisognerebbe indagare se ci sono ex politici in quella struttura, ex figli di politici, ex figli di questori, se ci sono delle strutture che assomigliano più a un carrozzone o, invece, ad una struttura che serve ai beni culturali e al Ministero per i beni culturali.
  Allora, i manutentori intervengono per evitare le emergenze, intervengono per la ricostruzione dei mosaici, intervengono con elettricisti, falegnami, giardinieri, fabbri, quindi andiamo lì ad evitare che i crolli avvengano perché, se all'interno di un muro, facciamo crescere continuamente la vegetazione, è chiaro che, con il passare del tempo, quel muro crollerà; non c’è bisogno di un veggente per capirlo. Allora, noi chiediamo un intervento strutturale che guardi oltre, che cerchi di portare quelle maestranze che un tempo c'erano a Pompei.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Valente. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, aggiungo che, a settembre, molto probabilmente partirà la convenzione con Finmeccanica per una mappatura satellitare del sito, però dico: noi possiamo usare tutti i sistemi tecnologici che vogliamo, possiamo monitorare tutta la zona, ma se non abbiamo delle squadre che, nell'immediato, intervengono sul sito per contenere l'urgenza o un crollo, allora tutti questi sistemi tecnologici sono perfettamente inutili. Allora, continuiamo, come avviene adesso: magari un custode vede un muro che sta per crollare, si reca dal suo responsabile dell'area e gli dice che c’è il crollo, allora il responsabile dell'area va alla segreteria tecnica della Soprintendenza e la Soprintendenza deve chiamare la società per intervenire ed, ecco, che passano due, tre settimane e il muro crolla. Noi vogliamo una soluzione immediata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 2.31, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 59

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  Romanini, Bini, Venittelli...

   Presenti  452   
   Votanti  450   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  183    
    Hanno votato no    267    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Valente 2.32.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, anche in questo caso chiediamo un intervento strutturale con l'assunzione di manutentori all'interno del sito di Pompei, ma, come modalità, indichiamo al Governo che i soldi che la Sovrintendenza incamera attraverso gli incassi agli scavi di Pompei possano essere adoperati per rafforzare la manutenzione all'interno degli scavi di Pompei. È chiaro che questo è un principio che, come diceva il Ministro Franceschini, varrebbe in questo caso solo per Pompei, però è un principio che, in qualche modo, evita anche lo sperpero di denaro pubblico. Noi ci chiediamo in che modo vengono investite quelle risorse se non per preservare la struttura di Pompei, che ha l'estensione di una città. Quindi, pensiamo sia opportuno investire nel futuro con un progetto che non porti più a nuove emergenze sugli scavi di Pompei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla collega Bossa, desidero informare l'Assemblea che sabato scorso il nostro collega Alfonso Bonafede è diventato padre di un bambino di nome Andrea Samuele (Applausi). La Presidenza e a nome di tutta l'Assemblea esprime i più sinceri auguri a lui, alla madre e al neonato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bossa. Ne ha facoltà.

  LUISA BOSSA. Signor Presidente, vorrei dire al collega Gallo che, tra il 2013 e il 2014, a Pompei ci sono stati cento interventi conservativi, che vanno dalle puntellature al restauro di intonaci, al recupero di murature, e via seguitando e tutti questi interventi sono stati realizzati con denaro della Sovrintendenza stessa. Quindi, manutenzione ordinaria che, nel 2013, era di circa 1,5 milioni di euro e, nel 2014, 2 milioni, quindi i soldi che la Sovrintendenza recupera dai biglietti sono spesi bene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà, per un minuto.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, porto un tema di cui parlavo stamattina anche con il Ministro, quello delle biglietterie. Allora, è vero che una parte degli introiti va alla Sovrintendenza, ma l'altra parte a chi va ? E soprattutto da quanto queste persone hanno le concessioni in deroga ? Qui parliamo di cinque, dieci, più anni, questo è il problema. Allora, iniziamo a capire dove vanno i soldi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 2.32, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald, Sandra Savino, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  450   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  174    
    Hanno votato no   276    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 60

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  A questo punto chiedo al relatore i pareri su tutte le proposte emendative presentate agli articoli rimanenti. Può darmi anche solo quelli positivi.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, all'articolo 3, per tutte le proposte emendative presentate, vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, ad eccezione dell'emendamento Allasia 3.2 per il quale il parere è favorevole. La collega adesso esprimerà i pareri sull'articolo 4.

  PRESIDENTE. Passiamo ai pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 4 del decreto-legge.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 4 del decreto-legge, altrimenti il parere è contrario. Le Commissioni esprimono parere favorevole solo sull'emendamento Abrignani 4.105.

  PRESIDENTE. Quali sono i pareri sulle proposte emendative che si riferiscono all'articolo 5 del decreto-legge in esame ?

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 5 del decreto-legge, altrimenti il parere è contrario, ad eccezione dell'emendamento Taranto 5.101, su cui il parere è favorevole con riformulazione, cioè aggiungendo la norma di invarianza finanziaria. La riformulazione è in distribuzione.

  PRESIDENTE. Non è una riformulazione, ma un subemendamento delle Commissioni. Quindi, su questo subemendamento c’è il parere favorevole da parte delle Commissioni.
  Quali sono i pareri sulle proposte emendative che si riferiscono all'articolo 6 del decreto-legge ?

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano al ritiro di tutti le proposte emendative riferite all'articolo 6 del decreto-legge, altrimenti il parere è contrario, ad eccezione dell'emendamento Rampi 6.100, su cui le Commissioni esprimono parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ora ai pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 7 del decreto-legge.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, anche in questa occasione le Commissioni invitano al ritiro di quasi tutte le proposte emendative riferite all'articolo 7 del decreto-legge, altrimenti il parere è contrario, ad eccezione degli identici emendamenti Benamati 7.112 e Abrignani 7.113, di cui si ripropone una riformulazione che...

  PRESIDENTE. Dovrebbe leggerla.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. ... prevede di inserire dopo la parola: «anche» le seguenti: «attraverso apposita», aggiungendo così queste due parole, in modo che il testo dell'emendamento sia: «attraverso apposita – e continua – convenzione con l'ANCI».

  PRESIDENTE. Quali sono i pareri sulle proposte emendative che si riferiscono all'articolo 8 del decreto-legge ?

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Anche qui le Commissioni invitano al ritiro delle proposte emendative riferite all'articolo 8 del decreto-legge, altrimenti il parere è contrario, tranne che per gli identici emendamenti Vargiu 8.8 e Allasia 8.103, sui quali le Commissioni esprimono parere contrario. Però, segnalo che vi è un emendamento nostro, delle Commissioni, che riformula sostanzialmente questi due emendamenti e che è Pag. 61stato posto in distribuzione. Si tratta dell'emendamento 8.200 delle Commissioni. Se vuole lo leggo...

  PRESIDENTE. No, non c’è bisogno.
  Quali sono i pareri sulle proposte emendative che si riferiscono all'articolo 9 del decreto-legge ?

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 9 del decreto-legge, altrimenti il parere è contrario.
  Inoltre, le Commissioni esprimono parere favorevole sugli emendamenti Crippa 10.120, Mucci 10.111, Crippa 10.112 e 10.105, Montroni 10.107 e Mucci 10.115. Le Commissioni invitano al ritiro di tutte le altre proposte emendative, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 11 del decreto-legge.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 11 del decreto-legge, altrimenti il parere è contrario. Chiedo l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Mucci 11.015.

  PRESIDENTE. Quali sono i pareri sulle proposte emendative che si riferiscono all'articolo 12 del decreto-legge ?

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 12 del decreto-legge, altrimenti il parere è contrario, tranne che sull'emendamento Piccoli Nardelli 12.102, su cui il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ora ai pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 13 del decreto-legge.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 13, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Quali sono i pareri sulle proposte emendative che si riferiscono all'articolo 14 del decreto-legge ?

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, le Commissioni invitano al ritiro di tutte le proposte emendative riferite agli articoli 14 e 15 del decreto-legge, altrimenti il parere è contrario. Solo su due emendamenti avevamo un'opinione diversa, però c’è il parere contrario della V Commissione (Bilancio) e, quindi, ci adeguiamo.

  PRESIDENTE. Non ho chiesto prima il parere sull'emendamento che si riferisce all'articolo 13-bis del decreto-legge.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo adesso ai pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 15 del decreto-legge.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Come dicevo prima, vi era un emendamento sul quale noi avevamo espresso un parere favorevole, ma la Commissione bilancio ha detto «no», quindi ci adeguiamo. Quindi, rimane l'invito al ritiro o parere contrario su tutti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai pareri sugli emendamenti all'articolo sedici.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, per quanto riguarda l'articolo 16, c’è un parere favorevole all'emendamento Coppola 16.107 e all'emendamento Schirò 16.16, però con una riformulazione. La riformulazione è la seguente: «le procedure e gli strumenti idonei a monitorare la reputazione sul web del nostro Paese nell'ambito Pag. 62degli interventi volti a migliorare l'offerta turistica del nostro Paese». E poi c’è una richiesta di accantonamento dell'emendamento Cani 16.108. Per tutti gli altri si intende un invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 3.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, riprendo l'emendamento, ma a memoria dovrebbe essere la soppressione dell'articolo 3. Perciò è un emendamento assolutamente privo di aumento di spesa, perché chiede la soppressione, in quanto riteniamo inopportuna, nonostante la valutazione oggettiva e politica su questo articolo, la misura urgente per la valorizzazione del complesso della Reggia di Caserta, che però sicuramente può portare un beneficio alla struttura stessa, come è già stato ribadito dal Ministro stesso più volte, viste le condizioni in cui la Reggia di Caserta ed il suo comprensorio stanno vivendo. Sicuramente non è una mancanza di valutazione culturale questa, perché, come ho già ricordato più volte, arrivo da un territorio in cui esiste una reggia analoga, sicuramente di dimensioni molto piccole e forse... (Commenti). La Reggia di Venaria è sicuramente seconda alla Reggia di Caserta, però c’è sempre un primo nella vita e c’è sempre un secondo. In questo caso in Piemonte siamo arrivati secondi, però siamo primi nella ristrutturazione. Di questa valutazione bisogna rendere conto e per questo noi chiediamo che ci sia una soppressione e una valutazione attenta di cosa è avvenuto nei decenni scorsi. La cronistoria è già stata fatta e già stata sviluppata di cosa è avvenuto negli ultimi trent'anni, dal 1984 in avanti, in alternanza di Governi di centrodestra e di centrosinistra, sulla situazione positiva che ha portato poi nel 1994 a un avvio dei lavori e in vent'anni a un ripristino quasi definitivo, con ingenti spese in capitali pubblici e privati. Qua vediamo poca attenzione alla spesa, ma abbiamo capacità di vedere che c’è necessità di sviluppare subito in urgenza un commissario straordinario. Ciò sicuramente con le attente valutazioni economiche perché, come è già stato detto, si va a prendere una persona dirigenziale interna senza ulteriore aggravi di spesa, però abbiamo delle perplessità sulle modalità. Perciò riterremmo molto più opportuno che questo venisse articolato in un decreto, in una discussione a parte, come doveva essere fatto anche sul sito archeologico di Pompei e non introdotta all'interno di questo decreto, anche perché, a differenza del sito archeologico di Pompei, non mi capacito dell'urgenza. Perché o si dice che ci sono dei gravi problemi e chi doveva gestire fino ad oggi, riconoscendo la complessità della situazione... Infatti ci sono più attori all'interno del complesso residenziale, però c’è la necessità che, come oggi è prescritto, qualcuno abbia la paternità della gestione.
  E, come è successo in altre situazioni, proprio il sovrintendente ha una mancanza specifica, e oggi venire a gridare allo scandalo e chiedere una misura urgente ci pare improprio. Sarebbe molto più oggettivo chiarire la situazione, fare in modo tale che non vi sia solo la Reggia di Caserta – perché vi sono decine di altre situazioni analoghe, come i musei in tutto il Paese, residenziali e non, da mettere sotto osservazione – e creare una situazione di favore per cercare di strapparla dal triste destino che potrebbe toccarle, come è successo anche alla Reggia di Venaria. Perciò riteniamo inopportuno questo articolo, chiediamo di sopprimerlo, e quindi chiedo di porre in votazione l'emendamento 3.1.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

Pag. 63

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, intervengo per sostenere questo emendamento, anche perché, in riferimento alla nomina di un ulteriore commissario, dalla spesa di 50 mila euro come tetto massimo, anche la relazione e le schede di lettura degli uffici dicono che, molto probabilmente, entro il 31 dicembre 2014 questo commissario non riuscirà a predisporre un piano.
  Tra l'altro, si parla di invarianza dei costi, ma trovo particolarmente strano che vi sia un'invarianza dei costi quando, all'interno della struttura della Reggia, oggi vengono ospitati diversi enti pubblici: ricordo il Ministero della difesa con la Scuola allievi speciali, l'ente provinciale del turismo, i Corpi speciali dei ROS, dei NAS, il rettorato della seconda università degli studi di Napoli. Tutti questi, se dovranno trovare un'ulteriore sede, è ovvio che avranno spese per il trasloco, per i nuovi fitti, per i nuovi canoni di locazione, per tutta la logistica per lo spostamento. Tutto questo sarà indirettamente un costo ulteriore per lo Stato. Quindi, questa non è invarianza di spesa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 3.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Cera, Pastorelli, Fanucci, Moscatt, Amendola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  442   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   36    
    Hanno votato no  406    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Benedetto 3.8, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Nesci, Mura, D'Incecco, Incerti, Rossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  440   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  289    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 3.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rotta provi a votare, sta arrivando il tecnico intanto. Ecco, adesso ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  419   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  264    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Lodolini ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

Pag. 64

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 3.2, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Balduzzi, Rotta, Saltamartini, Casati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  444    
    Hanno votato no  2    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 3.101, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Mazzoli, Villecco Calipari...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  319   
   Astenuti  131   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no  260    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignali 4.150, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Rizzetto, Paolo Rossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  337   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   67    
    Hanno votato no  270    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 4.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Carra, Abrignani che sta prendendo la scheda, Ruocco, Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  422   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  294    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 4.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, sull'articolo 4 abbiamo presentato una serie di emendamenti migliorativi, perché riteniamo utile la disposizione dell'articolo sulla tutela del decoro dei siti culturali, anche se mette in difficoltà il libero commercio e le amministrazioni. Infatti, è ancora da capire cosa avverrà, se facciamo una fotografia di cosa sta succedendo nel Paese, dato che non è un provvedimento spot riguardo a questo articolo. Il resto, come abbiamo già detto, sono le classiche cosiddette «marchette», anche se utilizzo questo termine in modo non dispregiativo, Pag. 65perché possono essere utili in alcuni contesti, come in questo provvedimento. Nell'urgenza c’è necessità eventualmente di abusare e andare a incentivare e a derogare.
  Ma nell'articolo 4 la nostra perplessità riguarda proprio il libero commercio. Infatti, come stiamo vedendo nel nostro Paese, ci sono situazioni totalmente differenti da sito a sito.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,05)

  STEFANO ALLASIA. Se dobbiamo andare a vedere a Roma, davanti al Colosseo o davanti all'Altare della Patria, cosa avviene riguardo al cosiddetto decoro di prossimità, nel circondario del sito culturale, è sicuramente una cosa su cui occorre mettere una regola ben precisa, a differenza di altri siti in cui ci sono già regole prestabilite a livello amministrativo, a livello comunale, provinciale e regionale.
  Con l'emendamento 4.4 noi chiediamo che venga fatta una puntualizzazione sulle regioni. Infatti, o noi consideriamo le regioni un punto cardine della nostra struttura democratica e allora bisogna andare a chiedere, a verificare e a valutare, altrimenti si centralizza tutto e si uniforma tutto, ma il nostro Paese ha una peculiarità che non è l'uniformità globale. Infatti, se dobbiamo guardare i siti culturali e museali del nostro Paese, non ce ne è uno uguale all'altro. Perciò, oggettivamente ci deve essere una valutazione locale. In alcune zone già funziona, in altre purtroppo no. Ho fatto un esempio classico, che conosciamo quasi tutti noi perché stiamo vivendo su questo territorio comunale, in quel di Roma.
  Perciò, la necessità di fare una valutazione regionale, a nostro avviso, ci deve essere e chiediamo che l'emendamento 4.4 sia messo in votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 4.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cera, Nesci, Grassi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  397   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  278    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Polidori 4.101, sul quale c’è un invito al ritiro.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Lo ritiro.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Polidori 4.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, su questo io chiedo l'attenzione dell'Aula, perché, come ripeto, penso che noi dobbiamo se non altro avere attenzione. Questo emendamento riguarda imprese, piccole imprese ed artigiani che, come è scritto, lavorano sui siti da oltre o da almeno cinquant'anni. Allora, io ritengo che, rispetto a questo tipo di situazioni, l'interesse dell'Aula ci deve essere. Pertanto, sicuramente non lo ritiro e chiedo anche di fare una valutazione, se possibile, al Governo, ove non l'abbia già fatta. Ma in ogni caso, proprio per rispetto a imprese, artigiani e lavoratori che da almeno cinquant'anni – ciò significa almeno da circa gli anni Sessanta – lavorano su questi siti: noi dobbiamo il rispetto di dar loro almeno il voto dell'Aula.

Pag. 66

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, io vorrei, al collega Abrignani, dare l'appoggio del mio parere politico, perché la mia valutazione attenta nella discussione è stata assolutamente favorevole e c’è necessità che l'Aula si esprima su queste attività, che tutti noi conosciamo. Perciò il nostro parere è favorevole e vorrei sottoscrivere l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polidori 4.102, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Rosato, Piepoli, Rabino, Lombardi, Carfagna ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  415   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  259    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 4.103, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Polidori, Grasso, Carra, Piepoli, Oliaro, Nesci ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  430   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   66    
    Hanno votato no  364    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lacquaniti 4.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lacquaniti. Ne ha facoltà.

  LUIGI LACQUANITI. Signor Presidente, questo emendamento si pone un po’ sulla scia del precedente Polidori 4.102. Libertà Diritti e Socialisti Europei condivide naturalmente l'impianto della norma, che intende preservare il decoro dei nostri monumenti con la revisione delle autorizzazioni e delle concessioni di attività commerciali su suolo pubblico, e condividiamo pure il coinvolgimento dell'autorità amministrativa locale, garantita nella procedura.
  Tuttavia, non vogliamo nemmeno essere sordi alle richieste delle associazioni di categoria, che abbiamo ascoltato in audizione. Per questo, l'emendamento in esame mira a far salvi i diritti acquisiti non di tutte le attività, ma perlomeno di quelle particolari attività che possono rientrare nella categoria delle attività storiche e tradizionali, dietro le quali vi sono attività importanti, perfettamente legali e che danno lavoro. Quindi, chiediamo al Governo, possibilmente, di rivedere il giudizio negativo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 4.1, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 67

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 17,15)

  Malisani, Luciano Agostini, Michele Bordo, Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  438   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  173    
    Hanno votato no  265    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Polidori 4.104, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. Sta bene, è ritirato. Passiamo alla votazione dell'emendamento Abrignani 4.105.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, su questo, su cui c’è il parere favorevole, devo dare atto, sia al Governo, che anche alle Commissioni e ai relatori, di avere comunque modificato un impianto che, all'inizio, così come era uscito, sicuramente ci vedeva assolutamente contrari. C’è stato sicuramente, in sede di audizione delle associazioni di categoria, da parte anche di altri colleghi, sia di maggioranza, che di opposizione, un lavoro costruttivo che ha di fatto mitigato quelle che erano le problematiche di aziende che si trovavano, rispetto a un testo iniziale, certamente spaesate e prese alla sprovvista da un provvedimento d'urgenza. Ricordo che è stato fatto un lavoro nel quale invece si è andato incontro alle esigenze di queste imprese, anche antiche, come ricordavo poco fa, dove sicuramente ci sarebbero ancora dei provvedimenti e delle piccole modifiche da fare. Ripeto, però, che il grosso di quello che si richiedeva è stato sicuramente preso in carico dal Governo, tant’è vero che, al di là di questo emendamento, il mio gruppo voterà favorevolmente l'intero articolo 4 perché ritiene che sia venuto incontro alle nostre esigenze. Riteniamo che si debba forse combattere ancora di più l'abusivismo in questo settore, che si debba rispettare il decoro e alcuni di vecchia data sicuramente lo rispettano ed altri no. Ma sicuramente dobbiamo dare atto al lavoro delle relatrici e del Governo di essere venuti incontro, ripeto non a quelle che erano le nostre richieste, ma alle richieste che venivano dai cittadini e dai lavoratori del settore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, per annunciare anche voto il favorevole del mio gruppo a questo emendamento. Ma ciò mi consente anche di fare un punto su questo articolo che è stato, come diceva il collega che mi ha preceduto, particolarmente trattato nelle Commissioni. Noi, sull'impianto iniziale che condividiamo per cercare di aumentare il decoro dei grandi complessi monumentali che caratterizzano l'Italia nel mondo, abbiamo operato per cercare di coniugare il doveroso decoro di questi luoghi con le esigenze del commercio e dell'artigianato ambulante. Credo che in questo caso ci siamo riusciti in maniera particolarmente favorevole, con il concorso anche del Governo. Superiamo, quindi, da questo punto di vista, un generico contrasto all'esercizio dell'ambulantato nelle aree pubbliche stabilendo il principio del decoro dei complessi monumentali. In questo caso, il ritiro delle concessioni può avvenire solo di intesa fra il sovrintendente e il sindaco, quindi a garanzia anche di un lavoro e nell'ambito di questo eventuale ritiro la Pag. 68possibilità di una sostituzione di luogo per equivalente o di un rimborso. Questo tipo di emendamento innalza il rimborso previsto in questo caso e lo porta a 1,5 volte il volume di affari annuo nell'ultimo quinquennio. Noi lo giudichiamo positivo, lo voteremo convintamente, come giudichiamo positivo il lavoro che è stato svolto all'articolo 4 per tutelare il decoro dei grandi monumenti del nostro Paese e le attività commerciali che sono in essere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Faccio solo presente che al terzo rigo, dove c’è scritto: «con le seguenti», è un errore. Ci dovrebbe essere: «aggiungere le seguenti». Quindi, lo comunico all'Assemblea prima della votazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Abrignani 4.105, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno... Guidesi... Pellegrino... Parisi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  440   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  438    
    Hanno votato no  2    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Pizzolante 4.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  SERGIO PIZZOLANTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, ritiro l'emendamento 4.100.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Petrenga 4.25.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Petrenga 4.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso... Piepoli... Giachetti... Ferrara... Nesci... Lombardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   68    
    Hanno votato no  377    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Terzoni, Parentela e Iannuzzi hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Polidori 4.108.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Polidori 4.108. formulato dal relatore.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, adesso abbiamo tre emendamenti successivi, Polidori 4.108, Polidori 4.109 e Polidori 4.107, presentati dal mio gruppo, che intendiamo ritirare presentando un ordine del giorno che si occupi della materia, ossia la possibilità per chi in qualche modo viene privato del luogo ove svolgeva la propria impresa in maniera ambulante e comunque continuativa di avere delle alternative che possono essere all'interno del comune, magari anche in altre zone, su suggerimento dello stesso comune, che siano mercati rionali che siano anche posti fissi sui quali speriamo che, a fronte del ritiro di questo nostro emendamento, il Governo possa esprimere parere favorevole affinché sia un impegno Pag. 69che i comuni, attraverso i suggerimenti del Governo e attraverso l'approvazione dell'ordine del giorno, possano mantenere nei confronti di questi lavoratori. Quindi, i suddetti tre emendamenti vengono tutti e tre ritirati.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Di Lello 5.104.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 5.104, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Migliore... Simoni... Piepoli... Carella... Bruno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  360   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  273    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 5.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, questo è uno di una serie di emendamenti che hanno al centro la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici delle fondazioni lirico-sinfoniche. Noi pensiamo che, anche di fronte allo stato di grave crisi di questo settore, negli interventi di risanamento delle gestioni e di rilancio delle fondazioni lirico-sinfoniche, i piani debbano tenere conto ed ispirarsi ai principi di tutela e valorizzazione professionale dei lavoratori. Quindi, in ordine a questo articolo, a questo emendamento ne seguiranno altri che hanno tutti al centro la tutela dei lavoratori all'interno delle fondazioni lirico-sinfoniche, che, invece, in questo decreto a noi sembra non vengano tutelati affatto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 5.20, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Borghi, Terzoni, Marzano. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  438   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  169    
    Hanno votato no  269    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Costantino 5.21 e Di Lello 5.105, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, D'Attorre, Alli, Lupo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  441   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  172    
    Hanno votato no  269    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 5.46, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 70
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Terzoni, Nesci, Zaratti, Palazzotto, Amato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  433   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  282    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 5.41, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci, Rizzetto, Turco, Carra, Locatelli, Della Valle, Rostan.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  437   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato 163    
    Hanno votato no  274    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 5.38.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Presidente, questo emendamento si propone, per il personale risultante in esubero, l'applicazione, oltre che dei prepensionamenti secondo la normativa anteriore alla legge Fornero, anche del regime dei pensionamenti per il personale prossimo al compimento dei limiti di età per il collocamento a riposo. Per i lavoratori amministrativi e tecnici eventualmente ancora eccedenti si propone l'inserimento in un elenco di disponibilità ed il successivo comando pro tempore, anche a seguito di specifica convenzione tra fondazioni e amministrazioni pubbliche e aziende partecipate territoriali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 5.38, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Dell'Aringa, Terzoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  456   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  180    
    Hanno votato no  276    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 5.106, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).Pag. 71
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Garofalo, Marco Di Stefano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  458   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  175    
    Hanno votato no  283    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 5.15, parere contrario delle Commissioni e del Governo, nonché della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini, Marco Di Stefano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  438   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  283    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Tripiedi e Ciprini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Chimienti 5.10 e Allasia 5.107.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, snellendo le procedure per i prepensionamenti questo emendamento risolverebbe in poco tempo il problema dei lavoratori in esubero all'interno delle fondazioni lirico-sinfoniche, ed è per noi di fondamentale importanza. Il decreto-legge in esame oggi esplicita che per il personale eventualmente in eccedenza delle fondazioni lirico-sinfoniche è estesa l'applicazione dell'articolo 2, comma 11, lettera a) del decreto n. 95 del 2012.
  In questo articolo, rivolto espressamente ai dipendenti della pubblica amministrazione, si deroga a quanto statuito dalla riforma Fornero, che – ricordiamo – prevede la possibilità di andare in pensione dopo 42 anni e 6 mesi di contributi, e comunque dopo il compimento dei 62 anni. Richiamando una norma del decreto-legge n. 112 del 2008, viene in pratica prevista la possibilità di andare in pensione per i dipendenti della pubblica amministrazione a decorrere dal compimento dell'anzianità massima contributiva di 40 anni, e con 6 mesi di preavviso.
  Ebbene, oggi il decreto-legge Franceschini estende anche ai lavoratori delle fondazioni liriche la possibilità di andare in pensione con i requisiti previsti per i dipendenti della pubblica amministrazione; ma la norma è incompleta, e manca un passaggio chiave per consentire di chiudere il cerchio ed incentivare realmente i prepensionamenti. Attualmente non si dà infatti alcun supporto alle fondazioni per poter andare ad individuare la platea di lavoratori interessati: a meno che non sia il lavoratore stesso a dichiarare di essere in possesso del predetto requisito contributivo, l'azienda non può procedere ad accertamenti sulla posizione del lavoratore.
  Semplificando, se abbiamo assunto in azienda un lavoratore da 30 anni, ma questi avesse altri 10 anni di contributi versati da altre aziende in rapporti di lavoro precedente, non è attualmente possibile effettuare verifiche se non con il consenso del lavoratore. Sembra paradossale, ma purtroppo ci sono molti casi in cui il lavoratore tende a rifuggire il pensionamento, preferendo – per chissà quali imperscrutabili ragioni – rimanere a lavorare in teatro. Ecco perché con questo emendamento chiediamo che possano essere Pag. 72le fondazioni a procedere d'ufficio alla verifica dei requisiti contributivi del proprio personale dipendente, in modo da incentivare i pensionamenti liberando posizioni per lavoratori attualmente in esubero e a rischio licenziamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo su questo emendamento, come poi sugli altri su questo articolo, perché riteniamo e ritenevamo inopportuno che si svolgesse un intervento ad hoc sulle fondazioni lirico-sinfoniche; anche perché abbiamo visto che oggettivamente non tutte le fondazioni in questo Paese hanno difficoltà: sicuramente non godono di conti economici positivi, perché soffrono e soffriranno la crisi come tutte le altre aziende; ma ritengo abbastanza inopportuno e fuori tempo massimo fare un provvedimento di questo genere esclusivamente per le fondazioni, perché ci sono tante attività sul nostro territorio che necessitano di agevolazioni economiche, come in questo articolo si tratta. La collega ha parlato di un problema, che è quello del prepensionamento.
  La scorsa settimana si è cercato, come Lega Nord, di porre rimedio a quella situazione spiacevole che avete creato con il Governo precedente, con il Governo Monti, con la riforma Fornero. Quello che cerchiamo di porre in evidenza è soprattutto la diversità di trattamento che si sta operando con questo Governo, perché attività produttive con analoghi problemi non vengono trattate, non vengono assolutamente menzionate ma qui vengono tutelate le fondazioni lirico-sinfoniche.
  Questa è una cosa sulla quale vi assumerete la responsabilità politica: otto fondazioni che graveranno e hanno gravato nei decenni passati sulle casse dello Stato le quali graveranno ulteriormente col prestito del fondo rotativo. Non vediamo perciò la necessità di sviluppare così urgentemente una soluzione. Sicuramente c’è una situazione alla quale porre rimedio, cercare una soluzione complessiva, non solo quindi esclusivamente sulle fondazioni lirico-sinfoniche ma voi vi siete accaniti, avete voluto esclusivamente tutelare questa situazione che sta gravando nel Paese – che sicuramente porta dei benefici culturali su tutto il territorio del Paese – ma oggettivamente non era opportuno intervenire oggi come oggi considerata la situazione in cui si trovano le attività produttive di vario genere, commerciali, artigianali o imprenditoriali (le cosiddette attività produttive) rispetto alle quali non vediamo lo stesso sforzo.
  Vediamo lo sforzo di fare delle differenziazioni, come si è fatto sui siti archeologici e sui siti museali e così state continuando a fare su altre particolarità del nostro Paese con grosse differenziazioni. Perciò riteniamo opportuno che questo emendamento come gli altri a firma del gruppo della Lega Nord vengano votati e che ognuno si prenda la sua responsabilità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Chimienti 5.10 e Allasia 5.107, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? L'Abbate, Bragantini Paola, Grassi, Oliaro, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  403   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no  259    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Chimienti 5.9 con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed anche della V Commissione.Pag. 73
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, eccoci giunti ad un altro emendamento che se approvato consentirebbe di frenare le procedure di messa in mobilità del personale in esubero e di salvare dal licenziamento centinaia di lavoratori. Il MoVimento 5 Stelle chiede che venga garantita a tutti i lavoratori a tempo indeterminato presso le fondazioni liriche l'applicazione dei criteri pensionistici previsti dalla legge n. 133 del 2008, dunque quarant'anni di contributi.
  Secondo quanto previsto attualmente dal decreto, infatti, sarebbe comunque garantito dall'applicazione di questo regime solo il personale tecnico-ausiliario mentre resterebbe fuori tutta la parte artistica: le maestranze, il coro, l'orchestra. A nostro avviso questo è un gravissimo errore a cui occorre porre rimedio data l'evidente consistenza numerica del personale artistico dipendente.
  Garantendo l'applicazione indiscussa del regime pensionistico previsto dalla legge n. 133 a tutto il personale, sarebbe possibile ridurre gli esuberi e impedire che vengano adottate misure come quelle della messa in mobilità presso ALES Spa che, come avremo modo di dire, sono lesive della dignità del lavoratore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 5.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  416   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  281    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 5.43, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  420   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  359    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 5.37, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  424   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  288    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 74

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Chimienti 5.108.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, con questo emendamento si cerca di dare una soluzione agli esuberi diversa da quanto previsto dal decreto con ALES Spa. Innanzitutto, occorre prevedere che sia la suddetta società a fare richiesta di personale in modo da evitare casi clamorosi, come quello di Firenze, in cui gli esuberi non sono mai stati assorbiti perché, in realtà, la stessa ALES non aveva la possibilità e i numeri per consentire l'assorbimento. In secondo luogo, si chiede di cancellare la procedura di mobilità introdotta da questo decreto e che prevede solo grandi danni per il lavoratore, che viene licenziato a tutti gli effetti prima di essere eventualmente riassorbito. Il MoVimento 5 Stelle propone di utilizzare lo strumento del comando, con cui l'impiegato pubblico viene destinato temporaneamente per sopperire ad esigenze eccezionali dell'amministrazione richiedente ad un'altra amministrazione o ente pubblico diverso da quello di appartenenza. Il comando è disposto per tempo, determinato in via eccezionale per riconosciute esigenze di servizio o quando sia richiesta una speciale competenza. Infine, si prevede, qualora ALES non ne faccia richiesta e non sia in grado di procedere all'assorbimento dei lavoratori in esubero, che la stessa procedura venga prevista con amministrazioni pubbliche presenti sul territorio, previa stipula di una convenzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 5.108, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Sanga, Tidei. Chi altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  430   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  277    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Chimienti 5.100.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, premettendo che la soluzione di ALES, già prevista dal «decreto Bray», non è buona, perché la società in questione non può farsi carico di tutti i lavoratori in esubero e non è in grado di assorbirli, il decreto riformula le modalità di ricollocamento del personale in esubero delle fondazioni, motivando le modifiche con la necessità di razionalizzare le procedure.
  In realtà, i termini con cui si realizzano le modifiche sono scelti con ben altra finalità e comportano gravissimi danni ai lavoratori. Innanzitutto, si passa dal trasferimento alla messa in mobilità, per cui significa che si procede a licenziare i lavoratori e poi, se ALES potrà mai assumere, a ricollocarli. Dunque, cambiando una semplice parola il decreto oggi in esame autorizza per legge a potenziare i licenziamenti, rende dubbia la garanzia di riassunzione e comporta la perdita di tutti i diritti contrattuali maturati.
  Per tutti questi motivi, con l'emendamento in questione si riformula integralmente la procedura di ricollocamento del personale, tornando al trasferimento dei Pag. 75lavoratori e non alla loro messa in mobilità, che comporterebbe l'assenza di qualsiasi interruzione dello status di occupato fino all'avvenuto ricollocamento.
  In secondo luogo, l'assunzione a tempo indeterminato non avverrebbe presso ALES, ma presso amministrazioni pubbliche per la tutela, valorizzazione e gestione dei beni culturali, permettendo ai lavoratori di svolgere mansioni attinenti alle competenze maturate nelle fondazioni.
  Si ripristina, inoltre, l'obbligo di iniziativa del Governo con la proposta del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e previa informativa delle organizzazioni sindacali che invece, secondo quanto previsto dal decreto in questione, non verrebbero più coinvolte nelle procedure di ricollocamento dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Grazie Presidente, volevamo chiedere al Ministro se ci sono delle garanzie per questi lavoratori. Semplicemente, come mai non si accetta questo emendamento e se ci può dare una spiegazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, intervengo solo per rispondere al mio collega Tripiedi. Rispondo io al posto del Ministro, dicendo che, per questi lavoratori, non c’è nessuna tutela. Queste persone verranno licenziate ! Ancora una volta, i lavoratori pagheranno, mentre i dirigenti in alto continueranno a mangiare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Presidente, l'argomento è stato ampiamente discusso in Commissione e io colgo l'occasione per ricordare che questa norma amplia semplicemente e specifica quella norma, molto positiva e utile, che è stata introdotta con il «decreto Bray» che ha previsto, di fronte ad una situazione di crisi di molte fondazioni lirico-sinfoniche, una procedura per accedere a piani di risanamento. Si immaginava che quella procedura riguardasse solo due, tre fondazioni lirico-sinfoniche; in realtà, hanno presentato la domanda in otto.
  In questo articolo si prevede un ampliamento del Fondo di rotazione di 50 milioni – è un prestito, sostanzialmente – che consentirà di soddisfare integralmente il quadro delle fondazioni lirico-sinfoniche in crisi. Quindi, il primo intervento che ha fatto il pubblico – lo dico rispetto a questo discorso con tutta l'enfasi che in certi casi si usa nella politica –, l'intervento che hanno fatto il Governo e il Parlamento, dicevo, è stato salvare fondazioni lirico-sinfoniche, che altrimenti non si sarebbero salvate.
  Il secondo punto è che si è introdotto un meccanismo, che queste norme specificano soltanto – ma l'origine positiva è nel «decreto Bray» – che prevede che la società ALES, che è una società in house, possa assorbire le persone che, altrimenti, non avrebbero avuto diritto ad accedere ad alcuna forma di ammortizzare sociale. Quindi, si è introdotta una seconda forma di garanzia, che consentirà, tendenzialmente, di salvare le fondazioni lirico-sinfoniche, con il Fondo di rotazione, e di provvedere al personale che, transitando su ALES, non perderà il posto di lavoro.
  Mi pare che, arrivati a questo punto, ci sia anche il problema di non creare un trattamento privilegiato rispetto a fasce di lavoratori in difficoltà, che, se confrontate ad altre fasce di lavoratori, potrebbero trovarsi in una situazione, tra virgolette, di privilegio rispetto a una situazione di crisi. Aggiungo che c’è un emendamento successivo Pag. 76su cui abbiamo dato parere favorevole, mi pare sia dell'onorevole Taranto, che affronta un tema che è sacrosanto. Noi abbiamo affrontato e, tra virgolette, contribuito a salvare fondazioni in crisi che erano arrivate a quel punto per via delle loro modalità di gestione, mentre non abbiamo dato ulteriori incentivi alle fondazioni virtuose, in questo creando un meccanismo (nel nostro Paese è capitato tante volte) per cui chi gestisce non troppo bene viene aiutato – perché se salta una fondazione lirico-sinfonica, ma il discorso vale in altri campi, nasce un problema con diverse tipologie – ma non si aiutano, allo stesso tempo, le fondazioni virtuose. Quindi, inviterei anche in questo caso a trovare un equilibrio. Abbiamo introdotto l'utilizzo di Ales esattamente come forma per garantire i lavoratori delle fondazioni lirico sinfoniche in crisi e quindi inquadrate nel piano di risanamento della legge Bray. Non credo che andare oltre questo sia possibile, non soltanto per condizioni finanziarie di copertura, ma anche per un trattamento equo rispetto ad altre categorie di lavoratori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, mi scusi Ministro però sinceramente, con questo emendamento, noi le chiediamo conto del fatto che lei cambia la parola «trasferimento» con la parola «mobilità». Quindi, questo ci sembra non c'entrare nulla con il fatto che appunto le fondazioni sono in crisi e vanno aiutate. Qui si va solo a peggiorare la condizione dei lavoratori. Quindi, non si aggiungono tutele, ma si diminuiscono le tutele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 5.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paolo Russo, Gutgeld, Lavagno, Villecco Calipari, Colaninno, Villarosa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  448   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  174    
    Hanno votato no  274    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 5.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, noi continuiamo, signor Ministro, perché lei la potrà pure considerare enfasi politica, come ha detto prima rispondendo alla collega Chimienti, però noi pensiamo invece che ci sia un problema reale legato ai lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche e la risposta Ales non ci convince affatto. Non ci convinceva nel decreto Bray, che lei sta citando, magari si fosse presa qualche cosina in più rispetto a quel decreto, invece di prendere giusto questa parte, sarebbe stato meglio e su questa parte noi chiediamo una cosa banale, che è quella della salvaguardia dei livelli occupazionali. Perché c’è un tema che riguarda la possibilità che non si creino altre sacche di esodati. Visto che veniamo da un provvedimento votato qualche giorno fa in cui cercava di risolvere la questione di una piccola parte degli esodati di questo Paese, vorremmo che questo decreto non ne produca altri di esodati, anche perché esiste il tema della dignità del lavoro e ci sembra che parcheggiare delle persone all'interno di un contenitore in cui non si sa bene che cosa vanno a fare sia un problema che deve interessare tutti e che deve interessare in primis questo Governo.

Pag. 77

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 5.22, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  442   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  175    
    Hanno votato no  267    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 5.36, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  445   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  178    
    Hanno votato no  267    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Chimienti 5.11, Costantino 5.39 e Di Lello 5.109.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, con questo emendamento si vuole eliminare il pesante intervento legislativo messo in atto dal decreto su materie di natura contrattuale, e quindi oggetto di negoziazione tra le parti sociali, quali, ad esempio, il trattamento economico fondamentale e le voci inerenti il trattamento accessorio. Oltre alle condizioni svantaggiose a cui sarebbero sottoposti i lavoratori delle fondazioni, data la natura privatistica delle fondazioni lirico-sinfoniche, reputiamo particolarmente pericolosa questa crescente vocazione all'ingerenza autoritaria del Governo su prerogative che dovrebbero essere, invece, riconosciute dalle parti sociali.
  In questo caso, si va anche oltre, perché, addirittura, viene stabilito d'autorità quale sia il trattamento economico fondamentale e quello accessorio, termini, peraltro, sconosciuti nella contrattualistica privata; un'operazione che, anche nel pubblico impiego, è rimessa alla determinazione dei contratti collettivi nazionali.
  Ecco perché, con questo emendamento, restituiamo alle parti firmatarie del contratto collettivo la possibilità di definire esse stesse le voci retributive inerenti il trattamento fondamentale e accessorio, restituendo una fondamentale prerogativa, cancellata da questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Chimienti 5.11, Costantino 5.39 e Di Lello 5.109, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Gadda, Albanella, Castiello, Vaccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  444   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  184    
    Hanno votato no  260    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 78

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simone Valente 5.110.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, cari colleghi, se volete scoprire il magnifico fallimento e percepire il decadimento della cultura, provate un momento a riflettere sulla rovinosa situazione delle fondazioni lirico-sinfoniche: più di 300 milioni di euro complessivi di debito, negli ultimi 15 anni, croce e delizia del nostro Bel Paese, grazie ai «dottoroni» della cultura Veltroni e Bondi.
  La lettera g) dell'articolo 5, comma 1, del decreto-legge in esame interviene nuovamente sulla disciplina per l'individuazione delle fondazioni lirico-sinfoniche dotate di forme organizzative speciali, sostanzialmente superando le recenti innovazioni introdotte dalla legge di stabilità 2014 e ripristinando, con alcuna variazioni, le modalità previste dalla «legge Bondi».
  Nel merito della nostra proposta emendativa, essa predispone la soppressione della lettera g) e, quindi, l'eliminazione di quei criteri che danno vita a fondazioni di «serie A» e a fondazioni di «serie B». Il disegno, quindi, è tracciato: si prevedono due categorie di fondazioni, le eccellenze e gli enti in profonda crisi. Ognuna delle due categorie ha un contratto collettivo nazionale autonomo ed una quota di FUS autonoma. Ma cosa succede in tutto questo ? Tenendo conto del fatto che il 50 per cento delle erogazioni del FUS, Fondo unico per lo spettacolo, dipende dalla qualità della produzione e che le fondazioni in crisi stanno subendo gravi tagli al personale, tant’è che alcuni teatri non hanno più il balletto, queste ultime avranno sempre meno finanziamenti provenienti dal FUS e la produzione calerà ulteriormente. Si entra, quindi, in una spirale recessiva che farà sì che alcune fondazioni vengano declassate o peggio liquidate, così come previsto dalla legge. Allora sopravviveranno solo quelle di élite.
  In questo sicuramente penso che ci sia anche un disegno ben definito che proviene anche dall'interno del Ministero, e qua mi rivolgo al direttore generale Nastasi. Allora vorrei ricordare...

  PRESIDENTE. Dovete liberare i banchi del Governo, per favore. Prego, Valente.

  SIMONE VALENTE. Ci tengo a precisare una cosa su quanto appena detto. Nell'estate del 2013 un sindaco sicuramente poco attento chiese di mettere in liquidazione il Teatro Maggio Fiorentino di Firenze. Bene, questo sindaco, che ha trattato in questa maniera la cultura, oggi è diventato il Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 5.110, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Crimì, Mantero, Bossa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  407   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  114    
    Hanno votato no  293    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Costantino 5.40 e Di Lello 5.103, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marotta, Gigli...Pag. 79
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  425   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no  337    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Piccoli Nardelli 5.102

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, chiederei di accantonare questo emendamento, perché dobbiamo fare una verifica ulteriore con la Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Va bene.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, io chiedo la parola perché qui si stanno creando dei precedenti veramente insoliti in riferimento alla revisione dei pareri della Commissione bilancio. Invito la Presidenza ad approfondire con estrema urgenza quello che si è verificato oggi e già precedentemente e quella che è l'ulteriore richiesta da parte del relatore in questo caso specifico.
  Noi abbiamo poche regole che consentono ancora una tenuta molto superficiale della contabilità dello Stato, che sono il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione e il Regolamento che ancora vige alla Camera. Purtroppo i vincoli e le situazioni sono molto più allentati al Senato e si vede pure la netta differenza tra la produzione di spesa eccessiva che viene dalle norme che vengono varate dal Senato rispetto a quelle della Camera. Questo ormai è davanti agli occhi di tutti ed è da mesi che accade questo.
  Quindi, io la invito formalmente, formalmente. Infatti, non è che noi possiamo cambiare i pareri della Ragioneria o ascoltare cose che sono state dette in quest'Aula, come il fatto che la politica deve superare i tecnicismi e quant'altro. Non c’è dubbio che la volontà politica e le valutazioni politiche determinano le scelte, ma non possono essere modificati i criteri fondamentali.
  Peraltro, in via del tutto eccezionale, le modifiche che sono state apportate e le valutazioni diverse da quelle che erano state espresse nella mattinata, durante lo svolgimento della seduta della Commissione bilancio, non sono neanche passate attraverso il Comitato dei nove.
  Quindi, invito formalmente la Camera al rispetto non rigoroso, ma semplice di quello che è previsto dal Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Prendo atto della sua precisazione. Non mi pare che lei si opponga all'accantonamento in questo momento. Fa solo presente la questione procedurale dei pareri della V Commissione. Tra l'altro, mi pare che questa mattina ci sia stata comunque un'interazione che ha portato poi alla revisione del parere.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, è inutile qui riaprire la discussione che già abbiamo fatto in Commissione bilancio, dove il precedente c’è stato, purtroppo.
  Io chiaramente non mi riferisco alla facoltà di accantonamento o alla possibilità di accantonamento. Ci mancherebbe ! Io mi riferisco solo al fatto di informare la Camera e di sollecitare la Camera sul fatto che non possiamo derogare per rispetto delle procedure e degli adempimenti previsti dall'articolo 81 della Costituzione e dal Regolamento.

Pag. 80

  PRESIDENTE. Prendo atto del suo richiamo in questo senso e andiamo avanti. Quindi, l'emendamento Piccoli Nardelli 5.102 risulta accantonato.
  Passiamo dunque alla votazione degli identici emendamenti Allasia 5.4 e Petrenga 5.44.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Allasia 5.4 e Petrenga 5.44, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manfredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  433   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  376    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 5.47, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Savino, Grassi, Cani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  341   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato   72    
    Hanno votato no  269    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 5.53, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Rizzetto, Colaninno, Nicchi, Lainati, Sgambato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  432   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  268    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 5.19, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gelmini ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  424   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no  274    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Allasia 5.6 e Palmieri 5.45.Pag. 81
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, sulla soppressione di questo comma – come anche di quello precedente, su cui non ho parlato perché era oggettivamente un abominio approvare quel comma, perché era l'ennesima marchetta di questo provvedimento – riteniamo assolutamente inutile approvare il comma 6, perché non è una cosa buona e giusta. E anche se parrebbe, un fondo di rotazione, un aiuto sostanziale al sistema, noi lo riteniamo assolutamente improprio, perché sappiamo benissimo che poi questi denari non verranno restituiti in tempi certi, dato che è l'ennesima proroga che si dà agli enti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Allasia 5.6 e Palmieri 5.45, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci, Moscatt, Terzoni, Palma, Savino, D'Uva ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  443   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   62    
    Hanno votato no  381    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 5.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, con questo emendamento mi rivolgo veramente alla maggioranza, perché è un emendamento che si propone di escludere le fondazioni lirico-sinfoniche dal pagamento dell'IRAP. Le fondazioni non hanno mai pagato l'IRAP, per la prima volta si introduce quest'anno, per ragioni legate ai parametri della ripartizione del FUS. La misura, votando a favore di questo emendamento, permetterebbe di non gravare ulteriormente sulle fondazioni per una cifra che abbiamo stimato intorno ai 10-15 milioni di euro.
  Ora, capite bene che è veramente paradossale, perché noi stiamo facendo un decreto per salvare le fondazioni lirico- sinfoniche ed aggiungiamo un onere che prima le fondazioni non avevano. Quindi, è veramente un emendamento di buonsenso, e chiediamo alla maggioranza di rivedere il parere che è stato dato nelle Commissioni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 5.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bernini, Rabino, Biasotti, Rossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  427   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no  280    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Chimienti 5.111.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, siamo davvero al paradosso. Siamo al paradosso che, da un lato, si fa un decreto per aiutare le fondazioni lirico-sinfoniche Pag. 82in crisi e, dall'altro, si impone loro il pagamento dell'IRAP da quest'anno. Allora, noi con questo emendamento proponiamo l'unica soluzione concreta che consentirebbe di dare un po’ di respiro alle fondazioni lirico-sinfoniche.
  Facendo nostro l'appello del sovrintendente de «La Fenice» di Venezia, chiediamo di escludere le fondazioni lirico-sinfoniche dal pagamento dell'IRAP previsto per la prima volta quest'anno, in ragione del cambiamento dei parametri tecnici di ripartizione del Fondo unico per lo spettacolo. La misura permetterebbe di evitare per le fondazioni un onere ulteriore stimato in 10-15 milioni di euro, che in molte attualmente non sarebbero in grado di sostenere, ma che finirebbe per impedire ogni sviluppo, anche per le più virtuose. Il nostro appello, dunque, è per salvare tutti quei professionisti che contribuiscono a dar vita ad un'opera lirica, ma anche per chiunque voglia fruire come semplice spettatore di questo patrimonio unico, espressione più alta della nostra cultura e delle nostre arti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simone Valente. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente, penso che questo emendamento sia fondamentale per dare una boccata di ossigeno alle fondazioni in maggiore difficoltà. Infatti, l'esenzione dal pagamento dell'IRAP a partire dal prossimo anno potrebbe essere un intervento che va in questa direzione. E lo dico conoscendo alcune situazioni drammatiche, come quella, ad esempio, del teatro «Carlo Felice» di Genova. Questo è solo per fare un esempio. È uno dei teatri maggiormente in difficoltà e che è a rischio chiusura. Al teatro «Carlo Felice» di Genova la regione Liguria versa un contributo poco inferiore a un milione di euro. Questo contributo sarebbe importantissimo...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  SIMONE VALENTE. Concludo. Capisco il tempo ristretto, ma tengo a precisare che sarebbe fondamentale questo emendamento e, pertanto, voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 5.111, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  428   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  291    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 5.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Antezza, Maestri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  433   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no  353    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Abrignani 5.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 83
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi... Rossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  427   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   72    
    Hanno votato no  355    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.5.101.1 delle Commissioni, accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  419   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  403    
    Hanno votato no  16    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Franceschini ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Taranto 5.101.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampi. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, solo per dire che con questo emendamento, che noi riteniamo molto positivo, si introduce un elemento che, come è stato detto, permette di intervenire non solo per quelle fondazioni, come permette tutto questo articolo. Noi riteniamo sia importante perché con l'articolo vengono stanziate ulteriori risorse per le fondazioni che ne hanno bisogno e che ne hanno necessità e vengono dati ulteriori strumenti che, in continuità con quanto previsto dal «decreto Bray» ma andando ad aggiungere risorse e strumenti, permettono di intervenire sulle fondazioni che sono in difficoltà.
  Resta il fatto che ci sono, invece, pochi strumenti per quelle fondazioni che non sono in difficoltà e che, anzi, sono virtuose. Con questo emendamento si mette in campo una prima misura che può permettere – noi siamo convinti che permetterà – di dare un sostanziale sostegno anche a quelle fondazioni virtuose e, quindi, per la prima volta si introduce anche questo principio a cui noi crediamo molto, su cui abbiamo tentato di lavorare e abbiamo trovato un punto di caduta difficile nelle economie disponibili per andare anche in questa direzione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Taranto 5.101, nel testo subemendato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto... Mura... Bragantini Paola... Terzoni... Giachetti... Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  433   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  432    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto astenersi).

Pag. 84

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampi 6.100, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Lo Monte, Artini. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  435   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  433    
    Hanno votato no  2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Palmieri 6.03.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, solo per richiedere ancora, per l'ultima volta, visto che questa mattina le relatrici esprimevano a malincuore il loro parere contrario sulle nostre proposte emendative. Su questo articolo aggiuntivo c’è, in realtà, una convergenza dal punto di vista culturale e politico con tutte le forze della maggioranza ed è un vero peccato che non si intervenga, ampliando una norma che già abbiamo inserito in questo provvedimento e tenendo conto del fatto che sostenere il cinema comporta che si intervenga a monte, ma anche a valle: cioè, che le sale dove i film vengono proiettati siano confortevoli ed adeguate a reggere il passo dei tempi. Quindi, da questo punto di vista, per l'ultima volta, chiediamo ancora un sussulto alla maggioranza e al Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Palmieri 6.03, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Carra, Mura, Rossi, Abrignani, Manfredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  434   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  175    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Fitzgerald Nissoli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Luigi Gallo 7.100.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, la vostra visione, in questo articolo, di rilancio dei beni culturali qual è ? Ancora una volta, l'idea del grande progetto: ridurrete tutto a due, tre grandi progetti sull'intero territorio italiano, prevedendo l'assegnazione di grossi appalti, lo stanziamento di risorse, che, come sappiamo, rappresentano una ghiotta occasione per i soliti squali che ne beneficeranno.
  La cronaca di questi mesi ci ha consegnato troppi esempi eclatanti, come il Mose e l'Expo, ma sgombriamo il campo da questa problematica, usciamo dal tema grave della corruzione, in cui i partiti politici di centrodestra e centrosinistra si trovano sempre coinvolti, e parliamo di visione.
  Voi volete concentrare i vostri sforzi, lo sforzo del Ministro dei beni e delle attività culturali, in uno o due siti culturali per un Paese che ha decine di migliaia di beni Pag. 85culturali e volete rendere quei due, tre siti grandi attrattori. Il nostro grande progetto è, invece, un progetto diffuso su tutti i territori, partendo dai piccoli comuni, dalle periferie, da quell'Italia dimenticata dalla politica, che potrebbe trovare un nuovo respiro, nuovo ossigeno da un investimento in cultura e turismo. Voi puntate ad un turismo di massa, dove le ricchezze si possono concentrare in poche mani, in pochi luoghi: noi pensiamo ad un turismo diffuso, che distribuisce ricchezza sul territorio.
  Noi pensiamo a dei criteri oggettivi e trasparenti che individuino i siti in maggiore stato di emergenza su cui siamo capaci di intervenire con i soldi a disposizione, voi pensate alla notorietà. Forse in questa operazione non c’è una vera visione politica del PD ma semplicemente l'ambizione dell'uomo Franceschini, che da Ministro vuole essere ricordato per un'opera, una città riconoscibile. Noi, invece, siamo semplicemente cittadini che non cercano notorietà, ma vorremmo che le ricchezze, le straordinarietà di questo Paese fossero per tutti e ne potessero godere tutti, anche i territori dimenticati, anche per i beni culturali che solitamente non sono illuminati dai riflettori della politica e dei media ma che sono il nostro patrimonio, il patrimonio a cui tantissimi cittadini si sentono indissolubilmente legati perché sono i luoghi che raccontano la loro storia e le loro radici. Noi siamo dalla parte della storia dei piccoli comuni. Il tesoro culturale diffuso del Paese lo vogliamo recuperare, salvaguardare, voi preferite rottamare all'altare della notorietà e dei grandi progetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 7.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cera, Melilla.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  392   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  277    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Nesci 7.51 e Allasia 7.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, Ministro, questo emendamento vuole indicare una priorità rispetto agli interventi annualmente previsti dal Piano strategico grandi progetti beni culturali. Questo emendamento cosa propone ? Dare priorità alla salvaguardia di quei siti archeologici che siano stati gravemente colpiti da eventi meteorologici avversi. Quindi si tratta di dare priorità, all'interno del Piano strategico grandi progetti beni culturali, finalmente, a tutti questi siti che, per esempio, siano stati danneggiati da terremoti o ai beni monumentali oggetto di restauri conservativi o interventi analoghi che non siano stati mai ultimati e che magari abbiano prodotto danni. Questa disposizione perché è particolarmente utile ? Perché, nel limite delle risorse disponibili, è rivolta ad interventi di consolidamento o conservativi che siano stati interrotti per questioni, per esempio, endoprocedimentali, che abbiano determinato danni di tipo strutturale per i quali occorrono rimedi improrogabili. Quindi, semplicemente si dà priorità a tutte quelle situazioni sospese che richiedono finanziamenti per avviare opere di messa in sicurezza o di salvaguardia e quindi di fruizione, semplicemente si definiscono tutte quelle situazioni ancora rimaste in sospeso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 86

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Presidente, mi scuso per la lentezza nell'esecuzione ma la giornata è lunga e ci ha visto discutere vari emendamenti. Per riprendere le parole della collega, abbiamo necessità di far approvare questo emendamento analogo, come gruppo della Lega, soprattutto per dare maggiore priorità ai siti archeologici colpiti da eventi meteorologici o terremoti. Infatti, in questi anni abbiamo visto siti archeologici danneggiati per eventi indipendenti dal cosiddetto fattore umano, perciò c’è necessità di dare ad essi maggiore attenzione e priorità, visto che i lavori in tanti siti sono fermi da vari anni e devono essere ripresi. Con opportune modifiche legislative, questo articolo 7 può sicuramente andare in aiuto.
  Ma, come abbiamo già detto in precedenza, le troppe deroghe che tratta questo decreto-legge potrebbero ulteriormente danneggiare il sistema lavorativo. La speranza è che questo articolo sul piano strategico possa – come è avvenuto con le grandi opere nel passato – essere di agevolazione, e questo emendamento è assolutamente propositivo per migliorare il testo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Benedetto. Ne ha facoltà.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire che probabilmente esprimere un voto favorevole a questo emendamento, e quindi dare la priorità di intervento a quei siti che sono stati colpiti da eventi meteorologici o terremoti, comunque dare la priorità a quei siti che hanno necessità di intervento immediato, probabilmente evita che poi si debba intervenire necessariamente in maniera emergenziale sui siti e sui beni archeologici. Pompei rappresenta un esempio che dovremmo tenere sempre presente, perché una volta che crolla un muro, una volta che crolla una domus o un mosaico, nessuno ce li restituisce. Quindi forse dare una priorità in questo senso a quei siti che hanno evidentemente, oggettivamente necessità di intervento per questioni meteorologiche o naturali, forse è una intuizione che è necessaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nesci 7.51 e Allasia 7.102, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastore, Giammanco, Martella, Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  421   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  257    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 7.103.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, questo emendamento è esclusivamente correttivo, perché, come dicevo, riteniamo questo articolo positivo rispetto a tutto il resto del decreto-legge, e avremmo piacere di poter fare in modo che esca il più corretto possibile, per evitare anche quelle storture che in passato sono avvenute, soprattutto sulle giacenze di cassa, e poterle utilizzare gli anni successivi. Questo è un emendamento, ripeto, correttivo, perciò riterremmo opportuno farlo approvare, modificando il testo in assoluta armonia e omogeneità del testo stesso.

Pag. 87

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 7.103, con parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, De Lorenzis, De Micheli, Grassi, Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  418   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  265    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Terzoni e Ciprini hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 7.12, con parere contrario di Commissioni e Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Pastorelli, Dell'Aringa, Valeria Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  403   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  268    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mura 7.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Ginoble, Paglia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  315   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no  261    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Cani ha segnalato che ha erroneamente votato contrario mentre avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Costantino 7.1, Abrignani 7.30 e Allasia 7.104, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  428   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  167    
    Hanno votato no  261    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 7.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 88

  Tartaglione, Di Lello, Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  433   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  270    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 7.63, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Ghizzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  427   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  267    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 7.60, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Micheli, Placido, Turco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  433   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  161    
    Hanno votato no  272    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ricordo che l'emendamento Abrignani 7.57 è inammissibile.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 7.53, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Antimo Cesaro, Carra, Dell'Aringa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  419   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no  275    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 7.64, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Marco Di Stefano, Segoni, Terzoni, De Micheli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  274    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 89

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simone Valente 7.59, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fedriga, Giammanco, Fanucci, Gadda, Carra, Rampi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  430   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no  271    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Luigi Gallo 7.101.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, in Commissione è stato inserito un intero comma, il 3-quater, che, in sostanza, organizza una commissione fra i vari Ministeri, nel Consiglio dei Ministri, che valuta i dossier di candidatura delle città a Capitale europea della cultura 2019 per realizzare il «programma Italia 2019». Con l'emendamento presentato dal MoVimento 5 Stelle si chiede di aprire i termini per presentare un progetto da parte delle città che non lo hanno fatto, avere almeno trenta giorni per presentare un progetto e aderire al «programma Italia 2019». Credo che i tempi li abbiamo e che, per una volta, possiamo agire non in emergenza e credo sia una misura che dovrebbe essere condivisa dall'intero Parlamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 7.101, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gandolfi. Chi non ha votato ? Boccia; chi altro ? Sembra che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  403   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  269    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Benamati 7.112 e Abrignani 7.113.
  Dato che non è stata sentita, chiedo al relatore se può rileggere la proposta di riformulazione formulata dalle Commissioni sugli identici emendamenti Benamati 7.112 e Abrignani 7.113.

  MARIA COSCIA, Relatore per la VII Commissione. Signor Presidente, la riformulazione introduce due parole. Dopo la parola: «anche» introdurre le parole: «attraverso apposita», continuando con le parole: «convenzione con l'ANCI».

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Benamati 7.112 e Abrignani 7.113 accettano la riformulazione proposta dalle Commissioni.
  Passiamo ai voti.Pag. 90
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Benamati 7.112 e Abrignani 7.113, nel testo riformulato con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, Portas. Chi altro non ha votato ? Tripiedi. Qualcun altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  416   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  412    
    Hanno votato no  4    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Santerini ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 8.101, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi altro non ha votato ? Terzoni. Qualcun altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  411   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  255    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Covello e Verini hanno segnalato di aver erroneamente votato a favore, mentre avrebbero voluto votare contro, il deputato D'Attorre ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 8.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, su questo articolo del provvedimento non abbiamo grossi dubbi. L'azione emendativa che stiamo facendo è sicuramente un'azione per cercare di migliorare il testo. Mi scuso per la mia incapacità a seguire più discorsi perché avevo la necessità di intervenire in occasione dell'esame dell'emendamento precedente, ma avendolo già votato – e l'Aula lo ha bocciato – si capisce già qual è la volontà dell'Aula e del Governo di cercare di migliorare questo testo. Chiedevamo esclusivamente che chi andava a fare qualcosa potesse non solo accompagnare ma potesse essere utile alla collettività in modo più ampio.
  Nello stesso tempo, su questo mio emendamento 8.102, non mi capacito delle motivazioni per cui viene bocciato dalle relatrici e successivamente dal Governo, perché non si chiede nulla di particolare, se non una maggiore attenzione e rispetto. Oggettivamente non ci sono aumenti di spesa; è solo ed esclusivamente una puntualizzazione, così come lo è l'emendamento precedente e così come lo sono gli emendamenti successivi riferiti a questo articolo.
  Perciò chiedo che venga messo in votazione come tutti gli altri.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 8.102, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 91

  Lavagno, Bossa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  412   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  257    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marzana 8.100.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, con questo emendamento noi vorremmo dare delle indicazioni più chiare in merito alla procedura selettiva attraverso cui dovrebbero essere assunti i professionisti dei beni culturali che si occuperanno degli interventi di conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Infatti, si riutilizzerà questa procedura selettiva fin quando non verranno stilati gli elenchi nazionali sulla base della nuova normativa sulle professioni culturali. Le indicazioni che diamo ricalcano fondamentalmente quelle che erano inserite nel testo del decreto originale, quindi ci è sembrato opportuno riportarle nel testo aggiornato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 8.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marco Di Stefano, Locatelli, Valeria Valente, Brugnerotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  415   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  259    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo agli identici emendamenti Vargiu 8.8 e Allasia 8.103.
  Ha chiesto di parlare il deputato Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Signor Presidente, solo per dire che ritiro l'emendamento Vargiu 8.8, visto che i relatori hanno presentato un loro emendamento che assorbe di fatto quello che si chiedeva con questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, ritiriamo anche noi l'emendamento, 8.103, a mia prima firma, essendo assorbito dall'emendamento 8.200 delle Commissioni.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Palma, Marco Di Stefano, Locatelli, Rostan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  403   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  400    
    Hanno votato no  3    

  La Camera approva (Vedi votazioni).Pag. 92
  Ricordo che l'emendamento Allasia 8.21 è inammissibile.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 9.101, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Polidori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  416   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  263    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rampelli 9.11 e Prataviera 9.43, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Villarosa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  415   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  266    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 9.102, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marroni, Pastorelli, Lo Monte, Pastorino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  409   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   68    
    Hanno votato no  341    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 9.103, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  392   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  335    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 9.117, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini, Brandolin, Dell'Aringa, Di Battista, Galperti, Prodani...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 93
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  395   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no  341    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 9.104.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, non capiamo le motivazioni per cui è stata rigettata dall'Aula, e in precedenza dal Governo e dalle relatrici, la possibilità di ampliare la platea a cui è riferito l'articolo 9, sulla possibilità di avere agevolazioni. Non ci capacitiamo delle motivazioni perché nell'articolo 9 si settorizza così agli alberghi rispetto ad altri esercizi ricettivi, come indicati negli emendamenti precedenti, che potevano essere il sistema balneare, gli agriturismi, le imprese termali.
  Noi abbiamo proposto una serie di emendamenti proprio per una valutazione puntuale, caso per caso, per vedere le valutazioni oggettive di un sistema rispetto all'altro e sistematicamente sono stati cassati. Indubbiamente, l'Aula può essere disattenta, ma la valutazione è stata fatta a priori dalle relatrici con modalità ben precise, di cui non mi capacito, perché in alcuni casi le platee si sono ampliate in modo esagerato, senza aumentare i costi oggettivi, in questo contesto invece si è voluto settorizzare. Perciò noi continuiamo a mantenere la volontà di far approvare questo emendamento e il nostro rammarico è che gli altri siano stati bocciati dall'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 9.104, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Dallai, Milanato, Tripiedi, Romele, Di Battista, Dallai, Di Battista ancora non riesce a votare, Milanato... manca Dallai, che sta votando, adesso può votare, ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  417   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   67    
    Hanno votato no  350    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vignali 9.33, con il parere contrario delle Commissioni, e del Governo.

  PAOLO TANCREDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, aggiungo la firma a questo emendamento e lo ritiro.

  PRESIDENTE. No, lei, se aggiunge la firma in questo momento, la aggiunge semplicemente come appoggio, però non lo può ritirare aggiungendo la firma, a rigore...non so se Vignali...non è presente Vignali ? Allora decade, perché non è presente.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 9.105, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 9.105, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio)
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 94

  Lavagno, Palma.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  392   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  262    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Schirò Planeta 9.22.

  GEA SCHIRÒ. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GEA SCHIRÒ. Lo ritiro, Signor Presidente.
  Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Allasia 9.108.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 9.108, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albanella, Tripiedi, Chimienti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  421   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 9.106, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini, Artini.  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  404   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pinna 9.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  391   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 9.48, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Carra, Portas, Mariastella Bianchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  400   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 95

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rampelli 9.12 e Prataviera 9.39, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mucci, Nesci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  398   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 9.38, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini, Molteni, Marroni, Carfagna.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  419   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Allasia 9.107.
  Ha chiesto di parlare il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, volevo avere una precisazione su questo emendamento, perché bisogna capire bene di che cosa si sta parlando. Infatti parliamo di esercizi recettivi, di esercizi privati, cioè imprese private e non pubbliche e non mi capacito perché non deve essere approvato questo emendamento, dato che, se c’è libertà di impresa, ci deve essere la possibilità che un'impresa abbia maggiori agevolazioni e possibilità di agire, nel rispetto delle leggi, a proprio uso e consumo per l'interesse dell'azienda stessa. Andare a creare questa situazione dell'articolo stesso, del comma stesso, sul comma 4 e non dare la possibilità che l'incentivo fiscale sia revocato, in una serie di precisazioni in cui si prevede che la penalità è estranea all'esercizio di impresa, è abbastanza singolare.
  Perciò ritengo che ci sia la necessità di un approfondimento ulteriore su questo emendamento, perché o diciamo che c’è libertà di impresa e la possibilità di essere un Paese libero, oppure, se si creano vincoli, lacci e lacciuoli, come è già successo in altri casi, si rischia che poi si ingessi il sistema e non ci sia la possibilità, l'incentivo non venga utilizzato e non ne venga propriamente beneficiata l'impresa stessa.
  Perciò bisogna essere chiari su ciò di cui si sta parlando: non è un'impresa pubblica, ma è privata, perciò come privato c’è la possibilità di utilizzare al meglio l'incentivo e sulla destinazione stessa ci deve essere chiarezza. Per questo chiedo la possibilità di un approfondimento su questo emendamento ed eventualmente un suo accantonamento per una valutazione successiva ed aspetto una risposta dalle relatrici.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, anche il mio gruppo su questo emendamento vorrebbe maggiori delucidazioni, perché per assurdo potrebbe pure sembrare pleonastico quello che c’è scritto. Però, a mio parere, nel momento stesso in cui si introduce un elemento nuovo, che è il credito di imposta finalizzato Pag. 96ad un certo aspetto, prevedere nella stessa norma che non si possano utilizzare determinati aspetti per casa propria o la casa di campagna, perché in quel caso ci sarebbe la revoca, mi sembra una cosa ovvia.
  Allora, vorrei capire da cosa nasce il parere contrario del Governo. Secondo me, invece, l'inserimento di una norma del genere serve a chiarire espressamente: «Cari amici» perché purtroppo abbiamo a che fare con una platea abbastanza ampia «non fate i furbi, perché questo deve essere su un progetto dedicato all'impresa e solo all'impresa». Dobbiamo sì semplificare la vita all'impresa, ma dobbiamo anche far sì che i soldi pubblici vadano per le finalità corrette per cui è previsto questo decreto.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMMA PETITTI, Relatore per la X Commissione. Signor Presidente, parliamo di servizi digitali e non di beni e quindi, per un approfondimento, facciamo un accantonamento di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Quindi, è accantonato. Passiamo all'emendamento Schirò 10.150.
  Ha chiesto di parlare la deputata Schirò. Ne ha facoltà.

  GEA SCHIRÒ. Signor Presidente, posso ritirare, oltre a questo emendamento, anche quelli riferiti ad articoli successivi o si deve fare ogni volta ?

  PRESIDENTE. Li può ritirare tutti.

  GEA SCHIRÒ. No, non tutti.

  PRESIDENTE. Tutti quelli che vuole, ovviamente.

  GEA SCHIRÒ. Grazie: ritiro il mio emendamento 10.150, cioè questo, ed i miei emendamenti 11.15, 12.43 e 15.4.
  Rimane in vita l'emendamento Schirò 16.16.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rampelli 10.87. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 10.87, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Ascani, Baruffi, Lombardi, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  387   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  133    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Abrignani 10.19 e Rampelli 10.46, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lombardi, Gadda, Sandra Savino, Ruocco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  403   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  145    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 97

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 10.86, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Lavagno, Dell'Aringa, Stumpo, Vignaroli, Marti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  388   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 10.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di gruppi parlamentari.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Massimiliano Fedriga ha reso noto che l'assemblea del gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie ha proceduto in pari data alla sua elezione a presidente del gruppo in sostituzione del deputato Giancarlo Giorgetti, dimissionario.
  Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Misto, con lettera pervenuta in data odierna, ha reso noto che la deputata Titti Di Salvo è stata nominata vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente politica Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,30).

  ANDREA DE MARIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA DE MARIA. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po’ di silenzio. Il deputato De Maria dovrebbe intervenire. Prego, deputato De Maria.

  ANDREA DE MARIA. Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire per ricordare in Aula un caro amico che è scomparso oggi. Si tratta di Lino Michelini, conosciuto da tutti come William, comandante partigiano, presidente dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia di Bologna, un grande uomo e una grande personalità che credo sia doveroso ricordare qui oggi nel giorno della sua scomparsa. William Michelini è stato fra i primi a unirsi alla VII brigata GAP «Garibaldi» a Bologna, diventandone poi ufficiale.
  Ed è stato protagonista di tante importanti azioni partigiane, in particolare di due che hanno fatto la storia del movimento partigiano bolognese in tutto il Paese: la liberazione il 9 agosto del 1944 di 240 detenuti dal carcere di San Giovanni in Monte e poi il 7 novembre 1944, quando fu protagonista di uno dei più eroici episodi della Resistenza bolognese, la battaglia di Porta Lame, dove fu commissario politico della base di via del Macello e poi sostituì il comandante Bruno «Aldo» Gualandi quando rimase ferito.
  Fu riconosciuto, dopo la liberazione, partigiano con il grado di capitano e gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare. Nel dopoguerra è stato sempre impegnato politicamente nelle file del Partito Comunista Italiano a cui si iscrisse fin dal 1942 e poi la sua grande casa, il suo grande luogo di impegno è Pag. 98stata l'Associazione nazionale partigiani d'Italia dove ha svolto importantissimi incarichi a Bologna e a livello nazionale sempre con grande impegno e con grande passione. Io ho avuto l'onore di conoscere bene William Michelini che è stato un amico e un compagno di tante lotte, di tante battaglie, un uomo di grande serietà, di grande onestà, di grande rigore e di grande passione civile...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  ANDREA DE MARIA. ... che si era davvero guadagnato il rispetto e una grande statura morale in tutta la comunità bolognese. Una delle espressioni, degli uomini migliori di quella straordinaria generazione della Resistenza che ha regalato libertà e democrazia a tutti gli italiani, anche a quelli che stavano dall'altra parte. Credo che sia battendosi per questi valori che renderemo nel modo migliore omaggio alla sua memoria come William avrebbe voluto.

  GIUSEPPE LAURICELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE LAURICELLA. Signor Presidente, mi trovo ancora ad intervenire per portare a conoscenza della Camera un altro evento che si aggiunge alla grave situazione dovuta al furto di rame di cui ho già riferito in un precedente intervento in questa sede che rischia di determinare un ulteriore danno all'economia di quella zona della Sicilia. Mi riferisco al crollo del viadotto «Petrulla» sulla strada statale 626 tra Licata e Ravanusa, in provincia di Agrigento, con una tragedia sfiorata.
  La procura della Repubblica di Agrigento ha già avviato un'inchiesta, ma ciò che vorremmo capire è con quali interventi e in quali tempi si pensa di ripristinare la struttura e la viabilità. Ieri, dopo le sollecitazioni che abbiamo avanzato da quest'Aula, si è svolto un vertice presso la prefettura di Agrigento alla presenza del Ministro Alfano. Sarebbe stata utile anche la presenza del Ministro Lupi atteso che i problemi riguardano la sicurezza e l'ordine pubblico ma anche la viabilità della strada statale 626.
  Faccio presente che, sul piano dei furti di rame, siamo arrivati ai conflitti a fuoco con un ferito di una guardia giurata. Sul piano del crollo del viadotto occorrerà qualche giorno ma un intervento immediato sarà necessario per ripristinare anche con strutture provvisorie una viabilità indispensabile in quelle zone. La strada statale 626 è un'arteria vitale per l'economia di quelle zone perché consente di unire territori che altrimenti rimarrebbero nei fatti isolati se non separati, con un grave danno per le aziende e le attività del territorio e della zona industriale che, attraverso quella strada, riescono a far sopravvivere il commercio e il minimo di occupazione. Peraltro, oltre alle aziende agricole, anche il turismo ne risentirebbe soprattutto dal punto di vista delle strutture alberghiere o balneari di Licata nel pieno della stagione estiva. Non vi è dubbio che si tratta di un'emergenza che si somma all'altra del furto di rame ...

  PRESIDENTE. Deputato Lauricella, deve concludere, ha esaurito il tempo.

  GIUSEPPE LAURICELLA. Un attimo solo, signor Presidente, è un problema grave, una condizione non più tollerabile che mette in pericolo persino la vita di chi lavora, di chi produce e di chi fa ogni sacrificio, insicurezza delle strade che devono essere manutenute ma insicurezza del territorio che va controllato anche con estremi rimedi. Quindi, è un appello questo che io rivolgo per la presenza dello Stato e anche danno su danno insomma...

  PRESIDENTE. Collega Lauricella, la ringrazio.

  SILVIA CHIMIENTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, questa mattina ho ricevuto la telefonata di Pag. 99un lavoratore di Eutelia, non è la prima volta, ma in questa chiamata è emersa tutta la disperazione di lavoratori appesi ad un filo, che vivono le loro giornate nell'incertezza più totale, prima illusi da dichiarazioni rassicuranti del Ministero del lavoro e, poi, nuovamente gettati nello sconforto dal silenzio del MEF.
  Ebbene sì, se da un lato, il Ministro Poletti e il sottosegretario Bellanova continuano a mostrarsi ottimisti e a parlare con certezza di un decreto ormai pronto per prorogare la cassa integrazione in deroga di quattro mesi, fino al 31 dicembre 2014, dall'altro lato, questo fantomatico testo risulta fermo al MEF, bloccato a prendere polvere sulla scrivania del Ministro Padoan. Cosa stiamo aspettando ? Cosa sta aspettando il Governo ? E, soprattutto, cosa dirà ai lavoratori che, da verbale, verranno nuovamente ricevuti il 23 e 24 luglio ? Questa incomunicabilità tra Ministeri è grottesca e, soprattutto, è irrispettosa, perché sta producendo i suoi effetti sulla pelle dei lavoratori.
  Il MoVimento 5 Stelle lancia, dunque, un appello al Ministro Padoan: licenzi immediatamente il decreto e dia un po’ di respiro alle migliaia di lavoratori e alle loro famiglie che attendono questa firma appesi alla speranza di sopravvivere ancora per qualche mese. Perché il tempo è davvero scaduto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CLAUDIA MANNINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, intervengo affinché venga in Aula con una notevole urgenza il Ministro Lupi, poiché ieri, in Sicilia, è caduto il terzo viadotto. Siamo al terzo ponte crollato in questa regione, che è già massacrata sotto tanti punti di vista. E questo viadotto in particolare – il viadotto «Petrulla» –, tra Ravanusa e Licata, sulla statale 626, è il terzo viadotto che crolla e, tra l'altro, questo ha anche coinvolto, purtroppo, due autovetture, e ci sono stati dei feriti.
  Chiediamo, quindi, al Ministro Lupi che venga in Aula a riferire, con un programma cronologico per le manutenzioni straordinarie delle infrastrutture siciliane: perché, come MoVimento 5 Stelle, siamo abbastanza stufi di sentire parlare di questione meridionale, di commercio meridionale, di collegamenti che in Meridione non funzionano, quando poi abbiamo crolli uno dopo l'altro, siamo al terzo nell'arco di due anni. E questo è a danno sia dei semplici collegamenti interni della regione, ma, soprattutto, è a danno anche dell'economia siciliana.
  Allora, poi, quando si afferma che le imprese al Sud non vogliono investire, il Governo si dovrebbe anche chiedere perché. Noi abbiamo votato già due DEF con impegni di spesa per le infrastrutture siciliane e non abbiamo visto nulla per quanto riguarda questi due viadotti che sono del tutto interrotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CELESTE COSTANTINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, intervengo per annunciare che presenteremo la seconda interpellanza per chiedere al Governo che fine hanno fatto i soldi che sono stati stanziati nel decreto-legge cosiddetto contro il femminicidio, chiedendo anche conto di come verranno erogati questi i soldi.
  Allo stato attuale, i centri antiviolenza ci denunciano il fatto che quest'anno saranno stanziati 3 mila euro a centro. È una vergogna ! Con quei soldi non si potranno pagare neanche le bollette. Allora, poiché questo è stato un Governo che ha sempre annunciato, invece, di essere a favore delle donne, visto che in quel decreto che, appunto, veniva chiamato contro il femminicidio – ma che, in realtà, conteneva provvedimenti che non avevano nulla a che fare con questo – l'unica parte positiva era il finanziamento ai centri, vorremmo sapere dal Governo che fine hanno fatto questi soldi e che cosa intendono fare.

Pag. 100

  FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, c’è un'interrogazione a risposta scritta la n. 4-02867, che ho presentato il 6 dicembre 2013 e per la quale ho fatto anche un sollecito il 23 dello stesso mese, quindi sono passati più di sei mesi e non ho avuto risposta. Chiedo, dunque, al Ministro dell'interno, chiedo a lei e alla Presidenza se è possibile fare questo sollecito, perché si tratta di una caserma dei carabinieri nel comune di Acquedolci, in provincia di Messina.
  In particolare, qui il problema è che li stanno praticamente buttando fuori perché non stanno pagando l'affitto. È stata fatta una proroga, che però scade ad agosto, quindi il problema sussiste, è reale. Giusto per evitare che i cittadini siciliani, i cittadini di Acquedolci possano pensare che lo Stato se ne frega – perché, di fatto, questo può sembrare – della loro città, sarebbe bello avere una risposta in tal senso. Non solo, c’è da sottolineare che ad Acquedolci – e concludo, Presidente – questa caserma è un presidio di legalità importantissimo per il territorio. Quindi, prego la Presidenza di sollecitare il Ministero dell'interno a tal proposito.

  ROBERTO CAPELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, io sollecito per l'ennesima volta un suo autorevole intervento perché possa avere risposta all'interrogazione n. 4-04413, che riguarda un fatto, una denuncia, era l'8 aprile del 2014, in cui sollecitavo il Ministro Lupi a fare un'opportuna verifica sulle azioni di programmata chiusura della Motorizzazione civile nel centro Sardegna. Purtroppo da allora le cose sono andate così come l'interrogazione presumeva e oggi siamo di fronte a una certa tensione sociale, in quanto non si sono avute risposte e l'ufficio della Motorizzazione civile di Nuoro, in particolare, è senza personale, quindi con una chiusura programmata settimanale a discapito di trasportatori e utenti.
  Faccio un esempio, Presidente: un autotrasportatore che ha un mezzo di medio quintalaggio passa da un costo medio di 320 euro, per provvedere alle pratiche necessarie per le autorizzazioni al trasporto, a circa 1.700 euro, per poter comunque ottenere l'autorizzazione presso altra Motorizzazione della Sardegna. Io chiedo un suo intervento deciso nei confronti del Ministro Lupi perché si possa avere quantomeno una risposta e poi discutere sulla programmazione del Ministero su queste chiusure, che, ahimè, per l'ennesima volta allontanano lo Stato dalla periferia.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, qualche giorno fa anche grazie allo scoop de Il Fatto Quotidiano e dell'ottimo giornalista Lillo – perché ci sono degli ottimi giornalisti in Italia – noi cittadini siamo venuti a conoscenza del fatto che l'ENI è iscritta nel registro degli indagati in un processo a Milano per corruzione internazionale. L'ENI non è nuova: patteggiò qualche anno fa oltre 350 milioni di euro presso le autorità statunitensi per via, appunto, dello scandalo corruzione in Nigeria, il caso Bonny Island.
  Pochissimi giornali hanno parlato delle nuove indagini rispetto all'ENI: ne ha parlato Il Fatto quotidiano, ne ha parlato stranamente Il Sole 24 Ore, nonostante appartenga a Confindustria, e ne ha parlato pochissimo Il Corriere della Sera. Non Pag. 101ne ha parlato la Repubblica, non ne ha parlato La Stampa, non ne ha parlato Il Giornale, non ne ha parlato Libero, e noi cittadini vogliamo essere tutelati. Fare il giornalista significa chiaramente avere dei diritti, ma anche dei doveri nei confronti della collettività.
  L'ENI era una grande azienda: era un'azienda resa celebre da Mattei, il quale poi, secondo il testimone di giustizia Buscetta, fu ucciso da Cosa Nostra, e il giornalista Mauro De Mauro, che aveva scoperto anche delle ragioni per le quali era stato ucciso Enrico Mattei, venne sequestrato – pensate, e questo L'Aula lo deve sapere – da un tale Mimmo Teresi, che partecipò all'incontro nel 1974 con Berlusconi sotto l'intermediazione criminale di Dell'Utri, per sancire il patto tra Cosa Nostra e l'ex Cavaliere, ed oggi il Partito Democratico ci fa le riforme costituzionali con questa gente.
  Questo è il quadro, questa è l'ENI oggi. Il Ministro Padoan dovrebbe venire qui a riferire, per sapere se è a conoscenza del fatto che, oltretutto, una partecipata, che si vuole finire di svendere all'estero e privatizzare, è coinvolta in casi di corruzione internazionale, e tutti gli organi di stampa dovrebbero fare il loro dovere e pubblicare notizie.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Il dramma, Presidente – e concludo –, è che l'AGI appartiene all'ENI, e l'ENI negli ultimi anni, anche attraverso una società che si chiama Visibilia, attraverso l'intermediazione di Bisignani (Visibilia appartiene alla deputata Santanchè), ha permesso, ha pagato spazi pubblicitari a Libero e Il Giornale, e negli ultimi anni ha pagato 64 milioni di euro in pubblicità. E questo è il dramma: giornali che non parlano di questi scandali perché prendono quattrini dall'ENI, nonostante l'ENI sia coinvolta in episodi di corruzione internazionale. Queste sono delle cose che il Parlamento italiano deve conoscere, e tutti i deputati di buona volontà ne devono tener conto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Signor Presidente, poche ore fa abbiamo appreso che, a seguito della condanna per falso ideologico del presidente della regione Emilia-Romagna Vasco Errani, condannato in appello nell'ambito del processo sulla presunta truffa del finanziamento da 1 milione di euro alla coop agricola Terremerse, presieduta nel 2006 del fratello Giovanni, lo stesso presidente Errani ha rassegnato le sue dimissioni.
  A Bologna, quattro anni fa, quindi meno di una legislatura, ci furono le dimissioni del sindaco Del Bono, in seguito al rinvio a giudizio chiesto per quello che, all'epoca, fu chiamato il caso Cracchi. Del Bono, come oggi Errani, hanno avuto il buonsenso di dimettersi: e questo è un merito che gli va riconosciuto, considerando il normale comportamento delle istituzioni in casi come questo. Va anche riconosciuto però il merito del Partito Democratico dell'Emilia-Romagna, di aver espresso, nel giro di una legislatura, un presidente di regione e un sindaco che, entrambi, per la prima volta nella storia di Bologna e della regione, si sono dovuti dimettere in seguito a problemi con la giustizia. I bolognesi e gli emiliano-romagnoli ovviamente vi ringraziano.
  Di fronte a questa condanna, vogliamo sottolineare che non bastano le dimissioni del presidente della regione: Errani deve lasciare ogni incarico, incluso quello di commissario per la ricostruzione post-terremoto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ruolo delicatissimo che non può essere ricoperto da un condannato. Al tempo stesso, chiediamo le elezioni immediate per la regione Emilia-Romagna, perché gli emiliano-romagnoli meritano di meglio, come ribadito dal nostro consigliere regionale Andrea De Franceschi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 102

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 9 luglio 2014, alle 10:

  (ore 10 e ore 16)

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo (C. 2426-A).
  — Relatori: Coscia, per la VII Commissione; Petitti, per la X Commissione.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CAUSI e MISIANI: Modifica all'articolo 11-quaterdecies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, in materia di disciplina del prestito vitalizio ipotecario (C. 1752-A).
  — Relatore: Petrini.

  3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CANCELLERI ed altri: Soppressione della società Equitalia Spa e trasferimento delle funzioni in materia di riscossione all'Agenzia delle entrate, nonché determinazione del limite massimo degli oneri a carico dei contribuenti nei procedimenti di riscossione (C. 2299-A).
  — Relatori: Pelillo, per la maggioranza; Cancelleri, di minoranza.

  4. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   FIORIO ed altri; RUSSO e FAENZI; FRANCO BORDO e PALAZZOTTO; ZACCAGNINI ed altri; SCHULLIAN ed altri: Disposizioni in materia di agricoltura sociale (C. 303-760-903-1019-1020-A).
  — Relatore: Covello.

  5. – Seguito della discussione delle mozioni Bergamini ed altri n. 1-00524, Fratoianni ed altri n. 1-00525, Fantinati ed altri n. 1-00526, Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-00527, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00528, Senaldi ed altri n. 1-00529 e Rampelli ed altri n. 1-00530 concernenti iniziative per la tutela del made in Italy.

  (ore 15)

  6. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 19,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2426-A - em. 1.1 435 435 218 88 347 72 Resp.
2 Nom. em. 1.2 436 355 81 178 46 309 70 Resp.
3 Nom. em. 1.3, 1.60 440 438 2 220 168 270 69 Resp.
4 Nom. em. 1.61 439 438 1 220 173 265 69 Resp.
5 Nom. em. 1.62 438 438 220 69 369 69 Resp.
6 Nom. em. 1.47, 1.63 442 420 22 211 73 347 69 Resp.
7 Nom. em. 1.32, 1.64 442 434 8 218 166 268 69 Resp.
8 Nom. em. 1.65 439 439 220 65 374 69 Resp.
9 Nom. em. 1.33 447 447 224 85 362 69 Resp.
10 Nom. em. 1.4 447 447 224 94 353 69 Resp.
11 Nom. em. 1.5 440 440 221 94 346 69 Resp.
12 Nom. em. 1.66 445 423 22 212 65 358 69 Resp.
13 Nom. em. 1.34 449 449 225 169 280 69 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.6 449 447 2 224 140 307 69 Resp.
15 Nom. em. 1.35 440 440 221 89 351 69 Resp.
16 Nom. em. 1.67 442 442 222 164 278 69 Resp.
17 Nom. em. 1.68 446 446 224 165 281 69 Resp.
18 Nom. em. 1.18 450 450 226 164 286 69 Resp.
19 Nom. em. 1.69 448 448 225 167 281 69 Resp.
20 Nom. em. 1.71 451 451 226 169 282 69 Resp.
21 Nom. em. 1.36, 1.72 450 449 1 225 151 298 69 Resp.
22 Nom. em. 1.53 454 417 37 209 58 359 69 Resp.
23 Nom. em. 1.10 449 446 3 224 140 306 69 Resp.
24 Nom. em. 1.13 451 451 226 137 314 69 Resp.
25 Nom. em. 1.11 451 451 226 134 317 69 Resp.
26 Nom. em. 1.12 454 454 228 132 322 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.14 450 450 226 135 315 69 Resp.
28 Nom. em. 1.9, 1.73 450 450 226 170 280 68 Resp.
29 Nom. articolo agg. 1.03 446 446 224 162 284 68 Resp.
30 Nom. em. 2.100, 2.101 442 376 66 189 49 327 67 Resp.
31 Nom. em. 2.17, 2.39 442 398 44 200 115 283 67 Resp.
32 Nom. em. 2.60 445 433 12 217 164 269 67 Resp.
33 Nom. em. 2.102, 2.103 445 424 21 213 88 336 67 Resp.
34 Nom. em. 2.120 439 411 28 206 137 274 67 Resp.
35 Nom. em. 2.35 431 382 49 192 115 267 67 Resp.
36 Nom. Ddl 2496 - quest. preg. nn. 1 e 2 417 412 5 207 102 310 73 Resp.
37 Nom. em. 2.61 428 417 11 209 156 261 70 Resp.
38 Nom. em. 2.55 441 438 3 220 160 278 70 Resp.
39 Nom. em. 2.18 439 436 3 219 129 307 70 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 2.38, 2.47 446 443 3 222 136 307 70 Resp.
41 Nom. em. 2.62, 2.63 440 427 13 214 170 257 70 Resp.
42 Nom. em. 2.104 444 442 2 222 152 290 70 Resp.
43 Nom. em. 2.22, 2.64 446 444 2 223 180 264 70 Resp.
44 Nom. em. 2.10 443 407 36 204 118 289 70 Resp.
45 Nom. em. 2.48 448 409 39 205 141 268 69 Resp.
46 Nom. em. 2.65 444 441 3 221 177 264 69 Resp.
47 Nom. em. 2.11 450 448 2 225 182 266 68 Resp.
48 Nom. em. 2.31 452 450 2 226 183 267 68 Resp.
49 Nom. em. 2.32 453 450 3 226 174 276 68 Resp.
50 Nom. em. 3.1 443 442 1 222 36 406 68 Resp.
51 Nom. em. 3.8 443 440 3 221 151 289 68 Resp.
52 Nom. em. 3.100 442 419 23 210 155 264 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.2 449 446 3 224 444 2 68 Appr.
54 Nom. em. 3.101 450 319 131 160 59 260 68 Resp.
55 Nom. em. 4.150 447 337 110 169 67 270 68 Resp.
56 Nom. em. 4.5 451 422 29 212 128 294 68 Resp.
57 Nom. em. 4.4 429 397 32 199 119 278 69 Resp.
58 Nom. em. 4.102 432 415 17 208 156 259 69 Resp.
59 Nom. em. 4.103 432 430 2 216 66 364 69 Resp.
60 Nom. em. 4.1 441 438 3 220 173 265 68 Resp.
61 Nom. em. 4.105 441 440 1 221 438 2 68 Appr.
62 Nom. em. 4.25 445 445 223 68 377 68 Resp.
63 Nom. em. 5.104 450 360 90 181 87 273 68 Resp.
64 Nom. em. 5.20 442 438 4 220 169 269 68 Resp.
65 Nom. em. 5.21, 5.105 444 441 3 221 172 269 68 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 5.46 455 433 22 217 151 282 68 Resp.
67 Nom. em. 5.41 456 437 19 219 163 274 68 Resp.
68 Nom. em. 5.38 457 456 1 229 180 276 68 Resp.
69 Nom. em. 5.106 459 458 1 230 175 283 68 Resp.
70 Nom. em. 5.15 459 438 21 220 155 283 68 Resp.
71 Nom. em. 5.10, 5.107 420 403 17 202 144 259 68 Resp.
72 Nom. em. 5.9 419 416 3 209 135 281 68 Resp.
73 Nom. em. 5.43 420 420 211 61 359 68 Resp.
74 Nom. em. 5.37 425 424 1 213 136 288 68 Resp.
75 Nom. em. 5.108 431 430 1 216 153 277 68 Resp.
76 Nom. em. 5.100 450 448 2 225 174 274 68 Resp.
77 Nom. em. 5.22 443 442 1 222 175 267 68 Resp.
78 Nom. em. 5.36 446 445 1 223 178 267 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 5.11, 5.39, 5.109 445 444 1 223 184 260 67 Resp.
80 Nom. em. 5.110 429 407 22 204 114 293 67 Resp.
81 Nom. em. 5.40, 5.103 427 425 2 213 88 337 67 Resp.
82 Nom. em. 5.4, 5.44 434 433 1 217 57 376 67 Resp.
83 Nom. em. 5.47 431 341 90 171 72 269 67 Resp.
84 Nom. em. 5.53 433 432 1 217 164 268 67 Resp.
85 Nom. em. 5.19 438 424 14 213 150 274 67 Resp.
86 Nom. em. 5.6, 5.45 443 443 222 62 381 67 Resp.
87 Nom. em. 5.3 429 427 2 214 147 280 67 Resp.
88 Nom. em. 5.111 430 428 2 215 137 291 67 Resp.
89 Nom. em. 5.2 434 433 1 217 80 353 67 Resp.
90 Nom. em. 5.8 428 427 1 214 72 355 67 Resp.
91 Nom. subem. 0.5.101.1 430 419 11 210 403 16 67 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 5.101 436 433 3 217 432 1 67 Appr.
93 Nom. em. 6.100 437 435 2 218 433 2 67 Appr.
94 Nom. articolo agg. 6.03 435 434 1 218 175 259 67 Resp.
95 Nom. em. 7.100 409 392 17 197 115 277 67 Resp.
96 Nom. em. 7.51, 7.102 423 421 2 211 164 257 68 Resp.
97 Nom. em. 7.103 419 418 1 210 153 265 68 Resp.
98 Nom. em. 7.12 419 403 16 202 135 268 68 Resp.
99 Nom. em. 7.8 418 315 103 158 54 261 68 Resp.
100 Nom. em. 7.1, 7.30, 7.104 430 428 2 215 167 261 68 Resp.
101 Nom. em. 7.11 434 433 1 217 163 270 68 Resp.
102 Nom. em. 7.63 428 427 1 214 160 267 68 Resp.
103 Nom. em. 7.60 434 433 1 217 161 272 68 Resp.
104 Nom. em. 7.53 440 419 21 210 144 275 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 7.64 438 437 1 219 163 274 67 Resp.
106 Nom. em. 7.59 431 430 1 216 159 271 67 Resp.
107 Nom. em. 7.101 421 403 18 202 134 269 67 Resp.
108 Nom. em. 7.112, 7.113 rif. 417 416 1 209 412 4 67 Appr.
109 Nom. em. 8.101 412 411 1 206 156 255 67 Resp.
110 Nom. em. 8.102 413 412 1 207 155 257 67 Resp.
111 Nom. em. 8.100 416 415 1 208 156 259 67 Resp.
112 Nom. em. 8.200 421 403 18 202 400 3 67 Appr.
113 Nom. em. 9.101 419 416 3 209 153 263 67 Resp.
114 Nom. em. 9.11, 9.43 417 415 2 208 149 266 67 Resp.
115 Nom. em. 9.102 417 409 8 205 68 341 67 Resp.
116 Nom. em. 9.103 413 392 21 197 57 335 67 Resp.
117 Nom. em. 9.117 417 395 22 198 54 341 67 Resp.
INDICE ELENCO N. 10 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 128)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. em. 9.104 419 417 2 209 67 350 67 Resp.
119 Nom. em. 9.105 414 392 22 197 130 262 67 Resp.
120 Nom. em. 9.108 423 421 2 211 133 288 67 Resp.
121 Nom. em. 9.106 424 404 20 203 135 269 67 Resp.
122 Nom. em. 9.100 412 391 21 196 132 259 67 Resp.
123 Nom. em. 9.48 421 400 21 201 110 290 67 Resp.
124 Nom. em. 9.12, 9.39 420 398 22 200 129 269 67 Resp.
125 Nom. em. 9.38 420 419 1 210 137 282 67 Resp.
126 Nom. em. 10.87 403 387 16 194 133 254 67 Resp.
127 Nom. em. 10.19, 10.46 407 403 4 202 145 258 67 Resp.
128 Nom. em. 10.86 409 388 21 195 132 256 67 Resp.