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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 242 di martedì 10 giugno 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9,30.

  CLAUDIA MANNINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 giugno 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Baretta, Bindi, Boccia, Capezzone, Carbone, D'Ambrosio, Damiano, Epifani, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Antonio Martino, Meta, Mogherini, Gianluca Pini, Schullian, Sereni e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Chiarimenti ed iniziative in ordine al negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sull'accordo di partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti, anche al fine di tutelare i prodotti made in Italy – n. 2-00482)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Zaccagnini n. 2-00482, concernente chiarimenti ed iniziative in ordine al negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sull'accordo di partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti, anche al fine di tutelare i prodotti made in Italy (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Chiedo all'onorevole Zaccagnini se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica, lo vedo pronto, ha quindici minuti di tempo.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, quello che stiamo discutendo oggi in quest'Aula è un'accordo economico noto sotto il nome di TTIP, Trattato trans-atlantico sul commercio e gli investimenti, in inglese Transatlantic Trade and Investment Partnership; è un proposto accordo di libero scambio tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti. Quello che mi ha spinto a presentare l'interpellanza sono alcuni punti sui quali vorrei dei chiarimenti dal Governo. La Commissione europea ha spiegato quest'accordo con testuali parole rinvenibili sul sito ufficiale: «Lo scopo in altre parole, sarebbe l'eliminazione dei dazi e di altre limitazioni al commercio di beni». Sempre la Commissione europea giustifica il mandato del negoziato in termini di «adeguamento alle sfide globali», puntando sul potenziamento dell'accesso al mercato, dell'adeguamento alle regole e delle norme in materia di commercio. Però la Commissione europea tralascia alcuni aspetti a mio avviso di prioritaria importanza. Perché quello che questo TTIP sembra essere, non è come la Commissione europea ci spiega «un adeguamento alle sfide globali», bensì la celebrazione della dottrina neoliberista, che alla sua base ha elementi come: la deregolamentazione, Pag. 2la finanziarizzazione e la globalizzazione che nel corso del tempo ha prodotto un crescendo di crisi, con il risultato ultimo della crescita smisurata delle disuguaglianze, dell'instabilità finanziaria e degli squilibri commerciali tra Paesi diversi.
  Nello specifico il TTIP non fa che aumentare queste storture tipiche dell'approccio neoliberista. Analizziamo: è prevista l'abolizione dei dazi sul commercio transatlantico, sui prodotti industriali ed agricoli, includendo, inoltre, nei negoziati per l'accordo, norme in materia di origine degli alimenti; è prevista altresì nell'accordo l'apertura ai mercati di appalti pubblici aprendo ai privati, senza alcuna restrizione, le norme relative alla sicurezza sugli alimenti, saranno carta straccia, poiché è prevista, sempre nell'accordo, l'eliminazione degli ostacoli oltre frontiera, quindi via libera a farmaci, a diserbanti, a prodotti attualmente vietati nel nostro Paese.
  Queste scelte non solo avranno serie ricadute economiche sulla nostra economia, basti pensare alle piccole e medie imprese che verranno schiacciate da colossi mondiali, aumentando le disparità e la crisi economica, ma anche sulla nostra salute, un Paese come l'America, gli Stati Uniti, che sposa gli Ogm, potrà, in base al TTIP, commercializzare Ogm in Italia.
  Il tentativo di globalizzare era già stato esplicitato con la direttiva Bolkestein e con la bocciatura dell’Anti-Counterfeiting Trade Agreement (meglio noto come ACTA), un accordo commerciale plurilaterale volto a dettare norme più efficaci per contrastare la contraffazione e la pirateria informatica, al fine di tutelare copyright, brevetti e altre forme di privativa su beni, servizi e attività legali alla rete.
  L'ACTA è stato siglato a Tokyo il 26 gennaio 2012 tra 22 dei 27 Stati membri dell'Unione europea tra cui l'Italia (non hanno firmato Cipro, Repubblica d'Estonia, Repubblica Slovacca, Germania e Paesi Bassi) e gli Stati che hanno adottato l'ACTA già nell'ottobre 2011: l'Australia, il Canada, il Giappone, la Repubblica di Corea, gli Stati uniti messicani, il Regno del Marocco, la Nuova Zelanda, la Repubblica di Singapore, la Svizzera e gli Stati Uniti d'America.
  Il Parlamento europeo è stato chiamato a ratificare l'accordo l'11 giugno 2012. La ratifica è stata respinta il 4 luglio 2012 con una votazione del Parlamento Europeo conclusasi con 478 voti contro, 39 a favore e 165 astenuti.
  Dopo la bocciatura, con il TTIP, si riaffronterà anche la questione dei diritti di proprietà intellettuale ed il quadro è terminato: la ricetta è globalizzare tutto.
  È emblematico che il giorno dopo l'elezione per il nuovo Parlamento europeo è stato arrestato in Svezia Peter Sunde, candidato con il partito pirata finlandese, il Paese in cui è nato. È stato il più votato nel suo partito che però non ce l'ha fatta ad ottenere un seggio a Strasburgo. E il giorno dopo, in un paesino vicino a Malmö, sono scattate per lui le manette, in circostanze ancora da chiarire. Pendeva sulla sua testa una condanna per fatti risalenti al 2006. Peter Sunde, infatti, assieme ad altri suoi coetanei, aveva fondato in Svezia «The Pirate Bay», il più grande sito mondiale per facilitare lo scambio di file peer-to-peer, usando il protocollo BitTorrent, un sito accusato di favorire la violazione del copyright da parte delle major dell'intrattenimento ma che in realtà è – perché è ancora attivo – un gigantesco data-base che mette in connessione gli utenti. Contro la sua condanna, Peter Sunde si è battuto attraverso vie legali, trovando sempre un muro davanti a sé, l'ultima sua richiesta di revisione del processo non è stata presa neanche in considerazione. Peter Sunde non ha mai smesso la sua attività di attivista digitale per i diritti degli utenti, continuando la battaglia per una cultura condivisa, libera da vincoli soffocanti. Porta la sua firma, infatti, il «Flatir», un avanzatissimo sistema di micropagamenti (che addirittura ora è al vaglio delle grandi compagnie, visto che garantisce un'assoluta sicurezza) e soprattutto «Hemlis», una piattaforma di micromessaggi assolutamente impermeabile a tutte le forme di controllo, che sta facendo tremare il monopolio Pag. 3di «WhatsApp». Ecco perché il suo arresto ha qualcosa molto di simbolico, sembra una vendetta delle lobby del copyright alla vigilia della discussione sul TTIP, l'accordo segreto fra Europa e Stati Uniti, che sul tema dei diritti d'autore sembra – a quel che si sa – copiato pari pari dal vecchio e abbandonato «Sopa» americano, che di fatto consegna ai privati la legislazione in materia di copyright.
  Il TTIP prevede, affinché il neoliberismo si adempia indisturbato, quattro garanzie fondamentali nel rapporto con lo Stato ospitante: protezione dalla discriminazione (trattamento della nazione più favorita e trattamento nazionale); protezione dall'espropriazione che non sia per uno scopo di politica pubblica e non equamente indennizzata; protezione dal trattamento discriminatorio e ingiusto; protezione nella possibilità di trasferire capitali.
  Inoltre il TTIP apporta una novità di notevole importanza: un sistema di risoluzione delle controversie che permette a un investitore di presentare direttamente un ricorso contro le autorità del Paese ospitante di fronte a un tribunale internazionale. Ripeto, si può presentare un ricorso direttamente alle autorità del Paese ospitante. Su questo punto vorrei delle chiare delucidazioni, perché a quanto sembra qui si tratta di mettere in gioco la sovranità decisionale legislativa ed attuativa di un Paese, in soldoni la Monsanto può presentare ricorso all’ Italia e continuare a commercializzare semine Ogm. Se così fosse stiamo qui in quest'Aula, nelle Commissioni, nel nostro lavoro parlamentare a fare cosa ? Ad aspettare che il TTIP sia completato ? Quel giorno saremo esautorati del nostro potere di ostacolare ciò che ideologicamente non reputiamo giusto, il Parlamento italiano è esautorato e lo Stato è soggetto a farsi fare ricorso ed a subire le norme di un qualsiasi Paese che, dotandosi di altre norme, infrange le nostre. Sostanzialmente le lobby potrebbero citare in giudizio gli Stati, scavalcando la giustizia a cui invece dovrebbero sottostare. Il tutto non solo è poco chiaro perché scarsamente pubblicizzato, ma essere informati, mi rendo conto che rientri nei nostri doveri di parlamentari e cittadini, ma anche a fronte di buona volontà, l'informazione è sempre parziale ed inesatta, perché ? Perché gli atti del TTIP sono secretati ? Per segreto commerciale ? Per piacere, sembra paradossale che un negoziato di tale portata, che rivoluzionerà tutto il sistema in cui viviamo, economico, ambientale, che agirà sui nostri usi e costumi e minerà il nostro diritto alla salute, abbia degli atti ad oggi secretati. Eppure è così. Scrive la Commissione europea che «il mandato del negoziato per un partenariato transatlantico su commercio e investimenti è un documento riservato». Può essere riservato un documento del genere ? La risposta è si, ma per levarsi dall'imbarazzo di contrattare sottobanco sul nostro futuro, cosa hanno fatto per tenerci buoni ? Hanno dichiarato il beneficio in termini economici del TTIP, si parla di un'implementazione di 120 miliardi di euro l'anno, chi lo dice ? Il Centre for Economic Policy Research di Londra, al quale l'Europa ha commissionato il rapporto sul negoziato in quanto reputato centro indipendente. Qui bisogna chiarirsi sul concetto di centro indipendente.
  Allo stato dell'arte dei fatti, il suddetto centro indipendente ha ottenuto finanziamenti dalla Banca d'Inghilterra, dalla Fondazione Rockefeller per i primi cinque anni di vita. Ma non solo, ci sono alcuni supporter degni di menzione – la Banca del Canada, la Banca di Israele, la BCE, Alpha Bank, Barclays, Citigroup, Credit Suisse, Intesa San Paolo, Gruppo Santander, JP Morgan – ma anche nel concetto di centro indipendente, ci può essere fra i supporter pure il MES, il Meccanismo europeo di stabilità. Tutte queste realtà sostengono il centro indipendente. Non siamo nel dubbio di un conflitto d'interesse, ma siamo nel pieno e conclamato conflitto d'interesse.
  Figura chiave del dossier del Cerp è un signore di nome Jospeh Francois, economista di Linz (Austria), che riveste proprio il ruolo di project leader, il quale vanta nel suo curriculum il fatto di aver già prestato Pag. 4il suo know how per l'International Trade Commission degli Stati Uniti, occupandosi degli accordi NAFTA, GATT e WTO: conflitto di interesse nel conflitto di interesse.
  Io credo che la dignità di questo Parlamento stia nel combattere contro la secretazione degli atti, nel riconoscere che il TTIP è ad uso e consumo di grandi lobby finanziarie, bancarie ed economiche e nell'opporsi a quello che rischia di essere il colpo di grazia ad un Paese già in crisi, piegato dalle regole europeiste, che passano dal fiscal compact, al Patto di stabilità al pareggio di bilancio. Le risorse economiche e sociali del nostro Paese vanno difese e tutelate, il diritto a sapere deve essere la prima mission di un Parlamento, il cui Governo ha appena chiesto, con la tornata elettorale europea il voto ai suoi cittadini.
  Personalmente, mi opporrò a questo negoziato. Segreti a parte, c’è abbastanza per intravedere il completo disastro: il TTIP viene spacciato come una delle più efficaci soluzioni possibili alla crisi economica, ma si risolverebbe nell'ennesimo taglio ai servizi pubblici per compensare le perdite della finanza e della speculazione. Anche le valutazioni d'impatto condotte dalla stessa Commissione dimostrano che, al massimo, il TTIP porterebbe a una crescita dello 0,05 per cento del PIL europeo, a fronte dell'ennesima ondata di liberalizzazione, ma – quello che è più grave – ad un azzeramento progressivo degli standard di qualità e di sicurezza dei nostri prodotti agricoli, alimentari, industriali, chimici, della sicurezza sul lavoro, dei diritti e quindi delle regole e garanzie che democraticamente nazioni e territori hanno conquistato, che vengono liquidati in queste trattative come semplici ostacoli al commercio di cui liberarsi.
  Perciò chiedo al Governo delucidazioni in merito alla materia esposta.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Carlo Calenda, ha facoltà di rispondere.

  CARLO CALENDA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Buongiorno Presidente, buongiorno onorevole, io – se mi consente – risponderò a braccio sulle questioni sollevate...

  PRESIDENTE. Per la miseria, siamo contenti, sottosegretario.

  CARLO CALENDA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. ...perché l'intervento aggiunge elementi rispetto all'interpellanza urgente formalmente depositata.
  Partiamo dai contenuti del TTIP. Il TTIP non discuterà di servizi finanziari e dunque la finanziarizzazione dell'economia in questo momento è un rischio che non è collegato al TTIP, ma forse è collegato ad altre situazioni, ma certamente non al TTIP e, per la verità, bisogna dire che una delle ragioni per cui non si discute di mercati finanziari è perché gli Stati Uniti ritengono la loro legislazione più restrittiva della nostra e dunque vorrebbero uno standard più elevato; è uno di quei casi in cui il raggiungimento di un accordo sugli standard gioverebbe alla restrizione della libertà d'azione dei mercati finanziari con gli Stati Uniti, però non se ne discute.
  Allo stesso modo, all'interno del TTIP ci sono delle precise red lines, quelle che vengono chiamate linee rosse. Andiamo per ordine: non c’è nessuna possibilità che nel TTIP – il Governo italiano si opporrebbe – venga lasciata libertà di ingresso indifferenziato agli OGM. Al contrario, quello che è chiaramente espresso come obiettivo negoziale è il riconoscimento delle indicazioni geografiche italiane, che oggi, come lei sa, non sono riconosciute dagli Stati Uniti e danno luogo al fenomeno del cosiddetto italian sounding, cioè alla possibilità per i produttori americani di registrate marchi che sono marchi molto simili o identici a quelle che sono le nostre tradizioni enogastronomiche più importanti.
  Sugli appalti pubblici: la discussione sugli appalti pubblici è una discussione che va nell'altro senso; non è permettere o consentire alle aziende americane di svolgere oggi o di, come si dice in gergo, Pag. 5«biddare», cioè di offrirsi per appalti pubblici in Europa, perché questo lo possono già fare; è per permettere alle aziende italiane ed europee di entrare nel mercato degli appalti americani, che invece è regolato da una serie di norme che restringono in particolare, sia a livello federale che a livello statale, l'accesso agli appalti pubblici alle aziende che operano negli Stati Uniti e producono negli Stati Uniti. Quindi è quello che noi definiamo l'interesse offensivo, non un interesse difensivo. Non stiamo aprendo un mercato, ma stiamo chiedendo agli altri, alle nostre controparti, di aprire un mercato.
  Per quanto riguarda la convergenza regolamentare, quello cui faceva riferimento con il problema degli standard, gli standard non sono gli standard sociali. In questo negoziato non è in discussione alcuno standard sociale. In questo negoziato sono in discussione gli standard di omologazione dei prodotti, cioè tutte quelle regole che, essendo diverse tra Stati Uniti e Europa, obbligano le imprese, e segnatamente le piccole e medie imprese cui lei fa riferimento, a fare complicatissime procedure di doppia certificazione, per esempio. È chiaro che questo per le grandi multinazionali non è un problema, no ? Perché le grandi multinazionali, a parte che possono delocalizzare per produrre, ma hanno una facilità di gestione di queste procedure. Per le piccole e medie imprese è straordinariamente più complesso. E questa è la ragione per cui nella parte regolamentare, che è la parte che ha maggiore impatto, il TTIP è disegnato per le piccole e medie imprese, così come nell'armonizzazione e nella semplificazione delle procedure doganali. E quando si parla di barriere fitosanitarie, ricordiamoci che oggi gli Stati Uniti hanno in piedi una serie di barriere fitosanitarie che impediscono ai nostri prodotti di entrare. Faccio un esempio: oggi abbiamo un problema gigantesco legato alla tolleranza zero degli Stati Uniti nei confronti della listeria, che è, come posso dire, un'impurità che è contenuta nei nostri prosciutti, che è fisiologica a un certo livello. Loro la considerano a livello zero e bloccano, stanno bloccando, per ispezione tutta la nostra esportazione di prosciutti.
  Ci sono questioni su cui è chiaro che il negoziato non può proporre o non potrà proporre una convergenza. Noi abbiamo una considerazione della qualità del cibo, della salute legata al cibo, che è diversa rispetto agli americani. Non credo che stia a me o a nessuno di noi giudicare se è meglio o peggio, ma certamente è diversa. E su questi punti gli stati membri si sono espressi con grande chiarezza nei confronti della Commissione. Ricordiamoci che questo accordo andrà approvato dagli stati membri e nessuno stato membro, meno che mai Italia e Francia, considereranno o potranno approvare un accordo che implica un'apertura agli OGM o anche un'apertura all’hormone beef, cui lei ha fatto riferimento in maniera indiretta.
  Meccanismo di protezione degli investimenti: lei ha raccontato cosa in questo meccanismo ci dovrebbe essere. Cosa dovrebbe esserci ? Dovrebbe esserci prima di tutto una premessa: noi abbiamo già in piedi accordi bilaterali di protezione degli investimenti. Cos’è che in più ci deve essere ? Ci devono essere alcuni principi di non discriminazione che consentano a chi investa in un Paese – che sia l'Europa o siano gli Stati Uniti – di non essere soggetti a discriminazione sulla base della nazionalità. Questo fa salva totalmente la libertà di un Parlamento, di un Governo, della politica nazionale, di esprimere i suoi indirizzi e vederli implementati. E quando si chiede che ci sia un indennizzo equo rispetto a un esproprio, io credo che si parli semplicemente di portare sul piano internazionale una norma che già oggi esiste sul piano locale, ma non si dice che l'esproprio è vietato per ragioni di pubblica utilità. Si dice: se l'esproprio è fatto per ragioni di pubblica utilità, perché è cambiata una politica, colui che ha investito deve essere equamente indennizzato.
  Si tratta a mio avviso di una norma di civiltà giuridica. Anche questa è una norma spesso più a protezione del nostro interesse rispetto agli interessi altrui. Ricordiamoci che l'Europa oggi è uno dei Pag. 6mercati più aperti del mondo. È uno dei mercati che meglio accoglie investitori e commercio. Il nostro interesse oggi è portare gli altri allo stesso livello di apertura, altrimenti le nostre produzioni continueranno ad essere penalizzate.
  Sul copyright appena un accenno: attenzione, perché il copyright non protegge il dominio delle multinazionali. Il copyright protegge quella che è la produzione culturale, e senza una protezione della produzione culturale il settore della cultura muore. Allora, la ragione per cui noi abbiamo escluso dalla negoziazione, attraverso il cosiddetto carve-out, il settore dell'audiovisivo, non è legata tanto alla questione di come proteggere l'opera culturale, ma alla questione che, non essendosi dotata l'Europa di una normativa nei servizi audiovisivi, in particolare quelli che sono cosiddetti «non lineari», cioè che hanno a che fare, per essere banali, con Internet, e dunque hanno un livello di maturità nel nostro mercato molto inferiore a quello degli Stati Uniti, abbiamo detto no, non si può discutere di regole di libero scambio finché non abbiamo deciso in Europa come regolare questo settore.
  Credo che sia stata un'iniziativa giusta e prudente. Poi, attenzione, perché prima o poi bisognerà discuterne, in quanto oggi la situazione è il Far West. Noi sappiamo che questi operatori possono operare e operano su scala globale, operano spesso nel nostro Paese pagando un livello di tassazione molto basso, operano generando situazioni, di fatto, di monopolio, e dunque questa è una situazione che va affrontata a livello europeo prima di discuterne con gli americani, ma andrà discussa con gli americani, perché ne potrà venire solo una maggiore regolamentazione rispetto alla situazione attuale.
  Un ultimo punto: la trasparenza del negoziato. Qui bisogna essere chiari. Un negoziato, se è trasparente al 100 per cento, non è un negoziato, in quanto la controparte, se gli atti sono completamente pubblici, è a conoscenza di tutte le mosse e di tutte le strategie negoziali che tu vuoi mettere in piedi per riuscire ad ottenere quello che ti serve, ed è la ragione per cui nessun negoziato è mai stato pubblico, né da un lato né dall'altro. Cosa ben diversa è la questione del mandato negoziale, perché nel mandato negoziale sono incluse quelle red lines, cioè quelle linee che la Commissione non può passare, in maniera molto chiara, e dunque è importante per informare i cittadini di qual è il limite in ordine al quale non si può neanche proporre una negoziazione, non dico un accordo.
  Su questo non abbiamo problemi – lo abbiamo ribadito – per quel che riguarda la pubblicazione del mandato negoziale. Il punto della questione è che una pubblicazione del mandato negoziale con gli Stati Uniti equivarrebbe a un precedente che imporrebbe la pubblicazione del mandato negoziale per tutti gli altri accordi di libero scambio, e questo ha un rischio in sé, perché nel mandato è già contenuto quello che tu non sei disponibile a dare, e dunque scopre la tua posizione negoziale.
  Ciò nondimeno, il Governo italiano ritornerà, nel semestre di Presidenza, sull'esigenza di rendere pubblico il mandato negoziale del TTIP. Concludo: l'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti è un accordo fondamentale per la piccola e media impresa. È un accordo disegnato per costruire tra due aree, che sono molto avanzate, un rapporto che vada oltre quello che è già molto forte, che si basi sulla semplificazione radicale dei meccanismi di trasferimento di beni e di investimenti; investimenti fisici, soprattutto, più che finanziari.
  Il TTIP, in questo senso, è un'area del mondo più avanzata, con standard più alti, che riesce a trovare una sua coesione. Il risultato di questo, se dovesse essere soddisfacente, porterebbe per naturalezza ad un innalzamento degli standard, soprattutto quelli di qualità e di sicurezza, in tutti i Paesi del mondo, perché, a quel punto, un produttore di una merce in Estremo Oriente avrebbe difficoltà a produrre un bene che non rispetta gli standard di un'area che rappresenta magna pars del PIL mondiale. Pag. 7
  Da questo punto di vista, l'accordo di libero scambio, quello con gli Stati Uniti, ed è la ragione per cui il Governo italiano lo ritiene fondamentale, non è un accordo al ribasso, ma è, al contrario, un accordo al rialzo, un accordo che può consentire una svolta nel modo in cui si è svolto fin qui il commercio globale, fatto spesso di aperture nelle aree mature, come in Europa, ma non di analoghe aperture ed analoghi standard nelle aree che erano in sviluppo.
  Segna da questo punto di vista un'inversione del modo di intendere la globalizzazione, che non è più la corsa al ribasso, ma è la corsa al rialzo, è l'Occidente che si riappropria delle leve della globalizzazione. Per questo io ritengo che sia molto importante il confronto con il Parlamento, sia molto importante dare il massimo livello di disclosure, di apertura, di trasparenza agli atti, che però non infici la possibilità di ottenere risultati. È un accordo che va visto a partire da un approccio che non sia ideologico, che non contenga elementi di preconcetto, perché dentro c’è una forza implicita per l'Occidente, che l'Occidente non sperimenta da tanti anni e che abbiamo assoluta necessità di recuperare.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zaccagnini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza per dieci minuti.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, ringrazio il Governo per il tentativo di chiarificare alcuni punti, anche se non mi ritengo del tutto soddisfatto delle chiarificazioni, in particolare non mi ritengo soddisfatto della questione prettamente politica: l'approccio qui non è esclusivamente ideologico, ma è anche ideologico di contrarietà al TTIP, ed è chiaro perché il TTIP è l'ideologia liberista che avanza, si trasforma e cambia pelle cercando appunto di innalzare questi standard di qualità per creare plusvalore da nuove forme di sfruttamento dei beni, delle risorse e dei bisogni delle persone. Certamente quella di invertire la globalizzazione è un'intenzione assolutamente condivisibile, quello che mi preoccupa, e ci preoccupa, è se questo avverrà e in che modo avverrà. Qui non si tratta di analizzare i benefici del TTIP, ma di rivedere totalmente il tutto, soprattutto la politica europeista figlia della stessa ideologia che sta alla base di questo negoziato che stiamo discutendo oggi in quest'Aula. L'austerità decisa dalla dottrina neoliberista che si è abbattuta non solo sull'Europa, ma su tutto il globo sta creando una tragedia umanitaria.
  Ora anch'io avevo un intervento dove andavo a spiegare in base alla risposta che ho ottenuto la posizione di sostanziale insoddisfazione, perché era abbastanza scontata la difesa praticamente a spada tratta del TTIP, ma anche io cercherò di andare un po’ a braccio proprio per cercare di non rimanere su un approccio pregiudiziale, aprioristicamente contrario. Quello che è necessario certamente porre in evidenza è in cosa si incarna, quali sono le forme e i meccanismi di questo neoliberismo, di queste nuove forme di capitalismo. Alcune cose le possiamo ritrovare certamente nel fatto che non c’è chiarezza nel Trattato. La motivazione è perché altrimenti non si riesce a trattare sostanzialmente, si ha una posizione di debolezza. Questo può essere vero fino a un certo punto, perché, a mio parere, devono essere innalzati gli standard qualitativi anche nelle modalità di contrattazione e questo lo si può fare soltanto dando più voce e partecipazione ai cittadini. Il mandato negoziale che ha la Commissione è un mandato non legittimato da una votazione democratica.
  Quindi, tanto più la Commissione, come istituzione tecnica sostanzialmente, o tecnocratica, dovrebbe aprire quanto meno i propri cassetti e dichiarare le proprie intenzioni. Mi riferisco anche a vari tipi di tecnologie. Che cosa vogliamo fare, ad esempio, della tecnologia sul shale gas, che gli Stati Uniti ci vogliono propinare ? Sappiamo che la Francia e la Bulgaria Pag. 8hanno già dichiarato bandita questa tecnologia nei loro Stati. Mentre nel Sulcis e nella zona del grossetano, dove è in corso una richiesta di autorizzazione per le perforazioni e le trivellazioni, abbiamo grossi problemi.
  Dopo il rapporto della Commissione ICHESE, per quanto riguarda le trivellazioni e le perforazioni, che poi hanno portato alla conseguenza di indurre sostanzialmente il terremoto emiliano, dopo queste considerazioni che sono all'attenzione del MISE e che il MISE sta valutando in maniera accurata, mi chiedo su che basi noi andiamo a trattare delle questioni, dei settori che sappiamo bene essere proprio l'apice, la punta dell’iceberg del capitalismo, che devastano i territori, devastano l'ambiente. In questo caso l'esempio che ho fatto, lo shale gas, la tecnologia del fracking devastano le comunità locali. Infatti, quando una comunità locale si ritrova con l'acqua inquinata poi c’è poco da coltivare.
  Ma, comunque, proseguendo nella mia insoddisfazione, denoto che il filo conduttore del Governo è proprio quello di porsi certamente come zona di standard qualitativi elevati nel globo, sul pianeta; quindi, di porsi un po’ sempre alla testa del processo di sviluppo economico mondiale. Questo è un approccio certamente poco redistributivo, poco orizzontale, molto finanziario-capitalistico. È come una megamacchina creata con lo scopo di massimizzare il valore estraibile sia dagli esseri umani sia dagli ecosistemi. La grave crisi, anche culturale e politica, che stiamo vivendo è la crisi di questa civiltà-mondo, dominata dal sistema finanziario.
  Nella risposta di oggi si dice che gli accordi finanziari sono in parte esclusi e che addirittura gli standard statunitensi siano più elevati: sembrano un po’ dei palliativi ad un sistema che è veramente farraginoso, quello della finanza internazionale. Non trovo nella risposta delucidazioni in merito a come si vuole procedere, ad esempio, in Europa; cioè seguendo gli standard qualitativi statunitensi ? È questa la via che vogliamo battere ? Ma, se poi analizziamo un po’ la bolla dei subprime, la bolla finanziaria che è arrivata nel 2008 dagli Stati Uniti, ci rendiamo conto che in realtà quello è un sistema marcio, che ci vuole portare giù e vuole affossare sostanzialmente anche il sistema economico europeo. Che negli Stati Uniti dopo il 2008 le regole siano state riviste, questo è un po’ poco, soprattutto è poco come sono state riviste: sono state attuate delle trasformazioni semplicemente affinché il sistema potesse poi perpetuarsi e continuare a speculare in maniera identica a quello che ha fatto prima.
  Il sistema finanziario, in particolare, è un ambiente criminogeno, che ha annientato l'economia reale, cannibalizzando il lavoro, distruggendo i diritti, destrutturando le democrazie.
  Ha causato uno dei più grandi fenomeni di irresponsabilità sociale delle istituzioni politiche ed economiche che si sia mai verificato nella storia. Sono stati i dirigenti di megaentità finanziarie di vario genere che hanno agito con la complicità diretta o indiretta dei traders, dei legali, dei consiglieri economici dei Capi di Governo o dei Capi di Stato, degli economisti e degli intellettuali.
  Vado a concludere, Presidente, proprio perché ci troviamo di fronte ad un accordo storico come quello del TTIP, che non ha ancora l'intenzione, dalle parole del Governo, di andare a trasformare realmente l'approccio neoliberista e di sfruttamento delle risorse, dei bisogni e dei diritti dei cittadini con un approccio più redistributivo delle risorse, un approccio che garantisca una qualità di vita più elevata, che dipende anche dagli standard, anche dalle normative.
  Il mio auspicio è che l'intenzione sia veramente quella di elevare gli standard e di non coprire altre trattative sottobanco e segretate con questo specchietto per le allodole.
  Comunque auguro buon lavoro al Governo e mi auguro appunto che il mandato sarà reso pubblico durante il semestre europeo.

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(Iniziative, anche in sede europea, sulle biotecnologie brevettabili, al fine di tutelare la salute dei cittadini e la biodiversità nell'agricoltura – n. 3-00415)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Zaccagnini n. 3-00415, concernente iniziative, anche in sede europea, sulle biotecnologie brevettabili, al fine di tutelare la salute dei cittadini e la biodiversità nell'agricoltura (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA OLIVERO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente e onorevoli deputati, l'interrogazione proposta dall'onorevole Zaccagnini riguarda le iniziative da intraprendere a tutela della biodiversità nella nostra agricoltura, la necessità di sensibilizzare le istituzioni europee sulla salvaguardia e tutela delle sementi, nonché l'opportunità di finanziare e promuovere una rete di scambio semi tra gli agricoltori.
  Al riguardo ricordo che le invenzioni biotecnologiche sono protette, a livello europeo, con il sistema del brevetto per invenzione, i cui criteri e requisiti sono regolamentati dalla direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 44 del 1998 (concernente la protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche), cui si affiancano le disposizioni contenute nel regolamento di esecuzione della Convenzione sul brevetto europeo.
  Le norme della direttiva n. 44 citata, dapprima recepite con decreto-legge n. 3 del 2006, convertito in legge n. 78 del 2006, sono recentemente confluite nella sezione IV-bis (Invenzioni biotecnologiche) del Codice di proprietà industriale (decreto legislativo n. 30 del 2005, modificato e revisionato con decreto legislativo n. 131 del 2010).
  Detto Codice, seppur consenta di brevettare (alle condizioni appunto sopra previste) «un materiale biologico, isolato dal suo ambiente naturale o prodotto tramite un procedimento tecnico, anche se preesistente allo stato naturale» (articolo 81-quater, comma 1), dispone espressamente, all'articolo 43, comma 4, lettera b), che non possono costituire oggetto di brevetto «le varietà vegetali e le razze animali ed i procedimenti essenzialmente biologici di produzione di animali o vegetali, comprese le nuove varietà vegetali» (ove, per «procedimenti essenzialmente biologici», si intendono tutti quei procedimenti che consistono integralmente in fenomeni naturali, quali l'incrocio e la selezione).
  Pertanto, le nuove varietà vegetali, indipendentemente dal sistema di ottenimento, sono tutelabili nel sistema nazionale esclusivamente da una privativa, un titolo di protezione sui generis, differente dal brevetto per invenzione.
  I diritti che vengono conferiti al costitutore con la privativa per novità vegetale (cioè il diritto del costitutore) consistono nella facoltà di effettuare, sulla varietà protetta, tutte le azioni relative alla produzione, riproduzione, messa in vendita, esportazione ed importazione sul territorio nazionale.
  Tale diritto si estende anche al prodotto della raccolta, ivi comprese piante intere o parti di esse, solo nei casi in cui il costitutore non abbia potuto esercitare il proprio diritto in relazione al materiale di riproduzione o moltiplicazione. Analogo diritto, esteso a tutto il territorio dell'Unione europea, può essere conseguito attraverso la privativa comunitaria per ritrovati vegetali, istituita con il regolamento del Consiglio n. 2100 del 1994, riconosciuta come unica forma di proprietà industriale comunitaria. Il diritto del costitutore, tuttavia, presenta talune limitazioni in quanto non si estende agli atti effettuati privatamente e per scopi non commerciali, a quelli sperimentali, così come agli atti finalizzati alla costituzione o sviluppo di nuove varietà. Altri contenimenti, poi, sono connessi a problemi di pubblica moralità, ordine pubblico e pubblica sicurezza.
  Peraltro, occorre ricordare che il predetto regolamento n. 2100 del 1994, senza Pag. 10alcuna autorizzazione da parte del titolare della privativa, consente agli agricoltori che abbiano piantato il materiale di riproduzione o moltiplicazione di una varietà protetta, appartenente a determinate specie di foraggere, cereali, patate, piante da olio e da fibra, di riutilizzare il prodotto della raccolta a fini di semina all'interno della propria azienda. In ogni caso, gli agricoltori sono tenuti a pagare un'equa remunerazione al titolare del diritto, ad esclusione dei cosiddetti piccoli agricoltori, definiti, sempre dal regolamento n. 2100 del 1994, come coloro che non coltivano cereali su una superficie maggiore di quella necessaria ad ottenere 92 tonnellate di prodotto.
  Le direttive europee n. 62 del 2008 e n. 145 del 2009, recepite a livello nazionale rispettivamente con i decreti legislativi n. 149 del 2009 e n. 267 del 2010, regolamentano, infine, le varietà da conservazione, quelle a limitata diffusione o minacciate di erosione genetica, introducendo deroghe riguardo alla relativa iscrizione nei registri nazionali e commercializzazione. Nello specifico, le sementi di tali varietà possono essere prodotte e commercializzate esclusivamente nella loro zona d'origine.
  Per quanto concerne la salvaguardia delle sementi e, più in generale, la valorizzazione del patrimonio genetico vegetale, evidenzio che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, in linea con gli obiettivi individuati a livello internazionale, nell'ambito della Convenzione sulla biodiversità e del Trattato internazionale sulle risorse genetiche vegetali per l'alimentazione e l'agricoltura, ha già realizzato linee di intervento finalizzate alla gestione e conservazione dell'agrobiodiversità. Ricordo, in particolare, da ultimo, l'elaborazione e l'adozione, in collaborazione con le regioni e le province autonome, di un Piano nazionale biodiversità di interesse agricolo, le cui azioni sono finalizzate alla preservazione e valorizzazione delle risorse genetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, sia in ambito locale, che nazionale. In attuazione del predetto Piano, con decreto ministeriale del 24 luglio 2012, sono state pertanto adottate le linee guida nazionali per la conservazione in situ, on farm ed ex situ, della biodiversità vegetale, animale e microbica di interesse agrario, uno strumento operativo volto alla realizzazione di piani e azioni finalizzati alla conservazione, alla salvaguardia e alla valorizzazione della biodiversità, anche in vista dell'entrata in vigore della nuova PAC 2014-2020.
  A tal riguardo, evidenzio che, nell'ambito della programmazione per lo sviluppo rurale 2014-2020, le regioni potranno definire interventi finalizzati alla tutela e al sostegno delle biodiversità, con finalità non soltanto conservative, ma anche produttive. Pertanto, in tale contesto, è ipotizzabile che la regione Puglia potrà intervenire per il rafforzamento delle attività della Banca del germoplasma di Bari. Infine, da informazioni in nostro possesso, faccio presente che il CNR ha siglato un accordo con il comune di Foggia, provincia e regione Puglia per la costituzione di un centro di ricerca sulla filiera del frumento duro e per supportare le attività del territorio nel settore agroalimentare.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zaccagnini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, mi trovo parzialmente soddisfatto, in quanto sono state enunciate varie iniziative già messe in opera ed altre in avvenire, ma in particolare io vorrei porre all'attenzione del Governo, nuovamente, la questione dell'Organizzazione europea dei brevetti, in quanto credo sia necessario che il Governo si ponga con fermezza in Europa a sostegno dei movimenti contadini e delle associazioni della società civile, che hanno protestato in occasione dell'incontro del consiglio di amministrazione dell'Organizzazione europea dei brevetti (EPO). Infatti, le rivendicazioni degli attivisti, che mi hanno spinto a presentare l'atto ispettivo al Governo in qualità di parlamentare, hanno lanciato un allarme chiaro: l'EPO sta diventando una zona franca per la democrazia.Pag. 11
  Questo perché, appunto, l'EPO ha ignorato le richieste delle istituzioni elettive, come il Parlamento europeo, concedendo brevetti sulla riproduzione di piante e animali prodotti mediante riproduzione convenzionale. Sono stati accordati, per esempio, brevetti all'azienda Syngenta su piante di pepe e alla Monsanto su piante di broccoli. Alla fine di agosto, sempre alla Monsanto, è stato accordato un brevetto sui pomodori sia geneticamente modificati che non modificati.
  Ora, la coalizione internazionale No Patents On Seeds, una delle anime più attive della protesta, ha contattato i membri del consiglio, sempre lo scorso autunno, con una lettera via mail, ottenendo la temporanea sospensione di alcune concessioni di brevetti. Tuttavia, l'obiettivo finale è quello di arrivare al divieto permanente ed esaustivo. Le organizzazioni che stanno dietro la campagna No Patents On Seeds sono particolarmente preoccupate per il numero crescente di brevetti su piante, semi e animali da fattoria, e il loro impatto sugli agricoltori, gli allevatori, l'innovazione e la biodiversità. Questi brevetti creano nuove dipendenze per agricoltori, allevatori produttori alimentari e consumatori. Questi brevetti devono essere considerati come appropriazione indebita di risorse di base in azienda agricola e abuso generale del diritto dei brevetti. È doveroso, pertanto, un urgente ripensamento del diritto europeo dei brevetti nel campo della biotecnologia e della riproduzione delle piante, per sostenere regole chiare che escludano dalla brevettabilità i procedimenti per l'allevamento, materiale genetico, piante, animali e gli alimenti da esso derivati.
  In Italia stiamo cercando di procedere in maniera opportuna per vietare la brevettabilità delle sementi, anche con una proposta di legge che abbiamo in discussione in Commissione riguardo alla biodiversità agraria, ma io credo che la vera partita sia, come al solito, in Europa, e i brevetti hanno dimostrato di bloccare l'innovazione, in quanto gli agricoltori non possono più usare liberamente per la riproduzione materiale genetico, piante o animali brevettati. I brevetti sono causa primaria dei monopoli, ossia della concentrazione che ha investito il mercato delle sementi, distrutto la competizione ed estromesso le piccole e medie imprese, incrementato i prezzi per gli agricoltori, ridotto la possibilità di scelta per i consumatori e danneggiato la biodiversità agricola. Nell'attuale quadro normativo riguardante la brevettabilità sono vistosamente assenti divieti chiari ed efficaci.
  Ora, fino a poco tempo fa le piante riprodotte senza uso di modifiche genetiche non erano brevettabili. In molti casi, inoltre, i nuovi brevetti coprono l'intera filiera di produzione alimentare o agricola. Persino poco dopo la sentenza sul caso giuridico del broccolo, che ha escluso i brevetti sui processi per la riproduzione convenzionale di piante e animali, l'EPO ha ripreso, nel gennaio 2011, a concedere brevetti su sementi, piante e alimenti ottenuti con la riproduzione convenzionale.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Per questo io mi dichiaro parzialmente soddisfatto per l'impegno del sottosegretario e per la sua posizione politica chiara, ma insoddisfatto per quanto riguarda la posizione sostanzialmente unitaria dell'Europa e la nostra posizione in Europa, perché sono necessarie, quanto prima, due cose – e mi avvio a concludere, Presidente – con la massima urgenza: una revisione della legge brevettuale europea riguardante le biotecnologie e la riproduzione delle piante, il fatto che l'EPO deve sottostare alle normative che vengono prodotte dalle istituzioni europee, e un sostegno per leggi molto chiare che escludano dalla brevettabilità le piante, gli animali e il materiale genetico per la riproduzione delle une e degli altri e del cibo che da tali processi derivano.

  PRESIDENTE. Onorevole Zaccagnini, concluda.

  ADRIANO ZACCAGNINI. È molto chiara la posizione delle associazioni degli agricoltori riguardo alla non brevettabilità della vita.

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(Iniziative di competenza volte a garantire l'effettivo utilizzo dei fondi stanziati dall'INAIL per la ricostruzione dell'Aquila – n. 3-00483)

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Massimo Cassano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Melilla n. 3-00483, concernente iniziative di competenza volte a garantire l'effettivo utilizzo dei fondi stanziati dall'INAIL per la ricostruzione dell'Aquila (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).

  MASSIMO CASSANO, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, mi sia consentito, prima di tutto, ripercorrere il quadro normativo di riferimento.
  Con la legge finanziaria del 2008 è stato imposto agli enti previdenziali di destinare, a partire dal 1o gennaio 2008, un importo massimo pari al 7 per cento dei fondi disponibili ad investimenti immobiliari realizzabili esclusivamente in forma indiretta.
  A seguito del terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, con il decreto-legge n. 39 del 2009, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 77 del 2009, sono stati imposti ulteriori vincoli all'acquisto di immobili da destinare a reddito, includendo, nell'ambito degli investimenti immobiliari degli enti previdenziali relativi al quadriennio 2009-2012, «gli interventi di ricostruzione e riparazione di immobili, a uso abitativo e non abitativo, localizzati nei territori dei comuni» colpiti dal sisma, da realizzare con il meccanismo della forma indiretta.
  L'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3820 del 2009 ha confermato l'inclusione degli interventi in Abruzzo tra le finalità di pubblico interesse che l'INAIL era tenuto a perseguire, destinandovi una quota delle risorse complessivamente disponibili.
  Successivamente, il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, ha riformulato le disposizioni riguardanti gli investimenti a reddito dell'Istituto disponendo che, fatti salvi gli investimenti a reddito da effettuare in via indiretta in Abruzzo ai sensi del decreto-legge n. 39 del 2009, le restanti risorse finanziarie dovevano essere destinate dagli enti previdenziali all'acquisto di immobili adibiti ad ufficio in locazione passiva alle amministrazioni pubbliche, secondo le indicazioni fornite dall'Agenzia del demanio. Per tale ragione, l'INAIL ha disposto di destinare, per il biennio 2009-2010, il 50 per cento delle risorse disponibili ad investimenti a reddito da realizzarsi in via indiretta per la ricostruzione in Abruzzo.
  L'Istituto, in considerazione della situazione di emergenza finanziaria in cui versava l'opera di ricostruzione nelle zone colpite dal sisma, aveva individuato strumenti già attivi – nel caso di specie fondi di investimento immobiliare – al fine di calibrare gli investimenti indiretti, nel territorio di interesse, con maggiore ponderatezza e in modo quanto più adeguato alle specifiche urgenze. Tuttavia l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, riscontrando un quesito avanzato dall'Istituto, ha evidenziato come, ai fini della scelta dei fondi immobiliari in cui investire, l'INAIL dovesse ricorrere ad una procedura ad evidenza pubblica, nel pieno rispetto delle disposizioni della parte II del codice dei contratti.
  Il comma 1 dell'articolo 16 del decreto-legge n. 216 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 14 del 2012, ha consentito agli enti previdenziali di proseguire, per l'anno 2012, gli investimenti in Abruzzo previsti dal citato decreto-legge n. 39 del 2009 anche in forma diretta, prevedendo altresì che gli investimenti dell'Istituto possano essere effettuati nel rispetto dei vincoli autorizzativi e sulla base di verifiche di compatibilità con i saldi strutturali di finanza pubblica, ai sensi dell'articolo 8, comma 15, del citato decreto-legge n. 78 del 2010, entro un tetto di spesa pluriennale definito con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro che Pag. 13rappresento. In particolare, il tetto di spesa pluriennale da destinare agli investimenti di ricostruzione post-sisma è stato individuato dal decreto interministeriale del 3 ottobre 2012.
  Inoltre, il successivo comma 2 ha stabilito che tali iniziative, da realizzare nell'ambito delle aree della ricostruzione del tessuto urbano, del settore sociale, del settore turistico ricettivo, del settore sanitario e del settore cultura, dovevano essere individuate con ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri, adottate su proposta del capo del Dipartimento della protezione civile, ai sensi dell'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225.
  L'applicazione di tale previsione normativa si è però scontrata con le modifiche legislative che nel frattempo erano state apportate al sistema nazionale di protezione civile, provocando incertezza rispetto alla competenza sull'emanazione dei provvedimenti di individuazione delle iniziative da attuare. In primo luogo, il decreto-legge n. 59 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 100 del 2012, ha novellato la legge n. 225 del 1992, prevedendo che le ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri dispongono esclusivamente in ordine alla organizzazione e all'effettuazione dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione interessata dall'evento calamitoso e comunque agli interventi volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o cose.
  In secondo luogo, il decreto-legge n. 83 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012, ha disposto la cessazione al 31 agosto 2012 dello stato di emergenza, dichiarato con decreto del 6 aprile 2009, a causa degli eventi sismici che hanno interessato la provincia de L'Aquila e degli altri comuni della regione Abruzzo il 6 aprile 2009. Conseguentemente, con ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile n. 20 del 20 settembre 2012, adottata ai sensi dell'articolo 5 comma 4-ter della legge 24 febbraio 1992, n. 225, è stato disciplinato il subentro delle amministrazioni competenti in via ordinaria al completamento degli interventi. Tale incertezza normativa ha di fatto sospeso l'attuazione degli interventi innanzi richiamati e ad oggi, sulla base degli elementi forniti dall'INAIL, per gli investimenti in Abruzzo, sulla base dei settori di intervento individuati, risultano ancora utilizzabili, per il periodo 2011-2012, risorse finanziarie pari a 1.057 milioni di euro.
  Tuttavia, vorrei far presente che, nel frattempo, l'Istituto è stato coinvolto, quale amministrazione finanziatrice, nel progetto previsto dal documento d'intesa siglato tra numerose amministrazioni il 18 aprile 2013 per la realizzazione del nuovo polo scolastico-culturale-sportivo de L'Aquila, che consentirebbe alla popolazione aquilana di fruire di servizi pubblici essenziali per lo sviluppo della comunità mediante la riqualificazione urbanistica e la messa a disposizione di edifici ed aree che attualmente ospitano uffici delle amministrazioni territoriali dei Ministeri dell'interno, della giustizia e della difesa. Al riguardo, l'INAIL ha fatto sapere di aver valutato positivamente la possibilità di investire nella suddetta iniziativa, alla quale verrà dato seguito nel momento in cui, definita la delineata problematica normativa relativa al soggetto competente in ordine all'emanazione dei provvedimenti di individuazione delle iniziative da attuare in Abruzzo, riceverà formale proposta per la realizzazione dell'investimento.
  Considerato, comunque, l'interesse per l'iniziativa, l'ente ha ritenuto di destinare, nell'ambito delle risorse stanziate nel piano triennale degli investimenti 2014-2016 come previsto dal più volte citato decreto-legge n. 78 del 2010, l'importo di 50 milioni di euro per l'esercizio 2014 alla realizzazione del polo scolastico-culturale-sportivo. Tale importo è stato ritenuto compatibile con i saldi strutturali di finanza pubblica dal decreto interministeriale dell'11 settembre 2013, emanato ai sensi dell'articolo 8, comma 15, del decreto-legge n. 78 del 2010.

  PRESIDENTE. L'onorevole Melilla ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la corposa risposta alla sua interrogazione.

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  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio il sottosegretario Cassano per la risposta dettagliata, ma vorrei dire, con molta serietà, che siamo in presenza di un vero e proprio scandalo. Io non so come definire questa vicenda.
  Il Presidente Renzi, giustamente, appena insediato a Capo del Governo, ha posto il problema di sbloccare tanti finanziamenti per opere pubbliche e per investimenti che potrebbero portare lavoro, oltre che migliorare naturalmente la qualità della vita delle popolazioni. Se ne sono elencati molti e noi dovremmo aggiungere questo grandissimo tema della ricostruzione de L'Aquila. Ora sappiamo che L'Aquila ha bisogno nei prossimi dieci anni, per essere ricostruita, a partire del centro storico, di una cifra che si aggira intorno ai dieci miliardi di euro.
  L'amministrazione comunale ha presentato richieste su progetti già cantierabili per un miliardo di euro l'anno per i prossimi dieci anni. Naturalmente l'INAIL è dentro questo processo. L'INAIL, come è noto, ha delle entrate superiori alle indennità che eroga per i suoi fini istituzionali. Questo surplus in parte deve essere destinato per investimenti di questo tipo, mentre il grosso ovviamente è destinato all'equilibrio dei conti pubblici.
  Bene, io sapevo che la cifra era anche superiore però adesso il sottosegretario mi dice che nel 2011 e 2013 noi abbiamo avuto disponibile senza spenderlo un miliardo e 57 milioni di euro. Io invito tutti ad andare a visitare L'Aquila. Questi fondi erano destinati ab origine a cinque obiettivi, essenzialmente però al centro storico, e poi anche a rimettere a posto le strutture sanitarie, alla creazione di un campus universitario e ad interventi mirati sui beni culturali nel tessuto urbano. Cioè, con questa massa critica si voleva intervenire in modo efficace sulla città, sul centro storico, evitando quella filosofia delle new town che hanno consumato territorio dal grandissimo valore ambientale e paesaggistico e non hanno assolutamente affrontato in maniera efficace il grande tema della ricostruzione de L'Aquila e degli altri 56 comuni del cratere sismico.
  Ora, mi si dice che nel 2014 e 2016 saranno utilizzati questi 50 milioni per il polo scolastico culturale e sportivo. Però stiamo parlando di un niente rispetto a questo «tesoretto» che è lì e che non viene utilizzato mentre potrebbe dare un impulso decisivo alla ricostruzione de L'Aquila e anche all'aumento della PIL nel nostro Paese, all'aumento dell'occupazione, perché il cantiere de L'Aquila attualmente è il più grande cantiere edile d'Italia, e quindi non investire questi soldi secondo me è veramente una cosa bizantina che non si riesce a capire, a comprendere.
  Io apprezzo molto le cose che ci dice Renzi sulla velocità che dobbiamo dare alla nostra iniziativa politica, ma ritengo anche amministrativa, quindi alla nostra azione di Governo. Quindi, io invito il Governo a far sì, riguardo al tema della ricostruzione, che questi fondi dell'INAIL che già ci sono – quindi non andiamo ad aggravare i problemi della finanza pubblica – siano al più presto utilizzati.

(Iniziative di competenza volte a tutelare le importanti scoperte archeologiche compiute durante i lavori relativi al terzo valico di Radimero, nel comune di Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria – n. 3-00757)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Paolo Nicolò Romano n. 3-00757, concernente iniziative di competenza volte a tutelare le importanti scoperte archeologiche compiute durante i lavori relativi al terzo valico di Radimero, nel comune di Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua, ha facoltà di rispondere.

  ILARIA CARLA ANNA BORLETTI DELL'ACQUA, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Signor Presidente, Pag. 15mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Romano chiede quali iniziative il Ministero intenda intraprendere per la salvaguardia di un'area archeologica interessata dai lavori del progetto della tratta di Alta velocità ferroviaria Milano-Genova Terzo valico dei Giovi, infrastrutture ferroviarie strategiche definite dalla Legge Obiettivo n. 443/01.
  Vorrei riferire a tale riguardo che una copia del progetto definitivo, con allegata relazione di valutazione del rischio archeologico delle opere previste, è stato trasmesso sin dal settembre del 2005 alla competente Soprintendenza archeologica del Piemonte. L'ufficio esprimeva allora, sotto il profilo archeologico, un parere favorevole con condizioni. In tale parere, ribadito nel 2012, la Soprintendenza archeologica confermava il rilevante interesse archeologico dell'intero territorio ricadente nel progetto in questione e richiedeva, con congruo anticipo rispetto all'avvio dei cantieri, verifiche e sondaggi archeologici preventivi da effettuare in tutti i siti identificati a rischio archeologico medio-alto sulla base della valutazione del rischio archeologico e localizzati in prossimità del tracciato ferroviario e delle opere connesse, nonché assistenza archeologica alle opere di scavo nelle aree identificate a basso rischio archeologico.
  Nel parere la Soprintendenza prescriveva altresì che i sondaggi archeologici preventivi e l'assistenza archeologica venissero condotti, sotto il proprio controllo scientifico, da operatori esterni dotati dei requisiti di qualificazione previsti dagli articoli 95 e 96 del decreto legislativo n. 163 del 2006, Codice dei contratti, e con modalità formalmente e previamente concordate. Il consorzio COCIV, nella sua qualità di general contractor, trasmetteva alla Soprintendenza, nel maggio del 2013, l'elenco degli operatori che sarebbero stati impegnati nei lavori di assistenza e scavo archeologico; tali operatori risultavano dotati dei requisiti di qualificazione previsti dalla normativa vigente in materia di archeologia preventiva. Nel luglio successivo il consorzio COCIV trasmetteva gli elaborati relativi al progetto esecutivo delle indagini archeologiche da effettuare nel cantiere, e nel successivo ottobre lo stesso consorzio trasmetteva la proposta dei sondaggi archeologici da effettuare e il relativo cronoprogramma dei lavori.
  Il programma di sondaggi, da effettuarsi, ribadisco, sotto il controllo scientifico della Soprintendenza, veniva approvato e le indagini archeologiche preventive presso il sito di Cascina Radimero potevano essere avviate dagli operatori nel gennaio del 2014. A febbraio il general contractor Consorzio COCIV comunicava alla Soprintendenza il rinvenimento di resti archeologici, allegando documentazione fotografica e posizionamento degli stessi. I funzionari della Soprintendenza procedevano così a periodici sopralluoghi nel cantiere allo scopo di verificare i rinvenimenti archeologici messi in luce, controllare la correttezza metodologica dell'andamento delle indagini archeologiche in corso e dare disposizioni per i nuovi interventi atti ad una più esauriente conoscenza delle giaciture archeologiche del sito.
  Le relazioni dei sopralluoghi, redatte dai funzionari incaricati, sono agli atti dell'ufficio. Le attività di scavo venivano concluse agli inizi di maggio e gli operatori redigevano una relazione di scavo. I risultati di tale attività hanno consentito di stabilire che i resti dell'antica città romana di Libarna (area archeologica demaniale in comune di Serravalle Scrivia, aperta alla pubblica fruizione) sono ubicati nella valle dello Scrivia e sono distanti circa 3 chilometri a nord del cantiere di Arquata Scrivia e sono sottoposti a vincoli di tutela archeologica secondo la normativa vigente (decreto ministeriale del 18 marzo 1924; decreto ministeriale del 20 maggio 1994 e decreto ministeriale del 17 giugno 2001). Nello specifico, i limiti della città romana sono stati identificati con sicurezza, dato che la posizione della porta urbica settentrionale è ampiamente nota nella letteratura archeologica e riportata nelle planimetrie ricostruttive del sito antico, mentre uno dei basamenti della porta meridionale è stato recentemente identificato in occasione Pag. 16di indagini di scavo sotto la direzione scientifica della competente Soprintendenza archeologica ed è ubicato a circa 2,5 chilometri a nord del cantiere in oggetto.
  Sulla base di quanto sopra esposto, la Soprintendenza ha potuto evidenziare che le indagini archeologiche nel cantiere di Cascina Radimero, condotte a termini di legge sotto la direzione tecnica e scientifica dell'ufficio scrivente stesso e secondo una corretta metodologia di scavo archeologico che assicuri la piena conoscenza delle evidenze archeologiche nel sito e secondo le normative di tutela vigenti, hanno evidenziato come i rinvenimenti archeologici messi in luce nell'area del cantiere siano da riferire non alla città romana di Libarna ma ad un piccolo insediamento rurale a carattere produttivo – di cui probabilmente in passato si sono localizzate alcune altre strutture nella vicina località Le Vaie di Arquata Scrivia –, come l'individuazione dei resti di una piccola fornace, di residui di pavimentazione, di fosse per l'estrazione dell'argilla e buche di palo sembra confermare, da inquadrare sulla base di una preliminare analisi dei materiali rinvenuti tra l'età romana imperiale e l'età tardo antica.
  Tali caratteristiche e lo stato di conservazione delle strutture rinvenute non rendono possibili ipotesi di valorizzazione di questo sito.

  PRESIDENTE. L'onorevole Paolo Nicolò Romano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  PAOLO NICOLÒ ROMANO. Signor Presidente, signora sottosegretario, non posso ritenermi soddisfatto della sua risposta perché il nostro patrimonio archeologico e storico-artistico, che rappresenta quanto di più prezioso e apprezzato c’è rimasto, versa nella stragrande maggioranza dei casi in una condizione di totale degrado, questo per mancanza di risorse adeguate per una loro piena tutela e valorizzazione.
  C’è sempre stato detto che questo è dovuto al fatto che il nostro patrimonio è talmente grande che è impossibile per lo Stato farsene pienamente carico e che quindi bisogna mettere in conto che la domanda di prevenzione e valorizzazione non potrà mai essere completamente soddisfatta. Invece, ogni giorno assistiamo increduli all'ennesimo scandalo di corruzione e sperpero di denaro pubblico, scoprendo al contrario che i soldi non solo ci sono, ma vengono utilizzati per costruire opere inutili i cui costi vengono artatamente quintuplicati per soddisfare la famelica rete corruttiva su cui si fonda il sistema degli appalti pubblici in Italia, di tutti gli appalti pubblici italiani, nessuno escluso.
  Il fatto che lo scandalo del MOSE sia di tali proporzioni è la dimostrazione di una degenerazione della corruzione nel nostro Paese, talmente estesa e profonda che ormai ha superato qualsiasi senso del limite e della misura. Tangentopoli sembra quasi opera di dilettanti al confronto di quanto sta emergendo in questi giorni: non ci si limita più a speculare sugli appalti pubblici, ma si creano e si inventano appalti pubblici per speculare.
  Quante opere inutili sono state approvate per mantenere questo sistema corruttivo ! Una di queste opere è certamente il Terzo valico dei Giovi, un'opera talmente inutile che gli stessi promotori nemmeno più nascondono le ragioni di questa operazione. Una carta di scambio per avere il via per la TAV dichiarò a Il Sole 24 ore l'11 maggio del 1991, Lorenzo Necci, l'allora commissario straordinario delle Ferrovie dello Stato, che aveva apertamente osteggiato il progetto della Milano-Genova, non considerandolo remunerativo in termini di flussi di traffico.
  Stessa posizione è stata assunta anche dai successori, come Mauro Moretti, che dal 2006, da quando assunse l'incarico ai vertici delle Ferrovie dello Stato, ha sempre rilasciato dichiarazioni sulla sua totale inutilità. Chiaramente il sistema corruttivo ha bisogno di quest'opera, perché l'alta velocità rappresenta il modo migliore per foraggiare con miliardi di euro il sistema dei partiti. Infatti, per i 54 chilometri del terzo valico il costo preventivato nel 1991 Pag. 17era di 3200 miliardi di lire, circa 1,6 miliardi di euro. A distanza di oltre vent'anni, il preventivo è lievitato a 6 miliardi e 200 milioni di euro, ossia 115 milioni di euro al chilometro, almeno tre volte in più rispetto ai costi medi francesi. Tutti soldi pubblici, perché degli oltre 6 miliardi di euro nemmeno un centesimo verrà coperto dai privati ai quali è stata affidata, senza alcuna gara di appalto, la progettazione, la realizzazione e la verifica dei lavori. E anche l'Europa non stanzierà un euro. Se consideriamo che i costi a preventivo aumentano in genere di due o tre volte a fine lavori, dobbiamo ipotizzare che quest'opera arriverà a costare sui 20 miliardi di euro, un colossale giro di soldi che servirà solo a depredare altro denaro pubblico. Prepariamoci, quindi, a un'altra inchiesta giudiziaria con altri politici e pezzi di Stato coinvolti nell'ennesimo scandalo annunciato. E poi dicono che non ci sono i soldi per la cultura.
  Lei tocca con mano ogni giorno la gravità della situazione del nostro patrimonio archeologico, storico ed artistico e per questo dovrebbe essere la prima ad opporsi ad opere come questa, che servono solo a distrarre ingenti quantità di denaro pubblico che, al contrario, potrebbero, anzi dovrebbero, essere investiti per la nostra vera ricchezza, il nostro patrimonio culturale. Purtroppo lei e il Ministro dei beni e delle attività culturali non vi opponete perché siete membri di partiti che sono parte integrante di questo sistema.
  Concludo nel dire che, in merito alle testimonianze archeologiche rinvenute nel sito nel cantiere del terzo valico di Radimero, queste devono essere adeguatamente tutelate. Considerando appunto le criticità che sono riscontrate nella mia interrogazione e anche l'alto livello di conflittualità sociale presente nel territorio, ritengo opportuno che lei e il Ministro dei beni e delle attività culturali vi attiviate affinché, oltre all'encomiabile lavoro della Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte e del Museo delle antichità egizie di Torino, vengano coinvolti anche i cittadini di Arquata Scrivia, che sono stati i primi a mobilitarsi e a dare notizia di questi ritrovamenti, in modo che siano coinvolti nell'opera di vigilanza e di tutela del sito.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendiamo ora la seduta, che riprenderà alle ore 11 con l'assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2344. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 10,50, è ripresa alle 11.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2344.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
  Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la II Commissione (Giustizia) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
  Ermini e Ferranti: «Introduzione dell'articolo 15-bis della legge 28 aprile 2014, n. 67, concernente norme transitorie per l'applicazione della disciplina della sospensione del procedimento penale nei confronti degli irreperibili» (2344).
  Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
  (Così rimane stabilito).

Pag. 18

  Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,20.

  La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,20.

Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa, lo comunico alle varie riunioni che si stanno svolgendo in Aula. Non so se qualcuno ha qualche comunicazione da fare.

  MICHELE BORDO, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Bordo, prego, ha visto come sono lungimirante. Ne ha facoltà.

  MICHELE BORDO, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, siccome è in corso ancora una verifica con la Commissione bilancio sulla copertura degli emendamenti che sono stati presentati questa mattina dal Governo e dai relatori sulle leggi europee all'ordine del giorno di oggi, io chiederei cortesemente una sospensione di 20 minuti in modo tale da riunire il Comitato dei nove e decidere come procedere.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io faccio appello alla Presidenza perché, come sappiamo, questa legge europea non è un fulmine a ciel sereno che arriva in quest'Aula, ma è da diverse settimane che doveva essere calendarizzata. È stata rinviata con accordi tra i vari gruppi e adesso, il giorno in cui viene in Aula, al momento dell'inizio dei lavori con votazioni, la maggioranza, le Commissioni e il Governo presentano degli emendamenti all'ultimo minuto su cui non si è stati in grado di fare una discussione, da parte ovviamente della maggioranza, perché noi su molti punti siamo contrari; tutto ciò sembra alquanto surreale. Se la maggioranza – lo ripeto – vuole fare un autostruzionismo, ne prendiamo atto, però chiedo anche alla Presidenza che venga garantito il normale lavoro di quest'Aula, perché altrimenti, se la maggioranza può fare quello che vuole indistintamente, in qualsiasi momento, senza neanche un minimo di buon senso, visti i tempi che ci sono stati per questa legge europea, ci mette alquanto a disagio. Ne prendiamo atto, ovviamente, prenderemo questi 20 minuti che ha chiesto il relatore e vedremo se saranno 20 minuti.

  DALILA NESCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, come al solito lavoriamo così, ovviamente. Queste leggi europee sono state rinviate di mese in mese, ora siamo al punto che il relatore chiede del tempo. Prendiamocelo questo tempo, andiamo un'altra volta al Comitato del nove dove è stato bocciato tutto l'intero fascicolo. Praticamente, il lavoro delle opposizioni in questo Parlamento è inutile grazie all'atteggiamento di questa maggioranza, che depotenzia tutti i lavori dell'opposizione non prendendo in considerazione alcun contributo dell'opposizione.
  Ci sembra scioccante che mesi fa ci era stato chiesto di essere responsabili, di evitare di bocciare le leggi europee dello scorso anno, perché era da troppi anni che non si facevano queste leggi. Noi abbiamo accettato responsabilmente, non abbiamo avuto alcun atteggiamento ostruzionistico, perché ci era stato detto che su queste leggi europee si sarebbe avuto sicuramente un dialogo, una concertazione reale sui temi e sui contenuti. Nemmeno questa volta ciò è avvenuto, questa volta che avevamo il sottosegretario Gozi, che era nostro collega nella XIV Commissione. Ancora una volta arrivano i soliti provvedimenti blindati, anche quelli importantissimi che ci presenteranno al semestre europeo di Presidenza.Pag. 19
  Quindi, prendiamoci questo tempo e vediamo se i relatori e il Governo cambiano idea rispetto ad alcuni emendamenti, agli emendamenti del MoVimento 5 Stelle, che erano pochi ma necessari, un contributo consapevole di buonsenso, quello che ci avete sempre chiesto.
  Allora si ritorni al Comitato dei nove a patto che ci sia un dialogo reale, perché se stiamo ritornando nel Comitato dei nove perché i relatori e il Governo non sono preparati su alcuni emendamenti, allora è inutile, perché noi staremmo qui semplicemente ad aspettare e a vedere. Dovete sapere che il Governo e il relatore hanno presentato in Commissione un fascicolo nuovo di emendamenti, quindi noi cosa abbiamo dovuto fare ? Abbiamo dovuto leggere, in pochissimo tempo, questi nuovi emendamenti. Questo è il solito modo di lavorare indecente che non è dignitoso per questo Parlamento e per queste istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Mi pare che, al di là delle considerazioni e delle critiche, non c’è un'opposizione da parte né della collega Nesci, né del collega Fedriga, quindi sospendo la seduta, che riprenderà alle 11.45.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 11,45.

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre (A.C. 1836-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1836-A: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre.
  Ricordo che nella seduta del 28 aprile 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella relativa al disegno di legge europea 2013-bis, e che il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione, e degli emendamenti presentati.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  In particolare, tale ultimo parere reca alcune condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che verranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Avverto che la Commissione questa mattina aveva presentato gli emendamenti 1.100, 1.101, 1.102, 7.200 e 8.200, che la Commissione stessa successivamente ha ritirato, ad eccezione dell'emendamento 7.200.
  Avverto altresì che, per un mero errore materiale, il testo del provvedimento reca, alla pagina 44, l'erroneo riferimento ai commi 3 e 4 dell'articolo 8, laddove tali commi devono intendersi correttamente numerati come 2 e 3.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, dei relativi Allegati A e B e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole Pag. 20sull'emendamento Catalano 1.2. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.50.

  PRESIDENTE. L'emendamento Borghesi 1.50 non è segnalato.

  PAOLO ALLI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Elvira Savino 1.72 ed 1.73. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Garavini 1.81. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.80.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catalano 1.2, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Causin, Turco, Maietta, Bueno, Antimo Cesaro, Capodicasa, Scanu, Bratti, Zardini, Cecconi, Gianluca Pini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  342   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  341    
    Hanno votato no   1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Elvira Savino 1.72, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli ? Artini ? Gentiloni Silveri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  384   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   45    
    Hanno votato no   339    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita a votare e il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Elvira Savino 1.73, con il parere contrario della Commissione, del Governo ed anche della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zardini ? Locatelli ? Cicu ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  384   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no   338    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavini 1.81, con il parere favorevole Pag. 21della Commissione e del Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vito ? Arlotti ? Gutgeld ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  285   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato  254    
    Hanno votato no    31    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.80, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, mi scusi, noi vorremmo avere un'assicurazione dal Governo in quanto adesso, se non erro, se non ho capito male, è passato un emendamento con il parere contrario della Commissione bilancio. Noi, quindi, o stiamo votando un provvedimento che non ha coperture, oppure evidentemente c’è stata una cattiva interpretazione della Commissione stessa. Credo, però, sia utile, per proseguire i lavori del provvedimento, avere rassicurazioni dal Governo e dal relatore in merito all'emendamento che è appena stato votato dalla maggioranza.

  PRESIDENTE. Non so se il relatore o il Governo vogliono rassicurare l'onorevole Fedriga. Non mi pare. Onorevole Fedriga e onorevole Gianluca Pini, quindi passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.80, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Garavini, Gribaudo, Sannicandro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  317   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no   270    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Pilozzi ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro e la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 1. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, mi perdoni, io capisco il totale disinteresse della maggioranza, ma un minimo di rispetto per l'Aula. Un gruppo di opposizione chiede chiarimenti su un voto contro il parere della Commissione bilancio e Governo, relatore, maggioranza, nessuno si alza a dare una spiegazione. Se questo è l'atteggiamento che bisogna prendere in quest'Aula dove c’è il totale disinteresse da parte del Governo e della maggioranza circa un rilievo che non è assolutamente ostruzionistico mi sembra, ma semplicemente di buonsenso, noi ne prendiamo le dovute conseguenze, in tutti i campi, perché è inaccettabile questo silenzio. Non si tratta, come ripeto, soltanto di rispetto verso la Lega Nord che fa questa considerazione, ma di rispetto verso i Pag. 22lavori di quest'Aula. E chiederei anche alla Presidenza che si faccia portavoce di questa richiesta perché sta anche alla Presidenza garantire il corretto lavoro di quest'Aula e corretto lavoro è anche avere dei chiarimenti su una norma che la Commissione ha detto che non è coperta.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, io comprendo perfettamente le sue ragioni. La Presidenza ha sollecitato, non è che può...

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, rispondo all'onorevole Fedriga. Con questa disposizione si intende conferire delega legislativa per il recepimento della direttiva 2014/42/UE, relativa al congelamento e alla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato. Congelamento e confisca dei beni strumentali e proventi da reato. Quindi, il Governo ritiene che ci siano le coperture e per questo ha dato parere favorevole. La direttiva va in scadenza il 4 ottobre 2016 e, quindi, avremo tutto il modo di lavorare nel dettaglio per il corretto recepimento.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, io apprezzo l'intervento, che capisco un po’ imbarazzato, del collega e amico Gozi. Noi non stiamo sollevando una questione di merito, tant’è che pure in opposizione alcuni di noi hanno votato addirittura a favore, altri si sono astenuti. Ma non si sono astenuti per il contenuto di questa direttiva da recepire che, come lei ha detto, poteva essere anche inserita nella prossima legge comunitaria, magari trovando comodamente un accordo con la Commissione bilancio senza fare questa figuraccia. Visto che sono stato, nella scorsa legislatura, due o tre volte relatore della vecchia legge comunitaria, ricordo che per una legge comunitaria che, proprio sul primo articolo, per un emendamento approvato che non aveva la copertura di bilancio, tornammo in Commissione. Tornammo in Commissione fra gli strepiti dell'opposizione, che in questo momento invece è maggioranza, che gridava in qualche modo allo scandalo. Riguardava all'epoca – me lo ricordo benissimo e se lo ricorda anche il collega Gozi perché era il relatore di minoranza – la famosa direttiva europea sul pagamento delle forniture della pubblica amministrazione nei confronti dei privati.
  Ora io non ritengo e non ricordo – magari sono smemorato – che sia cambiato il Regolamento, non ritengo che siano cambiate le norme che regolano in qualche modo le coperture e – al di là dell'azione meritoria della collega Garavini, che, ripeto, se ci fosse stata la copertura da parte della Commissione bilancio, noi avremmo sostenuto compattamente con un voto favorevole – noi continuiamo a chiedere quali effetti produce. Perché le prime cose che si insegnano nel momento in cui si ha l'onore di sedere all'interno di quest'Aula è che un provvedimento senza copertura non può arrivare in fondo. Quindi, se il Governo, magari, in un colpo di onestà ci viene a dire, magari ci racconta, che sistemeranno questo problema nel passaggio al Senato, stiamo un po’ più tranquilli, non ci prendiamo in giro e andiamo avanti, magari, nell'approvazione del disegno di legge comunitaria. Ma se questo non avviene, se questa svista o se questo inciampo, chiamiamolo così, non viene risolto, io onestamente non vedo come questo precedente, poi, possa essere, così, soppesato in maniera assolutamente leggera. È questo che noi continuiamo a dire, a meno che lei non sia in grado, grazie agli uffici, di tirare fuori quei dieci-dodici precedenti, che, come al solito, chiariscono e zittiscono tutti, però vorremmo magari sentire quelli, se non addirittura la voce del Governo.

Pag. 23

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, io la ringrazio, ovviamente noi abbiamo sviluppato, anche sulla base della richiesta dell'onorevole Fedriga, il quesito al quale ha risposto il rappresentante del Governo. Nella dialettica parlamentare può capitare che la Commissione abbia un parere difforme da quello del Governo. Liberamente e sovranamente l'Aula ha deliberato su quell'emendamento, sul quale la Presidenza ha fatto presente che vi era un parere contrario della Commissione. Subito dopo vi è stata un'ulteriore precisazione da parte del Governo, io mi rendo conto delle sue considerazioni, ma dal punto di vista formale l'argomento è inevitabilmente chiuso.
  Se non vi sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, con i relativi allegati A e B, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Segoni. Abbiamo votato tutti ? Onorevole Boccia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  378   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  365    
    Hanno votato no    13    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono richieste di intervento, passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Dall'Osso, Venittelli, Binetti, Ventricelli, Capua, Palazzotto, Oliverio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  396   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato    396    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Me li indica lei, Signor Presidente ?

  PRESIDENTE. Sì. Emendamento Barbanti 3.17.

  PAOLO ALLI, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Barbanti 3.19.

  PAOLO ALLI, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Carinelli 3.18.

  PAOLO ALLI, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colonnese 3.21.

Pag. 24

  PAOLO ALLI, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 3.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Fossati, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  409   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no   275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 3.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Raciti, Artini, Gribaudo, Oliverio, Monaco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  407   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no   291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carinelli 3.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Galperti, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  382   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no   293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 3.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  376   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no   287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 25

  Campana, Rostan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  404   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  402    
    Hanno votato no     2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
  Emendamento Fico 4.3.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Nesci 4.5.

  PAOLO ALLI, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Carinelli 4.6.

  PAOLO ALLI, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fico 4.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, volevo intervenire per spiegare l'emendamento e dire che si tratta di un emendamento sentito da tutti in quest'Aula; un emendamento sentito a livello europeo ed internazionale. È un emendamento che semplicemente dice che le società di rating – che attualmente sono 3 in tutto il mondo – devono iniziare a informare i cittadini e la popolazione in maniera puntuale e programmatica. Ovvero, anche a livello europeo si è discusso di iniziare a dare le valutazioni sul rating dei Paesi una o due volte l'anno per far sì che si evitino determinate manipolazioni che poi mettono a rischio la finanza pubblica del nostro Paese. Infatti, capite bene che se tre società private possono arbitrariamente decidere da un giorno all'altro se valutare il nostro Paese con la tripla «A» o la tripla «B» queste hanno delle armi pericolose che possono far cadere anche i Governi. Quindi, questo emendamento riflette una posizione europea secondo la quale entro il 2018 dovrà essere prevista una regolamentazione di queste società di rating. Quindi, accettare un emendamento del genere è semplicemente di buon senso e, a parer mio, ovvio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fico 4.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 26

  Campana.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  372   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato    119    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nesci 4.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Capua, Dall'Osso, Luigi Gallo.  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  376   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Carinelli 4.6, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, il precedente emendamento è stato bocciato, però dava solo delle linee generali sul come organizzare le società di rating. Vi chiederei un attimo di attenzione per leggervi questo emendamento; sono sette righe molto semplici: prevedere forme di tutela – di forme di tutela si parla – per i piccoli investitori privati nei confronti delle società di rating – di cui parlavamo prima, appunto – e – attenzione ! – che abbiano provocato con i loro comportamenti agli stessi un danno ingiusto, al fine di garantire una tutela efficace per i piccoli investitori e la tutela della stabilità finanziaria. Quindi, se delle società di rating con i loro comportamenti hanno creato dei danni a dei piccoli investitori, si chiede la tutela di questi piccoli investitori. Non so come quest'Aula possa bocciare questo emendamento, quindi vi chiederei la sua approvazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo condivide gli obiettivi indicati e ricorda che il regolamento dell'Unione europea n. 462/2013, all'articolo 35-bis, già prevede la responsabilità civile delle agenzie di rating. Essendo il regolamento di attuazione diretta e generale e non avendo bisogno di alcuna attività di recepimento, già l'obiettivo perseguito dal proponente è previsto da una norma di legge, quindi non c’è bisogno di aggiungere un'ulteriore norma di legge per quello che è già previsto dal regolamento vigente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carinelli 4.6, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 27

  Capua... Di Lello... Rotta....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  417   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no   267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa... Fitzgerald Nissoli... Zaratti... Sandra Savino.... Tabacci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  350   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato  350    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghesi 5.50.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 5.50, sul quale la Commissione ha espresso parere favorevole mentre il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo... Malisani.... Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  412   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  380    
    Hanno votato no   32.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno... Berlinghieri... Nuti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  419   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  419    
  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).Pag. 28
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Nesci 6.2, Borghesi 6.50 e Borghesi 6.52.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Nesci 6.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, è un emendamento che va in favore della cooperazione giudiziaria tra i maggiori istituti di giurisdizione penale esistenti in Europa, quindi parliamo di Europol e di Eurojust. Quindi, semplicemente per aumentare la cooperazione tra questi istituti in modo da poter individuare gli autori di reati in ambito territoriale europeo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nesci 6.2, con il parere contrario del relatore e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Tripiedi, Kronbichler, Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  394   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  143    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Saluto gli studenti e i docenti della classe V-B, Scuola primaria Alfani di Sesto Fiorentino in provincia di Firenze, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 6.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, anche qui per capire un attimo dal Governo, più che dal relatore che – posso anche comprendere – non abbia contezza della delicatezza di questo passaggio. Ma non sicuramente da parte del Governo che è qui rappresentato dall'onorevole Gozi che è un esperto di questa materia.
  Qui se non chiariamo questo punto attraverso questo emendamento, che non è assolutamente ostruzionistico ma proprio di merito, più che altro nei rapporti internazionali, rischiamo di andare in deroga a tutti quelli che sono i trattati bilaterali nello scambio di informazioni in materia giudiziaria. Ciò perché vi sono dei protocolli specifici che la Repubblica italiana ha sottoscritto con tutta una serie di Paesi – con tutti i Paesi del mondo – che codificano esattamente quelle che sono le prove e anche le modalità con cui le prove possono essere prodotte in sede di giudizio durante un procedimento penale, sostanzialmente, e le modalità con cui possono essere raccolte.
  Se vengano inserite, così tout court, informazioni di intelligence, non di rogatorie che sono un'altra cosa, ma informazioni di intelligence quindi raccolte spesso e volentieri, anzi sistematicamente, da servizi segreti, si violano i principi che sono inseriti in tutti i protocolli di intesa che la Repubblica italiana ha sottoscritto dagli Stati Uniti, alla Svizzera, al Canada, al Sudafrica e possiamo elencare tutti i Paesi, che sono circa 194, con cui la Repubblica italiana ha sottoscritto questo accordo.
  Quindi, chiederei cortesemente al relatore e al Governo di valutare molto attentamente Pag. 29il parere su questo emendamento che, ripeto, abbiamo presentato dopo un approfondimento tecnico molto dettagliato. Magari proponendone anche una riformulazione se il collega Gozi lo ritiene, per renderlo efficace sotto questo profilo e cioè di evitare il rischio di andare in deroga a dei protocolli internazionali.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, io capisco e sono anche molto sensibile rispetto alle preoccupazioni sollevate dal collega Pini. La nostra valutazione con il collega Pini è che questa decisione quadro si applica esclusivamente alle attività di intelligence e si può applicare esclusivamente alle attività di intelligence e quindi non si può applicare questa decisione quadro a qualsiasi altra attività diversa da quelle di intelligence. Quindi anche non si può applicare ai casi di procedimenti giudiziari.
  Però, Presidente, le chiedo se possiamo accantonare l'emendamento e darmi la possibilità di verificare ulteriormente se possiamo venire ancora di più incontro alle esigenze sollevate dal proponente.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore è d'accordo a questo punto accantonerei l'emendamento 6.50. Chiedo al relatore e al Governo – chiedo scusa onorevole Gozi – se non ritenete che sia il caso, come mi pare, di accantonare anche l'emendamento 6.52 ? Direi di sì. Bene, allora sono accantonati, quindi non procediamo alla votazione dell'articolo 6.
  Nel frattempo desidero informare l'Assemblea che qualche giorno fa il nostro collega Cristian Invernizzi è diventato papà di una bambina di nome Francesca (Applausi). La Presidenza, a nome di tutta l'Assemblea, esprime i più sinceri auguri a lui, alla mamma e alla neonata Francesca.

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, la Commission esprime parere contrario sugli emendamenti Elvira Savino 7.81 e Silvia Giordano 7.9 mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 7.200 della Commissione. La Commissione esprime inoltre parere contrario sull'emendamento Colonnese 7.8.

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, l'emendamento Elvira Savino 7.70 sarebbe precluso qualora venisse approvato l'emendamento 7.200 della Commissione. Atteso però che noi non leggiamo il futuro, dobbiamo dare comunque il parere. Quindi le chiederei il parere sull'emendamento Elvira Savino 7.70.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 7.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), mentre esprime parere contrario sull'emendamento Cecconi 7.10.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, visto che sostanzialmente gli articoli 7, 8 e 9 sono correlati fra di loro, mi giunge voce dai membri del Comitato dei nove che c’è l'intenzione da parte della maggioranza e del relatore di stralciare gli articoli 8 e 9. Vorrei sapere se così fosse, anche per orientarci nel voto dell'articolo 7 in relazione alle scelte fatte dalla maggioranza, Pag. 30perché ovviamente gli argomenti, essendo correlati fra di loro, diventano utili anche per prendere una posizione a tal fine.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, c’è l'emendamento soppressivo della Commissione bilancio che sopprimerebbe gli articoli 8 e 9, quindi ciò avverrà automaticamente con l'emendamento.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, come ben sa, anche se si applica su altre questioni di delega non proprio specifiche della cosiddetta legge comunitaria o legge di delegazione, come l'abbiamo chiamata da un paio di anni a questa parte, la delega in bianco è un esercizio che è stato dichiarato assolutamente incostituzionale. Ora se, come lei ci conferma, la Commissione pone un emendamento soppressivo sia dell'articolo 8 che dell'articolo 9, che altro non sono che i principi e i criteri direttivi di delega richiamati in capo all'articolo 7, diventa a tutti gli effetti una delega in bianco, perché l'articolo 7 recita molto semplicemente che il Governo è delegato ad adottare, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore dei decreti legislativi di attuazione, le direttive. Non specifica nessun criterio di delega, ma richiama solo ed esclusivamente le modalità con cui deve essere recepita, ma non i principi e i criteri. Ora, noi la riteniamo – però, ripeto, è una valutazione fatta sulla base dell'esperienza, vedo che l'amico Gozi scuote la testa – un po’ stiracchiata, la vostra intenzione di creare una delega in bianco è molto stiracchiata ed è anche abbastanza incongruente con quello che si sente dire da uno dei vostri Ministri, cioè il Ministro Alfano, quando dice che il problema dei richiedenti asilo deve essere un qualcosa di cui tutta l'Europa deve farsi carico. In realtà se uno va a leggersi la direttiva 2013/33/UE dice esattamente l'opposto, che il Paese di primo ingresso è quello che si deve far carico poi dei richiedenti asilo e di chi poi ottiene lo status di rifugiato.
  Ora, c’è un problema secondo noi tecnico: noi la riteniamo una delega in bianco e vorremmo una precisazione, non so da parte di chi – lei è molto più esperto di me di tecnica parlamentare e questo glielo riconoscono tutti, signor Presidente – e vorrei anche una risposta, possibilmente politica, da parte della maggioranza e del Governo perché non si può andare in televisione a dire – come poi è vero – che il problema dei richiedenti asilo è un problema europeo e poi andare ad approvare e a recepire di corsa, senza nessun criterio specifico nel recepimento, una direttiva che dice esattamente l'opposto. Qui c’è un problema anche di schizofrenia parlamentare.
  Allora, noi continueremo a puntualizzare tutte queste incongruenze, però ci aspetteremmo anche una risposta.

  ANNALISA PANNARALE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, mi rivolgo al Governo e lo faccio con grande preoccupazione, perché decidere di sopprimere l'articolo 8 e l'articolo 9 significa svuotare di fatto qualunque contenuto. Lo so, signor sottosegretario, che in effetti questa è una decisione della Commissione Bilancio, ma noi stiamo svilendo qualunque possibilità di procedere ad una riforma adeguata del sistema d'asilo in questo Paese perché sappiamo bene che l'articolo 7 ha a che fare con una delega al Governo e gli articoli 8 e 9 recepiscono rispettivamente la direttiva n. 32 e la direttiva n. 33. Noi abbiamo un sistema assolutamente inadeguato, sia rispetto alle procedure, perché – diciamo così – per un profilo assolutamente incapace di garantire la qualità delle Commissioni, queste ci allontanano da quelli che sono gli standard del diritto comunitario e abbiamo la stessa inadeguatezza sul piano del sistema accoglienza.Pag. 31
  Rischiamo di mancare un grandissimo appuntamento che avremmo con questa legge di delegazione per riuscire finalmente a garantire sistemi di accoglienza assolutamente degni di un Paese civile, in un momento in cui peraltro l'Europa costantemente ci sollecita in questa direzione.
   Allora, noi abbiamo un po’ di tempo, in realtà, per poter procedere ad una possibilità di riforma adeguata. La scadenza, come sappiamo tutti, è prevista per luglio del prossimo anno e io chiedo al Governo di sospendere in questo momento qualunque decisione: pensiamo ad un accantonamento, oppure il Governo si deve impegnare a fare in modo che la copertura prevista per l'articolo 8 e per l'articolo 9 venga trovata e venga garantita in tutti i modi. Questa è una materia troppo importante, sulla quale davvero non possiamo fare passi indietro in questo momento.

  EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, il Governo ha ricevuto anche un parere contrario e lo sconforto da parte dell'altra parte dell'opposizione. Noi non siamo ovviamente d'accordo con ciò che ha appena dichiarato il gruppo di SEL, però siamo dello stesso avviso: il Governo ritiri questo articolo e ritiri la possibilità di ricevere una delega in bianco, che sarebbe preoccupante per due aspetti. In primo luogo, per i motivi di costituzionalità, che sono già stati ricordati da chi mi ha preceduto del mio gruppo, ma anche per il motivo stesso per cui riceve questa delega: legiferare sul diritto d'asilo, uno dei motivi più importanti per cui il Parlamento viene eletto, cioè un valore costituzionale, contenuto nella Costituzione: dare la possibilità a cittadini di altri Paesi che non godono in quei Paesi degli stessi diritti che avrebbero in Italia, di poter ricevere il diritto d'asilo. Siccome spesso si fa confusione tra...

  PRESIDENTE. Concluda.

  EMANUELE PRATAVIERA. ... il diritto d'asilo e lo status di rifugiato, chiediamo al Governo di ritirare questo articolo.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, non so se i colleghi che non sono membri della Commissione competente sanno quello che si apprestano a votare.
  Stanno votando che il diritto d'asilo verrà concesso ovviamente con una legge del Governo a tutte quelle persone che provengono da Paesi in cui i diritti di libertà previsti dalla Costituzione italiana non sono garantiti. A questo punto, a quali diritti ci rivolgiamo ? I diritti di libertà e i diritti di democrazia ? I diritti di istruzione ? Noi vogliamo dire che tutte queste persone hanno diritto, dove non è garantita l'istruzione nel Paese d'origine, all'asilo nel nostro Paese ? Se dite di sì, andatelo a dire davanti ai quattrocentomila esodati che avete votato, andatelo a dire a loro invece di fare «sì» con la testa. Non trovate le risorse per loro e invece volete portare qua l'universo mondo nel nostro territorio garantendogli dei diritti che non possiamo dare, perché non abbiamo risorse infinite, malgrado quello che promettete agli elettori in campagna elettorale. Se questa è la vostra responsabilità ve la prendete tutta. Noi la battaglia la facciamo su questo articolo, ma non la facciamo per la Lega Nord, la facciamo per i diritti dei nostri cittadini.

  PRESIDENTE. Colleghi, andiamo per ordine. Onorevole Fedriga, partendo dall'assunto che lei aveva fatto che c’è una correlazione tra gli articoli 7, 8 e 9, noi abbiamo anticipato un dibattito che riguarda – lo dico all'onorevole Pini – gli articolo 8 e 9. Noi in questo momento stiamo parlando di emendamenti riferiti all'articolo 7 e prevedono da parte della Pag. 32Commissione bilancio l'abrogazione di due commi dell'articolo 7. Poi ci saranno gli emendamenti della Commissione bilancio che abrogano gli articoli 8 e 9 e sono due emendamenti specifici. Nel dare la parola al Governo dal punto di vista formale – e quindi per quel che riguarda la Presidenza, dal punto di vista politico ovviamente la risposta non possono che darla il relatore e il Governo – faccio presente che l'articolo 1 del presente disegno di legge, nel conferire la delega al Governo per l'attuazione delle direttive ricomprese negli allegati A e B, fa espressamente riferimento alle procedure, ai principi e ai criteri direttivi di cui agli articoli 31 e 32 della legge 24 dicembre 2012, n. 234. Tecnicamente pertanto, sia pure per relationem, sussistono i principi e i criteri direttivi di delega. Quindi, non è una delega in bianco, salvo le valutazioni politiche che – ripeto – non spettano alla Presidenza. Per quanto riguarda la Presidenza questo è il tema. Ovviamente, le altre considerazioni spettano al relatore e al Governo. Il Governo mi pare che abbia chiesto di intervenire e a questo punto gli darei la parola.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ovviamente il Governo si vuole esprimere sul merito della vicenda e, dato che sono state ricordate anche questioni molto più ampie di politica europea e di politica europea dell'Italia di questo periodo, credo che sia importante capire perché il Governo insiste per il recepimento di queste direttive e conferma il parere favorevole che sul merito di alcuni emendamenti abbiamo dato, che tra l'altro possono essere ripresentati sotto forma di ordine del giorno che certamente il Governo sarà pronto ad accogliere.
  Vi spiego perché noi non possiamo, a parte il fatto che c’è un obbligo giuridico, ma la risposta non è formale di obbligo giuridico. Se noi vogliamo finalmente – e lo vogliamo fare durante il nostro semestre – almeno tentare di avviare un primo vero dibattito sulla politica dell'immigrazione a livello europeo, durante il nostro semestre noi dobbiamo presentarci con le carte in regola. Noi dobbiamo presentarci avendo adottato e facendo vedere che c’è finalmente una differenza rispetto ai ritardi, rispetto alle negligenze, rispetto all'indifferenza, rispetto alle infrazioni e alle condanne della Corte europea dei diritti umani in materia di diritto d'asilo in Italia. Per fare questo e per avere questa credibilità innanzitutto l'ABC è recepire le norme e farlo in tempo utile per poter discutere nell'attuazione di questa delega tra Governo e Parlamento qual è il modo migliore, nell'interesse dell'Italia e nell'interesse di quei diritti fondamentali che sono garantiti dalla nostra Costituzione e dalle leggi europee, di recepire queste direttive. Anche perché noi riteniamo – e l'abbiamo detto in questa Aula più volte anche di recente – che l'assenza drammatica di politica di immigrazione europea nel Mediterraneo e l'assenza drammatica di approccio comune nella gestione delle frontiere nel Mediterraneo sia un gravissimo sbaglio che l'Unione europea sta compiendo. È altresì vero che a livello di diritto d'asilo ci sono dei Paesi che sono geograficamente magari un po’ più a nord, vedi la Svezia, che ricevono un numero di domande di richiesta d'asilo del 200 o 300 per cento più alte della media.
  Che cosa ci dice questo ? Ci dice che manchiamo, in Europa, di due cose rispetto al Trattato di Lisbona: la prima, manchiamo di una politica di gestione comune delle frontiere; la seconda, manchiamo di una politica comune in materia di diritto di asilo. Vogliamo che gli altri facciano la loro parte nella gestione comune delle frontiere; dobbiamo, però, fare anche noi la nostra parte per recepire le direttive e colmare i gravi ritardi in cui versa il nostro Paese sia per quanto riguarda il diritto di asilo sia per quanto riguarda i beneficiari della protezione internazionale. Queste, e concludo, Presidente, sono le ragioni per cui noi confermiamo la necessità di recepire nel testo di legge in esame queste norme.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

Pag. 33

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, brevemente, in relazione a quanto detto dal sottosegretario Gozi, come al solito si gira attorno al problema. Non si riesce, onestamente, a capire – o per lo meno, guardando la politica delle porte aperte della sinistra degli ultimi anni, lo si capisce bene – dove sia la congruità tra quanto detto da questo Governo e dal Ministro Alfano relativamente alla necessità di distribuire su tutta Europa la pressione che arriva in parte minimale – questo lo dicono i dati del Ministero dell'interno – da richiedenti asilo veri e, in stragrande maggioranza, da parte di clandestini e, spesso e volentieri, come hanno detto anche autorevoli esponenti delle forze di polizia, anche delinquenti e potenziali terroristi.
  Comunque, quello che Alfano e Renzi vanno dicendo in televisione da settimane è che il problema è europeo e che l'Europa se ne deve fare carico. Benissimo ! Allora, cortesemente, collega Gozi, magari per il prossimo emendamento o quelli che verranno dopo, ci spiega come fanno ad essere congruenti queste dichiarazioni con il contenuto della direttiva 2013/33/UE, che dice una cosa esplicita, e cioè che il Paese di primo ingresso si deve fare carico del richiedente asilo ?
  Ora, nessuno qui è stupido: abbiamo il problema che noi siamo il Paese di primo ingresso per tutta Europa. Se approviamo una cosa di questo tipo, spiegatemi come fate, la sera, a guardarvi in faccia e a dire «abbiamo fatto una roba intelligente», dopo quello che andate a dire in giro in televisione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, per avvalorare ulteriormente quanto affermato dal collega Pini, vorrei ricordare al Governo, in particolar modo all'onorevole Gozi, che l'obiettivo dichiarato della direttiva 2013/33/UE, applicabile in tutti gli Stati membri ad eccezione di Regno Unito, Irlanda e Danimarca, è procedere con l'armonizzazione e il miglioramento delle condizioni di accoglienza, anche al fine di limitare i movimenti secondari dei richiedenti asilo all'interno dell'Unione europea, ovvero il contrario di quanto stanno dicendo il Ministro Alfano e il Governo in questo momento in cui l'Europa deve farsi carico del dramma dell'immigrazione e dei richiedenti asilo, e non può essere solamente il Paese di prima accoglienza a farsene carico.
  Togliendo oltretutto – parametri che non condividevamo – tutti i parametri secondo le considerazioni fatte dalla Commissione bilancio ai commi successivi all'articolo 1, nella sostanza rimangono soltanto le direttive 2013/33/UE e 2013/32/UE. Quindi, voi dovrete mettere in atto una delega che va contro quanto state affermando in televisione. Capisco che la campagna elettorale è finita, però un po’ di ritegno in quest'Aula: per lo meno, non sconfessare quanto avete detto pochi giorni fa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà. Ricordo sempre che siamo, tendenzialmente, sull'emendamento Elvira Savino 7.81. Prego.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, intervengo, innanzitutto, per ringraziare per l'attenzione il signor sottosegretario, però voglio riprendere e cercare di perorare una causa, che è quella, un attimo, di cercare di fermarci e di cercare di risolvere questo increscioso problema. Infatti, noi all'articolo 7 diamo delega al Governo, mentre, invece, sopprimendo l'articolo 8 e, soprattutto, l'articolo 9, noi, di fatto, abdichiamo al recepimento delle direttive 2013/32/UE e 2013/33/UE.
  Ora, apprezzo lo spirito, anche collaborativo, del sottosegretario, che ci suggerisce di ripresentare peraltro i nostri emendamenti come ordini del giorno, però, vedete, care colleghe e cari colleghi, seppure in maniera diametralmente opposta, abbiamo cercato, con i nostri emendamenti, di entrare nel merito sia dell'articolo 8 che dell'articolo 9.Pag. 34
  Penso che evitare questa discussione, non farla, significa proprio non entrare nel merito di una discussione, e in particolare, ripeto, si tratta del recepimento di direttive che parlano del riconoscimento e della revoca di status di protezione internazionale e, soprattutto, dell'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale.
  Stiamo parlando di una legge di delegazione europea e c’è un'Europa che, in maniera quasi quotidiana, ci bacchetta e ci riprende, chiedendoci appunto di fare i compiti per casa e di farli in maniera migliore. Io penso che su un tema come questo, un tema molto caldo e soprattutto molto sentito in Italia, sia un errore in questo momento non aprire questa discussione. Quindi proviamo a vedere se al posto di ritirarli questi due articoli, passiamo provare ad accantonarli, abbiamo del tempo, la mia collega ha riferito il termine, che è a luglio, proviamo un attimo a vedere se è possibile accantonare l'articolo 8 e l'articolo 9 e tornare nelle Commissioni per cercare di capire se riusciamo a trovare una copertura di spesa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, intervengo solo per confermare la nostra proposta di volere sopprimere l'intero articolo in quanto il diritto d'asilo è un diritto costituzionale riconosciuto, ma rispetto al quale manca una disciplina, una normativa. Quindi, non si capisce il Governo che tipo di armonizzazione o sintesi di norme esistenti sul diritto di asilo dovrebbe fare con questo testo unico, che noi deleghiamo ad emanare, quando è completamente assente una normativa, una disciplina su questo diritto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, mi sentivo in dovere, dopo le dichiarazioni del sottosegretario Gozi, di fare i complimenti per il miglior paravento politico che lui potesse dare a difesa di questo articolo 7 contro questo nostro emendamento soppressivo dell'articolo. Dire infatti che noi dobbiamo fare i compiti per casa per arrivare preparati al semestre europeo è una «bufala» pazzesca perché comunque non ci arriveremo dato che è impossibile recepire tutte le direttive di cui siamo indietro, dato anche che la legge europea 2013-bis che stiamo discutendo era pronta già a novembre e la stiamo discutendo adesso che siamo a giugno. Lo dimostra anche il fatto che...

  PRESIDENTE. Concluda.

  EMANUELE PRATAVIERA. ... il Governo Renzi non ha voluto nominare nessun Ministro per gli affari europei che potesse veramente entrare nel merito delle questioni. Credo che il paravento che stanno utilizzando, cioè di dire che dobbiamo fare i compiti per casa sia la migliore scusa proprio per non poter dire battiamo i pugni sul tavolo europeo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcolin. Ne ha facoltà.

  MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, il diritto d'asilo è un diritto costituzionale soggettivo, sul quale è assente una normativa precisa, quindi sarebbe più opportuno di procedere prima ad una disciplina sul diritto di asilo e successivamente, se necessario, elaborare un testo unico, perché questo dà una delega in bianco sul diritto d'asilo al Governo e viene sminuito proprio il ruolo del nostro Parlamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, considerato che il diritto d'asilo è nella nostra Costituzione, dare una delega al Governo perché venga normato, a mio Pag. 35avviso, è abbastanza atipico. Ritengo che sarebbe il Parlamento il luogo idoneo per, finalmente, vedere cos’è il diritto d'asilo, come prevederlo, come attuarlo e non delegare il Governo, perché se in 60 anni non è stato mai codificato vuol dire che ci sono delle problematiche importanti o delle discussioni importanti da fare e penso non che ci sia nessuna possibilità di farlo meglio del Parlamento.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MATTEO BRAGANTINI. Dare una delega che poi, stralciando l'articolo 8 e l'articolo 9, non è in bianco, ma diciamo che è una cornice molto, ma molto larga, morbida e mobile, ritengo sia da bocciare e semmai si dovrebbe presentare un progetto di legge...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MATTEO BRAGANTINI. ... e discutere in Parlamento con tutti i crismi cos’è il diritto d'asilo e come vogliamo applicarlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, sottosegretario Gozi l'ho ascoltata e la ringrazio per l'impegno rinnovato di questo Governo nei confronti dei diritti dei rifugiati. Ho già avuto modo di ringraziare, in sede di discussione sulle linee generali, anche per un atteggiamento differente tenuto in questa occasione rispetto alla legge di delegazione europea che abbiamo votato ad agosto del 2013.
  Allora, direi, proviamo, però, a continuare in questo solco, cioè nel solco del confronto, della capacità di entrare nel merito. Noi abbiamo bisogno di principi e criteri direttivi che siano più chiari, più precisi, più stringenti. Io credo che questo faccia bene al Governo e alla qualità del sistema d'asilo di questo Paese.

  PRESIDENTE. Colleghi, in particolare mi rivolgo all'onorevole Fedriga e all'onorevole Di Salvo, io non ho interrotto, per la logicità, per come stava sviluppandosi, un dibattito che riguardava altri emendamenti e gli articoli 8 e 9. Do per acquisito il dibattito svolto quando arriveremo agli emendamenti relativi a quegli articoli. Diversamente, il Presidente avrebbe dovuto già da tempo bloccare questo dibattito, che è tutto su un'altra questione e non sull'articolo che è oggetto della soppressione (Commenti del deputato Fedriga), nel senso che, onorevole Fedriga, stiamo parlando dell'articolo 7 in questo momento. Il dibattito si è sviluppato sugli articoli 8 e 9. Il Presidente è stato molto attento alla discussione. Comunque, adesso siamo all'articolo 7. Onorevole Fedriga, adesso siamo all'emendamento Elvira Savino 7.81 (Commenti del deputato Fedriga). Onorevole Fedriga, ho capito; siamo all'emendamento Elvira Savino 7.81, quando arriveremo agli emendamenti ne discuteremo. Stiamo cercando di votare l'emendamento Elvira Savino 7.81.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo solo per farle presente che, per esempio, molti interventi, tra cui il mio, erano specifici sull'articolo 7, comma 1, quello su cui stiamo discutendo. Ho specificato anche le criticità delle direttive 2013/32/UE e 2013/33/UE, non mi sembra di aver...

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, il suo intervento l'ho citato all'inizio. Infatti, parlava di una correlazione con gli articoli 8 e 9. Siccome il Presidente sa ascoltare, le posso garantire che la stragrande maggioranza del dibattito si è sviluppata, come sa perfettamente anche il collega che è alle sue spalle, onorevole Pini, su tutt'altro argomento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 36Elvira Savino 7.81, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Nicchi, Lombardi, Berlinghieri, Ferro, Morani, Grillo, Dall'Osso, D'Incecco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  367   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   63    
    Hanno votato no   304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 7.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Lainati, Allasia, Crippa, Giammanco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  437   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no   325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Locatelli, Luigi Gallo, Sbrollini, Zardini, Artini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  417    
    Hanno votato no   22.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Colleghi, se siete d'accordo rimangono tre emendamenti all'articolo 7: votiamo l'articolo 7 e poi passiamo alle pregiudiziali.
  Ricordo che l'emendamento Elvira Savino 7.70, come detto, era precluso.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 7.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sbrollini ? Leva ? Tidei ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  441   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no   320    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Raciti ? Locatelli ? Taricco ? Piepoli ? Gagnarli ?Pag. 37
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  446   
   Astenuti   1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  342    
    Hanno votato no   104    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 7.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo ? Spessotto ? Colletti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  424   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no    297    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Parentela ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco ? Nesci ? Di Lello ? Tartaglione ? Gandolfi ? Marzano ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  345   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  280    
    Hanno votato no    65    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Carocci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Essendo giunti precisamente alle ore 13, onorevole Fedriga, dobbiamo sospendere l'esame del provvedimento, per passare alla votazione della questione pregiudiziale Allasia ed altri n. 1, presentata al disegno di legge n. 2426.

Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo (A.C. 2426) (ore 13).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Allasia ed altri n. 1 presentata al disegno di legge n. 2426: Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo (Vedi l'allegato A – A.C. 2426).
  Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà, altresì, intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
  Il deputato Allasia ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi...

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Allasia, così troviamo un accordo. Colleghi, c’è l'illustrazione della pregiudiziale. Possiamo Pag. 38consentire all'onorevole Allasia di intervenire ? Prego, onorevole Allasia.

  STEFANO ALLASIA. Presidente, io non ho nessuna pregiudiziale che gli altri possano andare a fare un coffee break o ’nduma a beivi n'cafè, come si dice dalle mie parti, ma ho una questione pregiudiziale direttamente sulla conversione in legge del decreto-legge n. 83 del 2014, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo. Il decreto-legge in esame prevede norme per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, attraverso meccanismi di identificazione fiscale. Nello specifico, il credito d'imposta per le erogazioni liberali, spettante nella misura del 65 per cento per quelle effettuate nel periodo d'imposta 2014 e 2015 e del 50 per cento per le altre effettuate nei periodi successivi, ossia dal 2016, a sostegno di interventi di manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali pubblici e per la realizzazione di nuove strutture.

  PRESIDENTE. No, onorevole Allasia, mi scusi. Non è possibile. Colleghi ! Pregherei per favore chi non è interessato al dibattito ad uscire dall'Aula. Colleghi, qui davanti. Onorevole Fiano, mi può aiutare, per favore ? Grazie. Anche al Comitato dei nove, per favore. Relatore ! Relatore ! Presidente Bordo ! Siate gentili !

  STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Non si ritiene una norma dalle caratteristiche di necessità e urgenza richieste dall'articolo 77 della Costituzione, così come non rivestono le medesime caratteristiche le norme che riguardano la tax credit per il cinema e le altre agevolazioni fiscali per il settore degli audiovisivi. A prova di quanto affermato, sta il fatto che il Governo stesso rimanda in molti casi l'attuazione delle norme a decreti da emanare, procrastinando probabilmente di molto, come ci insegna l'esperienza del precedente Governo, l'effettiva incidenza di queste norme nella vita dei cittadini e delle imprese.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Allasia. Colleghi ! Colleghi dietro al collega Allasia, almeno voi. Attenda, onorevole Allasia. Io posso anche sospendere la seduta.

  STEFANO ALLASIA. Non chiedo così tanta solerzia.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Allasia.

  STEFANO ALLASIA. Ci aspettavamo una diversa azione di Governo da parte dei cosiddetti rottamatori, invece non possiamo non sottolineare negativamente il perdurare dell'antico vizio dell'abuso della decretazione d'urgenza che finisce con il comprimere fortemente il ruolo del Parlamento e dell'opposizione in particolare nell'esercizio della sua insostituibile funzione di indirizzo e di controllo politico. Indubbiamente un'azione che sta cercando di svolgere il Governo su questo Parlamento per evidenti motivi politici, dato che il decreto-legge è stato discusso ampiamente da tutti i partiti della maggioranza e osteggiato in più parti. Potremmo ulteriormente discutere le posizioni politiche, ma volevamo considerare un altro aspetto che avrebbe richiesto un intervento molto più deciso nel decreto-legge, ossia quello attinente alla creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani nel settore cultura. Gli interventi proposti si limitano al rifinanziamento del progetto «Mille giovani per la cultura» e poco altro riguardante l'attività di accogliere nei musei.
  Il Governo non ha dimostrato slancio operativo, considerando anche le nuove professioni nel mondo della cultura, come quelle del manager culturale e dell'economista alla cultura, esistenti in tutti i più importanti musei del Nord Europa e negli Stati Uniti. Si tratta di una figura professionale, i cui principali compiti riguardano la gestione degli eventi e delle strutture culturali, sia nel settore delle arti visive, che nel settore dello spettacolo, ma soprattutto lo studio delle caratteristiche della domanda culturale e la definizione delle strategie per richiamare l'attenzione del pubblico e per reperire risorse per la realizzazione dei progetti: tutte attività Pag. 39oggi fondamentali per creare reddito dalla gestione del nostro enorme patrimonio culturale e per tentare di realizzare l'autofinanziamento dei siti artistici, limitando in tal modo grandemente l'intervento statale, sempre più limitato in questi anni di crisi economica. Già in occasione dell'iter del disegno di legge Madia sulla professione culturali, approvato dalla Camera ed ora all'esame dell'altra Camera, del Senato, il Governo ha ignorato i suggerimenti della Lega Nord al riguardo, non inserendo queste nuove figure tra le professioni attinenti ai beni culturali.
  Con riferimento al rilancio del settore turistico, se pure le norme contenute nel presente decreto-legge appaiono utili al settore, con riferimento particolare al comparto alberghiero, le stesse si giudicano ancora molto distanti da un'azione di Governo che restituisca al turismo il fondamentale ruolo di traino dell'economia del Paese.
  Il decreto-legge in esame, in particolare, riconosce alle strutture ricettive crediti d'imposta per le spese relative ad investimenti nel settore digitale, nonché per quelle relative ad interventi di ristrutturazione edilizia e di eliminazione delle barriere architettoniche. Tali misure, se pur da tempo auspicate, non rispondono adeguatamente alle esigenze del settore, sia per il contenimento degli interventi, che per la scarsità delle risorse messe a disposizione.
  Il settore turistico ha davanti a sé una grande opportunità di sviluppo, che è rappresentata dalla realizzazione di Expo 2015. Tuttavia, la mancanza di una seria strategia di rilancio del turismo nazionale rischia di alterare i benefici effetti sull'economia italiana, che derivano dalla realizzazione di tale evento.
  Allo scopo di migliorare i risultati nel settore della promozione turistica, proprio in vista dell'imminente esposizione universale, il decreto-legge prevede il riordino e la razionalizzazione dell'Enit-Agenzia nazionale del turismo. L'efficacia della norma dipende, tuttavia, dalla capacità del legislatore di realizzare un reale coinvolgimento...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Allasia. Onorevole L'Abbate, onorevole Brescia, gentilmente, c’è il collega che sta parlando a due metri da voi, grazie.

  STEFANO ALLASIA. Ma è l'alto... interesse per l'argomento da parte di tutta l'Aula, non solo di quelli che stanno dietro di me, che fa ben capire...

  PRESIDENTE. Però è presente il Ministro Franceschini, che sta ascoltando le sue parole, quindi...

  STEFANO ALLASIA. Io apprendo e mi compiaccio che lei è sempre molto interessato a ciò di cui si discute in quest'Aula, però avremmo anche necessità di portare avanti la nostra pregiudiziale per farla votare ad ampio consenso dall'Aula, almeno per coloro ai quali interessa, poi conoscendo la sua sensibilità in tale materia, sicuramente potremo trovare una soluzione di merito.
  Come stavo specificando, l'efficacia della norma dipende dalla capacità del legislatore di realizzare un reale coinvolgimento in relazione alla promozione dell'eccedenza turistica nel nostro territorio, ponendo fine all'eccessiva frammentazione dell'offerta turistica italiana, che rappresenta uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo del settore.
  Le misure sopra elencate, oltretutto, pur presentandosi sulla carta necessarie al rilancio del settore turistico, nella realtà rischiano di perdere efficacia alla luce del fatto che, nella maggior parte dei casi, le stesse avranno attuazione soltanto con successivi atti regolamentari, annullando il carattere di necessità ed urgenza proprio del decreto-legge stesso.
  Il presente decreto-legge, oltre ad essere in palese contrasto con il dettato costituzionale – e ancora oggi non ci capacitiamo delle motivazioni, perché non è sicuramente per motivi di tempistica, anche perché il Governo per motivi di tempistica, eventualmente, pone fiducie, come ha già fatto in altri momenti – risulta poco incisivo nella risoluzione delle principali questioni che attengono al Pag. 40mondo della cultura, al comparto turistico e al rilancio dell'occupazione, sia per la parzialità con cui il Governo interviene, concentrandosi solo su alcune tematiche, che per la scarsa efficacia ed incisività delle norme contenute nel decreto-legge stesso.
  Oltre a quello, riteniamo assolutamente inopportuno andare in contrasto, dato che usciamo da una tornata elettorale sicuramente molto piacevole per la parte governativa, in cui si è visto, mio malgrado, vincere un'ulteriore regione come quella del Piemonte da parte del Partito Democratico.
  Troveremmo abbastanza inverosimile che il Governo attui delle riforme, attui delle regole per il turismo che, oggi come oggi, è esclusivamente una di quelle materie di competenza delle regioni stesse. Se si può far capire il senso della norma, molto probabilmente è perché lo stesso Governo avrà valutato che la stragrande maggioranza delle regioni governate dal PD su questa materia è stata assolutamente silente, in questi anni di riforma costituzionale. Per questo, noi chiediamo l'assoluta volontà che l'Aula si esprima sulla sospensione dell'atto stesso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, onorevole Ministro, noi siamo per respingere le questioni pregiudiziali di incostituzionalità perché è del tutto evidente che su un tema come questo, che riguarda i beni culturali e il turismo, il nostro Paese ha un problema di ritardi, non un problema di mancanza di urgenza. Non è possibile, ogni volta, contestare che sulla manutenzione e sullo sviluppo dei beni culturali e dei beni ambientali ci sono dei ritardi e poi – nel momento in cui il Governo, finalmente, mette mani in maniera seria, riconoscendo l'urgenza di intervenire sulla manutenzione, sulla ristrutturazione, sulla riqualificazione, sul sostegno e sulla valorizzazione di beni che sono patrimonio dell'Italia, ma che sono, anche, patrimonio del mondo, come Pompei, come la Reggia di Caserta – dire che questo non abbia un presupposto di urgenza. Così anche per quanto riguarda il cinema, il tax credit, è evidente che noi siamo in ritardo, non si può dire che non ci sia una necessità di urgenza in un settore come questo; ed è evidente, anche, per tutto ciò che riguarda il turismo, la riqualificazione del patrimonio turistico alberghiero italiano, che è quanto mai urgente dare segnali forti da parte del Governo che dimostri in questo modo di credere che il turismo e la riqualificazione turistica alberghiera siano una delle grandi questioni prioritarie emergenti del Paese, perché questo è uno dei settori, forse è il settore che più di ogni altro può dare respiro strategico, futuro al Paese, può rappresentare un fattore, davvero, di crescita e di sviluppo.
  Anche qui, il nostro problema è che siamo in ritardo, non è il problema contrario di dire che non se ne avverte l'urgenza, così anche per quanto riguarda l'infrastrutturazione dal punto di vista degli strumenti digitali, informatici, per sostenere l'attività promozionale, l'attività commerciale delle strutture alberghiere, dell'offerta turistica italiana. Anche qui il problema nostro è il ritardo che abbiamo accumulato, non certo il fatto che non dovesse essere necessario intervenire con carattere di urgenza.
  Quindi è evidente che sono tutti provvedimenti che richiedono un intervento urgente, è evidente, anche, che la scelta stessa del decreto-legge in sé ha un messaggio politico fondamentale e significa l'acquisizione da parte del Governo e del sistema istituzionale e politico dell'urgenza di intervenire su settori come questi dei beni culturali e del turismo. La scelta stessa del decreto-legge dà il senso e dà il segno di una volontà di accelerazione della volontà, finalmente, di considerare questi settori delle priorità sui quali investire tempo, risorse, volontà politica. Quindi, per questo, assolutamente è da approvare la scelta del decreto-legge su materie di questo tipo.Pag. 41
  Anzi, io auspico che, dopo questo primo intervento, si continui su questa strada e per questo va respinta la questione pregiudiziale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, colleghi, noi diamo un parere...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Santerini. Onorevole Morani, gentilmente potrebbe lasciare che il Governo ascolti ? Grazie. Prego, onorevole Santerini.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, noi diamo parere negativo su questa questione pregiudiziale, perché ci pare velata di una certa pretestuosità. Infatti, dietro le argomentazioni che sono state portate, emerge in realtà una visione squisitamente politica più che tecnica; noi, invece, sappiamo che per la stesura di una questione pregiudiziale è l'aspetto tecnico che dovrebbe prevalere. Ad esempio, si scrive che gli interventi riguardanti Caserta, Pompei e così via, non sono adeguatamente bilanciati da altrettanti interventi su beni culturali situati in altre zone del Paese: ci pare una visione piuttosto localistica che invece di apprezzare l'impegno del Governo nell'affrontare criticità urgenti come appunto Pompei o Caserta porta a pretendere che lo strumento del decreto-legge debba contenere delle norme generali e strutturali. Anche la frammentarietà degli interventi di cui si parla, in realtà è connessa proprio ai concetti di eccezionalità e d'urgenza di cui all'articolo 77, comma 2, della Costituzione, che richiedono interventi non generali ma proprio eccezionali, situati puntualmente sia dal punto di vista temporale che geografico.
  C’è poi la richiesta o meglio l'osservazione che in materia di stimoli al turismo si giudica molto distante l'azione del Governo e non altrettanto efficace, appunto, l'intervento proposto. Anche qui, se anche questi rilievi fossero condivisibili da un punto di vista politico – ed è tutto da discutere ! – non attengono affatto alla stesura di una questione pregiudiziale di costituzionalità. Quindi, non è questo lo strumento per affrontare un legittimo esame politico del provvedimento. La mancanza di una seria strategia di rilancio del turismo, intanto noi non la riscontriamo (ci sembra uno sforzo lodevole quello fatto dal Governo) ma in ogni caso non pregiudicherebbe in alcun modo la legittimità costituzionale della norma. Quindi, a nostro parere non si ravvisa l'illegittimità costituzionale e il gruppo Per l'Italia non può che esprimere voto contrario sulla questione pregiudiziale presentata. Siamo convinti che si debba procedere ad un attento esame della conversione in legge del decreto-legge n. 83.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacquaniti. Ne ha facoltà.

  LUIGI LACQUANITI. Signor Presidente, signor Ministro, colleghe e colleghi, più volte abbiamo avuto modo di intervenire in questa sede per censurare l'uso disinvolto della decretazione d'urgenza, strumento che, come è noto, la nostra Costituzione condiziona a casi straordinari di necessità ed urgenza, ma che fin troppe volte, soprattutto nelle ultime legislature, è stato utilizzato come scorciatoia per far passare provvedimenti senza il necessario dibattito parlamentare, spostato semmai ad una fase ex post. Ora, i colleghi della Lega quest'oggi ci sottopongono questa loro pregiudiziale di costituzionalità in occasione dell'avvio dell'esame del decreto-legge n. 83 del 2014, per la tutela del patrimonio culturale e il rilancio del turismo. E noi li ringraziamo per questo, perché ci stimolano ad una discussione serena su questo provvedimento. Ho avuto modo di leggere questa pregiudiziale e devo dire che è l'opposto, però, degli intendimenti dei proponenti. L'unica cosa che mi ha convinto è proprio la necessità e urgenza del provvedimento. Certo ricorderete tutti la proficua discussione che abbiamo avuto in questa stessa Aula non più tardi di tre mesi fa sulla materia del turismo e sul suo rilancio con la proposizione di svariate mozioni dei vari gruppi.Pag. 42
  Ebbene, quelle mozioni vennero approvate tutte quante, quasi tutte all'unanimità, con il parere favorevole del Governo, segno della consapevolezza delle forze politiche di quanto sia urgente mettere mano a questo comparto della nostra economia da sempre trascurato e in cui sono convinto che si trovi la chiave di volta per la ripresa definitiva del nostro sistema economico. Fu un bel risultato e, a mio avviso, un bel segno di maturità per quest'Aula che per una volta decise di mettere da parte le proprie divisioni.
  Oggi, invece, scorrendo il testo della questione di pregiudizialità depositato dalla Lega, scopro l'ennesima sterile contrapposizione tra regioni del Paese. Ancora una volta l'idea di un sud che drena risorse contro un nord che viene danneggiato. In questo caso la radice di questa contrapposizione sarebbe rappresentata dalle risorse e dalle procedure che il decreto-legge destina per il recupero del sito archeologico di Pompei e del complesso monumentale della Reggia di Caserta artatamente contrapposti al progetto di Expo 2015. Si tratta di un ragionamento che ancora una volta dobbiamo censurare, signor Presidente: per quanto ancora dovremo assistere a simili contrapposizioni ? È evidente che vi sono regioni nel nostro Paese che stanno meglio economicamente e regioni che stanno peggio, ma tutte indistintamente sono state colpite dalla crisi economica e tutte assieme, solo tutte assieme, potranno uscire – potremo uscire – da questa crisi. Ebbene non solo non condividiamo simili ragionamenti, non solo siamo convinti che simili contrapposizioni talora non abbiano nemmeno fondamento nella realtà.
  Il malaffare di tipo mafioso evocato dalla Lega colpisce il sud come il nord ma, anche volendo stare ai fatti, pensiamo che qualsiasi progetto di rilancio del turismo di questo Paese, anche in prospettiva per così dire manageriale, di sviluppo cioè secondo quella prospettiva che le stesse regioni settentrionali da tempo hanno fatto propria, la Lombardia in particolare, qualsiasi progetto di rilancio turistico e culturale non possa far altro che respingere questo modo di ragionare. Oggi il Paese ha bisogno di un rilancio del sito di Pompei e della Reggia di Caserta, per cui sono condizioni indispensabili le risorse del decreto-legge in esame, e ha bisogno pure che il progetto Expo 2015 sia sviluppato e lanciato appieno in sinergia con tutte quante le attrattive che il Paese sa offrire, Pompei e Caserta compresi. Certo tutto questo ci impone un di più di controlli, di verifiche affinché la legalità, la questione morale che ogni giorno vediamo sfidate dal malaffare, non si impossessino pure degli interventi previsti dal provvedimento in esame e Sinistra Ecologia Libertà vigilerà durante i lavori del provvedimento in esame nelle prossime settimane. Ma questo non è un argomento sufficiente a evocare questa questione di pregiudizialità costituzionale rispetto alla quale Sinistra Ecologia Libertà voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bossa. Ne ha facoltà.

  LUISA BOSSA. Signor Presidente, colleghi deputati, credo che in questo momento non ci sia nulla di più urgente e indifferibile qui da noi in Italia che assumere misure per il rilancio del turismo e...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bossa. Per favore, lasciare libero il banco del Governo. Grazie.

  LUISA BOSSA. ... e la contestuale tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Urgenza e indifferibilità sono dettate, da un lato, dalle condizioni economiche del Paese, dall'altro dalla situazione in cui sono ridotti gran parte dei nostri beni culturali a cominciare proprio dall'area archeologica di Pompei, che non è un sito regionale, attenzione, ma un bene del mondo. Curioso che nella pregiudiziale presentata dai colleghi della Lega, per un verso, si indicano le misure su Pompei come locali e non generali e, per un altro verso, nello stesso atto si riconosce che quell'area archeologica è un patrimonio Pag. 43dell'umanità dichiarato tale dall'UNESCO. Inutile ricordare, quindi, che, in quanto tale, Pompei merita provvedimenti specifici e speciali non solo per la sua natura ma anche perché l'onda nera che da quel degrado sale, invade la credibilità, la serietà, l'affidabilità di tutto il nostro Paese. Il decreto-legge del Governo, di cui ci avviamo a discutere la conversione, va inteso come il primo passo, quello più urgente, rispetto ad un cammino che dovrà essere capace nel tempo di rivoluzionare il nostro sistema turistico-culturale.
  I dati resi noti, di recente, dagli studi e dal rapporto 2014 dell'associazione Italia decide ci consegnano, in questo senso, un profilo sconcertante. Oggi l'Italia è al quinto posto, 30 anni fa era il primo Paese al mondo come scelta turistica. Siamo superati dalla Francia, dagli Stati Uniti, dalla Cina e dalla Spagna e tuttavia i turisti stranieri hanno speso in Italia nello scorso anno oltre 32 miliardi di euro. Gli italiani all'estero ne hanno spesi più di 20. Si è generato così un saldo netto positivo di 11,5 miliardi di euro, un risultato che ci dice quanta ricchezza ci porta il turismo e quanto altro ancora si potrebbe fare in questo senso.
  L'Italia attualmente detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista del patrimonio UNESCO. Ne abbiamo 47; la Spagna è seconda con 44, la Cina è terza con 43, dunque siamo i primi per bellezza, ma non primi ahimè per capacità di mettere a frutto questa fortuna. Gli assett culturali della Francia e del Regno Unito, per esempio, fruttano tra quattro e sette volte quelli italiani, vale a dire che con meno patrimonio, meno storia, meno arte, meno bellezza quei Paesi fatturano più turismo che l'Italia.

  PRESIDENTE. Scusi onorevole Bossa. Colleghi, possiamo abbassare per favore un po’ il tono della voce ?

  LUISA BOSSA. È o non è uno spreco ? È o non è un'urgenza assoluta in tempi di crisi economica, in tempi di disoccupazione record, rovesciare questa tendenza ? È o non è un'esigenza nazionale ? Mi pare dunque che i caratteri di necessità ed urgenza, oltre che di tutela di un interesse generale, ci siano tutti. Le istanze a cui risponde il decreto sono invocate da tempo e proprio con le caratteristiche di un meccanismo rapido, davvero come se non ci fosse più tempo.
  Le cause del ritardo dell'industria turistico-culturale italiana sono numerose, complesse; nella graduatoria delle principali catene alberghiere mondiali, per esempio, il primo gruppo italiano è oltre il centocinquantesimo posto. E dunque, a me pare che noi non utilizziamo le nostre potenzialità, dobbiamo lavorare in tempo, è questo il momento perché la nostra bellezza non abbia più il freno tirato. Un solo esempio: oltre l’art bonus che è straordinario perché crea un credito di imposta per chi fa erogazioni liberali a sostegno dei beni culturali, vorrei dirle che il decreto all'articolo 4 struttura iniziative destinate al decoro di tutti i siti culturali italiani. Non c’è turismo se non c’è decoro intorno ai siti culturali, basti vedere quello che si trova al Colosseo, agli Uffizi...

  PRESIDENTE. Concluda onorevole Bossa.

  LUISA BOSSA. E poi fare lo stesso giro a Parigi per cogliere le differenze e capire perché la Francia ci supera nelle classifiche di ricettività e di fruibilità.

  PRESIDENTE. Deve concludere onorevole Bossa.

  LUISA BOSSA. Sto concludendo.

  PRESIDENTE. No, deve concludere.

  LUISA BOSSA. Ho concluso. Mi dia il tempo di concludere !

  PRESIDENTE. Lei lo ha superato di mezzo minuto. La prego di... onorevole Bossa !

  LUISA BOSSA. L'obiettivo dunque è quello di non perdere ulteriori occasioni. Pag. 44Per questo il voto del PD sarà contrario alla pregiudiziale presentata dalla Lega.

  PRESIDENTE. Onorevole Bossa lei ha superato abbondantemente il tempo e la prego la prossima volta di essere più rispettosa nei confronti della Presidenza. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la questione di pregiudizialità posta dalla Lega sembrerebbe fondarsi soprattutto sulla mancanza del requisito della necessità e dell'urgenza ex articolo 77 della Costituzione. Sebbene non si possa negare che alcune specifiche norme contenute nel decreto-legge sollevino delle perplessità sotto questo aspetto, a giudizio del gruppo di Scelta Civica il provvedimento nel suo complesso non presenta vizi di illegittimità costituzionale in quanto contiene norme la cui importanza, indifferibilità ed urgenza sono da ritenersi prevalenti.
  Penso alle norme a tutela del patrimonio archeologico di Pompei e a quelle sulla valorizzazione della reggia di Caserta, sul cui stato di degrado mesi addietro ebbi modo di presentare una specifica interrogazione. Penso alle norme sulle fondazioni lirico-sinfoniche e a quelle per favorire l'occupazione giovanile, tutti argomenti che nella stessa questione pregiudiziale della Lega Nord sono riconosciuti come urgenti e criticati solo nel merito, peraltro con argomenti poco fondati.
  Penso ad esempio alla critica secondo la quale le norme sulla reggia di Caserta e il parco archeologico di Pompei sarebbero ad regionem. Ricordo a me stesso e ai colleghi che stiamo parlando di attrattori culturali che l'UNESCO definisce «Patrimonio dell'umanità». Alla luce di questa semplice considerazione mi sembra davvero risibile una contestazione di costituzionalità avanzata da un partito che negli ultimi anni ha inondato il Parlamento di proposte di legge, mozioni ed emendamenti destinati esclusivamente ai propri territori di riferimento. Sulla tutela del nostro patrimonio culturale, sullo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, anche per l'evidente ricaduta occupazionale che ciò può e deve comportare, non possiamo permetterci perdite di tempo strumentali. Il Paese non può attendere ed è per questo motivo che il gruppo di Scelta Civica rigetta convintamente la questione pregiudiziale di costituzionalità che è stata avanzata (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Allasia ed altri n. 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fantinati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  393   
   Votanti  390   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  16    
    Hanno votato
no  374).    

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  La discussione sulle linee generali avrà luogo in altra seduta.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,35).

  DARIO PARRINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DARIO PARRINI. Signor Presidente, colleghi, questa notte la sede regionale fiorentina del Partito Democratico è stata danneggiata dall'esplosione di un ordigno rudimentale costituito da bombole di gas Pag. 45collegate a del liquido infiammabile all'interno di un contenitore di plastica. Il Ministro dell'interno Alfano ha definito questo atto un grave atto intimidatorio, quel che è certo è che non può passare sotto silenzio né essere collocato nella categoria delle cose che possono starci. Per quanto ci riguarda ci ostiniamo infatti a pensare che queste cose non possono e non debbono starci. Negli ultimi mesi la sede fiorentina e altre sedi del Partito Democratico in Toscana sono state più volte oggetto di scritte ingiuriose, imbrattamenti, bravate, vandalismi, mai però era accaduto qualcosa di così grave e preoccupante. Vedremo a quali conclusioni arriveranno le autorità inquirenti, per l'intanto a nessuno sfugge che quanto è avvenuto rappresenta un salto di qualità che non va sottovalutato e va fermamente e coralmente condannato. Di fronte a episodi del genere, con i quali qualche balordo o peggio ha pensato di alzare il tiro e forse di intimidirci e di rallentare la nostra azione al servizio del Paese, noi avvertiamo l'esigenza di rassicurare i nostri militanti, la comunità democratica tutta, le cittadine ed i cittadini. Non ci facciamo impaurire, teniamo alta la guardia, lavoreremo uniti nell'interesse generale dell'Italia e della Toscana con più vigore e determinazione di prima, con più passione e convinzione di prima. Con i nostri valori di trasparenza, onestà, impegno contro le ingiustizie e le disuguaglianze. Non ci mancano né la forza né l'intelligenza per isolare chi ritiene di poter introdurre nella lotta politica metodi violenti e inaccettabili. Coloro che reputano legittimo esprimere le proprie posizioni con liquidi infiammabili e bombole a gas vanno individuati e severamente puniti, chi ha progettato e messo in atto questa vile iniziativa sappia che continuerà a trovare nel Partito Democratico un fattore di operosità democratica, di buonsenso, di spirito costruttivo e di civismo e soprattutto di opposizione tenace a ogni tentativo di giocare il gioco pericoloso ed esecrabile dell'esasperazione sistematica degli animi e delle demonizzazioni a buon mercato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MARISA NICCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, prendo la parola per esprimere tutta la nostra sincera solidarietà al Partito Democratico di Firenze, dove questa notte – come ricordato dal collega Parrini – è esploso un ordigno artigianale che per fortuna non ha provocato ferite. Un gesto vile, vigliacco, un gesto che parla solo di violenza, quella violenza intimidatrice che va combattuta con la serietà della politica. La violenza genera soltanto altra violenza e, a questa brutalità, la politica ha il dovere di rispondere collettivamente, con l'impegno civile e con un impegno politico unitario.
  Vogliamo esprimere la nostra ferma condanna per un gesto orribile e ci auguriamo che al più presto sia fatta chiarezza. È un episodio preoccupante che arriva a pochissimi giorni di distanza da un altro episodio simile accaduto alla sede fiorentina dell'ARCI in piazza dei Ciompi, dove l'ingresso è stato deturpato, con scritte calunniose dove si paragonavano ARCI e PD alla massoneria e dove si invitava alla repressione e alla devastazione.
  Sono gesti intollerabili da non sottovalutare mai. In un Paese civile come l'Italia sono intollerabili particolarmente perché la nostra città, Firenze, ha fatto del dialogo e della pace lo strumento su cui fondare la propria politica (Applausi).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, esprimo a nome mio personale e del gruppo del MoVimento 5 Stelle solidarietà agli attivisti e ai militanti del Partito Democratico per questo atto vergognoso Pag. 46di violenza – perché si tratta davvero di un atto di estrema violenza – preoccupante e speriamo che i responsabili vengano presi e che paghino quello che è giusto pagare.
  Per amore esclusivo di verità e anche in questo senso di collaborazione su queste vicende, devo ricordare che il 20 maggio è stato dato fuoco comunque anche alla sede del MoVimento 5 Stelle, a Giugliano, un territorio complicato, e onestamente non abbiamo ricevuto segnali di stima, di considerazione o di solidarietà. Addirittura, la collega Prestigiacomo ha detto che la responsabilità era di alcuni toni, insomma si trattava di un incendio alla nostra sede dovuto a dei toni di Beppe Grillo.
  Su questo credo che l'unione di tutti quanti ci debba essere perché questi sono degli attentati veri e propri per mettere terrore a chi si occupa o nel MoVimento 5 Stelle o nel Partito Democratico, di politica, di attività politica e lo fa in maniera anche disinteressata senza avere spesso dei ruoli nelle istituzioni.
  Esprimiamo quindi massima solidarietà al Partito Democratico e ai militanti e chiediamo la stessa solidarietà quando questi stessi identici episodi hanno a che fare con altre forze politiche come il MoVimento 5 Stelle (Applausi).

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, Forza Italia esprime con fermezza la condanna a questo episodio pericolosissimo e vile che è stato fatto nei confronti della sede del Partito Democratico, a cui va tutta la nostra solidarietà, e al collega Parrini, che è il segretario regionale del Partito Democratico in Toscana. Ed è fin troppo evidente che l'auspicio è che siano individuati anche i responsabili di un simile atto contro la democrazia; e si esprime anche grande preoccupazione. Quindi, è giusto pure che il Ministero dell'interno che è delegato all'ordine pubblico del Paese faccia chiarezza su questi episodi, perché poco fa si ricordava quello del MoVimento 5 Stelle, poi ce ne sono tanti altri che si sono ripetuti. Il collega Parrini riprendeva i vari episodi che si sono susseguiti nel contesto del territorio nazionale. Quindi, attendiamo anche che il Ministro dell'interno faccia un'eventuale informativa su questi episodi di attentati alle istituzioni democratiche, perché i partiti, piaccia o non piaccia, ancora sono istituzioni democratiche del Paese.

  GIOVANNA PALMA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA PALMA. Signor Presidente, intervengo velocemente per replicare al collega del MoVimento 5 Stelle. In qualità di parlamentare del comune di Giugliano, la sottoscritta ha fatto un comunicato stampa per esprimere tutta la propria solidarietà per l'attentato subito dal circolo del MoVimento 5 Stelle nel mio comune. E mi dispiace dover ascoltare parole dal collega secondo cui non ci sarebbe stata la nostra presenza. Su queste vicende bisogna esprimere solidarietà e bisogna essere tutti quanti uniti.

  PRESIDENTE. Onorevole Palma, credo che l'onorevole Di Battista si riferisse a un riferimento in Aula. Comunque, credo che sia assolutamente doveroso e scontato – questo lo dice la Presidenza – che, ogni volta che si manifestano azioni di violenza nei confronti di qualunque forza politica, tutte le forze politiche esprimano condanna, perché questo è sicuramente un tratto che può legare l'azione politica di tutte le forze democratiche che sono in questo Parlamento.

  ACHILLE TOTARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, volevo anche io esprimere, a nome mio e del mio gruppo, la solidarietà, a questo Pag. 47punto – non sapevo dell'episodio denunciato dall'onorevole Di Battista – anche al MoVimento 5 Stelle, ovviamente unendomi alle parole che lei ha pronunciato adesso, e nei confronti di tutti i movimenti politici che possono trovarsi nella condizione di subire simili atti di violenza.
  Quindi, la nostra solidarietà, la mia solidarietà, va al Partito Democratico di Firenze, all'onorevole Parrini, che è il segretario regionale, perché, effettivamente, in questo episodio vi è un escalation significativa e anche preoccupante. Mi unisco a quello che diceva l'onorevole Palese, e cioè il Ministro dell'interno faccia luce su questo episodio e ci faccia conoscere le iniziative che vengono prese per fermare questi personaggi che vogliono inquinare il dibattito politico con atteggiamenti di violenza, che poi, in Italia, nella storia, hanno provocato morti e lutti da tutte le parti, e non portano, poi, tra l'altro, da nessuna parte, per la verità (quindi, neanche nell'ottica perversa dei soggetti che li mettono in atto).
  Quindi, chiedo anche a lei, Presidente, di informare il Ministro dell'interno di venire semmai a spiegarci cosa sta succedendo, perché, effettivamente, è un episodio gravissimo, che va al di là anche di vari episodi minori che sono successi nel corso del tempo. In questo caso, mi sembra un episodio molto grave: non ci deve scappare un morto, per poi stare a ragionare su cose che potrebbero essere evitate precedentemente. Quindi, la mia solidarietà e la condanna nei confronti di questo episodio.

  PRESIDENTE. A questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30. Ricordo che alle ore 15,30, prima di riprendere l'esame del disegno di legge di delegazione europea, avrà luogo la commemorazione del 90o anniversario dell'uccisione del deputato Giacomo Matteotti.

  La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Brescia, Carbone, Dellai, Di Lello, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Gianluca Pini, Ricciatti, Rossomando, Speranza, Tabacci, Valeria Valente e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Nel novantesimo anniversario dell'uccisione di Giacomo Matteotti (ore 15,32).

  PRESIDENTE. Colleghi adesso, prima di riprendere i nostri lavori, io vorrei insieme a voi commemorare la figura del deputato Giacomo Matteotti (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Governo).
  Cari colleghi, ricorre oggi il novantesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti. Questa mattina, presso la Sala della Regina, abbiamo già avuto l'occasione di commemorare la figura del deputato socialista assassinato per mano fascista il 10 giugno 1924, ma ritengo doveroso ricordare solennemente anche qui in Aula una delle personalità di maggiore rilievo nella storia contemporanea italiana e in particolare nella storia del nostro Parlamento. È innanzitutto qui alla Camera infatti che Giacomo Matteotti portò avanti la sua coraggiosa battaglia contro il fascismo, consapevole della necessità di difendere lo Stato di diritto proprio a partire dal luogo che più di ogni altro esprime la rappresentanza popolare.
  La sua esperienza politica, vissuta nel segno di una rigorosa tensione etica, e la sua coraggiosa battaglia contro il fascismo, Pag. 48ne hanno fatto un simbolo, un simbolo di libertà, di resistenza alla violenza, di sacrificio per il bene comune. Un simbolo conosciuto e ammirato dentro e fuori i confini del nostro Paese, al di là delle appartenenze politiche e ideologiche. Matteotti fu un politico originale e lontano dall'estremismo. La sua attività si svolse nel solco di un socialismo pragmatico, che si sforzava di promuovere il progresso operando sul territorio, con un'azione attenta alla concreta realtà sociale. Giunto in Parlamento non ancora trentacinquenne, con le elezioni del 1919, Matteotti si distinse da subito nell'Aula parlamentare per il suo impegno riformista e assunse su di sé, con coraggio e con determinazione, il compito di combattere un fascismo non ancora consolidatosi in regime, di cui vide precocemente i pericoli. Con gli scritti e con gli interventi alla Camera denunciò l'intimidazione e l'illegalità che lo caratterizzavano. Culmine di questa coraggiosa battaglia fu il discorso del 30 maggio 1924, con il quale Matteotti contestò la correttezza dei risultati delle elezioni svoltesi nell'aprile precedente. Fu il suo ultimo discorso alla Camera ed una delle pagine più alte della storia parlamentare italiana.
  Con il suo pensiero e la sua azione, Matteotti ha saputo esprimere valori non effimeri, che possono e devono costituire ancora oggi, a tanti anni di distanza, un punto di riferimento per tutti noi: disinteresse personale, attenzione per le donne e gli uomini più bisognosi, scrupoloso culto dello Stato di diritto, affermazione della centralità del Parlamento come luogo in cui tutte le voci devono trovare espressione, nell'osservanza delle regole e nel rispetto reciproco.
  Per questo, Matteotti rimane una figura centrale della storia politica ed istituzionale del nostro Paese (Generali applausi, cui si unisce il rappresentante del Governo).
  Colleghi, a commemorare Giacomo Matteotti ci sono diversi deputati, prima tra tutti la deputata Pia Locatelli. Prego, onorevole Locatelli.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, «Il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me»: queste le parole con cui Giacomo Matteotti si rivolse ai compagni socialisti al termine del suo intervento in quest'Aula nel corso del quale ebbe il coraggio, lui solo, di contestare le elezioni che avevano visto vittorioso il Partito fascista. Era il 30 maggio 1924; dieci giorni dopo, il 10 giugno di novant'anni fa, fu rapito ed ucciso.
  Matteotti è un socialista e mi fa piacere sentirlo ricordare oggi da forze politiche che in molte occasioni alla parola «socialista» associano automaticamente la parola «ladro». Era un socialista come Turati, Pertini, Nenni, Lombardi. Apparteneva ad una storia, la mia storia, la nostra storia, fatta di idee, di conquiste civili e sociali, di solidarietà e di riforme, che sono alla base della nostra Repubblica.
  Un socialista scomodo, inviso al regime fascista, che per metterlo a tacere fu costretto ad ucciderlo. Non amato dall'allora PCI, che non ha mai digerito pienamente il fatto che il primo eroe dell'antifascismo fu un socialista che non si faceva sovietizzare, un pellegrino del nulla, come lo definì Gramsci.
  E nel ringraziare la Presidente Boldrini per aver voluto organizzare la sua commemorazione presso la Sala della Regina, non posso non ricordare nel 1994 il rifiuto dell'allora Presidente della Camera Pivetti di convocare l'Aula in seduta solenne per ricordarne l'assassinio. Erano gli anni di Tangentopoli, gli anni in cui la parola «socialista» equivaleva ad un insulto, gli anni del cappio della Lega. La storia di oggi purtroppo dimostra che il malaffare non riguarda solo i partiti, ma soprattutto le singole persone e che molti di coloro che si sentivano puri e in diritto di giudicare poi sono finiti sulla stessa graticola giustizialista.
  Il brutale assassinio fascista fece di Matteotti un eroe, lo rese famoso e immortale, ma paradossalmente fece passare in secondo piano le sue idee e le sue battaglie politiche. I suoi scritti, i suoi discorsi in Parlamento, per lui il luogo Pag. 49centrale di tutta l'azione politica, e il suo pensiero restano tutt'oggi sconosciuti ai più. Vorrei che questa giornata servisse anche a questo, non solo a ricordare il martire, ma a riconoscere l'uomo politico. Non ci servono santi e beati, ma esempi e maestri e apprendere da loro è il modo migliore per non dimenticare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) e di deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gaetano Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Signora Presidente, credo che occasioni come queste devono essere innanzitutto un motivo per noi di non soggiacere alla retorica della circostanza, quanto piuttosto di interrogarci sul senso che questa commemorazione ha, soprattutto in un quadro in cui esperienze di stanchezza della democrazia e di crisi morale della democrazia richiamano il bisogno assoluto – non come sofisticata esigenza intellettuale, ma come esigenza di sopravvivenza – di una memoria, che è anche il bisogno di ricordare che la democrazia ha bisogno sempre di maestri e di testimoni. E la figura di Giacomo Matteotti sta a significare tutto questo. Infatti, noi non staremmo in quest'Aula e nemmeno le generazioni che ci hanno preceduto nell'esperienza repubblicana avrebbero potuto aiutare la ricostruzione del Paese, se non ci fosse stata la testimonianza e anche il sangue e anche il sacrificio di persone e di personalità come Giacomo Matteotti.
  Per questo richiamare oggi questa memoria significa anche indicare una strada alle generazioni che ci seguono, in particolare i giovani. E vorrei anche dire che Matteotti è innanzitutto il martire di un rapporto con la verità, la verità non solo quella militante, ma la verità della politica e la verità del popolo. E da questo punto di vista vorrei qui concludere con il richiamo a quanto su di lui Gobetti, il 1o luglio di quel 1924, in «Rivoluzione liberale» scrisse, perché è terribilmente vero ed è terribilmente attuale oggi.
  «Matteotti non fu mai popolare. Era un aristocratico di stile, non di famiglia. La sua attenzione era tutta ad un momento di azione intermedio e realistico e rimane come l'uomo che sapeva dare l'esempio. Era un ingegno politico quadrato e sicuro».
  Questa testimonianza non è dunque alle nostre spalle, ma ci accompagna, è anche davanti a noi, perché questa democrazia viva (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia, Partito Democratico, Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cicchitto. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente e onorevoli colleghi, sappiamo benissimo che in queste commemorazioni c’è sempre il rischio o della retorica o di esercitazioni scontate, ma in questo caso credo che ci dobbiamo misurare con due dati: uno è costituito – veniva ricordato dall'intervento che mi ha preceduto – dall'importanza della memoria storica, una memoria storica che rischia sempre più di appannarsi e di scomparire e, dall'altro lato, una riflessione, appunto, con un pezzo fondamentale di quello che sta alle nostre spalle.
  Veniva detto giustamente che la figura di Matteotti rischia di essere, per così dire, cristallizzata in un puro e semplice richiamo al martirio che lui subì. Lui in effetti aveva alle spalle la storia assai complessa e contraddittoria del socialismo italiano e nel socialismo italiano aveva una posizione riformista, contrapposta a posizioni di segno diverso. E però quella posizione riformista poi, innanzitutto sul territorio della sua Rovigo e poi qui, alla Camera, si scontrò con il fascismo e con la normalizzazione che, in quella casa fase, poteva avere il fascismo, che aveva goduto, alle elezioni precedenti, di un quadro politico che andava oltre la sua essenza. E in un certo senso quell'assassinio Pag. 50rappresentò un tragico momento della verità. Fu seguito poi dall'Aventino e da una normalizzazione che diede vita al fascismo come regime, con le sue leggi speciali e con la configurazione che poi ha avuto nella storia del nostro Paese. Quindi Giacomo Matteotti ha rappresentato un elemento di rottura, non a caso ricordato da Piero Gobetti, un elemento di rottura rispetto ad una tendenza, invece, ad accettare e a subire un'operazione che era stata fatta con il consenso delle classi dirigenti di quel periodo storico (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, non c’è una città, grande o piccola, nel nostro Paese, che non abbia una piazza o una via intitolata a Giacomo Matteotti. È stato, insieme a Gramsci, il martire più conosciuto dell'antifascismo italiano. Per onorarne la memoria, parlerò della «sfortuna» di Matteotti, la cui opera ed il cui pensiero forse sono stati trascurati, soprattutto in riferimento alla storia del socialismo umanitario e classista di cui fu parte integrante, come autorevolmente ha scritto Sebastiano Timpanaro.
  Matteotti non è facilmente classificabile. Fu riformista, ma un riformista radicale, non solo sul versante dell'antifascismo, ma anche del suo classismo, nel suo radicamento nel popolo del palesiné e nel suo intransigente pacifismo. Per questo fu accusato allora di essere un sovversivo, un disfattista, inviso al variegato universo militarista borghese che agitava l'Italietta delle conquiste coloniali e della Grande Guerra. Per questo suo coraggioso antimilitarismo, Matteotti fu un assertore forse isolato di un pacifismo assoluto, polemico anche nei confronti dell'Internazionale socialista, con la sua timida scelta del «non aderire né sabotare».
  A Turati, dominato dallo spettro della possibile guerra civile ottocentesca, contrapponeva l'immagine, ancora più tragica, della grande guerra moderna, come accuratamente rileva lo storico Gianpasquale Santomassimo. Ancora, a guerra finita, dissente dal progetto di prendere parte alla solenne celebrazione del 4 novembre 1923, giudicando impossibile che i socialisti si trovino coinvolti in un'esaltazione del militarismo. Anche nei confronti del fascismo Matteotti intuì per primo la minaccia che rappresentava per l'intera Europa e la sua inevitabile deriva violenta e bellicista. Di qui la sua richiesta di una maggiore intransigenza. Nella sua ultima lettera a Turati, pochi giorni prima di essere assassinato, è profetico, affermando: «È necessario prendere, rispetto alla dittatura fascista, un atteggiamento diverso da quello tenuto fino a qui. La nostra resistenza al regime dell'arbitrio deve essere più attiva. Non bisogna cedere su nessun punto, non abbandonare nessuna posizione senza le più decise e le più alte proteste. Nessuno può lusingarsi che il fascismo dominante deponga le armi e restituisca all'Italia un regime di legalità e di libertà». Mussolini capì chi aveva di fronte...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIANNI MELILLA. ... e decise così l'assassinio di Matteotti. Concludo. Ma a perdere non è stato Matteotti e in quest'Aula risuonano ancora le sue ultime parole: «Uccidete pure me, ma l'idea che è in me non la ucciderete mai» (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, oggi ricorrono i 90 anni dall'assassinio di Giacomo Matteotti, avvenuto il 10 giugno 1924 per mano fascista. Malgrado il tempo trascorso, è di fondamentale importanza continuare a ricordare, a noi stessi e principalmente alle giovani generazioni, che è stato anche grazie al sacrificio di uomini come Matteotti che i principi di libertà, di giustizia e di uguaglianza si sono Pag. 51potuti affermare e la Repubblica è venuta alla luce dopo la dittatura fascista e la tragedia della Seconda guerra mondiale. Come avviene per lo sterminio dell'olocausto, per cui il 27 gennaio di ogni anno si commemorano le vittime del nazismo e della sua folle ideologia razzista e tutti coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati, non dobbiamo consegnare solamente ad uno sporadico ricordo il sacrificio di un uomo come Giacomo Matteotti, il quale pagò con la morte il suo implacabile atto di accusa contro la soppressione delle libertà conseguente alla violazione delle norme basilari che regolano i sistemi democratici. Fu, infatti, nella seduta del 30 maggio 1924, in cui si discuteva la proposta avanzata dalla Giunta delle elezioni di convalidare in blocco gli eletti della maggioranza, che Matteotti ebbe il coraggio di denunciare le illegalità commesse dai fascisti e dagli organi di Governo durante la campagna elettorale, ben consapevole che avrebbe pagato con la vita questa sua denuncia.
  Alla politica si era avvicinato giovanissimo all'età di 16 anni, mosso dalla volontà di porre rimedio alla situazione di miseria della sua gente, la gente di Fratta Polesine. È forse in questa cittadina in provincia di Rovigo, dove nel 1818 si verificò la tragedia dei Carbonari della Fratta, primo esempio di repressione da parte austriaca delle aspirazioni alla libertà e all'emancipazione nazionale, che Matteotti respirò l'area dell'autodeterminazione e dell'indipendenza che lo portò ad aderire ai principi del socialismo, dimostrando così il suo interesse e la sua vicinanza alle sorti dei più deboli e degli oppressi. Venne eletto nel 1910 nel consiglio provinciale di Rovigo e da quel momento l'impegno politico fu al centro della sua esistenza, senza abbandonare, peraltro, gli studi giuridici, con una particolare attenzione ai temi del lavoro che riteneva fondamentale per l'emancipazione e lo sviluppo equilibrato delle persone e delle comunità. Fu reale riformista, convinto della necessità di aggiornare costantemente le proprie idee nel confronto con l'esperienza, perché solo così un politico riesce a dare risposte adeguate alle istanze che provengono dalla società. Matteotti nel 1919 fu eletto deputato. Era un perfetto sconosciuto, ma in breve tempo riuscì a distinguersi per l'impegno nel lavoro e per la sua competenza e cultura.

  PRESIDENTE. Concluda.

  FILIPPO BUSIN. Da uomo forte delle proprie idee spesso ripeteva: «Uccidete pure me, ma l'idea che è in me non la ucciderete mai». Ed è stato proprio così. Il suo sacrificio è emblematico dell'impegno per l'affermazione dei propri ideali e noi abbiamo il dovere di tenerli vivi, questi ideali, nelle giovani generazioni, affinché il suo ricordo non sia affidato ad una targa in una via o in una piazza delle nostre città, ma rinnovato e reso attuale costantemente nella nostra memoria (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, Giacomo Matteotti è famoso per il suo grande ed appassionato impegno politico e per quello che ha dato al Paese, ma è famoso anche per la sua morte: una morte eroica. Come ha scritto Seneca, il modo della morte dice la verità di una vita. Giacomo Matteotti è morto per difendere il popolo dopo aver speso ogni istante per il suo popolo. Non il popolo in generale, ma quello che lui conosceva e frequentava, che difendeva giorno per giorno nelle campagne vicino alla foce del Po. Ha scritto di lui Piero Gobetti, e scelgo le parole di colui che ha inventato la formula «rivoluzione liberale» per definire quello che bisognava allora ed è necessario oggi all'Italia. Scrisse Gobetti il 1o luglio 1924, quando il corpo di Matteotti, assassinato dai sicari fascisti, non era ancora stato ritrovato: «Non ostentava presunzioni teoriche: dichiarava candidamente di non aver tempo per risolvere i problemi filosofici perché doveva studiare i bilanci e rivedere i conti degli amministratori socialisti Pag. 52[...]; vide nascere nel Polesine il movimento fascista come schiavismo agrario, come cortigianeria servile degli spostati verso chi li pagava, come medievale crudeltà e torbido oscurantismo [...]. Sentiva che per combattere utilmente il fascismo nel campo politico occorreva opporgli esempi di dignità con resistenza tenace. Farne una questione di carattere, di intransigenza, di rigorismo».
  Credo che questo sia oggi l'insegnamento che Matteotti detta a ciascuno di noi e davanti al quale i deputati di Forza Italia si inchinano commossi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Di Maio. Ne ha facoltà.

  LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, «Se il martirio politico ha finito per consacrare nella coscienza degli italiani che hanno perenne il culto della libertà la memoria di Giacomo Matteotti, l'uomo di leggendario coraggio morale che aveva osato sfidare da solo la prepotenza di un partito pronto ad imporre un regime di violenza istituzionalizzata, esso ha anche spezzato la linea di una esperienza di socialismo che cercava sbocchi più aperti ed originali alla ideologia del classismo. È sorprendente infatti come nelle pagine dei suoi discorsi parlamentari mai, o quasi mai, compaia un riferimento al marxismo, pur essendo innegabilmente marxista la leva del pensiero e dell'azione del movimento socialista di cui il deputato risulta instancabilmente sostenitore e, da ultimo, dirigente responsabile a livello nazionale. “Noi siamo socialisti, ma siamo anche italiani”, ebbe a dire Matteotti una volta in Parlamento, fornendo così la chiave d'interpretazione dell'intero travaglio ideologico e politico della propria personalità di socialista ancorato ai valori irrinunciabili della nazione intesa come realtà spirituale e sociale e, quindi, in ultima analisi, storica, che le ragioni di classe, più che offuscare o addirittura rinnegare, potenziavano. Così si spiega il suo socialismo pragmatico, nei cui schemi non allignava il dogmatismo preconcetto».
  Presidente, per commemorare un grande ci vogliono le parole di un grande, e queste erano le parole di Sandro Pertini in una prefazione al libro sui discorsi di Giacomo Matteotti. È così che lo vogliamo ricordare noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. La ringrazio, signor Presidente, ricordare qui oggi Giacomo Matteotti, dirigente e parlamentare socialista, assassinato dai sicari di Mussolini novanta anni fa, oltre che un onore, è un dovere e per due ordini di motivi: il primo, così ben rappresentato da una frase di Matteotti stesso: « Il fascismo non è un'opinione, è un crimine» perché per chi ama la libertà, la coesistenza pacifica, la civiltà democratica esiste un limite invalicabile a cui non si rinuncia. Chi fa della violenza, della rabbia e della sopraffazione la propria cifra, a chi dell'odio verso chi è diverso da sé dà il senso del proprio agire, a chi sfrutta la regola della democrazia allo scopo dichiarato di negarla e di ucciderla non si cede mai anche a costo della propria stessa vita. Quella di Matteotti non è una tragedia relegata nei libri di storia, ma è una testimonianza più che mai attuale.
  Tutta la nostra vita repubblicana è segnata dalla lotta tra chi stava e sta dalla parte di Matteotti e le forze contrarie alla libertà e alla democrazia, dai tentativi golpisti e dalla strategia della tensione al terrorismo assassino degli anni di piombo, alla mafia stragista. E anche oggi, di fronte alle difficoltà e alle sfide, pensare e rifarsi a Matteotti e alla sua battaglia per i diritti e per la libertà, per il lavoro, fornisce a noi gli strumenti per andare avanti.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EMANUELE FIANO. Perché la sua lezione e la sua pratica ci insegnano che tutte le libertà sono legate: da quella di parola, a quella di organizzazione, da quella economica a quella di fede, a quella Pag. 53dell'affermazione della propria diversità. Per questo Mussolini e i suoi sgherri assassini hanno voluto uccidere Giacomo Matteotti: avevano paura di un uomo libero che, con la sola propria presenza, riusciva ad inceppare la sua macchina criminale. Non un eroe, ma un rappresentante delle sue genti e della legalità; uno di noi e, quindi, immenso nella sua semplicità.
  Il secondo motivo, Presidente, esce dalle trascrizioni del suo ultimo discorso, già citato qui alla Camera, nel quale, tra interruzioni, provocazioni, sbeffeggi e insulti, denunciava con dettaglio i brogli elettorali e le violenze su cui si basava la formale vittoria elettorale di Mussolini, chiedendone la cancellazione. Sapeva di firmare la propria condanna a morte, come tragicamente fu poi, ma decise di farlo lo stesso e di farlo qui, nell'Aula del Parlamento, da socialista democratico, che al Parlamento dava il ruolo di posto della democrazia.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  EMANUELE FIANO. In un famoso discorso disse: «Uccidete pure me, ma l'idea che è in me non la ucciderete mai». Ecco, oggi, Giacomo Matteotti e le sue idee, il suo sacrificio – perché di questo si trattò –, sono qui con noi a ricordarci di non smettere mai di onorare tutti coloro che alla libertà, alla democrazia e al diritto non rinunciano né hanno rinunciato e che della responsabilità del farlo in nome del proprio popolo non si dimenticano mai.
  Per tutte queste ragioni, noi rendiamo omaggio oggi al deputato Giacomo Matteotti, ucciso a morte in un caldo pomeriggio di 90 anni fa, mentre da casa si dirigeva a piedi verso quest'Aula, che per lui e per noi rimane sacra (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Questo era l'ultimo intervento sulla commemorazione di Giacomo Matteotti.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1836-A (ore 16).

  PRESIDENTE. Avverto che la V Commissione (Bilancio), nell'ulteriore parere espresso in data odierna, ha revocato il parere contrario sull'articolo aggiuntivo Garavini 11.052.
  Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato approvato l'articolo 7.
  Ricordo che sono stati accantonati gli emendamenti Borghesi 6.50 e 6.52, nonché la votazione dell'articolo 6.
  Chiedo al relatore, deputato Alli, se intenda riprendere l'esame del provvedimento da tali emendamenti ovvero dall'articolo 8.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, riprenderei dall'articolo 8.

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Ricordo che la V Commissione (Bilancio), nel parere espresso in data odierna, ha formulato una condizione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che prevede la soppressione dell'intero articolo, che sarà pertanto votata come emendamento 8.500, ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Invito, dunque, il relatore ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate. Il parere sull'emendamento 8.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) ?

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 8.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

  PRESIDENTE. Quindi, su tutte le altre proposte emendative il parere è contrario ?

Pag. 54

  PAOLO ALLI, Relatore. Di conseguenza, sì.

  PRESIDENTE. D'accordo. Il Governo ? Sull'emendamento 8.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.500, soppressivo dell'articolo 8, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Luigi Gallo, D'Incà, Piepoli, Tidei, D'Attorre, Nuti, Russo, Castiello, Antimo Cesaro, Pierdomenico Martino, Bragantini, Ferraresi, Lupo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  397   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  303    
    Hanno votato no   94    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Ricordo che la Commissione bilancio, nel parere espresso in data odierna, ha formulato una condizione, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che prevede la soppressione dell'intero articolo, che sarà pertanto votata come emendamento 9.500, ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Invito quindi il relatore ad esprimere il parere della Commissione, così come lo chiederò, poi, al sottosegretario Gozi.

  PAOLO ALLI, Relatore. Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Burtone, Baldassarre, De Mita, Villarosa, Polverini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti 405   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  305    
    Hanno votato no   100    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Ricordo che nessuna proposta emendativa è stata segnalata.
  Passiamo dunque al voto.Pag. 55
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Attorre, Labriola, Spessotto, Donati, Santerini, Luigi Gallo, Chimienti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  302   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  152   
     Hanno votato  302    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Poiché risulta segnalato un solo emendamento e lo stesso è integralmente soppressivo del medesimo articolo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, verrà posto in votazione il mantenimento dell'articolo.
  Ricordo che il parere della Commissione e del Governo sull'emendamento interamente soppressivo Borghesi 11.50 è favorevole. Poiché, come si è detto, si voterà il mantenimento dell'articolo, chi intende votare a favore della soppressione dell'articolo 11 deve votare «no», chi intende votare contro la soppressione deve votare «sì».
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Cinzia Fontana, Stumpo, Fanucci, Palma...colleghi, c’è un problema sul parere. Scusate, adesso revoco l'indizione della votazione e chiedo il parere in modo chiaro, a questo punto, perché evidentemente c’è stato un problema sull'espressione del parere. Abbiate pazienza.
  Siccome il gruppo del Partito Democratico chiede che sia il relatore ad esprimere il parere, io revoco questa votazione e chiedo al relatore di esprimere il parere. Prego, relatore.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Parere contrario a che cosa ? Deve essere chiaro, lo dica !

  PAOLO ALLI, Relatore. Parere favorevole alla soppressione dell'articolo, perciò contrario al mantenimento.

  PRESIDENTE. Favorevole alla soppressione, è chiaro ? Non ci devono essere degli equivoci su questo. Prataviera, voleva parlare ? Un secondo, un secondo, un secondo. Il relatore, prego.

  PAOLO ALLI, Relatore. Presidente, il parere della Commissione è favorevole alla soppressione dell'articolo, perché questo provvedimento è già stato inserito in un altro provvedimento al Senato. Quindi, poiché lei ha spiegato all'Aula che si vota il contrario...

  PRESIDENTE. Esatto.

  PAOLO ALLI, Relatore. ...cioè si vota il mantenimento, noi votiamo contro il mantenimento per sopprimere l'articolo.

  PRESIDENTE. D'accordo, d'accordo: adesso è tutto molto chiaro a tutti. Bene, allora a questo punto, onorevole Prataviera, andiamo avanti.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 56

  Colletti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  321   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato    1    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Garavini 11.052.
  Dunque, chiederei il parere al relatore, e poi al Governo. Prego, relatore.

  PAOLO ALLI, Relatore. Poiché il Governo ha annunciato una proposta di riformulazione, chiederei di poterla ascoltare. Comunque il parere della Commissione è favorevole alla riformulazione proposta dal Governo.

  PRESIDENTE. Favorevole alla riformulazione proposta dal Governo. Allora, il Governo ce la dà la riformulazione, per favore ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo è favorevole nel merito, però ritiene necessario modificare il riferimento alle procedure ed ai criteri da seguire nell'esercizio della delega, perché non appare correttamente formulato.
  Quindi, la nostra riformulazione, anche per ragioni di uniformità con l'articolo 6 del disegno di legge, è quella di sostituire, al comma 1, le parole da «il Governo è delegato ad adottare» fino a «con le altre disposizioni vigenti», con la nuova riformulazione seguente: «Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo recante le norme occorrenti per dare attuazione alla decisione quadro 2006/783/GAI del Consiglio, del 6 ottobre 2006, relativa all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca, secondo le procedure e i criteri direttivi di cui agli articoli 31, commi 2, 3, 5 e 9 e 32, comma 1, lettere a), e), f) e g), della legge 24 dicembre 2012, n. 234, nonché secondo i seguenti principi e criteri direttivi, realizzando il necessario coordinamento con le altre disposizioni vigenti».

  PRESIDENTE. Deputata Garavini, accetta la riformulazione ?

  LAURA GARAVINI. Sì, Presidente, grazie.

  PRESIDENTE. Quindi lo mettiamo in votazione con il testo riformulato ? Sì.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, chiediamo di poter perlomeno avere il testo scritto per valutare la riformulazione. Un testo oltretutto riformulato in modo così sostanzioso...

  PRESIDENTE. Adesso, adesso provvediamo. Un secondo, ci lasci il tempo utile.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. ...prima del voto, quindi chiediamo il tempo di poter leggere e analizzare la riformulazione.

  PRESIDENTE. Cerchiamo di fare tutto allo stesso tempo: un attimo, che le mando il testo.
  Sottosegretario Gozi, lei ce l'ha questo testo riformulato ? Se cortesemente può consegnarlo così lo passiamo subito all'onorevole Fedriga, per favore. Fateglielo vedere subito.
  Siccome anche altri gruppi hanno chiesto il testo, io sospenderei la seduta per cinque minuti per dare ai gruppi la possibilità di prendere atto della riformulazione.Pag. 57
  La seduta è aggiornata tra cinque minuti.

  La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,25.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Garavini 11.052, nel testo riformulato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Come è la situazione ? Gutgeld, Chiarelli. Chi altro ? Sembrerebbe nessuno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  377   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  255    
    Hanno votato no  122    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Ripresa esame dell'articolo 6 – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Chiedo al relatore e al rappresentante del Governo se intendono confermare il parere precedentemente espresso sugli emendamenti Borghesi 6.50 e 6.52.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, sapendo che c’è una riformulazione da parte del Governo, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghesi 6.50, così come riformulato dal Governo.
  La Commissione esprime altresì parere contrario sull'emendamento Borghesi 6.52.

  PRESIDENTE. Dunque, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghesi 6.50, così come riformulato dal Governo.
  Sottosegretario Gozi, qual è la riformulazione dell'emendamento Borghesi 6.50 ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la riformulazione che noi proponiamo dell'emendamento Borghesi 6.50 è la seguente: «valutare e disciplinare i casi in cui le informazioni e i dati detenuti da autorità estere possano essere utilizzati nei procedimenti penali nei confronti di soggetti che non abbiano avuto il modo di contestarne il contenuto, anche tenuto conto degli accordi internazionali e bilaterali vigenti».

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, un po’ di attenzione, perché è già complicato ! Prego.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, direi che la riformulazione proposta dal sottosegretario Gozi è in linea con quello che è stato il dibattito di questa mattina, perché il problema principale era proprio non andare in contrasto con tutta una serie di accordi bilaterali che il nostro Paese ha stipulato.
  Quindi, accetto di buon grado la riformulazione e ringrazio il rappresentante del Governo.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Qual è il parere del Governo sull'emendamento Borghesi 6.52 ?

Pag. 58

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo sull'emendamento Borghesi 6.52 rimane ...

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, ritiriamo l'emendamento Borghesi 6.52.

  PRESIDENTE. Lo ritira ? D'accordo. Dunque, l'emendamento Borghesi 6.52 è ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 6.50, nel testo riformulato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paglia, Rosato... ha votato. Fauttilli, Tancredi. Allora, chi altro deve votare ? Plangger, Ribaudo. Ribaudo sta per votare; ecco, ha votato. Mi pare che non ci sia nessun altro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  416   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  348    
    Hanno votato no  68    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  361   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  360    
    Hanno votato no  1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1836-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
  Al fine di dare al Governo la possibilità di vagliare gli ultimi ordini del giorno presentati, sospendo la seduta per cinque minuti.

  La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 16,40.

  PRESIDENTE. Invito dunque il rappresentante del Governo, sottosegretario Gozi, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno Totaro n. 9/1836-A/1.

  PRESIDENTE. Parere favorevole.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Favorevole. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Galgano n. 9/1836-A/2.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Galgano n. 9/1836-A/2 è identico all'ordine del giorno Tancredi n. 9/1836-A/4. Dunque, il parere è favorevole anche sull'ordine del giorno Tancredi n. 9/1836-A/4.

Pag. 59

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Esattamente, il parere è favorevole anche sull'ordine del giorno Tancredi n. 9/1836-A/4.

  PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno Catalano n. 9/1836-A/3 ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è favorevole. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ricciatti n. 9/1836-A/5, esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1836-A/6, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1836-A/7.
  Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/1836-A/8, in quanto la tempistica dell'articolo 7 è già nel senso di recepire prima le direttive e poi il testo unico, come chiede l'ordine del giorno. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/1836-A/9, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Alli n. 9/1836-A/10 ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Caparini n. 9/1836-A/11, Marcolin n. 9/1836-A/12 e Busin n. 9/1836-A/13.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Allasia n. 9/1836-A/14, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Prataviera n. 9/1836-A/15 ed esprime parere contrario sugli ordini del giorno Fedriga n. 9/1836-A/16 e Rondini n. 9/1836-A/17. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Caon n. 9/1836-A/18 ed esprime parere contrario sugli ordini del giorno Borghesi n. 9/1836-A/19 e Guidesi n. 9/1836-A/20.

  PRESIDENTE. Saluto un gruppo di visitatori e di cittadini del comune di Vigonza, in provincia di Padova, che sono qui presenti (Applausi).
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Totaro n. 9/1836-A/1, Galgano n. 9/1836-A/2, Catalano n. 9/1836-A/3 e Tancredi n. 9/1836-A/4, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/1836-A/5, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1836-A/6, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1836-A/7, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, proprio in virtù della presentazione dell'ordine del giorno, era stato ritirato un emendamento simile. Riconosco che all'interno di ciò che si va a recepire, effettivamente, è in qualche modo specificata la possibilità per lo Stato di opporre resistenza nei confronti dell'utilizzo di informazioni sensibili dell’intelligence che possano, in qualche modo, ledere l'interesse nazionale, però, ad abundantiam, non sarebbe male se il Governo, nell'esercizio di delega, specificasse in maniera chiara le modalità di opposizione di questa, chiamiamola così, resistenza all'utilizzo di informazioni sensibili di intelligence.
  Quindi, chiedo, cortesemente, al Governo di rivedere il parere sull'ordine del giorno, perché è un rafforzativo di quello che è già previsto.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo conferma la sua posizione per questa ragione, collega Pini: la decisione quadro, dal punto di vista strettamente giuridico, riguarda unicamente le attività afferenti gli organi di polizia; non riguarda, cioè, le attività specifiche dei servizi di sicurezza. Quindi, riteniamo di non dover accogliere l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine Pag. 60del giorno Gianluca Pini n. 9/1836-A/7, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1836-A/7, con il parere contrario dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sereni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  414   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no   294    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/1836-A/8 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/1836-A/8, con il parere contrario dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, Oliverio, Ruocco, Rabino, Marzana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  358   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no   300    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Rotta e Pellegrino hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/1836-A/9, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/1836-A/9, con il parere contrario dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Battaglia, Carra, Leva, Paola Bragantini, Capodicasa, Amendola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  367   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no   309    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Alli n. 9/1836-A/10, con il parere favorevole del Governo. Prendo altresì atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Caparini n. 9/1836-A/11, Marcolin n. 9/1836-A/12 e Busin n. 9/1836-A/13, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/1836-A/14, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/1836-A/15, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. 9/1836-A/16, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Pag. 61

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, vorrei chiedere al Governo le motivazioni del parere contrario sul mio ordine del giorno n. 9/1836-A/16, se il Governo fosse disponibile a dare una spiegazione sul parere che ha espresso.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Gozi ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Non ci sembra che questo ordine del giorno apporti alcunché, oltre a quello già previsto dalle norme ed è evidente che, nel momento in cui noi recepiamo una direttiva, la recepiremo articolo per articolo. Quindi, non c’è bisogno di recepire con particolare attenzione un articolo rispetto agli altri. Quindi, l'obiettivo è assicurato dal recepimento della direttiva, ma non crediamo che un ordine del giorno debba indicare l'articolo 20, anziché l'articolo 19, per assicurare una buona attuazione.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, insiste per la votazione ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Sì, signor Presidente. Evidentemente il Governo non ha letto con la dovuta attenzione la direttiva. Infatti, il paragrafo 4, che cito nell'ordine del giorno, dice esplicitamente che gli Stati membri possono prevedere sanzioni applicabili. Per questo noi chiediamo un ordine del giorno, perché il Governo le applichi. Infatti, la direttiva stessa dà la facoltà, non prevedendo alcun tipo di vincolo stringente. Quindi, invito il Governo magari a leggere approfonditamente la direttiva e a dire chiaramente se è favorevole a sanzionare coloro che compiono atti violenti all'interno dei centri oppure se è contrario e, quindi, darà parere contrario. Ma dire che la direttiva già lo prevede non è vero, perché lascia la possibilità. Quindi, anche applicando la direttiva in toto, il Governo può decidere se applicare o no il paragrafo 4.

  PRESIDENTE. Il parere espresso era contrario, non so se si intenda rivedere il parere...prendo atto che il Governo non intende rivedere il parere.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/1836-A/16, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  371   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  314    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/1836-A/17, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n. 9/1836-A/17, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zardini, Mucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  366   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  309    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 62

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caon n. 9/1836-A/18, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/1836-A/19, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/1836-A/19, con il pare contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati, Capodicasa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  366   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no  308    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Covello e Fiorio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Guidesi n. 9/1836-A/20 su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Signora Presidente, in merito a questi ordini del giorno, essendo anche stato eletto da poco eurodeputato, dico che l'Europa, ancora una volta, fa tutto e il contrario di tutto. Ecco, simboleggiare l'Europa come la vedo io, signora Presidente...è come una grossa palla l'Europa, che ci tiene per le catene, cioè, secondo me, vedendo, anche questa è l'Europa... (Il deputato fa roteare un oggetto di plastica che riproduce una catena con una sfera).

  PRESIDENTE. La smetta ! Tolga quella cosa !

  GIANLUCA BUONANNO. È ora di finirla ! L'Europa deve girare !

  PRESIDENTE. Intervengano i commessi (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente) ! Veramente non sentivamo la mancanza di questa esibizione ! Ma la smetta ! La smetta ! Ma basta ! Ma basta ! La richiamo all'ordine ! Basta !
  Allora, continuiamo con i nostri lavori.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi 9/1836-A/20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pellegrino ? Paola Bragantini ? Di Salvo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  363   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  306    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno.

(Coordinamento formale – A.C. 1836-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

Pag. 63

(Votazione finale ed approvazione – A.C.1836-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  I gruppi hanno comunicato alla Presidenza che intendono effettuare, su entrambi i provvedimenti, un'unica dichiarazione di voto finale, che avrà luogo in sede di esame della legge europea.
  Non essendovi pertanto iscritti, passiamo direttamente alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1836-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre» (A.C. 1836-A):

   Presenti  447   
   Votanti  415   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  390    
    Hanno votato no   25    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis (A.C. 1864-A) (ore 17,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1864-A: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis.
  Ricordo che nella seduta del 28 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella relativa al disegno di legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.
  Avverto che la Commissione ha presentato le proposte emendative 1.600, 3.600, 5.0600, 8.0600, 8.0601, queste ultime due successivamente ritirate, nonché le proposte emendative 15.600, 16.600, 17.600, 24.600, 27.600 e 32.600, e che il Governo ha presentato le proposte emendative 9.700, 10.0700 e 25.700. Tali proposte emendative sono in distribuzione.

(Esame degli articoli – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione e degli emendamenti presentati.
  Le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Avverto che prima dell'inizio della seduta l'emendamento Borghesi 26.100 è stato ritirato dal presentatore.
  Ricordo che, con riferimento all'esame della legge europea, l'articolo 126-ter, comma 4, ultimo periodo, del Regolamento prevede che i presidenti delle Commissioni competenti per materia e della Commissione politiche dell'Unione europea dichiarino inammissibili gli emendamenti che riguardano materie estranee all'oggetto proprio della legge comunitaria, come definito dalla legislazione vigente. Gli emendamenti dichiarati inammissibili in Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea. Parallelamente, con riguardo agli emendamenti presentati direttamente per l'esame in Assemblea, sono ammissibili, per prassi consolidata, solo quelli riconducibili, ai sensi del già richiamato Pag. 64articolo 126-ter, comma 4, all'oggetto proprio della legge europea come definito dalla legislazione vigente. Tale contenuto proprio consiste essenzialmente in: disposizioni modificative o abrogative di disposizioni statali vigenti oggetto di procedure di infrazione avviate dalla Commissione europea nei confronti della Repubblica italiana o di sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea; disposizioni necessarie per dare attuazione o per assicurare l'applicazione di atti dell'Unione europea.
  In conformità ai predetti criteri di ammissibilità, non risultano pertanto ammissibili le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in Commissione: Caparini 3.0100 e Borghesi 3.0101, in quanto recano disposizioni per l'acquisto della cittadinanza e per l'analisi dei flussi migratori che non sono volte a dare attuazione a specifici obblighi posti dall'ordinamento dell'Unione europea; identici Borghesi 3.0102 e Elvira Savino 3.0103, recanti disposizioni relative alla dichiarazione dello stato di emergenza per la sicurezza e la protezione dei confini territoriali che non sono volte a dare attuazione a specifici obblighi posti dall'ordinamento dell'Unione europea; Brambilla 33.0100, in quanto, essendo volto a dare attuazione ad una pronuncia della Corte Europea dei diritti dell'uomo (CEDU), esula dal contenuto proprio della legge europea come definito dalla legislazione vigente.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, io ho il fascicolo con tutti gli emendamenti ma le chiedo di procedere emendamento per emendamento perché lei avrà sicuramente il fascicolo degli emendamenti che sono stati segnalati. Io potrei anche esprimere il parere su emendamenti che non sono stati segnalati.

  PRESIDENTE. Sì, io ho qui gli emendamenti non segnalati. Emendamento Borghesi 1.100 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.600 della Commissione ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Ovviamente favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.100, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sbrollini... Bargero.... Paola Bragantini... Moscatt...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  378   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no  353    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 65

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.600 della Commissione, interamente sostituito dall'articolo accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa... Chiarelli... Attaguile...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  371   
   Astenuti   51   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  293    
    Hanno votato no   78    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Ricordo che l'emendamento Borghesi 1.1 è precluso.
  Passiamo all'articolo 2 al quale è stato presentato l'emendamento Borghesi 2.101.

  MICHELE BORDO, Relatore. Dobbiamo, credo, votare prima l'articolo 1, signor Presidente.

  PRESIDENTE. No, l'emendamento votato era interamente sostitutivo.

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sull'emendamento, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 2.101.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo... Grassi... Taricco... Lavagno.... Abrignani... Romano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  400   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   30    
    Hanno votato no  370    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  326   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  315    
    Hanno votato no   11    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 66

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Borghesi 3.100 e Elvira Savino 3.150, come anche sull'emendamento Ricciatti 3.1.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 3.101...

  PRESIDENTE. No, questo non è segnalato.

  MICHELE BORDO, Relatore. Per questo le chiedevo se era possibile elencarli, perché non ho gli emendamenti segnalati.

  PRESIDENTE. D'accordo. Emendamento Borghesi 3.102 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Vignaroli 3.9 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Vignaroli 3.10 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Ricciatti 3.2 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Ricciatti 3.3 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 3.105 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Ricciatti 3.4 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Giuseppe Guerini 3.107 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Ricciatti 3.5 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Ricciatti 3.6 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Ricciatti 3.7 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 3.110 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Borghesi 3.113 e Elvira Savino 3.151 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

Pag. 67

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 3.112 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 3.600 della Commissione ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Borghesi 3.100 e Elvira Savino 3.150.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 3.100 e Elvira Savino 3.150, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Molea. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  426   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   62    
    Hanno votato no  364    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Piepoli, Ghizzoni, Di Salvo, Chiarelli, Dambruoso, Raciti, Tartaglione. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  426   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  325    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 3.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gianni Farina, Giammanco, Realacci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  431   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no  376    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Tripiedi e Rizzetto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vignaroli 3.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

Pag. 68

  DALILA NESCI. Signora Presidente, intervengo perché il mio collega Vignaroli è sospeso e quindi non può discutere il suo emendamento 3.9, ma anche quello successivo, il 3.10. Diciamo semplicemente che il provvedimento di espulsione dovrebbe essere eseguito previa una consultazione dell'ambasciata, o del consolato, per quanto riguarda l'altro emendamento, ovviamente tutto questo a garanzia del diritto dello straniero.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignaroli 3.9.
  Dichiaro aperta la votazione...
  Scusate, scusate, il Governo chiede di intervenire. Revoco l'indizione della votazione.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, credo sia necessario intervenire. Il parere contrario del Governo è dovuto al fatto che tale disposizione proposta dal MoVimento 5 Stelle è già prevista all'articolo 2, comma 7, del decreto legislativo n. 286 del 1998, ove stabilito che, e per chiarezza lo leggo: l'autorità giudiziaria, l'autorità di pubblica sicurezza e ogni altro pubblico ufficiale hanno l'obbligo di informare, nei modi e nei termini previsti dal regolamento di attuazione, la rappresentanza diplomatica o consolare più vicina del Paese a cui appartiene lo straniero in ogni caso in cui esse abbiano proceduto ad adottare nei confronti di costui provvedimenti in materia di libertà personale, di allontanamento dal territorio dello Stato, di tutela dei minori, di status personale, ovvero in caso di decesso dello straniero o di ricovero ospedaliero urgente (...). Materia esplicitamente poi disciplinata dall'articolo 4 del regolamento di attuazione di cui al novellato decreto del Presidente Repubblica n. 394 del 1999.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignaroli 3.9 con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Malisani, Chaouki...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  408   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  332    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Malisani e Blazina hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vignaroli 3.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signora Presidente, sapevamo già che il Governo si è occupato di queste leggi europee trascinandole nel tempo. Poco fa abbiamo dovuto votare lo stralcio di alcuni emendamenti, perché, pensate, non c'erano le coperture; dopo mesi, ancora, su queste leggi europee, su un tema così importante, mancavano le coperture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Con riferimento a questo articolo, l'emendamento esiste proprio perché c’è uno scarso utilizzo proprio delle ambasciate e dei consolati.
  Allora, mi dispiace che il sottosegretario Gozi dica a tutto il Parlamento che nemmeno gli uffici funzionano, perché questo emendamento allora doveva essere Pag. 69dichiarato inammissibile. Siamo veramente in una situazione assurda. Noi diamo il nostro contributo, ma è veramente difficile dare un contributo concreto con questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignaroli 3.10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Matarrelli, Artini, Ragosta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  407   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato sì   74    
    Hanno votato no  333    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Arlotti, Dell'Aringa, Greco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  353   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato sì   23    
    Hanno votato no  330    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Capua, Lavagno, Monchiero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  359   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato sì   25    
    Hanno votato no  334    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 3.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Chiarelli, Scotto, Giordano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  435   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato sì   54    
    Hanno votato no  381    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Ghizzoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

Pag. 70

   Presenti  440   
   Votanti  360   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato sì   28    
    Hanno votato no 332    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giuseppe Guerini 3.107, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  356   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  296    
    Hanno votato no   60    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fadda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Piccolo, Piepoli, Alfreider...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  361   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no  332    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Folino, Piepoli, Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  355   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   26    
    Hanno votato no  329    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Lavagno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.7, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiarelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  358   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no  331    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 71Borghesi 3.110, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Abrignani, Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  385    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Borghesi 3.113 e Elvira Savino 3.151, sui quali vi è il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, una parte di questa proposta emendativa era contenuta anche nell'emendamento che è appena stato bocciato dall'Aula, ma ci terrei a sottolinearne l'importanza, perché con questo nostro emendamento vorremmo portare all'attenzione dei colleghi l'importanza di non dare o concedere i benefici della legge sull'ordinamento penitenziario a chi è recidivo nell'immigrazione clandestina e, quindi, per la seconda volta o la terza volta viene condannato proprio per lo stesso reato di immigrazione clandestina. Speriamo che siano cose diverse, l'immigrazione clandestina (che è appunto la reiterazione di questo reato), la richiesta di asilo come è stata esaminata nel disegno di legge n. 1836, all'articolo 7, e lo status di rifugiato come invece si vorrebbe far credere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 3.113 e Elvira Savino 3.151, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  437   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no  382    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 3.112 con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monaco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti 437   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   56    
    Hanno votato no  381    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.600 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 72
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  432   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  320    
    Hanno votato no  112    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Abrignani. Hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  359   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  299    
    Hanno votato no   60    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Nesci 4.2 e Borghesi 4.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nesci 4.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Malisani, Crippa. Guardate se hanno votato tutti; sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  385   
   Astenuti   50   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  309    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 4.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Cassano, Capodicasa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  427   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  301    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 73

  Tancredi, Capodicasa, Ruocco. Hanno votato tutti ? Tancredi ancora no. Ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  431   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  410    
    Hanno votato no   21    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 5.101, Carinelli 5.2, Vignaroli 5.1 e 5.3.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 5.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cera, De Micheli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  393   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no   364    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Carinelli 5.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, con l'emendamento Carinelli 5.2, ma anche con il successivo Vignaroli 5.1, vogliamo che si accerti con precisione se sussistono delle ragioni di ordine pubblico o di pubblica sicurezza ai fini dello svolgimento dei servizi transfrontalieri e di investigazione privata di imprese stabilite in un altro Stato membro. Riteniamo sia necessario ampliare i termini, da dieci a sessanta giorni, proprio per tutelare meglio l'interesse nazionale. Quindi, il mio commento vale sia per questo emendamento che per quello successivo.

  PRESIDENTE. Non so se il Governo intende chiarire su questo punto.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. No, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Carinelli 5.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  374   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no   276    

Pag. 74

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignaroli 5.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Zardini, Di Stefano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  395   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no   299    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vignaroli 5.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Garofalo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  379   
   Astenuti   54   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no   279    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Piepoli, Montroni, Di Salvo, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  323   
   Astenuti  112   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato  298    
    Hanno votato no   25    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.0600 della Commissione.
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.0600 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Cera, Palma, Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  321   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  297    
    Hanno votato no   24    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 75

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Borghesi 6.102, 6.101 e 6.7.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 6.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piras, Pastorino, Garavini, Patriarca, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  326   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato   24    
    Hanno votato no   302    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 6.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  355   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no   302    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 6.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crippa, Cesa, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  424   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no   299    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6...
  Deputato Prataviera, intende intervenire sull'articolo 6 ? Revoco l'indizione della votazione. Non l'ho vista prima, magari se alzava la mano prima era meglio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, è stata talmente veloce che, se anche avessi voluto...

Pag. 76

  PRESIDENTE. La lista è lunga, dobbiamo accelerare i tempi.

  EMANUELE PRATAVIERA. Probabilmente la vicinanza con il collega Buonanno magari non mi fa...

  PRESIDENTE. Vada al dunque.

  EMANUELE PRATAVIERA. Vorrei richiamare seriamente l'attenzione dei colleghi sull'articolo 6 in questione che stiamo per votare, più che altro per leggere il contenuto dell'articolo, e per capirne anche, visto che si è intervenuto poco su queste leggi comunitarie, il merito.
  Questo articolo, di fatto, estende le agevolazioni fiscali, in termini di deduzioni, detrazioni e regime fiscale agevolato dei cosiddetti minimi, per i soggetti residenti nel territorio dello Stato ai contribuenti che, pur essendo fiscalmente residenti in un altro Stato membro dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo, producono almeno il 75 per cento del proprio reddito complessivo in Italia, i cosiddetti non residenti Schumacker.
  Ovviamente ognuno di noi voterà secondo coscienza, però è giusto sapere che, per effetto delle modifiche che sono state introdotte, si affida a un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze il compito di adottare le disposizioni attuative delle norme di estensione della disciplina generale dell'Irpef. Inoltre, si precisa la decorrenza di tale estensione, che si applicherà dal periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2014. Per questi ultimi l'Irpef sarà calcolato, dunque, in base alle norme ordinarie, senza le vigenti limitazioni degli oneri deducibili dal reddito o detraibili dall'imposta lorda; alle condizioni di legge, essi saranno dunque eleggibili per l'applicazione del regime cosiddetto dei contribuenti minimi.
  Ecco, questo perché quando si dice: «Cerchiamo di tutelare le nostre aziende e i nostri lavoratori» poi, magari, si fa anche qualcos'altro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monaco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  405   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  301    
    Hanno votato no   104    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e della proposta emendativa ad esso presentata non segnalata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, anche in questo caso intervengo per segnalare il contenuto di questo articolo. Infatti, si parla di una serie di modifiche alla disciplina dell'imposta sulle successioni e sulle donazioni, in primo luogo equiparando gli enti pubblici, le associazioni e le fondazioni istituiti in uno Stato dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo a quelli italiani e questo ai fini del godimento del regime fiscale agevolato, anche in questo caso, riconosciuto dalla legge in relazione alla predetta imposta. Sono, infine, esentati dall'imposta sulle successioni i titoli del debito pubblico e gli altri titoli similari, emessi da altri Stati aderenti all'Unione europea o allo Spazio economico europeo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 77
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, Placido.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  420   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  323    
    Hanno votato no   97    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Poiché risulta presentato un unico emendamento che è interamente soppressivo dell'articolo 8, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'unico emendamento soppressivo.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento soppressivo Ruocco 8.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, anche il Governo esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Avverto quindi che, poiché è stato presentato un emendamento interamente soppressivo dell'articolo 8, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  391   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  293    
    Hanno votato no   98    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signora Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cancelleri 9.1, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 9.700 del Governo.

  PRESIDENTE. Il parere del Governo sull'emendamento Cancelleri 9.1 ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. E sull'emendamento 9.700 del Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. È del Governo...

Pag. 78

  PRESIDENTE. È sempre bene verificare.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cancelleri 9.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto ? Malpezzi ? Ferro ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  371   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no   269    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.700 del Governo, con il parere favorevole della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione ? Dell'Aringa ? Cicu ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  296   
   Astenuti  130   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato  296    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  291   
   Astenuti  132   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato  291    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Sani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A). Poiché essa non è stata segnalata, passiamo direttamente alla votazione dell'articolo 10.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  366   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  365    
    Hanno votato no   1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 10.0700 del Governo. Il parere del relatore ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 79

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, è del Governo, quindi favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.0700 del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  346   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  344    
    Hanno votato no   2    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Lupo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Galgano 11.105, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Borghesi 11.104. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Dall'Osso 11.2 e Galgano 11.106.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galgano 11.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Realacci, Cera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  368   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no   316    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 11.104, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  418   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  417    
    Hanno votato no   1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dall'Osso 11.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

Pag. 80

  DALILA NESCI. Signor Presidente, questo è un emendamento che tutela il diritto dei lavoratori a ricevere dall'impresa, su loro richiesta, la documentazione in materia di sicurezza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dall'Osso 11.2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... De Micheli... Venittelli... Dieni... Petrini... Fauttilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  376   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no   265    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galgano 11.106, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini... Mazziotti Di Celso.... Sandra Savino... Pannarale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  366   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no   316    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  421   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  412    
    Hanno votato no   9    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Chiedo al relatore, presidente Michele Bordo, di esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 11.0100 del Governo.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 11.0100 del Governo.

  PRESIDENTE. Immagino che il parere del Governo sia conforme.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, signor Presidente, il parere è conforme.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0100 del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Fanucci, Marguerettaz.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  353   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  281    
    Hanno votato no   72    

Pag. 81

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io chiederei l'attenzione del Governo e del relatore, ma in questo momento è difficile...

  PRESIDENTE. Siamo all'articolo 12 e il deputato Fedriga sta svolgendo un intervento sul complesso delle proposte emendative. Prego.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Vorrei solamente far riflettere in modo costruttivo il Governo e il relatore. Relatore, se posso avere la sua attenzione, è difficile, però, grazie.
  Io non riesco a capire le modifiche apportate in Commissione all'articolo 12, comma 3, lettera h), punto 2.1, dove sono aumentate le sanzioni. Intanto, secondo me, vengono aumentate in modo eccessivo le sanzioni per le infrazioni che sono squisitamente formali – perché se non sono sostanziali vuol dire che non ledono effettivamente, poi, nella pratica, la sicurezza sul lavoro –, arrivando a 15 mila euro. Ma non solo: il massimale della sanzione formale è superiore al massimale per tutte le altre ammende che possono essere anche sostanziali. Non riesco a capire la ratio: il massimale per le infrazioni formali è più alto rispetto a quello per le altre.
  Vorrei capire qual è la ratio che vi ha guidato durante l'esame in Commissione, perché si prevede 15 mila euro di massimale per le infrazioni formali, mentre per tutte le altre – quindi, anche quelle sostanziali che, magari, non hanno creato il danno fisico al lavoratore, ma che potrebbero farlo – voi prevedete un massimale più basso rispetto a quelle formali. Veramente io non riesco a capire la logica.
  Oltretutto, si va a penalizzare chi commette infrazioni formali, magari semplicemente per un problema burocratico – ripeto, sono infrazioni che non hanno conseguenze in attività che potrebbero ledere la sicurezza del lavoratore, ma semplicemente, magari, si tratta di una carta scritta male o altro, ma che non lede la sicurezza del lavoratore –, aumentando la sanzione, che nel testo originario andava da 500 a 4.500 euro, in modo incredibile, cioè da 3 mila a 15 mila euro.
  Questo vuol dire andare a colpire gravemente chi fa quella attività, lo ripeto, che è in buona fede, cerca di tutelare la sicurezza del lavoratore, ma semplicemente, magari per un disguido, per un problema burocratico, formalmente non lo certifica, però, lo ripeto – perché è scritto «formali» – è chiara la volontà di non andare ad incidere sulla sicurezza del lavoro. Quindi, inviterei ad una riflessione in modo assolutamente costruttivo.

  PRESIDENTE. Invito quindi il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, il parere della Commissione sull'emendamento 12.500 del Governo è favorevole, lo avevo già detto.

  PRESIDENTE. Mi può dare il parere anche sull'articolo aggiuntivo 12.0500 del Governo ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Io sul fascicolo ho l'emendamento 12.500 del Governo e il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Sì, sì, d'accordo; mi chiedevo se potesse darmi anche il parere sull'articolo aggiuntivo 12.0500 del Governo.

  MICHELE BORDO, Relatore. Io nel fascicolo non lo trovo...

Pag. 82

  PRESIDENTE. A pagina 37.

  MICHELE BORDO, Relatore. Sì, eccolo qua. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo aveva dato parere conforme sull'emendamento 12.500 e immagino anche sull'articolo aggiuntivo 12.0500 visto che sono tutti e due del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.500 del Governo, con il parere favorevole della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  310   
   Astenuti   92   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato  309    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.0500 del Governo, con il parere favorevole della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Toninelli, Spessotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  285   
   Astenuti  120   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato   285.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
  Presidente Bordo, siamo all'articolo 13, se vuole magari dire i pareri sull'emendamento Borghesi 13.101.

  MICHELE BORDO, Relatore. Sull'emendamento Borghesi 13.101 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.103 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.104 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.114 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.106 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Favorevole ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Sì, sì.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.107 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.108 ?

Pag. 83

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.109 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.110 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.112 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Borghesi 13.113 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.101, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

  Kronbichler, Capodicasa, Di Stefano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  393   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   373    
    Hanno votato no    20    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.103, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Tancredi, Dell'Aringa, Moscatt, Monchiero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  401   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   378    
    Hanno votato no   23    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.104, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Grassi, Galperti, Amodio, Nesci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  398   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   378    
    Hanno votato no    20    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 13.114, sul quale vi è il Pag. 84parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, stiamo parlando di disposizioni in materia di partecipazione del pubblico, quindi della cittadinanza, nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale. La direttiva, all'articolo 2, comma 3, chiede proprio che gli Stati membri definiscano – definiscano, quindi – il pubblico ammesso alla partecipazione, includendo le organizzazioni non governative interessate che soddisfano i requisiti imposti dalla legislazione nazionale quali quelle che promuovono la protezione dell'ambiente. Il fatto...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, cos’è questo applauso ? Sta intervenendo il collega Prataviera, per favore. Vada avanti, deputato Prataviera.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente. Il fatto che il comma 1 dell'articolo 3-sexies del codice dell'ambiente riporta un concetto base secondo cui, ai fini della trasparenza amministrativa, chiunque, senza essere tenuto a dimostrare la sussistenza di un interesse giuridicamente rilevante, può accedere alle informazioni relative allo stato dell'ambiente e del paesaggio del territorio nazionale, non è secondo noi sufficiente a garantire la partecipazione ad un procedimento di formazione di un piano. Tale partecipazione deve, infatti, essere attiva con la divulgazione o l'invio dei dati e non per accesso su specifica richiesta del soggetto interessato.
  Questo lo dico anche come esperienza di amministrazione locale; e proprio per una tematica come questa, importante e delicata per la partecipazione e per la fruizione della cittadinanza alla vita quotidiana e alla programmazione del proprio territorio, e soprattutto per poter partecipare attivamente alla politica programmatoria.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.114, con parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Albanella, Allasia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  394   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no   270    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.106, con parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  393   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  281    
    Hanno votato no   112    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Rotta e Gadda hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.107, con parere contrario di Commissione e Governo.Pag. 85
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Capua, Ghizzoni, Cozzolino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  401   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no   278    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Cimbro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 13.108.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, non sono intervenuto prima, intervengo adesso. La tematica è sempre la stessa, la pubblicità è la migliore informazione per la cittadinanza e la partecipazione attiva alla redazione di questi piani.
  Con l'emendamento precedente chiedevamo di pubblicare nella stampa, come già avviene oggi per molti altri provvedimenti, e con questo emendamento in particolare chiediamo che venga pubblicata presso l'albo pretorio dei comuni (e adesso, tramite anche la riforma digitale, nell'albo pretorio on line dei siti delle amministrazioni pubbliche e locali) la redazione di questi piani anche nella loro fase dettagliata. Questo sempre per consentire ai cittadini e alle organizzazioni e associazioni di accedere direttamente senza dover inondare gli uffici per chiedere copia degli atti e attendere la redazione di questi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.108, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Lombardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  400   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no   276    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.109, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Locatelli, Abrignani, Malpezzi, Scagliusi, Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   406   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  379    
    Hanno votato no   27    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.110, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Palma, Albanella, Greco, Gribaudo...Pag. 86
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   410   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   62    
    Hanno votato no   348    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.112, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Ricciatti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  390   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  307    
    Hanno votato no   83    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 13.113, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Sarti, Locatelli, Dell'Aringa, Tidei, Cassano, Boccia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  412   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no   354    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   411   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  409    
    Hanno votato no    2    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Dallai e Fiorio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, le chiedo un aiuto nel capire cosa è successo nella votazione dell'emendamento Borghesi 13.113, perché, se non ho capito male – qui chiedo aiuto all'Ufficio di Presidenza e agli stenografi –, c'era il parere favorevole del relatore e del Governo e dopo ci è stata data anche la notizia – o forse non avevamo capito subito, mettiamola così – che c'era il parere contrario della V Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. A me risulta così.

  GIANLUCA PINI. Si è verificato l'esatto opposto rispetto a uno dei primi voti di questa mattina. Ora, nel momento in cui il relatore e il Governo esprimono un parere favorevole e l'emendamento viene bocciato, come minimo – come minimo – si sospende l'Aula e si chiede di convocare Pag. 87il Comitato dei nove, perché vuol dire che il Governo è andato sotto su un emendamento sul quale aveva dato parere favorevole, un emendamento peraltro nostro, di assoluto buon senso, che toglieva da una serie di procedure molto farraginose – che servono effettivamente – la partecipazione dei cittadini qualora ci sono opere di interesse privato, ma opere che riguardano ad esempio la Protezione civile. È stato fatto veramente un bel pasticcio, quindi chiedo cortesemente, per un fatto di buon senso, che venga sospesa la seduta e che venga convocato il Comitato dei nove per chiarire cosa è successo.

  PRESIDENTE. Dunque, chiedo il parere del relatore su questa richiesta.

  MICHELE BORDO, Relatore. Presidente, noi abbiamo votato. È vero che formalmente noi avevamo espresso un parere favorevole. Dal mio punto di vista, dico anche che forse la posizione contraria espressa dalla Commissione bilancio un po’ è stata esagerata rispetto a quello che noi avevamo previsto.
  Dopodiché, è evidente che forse almeno formalmente avremmo dovuto cambiare il parere. Formalmente penso che avremmo dovuto cambiare il parere...

  PRESIDENTE. Sì, ma in merito...

  MICHELE BORDO, Relatore. ... alla luce della novità introdotta dal parere espresso dalla Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Però, sul Comitato dei nove, perché il deputato Gianluca Pini richiamava l'opportunità di convocare il Comitato dei nove...

  MICHELE BORDO, Relatore. Io penso che formalmente questo lo dovrebbe decidere lei, avendo noi effettuato una votazione. Abbiamo fatto una votazione. Adesso, al di là del parere favorevole o contrario...

  PRESIDENTE. Ma io chiedevo la sua opinione in merito a questa richiesta, cioè se lei riteneva opportuno riunire il Comitato dei nove...

  MICHELE BORDO, Relatore. Secondo me, non è necessario.

  PRESIDENTE. Va bene.

  EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, io sono membro del Comitato dei nove e chiedo la riunione del Comitato dei nove.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, questo è un emendamento senz'altro importante, come ha descritto il collega Gianluca Pini, però, non è ostativo rispetto al percorso che stiamo facendo. C’è stata una valutazione dei gruppi e poi, d'intesa con il Governo, come avviene nelle vie brevi in tante occasioni, si è deciso di recepire in corsa il parere della Commissione bilancio. Non mi sembra che sia un caso straordinario, non mi sembra che ci sia la necessità...non è un fatto politico, perché il Governo ha votato, tra l'altro, conformemente a come ha votato la stragrande maggioranza di quest'Aula. Quindi, non si ravvisa la necessità di riunire il Comitato dei nove. Si prende atto di una valutazione su un articolo su cui abbiamo recepito molti emendamenti della Lega. Questo emendamento della Lega non è stato recepito per una valutazione della Commissione bilancio, neanche per una valutazione politica ostativa alla proposta della Lega, ma per una valutazione della Commissione bilancio. Non mi sembra che ci sia nulla di rilevante più di quanto è stato detto fino adesso.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 88

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, io le chiedo un chiarimento sulle procedure che seguiamo in quest'Aula perché, se non erro, il parere della Commissione bilancio non è arrivato nei pochi secondi antecedenti alla votazione, ma era a disposizione del relatore e della presidenza della Commissione stessa.
  A questo punto mi domando a cosa serve riunire il Comitato dei nove. Se il Comitato dei nove si riunisce, dà dei pareri ed è a conoscenza del parere della Commissione bilancio, poi arriva in Aula e durante la votazione si cambia in corsa – per le vie brevi, come dice Rosato, che sono delle procedure estranee alla mia conoscenza – il parere senza nemmeno annunciarlo in Aula e si comincia a cambiare il voto del Governo e di tutti, mi domando perché si riunisce il Comitato dei nove, Presidente.
  Quindi, noi le chiediamo la riunione del Comitato dei nove per fare chiarezza perlomeno sul rapporto di correttezza che esiste tra il relatore e i gruppi che compongono quest'Aula ed anche per ripristinare una procedura corretta, per cui nel Comitato dei nove il relatore dà i pareri ai gruppi e la scelta dei gruppi, anche in ordine all'attività da svolgere all'interno dell'Aula e all'atteggiamento da tenere all'interno dell'Aula, è anche direttamente correlata ai pareri che il relatore esprime nell'ambito del Comitato dei nove. Altrimenti, eliminiamo il Comitato dei nove e facciamo le consultazioni per vie brevi, come consiglia l'onorevole Rosato. Ma le due cose non possono coesistere.

  PRESIDENTE. Siccome è stata sollevata questa questione, io penso di rimettere all'Aula la decisione sulla richiesta di sospensione della seduta. Quindi, dovremmo porre in votazione la sospensione della seduta per consentire la valutazione della situazione.

  LARA RICCIATTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signora Presidente, interveniamo perché anche noi, ovviamente – e siamo una forza di opposizione –, non ravvisiamo la necessità di convocare il Comitato dei nove.
  Perché se è vero, da una parte, che c’è stata un po’ di confusione nella tardiva comunicazione da parte della Commissione bilancio, che anch'essa non ha colpa, nell'esprimere i pareri rispetto agli emendamenti e agli articoli, ovviamente io penso che ci sia stato più che altro un disguido organizzativo, e non un fatto politico. Lo dico partendo dalla premessa che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà non ha votato favorevolmente su questo emendamento, però io penso che non sia tanto un fattore politico quanto probabilmente un disguido, o altri gruppi hanno preso atto del parere negativo della Commissione bilancio; quindi anche secondo noi non è necessario convocare il Comitato dei nove (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. A questo punto, colleghi, su questa richiesta, io penso che la cosa più opportuna sia metterla in votazione così che facciamo subito chiarezza.

  MICHELE BORDO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MICHELE BORDO, Relatore. Presidente, il Comitato dei nove ha espresso il suo parere sugli emendamenti prima che si esprimesse la Commissione bilancio, quindi il parere della Commissione bilancio è intervenuto dopo (Commenti del deputato Gianluca Pini).

  PRESIDENTE. È giunto dopo, sì. Chiaramente ci sono stati due momenti diversi, però quando io ho chiesto il parere, il parere che ho ottenuto è stato un parere favorevole.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

Pag. 89

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, mi scusi ma l'intervento del relatore avvalora la nostra richiesta.

  PRESIDENTE. Adesso poniamo al voto la richiesta.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Ho capito, ma mi scusi, lei sta ponendo al voto giustamente, perché il relatore non vuole, la sospensione. Noi abbiamo chiesto che si riunisca il Comitato dei nove, che non è direttamente correlato alla sospensione dell'Aula, perché, se si sospende e non si vogliono riunire, non si riunirà mai il Comitato dei nove. Il problema è questo: se fosse arrivato dopo il parere e il relatore avesse ritenuto utile cambiare il parere, si sarebbe riunito il Comitato dei nove come avviene normalmente. Non si possono in quest'Aula distruggere tutte le regole, e per questo chiedo a lei di ripristinarle.

  PRESIDENTE. Sì, ma se noi decidiamo di sospendere, se l'Aula decide di sospendere, poi sarà il presidente a convocare il Comitato dei nove.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Ma non è detto.

  PRESIDENTE. Beh, non è detto... è detto !

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Lei sta facendo votare una richiesta. Noi chiediamo a lei che si faccia garante della normale procedura. Se il relatore ritiene utile cambiare un parere, è legittimo: riunisce il Comitato, cambia il parere e lo comunica all'Aula, come avviene di norma. Se c’è stato un errore – è legittimo fare degli errori, non siamo delle macchine –, ne prenda atto il relatore, si sospenda cinque minuti, si riunisca il Comitato dei nove, spieghi quanto è accaduto e chiarisca la sua azione con tutti i gruppi. Altrimenti rischiamo di andare – questa volta è successo così – a distruggere tutte le regole anche per il futuro, perché esistono dei precedenti in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Presidente Bordo, lei accetta l'invito di fare questa riunione di cinque minuti con il Comitato dei nove ? Se lei accetta questo invito la facciamo senza passare alla votazione, altrimenti io la devo porre in votazione. Ritengo che questa sia la maniera più diretta, diciamo. Per favore, presidente Bordo, quindi il suo parere è di andare avanti ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Sì, Presidente.

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Presidente, stamattina la seduta è stata sospesa per cinque minuti appunto per chiarire i pareri sugli emendamenti. Se avessimo sospeso cinque minuti fa, avremmo già concluso la cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Chiariamo il fatto e procediamo, perché i pareri della Commissione bilancio sono vincolanti. Dato che avete messo nella scorsa legislatura il pareggio di bilancio in Costituzione, va rispettato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANDREA VECCHIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA VECCHIO. Signora Presidente, vorrei intervenire né a favore dell'una tesi né a favore dell'altra, ma...

  PRESIDENTE. Prego. Colleghi, per favore. Prego, dica.

  ANDREA VECCHIO. ... ma per mettere in evidenza quanto è antico, vecchio, obsoleto il Regolamento che presiede alla gestione di questa Camera. Credo che occorra sospendere per una settimana i Pag. 90lavori della Camera e procedere alla modifica del Regolamento, perché non se ne può più. È assolutamente obsoleto !

  PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio, deputato Vecchio. Ho capito.
  A questo punto, sospendo per cinque minuti la seduta, cinque minuti. Presidente Bordo, la invito a convocare il Comitato dei nove. Sospendo la seduta per cinque minuti.

  La seduta, sospesa alle 19, è ripresa alle 19,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Borghesi 13.0101.
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Borghesi 13.0101.

  PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo Borghesi 13.0100 ?

  MICHELE BORDO, Relatore. Contrario, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 13.0101, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  C’è chi non riesce a votare ? Poi aspettiamo i colleghi che si stanno recando al posto.
  Marzano, Tartaglione, Moscatt, Marzano, Di Stefano, Zanin, Amoddio, Capodicasa, Crippa, Ciprini, Lavagno, Lacquaniti, Zolezzi, Nardella, Montroni, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  363   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no   279    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Cimbro, Gnecchi e D'Incecco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Borghesi 13.0100, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, onestamente mi stupisco dei pareri contrari. Ormai nella Commissione bilancio abbiamo capito che c’è qualche corto circuito evidentemente, anche perché non è un articolo aggiuntivo che costa, che può incidere sul complessivo della spesa pubblica; anzi, qualora applicato, a parte risolvere una procedura di infrazione e un'emergenza che è un'emergenza da 20 anni (forse anche di più, quella dei rifiuti in Campania), probabilmente potrebbe generare di fatto un risparmio per la spesa pubblica, perché la buona gestione della raccolta dei rifiuti e del riciclo sicuramente non può altro che generare un minor costo per gli enti locali che sono chiamati, in qualche modo, a doverli gestire o a compartecipare alle spese.
  Quindi, ormai oggi ne abbiamo viste a sufficienza, però anche qui, è un po’ come Pag. 91la storia di Alfano che i richiedenti asilo devono essere a carico (giustamente) di tutta l'Europa, ma poi in realtà si approvano deleghe di recepimento di direttive che dicono esattamente il contrario. Siamo di nuovo al festival dell'ipocrisia, perché tutte le volte che c’è qualche eccesso di emergenza, chiamiamola così, qualche picco di emergenza in Campania, si arriva in questa Aula, si chiedono soldi, non si risolve il problema e si continua a tirare a campare.
  Una volta tanto che, invece, all'interno del provvedimento principe, cioè la legge europea, si pone in maniera seria la questione – con 30 righe, non con un decreto che serve solo ed esclusivamente a nominare commissari, a pagare stipendi o a fare qualche marchetta –, si dice come va risolta la procedura di infrazione, improvvisamente il Governo, che è tanto ambientalista, tanto amico dell'ambiente, tanto orientato al verde, in realtà dà un parere contrario. Sono curioso di vedere come voteranno l'amico Realacci e tutte le persone che si sono battute in questi anni per una gestione vera e corretta dei rifiuti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 13.0100, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Grillo, Toninelli, Bossi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  389   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no   369    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 1864-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1864-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Oliverio 14.100. La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Mongiello 14.0101, purché sia riformulato come proposto dal Governo.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento Oliverio 14.100. Il Governo esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Mongiello 14.0101, purché sia riformulato nel modo seguente. Dopo le parole «all'articolo 1, il comma 4 è sostituito dal seguente:» comincia la riformulazione del Governo: «4. L'indicazione dell'origine delle miscele di oli d'oliva originari di più di uno Stato membro dell'Unione europea o di un Paese terzo, conforme all'articolo 4, paragrafo 2, lettera b), del regolamento di esecuzione della Commissione 13 gennaio 2012, n. 29/2012, deve essere stampata ai sensi dei commi 2 e 3 e con diversa e più evidente rilevanza cromatica rispetto allo sfondo, alle altre indicazioni e alla denominazione di vendita». Riteniamo che in questo modo si possa meglio risolvere il caso EU pilot che abbiamo in corso.
  Signor Presidente, chiediamo anche che l'articolo aggiuntivo Mongiello 14.0101 sia riformulato nel senso di sopprimere il riferimento al comma 3-bis, in cui si dice: «Le presenti disposizioni non si applicano agli oli di oliva vergini legalmente prodotti o commercializzati in un altro Stato membro dell'Unione europea o in uno degli Pag. 92Stati firmatari dell'associazione europea di libero scambio (EFTA), parte contraente dell'accordo sullo spazio economico europeo». Chiediamo, quindi, di eliminare quanto previsto dal comma 3-bis.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Oliverio 14.100, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vignali. Ne ha facoltà.

  RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, io sono francamente stupito dei pareri favorevoli del relatore e del Governo su questo emendamento. Io capisco l'intenzione di chi lo ha proposto, però credo che bisogna sapere esattamente e capire bene cosa c’è in gioco. Intanto, stiamo parlando di bibite e non di succhi di frutta, per intenderci, dell'aranciata. Questo emendamento danneggia unicamente chi produce queste bibite in Italia.
  Ricordo che in Italia c’è già una percentuale obbligatoria di succo nelle bibite del 12 per cento, fissato da una norma del 1958. La media dei Paesi europei è del 5 per cento. In alcuni Paesi che hanno rapporti con l'Europa, come la Svizzera, è del 4 per cento.
  Questo emendamento, quindi, produce una discriminazione a rovescio, che diverse volte la Corte costituzionale ha stigmatizzato, nei confronti di chi produce in Italia.
  Non solo: di converso, evidentemente, favorisce le multinazionali, perché una multinazionale può produrre tranquillamente l'aranciata in Svizzera e, chiedendo il mutuo riconoscimento, la può vendere in Italia. Questo sarebbe negato ad imprese italiane. Stiamo parlando di imprese non solo grandi, ma anche medie e piccole.
  Faccio presente che, per chiunque abbia un minimo di esperienza del settore agroindustriale, aumentare la percentuale di succo nelle bibite significa dover rivedere le ricette, bisogna che queste incontrino il gusto dei consumatori. Quando una nota azienda portò dal 12 al 15 per cento il succo ci impiegò tre anni, tre anni per trovare la ricetta giusta. E poi bisogna riprogrammare anche gli impianti.
  Inoltre, non vi è evidentemente nessuna ragione di salute, perché per aumentare il succo, che è naturale e acido, bisogna anche aumentare gli zuccheri ed i conservanti e togliere acqua minerale, che mi risulta sia più dietetica dei conservanti.
  Non solo: con questa norma, in realtà, si illudono i produttori di arance, soprattutto alcuni, di una certa regione, che venderanno di più. Questo è tutto da dimostrare, perché la cosa più probabile è che questi impianti chiuderanno; chiuderanno, quindi non venderanno neanche quelle che vendono oggi. La cosa certa è che si fermeranno appunto gli impianti e che si metteranno a rischio migliaia di posti di lavoro. Gli addetti di questo settore sono 6 mila diretti e 17 mila indiretti. I tre maggiori sindacati italiani hanno detto che ci possono essere forti ripercussioni sull'occupazione nel numero di 2 mila unità. Sono 57 gli stabilimenti coinvolti e sono distribuiti in 16 regioni italiane.
  Tralascio poi una considerazione rispetto al danno che questo fa al bilancio dello Stato, che presumibilmente è intorno almeno ai 50 milioni di euro di minori entrate fiscali. Invito sinceramente però, al di là di questo, il relatore ed il Governo a riflettere un secondo su questo parere, perché non risolve l'obiezione che ci ha fatto l'Europa e che già due anni fa era stata anticipata, quando si affrontò questo provvedimento. Non la risolve nel modo più assoluto e peggiora la situazione a danno dell'Italia. La domanda che io faccio è se noi, in una fase come questa, di grande difficoltà occupazionale, ce lo possiamo permettere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, mi ha già preceduto il collega Vignali. Aderisco totalmente alle sue considerazioni e voglio ribadire che, seppure si Pag. 93apprezzano le intenzioni degli estensori di questo emendamento, che avrebbero la volontà di tutelare le produzioni italiane di agrumi, in realtà l'obiettivo che si raggiunge, con una norma di questo tipo, è esattamente il contrario, perché si fa un piacere enorme ai concorrenti europei delle nostre aziende alimentari produttrici di bevande analcoliche, perché li si pone in una condizione di vantaggio assoluta, e praticamente si tagliano le gambe alle nostre aziende produttrici. L'effetto finale sarà quello di svantaggiare le aziende produttrici italiane nel settore alimentare e nel settore delle bevande analcoliche, ma anche poi, alla fine, di svantaggiare la produzione agricola ed agrumicola italiana.
  Quindi, dichiaro il voto contrario a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, io tengo a sottolineare che i prodotti che riguardano questo emendamento sono due: uno è il succo di polpa ed uno è una bevanda gassata. Sono esattamente due produzioni diverse. Io ci ho messo anche la firma, però la ritiro, poiché, per quanto riguarda le bevande gassate, sono un tipo di industrializzazione che non ha niente a che vedere con il succo di polpa. Perciò, fatto così, io ritiro la mia firma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oliverio. Ne ha facoltà.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, questo emendamento, che abbiamo presentato assieme al presidente della Commissione agricoltura Sani, al presidente della Commissione ambiente Realacci e a quasi tutti i capigruppo della Commissione, compresa anche la firma di Caon, ma anche la firma di Forza Italia, è volto a sanare il caso EU Pilot n. 4738/13/ENTR, sollevato alla Commissione europea in riferimento al decreto Balduzzi. Come sapete, si tratta della disposizione che prevedeva, per le bibite analcoliche a base di frutta, un contenuto minimo di succo del 20 per cento e, per le bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia, un contenuto di succo di agrumi non inferiore al 20 per cento. L'emendamento, come ben sa l'onorevole Vignali, risolve i rilievi di merito e di carattere procedurale sollevati dalla Commissione, restringendo l'ambito oggettivo di intervento, limitato alle sole bibite analcoliche vendute con il nome dell'arancia o che richiamano il nome dell'arancia a succo, che siano prodotte in Italia, con esclusione, quindi, di quelle destinate alla commercializzazione verso altri Paesi dell'Unione europea o verso gli altri Paesi contraenti l'accordo, ed escludendo, pertanto, le bibite di fantasia che erano state incluse nel decreto Balduzzi. Inoltre, si fa riferimento, non più solo al succo naturale, così come diceva l'Unione europea, ma anche alle quantità equivalenti di succo di frutta concentrato o disidratato in polvere. Si prevede, altresì, relativamente alle procedure di notifica, che le novità introdotte si applichino a condizione del perfezionamento con esito positivo della procedura di notifica alla Commissione europea. Quindi, tutte le cautele.
  Con questo emendamento si mette, pertanto, la parola fine alla battaglia asimmetrica che ha visto contrapposte le grandi multinazionali delle bibite gassate a decine di migliaia di piccoli agricoltori, molti dei quali meridionali. L'emendamento non determina una limitazione per i consumatori. Fra l'altro, ci sono bibite attualmente già al 16 per cento. E noi vogliamo tutelare la salute dei consumatori che saranno, tra l'altro, ben lieti di consumare bibite analcoliche con la presenza di un quantitativo maggiore di succo d'arancia. Tantomeno l'emendamento vuole creare difficoltà alle industrie alimentari del settore. L'emendamento non impedisce, infatti, la produzione di bibite analcoliche a bassa concentrazione di succo d'arancia, a patto, questo sì, di sostituire la dicitura «a base di succo d'arancia». Non possiamo vendere acqua Pag. 94per succo d'arancia. Non è una postilla burocratica, ma è il giusto riconoscimento ai marchi e ai prodotti che puntano sulla qualità, riducendo l'utilizzo, oggi preponderante, di aromi artificiali e soprattutto di zucchero, la cui elevata concentrazione, oltre a mascherare la scarsa qualità del prodotto, crea dipendenze e danno alla salute, specialmente ai bambini. Ma significa anche assicurare un dignitoso salario ai lavoratori e redistribuire un'infinitesima parte dei prodotti delle grandi industrie verso realtà sociali e produttive più deboli.
  Quanto, infine, al rapporto tra industria e settore agricolo italiano, è il caso di ricordare che un litro di aranciata al 12 per cento, venduto mediamente a 1,30 euro, contiene appena 3 centesimi, e dico 3 centesimi, di euro di arance e che il prezzo proposto alle imprese calabresi e siciliane per le arance non supera i 6-7 centesimi al chilo, 5 dei quali vanno alla sola raccolta dei frutti. Basti pensare che chi vuole acquistare un caffè in un bar di Rosarno, deve portare con sé una cassa di arance da almeno 12 chili. Questa è la verità.
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo non è profitto; questo si deve chiamare in ben altro modo. Il PD, proprio perché ritiene che questa sia una battaglia di civiltà, offre questa proposta emendativa al patrimonio di tutte le forze politiche e si augura che venga approvata con il voto favorevole dell'Aula. Non vogliamo fare una battaglia dei democratici, ma deve essere una battaglia di civiltà di tutti noi, di tutti coloro i quali credono nella difesa del made in Italy e vogliono creare le condizioni per la tutela della salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, noi ci asterremo su questo emendamento del PD. Infatti, la modifica va ad introdurre, come detto dai colleghi, l'innalzamento dal 12 al 20 per cento della percentuale di succo naturale nelle bevande analcoliche a base di frutta. Infatti, non stiamo parlando di succhi di frutta ma di bevande analcoliche e, quindi, di aranciata. Sappiamo bene di cosa parliamo, tutti le abbiamo bevute o comprate. Noi siamo favorevoli all'innalzamento della percentuale del succo nelle bevande ma siamo contrari al modo. Infatti questo emendamento Oliverio 14.100 va soltanto a cercare di risolvere le criticità del decreto Balduzzi. Già si era provato ad aumentare la percentuale di succo nelle bevande analcoliche proprio con il decreto Balduzzi che era stato giudicato dalla Commissione europea inapplicabile. Se veramente volevamo chiudere la procedura EU Pilot come la legge europea dovrebbe mirare a fare, potevamo semplicemente abolire i commi 16, 16-bis e 16-ter del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, senza andare ad intervenire in materia, come lei, sottosegretario, ci ha anche detto nel Comitato dei nove: non andare a vedere nello specifico della materia ma soltanto andare a chiudere le procedure di infrazione. Quindi non capiamo perché, nel merito dei succhi, dobbiamo intervenire in materia, mentre in altri articoli, come quello successivo di cui parleremo probabilmente domani, non dobbiamo intervenire in materia. E questo è già un motivo di contestazione.
  Inoltre, riteniamo che la sede giusta per affrontare la questione sia quella comunitaria perché escludere dall'obbligo dell'innalzamento le produzioni destinate alla commercializzazione verso altri Paesi, adeguando meccanicamente e senza senso la normativa nazionale a quella europea, ci sembra davvero che sminuisca il valore e la portata di una disposizione che dovrebbe andare, invece, a valorizzare le produzioni nazionali e il nostro agroalimentare. Inoltre ciò che ha difeso il collega del PD e, quindi, il fatto che ci debba essere una procedura di notifica, la procedura TRIS della direttiva 98/34/CE, in realtà giustifica soltanto il fatto che adesso verrà votato favorevolmente da questo Parlamento ma questa norma sappiamo bene che non entrerà mai in vigore. Infatti, se la norma del decreto-legge Balduzzi Pag. 95non è entrata in vigore e aveva le stesse caratteristiche ma si riferiva alla frutta mentre questo emendamento si riferisce soltanto all'arancia, non vediamo perché la Commissione europea dovrebbe dare il via libera alla stessa procedura, allo stesso emendamento. Purtroppo, così è la realtà. Basta guardare il decreto Balduzzi e questo emendamento per vedere che sono identici. Cambia il discorso frutta/arancia e cambia il fatto che è stata inserita la notifica solo per far passare un emendamento prettamente politico e vantarsene per un po’ finché non verrà bloccato dalla Commissione europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, ho sottoscritto questo emendamento e, quindi, voto a favore di questo emendamento per una serie di ragioni. La prima questione è di carattere più generalmente etico: ma è pensabile che noi quando acquistiamo un'aranciata dobbiamo avere la consapevolezza che non vi sono arance nella misura adeguata ? O piuttosto non è corretto considerare che è vero che non si tratta di succhi ma si tratta di bibite analcoliche ma, proprio perché si tratta di bibite analcoliche, la sola definizione di aranciata in sé ingenera evidentemente un errore ? E allora, qui si vuole sostenere una ragione che è tipica della distintività italiana. Qui si vuole sostenere la ragione di una prospettiva di crescita che valuta la grande speranza dell'agricoltura nazionale. Qui si vogliono sostenere le ragioni della filiera agricola nazionale. Qui si vuole insomma sostenere un modello di prospettiva e di sviluppo diametralmente opposto a quello che, viceversa, l'Europa, quell'Europa matrigna alla quale tante volte facciamo riferimento, ci vuole imporre.
  Un'Europa che ci rende, tende a renderci tutti uguali, massificando verso quelle prospettive che non sono le tipiche prospettive dell'agricoltura nazionale. Noi, invece, vogliamo un'etichetta che sia chiara, un'etichetta che sia indicativa esattamente di ciò che c’è e, nell'etichetta indicativa, avere anche la certezza che c’è e ci deve essere più succo d'arancia. Ma guardate, a me sembra persino poco considerare l'innalzamento sino al 20 per cento; non dobbiamo più consentire, viceversa, l'altro aspetto: che si producano aranciate senza arance.
  E, allora, chi ci guadagna rispetto a questo emendamento ? Ci guadagna l'Italia, ci guadagna la distintività italiana, ci guadagnano le imprese agricole del nostro Paese, ci guadagnano i consumatori, ci guadagnano i nostri ragazzi, che potranno comprare aranciate con un contenuto ed una quantità maggiore di succo d'arancia, ci guadagnano questi.
  Certo, questo rappresenta un modello che non è solo un modello pratico e organizzativo, ma è anche un modello di sviluppo, è anche un modo per dire al Paese il Parlamento da che parte sta. E io, e noi crediamo che debba stare dalla parte della filiera agricola nazionale, dalla parte degli agricoltori del nostro Paese, dalla parte della consapevolezza dei consumatori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zaccagnini. Ne ha facoltà, per due minuti.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, io intervengo perché voglio dichiarare il mio voto favorevole a questo emendamento e anche la possibilità di sottoscriverlo. Lo sottoscrivo, in particolare, e credo che questo sia un emendamento di buonsenso, perché va nella direzione corretta, cioè quella dell'innalzamento della percentuale delle arance nei succhi.
  È importante capire oggi come si vota, chi vota a favore e chi non vota a favore, perché ci possono essere tanti rilievi e tanti modi migliori o corretti o giusti per emendare questa stortura delle soglie in merito alla questione dei succhi di frutta, ma quando si fanno dei passi in avanti è importante sostenerli; è importante cercare Pag. 96di promuovere questo tipo di mediazione e di risultati. E, oggi, chi vota a favore, ottiene un risultato, chi non vota a favore, sostanzialmente, mantiene quello che è, non cambia assolutamente nulla. Quindi, assolutamente, soprattutto per come è andato il processo in Commissione – c’è stata già una bocciatura in Commissione riguardo a questo emendamento –, io intervengo e sostengo questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, questa discussione dà l'idea un po’ dell'impazzimento di questo sistema. Qui non stiamo parlando di succo d'arancia, stiamo parlando di aranciate; non stiamo parlando di succo del limone, stiamo parlando di limonate: cioè, stiamo parlando di prodotti che hanno produzioni e standard internazionali. In alcuni casi, sono grandi multinazionali che non è che per produrre in Italia cambiano il loro prodotto e, in Italia, quel prodotto diventa diverso rispetto a tutto il resto del mondo. Decidono semplicemente di non produrre più in Italia, banalmente decidono di andarsene dall'Italia.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  SERGIO PIZZOLANTE. Questo è il dramma, questa è la cosa che noi stiamo producendo. E, poi, questo incide sulle produzioni...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  SERGIO PIZZOLANTE. Concludo. Incide sulle produzioni. Questa è un'iniziativa, è un emendamento che distrugge le aziende italiane, distrugge posti di lavoro in Italia, con tutta evidenza, come è stato spiegato anche dai miei colleghi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Lupo. Ne ha facoltà.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, intanto un attimo di chiarezza: qui stiamo parlando di bevande di fantasia, quindi non aumenterà la salubrità di queste bevande; inoltre, parliamo di materie prime e non è specificato, in alcun modo, che verranno prelevate arance dai nostri territori. Quindi, nel momento in cui un'azienda aumenta i suoi costi di produzione, voi veramente credete che prenderà le arance siciliane o calabresi che rimangono ancora attaccate agli alberi ? Assolutamente no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, iniziamo con un pochino di chiarezza per decidere che cosa vogliamo fare. Noi lo vogliamo un succo di frutta, ma non una bevanda di fantasia. Quindi, se vogliamo migliorare la qualità dei prodotti, forse dobbiamo imparare a conoscerli bene, perché questo è un emendamento che, oggettivamente, è fuorviante, fa credere agli agricoltori che migliorerà il quantitativo di prodotto che potranno vendere nel loro territorio e questo non è vero, va dichiarato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Deputata Lupo, concluda.

  LOREDANA LUPO. Quindi, io vi prego, semplicemente, di attenzionare la questione con più accuratezza e di approfondire il tema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, ho ascoltato gli interventi e ritengo che quello dell'onorevole Nicodemo Oliverio sia stato l'intervento più approfondito sull'emendamento in discussione; devo dire che condivido quello che ha detto l'onorevole Oliverio; lo condivido sottolineando, però, una cosa. Io non sono nella Commissione di competenza, però, se si parla di difendere il made in Italy, lei sicuramente sa meglio di me che, per un motivo o per l'altro, per colpe che non stiamo qui Pag. 97a ricordare, noi abbiamo abnegato alle tutele del nostro made in Italy. L'emendamento in questione, condivisibile e giusto, andrebbe portato in sede europea, perché altrimenti noi ci troviamo ad essere l'unico Paese ad applicare delle regole più stringenti per il nostro made in Italy; gli altri a casa loro fanno quello che vogliono, copiano anche i nomi delle nostre bevande e le portano qui a un costo più limitato, rubando il mercato e creando da noi disoccupazione.
  Per quanto riguarda le multinazionali, che magari producono sul nostro territorio, il risultato di fare una regola solo per noi sarà quello che le multinazionali vanno a produrre a 50 chilometri dal nostro confine e poi portano qui i loro prodotti e le nostre aziende chiudono e ci troviamo con maggiore disoccupazione. Bisogna fare una battaglia giusta, ma in Europa, non qui (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Scelta Civica per l'Italia) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire un equivoco, anche perché penso che dalle parole dell'onorevole Oliverio la spiegazione di questo emendamento sia stata abbastanza chiara per chi voleva ascoltare. Noi non parliamo di tutte le bevande di fantasia, ma parliamo solo di quelle che fanno esplicito riferimento al nome dell'arancia e, quindi, nello specifico, a quelle che possono indurre il consumatore in un equivoco, ritenendo di bere una bevanda a base di arancia. La seconda questione è che riguarda le produzioni fatte in Italia, commercializzate in Italia; quindi, vorrei togliere questo argomento che le aziende vanno a produrre altrove, perché la Coca Cola dovrebbe produrre l'aranciata altrove e rinunciare al mercato italiano, cosa che per qualche centesimo in più al chilo mi sembra assolutamente improbabile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Misto).
  Aggiungo che questo emendamento affronta tre questioni, la prima è l'elemento della trasparenza rispetto ai cittadini quando si usano nomi tendenziosi; la seconda è quella di far aumentare la produzione di un settore strategico per la nostra economia soprattutto nel sud e per fare un esempio parlavo della Coca Cola (per fare nomi e cognomi, visto che questi sono gli interessi che si mettono in contrapposizione, da una parte quelli dei nostri agricoltori e dall'altra quelli delle grandi multinazionali che sicuramente non falliranno se pagano qualche centesimo in più la produzione di arance da noi) che paga 8 centesimi al chilo le arance che vengono prodotte in Italia e che acquista per quelle bevande; 8 centesimi al chilo è sottocosto rispetto alla produzione. Allora, iniziare un percorso di questo tipo e approvare in quest'Aula un emendamento di questo tipo significa anche dare un segnale all'Europa perché sono d'accordo, anche in Europa dobbiamo andare a porre questa questione, ma cominciamo a regolare i conti a casa nostra.
  Infine, l'ultima cosa riguarda, ovviamente, la salute dei consumatori, perché è vero che sicuramente quelle bevande non saranno salutari e sono bevande che, per la maggior parte dei casi, fanno male alla salute, però è anche vero che, se le miglioriamo, anche se di poco, di qualche punto percentuale, faremo sicuramente bene a chi consuma quelle bevande e ai consumatori italiani.
  Per cui, con questo emendamento noi portiamo a casa tre risultati: aiutiamo la nostra produzione e un settore strategico per l'economia italiana, diamo maggiore trasparenza rispetto a quello che consumano i cittadini e soprattutto tuteliamo di più la salute dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, vorrei ricordare al collega Palazzotto Pag. 98che per migliorare la salute dei cittadini dovremmo dare un'educazione alimentare e quindi insegnare ai nostri figli, semmai, a bere spremute d'arancia. Cento per cento succo d'arancia, forse così aiuteremmo gli agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Vorrei ricordare anche ai colleghi del PD che è inutile presentare questi emendamenti, che servono solo a spot qui in Aula, perché in Europa poi saranno bocciati. Infatti, la vera battaglia da combattere è lì: bisognerebbe andare a ridiscutere quei trattati come il Trattato UE-Marocco, per il quale, invece, il PD ha votato favorevolmente in Europa, e che mette in realtà in ginocchio i nostri agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi abbiamo presentato una risoluzione in Commissione proprio per chiedere al Governo di impegnarsi ad andare a ridiscutere questo Trattato. Bene, se si vuol realmente aiutare gli agricoltori, domani mattina, in Commissione, votiamo questa risoluzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, vorrei mettere qualche puntino sulle «i» perché ho sentito molti commenti probabilmente da colleghi che non hanno nemmeno letto l'emendamento. Qui non stiamo parlando di Coca Cola, stiamo parlando di aranciata, che di per sé non uccide nessuno, non fa male a nessuno, salvo che ovviamente si insegni al bambino, al ragazzo o a qualsiasi consumatore a berla nella giusta quantità. Allora io mi chiedo perché, se si vuole introdurre una norma a tutela dei produttori d'arance, non si può introdurla anche per chi produce limoni, per la limonata, o per chi produce chinotto per le bevande a base di chinotto e così via, e non l'avremmo mai finita. Ma la cosa vera e reale è che qui dentro abbiamo sentito parlare fino ad adesso del grande...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  EMANUELE PRATAVIERA. Pardon, mi sono un attimo incartato.

  PRESIDENTE. Non si preoccupi.

  EMANUELE PRATAVIERA. Si è confuso il succo d'arancia con la bibita arancia, che è una cosa completamente diversa. Questo tipo di emendamento permetterà alle aziende che producono in Italia aranciata di non produrla più e di far vendere l'aranciata prodotta in Austria, Francia, Svizzera e così via nel nostro mercato.

  PRESIDENTE. Collega, ha esaurito il tempo.

  EMANUELE PRATAVIERA. Infatti, questo dice l'emendamento, non dice niente altro senza mettere alcuna garanzia per i produttori italiani di arance.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, volevo aprire una riflessione sul fatto che in realtà questo tipo di emendamento non agevola le aziende italiane, perché chi oggi si trova a produrre un'aranciata commercializzata e prodotta in Italia la può commercializzare all'estero alle stesse condizioni e, quindi, sugli scaffali noi troviamo un'aranciata prodotta in Italia di fianco magari a un'aranciata prodotta fuori dai confini italiani. Con questo tipo di emendamento noi andremo a penalizzare i prodotti italiani e non ci saranno più produzioni di bevande a base d'arancia come in questo caso, che non è il succo, ma troveremo nei consumatori una confusione pazzesca tale per cui non riusciremo a valorizzare quel prodotto che, secondo voi, sarebbe di produzione italiana perché fatto con arance italiane, ma è un vostro sogno, perché le arance saranno di importazione, anche aumentando la percentuale. Così non si riuscirà a valorizzare le aziende italiane e si creerà un problema occupazionale.

Pag. 99

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Furnari. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO FURNARI. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per dire che condivido questo emendamento, sul quale voterò favorevolmente. In secondo luogo, vorrei, se fosse possibile, sottoscriverlo. Per quanto riguarda il fatto che la quantità d'arancia debba raggiungere il 20 per cento, ciò è auspicabile e necessario, nel senso che purtroppo molti bambini bevono vari succhi all'arancia contenenti al massimo il 12 per cento, nella non informazione dei loro genitori che non sanno quanto possa fare male.
  Il fatto che il succo dovrebbe essere al 100 per cento non ci deve impedire di migliorare una situazione attualmente disastrosa, che vede il limite di legge al 12 per cento, e di portarlo al 20 per cento. È importante sottolineare che coloro i quali, volontariamente o involontariamente, consapevolmente o meno, si schiereranno contro questo emendamento, staranno facendo un piacere a quelle società internazionali che si occupano di questo business: faccio l'esempio della Fanta su tutte.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire ai colleghi, che spero abbiano un attimo di attenzione: capisco anche le posizioni espresse dal collega che mi ha preceduto, ma l'emendamento recita esplicitamente «prodotte in Italia e vendute con il nome dell'arancia a succo». Vuol dire che se io le produco in un altro Paese e le vendo in Italia, potrò tranquillamente continuare a chiamarle con i nomi con cui adesso le vendiamo. Nella sostanza, andiamo a colpire le produzioni che avvengono nel nostro Paese, chi le produce all'estero continuerà a venderle con quel nome nel nostro Paese; e i bambini, di cui si è preoccupato il collega che mi ha preceduto, continueranno a bere la stessa quantità di zucchero e la stessa poca quantità di arancia. Quindi o scriviamo un emendamento fatto bene, o questo semplicemente sembra un emendamento fatto per andare ad ammazzare la produzione del nostro Paese. Nel prenderne atto, almeno prendano magari una pausa di riflessione, e ricominciamo domani mattina con questo emendamento: la maggioranza rifletta un attimo perché è un emendamento surreale.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, collega. Grazie.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliverio 14.100, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld, Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  353   
   Votanti  266   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  134   
    Hanno votato  217    
    Hanno votato no  49    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Basso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Mi pare che vi sia un'intesa tra tutti i gruppi, nel senso di interrompere a questo punto l'esame del provvedimento, per riprenderlo nella seduta di domani, dalle ore 9.

Approvazione in Commissione.

  PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di oggi martedì 10 giugno 2014, la II Pag. 100Commissione permanente (Giustizia) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge:
  ERMINI E FERRANTI: «Introduzione dell'articolo 15-bis della legge 28 aprile 2014, n. 67, concernente norme transitorie per l'applicazione della disciplina della sospensione del procedimento penale nei confronti degli irreperibili» (2344).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze):
  «Conversione in legge del decreto-legge 9 giugno 2014, n. 88, recante disposizioni urgenti in materia di versamento della prima rata TASI per l'anno 2014» (2442) – Parere delle Commissioni I, V e VIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sull'ordine dei lavori (ore 20).

  TEA ALBINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TEA ALBINI. Presidente, colleghi, come qualcuno saprà, Alberto Cecchi, deputato di questa Camera nella VII e VIII legislatura, negli anni che vanno dal 1976 al 1983, ci ha lasciati. Nel ricordarlo, un pensiero di cordoglio va anzitutto alla moglie Liana, ai suoi cari, alla famiglia, e poi alla più grande famiglia che aveva saputo in più di 60 anni di dedizione al lavoro politico, farci parte e partecipi: la famiglia del fu Partito Comunista Italiano e della Associazione Nazionale Partigiani. Per questo è di particolare importanza il telegramma del Presidente Napolitano alla vedova, nel quale richiama i rapporti di stretta amicizia e di percorso comune con Alberto.
  L'ultima volta che l'ho visto, prima che la devastante malattia lo allontanasse dagli amici, l'ho accompagnato, tenendolo sottobraccio, in Palazzo Vecchio a Firenze, dove ha tenuto uno dei suoi ultimi discorsi in pubblico nella ricorrenza del 25 aprile. Ricordo la sua voce, molto particolare, asciutta e garbata, che lo faceva riconoscere anche senza vederlo e che si accompagnava al suo lucido ragionare.
  Alberto aveva 89 anni, intensamente vissuti, anni che hanno attraversato momenti che la storia ha sottolineato per sempre: la guerra, la Resistenza, la Repubblica, in primis, e assieme a questa le molte vicende che ce la consegnano oggi, a cominciare dai fatti sulla loggia massonica P2 che, in qualità di Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta, dal 1982 al 1983, contribuì a renderci più chiari e leggibili. Quell'importante incarico e quel lavoro segnarono Alberto profondamente. Diventò presto uno tra i più documentati conoscitori del fenomeno. Avvertiva profondamente la necessità di informare, di far conoscere, scrivendone in prima persona e parlandone a decine di convegni.
  A distanza di tanti anni, quel modo di affrontare il dibattito politico è stato per me una ventata d'aria fresca.

  PRESIDENTE. Collega dovrebbe concludere.

  TEA ALBINI. Quell'aria di cordialità e passione di cui Alberto amava circondare e circondarsi, quel tono della voce, quel modo di fare e di porsi a contatto e a servizio con gli altri. Quel tono della voce che era rimasto identico, solo un po’ affievolito dall'età e delle tante battaglie Pag. 101che aveva condotto, in quel secolo veloce che oggi non sentiremo più. Lo saluto con affetto, il caro amico e compagno Alberto.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, come detto da chi mi ha preceduto, è morta una persona significativa della storia della sinistra italiana. Troppo spesso rischiamo di fare banalizzazioni, retorica, ma non è questo il caso.
  Alberto Cecchi è stato effettivamente, come ha affermato l'ANPI di Firenze, «una persona di impagabile cultura, rigore morale, gentilezza, bontà d'animo». La sua storia personale e politica ha incarnato i valori migliori che hanno segnato un'intera fase storica della vita del nostro Paese. Dalla scelta della lotta partigiana di liberazione, alla militanza nel PCI in qualità di dirigente nella federazione provinciale di Firenze, nel comitato regionale toscano e nel comitato centrale; al servizio delle istituzioni come consigliere comunale di Firenze dal 1966 al 1974, consigliere regionale in Toscana dal 1975 al 1976 e deputato nella VII e VIII legislatura.
  È stato Vicepresidente della Commissione d'inchiesta sulla P2 in anni difficili e componente la Commissione affari costituzionali.
  Infine, dopo aver lasciato la politica attiva, divenne presidente dell'Anpi. Questo percorso – concludo – denota un grande senso di responsabilità, un afflato per la ricerca della verità, sorretto dalla sua passione autentica per la Costituzione e per la democrazia italiana. Tutti noi saremo più poveri, dopo la morte di Alberto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ANTONINO MOSCATT. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONINO MOSCATT. Signor Presidente, ruberò pochissimi istanti per ribadire non solo un concetto ma una situazione che si ripete e continua a ripetersi: parlo dei flussi di migranti. In questi ultimi giorni la situazione sta diventando davvero insostenibile, malgrado gli sforzi della società civile, delle associazioni, delle comunità, degli enti locali e di tutti coloro che stanno mettendo davvero l'anima per fronteggiare e dare servizi di accoglienza dignitosa e malgrado gli sforzi – e vanno ribaditi – dei responsabili del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, che notte e giorno stanno lavorando per garantire la corretta gestione del fenomeno, oggi c’è la necessità di dichiarare lo stato d'emergenza. Quindi, ci rifacciamo a lei, Presidente, perché, tramite lei, si parli con il Governo. Già dalla Sicilia è partito un appello, un quotidiano online, Sicilia on-press, sta facendo una raccolta di firme proprio per chiedere con forza che a questo punto il Governo decreti lo stato di emergenza. C’è bisogno, vista la situazione insostenibile, c’è bisogno perché i numeri, le cifre, la situazione attuale ci danno questo obbligo, ci danno una situazione che non è più governabile con l'ordinaria amministrazione. Lo stato d'emergenza va dichiarato subito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, colleghi, con una nota del 19 dicembre scorso, firmata dai membri dell'ufficio di presidenza del Movimento 5 Stelle, abbiamo chiesto alla Presidente della Camera, al collegio dei questori e al Segretario generale di avere contezza dello stato di attuazione degli ordini del giorno presentati dal gruppo in occasione dell'esame del progetto di bilancio della Camera per l'anno 2013: 23 ordini del giorno, accolti e/o approvati da una specifica votazione dell'Assemblea. Non solo è stata ignorata questa nostra richiesta, ma non sono stati tenuti in considerazione neppure i successivi solleciti di risposta inviati Pag. 102in data 13 e 22 maggio scorso, ai quali non è stato dato alcun riscontro. Pertanto, oggi, in considerazione dell'approssimarsi della discussione del progetto di bilancio per l'anno 2014, chiediamo di conoscere lo stato di attuazione di tali atti di indirizzo e delle eventuali istruttorie amministrative poste in essere. Gli ordini del giorno 5 Stelle sono finalizzati ad ottenere un taglio radicale degli sprechi e dei privilegi di Montecitorio, a rendere la Camera un'istituzione moderna ed efficiente, ad allineare i trattamenti economici e retributivi al resto della pubblica amministrazione e, in definitiva, a ridurre radicalmente i costi nel segno della trasparenza. Pertanto, chiediamo che gli impegni assunti non restino lettera morta e che dalle parole si passi ai fatti: dalla dematerializzazione dei documenti alle misure finalizzate all'eco-sostenibilità dell'impiantistica, dall'introduzione di un limite temporale nell'esercizio degli incarichi di funzione alla revisione del sistema di conferimento delle consulenze, dalla stipula di una convenzione con il servizio di car sharing per sostituire le auto blu all'introduzione di un sistema di valutazione del personale basato sulla professionalità. Sono alcune delle proposte che abbiamo sottoposto a questa Assemblea e che sono state approvate: non accettiamo, Presidente, altri rinvii, altre prese in giro, ora è il tempo di realizzarle concretamente. Altrimenti ai cittadini sarà chiaro che questa maggioranza sa solo fare slogan e propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ARIANNA SPESSOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Venezia sul sistema Mose, è emerso dalle dichiarazioni rilasciate da Minutillo (ex segretaria di Galan) e Baita (ex presidente della Mantovani spa), che oltre ai politici di turno e agli ex Ministri, gli imprenditori del Mose compravano anche le sentenze. E per farlo si affidavano ad un avvocato cassazionista, Corrado Crialese, ex presidente di Fintecna. A quanto pare Crialese, per conto del consorzio Venezia nuova, si è occupato di pagare sia giudici del TAR Veneto, sia quelli del Consiglio di Stato.
  Le ditte del consorzio Venezia Nuova pagavano fino a 120 mila euro per poter influire sui ricorsi, come quelli relativi alla famigerata autostrada Treviso-Jesolo Mare, alla Pedemontana veneta e alla Valsugana. Questa è solo una piccola parte dell'agghiacciante quadro che sta emergendo dagli interrogatori di questi giorni.
  In relazione alla notizia di presunte illiceità avvenute relativamente all'inchiesta Mose, il presidente del Consiglio di Stato, Giovannini, ha nominato una commissione di indagine amministrativa, al fine di verificare l'esistenza di sentenze comprate. Anche la Corte dei conti, sulla base delle cifre fornite dalla procura, ha aperto un fascicolo per danno erariale per false spese messe in conto allo Stato per lavori mai effettuati.
  A quanto pare, da Tangentopoli nulla è cambiato e questa classe politica, che qualcuno osa definire «nuova» solo perché ha cambiato qualche faccia di spicco, in realtà è rimasta immutata e risulta coinvolta in un sistema criminale senza precedenti, con clientelismi e pagamenti periodici che sarebbero stati erogati per tutte le elezioni politiche e amministrative degli ultimi dieci anni, a politici di destra e di sinistra.
  Avevate detto «mai più deroghe», ma basta leggere uno dei qualsiasi ultimi decreti arrivati, come il «decreto turismo», per trovarne quasi una per ogni articolo.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ARIANNA SPESSOTTO. Con l'eccessiva burocrazia e i tempi lunghissimi che stanno dietro al sistema degli appalti, con una legiferazione schizofrenica e le continue deroghe in materia, i Governi di destra e di sinistra hanno prodotto questo sistema malato e il risultato è sotto gli occhi di tutti.Pag. 103
  Noi del MoVimento 5 Stelle riteniamo che gli affidamenti di lavori pubblici debbano essere dati con gare trasparenti, senza deroghe e permettere meno varianti in corso d'opera...

  PRESIDENTE. Collega, ha esaurito il tempo.

  ARIANNA SPESSOTTO. ... al fine di ridurre veramente la corruzione e la paralisi del sistema.
  A fronte delle ultime gravissime dichiarazioni, che accusano gli imprenditori del consorzio Venezia Nuova di essersi comprati sentenze favorevoli al consorzio, chiediamo che il Ministro della giustizia faccia chiarezza al più presto e proceda alla revoca di tutte le sentenze nel cui collegio giudicante dovessero esserci soggetti coinvolti nell'inchiesta in corso.

  CHIARA DI BENEDETTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, intervengo dato che oggi ho appreso, attraverso i giornali, di una delibera del Collegio dei questori, fortemente voluta dalla Presidente Boldrini. La delibera prevede l'istituzione di un servizio di parrucchieria da accostare al servizio del barbiere, che è già presente a Montecitorio.
  Ora, io non voglio entrare nel merito del provvedimento e, diciamo, lascio questa riflessione alla Presidente. Più che altro, vorrei invitare tutta l'Aula a una riflessione un po’ più profonda, se vogliamo, sull'opportunità di concentrarsi e perdere, spendere anche del tempo su provvedimenti del genere, abbastanza superficiali, piuttosto che invece fare pressione su un Governo che ancora non ha nominato il Ministro per le pari opportunità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, intervengo per sottolineare il deludente accordo del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, con le regioni interessate sull'entità di aiuti accoppiati al settore bieticolo di 315 euro per ara per i prossimi anni. Se in sede di tavolo bieticolo nazionale, tavolo che deve essere immediatamente convocato, non si troveranno altre fonti di finanziamento, oltre al PSR, il settore bieticolo di Termoli sicuramente sarà uno di quelli che sarà più a rischio chiusura in quanto, come voi sapete, oramai tutti gli zuccherifici sono stati spostati al nord, nonostante che il Meridione, la Puglia, in modo particolare, e il Molise, un tempo avessero il 40 per cento di produzione di bietola.
  Immediatamente il Ministro Martina convochi questa conferenza per trovare i finanziamenti giusti in modo che lo zuccherificio di Termoli continui ad essere l'unica industria bieticola di zucchero del sud, per potere continuare ad avere memoria di una cultura o coltura che è andata sparendo.

  PAOLO PARENTELA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, volevo informare l'Aula di quanto accaduto all'interno del consiglio regionale della Calabria, ormai una settimana fa.
  Prima di raccontare l'accaduto, volevo ricordare che in Calabria il consiglio regionale ha trentuno indagati per l'utilizzo, diciamo così, ambiguo dei rimborsi elettorali. Ricordo anche che il governatore, Giuseppe Scopelliti, si è dovuto dimettere in quanto condannato in primo grado a sei anni di reclusione ed all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e che proprio oggi si è aggiunto un altro nome al registro degli indagati, l'assessore Michele Trematerra, per concorso esterno in associazione mafiosa.Pag. 104
  Ebbene, il consiglio regionale della Calabria, prima di rettificare le dimissioni della giunta, ha approvato la legge elettorale con cui verrà eletto il prossimo governatore della Calabria. Una legge elettorale palesemente incostituzionale, visto che prevede una soglia di sbarramento per le coalizioni al 15 per cento, mentre per i partiti coalizzati la stessa è fissata al 4 per cento.
  In più, è una legge elettorale che non prevede la possibilità del voto disgiunto e quindi blinda – per così dire – il voto di scambio e i cittadini non potranno scegliere neanche un candidato governatore sostenuto da una coalizione diversa.
  Sono stati anche ridotti i vecchi collegi elettorali, per cui non è neanche garantita la rappresentatività territoriale prevista dalla Costituzione, visto che le tre vecchie province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia diventano circoscrizione centro.
  Al cospetto, Presidente, di questa legge elettorale, il «Porcellum» sembra l'agnello dorato di biblica memoria. Il Governo ha il potere di impugnare questa legge elettorale, ed allora, prima di depositare un atto ufficiale che lo richieda, vorrei che lei, Presidente, si facesse portavoce per informare il Governo di questa legge «porcata», che non garantisce la rappresentatività delle minoranze in consiglio regionale, sperando che qualcuno abbia un sussulto d'orgoglio e metta fine a questo scempio.

  GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, io ho letto su un giornale, su Libero in maniera particolare, che dieci persone, che lavorano per la nostra nazione, sono state infettate da tubercolosi ad opera dei clandestini che arrivano nel nostro Paese. Ora, per tenere tutto, diciamo così, tranquillo, è stato detto che la tubercolosi non può essere trasmessa ulteriormente, ma ciò secondo me non è che rassicura. Io l'ho già detto in altre occasioni: penso sia dovere del Ministro della salute venire in Aula e spiegare che cosa sta succedendo. Perché, se negli aeroporti italiani c’è il codice rosso, se la situazione clandestini è fuori controllo, se abbiamo un'Europa che fa letteralmente schifo e un Governo italiano che fa finta di nulla e fa come gli struzzi e mette la testa sotto la sabbia, questa situazione delle dieci persone, adesso infette da tubercolosi (ci sono state sicuramente altre persone, cioè clandestini che hanno infettato queste persone e non sappiamo più dove sono e quindi ne possono infettare altre e altre ancora) è veramente, secondo me, molto complicata.
  Allora le chiedo, signor Presidente, visto che lei presiede l'Aula, di chiamare il Ministro della salute o il Ministro dell'interno e che vengano qui a spiegare che cosa stanno facendo, perché se a mio figlio dovesse venire la tubercolosi per colpa di questa gente (dico mio figlio per fare un esempio di una persona a me cara, ma ce ne potrebbero essere tantissime per tutti) io li prendo per i capelli questi Ministri. Perché è una vergogna che il nostro Paese si trovi in una condizione del genere e nessuno fa niente e nessuno dice niente e abbiamo clandestini, con delle malattie che per noi sono debellate (ma ormai non è più così) che stanno infettando la nostra nazione.

  LAURA COCCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LAURA COCCIA. Signor Presidente, qualche settimana fa in questa Aula abbiamo votato la mozione per la parità di genere nello sport, in cui proprio con un mio intervento raccontavo di quanto per le atlete disabili fosse difficile fare sport e mostrarsi con le loro difficoltà e differenze. Oggi intervengo perché ieri dai campionati europei di Strasburgo di Pag. 105scherma è arrivata una splendida notizia: la medaglia d'oro di Beatrice Vio, per chi la conosce bene, Bebe. Ebbene, Bebe è una ragazza di diciassette anni che a undici anni è stata colpita da meningite e ha perso tutti e quattro gli arti. Nonostante questo, riesce a gareggiare e a vincere come ha fatto ieri con l'arma, il fioretto, attaccato al moncone del braccio che non ha più.
  Ecco, credo che la forza di Bebe e la forza di tutti gli atleti che in questo momento stanno gareggiando in queste competizioni di scherma, che è uno, tra l'altro, dei pochissimi sport che fa gare olimpiche e paraolimpiche nelle stesse manifestazioni, credo che il loro esempio, e l'esempio di Bebe in particolare, debba essere celebrato, e le sue vittorie, in particolare, debbano avere l'onore di essere celebrate anche in quest'Aula (Applausi).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 11 giugno 2014, alle 9:

  (ore 9 e ore 16)

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis (C. 1864-A).
  — Relatore: Michele Bordo.

  2. – Discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74, recante misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali (C. 2365-A).
  — Relatori: Bratti, per la maggioranza; Grimoldi, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Disposizioni concernenti partecipazione a Banche multilaterali di sviluppo per l'America latina e i Caraibi (C. 2079-A).
  — Relatore: Gentiloni Silveri.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Migliore ed altri n. 1-00440, Bargero ed altri n. 1-00200, Grande ed altri n. 1-00286, Dorina Bianchi ed altri n. 1-00484, De Mita ed altri n. 1-00485, Palese ed altri n. 1-00486, Fedriga ed altri n. 1-00488, Taglialatela ed altri n. 1-00492 e Balduzzi ed altri n. 1-00494 concernenti iniziative a favore delle vittime dell'amianto.

  5. – Seguito della discussione delle mozioni Tabacci, Taricco, Palese, Lavagno, Dorina Bianchi, Monchiero, De Mita ed altri n. 1-00265, Cozzolino ed altri n. 1-00487, Prataviera ed altri n. 1-00491 e Balduzzi ed altri n. 1-00493 in materia di semplificazione normativa e amministrativa.

  6. – Seguito della discussione dei disegni di legge:
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea Pag. 106forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE, fatto a Lussemburgo e a Bruxelles, rispettivamente il 24 giugno e il 26 giugno 2013 (C. 2083-A).
  — Relatore: Amendola.
   S. 1315 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta, fatto a Limassol il 12 ottobre 2012 (Approvato dal Senato) (C. 2280).
  — Relatore: Alli.

  (ore 15)

  7. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 20,20.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1836-A – em. 1.2 379 342 37 172 341 1 79 Appr.
2 Nom. em. 1.72 385 384 1 193 45 339 79 Resp.
3 Nom. em. 1.73 384 384 193 46 338 79 Resp.
4 Nom. em. 1.81 388 285 103 143 254 31 78 Appr.
5 Nom. em. 1.80 393 317 76 159 47 270 78 Resp.
6 Nom. articolo 1 405 378 27 190 365 13 77 Appr.
7 Nom. articolo 2 407 396 11 199 396 78 Appr.
8 Nom. em. 3.17 413 409 4 205 134 275 78 Resp.
9 Nom. em. 3.19 412 407 5 204 116 291 78 Resp.
10 Nom. em. 3.18 415 382 33 192 89 293 77 Resp.
11 Nom. em. 3.21 410 376 34 189 89 287 77 Resp.
12 Nom. articolo 3 416 404 12 203 402 2 77 Appr.
13 Nom. em. 4.3 416 372 44 187 119 253 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 4.5 417 376 41 189 118 258 76 Resp.
15 Nom. em. 4.6 418 417 1 209 150 267 76 Resp.
16 Nom. articolo 4 419 350 69 176 350 75 Appr.
17 Nom. em. 5.50 416 412 4 207 380 32 75 Appr.
18 Nom. articolo 5 419 419 210 419 75 Appr.
19 Nom. em. 6.2 427 394 33 198 143 251 74 Resp.
20 Nom. em. 7.81 439 367 72 184 63 304 72 Resp.
21 Nom. em. 7.9 441 437 4 219 112 325 72 Resp.
22 Nom. em. 7.200 439 439 220 417 22 72 Appr.
23 Nom. em. 7.8 442 441 1 221 121 320 72 Resp.
24 Nom. em. 7.500 447 446 1 224 342 104 72 Appr.
25 Nom. em. 7.10 438 424 14 213 127 297 72 Resp.
26 Nom. articolo 7 448 345 103 173 280 65 72 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Ddl 2426 – quest. preg. n. 1 393 390 3 196 16 374 71 Resp.
28 Nom. Ddl 1836-A – em. 8.500 397 397 199 303 94 84 Appr.
29 Nom. em. 9.500 405 405 203 305 100 82 Appr.
30 Nom. articolo 10 417 302 115 152 302 82 Appr.
31 Nom. mantenimento articolo 11 425 321 104 161 1 320 80 Resp.
32 Nom. articolo agg. 11.052 rif. 406 377 29 189 255 122 80 Appr.
33 Nom. em. 6.50 rif. 424 416 8 209 348 68 79 Appr.
34 Nom. articolo 6 434 361 73 181 360 1 79 Appr.
35 Nom. odg 9/1836-A/7 423 414 9 208 120 294 79 Resp.
36 Nom. odg 9/1836-A/8 432 358 74 180 58 300 79 Resp.
37 Nom. odg 9/1836-A/9 442 367 75 184 58 309 79 Resp.
38 Nom. odg 9/1836-A/16 446 371 75 186 57 314 79 Resp.
39 Nom. odg 9/1836-A/17 442 366 76 184 57 309 79 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/1836-A/19 442 366 76 184 58 308 79 Resp.
41 Nom. odg 9/1836-A/20 439 363 76 182 57 306 79 Resp.
42 Nom. Ddl 1836-A – voto finale 447 415 32 208 390 25 79 Appr.
43 Nom. Ddl 1864-A – em. 1.100 406 378 28 190 25 353 77 Resp.
44 Nom. em. 1.600 422 371 51 186 293 78 77 Appr.
45 Nom. em. 2.101 431 400 31 201 30 370 77 Resp.
46 Nom. articolo 2 430 326 104 164 315 11 77 Appr.
47 Nom. em. 3.100, 3.150 429 426 3 214 62 364 77 Resp.
48 Nom. em. 3.1 428 426 2 214 101 325 77 Resp.
49 Nom. em. 3.102 432 431 1 216 55 376 77 Resp.
50 Nom. em. 3.9 436 408 28 205 76 332 77 Resp.
51 Nom. em. 3.10 437 407 30 204 74 333 77 Resp.
52 Nom. em. 3.2 434 353 81 177 23 330 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.3 439 359 80 180 25 334 77 Resp.
54 Nom. em. 3.105 436 435 1 218 54 381 77 Resp.
55 Nom. em. 3.4 440 360 80 181 28 332 77 Resp.
56 Nom. em. 3.107 436 356 80 179 296 60 77 Appr.
57 Nom. em. 3.5 441 361 80 181 29 332 77 Resp.
58 Nom. em. 3.6 433 355 78 178 26 329 77 Resp.
59 Nom. em. 3.7 438 358 80 180 27 331 77 Resp.
60 Nom. em. 3.110 438 437 1 219 52 385 77 Resp.
61 Nom. em. 3.113, 3.151 437 437 219 55 382 77 Resp.
62 Nom. em. 3.112 437 437 219 56 381 77 Resp.
63 Nom. em. 3.600 438 432 6 217 320 112 77 Appr.
64 Nom. articolo 3 433 359 74 180 299 60 77 Appr.
65 Nom. em. 4.2 435 385 50 193 76 309 77 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 4.1 431 427 4 214 126 301 77 Resp.
67 Nom. articolo 4 431 431 216 410 21 77 Appr.
68 Nom. em. 5.101 425 393 32 197 29 364 77 Resp.
69 Nom. em. 5.2 435 374 61 188 98 276 77 Resp.
70 Nom. em. 5.1 429 395 34 198 96 299 77 Resp.
71 Nom. em. 5.3 433 379 54 190 100 279 77 Resp.
72 Nom. articolo 5 435 323 112 162 298 25 77 Appr.
73 Nom. articolo agg. 5.0600 436 321 115 161 297 24 77 Appr.
74 Nom. em. 6.102 430 326 104 164 24 302 77 Resp.
75 Nom. em. 6.101 431 355 76 178 53 302 77 Resp.
76 Nom. em. 6.7 434 424 10 213 125 299 77 Resp.
77 Nom. articolo 6 409 405 4 203 301 104 77 Appr.
78 Nom. articolo 7 424 420 4 211 323 97 77 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. Mantenimento articolo 8 426 391 35 196 293 98 77 Appr.
80 Nom. em. 9.1 431 371 60 186 102 269 77 Resp.
81 Nom. em. 9.700 426 296 130 149 296 77 Appr.
82 Nom. articolo 9 423 291 132 146 291 77 Appr.
83 Nom. articolo 10 421 366 55 184 365 1 77 Appr.
84 Nom. articolo agg. 10.0700 418 346 72 174 344 2 77 Appr.
85 Nom. em. 11.105 424 368 56 185 52 316 77 Resp.
86 Nom. em. 11.104 421 418 3 210 417 1 77 Appr.
87 Nom. em. 11.2 424 376 48 189 111 265 77 Resp.
88 Nom. em. 11.106 424 366 58 184 50 316 77 Resp.
89 Nom. articolo 11 423 421 2 211 412 9 76 Appr.
90 Nom. articolo agg. 11.0100 427 353 74 177 281 72 75 Appr.
91 Nom. em. 12.500 402 310 92 156 309 1 75 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. articolo agg. 12.0500 405 285 120 143 285 75 Appr.
93 Nom. em. 13.101 395 393 2 197 373 20 77 Appr.
94 Nom. em. 13.103 404 401 3 201 378 23 76 Appr.
95 Nom. em. 13.104 402 398 4 200 378 20 76 Appr.
96 Nom. em. 13.114 399 394 5 198 124 270 76 Resp.
97 Nom. em. 13.106 394 393 1 197 281 112 76 Appr.
98 Nom. em. 13.107 402 401 1 201 123 278 76 Resp.
99 Nom. em. 13.108 400 400 201 124 276 76 Resp.
100 Nom. em. 13.109 406 406 204 379 27 76 Appr.
101 Nom. em. 13.110 410 410 206 62 348 76 Resp.
102 Nom. em. 13.112 407 390 17 196 307 83 76 Appr.
103 Nom. em. 13.113 413 412 1 207 58 354 76 Resp.
104 Nom. articolo 13 411 411 206 409 2 76 Appr.


INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 107)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. articolo agg. 13.0101 365 363 2 182 84 279 75 Resp.
106 Nom. articolo agg. 13.0100 389 389 195 20 369 75 Resp.
107 Nom. em. 14.100 353 266 87 134 217 49 76 Appr.