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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 238 di martedì 3 giugno 2014

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 11,05.

  MANFRED SCHULLIAN, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 29 maggio 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Balduzzi, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Brescia, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Centemero, Cicchitto, Cirielli, Costa, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Manlio Di Stefano, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Gasbarra, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Legnini, Lorenzin, Lotti, Lupi, Manciulli, Giorgia Meloni, Merlo, Meta, Migliore, Mogherini, Nicoletti, Orlando, Pannarale, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Portas, Ravetto, Realacci, Rigoni, Andrea Romano, Rossi, Rossomando, Rughetti, Sani, Santerini, Scalfarotto, Sisto, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Velo, Vignali, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,06).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1430 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 aprile 2014, n. 58, recante misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico (Approvato dal Senato) (A.C. 2385).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2385: Conversione in legge, con modificazioni, Pag. 2del decreto-legge 7 aprile 2014, n. 58, recante misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico.
  Ricordo che nella seduta del 28 maggio 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2385)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 2385), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2385).
  Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2385)
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 2385).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: Centemero 1.10, 1.9, 1.11, 1.12, 1.13 e 1.14; Marzana 2.050 e 2.02.
  Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estranee rispetto al contenuto del provvedimento in esame, le seguenti proposte emendative non previamente presentate in sede referente: Fedriga 1.050, che introduce disposizioni in materia di integrazione tra aziende e scuole; Sandra Savino 2.051, volta a prevedere l'attribuzione di contributi e benefici in favore degli studenti delle scuole paritarie del Friuli-Venezia Giulia.
  Se nessuno chiede di intervenire sugli emendamenti, invito i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa ?

  SIMONE VALENTE. Sul complesso degli emendamenti.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, con l'invito però a segnalarlo prima la prossima volta.

  SIMONE VALENTE. Signor Presidente e colleghi, come è noto a tutti, il decreto-legge in questione, già approvato dal Senato, contiene disposizioni volte a garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico, mirando a risolvere due problematiche di evidente gravità: quella appunto dei concorsi regionali da dirigente scolastico e quella dei servizi di pulizia nelle scuole.
  Le proposte formulate all'interno del decreto rivelano sostanzialmente una mancanza di visione strategica, in questo Paese, che valorizzi il sistema di istruzione.
  Oggi quest'Aula si trova, per l'ennesima volta, a discutere un provvedimento con il quale si tenta frettolosamente di porre rimedio a due emergenze del comparto scuola. Esso infatti mette solo una toppa, non essendo granché risolutivo dei problemi. Prendiamo atto che per questo Governo la scuola rappresenta soltanto uno slogan e poi, quando si tratta di agire con atti concreti, non si passa ai fatti.
  Il decreto-legge in esame vorrebbe rimediare all'ennesimo pasticcio ai danni della scuola con una soluzione, quella da voi prospettata con questo decreto, incostituzionale, elusiva del giudicato e che introdurrebbe nella normativa italiana un precedente che potrebbe aprire moltissimi contenziosi per l'accesso alla pubblica amministrazione. Allora, ci si ritrova a dover rappezzare uno strappo importante. Si adotta in buona sostanza la tecnica del «taglia e cuci», che si limita a dare una parvenza di regolarità laddove manca.
  Passando agli articoli, l'articolo 1 interviene per fornire una soluzione alla drammatica situazione in cui versano i Pag. 3dirigenti scolastici che hanno visto annullare il proprio concorso nel 2011. In particolare, è bene ricordarlo, sulla questione sono intervenute sentenze definitive del Consiglio di Stato, che hanno parzialmente annullato i ricorsi in Lombardia e in Toscana a causa di meri errori dell'amministrazione che ha gestito i concorsi. Questa spiacevole situazione si è verificata anche in altre regioni, come l'Abruzzo, la Calabria, il Molise, la Campania e la Sicilia. La decadenza dei dirigenti interessati dalla pronuncia del Consiglio di Stato rappresenta un grave inconveniente per la continuità delle attività scolastiche, in quanto la rimozione dalle funzioni dirigenziali comporterebbe senza dubbio maggiori oneri conseguenti alla contestuale assegnazione del medesimo personale in soprannumero agli istituti di provenienza, determinando, altresì, la necessità di ricorrere all'istituto delle reggenze nei relativi incarichi e, inoltre, ostacolando una razionale programmazione dei trasferimenti di docenti per il prossimo anno scolastico.
  L'obiettivo del MoVimento 5 Stelle è di trovare una soluzione che non metta in discussione una sentenza della giustizia amministrativa, ma che allo stesso tempo tuteli coloro che, avendo svolto il servizio, poiché vincitori del concorso, poi annullato dalla magistratura, abbiano un giusto riconoscimento senza che si configuri una palese elusione del giudicato, come previsto, invece, dal testo che state approvando. I docenti che hanno sostenuto i concorsi e coloro che li hanno superati, vincitori ed idonei, non sono che vittime incolpevoli di errori commessi da chi doveva garantire la legittimità delle prove e con essa la tutela dell'interesse pubblico e dei diritti dei candidati.
  In Toscana, i dirigenti scolastici assunti a seguito del concorso hanno assicurato efficacemente per uno o due anni scolastici il buon funzionamento delle scuole e ora vedono a rischio la propria situazione. Le scuole coinvolte, che solo in Toscana sono 112, vedono compromessa la continuità della direzione scolastica e della gestione didattica, organizzativa, amministrativa e finanziaria e rischiano una prospettiva di precarietà e incertezza, che nuocerebbe profondamente agli alunni, alle famiglie e al territorio. L'epilogo del concorso per dirigenti scolastici rappresenta l'ulteriore testimonianza di quali e quanti siano i problemi che affliggono il mondo della scuola che, lungi dallo svolgere un ruolo di garanzia sociale, è diventato il simbolo della precarietà.
  Questo scenario ci pone di fronte ad interrogativi: come può essere possibile che concorsi pubblici si svolgano troppo spesso con irregolarità di forma ? Sono state mai individuate le responsabilità ? Le conseguenze e, quindi, i danni provocati sono diversi. Intanto, c’è quello erariale, perché ripetere un concorso rappresenta un costo considerevole e in tempi di austerity e di tagli un tale spreco non è ammissibile. Poi, i soggetti coinvolti da questa vicenda, che ne pagano le conseguenze, sono tanti: docenti, dirigenti, personale ATA, alcune famiglie, tutta la comunità scolastica. La soluzione individuata da voi, decisamente di compromesso e, come già detto, con profili appunto di incostituzionalità, potrebbe gettare la scuola in una situazione di assoluta precarietà gestionale. In sostanza, siamo dinanzi ad una sanatoria e la sensazione forte è che da questa soluzione, pensata per risolvere i diversi contenziosi, potranno nascere solo altri contenziosi.
  Tutta questa situazione, su cui mi sono ampiamente soffermato, ci pone dinanzi ad una riflessione: esistono chiaramente problemi che si trascinano da tempo e che restano in attesa di risposte, come sempre. Innanzitutto, occorre tener presente che gli organici dei dirigenti scolastici sono sottodimensionati rispetto al numero di scuole autonome. Le assunzioni autorizzate ogni anno sono insufficienti. L'ultimo concorso viene continuamente messo in discussione dalle sentenze della giustizia amministrativa. Alla luce di tutti questi problemi, non possiamo più ignorare e continuare ad offrire soluzione tampone. Occorre assumere ed assumersi la responsabilità politica degli errori commessi.Pag. 4
  Passiamo, invece, all'articolo 2 e, quindi, agli emendamenti e alle proposte. Questo articolo reca disposizioni urgenti per il regolare svolgimento dei servizi di pulizia e ausiliari nelle scuole. Il Governo è intervenuto in modo scombinato.
  Ormai dovrebbe risultare evidente che le esternalizzazioni non funzionano, non producono risparmi di spesa, non tutelano i lavoratori e le scuole continuano ad essere sporche creando enormi problemi di sicurezza e di igiene. Pertanto risulta evidente che si debba reagire in maniera concreta ad una situazione che non è più rinviabile. Il MoVimento 5 Stelle al riguardo è sempre stato chiaro nella posizione. Infatti, fin da inizio legislatura abbiamo presentato molte proposte. Vogliamo infatti porre fine al sistema delle esternalizzazioni dei servizi di pulizia e vigilanza corrispondenti alle mansioni spettanti ai collaboratori scolastici e dare la possibilità al personale ex LSU impiegato in tali mansioni di entrare nella relativa graduatoria e prevedere un piano triennale di assunzioni graduale e in concomitanza con lo scadere di tutte le convenzioni.
  Questa proposta del MoVimento 5 Stelle è sempre stata inascoltata. Come già detto, è da luglio 2013 che proponiamo questa soluzione. Lo abbiamo fatto nel decreto-legge del fare, lo abbiamo fatto nel decreto-legge istruzione, lo abbiamo fatto nella legge di stabilità del 2013, lo abbiamo fatto con il «salva-Roma-ter». Bene, per quattro volte abbiamo fatto questa proposta, che è sempre stata respinta. E allora ci chiediamo se il Governo navighi a vista, se voglia solo mettere toppe ad una tragica situazione o voglia risolvere il problema alla radice.
  Le proposte emendative all'articolo 2 vanno sostanzialmente in questa direzione. Infatti l'emendamento più importante, quello che sarebbe risolutivo per una situazione drastica come questa, è quello che ricalca la nostra proposta di legge n. 2194 a prima firma Marzana. Infatti questa proposta prevede l'internalizzazione dei servizi che possono essere svolti dal personale ATA. Anche qua diciamo di attingere il personale dalle graduatorie degli assistenti tecnici e amministrativi.
  Ricordo, su questo tema, a quest'Aula che proprio il Governo, durante la relazione introduttiva al decreto istruzione della VII Commissione, dichiarò che l'internalizzazione di tali servizi comporterebbe un costo inferiore per le casse dello Stato mentre le esternalizzazioni stanno comportando costi troppo elevati. Senza dimenticare la qualità degli interventi. Infatti, mi preme sottolineare come qualche mese fa in Veneto, nello specifico a Mira e in alcuni comuni limitrofi, i sindaci hanno dovuto emanare un'ordinanza sindacale ai sensi degli articoli 50 e 54 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ed hanno fatto intervenire l'azienda sanitaria locale viste le gravissime condizioni sanitarie in cui stavano i plessi scolastici. Cosa è successo ? I sindaci hanno fatto chiudere le scuole per quattro giorni e, quindi, i bambini non sono potuti andare a lezione, le famiglie hanno protestato ed è successo un grosso problema che è frutto di questa politica di continue toppe, di continue emergenze. Noi chiediamo semplicemente che la nostra proposta – ci dite sempre che non facciamo proposte, che non diamo soluzioni – bene, noi siamo qua per fare una proposta. Soprattutto in riferimento all'articolo 2 la nostra proposta è depositata, a prima firma Marzana. Allora, inseriamola magari in questo decreto-legge così potremmo risolvere definitivamente questa tragica situazione senza rimandare continuamente perché è inaccettabile che nel 2014 le famiglie non possano mandare i figli a scuola solo perché le scuole sono sporche. Per una volta ascoltateci, noi ci siamo «scongelati», quindi fate passare questo emendamento e quindi, una volta per tutte, investiamo nella scuola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sul complesso delle proposte emendative, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MARA CAROCCI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, anzitutto Pag. 5parto dalla considerazione che questo decreto-legge scade il 7 giugno e che tutte le forze politiche concordano sull'estrema urgenza di dare soluzione ai due problemi esaminati. Detto questo, il decreto-legge è già stato ampiamente discusso al Senato.
  Gli argomenti sono molto complessi, per questo la discussione è stata difficile e approfondita, e in Senato si è arrivati ad un equilibrio che è stato difficile da raggiungere, ma che sia stato raggiunto lo dimostra il fatto che non ci siano stati voti contrari da parte di nessuna forza politica a questo provvedimento. Per questo, richiamando sempre il fatto dell'estrema urgenza e dalla scadenza ormai molto prossima, e considerato anche che gli emendamenti presentati pongono in discussione in modo radicale e totale il provvedimento così come ci è pervenuto dal Senato, rilevo come non ci sia assolutamente la possibilità di esaminare in modo approfondito gli emendamenti, fare eventuali modifiche, che, ripeto, sono assolutamente sostanziali rispetto al testo che ci è pervenuto, approvarle e farle pervenire in tempo al Senato per una nuova lettura. Per questo invito al ritiro di tutti gli emendamenti ed in caso contrario il parere sarà contrario.

  PRESIDENTE. Quindi, c’è un invito al ritiro su tutti gli emendamenti, altrimenti il parere è contrario.
  Ha ora facoltà di esprimere il parere il relatore di minoranza. Prego, onorevole Fedriga.

  MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole sugli emendamenti Fedriga 1.83, Marzana 1.57 e 1.60; il parere è contrario sugli emendamenti Luigi Gallo 1.63 e 1.61, e Marzana 1.75; il parere è favorevole sugli emendamenti Fedriga 1.84, Luigi Gallo 1.58, 1.59 e 1.64; il parere è contrario sull'emendamento Luigi Gallo 1.65; sull'emendamento Luigi Gallo 1.62 mi rimetto all'Aula; il parere è favorevole sugli emendamenti Fedriga 1.87, Giancarlo Giordano 1.52, Fedriga 1.88, 1.85 e 1.86, ed è altresì favorevole sugli identici emendamenti Luigi Gallo 1.66 e Fedriga 1.90; il parere è contrario sull'emendamento Luigi Gallo 1.67; il parere è favorevole sugli emendamenti Fedriga 1.91 e 1.92, Marco Di Stefano 1.1, Luigi Gallo 1.71 e Fedriga 1.89; il parere è contrario sull'emendamento Luigi Gallo 1.72; sugli emendamenti Luigi Gallo 1.69 e 1.70 mi rimetto all'Aula; il parere è favorevole sugli identici emendamenti Marco Di Stefano 1.2 e Luigi Gallo 1.8; il parere è contrario sugli emendamenti Vacca 1.54 e 1.53, sugli identici emendamenti Marco Di Stefano 1.50 e Vacca 1.55, e sugli emendamenti Luigi Gallo 1.73, Marzana 1.74 e 1.56; gli emendamenti Centemero 1.10, 1.9 e 1.11...

  PRESIDENTE. Sono inammissibili.

  MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore di minoranza. Esatto, fino all'articolo aggiuntivo Fedriga 1.050 sono inammissibili.

  PRESIDENTE. Riprendiamo con gli emendamenti all'articolo 2.

  MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore di minoranza. All'articolo 2, il parere è favorevole sugli emendamenti Luigi Gallo 2.6, Marzana 2.9 e Vacca 2.54; il parere è contrario sull'emendamento Vacca 2.63; il parere è favorevole sull'emendamento Vacca 2.7; il parere è contrario sull'emendamento Luigi Gallo 2.57; il parere è favorevole sugli emendamenti Vacca 2.55, 2.56 e 2.60; sugli emendamenti Vacca 2.61 e 2.62 mi rimetto all'Aula; il parere è favorevole sull'emendamento Fedriga 2.50; il parere è contrario sull'emendamento Marzana 2.64; il parere è favorevole sugli emendamenti Marzana 2.65, Buonanno 2.1, sugli identici emendamenti Buonanno 2.2 e Luigi Gallo 2.8, sugli emendamenti Vacca 2.74 e 2.75, Luigi Gallo 2.51 e 2.52, e sugli identici emendamenti Matarrese 2.3 e Buonanno 2.5; il parere è contrario sugli emendamenti Vacca 2.70, 2.71, 2.72 e 2.73; sugli emendamenti Luigi Gallo 2.53, Vacca 2.77 e 2.76 mi rimetto all'Aula; il parere è contrario sugli emendamenti Marzana 2.67, 2.68 e 2.69, Luigi Gallo 2.10 e dovrebbero essere finiti perché i successivi sono inammissibili.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Mi ripete, per favore, i primi ? Sull'emendamento Fedriga 1.83 il parere è favorevole, sull'emendamento Marzana 1.57 ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sull'emendamento Marzana 1.57 il parere è favorevole, così come sull'emendamento Marzana 1.60; sugli emendamenti Luigi Gallo 1.63 e 1.61 e Marzana 1.75 il parere è contrario. Mi dica fin dove devo arrivare.

  PRESIDENTE. Ancora i successivi tre.

  MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Fedriga 1.84, Luigi Gallo 1.58 e 1.59 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Perfetto. Il Governo ?

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, mi associo alla richiesta fatta dalla relatrice per la maggioranza di ritirare gli emendamenti, in quanto il testo uscito dal Senato è frutto di un'approfondita discussione che ha trovato l'ottimo compromesso tra le possibili proposte, che, per quanto riguarda l'articolo 1, ottempera alla sentenza del Consiglio di Stato, riconoscendo di fatto che gli errori commessi dall'amministrazione hanno prodotto un danno nei confronti delle persone che hanno partecipato, dei soggetti che hanno partecipato alle selezioni (un danno riconosciuto, quindi); che c’è una tutela di coloro che hanno svolto servizio differenziato rispetto a quelli che non l'hanno sostenuto.
  Non si tratta di sanatoria, perché questo non potrebbe essere, essendo appunto una sentenza del Consiglio di stato alla quale noi portiamo profondo rispetto. In sostanza, abbiamo garantito, con questo provvedimento uscito dal Senato, anche la continuità scolastica fino alla fine dell'anno prossimo.
  Per quanto riguarda l'articolo 2, invece, si risolve in maniera strutturale un problema che è nato in seguito all'aggiudicazione della gara Consip, a differenza di quanto è stato detto nell'intervento del parlamentare, dell'onorevole del MoVimento 5 Stelle.
  Per quanto riguarda la proposta del MoVimento 5 Stelle, il Governo non è contrario a considerare l'internalizzazione del servizio, anche se non ha mai detto, in nessuna occasione, che l'internalizzazione produce minori costi, anzi, a parità di servizio, in genere, produce costi maggiori.
  Detto questo – ne abbiamo parlato anche in Commissione –, la proposta del MoVimento 5 Stelle viene presa assolutamente in considerazione, ma non può essere messa in atto in tempi brevi. L'impegno del Governo – lo abbiamo dichiarato in Senato e c’è un opportuno ordine del giorno che tratta l'argomento e lo dichiaro nuovamente alla Camera –, durante il monitoraggio dell'attuazione di della gara Consip, è di valutare attentamente le condizioni eventuali di internalizzazione del servizio.
  Quindi, il mio invito è anche al MoVimento 5 Stelle di ritirare gli emendamenti, perché ci sarà un'attenzione profonda del Governo a valutare in corso di attuazione la possibilità che ho detto poc'anzi. Quindi, la mia proposta in sostanza è di ritirare gli emendamenti, in caso contrario il parere del Governo sarà negativo.

  PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti a firma Marco Di Stefano sono stati ritirati dal presentatore.
  Passiamo all'emendamento Fedriga 1.83, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Fedriga 1.83 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, solo pochi secondi per motivare perché abbiamo presentato questo Pag. 7emendamento. Come hanno detto anche alcuni colleghi del MoVimento 5 stelle, l'articolo 1 del decreto rischia di andare a creare ulteriore confusione in una vicenda estremamente complicata, andando, anzi, ad aumentare i possibili contenziosi giudiziari per quanto riguarda i concorsi da dirigente scolastico.
  Noi riteniamo che, invece, la formulazione proposta dal nostro emendamento sia più chiara e possa andare a limitare in moto più circoscritto e dettagliato le diverse procedure che si hanno anche nel caso, ovviamente, di quei dirigenti che hanno vinto un concorso che è stato annullato per vizi procedurali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, il MoVimento 5 Stelle voterà contro questo emendamento per un motivo semplice, perché – pur capendo le motivazioni che hanno spinto i proponenti a presentare questo emendamento, che sono quelle di correggere una normativa che, appunto, è fallace, come abbiamo già denunciato varie volte, come è quella prevista dal decreto-legge – introdurrebbe una serie di precedenti, appunto, mi perdoni il gioco di parole, senza precedenti; cioè, rischieremmo di esporre la pubblica amministrazione ad una serie di contenziosi terribili. Quindi si vorrebbe metterla al riparo dai contenziosi, ma esporremo la pubblica amministrazione ad ulteriori contenziosi.
  Il pasticcio che abbiamo denunciato, anche, in sede di discussione sulle linee generali e di cui abbiamo detto, anche, in Commissione è evidente; non lo diciamo solo noi, lo dice anche la relazione tecnica del dossier del Servizio studi della Camera, è un pasticcio, appunto, sotto gli occhi di tutti. E, checché ne dicano i colleghi che ci hanno preceduto, il tempo per modificare e correggere questa norma c'era e c’è ancora adesso, perché in tre giorni, in quattro giorni potremmo, tranquillamente, correggere quanto meno le storture più evidenti o gli obbrobri giuridici più palesi e farla approvare anche al Senato in tempi rapidi; quindi, il tempo c’è e c'era soprattutto la settimana scorsa quando noi abbiamo sollevato queste problematiche, quando abbiamo detto al Governo: leggetevi le relazioni che gli uffici legislativi fanno. Magari, forse, sappiamo che l'ufficio legislativo di palazzo Chigi ancora non è stato messo in piedi perché, forse, il Governo non sapeva se doveva tornare a casa o no, è un Governo precario, quindi magari i loro uffici legislativi non sono ancora del tutto operativi, ma gli uffici legislativi della Camera erano al lavoro e hanno segnalato le storture, le Commissioni competenti, nei pareri, hanno segnalato tutto quello che di negativo c’è in questo decreto-legge. Quindi il discorso che il tempo non c'era e che il tempo non c’è non regge, non sta in piedi, il tempo c'era e c’è ancora adesso.
  Tornando all'emendamento, ripeto che il parere è contrario, perché, pur comprendendo le ragioni che hanno spinto i proponenti a presentare questo emendamento, in realtà le soluzioni che si prospettano sono, anche queste, abbastanza pasticciate. Ricordiamo che all'articolo 1, comma 2-ter, sulle famose riserve per i dirigenti scolastici, quello che abbiamo contestato in maniera particolare per quanto riguarda l'articolo 1, sono state più volte dichiarate incostituzionali dalla stessa Corte costituzionale. Le uniche riserve che la Corte costituzionale prevede come legittime nell'accesso alla pubblica amministrazione sono quelle che riconoscono un servizio già prestato per la pubblica amministrazione. Riconoscere delle riserve, invece, a persone che hanno vinto un concorso che poi è stato annullato dalla magistratura si chiama in un modo, soltanto in un modo: elusione del giudicato. Cioè vuol dire che arriva il Parlamento e mette in discussione una sentenza della magistratura legittima che ha annullato quelle graduatorie. E questo, francamente, ci sembra un principio che non può permettersi un Parlamento che opera secondo la Costituzione.
  Quindi, la Corte costituzionale ha detto varie volte che le riserve nell'accesso alla Pag. 8pubblica amministrazione possono essere soltanto relative al riconoscimento del servizio svolto. Cosa che invece con questo emendamento, non avviene; con questo emendamento si cercano di dare un po’ di soluzioni pasticciate prevedendo una sorta di corsia preferenziale a questi dirigenti che hanno questo contenzioso, che hanno visto annullare i concorsi; corsie preferenziali che però non stanno francamente in piedi e che creerebbero, anche qui, un precedente sul quale non possiamo concordare. Quindi il nostro parere, ribadiamo, sarà contrario; noi voteremo contro questo emendamento pur condividendo le ragioni che hanno spinto i proponenti a presentarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.

  MARIA GRAZIA ROCCHI. Signor Presidente, noi ci rendiamo conto che il decreto va ad affrontare, soprattutto all'articolo 1, una questione che è una vera e propria emergenza. Ci piacerebbe riuscire a chiudere la stagione delle emergenze; probabilmente l'articolo 1 serve un po’ anche a questo, perlomeno auspichiamo che serva anche a questo.
  In realtà l'articolo 1, con le modifiche approvate al Senato, va ad affrontare una situazione che è frutto di un contenzioso apertosi con il concorso bandito nel luglio del 2011 ma non solo; altre questioni erano rimaste aperte da precedenti procedure di reclutamento, in particolare quella bandita nel 2004.
  Vede Presidente, se rischiassimo di non convertire in legge questo decreto-legge noi apriremmo, per la scuola e soprattutto per quelle scuole che sono attualmente condotte da 112 dirigenti in servizio – sulla base però di una graduatoria che il Consiglio di Stato ha annullato per effetto del non accoglimento del ricorso da parte del MIUR – una fase complicatissima, soprattutto per la validità degli atti posti in essere dalla dirigenza scolastica in questi due anni – siamo a conclusione del secondo anno scolastico – di amministrazione delle scuole. Mi riferisco ad atti di primaria importanza per la pubblica amministrazione e per il funzionamento delle scuole stesse, parlo della liquidazione degli stipendi al personale con contratto a tempo determinato, parlo dei pagamenti delle fatture ai fornitori, ma non solo, della validità delle commissioni di esame, della validità degli scrutini che in questi giorni si stanno aprendo. Per questa ragione non ci possiamo permettere in nessun caso che questo decreto-legge non venga convertito in legge in tempi utili, ne varrebbe veramente del funzionamento delle istituzioni scolastiche coinvolte e non sono poche: più volte ho ricordato che rappresentano circa un quarto delle scuole toscane, per cui renderebbe veramente difficile la conclusione dell'anno scolastico nonché la regolarità degli atti già posti in essere dai dirigenti stessi.
  Però mi rendo conto che noi avremmo auspicato un altro tipo di soluzione per risolvere una questione complessa, ma siamo davanti veramente a un difficile equilibrio; le parti in gioco e gli interessi che dovevano essere tutelati erano molti, avremmo preferito certo che fosse valorizzata di più e in maniera più importante l'esperienza maturata, non soltanto l'esperienza maturata ma anche gli investimenti effettuati nella formazione dei dirigenti scolastici in servizio. Gli anni duri in cui hanno preso in mano situazioni di estrema criticità, scuole difficili che ritrovando la continuità hanno anche ritrovato la via per la positiva risoluzione di molte delle complesse situazioni che li vedevano impegnati. Questo ci è stato dimostrato dai molti interventi, i molti richiami, i molti appelli a che le scuole mantenessero la loro continuità di gestione e di leadership, anche di tipo educativo, che era stata faticosamente ritrovata.
  Per questo la soluzione di un difficile e complesso equilibrio nella valorizzazione dei molteplici interessi in gioco in questo Pag. 9momento è il massimo del compromesso che si può ottenere, ma rispetto ed esprimo le necessità di dover dare alle scuole rapide ed urgenti risposte in ordine alla loro funzionalità gestionale, che rendono estremamente importante e urgente la conversione di questo decreto-legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, innanzitutto voglio ricordare al Governo e alla maggioranza qui che quando c’è la necessità di convertire un decreto-legge in tempi utili bisogna organizzare, cioè non bisogna ricordarsi gli ultimi giorni di questo, perché questo provvedimento è arrivato alla Camera una settimana prima delle elezioni, è arrivato alla Camera, c'era la relazione tecnica e il Governo e la maggioranza hanno voluto non lavorare quella settimana, ma neanche quella successiva hanno fatto in modo che questo decreto arrivasse in Aula. Quindi oggi ci ritroviamo, a pochi giorni, ad affrontare un decreto ma non certo per la volontà di discutere nel merito del decreto per l'opposizione. Per quanto riguarda le cose che diceva la collega del PD, non è vero, questo decreto-legge, così come è fatto, produrrà contenziosi nazionali perché è lo stesso organo tecnico della Camera che ricorda che l'articolo 1 di questo decreto non è ben definito.

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, vorrei precisare che questo decreto era nato inizialmente per andare a porre una misura nei confronti dei dirigenti che si sono ritrovati annullata la procedura concorsuale che avevano vinto, quindi onde evitare delle disfunzioni nello svolgimento del servizio scolastico. Poi, durante l'esame al Senato invece è stato aggiunto un ulteriore comma che va a creare, come diceva il mio collega, ulteriori contenziosi visto che si riservano delle quote, nel prossimo concorso, ai soggetti che sono destinatari di ricorsi, quindi è evidente che in questo modo si prevarica la magistratura e non si rispetta...

  PRESIDENTE. Grazie. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.83, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo, Latronico, che saluta la presidenza, Valente, Lavagno, con calma onorevole Picchi, onorevole Tinagli, onorevole Crippa provi a votare... si rifiuta... non estragga, arriva il tecnico, alla svelta, Romano, Mongiello, e poi chiudiamo... Sannicandro... di corsa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  317   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
   9    
    Hanno votato
no  308).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marzana 1.57.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, questo emendamento mira ad eliminare una parte del decreto ove si dice «al fine di garantire l'esercizio della funzione dirigenziale» perché, a nostro parere, ciò Pag. 10che si dovrebbe garantire nel mondo della scuola non è solo questo. Ci sono tante altre cose che bisognerebbe garantire e da questo Governo ci saremmo aspettati, quindi, un decreto molto più completo e non che affrontava solo la questione dei dirigenti oppure degli appalti dei servizi di pulizia.
  Un Governo che pone al centro della sua azione politica la scuola, che porrebbe al centro della sua azione politica la scuola, avrebbe dovuto mettere altre questioni al centro, sempre inerenti il mondo della scuola, ma anche dell'università e della ricerca. Noi pensiamo che, invece, questo Governo abbia posto al centro dei propri interessi gli interessi e le questioni legate ai sindacati e alla cooperative, visto che da quanto c’è il sindaco di Firenze alla guida del Governo del nostro Paese sono stati esaminati alle Camere due provvedimenti sulla scuola: uno che andava a sottrarre risorse al Fondo per il miglioramento e l'arricchimento dell'offerta formativa degli studenti per pagare gli scatti stipendiali al personale scolastico, anziché reperire questi fondi altrove; l'altro provvedimento, che è quello che stiamo esaminando, che prevede di continuare a foraggiare le cooperative piuttosto che tutelare i lavoratori e garantire un servizio di pulizia di qualità negli istituti scolastici.
  Ora, qui abbiamo, purtroppo, un solo rappresentante del Governo, ma mi sarebbe piaciuto rivolgermi a tutti coloro che sono alla guida di questo Governo nel settore della scuola, dell'università e della ricerca. Visto che ci sono tante questioni che attendono da anni di essere risolte, perché le avete escluse da questo provvedimento ? Pensate che con annunci e pasticci potrete andare avanti a lungo ? Citiamo alcune di queste questioni: il pensionamento del personale scolastico cosiddetto «quota 96», che non arriva. Si tratta di personale che è stato vittima di un tecnicismo giuridico e che voi del Governo del PD state continuando a martoriare, non riconoscendo loro il diritto acquisito di andare in pensione. Quindi, io in questo momento mi vorrei rivolgere al Ministro Poletti e dirgli che la questione dei cosiddetti «quota 96» può essere affrontata nell'immediato perché non si pone il problema posto al tavolo tecnico, per cui era necessario fare una ricognizione delle varie fattispecie degli esodati, perché proprio per i «quota 96» questa ricognizione è stata già fatta e ci troviamo dinanzi a numeri precisi.
  Parliamo di 3.976 persone a cui è stato leso questo diritto e ci troviamo dinanzi ad oneri ben definiti: circa 100 milioni all'anno per quattro anni. Ma andiamo avanti: occorrerebbe occuparsi delle migliaia di docenti precari che giornalmente...

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  MARIA MARZANA. ... garantiscono il funzionamento della scuola tra poche tutele e prospettive minime, e, nonostante ciò, si trovano puntualmente ad essere soggetti a nuove regole, che cambiano durante il gioco, che ribaltano le disposizioni dei precedenti ministri e che non perseguono il vero fine, il miglioramento del sistema di formazione e di reclutamento.
  I provvedimenti degli ultimi anni seguono, infatti, altre logiche: quella di produrre la contrapposizione tra docenti, produrre tagli oppure il consenso elettorale, come il decreto ministeriale n. 356 del 23 maggio, a firma del Ministro Giannini, che consente ai candidati che hanno superato...

  PRESIDENTE. Grazie.

  MARIA MARZANA. ... le prove relative al concorso a cattedra del 2012...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARIA MARZANA. Mi consente ancora qualche secondo ?

  PRESIDENTE. Dieci secondi: è già trenta secondi oltre i suoi cinque minuti.

Pag. 11

  MARIA MARZANA. Vorrà dire che continuerò nel prossimo spazio.

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Valente, questo è un emendamento che reca la sua firma e lei è intervenuto sul complesso degli emendamenti; quindi, su questo emendamento non può parlare. Se l'intervento è sull'ordine dei lavori o per un richiamo al Regolamento, va bene; diversamente, non posso darle la parola. Perfetto.
  Se non vi sono altri interventi, dichiaro aperta. ... Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego di farmelo sapere un attimo prima che indica la votazione; la prossima volta non vi do la parola. Prego.

  LUIGI GALLO. Grazie, signor Presidente. Con questo emendamento e con quello successivo Marzana 1.60, in realtà, si vuole mettere al centro la sostanza della scuola: l'attività scolastica e gli studenti. Questo decreto era stato pensato, naturalmente, per garantire gli atti normativi dei dirigenti scolastici che adesso si vedono annullata, con una sentenza, la loro vincita del concorso, e andava bene anche garantire, come prevedeva il decreto, all'inizio, in via transitoria, la presenza dei dirigenti scolastici fino al nuovo concorso.
  Quello che, invece, è arrivato dal Senato è una formula pasticciata, una formula pasticciata, che prevede una serie di quote di riserva a diversi soggetti – potremmo chiamarli anche con nome e cognome – che, in realtà, però, non garantisce una norma costituzionale, anzi, apre la possibilità a nuovi ricorsi...

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  LUIGI GALLO. ... anche lì dove il TAR ha concluso la sua procedura ed è arrivato alla sentenza definitiva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, il provvedimento che è in esame oggi è finalizzato a risolvere due questioni, che, di fatto, possono impedire il regolare svolgimento del servizio scolastico: in particolare, la questione relativa all'annullamento di alcuni concorsi regionali a dirigente scolastico a seguito di contenziosi amministrativi, nonché quella relativa ai servizi di pulizia nelle scuole.
  In particolare, l'articolo 1, comma 1, così come modificato dal Senato, è finalizzato a garantire la continuità dell'esercizio delle funzioni svolte dai dirigenti scolastici già in servizio a seguito del concorso indetto nel 2011 nelle sedi di assegnazione alla data di entrata in vigore del decreto-legge e a far salvi gli atti da essi adottati fino alla rinnovazione della procedura concorsuale annullata in sede giurisdizionale.
  Con la modifica che si è introdotta al Senato si è precisato che, qualora la medesima rinnovazione si concluda in corso di anno scolastico, le funzioni sono esercitate fino a conclusione dello stesso. Infatti, i tempi di rinnovazione dipendono dai tempi con cui il Consiglio di Stato risponderà alle richieste di chiarimenti avanzate dal Ministero, evidenziando che tale parere rischia di non arrivare in tempo utile per l'avvio del prossimo anno scolastico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, il discorso è, più o meno, come lo ha dipinto la nostra collega Marzana, anche se ha parlato un po’ di «quota 96», che non è strettamente attinente all'emendamento qui presentato, perché il problema è sempre lo stesso: cerchiamo con questi emendamenti di correggere una soluzione, che è quella prospettata dal Governo, che Pag. 12è francamente inaccettabile, perché presenta una serie di problematiche come abbiamo detto anche prima.
  Una serie di problematiche che sostanzialmente vanno contro quello che più volte la Corte costituzionale ha dichiarato. Sono un incentivo alla litigiosità giurisdizionale, perché, di fatto, premiando o quantomeno prevedendo una riserva per coloro che hanno presentato ricorso, quindi che hanno fatto ricorso, significa riconoscere un canale preferenziale a quelli che non solo sono in posizione idonea, ma anche a quelli che magari non erano in una posizione idonea nelle prime graduatorie e che avendo fatto ricorso poi gli si riconosce questa riserva, di fatto premiandoli. È come dire alle persone che nei prossimi concorsi dovessero...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIANLUCA VACCA. ... se se ne faranno ancora perché a quanto pare i concorsi nella pubblica amministrazione sono diventati un po’ l'eccezione, ormai si assume in tutti i modi tranne che facendo concorso e premiando il merito, si assume anche continuando a rinnovare contratti a tempo determinato, lo vediamo a L'Aquila dove c’è una vicenda che più volte abbiamo sollevato e che è francamente incresciosa nei confronti di un concorso...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIANLUCA VACCA. ... continuo dopo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.57, con il parere contrario della Commissione, del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).
  Segoni, Gelli, Zoggia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  341   
   Votanti  317   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
  59    
    Hanno votato
no  258).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.60.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. È il mio emendamento, Signor Presidente, perché non ho sentito il mio nome ?

  PRESIDENTE. Sì, è l'emendamento Marzana 1.60, se ha il fascicolo lo trova, prego.

  MARIA MARZANA. Grazie, signor Presidente. Questo emendamento si pone in continuità con il precedente e quindi colgo l'occasione per terminare l'intervento che stavo facendo in precedenza in maniera che sia chiaro il concetto che stavo esprimendo. Dicevo che i provvedimenti negli ultimi anni hanno seguito altre logiche rispetto al miglioramento del sistema di reclutamento e di formazione dei docenti. Citavo, ad esempio, il decreto che è stato firmato di recente, a due giorni dalle elezioni europee; e questo dovrebbe dirla lunga anche sulle finalità che perseguono i provvedimenti ministeriali.
  Si tratta di un decreto-legge che consentirà ai candidati che hanno superato le prove relative al concorso a cattedra bandito nel 2012, ma che non sono stati collocati in una posizione utile in maniera da risultare vincitori, di essere assunti con contratto a tempo indeterminato, quindi di essere assunti di ruolo, anche se non hanno vinto un concorso, ma poiché hanno superato le prove concorsuali e, quindi, sono risultati idonei, ma non vincitori.
  Vorrei precisare che questa disposizione è in evidente contraddizione con Pag. 13quanto stabilito dal decreto-legge che bandiva questo concorso, il quale prevedeva la creazione di una graduatoria ma dei vincitori e non una graduatoria di merito degli idonei. Quindi questo decreto-legge ha di fatto stravolto ciò che era stato disposto dal precedente Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Profumo.
  A ciò si aggiunge, tra l'altro, il fatto che questa misura va a tutto svantaggio dei docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, che attendono prospettive certe da anni e che, come dicevo prima, giornalmente garantiscono il funzionamento del servizio scolastico.
  Si potrebbe parlare anche dell'università. Vorrei ricordare a quest'Aula che siamo all'ultimo posto in Europa per numero di laureati. Ma la direzione che questa politica sta continuando a perseguire sembra assolutamente non allontanarci dal rischio Grecia, dove è tuttora in atto un degrado della qualità dell'istruzione avanzata e della ricerca scientifica. Infatti, se noi guardiamo ai provvedimenti che sono stati varati in questi ultimi anni riguardanti l'università, vediamo che continuano a calare i finanziamenti (dal 2009 sono calati del 20 per cento), che sono stati azzerati i fondi per la ricerca ed il reclutamento è diminuito del 90 per cento.
  Vorrei ribadire ancora che questo decreto-legge nasceva per far fronte ad un'emergenza che era l'annullamento, principalmente, del concorso sostenuto dagli aspiranti docenti toscani e poi si è trasformato in una pezza che creerà ulteriori contenziosi, visto che si assicureranno delle quote di riserva a coloro che parteciperanno ai prossimi ricorsi. Quindi, come dicevamo, si tratta di quote che vengono riservate a coloro che hanno dei contenziosi pendenti. Questo creerebbe un gravissimo precedente, come diceva il mio collega Vacca, visto che, a questo punto, è come se si spingesse ciascun concorrente a fare ricorso e, quindi, a vedersi poi garantito un posto, qualora si vincesse il concorso nel momento che si partecipa ad un concorso.
  Questo è molto grave e – ripeto – rappresenta una prevaricazione del potere della magistratura, che noi sappiamo essere, anzi, dover essere, assolutamente indipendente rispetto a ciò che viene.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ci sono altri interventi ?
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.60, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Onorevole Palma... provi a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  353   
   Votanti  330   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  270).    

  Passiamo all'emendamento Luigi Gallo 1.63, su cui vi è un invito al ritiro.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.63, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Polidori, Valente, Di Lello, Arlotti, Cassano, Bragantini, Tabacci, Alli, Marzana, Piso, Nicchi, Nastri.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 14
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  358   
   Votanti  356   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  309).    

  Passiamo all'emendamento Luigi Gallo 1.61.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.61, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Brandolin, Sannicandro, Dell'Aringa, Cassano, Paglia, Di Lello, Adornato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  357   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  310).    

  (La deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Marzana 1.75.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.75, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Gutgeld, Piepoli, Di Lello, L'Abbate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  361   
   Votanti  357   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  285).    

  Passiamo all'emendamento Fedriga 1.84.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.84, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  311   
   Astenuti   52   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato
  12    
    Hanno votato
no  299).    

  Passiamo all'emendamento Luigi Gallo 1.58.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.58, con il parere Pag. 15contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Mannino ? Albini ? Capua ? Monchiero ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  362   
   Votanti  357   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  272).    

  Passiamo all'emendamento Luigi Gallo 1.59.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Capua ? Simoni ? Taricco ? Monaco ? Gregori ? Chiarelli ? Iori ? Carbone ? Onorevole Carbone, Provi a votare con le dita che l'aiuta. Martino ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  368   
   Votanti  363   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  277).    

  Passiamo all'emendamento Luigi Gallo 1.64.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.64, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Gregori ? Lombardi ? Chiarelli ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  334   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  284).    

  Passiamo all'emendamento Luigi Gallo 1.65.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.65, con il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Bragantini ? Monaco ? Ansaldi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  367   
   Votanti  338   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  288).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 16Luigi Gallo 1.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Benamati, Di Stefano, Manfredi, Crippa, Chiarelli, Parisi, Paola Bragantini, Nuti, Nesci. Nel frattempo, anche per dare ordine ai nostri lavori, noi proseguiremo con i lavori fino alle ore 13,30 e la seduta nel pomeriggio riprenderà alle ore 15,30. Carrozza, Rubinato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  332   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  280).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.87, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Ghizzoni, Chiarelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  315   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato
  13    
    Hanno votato
no  302).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giancarlo Giordano 1.52, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Arlotti, ovviamente Chiarelli, Micillo, Valente, Letta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  319   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
  35    
    Hanno votato
no  284).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.88, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Mazziotti Di Celso, Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  368   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  64    
    Hanno votato
no  304).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.85, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Pag. 17

  Bragantini, Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  368   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  64    
    Hanno votato
no  304).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.86, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Agostini... Letta... Arlotti... Taricco... Palma... Oliverio... Cassano... Marzana... Pinna... Paolucci... stanno sostituendo la postazione alla collega Marzana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  371   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  66    
    Hanno votato
no  305).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Luigi Gallo 1.66 e Fedriga 1.90, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Arlotti... Zardini... Ruocco... Marti... Malisani... provate a votare non a sbloccarla quando venite chiamati... provi a votare... vede, bisogna sempre aver fiducia nella Presidenza... Zardini... provi a votare e non a sbloccarla... l'onorevole Rosato le fornisce l'assistenza tecnica...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  366   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  87    
    Hanno votato
no  279).    

  (Il deputato Zardini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.67, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Piepoli... Costantino... Pini... D'Attorre... onorevole Piepoli, provi a votare non a sbloccarla... Giuliani....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  348   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
  53    
    Hanno votato
no  295).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.91, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Pag. 18

  Taricco, Carra, Ciprini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  295   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  148   
    Hanno votato
  12    
    Hanno votato
no  283).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.92, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  377   
   Votanti  295   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  148   
    Hanno votato
  13    
    Hanno votato
no  282).    

  Ricordo che l'emendamento 1.1. Marco Di Stefano è stato ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.71, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Di Salvo, Taricco, Gregori, Oliverio, Dieni, Leva, Paris, L'Abbate, Crimì, Zanin, Costantino, Ferro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  354   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  67    
    Hanno votato
no  287).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 1.89, con il parere contrario di Commissione e Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, intervengo solo per una osservazione – ma anche per valutare l'emendamento nel merito – perché in questo emendamento il punto 2-bis.2 recita: «per l'attuazione del comma 1-ter». Non si capisce il comma 1-ter quale sia. Forse il proponente intendeva il 2-ter, probabilmente. Chiedo magari spiegazioni al legislativo, al proponente, che sta parlando col Vicepresidente Giachetti.

  PRESIDENTE. Lei ha facoltà di porre un'obiezione, però il presentatore dell'emendamento non deve necessariamente...

  GIANLUCA VACCA. Sì, certo. Perché è formulato male e credo che sia un errore, perché quel «comma 1-ter» non si capisce a cosa si riferisca.

  PRESIDENTE. Onorevole Vacca, per chiarezza, noi stiamo votando l'emendamento Fedriga 1.89, quello riferito al 2-ter è successivo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.89, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.

Pag. 19

  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  291   
   Astenuti   83   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato
  10    
    Hanno votato
no  281).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.72, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Carfagna, Fanucci. Buongiorno anche a lei, onorevole Fanucci. Presidente Letta. Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  377   
   Votanti  348   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  292).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.69, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Savino, Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  336   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
  55    
    Hanno votato
no  281).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.70, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Taricco, Bragantini, Berlinghieri, Kronbichler.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  379   
   Votanti  340   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  284).    

  Passiamo agli identici emendamenti Marco Di Stefano 1.2 e Luigi Gallo 1.8.
  Ricordo che l'emendamento Marco Di Stefano 1.2 è stato ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Lavagno. Se i colleghi rimangono in Aula, andiamo più rapidi anche nelle votazioni. Gigli, Saltamartini.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 20
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  382   
   Votanti  355   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  69    
    Hanno votato
no  286).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.54, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  382   
   Votanti  355   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  59    
    Hanno votato
no  296).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vacca 1.53, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.

  GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, ritiro l'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Marco Di Stefano 1.50 e Vacca 1.55, sui quali vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ricordo che l'emendamento Marco Di Stefano 1.50 è stato ritirato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare che questo è l'emendamento che avrebbe trovato una soluzione adeguata e costituzionale e che avrebbe fatto propri i rilievi della Corte costituzionale, perché con questo emendamento si prevedeva che la riserva al corso-concorso fosse prevista solo per chi avesse già svolto delle mansioni da dirigente scolastico sia a causa di vicende giudiziarie dell'ultimo concorso e sia, anche, per la vicenda degli incaricati presidi. Quindi, questo è un emendamento di buonsenso che avevamo proposto e che avevamo chiesto al Governo e alla maggioranza di veder approvato, perché avrebbe trovato una soluzione alle vicende dei dirigenti scolastici, ma senza andare contro quanto sostiene la Corte costituzionale e a quanto ha sostenuto più volte. Quindi, anche se sappiamo che il Governo non ha nessuna intenzione di riaprire la questione, quanto meno chiediamo a questa maggioranza e al Governo di rivedere un attimo le proprie posizioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 1.55, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Palma, Taricco, Gregori, Carra, Abrignani, Palma, onorevole Palma provi a votare... Monaco, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  379   
   Votanti  374   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  293).    

Pag. 21

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.73, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Di Salvo, Sarti, Oliverio, Boccia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  356   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
  57    
    Hanno votato
no  299).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.74, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  Arlotti, Carfagna, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  371   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  293).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 1.56, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  367   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  289).    

  (Il deputato D'Ottavio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che le successive proposte emendative riferite all'articolo 1 sono tutte inammissibili.
  Passiamo quindi all'articolo 2.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 2.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Taricco, Vito... presidente Vito, provi a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  379   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  93    
    Hanno votato
no  286).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 2.9, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 22

   (Presenti  379   
   Votanti  375   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  286).    

  (I deputati Richetti e Coviello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, mentre il deputato Cariello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.54, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Vitelli, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  374   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  283).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.63, con il parere contrario di Commissione, Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Taricco, Patriarca, Rampi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  367   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  277).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.7, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Prestigiacomo, Bianconi, Taricco, Oliverio, Patriarca, Bossa, Alli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  375   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  283).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 2.57, con il parere contrario di Commissione, Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Rampi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  381   
   Votanti  356   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
  67    
    Hanno votato
no  289).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il Pag. 23parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Aiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  369   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  281).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.56, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Polidori, Polverini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  369   
   Votanti  365   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
  87    
    Hanno votato
no  278).    

  (La deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, mentre le deputate Rotta e Rubinato hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Calabria, Di Salvo, Fitzgerald Nissoli, Oliverio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  369   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  280).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mucci, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  381   
   Votanti  366   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  285).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 24
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  371   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  290).    

  (Le deputate Argentin e Polverini hanno segnalato che non sono riuscite a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 2.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Taricco, Palma, Duranti,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  301   
   Astenuti   86   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato
  12    
    Hanno votato
no  289).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marzana 2.64.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, come lei avrà comunque notato, io volevo intervenire anche prima sul precedente emendamento, ma lei non si è accorto che avevo chiesto la parola e subito ha aperto la votazione. Però, ne approfitto adesso per dire quello che avrei voluto dire in precedenza.
  Noi vogliamo ribadire la contrarietà rispetto a questo articolo, considerato che mette l'ennesima toppa alla questione degli appalti del servizio di pulizia nelle scuole, visto che, tra l'altro, il Governo prima diceva che è ben disposto a discutere la nostra proposta. Noi, quindi, ci auguriamo che, tempestivamente, venga calendarizzata la nostra proposta di legge, che contiene un po’ le stesse istanze che sono state avanzate con gli emendamenti che abbiamo presentato e che mirano alla fine di questo sistema di esternalizzazione che si riferisce al servizio di pulizia nelle scuole.
  Vorrei fare anche una breve cronaca, visto che questo emendamento, anzi il provvedimento, mira a dare la possibilità alle regioni, e cioè alla Campania e alla Sicilia, dove non è stata attivata la convenzione Consip, a continuare ad usufruire dei servizi svolti dalle imprese che assicuravano il servizio in precedenza, quindi al 31 marzo, fino al 31 agosto. Però, questo accade dopo comunque altre proroghe che sono state fatte rispetto a questa opportunità e, quindi, quella di acquistare i servizi sempre dalle stesse imprese e non svolgere comunque una regolare gara. Dunque, giacché in questo momento le cose funzionano così – anche se noi le contestiamo –, però vorremmo quanto meno che le attuali regole fossero almeno rispettate.
  Infatti, come dicevo, questo accade dopo che il comma 748 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2014 aveva già disposto la prosecuzione fino al 28 febbraio 2014 dei contratti in essere al 31 dicembre 2013 e dopo anche che, con il cosiddetto «decreto salva Roma», i termini erano slittati fino al 31 marzo. Tra l'altro, in entrambi i casi, il Governo aveva derogato al limite di spesa previsto dall'articolo 58 del decreto-legge n. 69 del 2013, il cosiddetto «decreto del fare», stanziando in più, rispetto alle risorse previste in questo decreto, rispettivamente 34 e 20 milioni, per consentire di acquistare i servizi di pulizia sia dalle imprese Pag. 25che li assicuravano al 31 dicembre 2013 sia dalle imprese aggiudicatarie nei territori ove la gara Consip non si fosse espletata.
  Ora, intanto noi non capiamo il perché, a distanza di diversi mesi, questi servizi, in Campania e in Sicilia, vengono lasciati alla gestione delle ditte che se ne occupavano al 31 dicembre 2013 e non si procede ad indire una nuova gara. Oltretutto, nel secondo comma si consente alle istituzioni di queste regioni di potere acquistare sempre da queste imprese anche i servizi di manutenzione. Quindi, a nostro parere, c’è veramente un gravissimo errore che si sta perpetrando ai danni, comunque, delle istituzioni scolastiche e del funzionamento regolare del servizio di pulizia.
  Oltretutto, nelle regioni dove si è proceduto alla stipula delle convenzioni Consip, e quindi nel centro e nel nord Italia, con le aziende, lo ricordiamo, che fanno capo alla Lega delle Cooperative, quella stessa Lega di cui era presidente l'attuale Ministro Poletti, e cioè la Manutencoop e il Consorzio Nazionale Servizi, anche laddove sono state attivate le convenzioni Consip, in queste regioni, con queste imprese, notevoli sono state le criticità riscontrate, sia sul versante delle condizioni lavorative del personale delle imprese di pulizia sia sulla qualità dei servizi di pulizia nelle scuole interessate, generando, quindi, cospicue problematiche, che, forse, in questo momento...

  PRESIDENTE. Grazie.

  MARIA MARZANA. ... premono solamente a lavoratori, studenti – solo un secondo – e genitori interessati. Ma, poiché sono state stanziate più risorse rispetto a quelle previste, i costi per il bilancio dello Stato sono aumentati.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARIA MARZANA. Quindi, è un qualcosa che interessa tutta la collettività.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 2.64, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  371   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  77    
    Hanno votato
no  294).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marzana 2.65, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, dicevo che i costi, comunque, per il bilancio dello Stato sono superiori rispetto a quelli che sono previsti nel «decreto del fare», ed è un qualcosa che interessa tutta la collettività, e non solo i soggetti interessati. È per questo che è bene ricordare che in precedenza la somma stanziata per questi servizi era di 600 milioni di euro l'anno, poi è scesa a 390 milioni e nel «decreto del fare» è stata diminuita a 280 milioni. Questo fabbisogno è stato calcolato sulla base del prodotto fra il numero dei posti di collaboratore scolastico accantonati, pari a circa 12 mila posti, e lo stipendio annuale di un collaboratore scolastico. Pertanto, il risparmio complessivo derivante dalla disposizione sarà, dal 2014 in poi, di 110 milioni di euro all'anno.Pag. 26
  Ora, a questo punto, ci chiediamo: giacché i calcoli fatti dal Governo si basano proprio sull'assunzione del personale scolastico inserito nelle graduatorie, perché non viene eliminata la possibilità di acquistare questi servizi da ditte esterne e non si recluta, invece, il personale dalle apposite graduatorie ? È proprio in questo, infatti, che consiste la nostra proposta: chiamare direttamente dalle graduatorie il personale che si dovrebbe occupare dello svolgimento dei servizi di pulizia.
  Questo andrebbe a vantaggio delle istituzioni scolastiche, dei collaboratori, dei lavoratori. La spesa, tra l'altro, sarebbe notevolmente inferiore; quindi, non vi sarebbero stanziamenti in deroga rispetto a quelli previsti. A sostegno, tra l'altro, della nostra proposta, sono arrivate diverse petizioni, che noi abbiamo consegnato al Servizio testi normativi, così come anche delle mozioni che, all'unisono, chiedono l'internalizzazione di questo servizio.
  A tal proposito vorrei leggervi anche qualche testimonianza proprio diretta di questi lavoratori. Ad esempio, c’è Maurizio che dice: gli ex Lsu e i Co.co.co sono da troppo tempo precari e in cerca di una dignità economica e sociale. La stessa scuola ha il diritto di ricevere una pulizia qualitativa e di gestire il personale in modo che lo svolgimento delle mansioni di pulizia non ostacolino l'attività scolastica. Dice ancora: la gara Consip e la riduzione di orario, con disagi economici per i lavoratori e i vari disservizi sulle scuole, sono il chiaro fallimento dell'esternalizzazione del servizio di pulizia nelle scuole e non sarà certo la «cretinata» della manutenzione ordinaria che faremo, con un ridicolo corso di un solo mese, che risolverà qualcosa. Noi lavoratori e cittadini siamo a conoscenza degli inciuci con gli imprenditori delle ditte di pulizia, sappiamo che, in cambio di retribuzioni delle loro sporche campagne elettorali gli garantiscono che rimanga questo appalto di pulizia pur sapendo che determina uno spreco di denaro pubblico. Sono scocciati di subire, di non potere garantire un futuro alla loro famiglie, di non poter pagare le tasse universitarie ai loro figli, di non potersi permettere una pizza a settimana. Ancora c’è poi Giuseppina che dice: lo Stato deve essere garante dei principi fondamentali della Costituzione e che gli ex Lsu non vanno lasciati in balia dei politici senza scrupoli, sindacalisti opportunisti, e un certo tipo di funzionari dello Stato che continuano a preparare decreti per soddisfare i loro interessi.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARIA MARZANA. I lavoratori vanno rispettati, i contratti che ci hanno fatto firmare le aziende appaltatrici sono assurdi, ritorniamo ad essere seri e concreti e aspettiamo quelle famose soluzioni del ministero. Rita: sono d'accordo per l'inserimento delle graduatorie, così si risparmierebbero milioni di euro, le ditte cooperative, ex Lsu costano a persona il doppio di un collaboratore Ata, così facendo si possono assumere tutti i precari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 2.65, con il parere contrario della Commissione, del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Tacconi, Donati... onorevole Tacconi provi a votare: vede ? In genere quando la Presidenza vi chiama, bisogna provare a votare, perché è inutile continuare a provare a sbloccare, è già l'ufficio tecnico che ve lo sblocca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  371   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  281).    

Pag. 27

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, mentre la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Buonanno 2.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Simoni, Carrozza.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  368   
   Votanti  344   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  276).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo agli identici emendamenti Buonanno 2.2 e Luigi Gallo 2.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, capisco che a chi legge per la prima volta e non ha seguito la vicenda dall'inizio, essendo abbastanza articolato, questo decreto-legge può sembrare, per così dire, contenere dei concetti abbastanza complessi o anche giusti.
  Il problema è che partiamo da un dato di fatto, che, come ha impostato il Governo Letta, che ha continuato con l'esternalizzazione dei servizi di pulizia, riducendo giustamente il costo per l'appalto, che era un costo che si allineava con le stesse cifre che il Governo poteva spendere internalizzando il servizio, le esternalizzazioni dei servizi di pulizia delle scuole sono fallite. Allora ci sono state tante contestazioni, che sono partite da parte della scuola, da parte dei dirigenti, da parte dei genitori e da parte dei lavoratori. Queste contestazioni è chiaro che hanno messo in difficoltà il Governo. Ma la soluzione che il Governo poi ha trovato, in linea di massima, per come l'ha presentata a noi, cercando di garantire i livelli occupazionali delle ditte di pulizia, in realtà è un procedimento che attualmente è contorto e può non garantire lo stesso obiettivo che il Governo sì è in sostanza posto.
  Infatti, se andiamo a leggere bene il comma 2-bis, in realtà che cosa si dice ? Per decreto-legge si dice che il relativo servizio di manutenzione che verrà appaltato viene garantito agli stessi raggruppamenti e imprese che assicurano attualmente i servizi di pulizia. Cioè, per decreto-legge – vorrei essere chiaro – si decide già quali sono le ditte che dovranno vincere un successivo appalto di manutenzione. È un qualcosa, la manutenzione, il decoro, che non corrisponde alla stessa mansione che attualmente svolgono gli operatori coinvolti nelle ditte dei servizi di pulizia, perché stiamo parlando di tinteggiatura e stiamo parlando di interventi anche nella struttura scolastica.
  È chiaro, quindi, che, qualora si volesse garantire l'occupazione di queste persone, sarebbe necessario un percorso formativo, ma un percorso formativo che diventa un po’ difficile fare in pochi mesi per ottenere veramente dei risultati. Appare evidente che in pratica anche su questo aspetto, cioè sulla manutenzione, in sostanza assegniamo le risorse alle stesse ditte che hanno vinto la pulizia e tra queste, per esempio, c’è la Manutencoop, il cui presidente è indagato nella vicenda Expo.
  Allora, io mi appello anche alla volontà politica del Presidente del Consiglio Renzi, che proprio ieri ha detto che bisognerebbe fare i Daspo contro la corruzione. Quindi, significa tenere fuori i soggetti che sono indagati ed i soggetti che hanno avuto già delle condanne, qualora queste indagini riguardino reati contro la pubblica amministrazione, Pag. 28proprio per evitare che la corruzione si insinui sempre di più in tutti gli appalti pubblici.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Buonanno 2.2 e Luigi Gallo 2.8, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Pagano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  366   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  274).    

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario mentre la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.74, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Causi, Agostini. Provi a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  368   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  277).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.75, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Rizzetto. Provi a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  367   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  277).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 2.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Tinagli, Fioroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  368   
   Votanti  364   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  272).    

Pag. 29

  (Le deputate Argentin e Pellegrino hanno segnalato che non sono riuscite a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 2.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Monchiero, Di Stefano, Lavagno. Onorevole Lavagno, provi a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  372   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  93    
    Hanno votato
no  279).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matarrese 2.3 e Buonanno 2.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Murer, Di Stefano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  368   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  276).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare mentre il deputato Tripiedi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vacca 2.70.

  MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo per cambiare il parere in favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.70, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  366   
   Votanti  362   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  272).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.71, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

 Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 30

   (Presenti  371   
   Votanti  367   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  79    
    Hanno votato
no  288).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.72, con il parere contrario di Commissione, Governo, del relatore di minoranza ed anche della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  368   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no  288).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.73, con il parere contrario di Commissione, Governo, del relatore di minoranza ed anche della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Palma ? Mura ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  376   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  82    
    Hanno votato
no  294).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 2.53, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio), mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Bossa ? Costantino ? Lavagno ? Paola Bragantini ? Locatelli ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  359   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  276).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.77, con il parere contrario di Commissione e Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Brandolin ? Galperti ? Rotta ? Gribaudo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  364   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  283).    

Pag. 31

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.76, con il parere contrario di Commissione e Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  346   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
  73    
    Hanno votato
no  273).    

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, mentre la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 2.67, con il parere contrario di Commissione, Governo, del relatore di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Nicchi ? Dell'Aringa ? Locatelli ? Tripiedi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  371   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no  291).    

  (Il deputato Melilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, mentre la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 2.68, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Epifani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  372   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  291).    

  (La deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, mentre la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 2.69, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Rotta, Gribaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  372   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  82    
    Hanno votato
no  290).    

Pag. 32

  (La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario, mentre la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 2.10, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  370   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  79    
    Hanno votato
no  291).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  È così esaurito l'esame degli emendamenti. Ricordo che l'esame del provvedimento riprenderà alle ore 15,30.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,22).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, capisco che i voti siano finiti, ma chiederei ai colleghi un attimo di attenzione perché come gruppo chiediamo che il Governo venga urgentemente a riferire in Aula sui dati ISTAT usciti oggi per quanto riguarda la disoccupazione nel nostro Paese. Abbiamo il massimo storico del 13,6 per cento disoccupazione e il 46 per cento di disoccupazione giovanile; 3 milioni e mezzo di disoccupati, più 212 mila su base annua. È chiaro che riteniamo che non è possibile affrontare questi dati che sono drammatici semplicemente presentando qualche slide dopo qualche Consiglio dei ministri oppure presentando un decreto-legge sul lavoro che va a rivedere in minima parte la quantità dei contratti a tempo determinato che si possono rinnovare. Chiediamo ufficialmente, quindi, che il Governo venga a riferire per capire come vuole affrontare questa drammatica situazione che sta letteralmente mettendo in ginocchio i nostri cittadini.

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, la Presidenza comunicherà al Governo la richiesta che ella ha formulato in Assemblea.

  WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Sullo stesso tema immagino, ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Sì, signor Presidente...

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Rizzetto, chiedo ai colleghi davanti a lei se possono abbassarsi e ai colleghi di liberare l'emiciclo. Onorevole Rabino, per favore... se riuscite a liberare l'emiciclo, colleghi.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, per confermare effettivamente che anche il MoVimento 5 Stelle si associa a questo tipo di richiesta e l'avrebbe fatta comunque, nel senso che il Ministro Poletti in questo frangente è quasi obbligato a venire a riferire a quest'Aula rispetto alla drammatica crisi dei posti di lavoro ad oggi in Italia. Nel Documento di economia e finanza varato e scritto qualche settimana fa si dava come dato a fine anno il 12,8 per cento in termini di disoccupazione giovanile: evidentemente questo dato, ripeto, drammatico verrà ad essere peggiorato ulteriormente e quindi anche noi richiediamo la presenza urgente del Ministro del lavoro, Giuliano Poletti, e Pag. 33anche evidentemente del Primo Ministro Renzi perché questa è una situazione insostenibile ed è una situazione che farebbe impallidire anche il più cauto tutore dell'ordine pubblico.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rizzetto. Al pari di quanto risposto all'onorevole Fedriga, la Presidenza prende atto e comunicherà al Governo la richiesta pervenuta anche da parte del suo gruppo parlamentare.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15,35.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Brescia, Bressa, Cirielli, De Girolamo, Di Lello, Epifani, Ferrara, Fraccaro, Leone, Giorgia Meloni, Tabacci, Tofalo, Villecco Calipari, Vitelli e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2385 (ore 15,36).

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame delle proposte emendative presentate.
  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2385)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2385). Nessuno chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, sull'ordine del giorno Moscatt n. 9/2385/1 il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/2385/2 il parere è favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di inserire la formula: «a valutare la possibilità e l'opportunità, nel rispetto dei limiti di compatibilità finanziaria, di adottare misure atte a», e proseguendo con il contenuto del dispositivo.
  Analogamente, sull'ordine del giorno Ribaudo n. 9/2385/3 il parere è favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato come l'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/2385/2, nel senso di inserire la formula: «a valutare la possibilità e l'opportunità, nel rispetto dei limiti di compatibilità finanziaria, di adottare misure atte a», e proseguendo con il contenuto del dispositivo.
  Sull'ordine del giorno Di Lello n. 9/2385/4 il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2385/5 il parere è contrario.
  Sui successivi ordini del giorno Marco Di Stefano n. 9/2385/6, Rocchi n. 9/2385/7 e Carocci n. 9/2385/8 il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno Coscia n. 9/2385/9 il parere è favorevole come raccomandazione, volta ad una riedizione del concorso secondo criteri di ragionevolezza e di proporzionalità.

Pag. 34

  PRESIDENTE. Quindi è accolto come raccomandazione ?

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Esatto.

  PRESIDENTE. Sta bene.

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Sull'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2385/10 il parere è favorevole.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno Gallo n. 9/2385/11, le premesse non sono condivisibili dal Governo, in particolare l'ultimo capoverso, in quanto si dice: «l'organizzazione e la strutturazione delle società di esternalizzazioni, tuttavia, non ha mai presentato i necessari caratteri di trasparenza». Questa è una generalizzazione che non è accettata, nel senso che equipara tutte le aziende che lavorano in rapporto con il pubblico come poco trasparenti. Quindi, questa premessa non viene condivisa dal Governo per l'esperienza che ha il Governo stesso e, comunque, qualora venisse tolta questa premessa, l'ordine del giorno andrebbe riformulato inserendo la formula: «valutare l'opportunità di intervenire (...)» e poi segue tutto il resto dell'impegno...

  PRESIDENTE. Quindi, lei sta chiedendo due riformulazioni, giusto ?

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Sì, una riformulazione togliendo l'ultima premessa.
  Sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2385/12, anche qui il Governo non condivide alcune premesse in cui si critica la sua azione dicendo che questi sono provvedimenti tampone, mentre per il Governo sono provvedimenti di sistema che risolvono il problema definitivamente; anche sull'impegno del Governo si chiede di riformularlo in questo modo, inserendo la formula: «valutare l'opportunità, attraverso attento monitoraggio, di risolvere definitivamente il problema delle pulizie nelle istituzioni scolastiche, abrogando progressivamente (...)» e via di seguito fino alla fine dell'impegno del Governo.

  PRESIDENTE. Quindi, il parere del Governo è favorevole con riformulazione.

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Sì, signora Presidente.

  PRESIDENTE. L'ultimo ?

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2385/13 il Governo esprime parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Moscatt n. 9/2385/1, accettato dal Governo.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/2385/2, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  GIANCARLO GIORDANO. Signora Presidente, accetto la riformulazione che, ovviamente, asseconda un impegno che il Governo ha preso in più tornate con noi nella discussione, che è quello di fare un ragionamento complessivo sulla possibilità di internalizzare i servizi legati alla scuola.

  PRESIDENTE. Quindi, lo vuole votare oppure no ?

  GIANCARLO GIORDANO. No, va bene così.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Ribaudo n. 9/2385/3, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

Pag. 35

  FRANCESCO RIBAUDO. Signora Presidente, accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Lo vuole votare ?

  FRANCESCO RIBAUDO. No, no, va bene così.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Lello n. 9/2385/4, con il parere favorevole del Governo.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Gioia n. 9/2385/5, con il parere contrario del Governo.

  MARCO DI LELLO. Signora Presidente, non ho capito le motivazioni della contrarietà. Non so se il parere era favorevole con riformulazione... chiederei al sottosegretario Reggi se è stata una mia distrazione, anche se ero in Aula.

  PRESIDENTE. Bene, vediamo se il Governo intende chiarire.

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signora Presidente, qui si propone una riserva che non è prevista; è contraria, di fatto, alla formulazione dell'articolo 1. Quindi, introduce una sorta di tutela aggiuntiva a una categoria che non è prevista nell'articolo 1, almeno nelle modalità proposte dal presentatore dell'ordine del giorno. Quindi, è in conflitto con l'articolo 1.

  PRESIDENTE. Onorevole Di Lello, se insiste lo votiamo, se no, andiamo avanti.

  MARCO DI LELLO. Va bene, prendiamo atto delle dichiarazioni del sottosegretario.

  PRESIDENTE. Bene, andiamo avanti allora.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marco Di Stefano n. 9/2385/6, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rocchi n. 9/2385/7, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carocci n. 9/2385/8, con il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Coscia n. 9/2385/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Taglialatela n. 9/2385/10, con il parere favorevole del Governo.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2385/11, con il parere favorevole del Governo, purché con due riformulazioni.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, per la prima riformulazione sulle premesse possiamo essere d'accordo, nel senso quindi di togliere la parte delle premesse; però, per quanto riguarda la riformulazione dell'impegno «a valutare l'opportunità di», chiederei al Governo di essere più incisivo, perché in questo impegno del MoVimento 5 Stelle rivolto al Governo non facciamo che ribadire quello che sta dicendo il Presidente del Consiglio da diverse settimane, il quale dice che vuole colpire fortemente i reati della pubblica amministrazione, vuole colpire i corrotti che si insinuano all'interno degli appalti pubblici. Allora, se vuole colpire veramente la corruzione... Addirittura ha parlato di un DASPO contro i corrotti nella pubblica amministrazione il che, ricordo, per quanto riguarda le manifestazioni sportive, significa non accogliere più i tifosi che si sono macchiati di comportamenti scorretti, per cinque anni negli stadi; trasportandolo all'interno degli appalti pubblici contro i corrotti, immagino che il Presidente Renzi intenda dire la stessa cosa, cioè quando ci sono degli appalti e ci sono dei soggetti che sono stati condannati, che hanno commesso reati contro la pubblica amministrazione, cerchiamo Pag. 36di tenerli lontani per un certo numero di anni.
  Quindi, questo è quello che chiediamo come impegno del MoVimento 5 Stelle: far tramutare un proclama del Presidente del Consiglio Renzi in un fatto con un impegno preciso, in questo ordine del giorno. Quindi, invito il Governo ad eliminare la riformulazione proposta: «a valutare l'opportunità», ad essere più incisivo, e quindi ad intervenire con qualunque mezzo normativo, per quanto di propria competenza, affinché si cerchi di tenere lontani i corrotti della pubblica amministrazione dagli appalti pubblici.

  PRESIDENTE. Deputato Gallo, dunque accetta o no la seconda riformulazione ?

  LUIGI GALLO. La seconda no, la prima sì.

  PRESIDENTE. La seconda no. Allora, il Governo insiste oppure lo mettiamo in votazione ?

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, no, di fronte a questa dichiarazione, accetto la rimozione dell'ultima premessa; quindi va bene anche per il Governo lasciare inalterato l'impegno al Governo.

  PRESIDENTE. Allora insiste per il voto ? No. Andiamo avanti.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Marzana n. 9/2385/12, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  MARIA MARZANA. Signor Presidente, anche io vorrei che il Governo rimettesse in discussione la riformulazione, in quanto prevede sempre di «valutare l'opportunità di eliminare le esternalizzazioni». Visto che prima diceva che la nostra proposta comunque è una proposta ragionevole, su cui il Governo vorrebbe aprirsi, perché non prendere un preciso impegno per eliminare le esternalizzazioni e procedere all'inserimento del personale che ha svolto finora il servizio di pulizia nelle graduatorie, rispettando comunque il personale già inserito, quindi prevedendo ad esempio di assegnare un punteggio dimezzato a questo personale ?
  Tutto al fine, comunque, di eliminare gli sprechi e le gare d'appalto che abbiamo visto che molto spesso sono piene comunque di irregolarità, di illeciti e quindi rendere molto più trasparente lo svolgimento di questo servizio anche perché parliamo di un servizio che è necessario svolgere costantemente nella scuola. Quindi, perché non prevedere l'utilizzazione del personale inserito in graduatoria ? Quindi, prevedere di utilizzare il personale dell'organico e non quindi il personale esterno ? Quindi, mi farebbe piacere che il Governo ripensasse alla posizione presa ed eliminasse: «valutare l'opportunità di».

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ROBERTO REGGI, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il Governo conferma: «a valutare l'opportunità, attraverso attento monitoraggio, di risolvere definitivamente il problema delle pulizie» e via discorrendo. Quindi, mantiene le parole: «valutare l'opportunità».

  PRESIDENTE. Onorevole Marzana, insiste per la votazione del suo ordine del giorno ?

  MARIA MARZANA. Si.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2385/12, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli, Piccione, Donati, Cani, Tripiedi, Fanucci, Vito...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 37
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  352   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  68    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Calabria ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n. 9/2385/13, con il parere favorevole del Governo.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C.2385 )

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Milena Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, il decreto-legge che stiamo per votare si caratterizza per una urgenza immediata riguardo al corretto funzionamento del settore scuole. In particolare, come sappiamo, con le misure volte a garantire la continuità del servizio dei dirigenti scolastici che hanno partecipato a concorsi poi annullati e per quanto riguarda lo svolgimento dei servizi di pulizia delle strutture scolastiche e la funzionalità di quegli immobili in quelle aree dove non è ancora operativa la procedura di convenzione quadro con la Consip. Una proroga di fatto che tende a consentire il normale prosieguo dell'attività all'interno dei plessi scolastici per mantenere quello che giustamente è stato chiamato un decoro.
  Riguardo a questa prima azione posta in essere noi manteniamo, come gruppo Per l'Italia, la convinzione che intervenire sempre sull'emergenza non sia la soluzione migliore per il sistema scolastico italiano anche se si tratta dell'assegnazione dei servizi.
  Davvero auspichiamo che questa sia l'ultima proroga e si passi in un futuro più rapido a un'estensione della convenzione Consip per tutto il territorio nazionale. Pur comprendendo la necessità di non lasciare gli istituti scolastici privi dei servizi adeguati, noi rileviamo che dal presente testo del decreto l'attuale proroga estende l'operatività per l'affidamento dei servizi di pulizia fino al 31 dicembre 2014, sempre per l'affidamento degli appalti fuori dalle convenzioni Consip. Noi auspichiamo che questo accorgimento non sia solo uno dei tanti che spostano più in là l'appuntamento con la trasparenza amministrativa, ci auguriamo quindi che dal 1o gennaio 2015 tutte le regioni possano aver attivato la convenzione quadro per l'affidamento dei servizi di pulizia perché solo in questo modo il testo che ci apprestiamo a votare avrà centrato l'obiettivo, altrimenti risulterebbe solo una deroga che viene allungata nei tempi ma insiste in un binario che non è quello previsto e per poter ottemperare a questo occorre che le procedure per la stipula delle convenzioni possano partire in tempi idonei e rendere operativi i servizi di pulizia e gli altri servizi ausiliari già dall'inizio del 2015, per non trovarci poi nella paradossale situazione di avere un determinato lasso di tempo nel quale tali servizi non vengono svolti. Sappiamo – è inutile ripeterlo – che il tema dell'edilizia scolastica è serio, è problematico. La sicurezza in primis e le condizioni igieniche dove si studia ci stanno a cuore. Ancora più delicata è la parte dell'articolo 1 del decreto che riguarda la posizione di un numero considerevole di dirigenti che ad oggi non conoscono il loro futuro lavorativo...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, è possibile un po’ di attenzione ?

  MILENA SANTERINI. Si tratta di un provvedimento che cerca di sanare e di Pag. 38estendere l'operatività di coloro che erano vincitori del corso-concorso dell'anno 2011. Sono almeno 112 dirigenti della regione Toscana in servizio già da due anni e ora vittime dell'annullamento parziale del concorso, ed altri 96 colleghi della regione Lombardia già idonei in una prima graduatoria di merito poi annullata, successivamente giudicati idonei nella ricorrezione delle prove scritte. In molte altre regioni italiane sono presenti situazioni analoghe. Il concorso dell'anno 2011 era stato indetto per adempiere al reclutamento di 2.386 dirigenti scolastici dei ruoli regionali per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado e per gli istituti educativi afferenti alle regioni. In Toscana con una sentenza del 2013 il TAR, accogliendo i ricorsi presentati da alcuni candidati che non avevano superato le prove scritte, ha annullato gli atti della procedura concorsuale ritenendo fondato il motivo del ricorso relativo alle violazioni in materia di composizione della commissione e di collegialità della valutazione. Poi c’è stata una sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto parzialmente il ricorso, ha annullato gli atti soltanto a partire da una certa data. Non ripercorro questa veramente travagliata strada di questo concorso.
  In Lombardia il Consiglio di Stato ha rigettato l'appello dell'amministrazione contro il TAR, ha annullato le prove scritte, ha deciso la ricorrezione degli elaborati e dopo una seria di vicende e alterne decisioni, con un rimbalzo tra il MIUR e l'ufficio scolastico regionale, la data di assunzione in servizio per 335 nuovi vincitori è fissata per il 30 giugno di questo mese. Nel frattempo gli interessati rimangono in cattedra. In seguito alla ricorrezione delle prove scritte, inoltre, sono rimasti esclusi anche 96 candidati già ritenuti idonei nella prima graduatoria di merito poi annullata. Va sottolineato che le procedure concorsuali sono state annullate dopo diversi ricorsi vinti e ciò conferma che i rilievi di non regolarità erano fondati.
  Esprimiamo quindi un giudizio positivo sull'effetto del presente decreto, che possiamo anche definire «salva dirigenti», in primo luogo per garantire la continuità nelle sedi di assegnazione fino alla rinnovazione della procedura concorsuale annullata, ovvero quando la medesima rinnovazione si conclude in corso d'anno scolastico, fino alla conclusione dello stesso. Possiamo affermare che i dirigenti rimarranno ai loro posti in attesa della rivisitazione delle procedure e contemporaneamente saranno salve le decisioni dei presidi, che in questi mesi hanno diretto le scuole. Tuttavia rileviamo che, pur essendo necessaria questa proroga, occorre in tempi brevi intervenire sulla stabilizzazione del reclutamento dei dirigenti a livello nazionale, come previsto dalla legge n. 128 del 2013.
  In merito a ciò, il problema più grave è rappresentato da una tempistica che certo non gioca a favore del buon funzionamento del sistema istruzione. I tempi di rinnovazione del concorso del 2011 in Toscana dipendono dalle tempistiche con cui il Consiglio di Stato risponderà alle richieste di chiarimenti presentate dal MIUR, un parere che rischia di non arrivare in tempo per l'inizio del nuovo anno scolastico. Per prevenire un ulteriore contenzioso delle parti, cosa che certamente non aiuterebbe a rendere armoniche le procedure per il buon funzionamento della scuola, abbiamo auspicato, durante la discussione generale in Commissione, che debba essere chiarito che l'accesso al corso-concorso debba essere prioritariamente riservato, anche in deroga a quanto previsto dall'articolo 5 del testo unico del 1957, ai soggetti già vincitori, ovvero risultati idonei nelle procedure annullate.
  Vorremmo cioè essere sicuri che la riserva preveda un numero di posti sufficiente a coprire l'eventuale partecipazione di tutti gli idonei del precedente concorso annullato. Vorrei dire ad alcuni colleghi che non si tratta di una facilitazione, né tanto meno della pretesa di una assegnazione di posti senza concorso, ma solo di riconoscere il merito di chi ha regolarmente già partecipato a una fase concorsuale, ha già dimostrato di avere i titoli e le capacità necessarie per essere ritenuto Pag. 39idoneo e, in particolare, auspichiamo e chiediamo al Governo che la riserva inserita dal presente decreto, possa esprimersi in un numero giusto al fine di rappresentare una possibilità concreta per coloro che hanno affrontato la parte concorsuale nel 2011.
  Auspichiamo, infine, che questa stabilizzazione dei concorsi per dirigenti metta fine a questa annosa, spiacevole e sgradevole vicenda per cui hanno pagato alunni, insegnanti, dirigenti e famiglie; giudichiamo positiva l'azione di questo decreto-legge che, con la contemporanea introduzione, non solo della norma della continuità, ma anche del corso-concorso, come previsto dalla legge n. 128, in qualche modo non risponde solo ad un carattere d'urgenza del provvedimento, ma apre anche a quella nuova regolamentazione da tanto tempo attesa.
  Per tutte queste motivazioni, il gruppo Per l'Italia esprime parere favorevole al provvedimento in esame, sottolineando però l'esigenza di porre attenzione particolare ai rilievi effettuati in Commissione e in discussione generale, ripresi anche in questo mio intervento, nel rispetto di un principio generale che dovrebbe vederci tutti coinvolti non in un'ennesima procedura di emergenza, ma in un dibattito che anticipi i problemi e li possa risolvere al meglio perché la scuola e la formazione delle nuove generazioni va tutelata e il buon corretto funzionamento dell'amministrazione è una delle basi di partenza per farlo nel migliore dei modi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, oggi andiamo a trattare l'ennesimo provvedimento tampone con la solita sanatoria di concorsi annullati perché male impostati. La giustificazione addotta, cioè che la sanatoria dei dirigenti scolastici viene effettuata per la regolare conclusione dell'anno scolastico, è in evidente contraddizione con i contenuti della proposta. Infatti, la proroga della permanenza in servizio viene effettuata ben oltre la conclusione dell'anno scolastico, fino al 31 agosto 2014, probabilmente, salvo ulteriori future proroghe, tramite futuri decreti, fino all'indizione del prossimo concorso.
  Noi crediamo che ormai sia arrivato il momento di affrontare finalmente il problema alla radice. È ormai notoria la questione molto sentita al nord delle regioni dove, nonostante il buon livello medio di preparazione, certificato dalle indagini internazionali, troppi candidati alla dirigenza scolastica non superano le prove di idoneità, con il rischio che per i posti vacanti scatti l'ennesimo provvedimento che consenta il trasferimento di colleghi di altre zone del Paese.
  È da tempo che la Lega propone una revisione del sistema di reclutamento dei dirigenti scolastici ispirato a quello proposto per le assunzioni dei docenti, ovvero sulle graduatorie regionali. L'accesso al posto dovrà dipendere dalla posizione in lista sulla base di un punteggio in buona parte acquisito, sottoponendosi ad una valutazione approfondita a parità di condizioni con gli altri iscritti in quella regione. Riteniamo che questo costituisca un modo concreto per superare il problema della disomogeneità di valutazione sul territorio, tenendo conto dell'importanza della conoscenza del territorio stesso dove si sceglie di svolgere la propria attività.
  Un'attività che porta a gestire una comunità locale con ruoli e sensibilità diverse, quella del dirigente scolastico. Infatti, non è solo un posto di lavoro.
  Nell'auspicare che il Governo quanto prima possa intervenire in tal senso, vediamo che un'altra volta l'Esecutivo ha voluto affrontare il problema in modo provvisorio. Non capiamo perché. Infatti, malgrado ormai gli esecutivi a maggioranza PD siano tre, non si è mai voluto intervenire in modo strutturale, per dare certezza in questo caso alla dirigenza, ma noi diciamo per dare certezza anche agli insegnanti, che troppo spesso durante l'anno cambiano, si trasferiscono, si mettono in malattia, perché hanno avuto accesso a graduatorie in luoghi molto lontani Pag. 40rispetto al loro posto di residenza e, quindi, vanno a danneggiare, prima dei poveri insegnanti che si iscrivono nella graduatoria del proprio territorio, gli stessi alunni, che non riescono ad avere un percorso di istruzione costante nel tempo.
  Ma non solo. In questo decreto oltre tutto il Governo non vuole nemmeno, con l'articolo 2, andare ad affrontare, in maniera strutturale, il problema dei lavoratori socialmente utili. Noi diciamo con chiarezza – e lo diciamo a quest'Aula e lo diciamo a lei, Presidente, e lo diciamo al Governo – che la scuola non può più essere interpretata come ammortizzatore sociale. La scuola è indirizzata agli studenti e non a chi ci lavora dentro. Quindi, noi dobbiamo rendere la scuola fulcro delle professionalità migliori, perché ne va del futuro delle nostre generazioni. Chi lavora nella scuola non deve essere colui che con una sanatoria ogni tanto viene assunto a tempo indeterminato, ma deve essere persona di grande profilo meritocratico, che può dare ai giovani studenti una possibilità di formazione che non è solamente la formazione meramente nozionistica, ma una formazione civile e sociale che possa garantire il prosieguo della nostra società, con soggetti che riescono ad avere garantita dallo Stato la migliore formazione possibile. E queste non sono frasi fatte. Non è un ben pensare per una bieca propaganda elettorale, come magari un Presidente del Consiglio va a fare prima delle elezioni, ma è un senso di responsabilità verso quale visione sociale e quale visione della futura società abbiamo.
  Mi secca, in questa dichiarazione di voto, entrare in una polemica di attualità, ma parlo di meritocrazia, parlo di buon insegnamento, parlo di buon senso civico, anche quando si manifestano quei casi – e faccio l'esempio della mia città, che è Trieste, su cui annuncio al Governo che ho presentato un'interrogazione – in cui vi è un disagio, nelle famiglie e tra gli studenti, che è balzato alla cronaca e che tutti avete potuto vedere, dove un insegnante supplente decide, perché lui si sente libero così – e adesso non voglia entrare nel privato – malgrado sia sposato, di andare a scuola vestito da donna. Questo Governo – e mi rivolgo al rappresentante del Governo – rappresenta anche un senso civico che noi vogliamo dare ai nostri studenti. Noi riteniamo che anche all'interno dell'istituzione scolastica, indipendentemente poi dalle preferenze che ognuno ha per sé e che ogni persona ha (che sono legittime e, anzi, che devono essere tutelate), ci deve essere un senso di decoro, di ordine e di insegnamento del vivere civile. Io penso che anche da qui passi il modello di società che vogliamo guardare e a cui noi tendiamo.
  Per questo la parte del corpo docente risulta fondamentale per formare i futuri cittadini del nostro Paese. Per questo noi non possiamo pensare – e ritorno alle premesse del mio discorso – che chiunque insegni comunque vada bene, tanto un posto di lavoro c’è, perché non è così. Non è un posto di lavoro qualsiasi insegnare magari a dei minorenni. È un posto di lavoro che ha un'estrema responsabilità sociale e sul quale noi vogliamo puntare.
  E allora – e vado a concludere – perché non pensare ad un provvedimento serio e strutturale che, come dicevo, preveda delle graduatorie regionali, che vada a premiare, anche una volta assunto il docente, la meritocrazia, come insegnano i docenti e quale grado quindi di istruzione e di professionalità per quanto riguarda le scuole professionali riescono a garantire ai nostri giovani ? Su questo dobbiamo improntare il futuro della nostra scuola. Perché tutti i docenti sono uguali indipendentemente dall'impegno ? Non è così. Dobbiamo dire che l'impegno messo e i risultati ottenuti devono avere un premio anche dal punto di vista economico. Abbiamo alcune aree del Paese, alcune scuole di eccellenza, che anche rispetto a tutte le graduatorie internazionali risultano fra le prime in Europa e al mondo; altre invece che non riescono nemmeno a raggiungere la media europea. C’è un problema. E il problema come lo si supera ? Sicuramente dando dei servizi, sicuramente garantendo anche delle strutture adeguate, ma certamente dicendo che un insegnante bravo non è come un insegnante che fa le sue Pag. 41otto ore al giorno ed è finito tutto, e magari molte volte è assente dalle ore di lezione.
  Di qui, passando da questa logica, si creerebbe un circuito virtuoso dove sono convinto anche la stragrande minoranza del corpo docente che insegna male sarebbe incentivata forse ad insegnarci di più, perché si deve parametrare con i colleghi che invece il lavoro lo fanno, si impegnano e delle volte, troppo spesso, magari sono bistrattati da un pensiero comune dato da un agire – ripeto – di pochi che però vanno a infangare il mondo della scuola e il mondo della docenza.
  È per questo che non possiamo votare favorevolmente all'ennesimo intervento tampone che va proprio nella direzione opposta della meritocrazia, va proprio nella direzione opposta di una revisione strutturale del mondo docente e del mondo della scuola. E dunque con spirito propositivo noi diciamo al Governo che se vorrà agire nella direzione che proponiamo saremo più che disponibili a collaborare, a portare le nostre proposte, anzi mettiamo anche le proposte che abbiamo presentato in questa Aula a disposizione del Governo affinché le possa copiare e magari portare un disegno di legge che possa veramente sì essere strutturale, che possa veramente sì dare un futuro alla scuola, che possa rendere moderna la scuola e non fare semplicemente della scuola una volta un modo per reperire risorse e la seconda volta, ancora più grave, il modo per garantirsi qualche bacino elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con questo mio intervento voglio in anteprima dichiarare il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica sul provvedimento in esame. Questo decreto cerca di risolvere un problema che si è venuto a creare sulla base di un insieme di contenziosi che hanno portato negli ultimi anni ad una condizione abbastanza singolare, condizione per la quale alcuni dirigenti scolastici, pur entrati in servizio, si sono visti annullare il proprio concorso per motivazioni che niente avevano a che fare con loro stessi. Pertanto, le procedure sono state annullate dalla magistratura amministrativa che ne ha imposto la rinnovazione.
  Si doveva quindi in questa fase trovare una soluzione a questo problema e soprattutto si rendeva necessario far sì che non si interrompesse il servizio di questi dirigenti, con le conseguenze che ne sarebbero derivate. Fermo restando allora il rispetto delle sentenze adottate dal giudice amministrativo, la norma intende assicurare che sia in Toscana, dove, come molti colleghi hanno già rilevato, vi è un numero importante di dirigenti scolastici coinvolti, ma anche nelle altre regioni interessate da analoghi contenziosi, dirigenti scolastici già nominati possano rimanere medio tempore esercitando le funzioni alle quali siano stati preposti.
  Per gli operatori scolastici, quindi, e per tutto il personale della scuola, da quello dirigente ai docenti, al personale ausiliario, e per tutti gli utenti del servizio scolastico, studenti e le loro famiglie, la regolare conclusione dell'anno scolastico è obiettivo fondamentale, in quanto garanzia di qualità. In molte scuole italiane le situazioni verificatesi per cause esterne al mondo della scuola e che hanno interessato i dirigenti scolastici e il servizio di pulizia degli edifici hanno seriamente messo in crisi il raggiungimento di questo obiettivo. L'intervento normativo intende garantire una cosa molto importante: la conservazione degli effetti prodotti dagli atti posti in essere dai dirigenti stessi alla luce del principio di continuità amministrativa.
  È evidente, infatti, che, ove questo non fosse stato garantito, ci saremmo trovati in una condizione di assoluta difficoltà per il regolare svolgimento della didattica. Per quanto riguarda la norma relativa all'espletamento dei servizi di pulizia nelle scuole, anche in tal caso abbiamo garantito Pag. 42la proroga del termine entro cui, nelle scuole delle regioni in cui le gare non sono state, purtroppo, ancora aggiudicate, per esempio la Sicilia e la Campania, ci si possa continuare ad avvalere dei fornitori attuali, per non dover tornarci, a breve, con un nuovo provvedimento di legge.
  Si tratta di questioni di natura emergenziale e in questo Paese l'ultima cosa di cui vi è bisogno è continuare a lavorare in situazioni emergenziali. Speriamo con i prossimi provvedimenti, attuando strategie diverse, di non trovarci più nella condizione di dover individuare soluzioni a problemi che, effettivamente, qualche volta, emergono per errori delle amministrazioni stesse. Un provvedimento, quello approvato, che ripristina il buon andamento della pubblica amministrazione scolastica toscana, che rischiava di subire un duro colpo sotto il profilo della corretta direzione degli istituti, nonché dei singoli progetti e programmi educativi, anche loro colpiti da una situazione che rischiava di mettere in pericolo il diritto allo studio.
  Il decreto al nostro esame, nel suo complesso, raggiunge l'obiettivo di dare soluzione temporanea, ma non a breve scadenza, ad entrambe le questioni, consentendo, quindi, ai dirigenti di continuare ad operare nell'istituto presso il quale sono stati nominati fino all'ultimazione delle nuove procedure concorsuali e dando, contemporaneamente, continuità al servizio di pulizia dei locali. L'approvazione di questa legge, oltre ad essere un segnale forte dell'attenzione che questo Governo riserva alla scuola, è un notevole passo avanti per la soluzione della ben nota vicenda dei dirigenti scolastici toscani che si sono visti annullare, a seguito di un errore procedurale, un concorso che avevano vinto; lo avevano vinto dopo avere affrontato e superato le prove previste, svolto le attività formative di ingresso e gestito istituzioni scolastiche anche complesse.
  Investire nell'istruzione e nella formazione, nella crescita culturale, significa investire sull'intelligenza, sulla capacità critica, sulle competenze creative e innovative dei futuri cittadini. Non può esserci cultura e crescita sociale senza istruzione e formazione primaria e secondaria di alto livello qualitativo; non può esserci innovazione e sviluppo senza quella cultura che può svilupparsi soltanto attraverso un sistema scolastico e formativo che disponga di grandi risorse finanziarie, professionali ed umane.
  La formazione e la crescita culturale rappresentano, dunque, lo spazio entro il quale contano l'autorevolezza, la credibilità, la capacità di aggregazione, l'attivazione di reti tra diversi soggetti, la produzione di visioni condivise su cui attivare enti, istituzioni, soggetti pubblici, privati e famiglie, per valorizzare tutte le modalità di esercizio associato di una competenza, per rendere compatibile l'esigenza espressa dal principio di prossimità e di sussidiarietà con quella dell'adeguatezza e della differenziazione, evitando la frammentarietà delle azioni, la loro unilateralità e il rischio della dispersione degli effetti.
  Per ricostruire questo Paese, che versa in una crisi economica, ma anche sociale, dobbiamo ripartire dall'educazione e dalla formazione, attraverso la riqualificazione delle strutture e il sostegno alla didattica. Auspico che il tema della scuola, dell'istruzione e della formazione siano sempre di più al centro dell'agenda del Governo. La scuola italiana merita di essere tutelata, perché essa è la fucina nella quale verranno forgiati gli uomini e le donne che guideranno l'Italia del futuro (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole del Nuovo Centrodestra a questo provvedimento, che, come è stato già detto, non affronta problemi strutturali del sistema scolastico nazionale, ma mette delle pezze necessarie per il buon funzionamento (lo ricordo: il decreto è in vigore già Pag. 43dall'8 aprile). Il decreto, infatti, è stato emanato essenzialmente per due ragioni.
  La prima per consentire la continuità dell'esercizio delle funzioni dirigenziali in via transitoria nelle sedi di assegnazione da parte di vincitori di concorso a posti di dirigente scolastico, nelle more della rinnovazione e del completamento a seguito di annullamento giurisdizionale delle medesime procedure. Su questo sono d'accordo con chi ha, prima di me, detto che è necessaria una stabilizzazione del reclutamento dei dirigenti della scuola; si pensi che, in questo provvedimento, dovrebbero rientrare anche i concorsi sospesi dell'anno 2004, quindi, a dieci anni, di distanza ancora non c’è certezza.
  La seconda è per garantire la regolare conclusione dell'anno scolastico in ambienti in cui siano garantiti idonee condizioni igienico-sanitarie nelle regioni in cui non è ancora attivata la convenzione quadro Consip per l'affidamento dei servizi di pulizia e altri servizi ausiliari.
  In merito alla prima questione, il personale di servizio con contratto a tempo indeterminato con funzioni di dirigente scolastico, a seguito della procedura concorsuale annullata, continua a svolgere le proprie funzioni in via transitoria, e fino all'avvenuta rinnovazione della procedura concorsuale, nelle sedi di rispettiva assegnazione alla data di entrata in vigore del decreto-legge. Sono ovviamente fatti salvi gli atti adottati dal predetto personale nell'espletamento del proprio incarico, perché c'era anche un problema di legittimità degli atti.
  Riguardo invece il secondo punto, nelle regioni in cui non è ancora attiva la convenzione Consip per l'affidamento dei servizi di pulizia, dal 1o aprile 2014, e comunque fino e non oltre il 31 agosto 2014, le istituzioni scolastiche ed educative provvedono all'acquisto dei servizi di pulizia ed ausiliari dai medesimi raggruppamenti ed imprese che li assicurano alla data del 31 marzo 2014. Tali acquisti avvengono sempre nei limiti di spesa di cui all'articolo 58, comma 5, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, alle condizioni tecniche previste dalla convenzione Consip e alle condizioni economiche pari all'importo del prezzo medio di aggiudicazione per ciascuna area omogenea nelle regioni in cui è attiva la convenzione Consip.
  La questione del regolare svolgimento del servizio scolastico, già affrontata anche con il decreto «scuola», ma in quella sede non definitivamente risolta, giunge così ad un'accettabile soluzione, anche se anch'essa provvisoria. Rimane comunque aperta una problematica più ampia relativa al reclutamento di tutto il personale scolastico, quindi non solo dirigenti, ma anche docenti, per il quale appare necessario e urgente predisporre una revisione dei parametri e delle modalità relative al loro impiego; è diventata una giungla il sistema di reclutamento del personale scolastico. È auspicabile, quindi, che tale questione venga affrontata con un futuro provvedimento di riordino generale nel quale vengano offerte le necessarie indicazioni circa le stesse modalità di assunzione del personale scolastico.
  Il problema relativo al servizio di pulizia invece degli edifici scolastici, su cui interviene l'articolo 2, va analizzato sotto un duplice aspetto: quello del mantenimento della qualità del servizio e quello occupazionale.
  La questione ha origini lontane, essendo sorta ancora nell'anno 2000 con il passaggio negli organici statali del personale addetto alla pulizia per la scuola elementare dei comuni. Fin d'allora si è riscontrata una diversificata soluzione con realtà in cui il servizio è stato garantito dal personale dipendente, ed altri in cui il servizio è stato esternalizzato. Non è stato raggiunto, nel caso delle esternalizzazioni, il duplice obiettivo posto in premessa circa il miglioramento della qualità del servizio e la riduzione stessa dei costi. Si sono create, invece, disfunzioni di vario genere. A livello generale, comunque, da quella data, si è registrata una sensibile diminuzione del numero complessivo dei collaboratori scolastici addetti alla pulizia dei locali valutabile in circa 30 mila unità.Pag. 44
  Anche l'entrata in vigore della convenzione Consip è avvenuta in modo difforme nelle singole realtà, tanto che, ad oggi, in alcune regioni le convenzioni non hanno trovato ancora attuazione. Mi permetto di aggiungere che anche lì dove sia attuata la convenzione Consip, in alcuni casi, il servizio risente ancora di alcune difficoltà perché il problema spesso della convenzione Consip è che, dopo il bando, non c’è un follow-up, un seguito dell'assegnazione dell'appalto che possa appunto seguire la regolarità e l'efficienza del servizio. Voglio, tuttavia, sottolineare un aspetto: il personale Ata addetto alle pulizie molte volte svolge compiti che vanno oltre il normale mansionario, dedicandosi anche a lavori di piccola manutenzione, diventando spesso punto di riferimento per alunni e insegnanti. Talvolta, il personale Ata diventa anche collaboratore degli insegnanti nell'attività di laboratorio.
  Questo ruolo diventa particolarmente importante nei plessi di minori dimensioni della scuola dell'obbligo, dove normalmente non sono presenti figure professionali per tali funzioni.
  Il mero perseguimento dell'obiettivo dell'economicità rischia, quindi, di generare uno scadimento qualitativo del servizio che si accompagna alla limitazione dei livelli occupazionali. È legittimo, quindi, porsi l'interrogativo se l'esternalizzazione, pur consentendo minori costi, sia la soluzione ottimale nell'ottica di garantire la qualità del servizio.
  Pur restando aperte alcune questioni, che dovranno essere affrontate con successivi provvedimenti, il decreto al nostro esame, nel suo complesso, raggiunge l'obiettivo di offrire una soluzione, seppur provvisoria, ad entrambe le questioni: consentire ai dirigenti di continuare ad operare nell'istituto presso il quale sono stati nominati fino all'ultimazione delle nuove procedure concorsuali e dare continuità al servizio di pulizia dei locali (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Signora Presidente, ci risiamo, si potrebbe dire. Ci risiamo con un'urgenza, con l'ennesima urgenza e con l'ennesimo provvedimento d'urgenza: questa volta, per la verità, sembra essere proprio vero che il decreto fosse urgente, si intende. E ci risiamo con un passo, da parte del Governo – di cui chiederei la minima attenzione, se è possibile –, che va verso la soluzione, vorrei dire, pratica di un problema, ma con l'ennesimo passo verso la direzione sbagliata, forse perché – ed è questo forse il tema che il Governo dovrebbe assumere... ne richiamo per la seconda volta l'attenzione, inascoltato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) – il Governo, rispetto alle urgenze che pure si propone di risolvere, non ha una chiara scaletta di priorità con cui affrontare queste urgenze.
  Per esempio, perché la questione delle pulizie – io lo so – o del concorso toscano, piuttosto che di quello lombardo, è un'urgenza di cui ci si fa carico ? Per esempio, perché non ci si fa carico dell'urgenza di un'ingiustizia consumata, che si continua a perpetuare, a carico della cosiddetta «quota 96» ? Quella non è un'urgenza per questo Governo ? Non ha la stessa necessità di risposta ? Noi pensiamo di «sì» e vorremmo conoscere questa scaletta di priorità. Infatti, di urgenza in urgenza, non si capisce mai quale sia poi la linea di condotta di un Governo che rivendica che sulla scuola si farà di tutto, che sarà il punto centrale della propria azione, ma che poi rincorre le emergenze.
  E anche in questo caso: si parte da un'emergenza che ha creato l'amministrazione stessa, da un'ingiustizia vera che hanno subito coloro i quali già stanno svolgendo funzioni da dirigenti scolastici in Toscana, per esempio, o in Lombardia e a cui va dato in qualche modo ristoro per gli errori compiuti dall'amministrazione. Ma perché farlo nel modo in cui avete scelto di farlo, cioè dando una risposta che non risolve, o meglio che risolve un problema specifico, territoriale, regionale, ampliando la platea dei destinatari di Pag. 45riserva in maniera smisurata, creando probabilmente più contenzioso di quanto ne risolverà ?
  Questo è un tema. Come mai nel legiferare – forse è l'urgenza – noi creiamo le condizioni o le precondizioni e costruiamo a tavolino nuovo contenzioso a danno dello Stato ? E come mai creiamo una sperequazione ? Lo si ricordava, in questo caso si ritorna al 2004: concorsi svolti decine di anni fa. Come mai si ricreano le condizioni per ridare e far pesare ancor di più sull'amministrazione dello Stato costi che non dovrebbero ?
  Però la necessità di una risposta c'era e, siccome noi siamo magnanimi nei giudizi, vogliamo vedere il passo verso la soluzione piuttosto che quello nella direzione sbagliata. Però di quello dobbiamo parlare, lo chiedo all'onorevole Reggi, al sottosegretario: di quello dobbiamo parlare, perché è lì, cioè nella struttura delle risposte che si danno ai problemi, non nell'individuarli, che vi è la qualità della politica. E probabilmente in questa risposta non si esprime al meglio la qualità di una politica che si fa carico della scuola nel suo complesso.
  E si intravede, anche nel secondo tema che si propone di risolvere il decreto, la stessa matrice, lo stesso vizio, la stessa necessità di un'urgenza che porta ad una soluzione ancora una volta pasticciata, che spacchetta le responsabilità e le mette tutte in capo alle scuole, esponendole anche a pressioni indebite da parte delle ditte che sul territorio hanno una forza, e non si pone, invece, il tema generale di creare una stazione appaltante unica, per mettere in capo al Ministero la gestione degli appalti dei servizi e chiedere all'USR di affiancarla poi nella gestione dei risultati di questi appalti, in affiancamento alle strutture scolastiche.
  Così come non si sono coinvolti al meglio gli enti locali nella gestione della manutenzione degli stabili e degli edifici scolastici, cioè c’è sempre un che di approssimativo. Questo è legato all'urgenza, lo sappiamo, ma è legato anche al fatto che non si ha un'idea complessiva di come gestire la partita importante e strategica – si dice dappertutto e lo dicono tutti che lo sia – di quella che dovrebbe essere la scuola pubblica statale, cioè l'architrave del nostro futuro.
  Noi ci asterremo, perché il giudizio è severo, ma comprendiamo che governare piega anche le buone intenzioni, alcune volte. Però vi sfidiamo, vi sfidiamo ad aprirlo il ragionamento che stiamo facendo noi e vi sfidiamo a farlo qui un ragionamento sulla gestione complessiva della questione scuola in Italia. Vi sfidiamo perché, se la pezza è peggiore del buco, probabilmente è perché non ci avete riflettuto bene o, peggio, ci avete riflettuto in fretta e da soli. Probabilmente una discussione ampia, che coinvolga i soggetti e gli attori che quotidianamente stanno lì, dentro forse all'istituzione più importante che una nazione ha, dovrebbe vederli coinvolti e protagonisti veri.
  Noi ci asterremo, però sull'internalizzazione dei servizi non cediamo. Ella si è fatto carico di prendere con noi un impegno solenne in Commissione e in Aula, in occasione dell'esame degli ordini del giorno. Noi verificheremo quell'impegno. Facciamola una discussione sulla qualità dei servizi, facciamola una discussione su quello che serve di più alla scuola pubblica statale, e verifichiamo, come pure ci si propone di fare, se quello che c’è oggi funziona. A noi non pare: bisogna cambiare e bisogna avere un'idea del cambiamento. La scuola ha bisogno di cura, ha bisogno di giustizia e di risorse, ma, lo dico a lei e per tramite suo a tutto il Governo, ha bisogno anche di soluzioni strutturali e meno pasticciate. Ritorniamo all'inizio: è un passo verso la soluzione pratica di un problema, ma è anche un passo nella direzione sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Galan. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GALAN. Signora Presidente, lo dico subito: Forza Italia voterà a favore di questo provvedimento. Ma lo Pag. 46farà senza entusiasmo alcuno, sia per quello che c’è, per come è scritto, sia per quello, soprattutto, che non c’è.
  Dunque, c’è un articolo 1 in cui si sana una situazione incresciosa, determinata dal Governo precedente, in cui si assicurano ai dirigenti, già vincitori di un concorso, le necessarie e sacrosante salvaguardie e soprattutto si dà continuità agli atti amministrativi, stabilendo che – ci mancherebbe altro – quello che hanno posto in essere gli stessi dirigenti nominati in quei concorsi resta valido. Si sarebbe altrimenti creata la confusione più generale. Quindi come si fa a votare contro un provvedimento del genere ? È doveroso. Era doveroso non fare l'errore, più che sanarlo. Ma visto che lo si sana, noi saremo dalla parte di quelli che lo sanano.
  L'articolo 2 ci vede maggiormente d'accordo. L'articolo 2 sana un'altra situazione che si era venuta a creare. Alcune regioni non hanno fatto la gara Consip. Che cos'altro restava da fare se non rinviare i termini ? In questo siamo maestri. Anche questo Governo, dopo i roboanti annunci della prima conferenza stampa, quella dei pesci rossi per intenderci, si sta distinguendo per la capacità di rinviare i problemi anziché affrontarli. Anche l'articolo 2 evita un grande pregiudizio per l'anno che è in corso.
  Ma è quello che non c’è che ci preoccupa e ci addolora. E quello che manca in questo decreto governativo è la soluzione ai cosiddetti «quota 96». Era una soluzione doverosa, onesta, leale, dovuta. Eppure, neppure una parola. Non si è trovato il modo di inserire «entro il 1o settembre» – questa è l'ultima data possibile –, nonostante assicurazioni del sottosegretario Reggi a nome del Governo. Non si è trovato il coraggio, la forza, o non so come chiamarlo, di sanare un diritto che la riforma Fornero ha leso. Quindi, il diritto di andare in pensione per poco meno di quattromila soggetti, che ne hanno diritto, non è stato tutelato da questo Governo. Ora c’è spazio soltanto fino al 1o settembre, ma, intanto, una grave lesione c’è stata e non sembra di vedere all'orizzonte grandi promesse e grande volontà politica da parte del Governo di venire incontro a questa sacrosanta esigenza, sulla quale, peraltro, tutte le forze politiche, in Commissione e non solo, almeno a parole, si dichiarano favorevoli. Si dichiara favorevole ovviamente anche il sottoscritto, a nome del suo gruppo, che ha presentato anche un progetto di legge.
  Se c’è la volontà politica, i tempi si trovano; non si trovano, invece, se questa volontà non c’è e c’è al contrario la volontà di ostacolarla, quando anche le coperture finanziarie sarebbero facilmente individuabili in quell'assoluto privilegio che lo Stato fa a un'azienda dello Stato contro la concorrenza e, cioè, Poste italiane, probabilmente per venderle ad un prezzo maggiorato a chi si ritroverà il tutto poi sancito dall'Unione europea. Ecco, se si vuole trovare una soluzione entro il 1o settembre, bene, ci sarà il nostro appoggio più totale. Per quello, resta soltanto un appoggio quasi dovuto, perché altro non si poteva fare, a un provvedimento tutto sommato modesto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, questo decreto nella sua prima parte è nato per salvaguardare gli atti dei dirigenti scolastici e per rendere possibile lo svolgimento della funzione dei dirigenti vincitori di un concorso che poi è stato annullato dalla magistratura. Tutto questo aspettando i tempi tecnici di un nuovo concorso. Al Senato, però, questo atto è stato stravolto trasformandolo in una delle peggiori opere da azzeccagarbugli in cui vi siete cimentati in questa legislatura.
  L'aspetto, invece, che andava definito è volutamente restato vago. Non c’è una programmazione seria del nuovo corso-concorso che dovrebbe partire per i dirigenti scolastici e ripetere parte della procedura concorsuale. Questa situazione entra in un limbo e non si riesce a comprendere Pag. 47quando questo limbo terminerà, perché non si vogliono fornire scadenze certe. Ma, soprattutto, voi individuate una corsia preferenziale attraverso una quota di riserva per la vincita del prossimo corso-concorso nazionale dei dirigenti scolastici senza definire in modo chiaro alcun limite a questa quota di riserva, senza individuare in modo chiaro quali sono i soggetti effettivamente beneficiari della riserva e riconoscendo una corsia preferenziale a chi ha un contenzioso pendente, senza sentenza definitiva, e risulta vincitore solo nel giudizio di primo grado.
  Insomma, senza chiarire le categorie di soggetti che dovrebbero avere il diritto alla riserva, farete solo insorgere ulteriori contenziosi. Guardate, è tutto scritto qui, a pagina 8, del dossier degli uffici, allegato al provvedimento. Non sono invenzioni del MoVimento 5 Stelle. Ma con questo decreto voi riaprirete i contenziosi in tutta Italia. Vi insinuate nelle sentenze della magistratura già concluse, dando appigli giuridici per nuovi ricorsi, dopo neanche un mese che la stessa Giannini aveva riferito in Commissione cultura, in qualità di Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che il problema dei concorsi è proprio la stratificazione delle leggi. Ebbene, dopo poche settimane, con questo decreto voi semplicemente aggiungete un nuovo strato al pasticcio che preparate per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma a questo punto il dubbio che ci viene è legittimo. È che voi, tra le tante lobby, forse avete anche quella dei grandi studi di avvocati amministrativisti che campano sui numerosi ricorsi che si abbattono sul mondo della scuola grazie alle pessime leggi che fate.
  Questo decreto è solo l'ennesimo esempio della capacità di programmazione di un Governo che della sua vaghezza ha fatto una virtù, schiacciandosi sulle posizioni contraddittorie e vaghe del suo Presidente del Consiglio. Sostanzialmente, Renzi non fa altro che dire: io sono il migliore amico di tutti, anche del tuo nemico. Un gioco che funziona, che fa vincere solo quando si promette senza fare fatti.
  Ma andiamo al resto, all'altra parte del decreto che sostanzialmente rappresenta per noi il cuore di questo decreto. Guardate, voi in sostanza nel decreto fate due cose gravi. Innanzitutto, continuate ad avallare la scelta che avete fatto lo scorso anno di procedere alla esternalizzazione dei servizi di pulizia, una scelta che ha portato nelle scuole tutti i problemi, a partire dalla garanzia del servizio fino ai diritti dei lavoratori. Ma con questo decreto dite anche altro, cioè assegnate a ditte che hanno vinto gli appalti dei servizi di pulizia anche i futuri appalti della manutenzione. È questo quello che scrivete nel decreto. E questo naturalmente viola qualsiasi principio di concorrenza, di buon esito di una gara d'appalto oltre il principio, che noi denunciamo da tempo, di risparmio delle risorse dello Stato.
  Ma andiamo a vedere sulla pelle dei cittadini che cosa sta accadendo perché, dietro tutti questi tecnicismi, ci sono delle persone che stanno subendo le vostre scelte. La vorrei raccontare attraverso le parole che ormai ci scrivono in centinaia perché, qui alla Camera, sono arrivate le petizioni dei lavoratori, del personale addetto della scuola, degli studenti, dei genitori. Sono arrivate centinaia e centinaia di firme che chiedono che questo servizio venga finalmente internalizzato e gestito dallo Stato, com'era prima, che garantiva il servizio e garantiva la qualità del servizio e i diritti dei lavoratori. Oltre a queste sono arrivate tante mozioni, in tanti comuni, anche comuni con sindaci del PD e comuni con sindaci di Forza Italia, che sostengono la stessa proposta. Ma perché la sostengono ? Perché questi sindaci hanno vicino i cittadini che hanno questo problema e che cosa raccontano ? Raccontano che, in pratica, ciò che prima i lavoratori facevano in 35 ore a settimana oggi lo devono svolgere con 2,5 ore al giorno. Prima facevano tutto questo in 7 ore. Oggi hanno da pulire lo stesso edificio, le stesse scuole, gli stessi corridoi ma lo devono fare in due ore e mezzo. Allora, che cosa raccontano ?
  Raccontano che loro vivono una condizione di semischiavitù all'interno di queste Pag. 48ditte: ogni volta che vengono violati quelli che sono i diritti dei lavoratori, loro non trovano possibilità di denunciare, neanche all'ispettorato del lavoro, che in sostanza li rimanda, perché, a detta di chi scrive, gli stessi ispettorati del lavoro dicono che queste ditte sono – tra virgolette – appoggiate troppo bene. Ma sono le stesse ditte – ad esempio, l'Eurocoop – che, negli anni precedenti, avevano ottenuto questo appalto di manutenzione e di pulizia ed oggi si trovano sotto indagine, con il sequestro di 6 milioni di euro. Ebbene, queste ditte, quando poi subiscono dei processi, quando subiscono delle condanne da parte della magistratura, sottraggono queste risorse agli stessi lavoratori, perché i lavoratori che lavoravano in queste cooperative, in sostanza, dovevano ancora ricevere il TFR, dovevano ancora ricevere la quattordicesima e la tredicesima, dovevano ancora ricevere i soldi delle ferie. E quando arriva, poi, la magistratura e scopre che alcune cooperative avevano lavorato male e gli sottraggono i conti correnti, a pagare sono per la seconda volta i lavoratori che, oltre ad aver lavorato sotto ricatto, si vedano anche negare quelli che erano dei loro diritti.
  Quello che manca, in sostanza, è un monitoraggio serio di quello che sta avvenendo in tutte le regioni. Noi, all'interno dell'analisi del decreto, avevamo chiesto anche visite ispettive del Ministero nelle regioni dove non era partito l'appalto Consip, perché tutte le segnalazioni che arrivano non possono essere campate in aria: devono essere vigilate dallo Stato, perché, in qualche modo, è lo Stato che ha scelto questa soluzione, è lo Stato che mette in queste condizioni.
  Io vorrei arrivare alla conclusione, dicendo che noi abbiamo un'altra visione di scuola, abbiamo una visione di scuola che non è precaria come quella che progettate voi, che non è vaga come quella che progettate voi: noi vorremmo una scuola che possa partire innanzitutto da un organico stabile, un precariato assorbito in tre anni. Abbiamo le proposte: vorremmo una scuola aperta al territorio, dove sia ordinario un intervento educativo anche all'esterno della scuola, un intervento educativo nei parchi nazionali, nei musei, nei centri culturali.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  LUIGI GALLO. Però, dopo un anno di battaglie con i vostri Governi, raggiungiamo un risultato: quello di metterci finalmente ad un tavolo, a partire da questo mese, e discutere seriamente una proposta di legge del MoVimento 5 Stelle, che vuole terminare con questa storia delle esternalizzazioni delle pulizie per evitare che a guadagnarci sia solo l'intermediario, e non siano i cittadini e i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Malpezzi. Ne ha facoltà.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Signora Presidente, signora sottosegretario, colleghi, lo diciamo un po’ a malincuore: noi ci siamo trovati a dover affrontare uno di quei decreti che non avremmo voluto dover affrontare, perché, ancora una volta, parliamo di misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico, regolare svolgimento di un servizio che riguarda i nostri bambini, i nostri ragazzi, i docenti, i dirigenti e tutti coloro che fanno parte del mondo della scuola, che, per la sua stessa delicata ed importante natura, dovrebbe essere regolare e stabile.
  Con questo decreto, noi oggi cerchiamo una volta per tutte di dire «basta» almeno ad alcune di queste irregolarità che danneggiano ciò che a noi sta più caro e che lo stesso Presidente Renzi e il suo Governo hanno messo al centro dell'agenda, con azioni efficaci e non momentanee; anche quelle regolate in questo decreto vanno in questa direzione.
  Occorre mettere ordine, lo abbiamo ribadito più volte, in maniera strutturale e definitiva e non, semplicemente, tamponare un'emergenza. Purtroppo, la cattiva gestione dei Governi precedenti a quelli di Pag. 49centrosinistra ha portato la scuola, tutta, ad uno stato continuo e totale di emergenza. E non me ne vogliano i colleghi 5 Stelle se ricordo loro che siamo ben a conoscenza di tutti i problemi di cui la scuola soffre, ma che non ci giochiamo demagogicamente, perché sappiamo benissimo che un decreto non li può risolvere tutti e, forse, dopo un anno di attività parlamentare, dovrebbero saperlo anche loro e dovrebbero avere, anche, il coraggio e l'onestà intellettuale di comprendere come il Governo Renzi abbia fatto fare inversione di marcia anche alla scuola. Lo ha capito la scorsa settimana il 41 per cento degli italiani, loro non lo hanno ancora capito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ora, qui di emergenze ne abbiamo trattate due, di diverso tipo, ma che, se non affrontate, rischiavano di paralizzare la scuola. Abbiamo trovato una soluzione per garantire la continuità dell'esercizio delle loro funzioni a quei dirigenti già in servizio a seguito del concorso indetto nel 2011 e far salvi gli atti da essi adottati sino alla rinnovazione della procedura concorsuale annullata in sede giurisdizionale. Abbiamo cercato a fatica, veramente a fatica, di trovare una soluzione; il sottosegretario Reggi lo sa bene, partendo dalle audizioni in Senato, dai continui e costanti incontri con i rappresentanti di questi dirigenti coinvolti in una assurda e drammatica vicenda, a causa di colpe amministrative; abbiamo cercato, davvero, di trovare la soluzione più equa che tenesse conto della loro posizione senza andare contro una sentenza, perché il punto fermo per noi del Partito Democratico è questo: le sentenze si rispettano.
  Nello stesso tempo, abbiamo voluto dire «basta» ad una modalità di concorsi che portano a ricorsi, che intasano il sistema, dove tutto diventa il contrario di tutto, dove capita, come in uno dei romanzi di Kafka, di essere nominati dirigenti per aver superato un concorso, di prestare servizio in una scuola per due anni, di instaurare rapporti, di dirigere e progettare e poi sentirsi dire: scusa, ricomincia tutto da capo, qualcuno ha sbagliato, non sei tu, ma riparti dal via. Queste cose non possono accadere in un Paese civile e noi abbiamo cercato, davvero, di dire «basta» a questo.
  L'idea del corso-concorso da attuarsi entro la fine del 2014, anticipando i tempi che erano stati stabiliti dal decreto Carrozza, aiuta a raggiungere questo obiettivo, però ci tengo a precisare una cosa: non vogliamo dire che questo può cancellare, con un colpo di spugna, le tensioni, le preoccupazioni, le ansie, le angosce di quei dirigenti che si troveranno, comunque, a rifare un concorso, per quanto con una parte di posti di accesso riservati e con il riconoscimento del servizio prestato, ma almeno mettiamo ordine, come lo stiamo facendo in tutta la pubblica amministrazione, con lo snellimento e la trasparenza delle procedure, con quella spinta di rinnovamento che caratterizza il Governo Renzi.
  In questa direzione va, anche, la questione dello svolgimento dei servizi di pulizia nelle scuole. È stato detto di tutto, qui, questa mattina; noi apprezziamo l'apertura del Governo anche rispetto a possibili altre soluzioni, che valuteremo. Intanto monitoreremo questa, e ci proviamo, proviamo a vedere di risolvere la situazione. Questa soluzione, il Governo lo ha ribadito, non ne esclude altre, ma noi, adesso, avevamo la necessità di partire e questa era la strada che ci consentiva di mettere in sicurezza le nostre scuole. Intanto, grazie a questo decreto, avremo la possibilità di gestire proprio questa fase transitoria, proteggendo, anche in questo caso, i dirigenti che non dovranno avventurarsi in altre gare di propria iniziativa.
  Ci tengo anche a dire che non abbiamo utilizzato nessun termine di sanatoria né per il primo articolo del decreto-legge né per il secondo; non abbiamo assolutamente intenzione di sanare, noi vogliamo risolvere, che è una cosa ben diversa. Poi, mi si consenta, sono rimasta anche stupita dall'intervento dell'onorevole Fedriga rispetto alla scuola. Poco c'entrava con il provvedimento in questione, ma se non Pag. 50altro segnala finalmente l'interesse della Lega verso il mondo della scuola, visto che è praticamente assente dalla Commissione istruzione che si occupa di questi temi; quindi non vediamo l'ora di poter accogliere le loro istanze, di poter discutere con loro nella sede opportuna, di ascoltare i loro provvedimenti.
  Però vede, onorevole Fedriga, è chiaro che gli insegnanti non sono come li ha dipinti lei nel suo intervento: ci sono esperienze meravigliose nella scuola italiana, insegnanti che sono appassionati, che lavorano con coscienza, in condizioni che sono spesso drammatiche; e noi che abbiamo incominciato questa grande campagna di ascolto che è stata voluta dal Presidente Renzi, ci stiamo rendendo conto ancora di più, per quanto veniamo da quel mondo, di quanto alcune realtà in Italia meritano un'attenzione assolutamente ulteriore. Smettiamola quindi di utilizzare il luogo comune degli insegnanti nullafacenti, che lavorano 18 ore, e ascoltiamo anche quelle che sono state le indicazioni della Ministra Giannini, che dice qualcosa anche di innovativo, che il Partito Democratico sostiene e appoggia.
  C’è un altro accenno, che non riguardava il provvedimento, ma il presidente Galan lo ha sottolineato: è il problema di «quota 96». Noi, sottosegretario, ne abbiamo discusso più volte, abbiamo avuto anche una sua forte disponibilità in Commissione. Sappiamo da quanti mesi stiamo lavorando per risolvere questa questione, che – lo ricordiamo – risolverebbe la situazione non solo dei 4 mila lavoratori della scuola che devono andare in pensione, ma ne introdurrebbe altri 4 mila: quindi ci troveremmo finalmente a dare respiro anche a quel precariato, che sta attanagliando la scuola.
  Sappiamo che non abbiamo la bacchetta magica, ma qui abbiamo una serie di soluzioni a portata di mano, e serve davvero, lo dico col cuore, un intervento forte in questa direzione. È chiaro, noi lo abbiamo già visto: lo avevamo visto con il Governo Letta, il cambiamento di rotta, lo avevamo visto con il decreto-legge cosiddetto Carrozza, lo vediamo adesso con tutti gli impegni rispetto all'edilizia scolastica che tanto consenso stanno riscuotendo all'interno di tutte le amministrazioni locali e da ponte di tutti i sindaci, che sono entusiasti e sperano al più presto di vedere le loro scuole messe in sicurezza o i loro plessi scolastici ampliati.
  Abbiamo visto anche quanto il Governo Renzi stia facendo per sanare le emergenze. Adesso deve partire la nuova fase di progettualità: su questo noi, il Partito Democratico, è disposto ad ascoltare, perché questa è la nostra chiave e il nostro metodo di lavoro. E per tutti i motivi che ho detto precedentemente, chiaramente il voto del Partito Democratico a questo provvedimento è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, le chiederei, se fosse possibile, anche durante le dichiarazioni di voto (non so se tecnologicamente si può), di mettere a disposizione dei colleghi il resoconto stenografico. Così magari nelle dichiarazioni di voto successive i colleghi che sono attenti agli interventi che li hanno preceduti possono leggere quanto dicono gli altri colleghi, e magari non sparare delle cose assolutamente lontane dalla realtà e differenti da quanto gli altri colleghi hanno detto. Quindi, è un consiglio che dò all'onorevole Malpezzi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Chiaramente, onorevole Fedriga, ci sono dei tempi tecnici per fare questo. Dunque verificheremo, ma insomma mi sembra un po’ improbabile che in tempo reale si possa fare. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Pag. 51

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2385)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2385, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, Cassano, Abrignani, Gutgeld...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 1430. – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 aprile 2014, n. 58, recante misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico» (Approvato dal Senato) (A.C. 2385):

   Presenti  381   
   Votanti  352   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  281    
    Hanno votato no   71    
  Sono in missione 79 deputati.

  La Camera approva (Vedi votazioni) (Applausi).

  (I deputati Polverini e Biasotti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Colleghi, per quanto riguarda i nostri lavori, comunico che, secondo le intese intercorse tra i rappresentanti di tutti i gruppi, passeremo ora all'esame del punto 4 dell'ordine del giorno, che reca il seguito della discussione delle mozioni volte a ridurre gli sprechi alimentari. I gruppi hanno chiesto di procedere al riguardo a partire dalle ore 17,30.
  Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
  Avverto, inoltre, che, secondo le intese intersorse tra i rappresentanti di tutti i gruppi, lo svolgimento degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato ad altra seduta. Sempre secondo tali intese, al primo punto dell'ordine del giorno della seduta di domani, mercoledì 4 giugno, sarà inserito, con priorità rispetto agli altri argomenti, l'esame dei seguenti disegni di legge di ratifica, che sarà pertanto anticipato rispetto alla sua attuale collocazione nel calendario dei lavori: Accordo di partenariato ACP-UE; Accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica del Sud Africa in materia di cooperazione di polizia; Modifiche alla Convenzione tra Italia e Lussemburgo in materia di doppie imposizioni; Protocollo facoltativo relativo al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali; Scambio di Note tra la Repubblica italiana e l'Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato; Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra l'Italia, Cipro, la Grecia e Malta.
  La ripartizione dei tempi per l'esame degli altri disegni di legge di ratifica è già pubblicata nel vigente calendario dei lavori. Il termine per la presentazione degli emendamenti riferiti ai disegni di legge di ratifica e quello per le iscrizioni a parlare nelle discussioni generali sui medesimi provvedimenti è fissato per le ore 9 di domani, mercoledì 4 giugno.
  Lo svolgimento di interpellanze urgenti, già previsto per venerdì 6 giugno, avrà luogo nella parte antimeridiana della seduta di giovedì 5 giugno.
  Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
  Sospendo la seduta fino alle ore 17,30.

  La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 17,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Seguito della discussione delle mozioni Catania ed altri n. 1-00146, Fiorio ed altri n. 1-00052, Gagnarli ed altri n. 1-Pag. 5200088, Migliore ed altri n. 1-00161, Faenzi ed altri n. 1-00472, Caon ed altri n. 1-00475, Dorina Bianchi n. 1-00479 e Rampelli ed altri n. 1-00481 concernenti iniziative volte a ridurre gli sprechi alimentari.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Catania ed altri n. 1-00146 (Nuova formulazione), Fiorio ed altri n. 1-00052 (Nuova formulazione), Gagnarli ed altri n. 1-00088 (Ulteriore nuova formulazione), Migliore ed altri n. 1-00161 (Ulteriore nuova formulazione), Faenzi ed altri n. 1-00472, Caon ed altri n. 1-00475, Dorina Bianchi n. 1-00479 e Rampelli ed altri 1-00481, concernenti iniziative volte a ridurre gli sprechi alimentari (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 26 maggio, sono state presentate la mozione Rampelli ed altri n. 1-00481 e un'ulteriore nuova formulazione della mozione Migliore ed altri n. 1-00161, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto che è stata testé presentata la mozione Fiorio, Gagnarli, Faenzi, Franco Bordo, Dorina Bianchi, Catania, Caon, Rampelli, Schullian, Zaccagnini ed altri n. 1-00482, il cui testo è in distribuzione, e contestualmente le mozioni Catania ed altri n. 1-00146 (Nuova formulazione), Fiorio ed altri n. 1-00052 (Nuova formulazione), Gagnarli ed altri n. 1-00088 (Ulteriore nuova formulazione), Migliore ed altri n. 1-00161 (Ulteriore nuova formulazione), Faenzi ed altri n. 1-00472, Caon ed altri n. 1-00475, Dorina Bianchi n. 1-00479 e Rampelli ed altri n. 1-00481 sono state ritirate dai presentatori.
  Avverto inoltre che è stata presentata la risoluzione Pastorelli ed altri n. 6-00074. Il relativo testo è in distribuzione.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno e sulla risoluzione presentata.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, ringrazio i colleghi per questo sforzo su un tema così importante e su una questione così altrettanto delicata, per aver voluto tutti assieme redigere una mozione unitaria, che raccoglie tutte le indicazioni di tutti i gruppi politici. Esprimo quindi il parere favorevole del Governo sulla mozione presentata.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Castiglione, dovrebbe esprimere il parere anche sulla risoluzione Pastorelli ed altri n. 6-00074.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, sul primo impegno della risoluzione Pastorelli, che impegna il Governo «ad assumere idonee iniziative, anche di tipo legislativo, volte a contrastare il fenomeno degli sprechi alimentari (...)», il parere è favorevole, mentre il parere è contrario sul secondo impegno «ad implementare la normativa vigente in tema di donazione (...)» e soprattutto estendendo i «benefici fiscali per quelle attività commerciali» diverse dalle associazioni ONLUS.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Castiglione, mi fanno notare gli uffici che la risoluzione Pastorelli ha un terzo impegno, «ad adottare politiche che, contrastando il suddetto fenomeno degli sprechi alimentari, possano portare ad una significativa riorganizzazione (...)».

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, sul terzo impegno, «ad adottare politiche che, contrastando il suddetto fenomeno degli sprechi alimentari, possano portare ad una significativa riorganizzazione della produzione agroalimentare, specie sotto il profilo quantitativo», il parere del Governo è favorevole.

  PRESIDENTE. Quindi, sul primo impegno il parere è favorevole, sul secondo Pag. 53impegno è contrario e sul terzo impegno è favorevole.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Non essendo presente, si intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Anche la collega Santerini non è presente in Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il termine «spreco» è definito come l'insieme di quei prodotti alimentari che hanno perso valore commerciale e che vengono scartati dalla catena agroalimentare, ma che potrebbero essere ancora destinati al consumo umano.
  Si tratta di prodotti perfettamente utilizzabili, ma non più vendibili e che sono destinati ad essere eliminati e smaltiti in assenza di un possibile uso alternativo.
  Lo spreco alimentare è un fenomeno che per lungo tempo è stato estremamente sottostimato. Negli ultimi anni, complici la crisi economica e la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli, si è accresciuta la tensione su tale problema.
  Sprechi si possono verificare ad ogni livello, dalla catena agroalimentare (fattoria, produttori, lavoratori e venditori) al dettaglio (ristoratori e consumatori). Alcuni di questi sprechi non possono essere previsti e altri invece potrebbero essere in parte contenuti grazie ad una migliore gestione aziendale o ad una migliore educazione del consumatore.
  La maggior parte dello scarto della produzione è apparentemente inevitabile perché è strettamente correlata alla natura del prodotto e risulta necessaria, per esempio, per trasformare la derrata da agricola ad alimentare, quindi molti scarti risultano essere inedibili e derivano da fattori tecnici che portano a sovrapproduzione, prodotti deformati o danneggiati per cambi di immagine, lancio di nuovi prodotti, prossimità della data di scadenza, residui di promozioni, eccetera.
  È stato stimato come il 90 per cento di ciò che viene sprecato potrebbe essere ancora utilizzabile, recuperato e utilizzato per l'alimentazione umana.
  Ogni italiano butta nella spazzatura 316 euro all'anno di cibo non consumato. Ogni anno in Italia una famiglia in media butta 49 chili di cibo, per disattenzione o negligenza nella gestione della spesa. Una quantità di cibo che, ogni anno, viene acquistato, riposto in frigorifero o nella dispensa, ma poi finisce direttamente nella spazzatura senza essere consumato.
  Le date di scadenza sulle etichette degli alimenti sono una delle informazioni più importanti. In Europa, si sta ragionando se eliminare le date di scadenza da alcuni prodotti alimentari. Esiste, infatti, la proposta di abolire la dicitura «da consumare preferibilmente entro» da cibi quali pasta, riso o caffè e formaggi duri, perché non veramente necessaria e per far fronte agli sprechi che possono essere evitabili. La proposta è di iniziativa dell'Olanda e della Svezia, ma condivisa anche da Germania, Lussemburgo, Austria e Danimarca.
  La dicitura «da consumare preferibilmente entro», secondo il Ministro dell'Agricoltura olandese, genererebbe confusione nel consumatore che pensa che l'indicazione abbia a che fare con la sicurezza del prodotto e quando questo non è stato consumato entro la data indicata viene gettato via perché ritenuto nocivo. Secondo il Ministro olandese, ci sono prodotti che possono essere mangiati anche oltre la data di scadenza, eliminando così inutili sprechi alimentari.
  Non vorremmo però che questo fosse l'ennesimo tentativo dell'Europa di livellare il cibo sulle nostre tavole ad uno standard di qualità inferiore con la scusa di tagliare gli sprechi alimentari.
  Con l'eliminazione della data di scadenza si rischia di tagliare la qualità del cibo in vendita in Europa, e sarebbe giusto Pag. 54rifletterci bene prima di procedere all'eliminazione del termine minimo di conservazione.
  In un momento in cui ci stiamo battendo affinché le etichette dei prodotti siano le più chiare possibile perché il consumatore sia a conoscenza di tutte le informazioni rilevanti per poter fare scelte consapevoli, l'Europa cosa fa ? Ci indica delle vie che sicuramente per noi, per quanto riguarda d'Italia, non sono proprio le vie migliori per la commercializzazione dei nostri prodotti; vuole abolire una delle informazioni più importanti dei prodotti perché ritiene che, così facendo, si potranno limitare gli sprechi alimentari. Non credo che il problema dello spreco alimentare si risolva solo con la questione dell'etichetta.
  Le filiere corte evitano dispersioni sia nella produzione, non soggetta ai canoni standard dell'agricoltura, sia nella distribuzione, perché il locale non necessita di una grande catena del freddo e di trasporto per arrivare al consumatore finale. Inoltre, la vendita diretta migliora l'incontro tra offerta e domanda, consumando esattamente ciò di cui necessitiamo. Così, si creano prezzi equi per i produttori, posti di lavoro e indotto, valorizzazione del territorio e del mondo rurale, incremento generale della qualità nutritiva degli alimenti.
  È necessario un impegno anche a livello legislativo per favorire l'economia a chilometri zero: incentivi per la produzione e la trasformazione locale e iniziative di sostegno diretto come l'acquisto di alimenti per scuole, ospedali e università, presso agricoltori e allevatori locali, convertendo lo sviluppo dell'agricoltura locale in uno dei pilastri centrali della strategia contro gli sprechi. Basterebbe rilanciare l'economia virtuosa dei territori, abbattendo così anche il costo dei rifiuti agroalimentari.
  La nostra proposta, quindi, è partire dalle scuole, tramite un'educazione consapevole sugli sprechi alimentari, ma anche portando nelle scuole un'alimentazione maggiormente incentrata sui prodotti agricoli provenienti dal territorio, dalla provincia, dalla regione e dall'Italia. Se davvero si desidera sostenere un'attività di sana educazione a tavola e promuovere il territorio, dobbiamo incentivare la somministrazione ai bambini nelle scuole di menù composti, ad esempio, per il 25 per cento da prodotti della provincia in cui si trova la scuola, per il 25 per cento dai prodotti regionali, per il 25 per cento dai prodotti italiani. Da questo tipo di dieta resterebbe libero un 25 per cento, per inserire nel menù prodotti provenienti anche dall'Unione europea o da altre parti del mondo. I bambini e i ragazzi potrebbero chiaramente modificare la propria alimentazione in base a necessità di salute, di religione o esigenze particolari. Le province e le regioni possono garantire un'alimentazione sana, varia, completa, dalle carni ai formaggi, dal riso agli ortaggi, dalle uova alla frutta. Potrebbe essere un'iniziativa che si muove assicurando una dieta equilibrata e corretta, educa i bambini a mangiare secondo la stagionalità e la territorialità dei prodotti e sostiene le filiere locali.
  Grazie a questa idea, si rilancerebbe la filiera locale di produzione, che significa, prima di tutto, prodotti sempre freschi e genuini, con dei costi molto contenuti e con un occhio per l'ambiente, che non guasta mai. Essendo, infatti, prodotti provenienti dal territorio, si ridurrebbero al minimo le emissioni di CO2 derivate dal trasporto. Ma non solo, si educherebbero i giovani a una sana e corretta alimentazione, facendo comprendere soprattutto l'importanza della problematica dello spreco alimentare, perché c’è una parte del mondo che produce tanto di quel cibo che alla fine viene inevitabilmente sprecato e che soffre di problemi come l'obesità, mentre l'altra metà lotta tutti i giorni contro la morte perché il cibo spesso è solo un miraggio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Catania. Ne ha facoltà.

  MARIO CATANIA. Signor Presidente, il tema degli sprechi alimentari è un tema Pag. 55che indubbiamente è andato assumendo, negli ultimi decenni, un'importanza crescente in tutti i Paesi industrializzati. Si tratta, infatti, di una fenomenologia che è comune a tutti i Paesi che hanno superato lo stadio meramente agricolo e che si trovano oggi ad affrontare dinamiche di filiera relativamente, oppure in modo importante, complesse nella loro articolazione.
  Il tema degli sprechi alimentari è anche un tema molto sfaccettato, perché riguarda i comportamenti di diversi attori della filiera. Abbiamo una problematica dello spreco alla fase della produzione, sia nell'azienda agricola sia nell'industria alimentare; abbiamo una problematica nella catena della distribuzione dei prodotti alimentari; e abbiamo, infine, anche una problematica che è quella posta in essere dai comportamenti dei consumatori, che in molti casi anch'essi producono, in modo importante, quantità di sprechi non recuperabili.
  Ebbene, a una tematica così complessa e così sfaccettata è di tutta evidenza che si deve rispondere in modo articolato. Un conto è cercare di intervenire per ridurre il volume degli sprechi alla produzione in azienda agricola, ad esempio, e un conto è incidere sui comportamenti dei consumatori, per portarli a uno stile di vita e a dei comportamenti che siano in grado di determinare meno sprechi di quanto oggi non avvenga.
  L'Italia non si sottrae a questo problema, anche se forse è presente, secondo gli analisti, in misura minore di altre realtà dell'Occidente industrializzato. Occorre, quindi, affrontarlo con tutta la decisione e con tutta l'articolazione necessaria del caso. Si tratta di migliorare l'efficienza del funzionamento della filiera in tutti gli stadi, rendendo quindi un servizio che crea come risultato anche una economicità finale nel comportamento degli operatori stessi.
  Devo dire, però, che l'angolazione dalla quale mi preme oggi sottolineare il tema degli sprechi è l'angolazione che la lega al tema della povertà, al tema degli indigenti. Noi abbiamo, sempre negli stessi Paesi, negli stessi Paesi industrializzati, a fianco e a fronte di ingenti sprechi di prodotti alimentari, anche la presenza di una massa crescente di umanità, di donne, di uomini, di bambini, che sono in difficoltà nell'accesso all'alimentazione. Non è la povertà dei Paesi in via di sviluppo; è una povertà crescente che è presente nei Paesi industrializzati e che stride ancor di più, a fronte di quanto si spreca negli stessi Paesi industrializzati.
  Ebbene, di fronte a questo tipo di problema, che in Italia ha assunto malauguratamente negli ultimi anni delle punte quantitative addirittura crescenti rispetto al passato, l'Italia tradizionalmente non ha una politica di intervento organica. Noi abbiamo un welfare molto valido sotto diversi aspetti, molto avanzato nella tutela di alcuni aspetti del lavoro e anche in alcuni aspetti di quello che è il sociale in generale, però paradossalmente è un welfare che, di fronte alle esigenze primarie di un pezzo importante della popolazione che ha difficoltà all'accesso agli alimenti, è un welfare carente, è un welfare legato soprattutto alle iniziative dei comuni, che sono disomogenee sul territorio, non ispirate ad una logica comune, non ispirate a strumenti generalizzati.
  In questo quadro, in cui il pubblico non ha coperto nel modo in cui, a mio avviso, era necessario il problema della povertà e il problema dell'accesso agli alimenti del nostro Paese, si sono maturate delle esperienze importanti che hanno portato le organizzazioni caritative, le organizzazioni del volontariato, in prima linea a svolgere un ruolo di intervento di assistenza nei confronti dei poveri. Queste organizzazioni caritative, religiose e non religiose, hanno avuto un ruolo fondamentale negli ultimi trenta anni e si sono sostentate producendo una quantità di alimenti da distribuire agli indigenti sempre più importante. Si sono sostentate sostanzialmente attraverso due canali più significativi: il primo è proprio quello del recupero degli sprechi, laddove i rapporti con i soggetti economici della filiera hanno reso possibile un risultato di questo tipo; l'altro strumento, altrettanto Pag. 56importante, anzi forse ancora di più, è l'utilizzo di un fondo comunitario che per trent'anni ha consentito, nell'ambito della politica agricola comune, la distribuzione di alimenti agli indigenti. È una misura che il Ministero delle politiche agricole ha adottato nell'arco degli ultimi trenta anni con successo crescente, arrivando a distribuire negli ultimi anni oltre 100 milioni di euro di prodotti alimentari agli indigenti attraverso, appunto, le organizzazioni caritative.
  Questo strumento è stato fondamentale nel fronteggiare le esigenze di una tematica così delicata, così viva, così sofferta, ed è uno strumento che, purtroppo, quest'anno, nel 2014, cambia pelle all'origine. Cambia pelle perché la regolamentazione comunitaria, che fino all'anno scorso prevedeva questo strumento nell'ambito della politica agricola comune, da quest'anno lo inserisce nella politica sociale. C’è il rischio in questo passaggio – e il Governo, io credo, dovrebbe rassicurarci in tal senso – che un'esperienza importante come quella che il Ministero delle politiche agricole ha svolto negli ultimi trent'anni vada dispersa.
  È fondamentale che il finanziamento comunitario, tuttora esistente, anche se inserito nella politica sociale e non più nella PAC, venga utilizzato nelle forme e con le modalità con le quali il Ministero delle politiche agricole lo ha utilizzato in questo arco temporale, realizzando una misura – lo ripeto – di grandissima efficacia, dove i costi amministrativi per l'esercizio della misura stessa sono stati ridotti ad una percentuale modestissima e dove la resa finale è eccezionale, anche perché, come dire, è in grado di muovere il comportamento virtuoso delle organizzazioni caritative, che aggiungono poi con il loro impegno, con l'impegno dei loro volontari, un plusvalore importante al valore in senso stretto della distribuzione di alimenti.
  Ecco perché, nell'ambito delle varie mozioni che erano state presentate, la mozione del nostro gruppo, sottoscritta anche dai colleghi dei Popolari, è una mozione che sottolinea l'importanza di mantenere in vita quello strumento. Sottolinea l'importanza di mantenere in vita il programma del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Adesso potrà essere altrimenti nominato, ma è importante che abbia continuità anche in presenza di un cambiamento del quadro giuridico comunitario.
  Detto questo, la nostra mozione è stata unificata con quelle degli altri gruppi, e di questo rivendico la positività, perché la sommatoria di queste mozioni copre in modo più esaustivo tutte le problematiche e dà degli indirizzi, a mio avviso, importanti al Governo per quella che deve essere la politica di settore. Fatta questa premessa, ribadisco il sostegno del nostro gruppo alla mozione unitaria e ringrazio per l'attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, le istituzioni europee stimano che 89 milioni di tonnellate di alimenti siano scartati ogni anno; il trend è sicuramente in crescita e aumenteranno a 126 milioni di tonnellate nel 2020. Finiscono nella spazzatura il 19 per cento del pane, il 4 per cento della pasta, il 39 per cento dei prodotti freschi, cioè latticini, uova, carne e preparati, e il 17 per cento di frutta e verdura. Si tratta di un valore economico valutato tra i 5,7 e i 10 miliardi di euro, pari a circa l'8-10 per cento della spesa per alimenti, vale a dire tra i 400 e 500 euro l'anno a famiglia.
  Oggi il mondo produce una quantità di cibo sufficiente per nutrire tutta la sua popolazione, ma, paradossalmente, quasi un miliardo di persone soffre ancora la fame e due miliardi sono malnutriti. L'alimentazione pesa sui bilanci delle famiglie occidentali per circa il 20 per cento; nei Paesi dove non impera l'economia di mercato, quali, ad esempio, i Paesi dell'altra sponda del Mediterraneo, l'alimentazione Pag. 57grava sino al 60 per cento sui bilanci delle famiglie.
  Nell'Unione europea 79 milioni di persone, cioè il 15 per cento, vivono ancora al di sotto della soglia di povertà, cioè con un reddito inferiore al 60 per cento del reddito medio del Paese di residenza, e, di questi, 16 milioni hanno ricevuto aiuti alimentari attraverso enti di beneficenza. È per questo che noi abbiamo visto questa mozione in maniera molto positiva e in modo altrettanto positivo giudichiamo il fatto di avere trovato una mozione unitaria da sottoporre al Governo.
  Per quanto riguarda il Nuovo Centrodestra, la mozione che avevamo presentato, che poi abbiamo unificato con gli altri gruppi parlamentari, impegna il Governo, nelle parti più importanti, a considerare la possibilità di aumentare la dotazione del Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti, ad adottare periodiche campagne di sensibilizzazione destinate a ridurre i rifiuti alimentari dei consumatori e a favorire le donazioni dirette alle fasce di popolazione indigenti da parte delle organizzazioni dedicate a questo scopo.
  Chiediamo, inoltre, di avviare un processo di standardizzazione delle etichette sui prodotti alimentari, al fine di favorire la riduzione dei rifiuti dei consumatori, e di introdurre modifiche alle normative sulla commercializzazione e la vendita dei prodotti agroalimentari. Sarebbe anche necessario intraprendere a livello comunitario un'azione diretta e congiunta che impedisca speculazioni di natura finanziaria sui beni alimentari, quali il grano, il mais, la soia, il riso e lo zucchero; speculazione che fa aumentare verso l'alto i prezzi quando si verificano scarsità e li deprime eccessivamente, a danno dei produttori, nei periodi di abbondanza.
  Per questi motivi, auspichiamo un impegno diretto ed immediato del Governo e esprimiamo una posizione favorevole, naturalmente, nei confronti della mozione unitaria presentata al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, lo spreco alimentare ha assunto e sta sempre più assumendo una dimensione di portata mondiale, tant’è che metà del cibo prodotto nel mondo non arriva mai ad essere consumato. Il problema di tale spreco è da ritenersi connesso alle politiche economiche e di marketing che negli ultimi vent'anni hanno prodotto fattori e azioni comportamentali altamente distorsivi della realtà fattuale e delle conseguenze effettuali che da tali modus comportandi e vivendi ne sono conseguite.
  Le politiche di marketing delle multinazionali e le normative sulla brevettazione dei prodotti agroalimentari hanno contribuito a generare comportamenti sociali tendenti a produrre sempre più spreco e scarto alimentare. La cultura del riciclo, del riutilizzo alimentare, fatica non poco ad affermarsi rispetto al suo contrario. La sproporzione della produzione alimentare, senza che ciò abbia, nel corso degli ultimi quattro lustri, consentito di ridurre drasticamente il numero delle persone che nel mondo non hanno accesso alla nutrizione, ha, al contrario, polarizzato ulteriormente le fasce sociali del pianeta.
  Questa paradossale ipertrofia produttiva ha sull'ambiente impatti devastanti e, se non fermata per tempo, irreversibili. Infatti, da recenti studi è emerso che per produrre un chilogrammo di cibo si immetteno in atmosfera in media 4,5 chilogrammi di CO2, che in Europa si producono 170 milioni di tonnellate di CO2 equivalente/anno, ripartiti tra industria agroalimentare, prodotti non raccolti nei campi, consumo domestico. Si pensi, ad esempio, che in alcuni Paesi europei, tra cui l'Inghilterra, il 30 per cento della produzione orticola non viene raccolta, produzione che corrisponde a uno spreco di 550 milioni di metri cubi di acqua.
  Nell'immaginario collettivo dei Paesi cosiddetti «ricchi» l'educazione alimentare, Pag. 58erroneamente, si traduce in performanti diete, o nuovi costumi alimentari, che spesso si rivelano dannosi per l'organismo umano, con ricadute sulla spesa sanitaria che diventa crescente, a fronte di nuove patologie connesse all'alimentazione.
  Il tema della scarsità delle risorse naturali, che deve, dovrebbe, essere centrale nell'agenda politica di questo millennio, è vissuto, il più delle volte, come un mero esercizio percettivo. I dati sullo spreco di cibo nei Paesi industrializzati (Nord America ed Europa in primis) sono impressionanti e scandalosi: 222 milioni di tonnellate all'anno, ossia il corrispettivo della produzione alimentare disponibile nell'Africa subsahariana, che è di 230 milioni di tonnellate.
  A contribuire ulteriormente alla cultura dello scarto alimentare a valle e alla produzione delle eccedenze a monte è il disallineamento tra la domanda e l'offerta e la non conformità del prodotto agli standard di mercato. Tanto per fare degli esempi: la calibratura della frutta; l'aspetto della verdura, che non deve presentare macchie o quant'altro possa far percepire – ma soltanto percepire – all'acquirente la non salubrità del prodotto; le pratiche commerciali, che incoraggiano i consumatori a comprare più cibo di quello di cui hanno effettivamente bisogno.
  Un altro motivo dello spreco è da imputare alle etichette che indicano la data di scadenza. Sarebbe corretto, e noi riteniamo che sia necessario, porre in etichetta la doppia scadenza: il termine minimo di conservazione, che si riferisce alle caratteristiche qualitative del prodotto – quello cosiddetto «preferibilmente entro» –, cioè una data di scadenza commerciale del prodotto, e la data di scadenza vera e propria – il cosiddetto «da consumarsi entro» –, che è relativa alla salubrità del prodotto alimentare; questo al fine di evitare confusione sulla commestibilità del cibo.
  Da ultimo, i cibi prossimi alla scadenza e i packaging danneggiati dei prodotti alimentari dovrebbero essere venduti a prezzi scontati, al fine di renderli economicamente più accessibili alle persone bisognose.
  Colleghi, se la FAO stima che, a livello mondiale, la quantità di cibo che finisce tra i rifiuti ammonta a 1,3 miliardi di tonnellate e che 925 milioni di persone nel mondo sono a rischio di vita per la denutrizione, vuol dire che, oggettivamente, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, incluso quello di dimezzare la fame e la povertà entro il 2015, è ancora lontano. Per questi motivi abbiamo presentato una nostra mozione che impegna il Governo e abbiamo sollecitato, in questi giorni e in queste ore, le altre forze politiche ad assumere un'azione unitaria del Parlamento e l'abbiamo condivisa.
  In modo particolare riteniamo importanti, di questa mozione unitaria che andremo a votare, i seguenti punti: quello che il Governo si adoperi in sede europea al fine di sostenere il 2015 quale anno europeo della lotta allo spreco alimentare, un impegno che è stato disatteso in sede europea; pertanto, a farsi promotore, sempre in ambito europeo ed in particolare nel semestre di Presidenza italiana, dell'istituzione della cosiddetta comunità della conoscenza e dell'innovazione per l'alimentazione, incentrata sulla prevenzione dello spreco di cibo e sull'educazione alimentare; e ancora: sull'educazione alimentare, a promuovere, a partire dal prossimo anno scolastico, nella scuola dell'obbligo, iniziative appunto di educazione e gestione ecosostenibile delle risorse naturali.
  Quanto agli ultimi due punti, citando per noi quelli più importanti, ovviamente, perché la mozione contiene molti impegni al Governo, tutti significativi e da noi condivisibili, però voglio segnalare quello finalizzato ad utilizzare i finanziamenti previsti dal fondo di aiuti europei agli indigenti per la prosecuzione del programma di distribuzione di alimenti a soggetti indigenti, quello svolto dall'AGEA in concorso con le organizzazioni caritative; e, per ultimo, il punto che noi riteniamo importante è quello di introdurre Pag. 59in campo agricolo misure normative volte alla valorizzazione degli alimenti non più commestibili, nell'ottica del riciclo delle materie prodotte.
  Per questi motivi, noi voteremo la mozione unitaria e speriamo che la voce unita del Parlamento porti il Governo ad una maggiore pratica incisiva su questo tema, che è veramente grosso e ad oggi, dati i numeri, particolarmente scandaloso (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Signor Presidente, il provvedimento all'esame dell'Aula, che si avvia alla conclusione con il voto finale, denota che, nel momento in cui le diverse forze politiche, appartenenti a differenti visioni dell'economia e della società, si uniscono in un unico fronte comune per convergere sull'adozione di misure idonee a fronteggiare quella che rappresenta una vera e propria emergenza sociale per il nostro Paese, è possibile scrivere una buona pagina di politica, nonostante gli scontri, spesso esageratamente accesi e violenti, che stanno caratterizzando questa legislatura, non facciano apparire le cose in tal modo.
  La crisi economica che negli ultimi anni si è abbattuta sull'Italia e che ha colpito maggiormente le fasce sociali più deboli, ha determinato il passaggio alla povertà di numerose persone che prima si trovavano in una fascia di reddito medio-bassa, producendo anche nuove forme di povertà sociale mai riscontrate nel nostro Paese in precedenza.
  In questo ambito, così come rilevato da numerose analisi, da ultima quella della Banca d'Italia, la soglia di povertà in Italia è in continuo aumento. L'emergenza alimentare pertanto rappresenta, nel nostro Paese, un vero e proprio allarme sociale, che si muove nel solco di una recessione le cui conseguenze gravano in primis proprio sull'intensità del disagio economico nostrano.
  L'altra faccia della medaglia, all'interno di questo scenario, è rappresentata dai 6 milioni di tonnellate annue di eccedenze generate proprio dalla filiera agroalimentare – per un valore, guardate, di 13 miliardi di euro – ed anche dagli oltre 5 milioni di tonnellate di spreco alimentare, che si aggiungono a queste. I numeri della ricerca realizzata dalla Fondazione per la sussidiarietà e dal Politecnico di Milano, in collaborazione con Nielsen Italia, testimoniano un piatto ricco di opportunità; eppure solo il 6,4 per cento dell'eccedenza viene donata ai food bank.
  Pertanto, con le mozioni presentate dai diversi gruppi parlamentari e, in particolare, con quella del nostro gruppo, quello di Forza Italia, si è voluto riproporre all'attenzione delle istituzioni, e soprattutto del Governo Renzi, una questione molto complessa, quella del fenomeno dello spreco alimentare, che rappresenta uno dei principali paradossi globali dell'epoca recente e, contemporaneamente, anche una sfida sempre più importante nell'attuale contesto di crisi economica globale.
  Il testo unitario, quindi, che ci apprestiamo a votare, ribadisce la ferma volontà di intervenire in maniera armonica proprio per sollecitare l'Esecutivo ad intervenire in maniera rapida di fronte ad un quadro complessivo tuttora grave. Lo spreco alimentare nel nostro Paese, come è stato rilevato nel corso della discussione sulle linee generali, è ancora molto forte. Ogni famiglia italiana spreca cibo per 1.700 euro l'anno, a fronte di una perdita nazionale di 1,3 miliardi di tonnellate di cibo.
  Pertanto, colleghi, nei confronti di questo fenomeno, che investe larga scala del pianeta e che solleva anche profondi interrogativi dal punto di vista sociale, possiamo e dobbiamo porre rimedio al più presto. Occorre, infatti, che le istituzioni internazionali ed anche i Governi mondiali intervengano attraverso un ripensamento delle politiche di sviluppo adottate e dei modelli di riorganizzazione su scala planetaria, per favorire nuove forme di solidarietà, di crescita economica e di redistribuzione Pag. 60delle risorse. È necessario prevedere una differenziazione delle dinamiche che caratterizzano lo spreco alimentare tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, al fine proprio di comprendere con maggiore efficacia il medesimo fenomeno socio-economico su scala mondiale. Se, infatti, l'arretratezza delle pratiche e anche delle tecniche agricole, che caratterizza la prima parte della filiera agroalimentare, o la mancanza di adeguate infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio, rappresentano le principali cause di perdite e di sprechi alimentari nei Paesi in via di sviluppo, in quelli industrializzati la quota maggiore degli sprechi avviene proprio nella fase finale della filiera agroalimentare, ovvero il consumo domestico e la ristorazione in particolare.
  Ricordo che la legislazione italiana, nell'ambito delle strategie volte a contrastare il grave fenomeno dello spreco alimentare, attraverso proprio l'articolo 58 del decreto-legge n. 83 del 2012, aveva previsto l'istituzione del Fondo per il finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti nel territorio della Repubblica italiana, fondo peraltro gestito dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). La regolamentazione del Fondo disponeva che gli aiuti alimentari erano distribuiti agli indigenti mediante organizzazioni caritatevoli, conformemente alle modalità previste anche dal regolamento comunitario n. 1234/2007. Il modello di distribuzione è quello contenuto nel programma di aiuti agli indigenti finanziato dall'Unione europea, in base al regolamento n. 807/2010, che reca proprio modalità di esecuzione delle forniture di derrate alimentari provenienti dalle scorte d'intervento a favore degli indigenti nell'Unione europea. Il predetto Fondo, rifinanziato con 10 milioni di euro, individuati dalla legge di stabilità per l'anno 2014, si è rivelato, però, complessivamente insufficiente nel gestire le attuali, gravissime esigenze che provengono proprio da una fascia di popolazione rilevante che si trova in grave difficoltà.
  Aggiungo, inoltre, che, nell'ambito della politica agricola comune dell'Unione europea, il programma europeo di aiuto alimentare agli indigenti è risultato uno strumento di sostegno pubblico rilevante ed apprezzato, nonostante le dimensioni complessive e le pratiche utilizzate evidenzino come la risoluzione del fenomeno permanga, però, in maniera estremamente grave a livello socio-economico.
  Pertanto, colleghi, avviandomi alla conclusione, le iniziative legislative avviate a livello nazionale e comunitario, volte a rivedere proprio le norme relative alle scadenze riportate sulle etichette dei prodotti alimentari, per ridurre drasticamente lo spreco di cibo entro il 2025, e a promuovere nuove campagne di sensibilizzazione, per informare il pubblico su come evitare lo spreco alimentare, appaiono tuttavia non sufficienti ad invertire la tendenza del fenomeno, la cui impostazione errata, tuttora esistente, necessita di adeguate politiche e strategie di contrasto, attraverso una revisione proprio dei modelli e dei metodi utilizzati, per acquistare idonee informazioni anche nei confronti dei Paesi più progrediti.
  L'auspicio e la speranza pertanto è che attraverso questi impegni, che abbiamo assunto tutti insieme, il Governo possa trarre spunto e si possa muovere proprio nella direzione che viene tracciata dalla mozione stessa che, ripeto, è una mozione unitaria che ci ha visto appunto uniti, consapevoli del fatto che questa è una sfida e una battaglia che in Italia ma nell'intero mondo deve essere vinta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, con questa mozione oggi parliamo di sprechi, sprechi alimentari. Parlare di sprechi però non significa parlare solo del cibo che va a finire nella spazzatura, ma significa parlare di ambiente, agricoltura, educazione, salute, economia.Pag. 61
  Gli sprechi alimentari sono il paradosso di un mondo alla rovescia, dove 870 milioni di persone soffrono di malnutrizione, 500 milioni non hanno accesso all'acqua potabile e un miliardo di persone si ammala per cause connesse all'eccessiva alimentazione.
  Tra i dati registrati quello riferito all'entità dello spreco alimentare mondiale è indubbiamente allarmante. I dati più gravi riguardano gli Stati Uniti, ma anche in Europa e in Italia si registra una dimensione grave. C’è una relazione profonda tra gli sprechi ed un modello di sviluppo distorsivo e sbagliato, basato su un consumo frenetico di risorse, un modello di consumi massificato e standardizzato. E il problema dello spreco alimentare è quindi da ritenersi strettamente connesso alle politiche economiche e di marketing che hanno prodotti azioni e comportamenti distorsivi e senza la minima percezione delle conseguenze che avrebbero comportato. Per produrre tutto il cibo che buttiamo via, ogni anno in Italia sprechiamo più di 1.200 milioni di metri cubi d'acqua; 24,5 milioni di tonnellate di CO2, pari a circa il 20 per cento delle emissioni di gas serra del settore dei trasporti; il 36 per cento dell'azoto dei fertilizzanti, utilizzati inutilmente, con tutti gli impianti e i costi ambientali che ne conseguono.
  Le stime indicano che a livello europeo la quantità di cibo sprecato ogni anno ammonta a 89 milioni di tonnellate, 180 chilogrammi pro capite, così distribuiti: il 42 per cento nell'uso domestico, il 39 per cento nella fase di produzione, il 14 per cento nella fase di ristorazione e il 5 per cento nella fase di vendita all'ingrosso ed al dettaglio. La situazione italiana è sotto la media europea, ma non meno allarmante. In Italia ci fermiamo a 149 chili a testa di alimenti buttati, soprattutto prodotti freschi, e ogni famiglia italiana spreca in media una quantità di cibo del valore di 454 euro.
  Per contrastare gli sprechi alimentari, nel gennaio 2012, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per adottare misure urgenti per dimezzare i quantitativi di cibo che finiscono nei rifiuti entro il 2015, cercando al contempo di migliorare l'accesso al cibo per i cittadini più vulnerabili, promuovendo relazioni dirette tra produttori e consumatori, accorciando la catena dell'approvvigionamento alimentare ed invitando tutti i soggetti coinvolti ad una maggiore condivisione e responsabilità. Fondamentale sarà ridurre gli sprechi a monte, ad esempio inserendo la data più appropriata per il consumo o le vendite scontate di prodotti in scadenza o solo danneggiati e il Ministero dell'ambiente ha adottato, ad ottobre 2013, il piano nazionale di prevenzione dei rifiuti, all'interno del quale è stato inserito il piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, del cui percorso abbiamo chiesto al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di venire a riferire entro la fine del 2014.
  Fondamentali sono l'educazione alimentare e la promozione di iniziative di sensibilizzazione sul tema degli sprechi, anche in collaborazione con le scuole, in modo tale da rendere consapevole il consumatore degli sprechi di cibo, acqua ed energia e sul loro impatto socio-economico e ambientale.
  Un punto fondamentale della mozione prevede di rivedere le regole che disciplinano gli appalti pubblici per i servizi di ristorazione, privilegiando le imprese attente alla riduzione a monte degli sprechi. Nella ristorazione collettiva lo spreco deriva in gran parte da errate impostazioni dei menu, capitolati di gara mal impostati come, ad esempio, nella ristorazione ospedaliera dove le organizzazioni di settore registrano che le inefficienze dei capitolati fanno registrare picchi dal 25 al 40 per cento in alcune strutture ospedaliere.
  Si chiede, quindi, di avvantaggiare le aziende che mettono in atto misure per ridurre lo spreco, ponendo particolare attenzione alla grammatura, al contenuto calorico e con una programmazione adeguata dei consumi effettivi. Si chiede di rivedere le norme vigenti, ad esempio per il ritiro diretto del pane prodotto in eccedenza da parte delle organizzazioni caritatevoli a fine della distribuzione gratuita.Pag. 62
  Noi voteremo «sì» a questa mozione unitaria, ma non possiamo fare a meno di notare che in alcune mozioni si parlava di Expo come un'occasione unica e un evento eccezionale per poter parlare di risorse alimentari e nutrizione. In effetti, con lo slogan «nutrire il pianeta» si poteva pensare davvero ad affrontare una delle sfide cruciali per il futuro del nostro pianeta: quella della nutrizione, di garantire cibo sano ad una popolazione crescita, come affrontare il binomio obesità/malnutrizione, mentre, fino ad ora, abbiamo saputo dare solo l'esempio di come nutrire la corruzione e le infiltrazioni mafiose con gli appalti del cemento e del movimento terra.
  Non è ammissibile parlare di alimentazione sostenibile, diritto ad un'alimentazione sana, sicura e sufficiente, sventolando, invece, nella megaesposizione milanese le bandiere delle multinazionali Coca Cola, Mc Donald's e Monsanto. Per nutrire il pianeta basterebbe cominciare a dire «no» alla speculazione dei grandi eventi e delle grandi opere e sostenere, invece, la nostra agricoltura, il rispetto dell'ambiente, la biodiversità e la specificità dei territori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, ho sentito le dichiarazioni dei colleghi: hanno utilizzato i termini «eccedenze», «surplus», «invenduto», «spreco», ma qualunque termine scegliamo per definire gli alimenti che finiscono tra i rifiuti si tratta di prodotti che per essere tali hanno richiesto acqua, energia, tempo, terra, risorse naturali, magari anche prodotti chimici e inquinanti, e che per essere trasformati, trasportati e distribuiti hanno richiesto carburanti e un'altra serie di prodotti inquinanti. La produzione di questi alimenti ha prodotto emissioni, il loro acquisto ha necessitato di risorse economiche, la loro conservazione ha consumato energia; e, poi, sono diventati rifiuto e, dal quel momento in poi, hanno riaperto un ciclo di consumo di altre risorse.
  È stato detto che ci troviamo di fronte ad uno degli scandali più paradossali del nostro tempo: come è possibile che in una crisi economica e sociale senza precedenti ci possiamo permettere di gettare via tanto cibo ? Si tratta, secondo le stime, di circa un miliardo e tre tonnellate ogni anno. Un terzo della produzione totale di cibo è destinato al consumo umano. Detto in altri termini, il 43 per cento dell'equivalente calorico dei prodotti coltivati a scopo alimentare a livello globale viene direttamente buttato via.
  C’è un aspetto etico insopportabile: una montagna di alimenti viene sottratta all'alimentazione umana, mentre quasi 900 milioni di persone soffrono la fame in modo drammatico. Certo, si tratta di un paradosso di un mondo che continua a produrre cibo in grande quantità e ne getta via quasi un terzo, mentre c’è un mondo che soffre la denutrizione: un mondo, da una parte, impregnato ormai da una sorta di feticismo del cibo – basti vedere quante trasmissioni di aspiranti cuochi o cuochi ci sono in TV –, ma, allo stesso tempo, un mondo malato da patologie alimentari, in cui sempre più individui soffrono di obesità e sovrappeso e, dall'altra parte, un mondo in cui 200 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di ritardi nella crescita come conseguenza di una denutrizione cronica infantile e materna, in cui la denutrizione contribuisce a determinare più di un terzo del totale dei decessi dei bambini sotto i cinque anni.
  Questo paradosso di un mondo che iperconsuma calorie in spazzatura o in alimentazione patologica si accompagna ad un altro macroparadosso che riguarda la produzione alimentare: quello che vede le persone in competizione con gli animali e le automobili per il consumo della produzione agricola. Oggi un terzo della produzione cerealicola mondiale è utilizzata per sfamare 3 miliardi di capi di bestiame, a scapito del miliardo di uomini, donne e bambini che non riescono a nutrirsi adeguatamente. Nei soli Stati Uniti, il 43 per Pag. 63cento del raccolto totale di mais è utilizzato per la produzione di biocarburanti per i mezzi di trasporto.
  Tali questioni non potevano non essere la causa di quella che è una vera e propria crisi alimentare che oltre l'aspetto etico paventa una vera e propria crisi di sistema che rende tale impostazione non più sostenibile e che richiede un cambio di rotta nel sistema agroalimentare, nei comportamenti dei cittadini e nelle politiche pubbliche. La soluzione, dunque, è complessa perché dipende dal comportamento di moltissimi attori. La soluzione non potrà arrivare da un singolo Paese o da un singolo soggetto pubblico o privato che sia, ma bisogna che ogni Stato faccia la sua parte. È ora che l'Italia affronti seriamente la questione; tutti gli anelli della filiera agroalimentare sono coinvolti, produzione agricola, industriale, agroalimentare, distribuzione all'ingrosso e al dettaglio, ristorazione; molto si perde e si spreca in quella filiera.
  Prima di una spending review e, forse, più di una spending review, avremmo bisogno di una wasting review che affronti il tema dello spreco del cibo e delle risorse per produrlo. Questa mozione, la mozione presentata dal PD e confluita in quella unitaria, intende portare all'attenzione del Parlamento e del Governo la necessità di un lavoro da intraprendere. Si tratta di un impegno innanzitutto politico, poi economico e sociale che passa necessariamente dalla comprensione delle questioni fondamentali, dove, quanto e perché si spreca, e dalla messa a punto degli strumenti necessari per intervenire sulle cause – la prevenzione – per mitigare gli impatti e per monitorare l'efficienza delle iniziative intraprese.
  Segnaliamo, innanzitutto, la necessità di un sistema in grado di sostenere modelli agricoli sostenibili e strategie del prodotto agricolo che tengano conto della gestione delle eccedenze e che prevedano trasformazione – penso, per quello che riguarda la frutta, ai succhi e alle marmellate – e poi di promuovere politiche nelle maggiori catene distributive che riducano lo spreco attraverso un porzionamento adeguato, attraverso informazioni al consumatore e un packaging meno impattante.
  Particolare attenzione richiediamo in questa mozione verso il tema degli appalti pubblici, delle grandi mense, affinché i capitolati di aggiudicazione prevedano misure di valutazione degli sprechi alimentari. Certamente le politiche nazionali non possono essere sganciate dalle politiche comunitarie; si chiede a tal fine che si consolidi sempre più nell'agenda europea il tema dello spreco alimentare. È di questi giorni la discussione sull'eventualità dell'eliminazione della data di scadenza degli alimenti. Noi non siamo pregiudizialmente contro quella possibilità, pensiamo che però debba essere discussa in Parlamento. Noi crediamo che questa mozione possa e debba portare all'attenzione pubblica quello che è un tema sempre più importante; non possiamo non affrontare in questa fase la questione e crediamo che debba assumere particolare attenzione pubblica. Per questo noi valutiamo positivamente e diamo parere positivo alla mozione unitaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Adesso, un minuto all'onorevole Totaro, per recuperare il mancato intervento.
  Prego, ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Presidente, volevo dichiarare a nome del gruppo Fratelli d'Italia che voteremo a favore della mozione unitaria contro lo spreco alimentare. Tra l'altro, questa mozione è stata seguita in Commissione dal collega Rampelli che doveva, appunto, intervenire oggi qui in Aula, ma è stato allontanato per altri motivi. Quindi, io sono qui a esprimere la mia dichiarazione di voto e a chiedere che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.Pag. 64
  Per lo stesso motivo, un minuto all'onorevole Santerini.
  Prego, ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Presidente, anche noi dichiariamo il nostro voto favorevole a questa mozione, perché lo spreco di cibo non è soltanto un problema ambientale, è soprattutto un problema etico. Quello che il gruppo Per l'Italia ha voluto mettere in evidenza era proprio la connessione tra l'enorme scandalo dello spreco di cibo – milioni di tonnellate – con la distribuzione degli aiuti alimentari, soprattutto da effettuare attraverso la rete del no profit. Cioè noi crediamo che non basti rammaricarsi sullo spreco che avviene per il 40 per cento nella catena agroalimentare industriale, non solo a casa, ma occorre procedere in tutte le esperienze di recupero e soprattutto di distribuzione.
  Abbiamo quindi invitato il Governo ad utilizzare i programmi operativi europei per continuare ad attivare questa rete di sostegno, che permette la distribuzione agli indigenti.
  Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Avverto che la mozione n. 1-00482 è stata sottoscritta anche dall'onorevole Pastorelli, che ha contestualmente ritirato la sua risoluzione n. 6-00074.

(Votazione)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fiorio, Gagnarli, Faenzi, Franco Bordo, Dorina Bianchi, Catania, Caon, Rampelli, Schullian, Zaccagnini, Pastorelli ed altri n. 1-00482, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, D'Uva, Chimienti, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  352   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato   352.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

In morte dell'onorevole Luciano Radi.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Luciano Radi, già membro della Camera dei deputati dalla III alla X legislatura e già Questore della Camera dei deputati nella IX legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 31 maggio 2014, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite VII (Cultura) e X (Attività produttive):

   «Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo» (2426) – Parere delle Commissioni I, II, III, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, Pag. 65del Regolamento), IX, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,45).

  SUSANNA CENNI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SUSANNA CENNI. Signora Presidente, colleghi, ho chiesto la parola in Aula...

  PRESIDENTE. Colleghi, un po’ di silenzio per consentire lo svolgimento di questi interventi di fine seduta. Chi deve lasciare l'Aula lo faccia, ma silenziosamente. Prego, onorevole Cenni.

  SUSANNA CENNI. Ho chiesto la parola per denunciare un fatto molto grave che riguarda la candidata del Partito Democratico e di tutto il centrosinistra alla carica di sindaco del comune di Colle Val d'Elsa. Questa donna, questa giovane donna, Miriana Bucalossi, è stata oggetto di gravi minacce ieri sera. Poco prima delle 20, a margine di un incontro elettorale in una piazza del centro storico Miriana viene chiamata dal telefono del bar. C’è una voce maschile dall'altra parte del telefono: «Sei Miriana ? Tu non farai mai il sindaco, non vincerai, ma sappi che se tu vincessi ti consiglio di dimetterti perché altrimenti c’è una bottiglia di acido che ti aspetta ». Queste le parole, gravi che sono state pronunciate ieri sera, come dicevo. Ovviamente il fatto è stato immediatamente denunciato alle Forze dell'ordine, che stanno indagando sul grave episodio. In questo comune ci sarà il ballottaggio la prossima domenica; da una parte c’è questa candidata appoggiata dal centrosinistra e dall'altra una lista civica. Io mi auguro che le Forze dell'ordine che stanno indagando sull'accaduto facciano luce velocemente.
  In queste ore a Miriana stanno giungendo numerosissimi attestati di affetto, di solidarietà, fortissima è stata la condanna, le prese di posizione del Presidente della regione Toscana, Rossi, del segretario regionale, Parrini del Partito Democratico ma di molte forze politiche locali. Vede, Presidente, la mia provincia è una realtà che continua ad essere, per fortuna, caratterizzata da un alto livello di civismo, in cui raramente le comunità locali, le persone sono state interessate da episodi di questa natura e certamente mai ciò è avvenuto dentro un comportamento elettorale.
  Desidero però sottolineare la gravità, l'anomalia e la natura violenta, vile, sessista di quanto è accaduto. Una minaccia – quella dell'uso dell'acido contro una donna – che ci rimanda purtroppo a vicende pesantissime come quella di Lucia Annibali, terribilmente divenute note alle cronache di questo Paese...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  SUSANNA CENNI. La minaccia dell'uso di questa arma è propria di metodi mafiosi o di cieco fondamentalismo oppure di violenza femminicida. Desidero, pertanto, esprimere, a nome del gruppo del Partito Democratico, la solidarietà e la massima condanna per questa grave vicenda e chiedere ovviamente a lei, Presidente, e a tutti gruppi di fare altrettanto, ma soprattutto di non abbassare mai la guardia, perché episodi di questo tipo non possono essere ricondotti alla categoria delle bravate (Generali applausi).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cenni. Credo che l'applauso dell'Aula sia una chiara volontà di sostegno alla sua richiesta.

  SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

Pag. 66

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, un intervento molto breve quanto doloroso per denunciare l'avvenuto ritrovamento del cadavere di una giornalista in Libia. L'ennesima vittima dell'informazione in questo Paese. Si tratta in questo caso di Nassiba Karnaf che lavorava in una televisione libica, Al Wataniya, e per ricordare che il sindacato generale dei giornalisti libici ha rivolto un appello ed esortato il Congresso nazionale e il Governo ad adottare misure di protezione per i giornalisti.
  Voglio ricordare che questa giovane, valorosa operatrice dell'informazione è stata rapita all'uscita dalla redazione il 26 maggio e che nei giorni precedenti un collega della giornalista a sua volta aveva perso la vita per aver denunciato le Milizie islamiche e alcune forme di islamismo esasperato.
  Ecco, i giornalisti denunciano un clima ormai insopportabile in questo Paese, dove pare che davvero si sia persa completamente la possibilità di Governo e tra l'altro dove pagano con la vita ormai sostanzialmente i cittadini. Vorrei rivolgere un appello a lei perché anche riferisse al Governo e si facesse parte attiva presso la Ministra Mogherini perché sulla vicenda libica l'attenzione del Governo italiano rimanga sempre e aumenti di attenzione e di intensità.
  Non possiamo tacere che, quando si cominciano a sopprimere le voci dell'informazione, la situazione è evidentemente gravissima dal punto di vista dei minimi della democrazia.

  TIZIANA CIPRINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, dal 29 maggio al primo giugno si è tenuto il consueto meeting del gruppo Bilderberg a Copenaghen, ma nessun Tg ne ha parlato. Eppure, 120 uomini tra i più potenti del mondo che si muovono dai loro rispettivi paesi per incontrarsi, dovrebbero fare notizia. Di cosa parlino questi potenti del mondo non è dato sapere. I lavori sono privati e riservati, perché, sostengono gli organizzatori, che «gli affari si concludono meglio in silenzio». Anche sul sito ufficiale del meeting sono riportate poche informazioni, assenza totale dei temi trattati. Tra le poche informazioni si legge che il meeting serve a favorire il dialogo tra Europa e Nord-America e che i partecipanti vengono invitati perché possono offrire un differente punto di vista. Ma quali differenti punti di vista se le consorterie affaristico-massoniche che vi partecipano sono sempre le stesse, se gli eredi delle famiglie più potenti del mondo, come i Rockfeller, non mancano mai, così come gli uomini più potenti dell'alta finanza speculativa, delle banche centrali, delle multinazionali, dei Governi ? Il gruppo Bilderberg è un governo ombra mondiale, che decide in totale segreto le sorti del Paese, commissariandone la sovranità e pianificando eventi che successivamente appariranno come casuali. Sarà per questo che, nel giugno 2011, si tenne a Saint Moritz la riunione ufficiale del Club Bilderberg, alla presenza dell’habitué Monti e poi, a novembre, fu scelto come Presidente del Consiglio tecnico in Italia. E anche questa volta al meeting era presente di nuovo Monti, assieme a Elkann e Bernabè, il super manager dagli schedari attivi. Ebbene, il senatore a vita Monti, l'unto da Napolitano, nonché politico impostore in quanto imposto dalla finanza internazionale, venga a riferire in Parlamento e ci illustri l'agenda geopolitica dei suoi mandanti e le sorti riservate all'Italia; Monti che, intanto, afferma soddisfatto che la linea politica del Governo Renzi è la sua stessa linea di Governo. Ricordo a tutti che questi signori stanno operando contro la legge 17 del 1982, la Anselmi, in quanto il Bildberg, in base all'articolo 1, si configura come associazione segreta che interferisce sulle funzioni di governo e pertanto è vietata dall'articolo 18 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  TIZIANO ARLOTTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 67

  TIZIANO ARLOTTI. Signor Presidente, il 2 giugno del 1954 il maestro Secondo Casadei scriveva «Romagna mia», il celebre valzer divenuto in breve tempo un successo nazionale e internazionale. Vero e proprio inno della Romagna, «Romagna mia» entra a buon diritto fra i brani che hanno fatto la storia della musica popolare in Italia e nel mondo, con 5 milioni di copie del brano vendute nonché il pezzo più eseguito. Da sabato 31 maggio sono iniziate le celebrazioni del sessantesimo anniversario di «Romagna mia» e proseguiranno per tutta l'estate in Romagna, in Italia e anche all'estero. La popolarità di questo vero e proprio inno della Romagna è altresì stata amplificata dalle innumerevoli esecuzioni e dagli adattamenti degli interpreti più famosi che nel corso dei suoi sessant'anni di vita hanno fatto conoscere al pubblico un genere musicale che ha varcato i confini della Romagna per diventare un fenomeno culturale. «Romagna mia» appartiene davvero al patrimonio culturale del nostro Paese, è una canzone universale e celebrarne i sessant'anni significa non solo festeggiare una canzone popolare ma soprattutto riconoscerne gli aspetti culturali legati al linguaggio, alla poesia, all'appartenenza ad una terra. Non a caso, trasmissioni in passato hanno dedicato cicli di puntate alle origini del liscio e alla sua evoluzione attraverso le sue figure fondamentali, come appunto Secondo Casadei.
  Il Corriere della Sera del 22 maggio 2004, in occasione del cinquantenario di «Romagna mia», riportava le parole del cardinale Ersilio Tonini, ricordando lo stupore del cardinal Casaroli che, dopo il viaggio di Papa Giovanni Paolo II a Forlì, chiese cosa fosse successo al Papa dal momento che al ritorno a Roma fu sentito spesso canticchiare proprio «Romagna mia». Il maestro Secondo Casadei, che fu ribattezzato lo «Strauss di Romagna», può essere considerato – vado a concludere – ambasciatore della cultura e del turismo romagnolo nel mondo e ancora oggi le edizioni musicali Casadei sonore sono custodi preziose di oltre mille composizioni del maestro.
  Credo sia perciò doveroso che il Ministero dei beni culturali, anche in collaborazione con la rete degli istituti italiani di cultura e le ambasciate d'Italia all'estero, dia il giusto risalto alla celebrazione del sessantesimo anniversario di «Romagna mia», così come la RAI, attraverso i propri canali radiotelevisivi, anche se sollecitata, ad oggi non mi sembra che abbia dato risposta.

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  DAVIDE MATTIELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE MATTIELLO. Signor Presidente, ci sono oltre 5 mila 800 persone che in questo momento hanno tirato un sospiro di sollievo: sono i testimoni di giustizia, i collaboratori di giustizia e i loro familiari. Molti di questi sono bambini molto piccoli. Sono persone che per motivi diversi, con percorsi differenti e irriducibili hanno però in comune di aver messo la propria vita nelle mani dello Stato.
  Queste persone, oltre 5 mila 800, hanno tirato un sospiro di sollievo perché finalmente, dopo tre mesi di attesa, il Ministro dell'interno Alfano ha firmato quella delega che consentirà al Viceministro Bubbico di presiedere la Commissione centrale presso il Ministero dell'interno, che è l'organismo dal quale dipendono tutti questi destini.
  Ecco, siamo lieti di questa novità tanto attesa e vogliamo assicurare anche da parte nostra come parlamentari il massimo dell'attenzione per i lavori della Commissione centrale e del servizio centrale: persone dedite, che hanno molto a cuore come noi la vita di queste persone. Il massimo dell'attenzione e il massimo della collaborazione perché, quanto prima, soprattutto le situazioni più delicate – e ce ne sono diverse – vengano affrontate e risolte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

Pag. 68

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, si è tolta la vita l'operaia anti-suicidi della Fiat. Così è stata definita. Maria, in un'intervista, dopo il suicidio di un altro nostro collega disse: «Dal mio terrazzo vedo la Fiat e penso che lì ho speso venti anni della mia vita. Non si può continuare a vivere per anni sul ciglio del burrone».
  Ai suoi funerali, gli amici di lavoro, eravamo lì, ma anche in questa triste occasione eravamo in pochi. Mi sarei aspettato la presenza di colleghi della finizione visto che entrambi lavoravamo lì, e di rappresentanti dei lavoratori di FIM, FIOM e UILM, di Fiat, almeno in segno di rispetto nei confronti di una persona che aveva compiuto un tale gesto, ma niente, anche in quell'occasione, eravamo solo noi di Nola e tre amiche di Pomigliano, gli stessi che eravamo al funerale di Pino De Crescenzo, altro collega che si tolse la vita.
  Eppure, a parole sono stati in tanti a dimostrare la loro solidarietà, ma nei fatti anche nel suo ultimo viaggio, ad accompagnarla, un gruppo di amici di Nola: sono stati loro che hanno voluto portare la sua bara. Non so se la loro assenza sia dovuta a rimorsi, a sensi di colpa, o semplicemente a disinteresse.
  Una partecipazione commovente e intensa, forse ancora incredula per la notizia scioccante da molti appresa con sgomento in maniera del tutto imprevedibile.
  Ricordo la bellezza dei suoi versi che amava scrivere, la sua unica arma era la sua penna, ma la vita cambia quando le certezze vengono a mancare, quando altri giocano con la tua pelle, quando decidono della tua vita, quando chi con le sue azioni ti conduce sull'orlo della disperazione, del baratro.
  Ti trasformano non solo mentalmente e nello spirito, ma anche fisicamente. Ricordo quando sei entrata in Fiat: eri un fiore, capelli biondi, portamento fiero e dignitoso, ed è proprio così che ti ricorderemo, perché sarai sempre con noi e continueremo la tua lotta, la nostra lotta per riavere giustizia.
  La tua è stata una morte provocata – sì, proprio così – provocata da chi in questi anni ci ha escluso dal mondo del lavoro, isolandoci e distruggendoci all'interno, da chi con le sua complicità ha permesso che ci violentassero e ci distruggessero. Sono complici di un «delitto» e questi signori dovrebbero essere processati per «istigazione al suicidio».
  Basta ! Se avete un po’ di dignità e di rispetto della vita umana, dovete fermarvi, dovete porre fine a queste stragi. Dopo tutto, non chiediamo altro di rientrare nella nostra fabbrica, di essere uguali agli altri – e concludo – di poter avere un po’ di giustizia e di non essere discriminati.
  Dopo tutto, chiediamo di poter continuare a vivere in modo dignitoso. Noi non vogliamo sussidi o essere mantenuti, noi vogliamo essere trattati come tutti gli altri lavoratori Fiat di Pomigliano. Siamo stanchi di assistere ai nostri funerali, ciao, amica, sarai sempre con noi... Tommaso Pirozzi, in ricordo di Maria Baratto.

  SILVIA CHIMIENTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, dal momento che oggi abbiamo analizzato l'ennesimo decreto emergenziale sulla scuola, vorrei denunciare con forza in quest'Aula quanto avvenuto poco prima delle elezioni europee.
  A ventiquattro ore dalle elezioni europee, il MIUR ha emanato un decreto che prevede la prossima assunzione di circa 7 mila idonei non vincitori del concorso a cattedra del 2012, a fronte dei 40 mila idonei non vincitori di vecchi concorsi. Come se non bastassero le guerre tra precari già esistenti, causate da una gestione cieca e inefficiente del sistema di reclutamento docenti. Come da prassi, invece di studiare un piano organico di immissione in ruolo, che garantisca la fine del contenzioso e delle disparità di trattamento, si procede ad una manovra calata dall'alto, settoriale e per di più contempistiche Pag. 69assai dubbie, che fanno pensare alla consolidata abitudine del voto di scambio.
  Il MoVimento 5 Stelle sta studiando la questione, che è molto complessa da un punto di vista giuridico. Ma, a prescindere dalle norme, ci chiediamo se, in generale, sia opportuno fare venire meno la certezza del diritto, modificando i bandi dopo lo svolgimento dei concorsi. Il MoVimento 5 Stelle vuole porre fine, una volta per tutte, ai giochetti elettorali e alle disparità di trattamento. Noi vogliamo nuove assunzioni e siamo gli unici ad avere lottato concretamente per un piano quinquennale di immissione in ruolo di tutti i precari in possesso di determinati requisiti.
  Come è possibile che in quest'Aula si parli di scuola solo quando si deve porre rimedio a errori e contraddizioni del passato, dovute a una totale mancanza di progettazione sui temi dell'istruzione, e non si pensi mai al futuro ? Noi del MoVimento 5 Stelle vorremmo finalmente parlare di una visione futura, di didattica, di pedagogia, di reclutamento, di edilizia, di bisogni educativi speciali, di risorse da destinare al sistema di istruzione, che da anni viene solo e sempre svilito con tagli lineari e considerato un capitolo di spesa inutile. Invece, ci ritroviamo ogni volta a disquisire su come tamponare emergenze che riguardano la vita delle persone e la stessa sopravvivenza dei servizi essenziali connessi con il sistema di istruzione.
  Esigiamo, quindi, dal Governo serietà e condivisione con il mondo della scuola e con le Commissioni parlamentari competenti. Non si può continuare con queste misure spot e con provvedimenti tampone, che fanno contento qualcuno e scontentano qualcun altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, mercoledì 28 maggio, sulla strada statale n. 170 Barletta-Andria è morto, investito, Karim Noar, di 29 anni, cittadino del Marocco. Se la salma di Karim oggi ha un nome è grazie alla procedura di riconoscimento effettuata all'ospedale di Barletta da don Geremia Acri, che è il direttore della casa accoglienza «Santa Maria Goretti» di Andria.
  Voglio lasciare quest'Aula con queste parole, proprio di don Geremia, che dice: «Il riconoscimento di Karim è stato un momento molto duro per me, sia per l'affetto che mi lega a tutte le persone che accorrono a casa accoglienza, sia per l'amarezza di constatare una spaventosa perdita di umanità in tutti noi. Davanti al suo corpo disteso ho pensato alla mia fine. Non c'era nessuno a piangere quella morte, nessuno a ricomporre quel corpo, nessuno che lo lavasse, nessuno che lo vestisse, che gli rendesse la dignità che si deve ad un defunto. Questo ragazzo restava così, solo, un migrante, per qualcuno un essere di «serie B». E in cosa sono diverso da quest'uomo ? Cosa sarei se perdessi tutto ? Perché per questi invisibili nessuno ha le lacrime ? Dov’è il valore della vita umana nei nostri discorsi ? Ci resta, oramai, solo odio e il miraggio di soluzioni che non abbiamo. Non abbiamo la volontà di entrare, in punta di piedi, nelle vite degli altri. Si è tornati a fare la guerra tra poveri. L'altra sera, in casa accoglienza, un andriese, giustamente arrabbiato perché senza lavoro, ha dato del «bastardo nero» a Felix, un ragazzo splendido, proveniente dal Ghana, che non farebbe male nemmeno ad una mosca. Non possiamo permettere più che questo avvenga. Vediamo un nome scritto, una diagnosi, una croce, senza mai avere un volto oramai davanti a noi, un uomo in carne ed ossa. Allora, abbiamo portato questi uomini negli uffici, davanti a quei funzionari che però, poi, scoppiano in lacrime. Così, mentre ero in quella sala di morte per Karim, ho visto la speranza negli occhi dei bambini che tornavano dal Congo. Nessun extracomunitario, solo innocenti bambini, Presidente. «Anche Karim, Pag. 70qualche anno, fa è stato un bambino, eppure non l'abbiamo amato, non l'abbiamo accettato».
  E, allora, concludo con le parole di don Geremia dicendo: ma che fine ha fatto l'uomo, Presidente ? Che cosa siamo diventati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, lunedì 26 maggio, la scorsa settimana, è stato pubblicato un nuovo rapporto della Commissione europea sullo stato di avanzamento dell'Agenda digitale europea. Questi gli esiti della situazione italiana: le connessioni superiori a 30 Megabit hanno solo il 21 per cento di penetrazione nel territorio nazionale, a fronte di una media europea del 62 per cento delle abitazioni raggiunte; è sostanzialmente assente la connessione superiore a 100 Megabit; solo il 56 per cento della popolazione italiana utilizza Internet, a fronte di una media europea del 72 per cento; il 60 per cento degli italiani ha scarse o nessuna competenza digitale, a fronte di una media europea molto superiore al 67 per cento; solo il 20 per cento degli italiani hanno effettuato nel 2013 acquisti on line, a fronte del 47 per cento della media europea; c’è un basso utilizzo dei sistemi di e-government da parte dei cittadini (solo il 19 per cento della popolazione, a fronte del 41 per cento della media europea); pochissimi investimenti in digitalizzazione delle piccole e medie imprese.
  Per tutti questi motivi, rinnovo una richieste fatta in precedenza affinché il Governo intervenga in quest'Aula a riferire lo stato di avanzamento medio di attuazione, perché siamo allo stadio zero, del progetto dell'Agenda digitale, ferma al provvedimento del Governo Monti del giugno 2012.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 4 giugno 2014, alle 9,30:

 1. – Discussione dei disegni di legge:
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interno tra i rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, relativo al finanziamento degli aiuti dell'Unione europea forniti nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 in applicazione dell'Accordo di partenariato ACP-UE e all'assegnazione di assistenza finanziaria ai Paesi e territori d'oltremare cui si applicano le disposizioni della parte quarta del trattato sul funzionamento dell'UE, fatto a Lussemburgo e a Bruxelles, rispettivamente il 24 giugno e il 26 giugno 2013 (C. 2083-A).
 — Relatore: Quartapelle Procopio.
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Sud Africa in materia di cooperazione di polizia, fatto a Cape Town il 17 aprile 2012 (C. 2081-A).
 — Relatore: Amendola.
   Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo e dello Scambio di Lettere recanti modifiche alla Convenzione tra Italia e Lussemburgo intesa ad evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio ed a prevenire la frode e l'evasione fiscale, con Protocollo, del 3 giugno 1981, fatti a Lussemburgo il 21 giugno 2012 (C. 2082).
 — Relatore: Picchi.
   Ratifica ed esecuzione del Protocollo facoltativo relativo al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, fatto a New York il 10 dicembre 2008 (C. 2085).
 — Relatore: Fitzgerald Nissoli.Pag. 71
   Ratifica ed esecuzione dello scambio di Note tra la Repubblica italiana e l'Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato (UNIDROIT) modificativo dell'articolo 1 dell'Accordo di sede tra l'Italia e l'UNIDROIT del 20 luglio 1967, come emendato con scambio di Note del 5-9 giugno 1995, fatto a Roma il 21 dicembre 2012 (C. 2099-A).
  — Relatore: Picchi.
   S. 1315 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla creazione del blocco funzionale dello spazio aereo Blue Med tra la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica ellenica e la Repubblica di Malta, fatto a Limassol il 12 ottobre 2012 (Approvato dal Senato) (C. 2280).
  — Relatore: Alli.

  2. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre (C. 1836-A).
  — Relatore: Alli.

  3. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis (C. 1864-A).
  — Relatore: Michele Bordo.

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 19,10.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DEPUTATI ACHILLE TOTARO E MILENA SANTERINI SULLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE A RIDURRE GLI SPRECHI ALIMENTARI

  ACHILLE TOTARO. Grazie Presidente ! Gentili colleghe e colleghi; signori rappresentanti del Governo !
  Le mozioni in discussione oggi in Aula rappresentano uno dei momenti più alti dell'impegno politico-istituzionale di questa Camera. Quando infatti parliamo di povertà e di indigenza, le statistiche si soffermano sui numeri della povertà in senso lato quasi fossero gli unici in grado di indicare il livello di bisogno degli esseri umani.
  In realtà ci sono altri dati che purtroppo raramente vengono indicati e comunque difficilmente vanno sulla grande stampa. E sono quelli che indicano quanta gente anche in Italia ancora oggi soffra la fame. Persone che non hanno il pane quotidiano, né un piatto di minestra per trarre sostentamento per sé e per i propri figli.
  In Italia sono oltre 4 milioni le persone che vivono sotto la soglia di povertà alimentare. Secondo una ricerca svolta dalla Fondazione per la sussidiarietà insieme alle università Cattolica e Bicocca di Milano, già prima della crisi economica nel 2009, erano 1 milione mezzo le famiglie, ovvero il 4,4 per cento di quelle residenti in Italia, in condizioni di povertà alimentare spendendo per cibo e bevande una cifra inferiore a 222,29 euro.
  Questo importo (che serviva nel 2009 ad acquistare beni primari come pane, pasta e carne) costituisce il limite minimo individuato su base nazionale, ma subisce delle oscillazioni se si considerano le diverse aree geografiche della Penisola. Per tenere conto del differente costo della vita, la ricerca aveva infatti individuato diversi indici a livello regionale: così le soglie di povertà variano a Nord tra i 233-252 euro, al Centro tra i 207-233 euro e nel Mezzogiorno tra i 196-207 euro.
  Questo è il dato che più di ogni altro ci chiama a responsabilità indifferibili, all'assunzione di decisioni che tutti ci auguriamo il Governo voglia prendere, forte di un amplissimo mandato parlamentare.Pag. 72
  Nel XIX secolo c’è stata una poesia di un grande scrittore inglese, Kipling, che indicava quale dovesse essere il ruolo dell'Occidente colonialista. Si chiamava «il fardello dell'uomo bianco», diventato poi anche un saggio di un autore americano sulle origini dello schiavismo negli Stati Uniti d'America. Ecco parafrasando quel titolo vorrei capovolgerne il senso e parlare oggi, nella società opulenta e degli sprechi, nella società delle abbuffate e dei pranzi di rappresentanza, del «fardello dell'uomo grasso». Giustamente nel corso del dibattito i colleghi hanno sottolineato le tonnellate di alimenti che vengono destinati al macero: a livello mondiale la Fao parla di 1 miliardo e 300 milioni di tonnellate sprecate. Dati drammatici che rappresentano un ingente spreco di denaro pubblico o privato e che sono soprattutto un'occasione mancata.
  Ma si tratta di cifre che da sole hanno il limite di costituire un semplice un dato statistico, drammatico, ma asettico non in grado, a mio parere, di sommuovere gli animi e indurre singoli e comunità a tentare di risolvere questa contraddizione delle società avanzate. Una contraddizione che oggi può e deve essere superata.
  Senza voler entrare in ragionamenti di storia del pensiero politico-economico, uno dei principali aspetti delle società liberali e liberiste è quello di consentire lo svilupparsi di movimenti tesi alla solidarietà sociale e alla cittadinanza attiva. E non a caso, proprio nelle società avanzate, si sta diffondendo il principio di Responsabilità Sociale d'Impresa che dai Paesi Occidentali d'Oltreoceano si sta diffondendo in tutte le società a capitalismo avanzato, soprattutto in Europa.
  L'Italia da questo punto di vista è più fortunata degli altri Stati perché il principio di cooperazione sociale, intrinsecamente legato al ruolo del Cattolicesimo e delle Chiesa nel XIX secolo, aveva preconizzato molto prima questa strada. Ma a tutt'oggi ha il «limite» del volontarismo. Ci sono enti caritativi, come la Caritas, che svolgono al meglio il loro lavoro, ci sono tante strutture religiose e laiche che s'impegnano. E ci sono organizzazioni che da circa un decennio lavorano per recuperare i cibi che poi vengono distribuiti presso gli enti e associazioni caritative. Organizzazioni come il «Banco Alimentare» o come «Last Minute Market» che si fanno carico, grazie a volontari, di raccogliere gli avanzi «nobili» delle mense, dei ristoranti, dei supermercati per distribuirle a queste strutture. Queste organizzazioni rappresentano la concretizzazione della sussidiarietà, quel principio sacrosanto ma mai tanto abusato ma tuttavia incomprensibile alla maggioranza degli italiani e delle stesse istituzioni che dovrebbero favorirla.
  L'eccesso di cibo di cui ci alimentiamo costituisce uno dei fattori determinanti di squilibrio. Questa considerazione ci porta dritti lungo la retta via che è quella del riuso e del riciclo, di una maggiore responsabilità sociale in seno alle aziende e alle istituzioni. In Italia, secondo uno studio commissionato dal Barilla Center for Food & Nutrition vengono consumati circa 105 milioni di pasti, di cui il 76 per cento in casa e il 24 per cento fuori casa. Questo 24 per cento corrisponde a 25 milioni di pasti consumati in bar, ristoranti, mense aziendali. Al contempo ci sono stati soltanto nel 2013, grazie all'operosità dei volontari del Banco Alimentare 790.912 piatti pronti recuperati dall'ortofrutta, dalle industrie agroalimentare, dalla grande distribuzione organizzata e dai centri di distribuzione all'ingrosso. È ancora troppo poco il contributo in alimenti messo a disposizione dalle mense aziendali e dalla ristorazione.
  Si potrebbe, si deve, fare di più anche dando il buon esempio. Per questo rivolgo un appello, che formalizzerò con una lettera alla Presidente della Camera Laura Boldrini, di partecipare come Istituzione alla raccolta che il Banco Alimentare organizzerà per il 27 giugno e di sottoscrivere una donazione alimentare che possa irrobustire la quantità degli alimenti raccolti. Il 2014 peraltro è l'anno contro lo spreco alimentare.
  L'impegno delle istituzioni su questo tema non può essere rimandato. Tutti Pag. 73siamo contro lo spreco alimentare e per trovare una soluzione al problema della povertà alimentare. Ma soltanto con l'esempio si passa dalle dichiarazioni d'intenti, a cui sono buoni tutti, alla parziale soluzione del problema facendo noi stessi la nostra parte. Per questo credo che si possa arrivare a un impegno congiunto che veda il Governo e i ministeri della salute, dell'istruzione e dell'università capofila di un programma di recupero dei pasti non consumati negli ospedali, nelle mense scolastiche e universitarie per poterli destinare alle strutture che lavorano alla loro redistribuzione. Lo stesso dovrebbero fare tutti i ministeri che hanno mense e le amministrazioni periferiche dello Stato dove esista una ristorazione collettiva aziendale. Credo sia indispensabile promuovere buone pratiche. Forse non c’è neppure più bisogno di una nuova legge, ma potrebbero bastare semplici atti amministrativi dei ministeri competenti, e un accordo tra Stato-Regioni ed Enti Locali.
  Ci sono mense aziendali o istituzionali costrette a gettare gli avanzi intonsi dei pasti non consumati perché non esiste una rete capillare organizzata in grado di recuperare questa ricchezza. Fino a qualche anno fa, era addirittura vietato ridistribuire i pasti perché le leggi italiane e i regolamenti europei impedivano la distribuzione degli avanzi delle mense. Poi la situazione è cambiata grazie a una legge, la 115 del 2003, e anche l'Unione Europea ha cominciato a rendersi conto di quanto cibo per sfamare potesse essere recuperato. Per capire la grandezza del fenomeno basta sottolineare che da un ipermercato di grandi dimensioni sono state recuperate fino a 170 tonnellate di prodotti alimentari in un anno, che corrispondono a circa 300 pasti al giorno per un valore economico di circa 650.000 euro (stima sul valore di vendita da prodotti recuperati). Gran parte dei prodotti recuperati sono referenze merceologiche fresche e altamente deperibili (frutta, carne, latticini, ecc).
  Sarebbe opportuno immaginare uno strumento anche fiscale che consenta alle aziende che lavorano nel settore dell'alimentazione e della ristorazione di donare i cibi e le derrate alimentari prevedendo misure di premiali; e dall'altra intervenire affinché la raccolta di cibo non sia più basata sul volontarismo di operatori lungimiranti ma sia favorita e stimolata dalle istituzioni.
  Un altro aspetto sul quale è necessario lavorare, e che è a mio avviso strettamente connesso, è il consumismo alimentare che crea patologie. Gli obesi in Italia sono oltre 6 milioni e il numero è destinato a crescere costantemente. Da una parte c’è una fetta di popolazione ingorda, aziende sprecone, istituzioni disattente. C’è chi si ammala per eccesso di cibo. Sull'educazione alimentare i ministeri della Salute e dell'Istruzione non possono tirarsi indietro, spetta a loro un nuovo e più vigoroso intervento congiunto affinché nelle scuole si promuova tra i bambini e le famiglie un'equilibrata alimentazione orientata sì alla salvaguardia della salute e alla prevenzione delle malattie alimentari ma anche per promuovere la solidarietà nei confronti di chi non ha nulla. Prevedere anche una campagna che riconosca crediti formativi agli studenti che s'impegnino nella riduzione degli sprechi e la raccolta degli alimenti.
  Ma l'impegno deve partire in primis da Palazzo Chigi. Sappiamo che la prima riforma indicata dal Presidente del Consiglio Renzi è quella del terzo settore, lo ha ribadito nella conferenza stampa post-elettorale.
  Ecco, se Renzi volesse partire da qui, dalla promozione della raccolta degli alimenti da destinare a chi ha fame, sarebbe davvero un atto rivoluzione.
  Noi di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale c'impegniamo a fare la nostra parte mettendo a disposizione la rete dei nostri militanti e strutture associative.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, abbiamo analizzato nei nostri interventi il problema dello spreco alimentare, tratteggiandone i numeri drammatici.
  Vorrei in questa sede ricordare solo che secondo i recenti dati del centro studi Pag. 74Waste watcher, quel che si butta nel Belpaese vale 8,7 miliardi di euro, pari allo 0,57 per cento del Pil nazionale. E se il 42 per cento di tutti gli sprechi avviene tra le mura di casa, laddove appare urgente intervenire sul 39 per cento che si perde nel corso della produzione industriale degli alimenti e nella distribuzione.
  Uno studio della Commissione europea dice che la produzione annuale di rifiuti alimentari nei ventisette Stati membri ammonterebbe a circa 90 milioni di tonnellate, senza contare gli sprechi nella produzione agricola e il pesce ributtato a mare.
  Questo spreco non solo causa gravi perdite economiche, ma grava anche in modo insostenibile sulle risorse naturali dalle quali gli esseri umani dipendono per nutrirsi.
  Vorrei citare qui il rapporto FAO del 2013. Ogni anno il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga; utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno – quasi il 30 per cento della superficie agricola mondiale – ed è responsabile della produzione di 3 miliardi di tonnellate di gas serra. Oltre a questo impatto ambientale, le conseguenze economiche dirette di questi sprechi si aggirano, secondo il rapporto, intorno ai 750 miliardi di dollari l'anno.
  Sostiene il Direttore generale della FAO in questo rapporto che «tutti – agricoltori e pescatori, lavoratori nel settore alimentare e rivenditori, Governi locali e nazionali, e ogni singolo consumatore – devono apportare modifiche a ogni anello della catena alimentare per evitare che vi sia spreco di cibo e invece riutilizzare o riciclare laddove è possibile».
  Nel gennaio 2012 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per adottare misure urgenti per dimezzare, entro il 2025, gli sprechi alimentari nell'Unione europea e per migliorare l'accesso al cibo per i cittadini più vulnerabili. Considerando che gli alimenti sono sprecati, come dicevo, lungo tutta la catena – produttori, trasformatori, distributori, ristoratori, consumatori –, si è chiesta l'attuazione di una strategia coordinata, che combini misure a livello europeo e nazionale per migliorare l'efficienza, comparto per comparto, dell'approvvigionamento alimentare e contrastare con urgenza lo spreco di cibo.
  In Italia è già attivo un tavolo presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma vorrei sottolineare che lo spreco di cibo non è un problema solo ambientale.
  È un problema legato all'alimentazione, perché troppi non hanno da mangiare, a disfunzioni legate alla catena agroalimentare, sprechi non solo domestici, ma anche durante la preparazione dei cibi nelle industrie, e sui campi in cui troppi frutti non sono raccolti. Noi riteniamo quindi necessario un impegno diretto, su questa tematica, del Ministero dell'agricoltura e diamo atto al Viceministro Olivero di aver aperto non solo dei tavoli di concertazione, ma anche di aver manifestato un forte impegno in questo senso e, tra l'altro, il Ministero sta gestendo l'Expo, il cui tema «Nutrire il pianeta» è evidentemente un'occasione da non perdere. Ma oltre all'imperativo ambientale il problema dello spreco è di natura etica: noi non possiamo permettere che un terzo di tutto il cibo che viene prodotto nel mondo vada perduto quando vi sono 870 milioni di persone che soffrono la fame e anche in Europa gli sprechi alimentari sono molti.
  Che si possa ridurre è provato dal fatto che con la crisi gli italiani hanno gestito meglio la spesa: quasi il 30 per cento ha annullato gli sprechi e la metà l'ha ridotto. E riducendo di appena il 10 per cento gli sprechi di cibo degli italiani sarebbe possibile imbandire adeguatamente la tavola di ben tre milioni di concittadini, bambini, anziani.
  Anche la grande distribuzione conta di razionalizzare meglio i prodotti invenduti distribuendo ogni anno 50 mila tonnellate di cibo. Insomma è possibile sprecare meno e aiutare di più. Pag. 75
  Pensiamo all'esempio del Cortauld Committment un accordo volontario stipulato nel Regno Unito fra supermercati e Wrap (una compagnia no profit che collabora strettamente con il governo inglese) per ridurre i rifiuti alimentari domestici e il packaging onde ridurre la produzione di CO2. Iniziativa che è stata un successo con sempre più imprese che aderiscono al progetto ed il raggiungimento degli obbiettivi prefissati.
  Importante è anche il lavoro fatto in Danimarca dove punto di partenza è la differenza nella tassazione dei rifiuti per cui i rifiuti conferiti in discarica sono sottoposti ad una tassazione più elevata , quelli che vengono inceneriti sono tassati di meno , per quelli che vengono riciclati c’è una detassazione completa. Attualmente non c’è nessuna agevolazione in Italia per chi dona, dato che la tassa sui rifiuti è basata sull'estensione del centro commerciale e non su quanti rifiuti vengono effettivamente prodotti.
  Lo mostrano ad esempio i dati della COOP: una sola catena di supermercati che si è organizzata in proprio per recuperare il cibo invenduto e per donarlo ha dato via nel 2013 merce per un valore di 26 mila 500 euro ad un totale di 813 Onlus e questo ha permesso di assistere 140 mila persone in difficoltà. Nel 2013 nella sola Lombardia sono stati donati, grazie al progetto «Buon fine», 546 mila chilogrammi di prodotti alimentari per un valore di 2 milioni. Sono state aiutate così più di 3 mila persone. Queste iniziative sono però rese difficili a volte a causa della burocrazia o di direttive come quella ad esempio del 20 marzo 2003, secondo la quale il pane deve essere consumato entro la sera stessa in cui viene prodotto, altrimenti deve essere considerato come un rifiuto e non può essere neanche donato, neanche per il consumo animale. Quindi, è necessario un tavolo a livello nazionale che coinvolga gli attori principali, lavori alla rimozione di tali ostacoli, incentivi le donazioni e costruisca una rete integrata a livello nazionale.
  Per questo io vorrei richiamare l'attenzione sui fondi destinati agli aiuti alimentari che finora erano gestiti dall'Agea mentre ora è operativo un nuovo programma per i soggetti deboli, sempre a livello europeo, che lo sostituisce ed è gestito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, competente per il welfare. Il fondo è stato voluto dal Governo Monti come uno strumento che avrebbe dovuto operare in assenza di misure europee in questo settore. La dotazione finanziaria era di 100 milioni annui ed è andata nel 2013 a beneficio di più di quattro milioni di destinatari finali, perché è stata gestita attraverso gli organismi di volontariato – associazioni, parrocchie, mense sociali, case famiglia, distribuite nel territorio, con la mediazione di associazioni come la fondazione e l'associazione Banco alimentare, la Caritas, la Croce Rossa, la Comunità di Sant'Egidio, Banco delle opere di carità, San Vincenzo De Paoli, Sempre insieme per la pace e tante altre. Queste organizzazioni no profit operano in modo capillare sul territorio e utilizzano per la distribuzione prodotti donati dalle imprese.
  Per questo noi attiriamo l'attenzione del Governo su alcuni punti. In primo luogo, i 10 milioni di euro stanziati con il fondo 2014 che dovrebbero essere immediatamente erogati per fare da ponte in attesa che entri in azione l'operatività del nuovo fondo europeo.
  E poi progettare un nuovo piano quinquennale che preveda proprio senza ritardi e senza interruzioni, aiuti alimentari per soggetti deboli. Raccomandiamo che i nuovi programmi operativi del Fondo di aiuti europei agli indigenti prevedano la distribuzione degli alimenti acquistati centralmente tramite le organizzazioni partner accreditate. Infatti, come è riportato nel nostro ordine del giorno alla legge di stabilità, quello del gruppo Per l'Italia, che è stato approvato nel dicembre 2013 dal Governo, l'attivazione di una rete di sostegno a favore di famiglie, singoli, persone anziane, immigrati consente di personalizzare gli interventi che rischiano altrimenti di essere sottoposti solo a criteri burocratici.Pag. 76
  Per questo la distribuzione dei generi alimentari, in particolare di quelli che sono sottratti allo spreco, deve essere svolta all'interno di progetti di coesione sociale e di reinserimento. In questo senso vogliamo sottolineare non solo la valenza ambientale, ma soprattutto quella etica, e il forte raccordo che il Governo insieme al Parlamento, e in generale il Paese, debba fare per raccordare, appunto, la eliminazione, la riduzione dello spreco con una più equa distribuzione agli indigenti.

Pag. 77

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEI DISEGNI DI LEGGE DI RATIFICA NN. 2083, 2081, 2082, 2085, 2099 E 2280

Ddl di ratifica nn. 2083, 2081, 2082, 2085, 2099 e 2280

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 16 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 24 minuti
 Partito Democratico 19 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 9 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 7 minuti
 Nuovo Centrodestra 6 minuti
 Scelta civica per l'Italia 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie 6 minuti
 Per l'Italia 6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 8 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2385 – em. 1.83 317 317 159 9 308 82 Resp.
2 Nom. em. 1.57 341 317 24 159 59 258 81 Resp.
3 Nom. em. 1.60 353 330 23 166 60 270 80 Resp.
4 Nom. em. 1.63 358 356 2 179 47 309 79 Resp.
5 Nom. em. 1.61 357 357 179 47 310 79 Resp.
6 Nom. em. 1.75 361 357 4 179 72 285 79 Resp.
7 Nom. em. 1.84 363 311 52 156 12 299 78 Resp.
8 Nom. em. 1.58 362 357 5 179 85 272 78 Resp.
9 Nom. em. 1.59 368 363 5 182 86 277 78 Resp.
10 Nom. em. 1.64 363 334 29 168 50 284 78 Resp.
11 Nom. em. 1.65 367 338 29 170 50 288 78 Resp.
12 Nom. em. 1.62 372 332 40 167 52 280 78 Resp.
13 Nom. em. 1.87 371 315 56 158 13 302 78 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.52 375 319 56 160 35 284 78 Resp.
15 Nom. em. 1.88 372 368 4 185 64 304 78 Resp.
16 Nom. em. 1.85 372 368 4 185 64 304 78 Resp.
17 Nom. em. 1.86 375 371 4 186 66 305 78 Resp.
18 Nom. em. 1.66, 1.90 370 366 4 184 87 279 78 Resp.
19 Nom. em. 1.67 374 348 26 175 53 295 78 Resp.
20 Nom. em. 1.91 376 295 81 148 12 283 78 Resp.
21 Nom. em. 1.92 377 295 82 148 13 282 78 Resp.
22 Nom. em. 1.71 380 354 26 178 67 287 78 Resp.
23 Nom. em. 1.89 374 291 83 146 10 281 78 Resp.
24 Nom. em. 1.72 377 348 29 175 56 292 78 Resp.
25 Nom. em. 1.69 376 336 40 169 55 281 78 Resp.
26 Nom. em. 1.70 379 340 39 171 56 284 78 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.8 382 355 27 178 69 286 78 Resp.
28 Nom. em. 1.54 382 355 27 178 59 296 78 Resp.
29 Nom. em. 1.55 379 374 5 188 81 293 78 Resp.
30 Nom. em. 1.73 380 356 24 179 57 299 77 Resp.
31 Nom. em. 1.74 375 371 4 186 78 293 76 Resp.
32 Nom. em. 1.56 371 367 4 184 78 289 76 Resp.
33 Nom. em. 2.6 383 379 4 190 93 286 75 Resp.
34 Nom. em. 2.9 379 375 4 188 89 286 75 Resp.
35 Nom. em. 2.54 378 374 4 188 91 283 75 Resp.
36 Nom. em. 2.63 372 367 5 184 90 277 75 Resp.
37 Nom. em. 2.7 380 375 5 188 92 283 75 Resp.
38 Nom. em. 2.57 381 356 25 179 67 289 75 Resp.
39 Nom. em. 2.55 376 369 7 185 88 281 75 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 2.56 369 365 4 183 87 278 76 Resp.
41 Nom. em. 2.60 373 369 4 185 89 280 75 Resp.
42 Nom. em. 2.61 381 366 15 184 81 285 75 Resp.
43 Nom. em. 2.62 387 371 16 186 81 290 75 Resp.
44 Nom. em. 2.50 387 301 86 151 12 289 75 Resp.
45 Nom. em. 2.64 375 371 4 186 77 294 76 Resp.
46 Nom. em. 2.65 372 371 1 186 90 281 76 Resp.
47 Nom. em. 2.1 368 344 24 173 68 276 77 Resp.
48 Nom. em. 2.2, 2.8 371 366 5 184 92 274 76 Resp.
49 Nom. em. 2.74 372 368 4 185 91 277 76 Resp.
50 Nom. em. 2.75 371 367 4 184 90 277 76 Resp.
51 Nom. em. 2.51 368 364 4 183 92 272 76 Resp.
52 Nom. em. 2.52 376 372 4 187 93 279 76 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 2.3, 2.5 372 368 4 185 92 276 76 Resp.
54 Nom. em. 2.70 366 362 4 182 90 272 76 Resp.
55 Nom. em. 2.71 371 367 4 184 79 288 76 Resp.
56 Nom. em. 2.72 372 368 4 185 80 288 76 Resp.
57 Nom. em. 2.73 380 376 4 189 82 294 76 Resp.
58 Nom. em. 2.53 374 359 15 180 83 276 76 Resp.
59 Nom. em. 2.77 380 364 16 183 81 283 76 Resp.
60 Nom. em. 2.76 363 346 17 174 73 273 76 Resp.
61 Nom. em. 2.67 376 371 5 186 80 291 76 Resp.
62 Nom. em. 2.68 376 372 4 187 81 291 76 Resp.
63 Nom. em. 2.69 376 372 4 187 82 290 76 Resp.
64 Nom. em. 2.10 374 370 4 186 79 291 76 Resp.
65 Nom. odg 9/2385/65 356 352 4 177 68 284 83 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 67)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. Ddl 2385 – voto finale 381 352 29 177 281 71 79 Appr.
67 Nom. Moz. Fiorio e a. – 1-482 352 352 177 352 76 Appr.