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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 232 di martedì 20 maggio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9.

  CLAUDIA MANNINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 16 maggio 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Biondelli, Bobba, Michele Bordo, Boschi, Brescia, Bressa, Casero, Antimo Cesaro, Dambruoso, Damiano, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Lello, Epifani, Ferranti, Fontanelli, Formisano, Gasbarra, Guerra, La Russa, Legnini, Leone, Lupi, Madia, Manciulli, Meta, Orlando, Ravetto, Realacci, Rossi, Rossomando, Sani, Scalfarotto, Schullian, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1413 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015 (Approvato dal Senato) (A.C. 2373) (ore 9,10).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2373: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015.
  Ricordo che, nella seduta di ieri, l'Assemblea ha approvato l'articolo unico del disegno di legge di conversione, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.
  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2373)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2373).
  Avverto che, a norma dell'articolo 89 del Regolamento, la Presidenza non ritiene ammissibili i seguenti ordini del giorno, in quanto recanti un contenuto del tutto estraneo rispetto a quello del provvedimento: Colletti n. 9/2373/44, concernente una verifica sull'utilizzo del patrimonio in Pag. 2gestione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; Miotto n. 9/2373/79, in materia di esclusione delle nuove modalità di rimborso delle detrazioni fiscali dei contribuenti che hanno detrazioni per spese di ristrutturazione e riqualificazione energetica.
  Nessuno chiedendo di intervenire per l'illustrazione degli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, che però vedo impegnato in una telefonata, ad esprimere il parere. Sottosegretario Nencini, dovrebbe esprimere il parere sugli ordini del giorno.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Mi scusi, Presidente, ma vi è una questione aperta al Senato che stavo provando...

  PRESIDENTE. Capisco. Prego, sottosegretario.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sull'ordine del giorno Laforgia n. 9/2373/1, il Governo propone una riformulazione del dispositivo, sopprimendo le parole da «non» fino a «limitandosi».
  Sull'ordine del giorno Cimbro n. 9/2373/2, il Governo propone di riformulare il dispositivo nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di (...)».
  Il Governo propone, altresì, di riformulare il dispositivo dell'ordine del giorno Morassut n. 9/2373/3 nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Di Gioia n. 9/2373/4 e Mazzoli n. 9/2373/5.
  Sull'ordine del giorno Catalano n. 9/2373/6, il Governo propone di riformulare il dispositivo nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/2373/7 e propone di riformulare il dispositivo degli ordini del giorno Pastorelli n. 9/2373/8 e Di Lello n. 9/2373/9 nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di (...)».
  Sull'ordine del giorno Vargiu n. 9/2373/10, rimango in attesa del parere del Ministero dell'interno. Non so, Presidente, se ritenga opportuno discuterlo alla fine, in attesa che il Ministero adempia, o altrimenti il mio suggerimento...

  PRESIDENTE. Va bene. Lei si riserva di esprimere il parere successivamente.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Esatto. Comunque, il suggerimento è di ritirarlo...

  PRESIDENTE. Dunque, lo accantoniamo.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Zampa n. n. 9/2373/11.
  Sugli ordini del giorno Borghesi n. 9/2373/12, Matteo Bragantini n. 9/2373/13, Busin n. 9/2373/14 e Caon n. 9/2373/15, siamo in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. Dunque, sono accantonati.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Grimoldi n. 9/2373/16, Guidesi n. 9/2373/17, Invernizzi n. 9/2373/18 e Marcolin n. 9/2373/19.
  Sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2373/20, siamo in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. È accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Rondini n. n. 9/2373/21, per estraneità alla materia.

Pag. 3

  PRESIDENTE. Questo non lo decide il Governo, sottosegretario. Lei è contrario nel merito. Se fosse estraneo per materia, sarebbe stato dichiarato inammissibile dalla Presidenza, sottosegretario. Per questo le dico che non è sua competenza.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Ha ragione.

  PRESIDENTE. Lei può esprimere un parere contrario nel merito.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Fedriga n. 9/2373/22, Caparini n. 9/2373/23, Fitzgerald Nissoli n. 9/2373/24, Binetti n. 9/2373/25 e Gigli n. 9/2373/26.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Santerini n. 9/2373/27 ed esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Daga n. 9/2373/28, Agostinelli n. 9/2373/29, Artini n. 9/2373/30 e Zolezzi n. 9/2373/31.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Baldassarre n. 9/2373/32, Bechis n. 9/2373/33 e Massimiliano Bernini n. 9/2373/34 ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2373/35.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nicola Bianchi n. 9/2373/36, a condizione che sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a non favorire le vendite». Quindi si tratta di sostituire la parola: «bloccare» con le parole: «non favorire».

  PRESIDENTE. Sta bene. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2373/37 ?

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Mi perdoni, Presidente. A me risulta un ordine del giorno a firma Zolezzi.

  PRESIDENTE. No, sull'ordine del giorno a firma Zolezzi abbiamo già... l'ordine del giorno è lo stesso, comunque.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Dunque, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bonafede n. 9/2373/37, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a favorire (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Brescia n. 9/2373/38, Businarolo n. 9/2373/39, Cecconi n. 9/2373/40, Chimienti n. 9/2373/41 e Ciprini n. 9/2373/42.
  Sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2373/43, siamo in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. Quindi, è accantonato. L'ordine del giorno Colletti n. 9/2373/44 è inammissibile. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Corda n. 9/2373/45 ?

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Corda n. 9/2373/45, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Luigi Gallo n. 9/2373/46, Manlio Di Stefano n. 9/2373/47 e Di Vita n. 9/2373/48.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/2373/49 ed esprime parere contrario sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/2373/50.
  Sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2373/51, siamo in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. Sta bene, è accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pinna n. 9/2373/52, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Scagliusi n. 9/2373/53, Sibilia n. 9/2373/54, Vacca n. 9/2373/55, Lombardi n. 9/2373/56 e Da Villa n. 9/2373/57.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bindi n. 9/2373/58.Pag. 4
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Braga n. 9/2373/59, con ipotesi di cancellazione dell'ultimo capoverso del dispositivo, che inizia con le parole: «ad istituire» e si conclude con le parole: «europei 2014-2020».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Mariani n. 9/2373/60, Gadda n. 9/2373/61 e Realacci n. 9/2373/62.
  Il Governo esprime altresì parere favorevole sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/2373/63, mentre sull'ordine del giorno Borghi n. 9/2373/64 siamo in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. Accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Giovanna Sanna n. 9/2373/65 e Piazzoni n. 9/2373/66, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Lavagno n. 9/2373/67, Zaratti n. 9/2373/68, Nardi n. 9/2373/69, Paglia n. 9/2373/70 e Pilozzi n. 9/2373/71. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Di Salvo n. 9/2373/72.
  Sull'ordine del giorno Marcon n. 9/2373/73, siamo in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. Accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Zan n. 9/2373/74, Pellegrino n. 9/2373/75, Boccadutri n. 9/2373/76 e Ragosta n. 9/2373/77.
  Sull'ordine del giorno Melilla n. 9/2373/78, siamo in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. Dunque, è accantonato. L'ordine del giorno Miotto n. 9/2373/79 è inammissibile.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2373/80 ed esprime parere contrario sugli ordini del giorno Micillo n. 9/2373/81, Dadone n. 9/2373/82 e Dall'Osso n. 9/2373/83. Sull'ordine del giorno Currò n. 9/2373/84, siamo in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. Accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2373/85, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Del Grosso n. 9/2373/86 e Della Valle n. 9/2373/87. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/2373/88 ed esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Di Benedetto n. 9/2373/89 e Dieni n. 9/2373/90.
  Sull'ordine del giorno D'Uva n. 9/2373/91, il Governo esprime parere favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare la fattibilità di (...)».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Fantinati n. 9/2373/92 e Ferraresi 9/2373/93, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Fico n. 9/2373/94, Fraccaro n. 9/2373/95, Gagnarli n. 9/2373/96, Grande n. 9/2373/97, Villarosa n. 9/2373/98 e Grillo n. 9/2373/99. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2373/100 e L'Abbate n. 9/2373/101 ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Alberti n. 9/2373/102.
  Sull'ordine del giorno Pisano n. 9/2373/103, siamo in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. Accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Ruocco n. 9/2373/104 e Lupo n. 9/2373/105, esprime parere contrario Pag. 5sugli ordini del giorno Segoni n. 9/2373/106 e Marzana n. 9/2373/107, esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mucci n. 9/2373/108, esprime parere contrario sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2373/109.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Nuti n. 9/2373/110 e Parentela n. 9/2373/111, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Petraroli n. 9/2373/112, Prodani n. 9/2373/113 e Rizzetto n. 9/2373/114. Sull'ordine del giorno Rizzo n. 9/2373/115, si è in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. È accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2373/116, mentre sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/2373/117 si è in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. È accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Sarti n. 9/2373/118, Spessotto n. 9/2373/119, Tofalo n. 9/2373/120, Toninelli n. 9/2373/121, Turco n. 9/2373/122 e Simone Valente n. 9/2373/123, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/2373/124. Sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2373/125, si è in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. È accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Cariello n. 9/2373/126, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Busto n. 9/2373/127. Sull'ordine del giorno Crippa n. 9/2373/128, si è in attesa del parere del Ministero dell'economia e delle finanze.

  PRESIDENTE. È accantonato.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2373/129.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,23).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo, quindi, la seduta per venti minuti; tempo, sottosegretario Nencini, che spero sia sufficiente per avere gli altri pareri del Ministero dell'economia e delle finanze. In ogni caso, cominciamo con gli ordini del giorno su cui il Governo ha già espresso il parere.

  La seduta, sospesa alle 9,25, è ripresa alle 9,50.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2373: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 2373)

  PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta il rappresentante del Governo ha espresso il parere sugli Pag. 6ordini del giorno, riservandosi di esprimere il parere sui seguenti: Vargiu n. 9/2373/10, Borghesi n. 9/2373/12, Matteo Bragantini n. 9/2373/13, Busin n. 9/2373/14, Caon n. 9/2373/15, Molteni n. 9/2373/20, Cominardi n. 9/2373/43, Tripiedi n. 9/2373/51, Borghi n. 9/2373/64, Marcon n. 9/2373/73, Melilla n. 9/2373/78, Currò n. 9/2373/84, Pisano n. 9/2373/103, Rizzo n. 9/2373/105, Rostellato n. 9/2373/117, Cancelleri n. 9/2373/125 e Crippa n. 9/2373/128. Esamineremo, quindi, dapprima tutti gli altri ordini del giorno sui quali è stato espresso il parere, per passare poi a quelli accantonati.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno La Forgia n. 9/2373/1 e Cimbro n. 9/2373/2, su cui il parere del Governo è favorevole, purché riformulati.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Morassut n. 9/2373/3, su cui il parere del Governo è favorevole, purché riformulato.

  ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, non accettiamo la riformulazione del Governo perché questo ordine del giorno ripropone un tema del quale l'Aula della Camera si è già occupata nel mese di dicembre approvando una mozione, quindi non un semplice ordine del giorno, ma una mozione che impegnava il Governo a procedere alla ripresa delle dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici, quindi in particolare l'INPS, rispettando una legge vigente, la n. 410 del 2001, che stabilisce delle condizioni di vendita che sono state già applicate per il 90 per cento dei conduttori; resta un 10 per cento. Non faccio qui tutta la storia delle SCIP; quindi noi chiediamo che questo ordine del giorno venga approvato così com’è, rispettando l'indirizzo forte di mozione che la Camera ha già dato al Governo.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, ho ascoltato volentieri le argomentazioni dell'onorevole Morassut, che condivido. Quindi, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Gioia n. 9/2373/4 e Mazzoli n. 9/2373/5, sui quali il parere del Governo è favorevole.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Catalano n. 9/2373/6, su cui il parere del Governo è favorevole, purché riformulato. C’è l'onorevole Catalano ? Non mi pare di vederlo, andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/2373/7, con il parere contrario del Governo. Non c’è il proponente, si intende decaduto.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Pastorelli n. 9/2373/8 e Di Lello n. 9/2373/9, su cui il parere del Governo è favorevole, purché riformulati.
  Prendo atto che il gruppo ritira l'ordine del giorno Zampa n. 9/2373/11, su cui il parere del Governo era contrario.
  Ricordo che sono accantonati i successivi quattro ordini del giorno.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Grimoldi n. 9/2373/16, Guidesi n. 9/2373/17, Invernizzi n. 9/2373/18 e Marcolin n. 9/2373/19, accettati dal Governo.
  Ricordo che l'ordine del giorno Molteni n. 9/2373/20 è accantonato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/2373/21, con il parere contrario del Governo.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 7giorno Rondini n. 9/2373/21, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Folino, Malpezzi, Dellai, Bueno, Mannino, Damiano, Spessotto, Roccella, Capozzolo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  352   
   Votanti  283   
   Astenuti  69   
   Maggioranza  142   
    Hanno votato
  22    
    Hanno votato
no  261).    

  (Il deputato Zan ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fedriga n. 9/2373/22, Caparini n. 9/2373/23, Fitzgerald Nissoli n. 9/2373/24, Binetti n. 9/2373/25 e Gigli n. 9/2373/26, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Santerini n. 9/2373/27, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, vorrei capire meglio le ragioni del Governo. Questo è un intervento, a mio parere, molto utile per gli inquilini delle case degli enti previdenziali, che non sono case di pregio e hanno almeno quarant'anni; gli inquilini avrebbero diritto, anche visto il mercato delle locazioni molto caro per loro, di poterle acquistare. Quindi, noi chiediamo semplicemente un intervento di politica sociale, a nostro parere molto importante, in base al quale per queste famiglie, spesso monoreddito, spesso di anziani, inquilini di case non di pregio di enti previdenziali, possano essere previste delle misure del Governo atte a facilitare l'acquisto della casa.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Nencini, intende rivedere il parere ?

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Provo a motivare l'opinione contraria del Governo: c’è un parere contrario proveniente dal MEF sull'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Onorevole Santerini, mi dica, se mantiene il suo ordine del giorno, lo mettiamo in votazione.

  MILENA SANTERINI. Lo ritiro, però..., d'accordo, allora lo votiamo.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Santerini, non ho capito. Prima ho capito che aveva intenzione di ritirarlo e poi che aveva intenzione di votarlo.

  MILENA SANTERINI. Ha ragione. Lo mettiamo in votazione...

  PRESIDENTE. Avevo capito bene l'ultima parola.

  MILENA SANTERINI. ... perché riteniamo che abbiamo buone ragioni per chiedere...

  PRESIDENTE. D'accordo, non avevo inteso.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santerini n. 9/2373/27, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo, Malisani, Colletti, Abrignani, Giammanco, Cecconi, Petitti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  360   
   Votanti  359   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  245).    

Pag. 8

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Daga n. 9/2373/28, Agostinelli n. 9/2373/29, Artini n. 9/2373/30 e Zolezzi n. 9/2373/31, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2373/32, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2373/32, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Roberta Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  358   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  280).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/2373/33, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bechis n. 9/2373/33, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Bechis, Turco, Colletti, Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  362   
   Votanti  354   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  76    
    Hanno votato
no  278).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto).

  Onorevole Massimiliano Bernini, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2373/34, su cui il Governo ha espresso parere contrario ?

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, vorrei illustrare il mio ordine del giorno.
  Come è stato ribadito più volte in quest'Aula, il decreto-legge che questo Parlamento si accinge a convertire va a toccare una delle questioni più cruciali della nostra società, quella cioè dell'emergenza abitativa, che sta interessando molte migliaia di cittadini. Ormai in gran parte d'Italia, a seguito della crisi in cui siamo immersi e che ha portato disoccupazione e precarietà, anche affitti da 400 euro al mese stanno diventando per le famiglie troppo costosi e questa triste circostanza si ripete andando da nord a sud. Secondo alcuni dati, sono 68 mila le famiglie che quest'anno vedranno recapitarsi un avviso di sfratto, di cui 9 su 10 per morosità incolpevole.
  La morosità incolpevole sussiste quando i soggetti che hanno sottoscritto un contratto di locazione o un mutuo non riescono più a pagare la pigione o la rata a seguito della perdita del lavoro o del fallimento della propria attività. Le sentenze di sfratto solo a Roma sono circa 7 mila, a Milano quasi 5 mila e a Torino più di 3 mila; gli sfratti con la forza pubblica ogni anno sono circa 30 mila: in pratica, ogni giorno, 140 famiglie rischiano di finire in mezzo a una strada.
  Alla luce di questa grave e tristissima situazione, con questo ordine del giorno chiediamo al Governo di impegnarsi a bloccare immediatamente tutti gli sfratti per morosità incolpevole, l'aumento degli affitti, i pignoramenti e gli sgomberi per almeno un anno. Non lo chiediamo solo noi del MoVimento 5 Stelle, ma lo chiedono Pag. 9anche le associazioni degli inquilini, molti sindacati e le persone che manifestano fuori da questo Parlamento.
  Bisogna fare presto, ed è anche ora che questo Parlamento sancisca un principio fondamentale: la prima casa non si tocca. Il diritto di avere un tetto dove poter vivere da soli o insieme ai propri cari dev'essere sacro, come è sacra la dignità di ogni essere umano, che viene garantita a partire dal lavoro e dal diritto a vivere sotto un proprio tetto.
  Per questo chiedo anche che in Italia si torni ad investire in edilizia residenziale pubblica, visto che siamo il fanalino di coda a livello europeo con solo il 6 per cento del totale degli edifici cosiddetti popolari, mentre in Francia si arriva al 18 per cento e in Germania addirittura al 21 per cento. Siamo il fanalino di coda e lasciamo questi soggetti deboli della società senza difese, in balia di un mercato privato con canoni di affitto fuori controllo e drogati, che non hanno alcuna corrispondenza con il valore reale degli edifici. Io, per questo, mi rimetto al parere dell'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2373/34, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rotta, Nicchi. Nicchi ha votato. Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  362   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  79    
    Hanno votato
no  283).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto).

  Ricordo che sull'ordine del giorno Paolo Bernini n. 9/2373/35 il parere è favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Nicola Bianchi n. 9/2373/36 e Bonafede n. 9/2373/37, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Ricordo che sugli ordini del giorno Brescia n. 9/2373/38, Businarolo n. 9/2373/39, Cecconi n. 9/2373/40, Chimienti n. 9/2373/41 e Ciprini n. 9/2373/42 il parere è favorevole, che l'ordine del giorno Cominardi n. 9/2373/43 è accantonato e che sull'ordine del giorno Corda n. 9/2373/45 il parere è favorevole.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2373/46, con il parere contrario del Governo.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, il MoVimento 5 Stelle in quest'anno di opposizione ha ottenuto più risultati per i cittadini di quelli che il PD riesce a garantire stando al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Anzi, il sadismo con cui affronta i temi più delicati come quello dell'emergenza abitativa in questo decreto-legge è aberrante. Si sfrattano famiglie bisognose per ricavare profitti alle grandissime società di costruzioni. Una delle proposte del MoVimento 5 Stelle, che oggi è legge dello Stato e di cui andiamo fieri, è l'8 per mille per l'edilizia scolastica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La possibilità, quindi, di tutti i cittadini che hanno ancora e posseggono un reddito in questo periodo di crisi, di poter destinare l'otto per mille di parte delle proprie tasse ad una grave situazione emergenziale nel nostro Paese.
  La politica degli ultimi decenni ha consegnato alle future generazioni un domani incerto e pericoloso, perché purtroppo sono ancora tante le strutture scolastiche in Italia dove è a rischio l'incolumità degli studenti. Per la prima volta, dopo anni, stiamo riconsegnando dignità allo Stato e i cittadini iniziano a non vergognarsi più di sbarrare la casella Pag. 10«Stato» in alternativa al sostegno alle confessioni religiose (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma, mentre siamo invasi dalla pubblicità e dalla promozione dell'otto per mille delle varie confessioni religiose, nulla sta facendo il Governo per informare i cittadini che, da quest'anno, si può scegliere di investire in sicurezza per i nostri ragazzi con i soldi per l'edilizia scolastica; eppure, quando Renzi ha dovuto parlare di 10 o 20 miliardi di euro per l'edilizia scolastica, non si è risparmiato, pure se era una clamorosa balla. Eppure il Governo ha messo a bilancio soldi dei cittadini per promuovere i decreti «porcata» come il decreto del fare.
  Ma andiamo al dettaglio di questo impegno che chiediamo oggi al Governo. Il MoVimento 5 Stelle vuole che nel riparto delle risorse gestite dallo Stato derivanti dall'otto per mille si destinino in maniera prioritaria le risorse alla sicurezza degli edifici scolastici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); vuole che siano pubblicate, entro il mese di luglio, tutte le destinazioni finali, le quote ripartite decise in sede di ripartizione con criteri trasparenti.
  Ma l'impegno più importante che oggi vi chiediamo, e per il quale so che vi chiediamo un grosso sforzo, è di non mettere le mani sui soldi dei cittadini, è di non sovvertire, come vostra prassi, la volontà dei cittadini. Insomma, il rispetto dei primo articolo della Costituzione, la sovranità appartiene al popolo. Perché voi non ce la fate proprio a rispettare la volontà dei cittadini, è più forte di voi, semplicemente perché la volontà dei cittadini è contro i vostri interessi. Nell'ultimo decreto che avete emanato lasciate al Presidente del Consiglio, l'uomo che la democrazia non sa neanche dove abita, la possibilità di prendere i soldi dell'otto per mille per poterli destinare ad altre emergenze. Ma sappiamo come utilizzate voi la parola «emergenza»: la utilizzate in questo decreto-legge per togliere i soldi ai lavoratori della pubblica amministrazione, ai vigili del fuoco, alle forze dell'ordine e darli all'Expo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, per una volta, restituite allo Stato ed alle istituzioni la democrazia e la dignità che si meritano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Signora Presidente, in relazione a quanto detto dal mio collega Gallo, voglio segnalare al Governo che quanto è già passato in legge di stabilità sull'otto per mille non è sufficiente al completamento del lavoro. Come si nota anche dal sito del Governo, c’è un regolamento che va ancora adottato, perché la legge di stabilità ha incluso una nuova finalità per la destinazione dell'otto per mille: è stato emesso il decreto dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio, ma manca ancora la modifica dei modelli di richiesta da parte dei comuni, la inclusione di quella finalità nelle varie richieste che si trovano nella modulistica; tutto questo si può fare solo se viene effettivamente modificato il regolamento adottato con decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 10 marzo 1998; come si evince anche dal sito del Governo, la scritta «è in corso di modifica», è ancora persistente.
  Quindi, non ci costringete a fare, ancora una volta, quelle che sono le nostre normali manifestazioni da cittadini, a venire sotto il Ministero o la Presidenza del Consiglio, che abbiamo qui accanto, affinché venga fatto l'ultimo passaggio, perché come al solito qui le leggi vengono fatte, magari si riesce anche ad ottenere, attraverso un emendamento, l'attuazione di una richiesta, ma poi manca sempre l'ultimo tassello.
  Quindi, invitiamo la segreteria della Presidenza del Consiglio ad ottemperare all'ultimo passaggio di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

Pag. 11

  EMANUELE FIANO. Presidente, sento dire da diverse ore, dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, in quest'Aula e negli studi televisivi, che si starebbero sottraendo, con questo decreto-legge, soldi alle forze dell'ordine. Forse è bene ricordare che, nelle ultime sei leggi di stabilità o finanziarie che questo Parlamento ha votato, le ultime quattro (2008-2009-2010-2011) hanno portato circa 2 miliardi e mezzo di euro di tagli alle forze dell'ordine; le ultime due, che sono quelle a cui ha partecipato in maggioranza il Partito Democratico, la legge di stabilità del Governo Monti e la legge di stabilità del Governo Letta sono le prime di due leggi di stabilità nelle quali si danno soldi alle forze dell'ordine negli ultimi sei anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Nella legge di stabilità del dicembre scorso, con il voto contrario del MoVimento 5 Stelle, abbiamo dato 500 milioni di euro alle forze dell'ordine, per la prima volta dopo sei anni: 100 milioni di euro per il fondo di perequazione, 100 milioni di euro per le indennità integrative, 200 milioni di euro per le attrezzature (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Nella finanziaria precedente, dicembre 2012, abbiamo elevato il blocco del turnover, che era previsto per le forze dell'ordine e per le Forze armate, così come arrivato in Parlamento dal Governo, dal 20 per cento al 50 per cento, e quest'anno al 55 per cento. Vuol dire che prima si potevano assumere, ogni 100 agenti di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza che andavano in pensione, 20 agenti; dopo queste due finanziarie, nelle quali per la prima volta da sei anni il Partito Democratico ha partecipato in maggioranza, se ne possono assumere cinquantacinque. Per favore, non raccontate bugie sulla pelle di 500 mila appartenenti alle forze dell'ordine per guadagnare 500 voti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, innanzitutto invito il collega Fiano a capire di cosa stiamo parlando: l'ordine del giorno parla dell'otto per mille, se lo vogliamo ancora dare allo Stato oppure se volete usarlo per i fatti vostri, come fate sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Seconda cosa: in questo decreto-legge, all'articolo 13, comma 4, lettere a), b) e c), togliete 25 milioni di euro alle forze dell'ordine. A voi non interessano le forze dell'ordine, e vi dico perché: non fate neanche votare i militari alle elezioni europee; vi dovreste vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Avete tolto anche la democrazia e il diritto di esprimersi, alle forze dell'ordine ! Senza parlare dei marò, che avete lasciato in India e ve ne state fregando ! Quindi, non lavatevi la faccia. Esigo rispetto per le forze dell'ordine e i militari di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Presidente, volevo semplicemente ricordare, attraverso il suo tramite, al collega Fiano, che provvedere in legge di stabilità, creare dei fondi che poi durante l'anno vengo sistematicamente svuotati è semplicemente un'operazione elettorale. Così potete rivendervi questa creazione di fondi, questo stanziamento di soldi, dopodiché leggermente, implacabilmente ed inesorabilmente li svuotate con i decreti successivi. Quindi, un po’ di serietà nei confronti delle forze dell'ordine, che certo questi soldi che voi dite di aver stanziato non li hanno percepiti nel loro lavoro quotidiano; basta incontrare i rappresentanti delle forze dell'ordine e farselo dire da loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

Pag. 12

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, non entro nel merito dell'ordine del giorno. Sommessamente sottolineo che, se quello che ha detto l'onorevole Fiano fosse lontanamente vero, dovrebbe quantomeno spiegarci per quale motivo, al congresso del sindacato degli agenti di polizia, lui, il Governo e il Ministro sono stati così sonoramente fischiati da tutti gli agenti di polizia. Quindi, Fiano, smetta di raccontare barzellette, prenda atto dei fischi e vada a casa con i fischi.

  EMANUELE FIANO. Ma parla di cose che conosci ! Parla di cose che conosci ! Di quale sindacato stai parlando ?

  PRESIDENTE. Onorevole Fiano ! Onorevole Fiano, lei ha già svolto il suo intervento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ottavio. Ne ha facoltà.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Signor Presidente, vorrei dire attraverso di lei all'onorevole Gallo che a noi non dispiace quando una proposta viene approvata, perché si fanno dei salti logici. Non è mai successo che una proposta di minoranza venga approvata se la maggioranza non è d'accordo. Noi sull'8 per mille per l'edilizia scolastica non solo siamo stati d'accordo, ma il giorno dell'insediamento abbiamo proposto un progetto di legge in quel senso e siamo molto felici che sia diventato legge. Anche io riconosco che ci sono dei problemi nella sua attuazione, però vorrei far presente che in questi giorni il Governo sta rispettando gli impegni sull'edilizia scolastica, i sindaci stanno rispondendo – per un importo molto superiore ai pochi milioni di euro dell'8 per mille – perché si metta in moto quel meccanismo che porterà 3 miliardi e mezzo per l'edilizia scolastica. Questo è un risultato di questo Governo, questo è un risultato del nostro impegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, Forza Italia non intende minimamente entrare in una diatriba di polemiche sull'utilizzo di queste risorse dell'8 per mille, ma ritiene assolutamente auspicabile che, a decorrere dall'approvazione – auspico che sia approvato – di questo del giorno, queste risorse siano utilizzate in maniera trasparente e cioè in maniera efficace e prioritariamente rispetto agli interventi per la sicurezza degli edifici scolastici. Questi sono i motivi per cui voteremo a favore di questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Giusto a titolo personale, per dire al collega che mi ha preceduto, non Palese, ma l'altro collega, che non è vero che il Governo ha mantenuto i suoi impegni sull'edilizia scolastica, perché aveva tassativamente promesso, entro il mese di aprile, l'apertura dell'unità per l'assegnazione dei fondi per l'edilizia scolastica presso Palazzo Chigi e di questa unità, da istituire ancora, non c’è neanche l'ombra. Quindi, è un'altra cosa del vostro bugiardone Matteo Renzi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2373/46, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fioroni, Costantino, Dell'Aringa, Vito, Bianconi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  383   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  273).    

Pag. 13

  Passiamo all'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2373/47, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, questo ordine del giorno – che mi auguro venga approvato – vuole ottenere due risultati. Il primo risultato è quello di dare senso un po’ all'attività parlamentare che come Commissione ambiente stiamo facendo in questi mesi, in questo anno ormai possiamo dire, perché noi in Commissione ambiente stiamo esaminando delle proposte di legge volte a incentivare il recupero dei centri storici, volte a valorizzare i piccoli borghi, volte all'efficientamento energetico dell'edilizia esistente, alla salvaguardia del suolo. Però, come dire, l'altro problema che questo ordine del giorno tenta di risolvere è quello di aiutare anche le amministrazioni locali. Perché ? Perché per i centri storici, i piccoli borghi e tutta l'edilizia, che è sostanzialmente abbandonata dai privati, materialmente le pubbliche amministrazioni non riescono ad agire, non riescono a intervenire, soprattutto quando sono in totale stato di abbandono.
  Quindi, questo ordine del giorno, sul quale mi auguro anche il Governo ci ripensi, sostanzialmente vuole in qualche modo avviare quella che viene definita normalmente una semplice mappatura dell'edilizia abbandonata da parte dei privati e soprattutto fatiscente – che mette a rischio anche i cittadini che vi passano vicino –, in modo tale da rendere questo patrimonio, i cui proprietari spessissimo non sono neanche facilmente rintracciabili o addirittura completamente irrintracciabili, un patrimonio disponibile per le esigenze abitative dei cittadini.
  Questo, appunto, come ho detto prima, va da un lato a salvaguardare il suolo – utilizziamo il suolo già edificato ed abbandonato per recuperarlo e riutilizzarlo come abitazione – e dall'altro salvaguarda le zone libere da ulteriori cementificazioni e speculazioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2373/47, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manzi, Ventricelli, Rabino, Gnecchi, Bargero, Bruno Bossio, Carrozza, Gentiloni... hanno votato tutti i colleghi ? Cancelleri sta arrivando...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  305).    

  (Il deputato Manfredi ha dichirato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Vita n. 9/2373/48, non accettato dal Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, con quest'ordine del giorno vi diamo un'altra opportunità. Vi diamo un'altra opportunità di dire «no» a Expo, a questa Expo, e di fare una Expo diffusa e sostenibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, questa è un'ulteriore possibilità che vi diamo, ma dopo non ci dimenticheremo di quello che votate. Dopo non ci dimenticheremo di cosa state portando avanti !
  Potevamo fare una Expo diffusa su tutto il territorio della Lombardia, addirittura di tutta Italia. Potevamo aiutare le piccole e medie imprese, coinvolgendole in questa Expo. Invece no ! Ci siete dentro tutti, ci siete dentro tutti con gli appalti per le coop, gli appalti per le altre cooperative di destra. Quindi, tutti ci hanno Pag. 14guadagnato del sistema dei partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), tutti hanno portato a casa tangenti. E allora, non possiamo cedere dal fare il grosso lavoro tutto concentrato nella stessa area e poi ci continuiamo a prendere in giro sul «nutriamo il pianeta». Ma quale pianeta dobbiamo nutrire ? Qui stiamo solo cementificando, stiamo dando ancora mazzette alla politica ed ai soliti costruttori e alle solite cooperative !
  Con questo ordine del giorno potete ancora fermare questo scempio. Rendiamo Expo qualcosa che sia utilizzabile per l'Italia e che aiuti gli italiani e le piccole e medie imprese e non aiuti i soliti speculatori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, sinceramente non ho capito con chi ce l'aveva il collega che ha parlato un attimo fa, perché qui tutti o nessuno non sono esattamente la stessa cosa. Siccome viviamo ancora in uno Stato di diritto, siccome c’è ancora una magistratura che è in grado di fare le indagini, siccome sono in corso indagini che accerteranno le responsabilità, io rispedisco al mittente quest'accusa sconclusionata, confusa (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico) e che viene evidentemente da una cultura politica – se così vogliamo chiamarla facendole un favore – che non ha idea di cosa sia uno Stato di diritto. Quindi, la magistratura anche in questo caso indagherà.
  Poi non ho davvero nemmeno ben capito, anche rileggendo l'ordine del giorno, cosa vorrebbe dire «Expo diffusa».
  So però una cosa, che cancellare l'Expo, come vorrebbe la parte politica a cui appartiene il collega che ha parlato un attimo fa, sarebbe un danno devastante non solo per la credibilità di questo Paese ma anche per gli interessi di tanti italiani, comprese tante imprese italiane, che troveranno nell'Expo una grande occasione di crescita e di occupazione. Per questo il nostro gruppo voterà contro questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, a quanto pare il collega Romano non capisce a chi si riferiva il mio collega. E appunto, proprio perché non capiva, si è sentito di rispondere. Qui, utilizzo il vecchio brocardo «excusatio non petita, accusatio manifesta» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, il collega Romano evidentemente è confuso da un paio di ore, non da ora. Glielo spiego io, collega Romano, a cosa si riferiva il mio collega.

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

  MANLIO DI STEFANO. Sì, per carità. Siccome non capiva, evidentemente è confuso, perché l'ha spiegato bene. Allora le spiego io, collega Romano. L'Expo Diffusa non è un'invenzione nostra, è un'invenzione di quattro anni fa del professor Battisti del Politecnico di Milano, le basterebbe andarlo a leggere ogni tanto, iniziare a leggere anche le carte anziché fare slogan, per capire di cosa si tratta. L'Expo Diffusa toglieva dalle mani delle solite aziende vostre – CMC e compagnia bella – la cementificazione di Milano e quindi la speculazione edilizia, portando finalmente i cittadini al centro delle istituzioni e portando i cittadini ad avere un beneficio dalle vostre grandi opere anziché prendere sempre schiaffi. I cittadini milanesi non avranno nulla di quello che gli avete promesso e si renderanno conto di Pag. 15questo dopo il 2015, quando si renderanno conto che, a parte il cemento e quell'area distrutta, che era verde e l'avete trasformata in grigia come tutta Milano, non avranno nulla delle opere che dovevano avere a beneficio di Expo, di conseguenza guardatevi allo specchio e capite una volta tanto che non siete la rappresentanza dei cittadini, perché i cittadini vogliono altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino, che ha già parlato. Ha tre minuti, onorevole Mannino, perché due minuti e quindici li ha già usati. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, solo per dire appunto al collega Romano che la credibilità questo Paese già l'ha persa da anni e sicuramente non per colpa del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Inoltre, come diceva il collega Di Stefano, l'idea originaria dell'Expo era quella di valorizzare l'intero territorio nazionale con un'esposizione internazionale che valorizzasse tutto l'agroalimentare italiano. Cosa è diventata l'Expo oggi ? È diventata una concentrazione di multinazionali che vanno dal cemento all'agroalimentare, alla McDonald's, alla Ferrero, eccetera. Questa non è l'agricoltura e la cultura italiana dell'alimentazione, se ancora non l'aveste capito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Anche lei, ha tre minuti, onorevole Fiano, Perché ha già parlato due minuti. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, io non voglio parlare dell'Expo Diffusa, che pure secondo me è un'idea che ha una sua qualità, un valore. Io vorrei inserire nel dibattito quello che valutano alcuni docenti ordinari delle varie università di Milano su quali potrebbero essere i costi di un blocco dell'Expo. Per esempio, cito il professor Alberto Dell'Acqua, docente ordinario dello SDA Bocconi: ci sarebbero 250-300 milioni di euro da pagare come penale al BIE, ci sarebbero tra i 60 e i 102 mila posti di lavoro persi. Ci sarebbero, spalmati in dieci anni, circa 10 miliardi di euro – lo dice un professore, Marco Ponti, che immagino conoscerete, abbastanza contrario all'Expo – il valore del denaro perso nello spalmare le conseguenze in circa dieci anni. Ci sarebbero penali da pagare a 146 Paesi partecipanti che hanno già investito 60 milioni di euro per i loro padiglioni, sarebbero persi tra 500 e 700 milioni di euro di investimenti esterni alla mano pubblica già pre-appaltati.
  Quindi, io non discuto dell'idea di un'Expo Diffusa, secondo me non è un'idea sbagliata, ma lo dico in generale, perché si è sviluppato un dibattito in particolare con il MoVimento 5 Stelle, che l'Expo andrebbe fermata. Prima di dire che va fermata un'opera che, solo a fermarla, a prescindere dalle nostre opinioni, porterebbe a miliardi di danni, forse converrebbe conoscere i numeri che sono stati studiati dalle università.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, scusi, era lo stesso PD che nelle scorse legislature era contro il ponte sullo Stretto ? Giusto per saperlo, perché io sono contro il ponte sullo Stretto e lo sono sempre stato, ma anche lì c’è una penale da pagare, eppure il PD è sempre stato contro. Com’è che adesso cambia l'opera, cambia lo schieramento politico e invece l'idea è la stessa ? Me lo spiegate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Cercate di dimostrare coerenza: la penale si paga per il ponte sullo Stretto e si paga anche per l'Expo eventualmente. E basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Battista. Ne ha facoltà.

Pag. 16

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente: chi sono questi ? diceva il collega Romano. Questi sono i De Donno o i Mori, chiamati da Formigoni in un comitato per la trasparenza all'Expo, indagati e rinviati a giudizio nel processo per la trattativa Stato-mafia. Questi sono. Questi sono i Greganti, rispetto al quale il Partito Democratico cerca in tutti i modi di smarcarsi, ma è informazione certa il fatto che il «compagno G», colui che voi avete chiamato «compagno G» perché non ha parlato, nello stesso modo in cui Berlusconi chiamò Vittorio Mangano eroe perché non parlò (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), entra ed esce a suo piacimento al Senato e da poco è uscita un'intercettazione nella quale si dice chiaramente che andava a incontrare Gianni Pittella, Vicepresidente del Parlamento europeo e neocandidato alle europee.
  Romano, questa non è chiaramente un'Aula di tribunale, ma questo è il luogo anche di un attacco politico e l'attacco politico lo stiamo facendo a questo Governo, a questa maggioranza delle cooperative rosse e delle cooperative bianche, che è chiaramente immischiata in questo processo Expo.
  E a Fiano rispondo, tramite lei, Presidente – lui esprime, come dire, un punto di vista politico che rispetto – che, per la prima volta, chiudere progetti devastanti per la nostra immagine, perché lo stesso Ban Ki-moon si è voluto smarcare dall'Expo perché a nessuno fa piacere mettere la propria faccia di fronte ad un progetto che è un «tangentificio» (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico), riuscire a chiudere per una volta un progetto del genere significa dare a livello internazionale un segnale che questo Paese vuole finalmente essere pulito, vuole allontanare la mafia, la corruzione sia dalle istituzioni, sia da un progetto internazionale come l'Expo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, se riuscissimo a chiuderlo, daremmo un segnale anche per il futuro.
  Pensate veramente che potremmo prendere altre opere o altre grandi manifestazioni, come i mondiali o come le olimpiadi se chiunque al mondo per colpa vostra sa che ogni qual volta c’è un appalto pubblico in Italia c’è qualcuno legato al PD o legato a Forza Italia che ci mangia i quattrini pubblici ? È questo il messaggio politico che dovete comprendere, in quanto siete stati, non tutti, ma in quanto rappresentanti di partito, responsabili dello sfascio e responsabili del fatto che oggi la corruzione in Italia ci costa 60 miliardi di euro all'anno, la metà dell'intera Unione europea. Di questo, voi tutti siete responsabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauri. Ne ha facoltà.

  MATTEO MAURI. Signor Presidente, vorrei rispondere attraverso di lei al collega che prima si chiedeva perché «no» allo Stretto di Messina e perché «sì» a Expo. Per un motivo molto semplice: perché da sempre diciamo che lo Stretto di Messina è un'opera inutile e controproducente e al contrario Expo è un'opera utile e vantaggiosa per questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non ci vuole tantissimo per capirlo e la coerenza nostra si dimostra nei fatti.
  E poi – guardate – anche su questa questione dell'Expo Diffusa: l'Expo Diffusa funziona e c’è nel progetto nel momento in cui c’è Expo. Se non hai Expo localizzato in un posto preciso – come è sempre stato nella storia di Expo nel mondo – evidentemente non avrai neanche l'indotto e le altre iniziative che tutte le regioni, le province e i comuni stanno proponendo in questo momento. Allora, Expo è un elemento attrattivo, oltre ad avere un valore in sé dal punto di vista del contenuto per tutto il Paese e se noi non capiamo, o se qualcuno qui dentro non capisce che è uno strumento straordinario di sviluppo complessivo, evidentemente questo significa che c’è un preconcetto di fondo e se il ragionamento è: «non si deve fare Expo perché ci può essere la corruzione», allora Pag. 17in questo Paese non si potrà più fare niente perché ci potrebbe essere la corruzione.
  Allora, se fosse per qualcuno, non rimetteremmo più a posto le scuole – qualcuno potrebbe essere corrotto – non rifaremmo più una strada – qualcuno potrebbe essere corrotto – non rifaremmo più l'illuminazione, qualcuno potrebbe essere corrotto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il problema non è non fare le cose; è farle bene. Noi ci stiamo impegnando a farlo; voi solamente a distruggere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Realacci. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI. Signor Presidente, il collega Mauri ha detto in parte le cose che volevo dire. C’è una grande differenza fra il ponte sullo Stretto e l'Expo. Peraltro, inviterei il collega a non prendere la posizione che hanno le ditte appaltatrici del ponte, perché non credo affatto che ci sia un problema di penali da pagare sul ponte. Questa è la posizione di coloro che vogliono lucrare sul non fare il ponte rispetto alle scelte che venivano fatte.
  Sulla vicenda Expo, io penso che innanzitutto la vicenda che è emersa è una vicenda agghiacciante, non c’è alcun dubbio. Quei nomi e quelle storie sono storie che pensavamo sepolte e che riemergono. Quindi, pieno sostegno alla magistratura, pieno sostegno a Cantone e se il Governo, come io auspico, vorrà dare dei poteri particolari, per vigilare su quanto sta accadendo, io credo che il Parlamento non potrà che essere d'accordo su questa vicenda.
  Sicuramente sull'Expo si è partiti male, perché si è partiti concentrandosi più sul cemento che sulle idee. Oggi manca poco tempo, ci sono pochi soldi, bisogna tornare a parlare di idee. Da questo punto di vista, penso all'idea dell'Expo Diffusa che, per capirci, non è nulla di nuovo, perché è il fuori salone del mobile di Milano, che si fa a Milano, mentre in questo caso si fa su l'Italia, perché l'Expo universale è un'occasione per tutto il mondo.
  È un'idea giusta che serve a valorizzare tutta l'Italia, ma ci vuole un punto di riferimento. Il punto di riferimento è l'Expo universale. Riduciamo le opere, facciamole al minimo, facciamole in trasparenza, ma proprio quell'occasione che veniva richiamata prima dal collega De Rosa, per le piccole e medie imprese, è legata al fatto che il mondo guardi all'Italia con occhi diversi, guardi all'Italia con occhi diversi sull'alimentazione ma anche, direi, sulla qualità, sulla green economy, sulla bellezza del nostro Paese. A questo deve servire l'Expo, non agli appalti. Su questo lavoriamo assieme. Se poi il tema è sempre un tema di campagna elettorale, l'Italia perde (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, spero di non avere sentito bene l'intervento del collega precedente, perché addirittura si è detto che in Italia l'alibi della corruzione potrebbe portare a non decidere. Quindi, questo, questa affermazione, sancisce la resa incondizionata di un'intera classe politica ai meccanismi della corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! È la resa incondizionata ! Nel momento in cui si dice che non si danno gli appalti, perché altrimenti qualcuno andrà a dire che questi appalti vanno a finire in mano ai corrotti, significa che la classe politica vecchia si è arresa davanti alla corruzione.
  Vi ricordo che noi cittadini davanti alla corruzione non ci arrenderemo mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e quei 60 miliardi che ci costa li ripartiremo sul futuro dei nostri figli e sui beni architettonici, culturali, che hanno fatto sempre grande questo Paese, non sulle «porcate» che volete portare avanti voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

Pag. 18

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà per quattro minuti, perché un minuto lo ha già usato.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, è fin troppo evidente che la campagna elettorale e le vicende di questi giorni condizionano molto questo dibattito. Quest'Aula avrebbe il sacrosanto dovere di fare una riflessione allo stato attuale delle cose per mille motivi, che molti colleghi hanno esposto, e perché il danno peggiore sarebbe non continuare la realizzazione dell'Expo 2015.
  Però, è altrettanto vero che quest'Aula ha il sacrosanto dovere anche di dare delle indicazioni su come continuare a procedere. Basta Cantone ? Bastano gli interventi che si preannunciano ? No ! Noi dobbiamo fare una seria riflessione su quello che è successo in questo Paese con l'abolizione dei controlli su tutte le pubbliche amministrazioni. Prendiamo atto che sul disastro e sugli aumenti degli episodi di corruzione diffusa su tutto il territorio, in maniera capillare e incontrollabile, vanno esclusivamente istituiti i controlli preventivi, in maniera militarizzata, stazione per stazione, anche rispetto a quello che dicono i vertici del comando della Guardia di finanza oggi. Grandi opere e sanità: su questo noi dobbiamo lavorare, non sulle polemiche, con proposte.
  E quanto prima dovremmo rivederci per cercare di istituire questi controlli preventivi sugli atti e su tutte le spese delle pubbliche amministrazioni, perché questo ci consegnano i dati, questo ci consegna la storia, questo ci consegnano le indagini e non altro. Tutte le polemiche lasciamole da parte, perché si parla di altro per non parlare del vero problema. A nostro avviso, il problema vero e reale è quello dell'istituzione di controlli preventivi ferrei su tutte le spese pubbliche del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, io rimango allarmato nel sentire anche dal presidente della Commissione ambiente Realacci certi discorsi, perché forse in campagna elettorale, quando fu eletto Pisapia, tutti non si ricordano che aveva preso come impegno di modificare il progetto dell'Expo di Moratti e poi, in realtà, è rimasto tale e quale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per cui, quando si tratta di fare campagna elettorale, e lì si è fatta in quel modo, si sono presi i voti di chi voleva un Expo diverso e invece lo si è fatto nella medesima maniera di come era stato progettato in precedenza.
  Questo vuol dire prendere in giro i cittadini, ma sopratutto un criterio di base, cioè quello per cui dobbiamo sempre gestire l'emergenza e dobbiamo sempre dire: oggi serve una nuova struttura che faccia da punto di riferimento, come se la fiera di Milano o di Rho non poteva essere un piccolo punto di riferimento, e lanciare su tutto il territorio milanese altri siti già esistenti e fare, come citato prima, tipo il salone del mobile. Allora perché non dire basta a quel progetto lì ? Perché non fermarsi ? Perché oggi dovete dire: siamo in ritardo e dobbiamo correre con i lavori. E quindi vi inventerete a breve qualche decreto per accelerare queste tempistiche e per bypassare alcune questioni legate agli appalti, perché è come sempre, è sempre stato così. E allora qua dentro si annida la corruzione ed è palese perché, quando ci sono queste emergenze, c’è sempre chi ha degli appalti e dei benefici privati. Voi queste cose sembrate non ricordarvele.
  Vi vorrei ricordare che parlate in ogni dove, dal piccolo comune alla grande città, di consumo zero del territorio, cioè lo scrivete addirittura nei vostri programmi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e poi oggi andate ad avallare quella situazione dove, per fare degli specchi d'acqua, realizzate delle vasche in cemento armato. Non so se siete andati a vederle: è possibile che per realizzare una vasca d'acqua io devo fare una struttura in cemento armato che la contenga ? Pag. 19Secondo me, no ! Secondo me è una follia ! Quindi andate dietro quella lobby che ha progettato quell'opera per consumare suolo e per consumare cemento, perché se consumo cemento ho bisogno di fare cemento e quindi qualche bell'imprenditore è contento di far cemento. Voi dietro questa logica ci state andando alla grande e vi state perdendo, rispetto a quello che scrivete sul programma, consumo zero del suolo, e poi dopo dite: eh per una questione emergenziale non possiamo oggi dire di no. Io credo che vi dobbiate vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché a livello territoriale non si possono accettare queste condizioni, non si possono accettare !
  Io provengo dalla sponda del Ticino, che è quella novarese, dove avete deturpato i paesaggi con cave. Per dare che cosa ? Per fare i sottofondi della terza corsia, poi abbiamo dovuto fare altre cave per dare i sottofondi all'alta velocità e oggi dobbiamo fare altre cave per dare materiale per costruire Expo. E poi attenzione che, quando dovremo demolire l'Expo, perché teoricamente uno costruisce e poi demolisce nel giro di pochi anni – è ovvio no ? Perché questo almeno genera PIL – poi lo devo rimettere dentro queste cave e quindi diventano delle discariche di materiali che chiamate inerti. Sapete che la maggior parte delle nostre cave sul nostro territorio oggi è sottoposta a indagini ? Chissà come mai, perché dentro quei buchi che avete creato in passato oggi ci mettete i rifiuti. I rifiuti da demolizione dite, poi in realtà dentro ci sta sempre di tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, la finite ? Vi chiedo un'etica, se ce l'avete. Provate a svincolarvi da questi legami di partito che sono deleteri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, per fortuna devo dire che sono molti coloro che a Milano e in Italia non si arrendono davanti alla corruzione, perché se fossimo così pochi sarebbe una battaglia molto più difficile di quella che già è così. Ma io faccio presente che di persone che stanno lavorando intorno all'Expo Diffusa a Milano e in Lombardia – mi riferisco a questo – ce ne sono parecchie, a partire certamente da Emilio Battisti, che peraltro insieme anche ad altri, tipo Giorgio Ferraresi e tanti altri, dettero, hanno dato e stanno dando un contributo notevolissimo a quella campagna elettorale del 2011, di cui stiamo parlando, e che ha portato ad un cambio di governo della città di Milano.
  Infatti, il tema credo sia più ampio. Fortunatamente, concetti come «filiera corta», «prezzo sorgente», «chilometro zero» non sono nati in un ambito istituzionale e tanto meno sono nati in occasione dell'Expo. Sono nati fuori, e l'Expo diffusa dovrebbe essere il tentativo di associazioni, di gruppi, di singoli soggetti, di far vivere questa alternativa conflittuale a quello che abbiamo conosciuto, in particolar modo ai modelli agroindustriali.
  Per cui, non credo che noi facciamo un buon favore all'Expo diffusa o a quello che rappresenta o ai concetti che la significano se facciamo confusione tra il piano delle opere di Expo, il piano della corruzione e quel conflitto politico-culturale che vi è tra modelli agroindustriali completamente diversi, contro le multinazionali della modificazione genetica, contro un certo modello di agroindustria che tende a cancellare le differenze e la biodiversità.
  Ecco perché credo che, su questo terreno, anche in forma conflittuale, intorno ad Expo cresceranno molte cose, e non serve questo meccanismo artato di confusione, che, secondo me, non porta nulla, né nel contrasto e nel controllo ai meccanismi di corruttela che abbiamo oggi di fronte agli occhi, né a quei movimenti che provano a costruire dentro e contro quella manifestazione un'alternativa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 20

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, vorrei fare una proposta molto costruttiva in questo momento. Visto che la proposta di chiudere l'Expo genera tanta ostilità da parte di molte parti politiche, e possiamo anche comprendere il perché, dico: facciamo come è stato fatto a New York. A New York il sindaco Rudolph Giuliani ha chiesto a tutti coloro che prendevano incarichi pubblici e dovevano gestire risorse pubbliche di firmare una lettera con la quale accettavano di subire intercettazioni ambientali casuali.
  Adesso chiedo: voi immaginate se nell'Expo gli imprenditori che hanno preso gli appalti accettassero di firmare questa carta con la quale sarebbe possibile intercettarli casualmente ? Lancio questa sfida: vediamo chi di loro è disponibile a fare questo e poi vediamo se si può continuare l'Expo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Peluffo. Ne ha facoltà.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, intervengo perché ho sentito diversi onorevoli deputati del MoVimento 5 Stelle intervenire per redarguire il collega Andrea Romano. Gli hanno detto che è intervenuto, rispetto all'ordine del giorno, non parlando dell'Expo diffusa; poi, mi sembra che nel corso dei loro interventi abbiano parlato di tutt'altro rispetto al progetto dell'Expo diffusa. Se, invece, vogliamo parlare dell'Expo diffusa e sostenibile, parliamo di quello che c’è.
  Parliamo del patto dei sindaci dell'area nord-ovest di Milano, dei 16 comuni che si sono messi insieme per presentare dei progetti. Sono quei comuni dove, per esempio, il collega De Rosa gira per aizzargli tutti i comitati contro; invece, potrebbe confrontarsi con i progetti che hanno presentato quelle amministrazioni. Parliamo di Agenda per Expo, cioè dei progetti che ha presentato il Governo che riguardano i diversi interventi che hanno al centro il tema dell'Expo e che coinvolgono tutti gli enti locali, coinvolgono le regioni, coinvolgono le province, coinvolgono i comuni.
  Parliamo di quello che c’è. Parliamo del coinvolgimento delle ONG, che non solo hanno costituito un tavolo, ma che gestiranno uno spazio nell'Expo, gestiranno la Cascina Triulza, gestiranno quella parte fondamentale che si occuperà del tema dell'Expo: nutrire il pianeta, energia per la vita.
  Allora, se vogliamo parlare di Expo diffusa, parliamo dell'impegno sui progetti che vi sono. Certo, mi rendo conto che questo è più difficile: vuole dire entrare nel merito, vuole dire confrontarsi, vuole dire approfondire, perché questo è il modo di dare un contributo ad Expo. Infatti, il resto, Presidente, sono sempre le solite chiacchiere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lupo. Ne ha facoltà.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, è di agricoltura che in realtà stiamo parlando in questo luogo, nonostante tutte le fasi di corruzione che sta avendo questo evento. Quindi, io pongo più che altro l'attenzione sul fatto che per un evento del genere sono stati asfaltati terreni arabili, cioè nel momento in cui noi parliamo di nutrire il pianeta andiamo ad erodere un milione di metri quadri – scusatemi, ma è giusto precisare la misura che è stata erosa – di terreno utile e ricco di biodiversità. Perché quando parlate di questi temi, quando Renzi va in tv e dice che ridurrà l'obesità, che «Expo nutrire il pianeta» ridurrà l'obesità, vuol dire che il concetto reale di agricoltura in questo Paese non esiste. Il rilancio della sostenibilità non sapete ancora cosa è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Quindi, dobbiamo smetterla di finanziare opere semplicemente per favorire sempre i soliti noti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 21

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fava. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO FAVA. Signor Presidente, io credo che proporre la sospensione dei lavori dell'Expo a 11 mesi dalla consegna dei cantieri sia una provocazione culturale e nulla più che questo.
  Ricordo che, quando il progetto del ponte sullo Stretto di Messina si fermò, si era molto lontani dall'apertura di quel cantiere. Si fermò per un ordine del giorno che venne discusso, votato e approvato al Parlamento europeo. Io ero il primo firmatario di quell'ordine del giorno e c'erano cento buone ragioni perché quel progetto non andasse avanti e quel ponte non si facesse. Non c'era tra queste cento buone ragioni un solo motivo: che avevamo paura della mafia, nel senso che non abbiamo ritenuto di dover bloccare quel ponte perché pensavamo che potesse essere oggetto degli appetiti mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). E lo dico perché su questo punto, su questa sfida di autonomia e di autorevolezza della politica, si gioca la civiltà di un Paese.
  Ritenere che noi dobbiamo chiudere i cantieri dell'Expo, che sono diventati un crogiolo di interessi mafiosi, malavitosi, e illegali, e che la risposta che dobbiamo dare a questi interessi è chiudere i cantieri e subire il ricatto, è la sconfitta della politica (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico) ! E noi non possiamo permetterci la sconfitta della politica, della buona politica, della politica autonoma rispetto agli interessi mafiosi e malavitosi ! Io non voglio rinunciare a un'opera pubblica. Credo che la nostra funzione sia cacciare fuori da quell'opera pubblica i mafiosi e i tangentisti (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Vita n. 9/2373/48, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Kronbichler, Gadda, Rabino, Dadone, Ventricelli, Anzaldi, Zaratti, Rotta, Misuraca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  393   
   Votanti  392   
   Astenuti  1   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  62    
    Hanno votato
no  330).    

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Rosa n. 9/2373/49, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Passiamo all'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/2373/50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà per tre minuti e mezzo, avendo già parlato.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, prima il collega Mauri diceva che non riesce a comprenderci, probabilmente perché non riescono a capire la novità perché erano chiusi qua dentro a contare i soldi che arrivavano da Expo, invece di darli per Expo (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa, la prego di ricordare dove sta.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Abbiamo un collega portavoce in consiglio comunale a Milano che in tempi congrui – ragazzi, in tempi congrui – proponeva di fermare l'opera, quando si poteva, quando non avevamo le penali, e ve ne siete fregati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento Pag. 225 Stelle). Adesso ci venite a dire: «A undici mesi ? Come facciamo a undici mesi ?».
  Dopodiché, cosa abbiamo fatto ? Ci siamo detti che un punto di riferimento lo abbiamo, cavolo ! Lo ha detto anche il mio collega Crippa prima: abbiamo la nuova Fiera. La nuova Fiera a Rho per cosa l'abbiamo fatta ? Per fare altra speculazione edilizia ? Ma quella non la consideriamo, non basta come punto di riferimento per Expo.
  E andiamo alle vie d'acqua, che poi sono l'oggetto dell'ordine del giorno, le vie d'acqua e tutte le opere correlate che ci sono rispetto a Expo: lì un'altra colata di cemento. Sulle vie d'acqua, addirittura andiamo a scoprire dalle intercettazioni che forse ci sono scorie sotto ai giardini pubblici, sotto ai parchi dove vanno i nostri bambini a giocare, e che le imprese hanno ceduto alle associazioni di cittadini per non fare le vie d'acqua e fare semplicemente un tubo. Sembra che faranno un tubo sotto terra che è inutile, ma lo fanno perché i soldi li devono prendere. Perché ? Perché così non devono andare a scavare più di tanto e non rischiamo che vengano fuori tutte le scorie, che, con la collusione della politica, sono finite lì.
  E allora noi stiamo parlando di un sistema che è corrotto alla radice. Quindi, qua o cambiamo, o fermiamo tutto, facciamo un bell'esame di coscienza e decidiamo in che direzione vogliamo andare, oppure ci stiamo solamente prendendo in giro.
  Signori, avete un Capo di Governo, quello precedente, Bersani, due Governi fa forse.... vostro segretario due volte fa ormai (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)... Bersani, il vostro segretario. Scusate, ho sbagliato, non si può sbagliare con voi. La fiducia dà fastidio. Comunque, Bersani...

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa, si rivolga alla Presidenza (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Colleghi, colleghi, lasciate concludere. Colleghi ! Allora, io ricordo a tutta l'Aula che noi abbiamo un impegno: alle 12,30 debbono iniziare le dichiarazioni di voto finale in diretta televisiva. Quindi, lavoriamo tranquillamente. Lei, onorevole De Rosa, concluda e voi lasciate concludere il collega De Rosa.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Certo, Presidente, è che qui c’è tolleranza per le tangenti, ma se si sbaglia una parola (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Collega De Rosa ! Onorevole De Rosa ! Usi un linguaggio adatto a quest'Aula. Concluda il suo intervento, ha un minuto.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Semplicemente, dalle intercettazioni è venuto fuori che Bersani diceva: «Mettete dentro anche Manutencoop, perché dobbiamo guadagnarci qualcosa anche noi, se volete che stiamo tranquilli» (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dalle intercettazioni sui giornali...

  PRESIDENTE. Onorevoli colleghi ! Onorevole collega !

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Quindi, questo è il sistema, questo è il sistema che si portava avanti.

  PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, il deputato De Rosa ha concluso, procediamo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, un'altra opera collegata a Expo è la Pedemontana Lombarda. Io illustro ai colleghi del PD cos’è la Pedemontana Lombarda: è un'opera che dovrebbe collegare Varese a Orio al Serio, un'opera che devasterà definitivamente la Brianza, un'opera inutile, dannosissima e costosissima. Questa è l'autostrada più cara del mondo, dove riemergerà il problema della diossina dell'Icmesa.
  Ciò non è possibile oggi, in questo Stato, dove è permesso violare la legge, perché state uccidendo definitivamente il Pag. 23territorio brianzolo, tirando fuori la diossina che l'Icmesa nel 1976 ha tirato fuori con quell'esplosione: 5 miliardi di euro buttati nel cesso, scusatemi, rovinando la vita ai cittadini brianzoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Bisogna finirla !
  La fondazione «Lombardia per l'Ambiente» (FLA) dice, con gli esami, che tutti i terreni sono fuori norma. E mentre i sindaci dei vostri comuni combattono la Pedemontana, voi come ipocriti portate avanti un progetto che neanche i vostri sindaci vogliono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siete una vergogna ! Qua si sta parlando della vita delle persone. Oggi ancora si stanno facendo gli esami ai cittadini che hanno respirato la diossina dell'Icmesa. A distanza di cinquant'anni, ancora oggi la gente soffre di tumori causati da quell'esplosione. E se si va ancora a tirare fuori quella diossina che c’è sotto i terreni, sarà una catastrofe e voi vi prenderete la responsabilità di uccidere la Brianza. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, con grande sobrietà, noi qui stiamo lavorando per approvare un decreto-legge importante per il Paese per i suoi contenuti e, quindi, siamo un po’ più tolleranti di fronte all'evanescenza della campagna elettorale dei colleghi del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che si caratterizza ancora una volta per dei gridi continui al di là dei contenuti.
  Tuttavia, ci sono dei limiti che non vanno superati. Il collega De Rosa è già noto alle cronache e anche all'Ufficio di Presidenza per l'uso sconnesso della sua lingua che, evidentemente, è scarsamente collegata con il cervello (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché, altrimenti, non si potrebbe permettere di dire le cose che ha detto sul presidente Bersani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Rosato ! Onorevole Rosato !

  ETTORE ROSATO. È inaccettabile ! È inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Onorevole Rosato, anche a lei devo chiedere il rispetto per l'Aula e per le persone che siedono qui dentro.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Le chiedo, però, di non seguire la scia. Prego, ne ha facoltà. Parli, ma se possibile dando una mano. Prego.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, vedrò se può essere possibile.

  PRESIDENTE. Uno sforzo.

  ANDREA COLLETTI. Guardi, Presidente, ho scoperto dal suo richiamo al collega De Rosa che in quest'Aula non si può parlare di tangenti. Forse perché si è troppo abituati in quest'Aula a non parlare di tangenti, ma a prenderle le tangenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, non è questo il senso del mio richiamo e devo richiamare anche lei a mantenere un ordine qui dentro...

  ANDREA COLLETTI. Io sono molto ordinato, come si vede.

  PRESIDENTE. ... perché dobbiamo cercare di concludere questo provvedimento.

Pag. 24

  ANDREA COLLETTI. Ma come vede sono molto ordinato e tranquillo.

  PRESIDENTE. Quindi, lei faccia il suo discorso politico...

  ANDREA COLLETTI. Ma, infatti...

  PRESIDENTE. ... che è lecito.

  ANDREA COLLETTI. Come vede sono molto più tranquillo anche di lei...

  PRESIDENTE. Senza insultare i colleghi. Questo vale per tutti. Prego.

  ANDREA COLLETTI. Guardi, visto che la settimana scorsa abbiamo votato anche l'arresto di un deputato del PD, quando si parla di tangenti, quando si parla di mala politica, quando si parla di arresti anche in quest'Aula, non si parla di cose aliene da quest'Aula, ma si parla di cose che quest'Aula ha visto. Si parla di persone che hanno fatto partiti e che poi sono state condannate per concorso esterno in associazione mafiosa (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  ANDREA COLLETTI. Persone che erano qui presenti (Proteste della deputata Zampa)...

  PRESIDENTE. Onorevole Zampa ! Onorevole Zampa, lasci concludere il deputato Colletti. Onorevole Colletti, concluda.

  ANDREA COLLETTI. No, mi scusi, sento un po’ di nomi...

  PRESIDENTE. Non si preoccupi, lei concluda il suo intervento.

  ANDREA COLLETTI. ... e un po’ di canea dai banchi del PD.

  PRESIDENTE. Ho già richiamato la collega Zampa.

  ANDREA COLLETTI. Perfetto, la ringrazio, Presidente. Vede, Presidente, noi non abbiamo paura di utilizzare in quest'Aula la parola «tangenti» e la parola «corruzione». Non abbiamo paura di queste cose. Forse hanno paura di queste parole i colleghi degli altri partiti che vedono troppo spesso la corruzione dilagare all'interno dei loro partiti politici. E l'esempio Expo 2015 è un esempio lampante. È un esempio lampante di coloro che si sono girati dall'altra parte per troppo tempo quando hanno visto Greganti fare campagna elettorale per Chiamparino e i suoi eventi in prima fila (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quando hanno visto Quagliotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quando hanno visto il sistema che inglobava tutto il Piemonte e che inglobava, Presidente, anche l'Abruzzo, la mia regione, dove il candidato presidente del PD ha più capi di imputazioni di Totò Riina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È questa la verità, purtroppo, Presidente, e ce ne dobbiamo rendere conto.
  Quindi dovreste uscire da questo loop, da questo sogno: fuori non è un sogno, fuori è un incubo per le persone, è un incubo anche per la vostra colpa di persone che hanno visto i loro piedi, piuttosto che guardare avanti, piuttosto che guardare la realtà delle cose. E mi dispiace, non ce la si può prendere con le persone che finalmente hanno voce qui dentro, che finalmente denunciano qui dentro l'azione, ma anche l'omertà del Governo e dei partiti politici, omertà che si collega a opere...

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, concluda.

  ANDREA COLLETTI. ... mastodontiche come l'Expo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cariello. Ne ha facoltà.

Pag. 25

  FRANCESCO CARIELLO. Signor Presidente, con riferimento all'intervento del collega Rosato, che parlava e diceva a quest'Aula «stiamo facendo», bene, qui, in quest'Aula, secondo me, dobbiamo cominciare a prendere l'abitudine di eliminare il gerundio, il verbo al gerundio. In questo Paese noi abbiamo dimostrato con i fatti che facciamo quello che diciamo ! La dovete smettere di parlare utilizzando il gerundio, questo Paese si è governato con il gerundio ! Questo è il problema vostro (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, io chiedo modestamente di essere tutelato dall'Ufficio di Presidenza, credo al pari di tanti altri colleghi, perché, quando quindici mesi fa ho accettato di partecipare alla campagna elettorale per provare a diventare deputato al Parlamento, pensavo di dover affrontare un'esperienza che mi mettesse di fronte alle responsabilità del Paese... Stanno andando tutti da Grillo a chiedere consiglio, a chiedere indicazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Presidente, quello che voglio dire è che io non sono all'altezza e voglio essere tutelato da questo Parlamento e dall'Ufficio di Presidenza perché non ho mai partecipato a un concorso per titoli ed esami per diventare attore, cabarettista e show man (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e mi devo sorbire, ogni giorno, in questo Parlamento, senza averlo voluto, perché non ho deciso di pagare il biglietto ! Se voglio andare a vedere uno spettacolo di Grillo, pago il biglietto ! In questo Parlamento chiedo a quest'Aula e ai colleghi di rifiutare, e all'Ufficio di Presidenza di non tollerare più questo spettacolo permanente, questo show, questa gazzarra e questa cagnara, dove l'unico pensiero che viene, crescente, a me e agli italiani, è che i deputati del MoVimento 5 Stelle – che non hanno fatto un giorno della loro vita il consigliere comunale, il consigliere provinciale, il consigliere regionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! – non sanno qual è la vita reale della gente e si fanno eterodirigere da uno show man cabarettista. Basta (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia. Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Per l'Italia) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.
  Vi ricordo che state tutti parlando sull'ordine del giorno in discussione. Per la verità, ci siamo allontanati da parecchio.

  MIRKO BUSTO. Perché eravamo là fuori a lavorare, noi ! E adesso andiamo là fuori a restituire 5 milioni e 400 mila euro ai cittadini, noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  E poi voglio dire un'altra cosa: negli appalti – perché questo non è il fallimento della politica, come diceva, questo è il disastro della politica ! – nelle tangenti degli appalti ci sono anche 600 milioni di euro per la costruzione dell'impianto Cemex di Saluggia per cementificare le scorie liquide che stanno a Saluggia; voi sapete, vicino alla Dora Baltea, nel 2000, c’è stata l'alluvione e Rubbia ha dichiarato che si è sfiorata la catastrofe planetaria ! E questi sono lì, e gli appalti sono in mano ad aziende adesso indagate per tangenti. Questo è il disastro della politica ! Questa è la rovina ! Sono le stesse persone indagate, Greganti, Frigerio, le stesse persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! È un disastro planetario questo, siete un disastro planetario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Battista. Ha già parlato, credo...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. No, all'emendamento precedente...

Pag. 26

  KHALID CHAOUKI. Non è un emendamento !

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà. Ha due minuti, onorevole Di Battista.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. All'ordine del giorno precedente, scusate. È più grave sbagliare una parola che avere deputati arrestati, qui, evidentemente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Colleghi !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Vorrei dire, Rosato prima ha fatto un attacco politico ed è legittimo. Ed io non capisco perché il deputato Rabino si scandalizzi e oltretutto perché parliate sempre, sempre, inesorabilmente, del MoVimento 5 Stelle.
  Siamo anche in minoranza in questo Parlamento, però tutti quanti, da destra a sinistra – anzi, oggi il Nuovo Centrodestra è stranamente in silenzio, forse perché stamattina, lo dico all'Aula, ne hanno arrestato un altro, Paolo Romano, candidato alle europee, lo hanno arrestato questa mattina –, dite che non dobbiamo parlare di queste tematiche. Rosato faceva un attacco politico nei confronti del MoVimento 5 Stelle, ed è legittimo, non ci scandalizziamo. Mi scandalizzo di alcune frasi, appunto, di Rabino che parla di show, che dice che i colleghi escono fuori ad ascoltare Grillo.
  Rabino, usciamo fuori, lo ripeto, a restituire quattrini dei nostri stipendi ai cittadini italiani. Se lo faceste anche voi di Scelta Civica, probabilmente non avreste, non vantereste queste percentuali da prefisso telefonico alle quali, ormai, siete arrivati, perché siete politicamente, come politicamente lo è stato Monti, una emerita nullità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signora Presidente, si è detto in quest'Aula che fermare l'Expo in questo momento sarebbe una sconfitta per l'Italia, una sconfitta per la politica, una sconfitta per il nostro Paese. Quello che noi stiamo cercando, invece, di far capire a quest'Aula e a tutti i cittadini è che fermare l'Expo in questo momento sarebbe semplicemente una presa d'atto della realtà.
  L'Italia, in questo momento, anzi, ormai, da qualche anno, non può essere e non è un punto di riferimento a livello internazionale per gli altri Paesi, per gli investimenti, per tutti coloro che vengono qui, perché il sistema di corruzione, di collusione che si è creato in questo Paese dietro ad ogni opera, dietro ad ogni manifestazione, anche la più piccola, è arrivato a dei livelli indecenti. L'Expo 2015 è la perfetta sintesi di tutto questo. Basta leggere le ordinanze di custodia cautelare, basta leggere le carte, per capire che gli arresti che ci sono stati fino a pochi giorni fa sono solo l'inizio, l'inizio di uno tsunami che sconvolgerà questo Paese nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
  Noi siamo stati l'unico gruppo parlamentare che è andato a vedere quella landa desolata, il 15 marzo scorso, a fare un'ispezione in quei cantieri, per rendersi conto, se ancora non fosse chiaro, della realtà dei fatti e cioè che l'Expo, in questo momento, rappresenta soltanto un modo per dare da mangiare, per lucrare nuovamente grazie a tutto quello che stanno guadagnando i soliti noti e le solite cooperative. Questo è semplicemente quello che sta succedendo. Quando diciamo che da anni ci stiamo battendo, insieme ai nostri consiglieri regionali in Lombardia, insieme ai nostri consiglieri comunali, insieme ai cittadini lombardi, insieme ai comitati, insieme al professor Battisti e al progetto di Expo «diffuso e disponibile», non è che ci siamo svegliati oggi perché sono arrivate le procure. È da anni che si stanno dicendo le stesse cose. Il punto è che siamo arrivati ad un momento in cui non si possono più chiudere gli occhi, lo ripeto, non si possono più chiudere gli occhi, prendiamo atto della realtà dei fatti. Pag. 27Svegliamoci, per favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Romano, che ha già parlato una volta, quindi, ha quattro minuti, poi non potrà più parlare. Ne ha facoltà.

  ANDREA ROMANO. Grazie, signora Presidente, me la sbrigherò anche prima, anche perché mi hanno colpito le parole del parlamentare del MoVimento 5 Stelle, mi pare che fosse Di Battista, pronunciate con il disprezzo che caratterizza chi, evidentemente, non ha dimestichezza con la democrazia rappresentativa e che irridevano un movimento come Scelta Civica, immaginandosi percentuali che non so quale sondaggista gli abbia detto. Soltanto chi non ha dimestichezza con la democrazia rappresentativa può irridere un movimento politico come ha fatto lui.
  Mi viene da dire che, proprio oggi che parliamo di un provvedimento così importante per la qualità della vita di molti parlamentari, il tono dei colleghi del MoVimento 5 Stelle si è improvvisamente alzato ed è molto probabile che questo innalzamento di tono, questo show che giustamente il collega Rabino collegava ad un concorso di bellezza, ad un concorso teatrale, forse è legato alla presenza, a pochi metri da qui, del padrone di questo movimento e la voce di questo padrone viene, evidentemente, sentita molto bene dai parlamentari 5 Stelle che hanno abbandonato gli scranni del Parlamento italiano – lo ripeto, del Parlamento italiano – per correre a pagare omaggio ad un padrone che non siede in quest'Aula, che continua a dare ordini a questo movimento politico, e non può sedere in quest'Aula, è bene ricordarlo, perché è stato condannato per omicidio colposo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  Quindi, fate la morale ai colleghi deputati e agli italiani in nome di una purezza di fedina penale, ma sinceramente non possiamo accettare questa lezione da chi è guidato, anzi teleguidato da un personaggio che la fedina penale c’è l'ha molto sporca. Ma non è questo che secondo me rappresenta il limite più grave, ma il disprezzo continuo, ossessivo e quotidiano che ci viene ammansito da chi non ha idea di cosa sia uno Stato di diritto, una democrazia rappresentativa, perché evidentemente ha in mente un solo sistema, quello del partito unico, nel quale appunto potrebbe esistere soltanto il MoVimento 5 Stelle. Ma gli italiani sono molto più saggi di quello che immaginate e non vi daranno mai quel potere che voi immaginate di avere per poter ridurre tutti gli altri a quel silenzio che oggi voi esercitate soltanto perché a pochi metri da qui c’è il vostro padrone (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/2373/50, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Ventricelli, Giorgio Piccolo, Biasotti, Lattuca, Damiano, Balduzzi, Simoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  363   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  38    
    Hanno votato
no  325).    

  Ricordo che l'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2373/51 è stato accantonato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pinna n. 9/2373/52, sul quale il parere del Governo è favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scagliusi n. 9/2373/53, sul quale vi è il parere contrario del Governo.Pag. 28
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scagliusi n. 9/2373/53, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Lavagno, Monaco, Berlinghieri, Beni, Locatelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  349   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
  48    
    Hanno votato
no  301).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi)

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sibilia n. 9/2373/54, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sibilia n. 9/2373/54, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spessotto, Catania, Abrignani, Covello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  362   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  61    
    Hanno votato
no  301).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vacca n. 9/2373/55, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vacca n. 9/2373/55, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Berlinghieri, Lombardi, Sbrollini, Biasotti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  377   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  305).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Lombardi n. 9/2373/56, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  ROBERTA LOMBARDI. Sì, Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Lei ha già parlato, ma credo abbia ancora dei minuti a disposizione. Prego, onorevole Lombardi.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno chiediamo al Governo di adottare tutti quegli atti, anche legislativi, volti ad assoggettare gli immobili degli enti previdenziali privatizzati alla stessa disciplina degli immobili degli enti privatizzati pubblici. Questo anche in ottemperanza a delle recenti sentenze del Consiglio di Stato, che hanno ribadito la finalità pubblica degli enti previdenziali privatizzati e la finalità pubblica del patrimonio che gestiscono.
  Ciò sia perché deve andare a garantire le erogazioni pensionistiche agli iscritti alle casse sia perché devono, essendo tra l'altro Pag. 29stati costruiti con soldi pubblici, andare a incidere e a calmierare il mercato immobiliare, soprattutto nelle grandi città e soprattutto in una città come Roma che vede la maggior parte di questi immobili presenti sul suo territorio.
  Ora noi stiamo seguendo questa tematica da un anno, da quando siamo entrati qui, quindi non è una tematica che al contrario di molte persone, di molti colleghi, cavalchiamo soltanto durante le competizioni elettorali. Io conosco da romana..., tra l'altro ho avuto anche il piacere di averlo come assessore all'urbanistica, il collega, per esempio, del PD Morassut che ogni campagna elettorale usa questo tema e sensibilizza gli inquilini degli enti privatizzati sull'importanza di un intervento normativo che però non avviene mai, soprattutto quando il sua partito è in maggioranza.
  Ora noi non vogliamo tutelare solo gli inquilini e non vogliamo carpirne il voto in campagna elettorale, noi ci preoccupiamo anche degli iscritti alle casse perché queste casse previdenziali privatizzate sono state usate come la mangiatoia dei partiti, tanto per ritornare sul tema delle tangenti, della corruzione, e notizie di cronaca di questi giorni sono gli arresti, le perquisizioni, le intercettazioni che stanno avvenendo nelle casse previdenziali dell'ordine dei giornalisti, dei medici e di tante altre casse.
  Noi ci siamo focalizzati in un anno su questo e io ho presentato insieme ai miei colleghi tantissime interrogazioni, in cui abbiamo fatto delle domande molto precise al Governo di qualche mese fa e al Governo di oggi, che tra l'altro è in perfetta continuità con il Governo precedente visto che è composto dalla stessa maggioranza e in larga parte anche dagli stessi Ministri. Abbiamo chiesto, focalizzandoci sull'esempio di Enasarco e la cassa degli agenti del commercio e dei promotori finanziari, come fossero stati investiti i soldi dei contributi pensionistici obbligatori. Siamo andati a chiedere i buchi di bilancio e comunque gli investimenti alternativi che abbiamo ravvisato nel bilancio 2012, l'ultimo ad essere stato approvato, che cosa fossero nel dettaglio perché questi soldi che nel nostro giudizio e anche della magistratura che sta andando avanti a fare il suo corso, potrebbero essere stati utilizzati per andare a investire nella roulette della finanza speculativa. Questo significa quindi che gli inquilini, tornando al merito dell'ordine del giorno, di questi enti previdenziali che dovrebbero diventare anche, a questo punto proprietari, vista la normativa sulla dismissione del patrimonio immobiliare, sono usati come bancomat per andare a coprire i buchi di una finanza speculativa senza controllo che è stata effettuata con il patrimonio finanziario di questi enti.
  Con questo ordine del giorno noi vogliamo andare a tutelare sia agli inquilini sia gli iscritti alle casse e le loro future pensioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/2373/56, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Fioroni, Pilozzi, Gigli, Buttiglione, Mazziotti di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  374   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  75    
    Hanno votato
no  299).    

  Passiamo all'ordine del giorno Da Villa n. 9/2373/57. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno cerchiamo di bloccare questo provvedimento esagerato, che tenta di consumare ulteriore suolo anche attraverso un'installazione Pag. 30sconsiderata di case mobili. Infatti esiste la sostenibilità, ma anche l'eccesso e lo sblocco totale per le installazioni di questi presidi può diventare un consumo di suolo, oltretutto ben appetibile per chi magari vuole affittare queste case senza pagare nessuna tassa di servizio. Sappiamo che per ora non c’è nessuna tassa di servizio su questi presidi.
  Il consumo di suolo è una piaga enorme per l'Italia, è una piaga che sappiamo benissimo, come del resto l'Expo, con questa modalità, non porterà occupazione. Dal 2001 al 2014 la volumetria degli edifici sfitti – facendo un calcolo per un appartamento di 60 metri quadri – è passata da circa 1 milione a 3 milioni di alloggi sfitti in Italia. Nella nostra proposta di legge chiediamo, appunto, un computo preciso degli alloggi sfitti. Da 1 milione a 3 milioni di alloggi sfitti, E lo stesso è avvenuto per la disoccupazione: da 1 milione a 3 milioni 300 mila disoccupati in Italia.
  Non è questa l'economia, non sono questi i provvedimenti che danno occupazione e che migliorano il nostro Paese ! Il nostro Paese è a rischio, è davvero tanto a rischio. Abbiamo 500 mila frane in Italia, su 700 mila in Europa, e questo è uno dei pochi record che abbiamo. Per cui, consumare ulteriore suolo, senza investire invece nella messa in sicurezza del patrimonio edilizio e contro il dissesto idrogeologico, non ha alcun senso. Questa è una finestra aperta per ulteriori speculazioni, ce ne sono già state tante.
  Per cui, attenzione, sappiamo bene che Expo non nutrirà il pianeta. Con Expo arriveranno gli OGM dagli Stati Uniti e comprometteranno in maniera irreversibile le nostre produzioni agroalimentari. Non abbiamo solo mancanza di sovranità monetaria, abbiamo anche mancanza di sovranità alimentare: importiamo già oltre il 30 per cento del cibo che consumiamo, in una terra, come la nostra, che sarebbe ricca di cibo. Abbiamo una Pianura padana dove ormai si possono spargere reflui di rifiuti, resti di concia delle pelli, cromo, reflui di impianti a biogas che rovinano il formaggio e le produzioni tipiche.
  Per cui abbiamo visto bene che cos’è l'Expo. Non è nutrire il pianeta, abbiamo visto chi c’è dietro l'Expo. Il nuovo motto sarà «nutriamoli attraverso le sbarre» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Da Villa n. 9/2373/57, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Misiani, Palma, Di Battista, Luigi Gallo... ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  373   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  74    
    Hanno votato
no  299).    

  (Il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario)

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bindi n. 9/2373/58, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Braga n. 9/2373/59, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mariani n. 9/2373/60, Gadda n. 9/2373/61, Realacci n. 9/2373/62 e Carrescia n. 9/2373/63, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Ricordo che l'ordine del giorno Borghi n. 9/2373/64 è accantonato.Pag. 31
  C’è un parere contrario sull'ordine del giorno Giovanna Sanna n. 9/2373/65, ma il Governo chiede di parlare nuovamente su questo ordine del giorno.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione, nell'impegno del Governo al secondo capoverso, e do lettura della nuova formulazione in correzione: «ad individuare misure atte ad affrontare la condizione degli occupanti sine titulo degli enti previdenziali pubblici per risolvere un'annosa questione e tutelare il diritto alla residenza di famiglie, che benché occupanti...» e via dicendo, intonso fino alla fine.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino questa riformulazione dell'ordine del giorno Giovanna Sanna n. 9/2373/65.

  GIOVANNA SANNA. Sì, accettiamo la riformulazione e non insistiamo per la votazione.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Piazzoni n. 9/2373/66, non accettato dal Governo.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Signor Presidente, in realtà vorrei veramente chiedere al Governo di rivedere la valutazione perché negli impegni più leggeri di così non potevamo essere. Chiediamo semplicemente che il Governo si impegni a valutare gli effetti, e guardate che è una cosa che, anche non accettando questo ordine del giorno, sarete comunque costretti a fare, perché, come abbiamo cercato di spiegare ieri e come anche altri ordini del giorno, tra cui anche quello precedente perché le premesse dell'ordine del giorno precedente a prima firma Sanna, che è stato appena adesso accolto, vanno nella stessa direzione, ossia, a prescindere dalla posizione ideologica in merito a questa norma, c’è un problema che riguarda l'effettiva possibilità di attuazione. Guardate che nella misura in cui la legge sull'anagrafe non viene cambiata, troverete gli uffici dell'anagrafe che non sapranno cosa fare. In più, credo che anche a voi interessi il fatto che, se avremo delle situazioni disastrose nelle grandi città, forse sarà il caso di valutare come poter intervenire a correggere questa che è veramente una norma inammissibile dal punto di vista costituzionale.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Nencini ?

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, accettabile, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Lavagno n. 9/2373/67, Zaratti n. 9/2373/68, Nardi n. 9/2373/69, Paglia n. 9/2373/70, Pilozzi n. 9/2373/71, accettati dal Governo. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Salvo n. 9/2373/72, non accettato dal Governo.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, anche in questo caso francamente non capisco e chiedo di capire. L'ordine del giorno dice tre cose, dice che ci sono 2 milioni e mezzo di famiglie in affitto che pagano un canone che è superiore al 40 per cento del loro reddito, e questi sono dati del Ministero. Poi dice che ci sono 4,5 milioni di persone in disagio abitativo e milioni di vani vuoti e stabili vuoti, soprattutto nelle grandi città. Dice che la politica pubblica sull'edilizia residenziale si è fermata e non c’è un piano organico dal 1998 e chiede al Governo semplicemente di immaginare investimenti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica, cioè un piano organico che, al di là di ciò che si pensi sul decreto che stiamo esaminando, che è di emergenza, abbia in mente non solo l'emergenza ma l'organicità dell'intervento. Allora, il «no» del Governo come lo interpreto ? «No» al fatto che di fare un piano organico ? «No» al fatto di Pag. 32metterci risorse perché non ci sono ? «No» perché si considera esaustivo il decreto sull'emergenza ?
  Francamente non ho capito il «no» e quindi mi aspettavo una riformulazione come segno di attenzione ad un tema che è oggettivo. Per questo chiedo di riconsiderare e in ogni caso vale come dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Nencini ?

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Signor Presidente, in impegno la norma vorrei definirla generica. Nei termini, possiamo accoglierlo sotto forma di raccomandazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Salvo n. 9/2373/72, accolto dal Governo come raccomandazione. Ricordo che l'ordine del giorno Marcon n. 9/2373/73 risulta accantonato. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zan n. 9/2373/74, non accettato dal Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zan n. 9/2373/74, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giulietti, Rotta, Berlinghieri, Simoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  384   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  82    
    Hanno votato
no  302).    

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2373/75, non accettato dal Governo.

  SERENA PELLEGRINO. Signor Presidente, qui si parla proprio degli appalti, nello specifico nell'articolo 13. Noi non chiediamo al Governo la chiusura di Expo o tutto quello che è accaduto e che è stato chiesto dai colleghi del MoVimento 5 Stelle nei precedenti ordini del giorno, perché la macchina è avviata. Chiediamo ovviamente trasparenza.
  Chiediamo però con questo ordine del giorno al Governo che si impegni ad adottare le opportune iniziative volte a limitare la legislazione d'urgenza e il conseguente troppo frequente ricorso a norme di rango primario e ad atti amministrativi aventi forza derogatoria nei confronti di molte leggi dello Stato. Nel nome dell'urgenza abbiamo fatto le cose peggiori in questo Stato: gli scempi di cemento, le colate di cemento. L'Expo sono dieci anni che sappiamo che deve essere fatta e che i cantieri dovevano partire. Il codice degli appalti ha avuto deroghe troppo spesso, e questo lo dico al presidente della Commissione ambiente, che desidero che si porti avanti la direttiva comunitaria immediatamente perché in nome del codice degli appalti si sono fatti gli scempi peggiori in Italia.
  Per cui, io chiedo veramente a questo Governo – se davvero desidera la trasparenza, come hanno detto più volte i nostri colleghi del PD – di votare a favore di questo ordine del giorno. Che da oggi in poi questo non debba mai più, mai più accadere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/2373/75, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Chimienti, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 33
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti e votanti  395   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  298).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boccadutri n. 9/2373/76, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Cinzia Fontana, Dall'Osso, Spessotto, Ginoble, Alfreider, Di Salvo, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti e votanti  405   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  289).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ragosta n. 9/2373/77, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Manzi, Simoni, Tancredi, Ginoble, Gigli, Vitelli
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  393   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  304).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Micillo n. 9/2373/81, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Fanucci, Ginoble, Simoni, Dell'Aringa, Giammanco, Colletti, Lombardi, Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  398   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  307).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dadone n. 9/2373/82, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Bossa, Cariello, Malpezzi, Tidei, Di Battista. Mi pare che tutti abbiano votato...no, Piccione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  393   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  62    
    Hanno votato
no  331).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2373/83, non accettato dal Governo.

  MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, vorrei illustrare questo ordine del giorno e ne approfitto perché è presente anche il Governo e magari cambia idea una volta illustrato, forse non sono stato troppo chiaro.Pag. 34
  Viene previsto all'articolo 10 un contributo per la messa in sicurezza degli edifici e, nello stesso tempo, nella legge di stabilità 2014 è stato modificato l'articolo 48 della legge n. 222 del 1985, aggiungendo le parole: «di nuove finalità».
  Ora, io vorrei impegnare il Governo e, quindi, chiedo al Governo se vuole cambiare idea oppure, se non volesse cambiare idea, chiedo al Parlamento intero, di non adoperare – ripeto: non adoperare, non usare – le risorse stanziate con il presente decreto per altre emergenze. Quindi, queste emergenze sono in carico al Presidente del Consiglio.
  Ora, io non vorrei lasciare questo onere a una persona sola ed è per questo che vi invito ad approvare questo ordine del giorno – perché voi sicuramente non avete nulla da temere, beh, nulla...vedremo. Comunque, vi invito a votare favorevolmente su quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Se il Governo non ritiene di cambiare parere, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2373/83, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti. Non vedo mani alzate...Di Salvo è a posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  395   
   Votanti  385   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  61    
    Hanno votato
no  324).    

  (Il deputato Fragomeli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2373/85, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, a posto. Arlotti, Grassi, Fragomeli, Manzi, Amendola. Grassi, a posto. Gnecchi ha votato. Di Salvo, a posto. Rotondi, non vota, non è al suo posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  400   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
  87    
    Hanno votato
no  313).    

  (Il deputato Covello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Del Grosso n. 9/2373/86 e Della Valle n. 9/2373/87, accettati dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/2373/88, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Non vedo mani alzate... Colaninno, Rotondi. Rotondi non riesce a votare; se un tecnico... onorevole, provi a votare, provi a votare senza mettere la... no, e allora sta arrivando... è a posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  405   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  307).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Benedetto n. 9/2373/89 e Dieni n. 9/2373/90, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.Pag. 35
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Uva n. 9/2373/91, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fantinati n. 9/2373/92, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fantinati n. 9/2373/92, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Mauri, Rabino, Dall'Osso, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  370   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
 63    
    Hanno votato
no  307).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2373/93, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferraresi n. 9/2373/93, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Albanella, Pilozzi, Marzano, Amendola, Fossati, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  405   
   Votanti  404   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 65    
    Hanno votato
no  339).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fico n. 9/2373/94, Fraccaro n. 9/2373/95, Gagnarli n. 9/2373/96, Grande n. 9/2373/97, Villarosa n. 9/2373/98 e Grillo n. 9/2373/99, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2373/100, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2373/100, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Sanga, Segoni, Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  381   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 74    
    Hanno votato
no  307).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2373/101, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2373/101, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Malisani, Grassi, Di Salvo, Franco Bordo, Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 36
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  370   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
 67   
    Hanno votato
no  303).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Alberti n. n. 9/2373/102, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  L'ordine del giorno Pisano n. 9/2373/103 è accantonato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ruocco n. 9/2373/104 e Lupo n. 9/2373/105, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/2373/106, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Segoni n. 9/2373/106, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Patriarca, Fitzgerald Nissoli, Manzi, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  403   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  305).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marzana n. 9/2373/107, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marzana n. 9/2373/107, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mauri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  399   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  302).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mucci n. 9/2373/108, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nesci n. 9/2373/109, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2373/109, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Tartaglione, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  401   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  312).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nuti n. 9/2373/110, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.Pag. 37
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nuti n. 9/2373/110, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo, Abrignani....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  392   
   Astenuti  9   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  302).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Parentela n. 9/2373/111, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Parentela n. 9/2373/111, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Arlotti, Sanga, Rotta, Taricco, Di Salvo, Abrignani, Molea, Dellai, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  402   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  302).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Petraroli n. 9/2373/112, Prodani n. 9/2373/113 e Rizzetto n. 9/2373/114, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Ricordo che l'ordine del giorno Rizzo n. 9/2373/115 è accantonato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paolo Nicolò Romano n. 9/2373/116, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Ricordo che l'ordine del giorno Rostellato n. 9/2373/117 è accantonato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Sarti n. 9/2373/118, Spessotto n. 9/2373/119, Tofalo n. 9/2373/120, Toninelli n. 9/2373/121, Turco n. 9/2373/122 e Simone Valente n. 9/2373/123, sui quali vi è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Vallascas n. 9/2373/124, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/2373/124, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Arienzo, Giampaolo Galli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  395   
   Astenuti  9   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  323).    

  (Il deputato Marcon ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2373/125 è accantonato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cariello n. 9/2373/126, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.Pag. 38
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cariello n. 9/2373/126, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Artini, Ginoble...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  376   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  76    
    Hanno votato
no  300).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busto n. 9/2373/127, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Ricordo che l'ordine del giorno Crippa n. 9/2373/128 è accantonato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Incà n. 9/2373/129, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Incà n. 9/2373/129.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Fauttilli, Nicoletti, Dambruoso. Onorevole Fauttilli non riesce a votare ? Manzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  402   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  302).    

  Ora chiedo al sottosegretario Nencini di darci i pareri sugli ordini del giorno che avevamo accantonato. Prego.

  RICCARDO NENCINI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Vargiu n. 9/2373/10 se riformulato. È accettabile fino al capoverso che si conclude con Esposizione Universale di Milano 2015.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2373/12, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Matteo Bragantini n. 9/2373/13 e Busin n. 9/2373/14.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Caon n. 9/2373/15, Molteni n. 9/2373/20, Cominardi n. 9/2373/43.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2373/51 se riformulato aggiungendo le parole: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Borghi n. 9/2373/64, mentre accoglie l'ordine del giorno Marcon n. 9/2373/73 se riformulato aggiungendo le parole: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Melilla n. 9/2373/78 e Currò n. 9/2373/84.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pisano n. 9/2373/103 se riformulato aggiungendo le parole: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica», mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rostellato n. 9/2373/117.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Cancelleri n. 9/2373/125 e Crippa n. 9/2373/128.

  PRESIDENTE. Onorevole Vargiu, accetta la riformulazione ?

  PIERPAOLO VARGIU. No, Signor Presidente, chiedo che venga messo ai voti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 39giorno Vargiu n. 9/2373/10, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sanga, Fioroni, Fossati, Giampaolo Galli, Colletti, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  385   
   Astenuti  3   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  274).    

  (I deputati Fiano e Peluffo hanno segnalato di aver votato in modo erroneo mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole)

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/2373/12, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2373/13, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2373/13, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Bolognesi, Colletti, Rampi, Nicoletti, Giorgio Piccolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  326   
   Astenuti  63   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
  53    
    Hanno votato
no  273).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busin n. 9/2373/14, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busin n. 9/2373/14, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nardi, Arlotti, Paris, Malisani, Rizzetto, Colletti, Giorgio Piccolo, Narduolo, Cassano, Dellai, Di Battista.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  311   
   Astenuti  89   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato
  28    
    Hanno votato
no  283).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Caon n. 9/2373/15, Molteni n. 9/2373/20 e Cominardi n. 9/2373/43, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2373/51, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghi n. 9/2373/64, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marcon ed altri n. 9/2373/73, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Melilla n. 9/2373/78, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 40giorno Melilla n. 9/2373/78, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Albini, Gigli, Locatelli, Ciprini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  395   
   Votanti  330   
   Astenuti  65   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
  43    
    Hanno votato
no  287).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Currò n. 9/2373/84, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Currò n. 9/2373/84, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Lavagno, Porta, Rotta, Gregori, Di Battista, Zaratti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  400   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  300).    

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pisano n. 9/2373/103, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rostellato n. 9/2373/117, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Ho saltato l'ordine del giorno Rizzo n. 9/2373/115, perché non risultava nella mia pagina. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzo n. 9/2373/115, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2373/125, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/2373/125, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Ventricelli, Monaco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  399   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  302).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/2373/128, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/2373/128, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Crippa, Lavagno, Carbone, Giammanco, Costantino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  374   
   Astenuti  24   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  71    
    Hanno votato
no  303).    

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.Pag. 41
  Poiché in sede di sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale abbia luogo con ripresa televisiva diretta a partire dalle ore 12,30, la seduta sarà sospesa fino a tale ora.

  La seduta, sospesa alle 12,10, è ripresa alle 12,30.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2373)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il decreto-legge su cui oggi questa Camera è chiamata ad esprimersi affinché venga convertito costituisce una prima importante risposta all'emergenza abitativa. In Italia, lo facciamo attraverso un piano di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, così come mediante l'istituzione di fondi a sostegno delle locazioni e delle morosità incolpevoli.
  Quello che ci accingiamo a votare è un vero e proprio programma di recupero e di assegnazione di unità immobiliari che vede coinvolti, oltre gli IACP, anche i comuni. Quindi, è lecito prevedere che gli enti coinvolti non riusciranno a soddisfare la domanda abitativa del Paese.
  Appare, dunque, necessario pensare sin da subito ad un intervento normativo di tipo legislativo che, prevedendo un coinvolgimento stabile in detto programma degli immobili delle amministrazioni statali, consolidi e porti a sistema i risultati che sicuramente questo decreto-legge produrrà.
  Proprio un anno fa i deputati socialisti presentarono una proposta di legge in questo senso, al fine di soddisfare tre finalità: contribuire alla soluzione dell'emergenza abitativa, ridare ossigeno alle imprese impegnate nelle ristrutturazioni, salvaguardare l'ambiente evitando il consumo del suolo. Il decreto-legge sul quale i deputati socialisti esprimono parere favorevole ci sembra andare in questa direzione perché rappresenta un valido punto di partenza rispetto a questioni che attendono da sin troppo tempo una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, consideriamo, come Centro Democratico, questo provvedimento particolarmente importante perché incrocia problematiche emergenziali molto sentite sulla questione casa.
  Si mettono in condizione le regioni ed i comuni di programmare soluzioni abitative sostenibili, con particolare attenzione alle posizioni delle famiglie più deboli. Il rifinanziamento del fondo a sostegno degli affitti e di quello relativo alle morosità incolpevoli va nella direzione giusta, così come la procedura per la vendita del patrimonio pubblico immobiliare con la finalizzazione degli introiti per un piano organico di nuova edilizia sociale. E condividiamo il fatto che questo decreto-legge non sia reticente sul tema dell'abusivismo. Non si possono acquisire i diritti con azioni violente e illegali. È necessario riaffermare un principio elementare di legalità e giustizia la cui violazione colpisce prevalentemente i più deboli.
  Sull'Expo 2015 è giusto e doveroso uscire dall'equivoco. Ancora alla fine del 2011 si potevano assumere decisioni diverse. Il Governo Monti scelse di continuare con l'Expo 2015 considerandolo una grande opportunità. È vero che si erano buttati via più di tre anni e si erano Pag. 42combinati pasticci, ma quella scelta di procedere era ed è giusta. Ma ora non si può essere ambigui: l'Expo 2015 è una grande questione nazionale e di fronte al coinvolgimento di quasi 150 Paesi è necessario che l'Italia intera assuma il ruolo che le compete. E non confondiamo gli appalti con l'Expo 2015. Sul codice e sulle procedure per gli appalti è giunto il tempo di togliere la cappa che copre un'ampia area di corruzione e di illegalità e, purtroppo, non solo sull'Expo 2015.
  In un recente rapporto della Guardia di finanza, si stima che il 70 per cento degli appalti in Italia sia costruito per precostituire un risultato, quindi truccato.
  Ne abbiamo parlato nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva approvata dalla Commissione bicamerale per la semplificazione con un voto unanime, anche con il contributo delle opposizioni e, in particolare, del MoVimento 5 Stelle: è la complessità formale dei capitolati e le prescrizioni surrettizie e strumentali, finalizzate a coprire procedure corruttive, accanto ad una interpretazione emergenziale. È doveroso prenderne atto e muoversi conseguentemente sul terreno legislativo.
  La procura di Milano ha impiegato un anno per decriptare i modelli algoritmici con i quali Formigoni costruiva le delibere sulla sanità lombarda, ma distinguiamo, appunto, dalle finalità dell'Expo e riaccendiamo il filo della speranza.
  Si può fare. L'Italia ha davanti a sé un'occasione storica e la possibilità di dimostrare al mondo le sue qualità. Tra l'altro, il tema dell'alimentazione in un mondo così disuguale ci carica di grandi responsabilità. Vediamo di non disperdere questa grande opportunità. Con queste motivazioni, il Centro Democratico vota il decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauro Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in coerenza con la fiducia espressa al Governo, i deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche voteranno a favore del provvedimento in materia di emergenza abitativa. Condividiamo urgenza e merito del decreto-legge, e consideriamo le misure adottate dal Governo come parte delle azioni di sostegno dei redditi e di rilancio dell'economia.
  Condividiamo pienamente gli obiettivi essenziali del decreto-legge: incremento dei fondi per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e per gli inquilini morosi, sottolineo morosi; previsione che gli alloggi da concedere in locazione siano affittati a canoni concordati; misure volte concretamente a combattere l'edilizia abusiva; programma di recupero degli immobili di edilizia residenziale, pubblica in primo luogo, in ordine ai programmi di adeguamento energetico; riqualificazione del patrimonio residenziale al fine di sostenere l'aumento di offerta di alloggi sociali in locazione, senza che ciò significhi consumo di nuovo suolo, con una specifica ed incentivante disciplina delle detrazioni Irpef per le ristrutturazioni edilizie e, dunque, con attenzione strategica alla tutela del territorio e dell'ambiente.
  Come Autonomia speciale e come PATT, abbiamo posto all'attenzione del Governo, nel corso dell'iter parlamentare, la proposta – che non abbiamo potuto ribadire in Aula alla Camera in ragione della questione di fiducia – di prevedere per l'Istituto trentino per l'edilizia abitativa (ITEA), società interamente partecipata dalla provincia autonoma di Trento, che l'imposta sul reddito delle persone giuridiche sia ridotta del 20 per cento in considerazione del fatto che l'ITEA ha una tassazione doppia rispetto ad altri istituti autonomi per le case popolari.
  La natura societaria dell'ITEA, che è una società per azioni a capitale interamente pubblico, non può voler dire che si possa mettere in discussione la natura di istituzione pubblica dell'ente, ente che opera in relazione alla potestà legislativa primaria della nostra autonomia in materia di edilizia sovvenzionata e disciplinata sotto il profilo legislativo dalla legge provinciale.Pag. 43
  Riteniamo che negare ad ITEA l'agevolazione tributaria, riconosciuta per gli IACP, sia lesivo dello statuto delle autonomie e del principio di eguaglianza. Riteniamo che il Governo, sulla base anche di un confronto parlamentare, debba riconsiderare in altro provvedimento la nostra proposta, che risponde a principi di equità e si prefigura di attribuire all'ITEA pari condizioni per poter ancor più soddisfare il fabbisogno abitativo presente sui nostri territori.
  Con questo auspicio voteremo a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, colleghi deputati, Governo, oggi siamo qui per esprimere il nostro voto sull'ennesimo decreto-legge da convertire, l'ennesimo decreto su cui ieri quest'Aula ha votato l'ennesima fiducia.
  Non starò a dilungarmi sul numero delle fiducie che abbiamo dovuto votare nei soli tre mesi di attività di questo Governo dei miracoli. Non starò a dilungarmi neanche sul numero dei decreti-legge che questo Governo ha varato nonostante le promesse, fatte da Renzi all'atto della sua investitura, di un ricorso più contenuto alla decretazione di urgenza, e neanche mi dilungherò sugli abusi di questa modalità di iniziativa legislativa, realizzati ancora una volta in questo provvedimento. Un testo assai eterogeneo, che per molti degli argomenti certo non risponde ai requisiti di necessità e urgenza previsti dalla nostra Carta costituzionale; ma siamo sicuri che né i media, né il Presidente della Repubblica, né la Corte avranno a lamentarsi di questi abusi.
  Non mi soffermerò sul tema dello svilimento dell'attività parlamentare, sede per eccellenza del confronto democratico, rappresentato dall'eccesso di decretazione d'urgenza, dall'odiosa prassi di far esaminare i provvedimenti in modo compiuto ad un solo ramo del Parlamento, perché questo è il gioco che più volte abbiamo smascherato.
  Non mi soffermerò su tutti questi temi, seppure ce ne sarebbero di cose da dire, perché intendo affrontare, nei minuti a disposizione, il merito di questo provvedimento.
  Il primo punto è l'emergenza abitativa, materia nella quale regna sovrano il caos istituzionale, se si considera che con riferimento alla sola zona di Roma, ovviamente classificata come comune ad alta densità abitativa, negli ultimi mesi sono stati varati sia un piano comunale sia un piano regionale, ai quali si aggiunge questo testo.
  Riprendo a parlare dell'emergenza abitativa che ora il Governo si vanta di affrontare, dopo lunga inattività dei precedenti Esecutivi; ma, in realtà, dall'ultimo provvedimento, ovviamente d'urgenza, che annunciava con tanto di fanfare e rulli di tamburi la soluzione della questione abitativa, è passato meno di un anno. Fu varato, con eguale sforzo propagandistico rispetto a quello attuale, dal Governo Letta nell'agosto del 2013, ma l'emergenza abitativa è una questione seria.
  In alcune zone d'Italia il problema della casa è strutturale, come è noto, e difficilmente troverà soluzione attraverso la pur reiterata previsione di misure spot o la destinazione di contributi difficili da programmare e comunque drammaticamente insufficienti.
  Il problema della casa costituisce per strati estesi della popolazione uno dei principali fattori di disagio e di criticità; accanto alla richiesta di alloggi in affitto a canone moderato proveniente dalle categorie sociali tradizionalmente svantaggiate, quali disoccupati, lavoratori precari, pensionati, immigrati, che da sempre hanno cercato nell'edilizia pubblica una risposta al problema abitativo, stanno infatti emergendo nuovi fabbisogni, manifestati da anziani, studenti, disabili, giovani coppie, famiglie monoreddito, nuclei familiari monogenitoriali.
  Tuttavia, all'aumento della domanda di edilizia pubblica non sta corrispondendo una adeguata risposta; anzi, il Fondo affitti, Pag. 44tanto per citare un esempio, ha subito, negli scorsi anni, un progressivo depauperamento, fino ad arrivare all'azzeramento totale delle sue disponibilità ed era, quindi, nell'impossibilità materiale di funzionare.
  Questo problema è stato sollevato nel luglio dello scorso anno proprio da noi di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale che, in un question time, quindi, in un intervento pubblico in diretta televisiva, avevamo chiesto il rifinanziamento di tale importante strumento per le fasce sociali più deboli. Poco dopo il Governo Letta ha, in effetti, stanziato una somma in suo favore e un ulteriore importo lo troviamo nel presente provvedimento.
  Sia chiaro che noi apprezziamo lo sforzo, ma dobbiamo comunque denunciare che questo sforzo è di tipo propagandistico, perché è del tutto insufficiente rispetto alle esigenze reali dell'Italia e tutti lo sanno, Governo compreso.
  Così apprezziamo il tentativo, seppure un po’ maldestro, di questo Esecutivo di intervenire in sostegno degli inquilini morosi incolpevoli. Perché maldestro ? In primo luogo, perché le somme stanziate sono risibili, ancora una volta, rispetto alle dimensioni del fenomeno e, in secondo luogo, perché, a nostro avviso, in favore di questa categoria, andrebbe disposta, immediatamente, una proroga degli sfratti, come da noi previsto in una proposta di legge depositata all'inizio della legislatura. Il livello degli sfratti emessi in Italia, a partire dal 2008, è in continua crescita e si è attestato nel 2012 a oltre settantamila sentenze di rilascio degli immobili, di cui più di sessantamila per morosità. Nel triennio che va da qui al 2016 sono previsti, complessivamente, circa quattrocentomila ulteriori sfratti.
  Come si vede, i numeri sono impressionanti; gli stanziamenti destinati al Fondo affitti e a quello per la morosità incolpevole necessitano di un ulteriore adeguamento se si vuole di nuovo rendere credibili le istituzioni. Per questi motivi, ma non solo, riteniamo che il testo in esame non affronti i nodi della sofferenza abitativa.
  Inoltre, il provvedimento non risponde alle due domande fondamentali a cui occorre dare risposte, non emergenziali, ma strutturali: come si possa incrementare l'offerta pubblica di abitazioni a canone sociale per rispondere alle domande di ben 650 mila istanze di nuclei familiari utilmente collocati nelle graduatorie comunali e come si possa intervenire al fine di ridurre i canoni di locazione interrompendo il continuo incremento degli sfratti per morosità.
  Specie con riferimento al primo punto, peraltro, questo provvedimento rischia di produrre un effetto opposto a quello necessario, attraverso la riscrittura delle regole per l'alienazione delle case popolari nello spirito di accelerare le procedure.
  È evidente, infatti, che la vendita di parte degli alloggi diminuirà il numero di quelli disponibili sul mercato, proprio in un momento di particolare aumento della domanda. E se anche la destinazione delle somme introitate dagli enti fosse destinata all'edificazione di nuove case popolari, i tempi per l'adeguamento dell'offerta saranno certamente lunghi.
  Il tema fiscale, invece, la misura sull'incremento delle detrazioni, presenta caratteri paradossali: ne possono fruire i conduttori di alloggi sociali e ne vengono esclusi i conduttori di alloggi privati: vale a dire che, a parità di reddito, chi paga l'affitto più alto sarà ulteriormente penalizzato.
  Altra parte di questo decreto-legge introduce modifiche al codice degli appalti: anche qui non possiamo condividere la scelta di inserire tali norme in un provvedimento d'urgenza, prescindendo, quindi, proprio in una materia così delicata, dal necessario approfondimento nell'ambito delle competenze delle Commissioni parlamentari.
  Infine, il testo in esame reca misure in favore di Expo 2015, almeno due delle quali necessitano di particolare attenzione: la destinazione di un ulteriore contributo finanziario pari a 25 milioni di euro e la previsione che la società Expo 2015 Spa e le stazioni appaltanti possano operare secondo specifiche deroghe alla normativa Pag. 45vigente, secondo il modello già utilizzato per i commissari straordinari del Governo per la realizzazione di grandi opere o eventi.
  Con riferimento al contributo che il Governo aveva già inserito nei due decreti «salva Roma» non convertiti, ci permettiamo di fare nostre le preoccupazioni dei tecnici del bilancio del Senato, laddove hanno osservato che manca la certezza dell'effettiva disponibilità delle somme ascritte a copertura dell'onere, posto che si interviene su autorizzazioni di spesa già esistenti e quindi su somme già impegnate. Quali somme ? Anche questo va detto; i soldi per Expo verrebbero da tagli a due fondi: a quello per le assunzioni a tempo indeterminato e al fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici.
  Ora, su Expo ci facciamo delle domande; la prima è: come il Governo pensa di riuscire a completare l'esposizione nei tempi previsti, salvando l'Italia da una clamorosa figuraccia internazionale ? Infatti, pure a fronte del continuo ricorso alla decretazione d'urgenza su questo tema (nel solo 2013 sono stati ben sette i provvedimenti che si sono occupati della manifestazione), come tutti ben sappiamo, i lavori sono in alto mare e sono già travolti dagli scandali. Quindi, ci permettiamo di giudicare del tutto inefficaci quei provvedimenti.
  A questo proposito nasce la nostra seconda domanda: è davvero opportuno prevedere in favore degli appalti per Expo la possibilità di agire in deroga alle normative vigenti ? Senza fare nomi, sappiamo che esistono dei precedenti in materia che non hanno avuto, per dirla con un eufemismo, esiti positivi.
  Dunque, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale su questo provvedimento non se la sente di votare contro, perché ci sono comunque fondi che vanno ad agevolare le sofferenze di una certa categoria socialmente svantaggiata di cittadini, in particolare per quello che riguarda i fondi per gli affitti; ma tutto ciò che c’è dentro e che non è condivisibile, dalla modifica del codice degli appalti ai pannicelli caldi dell'Expo, non sta nelle nostre corde e ci impedisce comunque di sostenere compiutamente questo provvedimento. Il nostro sarà un voto di astensione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, il gruppo Per l'Italia ha confermato ieri, su questo decreto-legge, la fiducia al Governo e oggi voterà a favore per la sua conversione in legge.
  Questo è un provvedimento sicuramente complesso, che avrebbe richiesto un periodo di tempo maggiore di quanto in effetti ci è stato concesso per un'analisi sicuramente più approfondita delle questioni affrontate, peraltro questioni di grande rilevanza sociale.
  Di certo, non possiamo considerarlo esaustivo e risolutivo di una problematica, quella appunto dell'emergenza abitativa, che interessa soprattutto i centri ad alta densità abitativa, quanto piuttosto una modifica di alcune procedure di assegnazione e riscatto degli immobili popolari e di contrasto alla dilagante illegalità che ha colpito questo settore, come ampiamente documentato dalle recenti cronache e dalle manifestazioni che si sono svolte proprio qui a Roma, non ultima quella di ieri, per denunciare un disagio abitativo che ha colpito molte famiglie, anche e soprattutto a seguito della crisi economica.
  Stiamo parlando cioè di una situazione giunta a livelli fortemente critici che, secondo il rapporto di Federcasa, su dati forniti da ISTAT e comuni, come già qui è stato ricordato, conta oltre 650 mila domande per alloggio popolare, concentrate maggiormente a Roma e nei principali capoluoghi che giacciono nelle graduatorie in attesa di assegnazione.
  Questi numeri ci indicano la misura di un disagio concreto che ha portato ad un numero sempre più crescente di episodi di occupazione abusiva, di gesti disperati, ma al riguardo dobbiamo ribadire con forza che per ogni alloggio occupato abusivamente spesso con metodi impropri, con lo scasso e a volte anche con la violenza Pag. 46fisica, vi è un'altra famiglia a cui è stato negato un diritto e che si trova senza tetto in virtù di una giustizia negata. Questo provvedimento ha inteso correggere questa stortura anche per far riemergere il rispetto della legalità.
  Innanzitutto cercando di favorire l'accesso all'abitazione da parte delle categorie di cittadini socialmente deboli, di agevolare, sempre per queste fasce più deboli, l'acquisto degli immobili di edilizia residenziale concessi loro in locazione attraverso il riscatto dell'immobile locato, detraendo dal computo anche una parte del canone locativo in conto prezzo per l'acquisto del futuro alloggio ed il riconoscimento anche di alcune agevolazioni fiscali (per esempio la cedolare secca che passa dal 15 al 10 per cento).
  Valutiamo con favore queste misure, utili soprattutto per tentare di aggredire un mercato immobiliare saturo dal lato dell'offerta ma con una domanda strozzata dalla carenza di liquidità e dalla difficoltà di accesso al credito. Per queste categorie di soggetti il provvedimento interviene, da un lato, incrementando la dotazione dello stanziamento del fondo nazionale di sostegno per l'accesso alle abitazioni in locazione soprattutto per quelle famiglie che oggi si trovano in difficoltà maggiore a pagare l'affitto, dall'altra, cercando di aumentare la dotazione di alloggi popolari, sia attraverso un programma straordinario di manutenzione e recupero del patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica esistente, senza però consumo di nuovo suolo e con relativo adeguamento impiantistico, energetico ed antisismico sia favorendo la maggiore offerta di alloggi grazie ad una maggiore mobilità immobiliare che può essere operata da agenzie sotto il diretto controllo degli enti locali che avranno il compito di favorire l'incontro tra la domanda delle famiglie con necessità di alloggio e l'offerta di alloggi con affitto calmierato.
  Grazie al lavoro svolto anche dalle competenti Commissioni del Senato il decreto, inoltre, si è arricchito di due importanti norme in materia di tassazione della casa che noi, come gruppo Per l'Italia, avevamo fortemente sostenuto con emendamenti in occasione della discussione di alcuni dei numerosi provvedimenti che si sono occupati dell'imposta municipale unica in questi ultimi mesi e di cui a breve ci dovremmo rioccupare. Mi riferisco alla norma che dispone agevolazioni per gli anziani che hanno la residenza in casa di riposo e a quella riguardante gli italiani residenti all'estero che potranno ugualmente beneficiare di una tassazione più favorevole rispetto a quella vigente ritenuta, a ragione, vessatoria anche se per motivi di copertura questa misura ora interesserà solo i nostri connazionali pensionati.
  Sul punto, poi, relativo agli articoli riguardanti l'Expo 2015, il gruppo Per l'Italia ritiene che non dobbiamo farci fuorviare dalle tristi e deprecabili vicende giudiziarie di questi giorni. La giustizia faccia il suo corso e lo faccia fino in fondo e presto, ma non si fermi l'impegno per questa importante manifestazione e si approvino le disposizioni contenute in questo decreto che, nel semplificare e rendere più trasparenti le procedure, serviranno a preparare al meglio questo evento che rappresenta una irripetibile vetrina mondiale per tutto il Paese.
  Diversamente non faremo un buon servizio al nostro Paese e alla tanta gente onesta, e alle tante imprese sane che attendono con speranza questo evento che può dare realmente la possibilità di un rilancio della nostra economia italiana.
  In conclusione, quindi, il gruppo Per l'Italia voterà per l'approvazione, consapevole che in tema di emergenza abitativa ci sia ancora molto da fare e che ci aspettiamo una puntuale e precisa produzione da parte del Governo dei decreti attuativi e dei provvedimenti collegati previsti dal decreto.
  Voteremo a favore perché riteniamo le disposizioni contenute nel provvedimento condivisibili ed equilibrate, in grado di dare quelle prime risposte, anche se incomplete, ad un disagio vero e tangibile per migliaia di famiglie e ad una problematica spesso, se non dimenticata, certamente non affrontata con la giusta dose di Pag. 47pragmatismo, riaffermando un diritto negato a molte famiglie italiane e ripristinando una legalità spesso infranta con una complicità indiretta da parte di chi, fino ad oggi, non ha di fatto affrontato un'emergenza così drammaticamente diffusa con gli strumenti legislativi e le risorse finanziarie necessarie (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, noi oggi discutiamo di un decreto sull'emergenza abitativa e sull'emergenza casa e le segnalo che il Presidente del Consiglio, che non è qua all'approvazione del suo decreto, è in campagna elettorale ed è a Bergamo a sostenere un candidato sindaco che ha un contenzioso aperto per un abuso edilizio con il comune di Bergamo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, se il buongiorno si vede dal mattino, della gaffe del Presidente del Consiglio prendiamo atto e nel prossimo provvedimento ci aspettiamo un bel condono edilizio, in modo che chiariamo una volta per tutte qual è il concetto dell'emergenza casa per il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), Partito Democratico che si presenta sempre come il partito delle vergini. Peccato che la settimana scorsa abbiamo votato l'arresto di un esponente di quest'Aula del Partito Democratico, l'onorevole Genovese, e dal signor Penati fino ad arrivare a Lusi, al signor Gori ed al suo contenzioso edilizio, mi pare che la storia ci racconti di un partito che di problemi con la giustizia e con l'illegalità ne abbia parecchi, al di là della verginità che cercano di raccontare o che cercano di fare apparire.
  Questo è il dato di fatto ed il Presidente del Consiglio è in campagna elettorale a raccontarci che loro stanno facendo. Io vorrei ricordare a tutti quanti una bella conferenza stampa di Matteo Renzi, dove doveva raccontarci delle coperture che avrebbe trovato per i provvedimenti da portare in quest'Aula e tutti si aspettavano una minuziosa e dettagliata relazione sulle coperture; invece lui ci ha detto che a febbraio sarebbe stata fatta una riforma, a marzo un'altra riforma, ad aprile un'altra riforma ed a maggio un'altra riforma ancora. Dal fisco alla giustizia, alla pubblica amministrazione, alla scuola, ad oggi – siamo a maggio – non è stata fatta una beata – faccia lei – riforma: zero al quoto, zero totale, non c’è nulla, encefalogramma piatto.
  L'unica cosa che ha fatto il Presidente del Consiglio è un bel caos totale sulla tassa sulla casa: prima l'IMU, poi la Tasi, poi la Tari, poi la IUC, non si capisce neanche come si chiama ! E oggi sui giornali apprendiamo che alcuni comuni pagheranno subito, altri pagheranno tra qualche mese, quindi sostanzialmente la tassa sulla casa si pagherà in 8 mila modi diversi. Serviranno i dottori commercialisti per sapere quanto si paga per la tassa sulla casa, perché ogni comune avrà un momento ed un'aliquota diversa per pagare la tassa sulla casa, quindi un caos totale.
  Dico ciò perché il Presidente del Consiglio, quando faceva il rottamatore – sembrano decenni fa, ma era solo qualche mese fa – ci aveva detto che lui metteva da parte la politica pasticciona. La politica pasticciona aveva una tassa, che si chiamava IMU. Bella o brutta che fosse, noi l'avevamo abolita e qualcuno l'ha rimessa. Oggi non c’è più l'IMU, ma ci sono 8 mila tasse diverse, per cui tra l'altro si bloccheranno i consumi, perché siccome è una tassa particolarmente onerosa, il cittadino medio, che non sa quanto pagherà, a settembre o a dicembre, non comprerà il frigorifero, non comprerà la lavatrice, perché non sa neanche quanto deve spendere e quanto dovrà pagare su questa beata tassa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Non ha nessuna prospettiva e nessuna certezza, non c’è la minima chiarezza ! Quindi, oggi, al caro rottamatore Renzi, vorremmo chiedere chi è il pasticcione.Pag. 48
  Poi aveva detto, sempre quando faceva il rottamatore, che gli altri politici erano lenti. Ebbene, lui non mi pare un fulmine di guerra.
  Il Governo si è insediato da cento giorni e noi non abbiamo visto nessun provvedimento, neanche il fantomatico provvedimento degli 80 euro è arrivato in quest'Aula. L'encefalogramma è piatto, oppure, se vuole, se prendiamo le dichiarazioni da campagna elettorale del signor Renzi, ci verrebbe da dire che invece che encefalogramma piatto pare abbia l'encefalopatia spongiforme, alias morbo della mucca pazza, perché dice tutto e il contrario di tutto in termini di promesse elettorali.
  Altra cosa: ha detto che l'economia sarebbe finalmente decollata, che si vedevano spiragli di ripresa. Bene, i dati Istat, Istituto nazionale di ricerca, ci dicono che il PIL è in calo ancora una volta nel quarto trimestre dello 0,1 per cento, siamo ancora in recessione, quando in Germania è +2,3, in Francia +0,8, in Gran Bretagna +3,1, negli Stati Uniti +3,1 e nell'Unione europea la media è +0,90. Oggi è arrivato il fenomeno Matteo Renzi ma siamo ancora in profonda recessione e la situazione è drammatica, perché ci sono gli imprenditori che si sparano, ci sono i pensionati che non hanno i soldi per arrivare alla fine del mese, ci sono i cassaintegrati che nel Documento di programmazione economica non avete neanche rifinanziato, quindi c’è il dramma, se non interverrete nei prossimi giorni, di come finanziare la gente che è in cassa integrazione.
  Ci sono i nostri disoccupati, ci sono le aziende che chiudono, ma voi vi preoccupate soltanto di fare campagna elettorale con la prospettiva di essere gli zerbini dell'Unione europea. Per quale motivo ? Perché sempre il rottamatore Renzi ci disse che i politici sono vecchi – fino a qualche mese fa, peccato che lui è qualche decennio che è in politica –, però io registro che il Partito Democratico per queste elezioni europee sostiene il candidato tedesco che si chiama Schultz, che è in politica dal 1974. Il sottoscritto che sta parlando è nato nel 1975, cioè io sono nato quando Schultz era già in politica e oggi Renzi cosa ci racconta ? Che lui è il nuovo e gli altri sono i vecchi, sostiene uno che è in politica dal tempo dei mammuth eppure lui è nuovo, questa è la posizione politica che ha oggi il Partito Democratico, e nelle piazze racconta – dichiarazione di ieri – che questa Unione europea non va bene, va cambiata, e ovviamente per cambiarla sosteniamo un esponente tedesco del 1974 che è rappresentante di quel Paese che chiede al nostro Paese gli sforzi più immani possibili e immaginabili e ha messo in ginocchio la nostra economia.
  Nel provvedimento in oggetto voi togliete 500 milioni di euro dal Fondo per le infrastrutture. Registro che i pendolari sui treni continueranno a viaggiare su treni fatiscenti, registro che la sicurezza delle strade va a farsi benedire con le relative stragi sulle strade insicure e quant'altro, ma quello che a noi fa specie è che voi date questi soldi per l'edilizia popolare; ci saremmo aspettati che in un provvedimento come questo, in un momento di crisi economica drammatica, venisse sancito a chiare lettere che questa edilizia popolare andasse ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), che siano essi sardi, pugliesi, lombardi, veneti, siciliani, quello che volete voi, ma prima ai cittadini italiani. Invece, come al solito, con questo provvedimento l'edilizia popolare andrà agli immigrati. Noi ci troviamo nel paradosso assurdo che fate una missione di 200 milioni di euro; non ci sono i soldi neanche per piangere ma trovate 200 milioni di euro per andare a prendere i clandestini sul bagnasciuga delle coste africane, li portate qui nel nostro Paese e poi gli date 47 euro al giorno – conviene fare il clandestino, invece che il pensionato –, vitto e alloggio e adesso gli paghiamo anche la casa. Ma lei lo sa, signor Presidente del Consiglio, che i cittadini italiani, anziani e soprattutto le giovani coppie, fanno 25-30 anni di mutuo per pagarsi la casa, non gli viene regalata dallo Stato o gli viene pagata come nel caso degli immigrati.Pag. 49
  È notizia di oggi che a Livorno, dove amministra ampiamente il Partito Democratico, sono arrivati oltre 100 clandestini. Leggo testualmente: sono stati infatti alloggiati, su ordine della prefettura, in cinque alberghi, gli hotel livornesi. Dai nomi non sono hotel di scappati di casa, basta leggere i nomi: l'Ariston in città, l'Imperiale, il Giappone, il Saint Vincent, alberghi da 90 euro al giorno.
  Basta prendere Booking: se andate a guardarvi quanto costano questi alberghi, sono 90 euro al giorno. Chi paga ? Pagano i cittadini di questo Paese; pagano i cittadini italiani. Per quale motivo ? Perché non avete il coraggio di fare i respingimenti.
  Le do un dato, signor Presidente. Il Ministro dell'interno spagnolo ha fornito i dati degli sbarchi del 2013: in Spagna, gli sbarchi nel 2013 sono stati 3.250. Nel nostro Paese, con il Ministro Alfano, il Governo Renzi e la maggioranza del Governo Renzi, gli sbarchi sono stati 44.000. Perché ? Perché questo Governo vuole accoglierli tutti e, oltre che dargli questi soldi, adesso gli costruiamo anche la casa.
  La cosa più indegna, signor Presidente, è che agli italiani disabili vengono dati esattamente 12 euro al giorno: ai disabili 12 euro al giorno, mentre agli immigrati clandestini che arrivano qui 47 euro più vitto e alloggio. Questi sono i provvedimenti di questa maggioranza e di questo Governo.
  Per questo, noi voteremo convintamente contro perché, per noi, prima – e soprattutto in un momento di crisi – vengono i cittadini italiani di ogni regione, prima la nostra gente e poi tutti gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, è proprio vero: quando non si hanno argomenti, si utilizzano queste occasioni per comizi elettorali, quasi come si fosse arrivati da Marte un'ora fa e invece non si fosse governato questo Paese negli ultimi vent'anni, per anni e anni, e si utilizza un'occasione, quella in cui dichiariamo il nostro voto su un decreto-legge importante come quello relativo all'emergenza abitativa, per comiziare su tutto e il contrario di tutto dimenticando le proprie profonde e gravi responsabilità.
  Presidente, il provvedimento in questione affronta un tema, quello dell'emergenza abitativa, uno dei problemi principali per le famiglie che si trovano in difficoltà economica a causa delle conseguenze sociali e occupazionali della crisi. Oggi, anche essere proprietari di una piccola casa non elimina del tutto il rischio di povertà in assenza di un reddito adeguato.
  In Italia, un numero crescente di persone e di famiglie è oggi direttamente toccato dal problema della casa e per molte di esse il problema assume i contorni di una vera e propria emergenza. Precarietà e vulnerabilità ormai diffuse determinano l'impossibilità di progettare il proprio futuro. E l'incertezza del proprio futuro è sinonimo di povertà. Chi vive nell'incertezza vive nella povertà.
  Da qui, l'importanza della casa come strumento per uscire dall'incertezza, base per costruirsi il proprio futuro, luogo di vita, di socializzazione, di libertà.
  Affrontare la questione abitativa significa, in primo luogo, rispondere alle aspettative di chi soffre direttamente della mancanza di un'abitazione dignitosa. Sarebbe riduttivo, tuttavia, pensare che la questione abitativa riguardi solo un numero limitato di persone: la percentuale di individui che si trova ad affrontare il problema legato alla mancanza di un'abitazione adeguata e dignitosa è in continua crescita.
  Non si può che rilevare come la questione abitativa condizioni il presente e il futuro delle città, giocando un ruolo cruciale nel ridisegno complessivo del tessuto urbano, nei suoi aspetti sociali, economici e demografici.
  Due sono le grandi aree di disagio abitativo che si possono individuare nel Pag. 50nostro Paese. La prima area è costituita da chi è colpito da un'emergenza abitativa assoluta e non dispone della possibilità di vivere in uno spazio dignitoso e sicuro. La seconda area comprende, invece, persone che non sono in condizioni di precarietà assoluta, che spesso dispongono anche di un reddito o di una pensione, ma che comunque non sono in grado di sostenere l'attuale mercato della casa.
  Questo decreto è un primo e significativo atto di contrasto all'emergenza abitativa e rappresenta un'evidente inversione di tendenza nella politica degli ultimi anni. Il provvedimento si caratterizza per la varietà della gamma degli interventi in esso ricompresi finalizzati a tamponare il fenomeno dell'emergenza abitativa, che si è particolarmente acuito con l'insorgere della crisi.
  La perdita del posto di lavoro, la messa in cassa integrazione o in mobilità, condizioni occupazionali precarie e mal retribuite sono alcuni dei fattori che possono condurre persone e famiglie a non avere più le risorse economiche necessarie per mantenere un'abitazione.
  Gli utenti in regola con il pagamento delle spese abitative si riducono e in caso di affanno economico le spese della casa sono tra le prime ad essere rinviate. Si riscontrano problemi per il pagamento dei mutui, difficoltà nel pagare gli affitti, rischio sfratti, difficoltà con gli enti gestori delle utenze. Ormai, anche un affitto da 400 euro al mese per una famiglia è troppo costoso, a Nord come a Sud. Dopo il lavoro, la crisi sta portandosi via anche le case. Le sentenze di sfratto a Roma sono oltre 8 mila, a Milano oltre 5 mila, a Torino oltre 4 mila. Gli sfratti con la forza pubblica ogni anno sono circa 30 mila, in pratica ogni giorno 140 famiglie rischiano di finire in mezzo a una strada, non solo nelle grandi città.
  Colleghi, la casa non è soltanto un luogo, ma anche il fascio di sentimenti associato a esso, il posto dove gli opposti vengono fatti coesistere, dove sono mantenuti in equilibrio, ovvero contenuti. La casa va a definirsi come la matrice stessa della soggettività e per le famiglie in difficoltà la possibilità di accedere ad un'abitazione sociale appare l'unica alternativa possibile per non cadere in povertà assoluta. Il tema della casa rappresenta per ampi strati della popolazione una delle maggiori criticità, fino ad essere una vera e propria emergenza che chiede al Parlamento di compiere una scelta politica complessiva, integrata con le politiche sociali e costante nel tempo nonché una molteplicità di strumenti proprio perché il tema è, di suo, molto differenziato.
  Infatti, oltre alle categorie sociali che da sempre si rivolgono all'edilizia pubblica e sociale e all'affitto a canone moderato per trovare risposta al loro problema abitativo – pensiamo ai disoccupati, ai pensionati, ai lavoratori precari e agli immigrati –, oggi abbiamo necessità di dare risposta alle nuove forme e ai nuovi bisogni dell'abitare, che sono rappresentati dagli anziani, dagli studenti universitari, dalle giovani coppie, dalle famiglie monoreddito e monoparentali, dai separati e dai disabili.
  Per gli italiani l'investimento nella casa di abitazione ha motivato e giustificato ampiamente, fino a qualche anno fa, la notevole capacità di risparmio del Paese. La crisi ha inoltre determinato una fascia crescente di cittadini le cui condizioni economiche sono tali da non potere accedere al mercato dell'affitto, peggio ancora in ragione di una morosità incolpevole, da uscirne irrimediabilmente.
  Questo provvedimento riveste pertanto, onorevoli colleghi, una notevole importanza. Con esso si vuole affrontare un problema con una visione strutturale e innovatrice. Con questa legge si investono risorse a favore di un dramma sociale sempre più attuale e dai risvolti anche traumatici. Per la prima volta si mettono in campo politiche pubbliche per l'abitazione che guardano al futuro e si decidono una serie di interventi concreti e praticabili.
  Durante l'esame al Senato il testo ha subito varie modifiche che lo hanno migliorato, dopo un lungo lavoro che ha raccolto proposte ed osservazioni venute da associazioni che rappresentano inquilini, Pag. 51imprese, proprietari e che rappresenta un segnale importante di cambiamento. Il decreto, come è noto, rilancia il bonus mobili libero, assegnato, cioè, a prescindere dal valore della ristrutturazione a cui è collegato, e allarga la cedolare secca ai comuni che sono stati coinvolti in stati di emergenza negli ultimi cinque anni. Si rifinanziano il Fondo a sostegno degli affitti e il Fondo per la morosità incolpevole, che diventa permanente, per consentire a regioni e a comuni non solo di sostenere economicamente le famiglie, ma di favorire soluzioni abitative sostenibili. Vengono stanziati oltre 500 milioni nel solo anno 2014, con l'obbligo di utilizzarli subito per ristrutturare le migliaia di alloggi pubblici vuoti, perché bisognosi di interventi che sia il comune sia lo IACP non possono affrontare, in modo che possano essere assegnati a chi ne ha bisogno.
  Si interviene, inoltre, sul tema delle vendite degli appartamenti pubblici, garantendo che possano essere ceduti solo agli inquilini e che tutti i profitti siano spesi per realizzare nuova edilizia sociale e non per fare cassa. Si finanzia, con oltre 100 milioni, un fondo per abbattere di almeno un punto percentuale i mutui accesi dalle famiglie. Accanto a questi interventi si incentiva, per la prima volta in modo significativo, l'affitto a canoni accessibili per le famiglie. L'abbattimento della cedolare secca dal 15 al 10 per cento, per chi affitta a canone concordato, non solo rende conveniente la locazione ma è, allo stesso tempo, un invito ai proprietari a non lasciare sfitti gli appartamenti.
  Il decreto affronta anche il tema della legalità attraverso il contrasto all'abusivismo. Per liberare le case popolari dagli abusivi il decreto mette in campo diverse norme, come quella che vieta gli allacci di acqua, luce e gas a chi occuperà abusivamente una casa, anche se vuota, e il divieto, per almeno cinque anni, di iscriversi nella lista per le aggiudicazioni delle case popolari.
  Un altro punto qualificante della legge riguarda l'insieme di norme che promuovono interventi per realizzare alloggi sociali con il contributo di aziende cooperative e private in rapporto con gli enti locali, creando un sistema di incentivi che renda conveniente investire in questi progetti che non devono consumare ulteriore suolo, devono promuovere riuso, ricostruzione e garantire efficienza e risparmio energetico.
  Il nostro Paese deve percorrere ancora molta strada per dare dignità al diritto di cittadinanza alla casa. Il diritto all'abitare deve diventare un diritto inalienabile, garanzia di uno sviluppo sano, armonico, democratico di una società moderna. È indispensabile che la politica recuperi la centralità del diritto all'abitare quale tema inscindibilmente connesso alla questione della preservazione del welfare, anche a livello territoriale.
  Il decreto-legge in esame non risolve certamente tutti i problemi legati al problema della casa, a partire da quelli derivanti dalla mancata riforma della legge urbanistica e dalla mancata attivazione di tutte le risorse necessarie per mettere in campo una nuova e organica politica di sviluppo e di sostegno dell'edilizia residenziale pubblica, ma possiamo affermare che esso costituisce un importante segnale di inversione di tendenza e pone le basi per affrontare con rinnovata efficacia ed incisività alcune delle questioni più importanti oggi all'attenzione della politica nazionale e locale.
  Scelta Civica è orgogliosa di aver concorso a migliorare il testo originario e di averlo fatto guardando alle migliori pratiche europee.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  MARIANO RABINO. Vado a concludere, Presidente. Scelta Civica fa una scelta europea, una scelta – è proprio il caso di dirlo – per costruire e non per distruggere, per edificare soluzioni credibili e praticabili e non per urlare sempre, come ha ben detto ieri il collega Vargiu, «ci vuole ben altro».
  Per questi motivi preannuncio, a nome del gruppo parlamentare di Scelta Civica, Pag. 52il voto favorevole su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, questo provvedimento ha risorse che sono di circa un miliardo 740 milioni di euro, risorse per rispondere concretamente a chi vive la precarietà abitativa: più tutele per i proprietari di case e inquilini, tolleranza zero per coloro che occupano abusivamente case popolari.
  Queste sono le principali linee direttrici che fanno da cornice al «decreto casa», «decreto casa» che non sarà perfetto, ma che prova a dare una risposta decisa per fronteggiare una delle emergenze più drammatiche che interessano il nostro Paese. E anche grazie al Ministro Lupi, che ha portato avanti questa battaglia e al lavoro fatto nel nostro Parlamento, il provvedimento prevede tante buone notizie per moltissimi cittadini, con una regolamentazione più funzionale e vantaggi per proprietari e inquilini. Avremo un rilancio del mercato dell'affitto grazie al taglio dal 15 al 10 per cento della cedolare secca per il canone concordato, da sempre una battaglia del centrodestra, sviluppo dell'edilizia sociale, la possibilità per gli inquilini degli alloggi sociali di riscattare i loro immobili, un fondo di 568 milioni di euro per il recupero di alloggi pubblici inagibili di proprietà dell'Istituto case popolari, 226 milioni di euro per il fondo di morosità incolpevole, 100 milioni per il fondo di sostegno all'affitto, la possibilità di accedere fino 10 mila euro per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici a risparmio energetico, 25 milioni per l'Expo.
  Per dire la verità, come già anticipato, una notizia cattiva c’è, ma è per gli abusivi, per chi occupa le case popolari, che con questo provvedimento saranno colpiti dal divieto di allaccio di acqua, luce e gas e dall'impossibilità di avere riconosciuta la residenza nello stesso alloggio. Ho sentito colleghi che hanno criticato questo tipo di intervento, che può apparire troppo duro e punitivo anche verso persone anch'esse deboli, ma noi vogliamo intervenire in una situazione spesso di illegalità.
  Ad esempio, a Roma, la procura della Repubblica è intervenuta con una serie di indagini e di rinvii a giudizio che hanno fatto emergere una situazione poco edificante rispetto a chi con questo fenomeno intrattiene rapporti politici costanti. Ci rendiamo conto della ruvidità dell'intervento, ma dobbiamo costringere gli enti locali a fornire una mappatura di questi alloggi e di coloro da cui, effettivamente, sono, spesso senza alcun titolo, occupati, per darli a chi ne ha diritto e ne rimane escluso perché rispetta le regole.
  Non faremo alcun passo indietro di fronte a qualche vandalo che si è trincerato impropriamente dietro il diritto all'abitare e pensa che questo possa legittimarlo a creare disordini, a bloccare una città e a calpestare i diritti degli altri. Anche ieri abbiamo assistito, nel centro di Roma, a immagini incresciose, slogan contro lo Stato. Sappiano, costoro, e anche quei movimenti che politicamente simpatizzano con loro, che non ci faremo certo intimidire. Noi conosciamo i problemi di chi non può disporre di un'abitazione e anche quelli di coloro che, pur contando su un reddito o una pensione, non sono in condizione di far fronte alle richieste del mercato della casa.
  I numeri sono impressionanti e riguardano di sicuro tutto il nostro territorio, ma con un particolare, devastante, impatto sugli affitti nelle grandi città. Per ottenere le case popolari sono iscritte oltre 600 mila famiglie. Una famiglia su due fra quelle che vivono in affitto è in difficoltà con il pagamento del canone mensile, che incide sul reddito per una quota superiore al 40 per cento.
  Nel 2015 sono previsti oltre 500 mila sfratti, il 90 per cento dei quali determinati da morosità, che significa che, su un totale di 2 milioni di locazioni, sono circa 100 mila gli inquilini che non pagano.
  Nel comparto dei proprietari di casa, che costituisce nel nostro Paese il 78 per Pag. 53cento circa, oltre 450 mila famiglie non riescono più a pagare i mutui. Per questo è stato introdotto il Fondo affitti, con il raddoppio della dotazione delle risorse economiche, e il Fondo a sostegno della morosità incolpevole, che, per gli anni tra il 2014 e il 2020, è aumentato; misura, quest'ultima, che beneficia di un costante finanziamento e che, soprattutto, rappresenta un fondamentale sostegno economico per tanti inquilini che rischiano di essere oggetto di sfratto nella loro situazione di irregolarità causata da mancanza di lavoro, cassa integrazione, taglio dello stipendio e malattia.
  Nel decreto è previsto un fondo per la concessione di contributi in conto interessi per l'acquisto di immobili di proprietà degli istituti autonomi delle case popolari, che assicureranno un abbattimento degli interessi sui mutui. In tale norma la vendita degli immobili va riservata solo agli inquilini residenti. La stessa misura è stata estesa anche agli alloggi di proprietà dei comuni e degli enti locali ed è previsto che tutti i proventi delle vendite vengano utilizzati esclusivamente per realizzare nuove opportunità abitative a canone sociale.
  Va anche considerato l'impatto che le misure previste potranno avere sull'edilizia, uno dei settori trainanti della nostra economia sia in termini di crescita del prodotto interno lordo che di sviluppo dell'occupazione; un settore sul quale il Governo, con il Ministro Lupi, è già intervenuto con significativi risultati, e mi riferisco al successo dell’ecobonus. Chi ha ristrutturato casa, chi ha eseguito lavori che determinano un risparmio energetico, potrà detrarre oltre il 50 per cento della spesa in dieci anni. Questa misura ha determinato un aumento delle domande di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici, che stanno contribuendo a rimettere in moto il comparto edile, con inevitabili ricadute sul lavoro e sul rilancio dell'indotto, per non parlare dei benefici per l'ambiente.
  Inoltre, l'obbligatorietà del pagamento con bonifici per accedere alle agevolazioni ha sicuramente fatto emergere lavoro nero, e quindi attivato quel circuito virtuoso che corrisponde a una maggiore equità fiscale e ci dà la possibilità di ridurre le tasse. Per quanto concerne l'Expo 2015, sono state stanziate risorse economiche non solo volte a stimolare lo sviluppo dei settori direttamente coinvolti, che sono quello dell'agroalimentare e quello turistico-alberghiero, ma anche lo sviluppo dei comparti economici collegati. Mi riferisco, in particolare, ai settori della ristorazione e dell'edilizia immobiliare. L'Expo, sia chiaro, per noi deve andare davanti.
  Ricordo solo che se si decidesse di sospendere i lavori di allestimento, le perdite in termini economici sarebbero più di dieci miliardi di euro, per non parlare dei mancati ricavi che derivano da circa di 20 milioni di visitatori nel nostro Paese. È un evento a cui parteciperanno 140 Paesi del mondo, l'Italia avrà la possibilità di essere per questo evento l'ombelico del mondo. Noi non permetteremo che vecchie mele marce possano screditare l'immagine del nostro Paese: noi avremo un evento mafia free perché ci spenderemo perché le imprese sane che partecipano non siano svantaggiate o penalizzate perché colluso con il malaffare. Vogliamo che l'Expo diventi espressione degli italiani per bene e sono questi italiani ai quali noi del Nuovo Centrodestra ci rivolgiamo e ai quali diciamo che il nostro movimento è nato per dare al Paese delle risposte. Questo Governo ha tre mesi di vita, ma ha fatto delle cose: il decreto lavoro, che abbiamo da poco votato, che rafforzato i presupposti per creare preoccupazione; abbiamo evitato la tassazione dei titoli di Stato evitato i tagli alla sanità e alla sicurezza.

  PRESIDENTE. Concluda.

  DORINA BIANCHI. Il Nuovo Centrodestra è impegnato a estendere il bonus degli 80 euro previsto nel decreto IRPEF per i lavoratori dipendenti anche per le famiglie con figli, portando una piena applicazione del fattore famiglia, senza dimenticare gli autonomi e le partite IVA, Pag. 54ai quali vanno estese necessariamente le agevolazioni fiscali. Con il decreto casa viene posto un altro significativo tassello nel mosaico del cambiamento, motivo per il quale il Nuovo Centrodestra esprime un voto favorevole su questo decreto-legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nardi. Ne ha facoltà.

  MARTINA NARDI. Signora Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, siamo all'assurdo, sì ma al teatro dell'assurdo, sprofondati in una tragicommedia passando dal dramma al riso, per certi versi anche al ridicolo, se non stessimo parlando di questioni di così fondamentale importanza. Il provvedimento si deve concludere entro sabato per consentire ai deputati di svolgere la campagna elettorale, tuonò il Governo. Non è possibile cambiare neppure una virgola perché il decreto-legge non può tornare al Senato lunedì, hanno da fare la campagna elettorale, pensò la maggioranza. Bisogna interrompere il dibattito subito e passare al voto immediatamente, sì certo bisogna farlo, si ripetevano i deputati in Transatlantico. E poi accadde che non ci furono i numeri. Sì, i grandi strateghi non si accorsero che in molti erano già volati verso i propri comizi; e ciò successe una volta, e poi ancora e poi ancora, nonostante telefonate, isterismi, messaggini e lavate di capo. Ma niente, gli strateghi non volevano arrendersi. Forse fu a quel punto che molti cominciarono a pensare che i grandi strateghi forse non erano così grandi e che forse erano solo topolini con una bella giacca e scarpe firmate. Eppure c'era chi si ostinava a dire: consentiteci di cambiare il provvedimento, accogliete che la discussione si apra su pochi emendamenti e votiamo entro stasera. «No» rispondevano gli strateghi, i senatori non possono tornare lunedì o martedì a votare, sono in campagna elettorale. Sì, certo, poveri senatori, non possono tornare, devono fare la campagna elettorale, si convinsero tutti. È così i deputati non vissero felici e contenti, ma becchi e bastonati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Ma dico io, come vi è venuto in mente di mettere in ginocchio, di umiliare i deputati di questa Camera ? Come vi è venuto in mente di pensare che fossimo così sciocchi di credere a questa favoletta ? Come ? I senatori possono andare a fare campagna elettorale e i deputati, che sono il doppio, devono tornare lunedì e martedì e votare, o meglio ratificare, un testo che non hanno neppure potuto concorrere a determinare ? Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, la verità è molto più semplice di quello che ci hanno voluto far credere, la verità è che non c'entra nulla la scusa della campagna elettorale e dell'impossibilità del Senato di tornare a riunirsi, se vale per noi, a maggior ragione, vale per loro.
  La verità è che il Ministro Lupi, che vedo felicemente in Aula, non voleva più modificare il decreto. È evidente, cari colleghi, soprattutto colleghi del Partito Democratico, che al Ministro Lupi andava benissimo così com’è il provvedimento oggi, anche se a detta di tanti, soprattutto dalle parole di molti deputati e deputate della Commissione, c'erano delle piccole possibili modifiche normative da approvare, che avrebbero generato dei grandi cambiamenti migliorativi del provvedimento. E credo, Ministro Lupi, che l'umiliazione a cui questa Camera è stata sottoposta era il prezzo che lei aveva messo nel conto, forse perché il Nuovo Centrodestra alla Camera, a differenza del Senato, ha numeri corti, che non gli avrebbero consentito di impedire le modifiche che anche il Partito Democratico voleva.
  Ma la commedia tragicomica non finisce qui, perché c’è un terzo personaggio: l'inutile. L'inutile è il gruppo che, pur avendo tanti deputati, non è mai utile a cambiare in meglio le cose e mi rivolgo a voi, mi rivolgo al MoVimento 5 Stelle, che poteva sostenere con noi la necessità di portare in Aula poche modifiche, alcune anche condivise da molti. Ma avete preferito vendervi, avete preferito vendervi per un piatto di lenticchie, vendervi per un Pag. 55palcoscenico, vendervi per la ripresa televisiva, vendervi per dieci minuti di celebrità a un soffio dalle elezioni.
  Anche voi, come il Ministro Lupi, siete i responsabili di questa commedia tragicomica. Ma cosa ci siete venuti a fare in Parlamento, se non ve ne frega niente di incidere sui provvedimenti, se non studiate le questioni che sono poste in campo, se ripetete molto spesso a pappagallo le questioni riportate da un sito, come quello di Wikipedia, o peggio imbeccate da qualche santone di turno ? Voi siete pericolosi. Siete pericolosi non solo perché vi definite oltre il male assoluto, oltre Hitler, ma perché non avete passione per la discussione, non vi interessa confrontarvi, non vi piace la democrazia.
  Ma si sa, Parigi val bene una messa e, quindi, al decreto casa, che parla ai tanti, tantissimi che aspettano soluzioni, avete preferito una diretta televisiva. L'urgenza e la pausa elettorale non possono essere usate come paravento, così come le manie di protagonismo degli inutili.
  Qui e ora il nostro gruppo era pronto ad arricchire il testo. Infatti, vedete, signori del Governo, la questione emergenza abitativa si può o liquidare con un provvedimento tampone, un po’ azzoppato, come avete fatto voi, o mettendo in campo una proposta che agisca su più tempi. Se vogliamo smettere di parlare di emergenza, bisogna mettere in campo strategie e azioni che agiscano sia nell'immediato sia nel medio lungo termine. Altrimenti, pur sperando nella ripresa, pur tifando per la ripresa, tra un anno ci ritroveremo punto e daccapo.
  Il Paese in tempo di crisi ci consegna un problema, che assume le proporzioni di una gigantesca emergenza e il Governo e il Parlamento hanno il dovere di entrare a piedi pari per provare a trovare risposte convincenti, efficaci ed urgenti.
  Noi, signori del Governo, non siamo miopi. Abbiamo dato atto a questo Governo di averci provato, cioè di aver tentato di invertire la tendenza di confinare il problema all'oblio e aver voluto porre l'attenzione sulla necessità del qui e ora per dare risposte alle tante questioni che il tema chiama in causa. Ciò che è stato messo in campo basta ? I denari postati sono sufficienti ? La gravità della situazione abitativa del Paese è stata sviscerata nel suo complesso ? Beh, noi – e lo diciamo con chiarezza – pensiamo di no.
  Crediamo che si sia persa un'occasione per sviscerare più convintamente il tema. Pensiamo che l'impossibilità di discutere in questo ramo del Parlamento abbia privato il provvedimento dei miglioramenti necessari e possibili. Manca un respiro lungo, manca la messa a sistema del finanziamento, mancano, quindi, le misure che potrebbero fare del nostro Paese un Paese europeo, non più basato sulla rendita immobiliare, ma con una grande offerta di residenze in affitto a basso costo.
  Qual è la proposta per strutturare la continuità degli interventi ? Vede, signor Ministro, o il Governo e il Parlamento sono in grado di rispondere a questa domanda, o le azioni, anche positive, che oggi proponete con questo provvedimento risulteranno interventi spot e non produrranno miglioramenti. Noi eravamo e, ripeto, siamo pronti ad accettare la sfida del cambiamento, anche su questo tema, che deve chiamare in causa obbligatoriamente la materia urbanistica e la materia fiscale. Le proponiamo – e su questo la incalzeremo – di porre in essere da subito una legge quadro nazionale, una cornice legislativa nazionale che tracci una strategia pubblica d'azione dell'abitare, che ridefinisca i parametri di accesso, ridefinisca le società di gestione, individui canali continui di finanziamento, introduca normative apposite di carattere urbanistico e risolva in positivo la vita dei tanti occupanti senza titolo che, soprattutto in questa città, nella città di Roma, per disperazione hanno occupato alloggi. E lo sa lei, come lo so io, che il problema non si risolve negando la residenza o gli allacci (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Per concludere, ci saremmo aspettati di più. Ci saremmo aspettati un nuovo «Piano Fanfani», una risposta all'altezza della sfida, un grande piano di acquisto per gli immobili invenduti, misure cogenti, Pag. 56da un lato, e una legislazione strutturale dall'altro. Ci saremmo aspettati di cambiare verso, di essere chiamati a portare il nostro contributo in Commissione e in Aula e, invece, eccoci qui a registrare timide proposte, alcune non nego anche positive, altre decisamente meno, con una modalità che, come dicevo all'inizio, ha avuto un procedimento che ha del farsesco. Peccato, peccato, peccato ! Per tutto ciò, annuncio il voto contrario di Sinistra Ecologia Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente contro il presente decreto-legge di conversione che, a differenza di quanto riporta pure nel titolo, non risolverà la gravissima emergenza abitativa nel Paese, anzi contribuirà, a nostro avviso, ad aggravare una situazione sociale già estremamente esasperata. Forza Italia denuncia il comportamento avuto dal Governo e dalla maggioranza per la disparità dei tempi impiegati per esaminare e approfondire le complesse e articolate disposizioni del provvedimento tra Camera e Senato. Infatti, a Palazzo Madama sono stati impiegati oltre quarantacinque giorni per esaminare quanto contenuto all'interno del decreto-legge che, ripeto, racchiude norme complicate come quelle riguardanti l'urbanistica e i lavori pubblici e che avrebbero richiesto adeguati tempi di valutazione.
  Invece, la nostra Assemblea legislativa ha avuto, incredibile, ma vero, neanche settantadue ore per esaminare un decreto-legge atteso da tanti cittadini e famiglie e dalle imprese del settore edile e dagli operatori del comparto immobiliare, il cui testo è stato, peraltro, appesantito dall'introduzione di articoli aggiuntivi approvati al Senato.
  Per non parlare dell'utilizzo sproporzionato e spropositato della decretazione d'urgenza e del voto di fiducia. In così poco tempo siamo alla nona fiducia richiesta da questo Governo. Forza Italia denuncia l'atteggiamento del Governo Renzi per la scarsa considerazione delle istituzioni parlamentari e in particolare nei confronti della Camera dei deputati, avendo, infatti, concesso un tempo così esiguo per l'esame di un testo così importante quale l'emergenza abitativa e il rilancio del mercato delle costruzioni.
  Siamo di fronte ad un decreto-legge le cui misure sul piano casa sono impostate in maniera così fragile ed incerta tale da rappresentare neanche un provvedimento tampone. È un giudizio, questo, che proviene dall'Assoedilizia e che Forza Italia condivide totalmente. Inoltre, come sostenuto da altre associazioni e federazioni del settore, fornisce soluzioni confuse ed inapplicabili, con troppe norme provvisorie e di scarso impatto sul tessuto socio-economico del Paese. Un'impostazione normativa lacunosa e senza certezza delle necessarie coperture finanziarie, che evidenzia la totale incapacità del Governo Renzi di comprendere come siano in realtà necessarie misure urgenti e strutturali vere per far fronte alla crisi del comparto immobiliare e dell'edilizia che in questi anni di profonda recessione ha visto la perdita di oltre 750 mila posti di lavoro, la cessazione di migliaia di imprese di costruzione, il crollo delle compravendite nel Paese.
  Inutile ricordare come l'indotto diretto e indiretto che deriva dalle costruzioni, dall'intera edilizia e dai settori collegati, da sempre volano dell'economia nazionale, è così importante proprio in una fase economica ancora critica e tutt'altro che superata, come dimostrano gli scoraggianti dati del PIL dell'altro giorno e di quelli ancora più allarmanti, in data odierna, resi noti dall'OCSE e pari a meno 0,1 per cento nel primo trimestre. Il Governo avrebbe dovuto prevedere ben altre disposizioni per rilanciare il mercato delle costruzioni. La politica economica di questo Governo, come dimostra questo provvedimento, sembra trascurare le potenzialità economiche e sociali delle costruzioni, nonostante Pag. 57gli evidenti benefici che possono derivare dagli investimenti nelle opere pubbliche e nell'edilizia abitativa, per via dell'indotto generato in ben diciotto settori industriali collegati nella lunga filiera.
  Il Governo Renzi avrebbe dovuto presentare un diverso provvedimento d'urgenza, sia per risolvere in maniera strutturale la gravissima emergenza abitativa e il fenomeno dell'abusivismo, che per sostenere adeguatamente il comparto delle costruzioni, come dimostra il testo che, ad esempio, rileva la mancanza di ogni forma di premio per il privato che voglia partecipare ad ampliare la platea dell'edilizia sociale.
  Aggiungo ancora, come ulteriori ed evidenti profili di criticità, così come evidenziato dal Servizio studi bilancio del Senato, derivano dalle norme relative alla copertura finanziaria del provvedimento stesso.
  Si fanno le ennesime disposizioni finanziarie a favore di Expo 2015 che ritornano, peraltro, in ogni decretazione d'urgenza, sia da parte del precedente Governo Letta che in quello attuale, per una spesa pari a 25 milioni di euro complessivi, fondi che sono stati ottenuti tagliando le assunzioni a tempo indeterminato e per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici.
  Forza Italia non condivide inoltre l'idea di attingere ai fondi della legge obiettivo, ovvero a risorse che servono per le infrastrutture, per le evidenti ricadute negative che tale decisione avrà soprattutto per l'economia del Mezzogiorno d'Italia, già carente di adeguati sistemi infrastrutturali. Siamo di fronte, pertanto, ad una occasione sprecata da parte del Governo Renzi che nell'attuale momento difficile e preoccupante per il nostro Paese dal punto di vista sociale ed economico, avrebbe dovuto fornire soluzioni concrete all'emergenza abitativa e all'abusivismo degli alloggi. Si riscontrano, infatti, nel complesso, misure deboli, alcune delle quali sebbene condivisibili, come il rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, sono tuttavia vincolate all'emanazione di decreti attuativi ministeriali, i cui tempi di introduzione sono notoriamente tutt'altro che perentori.
  Quindi, non solo hanno un impatto temporaneo di minima portata, ma soprattutto un approccio inadeguato. Questo decreto-legge, considerata la sua inadeguatezza dal punto di vista dei finanziamenti e del metodo di lavoro adottato, non è in grado di fornire l'attesa scossa al mercato immobiliare e delle costruzioni. In pratica, siamo di fronte all'ennesimo fallimento da parte del Governo.
  Rispetto alle evidenti esigenze e necessità, alle reali emergenze abitative del mercato immobiliare, le risorse messe a disposizione risultano essere estremamente modeste e anche incerte secondo l'ufficio studi del bilancio così come ho detto prima. Al netto di quelli destinati agli investimenti, soltanto 780 milioni di euro in sette anni saranno messi a disposizione per i Fondi di sostegno all'affitto e destinati agli inquilini morosi incolpevoli, per i contributi in conto interessi sui mutui di acquisto e per le detrazioni Irpef sui canoni di locazione. Stiamo parlando mediamente di poco più di 110 milioni di euro all'anno dal 2014 al 2020. È solo un intervento spot da parte del Governo.
  Ma al Governo e alla maggioranza chiedo: cosa sono 100 milioni di euro rispetto ai quasi 24 miliardi di euro in più rispetto al 2011 che da quest'anno e per i prossimi lo Stato preleva dalle famiglie e dalle imprese, dalle attività economiche con le tasse patrimoniali sulla casa e sul mattone ? Forza Italia denuncia, anche in questa occasione, il grande pasticcio del Governo e della maggioranza sull'IMU e sulla Tasi. Per Forza Italia IMU e Tasi sono una rapina nei confronti delle tasche degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Ora la Tasi si rinvia, ma resta comunque un salasso gigantesco.
  Il Governo farebbe bene ad abolirle, perché Forza Italia porta avanti esattamente questa attuazione di abolizione dell'IMU sulla prima casa e della Tasi. In Pag. 58pratica, siamo davanti alla solita politica della sinistra: tassi e spendi, e il Governo Renzi si è adeguato subito su questa linea.
  Un ulteriore punto critico che va ricordato è il Piano di recupero degli immobili degli istituti per le case popolari e dei comuni, che prevede l'elaborazione di un programma nazionale di recupero di alloggi di edilizia residenziale pubblica con tempi di attuazione indefiniti e, quindi, senza alcun effetto positivo.
  Analoga valutazione negativa è rivolta sul fronte delle risorse economiche previste per il Piano di razionalizzazione immobiliare. Anche qui la previsione di una serie enorme di decreti di attuazione: tempistiche bibliche e burocrazia eccessiva vanificano qualsiasi beneficio.
  In conclusione, Forza Italia voterà contro questo decreto-legge perché contiene interventi di corto respiro, risorse carenti ed inadeguate, e lungaggini burocratiche infinite, non risolverà alcuna emergenza abitativa. È solo propaganda elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Federica Daga. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DAGA. Signor Presidente, carissimo Governo, ci troviamo qui oggi ad interpretare l'ennesima farsa, a dover fare le nostre dichiarazioni di voto praticamente inutili, dopo che il Governo ha posto la nona fiducia in ottanta giorni, per far passare un decreto-legge dettato dalle solite lobby, un decreto gravissimo nel quale, come al solito, si mischiano le carte, si unisce l'emergenza abitativa coi finanziamenti a pioggia per l'Expo, con le norme sui campeggi e i villaggi turistici e le semplificazioni in materia edilizia.
  Con Expo, le vie d'acqua, la città della salute, tutte le grandi opere come la Rho-Monza, la Pedemontana e il TAV, pensavate di aver fatto il colpaccio: soldi a palate, opere non tassate e devastazione ambientale, ma la cupola delle tangenti è stata scoperchiata. Come al solito si favoriscono gli interessi di pochi speculatori, appaltatori truffaldini vari, mentre si scherza col fuoco, con la vita delle persone, con la difficoltà, talvolta con l'impossibilità di avere un tetto sulla testa per sé e la propria famiglia, di poter progettare il proprio futuro, di poter crescere al caldo i propri figli.
  L'ho già detto qualche giorno fa, mentre vi affannavate a farci discutere e votare in tutta fretta questo decreto-legge, perché dovevate correre a farvi la campagna elettorale, e qui qualcuno fa finta di gridare al PD e alla maggioranza, mentre in Piemonte si va a braccetto con Chiamparino e Scelta Civica, quindi a favore del TAV, caro SEL, come in Abruzzo. Vergogna a chi ha posto la fiducia su questo atto e a chi l'ha votata ! I tempi per discuterlo e rimandarlo al Senato c'erano tutti e ve lo abbiamo detto dal primo giorno, ma niente, vi siete congelati.
  Con che faccia avete il coraggio di tornare sui vostri territori mentre vendete e svendete il patrimonio pubblico per fare cassa, mentre cancellate l'edilizia residenziale pubblica, mentre continuate a far costruire ovunque, quando ci sono milioni di case invendute e di stabili di proprietà pubblica completamente abbandonati, mentre continuate a finanziare grandi opere inutili, dando briciole ai fondi per gli affitti e le morosità incolpevoli ! In poche parole, state portando questo Paese al collasso e state facendo macelleria sociale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Il pregiudicato «signor B» dice che ci votano solo i disperati: beh, con decreti come questi, scritti dal suo amico Lupi e da Renzi, detto dai suoi concittadini «il bugia», i disperati saranno sempre di più e si riverseranno nelle strade, e prima o poi dovrete farci i conti. Ci chiamate Cassandre o gufi, noi siamo soltanto realisti, poi avete il coraggio di accusarci di essere intolleranti e poco inclini al dialogo: sì, siamo intolleranti, perché siamo gli indignati e gli offesi di questo Paese, siamo intolleranti perché siamo quelli che non chiedono tangenti, quelli che lavorano Pag. 59onestamente, quelli che cercano il cambiamento vero dando l'esempio, e non è più tempo di mediare.
  Noi non avremmo mai semplificato le norme sugli appalti per l'Expo, non avremmo mai tolto il diritto all'assistenza sanitaria, alla residenza, agli allacci all'acqua e alla luce a persone disperate che non hanno un reddito: questo lo avete fatto voi ! Mai avremmo scritto un testo che, di fatto, autorizza nuove colate di cemento nelle città, e dite che siamo quelli del «no»: noi diciamo sempre «no» alla corruzione, alla disonestà, alle grandi opere inutili, allo spreco di danaro pubblico, alla devastazione ambientale, alla precarizzazione delle vite di milioni di persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E allora, prima o poi, arriverà il momento nel quale il Governo dovrà temere il popolo, perché mentre per voi il manganello sostituisce il dialogo, le parole non perderanno mai il potere e la loro forza.
  Perché le parole sono il mezzo per giungere al significato delle cose e, per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo Paese. La verità è che state consegnando la società, la vita delle persone e la natura ai grandi capitali finanziari.
  Abbiamo capito da molti anni qual è la strategia che state portando avanti: la privatizzazione di tutti i beni pubblici, siano essi patrimonio o servizi come acqua, trasporti e rifiuti, la deregolamentazione totale delle condizioni di lavoro e la piena libertà di movimento dei capitali finanziari speculativi.
  Con il Trattato transatlantico, il TTIP, l'ultima invenzione finanziaria speculativa che state pubblicizzando anche in TV in questi giorni, togliete ancora più sovranità all'Italia e all'Europa; un trattato completamente segreto per tutti i cittadini d'Europa, che non vedrà protagonista nessun Governo e nessun cittadino ma solo le multinazionali statunitensi e qualche oscuro funzionario della Comunità europea.
  Tutto questo, come avete ben dimostrato con gli ultimi tre Governi non eletti da nessuno, necessita di una drastica riduzione della democrazia nel Parlamento e di spazi di democrazia nelle piazze. La conseguenza di tutto questo i cittadini la stanno già vivendo sulla loro pelle: state portando gli italiani ad una disperazione sociale sempre più diffusa, che ci dovrebbe preoccupare tutti, mentre molti di voi continuano a girarsi dall'altra parte e a fare solo gli interessi delle proprie lobby amiche.
  Nel frattempo, ci riempite di bugie. Un esempio: fate credere di aver tolto l'IMU, ma l'abbiamo nella TASI, dove la paghiamo ancora di più. Noi vogliamo un modello di città e di Paese – e sappiamo che è possibile realizzarlo – completamente diverso.
  Potremmo restituire dignità alla politica, e questo succederà solo quando si rispetterà finalmente la volontà popolare. Parlo anche di quei referendum sull'acqua sui quali tacete da anni; fate sempre silenzio. State distruggendo la democrazia e, con essa, tutti i diritti.
  Rimandiamo al mittente questo decreto-legge e contro di voi abbiamo un'arma a nostra disposizione: una matita che domenica useremo per mandarvi a casa e restituire dignità a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Come diceva Gandhi: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, ma poi vinci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bonafè. Ne ha facoltà.

  SIMONA BONAFÈ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, portiamo oggi in Aula un decreto-legge importante, un provvedimento che, dopo anni di assenza totale di misure, interviene per far fronte ad un'emergenza vera: l'emergenza di 600 mila famiglie che oggi avrebbero tutti i requisiti per accedere ad un alloggio, ma che non vedono riconosciuto il loro diritto. E lo facciamo investendo oltre 500 milioni Pag. 60di euro in momento in cui sappiamo tutti quanto sia difficile reperire risorse.
  Non chiacchiere, quindi, quelle che siamo troppo abituati a sentire in quest'Aula, ma un finanziamento vero che sarà messo a disposizione per recuperare e riqualificare edifici esistenti e realizzare anche nuovi alloggi sociali. Insomma, un'opportunità, un'opportunità per chi della casa ha bisogno, un'opportunità per chi la casa non se la può permettere. Sì, un'opportunità.
  Avete provato, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, a farci perdere anche questa opportunità, così come avete provato ad impedire l'abolizione delle province, l'approvazione dell'articolo 416-ter e ogni provvedimento che fa bene al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  A chi dice che questa è una speculazione immobiliare rispondiamo: basta criticare con argomenti infondati un provvedimento importante che dà risposte concrete a famiglie oggi in difficoltà. Non un centimetro di consumo di nuovo suolo verrà utilizzato. Anzi, andremo a migliorare proprio le prestazioni energetiche degli edifici per salvaguardare l'ambiente, per renderli più ecosostenibili; andremo a migliorare strutturalmente un patrimonio costruito in epoche passate e che oggi risente della mancanza di interventi di questi ultimi anni.
  A noi, Presidente, stanno a cuore le famiglie, proprio quelle che oggi hanno sentito e pagato più di altre la crisi economica. Ecco perché, dopo aver messo, a dieci milioni di italiani, 80 euro in più in busta paga, oggi andiamo a sostenere gli affitti di chi non arriva alla fine del mese con oltre 350 milioni di euro di rifinanziamento del fondo sostegno affitti, azzerato dai Governi del centrodestra e della Lega, e di rifinanziamento del fondo per la morosità incolpevole, per chi oggi magari perde il lavoro e non sa più come pagare il canone.
  Questo è il Partito Democratico, un partito che non sta dietro alle chiacchiere ma che cerca di dare risposte ai più deboli, senza dimenticare però che al primo punto noi mettiamo il rispetto delle regole.
  Ed allora non abbiamo paura di dire che chi oggi occupa un alloggio abusivamente sottrae la possibilità di vedere riconosciuto un diritto legittimo a chi ha invece le carte in regola. Se non arretriamo sul rispetto delle regole, diciamo, però, altrettanto forte e chiaro al Governo, come abbiamo fatto con il nostro ordine del giorno, che oggi va trovata una soluzione abitativa per chi la casa oggi non ce l'ha.
  E poi, certo, questo provvedimento stanzia 25 milioni di euro per l'organizzazione di Expo. Noi, lo diciamo subito, non siamo per sprecare la grandissima opportunità per il nostro Paese rappresentata da Expo. Non parliamo a vanvera di occupazione e di lavoro, di crescita e poi ci permettiamo di buttare via una vetrina di rilancio, anche economico, per il nostro Paese proprio nei settori che più sono peculiari dell'Italia: le sue eccellenze agroalimentari, la sua creatività, l'artigianato, il made in Italy. Lasciamo ad altri dire che bisogna fermare un evento che porterà, secondo studi di Confindustria, 200 mila posti di lavoro in più, 20 milioni di visitatori, 10 miliardi in più, 490 milioni di giro d'affari. Questi sono i dati.
  Allora, vede Presidente, noi non accettiamo lezioni di lotta alla corruzione da chi va in Sicilia a dire che la mafia non esiste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non accettiamo lezioni di lotta alla corruzione da chi ci ha lasciato soli ad approvare il 416-ter, non accettiamo lezioni di lotta alla corruzione da chi poi non sostiene le nostre riforme della pubblica amministrazione che vanno a semplificare l'eccesso di burocrazia, dove spesso si annida il malaffare, che vanno a introdurre criteri di trasparenza attraverso un uso maggiore della rete e della pubblicazione on line di tutto ciò che riguarda appalti e spese, che va ad inserire elementi di meritocrazia.
  Noi non siamo per darla vinta all'illegalità, noi Expo la salviamo come un servitore dello Stato come Cantone, come Pag. 61Raffaele Cantone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); noi colpiamo i corrotti, noi non andiamo ad alimentare l'antipolitica di chi dice che va tutto male, che fa tutto schifo, che va tutto bloccato. Già, così si dimostra che la politica può tirare i remi in barca.
  No, noi non cediamo ad altri per qualche voto in più alle elezioni di domenica prossima, il lusso di sparare alzo zero contro tutto e contro tutti. Signor Presidente, noi questo lusso non ce lo possiamo permettere. Il Partito Democratico è forza di Governo, di un Governo del fare, che in 70 giorni sta dimostrando come e che si può cambiare il Paese.
  E allora, guardi, alla rievocazione dei lager, di Hitler, della lupara – parole che non avremmo mai voluto sentire – noi contrapponiamo l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, la riforma del Senato, la riforma della pubblica amministrazione, la riduzione del costo del lavoro attraverso il taglio dell'IRAP del 10 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), 60 miliardi di euro per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese, 3 miliardi e mezzo per l'edilizia scolastica, 1 miliardo e settecento milioni per contrastare il dissesto idrogeologico, i già ricordati 80 euro netti in busta paga, i tagli agli stipendi dei manager pubblici che non potranno guadagnare più del Presidente della Repubblica, la riforma delle province con 3.700 poltrone in meno, l'abolizione del CNEL, la riforma del Titolo V con poteri certi per Stato e regioni.
  Ecco, noi siamo il Partito Democratico, il partito che alla rabbia contrappone la speranza. Ecco perché il Partito Democratico voterà compatto questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Vive congratulazioni).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2373)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Prego i colleghi di prendere posto così evitiamo di tenere aperta la votazione troppo a lungo. Mi pare che ci siamo quasi...
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2373, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Stumpo, Ottobre, Berlinghieri, Cassano, Martella, Mura, Gregori... Cassano ancora non riesce a votare... neanche l'onorevole Martella. Se i tecnici ci danno una mano... Gregori ha votato... Gribaudo ... Colleghi, vi ricordo solo che non si possono fare le foto. Aspettiamo il collega Fauttilli e la collega Bossa... la collega Murer... veloci... Gribaudo non riesce ancora a votare... se un tecnico si potesse avvicinare alla postazione dell'onorevole Gribaudo, per favore... Murer, Dell'Aringa... sblocchiamo la postazione... forza colleghi, però, veloci... Verini, Famiglietti, Impegno... veloci... Legnini... non vedo purtroppo.. ecco, a posto. Legnini, ha fatto ?
  Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Nuovo Centrodestra) (Vedi votazioni).

  S. 1413 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47, recante misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015» (Approvato dal Senato) (2373):

   (Presenti e votanti  369   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 277    
    Hanno votato
no   92).    

  (Le deputate Argentin e Fregolent hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

Pag. 62

Sui lavori dell'Assemblea (ore 14).

  PRESIDENTE. Avverto che in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicato il contingentamento della discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge recante disposizioni in materia di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio nonché di comunione tra i coniugi.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 14,01).

  ELENA CARNEVALI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Colleghi, uscite più silenziosamente possibile, per fare parlare la deputata Carnevali. Prego onorevole, ne ha facoltà.

  ELENA CARNEVALI. Signora Presidente, spero che si possa sentire e chiedo a lei, gentilmente, di farsi tramite presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per potere avere risposta ad un'interrogazione scritta, i cui termini sono già scaduti. Riguarda l'istituto comprensivo Santa Lucia di Bergamo. È dal mese di dicembre 2012 che il consiglio d'istituto ha rassegnato le dimissioni, la componente dei docenti e anche quella del personale. C’è la necessità, quindi, di ristabilire delle condizioni di trasparenza, di relazione con le scuole, con la famiglia e con il territorio. Quindi le chiedo, cortesemente, di potere chiedere di avere una risposta nei tempi più celeri possibili.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Carnevali, la Presidenza trasmetterà questa richiesta di sollecito.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, devo rettificare una cosa detta prima, perché nella concitazione non sono stato preciso. Quando ho parlato delle intercettazioni e del coinvolgimento di Pierluigi Bersani, semplicemente devo chiarire che quello che ho riportato è stato detto da uno degli intercettati e non direttamente dall'onorevole Bersani (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quel che è giusto è giusto !

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Ferraresi, prego, accenda il microfono. Sì, siamo a fine seduta, deve avere pazienza: anche l'onorevole Carnevali ha parlato nel brusio. Prego.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, oggi è il 20 maggio. Ai più questa data non dice nulla, ma oggi ricordiamo i due anni dalla prima scossa di terremoto che ha colpito l'Emilia-Romagna nel 2012. Ha colpito un territorio, il mio territorio, e siamo ancora qui a parlare di zona di bassa sismicità, quando abbiamo ricevuto due scosse, una prossima ai 6 gradi di magnitudo.
  Quel che voglio ricordare sono le 27 vittime, di cui l'ultima, una donna incinta, entrata in coma dopo la seconda scossa. Trecentocinquanta feriti, vittime ai cui familiari in alcuni casi l'INAIL non ha riconosciuto neppure il diritto a un equo risarcimento.
  Nella ricostruzione privata solo il 20 per cento sta ricostruendo, il 16 per cento ha la pratica ferma in comune per colpa delle ordinanze, il 50 per cento ha fatto solo la prenotazione per il contributo perché non è ancora riuscito a presentare tutta la complicata documentazione, e ben un 10 per cento ha rinunciato anche solo a chiedere soldi. Cinquemila le domande presentate dalle imprese, dopo due anni solo il 10 per cento è stato elaborato.
  Nessuna fiscalità di vantaggio, come richiesto ormai da tutto il mondo imprenditoriale. E ora tutti al Governo, da Renzi Pag. 63a Franceschini, dicono che la ricostruzione in Emilia deve essere presa come esempio, ma esempio di che ? Se questo è il massimo che riuscite a fare, sarete fischiati dai terremotati come è successo a Renzi in piazza a Modena, perché basta chiedere a un imprenditore, a un cittadino, a una persona dei comitati per capire che la ricostruzione non sta andando affatto bene in Emilia-Romagna.
  Ve la siete suonata e cantata da soli, vi siete detti: quanto siamo bravi. Come oggi ad Errani, a cui è stata riconosciuta la cittadinanza onoraria. Beh, se voi continuate a suonarvela così, noi assolutamente non faremo lo stesso e vi chiediamo di non prendere più in giro i cittadini e di dare quei soldi che vi state tenendo nei cassetti agli emiliani terremotati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE BARUFFI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE BARUFFI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ricordava prima il deputato Ferraresi, oggi ricorre il secondo anniversario della prima terribile scossa che ha colpito l'Emilia e le province di Mantova e Rovigo. Era il 20 maggio 2012 ed erano da poco trascorse le 4 del mattino di una domenica tragica, rimasta scolpita in modo indelebile nella memoria collettiva della nostra comunità.
  Questi non sono anniversari che si festeggiano, occorre anzi un certo pudore, forse anche nella polemica, suggerirei al collega Ferraresi. Anzitutto per quanti hanno perduto la vita e per i loro familiari, a cui rinnovo la nostra fraterna solidarietà. E per quanti ancora non sono rientrati nelle loro case (e sono tanti, lo sappiamo bene) o nei loro posti di lavoro (e sono fortunatamente molti meno).
  Vorrei ringraziare anche oggi – dalla Camera, insieme ai miei colleghi del territorio – quanti ci hanno assistito fin dalle prime ore e quanti ancora ci stanno aiutando: sarebbe un elenco troppo lungo, per il quale si rischierebbero imperdonabili omissioni.
  Ringrazio allora – questo invece sento proprio il dovere di farlo – i nostri concittadini, protagonisti involontari di questa storia collettiva, fatta di lacrime e terrore, ma anche di speranza e coraggio. Soprattutto di tanta, tanta laboriosità. Li ringrazio perché non hanno mai mollato in questo tempo. Un tempo che da risorsa, talvolta, è diventato anche nemico: per il timore che le cose non si riaggiustassero mai, quando sono arrivate nei mesi scorsi altre calamità; o che le istituzioni si dimenticassero della devastazione una volta rimosse le macerie.
  Sono timori che vanno compresi, assunti dalla politica e dalle istituzioni. Noi non dimentichiamo. Questo Parlamento non dimentica e non può dimenticare. Lo dico nel momento in cui è arrivato all'esame della Camera un provvedimento importantissimo, il decreto-legge n. 74, che riconosce la condizione peculiare, tristemente particolare, di un territorio che ha subito, in meno di due anni, un terremoto, un'alluvione e due trombe d'aria. Calamità che hanno fiaccato non solo edifici e colture, ma anche lo spirito della nostra gente.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Baruffi.

  DAVIDE BARUFFI. Concludo, Presidente. Non è però di peculiarità che si vive e si ricostruisce. Se dai disastri e dalla ricostruzione dell'Emilia possono venire due lezioni, sono tali proprio perché hanno un valore generale per il Paese. La prima è questa: dalle calamità e dalla distruzione ci si salva tutti insieme o non si salva nessuno. Il primo motore nell'emergenza e nella ricostruzione è stata la solidarietà tra le persone. E a chi, ancora oggi, prova a dividere la nostra comunità chiedo: ma non vi è bastata la devastazione che già c’è stata ? Quanto volete distruggere ancora ? Noi siamo una comunità e lo saremo fino alla fine, tutti insieme. Da qui, la seconda considerazione generale, e davvero concludo, Presidente.
  Ho ricordato la tragica singolarità dell'Emilia, e tuttavia anche il Paese, con il Pag. 64suo territorio e la sua comunità nazionale, o si salva tutto insieme o tutto insieme è perduto. È indispensabile e urgente una legge quadro per le calamità e la ricostruzione.
  È tempo che il Governo assuma un'iniziativa forte. Questo chiede l'Emilia, non per sé ma per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signora Presidente, quindici anni fa, poco dopo le 8 di mattina, veniva ucciso Massimo D'Antona a Roma, in via Salaria, angolo via Po, da un commando delle Brigate rosse.
  La deposizione processuale della pentita Cinzia Banelli dirà che l'uomo che sparò e uccise Massimo D'Antona fu Mario Galesi, che, armato di una pistola semiautomatica, fece fuoco su D'Antona, svuotando tutti e nove i colpi del caricatore e infliggendogli il colpo di grazia al cuore.
  Noi oggi vogliamo ricordare Massimo D'Antona come un martire della nostra democrazia, come un uomo che è morto per le proprie idee, per questa democrazia, che vorremmo e che dovrebbe sempre fare a meno di martiri; per questa democrazia che avrebbe dovuto fare a meno di tutti i morti uccisi dal terrorismo in questo Paese, come tutte le democrazie vorrebbero.
  Oggi, a quindici anni da quell'omicidio terribile, noi vogliamo da qui far sentire il nostro affetto per la nostra amica e compagna Olga, nostra ex collega, e per i suoi figli. Solo una democrazia migliore, efficiente e più equa può rispondere alla rabbia che sempre serpeggia nel popolo in momenti di crisi. Solo che la rabbia non deve trasformarsi in violenza: la violenza è nostra nemica e la violenza che si ammanta di ideologia e di false illusioni è due volte nostra nemica. Anche per questo, perché noi crediamo nella politica e che la politica possa essere buona, anche perché vorremmo che la violenza politica, come quella che ha ucciso Massimo D'Antona quindici anni fa a Roma, fosse sconfitta per sempre, e per onorare il ricordo di Massimo D'Antona e delle altre vittime del terrorismo italiano, noi siamo qui oggi (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fiano. Credo che tutta l'Aula, oltre che la Presidenza, non possa che associarsi a questo ricordo.
  Ha chiesto di parlare la deputata Tinagli Ne ha facoltà.

  IRENE TINAGLI. Signora Presidente, anch'io volevo ricordare il triste anniversario del terremoto che due anni fa ha colpito l'Emilia-Romagna, due scosse tremende di magnitudo 5.9 che – come è già stato ricordato – hanno causato morti, feriti, sfollati – sono migliaia le persone che hanno perso la casa – e miliardi di euro di danni per le persone, ma anche e soprattutto per le imprese, un tessuto produttivo tra i più importanti del nostro Paese.
  Questa è una situazione drammatica, a cui si è cercato di dare risposte anche in tempi rapidi e – come sappiamo – sono stati stanziati ben 10 miliardi nel Fondo istituito con il decreto-legge n. 74 del 2012, poi convertito con la legge n. 122. Quindi, gli interventi ci sono anche stati e trovo anche triste e brutto che si utilizzino delle tragedie per fare strumentalizzazione politica a pochi giorni dal voto, e quindi fare su questo campagna elettorale, però non possiamo chiudere gli occhi sul fatto che questi finanziamenti e questi soldi non sono alla fine arrivati a destinazione e che ancora le opere di ricostruzione, a due anni di distanza, sono in gravissimo ritardo.
  Io ero a Mirandola, una delle zone più colpite, proprio la settimana scorsa e sono rimasta molto colpita dalla situazione di devastazione che ancora affligge un centro storico che è rimasto ed è profondamente ferito, nel suo tessuto commerciale e sociale. Non basta sistemare gli individui dopo l'emergenza; bisogna ricostruire i tessuti produttivi, sociali e commerciali dei territori.
  Quindi, io ho anche presentato un'interpellanza per chiedere chiarezza sull'uso Pag. 65di questi fondi che erano stati stanziati e che risultano essere nella disponibilità, per capire per quali motivi e quali sono stati i nodi per i quali la regione non è stata in grado di allocare in maniera tempestiva ed efficiente questi fondi. Inoltre, anche per chiedere l'introduzione di strumenti fiscali per supportare in modo più efficace questa popolazione e queste imprese che hanno sofferto moltissimo, perché non può bastare una sospensione temporanea delle tasse per una zona che ha sofferto quello che ha sofferto.
  Quindi, io vorrei sollecitare una risposta a questa richiesta che, al di là di ogni strumentalizzazione, ha a cuore la situazione di una regione che ha l'unica colpa di essersi rialzata da sola, senza chiedere niente a nessuno.

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, in questi giorni stiamo ascoltando alcuni candidati al Parlamento europeo del Partito Democratico, nonché parlamentari attualmente in carica, che stanno dicendo nelle TV nazionali, in tutti i programmi delle TV nazionali, una falsità assoluta, che io ritengo essere pura violenza verbale, ovverosia che il MoVimento 5 Stelle non avrebbe avuto diritto ai circa 42 milioni di rimborsi elettorali a seguito delle elezioni dello scorso febbraio 2013, le elezioni politiche.
  Ebbene, questa è una falsità assoluta, in primo luogo perché, per il semplice fatto di essere eletti, spettano i rimborsi elettorali; in secondo luogo, perché ho in mano una deliberazione dell'Ufficio di presidenza della Camera, la n. 36 del 25 luglio 2013, che indica come prima tranche 4,5 milioni di rimborsi elettorali per il MoVimento 5 Stelle.
  Per il suo tramite, Presidente, invito queste signore ad evitare di dire falsità ai cittadini italiani e a dire, invece, che il MoVimento 5 Stelle ha rinunciato e rinuncerà a tutti i rimborsi elettorali e che fa politica e campagna elettorale senza stare sulle spalle dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, questa non è una richiesta alla Presidenza. Cioè, io vorrei, così come il nostro gruppo del MoVimento 5 Stelle, che venisse meno questa espressione usata, riutilizzata e abusata, di «onorevole», perché esiste solo in Italia. Per esempio, in Francia si utilizza semplicemente monsieur e messieurs.
  È una cosa veramente di una banalità dissacrante, perché davvero noi non ci possiamo porre su un livello differente. Noi dovremmo essere cittadini nelle istituzioni e, se fossimo onorevoli – perché ormai l'accezione «onorevole» si affianca ad altri aggettivi che non sono molto «onorevoli», tra virgolette –, per come è l'accezione diffusa, probabilmente non gireremmo in auto blu, probabilmente non restituiremmo metà delle nostre indennità, probabilmente non restituiremmo i rimborsi elettorali, probabilmente non prenderemmo i rimborsi elettorali.
  Quindi io, anche per quanto riguarda gli assistenti parlamentari, da cui mi sento dire spesso, troppo frequentemente, che «noi siamo costretti a darvi degli onorevoli», veramente per una cortesia chiedo se si possa fare una circolare per cui non diventi un'imposizione, perché dobbiamo essere cittadini come gli altri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non è questo il luogo dove possiamo discutere questo tema, ma certamente si potrà trovare modo e forma per discuterne.

  GIULIA SARTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 66

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, noi il 23 maggio non saremo in quest'Aula e, però, è un atto dovuto quello di ricordare la bomba che scoppiò 22 anni fa, la strage di Capaci che portò la morte di Giovanni Falcone, di sua moglie, Francesca Morvillo, e dei tre agenti di scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo.
  Quando si ricordano certe cose ci si chiede che cosa sta facendo la politica oggi, a che punto siamo con la lotta alle mafie, e la risposta è che, purtroppo, siamo indietro. Siamo indietro perché in questo Paese abbiamo testimoni di giustizia, circa un'ottantina di persone che sono praticamente abbandonate dallo Stato e che cercano giustizia, cercano di migliorare la loro vita ogni giorno, cercano risposte da parte della politica e queste risposte non arrivano.
  Domani mattina ci sarà una manifestazione davanti al Viminale, perché questi testimoni di giustizia aspettano un decreto attuativo e aspettano che venga data la delega al Viceministro Bubbico per la presidenza del comitato centrale del programma di protezione dei testimoni.
  E poi ci sono i beni confiscati, gestiti malamente, e poi ci sono una miriade di comuni sciolti per mafia, e poi ci sono quei processi, quei processi che si stanno svolgendo e che stanno cercando di fare luce sugli intrighi, su quelle terribili trattative tra Stato e mafia, che sono in corso ancora oggi e non abbiamo risposte. E poi ci sono in quei comuni sciolti per mafia dei candidati, penso a Fabrizio Bertot, di Forza Italia, che è stato sindaco di Rivarolo Canavese, comune sciolto per mafia, che poi vengono premiati con le candidature al Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ecco, noi speriamo che il prossimo anno, anzi in realtà di qui in avanti, anche nella giornata del 23 maggio, oltre alle semplici parole, ci si possa tutti interrogare, e soprattutto che queste parole si possano tradurre in fatti, perché è questo che i cittadini aspettano, i fatti concreti e un'azione di contrasto alla criminalità organizzata che sia veramente efficace in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fico. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, volevo riallacciarmi all'intervento del mio collega Danilo Toninelli, perché durante la puntata di Otto e mezzo, dalla Gruber, era presente la deputata Alessandra Moretti, che anche lei ha detto che noi non abbiamo preso i rimborsi elettorali, che non li abbiamo percepiti, perché non ne avevamo diritto. Questa è una bugia, è una grande bugia, e voglio che sia messa agli atti e che sia divulgato a tutti gli italiani che noi abbiamo rinunciato ai rimborsi elettorali e ne avevamo pieno titolo e diritto, così come abbiamo fatto alle elezioni regionali in Emilia-Romagna, in Piemonte e in Sicilia, primi nella storia della Repubblica del Paese. La lotta politica si fa sui contenuti e non sulle menzogne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 26 maggio 2014, alle 15:

  1. – Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:
   AMICI ed altri; CENTEMERO ed altri; MORETTI ed altri; BONAFEDE ed altri; DI LELLO ed altri; DI SALVO ed altri: Disposizioni in materia di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio nonché di comunione tra i coniugi (C. 831-892-1053-1288-1938-2200-A).
  — Relatori: Moretti e D'Alessandro.

Pag. 67

  2. – Discussione sulle linee generali della mozione Bergamini ed altri n. 1-00426 concernente iniziative a favore del settore dell'apicoltura.

  3. – Discussione sulle linee generali delle mozioni Catania ed altri n. 1-00146, Fiorio ed altri n. 1-00052, Gagnarli ed altri n. 1-00088 e Migliore ed altri n. 1-00161 concernenti iniziative volte a ridurre gli sprechi alimentari.

  La seduta termina alle 14,20.

Pag. 68

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 831 E ABB.

Pdl n. 831 e abb. – Divorzio breve

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 30 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
Per l'Italia 30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Li berali per l'Italia (PLI) 7 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2373 – odg 9/2373/21 352 283 69 142 22 261 72 Resp.
2 Nom. odg 9/2373/27 360 359 1 180 114 245 72 Resp.
3 Nom. odg 9/2373/32 365 358 7 180 78 280 72 Resp.
4 Nom. odg 9/2373/33 362 354 8 178 76 278 72 Resp.
5 Nom. odg 9/2373/34 371 362 9 182 79 283 72 Resp.
6 Nom. odg 9/2373/46 383 383 192 110 273 70 Resp.
7 Nom. odg 9/2373/47 388 388 195 83 305 70 Resp.
8 Nom. odg 9/2373/48 393 392 1 197 62 330 69 Resp.
9 Nom. odg 9/2373/50 373 363 10 182 38 325 68 Resp.
10 Nom. odg 9/2373/53 370 349 21 175 48 301 68 Resp.
11 Nom. odg 9/2373/54 372 362 10 182 61 301 67 Resp.
12 Nom. odg 9/2373/55 377 377 189 72 305 67 Resp.
13 Nom. odg 9/2373/56 375 374 1 188 75 299 67 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2373/57 374 373 1 187 74 299 67 Resp.
15 Nom. odg 9/2373/74 384 384 193 82 302 67 Resp.
16 Nom. odg 9/2373/75 395 395 198 97 298 67 Resp.
17 Nom. odg 9/2373/76 405 405 203 116 289 67 Resp.
18 Nom. odg 9/2373/77 402 393 9 197 89 304 67 Resp.
19 Nom. odg 9/2373/81 407 398 9 200 91 307 67 Resp.
20 Nom. odg 9/2373/20 403 393 10 197 62 331 67 Resp.
21 Nom. odg 9/2373/83 395 385 10 193 61 324 67 Resp.
22 Nom. odg 9/2373/85 400 400 201 87 313 67 Resp.
23 Nom. odg 9/2373/88 405 405 203 98 307 67 Resp.
24 Nom. odg 9/2373/92 406 370 36 186 63 307 67 Resp.
25 Nom. odg 9/2373/93 405 404 1 203 65 339 67 Resp.
26 Nom. odg 9/2373/100 404 381 23 191 74 307 67 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2373/101 403 370 33 186 67 303 67 Resp.
28 Nom. odg 9/2373/106 403 403 202 98 305 67 Resp.
29 Nom. odg 9/2373/107 399 399 200 97 302 67 Resp.
30 Nom. odg 9/2373/109 401 401 201 89 312 67 Resp.
31 Nom. odg 9/2373/110 401 392 9 197 90 302 67 Resp.
32 Nom. odg 9/2373/111 402 402 202 100 302 67 Resp.
33 Nom. odg 9/2373/124 404 395 9 198 72 323 67 Resp.
34 Nom. odg 9/2373/126 401 376 25 189 76 300 67 Resp.
35 Nom. odg 9/2373/129 402 402 202 100 302 67 Resp.
36 Nom. odg 9/2373/10 388 385 3 193 111 274 67 Resp.
37 Nom. odg 9/2373/13 389 326 63 164 53 273 67 Resp.
38 Nom. odg 9/2373/14 400 311 89 156 28 283 67 Resp.
39 Nom. odg 9/2373/78 395 330 65 166 43 287 67 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 43)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2373/84 400 400 201 100 300 67 Resp.
41 Nom. odg 9/2373/125 399 399 200 97 302 67 Resp.
42 Nom. odg 9/2373/128 398 374 24 188 71 303 67 Resp.
43 Nom. Ddl 2373 – voto finale 369 369 185 277 92 61 Appr.