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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 217 di mercoledì 23 aprile 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 13,35.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 18 aprile 2014.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Galan, Schullian e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (2208-A) (ore 13,37).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2208-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.
  Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione (Per l'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione e per le proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione, vedi l'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 22 aprile 2014).

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2208-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, noi voteremo la fiducia perché siamo convinti che vi sono ormai le condizioni per la ripresa e quindi, nel momento in cui vi è la ripresa, vi è la possibilità di costruire quelle condizioni perché l'occupazione possa crescere, anche se oggi abbiamo percentuali elevatissime (il 12,6 per cento che aumenterà questo anno al 12,8) e abbiamo una disoccupazione giovanile soprattutto in alcune aree, come il Mezzogiorno d'Italia, che supera il 50 per cento, incidendo notevolmente soprattutto sull'occupazione femminile.Pag. 2
  Pur tuttavia, noi siamo convinti che questo Governo ce la possa fare perché vi sono indici positivi che determinano appunto quelle condizioni, di crescita e di sviluppo, per creare occupazione.
  Dobbiamo però sottolineare con rammarico che, a questo provvedimento, sono stati presentati emendamenti, da parte del nostro gruppo, non accettati, bocciati dal Governo e questo provvedimento, che è semplicemente una modifica ordinamentale, non crea sicuramente occupazione, lo dico al Ministro che sta ovviamente «discutendo»: non crea occupazione.
  Noi siamo dell'avviso che anche le mediazioni trovate all'interno della Commissione siano delle mediazioni limitative, sia per ciò che riguarda i contratti a tempo determinato, sia per ciò che riguarda l'apprendistato.
  Noi dobbiamo creare un nuovo sogno in questo Paese, quello della possibilità, per i tanti precari, i tanti giovani, che non possono entrare nel mondo del lavoro, di guardare con grande ottimismo al futuro; occorre, quindi, pensare che vi possa essere per loro la possibilità – e mi avvio alle conclusioni – di un posto di lavoro a tempo indeterminato. Noi socialisti siamo per questo.

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  LELLO DI GIOIA. Saremo qui in quest'Aula a difendere il lavoro, a fare in modo che il lavoro si crei, per un lavoro a tempo indeterminato, per dare prospettive e creare un nuovo sogno di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, questa dichiarazione di fiducia, la fiducia che il Centro Democratico accorda, segna un aspetto della «liturgia» di quest'Aula perché non può essere una fiducia politica – d'altronde questa stessa maggioranza non può essere definita una maggioranza politica – e non può essere una fiducia programmatica perché proprio l'esame di questo provvedimento ha segnato le diversità di visioni programmatiche tra le forze che sostengono il Governo, ma diciamo tra le varie forze che si confrontano in quest'Aula.
  Quindi, che tipo di fiducia è ? È una fiducia «tecnica», è una fiducia che si dà perché il provvedimento possa essere trasmesso al Senato e ci affidiamo al sistema bicamerale, tuttora in essere, e alla saggezza del Senato perché trovi il giusto compromesso e la giusta soluzione per dare continuità a questo provvedimento.
  Ma noi siamo convinti, noi del Centro Democratico, che il lavoro non si possa creare per decreto e che questi passaggi ovviamente contribuiscono – e devono contribuire ad una migliore regolamentazione del mercato del lavoro – ma non possono essere solo un'iniziativa del nostro Paese. Noi, che siamo europeisti convinti, crediamo che un'Europa più unita e più forte possa essere la soluzione anche del rilancio del lavoro e del lavoro delle imprese. Quindi, le regole del lavoro devono essere regole europee, che consentano alle nostre imprese di competere a pari condizioni con le imprese tedesche, rumene, dei 27 Paesi della Comunità europea. Quindi, regole comuni per un rilancio vero dell'economia, perché soltanto con l'Europa si può creare lavoro, soltanto con regole comuni di competizione comune dell'Europa nei confronti dei grandi continenti ormai – dell'America, della Cina, dell'India, del Brasile – si potrà competere.
  Non potremo sicuramente rilanciare le imprese solo con queste regole di approccio al lavoro. Le imprese hanno necessità di interventi per potere combattere a pari armi con gli altri continenti, con i grandi colossi dell'economia europea, e per fare questo forse ci vuole più Europa e più suggerimenti dell'Italia all'Europa. Torneremo a discutere di questo provvedimento sicuramente. Lo sappiamo tutti, sapevamo tutti della fiducia fin da quattro giorni fa. Sapevamo tutti che confidiamo nel Senato Pag. 3per trovare una soluzione. Confidiamo sul fatto che le azioni future possano consentire davvero un rilancio della competitività delle imprese, che hanno, sì, bisogno, per competere nel mercato interno, di equità, di infrastrutture, di trasporti efficienti, di energia a costo europeo, di semplificazione di una burocrazia trasparente oggi esasperante.
  Per cui, non può che essere una fiducia tecnica, una fiducia che possa consentire al provvedimento di essere concluso al Senato per ripresentarsi qui, magari con una nuova fiducia, prima del 19 maggio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.

  RENATE GEBHARD. Signor Presidente, anche i deputati della SVP e del PATT voteranno la fiducia posta dal Governo sul «decreto lavoro». Il decreto in esame costituisce uno dei punti essenziali dell'azione di governo e affronta le misure ritenute più urgenti, in vista di un riordino complessivo delle forme contrattuali e, dunque, nella previsione di una organica riforma del mercato del lavoro, i cui principi siano flessibilità in accesso e forme di tutela progressiva dei lavoratori.
  Condividiamo, in coerenza con questi obiettivi generali, le misure relative ad una semplificazione dei contratti a termine che comportino, contestualmente, anche agevolazioni per il datore di lavoro. Il provvedimento del Governo offre una visione non demagogica ma realistica delle specificità del mercato di lavoro.
  Le modifiche approvate in Commissione sono su alcuni punti rilevanti e positive, mentre per altri aspetti non condivisibili, ma non tali da stravolgere obiettivi e impostazione del provvedimento. Apprezziamo, in particolare, che sia stato ampliato e rafforzato il diritto di precedenza delle donne in congedo di maternità per le assunzioni da parte del datore di lavoro nei 12 mesi successivi alla maternità, in relazione alle medesime mansioni oggetto del contratto a termine. Tale misura costituisce senz'altro un sostegno all'occupazione femminile e, da questo punto di vista, da accogliere con favore.
  In materia di apprendistato avremmo auspicato che, sempre garantendo la massima tutela dell'apprendista, fossero state introdotte forme di semplificazione volte ad agevolare il datore di lavoro e, contestualmente, ad incentivare ulteriori assunzioni in apprendistato. A tale proposito abbiamo presentato emendamenti che non sono stati accolti in Commissione, ma che riteniamo debbano essere materia di riflessione per il Governo e per la maggioranza in occasione dell'esame del provvedimento da parte del Senato.
  Siamo convinti che la strada intrapresa sia quella giusta, e dunque le riforme già avviate e quelle preannunziate vanno sostenute, approvate e attuate (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, esponenti del Governo, il decreto-legge reca il titolo: «Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti burocratici a carico delle imprese». Chi potrebbe essere contro un titolo del genere ? Purtroppo, poi, verificando il contenuto del provvedimento, dobbiamo scoprire amaramente che le cose non stanno in questi termini. Siamo convinti che era necessario un decreto-legge per affrontare un tema così drammaticamente urgente, non soltanto per una valutazione astratta dell'andamento dell'economia, ma per fatti concreti, perché questa crisi economica, provocata soprattutto dalle speculazioni finanziarie, ha, di fatto, messo in ginocchio famiglie, persone.
  Quindi, riteniamo che il decreto-legge sia il giusto strumento normativo. Sennonché, poi, da un lato, l'applicazione della fiducia, e quindi impedire ogni dibattito, e, Pag. 4dall'altro, quello che è più grave, demandare a nuovi provvedimenti l'entrata in vigore delle norme previste in questo decreto-legge, sono la dimostrazione che si è di fronte all'ennesima promessa in piena campagna elettorale. Si interviene come spot: riforma del mondo del lavoro, rilancio dell'occupazione, maggiore sviluppo economico, taglio degli adempimenti burocratici alle imprese, guarda caso in piena campagna elettorale, e si demanda l'attuazione dei provvedimenti, peraltro frastagliati, raffazzonati e neanche incisivi, ad un ipotetico provvedimento ulteriore, che si assomma ai quasi 500 che il Governo deve attuare per effetto di deleghe per lo più, e, guarda caso, paradossalmente, proprio avute e ottenute dal Parlamento tramite decreti-legge.
  È chiaro che la situazione di crisi economica deriva da vari fattori: sicuramente la crisi occupazionale, la disoccupazione dei giovani, che al sud ha raggiunto addirittura oltre il 50 per cento, il livello nazionale oltre il 12 per cento, i tanti over 40 e over 50 che rappresentano un'emergenza catastrofica. Ma non è certamente con norme, che non intervengono sui temi più caldi, che si può risolvere il problema.
  E quali sono i temi più caldi ? Innanzitutto, il fatto, per esempio, che le banche continuano a non dare un supporto adeguato alle imprese; quindi, vi è uno «strozzamento» degli artigiani, delle imprese, soprattutto quelle edili, da parte delle banche. Vi è un altro fatto: per effetto del Patto di stabilità voluto dai Governi tecnocratici – Monti segnatamente, ma è stato anche portato avanti dallo stesso Governo Renzi – le pubbliche amministrazioni non pagano lavori effettuati da parte delle imprese, costringendole, poi, ad indebitarsi, e quindi, quando vanno in crisi, a tagliare sui lavoratori, con un sistema a catena che da una parte procura disoccupazione, da un'altra getta nella disperazione le persone, da un'altra ancora costringe una riduzione della domanda interna, con una spirale a catena che sta avviluppando la nostra economia.
  Ovviamente, da questo punto di vista, riteniamo che sia necessario soprattutto sfoltire le operazioni burocratiche e certamente non si possono ottenere risultati concreti continuando a garantire i garantiti e ignorando, invece, le esigenze di chi cerca nuova occupazione e di chi vuole creare lavoro. Chi vi parla crede nella cultura della mediazione sindacale, ma oramai è da tempo che i sindacati hanno smesso di tutelare gli interessi degli operai; invece, con una concertazione spesso fine a se stessa, tutelano quel miliardo di euro che viene dato ogni anno per il funzionamento dei sindacati, rispetto al quale crediamo che una spending review vada attuata in maniera seria, altro che concertazione ! Ma nel merito, sull'apprendistato, ci saremmo aspettati dei passaggi significativi.
  Nel resto dell'Europa l'apprendistato produce lavoro, occupazione, colma a volte il gap tra la scuola e il lavoro e peraltro si tratta di un altro tema su cui questo decreto-legge non fa nulla, perché, se noi non ci abituiamo a creare un pesante e forte legame tra mondo della scuola, lavoro, formazione scuola-lavoro, ovviamente saremo sempre distanti. L'apprendistato rappresenta sicuramente uno degli strumenti. Nel resto d'Europa, con il contratto di apprendistato, si agevolano le imprese, si agevolano coloro che vanno ad inserirsi nel mondo del lavoro; invece nulla si è fatto da questo punto di vista. Allora, si perde il treno dell'apprendistato, si perde il treno della formazione scuola-lavoro, del legame dell'inserimento dei giovani dopo la scuola e soprattutto si perde un altro treno, quello importante della sussidiarietà. In altre Paesi europei, il mondo del volontariato, il privato organizzato, rappresenta uno degli elementi centrali per il collegamento scuola-lavoro, ma anche per il recupero degli over 40, degli over 50, che sono troppo giovani per andare in pensione, ma, purtroppo, quando escono fuori dal ciclo produttivo, sono troppo anziani per rientrare nel lavoro. Altrove, con il principio di sussidiarietà, si consente al privato organizzato, al volontariato, all'associazionismo, di recuperare Pag. 5importanti energie umane, importanti risorse umane, che sono utili non soltanto alla nazione dal punto di vista economico, ma lo sono dal punto di vista morale. Una delle emergenze, ci permettiamo sommessamente di suggerire al Governo, non è quella di creare nuove ipotesi di contratti lavoristici e forme di lavoro, ne abbiamo già quarantasette in Italia, gli altri Paesi ne hanno cinque, sei al massimo: questo dovremmo fare e questo dovremmo immaginare. Peraltro, si va verso una tendenza: si continua a garantire, in maniera sempre più pressante, coloro che già ce l'hanno il lavoro, si continua a garantire le megapensioni d'oro dei super manager pubblici, che poi non sono tanto pubblici, ma prendono gli stipendi dei privati senza ottenerne i risultati, mentre, invece, si abbandonano sempre di più i poveri e coloro che hanno contratti a tempo determinato, coloro che fanno i Cococo, coloro che lavorano nei call ceneter, che oltre ad avere una precarietà culturale sulla quale non si interviene, oltre a non avere alcuna forma di agevolazione per l'inserimento nel mondo del lavoro che deve essere anche un'agevolazione per i datori di lavoro, vivono anche con stipendi da fame. Sarebbe necessario, invece, sostenere il reddito di coloro che hanno un contratto a tempo determinato, un contratto di collaborazione continuata. Quindi, perché non possiamo votare la fiducia ? Innanzitutto perché noi non possiamo dare fiducia a un Governo di cui non ci fidiamo, di cui tanti italiani non si fidano, perché fa solo promesse in campagna elettorale. Non possiamo dare una fiducia nel merito perché riteniamo che, su un provvedimento così importante, che peraltro giustamente è un decreto-legge quindi anche con un iter accelerato, si poteva discutere adeguatamente in Aula per migliorarlo e basta vedere che tre gruppi di maggioranza, hanno annunciato che con tante riserve voteranno la fiducia (abbiamo letto del Nuovo Centrodestra, dell'UDC, con tanti distinguo del PD); tutti vi votano, ma nessuno è d'accordo a dimostrazione che si doveva discutere nel merito per migliorare il provvedimento e invece non viene fatto.
  Terzo motivo per cui non abbiamo fiducia è che purtroppo dobbiamo constatare che c’è un ulteriore procrastinazione con il sistema delle leggi delega a futuri adempimenti che sappiamo non saranno mai fatti, ce l'ha insegnato la riforma Fornero, che è stato un disastro della stessa maggioranza NCD, Forza Italia e PD. Quindi, riteniamo assolutamente di non poter dare la fiducia a questo Governo, che deve conquistarsela sul campo con i risultati e non soltanto con le promesse elettorali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, diamo la fiducia, noi del gruppo Popolari Per l'Italia, perché ce n’è bisogno e perché di questo decreto-legge c’è bisogno. Senza lavoro, niente crescita, niente dignità e poco futuro. Fiducia politica, si è detto, fiducia programmatica o fiducia tecnica. Noi diamo la fiducia a questo decreto-legge perché noi dobbiamo almeno iniziare ad attaccare il problema del lavoro a tempo determinato e del lavoro che viene dall'apprendistato.
  Dal 2008 ad oggi gli occupati in Europa sono diminuiti di circa 5 milioni. In Italia la disoccupazione è aumentata di 365 mila persone nell'ultimo anno. La disoccupazione generale in Italia è al 13 per cento (3 milioni 300 mila persone), nell'Eurozona è all'11,9, nell'Europa dei 28 al 10,6. Quattro giovani, quattro ragazzi tra i 15 ed i 24 anni, secondo l'ultima rilevazione ISTAT, è in cerca di lavoro: accade dopo una guerra. Anche a Roma, già nel 2012, dopo che l'economia reale aveva tenuto meglio che in gran parte del Paese, per la prima volta sono state più le imprese che hanno chiuso delle nuove imprese.
  Allora, si fa fatica ad entrare nel mondo del lavoro: assenza di fiducia, timore Pag. 6da parte delle imprese che il posto di lavoro duri più della vita delle imprese stesse, poca competitività, poca crescita e troppi carichi fiscali. Occorre cominciare a spezzare questo circolo vizioso, occorre lavorare sulla competitività. Senza, noi possiamo fare tutti i decreti, ma non si arriverà al nuovo buon lavoro, stabile e lungo. L'Italia è al terz'ultimo posto nel mondo: sul merito dobbiamo lavorare, far contare la formazione di qualità, creare più flessibilità in entrata, ma anche in uscita, ma con più garanzie, aumentando il sostegno a chi temporaneamente esce dal mercato del lavoro in un nuovo patto formativo, perché porti ad un nuovo lavoro vero, in una grande transizione riformista di cambiamento del sistema degli ammortizzatori sociali con più formazione, innovazione, lavoro vero, e non solo cassa integrazione e lavoro debole
  Allora, quello di cui oggi ci stiamo occupando e a cui diamo la nostra fiducia è un primo, importante tassello che va ad ottimizzare e semplificate il ricorso al contratto a tempo determinato e all'apprendistato, rinviando alla legge delega, per ora al Senato, la riforma organica del lavoro, il noto Jobs Act.
  Questo provvedimento fa bene su un punto urgente: maggiore flessibilità per entrare nel lavoro, anche con contratti a termine, valorizzando però l'apprendistato, è un'esigenza del Paese. Il decreto-legge recepisce alcune di queste istanze, come l'innalzamento da 12 a 36 mesi, indipendentemente dal numero dei rinnovi, della durata per tutti i rapporti di lavoro a termine senza vincolo della causale. Si recepisce la direttiva 1999/70/UE della Comunità e del Consiglio d'Europa.
  Quanto al limite percentuale del 20 per cento di utilizzo di questo strumento rispetto all'organico complessivo per le imprese fino a cinque dipendenti, peraltro non previsto dalla direttiva, è positivo il fatto che sia stata salvaguardata l'autonomia collettiva. Per le sanzioni, invece, la sanzione pecuniaria, oltre a quella dell'assunzione obbligatoria, sarebbe, sarà, un incentivo alle assunzioni.
  Riteniamo condivisibili le semplificazioni introdotte sull'apprendistato quale canale privilegiato per l'accesso dei giovani al mondo del lavoro. Rispetto alla versione iniziale, quello che ci accingiamo ad approvare, per poi vedere al Senato quale sarà il testo definitivo, prevede per le aziende che occupino almeno 30 dipendenti la stabilizzazione di almeno il 20 per cento degli apprendisti. È un punto di caduta importante, che è stato voluto fortemente dalla Commissione lavoro.
  Concludo rilevando che è positivo anche il nostro giudizio sulle disposizioni di semplificazione riguardanti il rilascio del DURC, sia rispetto ai soggetti che possono richiederlo sia rispetto alla previsione di una durata univoca di 120 giorni della validità dello stesso per tutte le tipologie di richieste. Anche queste modifiche rispondono ad esigenze di trasparenza, anche se molto dipenderà dai decreti attuativi delle nuove disposizioni.
  Allora, in considerazione della crisi occupazionale va anche accolto positivamente il rifinanziamento del fondo del 2014 con 15 milioni – che si aggiungono ai 50 stanziati dalla legge di stabilità – per finanziare le riduzioni contributive per quei datori di lavoro che applichino contratti di solidarietà. Si è detto: su questo la maggioranza si sfalda, su questo non c’è un progetto, su questo c’è frammentazione. Se fosse stata facile la riforma del lavoro, l'Italia l'avrebbe fatta, e quella giusta, al meglio, da molti anni. Ci sono opinioni, su questo, diverse e rispettabili.
  La formazione ovviamente può avere e vedere miglioramenti possibili in un dialogo costruttivo, ed è a questo che noi diamo la nostra fiducia.
  La formazione e l'apprendistato devono poter essere sì pubbliche, ma anche private. È soprattutto un dovere. La formazione e l'apprendistato non possono essere scissi: devono essere qualificati e all'altezza delle necessità. Abbiamo gravi patologie sia nella spesa pubblica, con una formazione di bassa qualità, sia nel settore privato, con una formazione certificata, ma che davvero, a volte, non è offerta nei termini rappresentati, ma solo scritta e Pag. 7quindi non all'altezza. Ambedue queste strettoie devono diventare il passato. La possibilità, e il dovere, per i datori di lavoro, di offrirla quando non erogata dal pubblico va contemplata, perché la formazione è un dovere, non è un optional, è un investimento, non è una possibilità.
  Noi, allora, diamo a questo la nostra fiducia. Questo decreto è un banco di prova non tanto della stabilità politica, quanto della necessità di ricostruire assieme il Paese. Su questo la nostra fiducia al Governo è piena. La nostra disponibilità è anche a lavorare per il meglio sul disegno di legge delega, il famoso Jobs Act, che noi andremo ad esaminare nelle prossime settimane: su questo anche la nostra disponibilità è piena. Guardiamo al Paese, non agli interessi di parte o di partito, per ricostruire l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, diciamo subito che con questo provvedimento non viene minimamente corretto il disastro che è stato fatto sulle questioni del lavoro dalla legge Fornero, che, oltre a disastrare il sistema di welfare, ha creato non pochi problemi nel comparto del lavoro e dell'occupazione. In quest'Aula non c’è, non solo forza politica, ma penso che non ci sia ormai parlamentare – a parte forse qualche ultimo giapponese – che non critichi la legge Fornero e che non la definisca eufemisticamente una schifezza. Però, nello stesso Parlamento ci sono azioni concrete per modificare la legge Fornero.
  Con questo provvedimento non si danno risposte ai disastri causati con questa legge, a cominciare dagli esodati, fino ad arrivare ovviamente all'aumento degli oneri sul lavoro, che ha prodotto sempre la legge Fornero e che ha causato maggiori difficoltà di carattere occupazionale. Questo provvedimento noi crediamo che non porti più occupazione, perché più occupazione si può ottenere nel momento in cui le nostre aziende sono più competitive ed oggi le nostre aziende sono schiacciate da due elementi, che sono poco superabili dal nostro sistema Paese.
  Il primo elemento è inevitabilmente la moneta unica, l'euro, che, piaccia o no, è una moneta forte, è una moneta fatta per Paesi che vogliono acquistare le materie prime a basso costo, è una moneta che favorisce, per esempio, la Germania, che, a differenza di noi, ha un sistema di produzione basato sul manifatturiero pesante: fanno i grandi ingranaggi per le dighe, fanno le rotative, le grandi rotative che arrivano a costare qualche centinaio di milioni di euro. Noi invece facciamo manifatturiero leggero, piaccia o no. Noi facciamo le scarpe, le cravatte, le camicie, che, se hanno una produzione basata su una moneta pesante, sono inevitabilmente poco concorrenziali e mettono in ginocchio le nostre imprese. Prima di entrare nell'euro, il marco tedesco valeva mille lire. Fine delle discussioni. Sono numeri ed è lì da vedere per quale motivo le nostre aziende sono schiacciate da questa moneta unica.
  La seconda considerazione, il secondo elemento che mette in difficoltà le nostre aziende è la pressione fiscale, che con questo provvedimento non viene minimamente toccata, e la pressione fiscale sul lavoro, che è quella di cui dovremmo occuparci per dare maggiore occupazione ed invertire questo ciclo e questa crisi economica.
  Da noi la tassazione complessiva sulle imprese è al 68,3 per cento. È un elemento insuperabile in un momento di crisi economica. E le do queste cifre sottolineando che in Slovenia la tassazione sulle imprese è al 34 per cento e in Austria al 50 per cento. E questi non sono Paesi del sud-est asiatico, non sono Paesi che pagano con quattro fagioli o tre monetine; sono Paesi dell'Unione europea e sono nel sistema euro, ma quantomeno hanno una tassazione sulle imprese che è in alcuni casi un terzo di quella delle nostre imprese. Noi ci aspettavamo che, in un provvedimento che si prefigge come obiettivo quello di creare occupazione, il primo intervento fosse la Pag. 8diminuzione degli oneri fiscali, e non l'aumento degli stessi che la legge Fornero aveva previsto e che ha messo ulteriormente in difficoltà le nostre aziende.
  Come dicevo, la legge Fornero ha aumentato il costo del lavoro e gli oneri contributivi e voi, invece di correggere questa legge infausta, cercate di fare un po’ il gioco delle tre carte cambiando, con un provvedimento, alcune regole. Alcune regole che potevano essere condivisibili, che non abbiamo difficoltà a dire che sono anche positive, o meglio che erano positive, ma, purtroppo, per le divisioni all'interno del partito che ha la golden share di questa maggioranza governativa, cioè il Partito Democratico, sono state ampiamente annacquate in Commissione, tant’è vero che oggi noi ci troviamo a votare, con il voto di fiducia, per azzerare tutte le proposte emendative che verosimilmente in quest'Aula avrebbero spaccato ulteriormente il Partito Democratico, non riuscendo a portare a casa un consenso e un provvedimento così come il Governo aveva intenzione di fare.
  Il provvedimento è stato annacquato in Commissione e per evitare ulteriori spaccature si chiede il voto di fiducia senza le migliorie che l'Aula avrebbe potuto portare. Questo perché inevitabilmente, nonostante si cerchi di emanciparsi, ampi settori del Partito Democratico restano, sui temi del lavoro, profondamente ideologici. Ancora oggi, come lei Ministro saprà bene, nella Commissione lavoro, quando si cita il giuslavorista Marco Biagi, ad alcuni del Partito Democratico viene la pelle d'oca, come fosse chissà chi. Noi la pensiamo in modo diverso. Noi pensiamo che sulle tematiche del lavoro si debba uscire dagli schemi ideologici e cercare di dare delle risposte concrete. Risposte concrete perché la disoccupazione giovanile è al 42 per cento e quella generale al 13 per cento. Ma soprattutto il dato è che noi non abbiamo mai avuto, dal 1972, una disoccupazione così elevata, che rappresenta in modo ancora più drammatico la crisi economica che stiamo vivendo.
  Servivano quindi provvedimenti più coraggiosi e più forti per rendere più competitive le nostre aziende e l'unica soluzione era l'abbassamento delle tasse e, quindi, meno oneri contributivi, cosa che, però, non si è riusciti a fare. Ci dite: mancano le risorse, però le risorse per gli immigrati che arrivano sulle nostre coste si trovano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie); le risorse per i carcerati che liberate dalle nostre carceri nonostante siano stati rei, abbiano commessi atti efferati, si trovano. Portate in quest'Aula probabilmente il quinto «svuotacarceri». Cambiano i Governi, cambiano i Presidenti del Consiglio, ma i provvedimenti restano gli stessi, ancora una volta molto spesso di carattere ideologico. Per queste cose le risorse si trovano, ma per aiutare le aziende le risorse non si trovano.
  Ma torniamo un attimo sulla sciagurata legge Fornero, che tutti criticano e dicono essere una schifezza assoluta, però si fa poco. Noi, come Lega, qualcosa stiamo facendo, invece. Siccome in questo Parlamento non ci sono i margini, non c’è la maggioranza, non ci sono i consensi per cancellare la legge Fornero, noi ci siamo messi a raccogliere le firme. Infatti, chiediamo un referendum per abrogare quella legge, che ha messo in ginocchio le aziende con l'aumento degli oneri contributivi, ma anche le famiglie, perché ha bloccato l'indicizzazione delle pensioni, perché ha messo in ginocchio tanti cittadini del nostro Paese che oggi fanno veramente fatica ad arrivare alla fine del mese pur avendo pagato fior di contributi (questo voglio sottolinearlo) e, quindi, dovrebbe essere loro diritto richiedere la riforma di questa legge.
  Legge che tutti hanno criticato, ma che in questo Parlamento – lo ricordo –, dal centrodestra fino ad arrivare al Partito Democratico, avete votato – l'avete votata – e, anche se oggi dite giustamente che è una schifezza, noi vorremmo vedere i fatti, vorremmo quantomeno vedere che, rispetto a qualche provvedimento di questo tenore, invece di chiedere la fiducia per cancellare gli emendamenti di qualche parlamentare del PD coraggioso, ci fosse la Pag. 9possibilità di intervenire e modificare finalmente la legge Fornero o, meglio, la schifezza Fornero.
  Con la legge Fornero avete creato la contrazione dell'offerta lavorativa perché, se un lavoratore deve rimanere al suo posto di lavoro otto anni in più e, prima di avere il congedo, arriva ad avere sessantotto-settant'anni, è di tutta evidenza che questo non permette il ricambio generazionale; ma, di più, parlando squisitamente di numeri, un lavoratore che è sul posto di lavoro all'età di sessantotto-settant'anni costa statisticamente 2,5 volte di più di un nuovo giovane lavoratore. Voi avete spostato i costi del sociale e del welfare dal pubblico, che pagava lo Stato, e li avete caricati anche in questo caso sulle aziende. Infatti oggi le aziende, non potendo trovare nuovi occupati perché con la legge Fornero devono tenersi gli stessi lavoratori fino a settant'anni...

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLO GRIMOLDI. ... pagano il costo del lavoro 2,5 volte in più. Questi sono i risultati dei provvedimenti che sono stati fatti in passato, che voi avete votato e che oggi, per l'ennesima volta, non avete il coraggio di modificare minimamente e che cercate di descriverci, invece, come provvedimenti rivoluzionari. Tra qualche mese saremo qui a raccontarci che la disoccupazione è ancora ai record storici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, colleghi, noi di Scelta Civica, lo diciamo con franchezza, avremmo preferito che non si arrivasse al voto di fiducia. Avremmo preferito che il Governo non chiedesse alla sua maggioranza di esprimersi sulla vita del Governo stesso in occasione di quella che rappresenta la prima vera riforma economica che viene varata da questa maggioranza, perché di questo si tratta: si tratta del primo passo di riforma con cui insieme affrontiamo il nodo più doloroso della malattia economica italiana, l'assenza dal lavoro di una fetta intollerabilmente alta della popolazione italiana e soprattutto della popolazione italiana più giovane.
  È una rappresentazione quella che ho dato che, tra l'altro, lo stesso Governo qualche giorno fa, presentando il Documento di economia e finanza, ha trasmesso al Parlamento e quindi al Paese. E quella contenuta nel DEF è una cornice che mostra un mercato del lavoro ancora molto distante dal tasso di occupazione che è stato fissato addirittura al 67 per cento per l'Italia dalla Strategia europea 2020 e quanto siamo distanti da quel 67 per cento.
  Avremmo quindi preferito che noi tutti non fossimo costretti oggi a cimentarci sulla domanda: volete o non volete che il Governo vada avanti in occasione di questo primo atto di riforma ? D'altra parte, in Italia esiste un muro che separa chi cerca lavoro da chi offre lavoro. Da una parte, si fa di tutto per impedire soprattutto ai giovani di accedere ad un mercato del lavoro che egli inevitabilmente sente come distante, ritagliato com’è quel mercato del lavoro sul modello di società che forse poteva andare bene al tempo dei genitori di quel giovane, ma che certamente non corrisponde a quello della società italiana attuale e quindi non può funzionare oggi. D'altra parte, si fa di tutto per impedire a chi offre lavoro e alle imprese di ogni dimensione, piccole e grandi, di assumere, di assumere tenendo conto di quella che è la congiuntura economica, tenendo conto di quella che è la valutazione inevitabilmente variabile delle qualità, alte o meno alte, della persona che si assume.
  Si fa di tutto, per l'appunto, per impedire a chi vorrebbe assumere, di assumere, e si fa di tutto per impedire a chi vorrebbe trovare un lavoro, di trovare un lavoro. Questo provvedimento, il provvedimento di cui parliamo oggi, si occupa soltanto di una parte di quel muro che separa chi offre lavoro da chi cerca lavoro. Pag. 10È il muro che separa coloro che offrono un lavoro a tempo determinato da chi cerca un lavoro ed è disponibile a trovarlo anche se è a tempo determinato, e quindi si occupa della parte del muro che riguarda il lavoro a tempo determinato. In questo senso è un provvedimento che certamente contiene aspetti positivi, che certamente aiuta a rendere flessibile il settore dei lavori a tempo determinato. Lo fa con interventi sull'apprendistato, sulla formazione, lo fa superando alcuni limiti pesanti della legislazione fino ad oggi vigente.
  E tuttavia ci teniamo a rimarcare che la vera riforma che sarebbe necessaria a questo Paese non è questa. La vera riforma che sarebbe necessaria per affrontare il focus più grave della malattia economica italiana è quella che dovrebbe riguardare i contratti a tempo indeterminato, è quella che dovrebbe rendere più facile dare, a chi cerca lavoro, un lavoro vero, un lavoro solido, un lavoro sul quale un giovane o una famiglia possono pensare di costruire il proprio futuro. Questa sarebbe la vera riforma, la riforma davvero coraggiosa per un Governo che vuole essere coraggioso e che noi riteniamo – anche perché ne facciamo parte con convinzione – un Governo coraggioso. E un Governo coraggioso si cimenta con la riforma più impegnativa del campo del lavoro, che è appunto quella del lavoro a tempo indeterminato.
  D'altra parte, Scelta Civica – che di questa battaglia ha fatto il centro della propria azione nel campo del lavoro, ed è la battaglia per rendere diversa la legislazione sul lavoro a tempo indeterminato – aveva proposto, in Commissione lavoro, tra gli altri, un emendamento relativo alla disciplina del nuovo contratto a tempo indeterminato, che noi chiamiamo «a protezione crescente», che nella versione per l'appunto proposta da noi avrebbe costituito il primo tassello di un progetto più ampio e più organico di codice semplificato del lavoro, che è stato presentato al Senato con prima firma quella del senatore Ichino. Questa parziale anticipazione di un disegno di riforma, che è comunque necessario, avremmo voluto che fosse inserita nel testo del decreto-legge in sede di conversione, ma così non è stato. L'emendamento è stato giudicato inammissibile con motivazioni, a nostro parere, molto fragili, ossia con la motivazione secondo la quale si sarebbe potuto demandare, come effettivamente si fa, alla legge delega la disciplina di questo settore; tuttavia, nonostante questa valutazione che non condividiamo, abbiamo comunque fiducia che il Governo prenderà atto di questo punto e che la norma di cui discutiamo oggi potrà essere inserita nel disegno di legge delega in discussione al Senato.
  Detto questo, il testo sul quale oggi siamo costretti ad esprimere un voto di fiducia rappresenta, dal nostro punto di vista, un parziale fallimento politico, perché non siamo riusciti, noi della maggioranza, a rendere migliore il testo sul quale votiamo oggi, non è riuscita, la maggioranza, ad evitare un conflitto di natura tutta ideologica ed in parte elettorale; un conflitto che ha impedito che questo provvedimento fosse discusso come meritava di essere discusso già in quest'Aula, nonostante l'impegno del Ministro Poletti, che voglio ringraziare anche in questa occasione.
  Ma, nel merito, il testo sul quale oggi esprimiamo il nostro voto di fiducia è un testo che rappresenta la volontà di una parte della maggioranza contro la volontà di un'altra parte della maggioranza, anzi, ad essere più precisi, rappresenta la volontà di una parte di un partito di maggioranza contro la volontà di un'altra parte della maggioranza. E questo rappresenta una forzatura e un fallimento – lo voglio ripetere –, un fallimento che deve servirci da insegnamento, perché noi crediamo che questa maggioranza, della quale Scelta Civica fa parte e nella quale crede con convinzione, produrrà riforme efficaci solo se riuscirà a condividere davvero un percorso politico che sia in grado di arrivare a risultati di riforma veri. Perché le riforme, colleghi, non si fanno costringendo il Parlamento ad espressioni di fiducia forzate come quella che oggi ci apprestiamo a dare. Le riforme non si Pag. 11fanno rischiando di comunicare al Paese la sensazione di una maggioranza che non è in grado di mettersi d'accordo sui fondamentali, e se non è fondamentale la riforma del mercato del lavoro in Italia, davvero non si vede quale tema possa essere più fondamentale di questo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,20).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa delle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2208-A)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Signor Presidente, Ministro, sottosegretario, intanto io voglio ricordare lo spirito nel quale è nato questo provvedimento: si è detto un intervento eccezionale in un momento eccezionale, visto il tasso altissimo di disoccupazione e prendendo atto, pragmaticamente, che la cosiddetta legge Fornero non ha funzionato, producendo meno contratti a termine, meno contratti di apprendistato, più disoccupazione per le rigidità, per la burocrazia, che conosciamo.
  Il testo del Governo è un testo ottimo. Noi non abbiamo presentato in Commissione alcun emendamento, perché la logica era, appunto, quella emergenziale: fare presto, correre. Renzi non ha avuto ostacoli da noi e il Governo non corre pericoli con noi. I problemi gli sono arrivati dalla Commissione lavoro, con un testo che modifica in peggio parte del decreto. Un testo votato solo dal PD, e, per alcuni passaggi, i peggiori, votati anche da Forza Italia: dobbiamo dirlo, vista la speculazione che stanno facendo in queste ore.
  Un testo che, di fatto, indebolisce il contratto di apprendistato con l'obbligo della formazione pubblica, solo pubblica, con l'obbligo di assunzione a tempo indeterminato a prescindere dal percorso formativo di apprendistato. Inoltre, si sono piantati paletti ideologici anti-impresa intorno al contratto a termine, con sanzioni abnormi per le aziende, che hanno – pensate un po’ – solo la colpa di assumere. Le associazioni di categoria tutte hanno protestato – Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CNA – per le modifiche. Qualcuno dice: sono dettagli. No, io dico, viste le reazioni delle imprese, proprio no.
  Ieri, i ministri Poletti e Boschi, che ringrazio, hanno fatto una proposta di mediazione: la formazione può essere sia pubblica che privata – questa è la mediazione –, le sanzioni per chi assume oltre il 20 per cento possono essere anche economiche. Il Nuovo Centrodestra ha subito, immediatamente, detto di sì alla proposta di mediazione del Governo, il presidente Damiano ha detto di no, anzi, ha rilanciato per la riduzione delle proroghe da cinque a quattro, che, francamente, era una provocazione della quale avremmo fatto a meno. Pensate, si è detto di no – e su questo non si è fatto l'accordo – alla mediazione del Governo che consentirebbe alle imprese di scegliere fra la formazione pubblica e la formazione privata. Questi sono i fatti.
  Ora, Renzi dice: chiudiamo, abbiamo fretta. Bene, d'accordo: faccia sua e imponga al Senato la proposta di Poletti e tutto è finito, tutto è risolto. Dipende solo da questo. Non siamo noi che diciamo «no» al Governo. Guardate, noi voteremo la fiducia, perché il PD della Commissione lavoro ha rovinato solo una parte del decreto, perché siamo responsabili e perché è, comunque, un passo in avanti Pag. 12rispetto alla cosiddetta legge Fornero. Ma diciamo al Governo, alle forze politiche, alle imprese e ai lavoratori che al Senato lavoreremo per modificare gli errori fatti alla Camera, figli di una cultura conservatrice di una parte del PD che si è imposta in Commissione lavoro.
  Questo è tutto un confronto di merito, come forse mai prima: di conseguenza, noi respingiamo nel modo più netto le accuse di essere mossi da pure esigenze elettorali. È un confronto sui contenuti, punto per punto, argomento per argomento, per noi vitali per la crescita e per l'occupazione. E, poi, non accettiamo questa accusa di elettoralismo sia da Renzi che da Berlusconi, che sono in campagna elettorale da mesi.
  Diciamo al Governo, inoltre, e a Renzi, che sul lavoro c’è un problema politico, perché, se su un provvedimento d'urgenza importante, ma non della portata della riforma più generale, succede tutto questo, cosa succederà quando entreremo nel merito del Jobs Act ?
  In Commissione lavoro alla Camera si sta erigendo un muro contro la sfida riformista blairiana di Renzi, che noi sosteniamo. Lì prevalgono pensieri e retropensieri tutti trade-unionisti, lì prevale il conservatorismo della CGIL. Noi non possiamo consentire che prevalga la retorica delle tutele e delle garanzie formalistiche del precariato, del preconcetto punitivo anti-impresa, la cultura dell'obbligo dei posti di lavoro ipergarantiti in assenza di lavoro, il contratto a tempo indeterminato come nuova variabile indipendente del mercato e delle dinamiche di impresa. Culture morte, forse fuori dal tempo, che producono disoccupazione e lavoro nero. Noi siamo per le riforme, per questo non consentiremo che il morto mangi il vivo. È sul lavoro che si misura la portata riformatrice del Governo e di leader che vogliono davvero essere innovativi. Per questo il Governo avrà la fiducia ma ci prendiamo la libertà al Senato di tornare verso il testo originario del Governo dicendo subito «sì», già «sì» oggi, alla proposta di mediazione di Poletti (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Saluto docenti e studenti della Scuola media «Falcone e Borsellino», di Caponago in provincia di Monza e Brianza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferrara. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Signor Presidente, signori del Governo, per l'ennesima volta in questa legislatura ci troviamo davanti ad un voto di fiducia chiesto dal Governo per nascondere i contrasti interni alla maggioranza e per provare a tenere insieme una compagine troppo diversa, che vacilla ogniqualvolta si affrontano i temi più delicati per il Paese. Il sensazionalistico «cambia verso» purtroppo non ha attraversato le pratiche di questo Governo e di questa maggioranza e si è fermato davanti all'uscio di quest'Aula. Ho l'impressione che anche il Governo guidato dal Presidente Renzi stia continuando ad abusare di questo strumento, che pure più volte aveva criticato rispetto all'uso fatto dai suoi predecessori e contravvenendo a quanto sostenuto nel discorso d'insediamento rispetto alla centralità del Parlamento. Sta continuando nel solco di una pratica sbagliata, che impedisce e strozza qualsiasi dibattito pubblico per rimandare le soluzioni nei retrobottega, negli «accordicchi» sottobanco che nulla risolvono, negli equilibrismi tra forze politiche profondamente diverse tra loro eppure appartenenti alla medesima maggioranza di Governo.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Ferrara. Chiedo di liberare i banchi del Governo. Grazie.

  FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Sicuramente oggi non vi mancheranno i numeri per ottenere la fiducia e potrete continuare con il vostro lavoro ma sappiate che agli occhi del Paese oggi celebriamo una sconfitta, non una vittoria. Questa maggioranza ha già perso per il semplice fatto di dover ricorrere allo strumento della fiducia per celare i ricatti mossi da una parte minoritaria della vostra Pag. 13maggioranza o, peggio ancora, da parte di qualche ex Ministro del lavoro non ancora soddisfatto dei disastri che ha già fatto al Paese e che pure è in grado di condizionare l'operato del Governo e orientarne le decisioni con richieste sempre maggiori, avvitando la discussione in una spirale senza fine nella quale non c’è più spazio per l'interesse generale del Paese ma solo di quelli di partito o di un punto percentuale in più alle prossime elezioni.
  Questa maggioranza ha già perso perché il decreto lavoro doveva rappresentare l'occasione per dare al Paese un vero segnale di cambiamento, doveva servire a dare quella spinta necessaria al Paese per rimettere in moto l'economia, creare sviluppo, far ripartire i consumi e aiutare quel milione di famiglie che vive senza un reddito da lavoro a rimettersi al passo con gli altri. Poteva essere uno strumento utile a tutti quei soggetti che oggi vivono sotto la soglia di povertà, agli incapienti, ai pensionati, ai cinque milioni di poveri, al più di mezzo milione di lavoratrici e lavoratori che nel 2013 hanno vissuto di sola cassa integrazione. Invece avete preferito perseverare con politiche fallimentari già viste troppe volte; avete deciso di intervenire ancora una volta sull'abbassamento dei diritti e delle tutele di chi lavora.
  Avete preferito aumentare la precarietà, liberalizzare i licenziamenti, frammentare ancora una volta il lavoro. Poco importa se le proroghe dei contratti a termine saranno 5 o 8 in 36 mesi. La verità è che non si è intervenuti per combattere la precarietà e creare nuovi posti di lavoro: la verità è che togliendo la causale nei contratti a termine, avete allungato a 3 anni il periodo di prova durante il quale il datore di lavoro può licenziare senza pagare alcuna indennità, senza nessun preavviso e senza nessuna motivazione. Non è così che risolverete i problemi occupazionali in questo Paese. La disoccupazione non si combatte rendendo più semplici i licenziamenti !
  In Italia esiste già troppa flessibilità, sia in entrata che in uscita. Esistono decine di forme contrattuali diverse introdotte dalla fervida fantasia dei Ministri Sacconi e Fornero, e non si è vista neppure l'ombra di un posto di lavoro in più: anzi, la disoccupazione è aumentata e quella giovanile è schizzata alle stelle.
  In compenso, sono stati colpiti i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori; sono stati messi sotto il ricatto di contratti in scadenza continua che mortificano il lavoratore, lo privano di qualsiasi progettualità di vita e della serenità necessaria per sentirsi realizzati in ciò che fanno. Gli interventi di «semplificazione» sul contratto a termine e sull'apprendistato non rispondono alle esigenze dei giovani e dei precari perché non semplificano nulla: anzi, complicano quella giungla di competizione al ribasso alla quale continuate a sottoporre le migliori risorse di questo Paese.
  Nessuna ripresa sarà possibile se non si interviene sulle vere cause che hanno generato la crisi economica e finanziaria in cui il Paese è impantanato. Se non si ha il coraggio di «cambiare verso» rispetto alle politiche di austerità messe in atto in questi anni non si potrà più mettere freno allo svilimento delle imprese, all'impoverimento progressivo della popolazione, alla desertificazione del nostro sistema industriale. È una questione di priorità, e voi avete scelto di cominciare dalla via più semplice, quella della riduzione dei diritti; ma se non si ha il coraggio di dire come e quanto si investe in politiche industriali, in innovazione, in tecnologia, come pensate di rimettere in moto l'economia e creare sviluppo ?
  Mentre parliamo, a Piombino si spegne l'altoforno, e insieme a lui si spegne un pezzo di storia dell'industria italiana, un'intera cittadina e la speranza di migliaia di lavoratrici e di lavoratori che perderanno il loro posto di lavoro. Se non si ha il coraggio di valorizzare e rilanciare le nostre eccellenze investendo in ricerca e sviluppo e si preferisce invece privatizzare e svendere i pezzi migliori della nostra industria soltanto per fare cassa, o peggio ancora si permette che le fabbriche chiudano nell'indifferenza generale, come pensiamo Pag. 14di difendere il nostro Paese nella competizione di un mercato globale ?
  Quale disegno industriale immagina il Governo Renzi per il nostro Paese ? Non ci è dato ancora di saperlo. Non ci stancheremo mai di ripetere che per noi la priorità è immaginare un nuovo modello di produzione, compatibile con l'ambiente, efficiente dal punto di vista energetico e delle energie rinnovabili, che affronti il tema della mobilità sostenibile, una riconversione industriale che attraverso un massiccio investimento pubblico sia in grado di rilanciare e riqualificare quei settori strategici, oggi in sofferenza, affinché producano prodotti competitivi, innovativi ed ecocompatibili. Pensiamo ad un intervento straordinario contro il dissesto idrogeologico, per esempio, che serva a mettere in sicurezza gli uffici pubblici, le scuole, gli ospedali, e allo stesso tempo possa generare nuova e buona occupazione e possa garantire lavoro alle imprese. Da qui bisognava partire, e non certo dall'ennesima riscrittura delle regole del mercato del lavoro.
  Purtroppo questi nostri appelli anche oggi cadranno nel vuoto perché una maggioranza di Governo, troppo impegnata a salvare se stessa, si mostra sorda e si appresta a dare la fiducia ad un Governo che su un tema delicato come il lavoro mostra tutta la sua fragilità.
  Non si vive di sola improvvisazione e di battute di spirito buone per i talk-show; occorre avere un disegno strategico complessivo per il Paese. È bene restituire 80 euro al mese ad una parzialità di lavoratori e lavoratrici, aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie, ridurre l'Irap, chiedere alle banche una parte, seppur minima, dei soldi che hanno già ottenuto. Certamente, tutte misure condivisibili, anzi, da noi auspicate fin da quando abbiamo messo piede in questo Parlamento. Ma se pensiamo che i salari italiani sono tra i più bassi d'Europa, se milioni di pensionati sono poveri e a stento arrivano a fine mese, se pensiamo a tutti quei giovani precari, ai cassintegrati, ai disoccupati che giornalmente si moltiplicano, alle fabbriche che chiudono e delocalizzano, ci rendiamo conto come la bontà di alcuni provvedimenti rappresenti solo una goccia nel mare di povertà in cui il Paese rischia di annegare.
  Sinistra Ecologia Libertà annuncia quindi il proprio voto contrario alla fiducia perché ritiene che questo Governo, nonostante alcuni apprezzabili tentativi, nel complesso, con questo decreto, continui a far pesare la crisi sulle spalle sempre degli stessi.
  Votiamo «no» alla fiducia perché con il «decreto lavoro» non si inverte la rotta e non ci si allontana da quelle politiche economiche che hanno impoverito il Paese. Votiamo «no» perché, se ci si muove all'interno di quegli odiosi parametri dettati – ho finito – dall'Europa dell’austerity senza far nulla per cambiarli e senza far nulla per far capire all'Europa che se non si cambia rotta si va a fondo, non ci potrà essere nessuna misura in grado di risollevare veramente le sorti del Paese.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, secondo l'ultima rilevazione ISTAT, in Italia la disoccupazione ha raggiunto il livello record del 13 per cento. Nemmeno nei primi anni della grande crisi, si erano contati tanti disoccupati, soprattutto giovani. Assieme al dato che circa il 70 per cento delle assunzioni fatte nel 2013 sono state fatte a tempo determinato, questo scenario dovrebbe certificare il fallimento di un Governo che, per la quarta volta in poco tempo dal suo insediamento, chiede la fiducia su un provvedimento che non riesce a cogliere il mutare dei tempi ed il polso del Paese: senza nulla togliere agli argomenti trattati nelle precedenti occasioni in cui è stata votata la fiducia, ci permettiamo di sottolineare che il mercato del lavoro è, infatti, a nostro avviso, centrale, è l'argomento degli argomenti, il problema dei problemi, il nodo focale di tutto il sistema Italia, un nodo venuto al pettine in tutta la sua difficoltà politica.Pag. 15
  Forse infatti non è a tutti chiara l'urgenza alla quale siamo chiamati. Sebbene non sia il numero di proroghe a misurare il tasso di liberalizzazione del contratto a termine, sebbene abbia un'importanza relativa quale forma assuma un rapporto giuridico tra lavoratore e impresa, ciò che si è completamente perso di vista è il lavoratore, che preferisce lavorare un giorno in più, un'ora in più, piuttosto che niente. E si è persa di vista anche l'azienda, la capacità di fare impresa, di far ripartire dal basso questo Paese. Si è persa di vista l'urgenza di far fronte, con strumenti normativi, alla necessità di recuperare occupazione attraverso, appunto, una maggiore flessibilità.
  E invece, come è noto, quando il decreto è arrivato in Commissione ha trovato, all'interno della Commissione stessa, non soltanto divergenze dentro i partiti, non soltanto divergenze tra maggioranza e opposizione, ma divergenze ancora più forti tra gli stessi partiti della maggioranza. Noi di Forza Italia in Commissione abbiamo condotto con grande equilibrio il nostro lavoro: abbiamo guardato a quelle modifiche che, senza penalizzare le imprese nei processi di assunzione, mettessero comunque sempre avanti garanzie e tutele per i lavoratori. Lo voglio dire con un'attenzione particolare anche alle piccole imprese, che risultano quelle chiaramente con maggiori difficoltà, soprattutto rispetto, molto spesso, all'impianto normativo troppo ampio e troppe volte anche confuso. Forza Italia ha cercato di capire come era possibile trovare un punto di mediazione, con grande senso di responsabilità.
  Ed invece oggi assistiamo ad un fatto incontrovertibile: sul primo provvedimento in tema di lavoro del Governo Renzi, ancora una volta, la sinistra sta mostrando il solito approccio ideologico, l'impermeabilità ad ogni forma di riformismo e l'atteggiamento dirigistico, impositivo e sanzionatorio verso l'impresa. Torniamo all'Unione Sovietica di Breznev.
  Evidentemente, a questa sinistra non basta l'evidenza empirica che dimostra che circa il 70 per cento dei contratti di lavoro stipulati l'anno scorso sono stati a tempo determinato, nonostante la «riforma Fornero» ne abbia aumentato il costo e ne intendesse sfavorire l'utilizzo a favore dei contratti a tempo indeterminato. Per certa parte della sinistra, l'effettività delle opportunità e dei diritti deve essere nominalmente garantita per legge, imponendo alle imprese di modificare le loro scelte in tema di assunzioni e non curandosi che questa imposizione possa ridurre l'occupazione.
  La sinistra dimostra, ancora una volta, di avere distanze siderali dalla dimensione politica post-ideologica, che guarda alle dinamiche dell'economia e del mercato del lavoro con approccio di realtà e di effettività. A questa sinistra, la lezione della «riforma Fornero» non ha insegnato nulla, rendendo ancora più rischiosa l'attuazione dei principi contenuti nella legge che dovrebbero completare il Jobs Act renziano.
  Il preannunciato fallimento della «riforma Fornero», che si proponeva di favorire l'occupazione, contrastando le forme di «precarietà cattiva» e promuovendo il contratto a tempo indeterminato, non è valso a nulla. Al di là dei buoni propositi, la «riforma Fornero» ha così irrigidito la flessibilità in entrata da scoraggiare ogni forma di assunzione diversa dai contratti a tempo determinato, il cui costo è stato anche aumentato rispetto a quelli a tempo indeterminato. Gli stessi intellettuali, che hanno promosso questa tipologia contrattuale due anni fa, sono tornati ora a rilanciare questa proposta contro il decreto che ha liberalizzato il contratto a termine. La differenza non irrilevante è che, almeno due anni fa, l'alternativa era tra la riduzione della flessibilità in entrata e l'ampliamento della riduzione in uscita. Invece, ora lo scambio sembra essere tra la riduzione della rigidità del contratto a tempo indeterminato e il mantenimento della rigidità del contratto a tempo determinato, con una riduzione delle forme contrattuali flessibili.
  L'attuale impostazione del decreto, così come drammaticamente trasformato dalla Commissione, misura l'arretramento che il Pag. 16Governo ha accettato a fronte delle richieste conservatrici della sinistra, quella sinistra ancorata a posizioni conservatrici dettate specialmente dalle forze sindacali più ideologizzate.
  In questi giorni, autorevoli oppositori della liberalizzazione del contratto a termine hanno sostenuto che con questo provvedimento le imprese assumeranno solo a tempo determinato. Ebbene, state giocando sulla vita delle persone perché, come detto anche nel corso della sua audizione in Commissione lavoro dal Ministro Poletti, non si produce lavoro attraverso i vincoli.
  L'approccio del gruppo di Forza Italia è un approccio di realtà e la realtà registra che le imprese assumono quasi completamente a tempo determinato già ora, come dimostrano i citati dati delle assunzioni del 2013. Rivendichiamo con forza, su un tema così delicato, la serietà di Forza Italia, che aveva subito dichiarato di votare a favore del decreto nel suo impianto originario, nella speranza che i lavori della Commissione non lo peggiorassero. Il lavoro da noi portato avanti è stato propositivo, sostenendo pochi buoni emendamenti migliorativi, che avrebbero contribuito a rendere il testo originario del «decreto Poletti» ancora più vicino alle esigenze di tutela dei lavoratori ed alle aspettative delle imprese, che reclamano una minore burocrazia e una normativa più semplice e chiara. La spaccatura interna alla maggioranza, però, mette ora a rischio questi obiettivi e il voto di fiducia sembra essere solo un espediente per continuare a insabbiare al Senato, come è già avvenuto nel recente passato e anche con questo Governo, provvedimenti utili e attesi, per stravolgere un testo rischiando di farlo decadere nel successivo rientro alla Camera.
  Se l'intento del Governo è quello di annacquare il provvedimento sulla flessibilità del mercato del lavoro, noi non ci stiamo. Non daremo questo schiaffo a milioni di disoccupati italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) e non porgeremo il fianco del nostro Paese alle bacchettate provenienti dall'Europa. Da mesi Bruxelles ci chiede di eliminare gli eccessi di rigidità, di legare la dinamica salariale alla produttività. Autorevoli quotidiani, quali l’Economist di questa settimana, scendono nuovamente in campo nel criticare la frattura che divide insider e outsider nel mercato del lavoro italiano. Le divisioni all'interno della maggioranza parlamentare, dominate dal niet di stampo sovietico e dal «no» dei sindacati, mandano invece in onda un film diverso.
  Finora la strategia del Presidente del Consiglio è stata quella di chiedere una deroga ai trattati internazionali, in nome delle grandi riforme. Il Jobs Act è stato rinviato al 2015: forse il Presidente del Consiglio non se ne rende conto, ma stiamo facendo di tutto per calamitare su di noi l'inevitabile responso negativo della Commissione europea. Siamo ad un passo da una nuova procedura di infrazione.
  È fin troppo evidente come il lavoro sia il tema centrale per le campagne elettorali. Il parziale «smontaggio» del «decreto Poletti», realizzato in Commissione, è un tributo pagato al voto del 25 maggio e al regolamento di conti interno al PD. Il lavoro non si crea per decreto, ma un decreto sbagliato può sicuramente impedire di creare tutto il lavoro possibile e sarebbe esiziale per un Paese con il 42,3 per cento di disoccupazione, soprattutto quella giovanile.
  Forza Italia aspetta con curiosità, soprattutto i provvedimenti successivi a questo primo, su cui «contrattare a termine» i contratti d'apprendistato.
  Per intanto, teniamoci i dati negativi che ci riguardano tra il 2008 e oggi. La disoccupazione da noi è raddoppiata: siamo, a questo punto, a 3,8 milioni di disoccupati, e nel numero non entrano quelli in cassa integrazione, mentre negli altri Paesi – Portogallo, Spagna, Irlanda, Slovenia, Cipro, Grecia – i dati di febbraio mostrano, finalmente, che la disoccupazione ha cominciato a scendere; da noi gli stessi dati mostrano che continua a salire.
  Per quanto riguarda la rigidità del nostro sistema, e non sto parlando solo dell'articolo 18, pretendiamo che qualunque Pag. 17discussione sul lavoro, contratti compresi, abbia luogo a livello centrale, come mostra anche questo Jobs Act. La flessibilità degli altri (Grecia, Portogallo, Spagna, Slovenia) ha permesso, per esempio, in Spagna, investimenti di Renault, Bayer, General Motors, gruppi americani, giapponesi, venezuelani, di Hong Kong. Da noi, alla proposta Ducati di lavorare di più in cambio di nuove assunzioni e premi di risultato più alti, il sindacato Fiom ha risposto di no, appellandosi alla protezione del cardinale Caffarra.
  Ecco perché concludo, caro Presidente, ricordando le parole del professor Biagi: «progettare per modernizzare». Era questo il filo conduttore che animava la sua elaborazione progettuale. Crediamo che questo provvedimento abbia perso del tutto la sua progettualità. Così com’è, questo è semplicemente un provvedimento inutile, forse anche dannoso per il Paese. Il Paese non merita un provvedimento dettato da una maggioranza di Governo a sua volta ricattata dalle minoranze nostalgiche del PD. I disoccupati, chi ha perso il lavoro, i cassintegrati, non ci chiedono più, ormai, per l'emergenza, rapporto determinato o indeterminato o regole: ci chiedono un minuto, un'ora, un giorno di lavoro in più. Questo chiedono alla politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) !
  Forza Italia sceglie di schierarsi al fianco delle imprese che chiedono di essere liberate da inutili vincoli, per liberare, a loro volta, il lavoro. Forza Italia sceglie di stare dalla parte degli imprenditori, lasciati soli da una politica che si avvita su sé stessa e da una burocrazia che soffoca la naturale predisposizione dell'imprenditore di competere, zavorrato da una serie di inutili precetti che nulla hanno a che vedere con la tutela dei lavoratori.
  Ed è per questo, signor Presidente, che non ci assumeremo la responsabilità di dare la fiducia per un provvedimento totalmente inutile: lo facciamo per rispetto alle imprese, per rispetto ai lavoratori e per rispetto al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldassarre. Ne ha facoltà.

  MARCO BALDASSARRE. Presidente Renzi, ovunque lei sia, ricordo la conferenza stampa, per intenderci quella con la slide del pesciolino rosso (che ancora tutti si chiedono: ma che cavolo c'entrava sto’ pesciolino rosso ?). In quella conferenza stampa, lei ha elencato alcuni argomenti di cui non avrebbe parlato. Mi sa che gli è sfuggito qualcos'altro: dignità della persona, conflitto di interessi, taglio delle pensioni d'oro, aumento delle pensioni minime e lotta all'evasione, quella vera, ovviamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mentre, invece, riempie le nostre tristi giornate con bellissime «supercazzole»: lasvoltabuona, oraics, cambiaverso, staisereno, cominciamoildomani, coseconcrete. Tranquilli, colleghi, non sto leggendo le «bimbominkiate» di una teenager, ma ieri sera sono inciampato per sbaglio sul profilo Twitter di Matteo Renzi. Ah, dimenticavo, c'era anche il meraviglioso #stoarrivando, twittato dalle stanze del Quirinale durante il colloquio con Napolitano.
  Eh sì, Presidente Renzi, perché, a parte twittare e comunicare per hashtag, quand’è che lei e i suoi giovani Ministri, che sembrate quasi il mago Zurlì e il coro dell'Antoniano, farete qualcosa di concreto per questo Paese ? Renzi, la dignità degli italiani non costa 80 euro ! Anzi, per dirla tutta, per lei la dignità degli italiani costa 15 euro, visto che i suoi provvedimenti con una mano danno, ma con l'altra tolgono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Smetta di prenderci in giro e smetta di prendere in giro i tanti italiani che vivono sotto la soglia di povertà, per i quali non ha fatto nulla !
  Ma, dico, lei e il PD non avvertite sulle spalle la responsabilità del tracollo ? Comunque, come opposizione, voglio dirle «grazie». Grazie di essere sceso in campo, Pag. 18Presidente, perché, già nelle prime settimane, ha fatto capire agli italiani, una volta per tutte, che l'unica strada possibile è quella tracciata dal MoVimento 5 Stelle.
  Presidente, io, prima di tutto, sono anche un comune cittadino, e come cittadino non le dirò mai «grazie». Non le dirò mai «grazie» perché davanti ai miei occhi passano le immagini dei milioni di giovani senza futuro, condannati alla precarietà a vita, impossibilitati a progettualizzare la propria esistenza. Certo, la vostra sussistenza è sempre garantita, ora con le leggi ad personam del suo «alleato ombra», ora con gli accordi formulati con Confindustria, ora con i sindacati più rappresentativi (si fa per dire, rappresentativi). Ormai pure loro non rappresentano che se stessi e gli intrecci ora con questo ora con quell'altro Governo.
  Infatti, con questo decreto-legge su cui ponete la fiducia lei e il suo Governo vi prendete gioco di questa e delle future generazioni. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vede Presidente, sono anche un padre, lo sono da pochi mesi e quello che deve fare un padre di famiglia è desiderare il meglio per i propri figli, è lottare per assicurargli una vita migliore della propria. Un giorno vorrò guardare mia figlia negli occhi e poterle dire che ho lottato con tutte le forze per raggiungere un traguardo, il traguardo di garantirle una vita dignitosa lontana dalle ansie in cui ha vissuto e vive la mia generazione. Ed attualmente lei, Presidente, rappresenta un ostacolo da superare per arrivare a quel traguardo.
  Insomma, Presidente, lei chi rappresenta ? Nel Partito Democratico un giorno sì e l'altro pure le danno addosso ! Nel partito di Berlusconi invece si plaude all'alleanza sulla legge elettorale che lei sta garantendo in barba ai suoi stessi compagni, si fa per dire, di partito, ma state tutti sereni. Insomma, Renzi, lei chi è ? Certamente lei è quello che accetta che il Ministro dell'interno, cioè della legalità, Alfano, candidi alle europee il governatore della Calabria Scopelliti, condannato in primo grado a sei anni di reclusione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lei mente continuamente e spudoratamente, lei organizza teatrini televisivi e circhi mediatici, nei quali prova a vendere la sua merce avariata !
  Lei, Presidente, vuol far passare il rilancio dell'occupazione attraverso meccanismi di totale liberalizzazione del rapporto di lavoro. La vostra visione del lavoratore è quella non di un essere umano, ma di uno strumento, di un oggetto. Trattate il lavoratore come un prodotto, mera forza lavoro, merce da svendere al miglior offerente, e guai a parlare di diritti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Allora, che aspettate a fare un decreto che obbliga lo schiavo moderno a tatuarsi un codice a barre sulla pelle (Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle esibiscono targhette adesive raffiguranti codici a barre – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Colleghi, per favore, possiamo adesso togliere queste cose dalla fronte ?

  MARCO BALDASSARRE. Ma non sono cartelli, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Sì, ho capito, colleghi, ma c’è un limite, per favore. Invito i commessi ad avvicinarsi ai colleghi e ad invitarli a toglierli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).

  MARCO BALDASSARRE. Signor Presidente, vorrei continuare.

  PRESIDENTE. Lei può continuare, ma prima i colleghi dovrebbero togliersi dalla fronte questi «affari» !

  MARCO BALDASSARRE. Signor Presidente, chiedo di poter recuperare il tempo. Ho preso in mano il testo di questo decreto-legge e leggo: Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese. Ma lei veramente vuole farci credere che con questo decreto-legge verrà rilanciata l'occupazione Pag. 19(Una voce dai banchi del gruppo Partito Democratico:«Presidente faccia togliere quei foglietti !Li richiami !» ?

  PRESIDENTE. Basta, colleghi, per favore. Allora, non è compito suo.

  MARCO BALDASSARRE. Ci sono anche le uscite, non è obbligatorio restare in Aula.

  PRESIDENTE. Prego, continui, onorevole Baldassarre.

  MARCO BALDASSARRE. Cosa ha intenzione di fare per le piccole e medie imprese ? Noi, tra le tante, abbiamo già depositato una proposta per l'abolizione dell'IRAP alle piccolissime imprese. La prenda, la faccia propria, ma faccia qualcosa ! Basta hashtag ! Matteo esci da questo Twitter !
  Lei ha tradito il suo compagno di partito Letta davanti a tutti gli italiani. Come si può avere fiducia di uno che tradisce ? Lei si fiderebbe del suo comportamento ? Lei, Presidente Renzi, è il risultato mediatico di anni di televendite. Lei è il più grande creatore di slogan vuoti, studiati appositamente per vendere un prodotto scadente e grazie ai quali ha vinto prima le primarie del PD e poi si è aggiudicato la poltrona da Presidente del Consiglio (ovviamente senza parlare di elezioni, così come aveva promesso), ma tanto, lo sappiamo, le sue promesse sono false come quelle di chi aveva promesso un milione di posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Stamattina mi sono chiesto: ma per quale motivo dovrei sognarmi di darle la fiducia ? Io la fiducia a Berlusconi non la darei manco morto, e lei non è, ne più, né meno, che Silvio Berlusconi senza bandana; ma, oltre a fargli da segretario, qual è il suo ruolo ? Siamo già alla quarta fiducia del Governo Renzi, senza contare le dodici del Governo Letta. Ho chiesto alla rete: «Cosa direste a Matteo Renzi ?» Gliene dico solo alcune. Stefano ci dice: «se mi dà le coordinate bancarie dove poter restituire gli 80 euro del mese prossimo, gliene verso 100 e non voglio manco il resto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)». Dimitri dice: «pensare di creare posti di lavoro, modificando le regole del lavoro è come cercare di far partire un'auto con il motore fuso cambiando le gomme; Moreno dice: digli che tutti speriamo che il contratto a termine più corto sia il suo da Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)».  E per finire Andrea: «Se avessi un reddito garantito, cercherei di fare il lavoro che più mi piace».
  Oggi ci sono le due maggioranze, come ai tempi di Andreotti. Nella maggioranza ampia, quella benedetta da tutti i Colli, quella delle riforme, c’è spazio per tutti, persino per il partito del pregiudicato Berlusconi, del maxievasore fiscale, eroe degli italiani manigoldi che non hanno pagato le tasse, quelli che Equitalia non trova mai.
  E che dire del fondatore e grande vecchio di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, che fugge via impunito dall'Italia, con gli esponenti del suo partito che gridano alla persecuzione per le sue condanne giudiziarie di reati di mafia, come se fosse un novello Mazzini, apostolo della libertà !
  E il Partito Democratico che fa ? Niente. Anzi, lascia parlare il Ministro Alfano, che dice che il problema dell'Italia sono qualche decina di teste calde che fanno gli scontri con la polizia in occasione delle manifestazioni contro il Jobs Act (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È facile mettere i poliziotti, che guadagnano stipendi da fame, in piazza contro i giovani. Vergognatevi, vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Insomma, brilla sempre per la sua coerenza questa maggioranza. Da una parte, avete messo in piedi una riforma costituzionale che svuota la democrazia e umilia il Senato, degradandolo a dopolavoro di governatori e sindaci. Dall'altra, però, vediamo il Nuovo Centrodestra, che adesso ingoia il rospo della fiducia su questo provvedimento e dice: ok, votiamo «sì», ma poi regoleremo i conti al Senato.Pag. 20
  Ma, insomma, decidetevi: questo Senato serve o non serve ? Deve diventare una specie di assemblea condominiale oppure deve mantenere la dignità di un vero ramo di un Parlamento, complessivamente più snello, efficiente e parsimonioso ?
  E concludo, Presidente. Presidente, tra qualche giorno sarà il 1o maggio, la festa dei lavoratori. Io voglio vederla salire sul palco in piazza San Giovanni e, sicuro della bontà di questo decreto che avete fatto, se qualcuno le chiederà: «cosa farà per i lavoratori ?», abbia il coraggio di citare Cetto La Qualunque, che diceva: spessatamente, indubbiamente e qualunquemente, una beneamata minchia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Applausi polemici dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Collega, per favore, questo la qualifica ! Io la richiamo all'ordine (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Complimenti per l'educazione che ha dimostrato in quest'Aula (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cinzia Fontana. Ne ha facoltà (Proseguono applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle-Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Colleghi, per favore, sta per parlare una collega di un altro gruppo.

  CINZIA MARIA FONTANA. Signor Presidente, signor Ministro, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, il decreto lavoro oggi alla Camera, il disegno di legge che ora è in discussione al Senato sulla riforma degli ammortizzatori sociali, delle politiche attive del lavoro, di riordino del rapporto di lavoro e sostegno alla maternità e alla conciliazione, l'avvio del Piano garanzia giovani dalla prossima settimana, gli 80 euro mensili in più nelle buste paga di 10 milioni di lavoratori dipendenti dal prossimo mese, insieme ad un percorso di tagli all'IRAP sulle imprese: non annunci, non chiacchiere, questo lo lasciamo agli altri, che anche in quest'occasione hanno voluto parlare d'altro e non hanno speso una parola nel merito del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  E potremmo lasciare perdere, se non fosse che è proprio sulla pelle dei lavoratori che stanno giocando. Qui, invece, parliamo di misure concrete, misure che si muovono insieme, che si tengono insieme, tasselli di un disegno complessivo più generale, che non vogliono rappresentare un punto di arrivo, bensì una scossa, il primo passo su cui ricostruire il cammino del Paese nei prossimi anni.
  Da tempo, da troppo tempo, mancava un complesso di interventi che rimettessero al centro lavoro e crescita. Questa è per noi la sfida oggi e, su questa sfida, su questo orizzonte che parla al Paese, il Partito Democratico certo non demorde. Lo dobbiamo al Paese in sofferenza, al mondo del lavoro, sia da parte dei lavoratori che delle imprese, che reclama azioni efficaci.
  Ho sentito nella discussione, in questi giorni, affermazioni apocalittiche per definire il decreto lavoro oggi in Aula, in base alle quali noi staremmo creando un ritorno al mercato degli schiavi. Ma come si fa a travisare in questo modo la realtà ? Una realtà con la quale, da legislatori, dobbiamo necessariamente fare i conti, una realtà che già oggi, non certo con l'entrata in vigore di questo decreto, ci presenta un conto salatissimo. Nel campo del lavoro dipendente, solo il 15 per cento degli avviamenti avviene oggi con contratto a tempo indeterminato, il restante 85 per cento con contratto a termine; di questi, il 70 per cento con contratti a tempo determinato, più del 40 per cento con una durata inferiore ad un mese ed il 20 per cento da due a tre mesi. Come non vedere che oggi i rinnovi, pur con la causalità, possono durare all'infinito ?
  E che dire dei contratti di apprendistato, che fanno registrare la progressiva e quasi ininterrotta tendenza alla diminuzione ? Senza contare poi la miriade di contratti di lavoro autonomo sotto le più varie forme, molte delle quali mascherano una plateale finzione.Pag. 21
  Insieme a tutto questo, i dati sulla disoccupazione generale e, nel particolare, quelli sulla mancanza di lavoro per i giovani. È su questa situazione che il Governo sta provando ad intervenire, perché, in un momento che non è ancora di vera ripresa, anche se qualche segnale positivo sembra effettivamente prendere corpo (l'incremento, ad esempio, del 15 per cento degli ordini di macchine utensili nel primo trimestre di quest'anno è un indicatore significativo), in questo contesto, appunto, l'esigenza più impellente è di consentire un accesso più facile al lavoro e di produrre, come lei ha sottolineato, signor Ministro, le opportunità.
  Ripeto: in una condizione tuttora emergenziale, provare a dare un'opportunità di accesso, e provare a farlo attraverso il contratto a tempo determinato come punto di equilibrio tra la flessibilità richiesta dalle aziende, su cui tuttora pesa l'incertezza di una stabilità futura, e la forma di contratto che più di altri garantisce tutela in termini di salario e protezione sociale. Nessuno si sta illudendo che questo assicuri maggiore occupazione e non vogliamo certo illudere il Paese su questo. Sappiamo che molto dipenderà dalla forza della ripresa. Le regole possono certo semplificare e magari aiutare, ma i posti di lavoro li crea lo stato dell'economia, gli investimenti, la politica industriale, il sostegno alla domanda interna.
  Nella discussione sul decreto presentato dal Governo, il PD tutto, e non solo una parte, ne ha condiviso l'approccio come prima tappa di un disegno complessivo e più vasto. Il gruppo del PD tutto, e non solo una parte, ha svolto il lavoro parlamentare che gli è proprio. Per questo chiedo a tutti di avere rispetto di un gruppo che ha svolto con impegno il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), in una situazione sì difficile e complicata, ma con un impegno serio, coraggioso, approfondito. Nessun muro, collega Pizzolante, nessuna ideologia, nessun conservatorismo: solo il tentativo di tenere insieme esigenze che sono diverse e che sono entrambe importanti.
  Ne sono derivate proposte di modifica che il Governo ha accolto e la Commissione ha approvato, che non stravolgono affatto l'impianto del provvedimento, ne rispettano anzi i contenuti fondamentali, ma introducono elementi di maggiore equilibrio e di maggiore conformità alle normative europee. La formazione nel contratto di apprendistato è la vera garanzia dei giovani. Il diritto di precedenza esteso anche alle donne in maternità è una delle misure a favore delle donne lavoratrici. Ma di questo ha approfonditamente parlato il relatore Dell'Aringa, che ringrazio per il prezioso lavoro svolto, il presidente Damiano e tutti gli altri colleghi del gruppo che sono intervenuti in discussione, e qui non li riprendo.
  Sperimentiamo, monitoriamo, verifichiamo se effettivamente gli effetti del nuovo regime andranno nella direzione di restringere quelle forme di lavoro con minore protezione sociale o, invece, non operino nell'erosione di quote di lavoro a tempo indeterminato. È così che potremo verificare l'efficacia delle azioni che si mettono in campo.
  È ben stravagante quanto si sente in queste ore: da una parte, il Governo Renzi, dipinto come schiavista, dall'altra, sempre lo stesso Governo Renzi, che sarebbe piegato alla CGIL, la quale, oltre tutto, usa parole critiche nei confronti del provvedimento. No, colleghi e colleghe: invece, c’è un Governo e c’è una maggioranza e un gruppo che sostiene questo Governo che vuole ridare fiducia, speranza e futuro a chi oggi non lo vede più a portata di mano.
  Noi non ci nascondiamo le tante fragilità, non ci nascondiamo la fatica della mediazione, una mediazione che, su questi temi, non è solo politica, ma anche sociale e culturale. Ma il gruppo del PD c’è, con tutto il proprio senso e carico di responsabilità, perché sul lavoro si gioca la partita più decisiva per il Paese. Con questo decreto-legge siamo, quindi, al primo tassello, ne seguiranno altri su cui, appunto, approfondiremo poi il merito. Ma quel futuro, di cui parlavo poc'anzi, non sarà mai completamente a portata di mano se non ritesseremo il rapporto tra Pag. 22lavoro, stabilità, dignità, benessere individuale che diventa benessere collettivo perché sicurezza e dignità di vita. La crescita, quella di qualità, quella che rende un Paese competitivo, passa anche e sopratutto da qui. Per questa ragione, signor Presidente, voteremo convintamente «sì» alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(Votazione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 2208-A)

  PRESIDENTE. Passiamo ora alla votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia. Avverto che, in considerazione dell'elevato numero di richieste di anticipazione del voto, variamente motivate in relazione ad esigenze di natura istituzionale o a motivi personali, la Presidenza, come preannunciato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, accoglierà un numero di richieste fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo. Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni.
  Certo di fare cosa utile, estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama, nella consapevolezza che, come sempre, i primi saranno felici e gli ultimi meno.
  (Segue il sorteggio).

  La chiama avrà inizio dal deputato De Menech.
  Poiché la Conferenza dei presidenti di gruppo ha definito che la chiama inizierà alle ore 15,20, sospendo fino a tale ora la seduta, che riprenderà con la prima chiama. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  PRESIDENTE. Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.
  Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la Presidenza ha già provveduto ad estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama. La chiama avrà inizio dal deputato Roger De Menech.
  Invito dunque i deputati segretari a procedere alla chiama.

  (Segue la chiama).

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

   Presenti e votanti  528   
   Maggioranza  265   
    Hanno risposto  344    
    Hanno risposto no  184.

  La Camera approva.

  Hanno risposto sì:
  Agostini Luciano
  Agostini Roberta
  Albanella Luisella
  Alfano Angelino
  Alfano Gioacchino
  Alfreider Daniel
  Alli Paolo
  Amato MariaPag. 23
  Amendola Vincenzo
  Amici Sesa
  Amoddio Sofia
  Antezza Maria
  Anzaldi Michele
  Argentin Ileana
  Arlotti Tiziano
  Ascani Anna
  Balduzzi Renato
  Baretta Pier Paolo
  Bargero Cristina
  Baruffi Davide
  Basso Lorenzo
  Bazoli Alfredo
  Bellanova Teresa
  Benamati Gianluca
  Beni Paolo
  Berlinghieri Marina
  Berretta Giuseppe
  Bersani Pier Luigi
  Bianchi Dorina
  Bianchi Mariastella
  Bindi Rosy
  Binetti Paola
  Bini Caterina
  Biondelli Franca
  Blazina Tamara
  Bobba Luigi
  Bocci Gianpiero
  Boccia Francesco
  Boccuzzi Antonio
  Bolognesi Paolo
  Bombassei Alberto
  Bonaccorsi Lorenza
  Bonavitacola Fulvio
  Bonifazi Francesco
  Bordo Michele
  Borghi Enrico
  Boschi Maria Elena
  Bosco Antonino
  Bossa Luisa
  Braga Chiara
  Bragantini Paola
  Brandolin Giorgio
  Bratti Alessandro
  Bray Massimo
  Bressa Gianclaudio
  Bruno Franco
  Bruno Bossio Vincenza
  Bueno Renata
  Burtone Giovanni Mario Salvino
  Buttiglione Rocco
  Calabrò Raffaele
  Campana Micaela
  Cani Emanuele
  Capelli Roberto
  Capodicasa Angelo
  Capone Salvatore
  Capua Ilaria
  Carbone Ernesto
  Cardinale Daniela
  Carella Renzo
  Carnevali Elena
  Carocci Mara
  Carra Marco
  Carrescia Piergiorgio
  Carrozza Maria Chiara
  Caruso Mario
  Casati Ezio Primo
  Casellato Floriana
  Casero Luigi
  Cassano Franco
  Castiglione Giuseppe
  Castricone Antonio
  Catania Mario
  Causi Marco
  Causin Andrea
  Cenni Susanna
  Censore Bruno
  Cesa Lorenzo
  Cesaro Antimo
  Chaouki Khalid
  Cicchitto Fabrizio
  Civati Giuseppe
  Coccia Laura
  Colaninno Matteo
  Cominelli Miriam
  Coppola Paolo
  Coscia Maria
  Costa Enrico
  Cova Paolo
  Covello Stefania
  Crimì Filippo
  Crivellari Diego
  Culotta Magda
  Cuperlo Giovanni
  D'Agostino Angelo Antonio
  Dallai Luigi
  Dal Moro Gian Pietro
  Dambruoso Stefano
  Damiano Cesare
  D'Arienzo Vincenzo
  D'Attorre Alfredo
  De Girolamo NunziaPag. 24
  Del Basso De Caro Umberto
  Dell'Aringa Carlo
  De Maria Andrea
  De Menech Roger
  De Micheli Paola
  De Mita Giuseppe
  Di Gioia Lello
  Di Lello Marco
  Di Maio Marco
  D'Incecco Vittoria
  Di Stefano Marco
  Donati Marco
  D'Ottavio Umberto
  Ermini David
  Fabbri Marilena
  Famiglietti Luigi
  Fanucci Edoardo
  Faraone Davide
  Farina Gianni
  Fassina Stefano
  Fauttilli Federico
  Ferranti Donatella
  Ferrari Alan
  Ferro Andrea
  Fiano Emanuele
  Fiorio Massimo
  Fioroni Giuseppe
  Fitzgerald Nissoli Fucsia
  Folino Vincenzo
  Fontana Cinzia Maria
  Fontanelli Paolo
  Formisano Aniello
  Fossati Filippo
  Fragomeli Gian Mario
  Franceschini Dario
  Fregolent Silvia
  Gadda Maria Chiara
  Galgano Adriana
  Galli Carlo
  Galli Giampaolo
  Galperti Guido
  Gandolfi Paolo
  Garavini Laura
  Garofalo Vincenzo
  Garofani Francesco Saverio
  Gasparini Daniela Matilde Maria
  Gebhard Renate
  Genovese Francantonio
  Gentiloni Silveri Paolo
  Ghizzoni Manuela
  Giachetti Roberto
  Giacobbe Anna
  Giacomelli Antonello
  Gigli Gian Luigi
  Ginato Federico
  Ginefra Dario
  Ginoble Tommaso
  Giorgis Andrea
  Giuliani Fabrizia
  Giulietti Giampiero
  Gnecchi Marialuisa
  Gozi Sandro
  Grassi Gero
  Greco Maria Gaetana
  Gregori Monica
  Gribaudo Chiara
  Guerini Giuseppe
  Guerini Lorenzo
  Guerra Mauro
  Gullo Maria Tindara
  Gutgeld Itzhak Yoram
  Iannuzzi Tino
  Impegno Leonardo
  Incerti Antonella
  Iori Vanna
  Laforgia Francesco
  La Marca Francesca
  Lattuca Enzo
  Lauricella Giuseppe
  Legnini Giovanni
  Lenzi Donata
  Leone Antonio
  Letta Enrico
  Leva Danilo
  Librandi Gianfranco
  Lodolini Emanuele
  Lo Monte Carmelo
  Lorenzin Beatrice
  Losacco Alberto
  Lotti Luca
  Lupi Maurizio
  Madia Maria Anna
  Maestri Patrizia
  Magorno Ernesto
  Malisani Gianna
  Malpezzi Simona Flavia
  Manciulli Andrea
  Manfredi Massimiliano
  Manzi Irene
  Marantelli Daniele
  Marazziti Mario
  Marchetti Marco
  Marchi Maino
  Marguerettaz Rudi FrancoPag. 25
  Mariani Raffaella
  Mariano Elisa
  Marrocu Siro
  Marroni Umberto
  Martella Andrea
  Martelli Giovanna
  Martino Pierdomenico
  Marzano Michela
  Matarrese Salvatore
  Mattiello Davide
  Mauri Matteo
  Mazziotti Di Celso Andrea
  Mazzoli Alessandro
  Meloni Marco
  Meta Michele Pompeo
  Miccoli Marco
  Minardo Antonino
  Miotto Anna Margherita
  Misiani Antonio
  Misuraca Dore
  Mogherini Federica
  Mognato Michele
  Monaco Francesco
  Monchiero Giovanni
  Mongiello Colomba
  Montroni Daniele
  Morani Alessia
  Morassut Roberto
  Moretto Sara
  Moscatt Antonino
  Mura Romina
  Murer Delia
  Naccarato Alessandro
  Narduolo Giulia
  Nicoletti Michele
  Oliaro Roberta
  Oliverio Nicodemo Nazzareno
  Orfini Matteo
  Orlando Andrea
  Pagani Alberto
  Pagano Alessandro
  Palma Giovanna
  Paris Valentina
  Parrini Dario
  Pastorelli Oreste
  Pastorino Luca
  Patriarca Edoardo
  Pelillo Michele
  Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
  Pes Caterina
  Petitti Emma
  Petrini Paolo
  Piccione Teresa
  Piccoli Nardelli Flavia
  Piccolo Giorgio
  Piccolo Salvatore
  Piccone Filippo
  Picierno Pina
  Piepoli Gaetano
  Pini Giuditta
  Pisicchio Pino
  Piso Vincenzo
  Pistelli Lapo
  Pizzolante Sergio
  Plangger Albrecht
  Pollastrini Barbara
  Porta Fabio
  Portas Giacomo Antonio
  Preziosi Ernesto
  Quartapelle Procopio Lia
  Quintarelli Giuseppe Stefano
  Raciti Fausto
  Rampi Roberto
  Realacci Ermete
  Ribaudo Francesco
  Richetti Matteo
  Rigoni Andrea
  Roccella Eugenia
  Rocchi Maria Grazia
  Romano Andrea
  Rosato Ettore
  Rossomando Anna
  Rostan Michela
  Rotta Alessia
  Rubinato Simonetta
  Rughetti Angelo
  Saltamartini Barbara
  Sammarco Gianfranco
  Sanga Giovanni
  Sani Luca
  Sanna Francesco
  Sanna Giovanna
  Santerini Milena
  Sberna Mario
  Sbrollini Daniela
  Scalfarotto Ivan
  Scanu Gian Piero
  Scopelliti Rosanna
  Scuvera Chiara
  Senaldi Angelo
  Simoni Elisa
  Speranza Roberto
  Tabacci Bruno
  Tancredi PaoloPag. 26
  Taranto Luigi
  Taricco Mino
  Tentori Veronica
  Terrosi Alessandra
  Tidei Marietta
  Tullo Mario
  Vaccaro Guglielmo
  Valente Valeria
  Valiante Simone
  Vargiu Pierpaolo
  Vazio Franco
  Velo Silvia
  Venittelli Laura
  Verini Walter
  Vezzali Maria Valentina
  Vignali Raffaello
  Villecco Calipari Rosa Maria
  Vitelli Paolo
  Zampa Sandra
  Zanetti Enrico
  Zanin Giorgio
  Zappulla Giuseppe
  Zardini Diego
  Zoggia Davide

  Hanno risposto no:

  Abrignani Ignazio
  Agostinelli Donatella
  Aiello Ferdinando
  Airaudo Giorgio
  Allasia Stefano
  Archi Bruno
  Artini Massimo
  Attaguile Angelo
  Baldassarre Marco
  Baldelli Simone
  Barbanti Sebastiano
  Baroni Massimo Enrico
  Basilio Tatiana
  Battelli Sergio
  Bechis Eleonora
  Bergamini Deborah
  Bernini Massimiliano
  Bernini Paolo
  Bianchi Nicola
  Bianconi Maurizio
  Biasotti Sandro
  Boccadutri Sergio
  Bonafede Alfonso
  Bordo Franco
  Borghese Mario
  Borghesi Stefano
  Bossi Umberto
  Bragantini Matteo
  Brugnerotto Marco
  Brunetta Renato
  Busin Filippo
  Businarolo Francesca
  Busto Mirko
  Calabria Annagrazia
  Caon Roberto
  Caparini Davide
  Capezzone Daniele
  Carfagna Maria Rosaria
  Cariello Francesco
  Carinelli Paola
  Caso Vincenzo
  Castelli Laura
  Castiello Giuseppina
  Cecconi Andrea
  Centemero Elena
  Cesaro Luigi
  Chiarelli Gianfranco Giovanni
  Chimienti Silvia
  Ciprini Tiziana
  Cirielli Edmondo
  Colletti Andrea
  Cominardi Claudio
  Corda Emanuela
  Corsaro Massimo Enrico
  Costantino Celeste
  Cozzolino Emanuele
  Crippa Davide
  Currò Tommaso
  Dadone Fabiana
  Daga Federica
  D'Alessandro Luca
  Dall'Osso Matteo
  D'Ambrosio Giuseppe
  Da Villa Marco
  Del Grosso Daniele
  Dell'Orco Michele
  De Lorenzis Diego
  De Rosa Massimo Felice
  Dieni Federica
  D'Incà Federico
  Di Stefano Fabrizio
  Di Stefano Manlio
  Duranti Donatella
  D'Uva Francesco
  Faenzi Monica
  Fantinati Mattia
  Farina DanielePag. 27
  Fava Claudio
  Fedriga Massimiliano
  Ferrara Ciccio
  Fraccaro Riccardo
  Frusone Luca
  Furnari Alessandro
  Gagnarli Chiara
  Galan Giancarlo
  Gallinella Filippo
  Gallo Luigi
  Garnero Santanchè Daniela
  Giammanco Gabriella
  Giordano Giancarlo
  Giordano Silvia
  Giorgetti Alberto
  Giorgetti Giancarlo
  Grande Marta
  Grillo Giulia
  Grimoldi Paolo
  Guidesi Guido
  Iannuzzi Cristian
  Invernizzi Cristian
  Kronbichler Florian
  L'Abbate Giuseppe
  Labriola Vincenza
  Lacquaniti Luigi
  Laffranco Pietro
  Lainati Giorgio
  Lavagno Fabio
  Liuzzi Mirella
  Lombardi Roberta
  Lorefice Marialucia
  Lupo Loredana
  Marcolin Marco
  Marcon Giulio
  Marti Roberto
  Martino Antonio
  Marzana Maria
  Matarrelli Toni
  Melilla Generoso
  Micillo Salvatore
  Migliore Gennaro
  Milanato Lorena
  Molteni Nicola
  Mottola Giovanni Carlo Francesco
  Mucci Mara
  Nuti Riccardo
  Paglia Giovanni
  Palazzotto Erasmo
  Palese Rocco
  Palmieri Antonio
  Palmizio Elio Massimo
  Pannarale Annalisa
  Parentela Paolo
  Parisi Massimo
  Pellegrino Serena
  Pesco Daniele
  Petraroli Cosimo
  Piazzoni Ileana Cathia
  Picchi Guglielmo
  Pili Mauro
  Pilozzi Nazzareno
  Pini Gianluca
  Pinna Paola
  Piras Michele
  Pisano Girolamo
  Placido Antonio
  Polverini Renata
  Prataviera Emanuele
  Prestigiacomo Stefania
  Prodani Aris
  Quaranta Stefano
  Rampelli Fabio
  Ravetto Laura
  Rizzetto Walter
  Rizzo Gianluca
  Romano Paolo Nicolò
  Rondini Marco
  Sannicandro Arcangelo
  Sarro Carlo
  Sarti Giulia
  Savino Elvira
  Scagliusi Emanuele
  Scotto Arturo
  Segoni Samuele
  Sibilia Carlo
  Sorial Girgis Giorgio
  Spadoni Maria Edera
  Spessotto Arianna
  Squeri Luca
  Tacconi Alessio
  Terzoni Patrizia
  Tofalo Angelo
  Toninelli Danilo
  Totaro Achille
  Tripiedi Davide
  Turco Tancredi
  Vacca Gianluca
  Valentini Valentino
  Vallascas Andrea
  Vella Paolo
  Villarosa Alessio
  Vito Elio
  Zaccagnini AdrianoPag. 28
  Zan Alessandro
  Zaratti Filiberto
  Zolezzi Alberto

  Sono in missione:

  Borletti Dell'Acqua Ilaria Carla Anna
  Brambilla Michela Vittoria
  Brescia Giuseppe
  Dellai Lorenzo
  Epifani Ettore Guglielmo
  Fico Roberto
  Fontana Gregorio
  Gasbarra Enrico
  Mannino Claudia
  Meloni Giorgia
  Merlo Ricardo Antonio
  Ricciatti Lara
  Rossi Domenico
  Schullian Manfred
  Sereni Marina
  Sisto Francesco Paolo
  Taglialatela Marcello

  PRESIDENTE. Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
  A questo punto, sospendo la seduta per dieci minuti, anche per consentire al rappresentante del Governo di completare l'esame degli ordini del giorno presentati, ai fini dell'espressione del relativo parere. La seduta riprenderà alle ore 17,05.

  La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 17,05.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Boschi, Bressa, Brunetta, Casero, Castiglione, Cicchitto, Costa, Dambruoso, De Girolamo, Del Basso De Caro, Di Gioia, Di Lello, Ferranti, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Legnini, Leone, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Migliore, Mogherini, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Ravetto, Realacci, Sani, Scalfarotto, Speranza, Tabacci, Velo, Vito e Zanetti sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2208-A.

  PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2208-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2208-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, che recano un contenuto estraneo rispetto alle materie trattate dal provvedimento: Giancarlo Giorgetti n. 9/2208-A/90, concernente la separazione tra banche commerciali e banche d'affari; Senaldi n. 9/2208-A/96, in materia di acquisto della personalità giuridica da parte delle società a responsabilità limitata.
  Avverto, inoltre, che l'ordine del giorno Tidei n. 9/2208-A/5 è stato ritirato dalla presentatrice.
  Ha chiesto di intervenire per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2208-A/2 la deputata Renata Polverini. Prendo atto che vi rinuncia.
  Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Pag. 29rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, sottosegretario Bobba.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Labriola n. 9/2208-A/1, parere favorevole sull'ordine del giorno Polverini n. 9/2208-A/2 e parere contrario sull'ordine del giorno Di Lello n. 9/2208-A/3. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pastorelli n. 9/2208-A/4, purché il dispositivo sia riformulato come segue: «a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare eventuali modifiche normative volte a ridefinire il limite percentuale di contratti a tempo determinato». Il resto viene cancellato, cioè le ultime quattro righe.

  PRESIDENTE. Va bene. Poi dirà il presentatore se accetta questa riformulazione. L'ordine del giorno Tidei n. 9/2208-A/5 è ritirato. Sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/2208-A/6 ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/2208-A/6, se riformulato, sempre nel dispositivo, come segue: «a individuare quanto prima» – anziché in tempi brevissimi – «al fine di facilitare la riqualificazione e la ricollocazione nel mercato del lavoro, interventi legislativi e finanziari per permettere» – e qui la sostituzione – «il reinserimento nel mercato del lavoro, con le relative agevolazioni contributive, di lavoratori disoccupati di età avanzata».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Paolo Bernini n. 9/2208-A/7 e Nicola Bianchi n. 9/2208-A/8, ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bonafede n. 9/2208-A/9. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2208-A/10, però bisogna correggere la premessa, perché il riferimento non è all'articolo 2, ma all'articolo 3, comma 2.

  PRESIDENTE. Quindi, è accolto, ma c’è un errore formale.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli ordini del giorno Businarolo n. 9/2208-A/11 e Busto n. 9/2208-A/12, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cariello n. 9/2208-A/13, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Caso n. 9/2208-A/14 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Castelli n. 9/2208-A/15, Cecconi n. 9/2208-A/16 e Colletti n. 9/2208-A/17.
  Sugli ordini del giorno Colonnese n. 9/2208-A/18, Corda n. 9/2208-A/19 e Cozzolino n. 9/2208-A/20, essendo del tutto simili, se non per una piccola modifica, suggerirei di riformulare l'ordine del giorno Colonnese n. 9/2208-A/18, aggiungendo dopo le parole: «rilancio dell'occupazione» le parole: «in particolare giovanile e femminile», perché riassume anche i contenuti degli altri due ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Il parere sarebbe favorevole ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Come raccomandazione, sì.

  PRESIDENTE. Quindi, gli altri ordini del giorno dovrebbero essere riformulati allo stesso modo.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. No, ce ne vorrebbe uno solo, perché, di fatto, il contenuto è identico, tranne queste specifiche...

  PRESIDENTE. Non è nostro compito. Comunque, se questi ordini del giorno sono tutti riformulati allo stesso modo, il parere è favorevole ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Va bene.

Pag. 30

  PRESIDENTE. Facciamo una sola votazione, eventualmente.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Si. Il Governo esprime poi parere favorevole sugli ordini del giorno Crippa n. 9/2208-A/21, Currò n. 9/2208-A/22, Da Villa n. 9/2208-A/23 e Dadone n. 9/2208-A/24, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Daga n. 9/2208-A/25 ed esprime parere contrario sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2208-A/26, perché la sanzione è già prevista.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno De Lorenzis n. 9/2208-A/27, Del Grosso n. 9/2208-A/28 e Ciprini n. 9/2208-A/29. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2208-A/30, perché la materia è già rinviata alla disciplina dei contratti collettivi. Anche sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2208-A/31 vale la stessa cosa, perché la materia è già rinviata alla disciplina dei contratti collettivi, quindi è superfluo. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2208-A/32, mentre, per quanto riguarda l'ordine del giorno Pinna n. 9/2208-A/33, sostanzialmente l'impegno è già contenuto nella norma di legge, vi è già un emendamento all'articolo 5, ultimo comma.

  PRESIDENTE. Quindi, qual è il parere ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il parere è contrario. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Baldassarre n. 9/2208-A/34 e Agostinelli n. 9/2208-A/35. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Barbanti n. 9/2208-A/36, non sono riuscito a capire cosa chieda la parte dispositiva. Chiederò un chiarimento al presentatore, perché non è chiaro che cosa si chiede.

  PRESIDENTE. Va bene.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Baroni n. 9/2208-A/37, ma la seconda premessa andrebbe espunta.

  PRESIDENTE. Quindi, è accolto come raccomandazione, se riformulato.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Esatto. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Basilio n. 9/2208-A/38, Battelli n. 9/2208-A/39 e D'Uva n. 9/2208-A/40, esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Marzana n. 9/2208-A/41 e Dieni n. 9/2208-A/42 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Incà n. 9/2208-A/43.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rostellato n. 9/2208-A/44, però alla terza riga del dispositivo si chiede di sopprimere le parole: «sino a tre mesi prima della data di inizio del periodo di congedo».

  PRESIDENTE. Quindi, è accolto come raccomandazione, se riformulato.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Esatto. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2208-A/45 ed esprime parere contrario sugli ordini del giorno Gallinella n. 9/2208-A/46, Luigi Gallo n. 9/2208-A/47 e Silvia Giordano n. 9/2208-A/48. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Bechis n. 9/2208-A/49, perché si tratta di materia di carattere costituzionale.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Grande n. 9/2208-A/50, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mucci n. n. 9/2208-A/51 a condizione che il dispositivo sia riformulato in questo modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile, volta ad assicurare la regolarità contributiva alle imprese che hanno uno scostamento marginale, Pag. 31con riferimento a ciascun periodo di contribuzione, tra il dovuto e il versato».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Grillo n. 9/2208-A/52 se riformulato inserendo nel dispositivo, dopo l'ultima parola «precari», le parole: «compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/2208-A/53, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2208-A/54, perché è un compito delle regioni e non del Governo, come anche sugli ordini del giorno Liuzzi n. 9/2208-A/55 e Lombardi n. 9/2208-A/56, per la stessa motivazione.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2208-A/57. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Mannino n. 9/2208-A/58 perché si tratta di materia rinviata già alla contrattazione. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Micillo n. 9/2208-A/59 a condizione che sia riformulato sostituendo al quarto rigo del dispositivo le parole «adottare ulteriori» con le seguenti: «adottare eventuali», al quinto rigo la parola «rimodulazione» con «ridenominazione» e che il dispositivo si concluda con le parole: «livelli crescenti di competenza» quindi espungendo le ultime cinque righe.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Pesco n. 9/2208-A/60, Dell'Orco n. 9/2208-A/61, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/2208-A/62.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2208-A/63, Di Vita n. 9/2208-A/64, Frusone n. 9/2208-A/65, Benedetti n. 9/2208-A/66, Rizzetto n. 9/2208-A/67, Massimiliano Bernini n. 9/2208-A/68, Zolezzi n. 9/2208-A/69, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lupo n. 9/2208-A/70 a condizione che il dispositivo sia riformulato in questo modo: «a valutare l'opportunità di rafforzare ogni possibile azione volta a contrastare il fenomeno del caporalato» espungendo tutto il resto.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Parentela n. 9/2208-A/71, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Fantinati n. 9/2208-A/72.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2208-A/73, Fico n. 9/2208-A/74, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Petraroli n. 9/2208-A/75.
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Allasia n. 9/2208-A/76 e Attaguile n. 9/2208-A/77, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2208-A/78 a condizione che le ultime due righe del dispositivo siano riformulate in questo modo: «interventi per favorire il ricollocamento dei disoccupati over 50.»
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Matteo Bragantini n. 9/2208-A/79, Buonanno n. 9/2208-A/80, Busin n. 9/2208-A/81, Fedriga n. 9/2208-A/82, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2208-A/83 a condizione che il dispositivo venga riformulato in questo modo: «impegna il Governo a tener conto nell'individuazione dei criteri dei beneficiari, in fase di stesura del decreto interministeriale previsto dall'articolo 5 del decreto-legge all'esame, delle peculiari esigenze delle piccole e medie imprese.».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Guidesi n. 9/2208-A/84, Invernizzi n. 9/2208-A/85, Marcolin n. 9/2208-A/86, Molteni n. 9/2208-A/87, Gianluca Pini n. 9/2208-A/88 e Prataviera n. 9/2208-A/89.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2208-A/90 è stato dichiarato inammissibile.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Rondini n. 9/2208-A/91 e Caon n. 9/2208-A/92.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Caparini n. 9/2208-A/93, purché così riformulato: «impegna il Pag. 32Governo a valutare l'opportunità di contemplare, nelle more di attuazione dei provvedimenti di rilancio dell'occupazione e sostegno alle imprese, l'introduzione di misure volte a sostenere le persone fisiche ultracinquantenni, espulse dal mercato del lavoro, che intraprendono l'esercizio di un'attività di impresa o arte o professione».
  Il Governo invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Gregori n. 9/2208-A/94.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Giacobbe n. 9/2208-A/95, purché così riformulato: «a valutare la possibilità di».

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Senaldi n. 9/2208-A/96 è inammissibile.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rigoni n. 9/2208-A/97, purché riformulato espungendo il secondo capoverso del dispositivo.
  Il Governo esprime accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Spessotto n. 9/2208-A/98.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sibilia n. 9/2208-A/99, purché riformulato con l'inserimento di: «compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica».
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Salvo n. 9/2208-A/100, purché con una piccola riformulazione nel dispositivo di impegno: «ad intervenire in tempi rapidi, al fine di rivedere la situazione», non la politica, «di precarizzazione».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Pannarale n. 9/2208-A/101, Giancarlo Giordano n. 9/2208-A/102, Placido n. 9/2208-A/103, Ferrara n. 9/2208-A/104, Duranti n. 9/2208-A/105, Airaudo n. 9/2208-A/106, Palazzotto n. 9/2208-A/107 e Sannicandro n. 9/2208-A/108.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/2208-A/109, purché riformulato in modo che nel dispositivo ci si fermi a: «presso i servizi pubblici per il lavoro e la formazione», espungendo il seguito.

  PRESIDENTE. Bene, abbiamo concluso i pareri del Governo.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Mi correggo sull'ordine del giorno Gregori n. 9/2208-A/94: è accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Invece manca il parere, perché c’è una richiesta di chiarimento, sull'ordine del giorno Barbanti n. 9/2208-A/36: però, quando ci arriviamo, magari il proponente illustrerà il senso del dispositivo.
  Passiamo all'ordine del giorno Labriola n. 9/2208-A/1, su cui vi è il parere contrario del Governo e su cui nessuno chiede di intervenire. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Labriola n. 9/2208-A/1, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Carrescia, Carnevali, Chaouki, Richetti, Balduzzi, Cassano, Damiano, Rosato, Giuliani, Manfredi, Causi, D'Uva, Dieni, Bueno, Aiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  425   
   Astenuti    5   Pag. 33
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  285).    

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Polverini n. 9/2208-A/2, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Lello n. 9/2208-A/3, con il parere contrario del Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Lello n. 9/2208-A/3, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Folino, Oliari, Monchiero, Baldassarre, Giuliani, Berlinghieri, Ginoble, Berretta, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  328   
   Astenuti  106   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
  53    
    Hanno votato
no  275).    

  (Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Pastorelli n. 9/2208-A/4, accettato dal Governo, purché riformulato.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, chiedo al Governo cortesemente se mi può rileggere la riformulazione, grazie.

  PRESIDENTE. Prego, sottosegretario.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, la riformulazione è la seguente: «a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare eventuali modifiche normative volte a ridefinire il limite percentuale di contratti a tempo determinato stipulabili dalle piccole e medie imprese».

  PRESIDENTE. Onorevole Pastorelli ?

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, accetto.

  PRESIDENTE. Va bene. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/2208-A/6.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, io ritengo sia inaccettabile la riformulazione così come è stata proposta dal Governo. Per capire di che cosa parliamo, oggi i percorsi di apprendistato hanno un limite di accesso che è anagrafico, quindi oltre una certa soglia di età non si può accedere. La deroga a questa soglia di accesso ai percorsi di apprendistato è prevista per i lavoratori che sono in mobilità. Ora è evidente che, se uno è in mobilità, può accedere ai percorsi di apprendistato anche se ha più di trenta o quarant'anni; se uno è disoccupato, no.
  Su questa falsariga si è aperto un dibattito in Commissione: il Governo ha detto che l'indirizzo di questo ordine del giorno e dell'emendamento che fu presentato in Commissione era lodevole. Pur tuttavia, il Governo mi propone una riformulazione in base alla quale, nell'impegno, non viene sostenuto l'accesso al percorso di apprendistato ma la formazione finalizzata al reinserimento del lavoratore. Allora, è di tutta evidenza che a me non interessa che ci siano forme di fiscalità di vantaggio sul lavoro, perché queste esistono già – c’è la legge n. 407 del 1990 che è una legge già attiva per la quale c’è un accantonamento –, a me interessa il fatto che un lavoratore di 45, 50, 55 anni e magari padre di famiglia, se perde il lavoro e ha un parente che ha un forno, Pag. 34possa avere accesso all'apprendistato per imparare a fare il fornaio e andare a lavorare lì, e non che sia reinserito nell'azienda che magari lo ha licenziato o l'ha messo in cassa integrazione.
  Questo è l'obiettivo dell'ordine del giorno. Su questo non viene data risposta perché la riformulazione cambia e dirotta questo indirizzo sul reinserimento. Allora, se il Governo pensa di poterlo accogliere attraverso l'individuazione dei percorsi di apprendistato, sono ben propenso ad accogliere la riformulazione; così come è, è di tutta evidenza che è cosa altra. Noi vogliamo che chi perde il lavoro, al pari dei lavoratori in mobilità, a prescindere dall'età anagrafica, abbia accesso ai percorsi di apprendistato. Poi non è obbligo per nessuno assumerli ma che ci sia questa possibilità noi crediamo che, in era di crisi, possa essere un vantaggio.
  Su questa possibilità il Governo in Commissione si è espresso favorevolmente. Stupisce che il parere sull'ordine del giorno consista in una riformulazione consista in l'attenzione su altro. Quindi, se non c’è un ripensamento da parte del Governo, io insisto per la votazione ma vedo che il Governo chiede la parola...

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, sulle modalità di reinserimento dei lavoratori anziani ci possono essere forme diverse. Se il proponente accetta una riformulazione del tipo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di individuare (...)», come raccomandazione, allora lo accetto nel senso che valutiamo se anche questa strada possa essere utile.

  PRESIDENTE. Onorevole Baldelli ?

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, accetto questa riformulazione nella speranza che sia contenuta anche nel pacchetto delle richieste che il Nuovo Centrodestra farà al Senato su questo decreto-legge, così che tra qualche settimana avremo il piacere e l'onore di votarla.

  PRESIDENTE. Quindi l'ordine del giorno Baldelli n. 9/2208-A/6 è accolto con questa più piccola riformulazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Paolo Bernini n. 9/2208-A/7 e Nicola Bianchi n. 9/2208-A/8, su cui il parere del Governo è favorevole.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bonafede n. 9/2208-A/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brugnerotto n. 9/2208-A/10, su cui il parere del Governo è favorevole.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Businarolo n. 9/2208-A/11, su cui il Governo ha formulato un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Businarolo n. 9/2208-A/11, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 17,35)

  Cassano... Carrescia... Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  441   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  351).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 35

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Busto n. 9/2208-A/12, su cui il Governo ha formulato un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/2208-A/12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, De Micheli, Russo, Tancredi, D'Uva, Gigli, Vitelli, Palazzotto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  445   
   Astenuti   3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  327).    

  Passiamo all'ordine del giorno Cariello n. 9/2208-A/13.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, un ripensamento sugli ordini del giorno Cariello n. 9/2208-A/13 e Castelli n. 9/2208-A/15: li accolgo così come sono.

  PRESIDENTE. A questo punto, il parere si intende favorevole.
  Prendo dunque atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cariello n. 9/2208-A/13.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Caso n. 9/2208-A/14 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caso n. 9/2208-A/14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fontana, Tancredi, Covello, Crippa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti  3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  330).    

  Ricordo che sull'ordine del giorno Castelli n. 9/2208-A/15 il parere è cambiato e che, quindi, adesso è accolto e non si insiste per la votazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cecconi n. 9/2208-A/16, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Colletti n. 9/2208-A/17, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colletti n. 9/2208-A/17, a questo punto, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rimanendo al posto, facciamo presto. Parisi, Turco, Covello, Spadoni, Galperti, Dieni, Dell'Orco. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti  3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  328).    

Pag. 36

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Colonnese n. 9/2208-A/18, Corda n. 9/2208-A/19 e Cozzolino n. 9/2208-A/20, accolti dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Crippa n. 9/2208-A/21, Currò n. 9/2208-A/22, Da Villa n. 9/2208-A/23 e Dadone n. 9/2208-A/24, su cui il parere del Governo è favorevole.
  Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Daga n. 9/2208-A/25 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Daga n. 9/2208-A/25.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  414   
   Astenuti  34   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  308).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2208-A/26, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  MATTEO DALL'OSSO. Signor Presidente, questo vorrebbe essere un appello a tutti i parlamentari presenti qui: è un invito davvero a pensare a se stessi. Io lo so che da qui alle prossime elezioni mancano quattro anni, ma con questo ordine del giorno chiedo che i contratti atipici siano inferiori al 20 per cento in un'azienda. Ora, io già me li immagino i colleghi seduti in quest'Aula cosa scriveranno nel curriculum, ve lo chiedo davvero per favore: se volete trovare lavoro, non scrivete che state facendo i parlamentari (Commenti).
  Quindi, proprio per questo vi invito a votare questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  MATTEO DALL'OSSO. Infatti, proprio con questo ordine del giorno limiterete i contratti precari in tutte le aziende (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2208-A/26, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Lombardi, Palazzotto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  447   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  330).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2208-A/27, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/2208-A/27.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Lainati, Malisani, Fioroni, Ghizzoni, Berretta, Giuliani, Piccoli Nardelli, Berlinghieri, Matarrese, Dambruoso.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 37
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  448   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  330).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2208-A/28, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Del Grosso n. 9/2208-A/28.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Borghese, Barbanti, Marazziti, Fitzgerald Nissoli, Sorial, D'Uva.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  439   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  325).    

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Ciprini n. 9/2208-A/29, con il parere contrario del Governo.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, le situazioni di disagio lavorativo sono in costante aumento: una percentuale compresa tra il 50 ed il 60 per cento delle giornate lavorative perse in un anno è correlata allo stress lavorativo. È altamente probabile che il fenomeno, quindi, aumenti in futuro, a causa dei cambiamenti in corso oggi nel mondo del lavoro.
  Il ricorso a forme di contratto di lavoro flessibile, ovvero precario, costituisce senz'altro un fattore di rischio per il lavoratore. Studi in questo senso della European agency for safety and health at work hanno individuato cinque aree di variabili che rendono emergenti i rischi psico-sociali. Al primo posto c’è l'utilizzo di nuove forme di contratto di lavoro e l'incertezza e l'insicurezza del lavoro stesso, quindi di contratti cosiddetti flessibili; poi, forza di lavoro sempre più vecchia, quindi poco flessibile e poco adattabile ai cambiamenti per mancanza di adeguato turnover; alti carichi di lavoro; tensione emotiva elevata; interferenze e squilibrio tra lavoro e vita privata, tant’è che si parla oggi di organizing violence, ovvero violenza organizzativa, frutto del capitalismo del caos, che è caratterizzato appunto da drastici processi di ristrutturazioni aziendali per adattarsi alle potenti trasformazioni produttive, commerciali e finanziarie del mercato globale, globalizzazione che avvicina e rende interdipendenti economie diverse; introduzione di criteri di lavoro flessibile, che comporta incertezza e precarietà.
  Ancora, si creano stili di vita a scadenza; c’è la richiesta di elasticità organizzativa con aumento di carichi di lavoro e degli straordinari; poi c’è una diminuzione del senso di appartenenza all'azienda da parte del lavoratore, soprattutto se precario, in quanto si limita la possibilità di instaurare e mantenere relazioni interpersonali di qualità sul posto di lavoro.
  Per tutti questi fattori, quindi, è necessario che lo Stato si faccia carico di valutare e fronteggiare i fattori di disagio esistenziali derivanti dall'utilizzo massiccio dei contratti precari e le conseguenze sulla qualità della vita del lavoratore, e sulla Pag. 38comunità sociale in generale, con l'accentuazione del ricorso al lavoro precario introdotto da questo decreto-legge.
  È necessario che lo Stato intervenga quindi per fronteggiare e prevenire le ricadute economiche sulle aziende e sulle economie nazionali derivanti dal rischio psico-sociale di disagio che subisce il lavoratore precario. A tal fine, con questo ordine del giorno si propone di istituire una commissione di analisi e studio del fenomeno del lavoro flessibile, o meglio precario, finalizzata all'analisi e al monitoraggio dell'impatto di tutta la normativa in materia di lavoro flessibile sulla precarizzazione della vita del lavoratore.
  La flessibilità esasperata ha un costo per le imprese, ma anche per l'economia nazionale. Per tali motivi, lo Stato deve farsi promotore di una politica di protezione contro gli abusi derivanti dalla precarietà del lavoro, che possono incidere sulla qualità della vita e sul benessere psico-sociale del lavoratore e della società stessa. Pertanto, si impegna il Governo ad istituire una commissione di analisi e studio, ovviamente senza oneri per le finanze dello Stato, composta da esperti del settore, per porre in essere politiche di contrasto al lavoro precario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/2208-A/29, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Laffranco, Segoni, Piccolo, Picchi, Tripiedi, Balduzzi, Guerra, Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  453   
   Votanti  449   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  331).    

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n. 9/2208-A/30, con il parere contrario del Governo.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, la lettera b) dell'articolo 2 del decreto-legge in esame ci trova profondamente in disaccordo, e non solo per divergenze di natura sostanziale con quanto statuito. C’è infatti un elemento in più, e cioè l'incredibile confusione e imprecisione con cui è stata scritta questa norma. Il legislatore dovrebbe garantire in primo luogo la certezza del diritto, mentre in questo caso tutto è davvero troppo confuso e sintatticamente mal formulato.
  Abbiamo raccolto i pareri di molti giuslavoristi, di professori emeriti, e perfino del Servizio studi della Camera: nessuno è stato in grado di fornire un'interpretazione certa e univoca della norma in questione. La lettera b) sembra prevedere per gli apprendisti di primo livello un abbassamento della retribuzione delle ore di formazione, che verrebbero retribuite al 35 per cento rispetto al complessivo monte-ore. Se così fosse, Presidente, andrebbe quanto meno specificato di che formazione stiamo parlando, visto che ne esistono di diversi tipi.
  Ricordiamo infatti che l'apprendistato di primo livello prevede in tutte le regioni italiane un minimo di 400 ore all'anno di formazione strutturata; ma poi – non dobbiamo dimenticarlo – c’è la formazione on the job, che è ancora un'altra cosa, e che è di difficile certificazione, anche in considerazione della semplificazione del piano formativo individuale previsto sempre dall'articolo 2 del decreto-legge. Occorreva dunque come minimo specificare che la formazione retribuita di meno sarà quella strutturata, e non una generica e indefinita formazione come previsto attualmente dal testo. In assenza di questa specifica, si rischia di inglobare nel computo tutte le ore di formazione, comprese quelle on the job, incentivando da una parte il lavoratore a svolgerne meno, visto che sono retribuite peggio, e dall'altra il datore di lavoro a certificarne Pag. 39un numero superiore a quello effettivo, visti i notevoli vantaggi in termini di risparmio economico.
  Proprio in virtù della poca chiarezza della lettera b), con questo ordine del giorno chiediamo al Governo di ridefinire in modo specifico e puntuale la disciplina della remunerazione percentuale del lavoratore in apprendistato di primo livello. Crediamo infatti che una normativa mirata, più completa e strutturata sia comunque necessaria, a prescindere dai contenuti, per evitare al Governo di doversi affrettare nei prossimi mesi ad emanare circolari ministeriali che chiariscano il contenuto di questa norma.
  Vorrei poi dire al sottosegretario Bobba che il decreto Brunetta, il n. 150 del 2009, ha previsto espressamente che le disposizioni contrattuali in contrasto con norme di legge imperative sono nulle e automaticamente sostituite; dunque, ha sancito la prevalenza della legge ordinaria sulla contrattazione collettiva. Quindi, visto che questo è il motivo per cui è stato dato parere negativo al mio ordine del giorno, vorrei chiedere al sottosegretario di rivedere il parere o, in alternativa, chiedo che sia posto in votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/2208-A/30, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Terzoni, Oliaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  438   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  321).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Benedetto n. 9/2208-A/31, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Patriarca, Cuperlo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  449   
   Votanti  446   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  333).    

  (Il deputato Tofalo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Onorevole Cominardi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2208-A/32, non accettato dal Governo ?

  CLAUDIO COMINARDI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, secondo i dati Isfol, i contratti a termine vengono retribuiti intorno al 28 per cento in meno rispetto ai contratti a tempo indeterminato. Quello che chiede questo ordine del giorno è l'esatto opposto, ovvero di remunerare, di retribuire maggiormente i contratti a termine in quanto contratti flessibili, contratti precari che non danno alcun minimo di garanzia. Questo ragionamento non è un ragionamento che nasce da me, un modesto deputato, ma nasce da un premio Nobel dell'economia che si chiama Joseph Stiglitz, che è stato consulente anche dell'amministrazione Obama.
  Quindi, ci sembra un ordine del giorno di buonsenso per la precarietà, la flessibilità, visto che non ha in sé tutte quelle garanzie sociali, tutti quei diritti che un contratto a tempo indeterminato ha, quantomeno una retribuzione maggiore. Non chiediamo nulla di più.

Pag. 40

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/2208-A/32, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Laffranco, Civati, Carrescia, Patriarca, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  451   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  334).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pinna n. 9/2208-A/33, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fontana, Vezzali, Sbrollini, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  447   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  332).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2208-A/34, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bazoli, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  453   
   Votanti  450   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  335).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/2208-A/35, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  436   
   Votanti  433   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  322).    

  (I deputati Covello, Fedriga, Paola Bragantini e Carrescia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'ordine del giorno Barbanti n. 9/2208-A/36 risulta ritirato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baroni n. n. 9/2208-A/37, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Basilio n. 9/2208-A/38, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Alfano, Lombardi, Lavagno, Baldassarre, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  455   Pag. 41
   Astenuti    3   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  339).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Battelli n. 9/2208-A/39, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sammarco, Berlinghieri, Boccuzzi, Terzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  449   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  317).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Uva n. 9/2208-A/40, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Pellegrino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  446   
   Votanti  443   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  331).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marzana n. 9/2208-A/41, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Dieni n. 9/2208-A/42, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Incà n. 9/2208-A/43, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rostellato n. 9/2208-A/44, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gagnarli n. 9/2208-A/45, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gallinella n. 9/2208-A/46, non accettato dal Governo.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, solo perché, al di là dell'impegno, «a valutare l'opportunità di prevedere», pensavo che sarebbe stato accolto, insomma. Sennò insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Se il Governo non intende rivedere la sua posizione, lo poniamo in votazione. Mi sembra che questa sia la posizione ferma del Governo.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gallinella n. 9/2208-A/46, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Baldassarre, Berlinghieri, Venittelli, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  446   
   Votanti  442   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  327).    

Pag. 42

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/2208-A/47, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Gigli, Chaouki, Cardini, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  444   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  329).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2208-A/48, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  La Presidenza ne approfitta anche per fare una preghiera ai colleghi, a quelli che hanno le pallette di carta incastrate dentro la postazione: quando vi si blocca la postazione, una volta che la sblocchiamo da qui, facessero almeno la cortesia di togliere la carta e provare a votare usando il dito perché guadagniamo diversi minuti.
  Manciulli, Carrescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  445   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  360).    

  Passiamo all'ordine del giorno Bechis n. 9/2208-A/49, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, per cambiare il parere sull'ordine del giorno, che viene accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/2208-A/49, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grande n. 9/2208-A/50, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo alla presentatrice dell'ordine del giorno Mucci n. 9/2208-A/51, accettato dal Governo purché riformulato, se accetti la riformulazione proposta dal Governo.

  MARA MUCCI. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Prego i colleghi intorno all'onorevole Mucci...

  MARA MUCCI. Siamo davanti a un concetto interessante, che è quello di semplificazione: si parla di smaterializzazione del DURC, che è quel documento che verifica la regolarità contributiva delle imprese e che permette loro di accedere ai bandi pubblici. Siamo davanti però anche a un decreto datato 24 ottobre 2007, già attuato e in vigore, sottosegretario, che dice chiaramente che, in caso di uno scostamento non grave pari al 5 per cento tra la soglia dovuta e quella versata con riferimento a ciascun periodo di paga, o comunque a uno scostamento inferiore ai 100 euro, ciò non determina un'irregolarità contributiva.
  Non capisco perché non si possa inserire questo limite del 5 per cento all'interno di un ordine del giorno che va in direzione della semplificazione e che aiuta anche, in un certo senso, le imprese, che Pag. 43in questo momento si trovano particolarmente in difficoltà. Tra l'altro, noi facciamo notare che spesso le imprese subiscono un DURC negativo che non dipende neanche da loro ma dipende da contenziosi giudiziari di lieve entità.
  Quindi, proprio in funzione di una semplificazione e indirizzandoci verso le imprese, cercando di aiutarle in questo momento difficile... Ci tengo a ribadire che non sempre le imprese debbono essere viste con un occhio cattivo, come se l'imprenditore volesse agire per forza in malafede: spesso agisce anche in buona fede e, soprattutto in caso di contenziosi di lieve entità, in cui magari l'imprenditore spesso non vuole trovarsi a pagare un contenzioso che non ritiene opportuno e, in presenza di uno scostamento lieve, credo che si possa inserire nell'ordine del giorno un impegno che vada in questa direzione e nella direzione di un decreto che è già attuato – lo ribadisco – e già in vigore.
  In Commissione lavoro ho presentato un emendamento che andava nella stessa direzione e che, secondo me, non è stato comunque discusso a sufficienza.
  Mi rivolgo a lei, sottosegretario, perché mi aspettavo almeno una riformulazione e una discussione in merito a un decreto che è molto importante. Io credo che sia importante ascoltare tutte le posizioni, nel momento in cui si lavora in un ambito delicato come quello di un decreto che riguarda il lavoro, ascoltando e facendo un'operazione di sintesi anche tra le forze di opposizione. È importante, e io mi rammarico del fatto che non ci sia stata questa collaborazione in Commissione.
  Adesso, almeno in fase di esame degli ordini del giorno, lei comunque riformula il mio ordine del giorno, perché non accetta un limite che già io – ribadisco – è incluso in un decreto attuato, mi chiedo se almeno l'Aula non possa valutare questo ordine del giorno in coscienza, per andare nella direzione delle imprese e aiutarle, ribadisco in una situazione di piccolo scostamento contributivo che spesso neanche dipende da loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, la discussione l'abbiamo fatta in Commissione e quando io parlo di scostamento marginale evidentemente non è molto diverso dalla formulazione della proponente.
  Comunque, siccome credo che il problema sia nelle cose, lo accetto come raccomandazione, con «a valutare l'opportunità di».

  PRESIDENTE. Nel senso che lo propone come raccomandazione ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Mucci ?

  MARA MUCCI. Signor Presidente, non accetto il parere del Governo e chiedo che sia posto in votazione, anche in funzione di un parere dell'VIII Commissione che andava nella stessa direzione e che in Commissione lavoro non è stato preso in considerazione.
  Quindi, chiedo che sia posto in votazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Librandi. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Signor Presidente, vorrei chiedere anch'io al Governo se fosse possibile esprimere parere positivo, senza cambiare il testo di questo ordine del giorno. Sono un imprenditore e in un momento di difficoltà economica Pag. 44così importante un piccolo scostamento, per di più con le garanzie di rientro, mi sembra accettabilissimo.
  Quindi, chiedo, se fosse possibile, di cambiare il parere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano...

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, volevo dire alla proponente che accolgo il suo ordine del giorno con un parere favorevole, come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, sottosegretario Bobba. Se lei lo accoglie come raccomandazione è un conto, altro è accoglierlo esprimendo parere favorevole. Allora, è bene chiarire: l'accoglimento con parere favorevole è una cosa, l'accoglimento come raccomandazione è altra cosa. Qual è il parere del Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Parere favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Va bene. Questo mi sembra che metta una parola definitiva. Quindi, l'onorevole Mucci a questo punto è soddisfatta della collaborazione. Preciso all'onorevole Pagano che il Governo ha priorità; quindi, non è che non le ho dato la parola, è che il Governo ha diritto di parlare prima.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grillo n. 9/2208-A/52, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/2208-A/53, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2208-A/54, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno L'Abbate n. 9/2208-A/54, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Lattuca, Malpezzi, Pagani, Monaco, Gioacchino Alfano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  449   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  331).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Liuzzi n. 9/2208-A/55, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chaouki, Oliaro, Lombardi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  434   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  320).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lombardi n. 9/2208-A/56, non accettato dal Governo.Pag. 45
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Berlinghieri, Capua, Gutgeld, Balduzzi, Costantino, Bosco, Gandolfi non riesce a votare; provi a votare. Vede ? Onorevole Bosco, provi a votare. Ecco, magari con le dita; provi, provi. Gallo; sì, basta il cognome, non serve il verso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  453   
   Votanti  450   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  334).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2208-A/57, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  447   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  333).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mannino n. 9/2208-A/58, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  437   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  325).    

  (Il deputato Gigli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Micillo n. 9/2208-A/59, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2208-A/60, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  448   
   Votanti  445   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  313).    

  (Il deputato Ermini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2208-A/61, con il parere contrario del Governo.

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, sono appena passate le vacanze pasquali e migliaia di lavoratori sono stati costretti a lavorare comunque durante le festività. L'ultimo contratto collettivo del commercio dispone che le domeniche vengano retribuite solamente con una maggiorazione, in poche parole, simbolica. In pratica, su sei ore lavorative di domenica spettano in busta paga appena 12 euro Pag. 46lordi in più. Il precedente contratto prevedeva un aumento di 80 euro a lavoratore. È vero che la famiglia non ha un prezzo, però almeno che venga riconosciuto un minimo, un'indennità per il lavoro extra mi sembra il minimo. Questo decreto di Renzi, tra l'altro, contribuirà a precarizzare ulteriormente il lavoro: è praticamente un dato di fatto. Noi abbiamo fatto numerose proposte: ad esempio, il lavoratore con contratto a termine per noi deve avere una retribuzione più alta rispetto ai lavori a tempo indeterminato. Il MoVimento 5 Stelle ha proposto che fosse riconosciuto al lavoratore precario un'indennità aggiuntiva pari al 30 per cento della retribuzione ordinaria.
  Sempre in tema di indennità, con questo ordine del giorno chiediamo una maggiorazione dell'indennità per chi lavora durante le festività e cercheremo di inserire questa misura anche nella legge che è in discussione da un anno in Commissione attività produttive – ripeto da un anno – ormai c’è il testo che ha la muffa sopra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ricordiamo che è una proposta di legge per i lavoratori e per le piccole e medie imprese. Non si può più aspettare: oltre alle promesse vorremmo anche dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Romano. Ne ha facoltà.

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, intanto ci fa piacere notare che i 5 Stelle hanno preso in prestito un'idea che era di Scelta Civica, nel senso che la proposta di una maggiorazione dei compensi per quei lavoratori del commercio che lavorano la domenica, a cui noi aggiungevamo anche una forma di integrazione economica per quei piccoli commercianti che devono competere invece con la grande distribuzione, è una proposta che Scelta Civica ha fatto per voce del nostro collega Luciano Cimmino in Commissione attività produttive.
  Ma voglio anche far notare che vi è in questo ordine del giorno del MoVimento 5 Stelle una presa d'atto neutrale, o almeno non negativa, della legge che ha liberalizzato le aperture commerciali, che è stata una legge, un argomento, che non ha una valenza ideologica, ma va, appunto, nella direzione dell'aumento dell'occupazione e dell'incremento dell'ossigenazione di un settore, come quello commerciale, che in questi ultimi anni è stato gravemente colpito dalla crisi. Per queste valutazioni e rimarcando il fatto che è un'idea che nasce da Scelta Civica, da parte nostra vi è un invito al Governo a ripensare, eventualmente, il giudizio negativo su questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, vorrei replicare, se possibile, attraverso la Presidenza, al «signore» di Scelta Civica, che, per quanto riguarda l'indennità di precarietà, cioè la maggiorazione della retribuzione dei contratti a termine, questa è nella prefazione di un libro che si chiama Schiavi moderni, che vi consiglio di leggere. È lì che è nata la proposta, nel 2006, quando Scelta Civica ancora non esisteva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ciao !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/2208-A/61, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  ANDREA ROMANO. Deve parlare il Governo !

  PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare il Governo ? No. Onorevole Romano, qual è il problema ? Il Governo non ha chiesto la parola: la Presidenza non ha motivo per negarla al Governo, a maggior ragione avendo priorità sul dibattito parlamentare. Colleghi, allora !Pag. 47
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  423   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  307).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Luigi Di Maio n. 9/2208-A/62, sul quale vi è il parere favorevole del Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Manlio Di Stefano n. 9/2208-A/63, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Gigli, Moretti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  440   
   Astenuti   4   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  311).    

  (Il deputato Zardini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Vita n. 9/2208-A/64, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baldassarre, Pini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  449   
   Astenuti  3   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  331).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Frusone n. 9/2208-A/65, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Roberta Agostini...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  444   
   Astenuti  3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  330).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/2208-A/66, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Baldassarre, Milanato, Lavagno...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  437   
   Astenuti  4   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  325).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole Pag. 48e la deputata Amoddio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rizzetto n. 9/2208-A/67, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baldassarre, Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  446   
   Astenuti  4   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  332).    

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/2208-A/68.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, sinceramente non comprendo le ragioni della bocciatura dell'ordine del giorno a mia firma visto che l'impegno che è richiesto al Governo è molto soft, lo rileggo nuovamente: «considerare l'opportunità di innalzare fino a quarant'anni di età la fascia di lavoratori per l'assunzione dei quali l'azienda ha diritto a percepire incentivi». Penso che in un momento in cui la disoccupazione è al 12,9 per cento e visto che la fascia di età maggiormente colpita è quella dei trentenni e dei quarantenni si darebbe, approvando questo ordine del giorno, un bel segnale a queste persone che più di altre hanno bisogno di una speranza. Quindi, io chiedo al Governo, in qualche modo, di ripensarci altrimenti mi rimetto al parere dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, per coerenza con quanto abbiamo fatto con l'ordine del giorno Baldelli lo accolgo come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Massimiliano Bernini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2208-A/68, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2208-A/69 sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, si tratta di un ordine del giorno sul tema dell'occupazione in ambito agricolo che chiede di valutare la possibilità di incentivi per tipologie di contratto specifiche del comparto, per le peculiarità di questo settore che prevede anche contratti non di 365 giorni l'anno, ma di solo 230 giornate.
  Pensare all'occupazione nell'agricoltura in Italia è fondamentale per evitare anche di cadere nelle derive di questi tempi, quelle previste anche dal Trattato transatlantico per cui si deve dare spazio agli OGM, dare spazio alla speculazione degli impianti a biogas che diventano le uniche alternative per gli imprenditori agricoli. Invece, cercando di stimolare in qualche modo i contratti potrebbe esser un modo per riportare l'agricoltura ad una sostenibilità, a valorizzare la risorsa nazionale e la tipicità e tutti i prodotti che l'Italia può esprimere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/2208-A/69, con il parere contrario del Governo.Pag. 49
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Parisi, Palese, Greco, Matarrese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge(Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  442   
   Astenuti  5   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  311).    

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Lupo n. 9/2208-A/70, con parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, non accetto la riformulazione e insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti, il parere si intende contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupo n. 9/2208-A/70.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccolo, Baldassarre, Bianconi, Piccoli Nardelli, Roberta Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  424   
   Astenuti  19   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  307).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Parentela n. 9/2208-A/71, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Parisi, Chiarelli..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  440   
   Astenuti  4   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  309).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fantinati n. 9/2208-A/72, accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/2208-A/73, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso ? Misiani ? Monaco ? Verini ? Fioroni ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  418   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  328).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fico n. 9/2208-A/74, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Romano ? Gigli ? Baldassarre ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 50

   (Presenti  434   
   Votanti  430   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  322).    

  (Il deputato Tullo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Petraroli n. 9/2208-A/75, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2208-A/76, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zardini ? Monchiero ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  444   
   Votanti  409   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  20    
    Hanno votato
no  389).    

  (I deputati Terzoni e Parentela hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Attaguile n. 9/2208-A/77, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lombardi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  353   
   Astenuti   92   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  43    
    Hanno votato
no  310).    

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/2208-A/78, con parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/2208-A/79, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani ? Verini ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  429   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  43    
    Hanno votato
no  386).    

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Malisani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buonanno n. 9/2208-A/80, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fraccaro ? Lombardi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  346   
   Astenuti   91   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
  17    
    Hanno votato
no  329).    

Pag. 51

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Busin n. 9/2208-A/81, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, sorprende il parere che ha voluto dare il Governo su un ordine del giorno che chiede che il Governo si impegni ad abbassare il costo del lavoro. È stato uno dei principali interventi, nell'insediamento sia del Governo Letta che del Governo Renzi. Quando un ordine del giorno impegna il Governo ad emanare decreti per abbattere il costo del lavoro, il Governo dà parere contrario. Ne prendiamo atto e capiamo che è l'ennesima contraddizione di questo Governo.

  PRESIDENTE. Se il Governo non intende intervenire, lo poniamo in votazione con il parere contrario del Governo.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, posso accoglierlo ricordando all'onorevole Fedriga che è stato appena fatto un provvedimento. Comunque, lo accogliamo come raccomandazione, non fa male.

  PRESIDENTE. Se l'onorevole Fedriga non si offende, a questo punto...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, no, chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti, perché oltretutto non è stato diminuito di un euro il costo del lavoro. L'IRPEF, se verranno trovate le coperture, non diminuisce il costo del lavoro dell'impresa. Mi auguro che almeno il Governo sappia quello che scrive all'interno del Consiglio dei ministri.

  PRESIDENTE. Allora, il Governo ha proposto di accoglierlo come raccomandazione, lei insiste per la votazione, però a questo punto il parere del Governo si intende contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busin n. 9/2208-A/81, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nardella, Casellato, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  439   
   Astenuti  6   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 133    
    Hanno votato
no  306).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2208-A/82, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  354   
   Astenuti  86   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  302).    

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la Pag. 52votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2208-A/83, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/2208-A/84, con il parere contrario del Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2208-A/84, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vignali... Provi a votare anche con le dita, aiuta. Vede ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  431   
   Astenuti  3   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
  19    
    Hanno votato
no  412).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2208-A/85, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, anche questo ordine del giorno chiede l'abbattimento del cuneo fiscale a due cifre, però colgo l'occasione di questo intervento per prendere atto che sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2208-A/84, che prevedeva di portare nuovamente ad otto le proroghe, il Nuovo Centrodestra ha votato contro. Prendiamo atto della coerenza di questo importante movimento politico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2208-A/85, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dallai, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  434   
   Astenuti  8   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  329).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/2208-A/86, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini, Fitzgerald Nissoli, Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  435   
   Votanti  431   
   Astenuti  4   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 133    
    Hanno votato
no  298).    

  Siamo all'ordine del giorno Molteni n. 9/2208-A/87, non accettato dal Governo.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, lo accolgo.

  PRESIDENTE. Non si è capito, può ripetere ?

Pag. 53

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, lo accolgo.

  PRESIDENTE. Perfetto. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/2208-A/87, ora accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2208-A/88, non accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2208-A/88, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  438   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  414).    

  (I deputati Marcon e Terzoni hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/2208-A/89, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pellegrino... Malisani... Spessotto... Colletti... onorevole Grande, non riesco a vedere se la collega dietro è riuscita a votare... A posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  429   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 103    
    Hanno votato
no  326).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2208-A/91, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli... Monchiero... Berlinghieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  439   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  304).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caon n. 9/2208-A/92, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nissoli Fitzgerald... Gigli... Monchiero... Fanucci... De Micheli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  319   
   Astenuti  123   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
  18    
    Hanno votato
no  301).    

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2208-A/93, accettato dal Governo, purché riformulato.Pag. 54
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gregori n. 9/2208-A/94, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giacobbe n. 9/2208-A/95 accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rigoni n. 9/2208-A/97, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Onorevole Spessotto, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2208-A/98, accolto dal Governo come raccomandazione ?

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, chiedo al Governo di rivedere il suo parere e di cambiarlo in parere favorevole, in quanto chiedo una cosa del tutto... Che non dovrei neanche chiederla io, sinceramente, questa cosa, perché chiedo che venga semplicemente emanato un decreto attuativo collegato ad un decreto del 2012 che non è mai stato emanato, per dare la possibilità alle imprese di godere di agevolazioni fiscali se assumono dipendenti altamente qualificati. Quindi se il Governo non accetta questo ordine del giorno, praticamente fa una cosa contraria a quello che ha stabilito il Governo con un decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accetta l'ordine del giorno Spessotto n. 9/2208-A/98.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Spessotto n. 9/2208-A/98, accettato dal Governo.
  Onorevole Sibilia, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2208/99, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, il problema è che la riformulazione comporta un cambiamento, un'aggiunta di queste parole: «compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica». Allora io rivolgo una sfida: sfido il sottosegretario ad ascoltare queste parole che gli leggerò, dopodiché vediamo se si antepone la finanza pubblica a questo, al problema dei lavoratori che sono affetti da patologie asbesto correlate. Le leggo un passo, uno scritto che mi hanno mandato dai comitati dei lavoratori dell'ex Isochimica che dicono questo.
  «Ancora oggi gli ex lavoratori di Isochimica lottano per riaffermare: il diritto alla vita ed alla giusta sopravvivenza perché contaminati sul posto di lavoro ed ammalati di patologie gravi ed irreversibili per aver bonificato rotabili delle Ferrovie dello Stato; i diritti civili e di civiltà in favore delle popolazioni di Borgo Ferrovia di Avellino per anni ed ancora esposti a gravi contaminazioni; lottano per l'eliminazione dei rischi ambientali a cui la popolazione è esposta da trent'anni. Oggi, i lavoratori ex Isochimica chiedono alle istituzioni tutte, ed ognuna per il proprio ruolo, con forza di colmare e superare i limiti legislativi che li penalizzano e che li discriminano (...). Al momento questi lavoratori, che hanno una età media intorno ai 50-55 anni, sono tutti contaminati dall'amianto, riconosciuti affetti da malattia professionale dall'Inail, sono provati fisicamente e psicologicamente, logorati dalle proprie paure e dal senso di impotenza rispetto all'impossibilità di assicurare la propria sopravvivenza e tantomeno quella delle proprie famiglie. Molti degli ex lavoratori sono disoccupati e non trovano collocazione a causa della patologia contratta per motivi lavorativi, essi vengono discriminati ed esclusi dalla possibilità di reimpiego, mentre coloro che hanno la fortuna di aver conservato ancora un lavoro temono di essere licenziati e di perdere l'unico sostegno economico familiare; altri rimangono sui posti di lavoro quando non potrebbero invece lavorare».
  Allora, io le chiedo se oggi, visto che questa situazione si protrae dal 1988, caro Pag. 55sottosegretario, sia il caso di riformulare ancora una volta un ordine del giorno. La risolviamo questa situazione o no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, mi ha convinto: lo accolgo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, allora passiamo all'ordine del giorno Di Salvo n. 9/2208-A/100, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato, di cui prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione.
  Ordine del giorno Pannarale n. 9/2208-A/101, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Indìco...

  ANNALISA PANNARALE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Pannarale, ne ha facoltà, con la preghiera di farcelo sapere un po’ prima.

  ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, volevo cogliere l'occasione per invitare il Governo a rivedere attentamente questo parere negativo che è stato dato al nostro ordine del giorno, e credo che si tratterebbe di senso di responsabilità nei confronti del Paese, visto che, in realtà, ci stiamo sottoponendo al rischio dell'apertura dell'ennesima procedura di infrazione da parte della Commissione europea nei confronti dell'Italia, con tutte le conseguenze economiche e procedurali che questo comporta.
  Questo in ragione di una contraddizione stridente, che noi rileviamo in questo ordine del giorno, tra l'articolo unico di questo provvedimento che, dietro il termine ormai abusato e anche, come sappiamo, deformante, di semplificazione, in realtà, facilita il ricorso ai contratti a termine e, quindi, alla precarizzazione dei rapporti di lavoro, e la direttiva del Consiglio europeo del giugno del 1999, che è la direttiva sui contratti a tempo determinato, che, invece, cerca di normare e di dare garanzie, partendo dal fatto che, invece, la forma comune di rapporto di lavoro debba essere il contratto a tempo indeterminato.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ANNALISA PANNARALE. Questa direttiva importante ci ricorda come il ricorso ai contratti a tempo, in realtà, non possa costituire una regola, come si sta cercando di fare; ci ricorda che è sempre legato ad un'analisi puntuale di quelle che sono le specificità occupazionali di ogni settore, comprese le attività stagionali; ci ricorda che tutti i lavoratori che sono costretti a dei contratti a tempo determinato devono essere, comunque, tutelati da ogni discriminazione e da ogni abuso. E noi riteniamo che sia un abuso anche quello che prevede questo testo in discussione, cioè il fatto che si possa prorogare per ben cinque volte un contratto a termine nell'arco di 36 mesi, come se per tre anni si debba costantemente stare con l'ansia di un rinnovo del contratto, peraltro, senza l'esplicitazione di una causale.
  Allora, a noi sembra che un legislatore si debba preoccupare, invece, di chiedere al Governo di impegnarsi per sentire tempestivamente la Commissione europea e per informare questo Parlamento sulla compatibilità tra l'articolo di questo decreto e la direttiva europea in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. A questo punto se non vi sono riposizionamenti del Governo sul parere, lo pongo in votazione...

Pag. 56

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Cominardi, lei ha già parlato due volte, non può intervenire ulteriormente.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pannarale n. 9/2208-A/101, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Fanucci, Galperti, Rughetti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  436   
   Votanti  432   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  317).    

  (Il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/2208-A/102, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, debbo dire che sono sorpreso dal parere negativo del Governo: l'ordine del giorno tenderebbe a mettere tra le priorità di questo Governo la scuola e soprattutto la qualità dell'insegnamento attraverso il superamento di una condizione sempre più estesa del lavoro dentro la scuola, cioè la precarietà sempre più diffusa in tutte le categorie di lavoratori e di lavori che nella scuola si applicano. Tra l'altro, vorrei dire che non è nemmeno la forzatura di una sinistra estremista. Per dirla con una battuta, mentre al PD lo chiedono Mario e Giulia, qui, di superare il precariato, ce lo chiede l'Europa. Probabilmente faremo noi questi manifesti per la campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, va bene, lo accolgo.

  PRESIDENTE. A questo punto procediamo oltre.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Placido n. 9/2208-A/103, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Placido, può estrarlo il microfono, senza genuflettersi, prego.

  ANTONIO PLACIDO. Signor Presidente, in questo caso non si comprende la motivazione del parere del Governo, a differenza di quello precedente, sebbene ci sembri che, essendo stata annunciata l'iniziativa prevista nel Job Act del contratto a tutele crescenti, si possa immaginare – mi rendo conto che può sembrare una soluzione di ultima istanza a questo punto della discussione – che tutto quanto previsto in questo decreto, in violazione della direttiva europea che immagina che il contratto a tempo determinato sia un'eccezione alla regola che prescrive il tempo indeterminato come forma comune di rapporto di lavoro, costituisca un'eccezione limitata a un solo anno di sperimentazione.

  PRESIDENTE. In questo caso il Governo non intende intervenire.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Placido n. 9/2208-A/103, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 57

  Lupo, Terrosi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  429   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  312).    

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ferrara n. 9/2208-A/104, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Signor Presidente, noi qui ci chiediamo come mai sia possibile che, anche in presenza di un aumento del 20 per cento del complessivo dei rapporti di lavoro a tempo, su ovviamente il complessivo impiegato a tempo indeterminato, non solo vi sia un aumento, ma che addirittura non sia prevista nessuna possibilità di stabilire in queste aziende quante siano le percentuali e le funzioni che le lavoratrici e i lavoratori svolgono. Per cui, diciamo che si scrive una norma, però non si ha alcuna certezza, in quanto non c’è nessuno che sia in grado di stabilire se questo 20 per cento è vero o non è vero.
  Pertanto, noi chiediamo una cosa semplicissima: quella di introdurre l'obbligo per le imprese di rendere noti i loro organici a chi ne fa richiesta. In questo caso, penso alle organizzazioni sindacali; come vale anche per i centri dell'impiego, che dovrebbero dar conto su richiesta, e prevedere anche sanzioni qualora le imprese sforino il rapporto che è stabilito da voi al 20 per cento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferrara n. 9/2208-A/104, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  425   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  310).    

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Duranti n. 9/2208-A/105.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, lo abbiamo già detto, che le novità introdotte dal decreto-legge che stiamo convertendo comportano uno snaturamento del contratto a tempo determinato, una possibile violazione della direttiva europea recepita dall'Italia in materia di tali contratti e una forte riduzione dei diritti dei lavoratori. In questo ordine del giorno noi ci riferiamo al cosiddetto diritto di precedenza del lavoratore a tempo determinato; e vi chiediamo di approvare questo ordine del giorno, di cambiare il parere su questo ordine del giorno, per rendere effettivo l'esercizio di tale diritto. Chiediamo al Governo semplicemente di impegnarsi a disciplinare in maniera più organica l'esercizio del diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato da parte dei datori di lavoro che ricorrono a contratti a tempo determinato, rimettendo la definizione di criteri uniformi alla contrattazione collettiva, e prevedendo la predisposizione di graduatorie: introducendo cioè l'obbligo per le imprese di motivare la mancata assunzione con contratto dipendente a tempo indeterminato del lavoratore che sia stato impiegato con contratto di lavoro a tempo determinato. È previsto un diritto, il cosiddetto diritto di precedenza: vi chiediamo di normarlo in maniera più organica per renderlo effettivo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duranti n. 9/2208-A/105, con il parere contrario del Governo.Pag. 58
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Piras...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  343   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  32    
    Hanno votato
no  311).    

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Airaudo n. 9/2208-A/106.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, con questo ordine del giorno noi cerchiamo di invitare il Governo attraverso quest'Aula a riflettere su un errore che pervicacemente sull'apprendistato si sta protraendo. Si continua a pensare che il contratto di apprendistato stenti a decollare, e si pensa che questo stentato decollo sia dovuto ad un eccesso di complicazione, ad una mancata semplificazione. Addirittura – e questa volta tocca a noi difenderlo, visto che altri, che pur l'hanno votata e sostenuta, non l'hanno fatto – si dà una colpa che la riforma Fornero non ha; e visto che molti di quelli che sono in quest'Aula li hanno votati, questi provvedimenti, questa volta la povera ex Ministra Fornero non c'entra nulla, perché la disaffezione nei confronti dell'apprendistato inizia da ben prima: inizia almeno dal 2008.
  Noi pensiamo che lo scarso ricorso all'apprendistato abbia diverse ragioni ma le ragioni principali sono dovute al fatto che le regioni hanno ridotto le risorse per la formazione, l'offerta formativa pubblica si è ridotta e le risorse stanziate per il 2012 dalle regioni sono scese a 161 milioni, con una riduzione del 16 per cento. Allora, è assai curioso che si carichi sui lavoratori, coloro i quali devono fare l'apprendistato, la responsabilità che sta in capo a chi non finanzia o non mette neanche a punto i profili necessari.
  Allora, vi chiediamo, visto che c’è un disegno di legge che inizierà tra poco ad essere discusso al Senato, di contrastare il tentativo di trasformare il contratto di apprendistato in un contratto nel quale scompare e viene ridotta fortemente la componente formativa e quindi a rivedere, in sede di approvazione del disegno di legge già a partire dal Senato – e che fa parte di quelle azioni per il lavoro che il Presidente Consiglio ha promosso – la disciplina e a rimettere per iscritto il piano formativo individuale, vigilando che la sua sinteticità, che avete previsto, non si trasformi in una mera ripetizione di clausole di stile o di sterili precedenti standard e quindi di individuare, insieme alle regioni, le risorse necessarie; quindi, a ripristinare l'ordine corretto delle azioni. Se non ci sono i finanziamenti per l'apprendistato, se le regioni non lo rifinanziano, se le regioni non sono indotte a definire i profili, come pensate che questo apprendistato possa essere utilizzato e diventare una forma prevalente ? Con questo ordine del giorno vi invitiamo ad impegnarvi nel disegno di legge a ricostruire gli strumenti che lo rendono fruibile per il suo scopo principale: formare al lavoro, non sottopagare il lavoro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà per due minuti.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, solo per dire che voteremo favorevolmente questo ordine del giorno perché anche noi crediamo che tutte le modifiche che questo decreto introduce alla disciplina del contratto di apprendistato siano peggiorative. Noi riteniamo che l'apprendistato debba necessariamente prevedere la formazione obbligatoria, altrimenti viene meno la ragione d'essere stessa di questo contratto. Ricordiamo che questo è un contratto a causa mista, quindi poggia su due basi imprescindibili: da una parte, il lavoro ma, dall'altra, la formazione.Pag. 59
  Se si elimina l'obbligo della formazione pubblica nell'apprendistato professionalizzante, il contratto di apprendistato diventa un semplice contratto di somministrazione, peraltro retribuito molto peggio. Quindi, con questo decreto quello che stiamo facendo è semplicemente creare manodopera minorenne a basso costo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/2208-A/106, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  419   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  304).    

  Passiamo all'ordine del giorno Palazzotto n. 9/2208-A/107.
  Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, considerando anche quanto abbiamo fatto con l'ordine del giorno Mucci, penso che questo tavolo tecnico sia opportuno e quindi accolgo l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il parere è quindi favorevole. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Palazzotto n. 9/2208-A/107.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2208-A/108 su cui il parere del Governo è contrario. Chiederei ai colleghi vicini all'onorevole Sannicandro se possono metterlo nelle condizioni...anche i colleghi sottostanti...Collega Palazzotto per favore...

  ARCANGELO SANNICANDRO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, con questo ordine del giorno noi chiediamo al Governo di compiere un ulteriore sforzo, che pur riconosciamo che nell'articolo relativo ai contratti di solidarietà è stato compiuto, e di fare un ulteriore sforzo in termini di provvista di somme di denaro per essere all'altezza della gravi crisi che attanaglia il settore delle piccole e medie imprese e soprattutto di ampliare la platea degli aventi diritto perché, come è noto, i contratti di solidarietà non sono utilizzabili da tutti i datori di lavoro. Questo è l'impegno che noi chiediamo al Governo con questo ordine del giorno.
  Faccio presente che, dal mio punto di vista, la norma sul contratto di solidarietà è l'unica norma che effettivamente in questo decreto-legge volge uno sguardo alla realtà, cioè alla realtà della crisi occupazionale che sta devastando le famiglie italiane, perché – è inutile che ci prendiamo in giro – dagli altri articoli, cioè quelli che precarizzano ulteriormente il lavoro, non scaturirà un nuovo posto di lavoro. Guardate, io ritengo proprio beffarda anche l'intitolazione del decreto-legge, laddove è scritto: «Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione», e voglio ricordare all'Aula che questa espressione è la stessa che viene usata da trent'anni; appare la prima volta in un decreto-legge del 1983 e tutti gli altri che sono seguiti e che hanno smantellato a poco a poco i contratti di lavoro a tempo indeterminato sono tutti decreti-legge che recano l'intitolazione: «Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione». Non ci prendiamo in giro, è evidente che un datore di lavoro... io nel mio Pag. 60piccolo, come professionista, sono un datore di lavoro e ho avuto sempre operai o dipendenti a tempo indeterminato, mai a tempo determinato, perché quando ho aperto lo studio professionale, non ho mai pensato di aprirlo a tempo determinato, per cui non ho mai concepito che potessi avere delle segretarie, dei segretari o dei collaboratori di studio a tempo determinato, perché non sarebbe stato nel mio interesse, perché la professionalità che costoro avrebbero acquisito durante gli anni di servizio non ero così sciocco da disperderla in giro per il mercato del lavoro e metterla a disposizione di altri professionisti. È evidente che, d'altronde, anch'io ho assunto a tempo determinato, ma quando ciò era giustificato dalla natura delle cose. Se le mie segretarie sono andate in maternità – parlo di vita vissuta – è evidente che nessuna legge mi impediva – anzi la legge me lo consentiva proprio in quei casi – di assumere in supplenza delle lavoratrici e dei lavoratori in sostituzione delle lavoratrici o dei lavoratori che andavano in gravidanza o in malattia o al servizio militare. È evidente che un datore di lavoro assume solo ed esclusivamente se ha commesse sufficienti per impiegare la mano d'opera, non assume se non ha commesse, non sarà mai una legge sulla regolamentazione del contratto di lavoro che spingerà un datore di lavoro ad assumere. Non è un dibattito che noi possiamo fare dialetticamente, è un dibattito che si può fare soltanto se noi diamo uno sguardo alla realtà. Sono trent'anni che si è a poco a poco messo mano a ridimensionare la portata del contratto di lavoro a tempo indeterminato, ditemi voi quando mai l'occupazione è cresciuta. L'occupazione è cresciuta esclusivamente quando il contratto di lavoro diventò la regola generale e il contratto a termine l'eccezione vera: solo nel 1962 in Italia abbiamo avuto una svolta vera, quando si passò dalla generalità del contratto a termine come contratto normale alla regola generale del contratto di lavoro a tempo indeterminato.
  Ora, ripeto, fatta la tara di tutti gli articoli che ridimensionano il contratto di lavoro a tempo indeterminato, rimane l'articolo sui contratti di solidarietà, che è la vera e unica norma di questo decreto-legge che sostanzialmente, come ho già detto, lancia uno sguardo sulla realtà. Allora, se vogliamo veramente venire incontro alle imprese, dobbiamo intervenire, ampliando la platea delle imprese che possono ricorrere a questo contratto e dobbiamo anche aprire i «cordoni della borsa» per dare maggiore sostegno alla possibilità della contrattazione di solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo).

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, poiché il tema è rilevante – parlo dei contratti di solidarietà – e in coerenza anche con un altro ordine del giorno che aveva un argomento analogo, propongo al proponente una riformulazione che inserisca la formula «compatibilmente con i vincoli della finanza pubblica»; accetto pertanto l'ordine del giorno con tale riformulazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sannicandro n. 9/2208-A/108 così riformulato.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Nicchi n. 9/2208-A/109, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, io chiederei al Governo di fare uno sforzo in più perché vorrei che all'Aula fosse chiaro – siamo stanchi e abbiamo votato molti ordini del giorno – che qui stiamo parlando di quei lavoratori dei Centri per l'impiego, cioè quelli che dovrebbero – e sappiamo tutti come funzionano e come non funzionano – favorire l'incontro tra domanda ed offerta.Pag. 61
  In questi centri per l'impiego, vi sono moltissimi precari da anni, che vanno a rinnovi annuali. La proposta che ci fa il Governo – lo dico al sottosegretario – elude il tema della stabilizzazione. Allora, io mi chiedo: come si pensa di fare un provvedimento per il lavoro, come si pensa di fare questo, basandosi sul mantenimento del precariato di coloro i quali dovrebbero favorire l'incontro tra domanda e offerta ? Il tema della stabilizzazione è decisivo e bisogna stabilizzarli se vogliamo almeno metterli in condizione di avere l'organico per funzionare perché, senza i precari, chiuderebbero quei centri e chiunque li abbia frequentati lo sa.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, se i presentatori accettano lo stesso vincolo che il Governo ha posto all'ordine del giorno precedente presentato dall'onorevole Sannicandro, n. 9/2208-A/108, a me sta bene.

  PRESIDENTE. Onorevole Airaudo, accetta la riformulazione ?

  GIORGIO AIRAUDO. In riferimento alla stabilizzazione ? Sì, accettiamo la riformulazione.

  PRESIDENTE. Prendo quindi atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Nicchi n. 9/2208-A/109.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento.
  Avverto che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 19,30. Prego i colleghi che stanno uscendo dall'Aula di farlo in silenzio.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,10).

  MARIALUCIA LOREFICE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, Paolo Borrometi è un giovane giornalista, un professionista serio, libero e coraggioso.
  Qualche giorno fa, presso la sua abitazione ...

  PRESIDENTE. Abbia pazienza. Colleghi, per favore ! Non faremo altre votazioni, quindi chi deve lasciare l'Aula lo faccia in silenzio. Chi rimane in Aula è altrettanto pregato di rimanere in silenzio.
  Onorevole Lorefice, mi dispiace, ma questo è il problema degli interventi di fine seduta. Prego.

  MARIALUCIA LOREFICE. Paolo Borrometi è un giovane giornalista, un professionista serio, libero e coraggioso.
  Qualche giorno fa presso la sua abitazione ad aspettarlo c'erano due individui con il passamontagna che l'hanno sorpreso alle spalle e pesantemente malmenato.
  Non si conoscono i motivi dell'aggressione, ma appare lecito il collegamento con la sua attività lavorativa. Da tempo, si occupa di temi scottanti, che interessano il territorio ragusano. Recentemente, si è occupato dell'omicidio del giovane Ivano Inglese, un impiegato incensurato di Vittoria, assassinato con diversi colpi di pistola la sera del 20 settembre del 2012.
  Paolo ha rivolto parole dure e di sfida agli autori del delitto; ha parlato – ed è stato criticato per averlo fatto – di silenzi imbarazzanti e di forme di omertà che, chi nasce nella nostra terra, la Sicilia, conosce benissimo.
  Qualche giorno fa abbiamo incontrato Paolo e ci ha detto: «La nostra terra non può essere solo terra di eroi, lapidi e Pag. 62commemorazioni. Io la amo e per questo non me ne andrò». Non ci si può indignare solo quattro o cinque volte l'anno in occasione dei giorni della memoria di tutti quei grandi uomini che, purtroppo, rischiano di essere considerati tali solo in quelle occasioni. È il loro esempio che va preso, abbracciato e sposato e invece ci sono stati solo silenzi.
  Queste sono le sue parole e le istituzioni, per prime, avrebbero dovuto prendere una posizione forte di condanna nei confronti di quegli aggressori perché non è più il tempo per avere paura e per chinare la testa: è il tempo del coraggio, come quello dimostrato da Paolo e da chi crede ancora nella legalità.
  E un messaggio, Presidente, voglio mandarlo proprio a Paolo: «Grazie per il tuo impegno, per il coraggio che metti nelle battaglie che porti avanti, perché siamo convinti che quel sistema marcio, che sono la mafia e la criminalità organizzata, grazie a persone come te verranno un giorno sradicate definitivamente dalla terra del sole, che è la nostra amata Sicilia. E allora rinascerà, rinascerà più libera e bella che mai» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DALILA NESCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Invito i colleghi a rimanere in silenzio e chi non è interessato a uscire dall'Aula. Non ci saranno votazioni, quindi potete uscire tranquillamente. Prego, onorevole Nesci.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, colleghi, in Calabria...

  PRESIDENTE. Anche i colleghi intorno all'onorevole Nesci se è possibile...

  DALILA NESCI. In Calabria si sta consumando una violenza inconcepibile. Il sito del quotidiano l'Ora della Calabria è bloccato. Il liquidatore della società editoriale, dopo avere tranquillizzato la redazione, ha improvvisamente comunicato, tramite mail, l'impossibilità di stampare il giornale per motivi di costi. Dopo il «no» alla stampa è seguito uno strano oscuramento del sito ufficiale (al riguardo è stato anche presentato un esposto in procura).
  Nei giorni successivi il direttore Luciano Regolo aveva scritto un editoriale sui famosi «accordoni», ovvero quella pratica, tutta made in Calabria, di intese politiche nascoste per ampliare il potere e gli affari personali. Per chi non lo sapesse, ricordo che Regolo denunciò con coraggio le pressioni subite per togliere da lOra della Calabria le notizie scomode di un'indagine a carico del figlio del senatore Tonino Gentile, allora fresco di nomina a sottosegretario per le infrastrutture, del Nuovo Centrodestra, il partito dell'ignaro Ministro dell'interno Angelino Alfano e del «governatore» della Calabria Giuseppe Scopelliti, condannato per falso, dimissionario a giorni alterni e pure oggi candidato alle europee. In rete è diventata famosissima la grottesca telefonata dello stampatore De Rose, che invitava il proprietario del giornale Alfredo Citrigno a «liberarsi» di quella notizia.
  Allora, per riassumere, decine di giovani giornalisti sfruttati per anni rischiano il posto di lavoro e il futuro a causa di uno squallido gioco di potere tra una parte politica e un pezzo dell'imprenditoria malata calabrese, che fa soldi compiacendo il potere e imponendo ai giornalisti calabresi cosa scrivere e cosa non scrivere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora diteci, Governo e colleghi, calabresi e non, da che parte state, se state dalla parte dell’Ora della Calabria o se state dalla parte del cinghiale. Ditecelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  ANTONIO BOCCUZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Invito, ancora una volta, i colleghi che non sono interessati a lasciare l'Aula e quelli che restano in Aula a rimanere in silenzio. Prego. Colleghi !

  ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, nella giornata di domani ci sarà, a Pag. 63distanza di oltre sei anni, la sentenza in Cassazione del processo Thyssen. Nella notte del 6 dicembre 2007 persero la vita sette ragazzi, sette lavoratori, sette uomini, sette miei cari amici. Morirono arsi vivi, inghiottiti in un terribile incendio. Un attimo prima parlavamo insieme, un momento dopo riconobbi Angelo solo dalla sua voce. Era ridotto la metà di quell'omone che avevo conosciuto. Era tutto bianco. I vestiti erano stati spazzati via dalle fiamme. Poco distante Roberto, con il corpo semicarbonizzato, rantolava soffocato dai fumi. Dalle fiamme le urla disperate di Antonio, Giuseppe, Rocco, Rosario e Bruno.
  Ho sempre concepito il luogo di lavoro come il mezzo per realizzare un desiderio, un sogno, una vita. In quella notte scoprimmo che può trasformarsi in luogo di orrore e di morte. Da allora il tempo non si è fermato, ha continuato a scorrere, «scristallizzato» intorno a noi nell'attesa che si giungesse ad un giudizio definitivo che stabilisse colpe e responsabilità.
  Duemilatrecentoventinove giorni di attesa, di appelli, di speranza. Già, la speranza. Cosa ti rimane quando perdi in modo così tragico un figlio di 26 anni ? La speranza nella giustizia. Non puoi più sperare in un futuro migliore per lui, una casa, una famiglia, dei figli. Hai un'unica speranza e questa speranza si chiama giustizia e, come ha detto Giovanni Paolo II, «non c’è pace senza giustizia» (Applausi).

  ANGELO TOFALO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, prendo la parola per denunciare in quest'Aula un fatto gravissimo, dopo l'incredibile gaffe su ENI. La ricordo a tutti. Qualche settimana fa Matteo Renzi disse in TV che ENI è un pezzo fondamentale della nostra politica di intelligence, dei servizi segreti italiani, dichiarazione che è sinonimo della totale ignoranza, da parte del Premier, in materia di intelligence.
  Ebbene, dopo ciò Renzi continua a giocare con la semantica delle parole, cavalcando i mezzi di «disinformazione» e prendendo in giro gli italiani.
  Lo dico affinché sia chiaro a tutti: Renzi non ha tolto nessun segreto di Stato sulle stragi, sta giocando semplicemente con le parole, confondendo l'opinione pubblica. In questo caso ha utilizzato in primis la parola desecretazione e solo in un secondo momento quella di declassificazione. Questa cosa fatta dal Presidente del Consiglio è una cosa gravissima – lo ripeto: è gravissimo – il segreto di Stato, infatti, non è opponibile alla magistratura che procede per reati di strage. Oggi tra l'altro, leggendo un articolo del professor Aldo Giannuli, non posso che convenire su alcune sue considerazioni. Il problema vero – dice il professor Giannuli – è quello degli archivi inarrivabili e per i quali occorrerebbe davvero far qualcosa subito. Mi riferisco, Presidente, all'Ufficio di sicurezza del Patto atlantico, protetto dal segreto NATO; mi riferisco all'archivio informativo dell'Arma dei carabinieri e, infine, mi riferisco al più importante di tutti: l'archivio della Presidenza della Repubblica, che ha sempre rifiutato ogni accesso alla magistratura, in nome dell'immunità presidenziale.
  Allora, oggi il MoVimento 5 Stelle sfida Matteo Renzi all'unica – ripeto, l'unica – vera battaglia di trasparenza, invitandolo a sollecitare concretamente il Capo dello Stato a rendere accessibile il proprio archivio, oltre le carte del protocollo attualmente visibili. È lì che sono nascosti tutti i segreti e forse tutte le nefandezze di decenni della storia della nostra Repubblica. Lo sa bene il condannato Silvio Berlusconi, lo sa bene il condannato Matteo Renzi e lo sa bene soprattutto il Presidente Giorgio Napolitano. Per cui basta chiacchiere, menzogne, spot: aprite quegli archivi e raccontate la verità al popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

Pag. 64

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta ad un'interrogazione che era poi collegata a una mozione, la n. 5-02226, in Commissione attività produttive, riguardante l'idroelettrico e la scadenza delle relative concessioni. Collegati a questa mozione ci sono una serie di atti di sindacato ispettivo a mia prima firma, a cui gradirei che il Governo desse una risposta, un riscontro, in quanto è materia assolutamente attuale. Potrebbe essere anche materia di azione del Governo, materia qualificante, e quindi ne sollecito una immediata risposta.

  PRESIDENTE. La Presidenza prende atto del sollecito. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, vorrei anch'io sollecitare la risposta ad un po’ di interrogazioni che ho presentato. La prima, che si riferisce al caso di Aldrovandi, è del 2 aprile 2013, la n. 4-00126, per cui sto ancora aspettando risposta da un anno. La seconda è la n. 4-00363 sempre al Ministro dell'interno, del 6 maggio 2013. La terza è la n. 4-00515 al Ministro della giustizia. La quarta è la n. 4-01001 al Ministro della salute, poi ci sono la n. 4-01155 al Ministro dell'interno, la 4-01271 al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la n. 4-01539 al Ministro della salute e la n. 4-01630 al Ministro dell'economia e delle finanze. Inoltre, ho anche la n. 4-01849 del settembre 2013, più molte altre interrogazioni a risposta in Commissione per cui sto ancora aspettando da vari mesi una eventuale risposta dal Governo.

  PRESIDENTE. La Presidenza prende atto e solleciterà il Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, faccio questo intervento con la preoccupazione di un cittadino prima di tutto, perché, nonostante in questi ultimi giorni ci sia stata in questa Aula la discussione sul 416-ter, che appunto ha mostrato le preoccupazioni per il depotenziamento delle pene, nonostante anche il PM Di Matteo si sia espresso dandoci ragione su queste preoccupazioni, apprendiamo, tra l'altro da un deputato stesso del PD, il deputato Ribaudo, che ha mandato una lettera in data 16 aprile a Matteo Renzi del PD, che, cito testualmente la lettera: «è chiaro che l'accelerazione con la quale Crocetta ha nominato la sua giunta poche ore prima della direzione regionale non è nient'altro che il frutto di questo accordo cieco di Crocetta e Faraone, con altri signorotti della politica isolana per continuare con lo stesso spartito.
  Da un lato il professionismo dell'antimafia e dall'altro le frequentazioni di sempre». Io, anche in virtù del fatto che in questa stessa Aula il mio collega Nuti aveva già denunciato le frequentazioni di sempre del collega, nonché membro della segreteria di Renzi, Faraone, chiedo al Presidente del Consiglio Renzi di eliminare dalla politica siciliana certi personaggi che frequentavano «Basettone» Pizzuto, boss siciliano, e fare, una volta tanto, pulizia, pulizia, di queste frequentazioni dalla politica.
  La Sicilia ha bisogno di rinascere dall'onestà e dalla giustizia. Dobbiamo eliminare per sempre ogni frequentazione dei politici, in Sicilia come in tutta Italia, con la mafia. Chiedo al Presidente del Consiglio di farsi carico di questa responsabilità: Faraone non è più degno di stare nel Partito Democratico – questo è il mio punto di vista – chiaramente, poi, loro facciano come gli pare, come hanno sempre fatto – ma non è più degno...

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

  MANLIO DI STEFANO. ...di rappresentare la Presidenza, e quindi il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato, immagino su questo argomento. Ne ha facoltà.

Pag. 65

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, considero inaccettabili le parole del collega Di Stefano. Chi deve stare nel Partito Democratico o meno lo decide il Partito Democratico, chi deve stare nelle istituzioni lo decidono i cittadini. L'unica cosa di cui si può preoccupare il collega Di Stefano è se egli degnamente rappresenta i cittadini italiani in questo luogo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) con il suo fare che è sempre e unicamente polemico, volto e finalizzato non al bene comune, ma a fare polemica con il PD. È questo il motivo del suo stare in questo Parlamento: non mi sembra un gran lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Manlio Di Stefano). Colleghi, per favore ! Sta intervenendo l'onorevole Burtone. Ha diritto di fare il suo intervento senza che vi siano grida belluine dall'una e dall'altra parte. Prego.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, non aggiungo altro alle cose dette dal collega Rosato: «non ti curar di loro, ma guarda e passa». Invece, mi è sembrato molto significativo l'intervento fatto da un'altra collega del MoVimento 5 Stelle, che ha qui riportato la vicenda amara, dolorosa di un giovane giornalista, Paolo Borrometi, che ha subito un agguato.
  Voglio anch'io manifestare la solidarietà a Paolo Borrometi e aggiungere, però, una sollecitazione alla Presidenza perché venga informato il Governo. È una vicenda gravissima: viene colpito un giornalista che sta ponendo sotto attenzione, sotto i riflettori, vicende gravi presenti in quel territorio. Mi auguro che il Governo intervenga sulle autorità competenti nel territorio di Modica, in modo da poter far svolgere liberamente al giornalista Borrometi, ma a tutti i giornalisti, la propria attività, perché l'informazione in Sicilia deve continuare ad essere libera.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, lungi da me la volontà di fare polemica: sarebbe quasi sottoscrivibile quello che dice l'onorevole Rosato, se non fosse per il fatto che oggi i cittadini italiani – e non solo oggi, purtroppo, anche in passato – non scelgono i propri candidati, perché questo, purtroppo, non avviene a causa di una legge, anzi, di due leggi elettorali incostituzionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e se non fosse, peraltro, che nel nostro Paese, a differenza di quanto succede in altri Paesi e in altre democrazie compiute, come la Germania, la Svizzera, gli Stati Uniti, ma anche, paradossalmente, il Venezuela e la Bolivia, non vi è la possibilità per i cittadini italiani di destituire i cittadini eletti.

  PRESIDENTE. A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo per la lettura...

  ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare !

  PRESIDENTE. Che succede ? Onorevole Rampi, prego. Non è che la Presidenza non le ha dato la parola avendo notizia della sua richiesta di intervento: è che lei, la richiesta di intervento, non l'aveva fatta. Se la fa adesso, le do la parola, però sempre per due minuti, perché poi dobbiamo sospendere.

  ROBERTO RAMPI. Mi scusi, ma, evidentemente, vi è stato un malinteso.
  Con una serie di colleghi abbiamo deciso di dare tutti i giorni non la parola a noi, ma ai cittadini italiani, quei cittadini italiani che sono nati in Italia e che sono cresciuti in Italia, ma che italiani, al compimento dei 18 anni, non è che non lo diventino, ma smettono di esserlo.
  Io credo che sia giusto farlo anche questa sera per raccontare una storia, la storia con cui mi sono avvicinato a questa questione. Lo facciamo tutte le sere per chiedere che la legge sulla cittadinanza sia calendarizzata il più presto possibile in Pag. 66quest'Aula, poi si potrà discutere di come farla, ma vediamo di decidere di farla.
  La storia che voglio raccontare è la storia di Daniele, che è un ragazzo nato e cresciuto in Italia, nel comune vicino a quello dove sono stato amministratore, a Bellusco, vicino a Vimercate, che quando ha compiuto 18 anni ha scoperto di non essere cittadino italiano. Lui aveva fatto le scuole in Italia, era cresciuto in Italia, aveva utilizzato il medico, aveva fatto pratica sportiva. Vede, quando un cittadino scopre di non essere italiano quello che succede è che perde l'identità, che non può fare regolarmente un lavoro, che non può girare regolarmente, che viene fermato dai Carabinieri, che gli chiedono di andare in caserma per essere identificato ogni volta. Sono cittadini che non hanno commesso niente, non sono neanche immigrati irregolari, e infatti non possono essere mandati in un «loro» Paese perché non hanno un altro Paese; il loro Paese è l'Italia. Nel caso di Daniele poi i genitori erano della ex Jugoslavia, allora è stato chiesto a tutti quegli Stati se Daniele fosse cittadino di uno di quei Paesi e tutti hanno risposto di no e a Daniele è stato detto: dichiarati apolide.

  PRESIDENTE. Onorevole Rampi, concluda.

  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, apolide si è dichiarata mia zia, che era una di quei cittadini che quando l'Italia ha conquistato quella parte di Austria che oggi è il Sudtirolo è diventata italiana. La sua famiglia se ne è dovuta andare durante il fascismo, è rientrata in Austria. Mia zia ha scelto di essere apolide, perché non si sentiva né italiana, né austriaca. Giusto 100 anni fa abbiamo fatto una guerra perché qualcuno ci ha raccontato in Europa che eravamo diversi, e diversi non siamo. Oggi vediamo di smetterla con queste guerre, di smettere di far diventare non cittadini i cittadini italiani che lo sono e diamo loro finalmente una cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Onorevole Rampi, lei sa bene che la calendarizzazione dei temi all'ordine del giorno è stabilita dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e i vertici del suo gruppo, a partire dall'onorevole Rosato, potranno spiegarle bene come si definiscono le priorità anche in base alla consistenza numerica. Lei appartiene al gruppo di maggioranza relativa in quest'Aula e, quindi, le suggerisco di far valere all'interno del suo gruppo la questione che lei solleva, perché se a ogni seduta ciascun gruppo di deputati, anche piccolo, ritiene di dover porre alla Presidenza una questione, noi le sedute non le concludiamo mai. Comunque, la ringrazio per l'intervento.

  Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà, dopo i lavori della Conferenza dei presidenti di gruppo convocata per le ore 19,30, con la lettura dell'ordine del giorno della seduta di domani, giovedì 24 aprile. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 19,30, è ripresa alle 19,55.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che si è appena svolta, l'esame della questione pregiudiziale presentata al disegno di legge n. 2309 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2014, n. 25, recante misure urgenti per l'avvalimento dei soggetti terzi per l'esercizio dell'attività di vigilanza della Banca d'Italia (Approvato dal Senato – scadenza: 13 maggio 2014) avrà luogo domani dalle ore 10,30. Seguiranno, a partire dalle ore 12, le già previste dichiarazioni di voto e la votazione finale del disegno di legge n. 2208 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 19 maggio 2014) e, al termine, la discussione sulle Pag. 67linee generali del disegno di legge n. 2215 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nonché di impiego di medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senatoscadenza: 20 maggio 2014).
  Lunedì 28 aprile (antimeridiana e pomeridiana fino alle ore 17) avrà luogo la discussione sulle linee generali dei disegni di legge n. 1836 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre e n. 1864 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013-bis e della mozione Vallascas ed altri n. 1-00343 in materia di nomine di competenza del Governo nelle società a partecipazione pubblica.
  A partire dalle ore 17 avrà luogo il seguito dell'esame, con votazioni, del disegno di legge n. 2215 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nonché di impiego di medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senatoscadenza: 20 maggio 2014).
  Il prosieguo dell’iter di tale decreto-legge avrà luogo da martedì 29 aprile insieme agli altri argomenti già previsti.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 24 aprile 2014, alle 10,30:

  1. – Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge:
   S. 1387 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2014, n. 25, recante misure urgenti per l'avvalimento dei soggetti terzi per l'esercizio dell'attività di vigilanza della Banca d'Italia (Approvato dal Senato) (C. 2309).

  (ore 12)

  2. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (C. 2208-A).
  — Relatori: Dell'Aringa, per la maggioranza; Fedriga, di minoranza.

  (al termine delle votazioni)

  3. – Discussione del disegno di legge (per la discussione sulle linee generali):
   Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nonché di impiego di medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale (C. 2215-A).
  — Relatori: Ferranti (per la II Commissione) e Vargiu (per la XII Commissione), per la maggioranza; Rondini, di minoranza.

  La seduta termina alle 20.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2208-A – odg 9/1 430 425 5 213 140 285 58 Resp.
2 Nom. odg 9/2208-A/3 434 328 106 165 53 275 58 Resp.
3 Nom. odg 9/2208-A/11 443 441 2 221 90 351 57 Resp.
4 Nom. odg 9/2208-A/12 448 445 3 223 118 327 57 Resp.
5 Nom. odg 9/2208-A/14 449 446 3 224 116 330 57 Resp.
6 Nom. odg 9/2208-A/17 449 446 3 224 118 328 57 Resp.
7 Nom. odg 9/2208-A/25 448 414 34 208 106 308 57 Resp.
8 Nom. odg 9/2208-A/26 451 447 4 224 117 330 57 Resp.
9 Nom. odg 9/2208-A/27 451 448 3 225 118 330 56 Resp.
10 Nom. odg 9/2208-A/28 442 439 3 220 114 325 56 Resp.
11 Nom. odg 9/2208-A/29 453 449 4 225 118 331 56 Resp.
12 Nom. odg 9/2208-A/30 457 438 19 220 117 321 56 Resp.
13 Nom. odg 9/2208-A/31 449 446 3 224 113 333 56 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2208-A/32 454 451 3 226 117 334 56 Resp.
15 Nom. odg 9/2208-A/33 451 447 4 224 115 332 56 Resp.
16 Nom. odg 9/2208-A/34 453 450 3 226 115 335 56 Resp.
17 Nom. odg 9/2208-A/35 436 433 3 217 111 322 56 Resp.
18 Nom. odg 9/2208-A/38 458 455 3 228 116 339 56 Resp.
19 Nom. odg 9/2208-A/39 452 449 3 225 132 317 56 Resp.
20 Nom. odg 9/2208-A/40 446 443 3 222 112 331 56 Resp.
21 Nom. odg 9/2208-A/46 446 442 4 222 115 327 56 Resp.
22 Nom. odg 9/2208-A/47 447 444 3 223 115 329 56 Resp.
23 Nom. odg 9/2208-A/48 448 445 3 223 85 360 56 Resp.
24 Nom. odg 9/2208-A/54 452 449 3 225 118 331 56 Resp.
25 Nom. odg 9/2208-A/55 438 434 4 218 114 320 56 Resp.
26 Nom. odg 9/2208-A/56 453 450 3 226 116 334 56 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2208-A/57 450 447 3 224 114 333 56 Resp.
28 Nom. odg 9/2208-A/58 440 437 3 219 112 325 56 Resp.
29 Nom. odg 9/2208-A/60 448 445 3 223 132 313 55 Resp.
30 Nom. odg 9/2208-A/61 443 423 20 212 116 307 55 Resp.
31 Nom. odg 9/2208-A/63 444 440 4 221 129 311 55 Resp.
32 Nom. odg 9/2208-A/64 452 449 3 225 118 331 55 Resp.
33 Nom. odg 9/2208-A/65 447 444 3 223 114 330 55 Resp.
34 Nom. odg 9/2208-A/66 441 437 4 219 112 325 55 Resp.
35 Nom. odg 9/2208-A/67 450 446 4 224 114 332 55 Resp.
36 Nom. odg 9/2208-A/69 447 442 5 222 131 311 55 Resp.
37 Nom. odg 9/2208-A/70 443 424 19 213 117 307 55 Resp.
38 Nom. odg 9/2208-A/71 444 440 4 221 131 309 55 Resp.
39 Nom. odg 9/2208-A/73 450 418 32 210 90 328 55 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2208-A/74 434 430 4 216 108 322 55 Resp.
41 Nom. odg 9/2208-A/76 444 409 35 205 20 389 55 Resp.
42 Nom. odg 9/2208-A/77 445 353 92 177 43 310 55 Resp.
43 Nom. odg 9/2208-A/79 437 429 8 215 43 386 55 Resp.
44 Nom. odg 9/2208-A/80 437 346 91 174 17 329 55 Resp.
45 Nom. odg 9/2208-A/81 445 439 6 220 133 306 55 Resp.
46 Nom. odg 9/2208-A/82 440 354 86 178 52 302 55 Resp.
47 Nom. odg 9/2208-A/84 434 431 3 216 19 412 55 Resp.
48 Nom. odg 9/2208-A/85 442 434 8 218 105 329 55 Resp.
49 Nom. odg 9/2208-A/86 435 431 4 216 133 298 55 Resp.
50 Nom. odg 9/2208-A/88 441 438 3 220 24 414 55 Resp.
51 Nom. odg 9/2208-A/89 434 429 5 215 103 326 55 Resp.
52 Nom. odg 9/2208-A/91 443 439 4 220 135 304 55 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 58)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/2208-A/92 442 319 123 160 18 301 55 Resp.
54 Nom. odg 9/2208-A/101 436 432 4 217 115 317 55 Resp.
55 Nom. odg 9/2208-A/103 432 429 3 215 117 312 55 Resp.
56 Nom. odg 9/2208-A/104 428 425 3 213 115 310 55 Resp.
57 Nom. odg 9/2208-A/105 431 343 88 172 32 311 55 Resp.
58 Nom. odg 9/2208-A/106 424 419 5 210 115 304 55 Resp.