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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 213 di mercoledì 16 aprile 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 12.

  CATERINA PES, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Michele Bordo, Carbone, Dambruoso, Epifani, Franceschini, Ginefra, La Russa, Antonio Martino, Migliore, Gianluca Pini, Pisicchio, Realacci, Speranza, Tabacci e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’Allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’Allegato A al resoconto della seduta odierna.

In ricordo dell'onorevole
Domenico Mennitti
(ore 12,05).

  PRESIDENTE. Colleghi, prima di passare all'ordine del giorno, vorrei un po’ di attenzione per ricordare un collega (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo).
  Lo scorso 6 aprile è venuto a mancare, all'età di 74 anni, il deputato Domenico Mennitti, già membro della Camera dei deputati nella VIII, IX e X legislatura, nonché parlamentare europeo dal 1999 al 2004. Nato a Termoli l'11 agosto 1939, si trasferì presso Brindisi, dove iniziò la sua attività giornalistica e politica. Fu dirigente del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale, di cui divenne vicesegretario nazionale nel 1989.
  Nel 1994 aderì a Forza Italia, del cui comitato di presidenza è stato membro fino al 1996, oltreché coordinatore nazionale. Ha ricoperto la carica di sindaco di Brindisi dal 2004 al 2011, lasciando un apprezzato ricordo in tutta la popolazione. Nel corso della sua attività di deputato, tra il 1979 e il 1991, è stato componente della Commissione bilancio e della Commissione ambiente, nonché delle Commissioni parlamentari per la ristrutturazione industriale e per le questioni regionali. Nella sua qualità di giornalista ha svolto un'importante attività di editorialista politico per le maggiori testate nazionali. Con la morte di Domenico Mennitti scompare una figura di spessore, una figura che ha segnato sul piano culturale e politico l'evoluzione del centrodestra del nostro Paese.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea. Facciamo un minuto di raccoglimento (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Generali applausi, cui si associano i membri del Governo).

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 2

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, trovare le parole giuste per ricordare in quest'Aula il politico, l'amministratore, l'uomo, ma prima di tutto l'amico, Mimmo Mennitti, non è facile, perché la sua vita, la sua carriera, il suo impegno e la sua passione per tutto quello che ha fatto sono stati talmente intensi e grandi da non conoscere confini. È stato giornalista, parlamentare, europarlamentare, uomo politico, sindaco, un ottimo sindaco, di Brindisi, e tutto questo lo ha fatto ponendosi sempre obiettivi alti e sfide ardue, che quasi sempre, grazie alle sue capacità, ha raggiunto e vinto.
  Da uomo politico e da parlamentare del Movimento Sociale Italiano ha vissuto in quest'Aula ben 12 anni, anni politicamente importanti perché hanno visto avvicendarsi al Governo uomini del calibro di Fanfani, Spadolini, Forlani, Cossiga, Craxi, Andreotti, e il politico Mennitti si è formato in quegli anni, sui banchi dell'opposizione, quando mai si poteva ancora neanche immaginare che la destra sarebbe un giorno arrivata al Governo e in molti riconoscono a Mimmo Mennitti proprio il ruolo di colui che, da ideologo, politico e uomo di grande cultura, anche istituzionale, guidò l'evoluzione della destra italiana, a cominciare da quando, agli esordi di Forza Italia, divenne il primo coordinatore nazionale dei club. Ha ragione il nostro presidente Berlusconi a definire oggi Mimmo Mennitti un uomo libero che aveva un'inesauribile fede nella libertà e che portò in Forza Italia la finezza della cultura.
  Dopo una ricca e proficua carriera parlamentare tra Roma e Bruxelles, nel 2004 accettò di porsi un nuovo obiettivo, un'ennesima sfida: diventare sindaco di Brindisi in un momento drammatico per quella città, cioè per la grande azione che c’è stata all'interno stesso di quella amministrazione da parte della magistratura. Ci riuscì, vincendo la prima volta al primo turno e governò la città per sette anni, amandola e migliorandola come se vi fosse nato, conquistando l'apprezzamento anche dei più ardui oppositori.
  Le parole usate dal vicario dell'arcivescovo lunedì 7 aprile a Brindisi, durante l'ultimo saluto a Mimmo Mennitti, disegnano alla perfezione il suo modo di amministrare. Nel suo luminoso cammino da sindaco ha servito con disinteresse ed ha rafforzato lo spirito di comunità, ha detto. È assolutamente vero, tanto che non appena eletto sindaco Mennitti lasciò il suo incarico nel nostro partito convinto, come lui stesso diceva, di dovere e volere rappresentare la città più che il partito e di dover svolgere il suo ruolo di sindaco in una visione più ampia. Fu davvero ampia, tanto che dei suoi anni alla guida della città si ricordano non solo la rigenerazione urbana con la riapertura di monumenti importanti, quali il teatro Verdi e il palazzo Nervegna, poi divenuto sede del municipio, ma anche la sua personale e diretta discesa in campo a fianco dei cittadini contro la realizzazione del rigassificatore, al netto della sua appartenenza politica.
  Questa capacità di superare gli schemi, di essere al tempo stesso uomo di destra, modernista, liberale e riformista, hanno reso Mimmo Mennitti una mente preziosa per la nostra politica e tutti noi ne sentiremo la mancanza. Mi piace qui riprendere un passaggio di una intervista rilasciata da Mimmo Mennitti nel 2004 appena eletto sindaco. Da allora, sono passati dieci anni che, in politica, equivalgono ad un'era geologica, ma le sue parole di allora sono attualissime e sono l'ennesima conferma della sua modernità e della lungimiranza del suo pensiero, perché non potrebbero essere più calzanti in questi giorni e perché inducono ad una riflessione generale in questo singolare e delicato momento della vita politica italiana, tanto più in questi mesi e in questi giorni in cui qualcuno, sbagliando, crede, forse, di poter prescindere dal consenso dei cittadini, di poter cancellare dalla scena politica leader votati da milioni di italiani e di potersi improvvisare al Governo del Paese o anche solo rappresentazione del popolo.
  Ecco cosa diceva Mennitti nel 2004: elemento fondamentale non è l'identità Pag. 3politica ma il progetto politico; l'evoluzione sta nel fatto che oggi i partiti si identificano attraverso le risposte che danno ai bisogni e i problemi della realtà. Si sceglie un leader che porta avanti un programma, il dato personale individua come la forma politica è responsabilità di ogni politico. Ciò risparmia ai cittadini il fenomeno del tiranno senza volto. Prima le responsabilità cadevano sui partiti, oggi su ogni protagonista della politica.
  È impossibile, a mio avviso, non condividere, doveroso invece riflettere.
  Concludendo, Presidente, ritengo sia giusto che oggi da quest'Aula giungano alla moglie e ai figli dell'onorevole Mennitti, che sono qui con noi, non solo i nostri più affettuosi sentimenti di cordoglio ma anche un sentito e non scontato ringraziamento per tutto quello che Mimmo Mennitti ha rappresentato per la politica del nostro Paese, in Puglia e a Brindisi, in particolare.
  A nome del gruppo di Forza Italia, rivolgo un ringraziamento particolare e ancora più sentito perché Mimmo Mennitti ha lavorato sodo e insieme a noi e con noi ha costruito Forza Italia, credendo, fin dal primo momento, nel presidente Berlusconi, nell'importanza del nostro progetto politico, nella necessità di fare politica con passione, onestà e schiettezza, al servizio dei cittadini e del territorio. Ha creduto fermamente e ha difeso la libertà. Mennitti mancherà a tutti, ma a noi mancherà di più (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, Mimmo Mennitti ovviamente l'ho conosciuto quando eravamo giovani, io un po’ più giovane di lui, ma poi neanche tanto. Mimmo Mennitti, e lo dico a quest'Aula che l'ha visto protagonista, non è mai stato un uomo di parte, e questa credo che sia una cosa incredibile perché pure faceva politica negli anni in cui la fazione dominava per forza di cose, per necessità e per ossequio anche rispetto all'ideologismo che era imperante sulle scelte personali e le determinava. Eppure, Mimmo Mennitti, in quegli anni di scontri anche duri, riusciva a mettere al primo posto, nella sua personale graduatoria di priorità, l'interesse della Nazione, dell'Italia, e subito dopo dell'area più vasta rispetto a quella del suo partito. Eppure, militava nel Movimento sociale italiano, che in quel momento era fuori – come si diceva – dall'arco costituzionale.
  Io credo che si debba a Mimmo Mennitti, insieme a Pinuccio Tatarella (distavano qualche decina di chilometri le loro abitazioni e, anzi, a Rosa Marina, dove Tatarella andava a passare le vacanze estive, erano praticamente porta a porta, a poche centinaia di metri forse, o poco più, di distanza), a questi due uomini, più che a qualunque altro, la fase di maturazione – vogliamo chiamarla così – della destra che era stata, per forza di cose, identitaria e che aveva avuto in Giorgio Almirante il suo alfiere indimenticato; ma si deve a Tatarella e a Mennitti, entrambi pugliesi, la maturazione del Movimento sociale italiano, da partito prevalentemente di testimonianza a movimento politico in grado di interpretare il pensiero di una destra moderna, europea e capace di incidere, non soltanto con la proposta, ma anche con la fase di Governo nella vita politica italiana.
   Difatti, Mennitti, esaurita questa fase, decide di dedicare la sua energia – e la sua energia mentale era enorme – prima di tutto alla sua altra grande passione, oltre a quella politica, al giornalismo e va a dirigere un giornale, una testata famosa di Roma, in quel momento ancora una testata importante e, dopo, a fondare la rivista Ideazione, che, già nel nome «idea azione» rappresentava un po’ il pensiero non solo di Mimmo, ma anche di un'area molto vasta, la capacità di tradurre in azione le idee che ha sempre guidato gli uomini di destra che volevano aprirsi alla società.
  Mimmo Mennitti contribuisce, in maniera decisiva, onorevole Presidente e onorevoli colleghi, alla nascita del centrodestra italiano. Credo che la sua influenza nel convincimento di Silvio Berlusconi di Pag. 4far nascere Forza Italia sia stata molto, molto importante, tant’è che lui, Mimmo Mennitti, che era ormai solo un giornalista e non faceva più politica attiva per sua scelta – sua scelta da noi, anzi, in qualche modo non dico contrastata, ma non voluta perché lo avremmo voluto nei ruoli importanti di partito che aveva avuto prima –, contribuisce alla nascita di Forza Italia e ne diventa il primo coordinatore nazionale, la persona a cui Berlusconi si rivolge per capire come funziona la politica e come cercare di trovare una collocazione culturale e ideale, ideologica, se volete, anche se l'ideologia nel frattempo, grazie a Dio o non grazie a Dio, perdeva il peso centrale che aveva avuto nei decenni precedenti nella vita politica italiana.
  Mimmo Mennitti, nella sua terza vita, dopo quella politica e dopo quella culturale...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  IGNAZIO LA RUSSA. Ho finito. Quindi decide di fare il sindaco della sua città e lì sublima i suoi interessi, quello di stare in mezzo alla gente e di compiere l'ultimo grande atto del suo sforzo politico e intellettuale, quello di migliorare la qualità della vita dei suoi concittadini e di farsi ricordare non solo da noi, gente di destra, ma da tutti come una persona da apprezzare, da ricordare, da amare (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, anch'io voglio spendere qualche parola. Sarò veramente molto breve, ma lo faccio con grande partecipazione e con grande senso di stima nei confronti della memoria di un collega, di un parlamentare, con il quale non abbiamo mai avuto ragioni di condivisione politica – di condivisione regionale, questa sì –, ma ragioni di grandissima e di fortissima stima, tanta.
  Mimmo Mennitti rappresenta una personalità politica che quest'oggi sarebbe richiamata in una condizione di inattualità, perché, purtroppo, comincia a diventare, da qualche tempo, inattuale la coniugazione della cultura con la politica. Da quando c’è stata la scissura fra queste due categorie, tra queste due parole, il prodotto finale della politica è diventato più povero. Mimmo Mennitti, invece, ha cercato di imprimerle nel suo percorso politico, di cui è stata ricordata dai colleghi l'evoluzione. Lui parte da posizioni assolutamente lontane dalle mie, ma sempre sviluppando un itinerario di grande coerenza e di grande rigore, nella ricerca delle ragioni che lo portavano a testimoniare una posizione.
  Dunque, uomo di cultura. È questo che io vorrei cogliere, è questo che vorrei sottolineare quest'oggi. Uomo di cultura e di grande capacità anche di intravedere scenari e, come dire, orizzonti finali. Noi abbiamo avuto, negli ultimi anni, una proliferazione, sulla scena politica nazionale, del fenomeno delle cosiddette fondazioni politiche, non tutte motivate in modo adeguato. Lui è stato uno dei primi a immaginare una fondazione politica, la fondazione «Ideazione», adoperata in una dimensione che fosse quella della formazione politica. Il ragionamento è molto semplice. Nel momento in cui i partiti non ci sono più, nel momento in cui il percorso di ogni politico, da un punto di vista formativo, è affidato alla sua buona volontà o alla bontà dell'Altissimo, non più da quella dei partiti, è evidente che bisogna fare intervenire qualche altro soggetto che, in qualche maniera, riesca a costruire percorsi formativi. Mennitti l'aveva fatto attraverso la sua fondazione «Ideazione».
  Certo, probabilmente la dimensione pubblica più partecipata è stata quella dell'ultimo percorso della sua vita. Lui è stato parlamentare e parlamentare europeo e ha creduto molto nella dimensione europea. L'ultimo percorso della sua vita pubblica è stata l'amministrazione locale a Brindisi. Lo ha fatto sempre con grande senso di appartenenza ad una identità civica, non di appartenenza ad una identità Pag. 5di partito, e di questo credo tutti quanti debbano prendere atto e dargli atto.
  Con lui si spegne un'esperienza e vorrei consegnare alla sua famiglia le mie condoglianze e il cordoglio anche del gruppo Misto.
  Con lui si spegne una figura importante di un modo di fare politica in cui, come ricordavo, la dimensione culturale non è un orpello, non è una coccardina da ostentare di quando in quando andando in giro per le campagne elettorali, ma è una dimensione profondissima e totalmente introiettata nella sua personalità (Applausi).

  PRESIDENTE. Anche il Governo chiede di intervenire per un ricordo dell'onorevole Mennitti. Prego, Ministro Alfano.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Grazie, Presidente, per avere commemorato in quest'Aula un uomo, un uomo politico che tanto ha dato al nostro Paese e che tanto ha dato alla propria città.
  Da Ministro dell'interno, ricordo il sindaco che ha speso anni splendidi della sua vita al servizio della propria comunità. Da Ministro dell'interno, ricordo l'amministratore onesto ed efficiente che ha speso per la propria città un pezzo importante della propria esperienza personale.
  Se da giovane parlamentare dell'Assemblea regionale siciliana qualcuno mi avesse detto che avrei commemorato Mimmo Mennitti esattamente quando io lo conobbi in quella fase della sua vita e della mia giovane esperienza politica, probabilmente non ci avrei creduto.
  Intervengo, dunque, a ricordare quello che per me è stato il punto fondamentale dell'attività politica, almeno per come l'ho conosciuto io, di Mimmo Mennitti. Il punto fondamentale è stato inserirsi in un momento storico del nostro Paese, la nascita del cosiddetto bipolarismo, in cui vi era chiaro di fronte a tutti il problema della federazione all'interno di una coalizione, chiamata Polo della Libertà, di partiti e movimenti politici che all'apparenza erano estranei per storia e per cultura tra di loro. Lui si pose come federatore delle idee. Un federatore delle idee che ebbe come scopo quello di declinare in una cultura politica e, se possibile, anche di Governo quella che fu la straordinaria intuizione di unire forze diverse radunandole in una coalizione chiamata, appunto Polo, della Libertà.
  Io lo conobbi esattamente in quella fase della sua vita e mi avvicinai a lui non perché qualcuno ci presentò, ma perché lo cercai, avendo conosciuto le sue idee attraverso la rivista che è da considerare il primo vero think tank della esperienza culturale dei moderati italiani dal 1994 ad oggi, ossia Ideazione. E il coniugio tra l'idea e l'azione che è stato ricordato poco fa dal collega La Russa mi sembra il compimento della sua esperienza politica. Cioè, dopo una fase di riflessione politica, di contributo straordinariamente importante alla cultura del centrodestra nazionale, lui, forse intuendo che in quella cultura c'era qualcosa che non si riusciva a tradurre nella prassi, scelse la prassi come terreno di confronto con se stesso.
  Lui intellettuale, lui studioso, lui giornalista, lui fondatore di una grande rivista culturale scelse di confrontarsi con l'amministrazione, cioè di passare all'azione dopo avere fondato con le sue idee una straordinaria cultura di Governo come quella del centrodestra nazionale.
  Se adesso, a distanza di anni, si rileggono i numeri primi di quella rivista, si trovano delle idee fondative, si trovano anche delle firme di studiosi e di intellettuali di una generazione di persone che scrivevano di idee di centrodestra, e scrivevano di idee di centrodestra in un luogo culturale che, per la prima volta, raccoglieva quelle idee in forma di sintesi.
  Ecco, oggi a noi manca quell'uomo, a Brindisi manca la sua azione, al centrodestra manca la sua idea. Da Ministro dell'interno, commemoro un grande intellettuale, un bravissimo sindaco e un grande uomo (Applausi).

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Informativa urgente del Governo sulle dichiarazioni del Ministro dell'interno relative ad un ingente incremento del flusso di migranti e sulle misure che si intenda adottare per farvi fronte (ore 12,25).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sulle dichiarazioni del Ministro dell'interno relative ad un ingente incremento del flusso di migranti e sulle misure che si intenda adottare per farvi fronte.
  Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro dell'interno)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'interno, Angelino Alfano.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho subito accolto l'invito della Camera a riferire sulla consistente ripresa degli sbarchi di cittadini stranieri che stanno interessando le zone costiere del nostro Paese, consapevole che il rilievo e la delicatezza del tema richiedono che il Parlamento venga tempestivamente informato non solo sulle dimensioni del fenomeno, di cui darò i dati più significativi, ma anche sulle cause e i possibili sviluppi.
  Appena ieri ho sostenuto, dinnanzi al Comitato Schengen, un'audizione su questi stessi temi, nella quale ho chiarito che il nostro Paese e l'Europa intera dovranno misurarsi con la questione dell'immigrazione ancora per molti decenni.
  Stiamo assistendo – e vorrei che questa premessa inspirasse la riflessione di quest'Aula – ad una mutazione delle cause storiche del fenomeno migratorio. Se prima povertà e scarsezza dei mezzi economici rappresentavano il motivo principale della spinta alla migrazione e il migrante rincorreva soprattutto la speranza di una prospettiva di vita migliore, oggi la causa prioritaria e quantitativamente più significativa è costituita dalla grave instabilità politica dei Paesi africani del Mediterraneo e di quelli dell'Africa subsahariana.
  Se poi consideriamo la ciclicità delle crisi che attraversano quei Paesi, dovuta alla fragilità degli equilibri politici interni e dei loro apparati statuali, dobbiamo convenire sulla natura strutturale e non emergenziale che hanno ormai acquisito i flussi migratori.
  Una panoramica dei dati potrà esserci utile, perché è una panoramica dalla cui entità emerge come si stia ritornando a numeri paragonabili a quelli del 2011: numeri sintetizzati in questo grafico, che lascerò agli atti della Camera dei deputati e che individua nel 2011 l'anno di picco storico del flusso dei migranti. Faccio presente che il 2011 era l'anno conseguente e seguente a quello dell'approvazione del reato di immigrazione clandestina, che evidentemente non aveva sortito l'effetto deterrente auspicato (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Lo scenario, come dicevo, è cambiato. Se allora i migranti erano per la maggior parte tunisini in fuga dagli sconvolgimenti che interessarono per primo quel Paese, oggi i migranti hanno nazionalità diverse. Delle oltre 20.500 persone arrivate dall'inizio di quest'anno, a fronte delle sole 2.500 dello stesso periodo dell'anno scorso, solo 155 sono di nazionalità tunisina. I Paesi più rappresentati sono, invece, l'Eritrea con 3.618 persone, il Mali con 1.753, il Gambia con 1.239, la Somalia con 1.921, la Nigeria con 888, il Senegal con 780, e il Pakistan con 580.
  È importante notare che la quasi totalità dei natanti, 121 su 144, proviene da porti libici. Questo dato sembra dimostrare come la ripresa del fenomeno sia strettamente legata all'aggravarsi della situazione politica libica, che ha visto, peraltro, Pag. 7anche il Primo Ministro al-Thanay rassegnare le dimissioni in questi giorni.
  Vorrei aggiungere che a questo dato si deve sommare un altro elemento. Se guardate la carta geografica e collocate esattamente al punto giusto i Paesi di cui ho fatto cenno – soprattutto alcuni –, vi renderete conto che stanno esattamente sotto il Marocco. Ed è esattamente il funzionamento attuale del Trattato bilaterale tra Spagna e Marocco, grazie alla stabilità marocchina, che fa sì che tanti possibili migranti di transito dal Marocco per andare in Spagna scelgono un'altra rotta del Corno d'Africa, arrivando in Libia per attraversare il Mediterraneo. Quindi, noi, oltre a subire e a patire il danno della instabilità libica, abbiamo la conseguenza diretta della stabilità del regime del Marocco e del funzionamento del Trattato spagnolo e marocchino.
  La vicenda libica ci porta a dire che è assolutamente plausibile che, approfittando dell'indebolimento del quadro politico di quell'area, dunque di una maggiore libertà di azione, di minori controlli e di possibili connivenze con le diverse fazioni contrapposte, i trafficanti abbiano intensificato le loro attività illecite attraverso le filiere subsahariane che praticano il turpe commercio di migranti.
  Da fonti diplomatiche e di intelligence si è appreso che la situazione di crisi di quel Paese ha finito con il determinare la presenza di centinaia di migliaia di persone non regolarizzate da quelle autorità, che vedono nell'Europa il loro naturale approdo, essendo tendenzialmente da escludere che queste centinaia di migliaia di persone si trovino in Libia per turismo.
  È innegabile che la situazione desta preoccupazione, ma è altrettanto vero che, a partire dall'eccezionale ondata migratoria legata alla primavera araba, sono state approntate misure che hanno ampliato la nostra capacità di fare fronte complessivamente al fenomeno.
  Il dispositivo di sorveglianza delle frontiere e di soccorso a mare per il controllo dei flussi che interessano il canale di Sicilia è costituito dall'operazione Mare Nostrum, decisa in via d'urgenza dal Governo italiano in seguito al naufragio di Lampedusa, anche allo scopo e soprattutto allo scopo di impedire altri naufragi ed altre morti. Obiettivo pienamente raggiunto, come testimonia il fatto che, a partire dal 18 ottobre scorso, oltre 19 mila persone, un numero enorme, sono state tratte in salvo. Nessuno può dire quanti sarebbero morti senza la missione, ma è difficile immaginare che sarebbero rimasti tutti vivi.
  L'attuazione di Mare Nostrum comporta una spesa di oltre 9 milioni di euro al mese e nessun Paese – nessun Paese – può reggere una pressione migratoria così forte, se non è adeguatamente sostenuto dalla comunità internazionale.
  È necessario, dunque, che l'Unione europea si faccia carico in maniera più decisa della questione migratoria, sia ampliando e rafforzando il ruolo di Frontex, sia intervenendo sulla riluttanza degli Stati membri ad assumere un impegno più diretto nelle operazioni gestite dall'Agenzia europea volte al controllo della frontiera marittima.
  Quanto all'azione di Frontex, ho annunciato ieri ed ho il piacere di ribadirlo davanti a questa Assemblea, che farò del tema di Frontex un tema centrale nel semestre di Presidenza europea. Dovrà essere Frontex ad assumere la regia ed il coordinamento non solo delle attività di pattugliamento del Mediterraneo, ma anche delle attività di cooperazione operativa con i Paesi di origine e di transito dei flussi.
  Non voglio sostenere una rivendicazione nazionalistica, ma ritengo che un organismo come Frontex debba operare a più diretto contatto con gli obiettivi della sua missione.
  Dunque, penso che, così impostata, la richiesta di portare la sede di Frontex al centro del Mediterraneo, dove è in corso la partita cruciale dell'immigrazione, non possa che apparire ragionevole.
  La candidatura dell'Italia mi sembra quella più logica e spero di poter raccogliere attorno ad essa il più largo consenso.Pag. 8
  Il cambiamento del profilo del migrante, la sua preminente connotazione in termini politici più che economici, porta con sé che uno dei capitoli fondamentali delle politiche nazionali ed europee in tema di immigrazione diventi sempre più quello dell'accoglienza.
  Il tema della solidarietà intraeuropea viene a spostarsi dall'impegno nelle attività di contrasto a quello nelle attività di insediamento del migrante.
  In questo quadro il regolamento di Dublino, fondato sul principio della competenza del Paese di primo ingresso, rivela tutta la sua inadeguatezza – e ricordo a quest'Aula che questo regolamento è entrato in vigore con il consenso dell'Italia ai primi di questo secolo (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra) – un'inadeguatezza che nasce dal fatto che la volontà del migrante non è quella di concludere in Italia il suo percorso, ma di proseguire verso altri Paesi, attratto dalla presenza di legami familiari o amicali e, in definitiva, da migliori prospettive di vita.
  Fino a quando non si permetterà al richiedente asilo o al rifugiato di spostarsi all'interno dell'Europa secondo la propria volontà e in adesione ad un proprio progetto, continueremo a subire una condizione troppo svantaggiosa, condizione che peraltro alimenta flussi incontrollati verso altri Stati membri ed onerosi ritrasferimenti nel nostro Paese.
  Mi appare logica l'ipotesi che nei Paesi che si aprono ad una vera collaborazione vengano istituiti presidi dell'Unione europea, in grado, questi presidi, di effettuare in loco un preventivo screening del migrante e di raccoglierne da subito le intenzioni, per farne, insomma, un rifugiato europeo e non di un singolo Stato membro, come l'Italia, che, come dimostrano tutti i nostri dati, tutti i dati in nostro possesso, non è il Paese dove questi migranti vogliono stare, ma è il Paese nel quale devono transitare e che devono attraversare per andare da un'altra parte.
  Ed in effetti i centri governativi, i CARA e quelli di prima accoglienza hanno operato ben oltre la loro capacità ricettiva, accogliendo ad oggi oltre 10 mila persone, a fronte di una capienza teorica di circa 8 mila posti.
  La necessità di rendere più performante il sistema di accoglienza presuppone la velocizzazione dell'esame della decisione delle istanze di protezione internazionale. Le commissioni territoriali che sono destinate a questo importante compito sono state progressivamente incrementate.
  Noi, da quando siamo al Governo, abbiamo portato da dieci a venti le commissioni territoriali in modo tale che venti commissioni possano rispondere più velocemente alla richiesta. Infatti, la richiesta di asilo o di protezione internazionale necessita e merita una risposta e, allora, il meccanismo deve essere molto chiaro: se la risposta è negativa, ci deve essere il rimpatrio del non avente titolo alla protezione internazionale; se la richiesta è positiva, deve essere accolto. Ma, una volta accolto, noi chiediamo all'Europa che non debba necessariamente restare in Italia a vivere il suo stato di asilato, ma che l'asilo possa essere sviluppato in termini di diritto in tutta l'Unione europea.
  Oggi, come dicevo, sono attive venti commissioni, ma è chiaro che l'obiettivo che vogliamo perseguire passa attraverso un'ulteriore implementazione che faccia leva sulle prefetture.
  Il progetto che noi abbiamo è quello di insediare gli organismi esaminatori presso ciascuna prefettura rendendo il sistema allo stesso tempo più ampio sul piano dell'operatività territoriale e più flessibile, capace, cioè, di adattarsi meglio alle esigenze contingenti.
  Quella di cui sto parlando è un'esigenza ineludibile. Basti pensare, onorevoli colleghi, che nel corso dell'intero 2013 le domande di asilo presentate sono state circa 27 mila e che nel primo trimestre di quest'anno sono già state avanzate oltre 13 mila istanze, con un incremento delle richieste di asilo di circa il 140 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
  Le commissioni hanno deciso, nel 2013, l'esito di oltre 24 mila richieste e nei primi Pag. 9mesi del 2014 quello di circa 9 mila ulteriori istanze. Qui c’è un passaggio fondamentale: di queste domande, quante hanno esito positivo, cioè il migrante ha diritto all'asilo o alla protezione internazionale, e quante no ? La bassa percentuale dei dinieghi, inferiore a un terzo, conferma il dato che si tratta prevalentemente di migranti non economici.
  Un altro punto cardine da cui dipende il buon funzionamento del sistema di accoglienza è quello dell'integrazione tra la rete dei centri governativi e il circuito dell'assistenza diffusa gestito dagli enti locali. In questa prospettiva, noi abbiamo realizzato un altro risultato: il totale di ciò di cui ho appena parlato, cioè del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), quando ho preso possesso del Ministero era di 3 mila, l'abbiamo portato a 9 mila e l'obiettivo è arrivare a 19 mila, per garantire quell'accoglienza diffusa che consenta alle comunità (Dai banchi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie si espongono cartelli recanti le scritte: «Alfano Ministro dei clandestini» e «Alfano dimettiti»)...

  PRESIDENTE. Togliete quei cartelli ! Togliete quei cartelli ! Intervengano i commessi (Dai banchi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie si grida: «Vergogna ! Vergogna !») ! Intervengano i commessi per togliere i cartelli ! Togliete tutti quei cartelli, per favore (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Signor Ministro, continui, prego (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Continui, signor Ministro (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Colleghi !

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. I colleghi della Lega Nord hanno avuto le inquadrature e le fotografie, quindi, più che continuare, riprendo (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra e Partito Democratico). No, un attimo, un attimo, scusatemi. Vorrei ribadire ai colleghi della Lega Nord che sono state salvate 19 mila vite umane (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra, Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia – Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) e che noi non baratteremo mai un punto percentuale alle elezioni con 19 mila morti (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra, Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia – Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Noi non baratteremo mai 19 mila morti con un punto percentuale alle elezioni (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra, Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia – Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Questo lo fate voi (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! L'Italia è una grande democrazia che ha l'obbligo di garantire sicurezza, che ha l'obbligo di garantire (Dai banchi della Lega Nord e Autonomie si grida: «Vergognati ! Vergognati !»)...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. ... l'accoglienza, che ha l'obbligo di rispettare i trattati internazionali. E noi non faremo morire le persone in mare per 500 mila voti in più della Lega Nord (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra, Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia – Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Questo lo dovete ricordare perché noi siamo un grande Paese. Ci faremo carico della sicurezza dei nostri cittadini e ci faremo carico di un'accoglienza dignitosa. Entrambe le cose. Se voi volete la sicurezza e volete i morti, sappiate che noi vogliamo la sicurezza e vogliamo i vivi. Questa è la differenza tra una grande democrazia occidentale e la Repubblica delle banane (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra, Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia – Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !

  PRESIDENTE. Colleghi ! Colleghi, avete manifestato il vostro dissenso. Ministro, si Pag. 10rivolga all'Aula per favore. Non si rivolga a un gruppo specifico (Proteste del deputato Buonanno) !
  Colleghi ! Onorevole Buonanno !

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Sono parte dell'Aula, quindi mi rivolgo anche a loro...

  PRESIDENTE. Si rivolga all'Aula, Ministro.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. ... mi rivolgo anche a loro e siccome teniamo alle vite umane, ci mettiamo un po’ di passione quando parliamo dei vivi e non parliamo dei morti (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !

  PRESIDENTE. Colleghi !

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Anche perché mi è capitata, onorevoli colleghi, una cosa che mi auguro non mi capiti più e mi auguro non capiti a nessuno: io sono stato in un freddo hangar. .. (Commenti del deputato Buonanno).

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, la richiamo all'ordine ! (Proteste del deputato Buonanno). La richiamo all'ordine per la seconda volta !

  EMANUELE PRATAVIERA. Faziosa !

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Presidente, Presidente, mi scusi... (Proteste del deputato Prataviera).

  PRESIDENTE. Basta ! Basta ! Onorevole Prataviera, la richiamo all'ordine...

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Mi è capitato un qualcosa che mai avrei pensato potesse verificarsi nella vita. Mi è capitato di entrare in un freddo hangar di un aeroporto vedendo novanta corpi dentro novanta sacchi e vedendo una bambina appesa al corpo della madre in un sacco in cui ce n'erano due. Mi sono ripromesso di fare di tutto per non vedere più quei sacchi pieni di morti e al tempo stesso di garantire la sicurezza nelle nostre città (Proteste dei deputati Buonanno, Prataviera, Bragantini e Allasia) !

  EMANUELE PRATAVIERA. Stai strumentalizzando su quei morti ! La responsabilità di quei morti è tua ! Si vergogni !

  PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, Bragantini... (Proteste)... Onorevole Prataviera, la richiamo all'ordine per la seconda volta ! (Proteste del deputato Prataviera) La espello dall'Aula, onorevole Prataviera ! La espello dall'Aula ! Fuori !... La invito ad uscire, onorevole Prataviera, esca dall'Aula, esca dall'Aula ! I questori intervengano, per favore... onorevole Prataviera, esca dall'Aula ! Onorevole Allasia, la richiamo all'ordine ! La richiamo all'ordine ! Onorevole Prataviera, esca dall'Aula ! Sospendo la seduta se l'onorevole Prataviera non esce dall'Aula ! Esca dall'Aula !
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 13.

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
  Prego, Ministro Alfano, continui la sua informativa dove l'avevamo lasciata. Prego.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. La ringrazio, Presidente. Eravamo arrivati alla valutazione circa l'importanza dei centri governativi e del circuito dell'assistenza diffusa gestito dagli enti locali per il buon funzionamento del sistema di accoglienza. Avevo appena detto che, per quanto riguarda il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, quando ho preso possesso del Ministero, c'erano 3 mila posti; questi 3 mila posti li abbiamo portati a 9.440, poi, a 12 mila, e verrà progressivamente incrementato il numero dei posti dello Sprar fino ad assicurare l'assistenza a 19 mila persone.
  In attesa che venga raggiunta la piena capacità recettiva, a fronte della necessità di dover garantire, nel pieno dell'emergenza, la sistemazione dei migranti arrivati in Italia con gli ultimi sbarchi, ho chiesto Pag. 11ai prefetti di promuovere tutte le iniziative necessarie per un'espansione straordinaria del piano nazionale di distribuzione, dando in tal modo sistemazione a circa 8 mila persone.
  L'accoglienza diffusa richiede una governance pienamente condivisa con le regioni e gli enti territoriali. È a questo scopo che opera presso il Viminale il tavolo di coordinamento nazionale che ha definito le linee guida, secondo le quali i prefetti dovranno attivare, nella stessa logica di concertazione, analoghe cabine di regia sul territorio. Ripensare il sistema di accoglienza in una chiave non emergenziale richiede anche il ricorso a forme organizzative più razionali e meno dispersive.
  Saremo attenti anche alla qualità della spesa erogata per il funzionamento dei centri governativi. In quest'ottica, si sta sperimentando un'inedita tipologia di struttura – una sorta di hub – concepita come base logistica ampia, di primo ingresso, nella quale effettuare, tra le altre attività, l'identificazione, il fotosegnalamento, il triage sanitario, l'informazione legale del migrante. Tutto in questo hub.
  Queste nuove strutture potranno progressivamente sostituire i Cara, favorendo, sin dal primo momento della prima accoglienza, l'individuazione del profilo migratorio del cittadino straniero, al fine della sua successiva collocazione nelle strutture dello Sprar, a vantaggio della qualità del sistema di accoglienza.
  Sempre nella direzione di un miglioramento dei servizi, si sta ridefinendo il capitolato generale d'appalto relativo alle prestazioni da erogare. L'attenzione alle condizioni di vulnerabilità del migrante resta una priorità costante del nostro sistema. In questo senso, verranno messe a punto ulteriori iniziative per migliorare le condizioni di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e il loro accesso alle procedure d'asilo. Inoltre, proseguirà l'attività di monitoraggio sul rispetto degli standard di accoglienza in tutti i centri per immigrati, ivi compresi quelli che si è reso necessario istituire, in via temporanea, grazie al rinnovo per l'anno in corso della convenzione con le organizzazioni umanitarie aderenti al Progetto «Praesidium», UNHCR, OIM, Croce Rossa Italiana e Save the Children.
  Mi addolora la morte che è avvenuta due giorni fa di un giovane immigrato proveniente dal Gambia, il signor Keite Ibrahim, sbarcato nel pomeriggio dell'11 aprile scorso nel porto di Augusta dopo un travagliato viaggio a bordo di un mercantile battente bandiera di un Paese delle Piccole Antille. E riferisco, inoltre, che il giovane, al momento del suo arrivo, è stato sottoposto a visita da parte del personale sanitario marittimo che, avendo riscontrato nello straniero, oltre che gravi disturbi visivi, anche i sintomi della scabbia, ha disposto che eseguisse la profilassi di rito presso il centro di accoglienza «Umberto I», dove è stato tenuto in isolamento. In seguito all'aggravarsi delle sue condizioni, il 14 mattina, il giovane straniero è stato soccorso dai medici dell'ambulatorio di Emergency. Nonostante il prodigarsi del personale sanitario, lo straniero è deceduto per arresto cardiaco. La magistratura locale ha avviato indagini ed ha disposto oggi l'esame autoptico della salma. Attendiamo gli esiti degli accertamenti in corso che chiariranno se ci sono responsabilità nella gestione del caso.
  Quello che è accaduto, tuttavia, non deve lasciare ombra sulla nostra capacità di affrontare le situazioni, anche più complicate e complesse, con senso di umanità e la più alta professionalità. Abbiamo messo in campo tutti i mezzi a disposizione e siamo consapevoli di aver fatto a pieno il nostro dovere. Ci aspettiamo un eguale sforzo da parte dell'Europa. È nel nostro diritto come Paese più esposto alla pressione migratoria chiedere maggiore attenzione, ma è nell'interesse stesso dell'Europa dare risposte concrete, perché è anche su questo fronte che si misurerà la sua capacità di coesione politica e la capacità di creare un popolo europeo.
  Noi al popolo italiano diciamo con grande chiarezza che l'Italia saprà assolvere al proprio dovere e l'Italia ha il dovere di garantire la sicurezza nelle proprie città, di garantire che le nostre città Pag. 12restino sicure e, al tempo stesso, ha il dovere di rispettare il diritto umanitario, il diritto internazionale che chiede, anzi postula, canoni e criteri di accoglienza. Noi ci muoviamo su una linea di concretezza, di pragmatismo che non contempla ideologismi di chi ritiene che la sicurezza sia tutto e neanche di chi ritiene che la sicurezza non sia un valore.
  Ci muoviamo con l'approccio pragmatico di chi sa che ci sono anche migranti economici che cercano lavoro, ma di chi sa, anche, che ci sono troppi disoccupati italiani per non dire: prima gli italiani. Questo è l'approccio dell'Italia, è l'approccio di un grande Paese fondatore dell'Europa, è un Paese che con grande fierezza e orgoglio dirà in Europa che questa del Mediterraneo è una frontiera europea che andrà difesa e se l'Europa è unica, i richiedenti asilo e i rifugiati devono poter circolare in tutta Europa secondo il principio del diritto d'asilo europeo (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra e di deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia, Per l'Italia e del gruppo Misto).

(Interventi)

  PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
  Ha chiesto di parlare il deputato Antonino Moscatt. Ne ha facoltà.

  ANTONINO MOSCATT. Signora Presidente, Ministro, le cifre, i numeri e le considerazioni da lei riportati in quest'Aula e che tanti di noi hanno avuto modo di vedere e leggere dagli organi di stampa e alcuni di noi, purtroppo, hanno vissuto sulla propria pelle e visto con i propri occhi provenendo da quei territori, lasciano, credetemi, senza fiato e ci spiazzano perché irrompono violentemente in quel lavoro ordinato che il dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione stava facendo, quella gestione ordinaria, quel tentativo di pianificare una strategia. Ed irrompono in maniera violenta in quel processo di riforme e di interventi di sistema che seppure non in maniera organica, e questo dobbiamo dircelo, avevano provato a sviluppare quel sistema complessivo di accoglienza. Riforme e provvedimenti finalizzati sia a concepire un ingresso regolare e controllato in Italia, che a far fronte allo stato di emergenza che avevamo vissuto lo scorso anno. Sono stati molti i decreti ed è giusto citarli perché sono frutto di lavoro, di impegno; ad esempio il decreto-legge n. 145 del 2013 che ha liberalizzato l'ingresso in Italia degli studenti residenti all'estero, l'articolo 4 del decreto-legge n. 93 del 2013 che ha introdotto il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari alle vittime straniere di atti di violenza in ambito domestico, il decreto legislativo del 4 marzo 2014 n. 40 finalizzato a semplificare le procedure di ingresso e soggiorno ai fini lavorativi dei cittadini dei Paesi terzi; e poi la redazione del nuovo decreto flussi, il decreto legislativo del 4 marzo 2014, n. 24, che serve per la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime. Una serie di norme, di riforme, di provvedimenti che erano finalizzati, appunto, a creare quella nuova visione di immigrazione, di governance del fenomeno immigrazione.
  Accanto a questo quello che lei diceva: il potenziamento degli Sprar da 3 mila a 12 mila posti, estendibili fino a 19 mila posti. Il decreto-legge del 15 ottobre 2013 n. 120 che ha predisposto uno stanziamento di 210 milioni di euro per fronteggiare l'emergenza e l'operazione Mare Nostrum, quell'operazione che serve contro la tratta degli esseri umani e che ha salvato ben 19 vite. Ben 19 vite di uomini, donne e bambini, come diceva lei bene, probabilmente non tutti sarebbero stati vittime del mare, ma sicuramente grazie a Mare Nostrum abbiamo evitato delle tragedie in mare. E poi ricordo la discussione avviata sulla riforma della cittadinanza e del diritto d'asilo. Infine ricordo la delega al Governo per l'abrogazione del reato di ingresso e soggiorno illegale, trasformato in illecito amministrativo che è un provvedimento giusto, che è un provvedimento Pag. 13di buonsenso, che è un provvedimento che serve a semplificare e qualificare le procedure normative e processuali. Tutto questo era il percorso che avevamo lanciato.
  Ma lo stato dell'arte, quello che oggi ci ha raccontato, i fatti di Augusta e di Comiso, le immagini dei migranti, che fuggiti dai centri di prima accoglienza vagano per la provincia di Agrigento, ma anche – mi permetta – le immagini positive di quella provincia, delle associazioni, delle cooperative, degli enti locali, dei sindaci, delle forze dell'ordine che in queste ore, in questi giorni si sono mobilitati con altruismo, a cui va tutto il nostro ringraziamento, il ringraziamento del Partito Democratico, e sono convinto, il ringraziamento dell'intero Parlamento per lo straordinario lavoro che stanno facendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); ecco, queste immagini, e insieme a queste la paura che sta circolando e che serpeggia, del rischio di una possibile epidemia, a cui chiediamo al Governo di dare immediate risposte; e la situazione dei minori stranieri non accompagnati, che sono presenti in un numero cospicuo nell'ambito degli sbarchi, e la cui accoglienza è sempre più difficile da gestire in assenza di una governance nazionale: bene, tutte queste cose, che irrompono in quel percorso ordinato che stavamo mettendo in piedi, ci impongono, come lei stesso ha detto, una terapia d'urto, una terapia di impatto. Ci obbligano a guardare oltre, ad immaginare ed a mettere in atto una nuova strategia; anzi, una strategia nuova.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ANTONINO MOSCATT. Serve immediatamente creare una cabina di regia: bisogna attivare subito tutta la disponibilità dei posti SPRAR, comprensiva dei 6.900 aggiuntivi, procedere al recepimento di ulteriori posti in accoglienza, potenziare i centri di prima accoglienza in grado di rispondere nell'immediato all'esigenza di collocamento, attivare meccanismi in grado di accelerare i tempi operativi delle commissioni territoriali. Dice bene: 20 non bastano più, bisogna non solo potenziarli, ma aumentarli di numero. Bisogna, per quanto riguarda i minori, mettere in piedi una riforma organica e precisa, attivare un fondo unico e concertato con le regioni, attivare strutture di primissima accoglienza nelle aree di sbarco. Ed infine lavorare, dopo queste procedure di impatto, cosiddette, per creare quella riforma organica del sistema immigrazione, per creare una buona legge di natura europea e chiedere all'Europa, come lei stesso ha detto, di impegnarsi, di rispettare i Trattati, di rispettare il nostro ruolo, l'impegno che stiamo mettendo, che stiamo maturando. Mettere tutto, non solo risorse, ma quella forza politica per intervenire anche nella crisi libica, quella forza politica che ci serve a far capire che l'Italia non è da sola ad affrontare questo o quel fenomeno, che l'Italia non è da sola ad affrontare l'emergenza immigrazione, il fenomeno immigrazione.
  Presidente, nel concludere – non me ne voglia il Ministro Alfano – vorrei rivolgermi a lei, e tramite lei ai gruppi e ai colleghi: quello che è successo poc'anzi non è qualcosa che qualifica quest'Aula e questo dibattito. Vedete, mi auguro che riusciamo nel corso di questo dibattito così importante, così forte, così utile, a rifuggire dal populismo, dalla demagogia.

  PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.

  ANTONINO MOSCATT. Concludo. Dalla propaganda di bandiera. Perché ci piaccia o no, noi siamo lì, siamo nel cuore del Mediterraneo: le nostre coste sono frontiera. Perché ci piaccia o no, siamo il punto di approdo di tanta disperazione. Perché ci piaccia o no, non ci saranno norme tanto severe da impedire quella disperazione.

  PRESIDENTE. Concluda per favore, onorevole Moscatt.

  ANTONINO MOSCATT. Perché ci piaccia o no, abbiamo l'obbligo, abbiamo il dovere morale di interpretare questo fenomeno, Pag. 14di governarlo e di renderlo a misura di uomo: di coniugare quello che lei diceva, sicurezza e diritti; di coniugare quella capacità di essere un grande Paese in una grande Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Fabiana Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, Ministro Alfano, lo dico con un certo rammarico, ma con molta onestà: la sua informativa non ci ha soddisfatto, esattamente come non ci ha soddisfatto il tristissimo spettacolo di prima, a cui quest'Aula non si dovrebbe mai, mai abituare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che è stato molto strumentalizzato da parte di tutti. Veramente pietoso.
  Magari a lei e ai suoi colleghi della maggioranza sembrerà un'ovvietà il fatto che la sua informativa non ci abbia soddisfatto, ma noi, forse sarà perché siamo giovani, tendenzialmente siamo speranzosi, e fiduciosi del fatto che persino un politico di lungo corso come lo è lei un giorno o l'altro possa affrontare quest'Aula, e magari anche l'incarico istituzionale che ricopre, con un adeguato senso civico, e rispondendo magari anche delle proprie responsabilità, chi lo sa.
  Perché non ci riteniamo soddisfatti ? Perché nel corso di 10 mesi questa è la quinta volta che lei si presenta di fronte a questa Aula presentando condizioni di emergenza, urgenza, eccezione, degrado, indignazione, disagio straordinario relativamente alla questione immigrazione.
  Vado con ordine, per rinfrescare la memoria dell'Aula e anche la sua. Il 19 giugno 2013 venne, come oggi, a snocciolare i suoi dati: ci parlò di 86 sbarchi nei primi 5 mesi dell'anno e poi di altri 35 nei primi 18 giorni del mese di giugno, per un totale di 8 mila migranti; 4 ottobre 2013, dopo il tragico e luttuoso caso del naufragio di uno dei barconi al largo di Lampedusa ci descrisse tutta la sua indignazione, che non valeva neanche un centesimo della nostra, ma che valeva benissimo la solita premessa dei tanti «eh vedremo, diremo, faremo». Premessa farcita chiaramente dalla richiesta di compartecipazione e condivisione fattuale da parte dell'Unione europea; 21 dicembre 2013, venne a riferire a seguito del servizio radiotelevisivo RAI e dell'indecorosa condizione in cui versavano i migranti del CIE di Lampedusa scaricando, con l’aplomb istituzionale di cui solo lei è dotato, tutta la responsabilità in capo ai lavoratori all'interno del campo, come a dire «quelli sono i diretti colpevoli, sì, lo Stato lì mica arriva». Quindi, colpa loro.
  Il 3 febbraio 2014 in Commissione antimafia, oltre a tracciare la sottile, ma secondo lei neanche tanto, linea rossa che fa dell'immigrato clandestino un delinquente per eccellenza, è venuto ad annunciare che in vista del semestre europeo la Presidenza italiana – e cito lo stenografico della seduta n. 14 –: «intenderà promuovere azioni efficaci nella lotta alla tratta di esseri umani, nel rafforzamento dei controlli delle frontiere esterne, nell'armonizzazione delle misure di tutela dei minori non accompagnati e nello sviluppo di politiche di partenariato volte a dare supporto a percorsi di mobilità sostenibile».
  Però, nei giorni scorsi ha fatto delle dichiarazioni un pelino diverse. Cito il Corriere della Sera del 4 aprile, riferendosi alla Unione europea: «C’è un enorme deficit di analisi riguardo il fenomeno generale». Però adesso ci ha confermato che in Commissione Schengen ha detto che è ritornato tutto a posto tra lei e l'Europa. Poi, ancora citando sempre lo stesso articolo: «non siamo in una condizione di emergenza immigrazione ma di immanenza ed è questo il problema di cui ci dobbiamo occupare». Perfetto, sempre per rimarcare l'ineluttabilità dei numeri, ricordo che nel 2012 furono poco più di 13 mila i migranti sbarcati sulle nostre coste... Presidente, se si possono liberare i banchi del Governo. Grazie.
  L'anno successivo quasi 43mila, quindi triplicati. Per il 2014 ci dice tra i 300 e i 600 mila. In molti, tra gli addetti ai lavori sopratutto in ambito internazionale, sostengono che certi dati sono in realtà già Pag. 15noti e che con una adeguata politica di programmazione, ed essendo consci, lei oggi lo ha dimostrato, che la stragrande maggioranza dei flussi migratori sono costituiti da persone che avranno diritto all'asilo politico, il Governo italiano potrebbe affrontare adeguatamente il fenomeno, persino con i dati di cui oggi ci ha parlato.
  Allora la domanda – in realtà è più di una, ma sorgono spontanee – è: si tratta di emergenza ? Sono dati straordinari ? O è una situazione di immanenza, come lei l'ha definita ? Il Ministero che lei guida, il Governo di cui ora fa parte ma che è analogo a quello precedente, è capace o no di affrontare questa immanenza o emergenza ?
  Lei prima ha parlato dell'operazione Mare nostrum, ma vorrei ricordare a questa Aula che ci sono altre tre missioni che si sovrappongono.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Dadone.

  FABIANA DADONE. Una della NATO relativa alla prevenzione dei movimenti terroristici, 230 milioni di euro; l'altra è Frontex, 600 milioni in sei anni...

  PRESIDENTE. Concluda. È scaduto il suo tempo.

  FABIANA DADONE. ... e Mare nostrum 10 milioni al mese. E mi avvio alla conclusione. Io vorrei soltanto che il Ministro Alfano, una buona volta, venisse a dirci se effettivamente il suo Ministero e il Governo hanno effettivamente una politica in materia di immigrazione, altrimenti saremo costretti ogni volta ad assistere a uno spettacolo deprimente, una «pagliacciata» come quella di oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Ravetto. Ne ha facoltà.

  LAURA RAVETTO. Onorevole Presidente, signor Ministro, già nella giornata di ieri il Ministro ha avuto modo di riferire al Comitato bicamerale Schengen, che ho l'onore di presiedere, in merito ai dati allarmanti che riguardano i nuovi flussi di migranti che interessano le nostre coste: dall'inizio dell'anno sono arrivate via mare 20.500 persone, a fronte delle sole 2.500 dello scorso anno. Un aumento dell'800 per cento che non può non far riflettere sull'estrema urgenza di una politica strutturale in materia di flussi migratori, di cui non può farsi carico solo l'Italia. Lei stesso ha parlato in passato di rischio esodo, affermando che ci sarebbero in Nord-Africa tra i 300 mila e i 600 mila migranti in attesa di transitare nel Mediterraneo.
  La domanda è quindi immediata: a che punto sono gli accordi con i Paesi da cui provengono i migranti, che durante il Governo Berlusconi avevano mostrato piena efficacia ? Che ne è, ad esempio, del Trattato di partenariato tra Italia e Libia ? Oggi lei ci ha fornito rassicurazioni in merito al suo impegno affinché il tema dell'immigrazione non resti legato all'emergenza italiana e di qualche altro Paese, ma diventi una priorità assoluta dell'Agenda europea. Sono già diversi mesi che sentiamo invocare un intervento coordinato dell'Europa, che però tarda ad arrivare, e bisogna capirne le ragioni.
Si registrano le tenaci resistenze da parte degli Stati membri ad un maggiore coinvolgimento dei loro assetti operativi nelle attività di controllo delle frontiere esterne, nonché la diffidenza degli stessi Stati in occasione del Consiglio di giustizia e affari interni, il GAI, del 5 dicembre scorso, quando molte delegazioni hanno criticato le proposte della Commissione indirizzate ad introdurre meccanismi più stringenti di compartecipazione degli oneri, sia in termini di trasferimento del migrante da uno Stato membro ad un altro che di insediamento da Paesi terzi.
  Il Governo italiano deve imporsi: imporre innanzitutto la revisione del Regolamento di Dublino III: l'Italia subisce le oscillazioni delle situazioni politiche dell'euromediterraneo, essendo geograficamente il Paese di prima accoglienza per l'Unione europea e nel Regolamento Dublino Pag. 16III rimane sostanzialmente invariato il principio secondo cui il primo Stato di arrivo è quello competente a valutare le richieste di asilo e a sostenere gli oneri sociali ed economici corrispondenti. Ciò penalizza fortemente Paesi come il nostro che, a seguito delle eccezionali ondate migratorie del recente passato e in considerazione di quelle future, rimane e resta la frontiera geografica esterna dell'Unione più prossima alla sponda nord-africana.
  Quanto a Mare Nostrum, fonti europee riferiscono che alcuni Stati membri, pur condividendo le linee generali dell'operazione, messa in campo per evitare dolorosi naufragi e salvare vite umane, avrebbero addirittura dubbi sulla valenza delle azioni di search and rescue come attualmente configurate, arrivando a ritenere che l'ufficializzazione di tali interventi incoraggia i trafficanti di persone, alimentando l'illegalità e attraendo nuovi flussi. Ministro, spendiamo 9 milioni di euro al mese per farci dire dall'Europa che siamo l'anello debole nella lotta all'immigrazione clandestina ?
  Le riconosciamo il merito di aver fatto comprendere ai nostri partner europei che chi entra in Italia via mare affrontando le insidie del Mediterraneo non vuole entrare in Italia, ma vuole entrare in Europa e che, conseguentemente, la gestione degli sbarchi e dell'accoglienza ai migranti è un tema che va gestito a livello europeo. E tuttavia sappiamo che la maggior parte dei clandestini non arriva in Italia via mare, ma attraversando regolarmente le frontiere, e mostrando regolari passaporti muniti di regolari visti. Ci risulta che circa il 70 per cento del totale degli irregolari siano overstayer, ovvero stranieri che si trattengono nel nostro Paese oltre la durata consentita dal visto in loro possesso. E ci risulta che da alcune frontiere terrestri nazionali, in particolare dal confine con la Slovenia, secondo i dati del segretariato della Police cooperation convention for southeast Europe entrerebbero in Italia 100 clandestini al giorno.
  Ci pare d'aver compreso, da una recente audizione del Ministro Mogherini presso il Comitato Schengen, che l'Unione europea sta valutando una riforma della disciplina dei visti al fine di potenziarne la rilasciabilità per motivi, ad esempio, di studio e di turismo. Ministro, chiediamo a lei e al suo Governo di valutare attentamente le implicazioni che tale riforma potrebbe comportare sulle politiche migratorie nazionali. Più in generale, Ministro, abbiamo la percezione di approcci differenti al tema dell'immigrazione a seconda dei Ministri che vengono interpellati in merito. Chiediamo che la voce del Governo in Europa sia univoca. Chiediamo che sui temi dell'immigrazione il Governo affermi una posizione unica, chiara, puntuale, non suscettibile di ripensamenti. Il nostro Paese non può accontentarsi di buona volontà, di annunci, o, peggio, di retorica. L'emergenza è strutturale: il Semestre europeo a Presidenza italiana deve avere questa emergenza come tema prioritario della sua agenda (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, signor Ministro, noi non possiamo non prendere atto oggi che c’è un cambiamento di un punto di vista sul fenomeno migratorio da parte del suo Governo relativo all'idea stessa che l'immigrazione non è un'emergenza, ma è un fenomeno strutturale del nostro tempo.
  Però, al contempo, non possiamo non prendere atto delle contraddizioni che queste sue parole, oggi, hanno nei confronti delle politiche migratorie fin qui messe in atto da questo Governo e con le stesse parole da lei pronunciate in quest'Aula in altre occasioni di altre informative rispetto alle questioni sull'immigrazione. Vorrei farle notare quanto sia in contraddizione l'idea stessa delle parole pronunciate qui da lei, in quest'Aula, oggi, sulla necessità di proteggere le nostre frontiere con la necessità, contemporanea, di dover accogliere chi fugge da guerra, disperazione e persecuzione nei Paesi di origine.Pag. 17
  Ecco, noi, in questo momento, ci troviamo a dover affrontare un'emergenza, che tale non è, semplicemente perché in questi anni non sono state messe in campo delle politiche adeguate ad affrontare questo modello e semplicemente perché molte forze politiche, tra cui la sua, hanno costruito, in passato, il proprio consenso sulla paura. Vede, sentire le sue parole di questi giorni sulla possibilità di un esodo biblico dalla Libia verso l'Italia mi ha ricordato le parole del suo predecessore, Roberto Maroni, quando, a proposito dell'emergenza Nord Africa e della primavera araba, parlò anch'egli di un esodo biblico di più di un milione di migranti pronti ad assediare le nostre coste.
  Bene, in quell'occasione, l'emergenza Nord Africa portò a sbarcare sulle nostre coste poco più di 28.500 migranti, che sono esattamente la media degli ultimi anni; non vi è stato alcun esodo biblico. In quell'occasione, dalla Libia, che noi stavamo contribuendo a bombardare, fuggirono più di 700 mila persone, e più della metà di quelle persone furono accolte dalla Tunisia e la restante parte dall'Egitto, che non hanno chiesto aiuto all'Europa o ad altri Paesi per far fronte a quella che era sì un'emergenza umanitaria.
  Eppure, noi italiani abbiamo dovuto assistere alle vergogne di Lampedusa, alle chiamate dell'Italia all'Europa per far fronte a solo 28.500 persone arrivate sulle nostre coste. Noi, oggi, saremo qui a controllare le politiche che verranno messe in campo, per vedere se le parole qui pronunciate da lei sono l'ennesimo elemento di propaganda o se saranno, invece, portate avanti con fatti concreti.
  Quello che più ci rattrista è vedere quello che sta succedendo in queste ore, soprattutto in Sicilia. Noi, come lei ci ha detto, spendiamo 9 milioni di euro per salvare vite umane con Mare Nostrum e, al contempo, chiediamo all'Europa di rafforzare Frontex, che non salva alcuna vita umana, ma ha come obiettivo quello di fare i respingimenti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Noi dovremmo chiedere all'Europa, signor Ministro, di trasformare Frontex in un'operazione come Mare Nostrum e di unificare le forze europee per salvare le vite umane (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Noi dovremmo chiedere all'Europa di aprire corridoi umanitari con la Libia, con l'Eritrea e con tutti quei Paesi da cui oggi arriva il 73 per cento della popolazione migrante nel nostro Paese.
  E poi noi avremmo il dovere di controllare e di migliorare il nostro sistema di accoglienza. Basta fare un giro in Sicilia, in quello che lei ha definito in quest'Aula un centro d'accoglienza, la scuola «Umberto I» di Siracusa: la invito ad andarla a visitare e invito tutti i deputati della Lega a venire con me a vedere che cos’è la tragedia dei centri di accoglienza nella nostra terra (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), a vedere cosa significa che un migrante possa stare più di 21 mesi, come quello che ho incontrato io l'altro giorno, nel centro di Mineo, in attesa di avere una risposta dalle commissioni, che non si sono viste. Lei ha annunciato di avere potenziato queste commissioni: oggi, in Sicilia, vi è una sola commissione e solo nel CARA di Mineo vi sono quasi 5 mila persone in attesa di una risposta.
  Il fallimento del nostro sistema di accoglienza è sotto gli occhi di tutti e tra le parole di propaganda becera dell'onorevole Salvini, che dice che noi accogliamo i migranti negli alberghi a quattro stelle, e le parole da lei pronunciate qui, oggi, sul fatto che il nostro sistema di accoglienza è perfetto, vi è un abisso di disperazione, che vede migliaia di persone rimanere in un limbo della nostra accoglienza, che è fatta di sprechi e di speculazioni sulla vita degli immigrati.
  Ecco, noi saremo qui a controllare ogni giorno che le sue parole non restino vuote e saremo qui ad impedire a chiunque di fare propaganda e campagna elettorale – come sta facendo la Lega in questo momento – su un tema di una rilevanza così centrale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 18

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, intanto voglio ringraziarla, signor Ministro, per aver, con tempestività, accolto l'invito di venire a riferire in quest'Aula sul fenomeno dell'immigrazione, ma soprattutto sull'incremento che abbiamo visto in questi ultimi tempi degli sbarchi di migranti sulle nostre coste e sul nostro territorio.
  Abbiamo ascoltato con grande attenzione il suo intervento – così come abbiamo seguito ieri quello che ha svolto in seno alla Commissione Schengen – e devo dire che ho apprezzato, abbiamo apprezzato soprattutto l'analisi che lei ci ha voluto fornire circa il cambiamento delle motivazioni, ma soprattutto della struttura di questo flusso migratorio che oggi non è più di natura emergenziale, ma è di natura strutturale e, quindi, in tal senso, necessita di risposte ben diverse da quelle che erano state date in passato.
  Siamo d'accordo con lei – e mi sarebbe piaciuto che tutto il Parlamento lo fosse – che non si può prescindere dal richiedere ancora una volta all'Europa con la stessa determinazione, ancora di più, se è possibile, che l'Italia non può essere lasciata sola e – giustamente lei lo ha ribadito – ciò rappresenta oggi la priorità che abbiamo di fronte ed io mi auguro che anche il semestre europeo a guida italiana possa rappresentare l'occasione, non solo per un confronto – come è avvenuto sino ad oggi – da parte dell'Europa con l'Italia, ma anche da parte dell'Europa tutta per fornire risposte all'Italia perché l'Italia da sola non può più affrontare il problema.
  Signor Ministro, noi riteniamo che l'Europa qualcosa abbia già fatto indubbiamente, ma siamo convinti che ancora molto altro l'Europa debba fare e, da questo punto di vista, noi siamo convinti che otterremo dei risultati in base alle indicazioni del percorso che lei stesso ha voluto dare a quest'Aula, da una parte, rafforzando il ruolo di Frontex – perché, a differenza di quello che diceva il collega di SEL che mi ha preceduto, Frontex rappresenta uno strumento importante, utile e necessario – ma, dall'altra, non possiamo che rinnovare la richiesta da lei sottolineata di un impegno diretto di tutti gli Stati membri, sia nell'attività di contrasto dell'immigrazione irregolare, sia nella attività di accoglienza e di assistenza ai migranti che stanno arrivando sulle nostre coste.
  Colleghi, è facile, di fronte a questo problema, scegliere per ottenere qualche consenso in più in via immediata e decidere di attuare con demagogia, attraverso forme populistiche richieste impensabili e soprattutto immaginare di affrontare quel problema, quale quello attuale di questo tipo di immigrazione, soltanto con le parole: «respingiamoli tutti e mandiamoli tutti a casa». Credo che abbia ragione il Ministro Alfano quando dice che non possiamo cedere alla demagogia, sapendo bene che la demagogia non produce risultati, non dà risposte e purtroppo in alcune occasioni ha prodotto soltanto morte.
  E allora, anche qui, colleghi, noi lezioni da chi in quest'Aula non ha avuto spesso rispetto delle istituzioni che noi rappresentiamo, non le accettiamo e lo dico alla collega del MoVimento 5 stelle. Non ci vengano a raccontare che in quest'Aula il Ministro Alfano non è riuscito a rispondere nei mesi all'emergenza e a fornire le risposte da dare a questo fenomeno.
  Non ce lo venga a raccontare chi preferisce continuare a fare demagogia piuttosto che contribuire ad un percorso serio, qual è quello che il Governo ha avviato, per dare risposte certe, concrete e definitive a un problema qual è questo.
  Allora, signor Ministro, per concludere, visto che ho esaurito il mio tempo, anche se molto altro ci sarebbe da dire, la difesa delle città, della sicurezza dei nostri concittadini, così come le misure necessarie per l'immigrazione devono camminare parallelamente ed avere risposte uguali e necessarie per potere affrontare e risolvere entrambi i problemi. Allora, vada avanti nell'attività che sta facendo con il suo Ministero insieme a tutto il Governo. Non cediamo a quella tentazione di alcuni colleghi in quest'Aula di trasformare tutto, Pag. 19un problema così importante – ho concluso, Presidente – in una rissa elettorale. Le elezioni che ci saranno da qui a breve saranno elezioni in cui i cittadini sapranno scegliere bene chi va a chiedere in Europa che venga prima l'Italia e chi, invece, va a chiedere in Europa che venga prima il proprio partito. Noi non apparteniamo a questa categoria, ma alla prima (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra – Deputati del gruppo Nuovo Centrodestra espongono cartelli recanti la scritta: «Far morire le persone in mare non è di destra»).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.
  Per favore togliete quei cartelli. Prego i commessi di intervenire per togliere i cartelli. Togliete quei cartelli, colleghi. Consegnate i cartelli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente).

  NICOLA MOLTENI. Lo hanno fatto per andare in televisione. Adesso possiamo riprendere !

  GIANLUCA BUONANNO. Che vergogna !

  PRESIDENTE. Prego onorevole Dambruoso.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio innanzitutto esprimere, a nome di tutto il gruppo di Scelta Civica, un sincero ringraziamento al Ministro Alfano per il lavoro che ha svolto in queste difficili settimane, ma soprattutto a tutte le donne e gli uomini delle forze dell'ordine e delle capitanerie di porto che, solo nei primi tre mesi del 2014, hanno salvato più di 12 mila vite umane. Il record di sbarchi registrati, come ci è stato appena ricordato, nelle ultime settimane è solo l'inizio di una massiccia ondata migratoria, che coinvolgerà cittadini perlopiù provenienti da territori di guerra e dai Paesi arabi, in crisi dopo il fallimento delle cosiddette «primavere». Aumenteranno i richiedenti asilo e protezione umanitaria rispetto ai migranti economici e questa evoluzione del fenomeno non può rappresentare l'ennesima emergenza, ma deve essere affrontata come una nuova vera sfida per l'Italia ma soprattutto per l'Europa intera.
  Se, infatti, il nostro Paese rappresenta geograficamente la porta verso l'Africa dell'Unione Europea, è giusto che sia quest'ultima, proprio quest'ultima Europa, ad assumersi la responsabilità di fronteggiare un fenomeno epocale, che coinvolge non solo il nostro Paese ma tutto il continente. D'altronde, solo l'Europa può affrontare, per via diplomatica, i problemi di politica internazionale che sottendono al boom dei flussi migratori: da un lato, infatti l'Europa potrebbe e dovrebbe stipulare accordi più incisivi con i Paesi da cui i profughi provengono; dall'altro, dovrebbe adottare tutte le misure necessarie a predisporre una strategia comune di difesa delle frontiere marittime, di soccorso in acque internazionali e di accoglienza dei richiedenti asilo in tutti i Paesi europei.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 13,35)

  STEFANO DAMBRUOSO. Occorre, quindi, nell'immediato un potenziamento dell'attività svolta da Frontex e un maggiore impegno di tutti i Paesi nel pattugliamento delle acque internazionali, intensificandolo con le operazioni come Mare Nostrum, che finora hanno visto coinvolti prevalentemente e quasi esclusivamente operatori italiani.
  Sul piano programmatico è necessario rivedere l'intero sistema di ingressi e di riconoscimento del diritto di asilo e di protezione internazionale, così come lei ci ha ricordato partendo proprio dal Trattato di Dublino del 2003, che in questi anni ha fortemente ma significativamente penalizzato gli Stati più esposti agli sbarchi, i quali, oltre a dover far fronte a misure di soccorso e prima accoglienza, devono procedere all'esame di tutte le domande presentate al momento dell'arrivo sul territorio nazionale, con un notevole aggravio Pag. 20di adempimenti e di impiego di risorse in attesa di definizione delle pratiche attivate. Per una più equa redistribuzione anche del carico di procedure, basterebbe una interpretazione più elastica del Trattato che permetta, già dal momento dell'avvio della richiesta di protezione, la possibilità di inserire, accanto al Paese di arrivo, anche il Paese dell'Unione dove già vivono membri dello stesso nucleo familiare e nel quale il richiedente vorrebbe legittimamente ottenere asilo.
  Ed ancora: è necessario, signor Presidente, signor Ministro, stipulare accordi con i Governi degli Stati del Nord-Africa per creare sui loro territori dei luoghi di soccorso e di raccolta dei profughi provenienti dalle aree di guerra, agevolando canali umanitari di transito che consentano loro di raggiungere in sicurezza i Paesi dell'Unione in cui intendono recarsi e chiedere protezione. Sul punto, si potrebbe creare un Ufficio europeo dell'immigrazione con sede stabile in territorio nordafricano – analogamente a quanto altri Paesi, come i soliti ricordati Stati Uniti, hanno già predisposto –, allo scopo di rendere possibile la richiesta di protezione internazionale senza la necessità di attraversare in condizioni di irregolarità e di pericolo il Mediterraneo.
  O ancora si potrebbe, signor Ministro, consentire l'avvio della richiesta di asilo e protezione internazionale presso consolati e ambasciate sulle rive sud del Mediterraneo, nei principali Paesi di transito come Libia e Tunisia, al fine di rendere possibile a quei candidati che già posseggono i requisiti per l'accettazione, in quanto provenienti da guerre e aree di persecuzione, presentare domanda, accedendo a condizioni legali e sicure d'ingresso.
  Le soluzioni possono essere diverse, ma ciò che occorre è l'unità di intenti a livello comunitario. Siamo sicuri, signor Ministro, che lei perseguirà, come oggi ci ha rappresentato, questo obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, signor Ministro, lei poco fa ha affermato che noi della Lega vogliamo i morti. Ministro, questa è un'affermazione disumana e da vigliacchi e non le consentiamo di fare affermazioni di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! Non le fa onore, anzi le fa disonore fare questa affermazione. Strumentalizzare i morti nel Mediterraneo, strumentalizzare i bambini e le bare bianche dei bambini, unicamente per coprire le sue incapacità da Ministro è indegno e non è degno di un Ministro della Repubblica di questo Paese.
  La Lega non vuole i morti nel Mediterraneo; la Lega però non vuole neanche un immigrato clandestino in più sul territorio. Ministro, lei piange le vittime nel Mediterraneo, va bene; Ministro, vada a piangere anche le tre vittime uccise poco tempo fa da Mada Kabobo, un immigrato clandestino che ha massacrato a colpi di picconate tre «poveri cristi», vada a piangere le bare anche di quelle persone (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Ministro, le ricordo che, con i beceri leghisti, come qualche esponente del suo partito ci ha definito, lei ha governato per tre anni e mezzo in questo Paese. Non siamo noi ad aver cambiato idea sull'immigrazione; è lei, Ministro Alfano, che sta tradendo quelle politiche che, dal 2008 al 2011 (Commenti dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra). ..

  PRESIDENTE. Colleghi, colleghi !

  NICOLA MOLTENI. ...assieme, abbiamo combattuto per garantire più sicurezza ai nostri territori e per contrastare l'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Commenti dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Colleghi ! Collega Bosco !

  NICOLA MOLTENI. Lei, Ministro, sta aprendo le porte del Paese ad un'immigrazione Pag. 21di massa pericolosissima. Lei, Ministro, vuole compiacere i salotti buoni dell'Europa e i salotti buoni della sinistra (Proteste del deputato Bosco) ! Lei non ha il coraggio..

  PRESIDENTE. Collega Bosco, la richiamo all'ordine. Collega Bosco !

  NICOLA MOLTENI. Lei non ha il coraggio, Ministro, di fare quello che altri Stati europei stanno facendo per contrastare l'immigrazione. Continua a invocare l'Europa, è dal 18 ottobre in quest'Aula che voi state chiedendo l'intervento dell'Europa, ma questa Europa ci ha abbandonato, la vostra Europa, quella che voi santificate ogni giorno, ha abbandonato il nostro Paese. L'Europa non risponde, l'Europa, anche sull'immigrazione clandestina, ci sta prendendo in giro. Continuate ad andare a Bruxelles con il cappello in mano, a prendere ordini da Bruxelles, ma intanto Frontex era ed è un carrozzone senza arte né parte e da Bruxelles riceviamo solo ed esclusivamente elemosine e briciole.
  Lei, Ministro, ha due grandi responsabilità, ha due grandi colpe sulla propria testa: aver aperto le porte del Paese all'immigrazione clandestina, e il nostro Paese non è l'Eldorado, caro Ministro, e l'altra grande responsabilità è quella di non aver impedito la cancellazione del reato di immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Quello stesso reato che cinque anni fa assieme abbiamo votato, lei l'ha votato, l'ha sostenuto, l'abbiamo difeso; anche lei stesso l'ha votato.
  Adesso se ne lava le mani, se ne lava le mani esattamente come Ponzio Pilato, e lei sa benissimo che il reato di immigrazione clandestina è presente in molti Paesi europei ed è un deterrente importantissimo per impedire che nel nostro Paese ci sia un'invasione di massa. Tranquillo, però, signor Ministro, il reato di immigrazione clandestina, che questo Parlamento, tranne la Lega, ha cancellato, verrà ripristinato. Verrà ripristinato con un referendum, verrà ripristinato dal popolo, verrà ripristinato con migliaia di firme, come un popolo civile e democratico, il popolo svizzero, ha fatto.
  Ministro, voi del Governo garantite 1.300 euro al mese a tutti i presunti profughi o potenziali immigrati clandestini che vengono portati nel nostro Paese con l'operazione Mare Nostrum: 1.300 euro non è neanche lo stipendio che prende un poliziotto, quei poliziotti che sabato hanno difeso una città da una guerriglia urbana, poliziotti che rischiano la vita. Siamo in un Paese con 7 milioni di pensionati che guadagnano meno di mille euro al mese e voi agli immigrati clandestini garantite vitto, alloggio, ricariche telefoniche....

  PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

  NICOLA MOLTENI. ...spese di ogni genere.
  Ministro, pensavamo di avere un Ministro dell'interno di centrodestra, un Ministro che avrebbe difeso strenuamente e con forza quelle politiche di sicurezza e di contrasto all'immigrazione clandestina che, assieme, abbiamo approvato cinque anni fa. E, invece, queste stesse politiche di sicurezza le state smantellando, le sta smantellando lei. Si è lasciato condizionare dall'ipocrisia di sinistra, buonista e filoimmigrazionista (Proteste dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra) !

  PRESIDENTE. Colleghi !

  NICOLA MOLTENI. Non ha il coraggio di fermare l'immigrazione clandestina, abbia almeno il coraggio di dimettersi da quell'incarico (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Proteste dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, io oggi nella relazione del Ministro Alfano ho visto un atto politico, perché per troppo tempo in Italia gli sbarchi nel Mediterraneo Pag. 22sono stati strumentalizzati in una visione di paura e di emergenza, dimenticando che i migranti sono persone, uomini, donne, bambini, comunque vittime della guerra, della povertà e purtroppo spesso del mare. E oggi, davanti a un aumento dei flussi, che sappiamo essere flussi misti e, quindi, riguardano non soltanto i migranti per cause economiche, ma soprattutto rifugiati a causa della guerra, della guerra in Libia, della guerra in Siria, dell'instabilità in Libia, in Egitto, della guerra in Somalia, in Eritrea e così via, si torna a fare politica; di fronte a questi flussi misti si torna a fare politica: una politica giusta, chiudendo una fase non sempre dignitosa nel nostro Paese.
  E io vorrei dire che è un vanto per l'Italia che si siano salvati tanti naufraghi con il pattugliamento navale, con l'operazione Mare nostrum, che è iniziata il 18 ottobre. E se in Italia o a Bruxelles qualcuno considera che salvare vite umane sia un incoraggiamento all'immigrazione, bene, noi crediamo che questo non vada a onore di chi lo pensa e di chi lo dice. Noi oggi non ci vergogniamo, anzi per la prima volta siamo fieri che si siano salvate delle vite.
  Vorrei aggiungere che Mare nostrum è un'operazione che ha fatto arrestare quasi 40 scafisti. Perché mettere in conflitto sicurezza e protezione ? Sicurezza e accoglienza possono essere promosse entrambe, devono essere promosse entrambe. Allora, di fronte a questi flussi così composti, che rispecchiano proprio la geopolitica – potremmo dire – delle miserie, delle guerre e dei problemi del nostro continente, noi siamo d'accordo: è un test di solidarietà europea. Se ne parla anche al Consiglio d'Europa, dove io rappresento l'Italia. Quindi, chiediamo un rafforzamento da parte dell'Unione europea di tutte queste misure. Ma sarebbe un errore concentrare l'attenzione e gli investimenti solo per la parte sicurezza e pattugliamento, e per questo noi chiediamo una politica seria di resettlement a livello italiano ed europeo, di reinsediamento dei rifugiati. Si sono velocizzati i tempi delle commissioni per la richiesta d'asilo ? Bene, si può fare ancora meglio.
  A breve termine, Ministro, chiediamo di mettere a sistema la rete SPRAR, di far crescere ancora di più l'assistenza e il sostegno agli enti locali deve migliorare e dobbiamo distribuirli meglio tra tutte le regioni. Solo 70 province su 110 sono coinvolte. Molti comuni hanno dato più disponibilità. Ricordo che il comune di Roma ha dato disponibilità per un aumento di posti da 150 a ben 2.500. Questo aumento di posti SPRAR ci può permettere di razionalizzare i costi, anziché creare dei sistemi paralleli non sempre efficienti.
  E poi la qualità dei servizi: gli standard di accoglienza devono diventare omogenei. Troppe differenze, nelle condizioni di accoglienza, tra alcune regioni e le altre. Non deve più succedere il caso del ragazzo del Gambia morto che lei ha ricordato.
  E vorrei ricordarle, Ministro, un serio programma di formazione degli operatori, che non possono essere formati soltanto dalle forze di Polizia stesse, perché la formazione è quella che garantisce la qualità dell'accoglienza che stiamo cercando.
  E poi, un serio programma a livello europeo: che sia permesso ai profughi di chiedere protezione già nei Paesi di transito. Questo lo abbiamo chiesto e lo rinnoviamo: che si crei un ufficio europeo di immigrazione in territorio nordafricano e che i centri di prima accoglienza, in Sicilia e nel Mediterraneo, siano europei. Non so se il regolamento Dublino 3, che è in fase di collaudo, appena nato, può essere rivisto, ma certamente possiamo fare un'azione più forte a livello europeo.
  Concludo: abbiamo appena abrogato il reato di clandestinità, la settimana scorsa, e sfatiamo l'idea che gli arrivi aumenterebbero per questo, così come sfatiamo l'idea che, appunto, quando sono aumentati, non sono state certo le politiche di sicurezza intransigenti ad interromperli.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MILENA SANTERINI. Non strumentalizziamo il dolore di tanta gente, diamo Pag. 23un'accoglienza all'altezza degli standard europei, non creiamo una doppia morale tra difesa dei diritti umani e respingimento degli immigrati, sia in Italia che in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Ministro, nella sua informativa questa mattina lei ha esibito il meglio della casa: è stato inutilmente provocatorio e, secondo consuetudine, deludente.
  È venuto qui da noi a fare la voce grossa – qui, da noi – nei confronti dell'Europa cinica e bara. Ma ha sbagliato indirizzo, onorevole Ministro: qui siamo a Roma, questo è il Parlamento italiano. Lei è un Ministro della Repubblica italiana e, se vuole, come dovrebbe, fare la voce grossa nei confronti dell'Europa, dovrebbe prendere l'aereo e andare a Strasburgo, a comunicare all'Europa – non a chiedere, a comunicare all'Europa – che l'Italia, essendo abbandonata nella gestione di un problema che dovrebbe assolvere le coscienze e le attenzioni di tutta la comunità europea, blocca il trasferimento dei finanziamenti all'Europa, sospende l'adesione ad ogni tipo di convenzione di carattere finanziario, di carattere economico, di carattere fiscale. Chieda all'Europa di imporre che le condizioni di accettazione delle popolazioni dell'immigrazione dai Paesi del sud del mondo siano concordate in eguale misura da tutti i Paesi che fanno parte dell'Unione europea.
  Questo deve fare un Ministro della Repubblica, non venire qui a far finta, a casa nostra, di fare la voce grossa, per poi andare in Europa silente nei confronti di un trattamento totalmente diverso, che viene destinato, tra l'Italia e gli altri Paesi della Comunità, ad accettare le veline per andare poi ad imporre questo o quel balzello in più ai cittadini della Repubblica.
  Lei è qui, onorevole Ministro, non per sua volontà, ma perché chiamato a gran voce, ai sensi del Regolamento, dai gruppi di Fratelli d'Italia e della Lega, nel momento in cui quest'Aula era chiamata, anche su suo indirizzo, a varare l'ennesimo provvedimento «svuota carceri», all'interno del quale c'era un provvedimento che aboliva il reato di immigrazione clandestina, che produrrà, come unico effetto, quello di dare un'ulteriore garanzia di impunità agli scafisti, a quelli che fanno affari, a quelli che sfruttano tutte le disperazioni del mondo, che potranno sapere di poter indirizzare le loro barche della disperazione sulle coste italiane, perché quello è l'unico Paese nel quale sono sicuri che nemmeno da un punto di vista legislativo ci potrà essere una forma di contestazione.
  Onorevole Ministro, lei ha parlato delle vittime. Ora io le voglio richiamare all'attenzione – lei dovrebbe saperlo – che la popolazione carceraria italiana è costituita per più del 40 per cento da cittadini stranieri. Siccome gli stranieri in Italia sono meno del 4 per cento, significa che più di 10 volte aumenta il rapporto tra quelli che delinquono nei cittadini stranieri.
  E lei è venuto, per raccogliere una volta di più le simpatie a sinistra, a parlare con il linguaggio un po’ peloso di carità convenzionale nei confronti delle popolazioni. Ci ha parlato dei bambini e delle bambine. Lasci stare le bambine, lei è specializzato nelle bambine kazake, onorevole Ministro (Proteste dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra) !

  PRESIDENTE. Si rivolga con rispetto al Ministro, per favore.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Non ho mancato di rispetto nei confronti di nessuno. Ho richiamato un episodio di cui il Ministro dell'interno si è reso protagonista, signor Presidente. Cerchi anche lei, quindi, di essere imparziale quando è seduto su quella seggiola, per cortesia.
  Lei parla delle vittime per diventare, come già lo è diventato, il paladino della sinistra. Lei dovrebbe interessarsi un po’ di più delle vittime dei reati, delle vittime di quelle sacche di disperazione che l'afflusso Pag. 24continuo di immigrazione clandestina nel nostro Paese continua a generare, a danno dei cittadini italiani che lei dovrebbe essere chiamato a difendere in prima battuta.
  Allora, onorevole Ministro, lei deve prima di tutto andare in Europa a battere i pugni per davvero perché l'Europa faccia abolire quella norma che consente ad alcuni Paesi, in barba all'interesse di altri, di non consentire il transito di quelli che arrivano in Italia, perché siamo il porto naturale del Mediterraneo, e vorrebbero muoversi nell'Europa. Gli altri Paesi, invece, in barba alle norme comunitarie dicono: no, da noi non li fai entrare, sono problemi dell'Europa, si interessi solo l'Italia dei problemi dell'immigrazione.
  Adotti, per semplicità, se ha tanta difficoltà a scrivere una nuova norma, signor Ministro – scelga lei, si legga tutte le norme sull'immigrazione e sul flusso dei cittadini in Europa tra tutti i Paesi membri dell'Unione europea –, quella che è la norma più severa. Io non so quale sia, non mi interessa. Se la scelga per bene e la adotti, per carità. Non voglio che l'Italia sia più cattiva degli altri, ma nemmeno che sia la più fessa, che faccia finta di saper accogliere tutte le disgrazie e le sciagure dell'umanità quando non abbiamo la dimensione, la caratura economica e la struttura sociale per poterlo fare.
  Soprattutto, signor Ministro, in conclusione, non abbia paura di apparire di destra perché su questo, le assicuro, i nostri elettori non ci cascheranno più nei confronti suoi e del suo partito. E faccia, con un minimo di resipiscenza, una necessaria azione di controllo e di governo del territorio nazionale, come ha fatto un Governo di sinistra, esattamente come il suo Governo, di sinistra, onorevole Alfano, ossia il Governo Zapatero, che ha messo – eccome – la Marina militare spagnola a controllare i limiti territoriali delle acque spagnole e ha impedito la continuazione di quei flussi immigratori che, proprio per effetto dell'abbattimento del reato di immigrazione clandestina, voluto dal suo Governo di sinistra, onorevole Alfano, continueranno ad indirizzarsi sempre più verso le nostre coste. Non venga qui a farci la morale della carità pelosa; faccia il Ministro dell'interno o lasci quella poltrona che indebitamente sta ricoprendo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, signor Ministro, i numeri che lei ci ha illustrato non ci stupiscono. Le crisi arabe e africane continuano a produrre ingenti movimenti e, nonostante questi numeri, noi sconsigliamo di calcare la mano sulla retorica emergenziale. D'altronde, lei stesso ha parlato di natura strutturale del fenomeno.
  Le nostre coste sono da sempre una meta. Si parla di emergenza sin dagli sbarchi degli albanesi negli anni Novanta; poi vi furono i curdi, vi furono i kosovari e si direbbe che ogni volta sia una sorpresa, invece di una contingenza geopolitica da prevedere e gestire con mezzi adeguati.
  Sono appunto le condizioni geopolitiche a provocare l'afflusso di persone e non certo, come dicono i colleghi della Lega Nord, l'abolizione del reato di clandestinità, sovente non applicabile e comunque non pertinente in casi di richiesta di asilo.
  I profughi arrivano perché le condizioni dei loro Paesi non danno loro altra scelta e arrivano perché il nostro Paese è un naturale ponte nel Mediterraneo, per poi dirigersi spesso verso altre mete.
  Gli impegni che abbiamo, in primis – e lo sottolineo – di fronte alla nostra Costituzione e poi alle Convenzioni internazionali (Ginevra, Dublino), ci richiedono un approccio responsabile e lungimirante. Troppo spesso si è drammatizzato e non si è fatto, lasciando ad esempio Lampedusa priva anche degli strumenti minimi o lasciando, furbescamente a volte, esfiltrare i profughi oltre frontiera, cosa notata con fastidio dai Paesi vicini. Il numero di richiedenti asilo e profughi accolti in Italia non è eccezionale. L'Italia è sesta tra i Paesi europei, alle spalle di tutti i Paesi maggiori. Un anno fa i rifugiati da noi Pag. 25erano 65 mila, a fronte dei quasi 600 mila in Germania. Il suo intervento di oggi pare a noi socialisti indicare una rotta ben diversa. Bene.
  Ora, se siamo davvero di fronte ad un aumento dei flussi, dobbiamo attrezzarci con responsabilità e senza furbizie. L'Unione europea, che già contribuisce sostanzialmente, potrà, anzi dovrà essere più e meglio coinvolta e lei ha avanzato proposte in questo senso. Ne aggiungiamo una sola, già avanzata all'indomani della tragedia di Lampedusa. Pensiamo a metodi di individuazione preventiva degli aventi diritto all'asilo direttamente sull'altra sponda del Mediterraneo, magari in centri promossi dall'Unione europea.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  PIA ELDA LOCATELLI. L'Italia può essere all'altezza del suo compito, e io ringrazio anche personalmente per le sue parole e per la sua emozione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano -Liberali per l'Italia).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente all'ordine del giorno.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,55).

  GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, il 7 marzo 2014 la Commissione europea comunica al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e all'Eurogruppo che l'Italia, assieme alla Croazia e alla Slovenia, viene posta sotto monitoraggio specifico poiché presenta squilibri eccessivi.
  Inoltre – leggo il documento della Commissione – «a giugno 2014 la Commissione valuterà i programmi nazionali di riforma e i programmi di stabilità e di convergenza nell'ambito del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche per verificarne l'adeguatezza alla luce dei problemi rilevati. Qualora ritenesse che le risposte politiche proposte dagli Stati membri che presentano squilibri eccessivi (Italia, Croazia e Slovenia) non siano all'altezza delle sfide, la Commissione presenterà una raccomandazione al Consiglio per fare in modo che gli Stati membri interessati adottino misure correttive nell'ambito del braccio correttivo della procedura per gli squilibri macroeconomici. Se necessario, all'inizio di giugno saranno prese ulteriori misure nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi».
  Pertanto, per la gravità di questa situazione, in vista della discussione che ci vedrà impegnati domani sul Documento di economia e finanza, a nome del mio gruppo, chiedo che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi venga immediatamente a riferire al Parlamento prima della discussione di domani, e aggiungo – e concludo – che il Presidente non deve riferire solo perché lo vuole il MoVimento 5 Stelle, ma perché è tenuto a farlo. Il suo intervento sarà propedeutico ai nostri lavori di domani. Quindi, non può esimersi in alcun modo.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo sempre sull'ordine dei lavori perché ritengo che sia legittimo richiedere la presenza del Presidente del Consiglio in quest'Aula: è stato fatto tante volte, lo abbiamo fatto noi, anche nel rapporto maggioranza-opposizione ci sta. Ma che adesso diventi vincolante per la trattazione del DEF un'audizione, non prevista da nessuna parte, del Presidente del Consiglio o un'informativa del Presidente Consiglio la considero una forzatura, e oltretutto una forzatura non utile ai lavori di questo Parlamento.
  Volevo che fosse chiara la posizione del nostro gruppo, visto che abbiamo un Ministro dell'economia e delle finanze che ha fatto un lavoro con la Commissione: il DEF è stato approfondito. C’è un percorso Pag. 26in atto nella Commissione competente. Il Ministro sarà qui a dare tutti i chiarimenti e a partecipare al dibattito generale, così come previsto dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, all'unanimità, già nell'ultima riunione e, quindi, penso che questo percorso individuato sia il percorso corretto.

  PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

(Problematiche relative al progetto di riforma del processo civile, con particolare riferimento all'accesso alla tutela giurisdizionale dei diritti – n. 3-00766)

  PRESIDENTE. L'onorevole Cicu ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00766, concernente problematiche relative al progetto di riforma del processo civile, con particolare riferimento all'accesso alla tutela giurisdizionale dei diritti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  SALVATORE CICU. Signor Presidente, signor Ministro, l'intervento del precedente Governo del 17 dicembre 2013 ha dimostrato l'assenza di una strategia di riforma efficace del processo civile. Si è andati verso la direzione della rottamazione della nostra giustizia civile, però le misure contenute nell'ultimo disegno di legge delega sono state vendute ai mezzi di comunicazione come rimedio alle evidenti lungaggini dei procedimenti nel nostro Paese; in realtà, sono una lista della spesa infarcita.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  SALVATORE CICU. Gli avvocati di tutta la nazione, ma, in maniera particolare, l'Avvocatura della Sardegna e gli avvocati di Cagliari, Lanusei, Oristano e Tempio hanno manifestato e proseguono ad oltranza a farlo per chiedere una risposta immediata rispetto agli intendimenti del Governo in ordine alla riforma del processo civile.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il 20 febbraio 2014, il Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro della pubblica amministrazione e della semplificazione, ha presentato in Parlamento il disegno di legge delega al Governo, recante disposizioni per l'efficienza del processo civile, la riduzione dell'arretrato, il riordino delle garanzie immobiliari, nonché altre disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione del processo di esecuzione forzata.
  Gli interventi normativi contenuti nel provvedimento, rispetto ai quali gli interroganti hanno rilevato la sussistenza di profili critici, riguardano la motivazione a richiesta della sentenza di primo grado, la motivazione per relationem delle sentenze di appello, la composizione monocratica della corte d'appello in alcune materie e la responsabilità aggravata del difensore in caso di abuso di strumenti processuali.
  In merito ai dubbi manifestati dagli interroganti sul paventato pericolo di compressione dei diritti della difesa, che deriverebbe dall'adozione del provvedimento in itinere, osservo che il disegno di legge di Pag. 27iniziativa governativa è strutturato in gran parte in forma di delega al Governo ed è, dunque, destinato ad essere arricchito, eventualmente, dal contributo parlamentare con riferimento ai principi e ai criteri direttivi della delega.
  Ciò chiarito, ho già avuto modo di assicurare in più occasioni che il Governo ha allo studio iniziative volte ad integrare e a superare il disegno di legge anzidetto, proprio in relazione ad alcuni profili menzionati dagli interroganti. Infatti, come ricordato dagli stessi interroganti, è già stata avviata una concreta interlocuzione con l'Associazione nazionale magistrati e con il Consiglio nazionale forense e con le associazioni più rappresentative dell'Avvocatura per promuovere, già nel breve termine, con il concorso di tutte le componenti professionali del mondo della giustizia, l'adozione di provvedimenti finalizzati, tra l'altro, ad incentivare la risoluzione stragiudiziale delle controversie in chiave deflattiva del contenzioso in entrata.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Sono, pertanto, in avanzata fase di studio presso l'ufficio legislativo del Ministero della giustizia interventi normativi tesi all'introduzione di istituti, quali la camera arbitraria dell'Avvocatura e la procedura di negoziazione assistita da avvocati, peraltro già all'attenzione del Parlamento; iniziative tutte finalizzate a ridurre considerevolmente i tempi del processo civile ed aumentare sensibilmente la produttività degli uffici giudiziari, valorizzando la professionalità e le competenze del mondo dell'Avvocatura.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. È del tutto evidente che tanta più strada faremo su questo fronte, tanto meno alcuni istituti, probabilmente previsti dal disegno di legge in oggetto, potranno anche essere riconsiderati e superati.

  PRESIDENTE. L'onorevole Cicu ha facoltà di replicare, per due minuti.

  SALVATORE CICU. Signor Presidente, signor Ministro, prendiamo atto dell'impegno, della serietà dell'impegno che oggi lei ha assunto e, naturalmente, delle iniziative che ha individuato, però ci sono alcuni aspetti che preoccupano, come quelli della reintroduzione nel DEF del cosiddetto impianto Cancellieri, per cui è evidente che ha destato sorprese in ordine al confronto che lei ha attivato, alla disponibilità che ha dato e, soprattutto, all'interlocuzione circa il contributo che intende ricevere in ordine agli aspetti che lei ha citato.
  In maniera particolare, l'Avvocatura della Sardegna, al di là di altri elementi che non voglio ripetere, ha a cuore un problema che riguarda non solo i sardi, ma tutti gli italiani.
  Noi tendiamo a realizzare, come obiettivo, una giustizia che sia per tutti eguale, non solo per coloro che se lo possono permettere, ma soprattutto per i meno abbienti. Quindi, in questa direzione chiediamo un impegno maggiore che consenta a tutti i colleghi sardi di riprendere a svolgere la loro professione, perché con forza e motivazione loro, oggi, hanno avuto un'assemblea molto controversa, molto dibattuta e quindi aspettavano con ansia una sua risposta.

(Iniziative per la piena efficacia della riforma prevista dalla legge n. 62 del 2011, al fine di favorire l'accesso delle detenute madri alle misure cautelari alternative – n. 3-00767)

  PRESIDENTE. L'onorevole Tinagli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00767, concernente iniziative per la piena efficacia della riforma prevista dalla legge n. 62 del 2011, al fine di favorire l'accesso delle detenute madri alle misure cautelari alternative (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  IRENE TINAGLI. Signor Presidente, l'interrogazione è basata, come diceva Pag. 28prima il Presidente, su un problema enorme del nostro Paese. Da noi si parla spesso dei problemi legati al sovraffollamento delle carceri, ma ci dimentichiamo spesso dei soggetti più deboli che vivono all'interno di queste istituzioni e che sono i minori. In Italia, oggi, ci sono ancora decine di bambini che vivono all'interno di queste strutture con le loro madri. Questo è legato, chiaramente, all'esigenza di tenerli vicini alle madri, ma si tratta di strutture assolutamente inadeguate. La riforma del 2011 sopra citata si proponeva di affrontare questo problema, ma con enormi difficoltà e limitazioni. Quindi, noi chiediamo di sapere quali siano le azioni volte a rafforzare le misure previste dalla riforma.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione dell'onorevole Tinagli, segnalo innanzitutto che alla data del 15 aprile 2014 negli istituti penitenziari risultavano presenti 39 detenute madri, con 40 bambini al seguito. Ad oggi risultano funzionanti due istituti a custodia attenuata per detenute madri, ICAM, situati l'uno Milano e l'altro a Venezia. Il primo è operativo fin dal 2007 e ospita attualmente sei detenute madri e sette bambini di età inferiore a tre anni. Il secondo è entrato in funzione nel luglio 2013 ed ha una capienza di dodici madri con figli. Attualmente ospita cinque detenute madri ed altrettanti bambini, tutti al di sopra dei tre anni di età, in attuazione della legge n. 62 del 2011. L'istituto di Venezia è destinato a coprire anche le esigenze della regione Emilia-Romagna in considerazione della scarsa presenza di detenute di detta area geografica.
  Secondo le informazioni pervenute al DAP, entro la fine del corrente mese di aprile, sarà operativo L'ICAM di Senorbì, Cagliari, che sarà in grado di ospitare sei detenute madri e un detenuto padre. Nelle restanti regioni è in corso la realizzazione di diversi progetti per ristrutturare o acquisire edifici da destinare ad ICAM, costantemente monitorati dal DAP, per i quali occorrerà, comunque, verificare la disponibilità dei fondi per i necessari adeguamenti.
  Per quanto concerne invece le case famiglia protette, i provveditorati regionali dell'amministrazione penitenziaria sono stati ripetutamente sensibilizzati ad intraprendere ogni utile iniziativa di impulso e di confronto con gli enti locali, cui spetta il compito di individuare gli edifici idonei.
   La commissione costituita per l'elaborazione di proposte di interventi in materia penitenziaria, presieduta dal professor Palma, nella relazione pubblicata nel febbraio 2014, ha posto l'accento sulla necessità di riesaminare il quadro complessivo degli ICAM rispetto alle effettive necessità, subordinando la progettazione alla stesura di linee guida architettoniche esecutive, evidenziando, altresì, l'opportunità di avviare una consultazione con le associazioni impegnate nel perseguimento e nel mantenimento dei legami affettivi tra genitori detenuti e figli.
  Ricordo, infine, che il 21 marzo 2014 ho sottoscritto la Carta dei figli dei genitori detenuti che, per la prima volta in Europa, riconosce il diritto dei minori alla continuità del proprio legame affettivo con il genitore detenuto e al contempo ribadisce il diritto alla genitorialità pure in una situazione detentiva. Si tratta di un protocollo di intesa fra Ministero della giustizia, Autorità garante dell'infanzia e dell'adolescenza e l'associazione Bambinisenzasbarre onlus che, tra l'altro, impegna le parti a mettere in campo molteplici azioni volte a sostenere il rapporto genitoriale attraverso la previsione delle visite in ambienti idonei, con modalità adeguate a supportare il minore in tali delicati momenti. Ad oggi, in ben 105 istituti penitenziari sono già presenti ludoteche e spazi verdi attrezzati a tale fine.

  PRESIDENTE. L'onorevole Tinagli ha facoltà di replicare.

  IRENE TINAGLI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro e prendo atto che Pag. 29comunque ad oggi, siamo a metà aprile, e quindi quattro mesi dopo l'entrata in vigore della riforma del 2011, sono dodici, mi sembra di avere capito, i bambini che sono sistemati negli ICAM e, quindi, circa 27 sono ancora nelle strutture precedenti. Quindi, mi fa piacere sentire che ci sia una sensibilità in materia e che ci si stia muovendo per sollecitare l'adeguamento delle strutture e anche delle case protette.
  Quindi, io mi riservo anche di tenere, come dire, d'occhio la procedura e ci potremo risentire, perché davvero sono convinta che la civiltà di un Paese si misuri anche su come tratta i suoi esseri più deboli, e penso che non possa esserci essere più debole di un bambino che vive una condizione carceraria che non è in nessun modo sua colpa o legata a ciò che ha fatto. Quindi, credo che questo debba essere un imperativo per tutti noi.

(Orientamenti in ordine all'avvio di un'ispezione presso il tribunale per i minorenni di Salerno in relazione ad una vicenda di decadenza dalla potestà genitoriale – n. 3-00768)

  PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00768, per un minuto, concernente orientamenti in ordine all'avvio di un'ispezione presso il tribunale per i minorenni di Salerno in relazione ad una vicenda di decadenza dalla potestà genitoriale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
  Onorevole Cera, come lei può immaginare, non solo la Presidenza, ma tutti noi, siamo legati alla bandiera nazionale. Però, la prego di aiutare la Presidenza, senza entrare in una polemica inutile, a fare in modo che siano rispettati anche i Regolamenti della Camera. La ringrazio molto. Prego, onorevole Cera.

  ANGELO CERA. Signor Ministro, con questo atto ho voluto portare alla sua attenzione – l'ho fatto già con il precedente Ministro – il caso di due bambini, uno di otto e un altro di nove anni, di Battipaglia, che prima sulla base di una diagnosi scientificamente inesistente e poi per una generica inadeguatezza delle capacità genitoriali della madre, sono stati sottratti alle cure materne e da oltre un anno – sono tredici mesi – vivono in una casa famiglia. Si è trattato di una soluzione estrema e forzata del tribunale per i minori di Salerno, che non ha tenuto conto delle argomentazioni della difesa della madre.
  Per tali motivi, chiedo di sapere che cosa intende fare il Ministro.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, la complessa vicenda giudiziaria che è oggetto dell'interrogazione a risposta immediata si è aperta innanzi al tribunale per i minori di Salerno, con un procedimento relativo a due minori. Il procedimento ha visto i genitori aspramente contrapposti, con reciproche istanze di decadenza dalla responsabilità genitoriale.
  All'esito di un lungo iter giudiziario, nel corso del quale erano stati anche aperti procedimenti penali nei confronti del padre a seguito di denunce della madre per maltrattamenti e abusi, conclusisi con l'archiviazione, la corte di appello di Salerno ha confermato il provvedimento del tribunale, che aveva disposto il collocamento dei minori presso una struttura comunitaria, dopo avere valutato anche l'impossibilità di percorrere una soluzione alternativa, come il collocamento dei minori presso i prossimi congiunti.
  La corte di appello ha ritenuto che la revoca della collocazione dei minori presso la comunità si sarebbe posta in contrasto con il prevalente interesse degli stessi al graduale recupero dei rapporti con i genitori e avrebbe potuto sbilanciare, in modo pregiudizievole per i piccoli, l'equilibrio faticosamente raggiunto negli ultimi mesi. Secondo la corte di appello, i minori non risultano avere subito alcun significativo trauma dalla loro collocazione Pag. 30presso la casa famiglia, avendo instaurato ottimi rapporti con il responsabile e con le operatrici, che hanno riscontrato risultati significativi dal punto di vista scolastico.
  Da ultimo, il tribunale ha riferito che dalle più recenti relazioni trasmesse dagli assistenti sociali risulta che gli incontri fra i minori e i genitori avvengono in un clima di serenità e che il percorso di supporto psicoterapico avviato sembra avere sortito i primi significativi risultati. I minori hanno superato i comportamenti evitanti ed oppositivi nei confronti del padre ed hanno, anzi, espresso il desiderio di incontrarlo. Inoltre, in un recente incontro con entrambi i genitori risulta che i bambini abbiano disegnato liberamente prima con il padre e poi con la madre, e alla fine dell'incontro abbiano salutato entrambi i genitori affettuosamente, manifestando il desiderio di giocare insieme.
  Ciò richiamato e premesso, non appare questa la sede per disquisire sul fondamento scientifico della sindrome di alienazione parentale. Alla luce degli approfondimenti condotti dalle competenti articolazioni ministeriali, non sembrano prospettabili censure sull'operato degli uffici giudiziari, che hanno adottato i provvedimenti oggetto dell'interrogazione a risposta immediata nell'esercizio di un potere giurisdizionale e nello svolgimento di attività inerenti alla valutazione di merito, ponendo in atto le cautele richieste dalla delicatezza della vicenda.

  PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di replicare.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, signor Ministro, non avevo bisogno di una risposta confezionata dai suoi uffici.
  Il tutto parte da una denunzia di abusi sui bambini. Voglio assicurarle che la madre si è sottoposta per ben due volte a visite psichiatriche in strutture pubbliche, per cui è una storia sicuramente da approfondire, e lei farebbe bene a passare probabilmente anche al penale, perché ci sono delle cose fosche sotto, che vanno in qualche maniera ben ragionate e sicuramente, per così dire, rese chiare.
  I bambini vanno restituiti alla madre. La madre è un'insegnante di scuola superiore, che insegna inglese. È una persona normale, è una persona che merita rispetto. La situazione è penosa, perché i bambini da tredici mesi stanno in strutture che costano tantissimo. Pare che si aggiri sui 10 mila euro al mese il costo dell'ospitalità in queste strutture pubbliche.
  Per cui, caro Ministro, mandi delle ispezioni. Fin dall'inizio la storia va riletta e rivista. Va riletta, Ministro, e rivista e vanno ricondotti i bambini immediatamente alle cure e all'amore della madre. Non è possibile quello che sta avvenendo: è qualcosa di ignobile, per cui lo Stato in qualche maniera deve intervenire, anche se è una vicenda tutta privata. Ci sono in gioco le fortune e la salute di due bambini, non è in gioco né la fortuna del padre né quella della madre.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cera, anche per la collaborazione con la Presidenza.

(Iniziative per il contrasto delle organizzazioni criminali straniere che operano nel territorio nazionale, anche mediante lo sviluppo di forme di cooperazione con le autorità giudiziarie ed investigative dei Paesi di origine – n. 3-00769)

  PRESIDENTE. L'onorevole Cirielli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00769, concernente iniziative per il contrasto delle organizzazioni criminali straniere che operano nel territorio nazionale, anche mediante lo sviluppo di forme di cooperazione con le autorità giudiziarie ed investigative dei Paesi di origine (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, signor Ministro, proprio dal rapporto sulla criminalità pubblicato dal Ministero dell'interno abbiamo la conferma di quello che oramai tutti sanno, ovvero Pag. 31che in Italia agiscono ed operano importanti e pericolosissime organizzazione criminali su base etnica.
  Queste organizzazioni non soltanto rappresentano un pericolo per le attività particolarmente gravi, efferate, di violenza, soprattutto collegate allo sfruttamento di altri stranieri e alla tratta, quindi, di persone ed anche al riciclaggio di denaro sporco, ma perché sono dedite anche a reati particolarmente violenti e furti in abitazioni.
  Quindi, chiediamo quali iniziative intenda assumere il Governo, anche di collaborazione con i Paesi di origine di questi criminali, per contrastare efficacemente questo fenomeno ormai pericolosissimo per l'Italia.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, rispondo agli interroganti assicurando che il Governo è pienamente consapevole della particolare insidiosità del fenomeno delle organizzazioni criminali straniere. Esse, variamente strutturate ed insediate in Italia e negli altri Paesi europei, costituiscono una minaccia che, per modalità operative ed effetti della percezione di sicurezza da parte della collettività, è a volte equiparabile a quella delle associazioni mafiose endogene.
  Le maggiori realtà criminali straniere sono quelle di origine albanese, rumena, russa, nordafricana, subsahariana, centro-africana, cinese e sudamericana. Le attività illecite nelle quali sono coinvolti tali sodalizi ineriscono al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione ed alla tratta di esseri umani in violazione delle norme in materia di immigrazione. Nel compimento di tali attività sono frequenti i rapporti con le diverse compagini delinquenziali, anche con base all'estero, secondo modelli tipici della criminalità transnazionale.
  Nell'ottica di individuare un modello di intelligence condivisa ed in linea con le metodiche seguite dall'agenzia Europol, l'analisi e le valutazioni del confronto operativo su tale fenomeno criminale vengono attuate sia su base nazionale sia mediante l'attuazione di progetti congiunti tra il nostro Paese, gli Stati dell'Unione europea ed i Paesi terzi, con un eventuale coinvolgimento di organismi internazionali per l'individuazione di strumenti giuridici che avvicinino le legislazioni e per il rafforzamento della cooperazione di polizia.
  Per quanto concerne le specifiche responsabilità del Ministero della giustizia, ricordo che, tra i più recenti interventi normativi, i decreti legislativi n. 24 e n. 39 del 4 marzo 2014 hanno introdotto norme stringenti in grado di offrire strumenti più efficaci per combattere le emergenze criminali di tipo globale nel settore di tratta di esseri umani, nell'abuso e sfruttamento di minori e nella pedopornografia.
  Per quanto attiene al rafforzamento della cooperazione e all'assistenza giudiziaria nel settore penale, il Governo è promotore di numerose iniziative legislative tese alla ratifica di accordi internazionali, anche nella materia del trasferimento delle persone condannate, disciplinata dalla Convenzione del Consiglio d'Europa. È poi allo studio uno schema di disegno di legge volto alla ratifica ed esecuzione del protocollo aggiunto alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate. Inoltre, il 1o aprile scorso, ho sottoscritto a Rabat due Convenzioni bilaterali con il Marocco in materia di assistenza giudiziaria e di estradizione, nonché in materia di trasferimento dei detenuti condannati.
  Peraltro, sul tema dei reati associativi il Ministero della giustizia ha da tempo condotto un particolare approfondimento; e grazie ai lavori di un'apposita commissione ministeriale è stato ipotizzato un rafforzamento degli strumenti mediante i quali configurare il reato di associazione, anche in relazione all'evoluzione dei fenomeni criminali su base transnazionale, in particolare in seguito alla presenza appunto dei fenomeni denunciati dall'interrogante.

Pag. 32

  PRESIDENTE. L'onorevole Cirielli ha facoltà di replicare.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio, vedo che c’è un'attività in essere che conferma innanzitutto che le forze di Polizia – Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia di stato – soprattutto, ma in genere tutto il comparto della sicurezza, svolgono un lavoro importante insieme ai Ministeri e alla magistratura. Tuttavia, lei comprende molto bene che soprattutto fenomeni gravissimi di tratta di persone e di sfruttamento sessuale, che secondo noi si configurano come una vera e propria riduzione in schiavitù di queste persone straniere che vivono in Italia, richiedano un intervento forte. Non basta l'attività delle forze di Polizia, ma è necessaria anche una linea politica, perché è inqualificabile e inaccettabile che nel nostro Paese vi siano ancora forme di moderno schiavismo.
  Oltretutto, come comprenderà, di fronte a un fenomeno importante di immigrazione, è necessario punire con severità le persone che compiono reati, perché rischiano di rovinare anche l'immagine di altri stranieri che lavorano e fanno il loro dovere sul nostro territorio nazionale. Per cui, le chiediamo un intervento, una linea politica più forte e anche un accordo più stringente con i Paesi di origine di questi criminali, per contrastarli in maniera efficace.

(Iniziative di competenza in relazione alle ricerche scientifiche sulle eventuali correlazioni tra terremoti e alterazioni delle pressioni nei giacimenti di idrocarburi – n. 3-00770)

  PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00770, concernente iniziative di competenza in relazione alle ricerche scientifiche sulle eventuali correlazioni tra terremoti e alterazioni delle pressioni nei giacimenti di idrocarburi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, Ministro, la nostra interrogazione fa riferimento ad alcuni articoli di riviste specializzate nel settore, ad alcuni interventi di giornalisti e tecnici del settore rispetto a una possibile correlazione tra operazioni di estrazione ed eventi sismici – per cui, i terremoti – tanto da far pensare che alcune trivellazioni nel territorio emiliano possano aver contribuito ad un sisma di quel tipo. Siamo a chiederle, in funzione del fatto che alcune regioni hanno sospeso le autorizzazioni e la regione Emilia-Romagna ha istituito una commissione, se intende attivarsi o si è già attivato per dare un contributo a questa commissione; comunque, le chiediamo di rendere assolutamente trasparenti quei risultati, per dirci realmente come stanno le cose.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, intanto vorrei ringraziare l'onorevole Guidesi per la tempestività dell'interrogazione, che ci permette di dare maggiori chiarimenti su una questione che sta creando confusione e allarmismo in quella che è anche la mia regione, l'Emilia-Romagna.
  Lei ha già fatto riferimento alla commissione Ichese, che è stata costituita dal presidente Vasco Errani, dopo il dicembre 2012 e proprio a seguito del terremoto in Emilia, nella sua veste di commissario delegato per la ricostruzione. I lavori della commissione si sono conclusi nel febbraio 2014 consegnando alla Protezione civile il relativo rapporto finale, che proprio ieri è stato pubblicato integralmente sul sito sia della regione Emilia-Romagna che del Ministero dello sviluppo economico. Nel rapporto si esclude che la sequenza sismica in Emilia sia stata indotta o sia stata provocata completamente dalle attività antropiche.
  Le attuali conoscenze tecnico-scientifiche, tuttavia, non consentono di avere un Pag. 33quadro completo per poter escludere o confermare che le attività del sottosuolo, con particolare riferimento al sito produttivo di Cavone, a Mirandola, nel Modenese, possano avere anticipato il momento in cui il terremoto sarebbe comunque avvenuto in maniera naturale, a causa dell'energia già accumulata nelle faglie. Per questi motivi, la commissione ha disposto una serie di raccomandazioni, tese a reperire un congruo quantitativo di dati e di elementi di studio da utilizzare con idonei sistemi di monitoraggio ad alta tecnologia, finalizzati a seguire l'evoluzione nel tempo dei tre aspetti fondamentali: l'attività microsismica, le deformazioni del suolo e le pressioni del boro.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Presso il Ministero dello sviluppo economico è stato poi tempestivamente costituito un gruppo di lavoro di esperti nazionali, con il compito di definire le linee guida operative per l'implementazione di detti sistemi di monitoraggio. Inoltre, a breve saranno definiti i dettagli operativi che consentiranno alla concessione produttiva di Cavone di diventare un laboratorio di sperimentazione.
  Il Ministero dell'ambiente, nel contempo, lo scorso mese di agosto, quindi prima della stesura definitiva, ha richiesto all'ISPRA di procedere ad una raccolta organica e ragionata delle informazioni consolidate disponibili, al fine di definire un quadro sullo stato delle conoscenze in materia di possibili relazioni tra le attività di esplorazione e il terremoto. Il tavolo di lavoro promosso dall'ISPRA tra pochi giorni, tra breve periodo, darà il suo risultato finale.
  Infine, riguardo all'adozione del principio di precauzione, anche prevedendo appositi monitoraggi per controllare le microsismicità nelle aree interessate da attività estrattive o da futuri depositi di gas, si è ritenuto fare specifica richiesta alle commissioni tecniche VIA e VAS. Insomma, credo che il lavoro di questo Ministero sia sempre stato, come si vede dall'attività, caratterizzato dalla massima cautela e dalla totale collaborazione con le regioni.

  PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà di replicare.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, Ministro, io la ringrazio e sono compiaciuto del fatto che il nostro tempismo sia coinciso con il tempismo della pubblicazione dei risultati della commissione. Noi valuteremo attentamente il prosieguo dei tavoli ai quali lei ha fatto riferimento, per cui non solo i risultati della commissione ma il tavolo di ISPRA, il tavolo del Ministero dello sviluppo economico, per capire qual è l'evolversi della situazione e quali sono gli atti nuovi ed i nuovi procedimenti che il Governo riterrà opportuno indicare per eventuali nuove autorizzazioni, e soprattutto per fare chiarezza in un dibattito che, come ha detto lei, ha sollevato tanta confusione, ma anche tanto allarmismo.

(Iniziative per contrastare il fenomeno dell'abusivismo edilizio nella regione Puglia – n. 3-00771)

  PRESIDENTE. L'onorevole Leone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00771, concernente iniziative per contrastare il fenomeno dell'abusivismo edilizio nella regione Puglia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ANTONIO LEONE. Signor Presidente, in Puglia l'abusivismo accertato, nel periodo 2012-2013, sfiora il 15 per cento del totale nazionale, e per l'abusivismo edilizio relativo alle coste, alle aree demaniali sostanzialmente, la Puglia è al quarto posto su scala nazionale: 420 infrazioni accertate, 906 persone denunziate ed arrestate, 276 sequestri effettuati. Vi è una speculazione notevole, dal Gargano fino al Salento.
  Il dato è allarmante, e a lei, che sin dagli albori del suo ingresso in questo comparto ha dimostrato attenzione su Pag. 34questi problemi, chiediamo che cosa intende fare il suo Ministero e il Governo per arginare questo fenomeno.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, onorevole Leone, occorre premettere che il tema richiamato investe, sotto il profilo della pianificazione territoriale, materie che sono di competenza degli enti locali, che svolgono anche attività di polizia amministrativa, nonché di repressione degli abusi edilizi. Così pure si rappresenta che, ai sensi del decreto legislativo n. 112 del 1998, la gestione delle aree demaniali marittime spetta agli enti territoriali e ad essi compete anche, tra l'altro, l'adozione dei provvedimenti ingiuntivi di demolizione.
  Tra le competenze statali, invece, residuano le azioni e gli accertamenti di polizia giudiziaria per i reati di illecita occupazione di suoli demaniali, i quali, ai sensi della legislazione vigente, spettano alle autorità marittime, il cui personale, dotato della qualifica di agente ufficiale di polizia giudiziaria, è legittimato ad interagire con l'autorità stessa, che ne dispone ai sensi del codice di procedura penale.
  Rispetto al dilagare dell'abusivismo edilizio, al fine di favorire l'aumento in percentuale delle demolizioni, il Ministero dell'ambiente ha dimostrato particolare sensibilità nel promuovere un disegno di legge che è attualmente in corso all'esame della Camera dei deputati in cui, all'articolo 23, reca disposizioni per il finanziamento degli interventi di demolizione di immobili abusivi realizzati in aree ad elevato rischio idrogeologico. In tale disposizione è prevista l'istituzione, nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'ambiente, di un apposito capitolo per il finanziamento della rimozione o demolizione di opere ed immobili realizzati in aree ad alto rischio idrogeologico.
  Con l'istituzione del suddetto capitolo di spesa si prevede di poter finanziare almeno quegli interventi di demolizione da attuarsi da parte dei comuni nelle zone in cui le condizioni di estrema fragilità del territorio rendono più urgente la realizzazione di interventi di prevenzione, precisamente in quelle zone in cui il rischio di tale evento risulta classificato come elevato o molto elevato.
  Colgo l'occasione però per ringraziare l'onorevole Leone per aver sollevato un tema che mi sta molto a cuore e voglio fare un appello a tutto il Parlamento perché il collegato ambientale, cioè il dispositivo di legge a cui facevo riferimento prima, possa avere un iter veloce in Parlamento perché di quella norma abbiamo veramente bisogno.

  PRESIDENTE. L'onorevole Leone ha facoltà di replicare.

  ANTONIO LEONE. Signor Presidente, signor Ministro, brevissimamente la ringrazio per quello che ha detto. È chiaro che il problema viene da lontano: gli intrecci con gli enti locali, con tutte le varie competenze che sono sparpagliate sul territorio ci portano alla mente tutta una serie di inadempienze prima delle autorità locali e poi anche del potere sostitutivo, che molte volte è venuto a mancare nel momento in cui decisioni definitive su alcuni problemi che sono sorti sul territorio per questo tipo di fenomeno non sono state praticamente mai messe in campo. Allora, ben vengano i provvedimenti che lei ha richiamato e che sono alla Camera e che fanno vedere l'interesse del suo comparto su questo fenomeno, che deve essere intrecciato necessariamente con altri comparti ai quali gli agenti di polizia giudiziaria fanno capo, a tutti coloro che vanno ad accertare questi fenomeni illeciti che debbono rapportarsi ad altro comparto, ma tant’è, se c’è un'intesa, un interesse da parte del suo Ministero evidentemente qualche risultato alla fine si potrà avere. La ringrazio per quello che è venuto a dire oggi al Parlamento.

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(Iniziative per la riduzione delle emissioni inquinanti nella città di Brindisi, anche alla luce dei dati sulle malformazioni congenite – n. 3-00772)

  PRESIDENTE. L'onorevole Matarrelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00772, concernente iniziative per la riduzione delle emissioni inquinanti nella città di Brindisi, anche alla luce dei dati sulle malformazioni congenite (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  TONI MATARRELLI. Signor Presidente, signor Ministro, secondo uno studio pubblicato all'inizio di quest'anno sulla autorevole rivista scientifica Environmental research da un gruppo di scienziati e medici specialisti, si è evidenziato che a Brindisi le madri di 129 neonati con malformazioni cardiache congenite erano state sovraesposte, dalla terza alla ottava settimana di gestazione, ad una concentrazione di anidride solforosa più elevata delle mamme che hanno partorito bambini sani. Tale studio, che ne segue un altro secondo cui si osservava come a Brindisi ci sia stata un'incidenza di malformazioni cardiache congenite molto maggiori della media – circa il 17 per cento in più – correla il dato sanitario con il dato ambientale.
  Occorre inoltre precisare, contestualizzando il fenomeno nel territorio, che l'anidride solforosa di Brindisi proviene secondo i dati dell'ARPA, per il 90 per cento dalla produzione energetica. È impellente quindi adottare misure tese a ridurre le emissioni industriali...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  TONI MATARRELLI. ... ed in particolare per la produzione energetica.
  Al fine, domando, signor Ministro, quali iniziative urgenti intenda avviare per garantire la tutela dell'ambiente e di conseguenza della salute pubblica nel territorio brindisino.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, gli interroganti sollevano una questione che investe in particolare le competenze del Ministro della salute in tema di controlli e studi epidemiologici volti a verificare la presenza di malformazioni congenite correlati alla presenza di emissioni industriali inquinanti.
  Ferma restando la competenza del Ministero della salute, la disciplina in materia di emissioni è assolutamente rigorosa e in linea con le prescrizioni europee, per la quale il Ministero dell'ambiente è referente nell'azione di monitoraggio generale. Non risultano pervenute segnalazioni critiche secondo l'assunto degli interroganti, anzi riguardo i controlli territoriali è stata acquisita una nota dell'ARPA Puglia che, investita della questione afferma che il lavoro citato nell'atto parlamentare utilizza dati della qualità dell'aria non validati da enti di controllo provenienti da una singola centralina privata per altro non collocata in modo uniforme ai criteri dettati dalle norme di riferimento previsti dal decreto legislativo n. 155 del 2010.
  Va precisato inoltre che l'ARPA Puglia dal 2004 gestisce una rete efficiente di monitoraggio della qualità dell'aria, riconosciuta dal Ministero dell'ambiente e conforme ai criteri previsti dal decreto legislativo n. 155 del 2010. È la stessa ARPA a confermare, nella stessa nota, che i valori di SO2 nell'area urbana di Brindisi sono sempre stati molto bassi, come pure le concentrazioni degli altri inquinanti previsti.
  Detto tutto ciò, però voglio rassicurare gli interroganti che il tema da voi sollevato per Brindisi vale anche per molte altre città d'Italia e quindi il controllo del Ministero su questi dati è molto rigoroso e rimarrà tale, anzi vedremo se sarà possibile incentivare anche questo tipo di controllo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Matarrelli ha facoltà di replicare.

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  TONI MATARRELLI. Signor Presidente, la risposta del signor Ministro non ci soddisfa affatto perché lei, signor Ministro, fa riferimento ad alcuni dati parziali fornitivi dall'ARPA, mentre io parlavo di uno studio compiuto da scienziati del CNR, ma anche da medici molto qualificati, che hanno dimostrato scientificamente che vi è effettivamente questo incremento del 17 per cento delle malformazioni congenite e cardiache nei neonati delle mamme che respirano l'aria brindisina. Tra l'altro, è noto che nel territorio di Brindisi è insediata la centrale termoelettrica a carbone ENEL Federico II, la quale nel 2011 fu classificata al diciottesimo posto tra gli impianti industriali più inquinanti d'Europa dall'Agenzia europea per l'ambiente. Anche per tali ragioni la regione Puglia, per avere ulteriori elementi, nel luglio dello scorso anno, sulla base delle risultanze del primo studio sulle malformazioni congenite a Brindisi, ha istituito il registro regionale delle malformazioni.
  Il Governo che lei rappresenta dovrebbe tener conto di questa realtà molto, molto complessa, molto difficile, dove ormai con plausibilità scientifica si può dire che sono colpite le sorti dei neonati, ma anche degli adulti, perché Brindisi purtroppo registra la casistica di patologie oncologiche peggiore in Italia. Evidentemente va approfondita ulteriormente la vicenda brindisina e noi chiediamo al Ministro di farlo in maniera rigorosa.

(Chiarimenti in merito alla strategia nazionale per l'adattamento ai cambiamenti climatici – n. 3-00773)

  PRESIDENTE. L'onorevole Borghi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00773, concernente chiarimenti in merito alla strategia nazionale per l'adattamento ai cambiamenti climatici (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ENRICO BORGHI. Signor Presidente, signor Ministro, il 13 aprile di quest'anno gli scienziati del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico hanno presentato a Berlino la terza e ultima parte del quinto rapporto sul clima, redatto sotto l'egida dell'ONU. Dal rapporto si evince che la media delle emissioni globali è aumentata di un miliardo di tonnellate l'anno, ad un ritmo più veloce rispetto ai decenni passati, raggiungendo livelli senza precedenti. Quindi i rappresentanti intergovernativi hanno lanciato un segnale preoccupante sul global warming ed è necessario contenere fin da subito le emissioni di anidride carbonica e gas serra.
  Chiediamo pertanto se il Ministro ritenga che la strategia energetica nazionale sia coerente con gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di decarbonizzazione indicati e quali siano i tempi di attuazione della strategia nazionale per l'adattamento ai cambiamenti climatici.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, onorevole Borghi, lei chiede se la strategia energetica nazionale sia coerente con gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di decarbonizzazione indicate nell'ultimo dossier Clima energia del 2030. Far fronte alle conseguenze relative al cambiamento climatico e assicurare la competitività del sistema produttivo e garantire la sicurezza e l'accessibilità energetica a tutti i cittadini sono le problematiche che segneranno l'Italia e l'Europa nel lunghissimo periodo che va fino al 2050 e che richiederanno una trasformazione radicale del sistema energetico e del funzionamento della società. Questo è estremamente importante perché ci dice le sfide che abbiamo davanti. Coerentemente con questa necessità, la nuova strategia energetica nazionale tra l'altro si prefigge lo scopo di raggiungere e anche superare gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione definiti dal Pacchetto europeo clima denominato «20-20-20», Pag. 37ossia la riduzione delle emissioni di gas serra del 20 per cento, l'innalzamento al 20 per cento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e il risparmio energetico del 20 per cento.
  Tutto entro il 2020, assumendo un ruolo guida nella definizione ed implementazione della road map che ci dovrà portare fino al 2050. Tutte le scelte di politica energetica quindi mireranno a migliorare gli standard ambientali di decarbonizzazione già oggi tra i più elevati al mondo e far assumere al Paese un ruolo esemplare a livello globale.
  Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è impegnato inoltre a approvare in tempi brevi la strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e il percorso per la sua adozione, già condiviso con le altre amministrazioni coinvolte, è alla sua fase finale.
  Io credo davvero, onorevole, che il semestre europeo a guida italiana possa rappresentare in questo senso una grande occasione per un ruolo centrale del nostro Paese nel farsi promotore e guida di tutti gli altri Stati europei e globale per nuove forti iniziative comuni in tema di riduzione delle emissioni, in linea con la strategia energetica nazionale, che sempre più dovrà adattarsi ai cambiamenti congiunturali in atto.

  PRESIDENTE. L'onorevole Mariastella Bianchi, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  MARIASTELLA BIANCHI. Signor Presidente, la ringrazio. Il Ministro ha perfettamente ragione: sono scelte di lunghissimo periodo, ma noi siamo chiamati a breve ad assumere però decisioni fondamentali perché il nostro obiettivo deve essere quello di azzerare le emissioni di gas climalteranti al 2050 e il Ministro ha fatto molto bene a sottolineare come nel semestre europeo a guida italiana ci dovrà essere un momento decisivo, sia nell'adozione del pacchetto europeo che prevede una riduzione delle emissioni di CO2 al 40 per cento e un obiettivo per le rinnovabili al 27 per cento, sia nel vertice a New York, convocato in modo straordinario dal Segretario generale dell'ONU in un percorso che ci porta all'accordo – io già lo chiamo accordo – al vertice dell'ONU di Parigi del 2015, dove si dovrà raggiungere un accordo vincolante per tutti i Paesi per le riduzioni di emissioni di gas climalteranti.
  Mi permetto di sottolineare che naturalmente noi dobbiamo essere assolutamente impegnati sulla mitigazione. Fa bene il Ministro a sottolineare come nella SEN ci siano obiettivi sull'efficienza energetica e sulle rinnovabili molto importanti. C’è un particolare, che è quello però delle trivellazioni e della ricerca di idrocarburi sul territorio nazionale che è assolutamente in contraddizione con l'obiettivo di ridurre l'emissione di CO2. Quindi mi permetto di suggerire al Governo una rivalutazione di questo aspetto: se davvero vogliamo essere coerenti con la necessità di ridurre le emissioni di CO2, la sfida per la nostra generazione è quella di contrastare i cambiamenti climatici; abbiamo non molto tempo a disposizione, ma è una sfida alla nostra portata se lì concentriamo tutte le nostre risorse, anche sapendo che proprio in questi settori ci sono le maggiori potenzialità di creazione di posti di lavoro, che sono nel settore della salute, nel settore delle tecnologie dell'informazione e proprio nei «settori verdi» dell'efficienza energetica, rinnovabili e riciclo e recupero di materia, per arrivare ad un uso sempre più efficiente delle risorse.

(Iniziative per la pubblicazione degli studi svolti dall'ISPRA in ordine all'individuazione del sito per la realizzazione del deposito unico nazionale per le scorie nucleari – n. 3-00774)

  PRESIDENTE. L'onorevole Pili ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00774, concernente iniziative per la pubblicazione degli studi svolti dall'ISPRA in ordine all'individuazione del sito per la realizzazione del deposito unico nazionale per le scorie nucleari (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

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  MAURO PILI. Signor Presidente, da ormai undici anni si parla in Italia di un deposito unico delle scorie nucleari provenienti da tutte le centrali nucleari dismesse.
  In queste settimane si sta riparlando insistentemente di questo sito che dovrebbe ospitare questo deposito. L'ISPRA ha elaborato un piano per l'individuazione di questo sito, un piano che il Governo tiene nascosto, un piano segreto, sul quale appare un tentativo del Governo di nascondere qualcosa.
  Il deposito unico nazionale è irrealizzabile, prima di tutto, per la contrarietà delle popolazioni ed è superato sul piano tecnico-scientifico. La domanda è però che la Sardegna venga esclusa da questa ipotesi perché, già dal 2003, si è dichiarata totalmente contraria.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gianluca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Pili per darmi la possibilità – almeno ci proverò – di far apparire la trasparenza e la fiducia che il Ministero ha messo nelle procedure che ha avviato su questo tema.
  Il procedimento relativo all'individuazione delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e la realizzazione e messa in sicurezza è regolato dagli articoli 27 e 28 del decreto legislativo n. 31 del 2010.
   Il 23 luglio del 2012, il Ministero dello sviluppo economico con una nota trasmessa al Ministero dell'ambiente e all'ISPRA ha chiesto a tale istituto di avviare entro il 31 dicembre del 2012 le attività per la definizione dei criteri tecnici per la localizzazione del deposito nazionale.
  In tale contesto l'ISPRA, il Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale, nel dicembre 2012 ha predisposto una versione preliminare dei criteri richiesti, elaborandoli sotto forma di guida tecnica e la versione preliminare è stata inviata quindi il successivo febbraio ai Ministeri dello sviluppo economico e dell'ambiente, e successivamente lo stesso ISPRA ha sottoposto la suddetta guida tecnica a un processo di revisione internazionale. In data 19 dicembre 2013 ISPRA ha trasmesso ai Misteri dello sviluppo economico e dell'ambiente la versione aggiornata della guida tecnica, predisposta sulla base anche degli esiti di confronto effettuati con le autorità di sicurezza nazionale nucleare dei Paesi europei.
  La versione aggiornata della guida tecnica è stata inviata anche alla consultazione degli enti coinvolti, affinché potessero formulare eventuali osservazioni. Anche la Sogin, quale soggetto attuatore, è stato destinatario della predetta guida. Tale fase di consultazioni si è conclusa a fine marzo 2014 con il ricevimento delle ultime osservazioni. Già nel trasmettere la versione per la consultazione della guida tecnica, l'ISPRA aveva espresso la richiesta di pubblicare sul proprio sito web, salvo diverso avviso da parte dei Ministeri, la versione aggiornata del documento. Il Ministero dell'ambiente, ritenendo insussistenti motivi ostativi di natura normativa e tecnico-amministrativa alla pubblicazione della guida tecnica, ha espresso il proprio nulla osta in data 24 gennaio 2014, in un'ottica di trasparenza. Ad oggi non risulta invece ancora espresso il nulla osta del Ministero dello sviluppo economico. Con il decreto 4 marzo 2014, n. 45, in attuazione della direttiva per arrivare alla definizione di proposta per l'individuazione delle aree idonee alla costruzione del deposito nazionale del parco tecnologico in modo scientificamente corretto, oggettivo e trasparente, è stata introdotta anche la validazione dei risultati cartografici e la verifica della coerenza con gli stessi. Conclusa la suddetta fase di validazione, la Sogin provvederà ad elaborare una carta nazionale delle aree idonee ad ospitare il sito sul quale sorgerà il parco tecnologico, comprendente il deposito Pag. 39nazionale dei rifiuti radioattivi, che redatta sulla base di criteri tecnici consentirà...

  PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. ... fasi di analisi dirette sul territorio.

  PRESIDENTE. Mi scusi, ma è ingrato il compito della Presidenza. L'onorevole Pili ha facoltà di replicare.

  MAURO PILI. Signor Presidente, il Ministro mi perdonerà, mi attendevo una risposta fumosa, ma non così fumosa, mi attendevo una risposta superficiale, ma non così superficiale, mi attendevo una risposta omissiva, ma non così omissiva. Il Governo è un'entità unica e il fatto che il Ministero dell'ambiente abbia autorizzato la pubblicazione dello studio non significa che il Governo non abbia la responsabilità politica anche per quanto riguarda lo sviluppo economico di far pubblicare quegli atti che sono appunto già disponibili. Il silenzio sulla Sardegna è grave, perché vi è un preciso indirizzo non soltanto costituzionale, ma anche legislativo, che esclude la Sardegna da questo tipo di deposito unico nazionale. È un silenzio grave, Ministro, che lei ha oggi qui esercitato, un silenzio che la dice lunga su come viene gestita, anche da parte di questo Governo, questa partita. Non c’è un'indicazione, siamo al punto di undici anni fa: non vi è la trasparenza e la chiarezza su una risposta che invece credo che stia prevalendo all'interno del Governo, cioè un Governo anche questo complice delle lobby nuclearistiche.

(Chiarimenti in ordine alle società affidatarie dei servizi di gestione del materiale cartaceo degli archivi ex INPDAP – n. 3-00775)

  PRESIDENTE. L'onorevole Baldassarre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00775, concernente chiarimenti in ordine alle società affidatarie dei servizi di gestione del materiale cartaceo degli archivi ex INPDAP (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARCO BALDASSARRE. Signor Presidente, tra i servizi INPS di notevole importanza vi sono quelli relativi all'affidamento del servizio di deposito, gestione, archiviazione e distribuzione agli uffici INPS del materiale cartaceo dell'istituto archivi ex INPDAP. Cercando notizie in merito a tale affidamento, ci siamo imbattuti per caso, Ministro, nella società Delta uno servizi Spa, che ha come socio unico un famoso istituto bancario, la Finnat fiduciaria Spa. Le racconto una storia: un giorno quattro teste di legno fondarono una società che magicamente riuscì ad aggiudicarsi attraverso trattative private con un grande istituto previdenziale un contratto da 75 milioni di euro, un gran bel colpo. Il contratto venne rinnovato negli anni senza alcun bando pubblico e la società continua a ricevere soldi ogni anno dall'istituto con gran gioia. Ministro, non ricordo il finale della strada, ma lei può aiutarmi rispondendo a questa domanda: quali sono le società affidatarie, in modo diretto o in subappalto, dei servizi relativi al deposito, gestione, archiviazione e distribuzione agli uffici INPS del materiale cartaceo dell'Istituto archivi ex INPDAP ? E fra di esse vi è stata o vi è ancora la società Delta uno servizi Spa ?

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, con questo atto si chiede di conoscere quali siano le società affidatarie, in modo diretto o in subappalto, dei contratti per l'espletamento dei servizi di deposito, gestione, archiviazione, distruzione e distribuzione di documenti cartacei contenuti negli archivi del soppresso INPDAP e se fra le predette società vi sia anche la Delta Uno Servizi Spa.Pag. 40
  In via preliminare, faccio presente che la questione evidenziata non rientra nelle specifiche competenze del Ministero che rappresento, in quanto concernente aspetti gestionali dell'INPS. Difatti, il Ministero esercita nei confronti dell'Istituto una funzione di vigilanza, che si sostanzia essenzialmente in un'attività di indirizzo e di coordinamento generale dell'azione amministrativa. A questo fine, la competente direzione del Ministero che rappresento provvede a valutare le relazioni formulate dal consiglio sindacale dell'Istituto.
  Ciò detto, con riguardo agli specifici quesiti formulati dagli onorevoli interroganti, mi limito, quindi, a riportare gli elementi informativi forniti dall'Istituto. In primo luogo, occorre considerare che, come ricordato dagli interroganti, l'INPS, in virtù dell'articolo 21 del decreto-legge cosiddetto «salva Italia», è subentrato per legge in tutti i rapporti attivi e passivi degli enti previdenziali soppressi, INPDAP ed ENPALS. Tra questi rapporti sono compresi i contratti relativi al deposito, gestione ed archiviazione della documentazione cartacea dell'ex INPDAP, servizio affidato in outsourcing a soggetti esterni.
  In particolare, il servizio di archiviazione, custodia e gestione dei fascicoli e dei documenti relativi agli affari amministrativi e contenziosi dell'INPS è gestito in modo centralizzato per tutto il territorio nazionale, secondo le prescrizioni impartite dalla sovrintendenza archivistica per il Lazio, dalla società Delta Uno Servizi Spa, con contratto che copre il periodo 1o agosto 2008-31 luglio 2017. Quindi, la risposta alla domanda è affermativa.

  PRESIDENTE. Ministro, concluda.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Peraltro, l'ex INPDAP aveva a suo tempo esternalizzato il servizio di base, ricorrendo a più operatori economici, e nello specifico: RTI Plurima per Valle d'Aosta e Liguria, CNI Spa per Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Sicilia, FDM per la Lombardia, RTI Sikelia Service per le regioni Abruzzo e Molise. I relativi contratti hanno scadenze diverse, ricomprese nel periodo che va dal 30 settembre al 31 luglio 2016.

  PRESIDENTE. Ministro, deve concludere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Questo è quanto per quel che riguarda le informazioni richieste dagli interroganti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Baldassarre ha facoltà di replicare.

  MARCO BALDASSARRE. Signor Ministro, lei mi ha aiutato molto a definire il finale di questa storia. Ora sappiamo che, appunto, la società Delta Uno Servizi Spa gestisce il servizio di deposito, gestione, archiviazione e distribuzione agli uffici INPS del materiale cartaceo dell'istituto ex INPDAP. Ci piacerebbe tanto leggere nel dettaglio, ora, anche tutte le carte e il contratto di affidamento e valutare veramente se tale servizio sia svolto nella migliore maniera possibile e se l'INPS abbia svolto tutte le procedure di affidamento in maniera trasparente e conforme alle normative vigenti anche negli anni precedenti.
  Inoltre, ci piacerebbe sapere se sono mai stati archiviati dei fascicoli alla procura che affrontavano proprio questo tema. Ma va bene, questo lo chiederemo al Ministro della giustizia, magari nei prossimi giorni, sicuri della sua massima collaborazione. Sono certo che mi aiuterà a definire anche lui il finale di questa storia, però, ormai, voglio vederlo e raccontarlo a tutti i cittadini onesti, perché chi ha sbagliato sulla pelle delle persone oneste pagherà, e a voi la scelta se stare dalla parte dei buoni o dei cattivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative per l'esclusione dai vincoli previsti dal Patto di Pag. 41stabilità interno delle spese volte a finanziare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.

  La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia e Pes sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione delle mozioni Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00339, Palese ed altri n. 1-00414, Piccone e Dorina Bianchi n. 1-00415, Braga ed altri n. 1-00416, Zan ed altri n. 1-00417, Gigli ed altri n. 1-00418, Segoni ed altri n. 1-00419 e Matarrese ed altri n. 1-00421 concernenti iniziative per l'esclusione dai vincoli previsti dal Patto di stabilità interno delle spese volte a finanziare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00339, Palese ed altri n. 1-00414, Piccone e Dorina Bianchi n. 1-00415, Braga ed altri n. 1-00416, Zan ed altri n. 1-00417, Gigli ed altri n. 1-00418, Segoni ed altri n. 1-00419 e Matarrese ed altri n. 1-00421 concernenti iniziative per l'esclusione dai vincoli previsti dal Patto di stabilità interno delle spese volte a finanziare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 31 marzo 2014, è stata presentata la mozione Matarrese ed altri n. 1-00421, che è già stata iscritta all'ordine del giorno (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto, altresì, che è stata presentata la risoluzione Pastorelli ed altri n. 6-00063. Il relativo testo è in distribuzione (vedi l'allegato AMozioni).

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno e sulla risoluzione presentata.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il Governo accoglie la mozione Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00339 e la mozione Palese ed altri n. 1-00414, salvo l'ultimo impegno, che si propone di riformulare premettendo: «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo accoglie le mozioni Piccone e Dorina Bianchi n. 1-00415 e Braga ed altri n. 1-00416.
  Il Governo accoglie il primo impegno della mozione Zan ed altri n. 1-00417; propone la seguente riformulazione del secondo impegno: «a valutare la possibilità di intervenire sulla normativa esistente, al fine di consentire l'utilizzo delle risorse proprie e delle risorse provenienti dallo Stato (...)» e così fino alla fine del testo originario; accoglie l'impegno successivo, mentre propone la seguente riformulazione del quarto impegno: «a valutare la possibilità di intervenire sulla normativa esistente, al fine di prevedere l'esclusione dal Patto di stabilità interno delle spese sostenute dai comuni (...)» e così fino alla fine del testo originario; l'ultimo impegno è accolto.
  Il Governo accoglie la mozione Gigli ed altri n. 1-00418 proponendo la riformulazione del quarto impegno premettendo: «a valutare l'opportunità di promuovere una rivisitazione della normativa vigente in materia di controlli (...)» e così fino alla fine del testo originario.Pag. 42
  Il Governo accoglie il primo, il secondo, il terzo e il quarto impegno della mozione Segoni ed altri n. 1-00419; per quanto riguarda l'ultimo impegno, quello che chiede di intervenire per il sostegno della formazione e della ricerca nelle scienze geologiche e di istituire gli uffici geologici territoriali di zona e così via, il parere è contrario, perché non è chiaro l'impegno richiesto, in quanto esistono corsi di studio universitari di specializzazione in materia ed inoltre si tratta di professionalità da individuarsi preferibilmente tra i soggetti competenti nelle attività di progettazione ed esecuzione delle opere.

  PRESIDENTE. Mi scusi, signor sottosegretario, gli impegni, in realtà, erano sei. Lei ha parlato dell'ultimo, ma prima dell'ultimo ce n’è un quinto: è accolto anch'esso ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. A promuovere l'adozione...

  PRESIDENTE. No, «ad intervenire per il sostegno della formazione e della ricerca nelle...

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il parere è contrario, perché o viene specificato meglio o il parere è contrario, in quanto esistendo già corsi di studi universitari in materia, non è chiaro l'impegno.

  PRESIDENTE. Quindi, mi scusi, signor sottosegretario, praticamente la riformulazione prevede l'accoglimento dei primi quattro impegni, la riformulazione dell'ultimo impegno e la soppressione del quinto impegno.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. Mi scusi, ripeto perché non sono stata...

  PRESIDENTE. La riformulazione che lei fa di questa...

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. No, no, io ho proposto il parere contrario al penultimo e all'ultimo impegno, e gli altri sono accolti.

  PRESIDENTE. Però, il parere contrario può essere superato con una riformulazione che prevede la soppressione di quei due impegni ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. Va bene.

  PRESIDENTE. Prego.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. Della mozione Matarrese ed altri n. 1-00421 è accolto il primo impegno, accolti il secondo e il terzo, il quarto propongo di riformularlo con «a valutare la possibilità di favorire con accordo interministeriale le tipologie di spesa da escludere nel Patto di stabilità interno».
  Poi, mi scuso, ma chiedo un momento sulla risoluzione che mi è arrivata in questo momento: qualche minuto solo per leggerla, se è possibile.

  PRESIDENTE. Ne approfitto per chiederle se diamo per scontato che, per quanto riguarda le premesse, a cui non ha fatto riferimento, di tutte le mozioni, queste sono accolte.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. Le premesse sono accolte.

  PRESIDENTE. Va bene. Scusi, ci rimane un dubbio sul quinto impegno della mozione Matarrese ed altri n. 1-00421, dove si dice «ad adottare, nel corso del prossimo semestre italiano di Presidenza europea, ogni utile ed opportuna iniziativa affinché (...)» e via dicendo: com’è il parere su questo impegno ?

Pag. 43

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. Un attimo.

  PRESIDENTE. Siamo all'ultimo impegno dell'ultima mozione.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. Accolto.

  PRESIDENTE. Va bene. Allora, ce la facciamo sulla risoluzione in tempo reale, sottosegretario Velo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. La leggo un attimo, sì.

  PRESIDENTE. Vuole che sospendiamo la seduta, sottosegretario Velo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. Un attimo.

  PRESIDENTE. Va bene.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e tutela del territorio e del mare. È accolta.

  PRESIDENTE. Va bene, a questo punto abbiamo tutti i pareri.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente e onorevole sottosegretario, il dissesto idrogeologico è un problema centrale in Italia, ma ancora non riceve l'attenzione che merita. Prova ne è il fatto che le questioni ad esso inerenti si ripresentano puntualmente all'indomani di ogni evento atmosferico di particolare intensità.
  Non solo: i limiti di spesa derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'ordinamento euro-unitario, ai quali sono assoggettati gli enti locali, non possono costituire un ostacolo a politiche nazionali volte alla prevenzione dei rischi idrogeologici del nostro territorio, nonché finalizzate, come in questo caso, alla messa in sicurezza di aree gravemente colpite da calamità naturali.
  Quella del semestre europeo costituisce dunque la formidabile occasione per eliminare tali ostacoli, porli in un'ottica di gestione diligente delle risorse pubbliche.
  In tale quadro, l'impegno del Governo nei confronti del Parlamento e delle popolazioni che esso rappresenta diviene dunque non più rimandabile.
  I dati riportati nelle mozioni che ci accingiamo a votare rivelano l'urgenza degli interventi che le istituzioni competenti sono chiamate a mettere in campo, interventi rispetto ai quali il Patto di stabilità deve poter essere derogato. Con riguardo a tali interventi, le proposte legislative e le altre iniziative di cui, insieme agli altri onorevoli colleghi del Partito Socialista, mi sono fatto promotore, sono sempre andate nella direzione di un minore consumo del suolo e della valorizzazione di un'agricoltura ecosostenibile come strumento di salvaguardia del territorio anche sotto il profilo della sua integrità idrogeologica.
  Credo sia giunto il momento che si cominci a parlare di queste ed altre simili misure.
  Le mozioni presentate dai colleghi e le misure in esse richieste, rispetto alle quali esprimo voto favorevole, sono dunque un primo passo verso la comprensione di questi complessi problemi, le cui soluzioni non possono non passare attraverso il riconoscimento del valore strategico dell'agricoltura come presidio del territorio e della necessità di ridisegnare il quadro istituzionale delle competenze in materia di tutela del territorio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

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  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, l'Italia è un Paese il cui territorio sta andando in disfacimento sotto i nostri occhi. Assomiglia sempre più quasi a un corpo in decomposizione. In parte questo è dovuto certamente alla conformazione del territorio – il 44 per cento della nostra superficie nazionale, infatti, è ad elevato rischio sismico – e in parte è conseguenza dei mutamenti climatici, che stanno provocando aumento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai, precipitazioni violente e concentrate, quasi fossimo in un Paese tropicale.
  Il dissesto idrogeologico, però, non è frutto soltanto delle caratteristiche del territorio, né degli eventi atmosferici avversi, ma dipende innanzitutto dall'insufficiente cura del territorio e dal mancato rispetto dell'ambiente, causa non secondaria, peraltro, degli stessi mutamenti climatici. Bastano ormai anche precipitazioni non particolarmente abbondanti per causare disastri...

  PRESIDENTE. Provi a cambiare microfono. Si sposti, gliel'hanno acceso accanto, onorevole Gigli. Provi.

  GIAN LUIGI GIGLI. No, aspetti che...

  PRESIDENTE. No, allora ci deve essere un telefono che va spento e la cosa si risolve più facilmente. Proviamo.

  GIAN LUIGI GIGLI. No, non era il cellulare.

  PRESIDENTE. Che dirle, onorevole ? Ci deve essere un problema...qualcuno insinua che sia un problema tra il microfono e la sua persona, onorevole Gigli, ma io ho già detto che non è così. Abbiamo un problema tecnico, onorevole Gigli. Facciamo una cosa, provi a venire a parlare al banco del Comitato dei nove. Vediamo come funziona. Stanno anche insistendo qui vicino a me, dicendo di consegnare il testo, ma ho detto che non se ne parla neanche, onorevole Gigli. Ecco, adesso funziona.

  GIAN LUIGI GIGLI. Ho provato anche a cambiare partito, ma non funzionava... Evidentemente solo a livello del banco del Comitato dei nove.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Gigli.

  GIAN LUIGI GIGLI. Mi dispiace del...

  PRESIDENTE. Un attimo, onorevole Gigli. Mi pare che lo faccia anche il mio, non vorrei insistere, ma forse abbiamo un problema più generale. Proviamo, altrimenti sospendiamo. Riprovi, onorevole Gigli, vediamo che cosa accade.

  GIAN LUIGI GIGLI. Ecco, forse ci siamo. Probabilmente stavo smaltendo l'arrabbiatura di un precedente intervento in Commissione. C'era stata qualche discussione animata. Allora, mi scuso dell'inconveniente.
  Dicevo, bastano ormai anche precipitazioni non particolarmente abbondanti per causare disastri, frane, alluvioni, crolli di manufatti e infrastrutture, accompagnati anche da un corteo di morti, di sfollati, di danni al sistema produttivo, di crolli di monumenti.
  Presidente, forse è meglio che sospendiamo un attimo e ricominciamo daccapo.

  PRESIDENTE. Vorrei che qualcuno mi illuminasse, non arrivando io ad individuare una soluzione. Sospendiamo la seduta. La seduta è sospesa per cinque minuti. Chiedo scusa all'onorevole Gigli. La riprenderemo alle ore 16,20.

  La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,20.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Gigli, ha a disposizione i suoi otto minuti tutti insieme.

  GIAN LUIGI GIGLI. Riprendiamo la trasmissione pregando di scusarci per l'interruzione, come diceva la RAI. Stavamo parlando di un Paese che appunto sta andando in disfacimento dal punto di vista della tenuta del territorio in parte, dicevo, Pag. 45per la sua stessa conformazione geologica, in parte per il mutamento climatico, in parte certamente anche per l'impegno che l'uomo ha messo nel fare danni e per produrre situazioni che ormai non hanno più nulla di localistico ma che tendono a riprodursi con una frequenza crescente e a interessare tutto il territorio nazionale.
  Le cause sono note, le abbiamo più volte ripetute e denunciate in quest'Aula nel corso del primo anno di questa legislatura: l'abbandono della montagna con il conseguente dissesto dei territori montani, causa non secondaria di dissesto idrogeologico e di danni ingenti anche per i territori a valle a causa delle masse d'acqua che in maniera incontrollabile si riversano a valle della montagna; la mancata manutenzione degli alvei e dei corsi d'acqua, degli argini, dei bacini di decantazione o di deflusso che sono in grado di fare, se funzionano bene, da cassa di compensazione in caso di precipitazioni particolarmente abbondanti; l'insufficiente manutenzione di strade e linee ferroviarie e dei supporti murari alle stesse infrastrutture; l'edificazione dissennata in luoghi che mettono a rischio le abitazioni oppure realizzando opere che modificano o ostacolano il naturale decorso delle acque; l'urbanizzazione selvaggia sia di tipo residenziale che industriale che ha colpito il territorio nazionale con incrementi degli insediamenti superiori anche al 500 per cento rispetto ai primi anni del dopoguerra e con consumo ingiustificato di territorio e sottrazione rilevante di aree all'agricoltura e al paesaggio. Tutto questo senza che le troppe inadempienze da parte della pubblica amministrazione, che hanno permesso talvolta autentici scempi, fossero efficacemente sanzionate.
  Oggi sono oltre l'80 per cento i comuni italiani che sono interessati da una situazione allarmante di dissesto idrogeologico sul proprio territorio e sono circa 6 milioni le persone che vivono in zone ad alto rischio: un numero che si dilata a ben 22 milioni se includiamo anche le popolazioni che vivono in zone a medio rischio.
  L'Italia è un Paese che tradizionalmente risponde molto bene alle emergenze, risponde con generosità, risponde mettendo in piedi un'efficace macchina, anche dal punto di vista organizzativo, per gli aiuti alle popolazioni. Sembra però essere, nonostante tutto, un Paese che fa fatica a programmare e a prevenire le calamità. Investiamo poco da sempre e sembra che la crisi e i vincoli che l'Europa ci ha imposto, i Patti di stabilità, esterno ed interno, non abbiano fatto altro che peggiorare la situazione.
  Secondo i dati diffusi dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal 1991 al 2011 risultano finanziati interventi per circa 10 miliardi di euro, meno di 500 milioni all'anno. In dieci anni i bandi di gara per lavori di sistemazione e prevenzione del dissesto idrogeologico rappresentano rispetto all'intero mercato delle opere pubbliche solo il 5 per cento per numero di interventi e il 2 per cento per importi di gara, con un ulteriore ridimensionamento a partire dal 2007. Peraltro, non sappiamo nemmeno con esattezza quanti di questi cantieri siano arrivati a termine e quanti siano ancora in corso e quali siano i tempi per la loro conclusione. A fronte di questi investimenti però quello che è certo è che negli ultimi vent'anni abbiamo dovuto spendere 22 miliardi per riparare i danni causati da frane e da alluvioni: un bell'esempio di «lungimiranza» nella gestione del suolo pubblico. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha quantificato in 1,2 miliardi di euro all'anno per i prossimi vent'anni il costo di un piano nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio.
  E solo per mettere in sicurezza le aree a più elevato rischio idrogeologico è stato calcolato che servirebbero circa 11 miliardi, mentre ammonterebbero a 40 miliardi di euro i fondi necessari a mettere in atto gli interventi previsti dai piani regionali per l'assetto idrogeologico.
  L'Europa ci invita da parte sua a mappare il dissesto, valutando il rischio idrogeologico in ogni distretto idrografico e, nel novembre 2012, ha sollecitato la corretta Pag. 46applicazione della direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, secondo la quale tutti gli Stati dei membri devono svolgere, per ciascun distretto idrografico, una valutazione preliminare del rischio di alluvioni, compresa una descrizione delle alluvioni significative avvenute in passato, qualora si ipotizzi che, in futuro, da eventi dello stesso tipo possano derivare notevoli conseguenze negative.
  In Europa, però, potremmo anche trovare una parte almeno, e significativa tuttavia, delle risorse necessarie per prevenire il dissesto. Le risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico potrebbero, infatti, provenire dal nuovo ciclo di programmazione europea 2014-2020. A tal fine, voglia ricordare che la legge di stabilità per il 2014 ha previsto che il Ministro per la coesione territoriale, d'intesa con i Ministri interessati, destini una quota parte delle risorse del fondo per le politiche di coesione al finanziamento degli interventi di messa in sicurezza del territorio, di bonifica di siti di interesse nazionale e di altri interventi in materia di politica ambientale. Occorre, dunque, dare ora continuità e certezza agli investimenti e occorre anche coinvolgere adeguatamente gli enti locali nella politica di gestione del territorio.
  Apprezziamo, dunque, gli impegni che oggi il Governo si è preso: apprezziamo il fatto che abbia accettato di predisporre un piano straordinario di manutenzione dei versanti montani; che abbia accettato di verificare, a quattro anni dall'avvio del piano nazionale straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico, lo stato di attuazione degli interventi previsti e destinati agli oltre mille cantieri per la sicurezza del territorio; che abbia accettato di destinare rapidamente le risorse stanziate dalla legge di stabilità per il 2014; che abbia accettato di valutare l'opportunità di promuovere una serie di controlli per mettere in atto meccanismi sanzionatori in caso di inadempienze accertate da parte delle pubbliche amministrazioni; e, soprattutto, che abbia accettato di utilizzare, come è possibile, efficacemente il semestre a guida italiana dell'Europa per far accettare dai nostri partner europei l'esclusione dal computo, nel saldo finanziario utile ai fini del rispetto del Patto di stabilità interno, delle risorse destinate alla gestione del territorio e per il monitoraggio delle situazioni a rischio idrogeologico.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIAN LUIGI GIGLI. Desidero, infine, sottolineare come reputo particolarmente significativo l'ultimo dei nostri impegni che avevamo proposto al Governo e che il Governo si è assunto: quello di dare vita, di valutare l'opportunità di dare vita ad un fondo di garanzia per il lucro cessante delle attività economiche che, a loro volta, molto spesso, vengono disastrate dagli eventi avversi che riguardano l'assetto idrogeologico. È per questi motivi che voteremo con favore la nostra e le altre mozioni che riguardano questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,25).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Colleghi, vorrei dire a tutti che siamo all'inizio della fase delle dichiarazioni di voto e, quindi, avremo una serie di interventi. Chi non è interessato sarebbe utile che, invece di stare in Aula a parlare, lo facesse fuori, in modo Pag. 47da consentire a chi parla di farlo in modo sereno. Provo a ripeterlo: essendo all'inizio della fase... colleghi...

  MAURIZIO BIANCONI. Che fai, mi cacci ?

  PRESIDENTE. No, la invito però calorosamente, se ha bisogno di parlare, a farlo fuori e non in Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le incessanti precipitazioni dei primi giorni di febbraio hanno messo in ginocchio gran parte del Paese. L'ondata di maltempo ha creato frane, allagamenti, straripamenti dei fiumi da Nord a Sud e ha fatto registrare fino ad oltre 5 metri di neve e rischio valanghe sulle Alpi orientali. La situazione di criticità nel Veneto ha raggiunto i massimi livelli: oltre mille gli evacuati, un morto, danni alle colture e alle cose stimati, per ora, attorno ai 500 milioni di euro.
  Nel padovano, dove sono esondati diversi canali collegati al Bacchiglione, interi quartieri sono stati totalmente allagati da oltre un metro e mezzo d'acqua, costringendo molte famiglie ad abbandonare le proprie abitazioni con le barche della Protezione civile. Il disastro è arrivato a pochi giorni di distanza dall'alluvione di Modena del 19 gennaio 2014, quando la rottura dell'argine destro del Secchia nella frazione di San Matteo ha inondato Modena, Bastiglia, Bomporto, San Prospero, Medolla e altre zone della provincia di Modena, provocando l'allagamento di una superficie di 75 chilometri quadrati, l'evacuazione di 600 persone, il blocco delle strade, frane e smottamenti, oltre a duemila ettari di coltivazioni con grano e altri cereali sommersi dall'acqua.
  L'SOS idrogeologico lanciato dalla Protezione civile ha riportato alla ribalta il problema cronico di cui soffre il Paese, ossia la mancanza di un programma organico di pratiche di vigilanza attiva e di manutenzione costante del suolo e dei corsi d'acqua che sia in grado di mantenere in uno stato di concreta sicurezza...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Busin. Colleghi... non è possibile !
  Prego, continui.

  FILIPPO BUSIN. L'abbandono dei terreni montani, il disboscamento, la forte espansione edilizia soprattutto negli anni Settanta e Ottanta, la costruzione spesso abusiva su versanti a rischio, la mancata pulizia dei corsi d'acqua, la forte antropizzazione e la cementificazione di lunghi tratti dei fiumi e dei torrenti, contribuiscono all'aumento dell'esposizione della popolazione al rischio idrogeologico e ad alluvioni.
  Il nostro Paese ha un territorio estremamente fragile, in crescente pericolo di dissesto. Secondo uno studio del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il 9,8 per cento della superficie nazionale è ad alta criticità idrogeologica e sono 6 mila 633 i comuni interessati, pari all'81,9 per cento dei comuni italiani. In particolare, il 24,9 per cento dei comuni è interessato da aree a rischio frana, il 18,6 per cento da aree a rischio alluvione e il 38,4 per cento da aree a rischio sia di frana che di alluvione. Più di cinque milioni di cittadini italiani ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio. Un'indagine mostra che quasi il 60 per cento degli italiani indica frane e smottamenti come una delle prime tre emergenze ambientali del Paese.
  Secondo i dati elaborati dal CNR IRPI, fra il 1960 e il 2012 tutte le venti regioni italiane hanno subito eventi fatali: 541 inondazioni in 451 località di 388 comuni che hanno causato 1.760 vittime, 762 morti, 67 dispersi, 931 feriti e 812 frane in 747 località di 536 comuni con 5.368 vittime, 3.413 morti, compresi i quasi duemila del Vajont del 1963. Le vittime, dal 1960 ad oggi, per frane e inondazioni sono state, dunque, in totale oltre 4 mila, gli sfollati e i senzatetto per le sole inondazioni superano rispettivamente i duecentomila e i 45 mila.
  Secondo i dati apparsi sui giornali in questi giorni, il Ministero dell'ambiente e Pag. 48della tutela del territorio e del mare ha quantificato in circa 8,4 miliardi di euro i finanziamenti statali degli ultimi vent'anni per politiche di prevenzione e difesa del suolo, mentre a fronte di questi, nello stesso periodo, sono stati spesi 22 miliardi di euro per riparare i danni causati da frane e da alluvioni. Tali dati rendono evidente l'impellente necessità di un piano pluriennale di prevenzione e di manutenzione del suolo e dei corsi d'acqua, finanziato dallo Stato e cofinanziato da regioni ed enti locali, da attuarsi da parte degli enti periferici e territoriali competenti per legge. Risulta evidente che si tratta di un'emergenza nazionale e che se non si procederà al più presto ad effettuare un vasto piano di prevenzione e messa in sicurezza del territorio sarà sempre più difficile ed insostenibile fare fronte agli interventi di risarcimento e di ricostruzione delle opere distrutte o danneggiate a seguito di danni provocati da alluvioni.
  La ripresa economica di cui ha bisogno il Paese è continuamente rallentata e minacciata dall'aumento della fragilità del territorio, dal susseguirsi di drammi umani e danni alle cose, ma sono gli stessi finanziamenti per la prevenzione e per la manutenzione del territorio che possono diventare un volano per l'accelerazione della ripresa economica e per lo sviluppo del Paese creando indotto e occupazione.
  A questo riguardo ci sono anche delle esperienze positive che hanno riportato anche i mass media come, ad esempio, il bacino di laminazione di Montebello che ha raccolto, trattenuto ed evitato che si riversassero soprattutto sul basso vicentino e sul padovano, circa quattro milioni di metri cubi d'acqua.
  Si tratta di un impianto costruito addirittura nel 1926, che raccoglie a nord le acque dell'Agno-Guà attraverso dodici sifoni di presa e si può trasformare in un lago di 6 milioni di metri cubi d'acqua su oltre 50 ettari, quasi tutti di proprietà demaniale, raggiungendo così una profondità sino a 20 metri. Si tratta di un esempio delle soluzioni che servono, certamente costose ma che sono in grado di mantenere l'acqua il più possibile in bacini per evitare che a valle i fiumi possano provocare danni. A tal proposito, voglio ricordare anche l'inaugurazione fatta all'inizio di quest'anno dal Presidente della regione Veneto, Luca Zaia, del bacino di laminazione di Caldogno, in provincia di Vicenza.
  Il 26 giugno 2013 sono state accolte dal Governo alcune delle mozioni presentate alla Camera da tutti i gruppi che hanno impegnato lo stesso Governo sugli obiettivi da raggiungere in merito al dissesto idrogeologico. La legge di stabilità 2014 ha cercato di sbloccare circa 1.400 milioni di euro di finanziamenti per il rischio idrogeologico, stanziati dai precedenti Governi, e ha stanziato ulteriori 180 milioni di euro per il triennio 2014-2016. Tuttavia, nella scorsa legislatura sono state calcolate necessità di prevenzione del rischio idrogeologico per un ammontare di 44 miliardi di euro, di cui 27 miliardi di euro per l'area del centro-nord, 13 per il mezzogiorno e 4 miliardi di euro per il patrimonio costiero.
  Per raggiungere risultati concreti serve la sinergia tra amministrazioni centrali e locali per il finanziamento di questi interventi. I veri conoscitori dello stato di salute del territorio e delle relative necessità di interventi, per la messa in sicurezza e la prevenzione dei rischi dei pericoli derivanti dalle calamità naturali, sono gli amministratori locali e, pertanto, gli stessi amministratori sono sempre al centro delle attività relative all'individuazione, alla predisposizione ed esecuzione degli interventi e della mitigazione dei rischi.
  Negli ultimi anni le regole stringenti del Patto di stabilità e crescita, imposte dalla Commissione europea e dalle conseguenti norme nazionali sul Patto di stabilità interno, costituiscono un vincolo insormontabile alla spesa delle amministrazioni locali anche nei casi – e questo è a tratti paradossale – di disponibilità di cassa, che però non può essere utilizzata. Appare necessaria, quindi, una revisione delle norme vigenti in campo di prevenzione e di lotta al dissesto idrogeologico, non solo verso la semplificazione delle procedure per l'esecuzione degli interventi e per l'assegnazione delle risorse, ma anche Pag. 49verso l'eliminazione delle disposizioni che, di fatto, rendono impossibile la spesa, come quelle relative all'inclusione di interventi indispensabili per la stessa sopravvivenza dei territori e della popolazione e alla contabilizzazione della spesa per il rispetto dei parametri del Patto di stabilità e crescita imposti dall'Unione europea.
  Recentemente si è tanto parlato della golden rule sulle infrastrutture, in merito all'uscita delle spese sostenute dal nostro Paese per finanziare gli interventi nelle reti infrastrutturali inserite nel corridoio TEN-T Europa dal rispetto dei parametri del Patto di stabilità e crescita. Infatti, nell'ottobre 2013 la Commissione sviluppo regionale del Parlamento europeo ha approvato la necessità di non calcolare nel 3 per cento dei parametri di bilancio le spese per gli investimenti produttivi in infrastrutture, occupazione e formazione. Si tratta di una modifica importante ai vincoli di bilancio degli Stati e delle regioni, che permette maggiore efficienza di utilizzo dei fondi europei e sostiene il superamento delle politiche di austerità. Sulle scie dei provvedimenti adottati per le reti infrastrutturali inserite nel corridoio TEN-T occorre attuare un passo importante a livello dell'Unione europea per escludere dal rispetto dei parametri del Patto di stabilità e crescita e, conseguentemente, dal Patto di stabilità interno, le spese sostenute per finanziare interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico e di manutenzione del suolo e dei corsi d'acqua.
  Quindi, chiediamo con forza al Governo che si impegni ad assumere le opportune iniziative affinché uno degli obiettivi prioritari e fondamentali del prossimo semestre italiano di presidenza europea diventi l'esclusione dalla contabilizzazione delle spese, ai fini del rispetto dei parametri del Patto di stabilità e crescita, delle risorse stanziate dallo Stato, dalle regioni e dagli enti locali per finanziare gli interventi necessari per la prevenzione dei dissesti, la manutenzione del territorio e dei corsi d'acqua nonché il contrasto del dissesto idrogeologico, provvedendo conseguentemente all'esclusione di tali spese dai vincoli previsti dal Patto di stabilità interno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, ancora una volta in quest'Aula affrontiamo la problematica legata al dissesto idrogeologico e questo da una parte ci fa onore, perché testimonia la nostra attenzione a questo grave problema del nostro Paese, particolarmente sensibile dal punto di vista naturalistico a questo tipo di problematiche.
  D'altra, però, lascia sul tavolo una problematica che ancora oggi fa fatica risolversi, che è quella, da una parte, di garantire una programmazione organica degli interventi da parte dello Stato e, dall'altra, la difficoltà dello stesso Stato di garantire continuità di risorse. Sono questi i due fattori determinanti per risolvere questo problema, soprattutto in presenza di un fabbisogno di 11 miliardi, che sicuramente il nostro Stato, in questo momento ed in queste condizioni, non può garantire.
  È per questo che Scelta Civica ha promosso e ha redatto questa mozione, perché si tratta di un problema molto vicino ai cittadini e dove ci sono i cittadini c’è sicuramente l'impegno di Scelta Civica. Lo Stato deve puntare a programmare gli interventi ed a garantire le risorse con cofinanziamenti delle regioni e degli enti locali che purtroppo sono inficiati dal Patto di stabilità. Quindi l'opportunità per avere le risorse ci viene proprio dalle deliberazioni della commissione di sviluppo regionale europeo, che ha aperto una strada, che è quella di derogare del 3 per cento le spese per infrastrutture che promuovano sviluppo o occupazione. Il dissesto idrogeologico è paragonabile ad un'infrastruttura per la rilevanza che ha nel Paese, per la sua capacità di predeterminare e impedire l'insorgere di danni molto gravosi, che molto spesso lo Stato è Pag. 50costretto a ripagare con molto di più di quello che avrebbe pagato con interventi preventivi.
  Quindi, un'azione importante del Governo sarà quella che farà nel prossimo semestre europeo, dove noi chiediamo che vi sia un impegno specifico affinché quest'opportunità possa portare risorse. Questo significa anche utilizzare i fondi strutturali, i fondi della coesione, i 117 miliardi, per venire incontro a questo problema, che è un problema del Paese in termini di investimenti ed infrastrutture. Quindi, nella nostra mozione, noi chiediamo che il 10 per cento di queste risorse siano programmate per interventi che portino lavoro ed occupazione sui territori, ma soprattutto che siano nell'interesse dei cittadini.
  Ma dobbiamo anche evidenziare delle criticità nel percorso che abbiamo attuato, perché non dobbiamo dimenticare che per la prima volta siamo riusciti nella legge di stabilità ad inserire delle risorse specifiche. Ricorderete: 1,5 miliardi per il dissesto idrogeologico, dei quali i primi interventi dovevano essere nel 2014, utilizzando le risorse appostate nelle contabilità speciali, fino ad un massimo di 600 milioni. Io chiederei al Governo, visto che era prevista dal Ministero una prima azione di ricognizione ed acceleramento entro il 1o marzo ed una seconda entro il 30 aprile, se questi interventi, che erano urgenti ed indifferibili ed anche con risorse appostate, abbiano avuto un'azione efficace e, quindi, se già oggi siamo nella possibilità e nella disponibilità di risorse e di interventi.
  Infatti devo anche evidenziare che ancora oggi le risorse del 2009, parliamo ancora di 1.100 progetti che sono agli atti e di 1,6 miliardi, ancora non sono state spese. Credo che sia un grave problema per il nostro Paese avere da una parte risorse stanziate nella legge di stabilità e dall'altra risorse non ancora spese dal 2009. Questo ci impone un'altra riflessione, che noi rimettiamo nella mozione, che è quella sul sistema di governance. Noi dobbiamo assolutamente intervenire nei vari livelli che portano alla spesa, perché è inammissibile che ci siano risorse del 2009 non ancora spese. Infatti tutti noi sappiamo che, quando il Ministero destina le risorse, poi al livello locale – fra le competenze dei vari enti che si sovrappongono, a partire dai comuni agli enti di irrigazione ed agli enti di bonifica – tra tutti quegli enti che hanno diritto a quelle risorse, lì rimangono bloccate per anni. È necessario, quindi, che il Governo prenda in mano la situazione e programmi le risorse e stabilisca dei cofinanziamenti regionali ed intervenga direttamente per dare le risorse a chi ne ha diritto e a chi deve assolutamente intervenire sui territori. Infatti queste discrasie tra fondi che stanziamo e fondi che non spendiamo, credo che non facciano onore a quello che è l'impegno di noi parlamentari, soprattutto nell'interesse dei cittadini.
  Quindi, nella nostra mozione, chiediamo che ci sia un impegno a spendere le risorse che non sono ancora spese, ad aprire una strada per l'utilizzo dei fondi comunitari per il dissesto idrogeologico, che ci siano gli interventi specifici per portare la golden rule su questo problema, che è importante non solo per l'Italia, ma per i tanti Paesi europei che hanno il medesimo problema. Quindi noi vogliamo che effettivamente con il semestre europeo le rappresentanze italiane in Europa, che andiamo ad eleggere, siano veramente all'altezza del compito, che il nostro Paese più di tutti gli altri, per i danni e per le vittime che ha avuto, deve avere, quanto mai in questo particolare momento politico, in cui le risorse non solo non vanno sprecate, ma vanno utilizzate nel miglior modo possibile, per dare sicurezza, lavoro ed occupazione ai cittadini.
  Scelta Civica, quindi, dichiara il proprio voto favorevole, non solo alla sua mozione, ma anche a tutte le mozioni che considerano fondamentalmente la stessa necessità e saremo vigili nel verificare che questi impegni, che noi prendiamo qui a livello parlamentare, poi siano risorse che arrivano sui territori.
  Con piacere verifico che qualche piccola risorsa è arrivata anche nei territori nella mia regione, la Puglia; dopo tanti Pag. 51anni fa piacere che almeno l'azione parlamentare qualche cosa porti ! Vorrei evidenziare in termini numerici il paradosso che noi abbiamo, con comuni che avrebbero 5 miliardi di risorse da spendere (290 solo nella regione Puglia e 900 nella regione Lombardia) e che, purtroppo, per il Patto di stabilità non possono essere spese.
  Quindi capiamo quanto sia importante intervenire ed approfittare delle opportunità che la Comunità europea ci dà, perché l'Europa è un'opportunità e non certo un sistema per portare ulteriori vincoli ad un Paese che i vincoli se li crea, purtroppo, da sé, nell'incapacità di individuare percorsi lineari, di responsabilità e di capacità di spesa (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piccone. Ne ha facoltà.

  VINCENZO PISO. Signor Presidente, se non è un problema parlerei io al posto dall'onorevole Piccone.

  PRESIDENTE. Assolutamente no, è anche un suo diritto.

  VINCENZO PISO. La ringrazio, gentilissimo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, l'esigenza di presentare e di conseguenza di votare a favore di una mozione che tenga conto della realtà del dissesto idrogeologico in Italia, è certamente dettata dalla realtà dei fatti, una realtà che ci ricorda che frane ed alluvioni in Italia continuano drammaticamente ad aumentare. Si è passati, infatti, da poco più di 120 l'anno, tra il 2002 e il 2006, ai 351 del 2013 ed ai 110 soltanto nei primi 20 giorni del 2014.
  È facile comprendere, quindi, che ci troviamo ormai in una situazione che richiede un immediato impegno da parte del Governo al fine di riparare i danni già causati dal dissesto idrogeologico nel nostro territorio e di mettere in sicurezza intere aree del nostro Paese. Un intervento serio ed immediato dell'Esecutivo è richiesto dai dati in nostro possesso, che esprimono in pieno la drammaticità del problema: tra il 2002 e il 2014 si sono contati 293 morti a seguito di eventi alluvionali e di frane direttamente riconducibili alla condizione di dissesto del territorio italiano; contiamo ben 2000 episodi di dissesto dal 2002 ad oggi, con il 2013 che purtroppo ha chiuso con un triste primato di 351 eventi franosi ed alluvionali. L'82 per cento dei comuni italiani si trova esposto al rischio idrogeologico, il che significa che ben 5.700.000 nostri concittadini sono costantemente esposti ai pericoli derivanti dall'insicurezza delle aree geografiche in cui vivono e lavorano. E chiaramente il territorio nazionale, sotto questo punto di vista, ha una specificità che lo caratterizza, purtroppo in termini negativi, rispetto probabilmente al resto d'Europa. Il dato, inoltre, evidenzia palesemente come siano i piccoli comuni a dover caricare sulle proprie spalle il peso maggiore del Patto di stabilità interno, vincolo che molto spesso rappresenta una vera e propria mannaia per i comuni, costretti ogni anno a fare i conti con risorse oramai sempre più esigue.
  È da considerare come siano 700 mila le frane in Europa, 500 mila delle quali solo in Italia, e questo a rafforzare anche quanto dicevamo della specificità del nostro territorio. È un dato sicuramente allarmante quello relativo al fatto che molti smottamenti interessano centri storici e preziosi beni culturali tra i più importanti al mondo. Infatti, sono interessati dal dissesto idrogeologico alcuni siti di enorme valore – direi di valore mondiale – come Pompei ed Agrigento. In questo modo perdiamo cultura, turismo ed immagine nel mondo.
  Vorrei sottolineare che, così come il patrimonio artistico, anche il patrimonio naturalistico e la rilevanza della sua tutela siano tra i valori costituzionalmente garantiti nell'ordinamento della nostra Repubblica. La tutela del bene paesaggistico è elevata a valore primario, non suscettibile di essere subordinata ad altri interessi e costituisce un interesse pubblico fondamentale, primario ed assoluto che va salvaguardato nella sua interezza. È bene Pag. 52ricordare che gli eventi catastrofici legati al dissesto idrogeologico sono sì in aumento esponenziale negli ultimi anni, ma essi costituiscono un problema che l'Italia si ritrova a fronteggiare da oltre un secolo, durante il quale si sono registrate 12.600 vittime tra morti, feriti e dispersi.
  Davanti a cifre tanto drammatiche appare chiaro che questa situazione di pericolosità e precarietà territoriale comporta anche degli altissimi costi riconducibili ai danni che ogni volta abitazioni private, edifici pubblici e infrastrutture viarie riportano. L'indagine conoscitiva della Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati nel novembre 2009 individuava il fabbisogno necessario per la realizzazione degli interventi e per la sistemazione della situazione di dissesto sull'intero territorio nazionale in complessivi 44 miliardi di euro. Considerando che la media annuale per le spese di emergenza è pari a circa 3,5 miliardi di euro, se negli ultimi trent'anni avessimo speso quella cifra complessiva di 44 miliardi di euro per la sistemazione delle situazioni di dissesto avremmo certamente risparmiato in termini di efficienza della spesa pubblica, senza considerare l'enorme ritorno occupazionale e di sviluppo.
  Vi è tuttavia un problema enorme di capacità di spesa in questo Paese, se consideriamo che negli ultimi quattro anni sono stati stanziati più di 2 miliardi di euro tra risorse statali, regionali e del Ministero dell'ambiente e sono stati previsti 1.700 interventi per la messa in sicurezza del territorio. Di questi, però, circa un miliardo e mezzo di euro risulta non speso, 1.100 cantieri non sono partiti, solo il 4 per cento delle opere sono giunte al termine e solo il 18 per cento sono in corso. E bene quindi ha fatto il Governo attuale ad annunciare che da aprile saranno previsti stanziamenti per circa un miliardo e mezzo di euro per interventi finalizzati alla tutela del territorio ed al contrasto al dissesto idrogeologico.
  Spetta inoltre al Governo incentivare quanto possa servire a sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica al problema del rischio idrogeologico in Italia: occorre potenziare una educazione al rispetto dell'ambiente in grado di mettere la parola «fine» a condotte finora adottate che sono alla base dei dissesti in questione, come l'abusivismo edilizio e l'opera di disboscamento di intere zone montuose. Non dimentichiamo che ogni giorno in Italia vengono edificati 668 ettari di territorio, un'area equivalente a 96 campi di calcio. Nel corso di dieci anni, l'edilizia ha consumato 244 mila ettari di terreno, il più delle volte sottratti all'agricoltura, che è il vero presidio del territorio e dei beni pubblici ambientali e paesaggistici.
  Assume quindi una particolare importanza il disegno di legge del Governo attualmente in discussione in Parlamento, che persegue la finalità di contenere il consumo del suolo, di valorizzare le aree non edificate, di promuovere l'attività agricola, nonché gli obiettivi del prioritario riutilizzo del suolo inedificato, al fine complessivo di impedire che lo stesso venga eccessivamente eroso e consumato dall'urbanizzazione.
  Il sempre maggiore impatto delle catastrofi idrogeologiche, tra le altre cose, è dovuto ai cambiamenti climatici, che rappresentano una delle maggiori sfide che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi anni. L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e delle alluvioni sono tutti sintomi di un cambiamento climatico oramai in atto, e i rischi per il pianeta e per le generazioni future sono enormi e ci obbligano ad intervenire con urgenza.
  Il Governo nazionale è in forte ritardo nel recepire i contenuti della direttiva europea n. 2000/60/CE per l'azione comunitaria in materia di acque, concernente la costituzione degli otto distretti idrogeografici nazionali, dell'autorità di bacino distrettuale e dei relativi piani di gestione per l'attuazione degli interventi necessari a raggiungere gli obiettivi europei già previsti nella legge n. 152 del 2006, esponendo così l'Italia al rischio dell'ennesima sanzione. Perché uno dei problemi sicuramente maggiori relativi al dissesto idrogeologico Pag. 53è anche la nostra capacità di fornire ai fiumi il loro giusto letto di scorrimento, e in alcuni casi, anzi spesso, abbiamo con interventi non mirati peggiorato la situazione.
  Il medesimo ritardo lo stiamo accumulando nel recepimento della successiva e consequenziale direttiva, la n. 2007/60/CE, sempre della Comunità europea, relativa alla valutazione della gestione dei rischi di alluvioni, recepita in Italia dal decreto legislativo 23 febbraio 2010, n. 49. Gli otto distretti idrogeografici costituiti e le analoghe autorità di bacino, in base alla direttiva europea 2000/60/CE, hanno competenza sugli interventi locali legati alla manifestazione e all'evoluzione di rilevanti fenomeni di rischio per il territorio (frane, alluvioni, smottamenti, erosioni), e sulla programmazione degli interventi preventivi di messa in sicurezza del suolo per la gestione delle acque, come definito anche dalla direttiva europea n. 2007/60/CE.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  VINCENZO PISO. Il 2015 sarà l'anno di scadenza per il recepimento complessivo delle due direttive europee sopra richiamate e per raggiungere gli obiettivi ambientali già prefissati. Questo, insieme ad una seria e trasparente produzione legislativa, aiuterebbe a risolvere il secolare problema del rischio idrogeologico dell'Italia, così garantendo ai nostri cittadini di vivere in territori sicuri, in grado di fronteggiare i cambiamenti climatici.
  Con la nostra mozione, quindi, il Nuovo Centrodestra impegna il Governo a valutare la possibilità di assumere tutte le iniziative opportune affinché l'utilizzo delle risorse per interventi di prevenzione e maturazione del territorio siano escluse dal saldo finanziario rilevante ai fini della verifica del rispetto del Patto di stabilità interno, ed a valutare la necessità di assumere tutte le iniziative per prevedere risorse destinate ad interventi di prevenzione dal rischio idrogeologico e di manutenzione ordinaria del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, colleghi, sottosegretario, siamo all'ennesima mozione su questo tema; sono state presentate tante risoluzioni e continuiamo a vivere in un Paese in cui il rischio frane e alluvioni interessa ben due comuni su tre, secondo Legambiente, praticamente l'Italia intera: Valle d'Aosta, Umbria e Calabria sono le regioni più minacciate, insieme alle Marche e alla Toscana, ma, come hanno dimostrato gli ultimi fatti di cronaca negli ultimi due mesi, anche Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Sardegna ovviamente non sono certamente da meno.
  Stiamo parlando di un territorio divenuto estremamente fragile, in cui dei semplici temporali provocano allagamenti continui e gravissimi disagi per la popolazione. Non possiamo più chiudere gli occhi, colleghi, sulle cause di questi disastri: la pesante urbanizzazione e la speculazione edilizia continuano come fenomeni e sarebbe un clamoroso errore considerare questi solo legati al passato. Oltre allo sviluppo edilizio disorganizzato negli anni Settanta e Ottanta, il centro, il nord e il sud Italia sono ancora oggi vittime di un consumo di suolo indiscriminato: un fenomeno che reca con sé effetti disastrosi che si ripetono ormai con una frequenza insostenibile. Nonostante gli appelli e una presunta sensibilità, si continua a consumare suolo, persino in un momento come quello che stiamo attraversando, in cui il settore dell'edilizia è in forte crisi e dovrebbe esserci una conversione, anche se difficile, verso ristrutturazioni edilizie nel recupero dell'esistente.
  Se al sud l'aggressione costante al territorio continua a manifestarsi soprattutto con l'abusivismo edilizio, al centro e al nord si consumano interventi anche di gestione dei fiumi che seguono filosofie tanto vecchie quanto inefficaci. Interventi che puntano su infrastrutture rigide, che non rispettano l’habitat fluviale, gli argini realizzati senza un serio studio sull'impatto Pag. 54a valle, alvei cementificati, escavazione selvaggia. Troppo spesso le opere di messa in sicurezza si sono trasformate e si trasformano a tutt'oggi in alibi per continuare a costruire nelle aree di esondazione.
  Frane e alluvioni in Italia, dunque, continuano ad aumentare: pensate che da poco più di 100 eventi l'anno, tra il 2002 e il 2006, siamo arrivati gradualmente ai 351 nel 2013 e solo nei primi 20 giorni del 2014 a 110 eventi, 110 in 20 giorni quest'anno.
  Senza prevenzione, in pratica, e politiche efficaci di mitigazione del rischio idrogeologico, questi numeri sono destinati a peggiorare. E ad essere in gioco non è solo il territorio, ma anche le vite delle persone: in 12 anni...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Zan. Io mi rendo conto, onorevole Velo e onorevole Segoni, è utile in ordine all'andamento dei lavori, però ha diritto anche l'onorevole Zan di essere ascoltato.

  ALESSANDRO ZAN. Grazie, Presidente. Dicevo che in 12 anni sono morte 328 persone per tragedie legate a eventi calamitosi.
  Voglio ricordare all'Aula che i fondi stanziati dalla legge di stabilità per la lotta al dissesto idrogeologico ammontano a 180 milioni di euro per il triennio 2014-2016, da aggiungere ai circa 1,4 miliardi stanziati dai precedenti Governi, a fronte di un fabbisogno, lo sappiamo, di 44 miliardi di euro. Pazienza questo, ma se continua ad esserci il Patto di stabilità che vincola i comuni rispetto a ciò è evidente che non usciremo da questa emergenza. È chiaro che si è investito troppo poco in prevenzione e manutenzione: negli ultimi 20 anni, per ogni miliardo stanziato di prevenzione, ne abbiamo spesi oltre 2,5 per riparare i danni. Praticamente, due volte e mezzo il costo per riparare i danni rispetto a quello che è stato speso per la prevenzione. È la solita storia, purtroppo però quanto previsto dalla legge di stabilità su questo tema è ancora assolutamente inadeguato.
  Siamo arrivati al punto in cui non possiamo continuare ad aspettare che siano le cronache dei giornali ad accendere i riflettori su un problema che ogni anno mette in ginocchio centinaia di migliaia di famiglie e imprese. Dobbiamo mettere fine al paradosso che permette di spendere le risorse solo dopo che i disastri sono avvenuti, mentre il Patto di stabilità non consente ai comuni di intervenire prima che questi avvengano.
  Dunque, questo paradosso va superato, non so se sarà questa mozione, sottosegretario, Presidente, a risolvere il problema ma mi auguro che questo ennesimo dibattito spinga finalmente il Governo italiano, in sede europea, veramente a battere i pugni per emendare la golden rules, per emendare tutti gli ostacoli a far sì che ci sia una deroga sul Patto di stabilità per interventi che sono assolutamente essenziali, oserei dire vitali.
  Si continuano poi a favorire progetti di occupazione di suoli naturali o agricoli anziché salvaguardarne la destinazione d'uso. Dobbiamo allora scongiurare anche interventi normativi – che ahimè esistono in questo Parlamento – che prevedano la costruzione di nuovi milioni di metri cubi di cemento in aree oggi inedificabili o persino sottoposte a vincolo idrogeologico e archeologico.
  Dobbiamo considerare le spese relative alla mitigazione del rischio idrogeologico come veri e propri investimenti, che, oltre a mettere in sicurezza il territorio e tutelare privati e attività produttive, possono sviluppare nuova occupazione e rilanciare la cosiddetta green economy, che a noi piace chiamare conversione ecologica dell'economia La riqualificazione fluviale, la manutenzione ordinaria e la tutela del paesaggio devono essere visti come elementi strategici delle politiche di prevenzione: bisogna abbandonare la logica del ricorso a sole opere di somma urgenza.
  Insomma, vado a concludere, dopo anni di finanziamenti erogati solo su basi emergenziali serve una politica forte e responsabile da parte del Governo, e faccio un appello al Governo tramite il sottosegretario Velo affinché la famosa deroga al Pag. 55Patto di stabilità su un tema così strategico non sia più un appello presente nelle tante mozioni e nelle tante risoluzioni presentate in quest'Aula, ma diventi finalmente una realtà per il bene del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come già molti colleghi che mi hanno preceduto hanno ricordato ed evidenziato, già in questa legislatura, cioè in poco più di un anno, il Parlamento diverse e innumerevoli volte ha discusso sul problema di sollecitare il Governo a nettizzare la spesa che riguarda gli interventi sia sul dissesto idrogeologico sia sulle calamità naturali, non solo in occasione dell'esame di mozioni, ma anche in sede di discussione di alcuni decreti. Non da ultimo, poco tempo fa, l'Aula si è soffermata su alcuni interventi per gli eventi calamitosi della Sardegna.
  Il tema è da un lato lo stanziamento delle risorse, dall'altro, il rispetto del Patto di stabilità, che impediscono di fatto di intervenire, in un contesto di grande emergenza, quando avvengono le emergenze di natura calamitosa, cioè sia i terremoti sia le alluvioni, che ognuno di noi purtroppo è costretto a registrare, e soprattutto sulla prevenzione. Basti pensare che il rapporto «Terra e sviluppo» del Consiglio nazionale dei geologi, elaborato con la collaborazione del Centro ricerche economiche e sociologiche e di mercato, descrive un'Italia vulnerabile, dal territorio fragile ed esposta alle calamità ambientali oltre la misura di quel che è fisiologicamente ammissibile. Inoltre, il 40 per cento della popolazione vive in aree ad alta sismicità, a rischio tellurico elevato soggiacciono 6,3 milioni di edifici e 12 milioni e mezzo di abitazioni private. Circa sei milioni di persone abitano in aree ad elevato rischio idrogeologico, 30 mila chilometri quadrati del territorio sono ad altissimo rischio per eventi naturali, quali frane ed alluvioni.
  Gli oneri del dissesto e dei terremoti dal dopoguerra ad oggi sono stimati in 213 miliardi di euro. Il meccanismo di spesa per le calamità naturali è fortemente distorto.
  Nel periodo 1991-2008, per la mitigazione del rischio idrogeologico sono stati impiegati 7,3 miliardi di euro, poco più di 400 milioni di euro l'anno. Come si vede, sono risorse esigue dal punto di vista dello stanziamento. Nel novembre 2009, il Governo ha presentato alla Camera i dati sul rischio idrogeologico attuale e le stime per gli interventi di messa in sicurezza e le procedure anche straordinarie per attivare gli interventi, a cominciare da quelli pluriennali previsti dal Piano nazionale straordinario per il rischio idrogeologico. Il fabbisogno necessario per la realizzazione di interventi per la sistemazione complessiva della situazione di dissesto su tutto il territorio nazionale è stimato in 44 miliardi di euro, dei quali 27 miliardi di euro per il centro-nord e in 13 miliardi di euro per il Mezzogiorno, oltre a 4 miliardi per il fabbisogno relativo al recupero e alla tutela del patrimonio costiero italiano. Tale fabbisogno finanziario si è scontrato con la cronica scarsità di risorse, sia dei bilanci statali che di quelli regionali, ulteriormente aggravata dalla intermittenza dei finanziamenti. Tale condizione non consente né di attuare la programmazione esistente nei diversi livelli di Governo del territorio, né di predisporre un credibile piano nazionale dotato di uno stabile cronoprogramma di spesa.
  A tutte queste difficoltà, croniche, di quantizzazione delle risorse a disposizione, che dovrebbero essere stanziate da parte del Governo, da parte delle regioni, da parte delle province e da parte anche dei bilanci comunali, si aggiunge che, nel momento in cui tutte queste istituzioni hanno a disposizione la possibilità di interventi, poi interviene il Patto di stabilità interno con i relativi vincoli. Su questo punto bisogna fare chiarezza, perché è fin troppo evidente che la lotta principale è quella che il Governo deve fare a livello europeo perché ci sia una flessibilità riguardo al rispetto del Patto di stabilità, per cui solo per eventi super-eccezionali e che superano danni per 3 miliardi di euro Pag. 56interviene la deroga, riguardo in particolare ai terremoti. Ma sappiamo bene che il nostro Paese con questi dati di partenza ha necessità di interventi molto più limitati dal punto di vista della quantizzazione, ma parcellizzati, quindi la quantità è enorme come risorse – 44 miliardi di euro – ma su più interventi che devono essere fatti.
  Ritengo inoltre che il Governo non stia facendo tutti gli sforzi necessari affinché anche all'interno del Patto di stabilità interno trovi la possibilità e gli spazi finanziari di ritenere prioritarie queste risorse nell'ambito del calcolo e della quantizzazione, sia come stanziamenti e sia anche e soprattutto per il vincolo del Patto di stabilità, perché proprio in questo senso anche il DEF che è stato presentato non promette niente di buono. Non solo, ieri sera nell'audizione svoltasi nelle Commissioni bilancio sia della Camera che del Senato, nella sala del Mappamondo di Montecitorio, abbiamo espressamente chiesto al Ministro dell'economia e delle finanze quale disponibilità ci fosse da parte del Governo nella situazione di allentamento dei vincoli del Patto di stabilità sia per i fondi strutturali di spesa europea, sia anche, e soprattutto, per il dissesto idrogeologico, sia nel contesto che riguarda le spese centrali dello Stato, sia soprattutto per le stazioni appaltanti, in particolare i comuni. E la risposta è stata molto, molto, molto evasiva, di un impegno molto sommario.
  Ecco perché io ritengo che il Governo, al di là dell'espressione di un parere pressoché favorevole che ha dato su tutte le mozioni – e anche questo è spia e sintomo che il problema esiste ed è grave, perché tutti i gruppi propongono la stessa cosa e a tutti nella stessa maniera il Governo ha dato parere favorevole, deve porre in essere anche degli atti consequenziali in questo senso. Ecco perché io ritengo che sia di primaria ed essenziale importanza che ci sia una risposta e una conseguenza riguardo a queste mozioni da parte del Governo.
  Preannuncio il voto favorevole da parte del gruppo di Forza Italia, oltre che, ovviamente, sulla nostra, anche su tutte le altre mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Segoni e ancor prima all'onorevole Velo, che l'ha chiesta, salutiamo gli alunni e i docenti dell'Istituto comprensivo statale Bernardo Dovizi di Bibbiena, in provincia di Arezzo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Il Governo ha chiesto di intervenire, se non erro.

  SILVIA VELO, Sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sì, signor Presidente, per proporre una ulteriore riformulazione al collega Segoni rispetto agli ultimi due capoversi, il quinto e il sesto. Diamo parere favorevole al quinto, mentre chiediamo di sopprimere il sesto capoverso.

  PRESIDENTE. Quindi, riassumendo, sarebbe parere favorevole su tutti i capoversi, escluso l'ultimo il quale invece, se la riformulazione viene accolta, viene eliminato dalla mozione. Prego, onorevole Segoni.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, premetto che questi due punti riguardavano nello specifico degli elementi contenuti anche in proposte di legge del Partito Democratico, quindi ci passano un po’ in secondo piano a noi. Quindi, va bene una riformulazione di questo tipo in cui sostanzialmente il Governo certifica che non ha grosso interesse a portare avanti una delle proposte di legge del Partito Democratico. Portiamo a casa il risultato che una delle due verrà comunque portata avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà. Attenda, onorevole Braga. Prego, onorevole Segoni.

Pag. 57

  SAMUELE SEGONI. Dovrei fare la dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Onorevole Segoni, pensavo che si fosse esaurita, infatti ero stupito. Allora mi scusi, onorevole Braga, lasciamo concludere l'onorevole Segoni.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, è da un anno che periodicamente piove, contiamo i danni, a volte contiamo i morti, e facciamo tante belle mozioni. Iniziammo a giugno 2013: ogni gruppo politico presentò la sua mozione sul rischio idrogeologico e ce le votammo tutte all'unanimità o quasi. Poi ci fu una risoluzione della Commissione ambiente a ridosso dell'anniversario del Vajont, per chiedere fondi certi e sostanziosi per la prevenzione e la messa in sicurezza, ancora votata all'unanimità e che il Governo poi non recepì. Poi c’è stata tutta una serie di mozioni distinte per le tragedie che quest'anno hanno fatto più audience: la Sardegna e poi l'Emilia e il Veneto, dove il MoVimento 5 Stelle si è sforzato inserire impegni in due direzioni principali: una in chiave nazionale, ovvero a noi interessa essere deputati della Repubblica italiana, non deputati dei nostri feudi elettorali; e inoltre ci sforzammo di inserire impegni in chiave di prevenzione e non di costante inseguimento dell'emergenza. E ancora il Governo diede parere favorevole, l'Aula votò a favore, ma ancora abbiamo visto ben poco.
  Oggi tutta l'Aula ripropone in queste mozioni il tema del vincolo del Patto di stabilità, già proposto all'interno delle mozioni dello scorso anno – quindi siamo sempre a riparlare delle stesse cose – e oggetto anche di una proposta di legge del MoVimento 5 Stelle, attualmente in discussione in Commissione bilancio. Quindi sostanzialmente non c’è niente di nuovo, niente per cui il Governo non si sia già impegnato. Almeno questa operazione ha il merito di sancire ufficialmente che il dissesto idrogeologico è figlio del dissesto finanziario: il problema non è più territoriale o ambientale, ma è economico e finanziario. Lo dimostrano la miriade di mozioni e di progetti di legge che il Parlamento ha proposto in questo anno, cioè il Parlamento conosce le soluzioni, ma è il Governo che non trova i soldi per intervenire e per attuarle. Preferisce spenderli altrove, come per buchi nelle montagne, armamenti, regali alle banche, incentivi ad impianti pubblici ma di dubbia utilità pubblica, forse «passati» perché sono gestiti da amici. Il Governo è però molto attento all'immagine, tanto che all'indomani dell'insediamento Renzi si è preoccupato di lanciare in pompa magna il programma Terraferma, 1,5 miliardi per il dissesto idrogeologico. Ero stato annunciato per il 1o aprile. Noi del MoVimento 5 Stelle non ci facciamo prendere dai facili entusiasmi e subito dicemmo che la data era emblematica. Si sa che il Premier è molto simpatico e infatti è stato un pesce d'aprile, perché infatti ancora non c’è niente di ufficiale.
  Anche ieri abbiamo telefonato alla Presidenza del Consiglio, ma non ci sanno dare nessuna informazione in merito a questo programma, che più che un programma, quindi, è un ologramma: esiste solo virtualmente, come tutte le trovate di Renzi, che sono soltanto pubblicitarie.
  Quindi, in questa mozione noi chiediamo al Governo di dimostrare concretezza: basta spot e lanci mediatici, passiamo al concreto e a cose tecniche. Il MoVimento 5 Stelle ha formulato diverse proposte, il Parlamento tutto ha già proposto molti contributi. Per una volta, chiediamo al Governo di non dire sempre no. E allora, con la nostra mozione, vogliamo aiutare questo Governo: vi siete insediati da poco, sembra che non vi ricordiate degli indirizzi già votati da quest'Aula.
  Nella nostra mozione riproponiamo i principali impegni già assunti in base alle mozioni del MoVimento 5 Stelle sul tema, approvate dall'Aula. Inoltre, se veramente volete fare una cosa utile, in Parlamento ci sono diverse proposte di legge che riguardano il rischio idrogeologico: ve le abbiamo segnalate nella mozione, potete fare copia incolla e metterle in un decreto.
  Ci sono tre proposte di legge del MoVimento 5 Stelle. Una è per lo svincolo dal Patto di stabilità delle spese sostenute Pag. 58dagli enti territoriali per il rischio idrogeologico: non solo per il post emergenza, ma, soprattutto, per la prevenzione. La si può discutere in bilancio: ci fa piacere che il Governo abbia dato parere favorevole. Un'altra, sempre del MoVimento 5 Stelle, per una più larga diffusione dell'ingegneria naturalistica, che, in alcuni casi, risolve i problemi meglio del cemento e rispetta maggiormente l'ambiente, generando più posti di lavoro. Anche qui il Governo ha dato parere favorevole: speriamo che porti avanti questo punto.
  Poi vi è una legge, sempre del MoVimento 5 Stelle, per istituire il geobonus, ovvero un bonus fiscale per chi effettua interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Si tratta di incentivare tanti piccoli interventi che potrebbero essere effettuati su muretti, terrazzamenti, drenaggi, reticolo idrografico, territori montano-collinari: spingerebbero a mantenere il territorio, diminuirebbero l'impatto delle piogge anomale e darebbero lavoro a migliaia di persone. Anche qui il Governo ha dato parere favorevole: speriamo che possa portare avanti al più presto questo impegno.
  Però, il MoVimento 5 Stelle non si ferma qui: spinti da una magnanimità fuori dal comune, proprio perché al MoVimento 5 Stelle sta a cuore la soluzione del problema e non la divisione tra le forze politiche, con questa mozione invitiamo il Governo a recepire anche il contenuto di due proposte di legge del Partito Democratico.
  Ve n’è una, per esempio, che propone l'istituzione di uffici geologici di zona per meglio contrastare il dissesto. Registriamo che il Governo ci ha chiesto di ritirare questo punto e noi così abbiamo fatto. Certifichiamo, però, che, in questo modo, il Governo sconfessa una proposta di legge che viene dalla stessa maggioranza. Poi c’è un'altra proposta di legge che istituisce una serie di interventi per il sostegno della formazione e della ricerca nelle scienze geologiche: un contenuto già formulato dal MoVimento 5 Stelle nella mozione di giugno scorso, ma bocciato dal Governo allora in carica.
  Rinfreschiamo la memoria su quale è il problema centrale: se si vuole risolvere il problema del rischio idrogeologico, bisogna rilanciare il settore universitario corrispondente, le scienze della terra, che in Italia vantano eccellenza e tradizione. Invece, segnalo al Governo Renzi che i dipartimenti di scienze della terra stanno scomparendo tutti in Italia. Una legge assurda, la legge Gelmini, obbliga tutti i dipartimenti ad essere composti da numeri enormi di personale strutturato, mentre, per tradizione, i dipartimenti di scienze della terra sono piccoli, e forse per questo sono molto efficienti nel raccogliere e gestire fondi e a fare ricerca ai vertici dell'eccellenza scientifica internazionale. Tra qualche anno tutto questo scomparirà e disperderemo un patrimonio tecnico-scientifico enorme ed utilissimo.
  Segnalo che, dall'approvazione della legge Gelmini, i dipartimenti di scienze della terra in Italia sono passati da essere 34 ad essere soltanto otto. Eclatante l'esempio dell'Emilia Romagna: voi sapete che recentemente è stata colpita da frane, alluvioni e terremoto. Insomma, non le manca niente, o meglio, qualcosa le manca: dei dipartimenti di scienze della terra che studino tali fenomeni. O meglio, fino a poco tempo fa, aveva ben quattro eccellenti dipartimenti di scienze della terra, ma non ne è rimasto neanche uno.
  Inizialmente il Governo ci aveva chiesto di eliminare anche questo impegno, che, ricordo, viene da una proposta del PD, ma siamo stati irremovibili e, per fortuna, abbiamo trovato un accordo, per cui questo impegno viene mantenuto e chiediamo al Governo di andare avanti in questo senso.
  Concludendo, con questa mozione il MoVimento 5 Stelle propone di recepire le proposte di legge del Parlamento in tema di rischio idrogeologico: ce ne sono tre del MoVimento 5 Stelle e due del PD. Ed è interessante vedere come si è comportato in Aula il Governo: è stato smascherato, visto che abbiamo appurato che alcune proposte di legge del Partito Democratico erano state depositate più come bandierine; non sembrava, infatti, che questo Pag. 59Governo ci tenesse molto ad appoggiarle e a portarle avanti. Quindi, ci chiedevamo: il PD voterà a favore o contro se stesso ? L'esito è tutt'altro che scontato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il nostro Paese vive ormai da anni una condizione di emergenza continua, le violente ondate di maltempo che si susseguono a ritmo sempre più frequente hanno ormai prodotto miliardi di euro di danni e colpito cittadini, imprese, infrastrutture, mettendo in evidenza in maniera drammatica gli effetti del dissesto del territorio. I recenti episodi che hanno interessato regioni come la Liguria, la Toscana, l'Emilia, il Veneto e la Sardegna, di cui si sta ancora ultimando la conta dei danni, ci richiamano al fatto che ormai il rischio idrogeologico nel nostro Paese è un fattore strutturale e che la gestione dell'emergenza, per quanto fondamentale sia, non è più sufficiente a dare risposte soddisfacenti e definitive. I dati che sono riportati nelle mozioni che oggi discutiamo e votiamo in quest'Aula parlano chiaro: l'80 per cento dei comuni è in area ad elevato rischio idrogeologico, un decimo della popolazione italiana vive in aree a potenziale rischio e sono quasi 1,2 milioni gli edifici che insistono su queste aree. Questa conta non esime anche gli edifici pubblici: una scuola su dieci è collocata in zone a rischio di frane e alluvioni; ospedali, industrie, infrastrutture pubbliche sono a rischio di dissesto. Abbiamo discusso molto di questi dati non più tardi di una settimana fa, discutendo anche di mozioni sulla stessa materia relative agli episodi che hanno interessato le regioni dell'Emilia e del Veneto. Ma io credo che la discussione che facciamo oggi possa segnare in qualche modo la fine di un percorso, di una discussione fatta più volte in quest'Aula e che vorrei non si ripetesse in maniera sempre meno utile nel nostro dibattito parlamentare. L'ha ricordato poco fa il collega Segoni del MoVimento 5 Stelle, la Camera ha votato nel settembre dello scorso anno quasi all'unanimità delle mozioni che richiamavano il Governo ad un impegno più forte sul tema della prevenzione e del contrasto al rischio idrogeologico. La Commissione ambiente, di cui sono componente, lavora su questo tema con costanza e sta chiedendo, da tempo, che anche nelle scelte strutturali che il Governo ha fatto e che farà ci sia un'attenzione maggiore rispetto al potenziamento soprattutto delle attività di prevenzione. Io apprezzo il fatto che oggi, ancora una volta, discutiamo di dissesto idrogeologico e ci richiamiamo tutti all'importanza di un'azione efficace di prevenzione, ma vorrei che il nostro principale impegno fosse rivolto a tradurre poi in fatti concreti gli impegni che anche oggi prendiamo in quest'Aula e a cui richiamiamo il Governo.
  Nella nostra mozione abbiamo ripreso alcuni di questi punti che voglio sottolineare con particolare attenzione che riguardano due temi principali: quello della gestione e dell'efficacia della spesa e della destinazione delle risorse e quello della riorganizzazione del sistema dei soggetti e degli strumenti che devono agire nella direzione di un efficace contrasto al dissesto idrogeologico. Abbiamo parlato di risorse e del modo in cui sono state utilizzate e programmate in questi anni e in parte – lo dobbiamo riconoscere – anche dell'inefficacia della spesa e dell'utilizzo di queste risorse. Gli accordi di programma che sono stati sottoscritti dal Governo con le regioni non hanno prodotto i risultati attesi ed è drammatico che in un Paese che vive in condizioni di difficoltà come quelle che ho ricordato solo il 4 per cento, di quei poco più di due miliardi stanziati nel 2009, siano stati effettivamente spesi. Lo strumento dei Commissari straordinari non ha funzionato. Dobbiamo superare questa fase e fare in modo che, anche attraverso la costituzione dell'unità di missione fortemente voluta dal Presidente Renzi e che si sta costituendo presso la Presidenza del Pag. 60Consiglio dei ministri, si arrivi finalmente a sbloccare in tempi rapidi l'utilizzo di questo risorse, si percorra fino alla fine il percorso di razionalizzazione previsto dalla legge di stabilità e si creino le condizioni perché ci sia un progressivo ritorno all'ordinarietà e alla riattribuzione delle competenze che sono dovute alle regioni che sono le uniche in grado di realizzare questi interventi in termini efficaci di programmazione relativa alle reali necessità dei territori.
  Vi è poi un altro tema che riguarda lo stanziamento di nuove risorse ordinarie. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha visto ridursi nell'ultimo decennio in maniera vertiginosa i finanziamenti per la difesa del suolo dal punto di vista ordinario.
  È un trend che deve essere invertito. Ci abbiamo provato con la legge di stabilità ed io credo che, nonostante gli sforzi compiuti da molte forze, anche dalle forze di maggioranza, non possiamo dirci soddisfatti del risultato raggiunto: 180 milioni per la difesa del suolo ordinari nei prossimi tre anni sono una cifra troppo bassa, ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo davanti a noi una straordinaria opportunità, che è data dall'utilizzo dei fondi strutturali della programmazione comunitaria 2014-2020, sul quale, non più tardi di qualche settimana fa, abbiamo chiesto conto dell'azione che il Ministero dell'ambiente sta portando avanti.
  Nel corso del question time, il Ministro Galletti ha ricordato come il Ministero dell'ambiente abbia attivato già da alcuni mesi, presso l'allora Ministero della coesione, una programmazione unitaria di utilizzo sia dei fondi di coesione sia dei fondi strutturali, per mettere in campo iniziative di programmazione efficace.
  Allora noi, da questo punto di vista, di fronte ad una stima consistente di risorse necessarie per il contrasto al rischio idrogeologico (stimate in quasi 7 mila milioni di euro per il fabbisogno finanziario per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico e di adattamento al cambiamento climatico), abbiamo la necessità di attivarci perché quelle risorse non vengano lasciate giacere nei fondi europei e poi del nostro Paese, ma vengano applicate in tempi utili, con concretezza e con capacità.
  L'altro tema che intendo sottolineare e che è stato oggetto anche di un impegno, che chiediamo al Governo, con questa mozione – alla quale appunto il Governo ha dato parere favorevole – è un impegno particolare, perché nella revisione delle regole del Patto di stabilità si creino finalmente le condizioni perché queste risorse, destinate alle opere fondamentali di manutenzione e consolidamento del territorio, possano essere efficacemente spese e quindi siano escluse dal conteggio, appunto, del monte di spese per gli investimenti e dalle regole del Patto di stabilità, proprio nell'ottica che quanto noi spendiamo per la prevenzione e per la riduzione del rischio idrogeologico è niente di meno che il più grande investimento di cui il nostro Paese ha bisogno, conveniente anche dal punto di vista economico, se lo confrontiamo all'ammontare delle risorse che, ogni anno, siamo costretti a stanziare, sempre in modo insufficiente, per far fronte ai danni provocati dalle calamità naturali.
  Aggiungo un'ultima considerazione su questo punto, che abbiamo voluto fortemente inserire nella nostra mozione: occorre lavorare ed investire sulla prevenzione, ma occorre anche fare in modo che le risorse per fronteggiare i danni che le calamità producono sui territori siano spendibili e siano trasferite nei tempi utili ai territori e per questo impegniamo e chiediamo al Governo di costruire, insieme al Parlamento, una cornice normativa chiara per affrontare le emergenze conseguenti alle calamità naturali e a rifinanziare il Fondo unico per le calamità, perché ci sia garanzia di certezza, di rapidità e anche di omogeneità delle risposte a beneficio dei territori e delle popolazioni che sono colpite.
  L'altro grande fronte sul quale chiediamo un impegno forte al Governo, in relazione anche a dei provvedimenti che già sono in discussione nelle Commissioni parlamentari, lo voglio ricordare al collega Pag. 61Segoni, che polemizzava sulle proposte di legge di iniziativa di alcuni parlamentari del Partito Democratico: il Partito Democratico è impegnato costantemente perché la discussione nelle Commissioni e in Aula sulle leggi vada a buon fine e saremmo contenti di vederci smentiti del fatto che, comunque, su ogni questione il MoVimento 5 Stelle oppone un voto contrario e di opposizione a prescindere. Vorremmo essere smentiti e speriamo che questa sia la volta buona.
  Chiudo su questo punto: c’è il tema delle risorse e c’è il tema della riorganizzazione della governance.
  Il collegato ambientale prevede finalmente che si arrivi a compimento con la costituzione dei distretti idrografici e che si realizzino, nel concreto, quella semplificazione e quella certezza delle procedure che sono fondamentali per realizzare questi interventi.
  Signor Presidente, noi votiamo a favore della nostra mozione naturalmente, ma anche a favore di quelle presentate dagli altri gruppi, convinti che il voto unanime che possa venire da quest'Aula possa essere una spinta ulteriore, perché un intervento di manutenzione del nostro territorio, di cura della qualità del nostro territorio è anche un investimento sul futuro del nostro Paese e a questo non ci stancheremo di richiamare alle proprie responsabilità il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Come da prassi, gli atti di indirizzo saranno posti in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00339, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 17,30).

  Palma, Buttiglione, Fitto, Oliverio, Giachetti, Ginefra, Nicchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   437    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese ed altri n. 1-00414, come riformulata su richiesta del Governo, in quanto non assorbita dalla votazione precedente, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Invernizzi, Bratti, Dambruoso, Famiglietti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  443   
   Votanti  442   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   442    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccone e Dorina Bianchi n. 1-00415, in Pag. 62quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Molteni, Baldassarre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  444   
   Votanti  443   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   443    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Braga ed altri n. 1-00416, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Ginoble, Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti 444   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato   444    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zan ed altri n. 1-00417, come riformulata su richiesta del Governo, in quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Migliore, Lombardi, Plangger, Gribaudo, Giacomoni, Squeri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  447   
   Votanti  446   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   446    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gigli ed altri n. 1-00418, come riformulata su richiesta del Governo, in quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Romele... Berretta... Iacono... Villecco Calipari... Vitelli.... Iacono... Cesaro Luigi....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  454   
   Votanti  453   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  452    
    Hanno votato no   1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Segoni ed altri n. 1-00419, come riformulata su richiesta del Governo, in quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese... Oliaro.... D'Attorre... Bernini Paolo... Terzoni...Pag. 63
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  449    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Matarrese ed altri n. 1-00421, come riformulata su richiesta del Governo, in quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua.... Grillo.... Castelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  451    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Pastorelli ed altri n. 6-00063, in quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura... Toninelli... Castelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  453   
   Votanti  452   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  452    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

In morte dell'onorevole Donato Antonio Pace (ore 17,39).

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto il deputato Donato Antonio Pace, già membro della Camera dei deputati nella XII legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 17,40 è ripresa alle 19,15.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Realacci ed altri; Bratti ed altri; De Rosa ed altri: Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (A.C. 68-110-1945-A) (ore 19,15).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge d'iniziativa dei deputati Realacci ed altri; Bratti ed altri; De Rosa ed altri: Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
  Ricordo che nella seduta del 14 aprile 2014 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

Pag. 64

(Esame degli articoli – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati.
  Le Commissioni affari costituzionali e bilancio hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  In particolare, il parere della Commissione bilancio reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono già riportate nel fascicolo degli emendamenti e che saranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Avverto che, prima dell'inizio della seduta, le proposte emendative Marzana 6.52, 11.050, Zan 3.54, 4.51, 4.52, 14.50 e 16.53, Pastorelli 3.52, 4.53, 4.54 e 7.51 sono state ritirate dai presentatori.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, l'emendamento Marzana 6.53, non previamente presentato in sede referente, in quanto recante un contenuto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento in esame. Tale proposta emendativa infatti interviene in materia di valori limite per le concentrazioni nell'aria ambiente di cui al decreto legislativo n. 155 del 2010, modificando la normativa di attuazione della direttiva 2008/50/CE, relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono riferiti emendamenti (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Romele, Fiano, Lauricella, Impegno, Cassano, Gitti, Ferrari, Fanucci, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  374   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  374    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A), al quale non sono riferiti emendamenti.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galli, Manfredi, Misiani, Artini, Rizzo, De Vita, Zolezzi, Luciano Agostini, Balduzzi, Zoggia, Gigli, Dellai, Sberna...
  Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  401   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  401    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).Pag. 65
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Zan 3.51, parere contrario sull'emendamento Grimoldi 3.1, formula un invito al ritiro dell'emendamento Coppola 3.53, ed esprime parere favorevole sull'emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e sull'emendamento Catalano 3.55.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zan 3.51, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Plangger, Baroni, Dell'Orco, Alberti, Casellato, D'Alessandro, Zaccagnini, Bossi, Ravetto...aspettiamo l'onorevole Ravetto e poi chiudiamo. Rinuncia ? Va bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  414   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato   414    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 3.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pellegrino, Placido, Ventricelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  419   
   Votanti  417   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   23    
    Hanno votato no   394    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Coppola 3.53, sul quale vi è un invito al ritiro della Commissione e del Governo. Prendo atto che i presentatori lo ritirano.
  Passiamo dunque all'emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, sul quale vi è il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

  Ventricelli, Monaco, Cera, Fantinati, Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  426   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  425    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catalano 3.55, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 66

  Ventricelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  423    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Dellai, Chiarelli, Dell'Aringa, Caso, Spadoni, Quaranta, Mantero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
   Presenti e votanti  422   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   422.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento 4.100 mentre esprime parere contrario sull'emendamento Grimoldi 4.5.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.100 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole dalla Commissione e dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  428   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  356    
    Hanno votato no   72.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Grimoldi 4.5.

  PAOLO GRIMOLDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mucci..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).Pag. 67
   Presenti e votanti  434   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   434.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti ? Abrignani ? Roccella ? De Micheli ? Covello ? Gnecchi ? Maestri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  439    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo 6 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Signor Presidente, il parere della Commissione sull'emendamento Grimoldi 6.50 è contrario.
  Il parere della Commissione sull'emendamento Morassut 6.51 è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 6.50.

  PAOLO GRIMOLDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, viene ritirato.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che anche l'emendamento Morassut 6.51 è ritirato.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli ? Malpezzi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  369    
    Hanno votato no   68    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Da Villa ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).Pag. 68
  Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo 7 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Grimoldi 7.50.
  Il parere della Commissione sull'emendamento 7.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 7.50.

  PAOLO GRIMOLDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, accetto l'invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Micheli ? Dambruoso ? Boccuzzi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  440    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi ? Taricco ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  440    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Grimoldi 8.50.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 8.50.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 8.50, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Baruffi...Pag. 69
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato   440.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Oliaro, Richetti, Dell'Aringa, Pisano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  437   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   437.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO GRIMOLDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Siamo in fase di pareri. Lo ritira ?

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, sì e per velocizzare ritiro gli emendamenti rimasti eccetto l'emendamento Grimoldi 16.54.

  PRESIDENTE. Quindi, tutti quelli a suo nome eccetto l'emendamento 16.54. A questo punto, quindi, non c’è bisogno di pareri e passiamo direttamente alla votazione dell'articolo 9.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato   439.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10. Ricordo che tutte le proposte emendative ad esso presentate sono state ritirate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Giancarlo Giordano, Lombardi, Spessotto, Berlinghieri, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  440   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato   440.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).Pag. 70
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 11.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Coppola 11.50.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore !

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, volevo annunciare che voteremo contro questo emendamento, come abbiamo votato contro altri emendamenti della Commissione bilancio, per sottolineare come investire nella ricerca, nella trasparenza dei dati e nella tutela dell'ambiente e, quindi, anche nelle agenzie ambientali, possa essere un metodo per un futuro risparmio su altri capitoli di spesa, compreso quello della salute.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli... Fanucci... Tidei... Marzana.... Burtone....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
   Presenti  439   
   Votanti  438   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  363    
    Hanno votato no   75    

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Coppola 11.50 lo ritirano.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sanna... Tidei.... Fucci... Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  434   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  434    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Morassut 12.50 e Zan 12.51 e sull'emendamento 12.100 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 71

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dalla Commissione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Morassut 12.50 e Zan 12.51, con parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brunetta....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  439    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli... Ventricelli... Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
  Presenti e votanti  435   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  435    
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  Dell'Aringa.... Richetti....
   Presenti e votanti  437   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  437    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Ricordo che l'emendamento Grimoldi 13.50 è stato ritirato dal presentatore.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 13.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato   436.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 14.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), mentre esprime parere favorevole sull'emendamento De Pag. 72Rosa 14.53, con una riformulazione che esplicito subito. Dopo le parole: «da parte di», aggiungere le parole: «enti e di». L'emendamento sarebbe così composto: «individuate le modalità di segnalazione da parte di enti e di cittadini, singoli o associati, di presunti illeciti ambientali».
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Segoni 14.51.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 14.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.100 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  423).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 14.53, sul quale vi è un parere favorevole con riformulazione.
  Chiedo all'onorevole De Rosa se accetti la riformulazione proposta dal relatore.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, accetto la riformulazione. Volevo sottolineare il buon lavoro fatto su queste proposte di legge parlamentari: siamo riusciti ad arrivare ad una proposta condivisa, largamente condivisa, anche su questo punto. Siamo soddisfatti come MoVimento 5 Stelle, perché finalmente si avrà chiarezza sulla possibilità per i cittadini o per le associazioni di denunciare i presunti illeciti alle agenzie ambientali. Quindi, tutto questo lo facciamo presente ai colleghi che, spesso, non ricordano come su questa proposta e sulla proposta di Micillo sui reati ambientali abbiamo trovato dei temi in comune e siamo riusciti ad arrivare a soluzioni che riteniamo soddisfacenti. Quindi, il MoVimento 5 Stelle è molto propositivo quando si parla del contenuto e del merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 14.53, così come riformulato e, quindi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Taricco. Chi altro non ha votato ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  427   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  427    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Prendo atto che l'emendamento Segoni 14.51 viene ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 14. Se non ci sono interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 73

  Dambruoso, Ruocco, Palma... De Micheli, Berlinghieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  427   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   427.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 15.100, da votare i sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mentre esprime parere contrario sull'emendamento De Rosa 15.51.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.100, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Famiglietti, Grassi, Villecco Calipari, Baruffi, Taricco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  425   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   425.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 15.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gelmini, De Micheli, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  424   
   Votanti  422   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no   321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Malpezzi, Lombardi, Spessotto, D'Uva...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  421   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato   419.    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 74

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 16.100, da votare i sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mentre esprime parere contrario sugli identici emendamenti Segoni 16.50, Zan 16.51 e Morassut 16.52.

  PRESIDENTE. Onorevole Zaratti, è rimasto l'emendamento Grimoldi 16.54.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Rosato ritira l'emendamento Morassut 16.52.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.100, da votare i sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Lainati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  421   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  348    
    Hanno votato no   73.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Segoni 16.50 e Zan 16.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  422   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 16.54, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Gigli, Borghi, Polverini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  422   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  417    
    Hanno votato no  5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 75

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  420   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  419    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 68-110-1945-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 68-110-1945-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  SILVIA VELO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, sono tutti accolti.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che nessuno insiste per la votazione del proprio ordine del giorno. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Come stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento. Lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno luogo nella seduta di domani, giovedì 17 aprile, a partire dalle ore 9,30.

Sui lavori dell'Assemblea (ore 19,55).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che l'esame del documento di economia e finanza (DEF) (Doc. LVII, n. 2) già previsto nella giornata di domani, avrà inizio alle ore 10,30. A partire dalle ore 14 avrà luogo la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti di gruppo sulle risoluzioni che verranno presentate.
  A questo riguardo la Conferenza ha preso atto che la Commissione bilancio ha convenuto all'unanimità che il dibattito si concluda con la votazione di due distinti atti di indirizzo concernenti: uno l'autorizzazione allo scostamento dagli obiettivi programmatici e l'approvazione del piano di rientro (da votare a maggioranza assoluta), e l'altro, da presentarsi ai sensi dell'articolo 118-bis del Regolamento, concernente il Documento di economia e finanza (da votare a maggioranza semplice).
  Prima dell'inizio dell'esame del Documento di economia e finanza, dalle ore 9,30 avrà luogo il seguito dell'esame della proposta di legge n. 68 e abbinate – Istituzione del Sistema nazionale delle agenzie ambientali e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Durante le dichiarazioni di voto finale le Commissioni sono autorizzate a riunirsi.
  La discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2208 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 19 maggio 2014) già prevista per martedì 22 aprile, avrà luogo dalla mattina di venerdì 18 aprile, alle ore 9. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per le ore 10 dello stesso giorno. La seduta di martedì 22 aprile, già prevista a partire dalle 14, avrà inizio alle ore 15.

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.

  PRESIDENTE. Comunico che nella seduta odierna la I Commissione permanente Pag. 76(Affari costituzionali) ha proceduto alla elezione della deputata Daniela Matilde Maria Gasparini a segretario, in sostituzione della deputata Maria Elena Boschi chiamata a far parte del Governo.

Sull'ordine dei lavori (ore 20).

  LAURA COCCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego di fare silenzio. Per rispetto di chi sta parlando, colleghi. Prego, deputata Coccia.

  LAURA COCCIA. Signor Presidente, intervengo perché domani mattina saranno settant'anni dal rastrellamento del Quadraro, il mio quartiere. Settant'anni fa, tra le 3 e le 5 di mattina, le truppe naziste, con l'aiuto di molti fascisti italiani, rastrellarono tutto il quartiere del Quadraro portando via tutti gli uomini, tutti gli uomini dai 15 anni in su in grado di lavorare. Furono portati dapprima a Grotterosse, e poi a Fossoli. C'era stato un attentato, simile a quello di Via Rasella, erano tre settimane dopo Via Rasella: un attentato in cui era morto un tedesco. E allora, il Quadraro, nido di vespe, doveva bruciare: così aveva ordinato Kappler. Alle 5 di mattina è iniziata l'Operazione balena, e appunto come ho detto tutta la popolazione maschile del Quadraro fu deportata in Germania.
  Ecco, di tutta questa storia non troverete una riga sui libri di testo che studiano i vostri figli, semplicemente perché sono tornati quasi tutti, e quindi questo viene considerato un episodio minore della resistenza romana. Tra tutti i deportati non c'erano i partigiani, perché i partigiani del Quadraro erano tutti nascosti nel Sanatorio Ramazzini, dove solitamente i nazisti per paura delle malattie infettive non entravano.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il tono della voce !

  LAURA COCCIA. Quindi, coloro che sono stati portati in Germania, tra l'altro sul pullman dove c'era scritto «lavoratori volontari per la Germania», erano persone comuni, persone che mi hanno cresciuto raccontando la loro storia. Ed è qui, settant'anni dopo, dopo che il Quadraro ha ricevuto la medaglia d'oro al valor civile, che io voglio ringraziare Sisto Quaranta e tutti, tutti i reduci che mi hanno raccontato questa storia, e che io ora sto raccontando qui, nella speranza che un giorno venga scritto qualcosa nei libri di testo dei nostri figli; anche quelli universitari, perché io che ho studiato storia contemporanea e sto facendo un dottorato di ricerca, non ho mai trovato una riga a proposito. Questo perché la memoria è un seme che dev'essere costantemente innaffiato, altrimenti ci sarà sempre qualche comico che potrà pensare di fare satira sulle disgrazie, sulle sciagure e anche sulla Shoah (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  CHIARA SCUVERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, il tono della voce ! Se non siete interessati potete allontanarvi dall'Aula, grazie.

  CHIARA SCUVERA. Signor Presidente, questo intervento si colloca nell'iniziativa promossa da Cécile Kyenge di portare in Aula storie di migranti, di nuovi italiani, storie di cittadinanza, e promuove finalmente la discussione in quest'Aula della nuova legge sulla cittadinanza col criterio dello ius soli.
  Questa è la storia di Agnese, 32 anni, di origini argentine e peruviane: «Quando sono nata, a Roma nel 1979, i miei genitori non avevano il permesso di soggiorno: erano arrivati in Italia regolarmente, ma per un periodo non erano stati messi in regola dal datore di lavoro.
  Appena nata sono stata iscritta all'anagrafe di Roma, ma mio padre mi ha iscritta anche al consolato peruviano. Per fortuna nel momento in cui dovevo accedere alla scuola primaria, il datore di lavoro di mio padre venne denunciato e in questo modo la mia famiglia ottenne finalmente un permesso di soggiorno, una Pag. 77residenza, uno stato di famiglia e i primi contributi per la pensione di mio padre. Così anch'io ottenni il permesso di soggiorno, ma ritenevo questo posto straniero, anche se ero nata e andavo a scuola a Roma, ma in quel momento capivo la stranezza della mia condizione. Ho dovuto aspettare 19 anni per il riconoscimento della cittadinanza italiana: chiederla tra i 18 ed i 19 come indica l'attuale legge, che prevede che un nato in Italia da genitori stranieri ottenga la cittadinanza italiana solo da maggiorenne, potendola chiedere solo entro i 19 anni di età, altrimenti addio. Oggi ho 32 anni e a chi mi chiede se mi sento più argentina o italiana rispondo che sono italiana e di origini argentine e peruviane, per il resto non amo le definizioni identitarie, perché le identità non sono fisse e tantomeno possono essere definite da fuori, dall'esterno»  (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIUSEPPE ZAPPULLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE ZAPPULLA. Signor Presidente, nella giornata dell'intervento del Ministro Alfano e della Conferenza Stato-Regioni e comuni, intendo sottoporre alla sua attenzione, della Camera e dello stesso Governo la grave situazione che vive, nell'ambito del fenomeno della migrazione, la provincia di Siracusa, l'intera Sicilia sud orientale, la costa e in particolar modo la città di Augusta. Ritengo un errore alimentare allarmismi e situazioni di eccessiva preoccupazione, ma guai a sottovalutare una situazione che già si presenta molto complicata e molto difficile e rischia, ahimè, di aggravarsi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Stamattina si ricordava la morte di un giovane di 29 anni, alcuni giorni fa e la sera successiva, esattamente 48 ore fa, circa 125 minori non accompagnati, ospiti in un centro di Augusta, sono letteralmente scappati. L'operazione Mare Nostrum, un'operazione assolutamente condivisa e condivisibile, umanitaria e importante, vede, però, lo sbarco di migliaia di migranti e di diversi minori non accompagnati al porto di Augusta; siamo ad aprile e non è difficile immaginare che nelle prossime settimane, nei prossimi mesi la situazione diventerà ancora più difficile e ingovernabile. Augusta è un comune commissariato ed ha già gravi difficoltà finanziarie, ritengo impossibile che da solo possa governare questa situazione.

  PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione.

  GIUSEPPE ZAPPULLA. Sì, Presidente, vado velocemente. Non occorre particolare fantasia per comprendere cosa potrà accadere appunto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi; c’è un fortissimo disagio e deficit di strutture di accoglienza, di sicurezza, incombono seri problemi e problematiche sanitarie. Allora, si proceda ad una più attenta distribuzione territoriale degli sbarchi, si rafforzi la cabina di regia e il coordinamento generale, si attivi anche quella sui minori non accompagnati.
  Il Ministro dell'interno, quello del lavoro e la regione siciliana insieme all'egregio lavoro già svolto dalle prefetture e da diversi comuni, si mettano insieme e si realizzi questo rigoroso coordinamento sulla questione. Più risorse, più strutture, più vigilanza sanitaria insieme a uno Stato più presente e un'Europa più presente. Non può essere scaricato...

  PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

  GIUSEPPE ZAPPULLA. ... sui comuni, sulla generosità, sulla solidarietà e sul volontariato delle popolazioni la gestione di un fenomeno che è già difficile e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi. Chiedo un intervento forte del Governo.

  ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, per sollecitare l'intervento del Governo Pag. 78rispetto alla vicenda di Alcatel-Lucent. Ne abbiamo parlato altre volte in quest'Aula, c’è un'interrogazione, la prima risale all'inizio della legislatura e ci siamo tornati sopra nel mese di settembre e a febbraio c’è stato un importante incontro in Commissione con l'amministratore delegato di Alcatel, Combes. Da quell'incontro è scaturito un aspetto positivo.
  C’è un impegno dell'azienda a far partire una nuova società italiana che si occuperà del settore ottica. Però questa azienda impegnerà 300 dei 600 lavoratori che erano stati dichiarati in esubero già dal 2012. Per quanto riguarda gli altri 300, domani al Ministero ci sarà un incontro e il 28 aprile si rischia che rimangano in cassa integrazione a zero ore, nonostante tutti i colleghi abbiano chiesto e abbiano dato la disponibilità a fare una cassa integrazione a rotazione e quindi, in termini di solidarietà, a lavorare tutti insieme per affrontare questo periodo di trasformazione.
  Vede, Presidente, credo che il Governo debba occuparsi con attenzione di questo tema perché, come per altri, è di questi giorni la vicenda di Micron, l'approvazione da parte dei lavoratori con l'87 per cento dei voti di un accordo difficile e impegnativo che però va seguito passo per passo. Noi stiamo giocando su queste partite un pezzo del futuro del nostro Paese, nella microelettronica e nelle nuove tecnologie e gli impegni che il Governo ha preso e di cui ha parlato in questa Aula sull'Agenda digitale – è stata citata negli scorsi giorni – passano per la vita di quelle persone, che noi non dobbiamo lasciare senza un lavoro, ma dobbiamo cercare di utilizzare come intelligenze italiane e come talenti italiani che abbiamo e non possiamo pensare che altri Paesi e un grande Paese come gli Stati Uniti venga in Italia, non per lavorare con noi, ma per portarsi via le nostre eccellenze.
  Per questo, chiedo la massima attenzione del Governo e la massima solidarietà ai lavoratori di quest'Aula.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, come oggi, quarantuno anni fa, il 16 aprile del 1973 un commando di potere operaio si dirigeva verso via da Bibiena, qui a Roma, nel quartiere popolare di Primavalle, dove abita la famiglia di Mario Mattei, netturbino di professione, segretario per passione della locale sezione del Movimento sociale italiano. Quel commando di Potere operaio appicca il fuoco alla porta d'ingresso della famiglia Mattei, ne nasce un rogo non controllato nel quale periscono bruciati e arsi vivi i due figli del custode della sezione del Movimento sociale di ventidue e di otto anni, Virgilio e Stefano: è il famoso rogo di Primavalle, uno dei tanti insopportabili episodi di violenza di quegli anni, accompagnati dall'ancora oggi inaccettabile reframe per cui alcuni episodi venivano immediatamente derubricati e ne veniva cancellata l'attenzione giudiziaria, tanto che oggi, a quarantuno anni, avendo comunque individuato i responsabili, nessuno è stato associato alle patrie galere; è uno dei tanti episodi odiosi per i quali la stampa e la comunicazione in quegli anni dicevano che uccidere un fascista non fosse un reato. Erano due ragazzi, uno di ventidue anni e un bambino di otto. La cosa più odiosa, signor Presidente, è che in quell'episodio si scatenò addirittura una gara di solidarietà a sinistra, nel mondo comunista, per finanziare e aiutare i responsabili di quell'eccidio. In questa corsa ignobile eccelse per ignominia la signora Franca Rame, che si diede pubblico vanto di avere finanziato la difesa e la fuga dei responsabili di quell'efferato delitto.
  Io concludo, signor Presidente, dicendo che non ho il dono della fede e quindi non sono portato a credere e a pensare che ci sia qualche cosa dopo la vita terrena, ma oggi, quarantuno anni dopo, mi piace credere che ci sia un bambino di otto anni che si rivolge a una tanto decantata artista e gli chiede perché abbia voluto dare copertura a chi ha ucciso questo bambino di otto anni e suo fratello (Applausi).

Pag. 79

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, cosa vi è di più gioioso di una giovane famiglia, nell'attesa prima e nell'arrivo poi di un figlio ? Cosa c’è di più traumatico e devastante, allorquando questa giovane vita si spezza ? È ancora più drammatico e devastante nel caso in cui non ci sia una spiegazione convincente a questo drammatico evento.
  La SIDS (sudden infant death syndrome) è la più frequente causa di morte nei bambini sotto l'anno di vita. Scienziati di tutto il mondo stanno studiando questo particolare fenomeno. Periodicamente escono risultati di ricerche che vanno nella direzione della comprensione delle cause da una parte, e di attuazione di linee di prevenzione dall'altra. In Italia qualche tempo fa è uscito uno studio che evidenziava una certa correlazione tra la SIDS e il vaccino esavalente, per esempio. In un contesto di pubblicazioni scientifiche autoreferenziali, in cui non è ammesso che qualcuno percorra strade poco battute, questa pubblicazione ha incontrato moltissime difficoltà poiché forse ha squarciato il velo della collusione – e ripetiamo forse – tra le alte sfere del Ministero della salute e Big Pharma. Chi lo ha effettuato è stato penalizzato, infatti, direi boicottato. Chiediamo al Ministro della salute, Lorenzin, di controllare che il decreto ministeriale del 21 dicembre 2007 venga applicato, cioè la raccolta dei referti autoptici di questi poveri bambini, affinché venga continuata la raccolta all'interno della banca dati. Infatti non viene applicata questa legge e altresì il già esiguo finanziamento dedicato a questa delicata materia è stato, di fatto, congelato dopo una bocciatura da parte del Consiglio superiore di sanità del protocollo diagnostico predisposto dalla prima cattedra dell'Istituto di anatomia patologica dell'Università di Milano. Noi chiediamo chiarezza su questo punto. Vogliamo chiarezza ! Come intende riavviare il percorso interrotto e nel più breve tempo possibile ? Quelle famiglie così duramente colpite da un evento luttuoso di tale portata non possono più aspettare perché purtroppo non sappiamo come e quando ne arriveranno altri. Annunciamo che il MoVimento 5 Stelle ha depositato ieri un'interrogazione in proposito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, faccio questo intervento nella ricerca di una qualche responsabilità, di un senso di responsabilità da parte dei gruppi parlamentari anche seduti in quest'Aula. Sappiamo – è proprio di oggi – dell'applicazione del 416-ter, svuotato da ogni suo valore, visto che si dimezzano sostanzialmente le pene per i politici che hanno a che fare con la mafia. E proprio in questo contesto, in cui veramente si ha difficoltà a capire dove sia il diritto alla giustizia, si apprende che per le prossime elezioni europee il nuovo centrodestra, ad esempio, candiderà Scopelliti, già condannato in primo grado per i buchi di bilancio e, per non farci mancare nulla, il Partito Democratico candiderà Fiandaca, noto alle cronache per aver detto le seguenti cose: il processo sulla trattativa Stato-mafia è una boiata pazzesca. Ha scritto un libro dal titolo La mafia non ha vinto e sostiene sostanzialmente che uno dei principali processi di questo momento, il processo su Marcello Dell'Utri, sostanzialmente sia basato sul concorso esterno in associazione mafiosa, che è qualcosa di vago. Parla di congenita vaghezza addirittura, ed è uno di quelli che ha detto che il 416-ter non andava inasprito, ad esempio.
  Ora io dico: vogliamo avere ogni tanto il senso di responsabilità di proporre quanto meno candidati decenti, accettabili, puliti, onesti, oppure vogliamo per forza continuare a sporcare queste istituzioni ? Perché poi ci viene il dubbio davvero che, oltre ad essere incompetenti, siate davvero pericolosi. Questo è essere pericolosi verso i cittadini italiani, che vorrebbero un Parlamento di persone oneste e si trovano Pag. 80invece i soliti condannati, riciclati, persone che pensano che la trattativa Stato-mafia sia una boiata e, invece, è la peggiore trattativa che l'Italia ha affrontato negli ultimi anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, vorrei leggere in questa Aula una e-mail che ci è arrivata da un nostro attivista della Calabria, che dice così: Cari governatori, mi chiamo Tommaso – non dirò il cognome ovviamente per motivi di privacy – sono senza lavoro per colpa vostra, ma orgoglioso di essere italiano. Vi chiedo se un italiano può vivere e mandare una famiglia avanti con 800 euro. Come mai voi non iniziate a tagliare le vostre provvigioni e i vostri salari che vanno ben oltre i miseri 800 euro ? Parlate di riforme e di decreti per i cittadini, ma la realtà è ben altra ! L'unica cosa che sapete fare meglio è di mettere tasse che cambiano nome ogni giorno, mettendo in ginocchio questa nazione. Siamo stufi delle vostre favolette, perché l'unica cosa di concreto che stiamo vedendo è l'impoverimento di questo Stato.
  Siamo governati da pregiudicati e criminali, e poi venite a dirmi che voi combattete la criminalità. Ma come può la criminalità combattere se stessa ? Ogni imprenditore, ogni cittadino italiano che si toglie la vita perché si è visto togliere tutto, lo avete ucciso voi. Voi siete stati i veri criminali, voi che fate le leggi a discapito di tutti noi, voi che state svendendo questa nazione per due soldi. Sono amareggiato di fronte a questa superficialità e incapacità di risolvere i problemi di noi cittadini.
  Mi auguro con tutto il cuore che le cose possano cambiare, ma, di fatto, vedendo la realtà, se si continuerà a seguire questa linea, il popolo italiano insorgerà, e in primis io personalmente. Se un popolo va a fondo, con noi verrete pure voi. Grazie e buon lavoro».
  Penso che questa e-mail dovremmo portarla tutti nel cuore, per capire effettivamente che cosa sta succedendo al di fuori di questo palazzo, e mi rivolgo soprattutto ai colleghi che sono in gran parte assenti in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Faccio presente che siamo in fase di interventi di fine seduta. Per questo l'Aula è vuota.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 17 aprile 2014, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   REALACCI ed altri; BRATTI ed altri; DE ROSA ed altri: Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (C. 68-110-1945-A).
  — Relatore: Zaratti.

  (ore 10,30)

  2. – Discussione del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2).
  — Relatori: Misiani, per la maggioranza; Castelli e Palese, di minoranza.

  La seduta termina alle 20,20.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta del 15 aprile 2014:
   a pagina 60, seconda colonna, trentacinquesima riga, il nome «Affini» si intende sostituito dal seguente:  «Artini».

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Giorgetti G. e a. 1-339 438 437 1 219 437 74 Appr.
2 Nom. Moz. Palese e a. 1-414 rif. 443 442 1 222 442 72 Appr.
3 Nom. Moz. Piccone e a. 1-415 444 443 1 222 443 72 Appr.
4 Nom. Moz. Braga e a. 1-416 444 444 223 444 72 Appr.
5 Nom. Moz. Zan e a. 1-417 rif. 447 446 1 224 446 72 Appr.
6 Nom. Moz. Gigli e a. 1-418 rif. 454 453 1 227 452 1 72 Appr.
7 Nom. Moz. Segoni e a. 1-419 rif. 450 449 1 225 449 72 Appr.
8 Nom. Moz. Matarrese e a. 1-421 rif. 452 451 1 226 451 72 Appr.
9 Nom. Ris. Pastorelli e a. 6-63 453 452 1 227 452 72 Appr.
10 Nom. TU pdl 68 e ab.-A - articolo 1 374 374 188 374 73 Appr.
11 Nom. articolo 2 401 401 201 401 72 Appr.
12 Nom. em. 3.51 414 414 208 414 72 Appr.
13 Nom. em. 3.1 419 417 2 209 23 394 72 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.100 426 426 214 425 1 72 Appr.
15 Nom. em. 3.55 423 423 212 423 72 Appr.
16 Nom. articolo 3 422 422 212 422 72 Appr.
17 Nom. em. 4.100 428 428 215 356 72 72 Appr.
18 Nom. articolo 4 434 434 218 434 72 Appr.
19 Nom. articolo 5 439 439 220 439 72 Appr.
20 Nom. articolo 6 438 437 1 219 369 68 72 Appr.
21 Nom. em. 7.100 440 440 221 440 72 Appr.
22 Nom. articolo 7 440 440 221 440 72 Appr.
23 Nom. em. 8.50 440 440 221 440 72 Appr.
24 Nom. articolo 8 437 437 219 437 72 Appr.
25 Nom. articolo 9 439 439 220 439 72 Appr.
26 Nom. articolo 10 440 440 221 440 72 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 11.100 439 438 1 220 363 75 72 Appr.
28 Nom. articolo 11 434 434 218 434 72 Appr.
29 Nom. em. 12.50, 12.51 439 439 220 439 71 Appr.
30 Nom. em. 12.100 435 435 218 435 71 Appr.
31 Nom. articolo 12 437 437 219 437 71 Appr.
32 Nom. articolo 13 436 436 219 436 71 Appr.
33 Nom. em. 14.100 423 423 212 423 71 Appr.
34 Nom. em. 14.53 rif. 427 427 214 427 71 Appr.
35 Nom. articolo 14 427 427 214 427 71 Appr.
36 Nom. em. 15.100 425 425 213 425 71 Appr.
37 Nom. em. 15.51 424 422 2 212 101 321 71 Resp.
38 Nom. articolo 15 421 421 211 419 2 71 Appr.
39 Nom. em. 16.100 422 421 1 211 348 73 71 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 42)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 16.50, 16.51 425 422 3 212 137 285 71 Resp.
41 Nom. em. 16.54 423 422 1 212 417 5 71 Appr.
42 Nom. articolo 16 420 420 211 419 1 71 Appr.