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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 199 di giovedì 27 marzo 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  MAGDA CULOTTA, Segretario f. f., legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Alli, Amici, Bellanova, Boccia, Michele Bordo, Boschi, Di Gioia, Luigi Di Maio, Epifani, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Merlo, Migliore, Pes, Pisicchio, Portas, Ravetto, Speranza e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione delle mozioni Chimienti ed altri n. 1-00341, Buonanno ed altri n. 1-00398, Santerini ed altri n. 1-00399, Centemero ed altri n. 1-00400, Giancarlo Giordano ed altri n. 1-00407 e Coscia ed altri n. 1-00408 concernenti iniziative per la stabilizzazione del personale precario delle pubbliche amministrazioni, con particolare riferimento al comparto scuola (ore 9,41).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Chimienti ed altri n. 1-00341, Buonanno ed altri n. 1-00398, Santerini ed altri n. 1-00399, Centemero ed altri n. 1-00400, Giancarlo Giordano ed altri n. 1-00407 e Coscia ed altri n. 1-00408 concernenti iniziative per la stabilizzazione del personale precario delle pubbliche amministrazioni, con particolare riferimento al comparto scuola (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 24 marzo 2014 e nella quale è intervenuto il rappresentante del Governo, sono state presentate le mozioni Giancarlo Giordano ed altri n. 1-00407 e Coscia ed altri n. 1-00408, che sono già state iscritte all'ordine del giorno (Vedi l'allegato A – Mozioni).Pag. 2
  Avverto, inoltre, che è stata presentata la risoluzione Di Lello n. 6-00062. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A – Mozioni).

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno e sulla risoluzione presentata.

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, prima di esprimere il parere, vorrei fare alcune brevissime considerazioni in sede di replica rispetto al contenuto delle mozioni, che riguardano un tema che sta particolarmente a cuore al Governo sia per gli effetti che il precariato produce nella pubblica amministrazione in termini di efficacia e di efficienza dell'azione amministrativa sia, forse soprattutto, per la situazione personale e professionale delle persone direttamente coinvolte.
  Nel tempo, il nostro Paese ha seguito percorsi alterni su questo tema, alternando misure di chiusura e riapertura dei contratti atipici, ma non ha mai individuato una scelta organizzativa stabile. Questo ha prodotto degli effetti disomogenei sul territorio e nei singoli settori della pubblica amministrazione. L'unica costante, ahimè, è quella di ritrovarci ogni tanto a dover constatare che nel tempo si sono secolarizzate delle scelte non chiare che hanno prodotto la precarietà nel rapporto di lavoro e la fragilità delle scelte organizzative, che sono due facce della stessa medaglia che producono due negatività sulle quali è giusto intervenire.
  È intenzione del Governo lavorare ad un piano di ristrutturazione della pubblica amministrazione che riguardi sia gli enti, quindi gli oggetti, ma anche i soggetti della pubblica amministrazione; ed è all'interno di questo contesto che noi pensiamo si possa dare una risposta stabile, concreta, operativa, che duri nel tempo e non sia soltanto un one-shot anche alla situazione che oggi viene presentata e sottolineata con queste mozioni. Gli impegni, però, rispetto ai contenuti delle mozioni, potranno essere assunti soltanto dentro quel piano, proprio perché vogliamo fare un piano di ristrutturazione importante e completo, non possiamo assumere degli impegni che riguardano soltanto una parte pubblica amministrazione, né in termini di personale coinvolto né in termini di settori coinvolti. E non sarebbe serio, oggi. Cioè, il Governo potrebbe anche accogliere le mozioni perché sono obiettivi condivisi, ma non sarebbe serio accoglierle senza mettere a fianco un timing di come realizzarle e soprattutto un quadro di risorse chiaro e definito all'interno di un piano condiviso, anche perché noi abbiamo oggi necessità, come il commissario Cottarelli ha ampiamente illustrato, di ridefinire anche i costi della pubblica amministrazione.
  Quindi, dicevo, non sarebbe serio assumere degli impegni senza aver prima definito il contesto sul quale muoverci, contesto che ovviamente riguarda anche la scuola, che è un tema centrale, forse la priorità numero uno per questo Governo; non a caso, le prime misure straordinarie che sono state assunte dal Governo riguardano l'edilizia scolastica, come l'impegno di oltre tre miliardi che verrà «nettizzato» dal Patto di stabilità. Quindi, per la prima volta si consentirà ai comuni e alle regioni che hanno risorse disponibili già nelle loro casse, o attraverso gli impegni che arriveranno dai fondi strutturali o da altri finanziamenti ad hoc, di poterli effettivamente realizzare. Sono arrivate già molte domande e l'unità di missione istituita a Palazzo Chigi sta già lavorando su questo tema. È chiaro che l'edilizia scolastica è un pezzo della risposta, non ci sfugge; l'altro tema riguarda gli insegnanti e l'offerta del servizio, e su questo noi pensiamo che a breve avrete un quadro completo all'interno di quel piano di riassetto organizzativo di cui parlavo prima.
  È in questo quadro, in questo contesto che vorrei fossero valutati i pareri che il Governo si appresta a dare sulle mozioni, che non si basano, ripeto, su un pregiudizio Pag. 3negativo, anzi considerateli proprio come una volontà di presa sul serio di questi impegni, perché pensiamo che su questa materia oltre ad assumere un impegno il Governo deve effettivamente realizzare poi le linee e le misure che indica.
  Presidente, per quanto riguarda i pareri, rispetto alla mozione Chimienti ed altri n. 1-00341, il parere è favorevole, purchè riformulata nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di iniziative volte a valorizzare l'esperienza acquisita dal personale utilizzato con contratti a tempo determinato o altre forme contrattuali flessibili dalle amministrazioni pubbliche, statali e periferiche, ad esclusione del comparto scuola, e che sia stato reclutato attraverso procedure di selezione concorsuale»; «a valutare ogni iniziativa utile, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, per programmare, a partire dal 2014, un piano pluriennale di assorbimento in ruolo del personale docente precario che abbia conseguito o consegua titoli abilitanti e, nel contempo, abbia maturato una idonea anzianità di servizio, ovvero che abbia superato o superi le procedure pubbliche concorsuali»; «a valutare ogni iniziativa utile, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, per programmare a partire dal 2014 un piano pluriennale di assorbimento in ruolo sulla base dei posti vacanti e disponibili del personale amministrativo, tecnico e ausiliario precario inserito in graduatoria permanente e che abbia maturato una idonea anzianità di servizio con contratti reiterati a tempo determinato».
  Sulla mozione Buonanno ed altri n. 1-00398 il parere è contrario.
  Sulla mozione Santerini ed altri n. 1-00399 il parere è favorevole, purchè riformulata nel modo seguente: «impegna il Governo a fornire puntuali elementi in merito all'entità reale del fenomeno di cui al presente atto di indirizzo»; «a chiarire, nelle opportune sedi parlamentari, l'orientamento del Governo rispetto al turnover delle istituzioni scolastiche»; «a valutare ogni iniziativa utile, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, per garantire in tempi celeri l'adeguamento ai rilievi posti dalla Commissione europea in merito alle procedure di infrazione citate in premessa». Per il resto, poi, prosegue come illustrata e scritta dalla proponente.
  Sulla mozione Centemero ed altri n. 1-00400 il parere è favorevole, purchè riformulata nel modo seguente: identica negli impegni, lettera b) compresa. La lettera c) viene così modificata: «venga consentito l'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento». La lettera d) viene così modificata: «a valutare ogni iniziativa utile, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, affinché venga dato l'avvio ad una riforma del sistema di reclutamento» e poi resta identica così com’è scritta. La lettera e) resta identica. La lettera f) viene così riformulata: «venga prevista una formazione specifica, mirata e programmata nell'ambito universitario per il personale docente che possa prevedere tirocini, stage e apprendistato».
  Sulla mozione Giancarlo Giordano ed altri n. 1-00407 il parere è favorevole, purchè riformulata nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare ogni iniziativa utile, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, per riformare la normativa in vigore relativa al sistema contrattuale del lavoro, avendo riguardo ai principi sanciti dalla citata direttiva europea e programmare, pertanto, un piano di stabilizzazione del personale precario».
  La mozione Coscia ed altri n. 1-00408 è identica fino alla lettera a) dell'impegno, che è così riformulata: «a definire un nuovo piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie ad esaurimento, considerati i posti vacanti disponibili». La lettera b) viene così riformulata: «espletate le procedure di assunzione relative all'ultimo concorso a cattedra del 2012, a bandire, con cadenza biennale, nuove prove concorsuali che tengano conto dei flussi di pensionamento e dei trasferimenti e, nel rispetto della normativa europea, a garantire il regime del doppio canale per i docenti abilitati, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento». La lettera c) viene così riformulata: «a valutare ogni iniziativa utile, nel rispetto delle compatibilità di Pag. 4finanza pubblica, per ovviare ad una carenza della riforma pensionistica attuata con l'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, che non ha tenuto nel necessario conto le peculiarità del comparto della scuola, nel quale la data di pensionamento è legata, per esigenze di funzionalità e di continuità didattica, alla conclusione dell'anno scolastico». La lettera d) viene così riformulata: «a valutare ogni iniziativa utile, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, per attuare pienamente l'autonomia delle istituzioni scolastiche in campo didattico» e poi continuano gli impegni così come erano stati formulati.
  Esprimo il parere anche sulla risoluzione Di Lello ed altri n. 6-00662, così riformulata: «impegna il Governo a valutare tutte le iniziative necessarie affinché possa procedere alla riapertura» e poi continua così come formulata dai proponenti.

  PRESIDENTE. Grazie sottosegretario, mi pare di intendere che, se i proponenti accettano la riformulazione, il parere è favorevole, altrimenti il parere del Governo sarebbe contrario, laddove non venissero accettate le riformulazioni.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, io ho apprezzato, devo dire, da parte del sottosegretario, del quale vorrei un attimo l'attenzione...

  PRESIDENTE. Onorevole Centemero, bisogna consentire al sottosegretario di ascoltare perché ha proposto riformulazioni a tutti, per cui c’è bisogno di un minimo di interlocuzione. Prego, onorevole Santerini.

  MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Io ho apprezzato la risposta del sottosegretario rispetto alle mozioni e accetto la riformulazione di quella che ho presentato. Perché l'ho apprezzato ? Perché si pone esattamente nello spirito di quella che noi abbiamo presentato, ovvero non tanto chiedere al Governo in tempi brevi la soluzione di un problema e di un tema, come quello dei precari, che attraversa potremmo dire la storia del dopoguerra italiano, quanto aprire un serio confronto, in particolare con le Commissioni parlamentari, proprio per inquadrare il problema dei precari all'interno di un più vasto tema, che è quello del personale docente della scuola. Io in questo momento mi soffermerei solo su questo aspetto.
  Ovviamente, non posso che non essere d'accordo, la nostra mozione inizia proprio sottolineando come l'impegno lodevolissimo del Governo nei confronti dell'edilizia scolastica non possa in ogni caso limitarsi a questo punto, ma richieda un serio investimento sul problema della reclutamento e del personale di servizio. La stabilità delle figure dei docenti è il vero cuore della questione, sia in termini di valorizzazione delle risorse umane sia in termini di sviluppo economico sia in termini pedagogici, perché stiamo parlando di come negli anni la scuola italiana ha accumulato, potremmo dire, precarietà. In questo momento – devo dire che la mozione Chimienti ed altri n. 1-00341 ha il merito di aver aperto una questione che è pressante per noi – stiamo facendo fronte per l'ennesima volta al problema di dover rispondere ad una direttiva europea che ci ricorda il principio della non discriminazione tra i lavoratori a tempo indeterminato e quelli precari. Sappiamo come venga riaffermato il principio della non reiterabilità dei contratti di lavoro a tempo determinato per periodi che eccedono la ragionevole durata. I periodi per cui sono stati impiegati i nostri precari in questi anni, nella scuola italiana, eccedono largamente la ragionevole durata.
  Allora, per quale motivo noi chiediamo però di riaffrontare la questione in senso Pag. 5lato ? Non per l'ennesimo metodo di rimandare i problemi, accontentare le diverse categorie che, tutte a buon diritto, chiedono al Governo di vedere riconosciuti i loro diritti, ma chiediamo un'inversione dal punto di vista proprio del metodo. Noi vogliamo mettere al centro la stabilizzazione della scuola e della formazione del docente, dal reclutamento iniziale fino alla fine della carriera.
  All'interno di questo piano, che chiediamo sia il più possibile coerente e preciso, evidentemente c’è anche la questione dei precari. Quindi, cosa vogliamo mettere in evidenza ? Noi chiediamo ovviamente un adeguamento ai rilievi posti dalla Commissione europea in merito alla procedura di infrazione, noi chiediamo un serio confronto – dicevo – con le Commissioni permanenti, noi vogliamo una strategia complessiva. Fin qui ovviamente ho fatto un discorso di metodo.
  Proviamo ad entrare però nel merito. In primo luogo, vogliamo che il Governo ci dica che politiche intenda perseguire rispetto al turnover e a un serio avvicendamento generazionale nella scuola; il che vuol dire non soltanto la stabilizzazione di coloro che per anzianità hanno maturato questo diritto, ma anche l'entrata dei giovani e quindi il tema dei concorsi, ossia con che cadenza e con che periodicità si intende garantire alle giovani generazioni l'entrata in un percorso di docenza.
  Il secondo punto su cui vogliamo l'attenzione del Governo è quello delle abilitazioni attualmente in atto, i cosiddetti PAS, percorsi abilitanti speciali, per coloro che non hanno l'abilitazione ma hanno maturato un periodo di docenza nella scuola. Qui siamo di fronte al rischio di un’ope legis, al rischio di una sanatoria generalizzata di cui risentirebbe la qualità dell'intera nostra scuola.
  Abbiamo posto in evidenza poi nella nostra mozione una richiesta di impegno per quello che riguarda lo smaltimento delle graduatorie, e io vorrei fare un esempio qui di un aspetto che mi sembra particolarmente problematico, quello dell'assorbimento delle graduatorie ad esaurimento di coloro che hanno conseguito l'abilitazione nei corsi di laurea di scienze della formazione primaria. In particolare, c’è una vera e propria iniquità e disuguaglianza tra coloro che hanno potuto avere accesso alle graduatorie ad esaurimento e i laureati degli anni 2008-2009, 2009-2010 e 2010-2011 che non hanno potuto, per motivi del tutto incomprensibili, ottenere questo inserimento nella fascia delle graduatorie. Quindi, chiediamo un'attenzione particolare.
  Ma il vero problema – e concludo – è quello che chiamerei dell'organico di fatto, che deve corrispondere a quello di diritto. È chiaro che il punto su cui noi ci vorremmo spendere, su cui vogliamo chiedere un forte impegno al Governo è quello di un organico funzionale. Ora, quella dell'organico funzionale è stata sempre un'idea respinta dai vari Ministri dell'economia e delle finanze, come fosse un libro dei sogni che non si potrà mai realizzare nella scuola italiana. In realtà, non è altro che un serio modo politico di affrontare il problema dell'offerta formativa, di avere una stabilità di docenti a disposizione di reti di scuole. Quindi, un organico che possibilmente coincida con il numero delle classi e degli insegnamenti, ma che costituisca anche una risorsa reale aggiuntiva – ripeto: aggiuntiva –, una concreta risorsa in più per quelli che sono i bisogni spesso quotidiani, contingenti e imprevedibili delle scuole.
  Quindi, sono questi i nostri punti, che abbiamo voluto mettere in evidenza: periodicità dei concorsi, smaltimento e assorbimento delle graduatorie, attenzione particolare alla qualità dei PAS, organico funzionale. Ci sarebbero ovviamente tanti altri punti da citare – parlo della quota 96 e di altri punti –, ma su questi noi intendiamo non chiedere la luna, ma chiedere impegni rigorosi al Governo, su cui ci riserviamo di chiedere conto nei prossimi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.

Pag. 6

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, la tranquillizzo che sono molto tranquillo e sereno. Al sottosegretario dico che la nostra mozione l'ha cassata col giudizio espresso, e me ne dispiaccio perché, al di là del fatto che io sono assolutamente tranquillo e sereno, la Lega faceva e fa delle proposte che ci sembrano molto ragionevoli.
  In un momento in cui in questo Paese ci sono tante diversità, e nel momento in cui chi è amico di Montezemolo se ne frega di quello che dice la Lega, mi sta anche bene, ma che vada a rompere al sottosegretario mentre io parlo non va tanto bene...evidentemente Montezemolo non ha insegnato bene qual è l'educazione ai suoi deputati.

  PRESIDENTE. Continui, onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO. Sì, ma lui continua a rimanere lì...

  PRESIDENTE. Onorevole Andrea Romano, lasci che il sottosegretario ascolti gli interventi.

  GIANLUCA BUONANNO. La ringrazio, signor Presidente, mi difende sempre.
  Dicevo che le proposte della Lega sono molto ragionevoli. Noi diciamo che c’è il problema del precariato, e lo sappiamo tutti, però il problema del precariato non si risolve con le sanatorie, così come è stato fatto recentemente in Sicilia, dove 24 mila precari, diciamo così, sono stati stabilizzati. Dicono che in Sicilia c’è una razionalizzazione delle spese. Se la razionalizzazione delle spese ce la insegna la Sicilia stiamo freschi, perché abbiamo visto in questi ultimi tempi, in questi ultimi anni e, anzi, in questi ultimi decenni come quella regione, pur tenendosi il 100 per cento... Il 100 per cento, mentre quando noi della Lega diciamo che vorremmo il 75 per cento di tasse per il Nord ci dicono che siamo dei razzisti cattivi; la Sicilia si tiene il 100 per cento e in più si prende ancora dei soldi aggiuntivi: quelli vanno bene e, malgrado ciò, continuano a produrre debiti e producono assunzioni su assunzioni.
  Allora, noi abbiamo sempre detto e fatto questo discorso, che ognuno giustamente decide a casa sua cosa vuole fare. Se la Sicilia vuole assumere un milione di persone, le assuma, ma se le paghi. Nello stesso tempo, nella nostra mozione noi abbiamo detto: ma perché continuiamo con questo giochino, per cui ci sono questi concorsi nazionali in cui sappiamo tutti – ed è il segreto di Pulcinella – che molta gente, la stragrande maggioranza del Sud, arriva con invalidità di una certa percentuale – c’è la legge n. 104 – e alla fine chi è veramente in difficoltà, chi ha veramente un handicap viene preso in giro rispetto a tanti che, grazie alla misericordia e all'aiuto di medici che dovrebbero essere espulsi dall'albo, hanno la possibilità di avere dei punteggi che gli consentono di passare davanti a quelli che, invece, meriterebbero di vincere il concorso.
  Allora, questo è già un argomento importante. Perché continuiamo a fare in modo che i furbi abbiano un vantaggio e un beneficio rispetto a quelli che si comportano bene ? Uno, è una mancanza di rispetto verso i veri portatori di handicap e verso le persone che veramente hanno delle difficoltà; due, facendo così, ci sono – ribadisco – medici che devrebbero essere buttati fuori dall'albo e persone che non meriterebbero di entrare nelle graduatorie e sorpassare gente che invece meriterebbe di esserci, perché poi alla fine nelle graduatorie si riscontrano molto spesso dei punteggi abnormi che derivano, appunto, anche da valutazioni fatte in certe parti del Paese che sono più benevole rispetto a quelle fatte in altre parti del Paese. In certe parti del Paese si è più rigidi nel giudicare le persone rispetto ad altre parti del Paese. Ovviamente, parlo in generale, perché poi ci sono dei casi, diciamo così, anche buoni, ma nella realtà molto spesso capita che le votazioni che vengono date a certe persone non sono comparabili con lo stesso punteggio in un'altra parte del Paese.Pag. 7
  Allora, noi diciamo: ma non è possibile che nei concorsi poi uno rimanga nella sua regione ? Non è più facile, ad esempio, per uno di Palermo rimanere nell'ambito della sua regione, cioè la Sicilia, e per uno – che ne so – di Vercelli, della Valsesia, ad esempio, che è la zona dove io abito e vivo, rimanere in Piemonte, e così per tutte le altre regioni d'Italia ? Non ci sembra una cosa così impossibile.
  Sembrerebbe, però, che anche in questo caso, con quello che ha detto il sottosegretario, questo Governo non voglia sottoscrivere una parola magica, cioè la meritocrazia. Noi siamo per la meritocrazia delle persone e vogliamo che possano andare a lavorare, che possano essere, diciamo così, coinvolte le persone che effettivamente meritano, che hanno dato dei risultati e che producono appunto dei benefici.
  In questi anni nella scuola, signor sottosegretario, sono sempre aumentati a dismisura gli insegnanti – siamo intorno agli 850 mila – ma gli studenti sono diminuiti. Nella scuola, facendo parte anche della Commissione cultura, scienza e istruzione, abbiamo visto e ho notato che non c’è mai una autocritica, cioè l'unica cosa che si chiede è più personale e più soldi. Ci saranno delle disfunzioni certamente, ci saranno delle difficoltà certamente, ma le faccio un esempio concreto che mi è capitato la settimana scorsa.
  Nella mia zona – le dico anche dove: a Varallo, nell'istituto D'Adda di Varallo – ci sono dei supplenti che da tre mesi non prendono lo stipendio. Non gli arriva lo stipendio. Allora, è inutile che il Presidente del Consiglio o lei, che lo rappresenta in questo momento, veniate qui a dirci cosa dobbiamo fare della scuola e che si spendono 3 miliardi e mezzo per gli edifici scolastici. Benissimo, per adesso tutta teoria. Ma a oggi i supplenti, per quello che ne so io, ma ho sentito anche ieri in Commissione altri casi in altre parti d'Italia, non prendono lo stipendio da tre mesi. E uno che abita a Napoli, piuttosto che a Bari o dove altro non so, come fa a campare rimanendo a distanza di mille chilometri in una situazione in cui lo Stato, che lui serve in qualche maniera facendo il suo lavoro, non gli paga lo stipendio ? È uno Stato serio o è uno Stato da repubblica delle banane ? Per me è uno Stato da repubblica delle banane, perché non possiamo chiedere i sacrifici alle persone e poi, nello stesso tempo, il risultato effettivo è che queste, pur lavorando con tutte le difficoltà, non ricevono soldi dallo Stato.
  E il dirigente scolastico chiede a me come può fare per andare avanti, perché gli istituti scolastici, come lei ben sa, non è che hanno i soldi; per andare avanti molto spesso gli istituti scolastici – non quelli delle elementari, della materna e delle medie, che sono di competenza comunale, e quindi il comune già fa da tappabuchi per tante cose, ma quelli delle medie superiori –, se non ci fosse il comune che gli dà una mano sarebbero affondati, tanti sarebbero già affondati completamente. Non hanno i soldi neanche per il toner, non hanno i soldi per riparare la fotocopiatrice. Per avere i computer, glieli deve comprare il comune. Questo, va bene, le devo dire che non vale solo per le scuole; anche i Carabinieri vengono a chiedere a noi il toner e la sistemazione anche per cose da 100 euro o 200 euro, perché non hanno neanche quei soldi.
   Questo per dire che questo Paese – oggi c’è il Presidente degli Stati Uniti, cioè la persona insieme a Putin più importante, credo, del mondo sotto l'aspetto politico, che viene qui ad omaggiare questa nazione – è lo stesso Paese che non riesce neanche a dare i soldi per sistemare il toner nelle scuole o a pagare gli insegnanti. E facciamo vedere invece un quadretto d'Italia splendido ?
  Poi c’è l'altro problema, quello degli insegnanti. Ma i sindacati hanno fatto qualcosa per cercare di dare una mano. Io su questo aspetto la penso esattamente come il Presidente del Consiglio, cioè i sindacati hanno fatto più danni che guadagni.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

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  GIANLUCA BUONANNO. Anche nella scuola questo problema c’è, è evidente cioè che i sindacati tentano e cercano sempre di proteggere tutti e di difendere l'indifendibile, con il risultato – signor Presidente tra poco finisco, ho sentito la campanella – che chi si comporta bene e lavora è equiparato a chi è un fannullone, che magari ha un'unghia incarnita e si fa tre mesi di mutua, oppure si fa un mese con la cattedra e poi dopo va al paesello e non lo trovi più, perché comunque, quando gli mandi la visita fiscale, arrivederci e grazie.
  Queste cose qui non devono più capitare. Ecco perché noi chiediamo, anche in questo caso, che gli insegnanti debbano avere almeno cinque anni di permanenza. Nella precedente legge era previsto, la permanenza è già stata diminuita a tre anni grazie alla pressione dei sindacati. Ecco, chiedo a questo Governo di proporre qualcosa, invece, che vada in base, ripeto, alla meritocrazia.
  Le chiedo un'ultima cosa, signor sottosegretario: riguardi un attimo la nostra mozione, perché quello che le ho detto io, non perché l'ho detto io, ma è la pura verità. Mi piacerebbe che lei, rivedendo la nostra mozione, potesse dare un giudizio meno pesante di quello che ha dato. Faccia un'apertura e, se farà l'apertura, la Lega penserà anche di votare qualcosa di positivo nei vostri confronti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, le mozioni presentate scaturiscono dalle riflessioni emerse in seguito alla bocciatura da parte dell'Europa dell'annoso problema italiano di ben oltre 140 mila precari della scuola. Il problema è quello affrontato più volte anche in altri settori, vale a dire se sia veramente necessario autorizzare l'amministrazione a ricorrere a una successione di contratti a termine senza alcun limite per quanto riguarda il numero dei rinnovi contrattuali e la durata complessiva del rapporto.
  Il fulcro della questione, dunque, risiede nel giusto equilibrio tra la prassi, consolidata nel tempo, dei contratti a termine senza limiti e la necessità di opportune garanzie di flessibilità negli organici della scuola, per far fronte, senza oneri eccessivi per lo Stato, a variazioni imprevedibili della popolazione scolastica. Questo, devo dire, in linea teorica, perché, dal punto di vista pratico, il precariato nella scuola risponde anche a ben altre logiche. Quello che si denuncia in tutte le mozioni è l'abuso del precariato – e noi siamo per una presa di posizione netta del Governo per contrastare questo abuso – e la necessità di tenere conto delle indicazioni della Commissione europea.
  Non si può continuare a lasciare precario il personale, pur in presenza di diverse decine di migliaia di posti vacanti nella scuola. Occorre un processo di razionalizzazione. La legislazione italiana, dunque, violando la direttiva comunitaria 1999/70/CE, ha consentito il rinnovo di contratti a tempo determinato per coprire vacanze di personale docente e ATA, in attesa dell'inevitabile e successiva, quasi sempre dichiarata imminente e mai arrivata, procedura concorsuale, senza, però, sapere se e quando un nuovo concorso si svolgerà. Le mozioni evidenziano, appunto, che la reiterazione dei contratti a tempo determinato avviene senza prevedere alcun criterio obiettivo e trasparente per verificare che il rinnovo risponda a un'esigenza reale. Sarebbe, quindi, auspicabile un vero e proprio processo di stabilizzazione, pur con tutti i limiti che il Governo ha sottolineato e sui quali tra poco ritornerò.
  Dunque, le richieste di impegno al Governo sono in gran parte chiare e condivisibili, soprattutto per quanto riguarda la necessità di adottare ogni intervento utile e atto a superare l'inadeguatezza della normativa in vigore relativa al sistema contrattuale del lavoro, con riguardo, soprattutto, ai principi sanciti dalla direttiva europea del 28 giugno 1999, programmando un piano di stabilizzazione del personale precario, che si rende Pag. 9quanto mai necessario, certo, in considerazione dei risvolti pedagogici importanti che sono stati sottolineati anche dalla collega Santerini, perché tutti quanti noi abbiamo presente quanto la stabilizzazione incida sulla qualità della didattica, che, a sua volta, risente della continuità della docenza.
  La questione, dunque, in termini di concretezza, impone a tutti quanti noi la speranza di poter attuare ogni utile iniziativa in grado di mettere fine alla piaga del precariato e stabilizzare i supplenti sui posti vacanti e disponibili della scuola; ovviamente, come è stato ricordato dal sottosegretario, nei limiti della finanza pubblica. Noi non vogliamo alcuna sanatoria, ma il rispetto dei sacrifici che in tanti anni dei giovani, allora brillanti laureati, magari, e aspiranti insegnanti della scuola, hanno via via sopportato, tentando di scalare le graduatorie e accumulando titoli e supplenze.
  Tutto questo, però, non deve essere a discapito del merito e, dunque, non una sanatoria, ma una stabilizzazione nel rispetto dei criteri enunciati.
  Più specificatamente ci convincono alcune delle mozioni presentate, in particolare quelle a prima firma delle colleghe Santerini e Coscia, su cui pure abbiamo qualche riserva, però complessivamente ne condividiamo l'impianto, soprattutto per quel che concerne l'urgenza della definizione di un nuovo piano di assorbimento delle graduatorie ad esaurimento e la necessità di far sempre riferimento al criterio del merito e delle competenze acquisite nell'ambito della stabilizzazione del personale docente, in ottemperanza ai percorsi formativi individuati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
  Dunque, si auspica una programmazione di concorsi per un equo contemperamento tra il rispetto dei sacrifici pregressi di chi da anni è in graduatoria e, magari, le legittime aspettative dei giovani neolaureati. Sarebbe davvero auspicabile che nel nostro Paese per un giovane, che oggi si iscrive all'università e che ambisce all'insegnamento, nella valorizzazione della dignità della figura dell'insegnante, che è stata anche ripresa nel discorso di insediamento dal Presidente Renzi, ci sia una speranza per una qualificazione professionale adeguata e un inserimento lavorativo, per così dire degno di questo nome, di un giovane che vuole perseguire un suo obiettivo di vita all'insegna della nobiltà della figura del docente.
  Dunque, mentre manifestiamo qualche perplessità per alcune altre mozioni, di cui comunque apprezziamo la finalità, che è quella di venire incontro al personale precario, pur non condividendo l'eccessivo ricorso a processi di stabilizzazione, che se genericamente applicati rischierebbero di mortificare il merito di quanti credono nella valorizzazione dei sacrifici e del talento per una qualità del corpo docente degna di questo nome, nei limiti delle riformulazioni che il Governo ha inteso prospettare, voteremo a favore, perché riteniamo che il problema sia da risolvere e che una presa d'atto e un impegno del Governo, pur nei limiti della finanza e nel rispetto, ripeto, del talento e dei sacrifici compiuti, siano degni della nostra attenzione e del nostro sostegno.

  PRESIDENTE. Saluto il gruppo anziani del comune di Pollina, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, cari colleghi, vorrei ricordare all'Aula perché siamo a discutere del tema del precariato nella scuola e nella pubblica amministrazione. Ovviamente, nella pubblica amministrazione, il precariato che la affligge è diviso in comparti da diverse problematiche. Io penso di stare sulla questione della scuola perché è una questione odierna. Lo voglio ricordare, perché è utile avere nell'economia della discussione la coscienza del fatto che siano oggi di fronte alla Corte di giustizia europea chiamati come Paese a rispondere del fatto se siano o meno legittime le forme contrattuali che questo Stato utilizza per Pag. 10reclutare ed utilizzare il personale scolastico.
  Io penso che la scuola sia, per così dire, l'elemento emblematico di questo Paese, cioè il luogo esemplare in cui l'applicazione di politiche sbagliate sta venendo al pettine con dei nodi che non si riescono più a sciogliere. Parliamo di insegnanti e ovviamente parliamo di personale ATA, parliamo cioè di tante categorie e di interessi e interessati profondamente confliggenti fra loro, non perché lo siano per natura, ma perché sono stati così costruiti da chi ha immaginato una scuola «spezzettata» anche nelle professioni e nella qualificazione delle professioni: ATA, GAE (graduatoria ad esaurimento), TFA, PAS e come dimenticare l'obbrobrio della quota 96, che viene fuori, non da un incidente di natura, ma da un errore che riguarda la regolamentazione d'accesso alla pensione che è mutata con il Governo Monti ?
  Io partirei da qui per avere di fronte un punto di realtà e per prendere il problema per quello che è e cioè la quantificazione degli organici. Il problema è questo, riguarda leggi che abbiamo alle nostre spalle, di Governi che – ho avuto già modo di dire, è una mia opinione – hanno inteso sabotare la scuola pubblica piuttosto che governarla per il meglio. Mi riferisco ovviamente alle riforme contenute nell'articolo 9 del decreto-legge n. 70 del 2011 convertito nella legge n. 106 del 2011, e quindi al piano triennale di reclutamento previsto in quella normativa, all'articolo 15 del decreto-legge n. 104 del 2013 convertito nella legge n. 128 del 2013, che prevedeva e prevede un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato del personale docente, educativo ed ATA, e ovviamente al fatto che ci riferiamo alle assunzioni in un comparto, ad un piano di assunzioni straordinario sul sostegno.
  Dunque, come si vede, la questione cruciale è l'idea di scuola che si ha, è l'idea di società che si ha ed è l'idea del lavoro che si ha, la cultura del lavoro che si ha; altro che questioni di meritocrazia ! Infatti, come diceva l'ottimo collega Buonanno, dimenticandolo poi nel prosieguo del suo ragionamento, una scuola dove non si investe più, dove siamo alla frutta, alla carta igienica prestata, ai contributi «involontari» (lo metto tra virgolette) – sono i famosi contributi volontari: questo Stato ormai si permette un'economia informale nelle nostre scuole –, uno Stato che non investe più sul suo futuro non può, secondo me, ancora continuare a dirsi civile.
  Ma torniamo a noi, torniamo alla questione cruciale, cioè al fatto che dal 2008 questo comparto del pubblico impiego, la scuola, è stato oggetto del più grande taglio di posti di lavoro che si sia conosciuto in questi anni, salvo poi la retorica di ogni governante che si succede di mettere la scuola, guardate un po’ proprio la scuola, al centro delle proprie politiche economiche come priorità prima. Vedremo, noi non siamo pregiudizialmente contrari al fatto che si investa in edilizia scolastica, che si investa in qualità dell'educazione, che si investa in qualità della formazione; veniamo da una discussione, la settimana scorsa, in cui, con un gioco delle tre carte, avete spostato i soldi dal miglioramento dell'offerta formativa ad altro. Quindi, anche qui cominciano a venire fuori alcune bugie.
  Ma noi siamo per attendere i fatti e la mozione si propone esattamente lo scopo di proporvi un piano di prova. Ho letto e ascoltato gli interventi di molti colleghi, tutti predisposti e rivolti al meglio per questa fondamentale istituzione democratica. Il punto, però, è come si arriva alla stabilizzazione, attraverso, secondo noi, la copertura dei posti vacanti superando le restrizioni conseguenti all'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito nella legge n. 133 del 2008. Questo potrebbe essere un primo importante passo, potrebbe significare la stabilizzazione in organico di diritto dei posti in organico di fatto.
  Restano, però, da individuare alcuni presupposti necessari, come priorità, per poter fare alcune cose: la modifica degli indici di calcolo in organico – dicevamo prima – e conseguentemente il rapporto docenti-alunni, non solo in nome della sicurezza, che vede l'amministrazione in Pag. 11un pericoloso difetto su un tema così sensibile – non debbo io ricordare il fenomeno delle «classi pollaio» e quant'altro –, ma anche in nome di un'idea di scuola pubblica statale che torna al suo compito originario e cioè quello di non fare parti uguali tra diseguali.
  Questo lo diceva don Milani, non un pericoloso terrorista, è una frase semplice che traduce un'esigenza di giustizia sociale. E quindi, come si vede, la questione della stabilizzazione non è solo un tema di rivendicazione sindacale, ma è il tema più grande di come si amplia e di come si qualifica l'offerta formativa di un Paese moderno su tutto il Paese. Torniamo al merito, come si vede: le distanze tra nord e sud, in un periodo di restrizione economica come quello che stiamo vivendo, non si stanno accorciando, si stanno allargando, drammaticamente allargando.
  Io non sono, come dire, chiuso rispetto agli stimoli che, dal Governo ma anche dalle forze della maggioranza e da altri gruppi dell'opposizione, stanno arrivando sulla questione del reclutamento. Concordo in linea di principio sulla necessità di una riforma, ricordo solo che noi ci ricordiamo, anzi vorrei dire: voi vi ricordate, di essere riformisti solo quando c’è qualcuno che è pronto a punirvi con una sanzione. Però, vorrei dire – volendo fare un'apertura di credito ancor più generosa – che nessun riformismo è neutrale. Io la metterei così: partiamo dalla necessità di evitare sperequazioni, intanto, nei diritti riconosciuti e, in secondo luogo, cerchiamo di semplificare in questo Paese le procedure d'accesso, evitando che queste stesse si risolvano – come nel 99 per cento dei casi accade – di fronte a un TAR piuttosto che in altro modo.
  Non mi spaventa più la retorica della meritocrazia, che rischia però di diventare il passaggio attraverso cui si cerca di nascondere responsabilità diverse del passato, diverse responsabilità che non si vogliono ammettere. È un po’ questo ritornello che torna, per esempio, nelle tante interviste del Ministro – io spero che il Ministro Giannini ci possa fare il bene di recarsi in Commissione ad avere un confronto con i gruppi parlamentari su che idea ha, ella, della scuola – ma è un po’ questo refrain che torna sulla questione che premieremo gli insegnanti bravi rispetto a quelli che bravi non sono, che premieremo i dirigenti scolastici bravi rispetto a quelli che bravi non si saranno dimostrati, come se fosse una favoletta, come se poi alla fine ci fosse la solita frase «e tutti vissero felici e contenti».

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIANCARLO GIORDANO. Termino, Presidente. Non è così: la scuola è diseguale, perciò bisogna non fare parti uguali tra la scuola. Io concludo, ovviamente non posso accettare la proposta emendativa del Governo perché, evidentemente, non tiene conto del fatto che non ci troviamo di fronte a un'urgenza, ma ci troviamo di fronte a una necessità ormai cronicizzata, che attende una risposta oggi, non si può rinviarla ancora con la promessa di una riforma.
  Una cosa vorrei dirla però, e concludo davvero: vorrei che la meritocrazia fosse applicata al lavoro non solo di questo Governo – e poi un giudizio lo daremo – ma anche di quelli che lo hanno preceduto: nessuno, vi garantisco, supererebbe l'esame (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Saluto anche a nome dell'Assemblea il gruppo Alpini della sezione A.N.A. di Monte Ortigara, Asiago, in provincia di Vicenza, che sono in visita alla Camera dei deputati, e anche le scuole alle stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune: la scuola media statale Tommaso Anardi di Scafati, in provincia di Salerno, e l'istituto di istruzione superiore Walther di Bolzano (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Elena Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio il Governo per aver aperto un confronto rispetto al Pag. 12tema del personale del comparto scuola e, rispetto alla riformulazione che è stata proposta dal Governo, la accetto.
  Chiedo, però, che la lettera c) dell'impegno che avevamo chiesto al Governo, siccome viene totalmente stravolta nel suo intento, perché la nostra intenzione era quella di dire che le graduatorie fossero realmente ad esaurimento – avrebbero dovuto esserlo dal 2007, ma, in realtà, non lo sono state –, non venga proprio considerata, perché va a fraintendere, così riformulata, la nostra posizione.
  Detto questo, si apre – abbiamo sentito la discussione dei colleghi che ci hanno preceduto – il tema del reclutamento, il tema dei docenti del personale della scuola, che non è solo il personale docente, ma anche il personale amministrativo, sono anche i dirigenti scolastici. È sicuramente un tema molto importante e molto sensibile, anche se noi, come sempre, rimarchiamo un punto centrale quando parliamo di scuola, di educazione e anche di università, quindi, dell'intera filiera. Al centro della formazione ci sono i nostri studenti e le nostre studentesse e i docenti servono, hanno la funzione proprio di far sì che i nostri studenti abbiano una crescita e un'educazione in linea con quella che è la società e che consenta loro un inserimento sociale ed anche un inserimento nel mondo del lavoro.
  Quindi, è molto importante la qualità della formazione e anche la scelta, in quest'ottica, del personale innanzitutto docente. Per quanto riguarda il personale dirigente, già nel decreto-legge n. 104 del 2013, convertito nella legge n. 128 del 2013, all'articolo 17, è stata inserita una modalità nuova di assunzione e reclutamento dei dirigenti attraverso un corso-concorso presso la Scuola della pubblica amministrazione.
  Quindi, io credo che si sia intrapresa una strada che noi vorremmo fosse portata avanti anche per quanto riguarda il personale docente, tant’è vero, appunto, che nella nostra mozione si chiede che venga presa in considerazione e dato l'avvio ad una riforma del sistema di reclutamento per il personale docente e non, in linea con gli altri Stati dell'Unione europea. Io ricordo che negli altri Stati dell'Unione europea, in 12 dei 28 Paesi, pari ad un terzo della popolazione europea, fra cui il Regno Unito, la Svezia, il Belgio e l'Olanda, il reclutamento avviene mediante chiamata diretta da parte delle scuole; in Italia, in Francia e in Grecia, il reclutamento avviene su base concorsuale; in Spagna e in Germania, il reclutamento su base concorsuale è, però, legato ai Lander, cioè è legato alle regioni.
  Quindi, nella nostra richiesta, si cerca sostanzialmente di andare a modificare, chiaramente, nel lungo periodo: infatti, quando parliamo del personale della scuola, non possiamo considerare soltanto il futuro, ma bisogna considerare la situazione che noi ereditiamo. E la situazione che noi ereditiamo è quella di graduatorie ad esaurimento che non si sono mai esaurite, di un precariato – purtroppo, questo è un termine che non vorrei venisse utilizzato per i nostri docenti –, non di pochi anni, ma di decenni: dieci, quindici anni per entrare nel mondo della scuola, per avere un contratto a tempo indeterminato.
  Si usa un altro termine che io non amo, lo dico nella mia esperienza, io sono una docente, ora diventata dirigente: il termine «stabilizzazione» io credo che non sia degno del nostro Paese e della scuola, della nostra scuola che, nonostante tutto, è una scuola che dà una formazione molto importante e all'avanguardia. Anche gli ultimi dati OCSE hanno, infatti, rilevato un miglioramento degli studenti in quelli che sono gli ambiti in cui erano più scadenti: ad esempio, proprio nelle materie scientifiche, in matematica, ma non solo, anche nella lettura.
  Accanto a questo, quindi, la sfida che abbiamo lanciato anche al Presidente Renzi è una sfida di libertà: la possibilità di scelta, la libertà di scelta da parte delle famiglie per le scuole, ma anche da parte delle scuole, la possibilità di scegliere i docenti. Sappiamo che questo è il futuro; nel frattempo, abbiamo bisogno di una Pag. 13politica, di politiche che risolvano la questione dell'annoso precariato dei nostri docenti.
  Quindi, abbiamo bisogno – e lo abbiamo detto nell'impegno che abbiamo chiesto al Governo – di continuare a rendere attuativo quel piano triennale di inserimento dei docenti che continua il piano triennale del Ministro Gelmini iniziato, appunto, con il decreto-legge n. 70 del 2011, che ha visto l'assunzione di 47 mila docenti e 44 mila unità di personale amministrativo. Chiediamo, quindi, che quest'altro piano triennale stabilito dal decreto-legge n. 104 del 2013 diventi subito operativo proprio per iniziare a smaltire, permettetemi questo termine che non amo, il precariato che si è accumulato, ma con un piano di assunzioni che preveda il 50 per cento di assunzioni da graduatoria e il 50 per cento di assunzioni da concorso, un concorso che si è svolto nel 2012, tredici anni dopo il concorso che io stessa ho fatto nel 1999 e 2000. Quindi anche questo è un altro elemento da prendere in considerazione; chiediamo che ci siano concorsi molto più frequenti – l'ho sentito anche da parte di altre forze politiche – con cadenza, appunto, ravvicinata.
  Soprattutto chiediamo che questi concorsi – ricordo che per l'articolo 97 della Costituzione il concorso è considerato il sistema con cui si accede alla pubblica amministrazione – siano molto frequenti, che non creino graduatorie, ma che siano dei concorsi che immettano in ruolo in numero programmato i docenti su tutti i posti vacanti e disponibili. Forza Italia all'interno del decreto-legge n. 104 ha presentato un emendamento affinché venissero messi a disposizione, quindi, per i contratti a tempo indeterminato, tutti i posti vacanti e disponibili; purtroppo questo emendamento è stato bocciato dall'allora Governo Letta, ma credo che questa possa essere una direzione. Quindi, piani triennali per risolvere nel breve e nel medio periodo la situazione del precariato e a fianco a questi concorsi frequenti che ci permettano di immettere nel ruolo, che diano un'opportunità e una possibilità anche ai giovani, perché questo è l'altro tema centrale su cui noi ci batteremo – l'ho detto anche al Presidente Renzi qui in Aula – con determinazione; noi abbiamo bisogno nelle scuole di giovani, quindi i concorsi sono un metodo, uno strumento attraverso il quale anche i giovani possono entrare nel mondo della scuola.
  Detto questo, sono stati ricordati tanti problemi, si è parlato dei PAS, si è parlato dei TFA, non si è parlato, ad esempio, di quelli che io chiamo i congelati SSIS, cioè quelli che stanno nelle graduatorie ma con riserva, che è necessario sciogliere, ma tutto questo ci pone di fronte ad una grande responsabilità, la responsabilità verso chi in questi anni ha prestato il proprio servizio nella scuola statale; io vorrei ricordare il significato del termine scuola pubblica, anche qui, abusato, cioè usato in modo sbagliato all'interno di questa Assemblea, scuola pubblica è la scuola di tutti, statale e paritaria, quindi stiamo parlando della scuola statale e, quindi, da una parte, abbiamo bisogno di un sistema che dia dignità a chi per tanti anni ha prestato servizio nella nostra scuola, dall'altra parte, abbiamo bisogno di un rinnovamento, di un rinnovamento che ponga anche al centro alcuni principi che sono nella nostra normativa: i principi di efficacia, di efficienza, di trasparenza, lei ha richiamato prima il principio dell'economicità, su cui noi concordiamo, ma soprattutto quello della formazione dei docenti. Noi dobbiamo far sì che si formino giovani e docenti in grado di inserirsi nella scuola, in grado di portare i nostri studenti a quella formazione di qualità a cui hanno diritto.
  Quindi, quello che noi abbiamo chiesto e che, appunto, è un'apertura, una prospettiva verso il futuro è anche pensare a delle forme per la formazione dei docenti che contemplino, anche, ad esempio, oltre ai tirocini che ci sono già, anche l'apprendistato, un apprendistato di alta formazione come è consentito dalla normativa, anche gli stage, non solo in Italia, ma come prevede l'Unione europea, la possibilità di fare stage in altre realtà europee. Questo consentirebbe alla nostra scuola, ai nostri docenti, veramente, di avere quella riqualificazione Pag. 14sociale, quella considerazione sociale che merita la loro professione e che, credo, noi come politici abbiamo la responsabilità di dare.

  PRESIDENTE. Mi pare di comprendere che il Governo recepisca il suo suggerimento e proponga di sopprimere la lettera c) del dispositivo della mozione Centemero ed altri n. 1-00400, piuttosto che riformularla.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, «salve, sono Fabio, sono un docente precario e quest'anno per fortuna ho una supplenza temporanea annuale. Sono contento di lavorare, peccato che lo Stato ancora mi debba pagare i mesi di gennaio e febbraio e ormai siamo a fine marzo. Questo accade nella scuola e nessuno ne parla. Devo pagare l'affitto, vivo a Milano da sette anni; mi sono trasferito da Roma proprio per poter finalmente lavorare, e non sono un novello, ho cinquant'anni. Grazie per avermi dedicato il suo tempo».
  Ebbene, sottosegretario, io e i miei colleghi di messaggi come questo ne riceviamo a decine ogni giorno, messaggi colmi di disperazione, di frustrazione e di rabbia. Talora grida di aiuto, talora soltanto richieste di ascolto. Già, il semplice ascolto, perché ormai avete negato anche questo, come è avvenuto solo venerdì scorso per il coordinamento precari delle scuole di Roma, che ha manifestato davanti al MIUR per quattro ore senza essere ricevuto purtroppo da nessuno. Ma per fortuna, e quasi per ironia della sorte, proprio in queste ore a Lussemburgo la Corte di giustizia europea sta decidendo della sorte di circa 140 mila cittadini italiani e lavoratori precari della scuola pubblica a cui ogni anno vengono rinnovati i contratti ben oltre il termine massimo dei 36 mesi fissati dalla direttiva europea n. 1999/70/CE.
  La sentenza di oggi assumerà una portata storica e aprirà definitivamente le porte alla stabilizzazione del personale docente e ATA precario che, in questi anni, ha continuamente garantito il funzionamento delle nostre scuole ma ha visto i propri diritti calpestati dalle politiche di precarizzazione selvaggia che, in nome di una fantomatica spending review, come vedremo, non hanno neppure saputo garantire il benché minimo risparmio. Dopo la sentenza di oggi nulla sarà come prima; il nostro Paese, volente o nolente, dovrà necessariamente rivedere le sue politiche per evitare che si abbattono sulle casse dei vari Ministeri interessati...

  PRESIDENTE. Collega, mi scusi un attimo. Colleghi, bisogna che voi parliate molto sottovoce. L'Aula si sta riempiendo perché fra un po’ voteremo, però dovete dare la possibilità a chi parla di essere udito. Prego, onorevole Chimienti.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, signor Presidente. Dicevo che il nostro Paese dovrà necessariamente rivedere le sue politiche per evitare che si abbattono sulle casse dei vari Ministeri interessati decine di migliaia di sentenze favorevoli ai lavoratori precari che costeranno milioni di euro allo Stato. È esattamente a queste 140 mila persone impiegate nel mondo della scuola che si rivolge la nostra mozione, una mozione con impegni di buonsenso e che ci permetterebbero di evitare in extremis l'ennesima figuraccia. In realtà, è bene dirlo, la Corte di giustizia ha già deciso, lo ha fatto con due pronunce inequivocabili del gennaio scorso, in cui ha già sancito la non conformità della nostra legislazione ai principi cardine della direttiva n. 70 del 1999 e la diretta applicabilità dei principi comunitari ai vari comparti della nostra pubblica amministrazione. In un Paese normale, Presidente, la nostra mozione non avrebbe avuto ragione di essere presentata, non sarebbe stato necessario, a maggior ragione in un Paese come l'Italia che accetta senza battere ciglio, approvandoli con maggioranze bulgare, i vincoli del pareggio di bilancio e del fiscal compact (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci saremmo dovuti aspettare altrettanta Pag. 15solerzia ed efficienza nell'applicare senza filtri i contenuti della direttiva del 1999, che, lo ricordo, è vincolante per tutti gli Stati membri; per tutti tranne che per uno: il nostro.
  Invece, a 15 anni di distanza è la stessa Europa a doverci tirare le orecchie, prima con una procedura di infrazione avviata nel novembre scorso poi con due pronunce di gennaio e oggi una sentenza storica il cui impatto sarà devastante. A questo punto, la domanda è molto semplice: cosa stiamo aspettando ? Cosa state aspettando ? Cos'altro deve succedere prima che finalmente il Governo possa mettere fine all'agonia di queste persone e avviare un piano di stabilizzazione razionale, sensato e soprattutto giuridicamente necessario ? Come è possibile che per i nostri Governi esistano due Unioni europee distinte ?
  Sì, due Unioni, una, a cui ci pieghiamo senza dignità e, un'altra, che, invece, quando svolge finalmente il suo ruolo di garante dei diritti dei lavoratori, viene bellamente ignorata e dimenticata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Anziché avvicinarsi gradualmente agli obiettivi posti dall'Europa 15 anni fa, in Italia il precariato della scuola non soltanto è rimasto costante ma oggi è addirittura ai suoi massimi storici. Nel 2013 registriamo 138 mila precari della scuola, nel 2001 erano 118 mila, dunque ventimila precari in più. Tutto questo al netto dei 130 mila posti di lavoro tagliati dal duo Tremonti-Gelmini. Si dirà: il precariato – sì – è lesivo dei diritti del lavoratore ma quanto meno ci consente di risparmiare somme ingenti da reinvestire per la crescita del nostro Paese. Falso ! Ecco un'altra menzogna bella e buona e, a smentire i fiumi di dichiarazioni che in questi anni hanno rilasciato i vari ministri, è la nostra Ragioneria generale dello Stato: questo ente «sovversivo e rivoluzionario».
  Il precariato, lo segnaliamo al Governo che magari non ha letto con attenzione i documenti della Ragioneria dello Stato, costa, in termini di spesa pubblica, costa eccome. Dunque, addurre ragioni finanziarie per giustificare la feroce precarizzazione dei rapporti di lavoro pubblici è una solenne presa in giro perché queste ragioni sono semplicemente inesistenti. Secondo la Ragioneria dello Stato, nel periodo 2007-2012, nella sanità, dove si sono effettuate 24 mila stabilizzazioni, si è ridotta la spesa per il personale a tempo determinato di 80 milioni di euro, meno il 7,5 per cento. Mentre sapete cosa è accaduto nello stesso arco temporale nella scuola ? Sui 124 mila posti di lavoro tagliati dalla Gelmini, ben 94 mila hanno riguardato lavoratori precari.
  Tuttavia, pur essendo diminuito sensibilmente il numero dei lavoratori a tempo determinato, la spesa pubblica per il solo personale precario della scuola è aumentata di 348 milioni di euro, con un più 68 per cento. La situazione è chiara: se si precarizzano i rapporti di lavoro aumenta il costo del personale.
  La Ragioneria spiega la controtendenza del comparto scuola con il fatto che questa ha esigenze diverse rispetto a tutti gli altri comparti. La scuola ha necessità di coprire un numero maggiore di assenze brevi che non possono più essere coperte da quel personale che è stato ridotto drasticamente nel corso degli anni. Il nuovo Ministro Giannini ha detto «no» alla stabilizzazione di massa, noi diciamo «no» alle precarizzazioni di massa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Vogliamo tranquillizzare il Ministro, con la nostra mozione non diamo avvio ad assunzioni indiscriminate ma, seguendo alla lettera ciò che ci chiede l'Europa, poniamo dei criteri di buonsenso per tutti i comparti della pubblica amministrazione, scuola compresa.
  Il nostro piano quinquennale, a partire dall'anno 2015, prevede l'immissione in ruolo di tutti coloro che abbiano maturato o maturino, nei cinque anni in questione, i requisiti della abilitazione e dei piani di servizio o, in alternativa, il superamento di un concorso pubblico.
  Dunque, criteri meritocratici e non regali a chicchessia. D'altra parte, il Ministro Giannini, che Renzi ha prontamente scelto per un ministero strategico come quello Pag. 16dell'istruzione, è esponente di un partito, Scelta Civica, che ha una visione della scuola lontana anni luce da quella che è, o meglio dovrebbe essere, l'idea di scuola del Partito Democratico.
  Le prime dichiarazioni del Ministro hanno già scatenato le ondate di protesta del mondo della scuola e l'11 aprile è già previsto uno sciopero nazionale. Il partito del Ministro Giannini, ha partorito, mi dispiace dirlo in questa occasione, una mozione a prima firma Santerini, mi dispiace onorevole Santerini, che ci fa francamente sorridere. Sembra di leggere una interrogazione e non un atto vincolante di impegno al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Si chiede al Governo – e leggo testualmente – di impegnarsi a fornire puntuali elementi sull'entità del precariato e poi a chiarire l'orientamento del Governo rispetto al turn-over e, infine, a rendersi disponibile al confronto con le Commissioni parlamentari per elaborare una strategia del precariato.
  Ebbene, se fosse ancora poco chiaro, questi dati ce li abbiamo già, non c’è bisogno di una mozione, sono i dati della Ragioneria generale dello Stato e sono liberamente fruibili sul sito della Ragioneria stessa.
  Sottosegretario, lei ha detto che, pur condividendone gli obiettivi, non può approvare la nostra mozione perché avete in mente una riforma complessiva della pubblica amministrazione. La mozione del MoVimento 5 Stelle non è settoriale, riguarda l'intera pubblica amministrazione e mi risulta che una mozione sia un impegno al Governo a procedere a fare qualcosa. Dunque, proprio non capisco quale sia il motivo per cui oggi si boccia questa mozione di buonsenso.
  Possiamo smetterla con le belle parole e passare finalmente ai fatti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Visto che esistono 125 mila posti vacanti e disponibili nella scuola, possiamo cortesemente stipulare a questi lavoratori un contratto a tempo indeterminato invece che assumerli ogni anno a settembre per non retribuire loro le ferie estive e gli scatti stipendiali ? Riusciamo a restituire ai lavoratori e alle loro famiglie stabilità economica e psicologica ? Riusciamo a garantire finalmente ai nostri allievi la continuità della didattica, salvaguardando allo stesso tempo la spesa pubblica, come ha dimostrato la Ragioneria generale dello Stato ? Riusciamo a fare questo grande passo di civiltà che oggi l'Europa ci impone, oggi ? Sì, tutto ciò è possibile, basterebbe votare favorevolmente alla nostra mozione e otterremmo in un solo colpo di tutelare i diritti dei lavoratori e di evitare al nostro Paese l'umiliazione della sanzione milionaria che proprio in questo istante l'Europa ci sta comminando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Chimienti, mi pare di capire dal suo intervento che non accettate la riformulazione ? Sta bene.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Martelli. Ne ha facoltà. Rinnovo ai colleghi la richiesta di un po’ di silenzio. Onorevole Airaudo, la sento da qui. Prego, onorevole Martelli.

  GIOVANNA MARTELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le riforme ed il rilancio del sistema economico del Paese non possono prescindere da un efficace funzionamento delle pubbliche amministrazioni chiamate a dare risposta ai bisogni e agli interessi dei cittadini e delle imprese, non possono prescindere da elevati standard qualitativi ed economici dei servizi pubblici, che devono essere competitivi con quelli erogati dalle amministrazioni pubbliche dei Paesi dell'Unione europea.
  Con la ristrutturazione della pubblica amministrazione occorre intervenire sulle criticità che il settore pubblico presenta, superandole, tenendo conto che è necessario valorizzare il ruolo sociale degli operatori pubblici, impegnati quotidianamente in servizi che promuovono e tutelano il benessere dei cittadini, perché la pubblica amministrazione non è solo il mondo dei manager super pagati ma è un mondo di donne e uomini impiegati negli Pag. 17uffici di prefetture e questure dedicati all'accoglienza dei migranti, impegnati nei comuni italiani per dare corso alle richieste dei cittadini. Persone che lavorano presso i tribunali come lavoratori socialmente utili; precari che sono assunti da settembre a giugno e poi riassunti di nuovo in settembre per far funzionare gli asili nido comunali; sono quei lavoratori della Croce rossa italiana, ente pubblico che ora viene privatizzato, molti dei quali, per dieci anni, hanno garantito la copertura delle postazioni del 118; sono quelle persone impiegate negli ospedali anche con le partite IVA, perché pagano il blocco del turnover facendosi assumere con le tipologie contrattuali più disparate; sono le nostre donne e i nostri uomini che militano nelle Forze armate impegnate nelle missioni umanitarie e i nostri Vigili del fuoco impegnati nelle diverse e innumerevoli situazioni di calamità naturale.
  Sono gli operatori della scuola che, con circa 140 mila unità, tra docenti e personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, registra il numero più alto di personale precario. È noto che la Commissione dell'Unione europea ha aperto una procedura di infrazione sul perdurante stato di precarietà che affligge i lavoratori del comparto, in violazione alla direttiva comunitaria, evidenziando che non può ritenersi obiettivamente giustificata una legislazione nazionale, quale quella italiana, che nel settore scolastico non prevede alcuna misura diretta a reprimere il ricorso abusivo a contratti di lavoro a termine successivi. Ciò obbliga il nostro Paese ad intervenire con urgenza. Questo è il mondo del lavoro pubblico e a questo mondo il Partito Democratico, con questa mozione, intende offrire un segnale solido per iniziare quel processo di svolta buona ormai non più rimandabile.
  Ma una svolta buona deve portare con sé il riequilibrio delle condizioni di lavoro e la valorizzazione delle competenze. Ecco la motivazione per occuparci del lavoro precario dei servizi pubblici: trasformare...

  PRESIDENTE. Colleghi, è davvero impossibile ascoltare. Cercate di fare un po’ più di silenzio. Prego, onorevole Martelli.

  GIOVANNA MARTELLI. Trasformare il costo in valore, garantendo la certezza del domani e la continuità nell'erogazione dei servizi.
  Questi i nostri impegni, assunti nella totale condivisione del programma di Governo: riaprire in tempi brevi e con i soggetti preposti la trattativa per l'adeguamento della parte normativa del contratto nazionale del pubblico impiego, a garanzia di un corretto funzionamento delle pubbliche amministrazioni; per quanto riguarda il personale della scuola e nel rispetto della normativa europea, definire un nuovo piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie ad esaurimento; espletare le procedure di assunzione relative all'ultimo concorso a cattedre del 2012 e bandire con cadenza biennale nuove prove concorsuali che tengano conto dei flussi di pensionamento e di trasferimento e, nel rispetto della normativa europea, a garantire il regime del «doppio canale» per i docenti abilitati, a partire da coloro che siano in possesso di almeno tre anni di servizio; proseguire nel corso di attuazione delle misure contenute nel decreto-legge n. 101, a tal fine prevedendo l'istituzione di un'apposita sede di confronto con le amministrazioni interessate e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative su base nazionale; considerare, nel rispetto delle norme che regolano le assunzioni nel pubblico impiego, la complessiva spesa del personale, comprensiva quindi di quella effettuata per rapporti di lavoro a tempo determinato o per altre forme di rapporto di lavoro flessibile.
  La democrazia e il buon governo ci chiedono di mettere le mani negli ingranaggi della storia, diceva Max Weber. Lo dobbiamo fare progredendo e non arretrando, e progredire nei servizi pubblici vuol dire investire nel Paese, nella comunità e nel capitale umano.
  Per questi motivi, annunzio il voto favorevole del Partito Democratico, conformemente a quanto indicato dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 18

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e gli insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore «G. Romani» di Casalmaggiore, in provincia di Cremona, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Moscatt, per due minuti. Ne ha facoltà.

  ANTONINO MOSCATT. Signora Presidente, nel dichiarare il mio voto favorevole per tutte le ragioni che ha già egregiamente espresso la mia collega Martelli, visto il tema trattato, vorrei cogliere l'occasione per chiedere al Governo di interpretare lo spirito di questa mozione come stimolo positivo ad intervenire, in maniera rapida, su un'altra spinosa vicenda, che riguarda il personale ex LSU dei servizi di pulizia della scuola.
  Migliaia di donne e di uomini – come lei saprà, sottosegretario – in queste ore vivono momenti di forte, fortissima preoccupazione a causa dell'imminente scadenza della proroga del contratto. Sappiamo bene che il Governo si è adoperato con forza, però dobbiamo provare a dare, anche visto lo spirito di questa mozione, delle risposte immediate che diano certezza della dignità del lavoro a queste persone e ai tanti e alle tante lavoratrici e lavoratori che, in queste ore, aspettano dal Governo che arrivi finalmente quella risposta positiva che gli consenta di ritornare serenamente a lavorare e a svolgere il loro servizio all'interno delle scuole, un servizio qualificato e importante per la sicurezza e il benessere dei nostri istituti scolastici (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni e la risoluzione saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Se i colleghi prendono posto, facilitiamo il lavoro di tutti.
  Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Avverto che i presentatori della mozione non accolgono la riformulazione proposta dal Governo e, quindi, il parere del Governo è contrario
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Chimienti ed altri n. 1-00341, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Businarolo non riesce a votare; anche Spadoni non riesce a votare. Gregori. Spadoni è a posto; Businarolo ? Niente. C’è qualcosa dentro al dispositivo; lo tolga. Niente; arriva il tecnico, onorevole Businarolo. Da questa parte non vedo mani alzate. Intanto, aspettiamo i due colleghi che stanno prendendo posto. Onorevoli Giammanco, Bergamini. Marzana sta salendo. Giammanco va bene. Mancano Marzano e Gasbarra. No, se toglie la... non ne veniamo a capo. Ecco, grazie. Date una mano... ecco, a posto. È il primo voto, poi dopo non aspettiamo tutto questo tempo. Abbiate pazienza, però. Lo abbiamo sempre fatto, è il primo voto. Siate buoni. Onorevole Fico, lei vuole votare ? No, forse no, non la vedo interessata.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  434   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  321).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Buonanno ed altri n. 1-00398, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 19

  Malpezzi, Malisani. Ci sono altri che non riescono a votare ? Crippa, Galperti, Vitelli, Spadoni di nuovo. Galperti ha votato, Spadoni ha votato, anche Vitelli mi pare. Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Santerini ed altri n. 1-00399, come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Folino, Spadoni, Ventricelli, Dall'Osso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  454   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato
 322    
    Hanno votato
no  132).    

  (La deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Centemero ed altri n. 1-00400, come riformulata su richiesta del Governo e in quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Folino, Fitto, Ventricelli, Bonifazi, Carbone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  375   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 325    
    Hanno votato
no   50).    

  (La deputata Lupo ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione della mozione Giancarlo Giordano ed altri n. 1-00407. Avverto che i presentatori della mozione non accolgono la riformulazione proposta dal Governo e, quindi, il parere del Governo è contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Giancarlo Giordano ed altri n. 1-00407, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Folino, Ventricelli, Spadoni, Fitzgerald Nissoli, Turco, Pagano, Kronbichler, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  458   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  342).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Coscia ed altri n. 1-00408, come riformulata su richiesta del Governo e in quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.Pag. 20
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Folino, Spadoni, Liuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  339   
   Astenuti  122   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato
 282    
    Hanno votato
no   57).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Di Lello ed altri n. 6-00062, come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Folino, Ascani, Segoni, Luigi Gallo, Battelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  374   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 282    
    Hanno votato
no   92).    

  (Il deputato Segoni ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Dovremmo passare al punto successivo dell'ordine del giorno, ma il Governo ha bisogno di una pausa tecnica. Quindi, sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Seguito della discussione delle mozioni Sarro e Brunetta n. 1-00387, De Girolamo e Calabrò n. 1-00389, Colonnese ed altri n. 1-00403, Scotto ed altri n. 1-00404 e Tartaglione ed altri n. 1-00410 concernenti iniziative in relazione ai recenti terremoti che hanno colpito alcune aree della regione Campania e la provincia di Campobasso.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Sarro e Brunetta n. 1-00387, De Girolamo e Calabrò n. 1-00389, Colonnese ed altri n. 1-00403, Scotto ed altri n. 1-00404 e Tartaglione ed altri n. 1-00410 concernenti iniziative in relazione ai recenti terremoti che hanno colpito alcune aree della regione Campania e la provincia di Campobasso (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 24 marzo 2014, e nella quale è intervenuto il rappresentante del Governo, è stata presentata la mozione Tartaglione ed altri n. 1-00410 che è già stata iscritta all'ordine del giorno.
  Chiedo ai colleghi, per favore, chi deve parlare, di farlo fuori, perché il rappresentante del Governo sta per esprimere i pareri e, siccome interessano a tutti coloro che hanno presentato le mozioni, è bene poi evitare che si verifichi nuovamente il rito della ripetizione del parere quando arriveremo alle dichiarazioni di voto o prima del voto.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Giovanni Legnini, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo ha esaminato le diverse mozioni che affrontano – come non solo i proponenti, ma tutta l'Aula sa Pag. 21bene – sia problematiche specifiche connesse all'evento sismico, per fortuna di non rilevantissima entità, del 29 dicembre 2013 nei territori delle province di Caserta e Benevento, sia problematiche più generali, che sono state ampiamente e puntualmente illustrate dai vari proponenti in ordine alla prevenzione del rischio sismico, alle misure da adottare per attenuare il rischio sismico e ad altri temi contenuti nelle mozioni.
  Il Governo propone una riformulazione di tutti i dispositivi recati dalle singole mozioni, sul presupposto della non opposizione o comunque condivisione delle premesse e delle mozioni, quindi senza alcuna osservazione sulle premesse nel seguente modo. Tale riformulazione tiene conto delle indicazioni e delle sollecitazioni per grande parte di tutte le mozioni.
  Il primo capoverso del dispositivo della riformulazione è ripreso dalla mozione Colonnese ed altri n. 1-00403, e cioè: «impegna il Governo a fornire alle competenti Commissioni parlamentari a tre mesi dagli eventi sismici l'ammontare complessivo dei danni, gli interventi sostenuti, il numero di immobili pubblici e privati che sono stati interessati dall'evento sismico, riportando i danni strutturali che ne hanno impedito l'utilizzo, i tempi necessari al ripristino degli immobili e le risorse fino ad oggi individuate e utilizzate, nonché lo stato di redazione e conoscenza della popolazione dei piani di emergenza in caso di evento sismico». Questo è il primo capoverso del dispositivo della proposta di riformulazione.
  Il secondo capoverso è: «a verificare in via definitiva se sussistono i presupposti e le condizioni per la dichiarazione dello stato di emergenza» – che, come è noto all'Aula, non è stato ancora disposto – «ed in caso positivo provvedere all'adozione delle conseguenti determinazioni anche di carattere finanziario».
  Il terzo capoverso: «nel caso si accerti in via definitiva l'insussistenza dei richiamati presupposti, verificare, di concerto con la regione Campania, la possibilità di utilizzare adeguate risorse...

  PRESIDENTE. Sottosegretario Legnini, forse c’è... non so se è un suo apparecchio cellulare che disturba...

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Io l'ho spento Presidente.

  PRESIDENTE. Eh, sarebbe meglio...

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Ho spento, non è il mio. Rileggo il terzo capoverso, Presidente... non è mio, il telefono...

  PRESIDENTE. Provvediamo... spenga, per favore.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Rileggo il terzo capoverso, Presidente: «Nel caso in cui si accerti in via definitiva l'insussistenza dei richiamati presupposti, verificare, di concerto con la regione Campania, la possibilità di utilizzare adeguate risorse finanziarie, anche a valere sui fondi aggiuntivi per la coesione territoriale, per provvedere alle necessità di riparazione dei tutti danni accertati, nel rispetto della legislazione vigente».
  Infine, il quarto capoverso, ripreso dalla mozione Tartaglione ed altri n. 1-00410, è il seguente: «Ad assumere iniziative per rendere strutturale la detrazione fiscale prevista dall'ordinamento vigente» – quindi, non del 65 per cento, perché, come è noto, vi è un décalage su questo – «per l'adeguamento antisismico degli edifici, con l'obiettivo di mitigare il rischio sismico a partire dalle aree territoriali in argomento e dalle zone a maggior rischio sismico (zone 1 e 2) del territorio italiano». Questa è la proposta di riformulazione (Commenti)...non ce l'ho il telefono, quindi...

  PRESIDENTE. Non è detto che dipenda dal sottosegretario Legnini, c’è la possibilità che vi sia un problema tecnico. Si tratta di un problema tecnico probabilmente, legato al microfono, non al sottosegretario Pag. 22né, tanto meno, ai suoi apparecchi (Il deputato Buonanno si avvicina ai banchi del Governo).

  GIANLUCA BUONANNO. Presidente, il telefono è acceso !

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No, è spento !

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, lasci i banchi del Governo. Prego, sottosegretario.

  GIOVANNI LEGNINI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Grazie, Presidente. Come dicevo, con questi quattro capoversi si intendono recepite gran parte delle proposte contenute nelle quattro mozioni. Nessuna opposizione sulle premesse, unificazione – questa è la richiesta, anzi, la proposta, non la richiesta, del Governo – del voto sul dispositivo che, appunto, in caso di accoglimento da parte dei gruppi proponenti, diventerebbe unico per tutte le mozioni.

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti del Liceo «Guarino Veronese», di San Bonifacio, in provincia di Verona, e gli studenti e gli insegnanti del Liceo scientifico «Lorenzo Mascheroni», di Bergamo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Constato l'assenza degli onorevoli Di Gioia e Taglialatela, che avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbiano rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Mita. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE DE MITA. Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole del nostro gruppo sulle mozioni così come riformulate dal Governo, perché le mozioni pongono a riferimento una questione vera, giusta, quella del riconoscimento dell'indennizzo nel caso di eventi sismici o di calamità naturali. Però, l'esperienza storica, soprattutto in Campania, ci porta a segnalare due questioni, a porre due osservazioni, due avvertenze che, peraltro, devo dire, mi paiono contenute e raccolte nella proposta di riformulazione fatta dal Governo. Perché il punto vero, in situazioni come queste, è definire l'ampiezza dei soggetti destinatari e beneficiari della richiesta di risarcimento e, quindi, un'individuazione esatta dei presupposti di fatto che possono consentire di ottenere risorse per il risarcimento di beni pubblici o privati.
  Se parliamo di eventi sismici in Campania, la nostra memoria non può che tornare al terremoto del 1980 in Irpinia, sul quale c’è stata tanta letteratura, chiusa, direi, dalle parole dell'allora Presidente della Repubblica, Ciampi. Però, quell'esperienza è un'esperienza che non dobbiamo dimenticare, perché, a quell'epoca, il Parlamento, dovendo decidere l'intervento per la ricostruzione in Irpinia, fece una scelta che, poi, determinò lo scivolamento delle risorse pubbliche.
  Perché in una singolare saldatura tra un pezzo della Democrazia Cristiana e un pezzo del Partito Comunista si decise di ampliare indiscriminatamente l'area di intervento, per cui – e questo ce lo dice la contabilità storica – di 75 mila miliardi di lire spesi dallo Stato per il terremoto del 1980, 5 mila miliardi furono destinati all'Irpinia, 70 mila miliardi furono destinati ad interventi fuori l'area geografica e fuori le regioni legate all'evento sismico. Per cui credo sia opportuna la riformulazione del Governo, anche correttiva di alcune mozioni che, pure in questo caso, facendo riferimento agli eventi sismici, poi, ci collegano in maniera singolare le politiche di crescita e di sviluppo, ricorrendo ad un errore che non è solo legato all'utilizzo dei fondi, perché noi trasferiamo l'idea che l'intervento di crescita e di sviluppo in alcune aree debba necessariamente conservare il sapore emergenziale.Pag. 23
  Pertanto, da questo punto di vista, noi condividiamo l'osservazione fatta dal Governo e direi che questo dovrebbe essere il principio ispiratore dei tagli della spesa. La vicenda dell'ampliamento dell'area d'intervento e dei soggetti beneficiari nel caso del terremoto dell'Irpinia è una sorta di paradigma dell'errore che si è consumato dagli anni Settanta in poi, quando, in relazione ad un diritto specifico che andava tutelato, poi, nella logica della spesa pubblica e dell'intervento pubblico, si sono infilate una quantità di voci che hanno determinato lo spreco che abbiamo davanti. Per cui, oggi, il problema non è quello di tagliare riducendo l'ampiezza e la misura del diritto tutelato, ma definire in maniera precisa e puntuale quali sono i diritti tipici che vanno tutelati, come in questo caso.
  La seconda osservazione, ma il Governo lo ha già detto, è che noi siamo abituati un po’ troppo alle logiche dell'emergenza. La mia lettura è un'altra, anche andando un po’ controtendenza, la tipica attenzione alla scaramanzia dei meridionali: in Campania, su quella dorsale appenninica storicamente c’è un terremoto ogni trent'anni; i trent'anni dall'evento sismico dell'Irpinia sono passati, più che celebrare il ricordo dell'evento che c’è stato, noi ormai siamo destinati a fare il conto alla rovescia rispetto al prossimo evento sismico che, statisticamente, ci sarà. Allora, andrebbe fatta una politica di intervento mirata su tutti gli edifici pubblici; certo il Governo ha scelto la scuola, ma la scuola è un pezzo; ci sono una quantità di edifici pubblici in aree sismiche che non sono a norma. Forse, anche per il Governo varrebbe la pena conservare questa patina di spettacolarizzazione che sta utilizzando, ma indirizzare le risorse laddove possono servire più utilmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, a nome del gruppo della Lega Nord e Autonomie, noi esprimiamo la massima solidarietà alle famiglie di Caserta e Campobasso che hanno risentito i disagi per i danni provocati dalle scosse che hanno colpito il loro territorio nei mesi di dicembre e gennaio scorso e che tuttora vivono la paura, lo sconforto e l'incognita conseguenti, anche, alle ulteriori scosse che continuano a far tremare la terra ad Avellino e a Foggia. Tra l'altro, i nostri territori hanno più volte vissuto la paura della terra che trema o per causa di terremoti o per causa delle famose frane, vista la fragilità che caratterizza le nostre montagne.
  Riteniamo doveroso che il Governo e il Parlamento stiano vicino a queste popolazioni colpite e procedano a tutte le iniziative e provvedimenti utili per permettere alle famiglie di ritornare alle condizioni normali di vita. La Lega Nord, però, non ha presentato una propria mozione e spieghiamo anche il perché: noi in realtà non nascondiamo un certo imbarazzo su queste mozioni, un certo imbarazzo perché c’è da registrare, innanzitutto, l'inerzia dimostrata dalle regioni Campania e Molise, regioni che, qualora vi fosse un terremoto, sono tenute a chiedere al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza a livello nazionale.
  Infatti, se i danni sono ingenti, come descritto nelle mozioni che sono state presentate da alcuni gruppi parlamentari, non riusciamo a capire perché queste regioni, invece, non abbiano avviato alcun procedimento previsto dalla legge, dichiarando, tra l'altro, i danni subiti e il conseguente stato di calamità naturale, da fronteggiare con mezzi e poteri straordinari a livello di competenza statale. Benché gli inviti al Governo nelle mozioni in esame intendano evidenziare il ruolo indiscutibile del Parlamento sulle azioni da prendere, ci sono delle leggi da rispettare e c’è una prassi consolidata che non è stata assolutamente rispettata. Per quanto ci risulta, la Protezione civile presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, a tre mesi dal sisma, non ha nemmeno gli elementi per giudicare la gravità del fenomeno sismico.Pag. 24
  Quindi, noi oggi ci troviamo nella situazione di avere delle certezze su sciagure di questo tenore che si sono verificate sul nostro territorio – e mi riferisco alle alluvioni in Veneto, alle alluvioni in Sardegna, in Liguria, al terremoto e all'alluvione in Emilia-Romagna – e abbiamo un sisma in un'altra regione, in particolare la Campania, sul quale però non abbiamo nessun elemento certo, nessun danno certo; gli enti locali non hanno chiesto la calamità naturale e non hanno fatto alcun inventario sugli eventuali danni subiti.
  Quindi noi diciamo: interveniamo con determinazione laddove abbiamo la certezza che vi sono state delle calamità importanti e che tutti quanti noi conosciamo. Non facciamo come la settimana scorsa sul dramma dell'alluvione in Sardegna, sul quale il Governo tentenna, salvo poi presentare delle belle mozioni alle quali però non fa seguire fatti e azioni concrete. Interveniamo laddove ci sono le certezze e in modo risolutivo. In realtà, sono le regioni che prima di tutto devono valutare la gravità del fenomeno calamitoso e giudicare la tipologia dell'evento e l'ambito di competenza locale, regionale o statale, e conseguentemente chiedere l'intervento dello Stato, qualora si trattasse veramente di una calamità dal carattere straordinario. A noi viene il sospetto che qualche parlamentare, magari di quel territorio, abbia voluto presentare in fretta e furia le mozioni semplicemente perché si è registrata qualche scossa, ma senza alcun danno, semplicemente per motivi politici di visibilità, senza elementi tangibili in mano e, peggio, con delle mozioni alle quali in ogni caso non seguirà alcun fatto, alcuna azione concreta e alcun risultato.
  Riteniamo pertanto che occorra effettuare quanto prima una quantificazione dei danni – sempre che questi esistano – sulla base dei dati che dovranno raccogliere le regioni, perché questo è il primo passo per poter comprendere la vastità del fenomeno e dare risposte concrete alla gente colpita dalla calamità. Vista poi la situazione in generale della regione Campania, mi tocca sottolineare che il primo provvedimento che il Governo dovrebbe adottare in quella regione per evitare emergenze di carattere sismico sarebbe quello di far rispettare la legge contro le continue speculazioni edilizie e gli abusi edilizi, che sono assolutamente radicati in quella regione. In quella regione abbiamo il fenomeno dell'abusivismo edilizio, che è una cosa evidentemente ormai radicata e sproporzionata. La prima cosa che dovrebbe fare il Governo è far rispettare le leggi e combattere l'abusivismo edilizio in queste regioni, dove, tra l'altro, se dovessero capitare dei fenomeni di carattere sismico, è ovvio che le case abusive costruite nei posti sbagliati sono le prime a pagarne le conseguenze, con i danni che tutti conosciamo, visto che vi è un problema di costruzioni che non rispettano alcun parametro di tutela del territorio e di prevenzione nei confronti dei terremoti.
  Aggiungo un ulteriore rammarico per l'incapacità dimostrata dal talune regioni del sud nel fare i progetti e spendere poi le risorse dei fondi strutturali dell'Unione europea, anche perché il nostro Paese, nonostante la crisi economica di questi anni, ha sempre contribuito con risorse economiche ingenti ai fondi europei.
  Noi siamo tra i Paesi che contribuiscono all'Europa ma questi soldi poi non tornano indietro, cioè contribuiamo di più di quello che riceviamo indietro. Risorse che sono state trovate grazie alle regioni del nord, che in modo preponderante contribuiscono al bilancio dello Stato centrale senza però mai ricevere il ritorno dovuto. Penso che queste opere per la messa in sicurezza dei territori montani avrebbero potuto essere fatte con tali risorse, mentre oggi ci troviamo ancora a parlare di avanzi sui fondi strutturali europei non spesi dalle regioni del sud proprio per l'incapacità a utilizzare le risorse a disposizione.
  Allora, anche su questo bisogna intervenire perché ogni volta che c’è una sciagura, un sisma, un'alluvione, purtroppo le risorse sono sempre poche, e in questa situazione economica e di crisi è ancor più difficile intervenire; ma poi ci dimentichiamo di spendere i soldi che avremmo a disposizione dall'Unione europea semplicemente Pag. 25perché alcune regioni, nella fattispecie al sud del Paese, sono governate malissimo e sono persino incapaci di spendere i soldi che l'Europa gli mette a disposizione. Questo è un problema che va, dal nostro pronto di vista, assolutamente e definitivamente risolto.
  Quanto alla necessità della prevenzione, piuttosto che dell'intervento a posteriori, nonché di prorogare e rendere stabile il bonus fiscale del 65 per cento per l'adeguamento antisismico degli edifici e di escludere dai vincoli del Patto di stabilità le spese delle regioni e degli enti locali per la prevenzione delle calamità naturali, oltre che per la fase di ricostruzione, tutti questi sono temi che valgono per tutto il territorio nazionale e che abbiamo avuto modo di affrontare anche durante l'esame delle mozioni presentate dal nostro gruppo sulla drammatica alluvione in Veneto e in Emilia-Romagna.
  Il nostro gruppo intende quindi astenersi su queste mozioni, anche perché non abbiamo alcun elemento certo – a differenza invece della Sardegna, del Veneto, dell'Emilia-Romagna, della Liguria, della Toscana e di tutte le altre sciagure che in questi mesi abbiamo affrontato in questa Aula – e le stesse regioni non hanno neppure chiesto lo stato di calamità, esprimendo da una parte il rispetto e la massima solidarietà per i cittadini che hanno subito eventuali danni, anche semplicemente di carattere psicologico, e dall'altra volendo circoscrivere il fenomeno e quantificare i danni prima di qualsiasi intervento da parte dello Stato. Anche perché nelle regioni particolarmente colpite, una fra tutte la Sardegna, di cui abbiamo parlato anche la settimana scorsa in quest'Aula, e ne abbiamo consapevolezza, non abbiamo dato le risposte definitive che la gente si aspettava. Non possiamo continuare a porci altri obiettivi se in taluni casi non abbiamo alcun elemento di riscontro.
  Ultima cosa, invitiamo comunque il Governo a intervenire prontamente sulla prevenzione a trecentosessanta gradi di queste calamità, anche perché i fenomeni sismici non riguardano solo il nostro Paese, ma purtroppo è sempre e solo il nostro Paese che fa i conti con essi, soprattutto a posteriori. È il tempo di cercare di pensare alla prevenzione invece di fasciarsi sempre la testa il giorno dopo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, le mozioni di cui ci stiamo occupando stamattina scaturiscono dalla necessità e dall'urgenza di venire incontro ai recenti eventi sismici che hanno colpito le popolazioni delle province di Caserta, di Benevento e Campobasso. L'urgenza dell'intervento che si chiede al Governo scaturisce soprattutto dal ripetersi di eventi calamitosi che, pur avendo le caratteristiche dell'eccezionalità, sono tuttavia legate alle caratteristiche specifiche del territorio. E qui vengo alla necessità della prevenzione e le mozioni che discutiamo oggi danno l'occasione per allargare il discorso a questa necessità, più volte avvertita e sollecitata anche da chi mi ha preceduto in quest'Aula.
  L'Italia è un Paese ad elevato rischio sismico, che ha subito per questo ingenti perdite – prima il collega De Mita ricordava il terremoto del 1980 in Irpinia –, perdite in termini di vite umane, di danni alle costruzioni e conseguenze economiche dirette e indirette notevolissime.
  Per questi motivi, è necessario che il Governo intervenga con urgenza a sostegno delle popolazioni e degli enti colpiti non solo da questo evento calamitoso, ma anche dagli altri eventi che sono stati ricordati poc'anzi dai colleghi della Lega Nord, anche e soprattutto attraverso l'individuazione di risorse adeguate per prevenire più che per fronteggiare di volta in volta e rimuovere le conseguenze dannose di un sisma o di un'alluvione.
  La regione Campania è in ritardo – è stato ricordato – nell'identificazione delle procedure che consentono di misurare la staticità e la sicurezza di un immobile e anche, nello specifico, sulla quantificazione dei danni del recente evento tellurico. Pag. 26Abbiamo qualche settimana fa ascoltato con attenzione, tuttavia, le parole del Presidente del Consiglio in merito alla necessità di intervenire per la salvaguardia del territorio, per ristrutturare edifici fatiscenti, edifici a rischio, soprattutto scolastici, e sulla necessità di intervenire sul riassetto idrogeologico del Paese attraverso un piano che non può essere episodico.
  Nello specifico, in riferimento ai territori a cui si riferiscono le mozioni di cui stamane ci occupiamo, dalle prime verifiche sugli edifici delle zone interessate dall'evento tellurico si segnalano non poche criticità: centri storici puntellati e chiusi, la compromissione di molti edifici pubblici, e i fondi che sono serviti per la prima emergenza sono stati attinti solo ed esclusivamente dalle già esigue casse comunali. È questa ovviamente l'occasione, come dicevo più in generale, per ricordare la necessità della prevenzione, della messa in sicurezza e di interventi strutturali antisismici per le zone d'Italia cosiddette ad alto rischio. È necessaria perciò una mappatura aggiornata dei territori e una gestione responsabile degli stessi.
  Nello specifico, è necessario intervenire urgentemente a sostegno delle popolazioni, degli enti e delle strutture colpiti dall'evento calamitoso con un'attenzione che tutte le mozioni oggi in discussione riservano, anche prestando attenzione a quanto è stato detto criticamente dai colleghi della Lega Nord. Occorre, oltre alla ricostruzione, rilanciare anche l'attività produttiva ed economica dei territori colpiti, molti dei quali, se adeguatamente valorizzati, mostrerebbero tutte le loro opportunità e tutte le loro enormi potenzialità anche sul versante turistico. Abbiamo detto che si tratta di zone bellissime dell'alto casertano e del beneventano, con un eccezionale patrimonio storico-artistico, chiese, monumenti e un paesaggio incontaminato invidiabile. Ma innanzitutto occorre porre immediatamente un riparo ai disagi che ancora oggi incontrano le famiglie e anche gli studenti di numerosi istituti scolastici interessati dai danni causati dal terremoto, ciò anche in conseguenza dell'interruzione dei collegamenti stradali in zone per lo più montuose.
  Proprio perché il Governo ne ha fatto un punto qualificante, quasi un punto d'onore nel suo programma, io richiamo l'attenzione del sottosegretario sul recupero immediato del patrimonio edilizio e infrastrutturale danneggiato dal recente evento sismico. Dunque, bene il richiamo che è stato fatto dal Governo a un necessario coordinamento di interventi tra Governo centrale e regione Campania, innanzitutto per politiche lungimiranti di riduzione del rischio sismico; accanto a questo, come già detto, occorre però rendere immediatamente disponibili i fondi necessari utilizzando anche quelli aggiuntivi per la coesione territoriale concernente la programmazione 2007-2013, questi ultimi soprattutto a sostegno dell'apparato produttivo delle località interessate dall'evento tellurico, già duramente provato, come ricordato nelle diverse mozioni, dalla difficile congiuntura economica. È condivisibile infine la sollecitazione, che il Governo ha fatto propria, per una verifica delle possibilità di accesso ai finanziamenti del Fondo di solidarietà dell'Unione europea per le calamità naturali.
  Per questi motivi, e in considerazione della posizione assunta dal Governo sul merito degli impegni proposti dalle varie mozioni, Scelta Civica accetta la riformulazione proposta, raccomandando tuttavia la massima attenzione e celerità nell'azione, che veramente renderebbero giustizia a quei territori che da tre mesi sono in attesa di un segnale concreto e fattivo di attenzione da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Girolamo. Ne ha facoltà.

  NUNZIA DE GIROLAMO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio il Governo per lo sforzo fatto su una materia così delicata, che ha colpito le province di Caserta, di Benevento, di Campobasso, Pag. 27nonché la città di Napoli. Tutti sanno che nell'area sismica di quel territorio in questo periodo, a cui si riferisce la mozione, ci sono stati moltissimi danni ad abitazioni private, edifici di pubblica utilità, scuole, ospedali e luoghi di culto. Molto preoccupante è anche l'approccio psicologico delle popolazioni in quel luogo che, anche in virtù – come ho sentito nel precedente intervento – di eventi del passato, vive spesso con la paura che alcune catastrofi si possano riverificare e quindi subiscono gravi condizionamenti nella loro attività quotidiana.
  Ricordo che l'area a cui si fa riferimento, e che ha visto lo scorso anno e all'inizio dell'anno in corso questo elevato livello di pericolosità sismica, si estende lungo tutta la catena degli Appennini fino alla Sicilia, dove noi incontriamo zone il cui grado di sismicità è elevatissimo. Quindi, non si può non tener conto del pericolo che ne può derivare.
  È per questi motivi che è giusto incentivare in queste zone la costruzione di edifici con criteri antisismici, nonché educare la popolazione a sapersi comportare in caso di terremoti. Sono numerose le sollecitazioni che sono arrivate da parte dei sindaci dei comuni colpiti da questi eventi per la messa in sicurezza degli immobili, sia ad uso privato che ad uso pubblico, oltre ovviamente alle richieste che ci vengono di assicurare sul territorio la presenza stabile dei vigili del fuoco, che ringraziamo per l'attività che svolgono quotidianamente nonostante le difficoltà di risorse che ci sono.
  La mozione quindi – e ringrazio ancora il Governo, annunciando il parere favorevole sulla riformulazione – aveva l'obiettivo proprio di chiedere al Governo di aumentare il più possibile lo stanziamento di risorse economiche da destinare alle popolazioni colpite dai terremoti, in modo da evitare sia l'isolamento che il danneggiamento che c’è stato in questi periodi. Inoltre, precisa che la messa in sicurezza delle reti di comunicazione è un altro elemento di vitale importanza per lo svolgimento delle attività quotidiane di lavoro in questi territori.
  Insistiamo dunque con forza affinché le risorse messe a disposizione dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea destinato alla calamità naturali vengano utilizzate e considerate dal Governo, perché riteniamo che questi siano momenti che giustificano l'utilizzo di questi fondi in quanto sono in grado di alleviare i disagi di intere comunità, già alle prese con le difficoltà della congiuntura economica di questi anni. È nostro dovere evitare che, a causa di imprevedibili e incontrollabili eventi naturali, i territori in questione vedano ulteriormente compromessa l'attività del proprio apparato produttivo con inevitabili e tragiche ricadute sui livelli occupazionali dell'intera zona e sul livello delle varie aziende.
  È per tutto questo, signor Presidente e onorevoli colleghi, che l'approvazione di questa mozione, di queste mozioni, costituisce un primo passo verso la tutela e la messa in sicurezza di un'intera area geografica del nostro Paese, di cui non si può non tener conto. Per questo, ringraziamo per tutta l'attività e lo sforzo fatto in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, sappiamo bene, per la storia del nostro Paese e per la storia di quel lembo di Mezzogiorno, colpito il 29 dicembre scorso da un terremoto di 4,9 di magnitudo, cosa significa il terremoto, che segna sempre uno spartiacque, spesso definitivo, nella vita quotidiana delle persone, nell'economia, nella società. Sappiamo anche la storia, il peso che essa porta su di noi, cosa ha significato, dopo 34 anni, il terremoto dell'Irpinia per la regione Campania, per il Mezzogiorno e per la biografia del nostro Paese.
  Quel terremoto determinò la manifesta incapacità di un pezzo di classe dirigente a rispondere non semplicemente all'emergenza, ma alla sfida della ricostruzione di un tessuto sociale che era stato frantumato Pag. 28da un evento drammatico. La vicenda del terremoto, però, non fu chiusa per un atto amministrativo, ma perché ci fu una lunga scia di scandali che attraversarono le classi dirigenti della Democrazia Cristiana, innanzitutto; fu chiusa dalla stessa Democrazia Cristiana con Oscar Luigi Scàlfaro, allora presidente della Commissione d'inchiesta sul terremoto.
  Noi non dobbiamo più ripetere quegli errori e, invece, ci siamo sistematicamente caduti anni dopo con il terremoto dell'Aquila, e con quel ritardo clamoroso e quelle risate insopportabili e ciniche e quegli scandali che hanno determinato non semplicemente un ritardo, ma lo smarrimento della stessa speranza, da parte delle popolazioni di quel territorio, di uno sbocco, di un'ipotesi di ricostruzione, di una capacità, come ha detto anche il Presidente del Consiglio nel suo discorso di insediamento in quest'Aula, di «rammendare» un territorio devastato da un assetto idrogeologico che non riesce a ripartire e che potrebbe essere un grande volano dell'economia e dello sviluppo, un territorio che è sistematicamente, diciamo, a rischio.
  Noi abbiamo bisogno di un intervento di carattere strutturale, non di un pannicello caldo né di una mancia per quelle popolazioni che, nel corso degli ultimi mesi, hanno subito l'assenza di una risposta da parte del Governo e della regione Campania. Quella vicenda va chiusa, ma va chiusa con interventi, e io su questo terreno non vedo, anche nella proposta di riformulazione del Governo, un'attenzione adeguata rispetto alle proposte che noi abbiamo avanzato. Quando il 60 per cento del patrimonio edilizio pubblico di quella regione e di quell'area non è ancora a norma rispetto al rischio sismico, perché fabbricato prima del 1974, quando 4.608 edifici scolastici della regione Campania e 259 ospedali – c'era chi lo ricordava – sono localizzati in aree sismiche, stiamo parlando non semplicemente di un episodio, sul quale bisogna intervenire, ma stiamo parlando della necessità di ricostruire, diciamo, un'idea di ristrutturazione, di rimettere in campo un grande investimento pubblico che metta in sicurezza quegli edifici.
  Per fare questo, abbiamo bisogno di misure serie. La prima, che noi proponiamo nella mozione, è intervenire sul Patto di stabilità interno dei comuni, altrimenti non ce la facciamo. Fare quello che non c’è nella regione Campania: il fascicolo di fabbricato, che consentirebbe di valutare e di conoscere lo stato di stabilità e di sicurezza di quegli edifici che vengono colpiti; assumere iniziative per garantire risorse necessarie e ingenti per interventi di riparazione e messa in sicurezza del territorio; prevedere adeguate risorse che siano destinate, innanzitutto, alla prevenzione e non intervengano a valle del problema.
  Per questo motivo, noi pensiamo sia giusto questo dibattito, sia giusto parlare alle popolazioni della provincia di Campobasso, del Sannio, del casertano, del matesino, ma sia giusto innanzitutto che il Parlamento lanci un messaggio di attenzione per interventi che non siano episodici e che non siano, diciamo, semplicemente un modo di lavarsi la coscienza. Abbiamo un passato che parla di terremoti che sono stati l'occasione per costruire sistemi di potere familistici e clientelari. Evitiamo di fare il bis (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Signor Presidente, desidero non soffermarmi particolarmente sul testo delle mozioni, anche perché le argomentazioni a loro sostegno sono state svolte in sede di illustrazione, e desidero innanzitutto anticipare l'adesione all'invito rivolto dal Governo sulla riformulazione relativamente ai dispositivi, anche perché nel dispositivo di cui il sottosegretario Legnini ha dato lettura il punto tre è sostanzialmente il dispositivo della mozione che mi vede come primo firmatario.
  Devo anche dire che l'occasione del dibattito di questa mattina viene colta da Pag. 29noi con particolare compiacimento – mi si consenta il termine – anche perché, con orgoglio, rivendico alla mia formazione politica il primato di aver posto la questione del terremoto nelle aree interne delle province di Caserta e di Benevento, con la presentazione della nostra mozione, alla quale poi hanno fatto seguito altre mozioni, ovviamente con letture, proposte e indicazioni di vario tipo, ma comunque consentendo al Parlamento di esprimersi ampiamente su questo tema e lanciando anche un segnale molto importante alle comunità delle aree interne, aree tradizionalmente disagiate e penalizzate, di attenzione e anche di sostegno rispetto ad un problema estremamente serio.
  Desidero anche respingere talune affermazioni, che nell'intervento del rappresentante della Lega sono state fatte, a proposito di una strumentalità della mozione presentata, perché un parlamentare, soprattutto se ha un legame con il territorio, così come oggi si auspica da più parti, è necessario che rappresenti in sede parlamentare le esigenze e le problematiche di quell'area. Una comunità ed un territorio che vivono un'esperienza di sisma, che, come è stato ricordato in larga parte delle mozioni, ha registrato nella sua prima scossa del 29 dicembre magnitudo 4.9 ed è stato poi seguito da una replica del 20 gennaio con magnitudo 4.2 ed uno sciame sismico di oltre sessanta scosse, credo che non sia un problema trascurabile, un problema di poco conto. Come pure, relativamente alla mancanza di una dichiarazione di stato di emergenza, il procedimento è in corso, le verifiche sono in corso da parte delle amministrazioni locali, da parte della sovrintendenza (proprio ieri c’è stato un incontro tecnico con la presidenza della regione Campania, relativamente, in particolar modo, al patrimonio storico che è stato fortemente colpito e danneggiato da questo sisma); quindi vi è un'attività seria, precisa, puntuale di verifica, di censimento e anche di quantificazione del danno.
  Un'ultima considerazione. Si è fatto riferimento, sempre nell'intervento del rappresentante della Lega, alla presenza del fenomeno dell'abusivismo edilizio, che certamente è un fenomeno importante e significativo in una regione come la Campania, ma che non è solo prerogativa della Campania, un'esclusiva della Campania. Questa volta però il riferimento è improprio, perché l'area in questione, quella cioè investita dal sisma, è compresa in un'area di parco a doppio regime vincolistico e può essere considerata, così come attestano anche i dati del Ministero dei beni culturali, assolutamente immune da questo fenomeno. Per cui, la citazione, almeno relativamente a questa circostanza, è assolutamente impropria e inconferente.
  Ovviamente, ringrazio il Governo per avere avuto l'attenzione e la sensibilità di recepire le nostre proposte, le nostre richieste, nel testo della mozione, sottolineando come, per quanto riguarda la mozione di Forza Italia-Il Popolo della Libertà, noi abbiamo chiesto l'impiego dei fondi di coesione territoriale, quindi la possibilità che direttamente dal territorio e con i soggetti istituzionali del territorio, con un ruolo centrale della regione Campania, si possa affrontare questa emergenza nella misura e con quelle che sono le esigenze reali, così come il lavoro serio, preciso e puntuale che, da parte delle amministrazioni locali, della Protezione civile e della regione Campania, è stato condotto in questi mesi.
  In questo modo, renderemo sicuramente un servizio utile alle nostre comunità e lo Stato, inteso in tutte le sue articolazioni, centrali e territoriali, saprà dare finalmente una risposta concreta ai bisogni dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, mi accingo a parlare e a illustrare questa mozione con un po’ di soggezione, quasi, perché come mai un toscano illustra una mozione sul terremoto campano ? Fino Pag. 30adesso, tra l'altro, hanno parlato quasi esclusivamente dei campani. Presidente, noi siamo convinti che, prima di tutto, qui, siamo dei deputati della Repubblica, e non deputati dei nostri feudi elettorali.
  Quindi, questo terremoto sfruttiamolo come campanello di allarme, perché è indubbio che, a cadenze più o meno regolari, l'Italia venga flagellata da terremoti; fortunatamente, questo non è stato disastroso come altri che hanno colpito la nostra penisola recentemente. Dicevo, sfruttiamo questo campanello di allarme per affrontare il problema in chiave soprattutto nazionale, invece che in chiave feudale.
  Una delle cose che ci preoccupa di più delle mozioni precedentemente illustrate è che sembra di andare incontro ad una pioggia incontrollata di fondi. Ecco, quindi, che tra i primi impegni della nostra mozione proponiamo una rendicontazione, in tempi precisi e certi, dei fondi reperiti, ovvero quanto è stato reperito per questo terremoto, da dove sono stati presi i fondi e, soprattutto, dove tali fondi vengono spesi.
  Proponiamo anche una sorta di priorità per reperire i fondi: accediamo prima ai fondi europei e poi, se abbiamo bisogno di risorse a livello nazionale, reperiamole – proponiamo noi – con la tassazione sui giochi d'azzardo e con la tassazione sugli stipendi dei parlamentari e dei politici in generale, perché sono colpevoli di avere a lungo ignorato problemi di questo tipo e di avere a lungo ignorato l'opportunità di effettuare una seria prevenzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Poi, vogliamo vederci chiaro anche sulla destinazione dei fondi: proponiamo di dare precedenza agli interventi strutturali, e quindi non al semplice rifare facciate degli edifici. Quindi, interventi strutturali sugli edifici diretti a famiglie, quindi alle abitazioni, e alle attività produttive. Proprio nell'ottica di avere una priorità nell'assegnazione dei fondi, proponiamo anche di sfruttare quello che la tecnica e la scienza ci mettono a disposizione.
  Ci sono tecnologie a disposizione dello Stato: penso, per esempio, ai dati del piano straordinario di telerilevamento ambientale, che, con tecniche di interferometria satellitare, permettono, in maniera spedita, di stimare il rischio residuo e di dare una priorità agli edifici più interessati dal sisma. Utilizziamo tecniche di questo tipo per sapere in maniera tecnica e scientifica dove vanno indirizzati gli interventi, evitando che possano andare, in maniera prioritaria, ad amici o parenti. Proponiamo, inoltre, di stabilizzare il bonus fiscale per l'adeguamento antisismico: adesso vi è il 65 per cento, che è stato affiancato all’ecobonus.
  Tra l'altro, non si venga a dire che è un problema di copertura economica, perché ci sono autorevoli studi, supportati anche dal centro studi della Camera, che hanno dimostrato che questo non è un costo per lo Stato. Anzi lo Stato, nel breve periodo, addirittura ci guadagna da questi incentivi fiscali, perché incassa subito tasse e tributi e concede il bonus fiscale, dilazionato nel tempo, andando poi alla fine addirittura «in pari», anche in virtù dell'emersione del lavoro nero, senza tacere il fatto che ciò fungerebbe da rivitalizzatore dell'economia soprattutto in chiave locale.
  Un altro punto, su cui insistiamo molto nella nostra mozione, è quello relativo alla percezione del rischio. Chiediamo che i dati del rischio siano resi pubblici. I cittadini hanno diritto di sapere qual è lo stato di rischio in cui vivono e lo stato di rischio in cui vanno i loro figli a scuola.
  Proponiamo anche di istituire delle pubblicità progresso per istruire la cittadinanza sui comportamenti virtuosi da tenere prima, dopo e durante i terremoti. È assurdo che mia figlia di cinque anni sappia perfettamente come comportarsi in caso di terremoto, perché glielo insegnano a scuola sotto forma di gioco, mentre la popolazione e la cittadinanza più matura non sappia quali sono i comportamenti da tenere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sapere cosa fare e dove andare fa la differenza fra la vita e la morte in casi di questo tipo.Pag. 31
  A tal proposito, mi collego anche ai piani di rischio che tutti i comuni dovrebbero avere obbligatoriamente per legge. Ma, dato che la legge non prevede delle sanzioni, alcuni comuni non li hanno affrontati oppure non si preoccupano di diffonderli tra la popolazione. Quindi chiediamo che il Governo intervenga per verificare lo stato di attuazione di questi piani di rischio.
  Sostanzialmente, ci dispiace constatare che, sulle nostre proposte, da un punto di vista economico, il Governo ci ha proposto una riformulazione estremamente annacquata che non ci convince. Quanto a quelle relative alla cultura del rischio e agli aspetti più tecnico-scientifici abbiamo constatato che il Governo non li ha compresi in pieno, addirittura li ha trattati con sufficienza. Ed ecco allora che dobbiamo constatare che la cultura del rischio sia assente prima di tutto in chi ci governa. È per questo che nutriamo forti dubbi che il problema del rischio sismico possa essere risolto in Italia da questi personaggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore «Enrico Fermi» di Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tofalo. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, come già detto dal collega Segoni non accettiamo la riformulazione del Governo, ne capiamo lo sforzo, ma quest'ennesimo episodio, tra l'altro meno significativo di altri, è solo la punta dell’iceberg di un problema nazionale ben più grande.
  Nonostante infatti l'Italia sia una terra a forte rischio sismico, la prevenzione non è ancora diventata la parola d'ordine, per cui – io, noi, del MoVimento 5 Stelle siamo abituati a parlar chiaro, diciamocelo tutti, ce lo siamo detto prima qui tra i banchetti – oggi siamo tutti qui e tra un po’ voteremo fondamentalmente per rimediare ad una «marchetta» da parte di alcune forze politiche NCD, Forza Italia (PdL, se così lo si vuole chiamare) nel tentativo di portare dei soldi così, in un posto.
  Noi, come MoVimento 5 Stelle, vogliamo proporre, come anche altre forze politiche, una soluzione che non vada a rimediare solo localmente, ma in ambito nazionale, per cui daremo qui – e abbiamo presentato questa mozione – il nostro contributo. C’è chi si sta impegnando a studiare e anche, se possibile, prevedere i terremoti, ad esempio gli studi sul radon, ma ciò che ci dice oggi la scienza e che sappiamo con certezza, con assoluta certezza, grazie appunto agli studi e ai continui monitoraggi, è che gran parte del territorio nazionale italiano è ad alto rischio sismico.
  In particolare, la zona dei monti del Matese ha un livello di pericolosità sismica molto alto, tra i più elevati in Italia, come ci ha spiegato il direttore del centro nazionale terremoti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Alberto Michelini.
  Io vorrei ricordare a quest'Aula l'ordinanza n. 3274 del 2003, che suddivideva il territorio italiano in quattro zone. La zona 1 era quella a rischio sismico più elevato, fino ad una zona 4, la meno pericolosa. Poi, ovviamente, successivamente, fino al 2012, ci sono stati degli aggiornamenti anche sulla pubblicazione dell'elenco dei comuni da parte della Protezione civile.
  Però questa ordinanza è importante perché diede l'opportunità, anche se con colpevole ritardo, di effettuare una verifica di sicurezza delle costruzioni strategiche, tra cui senz'altro figurano le scuole. Ricordiamo che i controlli iniziarono sull'emozione, perché qua in Italia se non muore qualche bimbo non facciamo mai nulla. Quindi, sull'emozione per l'episodio di San Giuliano di Puglia, si sarebbe dovuto concludere, entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della legge (2003), quindi entro il 2008, questo studio, ma ovviamente questa data è stata prorogata fino a dicembre 2009, dopo il terremoto de L'Aquila. Successivamente è stata ulteriormente prorogata fino a dicembre 2010 e Pag. 32ad oggi sembra essere finita nel dimenticatoio. Non si sa quante scuole siano state monitorate, né soprattutto quali siano i provvedimenti che derivano da questa acclarata inadeguatezza della stragrande maggioranza di questi edifici.
  Un'inchiesta abbastanza recente della fine del 2012 del magazine Wild arriva alla conclusione che le verifiche sismiche sulle scuole avrebbero impegnato dal 2004 al dicembre 2012 circa 135 milioni di euro. L'elevato costo sarebbe una delle ragioni per cui sono state fatte poche verifiche in tutta Italia, su meno del 50 per cento delle scuole ad alto rischio.
  Ma la cosa assurda, sulla quale è doveroso fare una riflessione oggi in Aula, è che la verifica è obbligatoria ma non lo è l'intervento, anche in caso di acclarata grave vulnerabilità sismica. Quindi, lo Stato, cioè noi facciamo una legge che dovrebbe garantire una maggiore sicurezza, salvo poi giustificare il mancato intervento, che dovrebbe essere consequenziale alle verifiche fatte, con la mancanza di fondi che lo stesso Stato dovrebbe stanziare, come se l'intervento da effettuare fosse un fastidioso adempimento da cui sfuggire e non riguardasse la stabilità di strutture strategiche che ospitano i nostri figli. È indifferibile lo stanziamento di una cifra adeguata per la messa in sicurezza dei luoghi pubblici, che sono i nostri luoghi, quelli che affolliamo noi e i nostri cari. Ma occorre intervenire subito e senza lungaggini burocratiche.
  In particolare, parlando della Campania – e qua veniamo anche sul locale – questa è sicuramente una delle zone a più alto rischio sismico. Eppure, secondo l'ultimo rapporto Ecosistema scuola di Legambiente, circa il 60 per cento del patrimonio edilizio scolastico della regione è precedente al 1974, anno di entrata in vigore delle norme sull'edificazione nelle zone a rischio sismico. Solo l'8,4 per cento risulta costruito secondo criteri antisismici, solo nel 31,1 per cento dei casi è stata effettuata la verifica di vulnerabilità antisismica, a fronte di un 100 per cento di edifici posti in area a rischio sismico.
  Quindi, proprio per questi motivi, per quelli detti prima dal collega Segoni, noi ci asterremo su questa proposta da parte del Governo; ripeto, ne apprezziamo lo sforzo, ma nasce da una «marchetta» di altre forze politiche e si è voluto rimediare in Aula, per cui ci asterremo, perché poi i contenuti sono stati limati, giustamente. Voteremo a favore della mozione di SEL, che introduce il fascicolo del fabbricato: è una cosa giusta perché dà un quadro puntuale di quella che è la situazione del fabbricato. Lasciamo agli atti lo sforzo del MoVimento 5 Stelle, da quando è entrato in questo Parlamento, di ribadire – e lo ribadisco ancora una volta – di passare velocemente dalla politica della continua emergenza, attuata da tutti i Governi che si sono succeduti, anche da questo Governo Renzi, ad una politica reale di prevenzione, non solo quando, purtroppo, vediamo uomini e donne, anziani e bambini morti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tartaglione. Ne ha facoltà.

  ASSUNTA TARTAGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, permettetemi di esprimere innanzitutto la mia solidarietà personale e quella di tutto il gruppo del PD alle comunità delle province di Avellino e di Foggia che nei giorni scorsi hanno sentito nuovamente la terra tremare.
  Tornando alla mozione che ci occupa, il 29 dicembre 2013 e il 20 gennaio 2014 le popolazioni campane e molisane, in particolar modo quelle dell'Alto Casertano, del Sannio e della provincia di Campobasso sono state colpite da due eventi sismici entrambi superiori al quarto grado della scala Richter. I richiamati sismi non solo hanno seminato il panico nella popolazione locale, ma hanno determinato ingenti danni materiali, segnando la vita quotidiana dei comuni interessati. Come Partito Democratico, in particolare come Democratici campani, riteniamo che lo Stato debba, ad oltre tre mesi di distanza dai fatti, dimostrare concretamente tutta la vicinanza a questi territori.Pag. 33
  Per effetto del sisma numerosi edifici, sia pubblici che privati, sono stati compromessi. Edifici scolastici e di culto, strutture ospedaliere hanno subito danni particolarmente seri. È bene ricordare che sono stati interessati anche beni monumentali e che l'area interessata dagli eventi sismici è in buona parte sottoposta a vincolo paesaggistico.
  La Protezione civile ha provveduto a garantire i primi necessari interventi e, successivamente, i comuni si sono fatti carico delle iniziative necessarie per riportare la situazione ad un certa normalità. Come detto, però, è giunto il momento di dar vita ad interventi che possano definitivamente sollevare le popolazioni locali dai disagi causati dagli eventi sismici. La mozione presentata da noi deputati democratici della Campania vuole sollecitare il Governo ad intervenire al più presto e nel migliore dei modi. Il problema della tutela del territorio, del resto, non è e può essere limitato solo alle aree interessate dai richiamati ultimi eventi sismici, né lo Stato può continuare a rispondere solo ed unicamente alle emergenze.
  Ancora oggi, nonostante gli avanzamenti delle conoscenze e delle tecniche costruttive, gli effetti causati dai terremoti che colpiscono ciclicamente il nostro Paese appaiono sempre devastanti, anche in presenza di eventi di media intensità. È, quindi, necessario che la comunità nazionale si interroghi sulle ragioni profonde che ostacolano il raggiungimento di un'effettiva mitigazione del rischio. La presenza diffusa di un edificato storico vulnerabile, la complessità dei processi decisionali, la scarsa manutenzione del costruito e la difficoltà di reperire risorse finanziarie adeguate costituiscono un serio limite allo sviluppo di una coerente ed incisiva politica di mitigazione del rischio sismico. La valutazione del rischio è il presupposto di qualunque corretta politica di prevenzione. Il tema della valutazione del rischio sismico e delle politiche di mitigazione è complesso e coinvolge numerose discipline. Non possiamo lasciare gli enti di ricerca e gli enti territoriali da soli in questo lavoro. Le scelte di prevenzione non si risolvono esclusivamente in ambito tecnico-scientifico, ma devono coinvolgere importanti aspetti socio-economici e di pianificazione territoriale.
  Le esperienze di altri Paesi mostrano che un'efficace politica di prevenzione consente di ridurre vittime e danni al patrimonio abitativo ed ambientale. In Italia, le amministrazioni si trovano sempre più impegnate ad affrontare e gestire l'emergenza piuttosto che a prevenire il rischio. D'altronde, per i responsabili della cosa pubblica, soprattutto a livello locale, il rischio sismico molto difficilmente si trasforma in ricerca dei mezzi più adatti a ridurre le conseguenze del sisma, in attenta prassi amministrativa, in sollecita applicazione delle norme, in costante controllo della loro osservanza. È necessario puntare sulla diffusione della cultura della gestione del rischio, sull'informazione, sulla realizzazione di interventi di messa in sicurezza realizzati dalle amministrazioni locali e portati come esempi di buona pratica. L'ordine dei geologi della Campania ha sostenuto la necessità di sviluppare una seria e sistematica politica pluriennale di previsione e prevenzione del rischio sismico, tenuto conto che, in Campania, ben 4.608 edifici scolastici e 259 ospedali sono localizzati in aree ad elevato rischio sismico, mentre tutti i comuni, secondo l'ultimo aggiornamento delle mappe sismiche, sono stati classificati, a diverso grado, a rischio sismico e circa il 50 per cento ha subito quantomeno un incremento di classe sismica, oppure è stato classificato sismico, mentre prima non lo era.
  Allargando lo sguardo alle regioni «Obiettivo Convergenza» (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia), il totale degli edifici strategici (scuole e strutture sanitarie) a rischio sismico è pari a 14 mila, il 56 per cento del totale nazionale. Il dettaglio delle scuole a rischio sismico nelle altre regioni della Convergenza è preoccupante, basti pensare che in Sicilia e Calabria è pari rispettivamente al 20 ed al 13 per cento del totale nazionale. Da uno studio di ANCE nazionale emerge che il Governo ha indicato in circa 15 mila gli Pag. 34edifici pubblici per l'istruzione che presentano urgente necessità di rilevanti interventi di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza. Inoltre, per 10 mila di queste strutture è già stata ipotizzata la demolizione. Si tratta di un terzo del patrimonio attuale. Per la sola messa in sicurezza degli edifici scolastici esistenti, secondo stime della Protezione civile, sarebbero necessari circa 13 miliardi di euro. Ma a tale fabbisogno si aggiunge quello relativo agli investimenti necessari per la riqualificazione energetica e gli adeguamenti funzionali degli edifici. Dal punto di vista delle fonti di finanziamento, si registra la solita frammentazione. Secondo calcoli ANCE, circa 1,2 dei 2,3 miliardi di euro stanziati dallo Stato nel corso degli ultimi dieci anni per la riqualificazione delle scuole, quindi il 53 per cento, rimangono ancora da attivare.
  Anche le strutture produttive sono soggette ad elevato rischio. Nel 2011 sono presenti sul territorio nazionale ben oltre 300 mila capannoni a esclusivo o prevalente uso produttivo. Ben quattro capannoni su dieci sono stati realizzati tra il 1971 e il 1990 e quasi tre su dieci sono stati costruiti dopo il 1990. Nelle aree a elevato rischio sismico rientrano oltre 95 mila strutture, pari al 29 per cento del totale. La Campania ha il maggior numero di strutture nelle aree a rischio, oltre 15 mila, seguita dalla Sicilia, con oltre 12 mila capannoni.
  Come detto, in Italia al rischio sismico si affianca troppo spesso quello idrogeologico. La superficie italiana ad elevata criticità idrogeologica è per il 58 per cento soggetta a fenomeni di frana e per il 42 per cento a rischio alluvione. La Lombardia, la Campania ed il Molise sono le prime tre regioni italiane per il livello di esposizione al rischio. E moltissimi comuni di dette regioni hanno una quota di superficie territoriale interessata da aree di elevata criticità.
  La pericolosità degli eventi naturali è, come detto, senza dubbio amplificata dalla elevata vulnerabilità del patrimonio edilizio italiano. Oltre il 60 per cento degli edifici italiani (circa 7 milioni) è stato costruito prima del 1971, quindi prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica per nuove costruzioni. Di questi, oltre 2,5 milioni risultano in pessimo o mediocre stato di conservazione.
  Dallo scenario descritto emerge l'urgenza di attivare un piano di manutenzione straordinaria dell'intero territorio nazionale, con l'obiettivo di mettere in sicurezza gli edifici sensibili come scuole ed ospedali, ma anche quelli utilizzati nelle attività produttive, e più complessivamente eliminare il più possibile le cause strutturali di una condizione di generale rischio per una fetta molto ampia di popolazione. Le strutture pubbliche e private vanno adeguate alle normative antisismiche, utilizzando prioritariamente la leva fiscale della detrazione per gli interventi di consolidamento antisismico degli edifici.
  Accogliamo l'invito del Governo a che la detrazione non sia del 65 per cento, anche se varie indagini al riguardo hanno confermato che l'agevolazione fiscale del 65 per cento per le ristrutturazioni edilizie si è dimostrata una delle misure più anticicliche ed efficaci attivate negli ultimi anni, con effetti decisamente positivi sul bilancio del nostro Paese. Bisogna, pertanto, che il Governo renda strutturale una cospicua detrazione fiscale per l'adeguamento antisismico degli edifici, con l'obiettivo di mitigare il rischio sismico.
  È necessario, comunque, che il Governo, d'intesa con gli enti territoriali, reperisca le necessarie risorse finanziarie...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ASSUNTA TARTAGLIONE. ... da destinare alla riparazione dei danni alle infrastrutture, alle reti di comunicazione, alle abitazioni private, agli edifici pubblici e di culto, anche a valere sui fondi aggiuntivi per la coesione territoriale, nazionali e comunitari. È indispensabile accedere ai finanziamenti del Fondo di solidarietà dell'Unione europea per le grandi calamità e sostenere, con particolare attenzione, il sistema imprenditoriale e produttivo delle Pag. 35aree interessate dagli eventi sismici, già fortemente indebolito dalla crisi economica di questi anni.
  La tutela del nostro territorio nazionale dev'essere prioritaria. Siamo sicuri che il Governo non lascerà sole le popolazioni campane e partendo dagli eventi sismici in Campania e Molise darà luogo a iniziative valide ed utili per l'intero territorio nazionale.
  Proprio oggi, oltretutto, il Ministro dell'ambiente Galletti è in Campania per alcuni sopralluoghi in aree a rischio per la salute dei cittadini e certamente avrà la possibilità...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ASSUNTA TARTAGLIONE. ... di raccogliere direttamente dalla voce delle istituzioni locali e dalle comunità locali segnali chiari e univoci sulla necessità di interventi strutturali a favore delle popolazioni che stanno vivendo una grave situazione di disagio e che oggi necessitano dell'attenzione massima dello Stato.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ASSUNTA TARTAGLIONE. In conclusione, ribadiamo necessario e urgente intervenire per restituire una vita dignitosa a quei cittadini che, oltretutto, stanno vivendo sulla propria pelle in maniera più pesante di altre aree del Paese anche la crisi economica.

  PRESIDENTE. Grazie.

  ASSUNTA TARTAGLIONE. Per questi motivi annuncio il voto favorevole del Partito Democratico alla mozione in oggetto, accogliendo le riformulazioni fatte dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
  Passiamo ai voti.
  Prendiamo posto. Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Avverto che, a seguito della riformulazione proposta dal Governo e accolta dai presentatori, i dispositivi delle mozioni Sarro e Brunetta n. 1-00387, De Girolamo e Calabrò n. 1-00389, Tartaglione ed altri n. 1-00410 risultano identici.
  Con riferimento a tali mozioni si procederà, pertanto, ad un'unica votazione congiunta degli identici impegni e, successivamente, saranno poste in votazione le premesse delle singole mozioni, sulle quali il parere del Governo è comunque favorevole. Successivamente, saranno poste in votazione le mozioni Colonnese ed altri n. 1-00403 e Scotto ed altri n. 1-00404, i cui presentatori non hanno accolto la riformulazione proposta dal Governo e in relazione alle quali il parere del Governo è da intendersi contrario.
  Prima di passare ai voti – intanto, invito i colleghi a prendere posto –, saluto gli insegnanti e gli studenti dell'Istituto di istruzione secondaria «Fermi-Galilei» di Torino, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). A questo punto, salutiamo e ringraziamo anche i nostri assistenti parlamentari, che seguono queste scuole e illustrano la struttura, la storia e anche il funzionamento di Montecitorio a tanti studenti. Grazie (Applausi).

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui dispositivi, che risultano identici a seguito della riformulazione del Governo accettata dai presentatori, delle mozioni Sarro e Brunetta n. 1-00387, De Girolamo e Calabrò n. 1-00389 e Tartaglione ed altri n. 1-00410, sui quali il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 36

  Lombardi, Tartaglione, Palma, Folino, Turco, Pellegrino, Vitelli. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  304   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
 303    
    Hanno votato
no    1).    

  (I deputati Cassano e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse della mozione Sarro e Brunetta n. 1-00387, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Dell'Aringa, Oliverio, Mauri. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  401   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 295    
    Hanno votato
no  106).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse della mozione De Girolamo e Calabrò n. 1-00389, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Folino, Battelli, Pilozzi, Terzoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  376   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 295    
    Hanno votato
no   81).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse della mozione Tartaglione ed altri n. 1-00410, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zolezzi, Tidei.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  295   
   Astenuti  129   
   Maggioranza  148   
    Hanno votato
 295).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Colonnese ed altri n. 1-00403, in quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni... provi a votare, perfetto... altri che non riescono a votare ? Piras...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 37

   (Presenti  427   
   Votanti  410   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  296).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Scotto ed altri n. 1-00404 in quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino... ha votato ? Malpezzi, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  402   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 109    
    Hanno votato
no  293).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e la deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 13,05).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, volevo sollevare nuovamente la questione dell'avvelenamento di 700 mila abruzzesi, derivante dall'acqua inquinata che viene data a seguito della discarica più grande d'Europa localizzata a Bussi, a seguito di una concezione criminale da parte degli industriali che per decenni e decenni hanno interrato rifiuti tossici di ogni tipo in questa discarica. Chi ne paga le conseguenze sono i cittadini della Val Pescara che per anni e anni hanno bevuto acqua avvelenata.
  È in corso un processo peraltro in questi giorni presso la Corte d'assise di Chieti. Ma non è di questo che volevo parlare; nelle mie sei interrogazioni ho chiesto al Governo, senza avere finora risposta, di finanziare la bonifica del sito di Bussi. Quella discarica è la più grande d'Europa; per gravità è paragonabile a quella di Taranto, ma a Taranto c’è una differenza: lavorano 30 mila operai, a Bussi sono state licenziate le migliaia di operai che vi lavoravano nel corso del Novecento, ma non c’è neanche un posto di lavoro, in cambio di questa miniera di veleni e di rifiuti tossici. Il Governo Letta non ha mai risposto, il Governo Renzi deve rispondere, perché ci sono centinaia di migliaia di cittadini che stanno pagando con la loro salute.
  Sono stati stanziati 50 milioni di euro per la bonifica di quel sito e non sono neanche stati spesi, ce ne vorrebbero almeno 600 di milioni per bonificare quella discarica. Il Governo è chiamato ad assumersi le sue responsabilità, ed è grave, vergognoso, scandaloso che il Governo non trovi neanche il tempo di rispondere a quello che dovrebbe fare, in quell'area derelitta, abbandonata ci sono 700 mila persone che hanno bevuto acqua avvelenata, e degli industriali senza scrupoli hanno violato l'articolo 41 della Costituzione, che dice che in questo Paese l'iniziativa economica è libera, ma non può contrastare con la dignità, la salute e la sicurezza dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Melilla. La Presidenza si farà carico di sollecitare al Governo una risposta agli atti di sindacato ispettivo da lei presentati.

Pag. 38

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale (ore 13,06).

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale l'onorevole Marco Baldassarre, in sostituzione dell'onorevole Giulia Grillo, dimissionaria.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 13,07).

  SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, «Per la sua età e la sua esperienza pregressa mi sembra tagliata per questa posizione, poi un attimo di gelo, i suoi occhi si posano sulla mia fede; vedo che è sposata, ha anche figli ? No, io, decisa. Ma non mi fraintenda, noi non potremmo che essere felici se lei un giorno ci desse la notizia di essere in attesa. Ricambiai con uno sguardo a metà tra il serio e un pizzico di ingenua ammirazione mista ad una congenita differenza partenopea. Non è mia intenzione al momento avere figli, vorrei innanzitutto migliorare la mia posizione lavorativa. Dopo tre giorni ricevo un’e-mail: ci spiace abbiamo preferito una collega che non ha altre priorità che quella di lavorare. Ma vada a quel Paese – e lo sto modificando - ! Qual era la mia, forse quella di rubare lo stipendio ? Ho pensato nei giorni successivi di voler aggiungere al curriculum: segni particolari sterile». Vede, Presidente, questa è una lettera-denuncia di una giornalista che si è trovata in questa posizione, che è stata discriminata perché donna.

  PRESIDENTE. Le chiedo una cortesia, però: tenga il microfono vicino perché abbiamo difficoltà a sentire.

  SILVIA GIORDANO. Ora, essere donna, moglie e madre non può e non deve essere considerato un handicap. Vede, purtroppo non c’è nessuna legge che può aiutare in questa situazione, ma deve essere l'istruzione e soprattutto un corretto rivolgersi nei confronti delle donne, perché ci vuole rispetto. È questo quello che sta mancando. Al di là di tutto quello che si può dire, che le leggi devono aiutare le donne, perché non è questo. Questo ci fa ancora di più considerare degli esseri inferiori.
  Quindi, per cortesia, cerchiamo di riprenderci la nostra dignità e soprattutto cerchiamo di ricordare quanto valgono le donne, quanto essere mamma e quanto essere moglie può valere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SALVATORE MICILLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO. Signor Presidente, sappiamo che in questo momento il Ministro Galletti...

  PRESIDENTE. Devo chiedere anche a lei, mi spiace, di cambiare microfono, perché evidentemente c’è un problema con quello che sta usando. Oggi abbiamo qualche problema con l'impianto audio.

  SALVATORE MICILLO. Siamo informati che in questo momento il Ministro dell'ambiente Galletti sta visitando il deposito di ecoballe di Taverna del Re, nel giuglianese. Noi, al Ministro precedente, Orlando, ai vari assessori regionali e al presidente della regione Campania, Caldoro, abbiamo consegnato il nostro piano alternativo per far smaltire quelle ecoballe, che è in forte contrasto con la proposta di inceneritore. Noi idealmente consegneremo, anche attraverso i cittadini che è questo momento sono sul territorio, quel distretto del riciclo che vorremmo Pag. 39portare all'attenzione nazionale per non far costruire un inceneritore su quel territorio, che è già devastato da tantissime discariche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FABIO RAMPELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, intervengo soltanto per pochi minuti. Volevo far presente quanto segue: ritorno in Aula dopo l'interdizione che è stata comminata per dieci giorni insieme ad altri colleghi parlamentari. Siccome conosco l'itinerario dei nostri lavori e so che si sta operando per trasformare – spero sia la volta buona – il nostro Regolamento in qualcosa di più pertinente, di più moderno e di più dinamico, per la revisione del nostro Regolamento vorrei restasse agli atti una richiesta di modifica dell'attuale articolo 60, in base al quale le cosiddette sanzioni vengono comminate senza praticamente diritto di appello, quindi con inappellabilità assoluta, oltretutto individuando un range da due a quindici giorni di interdizione che, a mio giudizio, rischia di diventare autoritario e lesivo anche del diritto dei parlamentari di svolgere il proprio ruolo. Basti pensare che molti tra noi dei cosiddetti interdetti hanno avuto una sanzione di dieci giorni, cioè di cinque giorni inferiore rispetto a chi ha fatto uso di violenza.
  Quindi, forse anche questo lieve, piccolissimo difetto di fabbricazione del nostro Regolamento dovrebbe essere meglio sondato. Infatti, abbiamo alzato un cartello e assunto – come io ho fatto – la responsabilità di una protesta, come hanno fatto tanti altri colleghi. Non ho alcuna intenzione di pentirmi di quel gesto; semmai dovevano pentirsi coloro i quali hanno gestito l'Aula in quella maniera vergognosa e antidemocratica o chi ha «calato» quel provvedimento che è all'esame dell'Europa, perché ci è stato detto dall'Europa esattamente quello che noi abbiamo tentato di dire in Aula rispetto alla Banca d'Italia.

  PRESIDENTE. Grazie.

  FABIO RAMPELLI. Quindi il tema è questo: non ci può essere una differenza irrilevante tra chi fa uso di violenza e chi compie delle legittime quanto sanzionabili manifestazioni di carattere politico.
  Questa è un'Aula parlamentare, non è un collegio di educande. Ci si sta per fare leggi e ci si sta anche per fare delle battaglie politiche come quelle che abbiamo fatto noi.

  PRESIDENTE. Onorevole Rampelli, le decisioni dell'Ufficio di Presidenza in materia di sanzioni non possono essere oggetto di dibattito. Pur tuttavia, siccome ella formulava un auspicio di riforma in ordine ad un articolo del Regolamento, giacché il suo gruppo è doverosamente anche rappresentato in Giunta per il Regolamento, io la invito a conferire con il collega Corsaro, che se non sbaglio è il suo referente per Fratelli d'Italia in Giunta per il Regolamento, e presentare eventualmente una proposta di riforma nella direzione che il suo gruppo riterrà più opportuno.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, semplicemente per chiedere nuovamente di ottenere risposta alle interrogazioni presentate. Presidente, alcune mie interrogazioni risalgono addirittura ad aprile dell'anno scorso. Le mie interrogazioni sono le nn. 4-01288, 4-01634, 4-01838, 4-03389 e 4-03615.
  Nessuna interrogazione ha ottenuto risposta; le chiederei cortesemente e nuovamente di fare pressione sul Governo perché ci sembra una cosa logica e lecita quella di fare le interrogazioni.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Villarosa. Ovviamente, la Presidenza si farà Pag. 40nuovamente carico di sollecitare presso il Governo la risposta ai suoi atti di sindacato ispettivo.

  GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, mi trovo costretto per l'ennesima volta anch'io a rinnovare l'invito a rispondere alle interrogazioni a risposta scritta. Ricordo che noi, come gruppo parlamentare, presentammo già qualche mese fa una lettera alla Presidenza, alla Presidente Boldrini, chiedendo appunto di interloquire con il Governo e sollecitarlo, perché dai dati che noi avevamo estrapolato risultava che la stragrande maggioranza, circa il 90 per cento, delle interrogazioni a risposta scritta era di fatto senza risposta, non solo le nostre, ma quelle di tutto il Parlamento. L'allora Ministro per i rapporti con il Parlamento Franceschini si impegnò, con una risposta ufficiale alla Presidenza che poi ci è stata girata, ad attivarsi in quel senso e a sollecitare i Ministeri a rispondere alle interrogazioni.
  Ecco, nulla è cambiato rispetto a prima, la situazione è sempre la stessa, le interrogazioni a risposta scritta restano nella stragrande maggioranza dei casi senza risposta. Quindi, oltre a sollecitare una risposta alle mie interrogazioni alcune delle quali, come nel caso del collega, risalgono a marzo, quindi all'insediamento delle Camere, chiedo all'Ufficio di Presidenza, in attesa che formalizziamo con una lettera un'ulteriore richiesta, quanto meno di sollecitare il Governo e il nuovo Ministro per i rapporti con il Parlamento a interessarsi con i colleghi affinché si ponga fine a questa pratica, che ormai ha dell'imbarazzante, perché non ricevere risposta a interrogazioni parlamentari è, come ben sappiamo... L'atto di sindacato ispettivo è una delle funzioni principali che è riconosciuta a questo Parlamento; se ci togliete anche questo, ci sentiamo dei «pigiabottoni» abbastanza inutili e che non hanno ragione di esistere. Aboliamo anche la Camera a questo punto, così facciamo prima.

  PRESIDENTE. Come lei ha ricordato, la Presidenza allora sollecitò il Governo, poi è cambiato anche il Governo. Ad ogni buon conto, la Presidenza si farà carico anche della questione che ella ha sottoposto all'Assemblea.
  A questo punto, se non vi sono altri interventi, sospendo la seduta che riprenderà, come ho detto prima, al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, al fine di dare comunicazione del relativo esito.

  La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di aprile 2014 e conseguente aggiornamento del programma.

Testo sostituito con errata corrige volante   PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile 2014:
  Lunedì 31 marzo (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna)
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1619 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona, fatto a Bruxelles il 13 giugno 2012.
   Discussione sulle linee generali della mozione Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00339 concernente iniziative per l'esclusione dai vincoli previsti dal patto di stabilità interno delle spese volte a finanziare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.

  Martedì 1o aprile (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)Pag. 41
  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 331-B ed abbinata – Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
   proposta di legge n. 204-B ed abbinate – Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
   disegno di legge n. 1619 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona, fatto a Bruxelles il 13 giugno 2012.
  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile 2014:

  Lunedì 31 marzo (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna)
   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1619 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona, fatto a Bruxelles il 13 giugno 2012.
   Discussione sulle linee generali della mozione Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00339 concernente iniziative per l'esclusione dai vincoli previsti dal patto di stabilità interno delle spese volte a finanziare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.

  Martedì 1o aprile (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)Pag. 41
  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 331-B ed abbinata – Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
   proposta di legge n. 204-B ed abbinate – Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
   disegno di legge n. 1619 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo concernente le preoccupazioni del popolo irlandese relative al Trattato di Lisbona, fatto a Bruxelles il 13 giugno 2012.

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame delle mozioni:
   Molea ed altri n. 1-00327, Lacquaniti ed altri n. 1-00388, Abrignani e Palese n. 1-00394, Schirò ed altri n. 1-00395, Allasia ed altri n. 1-00396, Prodani ed altri n. 1-00397, Benamati ed altri n. 1-00401 e Pagano ed altri n. 1-00402 concernenti iniziative a sostegno del settore del turismo;
   Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00339 concernente iniziative per l'esclusione dai vincoli previsti dal patto di stabilità interno delle spese volte a finanziare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.
  Mercoledì 2 e giovedì 3 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 4 aprile) (con votazioni)
  Esame del disegno di legge n. 1542-B – Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (previa votazione delle questioni pregiudiziali, preannunciate in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo).
  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Molea ed altri n. 1-00327, Lacquaniti ed altri n. 1-00388, Abrignani e Palese n. 1-00394, Schirò ed altri n. 1-00395, Allasia ed altri n. 1-00396, Prodani ed altri n. 1-00397, Benamati ed altri n. 1-00401 e Pagano ed altri n. 1-00402 concernenti iniziative a sostegno del settore del turismo;
   Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1-00339 concernente iniziative per l'esclusione dai vincoli previsti dal patto di stabilità interno delle spese volte a finanziare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.

  Mercoledì 2 e giovedì 3 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 4 aprile) (con votazioni)
  Esame del disegno di legge n. 1542-B – Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (previa votazione delle questioni pregiudiziali, preannunciate in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo).

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella giornata di martedì 1o aprile e non conclusi.
  Lunedì 7 aprile (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna)
  Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella giornata di martedì 1o aprile e non conclusi.

  Lunedì 7 aprile (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna)

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2162 – Conversione in legge del decreto-legge 6 marzo 2014, n. 16, recante disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche (da inviare al Senato – scadenza: 5 maggio 2014);
   proposta di legge n. 2213 – Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, recante norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, e relative disposizioni transitorie inerenti alle elezioni da svolgere nell'anno 2014 (Approvata dal Senato).
  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2162 – Conversione in legge del decreto-legge 6 marzo 2014, n. 16, recante disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche (da inviare al Senato – scadenza: 5 maggio 2014);
   proposta di legge n. 2213 – Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, recante norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, e relative disposizioni transitorie inerenti alle elezioni da svolgere nell'anno 2014 (Approvata dal Senato).

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali della mozione Gelmini ed altri in materia di servizi per l'infanzia (in corso di presentazione).
  Martedì 8, mercoledì 9 e giovedì 10 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 11 aprile) (con votazioni)
  Discussione sulle linee generali della mozione Gelmini ed altri in materia di servizi per l'infanzia (in corso di presentazione).

  Martedì 8, mercoledì 9 e giovedì 10 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 11 aprile) (con votazioni)

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   progetti di legge previsti nella settimana precedente e non conclusi;
   disegno di legge n. 2162 – Conversione in legge del decreto-legge 6 marzo 2014, n. 16, recante disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche (da inviare al Senato – scadenza: 5 maggio 2014);
   proposta di legge n. 2213 – Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, Pag. 42recante norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, e relative disposizioni transitorie inerenti alle elezioni da svolgere nell'anno 2014 (Approvata dal Senato).
  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   progetti di legge previsti nella settimana precedente e non conclusi;
   disegno di legge n. 2162 – Conversione in legge del decreto-legge 6 marzo 2014, n. 16, recante disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche (da inviare al Senato – scadenza: 5 maggio 2014);
   proposta di legge n. 2213 – Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, Pag. 42recante norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, in materia di garanzie per la rappresentanza di genere, e relative disposizioni transitorie inerenti alle elezioni da svolgere nell'anno 2014 (Approvata dal Senato).

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame delle mozioni:
   Gelmini ed altri in materia di servizi per l'infanzia (in corso di presentazione);
   previste nella settimana precedente e non concluse.
  Martedì 8 aprile, dalle ore 13,30 alle ore 15, avrà luogo l'elezione di un Segretario dell'Ufficio di Presidenza.

  Lunedì 14 aprile (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna)
  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Gelmini ed altri in materia di servizi per l'infanzia (in corso di presentazione);
   previste nella settimana precedente e non concluse.

  Martedì 8 aprile, dalle ore 13,30 alle ore 15, avrà luogo l'elezione di un Segretario dell'Ufficio di Presidenza.

  Lunedì 14 aprile (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna)

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2208 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 19 maggio 2014);
   disegno di legge n. 2215 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nonché di impiego di medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senatoscadenza: 20 maggio 2014);
   proposta di legge n. 224 ed abbinate – Modifiche agli articoli 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico.
  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2208 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 19 maggio 2014);
   disegno di legge n. 2215 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nonché di impiego di medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senatoscadenza: 20 maggio 2014);
   proposta di legge n. 224 ed abbinate – Modifiche agli articoli 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico.

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione sulle linee generali della mozione Cirielli ed altri n. 1-00248 concernente iniziative per la tutela delle vittime di reato.
  Martedì 15, mercoledì 16 e giovedì 17 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
  Discussione sulle linee generali della mozione Cirielli ed altri n. 1-00248 concernente iniziative per la tutela delle vittime di reato.

  Martedì 15, mercoledì 16 e giovedì 17 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2208 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 19 maggio 2014);
   disegno di legge n. 2215 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nonché di impiego di medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senatoscadenza: 20 maggio 2014);
   proposta di legge n. 224 ed abbinate – Modifiche agli articoli 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico.
  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2208 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 19 maggio 2014);
   disegno di legge n. 2215 – Conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nonché di impiego di medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale (da inviare al Senatoscadenza: 20 maggio 2014);
   proposta di legge n. 224 ed abbinate – Modifiche agli articoli 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico.

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame della mozione Cirielli ed altri n. 1-00248 concernente iniziative per la tutela delle vittime di reato.
Pag. 43

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Martedì 22 (a partire dalle ore 14, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 23 e giovedì 24 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
  Seguito dell'esame della mozione Cirielli ed altri n. 1-00248 concernente iniziative per la tutela delle vittime di reato.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Martedì 22 (a partire dalle ore 14, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 23 e giovedì 24 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Pag. 43

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.   Seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Testo sostituito con errata corrige volante   Esame della proposta di legge n. 68 ed abbinate – Istituzione del Sistema nazionale delle agenzie ambientali e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
   Esame della mozione Boccadutri ed altri n. 1-00216 concernente iniziative per la sospensione delle monete da 1 e 2 centesimi.
   Seguito dell'esame della proposta di legge di legge n. 750 A/R – Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 28 aprile (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna)
  Esame della proposta di legge n. 68 ed abbinate – Istituzione del Sistema nazionale delle agenzie ambientali e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
   Esame della mozione Boccadutri ed altri n. 1-00216 concernente iniziative per la sospensione del conio delle monete da 1 e 2 centesimi.
   Seguito dell'esame della proposta di legge di legge n. 750 A/R – Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 28 aprile (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna)

Testo sostituito con errata corrige volante   Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge n. 1836 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre e n. 1864 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013 bis.
   Discussione sulle linee generali della mozione Vallascas ed altri n. 1-00343 in materia di nomine di competenza del Governo nelle società a partecipazione pubblica.
  Martedì 29 (a partire dalle ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 30 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
  Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge n. 1836 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre e n. 1864 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013 bis.
   Discussione sulle linee generali della mozione Vallascas ed altri n. 1-00343 in materia di nomine di competenza del Governo nelle società a partecipazione pubblica.

  Martedì 29 (a partire dalle ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 30 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame dei disegni di legge n. 1836 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre e n. 1864 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013 bis.   Seguito dell'esame dei disegni di legge n. 1836 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre e n. 1864 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013 bis.

Testo sostituito con errata corrige volante   Seguito dell'esame della mozione Vallascas ed altri n. 1-00343 in materia di nomine di competenza del Governo nelle società a partecipazione pubblica.
  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
  Seguito dell'esame della mozione Vallascas ed altri n. 1-00343 in materia di nomine di competenza del Governo nelle società a partecipazione pubblica.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Testo sostituito con errata corrige volante   In relazione all'andamento dei lavori sarà successivamente valutato l'inserimento di ulteriori mozioni (mozione Gianluca Pini ed altri concernente iniziative in occasione dell'anniversario del genocidio armeno, in corso di presentazione, mozione Tabacci ed altri n. 1-00265 in materia di semplificazione normativa e amministrativa).   In relazione all'andamento dei lavori sarà successivamente valutato l'inserimento di ulteriori mozioni (mozione Gianluca Pini ed altri concernente iniziative in occasione dell'anniversario del genocidio armeno, in corso di presentazione, mozione Tabacci ed altri n. 1-00265 in materia di semplificazione normativa e amministrativa).

Testo sostituito con errata corrige volante   Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo il venerdì (dalle ore 9).
  Il martedì, di norma, dalle ore 9 alle ore 11 avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.
  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di Pag. 44legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione della proposta di legge n. 2213, l'eventuale organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione di merito.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.
  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo il venerdì (dalle ore 9).
  Il martedì, di norma, dalle ore 9 alle ore 11 avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.
  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di Pag. 44legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione della proposta di legge n. 2213, l'eventuale organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione di merito.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
  Venerdì 28 marzo 2014, alle 9:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 16,30.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl di ratifica n. 1619 – Preoccupazioni del popolo irlandese sul Trattato di Lisbona

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 16 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ore e 24 minuti
 Partito Democratico 23 minuti
 MoVimento 5 Stelle 11 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 8 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 7 minuti
 Nuovo Centrodestra 6 minuti
 Scelta civica per l'Italia 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie 5 minuti
 Per l'Italia 5 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 8 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
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Mozione n. 1-00339 – Esclusione vincoli patto di stabilità per interventi di contrasto al dissesto idrogeologico

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pdl n. 331-B e abb. – Pene detentive non carcerarie e messa alla prova

Seguito dell'esame: 10 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti Pag. 47
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 32 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 6 ore e 38 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 50 minuti
 MoVimento 5 Stelle 53 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 42 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 32 minuti
 Nuovo Centrodestra 29 minuti
 Scelta civica per l'Italia 29 minuti
 Lega Nord e Autonomie 27 minuti
 Per l'Italia 27 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 23 minuti
 Misto: 26 minuti
  Centro Democratico 7 minuti
  Minoranze Linguistiche 7 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 6 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 6 minuti

Pdl n. 204-B e abb. – Scambio elettorale politico mafioso

Seguito dell'esame: 12 ore e 50 minuti (*).

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 2 ore e 12 minuti (con il limite massimo di 17 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 9 ore e 28 minuti
 Partito Democratico 2 ore e 36 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ora e 16 minuti Pag. 48
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 1 ora
 Sinistra Ecologia Libertà 46 minuti
 Nuovo Centrodestra 42 minuti
 Scelta civica per l'Italia 42 minuti
 Lega Nord e Autonomie 38 minuti
 Per l'Italia 38 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 34 minuti
 Misto: 36 minuti
  Centro Democratico 10 minuti
  Minoranze Linguistiche 10 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 8 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 8 minuti

(*) Nella Conferenza dei presidenti di gruppo del 27 marzo 2014 è stato stabilito di raddoppiare i tempi attribuiti ai gruppi e per gli interventi a titolo personale.

Mozioni n. 1-00327 e abb. – Iniziative a sostegno del settore del turismo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti Pag. 49
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 24 marzo 2014.

Ddl n. 1542-B e abb. – Città metropolitane, Province, Unioni e fusioni di Comuni

Tempo complessivo: 15 ore e 30 minuti, di cui:
• discussione generale: 7 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 8 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 15 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 25 minuti 5 ore
 Partito Democratico 50 minuti 1 ora e 12 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 46 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
30 minuti 35 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 25 minuti
 Nuovo Centrodestra 32 minuti 22 minuti
 Scelta civica per l'Italia 32 minuti 22 minuti Pag. 50
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 20 minuti
 Per l'Italia 31 minuti 21 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 17 minuti
 Misto: 30 minuti 20 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 4 minuti

Pdl n. 224 e abb. - Requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 8 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 15 minuti
Governo 20 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 21 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 5 ore e 44 minuti
 Partito Democratico 32 minuti 1 ora e 35 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 46 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
30 minuti 36 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti 26 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti 25 minuti Pag. 51
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 23 minuti
 Per l'Italia 30 minuti 23 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 20 minuti
 Misto: 30 minuti 22 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 5 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 5 minuti

Mozione n. 1-00248 – Tutela delle vittime di reato

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti Pag. 52
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pdl n. 68 - Sistema nazionale delle agenzie ambientali

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 8 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 15 minuti
Governo 20 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 21 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 5 ore e 44 minuti
 Partito Democratico 32 minuti 1 ora e 35 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 46 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
30 minuti 36 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 28 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti 26 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti 25 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 23 minuti
 Per l'Italia 30 minuti 23 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 20 minuti
 Misto: 30 minuti 22 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 6 minuti Pag. 53
  Minoranze Linguistiche 8 minuti 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 5 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 5 minuti

Mozione n. 1-00216 – Sospensione del conio delle monete da 1 e 2 centesimi

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 54

Pdl n. 750 A/R e abb. – Orari di apertura degli esercizi commerciali

Seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 45 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore
 Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 25 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
Nuovo Centrodestra 18 minuti
Scelta civica per l'Italia 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie 16 minuti
Per l'Italia 16 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 14 minuti
 Misto: 16 minuti
 Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
 MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
 Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

Ddl n. 1836 – Legge di delegazione europea 2013 - secondo semestre e ddl n. 1864 - Legge europea 2013 bis

Discussione generale congiunta: 7 ore e 40 minuti.

Relatori 20 minuti
Governo 20 minuti Pag. 55
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 17 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 33 minuti
 Partito Democratico 53 minuti
MoVimento 5 Stelle 33 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 31 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti
Nuovo Centrodestra 32 minuti
Scelta civica per l'Italia 32 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
Per l'Italia 31 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 30 minuti
 Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
 MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti
 Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti

Ddl n. 1836 – Legge di delegazione europea 2013 - secondo semestre

Seguito dell'esame: 6 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 11 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 2 minuti Pag. 56
MoVimento 5 Stelle 38 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 29 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie 17 minuti
Per l'Italia 17 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 14 minuti
 Misto: 16 minuti
 Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
 MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
 Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

Ddl n. 1864 - Legge europea 2013 bis

Seguito dell'esame: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 47 minuti
Partito Democratico 1 ora e 10 minuti
MoVimento 5 Stelle 43 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 33 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
Nuovo Centrodestra 21 minuti Pag. 57
Scelta civica per l'Italia 21 minuti
 Lega Nord e Autonomie 20 minuti
Per l'Italia 20 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 17 minuti
 Misto: 18 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
 MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti

Mozione n. 1-00343 – Nomine CdA Società pubbliche

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 13 minuti
MoVimento 5 Stelle 34 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia 17 minuti
Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 16 minuti
 Centro Democratico 5 minuti Pag. 58
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
 MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
 Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Chimienti e a. 1-341 455 434 21 218 113 321 67 Resp.
2 Nom. Moz. Buonanno e a. 1-398 453 414 39 208 20 394 67 Resp.
3 Nom. Moz. Santerini e a. 1-399 rif. 456 454 2 228 322 132 67 Appr.
4 Nom. Moz. Centemero e a. 1-400 rif. 459 375 84 188 325 50 67 Appr.
5 Nom. Moz. Giordano Giancarlo e a. 1-407 459 458 1 230 116 342 67 Resp.
6 Nom. Moz. Coscia e a. 1-408 rif. 461 339 122 170 282 57 67 Appr.
7 Nom. Risoluz. Di Lello e a. 6-62 rif. 458 374 84 188 282 92 67 Appr.
8 Nom. Moz. impegni 1-387,1-389,1-410 421 304 117 153 303 1 67 Appr.
9 Nom. Moz. Sarro e a. 1-387 420 401 19 201 295 106 67 Appr.
10 Nom. Moz. De Girolamo e a. 1-389 424 376 48 189 295 81 67 Appr.
11 Nom. Moz. Tartaglione e a. 1-410 424 295 129 148 295 67 Appr.
12 Nom. Moz. Colonnese e a. 1-403 427 410 17 206 114 296 67 Resp.
13 Nom. Moz. Scotto e a. 1-404 424 402 22 202 109 293 67 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.