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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 183 di mercoledì 5 marzo 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 10,40.

  ANNA ROSSOMANDO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

  PRESIDENTE. Vorrei dare il benvenuto al liceo classico «Luciano Manara» di Roma, che è qui presente (Applausi). Cari ragazzi, oggi è una giornata importante: stiamo discutendo della legge elettorale.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Costa, Del Basso De Caro, Giuliani, Gozi e Rughetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,44).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,05.

  La seduta, sospesa alle 10,45, è ripresa alle 11,10.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: D'iniziativa popolare; Cirielli; Pisicchio; Bersani ed altri; Francesco Saverio Romano; Migliore ed altri; Lenzi; Zampa e Marzano; Zampa e Ghizzoni; Martella; Francesco Sanna; Bobba ed altri; Giachetti ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Rigoni ed altri; Rigoni ed altri; Nicoletti ed altri; Martella ed altri; Vargiu; Burtone ed altri; Balduzzi ed altri; Vargiu; Toninelli ed altri; Zaccagnini ed altri; Valiante ed altri; Lauricella; Michele Bordo; Marco Meloni ed altri: Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (A.C. 3-35-182-358-551-632-718-746-747-749-876-894-932-998-1025-1026-1116-1143-1401-1452-1453-1514-1657-1794-1914-1946-1947-1977-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge, d'iniziativa popolare; Cirielli; Pisicchio; Bersani ed altri; Francesco Saverio Romano; Migliore ed altri; Lenzi; Zampa e Marzano; Zampa e Ghizzoni; Martella; Francesco Sanna; Bobba ed altri; Giachetti ed altri; Giorgia Meloni ed altri; Rigoni ed altri; Rigoni ed altri; Nicoletti ed altri; Martella ed altri; Pag. 2Vargiu; Burtone ed altri; Balduzzi ed altri; Vargiu; Toninelli ed altri; Zaccagnini ed altri; Valiante ed altri; Lauricella; Michele Bordo; Marco Meloni ed altri: Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
  Avverto che sono state ritirate le seguenti proposte emendative: Valiante 01.0300; Greco 1.330, Civati 0.1.900.47, Nicoletti 0.1.900.104, Blazina 0.1.900.76, Nicoletti 0.1.900.100, Lauricella 1.50 e 1.51, Francesco Sanna 1.331, Dorina Bianchi 0.1.900.103 e 0.1.900.5, Nuti 2.2 e Migliore 2.1.
  Avverto altresì che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.700 e 1.701, nonché il subemendamento 0.1.900.700, che sono in distribuzione.

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, vorrei svolgere un intervento sull'ordine dei lavori. Vorrei rendere edotta quest'Aula che pochi istanti fa all'interno del Comitato dei nove il presidente Sisto ha deciso di non porre in votazione lo stralcio dell'articolo 2, ovverosia l'applicazione dell’Italicum esclusivamente alla Camera, giustificando ciò col fatto che, essendoci il voto ponderale all'interno del Comitato dei nove, lui aveva avuto la sensibilità che questo voto ponderale ci fosse e, di conseguenza, non fosse necessaria la votazione. Noi diciamo che, trattandosi di un emendamento che cambia completamente gli effetti di questa legge, quantomeno se avesse avuto il pudore istituzionale di permettere al MoVimento 5 Stelle di dire che non era d'accordo con lo stralcio dell'articolo 2... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Presidente, prendo altri trenta secondi e la prego di concedermeli perché è importante. Questo è il quarto fascicolo degli emendamenti in pochi giorni. Dietro c’è scritto: 31 euro. In pochi giorni abbiamo prodotto tonnellate di carta, quando semplicemente potremmo utilizzare la rete Internet della Camera che è un'ottima rete Internet, che ci permetterebbe di lavorare meglio e con meno spese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Su questo interesseremo i deputati questori. Intanto darei la parola al presidente Sisto (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Colleghi, per favore...

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, molto semplicemente, è noto che nel Comitato dei nove il voto è ponderale. Io ho chiesto se vi fossero pareri difformi rispetto alla proposta che a tempo debito sarà rappresentata in Aula. Soltanto il presidente Migliore, che è intervenuto regolarmente, ha manifestato il suo dissenso rispetto a questa proposta. Poi, dopo che vi è stato questo intervento, ha fatto correttamente eco il presidente Toninelli, dicendo che il MoVimento 5 Stelle non era d'accordo.
  Ho registrato questo dissenso, quindi con tutta sincerità non riesco a comprendere quale sia la lamentela che viene formulata in Aula, quando a questa specifica domanda vi è stato un dissenso puntualmente formulato e tardivamente – ma dico anche efficacemente per quello che rileva –; anche il dissenso del MoVimento 5 Stelle, che io ho registrato con buona pace, ma ininfluente ai fini del voto del Comitato dei nove, per le note ragioni del voto ponderale nell'ambito di quel consesso.
  Quindi nessun problema in ordine alla mancanza di votazione, anzi vi è stata una votazione per fatto concludente, addirittura con dissenso formalmente espresso.

  PRESIDENTE. Va bene, comunque sarà l'Aula poi ad esprimersi su questo punto.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

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  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo riguardo al ragionamento sui fascicoli. Oltre al costo della carta – il primo fascicolo costava 22 euro, il secondo non ricordo, però non ce l'ho più sottomano, il terzo 36 euro, il quarto 32 euro –, si tratta anche di un discorso di lavoro, perché noi avevamo fatto tutto il lavoro sul terzo fascicolo con un certo ordine. Questa mattina ci è arrivato un nuovo fascicolo e dovremo rifare tutto il lavoro.

  PRESIDENTE. Capisco.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. È anche una problematica dal punto di vista lavorativo. Sarebbe il caso di fare un fascicolo e, semmai, inserire dei fascicoli aggiuntivi per gli ulteriori emendamenti.

  PRESIDENTE. Certo, me ne rendo conto. Poi sarà anche un po’ difficile capire, perché già con questo fascicolo orientarsi con tutti gli emendamenti non è facile. Comunque, prendiamo atto di questo suggerimento e incarichiamo i questori di valutare una possibile soluzione.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e in dissenso dal mio collega Toninelli in merito a quanto prima esposto. Io credo che, invece, dovremmo essere tutti molto contenti e soprattutto grati al presidente Silvio Berlusconi, che dall'alto della sua magnanimità ha consentito al Partito Democratico, ancora una volta, di continuare con questo Governo e con la discussione sulla legge elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Ripresa esame articolo 1 – A.C. 3-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3-A ed abbinate).
  Ha chiesto di parlare il deputato Adriano Zaccagnini, ma non è presente in Aula.
  Ha chiesto di parlare la deputata Barbara Pollastrini, ma prendo atto che rinuncia all'intervento.
  Ha chiesto di parlare il deputato Pino Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signora Presidente, io intervengo. Ho già avuto modo di manifestare il mio punto di vista sfavorevole alla filosofia che ha ispirato questo testo, sia nel fugace sospiro consentito in Commissione, in luogo del puntuale dibattito sulle singole proposte emendative, sia nella discussione sulle linee generali in Aula. È una filosofia che tende a raggiungere l'obiettivo del bipartitismo semplificatorio e desertificante, ma non attraverso...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po’ di attenzione. Non si riesce a seguire il dibattito. Per favore, è possibile avere un po’ più di silenzio in quest'Aula ? Per favore ! Colleghi, vi richiamo a un po’ di attenzione.

  PINO PISICCHIO. Comprendo, Presidente, che si dà tutto già per detto, tuttavia, almeno lo lasciamo ai posteri.
  Quindi, le dicevo, un bipartitismo semplificatorio e desertificante, ma non attraverso la presa d'atto di una scelta compiuta dagli elettori, bensì con meccaniche coercitive, peraltro anche imperfette. E per stare sul terreno della filosofia, basterebbe ricordare agli alacri riformatori la lezione di Wundt e, prima ancora di lui, di Vico sull'eterogenesi dei fini, per cui chi Pag. 4pensa di aggiustare le proprie sorti elettorali con una legge propizia per sé, poi si trova sempre quella legge di traverso, con l'ineluttabile esito della sconfitta.
  Entrando nel merito degli emendamenti, diremo subito che, per come è stata concepita, questa proposta non regge alla verifica di costituzionalità proprio nei due aspetti che già furono oggetto della recente sentenza della Corte costituzionale. La soglia del 37 per cento, se all'apparenza si propone come il minimo sindacale per eludere l'obiezione della Consulta, in realtà rappresenta un congegno destinato a fare di una minoranza, anche di solo un quinto del corpo elettorale italiano, una maggioranza assoluta, così come avveniva nel Porcellum, con l'aggravante di «vampirizzare» gli eventuali partiti coalizzati, dotati di un consenso pari almeno a 2 milioni di voti.
  Trascuro di considerare la bizzarra casistica che potrebbe determinarsi e che pure bisognerebbe mettere nel conto, come nel caso di più liste coalizzate che non raggiungano per poco la quota necessaria alla rappresentanza, consegnando a una lista più suffragata, ma non particolarmente grande, un premio degno della legge Acerbo, o il caso di scuola di una competizione che veda solo una coalizione superare il 12 per cento, attribuendo a se stessa così tutti i seggi in palio.
  Mi pare evidente che, anche nella logica della proposta, va rivisto il sistema delle soglie di accesso e la soglia del premio. Anche a voler ragionare in termini di maggioritario, è questa una soglia – del 37 per cento – non idonea: ci vorrebbe almeno una soglia del 40 per cento.
  La seconda grande questione posta dalla Consulta riguardava il voto di preferenza. Vorrei che qualcuno provasse a convincere gli italiani che la lista bloccata corta – peraltro non troppo corta – consente scelte che la lista bloccata lunga non consente. C’è del sano umorismo in questa battuta, umorismo che viene però reso indigesto, oltre che per l'inaccettabilità delle liste bloccate, anche per l'impossibilità, per ammissione stessa del professor D'Alimonte, uno dei padri di questa proposta, di sapere prima se il candidato che il cittadino vota sarà eletto, perché, come dice il professore testualmente, uno degli effetti peculiari di questo sistema è che non sempre il seggio va a chi ha preso più voti. Cito Il Sole 24 Ore, domenica 9 febbraio, pagine 1-4.
  Insomma, siamo alla lotteria. Pertanto, il professore generosamente suggerisce ai candidati di fare i capi lista dappertutto, così, per mettersi a parte civile, guarda caso inciampando nelle obiezioni alle candidature plurime che già la Corte aveva avanzato in occasioni passate.
  E pensare che ci avevano insegnato che si andava a votare per eleggere il candidato preferito.
  Risulta evidente allora che questa proposta va profondamente modificata, non solo per la sua filosofia incompatibile con la nostra, ma anche per la sua grossolana imperfezione. Si prenda per esempio il suo prevedere, senza batter ciglio, la riforma elettorale anche per il Senato, anche se oggi, con lo stralcio, si è fatto un passo che va nella direzione della clausola di buona fede.
  Ancora: adesso che nessuno corre più il rischio di inciampare in emendamenti ad o contra personam, potremmo adottare un dispositivo sul conflitto di interessi che disciplini le incompatibilità e che renderebbe una legge elettorale più trasparente e corretta.
  Insomma, questa proposta è tecnicamente insufficiente e teleologicamente orientata verso obiettivi non condivisi. L'auspicio è che quest'Aula, in questi giorni di lavoro, recuperi l'energia e la lucidità per cambiarla in meglio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Signora Presidente, io credo ci sia una domanda che va al di là della qualità dell'opposizione o del Governo e che riguarda il Parlamento nel suo complesso: questa riforma elettorale accorcia la distanza tra la classe politica e Pag. 5i cittadini, opinione pubblica ? Perché, se per caso la distanza tra Palazzo e piazza dovesse ancora di più accentuarsi, io credo che tutti noi siamo tenuti ad un ravvedimento operoso, ovverossia prendere il tempo necessario per una soluzione che sia migliore di quella oggi proposta.
  A mio parere, tale distacco è destinato ad aumentare per due ragioni: una di ordine giuridico ed una di ordine politico. Quella giuridica: perché noi siamo tutti sottoposti alla legalità costituzionale, che, ci piaccia o no, non è nelle nostre mani e la legalità costituzionale trova una verifica nei paletti che la sentenza della Corte costituzionale ci ha indicato e che non sono nelle nostre mani.
  La sentenza della Corte costituzionale ci indica la strada della proporzionalità e della ragionevolezza. Il fine di stabilizzare i Governi è certo legittimo, ma i relativi meccanismi non possono essere sproporzionati. In tal caso, noi stiamo ledendo e svuotando i principi costituzionali fondamentali dell'eguaglianza del voto e lo stesso fondamento pluralistico, caratteristiche costitutive della nostra democrazia.
  Il tema del bilanciamento è strutturale dentro la legalità costituzionale.
  E quindi non si può che fare un equilibrio che non sia, dunque, una scelta né sproporzionata né irrazionale perché essa sì indicherebbe la possibilità di nuovi inevasi controlli della Corte costituzionale e credo che nessuno di noi vorrebbe essere indicato nel futuro come colui che, pur dovendo sapere, ha comunque proseguito su una strada sbagliata. Infatti, errare humanum est, come è stato nel Porcellum, perseverare, come nel caso dell'Italicum, è diabolico.
  Dopodiché, io vorrei ricordare che il triplice principio del 37 per cento con abnorme premio di maggioranza, della soglia e anche della casualità del rapporto tra elettori ed eletti, sono sicuramente tre tipi di ferite rispetto a questa legalità costituzionale. E noi non possiamo che prenderne atto.
  Vorrei en passant dire che solo qualche giorno fa – e mi dispiace che la presenza di mister Schulz a Roma non sia stata utilizzata per un operoso confronto – il Bundesverfassungsgericht ha dichiarato l'incostituzionalità della soglia del 3 per cento, in occasione della sua ultima sentenza, con una ricchezza di argomentazioni che potrebbe e forse dovrebbe valere anche per il nostro ordinamento.
  Ma, accanto a queste ragioni di carattere giuridico, credo ci siano anche dunque delle ragioni politiche. Le ragioni politiche sono che, se noi ampliamo la possibilità di incertezza rispetto all'essere sub lege dei principi rigidi della Costituzione, questo fa sì che ci rendiamo in un certo qual modo complici di uno strano disegno che è una partita mortale, ovverosia quella di secondare il gioco che vuole assicurare comunque il Governo ad ogni costo, in ogni condizione, ad uno dei due partiti maggiori. Saremo, dunque, in un certo qual modo preventivamente corresponsabili di una delegittimazione politica definitiva.
  Io credo che, nonostante tutto, anche se questo può sembrare un appello che giunge fuori tempo massimo, occorre che noi ci fermiamo a considerare tutte queste ragioni. Noi facciamo parte della maggioranza, abbiamo dato la nostra fiducia al Governo, ma non per questo possiamo esimerci da un giudizio sui punti deboli di questa legge. In un certo qual modo noi accettiamo la regola che è meglio perdere che perdersi, perché un momento di tregua in più sicuramente ci permetterà di non fare semplicemente un'operazione puramente congiunturale di immagine (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Avverto che il subemendamento Nicoletti 0.1.900.100 non deve intendersi ritirato.
  Ha chiesto di parlare il deputato Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, davanti a lei e all'Aula voglio giustificare il fatto politico che il gruppo Per l'Italia ha mantenuto tutti gli emendamenti segnalati per la semplice ragione che il testo della legge elettorale presentato dal presidente Sisto può e deve essere migliorato. Ancora una volta nel Comitato dei nove...

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  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, ancora una volta vi chiedo un po’ di attenzione mentre i colleghi stanno facendo gli interventi. Per favore, potete accomodarvi ai vostri posti ? Per favore. Prego, onorevole Gitti.

  GREGORIO GITTI. Grazie, Presidente. Dicevo che, ancora una volta, nel ristretto Comitato dei nove non c’è stata discussione, né approfondimento, né riflessione, né politica né giuridica. Ancora una volta, il Comitato dei nove ha dovuto prendere atto che un accordo extraparlamentare ha segnato il cammino di questa legge. Per rispetto dell'Aula il nostro gruppo manterrà tutti i suoi emendamenti e chiederà all'Aula una discussione seria e un voto responsabile in cui la responsabilità individuale di ogni deputato sarà chiamata all'appello.
  Dobbiamo difendere, anche dal punto di vista della dignità istituzionale, l'istituzione a cui apparteniamo. Non possiamo immaginare di essere semplici notai di un accordo assolutamente estraneo a quest'Aula, agli organismi parlamentari, alla Commissione e al Comitato dei nove. Questo va detto con trasparenza ed onestà intellettuale prima che politica.

  PRESIDENTE. L'emendamento Marco Meloni 1.402 è stato ritirato dal presentatore.
  Saluto gli studenti del liceo classico Legnani di Saronno (Varese), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Colleghi, tutto come previsto, siamo di fronte ad un Porcellum con un premio abnorme cui sono apportate modifiche peggiorative.
  Usiamo la metafora di una partita di calcio per assegnare la vittoria al peggiore sistema elettorale tra il Porcellum e l'Italicum o «Pregiudicatellum». Porcellum contro Italicum. Il Porcellum era un sistema falsamente proporzionale con premio di maggioranza che induceva coalizioni coatte, costruite all'unico scopo di vincere il premio. L'Italicum pure: uno pari, palla al centro. Il Porcellum creava una maggioranza senza capacità di governare. L'Italicum pure: due pari. Il Porcellum era un sistema senza possibilità di scelta dei candidati da parte dei cittadini e ciò per l'evidente fine di enfatizzare il ruolo dei capi a discapito dei parlamentari. L'Italicum pure: tre pari, palla al centro. Il Porcellum aveva originato un Parlamento senza forza rappresentativa e, quindi, incapace di svolgere le sue funzioni. L'Italicum pure: quattro pari. Fine del primo tempo.
  Nell'intervallo accade qualcosa di importante. Nulla di straordinario ovviamente, noi lo dicevamo da sempre. La Corte costituzionale annulla il premio abnorme e l'assenza di preferenze del Porcellum. Al ritorno in campo, dopo la sentenza, si capisce subito la splendida forma della coppia Renzi-Berlusconi intenzionata a passare in vantaggio e a battere il Porcellum, peggiorandolo ovviamente. Il Porcellum aveva soglie per le liste del 4 per cento e del 2 per cento; l'Italicum, dell'8 per cento e del 4,5 per cento: cinque a quattro per l'Italicum che passa così in vantaggio. Il Porcellum non aveva il ballottaggio di coalizione, vera e propria finzione ottica che trasforma una minoranza anche esigua fino alla marginalità in una maggioranza assoluta. L'Italicum sì: sei a quattro per l'Italicum. Ecco che finisce a vantaggio dell'Italicum la partita del peggiore sistema elettorale.
  Come volevasi dimostrare, il «Superporcellum» è servito sulla tavola della democrazia italiana. Ben infelici dell'esito della partita, ora andiamo a vedere quali sono gli effetti che dobbiamo attenderci sulla forma di Governo italiano e sulla nostra democrazia con l'introduzione dell'Italicum. Come fosse un epitaffio sulla tomba della democrazia, leggiamo: un Parlamento ancor più debole quanto alla sua forza rappresentativa e, quindi, ancor più incapace di sostenere un indirizzo politico del Paese. Di fatto peggiorerete il trend verso una democrazia sempre più plebiscitaria: Pag. 7investitura demagogica dei capi e capetti che non riusciranno così a governare.
  Se questo è il giudizio generale sul testo unificato che ci è stato presentato, quale è allora il nostro giudizio sul complesso degli emendamenti ? Favorevole a tutti gli emendamenti che smantellano il premio. E i sistemi elettorali su base falsamente proporzionale non sono previsti per il Parlamento in alcuna democrazia occidentale, con la sola eccezione della Grecia, ma non dell'Atene di Pericle e Solone o quella dei filosofi, ma della Grecia moderna, che francamente non pare un sistema politico-istituzionale da imitare.
  Siamo di fronte ad un sistema che spinge su una governabilità impossibile e falsa, costruita sulle spalle dei cittadini, che svuota il Parlamento e vuole investire direttamente il Governo. Si vuole, cioè, una forma di Governo presidenzialista, senza i pesi e i contrappesi che quella riforma prevede.
  In primo luogo, nelle forme di Governo presidenziali è necessariamente prevista una netta separazione dell'investitura dell'Esecutivo e del Parlamento. In nessuno di quei due Paesi il Parlamento deriva dalla scelta degli elettori su chi debba governare. Quando gli elettori americani eleggono Obama, non per questo il Congresso degli Stati Uniti viene composto da una maggioranza del partito del Presidente. In una elezione separata, anche temporalmente, gli elettori americani scelgono i membri del Congresso, che, così, non devono la propria elezione a Obama, bensì agli elettori dei loro collegi, cui pertanto devono rispondere se vogliono ottenere la rielezione.
  Con il premio, invece, si lega l'elezione dei parlamentari e quella per il Governo, ma in questo modo i parlamentari non sono più legati agli elettori, non rispondono ad essi, bensì risponderanno al capo. Pertanto, «sì» a tutti gli emendamenti che smantellano il premio. Diremo «sì» anche a tutti gli emendamenti che riducono il premio, specialmente se non assicurano una maggioranza parlamentare a chi non ha avuto la maggioranza dei voti degli italiani. Pertanto, voteremo a favore degli emendamenti che innalzano la soglia a partire dalla quale il premio scatta, nonché a favore di tutti gli emendamenti che smantellano il doppio turno, che è un ulteriore peggioramento del sistema col premio del Porcellum.
  La circostanza che la distorsione si verifichi in un turno oppure in due turni non è dirimente. L'obiezione per cui un premio siffatto, se deciso con un doppio turno, sarebbe tollerabile in quanto voluto dalla maggioranza popolare, è frutto di una pura distorsione ottica e anche di un concetto megalomane del potere della maggioranza in un sistema democratico. È chiaro, infatti, che quando la scelta si è ridotta a due opzioni, una di esse otterrà la maggioranza, ma tale riduzione a due è ammissibile solo quando si tratti di cariche monocratiche, come nel caso delle elezioni presidenziali, o anche quando si tratti di eleggere ciascun membro del Parlamento.
  Il meccanismo maggioritario applicato per l'aggiudicazione di un intero blocco di maggioranza di seggi delle Assemblee parlamentari, viceversa, pregiudica irrimediabilmente la natura rappresentativa e, dunque, la stessa ragion d'essere delle Assemblee parlamentari. Non a caso, infatti, non esiste al mondo un sistema maggioritario in un collegio unico nazionale per l'elezione di un'Assemblea parlamentare: a un turno o a due turni poco conta, ecco perché saremo favorevoli a tutti gli emendamenti che smantellano il doppio turno. Per le stesse ragioni, voteremo a favore anche di tutti gli emendamenti che ne riducono il ricorso solo ad eventuale.
  Un altro grave problema del Porcellum era rappresentato dal sistema delle coalizioni pre-elettorali: una vera truffa per lucrare il premio, costringere gli elettori a votare il meno peggio e poi per fare e disfare alleanze in Parlamento a partire dal giorno dopo i risultati elettorali. L'Italicum riproduce gli stessi vizi delle coalizioni pre-elettorali, pertanto diremo «sì» a tutti gli emendamenti che tentano di smantellare il sistema delle coalizioni pre-elettorali, frutto avvelenato della falsa governabilità Pag. 8promessa e sempre tradita dal premio. Le coalizioni pre-elettorali si sono rivelate, infatti, un sistema incapace di assicurare governabilità e, invece, hanno solo svuotato la forza rappresentativa del Parlamento e rafforzato i capi. Ma un Paese senza un Parlamento rappresentativo non solo non è rappresentato, ma nemmeno può essere governato.
  Queste coalizioni pre-elettorali, inoltre, non hanno affatto semplificato il quadro delle forze politiche: un obiettivo che il MoVimento 5 Stelle condividerebbe. Il sistema delle coalizioni pre-elettorali ha, invece, aumentato la frammentazione perché i partiti maggiori hanno addirittura la convenienza a farsi affiancare dai partiti minori, la cui nascita addirittura stimolano. Basti guardare Forza Italia con le varie liste Samorì, o altre liste localistiche ammesse alle coalizioni pre-elettorali nelle scorse elezioni, oppure ora col Nuovo Centrodestra o col PD o con SEL; anzi, il PD ha già detto che farà nascere un partito di moderati, che lo appoggiano nelle nuove colazioni che andranno a costituire. Pertanto, «sì» agli emendamenti che spazzano via le coalizioni pre-elettorali: questa assurdità della legislazione italiana. Ed anche questa è un'assurdità che non ha paragoni al mondo.
  Per conseguenza, diremo «sì» anche agli emendamenti che riducono il numero dei componenti delle coalizioni come strategia di riduzione del danno. Saremo, quindi, favorevoli agli emendamenti che escludono dal conteggio dei voti anche le coalizioni e i partiti che, essendo sotto la soglia, non potranno ottenere seggi, così non ci sarà più convenienza ad inventare partiti al solo scopo di lucrare il premio.
  Un altro punto rilevante è quello relativo alle soglie elettorali per accedere alla distribuzione dei seggi. È importante che la legge elettorale sfavorisca una eccessiva frammentazione della rappresentanza, ma qui le proposte di sbarramento sono del tutto irragionevoli e impediscono a milioni di elettori di essere rappresentati.
  Secondo le simulazioni del Servizio studi, attorno al 20 per cento degli elettori – cioè, uno su cinque: stiamo parlando di 6 milioni di elettori – non verrebbe rappresentato. Sì a tutti gli emendamenti che stabiliscono soglie ragionevoli di accesso alla rappresentanza; sì a tutti gli emendamenti che aboliscono la circoscrizione nazionale ai fini del calcolo e, in particolare, sì alla riduzione dell'ampiezza delle circoscrizioni. Infine, voteremo favorevolmente tutti quegli emendamenti che introducono le preferenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Signor Presidente, sembra passata un'eternità da quando nelle redazioni dei giornali, nei talk show, nei lanci delle agenzie di stampa – cioè, dappertutto, tranne che nel luogo preposto, che è quest'Aula – ha avuto inizio il chiacchiericcio sulla legge elettorale. Certo che, dopo tanto clamore iniziale, questo argomento è stato mandato in soffitta per più di un mese, insinuando in noi malpensanti il vago sospetto che sia stato solo il grimaldello per forzare la serratura del Governo Letta.
  Tuttavia, in quei concitati e tumultuosi giorni, mentre si cercava in tutti i modi di mettere il bavaglio all'opposizione in Aula e in Commissione, abbiamo sentito spesso la casta parlare per voce dei suoi più illustri esponenti, come il collega Roberto Speranza del PD, degli spazi che la democrazia offre e che noi del MoVimento 5 Stelle non avremmo saputo cogliere, preferendo mettere, a suo dire – a vostro dire – a ferro e fuoco il Palazzo.
  Vediamo, però, a questo punto, un esempio concreto di questi spazi di confronto, ovvero l'inesistente discussione in Commissione sulla legge elettorale Italicum, quella che è stata venduta come la panacea della nostra democrazia, stando alla propaganda di regime. Lunedì 20 gennaio 2014: in Commissione comincia la discussione sulle linee generali. Peccato che non ci siano i testi, un dettaglio: si vaneggia di fantomatiche tre proposte dell'incombente nuovo Premier, signor Renzi, e sull'universo mondo. Mercoledì 22 gennaio Pag. 92014: arriva in Commissione quel mezzo di comunicazione che scopriremo, poi, essere caro all'ex sindaco fiorentino, cioè un «pizzino» ante litteram. Il testo della riforma elettorale arriva senza seguire neanche una delle regole prescritte: manca la relazione, i testi abbinati, neanche un passaggio latente nell'ufficio Testi normativi. Ma che sarà mai !
  Nonostante tutto, si inizia ad analizzare il contenuto della tanto sospirata legge e si scoprono un mucchio di proposte interessanti, tutte rigorosamente anticostituzionali: un premio del 18 per cento dei seggi alla lista o alla coalizione che ottenga il 35 per cento dei voti, soglie di sbarramento del 5 per cento per i due partiti che decidono di coalizzarsi, dell'8 per cento per quanti abbiano l'ardire di correre da soli e del 12 per cento per le coalizioni. Ancora: doppio turno, liste bloccate, ripartizione dei seggi su base nazionale anche per il Senato e, dulcis in fundo, il testo arrabattato per l'individuazione delle circoscrizioni e dei collegi, che sono il cuore di ogni legge elettorale, fa riferimento a tabelle e allegati inesistenti. Un bel lavoro, molto accurato, non c’è che dire.
  Due giorni dopo – e siamo al 24 gennaio –, arrivano queste famigerate tabelle, riesumate dal 1993, con furore. Per ridisegnare i collegi plurinominali in cui sono suddivise le circoscrizioni regionali, si uniscono a casaccio i collegi uninominali creati vent'anni fa. Anche qui non si tiene minimamente conto del fatto che, in base alla legge, i Presidenti delle Camere devono nominare un comitato ad hoc di professori per preparare una bozza di collegi e sottoporla al parere del Parlamento. Ma la corsa verso Palazzo Chigi, evidentemente, richiede una velocità che non ammette pit stop.
  Sempre lo stesso venerdì, viene fissato il termine per gli emendamenti in Commissione al lunedì successivo, 27 gennaio. Nel weekend, a causa di un direttivo di Sinistra Ecologia Libertà, non si lavora e, quindi, la discussione sulle tabelle non avverrà mai.
  Alle 13 di lunedì 27 gennaio vengono presentati circa 300 emendamenti, molti dei quali del PD, cioè del partito il cui segretario era stato l'artefice di tutta questa corsa contro il tempo, numeri di prestigio e «tric e trac» vari. Dopo un'assemblea tra Renzi e i componenti PD della Commissione, martedì 28 gennaio 50 emendamenti vengono magicamente ritirati e ne rimangono in vita solo 3, riguardanti la delega al Governo per definire i collegi, l'innalzamento della soglia per il premio del 38 per cento e le primarie facoltative. Giovedì 30 gennaio, in Commissione affari costituzionali, il presidente Sisto applica la ghigliottina inaugurata il giorno precedente dalla Presidente Boldrini e si autoinveste del mandato di relatore, senza che siano stati esaminati e tanto meno votati gli emendamenti. Così, tra frizzi e lazzi, il testo arriva in Aula il 31 gennaio, dove vengono presentati circa 400 emendamenti. Respinte le pregiudiziali di costituzionalità, la discussione fino a quel momento di vitale importanza viene rimandata all'11 febbraio, con un buco quindi di 12 giorni.
  A fronte di questo percorso con date dettagliate presentate, viene naturale, scontato e direi banalmente legittimo chiedersi dove sono gli spazi della democrazia, tanto sbandierati dai partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nelle stanze del Nazareno ? No, grazie. Nelle riunioni di partito, dove il capo consegna ai suoi teleguidati deputati le XII tavole ? Anche no. Nelle sale stampa di fronte a microfoni e telecamere ? Lasciamo ad altri le televendite. Noi vogliamo solamente un Parlamento che funzioni.
  Riconsegnateci il luogo del confronto e discutiamo insieme le regole del gioco, ovvero la legge elettorale. Noi abbiamo depositato mesi fa, in tempi non sospetti, una prima proposta di legge elettorale in attesa che si completasse il percorso sulla rete, il percorso partecipato con i cittadini che portasse alla formazione della legge elettorale del MoVimento 5 Stelle e dei cittadini. Ebbene, di quella proposta vorremmo che in quest'Aula venisse presa Pag. 10almeno una sua parte, cioè la possibilità di abolire le liste bloccate e reinserire le preferenze. Così come formulato, questo progetto di legge impedisce ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti: infatti la lista bloccata che si presenta in ogni circoscrizione con pochi nomi riconoscibili non garantisce per nulla l'elettore, il quale votando per quei candidati può in realtà concorrere ad eleggere tutt'altro esponente politico presentato in altra circoscrizione. Ciò grazie al riparto proporzionale dei seggi, che viene effettuato a livello nazionale o pluricircoscrizionale, che ci porta a dire che più che l'Italicum questa proposta di legge la potremmo chiamare il Randomicum, n'do coio coio. Da qui la totale impossibilità di conoscere l'eletto e il permanere di un sistema in cui la composizione delle Camere continua ad essere determinata dai partiti e dalle modalità di composizione delle liste e dalla loro distribuzione nel territorio, senza che l'elettore possa in alcun modo avere voce in capitolo. Ma d'altronde ormai qui votare sta diventando un optional, quindi questo seccatore di elettore se sta zitto è anche meglio. Da qui però, ci preme sottolineare ai colleghi, deriva il rischio di una nuova dichiarazione di incostituzionalità della legge, che ci porterebbe fra qualche anno di nuovo al punto di partenza.
  Ma non è tutto. Altro punto dolente della proposta legge in discussione riguarda le soglie di sbarramento. È vero, questo è un tema che sta a cuore soprattutto ai partiti minori e non al MoVimento 5 Stelle, ma noi siamo qui non per fare i nostri interessi ma per scrivere delle regole del gioco ragionevoli ed oneste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La soglia di sbarramento dell'8 per cento per i partiti che non si coalizzano è simile solo alla soglia del 10 per cento imposta in Turchia durante un regime militare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un limite così alto determina inevitabilmente coalizioni fittizie, in quanto i partiti minori per sopravvivere saranno obbligati ad apparentarsi con i loro fratelli maggiori, riproponendo tra l'altro quel vizio di coalizioni di convenienza elettorale che subito dopo, il giorno dopo, si sciolgono alla luce delle convenienze di Palazzo. Dunque, sull'altare di quale governabilità viene immolato il diritto dei cittadini ad essere rappresentati ?
  È forse assicurando al partito più grosso della coalizione di vincere ad asso pigliatutto che si governa questo Paese ? Ci sembra che l'esperienza del Porcellum abbia dimostrato che questo non è.
  Fino a pochi minuti fa nel blocco degli emendamenti presentati c'era un emendamento a firma Lauricella che subordinava l'entrata in vigore della presente riforma alla trasformazione del Senato; dello stesso tenore, ma più edulcorato, vi era anche un'emendamento a firma D'Attorre, che eliminava dal testo ogni riferimento al Senato creando di fatto due sistemi di voto diversi per le due Camere. Così rilanciava la minoranza PD, suscitando lo sdegno degli ex «compagni di merende» di Forza Italia, che dai loro scranni urlavano al tradimento e che definivano gli emendamenti PD «campa cavallo» o «Penelope». Ma questa è storia ormai, perché nel Comitato dei nove, come ben illustrava il mio collega, è stato superato, abbiamo stralciato quella scomoda norma sul Senato e abbiamo ricevuto anche la benedizione del pregiudicato Berlusconi su questo accordo. Quindi si voterà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Sul terreno della legge elettorale nelle ultime settimane si sono scontrati proprio tutti, dalla Lega, che lotta per un emendamento che non la cancelli dalle Aule parlamentari – da una sola o da entrambe, questo ancora non si sa – a SEL, che vive la stessa angoscia esistenziale, passando per i partiti che di questa legge sono stati gli autori e che sono destinati a scomparire. Ma è mai possibile che nessuno, a parte noi del MoVimento 5 Stelle, denunci qui oggi la totale irragionevolezza di un premio di maggioranza del 18 per cento che fa impallidire la legge truffa del 1953 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Di un sistema che concentra il significato politico dell'elezione del leader, delegittimando la capacità Pag. 11rappresentativa dei parlamentari, svuotando il Parlamento e favorendo fenomeni trasformistici appena il sistema si inceppi ?
  La supponenza e la presunzione con cui si sta ignorando la pronuncia della Consulta, che poco più di un mese fa ha gridato all'emergenza democratica, è ai nostri occhi francamente imbarazzante. Restituiamo ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere rappresentati, diciamo «no» alle coalizioni opportunistiche e a un ballottaggio senza quorum. A questa degenerazione della democrazia ci porta la sfrenata ambizione del nuovo capo del PD, unto dalle primarie del suo partito, che per vincere le prossime elezioni in profonda sintonia con il suo amico, sodale, mentore, rivale sulla carta – profonda sintonia – è disposto a consegnarci un sistema politico e istituzionale da repubblica delle banane. A questa degenerazione della democrazia ci porta soprattutto però una retorica martellante che da anni, ignara di ogni principio sulle forme di Governo, sul costituzionalismo e la liberaldemocrazia, che mirano alla limitazione del potere e non alla sua concentrazione, predica di dare il potere a qualcuno per cinque anni e poi giudicare. Si tratta di una parodia della democrazia, quella nella quale, per dirla come Rousseau, i cittadini sarebbero liberi un solo giorno, il giorno delle elezioni. Ma, aggiungiamo noi sommessamente, neanche quello più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, il problema è molto semplice: se si stralcia l'articolo 2, tutti gli emendamenti segnalati che avevamo su tale articolo decadono. Per questo motivo noi – sollevo questo problema – vorremmo recuperare tutti i segnalati dell'articolo 2 per segnalare ulteriori emendamenti all'articolo 1, perché io capisco che i partiti più grandi non hanno questa esigenza, questa problematica, ma noi – ad esempio per la Lega, che aveva solo dodici segnalati – abbiamo dovuto spartirli tra l'articolo 1 e l'articolo 2 e, se decade tutto l'articolo, vorremmo avere questa possibilità. Già c’è stata la discussione atipica o nuova sulla legge elettorale, vorremmo che ci fosse data almeno la possibilità di recuperare tutti questi segnalati e portarli sull'articolo 1, prima ovviamente di cominciare con i pareri e le votazioni sull'articolo 1, perché altrimenti dopo non si può più fare, ovviamente.

  PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, i nostri lavori prevedono prima l'esame dell'articolo 1 e poi dell'articolo 2.
  Sullo stralcio, lei sa meglio di me che è l'Assemblea che decide; dopodiché io chiederei al presidente Sisto anche di stabilire il percorso.
  In merito alla proposta di ammettere più emendamenti, la capisco e non avrei problemi, però il percorso deve essere deciso dal presidente Sisto e chiaramente dal Comitato dei nove.
  Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il presidente Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, l'andamento dei lavori prevede che si proceda in modo ordinato, prima l'articolo 1 e poi le valutazioni sull'articolo 2, però, se si tratta di consentire al collega Bragantini di aggiungere due o tre emendamenti, visto gli sforzi che sono stati svolti da molti deputati nell'ambito del Comitato dei nove di ritirare un buon numero di emendamenti, credo che questo non influirebbe negativamente sull'ordine dei lavori. Credo che un esiguo numero di emendamenti potrebbe essere compatibile, tenuto conto della legittima valutazione che fa il collega Bragantini, con l'andamento dei lavori.
  Quindi, mentre non posso certamente invertire l'ordine per quanto è stato riferito in Commissione, però osservo che la buona volontà mostrata per l'economia dei lavori sarebbe un viatico per consentire al Pag. 12collega Bragantini di inserire un numero congruo, ma non eccessivo di emendamenti nell'ambito dell'articolo 1.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, in merito alla proposta fatta dal collega Bragantini e avendo ascoltato la risposta del presidente Sisto, mi dichiaro insoddisfatto di quella che è l'indicazione del presidente Sisto perché il problema posto dal collega non può essere risolto con qualche emendamento in più. Non siamo in una fase di mercanteggiamento di qualche emendamento in più. È giusto – visto che tutti qui fuori sanno che c’è stato un accordo sullo stralcio su cui poi interverrò nel merito nel mio intervento – che si faccia chiarezza rispetto al percorso ed il percorso ordinato vuole che si discuta ordinatamente del complesso e quindi anche dello stralcio, prima.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, a conferma di quanto prima accennavo, cioè del fatto che è intervenuto un accordo politico extraparlamentare, il nostro gruppo si è portato avanti e ieri ha spostato le segnalazioni tutte concentrate sull'articolo 1.
  Ciò detto, e ciò nonostante, il nostro gruppo è favorevole alla richiesta assolutamente giustificata dell'onorevole Bragantini e la sosterrà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, anche il MoVimento 5 Stelle ritiene la proposta del collega Bragantini doverosamente percorribile. Aggiungiamo anche sull'ordine dei lavori un'altra richiesta, Presidente. Avendo ascoltato e avendo non votato, ma deliberato il Comitato dei nove lo stralcio dell'articolo 2 relativamente al Senato, lei sa, Presidente, che ci sono parecchi articoli aggiuntivi, parecchi articoli 2-bis che noi vorremmo portare in votazione e che le chiediamo di valutare immediatamente. A questo il Presidente Sisto non è stato in grado di rispondere in quanto è faccenda ed affare dell'Assemblea e quindi suo, Presidente, il fatto che rimangano in vita questi emendamenti aggiuntivi e che possano essere votati. Le chiediamo di poterlo fare e di andare al Comitato dei nove con questa consapevolezza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signora Presidente, solo per dire che l'indicazione fatta dal collega Bragantini sembra assolutamente sensata.
  Esiste un problema politico molto concreto legato alla circostanza che con lo stralcio dell'articolo 2 sostanzialmente vengono caducati tutti gli emendamenti che hanno a che fare non solo con la riforma della legge elettorale del Senato, ma anche con parti essenziali relative alla riforma della legge elettorale della Camera. Quindi, bisogna trovare un sistema che consenta il recupero di queste proposte emendative.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo per dire, rispetto al problema sollevato dal collega Bragantini, che noi non abbiamo obiezioni che in via straordinaria, anche prima dello stralcio, la Presidenza allarghi il numero degli emendamenti a disposizione dei gruppi, al fine di recuperare quello che eventualmente il gruppo della Lega Nord e qualche altro gruppo hanno perso, perché li hanno segnalati sull'articolo 2, in quanto riteniamo Pag. 13che l'economia dei lavori non si basi solo sul numero degli emendamenti ma anche su altri fattori.
  Quello che invece ci preme sottolineare è che riteniamo sia importante e utile che fin da stamattina noi diamo segnali di operatività, cominciando a entrare nel merito del provvedimento e a valutare fin da stamattina i primi emendamenti.

  PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi sull'ordine dei lavori. Io proporrei di procedere così: intanto la proposta del deputato Bragantini, come dicevo, mi sembra sensata. Però, adesso mi pare di capire che l'ordine dei lavori rimarrà quello che ci eravamo prefissi, quindi con l'esame dell'articolo 1 e poi con l'esame dell'articolo 2. Se i gruppi vogliono spostare le segnalazioni la Presidenza ha la disponibilità di accogliere le segnalazioni, però – mi dicono – tempestivamente perché c’è un lavoro da fare.
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative la deputata Paola Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, Governo, colleghi, il dibattito sulle proposte di legge elettorale presenta una serie di implicazioni abbastanza complesse, forse la più importante delle quali riguarda l'idea che ci siano degli accordi extraparlamentari che in qualche modo condizionano profondamente tutto lo sviluppo del dibattito poi a livello parlamentare.
  A me preme in questo momento, però, in un momento in cui noi stiamo cambiando la legge elettorale, richiamare l'attenzione di tutti su un aspetto che è stato ampiamente condiviso da tutte le donne presenti in tutti i partiti, quindi che è un accordo in qualche modo veramente trasversale e che riguarda la presenza delle donne in quelle che saranno le liste, anche tenendo conto che diversi modelli di legge elettorale potranno indurre ad adottare poi diversi modi per garantire quello che costituisce l'obiettivo di fondo principale.
  Noi riteniamo che questo Governo, il Governo Renzi, abbia dato un segnale esemplare nella sua formazione, con la nomina di Ministri in cui le donne al Governo sono nello stesso numero degli uomini, dei loro colleghi, al Governo. Diciamo che già, però, ci è sembrato che nel passaggio successivo, che è stato quello della nomina dei viceministri e dei sottosegretari, già questo equilibrio, che aveva rappresentato, come dire, una nota accanto al ringiovanimento del Governo – l'altra nota era stata proprio data dalla presenza femminile –, si è un po’ perso per strada.
  Di questo messaggio iniziale, che il Presidente Renzi ha voluto dare, bisognerebbe riuscire a farne un elemento di caratterizzazione anche di queste proposte di legge elettorale. Ci sono una serie di emendamenti, che io in questo momento richiamo all'attenzione dell'Aula, che sono stati firmati prevalentemente al femminile ma che fortunatamente comportano anche molte firme di colleghi uomini, in cui la presenza delle donne costituisce un segnale forte e da mandare al Paese. Sappiamo tutti come il Trattato di Lisbona si occupa di questo punto, cioè della presenza del femminile nel mondo del lavoro. Inoltre, venne votata l'anno scorso la legge «Golfo-Mosca», nella quale si chiedeva una presenza femminile del 30 per cento nei consigli di amministrazione.
  Ne abbiamo votato quest'anno moltissime, tra mozioni e norme, in cui viene riconosciuta quella necessità di riconoscere il ruolo, la qualità, la presenza e l’empowerment femminile come un elemento di stabilizzazione del sistema sociale. Sarebbe veramente un peccato che ora noi perdessimo l'opportunità della legge elettorale e ci dimenticassimo, per esempio, questi semplici accorgimenti che sono l'alternanza uomo-donna e che sono, per esempio, un pari numero di donne capolista rispetto agli uomini capolista nonché la possibilità, nel caso per noi ottimale in cui si potessero scrivere le preferenze, che le persone dovessero esprimere una preferenza maschile e una preferenza femminile.
  Ci sono mille modi che sono presenti in questo disegno di legge, però tra gli emendamenti a questo disegno di legge tutti Pag. 14puntano ad avere un autentico riequilibrio di genere. Il Governo ha lanciato una campagna e tutte le sere in televisione appaiono gli spot del Governo sul fatto che, laddove l'equilibrio maschile-femminile è un equilibrio mantenuto operativamente, le strutture funzionano meglio. È una campagna del Governo ed è una campagna che in qualche modo deve trovare la sua espressione anche all'interno del disegno di legge. Non è una campagna soltanto – diciamo tra virgolette – di quote rosa, non è una campagna di retroguardia, non è una campagna che in qualche modo vuole ignorare la complessità dei problemi; sono delle sollecitazioni che al contrario tengono conto della positività, tengono conto del coraggio con cui questo Governo ha affidato il Ministero degli esteri, il Ministero della difesa, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'università e della cultura. Sono tutti Ministeri targati al femminile. Sono Ministeri importanti, sono Ministeri forti, sono i Ministeri in cui il cambiamento del Paese potrà davvero indicare passi positivi in avanti. E allora che tutto questo si traduca anche nella legge elettorale. Grazie infinite (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, intanto vorrei che lei gentilmente richiamasse l'Aula ad un po’ più di silenzio perché stiamo scrivendo le regole della democrazia e della sovranità popolare e francamente è difficile seguire il dibattito e anche ascoltarlo e anche solo parlare.

  PRESIDENTE. Infatti lei ha ragione e io ho richiamato più volte questa mattina, come ha visto. Mi appello al senso di responsabilità dei colleghi a questo punto.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Grazie Presidente, mi vorrei anche rivolgere al Ministro delle riforme, al neo Ministro delle riforme e chiedere alla collega di allontanarsi dai banchi del Governo, perché quello che sto per dire è di una gravità assoluta e della quale credo, come sempre accade, il 90 per cento del Parlamento non sia assolutamente a conoscenza, perché già è complicato leggere la legge elettorale con tutti gli emendamenti e i subemendamenti presentati – e tra l'altro ad horas – e credo che sia incomprensibile per tutti comprendere, scusate la ridondanza di parole, il contenuto di questa legge elettorale. Ministro, io mi devo rivolgere alla Presidenza, ma mi rivolgo a lei in quanto giovane deputato, oltre che rappresentante degli italiani e del Governo italiano, questa legge elettorale io non posso votarla, non posso votarla da italiana innanzitutto, ma non posso votarla soprattutto da unico rappresentante del Trentino Alto Adige presente in questa Camera. Vedete, per chi non lo sapesse questo non è l’«Italicum», questo è un «iniquum pastrocchium». Non è l’«Italicum», Ministro, e lei lo sa bene, perché da questa legge elettorale viene curiosamente e senza alcun giustificato motivo, curiosamente e senza alcun giustificato motivo, vengono espunte le due regioni autonome Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige. Ovvero vi comunico ufficialmente che in Valle d'Aosta e in Trentino Alto Adige si voterà con il «Mattarellum», cioè con un sistema maggioritario a collegi unici, mentre in tutto il resto d'Italia si voterà, come voi tutti sapete, con l’«Italicum» che prevede un sistema proporzionale a collegi plurinominali. Perché avviene questo ? Ministro, io lo chiederei a lei, ma lei lo sa molto bene perché avviene questo. Avviene questo perché ci sono un paio di parlamentari in quest'Aula del centrosinistra che hanno fatto del Trentino Alto Adige la propria aziendina personale e questo è inaccettabile, perché se di sovranità popolare si tratta, si parla di sovranità popolare dal nord dell'Italia, quindi dal Brennero a Lampedusa. È inaccettabile che in un sistema che si vuole dire democratico e costituzionale ci siano due regioni che vadano al voto esattamente con un sistema contrario. E questo perché ? In questo caso mi rivolgo esplicitamente a tutti quei partiti che non Pag. 15raggiungeranno, anche se glielo auguro, il quattro e mezzo per cento, ovvero la soglia per entrare in Parlamento. Questo per favorire un partito etnico, che in Italia ha lo 0,42 per cento – adesso è in discesa anch'esso, quindi diciamo che nel prossimo Parlamento probabilmente sarà rappresentato dallo 0,38 per cento o 0,40 nazionale – al quale verranno attribuiti o meglio regalati da tre a cinque parlamentari alla Camera e per il Senato si vedrà, secondo quello che succederà e che non è noto sapere a nessuno di noi. Vi pare che sia immaginabile poter votare un sistema uninominale solo per la regione Trentino Alto Adige e per la regione Valle d'Aosta ?
  Faccio appello – vi sono dei miei emendamenti, e quindi intervengo sul complesso degli emendamenti – veramente e soprattutto al suo partito, Ministro, soprattutto ai tanti giovani, nei quali anche noi abbiamo voluto credere, del centrosinistra, perché veramente si cambi qualcosa, perché non si può prestare il fianco contro la sovranità popolare, contro la rappresentanza, il diritto di rappresentanza dei cittadini del Trentino-Alto Adige, soprattutto quelli di lingua italiana dell'Alto Adige, che vedono violarsi la possibilità di essere rappresentati in Parlamento. Questo è inaccettabile !
  Allora, mi auguro veramente che nel prosieguo tutti i partiti, e soprattutto il gruppo del PD, che è quello maggioritario, capiscano che non vi è una ragione che sia una perché in Trentino-Alto Adige non si voti con lo stesso sistema. E voglio aggiungere che queste norme che prevedo – i miei emendamenti prevedono il fatto che si voti con lo stesso sistema con il quale si voterà dal Trentino-Alto Adige in giù – non favoriscono il centrodestra, sia chiaro, perché il centrodestra è minoritario in Trentino-Alto Adige, mio malgrado, ma favoriscono semplicemente la democrazia e tutti i cittadini, soprattutto quelli italiani dell'Alto Adige e i trentini e anche i tedeschi che non si vogliono sentire rappresentati dalla sola Südtiroler Volkspartei.
  Infatti, anche su questo vi do una notizia: la Südtiroler Volkspartei non è la minoranza tedesca dell'Alto Adige; la Südtiroler Volkspartei è un partito che appartiene ai tedeschi dell'Alto Adige, che è la maggiore rappresentanza dei tedeschi dell'Alto Adige. Ribadisco il concetto: è inaccettabile che, per logiche di partito interne – di una corrente minoritaria, però, interna al PD –, si violi la sovranità popolare in due regioni di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gennaro Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, colleghe e colleghi, signori del Governo, signore del Governo, intervengo dopo che in più occasioni abbiamo avuto l'opportunità di esprimere la nostro opinione su questa legge, che è nettamente contraria rispetto all'impianto che ci viene presentato, per dare un'indicazione ulteriore...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  GENNARO MIGLIORE. ... rispetto – no, non si preoccupi – ad una condizione ulteriore che si è venuta a determinare nel corso di questi giorni e di queste settimane.
  Il tempo che è intercorso tra l'accelerazione che ha preceduto anche la fine di gennaio e l'attuale ci ha impedito di discutere in maniera esaustiva i singoli emendamenti all'interno della Commissione. Questi emendamenti, alcuni dei quali, molti dei quali, sono stati ritirati da parte dei presentatori, avevano lo scopo di rendere più efficace la traduzione di voti in seggi, cioè la democrazia nel nostro Paese, e l'idea che essi siano stati sostituiti sulla base di un accordo che prevede la legge elettorale esclusivamente legata alla Camera dei deputati, francamente, mi fa essere profondamente insoddisfatto.
  Lo dico in particolare perché l'emendamento che sopprimeva la parte di riforma sul Senato inizialmente era stato presentato a mia firma. Io l'ho ritirato nel Pag. 16corso del Comitato dei nove che si è tenuto poco prima della seduta di quest'Aula perché ritengo che sia profondamente sbagliato non riconoscere neppure la valenza di un emendamento e la necessità di votarlo in Aula, e che si affidi allo stralcio, cioè ad un accordo extraparlamentare che si traduce in una formulazione tecnica come quella dello stralcio, un'indicazione politica.
  Infatti, qui lo stralcio viene utilizzato come strumento di accordo tra le parti, e non come regolativo di una legge che non potrebbe essere discussa per il Senato. Non è una questione di forma, è una questione di sostanza. Su nessuno degli emendamenti, forse solo su quelli di genere, ci sarà una discussione aperta in quest'Aula e noi riproporremo in molte occasioni il voto segreto perché ci appelliamo ai tanti e alle tante che in quest'Aula non ritengono soddisfacente l'accordo che è stato raggiunto tra Forza Italia e il vertice del PD.
  Siamo convinti che una legge di questo genere che fa riferimento agli sbarramenti che non esistono in nessuna parte dell'Europa, una legge che non preveda il conflitto di interessi, una legge che non esprime nessuna certezza, neanche sull'attribuzione dei seggi elettorali stessi, sia una legge sbagliata, tra l'altro anche ai limiti della verifica costituzionale che compete ovviamente alla Corte costituzionale stessa. Però voglio dire con grande chiarezza che siccome si vocifera, anche del sostegno da parte di quest'Aula o comunque nell'iter che dovrà seguire anche al Senato, di una proposta sulle pluricandidature, cioè sul fatto che si possano indicare i capilista in tutti i collegi plurinominali in modo da aggirare quello che la Corte costituzionale ha indicato come uno dei vulnus principali di questa legge (ovvero il fatto che il voto avvenga in maniera libera e diretta e senza un'alea rispondente a quelle che sono le esigenze dei capipartito) noi saremo contrari all'introduzione delle pluricandidature. Le pluricandidature non fanno altro che stabilire una lista bloccata almeno a livello di quella precedente prevista dal Porcellum, perché si prevederà in questo modo uno scorrimento non automatico, ma volontario sulla base delle opzioni che verranno rese da chi verrà automaticamente eletto anche perché si sta predisponendo la possibilità di dividere le circoscrizioni in modo tale che ci siano al massimo otto collegi plurinominali. Noi non saremo d'accordo a prendere in giro per l'ennesima volta gli elettori italiani. Abbiamo anche detto di no a tutti gli emendamenti che prevedevano le primarie, perché lo voglio dire alle colleghe e ai colleghi del PD, le primarie possono esser fatte volontariamente da qualsiasi partito però il problema ce l'hanno quei partiti che non le fanno, non i partiti che possono farle anche senza obbligo di legge. Per questo motivo la composizione bloccata delle liste è in realtà la riproposizione dello schema delle liste bloccate e quando pure verranno pubblicati i nomi sulle schede, in realtà l'ordine sarà stato deciso altrove e con le pluricandidature in un altrove ancora più remoto. Per questo vi chiedo di sostenere i nostri emendamenti. Peraltro dico che noi non sosterremo gli emendamenti di quei gruppi che prevedono altre leggi elettorali perché su quelle leggi elettorali noi ci siamo già espressi e la nostra proposta è depositata fin dall'anno scorso ed è il ritorno alla legge Mattarella cosa che sarebbe stata meglio per tutto il sistema democratico italiano e sicuramente meglio rispetto agli obblighi di rappresentanza che questo Parlamento deve avere nei confronti del proprio elettorato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Adesso passiamo ai pareri.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, prendiamo la parola come Fratelli d'Italia per sollecitare, per il suo tramite, al Ministro Boschi una risposta al Pag. 17Parlamento rispetto alla posizione che è stata espressa dall'onorevole Biancofiore, sulla quale vogliamo manifestare la nostra totale e completa condivisione, perché il tema che ha evidenziato la collega Biancofiore è un tema che va al di là della semplice tecnicalità della legge elettorale. È un tema che attiene al rispetto di quelle stesse garanzie e quelle stesse tutele per effetto delle quali nel corso degli anni la legislazione nazionale..., però sarebbe utile che il Ministro fosse concentrata sul dibattito.

  PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, continui.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Continuo, onorevole Presidente, il tema è che se chiedo al Governo di prendere posizione, almeno il Governo che poi legittimamente potrà non rispondermi si presume debba ascoltare la richiesta che viene dall'Aula.
  Dicevo che il tema, sottoposto dall'onorevole Biancofiore, prima e al di là della tecnicalità della norma elettorale, attiene al rispetto di quelle stesse garanzie, per effetto delle quali, nel corso di tanti anni, la legislazione nazionale ha previsto di fornire delle tutele di rispetto alle minoranze etniche e linguistiche. Per effetto di quelle norme si sono riconosciute in determinate enclavi del territorio nazionale delle caratteristiche di rappresentatività, che consentano nell'ambito nazionale una rappresentazione delle aree e delle etnie minoritarie.
  Il problema, però, è che, nell'esagerazione di questa modalità di rispetto, abbiamo finito per cancellare il rispetto per quelle che, in quelle enclavi sono minoranze, ma che fanno parte della maggioranza di noi tutti, cioè gli italiani, onorevole Presidente. Il tema vero è che, per consentire una totale rappresentatività a quelle minoranze in Italia, che sono maggioranza nelle loro enclavi, noi dimentichiamo che, in quelle enclavi, ci sono anche degli italiani, per i quali oggi, onorevole Ministro, è assolutamente necessario che, nella riforma della norma elettorale, si dia agli italiani quello stesso rispetto che noi per tanti anni abbiamo garantito agli italiani di lingua tedesca (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, intervengo sullo stesso argomento. Non è che c’è solo la minoranza italiana in Südtirol che non potrà essere rappresentata, ma c’è una grande parte di tedeschi, di popolazione tedesca, in Südtirol, che non potrà essere rappresentata in questo Parlamento perché non vota SVP e non si sente rappresentata dalla SVP (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo solo per dire che, dato che abbiamo avuto questa mattina i faldoni degli emendamenti all'ultimo minuto ed adesso dobbiamo esprimere i pareri, io credo che sia più utile per l'economia dei lavori, per tutti quanti, procedere ad un piccolo periodo di sospensione dei lavori, cosicché noi ci organizziamo bene con i pareri e quando torneremo, per così dire, perderemo meno tempo, perché così, tra il faldone 3, il faldone 4...

  PRESIDENTE. Posso aiutarla, deputato Pilozzi. Magari possiamo fare così: siccome io ho il quadro delle proposte emendative segnalate e ritirate, potrei dare il numero della proposta emendativa e la pagina, se questo può aiutare, e voi date il parere.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, se noi però potessimo avere mezz'ora di sospensione Pag. 18per potere mettere in fila i nostri pareri, sicuramente questo andrebbe molto ad aiutare l'economia dei lavori stessi.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, spero che non vada ad incidere sui tempi naturalmente. Mi associo alla richiesta, credo proprio per un problema di tempi. Noi adesso dobbiamo dai numeri andare a vedere i contenuti. Sui contenuti potremmo velocemente, facendoci aiutare dai nostri uffici, esprimere un parere, per cui venti minuti, mezz'ora massimo, di pausa consentirebbero di non stare qui a cercare con il suo aiuto il contenuto di ciascuna delle proposte emendative.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo sempre sull'ordine dei lavori, poiché, oltre al problema dei vari fascicoli, adesso ci sono arrivati nuovi emendamenti segnalati e quindi servirebbe almeno mezz'ora per un buon lavoro.

  PRESIDENTE. Sta bene. Mi pare che vi sia un parere favorevole. Vedo che altri delegati d'Aula annuiscono. Se siamo d'accordo, sospendiamo la seduta per mezz'ora. Ci ritroveremo in Aula, quindi, alle 13, e poi, però, andremo avanti fino alle 14,30.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 13,05.

  PRESIDENTE. Informo che andiamo avanti fino alle 14 per consentire la riunione di uno dei gruppi. Quindi, riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato della proposta di legge recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Colleghi, per favore, adesso ci sono i pareri. Magari se prendete posto, perché non è un esercizio semplice. Invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.
  Presidente Sisto, come procediamo ? È lei che li elenca o io glieli sottopongo ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, come ritiene. Io magari posso leggerli e se lei ritiene controlla.

  PRESIDENTE. Va bene. Lei li ha tutti in fila adesso ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Ho cercato di fare un lavoro più o meno attento. Però, le sarei grato se lei potesse costantemente verificarne la correttezza.

  PRESIDENTE. Io sicuramente ho la copia ordinata di tutti gli emendamenti.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cozzolino 1.1, a pagina 4, Toninelli 1.2, a pagina 31, e Dieni 1.9, a pagina 32. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Balduzzi 1.8, a pagina 46. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Dadone 1.5, a pagina 56, Migliore 1.195, a pagina 57, Gitti 1.11, a pagina 60, e Dadone 1.196, a pagina 69. Accantonati gli identici emendamenti Dorina Bianchi 1.601 e Migliore 1.613, a pagina 70, Centemero 0.1.311.12, a pagina 82, e Centemero 0.1.311.13, a pagina 92. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Blazina 0.1.311.1 (versione corretta), a pagina 93. Accantonato l'emendamento Nardella 1.311 (nuova formulazione), a pagina 97. La Commissione esprime parere contrario Pag. 19sull'emendamento Balduzzi 1.35, a pagina 100. L'emendamento Centemero 1.631, a pagina 116 è accantonato.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Biancofiore 1.400, a pagina 128.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Fraccaro 1.15, a pagina 128.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Migliore 1.22, a pagina 161.
  La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Sannicandro 0.1.900.43, a pagina 215.
  La Commissione esprime parere contrario sugli identici subemendamenti Gitti 0.1.900.71 e Migliore 0.1.900.39, a pagina 220.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.53, a pagina 225.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.54, a pagina 226.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.55, a pagina 227.
  La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.62, a pagina 228.
  La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Parisi 0.1.900.105, a pagina 229.
  La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.1, a pagina 230.
  La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento La Russa 0.1.900.35, a pagina 232.
  Il subemendamento Nicoletti 0.1.900.104, a pagina 234 è accantonato.
  La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.63, a pagina 234.
  La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Migliore 0.1.900.41, a pagina 235.
  La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.87, a pagina 236; mi dice la collega Bianchi che è stato ritirato: prego gli uffici di verificarlo.

  PRESIDENTE. Ve bene, è ritirato.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Se fosse stato ritirato ovviamente il parere si intende non espresso.
  La Commissione esprime parere contrario sui subemendamenti Dorina Bianchi 0.1.900.3 a pagina 237, La Russa 0.1.900.32 a pagina 239 e Invernizzi 0.1.900.51 a pagina 240. La Commissione invita al ritiro del subemendamento Gitti 0.1.900.74 a pagina 241, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Mi scusi, presidente Sisto, sul subemendamento Gitti 0.1.900.74 che parere ha dato ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Contrario. La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento La Russa 0.1.900.33, a pagina 242, mentre i subemendamenti Centemero 0.1.900.15 e 0.1.900.16, a pagina 243 e 244, sono accantonati. La Commissione esprime parere contrario sui subemendamenti Gitti 0.1.900.69 a pagina 245 e Migliore 0.1.900.44 a pagina 246. Invito a verificare, invece, se il subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.4 sia stato, come mi dice la collega Dorina Bianchi, ritirato. Se non fosse stato ritirato, il parere della Commissione è contrario. La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Migliore 0.1.900.45 a pagina 247, mentre invita al ritiro del subemendamento Gitti 0.1.900.72 a pagina 248, altrimenti il parere è contrario. Circa il Pag. 20subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.6, che io trovo nell'elenco che mi è stato consegnato, mi dice la collega Dorina Bianchi che è stato ritirato. Se non fosse stato ritirato, il parere della Commissione è contrario.

  PRESIDENTE. D'accordo, ce l'avevo anch'io, però se l'ha ritirato va bene.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Sì, Presidente, io, però, non ho la possibilità di verificare qui dal banco se è stato ritirato...

  PRESIDENTE. Certo.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. ...e quindi mi affido agli uffici.

  DORINA BIANCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signor Presidente, mi scusi. Avevo firmato precedentemente il ritiro di queste proposte emendative, mantenendone soltanto quattro. Ho il foglio firmato e tutto.

  PRESIDENTE. D'accordo.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, posso testimoniarlo, l'ha fatto a seduta aperta.

  PRESIDENTE. Non ho dubbi.

  IGNAZIO LA RUSSA. Faccio mie tutte le proposte emendative di Dorina Bianchi.

  PRESIDENTE. Lei, però, deve segnalarmi le sue poi, cioè quelle che toglie.

  IGNAZIO LA RUSSA. Questa valutazione credo di rimetterla a lei, io non ne tolgo nessuna, ma faccio mie delle altre proposte emendative che ci sono. Se fossero state ritirate in Commissione, sicuramente avrebbe ragione lei, ma essendo state ritirate dopo l'avvio dell'Aula, quelle segnalate rimangono tali, sia per me, sia quelle che faccio mie. Io do questa interpretazione, se lei ne dà un'altra, per carità, ma io li ritiro in questa ottica.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, no, noi non concordiamo assolutamente con l'interpretazione del collega La Russa. È chiarissimo: gli emendamenti segnalati rientrano nella quota degli emendamenti che ogni gruppo ha a disposizione, quindi se il collega La Russa vuole fare proprio un altro emendamento, ritira la segnalazione su uno dei suoi.

  GENNARO MIGLIORE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, vorrei sapere alla luce della discussione precedente, che era stata quella di dire che c'era un allargamento della possibilità degli emendamenti segnalati e, da questo punto di vista, proprio l'accoglimento del deputato Rosato andava in questa direzione, come essa si concili con questo cambio di posizione e, quindi, con una restrizione degli emendamenti segnalati.

  PRESIDENTE. Intanto proseguiamo con i pareri.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. In attesa che sia risolta la questione, mi permetterei di dare il parere anche sugli emendamenti della collega Dorina Bianchi, salvo valutare poi la possibilità eventualmente di farli propri da parte di altri gruppi.Pag. 21
  La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.6, a pagina 248. La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Parisi 0.1.900.106, a pagina 250, e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Migliore 0.1.900.46, sempre a pagina 250. La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Matteo Bragantini 0.1.900.107, a pagina 251, e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.64, sempre a pagina 251.

  PRESIDENTE. Il subemendamento 0.1.900.700 della Commissione ...

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Questo viene votato alla fine, Presidente. Questi sono i subemendamenti presentati all'emendamento della Commissione, quindi l'emendamento della Commissione è posto alla fine, però mi controlli...

  PRESIDENTE. Ma questo è un subemendamento.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Il subemendamento 0.1.900.700, se mal non ho visto...

  PRESIDENTE. È della Commissione, immagino che il parere sia favorevole.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Direi proprio di sì. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.1.900.700.
  La Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Matteo Bragantini 0.1.900.107, a pagina 251, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.64, sempre a pagina 251; la Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Gitti 0.1.900.68, a pagina 252.
  Il subemendamento Nicoletti 0.1.900.100, a pagina 253, è accantonato; il subemendamento Migliore 0.1.900.102, a pagina 254, è accantonato; il subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.103, sempre per le ragioni già dette, è accantonato; gli identici subemendamenti Dorina Bianchi 0.1.900.5, a pagina 255, e Migliore 0.1.900.101, a pagina 256, sono accantonati.
  La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.900, a pagina 266.
  La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Matteo Bragantini 1.319, a pagina 267. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Nuti 1.36, a pagina 267. Poi abbiamo l'emendamento Matteo Bragantini 1.38, a pagina 268: questo, Presidente, va invertito, perché nel nostro appunto la pagina 268 è stata posta dopo la pagina 269, quindi mi sono permesso di porre questa piccola...

  PRESIDENTE. Sì, sì, d'accordo. Quindi, l'emendamento Matteo Bragantini 1.38...

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. ...l'emendamento Matteo Bragantini 1.38 viene prima dell'emendamento Biancofiore 1.40; quindi, sull'emendamento Matteo Bragantini 1.38, a pagina 268, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Inoltre, la Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Biancofiore 1.40, a pagina 269, e Lombardi 1.41, a pagina 271. La Commissione esprime, poi, parere contrario sull'emendamento Plangger 1.43, a pagina 273.

  PRESIDENTE. Adesso abbiamo l'emendamento 1.701 della Commissione. È un fuori sacco.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. La Commissione ovviamente raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 1.701 ed invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Dadone 1.47, a pagina 274.Pag. 22
  Gli identici emendamenti Dorina Bianchi 1.600 e Migliore 1.614, a pagina 286, nonché l'emendamento Bianconi 1.53, a pagina 288, sono accantonati.
  La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Gitti 1.501, a pagina 291, Pisicchio 1.56, a pagina 294, e D'Ambrosio 1.59, a pagina 309. La Commissione esprime, altresì, parere contrario sugli emendamenti La Russa 1.60, a pagina 309, e Balduzzi 1.151, a pagina 322.
  La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Di Battista 1.621, a pagina 323. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gitti 1.308, a pagina 324. La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Dadone 1.178, a pagina 327.
  La Commissione raccomanda, quindi, l'approvazione del proprio emendamento 1.700 ed esprime parere contrario sugli emendamenti Matteo Bragantini 1.344, a pagina 328, e Marco Meloni 1.69, a pagina 330. La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Cozzolino 1.71, a pagina 333.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Colletti 1.622, Nuti 1.72 e Toninelli 1.73, a pagina 334 del fascicolo.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario dell'emendamento Matteo Bragantini 1.76, a pagina 336, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Invernizzi 1.75, sempre a pagina 336.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario dell'emendamento Balduzzi 1.80, a pagina 339, nonché dell'emendamento Matteo Bragantini 1.81, a pagina 340.
  I successivi emendamenti La Russa 1.84, a pagina 341, Gitti 1.86, a pagina 342, e Roberta Agostini 1.88, sempre a pagina 342, sono accantonati.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Locatelli 1.87, a pagina 344.
  L'emendamento Andrea Romano 1.91, a pagina 344, è accantonato.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Migliore 1.90, a pagina 345. I successivi emendamenti Roberta Agostini 1.93, a pagina 345, e Roberta Agostini 1.92 (versione corretta), a pagina 347, sono accantonati.
  La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Parisi 0.1.514.1, a pagina 349, nonché sull'emendamento Richetti 1.514, a pagina 350.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Famiglietti 1.345, a pagina 352.
  Gli identici emendamenti Famiglietti 1.346 e Centemero 1.489, alle pagine 352 e 353, sono accantonati.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento La Russa 1.485, a pagina 354, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario dell'emendamento Balduzzi 1.99, sempre a pagina 354.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gitti 1.101, da pagina 355 a pagina 358, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Famiglietti 1.495, a pagina 359.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Famiglietti 1.496, a pagina 360, mentre esprime parere contrario sull'emendamento D'Ambrosio 1.106, a pagina 370. Sull'emendamento Toninelli 1.107...

  PRESIDENTE. Mi scusi, l'emendamento Famiglietti 1.497 ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, è successivo per pagina, perché è a pagina 382. Anche questo mi sono permesso di posporlo, perché ho un'indicazione di pagina successiva.

  PRESIDENTE. Va bene, d'accordo.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Ho cercato di essere quanto più attento possibile.
  Dicevo, sull'emendamento Toninelli 1.107, a pagina 376, la Commissione esprime parere contrario. La Commissione Pag. 23formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Dadone, 1.108, a pagina 377. La Commissione esprime, altresì, parere contrario sull'emendamento Fraccaro 1.109, sempre a pagina 377, ed esprime parere favorevole sull'emendamento Famiglietti 1.497, a pagina 382.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Balduzzi 1.112, sempre a pagina 382. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Di Battista 1.620, a pagina 385, ed invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Matteo Bragantini 1.114, a pagina 389. Anche sull'emendamento Grillo 1.115, a pagina 390, il parere è contrario, mentre sull'emendamento Richetti 1.349, a pagina 392, il parere è favorevole. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Bruno 1.350 e Migliore 1.118, a pagina 394.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Biancofiore 1.119 e Dieni 1.123, a pagina 395.
  Il subemendamento Nicoletti 0.1.513.1, a pagina 396, è accantonato, così come è accantonato l'emendamento Plangger 1.513, da pagina 398 a 406.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Bruno 1.464 ed esprime parere contrario sull'emendamento Zaccagnini 1.301, a pagina 408.
  La Commissione esprime un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Nuti 1.132, a pagina 409. La Commissione esprime, altresì, un parere contrario sull'emendamento D'Ambrosio 1.172, a pagina 416.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Dadone 1.159, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Migliore 1.458 ed esprime parere contrario sugli emendamenti Matteo Bragantini 1.168, Toninelli 1.169 e Grillo 1.170.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Nuti 1.175, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Balduzzi 1.466.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Cozzolino 1.180, Toninelli 1.465 e Dadone 1.179, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 1.901 della Commissione. L'emendamento Nicoletti 1.628 è accantonato.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Biancofiore 1.182, mentre gli identici emendamenti Locatelli 1.187 e Roberta Agostini 1.467 sono accantonati.

  PRESIDENTE. Aspetti un secondo.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, gli emendamenti Locatelli 1.187 e Roberta Agostini 1.467 sono identici.

  PRESIDENTE. Sono identici ? Che parere ha dato ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Accantonati.

  PRESIDENTE. Sta bene. Allora aggiungiamo l'emendamento Locatelli 1.187.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Migliore 1.189, Toninelli 1.191 e La Russa 1.580, mentre l'articolo aggiuntivo Attaguile 1.0305 è accantonato.
  La Commissione formula infine un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Attaguile 1.0310. Ho terminato così i pareri sugli emendamenti all'articolo 1.

  PRESIDENTE. Allora, andiamo all'inizio.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, vorrei segnalare solo che l'emendamento Attaguile 1.0305 nell'elenco distribuito non Pag. 24c'era, è stato «reperito» come utile e quindi mi sono permesso di aggiungerlo con il parere.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo ?

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, per chiedere la ragione per la quale non è stato menzionato l'emendamento 1.314 a mia firma, a pagina 129.

  PRESIDENTE. A me risulta che non sia stato segnalato.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Controllerò.

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, vorremmo anche noi chiedere la motivazione per la quale non è stato espresso il parere da parte del relatore sull'emendamento 1.103 e 1.110 a prima firma Vargiu.

  PRESIDENTE. Mi dice la pagina, così facciamo prima ?

  DANILO TONINELLI. La cerco.

  PRESIDENTE. È possibile che questi emendamenti siano di un altro gruppo e che voi abbiate aggiunto la vostra firma, quindi dipende da quel gruppo. Se voi avete apposto la vostra firma, la segnalazione dipende da quel gruppo.

  DANILO TONINELLI. Perfetto, ma ci è stato detto dal primo firmatario che risultano emendamenti segnalati che noi però non troviamo nell'elenco di quelli segnalati.

  PRESIDENTE. Ora sento gli uffici.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, volevo segnalare che gli emendamenti 1.700, 1.701 e 1.900.700 sono emendamenti di mero drafting che sono stati formulati nell'ambito del Comitato dei nove.

  PRESIDENTE. Sono gli emendamenti della Commissione ?

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Sì.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza per la Lega Nord e Autonomie sugli emendamenti presentati ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Non so se facciamo in tempo per le 14 a finire tutto.

  PRESIDENTE. Almeno cominciamo. Andiamo avanti a ritmo serrato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cozzolino 1.1, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Toninelli 1.2, Dieni 1.9 e Balduzzi 1.8.
  Ho segnalato gli emendamenti che sono stati accantonati, dunque evito di esprimere i pareri.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Dadone 1.5, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Migliore 1.195 e Gitti 1.11. Sull'emendamento Dadone Pag. 251.196 mi rimetto all'Assemblea. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Dorina Bianchi 1.601 e Migliore 1.613.

  PRESIDENTE. Questo emendamento è stato accantonato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esatto e anche quello successivo.

  PRESIDENTE. E anche quello dopo.
  Siamo al subemendamento Blazina 0.1.311.1.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Va bene. Dunque, esprimo parere contrario sul subemendamento Blazina 0.1.311.1 (versione corretta).
  In ordine all'emendamento Nardella 1.311 (nuova formulazione)...

  PRESIDENTE. Questo emendamento è stato accantonato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Balduzzi 1.35. Il successivo emendamento mi risulta accantonato...

  PRESIDENTE. Sì.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Biancofiore 1.400.
  Sull'emendamento Fraccaro 1.15 mi rimetto all'Aula. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Migliore 1.22.
  Esprimo parere favorevole sul subemendamento Sannicandro 0.1.900.43, nonché sugli identici subemendamenti Gitti 0.1.900.71 e Migliore 0.1.900.39; il parere è altresì favorevole sui subemendamenti Balduzzi 0.1.900.53, 0.1.900.54, 0.1.900.55 e 0.1.900.62 nonché sul subemendamento Parisi 0.1.900.105.
  Sul subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.1...

  DORINA BIANCHI. L'ho ritirato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. È stato ritirato ? Il parere sul subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.1 è favorevole.
  Il parere è altresì favorevole sul subemendamento La Russa 0.1.900.35.
  Signor Presidente, sulle proposte emendative precluse, precluse perché ? Si saprà quando si faranno le votazioni in teoria e, dunque, dovremmo esprimere i pareri anche su tutte le proposte emendative precluse.

  PRESIDENTE. Sì, deve esprimere i pareri sulle proposte emendative eventualmente precluse.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Balduzzi 0.1.900.63, Migliore 0.1.900.41...

  PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, non le risulta il subemendamento Nicoletti 0.1.900.104, a pagina 234 del fascicolo degli emendamenti ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. No, nell'elenco che mi è stato dato non c’è. Guardo immediatamente...

  PRESIDENTE. È il presidente Sisto che lo ha aggiunto. Si ricorda ? Neanche a me risulta, però l'aveva aggiunto il presidente Sisto.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. A me risulta che è stato ritirato nel Comitato dei nove...

  PRESIDENTE. No, non risulta ritirato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sul subemendamento Nicoletti 0.1.900.104 mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. D'accordo. Prego, continui.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Eravamo arrivati al subemendamento Balduzzi 0.1.900.63 ?

Pag. 26

  PRESIDENTE. Sì, su cui aveva espresso parere favorevole.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sul subemendamento Migliore 0.1.900.41...

  PRESIDENTE. Anche su questo subemendamento aveva espresso parere favorevole.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sul subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.87...

  PRESIDENTE. Questo subemendamento è stato ritirato. Quindi, adesso deve esprimere il parere sull'altra proposta emendativa della deputata Dorina Bianchi...

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Come mi diceva la collega, il subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.3 è stato ritirato.

  PRESIDENTE. Ritirato, d'accordo.

  IGNAZIO LA RUSSA. Sono quelli sub iudice !

  PRESIDENTE. Sì, ho capito, però è bene sottolinearlo perché altrimenti si creano misunderstanding. Vada avanti, deputato Bragantini.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sul subemendamento La Russa 0.1.900.32.
  Esprimo parere favorevole sui emendamenti Invernizzi 0.1.900.51, Gitti 0.1.900.74 e La Russa 0.1.900.33.
  I subemendamenti Centemero 0.1.900.15 e 0.1.900.16 risultano accantonati.
  Sul suo emendamento Gitti 0.1.900.69 il parere è favorevole. Sul suo emendamento Migliore 0.1.900.44, che è uguale al suo emendamento Dorina Bianchi 0.1.900.4...

  PRESIDENTE. Che è stato ritirato...

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza.. ..che è stato ritirato, il parere è favorevole.
  Sul suo emendamento Migliore 0.1.900.45 il parere è favorevole. Sul suo emendamento Gitti 0.1.900.72 il parere è contrario. Il subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.6 è stato ritirato.
  Sono già le 14, Presidente, continuiamo ? A questo punto, anche io avrei la seduta della Giunta per le autorizzazioni.

  PRESIDENTE. Senta, ce la facciamo a finire almeno i suoi pareri ? Portiamoci avanti magari un po’ più velocemente.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sono tanti.

  PRESIDENTE. Sono tanti. Proviamoci. Andiamo avanti altri dieci minuti, se siete d'accordo. Dieci minuti solamente.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza Sulle proposte emendative Parisi 0.1.900.106, Migliore 0.1.900.46, 0.1.900.700 della Commissione, Matteo Bragantini 0.1.900.107, Balduzzi 0.1.900.64 e Gitti 0.1.900.68 il parere è favorevole. Esprimo parere favorevole sul subemendamento Nicoletti 0.1.900.100.

  PRESIDENTE. Questo è accantonato e poi anche il successivo Migliore 0.1.900.102. e il subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.5, che viene dopo, identico al subemendamento Migliore 0.1.900.102.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 1.900 della Commissione il parere è contrario. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Matteo Bragantini 1.319, Nuti 1.36, Biancofiore 1.40, Matteo Bragantini 1.38, Lombardi 1.41 e 1.701 della Commissione. L'emendamento Plangger 1. 43 mi risulta accantonato, giusto ?

  PRESIDENTE. No, cioè la Commissione ha espresso parere contrario.

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  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Allora, sull'emendamento Plangger 1.43 il parere è contrario.
  Il parere sull'emendamento Dadone 1.47 è favorevole. L'emendamento successivo mi risulta accantonato. È così ?

  PRESIDENTE. Sì, è accantonato, come anche l'emendamento successivo Bianconi 1.53.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli emendamenti Gitti 1.501 e Pisicchio 1.56, mentre sull'emendamento D'Ambrosio 1.59 mi rimetto all'Assemblea. Il parere è favorevole sull'emendamento La Russa 1.60, contrario sull'emendamento Balduzzi 1.151, favorevole sull'emendamento Di Battista 1.621, contrario sull'emendamento Gitti 1.308 e favorevole sugli emendamenti Dadone 1.178, 1.700 della Commissione e Matteo Bragantini 1.344.
  Il parere è contrario sull'emendamento Marco Meloni 1.69 e favorevole sugli emendamenti Cozzolino 1.71 e Colletti 1.622, mentre sull'emendamento Nuti 1.72 mi rimetto all'Assemblea. Il parere è contrario sull'emendamento Toninelli 1.73, mentre è favorevole sugli emendamenti Matteo Bragantini 1.76 e Invernizzi 1.75. Il parere è contrario sull'emendamento Balduzzi 1.80, mentre è favorevole sugli emendamenti Matteo Bragantini 1.81 e La Russa 1.84...

  PRESIDENTE. Gli emendamenti La Russa 1.84, Gitti 1.86 e Roberta Agostini 1.88 sono tutti accantonati.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento Locatelli 1.87. L'emendamento successivo Andrea Romano 1.91 mi risulta accantonato.

  PRESIDENTE. È così.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento Migliore 1.90. Gli emendamenti Roberta Agostini 1.93 e 1.92 (versione corretta) mi risultano accantonati. È giusto ?

  PRESIDENTE. Cosa ha detto ?

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Gli emendamenti Roberta Agostini 1.93 e 1.92 (versione corretta) mi risultano accantonati.

  PRESIDENTE. È così.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sul subemendamento Parisi 0.1.514.1 e sugli emendamenti Richetti 1.514 e Famiglietti 1.345. Sull'emendamento Famiglietti 1.346...

  PRESIDENTE. È accantonato.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli emendamenti La Russa 1.485 e Balduzzi 1.99, contrario sull'emendamento Gitti 1.101, favorevole sugli emendamenti Famiglietti 1.495, 1.496 e 1.497 e contrario sugli emendamenti D'Ambrosio 1.106 e Toninelli 1.107.
  Il parere è contrario sull'emendamento Dadone 1.108, mentre è favorevole sull'emendamento Fraccaro 1.109. Il parere è contrario sugli emendamenti Balduzzi 1.112 e Di Battista 1.620, mentre è favorevole sull'emendamento Matteo Bragantini 1.114. Il parere è contrario sull'emendamento Grillo 1.115, mentre è favorevole sugli emendamenti Richetti 1.349, Bruno 1.350 e Migliore 1.118.

  PRESIDENTE. Onorevole Matteo Bragantini, a questo punto, mio malgrado, penso che dobbiamo sospendere la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e subito dopo con il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge in materia elettorale.
  Sospendo la seduta.

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  La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della salute, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento e il Ministro della giustizia.

(Elementi in ordine all'applicazione della normativa relativa alla dotazione e all'utilizzo da parte delle società sportive di defibrillatori semiautomatici e iniziative per la più ampia diffusione di dispositivi salvavita – n. 3-00658)

  PRESIDENTE. Il deputato Antimo Cesaro ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-00658, concernente elementi in ordine all'applicazione della normativa relativa alla dotazione e all'utilizzo da parte delle società sportive di defibrillatori semiautomatici e iniziative per la più ampia diffusione di dispositivi salvavita (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, ricorderò un fatto e un antefatto. Il fatto è il triste episodio avvenuto il 7 gennaio 2014, con la morte di un giovane di Caserta, Gaetano Piccirillo, mentre sosteneva il suo primo esame all'università di Napoli, nella facoltà di ingegneria. L'antefatto è l'entrata in vigore, nell'aprile 2013, del decreto ministeriale, evoluzione del cosiddetto «decreto Balduzzi», recante norme sulla dotazione e l'utilizzo di dispositivi salvavita, in particolare di defibrillatori, con riferimento alle strutture sportive.
  Sulla base di queste premesse, chiedo al Ministro Lorenzin, innanzitutto, lo stato di effettiva attuazione della previsione normativa, se è stata avviata un'attività di monitoraggio e, in secondo luogo, se non ritenga utile estendere questa previsione normativa anche per grandi centri di aggregazione, centri commerciali, discoteche e soprattutto scuole pubbliche e università.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti per l'interrogazione che hanno presentato, proprio per la delicatezza della materia, che è stata affrontata anche tante volte in questo Parlamento.
  Ricordo che il decreto ministeriale 24 aprile 2013 introduce anche l'obbligo per le società sportive dilettantistiche e le società sportive professionistiche di dotarsi di defibrillatori semiautomatici. In particolare, per tenere conto delle diverse caratteristiche in termini di dimensioni e capacità di spesa nonché dei profili organizzativi delle varie società sportive, è stato disposto che le società sportive professionistiche sono tenute a dotarsi dei defibrillatori nel termine di sei mesi dall'entrata in vigore del citato decreto, mentre per le società sportive dilettantistiche è stato previsto il più lungo termine di trenta mesi, decorrente dall'entrata in vigore del medesimo decreto. Osservo, però, che il termine di trenta mesi è un termine massimo. Quindi, noi auspichiamo e sollecitiamo le società a abbreviare i tempi.
  Le linee guida allegate al decreto prevedono che le società sportive siano tenute a garantire anche la presenza di personale formato per la gestione e la manutenzione dei dispositivi. Le suddette società, qualora operino in uno stesso impianto sportivo, possono comunque associarsi ai fini dell'attuazione degli obblighi, ovvero possono demandare l'onere della dotazione e della Pag. 29manutenzione del defibrillatore al gestore dell'impianto attraverso un apposito accordo, che definisce anche le responsabilità in ordine all'uso della gestione.
  Colgo l'occasione per ricordare che fin dal 2011 è stata promossa la realizzazione di programmi regionali finalizzati alla diffusione di defibrillatori e alla sensibilizzazione della popolazione e sono stati indicati criteri per individuare i luoghi, gli eventi, le strutture ed i mezzi di trasporto in cui deve essere garantita la disponibilità dei defibrillatori semiautomatici esterni nonché le modalità della formazione degli operatori.
  Attualmente sono in corso le attività di verifica e monitoraggio dello stato di avanzamento dei progetti predisposti a livello regionale. Aggiungo che alcune regioni, quali il Veneto, l'Emilia Romagna e le Marche, hanno previsto nei loro piani di diffusione dell'attività di defibrillazione, di dotare di tali apparecchiature talune tipologie di impianti pubblici, come palestre scolastiche e piscine comunali.
  Al fine di sensibilizzare i cittadini e gli operatori sull'importanza di svolgere le attività sportive in sicurezza, verrà comunque promossa un'apposita campagna di comunicazione concordata tra il Ministero della salute, quello competente in materia di sport e il CONI e ad essa il mio Dicastero affiancherà uno specifico monitoraggio finalizzato ad accertare lo stato di attuazione delle recenti misure normative e l'effettiva diffusione sul territorio nazionale dei defibrillatori presso le società sportive.

  PRESIDENTE. Il deputato Antimo Cesaro ha facoltà di replicare. Ricordo che ha 2 minuti.

  ANTIMO CESARO. Ringrazio il Ministro e mi ritengo parzialmente soddisfatto dalla risposta data, perché sarà avviata – mi dice il Ministro e non ho motivo di dubitarne – un'attività di sensibilizzazione e anche di monitoraggio. Insisterei soprattutto su quest'ultimo aspetto, anche se non nego l'importanza della sensibilizzazione e dell'educazione soprattutto per i giovani.
  Resta inevasa una parte della mia domanda, cioè se non si ritenga utile anche nelle scuole, nelle università e nei centri di grossa aggregazione giovanile – penso per esempio alle discoteche – rendere obbligatorio e non solo consigliare o sensibilizzare i gestori o i responsabili di queste strutture sulla dotazione di defibrillatori.
  Faccio solo presente che, rispetto a circa 60 mila casi di infarto che ogni anno si registrano in Italia, vi è evidenza che, nel 50 per cento dei casi, la possibilità di un soccorso immediato e magari dell'utilizzo di un defibrillatore può salvare delle vite umane. Sarebbe il miglior modo per ricordare Gaetano Piccirillo, che è un ragazzo la cui vita si è troncata tragicamente ed a cui certamente le strutture pubbliche dovevano offrire una possibilità in più di soccorso.

(Iniziative per riconoscere la fibromialgia come malattia progressiva e invalidante, al fine dell'inserimento della medesima tra le patologie che consentono l'esenzione dalla partecipazione alla spesa per le prestazioni sanitarie – n. 3-00659)

  PRESIDENTE. La deputata Nardi ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-00659, concernente iniziative per riconoscere la fibromialgia come malattia progressiva e invalidante, al fine dell'inserimento della medesima tra le patologie che consentono l'esenzione dalla partecipazione alla spesa per le prestazioni sanitarie (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARTINA NARDI. Signor Presidente e signor Ministro, vorrei sottoporre una questione che ha a che fare con la dignità e la qualità della vita dei malati di sindrome di fibromialgia. Questa malattia, questa sindrome, causa dolori lancinanti soprattutto in tutto il corpo. In maniera particolare, attacca fibre, tessuti, muscoli, quindi dando a questi malati una qualità della vita oggettivamente diminuita.Pag. 30
  Anche l'Unione europea, nel 2008, si è posta il problema di riconoscere questa come una malattia effettiva, dando anche la possibilità di essere esonerata dai ticket, e quindi ha raccomandato con una dichiarazione, che è stata appunto votata nel 2008, a tutti gli Stati membri di aderire a questa impostazione.
  Ad oggi l'Italia non ha ancora riconosciuto la sindrome fibromialgica come appunto una malattia riconosciuta e questo chiaramente comporta il fatto che molti, anzi tutti gli ammalati non sono esenti da ticket...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MARTINA NARDI. ...e quindi oltre a non avere – e concludo – un luogo specifico dove potersi curare in Italia, non hanno neppure l'esenzione dai ticket.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, com’è noto agli onorevoli interroganti la sindrome fibromialgica è una forma di dolore muscolo-scheletrico diffuso e di affaticamento. Per tali caratteristiche la sua diagnosi non è semplice, perché non vi sono esami ematochimici o strumentali. Pertanto la diagnosi è basata esclusivamente su criteri clinici.
  Per quanto attiene alla tutela dei pazienti, occorre segnalare che tutte le prestazioni volte alla diagnosi e al follow up della malattia rientrano nei livelli essenziali di assistenza. Inoltre, da diversi anni la fibromialgia, la FM, è oggetto di un numero crescente di richieste di assistenza sanitaria e di segnalazione di atti parlamentari, volti a demandare un eventuale inserimento tra le patologie soggette a specifica tutela. Ecco perché la tematica in esame è da tempo all'attenzione del Ministero della salute e per questo sono state coinvolte sia le società scientifiche che gli esperti della materia. Dagli approfondimenti tecnico-scientifici avviati è emerso che, in Italia, ci sarebbe un elevato numero di pazienti, con diverse condizioni di gravità e conseguentemente diversi bisogni assistenziali. Inoltre, nel nostro Paese risulterebbe un dato di prevalenza variabile dal 2 per cento all'8 per cento della popolazione generale, secondo i dati della società italiana di reumatologia. Si è quindi trovato un sostanziale accordo nel riservare un eventuale inserimento tra le malattie croniche esenti per quelle forme di sindrome fibromialgica primaria grave intese come forme croniche, gravi ed invalidanti. Nel contempo, però, è risultata particolarmente complessa l'individuazione delle prestazioni specialistiche rispondenti a criteri di cui al decreto legislativo n. 124 del 1998, riferita all'appropriatezza, efficacia, onerosità del costo del trattamento, utile per il monitoraggio e per le prevenzioni di eventuali aggravamenti, soprattutto per la numerosità e la variabilità di sintomi che accompagnano tale patologia.
  Allo stato attuale, quindi, sussiste un'oggettiva difficoltà ad identificare correttamente, sia in termini di prevalenza che di definizione clinica, le forme della sindrome fibromialgica da prendere in considerazione per un possibile inserimento tra le patologie croniche esenti, nel rispetto dei criteri previsti dalla normativa.
  Detto questo, come sa però l'interrogante, noi stiamo facendo un lavoro nel patto della salute con la Conferenza Stato-regioni sull'individuazione della lista per l'aggiornamento delle malattie e delle patologie previste dai LEA, così come si sta ormai avviando un lavoro molto proficuo e di analisi attenta sull'individuazione delle nuove patologie da inserire tra le malattie rare. Quindi la questione è all'attenzione del Ministero e anche della Conferenza Stato-regioni e quindi c’è la massima attenzione da parte delle istituzioni.

  PRESIDENTE. La deputata Nardi ha facoltà di replicare.

  MARTINA NARDI. Signor Presidente, grazie alla Ministra perché ha colto il Pag. 31punto, cioè il fatto che comunque il Ministero abbia avviato una procedura per riconoscere la sindrome fibromialgica come una patologia grave da poter inserire, per far sì quindi che le persone affette da questa patologia possano effettivamente avere una parità di trattamento rispetto ad altre affette da patologie simili, è sicuramente motivo di soddisfazione. Io credo che continueremo a vigilare su questo, anche perché già ci sono in Italia delle regioni che hanno riconosciuto la sindrome fibromialgica come una malattia, una patologia vera e propria. In maniera particolare, il Trentino; l'ha fatto il Friuli-Venezia Giulia, lo ha fatto la regione Veneto e la Toscana ha attivato un tavolo per capire effettivamente meglio la questione. Rimaniamo, quindi, in attesa e saremo sempre attenti in merito a questa patologia.

(Iniziative di competenza in merito ai criteri per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa per le prestazioni sanitarie, con particolare riferimento alla composizione del nucleo familiare – n. 3-00660)

  PRESIDENTE. Il deputato Sberna ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-00660, concernente iniziative di competenza in merito ai criteri per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa per le prestazioni sanitarie, con particolare riferimento alla composizione del nucleo familiare (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARIO SBERNA. Signor Presidente, gentile Ministro, grazie di essere qui. All'interno del quadro del Patto per la salute, certamente quella dei ticket sanitari deve essere considerata una gravissima priorità. Come si sa, l'ISTAT ha certificato recentemente che il 14,3 per cento delle famiglie non si cura più. Tra l'altro, ho anche alcuni dati che sono veramente preoccupanti da questo punto di vista. Non si cura più proprio perché la tematica relativa ai ticket ha a che fare con il reddito complessivo lordo senza guardare i carichi familiari. In questo Paese si continua – e non smetteremo mai di denunciarlo – a punire il proletariato in quanto proletariato, in quanto persone che hanno messo al mondo dei figli. Mi chiedo, perciò, se non sia arrivato davvero il momento di mettere mano ad una situazione che si sta facendo veramente drammatica.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio particolarmente per questa interrogazione. Come lei sa, ho considerato la questione dell'aumento dei ticket come un elemento ostativo a un'attività di diagnosi e prevenzione secondaria nel nostro Paese. C’è un rischio vero: molte persone stanno rinunciando alla prevenzione e questo noi non lo possiamo accettare, anzi dobbiamo continuare a promuovere queste iniziative. Come sempre si dice, un euro speso in prevenzione ne fa risparmiare dieci poi, poco tempo dopo, a tutto il costo complessivo del Fondo sanitario nazionale.
  Nell'ambito dei lavori che sto coordinando per la predisposizione del nuovo Patto per la salute, è emersa la necessità di rivedere il vigente sistema al fine di garantire maggiore equità nell'accesso alle prestazioni sanitarie a parità di gettito. Ecco perché il Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze, le regioni, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali hanno convenuto sull'opportunità di istituire uno specifico gruppo di lavoro con il compito di individuare in tempi brevi – i tempi sono quelli del Patto per la salute, ovviamente, quindi sono estremamente contingentati – le linee generali di una proposta destinata a confluire nel nuovo Patto e da attuare successivamente con specifici provvedimenti, anche di natura normativa.
  Colgo, pertanto, l'occasione per anticipare gli obiettivi generali che il gruppo di lavoro dovrà perseguire: migliorare l'equità del sistema e ridisegnare la partecipazione Pag. 32alla spesa sanitaria e le esenzioni, attribuendo un peso determinante al fattore condizione economica del nucleo familiare; garantire l'accessibilità delle prestazioni sanitarie, evitando che la quota di compartecipazione richiesta costituisca un ostacolo alla fruizione; evitare che il sistema di compartecipazione renda più conveniente per gli assistiti l'acquisto di prestazioni in altri regimi (in tale ottica, dovrà essere valutata la sussistenza delle condizioni anche di tipo finanziario); garantire l'invarianza del gettito da partecipazione al Servizio sanitario nazionale a livello nazionale delle singole regioni; e, più complessivamente, un ragionamento che tenga conto delle esigenze di sostenibilità del Fondo sanitario nazionale, anche a fronte della previsione di una diversa spesa farmaceutica, non tanto oggi, quanto nei prossimi decenni con l'avvento della medicina personalizzata.
  La seconda fase dell'operazione, già avviata, sarà finalizzata a individuare le soluzioni tecniche che consentano il raggiungimento degli obiettivi e che, contemporaneamente, presentino caratteri di semplicità, chiarezza nella fase attuativa, tali da evitare disagi ai cittadini interessati da oneri amministrativi e agli uffici delle unità sanitarie locali responsabili della riscossione del ticket e della gestione delle esenzioni. Per l'elaborazione di tali soluzioni, è già in corso la raccolta di informazioni e dati che consentiranno al gruppo di lavoro di effettuare le necessarie simulazioni, in particolare sugli effetti economici delle diverse misure.
  E aggiungo che, quando il lavoro sarà pronto, sarò molto felice di poterlo presentare in Commissione affari sociali della Camera dei deputati, così come abbiamo fatto con le altri parti del Patto per la salute, per condividere con i commissari le misure e le proposte che provengono dal gruppo di lavoro.

  PRESIDENTE. Il deputato Sberna ha facoltà di replicare.

  MARIO SBERNA. La ringrazio, Ministro, per la convinzione, nella quale credo davvero conoscendola e stimandola, con la quale vorrà portare avanti questo tema, che ha a che fare anche con la giustizia. Basti pensare che – lo dico anche ai colleghi – una coppia con un figlio con 36 mila euro di reddito non paga il ticket, una coppia con dieci figli e 37 mila euro di reddito paga il ticket anche per quelli con meno di sei anni. Oppure una coppia di fatto non paga il ticket semplicemente perché non fa la somma dei redditi. E da questo punto di vista è evidente che ancora una volta l'avere un Ministro per la famiglia o una delega per la famiglia che porti attenzione a queste cose diventa particolarmente importante.
  Il dato che sinceramente – e lo dico con molta sofferenza – mi ha colpito di più è quello che denunciava l'ISTAT: il 13,2 per cento delle donne rinuncia, e questo 13,2 per cento che rinuncia è composto da mamme, tutte mamme che, appunto, rinunciano a curarsi pur di poter curare almeno i figli. Io credo che un Paese che non ha l'attenzione che pure hanno l'articolo 53, da un lato, e l'articolo 31 della Costituzione, che protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù e che avrebbe particolare riguardo per le famiglie numerose (e il condizionale l'ho usato esattamente perché non è così da sessanta anni di Repubblica), questo Paese deve cambiare e deve tornare immediatamente ad occuparsi delle proprie mamme, dei propri figli e del proprio futuro.

(Iniziative per l'attuazione delle disposizioni di recepimento della normativa comunitaria in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera e di riconoscimento delle ricette mediche nell'ambito dell'Unione europea – n. 3-00661)

  PRESIDENTE. Il deputato Piso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00661, concernente iniziative per l'attuazione delle disposizioni di recepimento della normativa comunitaria in materia di assistenza sanitaria transfrontaliera e di riconoscimento delle ricette mediche nell'ambito dell'Unione europea (vedi l'allegato Pag. 33A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  VINCENZO PISO. Signor Ministro, nel corso del Consiglio dei ministri del 28 febbraio scorso si è proceduto all'approvazione del decreto legislativo di recepimento della direttiva europea 2011/24. Questa direttiva prevede l'istituzione di un quadro generale volto a chiarire i diritti dei pazienti relativamente al loro accesso all'assistenza sanitaria transfrontaliera ed al loro rimborso; garantire la qualità e la sicurezza delle prestazioni di assistenza sanitaria fornita in un altro Stato dell'Unione europea; promuovere la cooperazione in materia di assistenza sanitaria tra gli Stati membri. Inoltre il provvedimento integra i vigenti regolamenti comunitari, così eliminando la necessità di autorizzazione preventiva al di fuori di casi eccezionali, ponendo come limite all'assistenza transfrontaliera i servizi di lunga durata ed i programmi pubblici di vaccinazione. Con questa mia interrogazione a risposta immediata, le chiedo quale iniziative lei intenda assumere per garantire la più rapida attuazione di quanto previsto dal decreto in oggetto, in modo da assicurare la più ampia valorizzazione anche sotto il profilo della comunicazione e delle eccellenze sanitarie presenti sul territorio nazionale...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  VINCENZO PISO. ...e di garantire che la produttività sanitaria derivante dalla capacità attrattiva del Servizio sanitario nazionale possa determinare effetti positivi per i saldi di finanza pubblica.

  PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere. Chiedo di liberare i banchi del Governo.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, come ho detto già più volte, questa direttiva costituisce una doppia opportunità per l'Italia. Da una parte quella di promuovere le nostre eccellenze e, tra l'altro, di permettere finalmente la realizzazione di un primo accesso di welfare europeo, quindi una mobilità dei pazienti. Questa è una delle direttive che per prima si occupa delle persone e non delle merci e delle cose, dall'altra parte però è una direttiva che pone anche una sfida all'Italia, cioè quella di essere in grado di rinnovare le proprie strutture, le proprie infrastrutture tecnologiche in tutto il Paese e non soltanto in una parte di esso.
  Sulla parte che lei ha chiesto, il decreto prevede l'istituzione di un punto di contatto nazionale che permetterà al paziente di compiere una scelta informata più adeguata al proprio caso clinico e rappresenterà il punto di raccordo tra i pazienti, le regioni, le ASL, i prestatori di assistenza sanitaria, gli Stati membri e la Commissione europea. L'obiettivo è quello di offrire un'informazione chiara, trasparente, intelligibile e accessibile a tutti i pazienti dell'Unione europea circa i loro diritti in materia di assistenza sanitaria.
  Proprio al fine di potenziare la risposta sanitaria ai significativi cambiamenti introdotti dal decreto in questione, il Ministero della salute ha provveduto, previa intesa con la Conferenza Stato-regioni, a formalizzare la proposta di deliberazione CIPE, che nell'ambito dell'assegnazione delle risorse vincolate alla realizzazione degli obiettivi di Piano sanitario nazionale per l'anno 2011 prevede un accantonamento di 6 milioni di euro per la realizzazione di un progetto interregionale in materia di comunicazione ai cittadini per l'accesso ai servizi sanitari. L'obiettivo del progetto è proporre una visione della comunicazione e trasparenza attraverso tre linee di intervento: il Portale della trasparenza dei servizi della salute, il Programma Nazionale Esiti e la direttiva 2011/24/UE sull'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera. Il progetto prevede, oltre allo sviluppo della trasparenza attraverso il miglioramento del portale del Ministero della salute e il proseguimento dell'attività e la pubblicazione del programma nazionale di valutazione degli esiti nel nuovo Pag. 34portale, anche la creazione all'interno dello stesso di una sezione dedicata al punto di contatto nazionale.
  Il Portale della trasparenza dei servizi della salute sarà un sito aperto a tutti i cittadini finalizzato a rispondere alle esigenze informative di chi governa e gestisce il servizio sanitario, di chi lo utilizza, di chi vi lavora e di chi si occupa, nel mondo dell'informazione, di salute e di assistenza. Il portale integra le informazioni contenute nel portale del Ministero della salute con le informazioni provenienti dai portali delle regioni e province autonome nonché dai portali dei siti istituzionali degli istituti e agenzie nazionali, delle aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale.
  Inoltre, è stato previsto uno spazio specifico sul portale del Ministero dedicato ad ospitare tutte le informazioni relative ai nostri servizi sanitari e agli ospedali e strutture di eccellenza presenti sul territorio nazionale, e anche in lingua inglese. L'obiettivo è migliorare la trasparenza delle attività del Ministero e consentire ai cittadini di scegliere dove curarsi, oltre che sulla base delle proprie conoscenze personali, anche verificando direttamente su Internet i livelli di qualità delle cure e dei servizi che ogni ospedale italiano è in grado di offrire. Il progetto è nato, infatti, con lo scopo specifico di realizzare un sistema più completo e più rispondente alle esigenze di trasparenza, ma anche di promuovere un nuovo metodo di comunicazione tra l'istituzione e il cittadino, meno ingessato, più fruibile ed interattivo. Attraverso il portale i pazienti avranno accesso ai dati di performance e grazie al Programma nazionale di valutazione degli esiti, gestito da AGENAS per conto del Ministero della salute, potranno confrontare i diversi erogatori di servizi. Essi avranno così il pieno controllo sulle proprie scelte di salute e potranno fornire feedback sui servizi assistenziali, in perfetta coerenza con la previsione della direttiva del 2011, e ovviamente questo sarà realizzato in modo tale che anche i cittadini degli altri Paesi membri potranno avervi accesso.

  PRESIDENTE. Il deputato Piso ha facoltà di replicare.

  VINCENZO PISO. Signor Presidente, la risposta ci lascia decisamente soddisfatti, anche perché siamo dinanzi ad un fatto che possiamo definire epocale. Siamo di fronte ad una sorta di Schengen sanitaria rispetto alla quale la possibilità per il nostro sistema sanitario nazionale di mostrare la sua efficienza e la sua competitività a livello europeo, con benefici per quanto riguarda la nostra finanza pubblica, non è cosa da poco. Per cui riteniamo che la risposta del Ministro Lorenzin anche sul piano della comunicazione sia assolutamente soddisfacente e in linea con i requisiti richiesti da un passaggio di questo tipo; così come peraltro auspichiamo in questa sede che si proceda veramente a marce forzate rispetto al tema dei costi standard e rispetto al tema del Patto per la salute, perché rappresentano gli altri due aspetti attraverso i quali poter dare alla sanità italiana il posto che le compete, non soltanto da un punto di vista degli interventi di carattere economico-finanziario, ma proprio partendo da un discorso di risanamento economico-finanziario avere un sistema più efficiente con costi più ridotti e all'altezza delle aspettative non soltanto dei cittadini italiani, ma anche dei cittadini europei.

(Stato della trattativa tra Alitalia e Etihad e iniziative in relazione ai possibili effetti sulla gestione degli aeroporti italiani – n. 3-00662)

  PRESIDENTE. La deputata Bergamini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00662, concernente lo stato della trattativa tra Alitalia e Etihad e iniziative in relazione ai possibili effetti sulla gestione degli aeroporti italiani (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  DEBORAH BERGAMINI. Signor Presidente, signor Ministro, l'oggetto della mia interrogazione è l'ipotizzato piano di alleanza Pag. 35fra la nostra compagnia aerea di bandiera Alitalia e la compagnia di Abu Dhabi Etihad. Ne abbiamo letto e sentito parlare ormai da tempo; lei stesso, signor Ministro, nel precedente Governo Letta si era impegnato in prima persona. Abbiamo però la sensazione che ci sia una sorta di rallentamento su questo percorso: la due diligence prevista è slittata alla fine del mese di marzo, lo stesso amministratore delegato di Etihad ha precisato che ci sono il 50 per cento di possibilità che il piano di alleanza si realizzi. Siccome noi stiamo parlando di una delle più importanti realtà del nostro Paese, con 14 mila circa dipendenti, chiedo a lei, signor Ministro, quale sia lo stato reale della trattativa in corso, quali le prospettive, come l'Italia può veder tutelate le proprie rotte nazionali e la vocazione turistica pura del nostro Paese, che è il secondo per presenze turistiche in Europa dopo la Spagna.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Bergamini per l'interrogazione che ha rivolto direttamente al Ministro, perché è l'occasione e l'opportunità per dire spero con molta puntualità e concretezza, qual è lo stato di avanzamento delle trattative, come mi è stato chiesto, tra Alitalia e Etihad.
  Ha ben ricordato l'onorevole Bergamini che nel precedente Governo, il Governo Letta, abbiamo più volte ribadito anche davanti al Parlamento l'importanza strategica che la compagnia di bandiera Alitalia, pur essendo un'azienda privata, riveste nel nostro Paese, perché anche questo Governo, come il precedente Governo, ritiene e conferma il ruolo che la compagnia di bandiera ed il sistema aeroportuale italiano ha nello sviluppo economico-industriale dell'Italia, anche nel suo posizionamento internazionale.
  Il secondo aspetto, vale la pena di precisarlo. La funzione che il Governo deve svolgere, trattandosi ovviamente di trattative tra due soggetti privati, è quella che gli compete: la funzione strategica, la verifica di alleanze internazionali che siano coerenti con l'interesse del Paese e dello sviluppo, condividendo quello che l'onorevole Bergamini ha sottolineato nell'interrogazione, la verifica del piano industriale, la tutela, legata al piano industriale, dello sviluppo occupazionale, lo sviluppo complessivo del sistema aeroportuale.
  In questo contesto abbiamo seguito con molta attenzione, con molto interesse e favorevolmente la trattativa in corso tra Etihad ed Alitalia, perché riteniamo che Etihad sia il partner internazionale indispensabile e necessario, un grande partner internazionale, che possa raggiungere gli obiettivi che il Governo si era prefissato.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Qual è lo stato di avanzamento delle trattative, come risulta al Governo ? Innanzitutto, noi dobbiamo sottolineare di nuovo che fino ad oggi i punti di riqualificazione del piano industriale presentato si sono attuati, i privati hanno sottoscritto l'accordo di programma. Entro il 31 marzo – così nelle intenzioni di Etihad e di Alitalia – si concluderà il dialogo tra i due soggetti privati, e quindi si dovrà presentare – come ho chiesto io venerdì in un incontro con l'amministratore delegato di Etihad, Hogan – un piano industriale, che dica – per quello che riguarda ovviamente l'interesse del Governo – qual è la prospettiva di sviluppo di questa partnership: a noi sta a cuore questo, così come sta a cuore in questa prospettiva di sviluppo industriale il ruolo strategico internazionale che il sistema aeroportuale italiano e la nostra compagnia di bandiera deve avere e può avere, quali sono gli investimenti e come in questo processo di sviluppo industriale, di piano industriale anche l'occupazione può essere non solo tutelata, ma sviluppata nella sua prospettiva.Pag. 36
  Questo è lo stato che risulta al Governo, risulta anche personalmente in un dialogo tra il sottoscritto e l'amministratore delegato di Etihad; credo che il resto competa, come è giusto che sia, alla trattativa tra due soggetti privati, quali sono Etihad e Alitalia.
  Mi preme sottolineare che fino ad oggi comunque nessuna risorsa pubblica è stata destinata dallo Stato, e quindi dal Governo, nella trattativa e nelle questioni riguardanti Alitalia ed Etihad.

  PRESIDENTE. La deputata Bergamini ha facoltà di replicare.

  DEBORAH BERGAMINI. Signor Presidente, io ringrazio il Ministro e prendo atto dunque del fatto che c’è consapevolezza naturalmente da parte del Governo, ma non poteva essere diversamente, sulla assoluta priorità strategica rivestita dal futuro ruolo di Alitalia e di quanto sia importante che la nostra compagnia di bandiera, perché di questo stiamo parlando e lo voglio ricordare, possa al più presto, naturalmente, poter fare ricorso ad una alleanza con un partner internazionale che porti forza.
  Io debbo ricordare che la partita di Alitalia è una partita che va indietro nel tempo. È stato fortemente voluto che si difendesse la nostra compagnia di bandiera perché noi siamo consapevoli di essere un Paese a fortissima vocazione turistica e naturalmente non sfugge che l'avere una compagnia di bandiera significa tutelare proprio l'attrattività turistica del nostro Paese. Lo ricordo ancora che è il secondo, purtroppo non il primo, in Europa per afflusso di turisti.
  È anche però importante ricordare che la Lufthansa ha detto che l'alleanza così com’è disegnata in questo momento potrebbe prefigurare un aiuto di Stato mascherato. Ecco facciamo attenzione a che non di questo si tratti e in questo prendo atto anche delle parole del Ministro che ha detto che nessuna risorsa pubblica al momento è stata messa a disposizione.

(Stato di avanzamento dei lavori del Terzo Valico dei Giovi e iniziative per accelerare la realizzazione di tale opera strategica – n. 3-00663)

  PRESIDENTE. Il deputato Matteo Mauri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Tullo ed altri n. 3-00663 concernente lo stato di avanzamento dei lavori del terzo valico dei Giovi e iniziative per accelerare la realizzazione di tale opera strategica (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  MATTEO MAURI. Signor Presidente, un saluto anche ai rappresentanti del Governo e al Ministro Lupi, io vorrei illustrare anche con forza una necessità che è quella di avere chiarezza della situazione rispetto ai lavori sul terzo valico dei Giovi, quello che da un lato mette in collegamento la Liguria con la Pianura Padana, la Lombardia e Milano ma soprattutto rientra anche dentro un'opera più complessiva che conosciamo bene che è quella del corridoio che arriva fino a Rotterdam.
  Vorrei capirlo perché, da un lato, sono oramai diversi anni che sono stati autorizzati i lavori e, dall'altro, c’è un'esigenza a maggior ragione di carattere economico e di competitività del sistema, io credo su questo come su altri interventi, ma questo in maniera prioritaria: dovessi pensarne uno a livello nazionale sarebbe questo. Ciò per il sistema, per l'economia e per evitare che anche i lavori che gli svizzeri stanno concludendo a nord con i vari trafori non abbiano un effetto contrario e cioè non facciano, come dire, da cappa che risucchia la produttività di buona parte del sistema produttivo del nord e non invece un elemento di collegamento a nostro favore così come sarebbe molto molto importante per il sistema della portualità, in particolare quello di Genova.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MATTEO MAURI. Per cui per questo le vorrei chiedere con precisione lo stato di avanzamento dei lavori e l'impegno del Governo, anche sul fronte economico.

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  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti perché anche su questo tema permettono al Governo, al nuovo Governo Renzi, di precisare con forza e con concretezza quali sono le priorità nella realizzazione dei grandi asset infrastrutturali del nostro Paese.
  Il terzo valico rappresentava e rappresenta una di queste priorità, perché non è solo la priorità della regione Liguria, non è solo la priorità della regione Lombardia o del nord del Paese, è una priorità fondamentale per uno degli assi più importanti d'Europa: quello che da Rotterdam collegherà Genova, ed è evidente che cosa rappresenta. Lo dico anche a chi ci sta ascoltando, ai colleghi parlamentari, qui stiamo parlando del territorio più importante e più produttivo dell'intero Paese Italia e dell'intera Europa e della grande sfida che avviene nell'integrazione tra il sistema portuale e il sistema dell'alta velocità e trasportistico e delle merci in Europa.
  I mari del nord, i grandi porti del nord collegati con i grandi asset strategici portuali del nostro Mediterraneo. Quindi, indipendentemente dai pareri personali che possono essere liberamente espressi, la volontà del Governo è quella non di mettere in discussione ma di accelerare il più possibile la realizzazione del terzo valico passando dalle parole ai fatti.
  Secondo punto allora: come continuiamo a muoverci ?
  Noi abbiamo riconvocato un tavolo nel precedente Governo Letta – la continuità del Ministro può garantire lo sviluppo delle azioni – tra i soggetti interessati, Ferrovie dello Stato, il consorzio che deve attuare i lavori e le istituzioni, in particolare regione Piemonte e regione Liguria. Abbiamo messo a disposizione le risorse necessarie, 1,9 miliardi di euro, per procedere nei lavori, abbiamo deciso un piano straordinario di avanzamento dei lavori che deve essere puntualmente presentato e aggiornato al Governo. La settimana prossima saranno convocati per formare un tavolo per l'aggiornamento e non per la rimessa in discussione della strategicità del terzo valico, è così e sarà così, anche perché questo compete al Governo. Ad altri soggetti compete l'attuazione della volontà dei Governi e l'attuazione delle volontà europea. Non ci si scosta da questa posizione.
  Quindi, al tavolo della settimana prossima con RFI, regione Liguria e regione Piemonte il consorzio che dovrà attuare l'opera dovrà presentare, dopo i primi due o tre mesi dall'ultimo incontro, a che punto siamo con lo stato di avanzamento lavori, il versamento dei SAL, abbiamo chiesto al consorzio di mettere anche tecnologie nuove per recuperare il tempo perduto in modo che nel nostro Paese – permettetemelo – si passi finalmente dalle continue discussioni alla realizzazione concreta delle opere, anche poche, ma che noi riteniamo fondamentali e indispensabili per il nostro Paese.

  PRESIDENTE. Il deputato Tullo ha facoltà di replicare.

  MARIO TULLO. Signor Presidente, volevo ringraziare il Ministro, siamo completamente soddisfatti dalla risposta che arriva dal Governo, ovviamente nel nostro question time abbiamo fatto anche riferimento ad alcune parole usate dall'amministratore delegato di Ferrovie che noi stimiamo per il lavoro che ha fatto e sappiamo anche essere persona intelligente e competente, su 1.500 chilometri – perché di questo si tratta – quando parliamo del Corridoio Genova-Rotterdam 150 sono quelli che rappresentano Genova-Milano e solo 50 l'opera del terzo valico, che serve per la mobilità delle persone ma soprattutto delle merci. Già il collega Mauri ha parlato della capacità degli svizzeri di correre più di noi, lo porteranno ad avere opere complete tra il 17 e il 19 che consentiranno di passare dai 22,4 milioni di tonnellate di merci a 55 milioni, che verranno trasportate su ferro, e il rischio è elevato. Quando si parla di Pag. 38economia del mare giustamente si guarda all'acqua, ma bisogna guardare anche alla terra, perché se la capacità degli svizzeri di penetrare il nostro Paese sarà così forte ci potrà essere anche la scelta di qualche operatore – i grandi player mondiali del commercio su acqua – che potrebbe scegliere la rotta artica e non scalare più i nostri porti.
  Quindi siamo pienamente soddisfatti e chiediamo al Ministro di continuare a vigilare su quest'opera strategica per il Paese e non per un pezzo di territorio.

(Intendimenti del Governo in relazione alla vicenda della nomina di Francesca Barracciu a Sottosegretario per i beni e le attività culturali e il turismo – n. 3-00664)

  PRESIDENTE. La deputata Corda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Nicola Bianchi n. 3-00664, concernente intendimenti del Governo in relazione alla vicenda della nomina di Francesca Barracciu a Sottosegretario per i beni e le attività culturali e il turismo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  EMANUELA CORDA. Signor Presidente, lo scorso 28 febbraio il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha diffuso la lista dei Viceministri e dei sottosegretari del suo Governo, tra questi emerge anche il nome di Francesca Barracciu, sottosegretario alla cultura. Vorremmo precisare che Francesca Barracciu era stata solo pochi mesi fa invitata dallo stesso Presidente Renzi a rinunciare alla candidatura alla presidenza della regione Sardegna, pur avendo vinto a pieni voti le primarie del Partito Democratico, questo va detto, tutto questo a causa del suo coinvolgimento nell'indagine della procura di Cagliari sulle spese dei fondi consiliari. Ricordiamo che la Barracciu è indagata per peculato per una spesa pari a oltre 30 mila euro di denari non rendicontati.
  Noi vorremmo capire secondo quali criteri Matteo Renzi abbia considerato l'onorevole Barracciu non candidabile alla carica di governatrice ma notevolmente idonea invece a ricoprire l'incarico di sottosegretario. Vogliamo capire perché l'avete prima accompagnata alla porta e poi la fate rientrare dalla finestra.

  PRESIDENTE. La Ministra per le riforme costituzionali ed i rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministro per le riforme costituzionali ed i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, come ricordato anche nell'interrogazione, il sottosegretario di Stato Francesca Barracciu ha acquisito negli anni una notevole esperienza politica e amministrativa, sia come consigliere comunale, assessore e sindaco della propria città, poi come consigliere regionale e ha arricchito la propria esperienza istituzionale a livello internazionale come membro del Parlamento europeo, quindi potrà dare sicuramente un contributo anche al Governo di questo Paese.
  Per quanto attiene al procedimento in corso, ad oggi, il sottosegretario di Stato Barracciu risulta nell'elenco degli indagati. Non è intenzione di questo Governo chiedere dimissioni di Ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia, ma eventualmente per motivi di opportunità politica. Noi tutti abbiamo giurato sulla Costituzione e sappiamo che uno dei principi fondamentali è la presunzione di innocenza. L'avviso di garanzia è un atto dovuto, posto a tutela di ogni cittadino e di ogni indagato per poter esercitare pienamente il diritto di difesa; non è un'anticipazione di condanna. Quindi, questo procedimento nei confronti della dottoressa Barracciu è nella fase preliminare, il sottosegretario ha chiesto anche una accelerazione dei tempi; all'esito il Governo valuterà se suggerire le dimissioni del sottosegretario. È importante però ricordare l'impegno di tutti noi e di questo Governo a rispettare i principi fondamentali della nostra Costituzione, compresa la presunzione di innocenza, che per noi sono irrinunciabili.

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  PRESIDENTE. Il deputato Nicola Bianchi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  NICOLA BIANCHI. Signor Presidente, ovviamente non ci riteniamo per niente soddisfatti.
  Signor Presidente del Consiglio Renzi, tramite lei Ministro Boschi, le chiediamo a viva voce di ritirare questa nomina di Francesca Barracciu perché non la riteniamo idonea a svolgere il ruolo di sottosegretario perché la sua nomina ci sembra più una sorta di consolazione – e che consolazione, visto e considerato che da sottosegretario avrà diritto a tutti i privilegi della casta – per aver rinunciato alle elezioni regionali e per aver salvato la faccia al PD regionale sardo. Ma la Barracciu si era fatta da parte perché non era eticamente corretto candidarsi dopo essere stata indagata per aver sperperato soldi pubblici, ebbene sì: soldi pubblici. Si parla, nello specifico, di 33 mila euro di rimborsi di benzina. Facendo un rapido calcolo, si evince che corrispondono a circa 19.400 litri, l'equivalente che serve a fare il giro della terra per sette volte, sette volte, oppure, con qualche piccola aggiunta, magari facciamo anche un bel viaggetto sulla luna.
  Riporto qualche breve dichiarazione di stampa: «Una telefonata del segretario Renzi e la candidata indagata per peculato, che aveva vinto le primarie fa un passo indietro». Questo il 31 dicembre. Sempre il 31 dicembre: «Sardegna: Barracciu rinuncia alla candidatura alla regione». Il 3 gennaio: «Sardegna: Barracciu non si candida. Il PD vuole voltare pagina». Un bel gesto, ossia una netta differenza con il centrodestra, ma parole ovviamente.
  Quindi – vado alla conclusione, signor Presidente – 33 mila euro – spiegatemi questa cosa – sono sufficienti per far fare un passo indietro alla candidatura di un presidente della regione Sardegna, ma non di sottosegretario alla cultura. Ma quanto dovrà dichiarare per non prendere la poltrona da sottosegretario ? Basta prendere in giro i cittadini e basta con dichiarazioni spot, che dite un giorno e poi l'altro giorno smentite. È vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Intendimenti del Ministro della giustizia, per quanto di competenza, in ordine alla richiesta di concessione della grazia a Antonio Monella – n. 3-00665)

  PRESIDENTE. Il deputato Cristian Invernizzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Giancarlo Giorgetti n. 3-00665, concernente intendimenti del Ministro della giustizia, per quanto di competenza, in ordine alla richiesta di concessione della grazia a Antonio Monella (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, buon pomeriggio signor Ministro, il 6 settembre del 2006 Antonio Monella, imprenditore edile di Arzago d'Adda, nella provincia di Bergamo, si è trovato in una situazione nella quale sicuramente nessuno di noi vorrebbe mai trovarsi, ma che con sempre maggiore frequenza affrontano molti cittadini che di notte si trovano a dormire nelle proprie abitazioni; venne svegliato da alcuni rumori molesti, si accorse che nella propria abitazione si erano introdotti dei delinquenti con l'evidente fine di compiere degli atti predatori e reagì, probabilmente sull'onda della paura e dell'emozione per tutelare l'incolumità dei propri familiari.
  Sparò con un fucile che deteneva regolarmente nella propria abitazione e per questo è stato condannato in via definitiva a quasi sette anni di detenzione e ad un risarcimento, nei confronti dei familiari del delinquente in questione, di 150 mila euro.
  Noi chiediamo, signor Ministro, se lei ritenga condivisibile la richiesta per la concessione della grazia nei confronti del signor Monella e se ritiene, pertanto, di dover condividere e agire, per quanto riguarda le sue competenze, per far sì che questa venga concessa.

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  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, nel rispondere all'interrogazione dell'onorevole Giancarlo Giorgetti ed altri, ritengo opportuno e necessario precisare che Antonio Monella è stato condannato, come ricordato, in primo grado dal giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Bergamo, all'esito di giudizio abbreviato, alla pena di 8 anni di reclusione per il delitto di omicidio volontario commesso ai danni di una persona che, dopo avere posto in essere un tentativo di furto all'interno dell'abitazione del Monella, stava per darsi alla fuga a bordo dell'autovettura di quest'ultimo. Il giudice, nel commisurare la pena, ha riconosciuto all'imputato la circostanza attenuante della provocazione e le circostanze attenuanti generiche.
  La Corte di appello di Brescia ha ridotto la pena inflitta al Monella a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione, applicando nella massima estensione di un terzo la riduzione prevista per le attenuanti generiche, in ragione del particolare stato di ansia e di emozione che aveva pervaso l'imputato al momento del fatto, del senso di resipiscenza e di ravvedimento dimostrato dallo stesso e del suo corretto comportamento processuale. I giudici del merito hanno espressamente escluso che a favore del Monella potesse essere riconosciuta la scriminante della legittima difesa. Con sentenza del 25 febbraio 2014, le cui motivazioni non risultano ancora depositate, la Corte di cassazione ha respinto il ricorso presentato dal Monella, rendendo così definitiva la condanna.
  Il Monella ha presentato domanda di grazia il 3 marzo 2014. Il competente Dipartimento per gli affari di giustizia di questo Ministero provvederà ad avviare tempestivamente l'istruttoria prevista dall'articolo 681 del codice di procedura penale, consistente nell'acquisizione degli elementi informativi e dei pareri dell'autorità giudiziaria, ai fini della formulazione dell'avviso di competenza del Ministro della giustizia. Faccio presente che dopo avere presentato la domanda di grazia il Monella ha proposto al tribunale di sorveglianza di Brescia istanza di differimento dell'esecuzione della pena, ai sensi dell'articolo 147 del codice penale.
  Come rilevato dalla Corte costituzionale, con sentenza n. 200 del 2006, tra i detti elementi vanno ricompresi, oltre ovviamente a quelli desumibili dalla sentenza di condanna, dai precedenti dell'interessato e dai procedimenti in corso a suo carico, anche le dichiarazioni delle parti lese, dei prossimi congiunti della vittima circa il risarcimento del danno e la concessione del perdono nonché, in relazione alla valutazione della personalità del soggetto, le informazioni inerenti alle condizioni familiari e a quelle economiche e alla condotta dello stesso interessato.
  Il Ministro della giustizia deve poi valutare le informazioni e i pareri forniti dall'autorità giudiziaria al fine di decidere se formulare motivatamente la proposta di grazia al Presidente della Repubblica cui, come statuito dalla predetta sentenza della Corte costituzionale, spetta in ogni caso la decisione finale in ordine alla concessione o meno del provvedimento di clemenza.
  Mi riservo, dunque, prima di assumere ogni determinazione, di attendere il completamento della procedura di istruttoria della domanda di grazia presentata dal Monella, per valutarne con la dovuta ponderazione le risultanze, alla luce dei principi fissati dalla Corte costituzionale.

  PRESIDENTE. Il deputato Invernizzi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, la ringrazio signor Ministro. Noi sappiamo che la giustizia ha fatto il suo corso. Ci chiediamo se giustizia sia stata fatta in questo caso. Vi è un caso analogo, sempre nella provincia di Bergamo, nel quale, invece, la giustizia è stata fatta, visto che un commerciante di Caravaggio in questo caso, a pochi chilometri da Arzago d'Adda, in una situazione analoga è stato invece assolto proprio anche in Pag. 41corso del giudizio. Per cui, non c’è bisogno della richiesta di grazia.
  Io vorrei ricordare – e lo do anche questo elemento, così lei potrà valutare e mi auguro poi sostenere con forza la richiesta per questo cittadino modello – che si è posto proprio a capo del comitato per la richiesta della grazia il sindaco di Arzago d'Adda che, tra l'altro, è anche il segretario provinciale del Partito Democratico, sindaco pertanto che rappresenta i sentimenti di quella comunità e che è indice anche di come questa persona viene considerata nel paese in cui lo conoscono.
  Vorrei ricordare che si tratta di un imprenditore edile, di un onesto lavoratore, di un cittadino, di un padre di famiglia che alle due di notte dormiva a casa sua ed è stato svegliato da alcuni le cui intenzioni non erano chiare.
  Io invito tutti, signori, e innanzitutto il Governo: voi avete dimostrato con questa maggioranza in questi mesi la volontà di svuotare le carceri. Bene, vi segnaliamo un'altra persona che in carcere non ci deve neanche entrare ed è il signore Antonio Monella, di Arzago D'Adda. Per cortesia, una mano sulla coscienza: la grazia in questo caso è un atto di giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

(Chiarimenti in ordine ai costi a carico del Ministero della giustizia in relazione ad iniziative volte ad istituire una terza sede decentrata del tribunale di Foggia e intendimenti in merito ad una rivisitazione della riforma relativa all'organizzazione degli uffici giudiziari – n. 3-00666)

  PRESIDENTE. Il deputato Di Gioia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00666, concernente chiarimenti in ordine ai costi a carico del Ministero della giustizia in relazione ad iniziative volte ad istituire una terza sede decentrata del tribunale di Foggia e intendimenti in merito ad una rivisitazione della riforma relativa all'organizzazione degli uffici giudiziari (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, signor Ministro, la legge n. 148 del 2011, soprattutto all'articolo 1 e all'articolo 2 prevede la delega al Governo per la riorganizzazione degli uffici giudiziari. A noi sembra che il Governo, il Governo passato, abbia determinato condizioni di grande difficoltà, disagi, disservizi e soprattutto ha eliminato i presidi di legalità. Tra questi presidi vi è Lucera, che lei ha riconosciuto in più circostanze, come responsabile della giustizia, come un presidio importante di legalità soprattutto in un territorio di grande rilevanza criminale. Si è detto che bisognava ridurre i costi. Guarda caso, il comune di Foggia aliena dei beni ad una società, la COIM, e affitta da questi lo stesso stabile. Noi vorremmo avere chiarimenti, vorremmo sapere con chiarezza quelli che sono gli intendimenti di questo Ministero sia per ciò che riguarda la riapertura del tribunale di Lucera sia per ciò che riguarda i costi che dovranno sopportare i cittadini foggiani.

  PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, in risposta all'interrogazione in oggetto, devo far presente che la riforma della geografia giudiziaria ha come obiettivo principale il recupero dell'efficienza del sistema attraverso una più razionale distribuzione sul territorio nazionale delle scarse risorse oggi disponibili, tramite la creazione di uffici giudiziari di medie dimensioni, in grado di assicurare una maggiore specializzazione dei magistrati e il miglioramento delle performance complessive dei singoli uffici. Quindi, l'analisi non può essere riferita ai costi-benefici del singolo intervento, ma complessivamente sulla riorganizzazione di sistema, rispetto al quale sarà possibile un bilancio complessivo alla luce anche dell'attività della commissione di monitoraggio che dovrà fare un primo report sull'attuazione della riorganizzazione.
  La riforma persegue altresì l'obiettivo della riduzione della spesa su base nazionale Pag. 42appunto, che deriva dall'economia di scala conseguente all'accentramento dei servizi in solo 1.056 uffici giudiziari rispetta ai 2.003 preesistenti, al netto delle spese che dovranno sostenersi in fase di avvio della riforma per le sole sedi accorpanti di rilevanti dimensioni, che ovviamente necessitano di maggiori spazi.
  Circa lo specifico quesito dell'interrogante, relativo al contratto di affitto stipulato dal comune di Foggia per le esigenze degli uffici giudiziari di quella città, si evidenzia che allo stato il Ministero non è a conoscenza di tale contratto e che comunque interviene soltanto in fase di erogazione di un contributo sulla spesa. Da informazioni acquisite direttamente dal Dipartimento organizzazione giudiziaria presso gli uffici giudiziari di Foggia, è stato chiarito che in sede di commissione di manutenzione, composta dai capi degli uffici e dai responsabili del comune di Foggia, si è manifestata l'esigenza di acquisire maggiori spazi per un complessivo riordino degli uffici giudiziari foggiani sparsi in più sedi, da tempo ritenuti insufficienti, con conseguente alleggerimento delle altre locazioni passive in corso presenti sul territorio, esigenza peraltro preesistente alla revisione della geografia giudiziaria. Infatti, l'immobile cui fa riferimento l'interrogante non è funzionale esclusivamente alle necessità conseguenti all'accorpamento degli uffici giudiziari soppressi a Foggia, ma più in generale riguarda l'assetto complessivo dell'edilizia giudiziaria di quella città.
  Ciò detto, ho dato incarico al Dipartimento organizzazione giudiziaria di svolgere i necessari approfondimenti sugli aspetti legati alla determinazione del canone d'affitto e di predisporre una relazione, che mi riservo di trasmettere all'interrogante.

  PRESIDENTE. Il deputato Di Gioia ha facoltà di replicare. Ha due minuti.

  LELLO DI GIOIA. Signor Ministro, noi ci rendiamo perfettamente conto che, ovviamente, ormai, in un mondo globalizzato, in cui comunque bisogna fare anche degli spot, è possibile fare tutto, ma le sembra normale – lo chiedo a lei, signor Ministro – che, in una sede giudiziaria, nella parte sottostante, vi sia un supermercato ? Credo di no, credo che quello stabile abbia da guardarsi bene. Credo anche che il Ministero sapesse di questa questione, per il semplice motivo che esattamente sei mesi fa ne discutemmo con l'allora Ministra Cancellieri.
  Per ciò che riguarda Lucera, fu lei, signor Ministro, lei, a ritenere che Lucera, insieme ad altri sette tribunali, avessero i requisiti per restare aperti. Pur tuttavia, si è deciso di chiuderli e in questi mesi, in quell'area specifica, vi sono stati degli interventi di carattere criminale che hanno determinato paura e, soprattutto, hanno eliminato un presidio di giustizia. Credo che lei si debba assumere la responsabilità, come se la era assunta prima, di poter fare in modo, non di verificarla, ma di verificare adesso, emanando un decreto correttivo per fare in modo che quel tribunale, con altri tribunali che lei aveva già definito, possano essere riaperti, e quindi ridare garanzia ai cittadini di quell'area (Applausi del deputato Cera).

(Chiarimenti in merito al progetto di riforma della giustizia civile – n. 3-00667)

  PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00667, concernente chiarimenti in merito al progetto di riforma della giustizia civile (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, Ministro, tra i tanti disastri dei Governi dei poteri forti, delle banche e delle assicurazioni degli ultimi anni, segnatamente del Governo Monti, vi è sicuramente quello più clamoroso della giustizia penale.
  Ma la giustizia civile, che in questo momento langue per un numero incredibile di processi arretrati, oltre cinque milioni, e langue perché mancano gli organici – mancano gli organici, ovviamente, Pag. 43per i magistrati, mancano gli organici per i dipendenti –, mancano le risorse, è assolutamente in una condizione tale per cui il Governo dovrebbe intervenire. Sennonché l'ultimo Governo interviene, di fatto, trasformando la giustizia in una giustizia per i ricchi, perché per il processo civile vi sono vere e proprie compressioni dei diritti della difesa, e mi fa piacere che questo Governo si richiami alla Costituzione, perché, all'atto della condanna, si avrà diritto solo al dispositivo. Se, invece, si vuole poter fare anche l'appello, e avere, quindi, anche le motivazioni, bisogna pagare anticipatamente una quota dell'appello stesso.
  Allora, vorrei sapere se il Governo intenda rispettare la Costituzione oppure violarla, comprimendo i diritti della difesa dei cittadini, soprattutto dei più poveri.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, nel rispondere all'interrogazione vorrei prima, però, richiamare alcuni dati basati su un'indagine sui Paesi OCSE riguardo al funzionamento della giustizia civile. La media di un primo grado in quest'area è di 240 giorni: 107 per il Giappone, 420 per il Portogallo e la Slovenia, 564 per l'Italia. Il tempo medio stimato per la conclusione di un procedimento in tre gradi di giudizio nella stessa area è di 788 giorni, con un minimo di 368 in Svizzera e con un massimo di quasi otto anni in Italia.
  Ora, parto da questo dato per comprendere come un intervento sia necessario e non possa prescindere da una revisione di alcuni passaggi processuali, dalla riduzione dell'arretrato al riordino delle garanzie mobiliari, nonché dalle altre disposizioni di semplificazione e accelerazione che sono contenute in quel disegno di legge che è richiamato dall'interrogante. Si tratta di un'articolata proposta normativa che contiene misure processuali e sostanziali volte al recupero dell'efficienza del processo di cognizione e di esecuzione, nonché misure finalizzate alla riforma della disciplina delle garanzie reali, per agevolare le imprese nell'accesso al credito.
  Intendo, però, rassicurare l'onorevole interrogante sui dubbi da lui manifestati sul paventato pericolo di compressione dei diritti della difesa che deriverebbe dall'adozione dei provvedimenti in itinere. Da una parte, infatti, il disegno di legge di iniziativa governativa è strutturato in gran parte in forma di delega al Governo, con la naturale possibilità che, quanto ai principi e ai criteri direttivi dettati, esso si arricchisca con il contributo parlamentare. D'altra parte il medesimo disegno di legge, per quanto riguarda lo specifico quesito posto, relativo alla cosiddetta motivazione a richiesta, potrebbe risultare assorbito dall'adozione di ulteriori misure attualmente allo studio.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Mi preme, infatti, chiarire che nella logica del coinvolgimento e dell'ascolto dell'avvocatura, quale attore decisivo del quadro del sistema giustizia, posso già in questa sede annunciare che il Governo sta valutando iniziative volte a integrare e ad armonizzare il provvedimento. È, infatti, mia intenzione, di seguito a una necessaria interlocuzione con il Consiglio nazionale forense e le associazioni rappresentative dell'avvocatura, promuovere l'attuazione di provvedimenti finalizzati ad incentivare la risoluzione stragiudiziale delle controversie in chiave deflattiva del contenzioso in entrata, introducendo istituti quali la camera arbitraria dell'avvocatura e la procedura di negoziazione assistita da avvocati, peraltro già all'attenzione del Parlamento. Sono, inoltre, allo studio misure volte a potenziare l'ufficio del processo, a valorizzare il ruolo della professione forense nell'ambito del giudizio civile e a riqualificare la magistratura onoraria.

  PRESIDENTE. Ministro, concluda.

Pag. 44

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Si tratta di iniziative tutte finalizzate a ridurre considerevolmente i tempi del processo civile e ad aumentare sensibilmente la produttività degli uffici giudiziari, valorizzando la professionalità e le competenze del mondo dell'avvocatura. Quindi, una riflessione è in corso, è una riflessione che vogliamo sviluppare con il confronto con, naturalmente, le rappresentanze dell'avvocatura stessa.

  PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di replicare.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Ministro, la ringrazio, sebbene in maniera molto timida, mi ha chiarito che il Governo intende rivedere il provvedimento che è stato adottato dal Governo precedente e, credo, sia una cosa sacrosanta. Nel primo codice della storia, nel codice di Hammurabi, c'era scritto «in modo che il più forte non possa sopraffare il più debole». Allora, credo che noi, in ossequio alla nostra Costituzione, come diceva il Ministro Boschi poco fa, abbiamo il dovere di garantire soprattutto ai più deboli e ai più poveri di potersi difendere dalle prepotenze dei più forti. In questo momento in cui ci sono grandi concentrazioni finanziarie, in cui banche e assicurazioni, che peraltro gestiscono soldi non loro, ma di tutti noi, riescono a condizionare, grazie a leggi che magari non sono pensate per contrastare questa concentrazione capitalistica, anche la giustizia. Per cui la giustizia si deve uniformare certamente non comprimendo i diritti della difesa, certamente non chiedendo costi di giustizia esorbitanti, che porterebbero appunto i più deboli a non potersi difendere. Sono contento, quindi, se lei condivide questo punto di vista e intenderà operare in tal senso.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15 con il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Biondelli e Speranza sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente sessantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 3-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Avverto che la deputata Dorina Bianchi ha ritirato tutte le proposte emendative di cui è prima firmataria, ad eccezione delle seguenti: 1.600, 1.601, 0.1.900.5 e 0.1.900.103.
  Invito il relatore di minoranza Matteo Bragantini a continuare ad esprimere il parere sulle proposte emendative a partire dall'emendamento Biancofiore 1.119, a pagina 395.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Biancofiore 1.119, a pagina 395. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Dieni 1.123, a pagina 395. Il subemendamento Nicoletti 0.1.513.1, a pagina 398, e l'emendamento Plangger 1.513, a pagina 406, sono accantonati.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Bruno 1.464, a pagina 408, Zaccagnini Pag. 451.301, a pagina 409, Nuti 1.132, a pagina 409, D'Ambrosio 1.172, a pagina 416, Dadone 1.159, a pagina 421, Migliore 1.458, a pagina 425, e Matteo Bragantini 1.168, a pagina 425.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Toninelli 1.169, a pagina 426. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Grillo 1.170, a pagina 426.
  Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Nuti 1.175, a pagina 428. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Balduzzi 1.466 e Cozzolino 1.180, entrambi a pagina 430.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Toninelli 1.465, a pagina 431. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Dadone 1.179, a pagina 431.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento 1.901 della Commissione, a pagina 433. L'emendamento Nicoletti 1.628, a pagina 435, è accantonato.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Biancofiore 1.182, a pagina 436. L'emendamento Roberta Agostini 1.467, a pagina 437, è accantonato.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Migliore 1.189, a pagina 439.
  Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Toninelli 1.191, a pagina 439. Esprimo parere contrario sull'emendamento La Russa 1.580, a pagina 441. L'articolo aggiuntivo Attaguile 1.0305, a pagina 442, è accantonato. Esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Attaguile 1.0310, a pagina 443.

  PRESIDENTE. Adesso do la parola al deputato Pilozzi per l'espressione dei pareri.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sull'emendamento Cozzolino 1.1, a pagina 4, esprimo parere favorevole.
  Sull'emendamento Toninelli 1.2, a pagina 31, esprimo parere contrario.
  Sull'emendamento Dieni 1.9, a pagina 32, esprimo parere favorevole.
  Sull'emendamento Balduzzi 1.8, a pagina 46, esprimo parere contrario.
  Sull'emendamento Dadone 1.5, a pagina 56, mi rimetto all'Aula.
  Sull'emendamento Migliore 1.195, a pagina 57, esprimo parere favorevole.
  Sull'emendamento Gitti 1.11, a pagina 60, mi rimetto all'Aula.
  Sull'emendamento Dadone 1.196, a pagina 69, esprimo parere contrario.
  Di pagina 70 rimane soltanto l'emendamento Migliore 1.613, l'altro identico, Dorina Bianchi 1.601, è stato ritirato, giusto Presidente ?

  PRESIDENTE. Sono accantonati tutti e due.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Sono accantonati tutti e due ?

  PRESIDENTE. Così mi dicono.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Pensavo che l'emendamento Dorina Bianchi 1.601 fosse stato ritirato. Comunque, gli identici emendamenti Dorina Bianchi 1.601 e Migliore 1.613, a pagina 70, sono accantonati.
  Il subemendamento Centemero 0.1.311.12, a pagina 82, è accantonato.
  Il subemendamento Centemero 0.1.311.13, a pagina 92, è accantonato.
  Sul subemendamento Blazina 0.1.311.1 (versione corretta), a pagina 93, esprimo parere favorevole.
  L'emendamento Nardella 1.311 (nuova formulazione), a pagina 97, è accantonato.
  Sull'emendamento Balduzzi 1.35, a pagina 100, esprimo parere contrario.
  L'emendamento Centemero 1.631, a pagina 116, è accantonato.
  Sull'emendamento Biancofiore 1.400, a pagina 128, esprimo parere contrario.
  Sull'emendamento Fraccaro 1.15, a pagina 128, esprimo parere favorevole.
  Sull'emendamento Migliore 1.22, a pagina 161, esprimo parere favorevole.
  Sul subemendamento Sannicandro 0.1.900.43, a pagina 215, esprimo parere favorevole.
  Sugli identici subemendamenti Gitti 0.1.900.71 e Migliore 0.1.900.39, a pagina 220, esprimo parere favorevole.
  Sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.53, a pagina 225, esprimo parere favorevole.Pag. 46
  Sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.54, a pagina 226, esprimo parere favorevole.
  Sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.55, a pagina 227, esprimo parere favorevole.
  Sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.62, a pagina 228, esprimo parere favorevole.
  Esprimo parere contrario sul subemendamento Parisi 0.1.900.105.
  Per quanto riguarda i preclusi, io do ugualmente i pareri in attesa...se viene approvato quello precedente, giusto ?

  PRESIDENTE. Scusi un secondo, deputato Pilozzi. Ha dato parere favorevole sul subemendamento Balduzzi 0.1.900.62 ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea, Presidente.

  PRESIDENTE. Va bene. Mentre il parere è contrario sul subemendamento Parisi 0.1.900.105, giusto ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Esatto. Poi abbiamo i preclusi, ma io do comunque i pareri, giusto ?

  PRESIDENTE. Sì, sì, li deve dare sugli emendamenti eventualmente preclusi.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Assemblea sul subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.1.

  PRESIDENTE. Aspetti perché qui non ce l'abbiamo questo.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. È a pagina 230 perché sul foglio c'era scritto 220.

  PRESIDENTE. È a prima firma Dorina Bianchi, vero ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Esatto, sì.

  PRESIDENTE. Mi ripete il numero, per favore ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. È il subemendamento 0.1.900.1, a pagina 230.

  PRESIDENTE. Questo è stato ritirato, ecco perché non ce l'avevo.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Non risultava, scusi allora.

  PRESIDENTE. No, no, va bene, basta chiarirsi. Prego.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Però anche Matteo Bragantini aveva dato il parere e anche la Commissione.

  PRESIDENTE. L'hanno ritirato, però, nel frattempo.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Sì, benissimo.

  PRESIDENTE. Siamo in evoluzione qui...

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Perfetto. Esprimo parere favorevole sul subemendamento La Russa 0.1.900.35, mentre, se non sbaglio, ora abbiamo il subemendamento Nicoletti 0.1.900.104, giusto ?

  PRESIDENTE. È ritirato.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Presidente, perché per il collega precedente è stato aggiunto questo ? Quindi, è stato ritirato adesso ?

  PRESIDENTE. Un secondo che stiamo verificando con gli uffici. Allora, a noi risulta ritirato.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Benissimo, Presidente.

Pag. 47

  PRESIDENTE. Comunque, adesso sarà chiarito anche con il presidente Sisto. Andiamo avanti con il subemendamento Balduzzi 0.1.900.63, a pagina 234.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
  Esprimo parere favorevole sul subemendamento Migliore 0.1.900.41, mentre, se non sbaglio, il subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.87 è stato ritirato.

  PRESIDENTE. Sì, vada pure avanti.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sul subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.3.

  PRESIDENTE. È stato ritirato.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Anche questo è ritirato ?

  PRESIDENTE. Sì. Come prossimo ho il subemendamento La Russa 0.1.900.32.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Parere favorevole. Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Invernizzi 0.1.900.51, Gitti 0.1.900.74 e La Russa 0.1.900.33, mentre i subemendamenti Centemero 0.1.900.15 e 0.1.900.16 sono stati accantonati.
  Esprimo parere favorevole sul subemendamento Gitti 0.1.900.69. Poi ci sono due subemendamenti identici: io esprimo il parere, che è favorevole, sul subemendamento Migliore 0.1.900.44, mentre circa il subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.4, credo lo abbia fatto proprio il deputato La Russa e bisognava capire se era possibile che il deputato La Russa lo facesse proprio.

  PRESIDENTE. Su questo dopo facciamo la precisazione. Quindi, il subemendamento Migliore 0.1.900.44 a pagina 246 ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Parere favorevole. Ovviamente se il subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.4 fatto proprio dall'onorevole La Russa resta, esprimo parere favorevole anche su quello perché sono identici.
  Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Migliore 0.1.900.45, a pagina 246-247 e Gitti 0.1.900.72, a pagina 248. Esprimo parere contrario sul subemendamento Parisi 0.1.900.106, a pagina 249-250. Esprimo parere favorevole sul subemendamento Migliore 0.1.900.46, a pagina 250.
  Esprimo parere contrario sul subemendamento 0.1.900.700 della Commissione. Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Matteo Bragantini 0.1.900.107, a pagina 251; Balduzzi 0.1.900.64, a pagina 251 e Gitti 0.1.900.68.
  Il subemendamento Nicoletti 0.1.900. 100, a pagina 252-253, è accantonato. Esprimo parere favorevole sugli identici subemendamenti Migliore 0.1.900.102 e Dorina Bianchi 0.1.900. 103.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli identici subemendamenti Migliore 0.1.900.102 e Dorina Bianchi 0.1.900.103 sono stati accantonati e, allo stesso modo, anche gli identici subemendamenti Dorina Bianchi 0.1.900.5 e Migliore 0.1.900.101 sono stati accantonati.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento 1.900 della Commissione, alle pagine 256-266. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Matteo Bragantini 1.319, alle pagine 266-267. Esprimo parere contrario sull'emendamento Nuti 1.36, pagina 267. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Biancofiore 1.40.

  PRESIDENTE. Sull'emendamento Matteo Bragantini 1.38, alle pagine 267-268 ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Non è riportato sul foglio che mi hanno dato. Comunque mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Matteo Bragantini 1.38. Mi scusi Presidente, nel foglio che ci hanno dato l'emendamento Matteo Pag. 48Bragantini 1.38 viene dopo l'emendamento Biancofiore 1.40: l'hanno invertito nella stampa.
  Mi rimetto all'Assemblea sugli emendamenti Biancofiore 1.40. e Lombardi 1.41. Esprimo parere contrario sull'emendamento 1.701 della Commissione. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento 1. 43 Plangger.
  Esprimo favorevole sull'emendamento Dadone 1.47, pagina 274.
  Gli identici emendamenti Dorina Bianchi 1.600 e Migliore 1.614 sono accantonati.

  PRESIDENTE. Anche l'emendamento Bianconi 1.53, che segue, è accantonato.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Gitti 1.501, pagine da 288 a 291, il parere è favorevole. Sull'emendamento Pisicchio 1.56, pagine da 292 a 294, il parere è favorevole.
  Il parere è contrario sull'emendamento D'Ambrosio 1.59, pagina 309; il parere è favorevole sull'emendamento La Russa 1.60, pagina 309.
  Il parere è contrario sull'emendamento Balduzzi 1.151, pagine da 316 a 322. Il parere è favorevole sugli emendamenti Di Battista 1.621, pagine 322 e 323, Gitti 1.308, pagine da 323 a 324 e Dadone 1.178, pagina 327.
  Il parere è contrario sull'emendamento 1.700 della Commissione. Il parere è favorevole sull'emendamento Matteo Bragantini 1.344, pagina 328. Il parere è contrario sull'emendamento Marco Meloni 1.69, pagine da 328 a 330. Il parere è favorevole sull'emendamento Cozzolino 1.71, pagina 333, mentre il parere è contrario sull'emendamento Colletti 1.622, pagine 333 e 334.
  Il parere è favorevole sull'emendamento Nuti 1.72, pagina 334, mentre il parere è contrario sull'emendamento Toninelli 1.73, pagina 334.
  Emendamento Matteo Bragantini 1.75, pagina 336...

  PRESIDENTE. Emendamento 1.76, forse...

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Credo che ci sia una correzione, non so se all'emendamento Matteo Bragantini 1.75 o all'emendamento 1.76.

  PRESIDENTE. Sì. Allora, lei parla dell'emendamento Matteo Bragantini 1.75 ?

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Credo che sia segnalato solo l'emendamento Matteo Bragantini 1.75. Non so, perché a noi c'era stata data una correzione, però potrei sbagliare, perché sistemavo a penna dai fogli che mi sono stati dati.

  PRESIDENTE. A me risultano tutti e due. Sì, ci sono entrambi, mi confermano. Quindi, adesso parliamo dell'emendamento Matteo Bragantini 1.75.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento Matteo Bragantini 1.75. Il parere è favorevole anche sull'emendamento Matteo Bragantini 1.76.
  Il parere è favorevole sull'emendamento Balduzzi 1.80, pagine 338 e 339, Matteo Bragantini 1.81, pagine 339 e 340. Il parere è favorevole sull'emendamento La Russa 1.84, pagina 341.

  PRESIDENTE. L'emendamento La Russa 1.84 è accantonato e anche gli emendamenti successivi Gitti 1.86 e Roberta Agostini 1.88. poi c’è l'emendamento Locatelli 1.87.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento Locatelli 1.87.

  PRESIDENTE. Il successivo è accantonato, l'emendamento Andrea Romano 1.91.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Siccome gli accantonamenti sono avvenuti all'ultimo minuto qualcuno mi è sfuggito. Il parere è favorevole sull'emendamento Migliore 1.90, pagina 345.

Pag. 49

  PRESIDENTE. Ora abbiamo gli emendamenti Roberta Agostini 1.93, accantonato, così come l'emendamento Roberta Agostini 1.92. Passiamo quindi al subemendamento Parisi 0.1.514.1.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Il parere è contrario sul subemendamento Parisi 0.1.514.1, pagine 348 e 349, sull'emendamento Richetti 1.514, pagine 349 e 350 e sull'emendamento Famiglietti 1.345, pagina 352.
  Poi abbiamo gli identici emendamenti Famiglietti 1.346 e Centemero 1,489, non so se sono accantonati, Presidente.

  PRESIDENTE. Mi risultano accantonati gli identici emendamenti Famiglietti 1.346 e Centemero 1,489. Poi abbiamo un emendamento precluso, quindi mi deve dare il parere sull'emendamento La Russa 1.485.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento La Russa 1.485. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Balduzzi 1.99, Gitti 1.101, Famiglietti 1.495, 1.496 e 1.497.

  PRESIDENTE. Aspetti un attimo, io qui ho l'emendamento D'Ambrosio 1.106.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. È saltato, forse è dopo. In ogni caso, sull'emendamento D'Ambrosio 1.106 mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Allora si rimette all'Aula.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. No, se lei sta parlando dell'emendamento D'Ambrosio 1.106 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Per cui su questo emendamento non si rimette all'Aula, ma il parere è contrario.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Il parere è contrario. Li hanno messi in ordine un po’ casuale.

  PRESIDENTE. Abbiamo poi l'emendamento Toninelli 1.107.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Su tale emendamento il parere è contrario. Sugli emendamenti Dadone 1.108, Fraccaro 1.109, Balduzzi 1.112 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Aspetti, qui ho l'emendamento Famiglietti 1.497.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Su tale emendamento avevo già espresso parere favorevole. Esprimo parere contrario sull'emendamento Balduzzi 1.112. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Di Battista 1.620, Matteo Bragantini 1.114. Esprimo parere contrario sull'emendamento Grillo 1.115. Esprimo parere favorevole sugli emendamento Richetti 1.349, Bruno 1.350, Migliore 1.118.
  Sull'emendamento Biancofiore 1.119 mi rimetto all'aula. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Dieni 1. 123.
  Abbiamo poi un subemendamento, Nicoletti 0.1.513.1, che è stato accantonato.

  PRESIDENTE. Confermo, come il subemendamento Plangger.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Confermo che è stato accantonato anche il subemendamento Plangger 0.1.513.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Bruno 1.464, Zaccagnini 1.301, Nuti 1.132, D'Ambrosio 1.172, Dadone 1.159, Migliore 1.458, Matteo Bragantini 1.168, Toninelli 1.169, Grillo 1.170, Nuti 1.175, mentre sull'emendamento Balduzzi 1.466 il parere è contrario.
  Emendamento Balduzzi 1.466, parere contrario. Emendamento Cozzolino 1.180, parere contrario. Emendamento Toninelli 1.465, parere favorevole. Emendamento Dadone 1.179, parere favorevole. Emendamento 1.901 della Commissione, parere contrario. Emendamento Nicoletti 1.628, mi rimetto all'Aula.

Pag. 50

  PRESIDENTE. È accantonato.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Va bene.
  Emendamento Biancofiore 1.182, mi rimetto all'Aula. L'emendamento Roberta Agostini 1.467 è accantonato, Presidente ?

  PRESIDENTE. Sì, è accantonato.

  NAZZARENO PILOZZI, Relatore di minoranza. Perfetto.
  Emendamento Migliore 1.189, parere favorevole. Emendamento Toninelli 1.191, parere contrario. Emendamento La Russa 1.580, parere favorevole.
  Articolo aggiuntivo Attaguile 1.0310, parere favorevole.
  Per l'articolo 1 abbiamo finito, Presidente.

  PRESIDENTE. Adesso abbiamo l'ultimo relatore di minoranza, l'onorevole La Russa, a cui chiederei i pareri.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, cercherò di essere veloce, tanto ormai i numeri sono uno dietro l'altro.
  Emendamento Cozzolino 1.1, parere contrario. Emendamento Toninelli 1.2, mi rimetto all'Aula. Emendamento Dieni 1.9, mi rimetto all'Aula. Emendamento Balduzzi 1.8, mi rimetto all'Aula. Emendamento Dadone 1.5, parere favorevole. Emendamento Migliore 1.195, parere favorevole.
  Emendamento Gitti 1.11, mi rimetto all'Aula. Emendamento Dadone 1.196, mi rimetto all'Aula. Identici emendamenti Dorina Bianchi 1.601 e Migliore 1.613, parere favorevole.

  PRESIDENTE. No, questi sono accantonati, e anche quello che segue.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Gli identici emendamenti Dorina Bianchi 1.601 e Migliore 1.613 ?

  PRESIDENTE. I due subemendamenti a prima firma Centemero che seguono sono accantonati, quindi andiamo al subemendamento Blazina 0.1.311.1 (versione corretta).

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. No, chiedo: questi non mi sembravano accantonati, gli identici emendamenti Dorina Bianchi 1.601 e Migliore 1.613 sono accantonati ?

  PRESIDENTE. Sì, sono accantonati.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Bene. Lo segno. Poi accantonato Centemero, mentre non è accantonato, se non vado errato, il subemendamento Blazina 0.1.311.1 (versione corretta), parere contrario.
  L'emendamento Nardella 1.311 (nuova formulazione) è accantonato. Emendamento Balduzzi 1.35, parere contrario. L'emendamento Centemero 1.631 è accantonato. Emendamento Biancofiore 1.400, parere decisamente favorevole. Emendamento Fraccaro 1.15, ci rimettiamo all'Aula. Emendamento Migliore 1.22, parere favorevole. Subemendamento Sannicandro 0.1.900.43, parere contrario. Identici subemendamenti Gitti 0.1.900.71 e Migliore 0.1.900.39, parere favorevole. Subemendamento Balduzzi 0.1.900.53, parere favorevole.
  Il parere è favorevole sui subemendamenti Balduzzi 0.1.900.54, Balduzzi 0.1.900.55 e Balduzzi 0.1.900.62. Il parere è contrario sul subemendamento Parisi 0.1.900.105.
  Chiedo a questo punto se ha sciolto la riserva sui ritirati della Dorina Bianchi e se possono essere fatti propri o no.

  PRESIDENTE. Deputato La Russa, stamattina lei ha richiesto di fare propri gli emendamenti ritirati dalla deputata Dorina Bianchi. Tale richiesta può essere accolta solo se sia accompagnata dalla contestuale rinuncia a porre in votazione un corrispondente numero di emendamenti già segnalati dallo stesso gruppo. L'articolo 85-bis del Regolamento stabilisce, infatti, un limite massimo al numero degli emendamenti che ciascun gruppo Pag. 51può richiedere di porre in votazione. Un numero che è connesso a quello degli articoli di cui si compone il provvedimento e, come lei sa, della consistenza di ciascun gruppo. Peraltro, nel caso in esame in ragione dell'importanza e della struttura del provvedimento che si compone solo di due articoli, la Presidenza ha consentito a tutti i gruppi di fare votare un numero di emendamenti superiore, cioè pari al triplo, di quelli consentiti dall'articolo 85-bis. Inoltre, in accoglimento di una specifica richiesta, la Presidente in via eccezionale ha consentito proprio al gruppo Fratelli d'Italia di segnalare ulteriori emendamenti per un totale di nove, anche se ne spetterebbero cinque. Ove la Presidenza consentisse di fare propri anche ulteriori emendamenti senza la contestuale rinuncia alle votazioni di un corrispondente numero di proposte emendative già segnalate, verrebbe sostanzialmente eluso l'articolo 85-bis e vanificato l'obiettivo ad esso sotteso. Peraltro, il gruppo Fratelli d'Italia non risulta aver usufruito della facoltà concessa dalla Presidenza, di cui si sono invece avvalsi altri gruppi, di sostituire alcuni emendamenti già segnalati con riferimento all'articolo 2, con altre proposte emendative riferite invece all'articolo 1, altri gruppi lo hanno fatto questo.
  Per questi motivi invito nuovamente il deputato La Rossa a indicare gli emendamenti che rinuncia a porre in votazione, perché questo così farebbe chiarezza e in mancanza di tale indicazione non potranno essere posti votazione gli emendamenti ritirati e che ha dichiarato di fare propri.
  Quindi dobbiamo trovare un equilibrio in questo, onorevole La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Grazie Presidente, non contesto il principio o meglio non contesto la decisione, ma la pregherei però di volere fare affrontare la questione alla Giunta del Regolamento perché, a mio avviso, e glielo dico a futura memoria, l'articolo che lei ha citato è stato originato dalla volontà di far votare all'Aula un numero predeterminato di emendamenti che non sia eccessivo. Una volta che questo numero è stato deciso, se alcuni gruppi rinunciano e altri decidono di sopperire o meglio di fare propri, il numero complessivo deciso – che è la ratio della norma – non viene modificato.
  Quindi io credo, fermo restando che non posso contestare la sua decisione in questa sede, che sia meritevole di attenzione la possibilità che una volta deciso il numero massimo di emendamenti che l'Aula può sopportare, poi all'interno di questo numero se qualcuno rinuncia altri ne possano approfittare. Secondo me è un criterio corretto. Io, naturalmente, accetto la valutazione diversa ma la pregherei, per il futuro di voler sottoporre la questione in modo che non costituisca un precedente definitivo questa sua pronunzia perché io non la vorrei ritenere come tale.
  Per quanto riguarda il caso specifico di quell'emendamento, almeno uno che avrei voluto fare proprio, poiché lei mi ricorda, io non me lo ricordavo, che abbiamo mantenuto anche degli emendamenti al numero 2 allora io le indico di volere fare proprio almeno un emendamento della Dorina Bianchi al posto di uno riferito all'articolo 2.

  PRESIDENTE. Se mi indica qual è, va bene.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Glielo indico man mano che arriverà.

  PRESIDENTE. D'accordo.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Eravamo arrivati a pagina 220, se non sbaglio.

  PRESIDENTE. Sì, a pagina 229, al subemendamento Parisi 0.1.900.105, no ? Adesso deve esprimere il parere sul suo emendamento...

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Io ho il subemendamento Dorina Bianchi 0.1.900.1, è ritirato, quindi lo cancelliamo, giusto ?

Pag. 52

  PRESIDENTE. Sì. Adesso siamo al suo subemendamento 0.1.900.35.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Ci ho molto pensato...

  PRESIDENTE. Immagino...

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole. Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Balduzzi 0.1.900.63, Migliore 0.1.900.41, Dorina Bianchi (che però è ritirato)...

  PRESIDENTE. Sì, non c’è. C’è il suo subemendamento 0.1.900.32.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Anche qui mi sono orientato per dare un parere favorevole, mentre questo Dorina Bianchi credo sia stato ritirato. Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Invernizzi 0.1.900.51, Gitti 0.1.900.74 e La Russa 0.1.900.33. Poi ci sono due «salva Lega» di Centemero accantonati. Esprimo parere favorevole sui subemendamenti Gitti – pagina 245 – e, sugli identici subemendamenti La Russa 0.1.900.36, Migliore 0.1.900.44 e Dorina Bianchi 0.1.900.4, che diventa La Russa, sono gentile, faccio proprio questo che è uguale a quello di Migliore, e quindi non creo un aumento di numeri, ma è solo un fatto formale a cui tenevo.
  Il miglior perdente di Migliore, di Gitti e di Bianchi sono tre subemendamenti a pagina 247, 248 e 249, il terzo subemendamento, Dorina Bianchi 0.1.900.6, è ritirato. Sugli altri due, Migliore 0.1.900.45 e Gitti 0.1.900.72, esprimo parere favorevole. In merito al subemendamento Parisi 0.1.900.106, ispirato da Verdini, mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. C’è il commento incluso, vedo, onorevole La Russa !

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Ogni tanto, per rendere più viva l'attenzione...

  PRESIDENTE. Ogni emendamento ha un commento, vedo !

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Io ho studiato tecnica della comunicazione, se si vuole mantenere desta l'attenzione di un'Aula così disattenta, ogni tanto bisogna fare una battuta.

  PRESIDENTE. Va bene, speriamo che nessuno si arrabbi.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. No, chi si deve arrabbiare...

  PRESIDENTE. Andiamo avanti, siamo al subemendamento Migliore 0.1.900.46.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole a fiducia, non ricordo, ma dò parere favorevole. Il parere è favorevole sul subemendamento della Commissione e sui subemendamenti Balduzzi 0.1.900.64 e Gitti 0.1.900.68 (con un po’ di sforzo). Poi ce n’è uno accantonato dopo, mi pare.

  PRESIDENTE. Sì, il subemendamento Nicoletti 0.1.900.100.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Accantonati anche gli identici subemendamento Migliore 0.1.900.102 e Dorina Bianchi 0.1.900.103. Poi andiamo all'emendamento 1.900 della Commissione, dev'essere un fatto tecnico questo subemendamento, perché non ce l'ho segnato. Sì.

  PRESIDENTE. Favorevole ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sì. A fiducia, il parere è favorevole sull'emendamento Matteo Bragantini 1.319.

  PRESIDENTE. Aspetti, qual è il parere sull'emendamento Matteo Bragantini 1.319 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sì.

Pag. 53

  PRESIDENTE. Favorevole ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sì. Sì vuol dire favorevole.

  PRESIDENTE. Ma va, non c'ero arrivata, immagini...

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Nuti 1.36, che lascia vivere vecchie norme sul Trentino-Alto Adige, non mi fido. Il parere è favorevole sulla fiducia sull'emendamento Biancofiore 1.40.

  PRESIDENTE. Qui però abbiamo prima un Matteo Bragantini 1.39.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Avete invertito il numero voi ! Comunque, in entrambi i casi il parere è favorevole, sia sull'emendamento Matteo Bragantini 1.39 che sull'emendamento Biancofiore 1.40.
  Sull'emendamento Lombardi 1.41 mi rimetto all'Assemblea. L'emendamento della Commissione atterrà ad un fatto tecnico quindi dico «sì». Sull'emendamento di Plangger 1.43 dico «no». Sull'emendamento Dadone 1.47 dico «no». Poi ci sono gli identici emendamenti Dorina Bianchi 1.600 e Migliore 1.614...

  PRESIDENTE. Sono stati accantonati. È stato accantonato anche l'emendamento Bianconi 1.53 che segue.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Questo non lo avevo segnato, quindi è stato accantonato, ma fin da adesso dico «sì» per la fiducia a Bianconi.
  L'emendamento Gitti 1.501 riguarda le preferenze, quindi dico «sì». Anche l'emendamento Pisicchio 1.56 riguarda le preferenze, quindi dico «sì». Sull'emendamento D'Ambrosio 1.59 mi rimetto all'Assemblea. Dico «sì» sull'emendamento La Russa 1.60 e sull'emendamento Balduzzi 1.151, che riguarda le primarie. Sull'emendamento Di Battista 1.621 mi rimetto all'Assemblea. Sull'emendamento Gitti 1.308 dico «no», c’è un «no» sull'incompatibilità. Esprimo parere contrario anche sull'emendamento Dadone 1.178 che vuole eliminare il ballottaggio.
  Sull'emendamento 1.700 della Commissione che non so cosa preveda dico «sì» sulla fiducia. Sugli emendamenti Matteo Bragantini 1.344 e Marco Meloni 1.69 dico «sì». Sull'emendamento Cozzolino 1.71 mi rimetto all'Assemblea.
  Sull'emendamento Colletti 1.622 mi scrivono: «decisamente no», ma non l'ho deciso io.
  Mi rimetto all'Assemblea sugli emendamenti Nuti 1.72 e Toninelli 1.73. Dico sì sugli emendamenti Matteo Bragantini 1.76 e Balduzzi 1.80.

  PRESIDENTE. Mi scusi: c’è un altro emendamento a firma Matteo Bragantini, l'emendamento 1.75.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Non ce l'ho proprio, ma mi rimetto all'Assemblea, a Bragantini dico «sì» sulla fiducia.

  PRESIDENTE. Va bene.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Matteo Bragantini 1.81 dico «sì». Sull'emendamento La Russa 1.85 dico «sì».

  PRESIDENTE. Aspetti: l'emendamento La Russa 1.85 è stato accantonato e anche quello che segue, Gitti 1.86.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Dopo profonda riflessione anticipavo il mio giudizio.

  PRESIDENTE. L'emendamento Roberta Agostini 1.88 è stato accantonato. Poi c’è l'emendamento Locatelli 1.87 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Non è stato accantonato e dico «no» sull'emendamento Locatelli 1.87.

  PRESIDENTE. L'emendamento Andrea Romano 1.91 è stato accantonato. Poi c’è l'emendamento Migliore 1.90...

Pag. 54

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. È il primo emendamento a firma Migliore a cui dico «no».

  PRESIDENTE. Gli emendamenti Roberta Agostini 1.93 e 1.92 sono stati accantonati.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Non è stato accantonato il subemendamento Parisi 0.1.514.1 e dico «no».
  Dico «no» anche sull'emendamento Richetti 1.514.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Famiglietti 1.345. Gli identici emendamenti Famiglietti 1.346 e Centemero 1.489 sono stati accantonati.
  Sull'emendamento La Russa 1.485 dico «sì».
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Balduzzi 1.99.

  PRESIDENTE. L'emendamento Balduzzi 1.99...

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Esatto, a pagina 354 del fascicolo degli emendamenti. Sugli emendamento Gitti 1.101, Famiglietti 1.495, 1.496 e 1.497 mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Aspetti. Prima c’è l'emendamento D'Ambrosio 1.106.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Non mi risulta proprio.

  PRESIDENTE. Non le risulta... e poi c’è anche l'emendamento Toninelli 1.107.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Forse il mio elenco è in ordine diverso. È impossibile che non ci sia, perché questo è un elenco che mi ha dato la Commissione. Comunque, dove non risultano le proposte emendative diciamo di rimetterci all'Aula, nel dubbio.

  PRESIDENTE. Va bene. E non le risulta neanche l'emendamento Dadone 1.108 ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Questo mi risulta, signor Presidente. Anche l'emendamento Toninelli 1.107 mi risulta. Sì, era giusto il parere di rimettermi all'Aula. Venendo, invece, all'emendamento Dadone 1.108, sul bilinguismo, esprimo parere contrario.

  PRESIDENTE. Poi c’è l'emendamento Fraccaro 1.109. Le risulta ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Fraccaro 1.109 dico «no» visto che è uguale, simile al precedente...

  PRESIDENTE. Cioè, il parere sull'emendamento Fraccaro 1.109 è contrario.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sì, è contrario. Esprimo, poi, parere favorevole sull'emendamento Balduzzi 1.112...

  PRESIDENTE. Aspetti, aspetti onorevole La Russa. C’è l'emendamento Famiglietti 1.497.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Strano che la Commissione non li abbia indicati. Quale emendamento a firma Famiglietti ?

  PRESIDENTE. L'emendamento Famiglietti 1.497, a pagina 381.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Su questo emendamento mi rimetto all'Aula. Io ho un altro emendamento prima. Ho capito cosa è successo.

  PRESIDENTE. Su questo emendamento esprime parere favorevole ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. No, rimessione.

  PRESIDENTE. Va bene, si rimette all'Aula.

Pag. 55

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Ci rimettiamo all'Aula.

  PRESIDENTE. Va bene. Adesso abbiamo l'emendamento Balduzzi 1.112.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Adesso lo devo trovare. A che pagina è ?

  PRESIDENTE. A pagina 382.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Su questo emendamento esprimo parere contrario.
  Poi veniamo all'emendamento Matteo Bragantini 1.114 a pagina 389...

  PRESIDENTE. Aspetti, non corra. Ne abbiamo un altro.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, può seguire lei il numero dell'emendamento che le do io. Forse è più facile. Cioè, io le do il numero e lei li segna, li va a cercare lei. Forse è più facile per lei che ha gli uffici a fianco, perché le proposte emendative mi risultano nell'ordine indicatomi dagli uffici della mia Commissione. Non è che mi sono inventato io questo ordine.

  PRESIDENTE. Adesso deve esprimere il parere sull'emendamento Di Battista 1.620. A lei risulta ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, le sto proponendo di darle io...

  PRESIDENTE. Sì, ho capito quello che mi sta proponendo. Io le sto chiedendo se a lei risulta l'emendamento Di Battista 1.620.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sì, mi risulta.

  PRESIDENTE. Che parere esprime su questo emendamento ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Va bene. Continuiamo con l'emendamento Matteo Bragantini 1.114.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Su questo emendamento, sulle preferenze, esprimo parere favorevole.
  Sull'emendamento Grillo 1.115 mi rimetto all'Aula; esprimo parere favorevole sull'emendamento Richetti 1.349 e mi rimetto all'Aula sull'emendamento Bruno 1.350.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Migliore 1.118; altresì il parere sull'emendamento Biancofiore 1.119 è decisamente favorevole. Il parere sull'emendamento Dieni 1.123 è favorevole. Poi, c’è il subemendamento Nicoletti 0.1.513.1 su cui esprimo parere contrario...

  PRESIDENTE. È stato accantonato. Anche l'emendamento seguente, Plangger 1.513, è accantonato.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sì, l'ho segnato dopo e mi risultava. Invece, non è accantonato l'emendamento Bruno 1.464, sul quale esprimo parere favorevole.
  Sull'emendamento Zaccagnini 1.301 – con un cognome importante – esprimo parere favorevole.
  Esprimo altresì parere favorevole sugli emendamenti Nuti 1.132, D'Ambrosio 1.172, Dadone 1.159 (credo che sia del MoVimento 5 Stelle). Sugli emendamenti Migliore 1.458, Matteo Bragantini 1.168 e Toninelli 1.169 mi rimetto all'Aula. Esprimo parere contrario sull'emendamento Grillo 1.170, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento Nuti 1.175.
  L'emendamento Balduzzi 1.466 fa riferimento al Senato, comunque il parere è contrario. Il parere è contrario sull'emendamento Cozzolino 1.180, favorevole sull'emendamento Toninelli 1.465, contrario sull'emendamento Dadone 1.179, favorevole sull'emendamento 1.901 della Commissione. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Nicoletti 1.628.

Pag. 56

  PRESIDENTE. È accantonato.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. C'era scritto, sono io che non l'ho visto. Il parere è favorevole sull'emendamento Biancofiore 1.182. L'emendamento Roberta Agostini 1.467...

  PRESIDENTE. È accantonato.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Migliore 1.189 mi rimetto all'Assemblea. Il parere è favorevole sugli emendamenti Toninelli 1.191 e La Russa 1.472. Sull'articolo aggiuntivo Attaguile 1.0310 mi rimetto alla Assemblea.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza Matteo Bragantini e Pilozzi e con il parere contrario del relatore di minoranza La Russa.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, con questo emendamento proponiamo in maniera esplicita la bocciatura del cosiddetto sistema «Italicum» o «Italicus», ormai rovina dell'Italia, per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato. Lo facciamo senza alcuna remora e con convinzione, perché sono molti i motivi che ci portano a sostenere che, nelle condizioni date, la legge risultante dalla sentenza della Corte costituzionale è di gran lunga preferibile a questa proposta di legge elettorale. Da un punto di vista politico non diciamo da oggi che questo Parlamento, proprio perché eletto con una legge dichiarata incostituzionale e che secondo la sentenza della Consulta ha violato niente meno che il principio di sovranità popolare, è da considerarsi illegittimo politicamente.
  Non spetta dunque a questo Parlamento composto da numeri «drogati» approvare una nuova legge, ma è un compito che spetta doverosamente al prossimo, finalmente eletto con una legge che magari non sarà perfetta, come qualcuno dice, ma certamente legittima.
  In secondo luogo, siamo contrari a questo testo perché, al di là delle chiacchiere, è quello che più si avvicina al «Porcellum» e in certi casi lo supera, nel senso che è peggiore. Il «Porcellum» assegnava un premio di maggioranza di 340 seggi, e l’«Italicum» cosa fa ? Assegna un premio di maggioranza di 340 seggi. Il «Porcellum» prevedeva liste bloccate decise dai partiti, e l’«Italicum» cosa prevede ? Liste bloccate decise dai partiti, solo un po’ più corte. Il «Porcellum» prevedeva il riparto fondamentale dei seggi da assegnare in base alla cifra nazionale ottenuta, e l’«Italicum» cosa fa ? I seggi assegnati su cifra elettorale nazionale. Il «Porcellum» prevedeva la possibilità di coalizione tra più liste, e l’«Italicum» che fa ? Prevede coalizioni tra più liste che non hanno il coraggio di presentarsi agli elettori esclusivamente con il proprio simbolo. E allora in concreto di che stiamo parlando ? Del nulla, o meglio della solita presa in giro degli italiani, alla quale noi alla luce del sole ci sottraiamo.
  Quindi, invito i deputati di quest'Aula ad uno scatto di orgoglio e a votare contro questa proposta di legge che è venuta da fuori del Parlamento, e quindi a valutare questo emendamento in maniera positiva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, è evidente che questo primo emendamento chiarisce qual è la distanza che esiste tra la proposta che avremmo voluto e quella che viene effettivamente messa in discussione. Noi abbiamo anche prodotto una serie di emendamenti che vanno nella direzione di correggere questo testo, però è evidente che voteremo a favore di questo emendamento perché riteniamo, anzi, verifichiamo che non è stato accolto neanche Pag. 57uno degli elementi qualificanti che avevamo proposto in sede di Comitato dei nove, visto che durante il periodo che ci ha preceduto non siamo riusciti neanche a parlarne per un minuto in Commissione.
  È per questo motivo che, su questo primo emendamento, come su altri, Presidente...mi scusi, Presidente...

  PRESIDENTE. Sì.

  GENNARO MIGLIORE. ... chiederemo il voto segreto, perché riteniamo che possa essere di buon auspicio iniziare con una piena libertà dell'espressione del proprio voto, a partire dall'abolizione di questo primo articolo, e quindi del testo della riforma succitata.

  PRESIDENTE. Sì, il voto segreto è ammissibile su questo articolo, infatti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signor Presidente, colleghi, su questo emendamento Scelta Civica voterà «no» perché noi, fin dall'inizio, abbiamo voluto che il procedimento di approvazione della legge elettorale andasse avanti, e andasse avanti velocemente. Ci siamo astenuti da qualsiasi tentativo di ritardarlo, abbiamo votato «no» anche sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità, ritenendo che dei profili e dei dubbi vi fossero, ma che fosse più corretto correggerli in Aula. Per questo motivo, un emendamento che prevede la soppressione totale non lo voteremo.
  Per lo stesso motivo, non crediamo che il ricorso al voto segreto sia una soluzione adeguata in questa situazione e siamo dell'idea che la discussione dovrebbe avvenire a viso aperto e senza sotterfugi. Per questo, abbiamo anche ritirato molti emendamenti, che riteniamo di discutere al Senato, secondo quella che anche il Governo ha indicato essere la sua preferenza.
  Abbiamo, però, mantenuto alcuni emendamenti, che riteniamo qualificanti della nostra posizione sui temi più significativi e sui problemi che abbiamo sollevato anche in termini di costituzionalità. Parlo del passaggio dai collegi plurinominali a quelli uninominali, per evitare di continuare con parlamentari nominati piuttosto che eletti dai cittadini, degli emendamenti sulla parità di genere, degli emendamenti che riguardano la soglia di accesso al premio di maggioranza. Si tratta di pochi emendamenti qualificanti, che abbiamo deciso di mantenere.
  Concludo aggiungendo che voteremo favorevolmente anche sulla proposta di limitare l'applicabilità di questa legge alla Camera, escludendo il Senato, ancora una volta nell'ottica di andare avanti, di portare avanti il procedimento sulla legge, ma auspico che tutti si rendano conto che questo accordo di tipo politico, che dal punto di vista giuridico sta in piedi con qualche difficoltà, scivolerebbe nella farsa se, poi, non si arrivasse rapidamente all'approvazione della riforma del Senato della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Biancofiore. Ne ha facoltà.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, intervengo per annunciare il mio voto favorevole all'emendamento del collega Cozzolino per le stesse ragioni che ho spiegato precedentemente, in occasione del mio intervento sul complesso degli emendamenti. Infatti, al comma 2 dell'articolo 1, purtroppo, si prevede che «La circoscrizione Trentino-Alto Adige è costituita in otto collegi uninominali determinati ai sensi della legge (...)», ovvero si prevede una legge elettorale completamente eterogenea, completamente diversa da quella che verrà applicata per il resto d'Italia. Siccome ritengo che il Trentino-Alto Adige e la Valle d'Aosta facciano ancora parte dell'Italia, questo sistema non si può chiamare «Italicum», ma semplicemente un «pastrocchium», che non può avere il mio voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

Pag. 58

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, con il mio minuto vorrei manifestare il profondo disagio che avverto a livello personale per una legge che ci apprestiamo a votare che è incostituzionale, antidemocratica, e che mi fa pensare alla legge Acerbo e alla legge truffa del 1953, con la differenza che la legge truffa del 1953 era più democratica, o meglio era meno antidemocratica, perché per ottenere un premio di maggioranza bisognava avere il 50 per cento dei voti.
  Siccome non voglio passare alla storia come uno che non ha parlato, comunico che da adesso in poi parlerò a livello personale su ogni emendamento, perché oggi stiamo scrivendo una delle pagine più terribili della storia politica di questo Paese. Questa è una legge anticostituzionale e questo è un Parlamento che sta stracciando la Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, prima di intaccare il tempo a disposizione dei gruppi e dei relatori di minoranza – e parlo per me – servirebbe capire quale è il tempo riservato ai relatori di minoranza. Ci è stato informalmente detto che il tempo che abbiamo consumato per dare i pareri rientra in questo arco di tempo. A me questo sembra assolutamente inaccettabile, perché si tratta di un atto dovuto e, quindi, chiederei di non intaccare il tempo già previsto e poi quando ci sarà, semmai ci fosse, un aumento, di aumentarne anche il tempo relativo.

  PRESIDENTE. Ne terremo conto, adesso mi riservo di fare dei calcoli perché ci devono essere comunque dei parametri, e poi le farò sapere.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Deputato Matteo Bragantini, immagino che il suo intervento sia sulla stessa scia. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il sottoscritto è stato molto sintetico e ha dato semplicemente il parere; adesso non potere illustrare il perché sul parere...

  PRESIDENTE. Ho capito, mi rendo conto della richiesta, fateci valutare, dobbiamo fare anche dei conti, perché giustamente ci sono dei calcoli che vanno fatti prima di concedere tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, mi sento obbligato ad intervenire perché sono trentino e, quindi, vorrei rispondere alla collega Biancofiore, tramite lei, Presidente, ovviamente, e portando il massimo rispetto.
  Quello che voglio sottolineare è che anche noi riteniamo che sia un «pastrocchium» questa legge elettorale, e quindi condivido questa osservazione, però da trentino, e quindi eletto nella stessa regione della collega, vorrei sottolineare come il suo intervento sia quanto di più ipocrita si possa dire in quest'Aula, perché proprio il suo partito rendere possibile approvare una legge elettorale incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), il suo partito, con un condannato che sta facendo un accordo elettorale con un altro condannato, anche se in primo grado (probabilmente arriverà anche la sentenza definitiva).
  Quindi, Presidente, massimo rispetto per quest'Aula, però invitiamo, anche per rispetto di chi ci sta ascoltando in queste ore, che sono tanti perché questa legge elettorale è quanto di più vicino alle esigenze degli italiani ci sia, a portare un po’ di rispetto. Non diciamo queste sciocchezze Pag. 59incredibili e soprattutto, se si ritiene che il proprio partito abbia sbagliato, lo si dica chiaramente e caso mai si faccia anche una azione forte e si esca da quel partito che ha permesso di essere eletto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Adesso andiamo avanti. Onorevole Biancofiore, non possiamo fare il «botta e risposta». Lei capisce che questo non è possibile in quest'Aula.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza La Russa, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza Matteo Bragantini e Pilozzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Folino, Cassano, Spadoni, Fraccaro, Busto, Dell'Aringa, Capezzone, Giorgia Meloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  529   
   Maggioranza  265   
    Voti favorevoli  188    
    Voti contrari  341).
    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, questo emendamento ricopia perfettamente la proposta di legge che i parlamentari del MoVimento 5 Stelle hanno depositato alla fine di settembre alla Camera, a firma di tutti i deputati. Prima di fare questo lavoro e prima di depositare quella proposta di legge, Presidente, abbiamo fatto uno schema metodologico, che indicava e che indica perfettamente la differenza della nostra dalla vostra. Era evidentemente prevedibile la vostra disonestà intellettuale in quello che avreste fatto e che avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo trovate su Internet, datato 4 settembre.
  Ci siamo posti alcune domande e abbiamo indicato le risposte, che oggi corrispondono a realtà. Da dove si parte ? Voi siete partiti dal Porcellum...

  PRESIDENTE. È sull'emendamento ?

  DANILO TONINELLI. Certamente. È sull'emendamento, Presidente.
  Noi siamo partiti dal V-day e dalla proposta di legge «Parlamento pulito», a cui anche questa proposta, Presidente, si rifà.
  Come si cambia il Porcellum ? Voi lo avete fatto e siete arrivati all'Italicum nelle stanze segrete, nel chiuso delle vostre stanze, con l'inciucio e bloccando il Parlamento. Lo dicevamo il 4 settembre, ed è accaduto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Cosa abbiamo fatto noi ? Abbiamo fatto e stiamo definendo un progetto di legge elettorale con la rete, con la partecipazione dei cittadini e con una discussione in Parlamento.
  Terza domanda: perché cambiare il Porcellum ? La vostra risposta è stata ed è: per far sopravvivere la casta, per garantire una vittoria contro il MoVimento 5 Stelle. È quello che è accaduto con l'Italicum e le simulazioni lo dimostrano. Il MoVimento 5 Stelle, con una proiezione elezioni 2013, ha un voto che vale un terzo rispetto al voto di un eletto del PD.
  Un eletto del MoVimento 5 Stelle rappresenta 73 mila elettori, 73 mila votanti; un vostro eletto ne rappresenta 23 mila. Voi l'avete disegnata per svantaggiare il MoVimento 5 Stelle e noi già lo sapevamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Cosa abbiamo fatto noi per modificare il «Porcellum» ? Ridare voce ai cittadini: questo è lo strumento che abbiamo ritenuto utile e l'unico necessario per modificare il «Porcellum» e per costruire una democrazia efficiente e stabile. Dove si vuole arrivare ? Voi al «super Porcellum», che permette di mantenere salde le poltrone, rendere il Parlamento debole e senza funzioni, Pag. 60gestire il potere in solitaria, subordinare gli eletti al capo che li ha scelti. È la stessa cosa che avete fatto con «l'Italicum»: liste bloccate, i cittadini non contano nulla, non scelgono i candidati da mandare in Aula, un premio abnorme, peggiore del «Porcellum», che fa sì che l'elezione elettorale sia l'elezione di un capo; e noi parlamentari, anzi voi parlamentari, perché noi non siamo come voi, risponderete al capo e la vostra rielezione non dipenderà dai cittadini, ma dipenderà dal capo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Cosa abbiamo fatto noi ? Una legge innovativa, che garantisca il rinnovamento della classe politica, la centralità del Parlamento, la partecipazione dei cittadini ed un sostanziale vincolo di mandato degli eletti verso gli elettori.
  Quale governabilità si vuole ? La vostra risposta, la vostra realtà: un bipolarismo coatto. Con «l'Italicum» voi volete, con il doppio turno, un bipolarismo coatto. Il bipolarismo si crea nella società civile e questa società civile è tripolare, ci sono tre forze: non potete imporre ad una società civile non bipolare il bipolarismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  La moltiplicazione dei partiti per avere il premio, e lo state facendo. Quanto tempo ho, Presidente ?

  PRESIDENTE. Cinquanta secondi.

  DANILO TONINELLI. Grazie. Un capo che comanda sul Parlamento e tanti decreti-legge: è quello che avete fatto e quello che sta accadendo. Noi: un sistema politico semplificato e pluralista, poche forze politiche realmente rappresentative, un Parlamento governabile e poche leggi stabili e condivise con i cittadini. In quest'Aula le voci dei cittadini sono inascoltate.
  Come si tutela il voto dall'influenza mafiosa e dalla clientela ? Da parte vostra in nessun modo; da parte nostra, la parte sana della società può ripulire le liste. Noi abbiamo presentato una proposta con circoscrizioni piccole. Non è il modello spagnolo che proponevate voi, ma il modello spagnolo vero, dove i cittadini elettori riescono a richiamare sostanzialmente gli eletti.
  Abbiamo fatto una proposta con le preferenze, positiva e negativa. Un candidato impresentabile può essere cancellato da un elettore consapevole e capace: questa è la nostra differenza rispetto a voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, si può essere contrari a questa legge elettorale in molti modi, certo non nel modo che in questo caso è stato illustrato dal collega Toninelli, che peraltro ha richiamato la legge che è stata presentata dal MoVimento 5 Stelle. Vede, collega Toninelli, lei che ha richiamato la democrazia all'interno di quest'Aula dovrebbe sapere che qualsiasi imposizione di vincolo di mandato a noi, che siamo difensori di un sistema che abbia la piena consapevolezza da parte degli eletti, fa orrore, perché noi siamo rispettosi della Costituzione e perché riteniamo che il vincolo di mandato non possa essere imposto agli eletti all'interno di questo Parlamento.
  Quello che lei ha definito un sistema spagnolo reale è un sistema che avvantaggia sostanzialmente le forze politiche più grandi, e in questo voi siete del tutto simili a Forza Italia ed al Partito Democratico, perché avete l'intenzione di stabilizzare questo sistema politico, tant’è che la vostra opposizione a questa legge, «l'Italicum», non ha le stesse caratteristiche che hanno avuto altri vostri profili di opposizione.
  State facendo un'opposizione di comodo, state facendo un'opposizione senza rischiare nulla, perché intanto presentate le vostre cose, ma non contribuite minimamente ad ottenere un'opposizione vera rispetto a questa legge elettorale che non va (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Per questo noi vi chiediamo di sostenere tutti quegli emendamenti che vanno nella direzione opposta, ma, soprattutto, non avremmo mai potuto votare un emendamento che contenga anche la violazione del Pag. 61vincolo di mandato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, ovviamente il momento che viviamo in quest'Aula è molto significativo, sia per la natura degli argomenti, che ho ascoltato con attenzione e con il rispetto che devo e che voglio dare alle persone e ai colleghi che hanno parlato contro l'impostazione della legge di cui si avvia il processo di votazione in quest'Aula oggi, sia perché questo rappresenta il primo tassello dell'avvio di questa nuova parte della legislatura, nella quale partiti e gruppi che hanno sottoscritto un accordo politico vogliono inscrivere, sia la riforma della legge elettorale che stiamo iniziando a votare, sia, insieme ad essa, un ridisegno dell'assetto costituzionale del Paese.
  È un momento determinante nel quale noi vogliamo inscrivere, nel testo di una legge, elementi fondanti per una rinnovata democrazia che abbia il rispetto dei principi fondamentali che sono scritti nella nostra Carta costituzionale, che abbia a cuore la rappresentatività degli elettori in queste Aule sacre della democrazia, che abbia contemporaneamente a cuore il principio centrale della governabilità del Paese. Infatti, una politica incapace di produrre governabilità non fornirà risposte alla drammatica crisi delle persone, alla crisi sociale di questo Paese.
  Il testo in esame si inquadra in questa difficile diarchia tra rappresentatività e governabilità del Paese. Proporre una soluzione percorribile che è contemporaneamente una risposta alle istanze a noi proposte dalla Corte costituzionale. La nostra Carta costituzionale, il dibattito che avvenne nell'Assemblea costituente, ci permette oggi di inscrivere questi principi in questo testo di legge perché esso è rappresentativo e rispettoso di quei principi, così come ci ha richiamato, nel testo della sentenza n. 1 del 2014, la Corte costituzionale.
  Questa legge che prevede come innovazione forte un doppio turno di coalizione nazionale, questa legge che permetterà di conoscere il giorno dell'eventuale ballottaggio, oppure il giorno in cui un partito o una coalizione al primo turno supereranno il limite della soglia, che permetterà agli italiani di sapere chi li governerà quella sera, chiede di aprire una pagina nuova della democrazia, rispettosa dei principi che abbiamo avuto fino ad adesso, conscia della storia che ci ha portato fin qui, ma conscia anche della patologia che ha colpito la democrazia.
  Infatti, una democrazia che non sa rispondere attraverso gli strumenti delle istituzioni, è una democrazia inefficiente che aiuta a peggiorare la situazione del Paese. Per questo, noi siamo convinti che, nelle condizioni date, e nelle condizioni storiche date, che erano quelle dell'obbligo di ricercare una maggioranza più ampia possibile per pervenire a questo risultato, entro questo stretto sentiero che la storia ci ha posto di fronte in questi nostri giorni che ci è dato di vivere, noi abbiamo fatto la scelta migliore, tra forze che sono diverse e in alcuni casi avversarie e che lo saranno domani nella futura storia del Paese, ma che hanno scelto, ognuna di esse, di accettare delle mediazioni e delle rinunce per arrivare ad un risultato utile per il Paese, sia per la legge elettorale, sia per l'avvio delle riforme costituzionali di cui il Paese ha bisogno perché si riesca finalmente, senza ritardo, qui dentro, nel tempio della democrazia, a dare quelle risposte che gli italiani, di tutti i colori della pelle, o di tutte le fedi politiche, ci chiedono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, ieri nell'Aula semivuota che ha esaminato alcuni dei temi del messaggio del Presidente Napolitano sulla giustizia ho accennato a quali metodi un Paese deve darsi per dipanare una seria politica del diritto. E una politica del diritto ha per oggetto prioritario le regole della democrazia. Ebbene io dico che qui, in quest'Aula, la voce inudita, inascoltata e sostanzialmente tradita è stata quella della Corte costituzionale.Pag. 62
  Ho ascoltato argomenti grotteschi già all'inizio di questa discussione per giustificare un testo di legge che tradisce il sistema di rappresentanza, prevede il secondo turno come eccezione e non come regola. Attendiamo la responsabilità anche individuale dei deputati sui singoli emendamenti che noi come Popolari per l'Italia abbiamo resistito nel mantenere. Vogliamo la prova dei fatti, non le declamazioni (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signor Presidente, molto sinteticamente voglio dire che credo si sia manifestato in modo abbastanza chiaro il nostro atteggiamento critico ma costruttivo rispetto a questo impianto, che ha molti punti di fragilità, molti punti di debolezza, e probabilmente non riuscirebbe a superare una prova di resistenza rispetto ad un nuovo giudizio della Corte costituzionale. Tuttavia, noi ci muoviamo nella direzione opposta rispetto a quella che tende ad affermare il vincolo di mandato. Noi sosterremo, ad esempio, l'introduzione del voto di preferenza plurimo proprio per affermare il principio opposto a quello che tende a mettere tutte le cose nelle mani del capo, del satrapo di turno.
  Per questa ragione, noi non possiamo condividere l'emendamento, che costruisce un intero nuovo impianto di riforma elettorale, proposto dal MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, anch'io volevo lasciare agli atti la mia totale contrarietà a questo testo unificato per ragioni molto semplici.
  La legge elettorale rappresenta un'idea di democrazia. La legge elettorale non può modificare un sistema politico, semmai occorrerebbe la legge elettorale che meglio rappresenta il sistema politico. C’è stata poi la sentenza della Corte. Mi rivolgo ai tanti parlamentari che hanno sofferto in questi mesi perché sono stati chiamati «nominati in un Parlamento illegittimo»: perché vogliamo ripetere una legge elettorale che rischia di avere gli stessi vizi dal momento che i parlamentari non sono eletti e non sono decisi dai cittadini e dal momento che il combinato disposto di una bassa soglia per accedere al premio e di un'alta soglia, invece, per far parte della coalizione comporterà di nuovo il rischio di anticostituzionalità ? Un po’ di dignità, cari amici e cari colleghi parlamentari. Opponiamoci a questo obbrobrio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, ricordo che prima non mi ha fatto parlare a titolo personale ma intervengo su questo emendamento. Per deludere, credo che deluderò il collega Fraccaro. Sono d'accordo...

  PRESIDENTE. Aveva già parlato, deputata Biancofiore.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Sì, ma sono stata, come dire, investita di parole non proprio appropriate, come di solito, appunto, è ciò che caratterizza, ahimè, i colleghi del Movimento 5 Stelle.
  Vede, collega Fraccaro, non c’è un passaggio della mia vita politica, – lo dico alla Presidenza ma lo dico anche guardando te perché io ti posso guardare negli occhi, perché di me c’è traccia in Trentino-Alto Adige, di te, certamente no – non c’è un passaggio della mia vita politica che possa tacciarsi di ipocrisia.

  PRESIDENTE. Deputata Biancofiore, non si rivolga direttamente ad un altro deputato. Parli con me, si rivolga a me, per favore !

Pag. 63

  MICHAELA BIANCOFIORE. È bene anche guardare negli occhi le persone che ti tacciano di cose assolutamente negative.
  Ciò detto, io sono d'accordo con l'impianto di base dell'Italicum, sono d'accordo, come diceva il collega Fiano, sul fatto che bisogna dare governabilità a questo Paese e soprattutto rappresentanza, ma questa deve essere data a tutti i cittadini italiani dal Brennero a Lampedusa.
  Quindi, vi è un vulnus in questa proposta di legge elettorale che mi impedisce di votare conformemente al mio gruppo, che a differenza di altri gruppi parlamentari non caccia le persone se si è difformi, bensì rispetta la democrazia; io non ho mai avuto il mio leader che mi ha chiamato per dirmi di votare a favore anche se ero in disaccordo, quindi, c’è una grande differenza tra il gruppo Forza Italia e il gruppo MoVimento 5 Stelle che lei, collega Fraccaro, anzi, Presidente, che il collega Fraccaro ha messo ulteriormente in evidenza dimostrando che purtroppo tutta questa intelligenza nei 5 Stelle non c’è.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, a titolo personale vorrei dire che questa è una legge costruita per i grandi partiti, in questo caso per il Partito Democratico, per Forza Italia e per il MoVimento 5 Stelle. Se questa legge fosse stata in vigore dal dopoguerra, in questo Parlamento, in questa Camera non ci sarebbero stati deputati come Ferruccio Parri del Partito d'Azione, come Ugo La Malfa del Partito Repubblicano, come Saragat del Partito Socialdemocratico, come Pannella del Partito Radicale, come Lucio Magri del Partito di Unità Proletaria, come il Movimento Sociale, come tanti altri partiti che, pur essendo partiti che non hanno grandi percentuali, hanno comunque costruito la democrazia. Molti diritti civili ci sono in Italia grazie a persone come Marco Pannella che sicuramente non erano in grado di superare queste soglie di sbarramento anticostituzionali e antidemocratiche (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, il 18 novembre 1923 quest'Aula votava la legge Acerbo; è una vergogna per la nostra democrazia, ma va ricordato che quella legge, che prevedeva che il partito che raggiungeva il 25 per cento ottenesse i due terzi dei seggi, ciononostante era una legge che prevedeva le preferenze e prevedeva anche che il restante terzo dei seggi venisse assegnato con il sistema proporzionale. Allora, a fronte di questo sistema elettorale che si vuole introdurre oggi in Italia, anche la legge Acerbo era una legge democratica. A volte le responsabilità, cari colleghi, sono individuali, anche quella legge fu votata da molti sinceri democratici e fu l'inizio di un sistema che soltanto la Resistenza e soltanto l'Assemblea costituente riuscì a ribaltare. Io faccio appello alla coscienza di ognuno di voi per opporsi a questo sistema elettorale antidemocratico e liberticida.

  PRESIDENTE. Colleghi, stiamo nei tempi, per favore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signora Presidente, questa legge elettorale non solo bipolarizza ma bipartitizza il contesto politico in modo forzoso e autoritario. A onor del vero, questo assetto aiuta anche il consolidamento di un unico terzo polo. Questa legge elettorale modifica geneticamente la politica e d'altronde non ci potevamo aspettare altro da chi non è capace di difendere il proprio cibo. È una legge autoritaria e impositiva, fatta per i capi. Vorrei rivolgere un messaggio all'onorevole Fiano, tramite lei: lo stretto sentiero della storia attraverso cui ci state facendo passare lo avete scolpito voi. Io Pag. 64c'ero in Commissione e avete fatto di tutto affinché questo sia il sentiero attraverso il quale dobbiamo passare. Siete voi che lo avete disegnato stretto e per dire che non si poteva fare altrimenti, siete voi che dipingete i fatti in modo falsato e dite che le cose non potevano andare diversamente.

  PRESIDENTE. Deputato Zaccagnini, concluda.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Concludo, Presidente. Vi autogiustificate e vi autoglorificate, ve la cantate e ve la suonate, scrivete le regole del gioco come...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zaccagnini, la ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, intanto ricordo sommessamente a quest'Aula che siamo nel 2014 dopo Cristo e quindi magari il revival degli anni Cinquanta e Quaranta lo lasciamo al di fuori di quest'Aula.
  Vorrei ricordare ai colleghi di Sinistra Ecologia Libertà, magari tramite la sua persona, che il Movimento 5 stelle, in questo provvedimento, a causa anche della loro decisione, si trova a non poter fare opposizione a causa dei tempi contingentati, come si dice all'interno di quest'Aula, a causa anche dal regolamento che vige in quest'Aula. Inoltre, voglio ricordare che i colleghi di Sinistra, Ecologia Libertà sono qui presenti in questo numero, visto che stanno vantando la democrazia, la libertà e la partecipazione all'interno e all'esterno di quest'Aula, grazie ad un premio di maggioranza abnorme. Per cui al collega Migliore rivolgo questo invito: prima di parlare di coerenza al Movimento 5 stelle, lasci il proprio premio di maggioranza con il quale è «scappato via» dalla maggioranza e poi magari può rivolgersi al Movimento 5 Stelle e parlare di coerenza. (Applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, non vorrei che per far passare il principio della governabilità noi stessimo togliendo grossissime fette di democrazia ai nostri cittadini. Il vero problema è restituire il voto ai cittadini, mentre con questo sistema glielo si sta ancora una volta togliendo.
  Lo voglio dire ai due gruppi che in qualche maniera si sono messi d'accordo per questo «aborto» di legge – sto parlando a titolo personale e da democratico cristiano –, dico a questi due gruppi di stare attenti, che il nemico silenzioso, costituito dal Movimento 5 stelle, sta solo a qualche punto da voi e rischiate, alla fine, per la troppa furbizia, di essere soccombenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Solo un minuto per un appello. Chiedo che i colleghi della maggioranza non dicano più, per pudore, che con questa legge si realizza la governabilità del sistema. Quando questa legge sarà approvata – il Senato attenderà –, avremo un sistema maggioritario alla Camera e un sistema proporzionale puro al Senato, con lo sbarramento. Quindi, se proprio dobbiamo fare questa porcheria, almeno risparmiandoci l'ipocrisia. (Applausi dei deputati di Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, l'emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle non è sicuramente il tipo di legge che noi vorremmo, ma gli argomenti che hanno addotto, per sostenere che l'attuale legge, che stiamo cercando di votare, è ancora peggio, ci convincono, per Pag. 65questo ho detto che ci rimettiamo all'Aula, ma credo che il mio gruppo intenda votare a favore. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, in realtà con questa legge stiamo lasciando decidere le future deputate e i futuri deputati a due soggetti, a due leader di partito, in primis a Berlusconi e Renzi. Mi rivolgo, attraverso di lei, agli altri deputati del Partito democratico, dicendovi che Renzi in realtà vi sta già facendo le scarpe, indottrinando dei poveri bambini, in tutte le scuole d'Italia, facendoli dire: «Olè olè, saltiamo insieme a Renzi ! !». Questo lo dico davvero a voi, attenzione che vi fanno le scarpe, perché Renzi fa come il vecchio duce. Avete visto il film «La vita è bella» ? Avete visto Benigni che andava nelle scuole e faceva la parodia del dirigente del ministero ? Ecco a cosa porterà la vostra nuova legge elettorale. (Applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Va bene, comunque io pregherei i colleghi di rifarsi agli emendamenti negli interventi. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza della Lega Nord Bragantini e del relatore di SEL Pilozzi, mentre il relatore di minoranza di Fratelli d'Italia La Russa si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Carfagna, Piepoli, Ventricelli, Cassano, Folino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  539   
   Votanti  535   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  268   
    Hanno votato
 103    
    Hanno votato
no  432).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.9, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza della Lega Nord Bragantini, con il parere favorevole del relatore di SEL Pilozzi mentre il relatore di minoranza di Fratelli d'Italia La Russa si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Ventricelli, Folino, Piepoli, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  533   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  262   
    Hanno votato
128    
    Hanno votato
no 394).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Balduzzi 1.8, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza della Lega Nord Bragantini e del relatore di SEL Pilozzi mentre il relatore di minoranza di Fratelli d'Italia La Russa si rimette all'Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, si tratta di uno dei pochi e qualificanti emendamenti che Scelta Civica per l'Italia ha mantenuto rispetto ai 57 inizialmente presentati, e che ha lo scopo di evitare di ripetere un errore.
  L'errore è quello di riprodurre una Camera dei deputati alla quale si possa affibbiare l'epiteto di Camera di nominati. Nessuno qui vuole più correre questo Pag. 66rischio, né per noi né per i nostri successori, eppure rischiamo di riprodurre questo rischio perché a fronte delle criticità che il sistema delle preferenze ha, e queste sono criticità che conosciamo nel nostro Paese e di cui sappiamo ci sono biblioteche intere che le raccontano, sappiamo i vantaggi delle preferenze e sappiamo i suoi svantaggi. Ma conosciamo anche gli svantaggi delle liste bloccate. Quelle lunghe certamente hanno più svantaggi ma anche le liste corte hanno e presentano svantaggi.
  Non è soltanto attraverso un meccanismo di primarie, ancorché obbligatorie, che peraltro non sono previste ancora in questo testo, che si può limitare il problema; noi abbiamo pensato – come gruppo di Scelta Civica per l'Italia, e inizialmente avevamo visto che anche altri gruppi o deputati di gruppi avevano aderito a questo nostro intento – di proporre, mantenendo l'impianto dell'Italicum – non pensando ad altri impianti perché altrimenti andremmo fuori dal modello che è stato accolto, modello che noi non abbiamo contestato in via di principio – di introdurre il passaggio dai collegi plurinominali ai collegi uninominali che rendono possibile un faccia a faccia tra eletto ed elettore, tra candidato ed elettore, che risolvono il problema da una parte delle preferenze e dall'altro delle liste bloccate.
  Non riusciamo a comprendere per quale ragione su questo ci sia stata così tanta difficoltà, noi manteniamo il nostro emendamento, ci viene detto “ma in questo modo aumentate la casualità dell'Italicum”. La casualità dell'Italicum fa parte dell'impianto dell'Italicum, fa parte integrante di questo impianto. Non viene se non di poco aumentata dal passaggio dal plurinominale all'uninominale, in compenso quello che abbiamo è che risolviamo il problema dell'assenza delle preferenze e dall'altro lato risolviamo il problema gravissimo, censurato dalla Corte costituzionale, delle liste bloccate. Corte o lunghe non è un problema, sempre bloccate sono.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, io spesso condivido le analisi che vengono fatte dal collega Balduzzi, in questo caso no perché ritengo che il passaggio ai collegi uninominali non a mandato diretto, cioè come previsto per il Mattarellum, che prevedeva che chi vinceva in quel collegio uninominale sarebbe stato automaticamente eletto, è semplicemente generatore di una casualità, così come avviene nei sistemi elettorali provinciali. Questo francamente non va nella direzione di contrastare le liste bloccate perché addirittura con questa formulazione ci sarebbero dei candidati che verrebbero eletti in maniera del tutto imprevedibile, cosa che francamente fa a pugni con la volontà espressa direttamente dall'elettore, per cui potrebbe capitare – come capita proprio nel meccanismo proposto dall'Italicum – che dove si hanno meno voti, si elegge, e dove si hanno più voti, in realtà non si riesce ad eleggere. Quindi siamo contrari.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Signor Presidente, io capisco il senso dell'intervento del collega Balduzzi, se ci fosse, semplicemente sostituendo il termine, la possibilità di dare all'elettore la possibilità di scegliere collegio per collegio la personalità che dovrebbe rappresentare quella comunità, saremmo tutti d'accordo. Purtroppo non è così. Con questa semplice sostituzione, rimanendo il collegio unico nazionale, diventerebbe una sorta di «provincellum», come è già stato detto, e di fatto ci sarebbero collegi che eleggerebbero più di un candidato, altri che rimarrebbero assolutamente senza rappresentanza. È proprio tecnicamente insostenibile, per cui, pur apprezzando lo spirito che lo sottende, non me la sento di votare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

Pag. 67

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, mi spiace non poter votare questo emendamento del collega Balduzzi, che pareva ispirato dalle migliori intenzioni. Su questa materia c’è una confusione che è enorme, l'alternativa era – se volevamo togliere la questione del Parlamento dei nominati – tra dei collegi uninominali nei quali si eleggesse il rappresentante di una certa realtà popolare e la scelta delle preferenze. Invece noi andiamo in una direzione del tutto diversa, nella confusione più totale, al punto che più avanti qualcuno tenterà addirittura di introdurre il tema delle primarie obbligatorie per legge, quasi che le preferenze fossero positive per le primarie e non potessero essere attribuite alla generalità dei cittadini. Lo dico al Vicepresidente dell'Assemblea, che ha vigilato a lungo, le preferenze sono buone a Caserta piuttosto che a Cosenza se si riferiscono alle primarie interne di partito o di coalizione, non sono buone per la generalità dei cittadini; voi consegnate un messaggio che è totalmente sbagliato. In realtà da questa legge viene fuori un Parlamento più nominato del precedente, perché le liste rigide bloccate portano a questa conseguenza (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Centro Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
  Allora, evitiamo gli infingimenti. Volete questa legge ? Prendetevela pure, ma non ne uscirà nulla di buono. Gli ultimi parlamenti sono stati in linea diretta l'uno peggiore dell'altro e questa legge genererà un Parlamento che è peggiore di questo, che pur non è brillantissimo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Centro Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, io francamente vorrei chiedere come è possibile passare – lo chiedo al Governo, al Presidente – dalla più alta forma di democrazia, quella delle primarie, e un attimo dopo, una settimana dopo, far scomparire il voto di preferenza, tentare di far scomparire i partiti piccoli con accordi scellerati, solo in funzione del «Cicero pro domo sua» e per continuare una sorta di sarabanda nella quale chi è stato scelto attraverso le primarie dovrà nel tempo essere rappresentato dal suo codazzo in Parlamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signora Presidente, abbiamo espresso parere contrario su questo emendamento per un motivo molto semplice: non si può innestare nell'Italicum un sistema di collegi uninominali maggioritari perché si andrebbe veramente a creare ancora più caos e più allontanamento dalla politica, perché, se in un collegio uninominale venisse ad essere il più votato uno del mio partito, ma il mio partito o il mio movimento non riesce a superare la soglia a livello nazionale, vuol dire che in quel collegio la persona più rappresentativa di tutti i cittadini non va in Parlamento e magari va in Parlamento quella persona che ha avuto meno voti in quel collegio. Dunque, si creerebbe veramente un allontanamento dei cittadini dalla politica. Non si possono mescolare i sistemi: l'Italicum a nostro avviso è sbagliato, ha dei grandissimi problemi di costituzionalità, ed è troppo casuale per quanto riguarda la volontà dell'elettorato, ma ciò non si risolve con questo sistema, con il collegio uninominale.
  Se vogliamo tentare di migliorarlo, noi abbiamo fatto degli emendamenti migliorativi, bisogna reinserire le preferenze, almeno così ritorniamo veramente a riavvicinare i cittadini alle istituzioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signora Presidente, semplicemente per dire che l'attuale emendamento è la prova provata Pag. 68del fatto che altre strade si potevano percorrere e non esclusivamente quella delle liste bloccate, ma questo Parlamento sta per scegliere il peggio possibile.
  Voglio ricordare a qualcuno che io sono un proporzionalista puro – lo ripeto – ma ciò nonostante non posso contestare che nella situazione data, a fronte delle liste bloccate, sarebbe meglio un sistema uninominale, anche maggioritario. Su un giornale di oggi, su il manifesto c’è un articolo di uno specialista che ricorda come addirittura in Inghilterra, che è la patria dell'uninominale secco, del maggioritario secco, la Camera dei Lord, il 12 febbraio di quest'anno ha pubblicato un report con il quale addirittura si comincia a ripensare quel sistema, per non andare certo a ribadirlo, ma semmai per andare verso la direzione di un sistema piuttosto proporzionale, che comunque riconosca la validità e il valore sociale e politico di tutti i gruppi sociali, diversamente da quanto voi state facendo, dato che state tentando di spegnerli completamente. Ma la storia credo sarà più forte di voi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Balduzzi 1.8, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza Bragantini e Pilozzi mentre il relatore di minoranza La Russa si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Cassano, Piepoli, Ventricelli, Dellai, Marroni, Berlinghieri, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  537   
   Votanti  522   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  262   
    Hanno votato
  32    
    Hanno votato
no  490).    

  Adesso, colleghi, volevo comunicarvi che il presidente Sisto ha chiesto l'accantonamento degli identici emendamenti Dorina Bianchi 1.601 e Migliore 1.613, nonché dell'emendamento Nardella 1.311 e dei relativi subemendamenti a pagina 71 e 97 tutti vertenti in materia di delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali.
  A seguito di tale accantonamento risultano altresì da accantonare, in quanto concernenti la medesima materia, gli emendamenti Dadone 1.5, Migliore 1.195, Gitti 1.11, Dadone 1.196, Balduzzi 1.35, Centemero 1.631, Biancofiore 1.400, Lombardi 1.41 e Bianconi 1.53.
  Adesso dovremmo ricominciare dall'emendamento Fraccaro 1.15. Approfitto, però, anche per dare una risposta alla questione sollevata dal deputato La Russa. La Presidenza si riserva un approfondimento perché il tempo previsto per i relatori di minoranza deve servire proprio ad effettuare i loro interventi in qualità, appunto, di relatori. In ogni caso la Presidenza, rendendosi conto dell'importanza del provvedimento, in questa circostanza acconsente a ripristinare il tempo dei relatori di minoranza, che è pari a dodici minuti ciascuno.

  GREGORIO GITTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, a nome del mio gruppo vorrei conoscere le ragioni di questa richiesta di accantonamento.
  Incombe un accordo politico extraparlamentare che ha umiliato i lavori della Commissione, nel senso che essa non ha potuto operare in sede referente. Ulteriormente, il Comitato dei nove non ha mai discusso, ha solo preso atto in modo notarile di alcune indicazione ab externo. Oggi non vorrei che si ripetesse per la terza volta l'umiliazione istituzionale che anche nell'Aula non si conosca quali siano le ragioni di un accordo politico che ancora ha bisogno di essere definito per essere eseguito. È un accordo che ancora ha dei profili di incertezza. In questa Aula non è tollerabile che si facciano richieste alle cieca senza motivarle.

Pag. 69

  PRESIDENTE. Aveva chiesto di intervenire il deputato Fraccaro, però – un secondo, deputato Fraccaro – siccome questa è una richiesta di chiarimento diretta al presidente Sisto io chiederei al presidente se vuole apportare dei riferimenti in merito a questa decisione dell'accantonamento.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Presidente, molto volentieri. Mi rendo conto che le minoranze qualche volta soffrono il tema dei numeri e delle maggioranze, che è piuttosto banale. Mi sembra che quando c’è un accantonamento deriva dalla necessità di un approfondimento per il parere che è del relatore ma anche della Commissione, notoriamente anche del Comitato dei nove, e quindi diventa poi un parere del Comitato dei nove e della Commissione. Questo credo che il collega Gitti lo sappia bene.
  Comprendo bene che il dissenso qualche volta si manifesta in una presa d'atto notarile di essere in minoranza, ma questo rientra nelle regole del gioco (parliamo di maggioranza e minoranza). Quindi, l'accantonamento è una scelta che deriva proprio dalla necessità di un approfondimento di cui vi è ampia traccia nei lavori del Comitato dei nove – mi spiace, senza il consenso del collega Gitti – ma questo mi sembra assolutamente fisiologico.

  GREGORIO GITTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Gitti, non posso ridarle la parola perché non possiamo fare uno scambio tra due interlocutori.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fraccaro 1.15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, colleghi, con questo emendamento proponiamo di sopprimere l'indicazione preliminare, contenuta nell'articolo 1, dell'attribuzione di un premio di maggioranza a seguito del primo turno di votazione qualora una lista o una coalizione di liste abbia conseguito un numero di voti validi pari almeno al 35 per cento del totale nazionale. Si tratta di un premio del 18 per cento dei seggi.
  Poiché i meccanismi per l'attribuzione del premio sono disciplinati successivamente, la previsione è inutile sotto il profilo tecnico, proprio come inutili si stanno dimostrando i partiti sotto il profilo del benessere dei cittadini. Si tratta di una previsione che, unitamente alla disciplina successivamente prevista sul premio di maggioranza, appare affetta da evidenti profili di illegittimità costituzionale. Ma cosa potevamo aspettarci da un gruppo parlamentare composto da 150 abusivi ? Parafrasando un celebre detto popolare, direi che del «Porcellum» non avete buttato via niente. E difatti la proposta di legge oggi in discussione si presenta come una sostanziale riformulazione della legge elettorale che la Consulta, con la recente sentenza n. 1 delle 2014, ha dichiarato costituzionalmente illegittima per lesione dell'uguaglianza del voto e della rappresentanza politica, in evidente contrasto con gli articoli 1, 3, 48 e 67 della Costituzione.
  Il primo motivo consisteva proprio nell'enorme premio di maggioranza assegnato, pure in assenza di una soglia minima di suffragi, alla lista che avesse raggiunto la maggioranza relativa. La Corte ha quindi ritenuto illegittima la previsione di un premio sine causa, ovvero di un premio che non superi lo scrutinio di proporzionalità. Ebbene, nella proposta di legge in discussione i suddetti criteri non appaiono soddisfatti, anzi sono sistematicamente calpestati. Già in passato la stessa Corte, con le sentenze n. 15 e 16 del 2008, aveva avuto modo di ravvisare alcun aspetti problematici laddove il meccanismo premiale fosse foriero di una eccessiva sovrarappresentazione della lista di maggioranza relativa, consentendo ad una lista che abbia ottenuto un numero di voti anche relativamente esiguo di acquisire la maggioranza assoluta dei seggi. Quindi, per ben due volte ha bocciato un simile premio. Ma è proprio quello che sta succedendo con questa proposta di legge: una Pag. 70distorsione fra voti espressi e attribuzione di seggi di tale entità da compromettere i principi costituzionali di uguaglianza del voto e di funzione rappresentativa dell'Assemblea. Con la scusa della stabilità volete realizzare l'immobilità della partitocrazia al potere, mediante un meccanismo premiale, con il quale paradossalmente, anche laddove una delle liste all'interno della coalizione abbia ottenuto un numero di voti in assoluto molto esiguo, può ricevere un elevato premio di maggioranza.
  Con questa legge insomma, per esempio, una lista che prenda il 10 per cento dei voti, ma anche il 5 per cento dei voti, può avere il 52 per cento dei seggi alla Camera e al Senato, anzi del Senato penso che ormai non se ne parli più. Il «Pregiudicatellum» quindi è recidivo: i partiti tornano sul luogo del delitto, ferendo a morte la democrazia. State ricorrendo all'utilizzo di sostanze dopanti per falsare la competizione elettorale e attribuirvi più potere di quanto gli elettori non siano disposti a darvi. È il segno di un fallimento totale che è sotto gli occhi di tutti. La classe dirigente che ha mandato a rotoli il Paese è incapace di riformarsi e vuole restare incollata ai posti di comando. Volete nominare un altro Parlamento di illegittimi e incostituzionali perché siete consapevoli di non essere in grado di rappresentare le istanze dei cittadini. Tendete ad occupare le istituzioni con ostinazione da abusivi incalliti, ma dimenticate di aver ricevuto già un avviso di sfratto alle scorse elezioni. E noi siamo proprio qui per sgomberare le istituzioni dalla casta, per restituirla al loro legittimo proprietario, il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ci sono altri interventi su questo emendamento ?

  BRUNO TABACCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Sull'accantonamento penso che il presidente Sisto si sia già espresso. Dunque, se l'intervento del deputato Tabacci è sull'accantonamento, direi di soprassedere, perché è stata già fatta chiarezza. Se è in merito all'emendamento, gli do volentieri la parola. Deputato Tabacci, prego.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, era solo perché lei segnalasse al relatore l'inopportunità di dare una spiegazione di tipo politico in ordine alla frustrazione delle minoranze. Che non usi più questo argomento, perché se la maggioranza si compila sulla base di un accordo extraparlamentare, quale quello che alimenta le cronache di queste ore, questo è un argomento da non utilizzare più. La prego, onorevole Sisto (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Centro Democratico e Sinistra Ecologia Libertà e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, visto che non dobbiamo interloquire direttamente con il presidente della Commissione, chiederei a lei, Presidente, di chiedere spiegazione da parte nostra in merito a quale maggioranza, appunto, il presidente Sisto si riferisse: se alla maggioranza che si coagula attorno a questa legge o alla maggioranza di Governo oppure, se tertium datur, come in questo caso è possibile, se le due maggioranze ormai tendessero a identificarsi.
  In questo caso, sarebbe bene che ce lo dicessero, visto che noi, per il bene dell'Italia e aderendo all'invito del Presidente della Repubblica, abbiamo ritenuto importante stare nella maggioranza di Governo. Ma se di noi non vi è più bisogno, perché esiste un'altra maggioranza, è bene che questo ci venga detto con chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fedriga. È sull'emendamento ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. No, signor Presidente, chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori per chiederle, visto che il presidente Sisto ha parlato dello svolgersi Pag. 71dei lavori nel Comitato dei nove e che vi è «prontezza» nel capire quanto è successo dal lavoro del Comitato dei nove, la cortesia di avere il resoconto del Comitato dei nove, in quanto – lo faccio presente al presidente Sisto, perché, ovviamente, la Presidenza della Camera credo che lo sappia meglio di me – dei lavori del Comitato dei nove non vi è alcun tipo di resoconto.
  Se il lavoro fosse stato fatto in Commissione, vi sarebbe un resoconto scritto, con il quale i deputati potrebbero rendersi conto dell'andamento dei lavori e anche del perché il presidente della Commissione ha chiesto l'accantonamento degli emendamenti. Così non è per scelta espressa della maggioranza, di questa strana maggioranza citata dal presidente Sisto. Perlomeno, non prenda in giro i colleghi deputati dicendo che potremmo avere «prontezza» ed avere cognizione di quanto accaduto, basta vedere quanto accaduto nel Comitato dei nove, perché noi non possiamo saperlo.

  PRESIDENTE. Ho altre due richieste di interventi, non so se vanno nella stessa direzione. Così, poi, alla fine, il presidente Sisto può chiarire tutte le obiezioni che vengono sollevate dai vari deputati. Quindi, prima di dare la parola al presidente Sisto, farei il giro degli interventi, per poi concludere e passare alla votazione dell'emendamento.
  Ha chiesto di parlare il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, colleghi, intervengo per rilevare, sempre a futura memoria, dal momento che pare che ogni decisione sia stata presa, tra l'altro fuori da quest'Aula, come credo che sia l'unico caso in Europa in cui un premio di maggioranza sia previsto insieme ad uno sbarramento; tra l'altro in questo caso, vi è una varietà di sbarramenti, in misura, tra l'altro, abbastanza elevata.
  Ora, voglio dire a coloro i quali ritengono di essere maggioranza, come abbiamo ascoltato poc'anzi, che adesso, se hanno il coraggio di cimentarsi nelle elezioni, adottassero il sistema uninominale maggioritario, di cui stavamo parlando poc'anzi. In Inghilterra non vi è trucco e non vi è inganno: in ogni circoscrizione elettorale vi sono dei candidati che si contrappongono, non vi sono soglie di sbarramento, non vi sono premi di maggioranza...

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, quanti minuti ho ? Credo di avere cinque minuti.

  PRESIDENTE. Ha due minuti.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Dicevo che nel sistema inglese il candidato che vince prende tutto. Naturalmente, vi è un limite: il limite è che, molto spesso, le maggioranze che si realizzano nelle urne non sono rappresentative della maggioranza del popolo e, viceversa, le minoranze, molto spesso, sono sottorappresentate. Però è un sistema chiaro e onesto, mentre noi, qui, stiamo adottando un «pastrocchio», che vuole a tutti i costi consentire ad alcuni di vincere, nonostante che la volontà popolare possa essere diversa.
  Voglio ricordare che in Inghilterra, dicevo prima, qualche anno fa, è successo quello che è successo in Italia, e cioè che un partito che non fosse il partito conservatore e che non fosse il partito laburista ha preso quasi un terzo dei voti dell'elettorato. Ciò ha indotto la Camera dei lord, dicevo prima, a fare uno studio non su come tacitare il popolo e sovvertirne i risultati, ma su come cercare di rispettare la volontà popolare al meglio.

  PRESIDENTE. Scusate, adesso vorrei capire a che titolo il deputato Piepoli voleva intervenire, se era sull'accantonamento o se era nel merito..., non parla più, va bene. Ha chiesto di parlare il deputato Toninelli.Pag. 72
  Un secondo, il deputato Pilozzi, voleva intervenire sull'accantonamento. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo anche per chiarirci tra di noi con che modalità va avanti questa discussione. Perché ieri nel Comitato dei nove il presidente Sisto ci ha detto che nel momento in cui veniva dato il parere da parte del Comitato dei nove su un emendamento, questo non si poteva più accantonare. Oggi che abbiamo dato tutti i pareri, il che ci avrebbe fatto finire anche il tempo, e se non fosse stato per sua bontà non ne avremmo neanche avuto di più, adesso accantonano gli emendamenti. Credo che questa sia una grande presa in giro. Inoltre, signor Presidente, credo che vi sia un altro problema: se accantoniamo tutti gli emendamenti che riguardano i collegi e le circoscrizioni, mi fate capire come andiamo avanti a discutere della legge ? Noi abbiamo accantonato praticamente un aspetto fondamentale di questa legge. Quindi, per favore risolviamo il problema dell'accantonamento. Se serve, si facesse una nuova telefonata con il signor Berlusconi, si trovasse la soluzione e quanto meno evitiamo di prenderci in giro a vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, io invece credo che il comportamento del presidente della Commissione sia stato assolutamente, non solo legittimo e corretto, ma anche utile per i nostri lavori. Sono stati accantonati gli emendamenti che in sede di Comitato dei nove qualsiasi componente abbia chiesto di accantonare. Dopo di che, la Presidenza con suo atto normale e naturale ha chiesto di accantonare anche gli emendamenti omogenei a quelli che sono stati accantonati. Quindi, è evidente che il presidente e il relatore hanno chiesto l'accantonamento solo su quelli su cui vi è una discussione in atto e non su quelli su cui il parere era contrario. Bene ha fatto la Presidenza ad accomunare nella discussione e quindi ad accantonare anche gli emendamenti su cui vi era un parere contrario. Anzi, credo che i proponenti di quegli emendamenti su cui vi era parere contrario che sono stati accantonati dovrebbero essere contenti di questa procedura, perché si rimettono in gioco anche i temi che avevano posti. Credo, quindi, che oggi abbiamo avviato una fase importate, signor Presidente, abbiamo cominciato a votare sulla legge elettorale, abbiamo ancora mezz'ora di lavoro, dopodiché la Commissione deciderà se lavorare in Comitato dei nove per riprendere le materie accantonate, ma possiamo utilmente utilizzare quest'altra mezz'ora per fare un passo ulteriore su materie che sono state già affrontate e risolte.

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Toninelli chiede di intervenire sull'accantonamento ? Perché se è sull'accantonamento interviene ora, altrimenti dopo, perché vorrei chiudere la questione dell'accantonamento e tornare sull'emendamento; su che cosa chiede di parlare ?

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, sull'accantonamento

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, è evidente che quest'Aula e il Parlamento sono bloccati per l'ennesima volta perché al di fuori di questo Parlamento non vi è un accordo e in questo caso si sta parlando di circoscrizioni: come si disegnano, chi li disegna. È inaccettabile che questo Parlamento non tratti in quest'Aula questo argomento, perché al di fuori di quest'Aula non c’è un accordo. A questo punto valuti lei, signor Presidente, su un argomento rilevante per il prosieguo dei lavori come questo, come le circoscrizioni Pag. 73i collegi plurinominale, se bloccare l'Aula o convocare un Comitato dei nove o comunque fare in modo che il presidente Sisto dia una risposta chiara e che domani si inizi nella consapevolezza che si riparta da dov’è ci siamo fermati oggi cioè dalle circoscrizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MATTEO BRAGANTINI. Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, chiede di intervenire sull'accantonamento ?

  MATTEO BRAGANTINI. Relatore di minoranza. Sì, Signor Presidente.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, poi interverrà il presidente Sisto e poi chiudiamo la questione dell'accantonamento.

  MATTEO BRAGANTINI. Relatore di minoranza. Signor Presidente, il ragionamento dell'accantonamento che viene fatto in Commissione e alcune volte nel Comitato dei nove consiste nel riconoscimento a quell'argomento di una valenza di discussione, e di solito si fa, soprattutto in Commissione, nel Comitato dei nove non sempre per motivi di tempo, una discussione e si vede di trovare la soluzione migliore. Ma accantonare solo perché fuori dal Comitato dei nove e dalla Commissione qualcuno decide gli accantonati, come è già successo nel Comitato dei nove di questa mattina che alcuni accantonati non erano più accantonati perché era stato dato parere, è una presa in giro del ruolo del Parlamento.
  Dunque, benissimo gli accantonati, ma, prima di superare l'accantonamento e dare un parere, facciamo una discussione.

  PRESIDENTE. Presidente Sisto, se vuole chiarire questo punto, io mi auguro che la spiegazione sia sufficiente a soddisfare le richieste.

  MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. È sull'accantonamento ? Voi avete già parlato, veramente.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. E Bragantini ? Ha parlato due volte !

  PRESIDENTE. È relatore di minoranza. Comunque, non facciamo gesti. So quello che faccio, è chiaro ? Prego, onorevole Di Stefano.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, io vorrei dire, visto che nel Parlamento italiano dovremmo avere autonomia e visto che siamo riusciti, grazie alla volontà popolare, a cacciare un condannato dal Senato, se dobbiamo aspettare comunque il suo parere per andare avanti, convochiamolo, con le manette magari, lo facciamo sedere nella sua maggioranza e andiamo avanti. Ma facciamolo seriamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Stiamo cercando di trovare le soluzioni, per favore. Presidente Sisto, ci sono state delle obiezioni, se cortesemente lei può dare una spiegazione a questa decisione di accantonamento.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la spiegazione è assolutamente semplice. L'articolo 79 del Regolamento prevede l'istituzione del Comitato dei nove e devo dire che nel Comitato dei nove l'accantonamento è una prassi assolutamente fisiologica e ordinaria. Lo stesso collega Bragantini ha chiesto di accantonare un suo emendamento e io ho provveduto – mi spiace che non mi stia ascoltando – naturalmente, senza nessuna difficoltà, ad acconsentire a questa richiesta, come peraltro i deputati, nel tentativo di chiarire che l'approfondimento in sede di Comitato dei nove costituisce un dovere. Se c’è una richiesta di approfondimento c’è un dovere, come è del tutto automatico – e vorrei tranquillizzare il collega Pilozzi – che a seguito all'accantonamento di un emendamento, se ve ne sono altri che a catena, direi indispensabilmente, sullo Pag. 74stesso argomento necessitano di essere accantonati, la Presidenza della Camera e gli uffici provvedono con grande semplicità, come accade in tutti i provvedimenti.
  Che cosa mi spiace ? Che su questo provvedimento – forse giustamente – si manifesta anche una sensibilità a quello che è ovvio, cioè si contesta un dato che è assolutamente normale, quale quello di accantonare degli emendamenti, e, quindi, poi naturalmente altri emendamenti che dipendono vengono accantonati, per evitare che il voto di quegli emendamenti possa pregiudicare la scelta di ridiscutere, rivedere, riapprofondire taluni temi.
  Nel caso di specie – perché la spiegazione è molto rapida – si tratta dei collegi e della delega. È un argomento che merita qualche altro approfondimento e mi sembra corretto, nel rispetto delle dinamiche parlamentari, non forzare gli argomenti, non con la maggioranza A o B, ma con quella che si è creata nel Comitato dei nove. Quando ho fatto riferimento a «maggioranza» non potevo che fare riferimento a quella maggioranza che nel Comitato dei nove è stata favorevole all'accantonamento. Non ci sono altre maggioranze che per il presidente della Commissione rilevano quando deve assumere una decisione conseguentemente ai suoi doveri rivenienti nell'ambito del consesso che presiede.
  Quindi, tranquillità, serenità. Non è successo assolutamente nulla che non sia normale prassi nell'ambito di qualsiasi provvedimento.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Se questa spiegazione di approfondimento ulteriore, come è stata espressa dal presidente Sisto, è soddisfacente direi di andare avanti. Altrimenti, mettiamo la proposta in votazione. Mettiamo in votazione per alzata di mano la proposta di accantonamento. Se qui ci sono gruppi che contestano che alcuni emendamenti sono stati accantonati, quello che io ritengo che si debba fare, se la motivazione non soddisfa, è di procedere alla votazione sull'accantonamento. Altri strumenti non ne abbiamo.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Mi permetto soltanto di rammentare che stavamo discutendo dell'emendamento Fraccaro.

  PRESIDENTE. Lo so.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza. Votiamo l'emendamento Fraccaro e poi passiamo ad altro. Era solo per questo, per un problema di regolarità, avendo già iniziato a discutere di un emendamento.

  PRESIDENTE. Però, è stata posta una questione sull'ordine dei lavori. Ci sono gruppi che non sono d'accordo sull'accantonamento.
  Allora, poiché la sua motivazione per alcuni gruppi non è soddisfacente, non abbiamo altra scelta che porla in votazione.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, io capisco lo sforzo che la Presidenza sta facendo per cercare di procedere, ma mi permetto di suggerire che l'accantonamento è avvenuto stamattina. I relatori hanno detto stamattina che c'erano degli emendamenti accantonati. Nessuno ha fatto obiezioni in quella sede, nemmeno i tre relatori di opposizione, che sono intervenuti legittimamente. Dopodiché la Presidenza, con un atto normale, che sempre avviene, ha accantonato ulteriori emendamenti dove c'era un parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo, per analogia di materia. Su cosa votiamo ? Mi sembra normale che si segua questa procedura, che la Presidenza ha eseguito e che è perfetta. Non si può mettere in votazione una cosa che va Pag. 75contro il Regolamento e che va contro la prassi che abbiamo sempre utilizzato.
  Presidente, io chiederei ai gruppi che hanno sollevato problemi di prendere atto che la procedura seguita è stata perfetta sotto tutti i profili di legittimità e di rispetto delle regole, altrimenti apriamo un fronte, che non sappiamo dove porta, secondo cui dopo due giorni possiamo tornare indietro su una decisione che è stata già assunta e su cui nessuno, in quel momento, aveva obiettato.

  PRESIDENTE. Scusate colleghi, io capisco il ragionamento, ma siccome c’è una contestazione su questo e l'Aula è sovrana, proprio per non avere ulteriori tensioni e perché ci sia chiarezza, visto che viene messo in discussione il modo in cui sono stati accantonati gli emendamenti, mi sembrerebbe un passaggio forse utile a riportare serenità la votazione dell'accantonamento.
  Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento. Chi è d'accordo ? E chi è contrario ? Dichiaro aperta la votazione.
  Folino ? Fanucci ? Arlotti ? Marchi ? Greco ?
  Dichiaro chiusa la votazione.

  (La Camera approva).

  La Camera approva per 194 voti di differenza.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fraccaro 1.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza Bragantini si rimette all'Aula, il relatore di minoranza Pilozzi è favorevole, e il relatore di minoranza La Russa si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino ? Capezzone ? Grillo ? Adornato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  529   
   Votanti  502   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  252   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  380).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Migliore 1.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei tre relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, chiedo il voto segreto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Migliore 1.22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Ventricelli, Simoni, Dell'Aringa, Di Lello, Capelli, Molea, Leone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  530   
   Votanti  528   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  265   
    Voti favorevoli  212    
    Voti contrari  316).
    

  Passiamo alla votazione del subemendamento Sannicandro 0.1.900.43, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza La Russa, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza Matteo Bragantini e Pilozzi.Pag. 76
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro, ma lei è già intervenuto sul complesso degli emendamenti e, quindi, ora non può intervenire. Interviene al suo posto il deputato Migliore. Prego. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, noi chiediamo su questo il voto segreto. Vorrei anche esplicitare, ma ovviamente i colleghi stanno seguendo, che, anche in questo caso, come nell'emendamento precedente, si prevede il conseguimento del premio solo al raggiungimento di una soglia congrua. Nel precedente, con un grande favore, sebbene non maggioritario, si è arrivati al 40 per cento; in questo caso, si propone il 50 per cento.

  PRESIDENTE. Va bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, vorrei far riflettere l'Aula su questo subemendamento. L'innalzamento della soglia per ottenere il premio di maggioranza va a ridurre quella distorsione che c’è tra i voti ricevuti e i seggi in Parlamento. Ci sembra un subemendamento di buon senso poiché quanto meno mettiamo un po’ di zucchero su questa montagna di cosa assurda che è l'Italicum. Invito i colleghi del PD e anche di Forza Italia, siccome vogliono un sistema maggioritario, che la soglia del 50 per cento se la guadagnino con i voti dei cittadini, non tramite un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, volevo ringraziare il collega Sannicandro che con attenzione, direi quasi filologica, ha proposto un subemendamento che ripercorre letteralmente la promessa che il segretario del Partito Democratico ha fatto ai propri militanti per vincere le primarie interne del suo partito promettendo l'approvazione della legge elettorale per le politiche qualificandola «sindaco d'Italia». Sappiamo bene che in quella legge chi non raggiunge un voto più della barriera del 50 per cento, deve andare al ballottaggio.
  Pertanto annuncio il voto favorevole dei Popolari Per l'Italia in omaggio alla filologia, alla coerenza e al rispetto della parola.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Signor Presidente, anch'io al nome dei colleghi della componente di Centro Democratico, voglio esprimere il voto favorevole a questo subemendamento, così come a tutti gli emendamenti che ristrutturano in modo più adeguato e più civile la questione delle soglie. Abbiamo criticato l'impianto di questa bozza che fortunatamente non è ancora legge. Facciamo ancora in tempo a modificarla in meglio perché contiene al suo interno due principi tra loro incompatibili: da un lato soglie e, dall'altro, premio di maggioranza. Se poi anche questo premio di maggioranza lo si rende così abbordabile ! Sono state fatte simulazioni e anche casi di scuola con cui si dimostra che un partito largamente minoritario può diventare il titolare della maggioranza attraverso un meccanismo non particolarmente perfetto, con una soglia di sbarramento che è stata concepita troppo bassa. Mi pare che se non si interviene per mettere mano a questo meccanismo si consegna al Paese una legge non solo mal fatta ma anche iniqua.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, il collega Sannicandro forse aveva in mente più che la legge sul sindaco d'Italia una legge storicamente molto famosa, la legge De Gasperi, che appunto prevedeva che il premio di maggioranza fosse attribuito Pag. 77solo nel caso in cui si fosse superata la soglia del 50 per cento dei voti, con il combinato disposto che non era prevista nessuna soglia di sbarramento nell'accesso dei piccoli partiti al Parlamento. E questo lo dico perché, ogni qualvolta noi diciamo qualcosa contro questo premio di maggioranza, qualche deputato ci solleva il fatto che qui ci saremmo giovati del premio di maggioranza. Vogliamo dire a questi colleghi che noi con il 3,2 per cento dei voti saremmo stati in quest'Aula e anche al Senato: al Senato con il doppio dei senatori che abbiamo, qui con qualche deputato in meno ma ci saremmo stati. Quindi, il 50 per cento che propone il collega Sannicandro è nient'altro che quello che vige in tutta Europa, compresa la Francia dove si va al ballottaggio e lì si deve avere la maggioranza dei voti per poter essere eletti Presidenti della Repubblica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Credo che nei giorni che viviamo parlare di una cosa seria e di De Gasperi mi sembra che sia fuori luogo specialmente in questa Assemblea. Le distorsioni, Presidente, sono diverse: la forzatura per i premi e soprattutto gli eletti che verranno, ancora una volta, catapultati sul territorio dai partiti, scelti dai padroni. Ma soprattutto viene intaccata la volontà popolare. Restituiamo il voto ai cittadini. Restituiamo il voto al cittadino. L'Ucraina ci deve insegnare qualcosa: ma che aspettate che il cittadino scenda in piazza ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Franco Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Questo è un testo unificato che, prevedendo una serie di meccanismi, diventa una specie di videogiochi. C’è sempre un altro mostro da abbattere, una soglia di sbarramento altissima, soglie che, anzi, variano rispetto alla coalizione, alla soglia nazionale che il singolo partito deve raggiungere, un premio di maggioranza così impostato, la possibilità per la coalizione di sommare i voti dei partiti che, pur non superando la soglia, quindi non avendo rappresentanza, però servono per raggiungere il premio di coalizione.
  E in più la beffa ulteriore: è previsto il doppio turno in questa legge elettorale, il doppio turno non per chi non raggiunge la maggioranza degli elettori, ma il doppio turno solo nel caso in cui non si raggiunga un terzo degli elettori che esprimono il loro voto. Insomma, credo che sia oggettivamente difficile far digerire, non alla politica, non all'opinione pubblica, ma alla logica una serie di impianti fatti esclusivamente ad uso e consumo di due forze politiche, forse tre, visto che abbiamo allargato i collegi a quattro.

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, mi riferisco all'articolo 57, comma 2. Le votazioni segrete appena fatte sono terminate senza una sua proclamazione con l'indicazione del risultato. Essendo veramente ristretto il tempo che permette a quest'Aula di valutare – sono pochi secondi – i risultati numerici delle votazioni, la pregherei, nel rispetto di questo articolo, di proclamare indicando i risultati favorevoli e contrari.

  PRESIDENTE. Ci sono comunque i tabelloni che riproducono il mio schermo, qui davanti. Comunque se questo facilita, lo possiamo fare. In ogni caso non è stato leso nessun diritto perché ci sono i tabelloni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signora Presidente, colleghi, come non si può alzare una soglia di sbarramento di questo tipo ? Lo abbiamo denunciato noi tutti, noi, intendo, Pag. 78tutti insieme. Come posso non ricordare le parole del compagno Cuperlo secondo le quali la riforma elettorale non risulta convincente perché non garantisce né la rappresentanza adeguata né il diritto dei cittadini di scegliere gli eletti e nemmeno la governabilità. Certo, la governabilità la possiamo dare con una soglia di sbarramento elevata, non a questi livelli; lo sappiamo tutti che con la disaffezione al voto potremmo arrivare a decidere un Governo con il 20-25 per cento dei voti, lo sappiamo tutti ! E questo è un vulnus che non possiamo, tutti, permetterci, e bisogna porvi rimedio, assolutamente. Allora anche la coscienza, in questo momento, non soltanto gli accordi politici fatti più o meno alla luce del sole, deve venire fuori e anche il rispetto della parola data agli elettori bisogna metterla in gioco. Compagne e compagni del Partito Democratico, bisogna farlo e bisogna alzare questa soglia di sbarramento, assolutamente, perché sarebbe ingiusto, e mantenere la parola data. Assolutamente !

  PRESIDENTE. Comunque, ritornando a quanto prima chiesto dal deputato Toninelli vorrei far presente che l'articolo 57 del Regolamento stabilisce che: il risultato della votazione della Camera è proclamato dal Presidente con questa formula: «la Camera approva» o «la Camera respinge».
  Dunque, mi pare che abbiamo seguito il Regolamento, quello che adesso faremo è che chiederemo ai tecnici di far permanere ancora di più il risultato con tutti i suoi dettagli.
  Passiamo ai voti. Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sannicandro 0.1.900.43.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Palese, Brugnerotto, Mantero, Raciti, Rostan, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  523   
   Maggioranza  262   
    Voti favorevoli  198    
    Voti contrari  325).
    

  Cari colleghi, a questo punto, come già avevamo preannunciato, alle 19 dobbiamo interrompere la seduta in accoglimento della richiesta avanzata dal gruppo Scelta civica per poter svolgere una riunione del partito. Quindi, il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge in materia elettorale è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 10, come chiesto dalla Commissione.
  Ha chiesto di parlare il deputato Toninelli per un richiamo al regolamento. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente. Per il richiamo al regolamento di prima, ho davanti un testo di dottrina parlamentaristica, che termina dicendo, all'articolo 57, comma 2, che «La votazione termina con la proclamazione del risultato da parte del Presidente». Questa è un'interpretazione di quell'articolo, ma per risolvere il problema, se si va invece all'articolo 8 comma 2, forse troviamo un riferimento più specifico. Non dobbiamo far riferimento a quelle, a questo punto dico «inutili persone», che hanno studiato e interpretato le norme del regolamento, che poi ha fatto diventare l'interpretazione dottrina. Il comma 2 dell'articolo 8 termina dicendo il Presidente chiarisce il significato del voto e ne annunzia il risultato. Quindi, Presidente, non è una cortesia che lei ci fa ma è un obbligo regolamentare. Grazie. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ho già citato l'articolo del Regolamento, le interpretazioni sono altra cosa. Qui ci atteniamo al Regolamento. Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

Pag. 79

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, solo per informare la Presidenza, cosa che poi farà anche il capogruppo, che nelle giornate di venerdì, e poi, in particolare sabato e domenica, Fratelli d'Italia svolge il suo primo congresso nazionale. Per cui, nella formulazione del programma dei lavori la prego di tenerne conto.

  PRESIDENTE. Sì, a cominciare da quando ? A che ora ?

  IGNAZIO LA RUSSA. Da venerdì, sostanzialmente dal pomeriggio, ma non è a Roma. È a Fiuggi.

  PRESIDENTE. Va bene.
  Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, volevo cercare di denunciare la strumentalità delle posizioni che il MoVimento 5 Stelle sta assumendo in quest'Aula su questa discussione. È inaccettabile questo comportamento, anche nei confronti della Presidenza, che noi ci sentiamo di tutelare fino in fondo. Leggo l'articolo 57, secondo comma: «Il risultato della votazione della Camera è proclamato dal Presidente con questa formula: “la Camera approva o la Camera respinge”. Non dice altro. È strumentale, ed è tutto il pomeriggio che si cerca di costruire una polemica ad arte per poter dire che questa legge elettorale non sta andando avanti per motivi procedurali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La ringrazio, ma ricordo all'Aula che c’è il contingentamento (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

Sull'ordine dei lavori (ore 19,05).

  LAURA COCCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LAURA COCCIA. Grazie, Presidente. Intervengo perché venerdì prossimo, a Sochi, in Crimea, inizieranno i giochi paralimpici invernali. Chiedo che nessun membro del Governo parteciperà alla cerimonia di apertura (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle)...voglio che questo messaggio arrivi forte e contemporaneamente chiedo che la nostra delegazione partecipi ai giochi, perché, vede, Presidente, le Paralimpiadi sono qualcosa di molto particolare.
  Dalle Paralimpiadi si può imparare che nulla è impossibile.

  PRESIDENTE. È vero.

  LAURA COCCIA. In questo momento è importante dire che bisogna provare il dialogo fino all'ultimo, non è impossibile credere nel dialogo e, quindi, io chiedo che nessun membro del Governo partecipi, e lo ripeto, alla cerimonia di apertura perché deve essere un messaggio politico forte.
  Ma contemporaneamente chiedo, così come so di chiedere un impegno a tutte le altre delegazioni di tutto il mondo, di partecipare e di non ritirarsi proprio perché in questa settimana di giochi possa arrivare forte e unito un messaggio che magari possa colpire anche il cuore di Putin che in questo momento sta pensando ad altro, utilizzando un linguaggio che ci riporta a dei tempi troppo bui e che pensavamo fossero dimenticati. Ecco credo che alcuni valori, alcuni messaggi che ci vengono consegnati dalla storia non debbano essere dati per scontati perché sentire ancora una volta dire che si difendono i cittadini russofoni e, quindi, che ci possa essere qualcuno da difendere per cui si mandano truppe armate, mi ricorda qualcosa che avvenne più di settant'anni fa. Quindi, veramente, questo vuole essere il mio appello e spero che possa essere un piccolo seme per la pace (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie. Lei l'ha fatto di fronte al Governo questo appello, e mi auguro che il Governo potrà recepirlo (Applausi).

Pag. 80

  MARISA NICCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, dopo le parole bellissime dell'onorevole Coccia io voglio ricordare a questa Aula che mentre tutta l'Italia è felice per il successo de La grande bellezza, per il talento di Sorrentino, Contarello, Servillo e tutti gli altri per il premio Oscar, per una funebre legge del contrappasso accadono disastri che stanno distruggendo proprio la nostra bellezza: Pompei, la rupe di San Leo di Romagna, e la mia Volterra, la Volterra della Toscana meravigliosa che crolla con le sue mura.
  Ecco, non è un destino questa rovina dell'Italia. Ciò succede per l'irresponsabilità politica che non spezza questa spirale di incuria, di devastazione e di assuefazione. Noi chiediamo a questo Governo una reazione vigorosa e anche concreta; lo chiediamo a questo Governo che ha promesso il cambiamento.
  Si celebra la bellezza dell'Italia in tutto il mondo ma vanno in rovina i monumenti, i giacimenti archeologici, i paesaggi che sono modellati dalla sapienza e dalla fatica dei contadini della Toscana. Ecco, al Ministro Franceschini chiedo: che cos'altro deve accadere in questo disgraziato Paese contro il nostro patrimonio ? La bellezza è identità, è memoria, è fonte di benessere economico e di buon lavoro come chiede il nostro green new deal proposto dal nostro gruppo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 19,10)

  MARISA NICCHI. A Volterra, per Volterra è richiesto un intervento immediato. C’è un piano già pronto, lo ricordo al Ministro. La regione Toscana ha stanziato fondi, già alcune risorse sono state trovate ma non bastano. Dico al Ministro: usi il capitolo 1326, si spinga perché, tutti insieme, Volterra venga riconosciuta patrimonio dell'umanità. Si usi, se si vuole, l'8 per mille, si chiami in causa la Cassa depositi e prestiti e i fondi europei; si scoprino altre risorse ma si faccia presto e bene. Volterra è un crocevia di bellezza e la salvezza del nostro Paese passa dalla salvezza del patrimonio storico e artistico.

  LOREDANA LUPO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, il Governo del sindaco di Firenze è un Governo voluto dalla politica, delle banche e dall'Europa, ma non dai cittadini. È un Governo illegittimo, nella forma e nella sostanza, ma questo lo sappiamo tutti. L'abbiamo detto e continuiamo a ripeterlo, forse per giustificare questa sua abusiva presenza, per accrescere una notorietà che mai come prima è in caduta libera.
  Il Presidente Renzi è ricorso a un sistema che ha già egregiamente funzionato in passato, quello della propaganda. Ed è così che oggi, in visita alla scuola «Raiti» di Siracusa, il condannato toscano è stato accolto da un gruppo di studenti, ordinatamente allineati e istruiti all'uopo dalle maestre, i quali hanno intonato un coretto di benvenuto: Matteo ! Matteo ! Tutto questo mentre fuori dalla scuola, nel mondo reale, quello che le TV e i giornali sempre meno raccontano, un gruppo di precari del mondo della scuola protestava animatamente per le promesse da sempre fatte e mai mantenute dal Governo.
  Come dicevo, però, questo sistema è già stato adottato in passato e so che il pensiero di tutta quest'Aula è andato subito a quei filmati propagandistici girati dall'Istituto Luce che glorificavano le visite che il Duce faceva ai figli della Lupa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Prendiamo atto che il nuovo che avanza sta avanzando nella direzione sbagliata della storia, circa sessant'anni indietro. Tutti sappiamo in che maniera ingloriosa si sia concluso quell'oscuro capitolo, chissà se domani i giornali faranno menzione dell'accaduto, magari accostando al nome di Renzi anche quello di fascista, anche in considerazione del fatto che i giornali negli ultimi tempi Pag. 81si sono prodigati nell'accostare noi del MoVimento 5 Stelle a figure fasciste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupo.

  DAVIDE MATTIELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE MATTIELLO. Signor Presidente, ieri pomeriggio siamo stati informati del malore e del conseguente ricovero lampo del detenuto Salvatore Riina. Ora, detto che ogni persona che soffre merita profondo rispetto, di fronte a questo fatto credo valga la pena soffermarsi un momento e credo che quest'Aula abbia il dovere di pretendere piena luce sull'accadimento di ieri, non soffermandosi soltanto sulle agenzie piuttosto superficiali che hanno raccontato quello che è successo ieri, perché stiamo parlando di Salvatore Riina, non dell'ex capo di Cosa Nostra come qualcuno ancora ha scritto oggi, ma del capo riconosciuto di Cosa Nostra, perché la mafia non conosce il pensionamento e i magistrati palermitani incontrati dalla Commissione antimafia ancora negli scorsi giorni l'hanno ribadito con preoccupazione.
  Un capo tenuto al 41-bis, spesso in isolamento, proprio per salvaguardare un principio che, chi conosce la storia di questo Paese, dovrebbe aver appreso, e cioè che i capi mafiosi comandano dal carcere, ecco perché è così importante che in carcere non arrivino messaggi e che soprattutto dal carcere non escano messaggi e ordini di morte che invece, e lo sappiamo tutti, hanno ahinoi caratterizzato la vicenda del detenuto Salvatore Riina nell'ultimo anno. Per tutto questo ho presentato formalmente un'interrogazione al Ministro della giustizia, per far piena luce su questo accadimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, vorrei far presente a quest'Aula un fatto molto grave avvenuto nella mia provincia, dove un'associazione, che promuove i diritti di tutti ad amarsi nel modo che meglio credono, ha fatto una campagna molto importante in questi mesi, molto bella, molto positiva, che è stata ripresa da un quotidiano online. Questo quotidiano l'ha pubblicata anche su Facebook e immediatamente dopo questa pubblicazione sono iniziati una serie di insulti e minacce molto violenti alla presidente di questa associazione; minacce che hanno messo insieme una chiara traccia di omofobia con un fortissimo atteggiamento machista e misogino, perché questa ragazza ha incrociato di sé, purtroppo, il fatto di essere donna, oltre il fatto di amare quello che lei meglio crede, perché a me non interessa quali sono le scelte che in amore lei fa.
  Io credo che questo ci dica ancora una volta quanto è importante il cammino che abbiamo iniziato, ma che dobbiamo ancora completare, della difesa delle donne e della difesa del fatto che ognuno possa amare quello che meglio crede e come forse dovremmo anche occuparci di più, anche in termini normativi, di come la rete che non genera questi problemi, non li genera, può diventare un luogo dove i vigliacchi, nascosti dietro una tastiera, nascosti dietro uno schermo, si sentono più legittimati a fare cose, a fare minacce e ad avere comportamenti che di viso o di faccia non avrebbero mai, e magari a sollecitare qualcuno non rendendosi conto di come queste minacce si possono magari trasformare anche in qualcosa di concreto, perché questo purtroppo spesso accade.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, colleghi, il 28 febbraio del 1994, alle ore 15,30, Trecate, piccola città di 20 mila abitanti in provincia di Novara, è stata Pag. 82teatro di una delle più pesanti catastrofi ambientali che il nostro Paese abbia mai visto. Sto parlando dell'esplosione del pozzo «Trecate 24» dell'AGIP, causato dalla rottura di un tubo di trivellazione ad una profondità di circa 5.400 metri e dall'inefficacia di alcuni sistemi di sicurezza. Il getto di petrolio raggiunse il cielo sotto forma di nube tossica mischiata, arrivando ad un'altezza di circa 200 metri e, unitasi alla pioggia, cadeva dalla mattina su tutti i campi e su tutta la città. Un incubo. Ogni cittadino dell’hinterland novarese potrebbe raccontare ad ognuno di noi quel terribile scoppio, la paura che ne seguì, insieme alla tremenda sensazione che provarono mentre la pioggia nera cadeva sulle loro teste. Un'economia in ginocchio, l'intero settore risicolo della zona compromesso per anni. Sono passati vent'anni da allora. La zona colpita del trecatese e dei comuni limitrofi è stata interamente bonificata e, dopo annate molto difficili, anche le economie locali sono ripartite.
  La domanda però nasce spontanea: i colossi dell'estrazione avranno capito la lezione ? Parrebbe di no e questo non credo si possa definire un parere quanto un fatto, considerando il numero di permessi di ricerca idrocarburi depositati e poi approvati dalle regioni e dal Ministero dello sviluppo economico.
  Un chiarimento significativo in merito all'impatto delle estrazioni sull'economia locale ce lo ha fornito il dottor Bellodi, dell'ENI. Durante l'audizione disse: «Nelle regioni in cui in questo momento si producono idrocarburi, come ad esempio Emilia Romagna e Lombardia, abbiamo accanto turismo e produzione agricola che in quanto presenti, ci pare di poter dire che non ne risentano troppo».
  Allora, signori miei, se questi sono i dirigenti dell'ENI, siamo tornati indietro di vent'anni e non hanno capito nulla e quel sacrificio ambientale non è servito a niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, due mesi fa, ho presentato un'interrogazione riguardante la situazione nel carcere di Sulmona, un carcere di massima sicurezza, in cui vi sono attualmente 490 detenuti quasi tutti riconducibili alla mafia, alla camorra, alla ’ndrangheta e alla sacra corona unita. Vi sono 190 ergastolani, la capienza di questo carcere è molto inferiore: siamo in presenza di un sovraffollamento che determina una situazione di grave insicurezza e soprattutto una carenza di organico del personale di polizia penitenziaria.
  Il carcere di massima sicurezza di Sulmona è noto come il carcere dei suicidi. Negli ultimi dieci anni ci sono stati ben 13 suicidi, nonché centinaia di casi di autolesionismo grave negli ultimi anni e la carenza di organico del personale di polizia penitenziaria sta provocando una situazione di grandissimo disagio. I sindacati degli agenti di polizia penitenziaria sono in agitazione e hanno proposto un intervento urgente al Ministero della giustizia.
  Io vorrei sollecitare, con questo mio intervento, da parte del Ministero della giustizia la copertura dell'organico carente del personale di polizia penitenziaria, anche per garantire la sicurezza in un carcere che – come ho detto prima – è popolato da persone che hanno avuto condanne all'ergastolo in una misura notevolissima.

  EDOARDO FANUCCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EDOARDO FANUCCI. Signor Presidente, con questo intervento desidero sollecitare il Governo, l'Aula e l'opinione pubblica su un tema che mi sta particolarmente a cuore: il commissariato, la postazione Polfer e la sezione di polizia postale della città di Pescia, che secondo fonti attendibili sarebbero a rischio chiusura a seguito di un piano di razionalizzazione che il Dipartimento della pubblica sicurezza ha previsto per la polizia di Stato nella provincia di Pistoia.Pag. 83
  Il territorio della Valdinievole e quello della provincia di Pistoia negli ultimi mesi sono stati coinvolti da preoccupanti episodi criminali, verificatisi in aziende e in abitazioni private. Secondo i dati forniti dall'ISTAT nella nostra provincia i delitti denunciati dalle forze dell'ordine all'autorità giudiziaria corrispondono al numero di 12.750 nel 2010, 13.448 nel 2011, 13.565 nel 2012. Un incremento preoccupante, che obbliga a mettere in campo contromisure adeguate e urgenti. Passi in avanti, non passi indietro. Il dovere dello Stato e delle istituzioni è quello di offrire gli strumenti affinché certi crimini non si ripetano più. La percezione di abbandono e di mancata sicurezza diffondono sfiducia nei confronti delle istituzioni, giudicate impotenti e non in grado di contrastare efficacemente i malviventi.
  Concludo, Presidente, con una specifica. Per l'area e per i cittadini della Valdinievole ritengo che non siano più tollerabili nuovi tagli a servizi e a strutture del territorio, soprattutto in un settore cruciale come quello della sicurezza. Nello specifico, la città di Pescia negli ultimi anni ha visto il venir meno della sede locale della Banca d'Italia, del tribunale, del Corpo forestale, dell'ufficio del territorio, il forte ridimensionamento dell'ospedale e della stazione dei Carabinieri. Un impoverimento grave al quale i cittadini chiedono legittimamente di porre un argine, chiedono un intervento del Governo...

  PRESIDENTE. Concluda.

  EDOARDO FANUCCI. ... e una risposta chiara da parte delle istituzioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fico. Ne ha facoltà. Non lo vedo in Aula; s'intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà. Neanche lui è presente in Aula; s'intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà. Prendo atto che vi rinunzia.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, poche ore fa qui in Aula, alla Camera dei deputati, abbiamo commemorato giustamente – e ci mancherebbe altro – un eroe che si chiamava Nicola Calipari. Molto spesso, Presidente, parliamo dei due fucilieri di marina. Poco spesso, Presidente – a me è stata data risposta ad un'interrogazione –, continuiamo a parlare di Giovanni Lo Porto, che è un cooperante italiano, ormai da due anni rapito, di cui non si sa più nulla.
  Ora, a me è stato risposto ad un'interrogazione. A questa interrogazione non è stata data una risposta, nel senso che il Governo italiano evidentemente non ha delle notizie rispetto alla persona e sicuramente non sa neanche dove andare a parare, sicuramente. Ebbene, io chiedo che la Presidenza si faccia portavoce di questo messaggio. Io, Presidente, ho sentito un'amica di Giovanni Lo Porto, una cooperante anch'essa. Lei mi ha detto che per quasi due anni alla famiglia è stato consigliato, giustamente, il riserbo rispetto a questa non trattativa che c’è stata nei confronti dei rapitori. Io penso che il silenzio, a questo punto, si debba rompere, che si debba rompere chiedendo, in maniera forte, in maniera importante e spero che la Presidenza in questa veste lo faccio, al nuovo Ministro, alla dottoressa Mogherini, che si attivi al più presto per avere delle risposte certe, ma soprattutto per avere delle risposte brevi nei confronti di una persona di cui sono due anni che non si sa più nulla. Evidentemente, la famiglia versa in uno stato piuttosto triste, non sapendo più che fine ha fatto il proprio figlio.

  PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, approfittando anche della cortesia del sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, Scalfarotto, che è rimasto anche in questa fase della seduta, nella quale non era tenuto a stare, credo che il suo invito possa direttamente, oltre che tramite la Presidenza, tramite il sottosegretario, essere trasferito al Ministro Mogherini.Pag. 84
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Tofalo. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, «servizi segreti, faldoni scomparsi, funzionari disattenti e politici distratti». Questo sarebbe il titolo di un articolo se volessimo mettere in dubbio la buona fede di tutti gli ingranaggi ed i movimenti del segreto di Stato qui in Italia.
  In questi giorni alcuni articoli di stampa hanno lasciato emergere quanto sia complicato accedere alle informazioni segretate di palazzo San Macuto anche da parte di chi dovrebbe valutare l'importanza stessa di questi documenti. Commissioni speciali, comitati e magistratura si trovano troppo spesso a richiedere informazioni puntuali su eventi di grande pertinenza rispetto al lavoro che si sta svolgendo.
  Purtroppo non sempre le risposte di funzionari ed enti governativi sono chiare e risolutive. Dal traffico dei rifiuti alle navi dei veleni affondate nel Mediterraneo complessivamente, considerando quattro Commissioni di inchiesta sui rifiuti e quella sulla morte di Ilaria Alpi e Hrovatin, i consulenti di Montecitorio hanno sottoposto alla Presidenza poco più di un centinaio di documenti e dossier da avviare alla desegretazione.
  Che fine hanno fatto gli altri fascicoli ? Nel marzo 2012 il generale Sergio Siracusa testimoniò al tribunale di Roma la presenza di più di ottomila documenti relativamente al caso Alpi-Hrovatin. Proprio oggi leggo su il Manifesto che una fonte anonima risponde: quei documenti non avevano un inventario, per cui abbiamo dovuto stabilire dei necessari criteri di ricerca.
  Alla fine, di migliaia di documenti, come testimoniato al tribunale di Roma dal generale, inviati dai servizi di intelligence alla Commissione Alpi-Hrovatin, di migliaia di dossier acquisiti dalle Commissioni sui rifiuti, solo 152 sono stati selezionati per la piena desegretazione. E gli altri ? Il MoVimento 5 Stelle è entrato nelle istituzioni per liberare la politica da una sudditanza psicologica verso le figure che, dopo decenni di lavoro nel sottobosco operativo dell'amministrazione pubblica, si sono abituate ad un sistema ormai insufficiente a garantire lo svolgimento democratico dell'azione parlamentare. Spero che tutti i partiti – e concludo – capiscano fino in fondo la gravità di questa situazione, alimentando una battaglia collettiva per la trasparenza, a meno che questo modus operandi non sia l'ennesima garanzia di autoconservazione e di mantenimento dello status quo. Concludo, noi del MoVimento 5 Stelle lotteremo con ogni forza per questa battaglia di verità e trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Tofalo. La segretazione dei documenti di palazzo San Macuto e il segreto di Stato sono due cose differenti. Per la parte che ci riguarda siamo già stati investiti come Presidenza da una lettera dei membri dell'Ufficio di Presidenza. Credo che la Presidenza si sia già espressa in questo senso e ovviamente la parte che ci riguarda sarà sicuramente all'attenzione della Presidenza.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, il MoVimento 5 Stelle annuncia che presenterà un'interpellanza al Governo in merito ad una notizia di oggi. A quanto pare l'Antitrust oggi si è permessa di multare due grandi case farmaceutiche, la Roche e la Novartis, per 180 milioni di euro. Ebbene, questa notizia viene riportata dal quotidiano la Repubblica, che sembra, in uno scatto di dignità e di orgoglio, a firma di Roberto Mania, si è permesso di indagare e di fare alcune considerazioni piuttosto gravi, in quanto sembra che due prodotti, il Lucentis e l’Avastin, siano stati oggetto di un mostruoso conflitto di interessi da parte di queste due case farmaceutiche.
  Il giornalista riporta che è stato fatto un lavoro di lobby su stampa specializzata, sulle Commissioni parlamentari, sugli organismi del Ministero. E a quanto pare per Pag. 85il 2012 è possibile praticamente quantificare un danno allo Stato di 45 milioni di euro.
  Ebbene, il MoVimento 5 Stelle, e in particolare il blog di Beppe Grillo, da oltre il 2005 seguono questo filone, che viene chiamato dalla stampa il filone di «Big Pharma». E a quanto pare non è assolutamente estraneo agli organismi di vigilanza in seno all'Europa. Quindi, noi siamo veramente arrabbiati in difesa dei cittadini e quelli che hanno sospettato che ci fossero veramente dei conflitti di interessi mostruosi sulla farmacovigilanza praticamente, a quanto pare, oggi possono dire di avere ragione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mongiello. Ne ha facoltà.

  COLOMBA MONGIELLO. Signor Presidente, ogni giorno leggiamo notizie di sequestri di merce contraffatta, per non parlare di Italian sounding, che insieme fanno circa 60 miliardi di euro nella più perfetta legalità. Proprio per questo motivo, la Camera nel settembre scorso ha approvato, con una discussione qui in Aula e con una votazione a larghissima maggioranza, l'istituzione della Commissione di inchiesta contro la contraffazione e pirateria commerciale, da me proposta insieme ad altri colleghi.
  Ebbene, da settembre scorso non abbiamo più avuto notizie riguardo alla sua istituzione e chiedo alla Presidenza di intervenire e di attivarsi al più presto per la sua istituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zampa. Ne ha facoltà.

  SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, intervengo davvero solo per un'annotazione, che, a questo punto, diventa inevitabile, dopo avere ascoltato l'intervento della collega del MoVimento 5 Stelle, che credo non sia più in Aula.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Zampa. Onorevole Santelli, se non disturbiamo... prego, onorevole Zampa.

  SANDRA ZAMPA. E comunque mi rivolgo a lei e mi rivolgo a quanti, ovviamente, ascoltano e leggeranno questo intervento, per denunciare, invece, al contrario, l'uso strumentale che è stato fatto da parte del leader del MoVimento 5 Stelle di quei bambini, i cui volti appaiono in modo del tutto riconoscibile e identificabile proprio sulla home page del sito di Grillo. Ciò nonostante che sia noto a tutti che la privacy, il rispetto e la tutela che dobbiamo ai bambini e agli adolescenti richiederebbero che non venissero identificati. Credo, e lo dico da vicepresidente della Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, che non sia...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Zampa. Onorevole Santelli, dovrebbe parlare più piano o, forse, uscire, visto che non è obbligata a stare qui. Prego, onorevole Zampa.

  SANDRA ZAMPA. ... che non sia eticamente rispettabile che si usino i bambini per fare polemica politica contro gli avversari politici o i competitori politici. Credo che i bambini vadano lasciati in pace. Che un Premier faccia visita alle scuole è sempre avvenuto, come qualunque servizio televisivo dimostra e come anche semplicemente dall'archivio della RAI si potrebbe vedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XI Commissione (Lavoro):
   S. 1254 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 gennaio 2014, n.  3, recante disposizioni temporanee e urgenti in materia di proroga degli automatismi stipendiali del personale Pag. 86della scuola» (Approvato dal Senato) (2157) – Parere delle Commissioni I, V e VII.

  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione di cui all'articolo 16-bis del Regolamento.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 6 marzo 2014, alle 10:

  Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   D'INIZIATIVA POPOLARE; CIRIELLI; PISICCHIO; BERSANI ed altri; FRANCESCO SAVERIO ROMANO; MIGLIORE ed altri; LENZI; ZAMPA e MARZANO; ZAMPA e GHIZZONI; MARTELLA; FRANCESCO SANNA; BOBBA ed altri; GIACHETTI ed altri; GIORGIA MELONI ed altri; RIGONI ed altri; RIGONI ed altri; NICOLETTI ed altri; MARTELLA ed altri; VARGIU; BURTONE ed altri; BALDUZZI ed altri; LAFFRANCO ed altri; VARGIU; TONINELLI ed altri; PORTA ed altri; ZACCAGNINI ed altri; VALIANTE ed altri; LAURICELLA; MICHELE BORDO; MARCO MELONI ed altri: Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (C. 3-35-182-358-551-632-718-746-747-749-876-894-932-998-1025-1026-1116-1143-1401-1452-1453-1511-1514-1657-1704-1794-1914-1946-1947-1977-A).
  — Relatori: Sisto, per la maggioranza; Matteo Bragantini, Pilozzi e La Russa, di minoranza.

  La seduta termina alle 19,35.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 7)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segr T.U. Pdl 3 e abb.-A - em. 1.1 529 529 265 188 341 40 Resp.
2 Nom. em. 1.2 539 535 4 268 103 432 36 Resp.
3 Nom. em. 1.9 533 522 11 262 128 394 35 Resp.
4 Nom. em. 1.8 537 522 15 262 32 490 35 Resp.
5 Nom. em. 1.15 529 502 27 252 122 380 34 Resp.
6 Segr em. 1.22 530 528 2 265 212 316 33 Resp.
7 Segr subem. 0.1.900.43 523 523 262 198 325 30 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.