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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 148 di giovedì 9 gennaio 2014

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 10.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 27 dicembre 2013.

  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Balduzzi, Michele Bordo, Brunetta, Capezzone, Cicchitto, D'Incà, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galan, La Russa, Leone, Merlo, Meta, Migliore, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Ravetto, Sani, Speranza e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,05).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 10,06).

  ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, come lei ben sa, io sono stato eletto, da parlamentare, successivamente, sindaco del comune di San Marco in Lamis. Sono stato dichiarato decaduto perché il consiglio comunale mi ha fatto decadere interpretando male il decreto-legge n. 138 dell'agosto del 2011. Successivamente – lei sa – il tribunale di Foggia ha dato ragione al sottoscritto; nel senso che mi ha reintegrato nelle mie funzioni di sindaco di San Marco in Lamis.
  Volevo comunicare che la delibera di decadenza del sottoscritto ha provocato anche lo scioglimento del consiglio comunale del comune di San Marco in Lamis. Lei sa che sono stato reintegrato, però stranamente, siccome il tribunale ha annullato la delibera di decadenza fatta dal consiglio comunale – che poi aveva dato la stura allo scioglimento del consiglio comunale –, adesso io sono sindaco senza consiglio comunale; nel senso che una sorta di burocrazia, non so fino a quale punto sopportabile, mi rimette a fare il sindaco e ho il consiglio comunale sciolto.Pag. 2
  Allora, siccome la cosa ha del ridicolo, voglio comunicare che io la prossima settimana per azionare una sorta di sensibilizzazione sul problema, mi presenterò sul piazzale della Presidenza della Repubblica – lo voglio comunicare all'Aula – con la mia fascia di sindaco, se sarà necessario mi incatenerò e se sarà necessario per sensibilizzare il già sensibile Presidente della Repubblica attuerò anche altre forme di protesta. Lo volevo comunicare all'Aula perché sicuramente sarò assente dai lavori parlamentari della prossima settimana.

  ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo per sollevare una questione che negli ultimi giorni sta facendo parlare moltissimo il Paese, ma a piccoli sprazzi e come sempre quando è più interessante o meno. Quello che voglio sottolineare è che è sempre più difficile in questo Paese viaggiare sui treni per persone con difficoltà. Addirittura stanno cercando di far pagare all'interno di realtà più provinciali o di comuni più piccoli costi per la carrozzina; cioè si aggiunge, come fosse un bagaglio, il costo di una carrozzina.
  Quindi, volevo invitare la Presidenza, mandandole i riferimenti, magari in modo più specifico, di tutte le stazioni dove questo avviene, a sollecitare il Ministero dei trasporti, e non solo il Ministro competente, ma la stessa Presidente Boldrini a fare in modo che si intervenga.
  Infatti penso che sia inutile e non voglio insultare le vostre intelligenze, ma capite bene che una carrozzina non è un bagaglio e che non si può farne a meno, quando si ha una difficoltà di mobilità.
  Pertanto, Presidente, le chiedo sensibilità e disponibilità rispetto a questo tema al fine di risolverlo, grazie (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio, è chiaro che questo è un tema tipico da atto di sindacato ispettivo.
  A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,25.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,25.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la presidente della Commissione giustizia Ferranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, intervengo per chiedere gentilmente la possibilità di avere ancora venti minuti perché il Comitato dei nove sta lavorando su un testo di emendamento che dovrebbe essere presentato dalla Commissione, minimo un quarto d'ora per non poter chiedere altri rinvii.

  PRESIDENTE. Facciamo venti minuti. In base alla richiesta della presidente Ferranti sospendo la seduta che riprenderà alle 10,50.

  La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 11.

Seguito della discussione della proposta di legge: Ferranti ed altri: Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali (A.C. 631-A); e delle abbinate proposte di legge: Gozi ed altri; Cirielli; Brunetta ed altri; Brunetta (A.C. 980-1707-1807-1847).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 631-A: Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali; e delle abbinate proposte di legge nn. 980, 1707, 1807 e 1847.
  Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l'articolo 4.
  Avverto che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 15.0100 che è in Pag. 3distribuzione, in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione dei termini per la presentazione dei subemendamenti.

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ANNA ROSSOMANDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  CÉCILE KYENGE, Ministro per l'integrazione. Signor Presidente il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 5.1.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Molteni 5.1 formulato dal relatore.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, vorrei chiedere al Ministro che ha appena espresso il parere contrario sull'emendamento se cortesemente ci può illustrare le motivazioni per cui dà parere contrario a questo emendamento. Prendiamo atto che il Ministro competente non c’è e, quindi, credo che sia opportuno dall'Aula chiedere il motivo per cui il Ministro dà parere contrario al nostro emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, l'articolo 5 è uno dei nuclei fondamentali di questa proposta di legge – in relazione alla quale, tra l'altro, intervengo non solo come presidente, ma come prima firmataria – che sostanzialmente ha una ratio, che è quella della carcerazione come estremo provvedimento in attuazione delle sentenze della Corte costituzionale, che hanno mano a mano...

  PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce, per favore.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. ... che hanno mano a mano demolito l'impianto che si era creato con il pacchetto sicurezza e, quindi, con l'automatismo – cioè, il titolo di reato – della misura della custodia carceraria. La Corte costituzionale dal 2010 è intervenuta dicendo che, appunto, l'automatismo si può al massimo presumere per quello che attiene all'imputazione del 416-bis. Per il resto, quell'automatismo è stato mano a mano demolito perché la Corte costituzionale ci ha dato un indirizzo, a cui abbiamo cercato di adeguarci nella proposta, come era stata impiantata originariamente, ma poi arricchita dai contributi che ci sono stati nelle audizioni e dal lavoro di tutta la Commissione. E questo articolo 5, che l'emendamento vuole sopprimere, dice che è vero che bisogna avere come finalità l'estrema ratio della custodia cautelare in carcere, ma per garantire le esigenze di sicurezza a cui mira anche il cautelare, perché il «cautelare» nella misura personale non va soltanto nei confronti dell'esigenza di investigazione, ma deve anche prevenire la commissione di ulteriori reati della stessa specie.
  Allora, con questo articolo 5 si dice che, dovendo scegliere la misura più idonea al caso concreto, meno afflittiva perché c’è il bene primario della libertà personale, è possibile, però, applicare cumulativamente le misure coercitive, ad esempio, interdittive. È questa la novità; sembra una cosa di buonsenso, di ragionevolezza perché, per esempio, poter applicare gli arresti domiciliari con il divieto del passaporto, l'obbligo di dimora con il divieto di espatrio oppure una misura Pag. 4interdittiva che può essere anche il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione ed il divieto di espatrio, può rappresentare il mezzo più adeguato, più idoneo a tutelare le esigenze cautelari – sappiamo che ciò avviene nel corso del processo quindi quando non c’è ancora una condanna – e, al tempo stesso, a tutelare, quindi, le esigenze del processo e le esigenze di sicurezza della collettività.
  Quindi, il parere contrario che hanno esposto i relatori e a cui si è adeguato il Governo è un parere che sostanzialmente dà conto di quella che è stata la filosofia dell'intero provvedimento; intero provvedimento volto a trovare una linea di equilibrio ponderata, ragionevole, sensata, senza scatti dovuti all'emergenza, all'emotività, in modo da capire che c’è il bene della libertà personale che è un bene tutelato dalla Costituzione, c’è il bene della sicurezza dei cittadini e c’è la necessità della pretesa punitiva dello Stato che, comunque, si concretizza con la sentenza di condanna. Qui siamo in fase di indagini e, soprattutto nel primo grado di giudizio, non c’è stata ancora una pronuncia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 5.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marco Di Stefano, Tartaglione, Patriarca, Decaro, Scotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  463   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  445.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che l'emendamento Chiarelli 5.50 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costa 5.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Taricco, Simoni, Folino, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  467   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato    3    
    Hanno votato no  464.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Folino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  469   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  442    
    Hanno votato no  27.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gasbarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Giorgio Piccolo ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A).Pag. 5
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  CARLO SARRO, Relatore. Signor Presidente, su tutti gli emendamenti c’è l'invito al ritiro, in subordine parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, anche per il Governo vi è un invito al ritiro e, in caso non vengano ritirati, il parere è contrario, conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Molteni 6.50 su cui vi è un invito al ritiro o parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, inauguriamo con questo emendamento una serie di emendamenti a firma del gruppo della Lega con riferimento all'articolo 6 di questa proposta di legge. L'articolo 6 della proposta di legge è il vero scandalo di questo provvedimento in materia di carcerazione preventiva. Cosa succede con l'articolo 6 ? Sostanzialmente – mi rivolgo in modo particolare alle forze politiche di centrodestra – si va a smantellare completamente il pacchetto sicurezza che venne approvato sotto il Governo Berlusconi, nel 2008, pacchetto sicurezza voluto dall'allora Ministro dell'interno, Roberto Maroni, e sostenuto dall'allora Ministro della giustizia Angelino Alfano.
  Che cosa prevedeva il pacchetto sicurezza, con riferimento alla carcerazione preventiva e alle misure cautelari e con riferimento, in modo particolare, ad alcuni reati ? Prevedeva l'obbligatorietà del carcere, l'obbligatorietà della carcerazione preventiva, per alcuni reati di particolare allarme sociale. Quali reati di particolare allarme sociale ? I reati di omicidio volontario, i reati di violenza sessuale e il reato di violenza sessuale di gruppo. Bene, con questo articolo – ed è per questo che mi rivolgo a quei parlamentari e a quelle forze politiche che allora votarono con la Lega il pacchetto sicurezza – sostanzialmente si smantella quella che era la presunzione assoluta di carcerazione preventiva per questi reati di particolare e grave allarme sociale, prevedendo invece la carcerazione preventiva unicamente per i reati di mafia.
  Ebbene, siccome viene previsto come carcerazione preventiva e come presunzione assoluta della carcerazione preventiva solo il 416-bis, ma la Commissione, a seguito di una sentenza della Corte costituzionale, decide di allargare la carcerazione preventiva non solo ai reati di mafia – e ovviamente noi siamo d'accordo – anche ai reati di terrorismo sebbene la stessa sentenza della Corte costituzionale non preveda l'estensione ai reati di terrorismo – ma la scelta è stata sicuramente opportuna – noi chiediamo che anche altri reati di particolare allarme sociale, e quindi l'omicidio volontario, come il caso dell'emendamento che andiamo a votare, e come altri reati di cui parlerò successivamente possano prevedere l'obbligatorietà del carcere.
  Quindi, noi chiediamo con questo emendamento che nei confronti di chi si macchia del reato di omicidio volontario possa essere ripristinata la norma prevista nel «Pacchetto sicurezza» e quindi nei confronti di chi si macchia del reato di omicidio volontario possa scattare obbligatoriamente la carcerazione preventiva.
  Io voglio vedere, ovviamente la Lega non mancherà di renderlo noto ai cittadini, quei parlamentari che voteranno contro l'emendamento in cui, ripeto e chiudo, si chiede l'obbligatorietà del carcere nei confronti di chi si macchia del reato di omicidio volontario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, non ci sarebbe alcuna difficoltà a Pag. 6votare per la carcerazione preventiva per chi si sia macchiato di omicidi volontari. Il problema è proprio questo: qui ci sono persone sospettate. Allora l'emendamento che abbiamo presentato noi, che renderebbe obbligatoria la custodia cautelare solo nei casi di flagranza di reato, avrebbe un senso perché di fronte a una evidenza della prova la pericolosità sociale può essere presunta. Ma qua si parla di sospettati, allora io credo che la massima di Voltaire, che è meglio rischiare di mettere fuori un colpevole piuttosto che rischiare di mettere dentro un innocente, debba prevalere.
  Noi ci asterremo su questo emendamento perché secondo noi è sbagliato il presupposto, perché è stato sbagliato non irrigidire la custodia cautelare nei casi di flagranza di reato ma, d'altro canto, credo che non sia legale, proprio dal punto di vista della filosofia costituzionale, mettere in galera una persona che è sospettata di aver commesso un reato grave ma senza elementi certi.
  Per cui se ci sono gli elementi il giudice chiede la custodia cautelare, se non ci sono ovviamente non la può chiedere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, volevo prendere spunto dall'intervento dell'onorevole Molteni e ricordare a me stesso e all'Aula che però quelle norme a cui faceva riferimento l'onorevole Molteni sono state già dichiarate incostituzionali dalla Corte e, quindi, in questo modo si creerebbe una norma incostituzionale.
  Un testo analogo è stato già dichiarato incostituzionale nella parte in cui non prevedeva l'integrazione contenuta nello stesso testo. Cito e ricordo tre sentenze della Corte costituzionale: la n. 164/2011, la n. 265/2010 e la n. 231/2011.
  Quindi, con queste pronunce la Corte ha già dichiarato incostituzionali alcune norme introdotte, e proprio alcune di queste nel «Pacchetto sicurezza», e ha spiegato appunto in alcuni passaggi il perché della impossibilità di introdurre queste norme. Quindi, lo dico e lo segnalo all'Aula, il rischio, con l'approvazione di questi emendamenti, è di creare delle norme analoghe rispetto alle quali la Corte Costituzionale è già intervenuta con le citate sentenze dichiarandole incostituzionali. Quindi non è un discorso di non applicare la custodia cautelare in carcere nel caso di omicidio ma di non creare norme incostituzionali. Sarà poi il giudice a valutare e adeguare la misura alla gravità del fatto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, credo che questo punto meriti ulteriori approfondimenti e che serva dare una risposta tanto all'intervento da parte del Governo, quanto anche al collega Cirielli.
  Innanzitutto, però, voglio ricordare al collega Cirielli – che ci vede spesso convinti sostenitori di tutta una serie di provvedimenti per poter garantire la sicurezza ai nostri cittadini, che per noi – sia per la Lega, sia per il partito Fratelli d'Italia – è un bene assoluto, bene che difendiamo non solo a parole come fanno le forze politiche di sinistra, salvo poi applicare tutta una serie di provvedimenti, compresi gli «svuota carceri», che vanno esattamente nella direzione opposta rispetto al bene della sicurezza che noi invece difendiamo e abbiamo difeso nei fatti – che lui quella famosa norma inserita nel pacchetto sicurezza votata nel 2008, all'epoca in cui si inseriva anche il reato di omicidio volontario, in cui si prevedeva la carcerazione preventiva, la votò; e, quindi, credo che serva anche un minimo di coerenza rispetto a quanto votato nel 2008.
  Non c’è solo il sospetto, però, collega, che possa essere stato commesso un omicidio, ci sono i gravi indizi di colpevolezza. Qui non è che andiamo a mettere in carcere preventivamente una persona solo perché c’è un legittimo sospetto che possa Pag. 7aver commesso un reato grave, qui abbiamo dei presupposti consolidati, tra cui i gravi indizi di colpevolezza, e la sussistenza delle esigenze cautelari. Quindi sono presupposti concreti, rispetto ai quali io credo che, con riferimento ovviamente non a tutti i reati, ma almeno ai reati più gravi, proprio per garantire quella sicurezza a cui noi, Lega e Fratelli d'Italia, particolarmente crediamo, la misura della carcerazione preventiva sia necessaria e doverosa.
  Il sottosegretario ci ricordava alcune sentenze della Corte costituzionale, è vero. Io, però, credo che il Parlamento, che è l'organo di indirizzo politico di questo Paese, abbia la possibilità, anzi il dovere di dare una risposta, soprattutto in questo momento di grave insicurezza dei nostri cittadini, momento in cui la sicurezza dei nostri cittadini è quotidianamente messa a repentaglio da episodi di criminalità (ne abbiamo visto un esempio esattamente ieri, in provincia di Torino), e credo che la risposta della politica debba essere esattamente la risposta contraria a quella che sta dando questo Governo. Questo Governo sta facendo gli «svuota carceri», sta dedicando grande attenzione ad altri temi. Vedo dietro di lei, sottosegretario, il Ministro Kyenge, questo è il Governo degli immigrati, dei detenuti e dei criminali, ma per la sicurezza dei cittadini non sta facendo assolutamente nulla. Ci pensiamo noi a ricordare al Governo, alla maggioranza e al PD di Renzi, che esistono i detenuti, ma esistono anche le vittime dei reati, sono questi i soggetti a cui noi vogliamo dare voce.
  Quindi, signor sottosegretario, in questo testo – lei lo sa benissimo – c’è evidentemente una forzatura, che io condivido, cioè quella di inserire altri reati, oltre all'articolo 416-bis. Noi sappiamo benissimo che c’è una sentenza della Corte costituzionale che dice che i reati di mafia possono determinare una presunzione assoluta di carcerazione preventiva, non perché la mafia è un reato grave ma perché il carcere spezza il vincolo associativo; quindi in teoria, stando al dettato della Corte, solo i reati di mafia possono portare alla presunzione assoluta di carcerazione preventiva. Voi giustamente inserite altri due reati, con gli articoli 270 e 270-bis, quindi nel momento in cui voi derogate – lo fate voi, e io lo condivido – alla limitazione della presunzione assoluta di carcerazione preventiva solo per la mafia includendovi anche il terrorismo, noi vi chiediamo, coerentemente alla vostra impostazione logica di questo provvedimento, di allargare anche ad altri reati, che sono reati che hanno la stessa gravità sociale dell'associazione terroristica.
  È per questo che noi chiediamo che il reato di omicidio volontario possa essere inserito tra quei reati rispetto ai quali scatta la presunzione assoluta di carcerazione preventiva.

  PRESIDENTE. Avverto che i gruppi Lega Nord e Autonomie e Fratelli d'Italia hanno esaurito i tempi a loro disposizione. La Presidenza, essendone stata avanzata richiesta, analogamente a quanto fatto in precedenti circostanze, concederà a tali gruppi un aumento dei tempi pari a un terzo rispetto a quelli originariamente previsti dal contingentamento.

  CARLO SARRO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO, Relatore. Signor Presidente, una brevissima replica: più che una replica, qualche considerazione. Ad integrazione di quanto già riferito dal sottosegretario Ferri, noi abbiamo prestato attenzione non solo a tre pronunce: sono complessivamente sette quelle intervenute sulle varie tipologie e sono tutte indicative di uno stesso orientamento da parte della Corte, relativo proprio all'ampliamento delle garanzie rispetto al soggetto che è sottoposto a procedimento penale.
  Ciò certamente, non perché noi dobbiamo pedissequamente e acriticamente recepire l'indirizzo della Corte costituzionale, ma perché abbiamo ritenuto di condividere l'impostazione di fondo di questo orientamento, che è un'impostazione garantista, Pag. 8senza naturalmente venir meno a quelle che sono le esigenze di tutela della sicurezza dei cittadini perché, rispetto anche ad ipotesi di reato – si evocava qui l'omicidio – la norma – così com’è stata strutturata e formulata – consente l'arresto, salvo che, in relazione al caso concreto, le esigenze cautelari possano essere soddisfatte con altre misure.
  Dunque, c’è un apprezzamento che viene condotto dal magistrato rispetto al singolo caso e, soprattutto, si evita ogni forma di automatismo e di applicazione inderogabile, che spesso, nella prassi applicativa, ha generato situazioni profondamente ingiuste, o comunque assolutamente collidenti con lo spirito costituzionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, intervengo per spiegare anche ai miei colleghi, visto che la materia non è facile, il motivo per cui esprimeremo voto contrario su questo emendamento della Lega Nord e perché anche eravamo favorevoli alla proposta iniziale della presidente Ferranti, in quanto eliminava le presunzioni relative a questo articolo.
  Siamo contrari perché qui non stiamo parlando chiaramente – come molti dicono – di anticipazione della pena, secondo noi, ma stiamo parlando di situazioni in cui, se ci sono esigenze cautelari, quindi non solo gravi indizi di colpevolezza, ma le esigenze cautelari del pericolo di reiterazione del reato, del pericolo di fuga o del pericolo che vengano inquinate le prove, si applicano queste misure preventive. Se non ci sono queste esigenze, non si applicano. Non stiamo parlando di applicare il carcere all'omicidio volontario, come espiazione della pena; stiamo parlando di applicare delle esigenze cautelari. Ecco perché non è la stessa cosa, ecco perché queste presunzioni vanno tolte, a parte con riguardo all'associazione mafiosa, di cui all'articolo 416-bis e non siamo sicuri neanche con riguardo al terrorismo: questa è una palla che lasciamo evidentemente alla Corte costituzionale.
  Però volevo spiegare anche ai colleghi, visto che comunque l'articolo è abbastanza delicato, il perché noi esprimeremo voto contrario su questa misura e perché, secondo anche l'indirizzo della Corte costituzionale, siamo contrari a presunzioni che vadano fuori dal reato di associazione mafiosa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni, 6.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino... Tancredi... Russo... Rocchi... Giammanco... Gasbarra... Di Salvo... Rampelli... Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  496   
   Votanti  489   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  245   
    Hanno votato   17    
    Hanno votato no  472.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Molteni 6.51.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Molteni 6.51 formulato dai relatori.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, innanzitutto prendiamo atto che per mettere il bavaglio alla Lega avete dovuto contingentare i tempi del dibattito. Io credo che questo provvedimento meritava un approfondimento e un dibattito maggiore e credo che dia fastidio il fatto che la Lega stia dicendo delle cose scomode rispetto a un tema, il tema della sicurezza, che, come dimostrano questi voti, solo la Lega ha a cuore.
  Faccio due considerazioni. La prima: mi rammarico che i parlamentari ex PdL, Pag. 9oggi Forza Italia e Nuovo Centrodestra, che cinque anni fa votarono con la Lega il pacchetto sicurezza del Ministro Maroni e del Ministro Alfano sotto il Governo Berlusconi, oggi votino contro quel pacchetto che anche voi all'epoca avevate votato e avevate sostenuto. Questa è la prima considerazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  La seconda considerazione mi permetto di farla nei confronti del MoVimento 5 Stelle. Allora, il MoVimento 5 Stelle, per essere chiaro, da un lato, fa la battaglia politica con la Lega contro gli indulti mascherati e, dall'altro lato, afferma, come è stato affermato prima, che nei confronti dei terroristi e nei confronti di coloro i quali si macchiano del reato di omicidio la carcerazione preventiva è sbagliata.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 11,30)

  NICOLA MOLTENI. Ne prendiamo atto. Rimane il dato di fatto che, a questo punto, deve essere chiaro a tutti che l'unica forza politica che si batte per tutelare i diritti delle vittime dei reati è la Lega.
  Fatte queste due doverose riflessioni rimane l'emendamento.
  Con questo emendamento cosa diciamo ? Diciamo tutto quello che abbiamo detto nell'emendamento precedente, relativo all'omicidio volontario. Adesso chiediamo che possa scattare l'obbligo della carcerazione preventiva rispetto a quale altro reato ? Al reato di violenza sessuale. Bene, attendo il voto dell'Aula, e attendo il voto soprattutto da parte di quei parlamentari – e, in modo particolare, di quei parlamentari di centrodestra – che nella precedente legislatura insieme alla Lega resero molto più stringenti le norme in materia di violenza sessuale. Ovviamente, anche qui renderemo conto ai cittadini di quale sarà l'orientamento delle forze politiche e dei singoli parlamentari.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Molteni. Devo precisarle, ovviamente, che non c’è nessuna iniziativa della Presidenza per mettere il bavaglio a nessuno. Ma lei sa perfettamente, essendo un deputato che è in Aula da alcuni anni, che ad eccezione dei decreti-legge, onorevole Molteni, i provvedimenti sono contingentabili ed in particolare lo sono i provvedimenti segretabili, a partire dal secondo calendario. È una norma regolamentare, non è un'iniziativa del Presidente e quindi diciamo (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)... Prego, onorevole Giorgetti ?

  GIANCARLO GIORGETTI. Dipende quanto si dà come contingentamento !

  PRESIDENTE. Sì, però è una norma regolamentare. I Presidenti sono qui ad applicare il Regolamento: chi mi ha preceduto, io e tutti quelli che seguiranno ovviamente.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, intervengo anche per spiegare il voto, come già spiegato sull'emendamento precedente, ma anche su questo, che è molto simile. Innanzitutto, la battaglia sull'indulto mascherato, proposto dal Ministro Cancellieri e dal PD, è una battaglia del MoVimento 5 Stelle ed al massimo è la Lega che si accoda alle battaglie del MoVimento 5 Stelle in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Premesso questo, come spiegato anche ieri con la pregiudiziale di costituzionalità, delle norme ci interessa che non siano incostituzionali. Nel caso di specie, vi è stata già una pronuncia della Corte costituzionale che ha ben chiarito qual è il profilo di possibile incostituzionalità della norma e, quindi, ci domandiamo: perché fare per due volte il medesimo errore ovvero, come vorrebbe la Lega, fare una norma che rischia evidentemente, con una prognosi vicina alla certezza, di essere tacciata di incostituzionalità dalla Corte costituzionale ? Per fare questo dobbiamo Pag. 10essere dei buoni legislatori ed è per questo che anche prima abbiamo votato contro l'emendamento della Lega, semplicemente perché è assurdo e inutile, solo per fare un po’ di populismo, come ci tacciano anche quelli del PD, fare una norma che sarà dichiarata incostituzionale.
  In questo caso non ci stiamo, perché andiamo a valutare nel merito ogni singola norma. La Corte già si è espressa. Ebbene, aspettiamo una nuova espressione della Corte qualora la tacci di nuovo di incostituzionalità. L'emendamento della Lega sarebbe incostituzionale, semplicemente questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, personalmente io voterò convintamente questo emendamento perché credo nella mia idea di giustizia e nell'idea di giustizia delle migliaia di persone che noi rappresentiamo. Chi è accusato di prostituzione minorile deve essere carcerato preventivamente. Se qualcuno può reputare questa una norma incostituzionale, dal nostro punto di vista, invece, è una norma di civiltà. È vero, le norme sono scritte dagli uomini e gli uomini sbagliano, ma non ci fermeremo di certo e non possiamo portare come giusta causa il fatto che sia stata tacciata di incostituzionalità invece una norma e un emendamento che va nella ragion buona.
  Quindi, invito a rivedere la posizione del MoVimento 5 Stelle e di tutte le forze dell'opposizione, soprattutto di quelle che invece convintamente, come ha ricordato l'onorevole Molteni poc'anzi, avevano sostenuto questa battaglia solo qualche mese fa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno... Folino... Grassi... Sbrollini... Donati... Adornato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  495   
   Votanti  487   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato   17    
    Hanno votato no  470.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fragomeli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto).

  Passiamo all'emendamento Molteni 6.52.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, credo che sia abbastanza curioso e abbastanza singolare che il MoVimento 5 Stelle difenda la Corte costituzionale. Abbiamo appena sentito prima il collega Colletti dire: l'ha detto la Corte costituzionale, quindi va bene così. Voglio ricordare al collega Colletti che la Corte costituzionale è esattamente quell'organismo dove è stato nominato pochi mesi fa quel Giuliano Amato di cui voi avete chiesto le dimissioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Cambiano così rapidamente le situazioni !
  Detto questo, Presidente, con questo emendamento prendiamo atto che quest'Aula risulta essere assolutamente sorda rispetto a quelle che sono le richieste della Lega, che non sono richieste strane o richieste strampalate, ma sono richieste in cui si vuole riaffermare il valore della politica rispetto ad alcune sentenze della Corte costituzionale che possono, a mio avviso, essere tranquillamente derogate rispetto al buonsenso e rispetto alla volontà della politica, che alla fine rimane rappresentanza da parte dei cittadini.
  Sarà curioso vedere come voteranno l'emendamento successivo e quello dopo ancora soprattutto gli amici del MoVimento Pag. 115 Stelle, visto che con questo emendamento noi andiamo a chiedere che venga prevista la carcerazione obbligatoria, quindi che vi sia una presunzione assoluta di carcerazione obbligatoria, con riferimento a quello che, a nostro avviso, è un altro reato di particolare allarme sociale, ovvero gli atti sessuali con minorenni.
  Attendo con grande curiosità il voto dell'Aula e, in modo particolare, il voto del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, intervengo, di fatto, per stimolare questo dibattito. Votando contro questo emendamento, di fatto, si assume una posizione garantista solamente per tutelare dei conti, i conti legati alla gestione delle carceri, per non aggravare, magari, uno o due o tre detenuti in più in maniera preventiva per chi viene accusato di favorire la pornografia minorile.
  Credo che questo sia molto grave e credo anche che questo dibattito, soprattutto nel momento in cui rischia di passare sottotraccia, come sta avvenendo in questo momento, solamente nascondendosi dietro a un paravento, quello di un atteggiamento garantista, sia dannoso per il nostro futuro.

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Lega Nord e Autonomie ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento, nonché i tempi aggiuntivi pari ad un terzo concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà ai deputati appartenenti a tale gruppo lo svolgimento di brevi interventi della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.

  ANNA ROSSOMANDO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANNA ROSSOMANDO, Relatore. Signor Presidente, è già stato detto, ma ci tengo a ribadirlo: con particolare riferimento a questi articoli, che hanno a che vedere con la pedopornografia, la violenza sessuale ed altro, stiamo discutendo del nulla, perché su questi articoli si è già pronunciata la Corte costituzionale.
  Noi abbiamo tenuto conto di queste pronunce, stando esattamente sul dettato indicato dalla Corte costituzionale. Quindi, perché dico che stiamo parlando del nulla ? Perché le norme a cui essi fanno riferimento come vigenti, in realtà, non sono vigenti, perché sono state già modificate da una sentenza della Corte costituzionale. Questa è la prima questione.
  Seconda questione: è assolutamente errato dire che non è prevista una misura cautelare, che invece è prevista. L'unica cosa che non c’è più per questo tipo di reati è un automatismo della custodia cautelare in carcere, perché deve essere valutata in concreto, caso per caso. Quindi, sempre – non solo è possibile – sarà applicata una misura cautelare, nel caso anche in carcere, con una valutazione del caso concreto, che è uno dei cardini di tutta la normativa che noi oggi approviamo, cioè quello di restituire – qui ci tengo a sottolinearlo – la funzione di sicurezza, oltre che quella di tutela delle libertà individuali.
  Altrimenti, andiamo ad usufruire di queste misure per altri fini che non sono quelli della sicurezza per i cittadini. Quindi, era ora che fosse, invece, ben delineato e ben chiarito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino... Taricco... abbiamo votato, colleghi ? Colleghi, vi prego, però, di essere in Aula, perché, ovviamente, non possiamo ogni volta tenere la votazione aperta perché si esce. Bonifazi... Sarti...

Pag. 12

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  481   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  463.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesaro... Antimo... Bossa... Stumpo... Gallinella... Pagano... Dell'Orco... Di Salvo... Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  487   
   Votanti  479   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  461.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Molteni 6.54.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, solo per dire, visto che non abbiamo più tempo, che è questo l'articolo dove noi chiediamo di inserire, per quanto riguarda la carcerazione obbligatoria, il reato di violenza sessuale e quindi chiediamo che, con riferimento al reato di violenza sessuale, possa scattare la presunzione assoluta della carcerazione obbligatoria. Evidentemente rettifico quanto detto rispetto ai due emendamenti precedenti, con riferimento ai quali non si trattava di violenza sessuale, bensì di prostituzione minorile. Prendiamo atto che, da parte del Parlamento, non vi è alcuna sensibilità su questo tema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, ho sentito diversi colleghi addurre il motivo della costituzionalità della norma. Voglio allora bene ricordare quest'oggi che esiste una dignità del Parlamento quando una sentenza la si può ritenere sbagliata. Perché a questo punto, allora, non si possono toccare le «pensioni d'oro» perché la Corte ha detto – e guarda caso principalmente sono alcuni magistrati – che le «pensioni d'oro» non si possono toccare; non avremmo potuto approvare, in questo Parlamento, perché proprio la I Commissione aveva espresso molti dubbi, la norma che toglie le pensioni ai condannati per mafia e per atti di terrorismo. Se dobbiamo giustificarci e nasconderci dietro una sentenza e il Parlamento non si assume le responsabilità dovute a un voto popolare su temi di questa delicatezza, credo che, a questo punto, possiamo dare direttamente alla Corte costituzionale il compito di fare le norme e noi possiamo starcene tranquillamente a casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Prendo quindi atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.54, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 13

  Folino... Bossa... Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  483   
   Votanti  475   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  457.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  (I deputati Fossati e Airaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Folino... Murer... Taricco... Bosco... Nicoletti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  480   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  462.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.56, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro... Sbrollini... Cristian Iannuzzi... Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  487   
   Votanti  479   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  461.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Molteni 6.57.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, esauriamo quello che è il nostro poco tempo che è rimasto a disposizione, però francamente mi chiedo e chiedo al Parlamento come sia possibile votare una proposta di legge, comunque importante e comunque così delicata, che riguarda un tema come quello della carcerazione preventiva, senza che all'interno dell'Aula e di questo Parlamento ci sia almeno un minimo di dibattito e almeno un minimo di confronto con le forze politiche, tra le forze politiche e soprattutto rispetto a quelle forze politiche che sostengono questo ennesimo provvedimento. A questo punto ve la diciamo tutta: questo è veramente il quarto mini-indulto mascherato che andate ad approvare. Ed è soprattutto curioso vedere come anche da parte del Governo ci sia un atteggiamento così silente. Credo che il confronto su questo tema possa essere utile a tutti ed utile soprattutto a migliorare il provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, personalmente vorrei dire al mio collega Molteni che, purtroppo, non ho più fiducia in questa maggioranza, perché prende di fatto ordini da un Presidente della Repubblica che è lì e che comanda dall'alto del suo Colle e che non guarda nulla se non rispettare la sua volontà. Ma questa volta lo fa ineditamente con un'opposizione che, tranne noi della Lega Nord, gli dà corda e addirittura, Pag. 14come il MoVimento 5 Stelle, prende la palla al balzo per tutelare o cercare di tutelare anche i terroristi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, ora, premesso che a differenza della Lega noi non abbiamo mai avuto fiducia in questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), voglio semplicemente riportare il dibattito a quelle che sono alcune nozioni di diritto costituzionale minime.
  Il Parlamento può legiferare su tutto ed ha discrezionalità su tutto, ma c’è un limite che è dettato dai principi della Costituzione. Capisco che per chi rivendica la Padania libera questo concetto può apparire sfumato, però esiste: esistono i limiti della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Chi è che controlla questi limiti della Costituzione ? La Corte costituzionale. Quindi, è inutile ribadire un tentativo che è già fallito, in quanto la Corte costituzionale l'ha dichiarato incostituzionale e dichiara, quindi, implicitamente, ma anche esplicitamente, che il Parlamento non può andare oltre quel limite.
  Non so cosa c'entri poi con questo la critica ai membri della Corte costituzionale, che rimane un atto di libertà politica che noi rivendichiamo, perché riteniamo che ci siano giudici della Corte costituzionale che non dovrebbero sedere all'interno della Corte costituzionale. Ciò non toglie che poi dobbiamo agire e dobbiamo muoverci nel limiti di quella che è la sentenza della Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare ai colleghi della Lega che questo provvedimento, con questo articolato, va a specificare meglio i contorni della custodia cautelare in carcere. Può essere anche molto utile ai vari Belsito, al sindaco di Adro, al figlio di Bossi ed a tanti leghisti che sono magari indagati per vari reati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, la prego, gentilmente...
  Prendo dunque atto che i presentatori insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.57, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Carfagna, Verini, Sbrollini... voti, voti, onorevole Sbrollini... Bonifazi, Luigi Gallo, Vitelli, Saltamartini... Avete votato tutti, colleghi ? Onorevole Sbrollini, ha votato ? Bene...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Onorevole Adornato, purtroppo non ho fatto in tempo... sarà per la prossima volta.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  495   
   Votanti  487   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  244   
   Hanno votato   18    
    Hanno votato no  469.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ovviamente, onorevole Adornato, rimane agli atti che non ha funzionato il suo dispositivo di voto.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.58, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 15

  Totaro, Cera, Ventricelli, De Mita, Marzano, Vitelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  492   
   Votanti  484   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  466.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Bossa, Ventricelli, Grillo, Ferrari... Si affretti onorevole Causin.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  494   
   Votanti  486   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  468.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ricordo che l'emendamento Molteni 6.60 non risulta segnalato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.71, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Paola Bragantini, Giacomelli, Capodicasa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  495   
   Votanti  487   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  469.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.65, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Malisani... onorevole Manfredi, voti per favore... Mazziotti Di Celso, Russo, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  496   
   Votanti  488   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  245   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  470.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ricordo che l'emendamento Molteni 6.67 non risulta segnalato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.72, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Bossa ? Ventricelli ? Piccolo ? Rizzetto ? Barbanti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  497   
   Votanti  489   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  245   
    Hanno votato  18    
    Hanno votato no  471.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 16

  (La deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.63, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa ? Tartaglione ? Lauricella ? Lotti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  498   
   Votanti  490   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  246   
    Hanno votato  17    
    Hanno votato no  473.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.64, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  499   
   Votanti  491   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  246   
    Hanno votato  17    
    Hanno votato no  474.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Saltiamo dal fascicolo alcuni emendamenti non segnalati.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.68, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vallascas ? Lattuca ? Rotta ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  502   
   Votanti  494   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  248   
    Hanno votato  18    
    Hanno votato no  476.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 6.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, questo emendamento serve ad evitare ciò che già oggi è proibito in via generale dall'articolo 272 del codice di procedura penale. Noi chiediamo il divieto di applicazione cumulativa di singole prescrizioni afferenti a misure diverse e quindi la creazione di misure in un certo senso ibride appunto, non previste dalla legge, risultanti da una mescolanza di prescrizioni afferenti appunto a misure diverse. L'intento quindi è contrastare una minoritaria ma non irrilevante giurisprudenza di merito, che ancora oggi insiste su questa via.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 6.5, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gianni Farina ? Ventricelli ? Piccolo ? Brandolin ? Vazio ? Vazio ancora non riesce a votare ? Lei ha la pallina dentro ? Proviamo a muoverla. Ha visto ? Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 17
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  502   
   Votanti  495   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  248   
    Hanno votato  99    
    Hanno votato no  396.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 6.70, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi... Capodicasa... Crippa.... Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  493   
   Votanti  485   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  467.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione. Dadone... Venittelli...
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   Presenti  495   
   Votanti  486   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato  468    
    Hanno votato no   18.

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'unico emendamento soppressivo Molteni 7.50.

  ANNA ROSSOMANDO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Molteni 7.50.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
  Devo precisare che, essendo questo l'unico emendamento soppressivo, voteremo in realtà non l'emendamento ma il mantenimento dell'articolo 7 però ovviamente può fare la sua dichiarazione di voto.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, solo per portare a conoscenza dell'Aula che cosa andate a sopprimere. Ovviamente vi assumete la responsabilità del voto contrario al nostro emendamento. Andate a sopprimere la norma dell'articolo 276, comma 1-ter, del codice di procedura penale che dice che cosa ? Che in caso di trasgressione alle prescrizioni degli arresti domiciliari concernenti il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione cioè nei confronti di chi evade dagli arresti domiciliari o da altro luogo di privata dimora, oggi, se uno evade, con il testo che voi oggi andate a sopprimere, il giudice ha la Pag. 18possibilità di poter revocare la misura di una limitazione della libertà sicuramente minore rispetto al carcere e di poter sostituire la custodia ai domiciliari con la custodia cautelare in carcere.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  NICOLA MOLTENI. Cioè, chi evade e, quindi chi dimostra di non essere propenso a rimanere ai domiciliari, e quindi chi dimostra di non aver capito che aveva la possibilità di poter stare in carcere, non è stato in carcere, lo mandano ai domiciliari, evade dal carcere, evade dai domiciliari, nel momento in cui evade dai domiciliari, oggi la legge dice che viene applicata la misura più grave: una cosa di assoluto buon senso che voi andate ad abrogare. Contenti voi !

  ANNA ROSSOMANDO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANNA ROSSOMANDO, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per precisare che noi eliminiamo solo una parte molto limitata, che eliminiamo l'automatismo, cioè che in caso di qualsiasi minima trasgressione del regime, per esempio, degli arresti domiciliari, scatti in automatico il carcere, nello spirito di tutto l'intervento che noi oggi votiamo in Aula, quello di eliminare gli automatismi, lasciando assolutamente intatta non soltanto la possibilità – in alcuni casi il dovere – per il giudice di ripristinare una misura più afflittiva, eventualmente anche quella del carcere, che quindi continuerà tranquillamente a poter fare. Quello che eliminiamo è l'automatismo senza alcuna possibilità di valutare anche delle trasgressioni assolutamente minime come, a volte, si verificano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso.
  Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, mi sembra che sia importante partecipare al dibattito così come sollecitato dal collega Molteni, che ha partecipato con me ai lavori che hanno portato a questa prospettazione che oggi stiamo decidendo in Aula.
  È stato un lavoro molto approfondito, lungo, con vari aspetti che sono stati presi in considerazione. Credo, Presidente, che molte volte la mancanza del dibattito, qui in Aula – soprattutto da chi come me, che appartengo al gruppo di Scelta Civica – sia più legata al fatto di non voler sottrarre del tempo e lasciare il tempo a illuminati ed esperti e prestigiosi conoscitori della materia, soprattutto del diritto pubblico, che giustamente prendono la parola qui in Aula e che, quindi, possono illuminare tutta l'Aula su cose veramente fondamentali.
  Ma volevo assicurare che anche questa misura è stata presa considerando esattamente tutte le posizioni in gioco e, quindi, il giusto equilibrio tra la sicurezza che noi riteniamo sia importante che venga garantita, e allo stesso tempo, però, dobbiamo garantire anche quello che è l'obiettivo che non è del Presidente della Repubblica, ma è l'obiettivo che ci è stato segnalato a forza – e che dobbiamo rispettare – dagli organi sovranazionali di Strasburgo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, volevo solo fare un minimo di ragionamento nei pochi secondi che mi si concedono sul fatto che, se alla fine, il Partito Democratico dice che è il giudice poi che ancora una volta interviene, allora io mi chiedo: se ogni volta che i giudici parlano e dicono, ma noi applichiamo esclusivamente ciò che il Parlamento legifera, giustamente, ma se noi diamo sempre più potere ai giudici di decidere ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare, non lamentiamoci poi del fatto che la giustizia Pag. 19fa uso e consumo di quelli che sono gli avvenimenti, perché noi continuiamo a parlare in maniera tale che in questa stanza, in quest'Aula, nei nostri palazzi e nei vostri palazzi, si continui a parlare di aria fritta...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIANLUCA BUONANNO. ... poi a subire i reati è la gente comune, che non riesce più a capire come e chi è delinquente: continuano ad andare in giro a fare quello che vogliono, perché tanto non gli succede assolutamente nulla, mentre i ben pensanti se ne stanno tranquilli e beati, perché tanto stanno nei palazzi. Vogliamo continuare così o vogliamo fare in modo che il Parlamento finalmente decida di fare le cose e dia ordini...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO. ... alla magistratura di fare quello che serve per tenere in galera i delinquenti ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, sono appena dici mesi che siedo in questo Parlamento però qui si continua solo a parlare di garantismo, si continua a parlare solo di «svuota carceri», di piccoli indulti mascherati. Ogni qual volta vado a casa e mi chiedono cosa avete fatto questa settimana ? Per la quarta volta dirò: abbiamo svuotato, abbiamo cercato di fare qualche piccolo «svuota carceri». Facciamo prima se forse chiudiamo le carceri, chiudiamo i tribunali e facciamo la legge del più forte.
  Molto probabilmente, con questo sistema si vanno a risolvere anche problemi relativi a qualche buco del bilancio. Invece, ci troviamo che tutti i partiti, quando sono in televisione, quando fanno campagna elettorale, fanno esattamente il contrario di quello che fanno qua: dicono esattamente il contrario. PdL: troppa discrezionalità ai giudici: oggi gliela stanno dando sempre di più, ogniqualvolta si vota qualche provvedimento «svuota carceri».

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Caon.

  ROBERTO CAON. Movimento 5 Stelle: noi apriamo il Palazzo con l'apriscatole: e stanno a quello che dicono il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale. Se andiamo avanti di questo passo, vediamo esattamente il contrario dalla politica tra quello che viene detto ai cittadini e quello che viene fatto qua (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Taricco, Spessotto, Fraccaro, Alli. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  494   
   Votanti  390   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  372    
    Hanno votato no  18.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo Dambruoso 7.050.
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  CARLO SARRO, Relatore. Signor Presidente, su questo articolo aggiuntivo la Commissione ha lungamente discusso perché con questo articolo aggiuntivo, in sostanza, si vorrebbe introdurre nel nostro ordinamento l'istituto della libertà su cauzione. C’è stato un dibattito molto intenso ed anche molto interessante, in considerazione, però, anche dei riflessi che dal Pag. 20punto di vista proprio del diritto sostanziale questa norma introduce e considerando che il testo del provvedimento che stiamo esaminando ha una sua specificità, perché investe in particolar modo alcuni articoli del codice di procedura, noi riterremmo più opportuna la presentazione di un'iniziativa, tanto nell'esercizio della funzione emendativa quanto in quello di proposta, rispetto ad altro tipo di provvedimento. Quindi, chiederemmo la trasformazione dell'articolo aggiuntivo in un ordine del giorno; in subordine, dovremmo dare parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, mi associo a quello che ha detto l'onorevole Sarro. Anche io invito al ritiro, altrimenti il Governo darà parere contrario. Devo aggiungere che l'istituto della libertà su cauzione, lo spirito, potrebbe essere utile ad attuare ulteriormente il principio della custodia cautelare come estrema ratio, tutelando, però, nel contempo, le esigenze cautelari.
  Devo, però, segnalare che, tra l'altro, così come è formulato l'articolo aggiuntivo, l'istituto non è delineato in maniera sufficientemente chiara e precisa. Infatti non si comprende quali possano essere le scansioni procedurali; inoltre, occorrerebbe capire qual è il ruolo del giudice, occorrerebbe introdurre un provvedimento del giudice di ammissione, quindi, prevedere un deposito della somma e anche una successiva verifica del giudice circa l'avvenuto deposito. Dovrebbero, inoltre, essere meglio specificate le prescrizioni che chi presta la cauzione deve rispettare per evitare di perdere la somma versata e, quindi, interrogarci su quali possano essere le prescrizioni: non fuggire, non inquinare le prove, non commettere altri reati, quindi, non violare altre misure cautelari applicate contestualmente – perché una della novità di questa riforma è proprio cumulare l'applicazione di più misure – e, quindi, prevedere che possa essere anche il giudice ad indicare delle prescrizioni.
  Dico questo per dire che il parere è contrario e quindi vi è un invito al ritiro, però, mi associo a quello che ha detto l'onorevole Sarro e cioè che meriterebbe un'ampia discussione e un confronto molto più ampio e forse non inserito in questo contesto. Questo lo dico in quello spirito collaborativo a cui prima richiamava l'onorevole Molteni che, peraltro, non solo in Commissione è stato seguito, ma anche dal Governo. Infatti, uno degli emendamenti presentati dalla Commissione e approvato ieri all'unanimità da quest'Aula – forse c’è stato solo un voto contrario, ma se non erro addirittura all'unanimità – prende proprio spunto da alcuni stimoli arrivati in Commissione sia dal MoVimento 5 Stelle che dalla Lega Nord e su cui il Governo ha prestato massima collaborazione, anzi ha stimolato con un proprio contributo, tale emendamento che poi è stato approvato all'unanimità.

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Dambruoso 7.050, formulato dal relatore.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo aveva evidentemente una portata che è stata ampiamente discussa come abbiamo ascoltato e che ha un intento innovativo sufficientemente problematico, però non per la soddisfazione del gruppo che lo ha presentato a cui io appartengo, ma davvero per l'importanza della novità che è stata riconosciuta nel corso dei lavori della Commissione, va detto che questo coraggio è stato preso dalla Commissione stessa sia in termini interpretativi sia in termini scientifici e alla fine anche in termini politici nel riconoscere che comunque è un tema che dobbiamo allargare, dobbiamo perfezionare. Quindi, credo che davvero la via più accettabile sia quella proposta dal relatore Sarro, per cui accolgo l'invito al ritiro del mio articolo aggiuntivo e lo tramuto in un ordine del giorno.

Pag. 21

  PRESIDENTE. A questo punto l'articolo aggiuntivo Dambruoso 7.050 è ritirato.

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  CARLO SARRO, Relatore. Signor Presidente, anche in questo caso la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore: invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Come nel caso dell'articolo 7 anche in questo caso l'emendamento Molteni 8.50 è soppressivo, quindi voteremo il mantenimento dell'articolo 8.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo anche qui per spiegare qual è la ratio dell'articolo che segue ovviamente il filone di porre fine agli automatismi, da un lato, e di armare, dall'altro lato, la mano dei giudici. Ci chiediamo francamente e mi chiedo ancora, francamente, come l'ex PdL possa votare provvedimenti come questi. Con questo emendamento soppressivo che cosa si sopprime ? Stiamo parlando di arresti domiciliari. Chi è agli arresti domiciliari, evade e a seguito dell'evasione viene condannato per il reato di evasione, oggi la legge prevede che, in questo caso, non possa essere riportato ai domiciliari. Mi sembra una norma assolutamente di buonsenso, una norma razionale, una norma logica. Voi con questo articolo volete sopprimere questa norma. Ovviamente noi non siamo d'accordo e chiediamo che venga mantenuto il testo così com’è oggi nel codice vigente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Artini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  488   
   Votanti  390   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  366    
    Hanno votato no  24.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone... Piccolo... Ottobre... Amendola... Sorial... Petraroli... Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  465   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  463    
    Hanno votato no   2.    

Pag. 22

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  CARLO SARRO, Relatore. Signor Presidente, anche qui, per l'emendamento Ferraresi 10.2, vi è un invito al ritiro, in subordine parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, anche il Governo, come ha detto il relatore, propone al presentatore dell'emendamento un invito al ritiro, altrimenti esprime parere contrario.
  Voglio solo segnalare che mi sembra più garantito l'indagato con la formulazione del testo base uscito dalla Commissione, perché comunque si rimette alle parti la possibilità di presentare delle istanze. L'emendamento invece prevede che sia il giudice, d'ufficio, tra l'altro ogni 45 giorni. Il testo base è più razionale e coerente con il sistema, cioè che il giudice intervenga solo a richiesta di parte. Il GIP non interviene mai d'ufficio. Tra l'altro, come dicevo poc'anzi, l'indagato è solitamente il primo soggetto che viene a conoscenza di eventuali fatti sopravvenuti, quindi non ha bisogno di una verifica del giudice ogni 45 giorni. Quindi, l'emendamento prevede adempimenti troppo numerosi e poi anche incompatibili così con l'organizzazione dell'ufficio del GIP. Quindi, l'indagato, ogni volta che c’è un fatto sopravvenuto, lo sa e presenta istanza al GIP senza bisogno che il GIP ogni 45 giorni faccia questa verifica. Inoltre, anche il fatto che la parte lo possa fare in ogni momento secondo me garantisce ancora di più rispetto ad una verifica ogni 45 giorni. Quindi, invito al ritiro oppure parere contrario.

  PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Ferraresi se accede all'invito al ritiro.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, ciò è abbastanza ragionevole, ma non ricordiamo che ci sono imputati e imputati e ci sono avvocati e avvocati. Quindi, non sono tutti uguali, e nella maggior parte dei casi abbiamo dei soggetti che, se ci sono dei nuovi avvenimenti oppure delle nuove circostanze, magari manco lo sanno. Quindi, questa norma, in conformità con le idee di tutti gli auditi – tutti gli auditi –, con le legislazioni della maggior parte dei Paesi europei e soprattutto – e qui richiamo il collega Gozi – con le dichiarazioni e le richieste rivolte all'Italia dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, introduce un controllo periodico sui presupposti della misura e sull'attualità della sua proporzionalità e adeguatezza rispetto alla situazione concreta di fatto e di diritto, sia per circostanze nuove che già valutate. È data opportunità alle parti di presentare memoria al giudice fino a dieci giorni prima della scadenza di ogni termine, da un lato per agevolare l'opera di controllo del giudice e dall'altro per dare una voce alle parti che, potendo interloquire mensilmente, sarebbero incentivate a non presentare più richieste autonome di revoca o sostituzione innescando ulteriori subprocedimenti cautelari. Questo è stato richiesto un po’ da tutti: ce lo richiede la Corte europea e ce lo richiedono gli auditi. Mi sembra che le motivazioni ci siano, quindi non vedo il perché di questo parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 10.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 23
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Schullian, Giacobbe...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  482   
   Votanti  475   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  377.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Tartaglione... Russo... Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  490   
   Votanti  482   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato  457    
    Hanno votato no   25.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  483   
   Votanti  458   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  457    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A). Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  CARLO SARRO, Relatore. Signor Presidente, su tutte le proposte emendative la Commissione formula un invito al ritiro, in subordine parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 12.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, cosa vuole sopprimere questo emendamento ? Il tribunale annulla il provvedimento impugnato se la motivazione manca o non contiene l'autonoma valutazione, a norma dell'articolo 292, delle esigenze cautelari, degli indizi e degli elementi forniti dalla difesa.
  Perché lo vogliamo sopprimere ? Perché, per come oggi è configurato il mezzo del riesame, sembra poco plausibile che il relativo giudice non possa integrare una motivazione lacunosa o zoppicante, quando gli elementi di fatto ci siano, quindi emergano dalle carte. È vero che questo vizio motivazionale importa la nullità, Pag. 24e che il giudice quando rileva la nullità, appunto, annulla l'atto viziato e fa regredire il procedimento al momento in cui il vizio si è prodotto. Ma è vero anche che il riesame è l'unico mezzo interamente devolutivo del nostro sistema, quindi il giudice ha il potere di riesaminare l'intera questione, e perché allora proibirgli di motivare bene, usando gli elementi che trova nel fascicolo, sostituendo quindi la sua valutazione a quella viziata del primo provvedimento, quando magari le esigenze ci sono ? Conferme oggi di questa possibilità arrivano dall'articolo 309, secondo cui il giudice del riesame può confermare l'ordinanza anche per «motivi diversi», ossia per una sua motivazione che toglie di mezzo o sostituisce quella viziata.
  Questa scelta di politica processuale ha un senso, perché da un lato evita l'annullamento della misura per cui chiaramente esistono tutti i presupposti, e dall'altro, appunto, solo per un errore della motivazione del giudice che la applica. Se quella misura serve al processo, è il caso di tenerla in piedi se i presupposti esistono, altrimenti il pregiudizio per il processo, evitabile, potrebbe essere fatale, quindi potremmo avere veramente una scarcerazione quando i presupposti ci sono. Dall'altro, se l'imputato vuole l'annullamento e vede la nullità determinata dal vizio di motivazione, già oggi può rivolgersi direttamente alla Cassazione, con un ricorso per saltum per motivi di legalità, ottenendo un annullamento dell'ordinanza. Ha già, quindi, entrambe le possibilità.
  Allora, la modifica proposta, da un lato stravolge del tutto la fisiologia del riesame, dall'altro ottiene di certo una garanzia in più per l'imputato, ma comporta l'annullamento di misure nonostante i presupposti applicativi vi siano tutti, cioè i presupposti ci sono e si annulla la misura, e questo può pregiudicare il processo. Qui occorre fare una scelta politica, e, una volta fatta, va coerentemente sviluppata nell'ordinamento. Come diremo anche più avanti, qui è la scelta da fare: o si cerca di volere eliminare, come vogliono fare i colleghi della maggioranza, il copia e incolla, o si cerca di tutelare invece il processo, la persona offesa dal reato e appunto l'accertamento della verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, mi sta sorgendo un dubbio. In queste ultime settimane abbiamo visto che, diciamo così, il nuovo «Re», dopo la Corte costituzionale e il Presidente della Repubblica, cioè Renzi, avendo il suo stesso partito in maggioranza, prima fa fare le cose e poi dice che sono delle porcate e cerca di rimediare facendo anche la bella figura di essere il salvatore della patria, pur avendo lo stesso partito all'interno del Governo in maniera preponderante.
  Allora mi chiedo: visto che stiamo discutendo di giustizia, non è prima il caso di far sapere a Renzi ciò che il Partito Democratico vota oggi, piuttosto che magari fra una settimana ci ritroviamo qua perché ha cambiato idea, non lo sapeva e quindi dobbiamo ricambiare le norme, perché il signor Renzi non sapeva cosa votava il suo partito ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Signor Presidente, semplicemente per dire che il segretario del Partito Democratico è d'accordo su questa proposta di legge.

  PRESIDENTE. Bene, questo ci rincuora. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, avrei preferito che il relatore Ermini si esprimesse sulla sostanza del provvedimento piuttosto che in difesa del suo segretario...

Pag. 25

  PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, non è il relatore l'onorevole Ermini...

  ALFONSO BONAFEDE. Dell'emendamento, scusi.

  PRESIDENTE. Non è un relatore, è un normale membro della Commissione.

  ALFONSO BONAFEDE. Il collega Ermini allora, mi scusi e grazie per la correzione. Il punto che io vorrei capire è la strategia schizofrenica della maggioranza, perché da un lato chiede di dare maggiore discrezionalità ai giudici per calibrare le misure da applicare nel singolo caso concreto e dall'altro introduce un cavillo formale che impedisce al giudice, qualora valuti nella sostanza di dovere intervenire, di intervenire. Francamente mi piacerebbe che il Governo si esprimesse sul punto, per spiegarci meglio qual è la strategia di base.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 12.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi... Spessotto... Piepoli... Giorgis... Vitelli... Patriarca... Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  490   
   Votanti  482   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  362.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 12.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, Leva, Piepoli, Grassi, Verini, Gutgeld, Melilli, Petraroli, Giampaolo Galli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  480   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  363.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Molteni 12.55.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, come vede sono molto riflessivo e calmo in questo 2014.

  PRESIDENTE. Ne siamo lieti, onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO. Le auguro anche un buon anno.

  PRESIDENTE. Ricambio.

  GIANLUCA BUONANNO. Come vede, sia il Presidente della Repubblica, il 31 dicembre, mi ha nominato più volte, sia il Santo Padre il 1o gennaio, quindi, sono molto motivato in questi ultimi tempi. Evidentemente, piace la mia politica schietta, che faccio anche in Parlamento.Pag. 26
  Dicevo che, siccome ho sentito un collega e amico fraterno del signor Renzi, che diceva che il signor Renzi è d'accordo su quello che si sta votando questa mattina, allora anche qui mi sorge un altro dubbio, anche se non concerne questo tema: sugli insegnanti allora non lo sapeva o non era d'accordo ? Sull'IMU non lo sapeva o non era d'accordo ? Sulla Tares non lo sapeva o non era d'accordo ? Sul decreto «Salva Roma» non lo sapeva, o non era d'accordo ? Allora, forse, ha qualche problema mentale, perché se non sa le cose che fa il suo partito...

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, la prego. Onorevole Buonanno la pregherei, in primo luogo, di evitare. In secondo luogo, le ricordo che stiamo affrontando l'emendamento Molteni 12.55, su cui lei le ricordo che ha un minuto a disposizione e ha già esaurito il tempo. Le do cinque secondi per concludere.

  GIANLUCA BUONANNO. La ringrazio. Dato che non posso dire altro, che devo fare ?

  PRESIDENTE. Bene. Sarà per la prossima volta.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 12.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nardella... Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  386   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no  367.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo per capire come ha intenzione di procedere con i lavori dell'Aula, perché all'una dovrebbe esserci una riunione con la Presidenza della Camera e tutti i presidenti. Capiamo che i presidenti possono mettersi in missione, però il fatto che, per esempio, la presidente della Commissione giustizia, non sia nella possibilità di seguire i lavori dell'Aula perché c’è in contemporanea la riunione con il Presidente della Camera ci sembra quanto meno fuori luogo.
  Dopo, da Regolamento si può dedurre di tutto e fare come si vuole, però, visto che non c’è nessun gruppo oltretutto che sta facendo ostruzionismo, penso che, per far andare avanti nel miglior modo i lavori, sia opportuno che perlomeno la presidente della Commissione giustizia sia presente durante la discussione di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. La ringrazio molto per la sua sensibilità istituzionale nei confronti della presidente della Commissione giustizia e le assicuro che la Presidenza si attiverà per fare in modo che anche la presidente della Commissione giustizia possa partecipare ai lavori della Conferenza, che è prevista tra venti minuti.
  Sicuramente, se la presidente arriva con cinque minuti di ritardo non succederà nulla, nel senso che abbiamo praticamente concluso le votazioni e sospenderemo prima del voto finale. Spero di averla rassicurata, onorevole Fedriga.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 27

  Gnecchi... Berlinghieri. Avete votato tutti ? Marotta... Buttiglione ha votato. Mi pare che hanno votato tutti. Bruno Bossio... Ci siamo ? Colleghi, vi prego di essere in Aula, altrimenti è complicato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  494   
   Votanti  466   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  368    
    Hanno votato no  98.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ANNA ROSSOMANDO, Relatore. Signor Presidente, invito al ritiro degli emendamenti o comunque esprimo parere contrario. Stiamo parlando della motivazione. Noi vogliamo che sia garantita anche la difesa nelle sue istanze con il termine per la motivazione.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, anche io, per il Governo, invito al ritiro degli emendamenti, oppure esprimo contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 13.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... Taricco... Patriarca... Avete votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  478   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  363.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Richetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Poiché gli altri emendamenti non sono stati segnalati, si procederà alla votazione dell'articolo 13.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Melilli ha votato. Hanno votato tutti ? Bene. Businarolo... Mi pare che ci siamo. Palma ha votato. Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  492   
   Votanti  468   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  468.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 28

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  CARLO SARRO, Relatore. Signor Presidente, invito al ritiro degli emendamenti. In subordine il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Ferraresi 14.50.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Ferraresi 14.50 formulato dal relatore.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, questo emendamento tende a sopprimere l'articolo 14 non tanto per i termini che vengono dati, ma per il fatto che riteniamo che, secondo una questione prettamente giuridica, l'annullamento con rinvio sia un annullamento e, quindi, ci debba essere l'immediata scarcerazione dell'individuo.
  Argomento un attimo le mie posizioni. Quella dei termini di decisione per il giudice del rinvio dopo l'annullamento della Cassazione è del tutto incoerente con la prima modifica, ovvero quella che abbiamo appena votato sul riesame. Ma come, si impone al riesame di annullare la misura viziata senza poterla correggere e poi si tolgono... Scusi, Presidente, non riesco neanche a sentirmi.

  PRESIDENTE. Ha ragione, colleghi per favore soprattutto al tavolo del Comitato dei nove, gentilmente... presidente, grazie, l'onorevole Ferraresi non riesce a parlare. Prego.

  VITTORIO FERRARESI. Dicevo: ma come, si impone al riesame di annullare la misura viziata senza poterla correggere e poi si tolgono all'annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione i suoi effetti tipici, perché stiamo parlando di un annullamento, quindi si manterrebbe in vita magicamente appunto il provvedimento annullato.
  Il punto è proprio questo: l'annullamento con rinvio dice che l'esito del provvedimento impugnato può essere pure quello, ma il percorso motivazionale e procedurale deve essere diverso, quindi deve tornare al giudice e il giudice lo deve rifare; ma intanto annulla e se annulla un titolo cautelare l'effetto inevitabile è che la misura cade e la libertà viene del tutto ripristinata, se no ci troviamo davanti ad un sequestro di persona. Questo è l'esito della misura sul riesame prima considerata che viene negato nella dinamica della Cassazione, anche quando il riesame annulla il procedimento non muore, ma va sostanzialmente rifatto tutto. Si accetta, quindi, nel riesame ma non nel procedimento di Cassazione, che è l'organo di legittimità, quindi queste sono follie. Non esiste alcuna norma che dica: quando annulli con rinvio l'effetto del provvedimento impugnato rimane in piedi provvisoriamente fino alla decisione del giudice del rinvio. Questa norma non c’è e se ci fosse ci porterebbe a dire che l'annullamento con rinvio non è affatto un annullamento, semmai un'altra cosa. Il provvedimento annullato cade, muore, finisce, si polverizza e non può avere effetti. «Senza rinvio» significa che la faccenda finisce lì, «con rinvio» significa invece che il giudice deve rifare tutto, ma stavolta senza fare l'errore rilevato dalla Cassazione. Ma l'annullamento sempre questo effetto ha: appunto di annullare la misura. Se dopo l'annullamento dell'ordinanza io sto in carcere o qualunque soggetto sta in carcere, allora è un sequestro di persona perché non esiste un provvedimento cautelare Pag. 29che disponga la misura, in violazione dell'articolo 13 della Costituzione.
   Il fatto poi che, dopo l'annullamento, come ci hanno detto in Commissione alcuni esperti, dell'ordinanza del riesame resta in vita quella del GIP ci sembra abbastanza aberrante, perché dopo l'ordinanza del riesame anche di pura conferma il titolo cautelare diventa quello, quindi il riesame rianalizza tutta la questione e in Cassazione ci si va non impugnando l'ordinanza del GIP ma appunto quella del riesame. Quindi, per principi di diritto costituzionale noi siamo assolutamente contrari e proponiamo a tutta l'Aula di votare questo soppressivo non per i termini ma appunto per la questione dell'annullamento con rinvio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 14.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Grassi, Dell'Osso, Piepoli, Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  478   
   Votanti  426   
   Astenuti   52   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cirielli 14.51.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, mi scusi, è una parte molto delicata e quindi vorrei intervenire, innanzitutto per ringraziare la Commissione e la maggioranza che ha accolto in parte l'emendamento che io avevo presentato. L'emendamento, che poi ho ripresentato in questo caso, impedisce al pubblico ministero di fare ricorso contro il tribunale del riesame che respinge le misure cautelari. Io credo che sia un fatto delicato che non va confuso con l'ipotesi del fatto che il PM non possa fare ricorso contro una sentenza in primo grado, perché sono due fatti diversi.
  Noi non ci dobbiamo dimenticare che, quando parliamo di custodia cautelare, siamo in un'eccezionalità rispetto all'articolo 13 della Costituzione della Repubblica, perché noi prevediamo di dare una pena, con la custodia cautelare, prima che una persona abbia subito neanche una condanna in primo grado.
  Per cui, siamo in un eccezionalità rispetto al nostro ordinamento. Ma se questo Parlamento, devo dire contro il mio parere, ha ormai sancito che la privazione della libertà è l'ultima risposta dello Stato, noi, quando andiamo ad intervenire nella privazione della libertà prima di una sentenza anche in primo grado, credo che dobbiamo agire con la massima cautela.
  Allora, nel momento in cui un pubblico ministero chiede una custodia cautelare e un collegio di tre magistrati decide che non vi sono le esigenze di custodia cautelare, come è possibile che il pubblico ministero possa avere potere di fare ricorso ? Questo gravame del riesame è chiaro che è solo nell'interesse dell'imputato, è solo l'imputato che può agire avanti la Corte di cassazione nel momento in cui viene respinta la richiesta di rimessione in libertà. Ripeto, siamo di fronte a un'eccezionalità, quella in cui si dà una pena senza neanche un processo, senza neanche una condanna, ed è giusto che il ricorso sia soltanto un vantaggio per l'imputato. Non si può mettere, da questo punto di vista, l'accusa sullo stesso piano.
  D'altro canto, chi dice che non vi sono le esigenze relative alla custodia cautelare Pag. 30è un collegio di tre magistrati. Credo che, su questo, benché la Commissione abbia fatto già un passo avanti, perché oggi ha stabilito che il pubblico ministero non possa fare ricorso nel caso che sia anche il giudice delle indagini preliminari ad avere respinto la custodia cautelare, il gravame contro il tribunale del riesame sia solo un'esigenza di difesa della libertà – in questo caso, prima del processo, altro che prima della condanna ! – e credo che sia giusto che il pubblico ministero non possa fare ricorso in Cassazione contro il tribunale del riesame.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 14.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ? Piccolo, Dall'Osso, Gallinella, Petraroli, Segoni, Fitzgerald Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  426   
   Astenuti   50   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   10    
    Hanno votato no  416.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Grassi, Taricco, Gutgeld, Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  455   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  358    
    Hanno votato no   97.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e il deputato Zan ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  CARLO SARRO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro di tutti gli emendamenti, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo formula un invito al ritiro di tutti gli emendamenti, altrimenti il parere è contrario, così come detto dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Ferraresi 15.50.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che il discorso di prima era riferito a questo emendamento e non a quello precedente.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ferraresi 15.50 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.Pag. 31
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 15.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld, Giammanco, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  478   
   Votanti  475   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  377.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 15.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  472   
   Votanti  463   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato   24    
    Hanno votato no  439.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Mantero ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Molteni 15.53 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo quindi ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 15.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Leva, Piccolo, Sani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  472   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no  453.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Cesaro Antimo, Leva...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  482   
   Votanti  460   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  359    
    Hanno votato no  101.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Andrea Romano ha segnalato di essersi erroneamente astenuto, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

Pag. 32

  Onorevole Fedriga, sincronizziamo gli orologi: sono le 13,02 e a questo punto dovremmo passare all'esame del subemendamento Costa 0.15.0100.1 e successivamente all'articolo aggiuntivo 15.0100 della Commissione. Tuttavia, poiché sul subemendamento Costa 0.15.0100.1 il Comitato dei nove deve ancora esprimere il prescritto parere, sospendiamo i nostri lavori, che riprenderanno alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e a partire dalle ore 16 per il seguito dell'esame del provvedimento.
  La ringrazio comunque per la sua sollecitazione. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

(Iniziative per l'inserimento nel patrimonio UNESCO della Cappella degli Scrovegni e di tutti i siti trecenteschi presenti nella città di Padova – n. 3-00533)

  PRESIDENTE. Il deputato Zan ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-00533, concernente iniziative per l'inserimento nel patrimonio UNESCO della Cappella degli Scrovegni e di tutti i siti trecenteschi presenti nella città di Padova (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, signor Ministro, la città di Padova, nel suo territorio, ha luoghi di elevatissimo pregio artistico, come i cicli di affreschi di straordinaria importanza e qualità, come la Cappella degli Scrovegni, l'Oratorio di San Michele, il Palazzo della Ragione, gli affreschi nella Basilica del Santo e dell'Oratorio di San Giorgio, il ciclo di affreschi del Guariento e i cicli di affreschi presso il Castello di proprietà dello Stato.
  Questi cicli rappresentano un patrimonio figurativo dovuto ad artisti di straordinaria importanza, come Giotto, innanzitutto, ma anche il Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero, Jacopo da Verona.
  Attualmente i cicli trecenteschi sono all'interno di una lista di osservazione di inserimento nel patrimonio UNESCO. Servono considerevoli risorse per mettere a punto un comune piano di gestione per i diversi siti.
  Allora, chiediamo cosa intende fare il Ministro, anche in termini di finanziamenti, per sostenere l'iniziativa di Padova ovvero per inserire gli affreschi del ’300 e la Cappella degli Scrovegni nei siti UNESCO come patrimonio dell'umanità.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi riferisco alla richiesta di notizie che l'onorevole Zan formula in merito all'iniziativa del comune di Padova e di altri enti per l'inserimento della Cappella degli Scrovegni e di tutti i siti trecenteschi nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO. A tale proposito riferisco che una proposta in tal senso, relativa proprio alla Cappella degli Scrovegni, è depositata sin dal 1996 presso il Centro del patrimonio mondiale dell'UNESCO ed è inserita nella lista propositiva italiana, che costituisce l'elenco delle possibili candidature.
  La proposta è stata poi confermata nella revisione della lista propositiva nel 2006. Successivamente a tale inserimento, i soggetti promotori di ciascun progetto si devono far carico, come scrive l'UNESCO, Pag. 33dell'elaborazione della vera e propria proposta di candidatura: un percorso complesso che richiede la redazione di un dossier informativo e di un piano di gestione dettagliata.
  Quanto all'impegno del Ministero, riferisco che l'Amministrazione ha contribuito finanziariamente nel corso degli anni alla conservazione degli affreschi della Cappella, che – come è noto – appartiene al comune di Padova. In particolare, il restauro degli affreschi di Giotto e il connesso progetto di conoscenza e comunicazione sono stati realizzati grazie al contributo a valere sui fondi «gioco del lotto» per 3 miliardi e mezzo di lire. Ma altri finanziamenti per circa 2 miliardi di lire negli anni 1998-2000 sono stati erogati successivamente per la conservazione degli altri siti trecenteschi affrescati. Tra i più recenti ricordo poi il contributo di 200 mila euro in favore delle superfici affrescate di cupola e tamburo del battistero della Cattedrale, nonché i fondi assegnati all'Istituto superiore per la conservazione e il restauro per il periodo 2010-2014, per lo svolgimento delle campagne di monitoraggio sullo stato di conservazione degli affreschi.
  Per ciò che attiene il percorso per l'inserimento dei beni in questione nella lista del patrimonio mondiale, il Ministero non sostiene finanziariamente la preparazione dei progetti di candidatura, ma attraverso un apposito ufficio garantisce un costante apporto tecnico-scientifico, assumendo quel ruolo di coordinamento richiesto dall'UNESCO. La lista propositiva di ciascun Paese viene rinnovata all'incirca ogni dieci anni.
  Il prossimo passo sarà, dunque, verificare l'attualità della suddetta proposta nel quadro delle strategie internazionali messe in campo dall'UNESCO per il riequilibrio della lista del patrimonio mondiale, che, come sappiamo, deve essere a favore di quelle aree geografiche ancora poco rappresentate. Come Ministero ci adopereremo per fare in modo che questa prestigiosa proposta venga considerata nel suo indubbio valore.

  PRESIDENTE. Il deputato Zan ha facoltà di replicare per due minuti.

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, io sono parzialmente soddisfatto, Ministro, perché conosco la sua attenzione per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e artistico. Però, come ben sa, la Cappella degli Scrovegni è di proprietà del comune di Padova, ma gli altri cicli di affreschi trecenteschi sono di varie proprietà, tra cui anche lo Stato, per quanto riguarda il Castello dei Carraresi.
  Dunque, quale istituzione, se non lo Stato, può finanziare un piano di gestione comune per favorire l'inserimento nei siti UNESCO di questo grande patrimonio per l'umanità ? Guardi, io sono di Padova, vivo a Padova, amo la mia città, per la quale sono anche impegnato politicamente nel territorio, e inserire la Cappella degli Scrovegni e i siti trecenteschi sarebbe un fatto di risonanza internazionale. Siamo in un momento di crisi economica. Sappiamo che, oltre a tutelare il nostro patrimonio artistico per consegnarlo alle future generazioni, noi dobbiamo pensare anche che questo genererebbe nuovi posti di lavoro, nuovi indotti per il turismo e per il commercio. Dunque, questo sarebbe un fatto assolutamente importante in questo momento difficile. Confido nella sua sensibilità e nella possibilità di rivedere la possibilità che il Ministero possa dare anche un contributo economico per far partire questo inserimento nei siti UNESCO, per far diventare la Cappella degli Scrovegni e i siti trecenteschi patrimonio dell'umanità. È impensabile che ad oggi non lo sia ancora.

(Iniziative in merito al trattamento economico del personale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che partecipa a operazioni di messa in sicurezza del patrimonio artistico e architettonico – n. 3-00535)

  PRESIDENTE. La deputata Schirò ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00535, concernente iniziative in merito Pag. 34al trattamento economico del personale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che partecipa a operazioni di messa in sicurezza del patrimonio artistico e architettonico (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GEA SCHIRÒ. Signor Presidente, Ministro, i fatti recenti della storia del suolo italiano, dall'Umbria all'Emilia, senza scordare il Duomo di Noto e, prima di tutto, il devastante terremoto dell'Aquila, non avrebbero potuto essere affrontati senza la collaborazione tecnica dei funzionari del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dei vigili del fuoco. Chiedo, signor Ministro, se non intenda prevedere nei prossimi interventi legislativi che i funzionari del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che hanno partecipato a operazioni di messa in sicurezza del patrimonio artistico e architettonico a fianco dei suddetti vigili del fuoco, abbiano lo stesso trattamento economico di questi ultimi, visto che sono esposti ai medesimi rischi e ne condividono le medesime responsabilità.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Bray, ha facoltà di rispondere.

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, l'onorevole Schirò propone di estendere al personale del mio Ministero che partecipa ad operazioni di messa in sicurezza del patrimonio culturale danneggiato da eventi sismici lo stesso trattamento economico spettante ai vigili del fuoco. Voglio esprimere il mio personale apprezzamento per la proposta poiché sono pienamente convinto del fatto che in queste situazioni così gravi, che mettono a rischio il nostro patrimonio, il personale del Ministero ha agito con grande senso di responsabilità e di dedizione non comune costituendo un valido supporto sin dai primi interventi urgenti. La proposta, meritevole di attenzione e supportata da ragionevoli argomentazioni, si scontra – e me ne rammarico – con alcune rigidità che sussistono in materia di trattamento economico e non solo tra i pubblici dipendenti.
  Vorrei, infatti, far presente che il rapporto di impiego del personale appartenente al Corpo dei vigili del fuoco è disciplinato ai sensi dell'articolo 3, comma 1-bis, del decreto legislativo n. 165 del 2001, ed è rimasto interamente pubblico in base ad autonome disposizioni ordinamentali e sottratto al regime del pubblico impiego privatizzato. Il rapporto, invece, di impiego del personale del mio Ministero è soggetto al regime privatistico, ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001, ed è disciplinato dal contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Ministeri, sottoscritto per la parte pubblica dall'ARAN, che regolamenta i principali istituti e il rapporto di lavoro.
  Appare, dunque, difficile estendere per legge al personale del mio Ministero trattamenti economici riservati a personale disciplinato da fonti di regolamentazione diverse stante l'espresso divieto contenuto nello stesso decreto legislativo n. 165 del 2001 che, all'articolo 2, dispone che l'attribuzione di trattamenti economici al personale in regime privatistico può avvenire esclusivamente mediante contrattazione.

  PRESIDENTE. La deputata Schirò ha facoltà di replicare.

  GEA SCHIRÒ. Signor Presidente, Ministro, la ringrazio per le parole sensibili che spesso l'hanno connotata nel trattare l'argomento di sua competenza. Mi permetto, però, di ricordare che il lavoro effettuato in emergenza viene riconosciuto al personale operativo che viene impiegato necessariamente per un tempo superiore a quello ordinario, sia notturno, che anche festivo, e il più delle volte in trasferta.
  Di conseguenza, in occasione di emergenze nazionali, vengono previsti di norma all'interno delle ordinanze di protezione civile specifici fondi per soddisfare le esigenze di lavoro straordinario effettuato dal personale del Corpo nazionale dei vigili del Pag. 35fuoco, dal Dipartimento della protezione civile e altri. Francamente consideriamo opportuno e necessario che i tecnici del Mibac, impiegati nelle stesse strutture di emergenza possano usufruire dello stesso trattamento economico dei corpi di primo intervento sopra citati. Aggiungo che, trattandosi di diarie, non è necessaria nessuna stima previdenziale aggiuntiva o oneri connessi che risultino a carico del bilancio nazionale...

  PRESIDENTE. Deputata Schirò, concluda.

  GEA SCHIRÒ. Sto terminando. Questo gesto sarebbe il giusto riconoscimento a un gruppo di professionisti che partecipano attivamente e spesso assumendosi dei rischi (penso ai primi sopralluoghi in luoghi come Noto o L'Aquila e al terremoto dell'Emilia e alla conseguente messa in sicurezza di importanti opere d'arte, reliquie e reperti) alla tutela dei beni culturali italiani che sono – e non dobbiamo mai dimenticarlo e su questo mi ricollego all'intervento del collega Zan – patrimonio culturale dell'umanità.

(Iniziative per la piena attuazione del progetto «Grande Pompei» – n. 3-00536)

  PRESIDENTE. Il deputato Formisano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00536 concernente iniziative per la piena attuazione del progetto «Grande Pompei» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, signor Ministro, in una interrogazione che mi ha preceduto si parlava di inserire nel patrimonio dell'UNESCO la Cappella degli Scrovegni di Padova: un'aspirazione legittima, un'aspirazione verso la quale, credo, il Governo si muoverà. Io vengo a parlarle di una situazione che è già tutelata dall'UNESCO, parlo di Pompei, a Pompei siamo già «quelli» tutelati dall'UNESCO e vengo a chiederle: speriamo di non perdere l'inserimento nel patrimonio tutelato dall'UNESCO a differenza di quello che si fa laddove si chiede l'inserimento nel patrimonio. Credo che non le sfugga che Pompei finora è stata utilizzata unicamente dalla politica per fare la battaglia contro il Ministro Bondi o contro il Ministro Bray e credo che non sia questo quel che meriti Pompei...

  PRESIDENTE. Deputato Formisano, concluda.

  ANIELLO FORMISANO. Concludo, signor Presidente. Credo che lei debba dare una risposta chiara anche rispetto agli investimenti che il mondo intero, gli accademici, la cultura, l'Unione europea hanno inteso destinare a Pompei e credo che lei debba dire con chiarezza perché siamo in ritardo, ad esempio, rispetto ad una cosa che doveva essere fatta entro l'8 dicembre e che ancora non è stata fatta: penso alla struttura di supporto del direttore e del vicedirettore.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Illustre Presidente, onorevole interrogante, è noto a quest'Aula l'impegno a favore della tutela e della valorizzazione dell'area archeologica di Pompei. Tale impegno ha rappresentato sin dall'inizio uno degli obiettivi su cui ho ritenuto di focalizzare il mio mandato: il decreto «valore cultura» ha assegnato, grazie al contributo fornito dal Parlamento, un importante cambio di passo nelle politiche di questo Paese in favore della cultura. Ciò anzitutto mediante l'utilizzo dei fondi disponibili verso Pompei che ammontano, come correttamente dice l'onorevole interrogante, a 105 milioni di euro. E a tal fine sarà operante, entro brevissimo, la struttura prevista dal decreto-legge al fine di accelerare le procedure di gara per l'affidamento dei lavori. Come sapete, sono stati individuati il direttore generale di progetto Pag. 36e il vicedirettore vicario nelle persone del generale dell'Arma dei carabinieri Giovanni Nistri, già comandante del comando per la tutela del patrimonio culturale, e del dottor Fabrizio Magani, dirigente del Ministero che ha già dimostrato grande determinazione e concretezza nel raggiungimento dei suoi obiettivi in Abruzzo.
  Annuncio, inoltre, che, proprio in questi giorni, è imminente la firma da parte del Presidente del Consiglio di quel decreto che rende operativa la struttura di supporto del direttore generale a cui fa riferimento l'onorevole interrogante. Compiuto questo passo che, ripeto, sarà prossimo, in questi giorni, seguirà l'effettivo subentro del direttore generale in tutte le attività concernenti l'affidamento e la gestione dei lavori. Potranno quindi essere immediatamente bandite le nuove e urgenti procedure di gara. Il medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri renderà operante l'unità Grande Pompei destinata a costituire una sede stabile di coordinamento tra tutti i numerosi soggetti pubblici interessati al piano di gestione del sito UNESCO. Questo tavolo di confronto permanente consentirà di individuare e attuare più facilmente e in tempi celeri le iniziative per la piena valorizzazione del sito UNESCO a cui tutti teniamo particolarmente.
  Mi sento, quindi, di poter assicurare all'onorevole interrogante e a tutti i cittadini che hanno a cuore il patrimonio di Pompei l'attenzione del mio Ministero e del Ministro, che è sempre piena e vigile. Nei giorni anche festivi, con il generale Nistri e con il direttore Magani, abbiamo lavorato per l'attuazione di un piano che siamo certi potremo mettere in atto sin dalla prossima settimana.

  PRESIDENTE. Il deputato Formisano ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, signor Ministro, devo dire che finalmente siamo di fronte ad un Ministro che non pensa che con la cultura non si mangia, come qualcuno ha avuto modo di dire per il passato, un Ministro della Repubblica italiana. Noi pensiamo che con la cultura, invece, non solo si mangi, ma si faccia, appunto, cultura.
  La ringrazio per la risposta specifica sul quesito posto: era dall'8 dicembre che andava nominata questa commissione. È del tutto evidente a tutti che senza questa commissione, probabilmente, non si riesce a cominciare ad utilizzare i 105 milioni che ci sono stati destinati.
  Noi saremo qui a controllare per i prossimi tempi che quel che lei ha detto e che ritengo positivamente interpretabile da parte del Parlamento e da parte delle forze che hanno a cuore la cultura qui in Italia e nel mondo. Noi saremo qui, dicevo, a verificare che, poi, gli step che lei ha previsto vengano tutti quanti realizzati.
  Le diamo atto dell'attenzione culturale che fin dai primi mesi di quest'anno lei ha voluto dimostrare «plasticamente» con le sue presenze ripetute su Pompei. Ovviamente questo non basta, Ministro: vanno, poi, fatti gli atti conseguenti perché non capiti più ciò che è capitato su Pompei, vanno fatti gli atti conseguenti perché finalmente si sia in condizioni di spendere i soldi che la comunità scientifica internazionale ci attribuisce non perché siamo più bravi, ma perché Pompei «capita» in Italia. E, quindi, noi abbiamo il dovere verso gli italiani, ma soprattutto verso la cultura mondiale, di preservare quel bene per quel che rappresenta, per l'oggi e per quel che potrà ancora rappresentare. Io mi immagino, a volte, se negli Stati Uniti vi fossero bellezze architettoniche come le nostre, quante prenotazioni all'anno ci sarebbero di visite in quei siti.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ANIELLO FORMISANO. Noi abbiamo questo ben di Dio che, in qualche modo, può produrre non solo cultura, ma anche economia, risorse e lavoro e ce lo facciamo sfuggire di mano al punto tale che, a volte, l'UNESCO è costretto a dirci: se non lo fate, lo cancelliamo dal patrimonio dell'UNESCO. Grazie Presidente, grazie Ministro, saremo qui a verificare che quel che lei ha detto, poi, effettivamente sarà fatto.

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(Iniziative di competenza a tutela del Teatro dell'Opera di Roma – n. 3-00537)

  PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00537, concernente iniziative di competenza a tutela del Teatro dell'Opera di Roma (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, signor Ministro, il comune di Roma ha definanziato il Teatro dell'Opera, determinando il mancato pareggio di bilancio e causando una grave riduzione di personale, la drastica riduzione degli stipendi di coloro che riusciranno a conservare il posto di lavoro.
  Il Teatro dell'Opera di Roma subirà, quindi, una inevitabile riduzione della produzione artistica e della qualità della stessa – dalla quale trarrà, invece, beneficio Santa Cecilia –, vanificando il rilancio faticoso che è avvenuto nel corso degli ultimi anni.
  Il sindaco Marino ha nominato a soprintendente del Teatro dell'Opera Carlo Fuortes, con il parere favorevole del consiglio d'amministrazione nel quale siedono anche rappresentanti del Ministero che lei presiede. Fuortes è attualmente amministratore delegato della fondazione «Musica per Roma», che ha tra i suoi soci Santa Cecilia, istituzione rientrata a scapito proprio del Teatro dell'Opera nel ristretto elenco delle istituzioni culturali virtuose.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FABIO RAMPELLI. Per farla breve, la domanda è se non ritenga opportuno, nell'ambito delle proprie competenze, intervenire a tutela del Teatro dell'Opera, salvaguardandone il personale e promuovendo ogni verifica utile in ordine all'effettiva situazione del bilancio dello stesso ente, nonché a quanto ammonti nel totale l'indennità di questo signor Carlo Fuortes, che ha mille cariche pubbliche.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Illustre Presidente, l'onorevole Rampelli pone alcune questioni scaturenti dal paventato definanziamento della fondazione del Teatro dell'Opera di Roma. Al riguardo, occorre premettere che il Ministero esercita la vigilanza sulle fondazioni che sono enti di diritto privato, dotate, quindi, di piena autonomia gestionale. In tale quadro ordinamentale, l'amministrazione statale non ha alcun potere di influire sulle scelte degli altri soggetti pubblici partecipanti alle stesse fondazioni.
  Venendo al merito di quanto evidenziato dall'onorevole interrogante, voglio però precisare, con riferimento all'asserito definanziamento del Teatro dell'Opera da parte del comune di Roma, che l'ente locale ha erogato alla fondazione 17 milioni e mezzo di euro, interamente versati. Questa somma costituisce di gran lunga il contributo più importante tra quelli stanziati dai comuni che sostengono i teatri dell'opera in Italia.
  Il contributo ordinario della precedente amministrazione comunale è stato di 18 milioni di euro, anche questo un contributo importante. A fronte di tale dato, la perdita totale della Fondazione, accertata ad oggi, ammonta, per il solo anno 2013, a 10 milioni 700 mila euro. Tra le principali voci che concorrono al mancato pareggio di bilancio sono da segnalare l'aumento dei costi, più 5 milioni 672 mila euro rispetto al budget, e la diminuzione delle risorse proprie, meno un milione 538 mila euro.
   Per ciò che attiene alla nomina di Carlo Fuortes a sovrintendente del Teatro dell'Opera, l'onorevole interrogante ravvisa un potenziale conflitto di interessi rispetto ad altri incarichi ricoperti dallo stesso Fuortes. In proposito, pare necessario evidenziare, innanzitutto, che l'incarico di sovrintendente dell'Opera, per quello che riguarda il nostro Ministero e i suoi rappresentanti, Pag. 38è remunerato con il compenso simbolico di mille euro lordi al mese. Il sovrintendente Fuortes è di fatto cessato dalla carica di commissario straordinario della Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari, essendo già stato ricostituito il consiglio di amministrazione dell'ente ed essendo, altresì, imminente la nomina, da parte del consiglio, del nuovo sovrintendente. Con riguardo invece all'incarico richiamato dallo stesso Fuortes quale amministratore delegato della Fondazione «Musica per Roma», mi preme evidenziare che, contrariamente a quanto detto, né il Ministero né l'Accademia di Santa Cecilia sono tra i soci partecipanti alla Fondazione della quale fanno parte, invece, la regione Lazio, la provincia di Roma, il comune di Roma e la Camera di commercio.

  PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  FABIO RAMPELLI. La risposta è deludente, Ministro, glielo dico in anticipo, perché gli sforzi fatti per risanare i bilanci del Teatro dell'Opera di Roma sono sotto gli occhi di tutti e mi sembra davvero clamoroso constatare che, da una lettura evidentemente ostile dei bilanci fatta di recente, si venga a raccontare questa sorta di buco di bilancio di 10 milioni di euro quando, fino a ieri, secondo personalità anche illustri e particolarmente conosciute, cito il vicepresidente della Fondazione del Teatro dell'Opera di Roma, il dottor Bruno Vespa, eravamo in condizioni di assoluto pareggio di bilancio. Ciò per tre anni consecutivi, questo sarebbe stato il quarto che avrebbe definito l'operato del Teatro dell'Opera di Roma un operato virtuoso e quindi avrebbe potuto, giustamente, far accedere il Teatro dell'Opera stesso a nuovi fondi e, quindi, a una ulteriore stagione virtuosa di rilancio del proprio prodotto artistico. Ricordo che il Teatro dell'Opera di Roma ha certamente una valenza nazionale e internazionale e in quanto tale dovrebbe essere nelle preoccupazioni del Ministero che lei presiede.
  Per quello che concerne Carlo Fuortes, lei mi ha appena confermato quelle che erano le nostre preoccupazioni. Carlo Fuortes è amministratore delegato del Parco della Musica, contemporaneamente è stato – lei dice che ha cessato le funzioni, evidentemente da questa mattina – commissario del Petruzzelli di Bari, adesso il ruolo sul Teatro dell'Opera di Roma lo abbiamo definito e, quindi, questo è il terzo elemento che entra nella partita oltre al Parco della Musica di cui Carlo Fuortes è amministratore delegato, non ci ha detto quant’è che guadagna lì, perché guadagnerà forse mille euro simbolici al mese per la sua funzione presso il Teatro dell'Opera, però non ci ha definito quante centinaia di migliaia di euro guadagna, invece, ogni anno con riguardo al suo incarico al Parco della Musica. Dentro il consiglio di amministrazione del Parco della Musica c’è il presidente dell'Accademia di Santa Cecilia, quindi il conflitto di interessi è palese. Io glielo confermo e la invito a scendere in campo per difendere il Teatro dell'Opera di Roma, il personale che c’è dentro, il prodotto artistico e i sacrifici che sono stati fatti in questi anni, perché nei cinque anni che sono dietro le nostre spalle abbiamo, di fatto, risanato anni di gestione allegra che certamente non erano nelle responsabilità di chi, appunto, ha avuto il ruolo di condurre l'amministrazione capitolina nei cinque anni trascorsi.

(Iniziative in materia di diritto d'autore – n. 3-00534)

  PRESIDENTE. Il deputato Andrea Romano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00534, concernente iniziative in materia di diritto d'autore (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, la mia interrogazione è rivolta al Ministro dei beni e delle attività culturali e verte intorno al tema del diritto d'autore, riguardante poi il grande tema dei produttori Pag. 39di cultura, dei produttori di cultura e del modo in cui i produttori di cultura ricevono un compenso dalle proprie produzioni. Sappiamo tutti, e certamente lo sa meglio di me l'onorevole Ministro, che in Italia la normativa che regolamenta il tema dei diritti d'autore risale nientepopodimeno che al 1941; è nel 1941 che, infatti, viene adottata la legge che disciplina la SIAE, la società italiana degli autori e degli editori, ed è al 1941 che risale il monopolio di diritto della SIAE, organismo che, appunto, è l'unico in Italia autorizzato a raccogliere i proventi che derivano dalle produzioni culturali e a destinarli poi ai produttori di cultura.
  Allora, la mia interrogazione riguarda questo, e la domanda che rivolgo all'onorevole Ministro è quali iniziative il Governo e il Ministro nello specifico vogliano intraprendere per adeguare questa normativa a quello che è successo dal 1941 al 2014, ovvero all'apertura di questo mercato e alla necessità di autorizzare finalmente in Italia la nascita di società, le cosiddette collecting society, che lascino finalmente liberi i produttori di cultura di negoziare autonomamente i proventi del proprio ingegno.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha facoltà di rispondere.

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, onorevole interrogante, nel contesto europeo, nel quale è necessario che muova ogni ragionamento in materia di revisione di istituti del diritto d'autore, ivi inclusa la materia della società di gestione collettiva, sta per vedere la luce la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla gestione collettiva del diritto d'autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali e per l'uso online nel mercato interno. La direttiva si applicherà a tutti i soggetti che svolgano attività di intermediazione dei diritti; fisserà regole di trasparenza e di informazione; prevederà un articolato sistema di controllo da parte delle autorità governative sulle società stabilite nei rispettivi territori. In base a principi più volte affermati dalla Corte di giustizia, lo svolgimento di tale servizio di interesse economico generale giustifica pienamente l'attribuzione dei diritti di esclusiva alla SIAE.
  In Italia, sin dalla sentenza n. 25 del 1968, confermata dalle sentenze n. 65 del 1972 e n. 215 del 1986, la Corte costituzionale ha sancito la legittimità e l'esclusiva di legge, riconoscendo la concreta insostituibilità delle attività di intermediazione e riconosciuta la funzione di interesse generale di tutela della proprietà intellettuale.
  In senso analogo si è più volte pronunciata la Corte suprema di Cassazione e da ultimo, con la sentenza n. 241 del 1990, la stessa Corte costituzionale, che ha ribadito come l'enorme diffusione dell'ingegno rende in concreto quasi sempre indispensabile l'attività di intermediazione della SIAE. Ciò vale in particolare anche per le opere straniere, rispetto alle quali l'accesso all'utilizzazione può avvenire in generale solo attraverso il detto ente.
  La Corte ha notato che è compito della SIAE anche favorire la piena diffusione della cultura, compito che potrebbe essere facilmente disatteso se l'ente non fosse soggetto agli obblighi del monopolista. La Corte, infatti, ha ritenuto applicabile alla SIAE l'articolo 2597 del codice civile, che sancisce a carico del monopolista l'obbligo di contrarre con chiunque richieda le prestazioni che formano oggetto dell'attività osservando la parità di trattamento.
  Tutti gli autori comunitari, a prescindere dal loro successo, hanno quindi diritto di essere tutelati per motivi di interesse pubblico. La libertà di stabilimento dei cittadini e delle imprese all'interno del mercato dell'Unione, che pure viene evocata a sostegno di un'asserita necessità di una liberalizzazione, comporta semplicemente che il cittadino o l'impresa che voglia stabilirsi all'interno di un altro Stato membro non venga discriminato rispetto ai cittadini e alle imprese operanti in questo Stato membro.Pag. 40
  Per ciò che attiene al processo di liberalizzazione del settore dei diritti connessi agli artisti, interpreti, esecutori, occorre sottolineare come il settore dei diritti connessi rappresenti un sistema economico gestionale profondamente diverso da quello del diritto d'autore, ma rassicuro sin d'ora l'onorevole interrogante sulla circostanza che è mia intenzione procedere ad una completa revisione della materia del diritto d'autore.

  PRESIDENTE. Il deputato Andrea Romano ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, mi dichiaro non parzialmente soddisfatto, ma pienamente insoddisfatto, onorevole Ministro, e mi dispiace di questo, perché ho colto nella sua risposta tre elementi in contraddizione. Mi permetta. Il primo è il riferimento del tutto corretto a una direttiva che è in corso di gestazione da parte dell'Unione europea per la quale, appunto, saremo costretti ad aprire il mercato ad altre collecting society; in un secondo tempo lei si è riferito, altrettanto legittimamente, ad una sentenza dalla Corte costituzionale del 1968, che legittimava il monopolio della SIAE, ma mi viene da dire che dal 1968 al 2014 sono accadute alcune cose – non devo essere certo io a ricordargliele – nel campo e nel mercato della produzione culturale. Infine, ha concluso il suo intervento dicendo che, tuttavia, lei si impegnerà – e di questo gliene sono grato – affinché la normativa sul diritto d'autore venga aggiornata. E questa normativa, a nostro parere, a mio parere, deve essere aggiornata essenzialmente attraverso il superamento del monopolio della SIAE. Sono tre elementi in evidente contraddizione, però io spero che nel corso dell'opera di governo dei prossimi mesi arrivino ad un chiarimento. Certamente da parte parlamentare, da parte di Scelta Civica, nel concreto ci sarà un'iniziativa molto decisa affinché l'Italia si adegui a quello che accade altrove in Europa. Lei sa meglio di me che in molti Paesi comparabili all'Italia il mercato delle collecting society è già aperto.
  Esiste in Francia, in Germania, in Gran Bretagna, esiste una pluralità di collecting society tale per cui il monopolio della SIAE in Italia è veramente una eredità del passato che deve essere superata al più presto nell'interesse dei produttori di cultura e non di altri.

(Iniziative volte a scongiurare l'ulteriore aumento delle tariffe autostradali – n. 3-00538)

  PRESIDENTE. Il deputato Cristian Iannuzzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00538, concernente iniziative volte a scongiurare l'ulteriore aumento delle tariffe autostradali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, Ministro, abbiamo appreso, o meglio l'abbiamo constatato dall'ira dei cittadini che hanno preso l'autostrada in questi giorni, che lei assieme al suo collega Saccomanni avete autorizzato, con procedure poco chiare, un aumento dei pedaggi autostradali che, in alcune tratte, superano addirittura l'8 per cento con un aggravio di costi per le famiglie di circa 87 euro l'anno e aggravi superiori per imprese e autotrasportatori, che già sono sottoposti al salasso dell'aumento costante del prezzo dei carburanti.
  I rincari sarebbero giustificati dal calo del traffico. Non si capisce allora, Ministro, come mai questo Governo continui ad investire su nuovi corridoi, nuove autostrade e nuovo asfalto. Considerato che questi rincari difficilmente garantiranno dei flussi di traffico maggiori di quelli attuali, le domandiamo quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di scongiurare ulteriori aumenti delle tariffe autostradali, anche perché se i criteri rimangono questi si prevedono nuovi salassi per i cittadini.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

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  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti, sia ovviamente quelli del gruppo MoVimento 5 Stelle sia gli altri quattro che seguiranno su questo tema, perché permetterà al Governo di rispondere puntualmente sulle richieste dei singoli interroganti ed anche di sviluppare una risposta che sia più comprensibile nei diversi aspetti.
  Dico già sin d'ora che credo che anche le Commissioni competenti di Camera e Senato debbano essere coinvolte non solo per verificare correttamente quanto è avvenuto in questo periodo, ma anche per confrontarsi sulle prospettive delle revisioni eventuali delle convenzioni che ci sono.
  Venendo all'interrogazione dell'onorevole Iannuzzi, vorrei preliminarmente fornire alcuni dati di riferimento perché, forse, mi sembra che manchino anche dalle domande poste dall'onorevole interrogante.
  Innanzitutto la rete autostradale a pedaggio nel nostro Paese si sviluppa per circa 5.800 chilometri ed è assentita a 24 società con 25 rapporti di concessione, ciascuna con una propria scadenza, e ciascuna concessione è regolamentata per legge da una concessione e da un contratto. Ricordo che ci sono sei convenzioni stabilite e stipulate definitivamente dal CIPE nell'anno 2007 che regolano, singolarmente o per gruppi, i rapporti concessori e concessionari tra lo Stato e i diversi concessionari.
  Quindi è un sistema molto differenziato e articolato che ovviamente non potrà essere riformato con un unico atto laddove si debba andare verso questa strada. In questo complesso sistema Autostrade per l'Italia Spa gestisce oltre il 50 per cento, corrispondente a 2.850,6 chilometri, ma le restanti 23 società gestiscono tratte con una estensione variabile da un massimo di 300 chilometri fino a 20 chilometri, quindi con una grande frammentazione delle gestioni.
  Inoltre, tenuto conto delle modifiche regolatorie intercorse negli anni e i diversi periodi delle sottoscrizioni degli atti convenzionali, attualmente, come ho detto, sono 6 i distinti regimi convenzionali. Possiamo dire che tutti i regimi tariffari in vigore sono riconducibili negli elementi essenziali alla formula tariffaria del CIPE n. 39/2007. L'aggiornamento delle tariffe avviene quindi con periodicità annuale secondo le modalità e i termini definiti negli atti di convenzione vigenti.
  Nei medesimi sono specificate anche le formule sulla base delle quali viene quantificata la tariffa da applicare all'utenza e l'incremento medio percentuale da riconoscere rispetto all'anno precedente. Cambiare unilateralmente i contratti, come fu fatto nel 2006, comporta gravi conseguenze anche a livello comunitario. Fra l'altro, ricordo che anche in quella occasione lo Stato dovette tornare indietro rimodificando la norma e rinegoziando le convenzioni. Si tratta quindi di un contesto giuridico molto vincolante. Proseguirò nella risposta, ovviamente rispondendo anche agli altri interroganti.

  PRESIDENTE. Il deputato Dell'Orco, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio il Ministro Lupi che ci ha fatto un bell'elenco delle note del Servizio Studi, lo sapevamo già: però le parole non bastano più. Lei oggi doveva prendere un impegno ben preciso di revisione degli aumenti dei pedaggi autostradali, che sono completamente svincolati rispetto al servizio offerto. Lei tra l'altro ha avuto pure il coraggio di dichiarare alla stampa di essere molto preoccupato per l'aumento delle tariffe, che sono un peso per famiglie e imprese, quando quei rincari sono stati approvati con decreto proprio dal suo Ministero; o almeno così pare, dato che in realtà è un decreto fantasma, e il suo Ministero non ci ha fornito nemmeno il testo, ammesso che esista.
  Ministro, lei ci deve spiegare perché le ditte autostradali osano avanzare richieste assurde, e perché il Governo si stende a tappetino nei loro confronti.

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  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MICHELE DELL'ORCO. Loro lamentano una perdita di incassi per un calo del traffico, e subito ottengono aumenti di pedaggi, mentre invece le mille imprese che chiudono ogni giorno, le imprese che sopravvivono con l'acqua alla gola, a quelle nessuno fa regali. Ci chiediamo perché invece le lobby dei concessionari autostradali possano essere in pratica aziende senza rischio d'impresa !
  Per arginare questa situazione, è urgente introdurre sconti per i pendolari, ma soprattutto sostenere le imprese di trasporto, perché altrimenti sappiamo che quegli aumenti ricadranno come sempre sui consumatori finali, con aumenti dei prezzi su tutte le merci: dalle mele all'insalata ai vestiti, e così via. È importante iniziare a creare alternative al trasporto merci su gomma, finanziando per esempio misure di ferro-bonus, incentivando quindi il trasporto merci su treno. Se non vedremo quindi nei prossimi giorni un suo concreto intervento, e soprattutto se non vedremo questo decreto fantasma, segnaleremo l'accaduto all'Autorità dei trasporti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per la revisione degli incrementi dei pedaggi registratisi in alcune autostrade del Nord Italia e misure per garantire una maggiore equità sul territorio nazionale in relazione ai costi di percorrenza delle tratte autostradali – n. 3-00539)

  PRESIDENTE. Il deputato Nicola Molteni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Giancarlo Giorgetti n. 3-00539, concernente iniziative per la revisione degli incrementi dei pedaggi registratisi in alcune autostrade del Nord Italia e misure per garantire una maggiore equità sul territorio nazionale in relazione ai costi di percorrenza delle tratte autostradali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, Ministro Lupi, Ministro lombardo, Ministro milanese, dal 1o gennaio sono scattati gli aumenti ai pedaggi autostradali: una media nazionale del 3,9 per cento. Peccato però, Ministro, che gli aumenti sono ricaduti soprattutto sulle autostrade del Nord, con danno per i pendolari, per i lavoratori e per le famiglie. Alcuni esempi: la A9, la Milano-Como, più 11,5 per cento, tre volte la media nazionale; aumenti sulla A8, sulla Milano-Varese, aumenti sulla A4, aumenti sulla tangenziale di Milano, aumenti sul passaggio di Mestre. Aumenti al Nord, ma non al Sud: al Sud, salvo casi eccezionali, gli aumenti sono dello zero per cento, per un motivo molto semplice: che al Sud non ci sono i pedaggi !

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  NICOLA MOLTENI. Il Nord si è stancato di pagare per tutti, Ministro. Le chiediamo quindi innanzitutto di rivedere l'aumento dei pedaggi in modo particolare al Nord, e quindi di intervenire tempestivamente, di creare equità tra Nord e Sud del Paese, e di prevedere degli incentivi in modo particolare per residenti del Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, proseguo quindi, includendo ovviamente anche le domande poste dai colleghi onorevoli interroganti della Lega.
  È evidente che non esistono decreti fantasma: esiste, come abbiamo detto, una regolazione attraverso convenzioni. Sono sei le convenzioni, che prevedono alcuni criteri tassativi a cui il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in accordo con il Ministero dell'economia e delle finanze, deve attenersi. Il decreto è stato firmato il 31 dicembre dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, in accordo con il Ministro dell'economia e delle finanze. Pag. 43I criteri applicati sono stati riveduti, e – mi sembra che già era contenuto nell'interrogazione posta – a fronte di una richiesta complessiva del 4,74 per cento di incremento da parte delle società autostradali, si è concesso un aumento medio complessivo del 3,9 per cento.
  In ordine alla metodologia applicata per gli incrementi tariffari, di cui ho già parlato, è stata adottata, d'intesa appunto con il Ministero dell'economia, una procedura volta ad assicurare il contenimento degli aumenti tariffari attraverso una puntuale contestazione tecnica con ogni singolo concessionario riguardo all'aumento tariffario proposto.
  Ricordo che il lavoro che è stato fatto ha portato – con la preoccupazione, ribadisco, in un momento come questo di aumenti che ricadono poi sulle spalle dei pendolari, degli autotrasportatori e ovviamente dei cittadini, in una fase così di recessione – ad un risparmio per l'utenza quantificato in 50 milioni di euro.
  Una revisione dei meccanismi si imporrà, com’è giusto che sia, in questo anno, anche per le profonde novità intervenute nell'economia del Paese in questi anni di crisi. Aggiungo che un importante elemento di questo rivisitazione dovrà essere anche quello di favorire anche l'investimento, come noi abbiamo sempre fatto, in questo settore dei privati, che risultano di vitale importanza per il progresso del Paese, misure di semplificazione e riduzione dei differenti regimi.
  Per quanto riguarda il tema dell'iniquità di un prelievo dei pedaggi sulla rete autostradale del Nord rispetto, per esempio, alla rete autostradale del Sud, si può dire che il 52 per cento della rete autostradale è concentrata nel Nord del Paese e qui si concentrano lavori in corso – uno dei parametri è ovviamente quello del recupero degli investimenti da parte dei soggetti privati, le opere nel Nord sono per la maggior parte fatte in questo momento in project financing – per oltre 4,5 miliardi di euro. Sulle autostrade citate A8 e A9, inserendo anche la A4, nell'ultimo decennio sono stati effettuati investimenti per oltre 1 miliardo di euro e, com’è noto, ne sono programmati altrettanti.
  Gli onorevoli interroganti sanno bene che il tema del pedaggiamento invece del Sud e della Salerno-Reggio Calabria ha radici antiche e riguarda quel pacchetto di misure a favore del Mezzogiorno che storicamente i nostri Governi hanno indirizzato a incrementare la coesione sociale di un Paese complesso e difficile come l'Italia.
  In ogni caso io credo che si debba intervenire nella revisione complessiva quest'anno del sistema, in collaborazione con le Commissioni. Ma il primo lavoro che stiamo facendo, una volta appunto firmato il decreto, è quello di convocare la settimana prossima le società concessionarie per intervenire per la prima volta con una proposta di pacchetto di abbonamenti che possa andare a intervenire e a favorire alcune categorie, penso ai pendolari e penso a coloro che utilizzano il sistema autostradale nelle tratte più brevi per recarsi al lavoro.

  PRESIDENTE. Il deputato Molteni ha facoltà di replicare, per due minuti.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, Ministro, da un Ministro lombardo noi ci attendiamo molto di più, perché il Nord in questi anni ha sempre pagato e continua a pagare per tutti e soprattutto continua a pagare per mantenere gli sprechi del Sud.
  L'aumento dell'undici e mezzo per cento, tre volte la media nazionale, su un tratto – la Milano-Como – di 30 chilometri, con due caselli, 3,9 euro a chilometro, è iniquo ed ingiusto, soprattutto nel momento in cui noi vediamo che con la legge di stabilità sono stati stanziati ancora 340 milioni di euro per la Salerno-Reggio Calabria, un'autostrada i cui lavori sono partiti nel 1964 e che ad oggi è costata circa 7 miliardi e mezzo di euro; e mancano ancora 58 chilometri per un ulteriore costo di 3 miliardi di euro. Dieci miliardi di euro per una strada che rappresenta la vergogna di questo Paese.
  Il Nord ha sempre pagato, ma non è più disposto a pagare per tutti. Non capiamo Pag. 44il motivo per cui, ad esempio, la Salerno-Reggio Calabria non è pedaggiata, il grande raccordo anulare non è pedaggiato, e questo rappresenta l'ennesima forma discriminatoria, vessatoria e di razzismo di Stato nei confronti del Nord, nei confronti dei pendolari del Nord e nei confronti dei lavoratori del Nord.
  Ministro, la Lega, che difende il Nord e che continuerà a difendere le istanze del Nord, l'11 gennaio, sabato, organizzerà dei presidi su questi caselli autostradali, presidi per far sentire la voce di protesta, la voce di indignazione non solo della Lega ma del territorio e dei cittadini del Nord. La invitiamo a partecipare, la invitiamo a toccare con mano questa protesta. Il Nord non può pagare per tutti, il Nord paga e al Sud si viaggia gratis. È un'ingiustizia che non tolleriamo più (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

(Chiarimenti in merito alla mancata rinegoziazione dei contratti con i concessionari della rete autostradale, alla luce dei recenti incrementi dei pedaggi – n. 3-00540)

  PRESIDENTE. La deputata Bergamini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00540, concernente chiarimenti in merito alla mancata rinegoziazione dei contratti con i concessionari della rete autostradale, alla luce dei recenti incrementi dei pedaggi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  DEBORAH BERGAMINI. Signor Presidente, ne stiamo già parlando da un po’ di questi rincari alle tariffe autostradali – lo ricordava poco fa il Ministro – e di un aumento medio pari al 3,9 per cento, che non lo rende un aumento accettabile per il fatto che sarebbe dovuto essere più alto evidentemente.
  L'aspetto sul quale mi volevo soffermare è il fatto che – lo ricordava lei poco fa – in Italia vige un meccanismo anacronistico che prevede l'adeguamento automatico dei pedaggi autostradali all'inizio di ogni anno, a prescindere dagli investimenti che siano stati effettuati da parte delle fortunate società concessionarie.
  Ora, in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando – è di dicembre l'agitazione e il movimento dei cosiddetti forconi, che ha messo in difficoltà anche le organizzazioni tradizionali dell'autotrasporto – in un momento in cui gli equilibri economici delle nostre famiglie e delle nostre aziende sono a dir poco precari, viene naturalmente spontanea la domanda – ed è quella che le sto rivolgendo, Ministro – su quali siano stati i motivi che hanno indotto il suo Governo a non rinegoziare preventivamente i contratti con i concessionari della rete autostradale, permettendo invece che gli aumenti di questi pedaggi fossero nuovamente e automaticamente applicati.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio anche l'onorevole Bergamini e i colleghi del gruppo di Forza Italia che hanno posto anche loro una interrogazione riguardo a questo tema, perché proseguo nello sviluppo delle considerazioni fatte.
  Permettetemi, a questo punto, però, di precisare, anche conoscendo la sensibilità dei colleghi del gruppo parlamentare, una serie di questioni. Non si possono rinegoziare concessioni che sono regolamentate per legge e che prevedono contratti in essere. Ho già ricordato che, quando una volta l'onorevole Ministro Tremonti fece per decreto-legge un blocco delle tariffe sulle concessioni in essere, non solo il Governo e il Parlamento dovettero ritornare indietro su quella decisione, ma dovettero addirittura rimborsare tutti i sei mesi precedenti, ma per un semplice principio: in un Paese come il nostro credo che sia assolutamente giusto che i contratti in essere e le leggi che sono in vigore debbano essere rispettati.
  Altro discorso è quello – come abbiamo fatto nei precedenti tre mesi – di Pag. 45verificare puntualmente e contestare puntualmente che l'attuazione del sistema convenzionato e del sistema concessorio e le regole stabilite nel 2007 e ancora oggi in vigore siano puntualmente applicate.
  Non esiste, non perché non è previsto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti o dal Ministro dell'economia e delle finanze, la possibilità che non si tenga conto, nel verificare l'aumento o la diminuzione delle tariffe autostradali, per esempio, di un parametro su cui tutti noi in quest'Aula anche negli anni precedenti abbiamo fatto battaglia, che è quello degli effettivi investimenti che vengono realizzati a fronte di concessioni che sono state date e di impegni contrattuali.
  Per questo, ho detto e ribadisco che è necessario che nelle Commissioni competenti, le Commissioni trasporti del Senato e della Camera, si entri nel merito – il Ministero ha fatto una ricognizione di tutto questo – consegnando ai parlamentari la regolamentazione dei sistemi concessori e verificando – come è stato fatto dai nostri uffici – quanti sono gli investimenti e la ragione per cui sono scattati questi aumenti. Noi abbiamo contestato ovviamente e riverificato puntualmente anche la diminuzione delle richieste.
  Rimane un fatto – perché questo è il fatto giustamente per un Governo o per un Parlamento su cui riflettere – ossia che questo sistema concessorio regolamentato da anni, che va avanti in questo modo deve essere rivisto. Deve essere rivisto a fronte di nuove a questo punto regolamentazioni o di nuove regole che devono essere fissate, laddove i contratti concessori vengono a scadere e quindi in una discussione e in un confronto con le società autostradali. Io credo che noi immediatamente...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Concludo, Presidente. Credo che immediatamente dobbiamo e possiamo intervenire in un dialogo con le concessionarie autostradali per alleviare i disagi degli aumenti sulle categorie più deboli attraverso il sistema degli abbonamenti e altrettanto dobbiamo immediatamente lavorare perché, di comune accordo – in particolare parlo a Governo, Commissioni e Parlamento – si vadano a individuare, anche con la Commissione europea, formule e modalità nuove che tengano conto delle situazioni nuove che si sono sviluppate in un contesto economico che è radicalmente diverso da quello del 2007.

  PRESIDENTE. La deputata Bergamini ha facoltà di replicare per due minuti.

  DEBORAH BERGAMINI. Signor Presidente, Ministro, io la ringrazio per la sua risposta, però francamente non posso certo dichiararmi soddisfatta del suo contenuto, perché lei in pratica – scusi se semplifico – mi dice: «Non abbiamo potuto rinegoziare perché non era possibile farlo per rispetto dei contratti in essere. Adesso rinegozieremo». Ma se ci vuole il rispetto dei contratti in essere e se non l'avete potuto fare prima, mi riesce difficile immaginare che possiate farlo adesso, a meno di non cambiare una serie di perimetri e di regolamentazioni con l'accordo di tutti. Insomma, questi aumenti intanto gravano sulle tasche dei nostri pendolari e dei nostri autotrasportatori. Aumentano quasi del 4 per cento quest'anno a scatto.
  Quindi, anche sul principio di reciprocità e del rispetto dei contratti in essere mi sembra che il Governo, o meglio lo Stato, riesca sempre ad avere la meglio. Questo, lo dico, è tanto più grave in un Paese come il nostro, che sconta un gravissimo ritardo infrastrutturale, del quale siamo tutti testimoni, che mina addirittura il diritto alla mobilità dei cittadini italiani, in talune circostanze e in taluni casi. Dall'altro lato, qui abbiamo il costo del trasporto più alto d'Europa. Allora, non possiamo immaginare che tutte le inefficienze che si stanno sommando vadano irrimediabilmente ma puntualmente a gravare sempre sulle tasche dei cittadini. È inaccettabile !

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(Iniziative per contrastare i rincari delle tariffe autostradali, anche nell'ottica di garantire l'effettiva e tempestiva realizzazione degli investimenti sulla rete autostradale e di migliorare la qualità del servizio di trasporto – n. 3-00541)

  PRESIDENTE. La deputata Mariani ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Martella n. 3-00541, concernente iniziative per contrastare i rincari delle tariffe autostradali, anche nell'ottica di garantire l'effettiva e tempestiva realizzazione degli investimenti sulla rete autostradale e di migliorare la qualità del servizio di trasporto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, signor Ministro, oggi abbiamo parlato, in molti, della media degli aumenti delle tariffe autostradali, ma io vorrei fare riferimento piuttosto alle punte che quegli aumenti hanno toccato in certe tratte. Parlo della Venezia-Trieste per il 12,9 per cento, della Torino-Aosta per il 15, del Passante di Mestre per il 13 e potrei continuare.
  Sono, quindi, evidenti le conseguenze negative sui pendolari e sul tessuto produttivo del nostro Paese. Le materie prime e i prodotti subiranno inevitabilmente un aumento dei costi, compromettendo i primi timidi ma tanto attesi segnali di ripresa nel nostro Paese e anche così, in conseguenza di ciò, il nostro Paese manterrà il primato europeo per costo su strada delle merci.
  A proposito di ciò, Ministro, noi pur apprezzando e anche riconoscendo il tentativo annunciato dal suo Governo di contenere gli aumenti e, al tempo stesso, di rivedere alcuni passaggi e alcuni meccanismi che, mi permetto di dire, coerentemente noi abbiamo sempre criticato...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  RAFFAELLA MARIANI. ...ma che dovremmo approfondire in questi prossimi giorni e nelle prossime settimane, mi permetto di chiedere quali misure intende garantire perché vi siano meccanismi chiari e trasparenti di adeguamento delle tariffe e quali verifiche degli investimenti effettuati e dei costi di gestione delle concessionarie intende fare, facendo partecipare anche il Parlamento a questo meccanismo...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere !

  RAFFAELLA MARIANI. ...cosa che è stata impedita da norme che sono state cambiate nel 2008.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevole Mariani, la ringrazio anche perché in Commissione trasporti e infrastrutture noi sempre abbiamo discusso di questi temi quando il sottoscritto rivestiva un altro ruolo, ovviamente di membro della Commissione e ha citato – lo ricordo all'onorevole Bergamini – una data che è quella del 2008.
  Ricordo anche all'onorevole Bergamini, come a tutti i colleghi parlamentari, che la mia preoccupazione, la preoccupazione che ho esposto a nome del Governo, riguarda il fatto che non siamo di fronte al primo aumento. Siamo di fronte, purtroppo, ad aumenti che, dal 2009 ad oggi, avvengono rispetto a sistemi concessori che prevedono un principio che, credo, noi dobbiamo tutelare. Dobbiamo decidere se il project financing, cioè la possibilità di realizzare infrastrutture non utilizzando risorse del pubblico ma utilizzando risorse dei privati, che investono su infrastrutture strategiche fondamentali per il Paese e che, quindi, possono recuperare il loro investimento, a fronte di un rientro attraverso il pedaggiamento, è una strada che l'Italia, come avviene in tutti i Paesi del mondo, vuole intraprendere, a fronte di risorse pubbliche che devono essere ovviamente investite in altre situazioni, per Pag. 47esempio a tutela dei più deboli, per esempio a tutela del trasporto del traffico pendolare, del trasporto pubblico regionale e, per esempio, a tutela di quelli che noi riteniamo i settori dove gli investimenti pubblici e le poche risorse pubbliche devono intervenire, e se le poche risorse pubbliche che abbiamo a disposizione possono diventare un moltiplicatore.
  Se è così, ricordo un dato anche agli amici della Lega, in questo momento stiamo investendo 11,7 miliardi di euro per la realizzazione delle infrastrutture per Expo che coinvolgono la regione Lombardia, la TEM, la Brebemi, eccetera. Di questi 11,7 miliardi di euro, 3,7 miliardi di euro sono messi dallo Stato come moltiplicatore e ben 8 miliardi di euro sono investiti dai soggetti privati. I closing finanziari avvengono e si chiudono nel momento in cui ovviamente esiste la possibilità di un ritorno dell'investimento e il ritorno dell'investimento avviene attraverso il pedaggiamento.
  Dove dobbiamo intervenire ed è giusto che si intervenga ? Si intervenga ovviamente nelle nuove concessioni e in un dialogo serio con i soggetti, laddove ovviamente si deve tener conto di una situazione che sta cambiando, della tutela di alcune fasce più deboli, della certezza degli investimenti e del ritorno di questi investimenti e anche in un dialogo con l'Europa che possa permettere di intervenire all'interno di un sistema che oggettivamente è debole. Noi abbiamo una grande infrastruttura stradale che è gestita da un unico soggetto, abbiamo una frammentazione invece degli altri soggetti.
  Allora io credo, per rispondere – e concludo e chiedo scusa se ho rubato un po’ più tempo – che sia assolutamente indispensabile che su questi temi Governo e Parlamento, maggioranza e opposizione insieme, debbano essere coinvolti in particolare nelle Commissioni in maniera trasparente per rivedere e migliorare un impianto che io condivido, ma che deve avere l'attenzione anche a che fenomeni come questi possano ripetersi in maniera più attenuata, anche a tutela delle fasce più deboli.

  PRESIDENTE. Il deputato Martella ha facoltà di replicare.

  ANDREA MARTELLA. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio per la risposta, per gli annunci che ha fatto e per gli impegni che si è preso con l'idea di intervenire sia con abbonamenti mirati per abbattere i costi sia per rivedere in un processo breve le concessioni.
  A questo proposito, vorrei ricordarle che non è vero che non si possono cambiare le concessioni e, quando ci sono degli elementi e delle condizioni che non sono rispettate, è necessario intervenire e farlo. Così come vorrei ricordare ai colleghi della Lega che il rinnovo di queste concessioni avvenne nel 2008, primo atto del Governo Berlusconi di allora, di cui la Lega faceva parte; per cui attenzione a protestare tanto nei prossimi giorni, perché poi qualcuno potrebbe ricordare anche le responsabilità che da parte delle forze politiche ci sono.
  Detto questo e rispettati gli impegni che lei si è assunto, direi Ministro che le buone notizie finiscono qui, perché noi siamo di fronte ad una vera e propria batosta, una batosta che colpisce l'economia reale, che colpisce le condizioni di vita reali delle persone, delle famiglie, dei trasportatori, dei pendolari.
  Allora, non c’è dubbio che noi siamo di fronte ad un aumento tariffario spropositato perché avviene molto al di sopra del tasso di inflazione, avviene fuori da un meccanismo del price cap e avviene senza la possibilità di aver fatto un monitoraggio e una verifica degli impegni mantenuti sia per la manutenzione che per la gestione che per lo sviluppo della rete.
  Da questo punto di vista noi vogliamo che lei si assuma degli impegni e che questi impegni vengano mantenuti e vigileremo in Parlamento perché questo avvenga, perché il Parlamento torni ad occuparsi di questa materia, visto che nel corso di questi anni non ha potuto occuparsene.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

Pag. 48

  ANDREA MARTELLA. Chiudo Presidente. Non è accettabile che ci siano concessioni di cui non si conoscono le clausole. Non è accettabile che alcune situazioni debitorie delle concessionarie ricadano sugli utenti, sui cittadini e sulle famiglie. È necessario intervenire con riforme che possano agevolare i pendolari e i trasportatori, ma è necessaria una revisione complessiva che noi le chiediamo di fare e chiediamo di farla urgentemente perché non c’è tempo da perdere, perché questi ulteriori aumenti rischiano di compromettere quei timidi segnali di ripresa che si vedono nel nostro Paese. Noi vogliamo lavorare per la ripresa, per la trasparenza e per la verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per la semplificazione della regolamentazione tariffaria nel settore autostradale – n. 3-00542)

  PRESIDENTE. Il deputato Piso ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dorina Bianchi n. 3-00542, concernente iniziative per la semplificazione della regolamentazione tariffaria nel settore autostradale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  VINCENZO PISO. Signor Presidente, evitando di ripetere cose che sono state già dette e arrivando un po’ al nocciolo delle questioni, acclarato che l'incremento medio sulle tariffe applicato con questi provvedimenti è pari a circa il 3,9 per cento, contro una media di quanto richiesto dalle stesse società pari al 4,8 per cento; acclarato che, per alcune tratte, sono stati riconosciuti incrementi superiori all'8 per cento e, in alcuni casi, si sono verificati aumenti al casello fino al 14 per cento; acclarato che, in presenza di incrementi particolarmente onerosi sotto il profilo sociale, è stata fissata una limitazione rispetto alla tariffa d'equilibrio e che la riduzione tariffaria applicata sarà compensata in sede di futuro aggiornamento quinquennale dei piani finanziari...

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  VINCENZO PISO. Acclarato tutto questo, noi siamo qui a chiedere se, in considerazione della perdurante crisi economica, risultasse necessario procedere all'aggiornamento delle tariffe autostradali alla data del 1o gennaio 2014 nella misura definita dai decreti interministeriali, se corrispondesse al vero che gli incrementi tariffari fossero quantificati automaticamente e secondo quali criteri, quali fossero i parametri che concorrono...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  VINCENZO PISO. ...oggettivamente – ho finito – all'incremento delle tariffe e se questi fossero stati verificati e se il Ministro, come anticipato, intenda attuare una semplificazione della regolamentazione tariffaria per il settore autostradale, adottando le iniziative anticipate finalizzate alla gestione dei pedaggi.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha facoltà di rispondere.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, essendo l'ultima interrogazione che è stata posta sullo stesso tema, innanzitutto mi permetta di ringraziare il Parlamento e i colleghi dei diversi gruppi parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione, che hanno posto la questione, perché è evidente che è una questione che interessa tutti, ma perché interessa, ovviamente, i cittadini; non solo le classi più deboli, ma il settore produttivo.
  È un grande fattore di competitività. Abbiamo appena discusso, prima della fine dell'anno, di tutto il tema dell'autotrasporto. Il Governo, lo ricordo, è intervenuto, addirittura, e continuerà ad intervenire in un dialogo con 25 incontri tecnici, proprio perché ritiene il settore dell'autotrasporto strategico per il nostro Paese, così come ritiene l'intervento immediato... Ribadisco e mi auguro che vi sia la possibilità di chiudere a brevissimo, dopo Pag. 49questo incontro del 15 gennaio con le società autostradali. Per la prima volta, si applicherebbe una formula di abbonamento: penso ai pendolari e alle tratte più vicine e a quelle più corte, che vedono, ovviamente, la fruizione per chi deve recarsi al lavoro o per chi deve raggiungere le grandi città metropolitane.
  Mi sembra, in conclusione, che si debbano affermare tre questioni. La prima: un'assoluta operazione trasparenza. Il Governo condivide questo passaggio, richiesto da tutti. Io credo che le Commissioni siano il luogo dove questo possa avvenire e il Governo è disponibile non solo a fornire, come è giusto che sia, tutta la documentazione, ma anche a permettere di iniziare, attraverso questo, a rivedere il sistema regolatorio complessivo delle concessioni autostradali.
  Seconda questione: ribadire con chiarezza che tre sono i criteri previsti, e cioè il tasso di inflazione, il price cap, come è stato ricordato, che è poi il recupero della produttività, e gli investimenti non previsti, ma effettivamente realizzati. Su questo, vi è un'apposita struttura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in accordo con il Ministero dell'economia e delle finanze, che verifica puntualmente, di fronte alle richieste e di fronte agli investimenti effettivamente effettuati, quanto di questo debba entrare all'interno di queste formule.
  La terza questione, invece, è per il futuro: da una parte, gli abbonamenti, dall'altra, la possibilità di dover obbligatoriamente ripensare ad un nuovo regime. Abbiamo dei problemi seri davanti: penso alla frammentazione delle tratte autostradali, penso al tema degli accorpamenti, penso anche al tema, in momenti difficili come questo, di prevedere la variabile tariffa come una variabile fondamentale.
  Enormi aumenti ulteriori di tariffe non sarebbero accettabili, frenerebbero la crescita e, a questo punto, dobbiamo vedere, in accordo con l'Europa, anche se esistano strumenti, nel rispetto delle concessioni, nel rispetto delle regole europee, nel rispetto dei diritti di tutti, che permettano di attutire nel tempo, come l'allungamento delle concessioni...
  Dobbiamo ovviamente verificare tutte le situazioni che sono in campo perché anche l'obiettivo dell'aumento della tariffa, che in questo momento...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, Ministro.

  MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. ....concludo...non freni la crescita e quel barlume della crescita...possa essere ovviamente evitato. Io credo che questo sia l'impegno.
  Ringrazio di cuore anche la cortesia del Presidente per la tolleranza che ha avuto nei confronti del sottoscritto e del Governo e siamo assolutamente a disposizione per completare e continuare questo lavoro di collaborazione, di informazione tra Governo e Parlamento.

  PRESIDENTE. Il deputato Piso ha facoltà di replicare per due minuti.

  VINCENZO PISO. Signor Presidente, signor Ministro, noi riteniamo di poter accogliere con assoluta fiducia le dichiarazioni del Ministro, ma non semplicemente per una vicinanza di partito o per questioni legate alla dialettica maggioranza-opposizione, ma perché abbiamo visto all'inizio di questo Governo un approccio assolutamente diverso sui temi che potremmo definire di importanza strategica, che riguardano la competenza della Commissione nella quale io sono inserito, ma che riguardano, in particolar modo, le competenze del Ministro oggi qui interrogato.
  Lo abbiamo visto e lo stiamo vedendo con riferimento al tema del trasporto pubblico; lo abbiamo visto e lo stiamo vedendo sul tema degli interporti; lo abbiamo visto e lo stiamo constatando con dati di fatto rispetto alla questione aeroporti: ovvero tutte questioni che comportano una necessità di approccio strategico che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dall'inizio di questa legislatura, Pag. 50sta cercando di mantenere, in una situazione di oggettiva difficoltà. Mettere in pista un insieme di passi che riescano effettivamente a fare la differenza rispetto al passato è necessario, ma non è facile e non esistono bacchette magiche.
  Io credo che l'impegno che oggi il Ministro si è qui preso dinanzi all'Assemblea della Camera sia un impegno importante che chiaramente, come parlamentari di maggioranza e di opposizione, saremo chiamati nei prossimi mesi a far rispettare nell'interesse, non del Governo delle larghe intese o di altro tipo di formulazione, ma nell'interesse della nazione, perché questi sono temi che riguardano l'intero sistema Paese e il decremento dei costi delle attività logistiche...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  VINCENZO PISO. ... è fondamentale per dare competitività alla nostra nazione.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16,15 con il seguito della discussione della proposta di legge recante modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,20.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Castiglione, Cicu, Dambruoso, Di Lello, Epifani, Ferranti, Fontanelli, Fraccaro, Galan, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, Merlo, Pes, Gianluca Pini, Ravetto, Sani, Sisto, Speranza, Tabacci, Valeria Valente e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 631-A.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, chiedo scusa, sia a lei, che ai colleghi, ma il Comitato dei nove sta finendo di lavorare. Lo sta presiedendo il vicepresidente e chiedo dieci minuti, non di più. Grazie.

  PRESIDENTE. Sì, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16,35.

  La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 16,35.

  PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 15.

(Ripresa esame articolo 15 – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Avverto che il subemendamento Costa 0.15.0100.1 è stato ritirato dal presentatore.
  Invito ora il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 15.0100 della Commissione. La parola al relatore.

  CARLO SARRO, Relatore. Signor Presidente, ovviamente noi esprimiamo parere favorevole sul testo licenziato dalla Commissione, volendo anche puntualizzare che nel corso del lungo dibattito che ha preceduto e ha determinato anche qualche minuto di ritardo rispetto all'orario programmato dell'Aula, è emersa l'esigenza, attraverso l'introduzione di questa relazione che annualmente viene posta come incombenza del Governo da presentare al Pag. 51Parlamento, di monitorare lo stato di applicazione della legge, quindi tutte quelle che sono le conseguenze che auspichiamo derivare da questo provvedimento legislativo, tutte le innovazioni che sono state introdotte. Pertanto nello specifico si chiede di conoscere l'esito dei relativi procedimenti ed anche naturalmente quelli che sono i dati che la legge, nel suo complesso, introduce, in particolar modo quelli contemplati dall'articolo 4 del provvedimento all'esame dell'Aula, approvato questa mattina. Pertanto la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 15.0100.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Il Governo segnala che si tratta comunque di un lavoro importante per il quale il Ministero dovrà richiedere risorse per quanto riguarda la direzione generale della statistica, perché è un monitoraggio che sicuramente è significativo e che comunque richiederà risorse e un impegno di mezzi per poter raccogliere, e coordinare il Ministero stesso e la direzione generale statistica con gli uffici giudiziari...

  PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia... quindi già oggi la nostra direzione generale statistica sta facendo un ottimo lavoro, stiamo cercando appunto di acquisire sempre più dati possibili proprio per garantire anche la conoscenza all'esterno di alcune situazioni. Alcuni dati sono significativi anche per le scelte legislative. Segnalo che in questo caso occorrerà certamente un impegno di risorse maggiore per consentire di potere poi rispettare questa previsione e di consentire al Governo di monitorare e acquisire questi dati. Quindi il parere è conforme a quello espresso dal relatore però devo segnalare questa criticità dal punto di vista organizzativo e statistico nell'acquisire questi dati. Tuttavia se verranno dati i mezzi al Ministero chiaramente cercheremo di dare risposte e di acquisire tutti i dati.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.0100 della Commissione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.0100 della Commissione, accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vacca... Cominardi... Ruocco... Venittelli... Tinagli... Ciprini... Mantero... Ragosta... Placido... Giancarlo Giordano... Civati... Colaninno... Gozi... Simoni... Saltamartini... Cirielli... Taglialatela...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  407   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  407    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 631-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'unico ordine del giorno presentato.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, per quanto riguarda l'ordine del giorno dell'onorevole Dambruoso ne abbiamo già discusso stamani, perché, all'inizio, era un articolo aggiuntivo che, poi, Pag. 52l'onorevole Dambruoso ha ritirato, trasformandolo in un ordine del giorno. Quindi, sul punto, mi ero già soffermato stamani nel corso della discussione: avevo preannunciato un parere contrario sull'articolo aggiuntivo, pur ritenendo che si trattava di un tema che meritasse, comunque, una particolare attenzione e, quindi, una discussione in una sede più ampia, in un altro contesto legislativo e non in questo provvedimento, e avevo anche preannunciato le motivazioni.
  Ritengo che l'ordine del giorno – e questo è l'invito che rivolgo all'onorevole Dambruoso –, qualora venisse trasformato in raccomandazione, avrebbe anche il parere favorevole del Governo, per, poi, aprire una discussione – che il Governo e il Parlamento insieme possono aprire –, perché è un tema su cui occorre riflettere: certamente, serve per limitare l'utilizzo della custodia cautelare in carcere, ma ci sono alcuni profili che meritano una discussione. Quindi, il Governo esprime parere favorevole come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Dambruoso n. 9/631-A/1, accolto dal Governo come raccomandazione.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, purché si vada avanti più in fretta possibile, va bene anche l'accoglimento come raccomandazione.

  PRESIDENTE. È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, componenti del Governo, la riforma, una miniriforma della custodia cautelare messa in campo rappresenta sicuramente un fatto significativo ed importante in questo Parlamento. Voglio dare atto alla presidente della Commissione, alla relatrice, così come ai colleghi che hanno portato avanti questa miniriforma, circa i tanti impegni che ho ascoltato negli ultimi vent'anni rispetto ai quali, poi, nessuno era intervenuto.
  Noi abbiamo presentato una nostra proposta, una proposta legalista, direi, che si sposa con le nostre posizioni prese sinora, e credo che sia bene chiarirle.
  Noi abbiamo la certezza che bisogna essere garantisti, soprattutto nella fase processuale, ma estremamente rigorosi nella fase dell'esecuzione penale. Come si declama questo principio, invece, nella custodia cautelare ? La custodia cautelare, lo ricordo, è un istituto per il quale si priva della libertà personale senza neanche una condanna in primo grado, senza un processo. Allora, io penso che chi ha a cuore la legalità e, nel caso mio, come tante volte ho avuto modo di chiarire, il rigorismo, che alcuni chiamano l'essere forcaioli, pretendere che ci sia un'attenzione principale sulle vittime, pretendere che i colpevoli siano puniti in maniera seria ed efficace e scontino la loro pena in carcere, non confligge con l'idea che certamente la volontà di punire i colpevoli, i prepotenti e i violenti, ci debba portare a incarcerare gli innocenti. Allora, da questo punto di vista, mi ha fatto piacere trovare anche un'intesa con altri colleghi con i quali tante volte, invece, ci scontriamo. Sia ben chiaro, il nostro gruppo non ha bisogno di avere lezioni sulla funzione rieducativa della pena, sull'individualizzazione della pena, men che meno sull'umanizzazione della pena.
  Ma una cosa è prevedere un percorso di recupero – che peraltro in tutti gli «svuotacarceri» che avete messo in piedi non esiste, perché non c’è il principio di rieducazione, non ci sono soldi aggiuntivi per i servizi sociali, non ci sta la possibilità reale di realizzare il lavoro durante il carcere e dopo il carcere per i detenuti, non c’è nulla per il reinserimento, ma c’è soltanto lo «svuotacarceri» e l'anticipazione della libertà che, secondo me, senza impegni, non è neanche rieducativa, al Pag. 53contrario –, cosa diversa è parlare della custodia cautelare. Certamente noi abbiamo il dovere, non soltanto costituzionalmente garantito ma, per quello che mi riguarda, moralmente doveroso da parte di uno Stato che voglia rispettare il principio dello Stato di diritto, di rispettare il principio di presunzione di innocenza. E se il nostro ordinamento prevede che anche e persino nell'esecuzione penale la pena e la privazione della libertà sia l'ultima risposta dello Stato – e, come ho detto, io non condivido questa impostazione –, certamente non possiamo far sì che in fase processuale, anzi in fase preprocessuale, si privi della libertà personale, violando l'articolo 13 della Costituzione.
  Allora, parliamo di questa custodia cautelare. La custodia cautelare, che, lo ribadisco ancora, è privare le persone della libertà senza neanche il processo, si basa su tre principi: l'inquinamento delle prove; la fuga, cioè che uno si vuole sottrarre alla giusta punizione; o la reiterazione del reato, quindi una pericolosità sociale. Oggi l'ordinamento basa queste tre esigenze cautelari sul principio della pericolosità, ed è un fatto grave. C’è un passo in avanti, perché oggi la pericolosità deve essere attualizzata, ma rimane il principio giuridico di fondo: non si può privare una persona della libertà sulla base di un principio di pericolo. La gravità del reato, rispetto al quale ci basiamo, può essere un elemento, ma ci vogliono prove, e ci vogliono prove concrete esattamente similari e assimilabili a quelle che portano alla condanna, perché altrimenti noi comunque garantiamo un'afflizione, una pena grave come la privazione della libertà, senza avere elementi di prova. Il pericolo non può essere una cosa che ci fa violare l'articolo 13 della Costituzione.
  Oggi questo passo in avanti non è stato fatto, e mi dispiace che alcuni emendamenti che ho presentato io, e forse solo perché li ho presentati io, non sono stati votati da alcuni gruppi. Capisco che abbiamo su tante altre questioni diverse vedute, ma io non esito a votare emendamenti di forze politiche lontane mille miglia dalla mia concezione della vita, quando condivido quello che propongono.
  Ma comunque non fa niente, voglio dire, e noi l'abbiamo proposto, che secondo noi non ci vuole il pericolo di fuga, ma una persona deve aver tentato di fuggire o deve essere fuggita. Non ci vuole il pericolo di inquinamento delle prove, ma ci vuole un tentativo di inquinare le prove o di averle inquinate, e non ci può essere un pericolo generico di reiterazione del reato. Il pericolo della reiterazione del reato, certo come dicono gli amici della Lega, si basa anche sulla gravità del reato, ma si deve basare sulla gravità degli elementi di reato, degli elementi di prova, su condotte concrete, altrimenti siccome è grave il reato di omicidio mettiamo in galera uno solo perché è sospettato e magari non lo ha commesso lui l'omicidio. Poi magari gli diamo vent'anni con condanna definitiva e con la liberazione anticipata introdotta dal nuovo «svuotacarceri» i vent'anni diventano dodici più sei di abbuono per la sospensione della pena, se è un tossicodipendente, quattro se è una persona che non è tossicodipendente, più permessi e quant'altro, questa persona – come è successo con la vicenda Gagliano – finisce in libertà dopo poco tempo.
  Allora, cerchiamo di essere seri, equilibrati e affrontiamo le cose con certezza. Allora, fine del principio, per quanto ci riguarda di «pericolo» e invece, come avviene poi in altri casi, deve esserci il principio della evidenza delle prove. Ed ecco la nostra seconda parte della riforma che avevamo proposto all'Aula e al Parlamento: la riforma della custodia cautelare.
  Nei casi invece di flagranza di reato, quando c’è l'evidenza della prova, è chiaro che vi deve essere gravità del reato, gravità delle prove, perché c’è anche l'arresto obbligatorio, così ci dovrebbe essere la custodia cautelare obbligatoria per casi di gravi reati. Oggi, e lo sanno benissimo le persone che seguono il diritto, anche per il reato di omicidio, qualora ci sia una confessione e la persona si rende quindi reperibile alla giustizia, confessa, diventa impossibile sostenere la custodia cautelare, Pag. 54in base alle leggi attuali. Noi crediamo invece che sia sbagliato in questi casi; certo magari il giudice deve essere messo in condizione – ecco perché sbagliano quelli che dicono «la custodia cautelare deve essere sempre scontata in carcere» – di valutare la persona, il fatto e anche le circostanze per decidere se possa andare agli arresti domiciliari.
  Allora, concludiamo dicendo che noi siamo contenti del passo in avanti, riteniamo che non ci sia stato coraggio, perché si rimane troppo nel generico ancora per il concetto di «pericolo» per le esigenze cautelari; riteniamo che sia sbagliato non avere invece inasprito nella pericolosità legata all'evidenza della prova, quindi alla flagranza di reato, rispetto alla quale per certi reati andrebbe sempre prevista la custodia cautelare.
  Esprimiamo il rammarico che è stato consentito ancora una volta al PM di fare ricorso contro le decisioni del Tribunale delle libertà. Il Riesame, una volta si chiamava Tribunale delle libertà, era il tribunale dell'arrestato, dell'imputato, dell'incarcerato senza processo e non può essere che dopo che un collegio di tre giudici abbia deciso di respingere le esigenze cautelari si consenta un ricorso, perché quel gravame era solo nell'interesse della persona privata delle libertà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, già nel corso del dibattito in Aula, e già ancora precedentemente durante l'istruttoria del provvedimento in Commissione, noi della Lega abbiamo avuto modo di esprimere tutte le nostre perplessità con riferimento a questa proposta di legge. Tra l'altro mi sia consentito dire che in questi nove mesi questo è il quarto provvedimento – due decreti-legge e due disegni di legge – che viene portato all'attenzione dell'Aula in materia di carceri, e in modo particolare in materia di sovraffollamento delle carceri; con la dimostrazione che da parte di questo Governo, e in modo particolare da parte del Ministro della giustizia, vi è stata solo ed esclusivamente attenzione nei confronti dei detenuti, nei confronti del problema delle carceri, quando sappiamo benissimo che altri sono i problemi del sistema giudiziario del nostro Paese.
  Giustizia che, come ben sappiamo, purtroppo non funziona e presenta notevoli problemi, notevoli difficoltà, soprattutto rispetto agli effetti che poi vengono e ricadono sui cittadini e sulle imprese, rispetto ai quali da parte del Governo e da parte del Ministro della giustizia in questi primi nove mesi non abbiamo avuto alcun tipo di soluzione per migliorare il problema dell'efficacia e del funzionamento del sistema giustizia. Vi siete occupati, Governo da un lato e maggioranza dall'altro lato, solo ed esclusivamente, senza peraltro risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, proprio perché i numeri confermano come il sovraffollamento rimane una emergenza, che voi continuate ad assecondare tramite provvedimenti d'urgenza.
  E quindi questo è il quarto provvedimento che giunge all'attenzione della Camera: il disegno di legge sulla messa alla prova, i due decreti-legge svuota-carceri, i due indulti mascherati, uno approvato e l'altro in discussione proprio in questi giorni, e poi questo provvedimento, questa proposta di legge sulla carcerazione preventiva: tema estremamente delicato, tema estremamente complesso. Condivido l'affermazione di chi dice che oggi assistiamo ad un problema di abuso nella carcerazione preventiva, e laddove vi è abuso o eccessivo uso della carcerazione preventiva, l'intervento si prestava ad un miglioramento, ad una riforma. Noi oggi però non assistiamo ad una riforma della carcerazione preventiva, ma assistiamo ad un vero e proprio smantellamento dell'istituto della carcerazione preventiva; e quindi ad un cattivo uso e ad un cattivo utilizzo della carcerazione preventiva da parte di chi ha doveri e responsabilità nell'applicazione dell'istituto, istituto – ripeto – che è sicuramente mutato, e che assume oggi una funzione diversa rispetto alla sua Pag. 55funzione naturale. Oggi sappiamo benissimo che la carcerazione preventiva, le misure cautelari come ci hanno ricordato gli amici di SEL durante il dibattito, hanno una funzione evidentemente cautelare, hanno una funzione di prevenzione dei reati e di tutela della pericolosità sociale rispetto ai reati, e oggi invece la carcerazione preventiva è sostanzialmente diventata una forma anticipatoria di espiazione della pena, con spesso e volentieri la violazione del principio della presunzione di innocenza. E quindi riconosco il fatto che poteva essere necessaria una modifica di questo istituto, modifica che voi vi siete prestati a fare e che noi non condividiamo.
  Vado ad elencare i motivi della nostra non condivisione, che porteranno il gruppo della Lega a votare contro questo provvedimento. Non l'abbiamo condiviso noi, ma non l'hanno condiviso neanche gli operatori del diritto: in modo particolare la magistratura, l'Associazione Nazionale Magistrati, che ha evidenziato una serie di rilievi, in modo particolare alla modifica – ne citava prima i presupposti il collega Cirielli – con riferimento al fatto che la pericolosità, il pericolo non viene più ancorato rispetto alla gravità del reato e alle modalità del fatto (principio questo che poi avete con buonsenso evidentemente modificato), ma ancorate l'applicazione delle misure cautelari rispetto alla gravità del reato unicamente ai precedenti e unicamente al comportamento dell'imputato.
  Questo evidentemente comporta e comporterebbe una serie di rischi laddove, ad esempio, con riferimento agli esempi che ho fatto ieri e che ripeto ancora oggi, noi siamo in presenza di un soggetto che commette un reato di omicidio, ad esempio volontario, un soggetto se fosse incensurato non verrebbe più privato della sua libertà personale e quindi non subirebbe più la carcerazione preventiva. Questo evidentemente risulterebbe uno schiaffo morale nei confronti di chi questo reato l'ha subito. La modifica che avete apportato e che anche la Lega ha votato, anzi la Lega ha stimolato affinché vi fosse una modifica di questo aspetto del provvedimento, comunque non fa sì che, così come oggi il testo viene elaborato, possa trovare il nostro consenso.
  L'altro aspetto che evidentemente non condividiamo, anzi è l'aspetto principale e caratteristico rispetto al quale la Lega verrà portata a votare contro questo provvedimento, è la modifica dell'articolo 275, comma 3. L'abbiamo motivato e argomentato durante il dibattito in Aula, noi riteniamo che, per alcuni reati di gravissimo allarme sociale, l'obbligo e l'obbligatorietà istantanea della carcerazione preventiva sia doverosa e sia necessaria, soprattutto mantenendo e conservando quelle previsioni che sono state inserite nel 2008 nel «Pacchetto sicurezza» dell'ex Ministro dell'interno Roberto Maroni, sostenute dall'ex Ministro della giustizia, oggi Ministro dell'interno, Angelino Alfano, nel Governo Berlusconi.
  Ciò dovrebbe coerentemente portare quelle forze politiche che hanno sostenuto quel «Pacchetto sicurezza» a far sì che per alcuni reati, come ad esempio, ripeto, reati di gravissimo allarme sociale – la violenza sessuale, la violenza sessuale di gruppo, l'omicidio volontario – venga mantenuta la previsione o quanto meno la presunzione assoluta della carcerazione preventiva. Noi rimaniamo coerenti rispetto a quella impostazione, altri mutano il proprio orientamento ed evidentemente se ne assumeranno la responsabilità di fronte ai cittadini.
  Rimaniamo coerenti non solo per un principio di coerenza ma soprattutto perché lo ancoriamo rispetto ai ragionamenti e al filo logico che ha portato la maggioranza a modificare l'articolo 275, comma 3, dove viene prevista l'obbligatorietà del carcere non solo per il 416-bis – e io dico: ci mancherebbe altro – ma anche per i reati di associazione terroristica. Noi crediamo che nel momento in cui anche gli articoli 270 e 270-bis vengono ricompresi in questa presunzione assoluta di carcerazione preventiva, si possa e si debba necessariamente trovare spazio anche per altri reati di maggiore allarme sociale.
  Ovviamente le posizioni su queste parti del provvedimento rappresentano la cifra Pag. 56e il discrimine fra chi crede che il valore della sicurezza dei cittadini rispetto a reati particolarmente efferati è un valore fondamentale, è un valore importante, è un valore non solo a parole ma è un valore anche nei fatti, e gli altri. Noi, chiedendo che l'articolo 275, comma 3, riprenda il costrutto del «Pacchetto sicurezza», vogliamo confermare la nostra attenzione, l'attenzione che la Lega ha nei confronti della sicurezza, attenzione che a questo punto è conservata e preservata solamente dalla Lega, a differenza di tutte le altre forze politiche.
  Queste sono le due motivazioni principali che portano la Lega a votare contro questo provvedimento, invitando ovviamente Governo e maggioranza ad occuparsi e preoccuparsi anche di altri problemi inerenti il sistema giustizia. Non c’è solo il problema delle carceri, non c’è solo il problema del sovraffollamento delle carceri, ma vi sono altri problemi. Questo – concludo, Presidente – è il Governo degli immigrati, questo è il Governo che discrimina il Nord, questo è il Governo che difende e tutela i criminali ed è un Governo che ovviamente non potrà avere e non ha il consenso da parte della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo dei Popolari per l'Italia valuta con favore questa iniziativa di legge che completa un quadro di riferimento che ha bisogno ancora di un passo per completarsi, un quadro di riforma per quanto concerne la giustizia penale dal punto di vista dell'efficienza delle misure sanzionatorie, dell'efficienza della dialettica processuale per quanto concerne soprattutto le posizioni personali che, con questo provvedimento, vengono fatte oggetto di provvedimenti cautelari.
  Attendiamo ancora – e lo dico guardando il banco del Governo – iniziative che vadano nel senso anche del diritto sostanziale penale e quindi con particolare riferimento a un quadro di depenalizzazione che aggiorni in modo compiuto le fattispecie di reato, producendo un nuovo sistema – ripeto – di riferimento sostanziale alle fattispecie criminose.
  In questo senso, il provvedimento che oggi abbiamo discusso e abbiamo votato segna un discrimine importante soprattutto con riferimento all'articolo 274 del codice di rito penale, con riferimento soprattutto ai limiti della discrezionalità del giudice nella valutazione delle esigenze cautelari che tradizionalmente venivano appunto riferite al pericolo di inquinamento delle prove, al pericolo di fuga e al pericolo di reiterazione dei reati. Da questo punto di vista, salutiamo con particolare soddisfazione la novella dell'articolo 274 che vuole oggettivizzare la valutazione di queste esigenze cautelari, ponendo limite in qualche caso a veri e propri abusi da parte della magistratura, soprattutto con riferimento all'esigenza cautelare dell'inquinamento probatorio.
  Da questo punto di vista, anche, come dire, il riferimento all'articolo 275, quindi all'incrocio delle misure carcerarie o alle misure degli arresti domiciliari con riferimento a una visione più aggiornata di quelli che sono i reati di maggiore allarme sociale, pongono questo provvedimento in una linea di positiva innovazione.
  Con riferimento, infine, alla novella dell'articolo 292 sempre del codice di rito penale, un ulteriore motivo di soddisfazione è quello che lega al contenuto necessario dell'ordinanza di custodia cautelare la finalità del rafforzamento degli obblighi di motivazione. Anche questo rafforza il convincimento di una maggiore tutela da parte dei cittadini rispetto ad una prassi qualche volta fin troppo sbrigativa. Da questo punto di vista, non mi manca allora che confermare il giudizio favorevole del nostro gruppo e il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Dambruoso. Ne ha facoltà.

Pag. 57

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, chiaramente parlo per dichiarazione di voto per Scelta Civica per l'Italia e mi piace dire che ho seguito questo provvedimento con una particolare attenzione in Commissione giustizia per cui sono consapevole dell'importanza dell'approvazione di questo provvedimento e di quanto vada nel senso e nell'obiettivo di raggiungere quella deflazione del carico delle presenze in carcere che oramai ci viene contestata da più parti, non soltanto in termini non giuridici ma, addirittura, in termini punitivi da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo e che ci vede obbligati, in qualche modo, a dovere non solo tenere conto ma ad adempiere entro maggio a quest'onere e a questo dovere.
  Quello che mi piace dire è che nel corso di questi lavori davvero sono state valutate con grande attenzione le due esigenze fondamentali che caratterizzano ogni tentativo di riforma di un provvedimento che riguardi la custodia cautelare, tema che ha purtroppo caratterizzato in termini fortemente conflittuali molta parte degli ultimi anni, quando si è parlato di giustizia e quando si è parlato di carcerazione.
  Oggi ci interessa sicuramente molto parlare dei diritti di garanzia dei cittadini perché non vengano privati della libertà senza alcun fondamento o, comunque, con modalità che non sono più oggi accettabili non soltanto in relazione all'affollamento carcerario ma, soprattutto, perché c’è una diffusa e maturata consapevolezza, non solo nell'opinione pubblica e non solo negli operatori giuridici ma nei singoli cittadini elettori, che davvero il carcere debba rappresentare la forma più residuale, semmai è possibile questo termine, e comunque la forma «residualissima» dell'applicazione, appunto, degli strumenti che mette a disposizione il codice di procedura penale allorché si debba investigare, allorché si debba raggiungere la verità, allorché si debba garantire ai cittadini vittime di reati, appunto, la giusta remunerazione, la giusta risposta da parte dello Stato, che continuano invece in una maniera ordinata a rispettare.
  La gravità del problema, quello dell'affollamento carcerario, appunto è stata denunciata più volte da varie sedi. Non ci è mancato, in sede di Commissione giustizia, di sottovalutare anche la forte segnalazione che ci è giunta dalla Corte dei conti e mai, come in un periodo in cui la questione economica della spesa pubblica ha una rilevanza davvero prioritaria su ogni tipo di analisi e di valutazione, questo ha caratterizzato molto anche il dibattito e il raggiungimento del giusto punto di equilibrio e le decisioni che siamo andati a prendere.
  Noi sappiamo che non solo il costo quotidiano della detenzione è un costo che deve essere razionalizzato anche dal punto di vista della cosiddetta spending review, ma sicuramente è un costo che deve essere assolutamente evitato dal punto di vista del pagamento delle sanzioni che diversamente le varie sedi internazionali, le varie corti internazionali e gli organismi internazionali ci chiamerebbero a pagare e a dare nel caso in cui non dovessero essere rispettati.
  Non posso non dire, senza nessun tipo di autoreferenzialità apartitica, che questo tipo di approccio con la vicenda della custodia cautelare e della razionalizzazione della spesa era già partito dal cosiddetto Governo tecnico, più volte criticato ma sicuramente attento, appunto, alla razionalizzazione della spesa. Con il Governo Monti, di cui il mio partito è una consapevole, fedele e orgogliosa prosecuzione, si è iniziato ad introdurre il concetto non soltanto di custodia cautelare come strumento residuale nell'attività investigativa ma, soprattutto, nell'applicazione del cosiddetto diritto penale minimo e, appunto, della consequenziale utilizzabilità della custodia cautelare in termini assolutamente minimi.
  Ecco, la trasformazione di reati fino ad oggi penalmente rilevanti in possibili reati invece di natura diversa, di tipo amministrativo, è cominciata con le riflessioni che sono maturate nell'anno del Governo tecnico. Pag. 58Noi siamo convinti che questa Commissione, senza avere come obiettivo quello di proseguire il discorso cominciato con il Governo Monti, di fatto si è comportata proprio in questi termini. La direzione che ha preso è appunto in continuità con quanto già il Parlamento nella legislatura passata aveva iniziato a fare con la legge n. 94 del 2013, di conversione del decreto-legge n. 78 del 2013, che conteneva appunto una serie di misure in materia di esecuzione della pena e che volevano appunto evitare il sovraffollamento carcerario.
  D'altronde, la Camera il 4 luglio scorso ha inoltre approvato in prima lettura un testo unificato che si basa su tre cardini: la delega al Governo per l'introduzione di pene detentive non carcerarie, l'introduzione della messa alla prova nel processo penale e una nuova disciplina del processo a carico di imputati irreperibili. Sono tre aspetti che appaiono nel loro tecnicismo abbastanza distanti rispetto all'obiettivo che invece in una maniera molto più diffusa viene utilizzato in termini di linguaggio quando si parla di sovraffollamento carcerario, ma è attraverso questi strumenti che si raggiungerà nei tempi ragionevoli anche quel tipo di obiettivo.
  Da ultimo, è iniziato proprio ieri in Commissione giustizia l'esame del nuovo decreto del Governo recante le misure urgenti in materia di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti. Ecco, anche questo viene seguito con una particolare attenzione da parte dei rappresentanti del mio partito che intendono davvero essere vicini non a questo Governo, perché in una maniera critica si sentono parte di una larga intesa che deve portare avanti degli obiettivi non sempre condivisi alla lettera, ma al contrario questo, come nessun altro tema, è un tema che il nostro partito condivide nella sua sostanza e nei suoi obiettivi conclusivi.
  Questa è una grande sfida di civiltà, noi la stiamo vivendo in questi termini e non vogliamo, non possiamo innanzitutto, ma non vogliamo sottrarci.
  Come Scelta Civica per l'Italia, riteniamo quindi possibile e doveroso impegnarci per una sostanziale rivoluzione, se mi consentite il termine, per un cambiamento culturale in questa direzione, riportando la sanzione penale nei suoi naturali confini, che sono quelli dell’extrema ratio nel rispetto delle parti lese e della considerazione sempre attenta anche dei diritti delle persone offese. Quindi, Presidente, confermo, a seguito di quanto detto, che noi di Scelta Civica siamo sicuramente orientati ad appoggiare in una maniera non acritica, ma consapevolmente critica, cosa che abbiamo già fatto durante il lavoro della Commissione giustizia, questo tipo di provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

  ENRICO COSTA. Signor Presidente, devo dire che questo intervento in sede di dichiarazione di voto lo posso ricollegare in modo piuttosto netto e piuttosto stretto all'intervento svolto in sede di discussione sulle linee generali, perché comunque in linea di massima il provvedimento che sta per essere approvato da questo ramo del Parlamento ha mantenuto la fisionomia, ha mantenuto lo spirito, ha mantenuto i contenuti e l'approccio che era stata sua caratteristica avere nell'ambito del lavoro della Commissione.
  Ebbene, in quell'intervento ricordo – e lo si può ribadire – avevamo affrontato – e l'hanno fatto molti colleghi anche in questa sede – il tema dell'emergenza carceraria. Il tema dell'emergenza carceraria troppo spesso viene affrontato solo con riferimento ai detenuti con condanna definitiva, ma non si tiene conto che, di oltre 60 mila detenuti nelle nostre carceri, almeno un terzo attendono ancora di essere condannati con sentenza definitiva.
  Quindi, quando si parla di emergenza carceraria, sarebbe bene, sarebbe opportuno, sarebbe giusto, sarebbe completo, affrontare le due tematiche: quella della custodia cautelare e quella dell'esecuzione della pena definitiva. Siamo anche in una fase dei lavori del Parlamento che ci Pag. 59consente di avere un approccio complessivo su questa materia, perché abbiamo oggi all'esame il tema della custodia cautelare, ma abbiamo, pendente in Commissione, appena iniziato, il decreto-legge cosiddetto «svuota carceri».
  Sono due facce della stessa medaglia, perché l'emergenza carceraria non può essere limitata, e sarebbe ingiusto, soltanto al tema dei detenuti con condanna definitiva. Anzi, è molto preoccupante che un terzo di questi detenuti debba ancora avere la sua condanna definitiva, posto che vi sia una condanna definitiva. Ebbene, addirittura la metà di questi deve avere ancora la condanna di primo grado: si tratta, secondo la nostra Costituzione, di presunti innocenti.
  Ma ci siamo interrogati sul perché di questa sproporzione numerica ? Ci siamo interrogati sul perché di un sistema di norme che disciplinano la custodia cautelare e consentono un approccio così superficiale e così estensivo all'applicazione di queste misure, che sono misure forti, sono misure pesanti nella vita di una persona ? Sono misure che toccano un soggetto che non è neanche stato condannato in primo grado, che non è stato neanche ancora rinviato a giudizio.
  Sono misure che toccano, per due, tre, quattro giorni, i soggetti, il cosiddetto «fenomeno delle porte girevoli»: soggetti che entrano in carcere e ci escono il giorno dell'interrogatorio di garanzia o pochi giorni dopo. Sono soggetti che entrano a contatto, in una situazione di promiscuità, con i soggetti, invece, che sono condannati definitivi, per i quali il regime carcerario deve essere sicuramente diverso.
  Pensiamo al lavoro nelle carceri, pensiamo sicuramente a determinate attività lavorative, che possono essere programmate per i detenuti definitivi e che, sicuramente, non possono avere lo stesso tipo di programmazione per i detenuti in custodia cautelare. Ebbene, il nostro sistema carcerario ha creato una sorta di «mega insalata» tra situazioni che sono assolutamente diverse.
  Noi siamo arrivati a questo punto perché troppo spesso l'interpretazione dello spirito della norma che disciplina la custodia cautelare è un'interpretazione in termini di carcerazione anticipata. Abbiamo un sistema che troppo spesso non consente di carcerare, per tutta una serie di meccanismi, i condannati definitivi; ebbene, in molte circostanze, si punta a far scontare la pena in anticipo.
  Ma vi sono altre forme di snaturamento di quello che è lo spirito della norma della custodia cautelare: pensiamo a coloro che ti mettono in carcere per indurti, magari, a ricordare o a sensibilizzare meglio la tua memoria, per fare delle chiamate in correità. Vi sono le carcerazioni per indurre a ricordare meglio e a confessare. Vi sono, comunque, dei meccanismi che portano ad applicare la custodia cautelare in carcere per ragioni che sono assolutamente diverse rispetto ai meccanismi che sono previsti nel codice.
  Di questo, dobbiamo dare una certa responsabilità alla magistratura, che, sicuramente, una certa autocritica l'ha fatta, se pensiamo che il primo presidente della Corte di cassazione, due anni fa, ha affermato che è necessario che il legislatore assuma sul serio la natura di extrema ratio della custodia cautelare in carcere, la preveda soltanto in presenza di reati di particolare allarme sociale e, soprattutto, la inibisca, quando la condotta criminosa presa in considerazione sia risalente nel tempo e non accompagnata da manifestazioni concrete ed attuali di pericolosità sociale.
  La questione ovviamente chiama in causa anche i giudici, il primo presidente della Corte di cassazione. Ma non dobbiamo dimenticare che la stessa Corte di cassazione, con la sua interpretazione, dobbiamo dire, con un termine benevolo, «ultraestensiva» di alcune norme, ci ha portato oggi a dover intervenire. Perché il codice, invece, per quello che attiene allo spirito del legislatore originario, lo spirito del legislatore che ha posto in essere tutti i meccanismi attinenti alla custodia cautelare, Pag. 60è un codice che, se applicato nel modo migliore, non avrebbe bisogno di aggiustamenti e di aggiornamenti.
  La giurisprudenza, come è accaduto in molte circostanze per molti istituti, ha snaturato questi istituti. Pensiamo all'istituto delle intercettazioni telefoniche, tanto per fare un altro esempio: norme che sono chiare, che sono puntuali, che non dovrebbero lasciare spazio a interpretazioni diverse, a interpretazioni estensive, che sono state snaturate dall'applicazione giurisprudenziale.
  Ebbene, oggi c’è un abuso quindi, un abuso che deve essere sicuramente sanato. E vi erano vari modi per approcciare questo tema: vi era un modo oggettivo e vi era un modo soggettivo. Cosa intendo con «oggettivo» ? Intendo incidere sulla struttura delle norme, per fare in modo che ci sia oggettivamente una impossibilità di aggirarle. Intervenire in modo soggettivo, invece, è fare quello che si è cercato di fare, con un nobile approccio e con delle nobili intenzioni, con questo provvedimento, cioè fare riferimento alla motivazione, indirizzare la motivazione del magistrato, obbligarlo a rendere una motivazione su uno o più aspetti: penso alla concretezza, penso all'attualità del pericolo di fuga, penso a tutta una serie di particolari attinenti alle esigenze cautelari.
  Ma noi sappiamo anche, per esperienza, che ci sono tante tecniche per eludere questi obblighi di motivazione e che quando si lascia alla motivazione il rispetto di una norma si possono comunque correre dei rischi di elusione di questa motivazione.
  Concludo questo intervento facendo riferimento, anche con un certo orgoglio, ad un articolo aggiuntivo che è stato approvato all'articolo 15, su stimolo del nostro gruppo. Un articolo aggiuntivo che consentirà di scoperchiare tutta una serie di casi occulti di mala giustizia, tanti casi di soggetti che oggi erano rimasti silenziosi, che erano stati messi in una situazione di custodia cautelare e che avevano visto i loro procedimenti penali chiudersi con un proscioglimento o con una assoluzione. Con il nostro articolo aggiuntivo il Governo, ogni anno, sarà chiamato a riferire su questi casi, sarà chiamato a elencarli, sarà chiamato a specificarli e sarà comunque chiamato a verificare un preciso e puntuale adempimento delle regole e delle norme stabilite da questo legislatore (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, devo dire che il nostro dibattito spesso vive un tempo immobile: cambia il provvedimento di giustizia – perché di questo tema stiamo parlando – cambiano i temi della nostra discussione, possiamo parlare di modifiche del codice penale o, come in questo caso, di modifiche essenzialmente del codice di procedura, ma spesso si ritorna sempre al punto di partenza. Perfino le figure retoriche che vengono utilizzate hanno un eterno ritorno.
  Noi abbiamo con minor frequenza oggi citato – ma ieri ampiamente – una coppia di criminali, una sorta di Bonnie e Clyde, il «signor indulto» e la «signora amnistia», che si aggirerebbero sempre travisati, sempre camuffati, per le aule parlamentari.
  Oggi li abbiamo visti poco, ieri un po’ di più. Sono convinto che, però, nel prossimo provvedimento sul tema giustizia che arriverà in quest'Aula, che è la conversione del secondo decreto-legge del Governo, chiamato impropriamente «svuota carceri», – eh sì ! – in quella forma camuffata, presunta riappariranno. O almeno apparirà il tentativo – figura retorica – di far credere agli italiani una cosa piuttosto che un'altra.
  Oggi ci occupiamo di custodia cautelare. Io ho già detto in discussione sulle linee generali e lo ripeto che è una bella figura, più corretta se vogliamo, ma che non ha la stessa potenza esplicativa del termine di carcerazione preventiva. Questa sì – perché gli italiani e le italiane per fortuna hanno memoria – ricorda che parliamo dei colpevoli e degli innocenti, di Pag. 61cittadini che risulteranno colpevoli e di quelli, invece, che saranno giudicati innocenti, perché soprattutto in sede di discussione degli emendamenti quel termine «presunto», che andrebbe sempre anticipato discutendo di costoro, è risuonato assai poco in quest'Aula, quasi mai. E loro sono 24 mila – quelli che potrebbero risultare tali, innocenti – su 64 mila detenuti.
  Io penso, però, che sia anche necessario chiarire di chi parliamo, perché altrimenti non abbiamo la misura fino in fondo della nostra discussione e delle decisioni che quest'Aula compie. Ho citato e lo ricito il presidente uscente della Corte di cassazione, Lupo, quando indica la necessità di rivisitare due settori che contribuiscono largamente all'affollamento delle carceri: la materia è certamente complessa, ma pure compresa nel testo unico sull'immigrazione e nel testo unico sulle sostanze stupefacenti, perché di questo parliamo. Certo, lì occorreranno modifiche di diritto sostanziale e anche profonde e io spero che le parole risuonate in quest'Aula, in quella direzione da punti di vista diversi, possano trovare concretezza.
  La carcerazione preventiva che noi tentiamo di riformare è un altro dei frutti avvelenati di quella folle nave che ha attraversato lo scorso decennio e più legislature, perché non è vero che la situazione che si è venuta determinando e per cui siamo sanzionati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo è una situazione senza responsabili, un evento inevitabile, meteorologico. Le responsabilità ci sono.
  Un'idea ha avvelenato quelle legislature e cioè quella per cui più carcere corrisponde a più sicurezza per i cittadini. Invece, i risultati ci raccontano il contrario, ci hanno raccontato il contrario. È di fronte agli occhi di tutti che le carceri scoppiano, ma che la sicurezza dei cittadini non ne ha avuto beneficio alcuno. Ripeto, è vero esattamente il contrario. E mi ha fatto un po’ impressione sentir richiamare quei tanti «pacchetti sicurezza» come provvedimenti salvifici da conservare o a cui addirittura ritornare, quando sono, invece, probabilmente i responsabili primi delle tante storture del nostro sistema giustizia.
  E non è neanche difficile immaginare – non lo era allora, tanto meno lo è oggi – che la coesistenza forzata di detenuti per reati di pericolosità differente, di differente livello non produce altro che livellare verso l'alto, e non verso il basso, le professionalità criminali. Però, questo è anche errore di culture che hanno avuto per anni dominio o larga influenza nel Paese, culture che io giudico, che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà giudica anch'esse profondamente sbagliate. E guardandolo da questo punto di vista, non stiamo parlando del buonismo della sinistra, perché qua nessuno è buono, ma stiamo parlando di un sano egoismo che gli italiani dovrebbero avere per la propria sicurezza.
  Dunque, riformare la carcerazione preventiva, riservandola effettivamente a chi serve, è un atto di sano egoismo. Non ci sono risorse per la polizia penitenziaria, per gli educatori, per lo UEPE, per ogni sorta di fondamentale figura professionale, per rimanere solo alla giustizia. Potremmo passare al dissesto del Paese, quello idrogeologico, o al lavoro.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,35)

  DANIELE FARINA. Non ci sono risorse per nessuna di queste cose, eppure noi abbiamo mantenuto per anni il lusso costoso che rappresenta l'eccesso di carcerazione preventiva in questo Paese. E questa logica, queste culture, queste nostalgie di pacchetti sicurezza sono dure a morire ed è lecito il sospetto che non la sicurezza dei cittadini o la certezza della pena o il rispetto delle vittime ne sia il motivo, ma qualche lucro elettorale della politica, della cattiva politica e delle sue fortune che, purtroppo, però, sono state e sono sfortune per il Paese.
  Bisogna cambiare. Il segnale positivo che arriva dal lavoro di quest'Aula è questo qui e lo cogliamo in pieno. Certo, Pag. 62questo provvedimento è meno di quanto servirebbe e meno di quanto vorremmo. Tuttavia, coerentemente con il lavoro che abbiamo svolto, SEL lo voterà perché lo ritiene sulla strada giusta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.

  ANTONIO MAROTTA. Signor Presidente, questo ulteriore provvedimento, che riguarda le misure sulla custodia cautelare, giunge in seguito ad una serie di provvedimenti che, nei mesi scorsi, questo Parlamento ha approvato e che riguardano – e qui li cito solamente per dire qual è l'iter logico che stiamo seguendo – la detenzione domiciliare irrogata direttamente dal giudice della cognizione, la messa alla prova, l'aumento del limite della pena per poter irrogare la carcerazione preventiva, le misure che intervengono sull'esecuzione della pena.
  Ma c’è un punto importante che a me e al mio gruppo preme sottolineare in questo momento. E qual è l'elemento di fondo che caratterizza questi provvedimenti e di cui io e noi dobbiamo essere fieri ? Finisce o almeno incomincia a finire la legislazione dell'emergenza. Badate, per trent'anni l'Italia, partendo dal terrorismo, dalle Brigate rosse, dalla mafia, da Tangentopoli, è vissuta sempre e si è mossa sulla scia della legislazione dell'emergenza. La legislazione dell'emergenza, che seppure può essere giustificata, in Italia, che è un Paese in cui veramente il diritto la fa da padrone e che è la culla della civiltà, non dovrebbe esistere. Ebbene, questa legislazione dell'emergenza non ha fatto venire meno le decisioni della Corte costituzionale e le decisioni dei giudici della Corte, ma ha fatto violare di fatto la Carta costituzionale perché noi da trent'anni a questa parte, e proprio con riferimento alla carcerazione preventiva, non abbiamo tenuto in alcun conto l'articolo 13 della Carta costituzionale che parla di inviolabilità della libertà personale e l'articolo 27 che parla di presunzione di innocenza. Dietro questa emergenza abbiamo varato quello che chiamiamo i pacchetti di sicurezza.
  Abbiamo fatto sì che da un'emergenza ne venisse fuori un'altra: senza uscire da quella che viviamo ne abbiamo creato un'altra, determinando l'emergenza delle carceri. Perché è chiaro che, se teniamo in carcere un terzo della popolazione carceraria, che è in attesa di giudizio, è chiaro che andremo a creare un problema. Creiamo il problema nelle carceri che tanti non vogliono «sentire» ma noi abbiamo il dovere di «sentire» e di affrontarlo con grande responsabilità, perché possiamo privare della libertà un cittadino – è previsto nella Carta costituzionale, nella legge – ma non possiamo privarlo della dignità perché non c’è nessun articolo della Carta costituzionale, nessun sistema per cui la dignità debba essere calpestata. Ebbene, oggi è quello che succede nelle carceri. E io chiedo veramente di impegnarci al massimo per far sì che, al di là della tutela delle parti offese che c’è e ci sarà, vogliamo tutelare la dignità dell'essere umano, di un nostro simile. E allora questa è la verità. Questa è la rivoluzione a 360 gradi che noi portiamo, anzi continuiamo a portare con questo provvedimento.
  Noi andiamo finalmente ad affermare il principio per cui la detenzione in carcere è l'estrema ratio. Basterebbe questo principio. Sono soddisfatto del risultato che abbiamo ottenuto. Poi andiamo a parlare del merito dei vari provvedimenti e dei vari interventi che abbiamo fatto. Ma questa è la verità. Non possiamo essere una civiltà, una democrazia alla cui base vi è il principio della libertà e fare sì che, prima del processo, prima della condanna passata in giudicato, un cittadino rimanga in galera fino a sei anni di carcerazione preventiva – ripeto: sei anni – e poi, nel momento in cui abbiamo la certezza che questo cittadino, giudicato con tutte le garanzie che il sistema offre ogni tre gradi di giudizio, operiamo in un sistema nel quale vogliamo evitare che venga effettivamente espiata la pena.Pag. 63
  Questo è il problema che dovremmo quanto prima affrontare se vogliamo rendere cosa utile al nostro Paese. La verità, cari colleghi, è che, con questo provvedimento, cominciamo a capire veramente se c’è differenza tra garantismo e giustizialismo e cominciamo a capire chi è veramente garantista e chi non si nasconde dietro a problemi di sicurezza, dietro a fatti contingenti, dietro a episodi isolati, che sono quelli – sì – che hanno creato quella cultura dell'emergenza nella quale abbiamo vissuto per tanto tempo. Lo ripeto e lo dico veramente con la convinzione che, su questa strada, faremo dei grandi passi avanti, perché c’è la consapevolezza finalmente, perché approviamo questi provvedimenti, perché questi provvedimenti vengono approvati dal Parlamento. Io ho seguito le votazioni e posso dire che il novanta per cento di tutti gli articoli sono stati votati dal novanta per cento di questo Parlamento e questa è la vera grande soddisfazione. E allora, nel merito poi, questi provvedimenti hanno una loro specificità e una loro importanza, perché quelle che sono le esigenze cautelari di cui tanto si è parlato e di cui tutti ormai conosciamo quali siano i tre capisaldi – vale dire il pericolo di inquinamento delle prove, il pericolo di fuga e il pericolo di una reiterazione dei reati – vengono superati o, meglio, vengono affrontati finalmente con la consapevolezza che non è un fatto astratto. Esistono queste esigenze cautelari perché esistono nella mente del giudice, perché esistono nella capacità di presentare l'ipotesi di reato da parte del pubblico ministero, perché esistono nelle indagini della polizia giudiziaria.
  Noi finalmente invitiamo i magistrati in maniera concreta ad attualizzare quella circostanza, a scendere a fondo, ad analizzare, ad entrare dentro quel singolo caso, perché ogni singolo caso per quell'imputato rappresenta il dramma della sua vita. Questo è quello che diciamo con questo provvedimento.
  La scelta della misura in carcere diventa solamente residuale, cioè, ci dobbiamo rendere conto che veramente non abbiamo altre possibilità. La carcerazione non può diventare come è stato durante «Tangentopoli», e dobbiamo avere il coraggio di dirlo: il sistema diventa una prova, la prova regina, perché il soggetto indagato e imputato non resiste rispetto alla privazione della libertà e inizia a collaborare e a dire tante cose, vere e non vere, e la storia ce lo insegna.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ANTONIO MAROTTA. La verità è questa: queste misure che noi andiamo ad approvare rafforzano anche, proprio sul piano garantista, l'impegno del magistrato, perché il magistrato non si può più limitare a ripercorrere o a richiamare la motivazione alla base della quale il pubblico ministero ha chiesto un provvedimento, ma deve autonomamente – ed è tanto, perché vuol dire che si deve leggere tutte le carte – fare la sua motivazione, che, per certi versi, può anche coincidere, ma ci vuole il suo imprimatur.
  Allora, quando nei confronti di un soggetto abbiamo applicato una misura interdittiva, che abbiamo «spostato», ecco perché, per certi versi, è migliorativa (le misure interdittive da due mesi ad un anno), perché, visto che si è lasciato quell'incarico e, quindi, non c’è più la possibilità di reiterazione, perché non riveste più una qualifica, come quella di pubblico ufficiale, deve stare in galera ? Io lo «tengo»... nel momento in cui penso che possa ripetere il reato, gli applico una misura interdittiva che mi mette in condizioni di stare tranquillo, di far sì che non possano essere ripetute ipotesi di reato, ma non di privare della libertà quell'individuo.
  Come è vero che il più delle volte c’è l'accanimento anche da parte della pubblica accusa, e lo dobbiamo dire: si chiede una misura cautelare, il GIP la rigetta, si fa ricorso al tribunale del riesame, il tribunale del riesame la rigetta, il pubblico ministero vorrebbe ancora fare ricorso, quando già una serie di magistrati, di giudici, si sono pronunciati su un fatto, che è una custodia che attiene a fasi Pag. 64precedenti al processo, non ad una sentenza passata in giudicato.
  E volete che non dobbiamo dire, in questo sistema, che, dopo che hai superato il vaglio di un primo giudice, il vaglio di tre giudici, del tribunale del riesame, la pubblica accusa si deve anche un po’ tranquillizzare e aspettare l'esito del processo.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ANTONIO MAROTTA. Concludo, grazie. Se io sono responsabile, allora, ciò fa sì che io veramente esegua la pena.

  PRESIDENTE. No, deve proprio concludere, è già fuori tempo.

  ANTONIO MAROTTA. Ecco perché io, insieme al gruppo, con forza e grande determinazione su questo provvedimento, invito tutto il Parlamento ad andare avanti sulla scia di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia - Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, colleghi, intanto vorrei spiegare ai cittadini che ci seguono di cosa stiamo parlando. Secondo la definizione enciclopedica, le misure cautelari sono provvedimenti provvisori e immediatamente esecutivi tesi ad evitare che il trascorrere del tempo possa provocare un pericolo per l'accertamento del reato, per l'esecuzione della sentenza ovvero determinare l'aggravamento della conseguenza del reato o l'agevolazione di altri reati. Possono essere adottate dall'autorità giudiziaria sia nel corso delle indagini preliminari sia nella fase processuale e limitano la libertà personale. Per la loro applicazione richiedono l'esistenza di due ordini di requisiti: i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari.
  Per quanto riguarda i criteri di scelta delle misure, il giudice tiene conto dell'idoneità di ciascuno in relazione alle esigenze cautelari da soddisfare. Inoltre, devono essere osservati il principio di adeguatezza, secondo cui la misura della custodia cautelare in carcere deve essere utilizzata solo come extrema ratio e il principio di proporzionalità, secondo cui la misura utilizzata deve essere proporzionata al fatto e alla sanzione.
  I detenuti in carcere sono 64.564, tra questi 24.774 quelli in custodia cautelare. I dati ci dicono che ci sono in carcere, ad oggi, zero soggetti per corruzione, ce ne sono un'infinità per reati contro il patrimonio e nessuno per frode fiscale. Il Ministro, due mesi fa, ha precisato che la custodia cautelare spesso è un'odiosa anticipazione della pena. Sarà pure odiosa, ma è alquanto necessaria, Ministro. Dei detenuti oggi in carcere in attesa della condanna di primo grado, 8.657 sono dietro le sbarre per spaccio di droga, e qui sono inseriti anche fattispecie di lieve entità; 3.564, invece, devono rispondere di rapina; 2.792 di omicidio volontario; e ancora, 1.982 per estorsione; 1.107 per associazione di stampo mafioso; 709 per violenza sessuale; 356 per associazione a delinquere e così andando avanti. Tutti reati molto gravi e sui quali i giudici si sono espressi non perché veggenti o carnefici, semplicemente per garantire il processo alla persona offesa. Infatti, la custodia cautelare non è, come alcuni l'hanno definita, un'autentica vergogna nel nostro Paese, ma uno strumento di extrema ratio triste ma necessario che il legislatore ha posto per sventare il pericolo che il soggetto possa, in attesa dell'accertamento della verità tramite il processo, reiterare il reato, inquinare le prove o darsi alla fuga. Queste sono le tre esigenze poste alla base della misura.
  Detto questo, il provvedimento che ci apprestiamo a votare è sicuramente di buonsenso e ha visto l'apporto propositivo del MoVimento 5 Stelle per il miglioramento. Siamo sempre pronti al dialogo sul merito e non abbiamo problemi a confrontarci sui provvedimenti, a differenza Pag. 65dei messaggi che molti colleghi e giornalisti vogliono far arrivare all'esterno. I parlamentari del MoVimento 5 Stelle fanno proposte concrete – molte delle quali in linea con quelle promosse da altre forze politiche – che sono «passate» e hanno integrato il testo, e di questo non possiamo che essere soddisfatti per i risultati ottenuti. Le novità più importanti riguardano l'introduzione dell'attualità del concreto pericolo posto nelle esigenze cautelari e della previsione di non desumere esclusivamente dalla gravità del fatto per il quale si procede. Non sono «passati», invece, altri emendamenti che avevamo proposto solo noi, come quello che proponeva l'introduzione, in conformità con le idee di tutti gli auditi, delle legislazioni della maggior parte dei Paesi europei e con esplicita richiesta rivolta all'Italia dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, visto che ci riempiamo sempre la bocca di queste dichiarazioni, di un controllo periodico sui presupposti della misura e sull'attualità della sua proporzionalità e adeguatezza rispetto alla situazione concreta di fatto e di diritto, che incentiverebbero a non presentare richieste autonome di revoca e sostituzione innescando ulteriori subprocedimenti cautelari; ma niente da fare, peccato.
  Salvo quanto detto, non possiamo rilevare che i presupposti e la priorità con cui si va ad agire sono totalmente sbagliati. Per risolvere il problema dell'eccessiva presenza di soggetti in carcere in attesa di processo dovuto ai provvedimenti cautelari, e di conseguenza per ridurre al minimo l'alea con la quale si toglie la libertà ad un soggetto presunto innocente fino a condanna definitiva, si dovrebbe agire non sulle conseguenze, come stiamo facendo oggi, ma sulla causa principale, ovvero il processo penale, che è una della bestie nere dei Governi degli ultimi anni. Non parlo certo del processo breve di Alfano, che voleva «ammazzarlo» il processo, ma di concentrare l'attenzione dei lavori parlamentari sulla modifica di alcuni istituti di procedura e sul voler fornire alla giustizia i migliori mezzi per poter funzionare davvero, insomma voler garantire un tempo ragionevole e un iter che porti all'accertamento della verità e magari non alla prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Va da sé che si arriverebbe all'attenuazione del rischio di avere una persona in carcere innocente per un periodo di tempo prolungato, ma anche ad avere più condanne e meno prescrizioni. Questo non farebbe piacere a tutti, soprattutto al delinquente Berlusconi. In questo modo, oltre all'abolizione delle «leggi vergogna», sarebbe risolto in parte anche il problema del sovraffollamento carcerario e si potrebbe evitare di fare come sta facendo il Ministro Cancellieri, con la liberazione anticipata speciale nel decreto svuotacarceri, che sarà valida, lo ricordo, per tutti, anche per i mafiosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Mi dispiace che un provvedimento così condiviso non riesca a raggiungere però il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle dopo tutti quelli espressi in fase di votazione dell'articolato. Primo motivo è sicuramente la previsione di annullamento della misura da parte del riesame quando manchi la motivazione o l'autonoma valutazione a norma dell'articolo 292. Ci sembra poco plausibile, come abbiamo già detto, infatti, che il relativo giudice non possa integrare la motivazione quando gli elementi di fatto per la sua applicazione emergano dalle carte. Il riesame è mezzo interamente devolutivo del nostro sistema, quindi perché togliere al giudice la possibilità di riesaminare l'intera questione e motivare bene usando gli elementi di prova che trova nel fascicolo ?
  Il rischio è proprio, vista la situazione di intasamento delle aule giudiziarie, che per una mancanza del genere si ritroverebbero a scarcerare soggetti che la misura se la meritano tutta. Ma questa è una decisione politica; voi ritenete che sia più importante che i magistrati non facciano il copia e incolla, noi riteniamo che siano più importante le esigenze cautelari, la tutela del processo e della vittima. Sono scelte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).Pag. 66
  Il secondo motivo è invece quello dei termini di decisione per il giudice del rinvio dopo l'annullamento della Cassazione. Questa previsione è di fatto incoerente con la modifica prima citata. Ma come ? Si impone l'annullamento della misura viziata al riesame senza poterla correggere e poi si tolgono all'annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione i suoi effetti tipici ? Il provvedimento annullato si manterrebbe, quindi, in vita magicamente. Non ci avete convinto e rimaniamo quindi scettici, ritenendola una norma contraria all'articolo 13 della Costituzione.
  Concludo con un invito, Presidente: questo è il quinto provvedimento che la Commissione giustizia della Camera porta in Aula e manda al Senato. Una Commissione estremamente produttiva, che lavora incessantemente, anche su proposte riguardanti temi come il sovraffollamento carcerario. Allora, ci chiediamo, Presidente: che fine hanno fatto questi provvedimenti ? Sono stati smarriti negli antri del Senato ? Si sono persi per strada ? Hanno di meglio da fare ? Allora, chiedo ufficialmente a lei, Presidente, e anche alla presidente Ferranti, di suonare il campanello al presidente Palma, tramite il Presidente del Senato, Grasso, per sollecitare l'attività della Commissione giustizia del Senato, visto che non si capisce perché qui dobbiamo fare la maratona sulle proposte di legge, per poi denunciarne la scomparsa a «Chi l'ha visto ?» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Di queste cinque proposte ne sono state approvate zero ! Ma non solo, la Commissione giustizia del Senato, che ha tutt'oggi incardinate proposte importanti come quella sulla tortura o quella sulla modifica delle legge anticorruzione, non ha inoltrato alla Camera niente ! Di decreti invece ne sono passati tanti, troppi. Questo agli atti rimane tristemente il palazzo esclusivo del Governo, che oltre ad essere un Parlamento illegittimo, rimane il Parlamento delle «zero leggi di iniziativa parlamentare» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il presidente della Commissione giustizia del Senato, Nitto Palma, è stato eletto grazie all'astensione dei senatori del Partito Democratico che l'hanno preferito addirittura ad un loro senatore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ora noi chiediamo il conto alla maggioranza, chiediamo di dirigere con serietà i lavori di questo Parlamento, oppure, se siete incapaci, semplicemente di ammetterlo e di andarvene a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il provvedimento di riforma delle misure cautelari personali che oggi questa Assemblea si appresta a votare, affronta uno dei temi più delicati per ogni democrazia: la limitazione, fino alla sua privazione, della libertà personale in assenza di una condanna definitiva, e perciò senza che vi sia stato un accertamento della responsabilità penale della persona sottoposta alla misura.
  Il dibattito politico ed istituzionale sulla carcerazione preventiva ci accompagna oramai da anni proprio per le tante implicazioni che sono connesse a questo tema e per i numerosi richiami che le più importanti istituzioni, europee e nazionali, hanno rivolto alla politica. Mi riferisco in particolare alla oramai nota sentenza Torreggiani dell'8 gennaio 2013, che denuncia, oltre a una situazione carceraria indegna, anche il fatto che in Italia il ricorso alla custodia cautelare in carcere sia fuori dalla norma, fuori dalla media degli standard europei e lontana dallo spirito della Convenzione.
  Inoltre, sempre a gennaio 2013, fu proprio il primo presidente di Cassazione Lupo a denunciare «l'urgente attenzione che dev'essere dedicata alla misura cautelare della custodia in carcere, la cui natura di extrema ratio imporrebbe che essa sia prevista soltanto in presenza di reati di particolare allarme sociale». Ed il Pag. 67Presidente Napolitano, nel messaggio alle Camere, ha richiamato la necessità di porre fine, senza indugio alcuno, ad una perdurante incapacità dell'Italia nel garantire i diritti dei detenuti in attesa di giudizio. Il nostro compito pertanto è consistito nella ricerca di un giusto punto di equilibrio tra il diritto fondamentale della libertà individuale e le esigenze di giustizia e di tutela della collettività.
  Questo provvedimento rappresenta per il Partito Democratico una riforma strutturale, portatrice di una cultura delle cautele penali fondata sul pieno rispetto del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza. Riportare al centro della discussione il principio di non colpevolezza è fondamentale, soprattutto alla luce dei dati sul sovraffollamento carcerario: ad oggi quasi il 40 per cento della popolazione carceraria è costituito da persone in custodia cautelare. Parliamo di oltre 25 mila persone; e questo dato è aberrante in assoluto, ma lo è ancora di più viste le condizioni di degrado in cui versano le nostre carceri.
  L'obiettivo di questa proposta di legge è chiaro: restituire natura di rimedio estremo alla carcerazione preventiva. Oggi, date le tre condizioni per l'imposizione delle esigenze cautelari, e cioè il pericolo di inquinamento delle prove, il pericolo di fuga e di reiterazione del reato, l'effettiva valutazione delle stesse dipende in larga parte dalla discrezionalità del giudice, di cui si è lungo usato ed in molti casi, purtroppo, abusato. Siamo intervenuti perciò sugli attuali automatismi applicativi, stabilendo che la custodia cautelare potrà essere disposta soltanto quando risulteranno inadeguate le altre misure coercitive o interdittive. Queste misure, a differenza di quanto è oggi – ed è una grande novità –, potranno quindi applicarsi cumulativamente. Inoltre, il carcere preventivo, gli arresti domiciliari non potranno essere disposti quando si ritiene di concedere la sospensione condizionale della pena o la sospensione dell'esecuzione della pena stessa: non ha senso alcuno privare della libertà una persona prima del processo, quando alla conclusione dello stesso la pena non sarà quella del carcere.
  Abbiamo reso più stringenti i presupposti per giustificare la carcerazione preventiva: accanto al requisito della concretezza abbiamo aggiunto quello dell'attualità, per il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. E allo stesso modo siamo intervenuti sulla motivazione, prevedendo l'impossibilità per il giudice di desumere il pericolo solo dalla gravità del delitto per cui si procede. Pertanto, per privare della libertà una persona il giudice dovrà prendere in considerazione elementi ulteriori, quali i precedenti, i comportamenti, la personalità dell'imputato. Abbiamo intensificato anche gli obblighi di motivazione del giudice: il giudice che dispone la cautela non potrà infatti più appiattirsi, come sovente accade, sugli atti del pubblico ministero, ma dovrà dare conto in maniera autonoma delle ragioni per cui anche gli argomenti della difesa sono stati disattesi.
  Abbiamo reso le misure interdittive più efficaci, aumentando dagli attuali 2 mesi a 12 i termini di durata delle misure interdittive, e cioè la sospensione dell'esercizio della potestà dei genitori, la sospensione dell'esercizio di un pubblico ufficio o servizio e il divieto di esercitare attività professionali o imprenditoriali, per consentirne un effettivo utilizzo quale alternativa alla custodia cautelare in carcere.
  Per i delitti di mafia, come anche indicato dalla Corte costituzionale, e l'associazione terroristica ed eversiva resta la presunzione assoluta di idoneità della misura carceraria. Per altri gravi delitti, come l'omicidio, la violenza sessuale, il sequestro di persona, varrà una clausola di salvaguardia, secondo la quale la custodia in carcere rimane la via principale, a meno che non siano acquisiti elementi dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure. Abbiamo anche cambiato in profondità la disciplina del riesame delle misure cautelari personali: il tribunale del riesame Pag. 68infatti ora avrà 30 giorni di tempo per le motivazioni, a pena di perdita di efficacia della misura cautelare.
  Signor Presidente, il Partito Democratico oggi si fa carico, attraverso questo provvedimento, del coraggio di una scelta.
  Abbiamo vissuto fino ad oggi in un Paese in cui sono state fatte analisi impietose sulle questioni che non vanno, senza mai avere il coraggio di affrontarle. I nostri cittadini sono stanchi di una politica che fa proclami e non agisce, di una politica che dice di voler cambiare e non lo fa. Questo tempo delle scelte mancate, per il Partito Democratico è finito, il percorso non può e non deve finire qui, servono altri interventi strutturali sulla giustizia, e mi riferisco in particolare ad interventi che aggrediscano le cause dell'eccessiva durata dei processi e che risolvano le cause del sovraffollamento carcerario. Lo dico soprattutto a quella parte della politica che dice «no» anche a questo provvedimento: non è con i «no» che si risolvono i problemi. Noi siamo pronti anche a queste sfide, perché ne va del grado di civiltà e di democrazia del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, veramente un secondo soltanto per ringraziare tutti i componenti la Commissione, perché c’è stato un lavoro veramente collegiale e collettivo, anche da chi poi qui oggi vota contro o si astiene. È un provvedimento importante, uno dei cinque provvedimenti di iniziativa parlamentare che la Commissione giustizia ha portato in Aula e che sono stati approvati, e ci auguriamo veramente che sia uno dei provvedimenti che abbia una via celere ed immediata – penso – al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 631-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 631-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Verini... Bargero... Martino... Pagano... Di Battista... onorevole Cirielli, vicino a lei chi c’è ? E al posto suo chi ci dovrebbe essere ? Lo vogliamo chiamare, visto che stiamo votando, gentilmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Io non chiudo la votazione finché non compare il «proprietario della lucetta». Non c’è, bene, gli assistenti parlamentari possono per favore andare a levare la scheda ? Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  Comunico il risultato della votazione:
  «Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali» (631-A):

   Presenti  398   
   Votanti  303   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato  290    
    Hanno votato no  13.    

Pag. 69

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Bossi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, i deputati Cuperlo e Giorgis hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, i deputati Tofalo e Rotondi hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi).

  Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 980-1707-1807-1847.
  Secondo le intese intercorse e tenuto conto della circostanza che è immediatamente convocata la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, lo svolgimento del seguito della discussione delle mozioni sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari è rinviato ad altra seduta.
  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Gli interventi di fine seduta avranno luogo alla ripresa dei lavori, dopo la sospensione, per consentire a tutti coloro che sono chiamati a partecipare alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, di prendervi effettivamente parte. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 18,10, è ripresa alle 20,20.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di gennaio 2014 e programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di febbraio 2014.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di gennaio 2014:

  Lunedì 13 gennaio (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   Airaudo ed altri n. 1-00196 concernente iniziative volte alla salvaguardia dell'interesse nazionale in relazione agli assetti proprietari di aziende di rilevanza strategica per l'economia italiana;
   Ciprini ed altri n. 1-00292 concernente iniziative in ambito europeo e nazionale per la revisione dei vincoli derivanti dal Trattato noto come «fiscal compact»;
   Gigli ed altri n. 1-00254 concernente iniziative per il contrasto alla povertà.

  Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 362 – Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professioni dei beni culturali.

  Martedì 14 gennaio (pomeridiana, con votazioni dalle ore 14, con prosecuzione notturna)

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Rondini ed altri n. 1-00227, Gallinella ed altri n. 1-00274, Mongiello ed altri n. 1-00276, Franco Bordo ed altri n. 1-00277, Zaccagnini e Pisicchio n. 1-00278, Faenzi ed altri n. 1-00279 e Dorina Bianchi e Bosco n. 1-00280 sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari;
   Airaudo ed altri n. 1-00196 concernente iniziative volte alla salvaguardia dell'interesse nazionale in relazione agli assetti proprietari di aziende di rilevanza strategica per l'economia italiana;
   Ciprini ed altri n. 1-00292 concernente iniziative in ambito europeo e nazionale per la revisione dei vincoli derivanti dal Trattato noto come «fiscal compact».

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 362 – Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto Pag. 70legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professioni dei beni culturali.

  Seguito dell'esame della mozione Gigli ed altri n. 1-00254 concernente iniziative per il contrasto alla povertà.

  A partire dalle ore 18 avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1885 – Conversione in legge del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate (da inviare al Senato – scadenza: 8 febbraio 2014).

  Mercoledì 15 e giovedì 16 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 17 gennaio) (con votazioni)

  Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1885 – Conversione in legge del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate (da inviare al Senato – scadenza: 8 febbraio 2014).

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Rondini ed altri n. 1-00227, Gallinella ed altri n. 1-00274, Mongiello ed altri n. 1-00276, Franco Bordo ed altri n. 1-00277, Zaccagnini e Pisicchio n. 1-00278, Faenzi ed altri n. 1-00279 e Dorina Bianchi e Bosco n. 1-00280 sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari;
   Airaudo ed altri n. 1-00196 concernente iniziative volte alla salvaguardia dell'interesse nazionale in relazione agli assetti proprietari di aziende di rilevanza strategica per l'economia italiana;
   Ciprini ed altri n. 1-00292 concernente iniziative in ambito europeo e nazionale per la revisione dei vincoli derivanti dal Trattato noto come «fiscal compact».

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 362 – Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professioni dei beni culturali.

  Seguito dell'esame della mozione Gigli ed altri n. 1-00254 concernente iniziative per il contrasto alla povertà.

  Lunedì 20 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge S. 1188 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato – scadenza: 29 gennaio 2014);
   proposta di legge n. 342 ed abbinate – Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente e l'azione di risarcimento del danno ambientale, nonché delega al Governo per il coordinamento delle disposizioni riguardanti gli illeciti in materia ambientale.

  Discussione sulle linee generali della mozione Andrea Romano ed altri n. 1-00168 concernente iniziative per la riforma della normativa in materia di diritti d'autore e per la disciplina del relativo mercato.

  Martedì 21 (ore 9,30, con votazioni non prima delle 12,30, e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 22 e giovedì 23 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 24 gennaio) (con votazioni)

  Comunicazioni del ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia, ai sensi dell'articolo 86 del regio decreto Pag. 7130 gennaio 1941, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 29, della legge 25 luglio 2005, n. 150.

  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge S. 1188 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia (Approvato dal Senato – scadenza: 29 gennaio 2014);
   proposta di legge n. 342 ed abbinate – Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente e l'azione di risarcimento del danno ambientale, nonché delega al Governo per il coordinamento delle disposizioni riguardanti gli illeciti in materia ambientale.

  Seguito dell'esame della mozione Andrea Romano ed altri n. 1-00168 concernente iniziative per la riforma della normativa in materia di diritti d'autore e per la disciplina del relativo mercato.

  Nel corso della settimana potrà aver luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 27 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 1920 – Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, recante interventi urgenti di avvio del piano «Destinazione Italia», per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC – auto, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015 (da inviare al Senato – scadenza: 21 febbraio 2014);
   disegno di legge n. 1921 – Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria (da inviare al Senato – scadenza: 21 febbraio 2014);
   proposta di legge n. 3 ed abbinate – Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
   proposta di legge n. 1253 ed abbinate – Disposizioni in materia di pensioni superiori a dieci volte l'integrazione al trattamento minimo INPS.

  Discussione sulle linee generali della mozione Di Lello ed altri n. 1-00157 concernente l'indicazione dell'affiliazione dei partiti politici nazionali a quelli europei, in vista delle elezioni europee del 2014.

  Martedì 28 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 29 e giovedì 30 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 31 gennaio) (con votazioni)

  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 1920 – Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, recante interventi urgenti di avvio del piano «Destinazione Italia», per il contenimento delle tariffe elettriche e del gas, per la riduzione dei premi RC – auto, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015 (da inviare al Senato – scadenza: 21 febbraio 2014);
   disegno di legge n. 1921 – Conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria (da inviare al Senato – scadenza: 21 febbraio 2014);Pag. 72
   proposta di legge n. 3 ed abbinate – Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
   proposta di legge n. 1253 ed abbinate – Disposizioni in materia di pensioni superiori a dieci volte l'integrazione al trattamento minimo INPS.

  Seguito dell'esame della mozione Di Lello ed altri n. 1-00157 concernente l'indicazione dell'affiliazione dei partiti politici nazionali a quelli europei, in vista delle elezioni europee del 2014.

  Nel corso della settimana potrà aver luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

  Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (tra le ore 9 e le ore 11); lo svolgimento di interpellanze urgenti il venerdì, alle ore 9.

  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

  È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per il mese di febbraio 2014:

  Esame dei disegni di legge:
   S. 1213 – Conversione in legge del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, recante abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione – scadenza: 26 febbraio 2014);
   S. 1214 – Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione – scadenza: 28 febbraio 2014)
   S. 1215 – Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 151, recante disposizioni di carattere finanziario indifferibili finalizzate a garantire la funzionalità di enti locali, la realizzazione di misure in tema di infrastrutture, trasporti ed opere pubbliche nonché a consentire interventi in favore di popolazioni colpite da calamità naturali (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione – scadenza: 28 febbraio 2014);
   n. 1589 – Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, fatta all'Aja il 19 ottobre 1996, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.

  Esame delle mozioni:
   Brunetta ed altri n. 1-00290, Agostini ed altri n. 1-00273 concernenti iniziative per promuovere la parità di genere nel settore dello sport;
   Ginefra ed altri n. 1-00134 concernente iniziative per promuovere il prolungamento del corridoio baltico-adriatico e per l'ammodernamento dei collegamenti lungo la dorsale adriatica;
   Ruocco ed altri n. 1-00288 concernente iniziative per armonizzare il sistema europeo dell'imposta sul valore aggiunto alla luce del Libro verde sul futuro dell'IVA adottato dalla Commissione europea.

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  Esame delle modifiche regolamentari (in corso di esame presso la Giunta per il regolamento).

  Esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 1836 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre;
   disegno di legge n. 1864 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013 bis;
   proposta di legge n. 1843 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.

  Esame delle mozioni:
   Gallinella ed altri n. 1-00160 concernente iniziative per la revisione dei criteri di formazione del bilancio comunitario;
   Brunetta ed altri sulle iniziative per il rilancio dell'occupazione (in corso di presentazione);
   Nicchi ed altri n. 1-00232 concernente iniziative per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale.

  Esame della proposta di legge n. 1014 ed abbinate – Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico.

  In sede di modifica e di aggiornamento del programma potrà essere valutato l'inserimento delle proposte di legge n. 327 ed abbinate – Disciplina organica del diritto di asilo, dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria, nonché disposizioni di attuazione delle direttive 2003/9/CE, 2005/85/CE e 2011/95/UE, nonché n. 9, 463 ed abbinate – Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di acquisto della cittadinanza, entrambe in corso di esame presso la I Commissione.

  Nell'ambito del programma potranno essere inseriti eventuali ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,30).

  DAVIDE BARUFFI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE BARUFFI. Signor Presidente, colleghi, ricorre oggi il sessantaquattresimo anniversario dell'eccidio delle Fonderie di Modena. Il 9 gennaio 1950, nel corso di una manifestazione sindacale, la polizia sparò sui lavoratori. 200 feriti e 6 morti: Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli, Roberto Rovatti.
  Quella manifestazione era la risposta alla serrata dello stabilimento e alla decisione della proprietà di riaprire licenziando la metà dei 500 lavoratori che erano lì occupati. Si tratta di un avvenimento drammatico e cruciale non solo per il tragico bilancio di sangue, ma anche per la dinamica stessa degli accadimenti: la polizia perse probabilmente il controllo della situazione, ma sparò e sparò per uccidere. Sparò da lontano e sparò anche da vicino: un uomo fu colpito a freddo alla nuca dopo essere stato gettato in un fosso.
  Se il clima era quello dello scontro ideologico acuto della Guerra fredda, e dello scontro sociale tra lavoratori e padronato, bisogna aggiungere che l'eccidio di Modena rappresentò anche l'episodio estremo di una sequenza di sangue – iniziata tre anni prima con i fatti di Portella della Ginestra – in cui persero la vita decine e decine di lavoratori. La polizia era quella del Ministro Scelba e Stato e forze dell'ordine non erano, in quegli anni, un fattore di regolazione e stabilizzazione del conflitto, ma spesso controparte dei lavoratori. E in questo caso, dicevo, uno scontro sindacale pur aspro si trasformò in una mattanza.

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  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DAVIDE BARUFFI. In questo giorno – commemorato a Modena come ogni anno da CGIL, CISL e UIL insieme alle istituzioni locali – a me preme richiamare l'attenzione della Camera e lasciare agli atti parlamentari una riflessione più generale, che a questo punto, evidentemente, consegno alla Presidenza il testo perché possa essere pubblicato in calce al resoconto.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Baruffi, è autorizzato sulla base dei criteri costantemente seguiti.
  Constato l'assenza degli onorevoli Melilla, Buttiglione, Peluffo e Gallinella che avevano chiesto di parlare: s'intende che vi abbiano rinunziato.

  MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, apprendiamo da organi di stampa le dichiarazioni recenti del prefetto Procaccini, ex capo di gabinetto del Ministro Alfano, che dichiara, relativamente alla faccenda Shalabayeva che il Ministro Alfano ordinò che Procaccini incontrasse l'ambasciatore kazako e, ancora più grave disse, tra virgolette: «il Ministro mi diede l'impressione di aver collegato la vicenda Shalabayeva con l'operazione Ablyazov». E, ancora più importante, dichiara che la mattina del 29 – quindi, la mattina successiva alla prima perquisizione a casa della signora Shalabayeva –, lui informò verbalmente della visita notturna e del blitz a Casalpalocco.
  Questo sostanzialmente smentisce interamente la linea tenuta dal Ministro Alfano durante la nostra mozione di sfiducia al Senato: quindi, non solo ha detto il falso – in qualità di Ministro è alquanto assurdo –, ma, volendo dare il beneficio del dubbio e della buona fede all'Aula del Senato, ha anche ingannato le persone che, poi, andavano a votare una mozione di sfiducia nei suoi riguardi.
  Non solo: si evidenziano tre cose veramente gravi. Intanto, appunto, che ha mentito; poi, che un nostro Ministro prende ordini da un ambasciatore kazako, che ordina di mandargli sostanzialmente il suo capo di gabinetto; e, ancora più grave – perché lo dice sempre Procaccini – lo intimò andare a parlare con l'ambasciatore perché c'era un caso di minaccia nazionale. Quindi, il nostro Paese è sotto minaccia nazionale e non sappiamo di cosa si sta parlando.
  Chiediamo, quindi, che il Ministro venga di nuovo a riferire in Aula per aggiornarci su queste nuove dichiarazioni; e dico a quest'Aula – a nessuno degli altri gruppi, comunque, a chi c’è e a chi lo sentirà – che i nodi vengono sempre al pettine. Siccome ancora una volta questi nodi dimostrano che avete coperto, con il vostro voto di fiducia, in quel caso, una persona che ha messo in grave pericolo l'immagine oltre che il nostro Paese per tanti aspetti perché ha coperto, a quanto pare, un caso di minaccia nazionale, chiediamo ancora una volta che il Ministro venga a riferire. Ci riserviamo qualunque tipo di azione successiva e vi chiediamo questa volta, magari, di pensare agli interessi del Paese anziché della vostra finta maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Manlio Di Stefano. Ovviamente, comprendo benissimo le sue valutazioni politiche. Diciamo che dovremmo usare almeno il condizionale, in quanto queste sono le affermazioni che fa il prefetto Procaccini. Il fatto che abbia mentito il Ministro è secondo quanto sostenuto (Commenti del deputato Manlio Di Stefano)...bene.

  PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Coccia, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.

  STEFANO VIGNAROLI. Chiedo di parlare.

Pag. 75

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  STEFANO VIGNAROLI. Signor Presidente, è di oggi la notizia dell'arresto di sette persone per associazione a delinquere nell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio; ai domiciliari il «supremo» Manlio Cerroni. Lui si è sempre definito il benefattore di Roma, in realtà lo è stato di se stesso e di un'intera classe politica che da 35 anni governa. Nel Lazio esistono, oltre a Malagrotta, dieci discariche. Tanti i cittadini allarmati. Metà di questi invasi appartengono a gruppi riconducibili all'avvocato Cerroni. La mia speranza, per cui lotto da una vita, è che finalmente si avvii una reale e corretta gestione dei rifiuti senza monopoli privati. Se non fosse stato per i cittadini della Valle Galeria, che coraggiosamente hanno denunciato alla Commissione europea lo sversamento illecito di tal quale, con ogni probabilità oggi Malagrotta lo riceverebbe ancora.
  Nel mio primo intervento alla Camera citavo proprio i vari filoni di inchiesta culminati con l'arresto di oggi, inchieste alimentate dagli esposti e dalle cause dei cittadini. Tanti cittadini che lottavano ormai da anni e hanno sviluppato ora una competenza da fare invidia a tanti amministratori. In questo Paese la cattiva politica cerca di risolvere i problemi non assumendosene le responsabilità, ma attraverso l'uso di fallimentari commissariamenti. L'ex commissario Sottile ha recentemente continuato a promuovere la nuova discarica Monti dell'Ortaccio, sito dello stesso proprietario e adiacente a Malagrotta.
  Il PD ed altri partiti storicamente candidavano i figliocci di Cerroni oppure chi, come l'assessore di Zingaretti, rispondeva al telefono, dicendo al monopolista: a sua disposizione, avvocato. Ma il MoVimento iniziava una rivoluzione dal basso e candidava cittadini che invece lottavano. Ricordo le nottate passate insieme ai miei concittadini a dormire in tenda davanti alla discarica, con gli sguardi di alcuni dei sette arrestati e di altre persone poco credibili che passavano di lì; ricordo le manifestazioni, i ricorsi, le leggi studiate; e insieme a questi cittadini dico: no, caro avvocato, noi non siamo a sua disposizione.
  Chiedo quindi le dimissioni di Zingaretti. Mi auguro che la giustizia faccia il suo corso e che chiunque in questi trent'anni, politicamente, economicamente o moralmente, chiunque sia stato complice di questo sistema vizioso, faccia presto la stessa fine: o a casa o in galera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANGELO TOFALO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO TOFALO. Signor Presidente, prendo in prestito alcuni dati raccontati da uno dei pochi vanti del servizio pubblico RAI: Superquark. Sono dati della Banca mondiale che stila una graduatoria sulle migliori condizioni di investimento per ogni Paese, dati comprensibili da tutti e che forniscono una chiara idea della situazione del nostro Paese.
  Scorrendo troviamo: registrazione proprietà, 39o posto; protezione investitori, 49o posto; permessi costruzione, 103o; tassazione, 131o; allaccio elettrico, 107o; ottenimento credito, 104o; far rispettare un contratto, 160o. Capite bene che una qualsiasi azienda, prima di investire in Italia, ci penserà un miliardo di volte, e lo farà solo e soltanto per cause di forza maggiore, dove il business, appunto, supera i disservizi ricevuti. Questa è una condizione molto difficile che si verifica tenendo anche conto che i consumi sono in diminuzione e il popolo si sta orientando verso l'essenziale per la sopravvivenza. Negli anni è stato fatto il solito scaricabarile fra sinistra e destra ma vorrei sorvolare ed essere propositivo. Non servono miliardi, non servono coperture né investimenti, serve la volontà politica di definire delle chiare regole e paletti fissi senza leggi e leggine di aggiramento, semplicemente copiandole da chi fa bene o quanto meno studiarle a fondo e prenderne ampiamente spunto. Non credo ci siano copyright su questo. Regole scritte in italiano e non in Pag. 76politichese e che non si prestino ad interpretazioni personali con i potenti e applicazioni ferree con i deboli.
  Chiedo a voi, quindi: in quest'Aula esiste questa volontà politica ? Ormai anche le pietre sanno che la ripresa passa per la defiscalizzazione e detassazione. Anche un bambino di cinque anni capisce che se pagano più persone ognuno pagherà meno. Invece si sta facendo l'opposto: chi non ce la fa soccombe e chi rimane deve accollarsi tutto con ulteriori inasprimenti, e a sua volta quindi muore anch'egli. È una spirale perversa che deve essere interrotta. Adottiamo norme severe per i trasgressori, ma esse sono sacrosante solo se prima vengono posti tutti in condizioni di sopravvivere e pagare il giusto. Lo Stato dovrebbe essere un padre di famiglia che ci sostiene e ci consiglia, invece è diventato il boia che sembra godere della morte dei propri figli, ed è questo il motivo per cui viene visto come il nemico.
  Mi sono fatto portavoce in questo intervento di fine seduta del cittadino Michele Picaro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, parlare di Alfano ultimamente è un po’ come sparare sulla Croce rossa; comunque, come Commissione affari esteri abbiamo appena presentato un'interrogazione, appunto indirizzata al Ministro dell'interno a sua insaputa, perché evidentemente uno come lui si domanda come ha fatto a diventare Ministro dell'interno, che riguarda la signora Maria Måwe, la quale ha ottenuto in 49 giorni la cittadinanza italiana, e l'ha ottenuta esattamente qualche giorno prima delle elezioni provinciali, nelle quali poi si è presentata, a Bolzano, dove si è presentata appunto con la Südtiroler Volkspartei. Un ex parlamentare della Repubblica, Siegfried Brugger, ha dichiarato di averla aiutata per ottenere questa cittadinanza: «Mi sono mosso da ex parlamentare»; non lo so, l'ex parlamentare è un ruolo evidentemente. «Ho parlato della cittadinanza direttamente con la signora Måwe, che conosco. Sono convinto che la signora Måwe sia stata aiutata anche da altre persone», l'ex parlamentare ha detto, «oltre a me, ma di più non voglio dire». Chissà se proprio per quest'ultima frase, «ma di più non voglio dire», Letta non l'abbia nominato – l'ha nominato recentemente – consigliere della Corte dei conti. Il caso è piuttosto grave, perché di media per ottenere la cittadinanza ci vogliono oltre 800 giorni e questa signora ce ne ha messi 49. Dato che ad Alfano già abbiamo chiesto di venire qui per dire la verità – riteniamo – sul caso Shalabayeva, magari già che ci sta potrebbe anche svelarci se il Ministero a sua insaputa, il Ministro a sua insaputa sapesse anche qualcosa di questo caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 10 gennaio 2014, alle 9:

   Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 20,40.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO DAVIDE BARUFFI SULL'ORDINE DEI LAVORI

  DAVIDE BARUFFI. Signor Presidente, Onorevoli colleghi, ricorre oggi il 64o anniversario dell'eccidio delle Fonderie di Modena. Il 9 gennaio 1950, nel corso di una manifestazione sindacale, la polizia sparò sui lavoratori. 200 feriti e 6 morti: Angello Appiani( di anni 31), Renzo Bersani (21), Arturo Chiappelli (43), Ennio Garagnani (21), Arturo Malagoli (21), Roberto Rovatti (36).
  Quella manifestazione era la risposta alla serrata dello stabilimento e alla decisione Pag. 77della proprietà di riaprire licenziando la metà dei 500 lavoratori lì occupati. Si tratta di un avvenimento drammatico e cruciale non solo per il tragico bilancio di sangue, ma per la dinamica stessa degli accadimenti: la polizia perse probabilmente il controllo della situazione, ma sparò e sparò per uccidere. Sparò da lontano e sparò anche da vicino: un uomo fu colpito a freddo alla nuca dopo essere stato gettato in un fosso.
  Se il clima era quello dello scontro ideologico acuto della guerra fredda, e dello scontro sociale tra lavoratori e padronato, bisogna aggiungere che l'eccidio di Modena rappresentò anche l'episodio estremo di una sequenza di sangue – iniziata tre anni prima con i fatti di Portella della Ginestra – in cui persero la vita decine e decine di lavoratori. La polizia era quella del ministro Scelba e «Stato» e forze dell'ordine non erano, in quegli anni, un fattore di regolazione e stabilizzazione del conflitto, ma spesso controparte dei lavoratori. E in questo caso, dicevo, uno scontro sindacale pur aspro si trasformò in una mattanza.
  In questo giorno – commemorato a Modena come ogni anno da CGIL, CISL e UIL insieme alle istituzioni locali – a me preme richiamare l'attenzione della Camera e lasciare agli atti parlamentari una riflessione più generale. Lavoro e Democrazia sono iscritti al primo articolo della nostra Costituzione come principi fondanti e inscindibili del nostro contratto sociale. Lo sono perché i padri costituenti ricordavano bene come tutto era iniziato oltre vent'anni prima: un paese uscito dal primo conflitto mondiale, incapace di reinserire nella società i reduci e di dare lavoro, rappresentanza efficace e speranza alle persone. Ricordavano come una classe politica si fosse dimostrata incapace di dare al Paese uno sbocco politico e sociale adeguato e come le élite economiche si dimostrarono grette e sorde a queste istanze, prestandosi piuttosto (anche attraverso i loro mezzi di stampa) a strumentalizzare le spinte disgregatrici e antisistema che montarono in quel dopoguerra.
  Lavoro e Democrazia sono divenuti un binomio inscindibile anche nel secondo dopoguerra, iscritti nella Costituzione, dicevo, ma impressi nella carne viva della storia italiana: ogni volta che il primo termine (Lavoro) è entrato in crisi, anche il secondo (Democrazia) ne ha ricevuto un pregiudizio sostanziale. Non è retorico ricordarlo in questo sesto anno di crisi economica in cui si certifica – sono dati odierni dell'Istat – una disoccupazione al 12,7 per cento e che tocca nella popolazione giovanile la soglia spaventosa del 41,6 per cento.
  Ne viene un severo monito per le istituzioni, la politica, le classi dirigenti tutte. Allora, dopo la difficile fase della ricostruzione, pure nel clima della guerra fredda, le forze politiche e democratiche del Paese seppero caricare sulle proprie spalle il peso di quelle sofferenze sociali per costruire – attraverso battaglie per l'estensione dei diritti civili, politici e sociali – una comunità nazionale più evoluta, coesa, giusta. Non era uno sbocco né semplice né scontato perché sistematicamente, come ho ricordato, in questo Paese ogni crisi economica e sociale apre il rischio di avventure e involuzioni democratiche.
  Oggi, di converso, spetta a noi – a noi classi dirigenti e a noi cittadini italiani tutti – fare sì che la prolungata crisi sociale che stiamo vivendo non riapra spazi di involuzione democratica. Sulle ricette è normale e giusto che le diverse forze politiche e sociali si dividano, anche aspramente. Ma non credo si possa dubitare che, ora come allora, in capo a tutti sta una responsabilità collettiva e che Lavoro e Democrazia staranno comunque insieme: o insieme cresceranno, facendo dell'Italia un Paese più giusto e democratico, o insieme periranno.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-00196 – Salvaguardia dell'interesse nazionale in relazione agli assetti proprietari di aziende di rilevanza strategica per l'economia italiana

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
MoVimento 5 Stelle 35 minuti
Forza Italia – Popolo della Libertà –
 Berlusconi Presidente
27 minuti
Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
Nuovo Centrodestra 19 minuti
Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
Per l'Italia 18 minuti
Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Mozione n. 1-00292 – Revisione dei vincoli derivanti dal fiscal compact

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà –
 Berlusconi Presidente
27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Mozione n. 1-00254 – Iniziative per il contrasto alla povertà

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà –
 Berlusconi Presidente
27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Pdl n. 362 – Professioni dei beni culturali

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 15 minuti 10 minuti
Governo 15 minuti 10 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 47 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 14 minuti 3 ore e 28 minuti
 Partito Democratico 36 minuti 58 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti 28 minuti
 Forza Italia - Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 21 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 32 minuti 17 minuti
 Nuovo Centrodestra 31 minuti 15 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti 15 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 14 minuti
 Per l'Italia 30 minuti 14 minuti
 Fratelli d'Italia 30 minuti 12 minuti
 Misto: 30 minuti 14 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti 4 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 3 minuti
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Mozione n. 1-00227 e abb. – Etichettatura dei prodotti agroalimentari

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 9 dicembre 2013.

Pdl n. 342 e abb. – Delitti contro l'ambiente

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 30 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
 Per l'Italia 30 minuti
 Fratelli d'Italia 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti
Pag. 83

Mozione n. 1-00168 – Riforma della normativa in materia di diritti d'autore

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Comunicazioni del ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia

Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti (*).

Interventi a titolo personale 28 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 34 minuti
 MoVimento 5 Stelle 16 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 13 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 10 minuti
 Nuovo Centrodestra 9 minuti
 Scelta civica per l'Italia 9 minuti
 Lega Nord e Autonomie 8 minuti
 Per l'Italia 8 minuti
 Fratelli d'Italia 7 minuti
 Misto: 8 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti

(*) Per le dichiarazioni di voto sono inoltre attribuiti a ciascun gruppo 10 minuti. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

Pag. 85

Pdl n. 3 e abb. – Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 14 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 32 minuti
 Nuovo Centrodestra 31 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti
 Per l'Italia 30 minuti
 Fratelli d'Italia 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti
Pag. 86

Pdl n. 1253 e abb. – Trattamenti pensionistici di importo elevato

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 15 minuti
Governo 20 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 4 ore e 28 minuti
 Partito Democratico 32 minuti 1 ora e 13 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 36 minuti
 Forza Italia - Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 30 minuti 28 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 22 minuti
 Nuovo Centrodestra 30 minuti 20 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 30 minuti 18 minuti
 Per l'Italia 30 minuti 18 minuti
 Fratelli d'Italia 30 minuti 16 minuti
 Misto: 30 minuti 18 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 7 minuti 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 7 minuti 4 minuti
Pag. 87

Mozione n. 1-00157 – Indicazione dell'affiliazione dei partiti politici nazionali a quelli europei, in vista delle elezioni europee del 2014

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 19 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 11 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 21 minuti
 Nuovo Centrodestra 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie 18 minuti
 Per l'Italia 18 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Misto: 16 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 631-A e ab. - em. 5.1 470 463 7 232 18 445 55 Resp.
2 Nom. em. 5.51 467 467 234 3 464 55 Resp.
3 Nom. articolo 5 469 469 235 442 27 53 Appr.
4 Nom. em. 6.50 496 489 7 245 17 472 50 Resp.
5 Nom. em. 6.51 495 487 8 244 17 470 50 Resp.
6 Nom. em. 6.52 489 481 8 241 18 463 49 Resp.
7 Nom. em. 6.53 487 479 8 240 18 461 49 Resp.
8 Nom. em. 6.54 483 475 8 238 18 457 49 Resp.
9 Nom. em. 6.55 489 480 9 241 18 462 49 Resp.
10 Nom. em. 6.56 487 479 8 240 18 461 49 Resp.
11 Nom. em. 6.57 495 487 8 244 18 469 49 Resp.
12 Nom. em. 6.58 492 484 8 243 18 466 49 Resp.
13 Nom. em. 6.59 494 486 8 244 18 468 49 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 6.71 495 487 8 244 18 469 49 Resp.
15 Nom. em. 6.65 496 488 8 245 18 470 49 Resp.
16 Nom. em. 6.72 497 489 8 245 18 471 49 Resp.
17 Nom. em. 6.63 498 490 8 246 17 473 49 Resp.
18 Nom. em. 6.64 499 491 8 246 17 474 49 Resp.
19 Nom. em. 6.68 502 494 8 248 18 476 49 Resp.
20 Nom. em. 6.5 502 495 7 248 99 396 49 Resp.
21 Nom. em. 6.70 493 485 8 243 18 467 49 Resp.
22 Nom. articolo 6 495 486 9 244 468 18 49 Appr.
23 Nom. mantenimento articolo 7 494 390 104 196 372 18 49 Appr.
24 Nom. mantenimento articolo 8 488 390 98 196 366 24 50 Appr.
25 Nom. articolo 9 489 465 24 233 463 2 50 Appr.
26 Nom. em. 10.2 482 475 7 238 98 377 50 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 10 490 482 8 242 457 25 50 Appr.
28 Nom. articolo 11 483 458 25 230 457 1 50 Appr.
29 Nom. em. 12.50 490 482 8 242 120 362 49 Resp.
30 Nom. em. 12.53 489 480 9 241 117 363 49 Resp.
31 Nom. em. 12.55 489 386 103 194 19 367 49 Resp.
32 Nom. articolo 12 494 466 28 234 368 98 49 Appr.
33 Nom. em. 13.52 489 478 11 240 115 363 49 Resp.
34 Nom. articolo 13 492 468 24 235 468 49 Appr.
35 Nom. em. 14.50 478 426 52 214 101 325 49 Resp.
36 Nom. em. 14.51 476 426 50 214 10 416 48 Resp.
37 Nom. articolo 14 476 455 21 228 358 97 48 Appr.
38 Nom. em. 15.50 478 475 3 238 98 377 48 Resp.
39 Nom. em. 15.55 472 463 9 232 24 439 48 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 43)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 15.53 479 472 7 237 19 453 48 Resp.
41 Nom. articolo 15 482 460 22 231 359 101 48 Appr.
42 Nom. articolo agg. 15.0100 407 407 204 407 69 Appr.
43 Nom. pdl 631-A e ab. - voto finale 398 303 95 152 290 13 65 Appr.