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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 127 di giovedì 28 novembre 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'Istituto «Cesare Baronio» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Oggi è una seduta dedicata alla discussione sulle linee generali, ragione per la quale partecipano, oltre al Governo, sostanzialmente i deputati interessati e che interverranno.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Brunetta, Dambruoso, Epifani, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galan, Gasbarra, Gebhard, Losacco, Migliore, Moretto, Pisicchio, Ravetto, Speranza, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione del disegno di legge: S. 884 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 1710) (ore 10,07).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 1710: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline», fatto ad Atene il 13 febbraio 2013.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi di tale disegno di legge è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 27 novembre 2013.
  Avverto, inoltre, che è stata la presentata la questione sospensiva Migliori ed altri n. 1 che, non essendo stata preannunciata nella Conferenza dei presidenti di gruppo, sarà esaminata e posta in votazione prima di passare all'esame degli articoli del provvedimento.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1710)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, onorevole Amendola.

Pag. 2

  VINCENZO AMENDOLA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, deputate e deputati, signora Viceministro, il provvedimento al nostro esame, già approvato dall'altro ramo del Parlamento il 17 ottobre scorso, ha a oggetto la ratifica dell'Accordo sul gasdotto «Trans Adriatic Pipeline» (TAP) tra il nostro Paese, l'Albania e la Grecia, sottoscritto ad Atene nel febbraio di quest'anno e già ratificato, rispettivamente nei mesi di marzo e aprile, dagli altri due Paesi partner.
  L'Accordo, che attua un memorandum d'intesa siglato dai tre Stati nel settembre 2012, costituisce per l'Italia un utile strumento, innanzitutto per diversificare le fonti energetiche nonché i fornitori di energia, con positive ricadute dal punto di vista della sicurezza energetica.
  Il gasdotto TAP è un'infrastruttura per il trasporto del gas naturale dai giacimenti dell'area del Mar Caspio, nella specie dal giacimento azero di Shah Deniz verso l'Europa, passando attraverso la Grecia e l'Albania, per riemergere sulla terraferma dopo un percorso circa 870 chilometri.
  Grazie al TAP si potrà sfruttare l'ingente quantitativo di riserva dell'area caspica (superiore a 9 trilioni di metri cubi) e fornire gas, attraverso gasdotti esistenti e pianificati, all'Italia e all'Europa, alimentando anche i mercati di Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito. Inoltre, il percorso di TAP è stato studiato per essere funzionale anche alla fornitura di gas ai Paesi dell'area balcanica, che potrebbero riconvertire almeno in parte il loro parco termoelettrico.
  L'Accordo stabilisce i principi di collaborazione fra le parti ed il sostegno al progetto, stabilendo che le disposizioni in merito al trasporto siano conformi ai dettati della libera circolazione, nonché alle disposizioni dei Trattati dell'Unione europea e della Carta dell'energia e dell’Energy Community. Non a caso, il Presidente della Commissione europea, Barroso, ha prontamente definito il TAP un successo comune per l'Europa e una tappa fondamentale nel rafforzamento della sicurezza energetica della nostra Unione.
  L'Accordo riconosce l'importanza del gasdotto, impegnando le parti a facilitare le procedure di autorizzazione per l'implementazione dello stesso, stabilisce la necessità di rispettare standard uniformi con riferimento alle normative tecniche nonché in materia di sicurezza, ambiente e lavoro; definisce, cioè, l'ambito giuridico nonché il regime fiscale applicabile e nomina i rispettivi coordinatori ai fini della sua attuazione. Ogni Paese attraversato dal gasdotto riceverà, infatti, dei compensi per il transito del gas, potrà diversificare le importazioni e diventerà inevitabilmente più importante dal punto di vista geopolitico.
  Aldilà degli aspetti tecnici, mi preme sottolineare come l'accordo rafforzi la vocazione del nostro Paese a porsi quale vero e proprio hub energetico per il Mediterraneo; trattandosi di una infrastruttura in progress, andranno attentamente valutati i profili ambientali connessi alla realizzazione di questa infrastruttura sul territorio nazionale, ma vanno parimenti compresi i rilevanti benefici economici, che avranno impatto soprattutto sulla Puglia, dove il gasdotto si connetterà alla rete nazionale dopo l'attraversamento del mare Adriatico. In particolare, secondo alcune stime riportate nella relazione illustrativa, il TAP contribuirà direttamente al PIL della regione Puglia per circa 80 milioni di euro all'anno durante il quadriennio in costruzione, 2015-2018.
  È evidente, cari colleghi, che la realizzazione del TAP costituisce un importante elemento di dinamismo per l'economia italiana e per lo stesso scenario europeo. Il consorzio che lo realizzerà prevede, infatti, la partecipazione di sette operatori di nazionalità diverse interessate ad una prospettiva più ampia. La realizzazione del progetto rappresenterà, dunque, un importante banco di prova del processo di integrazione dei mercati europei, che il nostro Paese potrà contribuire a sviluppare con l'azione che dispiegherà l'anno prossimo nel secondo semestre in cui presiederà l'Unione europea.
  In sede referente – mi preme dirlo –, nell'ambito di un ampio e articolato dibattito Pag. 3– e di questo ringrazio anche le opposizioni –, la Commissione affari esteri si è fatta carico delle richieste di approfondimento conoscitivo e ha audito, nell'ambito dell'istruttoria legislativa, anche le più significative voci critiche del progetto, dopo aver ascoltato nel merito i rappresentanti sia del Ministero degli affari esteri che dello sviluppo economico. Anche da parte di alcuni critici sono stati ammessi alcuni vantaggi del progetto, che si riassumono, secondo me, in tre fondamentali, vale a dire: la differenziazione delle fonti energetiche a vantaggio di una delle meno inquinanti che possiamo ottenere come Paese; l'attenuazione della dipendenza energetica, di cui non può sfuggire la valenza strategica; infine, l'aumento della competizione in seno al mercato energetico europeo con conseguenti ricadute positive sul piano tariffario.
  Per quanto concerne le legittime preoccupazioni – e anche qui le dichiarazioni del Governo e di chi è stato audito hanno dato rassicurazione –, emerge sotto il profilo ambientale una valutazione da fare nella ratifica di questo Trattato, ma soprattutto nel lavoro che si svolgerà nell'implementazione dell'Accordo. Infatti, è necessario dare la più ampia assicurazione che la ratifica in esame non compromette in nessun modo la vigente legislazione inerente al processo di autorizzazione, che seguirà tutte le fasi necessarie, con particolare riguardo alla valutazione di impatto ambientale, che vedrà protagoniste – e sottolineo: protagoniste – le istanze regionali e locali. Su questo, non solo abbiamo registrato le valutazioni del Governo, ma anche questo Parlamento e i gruppi parlamentari che si proporranno in ordini del giorno lo sottolineeranno.
  In ogni caso, l'esigenza del massimo rispetto dell'ambiente, della trasparenza dell'operazione e del costante monitoraggio potrà essere oggetto di atti di indirizzo al Governo, opportunamente formulati in questa sede e anche dopo, nello svolgimento di tutti i passaggi istituzionali, a partire, ovviamente, dalle comunità interessate, che saranno certamente accolti e saranno certamente considerati.
  Concludo ribadendo la strategicità per l'Italia e per l'Europa di contribuire con il TAP all'apertura del corridoio sud, di vitale importanza per lo sviluppo regionale, che garantisca sicurezza nell'approvvigionamento di fonti energetiche e soprattutto diversifichi le nostre esigenze come Paese.
  Abbiamo detto che le fonti energetiche, dal lato dell'offerta, si devono fondare su due grandi canali: energie rinnovabili e, soprattutto, fonti fossili pulite. E il gas rappresenta qui, per il nostro Paese, anche in una fase di crisi che ha abbassato i consumi dell'utilizzo energetico, ma in previsione di una ripresa del sistema produttivo – come noi tutti ci auguriamo –, la fonte più pulita per sviluppare e costruire una nuova ripresa del Paese.
  Tengo a dire, nel ringraziare, non solo chi è intervenuto nelle audizioni, ma il Governo ed anche tutti i gruppi, che la discussione che abbiamo avuto è stata lunga e proficua e mi auguro che quest'Aula continui nel suo dibattito, perché, dopo la ratifica di questo Trattato, è evidente che, soprattutto con le comunità locali e con tutti i soggetti interessati, la valenza del nostro dibattito non avrà solo forza di discussione, ma anche forza per arrivare ad una perfetta e, potrei dire, inclusiva collaborazione per la realizzazione di questo gasdotto.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, onorevole Sibilia.

  CARLO SIBILIA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, siamo qui oggi a ratificare l'Accordo fra tre Stati, Italia, Albania e Grecia, per la costruzione del TAP, la Trans Adriatic Pipeline. Quello che ci preme sottolineare, anche come MoVimento 5 Stelle, come opposizione, è che c’è stato effettivamente un ampio dibattito in Commissione, un'ampia discussione, e di questo naturalmente diamo atto sia al Governo, per la presenza, sia alla maggioranza, che ci ha dato la possibilità effettivamente di avere un'ampia discussione, con delle audizioni critiche nei confronti di quest'opera: una procedura inusuale, Pag. 4che però ha portato i suoi frutti. Come MoVimento 5 Stelle vogliamo sottolineare che questo potrebbe essere, per il futuro, il modo giusto di lavorare, perché in questo caso, anche se si tratta soltanto della ratifica di un Accordo, siamo riusciti ad approfondire diversi aspetti, anche di merito, che hanno dato la possibilità a chi magari è poco informato su questa materia di avere un quadro più ampio e di essere pronto a prendersi le proprie responsabilità, dove ce ne sono, nel momento della firma e della ratifica stessa.
  Noi sostanzialmente abbiamo visto diverse criticità all'interno non tanto dell'Accordo, ma proprio dell'opera nel merito: l'Accordo andrà semplicemente a ratificare quello che succederà nel momento in cui decidessimo di portarla avanti. Già il meccanismo dell'Accordo trilaterale potrebbe essere criticato in sé, perché di fatto, nonostante non ci sia ovviamente nulla di illegale, si passa sopra la testa dei cittadini, perché nel momento in cui viene fatto un accordo trilaterale, il Parlamento ha veramente pochissime possibilità di modificarlo: quindi, purtroppo, i cittadini in questo caso non hanno la possibilità fino in fondo di incidere nel processo decisionale. Questa ovviamente è una critica che facciamo proprio allo strumento dell'accordo internazionale.
  Come dicevo, le audizioni hanno evidenziato soprattutto tre criticità fondamentali. Una è sicuramente quella strategica, perché dal nostro punto di vista effettivamente di strategia energetica il nostro Paese è molto carente, e anche la stessa SEN, la Strategia energetica nazionale, pone sì il gas come un energia alternativa, ma pur sempre fossile e pur sempre di transizione. Quindi non è il futuro. Cominciando oggi un'opera che prevede una certa estensione, che dovrà passare per tre Stati diversi, dovendosi collegare fino al deposito di Shah Deniz, che troviamo ai confini del Caspio, potete ovviamente ben capire di che opera stiamo parlando, visto che nessuno dei pezzi di quest'opera è stato cominciato; quindi, cominciare ora significa comunque avere, se tutto va bene, un'opera in via di definizione nei prossimi vent'anni: potremmo chiamarla la «Salerno-Reggio Calabria del gas». Ovviamente copre anche molti più chilometri, quindi questo dovrebbe farvi capire tra quanto tempo avremo questa struttura operativa. Anche dal punto di vista strategico, quindi, ci sembra un attimo fuori da quelli che sono i parametri della Strategia energetica nazionale.
  Un altro aspetto importante da valutare è sicuramente quello ambientale: è uno degli aspetti fondamentali di criticità. Cerchiamo di capire che questo gasdotto è un tubo essenzialmente di un diametro di 90 centimetri, che passerà dalle coste dell'Albania fino ad arrivare alla Puglia.
  Si immetterà all'interno delle coste pugliesi e sbucherà nelle spiagge di San Foca. Attraverso le audizioni che abbiamo avuto, in particolare con il professor Borri, che è colui che ha curato la valutazione di impatto ambientale di parte critica e che ha avuto la possibilità di constatare che ci sono delle difficoltà oggettive, nel senso che andiamo a mettere in un ecosistema particolarmente ricco, soprattutto di una vita marina di particolare differenziazione e di biodiversità di un certo livello, innanzitutto un letto di cemento, sul quale si dovrà poggiare questo tubo, che dovrà avere una copertura di polimeri; iniziate a capire quale danno possiamo fare a questo ecosistema. Quindi, andremo a distruggere una parte delle nostre risorse, del nostro paesaggio, le risorse paesaggistiche, risorse fatte di cultura, e tenete conto che questo tubo dovrà appunto sbucare sulle spiagge di San Foca. La spiaggia di San Foca, come tutti sanno, è uno di quei paesaggi di cui andiamo particolarmente fieri in Italia.
  Ma non finisce qui, perché purtroppo da San Foca fino alla prima centrale utile per immettere questo gas all'interno del ciclo della rete, dovrà percorrere altri 30 chilometri, che non sono previsti dal Trattato. Sostanzialmente stiamo firmando un Trattato all'interno del quale avremo un tubo che dovrà ancora avere in realtà una fine precisa e definita. Quindi, oggi non sappiamo se la Snam Rete Gas ha già predisposto un piano e comunque andrà a gravare sulle casse di questa azienda, che Pag. 5comunque è compartecipata dallo Stato, quindi sarebbe il caso comunque di avere una specifica da questo punto di vista.
  Un altro degli aspetti, forse quello che più ci ha preoccupati, è quello finanziario, perché è verissimo che stiamo firmando un Accordo che non ha sostanzialmente costi per l'Italia, però il TAP si chiama così perché TAP è anche il nome del consorzio che sottende a quest'opera. Il consorzio è costituito da alcune importantissime aziende che trattano energia, sostanzialmente la British Petroleum, una su tutte, la Statoil, la Total, quindi tutte queste grandi aziende multinazionali mondiali dell'energia che hanno sostanzialmente le mani sul passaggio del gas.
  Tenete presente che questo consorzio è registrato a Baar, in Svizzera, quindi tutti gli introiti che potremmo in realtà avere da parte dei cittadini sul territorio italiano non li avremo perché, a livello di tassazione, tutte le tassazioni verranno fatte in questo paradiso fiscale. Questa è una questione importante. Consideriamo, ad esempio, un episodio analogo di un consorzio che avrebbe dovuto fare stoccaggio di CO2, il consorzio Castor, sulle coste spagnole. Innanzitutto tenete presente che, come nel Castor, nel momento in cui venivano pompati e stoccati questi grossi depositi di CO2, ci sono state circa 400 piccole scosse di terremoto, che hanno creato dei problemi appunto nella costruzione dell'opera. Lo diciamo perché anche il TAP effettivamente passa sulla faglia tettonica macedone e questo potrebbe quindi creare una situazione analoga anche dal punto di vista della parte italiana.
  Allora, cos’è successo nel caso Castor ? Il progetto si è dovuto fermare e si è scoperto che all'interno dell'Accordo, che era stato siglato dallo Stato spagnolo e il consorzio Castor, c'era una clausola che purtroppo impediva di bloccarlo e quindi bisognava far rientrare dell'investimento sostanzialmente il consorzio che aveva investito per realizzare quel genere di opera. Purtroppo, succede che all'interno dell'Accordo si scopre che, nel caso si fermi forzatamente, sarà lo Stato spagnolo a dover garantire per l'investimento. Quindi, questo potrebbe accadere tranquillamente anche per il TAP.
  Quello che noi vogliamo sottolineare è che questo meccanismo potrebbe anche creare una sorta di debito pubblico e quindi aumentare le già scarse risorse finanziarie che ha il nostro Paese. Quindi noi, come MoVimento 5 Stelle, pensiamo che anche a livello finanziario ci possano essere difficoltà e, come noi, alcuni deputati all'interno della Commissione, anche di altre forze politiche, hanno mostrato criticità in questo senso. Inoltre – e vado alla conclusione – all'interno...

  PRESIDENTE. Ha trenta secondi, onorevole Sibilia.

  CARLO SIBILIA, Relatore di minoranza. Concludo subito, dicendo che noi presenteremo alcuni emendamenti per la modifica del disegno di legge, per quello che è nelle competenze italiane, dopodiché pensiamo che, viste queste criticità e visto che già abbiamo un'altra linea, che è quella IGB a livello strategico, forse non sia il caso di gravare ancora una volta la Puglia di un qualcosa che potrebbe devastare totalmente il suo paesaggio naturale.
  Quindi invitiamo – e lo diremo e lo spiegheremo meglio all'interno della discussione sulle linee generali – tutti i deputati ad essere attenti su quello che stiamo facendo, perché firmare l'accordo oggi significherebbe, in merito anche all'articolo 7 dell'accordo appunto, vincolare ad un'opera di una grandezza e di un'incisività incredibile a livello territoriale, che potrebbe condizionare i prossimi trent'anni di vita della Puglia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
  Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Falcone di Aci Castello, in provincia di Catania, che stanno assistendo Pag. 6ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  È iscritto a parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, intervenendo in sede di ratifica dell'Accordo sul progetto Trans Adriatic Pipeline, fatto ad Atene il 13 febbraio di quest'anno, voglio innanzitutto richiamare alcuni elementi di novità intercorsi dalla sigla dell'accordo. Il primo è la nuova ripartizione societaria della società Trans Adriatic Pipeline, su cui peraltro il Viceministro Marta Dassù ha già aggiornato il Parlamento nella seduta del Senato del 17 ottobre scorso. Il secondo elemento è la vendita dei volumi di gas del giacimento azero avvenuta il 19 settembre di quest'anno, che è stata una delle più grandi della storia per un valore di circa 200 miliardi di dollari su accordi di durata a venticinque anni. Infine, vi è il fatto che il consorzio operante in Azerbaigian ha scelto il gasdotto transadriatico piuttosto che la soluzione di Nabucco West, dando elementi di certezza intorno alla realizzazione dell'infrastruttura TAP che, una volta realizzata, avrà un'estensione di 800 chilometri, di cui 105 nel mare Adriatico, per un trasporto di circa dieci miliardi di metri cubi di gas ogni anno.
  I riferimenti che ha fatto il relatore per la maggioranza rispetto all'interconnessione con gli altri trattati meritano di essere richiamati, perché il primo è il riferimento al Trattato sulla Carta europea dell'energia del 1994, ratificato nel 1997, che voglio ricordare all'Aula. La Carta enuncia i principi di una liberalizzazione nei mercati delle risorse energetiche, oltre ad indicare il quadro giuridico capace di consentire la più ampia cooperazione tra imprese e Paesi diversi da quello di origine, assicurando alle prime libertà di movimento e di investimento e tutela giurisdizionale o arbitrale in caso di controversie.
  Il secondo riferimento ai trattati è connesso al Trattato che istituisce la Comunità dell'energia (elettrica e del gas), tra l'Unione europea e le parti contraenti, entrato in vigore il 1o luglio del 2006.
  Voglio ricordare che la Comunità dell'energia ha i seguenti obiettivi: creare un quadro giuridico e commerciale stabile favorevole agli investimenti, per consentire un approvvigionamento di energia stabile e permanente, creare uno spazio normativo unico per gli scambi di energia di rete, potenziare la sicurezza degli approvvigionamenti nello spazio normativo unico e sviluppare le relazioni con i Paesi vicini, migliorare l'efficienza energetica e la situazione ambientale in questo settore e promuovere il ricorso a energie rinnovabili, sviluppare la concorrenza sul mercato dell'energia di rete. Altro aspetto importante dell'attività della Comunità dell'energia riguarda l'attuazione di una parte della legislazione comunitaria definita acquis comunitario. Credo che questo sia l'altro elemento da richiamare nella nostra discussione.
  Inoltre, voglio ricordare che la realizzazione di questa infrastruttura è connessa agli impegni del Governo.
  Intervenendo in quest'Aula, nel discorso di insediamento del Governo da lui presieduto, il Presidente Enrico Letta, per quanto riguarda il settore dell'energia, ha detto che, sempre con riguardo ai settori energetici, va completato il processo di integrazione con i mercati geografici dei Paesi europei confinanti. Questo implica, per l'energia elettrica, il completamento del cosiddetto market coupling, e, per il gas, il completo riallineamento dei nostri prezzi con quelli europei e la trasformazione del nostro Paese in un hub. La ratifica di questo Trattato va in questa direzione rispetto agli impegni presi dal Governo in quest'Aula.
  Allora, signor Presidente, il valore del TAP, per il nostro Paese, come richiamato anche dal relatore per la maggioranza, è, innanzitutto, nella diversificazione degli approvvigionamenti che danno e garantiscono al nostro Paese maggiore certezza, per cui i giacimenti azeri si aggiungono a quelli del gas russo e del gas proveniente dal nord Africa; diversificazione degli approvvigionamenti che concorre anche alla riduzione del costo del prodotto energia, Pag. 7intervenendo, ovviamente, sull'elemento della materia prima del costo dell'energia.
  Poi, noi sappiamo quanto il problema del costo dell'energia sia legato agli oneri di sistema, ma su questo vi è un lavoro di indagine conoscitiva sui costi dell'energia svolto dalla Commissione attività produttive al Senato e vi è un lavoro in questo ramo del Parlamento, in X Commissione (Attività produttive), con l'indagine conoscitiva sulla SEN e sul comparto complessivo dell'energia e dei costi correlati.
  Infine, signor Presidente, anche rispetto alle preoccupazioni espresse nel corso del dibattito nella Commissione competente e nelle Commissioni che hanno espresso il parere richiamato anche dal relatore di minoranza, mi sembra giusto ribadire che il Trattato non crea vincoli sull'individuazione dell'approdo. È giusto ribadire che si terrà conto della procedura di consultazione della regione Puglia. Qui voglio ringraziare per la disponibilità e per l'importante contributo offerto il sottosegretario De Vincenti rispetto alle sollecitazioni che sono state poste, così come va riconosciuta positivamente l'attenzione che i deputati pugliesi stanno riservando all'intero dibattito.
  Per questo complesso di ragioni, il Partito Democratico, signor Presidente, sostiene la realizzazione dell'infrastruttura del Trans Adriatic Pipeline ed è a favore della ratifica dell'Accordo in esame.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, noi abbiamo presentato la questione sospensiva sulla ratifica di questo Trattato: spero che, alla fine del mio intervento, saranno chiari anche i motivi per cui noi abbiamo preso questa decisione. Intanto, mi permetta, Presidente, di fare una considerazione rispetto all'iter di discussione che ha la nostra Camera rispetto a tutta una serie di provvedimenti, e in modo particolare a questo.
  Un provvedimento così importante dal punto di vista delle scelte energetiche per il Paese, un provvedimento così importante dal punto di vista della ricaduta ambientale è abbastanza paradossale, diciamo così, che venga discusso in via prioritaria unicamente dalla III Commissione (Affari esteri) in relazione alla ratifica del Trattato internazionale, perché il contenuto, se lei mi consente, è un contenuto talmente importante sulle questioni alle quali accennavo che, francamente, avrei pensato, e credo che sarebbe preferibile nel prosieguo dei nostri lavori, nelle prossime occasioni, che vi fosse un maggiore coinvolgimento delle Commissioni, io penso, di merito, davvero, sul contenuto.
  Io credo che su questo provvedimento vi sia tutta una serie di contraddizioni che dovrebbero essere chiarite. Insomma, intanto si parla della valenza strategica di questo progetto e dei vantaggi economici evidenti per il nostro Paese – così almeno dice la relazione del Governo –, ma io penso, invece, che servano ulteriori elementi. Il Governo dovrebbe approfondire.
  Intanto, si dice che il gas è destinato – almeno queste sono le affermazioni che vengono fatte dal TAP – al mercato dell'Europa nord occidentale. Nella relazione del Governo italiano, invece, si afferma che l'approvvigionamento è strategico per il nostro Paese. Affermazione abbastanza discutibile, affermazione abbastanza bizzarra, se noi pensiamo, infatti, che il consumo annuo di gas nel nostro Paese è di 78 miliardi di metri cubi e che nella rete ci sono, in questo momento, 117 miliardi di metri cubi, tra i quali moltissimi già destinati al mercato del nord Europa.
  L'Autorità per l'energia ci ha detto che nel 2012 vi è stato un eccesso di offerta potenziale nel mercato del gas naturale del 50 per cento. Quindi, le affermazioni che il Governo fa, non sono suffragate, diciamo, dai dati reali e, da questo punto di vista, la contraddizione è palese tra quello che afferma il consorzio TAP, quello che afferma il Governo italiano e quello che afferma anche la maggioranza in quest'Aula.
  Dobbiamo sottolineare che intorno alla vicenda del consorzio e del progetto non vi è stato alcun coinvolgimento delle istituzioni Pag. 8pubbliche. Le regioni, gli enti locali, l'università, l'ARPA, l'ISPRA, nessuno è stato coinvolto, diciamo, nella discussione, nella realizzazione e nella valutazione del progetto. La TAP dopo aver prodotto lo studio preliminare, soltanto da qualche giorno ha presentato la richiesta di valutazione di impatto ambientale al Ministero e alla regione Puglia, insomma, ben in ritardo. La bozza di progetto della società TAP, presentata, appunto, qualche giorno fa, su aspetti rilevanti è reticente o presenta soluzioni assolutamente insoddisfacenti. Non è ancora previsto, né si trovano indicazioni circa l'opera di collegamento del terminale di ricezione, depressurizzazione e misura fiscale allo snodo nazionale della rete SNAM, sito in Mesagne. La società SNAM ha più volte ribadito che non esiste alcun progetto in merito, e ciò si evince dal Piano di realizzazione di nuova capacità e di potenziamento della rete trasporto del 2013, redatto dalla stessa SNAM.
  Nell'attuale bozza di progetto, la lunghezza del tratto a terra è prevista per circa 8,8 chilometri, mentre la società TAP ha sempre sostenuto che la lunghezza non può essere superiore a cinque chilometri, per ragioni di sicurezza e per rispettare le norme comunitarie che indicano l'utilizzo di valvole di sicurezza GVT per condotte con lunghezza superiore a cinque chilometri, non prevista da alcuna scheda tecnica.
  Il terminale di ricezione, depressurizzazione e misura fiscale, in particolare, per essere alimentato richiede energia elettrica per circa 20 megawatt, ma nel punto individuato per la sua costruzione non esistono infrastrutture energetiche di tale portata. Quindi, sarebbe necessario un ulteriore intervento infrastrutturale, con conseguente impatto paesaggistico e ambientale.
  All'interno della bozza di progetto non vi è alcun chiarimento in merito alla elevata fornitura d'acqua necessaria al terminale di ricezione per ridurre la pressione del gas in arrivo dal gasdotto, al fine di adeguarla alla pressione della rete nazionale. Un tale intervento richiede necessariamente una soluzione che, o investa direttamente le falde, con gravi danni per le aziende agricole del territorio, o preveda un'ulteriore opera infrastrutturale.
  Benché la società TAP in tutti i documenti prospetti un impatto ambientale nullo, la procura della Repubblica di Lecce, con l'ausilio dei carabinieri del NOE, indaga per i danni prodotti al fondale e ai pescatori di San Foca già durante le operazioni di prospezione effettuate il 25 dicembre 2012 e il 28 febbraio 2013.
  Da un lato, l'indeterminatezza del progetto di cui manca la stesura definitiva e, dall'altro, la prescrizione contenuta esplicitamente nell'articolo 6 dell'Accordo che impone a tutti i Paesi nei cui territori sarà obbligato il gasdotto di adottare ogni provvedimento per facilitare la realizzazione del progetto nel proprio territorio, incluse tutte le autorizzazioni necessarie, senza irragionevoli ritardi o restrizioni, seppure in conformità delle leggi della parte interessata, pongono serissimi interrogativi sulla possibilità del rispetto della normativa italiana e comunitaria in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza sul lavoro.
  Il gasdotto TAP durante tutto il suo tracciato attraversa aree sensibili dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, come confermato dal Piano paesistico adottato dalla regione Puglia, che evidenzia l'area come «corridoio verde», di importanza strategica per il sistema naturale del Tavoliere salentino. Inoltre, pur passando in aree periurbane, lambisce aree private residenziali e produttive, abitazioni, masserie, strutture turistiche.
  In più manca la stesura definitiva del progetto.
  Vorrei ricordare che quella zona del nostro Paese, il Salento, la zona di Lecce, – lo ricordava anche il relatore di minoranza – vive sostanzialmente di un'economia basata sulla tutela dell'ambiente e della natura. Le attività prevalenti, le attività che danno ricchezza e che danno lavoro, sono quelle legate al turismo. È evidente che questo tipo di scelta è in Pag. 9larga contraddizione rispetto a questa vocazione economica e turistica di quella parte della nostra regione.
  Vorrei ricordare che il consorzio TAP non prevede la partecipazione di alcuna società italiana. Noi siamo in una condizione per cui, anche da questo punto di vista, si assiste ad una sorta di colonialismo del nostro Paese. La nostra più grande società, l'ENI, che lavora in questo settore, nel settore del mercato dell'energia, non è stata coinvolta.
  Vorrei ricordare, insomma, che c’è un punto fondamentale che riguarda la ratifica di questo Accordo internazionale: di fatto la ratifica costringerebbe a realizzare l'opera anche se lo studio di valutazione di impatto ambientale fosse negativo. Per questo io penso che noi faremmo bene a fare un'ulteriore riflessione, perché la ratifica di questo Accordo, di fatto, è come se rendesse inutile lo studio di valutazione di impatto ambientale.
  Ma, d'altro canto, di cosa ci stupiamo ? In questo momento, la regione Puglia sta mettendo in atto delle opere di consultazione con i cittadini, che si terranno il 29 e il 30 novembre a Lecce (è un evento di ascolto delle comunità locali su tale progetto), e il Parlamento, ignaro ed indifferente alle consultazioni dei cittadini, decide oggi in grande fretta, perché, insomma, c’è stata un'accelerazione della discussione di questo provvedimento, in grande fretta decide di ratificare l'Accordo.
  Vorrei ricordare che stiamo imponendo nuovamente alla regione Puglia una nuova servitù – questo è il dato centrale ed importante – senza alcuna evidente ricaduta dal punto di vista economico, senza alcuna compensazione, senza alcun ragionamento che giustifichi per il nostro Paese la realizzazione di tale opera. Non è un'opera strategica – abbiamo cercato di dimostrarlo con i numeri ufficiali – non è un'opera utile dal punto di vista della creazione di posti di lavoro, per l'occupazione. Io penso che non ci siano le ragioni per cui noi dobbiamo ratificare quest'Accordo.
  In più bisogna pure dire che questo Paese deve avere chiaro in testa quello che vuole fare rispetto al mercato dell'energia ed al fabbisogno energetico del Paese. Si dice: dobbiamo diversificare. Vorrei ricordare che l'unica diversificazione intelligente è quella che prevede l'utilizzo dell'energia che noi possiamo produrre nel nostro Paese, l'energia del sole, l'energia del vento, l'energia geotermica, di cui è ricco questo Paese e sulla quale avrei anche sperato che il Governo potesse dare un ulteriore sviluppo, e invece ci ritroviamo, ancora una volta, ad aumentare la nostra dipendenza, sul mercato dell'energia, dagli altri Paesi. Quindi, c’è un problema forte di strategia. Penso che dobbiamo anche ridiscutere la strategia energetica nazionale, che presenta tanti problemi.
  Ritengo che la questione da questo punto di vista sia chiara. Noi chiediamo con chiarezza che venga sospesa l'approvazione di questo trattato internazionale. Chiediamo che venga sospesa almeno fino a quando il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Puglia non faranno la valutazione di impatto ambientale. Quando avremo certezza che non ci saranno danni per il nostro ambiente, quando avremo certezza che non ci saranno danni per la salute dei cittadini, quando cioè avremo la certezza che quest'opera non sarà devastante, come noi temiamo e come lo studio di numerosi esperti...

  PRESIDENTE. Onorevole Di Gioia... Onorevole Di Gioia... Onorevole Di Gioia... Grazie.

  FILIBERTO ZARATTI. Quando avremo certezza che le valutazioni operate da numerosi studiosi saranno – diciamo così – superate dalla valutazione di impatto ambientale, soltanto in quel momento potremo tornare in aula ed eventualmente discutere ed approvare la ratifica di questo trattato internazionale.
  Non ci piacciono i fatti precostituiti. Non ci piace il fatto che si metta il Parlamento con le spalle al muro nel Pag. 10dover ratificare un accordo internazionale senza aver compiuto alcuno studio di valutazione di impatto ambientale. Per questa ragione, chiediamo al Parlamento di votare la nostra questione sospensiva (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, signor sottosegretario e onorevoli colleghi, a tutti noi è nota la carenza di risorse primarie del nostro Paese, che costringe la nostra economia a pagare più di altre economie il costo dell'energia e la nostra dipendenza da Paesi esteri per l'approvvigionamento di risorse fondamentali per il nostro sistema economico, da quelle del petrolio a quelle del gas. Abbiamo patito e vissuto le difficoltà di approvvigionamento proprio del gas dalla Russia, nella crisi tra Russia e Ucraina del 2006-2009, che è il 30 per cento dell'approvvigionamento del nostro Paese; la crisi dell'approvvigionamento dalla Libia, con la recente ultima guerra, che ha bloccato gli approvvigionamenti nel marzo 2013; abbiamo patito le difficoltà legate alla mancanza di approvvigionamento dall'Algeria, tramite la Tunisia, a seguito di un attentato terroristico che ha interessato quel Paese; abbiamo vissuto e viviamo un certo costo dell'energia, che deriva dal fatto che l'Italia non ha risorse sufficienti: il 92 per cento del gas lo prendiamo dall'estero, da questi Paesi e quindi è evidente che il disegno di legge del quale ci occupiamo ci dà un'alternativa in più, una possibilità in più per beneficiare di una possibilità di riduzione anche del costo di questa importante materia prima, che comunque incide notevolmente, perché, anche da un punto di vista competitivo, le nostre aziende e le nostre industrie subiscono un costo di energia superiore a tutti gli altri competitor nel sistema mondiale, oltre che europeo.
  Parliamo di 81 miliardi di metri cubi che il nostro Paese importa e consuma, dei quali solo 11 via nave e quindi ci rendiamo conto di come sia importante la rete dei gasdotti per approvvigionare il nostro Paese e come sia importante anche il rispetto che il nostro Paese deve a degli accordi europei che hanno impegnato il nostro Governo e che hanno già impegnato due Governi, come quello greco e quello albanese, perché si realizzi questa opera infrastrutturale, che consente anche ad aziende italiane, che sono l'ENI e che sono l'Hera, di poter approvvigionarsi di questi 200 miliardi di metri cubi che transiteranno attraverso il gasdotto appunto della TAP.
  Ricordo anche le parole entusiastiche con le quali il Commissario europeo Barroso ha commentato la preferenza di questo accordo verso la TAP piuttosto che verso il Nabucco, facendo anche leva su un discorso di interesse europeo, perché chiaramente questo è un punto di ingresso per l'approvvigionamento del gas in Europa e quindi l'Italia potrebbe avere un ruolo di hub verso le risorse del gas e la regione Puglia, che è la regione che sta di fronte agli approvvigionamenti dei bacini dell'oriente, può esercitare un ruolo importante, che può avere delle ricadute sul sistema economico e della riduzione delle bollette, perché creare un sistema di ingresso che sia anche multidisciplinare, su multireti, consente al nostro Paese di avere un maggiore potere contrattuale e di negoziare il costo dell'energia e quindi di calmierarlo e di avere delle alternative importanti perché non si vada ad incidere sulla bolletta come adesso avviene.
  Questo intervento che si viene a realizzare è importante anche perché consentirà lo sviluppo verso il centro ed il nord-Europa. Interessa anche i Paesi del nord-Europa, perché li limita nella dipendenza verso la Russia, con il gasdotto del Nord Stream, e quindi consente anche a Paesi come la Germania di avere un'alternativa che proviene da sud. Permetterà al nostro Paese di avere un miglioramento della rete attualmente in essere dei gasdotti che collegano il nord ed il sud, migliorando e potenziando la rete in possesso della Snam. È un concetto di sistema, è un concetto di Paese, è un Pag. 11concetto di politica industriale e di approvvigionamento per l'industria che prescinde dagli interessi locali, anche se riguardano la mia regione.
  Ma questo non ci rende indifferenti alle problematiche ambientali a cui si è fatto prima riferimento, alla necessità che questo intervento avvenga nel rispetto assoluto della VAS, della VIA e delle regole che il nostro Paese ha in materia ambientale e di salute dei cittadini. Ma io stento a credere che, in una costa così lunga come quella della Puglia, non vi sia un luogo dove poter allocare una tubazione Fi 32, quindi stiamo parlando di 90 centimetri, e stento a credere che non vi sia la possibilità di realizzare un intervento rispettoso dell'ambiente, anche utilizzando eventualmente un'autorizzazione, che è stata già rilasciata presso il comune di Otranto, del consorzio Poseidon che arriva da Israele e che ha ottenuto le autorizzazioni a seguito di una conferenza di servizi chiusasi nel 2011. Quindi, come è stato discusso anche in Commissione ambiente, potrebbe essere anche positivo un affiancamento di queste tubazioni nel punto individuato nel retroporto, quindi senza impatto ambientale, con un impatto ambientale molto ridotto, già accettato dai cittadini.
  È interessante anche considerare i benefici economici che la nostra collettività in Puglia potrebbe avere in termini di royalties, in termini di occupazione, in termini di prospettive economiche e di riduzione del costo dell'energia. Infatti, la Puglia è anche la prima regione in Italia che produce energie alternative, la prima produttrice. È anche la prima produttrice di energia tradizionale che la esporta a nord. Quindi, sarebbe anche il caso che in Puglia si consideri una riduzione del costo dell'energia per una regione che già dà tanto alla produzione di energia del nostro Paese nel bilancio globale. E, quindi, sono tecnicamente soluzioni risolvibili. È difficile immaginare che non sia risolvibile una problematica di questo tipo sulla quale ci deve essere l'impegno al rispetto dei cittadini, al rispetto delle procedure che la regione Puglia sta mettendo in essere, all'ascolto dei cittadini. Ma dobbiamo anche considerare che potremmo, come dicevo prima, creare delle sinergie sulle quali non c’è preclusione anche dall'altro consorzio che ha già ottenuto l'autorizzazione all'approdo e, quindi, possiamo, d'intesa con la collettività pugliese, individuare un percorso che porti vantaggio al nostro Paese perché aumentare i punti di approvvigionamento delle risorse in un Paese che non ha risorse naturali o che non utilizza le proprie risorse naturali, credo sia importante dal punto di vista strategico per il sistema Paese, per l'industria e per il sistema produttivo. Infatti, noi, se vogliamo rilanciare questo Paese, dobbiamo rendere più competitivo il nostro sistema industriale, dobbiamo dare l'opportunità ai nostri cittadini di pagare meno il costo dell'energia, meno il costo sulla bolletta e queste sono iniziative che confermano la credibilità del nostro Paese perché dobbiamo considerare che due Paesi che sono nostri transfrontalieri hanno già sottoscritto questo accordo, che l'Unione europea ha posto questi impegni, che questo Governo si è impegnato con l'Unione europea a dar corso a questi processi e, quindi, l'attenzione che viene riposta dall'Europa e da questi Paesi verso l'Italia non può essere tradita nei termini di un non accordo a questo processo e a questo sviluppo del sistema di approvvigionamenti che tutto sommato porta vantaggi al nostro Paese e al nostro sistema produttivo.
  Quindi, Scelta Civica per l'Italia esprime un parere positivo su questo disegno di legge in quanto rispettoso degli accordi che il nostro Paese ha preso e rispondente a quelle che sono le necessità importanti e impellenti del nostro Paese.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, cittadini italiani, non è vero che quest'opera è inutile, quest'opera è utile, anzi porta utile ! Utile è la parola con cui definiamo il profitto quando corrompe gli animi, quando in qualche modo è responsabile di un territorio svenduto, di un Pag. 12patrimonio ambientale mercificato, di un futuro prostituito. Ieri un frodatore fiscale è stato finalmente sbattuto fuori dal Parlamento, ma io noto ancora che qui dentro e lì fuori ci sono evidentemente tante persone che ancora frodano il nostro Paese o hanno questa volontà. Questo gasdotto, il TAP, ne è l'ennesimo esempio. È un'opera di corruzione dei partiti e del potere finanziario. Hanno affamato i comuni e le amministrazioni locali cosicché i loro rappresentanti possano essere ancora più facilmente disperati nella ricerca di consensi e di finanziatori. Il TAP è un favore di venticinque anni che questo Governo fa alle banche che garantiscono, senza alcun rischio, gli investimenti del consorzio che già, senza neanche aver posto un metro di tubo, evidentemente ha già speso tanto in opere di convincimento della classe politica internazionale.
  Signori, lo schema è noto: privatizzare i profitti e socializzare i costi. Che cosa vuol dire ? Che i soldi li fa il consorzio, che è un privato, e pagano i cittadini. Pagano anche non in termini economici, ma in termini di tutte le conseguenze che sono state ricordate dall'onorevole di SEL. Il TAP tenta, quindi, di corrompere in senso etimologico, Presidente. Rompe in tante parti, divide, cioè ammorbidisce le resistenze, cercando, magari con un accordo di 5 milioni di euro, di coinvolgere le università di Bari e Lecce, di coinvolgere le associazioni ambientaliste o quelle di categoria che si occupano di difendere gli operatori del turismo e della pesca.
  Ebbene, colleghi, voi barattate con delle lobby il nostro Paese per un piatto di lenticchie ma vi annuncio, se il vicepresidente e il sottosegretario mi ascoltassero e non stessero al telefono, che l'Italia non è in vendita. L'Italia non è casa vostra. Capisco, signor Presidente, che queste persone, dopo aver venduto l'anima, hanno altro da vendersi.
  Signor Presidente, ho sentito tante volgarità in quest'aula e nella mia vita ma, in particolare, mi hanno colpito le dichiarazioni del Viceministro Dassù a margine di un nostro incontro tenuto alla Commissione esteri. La ringrazio per l'attenzione. Lei ha usato le parole di Paolo Scaroni, amministratore delegato di ENI e noto patteggiatore di tangenti. Alla mia richiesta del motivo per cui il pinocchio Enrico Letta abbia prostrato la nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis, come vede io sto seguendo attentamente il suo intervento. La riprendo su questa parola. La pregherei di consentirmi di farle finire l'intervento.

  DIEGO DE LORENZIS. D'accordo. Chiedevo il motivo per cui Enrico Letta abbia prostrato la nostra Costituzione e la nostra democrazia stringendo la mano ad una famiglia di dittatori, Aliyev, che tramanda per dinastia la violazione dei diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come testimonia anche quest'anno Amnesty International.
  E il Viceministro mi rispondeva così, usando le parole di Scaroni: «Non scegliamo noi dove ci sono questi giacimenti di idrocarburi». Ebbene l'oscenità, signor Presidente, consiste nella scelta di patteggiare con la coscienza, di abdicare alla coerenza, di incatenare il coraggio di scegliere l'onestà.
  Signor Presidente, io ho già sbugiardato e contestato il sottosegretario De Vincenti. Non si può difendere quest'opera con bugie, menzogne e falsità, come anche è stato detto in quest'aula, con interventi prima del mio. Quest'opera, che qualcuno a livello regionale, a livello istituzionale continua a definire pubblica, non è pubblica ma è privata nella proprietà e negli interessi che rappresenta. Quest'opera – e le dico l'elenco delle bugie che sono state dette – non differenzia le fonti di approvvigionamento, non le differenzia per stessa ammissione del rappresentante legale di TAP, Giampaolo Russo, in audizione al Senato che dice che questa opera sostituisce una fonte di gas più costosa per migliorare evidentemente i margini di chi acquisisce quel gas, non certo a vantaggio dei cittadini con poteri (l'onorevole Matarrese è andato via) di riduzione del costo Pag. 13del gas. Non assicura l'approvvigionamento energetico del nostro Paese giacché maggiore assicurazione è l'autosufficienza, la produzione distribuita dell'energia, la stabilità sociale oltre che geopolitica. Non certo la dipendenza siglata con un dittatore che, sia libico, egiziano, russo o azero, non importa. Non garantisce ancora alcun risparmio, come dicevo prima, in bolletta per i cittadini italiani.
  Per quanti nuovi giacimenti vengano scoperti e utilizzati, il prezzo dell'energia degli idrocarburi – lo sanno bene i sottosegretari, i Viceministri e i Ministri – è destinato a salire e non hanno mai avuto in questi anni un trend di flessione significativo. Oggi tutti i cittadini sanno che non c’è alcun risparmio nel lungo periodo per il piano della propria automobile se apre una nuova stazione di rifornimento. Quindi, non prendeteli in giro.
  I partiti e il Governo ostentano la loro palese inconsistenza e inadeguatezza perché se hanno firmato contratti troppo onerosi per conto degli italiani con gli amici russi, con la formula take or pay cioè o prendi al prezzo fissato o comunque paghi, allora pretendete di rinegoziarli invece di ipotecare le alternative di questo Paese con opere faraoniche e assurde.
  Se foste cittadini qualunque come quelli che ci assistono lì in alto o quelli che ci ascoltano e ci vedono in televisione, allora sapreste che l'Accordo che ratifichiamo non è scisso dal progetto dell'opera e non si tratta di due cose distinte.

  PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis, concluda.

  DIEGO DE LORENZIS. Mi accingo a concludere, signor Presidente. Noi stiamo invertendo l'ordine: ratifichiamo prima il progetto poi ascoltiamo le comunità locali e poi decidiamo l'approdo. Magari scopriamo che la via non è neanche possibile e che questo gasdotto prevede una cabina di riscaldamento, di depressurizzazione di 6 megawatt che si va ad aggiungere, come carico ambientale, a tutto quello che già la Puglia ha.
  Ancora, non ci sono penali se l'Accordo non viene ratificato immediatamente mentre ci sono molto penali anche onerose se questo Accordo viene ratificato. Di questo gas ho detto non abbiamo bisogno né in Puglia né in Italia. Sappiamo benissimo che la produzione di energia elettrica da gas è stata un terzo della domanda.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DIEGO DE LORENZIS. Il progetto non porterà nuovi posti di lavoro, Presidente, che in ogni caso saranno meno di quelli che potrebbero nascere investendo nelle rinnovabili e in una politica volta all'efficienza energetica. L'Accordo non può essere neanche ratificato, perché l'Italia ha firmato la Convenzione di Aarhus, che garantisce la trasparenza e la partecipazione.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  DIEGO DE LORENZIS. Concludo, Presidente. Io dico che la ricchezza di questo Paese, anzi – come direbbero le lobby, che troppo spesso manovrano questo Parlamento – i suoi asset strategici sono tutelati dalla Costituzione. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio, il patrimonio storico e artistico della Nazione. Il nostro Paese ha una cultura ineguagliabile e millenni di storia incomparabili, una straordinaria varietà di paesaggio naturale, una ricchezza pressoché sconfinata di risorse enogastronomiche e di tradizioni secolari.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DIEGO DE LORENZIS. Ho concluso. Questo è l'unico combustibile davvero sostenibile e durevole per la nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Sanna. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA SANNA. Signor Presidente, signora Viceministro, sottosegretario, colleghi deputati, sono state già evidenziate le Pag. 14ragioni strategiche di natura economica e di politica energetica che motivano l'approvazione di questo disegno di legge di ratifica dell'Accordo sul progetto «Trans Adriatic Pipeline» (TAP). Questa importante infrastruttura energetica può consentire all'Italia e all'Europa di ottenere risultati positivi sotto diversi punti di vista: accrescere e differenziare le fonti di approvvigionamento dell'energia, elevando i livelli di sicurezza energetica; aumentare la concorrenza sul mercato interno, con effetti positivi sulla riduzione della bolletta energetica; potenziare ulteriormente le fonti meno inquinanti, rinnovabili e gas, a scapito di quelle più inquinanti come il petrolio e il carbone; avere delle ricadute positive in termini di lavoro e di reddito, in fase di costruzione, dal 2015 al 2018, e poi nella fase di gestione tramite le entrate dei servizi di trasporto del gas, gli investimenti e le attività dirette e indirette connesse all'esercizio.
  Ma questa infrastruttura segnerà anche un grande passo avanti nella possibilità che l'Italia divenga un importante crocevia del gas, un hub per il sud d'Europa, capace di ricevere gas da diversi Paesi produttori e di trasmetterlo verso altre destinazioni. Questi sono obiettivi coerenti con la nostra strategia energetica nazionale. Peraltro, il gasdotto è stato riconosciuto dal Parlamento e dal Consiglio europeo quale progetto di interesse comune conforme con le linee guida della rete transeuropea di energia.
  In VIII Commissione abbiamo naturalmente voluto esaminare questo progetto, in particolare sotto il profilo della sua sostenibilità ambientale. Ciò è tanto più necessario, in quanto siamo consapevoli che infrastrutture come questa – ma, per la verità, tutte le infrastrutture importanti – devono passare al vaglio molto severo dell'opinione pubblica e, soprattutto, delle comunità locali territorialmente interessate.
  Possiamo comunque sottolineare che, sul versante della sostenibilità ambientale, le dimensioni del TAP si tradurranno in costi di esercizio inferiori e in un minore utilizzo di gas per la compressione rispetto ai suoi concorrenti, con un conseguente abbassamento delle emissioni di CO2. Sarà ridotta al minimo la visibilità degli impianti in superficie, che si ridurranno ad una cabina di intercettazione e al terminale di ricezione del gasdotto. Anche quest'ultimo, una volta terminati i lavori, risulterà completamente interrato lungo il suo percorso sino al terminale di ricezione. Dunque, la costa sarà preservata totalmente.
  Anche dal punto di vista della sicurezza, gli impianti saranno costruiti seguendo le più moderne ed efficaci tecnologie esistenti, per consentire immediati interventi di manutenzione in caso di eventuali problemi di funzionamento, oltre ad avere una struttura antisismica.
  Dobbiamo anche dire che in questo Accordo, oggetto di ratifica, non vi sono previsioni di deroga alle norme vigenti in materia ambientale o della sicurezza.
  Per il tratto finale del gasdotto, previsto in territorio italiano, il progetto dovrà essere pertanto sottoposto a valutazione di impatto ambientale, in conformità alla normativa e alle responsabilità decisionali previste in materia.
  La regione Puglia, d'intesa con il Governo, ha avviato da tempo una fase consultiva pubblica, tuttora in corso, a cui partecipano tutte le amministrazioni interessate, le associazioni rappresentative di interessi diffusi e le organizzazioni di categoria. Questa consultazione servirà a definire e precisare meglio diversi aspetti localizzativi e tecnici, vagliando in un confronto pubblico le progettazioni e gli studi già proposti, compresi quelli relativi all'esatta ubicazione dell'approdo del gasdotto in territorio pugliese e alle modalità del suo collegamento con la rete energetica italiana.
  Richiamo ancora l'attenzione sull'articolo 8 dell'Accordo oggetto di ratifica, con cui si prevede, in ragione della natura transfrontaliera del gasdotto, che i tre Paesi contraenti si impegnino all'applicazione di standard tecnici di sicurezza ambientali e sociali uniformi. La puntuale individuazione di tali standard è affidata Pag. 15ad un'apposita Commissione di attuazione, composta da due rappresentanti per ciascuna parte dell'Accordo.
  In conclusione, considerata la rilevanza strategica dell'infrastruttura, sia sotto il profilo del contenimento della spesa energetica pubblica, che sotto il profilo della sicurezza e della diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico dell'Italia, con la non meno importante sostituzione di fonti energetiche a maggiore impatto ambientale con quelle meno inquinanti, possiamo solo chiedere che la procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto venga svolta nel modo più attento e rigoroso da parte dell'apposita Commissione operante presso il Ministero dell'ambiente; e che, una volta valutata positivamente la procedura di consultazione pubblica avviata dalla regione Puglia per individuare il sito più idoneo per l'approdo del gasdotto TAP, si possa anche prevedere, una volta individuato il sito definitivamente, che tale punto di approdo debba essere considerato come unico punto di arrivo anche di eventuali altri gasdotti internazionali che, in futuro, dovessero essere realizzati nell'area in questione. Ciò allo scopo di limitare al massimo l'impatto ambientale delle relative opere su un territorio fra i più belli e importanti del Paese dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, come quello del Salento.
  Detto questo, il Partito Democratico esprime parere favorevole all'approvazione di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, componenti del Governo, il gruppo Fratelli d'Italia, essendo un gruppo, se non nazionalista, quanto meno patriottico, ha molto a cuore le sorti dell'ambiente. Rivendichiamo una grande sensibilità ambientale, perché è evidente che una patria non può esistere se non c’è un territorio, se non viene salvaguardato il territorio che i nostri padri ci hanno consegnato, preservandolo nel tempo. D'altro canto, una classe dirigente degna di essere chiamata tale e un partito che si definisce patriottico non possono non pensare alle future generazioni.
  Quando il Governo interviene per realizzare grandi infrastrutture, che dispiegheranno gli effetti nel tempo e, al di là di tutto, persino tra cinquant'anni quell'infrastruttura rimarrà in piedi, mi sembra evidente quale sia la posizione da assumere: una posizione favorevole, anche perché voglio aggiungere che mi sembra del tutto evidente che, al di là dei benefici economici, di cui pure parleremo, l'investimento non viene fatto con fondi italiani.
  Per cui, è una infrastruttura a costo zero, dal punto di vista della spesa economica, e, quindi, gli investimenti dello Stato italiano per le energie alternative – che sono stati giustamente tirati in ballo da altri gruppi per giustificare un'opposizione a questo provvedimento – possono sempre essere indirizzati allo sviluppo di tutte le energie alternative.
  Invece, mi sembrano decisive le considerazioni sulla sicurezza energetica; non sta a me ricordare quello che è accaduto quando c’è stata una crisi tra l'Ucraina e la Russia e le difficoltà che abbiamo avuto dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico e, anche, dal punto di vista, chiaramente, dei prezzi. Aggiungo che, quando si dipende per l'energia da altri Paesi e solo da un Paese, si è sottoposti a rischi logici e prevedibili; avere più fonti e diversificare le fonti di approvvigionamento mi sembra, assolutamente, un punto importante.
  Peraltro, l'Italia diventerà uno hub di smistamento di questo gas, per cui, al contrario, diventerà un elemento, non dico di condizionamento della politica o della geopolitica dell'area mediterranea ed europea, ma avrà un ruolo sicuramente potenziato; per cui, anche da questo punto di vista, credo che sia un fatto del tutto conveniente.
  Poi, mi sembra altrettanto logico fare la valutazione per cui avere più fornitori, giocoforza, porta ad una concorrenza, per cui, per forza di cose, ci sarà una valutazione di maggiore convenienza. Non ci Pag. 16dimentichiamo che attualmente la bolletta del gas, in Italia, è una delle più care d'Europa, sicuramente per il fatto che dipendiamo in maniera meno diversificata dall'approvvigionamento, certamente – dirà qualcuno – anche perché il Governo specula un po’ sempre e un po’ troppo sulle tasse e sulle accise, generalmente, degli approvvigionamenti energetici, ma sta di fatto che avere un ulteriore mercato è importante.
  Non è vero che le nostre ditte nazionali non sono coinvolte, perché saranno, di fatto, gli utilizzatori sul piano nazionale; sicuramente nasceranno delle sinergie, sicuramente i lavori metteranno in campo delle economie. È vero che il consorzio è straniero, ma il consorzio straniero investe: si dice sempre che vogliamo che gli stranieri investano in Italia poi, quando investono, tiriamo fuori tutte le elucubrazioni per creare e fare opposizione.
  Per carità, chi fa l'opposizione tanto per farla è giusto, anche, che metta in campo le argomentazioni per esprimerla, noi, invece, cerchiamo di fare un'opposizione razionale e basata su fatti logici.
  È incomprensibile poi l'atteggiamento di SEL; per carità, se vogliamo trovare le questioni ambientali, di cui parleremo, certamente ne potremmo trovare trecentomila. Anche quando si costruisce un'autostrada, quando si costruisce un aeroporto, quando si costruisce una casetta, anche in campagna, si cambia il paesaggio. Bisogna vedere se lo sviluppo è sostenibile; se l'uomo non avesse guardato in avanti con la tecnologia, staremmo ancora sugli alberi, invece, noi viviamo comodamente nelle città, ci serve il gas, vogliamo avere la casa riscaldata e poi magari ci preoccupiamo da dove questo gas deve arrivare.
  Per cui, secondo me, bisogna avere una visione critica, giusta, attenta a tutte le conseguenze, ma poi bisogna fare le cose. D'altro canto la posizione di SEL è difficile, perché il presidente della regione, che è il leader di SEL, tutto sommato, quando questo progetto, che sono anni che è partito, è andato avanti, non ha opposto nessuna argomentazione; oggi fa l'ambientalista e abbiamo visto, anche, come lo ha fatto per la vicenda dell'Ilva, sentendo e leggendo dai giornali i resoconti delle intercettazioni telefoniche.
  Io credo che bisogna, invece, essere coerenti. Certo, ci aspettiamo che la regione Puglia, legittimamente, attivi tutte le procedure tecniche previste dalle leggi che danno la competenza alla regione per verificare la VIA, l'impatto ambientale. Aggiungo che noi presenteremo degli ordini del giorno, ma mi sembra che la posizione dei gruppi di maggioranza sia in questo senso.
  È chiaro che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dovrà monitorare attentamente quello che avverrà ed è altrettanto logico che, non soltanto il Ministero, ma anche l'autorità giudiziaria e le forze dell'ordine, tutti, devono fare il loro dovere affinché le opere pubbliche, che devono essere fatte, e le infrastrutture, che devono essere fatte – perché è l'unica cosa che lasceremo alle future generazioni –, avvengano nell'ambito di uno sviluppo sostenibile, sapendo benissimo che tutte le attività umane inquinano. Le auto inquinano, ma mi sembra che le usiamo un po’ tutti, non è che andiamo a piedi, a volte anche per fare poche centinaia di metri.
  Allora bisogna essere razionali, bisogna avere una visione completa.
  Rispetto alla vicenda ambientale, noi siamo convinti che qualunque intervento vada attentamente monitorato. Io ho espresso, a nome del mio gruppo, una valutazione, una preoccupazione, che ribadiamo, ma siamo convinti che, da questo punto di vista, abbiamo tutti gli strumenti giuridici. Peraltro, l'Accordo che viene ratificato interviene con richiami alle normative nazionali ed europee, che sono assolutamente stringenti. Si tratta, poi, di verificare volta per volta.
  Credo che, peraltro, per la Puglia anche le compensazioni per il transito dell'infrastruttura siano importanti e daranno un immediato ristoro alla regione ed inoltre è evidente che i lavori avranno una ricaduta indiretta nell'immediato. Per cui, assolutamente questo aspetto è positivo.Pag. 17
  L'ultima riflessione è eminentemente relativa alle relazioni internazionali. Ho sentito dire che qualcuno parla di fretta con la quale questo provvedimento arriva in Aula: mi sembra che sia stato per oltre un mese in Commissione, sono state fatte delle audizioni ed è stato già approvato dal Senato. Da febbraio l'Italia ha firmato questo Accordo internazionale con la Grecia e l'Albania, che già da tempo lo hanno ratificato. E aggiungo che, visto che ho una certa esperienza di Commissione esteri e di Parlamento, l'Italia è la Cenerentola nei tempi di ratifica dei trattati internazionali che firma a livello mondiale.
  Per cui, noi siamo assai in ritardo, in generale, rispetto ad ogni altro Paese del mondo, dove esistono da sempre sessioni straordinarie per ratificare gli accordi che i Governi firmano. Certo, un Parlamento può anche votare in maniera contraria, ma l'unica cosa che non può fare è perdere tempo.
  Mi sembra che da febbraio ad oggi il tempo sia trascorso, per cui, rimettendo al Governo e agli organi competenti il controllo attento e puntuale sul rispetto della normativa ambientale, siamo assolutamente convinti che bisogna agire in fretta, bene e rapidamente e realizzare questa infrastruttura.

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'Istituto comprensivo statale «Renato Fucini» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  È iscritta a parlare l'onorevole Berlinghieri. Ne ha facoltà.

  MARINA BERLINGHIERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la ratifica dell'Accordo internazionale sul gasdotto «Trans Adriatic Pipeline» tra il nostro Governo e i Governi di Grecia ed Albania costituisce un passaggio importante, non solo dal punto di vista delle scelte infrastrutturali strategiche per il nostro Paese, ma su scala più ampia rappresenta una scelta decisiva ai fini di una piena e compiuta integrazione dell'Italia dentro le grandi scelte di sviluppo economico a livello comunitario.
  Questo gasdotto costituisce la naturale prosecuzione di quello transanatolico e, insieme ad esso, dà vita ad un'infrastruttura di circa 870 chilometri per il trasporto del gas naturale, che dal giacimento azero di Shah Deniz attraversa la Turchia, la Grecia, l'Albania e il mare Adriatico per riemergere sulla terraferma in Puglia, da dove si collegherà alla rete di gasdotti già esistenti per fornire gas all'Italia e all'Europa.
  Il tratto italiano prevede la costruzione di una condotta sottomarina di circa 45 chilometri, di una interrata di circa 10 chilometri e di un terminale di ricezione nel comune di Melendugno. Il gasdotto trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi all'anno di gas naturale, una quantità sufficiente per alimentare circa tre milioni di consumatori domestici. Con l'aggiunta di una terza stazione di compressione, il gasdotto sarà in grado di duplicare la quantità trasportata a 20 miliardi di metri cubi annui.
  Il gasdotto transadriatico è stato riconosciuto dal Parlamento e dal Consiglio dell'Unione europea un progetto di interesse comune coerente con le linee guida della rete transeuropea di energia, in quanto contribuisce alle politiche e agli obiettivi comunitari tesi a diversificare e a garantire l'approvvigionamento energetico.
  La nuova infrastruttura risponde appieno alle regole europee, in particolare al cosiddetto terzo pacchetto sull'energia, che persegue l'obiettivo di aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti, la concorrenza nel mercato interno dell'elettricità e del gas e di tutelare i consumatori in termini sia di sicurezza delle forniture, sia per le conseguenze sui prezzi.
  Come è noto la scelta di TAP ha dovuto misurarsi con la concorrenza costituita dal progetto «Nabucco West», che prevedeva di collegare la Turchia all'Austria seguendo un percorso che, puntando decisamente verso nord, avrebbe dovuto attraversare Bulgaria, Romania e Ungheria. Con tutta evidenza, si trattava di un progetto che avrebbe tagliato fuori l'Italia e l'area mediterranea dei Balcani andando a detrimento del corridoio sud.Pag. 18
  Una rotta di transito virtuale in grado di collegare le risorse del Mar Caspio ai mercati europei aggirando il territorio russo, che rappresenta la soluzione più promettente elaborata dall'Unione europea per raggiungere i suoi obiettivi di diversificazione energetica. Dal punto di vista italiano la realizzazione del corridoio rappresenta, senza dubbio, un importante opportunità per assicurarsi l'accesso alle risorse energetiche di una regione in potenziale espansione, rafforzando la sicurezza energetica nazionale ed il ruolo del Paese quale snodo strategico del gas europeo. Pertanto, è nell'interesse energetico italiano che, al momento della scelta finale, il consorzio Shah Deniz abbia optato per il percorso meridionale con destinazione finale in Italia, anziché di selezionare la northern route attraverso l'Europa sudorientale.
  Si tratta di un risultato che va rivendicato come un successo. Abbiamo lottato con tutte le nostre forze, sottolinea Bortoni, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, perché riteniamo che sia una infrastruttura fondamentale non solo per garantire la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti, ma anche per cucire in modo definitivo il nostro mercato del gas con quello europeo. Abbiamo dovuto lavorare in un clima pesante, fatto di pessimismo, scetticismo con la presenza di un gran numero di detrattori in molte capitali d'Europa.
  Secondo Nomisma Energia il TAP avrà ricadute economiche dirette, indirette e di indotto per la regione Puglia di 290 milioni di euro nella fase di costruzione fino al 2018 con oltre 2100 posti di lavoro e nei cinquant'anni di fase operativa ricadute per 380 milioni oltre al maggior gettito fiscale.
  Ma sono anche altri i motivi del sostegno italiano a TAP. In primo luogo sul fronte della valutazione del rapporto costi-benefici; gli oneri di realizzazione del gasdotto sono interamente a carico della società Trans Adriatic Pipeline e dall'applicazione delle norme di autorizzazione alla ratifica dell'accordo non derivano nuovi e/o maggiori oneri per lo Stato, ad eccezione delle spese per la partecipazione dei rappresentanti del Governo alla Implementation Commission. Inoltre, il contributo atteso per la riduzione del costo complessivo di approvvigionamento della materia prima gas è di 4,1 miliardi di euro con ricadute positive sulla bolletta del gas.
  A conferma dell'importanza della realizzazione del progetto per l'Italia va sottolineato anche il fatto che tra gli acquirenti del gas trasportato dal gasdotto TAP ci sono due delle più importanti imprese italiane del settore: ENEL ed HERA. Una partecipazione valutata alla luce della provata solidità tecnico commerciale di TAP.
  Se l'Italia ambisce ad avere un ruolo leader nella strategia energetica europea è necessario che l'accordo in esame sia ratificato al più presto per procedere celermente alla realizzazione del progetto; del resto, come ha opportunamente ricordato il sottosegretario De Vincenti, la previsione della ripresa della domanda di energia nel nostro Paese è via via crescente e questo aumento della domanda dovrà essere affrontato rafforzando le politiche di contenimento dell'utilizzo di fonti energetiche quali carbone e petrolio a favore di fonti, quali le rinnovabili e il gas.
  Non vanno nemmeno sottovalutate le ricadute economiche significative in termini di investimenti esteri in Italia e conseguentemente in termini di creazione di posti di lavoro. Del resto che il progetto abbia suscitato reale interesse anche al di fuori dei Paesi che vi sono direttamente interessati è confermato dal fatto che la composizione azionaria di TAP vede la presenza di diverse compagnie europee di primaria importanza.
  Naturalmente quando si deve decidere su grandi opere infrastrutturali è non solo legittimo ma doveroso porsi interrogativi circa la loro sostenibilità ambientale; per questo sento di condividere la sensibilità di quanti, tra i colleghi parlamentari, anche nell'ambito della discussione del provvedimento al Senato hanno chiesto le più ampie garanzie circa la realizzazione dell'opera e il suo impatto ambientale. Da questo punto di vista giudico positivamente la decisione di sottoporre l'opera a Pag. 19procedimento di valutazione di impatto ambientale in sede nazionale ma ritengo assai opportuna anche la decisione di avviare, di concerto con la regione Puglia, una vasta consultazione popolare anche al fine di apportare gli interventi migliorativi e di mitigazione dell'impatto ambientale che si rendessero necessari in sede di realizzazione esecutiva. Del resto va ricordato che il progetto, dal punto di vista ambientale, utilizza oggi le tecnologie più avanzate sia nella fase di costruzione del gasdotto che di gestione in sicurezza dello stesso.
  Come ha ricordato il sottosegretario De Vincenti, è essenziale che il nostro paese, oltre a curare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, persegua la sua piena integrazione all'interno del mercato unico europeo – e quindi prezzi a livello europeo, che per il nostro Paese significano riduzione del prezzo del gas – da cui deriva l'attenzione all'interconnessione delle reti italiane con quelle europee, ed il ruolo dell'Italia come hub del gas per l'Europa. Il fatto che l'Italia, da Paese meramente importatore, diventi un Paese di transito e di esportazione di energia, rappresenta un passo avanti molto importante sul fronte della concorrenza e della contendibilità del mercato.
  Infine, vale la pena ricordare che ai vantaggi strategici per l'Italia si sommano benefici economici anche per il territorio pugliese, sia in termini di spesa di investimento e di posti di lavoro nella fase di costruzione del progetto, sia in termini di creazione di prodotto interno lordo e di entrate dai servizi di trasporto del gas, nonché di posti di lavoro connessi alla gestione del gasdotto nella fase di piena operatività successiva alla realizzazione.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARINA BERLINGHIERI. Per tutti questi motivi, Presidente, cari colleghi, il gruppo del PD è favorevole al provvedimento in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Scagliusi. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Signor Presidente, il TAP è solo una parte di un megaprogetto – oltre duemila chilometri – per il trasporto del gas dalla regione del Caspio verso il mercato europeo. Questo gasdotto è ancora tutto da costruire: stiamo parlando della realizzazione di un tubo che andrà dal Caspio alle coste pugliesi, e poi salirà fino al nord Europa. Il TAP – questo tubo – sarà connesso al TANAP, che è un altro gasdotto, il Trans-Anatolian Pipeline, che a sua volta sarà connesso al Trans-Caspian Pipeline, che servirà per prelevare gas dal Turkmenistan. La trattativa per questo Accordo tra il Turkmenistan e la Commissione europea si sta svolgendo senza che ci sia una base giuridica che lo permetta: la Commissione europea sta facendo una cosa che sarebbe invece di competenza di tutti gli Stati membri, quindi si tratta di una cessione di sovranità senza che ci sia una base giuridica a supporto.
  Il corridoio sud del gas è un progetto unico, quindi, che non avrebbe senso se qualcuna delle sue parti non venisse realizzata. Non esiste una stima dei costi complessivi del TAP, né di tutto il corridoio sud. Il consorzio Trans Adriatic Pipeline è una società a responsabilità limitata registrata a Baar, nel cantone di Zugo in Svizzera. Le uniche informazioni pubbliche sul consorzio, che dovrebbe costruire uno dei progetti strategici europei, considerato come progetto di priorità comunitaria e di certo il più grande progetto energetico in cui sarà coinvolto il Governo italiano nei prossimi decenni, facendo una visura catastale, sono solo il nome del consigliere delegato e del consiglio di amministrazione. Ci chiediamo se la registrazione del TAP in un noto paradiso fiscale non sia in conflitto con il piano «Destinazione Italia», che il Governo italiano si appresta a varare: più che attirare investimenti esteri e favorire la competitività delle imprese italiane, ci sembra che il TAP sia un progetto strutturato per facilitare la fuga di capitali verso una chiara destinazione svizzera, o un paradiso fiscale.Pag. 20
  La struttura finanziaria del progetto e delle altre componenti del corridoio sud non è pubblica: ci dicono del gasdotto TAP che, essendo interamente finanziato con fondi privati, dovrebbe soddisfare in pieno i requisiti italiani previsti per i progetti di infrastrutture che non richiedono fondi pubblici. In realtà il TAP sembra avere già beneficiato di un sostegno pubblico per la fase di progettazione, e punta ad accedere a finanziamenti pubblici tramite la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e la Banca europea per gli investimenti: quindi soldi pubblici, in pratica.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 11,30)

  EMANUELE SCAGLIUSI. Il TAP è uno dei 248 progetti di interesse comunitario nel settore energetico, che la Commissione europea punta a costruire entro il 2050 per rilanciare l'economia europea attraverso le grandi opere e completare il mercato europeo del gas. Sempre secondo la Commissione europea, servono fino a duemila miliardi di euro entro il 2050, per costruire le infrastrutture necessarie all'Europa. Come verranno finanziati ?
  Connecting Europe Facility, un'iniziativa lanciata nell'ottobre del 2011, che prevede nuovi meccanismi finanziari quali gli Europe 2020 Project Bond ed i Project Bond Credit Enhancement, che prevedono l'intervento pubblico per facilitare il rifinanziamento del debito attraverso meccanismi finanziari. Ripetiamo, c’è l'intervento pubblico per facilitare il rifinanziamento del debito attraverso i mercati finanziari, cioè si tratta di meccanismi finanziari di sostegno al credito in cui la Banca europea per gli investimenti interviene per rendere liquido il debito pregresso generato dal progetto – quindi per la costruzione – concedendo un'apertura di credito e facilitando l'emissione di bond, titoli di debito, sui mercati finanziari. L'intervento pubblico serve quindi a migliorare il rating dei titoli, a renderli più appetibili sul mercato e permettere la vendita a investitori istituzionali, come fondi pensione, assicurazioni, fondi di investimento e istituzioni finanziarie pubbliche come la nostra Cassa depositi e prestiti. Quindi si usa la solita prassi: progetti privati e profitti privati con fondi e garanzie pubbliche concessi alle grandi multinazionali che vengono in Italia a «stuprare» il territorio mentre si lasciano morire le piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto sociale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In pratica, l'intervento pubblico è finalizzato a ridurre il rischio di questi mega-progetti economicamente e finanziariamente non sostenibili, per assicurare il ritorno ai detentori del debito e ai promotori del progetto, tutto questo a discapito dell'interesse collettivo e dei cittadini.
  L'applicazione di questi sistemi è già avvenuta in Spagna, nel caso del progetto Castor, il primo progetto pilota finanziato con questo sistema nel luglio 2013 per realizzare una deposito di gas al largo di Valencia, in mare. Si è creato un debito di 1,2 miliardi con la banca Santander, rivenduto sui mercati con l'emissione di bond per 1,7 miliardi tramite investitori istituzionali, quindi soldi pubblici. Il 26 settembre è successo che il Governo spagnolo è stato costretto a bloccare le operazioni in seguito a centinaia di scosse sismiche fino a 4,2 gradi della scala Richter, così si sono attivate delle clausole finanziarie sfavorevoli al Governo. Queste clausole prevedono che il Governo spagnolo acquisti l’equity del progetto e garantisca i detentori dei bond, ovvero il debito diventa pubblico. Adesso il Governo spagnolo sta cercando di risolvere aprendo un contenzioso legale. Si tratta di meccanismi ad altissimo rischio di generazione di debito pubblico, è un uso criminale di questi strumenti visto che sono gli stessi che hanno creato le bolle speculative che hanno generato la crisi.
  Dal punto di vista economico, la costruzione di questo gasdotto va a svantaggio dei cittadini italiani quindi, è un'opera funzionale a interessi finanziari di attori terzi, società private o altre lobby, che rischia di generare un debito pubblico che potrebbe aggravare la situazione economica Pag. 21del Paese. Di fronte a questo rischio riteniamo che la dimensione finanziaria vada chiarita prima del completamento delle procedure di ratifica dell'accordo internazionale, per questo presenteremo una pregiudiziale di costituzionalità e una sospensiva per quanto riguarda la ratifica di questo trattato. Inoltre noi riteniamo indispensabile che il consorzio costruttori del gasdotto TAP e delle opere annesse sia registrato a Melendugno (Lecce) o in qualche altro luogo del territorio italiano e quindi sottoposto a tassazione dei profitti nello Stato italiano e non in Svizzera o in qualche altro paradiso fiscale. Nessuna forma di sostegno pubblico diretto o indiretto dev'essere concessa al consorzio, sia tramite lo Stato italiano che tramite la Comunità europea.
  Chiediamo che venga considerata illegittima la VIA del progetto TAP, come richiesto dal comune di Melendugno, e che venga eseguita una VIA complessiva per tutte le opere costituenti parte integrante del corridoio sud del gas, formalizzando il progetto come un solo e unico progetto energetico.
  In più in audizione il professor Borri ci ha confermato che la documentazione fornita per la VIA è mancante in alcune parti. Ad esempio, è sprovvista di uno studio del suolo appropriato. Chiediamo anche che il Governo italiano renda pubblici e sottoponga a discussione pubblica tutti gli accordi finanziari relativi alla costituzione del TAP e agli altri tronconi dell'opera, considerata come un'opera unica, e che il Governo italiano renda pubblica la base legale che giustifica il mandato della Commissione europea a negoziare per il Trans-Caspian Pipeline con il Turkmenistan. Ricordiamo, come ha detto anche prima il mio collega, che il Turkmenistan ha un Governo che conosciamo bene, dittatoriale, dove ci sono violazioni dei diritti umani, quindi stringere le mani a questi Governi per motivi economici non lo riteniamo opportuno.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Concludo Presidente. Ma in fondo ne vale la pena costruire questo gasdotto ? Il gas azero non si fermerà in Italia. In Italia ed in Europa i consumi del gas sono in calo. Abbiamo avuto un periodo negli ultimi mesi in cui la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha coperto il 100 per cento del fabbisogno e ricordiamo che in Italia, ad esempio, il 42 per cento del gas serve a fare appunto energia elettrica con le centrali turbogas, che ricordiamo sono altamente impattanti dal punto di vista ambientale. Se si vuole diversificare le fonti, che si spinga quindi verso le rinnovabili e prima ancora verso l'efficientamento energetico, in modo da ridurre i consumi energetici e creare veri posti di lavoro.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Chi fa la politica energetica dell'Italia ? Il Governo oppure Paolo Scaroni, che è attualmente all'ENI e che è stato messo all'ENEL dal decaduto Berlusconi ? Dal punto di vista ambientale parliamo di un territorio sottoposto a devastazioni ambientali quali l'ILVA...

  PRESIDENTE. Deputato dovrebbe concludere.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Sto concludendo.

  PRESIDENTE. Gliene ho dati già trenta di secondi.

  EMANUELE SCAGLIUSI. ... il polo di Brindisi e le discariche in cui sono stati seppelliti legalmente rifiuti tossici, come ha confermato Schiavone. Adesso va bene che questo Governo è pieno zeppo di...

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  È iscritto a parlare il deputato Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, io parlerò meno di TAP e parlerò di un altro fattore che viene fortemente coinvolto all'interno del discorso che riguarda la TAP, Pag. 22ossia di che cosa sostiene la vita su questo pianeta. Parlerò quindi di biodiversità.
  La biodiversità è frutto di miliardi di anni di evoluzione naturale, forma la rete della vita, di cui noi siamo parte integrante e dalla quale siamo completamente dipendenti. La combinazione delle diverse forme di vita e l'integrazione tra di loro e con l'ambiente ha reso questo pianeta un luogo abitabile per noi umani. La biodiversità sostiene la vita. L'insieme di servizi che in inglese sono chiamati life sustaining, che sostengono la vita, è data dalla ricchezza ecologica di questo pianeta, non dal metano che trasportiamo di qua. Senza i suoli, senza i mari non c’è vita. Punto di partenza.
  Questo gasdotto è un'opera di ingegneria industriale, ha un alto impatto ambientale e, come sappiamo, attraverserà l'Adriatico e attraverserà zone con naturalità e biodiversità ancora molto elevate.
  In particolare, sappiamo che il percorso di circa 870 chilometri collegherà il giacimento di gas naturale di Shah Deniz in Azerbaijan all'Italia, attraversando Grecia e Albania e approdando sulla costa italiana nella provincia di Lecce, in particolare sulla spiaggia di San Foca nella marina di Melendugno.
  Quindi, il gasdotto attraverserà delle zone caratterizzate da elevata preservazione dell'ecosistema marino. In particolare, a San Foca si trova oggi una barriera coralligena bianca rarissima, dal valore ecologico inestimabile. Si trovano delle ampie aree a praterie di posidonia oceanica, una pianta marina che attesta l'elevato grado di salute dell'ecosistema marino, un luogo di riproduzione della fauna ittica, e quindi fondamentale per l'ecosistema e, tra l'altro, anche importante per la protezione del litorale dal fenomeno dell'erosione.
  Da notare che nell'area interessata in soli quindici chilometri si trovano sette siti di importanza comunitaria, perimetrati per tipicità ecologiche, e persino una zona a protezione speciale, Le Cesine, che sta ad una distanza di 1,76 chilometri dal tracciato del gasdotto per un'area di circa 647 ettari.
  L'area costiera di San Foca è nota anche per gli uliveti secolari e le pinete a ridosso del mare, vi sono spiagge e scogliere ed è, altresì, fulcro di un fiorente turismo, che conta nei mesi estivi incrementi esponenziali della popolazione. Tra l'altro, gli arenili melendugnesi, come quello di Torre dell'Orso e quello di San Basilio, sono luoghi dove è certificata la nidificazione della tartaruga marina «caretta caretta», specie protetta a livello internazionale.
  Significativa è anche la macchia mediterranea retrodunale con le aree pinetate e l'estesa palude di Cassano, entrambi ecosistemi preziosi e ricchi di biodiversità. Tra l'altro, la costa melendugnese ha conseguito riconoscimenti per la qualità delle acque, insignite con la «bandiera blu» europea e le 5 «vele» di Legambiente.
  Ma non sarà toccata soltanto l'area costiera, vi sarà anche la parte interna, ovviamente: la grande centrale di depressurizzazione, su un'estensione di ben 9 ettari, sarà un vero e proprio impianto industriale, con emissioni nocive paragonabili a quelle di una centrale termoelettrica, caratterizzata da camini di emissione con torce, ovvero fiamme accese nel cielo, devastanti per il paesaggio e per la salute dei residenti, dell'intero ecosistema e dei locali prodotti agro-silvo-pastorali.
  La Puglia, tra l'altro, come ricordavano già precedentemente i miei colleghi, è una zona che risulta essere una delle più inquinate d'Italia dal punto di vista delle emissioni industriali. Quindi, aggiungiamo ulteriori emissioni a un quadro emissivo, specialmente in certe aree, già compromesso. Tutto questo per descrivere che cosa andiamo a toccare con questo tipo di intervento, ovvero ecosistemi complessi caratterizzati da peculiarità che, tra l'altro, provocano e portano un turismo di qualità e sono da preservare in quanto garantiscono il preservarsi della vita.
  E questo a monte di cosa ? Abbiamo visto precedentemente quali sono i dati: vediamo che vi è una totale e una continua Pag. 23diminuzione dell'uso di metano, per la crisi, per le politiche energetiche di riqualificazione, per esempio, per le politiche sulle energie rinnovabili, che inducono uno shifting verso un diverso modello di produzione elettrica. Quindi, meno fonti fossili e più rinnovabili.
  In tutto ciò, vi sono altri parametri che ci mettono nell'ottica di una scelta opposta, come il fatto che non si genera neanche occupazione. Dal punto di vista occupazionale, le previsioni stimano una cinquantina di persone di varia provenienza e qualificazione impegnate per circa un triennio, dal 2016 al 2019, solo nella fase di cantiere. Successivamente, solo una decina di persone, sempre di varia provenienza e qualificazione – quindi non è detto che siano manodopera locale, e questo è importante in un'area che, comunque, vede anche nella ricerca di nuova occupazione una delle molle che possono portare all'approvazione o alla non approvazione di un impianto di questo tipo – lavoreranno stabilmente, impegnate dal 2019 nella fase di esercizio e controllo della manutenzione.

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  MIRKO BUSTO. Concludo, leggendo una frase che scrisse una persona nel 1852. Questa persona viveva in una maniera molto diversa da come viviamo noi oggi, viveva ancora in un modo integrato con l'ambiente circostante. Sto parlando del capo indiano Seattle.
  Egli scrisse, nel 1852, questa frase: «Qualunque cosa succeda alla terra, succede ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. La terra non appartiene all'uomo, ma l'uomo appartiene alla terra. Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia. Qualunque cosa succeda alla terra, succede ai figli della terra. L'uomo non ha tessuto la trama della vita: egli è un filo. Qualunque cosa egli faccia alla trama, egli lo fa a se stesso» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, vorrei entrare nel merito della discussione del TAP partendo da alcuni dati che, in qualche modo, devono far riflettere su quelli che sono i nostri consumi di gas.
  I nostri consumi di gas – fonte MSE e Snam Rete Gas – sono suddivisi principalmente in questo modo: 21 per cento del consumo per utenze di tipo industriale, 41 per cento per il settore residenziale e terziario, 36 per cento per il termoelettrico. A questo punto, con questo scenario, è evidente che la parte del leone la fanno il termoelettrico e il residenziale e terziario. Se è vero, come in qualche modo è tracciato e delineato nella Strategia energetica nazionale, che uno dei punti cardine sia quello della riduzione, e quindi dell'efficientamento energetico, di questo progetto non si dovrebbe neanche sentire parlare, perché, in qualche modo, da questo specchietto che vi ho appena citato, emerge che, se noi efficientassimo il 41 per cento dei consumi, destinati al residenziale, se noi efficientassimo i condomini e le utenze uffici (terziario), tipicamente per riscaldamento, avremmo già fatto un primo step per abbassare la nostra necessità di utilizzo del gas. Evidentemente, però fino ad oggi il Governo non ha saputo fare nulla in questo senso, perché le operazioni messe in campo, specie nell'ambito dell'Ecobonus, lasciano il tempo che trovano, soprattutto per l'incertezza che ancora oggi ci troviamo a dover affrontare e vedere «se, ma, forse» verrà riconfermato o meno nella legge di stabilità, e soprattutto rimanda al privato, signori miei: cioè qui il Governo non intende assumere delle iniziative vere e concrete per il risanamento degli edifici pubblici. Oggi è stata almeno portata in Commissione una risoluzione che riguardava soprattutto l'efficientemento energetico degli edifici pubblici. È una risoluzione firmata dal MoVimento 5 Stelle, presentata dal MoVimento 5 Stelle, che in qualche modo impegna il Governo a valutare i tempi di ritorno economico e di investimenti del passaggio di classe energetica dalla pessima classe «F» o «G», Pag. 24minimo alla classe energetica «C», preso atto che oggi la classe energetica «C» è lo standard minimo normativo.
  A questo punto noi chiediamo perché andare ad impegnarci verso opere come queste, che prevedono un aumento della capacità di importazione di gas ? Abbiamo installato circa 130 gigawatt di potenza di centrali elettriche per la produzione di energia elettrica da gas, a fronte di 60-70 che ci servono. Abbiamo firmato, o meglio, hanno firmato i colleghi di quest'Aula in passato contratti di acquisto con l'estero per 100 miliardi di metri cubi di gas. Qual è il nostro fabbisogno oggi ? Settantacinque. Questi 25 miliardi di metri cubi di gas che mancano sono contratti take or pay, quindi, o li prendi o li paghi. Cosa ne dobbiamo fare ? Ci dobbiamo inventare di diventare l’hub europeo del gas, perché altrimenti di questi 25 miliardi di metri cubi non sappiamo cosa farcene e dove metterli. Stiamo provando a rinegoziare i contratti in essere, ma ovviamente ci sono delle complicazioni di natura economica. Allora ci chiediamo qual è la lungimiranza, perché, se a questo punto lo scenario è quello di ridurre il fabbisogno energetico, una pianificazione di un Governo, in qualche modo, dovrebbe essere a lunga scala, come il sottosegretario ha riportato: questa è un'opera che punta in là, non punta ai prossimi tre o quattro anni. Evidentemente, lo scenario di importazione del gas sarà diverso, e quindi, se quello che avete scritto nella SEN lo considerate vero, non mera propaganda populistica, si dovrebbe andare incontro a una riduzione dei consumi del gas. Quindi, una capacità di importazione oggi dieci, domani venti, di questo gasdotto TAP mette in criticità il nostro sistema. Sì, perché in realtà in Puglia arrivano già altri tipi di gasdotti. Entriamo in competizione con ENI, di cui lo Stato italiano fa parte, perché ENI in qualche modo credeva di arrivare in fondo al South Stream. Quindi, non capiamo in che modo il Governo italiano cerca di trovare fonti di approvvigionamento diverse, millantando una concorrenza che non ci sarà mai. Ricordo infatti che le sette sorelle del petrolio non è che probabilmente non possano esistere nel gas.
  Quindi, lo scenario di importazione del gas non è così tanto diffuso come si possa immaginare che ci siano miliardi e miliardi di venditori di gas. Stiamo parlando di una situazione analoga a quella del petrolio, quindi immaginare che, aumentando la capacità di importazione, si abbasseranno i prezzi credo che sia quanto meno discutibile.
  Vorrei anche precisare la questione dell’hub europeo del gas. Ma chi è che ce lo chiede di diventare l’hub europeo del gas ? Questo mi piacerebbe capirlo. Se è una pianificazione governativa, lascia il tempo che trova. Se è una pianificazione europea, mi immagino che in qualche modo l'Europa dica: «sì, va bene, fate pure gasdotto e TAP», e in qualche modo spinga verso questa direzione; dall'altro lato, però ognuno dei Paesi fa la sua propria politica energetica; quindi ogni Paese si fa gli affari propri e decide di realizzare le proprie infrastrutture, quindi alcuni decidono di investire sulle rinnovabili, altri decidono di investire sui rigassificatori.
  Ad un certo momento uno si potrebbe chiedere: ma perché noi dobbiamo pensare di importare così tanto gas da doverlo vendere all'Europa ? Siamo sicuri che l'Europa lo vuole ? Siamo sicuri che il nostro prezzo sarà così concorrenziale da doverlo vendere alla Repubblica Ceca e che la Repubblica Ceca non abbia la convenienza di fare un gasdotto di minori chilometri e di maggiore facilità di approvvigionamento ? Io credo che qui andiamo incontro a questioni speculative mere e pure.
  Vorrei ricordare che le difficoltà di un approvvigionamento di questo gasdotto, per alcune condizioni di trasporto, portano a dover realizzare due centrali termoelettriche di riscaldamento del gas stesso da 9 MW, praticamente il consumo energetico del comune di Melendugno. Quindi, in quella zona, aumenteremo le emissioni di CO2 e di gas climalteranti.
  Vorrei anche precisare che in qualche modo noi oggi ci troviamo a discutere – è Pag. 25argomento di questi giorni al Senato e arriverà la prossima settimana alla Camera – il famoso capacity payment, cioè qualcuno oggi si sta inventando un sistema di remunerazione di investimenti sbagliati da parte di gestori degli impianti termoelettrici.
  In pratica è come se io, imprenditore energetico nell'ambito del settore del gas, qualche anno fa avessi deciso di fare un revamping del mio impianto e oggi dicessi: caspita, io avevo considerato di farlo funzionare 8 mila ore all'anno, però con l'avvento delle rinnovabili ne abbiamo soltanto 3 mila e, quindi, il mio piano industriale va a carte quarantotto. Stato, aiutami tu !
  Se questa benevolenza verso il settore energetico, e quindi verso i grossi produttori, lo Stato italiano l'avesse verso i piccoli, probabilmente credo che saremmo in una situazione migliore, perché non è possibile che un piano industriale, di un privato in questo caso, venga messo in priorità e quindi venga dato un approvvigionamento, venga dato un incentivo in qualche modo a tenere la centrale pronta a partire, come a dire: sai, perché ormai le rinnovabili sono terribilmente incostanti !
  Signori miei, c’è un servizio pagato al GSE che paga e pianifica la produzione da rinnovabili. Quindi o quantifichiamo le centrali di cui abbiamo bisogno in sostituzione di eventuali criticità di produzione o altrimenti parliamo sempre e solo di propaganda, perché non riusciamo a dare un numero preciso, ma diciamo genericamente che le rinnovabili sono incostanti.
  Noi abbiamo assolutamente necessità di avere questo sussidio per tenere pronte le nostre centrali a partire. Ma quali centrali ? Quelle a gas, quelle a olio combustibile o quelle a carbone ? Perché ancora in Italia forse qualcuno si dimentica che una bella fetta della produzione elettrica ancora avviene a carbone.
  Allora, Presidente, concludo facendo anche questa riflessione. Se in qualche modo continuiamo a produrre energia elettrica dal carbone, prima di pensare a situazioni come capacity payment, chiudiamo queste centrali a carbone e lanciamoci solo a quel punto verso la produzione termoelettrica a gas, visto che di impianti ne abbiamo già oggi installati di una capacità produttiva di 130. Però chiudiamo quelli a carbone ! Così magari riusciamo ad entrare verso l'ottica di riduzione delle emissioni di CO2 che abbiamo pianificato.
  Credo che quest'opera sia veramente una contraddizione anche nel merito di considerare che si tratta di un'opera esclusiva. In pratica io, Stato italiano, ti sto dando l'esclusiva di fare un'opera uguale e unica sul mio territorio e tu non mi paghi un centesimo, cioè lo Stato italiano non prende un centesimo per avere un'opera di esclusività.

  PRESIDENTE. Deputato Crippa, concluda.

  DAVIDE CRIPPA. Concludo, Presidente. In tutti i comuni, nelle province e nelle regioni, quando si fa un'opera di questa natura, solitamente si fa una manifestazione di interesse. Quindi quell'imprenditore a quel punto viene a proporre una soluzione e propone un'economicità per lo Stato italiano.
  In questo caso non è stato fatto: è stato dato un vincolo di esclusività ad una singola persona, senza valutare eventuali altre proposte alternative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, a fine luglio il collega Di Gioia ha presentato un'interrogazione ai Ministri delle infrastrutture e dell'ambiente, segnalando la forte opposizione dell'amministrazione locale del comune di Melendugno non al progetto che realizza questa infrastruttura, ma al luogo dove posizionare il terminale del gasdotto. Questo per Pag. 26dire che per noi socialisti il nodo non è se realizzare il progetto, ma come realizzarlo.
  La TAP è un'infrastruttura strategica per trasportare il gas naturale dal Mar Caspio verso l'Europa, fa parte del corridoio sud, una delle priorità dell'Unione europea, un'infrastruttura che consente di diversificare le forniture e quindi accrescere la sicurezza degli approvvigionamenti.
  I vantaggi sono chiari: un mercato nostro più integrato con quello europeo, allo stesso tempo più concorrenziale, quindi prezzi inferiori, quindi bolletta energetica più leggera e sappiamo bene quanto questo ci serva per la nostra competitività. Quindi, non mettiamo in discussione l'opera, ma abbiamo qualcosa da dire sul come l'opera vada realizzata, perché l'impatto ambientale, ad esempio, pare sia stato alquanto sottovalutato.
  Siamo consapevoli che qui ci sono degli interessi che devono essere conciliati: da un lato, l'interesse del Paese ad una bolletta energetica più leggera e sicura e la credibilità internazionale, che ci vincola al rispetto degli obblighi assunti, e, dall'altro, quello della sostenibilità dell'opera (la sostenibilità in tante direzioni) e sappiamo che è difficile conciliare questi interessi, che possono apparire e a volte anche essere confliggenti. Non è un'impresa facile, ma bisogna farlo.
  Nel merito del progetto, la zona interessata all'approdo del gasdotto, il comune di Melendugno, è area particolarmente interessante da molti punti di vista: agricolo (centinaia di ulivi protetti), ambientale (barriera coralligena, aree dove ci sono le tartarughe e i delfini), artistica (aree di rispetto e di una villa romana e presenza di dolmen), insomma, è un'area molto particolare e molto delicata, tant’è che lì, in queste zone, insistono ben sette siti di importanza comunitaria secondo la direttiva europea «Habitat».
  Allora, bisogna realizzare il progetto tenendo conto di tutto questo e a noi pare, invece, che la sostenibilità sia stata lasciata un po’ perdere.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PIA ELDA LOCATELLI. Ancora mezzo minuto le chiedo, signor Presidente.

  PRESIDENTE. È il tempo che ha.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie. Allora, il problema è che il Ministro dello sviluppo economico, nella risposta data al collega Di Gioia, dice che hanno lavorato insieme con le autorità locali per individuare il miglior tracciato possibile. A noi non pare che sia esattamente così e, siccome non ci pare proprio che sia così, noi chiediamo di coinvolgere le autorità locali e i portatori di interessi, che sono tanti e sono già stati citati (l'università, l'arte e così via) e le popolazioni locali. Perché ? Perché vedete, il coinvolgimento, l'informazione e la partecipazione delle popolazioni interessate è molto importante quando i territori sono chiamati in qualche modo a ospitare opere che vanno al di là dell'interesse locale e questo serve anche per prevenire tensioni sociali.
  Un'ultima cosa, nel merito del progetto. Quindi, serve il coinvolgimento delle autorità locali per valutare rigorosamente, insieme con i Ministeri, i vari aspetti della sostenibilità e una cosa in particolare: noi chiediamo di tener conto delle infrastrutture che già esistono, con le quali l'opera potrebbe integrarsi. Ad esempio...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  PIA ELDA LOCATELLI. ... avvicinando i punti di approdo, quanto più possibile, al punto di partenza della rete Snam, al fine di evitare al massimo il consumo e, in qualche caso, la distruzione del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, colleghi onorevoli, ancora una volta il Parlamento è chiamato a pronunciarsi – Pag. 27forse perché anche negli anni precedenti e nelle legislature precedenti è stato necessario – su un problema serio: quello dell'energia e dell'approvvigionamento energetico da parte del nostro Paese.
  È noto a tutti che il nostro Paese ha questo grave problema rispetto alla competitività e ai costi energetici. Non c’è dubbio ed è riscontrato dappertutto che non abbiamo fonti energetiche e fossili, non abbiamo gas e non abbiamo petrolio sufficienti per quelle che sono le necessità, e tanto meno il resto. C’è la necessità, quindi, di attrezzarsi.
  In questo contesto, diciamo «no» a tutto: «no» al nucleare, «no» ai rigassificatori, «no» al TAP, cioè «no» a tutto. E anche qui dentro, nella discussione di oggi, si scontrano due visioni: una che tende a quello che ognuno di noi vorrebbe, ma che non può essere, a Jean-Jacques Rousseau; e l'altra allo sviluppo sostenibile. Allora, noi riteniamo che questa sia un'opera strategica, che sia un Accordo importante e che vada esclusivamente realizzato attraverso la sostenibilità ambientale. Io penso che, senza girare intorno al problema, noi abbiamo intanto i termini dell'Accordo stesso, l'articolo 6 con le autorizzazioni. E, nel contesto delle autorizzazioni, il nostro Paese si impegna e dovrebbe farlo seguendo una serie di procedure e coinvolgendo gli enti territoriali, la regione, il comune interessato, le province, le popolazioni e quant'altro. L'Accordo contempla anche l'articolo 12, ossia la possibilità di modifiche.
  Tutto ciò sta accadendo all'interno della nostra regione, la regione Puglia, e del comune interessato, che è il comune di Melendugno, dove dovrebbe in pratica esserci l'approdo, il terminale, cioè in un territorio che sostanzialmente è una zona turistica e ambientale, ma non ripeto le cose che sono state già espresse. Io penso che ci sia la possibilità, su 600 chilometri di costa della dorsale adriatica della nostra regione, anche in un contesto territoriale non molto lontano da dove è previsto adesso il progetto, di trovare una soluzione. Infatti, il problema riguarda solo il terminale e l'approdo. Tutto quello che qui abbiamo ascoltato, a mio modo di vedere, è superabile.
  Io ho molto apprezzato che il sottosegretario De Vincenti, che è qui presente durante la discussione sulle linee generali di questo provvedimento, si sia recato in loco, presso la prefettura di Lecce, e abbia incontrato già le popolazioni, gli enti locali, la regione e quant'altro e che si sia in altre parole iniziato un percorso di concertazione. Forse sarebbe stato meglio farlo prima, ma questo iter che è stato intrapreso e questo impegno da parte del Governo e del sottosegretario sono stati sicuramente un segnale importante. L'eventuale soluzione, come io mi auguro, è a portata di mano, non è molto lontana. Di quelle che sono emerse adesso, quella che ha previsto il progetto e quella paventata anche – così le diciamo – nella situazione della vicina Brindisi, nessuna delle due. Ma io ritengo che uno studio dell'impatto ambientale e uno studio appropriato di intervento da parte del Governo insieme ai rappresentanti del consorzio, ma soprattutto della regione, possano trovare una localizzazione per l'approdo e per il terminale di quest'opera importante e indispensabile. Non ripeto le tante cose dette anche dai colleghi rispetto alla realizzazione dell'opera.
  Quindi, il nostro è un «sì» al progetto, ma condizionato rispetto alla situazione del terminale. Adesso ascolteremo poi anche il Governo eventualmente.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche dei relatori e del Governo – A.C. 1710)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore di minoranza, deputato Sibilia, e il relatore per la maggioranza, deputato Amendola, rinunziano alla replica.
  Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

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  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli che sono intervenuti. Il dibattito ha messo in luce i diversi aspetti del progetto TAP e del ruolo centrale che il nostro Paese ha svolto e sta svolgendo nella realizzazione di questo progetto, che è un progetto prioritario per l'Unione europea, prioritario per gli interessi strategici dell'Italia.
  Rispondo ad alcune delle osservazioni critiche che sono venute, riferendomi comunque al fatto che la relazione svolta dall'onorevole Amendola, relatore per la maggioranza, trova il Governo completamente d'accordo sulle indicazioni fornite. Quindi, mi limito ad alcune risposte alle osservazioni critiche che sono venute.
  Prima di tutto vorrei sottolineare come, nella Strategia energetica nazionale, il Governo preveda nel lungo periodo, che è il periodo di tempo a cui si fa riferimento quando si ragiona su opere di questo tipo e di questa portata, una ripresa di domanda di energia pur in presenza di azioni prioritarie che la Strategia energetica nazionale indica. Tra l'altro, proprio oggi abbiamo avuto in Commissione attività produttive un'importante convergenza su due risoluzioni in materia di efficienza energetica, tema che è centrale ed è lo strumento prioritario che il Governo indica nella Strategia energetica nazionale per ridurre i consumi di energia.
  Quindi, pur in presenza di questi forti interventi sull'efficienza energetica, le previsioni ci dicono che ci sarà comunque un aumento della domanda rispetto alla situazione di oggi, che risente di una recessione italiana, europea e internazionale così pesante. Ci sarà una ripresa dei consumi di energia.
  Allora la Strategia energetica nazionale individua, oltre all'efficienza energetica, due driver fondamentali per affrontare questo problema, in modo da avere la massima sostenibilità ambientale: le fonti rinnovabili e, tra le fonti fossili, il gas, quella cioè che determina le minori emissioni in termini di CO2. Questa è la prospettiva che ci accompagnerà nei prossimi decenni lungo la strada, la road map, della decarbonizzazione europea, cui il nostro Paese sta dando un forte contributo sia in termini di proposte e di discussione in sede europea, sia in termini di misure che ha preso e che prenderà per realizzare questo percorso.
  Dunque, il gas rimane una fonte fondamentale a cui dovremo ricorrere e, allora, diventa fondamentale aumentare sia la concorrenzialità del mercato, quindi un mercato unico europeo in modo da sfruttare i vantaggi del mercato unico specie in termini di competizione, sia la pluralità delle fonti di approvvigionamento, che significa maggiore competizione sul mercato unico e contemporaneamente differenziazione e, quindi, sicurezza degli approvvigionamenti. Di qui, nella Strategia energetica nazionale la centralità di un progetto come il TAP, che significa aprire al nostro Paese e all'Europa il collegamento del corridoio sud, strategico per l'Unione europea; significa differenziare le fonti, non solo le rotte, perché si va a collegare l'Europa con l'area del Caspio e, più generale, con l'area centroasiatica, che è, non solo oggi, in prima battuta, l'Azerbaigian ma, più in generale, quell'area è molto importante dal punto di vista delle potenzialità di forniture energetiche. Dunque, quest'opera è strategica per il nostro Paese, per abbassare i prezzi del gas e per aumentare la sicurezza del nostro Paese.
  Si è fatto accenno al fatto che questo progetto sembra sommarsi ad un altro progetto, l'ITGI, che è stato sostenuto dal Governo italiano prima che venisse rielaborato il progetto TAP.
  È stato sostenuto dal Governo italiano perché era, appunto, un progetto che poteva concorrere all'apertura del corridoio sud. Un anno e mezzo fa questo progetto è stato scartato nella procedura di comparazione competitiva internazionale effettuata dal consorzio Shah Deniz, che è il consorzio che fornirà il gas. Dunque, è stato scartato il progetto ITGI, da qui il Governo italiano si è impegnato a lavorare Pag. 29e ha condotto in prima persona il lavoro a livello internazionale per la realizzazione del TAP.
  Ricordo che erano quattro i progetti originariamente in competizione: il TAP, l'ITGI con sbocco in Italia, Nabucco West e SEE, adesso in sigla, per lo sbocco, invece, verso Balcani e Austria. Il consorzio Shah Deniz, nel giugno 2012, ha effettuato una prima restrizione di scelta, ha escluso ITGI, da una parte, e SEE, dall'altra, e sono rimasti in ballo Nabucco West e TAP; nel giugno del 2013, con nostra grande soddisfazione, ha scelto il TAP: ciò significa che il gas arriva in Italia e che l'Italia diventa, quindi, un Paese fondamentale non solo come Paese terminale, e quindi dipendente dagli altri nelle forniture, ma anche come Paese, invece, in cui il gas entra e poi va anche verso il resto d'Europa. Vorrei specificare, poiché è stato segnalato dall'onorevole Zaratti, che il gas andrà essenzialmente nell'Europa nord occidentale: no, capiamoci, il gas va nel mercato unico europeo di cui l'Italia fa parte, entra in Italia, in Italia avrà i suoi consumatori – non a caso diverse società, tra cui due importanti società italiane, sono tra i principali acquirenti di questo gas – ma, al di là di questo, in ogni caso, avrà nel mercato italiano il primo riferimento.
  Ma attenti: il mercato italiano nell'impostazione europea e nell'impostazione del Governo italiano, deve essere strettamente interconnesso con il mercato europeo, quindi fa parte del mercato unico europeo. Non ha senso dire se il gas andrà in Europa nord occidentale, nord orientale o sud occidentale, va in Europa. L'Italia fa parte del mercato unico europeo. E da questo punto di vista, vi è il cosiddetto reverse flow, su cui Snam è impegnata di per sé, anche indipendentemente dal progetto TAP, a fare in modo che l'Italia non sia solo Paese terminale, ma anche Paese che rifornisce gli altri. Questo aumenta la liquidità e la concorrenzialità del mercato italiano, nonché la sicurezza del nostro Paese.
  Mi sembra che l'onorevole Crippa, in particolare, abbia criticato la procedura di esenzione dall'accesso terzi. Ricordo che tale procedura viene seguita sotto controllo europeo; l'ultimo parere lo dà la Commissione europea, oltre che l'ACER, il coordinatore dei regolatori europei, quando questa procedura consente di attivare una nuova fonte di approvvigionamento del gas – è questo il caso – e, quindi, proprio di aumentare la competitività del mercato. Quindi, l'esenzione dal principio competitivo classico, che è l'accesso dei terzi alle reti, si giustifica nella logica europea proprio quando è il modo con cui si aumenta la competitività del mercato, perché arriva una nuova fonte di approvvigionamento.
  Quindi, attenzione perché l'esenzione dall'accesso dei terzi è stata regolamentata dalle tre autorità dei Paesi partecipanti all'accordo e dall'ACER, il coordinatore europeo, e poi valutata e autorizzata dalla Commissione europea.
  Si è anche detto da parte di alcuni che, siccome, poi, ci sarà un collegamento alla rete nazionale, questo potrebbe comportare oneri per il bilancio pubblico: no, la SNAM è una società per azioni partecipata al 30 per cento oggi dalla Cassa depositi e prestiti; la SNAM, quando fa investimenti, è remunerata in tariffa ed è l'Autorità di regolazione per l'energia elettrica e il gas che definisce le tariffe che remunerano l'attività e gli investimenti di SNAM, non è la finanza pubblica. Come succede nei servizi di pubblica utilità, questi sono sottoposti a regolazione ed è la regolazione che definisce le modalità per la copertura dei costi.
  Più in generale, alcuni interventi hanno paventato oneri non oggi prevedibili che potrebbero ricadere sullo Stato italiano: escludiamo assolutamente che questo sia il caso. Lo escludiamo in modo assoluto perché non c’è alcuna clausola di nessun genere che implichi una cosa simile. È un'opera che è completamente autofinanziata dagli investitori, dal consorzio TAP che la attua.
  Mi sembra che l'onorevole Sibilia abbia chiesto: ma le entrate fiscale, poi, andranno solo alla Svizzera ? No, l'articolo 9 del Trattato prevede esattamente Pag. 30come si calcolano i prezzi cosiddetti di trasferimento interni al consorzio e tra i segmenti in cui il trasporto del gas si sviluppa tra i tre Paesi – quindi, Grecia, Albania e Italia – e il Paese ospitante la società, che è, appunto, la Svizzera. Quindi, l'articolo 9 regolamenta i criteri con cui la tassazione sui proventi derivanti dal trasporto del gas da parte del consorzio TAP alimenteranno le entrate fiscali dei tre Paesi partecipanti all'Accordo intergovernativo.
  Un ultimo punto che credo sia molto importante chiarire è il seguente. Si è detto da parte di alcuni deputati che sono oggi intervenuti, in particolare l'onorevole Zaratti, che bisognerebbe rinviare la ratifica dell'Accordo al momento in cui sarà completata la procedura di VIA. Io qui vorrei sottolineare con forza che stiamo parlando di procedure che seguono logiche diverse. L'Accordo intergovernativo definisce il contesto internazionale che consente al progetto TAP di svilupparsi con i tre Paesi che cooperano tra loro, definisce i termini della cooperazione tra Italia, Grecia e Albania. Poi c’è un altro problema. L'altro problema è la configurazione che l'opera avrà sul territorio italiano. Questa è competenza della procedura di VIA, che rispetta normative italiane e comunitarie e che non è in alcun modo condizionata dalla ratifica dell'Accordo, perché sono proprio due procedure che toccano punti diversi.
  La VIA tocca il problema di come si realizza l'opera sul territorio italiano e questo è soggetto alla valutazione delle autorità pubbliche italiane nazionali e con il coinvolgimento – accolgo l'invito dell'onorevole Locatelli – delle autorità locali e regionali. A tal riguardo, ricordo che è in corso, è stata avviata dalla regione Puglia ai primi di novembre, la consultazione pubblica sulla localizzazione del progetto, sulla configurazione, appunto, sul territorio pugliese. Noi abbiamo valutato, il Governo ha valutato molto positivamente l'iniziativa della regione Puglia, perché crediamo che le opere si debbano realizzare nel confronto ampio con le esigenze del territorio e delle comunità locali. Quindi, è molto importante questa fase di consultazione pubblica.
  Il Governo parteciperà a questa fase e, contemporaneamente, abbiamo sottolineato come, di ciò che emergerà dalla consultazione pubblica, ovviamente, si terrà conto, si dovrà tenere conto all'interno anche della procedura di VIA; procedura di VIA che, attenzione, è una procedura che deve avere connotati scientifici e tecnici rigorosi e quando dico questo mi riferisco alla più attenta tutela dell'ambiente in base ai criteri scientifici e tecnici necessari a tutelare l'ambiente. Questa procedura di VIA sarà attuata secondo la normativa italiana e la normativa comunitaria nel modo più rigoroso.
  Credo che a questo punto io abbia risposto, più o meno, a tutte le osservazioni che sono venute. Sottolineo solo un ultimo punto. Come rilevava, giustamente, un intervento precedente, a proposito del fatto che stiamo procedendo troppo in fretta, faccio notare che la ratifica da parte del Parlamento albanese si è avuta nel marzo 2013 e la ratifica da parte del Parlamento greco si è avuta nell'aprile 2013; noi, che siamo il Paese che ha fatto da Paese guida di questo processo e che ha la più alta responsabilità nei confronti dell'Europa per l'apertura del Corridoio sud, stiamo ratificando ora. Non credo che abbiamo accelerato in modo inopportuno, credo, anzi, che sia molto importante che il nostro Paese non esiti ulteriormente. Di qui, la convinzione con cui il Governo chiede a questa Camera dei deputati la ratifica dell'accordo intergovernativo.

(Annunzio di questioni pregiudiziali – A.C. 1710)

  PRESIDENTE. Avverto che nel corso della discussione sulle linee generali sono state presentate la questione pregiudiziale di costituzionalità Sibilia ed altri n. 1 e la questione sospensiva Sibilia ed altri n. 2, che saranno esaminate e poste in votazione Pag. 31prima di passare all'esame degli articoli del provvedimento.
  Il seguito del dibattito, a questo punto, è rinviato ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 29 novembre 2013, alle 9:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 12,25.

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