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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 104 di giovedì 24 ottobre 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 9.

  ANNA ROSSOMANDO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Balduzzi, Caparini, Censore, D'Alia, Dambruoso, Gregorio Fontana, Frusone, Galan, Gebhard, Leva, Migliore, Picchi, Rigoni, Speranza, Tinagli e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1015 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni (Approvato dal Senato) (A.C. 1682-A) (ore 9,08).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1682-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,09).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,30.

  La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,40.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Pilozzi 4.77.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 1682-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, approvato dal Senato, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (vedi l'allegato A della seduta del 23 ottobre 2013 – A.C. 1682-A).Pag. 2Ricordo che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A – A.C. 1682-A).
  Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere sugli emendamenti delle Commissioni 2.400, 3.400, 4.400, 4.401, 4.402, 4.403 e 11.500 del Governo e sui relativi subemendamenti.
  Avverto che per un errore materiale, nell'emendamento 4.602, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, al comma 6-quater, primo periodo, le parole: «enti locali» devono intendersi sostituite dalla seguente: «comuni».
  Avverto inoltre che la Presidenza non ritiene ammissibile l'emendamento De Menech 4.265, volto ad autorizzare un contributo in favore del Corpo nazionale del soccorso alpino. Tale proposta emendativa, infatti, è di contenuto analogo all'articolo aggiuntivo De Menech 8.07, già dichiarato inammissibile sia in sede referente sia in Assemblea.
  Chiedo al relatore se intenda riprendere dagli emendamenti accantonati, ovvero dall'emendamento Fedriga 4.219.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per l'XI Commissione. Signor Presidente, riprendiamo dagli emendamenti accantonati. Il primo del fascicolo è l'emendamento Cecconi 2.210.

  PRESIDENTE. Ricordo che sull'emendamento Cecconi 2.210 era stato formulato un invito al ritiro, o parere contrario, dalle Commissioni e dal Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cecconi 2.210 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 2.210, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  I colleghi che non riescono a votare intanto provino, tanto questa è la prima votazione della giornata, è quella che dura mezz'ora, quindi abbiamo tempo che tutti arrivino. Abbiamo votato tutti ? Velocemente, colleghi. È il primo voto della giornata, sugli altri saremo più rapidi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  359   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  247).    

  (Il deputato Malisani ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.400 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Se rimaniamo al posto riusciamo a votare più velocemente. Paris, Carrescia, Allasia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  356   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 353    
    Hanno votato
no    3).    

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 3

  Passiamo all'emendamento Dadone 2.51.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Dadone 2.51 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, con questo emendamento prevediamo che nell'ambito delle procedure di riorganizzazione del personale dirigenziale previste nella spending review siano salvaguardati, fino alla scadenza del relativo rapporto di lavoro, solo i dirigenti appartenenti a ruoli dirigenziali dell'amministrazione e non quelli nominati, ma provenienti dall'esterno dell'amministrazione. Quindi, salvaguardiamo gli interni e non quelli che sono amministratori esterni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, forse un minuto andrebbe speso per far capire ai colleghi che includere le consulenze esterne è un po’ una pazzia. Noi parliamo di spending review, ci mettiamo il commissario esterno, che costa un sacco di soldi e poi non mettiamo dei termini e dei paletti come quelli che noi proponiamo ? Vorrà mica dire che questo decreto è tutto tranne che miglioramento della spesa pubblica ? Io credo che l'obiettivo dovrebbe essere quello. Mi sembra che non ci sia niente di strano e particolare a mettere un paletto per quelle che sono nomine e consulenze fatte dall'esterno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, in realtà la questione è molto ma molto critica per il semplice fatto che, come ben sappiamo, amministratori nominati esternamente alle pubbliche amministrazioni, così come i commissari in particolar modo e le consulenze esterne, sono, in Italia, negli ultimi anni, ormai, oggetto di una ruberia fatta e finita, per la quale si nominano amici degli amici, consulenti che vengono inseriti ad hoc nei provvedimenti proprio per regalare dei soldi a persone esterne.
  E quindi ci ritroviamo ancora in una situazione del genere, in cui stiamo dicendo «facciamo spending review, facciamo un'armonizzazione dei costi all'interno della pubblica amministrazione e una razionalizzazione», poi in realtà questo non si fa perché si continuano a regalare soldi all'esterno della pubblica amministrazione. È quindi utile far chiarezza e votare questo emendamento proprio per questi motivi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, purtroppo questo comma 8 puzza terribilmente di marchetta da prima – ma a quanto pare anche da seconda – Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non è assolutamente possibile o pensabile per la pubblica amministrazione, per lo stato attuale, prevedere che dirigenti o consulenti esterni alla pubblica amministrazione possano essere inseriti come dipendenti e prorogati nel loro contratto in deroga alle leggi vigenti.
  L'emendamento che abbiamo presentato va a circoscrivere l'ambito di applicazione del comma, prevedendo una proroga solo ed esclusivamente per i dirigenti che sono già all'interno della pubblica amministrazione, perché se si vuole riorganizzare con consulenze esterne mi sembra più una «marchetta» piuttosto che una norma di principio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Usi un linguaggio consono. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, questo comma in realtà ci lascia molto Pag. 4perplessi, e infatti ne abbiamo chiesto la soppressione con un emendamento precedente, perché non si sa per quale motivo quando si arriva alla pubblica amministrazione non ci sono mai dati certi. Noi qui stiamo scrivendo un comma dove diciamo che vogliamo prorogare dei contratti, infatti le Commissioni hanno soppresso anche la clausola espressa di decadenza, però non sappiamo quanti sono questi contratti, quindi non sappiamo quanto ci costeranno questi contratti e di conseguenza non sappiamo neanche se abbiamo la copertura finanziaria. Io dico che se nel 2013 un Paese come l'Italia ancora intende lavorare in questa maniera è naturale che poi saremo il fanalino di coda dell'Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, voglio prendere la parola per allontanarmi dalla scelta del mio gruppo, voglio fare un intervento in dissenso, perché le consulenze esterne sono importanti, lo abbiamo visto di recente con il MIBAC, se non erro in Commissione cultura, come ci ha ricordato l'onorevole Buonanno che ci insegna sempre tante cose interessanti qui in Aula. Probabilmente la consulenza esterna è l'unico modo per far sì che il controllore non sia anche il controllato. Ovviamente devo per forza pagare un esterno per farmi valutare, perché se mi autovaluto sto imbrogliando, parliamoci chiaro. Quindi, conviene che io dia soldi pubblici a una persona esterna che decido io e magari poi mi faccio mettere il voto che voglio io, però non risulta...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, volevo riprendere il passaggio che con l'emendamento vogliamo andare a modificare: «sono salvaguardati, salvo una clausola espressa di decadenza in caso di riorganizzazione contenuta nel singolo provvedimento di incarico fino alla scadenza dei relativi contratti» – questa è la parte che ora vi vado a leggere – «i rapporti di lavoro in essere alla data di entrata in vigore del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, mediante conferimento di incarico dirigenziale secondo la disciplina del presente comma».
  Noi, con l'emendamento 2.51 a firma Dadone, Cozzolino, Dieni, D'Ambrosio, Fraccaro, Lombardi, Nuti, Toninelli, al comma 8, vogliamo aggiungere le parole: «esclusivamente del personale appartenente ai ruoli dirigenziali dell'amministrazione». Quindi per questo vi chiediamo di votare favorevolmente a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, concedere rapporti di lavoro a personale esterno alla pubblica amministrazione è ovviamente una patologia del sistema ed è una patologia che si perpetra da anni e anni, purtroppo. Come Parlamento noi dovremmo non solo curare la patologia, ma soprattutto prevenirla, e ovviamente non dobbiamo dare una medicina che vada ad aggravare il sintomo. Ma se permettiamo di prorogare i rapporti di lavoro di dirigenti esterni alla pubblica amministrazione nominati intuitu personae è ovvio che andiamo a perpetrare nella psicologia delle persone e dei cittadini il fatto che è necessario associarsi al potente di turno al fine di poter avere un rapporto di lavoro.
  Ebbene, noi dobbiamo evitare che questa patologia si propaghi ancora di più in questo Paese, perché sicuramente abbiamo bisogno. Quindi, questo emendamento non è un placebo, ma è una piccola medicina, che può migliorare il sistema.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, sento il dovere di intervenire per rispondere al collega D'Uva, con il quale non mi trovo assolutamente d'accordo. Volevo dirti ... non lo so, posso rivolgermi direttamente al collega D'Uva, Presidente ? Altrimenti, le chiedo di parlare con lui e riferirgli che...

  PRESIDENTE. Per questo potete scambiarvi i numeri di telefono, colleghi. Invece, lei si rivolga alla Presidenza per motivare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  GIUSEPPE BRESCIA. Dovrebbe dire al mio collega D'Uva che le esternalizzazioni sono un grosso problema in questo Paese, perché noi dovremmo dare la possibilità alle risorse che sono all'interno delle pubbliche amministrazioni di agire con le loro capacità. Infatti, spendere soldi, in questo periodo in cui vi sono delle grosse difficoltà...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, dato che il collega non è riuscito a terminare il suo intervento, lo proseguo io, sempre se non si offende. Io voglio fare un appello all'Aula: siamo il Paese delle consulenze, siamo il Paese dei dirigenti. Qui fuori c’è gente che non riesce più a trovare lavoro.
  Siamo in un momento in cui stiamo setacciando tutti i bilanci, vogliamo tagliare ovunque, qualsiasi cosa, tutti i servizi che sono a disposizione. Allora, diamo un taglio a queste consulenze esterne, che, in realtà, si sono dimostrate fallimentari, e quei soldi utilizziamoli per creare veri posti di lavoro e cercare di tamponare questa grave emergenza che stiamo vivendo in questo periodo.
  Quindi, il mio appello all'Aula è quello di votare questo emendamento. Almeno cerchiamo di indirizzare il Governo a trovare una soluzione realmente efficace (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, intanto volevo rivolgere il mio ringraziamento ad alcuni colleghi, perché non è vero che sono tutti distratti. Qualcuno ci sta seguendo, e quindi è meritevole della nostra attenzione. Allo stesso modo, però, vorrei che l'attenzione fosse rivolta a noi anche dal Governo, che vedo sempre troppo distratto.
  A questo proposito, vorrei che il Governo ci spiegasse il parere su questo emendamento; vorrei che, in qualche modo, quello che è successo in Commissione, magari le motivazioni che sono state date, venissero riportate qui in Aula a beneficio di tutti, per «socializzare» queste conoscenze e poter decidere in maniera sicuramente più lucida e consapevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, Ministro, l'Italia, la pubblica amministrazione, spende circa un miliardo e mezzo per consulenze all'anno, 15 miliardi in dieci anni. È una cifra esorbitante ! Dobbiamo considerare che, probabilmente, all'interno della stessa pubblica amministrazione vi sono dei cervelli, vi sono delle competenze e delle capacità. Perché non sfruttare quelle e risparmiare un miliardo e mezzo di euro all'anno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

Pag. 6

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Signor Presidente, io mi complimento con i miei colleghi per questo emendamento, perché le consulenze esterne credo che siano uno dei mali della nostra amministrazione. Infatti, ogni anno vengono sprecati centinaia di milioni di euro in consulenze esterne, anche per studi e per progetti che non verranno mai utilizzati; consulenze che spesso rimarranno chiuse in cassetti e che, magari, potrebbero essere utilizzate per il personale interno delle pubbliche amministrazioni, anche prevedendo delle gratificazioni economiche per risultati o progetti ai quali potrebbero arrivare.
  Se vi è un problema strutturale di carenza di organico, questo problema, evidentemente, può essere risolto ampliando l'organico delle pubbliche amministrazioni.
  Altrimenti evidentemente non vogliamo risolvere il problema, ma semplicemente mettere una pezza a un qualcosa che invece non funziona e non va come dovrebbe andare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, solo poche parole nel merito, siccome, non so, vedo che qualcuno ha detto che noi non stiamo attenti nel merito. L'emendamento 2.51 della collega Dadone è semplicemente, dal punto di vista del diritto lavoristico, inapplicabile, perché vorrebbe dire che persone con incarichi dirigenziali, con contratti in mano, vedrebbero ipotizzare la decadenza del contratto che gli stessi hanno stipulato, il che servirebbe semplicemente – a prescindere dall'ipotesi politica sulla quale tornerò – a ingolfare i nostri tribunali. Perché chiunque in possesso di un contratto con incarico dirigenziale vedesse per via di legge messo in dubbio quel contratto che ha in mano, potrebbe rivolgersi ad un tribunale del lavoro e ottenere vittoria rispetto alla causa.
  Altro sarebbe se la collega Dadone – secondo me inseguendo un principio che io condivido, signor Presidente, cioè quello di veder diminuire le consulenze nel nostro Paese – avesse posto in essere un emendamento che riguarda questa clausola da una certa data in poi. Ma la clausola che la collega Dadone e il MoVimento 5 Stelle stanno perorando è inapplicabile ai contratti in essere, per un semplice principio di salvaguardia del diritto individuale, secondo cui se io ho contratto, un rapporto di lavoro con una amministrazione che mi ha sottoscritto un contratto, non posso vedere per via del Parlamento annullato quel contratto, perché qualunque giudice, in qualunque causa mi darebbe ragione. Quindi, sarebbe giusto perseguire l'obiettivo che, signor Presidente, la collega Dadone vuole perseguire, ma questo emendamento è assolutamente inapplicabile e sarebbe ingiusto per chi ha sottoscritto un contratto di lavoro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Si è rotto il microfono.

  PRESIDENTE. Può cambiare postazione, onorevole Giordano. Mi dispiace per l'inconveniente.

  SILVIA GIORDANO. Grazie presidente. Vorrei approfittare di questo minuto per chiedere in realtà delle delucidazioni e spiegazioni al Governo, perché leggendo l'emendamento e i vari subemendamenti non ho capito un fatto che mi sfugge, in realtà. Che cosa c’è di così urgente, quali sono i criteri di necessità e urgenza tali da salvaguardare la prorogabilità dei contratti dei dirigenti della pubblica amministrazione e non solo, anche quelli esterni, tanto da inserirla in un decreto-legge ? Sul serio, mi mancano proprio i criteri di Pag. 7necessità e di urgenza. Qual è questa necessità ? Qual è questa urgenza ? Visto che soprattutto si vanno a prorogare i contratti non solo dei dirigenti della pubblica amministrazione, come noi chiediamo – e non concordo affatto con il collega Fiano –, ma soprattutto di quelli esterni. A questo punto, se proprio dobbiamo salvaguardare e prorogare dei contratti, visto che è un decreto-legge sulla pubblica amministrazione, cerchiamo almeno di prorogare quelli di personale già collocato attraverso concorso all'interno della pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, io sto sentendo gli interventi dei miei colleghi. Effettivamente non sono ancora deciso se votare con il mio gruppo o in dissenso, anche perché, a pensarci bene, le consulenze non sono sempre inutili. Per esempio in una maggioranza schizofrenica come questa, dove il Dottor Jeckyll e Mister Hyde litigano in continuazione in televisione e poi si mettono d'accordo sulle cose che vanno contro gli interessi dei cittadini, probabilmente qualche consulenza psicologica, magari psicoanalitica, farebbe bene, magari personalizzata su alcuni individui. Quindi, in effetti, le consulenze potrebbero avere una loro logica all'interno soprattutto della politica, forse, non dell'amministrazione, ma della politica. E poi, mi permetto di approfittare di questo momento di approfondimento per ricordare l'etimologia della parola consulenza che deriva dal verbo latino, consulo, consulis, consului, consultum, consulere, terza declinazione, attivo, e che voleva dire, appunto, «consultare, provvedere, sistemare»; costruzione: ut o ne con il congiuntivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo che vengano salvaguardati esclusivamente i dipendenti appartenenti ai ruoli dirigenziali dell'amministrazione e fino alla scadenza del rapporto di lavoro e non quei dirigenti nominati tali ma provenienti dall'esterno dell'amministrazione stessa.
  L'assunzione di personale esterno alla pubblica amministrazione sembra in realtà un ulteriore modo per sistemare gli amici che possono essere, nel momento del bisogno, un notevole bacino di voti, oltre a costarci tantissimo. Vi invitiamo, pertanto, ad accogliere questo emendamento e considerare quali sono le vere priorità del Paese, che non sono sicuramente queste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Con riferimento all'intervento precedente del collega 5 Stelle, siccome non è bene che vengano attivate consulenze esterne – come lui dice –, propongo di attivare una consulenza psichiatrica qui dentro, mi offro volontario gratis, senza oneri aggiuntivi (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia, Partito Democratico e Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, io chiederei, visto che il collega Fiano del PD è entrato nel merito dell'emendamento e ha dato un consiglio, invito anche il Governo ad accettare il consiglio dell'onorevole Fiano e a riformulare il nostro emendamento in modo da renderlo accoglibile.
  Poi vorrei andare un po’ anche in dissenso dal gruppo, perché io credo che le consulenze hanno un loro perché, invito i colleghi del MoVimento 5 Stelle a riflettere. Noi non possiamo pensare di vincere le elezioni senza riuscire a comprarci un po’ di voti dando dei soldi ai consulenti Pag. 8amici che hanno pacchetti di voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, io non voglio entrare nel merito se servano oppure no i dirigenti, le consulenze e il loro numero. Però penso, a rigor di logica, che la necessità di queste consulenze e di queste dirigenze debba essere decisa in base a un'attenta pianificazione. Allora io leggo nel testo che «nelle more dei processi di organizzazione per il conferimento degli incarichi dirigenziali di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, qualora l'applicazione percentuale per gli incarichi previsti dal comma 6 del medesimo articolo 19 determini come risultato un numero con decimali, si procederà a arrotondamento all'unità superiore». Quindi è dal 2001 che aspettiamo questa pianificazione, vogliamo aspettare un altro po’, Presidente ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, le consulenze nella pubblica amministrazione date ad amici e parenti hanno in parte svuotato i conti dello Stato italiano. Piuttosto sarebbe giusto assumere professionisti con esperienza, anche per una durata limitata eventualmente. Bisogna eliminare l'abuso delle consulenze che è stato fatto fino ad ora. Le consulenze nella pubblica amministrazione date ad amici e parenti hanno contribuito a svuotare i conti dello Stato. Piuttosto sarebbe giusto assumere professionisti, come ho detto tre secondi fa.
  Tra l'altro, non si doveva proseguire con l'abolizione delle province ? E come è prevedibile in Italia si procede sempre a passo di gambero, lentamente, ovvero prorogando. Cosa si proroga ? Proprio la prima cosa che dovrebbe essere limitata. Se lo scopo è svuotare pian piano le province in previsione della cancellazione, bisogna gestire e controllare meglio le consulenze esterne.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, qualche precisazione. Riguardo al collega che si offre per dare consulenza psichiatrica non possiamo che essere lieti del fatto che si sia reso conto che i colleghi del suo partito ne hanno bisogno, però non era di dominio pubblico, poteva anche rimanere un fatto interno al partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per quanto riguarda quello che diceva il collega Fiano, può starci tutto sul discorso della contestazione tecnico-giuridica, ma allora venga una proposta sul fatto che l'emendamento potrebbe avere una portata limitata ad una scadenza temporale. Non nascondiamoci dietro ad un cavillo per nascondere il fatto che non si vuole investire sulle risorse della pubblica amministrazione, per privilegiare ancora una volta i favori e le raccomandazioni a favore degli amici, che è quello che ha dilaniato questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Da Villa. Ne ha facoltà.

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, io vorrei esprimere la mia opinione in contrasto con quella del gruppo, perché ho ascoltato l'onorevole Fiano ed effettivamente devo dire che mi ha convinto, nel senso che credo anche che ci possa essere un che di incostituzionale in questo emendamento, che può introdurre una sperequazione tra situazioni di fatto identiche. Però il problema, nel nostro Paese, è che le leggi che dovrebbero tutelare le fasce più deboli della popolazione, nell'affastellarsi Pag. 9di norme dell'impianto italiano, hanno portato invece a favorire chi ha posizioni di privilegio, a scapito invece dei comuni cittadini. Credo quindi che questo sia il reale problema: il reale problema sono le cariche dirigenziali di nomina politica. Ecco, queste forse andrebbero proprio abolite direttamente, invece che cercare di inserire emendamenti che correggano questa anomalia.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, l'articolo 85, comma 7, consente di intervenire nel dibattito riferendosi ovviamente alla materia in esame. Invece noi assistiamo alla prassi di interventi fuori tema, delle pillole di qualunquismo che fanno pensare a quegli untori de «I promessi sposi» di Alessandro Manzoni, in base alle quali la credenza popolare pensava che diffondessero la peste.
  Ora io invito la Presidenza, al di là di una prassi che non può mai andare contro il Regolamento – perché la prassi può intervenire rispetto a lacune regolamentari, ma non può interpretare in maniera difforme e contraddittoria il Regolamento – a richiamare tutti gli interventi che non si attengono all'emendamento o al subemendamento in discussione, perché ieri, per quieto vivere, io non ho risposto ad una gravissima offesa che è stata fatta in questa sala da alcuni deputati in merito ai comunisti. Qualcuno usa la parola «comunisti» come clava nei confronti di chi ritiene che i comunisti in questo Paese non solo hanno fatto la Resistenza, hanno costruito la Repubblica e concorso in ogni momento della storia nazionale a battere qualsiasi tentativo di violare la democrazia italiana (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), ma che all'interno di quella storia ci sono persone come Gramsci, come Amendola, come Napolitano, che non possono essere messi in discussione da nessuno (Applausi di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Pertanto io ritengo che se andiamo avanti in questo senso ognuno di noi non adotterà più la politica del quieto vivere, ma cercherà di rispondere colpo su colpo ad una guerriglia parlamentare, ad un Vietnam parlamentare che non aiuta l'autorevolezza di questa Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Melilla, come le ha già fatto presente ieri la Presidente Sereni, i deputati hanno facoltà di intervenire a titolo personale per motivare le loro posizioni a titolo personale, normalmente in dissenso dal gruppo. Al di là delle questioni politiche, su cui la Presidenza non ha nessuna intenzione di entrare, vi è un principio per cui la Presidenza non può sindacare, né prima né dopo, le motivazioni che un deputato intende esprimere come motivazioni a titolo personale.
  È di tutta evidenza che il principio è quello di motivare posizioni differenti dal proprio gruppo, tant’è vero che c’è la soglia della metà dei deputati per le motivazioni a titolo personale. Pur tuttavia, questo non impedisce di interessare la Giunta per il Regolamento su eventuali sviluppi delle interpretazioni di questo genere di prassi, che peraltro è conforme al Regolamento e che sino ad oggi è stata così.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, innanzitutto più che di Regolamento dovremmo parlare di galateo, di galantuomini, o qualcosa di questo tipo, perché ieri sera, come accadrà certamente questa mattina, la Presidenza è stata ingannata, nel senso che parecchi colleghi sono riusciti ad ottenere la parola, sia pure per un minuto o un minuto e mezzo, quello che sia, dicendo che lo facevano per esprimere un voto contrario a quello del gruppo, perché il Regolamento non contempla Pag. 10l'ipotesi della opinione diversa. In nessuna pagina del Regolamento è contemplato ciò, ma è contemplato il diritto di ogni deputato di votare in dissenso dal proprio gruppo. E qui ne abbiamo avuto delle dimostrazioni non frequenti, ma comunque cospicue: voglio ricordare gli interventi dell'onorevole Bianconi; voglio ricordare gli interventi e i voti dell'onorevole Chiarelli; voglio ricordare i voti del compagno Piras, tanto per stare al nostro gruppo. Ora qui non c’è prassi che tenga, perché qui abbiamo scoperto che ci sono due parole magiche: il precedente, di cui non si ha contezza e di cui non c’è una raccolta, per cui sembra la gabbietta del pappagallo da cui si estrae, come si faceva una volta, la fortuna. Si estrae subito il precedente e non si sa mai qual è. Poi ci sono le cosiddette prassi, quando c’è una lettera chiara e io non so proprio come si possa inventare una prassi diversa. L'articolo in questione citato dal collega dice che su ciascun emendamento è consentita una dichiarazione di voto per non più di cinque minuti ad un deputato per gruppo. Dichiarazione di voto. Dopo le dichiarazioni di voto il Presidente concede la parola ad un deputato per ciascuna delle componenti politiche costituite nel gruppo Misto e ai deputati che intendano esprimere un voto diverso – un voto, non un'opinione ! – rispetto a quello dichiarato dal proprio gruppo, stabilendo le modalità e i limiti di tempo degli interventi. Inoltre, a prescinde da questo, lei ritiene normale il costume di chiedere la parola per esprimere un voto in dissenso e poi dopo votare in conformità e insieme al gruppo ? Ieri parecchi deputati hanno chiesto a lei, alla Presidenza, la parola per votare in modo distinto, e dopo hanno votato tutti insieme nella stessa maniera. E di questo oltraggio la Presidenza non dice nulla, questo è il punto ! Non sono loro, siete voi il problema (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Perché io sono convinto che certi parlamentari cercano di fare più del loro dovere o delle loro astuzie, ma è la Presidenza che deve garantire il diritto di tutti, perché espedienti sottraggono anche il tempo alla maggioranza – non voglio dire all'opposizione –, che non parla perché bisogna portare a casa il provvedimento e quindi non contribuiscono a spiegare le ragioni per le quali questi provvedimenti vengono proposti, e a noi opposizioni impediscono di interloquire efficacemente con la maggioranza per modificare eventualmente gli orientamenti, per far passare le nostre opinioni. Ciò perché qui si è scelta la strada della barricata pura e semplice. Non interessa mai il merito delle questioni. Non interessa mai ! Interessa soltanto ripetere una litania che ormai è diventata stucchevole: che tutto fa schifo; che la pubblica amministrazione è una fogna; che il Parlamento è una fogna; che tutti rubano (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) !
  Questi moralisti devono prima dimostrare di esserlo, di cimentarsi con la vita, e poi esibirsi in prove di moralismo. Questo è il punto. Allora il problema non è il MoVimento 5 Stelle, io dico che il problema è la Presidenza, che dovrebbe qui, visto come stanno andando le cose, prendersi il tempo per decidere come comportarsi, e non che riuniamo la Giunta per il Regolamento.
  Che deve fare la Giunta per il Regolamento quando la lettera è chiara ? Non c’è da interpretare, non c’è da interpretare un bel niente, perché il Regolamento è scritto bene e per quanto riguarda l'articolo 24, è ancora meglio chiarito che, quando si programmano i lavori dell'Assemblea, si riserva uno spazio ai singoli deputati. Però bisogna preventivarlo, bisogna stabilirlo prima. Io ancora non riesco a saperlo ufficialmente, voglio sapere: questi interventi a titolo personale vanno scomputati dai tempi eventualmente attribuiti ad un gruppo, soprattutto quando c’è il contingentamento ? O non vengono scomputati ? Questo è il punto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, giusto per una questione di chiarezza, questa è una prassi consolidata non da questa legislatura, ma da anni. La Presidenza Pag. 11non può innovare rispetto ad una prassi consolidata, può porre la questione... mi ascolti onorevole Sannicandro, può porre la questione all'attenzione della Giunta per il Regolamento che eventualmente può valutare di dare un'interpretazione diversa, più letterale del testo. Dopodiché le ricordo anche che non esistono tempi contingentati, perché il decreto-legge non è sottoposto a contingentamento.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Ho fatto un esempio...

  PRESIDENTE. Quindi non sono contingentati né i tempi dei gruppi né i tempi degli interventi a titolo personale.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di intervenire per un richiamo al Regolamento

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente sugli articoli citati dal collega Sannicandro, sull'articolo 39 e sui poteri della Conferenza dei presidenti di Gruppo, per anticiparle che noi intendiamo chiedere alla Conferenza dei presidenti di Gruppo, così come da prassi visto che si sta utilizzando una prassi, che i tempi a disposizione a titolo personale per fare ostruzionismo, non per fare altro ma per fare ostruzionismo, siano regolamentati in maniera diversa e cioè, come da prassi, ristretti a 20 secondi.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di intervenire per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Volevo intervenire in realtà su un intervento che ha già fatto lei ricordando anche la prassi consolidata di questo Parlamento che, ricordiamocelo, è anche una prassi che serve a tutelare le opposizioni, e mi fa specie per una forza politica che si dice di opposizione, ma a quanto pare non sembra voglia tutelare i diritti e le prerogative delle opposizioni che lottano per migliorare questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Inoltre, in realtà più che un richiamo al Regolamento, anzi più che due richiami al Regolamento, mi sono sembrati mezzo richiamo al Regolamento e mezza declamazione del passato politico di alcuni personaggi e quindi riferire rispetto al Regolamento una vera declamazione mi sembra del tutto fuori luogo.
  Inoltre faccio anche notare che il collega Melilla ha citato la parola «Napolitano» che non si può citare in questa Aula e l'ha citato chiamandolo «comunista» che non è vero, e se fossi comunista, e non lo sono, mi sarei arrabbiato alquanto. Magari era comunista quando si prendeva i rimborsi aerei da parte del Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, io non credo che qui si stia andando, come dice il collega Sannicandro, fuori dal tracciato del decreto di cui stiamo parlando, perché finora tutti abbiamo parlato del merito dell'emendamento, e al collega Rosato dico che vorrei sapere chi è qua il deus ex machina che può decidere chi fa opposizione e chi invece sta argomentando su un decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'articolo in questione che parla di una tematica molto importante, quella delle consulenze esterne, per noi è fondamentale perché, vero è, come dice il collega Fiano, che non possiamo calpestare i contratti già acquisiti da chi ha preso questo diritto, non ci sono dubbi su questo, ma se questa prassi non si inizia a contrastare non la si debellerà mai. Di conseguenza, visto che non si riesce a fare una legge di iniziativa parlamentare dove si potrebbe regolamentare l'intero pacchetto della pubblica amministrazione ma si continua ad andare per decretazione urgente, e la pubblica amministrazione Pag. 12sicuramente non è una tematica di decretazione urgente, allora cerchiamo di migliorarla quantomeno iniziando a scalfire quei privilegi acquisiti che minano la pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, innanzitutto rivendichiamo il ruolo dell'opposizione e anche le armi che abbiamo a nostra disposizione.
  Parlavamo ieri con alcuni colleghi del PD i quali ci hanno detto che loro, nella passata legislatura, avevano fatto molto molto peggio, quasi vantandosene, allora io credo sia opportuno che ognuno guardi un po’ la propria coscienza e ricordi le passate legislature durante le quali chiunque di voi già presente in quest'Aula utilizzava queste armi in mano all'opposizione.
  Al collega Melilla chiederei che cosa c'entra Gramsci, il grande Gramsci, con un richiamo al Regolamento, per cui se lei chiede coerenza, per cortesia dimostri coerenza per primo.
  Rispetto alle pubbliche amministrazioni, io ho i dati delle consulenze del 2011, signor Presidente, 700 milioni di euro, un dato gravissimo e allarmante. In Commissione affari esteri stiamo scavando per ottenere 2 milioni di euro per salvare alcuni istituti di cultura all'estero, 2 milioni di euro non sono nulla rispetto ai soldi che vengono non sempre sprecati, ma spesso sprecati, agli occhi dell'opinione pubblica, rispetto alle consulenze esterne della pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, già ieri sera ed anche stamattina abbiamo assistito ad interventi nei banchi di SEL, anche con richiami al Regolamento, in cui si argomentava l'illegittimità della nostra azione parlamentare, in un evidente tentativo – secondo loro – di mettere ordine a questa situazione, per loro apparentemente di caos.
  Mi piace a questo punto richiamare il secondo principio della termodinamica, secondo cui l'entropia dell'universo è in aumento, di conseguenza ogni tentativo mirato a mettere ordine al caos in realtà ha forti possibilità di generare ulteriore caos.
  Concludo quindi ringraziando i deputati di SEL che, loro malgrado, invece di ostacolarci, hanno finito per agevolare la nostra legittima azione parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, intervengo per il dibattito che si è aperto relativamente a questo emendamento, in particolare alla forza degli interventi fatti dai colleghi Melilla e Sannicandro relativamente a un articolo del Regolamento e in particolare attinente alla qualità che loro chiedono degli interventi, che siano pertinenti al Regolamento. Ebbene dico a questi colleghi che questa stessa battaglia il MoVimento 5 Stelle è l'unico che la sta portando avanti e non lo sta facendo solo per questo articolo, ma lo sta facendo per la qualità del legiferare, e la qualità del legiferare in quest'Aula è pessima perché continuiamo a votare senza sapere quello che votiamo.
  Vi ricordo che, relativamente a questo emendamento e questo provvedimento, l'articolo 79 del Regolamento prevede che prima che un provvedimento, questo compreso, arrivi in Aula, si devono valutare la necessità dell'intervento legislativo, la conformità della disciplina proposta relativamente alla Costituzione o la sua compatibilità con la legislazione dell'Unione europea e la definizione degli obiettivi dell'intervento. Pag. 13
  In poche parole, prima di arrivare qua, bisogna sapere cosa stiamo facendo e questo non l'abbiamo fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, quindi proprio per sapere quello che stiamo facendo, io ritorno un minimo sull'argomento dell'emendamento. Ricordo anche al Ministro che in agosto di quest'anno il Presidente Letta ha affermato che 1 miliardo e 200 milioni per le consulenze della pubblica amministrazione sono – cito testuali parole – un costo insostenibile e che colui o colei che autorizzerà spese non previste all'interno di questo decreto-legge pagherà di tasca sua, quindi evidentemente qualcuno dovrà mettere mano al portafogli.
  Dopodiché, sempre tramite la Presidenza, rispondendo a quanto affermava prima il collega Fiano, il cui discorso, la cui ratio interpretativa in termini di norma, è assolutamente lineare e giusta, ora il collega Fiano ci ricorda che non possiamo andare a toccare dei contratti di lavoro rispetto alle consulenze già contrattualizzate, quindi non possiamo andare a togliere il lavoro a delle persone che c'erano già, però per decretazione altresì noi andremmo a stabilizzare – allora in questo caso andremmo sì a stabilizzare per decretazione – i posti di lavoro sino al 31 dicembre 2014 rispetto ai dirigenti della pubblica amministrazione, nello specifico delle province.
  Quindi noi possiamo farlo e loro no.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, per rimanere nel merito dell'emendamento ovviamente, credo che, dopo quello a cui abbiamo assistito ieri sera fra le 23 e le 24, sarebbe utile, piuttosto che fare ricorso a specialisti, che siano psicologi o psichiatri, che dopo le ore 22 la nostra buvette non vendesse più alcolici perché, se è così per il codice della strada, questo a maggior ragione dovrebbe valere per chi, con il 51 o il 100 per cento vorrebbe guidare il Paese.
  Quindi, ritengo che ai nostri questori questo problema vada posto. Dopo le ore 22 in Parlamento non si vendano più gli alcolici !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, più che un richiamo al Regolamento, il mio è un richiamo alla coerenza.
  Il 13 giugno con il comunicato di un comune italiano si irrobustisce lo staff di comunicazione del sindaco. Con un recentissimo atto, è stato assunto a tempo determinato un nuovo consulente, che sarà in servizio per l'anno in corso, il prossimo e l'anno dopo ancora.
  Un precedente atto emanato a febbraio aveva già previsto rinforzi e un altro ancora prevedeva una consulenza fino al 31 maggio a una società da cui proviene il nuovo incarico.
  Il comune è quello di Parma, guidato dal sindaco Pizzarotti del MoVimento 5 Stelle, e sappiamo anche della consulenza da 700 mila euro che coinvolge quel comune.
  Zitti per favore (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, noi ovviamente avremmo voluto un provvedimento più organico riguardo ai rapporti di lavoro rispetto ai ruoli dirigenziali, ma ovviamente questo non è possibile in questo Parlamento e in questa legislatura, dove il Governo lavora a colpi di decreti, tra l'altro dal contenuto affatto urgente.
  Quindi, noi siamo costretti a cercare di contribuire per migliorare alcuni emendamenti. Pag. 14Quindi, per esempio, con questo emendamento di cui discutiamo, semplicemente chiediamo di prevedere delle procedure per la riorganizzazione del personale dirigenziale, perché il decreto si occupa di questo, cioè di razionalizzare e riorganizzare anche, in questo caso, il personale dirigenziale anche rispetto alla spending review. Abbiamo detto che dobbiamo risparmiare, allora cerchiamo di fare qualcosa.
  Quindi, chiediamo semplicemente di salvaguardare, fino alla scadenza del relativo rapporto di lavoro, soltanto i dipendenti appartenenti ai ruoli dirigenziali dell'amministrazione – solo questo chiediamo – e non invece i dirigenti nominati e quindi proveniente dall'esterno dell'amministrazione.
  Quindi, il problema è: incominciamo – come ha detto il mio collega Di Stefano – a contrastare questa pratica delle nomine esterne.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fantinati. Ne ha facoltà.

  MATTIA FANTINATI. Signor Presidente, è sufficiente per tirare fuori un po’ di numeri e parlare di cose concrete, digitare su Google: «consulenze d'oro» nelle pubbliche amministrazioni. Capisco che sia quasi come sparare sulla Croce rossa, ma basta aprire la pagina della Germania e si legge delle consulenze d'oro di Angela Merkel: c’è la Germania che si è molto indignata per queste consulenze d'oro della pubblica amministrazione, pari a circa 800 milioni, si usano aggettivi come «lobbista» e quant'altro.
  Poi, sempre per sparare sulla Croce rossa, si va dall'altra parte: la Corte dei conti dice che, su 300 mila incarichi in Italia – si parla di 2 miliardi spesi – ce ne sono molti assegnati in assenza di requisiti professionali adeguati o senza previa verifica...

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, prima di parlare dell'emendamento, volevo dire che le parole dell'onorevole Sannicandro mi hanno un po’ preoccupato. Non vorrei che con tutti i nostri interventi stessimo inibendo la voglia della maggioranza di intervenire, anzi invitiamo i colleghi delle maggioranza a intervenire per arricchire questo dibattito (mi sono preoccupato).
  Tornando nel merito dell'emendamento – come diceva anche il collega Toninelli –, purtroppo ci troviamo spesso in quest'Aula a non sapere cosa stiamo votando.
  Di fatto il comma che stiamo cercando di emendare è un comma oscuro. Non abbiamo idea di quanti siano i dirigenti che intende salvaguardare, quanti siano quelli interni e quanti siano quelli esterni. Non abbiamo idea di come questi dirigenti siano stati inseriti, se tramite concorso o tramite graduatoria. Non abbiamo idea, quindi, di quali siano i costi che sono legati a questo comma. Perciò, di fatto, non sappiamo neanche se ci sono le coperture. Stiamo assolutamente trattando, quindi, un argomento... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, volevo un attimino entrare nel merito in riferimento al commento fatto dall'onorevole Fiano perché in qualche modo ci imputava di non mettere dei confini temporali alla nostra proposta. Io vedo, però, purtroppo, che l'emendamento Dadone 2.51 in realtà va soltanto a limitare l'ambito di applicazione di quello che già prevede il comma 8, quindi limitandolo solo ai ruoli dirigenziali. Se è vero, quindi, che c’è un problema di tempistiche di contratti in essere, forse probabilmente è sbagliato allora il comma 8 perché il nostro emendamento limita soltanto la forbice di applicabilità in termini di persone, di soggetti perché si parla esclusivamente di ruoli dirigenziali, onorevole Pag. 15Fiano, non limitatamente ad un certo periodo di tempo. Limitiamo la forbice, quindi, non i tempi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Businarolo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, l'onorevole Melilla ci ha riportato indietro di quasi quattrocento anni richiamando l'attenzione su una categoria di persone denominata «untori». Gli untori erano delle persone che purtroppo erano state condannate dalla diceria, dalla superstizione, dall'ignoranza della gente sostanzialmente alla morte. Erano condannati ad essere perseguiti perché, sostanzialmente, c'era molta ignoranza e c'era la paura della peste. Ma qual è la vera peste in questo momento in Italia ? La peste in Italia adesso sono gli sprechi, gli sprechi della politica, gli sprechi della pubblica amministrazione. Allora, se vogliamo parlare di esternalizzazioni, prima dobbiamo pensare a salvaguardare i lavoratori, i lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione e dopo pensare ad ingraziarci i nostri amici che sono fuori da queste strutture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Signor Presidente, mi permetto di citare un nostro predecessore per giustificare un po’ e chiarire che cosa noi stiamo facendo. Consentitemi di dire con assoluta sincerità che questa e quella di ieri sera è una bellissima Assemblea, ricca di interventi seri, solidi e responsabili, pur nella loro diversità, com’è naturale che sia, e non mi pento certamente di aver trovato naturale un incontro di tutti i parlamentari in una riunione come questa, avendo piena fiducia nella democrazia e nella verità perché certamente non sono utili le cose che si nascondono, che si riducono a serpeggianti mormorazioni, mentre non sono mai cattive le cose che vengono dette con sincerità nelle sedi proprie nell'ambito di un dibattito democratico e responsabile come quello che stiamo vivendo. Parole... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Signor Presidente, io in realtà do una piccola risposta al volo riguardo al comune di Parma. Vorrei ricordare che il comune è rientrato di 200 milioni di euro in un anno, ed era uno dei comuni che era comunque sotto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo perché ? Perché il MoVimento ci crede molto alla buona politica e soprattutto alla buona amministrazione. È un invito, quindi, che faccio ai colleghi e soprattutto è un invito nel superare questa follia della decretazione d'urgenza e cercare di pensare seriamente alle cose. I miei colleghi hanno proposto di rivedere, al comma 8, il secondo periodo e dopo le parole: «i rapporti di lavoro» aggiungere le seguenti: «esclusivamente del personale appartenente ai ruoli dirigenziali dell'amministrazione». Questo è semplicemente un invito perché noi sappiamo come ridurre gli sprechi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, io rispondo in merito alla nostra chiamata in causa sul comune di Parma, quindi a titolo personale, in quanto la consulenza di cui si parla di 700 mila euro riguarda un bando – e, quindi, non sono stati, sono solo dei soldi che già sono stati versati dal comune di Parma – per una ristrutturazione di una partecipata, di una capogruppo di tutte le partecipate del comune di Parma: era stato richiesto dalle banche Pag. 16stesse per rifinanziare questa società a causa dei suoi debiti. Quindi, non è una consulenza che è già stata versata dal comune di Parma. Specifichiamo, inoltre, che è un'offerta al ribasso, quindi, vince la gara chi offre meno ed è il mercato a farlo. Era giusto per specificare per un'accusa inutile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Agostinelli. Ne ha facoltà.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, vorrei fare questo intervento in pieno dissenso nei confronti del mio gruppo, perché io credo nella coerenza del PD e ringrazio questi meravigliosi interventi che stanno facendo questa mattina per spiegarci il contenuto del decreto: stiamo ancora aspettando. E siccome credo nella coerenza del PD, andrò a leggere le dichiarazioni di Ignazio Marino, dichiarazioni che risalgono al 3 giugno del 2013. Comunali, Marino: taglio drastico delle consulenze esterne.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Marino ha detto: il comune di Roma ha 25 mila dipendenti e, in cinque anni, sono stati spesi 70 milioni di euro per consulenze esterne. Dove li mettiamo tutti i nostri amici ? Questi fondi vanno utilizzati per chi è rimasto un passo indietro, famiglie disagiate e disabili. Così Ignazio Marino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Grazie.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 2.51, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci. Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  411   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  93    
    Hanno votato
no  318).    

  Ricordo che l'emendamento Nardi 2.203 è stato ritirato.
  Passiamo all'emendamento Invernizzi 2.30.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Invernizzi 2.30 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, volevo sommessamente farle rilevare che il MoVimento 5 Stelle è intervenuto ampiamente nel dibattito sul precedente emendamento, molti in dissenso, ma nel voto hanno votato tutti nello stesso modo. Questo è un oltraggio alla Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Grazie, evidentemente hanno cambiato idea.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 2.30, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cera, Colonnese, Schirò, Ribaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 17
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
  (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  342   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  20    
    Hanno votato
no  322).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Invernizzi 0.2.401.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cinzia Fontana, Segoni, Colaninno e Gribaudo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  420   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  324).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.401 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  418   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 375    
    Hanno votato
no   43).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.400 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lacquaniti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  347   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
 332    
    Hanno votato
no   15).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Turco 3.201.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turco. Ne ha facoltà.

  TANCREDI TURCO. Signor Presidente, volevo illustrare brevemente questo emendamento. Recita l'articolo 3...

  PRESIDENTE. Mi rivolgo ai colleghi che sono intorno a lei e non le permettono di intervenire: colleghi, per favore, se evitiamo capannelli intorno all'onorevole Turco, così riesce a parlare. Grazie.

  TANCREDI TURCO. Allora, recita l'articolo 3, comma 7-ter: «I dirigenti delle società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni o enti pubblici, che alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto risultino titolari di trattamento pensionistico di vecchiaia ovvero di anzianità, la cui erogazione sia stata già disposta, cessano il proprio rapporto di lavoro improrogabilmente al 31 dicembre 2013» – e questo è il passo più importante – «qualora le stesse società abbiano chiuso l'ultimo esercizio in perdita. Alle società medesime è fatto divieto di coprire, Pag. 18mediante nuove assunzioni, le posizioni resesi disponibili in organico con la cessazione dei rapporti di lavoro di cui al periodo precedente».
  Con questo nostro emendamento, che – come vedo – è stato presentato in forma identica anche dal gruppo della Lega Nord, noi chiediamo la soppressione delle parole: «qualora le stesse società abbiano chiuso l'ultimo esercizio in perdita». Questo perché riteniamo che costituisca uno spreco mantenere in carica un dirigente già pensionato, indipendentemente se il suo ente di appartenenza abbia un bilancio in attivo o passivo. Vogliamo, quindi, eliminare la possibilità di tenere in carica un dirigente già percettore di pensione anche nelle aziende che producono utile. Riteniamo che questo sia un emendamento di assoluto buon senso e, quindi, invitiamo l'Aula e tutti i colleghi a votare favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, riprendendo l'emendamento 3.201, che poi è uguale al 3.202, è importante secondo noi sopprimere quelle righe che abbiamo indicato, «qualora le stesse società abbiano chiuso l'ultimo esercizio in perdita», perché come abbiamo visto molte volte nel nostro Paese purtroppo ci sono dirigenti che vanno in pensione e che prendono comunque soldi pubblici, anche di società che non sono più produttive o perché hanno chiuso. Purtroppo lo stesso fenomeno avviene non solo nelle società ma anche nei comuni con dirigenti che non si sa quello che fanno ma che comunque ancora prendono i soldi dei cittadini. Per questo noi chiediamo all'Aula che questo emendamento, che sopprime queste parole, venga votato positivamente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, questo emendamento secondo me è molto importante, innanzitutto perché è l'unico punto di tutto il decreto dove si parla di società partecipate, controllate direttamente o indirettamente dallo Stato. Le società partecipate, a mio modesto avviso, sono semplicemente il buco nero del nostro Paese. Non si capisce per quale motivo hanno voluto introdurre al Senato, non il Governo, il limite del possesso o della retribuzione per pensione di vecchiaia, collegandola però alla perdita di risultato dell'esercizio della società controllata. Sembra veramente una norma ad hoc, come se volessero fare un dispetto a qualcuno.
  Ma la cosa che è veramente impressionante è l'emendamento delle Commissioni che hanno previsto che questa norma non si applica alle controllate che emettono strumenti finanziari: come dire, dove le controllate diventano più importanti e salgono di livello ovviamente sono intoccabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, ritengo che questo emendamento sia di buonsenso perché è davvero uno spreco mantenere un dirigente in età di pensionamento ed è anche un'ingiustizia sociale, se ci pensiamo, una grave ingiustizia nei confronti delle nuove generazioni, di quei giovani che vogliono immettersi nel mondo del lavoro. Se permettiamo che dei dirigenti anziani, che potrebbero andare in pensione, vengano riconfermati non permettiamo allo stesso tempo, lo si capisce facilmente, a dei giovani lavoratori di poter accedere al mondo lavoro. Mi viene in mente quello che sta succedendo anche nel mondo della scuola. Io faccio parte della Commissione cultura dove abbiamo da un lato il problema dei «quota 96» che sono dei lavoratori che stanno chiedendo disperatamente di andare in pensione, mentre dall'altro abbiamo dei giovani abilitati all'insegnamento che non possono entrare Pag. 19perché mancano i posti di lavoro. Mi sembra una cosa allucinante e pertanto invito a votare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, voglio rifare un appello all'Aula: questo è un emendamento di buonsenso e giusto nei confronti di tutti quei giovani che sono qui fuori e che non riescono a trovare lavoro. Insomma è ingiusto pagare un dirigente, con stipendi da dirigente e che risulta essere già in pensione, e che quindi prende un doppio stipendio: è un'assurdità in questo momento di forte crisi anche lavorativa ! Lo dobbiamo per i nostri giovani perché è sui giovani che si deve posare il futuro della nostra nazione. Quindi il mio è un appello a votare questo emendamento: mettiamoci una mano sulla coscienza e pensiamo ai nostri nipoti e ai nostri figli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, premetto che in questo emendamento avrei aggiunto anche un limite monetario della percezione della pensione, perché capisco che per chi percepisce una pensione al di sotto dei mille euro netti potrebbe essere anche giusto avere una qualificazione e una monetizzazione in più del proprio lavoro.
  Ovviamente, non è questo il caso delle società controllate e partecipate, perché sappiamo che coloro che hanno incarichi di dirigenza o di consulenza guadagnano molto di più, ma vorrei spiegare l'importanza di questo emendamento e il perché debba valere erga omnes, soprattutto al deputato Piccone del PdL, il quale ieri è andato ad addormentarsi, ma non si è più svegliato.
  Quindi, inviterei anche i colleghi del PdL a chiamarlo, perché, capisco che ha un'assenza del 70 per cento e non gli interessa più fare interventi...

  PRESIDENTE. Grazie, si attenga al merito. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, un altro emendamento di buonsenso, come dicevamo: si riferisce ai dirigenti delle società controllate, sia direttamente sia indirettamente. Sono quei dirigenti che risultano già titolari di trattamento pensionistico di vecchiaia o, comunque, di anzianità.
  Quindi, noi diciamo: visto che questi dirigenti stanno già per ricevere questo trattamento pensionistico, e cioè devono cessare il proprio rapporto di lavoro improrogabilmente entro il 31 dicembre 2013, non capiamo il motivo per cui dobbiamo escludere quelle società che abbiano chiuso l'esercizio in perdita.
  Allora, riferiamolo a tutte le società, altrimenti sembra che vogliamo proprio escludere, per esempio, Poste, Enel, Ferrovie e tutte quelle società, come specificato nello stesso emendamento, che emettono strumenti finanziari. Quindi, ci sembrerebbe ingiusto quest'ultimo periodo del comma 7-ter: eliminiamolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, io so benissimo che il 31 dicembre di quest'anno, come tutti gli anni, è un periodo natalizio, e quindi, evidentemente, il Governo ha voluto fare qualche regalo di Natale. Questo mi sembra inconfutabile !
  Noi pensiamo che la norma, così com’è scritta, in qualche modo crei un discrimine, crei una disparità che non è in alcun modo motivata. Quindi, è possibile, evidentemente, che dei dirigenti di società controllate, che, magari, hanno i bilanci in difficoltà, ricevano questo premio, a discapito, evidentemente, di altri dirigenti, che, magari, operano in maniera del tutto diversa, per cui riescono a contribuire all'attivo della società, e però non hanno questo tipo di trattamento.

Pag. 20

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, io credo realmente che questo emendamento abbia una logica perfetta, nel senso che il Paese, in questo momento, muore sostanzialmente dell'incapacità delle aziende di poter uscire realmente da un momento di crisi. Quindi, noi stiamo dicendo che, se un'azienda non è in perdita, sostanzialmente non può licenziare o, comunque, al 31 dicembre non chiuderà i rapporti con dei dirigenti che già percepiscono la pensione.
  Io mi chiedo, se vogliamo dare lo spazio alle aziende di respirare e vogliamo anche dare, in contemporanea, la cosa che a noi sta più a cuore, ovvero la possibilità per i giovani di sostituire questi lavoratori che andranno direttamente in pensione, quale sia il problema a votare un emendamento di questo tipo, che va in quella direzione.
  Oppure, stiamo dicendo che vogliamo preservare qualche amico dirigente, che ha molto a cuore il fatto di avere un incarico dirigenziale e anche una pensione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, io veramente sono esterrefatto un po’ dall'atteggiamento del MoVimento 5 Stelle, nel sentire interventi a ripetizione su un emendamento di 40 colleghi che dicono le stesse cose. Questo stillicidio nel modo di procedere mette nelle condizioni gli altri gruppi di non potere intervenire, per evitare che le lungaggini della giornata portino a domani, a dopodomani, a domani ancora.
  Per cui, debbo ringraziare il MoVimento 5 Stelle perché non fa lavorare bene l'Aula, perché si evita il pluralismo: il pluralismo è solo il loro, evidentemente. Le ripetizioni non servono a nulla ! Tra l'altro, ci hanno pigliati per degli imbecilli: basterebbe una sola persona che dice una cosa, invece di ripeterla per 40 volte, e la cosa non va proprio.

  PRESIDENTE. Collega, utilizzi un linguaggio consono. Non possiamo insultare nessuno, io la devo richiamare.

  ANGELO CERA. Presidente, io mi rivolgo al Governo.

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

  ANGELO CERA. Se il livello è questo, si assumeranno la responsabilità che un parlamentare chieda al Governo di porre la fiducia.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cera (Commenti del deputato Cera – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Cera, per favore ! Onorevole Cera ! L'ho già richiamata, onorevole Cera ! Colleghi, per favore ! Colleghi per favore !
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Sorial. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Cera – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Onorevole Cera, cerchi di calmare... Onorevole Cera, devo richiamarla per la seconda volta. Non mi costringa ad allontanarla dall'Aula.
  Prego, onorevole Sorial.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, correttamente lei ha richiamato due volte. Magari la prossima volta la sollecito ad essere più solerte, onde evitare i tumulti di ieri. In secondo luogo, voglio capire un attimo a che titolo è intervenuto l'onorevole Cera, perché non era una dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Onorevole Sorial, il gruppo Scelta Civica per l'Italia ha facoltà di intervenire per cinque minuti.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Il gruppo Scelta Civica non era ancora intervenuto, Pag. 21quindi aveva cinque minuti per dichiarazione di voto, cosa che non è successa, visto che l'onorevole Cera si è rivolto al Governo e ha parlato in merito all'ordine dei lavori, e non c'era nessun intento di dichiarazione di voto. Non era un richiamo al Regolamento. Quindi, i casi sono due: o l'onorevole Cera è intervenuto come fa spesso, a vanvera, oppure, la prossima volta, le chiedo di specificare a che titolo interviene l'onorevole Cera.

  PRESIDENTE. Onorevole Sorial, ciascuno in questo Parlamento ha diritto di esprimere le proprie opinioni. Non è compito né della Presidenza né di altri gruppi sindacare il merito, così come... Colleghi, per favore ! Colleghi, per favore ! Colleghi per favore ! Così come, evidentemente, spesso anche gli interventi per motivare un voto in dissenso non sono propriamente per motivare un voto in dissenso. Quindi, il richiamo al Regolamento che lei ha fatto, la Presidenza non lo giudica in modo proprio. Dopodiché abbiamo richiamato l'onorevole Cera per il linguaggio che aveva utilizzato e per il comportamento che ha avuto. Andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà

  FRANCESCO D'UVA. Signor Presidente, una piccola premessa: se l'onorevole Cera è esterrefatto, io sono basito...

  PRESIDENTE. Salti la premessa, per favore. Si attenga, si attenga...

  FRANCESCO D'UVA. ...da questa maggioranza. No, una piccolissima premessa, perché poco fa l'onorevole Rosato parlava di fare una richiesta di abbassare il nostro tempo per gli interventi a venti secondi. Onestamente, dal Partito Democratico... Lei saprà meglio di me che la democrazia si misura dal dissenso.

  PRESIDENTE. La richiesta era rivolta però alla Presidenza...

  FRANCESCO D'UVA. Si va bene, ma l'ha fatto in quest'Aula, quindi mi permetto di replicare in quest'Aula, Presidente. Visto che comunque è il Partito Democratico, la democrazia e il rispetto delle opposizioni e delle minoranze, non vedo come si possa esprimere un concetto in meno di un minuto. Quindi in 20 secondi sarebbe impossibile.
  Mi auguro che l'Ufficio di Presidenza non prenda assolutamente in considerazione questa opzione. Tra l'altro, lei vedrà tanti ragazzi in galleria. Quei ragazzi non prenderanno la pensione, Presidente, perché la pensione se la prendono i dirigenti di società partecipate, che tranquillamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anche se le mandano in perdita, prenderanno la pensione a discapito delle generazioni future. È questa la triste realtà di questo Paese, che premia chi comunque non merita, chi non ha alcun diritto di prendere quella pensione, a discapito nostro.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Uva.
  Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
  In merito alla riduzione dei tempi per gli interventi a titolo personale ci sono diversi precedenti.
  Onorevole Luigi Gallo, prego.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, questa, come diceva il mio collega D'Uva, è una società gerontocratica, che garantisce che chi addirittura ha diritto alla pensione continui a stare su un posto dirigenziale. E questa cosa è vergognosa.
  Noi abbiamo un episodio nel MIUR che abbiamo constatato la settimana scorsa: in pratica, un dirigente del MIUR che doveva andare in pensione per continuare ad avere un lauto stipendio è stato spostato nella dirigenza dell'Invalsi. E questo è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): che si continui a sperperare denaro pubblico, restando attaccati a queste poltrone. E basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

Pag. 22

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, quando si legge questa norma, viene un senso di profonda tristezza. È una norma patetica, proprio l'emblema di una classe politica che anche quando pensa ad un'idea che potrebbe essere astrattamente buona, poi c’è sempre qualcosa dietro che dimostra che ancora una volta la classe politica fallisce perché è incapace di andare contro le lobby e contro i favori personali.
  È indecente il fatto che si parli in continuazione di occupazione giovanile e poi si permetta a gente che ha già una pensione di continuare in posti dirigenziali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siamo davvero all'assurdo. Io mi chiedo con che faccia si può andare ancora in televisione a parlare di occupazione giovanile, con che faccia si può ancora parlare ai giovani di questo Paese e dirgli che non devono andare in Australia anche per un posto di cameriere, che viene pagato molto di più di quanto viene pagato in Italia qualsiasi posto di un certo livello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, qua continuano ad essere troppi gli sprechi della pubblica amministrazione. Già i comuni sono senza soldi, quindi ci sono gli enti locali che hanno sempre più l'acqua alla gola. Le risorse provenienti dallo Stato sono sempre minori, sono sempre più esigue. Eppure, i soldi per salvare Monte dei Paschi di Siena o per le grandi opere invece si trovano sempre.
  Quindi, tornando all'emendamento in questione, è uno spreco retribuire sempre le stesse persone anche se già in pensione. Rimangono comunque a fare i dirigenti, invece dobbiamo assumere dei giovani. La percentuale di ragazzi disoccupati under 30 è in continua crescita. Inoltre, continuano a non essere toccate le pensioni d'oro, le pensioni sopra i 5 mila euro mensili. Si presuppone che se una persona ha maturato una tale super pensione, due soldini da parte li abbia messi nell'arco della sua vita lavorativa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, questo emendamento al comma 7-ter è qualcosa che ovviamente deve provare a trovare una condivisione all'interno di quest'Aula, perché mi sembra quantomeno irreale ancora oggi pensare di dover dare un altro incarico a un dipendente pubblico in pensione, in qualche modo a un personaggio che percepisca già una pensione di anzianità, per garantire la continuità di un servizio pubblico. Oggi assistiamo ad esempio, anche in alcune amministrazioni, al fatto che i dirigenti vanno in pensione ma vengono richiamati, richiamati per consulenze esterne, perché non c’è la capacità di arrivare a trovare e affiancare dei giovani. Questo vuol dire gestire le emergenze. Finiamola di gestire le emergenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Visto che li abbiamo anche tirati dentro al dibattito, li salutiamo: gli studenti e gli insegnanti dell'istituto comprensivo Luigi Rizzo di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, le volevo innanzitutto fare i complimenti per quanto riguarda la gestione dell'Aula.
  Le società partecipate, o meglio la loro gestione sono il vero cancro delle amministrazioni locali, un passato di cui non ci si riesce a liberare, con incarichi e consulenze dai compensi fuori mercato che Pag. 23non hanno prodotto niente: non lo ha detto nessun detrattore delle istituzioni ma il procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, Tommaso Cottone. I dirigenti delle società partecipate hanno stipendi faraonici – di media oscillano tra i 200 e i 250 mila euro – per non parlare, per esempio, dell'amministratore delegato di ENI, il signor Paolo Scaroni, che guadagna oltre 5 milioni di euro, nonostante o proprio perché è stato arrestato nel 1992, ha patteggiato nel 1996 con la giustizia per svariati milioni di euro pagati in tangenti per appalti Enel all'allora Partito Socialista.
  Quindi ci chiediamo, alla luce di questi dati...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, onorevole Di Battista.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, in quest'Aula oggi vorrei rivolgermi al personaggio del romanzo «Attenti al gorilla» che compare con il nome Daniele Zucchero. Nel momento in cui ci si viene a fare delle prediche parlando della questione della buvette e di quelli che sono gli alcolici da fornire o no al MoVimento 5 Stelle, io volevo dire a questo personaggio che, nel momento in cui si viene processati e condannati per fabbricazione, detenzione e porto abusivo di molotov, resistenza a pubblico ufficiale, ancora, lesioni personali negli scontri, inosservanza degli ordini di autorità e altro...

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, l'auspicio è sempre quello di attenersi al merito dell'emendamento...

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Ho terminato, Presidente. Prima di venire a fare queste prediche al MoVimento 5 Stelle, qualcuno forse farebbe meglio a stare zitto, anche perché i condannati normalmente in quest'Aula non ci dovrebbero essere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, non si fa altro che parlare in televisione o anche in quest'Aula di quanto la disoccupazione giovanile sia un cancro per il nostro Paese: dobbiamo fare qualcosa per i giovani, dobbiamo intervenire con provvedimenti di legge per far sì che i giovani entrino nel mercato del lavoro. Poi però i dirigenti che sono su quella poltrona da quarant'anni li vogliamo tenere ancora lì qualche altro anno, perché evidentemente non ne possiamo fare a meno.
  Non metto in dubbio che la capacità di una persona esperta possa portare un contributo ad un'azienda o ad un ente della pubblica amministrazione. Ciò non toglie che avere un ricambio generazionale all'interno delle dirigenze delle aziende più o meno controllate dalle amministrazioni sia un atto perlomeno dovuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, leggo un messaggio che mi è appena pervenuto: «La rovina dell'Italia sono i dirigenti degli enti pubblici, il primo spreco sono loro: bisognerebbe dimezzarne gli stipendi». Io propongo un emendamento a questa frase e la riformulerei in questo modo: «La rovina dell'Italia sono i dirigenti degli enti pubblici, il primo spreco sono loro: bisognerebbe dimezzarli». Vorrei ricordare che questi dirigenti ci costano come minimo 400.000 euro l'anno, senza che abbiano mai fatto un concorso e legittimati semplicemente da accordi di partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Businarolo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, qua si parla di pensioni. Sappiamo Pag. 24che ci sono degli italiani che vivono con una pensione bassissima e probabilmente chi ha pensato di far lavorare comunque le persone che sono in pensione probabilmente pensava a loro. Ma qua non si tratta di pensionati che prendono la minima, ma di pensionati che prendono altissime cifre.
  Tuttavia, quello che volevo specificare a me e ai miei colleghi e che è condivisibile da tutti è che chi ha una pensione non può lavorare, soprattutto se ha una pensione alta. L'emendamento va ad estendere questa cosa anche nel caso in cui le società abbiano chiuso sì in passivo, ma anche in attivo. Che senso ha escludere quelle che hanno chiuso in attivo ? Rendiamocene conto, signori, questo è gravissimo. È uguale per tutti, il principio è: sei in pensione ? Hai una pensione alta ? Basta, vai a casa, hai dato il tuo lavoro per lo Stato, punto. Puoi continuare la tua vita a casa, non servi più, hai dato tanto, continua la tua vita e lascia continuare altri dopo di te (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, questo emendamento a firma del MoVimento 5 Stelle parla di dirigenti illegittimi. Sono illegittimi perché questi dirigenti, che hanno già maturato l'età pensionistica, continuano a svolgere l'attività dirigenziale in queste società partecipate o controllate.
  Ovviamente è già stato ripetuto ed è già stato detto, ma va assolutamente ribadito il fatto che queste società partecipate o controllate sono state, nei decenni che ci precedono, un vero e proprio poltronificio, nel quale si sono gestiti bacini di voti sempre più ampi negli anni.
  Di conseguenza, se chiamiamo questo decreto-legge «razionalizzazione», stiamo cercando di mantenere in vita questi dirigenti illegittimi, perché sono contra legem, solo nel caso in cui non ci siano dei buchi da parte di questa società. Per noi sono dirigenti illegittimi e come tali devono tutti andare a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, io volevo ricordare ai colleghi che si chiedono come mai ripetiamo le stesse cose che c'era un cartone bellissimo (e mi dispiace che i ragazzi siano andati via): non so se ha mai visto Bart Simpson che sulla lavagna scriveva mille volte la frase che serviva ad educarlo. Ecco, magari in quest'Aula l'effetto potrebbe essere lo stesso: ricordando con tutti gli interventi possibili che cosa è giusto e cosa non è più giusto fare in questo Paese, magari qualcuno comincia a capire che cosa i cittadini davvero vogliono, che cosa noi cittadini normali vogliamo da chi da vent'anni è seduto su queste poltrone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, questo emendamento in realtà fa anche il paio con un altro dei nostri annosi problemi a livello italiano, cioè le pensioni d'oro, perché in realtà anche chi va in pensione, potrebbe andare in pensione, però poi continua a percepire stipendi lauti, è come se fosse in realtà un pensionato d'oro mantenuto da noi.
  Allora, forse non si mette mano a queste pensioni d'oro perché noi abbiamo dei personaggi come Anna Maria Cancellieri, che dal 2009 è titolare di una pensione di 6.688 euro netti al mese. Poi abbiamo anche l'ex Ministro della difesa, l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, che percepisce circa 20 mila euro mensili di pensione provvisoria. Quindi, se poi si vanno a guardare redditi che così impunemente vengono resi pubblici, si capisce che effettivamente il campo da tagliare è veramente molto vasto. Quindi, io pregherei, Pag. 25nell'ipocrisia generale... scusi, Presidente, si può liberare il banco del Governo, starei parlando...

  PRESIDENTE. Ha ragione. Colleghi, per favore, se possiamo liberare... Onorevole Fiano, chiedo scusa... Colleghi, sottosegretario Amici... Chiedo scusa, ho dovuto richiamare il sottosegretario per far capire ai colleghi che erano davanti, ma chiaramente non è colpa del sottosegretario.

  CARLO SIBILIA. Presidente, la ringrazio. Concludo dicendo che questo sperpero di pensioni d'oro ci costa circa 13 miliardi di euro all'anno. Quindi, basta favori alla casta, facciamoli ai cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, io evidentemente sarò dura di comprendonio, ma davvero non riesco a capire quale sia la necessità e urgenza di dover disciplinare le società partecipate e controllate direttamente e indirettamente, non solo, ma di dover disciplinare i dirigenti e le loro pensioni – quando delle altre pensioni di massimo 400 euro degli anziani ce ne freghiamo altamente – dicendo che non solo possono percepire le pensioni, ma possono tranquillamente continuare a lavorare percependo anche il loro stipendio. Quindi, penso sia veramente ridicolo – e di questo mi vergognerei e si dovrebbe vergognare tutto il Parlamento – dire che noi stiamo mettendo in un decreto-legge, con i criteri di necessità e urgenza, le pensioni e gli stipendi dei dirigenti delle società partecipate. La prossima volta abbiate almeno la coerenza e la dignità di scrivere anche il nome e cognome di coloro a cui state facendo il piacere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Signor Presidente, la cosa che più sorprende è che si tutelino le pensioni di alti dirigenti in un Paese in cui il lavoro non c’è, non esiste; esiste solo un grandissimo precariato. Quindi, cerchiamo di mandare a casa con pensione e con tutele queste persone e cerchiamo di ampliare il lavoro e anche la certezza di poter lavorare. Assicuriamo la certezza degli stipendi anche a chi in questo momento non li ha. Anche perché, nel dettaglio, si parla di cessare il proprio rapporto di lavoro improrogabilmente al 31 dicembre 2013. Quindi, si permette poi di sostituire queste persone con altre persone che hanno una necessità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, io vorrei dire che le società partecipate devono sempre diventare più partecipate, ma dai cittadini, così come le società controllate devono diventare sempre più controllate, ma dai cittadini. È questo che non avviene. Questo in primo luogo. In secondo luogo, c’è un'altra questione: per il reddito di cittadinanza ci vengono a dire sempre che non ci sono i soldi; ma perché quando noi vi diamo le precise indicazioni di dove andare a prenderli e dove andare a tagliare non li prendete mai, come per questo caso, cioè pensioni d'oro, dirigenti che dovrebbero già starsene a casa e svolgono anche questo tipo di attività ? Nessuno deve rimanere indietro. Date il buon esempio: una mano sul cuore e una sul portafoglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Signor Presidente, io ringrazio anche i colleghi che sono intervenuti, ma bisogna parlare un po’ più semplicemente, perché vedo un po’ Pag. 26di facce un po’ distratte. Bisogna parlare come mangi, come si dice dalle mie parti. Cioè, quando diciamo che se prendi la pensione non lavori, punto, fine e basta. O lavori o prendi la pensione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, non rispondo per fatto personale, perché non credo che sia un fatto personale, ma voglio testimoniare a qualche collega poco informato che nelle scorse settimane abbiamo molto parlato della Costituzione della Repubblica italiana e della sua sventurata riforma che si dovrebbe fare in quest'Aula.
  Bene, le posso comunicare che in questa Aula c’è anche tra i deputati chi la Costituzione della Repubblica italiana l'ha difesa anche nelle piazze della Repubblica, non soltanto scrivendo e leggendo cose, pure importanti, in questa Aula; soprattutto quella XII Disposizione transitoria che vieta la ricostituzione del partito fascista, perché di queste cose stiamo parlando e non di altro. Approfitto di questo passaggio anche per dire che in base ai criteri che il MoVimento 5 Stelle pone senza fare differenza alcuna tra quelle che sono le lotte sociali e altre, e altri reati e altri meccanismi, vi rendo noto che tanti altri nostri colleghi, molto più importanti di chi parla e di qualche altro qua dentro, non avrebbero potuto dare il loro contributo ai lavori di questo Parlamento nella storia della Repubblica. Ad esempio, Pio La Torre che non avrebbe potuto sedere nel Parlamento e nell'aula dell'Assemblea regionale siciliana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), perché si è fatto diciotto messi di galera per l'occupazione delle terre quando si andava in galera per l'occupazione delle terre, e quindi se c’è un po’ di pudore andrebbe conservato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, ma allora in funzione di quello che è stato appena detto posso citare Claudio Cominardi, operaio, i cui diritti voi per anni non avete mai tutelato e invece è qua seduto vicine a noi. Posso citare Tatiana Basilio, casalinga, i cui diritti non sono mai da voi stati tutelati e siede qua in Parlamento e porta un ottimo contributo. Ma di cosa stiamo parlando ? Rendiamoci conto di quello di cui parlate, anche perché, vi do dei numeri, che sono pragmatico...

  PRESIDENTE. Onorevole Sorial, li dia rivolgendosi alla Presidenza.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Li do a lei, Presidente, che li conosce. Ci sono 7.800 società in Italia che sono partecipate dagli enti locali, che sono aumentate dell'8 per cento nell'ultimo anno; hanno 19 mila amministratori e contano per stipendi un costo di 15 miliardi. Quindi, signori della maggioranza, al posto di dare 14 euro in busta paga, tagliate anche su queste, che magari ne diventano 140 di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carinelli. Ne ha facoltà.

  PAOLA CARINELLI. Signor Presidente, l'intento di questo, come di altri emendamenti, è quello di far cessare dagli incarichi i dirigenti di aziende controllate dalla pubblica amministrazione che già godono di un trattamento pensionistico aggiuntivo alla retribuzione contrattuale. Infatti, purtroppo, si è verificato che ci sono stati casi in cui vengono assunti da aziende controllate dall'amministrazione pubblica anche dirigenti che già usufruiscono di un trattamento pensionistico.
  Queste situazioni determinano un aumento anomalo del costo del lavoro con oneri aggiuntivi ed ingiustificati. La sostanziale elusione sia delle misure di contenimento della spesa disposte dal Governo che dei divieti di cumuli dei compensi, Pag. 27un aggravio per i conti pubblici in ragione dell'erogazione di un doppio trattamento economico, e tale evidente...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Signor Presidente, per quanto riguarda questo emendamento io sinceramente resto stupita perché, verificando un attimo quelli che sono i trattamenti pensionistici, i dirigenti di società partecipate dallo Stato hanno una pensione che varia da 122 mila a 468 mila euro lordi l'anno. Invece i direttori generali o manager di società partecipate hanno una pensione che varia da 85 mila a 288 mila euro lordi l'anno. Io mi domando: ma dovevamo arrivare a oggi, 24 ottobre 2013, per renderci conto che forse questo tipo di trattamento pensionistico è leggermente fuori dalle righe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Dovevamo arrivare adesso ad aggiungere noi, del MoVimento 5 Stelle, eventualmente di ragionare e di togliere anche la clausola di «qualora le stesse società abbiano chiuso l'ultimo esercizio in perdita» ? Doveva arrivare il MoVimento 5 Stelle per far capire che forse appunto è il caso di smetterla ? Che forse è il caso di ridimensionare...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lupo. Ne ha facoltà.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, io comprendo che in questa Aula stiamo fungendo un po’ da disco rotto e mi auguro che, più che altro, questa azione possa servire per ragionare ulteriormente sulle nostre parole, perché non è non ascoltandoci o irritandosi davanti ai nostri interventi che riuscirete a comprendere perché siamo qua dentro.
  Noi siamo qua dentro per far capire ogni singola parola dei cittadini che sono fuori, vi prego semplicemente di ascoltare e di meditare sulle azioni che andiamo a fare ogni volta che pressiamo quel pulsante. Votate favorevolmente questo emendamento, rifletteteci un attimo, finiamola con gli sprechi, attiviamo la pubblica amministrazione come dovrebbe essere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 3.201, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  427   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  291).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 3.203.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io inviterei a un attimo di attenzione – capisco la seduta convulsa dell'Aula –, però, su questo emendamento, perché in relazione proprio a quanto è stato detto antecedentemente, questo emendamento cosa fa ? Per le società che sono in avanzo, quindi non per quelle in perdita, la questione dei cui dirigenti già tratta il 7-bis, ma per queste società che sono in avanzo, questo emendamento dice che se il dirigente gode di un trattamento previdenziale e rimane nella sua funzione di dirigente, per quel periodo il trattamento previdenziale stesso viene sospeso.
  Io penso che sia un emendamento di buon senso perché evita la cumulabilità Pag. 28tra pensione e stipendio dirigenziale. Se quindi l'obiettivo è quello di portare un po’ di equità anche all'interno delle società dove ci sono i dirigenti che oggettivamente hanno ottimi e lauti stipendi, penso che questo sia da approvare, perché non è un emendamento demagogico ma un emendamento, ripeto, di buon senso, e invito anche la maggioranza a ragionare in tal senso. Capisco che la situazione è convulsa, anche per trovare una quadra con il gruppo dei 5 Stelle, però se lavoriamo in questo modo penso che gli obiettivi per i cittadini siano migliori rispetto ad altri tipi di situazioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, l'emendamento proposto dall'onorevole Federica è un emendamento che tutela un diritto sancito dalla Costituzione che è l'uguaglianza, perché questo Governo, questi Governi che si sono succeduti e che contenevano molte delle stesse persone che sono qui dentro, non hanno fatto altro che portare avanti una società fondata sulla disuguaglianza; allora, se noi vogliamo evitare che le persone che hanno già un incarico prendano anche la pensione, votare questo emendamento significa semplicemente votare un emendamento che sancisce un diritto tutelato dalla Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Da Villa. Ne ha facoltà.

  MARCO DA VILLA. Signor Presidente, questo emendamento interviene sul comma 7-ter che parla di esercizi in perdita delle società partecipate. Vorrei a tal proposito portare l'esempio del casinò di Venezia, società partecipata al 100 per cento dal comune di Venezia, e spiegare in che modo alla volte le società partecipate vengono utilizzate dai comuni. Il casinò di Venezia ha accumulato perdite di anno in anno, considerate questo paradosso: potrebbe significare che il casinò ha erogato vincite in misura maggiore dei suoi introiti.
  La verità invece è che il comune di Venezia in questi ultimi anni ha prelevato annualmente 108 milioni a fronte di un utile di 88 milioni nel 2008, 101 milioni a fronte di 70 milioni di utile nel 2009 e così via; il tutto quindi indipendentemente dagli utili prodotti dal casinò stesso.
  Oggi, a causa delle perdite della casa da gioco, il comune di Venezia vuole privatizzare il casinò, ma visto che le perdite sono del comune e del casinò, forse è il caso che la giunta Orsoni si dimetta.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Dobbiamo attenerci...
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, questo emendamento ha l'intento di riparare un po’ il danno che avete fatto prima, ovvero abbiamo permesso ai dirigenti di continuare a lavorare anche quando hanno raggiunto l'età della pensione senza pensare assolutamente a ricambi generazionali, e così via. Se non altro, questo emendamento chiede che quei dirigenti che possono continuare a lavorare nelle società che non sono in perdita, non ricevano anche il contributo pensionistico, e quindi possano scegliere se percepire la pensione o lo stipendio e non entrambi, pesando assolutamente sulle casse dello Stato.
  Volevo chiudere solamente dicendo all'onorevole Cera che mi dispiace che si sia turbato così tanto, ma è profumatamente pagato per stare qui in Aula a lavorare, quindi non vedo quali problemi possa avere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tinagli. Ne ha facoltà.

  IRENE TINAGLI. Signor Presidente, semplicemente una considerazione, giusto per ribadire che questo emendamento non Pag. 29è – come dire – punitivo, come quello precedente che costringe tutti i dirigenti che abbiano un trattamento pensionistico ad andare a casa, ma dà una possibilità ai bravi dirigenti di restare in carica e di fornire il loro servizio, però di non percepire la pensione. Questo mi sembra assolutamente di buonsenso, come ha sostenuto Fedriga.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Spessotto. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, ci lamentiamo sempre del fatto che siamo un Paese di vecchi: a quanto pare, di vecchi e anche di ricchi, ricchi che devono mantenere quei «bamboccioni» giovani, come ci definiscono.
  Se noi continuiamo a dover mantenere questi dirigenti con gli stipendi e le pensioni, non possiamo pensare che i giovani possano sviluppare la propria professionalità, avere un posto di lavoro o farsi una famiglia. Quindi, non è assolutamente corretto che questi privilegi vadano avanti e, quindi, bisogna fare spazio ai giovani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, diciamo che questo emendamento va un po’ a mettere una toppa laddove non è stato possibile risolvere veramente il problema nel nostro emendamento precedente, nel senso che si dice: quanto meno, se non possiamo fare a meno di questi dirigenti ben pagati e in pensione, togliamogli la quota di pensione per il periodo in cui sono ancora in attività.
  Credo che, ancora una volta, torniamo nella logica del buon senso. Nonostante il buonsenso crediamo essere quello di dare spazio ai giovani, quantomeno, visto che in Italia una famiglia su otto muore di fame, far percepire la pensione più un lauto stipendio a dirigenti che già hanno piene le tasche, secondo me è inaccettabile. Chiaramente non togliamo il merito di questi dirigenti che potrebbero essere assolutamente necessari all'azienda in cui stanno lavorando, ma crediamo che una così lauta ricompensa non sia necessaria.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Signor Presidente, volevo semplicemente chiedere la possibilità di accantonare l'emendamento Fedriga 3.203, perché stiamo facendo un approfondimento.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 11,33)

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Signor Presidente, siamo d'accordo con il Ministro D'Alia per accantonare l'emendamento in oggetto.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo all'emendamento 4.400 delle Commissioni.
  Il Ministro D'Alia mi fa capire – ma non intendo – che forse vorrebbe chiedere una sospensione... Allora, se non vi sono obiezioni, sospendiamo la seduta. Per quanto tempo, relatore ?

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Fino alle ore 12,15.

Pag. 30

  PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo la seduta fino alle ore 12,15.
  (Segue la sospensione).

  La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 12,45.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del decreto-legge in esame.
  Ricordo che prima della sospensione della seduta era stato accantonato l'emendamento Fedriga 3.203. Ha chiesto di intervenire il relatore, presidente della Commissione lavoro, Cesare Damiano. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Signor Presidente, abbiamo chiesto un accantonamento sull'emendamento Fedriga 3.203. A nome delle Commissioni, vorremmo cambiare il parere e quindi il nostro parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti, chiedo ai colleghi di prendere posto.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.203, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Petraroli, Locatelli, Mariano, Petraroli ancora non riesce a votare, Binetti, Crippa, aspettiamo il deputato Petraroli, Luciano Agostini, aspettiamo tutti quelli che stanno salendo, magari un po’ velocemente, Rizzetto, Molea, hanno votato tutti i colleghi ? Bini, D'Attorre, Valeria Valente, Garavini, Mucci, Coccia, Piepoli, Fauttilli, Tiepoli ha votato, Fauttilli anche ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  393   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 393).    

  (Il deputato Morassut ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.400 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  407    
    Hanno votato no   16.    
  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  L'emendamento 4.202 Fedriga è precluso.
  Passiamo alla votazione del subemendamento Tinagli 0.4.401.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Tinagli. Ne ha facoltà.

  IRENE TINAGLI. Signor Presidente, noi avevamo già espresso in Commissione forte perplessità per l'emendamento delle Commissioni perché con esso sostanzialmente si bloccano tutti i concorsi di immissione per tutto un numero di anni, non solo per far accedere i vincitori dei concorsi degli anni precedenti, ma anche tutti Pag. 31quelli che il concorso non lo avevano vinto, prorogando ulteriormente la durata di queste graduatorie dal 2007 al 2016, invece che al 2015. Quindi, in un certo senso si esclude davvero una certa generazione di giovani dall'accesso al concorso pubblico per la pubblica amministrazione. Qui noi proponiamo di accorciare i termini del blocco dei concorsi al 2015 anziché al 2016 ed eliminare la lettera b) che estende a tutti gli idonei, e non solo ai vincitori, la possibilità di essere immessi prima di indire nuovi concorsi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, intervengo su questo emendamento, sullo stesso argomento ce ne è anche uno della Lega di cui discuteremo dopo. Ieri in quest'Aula in tanti interventi, che sono andati fuori dal merito della discussione, ho ascoltato che non ci sono più le ideologie e che praticamente quest'Aula deve orientarsi a «naso», secondo buonsenso. Io invece voglio rivendicare in questo intervento un aspetto fondamentale per SEL che è quello che i cittadini di questo Paese devono essere rispettati e rispettati tutti. Non dare la possibilità agli idonei dei concorsi nelle graduatorie di poter avere quanto meno la speranza di potere entrare nella pubblica amministrazione perché ci sono fuori altri giovani credo sia un tentativo di tagliare fuori due generazioni di italiani: ormai noi le abbiamo date per perse, perché per queste due generazioni non c’è più speranza di fare nulla.
  Noi riteniamo che sia assolutamente sbagliato questo approccio e riteniamo che dobbiamo difendere la pubblica amministrazione e tutte quelle persone che hanno creduto nella pubblica amministrazione, sia che siano stati vincitori, sia che siano stati idonei ad avere quel posto. Siccome in questi anni la pubblica amministrazione è stata considerata solo come una cassaforte per fare risparmi e magari per spendere quei soldi in altri modi sbagliati, questi cittadini non hanno avuto la possibilità di avere il diritto al lavoro che a loro spettava.
  Quindi, noi non solo riteniamo che non vada diminuita questa possibilità, ma riteniamo che agli idonei anche prima del 2007, anche a quelli debba essere data la possibilità di poter accedere alla pubblica amministrazione. Su questo, noi tentiamo di spiegare che, fare demagogia e continuare a dire che chi fa concorsi pubblici è perché, magari, non ha voglia di lavorare o perché chi è nella pubblica amministrazione è uno scansafatiche, noi crediamo sia veramente una vergogna.
  Infatti, con riferimento alla dignità dei lavoratori della pubblica amministrazione o di coloro che hanno, con tanta fatica, dopo tanti studi, partecipato a un concorso e sono risultati idonei, e spesso non sono stati assunti solo perché, in questi anni, con tante leggi finanziarie, è stata solamente «fatta cassa» sui dipendenti della pubblica amministrazione, noi riteniamo che sia arrivato il momento, invece, di dare un'altra tendenza in questo Paese e di dare una possibilità anche a tanti e tanti cittadini del nostro Paese di poter accedere alla pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intanto ringrazio i colleghi di Scelta Civica, che hanno apprezzato l'emendamento: io parlerò per questo e anche per l'emendamento successivo, perché la finalità è la stessa. Inviterei, però, Presidente, i colleghi di SEL a non fare demagogia, affermando che una persona che ha sostenuto nove anni prima un concorso e non è risultata vincitrice, bensì idonea – faccio presente che vi sono delle graduatorie con 5 vincitori e 500 idonei – abbia diritto al posto di lavoro.
  Purtroppo, l'impressione è che i colleghi di SEL, e purtroppo anche della maggioranza, non interpretino il dipendente pubblico quale mezzo per dare un servizio efficace ai cittadini, ma come ammortizzatore sociale. È un concetto sbagliato ! Pag. 32Oltretutto, io mi domando come, dopo l'emendamento dei relatori, l'amministrazione possa essere efficiente, quando si mettono in ruolo persone che sono risultate idonee nove anni prima, mentre escludiamo tutti quei giovani, magari laureati con fatica nello studio, dal poter, nella sostanza, accedere alla pubblica amministrazione.
  Con il combinato disposto di questo provvedimento, il 50 per cento viene stabilizzato; quindi, nella sostanza, preso senza alcun tipo di concorso, in molti casi a chiamata diretta. Dall'altro lato, congeliamo le graduatorie di 9 anni prima, badate bene, non per i vincitori, che, quelli sì, hanno diritto, ma per gli idonei. È una misura solamente ideologica, sbagliata, costosa e ingiusta, perché non stiamo più premiando la meritocrazia, ma, semplicemente, si rincorrono dei comitati che per qualcuno sono diventati dei proficui bacini elettorali. Noi non ci stiamo ! Vogliamo essere qui per legiferare il giusto e non per guardare a quanti voti si prenderanno da questi comitati nella prossima tornata elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, relativamente all'emendamento, mi trova d'accordo in parte, perché ormai da anni tutti quanti noi critichiamo il sistema della pubblica amministrazione, ma sicuramente vi sono lavoratori che meritano, che hanno vinto concorsi, e vi sono anche lavoratori che, però, purtroppo, si approfittano un po’ del poco controllo che vi è sulla pubblica amministrazione, per fare quello che vogliono.
  Quindi, noi con questo decreto siamo per razionalizzare la pubblica amministrazione. Per questo, ritengo che emendamenti di buonsenso che vadano a puntare sulla qualità e sul merito delle persone non possano essere trascurati e che non ci si possa attaccare ad essi per fare demagogia. Noi dobbiamo risanare la pubblica amministrazione, puntare sulla qualità e sulla razionalità e anche avere un numero adeguato di dipendenti pubblici, perché sono tanti anni che si sa che vi sono più dipendenti pubblici che persone che producono veramente reddito, lavorando sul campo.
  Quindi, secondo me, quest'Aula deve ragionare sul fatto che lo Stato non può essere più un «postificio». Questa cosa mi spaventa molto, perché il prossimo anno vi saranno un sacco di elezioni amministrative e tutto questo gioco sulla pubblica amministrazione sarà solo per avere ancora quel serbatoio di voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, purtroppo, il Parlamento e il Governo difendono per mantenere il proprio potere e il proprio controllo. Noi siamo qui perché il potere deve tornare in mano ai cittadini, quelli bravi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signora Presidente, aggiungo alle riflessioni del collega Gallinella un'altra riflessione che secondo me è importante. Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale che si è creata nella pubblica amministrazione: da una parte, concorsi bloccati con vincitori di concorso e idonei non assunti; dall'altra parte, tutta una serie di contratti flessibili di cui la pubblica amministrazione si è avvalsa volutamente per controllare, ovviamente, le assunzioni, e per controllare anche le persone, in modo da poterle cambiare a proprio piacimento. Allora, i cittadini sono stati umiliati due volte: la prima volta, quando sono stati resi precari, e la seconda volta quando, come giustamente osservato, adesso si tende a utilizzare graduatorie con idonei da dieci anni. Quindi, il cittadino comunque risulta sempre umiliato da questi Governi, sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 33

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Signora Presidente, io vorrei commentare la dichiarazione dei colleghi di SEL, perché in realtà qui si stanno travisando i fatti: non si sta escludendo la generazione di chi sta lavorando nella pubblica amministrazione dalla possibilità di lavorarci; si sta semplicemente dicendo che nella pubblica amministrazione si dovrebbe entrare per concorso, secondo un principio costituzionale, e quelle persone potranno tranquillamente partecipare ad un concorso, insieme agli altri. Se avranno acquisito le competenze professionali, le esperienze e la capacità per vincere quel concorso, vinceranno quel concorso, assumendo che si svolga regolarmente, e sarà sicuramente più regolare dei contratti a tempo determinato che sono stati spesso stipulati con criteri diversi. Quindi, il tema non è escludere una generazione o escluderne un'altra, ma dare pari opportunità a chi l'ha già avuta e a chi non l'ha ancora avuta (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signora Presidente, devo dire che mi ha un po’ sorpreso ascoltare l'onorevole Fedriga farci una lezione di demagogia, quando la situazione che oggi caratterizza la pubblica amministrazione, che caratterizza la vita di molti precari, di chi un concorso lo ha superato ed è da anni in attesa di poter trovare una occupazione, è una situazione che è stata creata anche, e soprattutto, dai Governi di cui l'onorevole Fedriga ha fatto parte.
  Vede, noi diciamo una cosa semplice, e su questo forse non dovremmo fare demagogia: gli idonei di cui parliamo, quelli che sono in una graduatoria in attesa di accedere a un posto di lavoro, non sono idonei così, perché qualcuno lo ha deciso da un giorno all'altro, sono idonei perché hanno superato una prova selettiva. Certo, non l'hanno vinta, perché c'era un numero molto piccolo di posti a disposizione, ma hanno superato le caratteristiche che gli consentono, dal punto di vista del risultato, di lavorare in quella posizione. Mi pare folle e ingiustificabile escluderli dalla possibilità di accedere, domani, al posto di lavoro che da tanto tempo aspettano (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, io vorrei ricordare a tutti che, quando si parla di precari, si parla di persone, non di numeri; si parla di donne e uomini che hanno rivendicato il diritto di poter lavorare e nel corso degli ultimi anni questo diritto gli è stato negato. Se oggi abbiamo una pubblica amministrazione che non funziona è anche perché non c’è un ricambio adeguato, e perché le leggi che sono state fatte nel corso degli ultimi anni hanno impedito la possibilità alla pubblica amministrazione di modernizzarsi e di diventare europea (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Signora Presidente, io credo che la figura dell'idoneo inserito in una graduatoria sia la risultante di una procedura selettiva e quindi sia anche la risultante del merito espresso dall'idoneo in quella procedura selettiva.
  Si potrebbe fare il gioco dello specchio riflesso quando ci si accusa, quando veniamo accusati di demagogia e di ideologia, ricordando che la legge n. 30, quello che ha creato quel mostro che in questo Paese chiamiamo «precarietà», porta il nome del segretario della Lega Nord Padania. Si potrebbe dire che contrapporre i disoccupati agli idonei disoccupati, i giovani Pag. 34ai giovani, la generazione alla generazione è demagogia, è una forma di ideologia perversa che ha mandato in frantumi il buon andamento della nostra pubblica amministrazione e, quindi, anche l'articolo 97 della Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, io sono rimasto molto sorpreso, però debbo dire felicemente sorpreso, del ravvedimento del Governo e delle Commissioni su alcuni pareri, vedremo appresso.
  Per stare al tema, gli idonei sarebbero – lo dico a coloro che parlano di «postifici», di demagogia da parte di SEL – coloro che, per competenze, preparazioni e titoli, non accedono al posto di lavoro non per colpa loro, per loro incapacità, quanto piuttosto per difetto di possibilità. Lo dico per farmi comprendere bene: per mancanza di posti. Siccome questa questione non riguarda solo i comuni «postifici», ma riguarderà anche la scuola – di cui parleremo la settimana prossima – saremo chiamati tutti, senza demagogia, a qualche sforzo di coerenza. Allora misureremo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, io penso che sia proprio sbagliato contrapporre i giovani precari e le persone che sono nella graduatoria, rimasta aperta, dei concorsi; è proprio sbagliato. Il punto di vista giusto per affrontare il tema della qualità del lavoro pubblico, della qualità della pubblica amministrazione è cambiare il perimetro nel quale questa discussione sta avvenendo. Non accettare questo perimetro è la guerra tra poveri. Chi alimenta la guerra tra i poveri francamente di demagogia non ha nessuna liceità di parlare. Il tema del lavoro, della pubblica amministrazione e della qualità dei servizi, questo è il tema, ma se c’è il blocco del turnover, ma se ci sono i vincoli del Patto di stabilità, è mettendo contro gli idonei con i giovani precari che risolviamo il problema ? Francamente mi sembra di no (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nardi. Ne ha facoltà.

  MARTINA NARDI. Signor Presidente, io faccio riferimento agli interventi che ho ascoltato. Non si tratta di creare nuovi posti di lavoro, di fare «postifici», o termini di questo tipo. Ma significa e si tratta semplicemente semmai di abbattere i costi della pubblica amministrazione, cioè evitare che si facciano concorsi nuovi, ma dare la possibilità di tenere aperte le graduatorie per persone che hanno i titoli, che sono risultate idonee per svolgere quel ruolo.
  Faccio presente, e molti amministratori che sono presenti o che lo sono stati in quest'Aula sanno perfettamente, che negli anni ’90 le leggi finanziarie che si susseguirono misero un tetto e fotografarono a quel momento il personale che doveva essere, ad esempio, nei comuni così come nelle province. Questo – e concludo – ha determinato una scarsezza del personale. Molti dei nostri enti pubblici, dei nostri enti locali sono sotto organico. Dare la possibilità a questi giovani sembra una cosa utile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, io penso che la vicenda vada rimessa in ordine rispetto a quelle che sono le necessità della pubblica amministrazione. È del tutto evidente che non soltanto i comuni, ma la pubblica amministrazione in generale ha bisogno di lavoratori qualificati e spesso questi lavoratori Pag. 35qualificati sono all'interno delle graduatorie dei concorsi già espletati. Il fatto di poter attingere a quelle graduatorie è una cosa fondamentale che riguarda, non soltanto i diritti di queste persone che hanno dimostrato, in una selezione pubblica, di poter svolgere egregiamente quel lavoro per la comunità, ma contemporaneamente l'interesse generale della pubblica amministrazione.
  Infatti si dà la possibilità di avere immediatamente disponibili quei lavoratori e di non mettere in campo nuovi concorsi, che non soltanto sono ulteriori costi per la pubblica amministrazione, ma che hanno tempi lunghissimi, normalmente, per essere espletati. Quindi la necessità di risolvere i problemi dei cittadini...

  PRESIDENTE. Grazie, deve concludere.

  FILIBERTO ZARATTI. Chiudo velocissimamente: sta nella possibilità di attingere alle graduatorie degli idonei.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signora Presidente, io credo che questa Camera dovrebbe almeno imparare a rispettare la lingua italiana. Io mi chiedo – e ormai lo chiedo a tutti voi – che Paese sia quello che dichiara idonea una persona a svolgere un lavoro e poi la dimentica, la dimentica nella disoccupazione e addirittura pretende di cancellare quel titolo di idoneità perché sono passati alcuni anni. Sono passati alcuni anni perché è lo Stato ad essere inadempiente, e sapete perché è inadempiente ? Non verso quei lavoratori: è inadempiente verso i cittadini, perché il fatto che quei lavoratori non siano in carica significa che i nostri cittadini non hanno più servizi pubblici in questo Paese. Significa che noi dobbiamo costringere i comuni e gli enti locali ad assumere sempre e solo attraverso lavori sfruttati di cooperativa, di esternalizzazione: vogliamo lavori a basso reddito e a bassi diritti anziché il lavoro pubblico, che per svolgere quei servizi sarebbe un diritto dei cittadini e dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, la realtà purtroppo non è in bianco e nero, come qualche deputato che mi ha preceduto ha rappresentato. Non ci sono soltanto lavoratori che hanno vinto i concorsi e non vengono assunti e lavoratori che, magari in modo clientelare, li sostituiscono nel lavoro pubblico. Purtroppo il lavoro pubblico ha avuto negli ultimi anni un rivolgimento enorme. Noi abbiamo centinaia di migliaia di lavoratori in meno nel pubblico impiego, abbiamo processi di esternalizzazione, abbiamo tanti precari che, a poche centinaia di euro al mese, mandano avanti i servizi pubblici. Abbiamo tante persone che sono precarie ma allo stesso tempo sono vincitrici di concorso. Ecco, noi dobbiamo avere nei loro confronti un profondo rispetto, perché non mi sembra assolutamente il caso di generalizzare...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  GIANNI MELILLA. ... come hanno fatto alcuni deputati del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signora Presidente, mi rivolgo attraverso la Presidenza a Sinistra Ecologia Libertà, dandogli il benvenuto nel club degli ostruzionisti. A questo punto invito, attraverso sempre la Presidenza, il deputato Sannicandro a capire cosa vuole fare nella sua vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), nel senso: fare, con l'intervento di Pag. 36prima, una stampella del Governo, o se deve iniziare a fare ostruzionismo anche lui. Quindi, deputato Sannicandro, attraverso sempre la Presidenza, mi aspetto un suo intervento: grazie e benvenuto nel club (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rizzetto, bella idea. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Signora Presidente, intervengo solo perché, ora che abbiamo sentito le motivazioni dell'emendamento, possiamo anche spiegare come mai si arriva a tanto e come fa un Paese che viene gestito male da più di vent'anni a trovarsi in queste situazioni, ossia tutti i giorni a scegliere qual è la guerra dei poveri migliore da portare avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il vero problema di questo Paese e lo vediamo tutti i giorni. Ma noi come possiamo fare, da cittadini, a scegliere qual è il povero meno povero che dobbiamo accontentare ? Questo modo di operare deve finire. Non è possibile. Ci ingarbugliamo: emendamenti, subemendamenti, poi arrivano quelli del Governo. Ma io vorrei sapere: quando cominceremo a mettere a posto queste situazioni davvero ? Perché poi ci troviamo emendamenti che ad un certo punto tirano fuori dal Patto di stabilità alcune cose. Non ce lo dimentichiamo, perché poi il trucco è sempre quello: decidere che, quando una situazione non è più sostenibile, la tiriamo fuori dal Patto di stabilità. Tutte le volte, senza considerare che questo Patto di stabilità fa schifo...

  PRESIDENTE. Grazie, deve concludere. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signora Presidente, questo emendamento, questo comma è l'emblema del papocchio italiano, la solita guerra – come ha detto la collega – tra poveri, tra idonei e risultati idonei da concorsi di dieci anni fa e chi ? I nuovi giovani che vogliono entrare nella pubblica amministrazione.
  Allora, qui non si vogliono tagliare i dirigenti, non si vogliono mandare a casa i dirigenti che sono in pensione, si vogliono assumere nuovi dirigenti e in realtà non si vuole risolvere quello che è il problema reale del lavoro di tutti i ragazzi. Allora oggi bisogna porsi delle domande: queste persone che sono risultate idonee dieci anni fa, oggi dove sono ? Cosa fanno ? Risultano ancora idonee ? Perché il mondo in dieci anni cambia. Allora, l'emblema del Paese è questo qui: facciamo la guerra e mettiamo uno contro l'altro gente che invece ha bisogno di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zan. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, questo emendamento le contestiamo perché, come dicevano alcuni colleghi, non è accettabile che la pubblica amministrazione venga servita da dei lavoratori che hanno vinto il concorso e poi gli idonei, che sono stabiliti idonei dallo Stato, vengano assolutamente considerati come dei parassiti sociali, come ho sentito qui. Qui stiamo parlando di una pubblica amministrazione che deve funzionare bene, e funzionerà bene se il patto tra Stato e cittadini viene rispettato. Allora, i vincitori di concorso, lo diceva il collega Fedriga, devono poter lavorare subito; stiamo parlando di questo. Oggi ci sono vincitori di concorsi che non lavorano nella pubblica amministrazione. Ecco perché qui dobbiamo occuparci di un altro tipo di occupazione e la dobbiamo smettere con il precariato.

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Zan.

Pag. 37

  ALESSANDRO ZAN. Il precariato produce precariato. Difendere la pubblica amministrazione, difendere il lavoro deve essere un obiettivo di efficienza pubblica...

  PRESIDENTE. Grazie.
  Ha chiesto di parlare il Ministro D'Alia. Ne ha facoltà.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Signora Presidente, io volevo approfittare della cortesia dei colleghi – considerato che questo è un punto importante del dibattito sul decreto – per riapprofondire la questione spiegando qual è la situazione che noi abbiamo nelle pubbliche amministrazioni italiane, e sostanzialmente quali sono alcuni rimedi, alcuni correttivi, che nel breve periodo cerchiamo di introdurre. Il punto è questo. Noi abbiamo avuto nell'ultimo decennio, in virtù di una serie di manovre economiche di contenimento della spesa pubblica, una contrazione delle risorse sul personale che hanno inciso sia sul turnover, sia sulle dotazioni organiche – con il taglio delle dotazioni organiche –, sia sulla retribuzione del personale pubblico. Oggi la situazione e la fotografia delle amministrazioni italiane è questa: noi abbiamo un numero di dipendenti pubblici che è in linea con la media europea ma abbiamo un numero dei dipendenti pubblici che ha un'età media molto alta (solo il 10 per cento dei dipendenti pubblici sta sotto i 35 anni); abbiamo una distribuzione geografica di questo personale che non è adeguata al carico di lavoro dei servizi e abbiamo sostanzialmente bloccato la possibilità di un avvicendamento virtuoso e qualificato all'interno delle pubbliche amministrazioni. Questo è il dato da cui partiamo. Se questo è il dato da cui partiamo, tanto per poter avere dei numeri, dico che questo dato nasce da due cose che dobbiamo tenere presenti, cioè di oltre 120 mila persone, al netto del settore della scuola, che hanno un rapporto flessibile con le pubbliche amministrazioni – quindi contratti a termine, co.co.co, interinali, tutto ciò di cui avete e abbiamo parlato – e questo numero non è calato nel corso degli ultimi sei anni.
  Ciò nonostante vi siano stati due interventi nel 2006 e nel 2007 per la stabilizzazione dei precari, cosa che noi qui non stiamo facendo perché non stiamo per legge trasformando un rapporto di lavoro a tempo determinato in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, e non sono variate neanche con la riforma del sistema del reclutamento pubblico che prevedeva a regime una norma con la possibilità per le amministrazioni di riservare una quota fino al 40 per cento dei posti disponibili in pianta organica per soggetti che avessero un contratto a termine di tre anni nell'ultimo quinquennio.
  Il dato della Ragioneria generale del 2007, ci dice che nel 2007 i rapporti di lavoro di tipo flessibile erano circa 112 mila; oggi sono 122 mila, per cui i sistemi che sono stati introdotti per contenere il fenomeno del precariato nelle pubbliche amministrazioni non hanno funzionato. Gran parte di questo personale, di queste persone, perché parliamo di persone e vanno rispettate, perché fanno un lavoro e non sono messe nelle condizioni di farlo bene o di essere valutate – ma vanno comunque rispettate e chi non le rispetta non credo che meriti rispetto –, questo dato lo dobbiamo leggere anche alla luce di un altro dato. Cioè noi abbiamo avuto in questo Paese ragazzi che hanno partecipato ad un pubblico concorso, che si sono sottoposti ad una valutazione delle loro capacità professionali e del loro merito, secondo l'articolo 97 della Costituzione, e che per il blocco del turn over o per le manovre economiche che hanno bloccato la spesa pubblica in questo settore, non hanno preso servizio, non sono stati assunti. Parliamo dei vincitori di concorso, ma parliamo anche degli idonei che, secondo la normativa vigente e secondo la giurisprudenza amministrativa consolidata, hanno una aspettativa qualificata – proprio perché valutati idonei – a poter essere assunti se l'amministrazione ha le disponibilità in pianta organica. Questo perché ? Per evitare di fare un nuovo concorso e spendere altri soldi Pag. 38quando tu hai già delle persone che hai valutato positivamente. E ne abbiamo circa 70 mila in questo Paese. Quindi noi ci siamo trovati di fronte a queste due profonde ingiustizie. E la risposta che cerchiamo di dare sta in tre cose che stanno nel decreto.
  La prima è quella di evitare le scorciatoie, perché il ricorso ai contratti flessibili serve per coprire, a volte le amministrazioni le utilizzano, avendo una flessibilità di spesa maggiore per i contratti a termine li utilizzano come scorciatoia rispetto alla riorganizzazione dei loro servizi e quindi all'utilizzo del personale con contratti a tempo indeterminato. La tipologia di questi fenomeni è soprattutto diffusa nel sistema degli enti locali e delle regioni ed è un problema che è sotto gli occhi di tutti, e quindi noi interveniamo restringendo la possibilità di fare ricorso ai contratti a termine.
  La seconda questione su cui noi cerchiamo di intervenire è quella dei tempi di espletamento di una procedura concorsuale. Oggi i tempi medi per la celebrazione di un concorso sonno due/tre anni; pensiamo alle procedure per poter essere autorizzati a bandire un concorso, indirlo, celebrarlo, soprattutto quando abbiamo mega concorsi (quanti mega concorsi si sono fatti e quali sono le distorsioni, i tempi e le inefficienze !). Allora noi interveniamo, e mi ha fatto piacere che da questo punto di vista la Commissione abbia approvato un emendamento introducendo il concorso unico, perché non capisco la ragione per la quale Ministeri diversi debbano ciascuno farsi un concorso in autonomia per figure professionali che sono fungibili. Cioè se io devo prendere un funzionario amministrativo, dovrà avere la stessa preparazione sia che lo faccia al Ministero dell'economia sia che lo faccia al Ministero dei beni culturali sia che lo faccia al Dipartimento della funzione pubblica. Allora, se noi interveniamo con norme che accorciano i tempi concorsuali riusciamo, nel tempo, a risolvere le questioni che sono state poste da tutti i gruppi parlamentari con molta serietà e che io personalmente condivido.
  La terza cosa su cui noi vogliamo intervenire e che, poiché per il 2014, per il 2015 e, in base alla legge di stabilità che è all'esame del Senato, anche per il 2016, il turn over è molto limitato, nel senso che le pubbliche amministrazioni nel 2014 potranno solo occupare il 20 per cento delle persone che andranno in pensione – quindi, su dieci, due –, nel 2015 il 50 per cento – ma questo numero si prevede di ridurlo a 40 nella legge di stabilità, quindi su dieci persone che vanno in pensione, quattro – e nel 2016 è prevista un'ulteriore contrazione del turn over al 50 per cento, l'unico modo per evitare che queste due ingiustizie non vengano almeno parzialmente riparate e che contemporaneamente le amministrazioni si trovino senza le professionalità qualificate per disimpegnare quei posti nel 2014 e nel 2015, interveniamo con un provvedimento che dice che chi ha vinto un concorso è giusto che prenda servizio e venga assunto, perché altrimenti c’è un fenomeno di avvitamento per cui io faccio un concorso nuovo, interviene una nuova manovra economica, si blocca l'immissione in servizio e devo ricominciare da capo, e in tutto questo ci sono questi ragazzi che hanno vinto un concorso, che sono gli unici che si sono sottoposti ad una valutazione di merito, che restano fuori dalla porta.
  Questo è il punto, questa è la questione, e peraltro con altre scorciatoie su cui abbiamo cercato e stiamo cercando di intervenire anche in questo decreto, cioè con forme di reclutamento, diciamo così, parapubblico, che riguardano le società partecipate. Allora io credo che la discussione, in linea di principio, è una discussione corretta, noi vogliamo il concorso pubblico aperto a tutti, ma nella concretezza delle questioni che abbiamo davanti e che ci siamo trovati davanti e delle emergenze che abbiamo davanti, abbiamo proposto una soluzione, che il Parlamento ha inteso ampliare anche al 2016, con un emendamento approvato all'unanimità dalla Commissione e che ha il parere favorevole del Governo per questa ragione, perché si è pensato di estendere anche al 2016, nella considerazione che nel 2016 il Pag. 39turn over non sarà al 100 per cento come si prevedeva originariamente, ma sarà ridotto al 50 per cento.
  Queste sono le ragioni per le quali noi riteniamo che sia opportuno andare avanti con una soluzione che non risolverà il problema, ma che sicuramente metterà un po’ d'ordine e farà un po’ di giustizia in un settore in cui, come tanti colleghi di maggioranza e opposizione hanno detto, giustizia ce n’è stata poca.

  PRESIDENTE. Alla luce dell'intervento del Ministro, chiedo se posso considerarlo esauriente e passare ai voti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antimo Cesaro. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ANTIMO CESARO. Signor Presidente, volevo ringraziare il Ministro per le spiegazioni che ci ha dato, ma tuttavia sottolineare che il problema sollevato dal subemendamento è effettivamente reale, perché se il Ministro sottolinea che l'età media nella pubblica amministrazione è molto alta, se altri colleghi sottolineano che la qualità della pubblica amministrazione lascia a desiderare, è certo che poi dobbiamo porci il problema di andare a pescare all'interno di graduatorie vecchie di nove anni, se sono queste le modalità attraverso le quali intendiamo risolvere il problema. Non è una lotta tra poveri e più poveri, è la possibilità di mettere a confronto persone brave e idonee o vincitori di concorso e persone magari più brave, neolaureate delle nostre università, che hanno lo stesso diritto di confrontarsi secondo il dettato costituzionale, e far valere il loro talento, i loro sacrifici, la loro professionalità, e blocchiamo questa possibilità fino all'anno 2016.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, purtroppo siamo qui a discutere di questa situazione, una situazione che deriva dalla pessima gestione da parte dei partiti durante questi ultimi anni.
  Da una parte, abbiamo persone inserite in graduatorie del 2007, dalle quali vogliamo attingere anche tra gli idonei e, dall'altra, dobbiamo considerare una disperata condizione dei disoccupati italiani.
  A tal proposito, vi volevo ricordare i dati che ci vengono dall'ISTAT, i quali ci dicono che questa estate, ad agosto, la disoccupazione giovanile ha raggiunto la cifra del 40 per cento. Quindi, dobbiamo fare bene attenzione a capire come agire in queste situazioni perché, da un lato, c’è gente che ha dei diritti acquisiti perché inserita in graduatoria in concorsi che sono stati fatti anni fa, dall'altro lato, c’è una pressione sociale giusta da gente che ha investito in istruzione e in formazione e che, quindi, chiede di accedere al mondo del lavoro, giustamente.
  Questa situazione è inaccettabile e la politica deve smetterla di giocare con la vita delle persone. Ci vuole serietà. Dobbiamo smetterla con il precariato, ma, al tempo stesso, dobbiamo puntare sulla meritocrazia. Dovremmo ridare dignità e speranza agli italiani.
  Come dicevo, io capisco sia, da un lato, le ragioni di chi – come la Lega – pensa che sia assurdo andare ad attingere a graduatorie così vecchie, che vedono le persone idonee nel 2007 che magari tra cinque, sei o sette anni non saranno più così adeguate a ricoprire quei ruoli. Capisco però anche la posizione di Sel, che vuole tutelare queste categorie. A tal proposito, spero che il dibattito continui perché io, a questo punto, sarei per l'astensione, ma spero che altri interventi di altri colleghi chiariscano la situazione ed io, alla fine, possa decidermi in un senso o nell'altro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vacca. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente, concordo con quanto detto dai miei colleghi, anche se con una parte, non con tutti i colleghi che mi hanno preceduto. Aggiungo che noi qua stiamo ovviamente discutendo – come è stato già sottolineato Pag. 40– per cercare di rimediare a dei guai, anzi a dei disastri, non a dei guai, combinati dai Governi precedenti.
  Allora, iniziamo a fare i nomi di qualcuno che ha fatto questi disastri. Un responsabile, ad esempio, è uno che vuole occupare le trasmissioni televisive, uno per il quale è stato istituito un Ministero apposito, il Ministero per la pubblica amministrazione, un certo Brunetta, uno dei tanti uomini del generale Berlusconi, del pregiudicato Berlusconi, che arrivò al Ministero creato appositamente per lui per riformare la pubblica amministrazione, per fare grandissime riforme, per sistemare la pubblica amministrazione italiana e, invece, ha fatto solo disastri. Nessuno lo ricorda oltre al fatto di voler togliere i soldi per chi era malato e per i dipendenti che erano malati.

  PRESIDENTE. Mi scusi, mi ero distratta. Ha finito il tempo a sua disposizione. Deve concludere.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Grazie Presidente, in merito ai contratti della pubblica amministrazione, voglio sempre ricordare – come è già stato detto in precedenza – che non c’è un cambio generazionale: nessun giovane, ma si va sempre ad attingere dalle vecchie graduatorie, sempre più vecchie; anzi si paga due volte la stessa persona, sia come lavoratore, che come pensionato.
  Volevo ricordare in merito ai dipendenti della pubblica amministrazione che...
  Un attimo, vorrei sollecitare che si liberino i banchi del Governo.

  PRESIDENTE. Onorevole Fiano, la prego di lasciare libera la sottosegretaria Amici di ascoltare.

  MICHELE DELL'ORCO. Quindi, io volevo ricordare che la nostra collega del MoVimento 5 Stelle, Carla Ruocco, ha depositato una proposta di legge sempre sul tema che propone di portare la soglia dei redditi massimi nella pubblica amministrazione da 300 mila euro a 200 mila euro annui. In questo modo, essendo stipendi e pensioni collegate, si riuscirà a ridurli, evitando le recenti sentenze della Corte costituzionale.
  Sempre nella stessa proposta di legge della mia collega Carla Ruocco...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MICHELE DELL'ORCO. Si sto concludendo...., si risolve anche il nodo del cumulo tra pensioni d'oro e stipendi. Il Movimento 5 Stelle propone il divieto di cumulo tra queste due entrate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, per un minuto, la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, in realtà volevo fare un'osservazione. Volevo anzitutto ringraziare il Governo per essere stato così chiaro e disponibile nelle spiegazioni ma proprio per le spiegazioni che ha dato, vorrei fare una domanda: noi lo sappiamo benissimo che i concorsi durano da due ai tre anni, che una volta che iniziano chissà quando finiranno e sono interminabili. Le prove scritte, dopo un anno le prove orali: è veramente un calvario. Ma perché, qual è questo motivo, per quale motivo devono durare così tanto ? È mai possibile che quando uno inizia un concorso non sa mai quando lo dovrà finire ? C’è un motivo. Perché non incominciate a informatizzare i dati ? Perché non usate i flussi informatici o almeno perché non ci spiegate perché devono durare così tanto ? È frustrante ed è avvilente per tutti coloro che provano a fare un concorso poiché già sapranno che verranno bloccati – questo è il problema – ma non sapere quando arriverà la fine è veramente avvilente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pag. 41Tinagli 0.4.401.1 , con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris... Rostan... Misuraca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  313   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  45    
    Hanno votato
no  268).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  A questo punto sospendiamo l'esame del provvedimento che riprenderà alle ore 15. La Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 14 presso la Biblioteca del Presidente.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Amici, Bindi, Censore, D'Alia, Luigi Di Maio, Fico, Fontanelli, Gebhard, Meta, Pisicchio, Tabacci, Tidei, Tinagli e Villarosa sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione (ore 15,02).

(Ripresa esame dell'articolo unico – A-C. 1682-A).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la vicepresidente dell'XI Commissione, onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI, Vicepresidente dell'XI Commissione. Signor Presidente, solo per chiedere la possibilità di ritardare di mezz'ora l'inizio dei lavori, perché il Comitato dei 18 sta ragionando su alcuni emendamenti. Inoltre, ci risulta che la IX Commissione (Trasporti) è ancora riunita, quindi, magari, diamo l'opportunità ai colleghi di raggiungere l'Aula più tardi.

  PRESIDENTE. Quindi, Vicepresidente Polverini, chiede mezz'ora ?

  RENATA POLVERINI, Vicepresidente dell'XI Commissione. Sì, signor Presidente, mezz'ora.

  PRESIDENTE. Visto che la Presidenza ha anche verificato la circostanza per cui è in corso un'audizione in Commissione trasporti, a questo punto, se sono vi sono obiezioni, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,40.

  La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,40.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge in esame. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto il subemendamento Tinagli 0.4.401.1.
  Passiamo al subemendamento Invernizzi 0.4.401.2.
  Colleghi, se liberate il banco del Comitato dei nove, chiedo al presidente Damiano Pag. 42se mi dà conferma, giacché c’è stata una riunione – che io mi auguro proficua – del Comitato dei diciotto, che noi possiamo iniziare a votare questi emendamenti, oppure se vi sono proposte diverse.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per l'XI Commissione. Signor Presidente, possiamo continuare il nostro lavoro, quindi riprendendo dal subemendamento Tinagli 0.4.401.1.

  PRESIDENTE. Presidente Damiano, il subemendamento Tinagli 0.4.401.1 è stato l'ultimo che abbiamo votato nella seduta antimeridiana. Adesso abbiamo il subemendamento Invernizzi 0.4.401.2. Riprendiamo da questo.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per l'XI Commissione. Mi scusi Presidente, non l'avevo segnato. Partiamo da questo punto, le chiederei poi, mentre procede il lavoro, di accantonare alcuni emendamenti. Sto facendo un lavoro di ricognizione.

  PRESIDENTE. Sta bene. Allora procediamo con questo poi, man mano che arrivano gli emendamenti che vanno accantonati, le domanderò la cortesia dei segnalarli alla Presidenza.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per l'XI Commissione.
  Sì, possiamo procedere. Grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Invernizzi 0.4.401.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Oliaro, Buonanno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  362   
   Votanti  303   
   Astenuti   59   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato
  39    
    Hanno votato
no  264).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.401 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Rughetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  367   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
 352    
    Hanno votato
no   15).    

  Gli emendamenti successivi sono preclusi. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 4.219 sul quale vi è un invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, questo è uno dei commi che più contestiamo all'interno del provvedimento. Lo contestiamo perché riteniamo inique le misure che il Governo ha deciso di mettere in atto anche in questa occasione. L'abbiamo fatto presente con gli emendamenti precedenti, lo faremo presente anche ovviamente con gli emendamenti successivi rimarcando la nostra posizione in questa Aula e chiediamo ovviamente una riflessione sull'articolato dello stesso provvedimento che purtroppo si discosta da quei principi di logica e di equità di cui ho parlato nell'intervento prima della chiusura.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 43
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 4.219, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Malisani, Quartapelle, Di Stefano, Sannicandro, Santerini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  315   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato
  18    
    Hanno votato
no  297).    

  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Pilozzi 4.78 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 4.78, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  358   
   Votanti  305   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
  28    
    Hanno votato
no  277).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cecconi 4.221 sul quale vi è un invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, questo è, anche qui, un po’ il cuore del provvedimento che stiamo trattando perché vuole di nuovo portare al 2016 la proroga delle graduatorie. Questo comporta, nella sostanza, abbinando l'emendamento della Commissione che la maggioranza ha approvato, la valenza fino a nove anni delle graduatorie anche per gli idonei.
  Voglio ricordare ai colleghi che forse non se lo ricordano che la norma prevede che se esistono ancora in vigore – e quindi sto parlando di queste graduatorie di nove anni – le graduatorie, l'amministrazione non può bandire nuovi concorsi. Ciò vuol dire che noi per nove anni blocchiamo l'ingresso di qualsiasi altro giovane all'interno della pubblica amministrazione per una persona che ha espletato il concorso nove anni prima e che non è risultata vincitrice, bensì idonea.
  Io voglio contestare quanto è stato detto prima dal gruppo di SEL: non c’è una distinzione soltanto tra i migliori e quelli che non sono in grado di fare il lavoro, c’è una distinzione anche graduale tra i migliori e quelli che sono sufficientemente preparati ma non sono i migliori e, quindi, è giusto che i migliori ricoprano quell'incarico stesso. Faccio un esempio, è come se in un colloquio privato andassero due candidati, il datore di lavoro dice a tutti e due: siete tutti e due bravi, però tu sei il migliore. Quello a cui è stato detto che è bravo ma non è il migliore, nove anni dopo si ripresenta e dice: no, devo essere assunto.
  Non funziona così, non è che tutti gli idonei, semplicemente perché il concorso certifica che c’è la sufficienza alla preparazione, devono avere il posto di lavoro pubblico. Il mondo non funziona così, il privato non funziona così, il pubblico non deve funzionare così, perché noi dobbiamo creare l'efficienza nel pubblico, non fare Pag. 44ammortizzatore sociale. Tenere aperte nove anni le graduatorie impedendo l'indizione di nuovi bandi vuol dire escludere una generazione dalla partecipazione alla pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Drammaticamente, io capisco che queste persone che si laureano e che devono ancora partecipare al concorso sono meno rumorose e forse sono meno compatte nel garantire pacchetti di voti, però sono dalla parte del giusto e noi vogliamo difendere queste persone. Avevamo proposto anche una mediazione, dicendo: le graduatorie non teniamole attive dal 2007 ma dal 2010. Sembrava una cosa di buon senso. No, hanno voluto tenerle aperte dal 2007 perché questo Parlamento nella giornata di oggi non sta facendo norma sulla pubblica amministrazione, sta facendo un puro e bieco assistenzialismo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cecconi 4.221 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 4.221, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Quaranta, Bonafede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  382   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  274).    

  Passiamo all'emendamento Cecconi 4.231, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, delle Commissioni, un parere contrario del Governo e un parere favorevole del relatore di minoranza.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 4.231...
  Chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie Presidente, noi ovviamente appoggiamo anche questo emendamento. Siamo contenti che anche il MoVimento 5 Stelle condivida questa battaglia, oltretutto noi stiamo votando un emendamento del MoVimento 5 Stelle. Ripeto: serve semplicemente per riportare...

  PRESIDENTE. Onorevole Fedriga, chiedo scusa se la interrompo, ma gli uffici mi comunicano che l'emendamento Cecconi 4.231 è ritirato.
  Quindi, passiamo al successivo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 4.220, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  360   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  69    
    Hanno votato
no  291).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 4.223.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

Pag. 45

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, dispiace che i colleghi del MoVimento 5 Stelle abbiano ritirato l'emendamento Cecconi 4.231 e mi dispiace non aver avuto il tempo di interloquire, perché volevamo fare nostro l'emendamento, però evidentemente anche questo va nella stessa direzione degli emendamenti precedenti. Dispiace che i colleghi del MoVimento 5 Stelle abbiano cambiato la loro posizione. A tal riguardo, anzi esprimo solidarietà ai colleghi firmatari dell'emendamento stesso, che invece era un emendamento di assoluto buonsenso e condivisibile.
  Dico questo perché noi stiamo continuando a prorogare delle graduatorie come se chiunque fosse risultato sufficiente a svolgere un lavoro, automaticamente debba avere il posto di lavoro. Non è così. Mi dispiace dire che non è così, perché i posti nel pubblico impiego non sono infiniti, anzi forse dovrebbero essere efficientati invece che continuare a fare assunzioni e, magari, anche ricalibrata la quantità di organico nelle varie aree, perché ci sono delle aree del Paese dove l'organico forse è a un livello eccessivo e altre nelle quali non è sufficiente.
  Oltretutto, noi vogliamo anche con questo emendamento far capire che esiste un merito, che i vincitori, i primi della graduatoria, hanno giustamente vinto un bando e quindi a loro, giustamente nel più breve tempo possibile, entro la durata del bando, deve essere garantito il posto di lavoro. Non solo, ma spiego ai colleghi di SEL – perché forse non è molto chiaro a loro – qual era e qual è la ratio degli idonei. È che, nella norma, un bando dura tre anni; in questi tre anni, se si liberano dei posti, come aveva detto il Ministro – però nel limite dei tre anni –, che pertanto sono superiori al numero assegnato ai vincitori, ci sono gli idonei che possono andare a occupare quei posti giustamente.
  Dopo tre anni, ratio vuole però che quella graduatoria finisca e si proceda a un nuovo bando; questo perché ovviamente anche la verifica, tramite bando e tramite concorso, delle conoscenze che ha un soggetto che si candida a lavorare nella pubblica amministrazione, non può valere per sempre nel tempo in modo indefinito: il candidato è stato valutato idoneo per il periodo di tre anni, ma portare questo periodo a nove anni è davvero una stortura della norma, una stortura della norma che noi abbiamo cercato veramente di incidere in modo propositivo, anche arrivando a delle mediazioni che non ci soddisfacevano totalmente.
  Eppure in questo momento noi stiamo eliminando dalla possibilità di partecipare ai concorsi, da una parte, con le stabilizzazioni e, dall'altra, con la proroga della validità dei bandi e l'introduzione dell'emendamento Damiano.
  È una situazione che non è assolutamente prorogabile all'interno del nostro Paese. Stiamo facendo un provvedimento che, dal nostro punto di vista, ha rilevanza semplicemente clientelare, ovvero tutelare la parte o quei comitati che ci sono più vicini. Io penso invece che anche il cittadino che non alza la voce, che non urla, che non fa presente le sue istanze giuste, abbia diritto di essere tutelato. Dunque, non siamo noi che mettiamo una generazione contro l'altra, che mettiamo una persona che ha partecipato ad un concorso tempo addietro contro quella che dovrà parteciparvi, ma è questa norma che crea questa ingiustizia. È questa norma che mette una persona contro l'altra.
  Per questo vogliamo cercare di sensibilizzare l'Aula in tal senso e per questo vogliamo intervenire spiegando le nostre motivazioni, entrando nel merito dei nostri emendamenti, per far capire forse che questo è un fatto di giustizia, che non è un fatto che l'opposizione vuole fare proprio. Non a caso, anche in modo molto responsabile, il gruppo di Scelta Civica su questo ci vede condurre una battaglia comune, perché è un tema di semplice giustizia. Su molti temi abbiamo posizioni diverse e distanti – siamo gruppi parlamentari con visioni opposte su tanti temi – ma questo, che è un tema di giustizia, semplicemente – ripeto – perché giusto, ci vede votare emendamenti in modo condiviso.
  Quindi, a tal fine, invito veramente la maggioranza e anche una parte dell'opposizione a fare un'attenta riflessione, perché Pag. 46in questo caso stiamo veramente colpendo gli ultimi, ovvero quei giovani che non trovano lavoro e che magari hanno studiato, hanno fatto un sistema di formazione molto approfondito e molto faticoso. Li stiamo colpendo in modo feroce, semplicemente per tutelare qualche comitato che è andato probabilmente da qualche deputato di SEL o del PD.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Perché a titolo personale ?

  PRESIDENTE. Perché per il suo gruppo ha parlato l'onorevole Fedriga.

  GIANLUCA BUONANNO. Ho capito. Parlo anche per la mia famiglia ?

  PRESIDENTE. No, parla per lei.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, dal discorso fatto da Fedriga e da quello che ho sentito stamattina e oggi da parte della Sinistra Ecologia e Libertà, come mi hanno insegnato a chiamarli, a me viene in mente una cosa, cioè che la parola meritocrazia per una certa parte di quest'Aula non esiste. Mi ricorda un po’ quando io ero appena nato, quindi l'ho visto poi nelle immagini successive, quelle in bianco e nero alla televisione, il Sessantotto. Quando c’è stato il Sessantotto ho visto alla televisione e ho letto sui libri, ovviamente non quelli di parte, che c'era il diciotto politico e anche gli asini diventavano dottori, laureati, insomma c'era il diciotto politico e andava bene tutto. Questo è un discorso talmente simile, dove alla fine chi vince il concorso è uguale a chi non lo vince. Allora perché facciamo i concorsi ? Forse perché in questo Paese i concorsi sono quasi tutti truccati ! Ogni giorno leggiamo sul giornale che i concorsi sono truccati e che c’è qualcuno che fa il furbo. Allora, diciamolo prima: i concorsi non fateli neanche, tanto non importa chi vince o chi perde, alla fine dobbiamo prenderli tutti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, vorrei solo ribadire che questo tipo di proroghe creano delle aspettative completamente sbagliate e una distorsione del concetto di domanda e di offerta di lavoro. Qui si dà l'impressione di parlare, più che di lavoro, di stipendi, completamente slegati da quella che è una domanda che invece nel mercato trova la sua naturale offerta. Il messaggio che diamo è sbagliato ed è completamente fuori dal tempo, perché in nove anni la domanda di lavoro della pubblica amministrazione, che non è diversa da quella di una azienda privata, cambia in modo radicale, cambia anche in meno di nove anni. Quindi, il nostro emendamento intende riportare non solo ad una durata ragionevole la validità di queste graduatorie, ma anche dare un messaggio che sia un po’ più in linea con i tempi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, personalmente sono d'accordo con quanto ha appena espresso il collega Busin, ma vorrei aggiungere un ulteriore aspetto e una considerazione. Si parla sempre di più di fuga di cervelli, si parla sempre più di giovani senza una prospettiva e credo seriamente che questo provvedimento non aiuti quei miei coetanei che escono dall'università, che si sono impegnati, che in maniera meritocratica potrebbero entrare a far parte di quella pubblica amministrazione che viene spesso definita, anche a torto, un carrozzone e piena di persone non capaci.
  Proprio per evitare che si continui in questa direzione, noi chiediamo all'Aula di appoggiare questo emendamento, anche Pag. 47per un'altra considerazione. Oggi ho visto, signor Presidente, che dei ragazzi sono venuti a incontrarci e a vedere come stiamo lavorando e come stiamo discutendo del loro futuro. Diamo un esempio concreto che la politica risolve e dà loro anche una prospettiva.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per sostenere la bontà delle argomentazioni che sono state poc'anzi portate dai colleghi, e in particolare dal collega Fedriga. La Lega Nord ha un giudizio, ovviamente, negativo su questo decreto-legge: lo abbiamo definito e continueremo a definirlo un decreto-legge clientelare, e lo stiamo vedendo dal dibattito confuso e articolato che si sta sviluppando in questi giorni.
  La Lega Nord, quindi, ha una posizione ovviamente contraria rispetto a questo decreto-legge, però gli interventi che sono stati fatti finora, in modo particolare dal collega Fedriga e da altri, dimostrano come vi è, da parte nostra, la volontà di poter migliorare questo testo, quanto meno introducendo qualche aspetto utile e interessante.
  L'emendamento che è stato sottoposto, e che adesso andiamo a votare, va esattamente in questa direzione, per cui chiediamo a tutte le forze politiche responsabili, e mi rivolgo in modo particolare agli amici di Scelta Civica, con cui stiamo condividendo alcuni temi, affinché vi possa essere anche da parte loro una condivisione...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, noi ci chiediamo come possa stare in piedi un sistema del genere, in quanto chi è stato dichiarato idoneo durante un concorso non può, poi, avere la pretesa, in un immediato futuro, di avere gli stessi diritti di chi un concorso, magari, lo ha vinto.
  Non si riesce a capire come possa continuare a stare in piedi un sistema in cui, addirittura, le graduatorie valgono per nove anni. Così facendo, stiamo precludendo la possibilità a tanti giovani di poter accedere ai lavori nella pubblica amministrazione con nuovi concorsi. Questa è chiaramente un'ingiustizia, dal nostro punto di vista. Quindi, faccio mie le dichiarazioni fatte dall'onorevole Fedriga, in quanto questo è un sistema totalmente sbagliato, che va assolutamente cambiato, proprio per una questione di giustizia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcolin. Ne ha facoltà.

  MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, credo che tre anni di validità della graduatoria di un concorso per i soggetti risultati idonei, siano sufficienti per dire che una persona è idonea ad un lavoro, però credo anche che qui si voglia determinare non la creazione di posti di lavoro, non la creazione di lavoro, ma la creazione proprio della tutela di posti di lavoro, cosa che nella pubblica amministrazione spesso avviene.
  Comunque, per ogni categoria, nel lavoro privato, ogni anno si ripetono degli esami, si ripetono dei corsi di aggiornamento. Quindi, credo che dieci anni di idoneità siano veramente esagerati per dire che una persona possa avere il diritto ad avere un posto. L'idoneità non è la vittoria di un concorso, ma significa, semplicemente, che una persona è idonea a fare un determinato tipo di lavoro, e che quindi potrà accedervi, se nei tre anni si libera un posto nella graduatoria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, invitandovi, ovviamente, a votare questo emendamento, non ne faccio solo ed esclusivamente Pag. 48una questione generazionale, ma ne faccio una questione di scelta in base all'efficienza della pubblica amministrazione.
  Se, strumentalmente o meno, viene ritenuto, a dominio pubblico, che la pubblica amministrazione non funziona, la cronicità delle classifiche e delle graduatorie persisterà in questa situazione. Noi dobbiamo fare in modo di aprire, il più velocemente possibile e nella maniera più snella possibile, questa partecipazione a quelle persone che, dal punto di vista dell'aggiornamento e del pensiero, magari aggiornato anche ad una mentalità nuova, possano portare efficienza alla pubblica amministrazione e migliorarne il servizio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, il nostro Paese ha bisogno di una scossa. La scossa viene data anche riconoscendo la meritocrazia. Se vogliamo rimanere al passo con gli altri Paesi, dobbiamo far sì che chi merita sia riconosciuto, e non sempre cercare di fare come abbiamo fatto con gli anni, quei passaggi che poi portano al discredito della pubblica amministrazione. Dobbiamo far sì che le persone che meritano, o le persone che affrontano determinati concorsi e poi vincono, non debbano essere accomunate a degli altri. Il passaggio che riconosce la meritocrazia è basilare per il nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, io vi chiedo: quando esce la statistica sulla disoccupazione giovanile che una volta l'anno ci racconta delle percentuali preoccupanti che abbiamo in questo Paese, appunto di disoccupazione giovanile, sono tutti pronti a stracciarsi le vesti, ed è sufficiente leggere le agenzie di stampa per vedere che tutti i parlamentari, un po’ di tutte le forze politiche, fanno un po’ il canto per cercare di dare lavoro ai giovani e trovare le soluzioni. Qui la soluzione c’è, ed è quella di dare la possibilità anche alle nuove generazioni di partecipare ai concorsi per le pubbliche amministrazioni. Non si capisce il perché di questa ipocrisia di piangersi addosso per la disoccupazione giovanile, ma poi dimenticarsene ogni volta che c’è la possibilità di votare qualcosa in questo senso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, io vorrei fare una domanda di chiarimento ai relatori o al Governo. Vorrei sapere, cioè, se questa normativa riguardante le graduatorie si applica anche ai concorsi in ambito sanitario, perché se così fosse, nove anni in ambito sanitario sarebbero un'eternità, come gap culturale, per qualunque professionista (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Se i relatori non intendono intervenire, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 4.223, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Dambruoso, Minardo, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  393   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 119    
    Hanno votato
no  274).    

Pag. 49

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 4.80, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rostan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  393   
   Votanti  319   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
  30    
    Hanno votato
no  289).    

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Signor Presidente, chiedo di accantonare l'emendamento Di Salvo 4.225.

  PRESIDENTE. Quindi passiamo all'emendamento Pilozzi 4.81. Chiede di accantonare anche l'emendamento successivo all'emendamento Pilozzi 4.81, cioè l'emendamento Di Salvo 4.130 ?

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 4.81, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Arlotti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  327   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
  29    
    Hanno votato
no  298).    

  L'emendamento Di Salvo 4.130 è accantonato.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Cecconi 4.224, formulato dal relatore.

  ANDREA CECCONI. Lo ritiro, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Piazzoni 4.129.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piazzoni. Ne ha facoltà.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Signor Presidente, il nostro emendamento mira a considerare lavoratori anche coloro che non hanno avuto un contratto a tempo determinato, ma uno dei tantissimi contratti precari che questo Paese ha permesso, perché vorrei ricordare che si può fare tutto, ma che uno Stato sia così schizofrenico – oserei dire – da poter prima acconsentire un numero incredibile di contratti diversi tra loro, tutti ovviamente puntati al ribasso dei diritti, e poi lo Stato stesso non li riconosce, è veramente incredibile.
  Aggiungo solo che a me sembra che in questa discussione sia scomparso un tema, che però dovrebbe essere quello più a cuore a tutti gli italiani, cioè la qualità della pubblica amministrazione. Quando abbiamo delle persone che lavorano in una determinata posizione da anni, e quindi c’è stato anche un tempo, un lavoro, uno sforzo fatto dallo Stato per formare quelle persone, è incredibile come questo valore di competenza, di capacità, di possibilità di tenuta dei servizi pubblici sia totalmente ignorato. Quindi vi chiediamo Pag. 50veramente di riflettere su come non sia possibile mettere alla porta migliaia di lavoratori che hanno già subito oltretutto la beffa di essere stati fino ad oggi sottopagati rispetto ai loro «vicini di banco» nel loro lavoro, con meno i diritti, meno soldi e meno prospettiva (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnati dell'Istituto tecnico commerciale «Giuseppe Marchetti» di Udine, che stanno seguendo i nostri lavori (Applausi).
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piazzoni 4.129, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ferraresi, Fava...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  330   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
  30    
    Hanno votato
no  300).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciprini 4.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, la proposta emendativa mira ad ampliare il bacino dei potenziali partecipanti alle procedure di selezione senza costi aggiuntivi. In seguito alla proposta formulata possono partecipare alla selezione non soltanto i titolari di contratto di lavoro a tempo determinato, ma anche coloro che hanno in essere o hanno avuto in essere, contratti di collaborazione coordinata e continuativa.
  Ricordo che, in data 18 giugno 2013, il Governo aveva accolto come raccomandazione il mio ordine del giorno, che impegnava a promuovere con urgenza ogni iniziativa legislativa utile alla stabilizzazione di tutti i lavoratori precari nella pubblica amministrazione, senza distinzione rispetto alle tipologie contrattuali, quindi compresi anche i co.co.co. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 4.10, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bosco... Carrescia... Romano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  404   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  283).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pilozzi 4.79.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, il nostro emendamento, quello di cui stiamo parlando in questo momento, è simile ad alcuni altri precedenti. Io ci tengo comunque a sottolinearlo per il senso che ha: noi chiediamo che, per la partecipazione ai concorsi riservati, non ci si rivolga soltanto alle persone che hanno avuto un contratto a tempo determinato negli ultimi 5 anni per 3 anni. Noi chiediamo anche che vengano considerati possibili partecipanti, quindi che il concorso riservato si ampli anche alle persone che hanno per 3 anni Pag. 51avuto un contratto di collaborazione o un contratto interinale. Naturalmente la ragione è che il contributo che quelle persone hanno portato al lavoro pubblico e alla pubblica amministrazione non è diverso a seconda del tipo di contratto che hanno e che ha caratterizzato il loro rapporto con la pubblica amministrazione, e non è diversa la qualità dei servizi a cui hanno contribuito. Naturalmente parliamo di 40.000 persone, 39.000 per l'esattezza, i cui contratti scadono al 31 dicembre 2013, che hanno un rapporto precario con la pubblica amministrazione o di collaborazione o di lavoro interinale.
  Vorrei insistere su questo punto: non è il tipo di contratto che qualifica che cosa tu hai dato alla pubblica amministrazione, in che cosa il tuo lavoro è importante e a cosa serve per tenere aperti i servizi, né tanto meno la vita delle persone. Il tipo di rapporto di lavoro è stato deciso non dalle persone che lo stanno realizzando, ma da chi ha proposto loro il contratto. Quindi, secondo noi, è una distinzione iniqua, che vorremmo per questo eliminare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 4.79, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso... Baruffi... Gitti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  385   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  84    
    Hanno votato
no  301).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 4.108, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Gitti, lei ha rischiato grosso... Colleghi, vi avevo chiesto la cortesia di togliere dalle scale le borse. Hanno votato tutti ? Chi è che non ho votato ? Colonnese... Di Battista... Onorevole Di Battista, mi dia la possibilità di vedere se l'onorevole Colonnese ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  325   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato
  31    
    Hanno votato
no  294).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nardi 4.226.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo potrebbe esprimere un parere favorevole su questo emendamento, contrariamente a quanto avevamo fatto nella fase un po’ concitata dell'espressione dei pareri, se la prima firmataria, la collega Nardi, potesse accettare di togliere dall'inciso «indetta da un'amministrazione a sua scelta» l'espressione «a sua scelta». Così il parere sarebbe favorevole.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 52

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Signor Presidente, concordo con l'opinione del Governo e, quindi, chiediamo la riformulazione.

  PRESIDENTE. Se intende esprimersi anche il relatore di minoranza, altrimenti chiediamo al primo firmatario. Prendo atto che l'onorevole Nardi accetta la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nardi 4.226, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  318   
   Astenuti   89   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
 316    
    Hanno votato
no    2).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Chimienti 4.36, su cui vi è un parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, accogliamo veramente con grande soddisfazione la pronuncia favorevole del Governo sul nostro emendamento soppressivo del periodo inserito al Senato al comma 6 dell'articolo 4. Questa è una vittoria del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), unico – e sottolineo unico – gruppo parlamentare ad aver denunciato pubblicamente questo scandalo e ad aver presentato un emendamento soppressivo. E chissà che l'approvazione di questo emendamento non porti qualcuno a capire che non siamo qui solo ad occupare i tetti e a rubare i soldi pubblici degli italiani o a far perdere tempo su provvedimenti che, certo, se noi non sedessimo in quest'Aula, verrebbero approvati in maniera molto più sbrigativa e superficiale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Di leggi ad personam il nostro Paese ne ha viste anche troppe ed è inutile ricordarle tutte ora proprio mentre il suo più celebre utilizzatore finale non se la passa tanto bene. Oggi, però, Presidente, avremmo assistito ad un evento storico. Avremmo approvato una norma di legge, l'emendamento a firma del senatore Sposetti del PD, non solo palesemente ad personam, ma che avrebbe compiuto la mirabolante impresa che nemmeno a Silvio Berlusconi era mai riuscita di sopravanzare direttamente per via legislativa una sentenza, legittimare apertamente, sfrontatamente, ex lege...

  PRESIDENTE. Onorevole Chimienti, la inviterei ad attenersi...

  SILVIA CHIMIENTI. ... un contratto che invece un tribunale dello Stato ha annullato appena tre mesi fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il tentativo messo in piedi al Senato e oggi smontato grazie alla pressione del MoVimento 5 Stelle è particolarmente significativo. Ha fotografato al meglio il nauseabondo vicolo cieco in cui si è incuneato il nostro ordinamento e simboleggiato alla perfezione l'intreccio di politica e raccomandazioni, noncuranza delle sentenze dei tribunali, sentimento di onnipotenza legittimato da anni di porcherie indisturbate e di favore agli amici.
  Favori ormai alla luce del sole, come se la logica dello spregio per le sentenze dei tribunali fosse talmente ben radicata da non avere il timore di palesarsi candidamente. E così è capitato che Sposetti abbia dichiarato ieri mattina a Il Fatto Quotidiano che, sì, l'emendamento è stato presentato Pag. 53su richiesta di questo dirigente, Gabriele Aulicino, che aveva conosciuto al Ministero dell'economia e delle finanze: «Mi ha presentato un dossier sul suo caso e mi è sembrato giusto non precludergli la strada per l'assunzione» ha dichiarato Sposetti.
  Facciamo un attimo di chiarezza perché l'Aula capisca meglio di cosa si sta parlando. Una norma inserita nella legge di stabilità per il 2013 prevedeva che un numero di dipendenti Consob, con contratto a tempo determinato, potesse essere stabilizzato se in servizio ad una certa data. L'emendamento presentato al Senato da Sposetti specificava che, anche nel caso in cui un contratto Consob fosse stato dichiarato nullo da una sentenza di tribunale, il dipendente avrebbe comunque dovuto essere considerato in effettivo servizio a quella data e, dunque, stabilizzato con un contratto a tempo indeterminato.
  In pratica lo si sarebbe assunto per il fatto di essere stato in servizio in forza di un contratto annullato, né più né meno. Grazie all'intervento di Sposetti, Gabriele Aulicino, il cui contratto a tempo determinato era stato annullato dal TAR appena tre mesi fa, sarebbe stato assunto a tempo indeterminato in Consob come premio per le sue innate qualità e, ironia della sorte, nel ruolo di codirettore dell'ufficio attività parlamentari e di Governo. Una meravigliosa raccomandazione insomma in barba alla trasparenza su cui, da statuto, dovrebbe vigilare Consob, ente che in teoria è peraltro autorità amministrativa indipendente.
  Abbiamo sollevato il problema in Commissione dove abbiamo chiesto al Governo quante persone fossero interessate da questa norma e il Governo inizialmente ha fatto orecchie da mercante. Si è trincerato dietro una serie di giustificazioni formali fingendo di non capire che non gli stavamo contestando né il fatto che ci fosse o meno un onere aggiuntivo per la finanza pubblica né la regolarità dell'articolo 1, comma 166, che autorizzava la Consob a inquadrare in ruolo un numero di dipendenti precari.
  No, noi denunciavamo un'altra cosa cioè che la situazione ad oggi è cambiata, che, in virtù della sentenza del TAR, l'articolo 1, comma 166, non doveva più essere applicabile per Aulicino e per chiunque si fosse visto annullare il proprio contratto. Siamo dunque veramente lieti che oggi il Governo abbia preso atto di tutto questo. Creando un regime di favore per una singola amministrazione avremmo, anzi avreste imboccato una strada molto pericolosa. Siamo felici di gridare a gran voce che questo Paese può davvero cambiare, che tutte queste logiche malsane possono finire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, l'intervento della collega credo meriti una risposta in questi termini. Nella politica e nel lavoro che stiamo facendo qui l'intelligenza sta anche nel non rispondere alle provocazioni. L'emendamento che stiamo per approvare è un emendamento che noi abbiamo condiviso nel merito perché abbiamo ritenuto – e lo ha ritenuto il Governo nel suo intervento – che fosse una norma non utile rispetto al percorso che stiamo facendo, che il nostro collega Sposetti ha posto in termini assolutamente legittimi e in buona fede e, quindi, noi non accettiamo questo attacco strumentale e personale. Il lavoro del Parlamento sta proprio nel trovare e nel migliorare le norme che arrivano dal Governo e nel migliorare e lavorare sulle norme che arrivano dall'altro ramo del Parlamento. Il contributo che il MoVimento 5 Stelle può dare è un contributo quando questo contributo arriva nel merito delle questioni. E quindi credo che lo sforzo che tutti quanti noi dobbiamo fare, senza riaprire un dibattito su questo, sia non nell'attribuirci responsabilità ma nel lavorare nell'interesse generale e mi sembra che questo interesse generale noi lo dimostriamo anche approvando questa norma dopo il suo intervento.

Pag. 54

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.36 Chimenti, accettato dalle Commissioni e dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  403   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  395    
    Hanno votato no   8    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Ha chiesto di parlare l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Signor Presidente, chiedo di sospendere i lavori dell'Aula per la convocazione del Comitato dei diciotto, direi almeno per un'ora.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Damiano. Se non vi sono obiezioni sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 17,40.

  La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 17,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente dell'XI Commissione (Lavoro), nonché relatore del provvedimento, Cesare Damiano. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per l'XI Commissione. Signor Presidente, vorrei informare l'Aula che il Comitato dei 18, che si è riunito, sta completando gli emendamenti, quindi, sono in corso di elaborazione per la trasmissione alla V Commissione (Bilancio). Da questo punto di vista, le chiederei, signor Presidente, di sospendere l'Aula per mezz'ora.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, e considerato che lei ci ha dato una buona notizia, sospendo la seduta fino alle ore 18,20.

  La seduta, sospesa alle 17,51, è ripresa alle 18,30.

  PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il deputato Sisto, presidente della I Commissione (Affari costituzionali) nonché relatore del provvedimento. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Signor Presidente, informo l'Aula che presso la V Commissione (Bilancio) sono in esame taluni rilevanti emendamenti al provvedimento. Il lavoro procede con grande alacrità, ma è segno evidente che le coperture, per la natura composita e per le difficoltà tecniche della stessa mediazione che si sta cercando con i gruppi, presentano delle nuove asperità. Chiedo, pertanto, Presidente, che i lavoratori siano sospesi fino alle 19,20.

  LAURA CASTELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, intervengo solo perché non ci è chiara qual è la motivazione per cui si sta sospendendo l'Aula per la seconda volta, perché ci viene detto che si sospenda l'Aula per la Commissione bilancio, ma io sono capogruppo in Commissione bilancio e non siamo convocati; quindi, informandola intanto del fatto che prima abbiamo sospeso senza una convocazione, mi Pag. 55chiedo ora quando mi arriverà la convocazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Preciso che la richiesta di prima, e anche quella di ora dei relatori, in realtà è legata al completamento della formulazione di alcuni emendamenti che non sono ancora stati trasmessi alla Commissione bilancio. Quindi, la Commissione bilancio non può essere convocata fino a che gli emendamenti non sono formalmente trasmessi. Stanno lavorando gli uffici facendo questo lavoro.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, noi in Comitato dei diciotto abbiamo fatto un lavoro ricognitivo di merito, individuando emendamenti su cui il Comitato dei 18 potesse trovare un accordo. Questo lavoro è stato positivo, ha dato un buon risultato, con il contributo di tutti i gruppi. Dopodiché, ci è stata la chiara affermazione da parte dei due relatori, nonché presidenti, che tutto era vincolato al parere della Commissione bilancio. Come lei ha giustamente ricordato, gli emendamenti stanno facendo questo iter. In più, c’è un soggetto esterno che non è qui, ma è la Ragioneria generale dello Stato, che deve dare le bollinature.
  Quindi, io voglio rassicurare la collega Castelli che anche le ultime cose che abbiamo verificato portano nella direzione della soluzione dei problemi posti, problemi che però esistono. Quindi, mi sembra che le premesse che avevamo stamattina fossero molto diverse dallo stato in cui è ora questo provvedimento, bisogna avere un po’ di pazienza in più di quella che pensavamo per arrivare a una buona conclusione. Penso che la Commissione bilancio farà un lavoro egregio anche nella soluzione dei problemi che abbiamo citato.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiarire alla collega Castelli che ci sono, come ben sa e come dovrebbe sapere per quello che è successo nel Comitato dei diciotto, alcuni emendamenti che già dall'Aula sono partiti verso la Bilancio – che quindi sarà probabilmente convocata a breve –, altri sono, come lei ha detto correttamente, in fase di ristrutturazione o di riformulazione. Quindi è un lavoro prodromico perché possa concludersi il provvedimento. Non è una richiesta che non ha un perché, anzi, ne ha diversi.

  PRESIDENTE. Sta bene. È chiaro che non è ancora stato trasmesso tutto il materiale alla Commissione bilancio e quindi la Commissione bilancio non è ancora convocata. La richiesta di sospensione mi sembra però ineludibile, quindi io credo che debba essere accolta. Per concludere positivamente il nostro lavoro sospendo la seduta fino alle ore 19,20.

  La seduta, sospesa alle 18,35, è ripresa alle 19,50.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del decreto-legge in esame. Ricordo che prima della sospensione della seduta sono stati accantonati gli emendamenti Di Salvo 4.225 e 4.130 ed è stato da ultimo approvato l'emendamento Chimienti 4.36, con conseguente preclusione dell'emendamento Chimienti 4.230.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 1.700, 2.700, 4.700 e 4-ter.700 che sono in distribuzione e con riferimento ai quali risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti Pag. 56e al termine di ventiquattro ore di cui all'articolo 86, comma 5-bis, del Regolamento.
  Avverto che sono state ritirate tutte le residue proposte emendative sottoscritte dai deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie, ad eccezione delle seguenti proposte emendative: Cecconi 4-bis.200, Lombardi 5.2, Rizzetto 7.201, Dieni 7.3, Invernizzi 0.11.500.1, Terzoni 0.11.500.3 e Terzoni 11.6.
  Restano altresì da porre in votazione le condizioni espresse dalla Commissione bilancio ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, nonché gli emendamenti presentati dalle Commissioni e dal Governo e gli emendamenti di cui sono primi firmatari i deputati Taglialatela, Labriola e Cicu.
  Avverto inoltre che è in distribuzione il parere espresso dalla V Commissione bilancio sui nuovi emendamenti presentati dalle Commissioni (Vedi l'allegato A – A.C. 1682-A). Nell'ambito di tale parere è stata revocata la condizione recata dall'emendamento 4-ter.600.
  A questo punto inviterei i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Signor Presidente, a seguito della riunione del Comitato dei 18, sono stati modificati alcuni pareri, restando confermati naturalmente i restanti pareri, lo dico a scanso di equivoci. In particolare, le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Cecconi 4-bis.200, soppressivo dell'articolo 4-bis, con il conseguente ritiro dell'emendamento 4-bis.401 delle Commissioni. Esprimono parere favorevole sugli emendamenti Lombardi 5.2 e Dieni 7.3. Esprimono inoltre parere favorevole, a condizione che siano riformulati, sui seguenti emendamenti e subemendamenti: Rizzetto 7.201, Terzoni 11.6, Terzoni 0.11.500.3 e Invernizzi 0.11.500.1. Se me lo consente, Presidente, io leggerei le riformulazioni.

  PRESIDENTE. Sì, prego.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Emendamento Rizzetto 7.201, pagina 38, riformulato: al comma 6, secondo periodo, dopo le parole «obbligata ad assumere», aggiungere le seguenti «a tempo indeterminato». Conseguentemente, al medesimo comma, aggiungere infine il seguente periodo: «per le categorie protette di cui all'articolo 1 della legge 12 marzo 1999, n. 68, assunti a tempo determinato, nel rispetto dell'articolo 7, comma 2, della medesima legge, si applica l'articolo 5, commi 4-quater e 4-sexies del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, nei limiti della quota d'obbligo».
  Riformulazione del subemendamento Invernizzi 0.11.500.1 di pagina 53: all'emendamento 11.500 delle Commissioni, vengono quindi apportate le seguenti modificazioni: al comma 1, capoverso 1, dopo le parole «rifiuti speciali», aggiungere la seguente «pericolosi», dopo il comma 12-quater inserire il seguente il 12-quinquies: all'articolo 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dopo il comma 19, è inserito il seguente 19-bis: sono esclusi dall'obbligo di iscrizione all'albo nazionale gestori ambientale gli imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del codice civile, produttori iniziali di rifiuti per il trasporto dei propri rifiuti effettuati all'interno del territorio provinciale o regionale dove ha sede l'impresa, ai fini del conferimento degli stessi nell'ambito del circuito organizzato di raccolta, di cui alla lettera pp) comma 1 dell'articolo 183.
  Presidente, poiché risulta che questa riformulazione del subemendamento Invernizzi 0.11.500.1 non presenti effetti finanziamenti rilevanti, chiediamo conferma al Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Presidente, confermo l'irrilevanza finanziaria dell'emendamento.

  PRESIDENTE. Qual è il parere sugli altri emendamenti ?

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Presidente, Pag. 57devo finire di leggere le riformulazioni.
  All'articolo 11, a pagina 53, al comma 3, dopo il primo periodo, è aggiunto il seguente periodo: «con decreto del Ministro dell'ambiente della tutela del territorio e del mare, adottato entro 60 giorni sentiti il Ministro dello sviluppo economico ed il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sono disciplinate le modalità di una fase di sperimentazione per l'applicazione del SISTRI, a decorrere dal 30 giugno del 2014 agli enti o imprese che raccolgano o trasportino rifiuti urbani pericolosi a titolo professionale, compresi i vettori esteri che effettuano trasporti di rifiuti urbani pericolosi all'interno del territorio nazionale, o trasporti transfrontalieri in partenza dal territorio o che effettuano operazioni di trattamento, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti urbani pericolosi, a partire dal momento in cui detti rifiuti sono conferiti in centri di raccolta o stazioni ecologiche comunali o altre aree di raggruppamento o stoccaggio. Si tratta dell'emendamento Terzoni 0.11.500.3.
  Infine, le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Terzoni 11.6, a pagina 59, purché siano accettate le seguenti modificazioni: al comma 7, capoverso 4-bis, primo periodo, dopo la parola «semplificazione» aggiungere la seguente «e ottimizzazione». Conseguentemente, al medesimo capoverso, ovunque ricorra la parola «semplificazioni» aggiungere le seguenti «e l'ottimizzazione». Al comma 7, capoverso 4-bis, secondo periodo, sostituire le parole da «le semplificazioni» fino a «per gli utenti» con le seguenti: «le semplificazioni e l'ottimizzazione sono finalizzate ad assicurare un efficace tracciabilità dei rifiuti e a ridurre i costi di esercizio del sistema, laddove ciò non intralci la corretta tracciabilità dei rifiuti e comporti un aumento del rischio ambientale e/o sanitario».
  Al comma 8 sono apportate le seguenti modificazioni: al comma 8, primo periodo, dopo le parole: «alle semplificazioni», aggiungere le seguenti: «e all'ottimizzazione». Dopo le parole: «operative le semplificazioni», aggiungere le seguenti: «e l'ottimizzazione».
  Al comma 9 sono apportate le seguenti modificazioni: al comma 9, primo periodo, dopo le parole: «delle semplificazioni», aggiungere le seguenti: «e della ottimizzazione». Come ho detto queste riformulazioni si riferiscono all'emendamento Terzoni 11.6. Ovviamente il parere è favorevole sui quattro nuovi emendamenti delle Commissioni. Con questo ho concluso.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Rizzetto 7.201 accettano la riformulazione proposta. Così come i presentatori del subemendamento Invernizzi 0.11.501.1.
  Onorevole Terzoni, accetta la riformulazione proposta ?

  PATRIZIA TERZONI. Sì, signora Presidente.

  ALESSANDRO ZAN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Signora Presidente, vorrei sottoscrivere, anche a nome del gruppo Sinistra Ecologia Libertà le proposte emendative che sono state riformulate dal Governo e la cui riformulazione è stata accettata dai proponenti. Mi riferisco alle proposte emendative, così come riformulate, Invernizzi 0.11.500.1, Terzoni 0.11.500.3 e 11.6.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.700 delle Commissioni.
  Passiamo ai voti.Pag. 58
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.700 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Scagliusi, Famiglietti, Cassano, Gianni Farina, Petraroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  390   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 390).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.700 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Placido, Brandolin, Folino, Stumpo, Lombardi, Rughetti, Spessotto, Binetti, Colaninno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 388).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cicu 4.248 (a pagina 10 del fascicolo), con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rostan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  390   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  269).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.602 (a pagina 11 del fascicolo), da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo, Arlotti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  309   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato
 309).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.403 delle Commissioni (a pagina 15 del fascicolo), con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Schirò Planeta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  297   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato
 297).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.603 (a pagina 15 del fascicolo), da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 59

  Folino, Fossati, Brandolin, Pastorino, Narduolo, Vitelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  280   
   Astenuti  107   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato
 280).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.604, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Vitelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  269   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  135   
    Hanno votato
 269).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.402 delle Commissioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  384   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 375    
    Hanno votato
no    9).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.605, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rostan, Miotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  356   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 356).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.700 delle Commissioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Famiglietti, Vitelli, Bossa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 388).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Taglialatela 4.266, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  381   
   Votanti  370   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
   3    
    Hanno votato
no  367).    

  (Il deputato Stumpo ha segnalato che non è riuscito a votare).

Pag. 60

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 4-bis.200, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  385   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 385).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cicu 4-ter.200, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 126    
    Hanno votato
no  262).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.700 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 388).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 5.2, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Rostan, Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  386   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 386).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzetto 7.201, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Paola Bragantini, Nardella, Palma, Moretti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 388).    

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 7.3, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  385   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 385).    

Pag. 61

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  356   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 355    
    Hanno votato
no    1).    

  (Il deputato Damiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labriola 8.17, con parere il contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  382   
   Votanti  374   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  284).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labriola 8.16, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  386   
   Votanti  375   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  87    
    Hanno votato
no  288).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.601, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano... Palazzotto... Gribaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  385   
   Votanti  279   
   Astenuti  106   
   Maggioranza  140   
    Hanno votato
 278    
    Hanno votato
no    1).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Taglialatela 8.0200, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  351   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  262).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Taglialatela 8.0201, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 62
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marroni, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  382   
   Votanti  351   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
   3    
    Hanno votato
no  348).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  280   
   Astenuti  108   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato
 280).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Invernizzi 0.11.500.1, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  381   
   Votanti  297   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato
 297).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Terzoni 0.11.500.3, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Paris, Rostan, Vitelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  384   
   Votanti  382   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 373    
    Hanno votato
no    9).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.500 del Governo, come subemendato, accettato dalle Commissioni.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  381   
   Votanti  299   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato
 299).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cicu 11.200, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giacomelli... Lombardi... Misuraca...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 63
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  386   
   Votanti  301   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato
  39    
    Hanno votato
no  262).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni 11.6, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo (a pagina 59 del fascicolo).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gandolfi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  386   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 376    
    Hanno votato
no   10).    

  (La deputata Bindi ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labriola 12.27, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  385   
   Votanti  382   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  267).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labriola 12.30, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Raciti... Vitelli... Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  385   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  275).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labriola 12.28, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini, Giammanco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  386   
   Votanti  384   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  278).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labriola 12.29, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 64
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  384   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  279).    

  Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1682-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1682-A).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno: De Lorenzis n. 9/1682-A/1 e Pilozzi n. 9/1682-A/27.
  Avverto altresì che l'ordine del giorno Di Vita n. 9/1682-A/75 è stato ritirato dalla presentatrice.
  Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Signor Presidente, il Governo ricorda che l'ordine del giorno De Lorenzis n. 9/1682-A/1 è stato dichiarato inammissibile e che i successivi ordini del giorno Sani n. 9/1682-A/2 e Polverini n. 9/1682-A/3 sono stati ritirati.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pili n. 9/1682-A/4, con la seguente riformulazione: alla seconda riga del dispositivo, sostituire la parola «stabilizzare», con la parola «assumere».
  L'ordine del giorno Cominardi n. 9/1682-A/5 è accolto con la seguente riformulazione: a valutare la possibilità di contenere la spesa dei dirigenti della pubblica amministrazione nonché a determinare limitazioni e incompatibilità in capo ai manager in ordine all'assunzione contestuale di più incarichi dirigenziali nel settore pubblico e nel settore privato.

  PRESIDENTE. Un attimo, Ministro. Mi faccia prima chiedere, per evitare confusione.
  Onorevole Cominardi accetta la riformulazione ?

  CLAUDIO COMINARDI. Accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Sta bene. Andiamo avanti.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. L'ordine del giorno Rizzetto n. 9/1682-A/7 è accolto con la seguente riformulazione: sempre nella parte dispositiva, dopo le parole: «a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa che renda effettivo il contenimento della spesa», aggiungere le seguenti: «delle consulenze e di monitorare la natura dei rapporti di consulenza richiesti e conferite dagli enti a soggetti esterni alla pubblica amministrazione», poi, il resto resta così com’è.

  PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, accetta ?

  WALTER RIZZETTO. Sì.

  PRESIDENTE. Bene, procediamo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Gli ordini del giorno Rostellato n. 9/1682-A/8, Tripiedi n. 9/1682-A/9, Ciprini n. 9/1682-A/10 e Rigoni n. 9/1682-A/11 sono ritirati. L'ordine del giorno Labriola n. 9/1682-A/12 è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Di Lello n. 9/1682-A/13 è accolto. Sull'ordine del giorno Alfreider n. 9/1682-A/14 formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

Pag. 65

  PRESIDENTE. A me risulta ritirato. Anche gli ordini del giorno Schullian n. 9/1682-A/15, Spessotto n. 9/1682-A/16, Latronico n. 9/1682-A/17, Maestri n. 9/1682-A/18, Martella n. 9/1682-A/19, Marco Di Stefano n. 9/1682-A/20, Iacono n. 9/1682-A/21, Catalano n. 9/1682-A/22, Binetti n. 9/1682-A/23, Antimo Cesaro n. 9/1682-A/24 e Moretti n. 9/1682-A/25 sono tutti ritirati.
  Quindi, procediamo con l'ordine del giorno Gribaudo n. 9/1682-A/26.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. L'ordine del giorno Gribaudo n. 9/1682-A/26 è accolto con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di inserire all'interno del primo decreto utile (...)»: poi resta esattamente com’è il testo della parte dispositiva.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione.
  Andiamo avanti.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. L'ordine del giorno Pilozzi n. 9/1682-A/27....

  PRESIDENTE. No, l'ordine del giorno Pilozzi n. 9/1682-A/27 è inammissibile.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Chiedo scusa.
  L'ordine del giorno Frusone n. 9/1682-A/28 è accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «a avviare» con le parole: «a valutare l'opportunità di avviare (...)»; il resto del testo rimane identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno nel testo riformulato.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. L'ordine del giorno Artini n. 9/1682-A/29 è accolto con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di riconsiderare a favore della componente civile della difesa la percentuale attuale (...)»; il resto è identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno nel testo riformulato.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Corda n. 9/1682-A/30. Sull'ordine del giorno Bargero n. 9/1682-A/31 formula un invito al ritiro o il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie poi i seguenti ordini del giorno: Preziosi n. 9/1682-A/32, Guidesi n. 9/1682-A/33 e Borghesi n. 9/1682-A/34.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Prataviera n. 9/1682-A/35 con la seguente riformulazione: nella parte dispositiva, alla seconda riga, sopprimere la parola: «più».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1682-A/36 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «a reperire» con le parole: «a valutare l'opportunità di reperire (...)».

  PRESIDENTE. Sta bene, andiamo avanti.

Pag. 66

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Fedriga n. 9/1682-A/37 come raccomandazione nel senso di valutare l'applicabilità del ravvedimento alle violazioni minori.

  PRESIDENTE. Va bene. Andiamo avanti.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Molteni n. 9/1682-A/38 con la precisazione che è già operativo a tal fine il tavolo tecnico di cui al comma 13.

  PRESIDENTE. Va bene, andiamo avanti.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Matteo Bragantini n. 9/1682-A/39 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «ad estendere» con le parole: «a valutare l'opportunità di estendere (...)», per il resto rimane uguale.

  PRESIDENTE. Va bene, andiamo avanti.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1682-A/40 come raccomandazione, fermo restando che una valutazione potrà intervenire dopo la definitiva individuazione della platea degli obbligati al SISTRI.

  PRESIDENTE. Va bene.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Caparini n. 9/1682-A/41.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Tancredi n. 9/1682-A/42 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «ad adottare» con le parole: «a valutare l'opportunità di adottare (...)»; il resto della parte dispositiva è identico.

  PRESIDENTE. Va bene, andiamo avanti.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Gasparini n. 9/1682-A/43 a condizione che il dispositivo sia riformulato come segue: «a valutare attentamente l'opportunità del rischio riportato in premessa (...)»: il resto del testo è identico.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Burtone n. 9/1682-A/44 a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di procedere ad una modifica del decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000 (...)»; il resto della parte dispositiva rimane identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Bratti n. 9/1682-A/45.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Sereni n. 9/1682-A/46 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo «a valutare l'opportunità di bandire concorsi per l'assunzione di specifiche professionalità tecniche (...)»: il resto della parte dispositiva rimane identico.

  PRESIDENTE. Va bene.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie i seguenti ordini del giorno: Albanella n. 9/1682-A/47 e D'Incecco n. 9/1682-A/48.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/1682-A/49 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo «a valutare l'opportunità Pag. 67di programmare entro 60 giorni (...)»; il resto della parte dispositiva rimane ovviamente identico.

  PRESIDENTE. Va bene, andiamo avanti.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno L'Abbate n. 9/1682-A/50 a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «a elaborare» con le parole: «a valutare l'opportunità di elaborare (...)»; il resto è identico.

  PRESIDENTE. Gli ordini del giorno Benedetti n. 9/1682-A/51, Lupo n. 9/1682-A/52, Massimiliano Bernini n. 9/1682-A/53 e Parentela n. 9/1682-A/54 sono stati ritirati. Prego Ministro.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Paglia n. 9/1682-A/55 se così riformulato: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di escludere dall'applicazione del Patto di stabilità anche i servizi scolastici e per l'infanzia gestiti direttamente dagli enti locali».

  GIOVANNI PAGLIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. La riformulazione del Governo va bene se viene lasciato all'interno del dispositivo anche l'inciso: «... fin dalla legge di stabilità...», altrimenti non abbiamo un termine e la questione ha un'urgenza.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo non ha alcuna difficoltà ad includere questo inciso.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prego, Ministro D'Alia.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Airaudo n. 9/1682-A/56 se così riformulato: al punto 1) della parte dispositiva sostituire le parole «introdurre una misura di stabilizzazione generalizzata ed effettiva...» con «a valutare l'opportunità di procedere ad assunzioni che riguardino...», il resto del testo rimane identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Airaudo n. 9/1682-A/56 accettano la riformulazione proposta dal Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo invita i presentatori al ritiro dell'ordine del giorno Melilla n. 9/1682-A/57, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Melilla n. 9/1682-A/57 lo ritirano.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Placido n. 9/1682-A/58 se così riformulato: nella parte dispositiva aggiungere le parole: «a valutare l'opportunità di utilizzare maggiori risparmi di spesa...», mentre il resto rimane identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Placido n. 9/1682-A/58 accettano la riformulazione del Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Salvo n. 9/1682-A/59 se così riformulato: «a valutare l'opportunità di garantire il funzionamento delle pubbliche amministrazioni...», mentre il resto rimane identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Di Salvo n. 9/1682-A/59 accettano la riformulazione del Governo.

Pag. 68

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Bonafede n. 9/1682-A/60 se vengono soppresse nel dispositivo le parole: «... entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto...».

  PRESIDENTE. Il presentatore dell'ordine del giorno Bonafede n. 9/1682-A/60 non è in Aula, per cui procediamo. Prego Ministro.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta gli ordini del giorno Turco n. 9/1682-A/61, Colletti n. 9/1682-A/62, mentre formula un invito al ritiro per l'ordine del giorno Carinelli n. 9/1682-A/63, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/1682-A/63 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo formula un invito al ritiro per l'ordine del giorno Sarti n. 9/1682-A/64, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Sarti n. 9/1682-A/64 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo formula in invito al ritiro per l'ordine del giorno Businarolo n. 9/1682-A/65, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Businarolo n. 9/1682-A/65 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Micillo n. 9/1682-A/66.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Zaratti n. 9/1682-A/67, con la seguente riformulazione: nella parte dispositiva, al terzo rigo, dove c’è la parola «ad autorizzare», inserire le parole «a valutare l'opportunità di autorizzare la provincia de L'Aquila», il resto è identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zaratti n. 9/1682-A/67, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo esprime un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Palazzotto n. 9/1682-A/68.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Palazzotto n. 9/1682-A/68 formulato dal Governo.

  ERASMO PALAZZOTTO. Sì.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Alberti n. 9/1682-A/69 con la seguente riformulazione: nella parte dispositiva, al secondo rigo, sopprimere le parole «a prevedere».

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Alberti n. 9/1682-A/69 formulato dal Governo.

  CLAUDIO COMINARDI. Va bene.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione.Il Governo accoglie l'ordine del giorno Gnecchi n. 9/1682-A/70, mentre accoglie l'ordine del giorno Fontana Pag. 69n. 9/1682-A/71 con la seguente riformulazione: nella parte dispositiva, dopo le parole «valutare l'opportunità di adottare provvedimenti», si cancelli la parola «urgenti». Il resto è identico.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Cinzia Maria Fontana n. 9/1682-A/71 formulato dal Governo.

  CINZIA MARIA FONTANA. Va bene.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/1682-A/72 con la seguente riformulazione: al primo rigo della parte dispositiva sostituire la parola «ipotesi» con la parola «opportunità».

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/1682-A/72, accettato dal Governo, purché riformulato.

  MICHELE DELL'ORCO. Signor Presidente, no, non accetto.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Dadone n. 9/1682-A/73 con le seguenti riformulazioni: nella parte dispositiva aggiungere all'inizio le parole «a valutare l'opportunità di procedere», mentre al terzo rigo della parte dispositiva, dopo le parole «contratti a tempo determinato», inserire le parole «presentata nella relazione annuale del Ministro della funzione pubblica». È correlato sostanzialmente all'emendamento che è stato accolto ed è stato approvato.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Dadone n. 9/1682-A/73, accettato dal Governo, purché riformulato. Non accetta ? Chiede di intervenire ? Stiamo dando i pareri adesso.

  FABIANA DADONE. Non accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Sta bene.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Leva n. 9/1682-A/74.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Di Vita n. 9/1682-A/75 è ritirato.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Mantero n. 9/1682-A/76 con la seguente riformulazione: inserire all'inizio del dispositivo le parole «a valutare l'opportunità di limitare», il resto è identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mantero n. 9/1682-A/76, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Busto n. 9/1682-A/77 con gli stessi limiti dell'ordine del giorno n. 9/1682-A/40.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Busto n. 9/1682-A/77, accolto dal Governo come raccomandazione.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Terzoni n. 9/1682-A/78.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Terzoni n. 9/1682-A/78, accolto dal Governo come raccomandazione.

Pag. 70

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Zolezzi n. 9/1682-A/79, mentre accoglie l'ordine del giorno Tinagli n. 9/1682-A/80, con la seguente riformulazione: sopprimere la parte dispositiva dalle parole «a dare» fino a «in particolare a», e aggiungere «a valutare l'opportunità di predisporre».

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Tinagli n. 9/1682-A/80, accettato dal Governo, purché riformulato. No, deve dire sì o no, accetta o no ? Accetta o non accetta ? Deve dire sì o no, non si può intervenire.

  IRENE TINAGLI. Sì, signor Presidente accetto la riformulazione e non insisto per la votazione del mio ordine del giorno n. 9/1682-A/80.

  PRESIDENTE. Andiamo avanti.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno De Mita 9/1682-A/81.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno De Mita n. 9/1682-A/81 accettato dal Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Gitti n. 9/1682-A/82, purché riformulato nel seguente modo: sostituire la parola «stabilizzare» con la parola «assumere».

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gitti n. 9/1682-A/82, accettato dal Governo, purché riformulato.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Fauttilli n. 9/1682-A/83.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fauttilli n. 9/1682-A/83 accettato dal Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Zardini n. 9/1682-A/84.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zardini n. 9/1682-A/84 accettato dal Governo.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Fossati n. 9/1682-A/85 con la seguente riformulazione: aggiungere, dopo l'impegno al Governo, all'inizio del primo periodo, le parole: «a valutare l'opportunità di» e aggiungere la medesima formula anche all'inizio del secondo periodo del dispositivo. Il resto è identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione l'ordine del giorno Fossati n. 9/1682-A/85, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Andiamo avanti.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Grillo n. 9/1682-A/86 con la seguente riformulazione: inserire dopo l'impegno al Governo, all'inizio del dispositivo le parole «a valutare l'opportunità di» e così via.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grillo n. 9/1682-A/86, accettato dal Governo, purché riformulato.

Pag. 71

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Vita n. 9/1682-A/87, con la seguente riformulazione: inserire, dopo l'impegno al Governo, le parole «a valutare l'opportunità di includere». Il resto è identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Vita n. 9/1682-A/87, accettato dal Governo, purché riformulato.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, ringraziandola, intervengo solo per dire che alcuni ordini del giorno non ci risulta siano stati mai ritirati. C’è stato un disguido, ma non è un problema. Sono gli ordini del giorno Polverini n. 9/1682-A/3, Bechis n. 9/1682-A/6, Rostellato n. 9/1682-A/8, Ciprini n. 9/1682-A/10, Rigoni 9/1682-A/11, Labriola n. 9/1682-A/12, Alfreider n. 9/1682-A/14, Schullian n. 9/1682-A/15, Latronico n. 9/1682-A/17, Maestri n. 9/1682-A/18, Martella n. 9/1682-A/19. Marco Di Stefano n. 9/1682-A/20, Iacono n. 9/1682-A/21, Binetti n. 9/1682-A/23, Antimo Cesaro n. 9/1682-A/24 e Moretti n. 9/1682-A/25.

  PRESIDENTE. Qual è il parere sull'ordine del giorno Polverini n. 9/1682-A/3 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Presidente, è accolto con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo, in sede di esame del disegno di legge di stabilità, a valutare l'opportunità di (...)».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Polverini n. 9/1682-A/3, accettato dal Governo, purché riformulato.

  PRESIDENTE. Qual è il parere sull'ordine del giorno Bechis n. 9/1682-A/6 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Bechis n. 9/1682-A/6.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/1682-A/6, accettato dal Governo.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Rostellato n. 9/1682-A/8.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Accolto.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Ciprini n. 9/1682-A/10.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione.
  Ordine del giorno Rigoni n. 9/1682-A/11 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Rigoni n. 9/1682-A/11, a condizione che venga riformulato nel senso di sostituire, nella parte dispositiva, la data: «31 dicembre 2015», con: «31 dicembre 2014».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.
  Ordine del giorno Alfreider n. 9/1682-A/14 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Schullian n. 9/1682-A/15 ?

Pag. 72

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Schullian n. 9/1682-A/15, a condizione che venga riformulato nel senso di inserire, dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di eliminare (...)» e poi continua in maniera identica.

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione. L'onorevole Schullian non è in Aula. Andiamo avanti.
  Ordine del giorno Latronico n. 9/1682-A/17 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Latronico n. 9/1682-A/17, a condizione che venga riformulato inserendo al secondo rigo, dopo le parole: «sopra delineate» le seguenti: «a valutare l'opportunità di (...)» e il resto è identico.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. L'ordine del giorno Maestri n. 9/1682-A/18 è accolto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Martella n. 9/1682-A/19 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. L'ordine del giorno Martella n. 9/1682-A/19 è accolto con la seguente riformulazione: dopo le parole della parte dispositiva al primo rigo: «a valutare l'opportunità», sopprimere: «sin dal prossimo provvedimento di carattere normativo» e quindi, successivamente, sostituire al penultimo rigo le parole: «procedure di stabilizzazione» con le seguenti: «procedure concorsuali riservate».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.
  Ordine del giorno Marco Di Stefano n. 9/1682-A/20 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. L'ordine del giorno Marco Di Stefano n. 9/1682-A/20 è accolto con la seguente riformulazione: al primo rigo della parte dispositiva sopprimere le parole: «nel primo provvedimento utile».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.
  Ordine del giorno Iacono n. 9/1682-A/21 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Accolto.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Binetti n. 9/1682-A/23 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. L'ordine del giorno Binetti n. 9/1682-A/23 è accolto con la seguente riformulazione: sostituire la parola: «stabilizzazione» con la parola: «assunzione».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.
  Ordine del giorno Antimo Cesaro n. 9/1682-A/24 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. Accolto.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Moretti n. 9/1682-A/25 ?

  GIANPIERO D'ALIA, Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. L'ordine del giorno Moretti n. 9/1682-A/25 è accolto con la seguente riformulazione: nella parte dispositiva dopo le parole: «impegna il Governo» inserire le parole: «a valutare l'opportunità di bandire un nuovo concorso (...)», e il resto è identico.

Pag. 73

  PRESIDENTE. Adesso porrò in votazione i soli ordini del giorno, salvo diversa richiesta, chiaramente – ma cerchiamo di darci una regola – sui quali è stato espresso parere contrario o non è stata accolta la riformulazione.
  Se non ci sono richieste diverse su questo, comincerei con l'ordine del giorno Alfreider n. 9/1682-A/14.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Alfreider n. 9/1682-A/14, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vignaroli, Fanucci, Carocci, Bonaccorsi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  335   
   Votanti  268   
   Astenuti    67   
   Maggioranza  135   
    Hanno votato
  32    
    Hanno votato
no  236).    

  (Il deputato De Lorenzis ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dell'Orco n. 9/1682-A/72, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Polidori, Duranti, Anzaldi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   334   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  253).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dadone n. 9/1682-A/73, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Oliaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  333   
   Votanti  317   
   Astenuti    16   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  234).    

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1682-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, oggi, con questo provvedimento che vi accingete a votare, vi assumete la grave responsabilità di creare una frattura tra gli annunci roboanti che avete sbandierato a più riprese sui mezzi di comunicazione e i reali contenuti della legge. Presidente, è un po’ complicato andare avanti.

  PRESIDENTE. Me ne rendo conto.

  NAZZARENO PILOZZI. Grazie.

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi, collaboriamo tutti. Se potete defluire, magari, così si riesce meglio a parlare. Prego, vada avanti, deputato Pilozzi.

  NAZZARENO PILOZZI. Il Ministro D'Alia questa mattina, intervenendo in Pag. 74Aula, ci ha raccontato che i precari della pubblica amministrazione dal 2007 al 2013 sono aumentati passando da 112 mila a 122 mila unità, nonostante in questi anni siano state disposte misure di stabilizzazione.
  Ebbene, bisogna dire al Governo che quelle misure di stabilizzazione – si pensi alle procedure previste nelle due finanziarie dell'ultimo Governo Prodi – non hanno prodotto i risultati attesi, perché pur essendosi svolte le prove previste, coloro che le hanno superate non sono stati assunti a tempo indeterminato, e ciò è accaduto perché nel frattempo sono state ridotte le risorse e aumentati i limiti assunzionali della pubblica amministrazione. È evidente quindi la ragione del perché il numero dei precari nella pubblica amministrazione non diminuisce. Anzi, dopo questo decreto-legge diminuiranno effettivamente, ma non perché alcuni di loro saranno stabilizzati, ma, al contrario, perché non essendo previste misure di proroga dei contratti in scadenza, questi non potranno essere rinnovati, ad eccezione di quei contratti a tempo determinato in corso presso le pubbliche amministrazione che fino al 2016 dichiarino di voler svolgere concorsi riservati per la loro stabilizzazione.
  Sa bene il Governo – ma ci racconta anche delle bugie – che i meccanismi e le procedure contenute nell'articolo 4 del decreto-legge, in particolare quelle di cui ai commi 3, 6 e 8, sono tanto complesse e contengono così tante condizioni che produrranno, se le produrranno, poche stabilizzazioni. Il numero di diecimila lavoratrici e lavoratori stabilizzati a noi pare una chimera e non va taciuto che nel comma 6 vi sono evidenti incostituzionalità.
  Questo Governo è il Governo degli annunci e dei proclami non mantenuti. Sembrava che D'Alia dovesse risolvere il problema del precariato nel nostro Paese e nella pubblica amministrazione, e invece rischia di passare alla storia come colui che la pubblica amministrazione l'ha definitivamente affossata, impedendole di svolgere quelle funzioni e quei servizi che servono ai cittadini. Tra l'altro, i numeri sui precari forniti dal Ministro non corrispondono al vero. Infatti, secondo le fonti sindacali, escludendo la scuola e la sanità, i numeri dei precari sarebbero ben diversi: si arriva a 190 mila, di cui 42 mila sono co.co.co, mentre 147 mila hanno contratti a tempo determinato, sono lavoratori somministrati o socialmente utili. Di costoro, le misure di stabilizzazione del Governo si applicano solo ai lavoratori a tempo determinato, che sono 56.508 in tutto, e solo una parte di essi ha il requisito di aver lavorato almeno per tre anni nella pubblica amministrazione negli ultimi cinque anni.
  Il decreto-legge, pertanto, è assolutamente inadeguato a garantire la stabilizzazione dei precari sbandierata dal Governo e lascia fuori tante tipologie contrattuali. Invece la pubblica amministrazione ha necessità che vengano prorogati e stabilizzati i contratti precari in essere, quale che sia la loro tipologia, dal momento che non è il tipo di contratto che qualifica l'importanza del lavoro svolto per la pubblica amministrazione.
  Il Governo questa mattina ha anche annunciato che nella legge di stabilità verrà confermata la limitazione del turnover, mantenendolo al 20 per cento nel 2014 e riducendolo dal 50 al 40 per cento nel 2015. Si tratta di un fatto gravissimo che metterà in ginocchio amministrazioni già impossibilitate a svolgere le proprie funzioni. Pensiamo ai comuni, soprattutto i piccoli, agli ospedali, agli enti di ricerca, per fare degli esempi: passeranno da una situazione di collasso a un tracollo definitivo, con una ulteriore forte perdita della produttività e dell'economia del nostro Paese.
  Come abbiamo tentato di dire già questa mattina, dietro quelli che per questo Governo e alcuni gruppi politici sono solo numeri, ci sono le vite, le aspettative e i progetti professionali di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori della pubblica amministrazione, che aspettavano con ansia che fra il «dire» del Ministro D'Alia e il «non fare» del Governo Letta si potessero trovare quelle soluzioni che Pag. 75rivendicano da anni. Una interminabile attesa la loro, passata a lavorare quotidianamente e senza un futuro certo negli asili nido dei nostri figli, nei pronto soccorso dei nostri ospedali, negli uffici immigrazione, negli sportelli per l'impiego e in altri tantissimi luoghi del sistema pubblico nazionale.
  Lavoratrici e lavoratori impegnati ad assicurare diritti di cittadinanza, nella speranza che prima o poi il loro contratto fosse stabilizzato e che non fossero periodicamente sottoposti a quella sorta di roulette russa della proroga temporanea del loro contratto. Ed ora, con questo provvedimento, purtroppo, è giunto per molti di loro – per vostra responsabilità – il game-over.
  Questo decreto, che si proponeva di essere un'inversione di tendenza delle politiche adottate dal 2008 in avanti verso le pubbliche amministrazioni, è invece in assoluta continuità con gli interventi posti in essere da Tremonti, Brunetta, Grilli e Fornero.
  Anche le disposizioni del decreto-legge che riguardano materie diverse dal lavoro rappresentano una grande delusione. Ad esempio, sono inaccettabili le norme contenute nell'articolo 12, che prevedono l'autorizzazione alla costruzione e alla gestione delle discariche per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi all'interno dell'Ilva. I cittadini di Taranto e di Statte, nonché i lavoratori del siderurgico continuano a chiedere provvedimenti per la difesa della salute e dell'ambiente, mentre voi avete assunto una decisione che va in senso drammaticamente contrario e, probabilmente, determinerà l'avvio di una nuova procedura di infrazione da parte dell'Unione europea.
  È peraltro ora di farla finita con decreti-legge che introducono norme dal contenuto assai disomogeneo in palese contrasto con quanto stabilito dalla Costituzione.
  L'unico punto di soddisfazione per noi – grazie anche alla nostra battaglia in Commissione e in Aula – è essere riusciti ad affermare che per poter godere della pensione anticipata verranno calcolati i contributi figurativi per i congedi parentali facoltativi – e quindi anche per la maternità –, che la riforma Fornero incredibilmente aveva escluso. Avremmo voluto che tutti i contributi figurativi potessero essere conteggiati, ma continueremo a lottare per questo, perché ai fini della maturazione della pensione anticipata non bastano quelli elencati nel decreto-legge n. 216 del 2011, e avremmo voluto che questa fosse una misura permanente e non solo transitoria, fino al 2017, ma il Governo non ha inteso accogliere questa nostra richiesta e, come ormai puntualmente accade, anche solo per i congedi parentali, la Ragioneria generale dello Stato ha presentato una valutazione dei costi esagerata rispetto al costo reale.
  Purtroppo questo accade normalmente: si sovrastimano i costi e si sottostimano i risparmi quando si parla dei lavoratori e dei loro diritti. Come è accaduto con il grande imbroglio della riforma Fornero delle pensioni, dove nella relazione tecnica di accompagnamento al decreto-legge, la Ragioneria aveva calcolato risparmi per 23 miliardi di euro e invece questi risparmi dal 2012 al 2021 (secondo l'ufficio attuariale dell'INPS) saranno di quasi 90 miliardi di euro: una vera patrimoniale sui lavoratori di questo Paese.
  Non un errore di poco conto, anzi una scelta politica consapevole, che ha voluto scaricare sui lavoratori il costo del rimettere in ordine il bilancio dello Stato. Esattamente come si continua a fare con questo decreto-legge, non stabilizzando i lavoratori della pubblica amministrazione, anzi mandandone definitivamente a casa molte decine di migliaia, in un contesto socio-economico caratterizzato da alti livelli di disoccupazione e in una situazione di diffidenza delle persone nei confronti della politica.
  Sinistra Ecologia Libertà, il nostro gruppo, voterà convintamente contro questo decreto-legge e non per una mera appartenenza a vecchi schemi del passato, come qualche esagitato fautore di un rozzo nuovismo senza idee ci ha accusato anche questa mattina, ma noi voteremo contro perché per costruire una pubblica Pag. 76amministrazione moderna, efficiente e realmente al servizio dei cittadini bisogna ricostruire con i lavoratori della pubblica amministrazione un rapporto di rispetto e fiducia che in questi ultimi venti anni è stato distrutto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signora Presidente, onorevole Ministro e onorevoli colleghi, il decreto che adesso, a breve l'Aula voterà, lascerà la Lega Nord assolutamente insoddisfatta per tutta una serie di considerazioni. Innanzitutto perché è l'ennesimo decreto-legge che ci troviamo a dover convertire e quando si vuol fare qualcosa di importante dal punto di vista delle riforme noi riteniamo che non sia il decreto-legge lo strumento principe, anzi che sia qualcosa di assolutamente contrario e che denunci in modo dichiarato la mancata volontà di fare le riforme. Infatti, i lavori parlamentari lo hanno dimostrato: non si possono fare le riforme obbligando le Commissioni a correre, obbligando i commissari a non capire perfettamente quello che si ha sott'occhio, e abbiamo visto anche come sono andati questi due giorni.
  In secondo luogo perché, oltre ad essere l'ennesimo decreto che ci viene sottoposto, è anche l'ennesimo decreto che potremmo definire omnibus, cioè è un decreto che pomposamente parla di razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni e che poi vede al proprio interno tutta una serie di questioni che nulla hanno a che fare con la razionalizzazione della pubblica amministrazione e che, anzi, complicano ulteriormente una situazione già di per sé complicata e disperata. Guardi, onorevole Ministro, noi siamo sicuramente soddisfatti di essere riusciti a far passare quattro emendamenti di assoluto buonsenso.
  Vorrei ricordarli in estrema sintesi: il primo prevede l'istituzione di graduatorie uniche regionali per tutti gli uffici degli enti statali dislocati sui singoli territori: per la prima volta si comincia finalmente a ragionare non in termini di unitarietà granitica per tutto ciò che riguarda lo Stato, ma finalmente anche i territori vengono valorizzati.
  In secondo luogo, il divieto di cumulo tra stipendio e pensione per i dirigenti di società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni ed enti pubblici. Anche questo non è semplicemente parte del nostro bagaglio politico-culturale, ma direi che appartiene proprio al campo della logica pura.
  In terzo luogo, l'obbligo della pubblicazione degli stipendi dei dipendenti o collaboratori del servizio radiotelevisivo pubblico: anche questo, se vogliamo, appartiene non ad una battaglia che dovrebbe essere marchiata con il colore verde della Lega Nord, ma dovrebbe essere già attivo nel nostro Stato e probabilmente eviterebbe anche tutta una serie di polemiche che poi occupano, come abbiamo visto in questi ultimi giorni, forse a sproposito e forse in modo esagerato, i giornali.
  Infine, l'esonero per gli agricoltori dall'iscrizione all'albo nazionale gestori ambientali, che obbligava gli agricoltori che già hanno e si trovano di fronte ad altri problemi a burocratizzare eccessivamente la loro attività, in un momento in cui, lo sappiamo tutti, questa dovrebbe essere dedicata a ben altro.
  Vorrei ricordare in sintesi anche quello che è stato fatto al Senato per quanto riguarda soprattutto il discorso legato all'Ilva, con un nostro emendamento che ha consentito, in caso di sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie, la possibilità per gli organi societari di aziende, sottoposte a questi provvedimenti, di utilizzare questi stessi beni al fine di garantire la continuità della produzione e dell'attività di impresa, garantendo in tal modo i livelli occupazionali e quindi la dignità ed il futuro dei lavoratori.
  Tutto il resto, l'abbiamo già detto e continuiamo a ripeterlo, non fa altro che aggravare ulteriormente la situazione delle pubbliche amministrazioni. Questo provvedimento è stato utilizzato a pretesto per Pag. 77garantirsi qualche sacca di voto in giro, per accontentare comitati di precari più o meno stabilizzandi e tutto il resto.
  Purtroppo, secondo me, non convincerà le imprese del Nord, che in questo momento se ne vanno in Svizzera, che in questo momento se ne vanno in Carinzia, che in questo momento hanno a che fare con delle strutture burocratiche veramente a misura d'uomo e che convincono i nostri imprenditori, dopo anni di sacrifici, a trasferire imprese laddove la burocrazia non ti infila un paletto dietro l'altro nelle ruote, ma anzi ti aiuta a continuare la tua attività di impresa. Ebbene, io penso che dopo questo provvedimento i nostri imprenditori là resteranno. Quelli che magari ci stanno pensando andranno in Canton Ticino o negli altri Cantoni, che stanno facendo un'opera di marketing incredibile.
  E voi come maggioranza non potrete sicuramente sentirvi soddisfatti nei confronti di questi imprenditori, ma anzi secondo me da domani, passata la stanchezza di questi due giorni, potrete cominciare a riflettere su cosa effettivamente hanno bisogno nostre imprese e su cosa effettivamente hanno bisogno i nostri cittadini e magari pensare a qualche riforma che per una volta, voglia Dio, sia granitica, sia organica e sia funzionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Tinagli. Ne ha facoltà.

  IRENE TINAGLI. Signor Presidente, il decreto-legge di cui discutiamo oggi la conversione è sicuramente un tentativo di rimediare ad una serie di situazioni problematiche che ci tiriamo dietro da tanti anni e anche proprio per questo è un esempio lampante dei disastrosi effetti che sono stati causati dalla gestione anche politica di questo tipo di problematiche negli ultimi anni. Quindi, noi partiamo proprio da un principio base, un principio costituzionale, cioè che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo alcuni casi stabiliti dalla legge. Però la Corte costituzionale ha recentemente ribadito per l'ennesima volta che il principio del pubblico concorso si applica anche al nuovo inquadramento dei dipendenti già in servizio. Deroghe a questo principio sono legittime solo se funzionali al buon andamento dell'amministrazione e ove ricorrano peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico idonee a giustificarle.
  E il fatto che la stabilizzazione riguardi persone assunte a tempo determinato e con pubblico concorso non costituisce giustificazione sufficiente. L'ultima sentenza è del giugno 2013, quindi è recentissima. Invece, purtroppo, negli ultimi anni, quasi decenni direi, questo principio è stato disatteso sistematicamente. Le assunzioni di personale con procedure, selezioni, graduatorie e semplici contratti di consulenza sono state decine se non centinaia di migliaia, a tutti i livelli. Praticamente si sono riempite le pubbliche amministrazioni di personale con contratti di ogni tipo che non sempre rispettano il principio costituzionale del pubblico concorso.
  Ne è risultata, quindi, una situazione assolutamente ingestibile a cui si tenta di dare una razionalizzazione, però è inevitabile che così si creano moltissimi conflitti anche tra le persone che magari si sono sottoposte a pubblico concorso e magari l'hanno vinto. Quindi, si crea il conflitto tra chi ha studiato e si è sacrificato e chi magari, invece, è rimasto dentro al sistema con questi contratti a tempo determinato e aspira, come lei ha detto anche in altre occasioni, ad una stabilizzazione.
  Questo secondo noi è un assurdo che dobbiamo fare di tutto per fermare. Chiaramente il decreto-legge che oggi andiamo a convertire ha anche alcuni meriti. Ha il merito di dare una qualche razionalizzazione a questa materia e ci sono anche altri effetti positivi, alcuni che sono emersi nel corso della discussione in Aula.
  Penso all'ulteriore riduzione della spesa per le auto blu, l'inserimento anche del principio per cui, per qualsiasi nuovo concorso, si richiede comunque la previa attivazione della procedura per il trasferimento Pag. 78tra personale eccedentario, che era una cosa per la quale ci siamo battuti già anche al Senato, e una serie di altri elementi positivi.
  Però, a fronte di tutti questi elementi positivi che indubbiamente ci sono e sono da sostenere, tra cui anche l'Agenzia per la coesione territoriale, dobbiamo però dire che il voto favorevole di Scelta Civica per l'Italia su questo provvedimento costituisce davvero una dimostrazione di quanto siano false anche le recenti accuse di poca lealtà al Governo che qualcuno ci ha mosso recentemente, perché il provvedimento che ci accingiamo a votare in varie parti del suo testo va proprio contro alcuni dei principi fondamentali di Scelta Civica per l'Italia: il principio del merito, del rispetto rigoroso della legge e della Costituzione, l'attenzione ai diritti di chi oggi non ha ancora un posto o un privilegio o un'appartenenza, magari di tipo politico o clientelare. Quindi, di chi ancora sta fuori dal sistema.
  Ci siamo sempre battuti per questo e abbiamo criticato molti aspetti di questo testo che, secondo noi, non rendono giustizia a questi principi: i concorsi riservati e non voglio ripetere cose che sono già state ampiamente dibattute nel corso delle Commissioni e della discussione in Aula.
  Quindi diciamo che, anche se con qualche miglioramento, secondo noi, si cerca di perpetuare una abitudine degli ultimi decenni che ha danneggiato molto la qualità e la fiducia dei cittadini nella pubblica amministrazione.
  E pertanto ci auguriamo che sia l'ultima volta che perpetriamo queste cattive abitudini, che sia veramente l'epilogo di anni di cattiva gestione. Si tratta di un modo di razionalizzare la situazione in maniera non troppo punitiva nei confronti anche delle persone che, pure in buona fede, si sono trovate in certe situazioni infelici. Però, davvero, pensiamo che questa debba essere l'ultima chiamata su questo fronte. Ci batteremo per questo anche in futuro, perché davvero è l'unico modo per restituire fiducia ai cittadini nello Stato e nella pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, mi consenta un ringraziamento non formale al Ministro D'Alia e al sottosegretario Sesa Amici per l'impegno che, insieme a noi, hanno profuso in questi giorni ed, in particolare, nelle ultime ore per arrivare ad un risultato quanto più condiviso da quest'Aula, nell'interesse di oltre 3,5 milioni di lavoratori della pubblica amministrazione ma soprattutto nell'interesse dei tanti cittadini italiani che dalla pubblica amministrazione ogni giorno hanno il diritto di vedere garantiti e ricevere servizi sempre migliori, sempre più adeguati a rispondere a quelle che sono le nuove esigenze.
  Mi permetta di ringraziare i presidenti, i relatori della Commissione I, Francesco Paolo Sisto, e della Commissione XI, Cesare Damiano, perché con il loro impegno diretto hanno voluto dimostrare quanto questo tema risulta importante.
  Vorrei ringraziare, tuttavia, se mi è consentito, tutti i colleghi di quest'Aula parlamentare, quelli di maggioranza e quelli di opposizione, ai quali abbiamo chiesto in queste ore e in questi giorni un sacrificio, ma nella convinzione che, ripeto, in un momento così importante per il nostro Paese, su provvedimenti così importati per le persone, è necessario trovare le condizioni perché quanti più di noi si possano riconoscere nei provvedimenti che andiamo a varare.
  Lo voglio dire, in particolare, nel ringraziarli, non soltanto ai colleghi della Lega Nord, di SEL, ma anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che oggi hanno veramente dimostrato, se mi è consentito, una maturità dal punto di vista della politica parlamentare nel discutere con noi, entrare nei temi, condividere percorsi e portare a casa un risultato importante. Direi che questa è una giornata straordinaria per quest'Aula del Parlamento.
  Dicevo, un provvedimento che lascia ancora purtroppo nodi irrisolti, alcuni dei quali ci auguriamo possano trovare già Pag. 79una risoluzione nel disegno di legge di stabilità già in discussione nell'altro ramo del Parlamento. Alcune questioni, invece, trovano già una risposta importante. Questo disegno di legge raggiunge l'obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica: di qui ai prossimi anni vedremo un risparmio oltre che un efficientamento del servizio.
  Vedremo finalmente, dopo tanto tempo, l'inserimento dei vincitori dei concorsi e degli idonei nella macchina dello Stato e inizieremo la cosiddetta stabilizzazione dei precari che ha a che fare, ripeto, ancora una volta con l'efficienza dei servizi e con la vita delle persone impegnate con la loro professionalità nell'ambito della pubblica amministrazione.
  Sappiamo che se permane, però, il blocco del turnover, non soltanto i dipendenti pubblici sono diminuiti, e di tanto, negli ultimi anni, ma rischiamo, se non velocizziamo, appunto, questi inserimenti, di vedere veramente impoverita la professionalità della nostra macchina dello Stato.
  Penso che dobbiamo – e lo dico al Ministro – risolvere e recuperare quello spazio di contrattazione che serve chiaramente in un settore così delicato come quello del pubblico, cominciando dalla parte normativa, ma anche considerando che abbiamo contratti fermi ormai dal 2007, che rischiano di rimanere fermi fino al 2017, che hanno già prodotto una diminuzione del potere d'acquisto dei dipendenti pubblici del 15 per cento e, soprattutto, che rischiano di impoverire anche questa categoria nel momento in cui avrà accesso alla pensione.
  Una cosa che mi auguro troverà una risposta già nella legge di stabilità – ed è quanto ho previsto nel mio ordine del giorno – è quella che riguarda le professionalità da salvaguardare nelle società partecipate, anche perché attraverso quelle società partecipate, lo Stato, le regioni, gli enti locali mettono, appunto, a disposizione del pubblico il loro impegno e i loro servizi. Ma – lo voglio dire in quest'Aula – non aspettiamo troppo tempo, perché rischiamo un'altra bomba, se posso usare questo termine, sociale, perché sono tante le famiglie impegnate attraverso le società partecipate.
  Voglio anche dire che, grazie all'impegno di tanti colleghi, in particolare della Commissione lavoro, qui troviamo un'altra risposta ad una categoria, quale quella degli esonerati della pubblica amministrazione, che, come sapete, erano rimasti esclusi dai precedenti provvedimenti. Anche qui, la maggioranza e l'opposizione hanno fatto in modo che, anche nelle regioni, nelle ASL, negli enti strumentali, queste persone abbiano potuto trovare la stessa risposta dei loro colleghi impegnati in campo nazionale.
  Abbiamo dato una risposta per evitare che, in un momento così difficile, i centri per l'impiego, visto il provvedimento sulle province, potessero trovare un ulteriore problema; ed io ho insistito perché nell'Agenzia per la coesione territoriale, che ritengo strumento utile e necessario per utilizzare di più e meglio i fondi strutturali, venga, comunque, previsto un ruolo attivo delle regioni, non soltanto perché credo che il ruolo attivo dia un contributo per utilizzare al meglio i nostri fondi, ma anche perché con questo provvedimento evitiamo ulteriori contenziosi con lo Stato.
  C’è un impegno – e qui veramente ringrazio tutti i colleghi – per quanto abbiamo fatto insieme dal punto di vista previdenziale per i donatori di sangue, che oggi viene esteso anche per la tutela della maternità attraverso i congedi parentali e, quindi, credo che abbiamo guardato a quelle che erano le esigenze primarie alle quali una società come la nostra deve dare delle risposte.
  Concludo dicendo che continuiamo in un impegno che veda sempre più a limitare l'utilizzo dei contratti a termine e delle consulenze, senza far venir meno, però, quelle professionalità necessarie per andare avanti.
  Mi piace ricordare, concludendo, che abbiamo messo in questo provvedimento anche la possibilità per i comuni, le province, le regioni e i consorzi di essi di stipulare convenzioni con il Corpo dei vigili del fuoco per la redazione dei piani Pag. 80di emergenza di protezione civile. Lo dico in un Paese con tanti problemi, a cominciare dai dissesti idrogeologici, ai quali queste convenzioni potranno cominciare a dare una risposta, nella convinzione, però che, anche in questo settore, dobbiamo mettere in campo un provvedimento legislativo che dia veramente la possibilità di organizzare al meglio questo tipo di interventi.
  Concludo, Presidente, ringraziando ancora tutti e chiedendo ancora una volta al Governo di limitare i decreti, perché come abbiamo visto non è poi così facile trovare quelle risposte, che pure, invece, attraverso un diverso percorso legislativo si possono trovare; di evitare che nei decreti vengano inserite materie che non hanno a che fare con i provvedimenti in questione, perché questo crea naturalmente anche un problema di competenze all'interno delle stesse Commissioni del Parlamento.
  Però, ripeto, credo che questa giornata, rispetto all'accordo che abbiamo trovato, sia importante. Per questo preannunzio il voto favorevole del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Tiziana Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, nell'anno 115 dopo Cristo, sotto l'imperatore Traiano, accadeva che ogni mattina si radunava davanti alla porta del potente di turno una folla di persone, venuta a chiedere un favore, un lavoro per un parente, un interessamento per un conoscente, una raccomandazione, oppure a parlare di affari. Era la salutatio, la pratica mattutina con la quale i clienti omaggiavano il dominus.
  La fitta rete di clientele era diffusissima a Roma, e costituiva uno degli orditi sociali della Roma antica, perché in città quasi ogni uomo libero aveva un legame di rispetto e a volte di obbedienza nei confronti di qualcuno più ricco e potente di lui. Il sistema delle clientele permetteva al dominus di crearsi un bacino di sostenitori, di simpatizzanti, di diventare il punto di riferimento per alcune categorie e per il popolino della zona, che lo avrebbe così votato quando si candidava a una carica. In altre parole, consentiva di mantenere il potere.
  Certi atteggiamenti noi italiani ce li abbiamo per cultura. In Italia c’è la propensione a creare file dietro alle porte, ma anche la disponibilità a bussare alle porte e a mettersi in fila (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Pertanto, per cambiare le cose si deve avviare una rivoluzione culturale. Forse vale la pena raccontare questa storia quando ci troviamo a parlare con un americano che non capisce perché, per accedere al pubblico impiego, serva fare un concorso pubblico. Forse dovremmo dire che la formula del concorso è un antidoto italiano per selezionare secondo il criterio del merito, data la nostra propensione culturale al clientelismo, oppure dire che è il sistema migliore che garantisce le clientele al politico. Dipende dai punti di vista. Certo, sospetti sono i concorsi banditi sotto periodo elettorale, con la promessa del miraggio del posto fisso.
  In altri Paesi invece, come Germania, Francia, Inghilterra, la selezione avviene a monte, nel qualificato percorso di formazione e di studio, come la Scuola nazionale di pubblica amministrazione francese, riducendo così la pressione sui concorsi pubblici. È opportuno porsi delle domande in merito a come sia stata usata la pubblica amministrazione, se squisitamente per fini clientelari, al fine di consentire acquisizione di consenso, negando alla pubblica amministrazione la sua funzione: funzione di servizio a favore del cittadino.
  Il decreto-legge n. 101 vuole perseguire obiettivi di razionalizzazione, ma saranno da più di dieci anni che sento usare questo termine, diventato ormai vuoto di senso. Il motivo è che non c’è stata mai la vera volontà politica di affrontare strutturalmente le criticità delle pubbliche amministrazioni, perché evidentemente c’è lo scopo di non farla funzionare. L'obiettivo Pag. 81che si vuole raggiungere è che, visto che la pubblica amministrazione non funziona, è meglio privatizzarla tutta.
  È in corso da anni il processo progressivo di privatizzazione del pubblico impiego, con spoliazione progressiva di servizi pubblici in favore dei soliti privati. Spoliazione e spolpamento di pezzi di funzioni della pubblica amministrazione e riduzione della presenza dello Stato sul territorio.
  Sì, perché le «zzazioni» (industrializzazioni, alfabetizzazioni, urbanizzazioni, privatizzazioni) hanno sempre significato processi socio-economici di graduale trasformazione di una cosa in un'altra, processi che, una volta avviati, risultano poi essere irreversibili se messi in relazione con la vita media di un individuo. L'articolo 2 si interessa di riorganizzazioni, incarichi dirigenziali e dirigenti, ma non risolve il problema delle sacche degli sprechi di danaro pubblico che ruotano intorno al pianeta «dirigenza pubblica».
  Non viene affrontata la questione del doppio legame tra potere politico e potere gestionale, che fa sì che vi sia una mancanza di autonomia da parte della classe dirigente nei confronti dello straripante potere politico. Vi è stata una sostanziale commistione tra potere politico e potere amministrativo che tradisce lo spirito delle riforme della pubblica amministrazione, avviate fin dagli anni Novanta sulla base di un'auspicata separazione tra il potere politico e quello tecnico all'interno della pubblica amministrazione. Sarebbe altresì interessante porre attenzione sulla nomina dei dirigenti pubblici per verificare se ci sia reale meritocrazia o piuttosto legame clientelistico con il potere politico.
  Continua a esistere la norma perversa che consente alla politica di nominare i dirigenti a tempo determinato a sua totale discrezione, senza che appartengano ai ruoli della dirigenza, e addirittura se ne aumenta la percentuale, aprendo la strada a un flusso selvaggio di nomine fiduciarie e clientelari.
  È bene ricordare che nella pubblica amministrazione italiana esiste anche il paradosso del dirigente che dirige se stesso. Infatti non tutti gli incarichi dirigenziali comportano la direzione di un ufficio. L'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001 prevede che: «I dirigenti ai quali non sia affidata la titolarità di uffici dirigenziali svolgono, su richiesta degli organi di vertice delle amministrazioni che ne abbiano interesse, funzioni ispettive, di consulenza, studio e ricerca o altri incarichi specifici previsti dall'ordinamento»; sono i cosiddetti dirigenti di staff.
  Non viene affrontata la questione del numero dei dirigenti rispetto al numero dei dipendenti gestiti; in media c’è un dirigente ogni cinque dipendenti. Non viene affrontata la questione della forbice sempre più ampia tra stipendi dei dirigenti e quelli dei comuni dipendenti.
  Le retribuzioni andrebbero reciprocamente vincolate; il dirigente non può prendere più di un tot rispetto allo stipendio medio dei propri dipendenti.
  In particolare, il trattamento retributivo del personale delle categorie è rimasto fermo, mentre il trattamento del personale dirigenziale o titolare di incarichi direttivi apicali, in tantissime amministrazioni, ha subito notevoli incrementi resi possibili grazie alle retribuzioni di posizione e di risultato per le quali non sempre esiste un tetto massimo.
  In pratica, in molti casi, grazie a strumentali riorganizzazioni che hanno comportato pretestuosi incrementi di funzioni, i dirigenti hanno potuto beneficiare di incrementi considerevoli della retribuzioni di posizione.
  Non viene affrontata la questione del divieto di cumulo tra pensioni e reddito di lavoro per ex dipendenti pubblici. Nella specie occorre bloccare la prassi delle pubbliche amministrazioni di conferire incarichi o stipulare contratti di lavoro subordinato (direttamente o tramite agenzie di lavoro interinale) con personale pubblico che già usufruisce del trattamento pensionistico, in modo da favorire il ricambio generazionale.
  Per le riorganizzazioni sarebbe opportuno fissare criteri univoci e chiari, per le amministrazioni dello stesso tipo, che guidino Pag. 82le amministrazioni nei percorsi di riorganizzazione. La fissazione di linee guida da seguire nella messa a punto degli interventi organizzativi eviterebbe personalizzazioni e adattamenti che spesso prescindono dalle reali esigenze di efficienza ed efficacia dei servizi, e sono solo strumentali ad una redistribuzione spartitoria delle poltrone dirigenziali in base alle percentuali o alle correnti di partito.
  Per quanto attiene il fenomeno del precariato si fa presente che esso è stato generato con un Patto di stabilità che, dal 2005, ha invitato la pubblica amministrazione a bloccare il turnover e ad assumere con forme contrattuali che hanno generato il precariato, bloccando quel processo di rinnovamento che avrebbe potuto favorire l'immissione di nuove professionalità.
  Le procedure per la stabilizzazione del personale precario riguardano tra l'altro solo i contratti di lavoro a tempo determinato, escludendo altre forme di precariato, pur presenti nella pubblica amministrazione.
  Inoltre, si ravvedono delle contraddizioni palesi all'interno del decreto, ad esempio per quanto riguarda la proroga dei contratti dei precari de L'Aquila e dei comuni del cratere, pur in presenza di graduatorie di concorso vigenti, esistenti e già approvati alle quali attingere. Mi riferisco ad esempio al concorsone Ripam Abruzzo che ha prodotto 1.034 idonei e 300 vincitori di concorso.
  Insomma, si respira un certo odore di tessitura di reti clientelari.
  È indubbio che va riformata la modalità di accesso alla pubblica amministrazione. Ad esempio, in applicazione del principio di trasparenza e pubblicità, occorrerebbe prevedere l'istituzione di una banca dati on line liberamente e gratuitamente accessibile a tutti, contenente gli avvisi e i bandi di procedure di reclutamento del personale adottate da ciascuna amministrazione, nonché le graduatorie finali di ciascun concorso indetto dalle amministrazioni pubbliche.
  In applicazione del principio del buon andamento e imparzialità, andrebbe previsto il divieto per le amministrazioni pubbliche di bandire concorsi per il reclutamento di personale in periodo elettorale. Andrebbe introdotta, altresì, la previsione di un numero massimo di idonei risultanti all'esito delle procedure concorsuali.
  Inoltre, il disegno di legge sorvola sul grande tema delle società in house, partecipate e controllate, ovvero il cosiddetto sistema parapubblico che fa aumentare a dismisura la spesa pubblica e favorisce le clientele, togliendo attività ai dipendenti pubblici, con aumento della demotivazione. In molti casi l'esistenza di società in house costringe le amministrazioni all'acquisizione dalle stesse di servizi non sempre necessari.
  I trasferimenti di risorse a tali società sono spesso effettuati sulla base di contratti per acquisizione di servizi non sempre necessari e spesso privi dei requisiti di economicità, efficacia ed efficienza.
  Ciò è tanto più vero se si tratta di servizi inerenti l'acquisto, ad esempio, di software gestionali. Il sistema pubblico, quindi, è escogitato come scorciatoia per aggirare i vincoli. Occorre porre fine alla pratica delle standardizzazioni che fanno lievitare i costi e la corruzione, con minori tutele dei lavoratori legati alla scadenza del contratto. Occorre definire quanto prima quindi dei percorsi riorganizzativi e prevedere anche disposizioni che impongano alle amministrazioni di rilevare il numero, le retribuzioni e le modalità di assunzione del personale delle società in house.
  Per concludere, il presente disegno di legge si configura come un collage di sanatorie omnibus, sparse e perse, senza tenere conto di una visione integrata d'insieme. La visione politica che si continua ad adottare è quella dal buco della serratura, in cui infilare dentro di tutto, anche emendamenti «corsari» dalla sera alla mattina, fortunatamente intercettati e stanati dal MoVimento 5 Stelle.
  Per quanto sopra esposto annuncio pertanto il voto d'astensione del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 83

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, tento di tagliare gran parte del discorso che ho preparato, per favorire l'economia dei lavori di questa sera.
  Signor Presidente, Ministro, il presente decreto dovrebbe permettere di razionalizzare la pubblica amministrazione e per farlo dovrebbe avere delle caratteristiche che francamente noi abbiamo fatto molta fatica ad individuare. Dovrebbe semplificare, ad esempio, dovrebbe permettere di capire. Tutto questo lo abbiamo cercato nel decreto in questione, ma non lo abbiamo trovato, lo abbiamo trovato soltanto in minima parte. Un testo a tratti illeggibile, un testo a tratti incomprensibile. È chiaro che noi siamo nuovi dei lavori parlamentari, ma effettivamente dovremmo riportare fuori ai cittadini, ai fruitori, di quanto parla questo decreto. Per milioni e milioni di cittadini questo risulterà quindi essere un testo ancora una volta inaffrontabile in termini di applicazione.
  Diciamo che crediamo soltanto che tutti quanti, ed anche noi stessi, in questo frangente, dobbiamo porci delle domande in merito a come sia stata usata sino al giorno d'oggi la pubblica amministrazione, una pubblica amministrazione fatta molto spesso di prime pagine di giornali, fatta molto spesso di sprechi, fatta molto spesso di indagini, fatta molto spesso – purtroppo – di gestioni affaristiche della stessa, negando, tra l'altro, la pubblica amministrazione della sua principale funzione, cioè una funzione in servizio e a favore dei cittadini, dei contribuenti, di chi cerca una semplificazione all'interno anche di questi uffici, ma che molto, molto spesso non la trova.
  Allora, perché prendere un po’ in giro i cittadini facendo loro credere che si debba razionalizzare una spesa pubblica, una funzione pubblica che tuttora è fuori controllo, perché ormai evidentemente non riusciamo a gestire neanche più l'esistente !
  Tutti questi motivi sono di metodo, prima ancora che di merito, perché una caratteristica dei decreti-legge dovrebbe essere l'omogeneità di contenuto, che qui è del tutto assente, come assente è stata anche nella precedente legislatura. Per fare un esempio molto veloce, parliamo dei precari della pubblica amministrazione. Il precariato all'interno della pubblica amministrazione in questi anni si è oltremodo ampliato, ampliato in maniera esponenziale, ed ampliato per un motivo abbastanza semplice: con il blocco delle assunzioni viene appunto la necessità di far fronte ad una serie di esigenze sempre più crescenti. È dovere quindi dello Stato cominciare da una prospettiva e trovare una soluzione, ma il decreto oggi in esame, già come era nato, non ha saputo farlo, o ha saputo farlo in seconda battuta soltanto in parte. Si continua quindi ad alimentare una lotta tra poveri in seno ad ogni angolo della pubblica amministrazione, ed oggi ci chiedete ancora una volta di sacrificare l'uno o l'altro. Nella prossima legge di stabilità, ad esempio, ma non capisco perché non è stato messo dentro questo provvedimento, lei, Ministro, sa che ci sarà il blocco degli scatti degli impiegati della pubblica amministrazione che già aspettano gli scatti di anzianità di stipendi da cinque anni.
  Diciamo che comunque quello che emerge con questo decreto appesantisce, secondo noi, ancora, un po’ meno nelle ultime ore, ma ancora in parte, l'apparato pubblico centrale dello Stato e le sue articolazioni periferiche.
  Una cosa però effettivamente mi conforta, anche se soltanto in minima parte: mi conforta perché io sono convinto di quanto sto per dire. Abbiamo trovato un minimo di collaborazione, non con i partiti, non con i capi dei partiti, non con coloro che comandano come capibastone il partito stesso.
  Ma abbiamo trovato una collaborazione con una serie di deputati che lavorano molto spesso in penombra, che lavorano molto spesso nelle retrovie, che magari molte sere non vanno in televisione ma sono con noi in Commissione a cercare Pag. 84di dare un senso a questo provvedimento. Quindi io ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo notato che ci sono comunque sconosciute ma ottime individualità effettivamente con cui dialogare, senza scendere, attenzione, a compromessi, mantenendo sempre la nostra linea politica, condividendo insomma tutto quello che è la nostra linea politica.
  Il percorso, Ministro, è stato un percorso piuttosto travagliato, lei lo riconoscerà. Si sono vissute molte criticità, ma fortunatamente siamo riusciti, anche insieme ad altri, a stanare emendamenti senza coperture, a stanare norme ad personam, a stanare qualche altra criticità, ma devo dire che con dialogo, estenuante, ma convincente, fatto di riunioni, fatto di Commissioni, fatto di nottate, fatto di rinvii, abbiamo comunque trovato delle discrete, buone soluzioni e punti di incontro con il nostro apporto che, devo dire, è stato sicuramente contribuito e migliorativo in seno a questo provvedimento. Non più, Presidente, non più, Ministro, decretazioni urgenti, non più misure omnibus, non più norme ad personam, con le lobby che fuori dalle Commissioni vengono a tirarci dalla giacchetta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non possiamo più permetterci tutto questo al giorno d'oggi, non possiamo più permettere che questo decreto, che altri decreti, formino un bacino elettorale per i partiti, perché se è vero che i vincitori di concorso sono cinque su cento è vero che gli idonei di concorso – questo l'abbiamo capito – sono cinquanta su cento. Quindi noi diciamo «no» a un bacino elettorale di questo tipo, speriamo direte «no» anche voi.
  Noi continueremo con la nostra opposizione dura, con la nostra opposizione antipatica, con la nostra opposizione anche a tratti maleducata, ma siamo opposizione, useremo quindi continuamente tutti gli strumenti che il Regolamento ci dà, senza mancarne uno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il Parlamento deve ritornare finalmente ad essere la casa della buona politica, il Parlamento deve comunque ritornare, extra decreti, ad essere la casa della dialettica politica. Noi ci siamo, annuncio quindi voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gnecchi. Ne ha facoltà.

  MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, noi vogliamo davvero sottolineare che siamo in una sede di conversione in legge di un decreto-legge, un decreto-legge che ci è arrivato dal Senato e però in questo decreto-legge, con il lavoro che abbiamo fatto in questi giorni, abbiamo veramente dimostrato che questa Camera è in grado, se c’è la collaborazione di tutti i gruppi, di fare un lavoro approfondito. Sicuramente è stata una trattativa lunga, a volte anche estenuante, e mi fa molto piacere che i colleghi e le colleghe del MoVimento 5 Stelle ci riconoscano la disponibilità. Devo anche riconoscere che il Ministro D'Alia si è caratterizzato per una presenza costante e costante anche di dialogo, di discussione, addirittura anche di mediazioni che hanno superato anche le disponibilità dei vari gruppi, quindi veramente riconosciamo la volontà e la voglia di collaborare. Lo dico ancora di più della sottosegretaria Amici, a maggior ragione, perché lei veramente è stata qui tutto il tempo, nella maniera più assoluta ci ha sempre affiancato e ha dimostrato una disponibilità enorme, è stata veramente un miracolo. Dico anche, questo lo sottolineo invece per tutti i colleghi e le colleghe che non hanno partecipato attivamente ai lavori in questi giorni, qui veramente va fatta anche una riflessione rispetto ai nostri lavori d'Aula.
  È evidente che il lavoro che svolge il Comitato – questa volta dei diciotto, visto che le Commissioni referenti erano due, altrimenti il Comitato dei nove – in un rapporto costante con il Governo, in un rapporto costante con i capigruppo e con i colleghi presenti, è il lavoro che si fa per arrivare ovviamente a produrre un testo, ma dobbiamo anche considerare il lavoro e la presenza di tutti gli altri colleghi e le Pag. 85altre colleghe che, pur non essendo coinvolti direttamente, ci danno la disponibilità di essere ascoltati, di intervenire, di interloquire, di darci i loro contributi, ma che oggettivamente rischiano, per il tipo di organizzazione dei lavori e dell'Aula, di sentirsi anche a volte esclusi.
  Questa è una cosa alla quale dobbiamo veramente pensare. Dobbiamo pensare, per esempio – lo dico per il mio gruppo, che è un gruppo veramente molto numeroso – che 293 persone debbono lavorare intorno a un Comitato dei nove o a un Comitato dei diciotto, ma essere sempre presenti e garantire la presenza – come noi garantiamo la presenza in quest'Aula, con costanza e sempre e ci tengo veramente a dirlo –, è evidente che dovremo trovare anche dei modi gratificanti per coloro che non sono attivamente coinvolti in un provvedimento.
  A chi ci dice che questo provvedimento non è ancora sufficiente rispetto agli interventi che sono stati fatti fino ad ora, dico che pensare che in quest'Aula abbiamo comunque aggiunto, nel lavoro in Commissione e in Aula, i vincitori di concorso e gli idonei va proprio nella direzione che i colleghi del MoVimento 5 Stelle chiedono: l'assunzione nel pubblico impiego va fatta attraverso concorso pubblico. Il fatto che ci sia una pagina intera in questo decreto che esplicita la durata, la validità dei concorsi, delle graduatorie, per quanto riguarda i vincitori e gli idonei, è una cosa importante, e non si può pensare che gli idonei facciano parte di un'area clientelare e i vincitori invece no, perché il concorso ovviamente viene fatto per un numero di posti, i vincitori sono i migliori, ci sono i vincitori e gli idonei. Non si tratta di clientelismo né per gli uni, né per gli altri: si tratta di un concorso pubblico, vincono i migliori, ma esistono anche quelli «meno migliori» – lo dico ovviamente tra virgolette – che però possono avere l'ardire di aspirare ad entrare in un posto pubblico. Quindi, è chiaro che tutta questa parte legata all'efficacia delle graduatorie concorsuali e anche alla definizione rispetto ai tempi e agli idonei è una parte importante.
  Sottolineo anche che il fatto di avere perfezionato il testo rispetto alla gestione degli esuberi del personale negli organici delle pubbliche amministrazioni, prevedendo anche un confronto e un esame congiunto con le organizzazioni sindacali, è evidente voglia e volontà di coinvolgimento sia del personale sia delle organizzazioni sindacali sia nell'organizzazione del lavoro che ovviamente nel tener conto che, se razionalizzazione andrà fatta, va fatta tenendo conto che si tratta di persone, che lavorano nella pubblica amministrazione, che noi pensiamo che vogliano dare il meglio di sé e che ovviamente vanno valorizzate, perché – ripeto quello che abbiamo detto tante volte in questi giorni – la pubblica amministrazione e il funzionamento della pubblica amministrazione determinano la qualità dei servizi e i servizi sono la vita quotidiana di cittadini e cittadine.
  Quindi, ci sono tante parti importanti in questo decreto, anche la parte di rilevazione del costo del lavoro nella pubblica amministrazione è una parte significativa e poi la parte sulla stabilizzazione. È evidente che è importante pensare che chi lavora da almeno tre anni nell'arco degli ultimi cinque all'interno di una pubblica amministrazione può avere una professionalità da valorizzare.
  Comunque, anche per queste stabilizzazioni è prevista la prova concorsuale, quindi, sono previsti normali concorsi come normale reclutamento del personale. Quindi, le procedure selettive, secondo noi e per noi, sono importanti e sono fondamentali. Le abbiamo difese, le abbiamo sostenute e abbiamo immaginato, anche, possibilità di risparmi con i concorsi unici. Su questo, sottolineo la volontà e la disponibilità alla trattativa con tutti i gruppi. Sono contenta che questo ci sia stato riconosciuto; è stato riconosciuto a noi come maggioranza ed è stato riconosciuto al Ministro e alla sottosegretaria, ovviamente con la collaborazione di tutti i funzionari e le funzionarie che in questi giorni ci hanno sempre seguito e assecondato Pag. 86con grande precisione e anche disponibilità, perché è stata una settimana abbastanza pesante per tutti.
  Però, ci tengo, anche su questo, a sottolineare che abbiamo recepito molti emendamenti, sia nelle Commissioni, quindi sia durante il lavoro delle Commissioni che in Aula, abbiamo recepito emendamenti da parte di tutti i gruppi; abbiamo cercato di lavorare rispetto alla possibilità che tutti potessero intervenire. Anche rispetto al concorso unico, l'aver pensato poi alla possibilità di eventuali concorsi territoriali è comunque la dimostrazione che ci possono essere sensibilità diverse delle quali tenere conto e che quando queste sensibilità possono poi effettivamente andare incontro a una buona amministrazione, ad una possibilità di risparmio o a una possibilità di migliore selezione, è evidente che siamo stati d'accordo.
  Adesso passo a una parte che mi sta particolarmente a cuore, e dico che anche in questo provvedimento ci sono tre interventi di correzione della manovra Fornero. Una correzione è quella per gli esonerati della pubblica amministrazione delle regioni e delle ASL che non erano stati salvaguardati dal «salva Italia» e quindi, per fortuna, anche gli esonerati di regioni e di ASL adesso saranno salvaguardati come gli altri. Prima correzione, significativa, che andava veramente fatta. Seconda correzione è stata quella rispetto alle donazioni di sangue. Terza correzione è quella rispetto alle assenze per i congedi parentali. Ci tengo su questo a sottolineare che il testo unificato della proposta di legge per i salvaguardati, votata all'unanimità nella Commissione lavoro, prevede l'eliminazione del concetto delle prestazioni effettive di lavoro e quindi la penalizzazione per la pensione di anzianità sotto i 62 anni. È evidente che noi continueremo a lavorare rispetto alle correzioni della manovra Fornero, ma continueremo anche a lavorare per il miglioramento della pubblica amministrazione in generale, e speriamo di trovare sempre la collaborazione in quest'Aula perché i miglioramenti siano veramente miglioramenti per tutto il Paese e per i cittadini e le cittadine del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Vincenza Labriola. Ne ha facoltà, per un minuto.

  VINCENZA LABRIOLA. Signora Presidente, onorevoli colleghi, voterò contro questo provvedimento per le motivazioni già espresse durante la discussione sulle linee generali. Ma voterò convintamente contro questo provvedimento perché non posso tollerare un altro aggravio per la salute dei cittadini di Taranto. A Taranto non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose e chissà quali grandi uomini, abbiamo solo bisogno di più gente onesta, che valuti con seria onestà intellettuale la situazione lavorativa e sanitaria. Si sta facendo l'ennesimo errore ai danni della città. Vede, Presidente, l'errore parla con doppia voce, una delle quale afferma il falso: bonifichiamo, ma l'altra lo smentisce: apriamo le discariche. Non esistono risposte al disastro sociale e ambientale nella mia terra, esistono solo fatti.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 1682-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1682-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.Pag. 87
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1682-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Zardini, Cassano, Capone, Chimienti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni – Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
   S. 1015 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni» (Approvato dal Senato) (1682-A):

   (Presenti  311   
   Votanti  235   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  118   
    Hanno votato
 208    
    Hanno votato
no   27).    

Sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento (ore 22,15).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 22,15)

  PRESIDENTE. Prego, deputato Baroni. Non faccia il timido.

  MASSIMO ENRICO BARONI. No, stavo aspettando il cambio della Presidenza.

  PRESIDENTE. Prego.

  MASSIMO ENRICO BARONI. «Fate presto, fate presto. Non abbiamo tempo per aspettare i tempi della politica». Sono queste le ultime parole che ho ascoltato pronunciare dal dottor Raffaele Pennacchio e rivolte ai rappresentanti del Governo Guerra, Fadda e Baretta. Raffaele era un malato di SLA, faceva parte del Comitato 16 novembre e portava avanti con forza, nonostante la malattia, una battaglia per accendere i riflettori sul diritto dei disabili gravi e gravissimi all'assistenza domiciliare, il diritto a restare a casa con dignità e ricevendo cure amorevoli.
  Il 22 e 23 ottobre, insieme a Giulia Di Vita e a Andrea Cecconi della Commissione affari sociali, abbiamo conosciuto Raffaele Pennacchio. Lo abbiamo visto mentre ascoltava in silenzio l'ennesimo tavolo tra Governo e Comitato 16 novembre. Il suo silenzio si è rotto brevemente solo per dire «fate presto», mentre il suo viso si rigava di una lacrima di rabbia.
  Raffaele forse si sentiva inerme di fronte al cinismo della classe di Governo, di dare precedenza agli interessi privati che gravitano intorno alla macchina sociosanitaria, piuttosto che al diritto a una vita dignitosa.
  Raffaele lottava per tutti gli esseri umani che in Italia soffrono il dramma delle malattie neurodegenerative. Chiedeva l'adozione di un sistema di assistenza familiare e domiciliare che impedisca i profitti del malaffare sanitario pubblico-privato, realizzati soprattutto tra la politica e i grandi imprenditori di residenze sanitarie assistite, per far riconfluire le risorse verso i pazienti e le loro famiglie, i caregiver.
  Oggi Raffaele è andato via per sempre e oggi, mentre sentiamo rammarico e dolore, chiediamo a questo Governo e a questa maggioranza di fare presto e, per una volta, di finanziare una vera missione di pace, ossia quella per la dignità di tutti i Raffaele del nostro Paese e delle loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, articolo 87 della Costituzione della Pag. 88Repubblica italiana: «Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale».
  Ora, io mi chiedo quale unità nazionale stesse rappresentando il Presidente Giorgio Napolitano, oggi, nell'atto di convocare nel suo ufficio al Quirinale i tre capigruppo di maggioranza al Senato, il Ministro Quagliariello e il presidente della Commissione affari costituzionali...

  PRESIDENTE. Deputato Di Stefano...

  MANLIO DI STEFANO. ... Anna Finocchiaro, per dettare la linea sulla riforma della legge elettorale.

  PRESIDENTE. Deputato Di Stefano, lei sa, non mi costringa a rileggere l'articolo 90 della Costituzione. Grazie.
  Ha chiesto di parlare il deputato De Lorenzis (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il deputato Di Stefano aveva finito il tempo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Deputato Di Stefano, finisca ! Finisca ! Finisca (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Su, state calmi ! Siamo tutti calmi. Allora facciamo così: deputato Di Stefano, lei concluda il suo discorso. Si ricordi – si ricordi – che oltre l'articolo della Costituzione che lei ha citato, c’è l'articolo 90 della Costituzione. Concluda il suo intervento.

  MANLIO DI STEFANO. E io le ricordo che lei non ha il ruolo di ricordarmi quello che devo dire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. E io non sto dicendo quello che deve dire. Sto dicendo quello che non deve dire, che lei sa benissimo.

  MANLIO DI STEFANO. Cosa avrei detto ? Cosa avrei detto, Presidente ?

  PRESIDENTE. ... che lei sa benissimo...

  MANLIO DI STEFANO. No. Cosa avrei detto ?

  PRESIDENTE. Concluda il suo ragionamento.

  MANLIO DI STEFANO. Allucinante !

  PRESIDENTE. Concluda il suo ragionamento. Ha ancora un po’ più di un minuto, un minuto e 27 secondi.

  MANLIO DI STEFANO. Mi chiedo quale unità nazionale si sta rappresentando nell'ignorare i gruppi politici all'opposizione e gli oltre 10 milioni di italiani che essi rappresentano. Mi chiedo in quale articolo della Costituzione sia assegnata al Presidente della Repubblica la responsabilità di proporre, o forse dettare, la riforma elettorale, e mi chiedo ancora con quale dignità PD, PdL e Scelta Civica possono accettare un tale svilimento del ruolo del Parlamento. Quando abbiamo deciso di diventare una Repubblica presidenziale, quando abbiamo deciso di abdicare al nostro ruolo di deputati e delegare tutto a un monarca ? Presidente, io pretendo il rispetto di questa istituzione e del suo ruolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e sarebbe bello se la stessa pretesa l'avessimo tutti. Non è più possibile tollerare una continua prevaricazione dei ruoli. Adesso basta ! La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere. Questo dice la Costituzione. Mettetevelo in testa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Poiché un articolo della Costituzione fa sempre bene, lo rileggo. Articolo 90: «Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento e per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune a maggioranza assoluta dei suoi membri». Alla fine li impareremo tutti, uno ad uno.
  Ha chiesto di parlare il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, c’è un richiamo al Regolamento e viene prima di ogni altro intervento.

Pag. 89

  PRESIDENTE. No, lei ha chiesto di parlare. Lo decido io se c’è un richiamo al Regolamento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dunque, ha chiesto di parlare il deputato De Lorenzis, dopo fate il richiamo al Regolamento.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, io prendo la parola perché anche io trovo inaccettabile che chi presiede in questa Camera censuri preventivamente e a posteriori l'intervento di un deputato soltanto perché in qualche modo cita il Presidente della Repubblica, venendoci a leggere la Costituzione, come se noi non la conoscessimo. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti per richiamo al Regolamento. (Scambio di apostrofi tra i deputati Lattuca e Spadoni – Scambio di apostrofi tra i deputati Lattuca e Villarosa – Dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: Fuori ! Fuori !)

  MANLIO DI STEFANO. Lattuca, vai fuori !

  PRESIDENTE. Deputati ! Deputati ! Vi richiamo ad un comportamento corretto ! Vi richiamo ad un comportamento corretto ! Non esiste ! Lattuca ! Deputato Lattuca ! Deputato Villarosa ! Scusate ! Ma non mi pare il modo per calmare la discussione, questo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)! Siete tutti richiamati all'ordine, non solo uno ! Si, lo so, l'ho visto ! Scusate, facciamo uscire le persone che devono uscire.
  Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento il deputato Colletti. Mi sbaglio ? Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, articolo 8 e articolo 41 del Regolamento. L'articolo 41 è venuto dopo, in itinere, perché i richiami al Regolamento hanno la precedenza, e questo è riferito a lei. L'articolo 8 è in relazione alla disquisizione del collega Di Stefano. Ora, già conosciamo un comunicato stampa del Presidente della Repubblica che ha detto che è ridicolo che non si debba citare il Presidente della Repubblica. Quindi, almeno atteniamoci a ciò che vuole fare il Presidente della Repubblica e non autocensuriamoci per lui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Visto che parlavamo di Costituzione, è interessante un articolo che ho appena letto: «Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (...)», articolo 21 della Costituzione. Magari invito la Presidenza a leggerselo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. A proposito del richiamo testé fatto dal deputato Colletti, leggo il parere della Giunta del Regolamento del 24 ottobre 1996. «Di conseguenza» – altre premesse – «in considerazione del valore che riveste ogni dichiarazione pronunziata nelle sedi formali del dibattito parlamentare, sia nel rapporto tra la Camera e altri organi costituzionali sia negli effetti sulla sfera personale dei singoli, è dovere della Presidenza assicurare che la libera manifestazione del pensiero e della critica non vada mai disgiunta dall'impiego dei modi corretti e delle forme appropriate al linguaggio parlamentare e non abbia, quindi, a trascendere nella diffamazione personale o nel vilipendio di organi dello Stato. Essa richiamerà, quindi, a norma dell'articolo 59, comma 2, del Regolamento, i deputati che pronunzino parole sconvenienti, tali intendendosi anche le espressioni ingiuriose o le insinuazioni atte ad offendere, a recare discredito o comunque a ledere persone o istituzioni».
  Tanto dovevo chiarire perché questa è l'interpretazione del Regolamento di cui avevamo bisogno. Però, tant’è (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, io sono intervenuto in quest'Aula in più Pag. 90occasioni a difesa della Presidenza, in maniera indifferente rispetto a chi sedeva su quella sedia. Credo che oggi i colleghi del MoVimento 5 Stelle hanno commesso un gravissimo errore, aggredendo la Presidenza, che fa il suo dovere nell'interpretazione di un Regolamento, che non è la Presidenza di turno che scrive, ma sono le regole del buon vivere che noi ci siamo dati. La sua applicazione del Regolamento, così come l'applicazione del Regolamento di tutti gli altri colleghi, proprio in base all'articolo 8, sono quelle regole che ci consentono, che consentono a questa Camera di fare le leggi e di rappresentare i cittadini e gli italiani, che hanno diritto di trovarsi una rappresentanza qui e che hanno diritto che qui le loro idee possano essere rappresentate. Qui, come al Quirinale.
  Le insinuazioni che sono state fatte – che sono a verbale – devono essere interrotte, come lei ha fatto. Io, quindi, credo che ci vuole rispetto per chi presiede l'Aula, per chiunque presiede l'Aula e ci vuole senso di responsabilità per chi sta da quest'altra parte dell'Aula, dell'emiciclo nel consentire che chi ha il ruolo più complicato e difficile – che è quello di presiedere – lo possa fare con la serenità d'animo e con il senso di responsabilità di tutti quanti noi. Quindi, consiglierei anche di chiudere questo dibattito, perché mi sembra assolutamente poco produttivo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, il mio intervento ha tutt'altro oggetto e si riferisce esattamente a questa situazione a cui assistiamo da diverse settimane, anche qui nella piazza di Montecitorio, della presenza dei malati, si riferisce anche all'episodio che è successo ieri e a questa drammatica morte di questa notte, una morte per infarto, non una morte di Stato come è stato detto, una morte per infarto. Ma ci preoccupa anche tutta una serie di agenzie di stampa che si sono rincorse oggi che riguardano il caso Stamina, che riguardano, per esempio, posizioni diverse che sembrano – per lo meno per quello che è possibile dedurre dalle agenzie – la posizione del presidente dell'Istituto superiore di sanità, Oleari, che in qualche modo «bolla» il metodo Stamina come totalmente antiscientifico, la posizione di Nanni Costa, presidente del Centro nazionale trapianti, che in qualche modo invece chiede di avere a disposizione cartelle cliniche, che sono cartelle cliniche che da tempo forse avrebbero dovuto essere osservate.
  Noi, Presidente, stiamo seguendo questo caso sulla falsa riga, per quelli di noi che hanno qualche anno in più, ed avendo in memoria quello che è successo anni fa con il caso Di Bella. Anche circa dieci anni fa, con il caso Di Bella, quando maturò un giudizio negativo da parte del mondo scientifico, incominciò tumultuosa la pressione attraverso la magistratura, attraverso la stampa, attraverso una serie di eventi. E sappiamo come finì. Io le chiedo questo, in altri termini: primo, sapere che comunque in questo Parlamento, nella Commissione affari sociali, a vario titolo – che lo sappiano anche i colleghi – ci preoccupiamo di questi malati, ci preoccupiamo dei soggetti autistici, ci preoccupiamo dei soggetti affetti da malattie rare e ci preoccupiamo anche di questa situazione che è il caso Stamina. Però le chiedo se, in merito proprio alla complessità di questi eventi, non possa essere utile che il Ministro della salute venga chiamato a riferire in Parlamento per dare un messaggio che sia di chiarezza, di serenità e anche di consapevolezza che le istituzioni non sono indifferenti a questa situazione (Applausi).

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani...(Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). .. credevo avessimo finito di parlare di Regolamento, comunque...

  LUIGI DI MAIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 91

  LUIGI DI MAIO. Signora Presidente, solo per chiedere che il comportamento del deputato Lattuca venga esaminato dall'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Va bene, riferiremo alla Presidenza questa richiesta.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signora Presidente, anche per chiedere del comportamento del collega Villarosa, che con lui discuteva ed interloquiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Scusate ...vedo sette mani alzate...darei la parola al deputato Villarosa (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, scusate: siamo tutti abbastanza, giustamente, stanchi, perché penso che abbiamo lavorato.

  ANGELO TOFALO. Siamo freschissimi !

  PRESIDENTE. No, non è vero che siete freschissimi... (Commenti del deputato Angelo Tofalo)... deputato Tofalo, la richiamo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Allora, darei la parola al deputato Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, veramente chieda al collega Rosato di informarsi prima. Lei ha visto la scena: siamo andati a calmare la situazione. Parli con il deputato Lattuca e si faccia spiegare quello che è successo, prima di accusare le persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signora Presidente, io in realtà volevo...

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Scusi, deputato Fiano. Deputato Sorial, quale articolo del Regolamento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Deputati, per favore !

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Sarebbe troppo facile dire: «quello di Rosato», che non ha citato nessun articolo ed è intervenuto due volte, quindi non capisco se erano richiami al Regolamento o interventi personali che non potrebbe... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prego, ma lei ha la parola Sorial.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Ed io specifico, quando ho la parola, cosa voglio specificare.

  PRESIDENTE. Deputato Sorial, mi dica.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. L'articolo è l'articolo 59, che la impegna a richiamare il deputato nel momento in cui – e le spiego esattamente quello che è successo – lui, con un suo comportamento, in qualche modo turbi il contegno, la libertà delle discussioni o l'ordine della seduta. Il Presidente lo richiama nominandolo. Lei ha visto benissimo il fatto che il deputato Lattuca ha messo le mani sul volto e sulla testa della deputata Spadoni, uscendo da quella uscita. Ha continuato a fare gesti ed ha continuato a minacciare la deputata ...

  PRESIDENTE. Deputato Sorial...

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. ...finché – mi lasci finire per cortesia – il deputato Villarosa, il deputato Tripiedi non sono andati lì a calmare la situazione. O ha l'onestà intellettuale di dire le cose come Pag. 92stanno, oppure qui non la facciamo finita su questa questione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputato Sorial, primo, la Presidenza ha registrato la richiesta del deputato Di Maio di esaminare il comportamento del deputato Lattuca. Poiché non possiedo occhi da insetto, non posso dire ora, ma vi assicuro che, come per altre situazioni, sia la richiesta del deputato Di Maio sia la richiesta – giuste o sbagliate che fossero, la prima e la seconda – del deputato Rosato saranno esaminate dall'Ufficio di Presidenza.
  C'era la presenza del questore Dambruoso (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ci sono molte persone ... no, ma abbiate pazienza, è sempre successo così. Abbiamo sempre discusso. Credo che il presidente Di Maio sia testimone del fatto che si è sempre discusso con grande serietà e rigore di tutte le situazioni che sono state segnalate in momenti di difficoltà o di tensione all'interno dell'Aula. Non c’è nessun pregiudizio, né in un senso, né in un altro. State sereni su questo perché la Presidenza esaminerà la situazione che voi avete sottoposto con grande serenità e rigore. Aveva chiesto la parola il deputato Fiano. Prego. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, io, nel rinnovare a lei la mia certezza sulla sua onestà intellettuale, volevo in realtà riprendere alcune parole che ho sentito pronunciare forse per la prima volta in quest'Aula da parte di un collega del MoVimento 5 Stelle. Credo che sia Rizzetto che ha fatto la seconda dichiarazione di voto sul provvedimento che abbiamo pochi minuti fa votato. Siamo tutti molto stanchi in quest'Aula, abbiamo trascorso dei giorni di lavoro molto lunghi. Però io credo che su questo provvedimento – e a questo si riferisce il mio intervento e mi sono molto piaciute le parole del collega – noi abbiamo dimostrato e sperimentato in queste ore, l'un con l'altro, tra vari gruppi, di maggioranza e minoranza, che in quest'Aula, per il bene del Paese, tra persone che cercano di parlare la stessa lingua, pur se hanno gruppi di appartenenza diversi, ma se hanno in mente un interesse comune e se cercano di mettere in campo una reciproca stima e l'idea di un progetto comune, pur partendo da strade diverse, qualcosa si può fare. C’è stato un voto diverso su questo provvedimento e io ho ascoltato parole diverse. Questo non vuol dire nulla, ognuno rimane nella sua parte, nella maggioranza o nella minoranza, nel suo partito o nel suo gruppo. Ma io penso che questo sia quello per cui noi siamo stati eletti: fare lavoro qui dentro. Poi ci sono momenti di nervosismo e ci sono persone che sbagliano. Anche a me è capitato di sbagliare in quest'Aula, di far prevalere l'istinto sulla ragione. E io penso che ciascuno di noi, in ogni ruolo, quando fa prevalere l'istinto sulla ragione, qua dentro, nel posto dove noi siamo stati mandati dal popolo a ragionare per il bene del Paese, sbagliamo. Io penso che in queste ore abbiamo scritto una pagina migliore. Per questo sono voluto intervenire, perché mi piacerebbe uscire da quest'Aula con il ricordo di questa pagina migliore e non del fatto che, come altre volte è successo, possa prevalere il nervosismo. Ecco, io penso che, invece, oggi abbiamo scritto una pagina buona (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ARIANNA SPESSOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, è di queste ore la notizia che dopo Bruxelles anche Strasburgo decide di investigare sugli effetti che le emissioni dell'Ilva avrebbero sulla salute degli abitanti di Taranto. La Corte europea dei diritti umani ha, infatti, reso noto di aver giudicato in via preliminare ricevibile il ricorso presentato dai familiari di Giuseppina Smaltini, morta di leucemia il 21 dicembre scorso. Nel ricorso i familiari sostengono che la malattia della donna è stata causata dalle emissioni prodotte dall'Ilva. Pag. 93Nel comunicare al Governo italiano la ricezione del ricorso, la Corte di Strasburgo chiede a Roma di dimostrare di aver fatto quanto doveva e poteva per accertare che non ci fosse alcun nesso tra le emissioni della fabbrica siderurgica e la leucemia che ha ucciso Giuseppina Smaltini.
  I giudici di Strasburgo vogliono quindi ora sapere quali dati avesse a disposizione la magistratura di Taranto quando esaminò la denuncia e se le indagini sono state condotte con la dovuta attenzione. Inoltre, la Corte chiede se lo Stato abbia fatto tutto quanto in suo potere per proteggere la salute e quindi la vita della donna e anche noi ci richiamiamo a questo appello e chiediamo anche che si risponda a tutte le domande che abbiamo posto in questi mesi sull'Ilva di Taranto e che sono rimaste senza risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 25 ottobre 2013, alle 9:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 22,35.
Pag. 94

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1682-A - em. 2.210 359 359 180 112 247 68 Resp.
2 Nom. em. 2.400 356 356 179 353 3 68 Appr.
3 Nom. em. 2.51 412 411 1 206 93 318 65 Resp.
4 Nom. em. 2.30 420 342 78 172 20 322 64 Resp.
5 Nom. subem. 0.2.401.1 425 420 5 211 96 324 64 Resp.
6 Nom. em. 2.401 426 418 8 210 375 43 64 Appr.
7 Nom. em. 3.400 423 347 76 174 332 15 64 Appr.
8 Nom. em. 3.201 428 427 1 214 136 291 63 Resp.
9 Nom. em. 3.203 423 393 30 197 393 63 Appr.
10 Nom. em. 4.400 423 423 212 407 16 63 Appr.
11 Nom. subem. 0.4.401.1 394 313 81 157 45 268 62 Resp.
12 Nom. subem. 0.4.401.2 362 303 59 152 39 264 72 Resp.
13 Nom. em. 4.401 367 367 184 352 15 72 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 4.219 375 315 60 158 18 297 70 Resp.
15 Nom. em. 4.78 358 305 53 153 28 277 70 Resp.
16 Nom. em. 4.221 388 382 6 192 108 274 70 Resp.
17 Nom. em. 4.220 387 360 27 181 69 291 69 Resp.
18 Nom. em. 4.223 396 393 3 197 119 274 70 Resp.
19 Nom. em. 4.80 393 319 74 160 30 289 70 Resp.
20 Nom. em. 4.81 401 327 74 164 29 298 70 Resp.
21 Nom. em. 4.129 408 330 78 166 30 300 70 Resp.
22 Nom. em. 4.10 406 404 2 203 121 283 70 Resp.
23 Nom. em. 4.79 404 385 19 193 84 301 69 Resp.
24 Nom. em. 4.108 398 325 73 163 31 294 69 Resp.
25 Nom. em. 4.226 rif. 407 318 89 160 316 2 68 Appr.
26 Nom. em. 4.36 407 403 4 202 395 8 68 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.700 390 390 196 390 67 Appr.
28 Nom. em. 2.700 388 388 195 388 67 Appr.
29 Nom. em. 4.248 390 390 196 121 269 66 Resp.
30 Nom. em. 4.602 394 309 85 155 309 66 Appr.
31 Nom. em. 4.403 391 297 94 149 297 66 Appr.
32 Nom. em. 4.603 387 280 107 141 280 66 Appr.
33 Nom. em. 4.604 383 269 114 135 269 66 Appr.
34 Nom. em. 4.402 384 384 193 375 9 66 Appr.
35 Nom. em. 4.605 387 356 31 179 356 66 Appr.
36 Nom. em. 4.700 388 388 195 388 66 Appr.
37 Nom. em. 4.266 381 370 11 186 3 367 66 Resp.
38 Nom. em. 4-bis.200 385 385 193 385 66 Appr.
39 Nom. em. 4-ter.200 388 388 195 126 262 66 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 4-ter.700 388 388 195 388 66 Appr.
41 Nom. em. 5.2 386 386 194 386 66 Appr.
42 Nom. em. 7.201 388 388 195 388 66 Appr.
43 Nom. em. 7.3 385 385 193 385 66 Appr.
44 Nom. em. 8.600 378 356 22 179 355 1 66 Appr.
45 Nom. em. 8.17 382 374 8 188 90 284 66 Resp.
46 Nom. em. 8.16 386 375 11 188 87 288 66 Resp.
47 Nom. em. 8.601 385 279 106 140 278 1 66 Appr.
48 Nom. articoloagg. 8.0200 384 351 33 176 89 262 66 Resp.
49 Nom. articoloagg. 8.0201 382 351 31 176 3 348 66 Resp.
50 Nom. em. 10.600 388 280 108 141 280 66 Appr.
51 Nom. subem. 0.11.500.1 381 297 84 149 297 66 Appr.
52 Nom. subem. 0.11.500.3 384 382 2 192 373 9 66 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 63)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 11.500 381 299 82 150 299 66 Appr.
54 Nom. em. 11.200 386 301 85 151 39 262 66 Resp.
55 Nom. em. 11.6 387 386 1 194 376 10 66 Appr.
56 Nom. em. 12.27 385 382 3 192 115 267 66 Resp.
57 Nom. em. 12.30 387 385 2 193 110 275 66 Resp.
58 Nom. em. 12.28 386 384 2 193 106 278 66 Resp.
59 Nom. em. 12.29 384 384 193 105 279 67 Resp.
60 Nom. odg 9/1682-A/14 335 268 67 135 32 236 67 Resp.
61 Nom. odg 9/1682-A/72 334 334 168 81 253 67 Resp.
62 Nom. odg 9/1682-A/73 333 317 16 159 83 234 67 Resp.
63 Nom. Ddl 1682-A - voto finale 311 235 76 118 208 27 64 Appr.