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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 85 di giovedì 26 settembre 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 11,10.

  CATERINA PES, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Fico, Fitzgerald Nissoli, Fontanelli, Formisano, Galan, Gebhard, Giachetti, Antonio Martino, Migliore, Mogherini, Realacci e Speranza sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

  PRESIDENTE. Comunico che in data 25 settembre il Presidente del Senato ha chiamato a far parte del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione il senatore Paolo Arrigoni in sostituzione del senatore Jonny Crosio, dimissionario.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

  PRESIDENTE. Comunico che in data 25 settembre il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi il senatore Mario Centinaio in sostituzione del senatore Massimo Bitonci, dimissionario.

Annuncio della elezione del presidente della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

  PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale ha proceduto in data odierna all'elezione del proprio presidente. È risultato eletto il deputato Lello Di Gioia, a cui vanno i complimenti della Presidenza.

Pag. 2

Seguito della discussione del disegno di legge: Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (A.C. 1154-A); e delle abbinate proposte di legge: D'iniziativa popolare; Pisicchio; Di Lello ed altri; Formisano ed altri; Lombardi ed altri; Grassi ed altri; Boccadutri ed altri; Nardella ed altri; Rampelli ed altri; Gitti e Vitelli (A.C. 15-186-199-255-664-681-733-961-1161-1325) (ore 11,15).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1154- A: Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore e delle abbinate proposte di legge: D'iniziativa popolare; Pisicchio; Di Lello ed altri; Formisano ed altri; Lombardi ed altri; Grassi ed altri; Boccadutri ed altri; Nardella ed altri; Rampelli ed altri; Gitti e Vitelli, nn. 15-186-199-255-664-681-733-961-1161-1325.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,16).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, ci arriva la richiesta da parte della Commissione difesa di una breve dilazione, perché in quella sede si stanno svolgendo delle audizioni importanti. C’è una richiesta che arriva da tutti i gruppi e dalla presidenza della Commissione stessa; se potesse essere possibile una sospensione fino alle 12 – chiedendo anche nel frattempo alla I Commissione di continuare il suo lavoro nel Comitato dei nove per agevolare anche questi altri lavori – penso che ciò potrebbe essere utile per il prosieguo dei nostri lavori, ma soprattutto per consentire alla Commissione difesa di finire quello che sta facendo. La richiesta è finalizzata unicamente a consentire alla Commissione difesa di concludere un'importante audizione.

  PRESIDENTE. La proposta mi sembra piuttosto chiara. Se non vi sono obiezioni e la I Commissione intende continuare con il Comitato dei nove, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 12.

  La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 12,10.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta di ieri è iniziato l'esame dell'articolo 1 e degli emendamenti ad esso riferiti ed è stato respinto il testo alternativo del relatore di minoranza.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo quindi l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso riferite (Vedi l'Allegato A – A.C. 1154-A). Passiamo quindi all'emendamento Gitti 1.4. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto lo pongo direttamente in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.Pag. 3
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gitti 1.4, con il parere contrario del relatore di maggioranza, del relatore di minoranza e del rappresentante del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Morani, Mosca, Grillo, Mazziotti, Giuliani, Simoni, Capezzolo, Mazzoli, Fontanelli, Boschi, Giuditta Pini, Bindelli, Vacca, Plangger, De Micheli, Pierdomenico Martino, Sberna, Sanna, Castelli, Gallinella, Covello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti e votanti  462   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
  19    
    Hanno votato
no  443).    

  (Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, dedicato a Mario, partita IVA, che non ha tutele e garanzie per il futuro e lavora con la paura di ammalarsi e sa che non avrà mai una pensione. Questo intervento è per te. Vorrei spiegarti, caro Mario, questo emendamento.
  Se posso permettermi una battuta, mi sento di dire al rappresentante del Governo che se questo emendamento dovesse essere accolto, allora potremmo votare a favore di questa legge. Infatti, con questo solo emendamento eliminiamo tutte quelle che riteniamo le principali criticità del provvedimento che stiamo esaminando. Eliminiamo davvero e soprattutto da subito la vecchia forma di finanziamento pubblico basata sui rimborsi elettorali e sul cofinanziamento. Eliminiamo la nuova forma di finanziamento introdotta dal Governo, quella del 2 per mille che non ci convince per tutta una serie di motivi che avremo modo di illustrare quando arriveremo a quell'articolo.
  Se si eliminassero questi due elementi – il che significa eliminare davvero ogni forma di finanziamento pubblico ai partiti, l'impegno che il MoVimento 5 Stelle ha assunto fin dalla campagna elettorale e che è uno dei suoi principali asset strategici – avremmo raggiunto l'obiettivo trasformando questa legge in una legge seria in tema di finanziamento pubblico ai partiti, un tema sul quale, dopo circa 2 miliardi e mezzo di euro che dal 1994 ad oggi i partiti politici hanno incassato sotto forma di rimborsi elettorali, si impongono scelte nette come l'emendamento del MoVimento 5 Stelle propone in questo caso, ovvero non più un euro ai partiti a titolo di finanziamento diretto da parte dello Stato, ma sostegni indiretti di natura strumentale e sgravi fiscali all'interno di limiti ben precisi per le erogazioni liberali.
  Mario, spero che tu abbia compreso che basta poco per darti una possibilità, per regalarti una speranza, davvero poco. E i soldi che i partiti ci dicono essere pochi, io quei soldi dei partiti li avrei voluti dare a te (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

  Catania, Folino, Ottobre, Ricciatti, Rondini, Amendola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 4

   (Presenti  466   
   Votanti  464   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 116    
    Hanno votato
no  348).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 1.400, sul quale c’è un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo, altrimenti il parere è contrario, mentre il relatore di minoranza esprime parere favorevole.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Matteo Bragantini 1.400.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, lo ritiro in quanto lo ritengo superato in base all'articolo 17, ma l'ho presentato perché volevo sollevare il problema e tenere presente che i partiti e i movimenti politici sono due cose totalmente differenti. Tuttavia, l'articolo 17 già li ricomprende.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Abrignani 1.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, invito i colleghi a valutare con un minimo di attenzione questo emendamento. È un emendamento all'articolo 1 che vuole iniziare a cambiare l'approccio culturale tra noi e i cittadini. Infatti oggi il cittadino non è intenzionato a dare soldi alla politica anche perché chi dà i soldi alla politica è considerato magari un corruttore, un malfattore.
  Allora penso che noi dobbiamo proprio dire, invece, qui all'articolo 1 che, siccome non c’è più il finanziamento pubblico ai partiti, i privati che contribuiscono alla vita del partito garantiscono la nostra democrazia. Dobbiamo cominciare a cambiare il titolo di chi contribuisce alla vita democratica. Dobbiamo far capire che è un benefattore, che è un garante, che è qualcuno che sta facendo del bene al Paese. È questo il semplice senso del mio emendamento: cercare di rendere non solo facile ma anche impegnativo, con un senso civico maggiore, la possibilità di dare soldi ai partiti.
  D'altronde sappiamo tutti le difficoltà in cui si vive e le difficoltà che ci sono oggi nel rapporto tra cittadini e politica. Occorre dare oggi un segnale forte in cui noi stessi indichiamo ai cittadini un riavvicinamento dicendo che se tu contribuisci alla vita del partito contribuisci alla vita del tuo Paese, alla vita dei tuoi cittadini e dei tuoi figli, cioè contribuisci a rendere maggiormente democratico il rapporto tra i partiti e i cittadini: questo è il senso dell'emendamento.
  Penso che se non cambiamo l'approccio culturale di questo disegno di legge rispetto ai cittadini noi non ricaveremo molto da loro perché oggi sono troppo distanti da noi e molti temono anche di dare soldi ai partiti. Questo è il senso: vi invito a valutarlo e poi mi rimetto alla decisione dell'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Abrignani 1.50, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Mosca ... Gregori... Mongiello... Bechis... Mucci... Bonafè... Mongiello....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  471   
   Votanti  450   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
  30    
    Hanno votato
no  420).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.Pag. 5
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco.... Bressa... Carbone... Dambruoso... Coccia... Buttiglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  479   
   Votanti  478   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato
 346    
    Hanno votato
no  132).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo Boccadutri 1.050, con riferimento al quale invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
  Onorevole Gelmini, prego.

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sull'articolo aggiuntivo Boccadutri 1.050 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ? Prego, onorevole Toninelli.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sull'articolo aggiuntivo Boccadutri 1.050 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Signora Presidente, gentili colleghe e gentili colleghi, questo articolo aggiuntivo, rispetto al dibattito che c’è stato, prova a definire bene i rimborsi elettorali, e dice sostanzialmente pochissime cose riguardo ai tetti, a una specifica inerenza della spesa, cioè ciò che si può fare con i soldi pubblici e, soprattutto, il rimborso a piè di lista. Io penso che quando la nostra Costituzione dice, al secondo comma dell'articolo 3, che la Repubblica rimuove «gli ostacoli di ordine economico» affinché si garantisca «l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica (...) e sociale del Paese», ciò significa che non si può lasciare la campagna elettorale soltanto nelle mani dei contributi privati. Allora questo è il senso di questo articolo aggiuntivo, che prova, quindi, a correggere la stortura che introduce il disegno di legge del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, volevo spiegare a Fabiana, una lavoratrice della FIAT che, magari, non ha i soldi per pagare il mutuo della casa o non riesce a pagare con i suoi soldi l'asilo per sua figlia, un attimino questo articolo aggiuntivo.
  Questo articolo aggiuntivo Boccadutri 1.050 prevede sostanzialmente la reintroduzione dei rimborsi elettorali, composti da fondi per 18 milioni e 750 mila euro per ogni elezione di Camera, Senato, Europarlamento e regioni. Quindi, si può dedurre che, se nello stesso anno si tenessero tutte e quattro queste elezioni, lo Stato sborserebbe subito 75 milioni di euro. Inoltre, in questo modo i partiti potrebbero avere un interesse in più per tendere verso l'instabilità e ripetere ciclicamente le elezioni al fine di ottenere ancora più finanziamenti; contemporaneamente esso elimina gli obblighi relativi alla certificazione esterna dei rendiconti dei partiti e mantiene il 2 per mille, le agevolazioni sulle erogazioni liberali, assieme Pag. 6alle altre agevolazioni previste. Insomma, praticamente, con questo articolo aggiuntivo, i proponenti aggiungono, oltre al 2 per mille e alle detrazioni sulle erogazioni, i rimborsi elettorali.
  Ora, io spero che alla lavoratrice della FIAT, così come a tutti noi, sia chiaro il contenuto di questo articolo aggiuntivo. Ma soprattutto, vorrei ricordare che forse c’è un problema di memoria o di italiano, perché se i cittadini hanno votato per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti tramite un referendum (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), è quanto meno irrispettoso nei confronti degli elettori di tutti i partiti continuare a proporre emendamenti che avvallano una scelta di reintrodurre i rimborsi elettorali che erano già stati aboliti.
  Questo significa andare contro i cittadini: ecco, questo, la lavoratrice della FIAT così come tanti altri disoccupati, non se lo possono permettere e non lo possono accettare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, solo per dire a Guerino Ventre, che è un delegato della FIOM della FIAT di Cassino, che quando la politica sarà in mano a Marchionne, lui, come adesso, non potrà entrare e fare sindacato, non potrà partecipare alla politica attiva di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia). Questa è demagogia ! Perché noi dobbiamo dire le cose come stanno: state privatizzando la politica. Dopo l'acqua, dopo la giustizia, adesso privatizzate anche la politica. Questo state facendo. E noi i lavoratori della FIAT li eleggiamo in Parlamento ! E non sarà più possibile ! Questo è quello che fa SEL e non vi permettete (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, è molto interessante che questa valutazione venga effettivamente dai colleghi di SEL che, durante la campagna elettorale, per quello che ricordo, erano alleati di un partito che è estremamente amico del Marchionne citato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, per quanto ci risulta, Marchionne fa parte sicuramente di quei cittadini che i colleghi di SEL, invece, vorrebbero qui dentro. E, allora, forse, è opportuno ricordare ai colleghi di SEL che, senza o con i finanziamenti ai partiti, i cittadini sono già lontani da questi partiti.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. I cittadini sono fuori da questi partiti. Perché sfido chiunque all'interno di quest'Aula a dire che nelle loro sezioni – perché i partiti hanno ancora le sezioni – ci siano davvero i cittadini. Nelle loro sezioni non c’è nessuno. E quando ci sono i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)...

  PRESIDENTE. Ha finito il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, quanto tempo ho ?

  PRESIDENTE. Ha un minuto, a titolo personale. Prego.

  GIANLUCA BUONANNO. Però ogni volta possa intervenire, giusto ?

Pag. 7

  PRESIDENTE. Allora, mi scuso, perché mi stanno parlando in contemporanea. Lei ha cinque minuti, perché l'intervento non è a titolo personale.

  GIANLUCA BUONANNO. Bene. Per sapere sul tempo, perché, altrimenti, dopo non si capisce bene. Innanzitutto, mi fa piacere rivederla qua, signor Presidente, o signora Presidente come a lei piace di più, perché ho piacere di poter parlare guardandola negli occhi, perché lei è un Presidente che sta cercando di modernizzare questa Camera dei deputati; talmente la vuole modernizzare, che aumenta ancora di più le spese, quando questo Paese, in realtà, ha bisogno, invece, di una politica diversa, che è quella di dimostrare, invece, che il Palazzo è più vicino...

  PRESIDENTE. Non è molto inerente al tema di cui ci stiamo occupando questo, credo.

  GIANLUCA BUONANNO. Infatti stiamo parlando anche di questo. Ogni volta che io parlo lei mi deve interrompere. Mi lasci parlare: non sono un comunista come quelli, sono un comunista vero io (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Non sono come quelli là ! Sono diverso ! Sono contento di essere diverso.

  PRESIDENTE. Continui ad attenersi al tema, per favore. Si attenga al tema, per favore. Continui pure.

  GIANLUCA BUONANNO. Io capisco che per lei è più importante il tema dell'omofobia, ma c’è, invece, una gran parte del Paese a cui dell'omofobia non gliene frega praticamente niente o poco e a cui interessa, invece, parlare delle cose serie; e le cose serie sono anche quelle che stiamo dibattendo oggi e, cioè, di quello che sono i soldi ai partiti. Noi pensiamo che sia giunto il momento che i partiti non possano più avere i soldi pubblici e che i soldi pubblici devono venire spesi per le cose serie di questo Paese.
  Quando sento, da parte dei finti comunisti, che si parla di gente che è entrata in Senato, avendo combinato i guai nella fabbrica che tutti noi sappiamo, penso che si debbano, non vantare, ma si dovrebbero, invece, un po’ vergognare ! Perché se uno diventa senatore perché blocca la produzione di una fabbrica, per me quello è un nullafacente, non è un senatore; SEL deve dimostrare e deve dire che quelle cose lì non si devono fare. Perché se noi vogliamo parlare di questo Paese, la rogna di questo Paese è fatta non solo dai partiti politici, ma c’è anche la Confindustria che ha le sue colpe, c’è anche il sindacato che ha le sue colpe e la CGIL e la FIOM sono le prime che si dovrebbero vergognare di quello che hanno fatto in questo Paese (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ! Signora Presidente, mi può difendere, perché quando parlano gli altri li difende, può difendere anche me ?

  PRESIDENTE. Continui, onorevole Buonanno, si attenga al tema ! Continui e si attenga al tema.

  GIANLUCA BUONANNO. Guardi che io non sono un deputato di serie B, sono un deputato come tutti gli altri. È chiaro, signor Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ? Mi stanno dando del diverso, ma io sono ben contento di essere diverso da loro. Avrei dei problemi se mi sentissi uguale a loro, per fortuna. Forse se la prendono con me perché io sono un diversamente alto, ma io me ne frego, non ho mica paura di quella gente lì !
  Quindi, come stavo dicendo, signora Presidente, se la settimana scorsa si è parlato e ci si è voluti intestardire sul fatto del come si può dire una parola piuttosto che un'altra, e qui non le voglio ridire, ma le cose serie che si sono dette riguardano la privatizzazione dell'acqua, allora benissimo. Cosa ha fatto Vendola in Puglia con l'acqua ? Hanno un acquedotto che più che dare da bere dà da mangiare ai vostri amici ! Non dà da bere l'acquedotto della Puglia, dà da mangiare ! E vogliamo parlare dell'ILVA di Taranto e delle porcherie Pag. 8del governo Vendola ? Vogliamo parlare di che cosa ? Voi dove siete, cosa fate ?
  Noi pensiamo, invece, che è giunto il momento, lo ripeto, che i soldi ai partiti non debbano più essere dati e che i partiti si devono mantenere con i militanti, con chi vuole dare comunque una mano, perché altrimenti vediamo cosa succede anche nel PD. Perché nella carta dei valori del PD secondo me si sono dimenticati una parola: masochismo. Infatti sono dei masochisti che bisticciano tra di loro e mandano allo sfacelo questo Paese ! È quello che sta accadendo anche a loro ce lo vogliono mettere addosso !

  PRESIDENTE. Deputato Buonanno, concluda.

  GIANLUCA BUONANNO. Concludo, Presidente. Come vede sono moderato perché la mia mamma (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)...
  Penso, signora Presidente, che questo Paese una risposta la può dare se non fa la demagogia, come magari anche lei ogni tanto fa, ma deve essere in grado di dare delle risposte vere ai lavoratori. I lavoratori si sono rotti le palle di avere dei comunisti finti come loro; i lavoratori vogliono risposte vere !

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Buonanno.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, chiedo di parlare per un richiamo all'articolo 8 e seguenti del Regolamento. Signora Presidente, capisco il suo imbarazzo di fronte ad un collega parlamentare che strumentalmente l'attacca personalmente per evitare di essere richiamato. Il collega Buonanno lo sa fare. L'attacca personalmente per non essere richiamato ! Tuttavia non è accettabile che noi cominciamo un dibattito di questo tipo all'inizio della seduta. Se da parte del collega Buonanno si vuole cominciare un attacco strumentale ai nostri partiti e a chi sta in quest'Aula a lavorare su questa legge, noi non lo possiamo accettare. Quindi, signora Presidente, per evitare ciò in via preventiva, io credo che sia opportuno calmare immediatamente i toni di questo tipo. C’è un ragionamento politico su un tema delicato, noi vogliamo contribuire. Tuttavia, penso che sia dovere di tutte le forze politiche qui presenti essere rispettosi nei termini, cosa che il collega Buonanno non ha dimostrato. Quindi, signora Presidente, se possibile bisognerebbe richiamarlo all'ordine per quello che ha detto e per i toni che ha utilizzato.

  GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare per fatto personale !

  PRESIDENTE. Direi di procedere e di andare avanti. Deputato Buonanno, le darò la parola a fine seduta.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Signor Presidente, noi ci auguriamo che su una materia così rilevante per la nostra democrazia quest'Aula possa dar vita ad un dibattito serio, in cui tutti siano consapevoli della posta in gioco e tutti siano anche consapevoli delle responsabilità presenti e anche passate che abbiamo di fronte al Paese. Io mi auguro, ad esempio, che il collega Buonanno, prima di proseguire nel suo show, trovi innanzitutto il modo di chiedere scusa agli italiani dell'uso che il suo partito ha fatto del finanziamento pubblico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà), perché questo sarebbe una misura minima di onestà intellettuale.
  Noi siamo disponibili ad affrontare fino in fondo questa sfida, perché i partiti non hanno fatto buon uso del finanziamento pubblico. Tuttavia, come ha precisato bene il collega Bressa ieri, questa sfida per noi avviene nel solco dell'articolo 49 della Costituzione. I partiti devono essere lo strumento con cui i cittadini devono potersi Pag. 9associare e concorrere alla vita democratica; tutti i cittadini, non solo i cittadini benestanti o i miliardari.
  E voglio dire anche con chiarezza ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che dentro questa sfida che affida alla libera scelta dei cittadini il concorso alla contribuzione dei partiti, e che progressivamente ci fa abbandonare il finanziamento diretto dei partiti, noi comunque siamo per difendere un modello di democrazia basato sui corpi intermedi e basato su partiti articolati su una loro vita democratica. Consideriamo molto importante la prima parte di questa legge, che rappresenta il primo tentativo di dare una concreta attuazione all'articolo 49 della Costituzione, e crediamo che questa sfida debba essere accolta da tutti, perché il problema è rappresentato in questo Paese anche da forze politiche padronali e da forze politiche che non garantiscono il diritto al dissenso, da forze politiche in cui chi la pensa diversamente viene cacciato senza avere sedi di discussioni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà). Non è questo il modello di democrazia a cui pensiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) ! Non è l'idea di una democrazia in cui c’è il leader e tutte le sedi intermedie di discussione e di partecipazione vengono distrutte. Non è un modello di democrazia in cui c’è qualcuno che dalla Rete, nascosto dietro un tabernacolo, dà la linea e dietro tutti ad applaudire, e chi dissente viene cacciato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà). Su questo vogliamo lanciare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle una sfida radicale. State imparando in questi primi mesi la difficoltà della democrazia, la difficoltà di cambiare le cose; io credo che sarà anche vostro compito spiegare ai vostri capi che la democrazia ha bisogno di organismi partecipativi per funzionare. E questa legge per noi deve andare anche e soprattutto in questa direzione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, colgo l'occasione per fare una piccola operazione trasparenza. Vorrei leggervi i dati dell'Allegato 1 della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 25 luglio 2013, in cui si è disposto di erogare al PD 4.433.917,82 euro di rimborsi elettorali e 1.215.950,12 euro di cofinanziamento; al Popolo della Libertà, 3.548.177,00 euro di rimborsi elettorali e 440.000 di cofinanziamento; a Scelta Civica 1.351.000 euro; a Sinistra Ecologia Libertà, 548.000 euro di rimborsi elettorali, altri 199.000 euro di cofinanziamento; Lega Nord, 701.000 euro di rimborsi elettorali e 285.000 euro di cofinanziamento.
  Ora, di fronte a questi dati e ricordando i referendum del 1993, io dico ai cittadini italiani: ricordateveli ! Sono stati violati e non vi hanno rispettato...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  RICCARDO FRACCARO. Un secondo, Presidente. Ricordando, Presidente, le parole del PD e PdL in campagna elettorale, io dico: «bugie»; ricordando le parole del Presidente Letta, quando ha detto: «Abbiamo abolito il finanziamento pubblico», io dico: «bugie».
  Io dico che questo Parlamento si regge sulle bugie, io dico che questo Parlamento è una bugia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Signor Presidente, intervengo per dichiarazione personale di voto. Voto a favore dell'emendamento dei colleghi di SEL, perché credo sia importante che rimanga formalmente agli atti che c’è un problema inevaso: il fatto che il sistema dei partiti per molti versi sia stato distrutto dalla sua contraddizione tra Pag. 10universalismo astratto dei principi ed etica militante rasoterra, non impedisce che un antico monito di Aldo Moro in quest'Aula del 10 marzo, mi pare, del 1977 «Non ci faremo processare in piazza !» rimanga tuttora aperto per l'attualità e per il futuro del sistema dei partiti e per il futuro di una democrazia partecipata.
  Per questo il finanziamento pubblico ha un suo valore e su questo valore non possiamo arretrare, anche se le convenienze di una riduzione al ribasso del Governo delle larghe intese che noi abbiamo spesso ci spingono ad accettare ciò che consideriamo non vitale per la nostra democrazia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Signor Presidente, per la verità, quando avevo chiesto di parlare, la discussione aveva preso un'altra piega ed io comunque ritorno lì, perché volevo dire a lei e all'Aula, Presidente, che, quando si fanno i discorsi che fa l'onorevole Buonanno, si è sempre tentati, noi siamo sempre tentati, di non rispondere, di non reagire. Noi sappiamo che l'onorevole Buonanno ha bisogno di andare sulle agenzie, sui giornali e che quindi ha bisogno di usare quei toni, perché è l'unico modo in cui poi si parla di lui e lo si vede in televisione. Noi lo sappiamo e non reagiamo.
  Però c’è un limite oltre il quale noi pensiamo che vada tutelata l'onorabilità del nostro gruppo, del suo presidente e l'onorabilità di quest'Aula; non è possibile consentire quel linguaggio e che quel linguaggio venga usato senza colpo ferire nell'Aula che rappresenta l'Italia e il Paese. Per questo noi chiediamo che ci sia un intervento in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La deputata Daga e il deputato Gallo, che avevano chiesto di parlare, vi rinunziano.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. È un richiamo alla Regolamento e ho la mano alzata da prima dei tre interventi che sono stati fatti, che non erano richiami al Regolamento. Quindi, innanzitutto le ricordo che l'articolo 41 da priorità ai richiami al Regolamento, quindi la invito la prossima volta a dare la parola a chi ha un richiamo al Regolamento... Regola numero uno che lei non ha rispettato.
  Regola numero due, magari è una prassi: nel momento in cui si fa un richiamo al Regolamento si indica l'esatto articolo. Se è diventata prassi che si indica dall'articolo 8 a seguire, allora chiedo che questa prassi venga utilizzata per tutti e non venga chiesto a ogni singolo deputato di definire l'articolo esatto, perché, come ha fatto il deputato Rosato, è partito dall'articolo 8 fino alla fine del Regolamento... Seconda cosa.
  Terza cosa, Presidente: quando, nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al Presidente della Camera di nominare una commissione. Allora, se qualcuno qua vuole in un qualche modo parlare di onorabilità, abbia il coraggio di chiedere alla Presidente di aprire una commissione di inchiesta, sennò stiamo zitti, perché tanto si vede che l'ipocrisia qua tra i partiti è trasversale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Boccadutri 1.050, con parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza e anche della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Ventricelli, Carbone, Fraccaro, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 11
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  487   
   Votanti  484   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato
  39    
    Hanno votato
no  445).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Nazzareno Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, già siamo intervenuti ieri sul complesso degli emendamenti all'articolo 1, adesso siamo sull'articolo 2.
  Credo che la discussione riguardo a questo disegno di legge sia partita anche quest'oggi con il piede sbagliato. Noi di Sinistra Ecologia Libertà abbiamo presentato emendamenti che vanno nella direzione di rendere la politica in questo Paese più accessibile per tutti e di rendere la politica in questo Paese più trasparente.
  Io vengo dalla provincia di Frosinone, una provincia che era famosa per aver dato i natali a Cicerone, a De Sica, a tanti personaggi importanti; poi, ad un certo punto, è una provincia che è salita agli onori della cronaca per «Batman» Fiorito.
  Ebbene, credo che qualcosa dobbiamo dire riguardo a quanto è successo in questo Paese negli ultimi anni e al perché si arriva a questa legge: il perché ci sono partiti politici che pensano a governatori di altre regioni che in quelle regioni stanno dando il meglio di sé. Io andrei a vedere cosa succede in Lombardia con la mafia ! Io mi preoccuperei di ridare i soldi del finanziamento pubblico ai partiti che sono finiti in diamanti, e non di che cosa avviene nelle altre parti d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
  Credo che bisogna avere la coscienza, prima di parlare di una legge, di conoscerla e di conoscere cosa con questa legge sta avvenendo in questo Paese. Questa è una legge che ci porta fuori dall'Europa, questa è una legge che ci porta fuori dal mondo democratico occidentale, perché è una legge che mette la politica in mano ai privati e, nel fare questo, non ha nessun tipo di freno. Non esiste nessuna differenziazione, caro collega Abrignani: non esiste differenziazione tra i privati che sono stati condannati, tra i privati che sono stati condannati anche per reati di mafia ! Tutti quanti abbiamo approvato l'articolo 416-ter, ma noi non ci laviamo la coscienza approvando un articolo di legge: noi dobbiamo praticare tutti i giorni questa possibilità di rendere il Paese più trasparente e più democratico.
  Mi riferisco, quindi, soprattutto ai colleghi del MoVimento 5 Stelle. So che hanno fatto di questo una battaglia, ho sentito il collega Fraccaro leggere puntigliosamente la delibera che dava conto dei soldi ai partiti, che per noi di SEL, come ben sa Fraccaro, sono troppi e sono mal spesi. Però, vedi, noi abbiamo la possibilità di dire questo a testa alta e con la schiena dritta, perché noi in questi anni quei pochi soldi pubblici che abbiamo ricevuto li abbiamo spesi per tutelare le ragioni dei più deboli e non per comprare i diamanti, non per fare cose di cui ci dobbiamo vergognare ! E quindi, anche se la pensiamo diversamente da voi, visto che siete democratici, dovete rispettare il nostro pensiero.
  Questo articolo, signor Presidente, sembra scritto non dalla mano di un legislatore che è attento al popolo, ma da Mastro Don Gesualdo: da chi si preoccupa solo della ricchezza, da chi pensa che la Costituzione della Repubblica vada riscritta, perché l'Italia non sarà più una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ma Pag. 12l'Italia sarà una Repubblica forse democratica, fondata sulla proprietà, sulla ricchezza e sul sopruso !
  Noi invece, con questi nostri emendamenti e con il modo di affrontare questa battaglia, vogliamo difendere – magari in maniera in questo momento non compresa dalla maggior parte della popolazione, che ancora ha negli occhi quello che voi avete fatto – le ragioni dei più deboli, e su questo non retrocederemo di un millimetro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gitti. Ne ha facoltà.

  GREGORIO GITTI. Signor Presidente, il gruppo di Scelta Civica, come avevo già anticipato ieri, ha presentato una serie di emendamenti, di cui questi ovviamente sono una parte qualificante.
  Il punto che noi vogliamo sottolineare, centrale per la riforma che stiamo discutendo e approvando, è che all'interno della legge il finanziamento pubblico, anche indiretto, ha bisogno di certezze e di garanzie sulla democrazia interna dei partiti.
  Da questo punto di vista, noi avevamo immaginato che ci potesse essere una disciplina molto articolata, che potesse rendere vincolanti alcune delle buone pratiche politiche che i partiti in tutti questi anni hanno dimostrato di disattendere, anche quando, all'interno della loro vita, c'era uno statuto a stabilire precisi vincoli. Immagino, per tutti, l'esempio del limite dei mandati, per evitare il professionismo politico, così com’è stato un esempio appunto virtuoso quello della legge elettorale in materia di enti locali: il limite di due mandati ha reso possibile un'alternanza nella gestione della cosa pubblica e ha posto fine a potentati e a gruppi di potere che, nell'ambito dei comuni e delle province, fino appunto alla legge di riforma, avevano dominato quelle realtà.
  Ancora una volta, noi assistiamo alla crisi dei partiti, perché è una crisi di oligarchie, e le oligarchie, difendono sé stesse e le difendono non fino alla consapevolezza che un ciclo politico è finito: le oligarchie storicamente difendono sé stesse fino alla morte, e sto parlando non della morte politica. Questo è il punto cruciale che ancora una volta Scelta Civica, da sola – ne voglio lasciare traccia a verbale – ha posto nel silenzio e nell'indifferenza di tutti i gruppi parlamentari, anche dei più nuovi che con noi hanno affrontato queste lezioni da posizioni esplicitamente civiche e di contestazione nei confronti – ripeto – delle oligarchie partitiche (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vorrei poter terminare il mio intervento...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Vada avanti.

  GREGORIO GITTI. Vorrei poter finire il mio intervento.

  PRESIDENTE. Onorevole Gitti, per favore, prosegua.

  GREGORIO GITTI. Ho scelto questo esempio come il più emblematico, altri se ne potrebbero fare, di un'articolata disciplina che abbiamo proposto.
  Ripeto, l'accordo di maggioranza sopravanza queste legittime richieste che, unica forza parlamentare, Scelta Civica ha posto (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Calabria. Ne ha facoltà.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, vorrei svolgere anch'io qualche considerazione di carattere più generale, tenendo conto del fatto che oggi non stiamo semplicemente discutendo di una legge per sottrarre dei fondi ai partiti. Se ci limitassimo a questo (Scambio di apostrofi tra deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Per favore, colleghi, un po’ di attenzione ! Vi prego, colleghi... ! Per favore ! Per favore, possiamo continuare i nostri lavori ?

Pag. 13

  ANDREA ROMANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Romano, a che titolo ?

  ANDREA ROMANO. Signor Presidente, per spiegare la natura di questo episodio...

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA ROMANO. ... del quale, probabilmente, alla maggioranza dei colleghi non arriva notizia. Noi – è fisiologico probabilmente – siamo continuamente sottoposti, non a un brusio – quello passerebbe – ma a microprovocazioni – perché le definisco così – da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che non arrivano naturalmente alle orecchie dei colleghi, e di questo sono lieto.
  Per carità, noi tutti abbiamo una capacità di sopportazione, però vorrei far notare alla Presidenza della Camera che non ci sono solo le provocazioni rumorose, ma ci sono anche le piccole provocazioni, che però arrivano qua e di queste provocazioni chiedo alla Camera di farsi carico. Trovi lei le misure...

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Romano. C'era, però, la collega che stava cercando di svolgere il suo intervento. Per favore ! Prego, onorevole Calabria, continui, continui.

  ANNAGRAZIA CALABRIA. Grazie, Presidente, stavo dicendo che vorrei svolgere anch'io qualche considerazione di carattere più generale, tenuto conto del fatto che oggi non stiamo semplicemente discutendo di una legge per sottrarre dei fondi ai partiti. Se ci limitassimo a questo, quella di oggi sarebbe semplicemente una vittoria dell'antipolitica, nell'accezione peggiore del suo termine, eppure, certo, ridurre i costi della politica è giusto e doveroso e, forse, ancora più doveroso, è moralizzare questa materia, renderla trasparente e rendere chiaro a tutti chi è responsabile di cosa nell'amministrare il denaro che proviene dai cittadini e che, quindi, appartiene ai cittadini. Tutto questo, non tanto per una considerazione di tipo economico. Se anche noi, infatti, abolissimo ogni forma di contributo pubblico alla politica e ai costi della democrazia, se anche abolissimo i partiti, l'incidenza reale sui saldi della finanza pubblica non sarebbe certo determinante e, invece, pagheremmo un prezzo molto caro da tanti altri punti di vista.
  Non si tratta, dunque, di risparmiare qualche euro, ma si tratta di compiere una scelta morale che renda necessaria questa legge, perché la crisi dei partiti è la crisi della politica e la crisi della politica è la crisi della democrazia. Ma noi verso la democrazia abbiamo dei doveri: abbiamo il dovere di dare delle risposte all'insoddisfazione dei cittadini perché essa non esca dai confini delle regole.
  Noi sappiamo che i cittadini sono insoddisfatti e che hanno molte buone ragioni per essere insoddisfatti, sappiamo che una di queste ragioni consiste proprio negli strumenti di partecipazione che la classe politica offre ai cittadini. Tutto questo lo sappiamo bene, sappiamo anche però che ci sono – e sono molti – quelli che vedono nella crisi della politica un'occasione d'oro, forse irripetibile, per l'affermazione di altri e diversi poteri: poteri economici e finanziari, sindacali, mediatici, burocratici o corporativi, poteri che comunque sono meno trasparenti e meno soggetti ai controlli, che non devono rispondere a nessuno, tanto meno agli elettori e che rispondono soltanto a chi porta degli interessi specifici.
  La regola d'oro delle democrazia, invece, è proprio il contrario: gli elettori devono sapere, devono essere in grado di giudicare e devono poter scegliere; se un partito fallisce, si vota un altro partito, se un'intera classe dirigente non è all'altezza, la si manda a casa con il voto e se ne sceglie un'altra al suo posto.
  Ma distruggere, delegittimare, squalificare gli strumenti con cui tutto questo avviene, gli strumenti attraverso i quali il cittadino può essere protagonista, gli strumenti attraverso i quali il cittadino può Pag. 14criticare e cambiare, significa rendere un cattivo servizio non ai partiti, come si pensa, ma all'Italia e agli italiani.
  La credibilità della politica non si riconquista semplicemente con tagli rigorosi di spesa. La politica riacquisterà credibilità solo se saprà dimostrare di essere in grado di dare delle risposte ai cittadini, una risposta ai problemi del Paese ma, prima ancora, una risposta alla voglia e al bisogno di partecipazione. La credibilità è legata alla responsabilità dei partiti, la responsabilità di essere innanzitutto trasparenti.
  Questo provvedimento realizza un obiettivo, quello di ridurre un onere troppo grande e di spostare la contribuzione al finanziamento volontario degli aderenti, dei simpatizzanti e degli elettori. Si tratta, come ha detto il Ministro Quagliariello, di una rivoluzione copernicana. Cambia la prospettiva del finanziamento e, quindi, la cultura del finanziamento dei partiti. Una nuova cultura del finanziamento della politica, che parte dai cittadini protagonisti più che mai della vita dei partiti. Un finanziamento trasparente e controllato che, però, non apra la strada a meccanismi che rischiano di vincolare la libertà di scelta dei singoli partiti, ovvero la libertà dei singoli partiti di utilizzare le loro risorse secondo i criteri che liberamente e democraticamente essi stessi definiscono.
  L'esistenza stessa dei partiti ha senso se i singoli partiti sono liberi, totalmente liberi di compiere le proprie scelte. Non può esserci mai nessuna ingerenza di poteri esterni, neppure di altre istituzioni sulla vita interna dei partiti, altrimenti si uccide uno dei criteri fondanti della democrazia liberale. Ma, siccome ogni libertà comporta anche una responsabilità, a questa libertà dei partiti deve corrispondere un'assoluta trasparenza e, quindi, la libertà degli elettori di conoscere e di giudicare e un assoluto rigore, come si conviene a chi svolge una funzione pubblica.
  Sarebbe, quindi, una vera rivoluzione in un contesto nel quale oggi i partiti vengono descritti, al contrario, come un male inevitabile. E la rivoluzione non si fa solo con le leggi, ma con la consapevolezza di chi fa la politica. Le leggi aiutano, ma non sostituiscono mai la volontà politica. L'Italia negli ultimi vent'anni è cambiata. Ha imparato ad aspettarsi di più da una politica che sia, però, capace di parlare il linguaggio della gente. Sta a noi, a tutti noi, di ritrovare questo linguaggio, fatto di contenuti e non solo di parole. Abbiamo il dovere di provarci, verso noi stessi e verso chi ci ha votato (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Vorrei informare tutti i colleghi che sono presenti qui gli studenti, accompagnati dagli insegnanti e dai dirigenti scolastici, di due classi IV dell'istituto tecnico statale «Blaise Pascal» di Reggio Emilia. A loro va il nostro saluto (Applausi).
  Ha chiesto di parlare il deputato Danilo Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, noi abbiamo presentato un emendamento completamente sostitutivo che voglio illustrare in questo mio intervento sul complesso degli emendamenti. Noi riteniamo che l'articolo 2 sia un articolo fondamentale, perché riguarda poi tutto quello che è il provvedimento successivo; articolo 2, che vuole andare ad indicare, come l'articolo 49 della Costituzione, per essere attuato, vada a disciplinare l'attività politica fatta in maniera democratica, ovverosia dice, il secondo comma dell'articolo del disegno di legge governativo, «anche secondo le disposizioni inserite in questa legge».
  Ebbene, secondo noi questo dimostra la grandissima arretratezza che i partiti, con questo articolo, stanno ancora portando avanti, perché sembra che siano rimasti al concetto novecentesco di partito, dove il partito si strutturava come un partito di massa e dove il partito aveva all'interno una struttura molto pesante. Ma, purtroppo, questi partiti, arretrati e novecenteschi, non si sono accorti che nell'ultimo decennio è successo qualcosa di completamente nuovo e di rivoluzionario. Sono Pag. 15arrivati i movimenti, sono arrivate le liste civiche nazionali, sono arrivati i comitati dei cittadini. Ma, soprattutto, è arrivata la rete, è arrivata Internet (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Mi permetto con somma umiltà di dire che se oggi un politico svolge la propria attività politica senza interloquire con i cittadini e con il proprio elettorato, con Internet è un politico che ha fallito perché è un politico che non può essere in grado di aiutare il proprio Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ebbene, cosa si fa con questo articolo ? Si crea un carrozzone molto pesante, che sostituisce democrazia con burocrazia e di burocrazia l'Italia sta morendo e vogliamo fare in modo che, mettendo ulteriore burocrazia, anche i partiti svolgano ancor di più un metodo democratico e invece è l'esatto opposto. E questo lo devono sapere tutti i cittadini, perché mettere una struttura ancora più pesante significa dire a quei comitati, a quei movimenti e a quei cittadini che oggi, a differenza del Novecento, possono tramite la rete partecipare e interloquire con noi eletti, che siamo come loro cittadini, che non lo possono fare, perché devono iscriversi, perché devono rispettare delle regole per partecipare ad un congresso, perché devono rispettare delle regole per potersi candidare piuttosto che per partecipare ad una segreteria e soprattutto devono sottostare a delle direttive interne molto stringenti. Quindi, noi vogliamo semplicemente che l'articolo 49 venga attuato senza alcuna indicazione pesante come in realtà i nostri stessi padri costituenti indicavano, ovverosia lasciando la libertà ai partiti di organizzarsi al proprio interno, senza avere ingerenze esterne da parte dello Stato. Solo così l'obiettivo veramente e unicamente democratico che chiede l'articolo 49 verrà rispettato, ovverosia libertà di partecipazione e in eguale maniera da parte di tutti i cittadini, perché sono i membri di partito che hanno rubato e i membri dei partiti che hanno filosofie razziste che devono essere cacciati dalla politica, per fare entrare quei cittadini liberi che vogliono trasformare le idee in qualcosa di concreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Signor Presidente, vorrei rispondere alle accuse rivolte dal collega Pilozzi. Devo dire che sentire un deputato della Repubblica dire di camminare a testa alta e di andare orgoglioso di avere intascato il finanziamento pubblico dopo che c’è stata un'espressione popolare con un referendum, il massimo strumento di democrazia che questo Paese conosce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), signor Presidente, è vergognoso ! Vergognoso ! (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se veramente ritenete che sia corretto il finanziamento pubblico, abbiate il coraggio di indire un nuovo referendum e chiedere ai cittadini cosa ne pensano. Abbiate rispetto per la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e solo dopo potrete parlare. Finché ciò non avverrà, svuotatevi le tasche. Svuotate le vostre gonfie tasche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bressa. Ne ha facoltà.

  GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, io volevo fare delle osservazioni sulle cose che ha detto il collega Toninelli, collega del quale nel corso di questi mesi e settimane ho imparato ad apprezzare la serietà e la capacità di lavoro. Quello che però non convince nella sua orazione contro l'articolo 2 così come proposto è facilmente sintetizzabile in alcuni punti. Il collega Toninelli ha detto che noi siamo partiti arretrati. La cultura nostra è una cultura ottocentesca e siamo figli di una cultura burocratica e che quindi non abbiamo capito dove è il nuovo, dove è la modernità, dove è il nuovo orizzonte della democrazia e per questo voi vi immaginate uno statuto che sia uno statuto «leggerissimo».Pag. 16
  Nell'emendamento che presentate voi prevedete semplicemente che i contenuti indicati dallo statuto dovrebbero essere i criteri e le modalità di iscrizione al partito e le modalità di selezione delle candidature nelle varie elezioni politiche.
  Nell'articolo presentato dal Governo e che noi voteremo c’è una serie di ulteriori indicazioni, io vorrei leggervene solo alcune, per vedere se sono il frutto di un'arretratezza, di una stanchezza culturale, di una difficoltà nostra oppure siano frutto di una paura che voi avete del confronto con la democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
  Che cosa c’è di arretrato quando si chiede che i diritti e i doveri degli iscritti e i relativi organi di garanzia siano garantiti ? Che cosa c’è di arretrato e di passatista nel chiedere le modalità di partecipazione degli iscritti all'attività di partito ? Che cosa c’è di sbagliato, antidemocratico e antimoderno nel chiedere i criteri con i quali è assicurata la presenza delle minoranze negli organi dei partiti ? Che cosa c’è di sbagliato o di arretrato quando si chiede la modalità per favorire l'equilibrio tra i sessi nella composizione degli organi collegiali ? Che cosa c’è di sbagliato e di arretrato nel chiedere le procedure relative ai casi di scioglimento, chiusura, sospensione o commissariamento dei partiti ? Che cosa c’è di sbagliato o arretrato quando si chiedono misure disciplinari che possano essere adottate nei confronti degli aderenti a un partito ?
  Di questo voi non potete dire nulla, perché non c’è nulla di arretrato, non c’è nulla di novecentesco. Queste sono le condizioni minime perché la partecipazione, la trasparenza e la democrazia siano in un partito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia). Voi invece vi nascondete dietro la modernità, la finta modernità della rete che si trasforma in oscurità, perché, quando un partito è organizzato solo su Internet e solo on line, riceve una e-mail e quella e-mail è la direttiva del partito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
  Perché vi rifiutate di fare alcune delle vostre riunioni in streaming e quando avete da assumere misure disciplinari nei confronti di qualche vostro collega parlamentare, anche senatore, non lo fate sotto gli occhi di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) ? Perché avete paura, perché avete paura della democrazia, perché la vostra cultura è una cultura distorta della democrazia. È la cultura dell'oscurantismo della rete, perché se la rete è uno strumento per aumentare la partecipazione è una grande risorsa, ma se la rete diventa lo strumento perché ci siano pochi maestri che danno indicazioni che devono essere eseguite altrimenti si è fuori, questo non è democrazia, questo non è un partito, questo è il buio della rete (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, vorrei fare una brevissima considerazione storica. In Italia la legge sui partiti non si è mai fatta per un lungo periodo perché esisteva un partito il quale aveva una procedura di formazione della volontà collettiva che era chiaramente non democratica ed era il Partito Comunista. Vedo che il MoVimento 5 Stelle riecheggia un poco quella che era la visione del Partito Comunista di allora.
  Dove il leader c’è già e non può essere contestato, dove le minoranze non si devono poter formare e al massimo possono uscire dal partito, capisco che non c’è bisogno di uno statuto del partito. Ma dove invece il leader deve emergere da un libero confronto democratico, dove le minoranze devono essere garantite – perché senza garanzia delle minoranze il libero confronto democratico non c’è – lì uno statuto serve, una legge dei partiti serve.
  Poi ho sentito ricordare più volte il referendum sul finanziamento pubblico Pag. 17dei partiti. Qualcuno ha addirittura invocato di recente un nuovo referendum: se volete cambiare questa norma dovete fare un nuovo referendum. Vorrei ricordare a tutti che l'articolo 75 della Costituzione è stato autorevolmente interpretato più volte, l'ultima nella sentenza n. 199 del 2012 della Corte costituzionale, che invito i miei amici grillini caldamente a leggere. Cosa ci dice la Corte costituzionale ? Che il risultato del referendum rimane intangibile fin quando non cambi il quadro politico o le circostanze di fatto.
  Quante volte è cambiato il quadro politico dal tempo di quel referendum. E le circostanze di fatto ? Per favore, meno retorica e più attenzione alla realtà (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signora Presidente, vorremmo ricordare che, a differenza di quello che voi ritenete, ossia che noi non abbiamo uno statuto, noi abbiamo uno statuto chiamato appunto così, ma che in realtà racchiude poche regole che riteniamo necessarie per una vita democratica all'interno del movimento stesso. In realtà quello che voi non sapete o volete in questo modo affermare è che credete, soltanto perché tenete un paio di congressi l'anno oppure per avere quattro regole scritte, di essere più o meno democratici di noi. Questo non lo accettiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi avete delle regole scritte che avete aggirato nel corso degli anni, quindi per questo noi riteniamo che non debba essere previsto per legge uno statuto, non debbano essere previste per legge delle regole che poi appunto costantemente vengono aggirate. Basta semplicemente il buonsenso, basta garantire a tutti la massima partecipazione e, con delle regole chiare, la possibilità di candidarsi: soltanto questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ? Sul complesso ? No, perché non era nella lista...

  ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi stavo iscrivendo, se posso, ma due minuti solo.

  PRESIDENTE. Se è sul complesso prego, ne ha facoltà.

  ROBERTO GIACHETTI. Sì sì, assolutamente. Signora Presidente, vorrei semplicemente dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle ed in particolare al collega Fraccaro che ovviamente in quest'aula tutti possiamo dire tutto. Siccome però la sensazione è di una costante «appropiazione indebita», vorrei ricordare allora a noi tutti che il referendum del 1993 – io ho avuto l'onore di militare in quel partito, di raccogliere le firme e di fare campagna elettorale per quel referendum – è un referendum che fu indetto dai radicali.
  Vorrei anche dire all'onorevole Buttiglione che cambiano le situazioni, ma sulla volontà popolare diciamo che, quando viene espressa al 90 per cento, bisognerebbe comunque avere una certa attenzione.
  Ma vorrei dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: a meno che non si sia entrati ormai in un meccanismo nel quale si lucra in quest'aula, nel dibattito, per portare a casa qualcosa che in fondo non si vuole, che però i radicali lo hanno presentato il referendum. Fraccaro, lei lo ha sottoscritto il referendum dei radicali ? Mancano quattro giorni e finisce la raccolta delle firme e forse... io non ho sentito il MoVimento 5 stelle fare una campagna per la sottoscrizione del referendum.

  RICCARDO FRACCARO. Si rivolga alla Presidenza !

  ROBERTO GIACHETTI. Mi rivolgo alla Presidenza: allora, onorevole Presidente, io non ho sentito questo corale appello, questa mobilitazione del MoVimento 5 Stelle affinché si raggiungessero le firme per un altro referendum sul finanziamento pubblico. No, su questo, quando c’è da passare Pag. 18poi ai fatti, magari sono un pochino contratti. Quando devono venire qui dentro, perché sanno che comunque qua dentro una legge si sta facendo, fanno un pezzo di campagna elettorale. È legittimo signora Presidente, è legittimo anche per come vanno le cose in questo Paese. Però non vengano a dare lezioni di morale, perché quando si può fare qualcosa si fa, quando non lo si vuole fare non si venga qua dentro ad imputare gli altri che non vogliono fare quello che non vogliono fare neanche loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Toninelli, sul complesso lei ha già parlato.

  DANILO TONINELLI. A titolo personale.

  PRESIDENTE. Non in questa fase: siamo nella fase del complesso. Pertanto adesso non si può parlare più di due volte sul complesso.
  Ha chiesto di parlare il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signora Presidente, intervengo solo 30 secondi in maniera sintetica: il MoVimento 5 Stelle non ha bisogno di riappoggiare una compagna che consenta a questi partiti di riascoltare i cittadini, che eventualmente si esprimano sul fatto di essere d'accordo o meno sui finanziamenti ai partiti. I finanziamenti ai partiti – hanno già detto i cittadini, con oltre il 90 per cento – non li devono percepire. Quindi al collega Bressa dico, con tutta la chiarezza possibile, che noi possiamo essere d'accordo su tutti i principi di democrazia, trasparenza, libertà ed accesso alle istituzioni da parte dei cittadini, ma alla fine il Partito Democratico deve mettersi in testa una cosa, i cittadini lo hanno detto chiaro e tondo: dovete mollare il malloppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. È sulla procedura in atto ?

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Sulla procedura in atto, articolo 8 e seguenti.

  PRESIDENTE. No, grazie (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 2 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli; il parere è contrario anche sull'emendamento Di Lello 2.3, sugli identici emendamenti Nuti 2.4 e Bianconi 2.300 e sull'emendamento Formisano 2.50.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Il parere del relatore di minoranza ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sul testo alternativo del MoVimento 5 Stelle presentato dal deputato Toninelli il parere è favorevole; il parere è favorevole anche sugli emendamenti Di Lello 2.3 e identici Nuti 2.4 e Bianconi 2.300, mentre è contrario sull'emendamento Formisano 2.50.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del testo alternativo presentato dal deputato Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grassi. Ne ha facoltà.

Pag. 19

  GERO GRASSI. Signor Presidente, voglio invitare tutti i colleghi ad un approccio, su questo argomento, meno demagogico, meno populista e più rispettoso delle diversità che ci sono in quest'Aula. Infatti, una delle tante cose che ho imparato nei partiti è il tentativo di comprendere le ragioni altrui, l'idea di guardare agli altri, a quelli che la pensano diversamente, non come nemici, ma avversari. Per cui, gli inviti a restituire il malloppo o a svuotare le tasche sono inopportuni, ingiusti e ingenerosi riguardo alla storia dei partiti italiani. I partiti italiani non sono stati solo episodi di malcostume che vanno repressi e condannati. I partiti nella storia d'Italia sono stati anche elevati punti di democrazia, di libertà, di crescita sociale e di promozione umana. Chi intende travolgere con un giudizio globale la storia dei partiti italiani commette un gravissimo errore. Io e il Partito Democratico siamo totalmente disponibili a condannare le storture, le abiure e il malcostume che si è realizzato, ma non siamo disponibili a distruggere quella storia che è anche la storia di ognuno di noi.
  I partiti negli anni ’50 hanno supplito anche alle carenze culturali della nazione nella quale noi viviamo. Nei partiti si faceva anche alfabetizzazione. I partiti sono stati il luogo nel quale i giovani dopo il fascismo hanno imparato le prime forme di democrazia. Oggi ci troviamo di fronte ad un quadro sociale diverso, complesso, articolato. Dobbiamo rendere morigerata la vita dei partiti e dello Stato. Dobbiamo approcciarci a questo con un indice di sobrietà e di rigore morale molto più che ieri.
  E allora approviamo questo disegno di legge che non tenta di travolgere globalmente l'esperienza democratica italiana, ma tenta di rispondere ad un bisogno sociale. Qual è il bisogno sociale ? Il risparmio, il rigore, la sobrietà economica. Dopodiché ai cittadini non si può soltanto chiedere o dire demagogicamente: volete l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ? Sì, poi bisogna fare un'altra domanda: questi partiti come si mantengono ? Noi siamo perché i partiti abbiano un azionariato molto diffuso. Noi siamo perché i partiti non siano partiti personali. Noi siamo perché i partiti abbiano una contribuzione vasta e non di una persona, nemmeno di un'impresa. Noi siamo preoccupati: la teoria dell'ascolto è anche una cultura che i partiti ci hanno trasmesso. Infatti non bisogna soltanto parlare, qualche volta è il tempo di ascoltare e, se uno ci riesce, anche di capire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Noi abbiamo la necessità, da un lato, di rendere morigerata l'attività dei partiti ma, dall'altro, abbiamo il bisogno costituzionale di rendere la vita dei partiti democratica. Guai se noi abolissimo ogni forma democratica di contribuzione per sostituirla con l'elargizione del padrone di turno. Noi abbiamo la necessità di contemperare esigenze diverse, qualche volta anche contrapposte, ma dobbiamo pur sempre ricordare che la Costituzione affida ai partiti e ai movimenti un grande ruolo che non è quello di contabilizzare le entrate o le uscite, ma di consentire ai cittadini italiani, attraverso una via democratica, di poter partecipare e costruire l'indirizzo politico dello Stato italiano.
  Da questo punto di vista il Partito Democratico è impegnato a soddisfare entrambe le ragioni. Quindi, prima di concludere, inviterei l'Aula a mettere da parte atteggiamenti demagogici che in questo momento possono anche trovare un'amplissima audience pubblica e a preoccuparsi di costruire attraverso questo disegno di legge il futuro di tutte le generazioni che verranno che dovranno avere accesso libero ai partiti ma libero anche alle istituzioni pubbliche che ognuno di noi frequenta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIUSEPPE BRESCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ?

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, per un richiamo all'articolo 36 del Regolamento.

Pag. 20

  PRESIDENTE. Riguarda la procedura in corso ? Siamo in fase di votazione.

  GIUSEPPE BRESCIA. Sì, la discussione in corso. Il comma quarto dell'articolo 36 afferma che «Gli oratori parlano dal proprio banco, in piedi e rivolti al Presidente». Io ho ascoltato due interventi, uno proveniente dal Partito Democratico, quello del deputato Giachetti, che si rivolgeva direttamente al deputato Fraccaro, e un altro dal partito di SEL nel quale l'oratore si rivolgeva al deputato Fraccaro dandogli del «tu» e lei non ha battuto ciglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Sì, d'accordo. Questo chiaramente è vero. Bisogna rivolgersi alla Presidenza e questo vale per tutti.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli... Lotti... Baldasserre... Verini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  474   
   Votanti  473   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  371).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 2.3, non accettato dalla Commissione e dal Governo e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tiepoli, Pizzetto, Gregori, Catania... Tiepoli non riesce a votare... ha votato. Saltamartini... ci siamo... hanno votato tutti i colleghi ? Sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  471   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato
 150    
    Hanno votato
no  321).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Nuti 2.4 e Bianconi 2.300.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, questo emendamento soppressivo del comma 2 fa seguito alle perplessità, che, più volte, in questo percorso, abbiamo evidenziato, anche nel corso di quel piccolo dibattito che tutto sommato c’è stato in Commissione.
  La formulazione di questo comma, che ha in sé la chiave della democrazia, si lega principalmente all'articolo 49 della Costituzione, che prima più volte ho sentito citare e che, ribadisco – cito testualmente –, dice: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Ora, citare questo articolo all'interno di questo disegno di legge, che dovrebbe regolamentare il finanziamento ai partiti, ci sembra piuttosto strumentale. Anche perché, quando ci sentiamo nominare questo articolo e ci si dice che ci si muove nel solco di questo articolo, effettivamente la cosa va un pochino in contraddizione con quello che succede quando parliamo poi dell'articolo 138, nel solco del quale, invece, nessuno si vuole muovere: tutti quanti si vogliono spostare da quel benedetto articolo 138, che è il cardine della nostra Costituzione !Pag. 21
  Ed allora io, parlando di democrazia e, quindi, di finanziamento ai partiti, che rappresenta, invece, il concreto del disegno di legge nel quale ci stiamo muovendo, voglio ricordare che – e farò un esempio lampante, quello della mia terra, la Puglia – circa un anno fa, un anno abbondante fa, oltre 20 mila cittadini pugliesi hanno firmato una legge di iniziativa popolare, quindi con il referendum dovrebbe essere abbastanza vicino come iniziativa, che si chiamava «Zero privilegi Puglia». Questa iniziativa di legge, portata all'interno del consiglio regionale in Puglia, chiedeva semplicemente una cosa: posto che i partiti non devono prendersi i soldi dei finanziamenti pubblici ai partiti, e posta la situazione economica italiana di grande difficoltà, si chiedeva uno sforzo alla politica tutta, presente nel consiglio regionale, semplicemente di dimezzare – ripeto, dimezzare – gli stipendi dei consiglieri regionali.
  Ebbene, all'interno del consiglio regionale pugliese, quella proposta, per la prima volta portata in consiglio regionale pugliese, è stata bocciata all'unanimità dai consiglieri regionali pugliesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non solo: il Presidente della regione, che fa parte del partito che in qualche modo qui vuol fare da tramite con i cittadini e che fino a qualche tempo fa era uno dei presidenti più pagati dell'intera Italia, effettivamente ha riconosciuto che questa cifra era spropositata, riducendosi il suo stesso stipendio, ma prima ancora la giustificava dicendo che la metà di questo suo stipendio in realtà non andava a sé, ma andava al partito.
  E, allora, io qui davvero, di cuore, pongo una domanda. Siccome questa è una prassi non solo del partito del presidente pugliese, ma di vari parlamentari e consiglieri regionali presenti in tutta Italia, davvero vi chiedo: guardate i cittadini, guardate la situazione dei cittadini: voi davvero pensate che, oltre ai soldi che dal vostro stipendio date al partito – e non ai cittadini, come fa il MoVimento 5 Stelle –, volete tenervi anche questi soldi ? Non vi bastano ancora quei soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  E al collega del Partito Democratico rivolgo un accorato appello: quando parla di nemici, di avversari, io voglio ricordare soltanto un nome, un nome che viene abbinato ad una cifra: 23 milioni di euro rubati ai cittadini italiani da un certo Lusi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, quindi, quando penso a questo non penso né a nemici né ad avversari, ma penso semplicemente a ladri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nuti 2.4 e Bianconi 2.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Ruocco, Palmieri... Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  469   
   Votanti  468   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  366).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Roberta Agostini, Moretti, Minardo, Rizzetto, Ginoble... Chi altro deve votare ? Fontana... Se qualcuno può andare ad assistere il Questore Fontana... Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 22
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  472   
   Votanti  443   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 342    
    Hanno votato
no  101).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, intanto io credo che nei precedenti interventi qualcuno abbia sbagliato scambiando l'articolo 2 con l'articolo 3, perché, in realtà, gli statuti e la democrazia interna dei partiti questo provvedimento li prevede all'articolo 3.
  Ma prima di intervenire, qualcosa la voglio dire, signor Presidente, visto che sono in una compagnia che mi onora, visto che un movimento politico in questa Camera è d'uso attaccare il presidente Vendola e il Presidente di questa Assemblea: oggi ha messo anche me tra i suoi obiettivi e devo dire che mi sento onorato di questa compagnia.
  Quindi, detto questo, vorrei anche dire al collega Brescia che chiedo scusa se ho dato del «tu» al collega Fraccaro. Infatti, a me succede, con il collega Riccardo Fraccaro, di avere una vivace e costruttiva discussione in Commissione e quindi sono solito avere gli stessi atteggiamenti sia a telecamere accese che a telecamere spente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), cosa che in realtà qui – mi dispiace dirlo – non vedo, perché sento spesso parlare di ladri e di papponi gli stessi colleghi che poi vanno alla buvette a prendere il caffè e a scherzare con quei ladri e quei papponi.
  Credo che questo non sia un modo intelligente, diciamo così, di porsi ai cittadini. Quindi, vorrei dire al collega a cui d'ora in poi darò del lei, Fraccaro, che mi parlava con un'aria, debbo dire, un po’ da sceriffo: sai, con me non attacca l'aria da sceriffo, l'hanno usata in tanti nella mia vita politica, ma noi siamo abituati ad affrontare queste situazioni. Io le tasche, caro Fraccaro, le svuoto se me lo chiede un carabiniere e poi facciamo anche un verbale, perché le mie tasche sono tasche trasparenti e io su questo ti sfido ad avere rispetto nei confronti non miei, ma di quel poco che io rappresento, Presidente, qui dentro. Perché, vedete, il rispetto della democrazia si ha anche nel rispetto delle posizioni di minoranza, il rispetto della democrazia si ha anche quando si dà la possibilità a chi la pensa diversamente, e magari anche diversamente dalla maggioranza dei cittadini, di esprimere il proprio pensiero. Oggi, sinceramente, non penso, comunque, di esprimere un pensiero di minoranza, perché io di battaglie in cui sono partito da posizioni di minoranza ne ho fatte tante, e una di queste era appunto la privatizzazione dell'acqua, quando sembrava che i privati avrebbero gestito l'acqua molto meglio del pubblico e, poi, invece, ci siamo accorti che così non è stato.
  Sono convinto che questa legge che si sta facendo sia una legge sbagliata, perché mette la politica italiana in mano ai miliardari, in mano a chi ha i soldi, e in questa legge non c’è la tutela dei più deboli e fra due, tre o quattro anni, tutti i cittadini si accorgeranno che, con quella che sembra una legge che va nella direzione che loro auspicano, in realtà si sta facendo una grande mistificazione; come spesso avviene, oggi questo Parlamento vota all'unanimità contro di noi perché si è creato una specie di Parlamento a sei stelle, un Parlamento extralusso, dove si tenta di zittire la voce di chi rappresenta chi in questo Paese ha di meno.Pag. 23
  Quindi, per stare al nostro emendamento, dico soltanto quello che scriviamo noi e voglio capire cosa c’è di male in questo emendamento. Noi scriviamo che nei partiti debba esserci la presenza di organismi di garanzia, che nei partiti debba esserci la presenza di organismi di controllo contabile retti da soggetti iscritti all'ordine dei revisori contabili; noi scriviamo che nei partiti debba esserci l'attestazione dell'avvenuto deposito dello statuto della lista, del partito o del movimento politico presso il notaio; noi scriviamo che nei partiti debba esserci lo svolgimento di una assise congressuale democratica almeno ogni tre anni.
  Voglio capire cosa c’è di sbagliato in queste regole che noi diciamo devono stare alla base dei partiti, che – ci piaccia o meno – sono coloro che devono rappresentare il voto degli elettori.
  Noi chiediamo che ci sia la presenza di organismi decisionali plurali che decidano sulla base del principio democratico, garantendo che gli organi statutari prevedano la presenza di uomini e donne nella misura del 50 per cento; vorrei capire cosa c’è di sbagliato in questo articolo, se non un furore ideologico, che nasconde dietro il dire che siamo tutti uguali e che tutti abbiamo fatto cose disdicevoli solamente la volontà di diminuire la democrazia e di diminuire l'accesso alla politica in questo Paese.
  Quindi, io ripeto: noi siamo per la sobrietà, noi siamo per le regole, noi siamo per una democrazia cristallina, ma noi non siamo per una democrazia appaltata ai miliardari. Su questo non ci avrete mai (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Adesso darei la parola alla deputata Federica Dieni e poi sospenderei la seduta per riprendere alle ore 16, così che le Commissioni possano riunirsi. Prego, deputata Dieni, ha facoltà di parlare.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, questo intervento è dedicato a Giovanni, esodato rimasto senza tutele e garanzie per il futuro suo e dei suoi figli. Questo intervento è per te, perché, mentre non ci sono i soldi per te, qui si sta decidendo quali siano le modalità per spartirsi i rimborsi elettorali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  L'articolo 3 impone ai partiti di dotarsi di un proprio statuto individuando quelle che sono le caratteristiche fondamentali. Qui, appunto, ci sono dei partiti che credono di avere la patente di democrazia e che quindi possano capire quali siano le regole di democrazia interna dei partiti. Ma chi è che stabilisce quali siano queste regole che garantiscono, appunto, la democrazia interna del partito ? Chi controlla ? Basta semplicemente fare un congresso l'anno ? Basta, quindi, eleggere la classe dirigente ? Basta avere una struttura interna e degli organi ? Questo è veramente assicurare la democrazia interna ? Queste sono delle regole che vengono imposte soltanto al fine di garantire la possibilità di accedere ai rimborsi elettorali e quindi non sono necessarie per poter partecipare alle competizioni.
  La posizione del MoVimento 5 Stelle su questo punto è molto chiara: noi riteniamo che voler imporre per legge ad una forza politica l'adozione di uno statuto equivalga ad una visione della politica, ma soprattutto dell'impegno civile e della stessa militanza politica, che guarda al passato e non tiene conto della nuova realtà che si sta determinando in misura sempre maggiore.
  Movimenti, comitati, semplici gruppi di cittadini già fanno attività politica senza bisogno di strutture o statuti. Per questo proponiamo una mediazione, una sorta di lodo, tra chi guarda al passato e chi invece è attento al presente e soprattutto al futuro. Manteniamo il principio che i partiti debbano dotarsi di uno statuto, ma al tempo stesso li lasciamo liberi di individuare le regole interne che ritengono migliori, prevedendo che, per quanto non previsto dai rispettivi statuti, valga ovviamente la legge. Di fatto riproponiamo per legge ordinaria il combinato disposto a livello costituzionale degli articoli 18 e 49 della Costituzione stessa. Anche perché, Pag. 24giova ricordarlo, le disposizioni dell'articolo 3 e soprattutto dell'articolo 4 non sono patenti di democraticità in senso assoluto, ma sono caratteristiche individuate per accedere a forme di finanziamento pubblico, il che è cosa molto diversa.
  Tutte le caratteristiche individuate per lo statuto di cui una forza politica si deve dotare a nostro avviso producono il grande rischio di scambiare la burocrazia con la democrazia. In merito al contenuto dello statuto, dunque, si vogliono individuare solo due caratteristiche fondamentali quali unici due paletti che uno statuto deve avere sui temi che davvero attengono alla democrazia. La prima riguarda i criteri e le modalità di adesione delle iscrizioni al partito con le quali una forza politica accetta o meno le richieste di adesione, e dunque seleziona alla fonte chi può entrare a farne parte e chi no, caratteristica che non è presente tra quelle individuate dal comma 2. L'altra riguarda invece le modalità di selezione delle candidature per le elezioni, tema che è divenuto molto sentito e che è forse l'unico vero metro di democraticità interna di una forza politica.
  Ciò che si vuole evitare è che si ecceda nell'ingerenza legislativa relativamente alla disciplina interna dei partiti. Questi non sono organi istituzionali, bensì sono strumenti della società attraverso i cui cittadini partecipano alla vita pubblica. Come afferma il presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida nel corso dell'audizione tenutasi nel mese di giugno, eccedere in ingerenza sulla vita interna dei partiti è un rischio, perché si traduce in un enorme aumento di contenzioso che è risolto in parte dagli organi interni, di fatto dai giudici. Possiamo pensare di giurisdizionalizzare la vita interna dei partiti più di quanto già oggi non sia avvenuto ? È un rischio obiettivo.
  E ancora, come ribadito dallo stesso Onida, il nostro sistema politico è caratterizzato da organismi fluidi e da associazioni di cittadini che si configurano in maniera nuova rispetto al passato. Pertanto, prevedere delle regole stringenti a cui i partiti sono chiamati a conformarsi rischia di creare un’impasse istituzionale, bloccando quelle che potrebbero essere nuove forme di organizzazioni democratiche.
  Sui partiti politici, oltre ai principi richiamati dalla Costituzione, valgono le norme sulle associazioni non riconosciute del codice civile agli articoli da 36 a 38.
  Secondo, inoltre, quanto affermato dalla professoressa Biondi in riferimento alla disciplina sui partiti, è necessario conciliare la necessità di far si che i partiti si diano strutture capaci di favorire davvero il diritto individuale dei cittadini di partecipare, tramite essi, alla vita politica, con la garanzia dell'autonomia organizzativa, anche tenuto conto che oggi i partiti, per ragioni che si rifanno in parte alle loro radici ideologiche, si reggono su strutture profondamente diverse tra loro.
  Altresì, a parere di altri esperti, il partito, in quanto soggetto facente funzione di integrazione sociale delle classi, non deve assolutamente acquisire personalità giuridica. Il partito dovrebbe, anzi, godere di una legittima esclusione della sorveglianza e ingerenza degli organi dello Stato. Persino nei lavori della I Sottocommissione dell'Assemblea Costituente, alcuni dei padri costituenti espressero i propri dubbi circa la necessità di uno statuto tipo, vigilato dai pubblici poteri, che avrebbe potuto consentire abusi da parte delle autorità di Governo. Vi è, quindi, un problema legato a quei soggetti che dovrebbero giudicare, in base alle caratteristiche elencate nell'articolo 3, quali partiti o movimenti siano più o meno democratici rispetto ad altri.
  In passato vi sono stati partiti che, nonostante rispettassero in astratto i requisiti stabiliti dallo statuto, in concreto, semplicemente, raggiravano tali regole, che diventavano, pertanto, mere norme di facciata. Dunque, il rischio è che i partiti si dotino di questi statuti con le caratteristiche elencate nell'articolo 3, al solo scopo di ottenere i previsti finanziamenti del presente disegno di legge per poi disattenderle.Pag. 25
  Ecco, Giovanni, spero tu abbia compreso che basta poco per darti una possibilità, per regalarti una speranza, davvero poco; i soldi – ci dicono loro, i partiti – sono pochi. Io quei soldi dei partiti avrei voluto destinarli a te (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

  La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Portas, Realacci, Sani e Speranza sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annuncio della elezione del presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria.

  PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria ha proceduto in data odierna all'elezione del proprio presidente.
  È risultato eletto il deputato Giacomo Antonio Portas (Applausi), a cui qualche collega fa gli auguri di buon lavoro.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1154-A: Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono iniziati gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 3.
  Avverto che l'emendamento Brunetta 5.400 è stato ritirato dal presentatore.

(Ripresa esame dell'articolo 3 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti il deputato Ferdinando Adornato. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ADORNATO. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire dopo la discussione che ho ascoltato stamane, per dire che essa mi è sembrata un po’ surreale: anzi, molto surreale. Stiamo sceneggiando il logoro copione della consunta guerra politica-antipolitica, mentre, intorno, l'Italia rischia di avvicinarsi ad un baratro, quasi senza che nessuno lo voglia. Come i famosi giapponesi delle Filippine, questo Parlamento si divide tra politica e antipolitica mentre l'Italia rischia il tracollo.
  A questo proposito mi consenta di eludere un po’ il tema ponendo una domanda ai colleghi del PdL: siete davvero sicuri che minacciare le dimissioni di massa difenda ed espanda l'agibilità politica di Berlusconi, o non rischia invece drammaticamente di restringerla, trasferendola in un corto circuito istituzionale dal quale il Paese uscirebbe in ginocchio ? E l'agibilità politica di Berlusconi non sarebbe minore, ancora minore di quanto lo sia oggi ?
  Ma non ci accorgiamo, colleghi, politici o antipolitici, che stiamo litigando in una Pag. 26sorta di guerra dei bottoni ? Che la politica oramai è ai minimi termini, e che l'antipolitica si è dimostrata non la soluzione del problema, ma un accrescimento del problema ? Vorrei chiedere ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: chi attaccate, chi avete attaccato stamattina ?
  Credo che qualcuno di voi abbia in mente l'immagine di quel drappello di iracheni che si arrese a una troupe del Tg3. Ebbene, credo che la politica italiana, almeno sul tema del finanziamento, si trovi in una situazione simile: ci stiamo arrendendo, la politica si sta arrendendo a una campagna mediatica dell'opinione pubblica; e si sta arrendendo ai suoi troppi errori, perché – a proposito del paragone con gli iracheni – la politica italiana è stata attraversata, in questi ultimi anni, da troppi Saddam Hussein.
  Di quale politica, e di quali partiti parliamo ? Esistono ancora partiti così come li abbiamo conosciuti nella nostra storia repubblicana in Italia ? Non ci sono forze: questo provvedimento rispetto al finanziamento è appunto una resa dei partiti.
  Nessuno ha più il coraggio, la forza e la credibilità di dire che in un sistema democratico funzionante, ad esempio come quello tedesco, il finanziamento pubblico è necessario proprio per difendere la politica dalla scarnificazione che possono operare centrali economiche e sociali, ma chi ha il coraggio di dirlo ? Chi ha la credibilità oggi di dirlo ?
  Questo provvedimento del Governo, poi cambiato dal Parlamento, è un provvedimento realistico proprio perché realistico è oggi arrendersi a quello che i cittadini ci avevano già detto con un referendum che non era stato preso in considerazione. Devo dire che va la mia ammirazione ai colleghi di SEL perché loro hanno il coraggio di esporre una tesi oggi inattuale, forse impolitica, forse irrealistica, ma che è la tesi di fondo di chi crede nei partiti e nella democrazia.
  Negli ultimi vent'anni, signora Presidente, noi abbiamo assistito all'assassinio della politica, all'assassinio dei partiti, all'assassinio del DNA della politica. Il DNA della politica prevede il primato dell'interesse nazionale, ha prevalso l'interesse di oligarchie di parte, a destra come a sinistra. Il DNA della politica prevede la morale pubblica al primo posto, ha prevalso l'interesse, l'utilità di gruppi di potere, Il DNA della politica prevede di considerare avversario chi si oppone, la politica ha fatto una sorta di guerra civile in cui i nemici se le sono date di santa ragione. Il DNA della politica prevede il decoro delle istituzioni pubbliche, la volgarità si è diffusa come una sorta di morbo comune.
  Non c’è stata soltanto, amici di 5 Stelle, la politica così ridotta. La seconda Repubblica è nata grazie all'antipolitica e l'antipolitica ha governato la seconda Repubblica, c’è dunque stata un'antipolitica di Stato, un'antipolitica di potere, che si congiunge con l'antipolitica di piazza tant’è che il nuovo Movimento dei 5 Stelle non è che si presenta come un partito democratico, finalmente non oligarchico, capace di riforma della politica, ma si presenta con un volto conosciuto nella seconda Repubblica, il partito personale, il partito carismatico, quindi nulla di nuovo. L'antipolitica di piazza e l'antipolitica di palazzo si tendono la mano, quel che manca in questo Paese è il riformismo, sono le riforme, sono la trasformazione dei nodi malati che da vent'anni abbiamo davanti.
  La propaganda ci ha imposto stamattina di darcele gli uni con gli altri, di gridare ancora una volta ai malloppi, ai ladri, sono cose giuste perché sono avvenute, sono cose troppo facili perché, vedete, il problema che abbiamo davanti non è solo la corruzione, se fosse solo la corruzione potremmo risolverlo con leggi drastiche, che pure sono state anche da questo Parlamento votate. Il problema è che la politica ha perso il carattere universale della sua rappresentanza, ecco perché non parla più ai cittadini. Noi abbiamo permesso, cari colleghi, che i politici fossero considerati una categoria al pari degli ingegneri, degli architetti, dei medici, dei farmacisti, mentre la politica doveva mantenere...

Pag. 27

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Adornato, c’è un enorme brusio e soprattutto c’è un affollamento davanti al tavolo dei nove, bisognerebbe che i colleghi lasciassero che almeno...onorevole Misiani... Prego, continui.

  FERDINANDO ADORNATO. Grazie signor Presidente, ma io continuo, non ho problemi, sono abituato. Poi, si ha più interesse a sentire quando bisogna rispondere provocatoriamente...

  PRESIDENTE. No, no, ma ...vale per tutto.

  FERDINANDO ADORNATO. Vede, questo è un Parlamento ed è doveroso parlare, ma Parlamento non è in contrasto con ragionamento, credo anzi che dovremmo cercare una conciliazione fra i due termini.
  Dicevo, la cosa più grave non è la corruzione, se vogliamo dire, così ci allineiamo noi vecchi, noi nuovi.. anche vent'anni fa arrivarono gli homines novi che dovevano ripulire dalla corruzione il Paese, ma non è successo niente. Il problema è più profondo, è più complesso, perché, dicevo, abbiamo permesso che i politici fossero considerati una categoria al pari dei medici, degli architetti e degli ingegneri, non la rappresentanza universale di una nazione. Per giunta, allora è facile contestare che ci sono i privilegi, perché il medico non ce l'ha ? L'architetto non ce l'ha e il politico ce l'ha ? Perché viene contestato – qui nasce il concetto di casta – perché viene contestato il fatto che sia diventata la politica un settore particolare, tra l'altro mi permetta, Presidente, quasi un ufficio di collocamento e il «porcellum» ha aiutato in questo. La decadenza della selezione parlamentare – ricordo che in Germania si finanziano pubblicamente anche le fondazioni, non solo i partiti – ha fatto il resto.
  Ma ci sono ancora davvero i partiti ? C’è qualcosa che assomiglia ai partiti e oggi – dicevo – il realismo ci impone – come c’è stato chiesto dai cittadini – di rinunciare al finanziamento pubblico, Questo articolo, l'articolo 3, sul quale parlo – parlo sul complesso degli emendamenti – è l'articolo più importante. Aveva ragione Bressa questa mattina, hanno ragione i colleghi di Sel: noi possiamo contestare i partiti quanto ci pare, ma nessuno ha inventato una democrazia senza partiti e, senza partiti, una democrazia non può vivere. Certo, bisogna che i partiti siano moderni, giusti, responsabili e trasparenti: ecco perché questo articolo 3 mi sembra guardare al futuro, più che al presente, perché, oggi, i partiti, così come li conosciamo, non ci sono e non so come finirà la vicenda italiana; non le nascondo – come lei avrà capito – una certa amarezza e una certa preoccupazione. Ma so una cosa, che questo articolo, se vogliamo risollevare la democrazia sarà – lo è già oggi ovviamente – forse nel futuro ancora più importante, perché noi dovremo essere capaci, a destra come a sinistra, di ricostruire partiti dotati di democrazia e partecipazione popolare, superando un concetto di leaderismo, che sembra moderno, ma è anacronistico, signora Presidente perché i leader non sono mancati in tutta la storia dell'umanità – leader era Pericle, come leader era Bismark, come lo sono oggi i nostri leader – ma una democrazia che si affida esclusivamente al leaderismo non è una democrazia moderna. Il leaderismo è sempre esistito: quello che oggi manca qui è quello che c'era nei grandi partiti della prima Repubblica: la democrazia e la partecipazione popolare e noi, in questi ultimi vent'anni, cari colleghi, stiamo rischiando – e forse abbiamo già superato la soglia – di buttare via, insieme a tutta l'acqua sporca che c'era, e che era quasi un mare di acqua sporca, anche il bambino.
  Cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, se oggi voi potete parlare e dire cose giuste o sbagliate, se potete esprimere la vostra opinione in quest'Aula, è per merito di tanti partiti e tanti uomini: parlo a nome di quelle Maria, di quei Giuseppe e di coloro che hanno creduto – e ancora oggi credono – che la politica debba essere una cosa nobile, che la politica sia la principale arte di un Paese e della classe dirigente di Pag. 28un Paese e che ogni attacco alle istituzioni e alla politica è un attacco alla democrazia.
  Ma certo, come lei avrà capito, Presidente, il mio tono è un po’ amaro perché vedo continuare questa guerra dei bottoni tra politica e antipolitica proprio nelle ore in cui l'Italia rischia di entrare in un baratro che la metterà in ginocchio (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, sugli emendamenti all'articolo 3, a parte qualche emendamento che va a precisare alcune piccole particolarità, noi saremo contrari. Saremo contrari a questi emendamenti per un motivo molto semplice. A nostro avviso, questo articolo è stato scritto in maniera buona, perché non va a definire una tipologia di partito o di movimento, ma semplicemente a definire cosa nello statuto di qualsiasi partito o movimento deve esserci scritto. Dopo, un partito o un movimento, nel suo statuto o non statuto, può stabilire che possano decidere le linee di un movimento, le candidature e qualsiasi altra cosa interna al proprio movimento, gli elettori della rete, un gruppo piccolo di persone, un gruppo grande di persone, o che i provvedimenti disciplinari sui propri iscritti possano essere adottati da una persona, due persone, o dieci persone. Questo articolo dice semplicemente che deve essere scritto come vengono prese le decisioni e con quale spirito. Dunque, dopo, ogni partito e ogni gruppo di cittadini può decidere di scrivere nel suo statuto che le decisioni del suo gruppo parlamentare devono arrivare attraverso una e-mail, o che nel proprio gruppo parlamentare o movimento, le decisioni arrivino attraverso l’e-mail da parte di un personaggio, che devono essere seguite da tutti e che chi non si adegua venga automaticamente espulso: anche questo è legittimo.
  In questo provvedimento si dice semplicemente che, per un motivo di trasparenza, le regole devono essere scritte così ogni cittadino sa, se in un movimento o in un partito vengono prese delle decisioni, chi le prende e in quale modo e dopo tot anni devono essere fatti dei congressi dove queste persone possono ricandidarsi o possono rimanere o via dicendo oppure le scelte dello statuto vengono ratificate.
  Dunque, per nostro avviso, siccome siamo stati molti attenti che in questo articolo non venisse messo uno schema di statuto che fosse uguale per tutti i partiti e i movimenti, siccome non è stato scritto questo, ma si è stati molto larghi e sono stati stabiliti solo i principi, noi condividiamo questo articolo e non condividiamo alcuni emendamenti che, invece, vanno a ridurre e a rendere più fumosa e meno trasparente la forma di partito o di movimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Teresa Piccione. Ne ha facoltà.

  TERESA PICCIONE. Signor Presidente, credo che l'articolo 3, del quale adesso noi ci occupiamo, sia, a mio modesto avviso, il cuore di questo provvedimento. Io credo che più che delle modalità di finanziamento sia importante e particolarmente significativo l'inserimento di questo articolo, perché è attraverso questo articolo che il Parlamento esercita una specie di salvaguardia della democrazia e perché dentro questo articolo l'articolazione stessa, le modalità e le procedure garantiscono il libero esercizio della stessa e la custodiscono.
  Io credo che a questo punto sia di fondamentale importanza votarlo e approvarlo, perché esso è un elemento qualificante di questo provvedimento e, anzi, è a mio avviso l'elemento più qualificante. Ha detto molto bene il collega Bressa, prima di me, quando ne ha citato dei punti salienti, perché dentro questo articolo non solo c’è la salvaguardia, appunto, della democrazia e la sua articolazione, e non solo perché indichiamo gli organi, le componenti, la durata dei mandati, le funzioni che ognuno ricopre, i doveri e i diritti di Pag. 29ciascuno all'interno di un partito, ma perché indichiamo anche le procedure, signor Presidente. Le procedure non sono neutre, non è uguale neanche nelle modalità di voto – e lo sappiamo bene – votare a scrutinio segreto o votare palesemente e questo dirlo prima, questo farlo sapere, attraverso uno statuto registrato in cui si indicano le cose più importanti che dentro un partito vanno fatte, è un elemento di grande garanzia per tutto il Paese.
  Non è una lotta, un'antinomia tra nuove modalità di tecnologia e di comunicazione e, invece, una cultura veteronovecentesca. Si tratta, piuttosto, di coniugare entrambe, ma di non abdicare a un dialogo diretto, al confronto diretto, a quella capacità di dibattito che dentro gli organismi di un partito si esercita. Questo lo dico perché dentro quelle modalità, dentro quel confronto, dentro quelle assemblee, è vero che si può essere a volte divisi e ci si contrasta duramente, ma è anche vero che non si rinuncia né a guardare negli occhi la persona né ad ascoltare tutto quello che è non verbale, che è gestuale ma che fa il cuore della comunicazione e che non può essere suggerito da altri mezzi. Insomma, il web non è l’agorà e io credo che l’agorà, invece, è mantenuta attraverso questo stile e queste procedure, attraverso questa articolazione.
  Io credo che i criteri di formazione degli organismi, il loro numero, i componenti, le loro funzioni esecutive, deliberative, di garanzie e di controllo, i criteri di selezione della classe dirigente, la durata dei mandati, il criterio dell'equilibrio dei generi siano cose assolutamente importanti, così come le cariche e le responsabilità e la selezione delle candidature. Perché noi, Presidente, siamo un partito. Forse è significativo ed emblematico che qui dentro il Partito Democratico è l'unico che mantenga ancora il nome di partito, perché questo nome è un nome non di una cultura antica soltanto, ma è un nome di una cultura antica dentro la quale batte un cuore nuovo, un cuore che ha guardato al futuro, che unisce iscritti e militanti, che permette delle primarie vere, dove la gente si incontra, dove la gente paga per andare a votare, perché ha la voglia di partecipare e di scegliere. Noi non abbiamo paura della democrazia, la viviamo dentro i nostri organismi. Ricordo una battuta del Presidente Scàlfaro a proposito di una serata particolarmente agitata in Parlamento. Egli rispose: preferisco un Parlamento rissoso che inerte. Allora, credo che questo sia il sale anche della democrazia. Se qualche organismo chiede l'onore della rappresentatività e ottiene con il consenso popolare la rappresentanza dentro quest'Aula, ha tutto il dovere di ottemperare proprio a ciò che scriviamo nell'articolo 3 e alla delineazione di quella che è la democrazia interna di un grande organismo che merita rappresentanza in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sul complesso degli emendamenti all'articolo 3. Chiedo ai relatori di maggioranza e di minoranza e poi al Governo di esprimere i pareri sugli emendamenti all'articolo 3.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento: Testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Boccadutri 3.1 e formula un invito al ritiro sull'emendamento Gitti 3.4...

  PRESIDENTE. L'emendamento Gitti 3.4 è stato ritirato.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Bianconi 3.10. Per quanto riguarda l'emendamento Bianconi 3.400 (versione corretta), i relatori presentano una riformulazione che però non viene inserita in questo articolo, per cui la Commissione formula un invito al ritiro. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cozzolino Pag. 303.9, Bianconi 3.17 e Cozzolino 3.8, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Plangger 3.401.

  PRESIDENTE. L'emendamento Di Lello 3.5 non è segnalato.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Di Salvo 3.301 e Roberta Agostini 3.430, esprime parere contrario sugli emendamenti Bianconi 3.16 e 3.12, Di Lello 3.6 e 3.7, Dadone 3.18.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere sugli emendamenti all'articolo 3.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento: Testo alternativo del MoVimento 5 Stelle. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Boccadutri 3.1, Bianconi 3.10, Bianconi 3.400 (versione corretta). Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cozzolino 3.9, Bianconi 3.17 e Cozzolino 3.8. Esprimo parere contrario sull'emendamento Plangger 3.401. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Di Lello 3.5 e sugli identici emendamenti Di Salvo 3.301 e Roberta Agostini 3.430.
  Esprimo parere contrario sugli emendamenti Bianconi 3.16 e 3.12 e sugli emendamenti Di Lello 3.6 e 3.7, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Dadone 3.18.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, questo emendamento lo vorrei spiegare a Giorgio, un amico di trent'anni che si è laureato in ingegneria informatica con il massimo dei voti e che, dopo due anni di precariato, ora vive da un anno in Australia. Questo emendamento è un testo, un articolo della proposta di legge del MoVimento 5 Stelle completamente alternativo rispetto al disegno di legge governativo, e riguarda l'apparato, il complesso di struttura che lo statuto, nel disegno di legge governativo, deve prevedere.
  La premessa è fondamentale: è inaccettabile pensare, leggendo il testo del disegno di legge governativo, che trasparenza e partecipazione siano obbligatorie per legge. È inaccettabile perché trasparenza e partecipazione devono essere concetti ed obiettivi che devono essere di per sé insiti nell'attività politica che un partito, un movimento, un comitato di cittadini, devono portare avanti, e sicuramente non devono essere obbligatorie per legge, come, invece, prevede questo articolo con un fine preciso, ovverosia quello dell'accesso ai soldi del finanziamento pubblico diretto e dell'accesso ai soldi del finanziamento pubblico indiretto.
  Vi può essere trasparenza anche senza l'iscrizione a questi registri, a cui ci si può iscrivere solo se si ha uno statuto pesante. L'emendamento che ha presentato il MoVimento 5 Stelle è il lascito e l'apertura più importante che, nel testo alternativo, noi del MoVimento 5 Stelle facciamo a questo Governo e a questa maggioranza, perché noi non abbiamo statuto, non abbiamo necessità di statuto, e la trasparenza ce l'abbiamo, anche se nella nostra struttura abbiamo dei requisiti per candidarci e dei requisiti per essere degli iscritti.
  Nel nostro articolo, nel nostro emendamento, noi prevediamo due sole cose su cui si deve strutturare lo statuto, seppure la premessa, ovviamente, è che il MoVimento 5 Stelle non ha bisogno di iscriversi ad alcun albo, non ha bisogno di alcuno Pag. 31statuto, perché non ha preso e non prenderà mai il finanziamento pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Comunque sia, riteniamo che, semmai vi fossero due requisiti che uno statuto deve prevedere per lo svolgimento dell'attività politica democratica, sono due requisiti che, purtroppo, non sono presenti nei requisiti che l'articolo 3 del testo del Governo prevede. Sono i criteri per l'iscrizione e i criteri per le graduatorie dei candidati, uniche due modalità necessarie, che potrebbero essere necessarie, solo esse, al fine dell'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione.
  Tutto il resto, tutto il «carrozzone» che, invece, il Governo vuole strutturare, ripeto, è proprio di un partito arretrato e novecentesco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Segoni, Mazzoli, Lotti, Battelli, Benamati, D'Alessandro, Capozzolo, Giuliani, Mariastella Bianchi, Gentiloni Silveri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  432   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  341).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccadutri 3.1, con il parere contrario della Commissione del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Rostan, Mazzoli...c’è qualcuno che non riesce a votare ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  427   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  403).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 3.10, con il parere contrario della Commissione del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Oliverio, Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  431   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
  23    
    Hanno votato
no  408).    

  (Il deputato Zaratti ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo all'emendamento Bianconi 3.400 (versione corretta), per il quale i relatori hanno espresso un invito al ritiro, avendo previsto una riformulazione sulla stessa questione, ma in un altro punto della proposta.
  Chiedo pertanto al presentatore – che però non vedo – o al gruppo se si accede all'invito al ritiro dell'emendamento Bianconi 3.400, formulato dai relatori. Pag. 32
  Non ho udienza...attendiamo un attimo. Prego, deputata Polverini.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, faccio mio l'emendamento Bianconi 3.400 (versione corretta) e lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 3.9, con il parere contrario del relatore di maggioranza e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, colleghi, la posizione del MoVimento 5 Stelle su questo punto è molto chiara: noi riteniamo che voler imporre per legge ad una forza politica l'adozione di uno statuto equivalga ad una visione della politica, ma soprattutto ad una visione dell'impegno civile e della stessa militanza politica, che guarda al passato e non tiene conto della nuova realtà che si sta determinando in misura sempre maggiore. Movimenti, comitati, semplici gruppi di cittadini già fanno attività politica senza bisogno di strutture o statuti, ma l'impostazione che emerge da questo articolo, evidentemente disconosce questa nuova forma di impegno e militanza civile e politica. Con questo emendamento proponiamo una mediazione. Ci facciamo carico di avanzare un lodo tra chi guarda al passato e chi è invece attento al presente e soprattutto al futuro. Abrogando i commi 2 e 3 manteniamo il principio che i partiti debbano dotarsi di uno statuto, ma al tempo stesso li lasciamo liberi di individuare le regole interne che ritengono migliori, prevedendo che per quanto non previsto dai rispettivi statuti valga ovviamente la legge.
  Di fatto riproponiamo per legge ordinaria il combinato disposto a livello costituzionale degli articoli 18 e 49 della Costituzione, anche perché – e giova ricordarlo – le disposizioni dell'articolo 3 e, soprattutto, dell'articolo 4 di questa legge non sono patenti di democraticità in senso assoluto, ma solo caratteristiche individuate per accedere a forme di finanziamento pubblico, quindi ai soldi, il che è cosa assai diversa dalla politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, la discussione su questo emendamento è importante anche per chiarire un aspetto, e cercherò di farlo in modo molto sintetico e veloce. La legge di cui discutiamo istituisce dei nessi tra il problema del finanziamento e il problema della democraticità interna dei partiti. Ma dovremmo sempre ricordarci che quello di avere dei partiti che rispettino requisiti di democraticità prescinde dal problema del loro finanziamento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Io ho bisogno, ai sensi della Costituzione, per dare un significato a quel metodo democratico, superate le remore del periodo costituente – che non hanno più ragione oggi di esistere –, di sapere che i partiti politici, che godono di una serie di privilegi nel nostro ordinamento, che riguardano le candidature, la raccolta delle firme, una notevole quantità di privilegi, hanno nella loro struttura non una incompatibilità con la Costituzione, ma ne sono l'attuazione. Allora tutto ciò che è democraticità interna dei partiti non può essere messo in relazione diretta con il sistema di finanziamento quale esso sia, ma è un'esigenza costituzionale autonoma. Lo volevo ricordare a tutti in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, io sento il dovere di dire qualcosa al collega Cozzolino, perché il punto di vista Pag. 33che egli ha espresso a proposito dell'emendamento che intende sopprimere i commi 2 e 3 dell'articolo 3 è quello che dice che ciò che è contenuto in quei commi appartiene a una visione vecchia della politica, a qualcosa del passato.
  Però io onestamente voglio esprimere qui, anche se sono il relatore, il mio dissenso da questo punto di vista, perché io non vedo che cosa ci sia di passato, di vecchio nel dire che lo statuto dei partiti debba osservare i principi fondamentali di democrazia, di rispetto dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali nonché dello stato di diritto. Non vedo che cosa ci sia di vecchio se imponiamo a un partito che vuole – non a tutti i partiti – usufruire dei benefici di cui a questa legge di essere trasparente per indicare il numero, la composizione e l'attribuzione degli organi deliberativi, esecutivi e di controllo; se gli chiediamo di far sapere a tutti quali sono le modalità dell'elezione e dei relativi incarichi interni al partito; se gli chiediamo di far sapere a questo partito quali siano le procedure richieste per l'approvazione degli atti che impegnano il partito medesimo; se gli chiediamo di far sapere trasparentemente e di inserire nello statuto quali siano i diritti e i doveri degli iscritti e i relativi organi di garanzia; se gli chiediamo di far sapere quali siano i criteri con i quali è assicurata la presenza delle minoranze negli organi collegiali non esecutivi; se gli chiediamo di far sapere nello statuto quali siano le modalità per favorire l'equilibrio tra i sessi nella composizione degli organi collegiali; se gli chiediamo di far sapere quali siano le procedure relative ai casi di scioglimento, chiusura, sospensione o commissariamento; se gli chiediamo di inserire e di far sapere quali siano le misure disciplinari che possano essere adottate nei confronti degli iscritti o degli organi competenti, assicurando il diritto alla difesa e al contraddittorio; se gli chiediamo di far sapere quali siano le modalità di selezione delle candidature; se gli chiediamo di far sapere quali siano le procedure per modificare lo statuto medesimo.
  Insomma, secondo me, nel rispetto delle opinioni di tutti, queste non sono norme antiche, questi sono i principi basilari della democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia). Noi vogliamo che gli organi della democrazia, che sono previsti all'articolo 49 della Costituzione, abbiano impresse le loro regole e siano note a tutti i cittadini quali sono le loro regole di democrazia interna, perché chi non ha regole di democrazia interna trasparenti e fissate nello statuto non può pretendere di amministrare poi la democrazia per i cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà, per un minuto.

  RICCARDO NUTI. Signora Presidente, intervengo solamente per ricordare che la maggior parte delle cose che sono state dette dal collega Fiano sono già previste dalla Costituzione, e ci mancherebbe direi. Però c’è un problema di coerenza, perché tutto ciò poi si scontra con il fatto che per esempio il dirigente Giuseppe Lupo, in Sicilia, ha cacciato dal partito degli assessori perché non volevano lasciare la poltrona. Questa non mi sembra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Diciamo che c’è un concetto un po’ relativo di democrazia: vale, non vale, vale qua dentro, però nei fatti è qualcos'altro. Quindi, prima di farsi grandi con la bocca a parole: non basta avere la democrazia né nel nome del partito né a parole in Aula. Come vede, i fatti dimostrano il contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 3.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.Pag. 34
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori... Rostan... Simone Valente... Galati... Cicu... Nardella... Zan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  438   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
  93    
    Hanno votato
no  345).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 3.17.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signora Presidente, quando ci si accinge a votare una legge e diventiamo creatori del diritto, dobbiamo anche essere interpreti del diritto. Ebbene, qui ho sentito spesso parlare dell'articolo 49, però bisognerebbe bene interpretare questo articolo 49, che dice: «tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».
  Allora rischiamo di votare una legge che poi sarà dichiarata incostituzionale dalla stessa Corte, per un semplice motivo. La Corte spesso, per l'interpretazione delle norme costituzionali, si rifà al dibattito che si è avuto nell'Assemblea costituente. Ebbene, dall'Assemblea costituente emerge che vi era un emendamento a quello che era l'articolo 47, all'epoca del lavoro della Commissione, di Costantino Mortati, esponente della Democrazia Cristiana. Questo emendamento diceva che tutti i cittadini hanno diritto di organizzarsi liberamente in partiti per concorrere, nel rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti della presente Costituzione, a determinare la politica nazionale. Oltretutto diceva che i partiti dovevano essere ordinati in forma democratica, allo scopo di assicurare, con l'organica espressione delle varie correnti della pubblica opinione, il concorso di esse alla determinazione della politica nazionale. Ebbene, questo emendamento è stato ritirato dallo stesso Mortati dopo una feroce condanna da parte del Partito Comunista, perché vi era l'intrinseco pericolo che il Governo, un organo del Governo non facesse concorrere a libere elezioni democratiche un partito che infrangesse questa norma, norma che può essere chiaramente interpretata in modi diversi.
  Allora nell'interpretazione noi dobbiamo dire che «liberamente» significa che tutti i cittadini possono creare tutti i partiti che vogliono, nelle modalità che essi vogliono, a patto che non vadano a ledere l'ordine pubblico e le norme penali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Però qui viene spesso confuso il metodo democratico esplicitato nell'articolo 49. Il metodo democratico sta a significare le libere elezioni che si tengono per concorrere alla politica nazionale. Non sta a significare, secondo una lettura costituzionalmente orientata, il metodo democratico dentro i partiti. Non sta neanche a significare riempire di burocrazia gli stessi partiti. La stessa burocrazia che non sta facendo andare avanti questo Paese. Ma se gli stessi partiti, che sono adesso liberi di fare ciò che vogliono, non riescono a far andare avanti questo Paese, con la loro burocratizzazione dove vogliamo andare avanti ? Eventualmente da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E si correrà il rischio di andare prima al TAR, poi al Consiglio di Stato e poi eventualmente alla Corte costituzionale e di lì ritornare indietro e dichiarare che le future elezioni non saranno valide. Se è questo che volete, creare il caos organizzato, benvenuti. Però, prima di creare il caos organizzato, interpretiamo al meglio le norme costituzionali e andiamoci a leggere ciò che si diceva nell'Assemblea costituente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 35

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, credo che qualche parola a questo punto vada spesa per mettere nella giusta luce, anche storica, discussioni importanti di un'Assemblea che sta nel cuore e nella memoria di molti di noi, ma che non può essere naturalmente ricordata solo quando fa comodo. C’è un'opinione ormai largamente diffusa fra coloro che per tanti anni magari hanno studiato l'Assemblea costituente come studiosi di diritto costituzionale o di storia costituzionale nel rinvenire nella discussione su quell'articolo, che sarebbe poi diventato il 49 in Assemblea costituente, il nucleo della preoccupazione dei costituenti che portò a far ritirare l'emendamento Mortati-Ruggiero, poi Bellavista, non nella preoccupazione che i partiti non avessero da conformarsi ai principi costituzionali, ma nella preoccupazione che attraverso delle regole che riguardavano il modo con cui i partiti si organizzavano si potesse andare a raggiungere un obiettivo di censurare le finalità che i partiti politici, questo o quel partito politico, perseguivano.
  In altre parole, arrivare a un risultato che in quegli stessi anni, nella fase preparatoria della Costituzione tedesca, sarebbe stato poi raggiunto nel 1949 con le regole sull'incostituzionalità dei partiti politici per contrasto con i principi della democrazia. Questo era il nucleo di significato che portò evidentemente in quella situazione e in quella polarizzazione da Guerra fredda a far ritirare un emendamento che, invece, l'onorevole Aldo Moro – dico uno certamente non ultimo tra i costituenti – ebbe a valutare come naturale. Infatti, il ragionamento che faceva Moro e che più volte è riecheggiato anche in quest'Aula è: come fanno i partiti a portare democrazia nell'ordinamento se essi stessi non sono prima di tutto dei momenti forti di democrazia ? E democrazia vuol dire, evidentemente, nei momenti importanti della vita dei partiti, nel rispetto delle minoranze interne e nella scelta delle candidature.
  Concludo con una citazione che non è mia, ma è di uno dei principali costituzionalisti italiani, forse il massimo degli ultimi decenni del XX secolo, e, cioè, Leopoldo Elia il quale, tra l'altro, ebbe modo come parlamentare, come Ministro e non soltanto come presidente della Corte costituzionale, di applicare anche ciò che aveva studiato.
  Elia conclude un suo importantissimo lavoro proprio sulla legge dei partiti in questo modo: «è necessaria una svolta perché l'interpretazione rigorosa del metodo democratico di cui all'articolo 49 della Costituzione possa consentire di raggiungere obiettivi già conseguiti nella Germania federale e nella Spagna». Qual è questa svolta secondo Elia ? È appunto una legge sui partiti che consenta di poter fare in modo che questo strumento, che la nostra Costituzione valorizza più della Costituzione spagnola e più della Costituzione tedesca, possa però offrire quelle esigenze di garanzia e di democraticità. Sono parecchi decenni, sono certamente ormai più di vent'anni – perché questo lavoro di Elia è del 1992 – che noi aspettiamo una legge sui partiti. Fa specie che il gruppo politico – ho concluso – che più di altri vuole guardare al domani si opponga in modo così violento, così forte per qualche cosa che stiamo aspettando da più di vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bressa. Ne ha facoltà.

  GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, devo dire che, dopo la robusta teorizzazione dell'onorevole Colletti, ci avete convinto: sì, voi MoVimento 5 Stelle siete completamente alternativi ma alla regola democratica non ad altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Parafrasando un celeberrimo romanzo di Harper Lee, poi tradotto in Pag. 36film, Il buio oltre la siepe, potremmo definirvi «il buio oltre la Rete» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA GELMINI. Signor Presidente, solo per osservare che anche in Commissione l'articolo 3 è stato uno dei più dibattuti, dei più discussi, e non potrebbe essere che così vista l'importanza di questo articolo che disciplina il funzionamento e la vita dei partiti.
  Il PdL su questo ha una posizione molto aperta, perché noi non riteniamo che si debba optare per un unico modello di partito e soprattutto non pensiamo che ci sia un modello di partito pesante migliore di uno leggero, laddove la differenza la fanno gli elettori, coloro che votano, coloro che danno fiducia e consensi ad un determinato modello di partito.
  Ma ci convince l'articolo 3 proprio perché esso non rappresenta un'opzione, non esclude dall'accesso ai benefici introdotti da questo disegno di legge i cosiddetti movimenti. Forse può apparire pleonastico in alcuni aspetti perché sicuramente richiama, come sottolineava il collega del MoVimento 5 Stelle, alcuni principi costituzionali. Poteva essere più succinto ma non rappresenta l'esclusione dei movimenti da questo disegno di legge, dal finanziamento indiretto dei partiti. Quindi a me pare che debba essere considerato nella sua accezione oggettiva ovvero l'individuazione di alcuni principi che informano la vita di un partito ma che allo stesso tempo rappresenta un'autonomia, un riconoscimento della libertà organizzativa e di funzionamento interno, che si tratti di movimenti o di partiti poco importa. Quindi, a me sembra che rappresenti un buon punto di equilibrio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, colleghi, signori del Governo, a me sembra che trattare il tema della democrazia in maniera superficiale sia sempre un rischio. Lo dico con rispetto per tutte le posizioni e avendo ben chiaro che il dettato costituzionale ci impone di rispettare anzitutto la volontà degli elettori. Ma qui è emersa un'altra pulsione – lo voglio dire così –, in particolare dall'intervento che mi ha preceduto del collega del MoVimento 5 Stelle. La pulsione è quella di applicare la democrazia a seconda delle esigenze e di ritenere che uno vale uno solamente quando conviene per fini propagandistici.
  Siccome io penso che questo non sia nell'interesse né dei cittadini che intendiamo rappresentare né dei vostri, vi vorrei anche sottolineare sommessamente che si prevede che ogni associazione ONLUS, ogni associazione di volontariato, secondo la legge e l'ordinamento del nostro Stato, abbia uno statuto democratico al suo interno.
  E non si capisce per quale motivo quelle ragioni che sono state anche giustamente ricordate, che portarono, in particolare, il Partito comunista italiano a chiedere che non vi fosse una normazione specifica per i partiti dopo il Fascismo, oggi non debbano essere considerate superate. Vedete, a me piace pensare che noi la democrazia la portiamo quando si va a deporre un voto all'interno di un'urna, quando si va all'interno di una fabbrica dove è negata sistematicamente e dove noi chiediamo una legge per la democrazia sindacale, dove si realizza all'interno di una grande battaglia che ha portato i decreti delegati persino nei luoghi di formazione e anche lì dove noi formiamo le nostre decisioni, nei nostri partiti.
  È necessaria la democrazia, perché questa è la prima garanzia di trasparenza. Se io non sono d'accordo e devo esprimere un dissenso, questo mi deve essere garantito: in Germania c’è, in Spagna c’è. La crescita di una democrazia è anche la crescita dei suoi partiti. Perché, checché voi ne diciate, in questo modo favorirete non solo, magari, l'oscurità della Rete, a Pag. 37cui faceva riferimento l'onorevole Bressa, ma anche quei partiti padronali che possono autoregolarsi e possono decidere, in ogni momento, persino le dimissioni collettive da quest'Aula. E io penso che voi dovreste avere l'interesse a garantire che la democrazia dentro ai partiti sia il fondamento di una nuova Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, è stato fatto il nome di Costantino Mortati, che non era solo un politico, è stato anche uno dei grandi maestri – forse, il più grande – del diritto costituzionale italiano. Io lo ricordo, perché ho avuto la fortuna di essere stato suo allievo. Lui la storia la raccontava in un altro modo. Lui pensava che se si fosse imposto quell'articolo, il Paese poteva precipitare nella guerra civile, perché una forza non organizzata democraticamente, cioè il Partito comunista, non lo poteva accettare; e, in nome della pace civile, si rinunciò a chiedere la regolamentazione democratica dei partiti. In Germania, invece, la si chiese: se i partiti, in Germania, non sono degenerati, come, invece, sono degenerati in Italia, forse, è proprio perché si decise di adottare una regolamentazione legislativa democratica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, è bellissimo questo dibattito che si sta svolgendo in quest'Aula, però, probabilmente, ritengo – forse, mi sbaglio – che stiamo perdendo un po’ di vista l'obiettivo principale. Io, innanzitutto, sto aspettando che qui alla nostra sinistra, magari i parlamentari colleghi del PdL, comincino a stracciarsi le vesti, visto che nel loro programma, nell'impegno che avevano presentato agli elettori c'era l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e, finora, non ho sentito minimamente fiatare questo lato del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Probabilmente, è concentrato su altro in questo momento, che interessa molto meno agli italiani.
  Dall'altra parte, poi, sento parlare di democrazia, di metodo democratico, ma voglio cercare di far ritornare l'Aula su quello che è l'obiettivo principale: oggi stiamo parlando di soldi, soldi rubati di fatto agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Concludo, Presidente. Allora, quando sento parlare di buio dopo la Rete, io mi chiedo: coloro che in questo momento vantano tanta democrazia, come, ad esempio, il Partito Democratico, cosa ha fatto spegnendo nel buio assoluto i sindaci contrari alla TAV (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 3.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Gitti, Ragosta, Gregori, Zaccagnini... Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  439   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  341).    

Pag. 38

  (I deputati Fiano e Zampa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 3.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, colleghi, poiché il nostro emendamento precedente, che prevedeva solo di stabilire il principio che una forza politica debba dotarsi di uno statuto, è stato respinto, con questo emendamento proviamo a proporre un'ulteriore soluzione alternativa a quella prevista dall'attuale comma 2.
  Tutte le caratteristiche individuate da questo provvedimento per lo statuto di cui una forza politica si deve adottare, a nostro avviso, producono il grande rischio di scambiare la burocrazia con la democrazia, risentendo più di un'impostazione vagamente sovietica piuttosto che cercare di declinare la democrazia del terzo millennio. Il problema di fondo è quello di un sarto che vuole confezionare vestiti per tutti i clienti, ma utilizzando un'unica taglia uguale per tutti, e la taglia che questa legge ha preso a modello è sempre la stessa, ovvero quella di chi vuole accedere al finanziamento pubblico, anche se nelle nuove forme.
  Con questo emendamento individuiamo gli unici due paletti che a nostro modesto avviso uno statuto deve avere su temi che davvero attengono alla democrazia.
  Il primo riguarda le modalità con le quali una forza politica accetta o meno le richieste di adesione e dunque seleziona alla fonte chi può entrare a farne parte e chi no, caratteristica che non è presente tra quelle individuate al comma 2. L'altro, invece, riguarda la selezione delle candidature, un tema che è divenuto molto sentito nell'opinione pubblica e che è forse l'unico vero metro di democraticità interna di una forza politica. Primarie vere, senza quote riservate ai big di partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 3.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Taricco, Colaninno, Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  342).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Plangger 3.401, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Peluffo, Rampi, Pilozzi, D'Attorre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  432   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 341    
    Hanno votato
no   91).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Salvo 3.301 e Roberta Agostini 3.430, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 39

  Cassano, Nesi, Gregori, Capone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  427   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 412    
    Hanno votato
no   15).    

  (Il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 3.16.

  RENATA POLVERINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, faccio mio anche questo emendamento e lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Bianconi 3.12.

  RENATA POLVERINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, lo stesso: lo faccio mio e lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Lello 3.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, mi permetto di dire due parole su questo emendamento, che prevede di aggiungere nuove regole alle già esistenti, alla burocratizzazione che vogliamo fare di questi statuti dei partiti. C’è la modalità per l'istituzione e l'accesso all'anagrafe degli iscritti, c’è la modalità di adozione del simbolo, che deve essere adottato con atto pubblico pubblicato nella Gazzetta Ufficiale: ci manca solo che ci mettiamo anche il certificato di sana e robusta costituzione, e magari abbiamo fatto l'elenco completo delle regole.
  L'aggiunta della regola sulla quale però mi vorrei concentrare di più, riguarda le modalità di attuazione dell'organizzazione territoriale del partito e relative procedure di convocazione. Evidentemente questo serve ancora di più per blindare le sezioni provinciali e regionali di queste vecchie strutture dei partiti, perché devono essere nominati «i capibastone»: gli stessi capibastone che vanno a falsificare le schede delle primarie a due euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le primarie a due euro che in alcune regioni d'Italia potevano anche essere votate pagando due yen, perché molto spesso venivano usati anche i cinesi per il voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti)...è vero, è vero, lo yen è giapponese, mi correggono: evidentemente lo sanno meglio di me, visto che li hanno ricevuti per votare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Vedo che qualcuno...vedo che qualche gallettino...che qualche «piddino» giustamente si sta innervosendo; però ovviamente non tutti, perché alcuni di questi giovano della condizione di essere amici dei capibastone, e quindi non devono fare le primarie. Facciamo qualche nome dei paracadutati in Parlamento: parliamo di Franceschini, guarda caso un Ministro (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico); della Kyenge, guarda caso un altro Ministro...

  PRESIDENTE. Deputato Sibilia !

  CARLO SIBILIA... la Pistelli; e poi, chi parlava della luce, il buio oltre la siepe, il poeta, il simpatico umorista Bressa, anche lui un nominato, paracadutato in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 40

  PRESIDENTE. Deputato Sibilia !

  CARLO SIBILIA. Non deridere, cortesemente. Grazie.

  PRESIDENTE. Deputato Sibilia...
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Signor Presidente, inviterei la Presidenza, dato il tema in discussione, a segnalare la necessità di racconti che non siano solamente provocati ex abundantia cordis, o addirittura forse dal sapore autobiografico; ma, se allora è necessario, vediamo se promuoviamo un corso anche accelerato di diritto costituzionale e di studio della Costituzione, per rispetto agli studenti di giurisprudenza che ci guardano (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 3.6, con il parere contrario della Commissione, del relatore di minoranza e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ragosta, Dadone, Baruffi...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  413   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 2    
    Hanno votato
no  411).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 3.7, con il parere contrario della Commissione, del relatore di minoranza e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Mazzoli, Di Stefano, Giorgis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  424   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  43    
    Hanno votato
no  381).    

  (Il deputato Brugnerotto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 3.18.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, con questo emendamento semplicemente si dispone che i reati di cui al libro V, titolo XI, del codice civile, che sono le false comunicazioni sociali e seguenti – meglio noti come falso in bilancio, nelle varie fattispecie – si applichino ai partiti. La condanna per questi reati prevederebbe, secondo il nostro emendamento, semplicemente – oltre chiaramente alla condanna – la cancellazione dal registro e quindi la decadenza da tutte le agevolazioni e dai benefici. Questo implicherebbe che i partiti condannati per questi tipi di reati che, ricordo, sono il falso in bilancio nelle varie fattispecie, non possano percepire soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, riguardo al fatto che noi riteniamo che sia fondamentale avere degli statuti democratici all'interno dei partiti e che sia fondamentale che le candidature alle elezioni siano stabilite con metodo democratico, io non accetto che vengano messe in Pag. 41discussione le regole democratiche degli altri partiti da parte di chi quelle regole non le vuole.
  Vede, Presidente, io credo che bisogna avere maggior attenzione e maggiore rispetto degli altri, io ho fatto le parlamentarie, ho vinto le parlamentarie nel mio collegio, e le ho vinte con circa 2 mila voti e io non accetto da parte di nessuno che quelle regole che noi ci siamo dati democraticamente e che oggi vogliamo portare all'interno di questo Parlamento come regole che valgano per tutti siano prese in giro da chi, leggo Presidente su Wikipedia, perché la rete esiste per tutti: l'onorevole Carlo Sibilia, candidato alle parlamentari del 2013, ottiene 113 preferenze (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) ! Io questo non lo accetto ! Qui bisogna rispettare tutti !

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi...

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare, per fatto personale.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma prima che lei parli le ricordo che anche lei ha citato i nomi di alcuni colleghi qui dentro e la polemica parlamentare è fatta anche di questo...a lei la parola.

  CARLO SIBILIA. Il mio intervento durerà pochissimi secondi, perché questo è il tempo degno per rispondere a un 2 per cento in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il tempo degno che ci vuole.
  Io però – è vero, è vero – ho preso 113 voti ed è verissimo e ne vado anche orgoglioso di quei 113 voti. Di questi, non ne ho comprato neanche uno e non ho promesso neanche un posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà). E non le chiamate parlamentarie, chiamatele primarie: quelle sono un'altra cosa ! Quindi, prima di parlare degli altri, sciacquatevi la bocca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Torniamo all'emendamento Dadone 3.18.

  PINA PICIERNO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ? Per fatto personale, o sull'emendamento ?

  PINA PICIERNO. Sull'emendamento, signor Presidente, per dire che io capisco che, per il Movimento 5 Stelle, l'onorevole Sibilia è una sorta di leader, considerando che abbiamo tra le loro file eletti con 30 voti addirittura e vorrei anche ricordare – perché occorre farlo – che tra i banchi e nelle file del MoVimento 5 Stelle, siedono anche mamme e figlie elette. Parlo della circoscrizione Lazio 2: mamma al Senato e figlia alla Camera, parlo degli onorevoli Ivana Simone e Cristian Iannuzzi, considerato che siete bravi a citare nomi e cognomi dei colleghi. Così come, vorrei ricordare che l'onorevole Giovanna Mangili e Laura Bignami sono compagne di eletti consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà). Vorrei anche ricordare che l'onorevole Cancelleri è la sorella di Giancarlo Cancelleri, capogruppo all'Assemblea regionale siciliana, così come l'onorevole Cristiana Di Pietro è sorella di Stefano, consigliere comunale di Genova. Siamo di fronte ad una vera e propria parentopoli, signora Presidente, e lezioni da chi fa parentopoli proprio questo Parlamento non se le merita e, comunque, noi non le accettiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Commenti). Colleghi, lasciate parlare il deputato Buonanno...

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, o posso parlare, o me ne vado via, perché ogni volta che io devo parlare...questa è democrazia...

Pag. 42

  PRESIDENTE. Parli con me ! Lei, deputato Buonanno può parlare e deve parlare.

  GIANLUCA BUONANNO. La prima casa che le voglio dire che è questa ...

  PRESIDENTE. Però, colleghi, dovete fare silenzio !

  GIANLUCA BUONANNO. Se c’è un Presidente della Camera e poi ci sono i vicepresidenti mettetevi d'accordo sulle regole, perché io, questa mattina, per fatto personale, ho chiesto la parola e mi è stato detto che potevo intervenire a fine seduta. Qui oggi, c’è lei e qualcun altro, invece, può intervenire. O l'arbitro fa le stesse regole, oppure ogni volta che c’è qualcuno che presiede l'Aula, fa le regole che vuole, e questo è sbagliato. Mi scusi, siamo in un Parlamento democratico...

  PRESIDENTE. Non avevo capito se il tema del suo intervento fosse questo o l'emendamento...ha chiesto la parola sull'emendamento Dadone 3.18...

  GIANLUCA BUONANNO. Voglio parlare per dire questo, per sottolineare l'ipocrisia che c’è in quest'Aula. Basta andare a vedere, come mi è capitato oggi, nella sala delle letture che c’è qui – visto che qui tutti fanno la morale – dove si mettono dei lucchetti che neanche a Guantanamo ci sono perché i giornali spariscono e poi si viene qui a discutere di una cosa o di un'altra, mentre in quest'Aula accadono cose del genere. I giornali vengono rubati – rubati ! – perché costano un euro, vengono rubati...

  PRESIDENTE. Deputato Buonanno, l'argomento all'ordine del giorno è l'emendamento Dadone 3.18.

  GIANLUCA BUONANNO. No, no, perché è allacciato all'argomento che voglio dire...
  Mi scusi, perché lei continua a interrompermi ? È come la Boldrini. Vi dovete vergognare di come gestite l'Aula, perché non siete democratici (Commenti)...

  PRESIDENTE. Va bene.

  GIANLUCA BUONANNO....non siete democratici, perché io parlo come ho diritto, così come tutti gli altri 629. Chiaro ?

  PRESIDENTE. Certo.

  GIANLUCA BUONANNO. Ah, ecco, meno male. Però, lei continua a disturbare (Commenti), perché se io dovessi dire, ad esempio, che da oggi mangio la pasta Barilla, perché sono contento di quello che ha detto Barilla...c’è qualcuno che deve dire qualcosa ? Allora...

  PRESIDENTE. Dunque, deputato, lei ha chiesto la parola sull'emendamento Dadone 3.18. Finché parla con me va benissimo.

  GIANLUCA BUONANNO. Meno male !

  PRESIDENTE. Può fare riferimenti i più vari. Però, l'argomento su cui lei ha chiesto la parola lo ha capito. Quindi, concluda il suo intervento. Ha ancora due minuti per concludere la sua...

  GIANLUCA BUONANNO. Scusi, lei mi ha riso in faccia. Si è messa la mano davanti...

  PRESIDENTE. No, io ho riso perché lei è stato molto simpatico. Però...

  GIANLUCA BUONANNO. Come sempre, signora.

  PRESIDENTE. Come sempre ! Però, lei deve concludere il suo intervento sull'emendamento Dadone 3.18.

  GIANLUCA BUONANNO. Allora, nel concludere il mio intervento – che devo ancora iniziare in realtà, quindi era solo Pag. 43un preambolo quello che ha fatto prima – la discussione che si fa oggi è una discussione fuori dal mondo, perché qui non si riesce neanche a distinguere. Qui si fa la morale quando nell'ufficio di fianco si rubano i giornali e si mettono i lucchetti di Guantanamo. Allora, se qui c’è gente che si comporta in questo modo, ma ci si può spiegare e si può capire con la gente che c’è fuori che razza di Assemblea può essere questa ?
  Allora, io credo che il finanziamento dei partiti certamente ci deve essere in una democrazia, ci mancherebbe altro. Poi, c’è chi lo interpreta in una maniera e chi lo interpreta in un'altra. Tutti pensano di avere ragione. Sarà così ? Difficile riuscire a trovare un equilibrio, però alla fine mi sembra giusto che ci sia la libertà di potere dare i soldi a chi ovviamente si ritiene più bravo e più simpatico o che, comunque, dà le idee migliori rispetto ad altri e, quindi, è logico che tutti devono potere dare liberamente il proprio contributo al partito che ritengono più opportuno.
  Dopodiché, qui si discute e si vuole mettere un tetto, piuttosto che un altro tetto, per quella che può essere l'elargizione. Però, non nascondiamoci dietro un dito, non è che nelle altre democrazie evolute, tipo gli Stati Uniti...gli Stati Uniti hanno delle lobby pazzesche, pazzesche, eppure si intende che sia la democrazia più importante del mondo e la più efficace. Allora, magari sarebbe utile imparare dagli altri, non dai peggiori, ma dai migliori, su come si può fare per avere un Paese più democratico e a lei come si può fare meglio il Presidente della Camera.

  PRESIDENTE. Grazie. Tutti possiamo migliorare.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, io intervengo a titolo personale e anche un po’ per fatto personale perché devo fare un mea culpa grande. Io, rispetto a Sibilia, ho preso meno voti: ne ho presi 128, e sono molto dispiaciuto di ciò. Ma, ricordo alle persone che sono sedute qui che c’è un vicepresidente della Camera, apprezzato da tutti, che ha preso più o meno gli stessi miei voti. C’è un presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi che ne ha presi 228.
  Quindi, se probabilmente noi con 200 voti siamo in quelle posizioni è perché probabilmente ce lo meritiamo molto più di voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Villarosa. Prendo atto che vi rinunzia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Della Valle. Ne ha facoltà, per un minuto.

  IVAN DELLA VALLE. Presidente, vede, io vengo dal Piemonte e più precisamente dalla provincia di Torino e ho visto un Partito Democratico un po’ diverso da quella democrazia che ci stanno insegnando. Io ho visto nel mio comune, Rivoli, un deputato che telefonava a uno n'dranghetista per chiedere di votare Fassino ed è ancora tesserato del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ho visto un consigliere regionale parlare con questo n'dranghetista, e ci sono le cose dell'operazione «Minotauro», ed è ancora tesserato del PD. Poi, ho visto in un comune, ad Avigliana, un sindaco e una giunta espulsi dal PD perché erano contrari alle linee ad alta velocità.
  Allora, questa è la democrazia che ci volete insegnare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Buttare fuori le persone che contrastano un'opera inutile nel loro territorio ?

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, assistiamo da una parte al PdL che Pag. 44attacca il PD con Lusi che ha rubato al popolo italiano 23 milioni di euro e la famiglia Riva che ha finanziato le campagne di Bersani. Dall'altra parte, c’è il PD che attacca il PDL perché sul finanziamento diretto di un capo politico molto ricco non vogliono il tetto sul finanziamento. Tutti attaccano la Lega perché con il finanziamento portava al parco giochi «il Trota», poi c’è SEL che con i rimborsi alimenta i sindacati. Un tempo i comunisti mangiavano i bambini, ora si sono evoluti e mangiano banconote. Scelta Civica vuole i soldi, ma tanto il prossimo anno non ci sarete e quindi non vi servono. In questa fase da bue che dice cornuto all'asino, c’è solo una certezza: nessuno e dico nessuno può permettersi di attaccare il MoVimento 5 Stelle perché il MoVimento 5 Stelle ha rifiutato... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, ha esaurito il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vecchio. Ne ha facoltà.

  ANDREA VECCHIO. Signora Presidente, è con molto, molto imbarazzo che prendo la parola. Io sono il decano di questa Camera, sono la persona che ha più anni, e ad assistere a questo ( non so come definirlo) arrossisco. Io non mi sono mai occupato di politica, questa è la mia prima esperienza. Sono arrivato qua pieno di entusiasmo, pieno di speranze con l'idea di portare un piccolo contributo allo sviluppo e alla crescita di questo Paese. Mi sto rendendo conto, mi sono già reso conto, che è tutto inutile, che siamo qua tutti quanti in un caravanserraglio. La prima cosa che non funziona è il Regolamento di questa Camera. È un Regolamento vecchio, obsoleto, pieno di norme stantie, di norme che consentono a tutti di dire tutto e il contrario di tutto. Io credo che dovremmo sospendere i lavori di questa Camera e affrontare con serietà la modifica di questo Regolamento. È una cosa che dobbiamo fare subito, perché altrimenti la paralisi ci avvince. Io credo che questo Paese, che tanto ha fatto nella storia, abbia il diritto e il dovere di crescere, di modificare il suo comportamento, di evitare certe manifestazioni plateali, certe manifestazioni veramente indegne per i rappresentanti del popolo. Io avrei la capacità di assumere questi atteggiamenti e questi comportamenti perché lo saprei fare. Mi definiscono un incendiario, un agitatore, ma in questo caso voglio essere un pompiere. Voglio essere uno che dopo la pesca delle balene versa l'olio sulle onde del mare agitato per farlo calmare. Questo, signora Presidente, le chiedo e questo chiedo a questo Parlamento e credo che sia la cosa più corretta che questo Parlamento possa fare (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Onorevole Vecchio, capisco il suo stato d'animo. Posso solo dire che il Regolamento è oggetto di un lavoro da parte della Giunta per il Regolamento e di un gruppo ristretto che è stato formato con rappresentanti dei principali gruppi politici. Fino a che abbiamo questo Regolamento dobbiamo cercare di attuarlo e di applicarlo per quello che è. Certamente non possiamo interrompere i lavori del Parlamento in attesa di cambiarne le regole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Argentin. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, sarò brevissima. Lo dico con umiltà, ma con grande determinazione. Io credo che il collega Sibilia dovrebbe leggersi con più attenzione – mi prendo oneri e onori di quanto dico ovviamente – i dati reali di chi ha fatto le primarie nel Partito Democratico.
  Ci tengo a dire, con grande onestà intellettuale, che, ad esempio, io, che potevo essere utilizzata dal mio partito ed essere messa in lista, ho fatto le primarie e sono una di quelle che è arrivata prima a Roma tra le donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Le dico francamente: niente di più facile che mettere una carrozzina in un listino ! Bene, nel nostro partito questo Pag. 45non si è fatto. Io le ho guadagnate con il sangue le mie 4 mila preferenze e credo che sia doveroso che voi manteniate un pochino più di rispetto per chi ha lavorato realmente per un consenso che ci permette, in modo democratico, di essere oggi in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Battista. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, non volevo più fare questo intervento, però, dato che ci siamo... Abbiamo preso pochissimi voti nelle parlamentarie, siamo fascisti, non vi è democrazia, siamo guidati da un capo, da Grillo e Casaleggio, come marionette: ma perché volevate governare con noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Tenetevi i condannati, perché sono ontologicamente più simili alla vostra essenza, e fate silenzio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Darò la parola per un ultimo intervento e poi metterò in votazione l'emendamento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà per un minuto.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, farò un intervento solo su dei numeri. Stavo pensando alle primarie e alle parlamentarie del PD. Ho visto che sono stati spesi circa, facendo la somma, 12 milioni di euro. Stavo pensando che questi 12 milioni di euro sono serviti per fare emergere due candidati alle primarie che adesso, tra l'altro, politicamente, sono assolutamente spariti. Uno non si sente parlare in quest'Aula e uno non si vede mai, in comune, a Firenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poi, stavo pensando che 12 milioni sono stati davvero tanti soldi, nel senso che, come sapete, noi, per le nostre parlamentarie, non abbiamo speso nulla. Stavo pensando che vi è un'azienda nella mia città che ha perso 300 posti di lavoro perché non riesce ad ammodernarsi e le servivano esattamente 12...

  PRESIDENTE. Grazie. Ha esaurito il suo tempo, mi dispiace (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Metto in votazione l'emendamento Dadone 3.18 (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  MANLIO DI STEFANO. È ridicolo !

  PRESIDENTE. Scusatemi, il deputato Zolezzi ha finito il suo tempo ! Un momento, vi era un'altra richiesta di intervento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, perché per il gruppo ha già parlato il deputato Buonanno, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, volevo solo sottolineare una cosa in questa discussione. Qualcuno cerca di cogliere la percezione della volontà degli elettori, in modo assolutamente lecito, magari attraverso le primarie, qualcun altro fa le quirinarie in rete. Ognuno ha il proprio mezzo !
  Io, però, volevo sottolineare che, magari, oggi potremmo anche cercare di fare tutti un passettino indietro e pensare alla gente, che magari cerca di dare un segnale, come gli operai delle acciaierie che oggi bloccano le strade.
  Anche quello è un modo di partecipazione e di segnale politico democratico, che però dovrebbe essere per noi la priorità; non mi sembra che il Ministro, oggi, abbia quella in mente come priorità, ma ne abbia altre. La nostra priorità è quella di ascoltare la gente che è senza lavoro e che oggi esprime il dissenso bloccando le strade, ed è quello di cui dovremmo occuparci (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

Pag. 46

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 3.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Misiani, Pilozzi, Gadda, Rizzetto, Piepoli, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  418   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  93    
    Hanno votato
no  325).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Calabria, Piepoli, Colonnese, Piccione... avete votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  424   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 330    
    Hanno votato
no   94).    

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1154-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1154-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Pilozzi. Rinuncia. Anche il deputato Gitti mi pare abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Toninelli. Ne ha facoltà. Rinuncia ?

  DANILO TONINELLI, Signor Presidente, chiedo scusa, ci dovrebbe essere un errore in quanto mi ero iscritto per illustrare il testo alternativo del relatore di minoranza e non sul complesso delle proposte emendative.

  PRESIDENTE. Può darsi, io lo trovo scritto così, a matita. Va bene.
  Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 4 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito i relatori di maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIASTELLA GELMINI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli identici emendamenti Bianconi 4.5 e Cozzolino 4.50. Il parere è contrario sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Gitti 4.1, altrimenti il parere è contrario. Il parere è favorevole sull'emendamento Brunetta 4.400. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Pastorelli 4.2 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli identici emendamenti Dadone 4.411 e Brunetta 4.412 e dell'emendamento Gitti 4.51.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 17,40)

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, prego.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Bianconi 4.5 e Cozzolino 4.50 e sul testo alternativo del relatore di minoranza, deputato Toninelli. Il parere è contrario sull'emendamento Gitti 4.1, mentre è favorevole sull'emendamento Brunetta 4.400. Il parere è contrario sull'emendamento Pag. 47Pastorelli 4.2. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Dadone 4.411 e Brunetta 4.412, mentre è contrario sull'emendamento Gitti 4.51.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Bianconi 4.5 e Cozzolino 4.50. La Commissione ha formulato un invito al ritiro.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  RENATA POLVERINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, faccio mio l'emendamento Bianconi 4.5 e lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene, si intende ritirato.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cozzolino 4.50, formulato dal relatore. Non vi è comunicazione... forse è necessario qualche secondo per una consultazione.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 4.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Arlotti, Dellai, Garavini, Di Gioia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  405   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  311).    

  Passiamo alla votazione del testo alternativo dell'articolo 4, del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, il MoVimento 5 Stelle ha presentato un articolo alternativo completamente differente dall'articolo del Governo che recita: «registro dei partiti», dove, dopo aver indicato qual è la disciplina interna dei partiti con lo statuto dell'articolo 3, si va sempre più nello specifico nel creare il partito pressante, il carrozzone vecchio stampo. Noi invece indichiamo e andiamo a tracciare un altro dei punti fondamentali della nostra proposta di legge – e non la proposta di legge del Governo, e vedremo, lo dirà l'emendamento di questa maggioranza –, ovvero sia i tetti massimi.
  In questo caso però facciamo un primo passo che non è un tetto massimo del finanziamento pubblico che dovremmo inserire come emendamento successivamente in questa proposta governativa, ma riguarda un qualcosa di cui purtroppo ci si è dimenticati e che in realtà esiste in tutti gli altri Paesi europei, la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, ovverosia i tetti di spesa per le campagne elettorali a qualsiasi livello.
  Con questo emendamento noi andiamo a dimezzare, comunque generalmente ad abbassare, tutti quelli che sono i tetti, perché non dobbiamo dimenticarci che una cosa è il finanziamento pubblico, diretto o indiretto, che questo provvedimento governativo comunque continua a Pag. 48prevedere, che prevede nello specifico, e un'altra cosa sono gli stanziamenti pubblici che lo Stato dà per le campagne elettorali, che per noi sono la stessa cosa: toccato uno non si può dimenticare l'altro. Quindi, il nostro emendamento è un emendamento che vuole abbassare anche i soldi che lo Stato dà ai partiti per le campagne elettorali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo dell'articolo 4, del relatore di minoranza, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Piepoli, Carrescia, Scopelliti, Picierno, Losacco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  404   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  309).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gitti 4.1.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, a nome anche dell'onorevole Gitti viene ritirato.

  PRESIDENTE. È ritirato. Passiamo alla votazione dell'emendamento Brunetta 4.400, su cui vi è il parere favorevole della Commissione e anche del relatore di minoranza.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, volevo chiedere alla Presidenza di correggere, come è già stato fatto a verbale, un mio errore: parere contrario del relatore di minoranza.

  PRESIDENTE. La Presidenza aveva immaginato che fosse così. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente e colleghi, avete presente tutte le parole che sono state dette sulla democrazia, sullo statuto e così via ? Ecco, praticamente questo emendamento stravolge, in contrapposizione a quello che hanno detto i vari colleghi, quello che hanno affermato, perché tende a modificare l'articolo 4, comma 2. Ve lo leggo, in modo da esserne tutti coscienti, perché state votando, se votate a favore, contro quello che avete detto poc'anzi. Dice: «la Commissione verificata la conformità dello statuto alle disposizioni di cui all'articolo 3». Quindi, tutte quelle cose che diceva, per esempio, il collega Bressa e tanti altri colleghi, che ritenevano giustissime, viene cambiato con questo emendamento in: «la Commissione verifica la presenza», non più la conformità. Ciò significa che i vari elementi elencati nello statuto possono anche non essere conformi, l'importante è che ci sia la presenza. Poi il fatto che magari non siano conformi non cambia niente. Quindi, per farvi capire, se votate questo emendamento praticamente state dicendo che quello che avete paventato sulla democrazia e così via non conta più nulla, state dicendo questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, il mio intervento è a titolo personale per descrivere il genio legislativo che Pag. 49in questo emendamento è indicato, ovverosia la capacità di questa classe politica di, cambiando una sola parola, cambiare la sostanza di tutto quello che è l'impianto di una legge. Infatti, cambiare la parola «conformità» con la parola «presenza» di fatto cambia tutto o quanto meno crea quel fumus tale per cui il legislatore piuttosto che un qualsiasi giudice oppure lo stesso comitato che deve effettuare i controlli, e i controlli di conformità sono ben diversi dai controlli sulla presenza... Quindi, qua state dimostrando che quello che dite e avete detto è falso e che questo è il primo passo verso uno svuotamento di una proposta di legge governativa che è già pessima e voi la renderete ancora peggio, perché dobbiamo arrivare ai tetti massimi e dobbiamo ancora arrivare alle sanzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, credo che su questo punto sia assai opportuno che i relatori facciano un approfondimento, pertanto chiedo che questo emendamento sia accantonato.

  PRESIDENTE. Sentiamo il relatore.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, io condivido la richiesta. Credo che sia una discussione seria, anche se penso che nella volontà di chi ha scritto l'emendamento non ci fosse il desiderio di affievolire il potere di controllo sulla regolarità dello statuto. Però, siccome non vogliamo in alcun modo accedere all'impressione che qui si voglia attenuare il ruolo dello statuto dei partiti, siccome sono solito credere alle cose che prima ho detto, accolgo e accogliamo come relatori l'ipotesi di accantonamento di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Dunque, intendendosi accantonato l'emendamento Brunetta 4.400, passiamo alla votazione degli identici emendamenti Dadone 4.411 e Brunetta 4.412, sui quali vi è l'invito al ritiro, o altrimenti il parere contrario, della Commissione.

  RENATA POLVERINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Signor Presidente, faccio mio anche l'emendamento Brunetta 4.412 e lo ritiro.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Dadone 4.411, formulato dal relatore.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, assolutamente no. Insisto per la votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 4.411, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bellanova, Iacono...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  414   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  303).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gitti 4.51, sul quale c’è un invito al ritiro della Commissione e del Governo. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Gitti 4.51.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, questo emendamento ha una funzione Pag. 50che potrei dire confermativa, cioè va a confermare un modello di serietà nell'inquadramento giuridico dei partiti politici, il cui effetto è quello di spostare la disciplina dagli articoli 36 e seguenti – peraltro, l'articolo 38 del codice civile già non si applica più ai partiti politici – agli articoli precedenti. È un effetto di sistema, Presidente. Ecco perché, pur comprendendo in quanto la contrarietà a questa qualificazione è stata annunciata da parte di uno dei relatori, della relatrice, fin dall'inizio, io mi chiedo e chiedo espressamente ai relatori se non sia più saggio, proprio perché questo è un emendamento che non ha un effetto immediato su questa o su quella norma, ma ha un effetto di sistema e dà una conferma di serietà a quello che vogliamo fare per quanto riguarda la disciplina dei partiti, un approfondimento rispetto alla valutazione che hanno fatto, comprensivo di un eventuale accantonamento qualora questa richiesta potesse essere considerata ragionevole.

  PRESIDENTE. A questo punto, è opportuno ascoltare l'opinione dei relatori. Prego, onorevole Fiano.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, noi accediamo alla richiesta. Devo però dire per onestà che personalmente il mio parere, e credo anche della relatrice Gelmini, sul testo così come presentato in questo momento è un parere negativo. Peraltro io, anche per dovere di coerenza, confermo il parere dato in sede di Comitato dei nove su questo emendamento. Pur tuttavia, accediamo alla richiesta di un approfondimento e, quindi, di un accantonamento di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Sta bene. A questo punto noi dovremmo procedere al voto dell'articolo 4. Poiché vi sono stati due emendamenti accantonati per ulteriori approfondimenti da parte del Comitato dei nove, noi non possiamo concludere l'esame dell'articolo 4. Mi sembra che vi sia un'intesa tra i gruppi nel senso di interrompere i nostri lavori all'articolo 4. Se così è e non vi sono obiezioni, il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta e anche gli ulteriori argomenti si intendono rinviati ad altra seduta.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 18).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, colleghi, ho chiesto la parola per sollecitare una risposta ad un'interrogazione che ho presentato al Ministro del lavoro...

  PRESIDENTE. Collega, chiedo scusa. Colleghi, se permettiamo all'onorevole Melilla di poter svolgere il proprio intervento, anche uscendo in maniera un po’ più silenziosa, forse riusciamo a dare un segno di rispetto. Grazie.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, ho presentato questa interrogazione alcuni mesi fa e riguarda un'azienda in cui lavorano oltre 300 lavoratrici, la Golden Lady di Gissi. Un'azienda che è stata chiusa dopo un accordo siglato in sede di Ministero dello sviluppo economico alcuni anni fa, contravvenendo a tutti gli impegni che erano stati assunti. La ex Golden Lady, infatti, ha ceduto l'azienda ad un imprenditore il quale ha ritenuto, dopo poco tempo, di non rispettare gli impegni presi e soprattutto di lasciare nella totale incertezza tante famiglie di quest'azienda che è ubicata in provincia di Chieti.
  Chiedo pertanto che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali risponda a questa interrogazione.

Sull'ordine dei lavori (18,05).

  ALESSANDRO ZAN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 51

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, la prego di consentirmi un intervento che non vuole essere una chiosa sulla legge sull'omofobia su cui, peraltro, la Camera ha deliberato la settimana scorsa, ma intende essere una puntualizzazione...

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Zan. Chiedo ai colleghi, giacché l'onorevole Zan non è aiutato neanche per la sua collocazione in d'Aula, per cui sta svolgendo il suo intervento in condizioni davvero proibitive, se è possibile evitare di passargli davanti discorrendo e chiacchierando. Chiedo ai colleghi se per favore riuscite a liberare... oppure, onorevole Zan, se posso permettermi un suggerimento, se lei riuscisse a svolgere il suo intervento un paio di banchi più in alto rispetto alla sua postazione, secondo me avrebbe una relativa tranquillità in più.

  ALESSANDRO ZAN. Grazie, signor Presidente, per la premura e per l'attenzione, ma è un intervento molto breve.

  PRESIDENTE. Collega, se libera... collega Casati, per favore, grazie.

  ALESSANDRO ZAN. Dicevo che non vuole essere una chiosa alla legge sull'omofobia, su cui la Camera ha deliberato già la settimana scorsa, ma intende essere una puntualizzazione su quanto un certo costume linguistico e un modo di pensare, con buona pace anche dell'onorevole Buonanno, è duro a debellarsi.
  Oggi sapete che Guido Barilla di recente ha sostenuto che nelle pubblicità della pasta Barilla c’è solo la famiglia tradizionale e che se i gay non sono d'accordo possono anche cambiare marca di pasta. A parte la dichiarazione di cattivo gusto e anche un po’ retriva, se mi permette, penso che su questo terreno di incultura che viola anche l'impegno sociale di impresa che dovrebbe avere un'azienda così importante, la responsabilità sociale di impresa, credo che una provocazione di questo tipo sia una sorta di sfida fatta anche a noi che ci siamo battuti su questo testo di legge e, quindi, ho invitato anche al boicottaggio parlamentare della pasta Barilla, ovviamente con una provocazione. La provocazione non è di mio uso e costume, però vista e considerata la gravità di queste dichiarazioni... Ho saputo poi che Barilla si è scusato. Speriamo che questo porti anche chi ricopre un ruolo pubblico così importante ad essere molto più attento nelle dichiarazioni, perché corriamo veramente il rischio di diffondere l'omofobia nel Paese anche con questo tipo di dichiarazioni.

  IVAN SCALFAROTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa ?

  IVAN SCALFAROTTO. Sullo stesso argomento, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO. Tengo ad intervenire su questo incidente che c’è stato oggi proprio in prosecuzione della discussione che abbiamo avuto la settimana scorsa sulla legge contro l'omofobia e la transfobia, perché uno dei punti che abbiamo difeso in questa legge durante il procedimento legislativo è stato proprio quello di stabilire che ciascuno ha libertà di opinione.
  Evidentemente, le opinioni del dottor Barilla non costituiranno, quindi, in nessun caso oggetto di un procedimento penale. Io di questo mi felicito, evidentemente, però, il fatto che non si tratti di qualcosa di rilevante sul piano penale non ci impedisce di prendere una posizione su queste parole.
  Il dottor Barilla ha detto che le persone omosessuali possono fare quello che vogliono, a condizione che non disturbino gli altri. È ovvio che questo vale per tutti i cittadini, e non soltanto le persone omosessuali, e suona francamente strano; ma ciò che più mi stupisce è che un industriale, un industriale italiano, di una grande marca, una marca che è gloriosa nel mondo e che rappresenta un prodotto tipicamente italiano come la pasta, sia Pag. 52caduto in una situazione così imbarazzante. Una persona che viaggia per il mondo, che sa benissimo che la demografia mondiale è cambiata, che in tutti i Paesi, ormai, si approvano leggi per riconoscere le persone omosessuali, che dice una cosa del genere fa qualcosa che è potenzialmente devastante per la sua azienda.
  Un'azienda che invita una parte dei propri consumatori a non acquistare i propri prodotti è un'azienda la cui gestione, francamente, non si spiega, signor Presidente; un'azienda che non si rende conto che, forse, il 5, 10 per cento delle persone che lavorano in essa sono persone omosessuali, che, a sentire le cose dette dal proprio capo azienda, avranno, probabilmente, minore motivazione a lavorare per quell'azienda. È una dichiarazione che non si spiega: una dichiarazione di questo genere, che potrebbe anche convincere investitori istituzionali a non investire in quell'azienda, è una dichiarazione che, francamente, non si spiega.
  E, allora, io voglio sottolineare la distanza che io penso questo Parlamento possa avere per queste dichiarazioni, ma, francamente – e concludo –, credo che sia anche un pessimo modo di fare impresa non rendersi conto che si fa impresa nel mondo in cui viviamo oggi. Barilla ha perso una grande occasione, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ROBERTO CAPELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, io volevo segnalare all'Aula l'ennesimo atto di intimidazione, di violenza subito da un sindaco del nostro Paese. Stamattina, nel comune di Sestu, un uomo ha atteso il sindaco nel palazzo municipale, aggredendo il sindaco stesso e i dipendenti che hanno cercato di difenderlo.
  È l'ennesimo atto di violenza nei confronti di primi cittadini, di un primo cittadino del nostro Paese, che, credo, debba raccogliere la solidarietà dell'Aula e, Presidente, credo che su questi fatti sarà necessario riflettere sempre di più. Non credo che sarà sicuramente un presidio dei palazzi municipali a difendere i sindaci ma, sicuramente, gli atti che si stanno vedendo in quest'Aula in questo momento stridono con la richiesta di avere un confronto serio, civile, visto che di civiltà ci priviamo prima di tutto in quest'Aula, come sta avvenendo in questo momento sotto i suoi occhi (Scambio di apostrofi tra il deputato Buonanno e il deputato Matarrelli).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, colleghi! Collega Buonanno.
  Collega Capelli, la inviterei a concludere. Credo che sia meglio sospendere la seduta, a questo punto.

  ROBERTO CAPELLI. Capisco che l'invito alla non violenza, al confronto democratico e alla difesa dei nostri sindaci sia quantomeno inopportuno in un momento come questo, in cui l'Aula non si sta dimostrando all'altezza.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 27 settembre 2013, alle 9:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 18,10.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1154-A ed abb. – em. 1.4 462 462 232 19 443 62 Resp.
2 Nom. em. 1.6 466 464 2 233 116 348 61 Resp.
3 Nom. em. 1.50 471 450 21 226 30 420 62 Resp.
4 Nom. articolo 1 479 478 1 240 346 132 61 Appr.
5 Nom. articolo agg. 1.050 487 484 3 243 39 445 61 Resp.
6 Nom. Testo alternativo relatore min. 474 473 1 237 102 371 60 Resp.
7 Nom. em. 2.3 471 471 236 150 321 60 Resp.
8 Nom. em. 2.4, 2.300 469 468 1 235 102 366 60 Resp.
9 Nom. articolo 2 472 443 29 222 342 101 60 Appr.
10 Nom. Testo alternativo relatore min. 433 432 1 217 91 341 71 Resp.
11 Nom. em. 3.1 430 427 3 214 24 403 70 Resp.
12 Nom. em. 3.10 432 431 1 216 23 408 70 Resp.
13 Nom. em. 3.9 439 438 1 220 93 345 69 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 24)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.17 440 439 1 220 98 341 68 Resp.
15 Nom. em. 3.8 438 437 1 219 95 342 68 Resp.
16 Nom. em. 3.401 433 432 1 217 341 91 68 Appr.
17 Nom. em. 3.301, 3.430 429 427 2 214 412 15 68 Appr.
18 Nom. em. 3.6 428 413 15 207 2 411 68 Resp.
19 Nom. em. 3.7 426 424 2 213 43 381 68 Resp.
20 Nom. em. 3.18 419 418 1 210 93 325 68 Resp.
21 Nom. articolo 3 425 424 1 213 330 94 68 Appr.
22 Nom. em. 4.50 406 405 1 203 94 311 68 Resp.
23 Nom. Testo alternativo relatore min. 406 404 2 203 95 309 68 Resp.
24 Nom. em. 4.411 415 414 1 208 111 303 68 Resp.