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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 83 di martedì 24 settembre 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 11.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 20 settembre 2013.

  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Baretta, Biancofiore, Blazina, Epifani, Gregorio Fontana, Galan, Ginefra, Gozi, La Russa, Leone, Giorgia Meloni, Meta, Pes, Gianluca Pini, Polidori, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,03).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

  DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, vorrei approfittare di questo spazio che c’è tra l'inizio dei lavori con le previste votazioni per segnalare un problema che credo sia di rilevanza nazionale e che deve essere al più presto affrontato. Sollecito quindi, a fronte dei continui ritardi, l'approvazione del decreto che dovrebbe, per quanto riguarda le intenzioni del Governo e gli auspici di tutte le forze politiche, risolvere definitivamente la questione dei lavoratori della Riva Acciaio, quindi oltre millecinquecento lavoratori, con un enorme indotto che ancora oggi, a distanza di undici giorni dal sequestro cautelativo disposto dal giudice di Taranto, non possono tornare in fabbrica a lavorare.
  Nel corso della scorsa settimana abbiamo avuto rassicurazioni da parte del Ministro Zanonato, che più volte ha paventato un decreto risolutivo della vicenda, che avrebbe consentito di tornare alla produzione. Questo decreto ad oggi non è ancora stato emanato dal Governo. Ieri c’è stata l'ennesima promessa di un provvedimento in un Consiglio dei Ministri che poi si è rivelato un Consiglio dei Ministri «fantasma», poiché non è stato celebrato. Oggi ci aspettiamo che il Governo al più presto, anche attraverso una comunicazione all'Aula, ci consenta di tranquillizzare anche i lavoratori che in questo Pag. 2momento stanno manifestando a Verona e che evidentemente con questi continui rinvii non possono che vedere con grandissima preoccupazione lo sviluppo di questa triste vicenda.
  Quindi la nostra sollecitazione è quella che al più presto il Governo ci rassicuri e rassicuri l'Aula sul fatto che questo decreto verrà fatto, in quanto tutte le forze politiche si dicono disposte a votarlo, però purtroppo ad oggi non è stato ancora emanato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,25.

  La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,25.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Causi ed altri; Zanetti; Capezzone ed altri; Migliore ed altri: Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (A.C. 282-950-1122-1339-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 282-950-1122-1339-A concernente delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita.
  Ricordo che nella seduta del 23 settembre 2013 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
  Le Commissioni affari costituzionali e bilancio hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Avverto che prima dell'inizio della seduta sono state ritirate tutte le proposte emendative presentate dal gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, ad eccezione dell'emendamento Ravetto 5.15.
  Avverto, altresì, che è stato presentato l'emendamento 10.500 della Commissione che è in distribuzione e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine il gruppo Misto per la componente politica delle Minoranze linguistiche è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Constato l'assenza del deputato Pisano che aveva chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti: s'intende che vi abbia rinunziato.
  Se nessun altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, sull'articolo 1 risulta un solo emendamento e il relatore invita al Pag. 3ritiro essendo la richiesta, peraltro condivisibile, già assorbita dall'attuale articolo 1, comma 6-bis.

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Mi dicono che il parere della Commissione bilancio è stato espresso ma non è ancora pervenuto, quindi dobbiamo sospendere i lavori per cinque minuti in attesa che sia trasmesso.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,35.

  La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 11,35.

  PRESIDENTE. Avverto che è stato testé trasmesso il parere espresso dalla Commissione bilancio, che reca quattro condizioni espresse ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Immagino che la Commissione ne abbia preso atto.
  Passiamo all'emendamento Busin 1.100, su cui la Commissione e il Governo hanno formulato un invito al ritiro.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Busin 1.100, formulato dal relatore.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 1.100.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

  MARCO DI MAIO. Signor Presidente, l'articolo 1 di questa delega fiscale fissa i principi, le modalità e le procedure con le quali il Parlamento delega il Governo ad avviare una riforma che da anni non si faceva, che è la revisione del sistema fiscale nel nostro Paese.
  È un testo che salvaguarda, mette al centro il ruolo del Parlamento in questa procedura. Non è una delega in bianco...

  PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce, per favore.

  MARCO DI MAIO. ... quella che viene data al Governo; del resto, è chiaro che il ruolo del Parlamento, in una procedura, in un meccanismo come questo, è quello, in primo luogo, di fissare il quadro normativo, il quadro di principi, gli obiettivi entro i quali poi il Governo andrà a definire, attraverso i suoi decreti, i dettagli di questa riforma.
  Decreti che poi avranno un doppio passaggio in Parlamento: saranno quindi vagliati, valutati e monitorati costantemente anche dalle nostre Commissioni e anche dall'Aula della Camera, come da quella del Senato. Vi è un meccanismo, quindi, che valorizza il ruolo del Parlamento, che valorizza il ruolo dei singoli colleghi che vorranno partecipare a questa riforma epocale. Del resto, nella storia del nostro Paese, non vi è mai stata una riforma fiscale che non sia partita da una delega forte data al Governo, e quindi anche con l'assunzione di una responsabilità molto forte da parte del Parlamento.
  È una delega che punta, in qualche modo, a superare l'eccessiva stratificazione di norme che negli anni si sono prodotte nel nostro Paese in materia fiscale e che punta anche ad adeguarci ai principi e agli obiettivi che ci siamo dati con le norme in materia di federalismo fiscale, quindi anche andando ad individuare quelli che sono i fabbisogni standard e dando effettivamente autonomia agli enti locali, che negli ultimi anni sicuramente ne hanno persa.
  È un passaggio fondamentale anche per rendere l'Italia un Paese più attrattivo, perché si fa ordine nella selva di norme che, in qualche modo, creano confusione nel nostro sistema fiscale e nel nostro sistema economico, si introducono importanti Pag. 4innovazioni e si supera l'eccessiva stratificazione di norme, obiettivo che già dall'articolo 1 si intende fissare.
  È, quindi, una delega importante, che viene affidata al Governo e che, in qualche modo, anche la maggioranza si assume come compito, perché riformare il sistema fiscale è più che mai importante e urgente in questo Paese. Non lo si può fare con provvedimenti spot, ma serve, invece, un intervento organico, che tenga insieme tutti gli aspetti della normativa fiscale.
  Questa delega, da questo punto di vista, rappresenta sicuramente un importante punto di partenza, che sarà anche la base per un lavoro davvero positivo e, mi auguro, con il più ampio coinvolgimento da parte di tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazziotti non riesce a votare... Giammanco. Chi non riesce a votare ? Lo Monte... Mazziotti ha votato... Grande, Valente, Ascani... Hanno votato tutti ? Cesaro... ha votato... Castiello... ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  397   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  397.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sicuramente il testo che stiamo valutando oggi è per la prima volta il frutto di un lavoro molto importante fatto in Commissione, di iniziativa parlamentare, ed è sicuramente un testo molto complesso. In realtà gli emendamenti che sono stati presentati da tutti gli schieramenti politici non sono tanti rispetto alle modifiche che sono state fatte in Commissione, frutto di ben due passaggi...

  PRESIDENTE. Deputati, per favore, dobbiamo abbassare il tono della voce. Grazie.

  GIROLAMO PISANO. ... sia in Comitato ristretto, che poi, successivamente, in Commissione plenaria.
  Da questo punto di vista, il Movimento 5 Stelle ha reintrodotto una serie di richieste attraverso i propri emendamenti, per mettere a punto piccole parti dell'articolo 2 e dell'articolo 5 (ricordo che si tratta della revisione del catasto e dell'abuso del diritto). Il nostro obiettivo è sempre quello di rendere il più possibile pubblico il procedimento e i risultati del procedimento della riformulazione del catasto, e la stessa cosa vale per quanto riguarda l'articolo 5, per il quale la nostra preoccupazione è quella di riuscire in qualche maniera a scovare meglio e a pubblicare anche i risultati del lavoro dell'Agenzia delle entrate nonché a definire con più cura l'elusione stessa.
  Sicuramente vi sono due articoli che vedono da parte nostra – ma credo da parte di tutti i gruppi – una particolare Pag. 5attenzione: l'articolo 10 (revisione del contenzioso tributario e della riscossione degli enti locali) in particolare per la seconda parte, e l'articolo 14, attinente alla conosciutissima, e ormai molto importante dal punto di vista sociale, revisione della disciplina riguardante i giochi, i giochi d'azzardo, i giochi pubblici.
  Sull'articolo 10 noi ci riserviamo ancora una serie di valutazioni che faremo durante la discussione dei singoli emendamenti, sebbene siano state accolte una serie di importanti modifiche, in particolare riguardanti il ruolo di Equitalia nelle procedure degli enti locali (questa Equitalia che sembrava uscita di scena con il Governo Monti, poi reintrodotta in via transitoria, ulteriormente prorogata dal Senato fino alla fine di quest'anno, adesso sembrerebbe rientrare a pieno regime nelle strumentazioni di cui l'ente locale può usufruire per la riscossione).
  Ovviamente questa cosa per noi non va bene. Noi vogliamo che la riscossione sia una prerogativa dell'ente locale, per quanto riguarda ovviamente i tributi locali, e vogliamo che siano gli enti locali a organizzarsi al loro interno, così com'era previsto nel 2011. Quindi, su questa cosa noi stiamo ancora ragionando e aspettiamo l'esito di alcuni incontri che dobbiamo ancora fare in Comitato dei nove.
  Sull'articolo 14...

  PRESIDENTE. Deputato mi scusi, lei sta intervenendo sul complesso degli emendamenti all'articolo 2.

  GIROLAMO PISANO. Io pensavo che mi stesse dando la parola per l'intervento mancato all'inizio...

  PRESIDENTE. No.

  GIROLAMO PISANO. Allora riprendo dopo, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere sugli emendamenti.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. L'emendamento Laffranco 2.1 risulta ritirato. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Busin 2.3. L'emendamento Laffranco 2.6 risulta ritirato. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Pesco 2.104 con la seguente riformulazione: «e renderne possibile l'accesso al pubblico». La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Busin 2.10 oppure propone la trasformazione in un ordine del giorno. L'emendamento Laffranco 2.11 risulta ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Busin 2.12 oppure propone la trasformazione in un ordine del giorno. L'emendamento Bernardo 2.13 risulta ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Schullian 2.14 e Schullian 2.16 oppure propone la trasformazione in un ordine del giorno. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Pesco 2.17. La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Paglia 2.20 e Schullian 2.22 oppure propone la trasformazione in un ordine del giorno. Gli emendamenti Sandra Savino 2.23, Bernardo 2.24 e Pagano 2.26 risultano ritirati. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento De Menech 2.110. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Paglia 2.100 e Lorenzo Guerini 2.106 con la seguente riformulazione: «con oneri da definire e suddividere adeguatamente». La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Busin 2.101. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Fragomeli 2.39. L'emendamento Lanfranco 2.47 risulta ritirato. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Marguerettaz 2.51. La Commissione formula un invito al ritiro sugli identici emendamenti Paglia 2.52 e Busin 2.103. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Rosato 2.105. L'emendamento Lanfranco 2.54 risulta ritirato.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 6

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 2.3.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 2.3, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Guerini, Lavagno, Ragosta, Alli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  419    
    Hanno votato no  30.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Prima di passare all'emendamento Pesco 2.104 vi informo che il nostro collega D'Attorre ha avuto una bambina di nome Lucrezia: le porgiamo i migliori auguri (Applausi).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 2.104, su cui vi è il parere favorevole, subordinato ad una riformulazione, di Commissione e Governo.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, abbiamo chiesto una riformulazione in quanto questo strumento sarà uno strumento utile per tutti per verificare la situazione catastale dei propri immobili...

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole, la Commissione ha chiesto la riformulazione: lei accetta la riformulazione ?

  DANIELE PESCO. Accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 2.104, nel testo riformulato, su cui vi è il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni... Ragosta... Guerini... Ventricelli... Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  450   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  450.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 2.10, su cui vi è invito al ritiro o eventuale trasformazione in ordine del giorno di Commissione e Governo.
  Ha chiesto di parlare il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, lo riformulo come ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Quindi lo ritira ? Bene, l'emendamento Busin 2.10 è ritirato.
  Passiamo all'emendamento Busin 2.12, su cui vi è invito al ritiro, o eventuale trasformazione in ordine del giorno, di Commissione e Governo. Chiedo al presentatore se intende ritirarlo o se devo porlo in votazione.

  FILIPPO BUSIN. Ritiro anche questo.

  PRESIDENTE. È ritirato. Passiamo alla votazione dell'emendamento Schullian 2.14, su cui vi è invito al ritiro di Commissione e Governo. Chiedo ai presentatori se intendano ritirarlo o se devo porlo in votazione.

Pag. 7

  RENATE GEBHARD. Signor Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Schullian 2.16, su cui vi è invito al ritiro di Commissione e Governo. Chiedo ai presentatori se intendano ritirarlo o se devo porlo in votazione.

  RENATE GEBHARD. Signor Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Onorevole Gebhard, se posso chiederle di alzarsi in piedi quando interviene. Quindi è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 2.17, su cui vi è invito al ritiro di Commissione e Governo. Chiedo ai presentatori se intendano ritirarlo.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, in pratica bisogna parlare un po’ di estimo. In questo caso si parla dei saggi di interesse, che sono assolutamente utili per determinare la rendita, quando si prende per dato il valore degli immobili.

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa collega: io le ho chiesto se intende ritirarlo. Se non intende ritirarlo poi le do la parola e può fare il suo intervento.

  DANIELE PESCO. Non intendo ritirarlo.

  PRESIDENTE. Non intende ritirarlo, quindi chiede di intervenire sull'emendamento ? Prego, ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. In pratica, la legge delega dice che verranno presi dal mercato i saggi di interesse allorquando non saranno disponibili le rendite derivanti dal mercato delle locazioni. Noi abbiamo solo chiesto che di questi saggi di interesse venga esposto il metodo di rilevazione dal mercato e la quantizzazione degli stessi saggi. Tutto qua.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, presidente della Commissione finanze, Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, semplicemente per rassicurare i colleghi del MoVimento 5 Stelle nel senso che l'invito al ritiro è motivato dal fatto che il principio è già sostanzialmente accolto al comma 3, lettera f), pagina 24 del fascicolo, cioè il principio di massima pubblicità e trasparenza. Leggo: «prevedere, al fine di garantire la massima trasparenza del processo di revisione del sistema estimativo, la pubblicazione delle funzioni statistiche», eccetera eccetera. Quindi, è esattamente questo l'obiettivo già presente nel testo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 2.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Ottobre, Rizzetto, Gribaudo, Di Lello, D'Attorre, Calabrò, Marzana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  453   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Paglia 2.20, su cui la Commissione e il Governo hanno formulato un invito al ritiro.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Paglia 2.20, formulato dal relatore.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, con questo emendamento puntiamo ad intervenire su quelli che sono i vantaggi in termini di calcolo delle rendite dei valori immobiliari degli edifici riconosciuti a valore storico-artistico. Noi riteniamo che si debba considerare, in Pag. 8questo particolare momento, che questi edifici hanno già un vantaggio di mercato. Se solo si osserva quello che è l'andamento del mercato immobiliare, si vedrà che gli unici che hanno registrato una tenuta nel frangente particolarmente difficile di questi ultimi anni sono proprio questi. Di conseguenza, dal momento che soprattutto su ristrutturazioni e interventi edilizi esiste già una normativa generale molto generosa in termini di detrazioni fiscali e che, quindi, riguarda questi come tutti gli altri edifici in questo Paese, prevedere un'ulteriore forma di vantaggio nei confronti di immobili che, come ripeto, hanno un valore elevato, anche in sede di calcolo dei rendimenti e dei valori, lo riteniamo eccessivo. Quindi, il presente emendamento va a intervenire in questo senso.

  PRESIDENTE. Prendo quindi atto che non lo ritira. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, anche noi siamo dell'idea che per gli immobili storici, soprattutto perché hanno un valore maggiore, lo stesso valore non debba essere ridotto perché hanno degli oneri maggiori di manutenzione. In primo luogo, perché le ristrutturazioni sono già ampiamente supportate da incentivi fiscali e, in secondo luogo, perché non si ha la garanzia che gli stessi proprietari facciano le manutenzioni dovute. Per questo siamo più propensi a trovare delle forme fiscali per incentivare magari in modo diverso le ristrutturazioni per immobili storici e con una certa valenza artistica, ma certo non su una riduzione del valore tout court.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 2.20, sul quale il Governo e la Commissione hanno espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello.... Taricco... Damiani... Bragantini Paola... Rostan... Taricco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  343.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Schullian 2.22 formulato dal relatore.

  RENATE GEBHARD. Signor Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Menech 2.110, sul quale la Commissione e il Governo hanno espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello... Guerini... Bonifazi... Gallinella... Gribaudo... Dattorre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  371   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  368    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione degli identici emendamenti Paglia 2.100 e Lorenzo Guerini 2.106 formulata dal Governo.
  Passiamo ai voti.Pag. 9
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Paglia 2.100 e Lorenzo Guerini 2.106, nel testo riformulato, su cui vi è il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fannucci... Di Lello... Ventricelli... Leva... Lotti... Ricciatti... Bocuzzi... Vignaroli....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  464   
   Votanti  463   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  463.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 2.101, su cui c’è un invito al ritiro da parte di Commissione e Governo.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Busin 2.101, formulato dal relatore.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, qui si vuole sanzionare un comportamento gravemente omissivo perché ormai disponiamo, com’è chiaro e penso sia evidente a tutti, di tutti gli strumenti per rilevare gli immobili che sono nel nostro territorio, e qui abbiamo molte aree del Paese, interi quartieri, a volte anche interi Paesi, che sfuggono al controllo da parte dell'ufficio catasto. Secondo noi quella legata agli immobili fantasma è un tipo di evasione non più tollerabile e che in qualche modo va sanzionata anche in modo severo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Busin 2.101 non lo ritira.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 2.101, sul quale la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa.... Vignali.... Di Lello... Pastorino... Gribaudo... Gnecchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  374   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  48    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fragomeli 2.39, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guerini, Di Lello, Gregori, Leva, Iacono, Vignaroli, Gigli, Berlinghieri, hanno votato tutti ? Ancora Gigli. Ha votato ? Benissimo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  465   
   Votanti  464   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  462    
    Hanno votato no  2.

  La Camera approva (vedi votazioni).

  (Il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 10Marguerettaz 2.51, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Tartaglione, Leva, Pilozzi, Pastorino, Simone Valente, Gribaudo. Hanno votato tutti ? Sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  464   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  464.

  La Camera approva (vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Paglia 2.52 e Busin 2.103.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, io questo emendamento non lo ritiro e voglio anche spiegare perché: noi stiamo compiendo, in questo momento, un atto molto importante, che è l'avvio di una riforma del catasto, di cui questo Paese ha bisogno da un decennio almeno, se non di più. È una riforma fondamentale anche perché ci consentirà, attraverso essa, di intervenire anche su quelle che sono le imposte collegate alla casa, rendendole più eque, più trasparenti e più rispondenti a quella che è la realtà. Tuttavia, c’è un ostacolo profondo davanti a questa riforma ed è quello dei tempi. E i tempi, noi sappiamo, sono condizionati in modo determinante da quello che sarà l'atteggiamento degli uffici centrali e periferici dell'amministrazione dello Stato e degli enti locali, come atteggiamento rispetto a questa riforma: potranno favorirla, ma potranno anche limitarne di molto i tempi e, quindi, la portata. Riteniamo, quindi, che sia giusto prevedere all'interno della delega un apparato sanzionatorio specifico, anche per danno erariale indiretto, nei confronti di quei responsabili all'interno degli uffici che dovessero rendersi colpevoli, per colpa o dolo, rispetto ad un ritardo nei provvedimenti: una cosa, secondo me sacrosanta, se è finalizzata, diciamo così, a quello che tutti vogliamo, e cioè che questa riforma proceda in tempi spediti.

  PRESIDENTE. Collega Busin ?

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, per gli stessi motivi adesso elencati dal collega Paglia, abbiamo bisogno di una riforma che sia urgente, in tempi certi, perché le ingiustizie contenute nell'attuale sistema catastale non sono più tollerabili e non è più rinviabile una riforma profonda di questo sistema. Oltretutto, le nuove imposte patrimoniali che vengono fondate su questa base non fanno altro che amplificare le ingiustizie già presenti. Pertanto, sottolineiamo e ribadiamo che questa è una riforma non più procrastinabile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Paglia 2.52 e Busin 2.103, con il parere contrario della Commissione e del Governo
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Ventricelli, Gribaudo, Locatelli. Chi non ha votato ancora ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  466   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 11

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rosato 2.105, con il parere favorevole della Commissione e del Governo
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Lotti, Cassano. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  468   
   Votanti  467   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  462    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

  ROGER DE MENECH. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, l'articolo 2 concerne la revisione del catasto dei fabbricati, una serie di complesse disposizioni che determineranno, mediante i connessi decreti legislativi, la revisione del completo sistema di valutazione e misurazione delle unità immobiliari. Questa è una riforma, mi permetto di dire, che il Paese aspetta veramente da tanti anni, come è già stato sottolineato, e, con la delega, si avvia un processo di avvicinamento dei valori catastali a quelli di mercato, cercando, quindi, di porre rimedio ad una situazione obiettivamente, in molte aree del nostro Paese, assolutamente sbilanciata, il tutto ad invarianza complessiva di gettito.
  Alcuni punti sono fondamentali rispetto a questa delega che diamo al Governo. In primis, il coinvolgimento forte dei comuni e la facilitazione dei rapporti fra le agenzie e i comuni stessi, valorizzando quello che in Italia già esiste: il decentramento catastale che in tanti comuni di questa Repubblica funziona e funziona davvero; introdurre meccanismi periodici di adeguamento dei valori patrimoniali delle rendite, quindi, adeguare ai valori reali di mercato: anche questo è un meccanismo che, troppo spesso, nel passato, è stato fermo per troppi anni. Grande attenzione all'interno della delega è stata affidata alle nuove tecnologie, alla pubblicità, alla comunicazione e alla trasparenza, il tutto per avvicinare lo Stato ai cittadini, anche all'interno della revisione del catasto.
  Tutto questo viene fatto con una delega, ma abbiamo previsto, all'interno dei commi e della legislazione che abbiamo preparato, anche meccanismi di monitoraggio del processo attraverso relazioni puntuali che il Governo dovrà fare al Parlamento. Grande attenzione è stata posta anche alle situazioni di emergenza e, quindi, le unità immobiliari colpite da sisma o da tutti gli altri eventi, che purtroppo in questo Paese spesso capitano, avranno un particolare grado di attenzione, abbattendo il carico fiscale e tenendo conto delle condizioni di inagibilità.
  Il percorso di questa delega sarà, lo sappiamo, lungo. Noi ci attendiamo dal Governo delle risposte precise, perché la delega è stata strutturata in maniera precisa. È un percorso lungo, complicato, ma assolutamente irrinunciabile per avere un fisco più equo, anche sui patrimoni immobiliari; per avere una base di partenza più solida anche per tutta quella fiscalità legata agli enti locali che dovremo trattare nelle prossime settimane e, quindi, per avere, in sostanza, un Paese più giusto nei confronti di tutti i nostri cittadini. È per questo che il Partito Democratico, rispetto all'articolo 2, dichiara convintamente il proprio voto favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 12

  Cassano, Covello, Gregori, Bonifazi, Boccuzzi, Bombassei, Amodio, Currò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  468   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  468.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, intervengo per sollevare l'attenzione del Governo sul nuovo redditometro introdotto con un decreto-legge senza che sul punto ci fosse necessità e urgenza. In particolare, trattasi della retroattività per l'anno 2009. Credo che a nessun cittadino sia stato chiesto di tenere la documentazione a casa, nei vari cassetti, dei vari scontrini e quant'altro. Quindi, anche questo cozza proprio con lo statuto dei diritti dei contribuenti, in particolare con l'articolo 3, secondo il quale, cito testualmente: «Salvo quanto previsto dall'articolo 1, comma 2, le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo. Relativamente ai tributi periodici le modifiche introdotte si applicano solo a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore delle disposizioni che le prevedono». Chiedo che si intervenga anche perché, evidentemente, su 42 milioni di contribuenti, ce ne sono 35 mila accertati, quindi credo che qualche problema ci sia. Certo è che se uno spende 500 e incassa 100 questo è un motivo, certamente, di controllo, ma non è così che si combatte l'evasione anzi, credo che questo freni proprio i controlli. Quindi, la retroattività non può essere concessa.

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 3 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sugli identici emendamenti Pesco 3.1 e Busin 3.100 o eventualmente un invito a formulare un ordine del giorno che incalzi il Governo a dettagliare il rapporto che già il MEF redige sulla lotta all'evasione. Mentre l'emendamento Laffranco 3.7 mi risulta ritirato.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, con l'impegno a valutare, quando verrà presentato, questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici emendamenti Pesco 3.1 e Busin 3.100 formulato dal relatore.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, per noi questa è una questione fondamentale perché vogliamo togliere qualsiasi dubbio nell'azione accertativa dell'autorità finanziaria, che molte volte sembra orientata e concentrata su particolari settori e particolari regioni. Quella di scorporare e di specificare l'azione accertativa su queste basi regionali e settoriali per noi è una questione fondamentale, per cui non accediamo all'invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Deputato Pesco ?

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, l'emendamento è volto solo a fare più trasparenza Pag. 13possibile sull'azione, e direi, anche, sul gran lavoro che l'Agenzia delle entrate sta facendo per limitare e per contrastare il fenomeno dell'evasione fiscale.
  Al telegiornale vediamo spesso le notizie di grandi operazioni, però sicuramente questo non rappresenta bene il vero lavoro che si sta facendo, sia come Agenzia delle entrate, ma direi anche come Guardia di finanza. Quindi, dei report semplici da leggere, magari anche con degli schemi e delle tabelle, possono dar conto in modo migliore rispetto ai report che si trovano oggi, difficili da trovare un po’ dove capita.

  PRESIDENTE. Quindi, non intende ritirarlo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, vorrei anche aggiungere che l'esposizione periodica sui siti dell'Agenzia delle entrate per settore e per regione ha un effetto disincentivante in quanto ovviamente chi si informa trova le informazioni su Internet e capisce anche che i controlli ci sono, quindi questo evita che ci siano fenomeni evasivi troppo diffusi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pesco 3.1 e Busin 3.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Vignaroli, Borghi, Toninelli, Fraccaro, Nuti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  469   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 3. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

  GIAN MARIO FRAGOMELI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con la delega al Governo rispondiamo coerentemente a due degli impegni fondamentali che abbiamo assunto all'inizio di questa legislatura, quello cioè di dare finalmente un disegno preciso, equo e condiviso alla struttura di valutazione, di monitoraggio e di contrasto all'evasione fiscale e contributiva.
  La riorganizzazione e il consolidamento del sistema fiscale sono infatti espressione di quegli ideali di giustizia sociale e di equità che rappresentano le fondamenta del nostro partito. Il Partito Democratico sostiene convintamente la necessità di intensificare il percorso già intrapreso attraverso i singoli interventi normativi e di arrivare a definire un solido e rinnovato sistema contributivo coniugandolo ad un rapporto fortemente fiduciario ed equilibrato tra fisco e contribuenti.
  Lo strumento principale di questo articolo, che favorirà questa operazione di consolidamento, è stato identificato nella possibilità di avere finalmente un'unica stima ufficiale dell'ammontare delle risorse finanziarie sottratte al bilancio pubblico, e non più dei valori previsionali e svincolati gli uni dagli altri. Una commissione di esperti lavorerà poi adottando il criterio della massima disaggregazione analitica dei dati sensibili a livello territoriale, settoriale e dimensionale. Questa metodologia ci fornirà molteplici chiavi di accesso, che ci permetteranno di individuare, in maniera estremamente selettiva, tutte quelle categorie sociali che maggiormente si rendono colpevoli del reato di evasione fiscale e contributiva.
  Il nostro intento è quello di lavorare per ottenere una valorizzazione dei meriti di tutti i protagonisti del sistema tributario e il rapporto Stato-contribuenti dovrà essere improntato all'equivalenza di intenti e di fini. Tutto quello che lo Stato chiede ai cittadini deve essere restituito in forma di Pag. 14servizi efficienti e trasparenti alla collettività. È necessario adottare finalmente un linguaggio nuovo, che parli di semplificazione, di equilibrio. Dobbiamo promuovere, accostandole, la tax compliance e il contrasto di interessi, ma soprattutto dobbiamo coinvolgere direttamente i cittadini e le imprese incentivando ampiamente l'adempimento spontaneo e la lotta all'abuso del diritto.
  A nostro parere, e qui concludo, la sfida ha anche un importante carattere etico, il Partito Democratico non ha infatti incertezze nel parlare di etica in relazione al rinnovato sistema fiscale.
  Dobbiamo dare priorità al radicamento nel tessuto sociale di una nuova cultura civica e tributaria. Dobbiamo favorire la consapevolezza della reciprocità di uno Stato che, al carattere impositivo, affianca quello collaborativo. In ultimo, dobbiamo impegnarci a crescere nuove generazioni che siano orgogliose di appartenere ad una collettività e, nei confronti della quale, siano sempre portate ad agire con la massima onestà e correttezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, vorrei dire molto brevemente che noi voteremo a favore di questo articolo perché riteniamo che vada finalmente a colmare una lacuna storica. In questo Paese, un Paese che in Europa detiene quasi il record di evasione fiscale, non avevamo fino ad oggi uno strumento ufficiale, a disposizione del Parlamento e del Governo, che potesse ogni anno darci la misura precisa, e non meramente statistica, fatta attraverso stime concrete, del livello di evasione fiscale in questo Paese e di come è strutturata, ossia dove si localizza, quali sono i settori maggiormente colpiti e, di conseguenza, quegli strumenti per capire come intervenire.
  Finalmente, con questo provvedimento, si va nella giusta direzione: ora, evidentemente, tutto passa nella delega al Governo. Si deve capire – in questo, come in altri provvedimenti – che, per parte nostra, affidare una delega a questo Governo, pur in presenza di una scrittura sufficientemente di garanzia per il Parlamento, è uno sforzo che va riconosciuto.
  In questo caso, questa delega la diamo perché riteniamo che lo scopo sia sufficientemente alto, quello di mettere il Paese nella condizione di conoscere e di poter intervenire su quella che è veramente la grande piaga nazionale di questo Paese, che va nominata e si chiama evasione fiscale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Baroni, Ventricelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  466   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  462    
    Hanno votato no    4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione, anche sull'emendamento 4.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, inizio proprio dal primo Pag. 15dei due emendamenti formulati a seguito delle condizioni espresse dalla Commissione bilancio. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 4.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. L'emendamento Pagano 4.2 risulta ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Schullian 4.3 e 4.6...

  PRESIDENTE. L'emendamento Schullian 4.3 non è stato segnalato.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Schullian 4.6 e 4.7. Sull'emendamento Paglia 4.10 vi è un invito al ritiro da parte del relatore, che deve fare una precisazione personale. Il relatore personalmente – come è noto – è favorevole alla direzione di marcia indicata nell'emendamento: c’è una discreta rassegna stampa sulle opinioni del relatore in materia di 8 per mille, ma si invita al ritiro di questo emendamento per il fatto che non appare materia delegabile: è materia così delicata che al relatore sembra opportuno che sia tutta intera dominio del Parlamento e non entri nella delega fiscale.
  La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Paglia 4.13, mentre il parere è favorevole sull'emendamento 4.601, da votare ai sensi dell'articolo 86 comma 4-bis del Regolamento; infine, formula un invito al ritiro sull'emendamento Paglia 4.14.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, con l'invito al ritiro dell'emendamento Paglia 4.10 e sua trasformazione in un ordine del giorno. Secondo il Governo, questo emendamento non ha una competenza sulla delega fiscale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld, Rostan, Bonifazi, Berlinghieri, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  373   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  372    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo all'emendamento Schullian 4.6.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  RENATE GEBHARD. Lo ritiriamo e ritiriamo anche gli emendamenti Schullian 4.3 e 4.7.

  PRESIDENTE. Erano non segnalati, ma va bene comunque.
  Passiamo all'emendamento Paglia 4.10.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, è molto semplice: noi andiamo ad intervenire con la delega sull'istituto del 5 per mille, chiedendone in qualche modo una riorganizzazione. Riteniamo semplicemente che in Italia ci sono due istituti che hanno rispetto al contribuente un andamento e un funzionamento simile, e sono quello del 5 per mille e quello dell'8 per mille. Noi chiediamo in modo laico che gli Pag. 16stessi criteri che si deciderà di utilizzare per il 5 per mille siano applicati anche all'8 per mille. Sono materie analoghe dal punto di vista fiscale. Mi rendo conto che possano essere considerate diverse per sensibilità, ma dal nostro punto di vista tali non sono.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 4.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Crimi, Piepoli, Malpezzi, Bonifazi, Lotti, Ruocco, Russo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  465   
   Votanti  460   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo all'emendamento Paglia 4.13.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, questo per noi è un emendamento particolarmente significativo. È un emendamento che in qualche modo vale in parte il giudizio sull'intera delega fiscale. Noi, intervenendo sull'articolo 4, prevediamo che si istituisca, o meglio venga rideterminato, quello che era il fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale e venga rideterminato come fondo per l'equità e la riduzione della pressione fiscale, individuando anche dei capitoli molto precisi a cui destinare in modo strutturale quelli che saranno i risparmi che deriveranno dalla lotta all'evasione fiscale e anche dalle detrazioni di spesa.
  Mi riferisco all'aumento delle detrazioni fiscali per i carichi familiari, all'aumento degli assegni per il nucleo familiare, all'aumento delle detrazioni IRPEF per lavoro dipendente e pensione, all'attenuazione della decrescenza della detrazione da lavoro, alla previsione di agevolazioni da parte dei datori di lavoro che vorranno assumere a tempo indeterminato, nonché alla revisione dell'IMU sui beni immobiliari strumentali delle imprese. Cioè tutte misure che vanno a favore dell'impresa e del lavoro e danno l'indirizzo di quella che dovrebbe essere una riforma fiscale vera. Ripeto, stiamo parlando di un fondo che prende le risorse dall'evasione fiscale e dalla riduzione delle spese fiscali. Questo non può andare nel calderone della spesa pubblica; anche per un patto fiscale che noi facciamo con i cittadini dobbiamo avere la certezza che venga destinato di nuovo in questa direzione, andando, in particolare modo, a favore di chi le tasse in questo Paese le ha sempre pagate. Quindi, invitiamo il Parlamento a votare a favore di questo emendamento che sicuramente farà fare all'intera delega fiscale un importante passo in avanti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 4.13, con parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Oliverio, Vignaroli, Marsana, Vitelli, Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  458   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato   36    
    Hanno votato no  422    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 17

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.601, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonifazi, Basso, Malisani, Lotti, Chimienti, Gallo Luigi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  374   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  366    
    Hanno votato no  8    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo all'emendamento Paglia 4.14, su cui vi è un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo.
  Il collega Paglia chiede di intervenire. Prego, ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, vorrei che fosse posto in votazione; l'oggetto e lo scopo della proposta emendativa è analogo a ciò che dicevo prima, cioè ricomprendere, almeno in parte, come settore privilegiato a cui destinare eventuali proventi dell'evasione fiscale, il lavoro dipendente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 4.14, con parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, Locatelli....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  464   
   Votanti  372   
   Astenuti   92   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  337    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bargero. Ne ha facoltà.

  CRISTINA BARGERO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, tra le finalità della legge delega che oggi ci apprestiamo a votare vi è il miglioramento del sistema fiscale in termini di equità e semplificazione. L'articolo 4 va in questa direzione, in linea con le migliori pratiche per la trasparenza delle spese fiscali e in coerenza con gli standard fissati nei codici del Fondo monetario internazionale e le best practice OCSE, attraverso la pubblicazione di un rapporto periodico annuale sulle spese fiscali, che costituisce uno strumento di disciplina fiscale al pari del controllo della spesa pubblica e delle modifiche strutturali del sistema tributario.
  Lo stesso articolo delega il Governo ad intervenire sul tema delle spese fiscali, le cosiddette tax expenditures, ponendolo nella condizione di ridurre, eliminare o riformare quelle spese fiscali che, alla luce dei mutamenti socio-economici, appaiono ingiustificate ed ormai superate. È necessaria quanto mai una revisione delle agevolazioni che preveda una rimodulazione nell'ottica di maggiore equità e neutralità del sistema fiscale, evitando così il rischio di intervenire in futuro con i tagli lineari, ahimè noti, come quelli introdotti nella precedente legislatura dalla cosiddetta clausola di salvaguardia della legge n. 111 del 2011.Pag. 18
  Il gruppo di lavoro sull'erosione fiscale, presieduto nella scorsa legislatura dal dottor Vieri Ceriani, ha individuato ben 720 misure, per un ammontare di circa 254 miliardi di euro. Le agevolazioni fiscali individuate si distribuiscono tra tutti i settori impositivi, anche se l'impatto sul gettito si concentra per il 65 per cento sulle prime dieci, coinvolgendo un elevato numero di beneficiari, fino a circa 36,3 milioni, e livelli medi di beneficio fortemente diversificati e talora molto rilevanti.
  È a partire da tali evidenze che è maturata nell'ultimo biennio la convinzione di poter ricavare da un riordino della materia spazi significativi per la politica economica. La relazione finale del gruppo di lavoro presieduto dal dottor Ceriani sottolinea che il riformatore non potrà esimersi da una disamina e da un vaglio attento delle singole misure per decidere riguardo alla loro conservazione, soppressione o riduzione.
  Alcune misure incluse nell'elenco delle spese fiscali servono a rendere il nostro ordinamento compatibile con quello comunitario e con gli accordi internazionali; altre, quali le detrazioni IRPEF per il lavoro dipendente e per i familiari a carico, costituiscono aspetti strutturali dell'attuale sistema impositivo e appare opportuno che la loro eventuale riduzione o riformulazione sia inserita nell'ambito di riforme di più ampia portata, che ne contemperino gli effetti e le implicazioni.
  Secondo le sezioni riunite della Corte dei conti nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica del 2013, il ridimensionamento dell'erosione fiscale attraverso la revisione delle agevolazioni ha affiancato da qualche anno l'intervento classico della lotta all'evasione: due ricette che viaggiano sempre più appaiate quando si tratta di conciliare l'obiettivo della tenuta del gettito, e quindi l'equilibrio dei conti pubblici, con l'obiettivo di ridurne l'impatto.
  I motivi che spingono a intervenire sulle agevolazioni fiscali sono legati alla consapevolezza che trattamenti tributari differenziati, traducendosi in una riduzione di gettito, producono sul bilancio pubblico un aspetto analogo ad un aumento di spesa. Il loro utilizzo, infatti, serve talora ad aggirare le regole che presidiano il livello, l'evoluzione e la copertura della spesa pubblica e possono determinare un vulnus nella capacità di valutare in quale misura l'allocazione delle risorse pubbliche rifletta le priorità politiche.
  Vi è, inoltre, il concreto rischio di generare effetti negativi dal punto di vista dell'equità verticale ed orizzontale del sistema tributario. Inoltre, i margini di incertezza che circondano l'entità del fenomeno e i destinatari di un suo ridimensionamento alimentano l'aspettativa di un «tesoretto» rilevante, facilmente recuperabile, idoneo a sopperire alle più diverse esigenze di politica economica. Sempre la Corte dei conti evidenzia come la praticabilità di un intervento sulle agevolazioni rifletta l'operare di una serie di limiti, condizioni e incertezze, non ultima delle quali l'incidenza distributiva sfavorevole alle classi meno abbienti.
  Ogni valutazione dovrà tenere conto non solo della direzione e delle dimensioni dell'intervento di riordino, ma anche della destinazione del maggior gettito recuperato, che andrà a favore del Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale. Ad essere più colpite da un intervento di azzeramento di tutti i regimi agevolativi sarebbero proprio le classi di reddito più basse, quelle che risultano le naturali destinatarie degli sconti che nel sistema vigente concorrono a definire il profilo della progressività dell'imposizione. Tuttavia, avere contezza delle sue implicazioni consente di percepire l'entità...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  CRISTINA BARGERO. ... e la direzione degli effetti che un riordino dell'erosione fiscale è in grado di produrre. Annunciando il suo voto favorevole il PD tiene a precisare che prima ha espresso un voto sfavorevole sugli emendamenti che parlavano delle deduzioni e delle detrazioni in materia di lavoro, perché queste vanno ad incidere sul tax design, che non è l'oggetto della delega.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Deputata, ha concluso il tempo.

  CRISTINA BARGERO. Quando il Governo si appresterà ad emanare i decreti legislativi avrà a cuore l'equità, in modo da tutelare i redditi da lavoro e di pensione affinché non siano svantaggiate le fasce più deboli della popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, che la riforma del sistema delle spese fiscali e dell'erosione fiscale sia una necessità dell'Italia, è ormai un dato acclarato e, credo, universalmente condiviso. È tanto vasta l'area attualmente coperta in termini di perdita di gettito da un sistema di detrazioni o di agevolazioni in alcuni casi antiche, probabilmente ormai prive di significato, che la materia rimane certamente tra quelle su cui una delega debba mettere mano. E tuttavia è una materia su cui esistono anche cose molto importanti. Pensiamo alle detrazioni per il carico di famiglia, alle detrazioni per il lavoro dipendente, alle detrazioni per la ristrutturazione edilizia, pensiamo alle detrazioni per il risparmio energetico. Tutte cose che vanno nella direzione di fare un po’ di politica industriale e soprattutto di concorrere in modo significativo al reddito dei pensionati e dei lavoratori. Ora, nella delega abbiamo provato in qualche modo a circoscrivere e a indirizzare il Governo. E tuttavia rimane dal nostro punto di vista su questo aspetto un eccesso di delega, o meglio rimane un rapporto fiduciario nei confronti del Governo. Noi fiducia in questo Governo – come ho detto prima – ne abbiamo molto poca e quindi questo è un elemento di critica che rimane, ed è antecedente. Rimane poi il punto, però, decisivo che ci porterà a votare contro questo articolo. Il punto decisivo è il fatto che sia stato respinto l'emendamento che abbiamo presentato in precedenza. Se infatti noi stabiliamo che ci siano risorse importanti da rinvenire attraverso il taglio delle detrazioni e attraverso la lotta all'evasione fiscale, io credo che un Parlamento, nel momento in cui dà una delega al Governo, abbia il dovere preciso di indicare con chiarezza, assumendosene la responsabilità politica, quale sia la direzione in cui queste risorse vanno investite. Noi avevamo provato – come ho detto – a dare delle priorità chiare, che andavano nella direzione del lavoro e della tutela fiscale delle imprese che assumono e delle imprese che investono. Su questo non c’è stata data la risposta positiva che in qualche modo speravamo, che in qualche modo ci attendevamo. Siamo rimasti nel vago, siamo rimasti in un fondo che rischia di fare la fine di tutti i fondi in questo Paese, cioè un fondo in cui entrano poche risorse e che è immediatamente a disposizione di qualsiasi manovra finanziaria per essere prosciugato. L'abbiamo già visto fare per il fondo sull'IRAP, solo per fare un esempio, all'interno di questa legislatura. È sempre così che va !
  In conclusione, quindi, dato che il Parlamento ha rinunciato ad una possibilità che aveva, ed era una possibilità importante, una di quelle possibilità che avrebbe dato il segno a questa delega (noi l'abbiamo offerta questa possibilità, ne abbiamo discusso in Commissione, lo abbiamo ripetuto in Aula), ci dispiace che non ci sia stata sotto questo aspetto una volontà di discutere. Probabilmente, all'interno della maggioranza non c’è sufficiente omogeneità politica su questo. Sono però i casi in cui l'assenza di omogeneità politica diventa un problema per l'Italia. Il nostro voto sarà contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Vecchio, Giorgis, Scalfarotto, Lattuca, Spadoni, Grassi, Gandolfi, Ruocco...Pag. 20
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  373   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  338    
    Hanno votato no  35.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Ha chiesto di parlare il deputato Zanetti. Ne ha facoltà.

  ENRICO ZANETTI. Rinuncio all'intervento.

  PRESIDENTE. Invito allora il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Businarolo 5.6 oppure propone la trasformazione in un ordine del giorno. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Rocco 5.100. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Ruocco 5.5, la cui sostanza è già recepita dal comma 1 a pagina 30 del fascicolo. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Ruocco 5.4, la cui sostanza è già recepita dal comma 2 a pagina 31 del fascicolo. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Pesco 5.10. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Zanetti 5.11 oppure propone la trasformazione in un ordine del giorno. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Ruocco 5.12. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Sandra Savino 5.13...

  PRESIDENTE. Risulta ritirato.

  DANIELE CAPEZZONE. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Ravetto 5.15 oppure propone la trasformazione in un ordine del giorno. L'emendamento Pagano 5.16 risulta ritirato.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore, con la richiesta di trasformazione in ordine del giorno degli emendamenti Zanetti 5.11 e Ravetto 5.15.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Businarolo 5.6. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Non ritiriamo l'emendamento e chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Con questo emendamento vogliamo focalizzare l'attenzione sulla codifica della fattispecie rilevante ai fini dell'abuso del diritto che è destinata ad avere impatti concreti in materia di contenzioso tributario. Innanzitutto, è necessario fornire una puntuale definizione di condotta abusiva come prevista alla lettera a) dell'articolo 5 della legge di delega fiscale. Quindi risulta urgente prevedere la codifica della fattispecie ex positivo jure, al fine di garantire alle imprese e ai contribuenti in genere una certezza del diritto finora non salvaguardata.
  L'identificazione della fattispecie rilevante permetterebbe agli operatori economici e giuridici di avviare iniziative senza il rischio che queste possano diventare in Pag. 21seguito un vero e proprio boomerang a causa di una differente valutazione dell'operazione nell'alea dei processi tributari.
  Per evitare che dal punto di vista pratico nulla cambi per il contribuente, la legge di delega fiscale dovrebbe prevedere le operazioni suscettibili di elusività in maniera tassativa e incentivare il ricorso all'interpello preventivo nelle fattispecie non previste; il tutto per tutelare i contribuenti dagli spettri di contestazioni da parte dell'amministrazione finanziaria che ad oggi possono avvenire ad anni di distanza e senza necessità di motivare il recupero con la violazione di una specifica norma di legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 5.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Sannicandro, Catania, Piccione, Bombassei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  432   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  (Le deputate Nicchi e Pellegrino hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruocco 5.100, su cui vi è l'invito al ritiro di Commissione e Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  CARLA RUOCCO. Lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. È ritirato. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruocco 5.5, su cui vi è l'invito al ritiro di Commissione e Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  CARLA RUOCCO. Ne chiediamo la votazione.

  PRESIDENTE. Non lo ritira. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, in questo caso si parla di norme contro l'abuso del diritto e l'elusione fiscale e di definizioni. Noi abbiamo una legge del 1973 che a noi non dispiace: la legge è la n. 600 e l'articolo è il 37-bis. Non ci dispiace. Invece con questa legge delega in pratica vengono fatte delle nuove definizioni. Esistono anche delle definizioni a livello europeo e ne è prova una raccomandazione che viene indicata in testa a questo articolo. A noi le definizioni comprese in questa raccomandazione piacciono tanto. Per questo motivo abbiamo chiesto che la definizione, almeno in questo ambito, possa essere comune, quindi nostra e anche degli altri Paesi europei. Quindi chiediamo che venga mantenuta quella definizione e basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruocco 5.5, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Kronbichler ? Leva ? Di Gioia ? Giammanco ? Pilozzi ? Migliore ?
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 22
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  426   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato sì  103    
    Hanno votato no  323    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare)

  Passiamo all'emendamento Ruocco 5.4, su cui vi è l'invito al ritiro di Commissione e Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  CARLA RUOCCO. Lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. È ritirato. Passiamo all'emendamento Pesco 5.10, su cui vi è l'invito al ritiro di Commissione e Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  DANIELE PESCO. Lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. È ritirato. Passiamo all'emendamento Zanetti 5.11, su cui vi è l'invito al ritiro di Commissione e Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  ENRICO ZANETTI. Lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. È ritirato. Passiamo all'emendamento Ruocco 5.12, su cui vi è l'invito al ritiro di Commissione e Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  CARLA RUOCCO. Lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. È ritirato. L'emendamento Sandra Savinio 5.13 è ritirato, quindi passiamo all'emendamento Ravetto 5.15, su cui vi è l'invito al ritiro di Commissione e Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  LAURA RAVETTO. Sì signor Presidente, accolgo l'invito del relatore a trasformare l'emendamento in un ordine del giorno e lo ritiro.

  PRESIDENTE. È ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 5. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gutgeld. Ne ha facoltà.

  ITZHAK YORAM GUTGELD. Signor Presidente, il quinto è un articolo importante e particolarmente delicato della delega fiscale. Per il beneficio dell'Aula cerco di spiegare di che cosa si tratta. L'oggetto dell'articolo è il cosiddetto abuso di diritto o, in parole più semplici e comprensibili ai non tecnici, l'elusione fiscale. È un tema come dicevo importante e delicato. È importante perché si tratta di comportamenti che toccano soprattutto le grandi aziende. Per intenderci, si tratta di operazioni societarie come fusioni, cessioni e accorpamenti che, quando sono elusive, sono fatte solo ai fini di ridurre il carico fiscale, e di pratiche di prezzi di trasferimenti che favoriscono un'imposizione più bassa, cioè trasferiscono profitti all'estero.
  Il tema è delicato perché non si tratta di evasione fiscale che è facile determinare, ma di uso distorto di strumenti fiscali e giuridici. Chiaramente, questo è un comportamento dove spesso non esiste il nero e il bianco, ma c’è molto spazio per il giudizio soggettivo. Questo giudizio soggettivo crea un'incertezza verso le aziende, ed è uno dei motivi che potrebbero frenare per esempio aziende straniere che vorrebbero investire nel nostro Paese. L'obiettivo di questo articolo è di disciplinare in modo più preciso l'abuso del diritto garantendo, da un lato, il contrasto alle pratiche elusive, e, al contempo, restringendo il margine di incertezza per le imprese.Pag. 23
  Vorrei sottolineare che questo articolo, così come formulato, è frutto di un lavoro congiunto tra Governo, maggioranza e minoranza. Si è dibattuto molto, e lavorando, per così dire, a sei mani, si è raggiunto un testo equilibrato che tiene conto, sia delle esigenze di garantire equità e ragionevolezza fiscale, sia, al contempo, delle esigenze di maggior certezza per le imprese. Nel far ciò si è seguito il principio di allineamento con la raccomandazione della Commissione europea anche se non è stata recepita in pieno perché ce ne potrebbero essere altre in arrivo. Non a caso la disciplina dell'abuso di diritto è stata indicata nel documento («destinazione Italia») presentato l'altro giorno dal Presidente del Consiglio che ha lo scopo di favorire gli investimenti esteri nel nostro Paese. Quindi, è un punto importante per favorire potenziali aziende straniere che considererebbero di investire nel nostro Paese. Con questo articolo ci apprestiamo a compiere un importante passo avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, relativamente all'abuso del diritto c’è stata una lunga discussione in Commissione. Il testo si presenta sicuramente rivisitato e sicuramente sono stati introdotti maggiori criteri di trasparenza nella nuova versione. Tuttavia, la tematica è una tematica molto spinosa perché nelle pieghe dell'opacità della legge tributaria si avvantaggia in primo luogo il grande frodatore internazionale, magari la grande società multinazionale, a tutto discapito, invece, del piccolo contribuente o della piccola impresa che vengono, a causa inoltre di un'eccessiva discrezionalità lasciata all'amministrazione finanziaria, a poter essere perseguiti in maniera non sempre corretta. Una chiarificazione ulteriore che magari avesse introdotto anche un allineamento maggiore con la raccomandazione sulla pianificazione fiscale aggressiva ci avrebbe dato sicuramente maggiore sicurezza soprattutto, appunto, nel reperimento e nel perseguimento da parte dell'amministrazione delle grandi operazioni di frode internazionale.
  Questo c’è stato permesso fino ad un certo punto, per cui noi su questo articolo ci asterremo perché non abbiamo ottenuto tutto quanto richiesto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... D'Agostino... Alfreider... Arlotti... Chiarelli... Lorefice... Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  379   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  377    
    Hanno votato no  2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Genovese e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare)

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 24

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, l'emendamento Palmizio 6.8 è stato ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Busin 6.10, con invito eventualmente a trasfonderlo in un ordine del giorno. L'emendamento Palmizio 6.11 è stato ritirato.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Paglia 6.100, purché sia riformulato sostituendo al gerundio iniziale «rivedendo» la parola «monitorando».
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Zanetti 6.13 e Schullian 6.101, con invito eventualmente a trasfonderlo un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Busin 6.10. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, questa è un'integrazione ad un emendamento già accolto in Commissione finanze e diciamo che va a specificare la materia, a disciplinarla in modo specifico, forse in modo un po’ anomalo rispetto a quello che può essere lo spirito di una legge delega. Io insisto su queste modifiche perché ci sono casi, anche drammatici, da risolvere, aziende che rischiano di fallire per pagare penali assolutamente incomprensibili, con il 60 per cento delle rate ancora da pagare, solo per aver saltato una rata. E inoltre c’è anche la disposizione che vuole stabilire un certo equilibrio tra i tassi di interesse a debito del contribuente per i debiti tributari e, invece, gli interessi chiesti quando le parti sono inverse. Questo, tra l'altro, è stato un argomento valutato positivamente anche da una risoluzione votata all'unanimità in Commissione finanze. Quindi, penso che gli argomenti possano essere ampiamente condivisibili e votabili in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 6.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco... Ricciatti... Villarosa... Giuditta Pini... Tancredi... Zappulla...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  466   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no  322    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Genovese e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 6.100.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 6.100 nel testo riformulato, con il parere favorevole dalla Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Turco, Ribaudo, chi non ha votato ancora ? Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 25
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  465   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  461    
    Hanno votato no  4    

  La Camera approva (Vedi votazioni)

  (Il deputato Prodani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e i deputati Genovese e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare).

  Passiamo all'emendamento Zanetti 6.13.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  ENRICO ZANETTI. Lo ritiriamo e presentiamo un ordine del giorno, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Quindi, ritirato.
  Passiamo all'emendamento Schullian 6.101.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  MAURO OTTOBRE. Lo ritiro, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Lo ritira.
  Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ribaudo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO RIBAUDO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, con il provvedimento delega questo Parlamento interviene in alcune anomalie e criticità che il sistema fiscale nostro ha e ha avuto da tanto tempo e che ha creato tante problematiche. L'anno scorso abbiamo persino dovuto registrare dei morti nel rapporto che i cittadini hanno avuto con l'erario.
  Il nostro sistema fiscale ha certamente bisogno di essere rammodernato, e se è vero che la pubblica amministrazione alcune volte è stata anche fattore di ostacolo allo sviluppo del nostro Paese, per i costi che ha la pubblica amministrazione per le imprese e per i cittadini, questo provvedimento di oggi io credo che vada nella direzione opposta, nella direzione della crescita: non per niente il titolo riporta anche la «crescita». Perché è vero: riduciamo, snelliamo, semplifichiamo il procedimento fiscale, l'attuazione del nostro sistema fiscale.
  Allora, le misure che noi vogliamo portare avanti, dirette sicuramente ad una migliore efficacia e ad una migliore applicazione del sistema, saranno di garanzia anche per i cittadini. E noi troviamo, in questo articolo, termini come «cooperazione»: non sono mai stati usati, in una norma che riguarda il fisco, termini quali «cooperazione» tra Stato e cittadino, «comunicazione», «revisione» del sistema, «monitoraggio», «tutoraggio». Ecco, come diceva anche il collega Paglia, il monitoraggio e il tutoraggio non saranno più questioni occasionali, così, di statistica, ma saranno appuntamenti certi, dai quali poi dobbiamo trarre le conseguenze, dobbiamo studiare il sistema, ossia come tutto ciò servirà a combattere l'evasione fiscale. Quindi, questo articolo riguarderà non solo il sistema fiscale nei confronti dei cittadini, ma riguarderà anche l'amministrazione finanziaria, che si dovrà organizzare e dotare di strumenti capaci di affrontare l'evasione fiscale.
  Noi, con questo provvedimento, che approveremo sicuramente, daremo l'incarico al Governo, che al più presto dovrà fare, entro un anno, i decreti che sono previsti. E io dico anche ai colleghi – perché ho sentito anche alcune dichiarazioni: non ci fidiamo del Governo, non sappiamo se metterà in pratica, non ci fidiamo di questo Governo – che questo Parlamento intanto ha stabilito e sta stabilendo dei principi straordinari nell'applicazione delle norme sul fisco, e valgono per tutti i Governi che ci sono, quello di oggi e quello che ci potrà essere domani. Quindi, secondo me, è stato fatto un passo avanti. Tra l'altro, questa è una delle Pag. 26poche norme che proviene da una proposta di legge parlamentare, non è un decreto, e di questo siamo orgogliosi, per il lavoro fatto da parte di tutte le forze politiche.
  Noi non vogliamo – spesso, si scende nei luoghi comuni – un fisco amico, ma quantomeno, con queste norme, vorremmo arrivare a un rapporto tra fisco e cittadino, tra fisco e contribuente, più sereno. E io credo che vada in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Leva, Antimo Cesaro, Marco Meloni, Ricciatti, Gregori, Lavagno, Di Battista. Chi non ha votato ancora ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  464   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato  463    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Genovese e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare)

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Schullian 7.3, con l'auspicio anche di una presentazione di un ordine del giorno sul tema delle borse di studio.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con il relatore.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Schullian 7.3 formulato dal relatore.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, ritiriamo l'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'articolo 7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Capozzolo. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

  SABRINA CAPOZZOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'articolo 7 del Testo unico in materia di delega fiscale, che mi accingo ad illustrare, rappresenta un tassello fondamentale di questo importante provvedimento, senza il quale questa riforma, che il Parlamento sta inseguendo da anni e che ora stiamo finalmente portando a compimento, non potrebbe assicurare ai contribuenti la necessaria trasparenza e la chiarezza delle norme tributarie, che sono il tratto distintivo di un sistema tributario retto dall'irrinunciabile principio di giustizia sociale, che per i cittadini è sinonimo di onestà e legalità.
  L'articolo in questione autorizza il Governo a riformare gli attuali regimi fiscali, applicando il criterio della semplificazione, anche in riferimento alla struttura delle addizionali regionali e comunali, completando un faticoso percorso che il legislatore sta cercando da anni di attuare.
  Nello specifico, l'articolo in esame individua tre particolari ambiti di intervento, a cui il Governo, nell'attuazione della delega, dovrà dare attuazione: la revisione dei regimi fiscali, con l'obiettivo Pag. 27di superare i numerosi regimi contabili e i diversi regimi speciali di applicazione delle singole imposte, cercando quanto più possibile di eliminare le complessità superflue; la revisione degli adempimenti che i contribuenti devono compiere in base al principio della proporzionalità, eliminando duplicazioni, adempimenti superflui e controlli o accertamenti che risultino per l'amministrazione antieconomici, anche tenendo conto della struttura delle addizionali regionali e comunali; la revisione delle funzioni dei sostituti d'imposta, dei CAF e degli intermediari fiscali, non solo in un'ottica della semplificazione, ma anche per potenziare e rendere agevole l'intervento di questi soggetti, esplicitando meglio le loro rispettive funzioni e potenziando l'utilizzo dell'informatica, anche per fini di un controllo più efficiente e richiedendo loro adeguate garanzie tecnico-organizzative.
  Su questi tre pilastri poc'anzi illustrati si regge tutta l'impalcatura della riforma fiscale che stiamo per approvare. Il nostro sistema tributario è diventato troppo complesso ed intrappolato in un'ipertrofia normativa senza precedenti. Si possono contare 108 adempimenti fiscali, molti dei quali sono divenuti obsoleti e non più necessari alle esigenze del fisco, e all'incredibile numero di 700 diverse agevolazioni, deduzioni, tra regimi particolari e agevolazioni fiscali, che costano al sistema più di 253 milioni di euro.
  Questa condizione ha generato diverse gravi disfunzioni nel sistema, che hanno avuto ricadute in diversi ambiti. Anzitutto, l'Italia è tra i primi Paesi al mondo per numero delle controversie tributarie e per le lungaggini dei procedimenti; in secondo luogo, un sistema difficile da comprendere, che si districa tra centinaia di provvedimenti che si sovrappongono, diventa, da un lato, facilmente eludibile – in questo modo, incentivando l'evasione fiscale –, ma, per altro verso, trascina il contribuente in una «giungla di norme», nella quale rischia di rimanere intrappolato.
  La percezione di scarsa tutela e la difficoltà di destreggiarsi in una normativa difficile e articolata, costringe l'82 per cento dei contribuenti a ricorrere al supporto di tecnici, delegando calcoli e incombenze agli esperti del settore. Un'operazione costosa, che risucchia importanti risorse alle aziende e che, non a caso, è chiamata «tassa occulta sulle imprese», che calcola il costo della burocrazia fiscale. È per questo che è divenuto necessario costruire un nuovo patto tra lo Stato e i cittadini con l'obiettivo primario di far emergere la base imponibile attraverso una sensibile riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sull'impresa. Per attuare e, ancor prima, per capire questa riforma non occorre soltanto districarsi tra le carte tenendo solo quelle di maggiore interesse; è anzitutto una questione di approccio culturale che deve pensare al sistema fiscale non come a un oppressore ma a un sistema necessario per poter attuare pienamente l'articolo 53 della nostra Costituzione che enuncia: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva».
  È innegabile che il compito che il Governo dovrà assolvere nell'emanazione dei decreti attuativi sarà difficile e faticoso, ma non irraggiungibile. Abbiamo di fronte a noi un sistema ingolfato e farraginoso, ma soprattutto un sistema che incute paura ai cittadini. Una paura dettata dall'incertezza e dalla imprevedibilità che negli anni hanno segnato una netta linea di demarcazione tra fisco e contribuenti. Le riflessioni e gli spunti che partono da questo articolo e che si possono muovere sono tanti e diversi; l'approvazione di questa delega rappresenta, pertanto, l'inizio di un cammino diverso, non solo normativo e burocratico, ma anche culturale poiché i cittadini, oggi più che mai, hanno bisogno di sentirsi tutelati dallo Stato e non danneggiati.
  Quindi, è nella tutela di tutti cittadini che il Governo si muoverà nell'applicazione di questa delega in materia di semplificazione, per poter dare una reale e concreta spinta alla ripresa e alla crescita economica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 28
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Centemero, Taricco, Bonifazi, Grillo, Morani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  459   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  459.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Mucci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e i deputati Genovese e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare)

  A questo punto sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà, secondo le intese intercorse tra i gruppi, alle ore 15,30.

TESTO AGGIORNATO AL 26 SETTEMBRE 2013

Sull'ordine dei lavori (ore 13,25).

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, innanzitutto, in primis, una domanda: è possibile nominare l'amministratore delegato Scaroni oppure è innominabile come Napolitano ?

  PRESIDENTE. Lei faccia il suo intervento, deputato.

  CARLO SIBILIA. Non so, Presidente, se lei sa che Scaroni – che è quello che nel 1996 ha patteggiato un anno e quattro mesi per tangenti per svariate centinaia di milioni di lire versate dal Partito Socialista per appalti ENEL, lo stesso Partito Socialista del quale era tesoriere Amato – nel 2012, lo stesso Scaroni ha ricevuto uno stipendio in totale di 6, 347 milioni di euro, con un aumento di un milione quarantamila euro, in un anno. Ora, con quale faccia chiediamo sacrifici agli italiani, pensando al prossimo aumento previsto per l'IVA, al taglio della spesa pubblica, che significa meno scuole e ospedali, se chi ha patteggiato per tangenti guadagna 6 milioni di euro l'anno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Ditemelo un po’ ! Questo è un Paese normale, un Paese dove un evasore siede tra i banchi del Governo al Senato ? Oppure Brunetta e Saccomanni, al posto di fare finta di litigare, perché non propongono un taglio degli stipendi dei grandi manager ? Potrebbero fare questo, invece di fare finta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Qui il problema non è né Brunetta né Saccomanni. Il problema è che i soldi per il MES e per salvare le banche private degli amici come MPS si trovano sempre, ma quelle per risolvere i veri problemi dei cittadini non si trovano mai. Allora, basta farsi «schiacciare» dai soliti noti, da tangentari e dal malaffare. Grazie a Dio, siamo alla resa dei conti e siamo certi che alla fine l'onestà tornerà di moda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  ANDREA MARTELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA MARTELLA. Signor Presidente, è di queste ore la notizia dell'accordo raggiunto per il passaggio in mani spagnole del principale operatore di telecomunicazioni del nostro Paese, Telecom, e questa notizia ci raggiunge dopo mesi di incertezza sul futuro dell'azienda.
  Ora, non voglio anticipare in questo momento il nostro giudizio su una vicenda così importante per il nostro Paese, sicuramente densa di incognite e di conseguenze tutte da verificare, per lo meno rischiose. Ritengo in questo momento opportuno chiedere che il Governo al più presto venga in Aula, riferisca sull'intera Pag. 29vicenda, sul dettaglio di tutta questa operazione dal punto di vista delle telecomunicazioni, industriale e dell'occupazione e chiedo a lei di farsi promotore nei tempi più rapidi possibili perché nelle prossime ore possa essere calendarizzata un'informativa urgente del Governo con all'ordine del giorno la vicenda Telecom.

  PRESIDENTE. Aveva chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Malpezzi; non è in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.

  LAURA CASTELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con l'errata corrige del 26 SETTEMBRE 2013   LAURA CASTELLI. Signor Presidente, noi vorremmo che la Presidenza si facesse portavoce rispetto al Consiglio dei Ministri per chiedere che il Ministro Alfano faccia le sue pubbliche scuse a chi da vent'anni dice di «no» ad un'opera inutile come la TAV (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vorremo, Presidente, che il Ministro facesse le sue scuse perché non è colpevole chi dice «no» ad un'opera del genere, o forse lo è, forse è colpevole di essere valsusino, forse è colpevole di amare e difendere la propria terra, oppure è colpevole di accettare lo sperpero di denaro pubblico che quotidianamente viene speso o forse ancora è colpevole di accettare la cantierizzazione che, da decenni, continua su questo territorio. Presidente, la preghiamo, vorremo le scuse del Presidente Alfano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).   LAURA CASTELLI. Signor Presidente, noi vorremmo che la Presidenza si facesse portavoce rispetto al Consiglio dei Ministri per chiedere che il Ministro Alfano faccia le sue pubbliche scuse a chi da vent'anni dice di «no» ad un'opera inutile come il TAV (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vorremo, Presidente, che il Ministro facesse le sue scuse perché non è colpevole chi dice «no» ad un'opera del genere, o forse lo è, forse è colpevole di essere valsusino, forse è colpevole di amare e difendere la propria terra, oppure è colpevole di accettare lo sperpero di denaro pubblico che quotidianamente viene speso o forse ancora è colpevole di accettare la cantierizzazione che, da decenni, continua su questo territorio. Presidente, la preghiamo, vorremo le scuse del Presidente Alfano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Aveva chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Buttiglione; non è in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo per sollecitare il Governo a venire in Aula per rispondere ad una mia interrogazione che ho presentato al Ministro per lo sviluppo economico. È una vicenda molto grave quella che ho segnalato, riguarda il centro di ricerca Myrmex che ha 73 ricercatori che potrebbero da un momento all'altro perdere il posto di lavoro in quanto la clausola di garanzia per l'occupazione è scaduta proprio il 16 di settembre, quindi si rende urgente un intervento del Governo perché, ancora una volta, il Mezzogiorno, la Sicilia, Catania, potrebbero perdere posti di lavoro. Ecco perché chiedo a lei di sollecitare il Governo a recarsi al più presto in Aula per affrontare una questione che riguarda tante famiglie ed ha una grande incidenza sociale.

  PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15,30.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Balduzzi, Caparini, Carrozza, Casero, Di Lello, Fico, Formisano, Gebhard, Migliore, Realacci, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 282-A ed abbinate.

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 7.

Pag. 30

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Busin 8.100, l'emendamento Pagano 8.2 risulta già ritirato e la Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Zanetti 8.1, con la proposta di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Busin 8.100.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Busin 8.100, formulato dal relatore.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, insisto per la votazione e mi richiamo, per sostenere il principio di questo emendamento, ad una sentenza della Corte di giustizia europea, la quale si è espressa in modo abbastanza chiaro riguardo ad un caso di abuso del diritto per un presunto mancato versamento di IVA nei confronti della società Halifax.
  Volevo leggere due righe della sentenza della Corte di giustizia europea perché, secondo me, è giusto che l'Europa venga invocata non solo quando vi è da mutuare delle fattispecie nuove, come quella dell'abuso del diritto, ma, conseguentemente, occorre anche fare nostre quelle che sono le conseguenze del regime sanzionatorio.
  La sentenza Halifax afferma questo: occorre, altresì, ricordare che la constatazione dell'esistenza di un comportamento abusivo non deve condurre a una sanzione – qui si parla di sanzioni amministrative, quindi va da sé che anche quelle penali sono escluse – per la quale sarebbe necessario un fondamento normativo chiaro e univoco.
  Come sappiamo, l'abuso del diritto non ha dei limiti ben definiti; per cui, invito l'Assemblea a riflettere su questo punto e a valutare con serenità e, spero, favorevolmente l'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 8.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mognato, Manfredi, Fossati, Pesco, Marzana, Luigi Gallo, Maestri, Polverini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  306   
   Votanti  305   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato   16    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Picierno e Gullo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Zanetti 8.1, formulato dal relatore.

  ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 8.Pag. 31
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lodolini. Ne ha facoltà.

  EMANUELE LODOLINI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, il Presidente della Repubblica proprio ieri in occasione dell'inaugurazione dell'anno scolastico ha pronunciato le seguenti parole: «La politica non sprechi questo momento e faccia, attraverso il Governo e il Parlamento, la sua parte, procedendo senza incertezze e tanto meno rotture nel compiere le azioni necessarie». Parto da qui nel pronunciare la mia dichiarazione di voto su questo articolo della legge delega. Parto da qui perché noi oggi e ieri in Parlamento abbiamo e stiamo rispondendo a questo appello, perché stiamo facendo la nostra parte, perché la proposta di legge delega in discussione è la prima nella storia di questa Repubblica in materia tributaria ad essere di iniziativa parlamentare, come ha ricordato ieri il collega Pelillo.
  È stato fatto un buon lavoro in Commissione, un lavoro a cui hanno partecipato in modo costruttivo tutti i gruppi sia di maggioranza che di opposizione e per il quale ringrazio il relatore, il nostro capogruppo Marco Causi e il Governo, che ha fatto della delega fiscale una priorità.
  Insomma, con questa delega noi modifichiamo l'agenda delle politiche fiscali, interveniamo per una necessaria manutenzione sull'ingegneria del sistema. In questa legge delega in cui risuonano parole importanti, non vuote, anche nostre, come equità, trasparenza, crescita, si registra una positiva convergenza tra forze politiche diverse, con programmi di politica fiscale differenti tra di loro, che hanno ben compreso che occorre andare oltre la battaglia ventennale in campo fiscale. Da più di vent'anni noi aspettavamo la riforma del catasto. Da molti anni le imprese, la stessa amministrazione, aspettano certezze sulla materia. Da questo punto di vista, bene l'articolo 8, che reca i principi e criteri direttivi per la revisione del sistema sanzionatorio penale, ovvero la revisione delle sanzioni penali e amministrative, secondo criteri di proporzionalità rispetto alla gravità dei comportamenti, dando rilievo alla configurazione del reato tributario per i comportamenti fraudolenti, simulatori o finalizzati alla creazione e utilizzo di documentazione falsa, per i quali non possono essere ridotte le pene minime al di sotto di determinate soglie.
  Sono inoltre previste una più puntuale definizione delle fattispecie di elusione e di evasione fiscali e delle relative conseguenze sanzionatorie, nonché la revisione del regime della dichiarazione infedele e del sistema sanzionatorio amministrativo, al fine di meglio correlare le sanzioni all'effettiva gravità dei comportamenti. Quindi – e concludo – dal punto di vista dei profili penali vi è il mantenimento del regime penale per i comportamenti più gravi, vi è la revisione del regime della dichiarazione infedele – come ho detto poco fa – e del sistema sanzionatorio amministrativo al fine di correlare le sanzioni all'effettiva gravità dei comportamenti, con possibilità per le fattispecie meno gravi di applicare sanzioni amministrative anziché penali.
  In sintesi, nessuno sconto sui reati di frode e di evasione, siamo invece d'accordo a differenziare le sanzioni per i reati minori, al di sotto di soglie adeguate. Ora il Governo avrà davanti a sé dodici mesi per adottare i decreti delegati sulla base di questa delega. Il tempo non sarà breve, ma questa può essere l'occasione buona davvero per fare qualcosa di importante. Allora, sostenendo convintamente questo articolo, dico a tutti i gruppi parlamentari: «Non sprechiamo questa occasione» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, solo un minuto per preannunziare che noi ci asterremo su questo punto perché, pur condividendo l'idea che in questo Paese Pag. 32anche in materia di natura fiscale c’è un eccesso di ricorso alla penalizzazione, tuttavia riteniamo che una delega così aperta al Governo, su quello che comunque è un campo minato dal punto di vista dell'allarme sociale, dal punto di vista della frequenza dei reati, dal punto di vista anche della gravità di quello che è il tema che stiamo trattando – trattandosi di evasione e di elusione e di altri reati connessi al fisco – sia per il Parlamento un eccesso di rischio. Infatti, pur credendo in tema generale alla depenalizzazione come strada, noi non crediamo, non fino in fondo, che proprio sulla materia fiscale questo sia il sentiero giusto.
  Noi dobbiamo far passare in questo Paese l'idea – e continuare a far passare in questo Paese l'idea – che l'evasione fiscale sia un tema grave, un tema di allarme sociale e non un tema secondario che in qualche modo può essere derubricato. Giudicheremo alla fine, come su tutto, dai decreti legislativi e, tuttavia, in questa fase non ci sentiamo di dare su questa materia una delega piena al Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Colonnese, Schirò, Zan, Nicchi, Di Salvo, Bordo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  387   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  386    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, gli emendamenti Laffranco 9.102 e Laffranco 9.100 risultano ritirati. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Paglia 9.6. La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Coppola 9.7, chiedendo eventualmente di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Zanetti 9.12, con la seguente riformulazione: «rafforzare il controllo e gli indirizzi strategico-programmatici del Ministero dell'economia e delle finanze sulla società Equitalia». La Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Ruocco 9.103. L'emendamento Pagano 9.101 risulta ritirato.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore, anche sulla riformulazione.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 9.6.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento 9.6, formulato dal relatore.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, su questo medesimo argomento devo riconoscere che nei lavori di Commissione è stata accolta una nostra proposta che in qualche modo parla già di incentivare il ricorso alla moneta elettronica e di disincentivare l'uso di contante, quindi questo è un riconoscimento che devo dare al Pag. 33lavoro di Commissione ed al Governo. Tuttavia abbiamo scelto di ripresentare anche questo emendamento, che in qualche modo rafforza il concetto, perché parla di ridurre il limite dei pagamenti non tracciabili e quindi di introdurre un limite maggiore e non semplicemente di andare attraverso incentivi e disincentivi, perché sappiamo tutti che il contante continua ad essere lo strumento attraverso cui passano sia l'evasione fiscale sia i traffici illeciti in questo Paese. Pertanto una vera lotta all'evasione fiscale ed ai traffici illeciti si fa alzando la soglia della tracciabilità il più possibile e riducendo di conseguenza l'uso del contante. Non è impossibile oggi. Ci sono Paesi anche in Europa che da questo punto di vista hanno fatto moltissimi passi in avanti. Il Lussemburgo lo ha di fatto già abolito completamente. Io credo che anche l'Italia, proprio perché ha determinati problemi sia in termini di «nero», inteso come evasione fiscale, sia di «nero» inteso come traffico nero vero e proprio, avrebbe la necessità di concentrarsi molto su questo aspetto. Noi non siamo un Paese come gli altri sotto certi aspetti e il contante può essere ritenuto sempre di più una cosa che appartiene al passato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 9.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Borghi, Casati, Nissoli, Lotti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  360   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato sì  33    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Coppola 9.7.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato da Commissione e Governo.

  PAOLO COPPOLA. Signor Presidente, ritiro l'emendamento e presenterò un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Quindi l'emendamento Coppola 9.7 è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zanetti 9.12.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

  ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zanetti 9.12, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Manfredi, Mantero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  362   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato sì  356    
    Hanno votato no  6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Ruocco 9.103, su cui la Commissione e il Governo hanno formulato un invito al ritiro.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ruocco 9.103, formulato dal relatore.

Pag. 34

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, chiediamo la votazione e vorrei intervenire in dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Questo è un emendamento con il quale buona parte di questo Parlamento, ma direi anche di tutti i politici d'Italia potranno dire di essere favorevoli a fare in modo che i propri redditi e il proprio patrimonio vengano quantomeno monitorati da parte dello Stato. Questo per riuscire a fare in modo che nessuno possa più accusare il politico di aver rubato. È il nostro politometro, è il primo passo verso il nostro politometro, ovvero riuscire ad avere una vera banca dati nella quale il politico dichiara quanto ha guadagnato e dichiara il proprio stato patrimoniale. Lascio alla coscienza di tutti il voto di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruocco 9.103, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Capua, Gregori, Beni, Berlinghieri, Giammanco, Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  441   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carbone. Ne ha facoltà.

  ERNESTO CARBONE. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, con il presente provvedimento il Governo è delegato ad attuare interventi migliorativi del sistema fiscale in termini di equità, certezza delle regole e semplificazioni, volti a correggere alcuni aspetti del nostro sistema tributario. Tali norme non hanno però l'obiettivo di ridisegnare l'intero impianto, ma vanno iscritte nell'obiettivo, più realistico, dell'innovazione e della manutenzione del sistema. Effetti positivi sull'equità e neutralità del sistema fiscale deriveranno, oltre che dalla ridefinizione dell'elusione e dell'abuso di diritto, anche da un ulteriore rafforzamento delle misure volte a contrastare l'evasione fiscale.
  In particolare, l'articolo 9 indica i criteri per il rafforzamento dell'attività conoscitiva e di controllo, ed in particolare ancora, i principi ed i criteri della delega contenuti nell'articolo in oggetto sono: rafforzamento dell'utilizzo da parte dell'amministrazione dei controlli mirati, utilizzando i contenuti delle banche dati e, ove possibile, sinergie con le altre attività pubbliche. Questo al fine di contrastare in particolar modo le cosiddette frodi carosello, l'abuso nel trasferimento di fondi e di immobili, le alterazioni delle basi imponibili e la delocalizzazione fittizia di impresa e l'elusione fiscale; obbligo di garantire la riservatezza nell'attività conoscitiva e di controllo fino alla conclusione dell'accertamento. Tale accertamento, però, dovrà osservare il principio di ridurre al minimo gli ostacoli al normale svolgimento dell'attività e garantire sempre e comunque il principio di proporzionalità; potenziare e razionalizzare la tracciabilità dei pagamenti prevedendo espressamente metodi di pagamento tracciabili e favorendo, però, una riduzione consistente degli oneri bancari; incentivare, mediante una riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti, l'utilizzo della fatturazione elettronica e la relativa trasmissione telematica dei corrispettivi; introdurre meccanismi atti a contrastare l'evasione dell'IVA sui beni e servizi intermedi, facendo in particolar Pag. 35modo ricorso al meccanismo dell'inversione contabile; rafforzamento della tracciabilità dei mezzi di pagamento, prevedendo disincentivi all'utilizzo del contante e incentivare, invece, l'utilizzo della moneta elettronica; prevedere specifici strumenti di controllo relativamente alla cessione di beni effettuate attraverso distributori automatici; rivedere, inoltre, la disciplina dell'organizzazione delle agenzie fiscali nell'esigenza di contenimento della spesa pubblica, di un potenziamento dell'azione amministrativa, ma anche di una più razionale ripartizione delle funzioni tra le diverse agenzie; in ultimo, signor Presidente, prevedere l'introduzione, in linea con le raccomandazioni degli organismi internazionali – non ultima, la discussione avvenuta al G20 di San Pietroburgo – e con le eventuali – e auspicabili – decisioni europee nonché, tenendo conto delle esperienze internazionali, di sistemi di tassazione delle attività trasnazionali, ivi compresa la raccolta pubblicitaria, basati su meccanismi di stima delle quote di attività imputabili alla competenza della fiscalità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia... Arlotti... Ragosta... Ruocco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  446   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  443    
    Hanno votato no  3    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato AA.C. 282-A ed abbinate).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Pisano. È assente; s'intende che vi abbia rinunciato.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Ruocco 10.102, Ruocco 10.100, Ruocco 10.2.
  La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 10.500.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Pesco 10.103, purché sia riformulato in questi termini: «rafforzamento del contenuto informativo della relazione ministeriale sull'attività delle commissioni tributarie».
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Pesco 10.7.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sulla prima parte dell'emendamento Pesco 10.104; mentre esprime parere favorevole sulla seconda parte dello stesso emendamento purché sia riformulata nel modo seguente: dopo la parola «partecipate» aggiungere avvalendosi in via transitoria e nelle more della riorganizzazione degli enti stessi delle società, eccetera, eccetera.
  La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Bruno Bossio 10.106 o eventualmente un invito a trasfonderlo in un ordine del giorno. Mentre l'emendamento Sandra Savino 10.107 risulta ritirato.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 36

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, temo di aver dimenticato l'emendamento Sottanelli 10.105, sul quale la Commissione formula un invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Mi pare che risultasse già ritirato.
  Passiamo all'emendamento Ruocco 10.102. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  CARLA RUOCCO. Sì, signor Presidente, lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo all'emendamento Ruocco 10.100.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, non ritiriamo l'emendamento e insistiamo per la votazione. Volevamo spendere due parole.
  Non ritiriamo questo emendamento, in quanto spiega meglio lo strumento della deflazione del contenzioso. Nell'articolo, infatti, vengono indicate solo alcune delle modalità nelle quali viene applicata la deflazione del contenzioso, cioè la riduzione della sanzione nel caso di un procedimento tributario. In questo caso, noi abbiamo indicato tutti gli strumenti, o meglio, i procedimenti, all'interno dei quali può essere utilizzato, ma deve essere utilizzato con una particolarità; una particolarità già indicata all'interno dell'articolo, che noi, però, abbiamo voluto indicare meglio e in modo esaustivo, perché, appunto, è riferita a tutti i procedimenti.
  I procedimenti ai quali vogliamo che l'istituto deflattivo del contenzioso sia applicato sono: la conciliazione giudiziale, l'accertamento con adesione, l'acquiescenza, la mediazione, l'adesione all'invito al contraddittorio, l'adesione ai verbali di constatazione. E noi indichiamo – così come è indicato in tutto l'articolo – che lo sconto sulle sanzioni abbia una percentuale inversamente proporzionale all'importo stesso: ovvero, per piccole sanzioni, si possono ammettere degli sconti maggiori, ma, per grosse sanzioni, non tolleriamo che vengano fatti grandi sconti. Quindi, le percentuali di riduzione del contenzioso sulle grosse sanzioni devono essere limitate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruocco 10.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moretti, Malisani, Turco, Lo Monte. Chi non ha votato ancora ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  456   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  351.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Ruocco 10.2.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  CARLA RUOCCO. Sì, signor Presidente, lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 10.500 della Commissione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.Pag. 37
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casati, Chaouki, Rostan, Rughetti, Fauttilli, Vignali.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  369   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  365    
    Hanno votato no  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 10.103.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 10.103, nel testo riformulato con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pisano, Rughetti, Fioroni, Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  458   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  457    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Pesco 10.7.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro, formulato dal relatore.

  CARLA RUOCCO. Vorremmo porlo in votazione, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 10.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Colonnese, Campana...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  464   
   Votanti  461   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  231   
   Hanno votato  132    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 10.104. La Commissione e il Governo hanno espresso parere favorevole, a condizione che sia accettata la riformulazione; per riformulazione si intende anche che la prima parte venga ritirata. Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione.

  DANIELE PESCO. L'intenzione è positiva; quindi, ritiriamo la prima parte e accettiamo la riformulazione. Però vorrei spendere due parole.

  PRESIDENTE. Quindi, accetta la riformulazione. Bene, verrà votato in seguito, dopo l'emendamento Bruno Bossio 10.106.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sottanelli 10.105, che non è stato ritirato come prima ho erroneamente detto al relatore.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Sottanelli 10.105, formulato dal relatore.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Sì, lo ritiro, signor Presidente.

Pag. 38

  PRESIDENTE. Sta bene.

  Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Bruno Bossio 10.106.
  Chiedo alla presentatrice se acceda all'invito al ritiro, formulato dal relatore.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Sì, lo ritiro, signor Presidente, e presenterò un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Adesso, a seguito della proposta di riformulazione accolta dal presentatore dell'emendamento Pesco 10.104, passiamo alla votazione dello stesso, che doveva essere posto in votazione dopo l'emendamento Bruno Bossio 10.106.

  DANIELE PESCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, chiederei gentilmente di leggere la riformulazione.

  PRESIDENTE. Chiedo, quindi, al relatore di rileggere la riformulazione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, la prima parte, che l'emendamento intendeva cancellare, resta viva, e invece nella seconda parte, dopo la parola: «partecipate», si aggiunge: ovvero avvalendosi, in via transitoria e nelle more della riorganizzazione interna degli enti stessi, delle società e poi si riprende il testo così com’è.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, approfitto veramente della pazienza di tutti i colleghi per esprimere due parole su questo emendamento in quanto, durante i lavori sia nel comitato ristretto che in Commissione, la situazione è cambiata molto rispetto al gruppo Equitalia. Infatti, abbiamo lasciato un testo, agli inizi di agosto, dove in pratica veniva prevista una riorganizzazione del gruppo Equitalia e una messa a disposizione dei comuni di quello che di Equitalia poteva andare bene. Purtroppo, poi le cose sono cambiate, l'orientamento del Governo e della Commissione è cambiato, mantenendo la possibilità per i comuni di optare interamente per Equitalia, optare nel senso che ci sono tre possibilità: i comuni possono arrangiarsi da soli, e quindi possono fare una società in house; possono affidare il servizio all'esterno; oppure, possono rivolgersi al gruppo Equitalia.
  Nella situazione esterna logicamente si è sempre fatto riferimento a società totalmente partecipate dall'ente pubblico. Ora ritorna in voga la possibilità per l'ente di tornare a essere assistito da Equitalia, che è in contraddizione con tutti i decreti che ci sono stati negli ultimi tempi, ovvero che hanno continuato a rimandare il servizio offerto da Equitalia. Questa decisione ci ha sorpreso alquanto, al che abbiamo fatto il possibile per riuscire ad inserire questo emendamento, con il quale la soluzione Equitalia potrà essere utilizzata in un periodo transitorio, ovvero fino alla situazione in cui il comune potrà svolgere in modo autonomo il servizio della riscossione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 10.104, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Aiello, Roberta Agostini, D'Incà, Vitelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  467   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  465    
    Hanno votato no  2.    

Pag. 39

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pelillo. Ne ha facoltà.

  MICHELE PELILLO. Signor Presidente, signor Viceministro, colleghe e colleghi, questo articolo soddisfa due esigenze molto avvertite: la prima è quella del rafforzamento della tutela giurisdizionale del contribuente, la seconda è quella del riordino della disciplina della riscossione delle entrate degli enti locali. La prima esigenza deriva da una considerazione molto semplice: la dinamica già innescata di contrasto ai fenomeni di erosione, di elusione e di evasione fiscale si consolida e si potenzia in questa legge di delega. L'obiettivo del gettito, e in modo particolare di una maggiore equità nella ripartizione dell'imposizione fiscale, viaggiano sempre nella stessa direzione. Quindi, questa delega contribuirà ancora di più a dotare l'amministrazione finanziaria di strumenti normativi più potenti, più efficaci, che renderanno senz'altro più incisiva l'azione della stessa amministrazione finanziaria, che sarà percepita come più «aggressiva» nei confronti del contribuente.
  Per rilanciare quindi questa condizione è necessario un rafforzamento della tutela giurisdizionale dello stesso contribuente. Ci siamo sforzati, con il contributo molto prezioso e competente del CNEL, di inserire in questo articolo 10 alcuni spunti che possono senz'altro andare in questa direzione, consapevoli di una cosa, che bisognerà fare di più. Certamente l'argomento della tutela giurisdizionale e quindi del processo tributario è un argomento che deve rimanere nell'agenda del Governo e del Parlamento, per riuscire a raggiungere un obiettivo più ambizioso: far svestire i panni della cenerentola tra le nostre giurisdizioni da parte della giurisdizione tributaria.
  La seconda questione riguarda il riordino della disciplina della riscossione delle entrate degli enti locali. Anche questa è un'esigenza avvertita da tempo. È necessario un testo unico che riveda un po’ la disciplina dell'ingiunzione fiscale, che ha quasi un secolo, raccordarla con quella del ruolo e soprattutto raccordarle entrambe alle esigenze più evidenti e più attuali della riscossione locale.
  Vogliamo anche sottolineare che l'esternalizzazione delle funzioni in tema di accertamento e riscossione deve rispettare i criteri di competitività, certezza e trasparenza e poi assoggettare la riscossione coattiva a regole pubblicistiche. Questi sono, diciamo, gli spunti più importanti che qualificano in modo particolare questo importante articolo.
  Concludo, Presidente. Nella storia della legislazione italiana questa è la prima delega fiscale ad impulso parlamentare; speriamo che porti fortuna e che dopo tutti i vani tentativi finalmente si giunga ad una prima riforma degli anni 2000. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Volevo annunciare il nostro voto di astensione sull'articolo 10 complessivo, per i motivi che ha illustrato Pesco, che riguardano in particolare il nodo Equitalia, che per noi è dirimente quindi, sebbene ci siano delle cose molto importanti e interessanti, noi ci asterremo dal votare questo articolo. Grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Moretti, Realacci, D'Incecco, Ruocco, Vitelli, Malpezzi, Sberna, Vezzali...Vitelli ancora no, Lavagno, Nardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  371   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato sì  371.    

Pag. 40

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE. Relatore. Signor Presidente, sugli emendamenti Pesco 11.3, Gebhard 11.6, Busin 11.101 vi è un invito al ritiro e sull'emendamento Busin 11.100 invito al ritiro ed eventuale presentazione di ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 11.3.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Pesco 11.3 formulato dal relatore.

  DANIELE PESCO. Si, lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Gebhard 11.6 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gebhard 11.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Turco, Nicchi, Vitelli,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  462   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato   22    
    Hanno votato no  440.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Busin 11.101.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Busin 11.101 formulato dal relatore.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Busin 11.100.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Busin 11.100 formulato dal relatore.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, ritiro anche questo.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 11.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonifazi. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO BONIFAZI. Signor Presidente, onorevoli, la lettera a) del comma 1 dell'articolo della legge delega, che riguarda l'introduzione dell'imposta sul reddito imprenditoriale, l'IRI, come detto nel corso della discussione, prevede di assoggettare alla medesima imposta i redditi di impresa, ivi compresi quelli prodotti in forma associata; inoltre prevede che i prelievi, a qualsiasi titolo effettuati dai soci di società o dagli associati a enti assimilati, diventino costi deducibili ai fini dell'IRI appunto, e che debbano essere tassati in base all'aliquota IRPEF di riferimento di colui che li percepisce. È evidente pertanto che l'intento della delega è quello da un lato di favorire la capitalizzazione delle imprese, in particolare di quelle di minore Pag. 41dimensione, incentivando il reinvestimento degli utili; e dall'altro di consentire di tassare secondo equità, quindi con lo stesso criterio, ogni forma di reddito da lavoro, sia esso di lavoro dipendente o di natura imprenditoriale e professionale. Due obiettivi, questi, che devono essere a nostro avviso perseguiti con la massima coerenza e determinazione da parte dell'Esecutivo in sede di attuazione.
  Altro aspetto prioritario della delega, questa volta contenuto alla lettera b) del comma 1 del medesimo articolo 11, è quello relativo all'introduzione di regimi forfettari minimi, e l'istituzione dei regimi semplificati per i contribuenti di minore dimensione. È un provvedimento fondamentale e di fondamentale importanza, e che dovrà essere accompagnato anche dall'emanazione di decreti attuativi che prevedano che chi aderisca a tali regimi innovativi risolva, ovviamente per il futuro, il rapporto con l'amministrazione finanziaria, in modo anche da migliorare in generale il rapporto tra fisco e contribuente. Ma il secondo aspetto è ancor più importante: è quello che tale previsione, cioè quella dei regimi forfettari, o comunque semplificati, venga innanzi tutto riservata e promossa nei confronti delle start up; si tratta cioè di agevolare la parte più debole del sistema economico, ma anche quella che costituisce la forza vitale ed il futuro per l'economia nazionale e soprattutto per lo sviluppo del Paese. È per questo che dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, ci asterremo su questo articolo, nonostante ne condividiamo l'ispirazione generale: siamo all'interno di un ragionamento, non ce ne traiamo fuori, che in qualche modo prevede di semplificare e di rendere più facilmente accessibili le norme tributarie e l'imposizione sulle imprese di piccole e di piccolissime dimensioni. Tuttavia l'astensione in questo caso è una tipica astensione da eccesso di delega: la delega è molto aperta, e non ha dei confini molto precisi quando va a normare rispetto al dare la possibilità al Governo di intervenire sul regime fiscale semplificato. Vorremmo vedere i decreti, diciamo così: sospendiamo il giudizio fino ad allora.
  Un'ultima nota però me la si lasci: si prevede di intervenire – e questo è assolutamente legittimo e giusto – rispetto all'esenzione IRAP per i piccoli contribuenti e gli artigiani professionisti. Che il Governo lo faccia attraverso ciò che c'era fino ad oggi, cioè un fondo per la riduzione dell'IRAP per gli stessi contribuenti e per le stesse categorie di contribuenti che è stato completamente azzerato nell'anno in corso, provvedimento dopo provvedimento, è una cosa che come minimo crea qualche contraddizione, quindi ci lascia anche qualche dubbio su quello che sarà l'attuazione di questo decreto legislativo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio, Mantero, Garofalo, Grassi, Stumpo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti  469   
   Votanti  439   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  437    
    Hanno votato no    2).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).Pag. 42
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Alfreider. Ne ha facoltà.

  DANIEL ALFREIDER. Signor Presidente, è stata ribadita più volte l'importanza, anche in quest'Aula, degli investimenti esteri nel nostro Paese, noi abbiamo presentato un emendamento all'articolo 12 e un ordine del giorno per impegnare il Governo a chiedere l'introduzione di criteri di tassazione chiari in relazione ai redditi di fondi immobiliari comunitari che hanno attività e investimenti nel nostro territorio italiano. Lo abbiamo fatto perché riteniamo la nostra proposta coerente con una reale volontà espressa anche dal Governo di promuovere investimenti esteri in Italia, in particolare nella prospettiva di una valorizzazione del patrimonio pubblico.

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, a quanto ho capito questo è il contenuto del prossimo articolo.

  DANIEL ALFREIDER. Sì.

  PRESIDENTE. Lei, però, interviene sul complesso degli emendamenti all'articolo 12, invece credo che sia riferito all'articolo 13 quello che sta dicendo.

  DANIEL ALFREIDER. Esatto, abbiamo presentato però un ordine del giorno sull'articolo 12, è un elemento che abbiamo spostato come ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Va bene, prosegua, comunque volevo solo precisarlo.

  DANIEL ALFREIDER. È evidente che l'attuale normativa fiscale, mentre stabilisce una disciplina specifica per i fondi immobiliari istituiti in base al diritto italiano, non prevede disposizioni ad hoc per i fondi esteri che operano in Italia, regolamentati in base alla disciplina generale che si applica a tutte le società e gli enti commerciali esteri.
  Tale situazione determina discriminazioni con un trattamento addirittura sfavorevole per i fondi immobiliari esteri: per i fondi italiani, i redditi e gli altri proventi connessi alle gestioni e alle vendite immobiliari sono esenti dalle imposte sui redditi, mentre i redditi derivanti da fondi esteri sono soggetti all'imposta sul reddito delle società e all'IRAP.
  È urgente intervenire su tale materia per evitare che siano sollevate questioni di incompatibilità con il diritto comunitario e in considerazione del fatto che in generale tale diversità di trattamento costituisca addirittura un forte disincentivo agli investimenti esteri in Italia.

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 12 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Guerra 12.3 e invita al ritiro dell'emendamento Oliaro 12.100, con eventuale invito a presentare un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Guerra 12.3. Chiedo al presentatore se accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  MAURO GUERRA. Signor Presidente, ritiro l'emendamento e presento un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo all'emendamento Oliaro 12.100. Chiedo al presentatore se accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  ROBERTA OLIARO. Signor Presidente, ritiro l'emendamento e presento un ordine del giorno.

Pag. 43

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'articolo 12. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Petrini. Ne ha facoltà.

  PAOLO PETRINI. Signor Presidente, signor Viceministro, colleghe, colleghi, la revisione del reddito d'impresa, contenuta nell'articolo 12, è volta a migliorare la certezza e la stabilità del sistema fiscale, a favorire l'internazionalizzazione dei soggetti economici operanti in Italia e a rivedere la disciplina impositiva delle operazioni transfrontaliere, con particolare riferimento, tra l'altro, al regime dei lavoratori all'estero, e a rivedere i regimi di deducibilità e di ammortamenti di spese e di costi.
  Si evidenzia, quindi, in particolare, la necessità di favorire la crescita attraverso l'attrazione di capitali dall'estero, puntando sulla competitività stessa dell'ordinamento, anche attraverso l'introduzione d'istituti ritenuti più vicini a quelli adottati in altri Paesi europei. Un'azione volta alla ricerca di credibilità e di affidabilità per il sistema fiscale italiano. Essere di ausilio alla competitività e alla crescita significa produrre un lavoro di pulizia delle norme, di affidabilità rispetto ai principi, di stabilità del diritto, di ragionevolezza e semplificazione, che di per sé incide sulla competitività del Paese poiché contribuisce a diradare la diffidenza verso il nostro sistema fiscale, diffidenza che contribuisce a tenere l'Italia esclusa dalle correnti di investimento mondiale.
  Bisogna vincere la percezione di istituti sempre manomettibili forzando principi, forzando l'organicità delle norme e forzando la semplicità degli adempimenti, a volte per esigenze di gettito, altre volte per la scarsa fiducia del legislatore verso l'efficacia dei controlli ex post. È questo che crea un sistema confuso che sembra fare ogni sforzo per respingere i capitali esteri o che induce le imprese italiane a trasferirsi altrove.
  La stabilizzazione e la coerenza dell'ordinamento non implica che non vi siano, come in questo caso, manutenzioni necessarie a tenere il passo con l'evoluzione dell'economia e con le disposizioni degli orientamenti comunitari. Implica la stabilità e la comprensione di principi e di obiettivi che guidano questo lavoro.
  È, quindi, utile la ricerca di una linearità in tutta la materia delle transazioni transfrontaliere, in modo da evitare contenziosi con altri Paesi o con la Comunità in materia di doppia imposizione, di libertà di stabilimento e di sovranità sulle basi imponibili e dare certezza ai contribuenti. Tutto questo può basarsi su una piattaforma di regole a cui la delega contribuisce e sulle quali le imprese possono fare affidamento per evitare contenziosi e per ridurre una discrezionalità dell'amministrazione che porta sempre ad una esiziale incertezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Madia, Giammanco, Ginoble, Giacomelli, Pagano, Marguerettaz... Chi non ha votato ancora ? Cesaro, Sarti... Sarti ha votato. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  467   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  467.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).Pag. 44
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Zanetti. Prendo atto che vi rinunzia.
  Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 13 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, sull'emendamento Schullian 13.5 vi è un invito al ritiro ed un eventuale invito a presentare un ordine del giorno, così anche per l'emendamento Alfreider 13.7 vi è un invito al ritiro e l'invito alla contestuale presentazione di un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. L'emendamento Schullian 13.5 non risulta segnalato.
  Passiamo all'emendamento Alfreider 13.7, su cui vi è un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  DANIEL ALFREIDER. Signor Presidente, lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 13.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Petrini. Ne ha facoltà.

  PAOLO PETRINI. Signor Presidente, Viceministro, colleghi, l'attuazione della delega in materia di IVA avviene attraverso la semplificazione dei sistemi speciali e l'attuazione del regime del gruppo IVA. Allo stesso tempo il Governo è delegato ad introdurre norme per la revisione dell'imposta di consumo sugli oli lubrificanti, delle imposte di registro, di bollo, ipotecarie e catastali e delle altre imposte di trascrizione e di trasferimento, nonché delle imposte sulle concessioni governative, sulle assicurazioni e sugli intrattenimenti, attraverso la semplificazione degli adempimenti, la razionalizzazione delle aliquote, nonché l'accorpamento e la soppressione di fattispecie particolari, in coordinamento con le disposizioni attuative del federalismo fiscale. Il nostro invito come Partito Democratico al Governo è quello di rendere questo tributo, cioè l'IVA, più vicino alle altre realtà europee, a partire da quelle di Germania e Francia, dove il rendimento dell'IVA è sensibilmente superiore a quello italiano. Ciò a causa di un sistema di detrazioni e di esenzioni da noi particolarmente generoso. Parallelamente, bisogna mettere in campo interventi compensativi con interventi sulle imposte sui redditi più bassi, per ragioni di equità e per non deprimere ulteriormente la ripresa della domanda. Una revisione di questo tributo, migliorando il suo rendimento, può darci una mano anche sul fronte dell’export, perché come sapete l'IVA si paga nel Paese dove vi è l'acquirente. Crediamo quindi che, a partire da questa delega e dall'articolo 13 e parallelamente all'azione che il Governo può mettere in campo con la legge di stabilità, l'utilizzo dell'IVA potrà concorrere alla crescita della nostra economia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, su questo articolo noi ci asterremo per una ragione molto semplice: è chiaro che si interviene in materia di IVA, è chiaro che si interviene in materia di alcune altre imposte, non è assolutamente però chiaro quale sia l'indirizzo, se non in termini molto generali: semplificazione, riordino. La direzione di marcia non c’è. Stiamo parlando comunque di tributi molto importanti che, come dimostra anche il dibattito di questi giorni, comunque vanno ad impattare in modo forte sull'opinione pubblica e sulla vita quotidiana delle persone. Se ci fosse la possibilità di dare un indirizzo veramente politico al Governo saremmo disposti a discuterne. In questo Pag. 45caso non lo troviamo e quindi ci asterremo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Lotti, Gnecchi, Ribaudo, Coccia, Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  472   
   Votanti  442   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  442.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 14.500, che è in distribuzione e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunziato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
  Avverto che l'emendamento Causi 14.130 deve intendersi riferito al comma 2, anziché al comma 1, come risulta erroneamente scritto nel fascicolo.
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Viceministro, noi, su questo articolo, abbiamo lavorato tanto in Commissione e abbiamo fatto il possibile perché contenesse, come in parte contiene, tutta una serie di indicazioni che provengono da associazioni ONLUS e dai nostri gruppi di lavoro riguardanti aspetti più che altro relativi all'impatto sociale dei giochi, soprattutto di quelli che inducono dipendenza.
  Abbiamo lavorato tutto sommato bene, sebbene non siano state accolte tutta una serie di importanti indicazioni che avrebbero dato una direzione più compiuta e più esplicita alla delega. Inoltre, nel frattempo – cosa che, fra l'altro, abbiamo segnalato in Commissione e abbiamo condiviso anche con gli altri schieramenti politici – sono state incardinate delle proposte di legge molto ben fatte, che sono in discussione alla Commissione affari sociali, che, secondo il nostro gruppo parlamentare, possono portare ad un testo sicuramente più compiuto, più completo e più condiviso.
  Quindi, sebbene favorevoli al veicolo della delega fiscale su tutti gli aspetti che fino adesso abbiamo discusso e su quelli che verranno successivamente, premesso che comunque nel merito dei singoli emendamenti entreremo durante la discussione, noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 14, che poniamo in votazione qui alla Camera, perché vogliamo tentare di ridare alla Commissione e al Parlamento la centralità della discussione su questo tema, che è estremamente importante e di impatto sociale.
  Quindi, preannunzio anche che il MoVimento 5 Stelle voterà contro l'articolo 14, pur rimanendo collaborativo in seguito, se il nostro emendamento soppressivo non dovesse passare, sulla formulazione dei successivi decreti legislativi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 14 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 46

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Cecconi 14.107, esprime parere favorevole sull'emendamento Balduzzi 14.108 e formula un invito al ritiro dell'emendamento Baroni 14.109.
  L'emendamento Sandra Savino 14.1 è stato già ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Mantero 14.110, mentre l'emendamento Laffranco 14.111 è stato già ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Sanga 14.131, mentre l'emendamento Sandra Savino 14.3 è già stato ritirato. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Balduzzi 14.112 e Causi 14.127.
  La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Baroni 14.113, Sanga 14.132 e Cecconi 14.114, mentre l'emendamento Sandra Savino 14.10 è stato già ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Quaranta 14.104, mentre l'emendamento Vignali 14.12 è stato già ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Sanga 14.133 e Balduzzi 14.115.
  La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Ruocco 14.116, con l'eventuale invito a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
  La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Mantero 14.117, Pesco 14.118, 14.24 e 14.119, Miotto 14.35, Vignali 14.36, Ginato 14.37, Sanga 14.134 e Paglia 14.39.
  Gli emendamenti Sandra Savino 14.40 e 14.41 risultano ritirati. La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Pesco 14.42 e Miotto 14.43. Gli emendamenti Sandra Savino 14.44 e 14.47 sono stati già ritirati. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Binetti 14.120. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Balduzzi 14.128, ma invita anche a presentare un ordine del giorno in materia. L'emendamento Vignali 14.51 risulta ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Binetti 14.122, Baroni 14.129 e Pesco 14.123. L'emendamento Sandra Savino 14.52 risulta ritirato. La Commissione esprime una richiesta di riformulazione dell'emendamento Basso 14.100, nel senso di concludere l'emendamento dopo le parole «radiofoniche e televisive», cassando quindi le ultime due righe e mezzo, dopodiché la Commissione su questo emendamento si rimette completamente all'Aula, perché comprende l’intentio, l’animus dei presentatori, ma per altro verso ritiene che già nel provvedimento Balduzzi il principio sia largamente recepito. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Causi 14.121, purché sia riformulato, a partire dalle parole «specie ove», nel modo seguente: «in particolare di quella realizzata da soggetti che non conseguono concessione statale di gioco». Con questa riformulazione il parere è favorevole. L'emendamento Vignali 14.53 risulta ritirato. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Miotto 14.54, purché sia riformulato nel modo seguente: anziché sopprimere tutta la parte che si indica, aggiungere un «anche» (quindi: «anche basato su...»). La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Basso 14.101, purché si provveda ad una piccola riformulazione soppressiva, cioè si cassi «e di sostegno» (quindi: «riconoscimento agli esercizi commerciali che...»).
  L'emendamento Sandra Savino 14.55 risulta ritirato, mentre sull'identico emendamento Pesco 14.124 la Commissione formula un invito al ritiro. Sull'emendamento Marco Di Stefano 14.56, la Commissione formula un invito al ritiro e un invito alla contestuale presentazione di un ordine del giorno. La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Franco Bordo 14.102 e 14.105. L'emendamento Russo 14.106 è stato già ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento L'Abbate 14.125. Gli emendamenti Russo 14.61 e Faenzi 14.62 risultano ritirati. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Franco Bordo 14.103. Gli emendamenti Faenzi 14.63 e 14.64, Russo 14.66 e 14.67 Pag. 47e Faenzi 14.68 sono stati già ritirati. La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Catania 14.69, Catania 14.70 e Pesco 14.126. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Causi 14.130 e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 14.500.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Cecconi 14.107.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cecconi 14.107, formulato dal relatore.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, come già anticipato dal collega Pisano, con questo emendamento chiediamo la soppressione dell'articolo 14. Ma vorrei un attimo parlarvi di gioco d'azzardo. Lo Stato negli ultimi quindici anni ha costantemente incentivato e favorito il gioco d'azzardo nel nostro Paese. Nel 2012 si sono giocati ben 88 miliardi (erano 24 miliardi nel 2004), tra Slot Machine, Lotto, Superenalotto, Lotterie, Bingo, VideoLottery, Gratta e vinci e così via, per un totale di circa 1.300 euro pro capite. Va da sé che questo mare di soldi, invece di entrare nel tessuto produttivo del nostro Paese e favorire i consumi, lo sviluppo e la crescita, è andato nella maggior parte nelle mani di dieci concessionari pubblici del gioco d'azzardo e allo Stato sotto forma di entrate fiscali. Siamo il Paese europeo che gioca di più ed è curioso che nonostante il volume di denaro giocato sia vertiginosamente aumentato, l'entrata erariale sia rimasta più o meno costante.
  Siamo passati dal 24 per cento di tassazione del 2004 all'8 per cento del 2012 e, nonostante il giocato sia passato da 24 miliardi a 88 miliardi di euro, l'entrata dello Stato gravita sempre intorno a 8 miliardi di euro annui. È chiaro che dalla diffusione del gioco d'azzardo guadagnano solo le concessionarie, non lo Stato e tanto meno i cittadini.
  E allora, perché i Governi che si sono succeduti in questi ultimi vent'anni ne hanno costantemente favorito l'espansione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? La risposta è molto semplice: per denaro, per interessi economici e politici. L'attività di lobbing da parte delle concessionarie è stata costante. SNAI ha finanziato regolarmente Gianni Alemanno, Margherita, DS, UdC; ben sette Ministri di questo Governo, compreso il Primo ministro, Enrico Letta, fanno parte dell'associazione Vedrò, finanziata anche da due multinazionali del gioco d'azzardo, Lottomatica e Sisal (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Enrico Letta ha personalmente ricevuto 15.000 euro da Antonio Porsia presidente di HBG, una delle concessionarie del gioco d'azzardo sulla quale è in corso un'indagine della Finanza per evasione fiscale.
  Sono solo alcuni esempi di un lungo elenco di politici e partiti finanziati alla luce del sole dall'industria del gioco. Questo a casa mia si chiama «conflitto di interessi» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'ultimo esempio di questa commistione tra politica e lobby è il maxi-condono fatto dal Governo Letta ai suoi finanziatori. È utile ricordare quanto è recentemente accaduto a conclusione del contenzioso che vedeva coinvolte le 10 società concessionarie, le quali hanno eluso – e, quindi, sottratto alle casse dello Stato – ben 98 miliardi di euro. In conseguenza di ciò, la Corte dei conti aveva condannato le suddette ad una multa di 2 miliardi e mezzo di euro. Ad una sentenza giusta e inoppugnabile come questa ha fatto seguito un intervento governativo che riduce la sanzione a soli 611 milioni di euro. Lo stato disastroso in cui versano i bilanci pubblici è noto a chiunque, eppure questo Governo si prende il lusso di rinunciare a quasi 2 miliardi di euro. Sappiamo fin troppo bene che quando una coperta è troppo corta la cosa importante Pag. 48è che si salvino quelli che contano davvero, poco importa se sono delinquenti ed evasori.
  Il gioco d'azzardo ha delle ripercussioni sociali che non possono essere ancora una volta messe nelle mani di chi per anni ha favorito del cospicuo contributo delle concessionarie. Davanti a questo palese conflitto di interessi vogliamo delegare a questo Governo, che si sorregge sulla fiducia di un condannato in via definitiva per evasione fiscale, la riforma del sistema fiscale e del sistema di tassazione e concessione dei giochi d'azzardo nel nostro Paese ? Non scherziamo. Abbiamo tutte le possibilità e la capacità per fare una norma noi, in quest'Aula, e ci sono depositati ben 18 progetti di legge sul tema.
  Le idee non ci mancano, facciamo vedere ai cittadini che non ci manca nemmeno la volontà. Votiamo sì a questo emendamento, mettiamo da parte l'articolo 14 di questa legge delega e incominciamo da domani a lavorare nella Commissione per dare al nostro Paese una degna legge sul gioco d'azzardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, come diceva il mio collega, il tema del gioco d'azzardo è un tema troppo delicato e che sta creando un vero e proprio dramma sociale per lasciare che sia gestito da un Governo i cui legami con le lobby sono chiarissimi (il mio collega ha appena elencato solo alcuni dei finanziamenti che politici e partiti hanno ricevuto dalle lobby). Quindi, non possiamo lasciare, soprattutto con l'ampio margine di manovra che dà questa delega fiscale, che sia il Governo a legiferare per, ancora una volta, portare all'incremento del gioco d'azzardo.
  Vi faccio vedere una cosa: questo tomo è l'indagine conoscitiva che è stata svolta nella scorsa legislatura dalla nostra Commissione per quanto riguarda il dramma sociale del gioco d'azzardo e la nuova patologia del gioco d'azzardo patologico. Ora, io ritengo che in quest'Aula ci siano le capacità, le competenze e ci siano anche le persone oneste che possono portare avanti il lavoro sul gioco d'azzardo in maniera molto migliore rispetto al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Sempre in tema di soppressione dell'articolo 14, signor Presidente, vogliamo far presente che solo in questa legislatura sono state presentate 19 proposte di legge in tema di nuova regolamentazione del gioco d'azzardo.
  Ora, noi non sappiamo quanti deputati magari si fanno belli nel cercare di presentare alcune proposte di legge e poi non cercano, di fatto, l'iter della discussione in questo Parlamento, perché sappiamo bene in questo momento che il Parlamento sta delegando al Governo una questione estremamente spinosa, che riguarda le lobby e che riguarda tutta una filiera, estremamente, «puzzolente di denaro». Con questo ho concluso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 14.107, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Di Salvo ? Folino ? Ruocco ? Pesco ? Iori ? Cesa ? Gelli ? Bindi ? Giacomelli ? Migliore ? Terrosi ?  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:.

   Presenti  458   
   Votanti  453   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  99    
    Hanno votato no.  354.    

Pag. 49

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che sono stati ritirati dai presentatori tutti gli emendamenti a prima firma Miotto e Sanga, fatta eccezione per l'emendamento Miotto 14.54. È stato altresì ritirato l'emendamento Ginato 14.37.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Balduzzi 14.108, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Amoddio ? Colaninno ? Barbanti ? Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  468   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  464    
    Hanno votato no.  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Dal Moro ha segnalato di avere espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 14.109.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, colleghi, in riferimento all'articolo 14 e, con precisione, al comma 2, lettera a), si usa il termine «ludopatia», accentuandola e paragonandola con il concetto dell'ovvio, al concetto del GAP, ossia delle gioco d'azzardo patologico. Non è così. Il gioco d'azzardo patologico è la definizione riconosciuta a livello internazionale dell'OMS. Per questo ed altri motivi chiediamo di mettere al bando la parola «ludopatia», che è praticamente un gioco semantico con cui evidentemente qualche personaggio che lavora nella filiera ha voluto un attimo cimentarsi, per tentare di italianizzare un termine che invece non può essere italianizzato e che significa una malattia del gioco, senza citare, appunto, l'azzardo. Perché il gioco non è mai malato, è l'azzardo che lo fa diventare. Per questo chiediamo di sopprimere le parole «di ludopatia ovvero».
  L'Italia è satura di proposte di gioco d'azzardo. È ora di finirla e di vietare l'introduzione di qualsiasi nuovo gioco d'azzardo, e ci riferiamo anche a quelli che erano già stati messi in cantiere dall'ultimo Governo Berlusconi, dalle sale per il poker dal vivo alle lotterie al consumo. I Governi che si sono succeduti hanno costantemente introdotto nuove forme di gioco d'azzardo e non hanno fatto nulla per occuparsi dei danni da questi procurati e della cura della patologia. È ora di dare un vero segnale di responsabilità. Il Governo completi il percorso che consente di riconoscere il gioco d'azzardo patologico come una malattia per la cura della quale lo Stato offre cure gratuite e garantite a tutti i cittadini e le cittadine. Chi guadagna su questo settore si faccia carico dei clienti che diventano dipendenti da ciò che si vende loro, dallo Stato; che si assuma chiaramente la responsabilità di chi ha liberalizzato l'azzardo e si preoccupi di tutelare invece i suoi cittadini, ormai malati, con un milione di persone, un milione di residenti in Italia di gioco d'azzardo patologico.
  Tutti i Governi che si sono succeduti in questi anni, nessuno escluso, hanno delle forti responsabilità, sia perché hanno introdotto nuovi giochi, sia perché non hanno mai fatto niente per regolamentare o abrogare le pubblicità che spingono l'azzardo. Ed ecco che gli italiani non sono mai stati così stregati dal gioco d'azzardo. Ad esempio, in tre anni, dal 2008 al 2011, la percentuale di persone tra i 15 e i 64 anni di età che ha puntato soldi almeno una volta su uno dei tanti giochi presenti sul mercato (lotto, superenalotto, gratta e vinci, scommesse sportive, poker online) è passata dal 42 al 47. Diciannove milioni di scommettitori di cui tre a rischio e uno già patologico. Stiamo parlando sempre di milioni.Pag. 50
  Qui, signor Presidente e colleghi, vince sempre il banco. Non è mai esistita e mai esisterà al mondo una lotteria perfettamente equa. Lo scriveva il vostro amato Adam Smith, il primo economista della storia, nel diciottesimo secolo, aggiungendo che, però, nessun uomo, per quanto sano, è immune dall'assurda fiducia nella propria fortuna. La pubblicità è una delle principali cause dell'aumento esponenziale dei luoghi di gioco d'azzardo e di giocatori patologici. Le pubblicità ti inducono verso un sogno di vita migliore, incentivando gli italiani a giocare d'azzardo, facendo leva sul concetto che non è l'impegno che ti permetterà di affrontare le difficoltà, bensì la fortuna che ti cambierà la vita. Purtroppo questi messaggi colpiscono soprattutto le persone più fragili da un punto di vista sociale, culturale, professionale, che più facilmente credono davvero che la grande vincita sia a portata di mano e possa risolvere un sacco di loro problemi. Ma non è così, signor Presidente, e dobbiamo cominciare a chiamare le cose con il loro nome, e per questo ribadisco e chiediamo di mettere al bando la parola «ludopatia», che porta fuori strada, che non fa capire, che significa una malattia del gioco senza mai citare l'azzardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Infatti, il gioco in sé è fantasia, creatività ed è nel gioco dei bimbi che è racchiuso il senso di una nuova comunità. È nel gioco dei bimbi che si racchiude il futuro per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, solo per rassicurare i colleghi, avendo il collega appena detto che non si cita mai il gioco d'azzardo patologico, nella norma si dice testualmente «ludopatia ovvero gioco d'azzardo patologico». Quindi, non vedo il problema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, allora a questo punto semplicemente non vedo perché non togliere la parola «ludopatia» visto che è una parola palesemente sbagliata. Lasciamo solo «gioco d'azzardo patologico» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 14.109, con il parere contrario della Commissione e del Governo .
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  453   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no    354.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Fiorio e Carocci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Mantero 14.110, su cui la Commissione e il Governo hanno formulato un invito al ritiro.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Mantero 14.110, formulato dal relatore.

  MATTEO MANTERO. Sì, Signor Presidente, lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. Sta bene. Ricordo che l'emendamento Sanga 14.131 è stato ritirato.
  Passiamo pertanto alla votazione dell'emendamento Balduzzi 14.112.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Balduzzi 14.112, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.Pag. 51
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Madia... Rostan... Colletti... Rughetti... Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  459   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  454    
    Hanno votato no   5    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Causi 14.127. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, per informare tutta l'Aula e poter apprezzare il fatto che, con l'approvazione di questo emendamento, completiamo all'interno di questo articolo 14 una rilevante riforma del settore dei giochi.
  Anche noi ci siamo posti il problema – lo dico, signor Presidente, attraverso di lei ai colleghi dei 5 Stelle – se stralciare o meno questo articolo. Abbiamo ritenuto che fosse, invece, opportuno interpretare questo articolo come una sfida riformatrice per dare una sterzata anche al settore. Stralciarlo avrebbe allontanato la possibilità di riforme; invece, con questo nuovo articolo 14, introduciamo alcuni rilevanti elementi di novità, ad esempio, come potete leggere nell'emendamento 14.127 a mia prima firma, un potere di pianificazione commerciale dei punti vendita relativi all'offerta di gioco da parte dei comuni. Inoltre è previsto un nuovo titolo abilitativo unico che non è contenuto qui, ma è già compreso nel testo e, in più, garantiamo i regolamenti comunali già emessi, perché, come molti sanno, molti comuni si sono dotati di regolamenti per limitare l'eccessiva e disordinata espansione dell'offerta dei giochi sul loro territorio ma lo status giuridico di questi regolamenti è incerto, anche perché sono in conflitto tra leggi statali e leggi regionali. Con questo nuovo articolo 14 diamo una coperta ai regolamenti già emanati. Diciamo che, ove i comuni dovessero eventualmente mettere in regola queste attività, i relativi regolamenti sono coperti da legge statale e, quindi, vanno in vigore comunque sia che esistano sia che non esistano leggi regionali in materia e sia che le leggi regionali in materia abbiano meno status «costituzionale», in attesa che la Corte costituzionale decida se è lo Stato o la regione a dover normare in questo settore.
  Introduciamo numerose altre modifiche e, quindi, volevo invitarvi ad apprezzarle, nel ringraziare anche il relatore e il Governo per aver accolto l'emendamento 14.127 del Partito Democratico, perché è un ulteriore elemento di uso di questa legge delega per dare una riforma e un indirizzo fortemente riformatore ad un settore che certamente ha bisogno di ripensarsi in un modo più moderno, più efficiente e più trasparente.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Le associazioni di volontariato, il terzo settore, i comuni italiani, le parrocchie che seguono con grande apprensione le migliaia, le centinaia di migliaia di malati e patologici affetti dal gioco di azzardo chiedono con forza l'introduzione di una norma che permetta ai comuni di regolamentare e di autorizzare l'apertura di sale gioco, punti vendita dove si esercita il gioco lecito.
  Il dispositivo dell'emendamento che è stato presentato, e che ho anche sottoscritto, non accoglie in pieno quanto richiesto dalle associazioni, dai rappresentanti dei comuni, ma senza dubbio va verso quel percorso, per cui segna un passo avanti positivo, perché, appunto, si introducono forme vincolanti di partecipazione dei comuni competenti nell'ambito dei procedimenti di autorizzazione.
  Noi riteniamo che sia un segnale positivo, non ancora quello per cui abbiano la Pag. 52potestà di autorizzazione – cosa che noi pensiamo debba essere prevista e ci auguriamo che nell'ambito dell'estensione dei decreti attuativi venga introdotta, e ci batteremo per questo –, però, appoggiamo e votiamo a favore di questo emendamento, così come illustrato dall'onorevole Causi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, noi apprezziamo il lavoro svolto dai colleghi. Vorrei ricordare al deputato Causi che, certamente, l'emendamento presentato è un buon emendamento, e voteremo sì ad esso, ma se ancora non l'avesse capito, noi di questo Governo non ci fidiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): non esiste legge delega per quanto bella, riformatrice e fatta bene, che noi riponiamo nel Governo, che ci possa andare bene. Se tutto questo impegno, se tutto questo lavoro fosse stato messo in proposte di legge parlamentari, che avessero portato alla luce una legge di promozione parlamentare – di senatori, di deputati –, questa sarebbe stata per noi la strada maestra e giusta per il nostro Paese. Non delegare a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Causi 14.127, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Lorefice, Zampa, Amendola, Censore. Chi non ha votato ancora ? Petraroli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  461   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  460    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Quaranta 14.104.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Quaranta 14.104 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, manteniamo l'emendamento, perché è consequenziale a quello appena approvato. Se noi vogliamo dare una potestà ai comuni nell'ambito del procedimento autorizzativo, dobbiamo dire anche – sennò creiamo una sorta di anarchia, anche procedurale – che i comuni dovranno adottare un proprio regolamento, ovviamente sulla base delle linee guida dettate a livello nazionale, in modo tale che siano regolamenti omogenei rispetto al territorio nazionale.
  Prevediamo anche che, qualora i comuni non adottino i regolamenti, subentrino le regioni con il potere sostitutivo. Di conseguenza, noi manteniamo e chiediamo di votare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, certamente questo emendamento prevede, nella sua prima parte, di conferire ai comuni attribuzioni in materia di autorizzazione; una buona riflessione che sicuramente è più che condivisibile. Invece, noi puntiamo il dito sulla seconda parte, la e-quater), dove si dice che se i comuni non si dotano di questo regolamento, interverranno le regioni. Se noi stiamo facendo, oggi, un regolamento nazionale e diciamo ai comuni di dotarsi di un regolamento, non vedo perché dobbiamo interporre anche le regioni a fare un ulteriore regolamento Pag. 53per quei comuni che sono inadempienti. Ci sembra un aumentare a dismisura i ruoli: i comuni, le regioni e lo Stato, quando esisterà una regolamentazione nazionale e, al limite, una regolamentazione comunale che è più che sufficiente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 14.104, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rostan, Lainati, Pesco...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  459   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no   404.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che a seguito dell'approvazione dell'emendamento Causi 14.127 risultano quindi preclusi gli emendamenti Baroni 14.113 e Cecconi 14.114 che abbiamo saltato. Quindi, per questo, abbiamo appena votato l'emendamento Quaranta 14.104.
  L'emendamento Sanga 14.133, quindi, si intende ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Balduzzi 14.115.
  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Balduzzi 14.115 formulato dal relatore.
  Quindi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Balduzzi 14.115, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molea, Spadoni, Kronbichler, Bonafede, Spadoni ancora... sta arrivando il tecnico... stanno sostituendo l'apparato per la votazione...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  466   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  169    
    Hanno votato no   297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruocco 14.116.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ruocco 14.116 formulato dal relatore.

  CARLA RUOCCO. Signor Presidente, ritiriamo l'emendamento e lo presenteremo come ordine del giorno. Sottolineo che – perché vorrei comunque illustrarlo –, in pratica, questo emendamento è importantissimo, perché chiede un controllo diretto dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli su tutta la rete telematica cui sono collegati gli apparecchi da gioco. Quindi, di fatto, viene sancita la scomparsa delle famose società concessionarie e la gestione diretta dello Stato con grandissimi risparmi anche per l'Erario.

  PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento Ruocco 14.116 è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 14.117.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Mantero 14.117 formulato dal relatore.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, noi non ritiriamo l'emendamento. Anzi, mi chiedo il perché del giudizio negativo della Commissione e del Governo, in quanto si tratta di un emendamento molto semplice, che si prefigge semplicemente di separare le macchinette del gioco d'azzardo e le slot machine dai normali locali commerciali, cioè una cosa di banale Pag. 54logica. In Italia abbiamo 1 milione di giocatori patologici e 2 milioni di giocatori a rischio, e vi ricordo che il GAP, la patologia da gioco d'azzardo, è paragonabile a una vera e propria tossicodipendenza. Noi ci prefiggiamo adesso di curare i giocatori patologici inserendoli nei livelli essenziali di assistenza, però lasciamo sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni, in ogni momento, la tentazione delle macchinette, le slot machine e i gratta e vinci. Cioè, in questo momento è come se lo Stato vendesse la dose ai tossicodipendenti e poi si prefiggesse di curarli.
  Tra l'altro, vorrei anche ricordare che il guadagno dello Stato – che quest'anno è stato di 8 miliardi di euro – è praticamente zero, se consideriamo che gli 88 miliardi che sono stati spesi nel gioco d'azzardo vengono sottratti alla normale spesa dei cittadini, si tratta cioè di circa 1.300 euro a testa all'anno che vengono buttati nel gioco d'azzardo. Quindi, 1.300 euro vengono sottratti alla normale spesa per cui non portiamo la famiglia in vacanza o non cambiamo il computer e abbiamo un mancato gettito di IVA che si può calcolare in quasi 4 miliardi di euro. Poi, è stato stimato che il costo sociale, il costo necessario per la cura dei giocatori d'azzardo patologici, è circa di 5 miliardi di euro. Quindi, di cosa stiamo parlando ? In questo momento lo Stato ci rimette dal gioco d'azzardo. Quindi, vorremmo capire: oltre alle concessionarie delle slot machine e ai politici, che prendono i finanziamenti dalle concessionarie delle slot machine, chi ci guadagna ? Sicuramente non i cittadini.
  Quindi, questa mi sembra una cosa molto semplice: separiamo le slot machine dai normali locali commerciali, in modo da non lasciare costantemente sotto gli occhi dei giocatori, che sono per l'appunto equiparabili ai tossicodipendenti, la tentazione. Inoltre, questo sarebbe molto utile anche per prevenire il gioco d'azzardo «passivo» – se possiamo chiamarlo così – per i minori. Infatti, è stato dimostrato che vedere persone giocare influenza anche i minori. Quindi, se noi non separiamo dai locali commerciali, dalle tabaccherie e dai bar, e non confiniamo in locali limitati le macchinette per il gioco d'azzardo, i minori comunque saranno costantemente sottoposti a questa pressione. Quindi, chiediamo semplicemente la separazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Ginato. Ne ha facoltà.

  FEDERICO GINATO. Signor Presidente, volevo far notare che il contenuto dell'emendamento è pressoché già recepito nel testo, sempre al punto m) che dice: «individuazione dei criteri di riordino e sviluppo della dislocazione territoriale della rete di raccolta del gioco, anche sulla base di una revisione del limite massimo degli apparecchi da gioco presenti in ogni esercizio, della previsione di una metratura minima per gli esercizi che li ospitano e» – arrivo al punto – «della separazione graduale degli spazi nei quali vengono installati». Quindi mi pare sostanzialmente che i concetti espressi nell'emendamento siano già presenti nel testo.

  ANDREA CECCONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, non è proprio vero che le cose che chiediamo noi con questo emendamento sono già espresse alla lettera m), altrimenti non avremmo chiesto un emendamento proprio a questa lettera del comma 2. Perché in questo caso noi circoscriviamo esattamente come devono essere gli ambienti e non demandiamo al Governo di rivedere la questione secondo l'ampiezza, secondo i luoghi; noi chiediamo che siano chiusi e non visibili dall'esterno, e se questo nella lettera m) era già espresso, è bene che il deputato si rialzi e me lo dica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 55

  MASSIMO ENRICO BARONI. Sempre in questa materia e sempre sulla materia del «giocare con le parole», diversi anni fa un candidato Presidente, appunto, promise un milione di posti di lavoro. Quello che abbiamo è un milione di giocatori d'azzardo patologici, vediamo se non ha giocato con le parole. Qui c’è scritto: chiusi e separati, non visibili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 14.117, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  456   
   Votanti  454   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato sì  145    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Agostini ha dichiarato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 14.118.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, in questo caso invece abbiamo cercato di inserire qualcosa in più rispetto al testo, bisogna darcene atto, in quanto sempre nell'equilibrio delle persone che vanno a svolgere questi giochi d'azzardo e quindi sono in qualche maniera esposti alla dipendenza, esistono situazioni in cui l'intrattenimento attraverso il portare bevande, cibi, snack, far fumare nei locali dove si gioca e cose simili, aumentano la possibilità che si perda la percezione del passaggio del tempo e del contesto nel quale si sta giocando, perché il giocatore non riesce a distrarsi dal gioco. In questo caso nel testo della delega non c’è un accenno a questa tipologia di prescrizioni e quindi noi chiediamo al Governo e al relatore di rivedere questo loro parere, perché almeno introduciamo un'altra tematica che va sicuramente un po’ al di fuori dell'aspetto fiscale, ma rimane abbastanza generica da consentirne l'inserimento in delega.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, rispetto a quello precedente questo è molto più significativo; su quello precedente abbiamo votato a favore, però questo elemento, diciamo, della alterazione della percezione del contesto e del tempo è proprio un elemento classico del comportamento compulsivo nel gioco d'azzardo, di conseguenza noi siamo favorevoli e appoggiamo con convinzione l'emendamento auspicando che, appunto, poi nel decreto attuativo venga recepita questa necessità di limitare questo rischio a cui vengono esposti i cittadini che frequentano le sale gioco o i locali adibiti al gioco con denaro, con vincite in denaro. Grazie.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 17,30)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 14.118, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso, Ventricelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 56

   (Presenti  458   
   Votanti  457   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  316).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 14.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, con questo emendamento intendiamo fare in modo che ci sia un limite di macchinette da gioco nei vari paesi, proporzionato al numero degli abitanti. Logicamente chiediamo che non ci siano troppe macchinette in riferimento al numero degli abitanti, null'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 14.24, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rossomando, De Micheli, Antonio Martino, Giorgis, Casati, Ginoble, Gasbarra...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  460   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 143    
    Hanno votato
no  317).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 14.119.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo che venga istituito un tempo minimo tra una partita e l'altra: visto che il gioco ormai è diventato in molte sfaccettature espressione di un comportamento compulsivo, pensiamo che limitarne l'attuazione attraverso la limitazione delle giocate, quindi l'interposizione di un periodo temporale tra una giocata e l'altra, possa servire a renderlo un po’ meno compulsivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 14.119, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  C’è qualcuno che non riesce a votare ? Mi pare che abbiano votato tutti i colleghi. Dell'Orco... Provi a votare, onorevole Dell'Orco. Provi a togliere ... Perfetto. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  465   
   Votanti  464   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  323).    

  Ricordo che l'emendamento Miotto 14.35 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 14.39, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che non hanno votato ? No.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 57

   (Presenti  466   
   Votanti  465   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 138    
    Hanno votato
no  327).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 14.42.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, io vorrei porre l'attenzione dell'Aula su questo particolare che è abbastanza rilevante: ossia, chi contribuisce in Italia al problema del gioco patologico ? Contribuiscono tre categorie: sicuramente lo Stato, che in qualche maniera ottiene un flusso di tasse da questo gioco; sicuramente ne usufruiscono i concessionari, i quali ottengono utili da questo gioco e sicuramente ne usufruiscono i giocatori, che in gran parte... Ricordo che il payout è dell'ordine del 70 per cento e, quindi, la somma delle giocate che viene restituita ai giocatori, sebbene in forme discutibili, è dell'ordine del 70 per cento.
  Quindi, quello che noi diciamo è che è opportuno che non sia esclusivamente lo Stato a riempire questo Fondo di contrasto e di lotta alla ludopatia, insomma al gioco d'azzardo patologico, ma che contribuiscano tutte le categorie di beneficiari di quest'attività. Quindi, secondo noi è opportuno inserire questa specifica affinché il Governo possa, nel decreto legislativo, indicare chiaramente le quote parte, che secondo me devono essere equilibrate – un terzo, un terzo e un terzo –, dei soggetti che vanno a versare nel Fondo dedicato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 14.42, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Antimo Cesaro, Pilozzi, Giacomelli... Pilozzi ha votato. Giacomelli non lo so perché martella in piedi. È a posto. Ci sono altri colleghi che non hanno votato ? Nardelli, aspettiamo, e Leva, aspettiamo. Cardinale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  466   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato
 143    
    Hanno votato
no  323).    

  Ricordo che l'emendamento Miotto 14.43 è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Binetti 14.120.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, colleghi, questo emendamento che il Comitato dei nove e il Governo ci invitano in qualche modo a ritirare, aveva un obiettivo molto concreto e molto preciso. Noi sappiamo tutti quanti che la posizione dello Stato nei confronti del gioco d'azzardo presenta un comportamento sostanzialmente ambiguo. Da una parte, noi utilizziamo il gioco d'azzardo come una fonte di reddito, dall'altro, in qualche modo, noi cerchiamo di riparare al danno provocato attraverso l'investimento specifico nell'area, diciamo così, socio-sanitaria. Non a caso il decreto Balduzzi aveva inserito il gioco d'azzardo patologico nei livelli essenziali di assistenza. L'aver voluto inserire qui questo emendamento rappresentava un punto di congiunzione tra queste due diverse e contraddittorie – al punto tale che qualcuno le chiama schizofreniche – posizioni che si creano. Ora noi abbiamo un disegno di legge, anzi come è stato ricordato dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, abbiamo diversi disegni di legge, alcuni dei quali decisamente molto buoni e molto interessanti, che stiamo discutendo in Commissione affari sociali e che hanno come obiettivo specifico Pag. 58l'approccio riparativo-terapeutico al gioco d'azzardo. L'approccio di questo disegno di legge vuole essere di tipo regolamentatorio. Restano però due linee parallele che non comunicano fino in fondo tra di loro. Anche l'emendamento Causi, che abbiamo approvato poco fa e che è un emendamento sotto certi aspetti ampiamente comprensivo, riguarda però gli interventi che coinvolgono i sindaci e gli enti locali, la collocazione dei punti di gioco, ma non riguarda invece l'aspetto più drammatico, che tocca davvero la dimensione della patologia. Aver voluto mantenere questi due diversi approcci incomunicanti tra di loro costituisce un bias grave da parte dello Stato e da parte del Governo in questo momento. Ora noi eravamo totalmente consapevoli che non si poteva concentrare un intero disegno di legge, come quello con cui stiamo lavorando, in un puro e semplice emendamento, però ci sembrava che cercare dei punti di raccordo fosse un modo di conciliare la testa con il cuore, fosse un modo di conciliare l'aspetto economico del far soldi con l'aspetto, diciamo tra virgolette, me lo lasci dire, più socio-sanitario, che è quello di investire invece a favore dei pazienti, che non ci dimentichiamo noi stessi abbiamo in gran parte creato. Voglio soltanto dire un'ultima cosa, perché penso che molti colleghi tra quelli che vengono a Roma tutte le mattine probabilmente arrivando stamattina alla stazione Termini hanno trovato la stazione totalmente occupata da grande cartelli che dicono: «la stazione dei tuoi sogni; hai fatto il biglietto per i tuoi sogni ?» Di questo è piena zeppa la stazione e questo è in contrasto netto e preciso con alcune delle indicazioni contenute anche nel decreto Balduzzi, approvato nella precedente legislatura. Quindi, io sono molto dispiaciuta che questo decreto-legge stressi esclusivamente l'aspetto economico ed ignori invece passaggi molto più interessanti, che noi affronteremo certamente e li affronteremo insieme ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, insieme a tutti i colleghi presenti in Parlamento, però non sarebbe stato male se ci fosse stato un punto autentico di collegamento che avesse dimostrato che lo Stato ragiona con una stessa testa e con uno stesso cuore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per richiamare l'attenzione su questo intervento svolto dalla collega Binetti, per aggiungere che, forse, più che di riabilitazione dei soggetti affetti da gioco d'azzardo patologico e dei loro familiari, conviene che noi facciamo il punto sulla condizione educativa che oggi è in campo nel nostro Paese.
  Vorrei segnalare che, poco meno di 60 anni fa, la trasmissione di punta della RAI era Lascia o raddoppia ?. Si poteva vincere un premio in denaro: dopo cinque puntate, 5.125.000 lire, ma bisognava sapere qualcosa ! Bisognava sapere qualcosa di qualche materia particolare, che poteva spaziare dal teatro alla lirica, alla musica classica, allo sport, all'astronomia, alla fisica, qualcosa. Il che presupponeva una competenza specifica: c'era chi si presentava perché immaginava di conoscere perfettamente la Divina Commedia a memoria. Bene, a distanza di quasi 60 anni, la trasmissione di culto in prima serata è Il gioco dei pacchi. Che cosa significa Il gioco dei pacchi ? Il messaggio che si dà alle famiglie, a chi guarda la TV alle ore 20.30, non è riferito al fatto che si deve sapere qualcosa su una materia specifica, ma si dà l'indicazione: se trovi il pacco giusto, hai dato la svolta alla tua vita.
  Quindi, è evidente che i messaggi, non tanto subliminali, diretti, che noi diamo alle nostre famiglie, sono messaggi devastanti. Si tratta di fare un'azione in profondità, che non mi pare possa essere affrontata in termini di disegni di legge. Vi sono comportamenti collettivi ed individuali che debbono essere rimessi in campo. Diversamente, è evidente che un Paese disperato si affida al gioco d'azzardo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

Pag. 59

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, colleghi deputati, in merito a questo emendamento, noi voteremo a favore. Abbiamo già analizzato attentamente le due proposte di legge in Commissione affari sociali della collega Binetti, che vanno, probabilmente, per l'80 per cento, nella nostra stessa direzione. In questo caso, l'emendamento è sacrosanto ed è collegato a quell'altro emendamento che ci avete bocciato, quello relativo agli spazi che devono essere compartimentati e rigorosamente separati, analogamente alla normativa sul fumo. Infatti, noi prevediamo che il minorenne, se accompagna la mamma e questa si ferma a giocare alla slot machine o alla videolottery, ovviamente possa infilare il ditino o possa comunque avere una sorta di imprinting fin da piccolo, così come molti hanno avuto l’imprinting del McDonald's in questa generazione, e quindi tornano a mangiare quella roba.
  Quindi, noi voteremo a favore; ci dispiace che non sia stata data la stessa sensibilità all'emendamento a prima firma Mantero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, onestamente, non riusciamo a capire proprio la scelta della Commissione, il perché cassare questo emendamento. In definitiva, cosa si dice ? È un'indicazione che si dà al Governo, perché non siamo neanche in sede decisionale legislativa. L'indicazione è di adottare misure finalizzate alla tutela, alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione dei soggetti affetti da gioco patologico e dei loro familiari.
  Cosa vi è di negativo, cosa vi è di male, cosa vi è di impossibile da essere recepito dalla Commissione ? Noi invitiamo la Commissione a rivedere la sua posizione e comunque voteremo a favore dell'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Miotto. Ne ha facoltà.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, il contenuto di questo emendamento è certamente condivisibile, tanto è vero che le misure per la prevenzione, la cura e la riabilitazione dei soggetti affetti da gioco d'azzardo patologico e dei loro familiari, nonché la protezione dei minori e dei soggetti vulnerabili, rappresenta, come la collega sa senz'altro, un livello essenziale di assistenza.
  E questa è la grande innovazione introdotta l'anno scorso con il decreto Balduzzi. Il decreto prevedeva il rinvio dell'aggiornamento dei livelli essenziali con un decreto ministeriale, cosa che è avvenuta, come i colleghi sanno. Siamo solo in attesa che questo decreto di aggiornamento dei LEA, comprendente quindi il GAP, sia approvato dal MEF. Quindi ritengo che sia corretta la richiesta del Presidente della Commissione di ritirare l'emendamento, in quanto la norma c’è già.

  PRESIDENTE. Do ora la parola al presidente Capezzone. Ha chiesto di intervenire anche il deputato Gigli, a cui però dovrei dare la parola a titolo personale. Semmai parlerà dopo. Sentiamo il presidente della Commissione, nonché relatore, Daniele Capezzone. Prego.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signora Presidente, intervengo in realtà per ringraziare l'onorevole Miotto, che ha chiarito benissimo il tema. Le preoccupazioni espresse dalla collega Binetti sono assolutamente condivisibili, ma appositamente per tutto ciò che riguarda la parte sanitaria, di prevenzione e così via, noi facciamo esplicito richiamo e rinvio a un provvedimento che già c’è, il decreto Balduzzi. Quindi, noi qui ci limitiamo agli aspetti fiscali e organizzativi. Per tutto ciò Pag. 60che attiene alla parte sanitaria e di assistenza richiamiamo esplicitamente una norma. Morale: questo vuol dire che tutti gli interventi normativi e amministrativi che si fanno sul terreno fiscale devono tenere conto della parte sanitaria, e ogni intervento normativo e amministrativo sulla parte sanitaria è assolutamente compatibile con questo provvedimento. Questo è il motivo per il quale abbiamo chiesto il ritiro di un principio di cui pure condividiamo l’intentio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli Ne ha facoltà, per un minuto.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che se fosse vero, come spero, quello che sta dicendo il relatore, non saremmo qui effettivamente a discutere su questo emendamento, che vuole fare esattamente questo: raccordare – insisto – un provvedimento come questo con quello che si sta cercando di fare, anche in Commissione affari sociali, per dare una risposta in termini sanitari. Quindi esprimo il mio personale sostegno a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Binetti 14.120, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Leva, Bressa, Folino, Paola Bragantini, Molteni, Giulietti, Vitelli...Giulietti ancora non riesce a votare. Non so se c’è bisogno di un tecnico. No, adesso ha votato. Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  456   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 177    
    Hanno votato
no  279).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Balduzzi 14.128, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Ventricelli, Leva, Lo Monte, Lattuca...ha votato. Ci sono altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  460   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 165    
    Hanno votato
no  295).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Binetti 14.122.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Signor Presidente, anzitutto vorrei sottolineare che la marea di emendamenti sull'articolo 14 ci danno veramente la misura della sensibilità e – mi permetto di dirlo – della follia che c’è in questo Paese sull'azzardo, che negli ultimi anni è cresciuto in maniera straordinaria. È un fatto – mi permetto di sottolinearlo – che il decreto Balduzzi resti inapplicato ed è un drammatico fatto che l'esito della pubblicità sull'azzardo non generi serenità nelle famiglie né condivisione nella società, ma egoismo e troppo spesso disperazione.
  Con l'azzardo non c’è in gioco un beneficio per la società, ma una vera e propria apatia, una vera e propria malattia e il compito del Governo e del Parlamento è di curare prima e sradicare poi, non certo di accettarne la propagazione. Perciò l'incremento – come chiede questo Pag. 61emendamento – di punizioni nei confronti di coloro che non rispettano le leggi credo che sia davvero sacrosanto al fine di sradicare questo male che è l'azzardo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Binetti 14.122, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, Tabacci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  460   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 170    
    Hanno votato
no  290).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 14.129.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, colleghi deputati, leggo con precisione – perché magari qualcuno non sta seguendo i lavori d'Aula ed è abituato a delegare qualsiasi cosa, tranne i propri fatti personali –: «introduzione del divieto della propaganda pubblicitaria, in qualsiasi forma diretta o indiretta, dei giochi anche accessibili on line che prevedono vincite in denaro e di qualsiasi altra forma di gioco d'azzardo o scommessa anche connessa a competizioni sportive a livello comunale, regionale o nazionale, rafforzando al contempo il monitoraggio, il controllo e la verifica del rispetto e dell'efficacia del divieto previsto dalla presente lettera, con particolare riguardo all'obiettivo della tutela dei minori».
  Vorremmo sapere se qui stiamo cercando veramente di mettere fine al gioco d'azzardo o se qualcuno sta tentando di fare il doppio gioco o il gioco delle tre carte. Nella precedente legislatura la deputata Garavini e un numero consistente di altri deputati hanno presentato una proposta di legge, l'atto Camera n. 5048, in cui l'articolo 6 prevede il divieto di ogni forma diretta e indiretta di pubblicità, realizzata in qualsiasi forma, volta a favorire l'accesso al gioco d'azzardo. La stessa deputata è prima firmataria anche della proposta di legge atto Camera n. 1068, presentata in questa legislatura, ma che prevede norme meno efficaci e di difficile attuazione in quanto recita: «Sono vietati i messaggi pubblicitari su giornali, riviste, pubblicazioni, durante le trasmissioni televisive e radiofoniche, rappresentazioni cinematografiche e teatrali nonché via Internet, concernenti giochi con vincite in denaro, tali da indurre alla reiterazione, alla compulsività e in grado di produrre nei soggetti vulnerabili forme di dipendenza da gioco d'azzardo patologico».
  Cosa ha indotto la deputata Garavini e gli altri cofirmatari di entrambe le proposte a cambiare idea in modo così evidente rispetto al divieto di propaganda pubblicitaria dei giochi d'azzardo ? Facciamo presente che anche il deputato Fucci, in questa legislatura, ha presentato una proposta di legge in materia di divieto di propaganda del gioco d'azzardo.
  Ci domandiamo quali sarebbero i criteri per decidere quali dei messaggi pubblicitari siano tali da indurre alla reiterazione, alla compulsività e ancor di più a produrre essi stessi forme di dipendenza dal gioco d'azzardo patologico. Ciò che crea dipendenza non sono i messaggi pubblicitari, ma il gioco d'azzardo e non capiamo il senso di questa norma proposta dalla deputata Garavini in questa legislatura. Non si parla di pubblicità ingannevole, di messaggi che inducono a credere che il gioco sia un mezzo per risolvere i propri problemi economici o che la fortuna sia dietro l'angolo o che giocare sia un segno di superiorità sociale o anche che Pag. 62il non giocare sia una condotta stigmatizzabile. Allo stesso modo, vincolare il Governo a varare norme che assicurano il solo rispetto della normativa vigente e delegarlo al riordino, senza ulteriori indicazioni, della normativa in materia non lo riteniamo sufficiente. Se riconosciamo che il gioco d'azzardo, al pari dell'alcol e del tabacco, crea dipendenza, dobbiamo trattarlo, in materia di pubblicità, allo stesso modo, ossia con la proibizione di ogni forma di pubblicità, ed è questo che vogliamo realizzare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Garavini. Ne ha facoltà.

  LAURA GARAVINI. Signora Presidente, intervengo dal momento che il collega Baroni mi ha chiamato in causa e dal momento che le sue valutazioni sono senz'altro condivisibili. Sono così condivisibili che approfitto dell'occasione per intervenire e per fargli presente che proprio quanto da me richiesto nell'emendamento è quanto è già stato recepito in sede di decreto Balduzzi, la legge del decreto n. 158 approvata nella precedente legislatura. Mi piace citargli, in modo tale da tranquillizzarlo: «Sono vietati i messaggi pubblicitari concernenti il gioco con vincite in denaro nel corso di trasmissioni televisive o radiofoniche o di rappresentazioni teatrali o cinematografiche rivolte prevalentemente ai giovani. Sono altresì vietati messaggi pubblicitari...» e così via. Quindi, semplicemente, per fare riferimento al collega: quanto appunto espresso è condivisibile; è chiaro che poi non è che possa essere nel dettaglio, ma non dimentichiamo che stiamo affrontando anche una delega e dunque non va esattamente nel cavillo.
  Inoltre, mi preme informarlo del fatto che come Partito Democratico stiamo appunto presentando anche un ordine del giorno, a firma Carnevali, in modo tale che i regolamenti attuativi del decreto Balduzzi possano entrare e possano essere predisposti dal Governo quanto prima. Dunque, l'auspicio è che anche il MoVimento 5 Stelle possa a sua volta, nella sua complessità, sottoscrivere questo ordine del giorno e l'invito al Governo è a farlo proprio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cecconi. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ANDREA CECCONI. Signor Presidente, visto che la deputata Garavini ci ha richiamato in causa: il decreto Balduzzi, n. 158 del 2012, non prevede proprio quello che viene espresso col nostro emendamento, perché noi prevediamo che la totalità della pubblicità sul gioco d'azzardo non possa essere fatta (TV, giornali, teatri e cinema), mentre col decreto Balduzzi veniva precisato che non doveva essere fatta nei 30 minuti antecedenti gli spettacoli per i minori e a tutela dei giovani. Ma noi non vogliamo solo tutelare i giovani, ma anche gli adulti che al gioco d'azzardo ci giocano in questo momento e sono tanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi vediamo tutti i giorni lo spettacolo che TV e giornali ci danno sui giochi d'azzardo. Le pubblicità sono scandalose. Non si può assolutamente prevedere che per il tabacco non si possa fare pubblicità, mentre per il gioco d'azzardo è previsto fare la pubblicità, purché non sia nei 30 minuti precedenti o successivi i programmi per i minori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, anch'io per precisare che non si tratta affatto di un cavillo, ma la pubblicità ingannevole che viene fatta per il gioco d'azzardo in cui si dice «ti piace vincere facile», «turista per sempre», «diventa milionario» è proprio la leva che si fa sulle fasce più deboli che sono quelle più attaccate dal gioco d'azzardo per portarle Pag. 63a giocare ancora di più. Quindi, quello che noi chiediamo, come diceva giustamente il mio collega, è il divieto totale della pubblicità del gioco d'azzardo, esattamente come le sigarette. E chiediamo alla collega Garavini e anche al PD che, invece di presentare un ordine del giorno che sappiamo vale meno della carta su cui è scritto, votino il nostro emendamento per vietare la pubblicità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, per invitare i colleghi a valutare un fatto. Ora c’è questo emendamento, ce n’è un altro in materia di pubblicità, ma vorrei segnalare che c’è un emendamento, che pure va in una direzione di principio di precauzione, al quale il relatore e il Governo hanno dato parere favorevole ed è l'emendamento Causi 14.121. Mi permetto, quindi, di invitare i colleghi ad essere rassicurati. C’è un parere contrario su questo emendamento e sul successivo, ma c’è un parere favorevole all'emendamento Causi 14.121 fra tre voti che ha, comunque, un approccio di cautela e di precauzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, prendiamo di buon auspicio l'invito del presidente della Commissione finanze Capezzone e speriamo in un voto favorevole del prossimo emendamento, rimarcando, però, che pubblicizzare il gioco come è pubblicizzato adesso, è veramente un atto vergognoso in quanto noi sappiamo bene che lo Stato ha bisogno di giochi pubblici per togliere alla criminalità il gioco di contrabbando, tuttavia pensiamo che utilizzare la pubblicità in questo modo sia addirittura controproducente, sia per lo Stato che per tutti i cittadini, e sia soprattutto dannoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, solo per una precisazione, perché l'emendamento Causi 14.121 a cui faceva riferimento il deputato Capezzone in realtà, collega, fa riferimento solamente ai giochi on line, alla pubblicità dei giochi on line, che non hanno niente a che vedere con i giochi d'azzardo in genere a cui facevamo riferimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, per un'ulteriore riassicurazione, cioè, oltre all'emendamento Causi 14.121 rispetto al quale c’è il parere favorevole della Commissione e del Governo, c’è anche l'emendamento Basso 14.100 che non è evidentemente riferito solo all’on line e rispetto al quale ci siamo rimessi all'Assemblea. Da questo punto di vista, quindi, possiamo rassicurare i colleghi che, anche votando contro questo emendamento ed il prossimo, non ci precludiamo affatto degli interventi fra due e fra tre voti ispirati ad un principio di precauzione, ma pur sempre in una direzione liberale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

  GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, ringrazio tantissimo il presidente Capezzone per averci comunicato questa decisione che apprezziamo riguardo all'emendamento Basso 14.100, però non riesco ad avere, cosa che avevo chiesto anche in Commissione, una spiegazione Pag. 64del motivo per cui non si vuole introdurre il principio che obbligherà il Governo nei decreti legislativi a vietare tutta la pubblicità sui giochi d'azzardo patologici. Almeno vorrei sapere il perché, cioè vorrei sapere che cosa dobbiamo preservare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, visto che siamo in sede di voto e non di rassicurazioni, inviterei il presidente, piuttosto che a rassicurare, a invitare a votare l'emendamento, piuttosto che rassicurare su voti che ci saranno su successivi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 14.129, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moretti... Gregori... Cominardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  453   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Verini ha segnalato di aver erroneamente votato a favore e che avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 14.123.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, a scopo cautelativo abbiamo formulato l'emendamento in diverse forme. Questa è una di quelle che preferirei leggere: «introduzione del divieto assoluto di pubblicità per i giochi d'azzardo patologico e per i giochi che possono indurre comportamenti compulsivi dannosi per la salute» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 14.123, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia... Dambruoso.... Gribaudo.... Pastorino.... Nesi... Carrescia....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  448   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 142    
    Hanno votato
no  306).    

  (Il deputato Rosato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Basso 14.100. Se ho ben compreso sull'emendamento Basso 14.100 il relatore e il rappresentante del Governo hanno dichiarato di rimettersi all'Assemblea....

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signor Presidente, per una ragione. A nostro Pag. 65avviso l'oggetto del problema è già regolamentato nel decreto-legge cosiddetto Balduzzi. Tuttavia comprendiamo lo spirito con cui la cosa è stata proposta e, quindi, la Commissione si rimette assolutamente alla decisione dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Basso. Ne ha facoltà.

  LORENZO BASSO. Signor Presidente, comprendo la delicatezza di questo emendamento e ringrazio perciò il relatore e il Governo di aver la voluto rimettere il voto all'Assemblea. Lo dico perché in questa discussione che abbiamo fatto oggi sull'articolo 14, abbiamo visto, e abbiamo dato il segnale in quest'Aula, che vogliamo finalmente cambiare rotta. Il testo che abbiamo fatto non è ancora il testo che molti deputati dell'intergruppo, più di cento deputati e senatori di tutti i gruppi politici, avrebbero voluto. Però è un testo che è migliorato per il lavoro che hanno fatto i commissari della Commissione finanze e per il lavoro che è stato fatto in quest'Aula.
  Ritengo che questo miglioramento dobbiamo apprezzarlo anche rispetto a quelle che erano le nostre ambizioni. Molti di noi – lo dico con chiarezza – avrebbero voluto un divieto totale della pubblicità, ma siamo convinti che in questo momento serve un miglioramento della situazione esistente per cambiare e per dare il segnale vero che si sta cambiando.
  Questo emendamento va in questa direzione senza chiedere un divieto totale, ma chiede il divieto per quelli che sono due settori maggiormente a rischio, per le fasce più deboli, cioè i minori. Infatti l'emendamento chiede appunto di estendere il divieto di ogni forma di pubblicità per tutte le fasce protette, estendendo, quindi, quello che già era presente nel decreto-legge cosiddetto Balduzzi.
  È ovviamente una richiesta forte, ma è una richiesta che va a tutela, in particolare, dei minori. Poi, l'emendamento chiede il divieto per tutta la pubblicità che promuove giochi compulsivi. Non è il divieto per la schedina o per la lotteria di Capodanno, ma per tutti quei giochi che sono scientificamente studiati per essere compulsivi e, quindi, per portare dipendenza a tutte quelle persone che già sono più fragili e possono risentire maggiormente della compulsività e, quindi, possono cadere in maniera più facile all'interno di quella patologia che è, appunto, il gioco d'azzardo patologico, che oggi molti miei colleghi, di tutti i gruppi, hanno spiegato.
  Per questo, io chiedo all'Aula, attraverso di lei, Presidente, di votare a favore di questo emendamento, che va a sancire quelli che sono due principi fondamentali della nostra Costituzione: una forte tutela dei minori e la tutela della salute pubblica. Io credo che, se approviamo questo emendamento, riusciamo veramente a fare un passo in avanti, un miglioramento verso una definizione, che non è preclusa a quest'Aula, di miglioramento continuo, ma che già potrà fare la differenza per due fasce sociali: per quella più debole, che è quella più esposta al gioco d'azzardo patologico, e, soprattutto, per quella che sta a cuore a tutti, che è quella dei minori. Chiedo, quindi, ai colleghi di votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, intervengo per annunciare che voteremo a favore di questo emendamento, anche se esso non è per il contrasto totale della pubblicità del gioco d'azzardo, ma solo parziale, come diceva il collega; comunque, è già un passo avanti.Pag. 66
  Io vorrei domandare all'onorevole Capezzone e alla Commissione perché abbiano tutta questa difficoltà a fare il purché minimo passo per contrastare il gioco d'azzardo – che, ricordo, riguarda potenzialmente tre milioni di giocatori patologici, – per andare, almeno una volta, a favore dei cittadini. Mi chiedo se, forse, sono preoccupati perché le concessionarie, poi, non gli finanzieranno più la campagna elettorale. È, forse, per quello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, onestamente, su questo emendamento, abbiamo letto nelle parole del relatore, dell'onorevole Capezzone, un'apertura significativa, perché, nel momento in cui la Commissione si rimette all'Aula e ne chiede un'eventuale soppressione di una parte limitata – mentre noi, invece, riteniamo che sia giusto che l'emendamento rimanga nel suo complesso, come ha spiegato, rappresentato positivamente l'onorevole Basso –, penso che questa sia un'apertura che il Parlamento, che la Camera debba recepire nella sua pienezza, approvandolo. Questo, infatti, va anche a rappresentare, magari simbolicamente, il lavoro che molti deputati, alcuni deputati, dell'intergruppo – che è un gruppo di deputati, lo ripeto, trasversale – stanno cercando di portare avanti, portando avanti le istanze che sono provenute dalla società civile, con richieste pressanti, che abbiamo tradotto in proposte concrete. Per questo, il sottoscritto, come l'onorevole Quaranta e il gruppo di SEL, abbiamo condiviso l'emendamento Basso 14.100 e chiediamo a tutti di appoggiarlo e di condividerlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo emendamento, come abbiamo votato altri emendamenti che miravano a limitare la pubblicità per quanto riguarda i giochi con vincite. Indubbiamente, mi sembra una cosa un po’ particolare, anche se genera discussione, la parte finale, quando si dice: «(...) e, sempre, per i giochi con vincita in denaro che inducono comportamenti compulsivi». A mio avviso, qualsiasi gioco di scommessa con vincita in denaro può comportare comportamenti compulsivi, perché ci sono stati casi di persone che sono entrate nei problemi della ludopatia anche con il lotto, con il Superenalotto, anche semplicemente con il «Gratta e Vinci», perché uno gioca e, immediatamente dopo, se perde, prende altre vincite.
  Dunque, si dovrebbe dire: «(...) i giochi con vincita di denaro», e non serve neanche dire: «che inducono comportamenti compulsivi» perché, se c’è una vincita in denaro, tutti i giochi, quale più, quale meno, possono portare a questo rischio. Questa piccola frase che è stata inserita in questo emendamento non vorrei che fosse un cavallo di Troia per permettere di levare tantissime tipologie di giochi dalla normativa che vieta la pubblicità in ogni caso perché, in questo modo, si andrebbe a vanificare la portata di questo emendamento e si andrebbe semplicemente a dire, esclusivamente, solo per le fasce protette, e basta. Almeno siano chiari, perché, se è un gioco con scommessa è un gioco che può, potenzialmente, essere compulsivo. Piuttosto che niente, votiamo anche questo emendamento.

  PRESIDENTE. Il testo dell'emendamento che metteremo in votazione, lo dico per i prossimi interventi, è il testo integrale, perché non c’è più la riformulazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signora Presidente, il collega Basso, che peraltro è il capogruppo dell'intergruppo che si occupa proprio del gioco d'azzardo e quindi, in qualche modo, ha anche presente tante diverse sensibilità e, soprattutto, tante diverse modalità di Pag. 67affrontare positivamente questo problema, suggerisce con questo emendamento una cosa molto piccola, molto semplice; suggerisce qualcosa come un pubblico riconoscimento o anche un sostegno, ma soprattutto un pubblico riconoscimento, a coloro che per un certo numero di anni si impegnano a non installare macchine. Cosa vogliamo immaginare ? Un bollino che dica: qui dentro non si gioca; è così semplice la richiesta che si pone, ma a livello dell'opinione pubblica di un territorio può risultare un deterrente così facile. Il costo di questo emendamento rispetto al valore che sotto il profilo culturale, ma anche dal punto di vista delle famiglie, dal punto di vista delle persone può avere, è talmente sproporzionato – è talmente sproporzionato cioè il vantaggio rispetto al costo – che non si capisce per quale ragione ci debba essere un parere negativo, laddove, io insisto, dobbiamo fare un grosso lavoro culturale per fare da deterrente perché la gente non entri nemmeno nel luogo a giocare. Infatti, sappiamo quanto la condizione di rischio si presenta proprio nel momento in cui una persona entra e viene esposta, anche davanti alla banalizzazione della sollecitazione che il gioco propone. Non chiede altro che un pubblico riconoscimento che, a mio avviso, può anche essere un adesivo dove si dice che questo locale è un locale che, in qualche modo, ha detto no al gioco per dire di sì ad altre forme di socializzazione, ad altre forme, anche, di coinvolgimento delle risorse vive del luogo a favore, non solo delle fasce protette, ma di tutti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signora Presidente, colleghi deputati, mi fa piacere che oltre alla deputata Garavini abbiamo un altro proponente di una legge che propone il divieto totale e completo in norma di divieto della pubblicità dei giochi con vincita in denaro e disciplina dell'autorizzazione all'esercizio dei medesimi, in quanto Basso, Speranza, Mariastella Bianchi, Bonafede, Borghi, Braga, Carbone, Carocci, Carrescia, Causi, Fiorio, Giacobbe, Lodolini, Manzi, Marchetti, Mariani, non so se sono tutti presenti, possono rispondere i presenti, Mosca, Nicoletti, Pastorini, Rampi, Rosato, Tullo e Vazio, all'articolo 2 propongono: «Divieto di propaganda pubblicitaria: è vietata la propaganda pubblicitaria sotto qualsiasi forma diretta e indiretta dei giochi che prevedono vincite in denaro», e sia il committente del messaggio pubblicitario sia il proprietario del mezzo con cui il medesimo messaggio pubblicitario è diffuso sono addirittura puniti con una sanzione amministrativa...

  PRESIDENTE. La ringrazio, ha esaurito il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signora Presidente, insistiamo su questo argomento della pubblicità, perché non so se ci rendiamo conto che un Parlamento che non interviene in maniera decisa nel limitare la pubblicità dei giochi d'azzardo, è un Parlamento gravemente responsabile, ed è un Parlamento che non ha il diritto di lamentarsi quando il Governo si arroga molto più potere di quello che dovrebbe avere.
  Di fatto, vorrei anche dire che la legalizzazione del gioco d'azzardo non è stata effettuata per lucrare con il gioco d'azzardo, ma solo e semplicemente per limitare, laddove poi effettivamente ci sia riuscita, il gioco clandestino, quindi un'azione ben diversa. Dico ancora che non votare questo emendamento è l'ennesimo atto immorale che compie questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Basso 14.100, sul quale la Commissione e il Governo si rimettono all'Assemblea.Pag. 68
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Vezzali, Toninelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  443   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 434    
    Hanno votato
no    9).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Causi 14.121, su cui il Governo e la Commissione hanno espresso parere favorevole, con una riformulazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, questo emendamento contiene onestamente un livello di ambiguità. Infatti, prevede la limitazione della pubblicità riguardante il gioco on line e poi si sottolinea: «specie ove praticato da soggetti che non conseguono concessione statale di gioco». Noi siamo per limitarla, punto. Non si riesce a capire perché... Io penso che ci sia anche qualche cosa dal punto di vista normativo poco corretto, perché i soggetti o sono tutti abilitati alla pubblicità o nessuno lo è, o comunque tutti sono soggetti a dei limiti e non perché se è statale va bene.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Causi 14.121 accettano la riformulazione proposta dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Causi 14.121, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Gelmini, Ventricelli, Giammanco, Carocci, Gutgeld, Bonaccorsi, Miccoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  418   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 418).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Miotto 14.54, su cui la Commissione ed il Governo hanno espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Miotto. Ne ha facoltà.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, avrei preferito naturalmente che fosse espunta tutta la seconda parte, perché io ritengo che sia molto riduttivo pensare di aiutare i giocatori patologici che accedono all'idea di misure di autoriduzione e di autolimitazione già sperimentate in Francia, in Svizzera, attraverso una sorta di black list. La ritengo per nulla efficace, insomma. Quindi, avrei preferito che fosse espunta tutta la seconda parte, e tuttavia capisco che il relatore deve tener conto dell'equilibrio complessivo di questo articolo 14 e quindi accetto la riformulazione: «anche basato su (...)».

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, in merito a questo emendamento noi sinceramente ci siamo confrontati con la Commissione finanze, ma non abbiamo capito sostanzialmente la ragione di fondo di questa richiesta anche a fronte dei molti emendamenti che noi avremmo sposato, come l'emendamento sulla deflazione, su cui si delega al Governo, che l'onorevole Miotto però ha ritirato. C'era un emendamento della soppressione in materia di deflazione del contenzioso. Pag. 69Quindi noi voteremo «no», ma non per fare un dispetto all'onorevole Miotto che era sulla migliore delle strade, ma perché non abbiamo capito l'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Scusate, io chiedo che venga ritirato l'emendamento, in quanto questa è una grandissima conquista, non solo nostra, del MoVimento 5 Stelle, che l'abbiamo portato nel comitato ristretto, ma per tutti, perché questo registro non vuole essere altro che uno strumento per le persone afflitte dal gioco che continuano a giocare, che magari in un momento di lucidità, magari sporadico, decidono di non giocare mai più. E questo si potrà fare quando logicamente verranno istituiti dei meccanismi atti a riconoscere il giocatore. Quindi, è uno strumento fondamentale per riuscire a far dire basta a chi decide di dire basta in un momento di lucidità. È assolutamente importante che non venga toccato il comma di questo articolo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 14.54, nel testo riformulato, con parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Marzano, Lotti, Fioroni, Carrescia, Santerini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  425   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 324    
    Hanno votato
no  101).    

  (Il deputato Rotta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Basso 14.101, su cui è stato espresso un parere favorevole dalla Commissione e dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Basso 14.101 accetta la riformulazione proposta dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Basso 14.101, nel testo riformulato, con parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Leva, Fanucci, Damiano, Molea, Bombassei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  450   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 449    
    Hanno votato
no    1).    

  Passiamo all'emendamento Pesco 14.124.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Pesco 14.124, formulato dal relatore.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, lo ritiriamo, in quanto già assorbito.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marco Di Stefano 14.56.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Marco Di Stefano 14.56, formulato dal relatore.

  MARCO DI STEFANO. Signor Presidente, ritiro l'emendamento e lo trasformo in ordine del giorno, come suggerito dal relatore.

Pag. 70

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 14.102.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Franco Bordo 14.102, formulato dal relatore.

  FRANCO BORDO. Signora Presidente, non ritiriamo l'emendamento; si vuole introdurre nell'ambito della delega fiscale al Governo una riforma, come quella del settore dell'ippica, o meglio una riforma, così richiesta dal mondo dell'ippica, comparto di oltre 60 mila addetti, che chiede che il Parlamento legiferi quanto prima sulla materia. Però non soltanto affrontando la questione fiscale, cioè quella nell'ambito delle scommesse, dal momento che, in Commissione agricoltura, abbiamo avuto audizioni con tutti i soggetti che operano e che ci hanno formulato proposte, ci hanno portato anche idee, ci hanno suggerito proposte di legge.
  La Commissione agricoltura è entrata nel merito, si è attivata ed è in fase di comitato ristretto per addivenire ad un testo unico e ad una proposta di legge di riforma del comparto. Non si riesce onestamente a capire le ragioni (o meglio, le si riesce a capire) della volontà del Governo di esautorare il Parlamento da questa partita, che è una partita importante, e soprattutto di ridurla alla questione fiscale, alla questione della gestione delle scommesse.
  Noi riteniamo che l'ippica abbia bisogno di un rilancio complessivo, che non guarda soltanto al mondo del gioco, della scommessa, ma anche al mondo dello sport, al benessere dell'animale, allo sviluppo sociale di questo sport: come altri Paesi europei hanno fatto, e ne hanno tratto dei benefici da un punto di vista non soltanto fiscale, tramite le scommesse, ma anche economico-sociale.
  Noi pensiamo che tutto ciò non possa essere fatto tramite una delega fiscale, tant’è che la Commissione agricoltura aveva proposto un parere condizionato. Il parere condizionato è stato respinto dalla Commissione, è stato respinto dal Governo: parere condizionato che indicava qualche barlume di proposta aggiuntiva rispetto a quanto previsto dalla delega stessa. Noi pensiamo che costituire la Lega ippica, così come è stato indicato, vuol dire che essa diventerà un soggetto esattore del Governo, un braccio fiscale: non diventerà il soggetto invece del rilancio dell'occupazione e del mondo, e anche del piacere dello sport ippico e degli sport equestri nel nostro Paese.
  Per cui, proponiamo di soprassedere e di sopprimere la lettera u), che prevede, appunto, la delega al Governo in materia di istituzione della Lega ippica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 14.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonafede, Scalfarotto... C’è qualcuno che non riesce a votare ? Non vedo mani alzate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  445   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  309).    

  (il deputato Losacco ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Franco Bordo 14.105. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro, formulato dal relatore.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, l'emendamento, appunto, è conseguente al voto che abbiamo espresso. Nel momento in cui non si è voluto rinunciare alla Pag. 71delega al Governo, noi proponiamo un emendamento sostitutivo della lettera u) in modo tale, appunto, in cui proponiamo una struttura e già indichiamo al Governo come operare nel decreto attuativo nell'istituzione, non tanto di una Lega ippica, ma di un'agenzia di promozione, sviluppo e tutela dell'ippica, perché riteniamo che, appunto, il comparto abbia bisogno di rilancio, sostegno, sviluppo e tutela del settore dal punto di vista zootecnico e sociale, perché si possa garantire autonomia tecnico-gestionale ed economica grazie alla raccolta delle scommesse e con la gestione delle manifestazioni agonistiche.
  Sarò breve, però vorrei dire, appunto, che SEL propone un modello, di conseguenza, di riforma dell'ippica che non è una delega in bianco al Governo che ci lascerà, presumo, molto insoddisfatti. Il modello è quello, appunto, dell'agenzia, sotto la sorveglianza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che punta all'organizzazione e alla programmazione agonistica di eventi e di manifestazioni ippiche, all'attività di controllo antidoping e di genetica, alla pianificazione dei giochi e delle scommesse, al monitoraggio e controllo della raccolta delle stesse, tali da consentire autonomia finanziaria all'ippicoltura nazionale per il raggiungimento di elevati standard qualitativi e la conseguente salvaguardia occupazionale dell'intera filiera nonché il sostegno del Fondo previdenziale e assistenziale degli operatori.
  Onorevoli colleghi, vi invitiamo ad approvare questo emendamento, in modo tale da dare un'indicazione solida e concreta al Governo, altrimenti avremo, penso, dei passaggi amari, tant’è che la Commissione di cui mi onoro di fare parte ha dovuto prendere atto, con rammarico, della bocciatura del suo parere in cui chiedeva, appunto, la puntualizzazione rispetto all'applicazione di quanto previsto in materia di Lega ippica dal Governo stesso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 14.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso... Dambruoso ha votato. Ci sono colleghi che non hanno votato o non riescono a votare ? Mi pare di no.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  439   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
  55    
    Hanno votato
no  384).    

  Passiamo all'emendamento L'Abbate 14.125.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 14.103. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  FRANCO BORDO. No, Signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, questo riguarda sia la questione del mondo dell'ippica e della possibilità di rilancio dei nostri ippodromi e anche la questione, che abbiamo affrontato prima, del gioco d'azzardo e della ludopatia. Allora, prevedere in modo esplicito – e sottolineo in modo esplicito – che nei nostri ippodromi possano essere previsti altri giochi pubblici oltre alla scommessa ippica va proprio verso uno di quei rischi di cui parlavo prima e che tanti operatori Pag. 72del mondo dell'ippica ci hanno chiesto di scongiurare, cioè quello di trasformare i nostri ippodromi, che senza dubbio stanno vivendo un momento di difficoltà e di crisi, ma sono difficoltà e crisi che devono essere affrontate con altre metodologie, con altri sostegni, con altre indicazioni, con altre soluzioni. Quella di indicare e quasi incentivare l'introduzione di giochi pubblici è proprio quella paura di trasformare i nostri ippodromi in mini o maxi casinò sul territorio nazionale. Per cui da una parte vi è il discorso appunto di incentivare anche qui al gioco d'azzardo, alle macchinette, alle slot machine, al poker elettronico e via dicendo, e dall'altra vi è la possibilità di «svuotare» e mettere in pregiudicato il settore dell'ippica nel suo rilancio, perché sappiamo che questi giochi vanno ad assorbire e potranno andare ad assorbire molto di più rispetto al gioco classico, alla scommessa ippica. Per cui è anche un rischio economico per il rilancio del settore ippico. Noi chiediamo di sopprimere la possibilità, l'indicazione che nei nostri ippodromi si inseriscano altri punti di raccolta di giochi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 14.103, con il parere contrario della Commissione del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Rostan, Basso, Chimienti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 145    
    Hanno votato
no  306).    

  Passiamo all'emendamento Catania 14.69, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  ENRICO ZANETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ENRICO ZANETTI. Signor Presidente, lo ritiriamo, e ritiriamo anche il successivo emendamento Catania 14.70.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Pesco 14.126.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 14.126, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Santerini, Borghi, Marco Di Stefano, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  448   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  307).    

  Avverto che la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è rinviata al termine delle votazioni sugli emendamenti e sugli ordini del giorno.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Causi 14.130.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Causi 14.130, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Leva, Ascani...
  Intanto che i colleghi votano, ricordo, come già annunciato alla ripresa pomeridiana della seduta, che l'emendamento Causi 14.130 è riferito al comma 2, e non al comma 1, come riportato nel fascicolo.

  Luciano Agostini, Verini...Pag. 73
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  450   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 449    
    Hanno votato
no    1).    

  (La deputata Bossa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.500 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, onestamente, mi spiace per l'onorevole Causi, che credo che sia stato un po’ forse costretto a presentare l'emendamento a causa degli equilibri interni alla maggioranza, in modo particolare alla maggioranza che lavora all'interno della Commissione agricoltura, che, come dicevo, si è vista praticamente esautorata rispetto alla discussione per la riforma dell'ippica.
  Questa è una blanda sollecitazione al Governo, un «pannicello caldo». Noi diciamo che soltanto per rispetto alla Commissione stessa, di cui faccio parte, ci asterremo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.500 della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Albanella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  453   
   Votanti  420   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 419    
    Hanno votato
no    1).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 14, nel testo emendato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ginato. Ne ha facoltà.

  FEDERICO GINATO. Signora Presidente, signor Viceministro, colleghe e colleghi, i contenuti espressi nell'articolo 14 sono il frutto di un lavoro durato alcuni mesi e che nasce da un confronto con le organizzazioni della società civile impegnate nel contrasto al gioco d'azzardo, ma anche, e soprattutto, da un confronto con i colleghi parlamentari che hanno recentemente costituito l'intergruppo sui temi del gioco d'azzardo e che hanno già presentato varie proposte di legge in materia di giochi nonché, per quanto riguarda i temi legati alla criminalità, da un confronto con i colleghi che hanno fatto parte della Commissione antimafia nella scorsa legislatura. Ovviamente, trattandosi di una legge delega e dovendo indicare i principi cardine per una riforma del settore da affidare poi al Governo, abbiamo cercato di recepire in primis lo spirito delle proposte di legge già presentate, e credo che questa sia una delle ragioni alla base dei notevoli passi avanti che sono stati fatti rispetto alla stesura iniziale del testo. Un grazie va quindi a loro per il contributo fattivo che ci hanno fornito e che sono sicuro continueranno a fornire.
  Crediamo fermamente che in questo articolo sia contenuta una svolta epocale nella regolamentazione del settore, cioè l'esplicita presa di coscienza che, se da una parte è giusto e necessario che sia lo Stato a regolamentare il settore del gioco, al fine di evitare il più possibile le infiltrazioni della criminalità, dall'altra si deve assolutamente evitare di dare anche solo l'impressione che sia lo Stato ad incentivarne la crescita. Riteniamo infatti che negli ultimi anni troppo ampia sia stata la diffusione e l'installazione di apparecchi da gioco negli spazi di convivenza comune e troppe sono state le sale da gioco che Pag. 74hanno invaso le nostre città, arrivando a modificare più o meno radicalmente l'equilibrio urbanistico e sociale di interi quartieri.
  L'obiettivo per lo Stato non può e non deve essere quello di massimizzare le entrate erariali, ma deve essere quello di impedire che il gioco diventi un ulteriore strumento in mano alle organizzazioni malavitose per espandere i loro business criminali in modo più o meno lecito. È quindi sempre utile, per il presente e per il futuro, chiedersi quale sia il punto di equilibrio tra l'organizzazione di una offerta di gioco regolamentato dallo Stato che sia in grado di togliere spazio all'offerta illegale, e il rischio che un'espansione eccessiva dell'offerta possa coinvolgere persone che in condizioni normali non sarebbero nemmeno attratte dal gioco stesso. Sono riflessioni che non partono ovviamente da zero, ma fanno tesoro di un percorso di elaborazione che ha avuto un punto importante di svolta nel decreto Balduzzi del 13 settembre 2012, al punto tale che gli articoli 5 e 7 di tale legge sono richiamati direttamente nella delega fiscale poiché si è ritenuto che i suoi contenuti fossero assolutamente da salvaguardare e da applicare.
  Ora, penso che la domanda cruciale sia: rispetto a tali considerazioni, il lavoro svolto in Commissione finanze e in Aula è stato coerente ? Noi pensiamo di sì. Ricordiamo, a titolo di esempio, che nella delega sono previsti: il riordino delle disposizioni e delle norme vigenti in materia di giochi pubblici in un codice unico che metta ordine in un settore che soffre sicuramente di una notevole confusione normativa e che forse in tale confusione è addirittura malamente prosperato; l'obbligo di organizzare e ridurre l'intera rete di gioco attraverso criteri che vanno dall'osservazione di distanze minime nei luoghi socialmente sensibili, come previsto dal decreto Balduzzi, fino alla progressiva concentrazione della raccolta di gioco in ambienti sicuri e controllati anche sulla base di una revisione del limite massimo degli apparecchi da gioco presenti in ogni esercizio, dalla previsione di una metratura minima per gli esercizi che li ospitano, alla separazione graduale degli spazi nei quali vengono installati.
  È previsto anche un ruolo maggiore e più chiaramente definito da parte dei sindaci nell'ambito del processo autorizzatorio, che prevede anche l'istituzione del titolo abilitativo unico. I primi cittadini potranno così pianificare l'apertura di nuove sale gioco e l'installazione di apparecchi del gioco sulla base di un regolamento comunale che sarà vincolante per l'autorizzazione finale.
  È previsto il rafforzamento della normativa antiriciclaggio e antimafia, che prevede una maggiore trasparenza negli assetti proprietari dell'intera filiera del gioco anche verso società fiduciarie, fondi di investimento e trust che detengono, anche indirettamente, partecipazioni al capitale e che risultino non avere rispettato l'obbligo di dichiarare l'identità del soggetto indirettamente partecipante.
  È prevista l'istituzione di un fondo apposito per la cura del gioco d'azzardo patologico che vede la compartecipazione di fondi statali, elemento fondamentale perché riconosce il concetto di gioco d'azzardo patologico e ne prevede il finanziamento. Ci auguriamo che questo rafforzi gli effetti del decreto Balduzzi, che ha inserito le cosiddette ludopatie nell'ambito dei LEA.
  Sono previsti l'aumento e l'omogeneizzazione...

  PRESIDENTE. Deve concludere onorevole Ginato.

  FEDERICO GINATO. Finisco... del payout rispetto a tutti i giochi, mentre finora ogni gioco è stato tassato in misura notevolmente differente. È prevista l'abolizione della pubblicità, in particolare per i giochi che vengono considerati reiterati e compulsivi.
  È stato fatto tutto il possibile, viste anche la complessità e la problematicità che investono il settore. L'attuazione della riforma richiederà sicuramente del tempo, ma siamo consapevoli che i principi che indichiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

Pag. 75

  PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, grazie.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Buonanno. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, come lei può notare dopo 15 giorni di silenzio intervengo in Aula, perché ho avuto anch'io una mia fase interiore di ricerca per capire come devo comportarmi in quest'Aula. Dopo una lunga riunione con i miei più stretti collaboratori ho pensato che fosse giunto il momento di riparlare in Aula.
  La settimana scorsa mi sono morso la lingua, veramente, per non parlare di un argomento importante come l'omofobia, e sono andato anche a dirlo al Presidente della Camera, a cui ho spiegato il motivo per cui non intervenivo, anche per essere corretto con i miei colleghi di Sinistra Ecologia Libertà. In questo caso, invece, l'intervento che vorrò fare è un intervento che riguarda ovviamente il gioco d'azzardo... si era già spaventata ?

  PRESIDENTE. No.

  GIANLUCA BUONANNO. Vorrei parlare del fatto che ancora una volta questo Stato si dimostra ipocrita, perché se da una parte decide che c’è un problema serio di carattere sociale che riguarda appunto la ludopatia, dall'altra parte, con gli incassi del gioco d'azzardo, garantisce un gettito per tutta una serie di spese di circa 8 miliardi di euro, che nel budget di questo Stato – in questo caso di questo Governo – significa parecchio. Per capirci è il doppio del gettito che c'era per l'IMU sulla prima casa. E proprio citando l'IMU sulla prima casa, la prima cosa che mi viene da dire è quella che i comuni italiani, compreso quello che io amministro, stanno ancora aspettando da questo Governo i soldi della prima tranche dell'IMU. Senza questi soldi – così come ha detto il presidente dell'ANCI Fassino, che ovviamente è di una altra parte politica e quindi non può essere tacciato di faziosità – i comuni sono in forte difficoltà. Allora, se da una parte lo Stato incassa i soldi con il gioco d'azzardo, dall'altra parte addirittura mette «alla fame» i comuni perché non si ha più la liquidità.
  La gente che gioca a quello su cui abbiamo dibattuto oggi, cioè alle slot machine, a quelli che sono tutti i giochi che ci sono ormai dappertutto, per vivere e per i problemi che ha all'interno della famiglia, ovviamente, va a bussare all'unica porta che trova sempre aperta, e cioè quella dei comuni, perché i servizi sociali li erogano i comuni, perché le problematiche della gente alla fine le deve risolvere il comune, perché la provincia non è parte in causa, la regione fa i discorsi sulla sanità in maniera più grande e quindi si occupa di ospedali eccetera, il Governo, peggio che andar di notte.
  Ma i comuni devono far fronte a circa un milione di persone che si trovano in questa problematica, che sono – mi scusi il termine – un po’ degli «sfigati», perché bisogna proprio essere un po’ strani a non capire che più si mettono i soldi in una macchinetta e dopo un giorno, una settimana, un mese, vedendo che la vincita è inferiore nettamente a tutti i soldi che ci hanno messo dentro, continuano a farlo rovinando le famiglie e magari andando a rubare pur di avere altri soldi e magari perdono anche la capacità di conservare quella che può essere l'armonia familiare. Ci si rende conto che se non si dà una mano ai comuni, tutto quello che abbiamo detto oggi, e che diremo magari anche domani, non avrà alcun senso. Non avrà alcun senso perché ... Ho già finito il tempo ?

  PRESIDENTE. Ha un minuto, deputato Buonanno: la dichiarazione di voto è di 5 minuti.

  GIANLUCA BUONANNO. O miseria ! E ora come faccio ?

  PRESIDENTE. Stringa e poi consegni eventualmente il testo.

  GIANLUCA BUONANNO. Mi dispiace, perché avrei voluto fare veramente un Pag. 76discorso serio signora Presidente. Però anche qui ci sono delle regole e queste regole – ahimè – mi portano a dover chiudere velocemente. Allora, se da una parte la legalizzazione del gioco d'azzardo aveva come finalità quella di eliminare dal gioco la malavita, dall'altra c'era la questione di incassare. Allora lo Stato sta incassando, la malavita comunque esiste lo stesso: secondo me questo gioco alla fine fa comodo a tutti e chi ci rimette è sempre il povero cittadino, in questo caso anche un po’ stolto.
  Quindi io credo, e la Lega Nord crede, che bisogna dare più potere, come si sta cercando di fare, ai sindaci: che ogni sindaco decida sul proprio territorio quello che vuole fare e ovviamente si prenda la responsabilità di quello che fa. È logico però che se un sindaco di un comune fa una determinata scelta sul gioco d'azzardo e il sindaco di confine ne fa un'altra, la gente non farà altro che spostarsi. Quindi secondo me, come caratteristica di amministratore, bisognerà fare degli incontri a livello di zona, per far sì che un'intera zona faccia la stessa identica cosa, onde evitare che poi ci sia...

  PRESIDENTE. Provi a concludere.

  GIANLUCA BUONANNO. ...uno spostamento da una parte all'altra. Mi spiace, io volevo fare anche un'altra cosa perché...

  PRESIDENTE. Prenda la parola su un altro articolo onorevole Buonanno, le ho dato un suggerimento.

  GIANLUCA BUONANNO. Prenderò la parola su un altro articolo, perché volevo disquisire su una parola, cioè la ludopatia: e su un'altra parola che le chiederò se potrò ancora pronunciare in quest'aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente e colleghi, ieri in quest'Aula, nel corso della discussione generale, abbiamo parlato delle conseguenze del gioco d'azzardo sulla salute e sull'economia di milioni di italiani basandoci su dati oggettivi. Abbiamo anche ricordato che la diffusione del gioco d'azzardo è il frutto di una politica sconsiderata, portata avanti da tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni fino alla scorsa legislatura. La gravità del problema è evidente non solo rispetto alla regolamentazione del settore, ma soprattutto alla luce dei legami sottesi con la criminalità organizzata e diverse «cricche» del malaffare.
  La proposta di legge delega attribuisce al Governo il compito di realizzare la regolamentazione del settore e la messa in atto di una serie di provvedimenti, a detta del relatore, necessari al riordino fiscale. Notiamo però che la delega riguarda anche, tra le altre cose, le misure di prevenzione, le cure sanitarie, la regolamentazione della distribuzione territoriale e dei poteri di controllo e autorizzazione delle amministrazioni locali, oltre al controllo pubblicitario. Di fatto si sta lasciando in mano ad un organismo esecutivo il compito di legiferare su tutto il settore del gioco d'azzardo.
  Abbiamo espresso i nostri dubbi sulla reale volontà di mettere una fine alle tragiche problematiche causate dalla dipendenza da gioco d'azzardo, questo perché si andrebbero a colpire necessariamente interessi che fino ad oggi sono stati oggetto di attenta tutela.
  A questo proposito, ci ha colpito la replica del relatore Capezzone il quale ha invitato noi e tutti i colleghi a non soffermarci su un singolo articolo del provvedimento, ma ad andare oltre, come se il capitolo del gioco d'azzardo in fondo fosse solo una piccola parte, e di certo non la più importante, delle linee guida da fornire al Governo per agire sul nostro sistema contributivo. Ci ha quindi colpito non poco questo apparente richiamo del relatore Capezzone al buon senso come se la questione affrontata dall'articolo 14 fosse quasi marginale, una semplice conseguenza Pag. 77della necessità di riordino complessivo a cui si vuole rispondere con questo provvedimento.
  Vorrei rinfrescare la memoria a lei, signor Presidente, e ai nostri colleghi, con un esempio abbastanza chiaro dei motivi per cui, come detto dai colleghi del mio gruppo e da me stesso in Aula, non crediamo alla volontà di chi dichiara di impegnarsi concretamente nella lotta al gioco d'azzardo. Non molto tempo fa, ad aprile 2011, un gruppo di cittadini del quartiere San Lorenzo occupava l'ex cinema Palazzo per impedire che fosse trasformato in una centrale di gioco d'azzardo. La società che lo aveva preso in affitto per installarci tale attività, la Camene Spa, era una partecipata della società Stube Spa, già salita agli onori della cronaca per le vicende legate all'inchiesta per lo scandalo del Salaria Sport Village, collegata alla «cricca» Anemone-Balducci. Il deputato Capezzone, insieme all'allora deputato e oggi senatore Francesco Aracri, intervenne personalmente sulla questione in difesa degli interessi della Camene Spa e del suo progetto criticando aspramente i cittadini autori dell'atto di occupazione. Lo stesso Capezzone, allora portavoce del gruppo PdL alla Camera, partecipando ad una conferenza stampa organizzata dalla Camene Spa il 4 luglio 2011, difendeva veementemente il diritto della stessa società all'apertura dell'attività di gioco d'azzardo e definiva i cittadini autori dell'occupazione come dei facinorosi, responsabili di portare un pezzo di val Susa al centro di Roma. Abbiamo definito veemente l'intervento del deputato Capezzone senza esagerazione. È sufficiente guardare i video della conferenza stampa che lo vedono anche protagonista di uno scambio di insulti con Sabina Guzzanti ed altri cittadini per comprendere quanto fosse impegnato nella difesa degli interessi di questa società (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E ora ci vorrebbe far credere che la formulazione dell'articolo 14 è in fondo di scarsa importanza e non dovremmo soffermarci su di essa ? Ebbene, cosa spinge una figura di spicco di uno dei maggiori partiti a impegnarsi in prima persona in difesa degli interessi di una società di gioco d'azzardo in una vicenda locale ? Quali interessi stava tutelando ? Quali legami esistevano ed esistono tuttora tra lui, il suo partito e le società che lucrano sul gioco d'azzardo ? Quali legami ci sono tra questi interessi, la volontà di delegare al Governo e il potere di legiferare su questa delicatissima materia ? Quanti soldi, lui e il suo partito, le associazioni e le fondazioni ad esso collegate hanno ricevuto dalle società di gioco d'azzardo ? Signor Presidente, noi non crediamo al caso e soprattutto non siamo disposti a farci prendere per i fondelli, come non lo sono i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non vogliamo che quest'Aula deleghi a nessuno la soluzione di un tema così delicato evitando di discuterlo davanti agli italiani in Parlamento a carte scoperte...

  PRESIDENTE. Ha finito il tempo, cerchi di concludere.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ... non a carte coperte, non con il gioco delle tre carte perché, signor Presidente, noi non ci fidiamo e gli italiani informati meno di noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, il gioco come piaga sociale, di questo abbiamo provato a ragionare discutendo dell'articolo 14. Una questione che è insieme culturale, che riguarda la sicurezza, la salute, la vita delle nostre città e tanti drammi umani che in questi anni molti di noi hanno conosciuto frequentando le nostre città. Ed è per questa ragione che molte associazioni, molti cittadini si sono impegnati su questo fronte. Ed è per questa ragione che personalità importanti – mi piace ricordarne una per tutte che ha fatto una ragione di vita anche di questo impegno, il compianto Pag. 78don Andrea Gallo che oggi non è più con noi – si sono impegnate su questo tema. Ed è per questa ragione che abbiamo provato, costituendo un intergruppo a livello parlamentare, a dare una cornice nazionale a un tema che lo necessitava e lo necessita.
  Come un po’ tutto il provvedimento, come un po’ tutta la delega, andrebbe distinto tra ciò che c’è e che in parte è positivo e condivisibile e che noi abbiamo votato ed abbiamo provato a migliorare e ciò che, purtroppo, non c’è, anche per quanto riguarda il tema dei giochi.
  È del tutto evidente che ci sono elementi positivi che vanno valorizzati: il contrasto al gioco illegale, le sanzioni per le violazioni che riguardano il gioco on line, il Fondo finalizzato al contrasto del gioco d'azzardo patologico. Tuttavia ci sono anche aspetti che dovevano essere affrontati in maniera più incisiva: dai limiti in tema di deflazione del contenzioso, al tema della pubblicità di cui abbiamo parlato anche negli emendamenti, ma soprattutto il ruolo dei comuni che dovrebbero avere una centralità in questa vicenda, perché essendo gli enti di prossimità sono quelli che meglio conoscono le problematicità legate al gioco d'azzardo.
  Per tutte queste ragioni ci asterremo pensando che ci sono degli aspetti positivi che fanno fare un passo avanti, e le tante associazioni che sono impegnate su questo tema ci hanno chiesto di fare dei passi avanti, di impegnarci e di accettare questo confronto anche su una delega al Governo. E tuttavia speriamo che su questi temi si possa reintervenire presto, perché tutti i limiti che ho denunciato prima restano un problema che ci spinge ad affrontare in maniera forte e seria questo tema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, noi siamo già intervenuti per precisare come questo articolo 14 sia particolarmente importante. Infatti, oggettivamente, nella delega che riguarda la regolamentazione di tutto ciò che costituisce il vasto mondo del gioco d'azzardo nella sua interfaccia, da un lato, con l'illegalità, che è uno dei grandi nemici nei confronti dei quali ci battiamo ma, dall'altro, con la patologia, che è un altro nemico nei confronti del quale ci battiamo, il fatto che questo emendamento intenda fare una sorta di organizzazione serena, andrebbe anche bene.
  Ciò che noi temiamo rispetto a questo emendamento è che possano rimanere semplicemente buone intenzioni. È stato più volte citato nell'arco di questa discussione il decreto-legge Balduzzi. Tutti noi che abbiamo contribuito a quel decreto-legge proprio nella parte che riguarda il gioco d'azzardo, sia nell'aspetto di «prevenzione» e formazione, sia nell'aspetto più specificatamente di controllo della pubblicità e di intervento su quelle che sono le misure terapeutiche – non a caso è stato il decreto-legge Balduzzi che ha inserito il gioco d'azzardo tra i livelli essenziali di assistenza –, sappiamo perfettamente quanto queste misure siano rimaste puramente nell'ambito delle buone intenzioni.
  Ora noi non vorremmo che la parte forte di questo disegno di legge, che è la parte che riguarda la sua dimensione economica, quindi la parte che riguarda il suo prelievo fiscale, fosse davvero quella che troverà modo di essere applicata totalmente a discapito di queste altre due parti che per noi si chiamano – insisto – da un lato prevenzione, compresa la prevenzione dell'illegalità, ma anche la prevenzione che diviene formazione nel momento in cui si dirige alle fasce più giovani, ai giovani che si accostano per la prima volta anche alla disponibilità economica, alla possibilità di giocare, alla possibilità in qualche modo di configurarsi come soggetti che sperano di costruirsi un futuro autonomo con la famosa vittoria miracolosa che non arriverà mai, perché non è mai arrivata per nessuno di loro.
  Ora mi chiedo fino a che punto questo disegno di legge saprà essere un disegno di legge che fa sintesi tra tutti questi aspetti. Pag. 79Fa sintesi perché dice di «no» all'illegalità. Fa sintesi perché dice di «sì» al recupero terapeutico. Fa sintesi perché dice di «sì» alla formazione e coinvolge in questa operazione, che diviene una sorta di progetto obiettivo, sindaci, coinvolge i costruttori delle slot machine, ma non solo loro, coinvolge i gestori, coinvolge i genitori, coinvolge gli educatori, coinvolge i centri di salute mentale o luoghi dove comunque si farà recupero.
  Riusciranno i nostri eroi davvero attraverso questo disegno di legge che ha volutamente ignorato pezzi virtuosi di questo progetto, riusciremo davvero noi a mettere insieme intorno a un tavolo, che non sia un tavolo simbolico o un tavolo virtuale ma che sia il tavolo operativo, il tavolo concreto in cui i problemi vengono assunti per essere risolti e non soltanto assunti per essere denunciati ? Ecco, ce lo auguriamo votando evidentemente «sì» a questo emendamento. Abbiamo rifiutato all'inizio l'emendamento dei colleghi 5 Stelle che proponevano la soppressione dell'articolo 14.
  Noi voteremo «sì», voteremo «sì» con alcune perplessità, che troveranno forma e corpo negli ordini del giorno che abbiamo presentato e che ci auguriamo vengano accolti. Voteremo «sì», pensando anche all'altro provvedimento, quello che è in Commissione affari sociali e che riguarda più specificatamente queste parti, diciamo, tra virgolette, di prevenzione e di intervento terapeutico.
  Però, vorremmo che questo provvedimento assumesse in toto – come ogni provvedimento deve assumere in toto – una sfida che ha come oggetto specifico il bene dei cittadini. Il bene dei cittadini non lo si misura soltanto dal prelievo fiscale e dal regolamento del prelievo fiscale: lo si misura anche dall'investimento di ciò che si fa dopo con questo prelievo; lo si misura dal controllo che si fa sulla pubblicità; lo si misura davvero da misure forti, perché non basta fare la legge. Sappiamo tutti quanti che la cosa più importante, poi, diventa l'applicazione della legge: e per l'applicazione di una legge così complessa, che coinvolge il modo di sentire, coinvolge il modo di pensare, coinvolge un contesto culturale, c’è bisogno anche di una rivoluzione culturale, della quale debbono far parte i gestori, devono far parte gli educatori, devono far parte i medici.
  Se questo provvedimento avesse mantenuto un filo conduttore capace di mettere insieme tutti questi pezzi, noi riteniamo che sarebbe stato efficace. Detto questo, voteremo a favore dell'articolo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signora Presidente, intervengo solo per un minuto avendo ascoltato l'incauto intervento di un collega del MoVimento 5 Stelle, che devo, però, deludere, perché ha citato una società che si occupa di questo settore: ma, vale per questa società, vale per qualunque altra società di giochi – on line, off line, gioco delle tre carte, giochi vecchi, giochi nuovi –, le somme che io ho ricevuto per finanziamento mio di qualunque tipo sono pari a zero lire, che, al cambio, fanno zero euro.
  Ulteriore delusione: non mi occupo di giochi, non gioco neppure la schedina al Totocalcio, se ancora esiste. Certo, sono un fautore, da legislatore liberale, del gioco legale e rivendico allo Stato, in modo che può naturalmente essere discusso, il merito, in questi undici, dodici anni, di avere portato una sfera che era tutta consegnata al gioco illegale, nelle mani delle mafie e delle camorre, di averla, invece, portata nell'area del gioco legale. Io credo che questo sia un grande merito dei legalizzatori contro tutti i proibizionismi, che in questo, come in altri settori, sono un grande favore alle forme di criminalità organizzata.
  Certamente, ho partecipato – lo rifarei domani mattina – ad una conferenza stampa di denuncia, a Roma, di una occupazione illegale e abusiva, peraltro altamente pericolosa, perché avveniva a Pag. 80lavori in corso, con impianti elettrici aperti, con amianto, con gravissimi rischi di incendi, per la vita, per i rischi delle persone che venivano incautamente radunate.
  Ricordavo che voi faceste comizi in favore della legalità: ho, invece, ora ascoltato un comizio a favore dell'illegalità, delle occupazioni abusive e della prepotenza. È una cattiva notizia per quanti vi hanno sostenuto in nome della legalità, che avete appena sconfessato (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). Quindi, caro collega, delle due l'una: o il suo intervento era frutto di disinformazione o era frutto di malafede. Ma, siccome sono un liberale e mi apro a tutte le possibilità, le concedo anche il cumulo delle cariche: malafede disinformata (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, io ho molto apprezzato la discussione e, in particolare, le parole, qualche minuto fa, della collega Binetti, che interamente condivido. Tuttavia, quando si è fatta la riforma del regolamento del gioco in Italia, io, in Assemblea, presi la parola per dichiarare il mio voto contrario e continuo a pensare che il sistema che abbiamo creato sia un sistema pernicioso, rovinoso, che genera per la nostra gente danni paragonabili a quelli della droga. Noi abbiamo 800 mila persone, le quali sono gravemente colpite dal fenomeno; 800 mila famiglie, le quali vedono le loro sorti economiche – non solo economiche – rovinate dall'impatto del gioco patologico.
  Abbiamo mantenuto un sistema che porta il gioco alla portata di tutti. Una volta, rovinarsi era un privilegio dei ricchi che andavano al casinò a Campione, l'abbiamo portato, tramite Internet, tramite le giocherie in ogni quartiere, alla portata di tutti. Devo dire che voterò contro questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Signora Presidente, in merito all'attribuzione di questo articolo della delega fiscale, il MoVimento 5 Stelle non può che dirsi affranto. Assistiamo nuovamente ad un esonero del Parlamento da quelle che sono le mansioni a cui, invece, sarebbe naturalmente preposto. Tutto questo è aberrante e frustra il ruolo dell'Assemblea legislativa prostrata ai capricci dell'Esecutivo. Il grande squilibrio che si è andato a creare tra dannosità sociale ed effettiva fruttuosità del gioco d'azzardo dovrebbe indurre questo Parlamento a fare un massivo passo indietro dall'inserimento della materia in una delega fiscale, lasciando che la stessa rimanga, come è opportuno che sia, di competenza della Commissione e del Parlamento. Ancor più laddove questo Governo abbia dimostrato, con lo sconto di pena recentemente approvato nei confronti dei concessionari, una scarsissima attenzione alla dannosità sociale dell'intero settore. Come si può, alla luce di tutto ciò, affidare a questo Governo il delicato compito di regolamentare questa materia ? Per il MoVimento 5 Stelle, semplicemente, non si può (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signora Presidente, volevo ricordare o informare l'onorevole Capezzone che, nonostante tutto quello che ha fatto lui, il gioco d'azzardo illegale è stimato, ancora, in 10 miliardi di euro e che la malavita utilizza le sale Bingo, le sale slot e il gioco d'azzardo legale in generale per riciclare denaro sporco. Quindi, diciamo che gli abbiamo solo fatto un favore, per adesso. Poi volevo chiedergli, se è così puro e candido come Pag. 81ci ha detto fino adesso, quali sono le sue difficoltà ad andare in contrasto al gioco d'azzardo poiché, lo ripeto, ci sono tre milioni di italiani, potenzialmente, che soffrono di gioco d'azzardo patologico. Perché non riusciamo a difendere questi cittadini invece di difendere le lobby del gioco d'azzardo ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Venittelli, Binetti, Lavagno, Campana, Fitto, Russo, Bonavitacola, Mottola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  435   
   Votanti  400   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 313    
    Hanno votato
no   87).    

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DANIELE CAPEZZONE, Relatore. Signora Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Pesco 15.100, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Bratti 15.4.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 15.100.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di stralciare l'articolo 15 dal testo di legge, in quanto in pratica il Governo vuole mettere le mani avanti: il Governo vuole decidere su una cosa che non esiste ancora, ovvero una raccomandazione europea che a breve speriamo arriverà e che ci dirà come normare relativamente alla carbon tax, ovvero alle tasse sulle emissioni gassose, anche se non tutte le emissioni gassose logicamente. Noi pensiamo che le Commissioni, sia la Commissione finanze che la Commissione attività produttive, abbiano tutto e il pieno diritto di dire la propria opinione su questa tassa. Siamo dell'opinione che tutto il Parlamento dovrà intervenire su questa imposta, perché sarà qualcosa di storico, e quindi siamo dell'opinione che il Governo in questo caso non abbia tutto il diritto di decidere su cose che ancora non abbiamo ben chiare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

  SILVIA FREGOLENT. Signor Presidente, in realtà questo è un articolo fondamentale e rappresenta una piccola rivoluzione. È da anni che il nostro Parlamento aspetta e prova ad approvare una normativa sulla fiscalità ambientale. Lo so che c’è una direttiva europea che è in fase di approvazione, ma questo non vieta di iniziare ad avviare un percorso, di indicare un principio, poi ci sarà tutto il tempo per far lavorare le Commissioni. Il Partito Democratico e i suoi deputati si dichiarano fin da oggi pronti a collaborare per Pag. 82quanto riguarda i decreti attuativi della presente delega per puntualizzare quello che nell'articolo 15 viene detto, che è molto importante. Pertanto, siamo contenti che sia il relatore che il Governo abbiano chiesto di ritirare questo emendamento, perché è importante che questo articolo venga approvato e che per la prima volta nel nostro Paese ci sia una norma che parli di fiscalità ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che ben venga l'azione parlamentare su questi argomenti, ma questa deve passare attraverso le Commissioni di competenza. Per cui, come rappresentante della Commissione ambiente esprimiamo la nostra contrarietà a questo modo di procedere. Oltretutto, segnalo che domani vi sarà la discussione di una mozione sull'utilizzo dei rifiuti nei cementifici ed anche in questo caso si tratta di un andamento anomalo dei lavori, perché in questa legislatura ci si sta esprimendo senza che ci sia stato il dovuto lavoro di analisi in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, noi abbiamo chiesto di sopprimere l'articolo 15 perché evidentemente facciamo riferimento ad una direttiva europea che è ferma all'aprile 2012. Non parliamo di fiscalità ambientale delegandola a un Governo, perché dandogli materia e possibilità di disciplinare le accise sui prodotti energetici e sull'energia elettrica gli stiamo dando in mano le chiavi del sistema energetico del Paese, e visti i mirabolanti pensieri di Zanonato nell'allungare da venti a trent'anni gli incentivi nel campo del fotovoltaico, per evitare di pagare immediatamente quanto già contratto con gli italiani, noi abbiamo paura di delegare al Governo questa situazione, perché non sappiamo cosa possiamo trovarci davanti.
  Allora, visto che sono incardinate in VIII e X Commissione delle indagini conoscitive sulla green economy, direi che forse sono quelli gli ambiti per poter lavorare nel merito. Non deleghiamo questa situazione ad un Governo che, da come sta parlando, tutto fa tranne che pensare a una tassa come la carbon tax (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, noi invece riteniamo importante che questa normativa sia emanata a livello europeo, a livello continentale, perché parliamo di un tipo di norma che significativamente deve avere un valore comune per tutta l'area dell'Unione europea.
  E riteniamo talmente importante introdurre finalmente in Italia il tema della fiscalità ambientale, così com’è scritto qui, con i proventi destinati alla riduzione del carico sul lavoro dipendente, alla riduzione degli inquinanti, che su questo siamo persino disposti per una volta a dare una delega al Governo sicuri che in cambio di questa fiducia il Governo saprà ascoltare, al ritorno, fino in fondo il parere delle Commissioni competenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 15.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Nicchi, Basso, Malisani, Stumpo, Vignali, Basso ancora non riesce a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 83
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  436   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  347).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 15.4, con parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, Bargero, Leva, Agostini Roberta, Zan... Milanato non riesce ancora a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  435   
   Votanti  434   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 352    
    Hanno votato
no   82).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bellanova, Taricco, Totaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  438   
   Votanti  437   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 356    
    Hanno votato
no   81).    

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate).
  Prendo atto che la Commissione ed il Governo esprimono parere favorevole sugli emendamenti 16.600 e 16.601, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Guerini Lorenzo, Sbrollini, Casellato, Baroni, Rostan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  438   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 438).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.601, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Fanucci, Carrescia, Milanato, Pastorino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 84

   (Presenti  441   
   Votanti  328   
   Astenuti  113   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
 327    
    Hanno votato
no    1).    

  (Il deputato Zan ha segnalato di non essere riuscito ad astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Garofani, Lomonte, Pastorino, Piepoli, Richetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  329   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
 328    
    Hanno votato
no    1).    

  (La deputata Gagnarli ha segnalato di non essere riuscita ad astenersi).

  Sono così esaurite le votazioni sugli articoli e sugli emendamenti presentati.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 282-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Vista l'ora, e considerato che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata al termine delle votazioni, potremmo interrompere a questo punto le votazioni, e procedere soltanto agli eventuali interventi per illustrare gli ordini del giorno e all'espressione del parere da parte del rappresentante del Governo.
  Se non ci sono obiezioni e se nessuno intende intervenire per illustrare gli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 282-A ed abbinate), invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
  Avverto che l'ordine del giorno Laffranco n. 9/282-A/55 è stato ritirato dal presentatore.
  Avverto altresì che la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata nella Biblioteca del Presidente.
  Prego, onorevole Casero.

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Tullo n. 9/282-A/1.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Crivellari n. 9/282-A/2, purché riformulato sostituendo l'espressione «ad evitare» con l'espressione «a valutare l'opportunità di evitare».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Busin n. 9/282-A/3.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/282-A/4, purché riformulato sostituendo nel dispositivo l'espressione «a considerare» con l'espressione «a valutare l'opportunità di considerare».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rondini n. 9/282-A/5.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Alfreider n. 9/282-A/6, purché riformulato sostituendo l'espressione «a introdurre» con l'espressione «a valutare l'opportunità di introdurre».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Schullian n. 9/282-A/7, purché riformulato sostituendo nel dispositivo l'espressione «a eliminare sanzioni» con l'espressione «a ridurre sensibilmente le sanzioni».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ottobre n. 9/282-A/8, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di considerare le prestazioni di benessere del corpo e cura della persona offerte dalle strutture alberghiere e fruite dai clienti che vi alloggiano Pag. 85siano considerate prestazioni accessorie alla prestazione principale».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gebhard n. 9/282-A/9, purché sia riformulato nel senso che «impegna il Governo ad adeguare gli importi delle detrazioni fiscali a beneficio dei contribuenti e a sostegno della famiglia, in particolare dell'importo massimo detraibile per i familiari a carico».

  PRESIDENTE. Mi scusi Viceministro. Scusate colleghi. Poiché le riformulazioni non sono tutte banali, vi chiederei di fare silenzio. Quelli che vogliono uscire possono uscire, ovviamente. Chiedo ai primi firmatari degli ordini del giorno di ascoltare le riformulazioni, così da evitare, domani mattina, che ce le facciamo ripetere tutte dal rappresentante del Governo prima di passare ad esprimersi sugli ordini del giorno. Prego Viceministro.

  LUIGI CASERO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Boccadutri n. 9/282-A/10, purché sia riformulato nel senso che «impegna il Governo a valutare l'opportunità di applicare nelle more della compiuta (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Daniele Farina n. 9/282-A/11, purché anche in questo caso sia riformulato nel senso che «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Lavagno n. 9/282-A/12.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marcon n. 9/282-A/13, modificando il dispositivo nel senso che «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prendere le opportune iniziative (...)».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Ragosta n. 9/282-A/14 e Migliore n. 9/282-A/15.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sannicandro n. 9/282-A/16.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Fratoianni n. 9/282-A/17, riformulandolo nel senso che «impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Quaranta n. 9/282-A/18.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Zan n. 9/282-A/19, a condizione che sia riformulato nel senso di «impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pesco n. 9/282-A/20, a condizione che sia riformulato nel senso di «impegna il Governo a promuovere, nelle sedi istituzionali dell'Unione europea e delle organizzazioni internazionali, un'azione coordinata, atta a contrastare gli Stati che non permettano un adeguato scambio di informazioni». Questa è la riformulazione. Con questa riformulazione, il parere è favorevole.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Realacci n. 9/282-A/21.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sani n. 9/282-A/22, riformulandolo nel senso di «impegna il Governo a valutare l'opportunità di procedere (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Guerra n. 9/282-A/23.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno D'Arienzo n. 9/282-A/24, riformulandolo nel senso di «impegna il Governo a valutare l'opportunità di avviare (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Bruno Bossio n. 9/282-A/25, Lenzi n. 9/282-A/26 e Garavini n. 9/282-A/27.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Miotto n. 9/282-A/28, purché sia riformulato nel senso di «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere (...)».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sbrollini n. 9/282-A/29.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Sandra Savino n. 9/282-A/30, espungendo la parte dove è Pag. 86scritto «il riordino dell'assetto organizzativo dei tribunali e delle corti d'appello tributarie» e «il riconoscimento ai giudici tributari di ogni grado della qualità di magistrati» e «impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)». Con questa riformulazione il parere è favorevole.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cicu n. 9/282-A/31 con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di riorganizzare e ristrutturare la società Equitalia Spa e le società pubbliche ad essa collegate riducendone il numero e i membri dei vari consigli di amministrazione, conferendo maggiori poteri di controllo e di indirizzo strategico e programmatico al Ministero dell'economia e delle finanze». Con questa riformulazione il parere è favorevole.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pagano n. 9/282-A/32.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Palmizio n. 9/282-A/33, con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di provvedere al ricalcolo del complesso degli interessi e degli aggi connessi al mancato o ritardato pagamento degli oneri contributivi prevedendo che, qualora l'applicazione di interessi e accessori sia superiore al tasso di usura, questi possano essere ricalcolati su istanza del debitore con applicazione degli interessi legali e del solo aggio esattoriale». Con questa riformulazione, quindi togliendo tutto quello che c’è in seguito, il parere è favorevole.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ravetto n. 9/282-A/34. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/282-A/35, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di...».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/282-A/36 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di escludere...».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Basso n. 9/282-A/37 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di inserire...».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Sberna n. 9/282-A/38, Marguerettaz n. 9/282-A/39, Zanetti n. 9/282-A/40 e Sottanelli n. 9/282-A/41.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Librandi n. 9/282-A/42, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo ad abrogare nei prossimi decreti legislativi della presente legge la specifica fattispecie che colpisce con sanzione penale la mera omissione del versamento IVA quando sia connessa alle momentanee difficoltà della mancanza di liquidità da parte degli imprenditori tenuti ad assolvere tale onere». Con questa riformulazione il parere è favorevole.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Oliaro n. 9/282-A/43 e Binetti n. 9/282-A/44.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Faenzi n. 9/282-A/45, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di...».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nastri n. 9/282-A/46.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Di Salvo n. 9/282-A/47, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di...».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Airaudo n. 9/282-A/48, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a prendere opportune iniziative anche legislative ferme restando le prerogative del Parlamento al fine di introdurre alcune delle norme citate in premessa». Con questa riformulazione, il parere è favorevole.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Melilla n. 9/282-A/49 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a prendere le opportune iniziative anche legislative ferme restando le prerogative del Parlamento al fine di Pag. 87avviare una riforma organica dell'IRPEF ed aumentare la no tax area sui redditi bassi». Con questa riformulazione, il parere è favorevole.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/282-A/50 e sull'ordine del giorno Piazzoni n. 9/282-A/51.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Paglia n. 9/282-A/52, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di...». Con questa riformulazione, il parere è favorevole.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Aiello n. 9/282-A/53.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/282-A/54. L'ordine del giorno Laffranco n. 9/282-A/55 è ritirato.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gallo n. 9/282-A/56.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Guerini n. 9/282-A/57, Ginato n. 9/282-A/58, Bratti n. 9/282-A/59, De Menech n. 9/282-A/60 e Pelillo, n. 9/282-A/61.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Coppola n. 9/282-A/62, Lodolini n. 9/282-A/63, Nesi n. 9/282-A/64 e Di Stefano n. 9/282-A/65, a condizione che il dispositivo sia riformulato, premettendo le seguenti parole: «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/282-A/66, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mantero n. 9/282-A/67 a condizione che il dispositivo sia riformulato, premettendo le seguenti parole: «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ruocco n. 9/282-A/68, esprime parere contrario sull'ordine del giorno Cancelleri n. 9/282-A/69 ed esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Pisano n. 9/282-A/70 e Villarosa n. 9/282-A/71, a condizione che il dispositivo sia riformulato, premettendo le seguenti parole: «a valutare l'opportunità di».

  PRESIDENTE. L'esame del provvedimento riprenderà nella seduta di domani.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,55).

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Signor Presidente, volevo segnalare che oggi pomeriggio il CONI ha premiato 63 studenti tra i 15 e i 18 anni...

  PRESIDENTE. Onorevole Malpezzi, mi scusi. Onorevole Lainati, la pregherei di abbassare la voce. Prego, onorevole Malpezzi.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Dicevo che il CONI ha nominato questi 63 studenti di tutta Italia «ambasciatori dei valori dello sport», perché durante tutto lo scorso anno hanno trascorso lunghi periodi con i loro coetanei trasmettendo loro i valori dell'associazione, della lealtà, del desiderio di stare insieme seguendo e rispettando le regole.
  Sono tutti ragazzi del CSI, del Centro sportivo italiano, e 13 di questi, questa estate, sono stati ad Haiti ad aiutare i ragazzi in difficoltà e hanno a loro volta fondato una sede del CSI ad Haiti.
  Magari, di per sé, questa non è una di quelle notizie che finirà sui giornali, però essere nominati «ambasciatori dei valori dello sport» significa anche essere nominati ambasciatori di pace, perché poi i valori dello sport sono questi, e a noi, onestamente, Presidente, piacerebbe che lei si facesse anche promotrice di un'iniziativa che potesse invitare questi ragazzi ad un incontro qui alla Camera, perché è anche bello che ragazzi che credono in questi valori possano vedere le istituzioni vicine a loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  BRUNO MOLEA. Chiedo di parlare.

Pag. 88

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Signor Presidente, l'intervento della collega onorevole Malpezzi mi ha indotto a intervenire perché in qualità di consigliere nazionale del CONI ho vissuto da vicino la vicenda, ma sono anche presidente nazionale di un ente di promozione sportiva simile al CSI, l'AICS.
  In questo Paese i tanti enti di promozione sportiva, che sono anche enti di promozione sociale, svolgono ormai da tempo un ruolo sociale importantissimo attraverso la promozione dello sport.
  Lo fanno attraverso le società sportive di base, società sportive che sono fatte prevalentemente da cittadini di questo Paese che volontariamente svolgono la loro funzione di promotori dello sport e di promotori soprattutto di quei valori educativi di cui lo sport è portatore. Ed è per questo che ho chiesto di intervenire, perché da sempre viene riconosciuto a questo movimento, quello della promozione sportiva e della promozione sociale, un grande ruolo, un grande ruolo a fianco delle istituzioni, della famiglia e della scuola, un ruolo che è fatto, appunto, come dicevo prima, a costo zero, perché fatto da volontari, da persone che decidono di impegnare il proprio tempo dedicandolo ad altre cose, la promozione dello sport per esempio, come in questo caso, e come nel caso che è stato citato prima.
  Io credo quindi che sia giunto il momento, se è vero, come è ormai dire comune, che l'attività motoria, che lo sport, è funzionale alla salute, ad uno stile di vita diverso, ad una migliore qualità della vita sia per gli anziani, ma soprattutto per i giovani, se è vero che ai giovani questa attività è funzionale per trasferire loro in termini educativi tutta una serie di valori, come l'integrazione, io credo che questo Parlamento debba cominciare a prendere seriamente in considerazione questo movimento, e ad occuparsi del grande valore sociale che questo movimento rappresenta. Ecco perché ho chiesto di intervenire, perché i tanti volontari e le tante volontarie...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  BRUNO MOLEA... hanno la necessità – concludo Presidente – ogni tanto di essere anche gratificati. Non chiedono denaro, ma almeno la soddisfazione del riconoscimento di un ruolo.

  ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, le inchieste che sono in corso a Trapani e che riguardano esponenti politici come il senatore D'Alì, o il processo attualmente in corso all'ex Presidente della regione Raffaele Lombardo e la recente sentenza della Cassazione che riguarda l'ex senatore Dell'Utri, ci consegnano oggi un quadro preoccupante di quello che è il rapporto tra mafia e politica. Io credo che questo ponga oggi con urgenza la necessità a tutti i partiti di affrontare la questione morale che riguarda, appunto, questo rapporto malato fra la mafia, l'imprenditoria e la politica. Ecco, davanti a tutto questo e a questa condizione, io ritengo improcrastinabile la convocazione della Commissione bicamerale antimafia che, a sei mesi dall'inizio di questa legislatura, non è stata ancora convocata, rappresentando uno scandalo, perché credo che non sia mai accaduto nella storia. E siccome – come dicevo prima – le urgenze sono tante, è il caso che la politica inizi a controllare e quindi a convocare con urgenza questa Commissione.

  PRESIDENTE. Il deputato De Lorenzis, che aveva chiesto di parlare, ha rinunziato. Sospendiamo a questo punto i nostri lavori, che riprenderanno al termine della riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 20,30.

Pag. 89

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

  PRESIDENTE. Comunico che in data 24 settembre il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale il senatore Vito Rosario Petrocelli, in sostituzione del senatore Mario Michele Giarrusso, dimissionario.

Convocazione di Commissioni bicamerali per la loro costituzione.

  PRESIDENTE. Comunico, d'intesa con il Presidente del Senato della Repubblica, che la Commissione parlamentare per la semplificazione, la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, la Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, la Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria e il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione sono convocati per procedere alla loro costituzione per giovedì 26 settembre 2013, nella sede di Palazzo San Macuto, secondo i seguenti orari: la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza e la Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale alle ore 8,30; la Commissione parlamentare per la semplificazione, la Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria e il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione alle ore 14.

Convocazione della Delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'INCE.

  PRESIDENTE. Comunico, d'intesa con il Presidente del Senato, che la Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'INCE è convocata per martedì 8 ottobre, alle ore 14, presso la sede di Palazzo Valdina, Sala Soprachiesa, per procedere alla propria costituzione.

Convocazione della Delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE.

  PRESIDENTE. Comunico, d'intesa con il Presidente del Senato, che la Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE è convocata per giovedì 26 settembre 2013, alle ore 14 presso la sede di Palazzo Valdina, Sala Soprachiesa, per procedere alla propria costituzione.

Per la risposta ad uno strumento di sindacato ispettivo. (ore 20,32).

  SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, solo per sollecitare la risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 4-01711.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani, come configuratosi a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  Mercoledì 25 settembre 2013, alle 9,15:

Pag. 90

  1. – Votazione per l'elezione di un Vicepresidente e di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 8, del Regolamento.

  (con votazioni a partire dalle ore 12)

  2. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   CAUSI ed altri; ZANETTI; CAPEZZONE ed altri; MIGLIORE ed altri: Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (C. 282-950-1122-1339-A).
  — Relatore: Capezzone.

  3. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare:
   MONGIELLO ed altri; MARTELLA ed altri; BERGAMINI; GIANLUCA PINI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo (Doc. XXII, nn. 5-6-7-11-A).
  — Relatore: Senaldi.

  4. – Discussione delle mozioni Busto ed altri n. 1-00030, Zan ed altri n. 1-00188, Grimoldi ed altri n. 1-00189, Borghi, Matarrese ed altri n. 1-00191 e Alli ed altri n. 1-00192 concernenti iniziative in materia di utilizzo di alcune tipologie di combustibili solidi secondari nei forni dei cementifici.

  (ore 15)

  5. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (ore 16)

  6. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (C. 1154-A).
   e delle abbinate proposte di legge: D'INIZIATIVA POPOLARE; PISICCHIO; DI LELLO ed altri; FORMISANO ed altri; LOMBARDI ed altri; GRASSI ed altri; BOCCADUTRI ed altri; NARDELLA ed altri; RAMPELLI ed altri; GITTI e VITELLI (C. 15-186-199-255-664-681-733-961-1161-1325).
  — Relatori: Fiano e Gelmini, per la maggioranza; Toninelli, di minoranza.

  La seduta termina alle 20,35.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta del 23 settembre 2013:
   a pagina 1, seconda colonna, ventiseiesima riga, la parola «competenti» si intende sostituita da «permanenti».

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 282 e abb.-A – articolo 1 426 397 29 199 397 59 Appr.
2 Nom. em. 2.3 450 449 1 225 419 30 57 Appr.
3 Nom. em. 2.104 rif. 451 450 1 226 450 57 Appr.
4 Nom. em. 2.17 454 453 1 227 134 319 57 Resp.
5 Nom. em. 2.20 466 465 1 233 122 343 57 Resp.
6 Nom. em. 2.110 461 371 90 186 368 3 57 Appr.
7 Nom. em. 2.100, 2.106 rif. 464 463 1 232 463 57 Appr.
8 Nom. em. 2.101 467 374 93 188 48 326 57 Resp.
9 Nom. em. 2.39 465 464 1 233 462 2 57 Appr.
10 Nom. em. 2.51 466 464 2 233 464 57 Appr.
11 Nom. em. 2.52, 2.103 467 466 1 234 151 315 57 Resp.
12 Nom. em. 2.105 468 467 1 234 462 5 57 Appr.
13 Nom. articolo 2 469 468 1 235 468 57 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.1, 3.100 470 469 1 235 144 325 57 Resp.
15 Nom. articolo 3 467 466 1 234 462 4 57 Appr.
16 Nom. em. 4.600 467 373 94 187 372 1 57 Appr.
17 Nom. em. 4.10 465 460 5 231 129 331 57 Resp.
18 Nom. em. 4.13 461 458 3 230 36 422 57 Resp.
19 Nom. em. 4.601 467 374 93 188 366 8 57 Appr.
20 Nom. em. 4.14 464 372 92 187 35 337 57 Resp.
21 Nom. articolo 4 466 373 93 187 338 35 57 Appr.
22 Nom. em. 5.6 460 432 28 217 105 327 57 Resp.
23 Nom. em. 5.5 459 426 33 214 103 323 57 Resp.
24 Nom. articolo 5 466 379 87 190 377 2 56 Appr.
25 Nom. em. 6.10 470 466 4 234 144 322 56 Resp.
26 Nom. em. 6.100 rif, 467 465 2 233 461 4 56 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 6 464 464 233 463 1 56 Appr.
28 Nom. articolo 7 460 459 1 230 459 56 Appr.
29 Nom. em. 8.100 306 305 1 153 16 289 67 Resp.
30 Nom. articolo 8 415 387 28 194 386 1 63 Appr.
31 Nom. em. 9.6 437 360 77 181 33 327 62 Resp.
32 Nom. em. 9.12 rif. 439 362 77 182 356 6 62 Appr.
33 Nom. em. 9.103 445 441 4 221 99 342 62 Resp.
34 Nom. articolo 9 447 446 1 224 443 3 62 Appr.
35 Nom. em. 10.100 458 456 2 229 105 351 62 Resp.
36 Nom. em. 10.500 451 369 82 185 365 4 62 Appr.
37 Nom. em. 10.103 rif. 459 458 1 230 457 1 62 Appr.
38 Nom. em. 10.7 464 461 3 231 132 329 62 Resp.
39 Nom. em. 10.104 rif. 469 467 2 234 465 2 62 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 10 459 371 88 186 371 62 Appr.
41 Nom. em. 11.6 463 462 1 232 22 440 62 Resp.
42 Nom. articolo 11 469 439 30 220 437 2 62 Appr.
43 Nom. articolo 12 469 467 2 234 467 62 Appr.
44 Nom. articolo 13 472 442 30 222 442 61 Appr.
45 Nom. em. 14.107 458 453 5 227 99 354 61 Resp.
46 Nom. em. 14.108 469 468 1 235 464 4 60 Appr.
47 Nom. em. 14.109 456 453 3 227 99 354 60 Resp.
48 Nom. em. 14.112 460 459 1 230 454 5 60 Appr.
49 Nom. em. 14.127 462 461 1 231 460 1 60 Appr.
50 Nom. em. 14.104 460 459 1 230 55 404 60 Resp.
51 Nom. em. 14.115 467 466 1 234 169 297 60 Resp.
52 Nom. em. 14.117 456 454 2 228 145 309 59 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 14.118 458 457 1 229 141 316 59 Resp.
54 Nom. em. 14.24 461 460 1 231 143 317 59 Resp.
55 Nom. em. 14.119 465 464 1 233 141 323 59 Resp.
56 Nom. em. 14.39 466 465 1 233 138 327 59 Resp.
57 Nom. em. 14.42 466 466 234 143 323 59 Resp.
58 Nom. em. 14.120 457 456 1 229 177 279 59 Resp.
59 Nom. em. 14.128 461 460 1 231 165 295 59 Resp.
60 Nom. em. 14.122 461 460 1 231 170 290 59 Resp.
61 Nom. em. 14.129 456 453 3 227 151 302 58 Resp.
62 Nom. em. 14.123 450 448 2 225 142 306 58 Resp.
63 Nom. em. 14.100 456 443 13 222 434 9 58 Appr.
64 Nom. em. 14.121 450 418 32 210 418 58 Appr.
65 Nom. em. 14.54 456 425 31 213 324 101 58 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 14.101 451 450 1 226 449 1 58 Appr.
67 Nom. em. 14.102 447 445 2 223 136 309 58 Resp.
68 Nom. em. 14.105 441 439 2 220 55 384 58 Resp.
69 Nom. em. 14.103 452 451 1 226 145 306 58 Resp.
70 Nom. em. 14.126 450 448 2 225 141 307 58 Resp.
71 Nom. em. 14.130 451 450 1 226 449 1 58 Appr.
72 Nom. em. 14.500 453 420 33 211 419 1 58 Appr.
73 Nom. articolo 14 435 400 35 201 313 87 56 Appr.
74 Nom. em. 15.100 437 436 1 219 89 347 56 Resp.
75 Nom. em. 15.4 435 434 1 218 352 82 56 Appr.
76 Nom. articolo 15 438 437 1 219 356 81 56 Appr.
77 Nom. em. 16.600 439 438 1 220 438 56 Appr.
78 Nom. em. 16.601 441 328 113 165 327 1 56 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 79)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articlo 16 439 329 110 165 328 1 56 Appr.