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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 78 di martedì 17 settembre 2013

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 10.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 settembre 2013.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Archi, Balduzzi, Baretta, Berretta, Bocci, Boccia, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Caparini, Carrozza, Casero, Castiglione, Chaouki, Cicchitto, D'Alia, Dambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Di Lello, Epifani, Fassina, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Galati, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, La Russa, Legnini, Letta, Lorenzin, Lupi, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Realacci, Sani, Santelli, Schullian, Sereni, Speranza, Valeria Valente e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni.

  PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge:
   FRANCESCO DI PASQUALE, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:
    l'istituzione di elenchi dei ricercatori in energie alternative e degli inventori (255) – alle Commissioni riunite VII (Cultura) e X (Attività produttive);
    provvedimenti volti a garantire la disponibilità dei libri scolastici sin dai primi giorni di scuola (256)alla VII Commissione (Cultura);
    norme più restrittive in materia di autorizzazione all'apertura di nuovi esercizi commerciali (257)alla X Commissione (Attività produttive);
    interventi per la difesa del territorio (258) – alla VIII Commissione (Ambiente);
    norme in materia di raccolta e trasporto dei rifiuti (259) – alla VIII Commissione (Ambiente);
    interventi per contrastare gli sprechi e la corruzione nelle pubbliche amministrazioni (260) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
    una disciplina più restrittiva in materia di fabbricazione e utilizzo dei fuochi d'artificio (261)alla I Commissione (Affari costituzionali);Pag. 2
    iniziative per far cessare le violenze perpetrate contro i cristiani in varie parti del mondo (262) alla III Commissione (Affari esteri);
    interventi volti a contrastare i fenomeni di povertà e a sostegno delle famiglie (263)alla XII Commissione (Affari sociali);
    nuove norme a tutela dei titolari dei cosiddetti conti correnti «dormienti», (264) – alla VI Commissione (Finanze);
    che non siano previste quote obbligatorie di candidature riservate alle donne (265) alla I Commissione (Affari costituzionali);
   MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede:
    norme per assicurare l'uniformità dei costi sostenuti per il pagamento delle bollette dei servizi pubblici essenziali (266) – alla VI Commissione (Finanze);
    modifiche alle norme sul cosiddetto «registro delle opposizioni» (267) – alle Commissioni riunite IX (Trasporti) e X (Attività produttive);
   MARINO SAVINA, da Roma, chiede il potenziamento dei controlli in materia fiscale e sanitaria nei confronti dei datori di lavoro (268) – alle Commissioni riunite VI (Finanze) e XII (Affari sociali);
   MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede l'istituzione di organismi parlamentari per la valutazione delle petizioni e degli altri strumenti di democrazia diretta (269) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   MICHELE VECCHIONE, da Alatri (Frosinone), chiede l'introduzione di un limite massimo pari a 3.000 euro netti mensili per tutti i trattamenti previdenziali e vitalizi (270) – alla XI Commissione (Lavoro);
   ROSANNA OCCHIODORO, da Ancona, chiede nuove norme in materia di disconoscimento della paternità (271) – alla II Commissione (Giustizia);
   PAOLA TONONI, da Poggio Berni (Rimini), chiede l'incremento della pianta organica della procura di Rimini (272) alla II Commissione (Giustizia);
   PAOLO PASSOLUNGHI, da Codogno (Lodi), chiede la regolamentazione dell'attività dei partiti e l'abolizione dei finanziamenti in loro favore (273) alla I Commissione (Affari costituzionali);
   ROSSANO ALBERTO ROSSO, da Ardea (Roma), chiede nuove norme a tutela del personale del Corpo militare volontario e del Corpo delle infermiere volontarie della Croce rossa (274) alla IV Commissione (Difesa);
   SALVATORE ACANFORA, da Roma, chiede:
    la riduzione dell'organico e la riforma delle Forze armate (275) – alla IV Commissione (Difesa);
    l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e altre misure per la riduzione dei costi della politica (276) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
    l'abolizione dei contributi pubblici in favore dell'editoria (277) – alla VII Commissione (Cultura);
    il divieto di ogni forma di vivisezione e di sperimentazione sugli animali (278) alla XII Commissione (Affari sociali);
    l'abolizione del canone di abbonamento alla RAI (279) – alla IX Commissione (Trasporti);
    misure per contrastare il sovraffollamento delle carceri (280) – alla II Commissione (Giustizia);
    provvedimenti per la lotta contro la disoccupazione, in particolare giovanile (281) – alla XI Commissione (Lavoro);
    la realizzazione di uno spazio espositivo per i gioielli di casa Savoia (282) – alla VII Commissione (Cultura).

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Modifica nella composizione della Giunta per le autorizzazioni.

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni la deputata Paola Carinelli in sostituzione del deputato Andrea Colletti, dimissionario.

Assegnazione alla V Commissione dei disegni di legge relativi al rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2012 e all'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2013 (ore 10,08).

  PRESIDENTE. A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti disegni di legge sono assegnati alla V Commissione (Bilancio), in sede referente, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti:

  S. 888 – «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2012» (Approvato dal Senato) (1572);

  S. 889 – «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2013» (Approvato dal Senato) (1573).

  Le Commissioni, ai fini dell'espressione dei pareri e della conclusione dell'esame in sede referente, dovranno tenere conto delle determinazioni assunte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo in ordine all'inserimento dei due disegni di legge nel calendario dei lavori dell'Assemblea.

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Interrogazione Galgano n. 3-00156)

  PRESIDENTE. Avverto che l'interrogazione Galgano n. 3-00156, concernente iniziative volte a garantire l'offerta formativa scolastica per adulti in provincia di Perugia, in data odierna è stata trasformata in un'interrogazione a risposta scritta di analogo contenuto.

(Rischi di degrado per l'area archeologica e per i beni sottoposti a vincolo paesaggistico interessati dal progetto di discarica in località Falcognana (Roma) – n. 2-00209)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Brunetta n. 2-00209, concernente rischi di degrado per l'area archeologica e per i beni sottoposti a vincolo paesaggistico interessati dal progetto di discarica in località Falcognana (Roma) (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Chiedo al deputato Brunetta se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, intendo illustrarla. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, siamo di fronte invero a una situazione paradossale. E sono ormai più di due mesi che un'intera popolazione di un quartiere importante di Roma, di Roma sud, municipio IX, è interessata a una decisione gravissima che è quella dell'individuazione, all'interno dello stesso territorio, di una discarica che dovrebbe andare a sopperire le esigenze di sversamento conseguenti alla chiusura della mega discarica di Malagrotta, chiusura che dovrebbe avvenire alla fine di questo mese, cioè tra due settimane.
  Queste notizie, e non solo le notizie, ma anche la relativa «sedicente» decisione dell'8 agosto, hanno prodotto un gravissimo allarme sociale all'interno della popolazione interessata. Popolazione interessata che è stata tenuta totalmente all'oscuro di iter procedurali, di contenuti, di quantità, di metodologie, di ogni autorizzazione Pag. 4necessaria per ottemperare a questa «sedicente» decisione dell'8 agosto.
  Quello che la popolazione ha percepito è che si chiude Malagrotta e che la nuova Malagrotta sarà a Falcognana nell'attuale discarica per rifiuti industriali Ecofer. Questo è quello che la popolazione di quel territorio sa: Malagrotta si sposta a Falcognana, si sposta a Roma sud, si sposta sull'Ardeatina.
  La popolazione reagisce a tutto questo spiegando che nel territorio ci sono vincoli paesaggistici, ci sono problemi di viabilità, ci sono problemi sanitari e che molto probabilmente questo passaggio da Malagrotta a Falcognana non è privo di opacità dal punto di vista della proprietà della discarica di Falcognana e delle eventuali infiltrazioni criminali.
  A tutto questo le autorità competenti non danno alcuna risposta. Il commissario Sottile non risponde, se non in maniera vaga e contraddittoria. Il presidente Zingaretti tace. Il sindaco Marino se ne lava le mani. Il Ministro Orlando non risponde a nessuno se non al sottoscritto venerdì scorso in Parlamento spiegando come rientri nei poteri del commissario una decisione di questo tipo, però non dice sulla base di quale progetto, sulla base di quale autorizzazione, nascondendosi dietro l'emergenza rifiuti.
  Il ragionamento che sembra fare il Ministro Orlando è il seguente: abbiamo deciso la chiusura di Malagrotta, la chiusura di Malagrotta produrrà l'emergenza rifiuti, abbiamo un commissario per l'emergenza rifiuti, il commissario per l'emergenza rifiuti assume tutti i poteri, anche quelli che non ha, vista l'emergenza, e localizza nella discarica individuata a Falcognana la nuova Malagrotta.
  Interpellati i Ministri e le amministrazioni competenti, queste rispondono, una dopo l'altra, di non essere state in nessuna maniera interpellate e coinvolte nel processo autorizzativo, e questo è anche comprensibile perché un processo autorizzativo sia avvia sulla base di un progetto. Siccome non esiste alcun progetto, non esiste alcun dossier Falcognana che dica quantità, tipologie, processi autorizzativi, verifiche sociosanitarie e di impatto ambientale, siamo dentro a un circuito, a un loop perverso. Non esiste progetto, quindi non esistono pareri, se non esistono pareri, come dire, tutto ritorna ai poteri del commissario Sottile e cioè all'emergenza.
  Ebbene, oggi nel 2013, nella capitale di uno Stato come l'Italia, a Roma, una grande capitale di un grande Paese, si decide ancora una volta l'apertura di una discarica per i rifiuti urbani dentro il perimetro di una città in questa maniera, che è paradossale, ma direi di più: è criminale. Perché un processo decisionale di questo tipo non è solo paradossale, non è solo illegittimo, non è solo illegale, ma io direi che è criminale. È criminale oggi, nel 2013, a Roma, procedere in questa maniera nella definizione della soluzione di un problema strutturale quale quello dell'emergenza rifiuti. Altro si doveva fare, altro era stato fatto dal Governo precedente, dal Ministro Clini, che aveva dato una sorta di road map all'interno del Patto per Roma in cui, tra esportazione differenziata e trattamento, si cancellava la necessità di avere un'altra discarica. Questo non è stato fatto.
  Si è preferito o meglio si sta preferendo la solita logica all'italiana: si procura l'emergenza, dall'emergenza nascono decisioni emergenziali, le decisioni emergenziali bypassano la legge, bypassano le regole, bypassano le persone, distruggendo economie, distruggendo territori.
  Ecco, tutto questo sarebbe andato nel silenzio, sarebbe stato sepolto dal silenzio nel mese di agosto quando, l'8 di agosto, Ministro, governatore della regione e sindaco di Roma avrebbero deciso la localizzazione in maniera irresponsabile, illegale e – aggiungo – criminale.
  Per fortuna esiste il Parlamento, per fortuna esiste il sindacato ispettivo, per fortuna esistono questi momenti in cui il sindacato ispettivo del Parlamento interroga i Ministri e chiede loro un atto di responsabilità. Per queste ragioni io ho chiesto adesso al Ministro Bray di dire se è stato o meno interpellato prima di quel fatidico 8 agosto: no. Se è a conoscenza del progetto a Falcognana: no. Se sulla Pag. 5base di un ipotetico progetto di sversamento di rifiuti urbani in una nuova discarica per i rifiuti urbani il suo Ministero sarebbe disponibile a dare l'autorizzazione conseguente o in deroga al decreto Bondi, al vincolo Bondi: penso, ancora una volta, no.
  Bene, a me non basta, però, che il Ministro mi dica: noi non siamo stati coinvolti, noi non ne sappiamo nulla.
  Io chiedo al Ministro che dica che, in mancanza di un progetto, in mancanza di una verifica puntuale sul progetto, sulle compatibilità paesaggistico-ambientali – quindi, VIA e valutazioni paesaggistico-ambientali – nulla si può decidere. Questo chiedo al Ministro Bray, che metta uno stop a questo modo di procedere criminale: visto che non c’è il progetto, tutto va avanti lo stesso, non è necessario avere alcun parere conforme. Questo mi sembra non solo ridicolo, ma demenziale.
  Io qui denuncio questo modo di procedere e mi riservo di denunciarlo anche in forme più eclatanti, perché questo modo di procedere non è solo un bypassare le regole, ma è un prendere in giro il Parlamento, prendere in giro la legge, prendere in giro l'Unione europea.
  Per questa ragione, io chiedo al Ministro Bray di dire una parola ferma, che non può essere: «non ne so niente», «non ne ho saputo niente»; ma deve dire, se questo progetto dovesse andare avanti, prima che vada avanti, che è necessario un pieno coinvolgimento di legge dell'amministrazione dei beni culturali per verificarne le compatibilità. In caso contrario, nessuna decisione può essere presa.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha facoltà di rispondere.

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Illustre Presidente, mi riferisco all'interpellanza con la quale l'onorevole Brunetta chiede se il Ministero che rappresento «sia stato interpellato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare circa i rischi di degrado cui incorrerebbero i beni culturali e l'area archeologica interessata nell'ipotesi di un'eventuale decisione di aprire la discarica di Falcognana», come da citazione.
  Come richiamato dall'onorevole interpellante, l'area individuata per ospitare la nuova discarica della città di Roma rientra in un più vasto perimetro, riguardante l'ambito meridionale dell'Agro romano, compreso tra le vie Laurentina e Ardeatina, dichiarata, come ho potuto evidenziare nel corso della riunione convocata dal Ministro dell'ambiente a cui sono stato invitato il 12 settembre scorso, di notevole interesse pubblico con decreto del direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio del 25 gennaio 2010 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 25 del 1o febbraio 2010).
  Nello specifico, mi preme sottolineare che la zona di Falcognana è definita «paesaggio agrario di rilevante valore» in quanto caratterizzato, secondo l'articolo 12 delle prescrizioni d'uso allegate al suddetto decreto, da una naturale vocazione agricola, di grande estensione, profondità e omogeneità, con un rilevante valore paesistico per l'eccellenza dell'assetto percettivo, scenico e panoramico. Le citate prescrizioni prevedono, in tali casi, il rispetto di una serie di vincoli con riferimento al recupero e ampliamento di discariche già esistenti.
  In particolare, la tabella B dell'articolo 12 delle prescrizioni d'uso consente, con riferimento alle discariche collocate in tale perimetro, la possibilità di procedere ad interventi modificativi e di recupero della stesse solo previa valutazione di compatibilità con i valori riconosciuti del paesaggio agrario e subordinatamente alla realizzazione di misure ed opere di miglioramento della qualità paesaggistica del contesto. Viceversa, la realizzazione di nuove discariche non è consentita.
  Conseguentemente, deve evidenziarsi, in primo luogo, come la dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area considerata non impedisca, di per sé, qualsiasi intervento modificativo in relazione alla discarica in essere (purché, però, risulti legittimamente autorizzata precedentemente Pag. 6al 25 gennaio 2010), e, in secondo luogo, come, al fine di assicurare il rispetto dei valori del paesaggio agrario, ogni opera modificativa deve essere sottoposta alla preventiva valutazione di compatibilità paesaggistica, alla stregua dei valori paesaggistici tutelati e di tutti i criteri definiti nel ripetuto vincolo del 2010, valutazione che dovrà esprimersi nei provvedimenti autorizzativi del competente soprintendente, ai sensi dell'articolo 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
  Devo precisare che resta peraltro fermo, ove previsto, l'eventuale potere del commissario delegato di derogare alle suddette disposizioni che ho ricordato.
  Sotto il profilo archeologico, vorrei specificare che nel 2002 la società Ecofer Ambiente aveva presentato alla competente sovrintendenza archeologica di Roma un progetto per il riutilizzo di una vecchia cava dismessa come discarica di II categoria tipo B, con successivo recupero ambientale della cava. Con successive note dell'ottobre 2002 e del giugno 2003, la sovrintendenza archeologica di Roma rilasciava il nulla osta di competenza con le relative prescrizioni. La vecchia cava aveva, infatti, quasi completamente compromesso un sito archeologico precedentemente segnalato dalla carta archeologica dell'Agro al n. 101 del Foglio 33 nord come: «villa-tracce». I successivi lavori di sistemazione del sito (profilature dei bordi, recinzione metallica) vennero eseguiti dal personale della stessa sovrintendenza proprio per non arrecare ulteriore danno alla già più che compromessa situazione archeologica e per documentare l'eventuale intercettamento di cunicoli di drenaggio e resti murari.
  Queste sono le motivazioni per cui chiederò che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo possa valutare attentamente le caratteristiche del progetto e la sua compatibilità con i vincoli esistenti nel rispetto del decreto del direttore regionale del Lazio del 25 gennaio 2010.

  PRESIDENTE. Il deputato Brunetta ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, non sono soddisfatto semplicemente per il fatto che il progetto non esiste, mentre esistono già delle decisioni. Qui è il collasso logico e giuridico, signor Ministro: esistono delle decisioni, quelle dell'8 agosto, che diventeranno operative il 1o ottobre; diventeranno operative e, quindi, quella discarica andrà a raccogliere non solo fluff industriale, ma anche rifiuti urbani, sempre nell'attesa del parere del Ministero dei beni e delle attività culturali, dal che ne deriva una evidente violazione di legge. Infatti, in attesa della valutazione del progetto, che non c’è, si prendono delle decisioni operative, per cui 80, 90 camion al giorno arriveranno in quella discarica a sversare probabilmente «tal quale», illegale, con tutti i danni sanitari e ambientali alle falde che si sono evidenziati.
  È accettabile, signor Ministro – lo dico alla sua coscienza – un comportamento di questo genere ? È accettabile dire che il commissario Sottile ha poteri derogatori ? Poteri derogatori su che cosa, se non esiste un progetto, se non esistono le quantità, se non esiste la quantità della movimentazione, se non esistono le analisi di impatto ambientale e se non esiste una VIA ? Deroga a che cosa ? Deroga a quale vincolo e rispetto a quale progetto ?
  Siamo alla follia, alla follia giuridico-amministrativa. Siamo solo alla violenza istituzionale sulla pelle dei cittadini, sulla pelle dell'economia, sulla pelle del diritto !
  Chiedo a lei, ancora una volta, signor Ministro, di dire «alt». Fermatevi, finché siete in tempo ! Fermatevi in questa follia. Mostratemi il progetto, mostratemi tutte le altre autorizzazioni previste dalla normativa europea e dalla normativa italiana. Fermatevi in attesa di informare correttamente la popolazione, di avere, possibilmente, il consenso informato della popolazione, in una logica di leale collaborazione tra istituzioni e tra istituzioni e popolazione e, sulla base di questo stop, che lei, signor Ministro, e i suoi uffici Pag. 7facciate le opportune valutazioni di compatibilità e di applicazione del vincolo Bondi.
  Non è possibile, signor Ministro – glielo chiedo con tutta l'umiltà –, che si dica: «in attesa di», quando la decisione è già stata presa e quando diventerà operativa tra due settimane.
  Aspettiamo il ricorso al TAR ? Aspettiamo la «giuridificazione» dell'intera procedura ? L'ennesimo fallimento della politica, l'ennesimo fallimento della governance di un problema ? Ce lo faremo risolvere dalla magistratura, ancora una volta, mettendo nell'angoscia le popolazioni, che nel frattempo dovranno subire questo scempio ?
  Signor Ministro, questa è la domanda che le rivolgo. Lei deve dire «basta», lei deve dire «stop», non tanto ad una decisione, ma deve dire «stop» e «basta» a questo modo di procedere. Si faccia mostrare il progetto.
  Ha visto il progetto, lei, il giorno 12 ? Mi risponda: ha visto il progetto il giorno 12 ?
  Il giorno 12 le è stato consegnato un progetto ? Quantità, qualità, impatti ambientali, VIA ? Le è stato fornito tutto questo o solo parole, a cui lei ha opposto altre parole ? Questo, signor Ministro, è inaccettabile e non sarà accettato.
  Ripeto, le chiedo, ancora una volta (può farmi di sì o di no con la testa, se vuole, si può): ha visto un progetto il giorno 12 ?

  PRESIDENTE. Deputato, il Ministro risponde in base al nostro Regolamento.

  RENATO BRUNETTA. Assolutamente, assolutamente, assolutamente...

  PRESIDENTE. Il Ministro risponde in base al nostro Regolamento.

  RENATO BRUNETTA. Allora, io chiedo retoricamente se il Ministro abbia visto un progetto il giorno 12, perché, se il Ministro non ha visto alcun progetto, siamo di fronte all'illegalità più piena, in base alla quale sono pronto a ricorrere al tribunale dei ministri nei confronti del Ministro Orlando.

(Valutazioni in ordine all'impatto sulla salute pubblica del progetto di discarica in località Falcognana (Roma) – n. 3-00275)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Brunetta n. 3-00275, concernente valutazioni in ordine all'impatto sulla salute pubblica del progetto di discarica in località Falcognana (Roma) (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, preliminarmente intendo in questa sede confermare quanto già riferito in quest'Aula dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il 13 settembre, e cioè che né il Ministero della salute né l'Istituto superiore di sanità sono stati ad oggi formalmente interessati dalla regione Lazio, dal comune di Roma Capitale e dalle altre istituzioni competenti in merito all'individuazione in località Falcognana del possibile sito in cui realizzare la nuova discarica per lo stoccaggio dei rifiuti urbani della città di Roma Capitale.
  Non sono peraltro ad oggi pervenute al Ministero della salute specifiche richieste di valutazione tecnico-scientifica in ordine a profili di interesse igienico-sanitari connessi alla predetta iniziativa.
  Quindi, attesa la rilevanza in termini di tutela della salute pubblica che l'iniziativa in esame può comportare e condividendo le preoccupazioni espresse al riguardo dall'onorevole interrogante, è mia ferma intenzione porre in essere ogni iniziativa che si renderà necessaria a tutela della salute pubblica e, in particolare, dei cittadini residenti nell'area interessata dalla discarica, con il supporto, per i profili di mia competenza, dell'Istituto superiore di sanità.
  A tal fine, nel rispetto del decreto legislativo n. 36 del 2003, che attua la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti e tenuto conto dei vigenti protocolli dell'Istituto superiore di sanità, il Ministero della salute potrà assicurare, Pag. 8per il tramite dello stesso Istituto: l'effettuazione ante operam di un'estesa caratterizzazione delle matrici ambientali, acque sotterranee e suolo circostante la discarica, al fine di valutare l'eventuale alterazione della qualità delle stesse matrici ambientali, acque e sotterranee e suolo circostante; nella fase di attuazione della discarica, un costante monitoraggio circa la qualità dell'aria in prossimità dei centri abitati, al fine di verificare, anche in questo ambito, le eventuali alterazioni della stessa, tenuto conto del potenziale rischio di diffusione di gas nocivi; per garantire una corretta valutazione dell'impatto sanitario sulla popolazione residente in prossimità dell'impianto di discarica, l'attivazione in prossimità dello stesso impianto di una apposita indagine epidemiologica, a cura dell'Istituto superiore di sanità e, per gli aspetti di rilevanza locale, della ASL competente per territorio.
  Per le medesime finalità di tutela della salute umana, potrà rendersi opportuno valutare, secondo eventi prevalenti, quali siano le altre aree geografiche poste maggiormente a rischio dall'intervento realizzativo della discarica.
  Tutte le iniziative che sommariamente ho sopra anticipato potranno eventualmente costituire oggetto di specifica richiesta in sede di conferenza dei servizi, che, sulla base della normativa vigente, dovrà essere convocata dagli enti territoriali preposti al fine dell'eventuale rilascio delle autorizzazioni necessarie per la costruzione e l'esercizio dell'impianto. In particolare, nell'ambito della predetta conferenza dei servizi, gli organi partecipanti, in particolare la ASL per gli aspetti sanitari, sono legittimati ad avanzare la richiesta di approfondimenti in merito ai profili di carattere sanitario.
  Nell'ottica su posta sarà quindi mia cura sensibilizzare i rappresentanti della ASL competente per territorio affinché, nell'ambito del complesso procedimento volto al rilascio dell'autorizzazione per la sua realizzazione e l'esercizio dell'impianto e anche successivamente alla sua eventuale realizzazione, vengano svolte e prese nella massima considerazione tutte le valutazioni relative alla tutela della salute dei cittadini, manifestando sin da subito la massima disponibilità da parte del Ministero della salute, che fino ad oggi – ripeto – non è stato minimamente coinvolto in tutte le sue articolazioni a collaborare con tutte le istituzioni coinvolte, al fine di mettere in atto le misure prima descritte, nonché le altre che dovessero rivelarsi necessarie per la salvaguardia della salute delle popolazioni residenti.

  PRESIDENTE. Il deputato Brunetta ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.

  RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, nel dichiararmi soddisfatto per la risposta del Ministro Lorenzin, intendo ribadire ancora una volta quello che ho già detto al Ministro Bray: dalle parole del Ministro Lorenzin «mai stato il Ministero della salute interrogato o coinvolto prima dell'8 agosto», sentito solo il 12 di settembre in via informale, perché non può considerarsi una formale conferenza di servizi (da quello che so, in quell'occasione non è stato presentato alcun progetto, alcuna documentazione, alcuna analisi, nulla di nulla, né è stata chiesta alcuna autorizzazione: è stata solo un'informativa generica conseguente alle mie interrogazioni ed interpellanze per organizzare la risposta del Ministro Orlando), ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, signor Presidente.
  Di fronte a un problema di questa portata, l'emergenza rifiuti nella capitale di Roma, le amministrazioni competenti si parlano solo per concordare una qualche risposta ad un parlamentare che usa atti di sindacato ispettivo ! Siamo alla follia.
  Dalle parole chiarissime del Ministro Lorenzin emerge come non sia stato richiesto nessun approfondimento di ordine sanitario, epidemiologico, sulle falde acquifere, sull'aria, nulla di nulla. Vale a dire: si chiude Malagrotta e si trasferisce Malagrotta alla Falcognana senza alcuna analisi, senza alcuna valutazione, senza alcun progetto.Pag. 9
  Se un marziano ascoltasse questo dibattito in quest'Aula, scapperebbe immediatamente e tornerebbe da dove è venuto. Ma dove siamo arrivati ?
  Ripeto ancora una volta, Ministro Lorenzin, quello che ho chiesto anche al Ministro Bray: bloccate questo scempio. Non basta dire: siamo disponibili a collaborare. Giusto, necessario, corretto, ma non basta, perché è in atto una violenza, è in atto uno scempio.
  È in atto un delitto, che è quello di creare – ripeto – l'emergenza con la chiusura di Malagrotta e, sulla base dell'emergenza, affidare i pieni poteri, risibilmente pieni poteri, al commissario Sottile, «foglie di fico» di un intero fallimento di una classe di Governo, quella attuale, in questo settore, che, derogando – derogando a che cosa, se non c’è il progetto, se non ci sono le quantità, se non ci sono gli impatti ? –, fa partire i camion da Malagrotta a Falcognana.
  È accettabile, è ammissibile un procedimento di questo genere ? È accettabile nei confronti delle popolazioni, o non potrà indurre nelle popolazioni reazioni ad oggi imponderabili ? Di fronte a una violenza di questo genere, le popolazioni interessate hanno diritto di difendersi. Quando lo Stato produce violenza, quando lo Stato va contro la legge, le popolazioni hanno il diritto di difendersi.
  Per questa ragione, io continuerò nella mia battaglia con il sindacato ispettivo e continuerò, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, a chiedere ai ministri competenti di bloccare questo scempio in atto e di rispettare la legge. Chiedo solo questo: rispettare la legge, rispettare le direttive comunitarie, avere un progetto e, sulla base di questo progetto trasparente, seguire l’iter autorizzativo, come deve avvenire in qualsiasi Paese civile.

(Situazione dell'ordine pubblico in relazione al progetto di discarica in località Falcognana (Roma) – n. 2-00208)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Brunetta n. 2-00208, concernente la situazione dell'ordine pubblico in relazione al progetto di discarica in località Falcognana (Roma) (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Chiedo al deputato Brunetta se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, continua il mio sindacato ispettivo su questo stesso argomento. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, come è a tutti noto, nel settore dei rifiuti e nel settore delle discariche, è normalmente purtroppo presente la criminalità organizzata di stampo camorristico e di stampo mafioso e questo, purtroppo, per un'antica carenza dello Stato e delle amministrazioni.
  Troppo lunga è la sequenza di atti e fatti che sono stati portati all'evidenza dell'opinione pubblica. Purtroppo, anche nella vicenda della chiusura di Malagrotta e dell'apertura di una nuova discarica a Roma, dentro il perimetro urbano, esistono fortissimi dubbi e tantissime opacità.
  Ho chiesto al Ministero dell'interno di sciogliere e di eliminare qualsiasi dubbio e qualsiasi opacità, intanto andando ad individuare la proprietà del sito di destinazione, perché la proprietà del sito di destinazione era allegramente – per carità – schermata e quindi non era visibile. Quindi, nel mio sindacato ispettivo, ho chiesto quale fosse la proprietà effettiva dell'Ecofer, che attualmente ha in gestione e gestisce la proprietà di Falcognana, anche perché, se Ecofer deve diventare la nuova concessionaria della nuova assegnazione del trattamento dei rifiuti urbani di Roma, sarà bene capire a chi e con chi lo Stato contrae e le prime informazioni avute non sono, in alcun modo, tranquillizzanti. Chiedo, pertanto, al sottosegretario di esplicitare le ragioni di queste preoccupazioni riguardanti il passato, ma soprattutto quelle in essere riguardanti il futuro.
  Siamo di fronte a un possibile esproprio. Nei confronti di chi si farà l'esproprio ? Qual è la situazione societaria ? La società che attualmente ha la proprietà e Pag. 10la gestione della discarica per rifiuti pericolosi industriali ha le carte in regola già per realizzare quest'attività, oppure no ?
  Esistono problemi di abusivismo già in essere in questo sito ? Sono state commesse irregolarità e illegalità già dal 2003 ad oggi in questo sito ? Ecco, il mio atto di sindacato ispettivo è finalizzato a capire questo, perché capendo il passato ovviamente si può, in qualche maniera, prevedere il presente e il futuro.
  Da quello che sappiamo – ancora una volta, e lo dico fino alla noia –, nonostante la decisione asserita l'8 agosto nella individuazione in Falcognana della nuova discarica di Roma, nessuna indagine di questo tipo è stata fatta prima di prendere questa decisione, nessuna indagine all'8 agosto è stata effettuata.
  Successivamente, solo dopo il mio atto di sindacato ispettivo di quei giorni, si è messo in moto il meccanismo analitico di indagine per verificare la proprietà, ma né il Ministro Orlando né il commissario Sottile né il sindaco Marino né il governatore Zingaretti avevano sentito l'esigenza di fare chiarezza dal punto di vista dell'ordine pubblico, della criminalità e della trasparenza dell'attuale proprietà del sito di Falcognana. Bel modo di procedere ! Nessuna richiesta, nessun coinvolgimento, da parte del Ministro Orlando, del Ministero dell'interno. Nulla !
  Così come – e lo ripeto ancora una volta – nell'informale conferenza di servizio del 12 settembre, di cui chiederò conto al sottosegretario, che mi risponderà, se in quella occasione, in quell'informale conferenza di servizio, è stato mostrato un progetto, quantità, movimentazione, qualità, autorizzazioni. Da quello che si conosce, nulla di tutto questo.
  Ancora una volta, quindi, siamo di fronte a una procedura illegale, siamo di fronte a un modo di procedere che ha dell'assurdo su un tema così sensibile e così rilevante, così foriero di conseguenze per un'intera comunità. Ma noi siamo di fronte al nulla, alla violenza di un'istituzione, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nei confronti di una popolazione, in ottemperanza a una decisione politica, guarda caso con tutti i protagonisti dello stesso colore.
  Anche questo è inaccettabile, signor Presidente e signor sottosegretario. Non è possibile andare contro la legge, andare contro la cittadinanza, non rispettare le procedure semplicemente sulla base di un'emergenza procurata, perché la decisione di chiudere Malagrotta è una decisione anche comprensibile, ma solo ed esclusivamente se da questa decisione ne deriva una soluzione dei problemi, non un aggravamento dei problemi.
  Ci dicono che con la chiusura di Malagrotta si esporterà, forse nel resto d'Italia, parte dei rifiuti prodotti a Roma. Dove ? Quando ? In quali quantità ? Dove andranno ? Lo si saprà solo il giorno 18, forse. Siamo nuovamente all'assurdo. Siamo a una procedura illegale che porta alla disperazione di un'intera comunità della Capitale d'Italia sulla base del nulla, sulla base di un'emergenza, ripeto, procurata senza soluzione. Altro sarebbe successo se si fosse realizzata la differenziata, se si fosse ottimizzata la funzionalità dell'AMA, se si fosse ottimizzata la produzione di TMB. Nulla di tutto questo.
  Poi in sede di replica darò anche alcune valutazioni quantitative assolutamente preoccupanti, signor sottosegretario. Abbiamo 400 mila tonnellate di indifferenziata che non si sa dove siano andate e dove andranno, ma di questo, signor sottosegretario, parleremo in sede di replica.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Gianpiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, l'onorevole Brunetta mi consentirà, viste le precedenti interrogazioni e interpellanze, di non fare alcuna premessa al problema che ha ricordato, rispetto al quale già due rappresentanti del Governo hanno risposto su materie di loro competenza. Quindi mi soffermerò sui profili che riguardano più strettamente il Ministero dell'interno, tenendo conto che l'interpellanza dell'onorevole Pag. 11Brunetta interpella il Governo su due questioni prioritarie, una che riguarda il rischio di destabilizzazione dell'ordine pubblico e l'altra sull'infiltrazione della criminalità organizzata.
  In ordine ai profili di più stretta competenza del Ministero dell'interno soggiungo che la vicenda relativa all'individuazione di tale sito, per la realizzazione di una discarica da destinare allo stoccaggio dei rifiuti solidi urbani, ha suscitato immediatamente la reazione di una consistente parte dell'opinione pubblica locale, fortemente contraria all'eventuale apertura dell'impianto, così come del resto è avvenuto in passato per altre analoghe iniziative. Tale reazione, fondata su forti preoccupazioni relative alla salute pubblica, alla tutela del paesaggio e ai problemi di viabilità, che verrebbero aggravati dal passaggio dei mezzi pesanti destinati al conferimento di rifiuti, ha dato vita a diverse manifestazioni di protesta, volte a sensibilizzare le autorità ad un ripensamento della decisione. Nel premettere che tali manifestazioni, inscenate nel corso di questa estate, sono state tutte regolarmente preavvisate, come prescrive l'articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, mi preme dire che esse non hanno mai degenerato in forme di violenza né creato turbative di particolare rilevanza dell'ordine pubblico. Il dissenso non si è manifestato soltanto in singoli ed isolati episodi, ma ha mantenuto un carattere di continuità attraverso un presidio permanente attivato da comitati di cittadini nei pressi dell'area individuata ed oggetto di continua vigilanza da parte delle forze di polizia. In considerazione della particolare sensibilità e delicatezza della questione, appare evidente l'esigenza che vengano espletati, in ogni possibile direzione, tutti gli approfondimenti necessari, anche per corrispondere adeguatamente, in una logica di totale trasparenza, alle preoccupazioni e al disagio manifestati dalla popolazione più direttamente coinvolta dalla scelta di allocazione del nuovo impianto.
  Quanto all'altro aspetto di competenza del Ministero dell'interno, sollevato dall'onorevole interpellante, concernente lo svolgimento di accertamenti di carattere istruttorio relativi a possibili elementi di infiltrazione della criminalità organizzata, le verifiche svolte in questa fase preliminare non hanno evidenziato, allo stato, l'emergere di cause interdittive. Assicuro, comunque, che ogni fatto nuovo riferito a tale situazione sarà puntualmente verificato in relazione all'evolversi della procedura e al rilascio della documentazione antimafia. Preciso che quanto appena detto si pone su un distinto piano rispetto all'accertamento, da parte della stazione appaltante, dei requisiti soggettivi generali previsti per ogni operatore economico dall'articolo 38 del codice dei contratti pubblici e alla prudente valutazione in tale ambito di circostanze che possono compromettere la successiva conservazione degli effetti dell'eventuale contratto di appalto.
  Considero, in conclusione, l'esigenza di acquisire un quadro completo degli elementi di rilievo, tanto più avvertita e doverosa in relazione agli aspetti di tutela dell'ambiente, della salute pubblica e alla conseguente necessità che gli operatori prescelti risultino affidabili sotto ogni profilo e non solo sul piano della capacità tecnica.

  PRESIDENTE. Il deputato Renato Brunetta ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, sono parzialmente soddisfatto per il solito motivo. Queste valutazioni del Ministero dell'interno sono avvenute sulla base di una tradizione orale che è pervenuta al Ministero dell'interno sempre in quella riunione del 12 settembre. Vale a dire, in quella riunione di quel 12 settembre non è stato presentato al Ministero dell'interno nessun documento, nessun progetto, nessun programma, nessuna bozza di contratto tale da consentire al Ministero dell'interno le opportune valutazioni.
  Le valutazioni che il sottosegretario ha svolto qui in Aula oggi, sono intervenute Pag. 12solo sulla base della sua risposta al mio sindacato ispettivo. Quindi, anche su questo, signor Presidente, è da sottolineare questo paradosso: vale a dire che il Ministero dell'interno si attiva rispetto a un problema straordinario, come quello dell'emergenza rifiuti a Roma, non perché le amministrazioni lealmente collaborano, ma perché le amministrazioni vengono interpellate, sulla base del sindacato ispettivo, da un parlamentare. Già questo dovrebbe portare, signor Presidente, a una sorta di collasso dell'intera procedura. Vale a dire, visto che nei tempi corretti non si è seguito l’iter istituzionale previsto, nessuna decisione al riguardo può essere presa. Perché capisco le modalità di legge, le cautele di legge che il Ministero dell'interno adotta, ma le adotta sulla base del mio sindacato ispettivo, non della richiesta del Ministro Orlando, esplicitata in termini di conferenza di servizio, se cioè rispetto al profilo della proprietà, della criminalità, dell'infiltrazione, dell'attitudine a contrarre da parte degli attuali proprietari di Ecofer ci sia correttezza o meno, ci sia nulla osta o meno, perché, signor sottosegretario, questa richiesta formale a voi non è mai arrivata. Quindi la sua risposta è a me, al sindacato ispettivo, è al Parlamento, non al Ministro Orlando.
  Questo – lo dico per l'ennesima volta, fino alla noia e alla nausea – porta a un giudizio assolutamente negativo rispetto a quanto è stato fatto finora e a quanto potrà essere fatto, perché – vede – fra due settimane chiude Malagrotta e, se non c’è un blocco, si affida all'attuale proprietà di Falcognana vi dico cosa, lo dico a lei Presidente, ma lo dico anche ai signori sottosegretari presenti. A Roma ogni anno si producono 1.800.000 tonnellate di indifferenziata, su 2.000.000 di tonnellate di produzione totale: 200.000 tonnellate solo, il 10 per cento, è la differenziata. Di queste 1.800.000 tonnellate di indifferenziata, vanno ai trattamenti biologico-meccanici 900.000 tonnellate, la metà, che viene trattata e resa in qualche maniera inerte. Ad oggi, vengono esportate 60.000 tonnellate, pochissime. Altri trattamenti riguardano altre 400.000 tonnellate, a caldo o a freddo. Restano, signor Sottosegretario, – e questo è un profilo che riguarda il suo Ministero – 400.000 tonnellate di indifferenziata – e questo è il colpo di scena – che non si sa dove vanno a finire.
  Oggi a Roma ci sono 400 mila tonnellate di indifferenziata che non hanno una destinazione perché non vengono trattate, perché le statistiche non lo dicono, né gli impianti di trattamento potrebbero trattarle perché sono già saturi, e che non vengono esportate legalmente. Dove vanno, signor sottosegretario per l'interno, queste 400 mila tonnellate di indifferenziata che non vengono trattate e che non vengono esportate ? Dove vanno a finire ? È facilmente presumibile che entrino nel circuito dell'illegalità, che entrino nel circuito criminale. Illegalità, criminalità contro le popolazioni, contro l'economia, contro la salute dei cittadini. Questo è inaccettabile. Quando si chiuderà Malagrotta, queste 400 mila tonnellate di indifferenziata dove andranno collocate ? Dove andranno collocate le 900 mila di trattato ? Altro che i dieci camion al giorno di cui parla l'ineffabile commissario Sottile ! A me personalmente, in una prima fase, aveva parlato di novanta camion al giorno che miracolosamente sono passati a dieci.
  Questo è il tema e il problema rifiuti a Roma oggi che il Ministro Orlando cerca di risolvere alla marziana, vale a dire creando l'emergenza rifiuti, sovraccaricando il commissario Sottile di poteri e di compiti che non ha e che non può avere, non chiedendo alcuna autorizzazione, semplicemente con la politica del fatto compiuto. Questo è inaccettabile e chiedo anche a lei, signor sottosegretario, di mettere uno stop, un fermo a questa violenza, perché con grande correttezza lei ha descritto la civiltà della protesta degli abitanti della zona interessata, la civiltà della protesta cui viene dall'altra parte contrapposta l'inciviltà della violenza delle istituzioni e, in particolar modo, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nei confronti di questa popolazione. Non si era mai visto che una popolazione esasperata avesse comportamenti Pag. 13di estrema e totale responsabilità e civiltà a fronte dell'inciviltà della violenza di un'istituzione o di più istituzioni, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, regione, comune, istituzioni violente e opache che non parlano, che non giustificano, che non sono trasparenti, che decidono contro una popolazione, e la popolazione che reagisce civilmente e responsabilmente. Fino a quando, signor sottosegretario, signor Presidente, fino a quando potrà essere tollerata una situazione di questo genere ? Pertanto chiedo anche a lei, signor sottosegretario, e chiedo al Ministro Alfano, di dire basta a questo scempio, basta a questa violenza.

(Problematiche riguardanti la viabilità nell'area interessata dal progetto di discarica in località Falcognana (Roma) – n. 3-00278)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Brunetta n. 3-00278, concernente problematiche riguardanti la viabilità nell'area interessata dal progetto di discarica in località Falcognana (Roma) (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Rocco Girlanda, ha facoltà di rispondere.

  ROCCO GIRLANDA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, l'onorevole interrogante ha posto all'attenzione del Governo le diverse e delicate problematiche connesse alla realizzazione della discarica per lo stoccaggio dei rifiuti della Capitale in località Falcognana. Risulta che tutti i Ministeri coinvolti unitamente al commissario straordinario stiano adoperandosi al fine di individuare la soluzione più idonea che riesca a coniugare le molteplici esigenze rappresentate. Ciò nondimeno tra le varie criticità evidenziate assume particolare rilievo quella connessa alla viabilità, provinciale e comunale, di accesso al quadrante interessato, Ardeatina-Laurentina, la cui responsabilità gestionale non ricade invero negli ambiti riconducibili alla diretta competenza del MIT né dell'ANAS.
  Tuttavia non posso esimermi dall'osservare che appare oggettivamente imprescindibile una preventiva verifica delle condizioni infrastrutturali delle arterie interessate, al fine di accertare l'effettiva sostenibilità del traffico veicolare aggiuntivo, considerato che la realizzazione dell'impianto di smaltimento dei rifiuti comporterebbe ovviamente un cospicuo aumento del flusso di veicoli pesanti, con le relative ripercussioni dal punto di vista ambientale e della sicurezza della circolazione.
  Occorrerà dunque, per ciò che riguarda l'adeguatezza delle infrastrutture stradali, effettuare una compiuta diagnosi delle problematiche della rete viaria interessata, al fine di analizzare e valutare ogni aspetto: incidentalità, inquinamento, congestione, carenza di accessibilità e quant'altro.
  In secondo luogo, relativamente all'aspetto della sicurezza della circolazione, si renderà senz'altro necessaria, al fine di evitare situazioni di pericolosità per l'utenza, una verifica degli effettivi livelli di sostenibilità della rete stradale coinvolta, trattandosi di zona urbanizzata che, com’è noto, già risente di un consistente volume di traffico veicolare ed invero anche pedonale.
  Assicuro che verrà assunta ogni iniziativa da parte del MIT possibile, volta a garantire l'effettivo rispetto delle suddette condizioni.

  PRESIDENTE. Il deputato Brunetta ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, cosa dire ? Il verbo coniugato al futuro: apprezzo, ma la decisione dicono che sia stata presa. E – ancora una volta – sulla base di quale progetto ? Sulla base di quale quantità e qualità del traffico: 10 camion o 100 camion ? Non lo sa nessuno. È possibile che si prenda una decisione che ha impatto sulla viabilità in un quadrante così sensibile, senza un progetto ?
  È la quarta replica: siamo alla noia o alla nausea. Ma se io penso all'angoscia Pag. 14dei miei concittadini, dei miei vicini di casa, di fronte a questo comportamento devo vincere anche la noia e la nausea e chiedere al Ministero dei trasporti di bloccare questa decisione infame, questa decisione criminale.
  Farsi mostrare le carte, signor sottosegretario: chieda, prima di qualsiasi operatività, le carte, il progetto, le quantità, proprio perché il suo Ministero possa dire se ci sia compatibilità o meno.
  In mancanza di queste carte, in mancanza di questo progetto, in mancanza di queste quantità, nessun contratto può essere fatto e nessuna decisione può essere presa. E lo dico, lo ripeto; questo vale per il Ministero dei beni culturali: di fronte a nessun progetto, nulla può essere deciso. Lo dico nei confronti del Ministro Lorenzin per la salute: di fronte a nessun progetto, nessuna valutazione può essere fatta e quindi nulla può essere operativo. Lo dico al sottosegretario per l'interno: di fronte a nessun progetto e a nessuna definizione contrattuale, nessuna valutazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali può essere fatta, nessuna valutazione sulla soggettività della proprietà può essere fatta. Lo dico al sottosegretario Girlanda: di fronte a nessun progetto, nessuna valutazione può essere fatta. Né d'altra parte tutto questo può avvenire ex post, cioè si decide e poi si vede se i 10 camion o 100 camion di tal quale piuttosto che di TMB sono coerenti o compatibili con...
  È ridicolo, paradossale, infame, criminale. Ecco, spero che questa mattinata in compagnia del problema dei rifiuti a Roma e del problema dell'irresponsabilità delle istituzioni – che rispondono a un parlamentare ma non si parlano tra di loro e anche quando si parlano, si parlano a carte coperte – sia istruttiva, signor Presidente, istruttiva per tutti noi e per lo stato comatoso, se questo dibattito si è tenuto in questi termini, della nostra democrazia e delle nostre istituzioni.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con gli ulteriori argomenti all'ordine del giorno.

  La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Biancofiore, Meta, Mogherini e Pes sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al primo argomento previsto dall'ordine del giorno della seduta odierna, che reca il seguito della discussione del disegno di legge in materia di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Tuttavia, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è preso atto che l'esame in sede referente del provvedimento non si è ancora concluso e si è stabilito che lo stesso sarà iscritto all'ordine del giorno dell'Assemblea nella seduta di giovedì 19 settembre, alle ore 14.
  Passiamo, quindi, al successivo punto all'ordine del giorno dell'odierna seduta sul quale la Commissione mi ha comunicato che ha bisogno di un po’ più di tempo. Sospendo pertanto la seduta per 15 minuti. La seduta riprenderà alle ore 16,25.

  La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,25.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la presidente della II Commissione (Giustizia), Donatella Ferranti. Ne ha facoltà.

Pag. 15

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, sottopongo alla Presidenza la necessità da parte della Commissione giustizia e del Comitato dei nove, che era riunito, di posticipare, almeno fino alle 17,30, i lavori dell'Aula, in quanto il Comitato dei nove – come sa, signor Presidente, noi non eravamo immediatamente in calendario, ma all'esito dell'altro provvedimento –, essendo questo un provvedimento molto delicato, ha bisogno ancora di un po’ di tempo per esaminare gli emendamenti e anche alcuni nodi che non sono stati sciolti.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospendo la seduta fino alle 17,30. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 16,26, è ripresa alle 18,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Scalfarotto ed altri; Fiano ed altri; Brunetta ed altri: Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia (A.C. 245-280-1071-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 245-280-1071-A di iniziativa dei deputati Scalfarotto ed altri; Fiano ed altri; Brunetta ed altri: Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia.

(Esame di questioni pregiudiziali – A.C. 245-280-1071-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che sono state presentate le questioni pregiudiziali di costituzionalità Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1, Giorgia Meloni e Cirielli n. 2 e Pagano ed altri n. 3, non preannunciate in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo (Vedi l'allegato A – A.C. 245-280-1071-A).
  Avverto che i tempi per l'esame delle questioni pregiudiziali sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione sulle linee generali.
  A norma dei commi 3 e 4 dell'articolo 40 del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purchè appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
  Chiusa la discussione, l'Assemblea deciderà con un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali sollevate per motivi di costituzionalità.
  Il deputato Rondini ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di costituzionalità Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, dovrebbero bastare poche considerazioni di buon senso per archiviare...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, un po’ di attenzione, è difficile parlare quando c’è tutto questo rumore. Per favore. Prego onorevole.

  MARCO RONDINI. Dovrebbero bastare poche considerazioni di buon senso per archiviare un provvedimento che, nella sua applicazione, andrà a sanzionare anche un Pag. 16reato di opinione, violando il rispetto del principio di libertà di espressione garantito dalla nostra Costituzione. Che il rischio sia reale ce lo ricorda anche un passaggio del parere della I Commissione (Affari costituzionali) che evidenziava la necessità di assicurare il rispetto del principio di libertà di espressione, evitando il rischio in particolare di scivolare sul delicato territorio dei reati di opinione e di introdurre nell'ordinamento illegittime violazione delle libertà di manifestazione del pensiero, anche perché potrebbe risultare alquanto difficoltoso sul piano probatorio ricostruire i motivi che hanno determinato l'agire. Così la Commissione affari costituzionali.
  Inoltre, come abbiamo evidenziato poi nel nostro atto, la disposizione dell'articolo 1 contenuta nel testo in esame viola il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione sotto il profilo della ragionevolezza della discriminazione. Appare evidente che aver legato l'atto di discriminazione a motivi di omofobia e transfobia, così configurata, offre una protezione privilegiata alla persona offesa in ragione del proprio orientamento sessuale e in particolare discrimina fra chi subisce forme di atti o violenze perché vi è una tutela rafforzata del motivo sottostante l'azione.
  Ancora, il testo di legge in esame andrebbe ad escludere, come esclude, la medesima tutela ai soggetti eterofobi, misogini o misantropi e, anche in questo caso, senza alcuna ragionevole giustificazione, anzi si andrebbe a configurare per legge una discriminazione nei confronti di coloro che sono eterofobi, misogini o misantropi perché non sono stati ricompresi nel testo.
  Un altro rischio è ben sottolineato in un altro passaggio del parere della Commissione affari costituzionali, nel quale si rileva come gli elementi previsti dal testo, avendo per oggetto moventi interiori il cui accertamento obiettivo non è univoco, possono dar luogo alla presunzione di sussistenza ogni volta che la condotta illecita interessi soggetti di cui siano note l'omosessualità e la transessualità, introducendo così una vera e propria inversione dell'onere probatorio.
  Accanto agli aspetti di incostituzionalità, che dovrebbero essere sufficienti per indurre i colleghi a votare a favore di questa nostra questione pregiudiziale nei confronti di questo provvedimento, vi sono poi altri aspetti, che dovrebbero spingerci comunque a tutelare l'istituto della famiglia e questo dovere ci impone, o dovrebbe imporci, di non procedere all'esame del testo, fermando la mano del legislatore, che, informata da quel relativismo politicamente corretto, vera malattia del mondo occidentale, con provvedimenti come questi, domani impedirà, a chi dovesse porsi a difesa della famiglia naturale, qualsiasi agibilità, perché si potrebbe configurare come atto discriminatorio nei confronti delle coppie omosessuali.
  Con questi provvedimenti, si misconosce la specificità della famiglia e se ne preclude l'autentica valorizzazione nel contesto sociale e si apre la strada a decisioni politiche, con le quali giuridicamente si equiparano forme di vita differenti come la relazione tra uomo e donna e quelle tra persone dello stesso sesso. Domani, chi dovesse dire – come ha fatto Papa Francesco – che, anzitutto, come Chiesa, offriamo una concezione della famiglia che è quella del libro della Genesi, dell'unità nella differenza tra uomo e donna e della sua fecondità, in questa realtà inoltre riconosciamo un bene per tutti: la prima società naturale come recepito anche nella Costituzione della Repubblica italiana.
  Infine, vogliamo riaffermare che la famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un'economia a misura d'uomo e – come tale – merita di essere fattivamente sostenuta.
  Bene, chi pronunciasse queste parole – come dicevo ha fatto Papa Francesco – potrebbe trovare, grazie al vostro provvedimento, qualche zelante magistrato che, in virtù di quanto stabilite, potrebbe ravvisare una volontà di discriminazione nei confronti di chi è omosessuale, ad esempio. Pag. 17Per concludere, chi avalla simili provvedimenti, lo fa solo perché è animato da motivi ideologici, privi di buonsenso, ed è appellandoci soprattutto al buonsenso, che oggettivamente non ravvisiamo nella mano del legislatore, che ha steso questo testo, che chiediamo comunque ai colleghi presenti in Aula di non permettere che l'esame di questo testo proceda (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Edmondo Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signora Presidente, colleghi, innanzitutto intendevo protestare perché una legge così sostanzialmente importante, a prescindere da quello che si può pensare, che incide sulla libertà di opinione, inciderà sulla libertà religiosa, inciderà sull'ordine sociale, sullo stato e sul diritto di famiglia. Di fatto, il Parlamento è imbavagliato con i contingentamenti; un gruppo come il nostro, piccolo, con nove deputati, può segnalare solo due emendamenti, neanche un emendamento a deputato, oltre al fatto che il tempo della pregiudiziale viene anche sottratto dai tempi di contingentamento. Io non credo che, non facendo parlare i deputati e i parlamentari, si faccia un buon servizio al Paese: si vogliono fare norme manifesto e si calpestano anche i più elementari principi del diritto.
  Mi riferisco, innanzitutto, al rispetto della norma fondamentale della nostra Costituzione. I nostri padri fondatori, innanzitutto, ci hanno tenuto a specificare, tra i primi articoli, all'articolo 3, che tutti i cittadini sono uguali, a prescindere da ogni distinzione di sesso, razza, religione, condizioni personale e, invece, grazie alle lobby – noi non ce l'abbiamo con i singoli, ma ce l'abbiamo con le lobby – si vuole introdurre una tutela speciale per alcune persone, in virtù di una loro soggettiva condizione personale.
  E, peraltro, lo dico anche con molta franchezza, non è un momento dove c’è una recrudescenza criminale tale da giustificare anche questo intervento. Sia beninteso: chi vi parla, e lo dimostrerà anche con gli emendamenti, non è affatto contrario all'idea di punire severamente qualche mentecatto o qualche delinquente prepotente che usa violenza o istiga alla violenza verso persone semplicemente per il fatto di essere percepite nella sua mente stupida come diverse. Quindi, nel caso specifico riteniamo molto grave la violenza nei confronti degli omosessuali in quanto tali. Ma riteniamo grave la violenza in quanto tale e da punire gravemente, e ricordo che all'articolo 61 del codice penale le circostanze aggravanti già prevedono l'avere agito per motivi abietti e futili. Non si capisce, dunque, perché questa norma non venga applicata con la dovuta severità. Ma, aggiungo, il codice penale prevede anche l'opportunità di dare misure di sicurezza. Quindi, già oggi ci sarebbe l'opportunità di punire in maniera adeguata e dura coloro che agiscono e commettono violenza per motivi futili o abietti.
  Ma c’è di più. La norma che oggi discutiamo, che novella sia la «legge Reale» del 1975 sia la «legge Mancino» del 1993, che rappresentano l'ossatura di riferimento della legislazione italiana contro le discriminazioni, punisce ed estende la relativa normativa anche alla condotta della istigazione e della commissione di atti di discriminazione nei confronti degli omosessuali. Voglio dire che, rispetto alla banalità della locuzione, ci si potrebbe chiedere chi è contro una norma che punisce chi commette atti di discriminazione nei confronti degli omosessuali. Sicuramente è una cosa sbagliata che va sanzionata, ma il punto è: quali sono questi atti di discriminazione ? Cioè, se io sostengo che è sbagliato e ingiusto che una coppia di omosessuali possa adottare un bambino, sto commettendo o sto istigando a una discriminazione ? E se mi associo, se faccio parte di una religione, di un gruppo catecumenale, di un partito, che sostiene, per esempio, che è contrario al matrimonio dei gay, compiamo un'istigazione alla Pag. 18discriminazione, magari in associazione, e dobbiamo essere puniti in maniera assai più severa ?
  E, allora, qui si tocca la libertà di associazione, si tocca la libertà di opinione di cui all'articolo 21 della Costituzione e si tocca l'articolo 19 della Costituzione. In realtà ci sono molte religioni e tra queste quella principale, la nostra religione cattolico-cristiana, che prevede nella sua dottrina sociale l'idea che colui che si trova in questa condizione soggettiva possa essere criticato e, comunque, è contraria all'adozione da parte di coppie gay. E, allora, in questo caso una persona potrà professare la sua libertà religiosa ? O per questo istigherà alla discriminazione ? O compierà un atto di discriminazione ?
  Allora, noi crediamo che in primis si possa punire magari più adeguatamente, inserendo una normativa generale di contrasto alle discriminazioni e utilizzando l'articolo 3 della Costituzione, che al suo ultimo paragrafo introduce anche il concetto di condizioni personali tra le condizioni da tutelare e, quindi, nessuno può essere discriminato in base alle sue condizioni personali. E, allora, si può stabilire una sanzione di carattere generale perché non crediamo, per esempio, che una discriminazione nei confronti di un diversamente abile sia meno grave di una discriminazione o di una violenza nei confronti di un omosessuale.
  Oppure quanto meno possiamo limitare il danno, circoscrivendo il reato agli atti di violenza o all'istigazione alla violenza nei confronti degli omosessuali. Credo che, se quest'Aula ragionerà in maniera seria, se i tempi ce lo consentiranno, si capirà chiaramente che è importante tutelare la libertà di parola e di opinione di cui all'articolo 21 della Costituzione; è importantissimo tutelare la libertà religiosa, la libertà di professare la propria religione, di cui all'articolo 19; è importantissimo preservare l'articolo 3 del principio di uguaglianza. Ci sarebbe anche da citare l'articolo 25, lo voglio ricordare. Discriminazione è un concetto intuitivo dal punto di vista lessicale, ma dal punto di vista giuridico è poco tipizzato, per cui si viola anche il principio di legalità e il principio di tassatività di cui all'articolo 25 della Costituzione. Il fronte del significato della discriminazione diventa liberamente interpretabile da un magistrato, e credo che non sia giusto dare questo tipo di discrezionalità e soprattutto apriamo in futuro, perché non sappiamo quello che può accadere tra dieci o quindici anni, anche ad una vera e propria persecuzione religiosa. Per cui, invito i parlamentari a guardarsi con attenzione questa norma e a giudicarla, come in questo momento noi di Fratelli d'Italia proponiamo, come assolutamente anticostituzionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo non vi sia in quest'Aula alcun collega che condivida o addirittura pratichi la discriminazione per ragioni di sesso, al di là dell'analisi e della definizione che ciascuno di noi può dare dell'omosessualità. La cultura della nostra nazione ci porta naturalmente a volere il rispetto della dignità di ciascuna persona, di tutte le persone. Se proprio si ritenesse inadeguata la legislazione in vigore – ciò che io non penso che sia – si sarebbe al più potuto immaginare, come da tempo ha suggerito il nostro presidente del gruppo onorevole Renato Brunetta, una aggravante specifica dei reati contro la persona. Si è voluto invece proporre all'esame dell'Aula un testo fortemente divisivo nella società prima ancora che nel Parlamento e che non concorre in conseguenza a creare quel clima condiviso che più di ogni altra cosa potrebbe consentire l'isolamento, la condanna, la prevenzione dei comportamenti discriminatori. Si è preferito il piano inclinato e sdrucciolevole del reato di opinione a quello ben più solido e accettato dei reati contro la persona. E a questo punto, non solo per la fase di esame in cui ci troviamo, diventa davvero preliminare il profilo di costituzionalità, perché la proposta al nostro esame investe profili di libertà che ogni Pag. 19persona di buon senso – a maggior ragione per coloro che fondano il proprio pensiero su quello liberale – dovrebbe con immediatezza individuare. Ed ogni volta che ciò è stato sottovalutato, come nel caso della «legge Severino», il danno conseguente alla norma limitativa della libertà si è manifestato con immediatezza. D'altronde il presupposto di questa proposta di legge, nei termini così formulati, è tutto ideologico e si collega ad un movimento internazionale che vuole creare una sorta di «uomo nuovo»; una nuova e artificiale antropologia di Stato attraverso una rottura, graduale ma coerente, dello spirito e del contenuto della nostra Carta costituzionale fondata sulla società naturale e sul diritto naturale, così come vollero i grandi partiti costituenti. E per raggiungere questo scopo oggi gli ambienti politici e sociali che al senso comune del popolo preferiscono l'ideologia di alcune borghesie cosmopolite ritengono di dover inserire nell'ordinamento un reato che inibisca l'iniziativa sociale a difesa della società naturale, dell'unicità del matrimonio tra uomo e donna quale istituto pubblicamente rilevante, della prevalenza dei diritti dei minori sui desideri degli adulti, della connessione tra la procreazione e gli elementi naturali di una relazione affettiva eterosessuale. Mi si dirà che non necessariamente tali opinioni costituiranno reato in base alla nuova tipizzazione, ma è questo un profilo davvero basico della contestazione di incostituzionalità che mi accingo a leggere.
  L'assenza di una definizione certa e consolidata dell'omofobia e della transfobia rimetterà all'apprezzamento di un magistrato questa decisione, e credo di poter spendere parole giuste quando affermo che le anomalie che si sono verificate negli ultimi tempi nel sistema giudiziario e l'abuso di potere ricorrente, alimentato da certi presupposti ideologici, da aspirazioni mediatiche e da obiettivi rivoluzionari, devono, per forza di cose, far riflettere questo Parlamento.
  Dico in più che la genericità e la differente interpretabilità di alcuni termini produce arbitrio e decisioni contrastanti, e quindi, alla fine, contrarie al principio di eguaglianza nelle applicazioni giudiziarie. Il testo unificato dei relatori inserisce fra le discriminazioni della legge Mancino quelle fondate sull'omofobia e transfobia. In tale modo, viene estesa la reclusione fino ad un anno e sei mesi a chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, come noto, ma da oggi, qualora dovesse essere approvato questo provvedimento, anche ad atti fondati sull'omofobia e transfobia.
  Il testo in esame prevede anche la reclusione fino a quattro anni di chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere violenza o atti fondati sull'omofobia e transfobia. Il testo unificato vieta anche ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali e etnici o fondati, appunto, sull'omofobia e transfobia. Chi partecipa a tali organizzazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto di parteciparvi, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Questa proposta di legge, nei termini esposti, contiene almeno sette elementi di incostituzionalità.
  È utile ribadire che i termini «omofobia» e «transfobia» hanno un'accezione incerta, e comunque non prevista dal nostro ordinamento giuridico, il cui contenuto sarà determinato, più che interpretato, dall'applicazione giurisprudenziale, con evidenti rischi di pronunce radicalmente difformi, a causa del significato discrezionale.
  Ma entriamo nel vivo dell'incostituzionalità: la prima questione riguarda l'articolo 25 della Costituzione. Viene, infatti, abbandonato un sistema penale fondato, per senso di realtà e per garanzia, su dati oggettivi, e diventano penalmente rilevanti, con conseguenze pesanti, viste le sanzioni previste, categorie non definite, per l'appunto omofobia e transfobia, la cui area di applicazione è ad alto rischio di arbitrarietà. Il reato penale risponde al requisito della tassatività quando è caratterizzato da contorni ben precisi. Il fatto stesso che questo delitto venga fatto rientrare in una Pag. 20legge speciale quale la Mancino e tra i delitti definiti di «odio», lo dico tra virgolette, rischia di sovvertire il diritto penale del fatto che contraddistingue la nostra civiltà giuridica.
  Alla luce di queste essenziali precisazioni, è rischiosa per la libertà dei cittadini la previsione del delitto di odio, perché ciò implica uno scandaglio dei moventi intimi. Molti delitti sono mossi da odio contro la persona – l'omicidio è l'esempio classico – eppure tale movente non è previsto come aggravante. Se passassero queste fattispecie, si passerebbe nel nostro diritto e nella nostra legislazione dal diritto penale del fatto ad un diritto penale dell'atteggiamento interiore.
  La Commissione affari costituzionali, nel parere reso a maggioranza, si è soffermata analiticamente su questo profilo critico: se non condividete le ragioni della pregiudiziale da noi presentata, almeno rileggete le sagge considerazioni contenute nell'atto chiamato, in questo Parlamento, a valutare la conformità alla Costituzione delle norme che si stanno per approvare.
  È meglio farlo ora, a differenza di quanto è accaduto con la legge Severino, che domandarsi domani come riparare ai danni che certamente verranno dalla violazione di non poche disposizioni costituzionali come quelle indicate. Ancora, una seconda questione di incostituzionalità riguarda la libertà di pensiero, ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione.
  Potrebbe essere incriminato da un giudice, in maniera discrezionale, secondo questa proposta di legge, anche chi manifestasse l'opinione dell'esistenza in natura di maschio e femmina e della necessità che il diritto positivo sia fondato sul diritto naturale, e ciò anche se tale opinione fosse esplicitata nell'assoluto rispetto di tutti, senza tradursi in alcuna condotta denigratoria o comunque illecita.
  Una terza questione riguarda l'articolo 19 della Costituzione, la libertà di culto, in particolare per le confessioni religiose (cioè tutte) le cui basi sono la distinzione fra i sessi, e che pertanto rischierebbero. Il testo in esame non impedisce in alcun modo all'interno di un corso di preparazione al matrimonio canonico, per esempio, l'affermazione – coerente con quella prevista tra l'altro dalla nostra Costituzione – secondo cui la famiglia è quella fondata sull'unione permanente fra un uomo e una donna. Bene ! Per questa proposta di legge tale comportamento rischia di tradursi in una «propaganda», e quindi sanzionata dalla «Mancino».
  Ancora, l'articolo 18 della Costituzione consente ai cittadini di associarsi liberamente. Il progetto di legge prevede misure (sequestro, confisca, scioglimento) nei confronti di quelle associazioni i cui componenti siano condannati nella nuova normativa.
  Una quinta questione riguarda l'articolo 33 della Costituzione che garantisce la libertà di ricerca scientifica. Una sesta questione riguarda gli articoli 13 e 3 (la libertà personale è inviolabile). Una settima questione riguarda la violazione degli articoli 10 e 11 sull'ordinamento giuridico italiano, che deve essere conforme alle norme del diritto internazionale. Ma nel caso specifico la Convenzione di New York, dove si innesta questa proposta di legge, mira ad eliminare la discriminazione razziale, ma questo è un tema ben diverso dalla discriminazione sull'omofobia e sulla transfobia.
  Lo ripeto: questi temi sono stati tutti affrontati dalla I Commissione Affari Costituzionali che il 2 agosto ultimo scorso, nella seduta n. 68, ha rilevato che questa legge viola almeno quattro articoli della Costituzione.
  Il testo che quella Commissione approvò diceva testualmente: «Ricomprende – con riferimento al testo di legge – situazioni ampie ed indeterminate e si fonda su situazioni e scelte soggettive, anziché su posizioni oggettive». Continuo con il virgolettato: «Tenuto conto che quanto stabilito dal testo potrebbe prefigurare una situazione normativamente differenziata rispetto ad altre situazioni analogamente meritevoli di tutela (perché a questo punto non si tutelano i disabili ? o gli obesi ? o le donne ? o le vittime del bullismo ?) – concludo, Presidente – in cui Pag. 21si commettono delitti contro le persone e viene violato il principio di uguaglianza e di giurisprudenza».
  E allora da qui, oltre alle violazioni dell'articolo 21, evidenziate dalla Commissione affari costituzionali, mi avvio alla conclusione, citando esattamente quello che ha detto la Commissione affari costituzionali, penso, Presidente, che sia utile a tutti: «I moventi interiori, il cui accertamento obbiettivo non è univoco, possono dar luogo alla presunzione di sussistenza ogni volta che la condotta illecita interessi soggetti di cui siano note l'omosessualità e così invertire l'onere della prova (ad esempio, si litiga con un soggetto che poi si scopre essere omosessuale) e la Commissione conclude chiedendo “il rispetto del principio della determinatezza e della tassatività delle norme incriminatrici” e  risulta necessario richiedere che la condotta di istigazione sia esplicitata, non potendosi mai dedurre dall'opinione dichiarata».
  Da qui il parere contrario della Commissione e da qui la mia richiesta che ovviamente va inquadrata all'interno di una incostituzionalità di questa norma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dellai. Ne ha facoltà.

  LORENZO DELLAI. Signor Presidente, colleghe, colleghi, intervengo a nome del gruppo di Scelta civica per dire innanzi tutto la nostra piena consapevolezza che siamo su un terreno di grande delicatezza. É un terreno molto delicato perché connesso con il grado di qualità della convivenza civile ed è anche connesso, – ne siamo consapevoli – con vicende umane che talvolta sono di grande sofferenza come sempre quando si verificano fenomeni, che questa legge, appunto,vuole combattere, frutto di un deficit di rispetto delle persone e delle loro libere scelte intime. È una materia anche molto complessa, come sempre quando si sceglie di tutelare un principio attraverso lo strumento penale. Il gruppo ha cercato di seguire con molta attenzione, con serietà e con grande rispetto delle varie posizioni, l'intera discussione su questo disegno di legge. Come singoli membri del gruppo abbiamo assunto anche posizioni diverse, com’è nel DNA del nostro movimento e come è sancito nel patto costitutivo su materie di questo tipo. Alcuni nostri colleghi hanno sottoscritto fin dall'inizio il testo originario della proposta, alcuni altri colleghi, nel corso dei lavori, hanno espresso, su singoli punti, pareri anche discordi. Come gruppo, invece, abbiamo cercato in tutto il lavoro della Commissione di migliorare, con un approccio molto serio, molto laico, vorrei dire, questo testo.
  Prendiamo atto che il testo che arriva alla Camera è un testo molto diverso rispetto a quello iniziale, un testo che noi riteniamo molto più riconducibile alla finalità specifica di questo provvedimento, una finalità che naturalmente noi condividiamo pienamente.
  Alcune delle osservazioni contenute nelle pregiudiziali di costituzionalità che stiamo discutendo si richiamano ad alcuni punti toccati anche da alcuni emendamenti presentati fino ad oggi da alcuni colleghi del nostro gruppo, emendamenti che non sono stati fino ad ora pienamente accolti dai relatori. Peraltro, dobbiamo rilevare che il testo attuale del progetto di legge – quello che oggi è in discussione – è in ogni caso in larga parte condivisibile e questo ci fa piacere constatarlo. Per questa ragione noi non possiamo votare a favore delle pregiudiziali di costituzionalità che, ove accolte, travolgerebbero – come è evidente – l'intero provvedimento.
  Per altro verso rimangono, però, – come dicevo prima – alcuni punti, anche importanti, che sono ancora aperti e in particolare, per quanto riguarda la nostra riflessione, il punto relativo al rapporto tra l'obiettivo condiviso di questa legge e il libero dispiegarsi delle attività nelle organizzazioni di tendenza nonché con le normative vigenti nei vari settori che regolano la vita civile. Per questo motivo noi non possiamo esprimere un voto di rifiuto totale delle pregiudiziali di costituzionalità. Naturalmente, questo non vale per i colleghi che avevano fin dall'inizio sottoscritto Pag. 22il progetto di legge, che esprimeranno invece un voto negativo sull'eccezione di costituzionalità.
  Noi indichiamo, per queste ragioni, un voto di astensione ed è un voto di fiducia soprattutto al lavoro che – speriamo, anzi ne siamo certi – riusciremo a fare in sede soprattutto di Comitato dei nove per ottenere una considerazione dei punti ancora aperti sui quali mi ero intrattenuto prima. Vogliamo cioè maturare il giudizio finale su questa legge, nel merito della legge, alla luce delle discussioni che ci saranno su questi nostri emendamenti e esprimiamo qui l'auspicio che possano maturare le condizioni per un voto positivo, largamente maggioritario e convinto da parte dell'Aula e in questo senso ci muoveremo, attraverso i nostri rappresentanti, nelle prossime ore e nei prossimi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giulia Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Signor Presidente, siamo giunti, a quanto pare con difficoltà, all'ennesimo atto di questa pantomima istituzionale. Faccio notare che siamo riusciti a cominciare perfino in ritardo, nonostante tutti i rinvii, e questo perché, solo perché, a ora di diritti, pare che tutti i vostri partiti siano completamente spaccati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Lo spettacolo che stiamo dando al Paese è a dir poco indecente. Non so se soffermarmi più sulle acrobazie giuridiche tra pregiudiziali, emendamenti fantasy, arringhe che difendono l'indifendibile o piuttosto sulle modalità e i giri di valzer con cui si è arrivati a tanto. Che dire davanti a tesi difficili da reggere anche per il più forte dei guerrieri celtici, come quella che sostiene che questa legge, nata con l'intento di riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell'uomo, avrebbe invece come effetto quello di rendere privilegiate le persone LGBT ? Privilegiate, persone che oggi sono oggettivamente bersagli di violenza verbale, fisica, psicologica per l'unica colpa di essere quello che sono, senza che lo Stato abbia mai mosso un dito.
  La difficoltà nel reggere questa tesi salta subito agli occhi leggendo la pregiudiziale, che testualmente dice: «La legge andrebbe a escludere – come esclude – la medesima tutela ai soggetti eterofobi, misogeni, misantropi».
  Forse si voleva dire «medesima tutela dai soggetti eterofobi, misogini, misantropi» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma poi tutti sanno quanto sia dilagante in Italia e nel mondo il fenomeno delle persone uccise perché eterosessuali: stiamo proprio sul pezzo. Ma andiamo avanti: il PdL è riuscito a citare ben dieci articoli della Costituzione che questa proposta di legge, attualmente tre semplici righe, violerebbe. Detto proprio da chi, insieme ai suoi compagni di sempre, pochi giorni fa ha autorizzato alla deroga dell'articolo 138, l'articolo chiave della nostra Costituzione, fa veramente ridere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  A parte le argomentazioni strumentali sul fantomatico attacco alla libertà di culto, di insegnamento, di espressione, di associazione che tutti coloro che leggono davvero la proposta di legge, soprattutto quella originaria, si rendono conto essere assolutamente strumentali, avete propagandato a destra e a manca, complice la pigra informazione di questo Paese, che questa legge impedirebbe l'espressione di opinioni contro il matrimonio e l'adozione da parte di coppie omosessuali. Assolutamente falso. Ciò che diviene reato sono frasi come: «i gay sono malati» o «uscire dall'omosessualità si può». E il bigottismo di cui siete portatori trapela dalle vostre stesse parole. Cito dalla pregiudiziale del PdL: esistono studi seri di psicologia che insegnano che l'orientamento verso le persone del medesimo sesso è qualcosa da affrontare con equilibrio e delicatezza, sapendo che provoca non poco disagio in chi la vive; ma pure che si tratta di condizione che può essere positivamente risolta. Il che implica che sia un problema. Pag. 23Ecco, questa frase è proprio il motivo per cui una legge vera contro l'omofobia è quanto mai necessaria e urgente.
  Sapendo poi che queste tesi non reggono, instillate continuamente il dubbio che approvare una legge del genere significa automaticamente aprire la strada ai matrimoni gay e alle adozioni. È inutile che ci girate tanto intorno. Ci chiediamo ancora quale possa essere il nesso. Infine, vorrei sottolineare l'unica forse argomentazione degna di nota ovvero l'indeterminatezza della definizione di omofobia e transfobia. Questo è proprio il motivo per cui in Commissione giustizia abbiamo dato battaglia credendo di trovare sponda sicura nei promotori della legge che sicuramente avrebbero condiviso le nostre preoccupazioni. Abbiamo pregato SEL e il PD di votare almeno il nostro emendamento che ci avrebbe messo al riparo dal rischio di incostituzionalità introducendo la definizione chiara e univoca di omofobia e transfobia. Il giudice se la va a cercare nel vocabolario: mi sono sentita rispondere dal primo firmatario della legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se ci aveste ascoltato forse in questo momento non staremmo qui a discutere queste pregiudiziali. Concludendo il PD ha deciso che questa battaglia sui diritti civili non valeva la messa in crisi della maggioranza. Quindi non potevano allearsi con noi su questa legge che pur noi abbiamo firmato senza pretendere nulla in cambio. Hanno cercato l'accordo al ribasso – e come se no ! – con il PdL. Il PdL ha portato il PD a cedere su tutti i fronti, svuotando la legge, eliminando persino le definizioni su cui poi probabilmente già progettava di presentare questa pregiudiziale. Un comportamento da perfetti traditori. Sempre complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Sono certa a questo punto che, se riusciremo ad arrivare alla votazione degli emendamenti, PdL, Lega e Fratelli d'Italia sicuramente voteranno a favore del nostro famoso emendamento che eliminerà finalmente il principio di incostituzionalità da loro rilevato. Ci chiediamo infine: dove finisce l'ingenuità del PD e dove comincia la connivenza ? Perché il PD non si è voluto sforzare di trovare una maggioranza trasversale per compattare la parte buona del suo partito che avrebbe potuto difendere una buona volta i diritti dei suoi cittadini a scapito di carriere politiche e interessi di partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A questo punto non mi resta che concludere dicendo che non ci resta che prendere atto che questa parte buona non esiste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Piazzoni. Ne ha facoltà.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Signora Presidente, colleghe e colleghi deputati, ho ascoltato con attenzione gli interventi ed ho esaminato con cura le pregiudiziali di incostituzionalità presentate dai gruppi Lega Nord, Fratelli d'Italia e Popolo della Libertà. Ammetto di averli trovati atti straordinari: straordinari nella loro infondatezza. Completamente prive di rilievo giuridico, queste pregiudiziali appaiono purtroppo solo il frutto di un giudizio, anzi di un pregiudizio di natura morale nei confronti dell'omosessualità e della transessualità. Si basano cioè sull'idea che le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali non abbiano diritto di essere quel che sono e quindi che sia legittimo per chiunque affermare la non ammissibilità del loro essere e dei loro diritti. Solo su questo presupposto, omofobo infatti, si basa l'obiezione secondo cui saremmo di fronte all'assenza dei caratteri di determinatezza e tassatività tipici della norma penale, in quanto orientamento sessuale e identità di genere costituirebbero una caratteristica mutevole, frutto di scelte legate alla propria vita sessuale. Ma non è così. L'essere eterosessuali o omosessuali non è una scelta, non è un vizio, non è una malattia né nessun'altra forma di patologia della quale ci si possa in qualche modo liberare. L'orientamento sessuale è una condizione ascritta alla persona che l'individuo non determina, non sceglie. E a riprova dell'infondatezza di queste obiezioni, Pag. 24l'orientamento sessuale e l'identità di genere come fattori di rischio soggettivo di discriminazione sono già oggi contenuti nella nostra legislazione e indicati nei trattati fondativi dell'Unione europea. Gli articoli 10 e 19 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabiliscono rispettivamente che l'Unione mira a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione, le condizioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale e ad adottare ogni provvedimento necessario per evitare il ripetersi di queste circostanze.
  E ancora: la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vieta qualunque discriminazione fondata, tra le altre, sull'orientamento sessuale. In 13 Paesi dell'Unione europea la legislazione penale punisce espressamente l'incitamento all'odio, alla violenza e alla discriminazione per motivi di orientamento sessuale. In altri 12 Paesi i cosiddetti crimini d'odio contro persone LGBTIQ non sono espressamente penalizzati, ma le loro disposizioni penali in materia sono formulate in maniera tale da poter garantire protezione anche alle persone LGBTIQ. Oggi soltanto l'Austria, la Bulgaria, Malta e l'Italia hanno disposizioni penali contro i crimini d'odio che presentano una formulazione non inclusiva delle persone omosessuali e transessuali.
  In ogni caso, è davvero singolare che chi teme un eccessivo spazio del giudice nell'individuazione del reato si sia reso contrario all'inserimento, nel testo della legge, di una definizione più puntuale dell'omofobia e della transfobia ai finì della legge penale.
  Spiace che il MoVimento 5 Stelle non abbia ascoltato con cura la posizione di Sinistra Ecologia Libertà. C’è un nostro emendamento che ripristina quella situazione e preghiamo tutti coloro che hanno questa preoccupazione di indeterminatezza di poter rimediare in questo modo: votandolo.
  In alcun modo, del resto, possono ritenersi fondati i rilievi sulla asserita violazione dell'articolo 21 della Costituzione, cioè del diritto di manifestare liberamente il pensiero. I limiti impliciti a tale libertà non solo sono già previsti dalla legge, ma la giurisprudenza, anche costituzionale, ha ampiamente chiarito che il diritto di manifestare il proprio pensiero non è tutelato incondizionatamente. Davanti a questo diritto sono posti dei limiti che derivano dall'esistenza di beni e interessi diversi che sono allo stesso modo protetti dalla Costituzione.
  Ammetto di aver sussultato, infine, di fronte all'obiezione secondo cui questa proposta di legge violerebbe l'articolo 3 della Costituzione, introducendo una protezione privilegiata alla persona offesa in ragione del proprio orientamento sessuale. Ribaltando l'essenza stessa del principio di uguaglianza, si vuole far credere che, tutelando finalmente chi viene discriminato, verrebbero introdotte nuove forme di discriminazione. Vorrei ricordare che «compito della Repubblica è di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza» sta a significare chiaramente la necessità di rimuovere quei comportamenti e quelle azioni che ledono la dignità delle persone.
  Onorevole Presidente, oggi abbiamo la possibilità di ristabilire quell'uguaglianza sino a questo momento calpestata senza limiti, con arroganza e certezza di impunità.
  Sinistra Ecologia Libertà voterà naturalmente contro le pregiudiziali. Lavoriamo dal primo momento per portare in porto questo provvedimento. Le battaglie di civiltà si fanno anche con la pazienza e la costruzione di fronti ampli; è a questo che noi lavoriamo. Concludo ricordando che qualche giorno fa la città di Roma è stata imbrattata di manifesti in cui una forza, o meglio una debolezza politica di estrema destra, inneggiava a Vladimir Putin proprio per le sue leggi omofobe, quelle per cui ogni giorno in Russia persone omosessuali e transessuali subiscono privazioni e violenze di ogni tipo, fino alla tortura e alla morte. Se è questo che volete difendere, rassegnatevi. La nostra Costituzione, nata dopo il periodo più buio della nostra storia proprio per garantire libertà e uguaglianza a tutte e a tutti, in nessun Pag. 25modo ve lo può consentire (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Barbara Pollastrini. Ne ha facoltà.

  BARBARA POLLASTRINI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico esprimerà un «no» convinto e insieme sereno alle pregiudiziali. La nostra posizione si fonda su precisi riferimenti costituzionali, altro – come ha detto qualche collega – che intaccare l'articolo 3 della Costituzione in nome di un privilegio o di una quota protetta. Così è stato detto. No, colleghe e colleghi, non pieghiamo la Costituzione contro se stessa. Con questa norma ci proponiamo di attuare il principio sacro dell'uguaglianza nel contesto sociale, culturale e storico del nostro Paese, e lo facciamo con uno sguardo a precisi riferimenti europei e internazionali. Di che cosa stiamo parlando ? Nella sostanza di riconoscere, finalmente anche in Italia, un reato e le conseguenze penali innanzi a condotte di istigazione alla violenza, a discriminazioni odiose, in nome di diversità, in questo caso per orientamento sessuale. L'uguaglianza, lo sappiamo, si invera con il riconoscimento delle differenze. Si tratta, cioè, di estendere la legge Reale-Mancino a persecuzioni motivate da omofobia e transfobia. Dunque, si allarga una fattispecie penale determinata e la si inserisce in un ordinamento che conosce una lunga giurisprudenza applicativa. Il testo e il mandato ai relatori Scalfarotto e Leone sono il frutto di un confronto ampio, di una documentazione seria, di una vera passione civile e della volontà di costruire una convergenza ampia in questo Parlamento, a partire da una maggioranza che da subito ha voluto e saputo aprirsi. In sintesi, è proprio la scelta di un impegno costituzionale che sul fronte dei diritti umani ha il dovere di allargarsi oltre i confini della quotidianità politica. L'opposto, dunque, di un muro contro muro. Il dibattito delle prossime ore io credo lo dimostrerà e potrà arricchire la proposta in un dialogo costante, che da parte nostra continuerà fino all'ultimo. C’è chi lo farà per rimarcare la natura dell'articolo 21, sulla libertà di espressione; c’è chi lo farà sulla pregnanza di un'aggravante a rafforzamento della tutela della persona offesa; io parto dall'idea che tutti lo vogliamo fare per dare finalmente all'Italia una legge saggia e di civiltà. Quanto alle altre obiezioni, che dire ? Sappiamo tutti, lo voglio ribadire, che il testo non parla né di matrimoni gay o di adozioni, temi su cui ciascuno coltiva le proprie opinioni. Qui si riconosce, lo ripeto, una fattispecie di reato, ed è un passo importante culturalmente, umanamente e politicamente. Questo ce lo impone la cronaca e qualcosa di più profondo. Nel corso di questo secolo terribile, grandioso, che è stato il Novecento, i gay, nel cuore dell'Europa, sono stati perseguitati e uccisi a decine, a centinaia di migliaia; donne, uomini, ragazzi.
  C’è chi vorrebbe spiegarci che le priorità del momento sono altre. La risposta è che i diritti umani non sono un dettaglio, una punteggiatura nel racconto della società, ma sono l'albero di ogni civiltà. Da lì derivano i frutti della convivenza e dello stesso sviluppo economico. Dalla rimozione di indifferenze e dal relativismo derivano le solitudini, i drammi delle famiglie, degli adolescenti, nei luoghi di lavoro o nelle scuole. Quando tra qualche minuto – e ho finito, gentile Presidente – saremo chiamati ad esprimerci pensiamo e pensiamo che almeno in parte spetta a ciascuno di fare in modo che questo nostro Paese non veda più una ragazza o un ragazzo che scelga di andarsene da solo e disperato perché non li abbiamo saputi difendere e tutelare e che spetta alla politica e non solo ad un Papa straordinario percorrere la strada dell'umanità, della vicinanza e del dialogo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il gruppo Popolo della Libertà ha chiesto di potere intervenire comunque nella discussione, non riconoscendosi nella questione pregiudiziale n. 3 Pag. 26Pagano ed altri deputati tutti appartenenti al gruppo PdL. Tale richiesta può essere accolta, conformemente ai precedenti e visto l'articolo 45 del Regolamento. Ha facoltà pertanto di intervenire a questo riguardo il deputato Enrico Costa.

  ENRICO COSTA. Signor Presidente, è anomalo il fatto che il gruppo Popolo della Libertà intervenga in fase di pregiudiziale con due diversi esponenti. Ebbene, c’è stata una presentazione di una pregiudiziale a titolo si può dire personale, ma il tema porta proprio a un dibattito interno, porta a sensibilità diverse, ad approcci diversi a quella che è la materia. Non dimentichiamo che in quest'Aula, nella scorsa legislatura, per ben due volte la legge passò dalla Commissione, arrivò in questa sede e la pregiudiziale di costituzionalità venne approvata a scrutinio segreto. Venne approvata nonostante nulla potesse farlo presagire quanto meno sulla base dei numeri delle forze politiche che in quel momento puntavano a portare avanti il provvedimento.
  Questo ci deve insegnare secondo me una cosa fondamentale: il metodo di lavoro. Questo provvedimento non può essere affrontato con il piglio di chi è sicuro di avere i numeri dalla sua parte e non tiene in considerazione quelle che possono essere le diverse sensibilità, i diversi approcci a questo tema, i diversi valori, i diversi percorsi che hanno portato ciascun collega ad arrivare in quest'Aula, i diversi riferimenti che possono sensibilizzare ciascun parlamentare, dare indicazioni, sostenere, sensibilizzare. Ebbene, se si pensa di approvare questo provvedimento usando il Parlamento come un'asta per la bandiera da poter esibire di fronte alle singole associazioni, di fronte ai singoli sostenitori, si sbaglia l'approccio. È necessario cercare di partire con una valutazione giuridica e la valutazione giuridica deve partire dall'interesse protetto.
  C’è un'esigenza – e dobbiamo riconoscerlo –, che è un'esigenza di tutela, ci sono moltissimi episodi che nel nostro Paese si sono moltiplicati e necessitano di essere affrontati in modo serio e non certo demagogico. Ebbene, si è scelto, già nella scorsa legislatura, di affrontarli attraverso una norma penale. Bene, io non sono un grande sostenitore della soluzione dei problemi attraverso la repressione, attraverso la norma penale. Sono convinto che la prevenzione, la sensibilizzazione, l'approccio culturale siano sicuramente più efficaci, ma tant’è: allora come oggi, ci sono delle proposte di legge che partono da un approccio di questo genere.
  Ebbene, il Popolo della Libertà, pur discutendo al suo interno, ha contribuito molto all'approvazione in Commissione di un testo, di un testo che va anche oltre rispetto a quello che era il testo nel quale, probabilmente, i sostenitori della norma sarebbero già stati molto felici di portare a casa nella scorsa legislatura, una fattispecie autonoma di reato. C’è stato un grande consenso in Commissione.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ENRICO COSTA. Io sono convinto che sia fondamentale quest'ultima fase. Con onestà intellettuale, ammetto ed evidenzio che le pregiudiziali non sono fondate costituzionalmente, e lo dico, spero, aprendo un po’ di credito nei confronti di quelle forze politiche che oggi – ancora oggi – in Commissione, hanno forzato per cercare, forse, di fare il testo dal loro punto di vista perfetto, ma che non tenesse conto delle diverse sensibilità.
  Quindi, il mio gruppo voterà contro le pregiudiziali, tenendo conto, però, con grande rispetto, di quelli che sono stati gli interventi che si sono svolti oggi. Ho apprezzato anche il tono, ho apprezzato le argomentazioni, ho apprezzato, diciamo, la voglia di discutere e di dibattere in quest'Aula. Ebbene, io diffido di quei gruppi che sono monolitici di fronte a questi argomenti: molto probabilmente, sono monolitici all'esterno, ma, nel voto segreto, si possono differenziare. Ebbene, noi abbiamo saputo manifestare questo dibattito: un grande partito, è importante, avanza nel suo dibattito culturale, nel suo approccio culturale, anche attraverso questi comportamenti.

Pag. 27

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate.
  Avverto che è stato richiesto dal prescritto numero di deputati, ai sensi degli articoli 49, comma 1, e 51, comma 2, del Regolamento, che tutte le votazioni relative al provvedimento in esame, ivi compresa la votazione sulle questioni pregiudiziali, abbiano luogo a scrutinio segreto. Tale richiesta può essere accolta in quanto il provvedimento dispone l'introduzione di nuove fattispecie di reato.
  Darò ora lettura dei nomi dei deputati che hanno avanzato la richiesta di scrutinio segreto, al fine di accertare la loro presenza in Aula: Giorgetti Giancarlo, Allasia Stefano, Attaguile Angelo, Borghesi Stefano, Bossi Umberto non è presente, Bragantini Matteo, Busin Filippo, Buonanno Gianluca, Caon Roberto, Caparini Davide non è presente, Fedriga Massimiliano, Grimoldi Paolo, Guidesi Guido, Invernizzi Cristian, Marcolin Marco, Marguerettaz Rudi Franco, Molteni Nicola, Pini Gianluca.
  Prataviera Emanuele, Rondini Marco, Alli Paolo, Bianconi Maurizio, Calabrò Raffaele, Cirielli Edmondo, Laffranco Pietro, Mottola Giovanni, Pagano Alessandro, Palmizio Elio Massimo, Polverini Renata, Roccella Eugenia, Savino Sandra, Taglialatela Marcello, Tancredi Paolo, Vignali Raffaello, Corsaro Massimo, Totaro Achille, Maietta Pasquale.

  Passiamo al voto.
  Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1, Giorgia Meloni e Cirielli n. 2, Pagano ed altri n. 3...

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Colletti, a che titolo ?

  ANDREA COLLETTI. Per un richiamo al Regolamento. All'articolo 49.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signora Presidente, in merito alla deliberazione di voto segreto, in realtà riteniamo che tale richiesta di votazione segreta possa essere accolta qualora si vada ad entrare nel merito della questione e non, come in questo caso, sulla costituzionalità della norma. Ora, ovviamente, non conosco eventuali precedenti però riteniamo che non appartenga allo spirito e alla lettera del Regolamento prescrivere e accettare il voto segreto in merito alla cosiddetta costituzionalità delle norme e alla pregiudiziale richiesta.

  PRESIDENTE. Ricordo preliminarmente che il voto sulle questioni pregiudiziali, potendo determinare la reiezione dell'intero provvedimento ed avendo in tal caso natura di deliberazione definitiva sul merito, deve essere effettuato con le stesse modalità adottabili per la votazione finale delle proposte di legge. Quindi, si può procedere alla votazione.
  Passiamo al voto, a scrutinio segreto.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Carbone, Cani, Frusone, Boccuzzi, Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  519   
   Votanti  505   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  253   
    Voti favorevoli  100    
    Voti contrari  405).    

  Essendo state respinte le questioni pregiudiziali di costituzionalità, passiamo al seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge.
  Ricordo che nella seduta del 5 agosto 2013 si è conclusa la discussione sulle Pag. 28linee e che i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 245-280-1071-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati. (Vedi l'allegato A – A.C. 245-280-1071-A).
  Le Commissioni I Affari costituzionali e V Bilancio hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia. (Vedi l'allegato A – A.C. 245-880-1071-A).
  Informo l'Assemblea che in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  Constando il testo di un unico articolo, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto di ammettere alla discussione e al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al doppio di quelli che sarebbero consentiti.
  A tal fine il gruppo Lega Nord e Autonomie è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione. Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'emendamento Cirielli 1.46. Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative la deputata Di Benedetto. Ne ha facoltà.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, colleghi deputati, la proposta di legge a prima firma Scalfarotto su disposizioni in materia di omofobia e transfobia, di cui oggi discuteremo e voteremo gli emendamenti, è stata firmata da ben 220 deputati, tra i quali esponenti del PD, SEL, Scelta Civica e MoVimento 5 Stelle. Avrebbe potuto essere una svolta per la storia dei diritti civili di questo Paese, avrebbe potuto sancire la fine di ogni forma di discriminazione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere, avrebbe garantito una giusta ed equa pena per tutti i reati di violenza motivati da avversione nei confronti di persone di orientamento sessuale e identità di genere diversa dalla propria. Se fosse arrivata oggi in quest'Aula nella sua versione originaria, avremmo accolto una legge propria di una società civile evoluta, che difende e riconosce i diritti umani universali già garantiti dalle principali normative europee e internazionali, a cominciare dalla Carta di Nizza e dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Se poi, Presidente, si potesse avere un po’ di silenzio in Aula...Presidente, scusi, è possibile avere un po’ di silenzio dei colleghi che mi sembrano non interessarsi di quello di cui stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Richiamo costantemente i colleghi ad avere più rispetto, come lei vede. Prego, proceda.

  CHIARA DI BENEDETTO. In molti Paesi occidentali e non solo è stato ormai decretato che le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere sono gravi, vergognose e riprovevoli, causa di indicibili e drammatiche sofferenze tanto quanto ogni forma di razzismo, discriminazione per etnia, nazionalità e religione. Esse impediscono in ogni singolo giorno della vita di milioni di persone il pieno sviluppo della persona, che la nostra Costituzione – almeno per ora, Presidente – insegna e garantisce, insieme alla possibilità di esercitare i propri diritti sia come singolo sia nelle formazioni sociali in cui si afferma la personalità. Ciò vuol dire vivere i propri affetti, i propri amori e i propri sentimenti alla luce del sole, ogni giorno.
  Sarebbe stata proprio questa la ratio di questa legge, ovvero che milioni di persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) vessate, picchiate e torturate e uccise ogni giorno per ciò che sono potessero contare su una legge giusta, su una giustizia Pag. 29equa. Nella sua versione originale tale proposta di legge avrebbe scardinato quell'inferno interiore generato da una cultura bigotta, repressiva e totalitaria che permette ancora oggi di parlare dell'omosessualità con un profondo disagio o peggio come una malattia, una depravazione.
  Sarebbe stata questa la finalità di questa legge, questo il fulcro, non le singole violenze, istigazioni e discriminazioni ma precisamente l'ossessiva cultura della propaganda anti-omosessuale fondata su una retrograda concezione della natura, la stessa che ogni giorno devasta con un assordante silenzio adolescenti, giovani, adulti, anziani, che annichilisce l'autostima e conduce ad una vita di grigia rassegnazione, alla frustrazione per ciò che si è. Questa stessa cultura è la vera base di tutte le violenze e le discriminazioni.
  È il caso di ricordare a quest'Aula, Presidente, che già nel 1973 l'associazione americana degli psichiatri ha debellato l'omosessualità dal proprio elenco delle patologie e l'Organizzazione mondiale della sanità nel 1990 ha definitivamente decretato l'omosessualità come un carattere perfettamente naturale della personalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Purtroppo, colleghi, Presidente, come avrete notato, ho spesso utilizzato il tempo condizionale: questo perché siamo stati costretti ad un assurdo iter legislativo; questo perché quella che è arrivata oggi in Aula è una legge completamente svuotata, priva della ratio originaria della proposta, nella quale non è nemmeno inserita la definizione stessa di omofobia e transfobia, che oggi tutti i partiti – SEL, PD e persino il PdL, che ha presentato la pregiudiziale – definiscono fondamentale.
  A questo punto, sorge spontanea una domanda, Presidente: se era così fondamentale, perché avete bocciato il nostro emendamento in Commissione che chiedeva l'inserimento proprio di queste definizioni ? Stavo dicendo che questa legge è una legge nella quale le discriminazioni omofobiche e transfobiche saranno penalmente meno gravi rispetto al razzismo, nella quale non è prevista più alcuna rieducazione del condannato, nella quale è eliminata l'estensione dell'aggravante speciale, senza la quale la «legge Mancino» è completamente inefficace. Si rischia, insomma, di trasformare un testo contro le discriminazioni in un testo che ne crea di ulteriori. Non si rischia soltanto di creare nuove discriminazioni, ma – cosa ancora peggiore – di trasformare la legge contro l'omofobia in una legge che la legittima.
  Gli emendamenti che il MoVimento 5 Stelle ha presentato – sia ben chiaro – sono esattamente gli stessi che ci sono stati bocciati dai membri della Commissione giustizia del PD, del PdL, di Scelta Civica, di SEL e della Lega, tutti tranne gli onorevoli Scalfarotto e Zan che, probabilmente, mossi da un ultimo sussulto, si sono astenuti.
  L'estensione dell'aggravante speciale ai reati motivati da omofobia e transfobia, l'inserimento delle definizioni di orientamento sessuale e di identità di genere o, perlomeno, quelle di omofobia e transfobia, come dicevo, la previsione della rieducazione del condannato e il suo reinserimento sociale: tutti emendamenti quindi, Presidente, atti a ridare dignità alla proposta di legge nella sua prima versione, così esattamente come era stata presentata. L'intento è quindi evidentemente quello di approdare ad una evoluzione, quello di fare un grande passo avanti nella battaglia per i diritti umani. Lo stesso intento non appare evidente in emendamenti presentati da PD e Scelta Civica, emendamenti identici che, di fatto, tutelerebbero la libera espressione delle manifestazioni di convincimenti o opinioni riconducibili al pluralismo di idee, purché non istighino la violenza, sto citando. Di fatto, chiunque in una chiesa, ad esempio, potrebbe liberamente affermare che l'omofobia è una malattia da curare, che gli omosessuali sono esseri inferiori e contro natura, e non essere minimamente vulnerabili in nome di un pluralismo di idee che, francamente, non sta né in cielo, né in terra. È forse opportuno ricordare a quest'Aula che la libertà di espressione è già tutelata dalla nostra Costituzione, all'articolo Pag. 3021. Questo emendamento, oltre ad essere, quindi, decisamente pericoloso, risulta estremamente superfluo. Il PD, goffamente, tenta di celare tale proposta emendativa aggiungendo un secondo comma, in cui è prevista la reintroduzione dell'aggravante, richiesta a gran voce da tutte le associazioni LGBT; sembrerebbe quasi un ricatto per non scuotere i delicati equilibri politici in questo Parlamento.
  Ancora, Scelta Civica ci propone un emendamento che, di fatto, legittimerebbe il licenziamento dal posto di lavoro di un dipendente, qualora si dichiarasse omosessuale e ciò contrastasse con i valori e i principi dell'azienda in questione. Presidente, questo è scandaloso, oltre ad essere palesemente incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il quadro che deriva, Presidente, dall'esame degli emendamenti presentati dalle forze politiche che in questo Parlamento hanno la maggioranza, è un quadro desolante e sconfortante di una società retrograda, ignorante e ancora terribilmente legata a dogmi obsoleti e discriminanti.
  Io però, sinceramente, Presidente, credo che i cittadini italiani abbiano ormai maturato una sensibilità maggiore rispetto a quella di alcuni dei loro rappresentanti seduti su questi scranni e, a questo punto, saranno proprio i cittadini a giudicare. Anzi, Presidente, io ho quasi la sensazione che lo stiano già facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, la legge che ci accingiamo a votare è, in primo luogo, un atto di civiltà che avremmo dovuto compiere già da tempo. Oggi, finalmente, accogliamo le raccomandazioni del Parlamento europeo e mettiamo l'Italia al passo con le legislazioni antidiscriminatorie già vigenti da anni, in misura più o meno ampia, in molti Paesi, a guida sia conservatrice, sia progressista. Colmiamo una lacuna che andava colmata da tempo perché l'Italia è tra i Paesi dell'Unione europea ad alto tasso di omofobia sociale, politica e istituzionale.
  Noi socialisti esprimiamo soddisfazione per questo passo. Questo provvedimento avrebbe potuto essere approvato vent'anni fa all'interno della cosiddetta «legge Mancino», che assicura protezione contro le discriminazioni motivate da condizioni razziali, etniche, nazionali o religiose. Allora, così come è accaduto in più recenti legislature, non si ebbe abbastanza coraggio e l'orientamento sessuale fu deliberatamente escluso. Ci fu l'ostilità di un'ala cattolica conservatrice che non comprende, chiaramente, tutto il mondo cattolico. Non possiamo, infatti, scordare le recenti parole di Papa Francesco sul tema. Ma a questa ala cattolica si è aggiunto chi, non per motivazioni legate in qualche modo al pensiero filosofico religioso ma ispirato da cultura omofobica e transfobica, tenta di impedire l'approvazione di una qualsiasi legge sul tema.
  Al testo concordato in Commissione sono stati presentati decine di emendamenti e mi soffermo su due, che si riferiscono alla libertà di opinione e al tema dell'aggravante. Parto da questo secondo emendamento, che noi socialisti abbiamo presentato con il numero 1.88, che chiede di estendere l'aggravante anche a omofobia e transfobia. Se con questo provvedimento non estendessimo l'aggravante alle finalità omo e transfobiche commetteremmo un errore grave perché distingueremmo, anzi discrimineremmo all'interno dell'area di tutela che oggi siamo impegnati ad estendere, decidendo di tenere fuori dall'applicazione dell'aggravante l'omofobia e la transfobia. Un controsenso ! Quindi, io chiedo di votare tutti quanti a favore del mio emendamento 1.88.
  Veniamo al tema della libertà di opinione. Alcuni colleghi ritengono di salvaguardare la cosiddetta libertà di opinione di chi ritiene che i diritti e le tutele delle persone omo e trans non possono essere estesi ad alcuni ambiti di vita, soprattutto in materia di famiglia e genitorialità. Queste persone devono potere esprimere il loro pensiero senza che ciò possa costituire reato. A noi pare che la presentazione di questo emendamento, o parte di Pag. 31emendamento, rischia di rivelarsi non solo inutile ma fuorviante. È inutile perché la legge penale non può mai andare ad inficiare l'esercizio di diritti o l'adempimento di doveri previsti dalla Costituzione o da leggi. In questo caso ci sono l'articolo 21 della Costituzione e l'articolo 51 del codice penale, che definisce come priva del requisito di antigiuridicità qualsiasi condotta che sia espressione del diritto di critica e di opinione. Ma, soprattutto un emendamento in materia di libertà e di opinione nasconde una ulteriore e più grave insidia. Precisare che si è liberi di esprimere pareri contro i diritti e le tutele delle persone LGBT, cioè prevedere una clausola di salvaguardia che non è prevista, invece, per i fenomeni di xenofobia, razzismo e antisemitismo, rischia di svuotare di contenuto effettivo il senso della riforma che si vuole approvare perché le leggi servono a definire un confine penalmente ma anche moralmente e culturalmente invalicabile, come ha scritto recentemente Chiara Saraceno, e cioè che le leggi hanno anche una funzione comunicativa che non va sottovalutata. Quindi, mi auguro che saremo capaci di prevedere l'aggravante ed insieme ritenere non necessario e, anzi, di respingere un articolo sulla libertà di opinione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, il mio intervento sarà breve per alcune ragioni. Non solo per la confusione dei nostri lavori, nelle ultime concitate fasi di questo provvedimento, e non solo per la confusione di quest'Aula, ma anche per un dato di fatto più volte ricordato e, cioè, che il nostro Paese ha aspettato abbastanza un provvedimento che altri Paesi europei hanno ritenuto atto di civiltà, come veniva ricordato ancora, non suscettibile di un'infinita contrattazione fra i gruppi politici e, soprattutto, tra i gruppi dell'attuale maggioranza in questa legislatura, perché poi ci sono gli esempi delle scorse legislature.
  Noi siamo stati accusati da chi ha presentato le pregiudiziali di costituzionalità di essere animati da motivi ideologici. Io credo che ci siamo invece trovati di fronte ad una logica che pensavamo superata, ad un Medioevo che vive nella testa di molti, di qualche deputato e in una parte minoritaria del Paese. Io credo invece che il Paese reale, quello vero, gli italiani e le italiane, quelli che vivono con difficoltà questa fase di crisi economica, sociale e culturale – ripeto culturale – siano molto più avanti di questo dibattito e diano per scontato che norme a tutela delle vittime dei reati discriminatori a motivo di omofobia e transfobia siano in qualche modo già presente nel nostro ordinamento, invece così non è.
  Qui si è fatto riferimento alla possibile sovversione dell'unione tra uomo e donna, della differenza tra uomo e donna, del matrimonio tradizionale. Ma di che cosa stiamo parlando, colleghi ? Qui parliamo della modifica di una norma speciale – e tornerò su questo – che tutela essenzialmente dagli atti di discriminazione e dall'incitamento ad atti di discriminazione, cioè fatti concreti, e da chi propaganda questo genere di azioni e di discriminazioni. È una legge particolare, forse ha ragione qualche collega che è intervenuto, si poteva cercare una strada diversa. Si è scelto di intervenire sulla legge Mancino e questo ci spiega molte cose sui dubbi di questa scelta, perché quella legge Mancino agisce sull'articolo 3 della legge Reale, quindi non è una legge normale. Su questo c’è una ragione; è una legge speciale, una legge dell'emergenza, post emergenziale, e questo ci spiega il perché è una delle leggi meno applicate considerando la storia della Repubblica.
  Questo vuol dire che il timore non è di una legge a tutela dagli atti discriminatori sull'omofobia e la transfobia che venga applicata a pioggia dalle procure della Repubblica, ma il timore semmai è l'inverso, di una legge che non venga applicata affatto. È pertanto importante che questo nostro dibattito dia una chiarezza interpretativa di una volontà ampia del Parlamento, perché il rischio è quello di Pag. 32trovarsi di fronte ad adunanze che violano tranquillamente le norme che vietano di propagandare idee fondate sulla superiorità, sull'odio razziale o etnico, ovvero istigano a commettere in quella direzione, a pubbliche riunioni in cui si compiono manifestazioni esteriori o si ostentano simboli o emblemi propri e usuali di associazioni, movimenti o gruppi, oppure ove si esaltano pubblicamente esponenti, principi, fatti e metodi del fascismo in questo caso, oppure delle sue finalità antidemocratiche. Tutti questi sono articoli della legge Mancino con la loro sanzione penale senza che un magistrato della Repubblica trovi il coraggio di alzarsi in piedi e dire che questi sono già reati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Altro che il problema dell'applicazione del reato di omofobia e transfobia a larghe mani, qui corriamo il rischio di un'applicazione che non verrà ! Allora noi abbiamo il dovere di ribadire con forza che abbiamo lottato e lotteremo perché venga data tutela alle norme e ai soggetti di cui stiamo discutendo. Diciamo anche che, se qualcuno ha il problema di asciugare, di snervare ancora di più il provvedimento con quale siamo arrivati in Aula, questo noi non lo consentiremo. Ai colleghi del MoVimento 5 Stelle ricordo che molti degli emendamenti che sono arrivati al Comitato dei nove e da quel Comitato sono stati bocciati sono emendamenti comuni, sia nella parte definitoria, che è diversa, ma va nella stessa direzione, sia nell'importantissimo passaggio sulle aggravanti dell'articolo 3 della legge Mancino, senza le quali si creerebbe una tutela di serie A per alcune tipologie di soggetti e una tutela di serie B, figli di un Dio minore, per ciò di cui stiamo discutendo oggi. E non ci sono in questo Paese cittadini di serie A e cittadini di serie B, non ci sono figli di un Dio minore, quindi quell'emendamento sulle aggravanti è un passaggio dal quale io credo quest'Aula non possa deflettere, pena lo svuotamento integrale dell'introduzione del reato di omofobia e transfobia nel nostro ordinamento.
  Noi abbiamo un dovere, e ho finito: finalmente, dopo venti anni, dopo tanti tentativi parlamentari – non è, onorevole Costa, una bandiera alzata per blandire associazioni o soggetti: è molto di più ! – noi abbiamo il dovere, finalmente, di lanciarci in avanti e di superare il Medioevo che fino ad oggi abbiamo attraversato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Anna Rossomando. Ne ha facoltà.

  ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, colleghi, credo che noi dobbiamo tutti innalzare la bandiera delle democrazie liberali. Questa è la bandiera sotto la quale, credo, tutti dovremmo essere orgogliosi di militare. Dico questo perché arriviamo in Aula dopo un lavoro molto prezioso, che non considero un assurdo iter legislativo; un lavoro prezioso di confronto, con lo spirito di prendere molto sul serio le dichiarazioni di sdegno che, giustamente, formuliamo di fronte a frequenti fatti di cronaca di violenze subite da persone e cittadini, da nostri concittadini.
  Il nostro orientamento sulla formulazione degli emendamenti e sul voto che daremo agli emendamenti è guidato dall'obiettivo di dare una risposta a queste domande e l'obiettivo che abbiamo è di arrivarci con una larga maggioranza, che tenga conto delle istanze e che segni quali sono i punti imprescindibili, rispondendo e avendo l'ambizione e la presunzione di rispondere anche alle preoccupazioni, cercando di tenerne conto e di diradarle nello spirito della legge, e assumendoci le responsabilità che noi abbiamo, come legislatori, di fronte al popolo che ci ha votato e di fronte ai cittadini.
  La risposta che noi dobbiamo dare è quella di farci carico, tra i tanti aspetti di modernità sui quali spesso veniamo richiamati, delle moderne forme di violenza che hanno la loro modernità nelle ragioni che guidano questa violenza, nelle forme anche più sofisticate e non dirette di violenza Pag. 33materiale, ma che provocano violenza e hanno la loro origine nella discriminazione e nella svalorizzazione delle persone.
  Quindi, perché intervenire su delle norme che contrastano la discriminazione in qualsiasi forma si manifesti ? Perché vogliamo riaffermare anche, ancora una volta, con questa proposta di legge, un orientamento del legislatore che metta al centro, secondo i valori della Costituzione, la persona e le libertà della persona che sono appunto protette e tutelate dalla Costituzione.
  L'idea e il concetto di persona è il fondamento su cui si articola il concetto di cittadinanza come i diritti che questa contiene. Per questo motivo, questa proposta di legge è non soltanto attesa e opportuna, ma interviene proprio su tutte quelle forme di attività che danno origine alla discriminazione.
  In questo senso abbiamo orientato il nostro lavoro in Commissione, privilegiando un testo che pone con nettezza e pulizia questo tema, e in questo senso abbiamo anche, ovviamente, promosso e votato un emendamento che non intendeva rinunciare anche alla questione, molto importante, dell'aggravante, che fa parte di tutta la legge Mancino, tenendo conto anche di obiezioni che ci sono state mosse.
  Quindi io voglio dire che si tratta di un iter legislativo tutt'altro che assurdo, se assurdi si possono chiamare la discussione, l'approfondimento e anche l'enunciazione di quali sono i punti irrinunciabili. Intervenire sul complesso degli emendamenti, quindi, in questo caso, ha anche questa importante funzione e valore. Io credo che i cittadini ci giudicheranno per quanto impegno abbiamo messo e metteremo nelle giornate che ci aspettano per raggiungere questo risultato, ossia dare finalmente al nostro Paese una legislazione moderna, che mette al centro la persona, i suoi diritti e un concetto pieno di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, credo che questa legge dal punto di vista tecnico-giuridico sia una legge sostanzialmente inutile, perché è una legge la quale non colpisce nessun comportamento che non sia già colpito da leggi vigenti. Sarebbe bene porsi la domanda: perché le leggi vigenti non vengono applicate ? Perché i cittadini omosessuali non godono della protezione che già oggi la legge attribuisce loro ? Penso anche che sia una legge pericolosa, potenzialmente, perché noi entriamo sul cammino della affirmative action cioè della attribuzione ad alcune categorie di persone di diritti particolari. Per la verità ci siamo già entrati con la legge «Mancino» e quindi la critica vale anche per la legge «Mancino». Tuttavia, consapevole della situazione di frustrazione, di ricerca di un cammino, della domanda di un livello più elevato, più autentico, più cordiale di accoglienza nella società italiana della comunità gay, io sono pronto a votare questa legge, ad alcune condizioni. La prima condizione è che sia una legge contro la violenza antigay, che non sia un modo per alterare l'equilibrio del sistema giuridico italiano in modo da aprire la porta ad altre riforme le quali meritano di essere discusse con ben altra attenzione e che hanno una drammatica portata. Esempio: il matrimonio gay. Il matrimonio per la Costituzione italiana suppone la differenza sessuale perché ordinato alla generazione dei figli. Toccare quel nucleo è toccare un perno della nostra civiltà. Colgo l'occasione per rivendicare anche l'importanza della virilità e della femminilità. Gran parte delle virtù su cui si costruisce la nostra società sono legate ad una immagine di virilità e di femminilità. Attaccarla significa disorientare i bambini, i quali costruiscono la loro personalità confrontandosi esattamente con questi due ruoli sessuali. La domanda, quindi, è che la legge non venga conformata in modo tale da incidere sul complesso dell'ordinamento, alterandone l'equilibrio soprattutto per quanto riguarda il diritto di famiglia, che la legge non venga usata per impedire a chi legittimamente ritiene che le condotte omosessuali Pag. 34siano condotte moralmente censurabili, ma certo libere – come sono libere tutte le condotte che i cittadini in coscienza ritengono, loro, non essere moralmente censurabili (nessuno può sostituirsi alla coscienza dell'altro) –, ma che il cittadino che la pensa in questo modo abbia il diritto di esprimere la propria opinione e possa continuare un dibattito, sereno a livello politico, intellettuale e morale sul tema della omosessualità. Chiedo che mi si consenta di votare questa legge con serena coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paola Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, colleghi, io credo che siamo arrivati ad un punto in cui questa legge sarà sottoposta a un giudizio da parte di tutta l'Aula, avendo gli occhi di una grande parte della popolazione concentrata su questo tema. Non soltanto tutta quella popolazione che possiamo chiamare la comunità LGBT, ma una parte molto più ampia della popolazione, tutta quella parte che ha a cuore la tutela e la difesa dei diritti umani e, nella tutela e nella difesa dei diritti umani, anche il diritto alla diversità, senza che la diversità debba mai costituire motivo di discriminazione. Su questo tema io sono già intervenuta nella prima parte del nostro dibattito, cercando di sottolineare davvero come il no alla violenza deve essere un no molto forte, molto chiaro, molto preciso: è un no che comincia dalla prevenzione ed è un no che comincia dall'educazione e dalla formazione. Sono gli stessi punti, Presidente, che sono alla base anche del dibattito che in questo momento si sta svolgendo in Commissione sul disegno di legge per il cosiddetto femminicidio.
  La nostra avversione alla violenza, in tutte le sue forme, è decisa e assolutamente indiscussa. Stiamo cercando, e io mi auguro davvero – per questo ho chiesto di intervenire questa sera – che nella ricerca che stiamo facendo, con grande e buona volontà da parte di tutti e con grande passione e anche con un gesto di fiducia reciproca molto forte, possa davvero venire fuori quell'emendamento che, da un lato, si fa garanzia della libertà, non solo di opinione, di espressione e di azione, perché è vero – come è stato detto nell'intervento di alcuni dei nostri colleghi – che questa non è una legge che chiede il matrimonio gay, non è una legge che parla di adozione. Però è anche vero che nella comunicazione di molti colleghi – anche attraverso le dichiarazioni di stampa – è emerso con molta chiarezza che per molti questo è per così dire il piano inclinato.
  Noi vogliamo una salvaguardia molto forte della distinzione del diritto individuale che intendiamo salvaguardato al 100 per cento, che è il diritto alla non violenza, e invece quelli che sono i diritti della vita di relazione, che invece noi vogliamo contenuti in un altro schema, in un'altra chiave di valori.
  Quindi, io mi auguro soltanto – ed è questo l'auspicio di questo intervento – che nel dibattito che alcuni dei nostri colleghi stanno facendo alla ricerca io direi quasi dell'araba fenice, della quadratura del cerchio, non si configuri un nuovo reato, non lo vogliamo, vogliamo semplicemente che emerga con chiarezza che questo reato, che è il reato della violenza, ottenga la riprovazione assoluta di tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Businarolo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, il mio intervento sarà breve ma è necessario perché è successa una cosa piuttosto grave durante il Comitato dei nove che si è concluso poche ore fa. Io faccio parte del Comitato dei nove, assieme al collega Turco. Si stavano analizzando i vari emendamenti e su uno dei nostri emendamenti, a prima firma Businarolo, l'1.70, da parte dei relatori era stato proposto parere favorevole con riformulazione. Noi avevamo accettato la Pag. 35riformulazione, si è proceduto alla votazione e si è votato a maggioranza favorevolmente.
  Il PdL ha chiesto alla presidente Ferranti di rileggere cosa si era votato, la presidente ha riletto e, nelle sue facoltà, il PdL ha contestato quello che era stato l'esito della votazione. In questo contesto, devo dire che la presidente si è presa tutta la responsabilità di quello che stava succedendo. Tuttavia, devo rilevare che il capogruppo nella Commissione giustizia del PD, il collega Verini, ha asserito di non aver ben capito cosa stava succedendo prima della votazione e così ha voluto rileggere con più serenità, probabilmente, quello che aveva votato, o comunque quello che il suo gruppo aveva votato.
  Questo ha fatto cambiare idea non solo a lui, ma anche al relatore, tanto che, sempre su insistenza del collega Costa del PdL e probabilmente per rinsavimento dell'ultimo momento del capogruppo del PD Verini, sono arrivati a decidere, e con questo era d'accordo anche la presidente, di rifare la votazione.
  Allora, non so quali siano le regole all'interno del Comitato dei nove, ma se si vota per un emendamento riformulato e la maggioranza era favorevole, non vedo perché si debbano cambiare le regole perché una parte politica cambia idea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, posto che poi si è rivotato con parere negativo del relatore, quando invece prima era favorevole con riformulazione, si è votato negativamente e quindi alla fine il parere all'interno del Comitato dei nove per quell'emendamento sarà negativo.
  Ora voglio capire, siamo per le regole o siamo contro le regole ? Preferisco di gran lunga chi si manifesta contrario a prescindere, che almeno lo sappiamo punto e stop, piuttosto che chi, a seconda delle bandierine, a seconda di come gli gira al momento, cambia idea, per andar fuori poi a dire: «Io ho votato così, io ho votato colà». Per cortesia, un po’ più di coerenza, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non essendovi altre richieste di intervento, anche secondo quanto fatto presente dalla presidente della Commissione, il seguito dell'esame è rinviato alla seduta di domani.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,40)

  FRANCO CASSANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 19,42)

  FRANCO CASSANO. Signor Presidente, vorrei ricordare in quest'aula Pietro Barcellona che ci ha lasciato pochi giorni fa. Nell'VIII legislatura, dal 1979 al 1983, egli è stato membro di questa Camera nonché della Commissione giustizia dopo essere stato componente del Consiglio superiore della magistratura e prima di dirigere quel Centro riforma dello Stato che fu fondato da Pietro Ingrao.
  Nato a Catania nel 1936 aveva compiuto da poco 77 anni. Giovane e precocissimo studioso di diritto privato e poi sempre più di filosofia del diritto, Pietro Barcellona è stata una delle figure intellettuali più importanti e rappresentative della cultura del Mezzogiorno e del nostro Paese in questo dopoguerra.
  Un uomo inquieto e curioso, insofferente nei confronti dei confini della sua disciplina, divenuto giovanissimo ordinario di diritto privato, egli scavalcò presto i limiti formali del diritto per andare ad indagare i rapporti di potere che, dietro quel formalismo, si nascondevano. Di qui il progressivo interesse al marxismo, fino all'approdo ad esso e al Partito comunista italiano. Dette inizio così ad una stagione creativa e fu l'autore di saggi molto noti, assumendo cariche importanti all'interno di quel partito. Fu allora che ebbi la Pag. 36ventura di conoscerlo e di apprezzarne l'intensità, la passione, l'impegno civile e teorico.
  Ma Pietro Barcellona tutto fu tranne che uno studioso imbalsamato e soddisfatto, felicemente inserito all'interno di una nomenklatura. La sua inquietudine si mescolava ad un'impazienza pratica, ansiosa di verificare ogni volta i rapporti tra l'elaborazione teorica e i risultati concreti. Era un uomo franco e leale, abituato a dire in faccia ai suoi interlocutori quello che pensava e se all'inizio questo suo tratto poteva non piacere, ben presto si rivelava un modo per mantenere i rapporti umani al loro livello più alto, per sollecitare la discussione e lo scambio di idee e per far prevalere la franchezza su ogni diplomazia e mediazione.
  E di questa grande passione che lo ha animato per tutta la vita una dimostrazione fu il modo in cui ha vissuto il passaggio del 1989...

  PRESIDENTE. Deputato Cassano, concluda.

  FRANCO CASSANO. ...quello del crollo del muro e della fine del sistema sovietico.
  Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti.

  MARIA CHIARA GADDA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA CHIARA GADDA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, legalità e lavoro sono due beni comuni irrinunciabili, radici di uno sviluppo capace di garantire benessere e coesione. Non ci può essere giustizia sociale senza lavoro. Questa consapevolezza ci deve guidare nell'affrontare un caso drammatico, le vicende legate all'Ilva e la recente decisione del gruppo Riva di sospendere l'attività nei suoi sette impianti siderurgici nel nord d'Italia.
  Sono deputato della provincia di Varese dove si trova lo stabilimento di Riva acciaio di Caronno Pertusella, la città dove è nata nel 1956 l'attività siderurgica del gruppo fondato da Emilio Riva. L'impianto di Caronno Pertusella è un simbolo dell'industria varesina, purtroppo venerdì le macchine si sono fermate, lasciando tante famiglie nell'incertezza e nella disperazione. La decisione di Riva Acciaio di sospendere le attività del gruppo dopo il blocco dei beni legato alle indagini sull'Ilva di Taranto per danno ambientale, non può che lasciare grande amarezza.
  Un ricatto inaccettabile per stabilimenti che rispettano le normative ambientali; i lavoratori – ai quali oggi voglio ulteriormente dare voce – non possono essere oggetto di una rappresaglia che mette a rischio il loro futuro.
  L'Italia non può rinunciare ad un settore strategico come l'industria siderurgica e non si può perdere un minuto in più. Va salutato con grande apprezzamento l'impegno immediato del Ministro Zanonato e del Presidente del Consiglio Letta per rassicurare i lavoratori, incontrando in queste ore frenetiche le parti sociali e la dirigenza del gruppo Riva.
  Mi auguro che tutte le forze politiche sostengano compatte questo sforzo.
  La cassa integrazione, gli strumenti di sostegno al reddito sono importanti in questa fase – e mi avvio alla conclusione – ma le istituzioni devono assicurare un futuro ad un'attività industriale così rilevante per il nostro Paese.
  Il principio di legalità ed il ruolo della magistratura non possono essere messi in discussione, ma il rispetto della legge non può mai essere messo in contrapposizione al lavoro. Non si possono accettare ricatti giocati sulla pelle di migliaia di persone che hanno diritto alla tutela della loro occupazione, la cui voce oggi non può e non deve rimanere inascoltata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 37

  PINA PICIERNO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PINA PICIERNO. Signor Presidente, colleghi, io intervengo perché è di oggi pomeriggio la notizia, che abbiamo appreso dalle agenzie di stampa, del ritrovamento, a Casal di Principe, di fusti contenenti fanghi industriali. Questo ritrovamento è stato fatto esattamente in uno dei luoghi indicati da un pentito, di cui non è stato ancora rivelato il nome.
  È di appena quattro giorni fa l'interpellanza che io ho rivolto al Ministro dell'ambiente in quest'Aula, chiedendo allo stesso Ministro dell'ambiente – dopo le dichiarazioni del pentito Schiavone, del clan dei casalesi, e delle dichiarazioni di molti altri pentiti, perché queste dichiarazioni noi le ascoltiamo, colleghi, da vent'anni ormai – di intervenire e a questo Governo di intervenire per assicurare a quella terra bonifiche certe, un timing certo per partizione e per grado di pericolosità di quei territori inquinati, per garantire ai cittadini campani la speranza, per garantire ai cittadini campani il diritto alla salute, che deve loro essere appunto garantito.
  E rinnovo questa sera l'appello al Governo, che purtroppo non c’è, non è presente, rinnovo attraverso questo intervento l'appello al Ministro dell'ambiente di intervenire presto, perché non so più cosa devono aspettare i cittadini campani, cosa deve più succedere perché finalmente un Governo...perché queste cose noi le conosciamo da vent'anni, colleghi: è da vent'anni che è noto che il territorio tra il basso Lazio, il napoletano ed il casertano viene utilizzato da delinquenti senza scrupoli, che si fanno chiamare camorristi, come enorme discarica pubblica di rifiuti tossici nocivi. Allora, io mi chiedo cosa deve ancora più succedere per restituire alla Campania e ai cittadini un minimo di speranza e di diritto alla salute, attraverso bonifiche certe e interventi certi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Onorevole Picierno, ovviamente queste sue considerazioni saranno trasmesse al Governo. Per correttezza, devo precisare a lei, e soprattutto a chi ascolta, che il Governo in questa fase della seduta non è tenuto ad essere in Aula, perché sono interventi in coda alla discussione generale, per la quale invece è obbligatorio che il Governo sia presente.

  MAURO OTTOBRE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo solo per lamentare il fatto che anch'io, come molti altri colleghi, evidentemente sono alla prima esperienza di lavoro in quest'Aula e noto costantemente che il Governo non risponde alle mie interrogazioni e alle mie interpellanze. Ora, due sono le cose: o sono troppo complicate – e potrei anche capire – ma evidentemente credo che di complicato non ci sia nulla, se non dare una risposta in tempi brevi.
  Poi, volevo portare alla sua intenzione, e a quella della Presidenza in particolare, il fatto che il sottoscritto fa sì parte del gruppo Sudtiroler Volkspartei, ma è rappresentante di un accordo, all'interno del Trentino, del Partito Autonomista Trentino Tirolese – del quale sono fiero, e con me migliaia di trentini – che è un partito che è nato nel 1948. In questi giorni sta girando sul sito Internet del MoVimento 5 Stelle un fatto molto spiacevole, anche perché credo che qui qualsiasi collega deputato del 5 Stelle non possa dire che il sottoscritto sia autorizzato a truffare i trentini. Quindi, mi rivolgo alla Presidenza: certi siti Internet si permettono evidentemente di offendere partiti storici come il Trentino; questo non deve accadere, perché il Trentino ha una popolazione molto seria.
  I trentini sono seri e non abbiamo bisogno di cantatori di strofe o quant'altro, o di comici arricchiti con siti blog, per venirci a insegnare, a noi, come si fa l'amministrazione, la politica, la buona e sana politica, la politica della terra di Alcide De Gasperi.

Pag. 38

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

  IRENE MANZI. Signor Presidente, prendo la parola per segnalare un grave fatto di cronaca avvenuto questa notte a Civitanova Marche, in provincia di Macerata: è stata uccisa Maria Pia Vigoni. Ancora una volta l'omicida è una persona a lei vicina, purtroppo: l'ex coniuge. Le cronache locali già parlano di delitto annunciato, ripetendo purtroppo titoli già sentiti in altre occasioni. Un delitto annunciato giunto al termine di lunghi anni di violenza e contrasti, che avevano condotto ad una separazione dolorosa e difficile.
  Ormai quotidianamente assistiamo al racconto di episodi di violenza che vedono come vittime donne, mogli, figlie e compagne umiliate, minacciate, uccise. Di fronte a questo ancora più decisa deve essere la nostra azione. Proprio in questi giorni le Commissioni parlamentari stanno esaminando il testo del decreto-legge n. 93 del 2013, recante disposizioni in materia di sicurezza e per il contrasto alla violenza di genere. Un provvedimento che – cito proprio le parole del Presidente del Consiglio, Letta – vuole rappresentare un segnale di cambiamento forte su un tema, un chiarissimo segnale di lotta senza quartiere, un segnale forse ancora incompleto e perfettibile, ma che evidenzia con tutta chiarezza un impegno chiaro lungo tre direzioni, quelle della prevenzione, della punizione e della protezione delle vittime, l'una indispensabile all'altra perché la nostra azione sia realmente efficace. Ci spronano a fare ancor di più e ancor meglio le parole e la forza di Lucia Annibali, la giovane avvocatessa pesarese ferita e sfigurata pochi mesi fa dalla violenza dell'acido gettato da un ex fidanzato: «Mi sento una donna che ha subito una tragedia, che si è vista calpestare e scaraventare a un passo dalla morte, ma sono ancora qui, e sono sempre Lucia» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Buonanno, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, il mio intervento è volto a capire meglio quali sono gli interessi di alcuni colleghi in quest'Aula. In particolare, mi riferisco al gruppo di Sinistra Ecologia Libertà. I loro interventi, a parole, molto spesso, sono anche condivisibili, tuttavia, durante la campagna elettorale si sono presentati agli elettori in coalizione con il Partito Democratico, il PD, quello senza la «L», eppure hanno sempre una posizione opposta a quella assunta dal Partito Democratico, non tanto perché siano oggi, appunto, all'opposizione in maniera formale. Infatti, come accade su questo provvedimento, loro sono anche molto critici e hanno in qualche modo votato in maniera contraria sulla «mozione TAV», che si è discussa qualche mese fa in quest'Aula, e ancora adesso, sulla ratifica dell'accordo tra Italia e Francia in discussione in questi giorni nelle Commissioni. Hanno espresso anche dei forti dubbi rispetto al percorso che la maggioranza ha scelto derogando all'articolo 138 per la costituzione del Comitato dei 42 saggi per le riforme costituzionali.
  Il mio pensiero è che in qualche modo si poteva anche pensare, in campagna elettorale, che fossero uniti contro le proposte che arrivavano e le richieste che provenivano dal PdL e dal leader pregiudicato, evasore fiscale, Silvio Berlusconi, ma il Partito Democratico li ha smentiti, perché ci governa insieme, e allora non si capisce veramente quale sia il fondamento di questa coalizione.

  PRESIDENTE. Concluda.

  DIEGO DE LORENZIS. Concludo, Presidente. Evidentemente, ingannando gli elettori, l'unica ragione per cui Sinistra Ecologia Libertà era in coalizione con il Partito Democratico, è stata...

  PRESIDENTE. La ringrazio. Onorevole De Lorenzis, ha concluso il suo tempo. Le Pag. 39vorrei fare presente che io non l'ho interrotta, potendolo fare, perché questo argomento è un argomento assolutamente interno al dibattito che si è appena svolto e che continuerà domani, e sono considerazioni che nel merito si possono fare nella parte della seduta che riguarda proprio il provvedimento.
  Gli interventi a fine seduta sono, come lei può constatare e come lei sa perché il suo gruppo ne utilizza giustamente moltissimo spazio, interventi che riguardano altri argomenti che non si è riusciti a svolgere o non si è potuto svolgere nel corso della seduta. Non l'ho interrotta perché, ovviamente, non ho nessuna intenzione di limitare nessuno, però quando pensiamo agli interventi a fine seduta teniamo conto che la ragione di questi interventi è finalizzata proprio a poter parlare – ed è stato discusso anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo questo tema – su argomenti che non sono stati all'ordine del giorno.

  RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, intanto sollecito la risposta all'atto di sindacato ispettivo 4/01621 relativo alle consulenze esterne di Equitalia Spa e Riscossione Sicilia Spa, risposta ad un'interrogazione scritta presentata il 7 agosto 2013. Detto ciò, volevo chiedere alla Presidenza come mai oggi, alle 19.42, dopo aver terminato gli interventi sul complesso degli emendamenti, non si è proceduto alla votazione degli emendamenti visto che in Conferenza dei presidenti di gruppo non è stato deciso nulla al riguardo. Secondo aspetto: non c’è stato l'accordo fra i gruppi, Presidente, che poteva essere giustificato visto che magari ci si metteva d'accordo e si diceva che alle 19,40 si sarebbero finiti i lavori. E, soprattutto, non c’è neanche la Commissione giustizia, la II Commissione, convocata.
  Vorrei capire: durante le giornate, quando finiscono i lavori ? Quando lo decide qualche gruppo parlamentare, quando lo decidono in Conferenza dei presidenti di gruppo o quando ci mettiamo d'accordo ? Infatti, non si capisce perché l'orario varia sempre ed in base alle esigenze di qualcuno. E, soprattutto, non ritengo corretto, come sembra, che, finito l'esame in Commissione degli emendamenti, ci si senta dire: no, ancora devono mettersi d'accordo su alcuni elementi. La Commissione è terminata, bene o male poco importa, e c’è l'Aula per discutere gli emendamenti. Siccome, soprattutto in questo caso, ma in generale, gli italiani e le persone che hanno subito violenze dietro a questo tipo di reati ci soffrono, aspettare i comodi degli altri gruppi non mi sembra quanto meno rispettoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Nuti, mi consenta di dirle che, ovviamente, il problema di chi ha subito violenza come conseguenza di reati non costringiamolo dentro un ritardo di venti minuti perché obiettivamente non credo sia questo il problema. Il problema è che si arrivi credo ad approvare una legge. Come lei ha notato, c’è stato un ritardo di un'ora e mezza questo pomeriggio perché la presidente della Commissione giustizia ha chiesto del tempo per diverse ragioni. Sulla base della medesima richiesta presentata dalla presidente della Commissione, le segnalo che poi ovviamente la Commissione deve fornire anche i pareri sugli emendamenti e, normalmente, come lei sa, le sedute intorno alle ore 20 si prevede che chiudano. La presidente della Commissione giustizia ha chiesto, come ha anche accennato nel corso della seduta, di concludere con la chiusura degli interventi sul complesso degli emendamenti e rinviare a domani mattina l'esame degli emendamenti.
  Detto tutto questo, come lei sa, soprattutto quando non c’è accordo tra i gruppi, la decisione sulla conclusione dei lavori e l'inizio dei lavori è una decisione che spetta alla Presidenza, ovviamente raccogliendo le considerazioni in particolare del presidente della Commissione giustizia. La Presidenza ha ritenuto che, essendo arrivati, Pag. 40come lei ha ricordato, alle 19,42, si poteva passare ad una fase che pure sta molto a cuore ai deputati che è quella degli interventi a fine seduta e rinviare a domani mattina il seguito dell'esame.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, volevo dire poche cose e ribadire anche le parole espresse di condanna dell'onorevole Picierno perché avverto un'indignazione profonda rispetto alle rivelazioni che questa mattina hanno denunciato un ritrovamento di fusti tossici a una profondità pari a nove metri a poche centinaia di metri dal centro abitato di Casal di Principe.
  Sono anni che ogni giornale, ogni mass media a livello internazionale parla dello scandalo dei rifiuti tossici in questa terra e nell'area nord di Napoli. Noi pensiamo che sia arrivato il momento di agire, di intervenire in maniera drastica, perché ci sono mandanti morali, mandanti politici, che devono pagare davanti alla giustizia e la politica deve riuscire a dare una risposta molto più forte, molto più serrata e molto più unitaria. È l'ora di avviare davvero un processo di bonifica di un territorio che è stato avvelenato nel corso degli ultimi trent'anni da imprese che, senza pietà, hanno fatto profitti, inquinando la terra. E, allora, io credo che questo Parlamento debba avviare una riflessione vera su questo e debba far funzionare gli strumenti di cui si è dotato: deve partire la Commissione bicamerale sui rifiuti, perché non è possibile che su questo terreno ci sia ancora un silenzio generalizzato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, volevo unirmi a quanto detto dal deputato Scotto sulla situazione tragica che viviamo in Campania ogni giorno da trent'anni; però, più che fare ancora una riflessione, è venuto il momento esclusivamente di agire, perché conosciamo e sappiamo tutto: sappiamo che il nostro territorio è invaso dai rifiuti tossici, conosciamo le aziende, conosciamo le indagini della magistratura, conosciamo la politica, che è stata parte totalmente in causa di quello che è successo negli ultimi anni. I partiti sono stati parte in causa per non aver fatto niente o aver omesso tutto quello che è successo nei nostri territori. È un vero e proprio genocidio e, quindi, basta riflessioni: bisogna agire il più presto possibile, cioè, ora. Basta riflessioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma (ore 20,03).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che si è svolta nel pomeriggio di oggi, si è convenuto che domani, mercoledì 18 settembre, alle ore 16, avranno luogo le votazioni per l'elezione di due componenti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, della giustizia amministrativa e della Corte dei conti.
  Lunedì 23 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), dopo la proposta di legge n. 282 e abbinate – Disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, si svolgerà la discussione sulle linee generali della mozione Busto ed altri n. 1-00030, concernente iniziative in materia di utilizzo di alcune tipologie di combustibili solidi secondari nei forni dei cementifici, in sostituzione della proposta di legge n. 750 e abbinate – Modifica all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e altre disposizioni in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali, che la X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo) ha chiesto di far slittare al calendario di ottobre. Pag. 41Il seguito dell'esame della stessa mozione, con votazioni, avrà luogo da martedì 24 settembre, con le medesime cadenze temporali già previste per la proposta di legge n. 750 e abbinate.
  Mercoledì 25 settembre, a partire dalle ore 9, avrà luogo la votazione per l'elezione di un Vicepresidente e di un Segretario di Presidenza.
  Giovedì 26 settembre, alle ore 8,30 e alle ore 13, si procederà alla costituzione delle Commissioni bicamerali e delle Delegazioni parlamentari italiane presso l'Iniziativa Centro Europea e presso l'Assemblea dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.
  L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione n. 1-00030 sarà pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 18 settembre 2013, alle 11:

  (ore 11 e al termine del punto 7)

  1. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   SCALFAROTTO ed altri; FIANO ed altri; BRUNETTA ed altri: Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia (C. 245-280-1071-A).
  — Relatori: Leone e Scalfarotto.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   COSTA: Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante (C. 925-A).
  e delle abbinate proposte di legge: PISICCHIO; GELMINI ed altri; DAMBRUOSO ed altri; LIUZZI e BUSINAROLO; MOLTENI ed altri (C. 191-1100-1165-1190-1242).
  — Relatori: Costa e Verini.

  3. – Discussione delle mozioni Giancarlo Giordano, De Mita, Famiglietti, Sibilia ed altri n. 1-00119, Formisano ed altri n. 1-00163 e Carfagna ed altri n. 1-00165 concernenti iniziative in ordine alla crisi di Irisbus e di BredaMenariniBus, anche in relazione alla situazione del trasporto pubblico locale.

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (ore 16)

  5. – Votazione per l'elezione di due componenti del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa.

  6. – Votazione per l'elezione di due componenti del Consiglio di presidenza della Corte dei conti.

  7. – Votazione per l'elezione di due componenti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.

  La seduta termina alle 20,05.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO FRANCO CASSANO SULL'ORDINE DEI LAVORI.

  FRANCO CASSANO. Pietro Barcellona ci ha lasciato pochi giorni fa. Nell'ottava legislatura, dal 1979 al 1983, egli è stato membro di questa Camera nonché della Commissione Giustizia, dopo essere stato componente del Consiglio Superiore della Pag. 42Magistratura e prima di dirigere quel Centro riforma dello Stato che fu fondato da Pietro Ingrao.
  Nato a Catania nel 1936, aveva compiuto da poco 77 anni. Giovane e precocissimo studioso di diritto privato e poi sempre più di filosofia del diritto, Pietro Barcellona è stato una delle figure intellettuali più importanti e rappresentative della cultura del Mezzogiorno e del nostro paese in questo dopoguerra.
  Uomo inquieto e curioso, insofferente nei confronti dei confini della sua disciplina, divenuto giovanissimo ordinario di diritto privato, egli scavalcò presto i limiti formali del diritto per andare ad indagare i rapporti di potere che dietro quel formalismo si nascondevano. Di qui il progressivo interesse al marxismo, fino all'approdo ad esso e al Partito comunista italiano. Dette inizio così ad una stagione creativa e fu l'autore di saggi molti noti, assumendo cariche importanti all'interno di quel partito. Fu allora che ebbi la ventura di conoscerlo e di apprezzarne l'intensità, la passione, l'impegno civile e teorico.
  Ma Pietro Barcellona tutto fu tranne che uno studioso imbalsamato e soddisfatto, felicemente inserito all'interno di una nomenclatura. La sua inquietudine si mescolava ad un'impazienza pratica, ansiosa di verificare ogni volta i rapporti tra l'elaborazione teorica e i risultati concreti. Era un uomo franco e leale, abituato a dire in faccia ai suoi interlocutori quello che pensava, e se all'inizio questo suo tratto poteva non piacere, ben presto si rivelava un modo per mantenere i rapporti umani al loro livello più alto, per sollecitare la discussione e lo scambio di idee, e per far prevalere la franchezza su ogni diplomazia e mediazione.
  E di questa grande passione che lo ha animato per tutta la vita una dimostrazione fu il modo in cui ha vissuto il passaggio del 1989, quello del crollo del Muro e della fine del sistema sovietico. Se molti si sono accomodati alla nuova realtà, scegliendo in base non solo al buon senso ma anche ad un antico tratto italiano, quello, come dice Flaiano, di correre in soccorso dei vincitori, Barcellona rifiutò di cedere al nuovo, anche se si rendeva perfettamente conto che il mondo che era crollato era precipitato per le sue debolezze e i suoi errori, che non si poteva certo tornare indietro, ma si doveva andare oltre ed avere il coraggio di farlo.
  Iniziò allora un lungo percorso che lo vide sempre in controtempo ed in contrasto con i luoghi comuni dominanti, attraversò i territori della psicanalisi, e si mise alle spalle le antiche certezze. Anche in questo tratto del percorso era visibile il suo attrito con il mondo che si era venuto affermando, dominato dallo strapotere della tecnica, da un individualismo di massa sottoposto alle leggi del mercato e del capitale, da un relativismo visto come il regime dei più forti. È dal rifiuto di quella cultura laica, che, abbandonato ogni serio attrito, si era e si è accomodata in questo mondo, che nasce quel passaggio che i media hanno etichettato come conversione religiosa. In realtà si trattava di una forma di coerenza con il permanente bisogno di trascendere questo mondo, di avere un criterio forte per combatterne i pregiudizi e l'ideologia. L'ultima fase del suo pensiero è stata quindi tormentata da un problema: è possibile ribaltare questo strapotere e quali sono le strade da battere per produrre questo ribaltamento ? Alla luce di questo bisogno così radicale il suo approdo all'importanza della nozione di trascendenza non può sorprendere.
  Ora la sua voce non c’è più, ma ci rimane la sua opera. Sono convinto che il futuro, ma anche tutti noi che siamo oggi qui in questa Aula, avremo ancora bisogno del coraggio teorico e civile che ha animato Pietro Barcellona. Spero che l’ averlo ricordato in questo luogo, nel quale ha lavorato con la passione e la conoscenza che tutti gli riconoscevano, non sia solo l’ omaggio che gli è dovuto, ma una piccola traccia capace di spingere altri a misurarsi, tramite il suo lavoro, con le drammatiche sfide del mondo che ci aspetta.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA MOZIONE N. 1-00030

Mozione n. 1-00030 – Combustibili solidi secondari

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 26 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Lega Nord e Autonomie 21 minuti
 Fratelli d'Italia 19 minuti
 Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  MAIE - Movimento Associativo italiani
  all'estero - Alleanza per l'Italia (API)
4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segr TU 245 e a-A-quest.preg.cost.1,2,3 519 505 14 253 100 405 44 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.