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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 69 di venerdì 9 agosto 2013

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 9,30.

  ANNALISA PANNARALE, Segretario, legge il processo verbale del 7 agosto 2013.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Baretta, Biancofiore, Boccia, Capezzone, Cicu, Dambruoso, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Leone, Giorgia Meloni, Pes, Pisicchio, Sani, Speranza, Vargiu e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1248-B) (ore 9,41).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 1248-B: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1248-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

Pag. 2

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, credo che dobbiamo sottolineare, con un attimo di amarezza, che questo provvedimento che è tornato qui alla Camera dimostra, ancora una volta, che c’è necessità urgente di determinare e definire una riforma costituzionale che eviti che si possano determinare disguidi tra la Camera e il Senato, come d'altronde è avvenuto con questo provvedimento.
  Pur tuttavia, lo riteniamo importante lo stesso perché, con gli altri interventi che abbiamo approvato nei giorni scorsi e nelle settimane scorse, si è innescato un meccanismo che può determinare lo sviluppo, la crescita e la ripresa di questo Paese e, soprattutto, di quelle aree più deboli del nostro Paese, che sono il Mezzogiorno d'Italia.
  In modo particolare, per ciò che riguarda questo provvedimento, noi vogliamo sottolineare l'importanza che riguarda, appunto, l'intervento per le piccole e medie imprese, il rifinanziamento per ciò che riguarda l'acquisto dei macchinari e delle attrezzature per le piccole e medie imprese, gli interventi che riguardano lo sviluppo infrastrutturale del Paese – oltre due miliardi di euro – e, per ciò che più ci interessa, gli interventi per il rilancio dell'edilizia scolastica, dimenticata negli anni scorsi e che ha determinato, in alcune circostanze, drammaticità e anche morte di bimbi.
  Anche per ciò che concerne i piccoli comuni, vi è in questo intervento una somma importante che riguarda, appunto, non soltanto le strade, ma anche il recupero dei centri, e mira, in buona sostanza, a rivitalizzare quei 6.000 piccoli comuni che sono il tessuto importante, culturale e storico della nostra tradizione municipale.
  Vi sono poi interventi che riguardano l'università, interventi che riguardano i giovani che sono e possono intervenire in una mobilità per ciò che riguarda l'università e quindi l'aumento delle borse di studio.
  Si tratta, in buona sostanza, di un provvedimento che, pur limitato, noi riteniamo importante e significativo per il rilancio dell'economia del nostro Paese.
  Ecco perché sosteniamo con forza – e lo vogliamo ribadire questa mattina – che il Paese ha bisogno di stabilità politica.
  Il Paese non ha bisogno di interventi esterni o di questioni personali. Il Paese non ha bisogno che all'interno di quest'Aula si possano determinare quelle frizioni politiche che possono mettere in discussione la stabilità del Paese, ma nelle stesso tempo – e vado a concludere – occorre la possibilità di rilanciare la nostra economia e la crescita.
  La gente, i cittadini italiani, i cittadini del Mezzogiorno d'Italia hanno bisogno di risposte. C’è sempre più povertà. Noi abbiamo il dovere di fare in modo che questo Paese diventi più libero, più equo e, quindi, dia possibilità ai giovani di essere occupati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, il 22 luglio, in prima lettura, avevo avuto modo di definire il «decreto del fare» un misto di luci e di ombre, dal quale non emerge con chiarezza né l'idea del Paese né l'indicazione di riforme strutturali non più rinviabili. Confermo tale giudizio critico, ma resta la fiducia che il rinvio alla legge di stabilità possa essere l'indicazione di un punto di svolta.
  Tralascio le notazioni critiche già svolte dai presidenti Boccia e Sisto, a proposito dell'interpretazione del bicameralismo che abbiamo dato, in particolare, in questa occasione. Non è positivo che una Camera modifichi in più punti il testo approvato dall'altra Camera con voto di fiducia e, anzi, è assolutamente inappropriato. Il Governo non può giocare sulla navetta e neppure la Ragioneria dello Stato sulle montagne russe delle coperture. Mi auguro serva come lezione e sia un'anteprima utile in vista dell'approvazione della legge di stabilità, che dovrà fornire la cornice finanziaria, amministrativa e fiscale per Pag. 3accompagnare i timidi segnali di ripresa che sono stati indicati sia in Europa sia, in misura meno evidente, da noi.
  È importante che la Presidenza della Camera assuma un'iniziativa, specifica e autorevole, sulla interpretazione pratica di un bicameralismo che va riportato, almeno nelle more della riforma, sulla strada dell'equilibrio istituzionale. È necessario, se vogliamo che il Governo Letta vada avanti a recuperare credibilità e serietà nel dibattito politico.
  Il dibattito, anche di queste ore, su IMU, IVA e relative opzioni fiscali è parso troppo strumentale, con il rischio di pericolosità intorno a coperture deboli e inadeguate, che riporterebbero la nostra finanza pubblica nei marosi della speculazione. E visto che entro il 31 agosto il Governo deve sciogliere il nodo dell'IMU, anche per dare consistenza al rinvio definitivo dell'aumento dell'IVA, è necessario che su questo si soffermi, perché poi si va in vacanza.
  Ha fatto bene il Ministro Saccomanni a mettere sul tappeto le diverse opzioni. Nessuno può far finta di non capire. Ci sono nove opzioni sul campo, basate su dati oggettivi. In nessun Paese dell'area euro il fisco prescinde dal patrimonio immobiliare e neppure l'Italia, con il sommerso che ha, se lo può permettere. E, allora, affrontiamolo con il senso del realismo e dell'equità fiscale.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  BRUNO TABACCI. Non tutte le prime case sono uguali (ed ho concluso). È quasi un'osservazione banale. Consideriamo che l'IMU diventi lo strumento di base della finanza locale, dell'autonomia impositiva, e che i protagonisti siano i comuni. Lo Stato si impegna a cooperare nella costruzione di una magliatura del catasto con i valori sottostanti equi e giusti. Questo è quello che serve.
  Si può tendere, con la finanza locale, a ridurre al minimo il peso delle aliquote fiscali sulla casa, ma lo devono decidere i sindaci, i quali saranno valutati da vicino dalle popolazioni amministrate. Non facciamoci guidare da polemiche politiche che rischiano di farci molto male.
  In questo senso, il voto del Centro Democratico, a favore del provvedimento, è animato da spirito costruttivo, nell'augurio che le brevi vacanze che abbiamo di fronte siano beneauguranti per tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimo Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signora Presidente, mi consenta una velocissima digressione per ringraziarla, a nome non personale ma di Fratelli d'Italia, per la sua presenza ieri a Marcinelle, alla celebrazione in ricordo e in commemorazione di una tragedia che ha visto protagonisti e vittime tanti, tanti lavoratori italiani all'estero.
  È una battaglia che a noi sta particolarmente a cuore, che è stata contraddistinta da un impegno storico della nostra area, della nostra parte, di cui è stato massimo testimone per tanti decenni in Italia il compianto onorevole Mirko Tremaglia, che poi è stato non a caso, alla fine della sua carriera, il primo e finora unico Ministro per gli italiani nel mondo. Quindi, è stato un atto di sensibilità di cui mi sento di volerla e di doverla ringraziare.
  Ciò detto, onorevole Presidente, siamo alla terza lettura di questo decreto-legge e noi abbiamo già spiegato in sede di dichiarazione di voto sulla prima lettura i motivi e gli argomenti per i quali Fratelli d'Italia è fortemente contrario e voterà contro questo decreto-legge, che abbiamo definito «del fare finta», perché, al di là di una serie di enunciazioni cui ci ha abituato la roboante campagna propagandistica di questa maggioranza e di questo Governo, nella sostanza non c’è nulla.
  È una norma di propaganda, priva di contenuti veri, una norma nella quale si è provato a trattare di tutto, dai cinematografi alle autostrade, dalla giustizia a qualsiasi altro tema fosse possibile inserire, ma Pag. 4ci si è dimenticati di trattare l'argomento vero e cioè che, se si vuole intervenire a supporto dell'economia, servono dei quattrini. Qui quattrini non ce ne sono e i quattrini potevano e dovevano essere trovati con l'avvio di un importante lavoro e di una importante strategia per la riduzione della spesa pubblica e per la rinegoziazione e il riutilizzo dei denari buttati nella spesa pubblica a favore degli incentivi per le imprese e per l'economia.
  Tutto questo non è stato fatto, anzi all'interno di questo provvedimento viene ulteriormente fatto ricorso alla leva fiscale, perché nella roboante comunicazione del Governo e della sua maggioranza non si dice agli italiani che con questo provvedimento si trova la genialata di individuare un ulteriore aumento di 75 milioni di euro nelle accise sui carburanti e non si dice che si chiede ad una platea vastissima di imprese di pagare da questo momento in poi una aliquota aggiuntiva dell'IRES alla quale precedentemente non erano assoggettate.
  In tutto questo, nella seconda lettura, onorevole Presidente, il Senato ha, se possibile, peggiorato le condizioni. Ha peggiorato le condizioni perché, differentemente da quello che era stato consentito qui alla Camera dei deputati, ha aggiunto ancora dei temi che non c'entravano nella formulazione iniziale del provvedimento. Quindi, se era considerato un provvedimento omnibus all'inizio, ci è tornato come un omnibus al quadrato, con la differenza che a noi non era consentito aggiungere degli elementi addizionali, mentre al Senato è stato consentito fare di tutto e di più, inserendo dei temi che erano addirittura stati considerati inammissibili alla Camera.
  Allora, onorevole Presidente, la domanda vera che ci viene da porci è: che cosa è successo nel percorso del cosiddetto trenino istituzionale di questo provvedimento tra la prima lettura alla Camera e la seconda lettura al Senato ? Perché, vede, l'inserimento e lo stravolgimento di alcune norme, il fatto soprattutto che il Governo abbia deciso di porre la fiducia (quindi, di impedire alla Camera di discutere), di limitare la disponibilità e la partecipazione della sua stessa maggioranza con il voto di fiducia qui alla Camera, asserendo con la posizione del voto di fiducia la certezza che quel testo era il testo che meritava di essere portato a compimento, il fatto che poi improvvisamente al Senato abbia invece accettato emendamenti di ogni natura, l'inserimento di una nuova serie di provvedimenti non previsti, la discussione in Aula e il voto senza fiducia, fanno ritenere quasi che il Governo non si fidasse della sua stessa maggioranza all'interno della Camera; mentre al Senato c’è la disponibilità e la possibilità di fare tutto, quasi che il Governo che aveva garantito qui alla Camera che quel testo era talmente sacro ed inviolabile da poter porre la fiducia, all'indomani si è accorto che qualche cosa era sbagliato.
  Ebbene, delle due l'una, signor Presidente: o al Senato sono più capaci di difendere le proprie prerogative parlamentari – ma mi auguro che questo non sia e sono certo che lei ci spiegherà che così non è – oppure, più verosimilmente, nel percorso tra la Camera e il Senato, con riferimento a quello che è nato come un provvedimento di marchette pure e semplici, che è la somma di interessi precostituiti di amici e amici degli amici, che all'interno di quel provvedimento hanno trovato risposta, il suono delle marchette, nel percorso tra la Camera e il Senato, si è talmente intensificato da obbligare il Governo a ritornare sulle proprie decisioni, a riaprire la discussione e ad inserire degli altri provvedimenti fatti ad hoc, vestiti su misura per altri amici e amici degli amici che non avevano avuto la possibilità di utilizzare il treno del decreto-legge quando era in prima lettura. Questo è quello che realisticamente è successo.
  Quando torna in terza lettura alla Camera, guarda caso, il provvedimento torna ad essere così tanto blindato, onorevole Presidente – glielo dico perché questo è accaduto mentre lei era in missione a Marcinelle – che, per evitare di andare sotto in Commissione, ieri mattina, la maggioranza ha trovato, come ultimo escamotage possibile, anche l'ineleganza di far Pag. 5votare un emendamento, sul quale, altrimenti, avrebbe numericamente perso il confronto con l'opposizione, dal presidente della Commissione.
  Cosa, per carità, legittima, nessuno discute la legittimità di quell'atto, ma, in termini di eleganza istituzionale, per una maggioranza che dovrebbe contare sul 75 per cento dei parlamentari di quest'Aula del Parlamento, è, francamente, una cosa che mi limito a definire vergognosa, rassegnando a lei, onorevole Presidente, e agli italiani ogni giudizio di merito.
  Tutto questo porta a considerare che siamo già arrivati, a proposito di treni, alla stazione di arrivo di questa infelice esperienza di Governo e di questa raffazzonata maggioranza. Vi siete messi assieme per reciproche convenienze, per il combinato disposto di interessi solo apparentemente contrapposti. Taluni si sono messi assieme al proprio contrario, nell'oramai dimostrato inutile tentativo di salvaguardare il proprio leader, altri hanno accettato questa strana commistione solo per il timore che la forza popolare cambiasse il loro di leader.
  L'unico collante di questa maggioranza è stata la volontà di salvare Berlusconi e la necessità di scappare da Renzi. Oggi, dall'una e dall'altra parte, ci si rende conto di come sia stato totalmente inutile dare vita a questa accozzaglia disomogenea. Nel frattempo, avete collezionato una serie di flop; sulle tasse, prima di tutto. Tagliamo il punto percentuale di aumento dell'IVA, cancelliamo l'IMU: su una cosa siete solo al rinvio, sull'altra vi state coprendo di ridicolo.
  Questa mattina il vostro Ministro dell'economia e delle finanze ha dichiarato di avere nove soluzioni diverse per capire come intervenire sull'IMU, e fra queste nove soluzioni ve ne sono alcune che, in realtà, dell'IMU non fanno niente, cioè la ripropongono tale e quale. Altro che abolire l'IMU sulla prima casa, come è stato detto in più occasioni !
  Avete aumentato gli acconti di imposta tanto per cui in Italia, nell'anno in cui la produzione di reddito diminuisce, i cittadini e le imprese pagheranno più tasse di quante non ne abbiano pagate negli anni precedenti. Avete obbligato gli italiani a pagare la tassa sulla sigaretta elettronica. Chi, con forza, con fatica, con sacrificio, cerca di togliersi un vizio pericoloso per la salute, mentre è premiato in tutto il mondo perché riesce a fare questo, qui da noi è tassato, perché, siccome non dà più i soldi ai Monopoli di Stato, per ripicca lo Stato gli dice: «adesso non devi più pagarmi il tabacco, che è di mia proprietà, ma, almeno, ti faccio pagare una batteria elettrica».
  Adesso, addirittura, nell'ordalia comunicativa che vi contraddistingue, state facendo i gradassi, perché ieri il Consiglio dei ministri ha varato un provvedimento sul femminicidio.

  PRESIDENTE. Deputato, concluda.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Nobile azione ! Perché non ci avete pensato nelle tre o quattro settimane precedenti, quando, per due volte, avete fatto dei provvedimenti di indulto e di amnistia che hanno rimesso per la strada quelli che fanno lo stalker, quelli che violentano le donne, quelli che disturbano le famiglie, quelli che, addirittura, con la vostra norma di liberalizzazione di uscita dalle carceri, sono rimessi a casa loro a convivere con i bambini che vengono sfruttati e con le donne che vengono vessate (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?
  Perché non ve ne siete occupati prima e fate solo adesso uno spot elettorale da mandare in vacanza sulle spiagge degli italiani ? Avete la stessa credibilità di quelli che, siccome sono costretti a dieta, di fronte ad un piatto di lasagne, con in mano la loro barretta, ti convincono che, forse, non sarà buona come le lasagne, ma fa tanto bene ! Avete quella stessa credibilità, quando dite di esservi impegnati per il bene del Paese.
  La vostra maggioranza è in fase terminale, siete in stato di morte clinica (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Corsaro.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Concludo, signor Presidente. Siete in stato di morte clinica. È importante che liberiate il cadavere da Palazzo Chigi prima che il vostro puzzo trovi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega Nord e Autonomie)...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Corsaro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, colleghi, oggi ci troviamo qui, dopo un'infinita discussione su questo decreto, che ha visto protagoniste la Commissione bilancio e la Commissione affari costituzionali della Camera, le quali hanno lavorato giorno e notte sul decreto, velocizzando il tutto perché c'era assolutamente bisogno di arrivare a questo voto. Poi abbiamo scoperto che, invece, il Senato ha deciso di riformulare la proposta sulla quale il Governo stesso aveva messo la fiducia, smentendo il Governo. Ma ci hanno detto di accelerare il più possibile, ci è stato chiesto di accelerare il più possibile, perché questo era il decreto che salvava tutti i mali di questo Paese, che risolveva la crisi economica, che risolveva la crisi occupazionale, che risolveva le situazioni delle imprese e dei disoccupati italiani tutti. Così l'ha presentato il Presidente del Consiglio in una conferenza stampa in pompa magna, una conferenza stampa nella quale ci ha raccontato che in cento giorni sarebbe riuscito a risolvere tutto e avrebbe dato risposte concrete a questo Paese. E invece ci troviamo in una situazione, a valutare un decreto, che non ha dentro quasi nulla, che non ha dentro nemmeno i contenuti che le premesse indicano. Dove l'Unione europea dice «dovete fare le riforme», questo decreto va incontro alle richieste dell'Unione europea. Ma qui di riforma non c’è nulla, non è un decreto che riforma niente. Non è un decreto che fa una riforma, non è un decreto che affronta una situazione generale, ma affronta singole situazioni, creando un decreto omnibus, in totale confusione, che tocca vari e svariati argomenti senza risolverne uno.
  Pare che alcuni messaggi di questo Governo portino a dire che la situazione economica di questo Paese si stia risollevando, non sia più quella di prima e che si sta arrivando ad una ripresa economica, ma i dati dicono esattamente il contrario. I dati dicono che il debito pubblico aumenta. I dati dicono che la disoccupazione aumenta. I dati dicono che le imprese chiudono. I dati dicono, anche, che questo Paese non ha risorse per affrontare la situazione. E in una discussione alquanto surreale, all'interno del Governo, ci troviamo in una situazione dove c’è chi dice «togliamo l'IMU, togliamo l'aumento dell'IVA», e c’è qualcun altro che dice «non ci sono soldi per far questo, dobbiamo fare qualcos'altro». Allora mettetevi d'accordo ! Perché questo ci è stato presentato come il Governo di servizio, ci è stato presentato come un Governo risolutivo, che avrebbe affrontato la grave crisi economica di questo Paese.
  Ci siamo sentiti rispondere, in alcuni dibattiti anche all'interno della Commissione e dal Governo stesso, su alcune proposte che noi avevamo fatto, che cerchiamo di tutelare ancora la parte ricca di questo Paese. Come se qualcuno pensasse che esiste una parte ricca in questo Paese ! Ma chi viene dal Nord, come noi, si rende perfettamente conto che chi ha fatto del lavoro un principio di dignità, di valore ed anche un principio familiare, oggi arranca, oggi fa fatica, oggi chiude o rischia di chiudere, se non l'ha già fatto; oggi non gli viene concesso credito dalle banche, oggi non gli viene dato un sostegno rispetto alla propria attività e non solo per una condizione di crisi di mercato – non è vero questo ! –, ma per una situazione in cui questo Paese non affronta le riforme e non affronta quello che serve (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Noi ci aspettavamo che all'interno di questo decreto, presentato, come dicevo Pag. 7precedentemente, dal Presidente del Consiglio, ci fossero misure che andassero incontro alle imprese rispetto al credito. Non è con un bando per gli impianti o i macchinari che si risolve la situazione del credito, ma affrontando quella situazione con gli istituti di credito, che spesso concedono credito a coloro ai quali magari non è dovuto, e spesso non lo concedono, invece, a quelle imprese che sono imprese familiari e che nel rapporto fiduciario con la banca ne hanno sempre fatto un vanto e una questione di credibilità.
  Manca tutto un principio; e qui vorrei capire che fine ha fatto il Ministro dello sviluppo economico, che fine ha fatto il programma dello sviluppo economico. Qui manca tutto un programma e un progetto per l'attrattività di investimenti di imprese sul territorio, un territorio che, soprattutto nelle zone di confine, si trova ad affrontare una concorrenza di altri Paesi dal punto di vista dell'attrattività, i quali propongono una tassazione flat al 23 per cento, i quali propongono degli impianti, degli immobili già dimensionati, i quali propongono delle agevolazioni. E chi è lì, a cento chilometri di distanza, rischia di andare a finire lì, se non lo ha già fatto. E questa cosa noi non l'abbiamo affrontata, lasciando gli investimenti impossibili, lasciando i territori privi di un progetto per la burocrazia zero, senza fare un progetto che agevoli gli investimenti di altri territori.
  Non c’è un programma di sviluppo economico, sembra quasi aspettiate la fine della crisi economica con messaggi di ottimismo continui, ma non riuscite nemmeno ad affrontare il programma di Governo, litigando tutti i giorni sulla questione dell'IMU e dell'IVA. I soldi, se volete, potete trovarli nell'attuazione del federalismo fiscale e, soprattutto, nell'attuazione dei costi standard, che favorirebbero un recupero dal punto di vista economico e, soprattutto, un'equità della spesa all'interno della pubblica amministrazione. Ma voi non avete il coraggio di fare le riforme.
  Qualcuno dice che sono stati cento giorni di immobilismo, non è vero, perché in questi cento giorni avete provveduto a risposte surreali, avete fatto due «svuota carceri», avete provveduto ad un indulto, pensate ad una amnistia e questa è una maggioranza che ha numeri elevatissimi, forse i numeri più alti nella storia della Repubblica. Vi siete dipinti come il Governo di servizio, ma di servizio per chi ? Io faccio mio il discorso del collega Caon dell'altro ieri, che non è il discorso di un deputato, ma è il discorso di un imprenditore del Nord che non ce la fa più ad affrontare questa situazione.
  Non basta, Presidente Letta e Governo tutto, una comunicazione sobria, che consigliamo anche magari di indicare a qualche suo Ministro. C'era bisogno di risposte, di riforme e di coraggio, un coraggio che voi non avete, e il vostro ottimismo non compenserà di certo questa mancanza. Vi siete dimenticati in questi cento giorni di tutto il programma letto dal Presidente del Consiglio alle Camere: vi siete dimenticati dei lavoratori, dei disoccupati, degli esodati, delle imprese e degli imprenditori, vi siete dimenticati delle famiglie. Ma vi siete ricordati dei delinquenti ai quali avete dedicato gran parte di questi giorni, salvandoli dalle carceri, e vi abbattete sugli onesti.
  Dico questo perché oggi, votando questo provvedimento e dopo i provvedimenti che sono stati votati, un'impresa avrà più vantaggi economici nell'assumere un delinquente, un condannato, uno che non va in carcere rispetto a una persona onesta. Questo è il Paese che voi ci consegnate oggi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! E noi oggi dichiariamo il fallimento di questo Governo, un Governo che non dà risposte né al Paese e nemmeno, a quanto pare, a se stesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giulio Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signor Presidente, signori del Governo, care colleghe e cari colleghi, la conversione di questo decreto-Pag. 8legge ci offre la possibilità di ribadire il nostro giudizio, il giudizio di SEL, un giudizio negativo, su un provvedimento che, a nostro parere, non rilancerà l'economia, non creerà nuovi posti di lavoro e non darà sostegno vero alle imprese.
  Vogliamo stigmatizzare in questo contesto il modo con cui si è svolta la discussione di questo provvedimento. Prima, la Camera con il voto di fiducia è stata espropriata della possibilità di modificare e di migliorare il provvedimento. Poi, è stata espropriata una seconda volta, quando, in questa terza lettura, si è trovata a dover accettare un testo radicalmente modificato dal Senato e, quindi, la maggioranza e il Governo hanno blindato il provvedimento anche nella giornata di ieri, rendendo inutile il lavoro fatto in molte settimane da questa Camera.
  Il nostro lavoro è stato vanificato sia per l'ambiguità del Governo che per quella della Ragioneria dello Stato che non può tenere sotto scacco il Parlamento. Questo provvedimento – lo rilevava anche l'onorevole Tabacci – è un provvedimento con molte luci ed ombre. Si tratta del classico provvedimento omnibus che contiene anche misure di buon senso ma che è una sorta di zibaldone dove c’è tutto e il contrario di tutto. E ci vuole un bel coraggio a dire, come recita il titolo del provvedimento, che si tratta di misure urgenti per rilanciare l'economia. Di ben altro avrebbe bisogno l'economia per essere rilanciata. Da questo provvedimento non emerge un'idea unitaria, una strategia organica che ci faccia capire qual è la politica economica del Governo che non sia quella di provvedimenti estemporanei, frammentari, o all'insegna del rinvio. E, d'altronde, stiamo aspettando ancora che il Governo ci faccia avere, come ci avevano promesso tre mesi fa il Primo Ministro Letta e il Ministro dell'economia Saccomanni, la Nota di aggiornamento del DEF dalla quale avremo maggiori elementi per capire quali sono le linee di intervento della politica economica dei prossimi mesi di questo Governo.
  E devo dire che da parte del Governo, del Ministro Saccomanni c’è un incomprensibile entusiasmo per alcuni timidi e contraddittori segnali di presunta ripresa economica, misurabile in microdecimali mentre continuano ad aumentare i disoccupati, i cassintegrati, i livelli di povertà di gran parte del Paese. Vi ricordo che per tornare ai livelli del PIL del 2007 ci vorrà una decina d'anni mentre il potere d'acquisto dei salari è tornato ai livelli del 2002. Ora, di fronte ad una ripresa dei redditi, come gli ultimi dati ci dicono, dello 0,1 per cento, di questo ritmo ci vorranno una trentina d'anni per recuperare il potere d'acquisto perso in sei anni.
  Il Ministro Saccomanni ha dichiarato che la recessione è finita: un'affermazione perlomeno temeraria soprattutto se il Ministro, come dichiarato, ricava questo giudizio dall'andamento del PIL del secondo trimestre che, invece di calare, come era previsione, dello 0,4 per cento cala solo, si fa per dire, dello 0,2 per cento. Bisognerebbe essere più prudenti nei giudizi, Ministro Saccomanni, non solo quando non sono suffragati dai numeri ma anche quando non sono sostenuti da politiche adeguate, come il caso di quelle di questo Governo. Questo Paese avrebbe bisogno di una politica di sostegno della domanda che non c’è in questo provvedimento. Non c’è sostegno alla domanda privata e per quella pubblica anche gli interventi di sostegno alle opere pubbliche per la messa in sicurezza delle scuole e le cosiddette piccole opere sono modeste e limitate. E molte delle opere previste, più che una logica di priorità oggettiva, sembrano seguire la priorità della pressione dei territori, dei membri del Governo o dei membri della maggioranza.
  Inoltre ricordo che le disposizioni che riguardano le deroghe e gli allentamenti dei vincoli in materia edilizia e, in particolare, quelli sulla demolizione e la ricostruzione degli edifici con il cambiamento delle sagome, destano una grandissima preoccupazione. Questo Paese avrebbe bisogno di una politica di sostegno dei redditi e dei consumi che non c’è in questo provvedimento e non solo non c’è in questo provvedimento ma non c’è nemmeno nelle altre misure che abbiamo Pag. 9esaminato in queste settimane. Questo Paese avrebbe bisogno di una politica industriale che non c’è in questo provvedimento e sicuramente non si può far passare per politica industriale degna di questo nome le piccole agevolazioni sull'accesso al credito per le imprese che vogliono rinnovare i propri macchinari, né sì può far passare per politica industriale il sostegno all'industria militare trasformando le nostre Forze armate in piazzisti per l'industria bellica. Né è un aiuto alle imprese che producono energie rinnovabili l'aumento della tassazione con la modifica della «Robin tax» mentre noi avremmo bisogno di agevolare ed incentivare le imprese che si cimentano con la sfida dell'economia verde.
  Questo Paese avrebbe bisogno di una politica di redistribuzione della ricchezza per ricreare condizioni di equità e per mettere nelle tasche di chi oggi non arriva alla fine del mese delle risorse per rilanciare i consumi e la domanda. Invece di prendere i soldi dalle grandi ricchezze e dalle rendite, il decreto «del fare» cancella o dimezza le tasse sulle barche di lusso, facendo un favore alle società di comodo e alle classi di reddito più ricche. Invece di introdurre una tassa sui patrimoni immobiliari si toglie quel po’ di patrimoniale che c’è e in questo modo si permette a chi, per puro svago, spende 300 mila euro per una barca, di risparmiare molti soldi mentre, in proporzione, oggi si pagano più tasse su una utilitaria che su una barca di lusso.
  Ci sono, poi, altre misure che non condividiamo in questo provvedimento. Ne ricordo alcune: l'allentamento delle misure in materia di sicurezza sul lavoro; la questione della governance dell'Agenda digitale; la previsione di poter fare anticipare alla pubblica amministrazione il 10 per cento dell'appalto mentre ancora non riusciamo a pagare i debiti vecchi di due o tre anni alle imprese contrattualizzate. Ricordo che questa possibilità era stata esclusa ai tempi di Tangentopoli per i tanti fenomeni di corruzione e di clientelismo che aveva generato. Inoltre, ricordo che, anche in questo provvedimento, come pure in altre quattro misure precedenti proposte dal Governo, si prendono i soldi dall'otto per mille il cui fondo ormai è stato dimezzato. Ecco perché il nostro giudizio, il giudizio di SEL, è negativo e SEL voterà contro.
  Il Paese avrebbe bisogno di ben altro, non di una politica economica che non si sa bene quale sia, fatta di rinvii, di provvedimenti omnibus, di misure estemporanee, di pannicelli caldi come quelli che abbiamo discusso ieri e ieri l'altro sui temi del lavoro. Avremmo bisogno di ribaltare radicalmente le politiche di austerità che ancora aleggiano su questo Governo. Avremmo bisogno di avere più risorse tagliando gli investimenti nelle grandi opere e nelle spese militari, il miliardo e più di euro che spendiamo ogni anno per le auto blu e gli oltre 2 miliardi di euro che spendiamo per le consulenze nelle pubbliche amministrazioni. Invece di sprecare soldi in false consulenze che spesso nascondono contratti di giovani precari, usiamo quei soldi per stabilizzare i giovani con contratti a progetto e a tempo determinato nella pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Avremmo bisogno di più risorse andando a prendere i soldi dove i soldi ci sono, nei grandi patrimoni, nelle rendite finanziarie, nelle speculazioni delle transazioni finanziarie, con un'imposta ben più incisiva di quella che abbiamo oggi, che porterà nelle casse dello Stato solo 300 milioni di euro, invece di 4 miliardi di euro che entrerebbero se quell'imposta fosse una cosa seria e non una specie di solletico alla speculazione della finanza. Avremmo bisogno di liberare gli enti locali dalla tagliola del Patto di stabilità per la parte che riguarda gli investimenti utilizzando la Cassa depositi e prestiti come una banca pubblica e promuovendo, attraverso una rinnovata politica industriale, un piano straordinario di investimenti nelle piccole opere, nella ricerca, nell'innovazione, nella formazione e nella scuola, nel sostegno alle produzioni e ai consumi sui quali costruire un modello di sviluppo Pag. 10nuovo, attraverso le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, i beni comuni, le nuove tecnologie.
  Tutto questo, cari colleghi, signori del Governo, non c’è nel decreto-legge «del fare», ma di tutto questo il Paese avrebbe bisogno per ripartire e per ridare speranza ai giovani, ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese. Ecco perché Sinistra Ecologia Libertà conferma il giudizio negativo sul provvedimento, ed è ecco perché voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signora Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, è difficile non commentare con qualche perplessità il testo del decreto-legge cosiddetto del fare tornato dal Senato. Poteva andare diversamente ? Forse sì, se il decreto-legge del fare non fosse diventato un terreno di scontro a priori, ma un terreno di dialogo, anche duro, tra maggioranza e opposizione che è il sale di una democrazia avanzata; se il Governo – ma è tutto in sequenza – non avesse dovuto o reputato di dover porre la questione di fiducia e poi lo stesso Governo avesse curato di più l'integrità e vigilato sul testo stesso su cui aveva chiesto la fiducia; se il Senato non avesse norme regolamentari così larghe in tema di ammissibilità di emendamenti su un decreto-legge, per quanto omnibus; se queste norme, signora Presidente, non fossero qualche volta anche agognate da noi, spesso insofferenti rispetto ai vincoli interni del nostro Regolamento generale; se le sentenze della Corte costituzionale che cominciano a sanzionare norme intruse nei decreti-legge fossero da tutti noi prese maggiormente sul serio. E i se potrebbero continuare.
  Ma verrebbe da dire: che fare ? Ecco, non dobbiamo disfare, ma non dobbiamo neppure dimenticare e ciò significa non imitare cattive pratiche, che portano a complicare e a peggiorare un assetto legislativo già di per sé precario e confuso; superare la logica del treno che passa, sul quale piazzare il nostro piccolo grande vagoncino: il più delle volte, signora Presidente, un treno così finisce su un binario morto, quando non va a deragliare miseramente.
  A veder bene, è davvero improvvido che alcune cattive abitudini legislative finiscano per occultare gli elementi di positività contenuti nel provvedimento. Su questi, e non soltanto su un pur comprensibile spirito di maggioranza, Scelta Civica fonda il voto favorevole. Quali sono questi elementi di positività, sui quali invitiamo il Governo e la pubblica amministrazione ad approfondire e ad insistere nella fase attuativa e applicativa, che sarà determinante ?
  In primo luogo, emerge dal provvedimento una concezione della crescita e dello sviluppo non meramente quantitativa, ma incentrata su quella nozione, invero un po’ abusata, di sviluppo sostenibile, che appare, però, l'unica via d'uscita tra la Scilla di una crescita che consuma senza rigenerare e la Cariddi di una decrescita che, ben difficilmente, può evitare connotazioni di infelicità e di ripiegamento, nelle quali il ricco, forse, decresce, ma il povero sbanda e si marginalizza (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  Rinveniamo questo elemento sia nelle numerose disposizioni di semplificazione normativa, amministrativa e tributaria indispensabili per rendere sostenibile un complesso regolatorio e organizzativo, altrimenti costruito e percepito come autoreferenziale e ripiegato attorno a logiche tutte interne e poco trasparenti, ma lo ritroviamo anche nelle disposizioni su scuola e università, alle quali alcuni emendamenti di parlamentari di Scelta Civica hanno dato un contributo non secondario.
  Lo ritroviamo, infine, nella prima parte del provvedimento, in quel sostegno alle imprese che sviluppa sentieri aperti, non senza fatica, dall'azione anticipatrice del Governo Monti. Sentieri, signora Presidente, o strade ancora strette, necessariamente ancora strette, sulle quali far camminare Pag. 11il sogno europeo di un'economia sociale di mercato altamente competitiva. Ancora strette, perché si rifiuta la fallace contrapposizione – si rifiuta, giustamente, la fallace contrapposizione – tra Stato e mercato, ma si richiede – e sono parole antiche in quest'Aula – più Stato nello Stato e più mercato nel mercato, con quel regolatore che è il principio costituzionale di sussidiarietà sanamente inteso.
  Vado a concludere, signora Presidente, con una considerazione sulla possibile lezione – sia il deputato Tabacci sia il deputato Marcon hanno evocato la lezione da questo provvedimento – da trarre, appunto, da questa esperienza del decreto «del fare», dove, alla problematica procedurale, si è intrecciata, in modo non sempre virtuoso, la dimensione contenutistica, a discapito della pur dimostrabile bontà di molte delle disposizioni contenute. E la lezione è, purtroppo, chiara ed esigente: dobbiamo cambiare i nostri comportamenti e le nostre abitudini, vera palla al piede dell'approccio riformatore e riformista.
  Ma non basta: dobbiamo ritoccare il nostro bicameralismo e le regole stesse dell'elaborazione legislativa. C’è, signora Presidente, una crisi della normazione in tutto l'Occidente, che, in Italia, assume connotazioni particolari, legate alla nostra bulimia normativa e ai caratteri storici della nostra pubblica amministrazione e del suo rapporto con i cittadini. Ma c’è anche una normazione della crisi, che è la vera risposta alla crisi stessa e che significa più legge e meno leggi, più coerenza normativa e meno legislazione microsettoriale (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Che significa anche – lo dico al Governo, signora Presidente – applicare e fare nostra quella importante distinzione, contenuta nella nostra Costituzione, tra la politica generale del Governo – appunto, del Governo – e la politica nazionale.
  Se ha senso demandare alla politica generale del Governo l'insieme delle urgenze economico-sociali, è alla politica nazionale, il cui fulcro sta qui, nelle Assemblee parlamentari, che va demandato il lavoro sui diritti fondamentali e su ciò che costituisce l'identità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Ecco perché consideriamo, signora Presidente, il decreto-legge adottato ieri dal Governo in materia penale, una deroga motivata dall'allarme sociale su certi reati, ma non un precedente, non un esempio da imitare. La normativa sui diritti fondamentali è materia parlamentare, attiene alla politica nazionale, non alla politica generale del Governo.
  Se però, signora Presidente, vorremo avviarci alla ripresa di settembre, speriamo serena, sulla strada seria di una revisione costituzionale mirata e precisa, sulla strada di una legge sui partiti capace di valorizzare la buona politica che c’è e che c’è ancora, sulla strada di una riforma dei nostri Regolamenti parlamentari che sappia conciliare le prerogative dell'opposizione con l'efficienza del lavoro parlamentare sia legislativo sia di controllo, verso una legge di stabilità che sia tale non solo di nome, ma anche di fatto, ecco, se sapremo resistere alle sirene e ai fantasmi del «tanto peggio, tanto meglio» che anche in queste ore si fanno sentire, se sarà così, nel dialogo esigente con gli altri gruppi di maggioranza e nel confronto serio con le opposizioni lei, signora Presidente, troverà il gruppo di Scelta Civica sempre al suo fianco (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Leone. Ne ha facoltà.

  ANTONIO LEONE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il decreto-legge al nostro esame, che nel testo originario constava di 86 articoli, e che è stato consistentemente incrementato a seguito dell'esame presso le Camere, mira, come espresso nel titolo, al rilancio dell'economia. Un titolo ed una finalità già rinvenibili in precedenti provvedimenti rispetto ai quali, tuttavia, quello di oggi presenta caratteri e contenuti, direi, innovativi. Esso non utilizza infatti le consuete leve dello stimolo economico in termini di Pag. 12nuove risorse da immettere nell'economia, in quanto deve operare all'interno di un quadro di compatibilità finanziaria la cui vincolatività per il decisore pubblico va assolutamente osservata e, direi, addirittura, preservata. Il decreto-legge ha come base, infatti, le raccomandazioni rivolte all'Italia dalla Commissione europea il 29 maggio 2013 nel quadro della procedura di coordinamento delle riforme economiche per la competitività. Il decreto-legge affianca, peraltro, altri interventi che già stanno avviando, e i primi segnali sembrano andare in questa direzione, come è stato ricordato proprio in questi giorni dal Governo e dalle istituzioni europee, un percorso di uscita dalla recessione.
  Voglio ricordare la decisione di pagare i debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche, quella della sospensione della prima rata IMU, quella del rinvio dell'aumento dell'IVA ed altre minori, ma che hanno costituito un segnale importante di politica economica. Proprio a proposito dell'IMU ritengo che il percorso vada completato, checché ne dica Saccomanni, con l'abolizione in toto di quella odiosa tassa (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
  Poco alla volta, e il decreto-legge va in questa direzione, si stanno ponendo le condizioni per sfruttare appieno strumenti e agevolazioni già previsti dal nostro ordinamento all'ingresso e alla permanenza, da occupati, dei giovani nel mercato del lavoro. Il provvedimento è un ulteriore segnale di una politica che cerca di costruire una crescita che deve cercare strade nuove, che non si muovano all'interno dei consolidati criteri basati sul binomio minori entrate e maggiori spese, ma che puntino a rinforzare le regole del sistema Paese sul piano della semplificazione, dell'attenzione alle esigenze del cittadino operatore economico, della realizzazione di un contesto regolatore preciso, cogente, ma nel contempo più leggero. Un provvedimento che non potendo in questo momento immettere nuove risorse nell'economia, o alleggerire significativamente il livello di imposizione fiscale, mira a migliorare il contesto ambientale dal quale dovrebbe partire un percorso di crescita.
  Il decreto-legge reca, pertanto, un ampio novero di interventi che rispondono all'esigenza di sostenere il flusso del credito alle attività produttive, anche diversificando e migliorando l'accesso ai finanziamenti, di proseguire la liberalizzazione nel settore dei servizi e di migliorare la capacità infrastrutturale, incluso il settore dei trasporti e di migliorare il quadro fiscale per i suoi possibili e positivi riflessi sull'economia. Esso, inoltre, persegue lo scopo di semplificare il quadro amministrativo e normativo per i cittadini e le imprese, nonché di abbreviare la durata dei procedimenti civili, riducendo l'alto livello del contenzioso civile e promuovendo il ricorso a procedure extragiudiziali.
  Sul testo iniziale ha operato consistentemente il Parlamento; la Camera prima e il Senato poi hanno ampliato l'area degli interventi contenuti nel provvedimento, recependo in esso nuove istanze non colte all'inizio dal Governo nel licenziare il testo originario. Si è confermato, quindi, il ruolo incisivo del Parlamento che, abbandonati i tempi di quello che veniva chiamato «l'assalto alla diligenza» delle leggi finanziarie di una volta, svolge con attenzione, consapevolezza e senso di responsabilità verso il Paese il suo ruolo di centro della decisione legislativa. Da questo lavoro viene fuori un provvedimento che rispetto a come è entrato in Parlamento ne esce, ora, con una quantomeno migliorata capacità di dare risposte al Paese in un contesto economico e, direi, istituzionale difficile come quello che stiamo attraversando.
  Oggi siamo chiamati a deliberare definitivamente un testo che il Senato ha modificato in diversi punti qualificanti, e qui mi riallaccio a qualche polemica che è sorta a proposito della scorrettezza istituzionale nel momento della bollinatura nel passaggio da Camera a Senato di alcuni provvedimenti che sono stati adottati da questa Camera, nel mutamento e nell'aggiornamento della relazione, è stato praticamente messo nel nulla quello che era Pag. 13stato approvato alla Camera, facendolo cancellare al Senato. Si tratta di una scorrettezza istituzionale dovuta forse a dimenticanza, ma anche questo fa parte del gioco. Le doglianze comunque vanno fatte, e una riflessione in merito va fatta.
  Mi riferisco, a proposito di modifiche, in particolare, a tutte le tematiche che riguardano l'edilizia e l'assetto del territorio, nonché a quelle volte al sostegno alle imprese sotto il profilo delle credito e dell'agevolazione degli investimenti. Importanti modifiche hanno riguardato, inoltre, le semplificazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e l'abolizione di inutili quanto superati obblighi di certificazione per l'esercizio di attività commerciali o professionali e perfino per l'attività sportiva. Non vanno dimenticate, infine, le disposizioni rivolte a definire un quadro complessivo di sostegno all'importante iniziativa dell'Expo 2015, sulla quale il nostro Paese si gioca un'importante fetta della propria credibilità internazionale, oltre che un essenziale occasione di rilancio economico.
  Una parte significativa del decreto-legge, mi riferisco all'intero Titolo III, riguarda poi il settore della giustizia. Gli interventi più corposi interessano l'assetto organizzativo e la giustizia civile, e hanno la finalità di tentare di migliorarne l'efficienza complessiva. Come troppe volte abbiamo ripetuto, una giustizia civile lenta costituisce un fattore di rallentamento, se non di freno, all'economia e scoraggia gli investimenti e l'attività di impresa. Gli interventi normativi sono molteplici, sia puntuali sia di maggior respiro. Tra questi merita ricordare la nuova disciplina della mediazione civile obbligatoria dopo l'intervento della Corte costituzionale, che aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale della precedente normativa per eccesso di delega. È un importante tentativo di individuare soluzioni fuori dal processo. Dentro il processo, invece, va sottolineata la nomina di quattrocento giudici ausiliari presso le corti d'appello, al fine di ridurre l'arretrato proprio nel secondo grado di giudizio, dove gli ultimi dati mostrano una tendenza all'incremento delle pendenze.
  Non si intraprende pertanto la strada in passato dimostratasi complessa delle sezioni stralcio, per scegliere quella dell'integrazione dei collegi giudicanti con soggetti a riposo e non, provenienti dalle professioni legali. È un passo importante e di lungo periodo, perché porterà a nominare gli ausiliari per cinque anni rinnovabili per altri cinque. È un orizzonte temporale di lunga portata e l'auspicio è che i risultati possano essere pari alle attese. Un altro intervento riguarda il tirocinio formativo teorico-pratico presso gli uffici giudiziari della durata di diciotto mesi, che potrà essere svolto presso gli uffici della magistratura ordinaria e amministrativa dai più meritevoli fra i laureati in giurisprudenza. Sul punto forse una riflessione andrebbe fatta. Infatti, sulla soluzione accolta dal Senato – mi riferisco al periodo di tirocinio non riconosciuto ai fini dell'accesso al concorso in magistratura –, per evidenti motivi di tempo legati alla fretta con cui bisognava definire questo provvedimento, la Camera ha solamente ratificato una soluzione adottata dal Senato. Analogamente, l'ampliamento dell'organico della Corte di Cassazione, con particolare riguardo all'ufficio del massimario e del ruolo, sarebbe diretto a migliorarne l'efficienza. Al tempo stesso non si può dimenticare che vi saranno trenta magistrati in meno in altri uffici giudiziari sul territorio. La maggiore efficienza complessiva è quindi veramente tutta da dimostrare.
  Ma tant’è, ombre e luci, dimenticanze istituzionali e non: tutto quello su cui si può puntare l'attenzione in questo provvedimento non esimerà il nostro gruppo, il Popolo della Libertà, a votare in favore di questo provvedimento, pur con le criticità esistenti e nella consapevolezza che il momento richiede unità operativa scevra da contrapposizioni e pregiudizi che non hanno la misura della prevenzione di natura politica ma solo personale. Il nostro voto sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, colleghe e colleghi, il Governo oggi sta licenziando per la prima volta nella storia della legislatura un decreto-legge fatto, scritto e votato assieme ad un condannato in via definitiva a quattro anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi segua, Presidente, perché è kafkiano: il decreto-legge «del fare» dovrebbe recare disposizioni urgenti – udite bene colleghi 5 Stelle, perché è molto fine – per il rilancio dell'economia. Io avevo inteso per il rilancio dell'economia italiana; però i dubbi sono forti, perché il Governo sceglie come partner per il rilancio dell'economia italiana un condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale: è kafkiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Quest'anno, ricordo a tutti, la metà degli italiani non andrà in vacanza, non si concederà una vacanza estiva. Dieci milioni di italiani invece ci andranno, ma spenderanno meno rispetto al passato, e quasi sei milioni e mezzo per meno giorni rispetto allo scorso anno. Quasi 500 mila italiani chiederanno un prestito per potersi concedere un viaggio. Barbados, Seychelles, Bahamas, Maldive, Antigua, Samoa: dov’è il Governo in questi giorni ? Da quale paradiso fiscale ci parleranno questa volta i Ministri ? O forse dai paradisi fiscali non ci vogliono parlare, non ci vuol più parlare nessuno dai paradisi fiscali; e dei paradisi fiscali, soprattutto, non ne vuol più parlare nessuno, perché a turno ormai, a destra e a sinistra, si rimbalzano i conti ed i possedimenti illeciti.
  E di evasione fiscale non si parla, naturalmente, perché piuttosto che recuperare i soldi delle evasioni fiscali, il Governo permette che i comuni aumentino, proprio in questi giorni, l'IRPEF, con una corsa ormai degli enti locali a prelevare soldi dal cittadino medio; con il benestare del Governo, e senza ricordare che ormai questo Governo ha già fatto abbastanza danni alle tasche dei cittadini ! Ed il Governo, naturalmente, non esiste e non fa nulla.
  Non è dato sapere dove sia il Governo: Presidente, dov’è il Presidente Letta ? Dov’è il Ministro Franceschini, che vediamo qui solo quando si parla di fiducia ? Non c’è dato saperlo, dov’è il Ministro Franceschini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ma una nota del Presidente del Consiglio, proprio di ieri, recita: il Governo continua a lavorare senza interruzione, anche in agosto; non va in vacanza, ed il prossimo Consiglio dei Ministri è già fissato per il 23 agosto. Lo ha detto, al termine del Consiglio dei Ministri di ieri, il Premier Enrico Letta, garantendo che anche la prossima settimana, a rotazione, saranno presenti il Presidente Letta e il Vicepremier Alfano. O mio Dio, signori, colleghi, non è che la presenza del Vicepresidente Alfano qui da solo a Roma sia molto rasserenante: ci sono talmente tanti Paesi che non hanno governi democratici in giro per il mondo, che non mi stupirei se nei prossimi giorni ci fosse una crisi con l'Uzbekistan, con la Corea. Ma sicuramente non sarà colpa sua, e ci sarà qualche funzionario da immolare per la situazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ma mi chiedo, Presidente, e Presidente Letta che sicuramente mi ascolta da casa: se il Governo non va in ferie, perché tutta questa fretta di licenziare un decreto-legge, come questo «del fare», pieno di errori, vuoto di azioni importanti per l'economia, ed anzi proprio per bocca dei presidenti della maggioranza e di molti colleghi della maggioranza, un decreto-legge inutile ? L'abbiamo detto, abbiamo fatto emendamenti: ma chi se ne frega, tutti al mare a mostrar le facce chiare ! Colleghi a 5 Stelle, mettetevi il cuore in pace: questo Governo non c’è, il Governo non esiste.
  Dov’è il Ministro dell'economia e delle finanze Saccomanni, per esempio ? Lui lo so, l'ho sentito ieri: sta lavorando sull'IMU. E mentre noi chiediamo, anche con interpellanze (ne feci una proprio qualche giorno fa al Viceministro Fassina), più chiarezza su cosa il Governo voglia fare su Pag. 15IMU ed IVA, Saccomanni alla richiesta di chiarezza risponde con nove ipotesi. Cioè, noi chiediamo chiarezza, e lui ci risponde con nove ipotesi ! Sull'abolizione dell'IMU, mi permetto di dire (anche lui ci ascolta da casa): Ministro, ne basta una, si abolisce, punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ragazzi, sono state – scusatemi – pubblicate sul sito del Ministero tutte queste nuove proposte, si va dalla cancellazione totale della tassa alla più contenuta abolizione della sola prima rata, oppure all'introduzione di una service tax e l'attribuzione di poteri di scelta ai comuni. Signor Ministro, glielo ridico, la tassa va abolita, punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anche perché questo mi ricorda quel giochetto da campagna elettorale del PD sui rimborsi elettorali, «promettazioni» decisive e concrete che poi, degno del miglior azzeccagarbugli, si fossilizza nella rete dei posticipi, dei 2 per mille, della contribuzione più o meno volontaria, senza dire che anche qua non ci sono tanti giri di parole, due righe con scritto: abolizione dei rimborsi pubblici ai partiti, punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Signori, Presidente, questo è quello che vogliono gli italiani, tutto il resto sono balle colossali.
  Il PD, signori, quanto non vorrei parlare del PD. Presidente, che facciano sto benedetto congresso per l'economia dei lavori in Aula, io non voglio non poter citare fino al 24 di novembre la parola congresso in Aula, mi dispiace, non me ne vogliano i colleghi, ma ogni volta che qua parliamo di congresso, ricordando che dovrebbero impegnarsi di più sugli interventi a favore dei cittadini e non sulla scelta del prossimo candidato segretario, si inalberano tutti. Se vogliono, se vorranno, potranno invitarci, noi magari con un punto di vista esterno ed imparziale potremo sicuramente spiegare e aiutare a capire quali sono i problemi in seno al PD, in modo da dare anche due dritte per il regolamento per la scelta del Premier (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vede, Presidente, in teoria ci sarebbe, il PD sarebbe anima del Governo, ma poi in Commissione e in Aula si comportano come se fossero opposizione. E chi è questo onorevole Renzi, che guida il partito, perché io qua non l'ho mai visto. Mi hanno detto che non è onorevole, be’ allora fate qualcosa perché sembra che vi stia facendo un po’ le scarpe.
  Lo scorso 5 giugno, tra l'altro, vi ricordo solo una questione, qui in Aula durante la discussione del decreto-legge n. 35, in fase di discussione, erano le 18 circa, chiesi le dimissioni del Presidente Letta, lo feci perché sulle coperture finanziarie venivano regalati 12 milioni di euro all'Expo e, attraverso un articolo inserito in seconda battuta al Senato, per un incremento di spesa di 7 milioni nel 2014 e 16 nel 2015, si faceva una riduzione del Fondo speciale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno 2014, mentre il mese prima, durante il suo insediamento, il Presidente stesso prometteva, pena le sue dimissioni, che non avrebbe tagliato i fondi alla cultura e alla ricerca. Allora, gli impegni del Governo, signori miei, valgono zero, zero come la sua attuale credibilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Presidente Letta, se mi ascolta, si dimetta, la sua assenza e il suo cognome non permettono altro che questa assonanza, purtroppo.
  Signori, in questi giorni la maggioranza ce le ha fatte vedere proprio tutte, sedute fiume in Aula in nome dell'urgenza di alcuni decreti e poi sposta a settembre la discussione sui rimborsi elettorali. Una maggioranza che lavora su emendamenti alla Camera, che si fa approvare dal proprio Governo, che poi la stessa maggioranza modifica al Senato con lo stesso e identico Governo. Si riempiono tutti la bocca, Presidente, parlando dei 5 Stelle e additandoci come se noi fossimo la maggioranza e noi stessi stessimo governando, bene, ormai in questi mesi noi abbiamo mostrato di avere la responsabilità di poter essere la maggioranza, quella maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) propositiva, che pensa ai lavoratori, agli esuberati, Pag. 16ai cittadini, ai giovani, agli stagisti – come ricordato ieri dal mio collega – e a chi ormai fugge da questo Paese.
  Abbiamo presentato una serie di emendamenti, non sto qui a ripetere quello che già ho detto la scorsa volta sulla fiducia. Concludo, Presidente, avevo solo un po’ di arsura e quindi ho dovuto bere.

  PRESIDENTE. Prego, concluda.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Non voglio fare il veggente, Presidente, ma ve lo dissi parlando di Bonnie e Clyde, durante il voto di fiducia su questo decreto-legge. Un giorno cadranno insieme, verranno sepolti fianco a fianco: Bonnie, non ti alterare, non ti disperare, non piangere ! Clyde il 30 luglio è morto, ma presto lo raggiungerai, forse dopo l'estate, forse prima del congresso, non importa. Per pochi sarà un dolore, per la legge un sollievo, è morte per Bonnie e Clyde.
  Signori, finisco e concludo, Presidente. Dopo il 30 luglio, il Parlamento è rimasto ancora più paralizzato di quanto non lo fosse prima. Il 1o agosto le Commissione bicamerali convocate – mi rivolgo a lei, Presidente, perché possa fare qualcosa in merito – non sono riuscite ad eleggere gli uffici di presidenza per la mancanza dei componenti della maggioranza. Il 1o agosto, signor Presidente, e il 31 luglio...

  PRESIDENTE. Deputato Sorial, deve concludere, il tempo è scaduto. È una questione di rispetto anche per gli altri.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. L'ultima riga, signor Presidente. Concludo. Il 31 luglio 2003, signor Presidente, in Italia nacque Sky, nel 2012, in uno dei Paesi più popolosi del mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni)...

  PRESIDENTE. Deve concludere. Andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Richetti. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI. Signor Presidente, le chiedo anticipatamente scusa se rischio di andare fuori tema e di parlare del provvedimento e non discuterò di ferie del Governo, di finanziamento pubblico e di congressi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Tra l'altro, si tende a parlare di ciò che si desidera, quindi parlerò dei problemi del Paese. Chi di congresso ne patisce parecchia voglia, è giusto che ne parli perché non sa come è fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Voglio stare velocemente al merito perché è troppo importante che noi oggi diciamo agli italiani che tentiamo di dare una prima parziale risposta – cerco di non utilizzare quest'Aula in senso demagogico, ma di usare parole di verità – e non c’è dubbio che questo è un primo tassello di un mosaico che va completato, non possiamo considerarlo un quadro esaustivo, ma che risponde al bisogno di intervenire su tre terreni fondamentali, che sono i terreni fondamentali su cui questo Governo si è impegnato in quest'Aula: quello della crescita, quello della semplificazione e dell'innovazione e quella della giustizia e di farlo, non solo nella logica di un cambio ordinamentale, ma con degli strumenti e degli adempimenti normativi che abbiano la caratteristica dell'effetto immediato perché questo Paese non ci dà più tempo.
  Sulla crescita, capisco che non è facile, non è facile non votare e opporsi ad un provvedimento che, per il sostegno alle imprese propone un migliore accesso al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, rifinanziamento dei contratti di sviluppo, potenziamento del Fondo centrale di garanzia. Le imprese oggi aspettano questo provvedimento e non ci chiedono qualche mancia di ciò che resta dei nostri scontrini, ma ci chiedono provvedimenti che cambiano nel tempo il modo con cui sosteniamo le imprese in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Capisco che non è facile opporsi ad un provvedimento che, nella direzione della Pag. 17crescita, ci mette innovazione tecnologica, che liberalizza il wifi, che porta potenziamento nell'Agenda digitale già in corso in questo Paese, che incentiva la digitalizzazione della pubblica amministrazione, chi ci lavora sa di cosa parliamo.
  Lo dico con rispetto: quando si fa della Rete e dell'utilizzo delle dotazioni informatiche un elemento di sviluppo importante di questo Paese, lo riconosco, non deve essere semplice poi non sostenere provvedimenti che vanno in questa direzione, così come in questa direzione vanno le risorse, forse limitate e forse insufficienti relative alle infrastrutture, ma che hanno quella caratteristica di cui parlavo: cose immediatamente realizzabili. Penso ai 2 miliardi per finanziare interventi cantierati e cantieriabili, penso alle norme per accelerare l'utilizzo del fondi comunitari, perché noi siamo un Paese che certo ha bisogno di grandi asset industriali, ma ha bisogno anche di sostenere quel tessuto operoso delle comunità e delle piccole comunità, i 6 mila campanili, 100 milioni per i piccoli comuni, l'utilizzo per i progetti città delle risorse comunitarie, così come nella direzione della crescita vanno gli interventi per l'edilizia scolastica, i 100 milioni a disposizione della messa in sicurezza e della costruzione di nuovi edifici.
  Vanno in questa direzione i provvedimenti riguardanti la semplificazione. Li cito velocemente: le modifiche sul versamento IVA, le agevolazioni per i contribuenti in difficoltà economica – penso soprattutto al punto relativo alla rateizzazione delle imposte e alla impignorabilità per prima casa e dotazioni strumentali per le imprese –, così come le facilitazioni relative al DURC e i provvedimenti che sono nell'alveo, anche qui, di un lavoro che dobbiamo cominciare, che comincia oggi e che non possiamo ritenere definito, definitivo ed esaustivo, i giudici ausiliari per il contenzioso civile, l'accelerazione dei tempi di fissazione delle udienze, la semplificazione delle sentenze civili e la mediazione civile commerciale a carattere obbligatorio.
  Ma, siccome ho detto che non avrei usato parole di propaganda, voglio anche, con grande chiarezza, dire che siamo consapevoli che questo è un provvedimento che risponde in parte agli impegni che ci siamo assunti verso il Paese. Cito il discorso con il quale il Presidente Letta ha chiesto la fiducia a questo Parlamento: «Misure ulteriori dovrebbero essere il pagamento di parte dei debiti delle amministrazioni pubbliche – e questo è avvenuto –; l'allentamento del Patto di stabilità interno – ci torno fra un minuto –; la rinuncia all'inasprimento dell'IVA – accaduto –; l'aumento delle dotazioni del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese e del Fondo di solidarietà (...) – lo stiamo approvando –. Ma questi provvedimenti sono necessari ma non sufficienti». Ecco, è la consapevolezza anche del tanto che manca che ci fa sostenere e votare, con convinzione, questo provvedimento.
  Lavorare al «decreto del fare» – e lo dico anche ai colleghi che giustamente hanno evidenziato, in questo percorso, limiti di merito e di metodo – ci ha fatto toccare con mano e ci ha fatto mettere a fuoco ciò che manca sul piano del merito e ciò che manca sul piano del metodo. Sul piano del merito tre accenni: fatto questo provvedimento bisogna intervenire subito sul Patto di stabilità dei comuni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); bisogna intervenire subito sul riordino della fiscalità locale, e il Governo su questo è impegnato con date di riferimento molto precise – e lo voglio dire anche perché troppo spesso c’è l'idea che questo Parlamento viva con i piedi e con la testa da un'altra parte, ma non è così –; bisogna subito intervenire con provvedimenti di redistribuzione ed equità. Non è un caso che molti colleghi di maggioranza e di opposizione, di gruppi differenti tra di loro, abbiano proposto su questo provvedimento emendamenti circa, voglio usare parole di grande chiarezza, la questione scandalosa delle pensioni d'oro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). I dati che Pag. 18sono usciti dall'INPS sono, a mio giudizio, inaccettabili. E c'erano provvedimenti che parlavano di norme antigalleggiamento, cumulo delle pensioni e tetto alle pensioni ancora in una logica completamente retributiva. Beh, siccome quando ad un'impresa arriva la richiesta della banca di pagare il leasing o quando ad una famiglia arriva la richiesta della banca di pagare la rata del mutuo non è possibile opporre l'estraneità di materia a queste richieste, sappiate che il Partito Democratico su questo andrà fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), utilizzando tutti gli strumenti a disposizione in questo Parlamento per guardare a questo Paese con più equità e con più giustizia. Io penso che questo non sia più rinviabile.
  Sui problemi di metodo sarò velocissimo e me la cavo con una battuta, soprattutto pensando a quei colleghi che sono qui da pochi mesi. Questo provvedimento mette in luce, con una urgenza drammatica, due aspetti: l'inadeguatezza dei Regolamenti parlamentari – lavorando ne abbiamo avuto coscienza tutti – e, mi scusi, Presidente, per il termine, la «follia» di questo bicameralismo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché il cartone animato è «Le follie dell'imperatore» ma noi stiamo girando «Le follie del bicameralismo italiano».
  Siccome noi ci siamo presi un mese in più per cominciare le riforme costituzionali, perché giustamente ci vuole tempo per partire, non per ragionarne insieme, spero che quando alla ripresa inizieremo a discutere di riforma della Costituzione tutti avremo memoria di quanto e di cosa c’è da cambiare, proprio a fronte della nostra esperienza. Io voglio rivolgere un'ultima riflessione, Presidente, e poi concludo, al lavoro attento e importante delle opposizioni, perché riconosco un impegno costante e anche una tensione virtuosa nella relazione con la maggioranza. Dicevo, e senza provocare, che non deve essere facile votare contro provvedimenti che hanno dei limiti, che sono incompleti, che sono insufficienti sul piano delle risorse, ma che comunque mettono al centro wi-fi, crescita, occupazione, bandi per i giovani meritevoli che vogliono cercare università anche fuori della loro regione, scuole più sicure e più attrezzate. Ripeto, non sto provocando e penso che sia una tensione realmente virtuosa. Sappiate che il Partito Democratico non demorde e continuerà a rivolgersi a tutte le forze politiche quando si tratta di provvedimenti che servono al Paese. Non consentiremo a noi stessi e agli altri di scappare di fronte alla difficoltà e di fronte alla necessità di mettere mano insieme ai provvedimenti che riguardano il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Guardate, il mio invito non risponde al verbo scongelarci, risponde al verbo prenderci cura insieme del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). C’è quel bel romanzo di Albert Camus, La Peste, dove ad un certo punto questo paese dell'Algeria viene messo in quarantena e chiuso e nessuno può scappare da un paese in cui c’è la peste. Alcuni personaggi di questo romanzo si adoperano insieme per aiutare le persone malate che sono in quarantena. C’è un giornalista, Lambert, che tenta tutte le volte di scappare, di andarsene via, di abbandonare quella difficoltà ed un medico lo trattiene lì a lavorare insieme a loro, a fargli capire quanto è importante lavorare insieme. Ad un certo punto Lambert ha la possibilità di scappare e di uscire dal paese. Allora questo medico gli dice: vai, non ti vergognare di essere felice. E lui risponde: io non mi vergogno di essere felice, mi vergogno di essere felice da solo, cioè non voglio pensare a me senza prima aver pensato a cambiare le cose per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Penso che anche in un provvedimento a volte un po’ arido come una legge ci sia una grande lezione per chi si vuole mettere a disposizione di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale, per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.Pag. 19
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Signor Presidente, vorrei aggiungere una nota di cultura in quest'Aula. Grazie ad un funzionario di Montecitorio, ho scoperto cosa c’è scritto in quel quadro lì di fronte a noi e vorrei che tutti quanti condividessimo questo aspetto. Lì in quel quadro c’è scritto che per fare le leggi ci vogliono due anime. In quel quadro ci sono due anime, l'anima del guerriero e l'anima della diplomazia. Ebbene, in quest'Aula noi oggi rappresentiamo l'anima del guerriero, dall'altro lato c’è l'anima della diplomazia ma, che vogliate o no, in quest'Aula quelle due anime devono partecipare insieme a fare le leggi. Quindi, noi saremo qui a combattere per il diritto dei cittadini sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi, prima di passare al voto e anche di riaggiornarci per i nostri lavori, anche se è chiaro che la Camera non chiude per ferie – voi sapete che le Commissioni e l'Assemblea possono sempre riunirsi in qualsiasi momento fosse necessario, quindi qui non è che chiudiamo e andiamo ad occuparci di altro – volevo comunque dare atto a tutti i deputati del grande impegno e del lavoro svolto in questi mesi di attività.
  Questo riguarda, ovviamente, l'Assemblea, riguarda le Commissioni, riguarda le Giunte, ma anche l'Ufficio di Presidenza e la Conferenza dei presidenti di gruppo. Tutti, hanno lavorato con particolare intensità su temi molto importanti e anche delicati, e questo è il modo migliore, credo, per affermare, come è stato detto in quest'Aula, il ruolo e l'importanza del Parlamento, cioè lavorare bene e lavorare seriamente.
  Desidero anche manifestare, a nome di tutti i colleghi, il più sincero apprezzamento per l'attività svolta dai dipendenti della Camera a tutti i livelli, a tutti i livelli (Applausi). Ritengo che sia anche grazie a loro che noi siamo in grado di poter svolgere in modo efficace le nostre funzioni. Quindi, quando dico a tutti i livelli, comincio dal Segretario generale fino a tutte le altre professionalità. A tutti loro va il nostro più sentito ringraziamento.
  Fatemi aggiungere una nota veramente positiva, un augurio speciale a una nostra collega, Sara Moretto, che questa notte ha dato alla luce una bambina di nome Celeste. Tanti auguri a Sara (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1248-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1248-B, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Misiani, Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1248-B):

   (Presenti  431   
   Votanti  429   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
 319    
    Hanno votato
no  110).    

  La Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia – Vedi votazione).

  (Il deputato Lupo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 20

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VII Commissione (Cultura):
  «Conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo» (1532) – Parere delle Commissioni I e II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IX, X, XI, XII e XIV.
  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sull'ordine dei lavori (ore 11,02).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, augurando anche a lei buone vacanze, sappiamo che anche per lei sono stati mesi molto duri. Anche lei è stata catapultata in una realtà molto complessa, e per questo, davvero, le auguriamo buon lavoro al rientro, a settembre. Certo, è brutto augurare a noi buone vacanze presentando un ulteriore decreto-legge da parte del Governo. Lei ha parlato in quel discorso inaugurale di «casa della buona politica» e noi l'abbiamo applaudita, e ci crediamo ancora che questo Parlamento possa diventare la casa della buona politica, ma occorre che lavori il Parlamento, perché la Costituzione dice questo: l'attività legislativa appartiene al Parlamento. Le ricordo, ahimè, – e penso che anche lei sarà molto, molto, molto dispiaciuta – che in questi primi sei mesi, il Parlamento non ha approvato nessuna legge di iniziativa parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E questa è una vergogna e una violazione della Costituzione italiana, per qualcuno la più bella del mondo. Buone vacanze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, lei sa che c’è l'impegno mio e di questa Assemblea per riformare il Regolamento. La Giunta per il Regolamento sta lavorando su questo, e lei sa anche che le proposte di legge di iniziativa popolare sono all'attenzione della Giunta e del Comitato, così come sono all'attenzione tutti gli altri provvedimenti che porteranno alla centralità del Parlamento. Quindi, la vorrei rassicurare che siamo fortemente focalizzati su questo tema.

  SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Presidente, intervengo per un'informazione: sapendo che è una legge che è stata molto condivisa e che è una legge che, tra l'altro, la Presidenza considera molto importante – tanto per dirne una e per sfatare il mito dell'onorevole Di Battista, secondo cui non si è approvata nessuna legge di iniziativa parlamentare – ricordo che la ratifica della Convenzione di Istanbul è una legge di iniziativa parlamentare.

  FEDERICA MOGHERINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICA MOGHERINI. Presidente, intervengo soltanto per ricordare al collega Pag. 21Di Battista che questo Parlamento, come suo primo atto dopo l'insediamento, ha approvato una legge di iniziativa parlamentare, ed è la legge di ratifica della Convenzione di Istanbul. Tutti ce lo dovremmo ricordare e tutti dovremmo esserne fieri. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  LUIGI DI MAIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI DI MAIO. Presidente, nell'augurarle buon vacanze, sincere, io le ricordo che questo Parlamento, che ha iniziato i suoi lavori l'11 marzo 2013 – i parlamentari sono arrivati qui l'11 marzo 2013 – non è stato ancora capace di comporre le Commissioni bicamerali, tra l'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e alcune delegazioni internazionali non hanno ancora il loro Presidente.
  Detto questo, le leggi di iniziativa parlamentare sono leggi che nascono qui, per iniziativa dei parlamentari, e non per ratificare iniziative che vengono da altri organi sovranazionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o trattati internazionali. Noi ci teniamo tantissimo, e siamo sicuri che lei ha la nostra stessa sensibilità nel ribadire il fatto che questo Parlamento rischia di essere esautorato dei suoi poteri e se noi siamo qui, siamo qui a rivendicare la sua centralità e speriamo che, alla ripresa, possiamo cominciare a discutere proposte di legge di iniziativa parlamentare. Sui Regolamenti, un'ultima cosa: io spero che non baratteremo l'obbligatorietà di discussione delle proposte di legge di iniziativa popolare con la riduzione dei tempi di discussione in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), uno degli ultimi strumenti in mano alle opposizioni in questo Parlamento. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, sembra un po’ fuori posto, nell'ultima seduta prima di questi 15 giorni di pausa, polemizzare e darci un po’ le responsabilità reciproche rispetto ai lavori di quest'Aula. Io intendo fare solo, quindi, tre osservazioni.
  La prima è che credo che questo periodo, molto intenso, di lavori parlamentari sia stato caratterizzato da dei grandi risultati ottenuti, da dei decreti importanti, perché al cittadino medio, anzi a tutti i cittadini, se una norma è contenuta in un decreto o se una norma è contenuta in un disegno di legge non fa la differenza, quello che gli interessa è se quella norma cambia la sua vita, aiuta a risolvere i problemi di questo Paese. E noi siamo qui per questo, per risolvere i problemi di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo ricordo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che erano venuti qui per contribuire e collaborare a questo.
  La seconda questione riguarda, signora Presidente, il nostro interesse, che è quello di far funzionare quest'Aula, e la nostra consapevolezza è che quest'Aula funziona meglio rispondendo meglio alle esigenze dei nostri concittadini di chi ci ha mandato qui, se maggioranza e opposizione collaborano, non con la presunzione – che noi non vogliamo – di avere ragione su tutto. Molti dei provvedimenti che sono passati in quest'Aula sono stati migliorati dal contributo delle opposizioni, un contributo importante, a cui noi riconosciamo di aver dato, in sede di Commissione come in sede di Aula. Io penso che questo sia nell'interesse generale e il cambiamento dei Regolamenti va in questa direzione, e noi lo faremo insieme il cambiamento dei Regolamenti, pensando che il cambiamento dei Regolamenti serve a chi governa oggi e a chi governa domani.
  Terza osservazione, Presidente, e dopo concludo, è che noi abbiamo davanti una stagione decisiva per il nostro Paese, se ci vogliamo assumere le responsabilità. Il calendario del mese di settembre è un calendario pieno di provvedimenti di iniziativa Pag. 22parlamentare. Accogliamo lì la sfida del MoVimento 5 Stelle, a vedere se saranno un'opposizione costruttiva o se saranno solo un'opposizione tesa a far perdere tempo a questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Buone settimane di ferie a tutti.

  PRESIDENTE. Credo che sarà una sfida per tutti noi riuscire ad affermare la centralità del Parlamento. Non è una prerogativa di un gruppo parlamentare, è l'interesse di quest'Aula e anche dell'Aula del Senato porre al centro il Parlamento.

  SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Onorevole Presidente, nel ringraziare la Presidenza, il personale, i gruppi e i colleghi per l'attività che abbiamo svolto fino ad oggi, faccio una piccola precisazione, anche in relazione a quanto dicevano i colleghi del MoVimento 5 Stelle. Il gruppo 5 Stelle è entrato in questo Parlamento con degli slogan apocalittici: «Apriamo il Parlamento come una scatola di tonno» e altre cose. Poi ha cominciato a vedere come si lavora in questo Parlamento. Piano piano, ogni giorno, imparando qualcosa in più, sfatando altri miti, ha scoperto l'attività parlamentare, ha scoperto l'acqua calda dell'ostruzionismo e, alla fine, oggi ascoltiamo dai colleghi del MoVimento 5 Stelle cose che per i colleghi del MoVimento 5 Stelle sono nuove, cioè che bisogna restituire la centralità al Parlamento, che bisogna evitare che il Governo schiacci il Parlamento con la decretazione d'urgenza, che la fiducia schiaccia il dibattito parlamentare, che chi siede in questo Parlamento, da più di tre mesi – vi assicuro – le ha ascoltate centinaia di volte.
  Quindi, il vostro contributo innovativo è semplicemente una fotocopia di quello che da decenni si ascolta in questo Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Probabilmente alla ripresa, con una stagione in più, scoprirete altri passaggi, li direte, li ascolteremo tutti quanti con grande attenzione, anche malgrado le vostre proteste di questo momento. La verità è che in questo Parlamento si lavora tutti con uguale dignità. Se si riesce a fare una riforma del Regolamento – e io mi auguro che si riesca a fare – non sugli aspetti marginali, ma sugli aspetti sostanziali, cioè quelli di offrire al Governo una strada alternativa a quella della decretazione d'urgenza, se si riesce a offrire al Governo una strada alternativa a quella della sovrapposizione del decreto con la fiducia, allora sì che si riesce a sbloccare un meccanismo che ormai, nel corso degli ultimi venti anni, è diventato sistemico e contorto.
  Ma non è certo grazie al fatto che il gruppo 5 Stelle scopra l'acqua calda che si farà la riforma del Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E non è neanche grazie, signora Presidente, a questo genere di atteggiamento ridicolo (Dai banchi del MoVimento 5 Stelle si grida: “Condannati ! Condannati !”) che faremo un passo avanti nel dibattito politico e nel nostro sistema democratico (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Basta, lasciatelo finire !

  SIMONE BALDELLI. Anzi, questo atteggiamento, signor Presidente, che non mi spaventa per niente perché, per fortuna, abbiamo imparato a non rispondere né alle provocazioni né a cedere o a scomporci di fronte a qualsivoglia genere di pagliacciate, signor Presidente, questo genere di atteggiamento mediamente...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Baldelli.

  SIMONE BALDELLI. ... quandunque accada, squalifica coloro che provocano, non coloro che alle provocazioni reagiscono Pag. 23o, meglio ancora, non reagiscono. La ringrazio, signor Presidente, buone vacanze.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, con calma... con calma... con calma.

  LELLO DI GIOIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, credo che sia legittimo che ognuno possa esprimere le proprie opinioni, come legittimamente hanno espresso le opinioni i colleghi del MoVimento 5 Stelle, e credo che non sia opportuno replicare a delle opinioni che uno esprime. Pertanto mi asterrò dal fare questo. Volevo semplicemente associarmi alle sue dichiarazioni di stima e di fiducia da parte mia, da parte di tutto il gruppo socialista, ai dipendenti della Camera, soprattutto a coloro i quali hanno operato qui, all'interno dell'Assemblea e anche nelle Commissioni, perché, al di là di quello che è il loro dovere, credo che siano andati oltre il loro dovere, perché hanno governato in quest'ultimo periodo, in questi mesi, con grande diligenza, con grande capacità, con grande professionalità i momenti, anche difficili, della vita assembleare di questo Parlamento.
  Detto questo, però, vorrei sottoporre a lei, signor Presidente, un problema che avremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Il 13 settembre dovrebbe entrare in vigore la riforma delle giurisdizioni, una riforma che noi crediamo profondamente sbagliata, fatta non certamente per ridurre le spese, com'era previsto, ma fatta per creare problemi ai cittadini e, quindi, non dare più certezza alla giustizia, non creare certamente minori tempi per la giustizia, ma sicuramente per allungarli. A questo si aggiunge anche che, nella scorsa legislatura, le Commissioni di merito – mi riferisco alle Commissioni giustizia della Camera e del Senato – avevano proposto provvedimenti che andavano ovviamente nella direzione di migliorare questa riforma. Io credo che sia dovere della Ministra Cancellieri fare in modo che quello che era stato definito dalle Commissioni di merito di Camera e Senato venga ad essere attuato e, nel caso in cui non dovesse essere questo, noi chiediamo con forza...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Di Gioia, la prego.

  LELLO DI GIOIA. Per questo abbiamo presentato una mozione per riverificare quella che può essere la cosiddetta riforma del sistema giudiziario, per fare in modo che essa venga ad essere registrata. Credo che lei, diligente com’è, si faccia portavoce presso il Governo dei problemi che attanagliano la giustizia e i cittadini che devono avere giustizia.

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, mi vorrei unire agli auguri della Presidenza ai dipendenti della Camera, però vorrei ricordarvi che ci sono delle altre persone che stanno facendo funzionare questa macchina, che non sono i dipendenti interni della Camera, ma sono quelli delle ditte esterne che sono, tra l'altro, sottopagati, che sono anche in cassa integrazione e non è stato nemmeno citato il loro sforzo in questo periodo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per chiudere, vorrei dire agli onorevoli Rosato e Baldelli che è la vostra storia politica e dei vostri partiti che vi qualifica. Non ne avete fatte abbastanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, solo due secondi per ringraziare Pag. 24il professor Baldelli che ci vorrebbe dare delle lezioni, ma quando vuole gliele posso dare io tranquillamente, e per ricordare all'onorevole Rosato che collaborazione significa azione o effetto dell'aiutare oppure sostenere qualcuno nello svolgimento di una qualsiasi attività contribuendo al raggiungimento di un obiettivo comune. Se per lui collaborare significa bocciare tutti gli emendamenti e mettere un bavaglio all'opposizione, la sua collaborazione se la può tenere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARCO DI MAIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO DI MAIO. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire cogliendo l'occasione dell'anniversario della nascita perché ritengo opportuno, in queste giornate e in questo periodo del Paese, ricordare la figura di un grande italiano, di una delle più fulgide testimonianze dell'amore verso il proprio Paese e verso il proprio lavoro. Mi riferisco a Enzo Biagi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).
  Enzo Biagi, nato appunto il 9 agosto di 93 anni fa, è stato senza dubbio uno dei più grandi giornalisti italiani, una stella polare per chi ha svolto e svolge il mestiere del giornalista, ma credo sia stato soprattutto un grande italiano.
  Tutta la sua vita è stata segnata dal difficile mestiere di raccontare i fatti e la verità, prima ancora che le proprie opinioni. Lo ha fatto fin dai tempi della Resistenza quando dalla brigata Giustizia e Libertà raccontava, attraverso un giornale, l'andamento della guerra lungo la linea gotica. L'ha fatto negli anni successivi come direttore di Epoca, del telegiornale RAI, de Il Resto del Carlino, nonché come inviato speciale de Il Corriere della Sera, de La Stampa e come collaboratore de la Repubblica. Ha proseguito nel racconto della verità durante il suo lavoro più celebre e popolare che è stata la conduzione della trasmissione televisiva Il fatto, di cui ha diretto oltre 700 puntate osservando, raccontando e analizzando l'Italia a cavallo tra i due millenni senza risparmiare accenti molto duri e critici verso la classe dirigente, non solo politica, di quegli anni.
  Al di là della sua carriera professionale, però, Enzo Biagi è stato prima di tutto un grande protagonista del suo tempo, un profondo conoscitore del nostro Paese e del suo tessuto sociale, un osservatore e un'analista dei mutamenti della società italiana. È stato un emblema di libertà e devo dire che quando diceva «giusto o sbagliato che sia questo è il mio Paese, con le sue grandi qualità e i sui grandi difetti», credo che abbia detto una grande verità.
  E certo oggi in questo momento – e concludo Presidente – vedere i difetti di questo Paese è molto più facile e molto più comodo che lavorare invece sulle sue grandi potenzialità. Noi non siamo qui solo per dire che va tutto male, ma siamo qui per lavorare sulle grandi potenzialità del nostro Paese, per renderlo migliore, per correggerne i difetti, ricordandoci tutti che, come diceva Enzo Biagi, «la democrazia è fragile e a piantarci sopra troppe bandiere rischia di sgretolarsi» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ADRIANA GALGANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, desidero sottolineare che noi di Scelta Civica per l'Italia siamo alla prima legislatura e dire all'onorevole Baldelli che ci auguriamo fortemente di non essere qui tra un po’ di anni a dire che questi problemi li conosciamo tutti e sono decenni che li trasciniamo (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e MoVimento 5 Stelle). Il nostro impegno è perché noi risolviamo i problemi e, quindi, miglioriamo i Regolamenti nel senso di avere più tempo per discutere i provvedimenti, con rispetto delle ragioni dell'opposizione, ma anche con il tempo che deve essere a disposizione di ogni parlamentare.Pag. 25
  Desidero sottolineare anche un'altra cosa molto importante: i nostri Regolamenti non ci consentono di esercitare, per la loro lentezza, un ruolo attivo in Europa, perché, in alcuni casi, siamo troppo lenti per intervenire nella fase ascendente. E questo è qualcosa che dobbiamo migliorare tutti. Quindi, centralità del Parlamento, ma anche capacità del Parlamento di influire sulle decisioni europee (Applausi dei deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia, Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non c’è dubbio. La ringrazio.

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle si voleva unire sinceramente al ricordo di Enzo Biagi e, per giustizia, ricordare un'altra cosa: che Enzo Biagi fu cacciato dalla RAI dal condannato in via definitiva Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), condannato che, oggi, governa con il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E prima di andare in vacanza, c’è una cosa che voglio dire in modo forte: che tutti gli emendamenti che, puntualmente, ci avete bocciato sull'Expo, sull'ambiente, sul buonsenso che restituirà dignità, poi, ai cittadini, tutti gli emendamenti che abbiamo presentato in tutte le Commissioni; tutte le nostre iniziative di legge, come quelle sul reddito di cittadinanza, che ci continuerete, magari, a bocciare a settembre, o come la mozione sul finanziamento pubblico ai partiti, la sospensione di 91 milioni di euro, qui a luglio, degli F-35, la legge elettorale; tutto questo che sta succedendo e che è successo in questo Parlamento – zero leggi, perché la ratifica del Trattato di Istanbul non è una legge di iniziativa parlamentare, lo ricordo al professor Baldelli –, tutte queste leggi e tutti questi emendamenti li ripresenteremo con più forza, con più forza e più dignità ancora, dal Governo da qui a poco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, volevo ricordare che il 24 luglio è stata spedita una lettera che ricordava alla Presidenza che ci sono 1.300 atti di sindacato ispettivo a cui il Governo non ha ancora risposto. Ora, siccome Letta e il Consiglio dei Ministri non andranno in vacanza e siccome noi produrremo nelle prossime settimane zero atti ispettivi, il Governo avrà il tempo di potersi mettere al passo e, finalmente, vorremo ritornare qui con il 100 per cento degli atti ispettivi con delle risposte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Abbiamo già chiesto conto al Governo a seguito della lettera che ho ricevuto.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 6 settembre 2013, alle 10,30:

  Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale (previo esame e votazione della questione pregiudiziale presentata):
   S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 1359).
  – Relatori: Sisto, per la maggioranza; Fraccaro e Pilozzi, di minoranza.

  La seduta termina alle 11,25.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1248-B - voto finale 431 429 2 215 319 110 43 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.