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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 62 di mercoledì 31 luglio 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 11,05.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Boccia, Michele Bordo, Dambruoso, Di Lello, Fico, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Leone, Merlo, Pisicchio, Realacci, Sani, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Convocazione di Commissioni bicamerali per la loro costituzione.

  PRESIDENTE. Comunico, di intesa con il Presidente del Senato della Repubblica, che la costituzione dei seguenti organi bicamerali, già convocati per il 25 luglio e le cui sedute costitutive non si sono svolte, avrà luogo giovedì 1o agosto nella sede di Palazzo San Macuto secondo i seguenti orari: la Commissione parlamentare per le questioni regionali e la Commissione parlamentare per la semplificazione alle ore 8,00; la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, la Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, la Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria e il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione alle ore 14,30.

Convocazione di delegazioni parlamentari per la loro costituzione.

  PRESIDENTE. Comunico, d'intesa con il Presidente del Senato, le convocazioni delle seguenti delegazioni parlamentari ai fini della loro costituzione, tutte per giovedì 1o agosto: la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa è convocata alle ore 8, presso la sede di Palazzo Valdina, Sala Soprachiesa; la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE è convocata alle ore 14,30, presso la sede di Palazzo Valdina, Sala Soprachiesa; la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'INCE è convocata alle ore 15,00, sempre presso la sede di Palazzo Valdina, Sala Soprachiesa; la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della NATO è convocata alle ore 8,00 presso il Senato, Aula della 6a Commissione, piano ammezzato di Palazzo Carpegna.

Pag. 2

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,14).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,35.

  La seduta, sospesa alle 11,15, è ripresa alle 11,40.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 587 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 1326).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato Senato, n. 1326: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013.
  Ricordo che nella seduta del 30 luglio scorso si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella relativa al disegno di legge europea 2013 e alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2012, e che i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 1326), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Deputato Mantero... Prego, colleghi deputati, affrettatevi: siamo già in votazione. Stanno prendendo le tessere... Affrettiamoci ! Prego, deputati, affrettatevi ! Siamo alla votazione. Deputati Peluffo, Locatelli, Distaso, Venittelli, Nissoli... Prego... Hanno votato tutti i colleghi ? Deputati Raciti, Causi... Causi ha votato ? Siamo all'articolo 1, evidentemente: stiamo iniziando le votazioni. Deputati Rubinato, Rossomando... Bene. Ci siamo tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  486   
   Votanti  393   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 377    
    Hanno votato
no   16).    

  (I deputati Bueno e Borghese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 1326), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.Pag. 3
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Luciano Agostini, Ricciatti, Ferro, Madia, Malpezzi, Plangger, Marazziti, Migliore...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  491   
   Votanti  474   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato
 474).    

  (I deputati Pagani, Bueno e Borghese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Prataviera 3.7.
  Ha chiesto di parlare il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, con riferimento all'articolo 3 che è relativo alle emissioni industriali, questo emendamento prevede la semplificazione del regime autorizzativo per le piccole e medie imprese. Quindi, crediamo che sia un emendamento a favore della nostra struttura economica.

  PRESIDENTE. Quindi insiste per la votazione ? Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 3.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zaratti, Costantino, Milanato, Castelli, Di Stefano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  499   
   Votanti  406   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 53    
    Hanno votato
no  353).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bargero, Cicu...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  502   
   Votanti  388   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 383    
    Hanno votato
no    5).    

Pag. 4

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Zaratti 4.1, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Zaratti 4.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore e dal Governo ed insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 4.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Di Lello, Mantero, Marchi, Capua, Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  512   
   Votanti  415   
   Astenuti   97   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  53    
    Hanno votato
no  362).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Pizzetto, Catania, Balduzzi, Marotta, Carfagna...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  511   
   Votanti  396   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 396).    

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro su tutti gli emendamenti all'articolo 5, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Gianluca Pini 5.6, formulato dal relatore.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, sull'emendamento a mia firma e del collega Prataviera 5.6...

Pag. 5

  PRESIDENTE. Non ho capito, scusi.

  GIANLUCA PINI. Sul mio emendamento 5.6, sul quale è stato richiesto l'invito al ritiro, se il Governo è in grado di garantire l'approvazione di un ordine del giorno che vada nello stesso senso, visto che si tratta di protezione internazionale e si tratta di argomenti molto delicati di recepimento di questioni relative, appunto, alle decisione quadro del Consiglio 2002/629/GAI, che è materia molto delicata come il Ministro conosce, accettiamo l'invito al ritiro. Però, vorremmo una minima considerazione da parte del Governo in merito, prima di accondiscendere all'invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Ministro Moavero, come accoglie questa richiesta ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il Governo è aperto su questa possibilità e si riserva di leggere l'ordine del giorno e di confermare la posizione.

  PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che i presentatori dell'emendamento Pini 5.6 lo ritirano.
  Passiamo all'emendamento Ricciatti 5.1.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ricciatti 5.1 non intendono ritirarlo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 5.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio, Gribaudo, Toninelli, Dadone... allora, hanno votato tutti i colleghi ? Onorevole Pisicchio, prego si affretti. Ci siamo ? Pisicchio ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  514   
   Votanti  412   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  33    
    Hanno votato
no  379).    

  Passiamo all'emendamento Pannarale 5.2.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Pannarale 5.2, formulato dal relatore.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, il senso di questo emendamento è che stiamo parlando di protezione internazionale e chiedevamo di usare le procedure appropriate, cercando di fare particolarmente attenzione alle persone di minore età e ai margini di errore scientifici.
  Per questo chiediamo parere favorevole, perché è un'attenzione in più rispetto alle persone che usano protezione internazionale.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Chiedevamo se era possibile una sospensione, al massimo di 15 minuti, dei lavori, perché abbiamo un problema in pratica in merito agli ordini del giorno e abbiamo ancora l'impossibilità di interfacciarci con i componenti delle varie Commissioni per la riformulazione comunque richiesta dal Governo e, quindi, non riusciamo in pratica a dare un parere che sia obiettivo rispetto alla riformulazione del Governo.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, formalmente suggerirei di finire la fase degli emendamenti, magari fermandoci Pag. 6prima dell'ultimo voto, in maniera da non chiudere la possibilità, e dopo magari fare la sospensione.

  PRESIDENTE. Sì, infatti mi sembra più giusto e mi sento di accogliere questa proposta, se per lei va bene, deputato D'Ambrosio.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, sono d'accordo.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, non ho ben capito. Qui nessuno ha ascoltato pareri su ordini del giorno. Quindi, se ci sono pareri che sono stati dati in via informale vorremmo essere resi edotti di questa cosa. Io ho appena fatto un invito al Governo relativamente ad una valutazione dell'opportunità di trasformare un nostro emendamento che ho ritirato in ordine del giorno. Se ci sono accordi di altro tipo, vorremmo cortesemente saperlo anche noi, perché non è questo il modo di procedere assolutamente o perlomeno, oltre che irrituale, è in violazione del Regolamento. Quindi, chiedo alla Presidenza di farsi carico di questa verifica.

  PRESIDENTE. È chiaro che per noi conta il parere che il Governo darà in Aula. Adesso però non possiamo fare un palleggiamento su questo.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, forse mi sono spiegato male io ed è colpa mia. Il collega D'Ambrosio ha detto che devono valutare la riformulazione degli ordini del giorno da parte del Governo. Non abbiamo ancora concluso l'esame degli emendamenti e degli articoli e mi chiedo chi ha dato questa riformulazione e in quale fase, perché a livello di Regolamento è impossibile che sia avvenuto in maniera formale. Se è avvenuto in maniera informale, qualcuno cortesemente può avvisare anche gli altri gruppi ?

  PRESIDENTE. Certo, capisco e lo chieda direttamente a lui, perché a noi fa fede quello che dice il Governo qui. Adesso però direi di continuare.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Pannarale 5.2 non accedono all'invito al ritiro e insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pannarale 5.2, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro, Mantero, Di Lello, Buonanno, Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  521   
   Votanti  419   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  35    
    Hanno votato
no  384).    

  Passiamo all'emendamento Ricciatti 5.3.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

  ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, non comprendiamo il parere contrario a questo emendamento, che va nell'ottica della tutela delle vittime della tratta, in particolare dei minori, che hanno diritto ad una garanzia certa a poter comprendere in una lingua comprensibile tutti i loro diritti, compreso quello alla protezione internazionale. Io vorrei che l'Aula guardasse con maggiore Pag. 7attenzione a questi emendamenti, che vanno nel solco delle direttive dell'Unione europea.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 5.3, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Vecchio, Luigi Gallo, Rizzetto, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  523   
   Votanti  416   
   Astenuti  107   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  36    
    Hanno votato
no  380).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pannarale 5.4. Chiedo ai presentatori se accettano l'invito al ritiro.

  LARA RICCIATTI. Questo emendamento è per andare dalle parole ai fatti. Quando si parla della gravidanza come un momento molto importante per la vita delle donne – siccome stiamo ancora parlando di protezione internazionale – chiediamo con questo emendamento di assicurarsi delle condizioni di salute delle persone e, in particolar modo, di verificare e di prestare maggiori attenzioni alle persone in stato di gravidanza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pannarale 5.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti, Dambruoso, Causi, Malpezzi, Misuraca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  522   
   Votanti  418   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  40    
    Hanno votato
no  378).    

  (Il deputato Coccia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ricciatti 5.5. Chiedo ai presentatori se accettano l'invito al ritiro.

  ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, questo Parlamento si è già espresso e ha votato all'unanimità sulla Convenzione di Istanbul. Abbiamo votato all'unanimità ancora sulla mozione sul femminicidio. Io chiedo attenzione su questo emendamento, che cerca di inserire nei corsi di formazione per i pubblici ufficiali che devono avere contatti con le vittime della tratta, contenuti che riguardano la violenza di genere, contenuti che riguardano la prevenzione. Non si può non guardare con attenzione a questo emendamento. È una necessità, è un dovere da parte di un'Aula che ha già affrontato delle discussioni importanti. Quindi, insistiamo per la votazione.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Volevo solo motivare il parere negativo. Non è un parere negativo nel merito, condividiamo pienamente lo spirito dell'emendamento. Voglio solo ricordare che questa parte che stiamo discutendo oggi è la legge di delegazione europea; quindi noi diamo delega al Governo di applicare la direttiva secondo alcuni principi, che noi accogliamo e condividiamo. Quindi, chiediamo che questo emendamento possa Pag. 8essere eventualmente accolto dal Governo come ordine del giorno e che venga tenuto in conto nel momento in cui poi verrà trasformato nella normativa applicativa.

  PRESIDENTE. Se l'emendamento viene votato, non può essere presentato come ordine del giorno.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Noi nel testo che abbiamo non è che annulliamo quanto è stato già definito. Quindi, noi chiediamo semplicemente che questo emendamento venga accolto come ordine del giorno e quindi poi il Governo ne tenga conto nel momento in cui recepisce la direttiva.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'emendamento.

  LARA RICCIATTI. Non ritiriamo questo emendamento, perché non basta dire a parole che si è d'accordo, ci si assuma la responsabilità politica davanti a quest'Aula, davanti alle persone di votare contro questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, io vorrei invitare la collega Mosca, che capisco sia per la prima volta relatrice di un provvedimento delicato, a leggersi attentamente quelle che sono state le modifiche alla legge n. 11, alla legge Stucchi-Buttiglione, che appunto è sfociata, grazie a un lavoro fatto da tutte le componenti politiche nella scorsa legislatura, nella legge n. 234.
  La legge n. 234 non ha modificato i principi, cioè, se un principio di delega deve essere applicato, deve essere contenuto all'interno della legge, non può essere affidato ad un ordine del giorno. Quindi, cortesemente, non prendiamo in giro l'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e Sinistra Ecologia Libertà).

  SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ? Perché siamo in fase di votazione.

  SANDRO GOZI. Signor Presidente, sul punto, come membro del Comitato dei nove e sull'emendamento Ricciatti 5.5.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI. Vorrei ricordare questo: stiamo adottando una legge di delegazione europea, stiamo dando dei criteri di delega che si basano su una direttiva da recepire. La direttiva da recepire non esclude affatto che il Governo, con il decreto legislativo di attuazione della direttiva che recepiamo, possa tenere conto di tutta una serie di esigenze che sono state segnalate in questi emendamenti.
  La scelta che abbiamo fatto però è di procedere molto rapidamente nell'approvazione di questa delega al Governo, perché siamo in gravissimo ritardo rispetto ai nostri impegni europei, anche su questa direttiva e, quindi, più noi tardiamo nell'approvazione, nell'entrata in vigore della legge delega, più noi aggraviamo tutta una serie di infrazioni o rischiamo di entrare in infrazione rispetto agli impegni europei.
  Quindi, la scelta che facciamo non è una scelta di respingere nel merito delle giuste esigenze ma, dato che queste giuste esigenze non sono a priori escluse attraverso il recepimento della direttiva, e, allo stesso tempo, un rapido recepimento della direttiva ci mette al sicuro da un contenzioso ulteriore con l'Unione europea, preferiamo seguire questa via: rapida approvazione ed entrata in vigore della legge e controllo parlamentare con parere nel momento in cui il Governo, con i decreti attuativi, tornerà in Parlamento per dare piena attuazione alla direttiva.
  Riteniamo che in questo modo sia garantita una doppia esigenza: da una parte, sfruttare pienamente il potenziale della direttiva e, in particolare, di una direttiva come questa sulla tratta degli esseri umani e, quindi, tener conto di tutte le esigenze che sono state segnalate dagli emendamenti Pag. 9dei colleghi di SEL, dall'altra parte però non aggravare o aprire un ulteriore contenzioso con l'Unione europea.

  VEGA COLONNESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Signor Presidente, semplicemente per sottolineare che il MoVimento 5 Stelle non ha preso con leggerezza la questione degli emendamenti, ma si è trovato di fronte a due provvedimenti che erano già in ritardo. Quindi, con senso di responsabilità, si è trovato insomma a presentare ordini del giorno che devono essere presi con il giusto senso di responsabilità da parte del Governo. Quindi, l'intenzione che c’è, collettiva, del Parlamento è proprio quella di agevolare l'approvazione di questi due disegni di legge, non cercando di limitare le responsabilità su alcuni articoli che, comunque, avevano avuto il consenso di tutte le Commissioni.
  Quindi, sottolineiamo che l'impegno del MoVimento 5 Stelle sarà quello di intervenire in maniera concreta sulle altre leggi europee che verranno in discussione.

  PRESIDENTE. Noi stiamo adesso in fase di votazione, però. Pertanto dobbiamo andare avanti su questa fase.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

  GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, mi sembra che, dalla discussione un po’ fumosa che vi si è fatta fino adesso, si affermi la necessità, anche da parte dei relatori, della bontà di questi principi e, dall'altra, l'esigenza di non incorrere in altre infrazioni. Riferendomi anche all'intervento precedente dell'onorevole Pini, voglio solo ricordare che ci sono argomenti ed argomenti, e che quello relativo alla tratta degli esseri umani potrebbe anche meritare un ulteriore approfondimento al Senato. Mi rendo conto che ci sia una preoccupazione da questo punto di vista, ma mi rivolgo a tutti i colleghi e alle colleghe dell'Aula: bisognerebbe che su alcuni elementi fondanti e di principio della nostra attività ci si assumesse la responsabilità magari di dire al Senato di fare presto, non di dire a noi di passare attraverso la cruna dell'ago degli ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  E vi chiedo su questo di prendere in seria considerazione la nostra richiesta, perché su tutti gli emendamenti non abbiamo compreso, peraltro, né i voti di astensione né i voti tecnici in opposizione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, mi pare intanto che la discussione, collega, non sia stata fumosa, ma è una discussione difficile perché vediamo l'importanza di certi emendamenti, e quello relativo al tema della violenza alle donne figuriamoci se non mi sta a cuore: credo di aver dedicato gran parte della mia vita a questo impegno per combattere il femminicidio, per combattere la violenza alle donne; a questo proposito: un'altra donna è morta e credo davvero che dobbiamo essere tutti allertati per fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per tentare di bloccare questa tragedia.
  Ma avendo detto questo, io cerco di essere anche concreta e riformista nel trovare le soluzioni: qual è l'obiettivo ? Quello di fare in modo che i decreti legislativi che il Governo appronterà a seguito di questa delega abbiano alcuni contenuti che ci stanno a cuore, in primis questo.
  Ma non è soltanto questo il tema che ci sta a cuore. Ad esempio, a me sta a cuore la revisione dell'articolo 13, che contiene diversi profili critici che, se non cambiati, bloccheranno la ricerca biomedica in Italia. E allora io credo che dobbiamo affrettarci a votare a favore di questo provvedimento A.C. 1326, ma allo stesso tempo chiedo nuovamente al Governo un impegno affinché questi contenuti che stiamo mettendo in evidenza siano recepiti con chiarezza nel decreto legislativo, quando noi dovremo rivalutare e quindi votare Pag. 10questi decreti, essere cioè in grado di dare un voto favorevole perché queste nostre richieste saranno già state accolte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, intervengo solo per dire ai colleghi che la legge di delegazione comunitaria ha una sua finalità specifica, che è quella del recepimento della normativa comunitaria. Abbiamo avuto nel passato la tendenza a trasformarla in una legge omnibus: siccome c’è l'occasione di attaccare emendamenti che riguardano tante cose che ci stanno a cuore, è fortissima la tentazione di usarla per mettere di più di quello che la legislazione comunitaria e l'adempimento dell'obbligo comunitario ci richiedono. È una tendenza che noi abbiamo voluto contrastare con la legge n. 234, perché portata fino in fondo rende impossibile o difficilissima l'approvazione della normativa comunitaria, soprattutto – questo è vero – in una fase in cui noi abbiamo due anni di ritardo, due leggi comunitarie che non sono passate per questo Parlamento, 106 procedure di infrazione che minacciano rapidamente di aumentare e quindi il riportare questa legge di nuovo al Senato – e poi magari di nuovo alla Camera, perché no ? – è realmente dannoso per l'interesse del Paese.
  Mi permetta infine un'ultima considerazione: tutti quanti diciamo che dobbiamo mettere fine a tutti i grandi problemi del bicameralismo perfetto. Chi è per il bicameralismo perfetto ? Guardate il dibattito politico: nessuno. Non si perde occasione di aggravare i difetti del bicameralismo perfetto attraverso una sua interpretazione puntigliosa, che rende difficile il coordinamento dei lavori di una Camera con i lavori dell'altra. È chiaro che se noi continuiamo a far fare alle leggi dei percorsi Camera-Senato e poi di nuovo Camera e poi di nuovo Senato, il popolo italiano ci dirà: «Basta con il bicameralismo perfetto !» ed avrà ragione. Mentre invece questi difetti del bicameralismo perfetto possono essere molto attenuati da intelligenti accordi interistituzionali e da un senso di autodisciplina da parte di ciascuna delle Camere (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  GENNARO MIGLIORE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Migliore, però dobbiamo veramente passare alla votazione. Ne ha facoltà, brevissimamente.

  GENNARO MIGLIORE. Signora Presidente, intervengo perché l'affermazione testé fatta, per quanto ci riguarda, è molto grave: dal bicameralismo perfetto con dei difetti al monocameralismo di fatto con censura io penso che ci sia una bella differenza, onorevole Buttiglione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  EMANUELE PRATAVIERA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, a differenza magari di qualche collega che mi ha preceduto. Credo di interpretare il pensiero della maggioranza di questa Camera che, siccome siamo in ritardo, allora «asfaltiamo» qualsiasi tipo di emendamento, anche di principio. Questo è un emendamento di principio e noi voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 5.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Verini...Pag. 11
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  518   
   Votanti  407   
   Astenuti  111   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 66    
    Hanno votato
no  341).    

  (Il deputato Quartapelle Procopio ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro, Vecchio, Lorefice, Formisano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  528   
   Votanti  508   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  255   
    Hanno votato
 503    
    Hanno votato
no   5).    

  (Il deputato Mauri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Prataviera 6.1, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 6.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitto, D'Uva, Di Gioia, Luigi Gallo, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  527   
   Votanti  424   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  22    
    Hanno votato
no  402).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Calabria, Saltamartini... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  530   
   Votanti  509   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  255   
    Hanno votato
 507    
    Hanno votato
no    2).    

Pag. 12

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Prataviera 7.4, Scotto 7.2, Fava 7.3 e Ricciatti 7.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Prataviera 7.4.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Prataviera 7.4 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 7.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sanga, Gadda, Giordano, Piccolo, Lombardi, Castiello... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  532   
   Votanti  428   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  24    
    Hanno votato
no  404).    

  (Il deputato Coccia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento Scotto 7.2.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Scotto 7.2 formulato dal relatore.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, noi pensiamo che questo emendamento serva a determinare una formulazione meno ambigua dell'articolo sul punto relativo alla direttiva 2011/95/UE, che dice sostanzialmente...

  PRESIDENTE. Però, non può fare una dichiarazione di voto...

  ARTURO SCOTTO. Chiediamo, dunque, una formulazione meno ambigua per scongiurare l'ipotesi di abbassare gli standard delle garanzie rispetto agli apolidi, beneficiari di protezioni internazionali e rifugiati. Chiediamo, dunque, di votare a favore.

  PRESIDENTE. Quindi, insiste per la votazione ?

  ARTURO SCOTTO. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. D'accordo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, deputato Fedriga ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, apposto così.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 7.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Antimo Cesaro, Grassi, Zoggia, Malisani, Latronico, Sibilia, Frusone, Locatelli... Hanno votato tutti ?Pag. 13
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  528   
   Votanti  425   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  37    
    Hanno votato
no  388).    

  Passiamo all'emendamento Fava 7.3.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Fava 7.3, formulato dal relatore.

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, sempre con questo emendamento vogliamo rafforzare ulteriormente lo status dei rifugiati, degli apolidi e di coloro che dovrebbero beneficiare di questa direttiva.

  PRESIDENTE. Quindi, insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fava 7.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Locatelli, Malpezzi, Minardo, Di Lello, Cicchitto... Biffoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  527   
   Votanti  422   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
  37    
    Hanno votato
no  385).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ricciatti 7.1.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ricciatti 7.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, chiediamo che venga messo in votazione, perché pensiamo che il servizio di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati debba essere ulteriormente rafforzato sul terreno della sanità, dell'accesso al lavoro e del sostegno e dell'assistenza. Pensiamo, dunque, sia giusto che questo emendamento venga sottoposto alla votazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 7.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Zoggia, Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  534   
   Votanti  429   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  37    
    Hanno votato
no  392).    

  Questo era l'ultimo emendamento, quindi, adesso, passiamo alla votazione dell'articolo 7. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Madia, Rughetti, ancora Madia... Quaranta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 14

   (Presenti  534   
   Votanti  531   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  266   
    Hanno votato
 510    
    Hanno votato
no   21).    

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Signora Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ricciatti 8.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ricciatti 8.1, formulato dal relatore.

  LARA RICCIATTI. Signora Presidente, questo emendamento è il recepimento della direttiva 2011/85/UE; è un emendamento in cui chiediamo di sopprimere il richiamo alla legge del 24 dicembre 2012, n. 243. Praticamente questo emendamento rappresenta la nostra posizione di principio per esprimere la nostra contrarietà di fondo al Fiscal Compact. Ho sentito tanto i gruppi parlamentari, presenti in quest'Aula, sperticarsi durante le campagne elettorali dicendo che il Fiscal Compact non andava bene perché stava comprimendo e deprimendo le economie; quindi, penso che tutta quest'Aula oggi debba esprimersi e votare il nostro emendamento.
  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 8.1, con parere contrario di Commissione e Governo e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ottobre, Palmieri, Vecchio, Malpezzi, Mazzoli, Madia, Campana, Casati, Bressa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  530   
   Votanti  424   
   Astenuti  106   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  40    
    Hanno votato
no  384).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rughetti, Dadone, Realacci, Garavini, Giorgis, Marazziti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  532   
   Votanti  511   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato
 510    
    Hanno votato
no    1).    

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 1326), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.Pag. 15
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  535   
   Votanti  515   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  258   
    Hanno votato
 515).    

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 1326), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crimi, Di Lello, Raciti, Santerini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  536   
   Votanti  516   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  259   
    Hanno votato
 516).    

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Signor Presidente, il parere è sempre di invito al ritiro, altrimenti è contrario, su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Duranti 11.3.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Duranti 11.3, formulato dal relatore.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, insisto per la votazione di questo emendamento, con il quale noi chiediamo di sopprimere la lettera c) del comma 1. Voglio ricordare che stiamo parlando delle tecnologie a doppio uso, cioè quelle tecnologie che possono essere utilizzate a fini pacifici, ma anche a fini militari.
  Invito i colleghi e le colleghe ad andare a vedere l'elenco che è pubblicato presso il Ministero dello sviluppo economico dove sono indicate le tecnologie a doppio uso. Sono le tecnologie nucleari, le biotecnologie; quindi, noi pensiamo siano prodotti e tecnologie che vadano maneggiati con cura.
  Prevedere la semplificazione delle autorizzazioni per noi è pericoloso. In questi anni abbiamo imparato che semplificazione è uguale a deregolamentazione. Penso che su queste tecnologie e questi prodotti dobbiamo avere grande attenzione. Quindi, mantengo l'emendamento e chiedo di votarlo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 11.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 16

  Di Benedetto, Grassi, Decaro, Giancarlo Giordano, Nicchi, Santerini, Gitti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  531   
   Votanti  424   
   Astenuti  107   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  36    
    Hanno votato
no  388).    

  Passiamo all'emendamento Ricciatti 11.4.
  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ricciatti 11.4, formulato dal relatore.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, questo nostro emendamento prevede almeno la soppressione della parola «semplificazione», per le ragioni che dicevo prima. Con l'emendamento precedente avevamo chiesto di sopprimere l'intera lettera c), dove si fa riferimento alla razionalizzazione e alla semplificazione delle autorizzazioni. Con questo emendamento chiediamo almeno di sopprimere la parola «semplificazione», perché, ripeto, stiamo trattando di tecnologie e di prodotti altamente delicati, che possono essere usati per scopi pacifici e militari, anche nucleari.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ricciatti 11.4 non accedono all'invito al ritiro e insistono per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 11.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Centemero, Di Lello, Capua, Paolo Bernini, Artini, Ottobre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  524   
   Votanti  420   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  36    
    Hanno votato
no  384).    

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ricciatti 11.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, con questo emendamento noi chiediamo di aggiungere alla fine la lettera f), nella quale si specifica che bisogna rispettare comunque i divieti previsti dall'articolo 1 della legge n. 185/1990, la legge sul commercio delle armi che è considerata, diciamo così, universalmente la legge migliore ed è appunto la legge italiana. Per cui noi chiediamo di aggiungere una lettera f) che ci garantisce con il rispetto dei divieti previsti dalla legge n. 185/1990.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti, 11.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Ragosta, Paris, Nissoli, Pastorelli, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  529   
   Votanti  424   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  41    
    Hanno votato
no  383).    

Pag. 17

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Piras 11.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Signor Presidente, coerentemente con quanto esposto già dalla collega Duranti per le precedenti proposte di emendamento, noi insistiamo perché venga messo in votazione, che venga fatta salva almeno il dovere e il diritto alla trasparenza e le prerogative del Parlamento e quindi chiediamo che gli schemi dei decreti legislativi vengano trasmessi alla Camera dei deputati e al Senato per l'acquisizione del parere delle competenti Commissioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piras 11.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Malisani, Romele, Giammanco, Rughetti..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  524   
   Votanti  419   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  39    
    Hanno votato
no  380).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Se nessuno chiede di intervenire, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Mura, Murani, Sani, Giammanco, Dell'Orco, Vargiu...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  527   
   Votanti  506   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  254   
    Hanno votato
 468    
    Hanno votato
no   38).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1326). Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione, questa volta sugli articoli aggiuntivi presentati, due sono gli articoli.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 12.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Deputati Nesi, Giammanco, Vitelli, Vargiu, Rampi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 18

   (Presenti  530   
   Votanti  510   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato
 508    
    Hanno votato
no    2).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Costantino 12.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Deputati Di Lello, Lombardi, Scotto, Guidesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  528   
   Votanti  418   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  38    
    Hanno votato
no  380).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Costantino 12.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Deputati Mantero, Costantino, Brandolin, Capua, Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  532   
   Votanti  427   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
  37    
    Hanno votato
no  390).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ALESSIA MARIA MOSCA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sugli articoli aggiuntivi Gianluca Pini 13.05 e 13.06, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 13.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, prendo la parola per dichiarazione di voto come gruppo sull'articolo 13.
  Nonostante riconosciamo che nell'articolo, come è stato formulato rispetto alla norma europea, ci siano dei miglioramenti per quanto riguarda la sperimentazione animale, comunque esso non raggiunge l'obiettivo che avremmo voluto cogliere, perché alcuni degli obiettivi sono più di facciata che altro; nonostante ci siano comunque dei passi in avanti notevoli, e Pag. 19potrebbe essere un primo passo verso l'avvio di modalità alternative alla sperimentazione animale.
  Noi ci asterremo quindi su questo articolo, soprattutto per il metodo, perché non ci è stato possibile intervenire nel merito, e quindi portare i nostri emendamenti: ci è stato richiesto di ritirarli. Non avendo potuto lavorare di fatto sull'articolo, ci asterremo.
  Chiediamo ancora una volta al Governo, che si è preso l'impegno di tenere in serio conto gli ordini del giorno che abbiamo presentato, di valutare seriamente e di darci finalmente una mano ad abbandonare questa pratica barbara ed obsoleta che è la sperimentazione sugli animali e andare verso una nuova frontiera nella sperimentazione, ovvero le tecniche alternative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, anch'io voglio esprimere un mal di pancia, anche se va in senso esattamente opposto a quello appena esplicitato dal collega del MoVimento 5 Stelle. Voglio esprimere il mal di pancia della comunità scientifica nazionale per una formulazione, come quella che ci è pervenuta dal Senato, che ci accingiamo comunque a lasciar passare e per la quale abbiamo rinunciato a proporre emendamenti, che di fatto rischia di causare problemi di non poco rilievo per la ricerca scientifica italiana e con essa per la salute dei cittadini e per l'economia stessa di questo Paese.
  Tutti saremmo contenti se non ci fosse più bisogno degli animali da esperimento, ma gli animali da esperimento certamente sono una pratica che è oggi ancora assolutamente necessaria nello studio per esempio dei farmaci, e non solo dei farmaci analgesici o anestetici che vengono tenuti in qualche considerazione dall'attuale formulazione, sono necessari per gli xenotrapianti, che voglio solo ricordare, sono una metodologia di ricerca che è ricca di risultati a breve termine per quanto riguarda la trapiantologia, un problema fondamentale per la medicina di questo Paese, per quanto riguarda lo sviluppo di farmaci antitumorali, per quanto riguarda la produzione di valvole cardiache che possono salvare veramente la vita di un numero importante dei nostri concittadini.
  È inoltre assurdo pensare di porre limitazioni allo studio delle farmacodipendenze; è inoltre assurdo pensare di porre limitazioni agli animali geneticamente modificati che permettono di studiare la patogenesi di numerose malattie senza alcun rischio e senza alcuna conseguenza per la popolazione, già oggi il modello knock out costituisce un modello fondamentale per la ricerca biomedica. È ancora assurdo pensare di limitare l'uso dell'animale nella didattica universitaria, non solo per i farmacisti ma per gli stessi medici – voglio qui rappresentare proprio tutto il disagio della associazione italiana dei fisiologi, per esempio – ed è assurdo anche limitarlo per gli studenti delle biotecnologie.
  Io voglio dare atto al Ministro Lorenzin e al Governo di aver fatto uno sforzo per limitare i danni che una mal riposta concezione animalista avrebbe prodotto alla ricerca del nostro Paese; voglio dare atto che attraverso la clausola di salvaguardia introdotta con il comma 2, probabilmente noi non ci discosteremmo molto da quello che l'Europa ci chiede, ma sta di fatto che nella sua attuale formulazione l'articolo 13 rischierebbe paradossalmente di metterci in una condizione di infrazione della direttiva europea, rispetto alla quale noi andiamo molto al di là di quello che essa recita e rispetto alla quale noi introduciamo delle norme che essa ci chiede invece di limitare solo a quello che era precedente alla stessa direttiva europea del 2010 e non a correzioni successive.
  È per tutti questi motivi che noi riteniamo, come gruppo, di impegnare il Governo – e lo faremo con un apposito ordine del giorno che verrà successivamente illustrato – a far sì che il Governo stesso applichi il comma 2 – la clausola di Pag. 20salvaguardia – per proteggere la ricerca scientifica di questo Paese; e si impegni a far questo poi nell'effettiva applicazione di questa legge e, voglio anche aggiungere che, al di là di questo, come segno di dissenso per il modo in cui siamo arrivati a questa formulazione e, al tempo stesso, di responsabilità per quanto riguarda il destino di questo recepimento delle norme europee, io personalmente, ed altri membri del gruppo, ci asterremo su questo articolo e naturalmente voteremo poi dopo a favore, ripeto, del complesso del provvedimento, apprezzando il lavoro che il Governo ha svolto in materia.
  Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, non volevo intervenire, ma dopo l'intervento dell'amico, onorevole Gigli, mi sento di porre l'attenzione, ancora una volta, su questa barbarie che stiamo perpetrando nei confronti degli animali. Siamo nel 2013: tutto il mondo sta andando contro la vivisezione, sta andando contro la sperimentazione animale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La tecnologia va avanti ! Bene: se questa deve essere l'ultima eredità del Governo Monti, invito tutti i deputati qui presenti ad una riflessione prima del voto. Ricordo qual’è l'ultima persona, all'epoca, Gandhi, che disse che il livello di civiltà di una nazione lo si confronta e lo si capisce rispetto a come vi si trattano gli animali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, per cortesia, cerchiamo di ragionare su questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Stiamo ritornando al Medioevo ! Andassero a riguardarsi tutte le fotografie che girano su Internet e su facebook rispetto alla sperimentazione animale.
  Per cortesia, basta, riflettiamoci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vaggiu, D'Uva, Picierno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  511   
   Votanti  348   
   Astenuti  163   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
 335    
    Hanno votato
no   13).    

  (Il deputato Gadda ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e i deputati Argentin e Carlo Galli hanno segnalato che non sono riusciti a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 13.05, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vargiu, Portas...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  523   
   Votanti  415   
   Astenuti  108   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  22    
    Hanno votato
no  393).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 21

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 13.06, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vargiu, Rizzetto, Giacomelli, Rughetti, Gigli, Giammanco... Chi altro ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  518   
   Votanti  415   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  21    
    Hanno votato
no  394).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1326).
  Sono appena arrivati diversi ordini del giorno nuovi. Quindi, dobbiamo sospendere brevemente la seduta, per consentire al Ministro Moavero di prenderne atto. Quindi, alla ripresa della seduta, dopo l'espressione del parere da parte del Governo, si potrà procedere a un'ulteriore breve sospensione, se confermata la richiesta precedentemente formulata. Quindi, potremmo sospendere la seduta per quindici minuti.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Atteso che sono già le ore 13,10 e che, come da accordi fra i gruppi, si è cercato di tutelare questo provvedimento di delegazione, in modo da arrivare ad una rapida approvazione ed evitare tutta una serie di procedure di infrazione, così come richiesto dal Ministro Moavero, e che tutti quegli emendamenti che sono stati ritirati e anche buona parte di quelli che sono stati comunque discussi in Aula sono poi stati trasformati in ordini del giorno, che sono di particolare rilevanza in questa fase, chiederei cortesemente di lasciare tutto il tempo necessario ai gruppi e al Ministro per valutare le riformulazioni ed eventuali accordi così come era stabilito – qualcosa era già stato detto prima – e di riprendere con l'illustrazione e la votazione degli ordini del giorno alle ore 16, anche perché tra poco iniziano i lavori delle Commissioni.

  PRESIDENTE. Va bene. La richiesta è accolta.
  Ricordo che comunque c’è anche il question time. Quindi, riprendiamo comunque i lavori alle ore 15 con il question time e alle 16 riprendiamo l'esame della legge di delegazione europea.
  Sospendo la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra dell'integrazione, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Ministro dello sviluppo economico.

(Iniziative per la valorizzazione del servizio civile nazionale, anche attraverso la destinazione di adeguate risorse finanziarie ai relativi progetti – n. 3-00239)

  PRESIDENTE. La deputata Narduolo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonomo n. 3-00239, concernente iniziative Pag. 22per la valorizzazione del servizio civile nazionale, anche attraverso la destinazione di adeguate risorse finanziarie ai relativi progetti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  GIULIA NARDUOLO. Presidente, Ministro, colleghi, consentitemi innanzitutto di portare la mia solidarietà e vicinanza alla Ministra Kyenge per i continui e indecorosi attacchi alla sua persona (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Come gruppo del Partito Democratico vogliamo ribadire che le offese a lei feriscono la coscienza civile del Paese e per questo non possono prevalere.
  Ma vengo all'oggetto dell'interrogazione. Il servizio civile nazionale è un'istituzione che in più di dieci anni ha coinvolto decine di migliaia di giovani in progetti di cittadinanza attiva e difesa non armata della Patria. Tuttavia la progressiva riduzione dei fondi ad esso dedicati ha messa a repentaglio il mantenimento stesso di questo importante strumento, che crea coesione sociale e senso civico. Grande quindi è l'apprensione da parte di giovani, enti e associazioni interessate. Dall'inizio di questa legislatura si contano già molti segnali di attenzione sul tema. Ricordo solamente le numerose interrogazioni e mozioni presentate, i seminari tenuti qui alla Camera, uno lo scorso 17 luglio e l'altro proprio stamattina e, da ultimo, l'ordine del giorno sul decreto «del fare» accolto la scorsa settimana. Vorremmo conoscere come il Governo intenda agire, nell'immediato, per reperire adeguate risorse finanziarie ed impedire quindi l'ulteriore diminuzione del numero dei volontari e, più in generale, per valorizzare l'istituzione del servizio civile e stabilizzare la futura programmazione.

  PRESIDENTE. La Ministra per l'integrazione, Cécile Kyenge, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  CÉCILE KYENGE, Ministro per l'integrazione. Signora Presidente, onorevoli colleghi, viene chiesto al Governo quali iniziative intenda assumere per restituire credibilità e ruolo al servizio civile nazionale, individuando le adeguate risorse finanziarie necessarie alla programmazione dei progetti e il soddisfacimento delle aspettative di migliaia di giovani che intendono partecipare a questa formativa esperienza di civismo e di solidarietà.
  Al riguardo, devo evidenziare che la disponibilità dei fondi assegnati risente della situazione di grave crisi economica del nostro Paese. Tale complessa situazione ha determinato negli anni scorsi la graduale e costante riduzione degli stanziamenti destinati al servizio civile nazionale. La conseguenza è stata l'impossibilità di selezionare i volontari nel 2012, limitando l'impiego a quelli del 2011. Comunque, vi è stato l'impegno a recuperare ulteriori risorse. In particolare, l'anno scorso sono stati reperiti 50 milioni di euro in più rispetto alle risorse inizialmente disponibili. Quest'anno il Governo ha recuperato ulteriori 14,5 milioni di euro. Dovendo tralasciare, per necessità di sintesi, tanti aspetti burocratici e finanziari, sono adesso realmente disponibili 92 milioni di euro, che consentono di impegnare: 14.700 volontari in progetti di utilità sociale in Italia; 450 volontari in progetti da realizzare in Paesi esteri; 300 unità per l'accompagnamento di invalidi e ciechi civili. Inoltre, con viva soddisfazione, ieri ho appreso che il Senato ha votato l'incremento delle risorse di un milione e mezzo di euro per l'anno 2013 e di 10 milioni di euro per l'anno 2014. È un segnale incoraggiante.
  Signora Presidente, onorevoli colleghi, sono veramente lieta di poter annunciare che a settembre sarà quindi possibile emanare i bandi per selezionare i circa 15.500 giovani volontari e, se altre somme saranno disponibili, si amplierà il numero. Al contempo, sarà riaperto l'accreditamento degli enti che possono presentare progetti di servizio civile. Considero ciò un primo concreto atto di rinnovata consapevolezza dell'importanza della solidarietà tra le generazioni. Il Governo è consapevole dell'importante contributo apportato dai volontari del servizio civile a settori di Pag. 23vitale importanza per il Paese e si impegna in ogni utile iniziativa volta ad aumentare gli stanziamenti, così come analogo impegno vi sarà per individuare condivise ed aggiornate linee di riforma del settore. Grazie per l'attenzione.

  PRESIDENTE. La deputata Bonomo ha facoltà di replicare.

  FRANCESCA BONOMO. Onorevole Ministro, onorevoli colleghi, ci dichiariamo soddisfatti della chiarezza della risposta e della buona notizia dell'apertura del bando a settembre e della riapertura dell'accreditamento, e con noi lo saranno le migliaia di giovani, le centinaia di enti e associazioni che, da più di un anno, ne attendono l'uscita.
  Gli impegni di questo Governo sembrano andare nella giusta direzione e, se il Parlamento e il Governo lo vorranno, potremo finalmente varare una riforma strutturale del servizio civile nazionale al passo con i cambiamenti avvenuti nella nostra società.
  Finalmente qualche buona notizia rispetto al progressivo ridimensionamento subito negli ultimi anni, perché, come fatto in questi mesi, anche in sinergia con il Senato, e prova ne sono gli emendamenti ai quali si riferiva, Ministra, stimoleremo continuamente il Governo a fare di più in termini di risorse e a farlo in fretta. Lo merita il servizio civile, l'idea che tanti ragazzi, attraverso enti ed associazioni, dedichino almeno un anno al servizio del Paese. Si tratta di giovani ai quali oggi abbiamo riacceso la speranza. Lo merita l'Italia, che deve essere amata e sostenuta dai suoi figli, perché il servizio civile è difesa non armata della Patria e sono tantissimi i cittadini che hanno ricevuto sostegno concreto dallo Stato tramite questi volontari.
  Lo meritano i nostri giovani, perché è anche un'ottima esperienza formativa di lavoro, occupandosi dei più deboli, di cittadinanza attiva, di salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e ambientale dello Stato. Lo meritano, poi, le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, che, grazie al lavoro delle ONG, con i nostri ragazzi del servizio civile all'estero conoscono la solidarietà e i progetti italiani di crescita sostenibile.

  PRESIDENTE. Deputata, concluda.

  FRANCESCA BONOMO. Chi ha avuto la fortuna di fare questa esperienza, perché purtroppo oggi, con così pochi posti, essere selezionati è una fortuna, conosce bene il valore di questi temi e di questi giovani. Concludo, signora Ministro: io e molti miei colleghi saremo sempre dalla parte di queste migliaia di ragazzi, perché siamo convinti che il servizio civile cambi la vita di chi lo fa e di chi gli sta intorno, e la cambi in meglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per la completa attuazione del «grande progetto Pompei» e chiarimenti in ordine alle procedure di affidamento dei lavori – n. 3-00240)

  PRESIDENTE. La deputata Di Benedetto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00240, concernente iniziative per la completa attuazione del «grande progetto Pompei» e chiarimenti in ordine alle procedure di affidamento dei lavori (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, Ministro Bray, il «grande progetto Pompei» è un intervento rilevante ed impegnativo, da 105 milioni di euro, che mira alla riqualificazione del sito archeologico di Pompei entro dicembre 2015 attraverso la riduzione del rischio idrogeologico, la messa in sicurezza delle insulae, il consolidamento e restauro delle murature, il consolidamento e restauro delle superfici decorate, la protezione degli edifici dalle intemperie, con conseguente aumento delle aree visitabili, e il potenziamento del sistema di videosorveglianza.
  Sono di novembre 2012 e di febbraio di quest'anno le notizie relative a crolli – ultimi di una lunga serie – di pezzi di Pag. 24pareti delle domus pompeiane. A febbraio di quest'anno, la stampa ha informato del fatto che la procura competente aveva avviato un'indagine relativa all'assegnazione dei lavori dal 2008 ad oggi.
  È recentissima, invece, la notizia di incredibili ribassi nelle aste tenute per l'assegnazione dei lavori previsti dal «grande progetto Pompei», addirittura di oltre la metà della base d'asta fissata, e tutte vinte dalla medesima società di costruzioni; ribassi talmente rilevanti da far temere per la qualità degli interventi che saranno posti in essere.

  PRESIDENTE. Deputata, concluda.

  CHIARA DI BENEDETTO. Vado velocemente: con questa interrogazione chiedo come il Ministro interrogato ritenga opportuno intervenire affinché si faccia chiarezza sulle vicende poco trasparenti relative agli appalti ed alle manifestazioni organizzate nell'area archeologica, in relazione, in particolare, ai ribassi, assai sospetti, sulle basi d'asta, e se intenda dare piena e completa attuazione al «grande progetto Pompei», adeguandosi all'impegno che l'UNESCO ha imposto al Governo e rilanciando, per quanto di competenza, il turismo nell'area stessa di Pompei.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, ha facoltà di rispondere.

  MASSIMO BRAY, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Presidente, vorrei entrare direttamente nel merito delle problematiche sollevate dagli onorevoli, procedendo con lo stesso ordine seguito nell'interrogazione.
  Un primo punto riguarda i crolli che interessano episodicamente il complesso archeologico. Al riguardo, devo dire che non c’è dubbio sul fatto che il livello di conservazione della città antica non ha ancora raggiunto un livello adeguato e omogeneo in tutti i ben 66 ettari di superficie che l'area occupa. Siamo consapevoli del fatto che agiscono in questa vastissima e delicatissima area archeologica una pluralità di fattori di degrado che si sommano tra di loro e che rendono il lavoro di conservazione particolarmente impegnativo. Ma per far fronte a questi problemi, dopo il crollo della Schola Armaturarum nel novembre 2010, è stato avviato un lavoro di monitoraggio dello stato di conservazione delle strutture archeologiche, attivando lavori di messa in sicurezza che, tra il 2011 e l'anno corrente, con risorse ordinarie della Soprintendenza, hanno riguardato oltre 100 punti a rischio della città.
  In parallelo si lavora intensamente al «grande progetto Pompei» che ha tra le sue finalità quella di affrontare tutti i problemi della conservazione e valorizzazione del sito. Le risorse ci sono, i progetti sono pronti, e le gare sono in corso, con la garanzia, che dovremo sempre di più assicurare, del protocollo di legalità con la prefettura. Si potrebbe, certo, fare ancora di più e più velocemente, ma di questo sono sicuro e mi sento di rassicurare gli onorevoli interroganti: io, personalmente, e, sono certo, anche il Governo ce la metteremo tutta.
  Gli onorevoli interroganti richiamano talune vicende che hanno riguardato la passata gestione commissariale, partita nel luglio 2008 e cessata il 31 luglio 2010. So che tra le attività svolte dal commissario straordinario vi era anche un progetto di restauro del teatro di Pompei sul quale la procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta. Al riguardo, ritengo doveroso attendere gli esiti giudiziari, ma si tratta, in ogni caso, di vicende che non riguardano l'attuale gestione del sito.
  Un altro punto critico segnalato nell'interrogazione è costituito dai ribassi d'asta. Sul punto devo ribadire che allo scopo specifico di garantire la massima trasparenza e certezza di legittimità delle procedure, abbiamo istituito presso la prefettura di Napoli il gruppo per la legalità, che controlla tutto lo svolgimento delle procedure di appalto, nel rispetto dei principi di trasparenza e legalità. Il gruppo è presieduto dal prefetto Fernando Guida e segue tutte le fasi del «grande progetto Pompei»; si occuperà da vicino anche Pag. 25della fase di realizzazione dei lavori per la cui gestione il segretariato generale ha realizzato un sistema informativo che permetterà il monitoraggio non solo della manodopera impiegata, ma anche di tutti i flussi finanziari e del circuito economico.
  I criteri di aggiudicazione delle gare sono stati a suo tempo concordati sia con il gruppo della legalità che con il gruppo di coordinamento, al fine di garantire il massimo della partecipazione delle imprese e il massimo della trasparenza. Il fenomeno della ricorrenza di ribassi consistenti è forse da ritenersi legato all'attuale contingenza economica e riguarda, del resto, quasi tutte le opere pubbliche.

  PRESIDENTE. La deputata Di Benedetto ha facoltà di replicare.

  CHIARA DI BENEDETTO. Signor Presidente, ci riteniamo parzialmente soddisfatti, Ministro, e prendiamo atto anche delle sue parole. Sono state spese, infatti, molte parole in questi ultimi mesi sulla condizione di Pompei, e molto di più anche sulla vergogna che grava sull'intero Paese nel riconoscere l'inadeguatezza della politica degli ultimi Governi. Riconosciamo che, almeno a livello di attenzione istituzionale, come d'altronde lei adesso ha affermato, il Governo ha fatto sentire la sua presenza. Tuttavia non si può negare che, ricostruendo la cronistoria delle dichiarazioni e degli avvenimenti che hanno contraddistinto questo ultimo periodo, sia necessario tenere molto alta la guardia. È vero che, come da lei stesso affermato, verranno riaperte dieci nuove domus, però rimane il fatto che non si possono trascurare quelle che hanno già subito danni consistenti. Non vorremmo insomma che ci si limitasse a rifare il trucco a Pompei, mettendo la polvere sotto il tappeto, a farne il vessillo di uno sbandierato cambio di rotta dalla politica di tagli, che però poi purtroppo si potrebbe riconfermare puntuale, decreto dopo decreto.
  Ci auguriamo inoltre che l'impegno preso nei confronti dell'UNESCO venga rispettato e che entro la fine dell'anno venga speso almeno il 50 per cento dei 105 milioni stanziati per il «grande progetto Pompei», completando quindi i lavori entro il 2015.
  Non posso poi non dedicare un ulteriore passaggio al tema dell'intervento dei privati nel campo della valorizzazione del patrimonio culturale e artistico. Il MoVimento 5 Stelle ha più volte sottolineato come, se da un canto il sostegno alternativo a quello pubblico non sia in questo momento forse evitabile, a causa delle politiche insensate e colpevoli, è necessario evitare l'appropriazione dell'immagine artistico-culturale italiana. La cultura – ricordiamolo – è un bene comune. Pertanto vogliamo sperare che il suo impegno ad individuare regole certe e rigorose non sia solo una dichiarazione e che ad esso segua l'inizio di un serio discorso sui limiti e le caratteristiche che l'intervento privato nel settore dei beni culturali deve avere. La ringrazio per la sua attenzione.

(Iniziative in merito all'annunciato trasferimento della sede della Subaru Italia dalla città di Ala, in Trentino Alto Adige, a Milano – n. 3-00241)

  PRESIDENTE. Il deputato Mauro Ottobre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00241, concernente iniziative in merito all'annunciato trasferimento della sede della Subaru Italia dalla città di Ala, in Trentino Alto Adige, a Milano (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, onorevoli del Governo, onorevoli colleghi, il fatto è noto, purtroppo stiamo parlando di un fatto ormai di oltre due mesi fa; quindi io do per letta evidentemente l'interrogazione e chiedo una risposta in Aula.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha facoltà di rispondere.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, Pag. 26ringrazio l'onorevole Ottobre. Prima di rispondere alla sua domanda, particolarmente puntuale, vorrei fare una breve premessa sulle misure che il Ministero, il Ministero dello sviluppo economico, il mio Ministero, sta attuando per rilanciare il settore dell'industria automobilistica. Do un dato a quest'Aula che è estremamente significativo: quest'anno tutte le previsioni prevedono che staremo sotto 1.300.000 vetture vendute, contro i 2.500.000 soltanto di sei anni fa. Questo dà l'idea della situazione che stiamo affrontando.
  Dopo una serie di consultazioni, quindi, con l'Associazione nazionale fra industrie automobilistiche, l'ANFIA, in qualità di rappresentante degli interessi delle filiere automotive Italia, il Ministero dello sviluppo economico ha accolto la proposta dell'associazione di istituire un tavolo e di costituire anche una consulta per l’automotive. Si tratta di una task force operativa in cui le componenti pubbliche e private condivideranno e proporranno politiche industriali volte alla salvaguardia, al rilancio e alla crescita delle attività manifatturiere di uno dei settori trainanti dell'economia italiana, che vale l'11,4 per cento del PIL e impiega 1.200.000 lavoratori.
  La consulta affronterà l'attuale stato di crisi del settore definendo un piano strutturato di medio periodo, sul modello di quanto fatto in Gran Bretagna con l'Automotive Council, mirando a risultati concreti per il comparto, con l'attivazione di politiche industriali che favoriscano gli investimenti, la crescita dimensionale, l'internazionalizzazione delle imprese, individuando road map, tecnologie e nuove forme di mobilità sostenibile e integrata. La consulta sarà insediata presso il mio Ministero e vedrà attiva e costante la partecipazione di altri Ministeri collegati al settore dell’automotive e di ANFIA e sarà comunque aperta al contributo di diversi attori, competenti su temi e attività specifiche, incluse le istituzioni, gli stakeholders europei e internazionali.
  Stiamo quindi seguendo tutto questo comparto con grande attenzione; ho incontrato varie volte i rappresentanti, sia sindacali che dei produttori e i venditori. Stiamo seguendo sia il settore prettamente produttivo che quello commerciale.
  All'interno di questo c’è anche la situazione dello stabilimento della Subaru di Ala, di cui lei parla (40 dipendenti), che ho chiesto ai nostri uffici di monitorare e con i quali abbiamo anche preso contatto. Nello specifico, nei prossimi giorni si dovrebbe parlare con il presidente della Subaru Italia per acquisire in modo puntuale le informazioni relative alla vicenda con l'obiettivo di pervenire a un riesame della decisione assunta dalla società.

  PRESIDENTE. Il deputato Ottobre ha facoltà di replicare.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, io ringrazio il Ministro, ma – ahimè – non mi sento molto soddisfatto, anche perché, seppur trattasi di 40 dipendenti, è stata una decisione veramente scioccante per la comunità di Ala. Questo anche la dice lunga del fatto di queste aziende multinazionali, che quando si insediano nelle nostre realtà ottengono magari anche dei lauti compensi, in termini di opere pubbliche – in questo caso un bel sottopasso pubblico con soldi pubblici –, per poi lasciare a casa 40 dipendenti.
  Guardi, io sono un giovane imprenditore che è nato da sé, senza contributi pubblici e quant'altro; se si vuole rilanciare il sistema dell'auto è molto semplice: bisogna dare la possibilità di detrarre il costo del mezzo, come fanno in Austria, dove il Trentino è vicino, dove si può evidentemente recuperare nella denuncia dei redditi il costo, visto che comunque noi stiamo pagando per la benzina il prezzo quasi più alto al mondo.
  Quindi, evidentemente, se lo Stato vuole incassare tanti soldi da benzina deve vendere tante macchine e, quindi, sarebbe opportuno che, a chi compra una macchina, quanto meno potesse essere data la possibilità di detrarre dei fondi. Quindi, un occhio di attenzione anche se è una piccola azienda. Capisco che lei ha impegni magari anche più importanti però, evidentemente, questo Paese riparte anche Pag. 27dalla più piccola azienda, se vogliamo tirarlo in piedi con l'economia perché così non possiamo andare avanti. Qui non si può pensare di ridurre il costo della manodopera quando il lavoro non c’è e se, quando c’è, viene spostato. Questo veramente è un dramma che non è possibile accettare.

(Iniziative per evitare la chiusura degli stabilimenti della Romi Italia in Piemonte – n. 3-00242)

  PRESIDENTE. Il deputato Airaudo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00242, concernente iniziative per evitare la chiusura degli stabilimenti della Romi Italia in Piemonte (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, la Sandretto è uno storico marchio italiano delle macchine per lo stampaggio della plastica. Vi sono sue macchine in tutto il mondo da un paio di decenni. Nel 2008 la Sandretto con i suoi due stabilimenti è stata rilevata da una amministrazione straordinaria dal gruppo brasiliano Romi che, attraverso una ristrutturazione, ha portato i due stabilimenti da 260 unità agli attuali 141 addetti. Nel marzo 2012 è stata annunciata la chiusura con trasferimento del marchio in Brasile, nonostante vi sia una cordata di imprenditori italiani interessati al marchio, al prodotto e al mantenimento dell'occupazione. La regione Piemonte si è recentemente dichiarata disponibile a rilevarne il marchio. Ed è in corso un mese di CIG in deroga che scadrà il 16 settembre.
  Vorremmo sapere dal Ministro e dal Governo cosa intendono fare per mantenere questa impresa e questo prodotto in Italia; se la Romi ha rispettato gli impegni assunti al momento dell'acquisizione dall'amministrazione straordinaria e quali eventuali iniziative sono state assunte o si assumeranno nei confronti del Governo brasiliano. Pensiamo che la Romi Sandretto sia un caso emblematico che richiama ciò che sta capitando in questi giorni a tutela dei marchi, a tutela dei prodotti italiani con le eventuali conseguenze sull'occupazione quando questi marchi e questi prodotti sono vittime di uno shopping nella crisi. Ci stanno portando via i prodotti migliori, quelli che possono difendere e creare occupazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Fabio Zanonato, ha facoltà di rispondere.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, grazie onorevole Airaudo, mi è capitato di incontrare i lavoratori della Sandretto quando sono stato all'assemblea degli industriali a Torino e con loro ho appreso in modo abbastanza preciso – e adesso lei ha riportato in modo altrettanto corretto – della vicenda. Do alcuni dati che danno l'idea di quello che è accaduto. L'atto definitivo della vendita del complesso aziendale della Sandretto in amministrazione straordinaria, stipulato nel corso del 2008, prevedeva tra l'altro l'impegno da parte della società acquirente Romi Italia a proseguire per almeno un biennio le attività imprenditoriali con il mantenimento dei livelli occupazionali negli stabilimenti di Grugliasco e Pont Canavese, effettuando investimenti per circa 8 milioni di euro. Alla scadenza di questo biennio, il 25 luglio 2010, il commissario straordinario ha svolto le attività di verifica da cui è emersa l'effettuazione di investimenti per circa 5 milioni di euro a fronte degli 8 previsti e il rispetto degli impegni occupazionali in misura totale fino al 31/12/2009 e, in misura solo parziale, nei mesi successivi.
  Successivamente è stato concordato un periodo di proroga degli impegni della società acquirente che ha previsto l'impegno a proseguire le attività industriali negli stabilimenti di Grugliasco e Pont Canavese fino al 31 dicembre 2012, data in cui si è conclusa l'attività di vigilanza e il connesso potere di intervento da parte della procedura di amministrazione straordinaria sull'esecuzione della vendita del complesso aziendale Sandretto.Pag. 28
  Alla luce di quanto sopra, si deve rilevare che Romi Italia ha sostanzialmente mantenuto gli impegni contrattualmente assunti, proseguendo l'attività di impresa per un periodo complessivo di quattro anni. Da notizie di stampa poi si è avuta la notizia di possibili potenziali acquirenti e di una trattativa per la cessione dei predetti stabilimenti sotto la regia della regione Piemonte.
  Nelle more della ricerca di imprenditori interessati, il 23 aprile scorso la società Romi Italia è stata messa in liquidazione e sono stati nominati tre liquidatori. Risulta infine che la stessa regione Piemonte ha aperto un tavolo con le altre istituzioni locali, i rappresentanti dei lavoratori ed uno dei liquidatori per discutere del futuro dei dipendenti Romi, al fine di individuare un percorso condiviso.
  Non abbiamo ancora aperto un tavolo presso il Ministero perché non ci è stato richiesto, però mi impegno sin da questo istante ad aprirlo: c’è l'assoluta disponibilità, ove venisse ovviamente richiesto dalle parti o anche soltanto da una delle parti. Sarà mio impegno particolare cercare di difendere il marchio Sandretto, che è un marchio di estremo prestigio e che è una delle condizioni attraverso cui si può immaginare il rilancio di questa azienda.

  PRESIDENTE. Il deputato Airaudo ha facoltà di replicare.

  GIORGIO AIRAUDO. Signora Presidente, io ringrazio il Ministro per le cose che ha detto. Credo che il Ministro debba sapere che il tempo per i lavoratori Sandretto è oltre il limite, nel senso che ci rendiamo conto tutti che la proroga di un mese di cassa integrazione in deroga, con scadenza il 16 settembre, quindi con la possibilità che quella trattativa si concluda più o meno positivamente, è il passaggio decisivo per garantire gli attuali 141 occupati che sono rimasti in quelle due società, in quei due siti.
  Io penso che sarebbe opportuno che il Ministero non lasciasse sola la regione Piemonte, che ovviamente mi auguro attivi un'interlocuzione col Ministero e che facesse di tutto, a partire da questo esempio, per mettere in campo strumenti affinché si impedisca che imprese o imprenditori vengano solo in Italia, in questa fase, approfittando della crisi e della debolezza finanziaria delle proprietà dei nostri marchi, per fare uno shopping che rischia di indebolire strutturalmente il Paese, con una conseguenza sull'occupazione difficilmente recuperabile da qualunque intervento eccezionale o straordinario, che rischierebbe di essere tardivo se noi non abbiamo più una manifattura adeguata. Quindi, mi dichiaro parzialmente soddisfatto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

(Elementi ed iniziative in merito a finanziamenti comunitari e nazionali a favore di FIAT Powertrain per investimenti nello stabilimento di Verrone (Biella) – n. 3-00243)

  PRESIDENTE. Il deputato Corsaro ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-00243, concernente elementi ed iniziative in merito a finanziamenti comunitari e nazionali a favore di FIAT Powertrain per investimenti nello stabilimento di Verrone (Biella) (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Onorevole Presidente e signor Ministro, il 19 gennaio 2010 l'Italia ha chiesto all'Unione europea l'autorizzazione per un finanziamento pubblico di 15 milioni 800.000 euro in favore della FIAT Powertrain di Verrone, in provincia di Biella, per un investimento iniziato nel 2008 e riguardante la costruzione di un nuovo tipo di cambio da realizzarsi appunto in quello stabilimento. A fronte di questo impegno, la FIAT aveva assunto a sua volta l'impegno di assumere 600 persone aggiuntive rispetto alla forza lavoro del gruppo, da dedicare alla realizzazione dell'opera di sviluppo di quel nuovo impianto produttivo.
  Allo stato tuttavia non solo non è stata realizzata la tipologia industriale, quindi Pag. 29non è stato instaurato l'impianto per la produzione di un nuovo cambio, ma non risulta esservi stata alcuna nuova assunzione da parte di FIAT, fatta eccezione per il trasferimento di alcune unità di personale da Mirafiori a Verrone. Nel contempo, il CIPE ha deliberato agevolazioni pubbliche nella misura di 22 milioni 500.000 euro per il contratto di programma «FIAT Powertrain technologies Spa», per gli investimenti da realizzarsi nel comune di Verrone.
  Con questa interrogazione, signor Ministro, chiediamo se risulti che la FIAT abbia incassato somme provenienti dall'Unione europea e dal Governo italiano e, eventualmente, a quanto ammontino i finanziamenti effettivamente erogati e se l'azienda abbia mantenuto i corrispondenti impegni assunti; laddove questo non sia avvenuto, quali iniziative intenda assumere il Governo.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha facoltà di rispondere.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, grazie onorevole, come lei ha correttamente riferito, con la deliberazione CIPE del 27 maggio 2011 è stata approvata la proposta di contratto di programma «FIAT Powertrain technologies Spa», concernente un progetto industriale di ampliamento dello stabilimento di Verrone in provincia di Biella e un programma di ricerca industriale e sviluppo sperimentale finalizzato allo sviluppo e alla produzione di una nuova famiglia di cambi.
  In data 5 giugno 2012 è stato stipulato il contratto di programma e in data 17 settembre 2012 è stato emanato il relativo decreto di approvazione registrato alla Corte dei conti. Con nota dell'8 gennaio 2013 la predetta impresa ha comunicato che, in data 20 dicembre 2012, è avvenuta la cessione di ramo d'azienda della FIAT Powertrain technologies Spa alla FIAT Group Automobiles Spa. Al riguardo Invitalia Spa dovrà effettuare le valutazioni istruttorie previste dal contratto di programma – il punto 6 e il punto 5 – in merito all'avvenuta operazione societaria.
  In merito alle problematiche poste da lei e dal suo collega che mi avete interrogato, preciso che l'importo massimo delle agevolazioni previste in favore della suddetta società ammonta a 22 milioni 505 mila euro e che, allo stato attuale, il Ministero dello sviluppo economico non ha effettuato alcuna erogazione di contributo. Inoltre, per quanto concerne l'impegno occupazionale prescritto dal contratto sottoscritto dalla società, segnalo che gli investimenti agevolati devono essere ultimati entro il 15 giugno 2014. È per questo – non certo perché fa piacere a me – che la FIAT Powertrain technologies Spa, non avendo dichiarato l'ultimazione degli investimenti, non ha l'obbligo di fornire attualmente le informazioni in merito al rispetto dell'incremento occupazionale.

  PRESIDENTE. Il deputato Corsaro ha facoltà di replicare.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, Ministro, grazie per la sua informativa che ci conferma come nei fatti lo Stato italiano si sia impegnato a chiedere e ad ottenere una disponibilità da parte dell'Unione europea a fronte di un impegno che l'azienda e l'industria competente non sembra interessata a portare a compimento, ed è già un elemento di parziale soddisfazione il fatto che questi soldi non siano stati erogati. Anche perché, signor Ministro, non le sfuggirà che, secondo calcoli approssimativi, ma assolutamente verosimili, stiamo parlando di un gruppo, la FIAT, che dal 1975 ad oggi ha potuto beneficiare di qualche cosa come circa 100 miliardi di euro, cioè oltre 200 mila miliardi di lire, di risorse pubbliche, di finanziamenti diretti o indiretti, vuoi per la cassa integrazione, per gli ammortizzatori sociali, per i contributi statali ed europei direttamente erogati alle imprese, per i contributi alla rottamazione di cui qualche Governo passato si è reso infelice protagonista, per la mobilità agli stabilimenti.
  E in tutto questo periodo, a fronte di questa trasmissione di danari, abbiamo Pag. 30potuto tristemente assumere contezza del fatto che da 250 mila dipendenti diretti, assunti e alle dipendenze di FIAT gruppo, in Italia del 1975 siamo passati oggi a circa 30 mila addetti. Quindi, stiamo parlando di quello che non è più un grande gruppo industriale, ma è una media azienda che impegna un numero di addetti inferiore a qualche grande gruppo che si occupa per esempio di comunicazione nel nostro Paese. E, a fronte di questo, in compenso continuano a fiorire impianti produttivi all'estero che FIAT continua ad installare in tutte le parti del mondo beneficiando anche e soprattutto delle risorse pubbliche e degli incentivi pubblici che continua ad ottenere dallo Stato italiano. Non sto a citare gli ultimi elementi e gli ultimi accordi disattesi sul caso di Termini Imerese, perché la storia patria purtroppo è ricca quotidianamente di queste circostanze.
  Fa specie che l'amministratore delegato della FIAT, Marchionne, questa mattina dalle pagine dei giornali dichiari come sia impossibile fare industria in Italia. Quindi, io mi chiedo se per davvero non sia giunto il momento di prendere atto che stiamo parlando di un'azienda che, da un punto di vista di interesse industriale, per l'Italia non esiste più e agire di conseguenza, non limitando, ma sospendendo ogni forma di erogazione pubblica ad un'azienda che ha già dato, per voce del suo più autorevole rappresentante, l'intendimento di voler andare a proseguire altrove la sua produttività finendo di estinguere quella capacità produttiva che aveva pure caratterizzato la fase del boom industriale italiano.

(Intendimenti del Ministro dello sviluppo economico in materia di privatizzazioni e liberalizzazioni – n. 3-00244)

  PRESIDENTE. Il deputato Librandi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00244, concernente intendimenti del Ministro dello sviluppo economico in materia di privatizzazioni e liberalizzazioni (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIANFRANCO LIBRANDI. Illustrissimo Presidente, illustrissimo Ministro, onorevoli colleghi, premesso che a margine della sua visita in Grecia, il Presidente Letta ha annunciato un importante e largo piano di privatizzazioni che verrà presentato in autunno, confermando quanto recentemente espresso al Senato, quando aveva delineato la strategia messa a punto per tagliare il debito, attraverso la valorizzazione del patrimonio immobiliare e la cessione di partecipazioni pubbliche; il tema delle privatizzazioni non può essere scisso da quello più ampio delle liberalizzazioni, di cui il Paese ha bisogno per far crescere tutto il sistema economico; tali processi avrebbero positivi effetti sulla spesa pubblica, oltre a garantire maggiore competitività e libertà d'impresa a settori che sono, di fatto, in situazioni di monopolio.
  Tutto ciò premesso, si chiede di sapere quali siano le intenzioni e le prospettive del Governo sul dossier liberalizzazioni, in virtù delle ricadute positive in termini di crescita, produttività ed attrazione degli investimenti.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha facoltà di rispondere.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti e, in particolare, l'onorevole Librandi. Mi sono state chieste notizie circa i processi di liberalizzazione nei settori di mia competenza prendendo lo spunto da dichiarazioni concernenti un prossimo piano governativo di privatizzazioni. Al riguardo, devo subito mettere in evidenza la profonda differenza che caratterizza i due processi di cui stiamo parlando: le privatizzazioni e le liberalizzazioni.
  Le privatizzazioni riguardano la cessione ai privati di asset di proprietà dello Stato e, quindi, risponde a logiche finanziarie di economia di gestione, mentre le liberalizzazioni sono un processo di espansione del principio di libertà di iniziativa economica, che è sancito anche dall'articolo 41 della nostra Costituzione, secondo condizioni di pari opportunità e Pag. 31di piena concorrenza e, quindi, comprende tutte le possibili e molteplici misure di abbattimento di situazioni di monopolio e di oligopolio, di chiusura del mercato ai giovani e ai nuovi entranti. Ed è mio fermo intendimento procedere, per la parte concernente le liberalizzazioni, su questa strada.
  Nei pochi minuti a disposizione voglio citare importanti interventi di liberalizzazione che hanno riguardato il sistema del credito. In particolare, sono stati eliminati i vincoli che impedivano alle società non quotate, anche di piccola e media dimensione, di ricorrere direttamente al mercato finanziario tramite emissione di obbligazioni societarie e di cambiali finanziarie. Si tratta di un provvedimento importante, grazie al quale 4 miliardi di risorse finanziarie sono state raccolte da imprese italiane sui mercati internazionali e che costituisce un passo nella direzione del superamento dell'attuale assetto eccessivamente bancocentrico del nostro sistema finanziario. Su questo fronte, daremo continuità all'azione intrapresa, consentendo ad una più ampia platea di imprese di avere accesso a questi strumenti.
  Un altro esempio riguarda la liberalizzazione della rete distributiva dei carburanti. Oggi, non vi sono ostacoli normativi all'apertura di punti di rifornimento da parte della grande distribuzione organizzata. Le leggi regionali, che subordinavano l'apertura di nuovi punti vendita a condizioni particolari, sono state dichiarate non conformi alle norme di concorrenza se tali condizioni possono costituire ostacolo per l'apertura del nuovo impianto. Il Governo ha anche impugnato norme regionali di recente emanazione, che disciplinavano le attività commerciali in modo restrittivo della concorrenza.
  Relativamente alle mie competenze in materia di tutela dei consumatori, meritano, infine, un accenno: l'apertura, a seguito degli interventi di liberalizzazione del 2006, di 4.617 parafarmacie, con un incremento del 12 per cento su base annuale; il concorso in atto per l'aumento di sedi notarili e per l'apertura di nuove sedi farmaceutiche, previsto dal decreto liberalizzazioni del precedente Governo, che impone ora di vigilare per assicurare l'accesso a tali professioni ad un più ampio numero di aspiranti.
  Per quel che riguarda, invece, le privatizzazioni, in questo momento, non esiste alcuna ipotesi di privatizzazione: sono argomenti che, sicuramente, coinvolgeranno in pieno il Parlamento italiano.

  PRESIDENTE. Il deputato Librandi ha facoltà di replicare.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Signora Presidente, signor Ministro, la ringrazio; è molto confortante sapere che il tema che abbiamo sollecitato, le liberalizzazioni, è e sarà, a breve, oggetto di specifici interventi di riforma. Scelta Civica per l'Italia si impegnerà perché questo avvenga senza rallentamenti, sempre mettendo al centro l'interesse dei cittadini e dei consumatori. Nel 2012 con l'azione del Governo Monti abbiamo registrato un salto di qualità negli interventi di rimozione delle barriere alla concorrenza, ma molte di queste norme generali hanno ancora bisogno di provvedimenti attuativi. Restano restrizioni in vari settori e si verifica spesso la tentazione di reintrodurre tutele e protezioni. È necessario intensificare la politica di apertura dei mercati dei beni e dei servizi; mettere al centro della politica economica la concorrenza significa lavorare per un'economia più efficiente e innovativa, ma anche più equa, migliorando la qualità di vita e la possibilità di scelta dei consumatori.

(Dati riguardanti gli effetti della delocalizzazione di aziende dal territorio nazionale verso regioni confinanti, anche in relazione all'eventuale chiusura dello stabilimento Agfa di Manerbio (Brescia) – n. 3-00245)

  PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00245, concernente dati riguardanti gli effetti della delocalizzazione di aziende dal territorio nazionale verso regioni confinanti, Pag. 32anche in relazione all'eventuale chiusura dello stabilimento Agfa di Manerbio (Brescia) (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  STEFANO BORGHESI. Signora Presidente, signor Ministro, la multinazionale belga Agfa, che produce lastre per il settore fotografico e il settore medicale, con 12 mila dipendenti, sembrerebbe essere intenzionata a chiudere lo stabilimento di Manerbio, in provincia di Brescia, lasciando a casa, con molta probabilità, circa 123 dipendenti. La chiusura dello stabilimento contribuirebbe ad aggravare le condizioni economiche di molte famiglie che vedono nell'azienda l'unica fonte di sostentamento. L'azienda riterrebbe il sito di Manerbio poco competitivo; sembrerebbe vi siano concrete possibilità di un prossimo spostamento della produzione all'estero, verso realtà dove i costi di produzione sono più bassi. Sono molte, infatti, le aziende italiane che negli ultimi anni hanno cessato la propria attività, delocalizzando la produzione non verso siti produttivi asiatici o africani, ma a pochi chilometri, in Paesi e regioni confinanti, come il Canton Ticino, la Carinzia e la Slovenia. Siamo quindi a chiedere, nello specifico, se esista da parte del Ministero dello sviluppo economico la concreta volontà di convocare al più presto un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti coinvolti, al fine di arrivare ad una soluzione il più possibile condivisa che impedisca la chiusura dello stabilimento di Manerbio ed, inoltre, se il Ministero dello sviluppo economico possa fornire dati certi riguardo agli effetti della delocalizzazione di aziende dal territorio nazionale verso regioni confinanti.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha facoltà di rispondere.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signora Presidente, onorevole, mi è capitato di chiamare qualche giorno fa uno dei dirigenti sindacali della Agfa di Manerbio per farmi raccontare cosa sta accadendo, una volta avvertito di questa situazione che lei, adesso, ha puntualmente ricordato. Mi sono messo a disposizione per aprire, immediatamente, un tavolo di confronto con la società; naturalmente la cosa, come sempre, deve essere richiesta dalle parti sociali; sto attendendo, in questo senso, che i sindacati si attivino. Questo confronto con le parti sociali ci permetterà di verificare, nel merito, la situazione e le possibili soluzioni che devono evitare il grave pregiudizio di natura sociale e occupazionale che lei ha ricordato e il conseguente negativo impatto, anche in termini di prodotto interno lordo, di gettito fiscale, che una delocalizzazione di questo tipo comporterebbe sull'economia nazionale e nel territorio di Brescia, in particolare.
  Più in generale per quanto riguarda il fenomeno della delocalizzazione produttiva da parte delle imprese operanti sul territorio nazionale, sottolineo che è un tema di primaria importanza che mette a rischio la tenuta competitiva del nostro sistema produttivo. In tal senso abbiamo parecchi problemi che dobbiamo affrontare, intervenendo sulle criticità strutturali del nostro sistema e cioè il costo del lavoro, la pressione fiscale – più che del costo del lavoro è ora opportuno parlare di cuneo fiscale e cioè di un lavoro che costa tanto e di lavoratori che non prendono uno stipendio particolarmente elevato – i temi della semplificazione amministrativa, i tempi della giustizia, il costo dell'energia. Noi dobbiamo riuscire a fare in modo che il nostro Paese nei confronti delle attività produttive sia esattamente in linea con i costi e le opportunità che ci sono negli altri Paesi.
  In merito a queste situazioni e tenendo conto della situazione delle nostre finanze pubbliche, abbiamo già avviato una serie di misure che vanno nella direzione di intervenire, in alcuni casi in modo molto netto, in altri casi in modo meno forte, per la carenza di risorse, in modo tale di ridurre questo gap tra le nostre imprese e le situazioni in cui le nostre imprese sono costrette ad operare e la situazione in cui operano in altre realtà. Mi riferisco al Pag. 33decreto-legge n. 76 del 2013, riguardante misure straordinarie per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, e della coesione sociale, che mirano ad aumentare il contenuto occupazionale accelerando la creazione di posti di lavoro, soprattutto a tempo indeterminato e creando nuove opportunità di lavoro e di formazione per i giovani. C’è anche un lieve segnale di ripresa occupazionale che vi voglio segnalare, che non ci può certo lasciare tranquilli, però è un dato positivo. Sul tema della pressione fiscale abbiamo ragionato sulle risorse necessarie per scongiurare l'aumento dell'IVA e allo stesso tempo stiamo ragionando su come diminuire il cuneo fiscale. Concludo – e le lascerò poi il testo scritto, perché ci sono altre considerazioni – dicendo che, alla luce di quanto sopra rappresentato, è chiaro che i fenomeni di fuoruscita delle imprese dal sistema produttivo rendono necessaria una forte attività di rafforzamento delle politiche industriali. Per quanto riguarda l'Agfa di Manerbio, che produce lastre offset, sono assolutamente a disposizione, come ho già comunicato ai lavoratori con cui mi è capitato di parlare.

  PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà di replicare.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per quanto riguarda la disponibilità mostrata ad aprire un tavolo di confronto per l'azienda e il problema dell'Agfa, che riteniamo essere prioritario e che ci auguriamo tutti possa essere risolto nel più breve tempo possibile. Non ci possiamo dichiarare soddisfatti, invece, in merito a quanto detto sulla delocalizzazione, in quanto per noi la delocalizzazione non ha solo una valenza economica ma anche sociale e politica. Quindi, se da un lato si tende ad aumentare la competitività di un'attività produttiva, dall'altro, purtroppo, si corre il rischio di far crescere la disoccupazione nell'area in cui la delocalizzazione ha origine, ed è purtroppo quello che sta accadendo nel nostro Paese. Come il Ministro giustamente ricordava prima, ci sono diversi fattori che hanno prodotto questo fenomeno. È ovvio che i principali sono quelli che si possono ricondurre al fatto che fare impresa in Italia è molto più difficile che altrove. Infatti, per via della tassazione, per via della burocrazia, per via del costo del lavoro troppo elevato, per via dell'inefficienza della pubblica amministrazione, del deficit logistico-infrastrutturale, per via della mancanza di credito e per via dei costi dell'energia troppo elevati, vi sono ostacoli spesso insuperabili che hanno indotto molti imprenditori, purtroppo, a trasferirsi anche in Paesi vicini con le loro attività. Purtroppo quanto fin qui fatto e ricordato dal Ministro di questo Governo risulta essere insufficiente. Per noi la strada maestra è quella della realizzazione del federalismo fiscale attraverso costi standard e fabbisogni standard, che ci permetterebbero di ridurre la spesa pubblica e di trovare quelle risorse per investimenti e abbassare i carichi impositivi e che, quindi, di fatto, ridurrebbe questo fenomeno della delocalizzazione. Esso è l'unica risposta efficace a questa crisi e l'unica risposta che dia anche un senso di giustizia nella situazione che stiamo vivendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

(Tempi e modalità per la definizione della legge annuale per le micro, le piccole e le medie imprese, prevista dall'articolo 18 della legge n. 180 del 2011 – n. 3-00246)

  PRESIDENTE. Il deputato Raffaello Vignali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00246, concernente tempi e modalità per la definizione della legge annuale per le micro, le piccole e le medie imprese, prevista dall'articolo 18 della legge n. 180 del 2011 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, la legge che lei stesso ha richiamato e che è oggetto dell'interrogazione, nota come «Statuto delle imprese», è una legge approvata all'unanimità, senza addirittura Pag. 34nessuna astensione in tutti e due rami del Parlamento, nella scorsa legislatura, la quale, all'articolo 18, prevede, appunto, che ogni anno, entro il 30 giugno, il Governo debba presentare al Parlamento una legge annuale per le più micro, piccole e medie imprese, volta a definire gli interventi per la tutela e lo sviluppo di queste, le norme per l'immediata riduzione degli oneri burocratici a loro carico, misure di semplificazione amministrativa, delega al Governo in materia di tutela e di sviluppo delle micro, piccole e medie imprese, oltre a una relazione che contiene diversi aspetti importanti.
  Siamo quindi a chiedere al Governo, e in particolare al Ministro per lo sviluppo economico, quale attività abbia in corso il Governo per la definizione della legge annuale, ed entro quale data intenda portare in Consiglio dei ministri il disegno di legge.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha facoltà di rispondere.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, onorevole, ieri non sono riuscito a vedere se lei era presente: ho risposto allo stesso quesito nell'incontro che abbiamo avuto nelle Commissioni congiunte Camera e Senato (eravamo appunto al Senato). Ritorno molto volentieri sulla questione, perché essa è davvero importante, e lei l'ha annunciata con grande precisione: la legge per le micro, piccole e medie imprese non l'abbiamo presentata entro la data prevista, giugno, perché contemporaneamente sono state adottate misure che in qualche modo bisognava mettere in funzione, e di cui bisognava tener conto, in particolare nel decreto-legge «del fare».
  Stiamo lavorando per presentare la legge che tiene conto del decreto-legge «del fare» entro il mese di settembre. In particolare, tra i temi allo studio, vi sono fra gli altri: misure per rafforzare la aggregazioni e le reti; misure per premiare anche fiscalmente le micro e piccole imprese che si affacciano ai mercati internazionali, anche attraverso i canali telematici; interventi per favorire l'utilizzo di manager temporanei per le imprese; ulteriori interventi di semplificazione per le imprese, alcune dei quali sono già state inseriti nel disegno di legge sulle semplificazioni; istituzione di strumenti per facilitare il processo di trasmissione di impresa per gli imprenditori intenzionati a cessare l'attività e nel caso delle imprese familiari; sostegno a forme che facilitino l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l'attività imprenditoriale, con particolare riguardo all'imprenditoria femminile; l'estensione delle misure per start up innovative a più ampie tipologie d'azienda.
  Penso che si possa dire che le piccole e micro imprese saranno le prime ad avvantaggiarsi dei numerosi interventi di semplificazione e abbattimento degli oneri amministrativi che il Governo ha messo in atto. Si deve intervenire per rilanciare il ruolo degli sportelli unici per le attività produttive, presso i quali coordinare tutte le diverse competenze e procedure, per assicurare alle imprese e ai cittadini la necessaria certezza circa gli adempimenti e i tempi necessari per l'avvio delle attività economiche, ed affiancare all'amministrazione le agenzie per le imprese e tutti gli altri soggetti in grado di sostenere la realizzazione dei nuovi investimenti, in particolare delle piccole e micro imprese che continuano a costituire l'ossatura del sistema economico italiano.
  È mio impegno presentare quindi rapidamente il disegno di legge, come le ho detto prima, in modo tale che, abbinato alle altre misure che sono state adottate, possa essere un ulteriore stimolo e spinta per la nostra economia, in particolare per quel che riguarda la micro, la piccola e media impresa.

  PRESIDENTE. L'onorevole Vignali ha facoltà di replicare.

  RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, Ministro, mi dichiaro molto soddisfatto della risposta. Ho notato anche, rispetto all'intervento di ieri al Senato, un Pag. 35avanzamento che riguarda la data, perché ieri al Senato ha detto «qualche mese», e oggi ci ha detto «la fine di settembre»: di questo noi non possiamo ovviamente che essere soddisfatti.
  Siamo soddisfatti anche perché, come giustamente lo Stato chiede agli imprenditori il rispetto dei tempi di legge, così gli imprenditori si aspettano che anche lo Stato li rispetti. E poi, il Presidente del Consiglio dei ministri ha reso dichiarazioni in Aula, nelle sue linee programmatiche, su interventi a favore delle piccole e medie imprese, di cui riconosce la centralità, come lei stesso ha adesso affermato (e non abbiamo assolutamente motivo di dubitarne, anche in considerazione del territorio da cui lei proviene).
  Noi siamo quindi assolutamente soddisfatti, per parte nostra; parlo anche, credo, a nome dei colleghi della Commissione attività produttive. Qualora il provvedimento arrivasse (ripeto, lo aspettiamo con ansia) lavoreremo anche velocemente, perché si possa approvare in tempi rapidissimi (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

  La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati al Alfreider, Boccia, Michele Bordo, Dambruoso, Di Lello, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Galan, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Merlo, Migliore, Pisicchio, Realacci, Sani, Speranza, Turco e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1326.

  LUISA BOSSA. Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori, perché mi è giunta una e-mail il cui contenuto desidero porre subito all'attenzione dell'Aula.

  PRESIDENTE. Scusi onorevole Bossa, gli interventi sull'ordine dei lavori li facciamo al termine della seduta, deve essere cortese, così ha deciso la Conferenza dei presidenti di gruppo.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Avverto che è in distribuzione la nuova formulazione degli ordini del giorno Brambilla n. 9/1326/3 (Nuova formulazione), Migliore n. 9/1326/19, Tofalo n. 9/1326/23 e Cecconi n. 9/1326/25. Constato l'assenza della deputata Capua che aveva chiesto di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1326/15: si intende che vi abbia rinunciato. A questo punto non mi sembra che ci siano altri colleghi che vogliono illustrare gli ordini del giorno..., l'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1326/16.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, è possibile, in assenza dell'onorevole Capua, illustrare brevemente il suo ordine del giorno ?

  PRESIDENTE. Onorevole Gigli, può illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1326/16, non quello dell'onorevole Capua. Potrà fare una dichiarazione di voto dopo sull'ordine Pag. 36del giorno. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  ALBERTO ZOLEZZI. Non li abbiamo !

  PRESIDENTE. No, sono in distribuzione e anche da un bel po’. Sono lì.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il Governo esprime...

  PRESIDENTE. Scusi, colleghi, siccome il Ministro sta fornendo il parere sugli ordini del giorno e, come sappiamo, è importante anche per le fasi successive, vi pregherei di abbassare il tono della voce e consentire che sia comprensibile il parere del Ministro.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno Vaccaro n. 9/1326/1 con una piccola riformulazione: dopo le parole «impegna il Governo» inserire «a valutare la possibilità», frase che già compare all'inizio del secondo capoverso, ma l'anticiperemmo per reggere tutti e tre i capoversi. Quindi «impegna il Governo a valutare la possibilità», con questa riformulazione esprimiamo parere favorevole. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Piccolo n. 9/1326/2, mentre accoglie l'ordine del giorno Brambilla n. 9/1326/3 con una riformulazione che credo sia già ripresa nel testo...

  PRESIDENTE. C’è una nuova formulazione dell'ordine del giorno Brambilla n. 9/1326/3.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sulla nuova formulazione dell'ordine del giorno Brambilla n. 9/1326/3.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Castelli n. 9/1326/4.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Totaro n. 9/1326/5, Lenzi n. 9/1326/6, Allasia n. 9/1326/7 e Busin n. 9/1326/8.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Caon n. 9/1326/9, purché riformulato nel senso di aggiungere dopo le parole «impegna il Governo» le parole «a valutare la possibilità» e poi segue come da testo diffuso dopo la prima modifica. Quindi, il parere su questo ordine del giorno è favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare la possibilità (...)». Questo ci consente di verificare la conformità al diritto europeo di queste cose che vengono suggerite, per essere sicuri di non incorrere nella procedura di infrazione per il cattivo recepimento.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Marcolin n. 9/1326/10, Bragantini n. 9/1326/11, Prataviera n. 9/1326/12 e Invernizzi n. 9/1326/13.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Rondini n. 9/1326/14, con una piccola riformulazione: dopo le parole «impegna il Governo» inserire le parole «a valutare la possibilità», sempre per consentirci una verifica di compatibilità con il diritto dell'Unione europea.
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Capua n. 9/1326/15.
  Il Governo non accetta l'ordine del giorno Gigli n. 9/1326/16: qui c’è un serio rischio di stravolgimento dell'equilibrio legislativo europeo in senso generale. Per confortare il presentatore dell'ordine del giorno, ricordo che le parti di una direttiva che prevedono delle prescrizioni chiare e costitutive di interesse legittimo sono comunque direttamente applicabili, a prescindere da come il legislatore recepisce la direttiva nell'ordinamento nazionale. Poi, bisogna lasciare al legislatore nell'ordinamento nazionale, così come viene fatto in questo provvedimento, nel caso di specie, nel caso dell'articolo 13, di dettare dei criteri di delega. Quindi, l'ordine del giorno, in parte è – come dicono i giuristi – ridondante, e in parte potrebbe essere Pag. 37inteso come lesivo delle prerogative del legislatore. Quindi, mi scuso, ma il parere è contrario.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Binetti n. 9/1326/17 ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Schirò Planeta n. 9/1326/18.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Migliore n. 9/1326/19, con la seguente riformulazione: inserire dopo le parole «impegna il Governo» le parole «a valutare la possibilità di (...)» e così via.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Giordano n. 9/1326/20, Baroni n. 9/1326/21, Dall'Osso n. 9/1326/22...

  PRESIDENTE. Mi scusi, Ministro, se la interrompo, ma l'ordine del giorno Migliore n. 9/1326/19, a cui lei ha fatto prima riferimento, è già stato riformulato dai presentatori e, quindi, la riformulazione che lei ha proposto era già contenuta nel testo riformulato dai presentatori.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, allora il parere sull'ordine del giorno Migliore n. 9/1326/19 (Nuova formulazione), a maggior ragione, è favorevole.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno Tofalo n. 9/1326/23, anche qui, chiediamo l'inserimento...

  PRESIDENTE. Ministro, anche di questo ordine del giorno è disponibile una nuova formulazione...

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, se la riformulazione è, dopo l'impegno al Governo, l'inserimento delle parole «a valutare la possibilità di (...)» il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. La nuova formulazione è esattamente questa.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Zolezzi n. 9/1326/24.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno Cecconi n. 9/1326/25 ...

  PRESIDENTE. Anche qui c’è una nuova formulazione.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. ... a questo punto, se il testo finisce con le parole: «a tal fine», il parere del Governo è favorevole.

  PRESIDENTE. Va bene. Colleghi, per favore possiamo abbassare leggermente il tono della voce ? Anzi, non leggermente, abbondantemente il tono della voce, per favore. Prego, Ministro.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mantero n. 9/1326/26.
  Per quanto riguarda l'ordine del giorno Lorefice n. 9/1326/27, la riformulazione che chiederemmo, che integra una riformulazione già inserita, è di mettere dopo le parole: «impegna il Governo», le parole: «a valutare la modalità».
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Catalano n. 9/1326/28, Ruocco n. 9/1326/29 e Fantinati n. 9/1326/30.
  Sull'ordine del giorno Di Vita n. 9/1326/31, la riformulazione che chiediamo in questo caso è che siano inserite dopo le parole: «impegna il Governo», le parole: «a valutare le modalità per» e poi segue il testo.
  Sull'ordine del giorno Grillo n. 9/1326/32, anche qui la riformulazione è l'inserimento delle parole: «a valutare le modalità» e poi segue il testo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Vaccaro n. 9/1326/1, accettato dal Governo, purché riformulato. Onorevole Rosato, mi aiuta ? Volevo sapere se l'onorevole Vaccaro accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1326/1. Dunque, prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la Pag. 38votazione dell'ordine del giorno Vaccaro n. n. 9/1326/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Salvatore Piccolo n. 9/1326/2, accettato dal Governo.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Signor Presidente, per il gruppo del PD le riformulazioni vanno bene.

  PRESIDENTE. Quindi, s'intende che anche sugli ordini del giorno accettati e riformulati non si chiede la votazione. Sta bene.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brambilla n. 9/1326/3 (nuova formulazione), accettato dal Governo.
  Onorevole Castelli, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1326/4, accolto dal Governo come raccomandazione ?

  LAURA CASTELLI. Signor Presidente, noi vorremmo farlo mettere ai voti, più che altro perché una raccomandazione è un po’ poco. Questo è un problema sostanziale che lo stesso Ministro comunque ha riconosciuto, e su cui siamo certi si possa prendere oggi una posizione. Una raccomandazione per noi vorrebbe solamente dire che si sa già che ciò è inattuabile, perché in Europa qualcuno non ce lo permetterebbe.
  Pertanto, noi vorremmo che venisse messo ai voti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Castelli n. 9/1326/4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ? Quartapelle, Spadoni, Causi... Qualcuno aiuti l'onorevole Spadoni perché non riusciamo a risolvere il problema. Bene, adesso ha votato. Hanno votato tutti ? Onorevole Giammanco, l'ho vista. Cardinale, Mogherini... Credo che lei abbia un impedimento dentro il suo... dovrebbe togliere quello che c’è dentro... perché la vediamo accesa... allora è in tilt la postazione dell'onorevole Mogherini. Luciano Agostini... Bene, mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  422   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Totaro n. 9/1326/5, Lenzi n. 9/1326/6, Allasia n. 9/1326/7 e Busin n. 9/1326/8, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caon n. 9/1326/9, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Marcolin n. 9/1326/10, Bragantini n. 9/1326/11, Prataviera n. 9/1326/12 e Invernizzi n. 9/1326/13, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/1326/14 e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capua n. 9/1326/15, accettati dal Governo.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Gigli n. 9/1326/16, su cui c’è parere contrario del Governo.

Pag. 39

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, prendo atto del parere contrario del Governo. Ritengo l'ordine del giorno né ridondante né limitativo delle prerogative del legislatore. Ritengo che avrebbe anzi rafforzato gli impegni previsti sia dall'ordine del giorno della XII Commissione (affari sociali), a primo firmatario Lenzi, che da quello dell'onorevole Capua, permettendo al ricercatore italiano di avere garanzie di certezza nell'accesso ai fondi per la ricerca. Stante tuttavia la presa di posizione del Governo, ritiro l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Binetti n. 9/1326/17, accolto dal Governo come raccomandazione.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, non insisto, anche se non ho capito perché l'ordine del giorno è stato accolto come raccomandazione e non vi è stato un parere favorevole, dal momento che si colloca nella linea che abbiamo cercato tutti di seguire attraverso quest'articolo 13, che è quella di sostenere la ricerca scientifica, soprattutto in quelle che sono le frontiere più avanzate in cui l'Italia conta davvero, con una leadership sul piano internazionale riconosciuta da anni, come è quella nei trapianti, e anche negli xenotrapianti. Non lo capisco, però lo accetto per quello che è, e spero che ci siano ulteriori occasioni per sostenerlo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Schirò Planeta n. 9/1326/18, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Migliore (Nuova formulazione) n. 9/1326/19, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Giordano n. 9/1326/20, Baroni n. 9/1326/21, Dall'Osso n. 9/1326/22 e Tofalo (Nuova formulazione) n. 9/1326/23, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Onorevole Zolezzi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1326/24, accettato dal Governo ?

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, accettiamo comunque quanto proposto dal Governo. Vorrei solo porre l'attenzione velocissimamente su questo ordine del giorno. Nel recepimento della direttiva n. 27 si parla di una quota annuale di edifici del Governo centrale da adeguare a nuove norme di qualificazione energetica. Con l'auspicio che si possa aumentare la percentuale annuale di questo tipo di edifici, estendendolo anche agli edifici della pubblica amministrazione, è possibile eventualmente rifarsi al sistema creditizio, che già in qualche modo sta intervenendo in analoghe situazioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Moavero. Credo per una precisazione. Ne ha facoltà.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, intervengo giusto perché è stata attirata la mia attenzione su un piccolo refuso, un errore materiale riguardo all'ordine del giorno Brambilla n. 9/1326/3. Nella frase che è stata inserita come modifica, prima riformulazione, prima del parere dato qui in Aula: le prime parole sono «a valutare la sussistenza delle condizioni»; dice il testo distribuito «allorché», in realtà trattasi di «affinché», nella formula che noi avevamo suggerito come riformulazione. Se può esser accettata...

  PRESIDENTE. Come errore materiale, va bene, lo correggiamo così.
  Volevo dire all'onorevole Zolezzi che noi eravamo precedentemente all'ordine del giorno Tofalo n. 9/1326/23 (Nuova formulazione) su cui c'era il parere favorevole del Governo, come anche sul n. 9/1326/24 a sua firma; prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Cecconi n. 9/1326/25 (Nuova formulazione) e Mantero n. 9/1326/26, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.Pag. 40
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lorefice n. 9/1326/27, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Catalano n. 9/1326/28, Ruocco n. 9/1326/29 e Fantinati n. 9/1326/30 su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Vita n. 9/1326/31 e Grillo n. 9/1326/32, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunciato allo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale. Non vedo obiezioni, quindi così rimane stabilito.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1326)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1326, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Segoni, Piepoli, Mazzoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 587 – «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2013» (Approvato dal Senato) (1326):

   Presenti e votanti  452   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  438    
    Hanno votato no   14    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 588 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 1327) (ore 16,25).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1327: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013.
  Ricordo che nella seduta del 30 luglio 2013 si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella relativa al disegno di legge di delegazione europea e alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2012, e che i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge.
  Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Parrini, Capua, Mariastella Bianchi, Tripiedi... colleghi, poi vi pregherei di rimanere in Aula, perché abbiamo diverse votazioni.Pag. 41
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  477   
   Votanti  458   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  458    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, D'Uva, Savino, Vitelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  480   
   Votanti  462   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato  462    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Ricciatti 3.5.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ricciatti 3.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, è stato presentato questo emendamento perché l'articolo 3 sulle guide turistiche si basa su un errore: in particolare, si sta applicando alle guide turistiche la direttiva 2006/123/CE, per intenderci la ex direttiva Bolkenstein, mentre è stato dimostrato che le professioni e le guide ricadono sotto la direttiva 2005/36/CE, sulle qualifiche professionali. E vorrei richiamare l'attenzione delle colleghe e dei colleghi sia del gruppo del PdL che del gruppo del PD, perché l'onorevole Vicepresidente del Parlamento europeo, appartenente al gruppo del PdL, Roberta Angelilli, e l'onorevole Sergio Cofferati confermano questa posizione. Quindi, con il nostro emendamento, noi di SEL, vorremmo che per i professionisti del turismo fosse rispettato l'articolo 57 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, dove, appunto, si prevede il rispetto delle norme dello Stato nel quale si svolge l'attività lavorativa. Per questo chiediamo a tutte le colleghe e a tutti i colleghi, soprattutto in virtù del fatto che alcuni colleghi dei gruppi del PdL e del PD nel Parlamento europeo sono d'accordo con questa impostazione e con questa lettura, di sostenere il nostro emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.Pag. 42
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Di Gioia, Artini, Pesco, Vargiu, Fratoianni, Bersani, Vitelli... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  481   
   Votanti  365   
   Astenuti  116   
   Maggioranza  183   
   Hanno votato   48    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Ragosta, Vitelli, Fratoianni, Valiante, Oliaro, Di Maio... Se l'onorevole D'Ambrosio si siede, io riesco a vedere se l'onorevole Di Maio ha votato. Colletti... Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  410   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  406    
    Hanno votato no  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Gagnarli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto ed avrebbe voluto astenersi; i deputati Dell'Orco e Liuzzi hanno segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Toninelli, Vitelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  485   
   Votanti  466   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  466    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luciano Agostini, Di Lello, Madia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  471   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  471    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 43

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Cardinale, Capodicasa, Di Lello, Fossati, Rostan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  471   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  471    
  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Prataviera ha segnalato che non è riuscito a votare e i deputati Nissoli e Vargiu hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).
  Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ricciatti 7.4.

  PRESIDENTE. Il Governo ?
  Onorevole Brambilla, se lascia al Governo la possibilità di esprimere il parere... Stiamo parlando dell'emendamento Ricciatti 7.4.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ricciatti 7.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, si tratta di un emendamento importante perché mira ad evitare che il testo della legge produca una condizione discriminatoria, perfino un arretramento, rispetto all'orientamento prevalente oggi in Italia della giurisprudenza in merito di accesso alla pubblica amministrazione da parte dei cittadini stranieri.
  Ciò, quando la pubblica amministrazione utilizza il criterio della cittadinanza invece che del permesso di soggiorno, utile allo svolgimento dell'attività lavorativa sul territorio nazionale; è una condizione denunciata in molti casi dall'UNAR, l'Ufficio nazionale contro le discriminazioni, che determina un'ulteriore condizione di arretramento del contesto civile di questo Paese. Per questo invitiamo l'Aula a sostenerlo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 7.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nissoli... Ricciatti... Cardinale... Baruffi... Malisani... Gasparini... Fiano... Cardinale ancora non riesce a votare, forse bisognerà ...ha votato.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  491   
   Votanti  389   
   Astenuti  102   Pag. 44
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   37    
    Hanno votato no  352    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Ragosta... abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  492   
   Votanti  470   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  460    
    Hanno votato no   10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello... Di Gioia... Tancredi... Spadoni... Tancredi... Di Gioia continua ad avere problemi con la postazione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  491   
   Votanti  471   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato  470    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese... Spadoni... Vitelli... Malpezzi... Baruffi... Capodicasa... Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  494   
   Votanti  475   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  474    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni... Colonnese... Piepoli... Vignali... hanno votato tutti ? Vitelli... Ferrari... Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  495   
   Votanti  477   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  477    

Pag. 45

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni ? Mi rendo conto, purtroppo ci sono dei giorni... però non levi la tessera, non deve togliere la tessera.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  496   
   Votanti  492   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  247   
    Hanno votato  492.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giorgis ? Spadoni ? Magorno ? Brandolin ? Piepoli ? Rossi ? Chaouki ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  496   
   Votanti  492   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  247   
    Hanno votato  492.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer ? Colonnese ? Vargiu ? Baruffi ? Tidei ? Ciprini ? Vitelli ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  493   
   Votanti  474   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  474.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, per tutti e tre gli emendamenti, Franco Bordo 14.3, 14.4 e Palazzotto 14.5, vi è l'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 46

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 14.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, con questo emendamento noi volevamo porre all'attenzione di quest'Aula il fatto che nel caso specifico di allevamento avicolo molto spesso succede che il non adeguamento delle strutture dell'allevamento e delle gabbie risulta più conveniente delle sanzioni e quindi questo crea un mercato illecito anche troppo ampio. Dunque l'aumento delle sanzioni in questo caso favorisce il rispetto della normativa (sanzioni che passano da 9.300 euro a 37.200 euro).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 14.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crimi ? Vitelli ? Baruffi ? Madia ? Chiarelli ? Ferrari ? Fiano ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  495   
   Votanti  389   
   Astenuti  106   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  38    
    Hanno votato no  351.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 14.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, anche in questo caso, come quello precedente, noi proponiamo, per le stesse ragioni, un inasprimento della sanzione per cui le parole: «euro 3.100 a euro 18.600» sono sostituite con le seguenti: «euro 9.300 a euro 27.900».

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 14.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Lotti, Dallai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  495   
   Votanti  394   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  38    
    Hanno votato no  356.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

(I deputati Stumpo e Distaso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Palazzotto 14.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, in questo caso parliamo di uova e ci si riferisce al sequestro, alla sanzione accessoria che molto spesso viene vanificata perché la messa in vendita della merce sequestrata crea ovviamente un'immissione nel mercato di merce non prodotta Pag. 47legalmente. Quindi, noi chiediamo che a nessun titolo possano essere messe in vendita le uova che sono oggetto del sequestro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 14.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nissoli, Malpezzi, Pilozzi, Abrignani, Stumpo, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  488   
   Votanti  383   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  32    
    Hanno votato no  351.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

(I deputati Stumpo e Distaso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e la deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Pilozzi, Piepoli, Mottola, Sbrollini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  491   
   Votanti  469   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  459    
    Hanno votato no  10.    
  (La Camera approva – Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ricciatti 15.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Ricciatti 15.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, dopo il comma 5, chiediamo di aggiungere un comma 5-bis, affinché il Ministro della salute implementi lo sviluppo, l'applicazione e la diffusione di metodi sostitutivi al modello in vivo, perché nell'articolato e nella prefazione del regolamento in esame viene chiaramente espressa la necessità di ridurre al minimo il numero dei test sugli animali e per incoraggiare, invece, la raccolta di informazioni con metodi alternativi.
  Quindi, il senso del nostro emendamento è che questi metodi alternativi, soprattutto, non richiedano sperimentazione sugli animali: principio trasversale a numerose normative europee che vedono, peraltro, prioritari i metodi alternativi rispetto al modello animale, e sottolineano, invece, l'importanza della tutela di tali esseri senzienti. Ed è per questo, che a noi piacerebbe che il nostro emendamento venisse votato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 48
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 15.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura, Fitto, Cicchitto, Martella. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  494   
   Votanti  387   
   Astenuti  107   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   41    
    Hanno votato no   346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco, Rostan, Malisani, De Micheli, Grassi. Hanno votato tutti ? Lainati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  501   
   Votanti  478   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  476    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Il deputato Nicola Bianchi ha segnalato di essersi astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Nicchi 16.3.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Nicchi 16.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, il senso di questo emendamento è ribadire la necessità che sia incluso il controllo dell'origine dei prodotti cosmetici, soprattutto, per quanto riguarda l'importazione, affinché venga rispettato e monitorato questo vincolo a garanzia dei consumatori e, soprattutto, in piena ottemperanza a quanto previsto dal quadro legislativo europeo. Poi, chiediamo nel nostro emendamento la sostituzione di un comma perché è importante che il divieto di sperimentazione e di importazione di materie cosmetiche testate su animali includa anche quelle utilizzate anche in altri ambiti, affinché tale vincolo sia oggettivamente rispettato.
  Ricordiamo, inoltre, che l'articolo 16 in esame reca alcune norme intese a garantire l'applicabilità del suddetto regolamento...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Ricciatti. Colleghi, sono poche dichiarazioni di voto, penso che abbiano il diritto di Pag. 49essere fatte con un minimo di possibilità di essere ascoltate anche. Prego, onorevole Ricciatti.

  LARA RICCIATTI. ...n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai prodotti cosmetici.
  Insomma, noi chiediamo che le norme in esame si rendano necessarie in quanto con decorrenza dall'11 luglio 2013 è abrogata, da parte del regolamento (CE) n. 1223/2009, la direttiva 76/768/CEE del Consiglio, concernente il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai prodotti cosmetici e, di conseguenza, non potrà trovare più applicazione la normativa nazionale di recepimento di quest'ultima. Chiedo a quest'Aula di votare a favore del nostro emendamento perché penso che la tutela della salute delle persone che utilizzano cosmetici sia da garantire e da estendere il più possibile e ritengo che conoscere gli ingredienti, la provenienza e dove sono stati testati i cosmetici che, in modo particolare, usano le donne, sia particolarmente importante.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 16.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, Vecchio, Rostan, Pisicchio, Milanato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  493   
   Votanti  388   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   40    
    Hanno votato no   348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Giammanco, De Lorenzis, Rostan, Di Maio, Fraccaro, Ferrari, Lotti, Guerra...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  500   
   Votanti  480   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato  479    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mannino, Vitelli, Malisani, Cani, Di Benedetto, Bonifazi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  502   
   Votanti  483   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato  482    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 18 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.Pag. 50
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nissoli, Quartapelle, Amendola, Lacquaniti, Garavini, Capodicasa, Carella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  500   
   Votanti  479   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  479.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesi, Carrescia, Gitti, Donati, Capodicasa, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  502   
   Votanti  500   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  251   
    Hanno votato  500.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Lainati, Giammanco, Nicchi, Palma, Bernardo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  503   
   Votanti  502   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  252   
    Hanno votato  502.

  La Camera approva (Vedi votazioni)

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Nicchi, Cesaro Antimo, Cancelleri, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  506   
   Votanti  493   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  247   
    Hanno votato  492    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), Pag. 51al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Pilozzi, Giammanco, Daniele Farina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  500   
   Votanti  484   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato  484.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 23 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, per entrambi gli emendamenti il parere è di invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Prataviera 23.8. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, questo emendamento è stato presentato per modificare le linee guida per la definizione delle soglie dei criteri per l'assoggettamento dei progetti alla procedura di esclusione dalla VIA allo screening. Sono rivolte alle regioni: pertanto noi proponiamo di ritenere preferibile rinforzare il parere della Conferenza Stato-regioni, con l'intesa. Quindi non più parere, ma intesa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 23.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Luciano Agostini, Ricciatti, Mucci, Mazziotti di Celso, Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  502   
   Votanti  397   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no  372.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 23.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Vitelli, Magorno, Gnecchi, Mazzoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  500   
   Votanti  398   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no  373.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 52

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
   Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Vitelli, Giorgis, Capodicasa, Currò, Gregori, Cenni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  500   
   Votanti  478   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  475    
    Hanno votato no   3.    
  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Nicchi, Capodicasa, Brugnerotto, Baroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  498   
   Votanti  474   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  474.    
  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 25 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

   Onorevoli Vitelli, Piepoli, Capodicasa, Capua, Lainati, Calabria...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  506   
   Votanti  485   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  243   
    Hanno votato  485.    
  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 26 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro su tutti gli emendamenti, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Palazzotto 26.15.
  Ha chiesto di parlare il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, con il presente emendamento si vuole delimitare ad un arco temporale ben preciso, cioè nell'arco temporale della delega, Pag. 53l'esercizio dell'attività venatoria, legandolo al raggiungimento dei capi utilizzati al prelievo preciso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 26.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vitelli, Mazzoli, Malisani, Causi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  501   
   Votanti  380   
   Astenuti  121   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  42    
    Hanno votato no   338.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 26.19. Ha chiesto di parlare il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, non riusciamo a capire il perché di questo parere contrario da parte del Governo, in quanto riteniamo che avvalersi di organismi locali professionalmente preparati, attenti e radicati sul territorio e con una riconosciuta esperienza sia fondamentale per una corretta e capillare rilevazione dei dati inerenti le specie oggetto di deroga, è ulteriormente indispensabile e di aiuto all'ISPRA per avere un costante e preciso monitoraggio dei territori interessati per il calcolo della piccola quantità in deroga, come richiesto tra l'altro dalla direttiva n. 147 del 2009. Inoltre, considerando che la stessa Corte costituzionale con la sentenza n. 16 del 2012 relativa alla regione autonoma della Sardegna ha affermato che il parere rilasciato da un istituto a livello regionale è da ritenersi...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassiamo un po’ il tono della voce ?

  STEFANO BORGHESI. ... e che poi l'importanza degli istituti regionali è stata legittimata anche da una pronuncia della Commissione ambiente UE del 6 giugno 2013, non riusciamo a capire perché questo emendamento, che a nostro modo di vedere è solo migliorativo, non possa avere l'accoglimento del Governo.
  Quindi invitiamo tutti i deputati qui presenti a rivalutare questo emendamento e a dare il loro parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 26.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  501   
   Votanti  391   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  19    
    Hanno votato no   372.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 26.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Centemero, Antimo Cesaro, Pellegrino, Gregori, Gandolfi, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.

Pag. 54

(La deputata Coccia ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  499   
   Votanti  395   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  22    
    Hanno votato no   373.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 26.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Nesci, Colonnese, Gribaudo, Coccia, Speranza, Rosato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  496   
   Votanti  391   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   22    
    Hanno votato no   369.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 26.16.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, siamo sempre nell'ambito delle attività venatorie: questo emendamento vuole semplicemente eliminare la parola «grave» dall'articolo, in quanto non possiamo considerarla un'unità di misura della diminuzione della consistenza numerica delle specie oggetto di attività venatoria stessa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 26.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vignali, Malisani, D'Ambrosio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  503   
   Votanti  402   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   39    
    Hanno votato no   363.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 26.35, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Magorno, Gribaudo, Nicoletti, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  504   
   Votanti  399   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   26    
    Hanno votato no   373.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 26.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 55
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Cesa... onorevole Magorno... Bene, l'onorevole Cesa ha votato. Tidei... Abbiamo votato tutti ? Mi pare di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  502   
   Votanti  398   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   38    
    Hanno votato no  360.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 26.23.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi 26.23. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo coinvolgere, con un'attenta, responsabile e rigorosa tempistica, le amministrazioni regionali, l'ISPRA, gli organismi e gli istituti regionali, il Ministero dell'ambiente, quello delle politiche agricole e quello per gli affari regionali, in quanto si mira a garantire un attento e peculiare monitoraggio e un controllo su tutta la procedura, come più volte ci ha richiesto la Commissione europea.
  Quindi, chiediamo il vostro voto favorevole su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 26.23, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Magorno, Righetti, Lombardi... Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  507   
   Votanti  400   
   Astenuti  107   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   23    
    Hanno votato no  377.    
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vargio, ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 26.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, anche qui riteniamo che al comma 2, capoverso «Articolo 19-bis», comma 6, il secondo periodo sia superfluo, in quanto le schede di monitoraggio garantiscono un controllo preciso e tempestivo e, quindi, il problema del superamento non sussiste, in quanto la giunta regionale in qualsiasi momento può interrompere il prelievo in deroga per il raggiungimento della quota stabilita per singola specie o per sopravvenute cause sfavorevoli.
  Quindi, a nostro modo di vedere questo secondo periodo è da abrogare, appunto, per questi motivi.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 26.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, Malpezzi, Magorno, Capodicasa... Mazzoli ancora non riesce e neanche Grassi... Sì, adesso Grassi sì... Mazzoli sì... Mi pare che abbiamo votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  509   
   Votanti  396   
   Astenuti  113   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  378.    Pag. 56
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stiamo votando l'articolo... Votiamo l'articolo 26. Cozzolino... Piepoli ha votato. Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  508   
   Votanti  499   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  250   
    Hanno votato  476    
    Hanno votato no  23.    
  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 27 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Piepoli, Nissoli, Antimo Cesaro, Casati, Saltamartini, Sbrollini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  507   
   Votanti  486   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato  484    
    Hanno votato no  2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 28 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Malisani, Di Lello, Verini, Madia...

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 17,30)

  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  509   
   Maggioranza  255   
    Hanno votato
 509).    

(Esame dell'articolo 29 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Cesa, Giammanco, Capodicasa, Bargero...
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  505   
   Maggioranza  253   
    Hanno votato
 509).    

(Esame dell'articolo 30 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), Pag. 57al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Sanga, Monchiero, Magorno, Simoni, Giachetti ...
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  517   
   Votanti  516   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  259   
    Hanno votato
 516).    

  (Il deputato Lainati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 31 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Capua, Piepoli, Antimo Cesaro, Madia, Leva, Daniele Farina, Capelli, Sottanelli...
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  510   
   Votanti  495   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  248   
    Hanno votato
 495).    

  (Il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 32 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Leva, Piepoli, Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  509   
   Votanti  490   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  246   
    Hanno votato
 490).    

(Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 33 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).
  Passiamo alla votazione dell'articolo 33.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Capua, Lavagno, Leva, Ferrari, Fraccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  512   
   Votanti  491   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  246   
    Hanno votato
 491).    

Pag. 58

  Passiamo all'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 33.07.
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO ALLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 33.07 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 33.07, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bosco, Locatelli, Piepoli, Paolo Bernini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  513   
   Votanti  411   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  31    
    Hanno votato
no  380).    

(Esame dell'articolo 34 – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A – A.C. 1327), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moretti, D'Ambrosio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  506   
   Votanti  482   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato
 480    
    Hanno votato
no    2).    

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1327).
  Avverto che l'ordine del giorno Nicchi n. 9/1327/27 è stato ritirato dalla presentatrice.
  Avverto, altresì, che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, non ritiene ammissibile l'ordine del giorno Mannino n. 9/1327/2, che, essendo volto a promuovere l'abrogazione o la revisione di disposizioni nazionali in materia di affidamento di opere di urbanizzazione primaria, risulta estraneo rispetto al contenuto del provvedimento.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante... Ha chiesto di parlare l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà. Quale ordine del giorno intende illustrare, onorevole Fedriga ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. L'ordine del giorno a mia prima firma. Non so il numero.

  PRESIDENTE. Si tratta dell'ordine del giorno n. n. 9/1327/17. Prego.

Pag. 59

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, questo ordine del giorno vorrebbe impegnare il Governo a cercare di rendere, per lo meno, il nostro Paese allo stesso livello, per quanto riguarda le procedure di screening, degli altri Paesi europei.
  Il rischio che noi individuiamo è che avvenga che procedure maggiormente burocratiche investano chi vuole investire nel nostro Paese, a differenza di altri Stati europei. Abbiamo quindi deciso di presentare questo ordine del giorno in modo che le Commissioni parlamentari abbiano la possibilità di essere informate per quanto riguarda le linee guida che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dovrà emanare, permettendo un confronto in merito all'individuazione di tali criteri. Noi chiediamo pertanto che il Governo accolga questo ordine del giorno. Oltretutto esso ci sembra ampiamente condivisibile in quanto non vuole limitare eccessivamente le decisioni che il Ministero stesso vorrà prendere, ma vuole invece che ci sia una condivisione con le Commissioni parlamentari, per dare l'indirizzo di alleggerire al massimo, e non burocratizzare, le pratiche necessarie. Noi siamo convinti che è fondamentale la massima tutela dell'ambiente, ma d'altro lato, non bisogna esasperare, nel senso che se l'ambiente è tutelato, non bisogna andare a gravare troppo sulle nostre imprese. Quindi chiedo al Ministro Moavero, che ha mostrato particolare sensibilità anche nel provvedimento precedente sui diversi ordini del giorno, di accogliere, quando darà i pareri, questa nostra proposta di ordine del giorno, e quindi di esprimere parere favorevole alla stessa.

  PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1327/19.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, volevo dare lettura dell'ordine del giorno n. 9/1327/19 di cui sono primo firmatario: «L'articolo 26 del disegno di legge all'esame prevede modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Serve un lavoro sempre più dettagliato e analitico sui flussi migratori come previsto dalla legge nazionale n. 157/92 e dalla relativa guida interpretativa. Al fine di una corretta e capillare rilevazione dei dati inerenti le specie oggetto di deroga, considerando la difficoltà dimostrata negli anni» (come dimostrato e confermato anche dallo «ultimo parere utile dell'ISPRA, datato 2005), avvalersi di organismi locali professionalmente preparati, attenti, radicati e di riconosciuta esperienza risulta essere ormai una necessità inderogabile. Avvalersi di istituzioni scientifiche o altri istituti riconosciuti a livello regionale, risulterebbe molto utile ed indispensabile all'ISPRA per avere un costante e preciso monitoraggio dai territori interessati per il calcolo della piccola quantità oggetto di deroga, così come richiesto dalla direttiva 2009/147/CE e di conseguenza l'ISPRA potrebbe così esprimere un parere più selettivo. È assodata la reticenza dal 2005 dell'ISPRA» a fornire dati in tempo utile, a causa dell'impossibilità materiale «di rilasciare pareri precisi sulle specie oggetto di deroga come già ripetutamente richieste da alcune amministrazioni regionali. La stessa Corte costituzionale con la sentenza n. 16 del 2012 relativa alla regione autonoma della Sardegna» ha affermato «che il parere rilasciato da un istituto a livello regionale è da ritenersi pienamente legittimo. L'importanza degli istituti regionali è legittimata anche dalla risposta della Commissione ambiente» dell'Unione europea datata 6/6/2013.
  Quindi, preso atto di questo quadro complessivo, noi riteniamo utile, con questo ordine del giorno, impegnare il Governo a prevedere, in questa prossima legge europea, delle modifiche alla legge n. 157 del 1992, modifiche volte a favorire l'affiancamento all'ISPRA di istituzioni scientifiche o altri istituti riconosciuti a livello regionale, per la valutazione della concessione delle deroghe venatorie.
  Quindi, noi siamo convinti che, attraverso l'approvazione di questo ordine del giorno, una situazione che oggi è in fase di Pag. 60stallo, e che ormai da diversi anni aspetta delle soluzioni, possa essere risolta e, finalmente, vi possano essere dei dati certi tutti gli anni, che poi permettano delle valutazioni concrete, delle valutazioni idonee, al fine poi di capire realmente se e in quali quantità concedere le deroghe venatorie.
  Quindi, a nostro modo di vedere, qui si va nella direzione di migliorare quella che è una situazione che, col passare di questi anni, risulta sempre più inaccettabile. Quindi, noi tentiamo di risolvere un problema, un problema che è sentito dal mondo venatorio, un problema che nel corso di questi anni, purtroppo, non ha ancora trovato una soluzione. Riteniamo che attraverso l'approvazione di questo ordine del giorno vi sia una soluzione idonea.
  Quindi, a nostro modo di vedere, affiancare all'ISPRA queste istituzioni scientifiche, o comunque altri istituti riconosciuti a livello regionale, permetterà una valutazione più consona, e soprattutto in tempi reali, sulla concessione delle deroghe venatorie. Quindi invitiamo ad approvare questo ordine del giorno così com’è presentato.

  PRESIDENTE. La deputata Mucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1327/29.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno noi cerchiamo di tutelare il patrimonio artistico, culturale e archeologico del nostro Paese. In che maniera ? Per quanto riguarda le guide turistiche che provengono dai Paesi esteri, noi chiediamo che ci sia, quanto meno, una verifica delle competenze, se non un periodo di tirocinio formativo, che garantisca una competenza adeguata a quello che è il ruolo della guida turistica, un ruolo fondamentale all'interno del territorio nazionale.
  Il nostro patrimonio, in termini di storia, di cultura, di archeologia, è inestimabile e, lo sappiamo tutti, va tutelato al massimo, con una competenza adeguata, perché comunque la guida è l'interfaccia che si frappone con il turista che viene all'interno del territorio nazionale e se viene svilito il nostro patrimonio, ne perde un settore importante come quello turistico, che rappresenta il 10,3 per cento del PIL.
  Sempre per quanto riguarda l'articolo 3 noi siamo un po’ perplessi per quanto riguarda il sottoporre le guide turistiche alla direttiva «servizi» n. 2006/123, e invece vorremmo che le guide turistiche siano sottoposte alla disciplina sulle qualifiche professionali di cui alla direttiva n. 2005/36 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Il deputato Catalano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1327/33.

  IVAN CATALANO. Signor Presidente, l'ordine del giorno che ho presentato è la trasformazione di un emendamento che avevamo posto all'articolo 31 della legge, e chiede al Governo di impegnarsi a valutare la possibilità di investire l'autorità dei trasporti come ente conciliatore per i pedaggi SET.
  Dato che l'Unione europea non dà vincoli rigidi su chi deve ricoprire questo incarico, con questo ordine del giorno, quindi, invitiamo il Governo a valutare l'opportunità di prendere in considerazione e di rivestire l'Autorità dei trasporti di questo incarico di organo conciliatore.

  PRESIDENTE. La deputata Pinna ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1327/34.

  PAOLA PINNA. Signor Presidente, signori deputati, l'articolo 3 del disegno di legge europea 2013 tratta una materia delicata e disciplinata sino ad oggi in maniera quanto mai controversa. Infatti in merito alle professioni turistiche e, nello specifico, a quella di guida turistica, si era creato in Italia un assurdo regime di discriminazione a sfavore degli stessi cittadini italiani, dato che l'esercizio dell'attività di guida turistica continuava ad essere vincolato al territorio regionale o Pag. 61provinciale in cui era abilitata: una sorta di discriminazione alla rovescia in quanto le guide italiane, a differenza di quelle comunitarie, continuavano ad avere un ambito territoriale limitato. Nello specifico la legge n. 135 del 2001, la legge cornice sul turismo, pone espressamente un'eccezione per le guide turistiche alla regola della validità su tutto il territorio nazionale dell'autorizzazione all'esercizio della professione turistica, mentre il decreto legislativo n. 206 del 2007, il cosiddetto Bersani-bis di recepimento della direttiva 2005/36/CE sul riconoscimento delle qualifiche professionali, dispone che i soggetti abilitati allo svolgimento dell'attività di guida turistica nell'ambito dell'ordinamento giuridico del Paese comunitario di appartenenza operano in regime di libera prestazione dei servizi, senza necessità di alcuna autorizzazione né abilitazione.
   L'articolo 3 della legge europea 2013 avrà l'effetto di far saltare tale discriminazione prevedendo che l'abilitazione professionale conseguita in qualsiasi regione o provincia italiana sia valida su tutto il territorio nazionale. Lo scopo della disposizione in oggetto è quello di evitare l'apertura di una procedura di infrazione a causa della violazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno laddove la legislazione nazionale prevede che l'abilitazione all'esercizio della professione di guida turistica abbia validità solo nella regione o provincia di rilascio, precludendo pertanto alle guide la possibilità di esercitare la professione a livello nazionale.
  Tuttavia, appare chiaro che, per quanto l'intervento attuato forse necessario, non risulta esaustivo. Urge, come evidenziato dalla stessa Commissione europea, la definizione di uno specifico testo normativo relativo all'esercizio di guida turistica. La disciplina di tale professione è stata sempre oggetto di dubbi e discutibili interpretazioni che hanno prodotto gravi disparità di trattamento rispetto alle varie aree geografiche del territorio nazionale come affermato dalla Corte costituzionale, limitando lo stesso esercizio del diritto al lavoro previsto dall'articolo 120 della nostra Costituzione e ledendo la libera prestazione di servizi ai sensi del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
  Pertanto, con il presente ordine del giorno, si chiede al Governo un impegno finalizzato alla revisione organica e complessiva della materia che non si limiti ai profili oggetto dell'articolo 3 del disegno di legge europea 2013 ma che riguardi anche i requisiti di accesso per l'abilitazione alla professione e le relative modalità di verifica che devono essere uniformi sull'intero territorio nazionale evitando ogni discriminazione tra aspiranti guide turistiche.
  Inoltre deve essere riconosciuta la specifica e peculiare professionalità delle guide. Esse sono custodi del nostro patrimonio e non vanno confuse con gli accompagnatori turistici le cui competenze sono diverse e complementari. La guida turistica infatti conduce i visitatori nella lingua da loro scelta e interpreta il patrimonio culturale e naturale di un territorio. L'accompagnatore, invece...

  PRESIDENTE. Deputata Pinna, concluda.

  PAOLA PINNA. Concludo: l'accompagnatore invece concorre in supervisione allo svolgimento del viaggio, assicurando il compimento del programma.
  Fino ad oggi c’è stata troppa confusione a livello normativo ed organizzativo: è mancata una chiara e puntuale verifica delle conoscenze e competenze ai fini dell'abilitazione. È giunto il momento di evidenziare e tutelare questa professione, per la cui formazione è fondamentale la conoscenza approfondita di materie multidisciplinari. Si tratta infatti di una cultura a trecentosessanta gradi, che si acquisisce solo con un percorso formativo di specializzazione ed un continuo aggiornamento.

  PRESIDENTE. Il deputato Bernini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1327/40.

  MASSIMILIANO BERNINI. Bernini Massimiliano, giusto ?

Pag. 62

  PRESIDENTE. Sì, Bernini Massimiliano, perché c’è un altro Bernini nello stesso gruppo: scusate, non avevo inteso. Prego.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signora Presidente e colleghi, il MoVimento 5 Stelle ha presentato questo ordine del giorno per porre l'attenzione del Governo e dell'Aula sull'articolo 26 della legge europea 2013. Come è noto, questa proposta dovrebbe costituire la risposta alla messa in mora della Repubblica italiana in seguito al non completo adeguamento alla sentenza di condanna emessa dalla Corte di giustizia delle Comunità Europee il 15 luglio 2010, ai sensi dell'articolo 226, oggi 258, del Trattato dell'Unione europea e al perdurare di una situazione critica, in particolare per ciò che riguarda le deroghe ai sensi dell'articolo 9 della direttiva 147/09/CE, detta «uccelli». Riteniamo che la proposta introduca degli elementi di interessante novità in un quadro, quello del prelievo venatorio, gestito in maniera estremamente eterogeneo nell'ambito delle regioni italiane. Tra questi: la deroga viene definita di carattere eccezionale; l'obbligo di adottare le deroghe con atto amministrativo; l'obbligo di comunicare all'ISPRA, entro aprile, l'intenzione di derogare al prelievo venatorio su specie migratrici; uno snellimento infine del meccanismo di controllo.
  Entro nel merito del nostro ordine del giorno: fino ad oggi, da parte delle regioni, il parere dell'ISPRA non è stato considerato vincolante, ma puramente consultivo da parte delle regioni ai fini della richiesta di deroga. Questo ha fatto sì che in Italia milioni di piccoli fringuelli, peppole e via dicendo, protetti in tutta Europa, siano stati decimati per colpa delle suddette deroghe attuate a livello regionale. Si tratta di uccelli migratori del peso di pochi grammi che spesso, protetti nel Nord Europa, vengono letteralmente sterminati man mano che scendono al sud, seguendo le rotte migratorie.
  Per avere una visione della scelleratezza del fenomeno, invito tutti i colleghi a visionare il filmato presente su YouTube, scrivendo nel motore di ricerca «caccia a San Zeno». Guardatelo, è molto interessante.
  Con il nostro ordine del giorno chiediamo al Governo di dare il giusto peso all'ISPRA, che è l'ente nazionale deputato a dare valutazioni di carattere ambientale, faunistico, territoriale e via dicendo, avendo le adeguate competenze tecnico-scientifiche ed essendo quindi l'unico soggetto che può decidere di derogare il prelievo venatorio. L'idea di affidare invece tale valutazione ad enti o istituti operanti a livello regionale non ci dà sufficiente garanzia che tali determinazioni vengano effettuate in modo autonomo ed indipendente oppure con gli opportuni strumenti scientifici necessari ad una visione globale degli aspetti legati all'avifauna.
  Infine, se non dovesse essere accolta questa nostra osservazione, lo Stato continuerebbe a rinunciare alla propria esclusiva competenza nel dettare norme a tutela dell'ambiente, come stabilito invece nell'articolo 117, lettera s), della Costituzione italiana.
  E concludo rammentando come la Commissione europea, in varie occasioni, ha avuto modo di apprezzare l'alto profilo tecnico, scientifico e di corretta lettura nell'applicare la «direttiva uccelli» da parte dell'ISPRA, una garanzia contro l'apertura di nuovi contenziosi comunitari o l'aggravarsi di quelli esistenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Il deputato Prataviera ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Caparini n. 9/1327/20, di cui è cofirmatario.

  EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, l'articolo 31 del provvedimento in esame istituisce, nell'ambito del Ministero per le infrastrutture e i trasporti, un organismo di conciliazione per facilitare la mediazione tra i singoli esattori di pedaggi stradali e i fornitori del Servizio europeo di telepedaggio (SET), in attuazione di alcune disposizioni della decisione 2009/Pag. 63750/CE. La direttiva 2004/52/CE e la connessa decisione 2009/750/CE prevedono l'istituzione del Servizio europeo di telepedaggio che si estende a tutte le reti stradali e le infrastrutture a pedaggio dell'Unione europea nelle quali l'uso delle stesse è confermato per via elettronica tramite un'apparecchiatura di bordo.
  La direttiva si applica, ai sensi dell'articolo 1, alla riscossione elettronica di tutti i tipi di pedaggi stradali sull'intera rete stradale comunitaria, urbana e interurbana, autostrade, strade principali o secondarie e alle altre strutture come tunnel, ponti e traghetti, ma specifica che sono esclusi i sistemi di pedaggio piccoli e strettamente locali per i quali i costi di adeguamento ai requisiti della presente direttiva sarebbero sproporzionati rispetto ai benefici. Il SET comprende tutti i sistemi di pedaggio autostradale che richiedono l'installazione di un'apparecchiatura di bordo il cui acquisto sarà presumibilmente a carico dell'utente per le dichiarazioni di pedaggio e comporta che le piste dotate di apparati di telepedaggio vengano adeguate al SET. Per poter finanziare gli investimenti necessari per adeguare le loro infrastrutture per ottemperare completamente alla direttiva, che prevede anche il calcolo del pedaggio secondo il percorso reale, gli esattori di pedaggi potrebbero adeguare le tariffe dei pedaggi.
  La direttiva 2004/52/CE definisce inoltre le soluzioni tecnologiche consentite per effettuare le operazioni di pagamento elettronico dei pedaggi, prevedendo l'addebito automatico delle tariffe di pedaggio su conti correnti bancari o su conti di carte di credito o debito domiciliati in qualsiasi luogo, nella Comunità o al di fuori di essa, il che presuppone la piena operatività di un unico spazio di pagamenti della Comunità con tariffe di servizio non discriminatorie. La modalità di riscossione delle tariffe elettroniche desta non poche preoccupazioni per le probabilità di evasione e le conseguenti controversie che si potrebbero creare. Presumibilmente, laddove il telepedaggio diventasse una realtà, in caso di rifiuto del pagamento verrebbe inviata una fattura, così come accade oggi, per l'importo dovuto, più una minima maggiorazione in virtù delle spese sostenute per l'accertamento da parte dell'ente dei dati relativi al proprietario dell'auto. Questo, ovviamente solo se è possibile accertare i dati relativi al proprietario dell'auto.
  Quindi, noi chiediamo un impegno al Governo in una fase preliminare a quella di adeguamento di tutti gli impianti di pedaggio delle nostre strade, secondo quanto disposto dalla direttiva 2004/52/CE e la connessa decisione 2009/750/CE, promuovendo tavoli di concertazione con gli enti locali per verificare quali strade del nostro territorio siano idonee per adottare il piano di Servizio europeo di telepedaggio e quali siano le problematiche legate all'applicazione di questo piano in alcuni tratti stradali, anche valutando l'opportunità di introdurre, nella predisposizione della prossima legge europea, le modifiche al decreto del 18 novembre 2005 di recepimento della direttiva 2004/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004, relativa all'interoperabilità dei sistemi di telepedaggio stradale nella Comunità e prevedendo adeguati interventi normativi volti a dotare le concessionarie stradali della facoltà di comminare sanzioni in caso di mancato pagamento.

  PRESIDENTE. Il deputato Grimoldi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1327/16.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, anche il mio ordine del giorno va nella direzione di non penalizzare il nostro Paese nei confronti di altri Paesi perché, esaminato l'A.C. 1327, recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, cioè la legge europea 2013, l'articolo 23 è finalizzato a superare i rilievi, che sono stati formulati dalla Commissione europea nella procedura di infrazione 2009/2086 di non conformità alla direttiva 85/337/CEE (questa è una valutazione di infrazione sulla valutazione di impatto ambientale VIA), sulle norme del Codice dell'ambiente che stabiliscono i criteri e le procedure di valutazione dell'assoggettabilità Pag. 64a VIA, il cosiddetto «screening», dei progetti di cui all'allegato 4 dello stesso codice.
  Il Codice dell'ambiente prevede, infatti, soglie dimensionali, al di sotto delle quali i progetti non devono comunque essere sottoposti alla cosiddetta VIA. La Commissione europea ha però eccepito il fatto che tali criteri dimensionali non esauriscono tutti i criteri di cui, in via assolutamente obbligatoria, deve essere tenuto conto nel fissare le soglie e i criteri per lo screening, che sono elencati nell'allegato V al Codice.
  Per porre rimedio a tale violazione, l'articolo 23 prevede che, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con un apposito decreto, provveda ad emanare le linee guida finalizzate all'individuazione dei criteri delle soglie per lo screening dei progetti da sottoporre alla procedura di VIA, sulla base dei criteri di cui, appunto, al citato allegato V, e che successivamente, entro tre mesi dall'emanazione di tali linee guida, le regioni possano definire criteri e soglie in base ai quali stabilire quali progetti debbano essere sottoposti alla procedura di VIA, trascorsi i quali, senza che le regioni abbiano provveduto, le tipologie progettuali, di cui all'allegato IV, alla parte II del predetto decreto legislativo, sono sottoposte comunque alla verifica di assoggettabilità, a prescindere da qualsiasi soglia o criterio di esclusione.
  Pertanto, le linee guida sono rivolte alle regioni e, quindi, l'articolo 23 prevede il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sulle linee guida del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  L'intervento regionale è fondamentale tant’è che, in caso di mancanza dell'intervento regionale, le soglie dimensionali, di cui, appunto, all'allegato IV, saranno comunque non considerate e, pertanto, tutti i progetti indicati nello stesso allegato dovranno essere sottoposti alle procedure di screening, di cui all'articolo 20 del Codice. Ciò potrebbe creare discriminazioni tra i nostri impianti e quelli degli altri Paesi europei, assoggettando a procedure di screening, e quindi ad appesantimenti burocratici, anche impianti che non presentano rilevanza ai fini ambientali.
  Il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ha una rilevanza fondamentale nel procedimento di approvazione delle linee guida.
  L'ordine del giorno impegna, pertanto, il Governo a tenere nella massima considerazione il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sulle linee guida del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ai fini dell'individuazione dei criteri e delle soglie per lo screening dei progetti da sottoporre alla procedura di VIA.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  PAOLO GRIMOLDI. Letto l'ordine del giorno, mi lasci aggiungere che è di palese evidenza che nell'adempiere alle direttive della Comunità europea, troppo spesso, noi passiamo dal non osservarle ad osservarle in modo eccessivamente zelante, penalizzando le procedure burocratiche del nostro Paese, cioè appesantendo le procedure burocratiche, e penalizzando tante volte anche le nostre aziende e il lavoro della nostra gente.

  PRESIDENTE. Il deputato Guidesi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1327/18. Devo avvertire il gruppo della Lega che ha terminato i tempi, quindi, assegnerei cinque minuti, che è un terzo del tempo residuo. Prego.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, l'ordine del giorno è il n. 9/1327/18, a firma mia, dell'onorevole Prataviera e dell'onorevole Gianluca Pini. L'obiettivo che l'Unione europea si prefigge è fornire ai cittadini un livello elevato di sicurezza in uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia; Pag. 65un obiettivo da perseguire, prevenendo e reprimendo la criminalità, organizzata o di altro tipo, inclusa la corruzione.
  I casi di corruzione nel settore privato all'interno di uno Stato membro non sono più soltanto un problema nazionale, ma anche un problema transnazionale, affrontato in maniera più efficace e mediante un'azione comune a livello dell'Unione europea.
  Proprio per questi motivi siamo a chiedere al Governo di introdurre nel libro II, titolo VIII, capo II, del codice penale la fattispecie criminosa specifica di corruzione in affari privati che punisca con la reclusione da uno a cinque anni la condotta di chi, nell'ambito di attività professionali, intenzionalmente sollecita o riceve, per sé o per un terzo, direttamente o tramite un intermediario, un indebito vantaggio di qualsiasi natura, oppure accetta la promessa di tale vantaggio, nello svolgimento di funzioni direttive o lavorative non meramente esecutive per conto di una entità del settore privato, per compiere o omettere un atto, in violazione di un dovere, sempre che tale condotta comporti o possa comportare distorsioni di concorrenza riguardo all'acquisizione di beni o servizi commerciali. Altresì, siamo a chiedere al Governo di prevedere la punibilità con la stessa pena anche di colui che, intenzionalmente, nell'ambito di attività professionali, direttamente o tramite intermediario, dà, offre o promette il vantaggio di cui alla lettera a) dell'ordine del giorno.
  Ancora, chiediamo di introdurre nel libro II, titolo VIII, capo II, del codice penale e fra i reati di cui alla sezione III, del capo I, del decreto legislativo n. 231 del 2001, anche la fattispecie criminosa di istigazione alla corruzione in affari privati, con la previsione di una riduzione di pena qualora l'offerta, la promessa o la sollecitazione alla promessa non siano state accettate. Infine, chiediamo di introdurre fra i reati di cui alla sezione III del capo I dello stesso decreto legislativo sopra citato, il n. 231, la fattispecie criminosa di cui alle lettere a) e b) dell'ordine del giorno, con la previsione di adeguate sanzioni pecuniarie e interdittive nei confronti delle entità nel cui interesse o vantaggio sia stato posto in essere il reato.

  PRESIDENTE. Non essendovi altri interventi, chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signora Presidente, per quanto riguarda l'ordine del giorno Catanoso n. 9/1327/1, chiediamo di trasformarlo in raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ministro, dovrebbe leggere il primo firmatario, per cortesia, così gli interessati lo riconoscono.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Mi riferisco all'ordine del giorno Catanoso n. 9/1327/1, il Governo lo accoglie come raccomandazione.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Schullian n. 9/1327/3 e accetta l'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/1327/4 a condizione che sia riformulato nel seguente modo: la frase successiva alla formula: «impegna il Governo», quella prima della lettera a), dovrebbe essere sostituita dalle parole: «valutare la possibilità di» e poi seguono le lettere dell'ordine del giorno. In questo caso, con questa riformulazione, il parere del Governo è favorevole.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Garavini n. 9/1327/5 e Pisicchio n. 9/1327/6, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gozi n. 9/1327/7 a condizione che sia riformulato, inserendo dopo la formula di rito: «impegna il Governo», le parole: «valutare la possibilità di», questo ci permette di verificarne la piena compatibilità. Con questa riformulazione il Governo accoglie l'ordine del giorno.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Iacono n. 9/1327/8, Alli n. 9/1327/9 e Mosca n. 9/1327/10.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Morani n. 9/1327/11 a condizione che sia riformulato in tal modo: nel penultimo Pag. 66capoverso, che poi è il primo paragrafo dell'impegno, si chiederebbe di eliminare l'ultima frase, anzi, le ultime cinque righe, per essere precisi, a partire dalla parola: «contemperando» fino alla parola «europee» cioè da «contemperando gli interessi strategici (...)» fino ad «europee», e, quindi, di riformulare l'ordine del giorno eliminando quest'ultima frase del primo capoverso dell'impegno; in questo caso il Governo accoglie l'ordine del giorno.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Tancredi n. 9/1327/12 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Brambilla n. 9/1327/13.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Pesco n. 9/1327/14 purché riformulato nel seguente modo: dopo la formula di rito «impegna il Governo» inserire le parole «a valutare la possibilità di estendere», e poi segue il testo.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Mongiello n. 9/1327/15, Grimoldi n. 9/1327/16 e Fedriga n. 9/1327/17, e per quest'ultimo si apprezza anche l'obiettivo di informazione al Parlamento.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Guidesi n. 9/1327/18 purché riformulato nel seguente modo: alla prima frase, seconda riga dell'impegno, dopo le parole «corruzione nel settore privato,» inserire le seguenti: «valutando la possibilità di introdurre i seguenti principi».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Stefano Borghesi n. 9/1327/19 purché riformulato nel seguente modo: dopo la formula di rito «impegna il Governo», inserire «a valutare l'opportunità di prevedere», e segue il testo. Inserire quindi le parole «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Caparini n. 9/1327/20.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1327/21 purché riformulato nel seguente modo: dopo la formula di rito, inserire le parole «a valutare la possibilità di prevedere» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Benamati n. 9/1327/22.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Bini n. 9/1327/23 con una piccola riformulazione: alla quarta riga dell'impegno, delle parole «nuova direttiva» si suggerisce di togliere il qualificativo «nuova», che, tenuto conto della data della direttiva ci sembra eccessivo; inoltre, si consiglia di aggiungere dopo la parola «direttiva» la seguente: «europea». Quindi, con questa piccola modifica puramente lessicale l'ordine del giorno è accolto.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Impegno n. 9/1327/24.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Braga n. 9/1327/25 purché riformulato nel seguente modo: dopo la formula «impegna il Governo» introdurre «a valutare la possibilità di adottare», segue poi il testo.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Placido n. 9/1327/26 purché riformulato nel seguente modo: dopo «impegna il Governo» segue il testo com’è, cioè con «a dare piena attuazione alla direttiva n. 88 del 2003» e poi, dopo la virgola, si propone di sostituire il termine «con riferimento a» con «valutando come si possa tenere conto di tutte le contestazioni della Commissione». La spiegazione è perché siamo ancora in pre-contenzioso con la Commissione e vorremmo ancora riservarci l'opportunità di valutare bene tutte le contestazioni, ma terremo conto anche noi per primi dell'ordine del giorno e di ciò che ci dice.
  Sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/1327/27...

  PRESIDENTE. È stato ritirato.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Giusto.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Sanga n. 9/1327/28 e il primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Mucci n. 9/1327/29, quello dopo la formula «impegna il Governo», mentre il secondo capoverso lo si recepisce come raccomandazione.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Ricciatti n. 9/1327/30, Carrescia n. 9/1327/31, Mariani n. 9/1327/32, Catalano n. 9/1327/33, mentre accoglie l'ordine del giorno Pinna n. 9/1327/34 limitatamente al dispositivo.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Cancelleri n. 9/1327/35 con una riformulazione: Pag. 67nel testo distribuito, nella parte di riformulazione già proposta manoscritta, laddove si dice «gli effetti applicativi», quindi «valutare gli effetti applicativi dell'articolo 8 al fine di adottare» prima di dire «ulteriori iniziative», tra due virgole inserire la frase «nel rispetto del diritto dell'Unione europea». Pertanto riformulato sarebbe «al fine di adottare, nel rispetto del diritto dell'Unione europea, ulteriori iniziative». Dobbiamo come Governo verificare bene che si rispetti la normativa europea nell'accogliere poi quanto auspicato dall'ordine del giorno.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno De Rosa n. 9/1327/36, Gagnarli n. 9/1327/37 e Busto n. 9/1327/38, mentre accoglie l'ordine del giorno Daga n. 9/1327/39 con la seguente riformulazione: dopo la formula di rito «impegna il Governo a» inserire «valutare la possibilità di» e poi prosegue il testo.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1327/40 con una piccola riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità» invece di «la necessità», per il resto segue il testo.
  Infine il Governo accoglie l'ordine del giorno Chaouki n. 9/1327/41 con una riformulazione all'inizio: «impegna il Governo a valutare la possibilità di fornire» e segue il testo.

  PRESIDENTE. Procediamo alla votazione degli ordini del giorno. Prego i colleghi di prendere posto. Per gli ordini del giorno per i quali il Governo propone una riformulazione, chiederei ai primi firmatari di fare un gesto se la riformulazione viene accettata, altrimenti possono intervenire. Diamo tempo ai colleghi di accomodarsi, tanto vedo che stanno rientrando ora.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/1327/1, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Schullian n. 9/1327/3, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/1327/4, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Garavini n. 9/1327/5 e Pisicchio n. 9/1327/6, accettati dal Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gozi n. 9/1327/7, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Iacono n. 9/1327/8, Alli n. 9/1327/9, Mosca n. 9/1327/10, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Morani n. 9/1327/11, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tancredi n. 9/1327/12, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Brambilla n. 9/1327/13, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/1327/14, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mongiello n. 9/1327/15, Grimoldi n. 9/1327/16 e Fedriga n. 9/1327/17, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Guidesi n. 9/1327/18 e Borghesi n. 9/1327/19, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1327/20, accettato dal Governo.Pag. 68
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1327/21, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Benamati n. 9/1327/22, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bini n. 9/1327/23, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Impegno n. 9/1327/24, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Braga n. 9/1327/25 e Placido n. 9/1327/26, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Ricordo che l'ordine del giorno Nicchi n. 9/1327/27 è stato ritirato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sanga n. 9/1327/28, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mucci n. 9/1327/29, accettato dal Governo con riguardo al primo impegno del dispositivo e accolto come raccomandazione relativamente al secondo impegno.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Ricciatti 9/1327/30, Carrescia n. 9/1327/31, Mariani n. 9/1327/32, Catalano n. 9/1327/33, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pinna n. 9/1327/34, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cancelleri n. 9/1327/35, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno De Rosa n. 9/1327/36, Gagnarli n. 9/1327/37 e Busto n. 9/1327/38, accettati dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Daga n. 9/1327/39, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1327/40, accettato dal Governo, purché riformulato.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, non accetto la riformulazione...

  PRESIDENTE. Mi scusi, Gozi, il Governo deve ascoltare, perché il deputato Bernini sta parlando.

  MASSIMILIANO BERNINI. Stavo dicendo che non accetto la riformulazione del mio ordine del giorno, quindi insisterei per la votazione, in quanto vorremmo che il parere dell'ISPRA riguardo alla caccia in deroga fosse un parere vincolante. Con la riformulazione proposta dal Governo, quindi con il termine «possibilità», a nostro avviso, la garanzia del parere vincolante dell'ISPRA non sussiste.

  PRESIDENTE. Il parere del Governo continua ad essere contrario. Giusto ?

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1327/40, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Leva, Rabbino, Santerini, Bosco, Rigoni, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 69
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  463   
   Votanti  462   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  360).    

(Il deputato Cani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Chaouki n. 9/1327/41, accettato dal Governo, purché riformulato.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annalisa Pannarale. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, Ministro, colleghe, deputate e deputati, il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà voterà a favore del provvedimento della legge europea 2013, nonostante molti elementi di perplessità nella gestione di un passaggio che avrebbe meritato approfondimento e coinvolgimento di tutte le forze politiche e sui quali dirò fra poco.
  Sappiamo di un Parlamento resistente nella precedente legislatura, che con veti incrociati è riuscito a bloccare entrambe le leggi comunitarie. Un blocco che ha reso palese il rapporto difficile e confuso del nostro Paese con la legislazione europea, un blocco che ha rallentato la possibilità di diminuzione delle procedure di infrazione dell'Unione a carico dell'Italia, procedure che avrebbero potuto diventare forse 70 se fossero state approvate le due leggi comunitarie. Troppi sono stati i ritardi, troppi i recepimenti sbagliati e il numero conseguente di procedure di infrazione, ben 98 al 25 aprile 2013 e oltre il 30 per cento in materia ambientale.
  Di quanto zelo è capace questo Paese, quando bisogna applicare le direttive sul pareggio di bilancio ? Quante volte abbiamo sentito dire che è l'Europa che ci chiede sacrifici su austerità e tagli alla spesa sociale ? E, invece, siamo ostinatamente sordi all'Europa quando ci chiede di adeguare la normativa nazionale alla legislazione europea, magari in tema di tratta degli esseri umani e di protezione delle vittime, in particolare di donne e bambini, o in materia di sostenibilità ambientali o di violazione dei diritti della dignità dei migranti o, ancora, di discriminazioni delle persone per orientamento sessuale e identità di genere, su cui in quest'Aula troppo spesso assistiamo a comportamenti volgari e lesivi della dignità delle persone.
  Siamo tra i Paesi più lenti nel recepire le direttive e nell'adeguare la legislazione. Siamo tra i Paesi meno dinamici, tra i meno credibili nell'opportunità di avere un ruolo forte nella fase ascendente, quella che precede l'adozione della direttiva, quella che ti consente di esercitare una funzione di tutela e di orientamento virtuoso, quella che rafforza l'immagine di un Paese moderno e avanzato se agita con cura e determinazione.
  Voteremo a favore perché siamo determinati a fare in modo che l'Italia possa finalmente reagire all'ipoteca politica ed economica delle procedure di infrazione. Voteremo a favore perché dopo l'approvazione della legge n. 234 del 2012 l'Italia deve essere capace di svolgere un ruolo attivo ed efficace nel recepire le direttive, non solo in modo rapido ma anche migliorativo e più avanzato. È una condizione essenziale per essere più vicini all'Europa, ma anche per trasformarne il profilo, per farne uno spazio dei popoli, aperto al controllo democratico di istituzioni, cittadini e cittadine, di movimenti e organizzazioni.
  Per questo, però, avremmo voluto attraversare questo passaggio in altre condizioni. Abbiamo assistito a una discussione Pag. 70stanca e un po’ indolente in Aula a tarda sera, dopo una giornata di votazioni su un decreto che è andato proprio a sanare una delle tante infrazioni in materia ambientale. Avremmo voluto accendere interessi e attenzioni, attraverso un iter di Commissione più denso e impegnato, attraverso una discussione che fosse almeno un po’ approfondita e che dicesse di un approccio consapevole a questo passaggio. Ma, tempi stretti e ingorghi sugli atti in questa legislatura stanno mangiando ogni tempo per fare bene, per dare risposte adeguate al Paese, per tentare un'analisi e una programmazione che nessun decreto d'urgenza potrà mai sostituire avvalendosi della passività legislativa del Parlamento. E anche su questi provvedimenti ci è stato detto che non c'era tempo per discutere e per proporre e che, di fatto, al bicameralismo si può derogare.
  Neanche l'Europa, deputate e deputati, riesce a trovare uno spazio degno e un po’ meno frettoloso in questo Parlamento. Gli emendamenti in Commissione sono stati bocciati. Li abbiamo ripresentati in Aula e sono stati respinti di nuovo, forse non perché non fossero validi a migliorare e a rendere finalmente più autorevole e saldo il rapporto tra legislazione italiana e legislazione europea, ma perché il testo andava blindato e perché andava, nei fatti, scongiurata la possibilità di un ritorno al Senato.
  Si è persino scelto da parte del legislatore di non sanare un errore come quello sulle guide turistiche, che avrebbe potuto tutelare meglio la specificità e la qualità professionale delle nostre guide turistiche, in un Paese che è così ricco. Sappiamo che il Senato ha tentato un avanzamento su una serie di ambiti, ma lì la discussione sugli emendamenti è avvenuta. Non è un caso che proprio la componente SEL al Senato sia riuscita a dare un contributo importante al recepimento della direttiva sulla protezione degli animali, ponendo finalmente un freno vigoroso alla vivisezione, a pratiche atroci sugli animali, nel senso di una scienza che sia eticamente responsabile e capace di rispettare la dignità di tutte le specie viventi. Avremmo voluto migliorare ulteriormente queste due leggi e fare in modo che dopo due anni di stallo sulle leggi comunitarie questa approvazione fosse l'esito di un controllo intelligente e lungimirante su un'Italia non sono meno distante dall'Europa, ma anche capace di orientare l'Europa su proposte più avanzate. Abbiamo apprezzato la disponibilità del Ministro all'accoglimento di alcuni ordini del giorno, ma non possiamo non segnalare alla fine di questo iter legislativo che quegli emendamenti volevano essere un'occasione utile, utile per dare ad esempio al Parlamento strumenti di controllo e di intervento sulle politiche di difesa, utile per fare in modo che la parola semplificazione di solito non vada a coincidere con deregolamentazione, per fare in che potessimo sottoporre alle Commissioni competenti i decreti attuativi della delega al Governo per adeguare la normativa nazionale alle disposizioni europee e internazionali nell'ambito delle tecnologie a duplice uso, ad esempio quelle satellitari, pericolose perché spesso l'uso civile smette di essere tale e si attesta come militare. Avremmo potuto e voluto approfondire di più la parità di accesso al pubblico impiego tra cittadini italiani e cittadini stranieri per eliminare finalmente la pratica discriminante del requisito della cittadinanza, che esclude i lavoratori stranieri dalla partecipazione a bandi per posti e funzioni pubbliche. E di qui passano sempre le politiche di integrazione, la possibilità di confrontarsi sempre di più con lavoratori e lavoratrici che spesso sono altamente qualificati e che porterebbero dinamicità e innovazione alla qualità del lavoro. Insomma, per portare l'Italia in Europa e per ridisegnare un nuovo volto, forse bisogna metterci un po’ di impegno e fare qualche sforzo in più. L'Europa che continuate a proporre non ci convince e non ci piace, perché è governata esclusivamente da rigidi vincoli di bilancio e non è predisposta ad avviare un reale processo di integrazione politica, sociale e culturale. Per questo voteremo contro la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea e per questo abbiamo Pag. 71presentato una nostra risoluzione. Non abbiano ancora visto il minimo tentativo di dare una svolta, di rispondere ad una crisi lunga e drammatica con politiche anticicliche, di contrasto alla crisi, di coesione sociale, di redistribuzione, di investimento nell'occupazione giovanile delle donne, nella green economy. Non un sussulto abbiamo ancora registrato rispetto a politiche di austerità, che continueranno a deprimere ogni possibilità di ripresa socio-economica, non uno scatto di buonsenso e di coraggio nel comprendere che questo Paese si allontana sempre di più dalla possibilità di fuoriuscire dalla crisi senza un piano di investimento vero in politiche per l'occupazione, di innovazione di prodotto e di processo, di riconversione ecologica, di messa in sicurezza e di sviluppo sostenibile e intelligente delle infrastrutture ordinarie. Siamo convinti che non si possa uscire da questa crisi senza guardare all'Europa e siamo altrettanto certi che l'Europa di cui abbiamo bisogno non può essere quella che costruisce la sua agenda sui perni della competitività, della concorrenza, della contabilità e intanto continua a smantellare il suo welfare. Abbiamo bisogno di un'Europa che ripensi il suo modello socio-economico, che pure sia vigile rispetto alle esigenze di controllare la spesa, ma che non sacrifichi, in nome della stabilità finanziaria, equità, giustizia e solidarietà. La Grecia è stata lasciata da sola, è stata abbandonata a ricette drammaticamente sbagliate, riconosciute come tali dallo stesso Fondo monetario, pericolosamente inadeguate a costruire la benché minima possibilità di ripresa e di rilancio. E non ci possiamo sentire assolti rispetto alla Grecia. Non sentiamoci immuni rispetto alla sua disperazione sociale. Non c’è compatibilità tra il documento economico-finanziario del 2013, recepito dalla Commissione europea, tutto organizzato intorno al principio dell'austerità e l'urgenza di politiche anticicliche di contrasto all'esclusione sociale e alla povertà, di rivitalizzazione dell'apparato produttivo, a fronte di una disoccupazione dei giovani nel nostro Paese tra i quindici e i ventiquattro anni, che su dati ISTAT supera ormai il 39 per cento.
  Neanche questi dati sconcertanti, imbarazzanti, sull'assenza di futuro e di prospettiva inducono ad un decisivo cambio di passo. E allora noi vogliamo misurarci, vogliamo misurarci su un'Europa che cambia, sul coraggio di subordinare il contenimento delle spese e la stabilità di bilancio a politiche di welfare, di lotta alla precarietà e alla disoccupazione, su un grande piano per il reddito minimo garantito, perché sia riconosciuto in tutta la sua pienezza il diritto dei cittadini e delle cittadine ad un reddito in grado di salvaguardare dignità sociale e promuovere emancipazione e libertà dalle maglie del ricatto di mercati del lavoro precarizzanti e umilianti.
  Voglio concludere con un'immagine, un'immagine stridente: quella di un'Europa che nel 2012 vince il Nobel per la pace e che non oppone, però, indignazione e indirizzi politici ai 20 mila corpi senza nome che, in circa 25 anni, sono stati inghiottiti dal Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  È il segno di un'Europa monetaria, che non conosce i suoi popoli. Voteremo contro la risoluzione di maggioranza perché per noi dire «no» oggi significa non acquietarsi, non assuefarsi ad un'idea fredda e distante di Europa. Sui prossimi passaggi legislativi e sulle politiche per l'Unione, a cominciare dalla prossima legge europea e da quella di delegazione, ci aspettiamo un comportamento diverso, sul metodo e sull'impegno. Lo chiedono i popoli, quelli con cui vogliamo costruire un'Europa differente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ho inteso che la deputata Pannarale abbia svolto anche la dichiarazione di voto sull'atto successivo. Non so se ho inteso male. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, i provvedimenti Pag. 72oggi in discussione e in votazione comprendono un considerevole numero di principi e di criteri per il recepimento di differenti direttive e regolamenti europei, che trattano argomenti importanti che necessiterebbero di ampia e analitica trattazione.
  Si va dalle emissioni industriali all'efficienza energetica, dalle misure di protezione internazionale agli obblighi imposti agli operatori che commercializzano legname, dalla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici alla sanità pubblica in tema di galline ovaiole, all'occupazione, dai prodotti cosmetici alla gestione della qualità delle acque di balneazione, dai rifiuti delle industrie estrattive alla protezione della fauna selvatica e alla tracciabilità degli esplosivi per uso civile.
  Andando altro l'evidente genericità con cui alcuni di questi temi sono trattati, rimandando gli articoli del provvedimento oggi in votazione a direttive e regolamenti europei da adottare e attuare in qualità di Paese membro dell'Unione europea, noi di Fratelli d'Italia desideriamo soffermarci certamente sull'articolo 3 del disegno di legge n. 1326, che dispone in tema di emissioni industriali la determinazione dei requisiti autorizzativi sotto forma di disposizioni generali vincolanti, con contestuale semplificazione e razionalizzazione degli stessi, e l'utilizzo del sistema sanzionatorio revisionato per le finalità connesse al potenziamento delle ispezioni ambientali straordinarie previste dalla direttiva n. 2010/75/UE, oltre a quelle finalizzate alla verifica del rispetto degli obblighi autorizzativi per quegli impianti, già in essere, privi dell'autorizzazione.
  Certamente, è importante il riconoscimento della necessità, in tema di efficienza energetica, di adottare provvedimenti diretti ad eliminare la struttura progressiva delle tariffe, che aumentano all'aumentare dei consumi, in favore di tariffe che siano aderenti al costo del servizio, indipendentemente dal consumo.
  L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha presentato una memoria presso la Commissione straordinaria del Senato della Repubblica per la verifica dell'andamento generale dei prezzi al consumo e per il controllo della trasparenza dei mercati, con dati aggiornati al 4 ottobre 2012, nella quale vengono confrontati i prezzi al consumo di energia elettrica e gas per utenti domestici e utenti industriali nei Paesi europei.
  Per quanto riguarda i consumatori industriali, la valutazione complessiva dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas recita: con riferimento ai prezzi industriali, le imprese italiane hanno pagato prezzi per l'energia elettrica più elevati della media europea per tutte le classi di consumo. I prezzi italiani, al netto delle imposte, sono superiori a quelli medi europei per tutte le classi di consumo con differenziali compresi tra il 15 e il 27 per cento, mentre, al lordo, le differenze vanno dal 21 al 33 per cento.
  Per quanto riguarda i consumatori domestici, la valutazione complessiva della AEEG recita: «In base ai dati Eurostat, il posizionamento dei prezzi finali italiani per i clienti domestici rispetto ai prezzi finali europei delinea un quadro articolato che appare riconducibile, tra l'altro, alla struttura progressiva dei prezzi adottata nel nostro Paese, a eccezione della prima classe di consumo. Nel resto d'Europa, invece, i prezzi risultano decrescenti al crescere del consumo. Di conseguenza, i prezzi italiani risultano più bassi delle medie europee per i clienti più piccoli, più elevati per il resto dei clienti». In sostanza la AEEG sostiene che la tariffa «tipo» italiana (utente domestico residente con 3 kW di potenza contrattuale) è strutturata in modo particolare rispetto alle tariffe equivalenti negli altri Paesi europei. In tali Paesi il costo del kWh decresce all'aumentare del consumo di energia elettrica, mentre per la bolletta «tipo» italiana avviene invece l'opposto: il costo del KWh cresce all'aumentare dei consumi. Di certo chi consuma di più è, con il nostro attuale sistema, penalizzato, ossia le imprese e le industrie che, di certo, non godono di sistemi agevolati e sostengono per l'energia elettrica e il gas costi spesso sproporzionati rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea.Pag. 73
  Quanto alle disposizioni in materia di benefici derivanti dai sistemi di protezione internazionale, si prevedono non soltanto clausole di salvaguardia, peraltro non specificate, delle responsabilità e degli obblighi individuali e statali, ma pure un sistema di coordinamento tra le istituzioni che si occupano di tutela e assistenza alle vittime, che ci chiediamo in quale modo sarà concretamente attuato, stante la chiara ed evidente incomunicabilità persistente tra gli uffici, addirittura appartenenti al medesimo ente, come anche recenti fatti di cronaca hanno dimostrato.
  Per quello che riguarda il recepimento delle direttive in tema di protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, sono da sottolineare i seguenti punti: l'impegno ad orientare la ricerca verso metodi alternativi; il divieto di utilizzare primati, cani e gatti e animali in via di estinzione per scopi scientifici e di allevarli nel territorio nazionale; il divieto di esperimenti che non prevedono l'uso di analgesici o anestetici, tranne il caso di sperimentazione di questi specifici tipi di farmaci; la definizione di uno specifico quadro sanzionatorio che risulti dissuasivo ed effettivo, da integrarsi con le norme già attualmente previste in tema di maltrattamento degli animali; la destinazione di una quota annuale alla ricerca di metodi di ricerca alternativi.
  È evidente che la direttiva 2010/63/UE, qui in via di recepimento, è posta nella direzione di aggiornare anche la nostra normativa alla progressiva sensibilizzazione nei confronti degli animali, da considerare non più come cose, bensì come esseri viventi dotati di percezioni simili, se non identiche, a quelle umane e inconfutabilmente capaci di provare e dimostrare affettività tra loro e verso gli umani. Ci auguriamo, noi del gruppo Fratelli d'Italia, che il Governo e questo Parlamento oltre a recepire la direttiva in questione, siano poi in grado di dare piena attuazione, attraverso norme adeguate, a questa esigenze di salvaguardia e rispetto della vita di quegli animali che seppure sottoposti a esperimenti per il superiore interesse della salvaguardia della vita umana, meritano comunque rispetto e devono essere sottratti a rischio di sofferenze inutili e non indispensabili per il raggiungimento dello scopo scientifico.
  Per passare al disegno di legge n. 1327, assai più corposo del precedente, è possibile sottolineare che, così come il precedente, comprende molti argomenti di diversa natura, dalle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (con obbligo per gli intermediari di trasmettere all'Agenzia delle entrate i movimenti bancari eseguiti in nome e per conto di società e soggetti privati e con diritto per tali enti di richiedere anche il rendiconto di operazioni effettuate all'estero) alla predisposizione di mappe informatiche e territoriali per prevenire il rischio di alluvioni, all'allargamento della tutela ambientale (prevedendo obblighi risarcitori anche per condotte colpose).
  È evidente, nei provvedimenti oggi in votazione, l'accozzaglia di norme che trattano gli argomenti più disparati, del tutto scollegati tra loro, posti in votazione tutti insieme, in unici disegni di legge al solo ed evidente scopo di evitare procedure di infrazione e l'accertamento di comportamenti sanzionatori in capo al nostro Paese, come già reiteratamente accaduto in varie occasioni. L'Italia infatti batte tutti in Europa sulle direttive UE non notificate nella legislazione nazionale. Andiamo a braccetto con la Polonia, Paese entrato nell'Unione europea solo nel 2004, quindi con il sistema di recepimento del diritto comunitario ancora da mettere a punto.
  Il dato emerge dal rapporto della Commissione europea sull'attuazione delle regole del mercato unico, che si fonda su cifre aggiornate al 1o novembre 2011, pubblicato a Bruxelles in occasione del ventesimo anniversario del mercato unico. Secondo il Dipartimento italiano delle politiche comunitarie, a inizio 2012 le procedure di infrazione a carico dell'Italia erano 132, ben 95 delle quali riguardano addirittura casi di violazione del diritto dell'Unione e 37 sono relative al mancato recepimento di direttive. In cima alla lista Pag. 74vi sono le questioni ambientali, seguite da fiscalità e dogana, lavoro e affari sociali, trasporti.
  È evidente che questo modo di operare, di recepire in blocco, una volta l'anno, quelle direttive lasciate da parte e per le quali si rischia la punizione da parte dell'Europa, è un sistema inefficiente, improduttivo, di scarsa tutela dei diritti dei cittadini che con quelle direttive si cerca di salvaguardare. Non basta fare il compitino prescritto dagli amici europei per avere la sufficienza, serve molto di più. Serve serietà ed impegno per emanare provvedimenti che, oltre a prendere atto di impegni assunti in sede europea, contengano norme specifiche concretamente attuabili per il raggiungimento di quel fine cui sottendono i provvedimenti di Bruxelles.
  Per le ragioni tutte su esposte il voto di Fratelli d'Italia-Centrodestra nazionale sul provvedimento in questione e in discussione sarà di astensione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Gentile Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, a conclusione dei lavori di Commissione e di Aula il giudizio del gruppo Lega Nord e Autonomie riguardo alla portata politica dei provvedimenti in approvazione, non può che essere critico. Signor Ministro, abbiamo certamente apprezzato il suo impegno in Commissione, ma ciò esula dalla valutazione politica complessiva.
  Durante gli ultimi mesi si è rilanciata con forza l'idea di una maggiore integrazione europea basata sulla federazione di Stati; una ricetta che prevederebbe, in base all'atteggiamento tenuto sin qui da questo Governo, uno sforzo maggiore da parte del nostro Paese. Viene chiesto un maggiore impegno non tanto a questo Parlamento, che si è abituato durante gli ultimi anni ad applicare i diktat di Bruxelles con enorme ritardo, ma in maniera estremamente rigida, facendone pagare inevitabilmente il prezzo alle istituzioni locali, alle famiglie e alle imprese.
  L'Europa comanda e noi, in ritardo, costringiamo i cittadini ad eseguire. Questo atteggiamento ha prodotto una crisi economica senza precedenti, ha mandato i conti delle famiglie in rosso, contribuisce a non rendere competitive le nostre aziende, non permette ai cittadini di avere servizi all'altezza delle tasse che pagano quotidianamente e, cosa ancor più grave, ruba le speranze e le aspettative delle giovani generazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Ora, noi dobbiamo distinguere le due realtà di questo Paese. Da una parte abbiamo il Paese reale, quello che la mattina si sveglia, che apre le saracinesche delle aziende, che va avanti nonostante il peso della burocrazia e delle tasse, che ancora sogna di farsi una famiglia, di fare dei figli, che va in cerca di lavoro, che va in ospedale, all'università e così via. E poi, dall'altra parte, c’è il Paese delle istituzioni; dei sindaci che non riescono più a dare risposte, ma nemmeno speranze ai cittadini onesti; dei presidenti di provincia che non sanno come rispondere agli studenti che reclamano degli edifici scolastici a norma, piuttosto che alle richieste di asfaltatura delle strade; dei presidenti di regione che cercano di far funzionare gli ospedali e i trasporti, chi con i conti in ordine, come al Nord, chi, come al Sud, continuando a fare sprechi.
  Questa è la realtà del nostro Paese. Se questo Governo non si mette in testa di rappresentare il Paese reale quando va a Strasburgo o a Bruxelles, ma al contrario si ostina a portare avanti una politica dell'Unione basata sulle aspirazioni di gloria di una classe dirigente che appare sempre più chiusa in se stessa e impegnata a ricercare il consenso più all'estero che all'interno, si avrà come unico e vero risultato quello di allontanare dall'Europa il Paese reale, scavando un fossato tra l'opinione dei cittadini – del Nord in particolare – e le istituzioni politiche europee, come già è accaduto in questi ultimi anni.Pag. 75
  Il sistema Paese non riesce più a reggere il peso della burocrazia, ed anche nuove leggi, potenzialmente positive, rischiano invece di essere percepite, ancorché non lo siano realmente, come dei vincoli insostenibili, illegittimi o addirittura ingiusti.
  In sintesi, l'applicazione acritica di nuove norme europee rischia di alimentare un crescente sentimento antieuropeo. Signor Ministro, la invito con forza a ricordare al Presidente del Consiglio Letta e a molti qui dentro che se continuiamo a snaturare l'essenza dell'Unione europea, se continuiamo a tradire il sogno di uno spazio comune in cui vivere in pace e dare prospettiva alle nuove generazioni con la rincorsa alle normative e all'euro-burocrazia, continueremo a distruggere, come nel caso delle della pesca, le nostre tradizioni e la nostra storia.
  E lei sa bene, signor Ministro, che un popolo che non sa da dove viene, non sa nemmeno dove andare. Quale sarà la traduzione grezza dei provvedimenti che quest'Aula si appresta a votare ? Semplicemente nuova burocrazia, nuovi adempimenti per rendere la vita difficile alla gente, alle imprese e a chi lavora. Oggi l'Europa si è ridotta ad una unione monetaria dominata dalla logica degli Stati e dalla burocrazia, un progetto che sta mostrando di essere fallimentare e che rende ancora più urgente la realizzazione dell'Europa delle regioni.
  Signor Ministro, noi apprezziamo il suo sforzo di relazione continua con questa Camera e, in particolare, come avevo già accennato all'inizio, con la XIV Commissione.
   Per le questioni da trattare sul tavolo urgentemente e seriamente a livello europeo, spicca certamente quella del contrasto all'immigrazione clandestina e della gestione dei flussi migratori. Su questo fronte chiediamo un impegno forte al Governo. La preghiamo però di ascoltarci: ad oggi, la Lega Nord è l'unico partito con un'idea ben precisa sul futuro dell'Unione europea. Ripeto: è l'unico partito ad avere un'idea precisa sul futuro di questa Unione. Certo per molti qui dentro è conveniente bollare la Lega come un partito euroscettico o, peggio, antieuropeista.
  Cari colleghi, siete abituati al dialogo di facciata. Se ci ascoltaste, capireste che il nostro è un partito che nasce dalle esigenze delle famiglie e delle comunità locali del Nord e pensa che, così com’è, questa Europa non risolve i problemi della gente, anzi ne crea sempre di nuovi.
  La strada per il futuro dell'Europa non può più essere quella di difesa degli interessi delle grandi lobby. Di fronte alla crisi economica occidentale e a fenomeni di globalizzazione e mondializzazione, noi ci facciamo portatori ed interpreti delle esigenze del nord, quindi della questione settentrionale; non possiamo lasciare soli i nostri concittadini.
  Noi siamo profondamente convinti dell'idea di Europa. Anche Carlo Cattaneo, il padre del federalismo italiano, parlava apertamente di Stati Uniti d'Europa ma di un'Europa o, meglio, di un'unità europea profondamente diversa da quella realizzata fino ad oggi e che il Presidente Letta vuole perseguire. Noi vogliamo costruire un'Europa diversa, un'Europa costruita sulla base appunto dei popoli. I popoli europei devono avere la possibilità di esprimere le proprie idee, senza dover obbligatoriamente accettare un insieme di norme calate dall'alto e senza che le stesse abbiano il minimo contatto con la realtà quotidiana delle persone. Ormai circa l'ottanta per cento della normativa prodotta nel nostro Paese è semplicemente la trasposizione nel diritto interno di regole comunitarie. Ecco perché è così importante ridefinire l'approccio verso l'Unione europea e le sue istituzioni. Dobbiamo passare ad un'Europa costruita sulle macroregioni tra cui vi è anche, a pieno titolo, la Padania. È questa la nuova Europa che la Lega Nord vuole costruire, un'Europa su base macroregionale. Così com’è oggi, l'Unione europea risulta già essere divisa in circa cento macroaree territoriali, che da un punto di vista meramente geopolitico possiamo definire euroregioni.
  Dobbiamo opporci con forza l'omologazione ed esaltare un'Unione basata sulle Pag. 76specificità e sulle comunità locali, senza imporre una sola legge valida per tutto il continente perché abbiamo visto che tante leggi, quasi tutte uscite anche da questo Parlamento, hanno danneggiato una parte del Paese per favorirne un'altra. Non dobbiamo commettere lo stesso errore anche in sede comunitaria.
  Cari colleghi, non replichiamo gli errori fatti qui anche a Bruxelles. Oggi ci ritroviamo ad approvare quelli che in grande sintesi vengono presentati come atti di adeguamento a disposizioni europee, dando per definito che le stesse siano cosa buona e lodevole, già solo per il fatto di essere emanazione europea. Ma non è così, onorevoli colleghi, non lo è affatto.
  Come ogni provvedimento, anche quelli che oggi voteremo contengono delle scelte che valgono un voto positivo, e delle scelte che valgono un voto negativo. Per tutte queste ragioni, signor Presidente e signor Ministro, il gruppo Lega Nord e Autonomie non darà un voto positivo a questi provvedimenti.
   Intendiamo con questo voto dare invece una reale rappresentanza parlamentare a tutti i nostri concittadini, delusi da un'Europa che ci soffoca con la burocrazia, da un'Europa intenta a perseguire gli interessi della finanza e delle lobby, da un'Europa che sta schiacciando l'economia del nostro Paese a partire dalla sua parte più produttiva cioè il nord.
  A questi nostri concittadini, con questo voto contrario, diciamo chiaramente che non tutti i partiti politici, compresi quelli che si erano proposti alle scorse elezioni, sono uguali e non tutti si sono sottomessi all'Europa delle lobby e della finanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Signor Presidente, colleghi e Ministro, non è mia intenzione, in questa dichiarazione di voto, svolgere considerazioni sul dettaglio delle tante norme di adeguamento che sono contenute nei due provvedimenti che oggi approviamo, ma vorrei molto brevemente fare qualche considerazione di carattere generale sul momento decisivo che stiamo vivendo, sia nella vita parlamentare sia nella storia della partecipazione del nostro Paese all'Unione europea. Infatti, l'approvazione in via definitiva dei due disegni di legge al nostro esame e della risoluzione sulla relazione consuntiva per il 2012, segnano un passaggio significativo ai fini del rafforzamento dell'efficacia e dell'autorevolezza della partecipazione dell'Italia all'Unione europea, sotto almeno tre profili.
  In primo luogo si riafferma che l'attuazione piena e tempestiva degli obblighi derivanti dall'ordinamento europeo, non può costituire una variabile legata a ragioni di politica interna o ad interessi settoriali. Si prende atto, in altri termini, che la riduzione delle procedure di infrazione, oltre a prevenire il rischio di sanzioni pecuniarie, è essenziale per consolidare l'autorevolezza del nostro Paese nelle sedi decisionali europee. In questa stessa logica si iscrive l'ampia convergenza tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione, sulla risoluzione relativa alla relazione consuntiva per il 2012. Anche questo è un indice di maturità del nostro Paese e del nostro Parlamento, che si dimostra capace, sul modello dei principali partner europei, di porre gli interessi di parte in secondo piano, a fronte di un obiettivo: l'obiettivo prioritario di assicurare l'autorevolezza della partecipazione dell'Italia all'Unione.
  Il secondo profilo, Presidente, risiede nella valutazione della prima applicazione di una delle maggiori innovazioni introdotte dalla legge n. 234 del 2012: lo sdoppiamento della legge comunitaria in distinti provvedimenti, la legge europea e la legge di delegazione europea. L'esperienza maturata in queste settimane dimostra che le modifiche introdotte dalla legge rischiano di essere vanificate, se esse non sono accompagnate da un adeguamento delle procedure parlamentari per l'esame dei due provvedimenti. Occorre agire, a mio avviso, in due direzioni: per un verso Pag. 77andrebbe attribuita una competenza referente piena alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), sul modello di quello che già succede al Senato, in base ai Regolamenti del Senato. Ciò allo scopo di evitare che singole Commissioni di settore possano ritardare o addirittura bloccare l'esame del provvedimento o incidere sui relativi contenuti, senza tenere conto della logica complessiva ad essi sottesa. Per altro verso occorre prevedere tempi certi e vincolanti per la conclusione dell'esame della legge europea e della legge di delegazione europea in ciascuna Camera, istituendo una vera e propria sessione europea, sul modello della sessione di bilancio.
  Il terzo ed ultimo profilo, posto in rilievo anche negli interventi di numerosi colleghi, attiene alla consapevolezza dello stretto legame tra la fase ascendente e quella discendente. La capacità del Parlamento e del Governo di dare attuazione in modo tempestivo e coerente alla normativa europea nell'ordinamento nazionale, dipende dalla qualità e dalla tempestività dell'intervento del Paese nella formazione della normativa europea stessa. Ciò postula, onorevoli colleghi, che tutte le Commissioni parlamentari procedano sistematicamente, in una fase precoce, all'esame dei progetti di atti dell'Unione europea di maggiore rilevanza, progetti che invece, ahimè, sono non di rado considerati erroneamente di importanza secondaria rispetto all'attività parlamentare di mera rilevanza nazionale. A questo dovranno accompagnarsi modifiche regolamentari volte a rafforzare, sul modello di quanto già previsto dal Regolamento del Senato, il ruolo della Commissione per le politiche dell'Unione europea (XIV Commissione), nel caso in cui le Commissioni di merito non procedano entro un certo termine all'esame dei progetti di atti europei.
  Andrà, inoltre, definitivamente affermata la competenza generale della XIV Commissione sulle questioni attinenti alla struttura istituzionale e alle modifiche dei trattati istitutivi, prendendo atto che gli affari europei sono oramai cosa ben distinta dagli affari esteri che attengono alle relazioni internazionali. È singolare che il Governo, con la nomina di un Ministro per gli affari europei incaricato del coordinamento dell'azione del Governo in materia europea, abbia acquisito questa generale consapevolezza, mentre il Parlamento mantenga ancora una certa confusione tra le Commissioni competenti per gli affari esteri e quelle specializzate negli affari europei.
  Presidente, voglio concludere, ricordando ancora, come ripeto, che questo passaggio odierno è decisivo per i motivi che ho cercato brevemente di sintetizzare, ma lo è anche perché permette al nostro Paese, all'Italia, di recuperare una credibilità spesso messa in discussione dalle troppe procedure di infrazione aperte e dalla lentezza che spesso caratterizza il nostro percorso di recepimento delle direttive e delle norme europee. Una credibilità che, invece, dovrebbe spettarci alta per gli sforzi che il Paese ha fatto per rispettare i duri dettati della politica economica europea. E voglio ricordare il mai tanto enfatizzato rientro dalla procedura di infrazione per il deficit eccessivo.
  Per tutte queste considerazioni, annuncio, a nome del mio gruppo, il Popolo della Libertà, il voto favorevole sui provvedimenti al nostro esame in data odierna (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carinelli. Ne ha facoltà.

  PAOLA CARINELLI. Signor Presidente, oggi siamo chiamati a votare sulla legge europea e sulla legge di delegazione europea. La legge di delegazione europea conferisce al Governo la delega per approvare dei decreti legislativi che recepiscano delle direttive europee, cioè, in pratica, il Parlamento delega il Governo per legiferare al suo posto. Questo ci lascia molto perplessi perché è l'ennesimo esempio di come il Parlamento sia svuotato delle sue funzioni, completamente marginalizzato e relegato ad un ruolo di mera ratifica. La legge europea, invece, contiene Pag. 78delle norme di diretta attuazione che modificano o cancellano le disposizioni statali vigenti che sono in contrasto con l'ordinamento europeo e per le quali siamo in procedura di infrazione oppure la rischiamo.
  A proposito delle procedure di infrazione, volevo ricordare che l'Italia ha il triste primato di essere il Paese europeo con il più alto numero di infrazioni, 104. Con queste due leggi che oggi andiamo ad approvare verranno risolte una ventina di queste infrazioni. Secondo il Governo e la maggioranza questo è un grande risultato, ma se la matematica non è un'opinione 104 meno 20 fa comunque 84. Questo è un grande risultato ? Avere ancora 84 procedure aperte è un grande risultato ? A noi non sembra proprio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Visto che questa legge parla di infrazioni, volevo precisare una cosa riguardo alle procedure di infrazione in quanto le procedure di infrazione attraversano diversi stadi. Alcune procedure sono a uno stadio iniziale altre sono ad uno stadio più avanzato. Di queste 104 procedure che abbiamo aperte, ce ne sono tre in particolare che sono nello stadio più avanzato, sono quelle più urgenti. Il buonsenso imporrebbe che, nel momento in cui stiamo facendo delle leggi per sanare delle procedure di infrazione, le tre procedure più urgenti vengano inserite in queste leggi che andiamo ad approvare, mentre, invece, se andiamo a scorrerle, queste due leggi, vediamo che non c’è traccia di queste tre infrazioni che sono quelle più urgenti. Pertanto, non capiamo perché il Governo e la maggioranza hanno voluto approvare queste leggi con tutta questa fretta. C’è stato detto che era un forte segnale, però non capiamo perché dobbiamo lavorare in questo modo. Noi ci siamo trovati, nella XIV Commissione, ma anche in tutte le altre Commissioni, a lavorare con una fretta che non ci ha permesso di lavorare bene. Oltretutto, non solo abbiamo dovuto lavorare molto di fretta, ma questa legge ci è arrivata dal Senato completamente blindata.
  Sin da subito, infatti, il Governo e la maggioranza ci hanno fatto capire che nessun emendamento sarebbe stato accolto, che non sarebbe stato possibile cambiare questi due provvedimenti: il tutto per non dover tornare al Senato. Ci troviamo, quindi, di nuovo, in una situazione in cui il tanto sbandierato bicameralismo, in realtà, è di fatto un monocameralismo, perché il lavoro è stato tutto fatto al Senato. Questa legge è arrivata alla Camera senza poter cambiare una virgola, per cui smettiamola di parlare di bicameralismo e abbiamo il coraggio di dire che, in realtà, si tratta di un monocameralismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci è stato detto, infatti, che non possiamo permetterci il lusso di tornare al Senato. Io vorrei ricordare al Governo che non è un lusso: è la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Tra l'altro, se scorriamo questi due provvedimenti, vediamo che sono state messe insieme delle tematiche molto diverse e, quindi, è una legge cosiddetta omnibus, che definire eterogenea è dire poco. Mi torna alla mente che il Governo quando si è insediato aveva promesso che non avrebbe più fatto ricorso a leggi omnibus, ma, d'altronde, aveva anche promesso che non avrebbe più fatto uso della fiducia e, se non mi sbaglio, qualcuno in questo Parlamento aveva anche promesso di abolire i rimborsi elettorali; come qualcun altro aveva promesso che avrebbe fatto la riforma elettorale, qualcun altro ha promesso che avrebbe cancellato il programma degli F-35, ma erano solo promesse, sempre e solo promesse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E abbiamo imparato sulla nostra pelle che le promesse, in questo Parlamento, non hanno nessun valore.
  Oggi, noi voteremo favorevolmente questi due provvedimenti, ma ricordiamo al Governo e alla maggioranza, che diligentemente esegue gli ordini del Governo, che queste leggi europee non sono una manna dal cielo che liberano l'Italia dal peso dell'Europa. L'Italia continua ad avere questo peso dell'Europa, il peso dell'Europa Pag. 79rimane; come rimangono le ottanta procedure, e più, di infrazione aperte, come rimane la nostra continua sottomissione ai diktat della Commissione europea, come rimane la nostra assoluta marginalità nel processo decisionale europeo. Su questo dobbiamo riflettere e su questo dobbiamo trovare una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gozi. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI. Signor Presidente, intanto preannunzio che con questo intervento mi riferirò sia alle due leggi europee che alla risoluzione sulla relazione consuntiva e annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sui tre atti.
  Siamo nell'Europa del Trattato di Lisbona, è un'Europa che, certamente, è più parlamentare: lo è nel rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo, lo è, soprattutto, signor Presidente e colleghi, nel ruolo dei Parlamenti nazionali. Abbiamo un controllo politico molto più ampio, abbiamo una prerogativa costituzionale, che è il controllo di sussidiarietà. Certo, questo tutto sulla carta: nella realtà, dipende da come, in concreto, i Parlamenti nazionali si adattano e sfruttano queste possibilità, che sono più democrazia. Sta a noi sfruttarle.
  Su iniziativa del Partito Democratico, nella passata legislatura, lo abbiamo fatto a livello di leggi: abbiamo adottato la più importante riforma sistemica su come si fa la politica europea dell'Italia, la legge n. 234 del 2012. Ora, però, dobbiamo pienamente attuarla. E su questo, certamente, ci sono dei progressi, ma le incoerenze e anche le lacune della relazione del Governo sul 2012 indicano che, da una parte siamo, sulla strada giusta, ma che, dall'altra, c’è ancora molto lavoro da fare.
  Una democrazia parlamentare europea richiede, infatti, un dialogo serrato, costante, permanente tra Governo e Parlamento e, soprattutto, in riferimento alla relazione per il 2012, un'informazione accurata da parte del Governo sui seguiti dati agli indirizzi e agli orientamenti politici delle Camere in sede europea, in sede di negoziati europei. Come succede nel Bundestag tedesco, come succede nel Folketing danese, come succede a Westminster, cioè come succede in quei sistemi parlamentari più avanzati con cui ci siamo confrontati quando abbiamo concepito una riforma, che è stata adottata all'unanimità da tutte le forze politiche.
  Del resto, è con quei Governi, con il Governo inglese, con il Governo tedesco, con il Governo francese, con il Governo danese, che il Governo italiano si deve confrontare perché, come dice giustamente la risoluzione di maggioranza che ci accingiamo a votare, un rapporto virtuoso tra Governo e Parlamento è essenziale per l'approfondimento politico dell'integrazione europea. Ai colleghi di Sinistra Ecologia e Libertà voglio dire che anche noi siamo fortemente impegnati per un'Europa diversa, per un'altra Europa, e i risultati che abbiamo ottenuto all'ultimo Consiglio europeo in materia di lotta contro la disoccupazione giovanile, in materia di nuovi fondi per lo sviluppo, il lavoro che il Presidente del Consiglio sta facendo con l'Europa cosiddetta forte e con l'Europa debole, vedi il viaggio ad Atene, vanno in quella direzione; ed è in quella direzione che lavoreremo per la presidenza italiana dell'Unione europea. È evidente, però, che questo, Presidente, è impossibile farlo senza un pieno coinvolgimento, pieno e quotidiano, del Parlamento e, del resto, un coinvolgimento del Parlamento è essenziale per la realizzazione di quella democrazia post nazionale in un'Europa federale che rimane il grande obiettivo politico del Partito Democratico.
  D'altra parte, lo stesso Parlamento italiano, nel suo funzionamento quotidiano, deve pensarsi molto di più come un pilastro di una democrazia europea in divenire e, quindi, certamente, ritengo che dopo la riforma del 2012 dobbiamo, finalmente, affrontare il tema della riforma dei Regolamenti parlamentari. Abbiamo bisogno di una vera e propria sessione Pag. 80europea in cui dibattere di quello che abbiamo fatto, ma soprattutto di quello che vogliamo fare, come Italia in Europa; abbiamo bisogno di più tempestività e di più regolarità nel modo in cui trattiamo le questioni europee, ancora troppo frammentate nelle varie Commissioni. Abbiamo anche bisogno di una migliore e più coerente organizzazione delle amministrazioni di settore, sotto il coordinamento del Ministro degli affari europei perché la concorrenza europea non è solo concorrenza fra imprese, è anche, e soprattutto, concorrenza tra sistemi Paese, tra pubbliche amministrazioni. Questo è ancora più rilevante e questo giustifica, anche, la celerità con la quale abbiamo adottato i due disegni di legge, la legge europea e la legge di delegazione europea, perché, nonostante i progressi che facciamo, in maniera costante, dal 2006, con l'impulso che diede l'allora Ministro Bonino, nonostante l'ottimo lavoro che il Ministro Moavero sta facendo, rimaniamo, per quanto riguarda il rispetto delle norme europee, gli ultimi in Europa, rimaniamo in zona retrocessione e rimaniamo in zona retrocessione a causa di carenze strutturali ancora irrisolte. Qual è la principale di queste carenze ? Gli interventi a monte; nel momento in cui le politiche europee sono ancora in fase di elaborazione, noi dobbiamo essere molto più efficaci, come Italia, nell'intervenire quando una direttiva è ancora negli occhi dei commissari europei, cioè dobbiamo migliorare il nostro ruolo nella fase ascendente. Certo, progressi sono stati fatti, nella scorsa legislatura abbiamo esaminato 176 atti europei, abbiamo adottato 80 pronunce, ma non basta, non basta perché anche dalla relazione, dal lavoro quotidiano, emerge una difficoltà strutturale delle amministrazioni italiane di settore a identificare, e quindi a difendere l'interesse nazionale in modo precoce e in modo tempestivo.
  E meno le direttive europee parlano italiano e più sarà difficile attuarle a valle. La direttiva Bolkestein di cui abbiamo parlato in questi anni è solo l'esempio più mediatico ed evidente di quanto si perde a valle se non si è tempestivi ed efficaci a monte; insomma, dobbiamo essere dei negoziatori duri, più duri, a livello europeo e dobbiamo essere degli esecutori affidabili, più affidabili, nel momento in cui le norme europee sono adottate. Noi invece, spesso, facciamo il contrario. Dobbiamo poi stabilire, e mi avvio alle conclusioni, Presidente, un forte dialogo con i nostri parlamentari europei che abbiamo audito prima di adottare questi disegni di leggi; ci hanno dato delle indicazioni molto utili.
  Oggi diamo un contributo importante per raggiungere questi obiettivi; la legge europea chiude diciotto infrazioni, la legge di delegazione ne chiude nove, ma è evidente che occorrerà un dialogo molto attento con il Governo nei momenti in cui emanerà quei decreti attuativi su alcuni aspetti molto sensibili di questi provvedimenti, penso alla sperimentazione animale e alla ricerca, penso all'accesso al pubblico impiego di cittadini non aventi la nazionalità italiana, penso, anche e soprattutto, alla decisione sulla tratta degli esseri umani. Dobbiamo evitare altri ritardi.
  Concludendo, signor Presidente, un grande europeista come Jacques Delors diceva che l'integrazione europea si basa su tre pilastri: la cooperazione, la solidarietà, la competizione.
  La cooperazione è quella tra Governi e Parlamenti, la cooperazione che unisce, e dobbiamo lavorarci, perché abbiamo bisogno di più unione politica e democratica. La solidarietà è quella tra i popoli, messa duramente a rischio da questa crisi e che dobbiamo recuperare assieme ai nostri partner europei. Ciò significa dire basta all'Europa delle Troike e dire sempre più Europa dei cittadini. Poi c’è l'Europa della competizione, il pilastro della competizione, quella tra Stati e sistemi-Paese. La competizione stimola, stimola a migliorarsi, stimola a riformarsi, ma questo essere competitivi dipende solo da noi, dipende dalla nostra capacità di fare riforme. E dalla nostra capacità di competere dipende, oggi e domani, la nostra influenza in Europa; da nessun altro dipende, colleghi e Presidente, ma sempre e solo da noi. Allora operiamo di conseguenza, perché più Italia in Europa vuol Pag. 81dire un'Europa migliore per noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, il gruppo di Scelta Civica, di cui io faccio parte, voterà convintamente a favore di questi provvedimenti. C’è bisogno di unità in Italia, in un momento così difficile per il Paese, e siamo lieti e speriamo che si arrivi ad una approvazione corale, ad un'unanimità morale, di questo Parlamento, in modo particolare sui problemi della politica europea. Voglio ricordare che tale approvazione corale l'abbiamo data anche quando esistevano maggioranze e minoranze molte divise e molto corpose in un clima di fortissimo scontro politico. Ciò è importante per il Paese ed è importante per l'Europa. L'Europa ci giudica anche dalla capacità che abbiamo di essere uniti. Al di là dei dati oggettivi, l'immagine di unità e determinazione, in Europa, conta.
  Mettiamo alla prova in questa occasione, per la prima volta, la legge n. 234 del 2012 – della quale io ho l'onore di essere il primo firmatario –, che completa e rafforza la legge n. 11 del 2005. La riforma sta cominciando a funzionare. Le idee guida che ci hanno guidato nel fare quella legge e che ci hanno accompagnato in tutto il percorso delle riforme sono che le politiche europee non sono politica estera. Una volta tutti i rapporti fra il sistema-Italia e il resto del mondo avevano un unico punto di contatto istituzionale, che era il Ministero degli affari esteri. Oggi non è così. Le regioni, le province e i comuni sono protagonisti della vicenda europea, hanno un rapporto diretto con l'Europa. E allora noi abbiamo bisogno di un Ministero di coordinamento, il quale raccolga le domande, le attese e le speranze di tutte queste realtà del Paese e le porti ordinatamente a partecipare al processo di formazione della posizione nazionale in Europa e poi anche al progetto di formazione della volontà politica dell'Europa. Allora, coordinamento del sistema delle autonomie locali.
  A proposito, signor Ministro, nella relazione non trovo moltissimo sul modo in cui sta funzionando il coinvolgimento del sistema delle autonomie locali, che è importante. È necessario il coordinamento del Governo, dei diversi Ministeri, in modo da definire delle priorità di politica europea dell'Italia. I grandi Paesi ottengono quello che vogliono perché sanno quello che vogliono, e non si può volere troppo. Si devono definire delle priorità e su queste priorità bisogna tener duro, venendo, su altre cose di minor rilievo, ai necessari compromessi, ed è per questo necessario un supporto tecnico adeguato. Ho l'impressione che questo supporto tecnico non sia ancora a regime, che il CIACE non abbia ancora tutti gli strumenti e i mezzi necessari per funzionare in modo adeguato. C’è un problema anche di coordinamento dei Ministeri in fase discendente. Signor Ministro, io non sono convinto che i nuclei di valutazione europea nei diversi Ministeri ci siano davvero e funzionino davvero. Eppure, se vogliamo battere le procedure di infrazione, questo è un elemento fondamentale per rendere fluido il passaggio dalla fase ascendente alla fase discendente. Quindi, coordinamento, ed io le do atto del grande lavoro che lei sta facendo su questo.
  L'altro pilastro della legge è il controllo parlamentare. Gli italiani, molte volte, hanno la sensazione che l'Europa comanda su di loro, come se fossero una provincia dell'impero austro-ungarico: non è così ! L'Europa siamo noi, noi siamo cittadini europei, ma certo gli italiani non hanno neanche tutti i torti. Quando sento certi interventi, come quelli degli amici della Lega, mi sento visceralmente contro, ma anche un po’ visceralmente a favore perché se noi non facciamo un uso adeguato degli strumenti che abbiamo per far sentire la nostra voce in Europa, poi capita che, di fatto, in teoria no, ma di fatto, ricopriamo la parte dei sudditi e non la parte dei cittadini sovrani. Allora c’è il problema di utilizzare a fondo gli strumenti Pag. 82che ci vengono messi a disposizione e il primo strumento che abbiamo, al di là del Parlamento europeo – prima anche del Parlamento europeo –, è il Parlamento nazionale. Quando il Governo è controllato nella sua azione dal Parlamento nazionale, il cittadino sa che in Europa vengono rappresentate le sue posizioni, le sue speranze. Noi abbiamo troppe volte l'abitudine di lasciare che le cose europee vadano per il loro cammino, intervenendo all'ultimo momento. In Europa non si interviene all'ultimo momento, bisogna essere presenti nella discussione sin dall'inizio. Di conseguenza, la centralizzazione del controllo parlamentare proposta dal collega Tancredi è una buona cosa, un modello come quello della Commissione analoga del Parlamento britannico, che centralizza efficacemente il controllo, è una buona cosa. Anche la possibilità di sostituire le Commissioni di merito, quando esse non facessero tempestivamente quello che devono fare, è una buona cosa.
  Mancano alcuni elementi al disegno riformatore che avevamo: una cosa che manca non riguarda la legge, ma il Parlamento. Signora Presidente, io direi che noi abbiamo bisogno – lo hanno detto i colleghi Tancredi e Gozi, lo ripeto io – di una sessione parlamentare dedicata agli affari europei, di una sessione comunitaria del Parlamento. È possibile che questioni di vitale interesse debbano essere discusse da un Parlamento stanco, stanco perché stressato, si prende il primo «buco» che si trova per riuscire a mettere all'ordine del giorno la legge comunitaria e lo si usa. Ringraziamo Dio che abbiamo trovato il buco, perché altrimenti aumentavano ancora le procedure di infrazione, ma questo non è il contesto, l'atmosfera – lo ha detto la collega di SEL – in cui sensatamente si può parlare delle questioni europee. Facciamo una riforma regolamentare che ci dia una sessione della Camera dei deputati dedicata alle vicende europee.
  Su parti importanti della legge n. 234 i risultati ancora non si vedono molto: si avvicina il semestre italiano di presidenza, avremo bisogno di tanto personale ben addestrato dentro i meccanismi europei e conosciuto a Bruxelles. Noi prevedevano un uso intensificato della figura degli esperti da mandare a Bruxelles, possono stare lì due anni rinnovabili, imparano e sono poi una grande acquisizione: quanto uso abbiamo fatto di questa possibilità ? Ho l'impressione di un uso limitato e ho l'impressione che, nell'affrontare l'attrezzatura di tutti i tavoli di trattative che avremo nel semestre italiano, qualche difficoltà potremo incontrarla.
  Signor Ministro, tra le incombenze del suo Ministero c’è anche quella di trasmettere al popolo italiano una cultura dell'Europa, un'informazione sull'Europa, entrambe drammaticamente carenti. Il popolo italiano non comprende, non conosce come funziona l'Europa e questa impressione di essere dei sudditi e non dei cittadini è naturalmente rafforzata dal fatto di non capire quello che succede e come succede. Lei mi può dire di non avere le risorse per fare tutto ciò e che si tratta di una competenza teorica che non può esercitare perché non ha le risorse. Se le faccia dare, vale la pena anche in tempi difficili, parli con il Primo Ministro Letta, senta che il Parlamento la sostiene e l'appoggia in questo, si faccia dare le risorse necessarie, facciamo del semestre italiano di Presidenza l'occasione per un anno dell'Europa in Italia, un anno della coscienza di cittadinanza dell'Europa in Italia, della coscienza degli italiani di essere dei cittadini, siamo davanti ad una grande sfida.
  Diversi anni fa a Vienna in un convegno Lord Ralf Dahrendorf mi spiegava che non esiste un demos europeo e quindi la costruzione europea è condannata, e io gli rispondevo che anche il demos ateniese non esisteva, è stato creato da una scienza, il sinecismo, la scelta di convivere e abitare insieme. Siamo impegnati in questa scelta ma la vittoria in questa scelta non è solo politica, è prima di tutto culturale, è la capacità di sentirci partecipi di un unico destino. Il controllo parlamentare sul Governo è uno strumento fondamentale, la trasparenza fa in modo che la gente si senta partecipe, l'antieuropeismo Pag. 83si batte con un di più di partecipazione e di trasparenza democratica e riprendendo un grande progetto europeo che possa appassionare l'anima del nostro popolo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1327)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1327, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero, Rostan, Saltamartini, Rocco, Albanella, Palma, Pisicchio, Basilio, Caon, Giancarlo Giorgetti, L'Abbate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 588 – «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013» (Approvato dal Senato) (1327):

   Presenti  453   
   Votanti  449   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  438    
    Hanno votato no   11    

  La Camera approva (Vedi votazioni – Applausi).

Seguito della discussione della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2012 (Doc. LXXXVII, n. 1) (ore 19,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2012 (Doc. LXXXVII, n. 1).
  Ricordo che nella seduta del 30 luglio 2013 si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella relativa al disegno di legge di delegazione europea 2013 e al disegno di legge europea 2013, e che i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
  Avverto che sono state presentate le risoluzioni Ricciatti ed altri n. 6-00023, Galgano, Bordo, Mosca, Colonnese, Alli, Buttiglione, Prataviera ed altri n. 6-00024 e Prataviera ed altri n. 6-00025, riferite alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2012 (Vedi l'allegato A – Risoluzioni).
  Ricordo che ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 7, del Regolamento, deve essere votata per prima la risoluzione accettata dal Governo.

(Parere del Governo – Doc. LXXXVII, n. 1).

  PRESIDENTE. Chiedo quindi al rappresentante del Governo quale risoluzione intenda accettare.

  ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signora Presidente, il Governo accetta la risoluzione 6-00024.

(Dichiarazioni di voto – Doc. LXXXVII, n. 1)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Gentile Presidente, Signor Ministro, onorevoli colleghi, quello che stiamo discutendo – come sapete – è il principale strumento per la funzione di Pag. 84controllo ex post del Parlamento sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea.
  Sembra, in questo caso, una sorta di «conta» dei buoi scappati dalla stalla, visto che il Parlamento e il Governo innanzitutto sono cambiati. La relazione, poi, ci consente di ricostruire l'impostazione complessiva della politica europea del precedente Governo Monti, soprattutto per quello che riguarda l'ultimo scorcio della passata legislatura e di poterne valutare, in qualche modo, l'efficacia complessiva.
  L'obiettivo dell'esame della relazione consuntiva 2012 deve essere non quello di formulare un giudizio «storico» sulla politica europea del precedente Governo, ma piuttosto quello di identificare i fattori strutturali di forza e di debolezza della partecipazione alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea.
  E, di materiale su cui riflettere, ce n’è e ce n’è molto, in questa relazione. Gli errori, da cui trarre insegnamento, non si contano neppure, dal momento che, dal nostro punto di vista, fin tanto che avremo un Governo nazionale che non si considererà (come si è dimostrato) strenuo difensore degli interessi regionali e delle comunità locali, ma continuerà ad arroccarsi in difesa delle superate concezioni Stato centriche, allontanerà sempre di più la percezione, da parte della gente, che l'Europa sia utile al loro futuro.
  L'Europa oggi si è ridotta a un'Unione monetaria dominata dalla logica degli Stati e dalla burocrazia; un progetto che sta mostrando di essere fallimentare e che rende ancora più urgente la realizzazione di una nuova Unione, di un nuovo europeismo basato sulle regioni.
  Partiamo dal considerare il fatto che la relazione dedichi una particolare attenzione ai temi economici e finanziari, formulando un giudizio complessivamente positivo sulle misure adottate a livello al fine di mantenere la stabilità dell'area euro, incluso il nuovo sistema di governance economica. Ad avviso del Governo, gli sforzi compiuti hanno consentito di mitigare gli impatti di una crisi globale del sistema finanziario e di promuovere, sia a livello europeo che nazionale, unitamente alle misure di consolidamento dei conti pubblici, una costante azione per favorire la crescita, la competitività e l'occupazione. Nulla di tutto ciò, in realtà, si è visto. La relazione riconosce, tuttavia, che la gravità della crisi non ha tuttora consentito agli sforzi compiuti in sede europea e nazionale di produrre effetti visibili – almeno una minima presa di coscienza – in termini di ripresa dell'economia e dell'occupazione.
  In tale contesto, il documento rivendica quale «successo» dell'azione del Governo, l'adozione da parte del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012 del Patto per la crescita e l'occupazione che articola in modo organico le misure di rilancio dell'economia a livello nazionale ed europeo, da affiancare alla normativa sulla disciplina di bilancio.
  Anche con riferimento al rafforzamento dell'architettura istituzionale dell'Unione economica e monetaria, la relazione sottolinea come il Governo abbia ispirato la propria azione a due principali obiettivi: sostenere un credibile e ambizioso processo di riforma, insistendo sull'esigenza di agire nel rigoroso rispetto del quadro giuridico dell'Unione e di assicurare anche il pieno coinvolgimento del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali.
  Tuttavia, per il momento, di crescita e prosperità non si è vista nemmeno l'ombra. Allora, ci chiediamo quanto ci costa, alla fin fine, questo euro e il mantenimento di questa politica in difesa dell'euro ? Il Governo per quadrare i conti poteva agire da subito sulla riduzione del proprio enorme peso, mettendosi a dieta e cogliendo l'occasione per eliminare gli sprechi. Una misura di snellimento che, a cominciare proprio dai costi della Pubblica Amministrazione non solo della politica, e della cosiddetta casta, la casta amministrativa, non può più essere considerata rinviabile. Pag. 85
  I costi dell'adesione di questo Paese ai palazzi di Bruxelles dovevano essere sostenuti adottando subito i decreti del federalismo fiscale, ad iniziare dai decreti attuativi dei costi standard, e agendo sullo snellimento selettivo dell'organico della pubblica amministrazione, magari introducendo il principio della meritocrazia, cosa abbastanza usa al sistema italiano, specialmente laddove si continuano a mantenere gli sprechi della politica assistenzialista che impiega 3.000 forestali per 1.500 ettari di bosco, praticamente 1.500 euro al mese per ettaro !
  Capisca la nostra posizione, signor Ministro. Noi rappresentiamo un territorio che è stanco di adottare l'adagio del «lavora e taci». Rappresentiamo quel territorio da cui si è sempre munto, si è sempre spremuto. Solo che una volta era Roma a mungerci, oggi è Bruxelles (con la differenza, però, che non riusciamo a farci ascoltare né da Bruxelles né da Roma). Non possiamo condividere l'azione di un Governo che pensa di potere rimanere in questa Unione europea chiedendo ancora alle famiglie e alle imprese, in particolare a quelle del nord, che in nome dell'unità stanno regalando i propri soldi da più di 150 anni.
  Non possiamo annunciare il nostro voto favorevole, ma convintamente contrario perché lo scorso anno il Governo in carica è andato a braccetto con gli eurotecnocrati che vogliono cancellare le nostre radici storiche, le nostre tradizioni, le nostre comunità. Ciò significa non poter offrire un futuro a questo esperimento chiamato Europa, dal momento che sempre più giovani sono disoccupati, conviventi in un «meticciato» culturale imposto, con sempre più scarsi valori etici e religiosi, che li lascerà sempre più senza solide basi su cui poggiare per garantirsi un valido fondamento e per potere contribuire a fare crescere questo spazio comune in un futuro.
  Siamo ad annunciare con forza che fin tanto che il Governo che guida il nostro Paese non si muoverà in difesa dei propri concittadini da un'Europa omologatrice, molto più attenta a difendere i bilanci statali e delle banche o delle lobby che la compongono, che non sembra promuovere la cultura della famiglia, delle culture locali e della cultura imprenditoriale attraverso l'incentivo alla piccola e media azienda e dell'agire in concerto per la gestione dei flussi migratori, con politiche serie sia transfronaliere sia comunitarie e tese a una seria e rigorosa integrazione, allora siamo ad annunciare che ha trovato alla fin fine nel nostro partito, la Lega, il suo più fiero oppositore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

  ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea è stata esaminata in Commissione XIV congiuntamente alla legge di delegazione europea e alla legge europea e, come è noto, giunte alle Camere oltre tre mesi dopo il termine del 28 febbraio, come previsto dalla legge n. 234 del 2012, che ha dettato nuovi obblighi informativi nei confronti del Parlamento.
  A causa del suddetto ritardo il potere di controllo ex post del Parlamento sull'operato di Governo viene in parte svuotato del suo significato costituzionale, nonostante la relazione in esame costituisca un'evoluzione rispetto alle relazioni consuntive precedenti, pur necessitando di ulteriori e profondi miglioramenti essenziali già a partire dal prossimo anno.
  In primo luogo, è di tutta evidenza come al fine di non sminuire l'efficacia politica di tale strumento a disposizione delle Camere, le future relazioni consuntive debbano essere presentate rispettando il termine del 28 febbraio, in conformità ai termini previsti dalla legge n. 234 del 2012. È importante inoltre ricordare a quest'Aula che la relazione consuntiva rappresenta, ad oggi, lo strumento principale, attualmente a disposizione del Parlamento, per una verifica ex post sulla piena assunzione di responsabilità da parte dell'Esecutivo, in merito alle scelte che hanno caratterizzato la Pag. 86sua attività in ambito europeo, nell'anno di riferimento.
  Nonostante l'indiscussa utilità di questo strumento, nella relazione per l'anno 2012 continua ad essere assente il necessario e più volte auspicato riferimento ai numerosi atti di indirizzo approvati dalle Camere in materia europea. Dall'esame della relazione consuntiva in Commissione, è infatti emerso che molti degli atti di indirizzo approvati dalle Camere non sono stati presi in debita considerazione dalle amministrazioni statali e dai Ministri competenti, vanificando così di fatto l'intervento parlamentare. Numerose lacune sono inoltre emerse dalla lettura approfondita del documento, con riferimento alle procedure di coordinamento tra l'operato del Governo in sede di negoziati europei e gli indirizzi dettati dallo stesso Parlamento.
  La mancata descrizione del seguito dato ai numerosi atti di indirizzo delle Camere da parte del Governo per l'anno di riferimento, così come i provvedimenti adottati di conseguenza, incide negativamente sull'utilità complessiva della Relazione consuntiva. In particolare, la Commissione XIV ha sottolineato, in sede di esame, come la relazione per l'anno 2012 non tenga conto delle raccomandazioni espresse dal Parlamento per gli anni 2010 e 2011, che avevano come fine espresso quello di integrare le future relazioni consuntive attraverso l'indicazione specifica del seguito dato ai suddetti atti di indirizzo. La mancata menzione delle mozioni approvate in identico testo dalle Camere disattende il dettato dell'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, il cui intento è quello di facilitare il dialogo e il raccordo sistematico con il Governo, nonché quello di rafforzare le procedure di informazione sulle grandi questioni all'esame delle istituzioni europee.
  Vengono altresì ignorati gli atti di indirizzo approvati dalle Camere prima delle riunioni del Consiglio europeo, in particolare di gennaio e giugno 2012, le quali hanno concorso a definire la posizione italiana sulla nuova governance economica e sulle iniziative per la crescita. La relazione si limita quindi ad illustrare il percorso seguito dal Governo per l'anno 2012, ma non apre a nuovi scenari da approfondire in sede europea di concerto con il Parlamento. In Commissione sono stati inoltre evidenziati i limiti presenti nella relazione consuntiva per quanto attiene l'assenza di espliciti riferimenti alle procedure di raccordo tra il Parlamento, il Governo e le regioni, nonché con il Comitato interministeriale per gli affari europei. È stato ulteriormente evidenziato come la relazione risenta negativamente della mancata trasmissione alle Camere anche per l'anno 2012 delle note predisposte dalla rappresentanza permanente dell'Italia presso l'Unione europea.
  Per quanto riguarda l'aspetto più strettamente strutturale, ma non per questo di minore importanza, la relazione consuntiva presenta nel complesso una forma relazionale piuttosto eterogenea nelle singole sezioni, dovuta probabilmente all'approccio differenziato seguito dalle amministrazioni che hanno contribuito alla predisposizione del documento. Alla sinteticità della premessa non corrisponde inoltre una snellezza strutturale dell'intero articolato del documento, che appare altresì di difficile lettura per le Camere stesse, tenuto anche conto della tecnica redazionale utilizzata.
  La risoluzione che il MoVimento 5 Stelle si appresta a votare, tiene conto dei limiti emersi dalla disamina della relazione consuntiva per l'anno 2012 e sottolinea in più punti la necessità, ormai indifferibile, che i Parlamenti nazionali siano coinvolti in misura sempre maggiore nell'ambito delle attività dell'Unione. Il Governo è chiamato a tal fine a tenere debitamente in considerazione gli atti di indirizzo delle Camere in merito alla formazione delle politiche comunitarie, riferendo regolarmente sulle posizioni assunte in relazione ai singoli provvedimenti oggetto di discussione presso le istituzioni europee e sul seguito dato ai suddetti atti di indirizzo.
  La risoluzione pone altresì in evidenza, come peraltro sottolineato dal Ministro Moavero in sede di audizione presso la Pag. 87XIV Commissione, la necessità che le Camere intervengano in maniera sempre più rilevante nella fase ascendente di elaborazione delle normative comunitarie, al fine di incidere con maggiore efficacia sulla formazione della legislazione europea.
  La relazione consuntiva documento il lavoro svolto presso le opportune sedi europee in materia di occupazione e politiche sociali, ma è importante sottolineare, in questa sede, che le iniziative finora adottate sono da ritenersi ancora insufficienti per contrastare la dilagante disoccupazione giovanile. In conformità al Patto per la crescita e l'occupazione, adottato dal Consiglio europeo del giugno 2012, il Governo è chiamato oggi a dare piena attuazione alle necessarie misure in grado di stimolare adeguatamente la crescita e l'occupazione, nonché a favorire una maggiore trasparenza circa la gestione delle risorse destinate alle politiche di formazione e sostegno all'occupazione. In quest'ottica, devono essere intraprese tutte le iniziative volte a sfruttare pienamente le opportunità offerte dai fondi strutturali europei, le cui modalità di spesa devono rispondere ai criteri di efficienza e trasparenza. In particolare, riteniamo che la posizione del Governo italiano sulla gestione dei fondi europei – ed in particolare del Fondo sociale europeo – debba essere maggiormente incisiva per garantire il progressivo aumento dell'efficienza nella gestione risorse e la riduzione degli oneri burocratici conseguenti.
  Il MoVimento 5 Stelle, per i motivi qui illustrati, annuncia il suo voto favorevole alla risoluzione sulla relazione consuntiva per l'anno 2012, auspicando che detta risoluzione non rimanga lettera morta per il Governo, ma che ad essa venga riconosciuta la sua reale efficacia politica. Il MoVimento 5 Stelle si augura inoltre che la risoluzione di oggi rappresenti finalmente un reale ed effettivo impegno del Governo nei confronti delle Camere e dei suoi atti di indirizzo in merito alla formazione delle politiche e della normativa dell'Unione europea, rispettando in questo senso, anche gli impegni presi dai precedenti Governi con l'accoglimento delle raccomandazioni contenute nelle risoluzioni per gli anni 2010 e 2011 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Votazioni – Doc. LXXXVII, n. 1)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Ricordo che, come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite o non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Galgano, Bordo, Mosca, Colonnese, Alli, Buttiglione, Prataviera ed altri n. 6-00024, accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rizzetto, Rostan, Gribaudo, Richetti, Gitti, Ferraresi, Ottobre, Sorial... vi sono dei voti di astensione senza persone, lì dietro ? Chiedo al collega Totaro, perché io non sono in grado di vedere se vi sono le teste. Direi di togliere le tessere, magari. Ah, siete lì. Ho capito. E l'altro ? Si è disattivata, benissimo. La postazione che era accesa senza il proprietario è stata disattivata. Benissimo ! Mannino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  430   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 406    
    Hanno votato
no   24).    

(I deputati Stumpo e Cani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Avverto che, a seguito dell'approvazione della risoluzione Galgano, Bordo, Pag. 88Mosca, Colonnese, Alli, Buttiglione, Prataviera ed altri n. 6-00024, la risoluzione Ricciatti ed altri n. 6-00023 risulta preclusa limitatamente alla lettera a) del dispositivo, laddove impegna il Governo a far pervenire la prossima relazione consuntiva della partecipazione dell'Italia all'Unione europea entro il 31 gennaio 2014.
  Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Ricciatti ed altri n. 6-00023, non accettata dal Governo, limitatamente alle parti non precluse.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Carella, Cani, Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  442   
   Votanti  341   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato
  26    
    Hanno votato
no  315).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Prataviera ed altri n. 6-00025, non accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Baruffi, Colonnese, Rizzo, Capodicasa, Gitti, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  447   
   Votanti  343   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  13    
    Hanno votato
no  330).    

  Ringraziamo i nostri relatori e il Comitato dei nove (Applausi).

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 1o luglio 2013, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena (Approvato dal Senato) (A.C. 1417) (Esame di una questione pregiudiziale) (ore 19,50).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della questione pregiudiziale Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 1417) presentata al disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1417: Conversione in legge con modificazioni del decreto-legge 1o luglio 2013, n. 78 recante disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena.
  Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Può altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
  Il deputato Molteni ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per illustrare la questione pregiudiziale di costituzionalità e anche di merito presentata dal gruppo della Lega Nord sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 78, meglio noto e meglio conosciuto come «decreto svuota carceri».
  Ovviamente presentiamo questa pregiudiziale al fine di non procedere all'esame del disegno di legge e quindi di interromperne la discussione. Noi crediamo che questo decreto-legge, che è stato approvato dal Senato e che è stato inviato alla Camera, presenti alcuni profili di incostituzionalità che, ovviamente, esporremo durante questo dibattito, ma soprattutto, e anche, esporremo alcuni profili di valutazione politica di dissenso per quanto riguarda il merito. Pag. 89
  Dal punto di vista costituzionale noi riteniamo che questo disegno di legge di conversione presenti sostanzialmente due evidenti e palesi vizi di costituzionalità, innanzitutto con riferimento all'articolo 3 della Carta costituzionale, ovvero al principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e, in secondo luogo con riguardo al profilo giurisprudenziale, ormai consolidato anche nel dibattito in quest'Aula, della ragionevolezza.
  Noi riteniamo che questo decreto-legge, questo provvedimento, questo «svuota carceri», questo «indulto mascherato», questo provvedimento che garantisce impunità per legge nei confronti di chi commette reati, anche particolarmente gravi, vada a creare una sorta di disuguaglianza tra quei cittadini che sono stati costretti a subire le misure detentive del carcere e coloro i quali, grazie all'entrata in vigore e all'applicazione di questo decreto-legge, beneficeranno di tutta una serie di misure detentive alternative al carcere, tali per cui la disuguaglianza che si pone tra questi soggetti appare allo stesso tempo palese.
  Riteniamo, inoltre, e crediamo che sia assolutamente da contestare il fatto che si proceda attraverso un decreto-legge. Voglio ricordare, tra l'altro, che il dibattito e la discussione all'interno della Commissione giustizia su questo provvedimento è stato particolarmente limitato; si è dato poco spazio fino ad oggi, alla discussione e alla votazione degli emendamenti, proprio per la rapidità con cui il Governo ha sentito la necessità di portare in discussione presso quest'Aula il decreto-legge stesso. Noi contestiamo il fatto che si utilizzi il decreto-legge – secondo, quindi, dei motivi di necessità e di urgenza – per decidere e deliberare in merito alle libertà personali, alle libertà individuali dei singoli cittadini.
  Crediamo che il decreto-legge non sia lo strumento idoneo né opportuno per poter deliberare su questo. È evidente, quindi, che da parte nostra c’è, anche sotto il profilo dell'articolo 77 della Carta costituzionale, il rilievo di palesi vizi di costituzionalità. Questi sono sostanzialmente i profili di incostituzionalità che noi solleviamo e che eccepiamo a fronte della contestazione che noi muoviamo a questo tipo di provvedimento.
  Vi è poi anche una contestazione che è una contestazione puramente di merito riguardo a questo provvedimento. È l'ennesimo provvedimento che questo Parlamento, che quest'Aula porta in discussione sul problema del sovraffollamento delle carceri, sarà l'ennesimo provvedimento tampone, sarà l'ennesimo provvedimento occasionale, sarà l'ennesimo provvedimento che affronta un'emergenza – che è l'emergenza carceri – attraverso dei provvedimenti d'urgenza; fermo restando che per la Lega Nord la priorità e l'emergenza oggi del Paese non è certamente il problema delle carceri, non è certamente il problema del sovraffollamento delle carceri, bensì le emergenze e le urgenze sono altre, sono il lavoro, l'occupazione, il tema della ripresa, il tema dell'economia. Queste sono per noi le emergenze del Paese.
  Quindi affrontate nuovamente, dopo il disegno di legge sulle pene alternative al carcere e sulla messa alla prova, l'ennesimo provvedimento per poter risolvere – e non lo risolverete – il problema delle carceri. Guardate, dal 1948 ad oggi sono stati circa 40 i provvedimenti che il Parlamento, che l'Aula, che il Governo hanno affrontato, compresa tutta una serie di amnistie e di indulti, per poter risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. E tutti i provvedimenti sono stati unicamente delle soluzioni tampone, delle soluzioni che non hanno affrontato, ma soprattutto non hanno risolto, il problema del sovraffollamento delle carceri. Stesso discorso e stessa sorte varrà anche per questo provvedimento.
  Tutti questi provvedimenti, questo decreto-legge oggi, il disegno di legge in passato sulle pene alternative al carcere, rappresentano due cose in modo particolare. Rappresentano una resa, una resa incondizionata dello Stato di fronte alla criminalità organizzata, perché voi, chi si assumerà la responsabilità – se mai ci sarà l'occasione e la circostanza – di andare ad approvare questo decreto-legge, vi assumerete la responsabilità davanti Pag. 90ai cittadini onesti, davanti alle vittime dei reati, davanti alle parti lese e alle persone offese, di attribuire dei benefici di pena, soprattutto a favore di coloro i quali hanno commesso reati particolarmente gravi e quindi nei confronti di delinquenti e criminali.
  Per noi della Lega Nord c’è un principio, che è un principio fondamentale, è un principio basilare, che è il principio della certezza della pena. Per noi chi sbaglia paga e sconta interamente la propria pena, e se la consumazione della pena prevede il carcere, la pena deve essere consumata all'interno del carcere. Voi oggi con questo provvedimento state andando a prevedere delle misure alternative rispetto al carcere, ovvero la detenzione domiciliare, che rappresenta una pena diversa rispetto alla pena scontata in carcere. Questo rappresenta un'offesa nei confronti delle vittime dei reati.
  Quindi questo provvedimento rappresenta una resa incondizionata di fronte a coloro i quali hanno subito reati, reati anche di una particolare gravità sociale, e al tempo stesso rappresenta anche una resa di fronte a un principio, a un valore costituzionale e a un valore etico, morale fondamentale che è il valore della sicurezza dei cittadini, soprattutto oggi in questo momento, in questo contesto sociale ed economico di crisi rispetto al quale la crisi trascina con sé anche evidenti problemi di ordine pubblico e di sicurezza. Incrementando la possibilità di poter scontare la pena ai domiciliari, inevitabilmente voi determinate una circostanza grave nei confronti della sicurezza, ovvero il fatto che coloro i quali oggi vanno ai domiciliari dovranno essere sottoposti a tutta una serie di misure di controllo e il controllo verrà e dovrà essere esercitato dalle Forze dell'ordine, che dovranno ridurre il proprio impegno rispetto al controllo del territorio. Quindi è un grave condizionamento, viene leso il principio di sicurezza dei cittadini.
  All'interno di questo provvedimento vi sono poi, in modo particolare, due aspetti particolarmente gravi. Primo, viene concessa una serie di benefici e il testo che è stato modificato dal Senato ha colto questo aspetto in modo positivo. Ma c’è una volontà politica da parte di una maggioranza che è in grande fibrillazione su questo provvedimento e lo vedremo ovviamente. Abbiamo avuto le prime avvisaglie della fibrillazione della maggioranza PD-PdL durante la seduta della Commissione giustizia di oggi. Vedremo gli esiti di questa fibrillazione sicuramente nei giorni successivi. Oggi ci sono due temi principali: il tema dei recidivi, in modo particolare i recidivi specifici infraquinquennali, cioè quei recidivi che hanno commesso negli ultimi cinque anni reati della stessa indole, ai quali voi volete concedere benefici premiali e benefici penitenziari che non sono assolutamente meritati. Voglio ricordare che i recidivi sono coloro i quali rappresentano i delinquenti, i criminali seriali, coloro i quali si macchiano costantemente e ripetutamente e in maniera recidiva della commissione di determinati reati.
  L'altro fatto, l'altra circostanza grave di cui vi dovete assumere, PD e PdL, si devono assumere la responsabilità politica di fronte al Paese, è la circostanza relativa al fatto che avete aumentato, con riferimento alle misure coercitive e, in modo particolare, con riferimento alle misure cautelari in carcere, la possibilità di poter applicare le cautelari da quattro a cinque anni. Questo cosa ha determinato (e noi porremo rimedio e c’è un emendamento della Lega in tal senso) ? Avete determinato che reati di particolare gravità sociale come, ad esempio, lo stalking ma non solo lo stalking, ad esempio, la falsa testimonianza o ancora il finanziamento illecito ai partiti, rischiano di essere esclusi dalla carcerazione preventiva. Vi assumerete la responsabilità di fronte non solo a quelle donne che oggi sono oggetto di gravi atti persecutori ma vi assumerete la responsabilità di fronte al Paese.
  Queste sono motivazioni – concludo, signor Presidente – di ordine costituzionale, da un lato, di merito dall'altro, affinché la Camera deliberi di non procedere nell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge meglio noto Pag. 91– ed è bene che questo sia saputo – come decreto «svuota carceri» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signora Presidente ed egregi colleghi, mi atterrò scrupolosamente al tema in discussione e, cioè, alla presunta eccezione di incostituzionalità del decreto-legge Cancellieri ed eviterò di parlare del merito della questione rinviando alla discussione generale. Ora i colleghi della Lega Nord ritengono che, nel caso di specie, sia violava la Costituzione perché le misure adottate vengono contenute in un decreto-legge. Ora, anche noi, in verità, abbiamo delle perplessità sul fatto che la materia in discussione cioè la modifica del codice di procedura penale o la modifica dell'ordinamento penitenziario vengano trattate in questo modo, ciò nonostante non si può negare che sussistono ampiamente le condizioni previste dalla Costituzione per emanare un decreto-legge. Del sovraffollamento delle carceri, delle condizioni in cui i carcerati vivono, su questa questione non dobbiamo spendere molte parole, ne abbiamo già spese tante in qualche altra occasione non più tardi di qualche settimana fa.
  D'altronde noi abbiamo un punto di partenza inequivocabile cioè la sentenza di condanna della Corte di giustizia europea che, tra l'altro, comporta anche delle sanzioni a carico dello Stato italiano nonché l'obbligo di provvedere con urgenza praticamente entro al massimo ancora dieci mesi. Quindi la questione, da questo punto di vista, è testualmente, se così si può dire, ben circoscritta.
  D'altra parte, intendo ricordare e sottolineare che il Comitato per la legislazione, che normalmente non lesina critiche ai disegni di legge o alle proposte di legge che discutiamo sotto vari profili nonché sotto il profilo dell'incostituzionalità eventualmente di qualche norma, in questo caso il Comitato per la legislazione, non più tardi di questa mattina, ha decretato se così si può dire, ha dato il suo parere, dicendo che il decreto-legge in questione reca misure omogenee volte a fronteggiare il fenomeno del sovraffollamento carcerario e l'inadeguatezza delle strutture penitenziarie e del regime di esecuzione delle pene detentive.
  Quindi, misure omogenee: è una sottolineatura importante, perché la Corte costituzionale, con le sentenze del 2007 e 2008, ha ritenuto che un indizio di incostituzionalità eventuale del decreto-legge andasse ravvisato proprio nella disomogeneità del suo contenuto oppure nell'incoerenza tra l'intitolazione e la normazione. Ora, nel caso di specie abbiamo quindi un notevole conforto, un conforto qualificato.
  Per quanto riguarda invece l'altro profilo, velocemente, il profilo cioè di violazione dell'articolo 3 della nostra Carta costituzionale, non nascondo che sono molto sorpreso, perché non capisco il contenuto di questa eccezione: che cosa si vorrebbe ? O meglio: di che cosa ci si lamenta ? Che non è riservato lo stesso trattamento a qualunque imputato o a qualunque detenuto ? Ma è ovvio che sia così, perché il nostro codice penale e di procedura penale, così come in tutte le altre parti del mondo, si basa proprio sulla distinzione delle fattispecie e sulla distinzione dei comportamenti e di conseguenza commina pene diverse e commina provvedimenti diversi a seconda della fattispecie concreta. Quindi, anche sotto il profilo dell'articolo 3 della Costituzione credo che non ci siano dubbi.
  Ugualmente è anche indicata una presunta violazione dell'articolo 81 della Costituzione, laddove si parla del commissario: in questa legge, all'articolo 4, si parla dei compiti del commissario straordinario per l'emergenza carceraria. È un compito che è attribuito senza compenso e comunque nella stessa misura in cui è previsto dalla legge precedente.
  Per quanto riguarda poi il rilievo dell'eventuale incostituzionalità sotto il profilo dell'articolo 101 della Costituzione, sinceramente non ho capito bene che cosa si voglia dire, laddove si ricorda che, secondo l'articolo 101, la giustizia è amministrata Pag. 92in nome del popolo: credo che noi qui lo rappresentiamo degnamente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossomando. Ne ha facoltà.

  ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, anch'io interverrò sotto i profili denunciati di incostituzionalità, perché sul merito avremo ampio spazio in aula, quando si discuterà il provvedimento. Intanto è stato avanzato un profilo di incostituzionalità sulla questione dell'urgenza e della necessità. Qui innanzitutto denuncio un salto logico nell'esposizione e nella prospettazione di chi ha presentato la pregiudiziale, perché è indubbio che siamo in presenza di un'emergenza e di un'emergenza drammatica, non tanto e non soltanto perché dobbiamo rispondere ad una sentenza di condanna della Corte europea in termini e in tempi molto urgenti, quanto perché la drammatica situazione delle carceri è sotto gli occhi di tutti, è stata visitata anche da molti di noi, esponenti di tutti i partiti, ed è stata denunciata da autorità dello Stato e da varie associazioni impegnate sul campo. Dunque la drammatica emergenza c’è e quindi evidentemente c’è l'urgenza e la necessità. La risposta, come dire, è quasi scontata. Dov’è il salto logico ? Qui si dice che c’è un ennesimo intervento di natura non strutturale e non organica, un intervento tampone: questo è assolutamente non corretto perché, data la necessità ed urgenza innegabile, l'intervento ed in particolar modo il provvedimento proposto dal Governo con decreto è un intervento di natura assolutamente strutturale, perché interviene su alcune delle cause strutturali del sovraffollamento delle carceri, che non sono cause di 40 o 45 anni fa, perché purtroppo sono cause che si sono create e si sono notevolmente aggravate con una legislazione che marcatamente ha soltanto al centro il carcere, una legislazione che noi riteniamo profondamente sbagliata di questi ultimi dieci anni.
  Quindi, l'intervento è strutturale e si inserisce in una serie di interventi e di programmi strutturali che hanno visto proprio questo ramo del Parlamento intervenire con coerenza. Abbiamo approvato una legge sulla messa alla prova, sulle misure alternative, sui lavori di pubblica utilità. E i principi di questo intervento stanno nel carcere come extrema ratio, nelle pene alternative al carcere, che non sono nessuna pena, che è un'alternativa alla nessuna pena e che puntano sulla sicurezza dei cittadini, sulla sicurezza delle vittime e sulla sicurezza anche delle persone indagate o imputate. E sono lieta che finalmente anche la Lega Nord comprenda che c’è una priorità in termini di economia, sociale e democratica. Aspettiamo il passo successivo quando ciò verrà collegato anche al tema della sicurezza dei cittadini, non ponendole, a seconda dei periodi, in alternativa prioritariamente l'una o l'altra.
  Dunque, passo alla seconda questione: ragionevolezza e articolo 3 in materia di uguaglianza. Anche qui non ho compreso l'addebito perché un conto è la disciplina che riguarda le ipotesi astratte di reato che, ovviamente, si differenziano a seconda delle fattispecie e della pericolosità e un conto è l'esecuzione della pena che tiene conto dell'articolo 27 laddove la pena è personale e il trattamento non può che essere personalizzato e in progress e questa è la grande conquista. Da questo punto di vista – e mi avvio alla conclusione – il tema della recidiva e di come viene trattato è per noi fondamentale. Colleghi, voi immaginate la recidiva come un istituto da contemplare e da non toccare, un fenomeno da contemplare. Noi lo vogliamo affrontare per evitare la recidiva e i numeri ci danno assolutamente ragione.
  Finisco sull'articolo 101. Anche qui io non ho compreso. L'articolo 101 della Costituzione dice che la giustizia è amministrata nel nome del popolo italiano. La sentenza irroga pene e i tribunali di sorveglianza e i giudici graduano la pena anche nella fase di esecuzione con un sistema di sanzioni stabilite dal legislatore che siamo noi e questo vuol dire che la giustizia è amministrata nel nome del popolo italiano.

Pag. 93

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ANNA ROSSOMANDO. Nel merito – e ho concluso – del provvedimento, noi siamo più vicini al testo originario, ci sentiamo più vicini e lavoreremo nella Commissione per apportare le opportune modifiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.

  RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, una cosa è il merito politico di un provvedimento legislativo, altra cosa è la sua legittimità costituzionale. Non mi ha stupito che il presentatore della questione pregiudiziale di costituzionalità abbia dedicato la maggior parte del suo intervento a tematiche concernenti il merito politico perché, onestamente, i profili di illegittimità costituzionale sono molto deboli, sono molto fragili. L'illegittimità costituzionale di questo provvedimento è molto difficile da argomentare. Perché ? Dice la questione: il sovraffollamento delle carceri è un problema strutturale, ci perseguita da decenni, da quarant'anni e più, dunque non può essere la premessa per un provvedimento di straordinaria necessità e urgenza in quanto richiede una risposta di sistema.
  La straordinarietà, però, va riferita alle situazioni soggettive in gioco e, se già non ce ne fossimo accorti, è arrivata all'inizio di quest'anno la Corte europea dei diritti dell'uomo che nella sentenza Torreggiani ci ha detto: in un anno mettiti a posto, Italia, perché l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo, il divieto di trattamenti inumani o degradanti, è a rischio per la situazione carceraria italiana.
  Dunque, è evidente che c’è una straordinarietà e una necessità di intervenire. Non solo. Ma che senso ha dire che il decreto non va bene, perché la risposta è di sistema e il decreto non la dà ? Il decreto-legge non può dare una risposta di sistema; se desse una risposta di sistema, correrebbe – questa volta sì – sotto i fulmini della Corte costituzionale, perché metterebbe dentro un provvedimento d'urgenza una riforma ordinamentale.
  Né ha maggior pregio il profilo dell'irragionevolezza o della violazione del principio di eguaglianza: questo perché, appunto, tutto ciò fa riferimento a situazioni dove la dignità della persona, l'umanità della pena, la sua finalità rieducativa – cioè valori costituzionali – sono largamente messi a rischio.
  Allora, è evidente che non c’è un profilo di illegittimità costituzionale, né si può dire che il provvedimento sia disomogeneo, perché al Senato si è inserita l'elevazione da 4 a 5 anni del limite minimo per applicare la custodia cautelare. Sarà un problema di opportunità che risolveremo – lo dico soprattutto ai colleghi della Lega – quando parleremo del merito, ma non è certamente un problema di costituzionalità, perché c’è un nesso evidente tra queste materie. E, giustamente, anche un collega è intervenuto in riferimento allo stesso Comitato per la legislazione, che pure ha svolto un esame attento di questo provvedimento, perché presenta dei profili problematici, ma non sotto il profilo della legittimità costituzionale, bensì sotto quello della chiarezza di alcune espressioni normative. Io, anzi, invito a tenere in molta considerazione, nel corso della nostra conversione in legge, il parere, le proposte e i suggerimenti del Comitato per la legislazione.
  Ma, appunto, signor Presidente, non di legittimità costituzionale, ma di merito politico o, nel caso di alcune disposizioni, di progettazione normativa, di buona qualità dei testi normativi si tratta. E, allora, su questo dovremo discutere al momento opportuno, cioè quando arriveremo ad esaminare il testo, a valutare e a esaminare eventuali emendamenti, e così via.
  Per cui, la posizione di Scelta Civica è certamente nel senso di respingere la questione pregiudiziale di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

Pag. 94

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, in merito alla questione pregiudiziale di costituzionalità, c’è da premettere che come MoVimento 5 Stelle abbiamo sempre dichiarato che perseguiamo la piena centralità del Parlamento e, di certo, non amiamo essere sommersi da decreti-legge provenienti dal Governo; decreti-legge che ci stanno letteralmente inondando, quasi non permettendo la normale attività legislativa, che ci è praticamente preclusa.
  Ma tornando a questa pregiudiziale, pur non condividendo in alcune parti i motivi politici del collega della Lega Nord, è necessario ribadire, ad ogni modo, che, come anche è emerso dalle audizioni, questa cosiddetta emergenza carceri – pretesto per questo decreto-legge – è stata, a detta del prefetto Sinesio, commissario straordinario per l'emergenza carceri, un'emergenza provocata; provocata dall'inerzia della politica e delle amministrazioni, specie i vari Ministeri. Praticamente, la politica provoca l'emergenza e, a seguito dell'inerzia della politica, si fa un decreto-legge sull'emergenza, dichiarandolo necessario e urgente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è inaccettabile. Già questo effetto dovrebbe far dichiarare da tutti la non necessità e urgenza di questo decreto-legge e, quindi, la sua incostituzionalità.
  Ma c’è di più. Nel decreto-legge, all'articolo 4, è presente una sorta di ratifica della nomina di un commissario straordinario.
  Ebbene, la prima relazione del Comitato per la legislazione ha detto che sotto il profilo dell'efficacia del testo per la semplificazione e il riordino, per le ragioni indicate in premessa, la Commissione chiarisca la portata normativa dell'articolo 4, incerta anche in ragione della mancanza della relazione sull'analisi tecnico-normativa che sul punto avrebbe potuto fornire utili indicazioni, laddove richiama integralmente il decreto del Presidente della Repubblica le cui disposizioni sono peraltro, in parte, riprodotte nel medesimo articolo, procedendo eventualmente alla soppressione delle parole «che viene integralmente richiamato».

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 20,20)

  ANDREA COLLETTI. Ebbene, queste precisazioni non le dovrebbe dare la Commissione, le dovrebbe dare il Governo che ha fatto questo decreto-legge, visto che questo articolo non è stato modificato dal Senato; e noi ci aspettiamo dal Governo delle precisazioni, soprattutto in sede di Commissione. Già questo decreto del Presidente della Repubblica che è un decreto di nomina, in realtà è stato una elusione della normativa da parte del Presidente della Repubblica ma anche da parte del Consiglio dei ministri che ha proceduto alla nomina; infatti, il Governo Monti, con un decreto-legge poi convertito, ha soppresso tutti i vecchi commissari delegati fra i quali vi era anche il commissario per l'emergenza carceri. Guarda caso, un mese prima dell'effettiva soppressione, il Presidente del Consiglio dei ministri ha proposto Angelo Sinesio come commissario straordinario, in virtù di una altra legge del 1988. Ebbene, questa si chiama elusione, elusione della legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ce lo possiamo aspettare da un Governo che, all'epoca, non appoggiavamo, anche perché non eravamo in Parlamento, ma non ci aspettavamo questa elusione magari dalla Presidenza della Repubblica che doveva vistare tale decreto-legge. Già questi piccoli e pochi motivi basterebbero a dover far votare, se pur con motivi diversi, la pregiudiziale di costituzionalità presentata dai colleghi della Lega Nord, ed è per questo, e solo per questi motivi che voteremo a favore della pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.

Pag. 95

  ANTONIO MAROTTA. Signor Presidente, anch'io mi limiterò a fare riferimento esclusivamente a quello che deve essere il contenuto dell'intervento che deve riguardare la possibilità della pregiudiziale di costituzionalità di incidere sul provvedimento che, da qui a qualche giorno, voteremo. È chiaro che l'intervento di chi ha proposto questa pregiudiziale è un intervento di merito che sarà oggetto delle valutazioni nella sede opportuna. Ad ogni modo, dall'intervento scritto che cosa traspare ? Traspaiono tre momenti importanti a cui dobbiamo dare una risposta. Il primo è il problema della sussistenza dei presupposti della necessità e dell'urgenza. Con riferimento a questo voglio dire che, al di là del comportamento del Senato che, come sapete, in via preventiva, passa attraverso la Commissione Affari costituzionali e quindi lì c’è il controllo, noi alla Camera abbiamo un sistema ancora più efficiente perché abbiamo un doppio controllo: il primo è quello dovuto alla relazione che accompagna il provvedimento da parte del Governo – che già la relazione individua l'urgenza e la necessità del provvedimento e quindi ci tranquillizza da questo punto di vista – in seconda battuta, oltre alla Commissione competente, c’è anche che il disegno di legge è sottoposto al Comitato per la legislazione. Come tutti saprete la legge n. 400 del 1988 dispone, infatti, che il decreto-legge debba contenere misure di immediata applicazione e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo. Da questo punto di vista il Comitato per la legislazione ci ha tranquillizzato.
  Un'ultima considerazione bisogna farla con riferimento a questo aspetto ed è una considerazione di fondo; guardate, il sindacato sulla necessità e l'urgenza dell'atto è di natura prettamente politica.
  Quindi sono quella maggioranza di un determinato momento ed il Governo, che è espressione di quella maggioranza, che valutano se nella società e nel sistema ci siano delle motivazioni o delle esigenze che spingono il Governo stesso e poi il Parlamento ad intervenire su quella materia. Quindi, è un atto di natura politica, non è un fatto oggettivo valutato oggettivamente. Quindi noi dobbiamo riferire questo provvedimento a quella che è la valutazione che il Governo e la maggioranza fanno dell'attuale situazione nelle carceri, che è la situazione che voi tutti sapete. Con riferimento poi alla violazione – che ormai non si trascura mai di mettere – delle questioni di costituzionalità dell'articolo 3 della Costituzione, voglio solamente dire che, a riguardo, va ricordato che per consolidata giurisprudenza proprio della Corte, il principio di uguaglianza viene vulnerato quando situazioni uguali o fortemente sovrapponibili per identità strutturale e funzionale vengono trattate in maniera diversa. Quindi, l'articolo 3 subisce lesione apprezzabile sotto l'aspetto della ragionevolezza allorquando il sistema risulta intrinsecamente irrazionale o disfunzionale rispetto agli obiettivi che il legislatore può discrezionalmente porsi, salvi naturalmente i diritti costituzionali. Orbene, nel caso che ci riguarda e che andremo ad esaminare si apprezzano molti aspetti dai quali si evince che nessuna di queste lesioni si è verificata. Non vi è palese disuguaglianza tra i cittadini che sono stati soggetti a misure personali sostitutive rispetto a cittadini che beneficiano di un trattamento agevolato. Con questi riferimenti e con queste considerazioni, al di là delle valutazioni di merito, noi riteniamo convintamente di votare contro la pregiudiziale di costituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, sarò molto breve. Pur avendo più a cuore l'esame nel merito, sul quale avremo modo di esprimere ancora una volta la nostra assoluta contrarietà su questo provvedimento, che a nostro avviso, lo ribadiamo, è una vera e propria amnistia e un vero e proprio indulto, mascherato, oltretutto, dalle conseguenze certamente dannose per i cittadini onesti, quindi con l'occhio già rivolto all'esame nel merito, Pag. 96perché siamo consapevoli del prevedibile esito del voto riguardo questa questione pregiudiziale, atteso che una larga maggioranza, che va dal Partito Democratico a SEL a, ahimè, Il Popolo della Libertà, che pure in altri momenti si era espresso in guisa assai diversa, sostiene questo provvedimento che continuiamo a chiamare svuota carceri, ma che è stato correttamente definito riempi città di criminali, pur tuttavia, noi riteniamo di dover votare a favore della questione pregiudiziale proposta dai colleghi della Lega Nord. Siamo cioè convinti che, al di là dell'esito della votazione, siano assolutamente pertinenti le argomentazioni esposte, anche in ordine all'incongruità della copertura finanziaria. Infatti, si pensi a come sia oggi dichiaratamente impossibile definire le risorse necessarie a poter controllare migliaia e migliaia di persone che verranno dislocate dal carcere non solo nelle abitazioni ma anche a volte in imprecisate località di pseudo-detenzione; e si pensi a quello che indirettamente sarà necessario trovare come risorse riguardo all'aumento della criminalità che sicuramente ne deriverà, come si è dimostrato in precedenza in occasione dello svuota carceri disposto all'epoca del Governo Prodi.
  Per cui è pacifico che non rispondano ai requisiti di costituzionalità l'entità e le modalità di copertura finanziaria, così come l'urgenza e la straordinarietà non attengono a questo provvedimento che non ha da tamponare una necessità urgente ma vuole riformare, a nostro avviso peggiorandolo sensibilmente, tutto il sistema sanzionatorio e il modo di scontare la pena che viene oggi stabilita e inflitta dalla magistratura. Anche da questo punto di vista quindi è indubbio che non si dovrebbe procedere all'esame del disegno di legge 1417 di conversione del decreto-legge 1o luglio 2013 n. 78, in quanto manifestamente incostituzionale in quanto viola il principio di cui all'articolo 101, primo periodo, della Costituzione, che dice che occorrono i requisiti di urgenza e di eccezionalità che sicuramente non sono presenti in questo provvedimento, pertanto Fratelli d'Italia voterà la questione pregiudiziale oggi in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  395   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  289).    

(I deputati Brugnerotto, Sibilia e Di Benedetto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole; la deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere parere contrario e il deputato Ferdinando Aiello ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto votare contro).

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura relativo al funzionamento in Italia, a Perugia, dell'UNESCO Programme Office on Global Water Assessment, che ospita il Segretariato del World Water Assessment Programme, fatto a Parigi il 12 settembre 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 1247) (ore 20,35).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione Pag. 97delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura relativo al funzionamento in Italia, a Perugia, dell'UNESCO Programme Office on Global Water Assessment, che ospita il Segretariato del World Water Assessment Programme, fatto a Parigi il 12 settembre 2012 (Approvato dal Senato).
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 29 luglio 2013.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1247)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali. Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Sereni.

  MARINA SERENI, Relatore. Signor Presidente, colleghi, esprimo particolare soddisfazione per il fatto che la Commissione affari esteri riferisca oggi all'Assemblea sul provvedimento di ratifica del protocollo concluso presso la sede dell'Unesco a Parigi il 12 settembre scorso che disciplina il funzionamento del Segretariato del programma mondiale di valutazione delle acque, World Water Assessment Programme, con sede a Perugia. Segnalo che il programma è un'iniziativa delle Nazioni Unite avviata nel 2000 per sviluppare politiche e pratiche di gestione che aiutino a migliorare la qualità delle risorse di acqua dolce e ad individuare situazioni di crisi idrica fornendo studi, approfondimenti e proposte per superarle. In questa prospettiva il Segretariato coordina le azioni delle diverse agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di gestione delle risorse idriche, un approccio trasversale alla grande emergenza globale delle risorse idriche che sarà al centro dell'esposizione mondiale di Milano del 2015 e costituisce uno dei grandi obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite.
  Ricordo che il Segretariato, temporaneamente collocato presso la sede dell'UNESCO a Parigi, è stato spostato a Perugia, a seguito di una decisione adottata all'unanimità, nel febbraio 2006, ed è stato successivamente disciplinato da due accordi, il primo di costituzione di un fondo fiduciario siglato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dall'UNESCO, il 2 febbraio 2007, e il secondo tra la Regione Umbria e l'UNESCO (26 luglio 2007) per la messa a disposizione della sede di Villa «La Colombella».
  Desidero sottolineare che l'opzione del Segretariato...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sereni: colleghi consentiamo all'onorevole Sereni di poter parlare...

  MARINA SERENI. Relatore. ..a favore del capoluogo umbro, dicevo, che questa opzione ha rappresentato un importante riconoscimento per la sensibilità espressa dalle istituzioni umbre per la tutela del vastissimo patrimonio di sorgenti, fonti termali e corsi d'acqua, che caratterizza la regione, e per l'importante investimento di mezzi e persone che l'università per stranieri di Perugia ha destinato agli studi sulle risorse idriche, attraverso la creazione del Centro di documentazione e ricerche sulle risorse idriche che, da più di venti anni, ha sede proprio nella Villa «La Colombella».
  Nel novembre 2007, è stato siglato un Protocollo d'intesa tra Governo italiano ed UNESCO, che ha evidenziato però una serie di criticità connesse al finanziamento degli oneri di attuazione.
  Per risolvere definitivamente la questione della permanenza del Segretariato a Perugia, è stato avviato con l'UNESCO un nuovo negoziato sui contenuti economici del Protocollo 2007 che si è concluso con la firma del Protocollo al nostro esame, in forza del quale l'Italia assicurerà al Segretariato 1,653 milioni di euro l'anno, ovvero un contributo del 34 per cento circa, inferiore a quello versato allo stesso scopo all'UNESCO nel periodo 2007-2012.Pag. 98
  Nel rinviare al dibattito svolto in Commissione per una descrizione analitica del contenuto del provvedimento, segnalo che la Commissione bilancio, in sede consultiva, ha espresso parere favorevole circa la norma di copertura di finanziaria di cui all'articolo 3 del disegno di legge di ratifica.
  Ricordo, inoltre, che l'articolo 4, nel fornire una lista di obiettivi e funzioni del Segretariato di Perugia, individua quale obiettivo generale la compilazione del citato rapporto sullo stato delle risorse idriche mondiali. Preciso, che il prossimo rapporto triennale sarà pubblicato nel 2014 e successivamente tale rapporto avrà cadenza annuale.
  Mi preme richiamare, analogamente a quanto emerso nell'esame in sede referente sulla base delle riflessioni svolte dai colleghi e dal rappresentante del Governo, la rilevanza sotto il profilo occupazione e della promozione della ricerca scientifica nel nostro Paese, dell'articolo 5 che disciplina le diverse, potenziali attività congiunte Italia-UNESCO nell'ambito del Segretariato.
  Nell'auspicare una celere conclusione dell'iter di approvazione del disegno di legge, desidero infine ricordare come il Protocollo, che pone termine ad un'annosa diatriba, che ha rischiato di compromettere la presenza stessa del Segretariato in Italia, rivesta una grande valenza sul piano della nostra proiezione internazionale ed è anche un'occasione significativa per un attento monitoraggio sulla qualità dei servizi idrici e sulle politiche di gestione delle risorse d'acqua nel nostro Paese.
  Evidenzio, infine, che, come sottolineato anche dal Viceministro Dassù in sede di esame del provvedimento in Commissione, che il Protocollo in esame si ispira ad una nuova visione della cooperazione internazionale, in cui lo Stato che ospita e finanzia, sia pure parzialmente, un'attività internazionale ha anche il diritto e il dovere di trarne iniziative di suo interesse.
  Si tratta un approccio, più dinamico ed innovativo del passato, per confermare la nostra opzione per un multilateralismo intelligente, che non punta soltanto al «prestigio» derivante dall'ospitare le sedi di importanti organizzazioni internazionali, ma sa fare i conti anche con le priorità finanziarie, economiche ed occupazionali che segnano l'agenda politica del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo. Prendo atto che si riserva di intervenire nel prosieguo della discussione.
  È iscritta a parlare l'onorevole Daga. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DAGA. Signor Presidente, oggi si discute il Protocollo di intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'organizzazione delle Nazioni Unite, relativo al funzionamento del World Water Assessment Programme. Il Programma, di cui parliamo questa sera, prevede la redazione di un rapporto che finora è stato fornito ogni tre anni. A partire dal 2014 il World Water Assessment Programme, dice che produrrà questo rapporto con cadenza annuale. Riteniamo un valore aggiunto ospitare il segretariato del Programma nel nostro territorio, a Perugia, soprattutto nell'ottica di un auspicabile coinvolgimento e dialogo con le associazioni e i comitati in difesa dell'acqua pubblica sul territorio italiano.
  Sul sito Internet dell'Unesco, alla sezione Environment, si ha una panoramica del Programma nelle seguenti lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo, cinese o giapponese. È possibile prendere visione e scaricare i quattro rapporti prodotti finora unicamente in inglese. Ci sembra uno strumento prodotto per gli addetti ai lavori e non fruibile a tutti. Ci auguriamo che il segretariato sarà attivo anche nella traduzione del rapporto nella nostra lingua per il semplice motivo di renderlo fruibile a tutti.
  Sappiamo che il contributo che erogherà il nostro Paese, ogni anno entro il mese di maggio, è stato ridotto consistevolmente di un 34 per cento sulla richiesta iniziale e oggi ammonta a un milione e 600 mila euro. Il prossimo report, previsto Pag. 99appunto per il 2014, sarà presentato al Forum mondiale dell'acqua del 2015, che avrà luogo in Corea. Ci chiediamo se sarà possibile partecipare per tutti o se andrà a finire come nel 2012 a Marsiglia. In quell'occasione normalissime persone sono state bloccate all'ingresso dei vari incontri, debitamente accreditate anche come giornalisti, e sono state allontanate e fatte accomodare sul cemento in una piazzetta sotto al sole per ore e ore. Chi si interessa di acqua pubblica e partecipata e di nuovi modelli di gestione del servizio idrico viene riconosciuto a vista e allontanato, forse per aver vinto un referendum. È logico che poi la società civile, sgradita agli addetti ai lavori, cioè gli speculatori, decida di organizzare forum alternativi aperti alla più ampia partecipazione, dove si incontrano idee e nascono azioni condivise per contrastare la gestione privatistica a livello globale, che non ha portato né sta portando, vantaggi alle popolazioni locali, quanto piuttosto aumenti di costi e mancanza di investimenti nelle infrastrutture, nonostante siano previsti dai contratti di gestione.
  Nel nostro Paese che cosa sta succedendo ? I privati lanciano appelli per fare quegli investimenti necessari su depurazione e fognature a spese del pubblico. Il 30 per cento della popolazione italiana non ha il servizio di depurazione e le fognature non stanno messe meglio, però il servizio di depurazione e fognature è in bolletta e la Corte costituzionale si è espressa a proposito sostenendo che se il servizio non è presente allora va tolto dalla tariffa.
  E il 7 per cento di remunerazione del capitale investito che fine ha fatto ? Versato come utile agli azionisti ? In bolletta è ancora presente quel 7 per cento, nonostante un referendum vinto nel 2011 dove il messaggio di 26 milioni di cittadini è stato: «fuori i profitti dall'acqua». In tariffa c’è ancora questo 7 per cento che l'Autorità per l'energia elettrica e il gas sta trasformando in oneri finanziari, forse perché non si intende restituire nulla a chi usufruisce del servizio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Anche qui un parere della Corte costituzionale, che è stato chiesto appositamente dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, ha detto che nei primi sei mesi dalla vittoria del referendum dalle bollette doveva ritornare ai cittadini questo 7 per cento di remunerazione, che corrisponde da un 18 a un 25 per cento sulle bollette di ogni cittadino.
  Ricordo quindi che in bolletta è incluso il servizio di depurazione fognature e che per la mancata depurazione l'Unione europea ci farà cadere sulla testa 700 milioni di euro l'anno di multe, oltre ad una riduzione dei fondi europei per il settore, fino alla risoluzione della criticità. Spero che questi dati e criticità vengano presi in considerazione dal programma di cui stiamo discutendo e che si tengano in considerazione i seguenti suggerimenti: trasparenza e pubblicità per la gestione dei fondi e contributi che il programma riceve, quindi emolumenti per il personale, criteri di assunzione e funzioni ricoperte, se si tratta di mero personale per la sede di Perugia o esperti del settore; se, come sembra dal sito dell'Unesco, il rapporto del 2014 sarà presentato al forum mondiale dell'acqua del 2015 in Corea, chiediamo si inserisca tra i punti in analisi l'indagine sulle forme di gestione del servizio idrico, quindi aziende di diritto pubblico, società di diritto privato, con e senza la partecipazione azionaria di soggetti privati, in termini tali da monitorare i processi di privatizzazione e di ripubblicizzazione verso aziende di diritto pubblico e la loro incidenza sul tema della qualità delle acque fornite alla cittadinanza, come l'accesso all'acqua, focalizzandosi sulle ripubblicizzazioni avvenute in Sudamerica, a Parigi, ora è imminente Berlino, che vede Veolia cedere le sue quote al comune, e su quelle in atto nel nostro Paese, a partire da Napoli e tutte le altre città, come Palermo, Vicenza, Reggio Emilia, Piacenza, Torino e molte altre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Pag. 100

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 1247)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
  Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è distribuito in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 1247).

(Esame degli articoli – A.C. 1247)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 1247), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Baruffi, Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  369   
   Votanti  272   
   Astenuti   97   
   Maggioranza  137   
    Hanno votato   272.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 1247), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, Bratti, Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  277   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  139   
  Hanno votato   277.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 1247), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Di Salvo, Duranti, Quaranta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  277   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  139   
    Hanno votato  277    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 1247), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Baldelli, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  274   
   Astenuti   97   
   Maggioranza  138   
    Hanno votato  274    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 101

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1247)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Prendo atto che l'onorevole Baldelli rinunzia ad intervenire (Applausi). Onorevole Baldelli, raramente ricordo un applauso così trasversale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto. Prendo atto che l'onorevole Scotto vi rinunzia (Applausi) riservandosi eventualmente di consegnare il testo scritto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino. Prendo atto che l'onorevole Rabino vi rinunzia (Applausi) e chiede alla Presidenza, che lo consenta sulla base dei criteri costantemente seguiti, l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della sua dichiarazione di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daga, che adesso ha una bella responsabilità. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DAGA. Signor Presidente, rinunzio ad intervenire (Applausi) e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. La presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartapelle. Ne ha facoltà.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Signor Presidente, rinunzio ad intervenire (Applausi) e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. La presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, annunzio voto favorevole.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1247)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 1247, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Censore, Colletti, Rughetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 590 – «Ratifica ed esecuzione del Protocollo di intesa tra il Governo della Repubblica Italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura relativo al funzionamento in Italia, a Perugia, dell’UNESCO Programme Office on Global Water Assessment, che ospita il Segretariato del World Water Assessment Programme, fatto a Parigi il 12 dicembre 2012 » (Approvato dal Senato) (1247):

   Presenti  375   
   Votanti  280   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato  280    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 102

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che si è appena svolta, si è convenuto in ordine alla seguente organizzazione dei lavori fino al 9 agosto:

   Giovedì 1o agosto (ore 9,30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna).

   Discussione sulle linee generali del disegno di legge costituzionale n. 1359 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato dal Senato).

   Venerdì 2 agosto (antimeridiana e pomeridiana, fino alle 18) (con votazioni).

   Esame del disegno di legge n. 1417 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1o luglio 2013, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena (Approvato dal Senato – scadenza: 31 agosto 2013).

   Venerdì 2 agosto (pomeridiana, dalle ore 18, con prosecuzione notturna).

   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1154 e abbinati – Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore (deliberata l'urgenza).

   Lunedì 5 agosto (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni).

   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1417 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1o luglio 2013, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena (Approvato dal Senato – scadenza: 31 agosto 2013).

   Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:

   n. 245 e abbinate – Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia;

   n. 925 e abbinate – Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante;

   Martedì 6, mercoledì 7, giovedì 8 e venerdì 9 agosto (antimeridiana e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni).

   Esame del disegno di legge S. 890 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, recante primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti (Approvato dal Senato – scadenza: 27 agosto 2013).

   Esame del disegno di legge S. 974 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (Approvato dalla Camera ove modificato dal Senato – scadenza: 20 agosto 2013).

   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1154 e abbinati – Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria Pag. 103e della contribuzione indiretta in loro favore (deliberata l'urgenza);

   Seguito dell'esame delle proposte di legge:

   n. 245 e abbinate – Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia;

   n. 925 e abbinate – Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante;

   Esame della mozione Giancarlo Giordano, De Mita, Famiglietti ed altri n. 1-00119 concernente iniziative in ordine alla crisi di Irisbus e di BredaMenariniBus, anche in relazione alla situazione del trasporto pubblico locale;

   Esame della proposta d'inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 11 – Istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul contrasto della contraffazione e della pirateria in campo commerciale (ove concluso dalla Commissione).

   Nel corso della settimana avrà luogo la votazione sulle dimissioni della deputata Marta Leonori.

   Nel corso della settimana, entro giovedì 8 agosto, è prevista la votazione per l'elezione dei componenti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e del Consiglio di presidenza della Corte dei conti.

   Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

   L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

   Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Sull'ordine dei lavori (ore 21).

  GIUSEPPE L'ABBATE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 21)

  GIUSEPPE L'ABBATE. Presidente, ai sensi del comma 2 dell'articolo 134 del Regolamento, visto che sono trascorsi ben 55 giorni dalla presentazione dell'interrogazione a risposta scritta n. 4-00762, chiedo che essa venga posta all'ordine del giorno della prossima seduta della Commissione ambiente. Nell'interrogazione, io e altri 59 colleghi del MoVimento 5 Stelle chiediamo: di inserire la megadiscarica di Contrada Martucci, sita nella terra di Bari, tra i siti da bonificare di interesse nazionale; di verificare gli interventi di bonifica e ripristino ambientale, ordinandone gli adempimenti previsti dall'AIA; di mettere in sicurezza i campi coltivati nelle aree interessate dallo smaltimento illegale ed incontrollato e di effettuare studi idrogeologici...

  PRESIDENTE. Deputato L'Abbate, ho preso atto della sua richiesta, ma non può illustrare in Aula questa sua interrogazione. La Presidenza della Camera si farà carico di sollecitare la Commissione e il Governo, perché venga iscritta all'ordine del giorno.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Era una richiesta motivata dal fatto che c’è una certa urgenza: sono stati rilevati pozzi inquinati Pag. 104e anche un aumento di tumori. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti... Che succede ? C’è una rivolta dei microfoni... Prego, deputato.

  DAVIDE TRIPIEDI. Il microfono non funzionava, mi scusi Presidente. Grazie intanto per la parola, anche perché sto per affrontare un discorso serio e mi scuso anche con tutti voi.
  Signor Presidente, vogliamo esprimere piena solidarietà e vicinanza del nostro gruppo parlamentare ai consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle di Monza, Gianmarco Novi e Nicola Fuggetta, che due giorni fa, in occasione dell'ultimo consiglio comunale, hanno ricevuto minacce da anonimo, tramite lettere inviategli nel corso dello stesso consiglio.
  Nella lettera, lo scrivente si definisce un anonimo praticante dello sport automobilistico e sedicente grosso imprenditore. Minaccia il consigliere Novi, consapevole – a suo dire – di attaccare la caparbietà di un ente pubblico a difendere un interesse privato, che è quello che gestisce l'autodromo nazionale di Monza. «Attento a come ti muovi, sappiamo dove abiti, possiamo spaccarti le gambe quando vogliamo». A fine lettera anche l'altro consigliere Nicola Fuggetta ha ricevuto lo stesso meschino trattamento. «Sei amante della cultura araba, popolo da sterminare. Sarai tenuto nel mirino e poi ti colpiremo».
  La piccolezza di chi minaccia, e lo fa in forma vilmente anonima, si ritrova anche in questo passaggio. Fuggetta per sua professione è un traduttore anche di lingua araba. Senza sapere se lo stesso sia veramente amante della cultura araba, viene comunque offeso in maniera intimidatoria.
  Questo episodio ribadisce che in Brianza, terra di affari collusi con il malaffare, è sufficiente una semplice denuncia dei cittadini sullo scempio della cosa pubblica per scatenare le infami ire di codardi che si nascondono dietro l'anonimato. Noi rispondiamo alle intimidazioni con la partecipazione e la mobilitazione. Già da oggi è organizzato un sit-in in loro solidarietà davanti al municipio di Monza alle ore 21,30.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DAVIDE TRIPIEDI. Insieme chiediamo la solidarietà di tutta quest'Aula ai consiglieri Nicola Fuggetta e Gianmarco Novi. Ricordiamo ai vigliacchi anonimi in questione che noi, come Gianmarco Novi e Nicola Fuggetta, non ci lasceremo mai intimidire. Vogliamo solo dire che siamo veramente vicini a Gianmarco e a Nicola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, la ringrazio. Intervengo per esprimere a nome mio e di tutto il gruppo del Partito Democratico la solidarietà a questi due amici impegnati in politica e, con loro, a tutte quelle persone che in questo periodo difficile credono nell'impegno politico come un gesto volontario e appassionato, come molto spesso è, nei consigli comunali e a qualsiasi altro livello, e deve essere forte da quest'Aula il rifiuto di ogni forma di violenza verbale e, ancora di più, di minacce fisiche come queste. Noi assolutamente esprimiamo la nostra totale e piena solidarietà (Applausi).

  LUISA BOSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUISA BOSSA. Signor Presidente, prendo la parola perché è giunta nella mia casella di posta elettronica una mail, il cui contenuto desidero porre alla sua attenzione e a quella dell'Aula. La mail segnala Pag. 105con rabbia e amarezza che è stato aperto un gruppo su facebook dal titolo Italian average guy, che ha pubblicato un post che recita così: «Precipita pullman vicino Avellino, 40 morti tra cui nessun italiano». Una frase che chiaramente allude all'origine meridionale delle vittime, le quali per queste brillantissime menti non appartengono evidentemente alla nazione italiana. Uno sfregio, signora Presidente, uno sfregio profondo, perché non solo si colpisce gente del Sud, ma perché lo si fa nel momento di una tragedia, nel momento nero della morte. E a rendere questa ferita più profonda c’è anche il fatto che questo post porti ben 600 like, cioè 600 persone che hanno cliccato «Mi piace» sotto questa perla di idiozia. E allora io sollevo, la segnalo questa questione in Aula a lei, signora Presidente, perché credo che in questa vicenda convivano due elementi su cui noi tutti dobbiamo fare una riflessione. Il primo riguarda l'imbarbarimento del dibattito che a volte si registra sui social network.
  Penso a gruppi come «Camorra and Love» e altri similari che si alimentano nella Rete.
  Il secondo riguarda l'idiozia razzista che questa volta colpisce i meridionali ma, altre volte, ha colpito gli stranieri, altre volte ancora prende la forma di un'odiosa discriminazione verso gli omosessuali. Allora alla persona – concludo – che ha scritto quella frase rispondo che la forza di carattere della gente dell'Irpinia, che l'enorme dignità della gente di Pozzuoli, che lo spessore umano e morale delle donne e degli uomini del Sud sono tali che mai e contro nessuno un meridionale avrebbe scritto una cosa così, tanto meno in un momento di dolore. È guardando la mia gente che io sono fiera di essere italiana. Di altri riesco solo a vergognarmi (Applausi).

  PRESIDENTE. La Presidenza e l'Aula si associano alle parole sue e alle parole dei colleghi che l'hanno preceduta seppure su altro argomento.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 1o agosto 2013, alle 9,30:

  Discussione del disegno di legge costituzionale (per la discussione sulle linee generali):
   S. 813 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato). (C. 1359)
  Relatori: Sisto, per la maggioranza; Fraccaro e Pilozzi, di minoranza.

  La seduta termina alle 21,05.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO GIAN LUIGI GIGLI SULL'ARTICOLO 13 DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1326

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro della salute, l'articolo 13 della legge di delegazione europea 2013 modifica lo spirito e la sostanza della Direttiva EU n. 63 del 22 settembre 2010.
  Come uomo di scienza, vorrei comunicare la mia forte preoccupazione per il testo nella formulazione che ci è pervenuto dal Senato e che la Camera si accinge ad approvare senza modifiche per non causare altri ritardi nel recepimento delle direttive europee. Abbiamo apprezzato molto lo sforzo del ministro Lorenzin per limitare i danni che potrebbero derivare con l'articolo 13 attraverso l'introduzione di una clausola di salvaguardia. Il gruppo di Scelta Civica è tuttavia convinto che senza adeguati contrappesi l'attuale formulazione può compromettere seriamente lo sviluppo della ricerca biomedica e scientifica in Italia, con gravi danni sulla salute, sullo sviluppo delle conoscenze e sull'economia stessa del Paese.Pag. 106
  Ed è anche a nome della comunità scientifica ed accademica di questo Paese che vorrei sottoporre all'attenzione della Camera alcuni importanti, benché sintetici, rilievi critici.
  Nulla quaestio per quanto riguarda i Commi a, h, i, l del presente articolo.
  Comma b). Il comma b) prevede il divieto di utilizzare cani, gatti e primati non-umani per la ricerca fondamentale, divieto che comprometterebbe seriamente non solo la ricerca di base, ma anche quella biomedica, in quanto quasi tutte le terapie oggi in uso costituiscono sviluppi applicativi di ricerche fondamentali (comma b)).
  Comma c). Il comma c) si propone di porre limitazioni a tutti quei progetti sperimentali che per riprodurre importanti modelli di patologia umana richiedono un re-intervento sull'animale e la valutazione del livello di sofferenza indotto. Tali procedure sono molto frequenti nella sperimentazione animale e non dovrebbero essere impedite da norme speciali.
  Comma d). Il comma d), riguardo al dolore dell'animale, ha fatto cadere l'aggettivazione di «non lieve» prevista dalla EU n. 63 del 2010. Si è introdotto infatti il divieto, privo di ulteriori specificazioni, degli esperimenti senza anestesia. Questa norma, se applicata, impedirebbe ricerche su moltissimi fronti, in particolare dolore, ictus e, in un'applicazione restrittiva, anche quelli di neurofisiologia del comportamento su primati non umani, nonché tutti gli studi in cui l'utilizzo dell'anestesia è incompatibile con lo scopo della procedura. Inoltre, limiterebbe fortemente gli studi tossicologici, ad eccezione di quelli sugli anestetici e analgesici.
  Paradossalmente, secondo il testo anche l'inserimento di un singolo ago per un prelievo di sangue, potendo comportare dolore, richiederebbe l'anestesia o analgesia preventiva, sottoponendo l'animale a maggiori rischi o ad un ulteriore trauma.
  Comma e). Il comma e) contiene norme cautelari speciali per l'uso degli animali transgenici, ispirate dall'analisi del rapporto danno-beneficio, del benessere dell'animale e di paventati rischi per l'ambiente e l'uomo. Tali norme, peraltro non specificate, finiranno inevitabilmente per limitare la ricerca fondamentale e quella relativa alla causa di molte malattie, per la comprensione delle quali l'uso di modelli transgenici è diventato routinario (basti pensare al cosiddetto modello del topo knock-out). È da sottolineare come per l'uso degli animali transgenici la direttiva europea non prevede alcuna norma speciale, diversa da quelle che si applicano agli altri animali.
  Comma f). Il comma f) è forse il più pericoloso. Esso prevede anzitutto il divieto di utilizzo degli animali per xenotrapianti, fondamentali per terapie innovative e sperimentali volte alla cura di patologie molto gravi: basti pensare ai trapianti d'organo, resi spesso problematici per la carenza di organi compatibili, e per i quali gli xenotrapianti permetteranno a breve di «generare» in un animale ospite organi perfettamente compatibili con il ricevente umano.
  È stato per esempio dimostrato come sia possibile far crescere un organo «estraneo» in un animale ospite tramite iniezione di cellule staminali pluripotenti indotte.
  Risultati analoghi sono stati ottenuti utilizzando cuori animali come «impalcatura» per la genesi di organi artificiali.
  Ricordiamo che sono svariate migliaia i pazienti in attesa di un organo e che solo per la dialisi dei pazienti in attesa di trapianto viene stimato un costo annuo di oltre 1.4 miliardi di euro, con un'attesa per il trapianto che dura in media 7-8 anni e che vede morire molti pazienti prima di aver affrontato l'intervento.
  Ma gli xenotrapianti sono fondamentali anche per lo sviluppo di terapie antitumorali personalizzate, per le quali sono stati per esempio utilizzati xenotrapianti di cellule cancerose di pazienti oncologici sui topi, per poter trovare le migliori e più specifiche terapie farmacologiche da utilizzare per il trattamento del tumore.
  Infine gli xenotrapianti sono fondamentali per la ricerca di tipi sempre più avanzati e sicuri di valvole cardiache.Pag. 107
  Ad oggi sono state impiantate 300.000 valvole cardiache di origine suina e 400.000 di origine bovina in pazienti umani: vengono utilizzate per sostituire le valvole cardiache danneggiate, salvando milioni di vite umane. Rispetto ai vecchi modelli in metallo garantiscono una migliore efficacia e una migliore qualità di vita, evitando l'utilizzo di anticoagulanti orali e riducendo il rischio di ictus e la formazione di trombi. La ricerca di nuovi modelli offrirà probabilmente in futuro anche la soluzione definitiva del problema della stenosi aortica.
  Sempre il comma f) pone pesanti Limitazioni alle ricerche sulle sostanze d'abuso. Le tossicodipendenze secondo i dati 2012 del Dipartimento Politiche Antidroga riguardano, oltre 2.000.000 di italiani. I meccanismi della dipendenza non sono ancora del tutto chiari, rendendo difficile lo sviluppo di farmaci terapie adeguate, incluse quelle rivolte alla sindrome di astinenza neonatale che colpisce i nati da madri tossicodipendenti, per il cui trattamento la ricerca sta ottenendo ottimi risultati proprio grazie ai modelli animali.
  Lo studio delle sostanze d'abuso permetterebbe inoltre di studiare i meccanismi che riguardano l'ingestione del cibo e soprattutto patologie come la bulimia e l'anoressia.
  Inoltre, la ricerca su alcune sostanze d'abuso sta producendo anche alcune ricadute interessanti sulla ricerca relativa a malattie gravi, quali l'Alzheimer.
  Infine, il comma f) pone limitazioni anche all'uso degli animali in Ambiti sperimentali ed esercitazioni didattiche: non è chiaro cosa si intenda per ambiti sperimentali. Il testo è di difficile comprensione e, così formulato, impedirebbe agli studenti di biologia, biotecnologie, zootecnia o acquacoltura qualsiasi utilizzo di animali sia nella parte didattico-dimostrativa che in quella sperimentale, attinente p. es. all'elaborazione delle tesi di laurea.
  L'applicazione del testo di questo comma inciderebbe negativamente sulla preparazione degli studenti, i quali sarebbero costretti a entrare nel mondo del lavoro senza aver avuto la corretta preparazione universitaria e stimolando negli stessi la ricerca di più efficaci motivazioni didattiche all'estero.
  Comma g). Da ultimo, il comma g) vieta di creare in Italia allevamenti per cani, gatti e primati non-umani destinati alla ricerca scientifica. Ciò comporterebbe, sul piano economico, un aumento dei costi d'acquisto e dipendenza dall'estero, su quello scientifico impossibilità e/o estrema difficoltà di fare ricerca sullo sviluppo pre ed immediatamente post-natale su queste specie. Molte ricerche verrebbero spostate all'estero, con evidente danno per la scienza e l'economia italiane, mentre per quelle da effettuare in Italia non essendoci allevamenti nel nostro Paese, gli animali dovrebbero necessariamente essere acquistati all'estero. Questo comporterebbe ulteriore stress all'animale poiché costretto a lunghi viaggi. Nell'intento di voler davvero preservare gli animali dallo stress, si dovrebbe ridurlo eliminando il trasporto.
  In conclusione, onorevoli colleghi, l'articolo 13 avrebbe dovuto recepire lo spirito e la sostanza della Direttiva EU, che non vieta l'utilizzazione degli animali ma indica i principi da rispettare nel loro uso e allevamento a fini sperimentali
  Nella formulazione pervenuta dal Senato, invece, esso è andato ben oltre quanto indicato dalla Direttiva EU 63 del 2010, intaccando così uno dei suoi pilastri fondativi, l'armonizzazione delle regole nei diversi Stati dell'EU. Tecnicamente ciò potrebbe portare il nostro Paese in procedura di infrazione, mentre scientificamente la sua applicazione puntuale metterebbe la ricerca italiana fuori dall'Europa.
  Se applicati i divieti contenuti nell'articolo 12, produrranno inevitabilmente il blocco dei finanziamenti, sia futuri che già attribuiti, alla ricerca di base, e di fatto l'impossibilità di praticarla. In questo l'Italia sarebbe unica tra le nazioni europee e mondiali.
  Ma non è solo la ricerca di base ad essere in serio pericolo, anche la ricerca biomedica finirebbe per isterilirsi, privata dell'apporto della ricerca di base. In sintesi, Pag. 108ritengo che questo articolo 13 ci porrebbe in netto contrasto con la direttiva europea, che all'articolo 2 della stessa vieta di adottare norme più restrittive dopo il 9 novembre 2010.
  È per questi motivi che il Gruppo di Scelta Civica, pur apprezzando il lavoro svolto dal Ministro della salute e pur votando con responsabilità l'insieme del disegno di legge, si asterrà nel voto sull'articolo 13 e presenterà un ordine del giorno firmato da tutto il gruppo, tendente a rafforzare l'impegno del governo ad avvalersi, nell'applicazione della Direttiva n. 63, della clausola di salvaguardia prevista fortunatamente dal comma 2 del presente articolo.
  Un'ultima considerazione sul metodo con il quale l'articolo in questione è stato confezionato e approvato al Senato: la totale assenza di consultazione della comunità scientifica e industriale, che pure è costituita da migliaia di ricercatori, lavoratori ad alta specializzazione, delle università e degli istituti di ricerca pubblici e privati. Sarebbe come se il Parlamento, nel giro di una settimana e nel chiuso di una Commissione, prendesse decisioni gravemente limitative la produttività e competitività delle imprese metalmeccaniche senza interpellare né i metalmeccanici né le imprese, anzi, utilizzando una procedura d'urgenza che non dà tempo per un intervento. Questo è di fatto quello che è successo nel campo della ricerca biologica di base e biomedica e del suo indotto industriale.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI MARIANO RABINO, FEDERICA DAGA E LIA QUARTAPELLE PROCOPIO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 1247

  MARIANO RABINO. L'Italia, Paese con al suo interno il maggior numero di fonti, conferma la sua leadership all'interno del panorama mondiale idrico. Il 3 dicembre scorso il Consiglio dei ministri ha ratificato il protocollo d'intesa tra Governo, Unesco e Regione Umbria relativo al proseguimento a Perugia del Programma mondiale di valutazione delle acque. Ad annunciarlo l'assessore regionale all'ambiente, Silvano Rometti.
  Intervengo brevemente per sottolineare l'importanza dell'approvazione del disegno di legge in esame, già approvato dal Senato, che autorizza la ratifica e l'esecuzione del protocollo d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, il quale disciplina il funzionamento del Segretariato del Programma mondiale di valutazione delle acque (World Water Assessment Programme – WWAP).Il Programma mondiale di valutazione delle Acque (WWAP), è un programma delle Nazioni Unite istituito nel 2000, allo scopo di sviluppare politiche e pratiche di gestione tali da migliorare la qualità delle risorse di acqua dolce, individuando allo stesso tempo soluzioni per superare le situazioni di crisi idrica nei Paesi. Esso rappresenta l'impegno congiunto delle 24 Agenzie delle Nazioni Unite che operano in partenariato con i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG: è un progetto UN-Water dell'UNESCO.
  Perugia capitale mondiale dell'acqua – Dal 2007 il Segretariato del WWAP, inizialmente ospitato a Parigi, presso il quartier generale dell'UNESCO, si è trasferito in Italia, più precisamente in Umbria, nella città di Perugia a Villa La Colombella. «Questo Programma – ha affermato Rometti – coordina le azioni delle Agenzie delle Nazioni Unite che si occupano della Gestione delle acque. Il segretariato del Programma Mondiale pubblica periodicamente un Rapporto sullo Stato idrologico mondiale, il prossimo – precisa Rometti – sarà presentato nel 2014 e da quell'anno la cadenza di pubblicazione del documento diverrà annuale. L'Umbria – ha concluso Rometti – non solo finora ha garantito, e continuerà a farlo, il suo sostegno finanziario per l'attività del Segretariato Unesco, ma continuerà a dare il suo contributo al Rapporto».
  Gestione delle risorse idriche – Uno degli obiettivi centrali del WWAP è quello Pag. 109di aiutare i paesi a rafforzare la loro capacità nazionale per una migliore gestione delle risorse idriche mediante la costruzione di punti di forza anche desumibili dalle esperienze già realizzate. Infatti, il World Water Development Report ha via via incluso i risultati dei progetti di sviluppo avviati in diverse regioni.
  Ed importante è anche che la sede di questo Segretariato, in un primo tempo collocato presso la sede dell'UNESCO a Parigi, sia stata trasferita a Perugia in seguito ad una decisione adottata all'unanimità nel febbraio 2006 dal Consiglio di coordinamento di UN Water.
  Nel sottolineare come sia di grande interesse che l'Italia si candidi a capofila di quei Paesi interessati a intensificare gli studi sui modelli da adottare per un effettivo sviluppo sostenibile, è bene ricordare che il programma rientra nell'ambito di un'iniziativa dell'ONU avente come fine il miglioramento della qualità delle risorse di acqua dolce da perseguire attraverso l'individuazione di situazioni di crisi idrica e la produzione di studi, approfondimenti e proposte per superarle.
  Il Segretariato del WWAP, infatti, ha l'obiettivo prioritario di evadere le crescenti richieste degli Stati Membri dell'ONU e della Comunità Internazionale riguardo la necessità di attingere ad una gamma più ampia possibile di informazioni, aggiornate e affidabili, per la definizione di politiche di settore afferenti allo sviluppo e alla gestione delle risorse idriche.
  Strumento fondamentale in questo senso è la produzione di relazioni e rapporti periodici sulla situazione globale delle acque, con riferimento alla loro utilizzazione, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, e sui possibili futuri cambiamenti riguardanti la disponibilità di acqua, in relazione alle tendenze globali, anche al fine di fornire una tempestiva allerta per evitare potenziali conflitti collegati alle risorse idriche.
  I casi di studio forniscono un'analisi approfondita dello stato delle risorse di acqua dolce e delle sfide connesse che in molti casi interessano direttamente i mezzi di sostentamento della popolazione. Fino ad oggi più di 54 paesi hanno contribuito a livello nazionale o di bacino. Il primo volume del VWVAP, dal titolo «Affrontare le sfide», comprende 20 studi provenienti da Africa, Asia e Pacifico, Europa e America Latina, dove le condizioni di stress legate all'acqua e le condizioni socio-economiche sono molto diverse tra loro.
  Riteniamo, infine, auspicabile incentivare e rendere effettive le eventuali positive ricadute occupazionali derivanti dall'accordo, soprattutto per quei giovani studenti dell'Università per gli stranieri, impegnati in studi sulle risorse idriche.
  Per tali ragioni annuncio il convinto voto del gruppo Scelta Civica per l'Italia a favore della ratifica del protocollo.

  FEDERICA DAGA. Stiamo votando l'istituzione di uno strumento che teoricamente potrebbe essere utilizzato per il bene dell'umanità ma che realisticamente potrebbe anche essere utilizzato per gli interessi delle lobby che gravitano e speculano sull'accaparramento e la gestione del bene comune Acqua. Pertanto di asterremo dal voto.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Oggi votiamo il provvedimento di ratifica del Protocollo, concluso presso la sede dell'UNESCO a Parigi il 12 settembre scorso, che disciplina il funzionamento del Segretariato del Programma mondiale di valutazione delle acque con sede a Perugia. Si tratta di un provvedimento che ha due elementi di importanza:
   Il primo elemento riguarda la proiezione internazionale dell'Italia.
  Con la stabilizzazione del segretariato del Programma mondiale di valutazione delle acque si rafforza la proiezione internazionale dell'Italia. Infatti, il provvedimento pone fine ad un'annosa diatriba che aveva rischiato di compromettere la presenza del segretariato in Italia. Non solo: l'accordo che oggi votiamo individua dei meccanismi più sostenibili per il finanziamento di progetti di cooperazione internazionale che implicano un più diretto Pag. 110coinvolgimento dei paesi ospitanti nella identificazione di priorità nella gestione dei progetti stessi. In questo senso, ad esempio, la pubblicazione del rapporto triennale del segretariato dell'Unesco passerà ad essere un rapporto annuale proprio per richiesta italiana.
  Inoltre, la stabilizzazione del segretariato del programma mondiale di valutazione delle acque in Italia va a rafforzare da un lato la presenza di istituzioni delle Nazioni Unite che in Italia costituiscono un polo sui temi dell'alimentazione, sinergico rispetto al lavoro tematico in vista di Expo 2015. Il potenziamento di una istituzione che si occupa di acqua e il suo rafforzato collegamento con le istituzioni territoriali italiane (dall'Università per gli stranieri di Perugia ai Comitati idrologici nazionali) darà certamente un contributo di ricerca e di policies alla scelta di. Expo di fare dell'acqua uno dei temi centrali della manifestazione.
   Il secondo elemento di importanza relativa alla stabilizzazione del detto segretariato riguarda i temi di cui questo stesso si occupa e sono che, come detto dal ministro Bonino in occasione del Board delle Nazioni Unite sull'acqua e la sanità a maggio a Milano, sono temi che devono essere parte integrante della nostra politica estera.
   Lavorare sulla gestione delle acque significa infatti in primo luogo occuparsi di diritti a livello internazionale. l'Obiettivo di sviluppo del Millennio numero 7 è stato infatti in parte raggiunto: il mondo è riuscito a dimezzare la proporzione di persone che non hanno accesso all'acqua potabile, ma i progressi nell'accesso ai servizi igienici di base restano ancora deboli. 2,5 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienici di base. In questo senso siamo favorevoli a includere tra i possibili Sustainable Development Goals anche uno specifico obiettivo relativo all'acqua e ai servizi igienici di base.
  Occuparsi di acqua significa occuparsi di conflitti. Non solo la Striscia di Gaza e il bacino del fiume Giordano sono tra le aree al mondo con i più alti tassi di crescita della popolazione e con le minori quantità di acqua pro capite e questo contribuisce ad acutizzare le tensioni nella regione. Più recentemente, abbiamo assistito a un'escalation nelle relazioni tra Etiopia ed Egitto in merito alla gestione delle acque del Nilo.
  Occuparsi di acqua significa anche occuparsi delle condizioni di vita di donne e bambini, perché sono loro in molti paesi del mondo che spendono molte ore al giorno (secondo la Banca mondiale tra 1 e 7 ore al giorno) per rifornire la propria famiglia della quantità di acqua necessaria per cucinare, bere e lavarsi.
   Occuparsi di acqua vuole dire quindi dare un contributo alla risoluzione dei conflitti e al miglioramento della vita dei cittadini di molti paesi al mondo, rafforzando contenuti e strumenti alle nostre relazioni internazionali.
   È per tutte queste ragioni che votiamo convintamente a favore della ratifica del Protocollo che disciplina il funzionamento del Segretariato del Programma mondiale di valutazione delle acque: sarà un'occasione per rafforzare l'impegno italiano sul tema della gestione internazionale delle acque anche in previsione di importanti appuntamenti come Expo e la revisione dell'agenda degli Obiettivi dello sviluppo post-2015.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl cost. n. 1359 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali

Discussione generale: 12 ore.

Relatore 40 minuti
Relatori di minoranza 15 minuti
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 57 minuti (con il limite massimo di 18 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 8 ore e 28 minuti
 Partito Democratico 2 ore e 2 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ore e 43 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
1 ore e 1 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 45 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 55 minuti
 Lega nord e autonomie 44 minuti
 Fratelli d'Italia 36 minuti
 Misto: 42 minuti
  Centro Democratico 11 minuti
  Minoranze Linguistiche 11 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani
  all'estero-Alleanza per l'Italia
10 minuti
  Partito Socialista Italiano(PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
10 minuti
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Ddl n. 1154 e abb. – Finanziamento pubblico dei partiti
Tempo complessivo: 18 ore di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 11 ore.

Relatori 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 45 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 47 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 10 minuti 7 ore e 38 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 2 minuti 1 ora e 45 minuti
 MoVimento 5 Stelle 44 minuti 1 ora e 35 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
40 minuti 58 minuti
 Scelta civica per l'Italia 35 minuti 46 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 35 minuti 51 minuti
 Lega Nord e Autonomie 33 minuti 40 minuti
 Fratelli d'Italia 31 minuti 33 minuti
 Misto: 30 minuti 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo
  italiani all'estero-Alleanza
  per l'Italia
7 minuti 7 minuti
  Partito Socialista Italiano(PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti 7 minuti
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Pdl n. 245 e abb. – Contrasto Omofobia e Transfobia

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 58 minuti
 MoVimento 5 Stelle 40 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
40 minuti
 Scelta civica per l'Italia 35 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 34 minuti
 Lega Nord e Autonomie 32 minuti
 Fratelli d'Italia 31 minuti
 Misto: 32 minuti
  Centro Democratico 9 minuti
  Minoranze Linguistiche 9 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani
  all'estero-Alleanza per l'Italia
7 minuti
  Partito Socialista Italiano(PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti

Pdl n. 925 e abb.– Disposizioni in materia di diffamazione

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 58 minuti
 MoVimento 5 Stelle 40 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
40 minuti
 Scelta civica per l'Italia 35 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 34 minuti
 Lega Nord e Autonomie 32 minuti
 Fratelli d'Italia 31 minuti
 Misto: 32 minuti
  Centro Democratico 9 minuti
  Minoranze Linguistiche 9 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia 7 minuti
  Partito Socialista Italiano(PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti
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Mozione n. 1-00119– Crisi di Irisbus e di BredaMenariniBus

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 26 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Lega Nord e Autonomie 21 minuti
 Fratelli d'Italia 19 minuti
 Misto: 20 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani
  all'estero-Alleanza per l'Italia
4 minuti
  Partito Socialista Italiano(PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Doc. XXII, n. 11- Commissione parlamentare d'inchiesta sul contrasto della contraffazione e della pirateria in campo commerciale

Discussione generale: 6 ore e 30 minuti.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 15 minuti ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 47 minuti
 Partito Democratico 52 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Popolo della Libertà – Berlusconi
 Presidente
37 minuti
 Scelta civica per l'Italia 34 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 33 minuti
 Lega Nord e Autonomie 32 minuti
 Fratelli d'Italia 31 minuti
 Misto: 30 minuti
  Centro Democratico 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani
  all'estero-Alleanza per l'Italia
7 minuti
  Partito Socialista Italiano(PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
7 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1326 – articolo 1 486 393 93 197 377 16 49 Appr.
2 Nom. articolo 2 491 474 17 238 474 47 Appr.
3 Nom. em. 3.7 499 406 93 204 53 353 47 Resp.
4 Nom. articolo 3 502 388 114 195 383 5 47 Appr.
5 Nom. em. 4.1 512 415 97 208 53 362 46 Resp.
6 Nom. articolo 4 511 396 115 199 396 46 Appr.
7 Nom. em. 5.1 514 412 102 207 33 379 45 Resp.
8 Nom. em. 5.2 521 419 102 210 35 384 45 Resp.
9 Nom. em. 5.3 523 416 107 209 36 380 45 Resp.
10 Nom. em. 5.4 522 418 104 210 40 378 45 Resp.
11 Nom. em. 5.5 518 407 111 204 66 341 45 Resp.
12 Nom. articolo 5 528 508 20 255 503 5 45 Appr.
13 Nom. em. 6.1 527 424 103 213 22 402 44 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 6 530 509 21 255 507 2 44 Appr.
15 Nom. em. 7.4 532 428 104 215 24 404 44 Resp.
16 Nom. em. 7.2 528 425 103 213 37 388 42 Resp.
17 Nom. em. 7.3 527 422 105 212 37 385 42 Resp.
18 Nom. em. 7.1 534 429 105 215 37 392 42 Resp.
19 Nom. articolo 7 534 531 3 266 510 21 42 Appr.
20 Nom. em. 8.1 530 424 106 213 40 384 42 Resp.
21 Nom. articolo 8 532 511 21 256 510 1 42 Appr.
22 Nom. articolo 9 535 515 20 258 515 42 Appr.
23 Nom. articolo 10 536 516 20 259 516 42 Appr.
24 Nom. em. 11.3 531 424 107 213 36 388 43 Resp.
25 Nom. em. 11.4 524 420 104 211 36 384 42 Resp.
26 Nom. em. 11.2 529 424 105 213 41 383 42 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 11.5 524 419 105 210 39 380 42 Resp.
28 Nom. articolo 11 527 506 21 254 468 38 42 Appr.
29 Nom. articolo 12 530 510 20 256 508 2 42 Appr.
30 Nom. articolo agg. 12.01 528 418 110 210 38 380 43 Resp.
31 Nom. articolo agg. 12.02 532 427 105 214 37 390 42 Resp.
32 Nom. articolo 13 511 348 163 175 335 13 42 Appr.
33 Nom. articolo agg. 13.05 523 415 108 208 22 393 42 Resp.
34 Nom. articolo agg. 13.06 518 415 103 208 21 394 42 Resp.
35 Nom. odg 9/1326/4 431 422 9 212 130 292 59 Resp.
36 Nom. Ddl 1326 – voto finale 452 452 227 438 14 57 Appr.
37 Nom. Ddl 1327 – articolo 1 477 458 19 230 458 57 Appr.
38 Nom. articolo 2 480 462 18 232 462 57 Appr.
39 Nom. em. 3.5 481 365 116 183 48 317 56 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 3 489 410 79 206 406 4 56 Appr.
41 Nom. articolo 4 485 466 19 234 466 56 Appr.
42 Nom. articolo 5 489 471 18 236 471 56 Appr.
43 Nom. articolo 6 489 471 18 236 471 56 Appr.
44 Nom. em. 7.4 491 389 102 195 37 352 57 Resp.
45 Nom. articolo 7 492 470 22 236 460 10 57 Appr.
46 Nom. articolo 8 491 471 20 236 470 1 56 Appr.
47 Nom. articolo 9 494 475 19 238 474 1 56 Appr.
48 Nom. articolo 10 495 477 18 239 477 56 Appr.
49 Nom. articolo 11 496 492 4 247 492 56 Appr.
50 Nom. articolo 12 496 492 4 247 492 56 Appr.
51 Nom. articolo 13 493 474 19 238 474 56 Appr.
52 Nom. em. 14.3 495 389 106 195 38 351 56 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 14.4 495 394 101 198 38 356 56 Resp.
54 Nom. em. 14.5 488 383 105 192 32 351 56 Resp.
55 Nom. articolo 14 491 469 22 235 459 10 56 Appr.
56 Nom. em. 15.1 494 387 107 194 41 346 56 Resp.
57 Nom. articolo 15 501 478 23 240 476 2 56 Appr.
58 Nom. em. 16.3 493 388 105 195 40 348 56 Resp.
59 Nom. articolo 16 500 480 20 241 479 1 56 Appr.
60 Nom. articolo 17 502 483 19 242 482 1 56 Appr.
61 Nom. articolo 18 500 479 21 240 479 56 Appr.
62 Nom. articolo 19 502 500 2 251 500 55 Appr.
63 Nom. articolo 20 503 502 1 252 502 55 Appr.
64 Nom. articolo 21 506 493 13 247 492 1 55 Appr.
65 Nom. articolo 22 500 484 16 243 484 55 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 23.8 502 397 105 199 25 372 55 Resp.
67 Nom. em. 23.9 500 398 102 200 25 373 55 Resp.
68 Nom. articolo 23 500 478 22 240 475 3 55 Appr.
69 Nom. articolo 24 498 474 24 238 474 55 Appr.
70 Nom. articolo 25 506 485 21 243 485 55 Appr.
71 Nom. em. 26.15 501 380 121 191 42 338 55 Resp.
72 Nom. em. 26.19 501 391 110 196 19 372 55 Resp.
73 Nom. em. 26.20 499 395 104 198 22 373 55 Resp.
74 Nom. em. 26.18 496 391 105 196 22 369 54 Resp.
75 Nom. em. 26.16 503 402 101 202 39 363 53 Resp.
76 Nom. em. 26.35 504 399 105 200 26 373 53 Resp.
77 Nom. em. 26.17 502 398 104 200 38 360 53 Resp.
78 Nom. em. 26.23 507 400 107 201 23 377 53 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 26.21 509 396 113 199 18 378 52 Resp.
80 Nom. articolo 26 508 499 9 250 476 23 52 Appr.
81 Nom. articolo 82 507 486 21 244 484 2 52 Appr.
82 Nom. articolo 28 509 509 255 509 53 Appr.
83 Nom. articolo 29 505 505 253 505 53 Appr.
84 Nom. articolo 30 517 516 1 259 516 52 Appr.
85 Nom. articolo 31 510 495 15 248 495 52 Appr.
86 Nom. articolo 32 509 490 19 246 490 52 Appr.
87 Nom. articolo 33 512 491 21 246 491 52 Appr.
88 Nom. articolo agg. 33.07 513 411 102 206 31 380 52 Resp.
89 Nom. articolo 34 506 482 24 242 480 2 52 Appr.
90 Nom. odg 9/1327/40 463 462 1 232 102 360 51 Resp.
91 Nom. Ddl 1327 – voto finale 453 449 4 225 438 11 49 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 100)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. Doc. LXXXVII, n. 1 – Ris. 6-00024 432 430 2 216 406 24 48 Appr.
93 Nom. Ris. 6-00023 442 341 101 171 26 315 48 Resp.
94 Nom. Ris. 6-00025 447 343 104 172 13 330 48 Resp.
95 Nom. Ddl 1417 – questione pregiud. n. 1 396 395 1 198 106 289 47 Resp.
96 Nom. Ddl 1247 – articolo 1 369 272 97 137 272 46 Appr.
97 Nom. articolo 2 373 277 96 139 277 46 Appr.
98 Nom. articolo 3 372 277 95 139 277 46 Appr.
99 Nom. articolo 4 371 274 97 138 274 46 Appr.
100 Nom. Ddl 1247 – voto finale 375 280 95 141 280 46 Appr.