Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 51 di giovedì 11 luglio 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Leone è in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,04).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61, recante nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale (A.C. 1139-A) (ore 10,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1139-A: Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61, recante nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale.
  Ricordo che nella seduta del 9 luglio 2013 hanno avuto inizio gli interventi sul complesso degli emendamenti.
  Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione. (Vedi l'allegato A-A.C. 1139-A).
  Nella seduta del 9 luglio sono state sollevate – prego i colleghi di prestare attenzione – alcune obiezioni circa le dichiarazioni di ammissibilità pronunciate dalla Presidenza, con particolare riferimento all'articolo aggiuntivo Bratti 2.0201, volto a riconoscere al personale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), che svolge funzioni ispettive, un'indennità aggiuntiva.
  L'articolo aggiuntivo 2.0550, presentato dalle Commissioni il 10 luglio e contenuto nel fascicolo n. 3 degli emendamenti, tratta il medesimo argomento dell'emendamento Bratti 2.0201.Pag. 2
  La Presidenza, tenuto conto delle obiezioni sollevate, ne ha valutato attentamente il contenuto, anche in rapporto alle specifiche materie trattate dal provvedimento.
  Al riguardo osservo che il decreto in esame attribuisce espressamente all'ISPRA i seguenti ulteriori compiti: al comma 1-bis dell'articolo 1 si prevede che l'istituto rilevi l'inosservanza delle prescrizioni contenute nell'autorizzazione integrata ambientale (AIA), inosservanza che, ove reiterata, costituisce presupposto del commissariamento di cui all'articolo 1, comma 1; all'articolo 2, comma 3, si prevede che le attività di accertamento, contestazione e notificazione delle violazioni delle prescrizioni contenute nel provvedimento di riesame dell'AIA siano svolte dal medesimo ISPRA.
  Si ricorda che per l'esame in Assemblea è stato presentato e considerato ammissibile un emendamento volto a prevedere la destinazione delle risorse derivanti dalla soppressione del Garante di cui all'articolo 2-bis all'ISPRA per lo svolgimento dei nuovi compiti di cui sopra.
  Alla luce di tali contenuti e della correlazione che può riscontrarsi tra le funzioni attribuite all'ISPRA e l'indennità aggiuntiva che l'emendamento delle Commissioni intende attribuire ai soggetti che tali funzioni sono chiamati a svolgere, la Presidenza ritiene di ammetterlo alla discussione e al voto dell'Assemblea.
  Ricordo che su tale proposta emendativa il parere della Commissione bilancio è di nulla osta.
  In base alle medesime considerazioni si intende riammesso l'articolo aggiuntivo Bratti 2.0201, che risulta comunque ritirato dal presentatore prima dell'inizio della seduta.
  Con riferimento, invece, alla nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 2.0500 delle Commissioni, che riguarda l'esclusione dal Patto di stabilità interno delle spese per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, finanziati con le risorse statali erogate alla regione Puglia, osservo quanto segue.
  In primo luogo, tale proposta emendativa si pone in continuità con gli interventi recati dal decreto-legge n. 129 del 2012, in materia di risanamento ambientale e di riqualificazione del territorio della città di Taranto.
  In secondo luogo, la stessa ha un ambito applicativo territorialmente limitato, laddove le altre proposte emendative relative a deroghe al Patto di stabilità dichiarate inammissibili dalla Presidenza (Lavagno 1.02, Fantinati 1.0200 e Alberti 1.0201) riguardavano l'intero territorio nazionale.
  Alla luce di tali elementi la Presidenza ha valutato ammissibile la nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 2.0500 delle Commissioni.
  Anche su tale proposta emendativa il parere della Commissione bilancio è di nulla osta.

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Signor Presidente, apprezzate le condizioni in cui si è svolto il dibattito nella passata seduta, stiamo cercando di capire se è possibile rendere più efficace il nostro lavoro. Quindi, pregherei lei e l'Aula di concedere una sospensione fino alle 11, per vedere se si raggiungono accordi fra i vari gruppi sull'andamento dei lavori.

  PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, così rimane stabilito.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11.

  La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 11.

  PRESIDENTE. Avverto che il Governo ha presentato l'emendamento 1.601, che è in distribuzione e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i rappresentanti Pag. 3di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
  Avverto inoltre che l'emendamento De Lorenzis 1.110 e il subemendamento Crippa 0.1.600.1 sono stati ritirati dai presentatori.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 1139-A)

  PRESIDENTE. Dobbiamo a questo punto proseguire con lo svolgimento degli ulteriori interventi sul complesso degli emendamenti.
  Ha chiesto di parlare il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, siccome il presidente della Commissione ha presentato questo emendamento, io rinuncerei ad intervenire, iscrivendomi però per il voto finale.

  PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Fico, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato. Anche l'onorevole D'Incà aveva chiesto di parlare, ma non vedo neanche lui. Desumo che anch'egli abbia rinunziato ad intervenire.
  Si sono così conclusi gli interventi sul complesso degli emendamenti.
  Invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sulle proposte emendative presentate.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Signor Presidente, intanto vorrei far presente che i relatori chiedono un invito al ritiro per tutta una serie di emendamenti; qualora non ci fosse il ritiro da parte dei proponenti, il parere è da intendersi contrario.
  Quindi, vi è un invito al ritiro per i seguenti emendamenti: Grimoldi 1.217, Allasia 1.208, Lacquaniti 1.300, Zolezzi 1.209, gli identici emendamenti Daga 1.2 e Lacquaniti 1.20, Lacquaniti 1.201, Busto 1.210, Tofalo 1.5, Terzoni 1.6, De Rosa 1.9, Zolezzi 1.7, Terzoni 1.8, Zolezzi 1.10, De Lorenzis 1.4, Busto 1.12, Lacquanti 1.57, Allasia 1.29, Mannino 1.36.
  Sull'emendamento Terzoni 1.212 vi è parere favorevole con la seguente riformulazione: «Al commissario e al subcommissario di cui al comma 1 sono attribuiti poteri per i piani e le azioni di bonifica previste dall'AIA».
  L'emendamento Tofalo 1.213 è assorbito.
  Vi è un invito al ritiro inoltre per i seguenti emendamenti: Busto 1.1, Allasia 1.215, Lacquaniti 1.202...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, relatore. Sull'emendamento Tofalo 1.213, se sarà assorbito o meno deciderà la Presidenza; lei comunque ci deve dare il parere.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Sull'emendamento Tofalo 1.213 vi è un invito al ritiro. Vi è, altresì, un invito al ritiro per i seguenti emendamenti: Allasia 1.214, Lacquaniti 1.203, Tofalo 1.38, Grimoldi 1.42, Daga 1.43, Zolezzi 1.46, De Rosa 1.52, Mannino 1.53, Allasia 1.56, De Lorenzis 1.220, Lacquaniti 1.301, Segoni 1.74, De Lorenzis 1.224, Lacquaniti 1.80, Duranti 1.81, Mannino 1.225, Lacquaniti 1.302.
  Inoltre, è stato formulato un invito al ritiro anche sugli emendamenti Zolezzi 1.221, Daga 1.88, 1.220, Duranti 1.205, Duranti 1.90, Mannino 1.92, Lacquaniti 1.303...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole relatore: per semplificare le cose, se lei ha dei pareri diversi su qualche emendamento, forse possiamo passare direttamente a quelli.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Va bene. È stato formulato un parere favorevole sull'emendamento 1.601 del Governo e un invito al ritiro per il subemendamento Crippa 0.1.600.1.

  PRESIDENTE. È già stato ritirato.

Pag. 4

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Perfetto. Su tutti gli altri...

  PRESIDENTE. Anche sull'emendamento 1.600 del Governo, immagino.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. È stato formulato un parere ugualmente favorevole sull'emendamento 1.600 del Governo, nonché sull'emendamento 1.550 delle Commissioni, che comporta la formulazione di un invito al ritiro degli emendamenti Segoni 1.115 e Ventricelli 1.206.
  Parere favorevole, ancora, sull'emendamento 2.500 delle Commissioni...

  PRESIDENTE. A pagina 22 del fascicolo, lo dico per i colleghi.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione.
  E poi sull'emendamento Lacquaniti 2.9.

  PRESIDENTE. A pagina 24.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Sì, a pagina 24. Infine, a pagina 28, parere favorevole sull'emendamento Duranti 2-bis.201.

  PRESIDENTE. Credo che abbiamo anche un emendamento delle Commissioni.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Chiedo scusa: il parere formulato è favorevole anche sull'emendamento Petraroli 2-bis.200.

  PRESIDENTE. Stavo dicendo, abbiamo anche un articolo aggiuntivo delle Commissioni a pagina 27. Anzi, due per l'esattezza.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Ha ragione, signor Presidente. Parere favorevole anche sugli articoli aggiuntivi 2.0550 e 2.0500 (Nuova formulazione) delle Commissioni.

  PRESIDENTE. Invito a questo punto il relatore di minoranza ad esprimere il parere.
  Chiederei anche a lei, se è possibile, di indicarci solo quelli su cui eventualmente, immagino, esprimerà un parere contrario, e sugli altri...

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Signor Presidente, innanzitutto annunzio il ritiro di alcuni emendamenti presentati dal MoVimento 5 Stelle: Zolezzi 1.209, Terzoni 1.212 e Tofalo 1.213.
  Per quanto attiene al relatore di minoranza, il parere è contrario sugli emendamenti Grimoldi 1.217, Allasia 1.208, Lacquaniti 1.300. Parere favorevole sugli identici emendamenti Daga 1.2 e Lacquaniti 1.20. Poi, sull'emendamento Lacquaniti 1.201 parere favorevole, sull'emendamento Busto 1.210...

  PRESIDENTE. Scusi, relatore, se fosse possibile, se per lei non è complicato: se prevalentemente sono pareri favorevoli, mi può indicare soltanto quelli su cui c’è parere contrario; il resto, diamo per scontato che sono favorevoli, atteso che già ci ha indicato quelli su cui c’è l'invito al ritiro.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Il parere è contrario sugli emendamenti Allasia 1.215, Allasia 1.214...

  PRESIDENTE. Ci può dire anche le pagine, gentilmente ? Ci aiuta... Ce la fa ? No, va bene, allora non fa niente: le troviamo noi, magari andando un po’ più piano. Va bene, non si preoccupi, le troviamo noi.

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Il parere è Pag. 5contrario sugli emendamenti Lacquaniti 1.203, Grimoldi 1.42, Allasia 1.56 Lacquaniti 1.301.
  Il parere è contrario sugli emendamenti 1.304 e Lacquaniti 1.201.

  PRESIDENTE. Il relatore di maggioranza aveva da fare una correzione.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Signor Presidente, per un mero errore materiale vorrei segnalare che l'emendamento Duranti 2-bis.201 ha il parere contrario delle Commissioni e non favorevole, come erroneamente segnalato in precedenza.

  PRESIDENTE. Emendamento Duranti 2-bis.201, perfetto la ringrazio. Il Governo ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori, solo un perfezionamento, se i relatori fossero d'accordo, della riformulazione dell'emendamento Terzoni 1.212, a pagina 7 dell'ultimo fascicolo degli emendamenti, rispetto alla formulazione proposta dai relatori credo – è un fatto di forma – che sarebbe meglio...

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, signor Viceministro, credo che sia stato ritirato dal presentatore, quindi il tema credo dovrebbe essere stato risolto alla radice.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. È stato ritirato ?

  PRESIDENTE. Mi era sembrato di capire che il relatore di minoranza avesse annunciato il ritiro.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Se è stato ritirato ovviamente non c’è problema.

  PRESIDENTE. Il relatore ?

  DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza per la X Commissione. Signor Presidente, lo avevamo ritirato in attesa della riformulazioni del Governo.

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa ma il problema è che se è stato ritirato non può esserci una riformulazione, nel senso che è ritirato. Va bene, diciamo che non ci siamo capiti, non è stato ritirato, perfetto, quindi resta riformulato. Il Governo ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. La proposta sarebbe, rispetto alla formulazione attuale dell'emendamento che recita «dopo il comma 1, aggiungere...» un altro comma, invece il Governo proporrebbe di inserire queste parole al termine del comma 1, quindi la nostra proposta è «al comma 1, infine, aggiungere: al commissario e al subcommissario sono attribuiti poteri per i piani e le azioni di bonifica previsti dall'AIA».

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, bene. Vorrei sapere, onorevole relatore di minoranza, gli altri emendamenti di cui ha annunciato il ritiro sono gli emendamenti Zolezzi 1.209 e Tofalo 1.213 ? Rimane il ritiro ?

  CLAUDIA MANNINO, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Signor Presidente, sì, rimane il ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 1.217, su cui c’è l'invito al ritiro o parere contrario da parte del relatore di maggioranza, il parere conforme del Governo e il parere contrario del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, l'intervento mira a far rivalutare il giudizio complessivo sugli emendamenti proposti, perché l'emendamento presentato è effettivamente, come è successo in altre situazioni di proposte emendative riprese Pag. 6dalla Commissione e dai relatori, esclusivamente pleonastico perché richiediamo esclusivamente che si indirizzi l'intervento del decreto esclusivamente su un'azienda sola, che è quella dell'Ilva di Taranto, e che non vada a toccare gli interessi di Genova, di Novi Ligure, di Racconigi, di Marghera, di Patrica.
  Nel senso che l'emendamento proposto restringe il campo di applicazione del decreto-legge «stabilimento Ilva» di Taranto, evitando così l'attuale portata generale della gestione commissariale.
   Si replica, in sostanza, al modello seguito dal precedente decreto-legge Ilva del 2012, il cui ambito applicativo è circoscritto ai singoli stabilimenti strategici, la cui attività produttiva abbia comportato – e comporti – pericoli gravi e rilevanti per l'integrità dell'ambiente e della salute.
  Con riferimento al decreto-legge, dunque, il principio di sussidiarietà orizzontale richiede che il commissariamento straordinario debba riguardare, non già una platea indistinta di soggetti, ma il singolo impianto Ilva di Taranto poiché rispetto all'attività di quest'ultimo sussistono le condizioni di un intervento pubblico così incisivo.
  Lo schema utilizzato nella proposta di modifica dell'emendamento presenta alcuni aspetti tipici delle leggi-provvedimento. Va preliminarmente rilevato che la legittimità di una determinata disciplina provvedimentale non è subordinata al fatto che sia, o meno, inserita in atti normativi dal contenuto formalmente più ampio. Sono ammissibili, quindi, atti normativi contenuti e, sicuramente, norme-provvedimento. In questo senso, la disciplina proposta, nella variazione dell'articolo, con questo emendamento, presenta diversi elementi di generalità e astrattezza. Tali elementi, anche se hanno tutti in comune la vicenda di Taranto, sono diretti a tutelare tutti quegli interessi e rapporti astrattamente riconducibili a tale situazione.
  Per questo, richiediamo la modifica del parere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.217, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tullo, Frusone, Chiarelli, Lombardi, Schirò, Realacci, Zolezzi, Rotondi, De Caro, De Nichilo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  487   
   Votanti  486   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no   468.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 1.208.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Tuttavia, onorevole Allasia, lei non può intervenire perché ha già parlato sul complesso degli emendamenti. Questo è un suo emendamento, ma lei, ahimè, non può parlare. Sarà per la prossima volta, tanto ci saranno altre occasioni.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.208, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mogherini, Grassi, Russo, Frusone, Fratoianni, Sisto...

Pag. 7

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  488   
   Votanti  487   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato
  18    
    Hanno votato
no  469).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lacquaniti 1.300. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, molto brevemente, questo è un emendamento al quale noi teniamo particolarmente. In Commissione, tra i limiti che sono stati posti al commissariamento di uno stabilimento per il quale sia intervenuta la dichiarazione di interesse strategico nazionale viene posto pure il fatto che lo stabilimento abbia almeno mille lavoratori subordinati, compresi quelli ammessi al trattamento integrazione guadagni.
  Noi riteniamo che questo sia veramente un'incongruenza. Abbiamo giudicato positivamente, come è noto, la vicenda del commissariamento per danno ambientale, ma non possiamo pensare che il danno ambientale possa essere relativo soltanto ad aziende che abbiano più di mille dipendenti, e cioè che il danno sia relativo al numero dei dipendenti.
  Infatti, esempi come l'Acna di Cengio ed altri dimostrano che aziende con un minore numero di dipendenti hanno causato dei danni formidabili all'ambiente e alla salute. Per questo, riteniamo assolutamente importante e fondamentale che possa essere eliminato questo emendamento aggiunto in Commissione, e che quindi si possa ritornare alla formulazione originaria proposta dal Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.300, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Zolezzi...Colleghi, vi pregherei di restare in Aula, perché tanto abbiamo voti a seguire. Boschi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  494   
   Maggioranza  248   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no   459.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Daga 1.2 e Lacquaniti 1.20, non accettati dalle Commissioni né dal Governo e sui quali il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giacomelli, Bargero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  493   
   Maggioranza  247   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no   357.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (Il deputato Rughetti ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.201, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

Pag. 8

  Garavini, Malpezzi, Rotta...

   Presenti e votanti  498   
   Maggioranza  250   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no   362.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (Il deputato Misuraca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busto 1.210. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Questa è stata una modifica introdotta con un parere delle Commissioni. Noi volevamo sottolineare che la questione stava nei termini di «pericoli gravi e rilevanti per l'integrità dell'ambiente e della salute a causa della inosservanza (...)»; prima il testo originario prevedeva l'espressione: «anche reiterata», mentre quello attuale prevede: «reiterata». Noi chiediamo di cancellare la parola: «reiterata», in quanto cambia totalmente il senso della frase rispetto all'origine del testo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 1.210, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Misuraca, Malisani... Abbiamo votato tutti ? Di Salvo... come è possibile ? Abbiamo votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  499   
   Maggioranza  250   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no   365.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Tofalo 1.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi volevamo mettere una nota che definiamo «di legalità», alla scelta del commissario, poiché volevamo aggiungere che la nomina del commissario e del sub commissario fosse rispettosa degli articoli 38 e 39 del decreto legislative 8 luglio 1999 n. 270, un decreto legislativo che praticamente spiega come la scelta del commissario non debba essere fatta tra persone che abbiano avuto rapporti di collaborazione o consulenza professionale o nei confronti di chi abbia preso parte in qualsiasi forma alla gestione dell'azienda che si va a commissariare, o che comunque sia in rapporti di parentela, né, tanto meno, abbia trascorsi penali in corso. Di conseguenza, in particolare, questo emendamento faceva sì che i successivi commissariamenti delle aziende che vengono commissariate poiché causano gravi danni all'ambiente e alla salute, fossero fatti secondo questi criteri. Quindi chiediamo, appunto, un voto favorevole, – specifico nuovamente – per i successivi commissariamenti che potremmo avere in Italia, affinché non vi sia una sorta di conflitto di interesse tra la nomina del commissario e l'azienda stessa, e lo Stato, ovviamente. Grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tofalo 1.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 9

  Galgano, Censore, Malpezzi, Sannicandro, Ascani, Bonifazi, Nesci, Centemero... Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  503   
   Maggioranza  252   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no   366.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni 1.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 11,30)

  PRESIDENTE. Hanno votato tutti ? Palma, Abrignani, Giachetti, Migliore, Fanucci, Santanchè.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  507   
   Votanti  472   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no   371.

(Il deputato Fanucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 1.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, questo emendamento riporta l'attenzione sulla natura di questo decreto, nato per tentare di porre un freno ad un gravissimo danno sanitario, per cui riteniamo che sia necessario inserire il Ministero della salute tra gli attori che in qualche modo dovranno presidiare tutta l'attuazione del decreto e dare anche un parere vincolante alle Commissioni parlamentari nell'attuazione stessa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 1.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Ottobre, Rostan. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  511   
   Votanti  510   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   372.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Piepoli, Morassut, Censore. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 10

   Presenti e votanti  509   
   Maggioranza  255   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no   369.

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Terzoni 1.8.
  Ha chiesto di parlare il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pesco, Rostan, Cesa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  514   
   Maggioranza  258   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   376.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gianni Farina, Rostan, Zoggia, Rizzetto, Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   Presenti e votanti  512   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   374.

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Terzoni 1.212. A seguito della riformulazione proposta dal Governo l'emendamento Terzoni 1.212 si vota adesso. Si accetta la riformulazione ?

  CLAUDIA MANNINO. Sì, signor Presidente, è accettata.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni 1.212, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo e su cui il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gelmini, Paolo Russo, Magorno, Marazziti, Binetti, Frusone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  515   
   Maggioranza  258   
    Hanno votato  513    
    Hanno votato no   2.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 1.12, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Schirò, Zoggia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   Presenti e votanti  510   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   405.    

Pag. 11

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lacquaniti 1.57.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, questo emendamento richiama il precedente emendamento Tofalo 1.5 già esposto in questa Aula, con qualche differenza; pone il problema dell'assenza in questo decreto di qualsiasi riferimento al tema delle incompatibilità per la nomina del commissario straordinario e propone che la nomina del commissario straordinario sia sottoposta al comma 1-bis dell'articolo 38 del decreto legislativo n. 270 del 1999, che prevede – come è già stato ricordato – una serie di casi nei quali ci sia incompatibilità e, nel caso di nomina, la revoca di quella nomina; quindi, nel caso specifico, la revoca del commissario straordinario. Ora, è del tutto evidente che la ratio di quella norma aveva un'idea in testa, quella in casi così particolari di evitare che chi avesse svolto, in funzione di rapporto fiduciario, mansioni particolarmente importanti – in questo caso quella di amministratore delegato per l'azienda – potesse svolgere la funzione di commissario straordinario.
  Ecco, a noi pare che, per dare piena efficacia a questo decreto-legge e a questo commissariamento straordinario, questo emendamento andrebbe preso in seria considerazione e approvato da quest'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.57, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Nuti... hanno votato tutti ? Onorevole Catania... onorevole Manfredi... onorevole Romano... onorevole Moretti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  514   
   Maggioranza  258   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no   370.

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 1.29.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Tuttavia, onorevole Allasia, lei è già intervenuto sul complesso degli emendamenti, quindi non può intervenire in questo momento. Può intervenire solo sugli emendamenti di cui non è firmatario.
  Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.29, non accettato dalle Commissione né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Brandolin... onorevole Giorgis... onorevole Carbone... onorevole Ruocco... onorevole Polidori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  518   
   Votanti  517   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  259   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no   358.

  (La deputata Crivellari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole)

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 1.36.
  Ha chiesto di parlare la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

Pag. 12

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, intervengo perché questo emendamento, come anche quello precedente, in qualche modo rettifica la normativa che si è usata in riferimento alla nomina del commissario. Negli emendamenti precedenti, gli articoli 38 e 39 del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, effettivamente parlano delle nomine del commissario quando questi interviene in un'azienda sottoposta a debiti dal punto di vista economico. In questo modo, siccome non esiste una normativa vigente sui commissariamenti per danni ambientali, l'emendamento in esame esplicita, senza fare alcun riferimento ad una normativa che ancora in Italia non esiste, quella che può essere la nomina del commissario, sempre che non sia in conflitto di interessi e che non abbia intercorso rapporti negli ultimi cinque anni con l'impresa in questione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Mannino 1.36 che ripercorre a grandi linee quello precedente dei deputati Invernizzi e Fedriga per evidenziare ed esprimere la posizione favorevole del gruppo della Lega Nord e chiedere al relatore di riformulare la sua opinione rispetto a tale emendamento perché noi riteniamo che l'emendamento, come quello precedente, ha lo scopo effettivo di evitare il conflitto di interessi tra la persona e l'obiettivo della nomina. Dato che, nella specificità di questo decreto-legge, il commissario faceva parte già del precedente consiglio d'amministrazione, troviamo abbastanza inverosimile per le leggi attuali che ci possa essere la possibilità di essere nominato e non ci sia un conflitto di interesse.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.36, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Valente, Ghizzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  511   
   Votanti  510   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no  353.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 1.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Bellanova, Palma, De Rosa, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  513   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato  142    
    Hanno votato no  371.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.215, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moretti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 13

   Presenti  513   
   Votanti  511   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato  21    
    Hanno votato no  490.

  (La deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.202, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial, Luigi Gallo, Plangger, Campana, Rostan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  511   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  362.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.214, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Magorno, Rostan, Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  519   
   Votanti  518   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  260   
    Hanno votato  15    
    Hanno votato no  503.

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lacquaniti 1.203.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zan. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, si tratta di un emendamento molto importante. È una disposizione che è stata introdotta in Commissione perché praticamente il decreto vuole evitare, vuole porre una deroga al commissario per il non rispetto dell'AIA, cioè in pratica, in materia di infrazioni, non viene multato e non vengono sollecitate le infrazioni per mancato rispetto dell'AIA.
  Questo ci pare molto grave, perché anche il commissario deve essere soggetto all'articolo 29-decies del decreto legislativo n. 152 del 2006, che prevede queste infrazioni per il mancato rispetto dell'AIA. Mi pare che, anche nel caso dell'Ilva, questo emendamento consente un controllo maggiore per il rispetto dell'AIA. Se il commissario non è sottoposto a nessuna infrazione, qualora non rispettasse l'AIA, a questo punto ci pare evidente che il commissario ha troppa libertà nell'applicare l'AIA secondo una discrezionalità che non può essere prevista dal nostro ordinamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.203, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesa, Quartapelle Procopio, Mosca, Giammanco, Rostan, Marotta, D'Attorre, Dieni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 14

   (Presenti  515   
   Votanti  509   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  255   
    Hanno votato
  49    
    Hanno votato
no  460).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tofalo 1.38, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rostan, Lombardi, Segoni, Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  517   
   Maggioranza  259   
    Hanno votato
 138    
    Hanno votato
no  379).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grimoldi 1.42.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, rinuncio all'intervento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.42, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moretti, Schirò Planeta, Valente, Vignaroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  515   
   Votanti  514   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  258   
    Hanno votato
  20    
    Hanno votato
no  494).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 1.43.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, con questo emendamento noi intendiamo dettagliare meglio la ratio del comma 2, in cui si dice che la continuità produttiva deve in qualche modo servire per il risanamento ambientale e sanitario. Quindi, chiediamo che l'attività dell'azienda rimanga in essere, ma sia subordinata, in maniera imprescindibile, all'accoglimento, appunto, della tutela sanitaria e ambientale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 1.43, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tofalo, Luigi Gallo, Brandolin, Nardella, Oliverio, Villecco Callipari...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  513   
   Votanti  512   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  376).    

Pag. 15

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 1.46.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato de Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, questo è un altro emendamento che va nella stessa direzione del precedente, cioè il fatto che in qualche modo questo provvedimento viene emanato per tutelare non soltanto i cittadini, ma anche i lavoratori, a seguito, appunto, di grave inquinamento ambientale. Quindi, chiediamo che nel comma in discussione vi siano dei riferimenti espliciti alla tutela dei cittadini e dei lavoratori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.46, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  512   
   Votanti  511   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato
 154    
    Hanno votato
no  357).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 1.52.
  Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento Terzoni 1.212, come riformulato, la parte dell'emendamento De Rosa 1.52, che prevede il riferimento alle responsabilità del commissario riconducibili al compimento delle attività connesse all'applicazione dell'AIA, delle bonifiche ambientali, risulta assorbita.
  L'emendamento De Rosa 1.52 sarà pertanto posto in votazione nella sola parte che prevede il riferimento alle responsabilità del commissario riconducibili al compimento delle attività per la prevenzione del danno sanitario. Il testo viene, quindi, così modificato: al comma 3, primo periodo, dopo le parole: «al commissario» aggiungere le seguenti: «tutte le responsabilità riconducibili al compimento delle attività connesse alla prevenzione del danno sanitario e».
  Passiamo, quindi, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 1.52, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza, per la parte non assorbita.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Pesco, Calabria, Albanella... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  516   
   Votanti  515   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  258   
   Hanno votato
 154    
    Hanno votato no
 361).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.53, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Iannuzzi, Gasbarra, Gutgeld... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 16

   (Presenti e votanti  513   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato
 151    
    Hanno votato
no  362).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 1.56, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Valente Valeria, Fraccaro, Albanella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  519   
   Votanti  518   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  260   
    Hanno votato
 20    
    Hanno votato
no  498).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.220, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  518   
   Votanti  517   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  259   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  413).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.301, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro, Basso, Galgano, Tidei, Spadoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  516   
   Votanti  515   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  258   
    Hanno votato
 34    
    Hanno votato
no  481).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 1.74, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Campana, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  513   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato
 148    
    Hanno votato
no  365).    

  (Il deputato Basso ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 1.224.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, dato che questa...

Pag. 17

  PRESIDENTE. Mi scusi, lei ha già parlato sul complesso degli emendamenti. Questo emendamento è firmato da lei e, quindi, non può intervenire.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, questo emendamento è un'attenzione particolare per la situazione sanitaria disastrata dei cittadini di Taranto. Esso, quindi, rappresenta una speranza affinché almeno con riferimento ai ticket sanitari per quelle che sono delle prestazioni sanitarie di natura preventiva e oncologica vengano in qualche modo alleviate le tasche dei cittadini stessi e lo Stato possa in qualche modo farsene carico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.224, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Abrignani, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  513   
   Votanti  510   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  370).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lacquaniti 1.80.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, solo per specificare lo scopo di questo nostro emendamento che è quello, appunto, che rispetto al contenuto del provvedimento di riesame dell'AIA, quello del 26 ottobre 2012, l'approvazione del citato piano delle misure e delle attività di tutela ambientale contenga solo prescrizioni aggiuntive ed ulteriori rispetto al contenuto dell'AIA stessa, mentre appunto nel lavoro delle Commissioni è stato modificato ed è prevista la rimodulazione dei tempi dell'AIA. Noi chiediamo che non ci siano modifiche rispetto all'AIA se non con prescrizioni aggiuntive ed ulteriori da rispettare senza, appunto, neppure la rimodulazione dei tempi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.80, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Castelli, Zanetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  514   
   Maggioranza  258   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no   379.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.81, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Gozi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  509   
   Maggioranza  255   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   371.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

Pag. 18

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 1.225.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, come previsto anche dalla normativa vigente, in caso di gravi azioni a discapito dell'ambiente, della tutela della sanità, della sanità pubblica, è possibile chiedere alle aziende che sono causa di questo danno ulteriori provvedimenti, e quindi anche l'adozione non soltanto delle migliori tecnologie disponibili ma delle migliori tecnologie in assoluto. Questo emendamento va in questa direzione e quindi chiediamo uno sforzo, al di là della disponibilità economica, all'azienda di fare tutto il possibile secondo quanto previsto dalle norme per tutelare appunto la salute dei cittadini e la qualità dell'ambiente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.225, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gelmini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  509   
   Maggioranza  255   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no   362.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.302, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Deputati Iacono, Nicchi, Brandolin...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  510   
   Votanti  408   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  32    
    Hanno votato no  376.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.221, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capodicasa, Elvira Savino, Marti, Giacomelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  515   
   Maggioranza  258   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  375.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daga 1.88.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, il quadro drammatico dello stabilimento ILVA di Taranto, dell'ambiente di Taranto, della salute dei cittadini tarantini è davvero fonte di scoramento per i cittadini, e anche in parte per noi come Pag. 19istituzioni: dobbiamo cercare al più presto di tentare di porre un freno a questa situazione. La produttività dello stabilimento Ilva di Taranto è considerata record: in realtà potrebbe essere un record davvero negativo, anche perché l'aver prodotto qualche tonnellata di acciaio in più è associato, a nostro parere, anche al disastro ambientale creato.
  Visto che buona parte degli stabilimenti europei che sono riusciti a deambientalizzare hanno una produzione annua attorno ai 5 milioni di tonnellate, visto anche che ISPRA ha indicato chiaramente che è necessaria la riduzione della produzione dello stabilimento a livello di un'industria che deve ambientalizzare per essere compatibile, e per continuare anche a cercare in qualche modo di produrre, il considerare la riduzione della produzione per limitare la pressione gravissima, inquinante sulla popolazione e sull'ambiente è, a nostro parere, necessaria. Teniamo conto che anche con un rispetto puntuale dell'AIA, purtroppo verranno emessi 20 grammi circa di diossina l'anno, che vuol dire la metà di tutte le diossine emesse in Italia. Siamo ben lontani dalla quantità di diossine sopportabili per la popolazione della città di Taranto, attorno ai 200 mila abitanti: siamo al livello di diossine che potrebbe essere tollerabile per 1 miliardo di persone, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità. Per cui l'attenzione sulla produzione totale, quindi su un danno totale da parte di sostanze organiche persistenti, a nostro parere, dev'essere assolutamente una priorità per le istituzioni e per gli imprenditori che vogliono operare nella zona di Taranto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pelillo. Ne ha facoltà.

  MICHELE PELILLO. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere questo emendamento.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daga 1.88, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Fossati, Marazziti, Marcon, Bersani, Pizzolante, Artini, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  515   
   Votanti  513   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  372.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'emendamento Terzoni 1.226 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.205, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Frusone, D'Attorre, Capua, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  520   
   Maggioranza  261   
    Hanno votato  143    
    Hanno votato no  377.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.90, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.Pag. 20
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moretti, Giacomelli, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  521   
   Votanti  417   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   39    
    Hanno votato no  378.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 1.92.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, con questo emendamento noi chiediamo di mettere nella redazione del piano ambientale, anzi nella sua approvazione da parte del Ministero dell'ambiente, anche l'intesa con il Ministero della salute, visto che le ricadute ambientali sono necessariamente collegate poi allo stato di salute della popolazione residente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.92, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Barbero, Basilio, Piepoli, Rughetti, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  520   
   Votanti  519   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  260   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  378.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (I deputati Brandolini e Gianluca Pini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.303, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giordano, Moretti, Capodicasa, Beni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  523   
   Maggioranza  262   
    Hanno votato  145    
    Hanno votato no  378.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Petraroli 1.222.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, questo emendamento voleva essere una richiesta per dare un tetto temporale corto a quella che potrebbe essere una proroga temporale dell'AIA, per far sì che queste prescrizioni, in qualche modo, abbiano un'efficacia e un'entrata in vigore in tempi stretti. Serve anche per cercare di limitare nel tempo di dilazionare questi interventi che diventano improrogabili.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Petraroli 1.222, non accettato dalle Pag. 21Commissioni né dal Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Leva, Scalfarotto, Locatelli, Capodicasa, Segoni, Giacomelli, Calabrò, Buttiglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  523   
   Maggioranza  262   
    Hanno votato  142    
    Hanno votato no  381.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  In merito all'emendamento 1.601, presentato dal Governo nella giornata odierna, sul quale è stato espresso il parere della Commissione Affari costituzionali, non c’è ancora quello della Commissione Bilancio. Chiedo al relatore se ritenga di chiederne l'accantonamento.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Sì, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento 1.601 del Governo si intende quindi accantonato.
  Passiamo all'emendamento 1.600 del Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.600 del Governo, accettato dalle Commissioni e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Saltamartini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  525   
   Votanti  421   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  385    
    Hanno votato no   36.    
  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busto 1.100. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, anche questo emendamento va nell'ottica di garantire maggiore trasparenza, una chiarezza dell'azione amministrativa nella persona del commissario. Quindi, chiediamo, ovviamente, che tutte le informazioni in possesso del commissario che possano essere rese pubbliche alla cittadinanza lo siano in tempi brevissimi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 1.100, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Tofalo, Sisto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  518   
   Maggioranza  260   
    Hanno votato  146    
    Hanno votato no  372.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento De Rosa 1.103.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 22

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, l'emendamento De Rosa 1.103 è stato ritirato.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo all'emendamento De Lorenzis 1.105.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 1.105, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  521   
   Maggioranza  261   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  413.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti De Lorenzis 1.106 e Grimoldi 1.223, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dal Moro, Damiano, Boccuzzi, Balduzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  518   
   Votanti  517   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  259   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  398.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 1.112, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Cova, Ricciatti, Giammanco, Mazzoli, Cominardi, Marotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  510   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no   370.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (Il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 1.115, accettato con riformulazione dalle Commissioni e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione perché non è stato più dato il parere sulla riformulazione. Si accetta la riformulazione ? Mi dicono che non è stata più chiesta la riformulazione. Quindi le Commissioni confermano il parere sull'emendamento Segoni 1.115 ?

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. La ringrazio, avevamo questo dubbio.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 1.115, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 23

  Carbone, Piras, Giovanna Sanna, Crippa...

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Allora, devo revocare di nuovo l'indizione della votazione. (Commenti) Deputati ! Prego, la parola al relatore.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Intervengo per chiarire che l'emendamento Segoni 1.115 e l'emendamento Ventricelli 1.206, essendo favorevole il parere sull'emendamento delle Commissioni 1.550, devono confluire nell'emendamento 1.550 e quindi si considerano assorbiti. Oppure riformulati, chiedo alla Presidenza.

  PRESIDENTE. Quindi è un invito al ritiro, perché per considerarsi assorbiti, è necessario che questi emendamenti vengano ritirati.

  ENRICO BORGHI. Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Esatto.

  PRESIDENTE. Quindi l'invito al ritiro è verso il presentatore. Li ritirano ?

  CLAUDIA MANNINO. Si, Presidente.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Segoni. 1.115 e Ventricelli 1.206 accedono all'invito al ritiro.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.550 delle Commissioni, accettato dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Campana, Piepoli, Carrescia, Madia, Tidei... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  517   
   Maggioranza  259   
    Hanno votato  510    
    Hanno votato no   7.    
  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mannino 1.227, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Madia, Malisani, Dall'Osso, Ottobre, Vacca, Vignaroli, Orfini, Sisto... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  515   
   Votanti  513   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no   369.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni 1.116, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole, e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio),
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carboni, Magorno, Tofalo, Schirò... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  518   
   Votanti  513   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no   359.    
  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

Pag. 24

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 1.117, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Nicchi, Brandolin, Ginefra.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  513   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no   377.

  (Il deputato D'Incà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Tofalo 1.119.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, con questo emendamento cerchiamo di migliorare il contatto tra l'impresa e la cittadinanza tramite la pubblicazione sul sito aziendale dei dati emersi nell'ambito dell'attività e del rispetto delle prescrizioni. Sarà fondamentale in tutta questa fase di commissariamento rendere partecipe la cittadinanza dello stato di avanzamento dei lavori e delle opere intraprese. Questo potrà in qualche modo creare un feedback reciproco per riuscire in qualche modo a procedere in un'opera di tentativo di rendere sostenibile l'impresa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tofalo 1.119, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Madia, Luciano Agostini, Colaninno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  505   
   Maggioranza  253   
    Hanno votato  138    
    Hanno votato no   367.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 1.120, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luciano Agostini, Bolognesi, Petraroli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  512   
   Maggioranza  257   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no   371.

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo De Rosa 1.03.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, con questo emendamento, in linea con quello che era il decreto precedente, dove si dava un tempo al Governo passato per preoccuparsi di un piano nazionale dell'acciaio, opportunamente disatteso dal Governo precedente, chiediamo che in questo caso si faccia un piano nazionale dell'acciaio visti anche i recenti sviluppi di quello che è un Piano di strategia europeo della siderurgia.Pag. 25
  Vorremmo potenziare questo sistema e gestire a livello nazionale questa che, oltre essere un'emergenza occupazionale, diventa anche una necessità: capire dove, come e quante tonnellate di acciaio si debbano produrre in Italia a livello almeno di pianificazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo De Rosa 1.03, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Fico, Marzano, Dall'Osso, Dadone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  509   
   Votanti  508   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  255   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no   371.

  (I deputati Gianluca Pini e Marco Meloni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 2.201.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, questo emendamento si configura nella possibilità di considerare un miglioramento della qualità dell'aria, dell'ambiente in generale e della tutela sanitaria dei cittadini, prendendo in considerazione la possibilità di rivedere anche le soluzioni impiantistiche e produttive dello stabilimento di Taranto. Ricordiamo che questo emendamento si inserisce nell'articolo 2, quindi, nel caso specifico dello stabilimento di Taranto. Lo illustro ai colleghi che magari possono...

  PRESIDENTE. Deputati vi invito ad abbassare un po’ la voce cortesemente.

  DIEGO DE LORENZIS. Lo leggo in modo che i colleghi possano, in qualche modo, ascoltarne il contenuto che sarebbe per noi difficile riassumere. Dicevo che, in qualche modo, si prospettano delle soluzioni impiantistiche e quindi «l'applicazione di soluzioni impiantistiche e gestionali che possano consentire l'utilizzo dello stabilimento, o parte di esso, sia in assenza (temporanea o permanente) dell'area a caldo, che tramite tecnologie di rilevanza internazionale con riconosciuti e misurabili minori impatti ambientali». Quindi, in qualche modo, chiedo ai colleghi di valutare queste ulteriori possibilità per la salute dei cittadini di Taranto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 2.201, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Malisani, Simoni, Capua, Arlotti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  507   
   Votanti  506   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  254   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no   403.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 26Mannino 2.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Agostinelli, Malisani, Luciano Agostini, Giacomelli, Gregori.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti e votanti  505   
   Maggioranza  253   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  387.

  Prendo atto che l'emendamento Furnari 2.213 non è stato segnalato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariastella Bianchi 2.200.

  MARIASTELLA BIANCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA BIANCHI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento 2.200 a mia prima firma.

  PRESIDENTE. Sta bene, si intende quindi ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Furnari 2.214.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Furnari. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO FURNARI. Signor Presidente, questo primo intervento per sottolineare l'importanza di questo emendamento che chiede controlli mensili e non trimestrali. I cittadini di Taranto sono stati fino ad oggi avvelenati in quanto i controlli, quando ci sono stati, sono stati su medie a volte annuali. Allora ciò che fa male alla salute non sono le medie annuali ma sono i picchi di inquinamento, motivo per il quale è fondamentale controllare spesso i livelli di inquinamento e, farlo mensilmente, garantisce ai cittadini un controllo costante che non danneggi la loro salute.

  MICHELE PELILLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MICHELE PELILLO. Signor Presidente, solo per dichiarare di voler sottoscrivere questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, al di là della sottoscrizione dell'emendamento da parte mia e del gruppo socialista, credo che sia opportuno che il Governo prenda in considerazione questo emendamento perché comunque non soltanto dà più certezze ai cittadini tarantini, nel senso che vi è un controllo sistematico su quello che è il livello di inquinamento di quell'area, ma dà anche certezza a quelli che sono i procedimenti che stiamo mettendo in cantiere. Credo, quindi, e penso che il Governo debba essere attento su questi problemi. Abbiate pazienza, abbiate pazienza...

  PRESIDENTE. Chiedo di liberare i banchi del Governo cortesemente. Prego deputato Di Gioia.

  LELLO DI GIOIA. Discutete con l'Aula, guardate con attenzione questo emendamento perché questo emendamento dà la possibilità di dare certezza a quelli che sono gli indici di inquinamento e, quindi, le verifiche sistematiche. Penso, quindi, che il Governo debba avere la compiacenza di guardarlo con attenzione e, probabilmente, anzi senza «probabilmente», cambiare parere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

Pag. 27

  ANGELO CERA. Signor Presidente, anch'io per sottoscrivere l'emendamento e gradirei anche, da parte del Governo, una più attenta valutazione proprio di questo emendamento che non fa altro che raccomandare una maggiore attenzione da parte degli organismi preposti attraverso una capillare e attenta azione di controlli mensili. Per cui va bene l'emendamento e gradirei che anche il Governo rivalutasse il suo giudizio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, su questo emendamento noi, condividendone il principio di potenziamento dei controlli in generale, riteniamo che debba essere lasciata facoltà all'ISPRA di poter intervenire quando e quante volte sia necessario. Pertanto, se necessario, anche due, tre volte al mese in ragione dei controlli e delle prescrizioni AIA nel suo insieme. Pertanto su questo emendamento ci asterremo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI, Relatore per la maggioranza per l'VIII Commissione. Signor Presidente, capisco e condivido le osservazioni fatte dai colleghi. Vorrei solo far notare, però, che l'accoglimento di questo emendamento determinerebbe, da un lato, l'ingessamento delle attività di controllo e, dall'altro, anche un'indebita intromissione dal punto di vista dell'organizzazione del sistema dei controlli. Perché, messa in questi termini, la cadenza delle verifiche e dei controlli dovrebbe avvenire solo ogni mese mentre, in realtà, i controlli si devono fare ogni qual volta si ritiene opportuno e doveroso farli.
  È per questo motivo che abbiamo chiesto il ritiro ed insistiamo nella nostra richiesta di voto contrario: proprio per venire incontro alle esigenze di maggiore e più puntuale verifica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Bratti. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, ha già spiegato molto bene il relatore Borghi la ratio del perché questo emendamento non è assolutamente opportuno. Tra l'altro non solo i controlli vengono fatti dall'ISPRA – mi posso permettere – ma i controlli, soprattutto quelli fiscali, che non riguardano solo l'attuazione dell'AIA, ma anche altre problematiche, vengono fatti anche dall'ARPA e quindi sarebbe anche sbagliato. Non si può quindi ingessare il sistema dei controlli in questo modo. Ci sono dei controlli che magari in certe situazioni possono essere fatti anche ogni dieci giorni o anche giornalmente, quindi è assolutamente inopportuno inserire un provvedimento del genere all'interno di una legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Presidente...

  PRESIDENTE. Deputato Di Gioia, lei è già intervenuto, non può intervenire di nuovo. Prego deputato Allasia.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, intervengo per esprimere la nostra perplessità su questo emendamento, anche se nella forma e nella sostanza potrebbe essere migliorativo del testo, perché andrebbe a puntualizzare enormemente le tempistiche di controllo dell'ISPRA. Però, come giustamente facevano notare altri colleghi poc'anzi, successivamente ad un controllo, come è già avvenuto in altri momenti storici, soprattutto all'ILVA di Taranto, ci potrebbe essere un abuso. Allora troviamo fuori luogo che si dia una temporalità esplicita all'interno di questo decreto-legge, perché si rischierebbe di ingessare il sistema ed obbligare l'ISPRA stessa a trovare gli accordi poi con l'azienda. In un periodo commissariale questo potrebbe essere sicuramente positivo, Pag. 28ma dobbiamo vedere sul lungo termine e sul lungo periodo l'attività dell'ILVA di Taranto. Per questo il provvedimento in esame è stato proposto dal Governo. Noi esprimiamo parere negativo su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Labriola. Ne ha facoltà.

  VINCENZA LABRIOLA. Signor Presidente, mi era parso di capire che questo decreto recasse disposizioni urgenti per la tutela in ambientale e per la salute. Però, se questo emendamento non viene accolto, vorrei dire che non si vuole tutelare la salute. A Taranto si sta perpetrando un crimine contro l'umanità, per fare ingrassare affaristi senza scrupoli e favorire di riflesso la grande finanza internazionale. Diamo delle risposte ai cittadini e tuteliamo la salute e l'ambiente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, io volevo aggiungere a quanto già ricordato dai colleghi che, pur essendo d'accordo in linea di principio sull'emendamento proposto, ovviamente questo comporterebbe non soltanto un aggravio di spesa per l'ISPRA – che versa già in condizioni di difficoltà, come già è emerso nelle audizioni – ma comporterebbe una paralisi dell'organico in capo all'ISPRA, che è responsabile dei controlli. Infatti, ricordiamo che il numero di persone che oggi è incaricato di effettuare queste ispezioni si aggira intorno alla dozzina e quindi renderebbe assolutamente impossibile la verifica sugli altri stabilimenti e sugli altri siti di interesse nazionale che in qualche modo hanno necessità di controlli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, intervengo per chiedere se sia possibile l'accantonamento di questo emendamento, perché il tema dei controlli è un tema importante. Quindi noi pensiamo che però non si debba correre il rischio di ingessare l'attività dell'ISPRA. Chiediamo l'accantonamento e pensiamo che si possa sostituire l'espressione: «con cadenza mensile» con «con controlli continui e costanti da parte dell'ISPRA» e quindi lasciare all'istituto e ai suoi operatori e ai suoi funzionari la decisione rispetto appunto alla cadenza di questi controlli.

  PRESIDENTE. Sì, in ogni caso il parere del relatore è contrario all'accantonamento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, vorrei porre l'accento sulle motivazioni che ho ascoltato da altri deputati che hanno affermato che si andrebbe a ingessare il sistema dei controlli. È chiaro che l'ingessatura del sistema dei controlli c’è stata fino ad oggi. I controlli non sono stati effettuati come dovevano essere fatti e dire che magari possono essere fatti ogni dieci giorni, è semplicemente una bugia perché sappiamo bene che i picchi sono il momento in cui devono essere fatti i controlli e, se non c’è una cadenza certa, i picchi non possono essere controllati. Infatti, se la cadenza viene effettuata ogni due o tre mesi, noi non avremo certezza, non avremo un controllo. Allora, dire che si va a ingessare il sistema dei controlli è solo una scusa per lasciare che l'ISPRA venga cooptata e non possa effettuare i controlli quando li dovrebbe fare.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  ADRIANO ZACCAGNINI. È semplicemente fuori luogo dire che si ingessano i controlli, è il contrario. Ed è fuori luogo anche dire che...

  PRESIDENTE. Deputato, dovrebbe concludere.

Pag. 29

  ADRIANO ZACCAGNINI. ... si aumentano i costi, perché è importante che le risorse vengano utilizzate esattamente per questo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, suggerisco ai relatori di proporre sull'emendamento una riformulazione limitando la cadenza mensile al primo anno. Poiché siamo in una fase emergenziale, mi sembra che questa sia una soluzione di grande buon senso.

  ALESSANDRO FURNARI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. È già intervenuto, non può intervenire di nuovo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Furnari 2.214, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Polidori, Tofalo, Cimbro, Tripiedi, Vaccaro, Misiani, Zoggia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  510   
   Votanti  373   
   Astenuti  137   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato    25    
    Hanno votato no  348.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  510   
   Votanti  509   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  255   
    Hanno votato  486    
    Hanno votato no    23.

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
  L'emendamento Furnari 2.212 non è stato segnalato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 2.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci, Giorgis, Zampa... Hanno votato tutti ? Biondelli... Se possiamo aiutare... Sì, sta arrivando il tecnico... Ci siamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  510   
   Maggioranza  256   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no  353.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto e il deputato Preziosi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Terzoni 2.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

Pag. 30

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, con questo emendamento volevamo che fosse chiaro che la società commissariata, prima della ripresa dell'attività produttiva, stipula garanzie fideiussorie, a tutela dell'ambiente e dei lavoratori. Questo perché noi crediamo nel principio «chi inquina, paghi». Però il problema è che ormai il pagare è riferito a un'unità temporale troppo lontana, troppo attribuita a fenomeni non certi, per cui poi le aziende vengono svuotate dei propri contenuti economici, magari trasferendoli in qualche paradiso fiscale. Chiediamo in questo modo che venga stipulata una polizza fideiussoria, in modo tale da rendere forte il legame tra il danno e l'ipotesi del suo riappianamento economico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni 2.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Gelmini, Cesa... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  500   
   Maggioranza  251   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  338.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (I deputati Grassi e Fragomeli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Tofalo 2.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, anche questo emendamento va nella direzione auspicata prima dai colleghi del gruppo Misto, cioè quello di avere un minimo di certezze nell'accertamento, nella notifica e nella contestazione delle sanzioni AIA da parte degli ispettori preposti, attraverso l'adozione di un regolamento o un decreto ministeriale, insomma una fonte normativa che in qualche modo, appunto, vincoli l'espletamento di queste funzioni.
  Tra l'altro, questo emendamento è molto simile a quello proposto da altre forze politiche, come l'emendamento successivo, quindi auspico che l'Aula in qualche modo riesca a prendere atto di questa necessità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tofalo 2.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sisto, Nicchi... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  506   
   Maggioranza  254   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no  347.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (La deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lacquaniti 2.9, accettato dalle Commissioni e dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 31

  Moretti, Magorno, Rizzetto, Turco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  503   
   Maggioranza  252   
    Hanno votato  501    
    Hanno votato no    2.

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  (Il deputato Pierdomenico Martino ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
  Ricordo che l'emendamento Labriola 2.202 non risulta segnalato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Labriola 2.203.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Labriola. Ne ha facoltà.

  VINCENZA LABRIOLA. Signor Presidente, l'emendamento presentato prevede la creazione di un fondo speciale per la tutela della salute della popolazione residente nelle zone limitrofe al sito industriale e dei singoli lavoratori impegnati nel ciclo produttivo. Il decreto-legge menziona la tutela della salute, ma non la tutela di chi la salute l'ha persa a causa dell'Ilva. Chi inquina deve pagare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, voteremo a favore di questo emendamento. La tutela della salute, in questo caso davvero drammatico, sarà complessa, ma bisogna partire anche delle risorse finanziarie. Bisogna ripensare a questo emendamento e anche ad altre risorse almeno per rendere possibile la prevenzione e misure eventuali ed ulteriori; bisogna ripensare la misura del ticket perché in questi casi favorire l'accesso alle misure di prevenzione e diagnostiche deve essere fondamentale. Questo sarà un provvedimento, ma bisognerà ripensarci davvero per cercare di migliorare la condizioni di salute della popolazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento di cui stiamo parlando e per annunciare che voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, anch'io vorrei aggiungere la firma a questo emendamento, ricordando però all'onorevole Borghi e ad altri delle Commissioni che si sta ingessando Taranto. I fatti che stanno accadendo in questi giorni sull'inquinamento di quell'area dovrebbero fare riflettere tutti, tutti quanti noi, in quest'Aula; altro che spendere di più e altro che ingessare le questioni delle verifiche ! Bisognerebbe verificare ogni giorni i problemi che in quell'area ci sono e questa è responsabilità di tutti, soprattutto dello Stato ! Ecco perché sarebbe opportuno dare attenzione e guardare con attenzione quell'area particolarmente in difficoltà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pelillo. Ne ha facoltà.

  MICHELE PELILLO. Signor Presidente, vorrei sottoscrive l'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, anche il sottoscritto firma l'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Labriola 2.203, non accettato dalle Pag. 32Commissioni né dal Governo e con il parere favorevolmente del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bragantini, Labriola... Hanno votato tutti ? Sembra di sì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  505   
   Votanti  501   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  251   
    Hanno votato  182    
    Hanno votato no  319.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  Ricordo che l'articolo aggiuntivo Bratti 2.0201 è stato ritirato.
  Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.0550 delle Commissioni.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.0550 delle Commissioni, accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  505   
   Maggioranza  253   
    Hanno votato  497    
    Hanno votato no    8.

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e il deputato Marco Di Maio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.0500 (Nuova formulazione) delle Commissioni, accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Zaccagnini, Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  507   
   Votanti  502   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  252   
    Hanno votato  501    
    Hanno votato no    1.

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Lacquaniti 2.011.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pelillo. Ne ha facoltà.

  MICHELE PELILLO. Signor Presidente, intervengo su questo articolo aggiuntivo perché non sono riuscito ad alzare la mano in tempo prima. Infatti, volevo esprimere l'apprezzamento per l'articolo aggiuntivo che abbiamo appena approvato, il 2.0500 delle Commissioni, anche se la copertura prevista non è sufficiente per dare la certezza della spendibilità dei soldi già deliberati dal CIPE, dopo la legge n. 171 dell'anno scorso.
  Comunque, è chiaro che è un provvedimento assolutamente favorevole. Speriamo che in una prossima occasione potremo dare completezza alla copertura finanziaria. Poi, volevo aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo che stiamo discutendo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrelli. Ne ha facoltà.

  TONI MATARRELLI. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in questione, che riteniamo particolarmente importante, prevede che, in caso di comprovata impossibilità di disporre delle risorse finanziarie da parte della società proprietaria dello stabilimento, in forza di quanto Pag. 33previsto dal presente decreto, le somme necessarie all'esecuzione delle disposizioni di cui agli articoli 1 e 2 del provvedimento in esame possono essere richieste dal commissario al Fondo strategico italiano spa, istituito presso la Cassa depositi e prestiti.
  Come corrispettivo di tali somme saranno conferite al Fondo citato quote azionarie della società proprietaria dello stabilimento. Le medesime quote potranno comunque essere eventualmente riacquistate dalla società proprietaria dello stabilimento, una volta ovviamente rese disponibili le somme necessarie a garantire l'insieme degli adempimenti previsti dall'articolo 1.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lacquaniti 2.011, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Chiarelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  500   
   Votanti  499   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  250   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  358.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 2-bis.201.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, con questo emendamento noi chiediamo di sopprimere il comma 1, ossia di ripristinare la figura del Garante dell'AIA. Pensiamo che, appunto, tale figura sia necessaria non solo per l'attività svolta precedentemente dallo stesso, ma, dato lo stato dei fatti e, appunto, perché sono stati bocciati tutti gli emendamenti che andavano nel senso della necessaria terzietà del commissario straordinario, noi pensiamo che sia assolutamente necessaria la figura del Garante dell'AIA. Quindi, chiediamo di sopprimere la sua soppressione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 2-bis.201, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ermini, Bressa, Lupo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  499   
   Votanti  495   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  248   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no  452.

  (La Camera respinge – Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e la deputata D'Incecco ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Petraroli 2-bis.200.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, su questo volevamo porre un attimo l'attenzione, siamo contenti che sia stato recepito e su questa linea l'impegno è di potenziare economicamente la gestione di ISPRA e quindi dei controlli. In questo modo, aumentando Pag. 34la disponibilità finanziaria, sarà possibile aumentare il personale e renderlo più efficace, in modo tale che i controlli puntualmente vengano eseguiti con la cadenza di norma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Petraroli 2-bis.200, accettato dalle Commissioni e dal Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Madia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  502   
   Maggioranza  252   
    Hanno votato  498    
    Hanno votato no    4.

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  (I deputati Morassut e Preziosi hanno segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
  Si è così concluso l'esame degli emendamenti, ad eccezione dell'emendamento 1.601 del Governo, che è stato accantonato in attesa del parere della Commissione bilancio.
  Sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15.

  La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Biancofiore, Boccia, Dellai, Ferranti, Fico, Gebhard, Lombardi, Migliore, Pisicchio, Realacci, Schullian, Simoni, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni.

  PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

  ANNALISA PANNARALE, Segretario, legge:
   CRISTIAN STEVANATO, da Rubano (Padova), chiede:
   nuove norme in materia di assistenza legale ai cittadini e per incrementare la produttività degli uffici giudiziari (168) – alla II Commissione (Giustizia);
   interventi per migliorare l'efficienza dei termovalorizzatori per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (169) – alla VIII Commissione (Ambiente);
   norme per sanzionare la diffusione di idee razziste e omofobe (170) – alla II Commissione (Giustizia);
   nuove norme in materia di legittima difesa (171) – alla II Commissione (Giustizia);
   la legalizzazione della cannabis indica (172) – alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali);
   interventi per impedire la riapertura degli ospedali psichiatrici (173) – alla XII Commissione (Affari sociali);
   ELVIO GALLO, da Milano, chiede misure per evitare l'introduzione nella Pag. 35legislazione di disposizioni differenziate in base al genere delle persone (174) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   FULVIO FIORENTINI, da Civita Castellana (Viterbo), chiede:
   nuove norme in materia di esenzione dal canone di abbonamento alla RAI (175) – alla IX Commissione (Trasporti);
   modifiche al codice dei beni culturali e paesaggistici e al testo unico dell'edilizia per la tutela dei centri storici e dei borghi antichi (176) – alle Commissioni riunite VII (Cultura) e VIII (Ambiente);
   GIORGIO GRAGNANIELLO, da Napoli, chiede misure per consentire l'anticipazione del pensionamento dei lavoratori, con riduzione dei relativi trattamenti economici e destinazione delle relative risorse a misure per favorire l'occupazione giovanile (177) – alla XI Commissione (Lavoro);
   GIUSEPPA PAOLINA CASILLO, da Terzigno (Napoli), e numerosi altri cittadini chiedono disposizioni per il contrasto della violenza fisica e della persecuzione psicologica nell'ambito dell'attività lavorativa (mobbing), anche con particolare riferimento alle istituzioni scolastiche (178) – alla XI Commissione (Lavoro);
   PAOLO PELINI, da Roma, chiede:
   misure diverse per favorire la ricerca scientifica e universitaria (179) – alla VII Commissione (Cultura);
   interventi vari in materia di sanità (180) – alla XII Commissione(Affari sociali);
   GABRIELLA CUCCHIARA, da Roma, chiede:
   nuove disposizioni relative alla determinazione delle tariffe per i consumi idrici a uso abitativo (181) – alla VIII Commissione (Ambiente);
   la sostituzione degli organi giurisdizionali collegiali con giudici monocratici e altre norme per aumentare la tempestività e ridurre i costi dell'amministrazione della giustizia (182) – alla II Commissione (Giustizia);
   MARINO SAVINA, da Roma, chiede l'adozione di norme costituzionali per l'istituzione di un esame di Stato per l'accesso a incarichi istituzionali e in materia di decadenza dai medesimi incarichi in caso di dichiarazioni lesive dell'integrità nazionale (183) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   MICHELE MASSIMO DRAGOTTO, da Alessandria, chiede una nuova disciplina organica in materia di assicurazione obbligatoria degli autoveicoli, anche ai fini della lotta contro l'evasione fiscale e le truffe assicurative (184) – alla VI Commissione (Finanze);
   MATTIA BUTTA, da Praga, chiede che non sia introdotto nella legislazione italiana il principio dello ius soli e norme più restrittive per l'acquisto della cittadinanza italiana, da parte di cittadini di altri Stati membri dell'Unione europea (185) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   ULDERICO FLORIS, da Subbiano (Arezzo), chiede norme in materia di esenzione di una quota del 10 per cento delle pensioni privilegiate dall'imposta sul reddito (186) – alla VI Commissione (Finanze);
   MAURO GUERCIOTTI, da Villanterio (Pavia), chiede interventi per la semplificazione delle procedure giudiziarie relative alle ingiunzioni di pagamento contro il datore di lavoro insolvente (187) – alla II Commissione (Giustizia).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 1139-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1139-A: Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61, recante Pag. 36nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli emendamenti, ad eccezione dell'emendamento 1.601 del Governo, che è stato accantonato in attesa dell'espressione del parere da parte della Commissione bilancio. Avverto che tale parere è stato espresso ed è in distribuzione (vedi l'allegato A-A.C. 1139-A).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.601 del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. Intervengo anche per fare onore all'ultimo emendamento rimasto di questa lunga serie che è stata affrontata stamani, dopo un lungo e approfondito lavoro da parte del Comitato dei nove. Diamo merito e diamo atto ai due relatori di avere svolto un lavoro importante perché, grazie proprio a questo lavoro, si è riusciti, in qualche misura, a comporre le diverse esigenze che erano state messe sul piatto nel corso della discussione generale e del dibattito ancor precedente, che si è svolto in Commissione.
  Ritengo che il lavoro svolto stamattina sia stato frutto di questo impegno.
  In questa fase andiamo ad affrontare un emendamento accantonato che mancava nel parere della Commissione bilancio. La Commissione bilancio si è riunita, assolvendo al suo compito e anche in questo senso credo che vada ringraziata per la possibilità che ci dà in questo momento di terminare la fase di esame degli emendamenti.
  Successivamente, Presidente, è anche bene...

  PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, la prego di attenersi al tema. Grazie.

  SIMONE BALDELLI. Volevo confrontarmi con lei, Presidente, sul fatto che successivamente affronteremo alcuni degli ordini del giorno su questa materia. È evidente – lo sappiamo – che essi non possono essere sostitutivi di emendamenti respinti nell'arco dell'esame che abbiamo svolto. Noi abbiamo votato diversi emendamenti questa mattina. Ritengo (Commenti)... Presidente, i colleghi mi suggeriscono di consegnare il testo del mio intervento, ma, come lei sa bene, io non svolgo interventi scritti, non leggo, amo intervenire a braccio (Applausi), a volte anche...

  PRESIDENTE. Questa è una sua apprezzabile qualità, onorevole Baldelli.

  SIMONE BALDELLI. E credo anche io che sia, per alcuni aspetti, una qualità apprezzabile.
  Peraltro, Presidente, per l'economia dei nostri lavori, ritengo possa essere opportuno – lo dico, in particolare, per i gruppi che presentano un numero importante di emendamenti su qualche provvedimento – che, una volta che si risolvono le questioni importanti all'interno del Comitato dei nove, anziché procedere a una mera serie di votazioni successive su un numero anche rilevante di emendamenti (che con il nostro sistema di voto occupa – come lei, Presidente, sa bene – una grande quantità di tempo), probabilmente sarebbe meglio che un gruppo, che presenti cento emendamenti e decida che l'accoglimento di alcune sue proposte da parte dei relatori soddisfi le sue esigenze ha maggiore interesse ad accettare gli inviti al ritiro su molti emendamenti e, magari, a utilizzare il tempo risparmiato per valorizzare, attraverso degli interventi, gli emendamenti che si ritengono più importanti e che si intendono porre comunque in votazione.
  Lo diciamo a futura memoria, perché forse può essere un modo per comporre e per regolare in maniera più rapida anche i nostri lavori. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Baldelli. Ho interpretato il suo intervento più come un richiamo sull'ordine dei lavori, che non proprio sul merito dell'emendamento.Pag. 37
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.601 del Governo, accettato dalle Commissioni e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Spadoni, ci sono dei problemi insormontabili, mi pare di capire... Vecchio, Ginoble... Pregherei di affrettarsi. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  348   
   Votanti  260   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  131   
    Hanno votato  260    
  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  (I deputati Zampa e Airaudo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto e il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1139-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1139-A).
  L'onorevole Duranti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1139-A/4.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, vorrei illustrare, seppure velocemente, l'ordine del giorno a mia firma, che presta attenzione alle problematiche occupazionali degli stabilimenti. Presidente, le chiedo gentilmente se può chiedere il silenzio dell'Aula.

  PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Duranti. Colleghi, per favore...

  DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente.
  È un ordine del giorno che ha un'attenzione rispetto alle problematiche occupazionali e alla tenuta dei livelli occupazionali e impegna il Governo ad adottare ogni atto di competenza finalizzato a garantire, nel caso in cui l'attuazione delle prescrizioni previste dall'AIA, possa comportare problematiche occupazionali in unità produttive localizzate nei SIN, che si proceda, anche tramite gli accordi di programma previsti dal comma 3 dell'articolo 27 legge n. 134 del 2012, all'adozione di progetti di riconversione e riqualificazione industriale volti a consentire la continuità occupazionale dei lavoratori, che credo sia in linea con il principio che noi come gruppo di SEL abbiamo indicato rispetto al commissariamento straordinario...

  PRESIDENTE. Onorevole Duranti, scusi. Colleghi, non è veramente possibile: bisogna abbassare il tono della voce, sennò l'onorevole Duranti attende che ci sia un po’ di silenzio e poi continua a parlare. Prego, onorevole Duranti.

  DONATELLA DURANTI. ...con il principio secondo il quale appunto dobbiamo rispondere a due comunità dolenti, la comunità dolente della città di Taranto e del territorio jonico e la comunità dolente della fabbrica.

  PRESIDENTE. Avverto che l'ordine del giorno Ventricelli n. 9/1139-A/1 è stato ritirato. Se nessun altro vuole intervenire per illustrare gli ordini del giorno, do la parola al rappresentante del Governo per esprimere il parere sugli ordini del giorno.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, l'ordine del giorno Velo Pag. 38n. 9/1139-A/2 è accolto con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di conseguire forme di collaborazione e coordinamento nell'azione dei due commissari (...)» e così via.
  Il Governo accoglie gli ordini del giorno Pilozzi n. 9/1139-A/3 e Duranti n. 9/1139-A/4.
  L'ordine del giorno Caparini n. 9/1139-A/5 è accolto con la seguente riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, l'opportunità (...)» e così via. Oltre alla riformulazione del dispositivo, vi è anche una richiesta di riformulazione delle premesse. Nelle premesse, per il Governo bisognerebbe eliminare i capoversi che cominciano con: «Brescia esiste da anni», «la fabbrica, dagli anni Trenta», «dallo stabilimento ex Caffaro», «sebbene quest'acqua» e, infine, l'ultimo capoverso, che comincia con le parole: «occorre intraprendere». Con questa riformulazione, l'ordine del giorno può essere accolto.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Prataviera n. 9/1139-A/6 e accoglie l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1139-A/7, con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di definire insieme alle regioni un Piano nazionale per le bonifiche dei SIN contenente, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, impegni finanziari (...)» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Allasia n. 9/1139-A/8 con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di assumere le idonee iniziative, anche legislative, dirette a reperire, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, le necessarie risorse (...)» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Guidesi n. 9/1139-A/9 con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di assumere le idonee iniziative, anche legislative, dirette, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, ad escludere (...)» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Zolezzi n. 9/1139-A/10 con la seguente minuscola riformulazione del dispositivo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di concordare (...)». Si sostituisce, quindi, il termine «opportunità» al termine «possibilità». La riformulazione deriva dal desiderio del Governo di mantenere il rispetto delle competenze costituzionali nei confronti della regione Puglia. Quindi, ci sembra più corretto il termine «opportunità».
  Il Governo accetta l'ordine del giorno Crippa n. 9/1139-A/11, con la riformulazione soltanto del secondo capoverso del dispositivo, sopprimendo le parole: «presso il Commissario». Ciò che viene indicato al secondo capoverso non riguarda solo il Commissario, e quindi si propone la seguente riformulazione del secondo capoverso del dispositivo: «impegna il Governo ad attivarsi per accelerare la bonifica dell'area (...)» e così via.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Daga n. 9/1139-A/12 e invita il presentatore al ritiro dell'ordine del giorno Busto n. 9/1139-A/13. L'ordine del giorno Caon n. 9/1139-A/14...

  PRESIDENTE. Sottosegretario, l'ordine del giorno Caon n. 9/1139-A/14 è stato ritirato. Mancano i pareri sugli ordini del giorno Bratti n. 9/1139-A/15 e Mannino n. 9/1139-A/16.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, mi scusi, ma l'ordine del giorno Bratti n. 9/1139-A/15 lo leggo in questo momento, quindi devo verificare... Il Governo accoglie l'ordine del giorno Bratti n. 9/1139-A/15.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Mannino n. 9/1139-A/16 con la seguente minuscola riformulazione del primo considerato: «è necessaria una riflessione ed eventuale revisione della disciplina oggi vigente (...)» e così via.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Velo n. 9/1139-A/2, accettato dal Governo, purché riformulato.Pag. 39
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Pilozzi n. 9/1139-A/3 e Duranti n. 9/1139-A/4, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1139-A/5, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/1139-A/6, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Grimoldi n. 9/1139-A/7, Allasia n. 9/1139-A/8, Guidesi n. 9/1139-A/9, Zolezzi n. 9/1139-A/10 e Crippa n. 9/1139-A/11, accettati purché riformulati. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Daga n. 9/1139-A/12, accettato dal Governo. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Busto n. 9/1139-A/13, formulato dal Governo.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, questo ordine del giorno cerca di prendere in considerazione alcuni dei punti critici della situazione. La regione Puglia, rispetto alla normativa italiana, nel 2008 ha assunto un legge restrittiva che cerca di regolamentare le emissioni di diossine, di cui tanto abbiamo parlato in questi giorni, con 0,4 nanogrammi. In qualche modo, lo stabilimento Ilva di Taranto era riuscito ad ottemperare a questo limite, nonostante...

  PRESIDENTE. Onorevole Zolezzi, scusi se la disturbo. Evidentemente, diamo per scontato che non sia accettato dal presentatore l'invito al ritiro, perché lei sta facendo una dichiarazione di voto; se ci fosse il ritiro, ovviamente, non ci sarebbe margine per una dichiarazione di voto. Quindi, non lo ritirate ?

  ALBERTO ZOLEZZI. Non lo ritiriamo, signor Presidente. Nonostante questi limiti un pochino più stringenti, questo non ha consentito alla zona di Taranto di avere una copertura sul versante della salute e di evitare il grave danno sanitario. Questo prelude ad un lavoro che cercheremo di fare da un punto di vista legislativo, come Parlamento, per revisionare, in qualche modo, il testo unico ambientale e migliorare la parte relativa alle emissioni, dove, addirittura, per quanto riguarda le diossine, il testo unico del 2006 parla di limiti in micron, cioè, addirittura, diversi come ordine di grandezza, quindi migliaia di volte di più rispetto al limite che la regione Puglia ha comunque, in maniera tendenzialmente positiva, cercato di assumere.
  Quello che manca in molte regioni italiane (perché manca anche una legislazione nazionale) è un limite alle emissioni puntuale, più preciso, più collegato ai dati di letteratura, che indicano, appunto, come i dati di diossina in qualche modo accettabili sono quelli indicati dall'Organizzazione mondiale della sanità e sono comunque decisamente inferiori a quelli che si realizzeranno nella zona di Taranto, pur seguendo pedissequamente le prescrizioni dell'AIA. Quindi, in questo ordine del giorno si invita ad applicare su tutto il territorio nazionale una legislazione compatibile con una tutela accettabile della salute, abbassando, addirittura, le emissioni previste dalla legge regionale pugliese, che, comunque, non hanno potuto evitare un danno sanitario così importante.
  In un altro punto dell'ordine del giorno si accenna agli altri stabilimenti della zona industriale di Taranto (alcuni di essi, in questi giorni, stanno creando un forte impatto, come quello dell'ENI), ma si accenna anche al cementificio. Sappiamo che con il decreto ministeriale del 14 febbraio 2013 sarà consentito ai cementifici (impianti di per se stessi piuttosto impattanti) di bruciare rifiuti, che, anche se li chiamiamo combustibili solidi secondari, rimangono pur sempre rifiuti.
  Questo potrebbe aggravare ulteriormente una situazione ambientale già, come sappiamo, davvero drammatica. Quindi, invitiamo comunque i colleghi del Pag. 40Parlamento a votare questo ordine del giorno come impegno per il Governo a valutare che sia possibile non aggravare ulteriormente la situazione ambientale di questa zona già così compromessa.
  Considerato che molti, anche nei cementifici, sono ancora dubbiosi se applicare questo decreto e visto che l'attuale è un Governo diverso rispetto a quello che ha disposto il decreto n. 22 del 14 febbraio 2013, lo invitiamo a prendere in considerazione di non fare utilizzare questa procedura di combustione dei rifiuti nei cementifici, in particolare in quello di Taranto, che è uno dei più grandi d'Europa, così come lo stabilimento Ilva è il più grande di Europa in termini di produzione di acciaio.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Su questo emendamento c’è forse un po’ di distrazione in Aula dei parlamentari pugliesi...

  PRESIDENTE. È un ordine del giorno, onorevole Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Pardon, ordine del giorno, mi scusi... che, in qualche modo, sono un attimo forse distratti, perché, in realtà, qui dentro stiamo chiedendo di mettere mano alla normativa della regione Puglia, e di conseguenza dei limiti in generale per quanto concerne le emissioni di diossina, che hanno causato episodi di malattia e morte, come sancito dal procuratore fino ad oggi. Direi a tutti i pugliesi che sono intervenuti nel corso della seduta odierna di leggersi bene l'ordine del giorno e valutare, nei limiti del testo, quello che realmente contiene.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/1139-A/13, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Lorenzis, D'Ambrosio, Vecchio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  441   
   Votanti  435   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato    95    
    Hanno votato no  340.

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bratti n. 9/1139-A/15, accettato dal Governo.
  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Mannino n. 9/1139-A/16, accettato dal Governo, purché riformulato.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal Governo.

  PRESIDENTE. Sta bene. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1139-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà. Colleghi, vi pregherei di fare in modo che il collega Di Gioia possa fare la sua dichiarazione di voto.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, lei, come al solito, è molto gentile, ma non ci preoccupiamo del brusio che c’è in Aula. Mi rendo anche perfettamente conto del disagio che c’è. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Scusi onorevole Di Gioia, siccome non è solo un problema suo, è un problema di tutti. Colleghi, siamo nella fase delle dichiarazioni di Pag. 41voto, e quindi, se qualcuno ha qualcosa da fare di meglio che ascoltare chi sta parlando, è pregato di uscire; chi resta in Aula consenta a chi parla di parlare e a chi vuole ascoltare di ascoltare. Grazie. Prego, onorevole Di Gioia.

  LELLO DI GIOIA. Grazie signor Presidente per la sua gentilezza. Mi permetta, signor Presidente, prima di entrare nel merito del provvedimento, di chiederle di porgere alla Presidente Boldrini la nostra riconoscenza e stima per la lettera che ha inviato all'amministratore delegato della FIAT, perché, in un momento particolare della vita economica, politica e sociale di questo Paese, mettere al centro della discussione il lavoro e i diritti credo che sia un fatto importante, perché proprio oggi manca in questo Paese la centralità del lavoro e la centralità dei diritti dei cittadini.
  Questo decreto, che, secondo il mio punto di vista, secondo il nostro punto di vista, è importante, ma per un primo passo, e che dovrà essere, secondo me, migliorato nel prossimo futuro, mette appunto in evidenza la centralità del lavoro, perché bisogna recuperare il lavoro, la centralità del diritto dei lavoratori e, nello stesso tempo, la centralità del diritto alla salute dei cittadini tarantini.
  Credo che questo sia importante, perché è necessario intervenire in quell'area dove lo Stato ha determinato in anni passati – hanno fatto bene i colleghi che sono intervenuti in sede di discussione sulle linee generali a sottolineare con dovizia di particolari la storia di quella realtà; hanno fatto bene a sottolineare che lo Stato è stato assente negli anni – non soltanto una condizione di difficoltà ambientale, ma anche le condizioni perché quel gruppo, al di là delle questioni giudiziarie, che verranno ad essere affrontate in altra sede, potesse fare ricavi senza intervenire sull'ambiente per dare certezza della salute ai cittadini tarantini.
  E non più tardi di qualche giorno fa quello che è accaduto, colleghi, credo che debba essere un segnale importante e di monito anche per la Commissione, che ha deliberato su alcuni emendamenti che non sono stati accettati, come quelli delle verifiche sistematiche ogni mese, perché significa dare ai cittadini tarantini, ma anche ai cittadini dell'intera Puglia, una certezza per ciò che riguarda proprio il diritto alla salute e i controlli che devono essere fatti affinché la salute abbia e diventi il bene primario di una comunità come quella tarantina.
  Ma è chiaro anche, tuttavia, che il lavoro deve essere garantito, un lavoro che vada ad essere contemplato all'interno di quella condizione di ecocompatibilità, e quindi, bisogna fare in modo che questa attività produttiva, pian piano, venga ad essere bonificata e, nello stesso tempo, lo Stato ha il dovere di pensare a delle forme alternative di attività produttive, perché si possano realizzare in quell'area gli interventi necessari e per dare certezza di occupazione.
  Credo che sia un impegno doveroso da parte dello Stato e del Governo nei riguardi dei cittadini tarantini, che hanno visto negli anni non soltanto una condizione di difficoltà ambientale, ma diminuire anche la condizione di occupazione in quanto tale. Oggi, in quella realtà, vi sono tantissimi disoccupati, tantissimi cassintegrati, tantissimi giovani laureati, come tantissimi giovani del Mezzogiorno d'Italia che vanno verso il Nord e oltre il Nord.
  Come Partito Socialista, quindi, crediamo che bisogna intervenire rapidamente in quella realtà e, se mi consentite, credo che ci debba essere un impegno forte del Governo, perché in tanti altri siti della realtà nazionale l'industria, che ha iniziato il suo ciclo di industrializzazione negli anni Settanta, poi mai completato, ha determinato questioni devastanti. Vedi, ad esempio, la Sardegna, vedi, ad esempio, Porto Marghera. Credo, quindi, che bisogna fare in modo che la questione ambientale sia una questione prioritaria all'interno della nostra discussione. E questo decreto-legge, ovviamente, ha un suo inizio, che vede, appunto, la gestione del lavoro, la continuità produttiva, l'inizio di un ciclo di bonifica ambientale all'interno e all'esterno di quel sito produttivo.Pag. 42
  Siamo convinti ed è per questo che noi – anche con qualche sofferenza, perché ci saremmo aspettati di più – voteremo a favore di questo decreto, sapendo ed essendo convinti che bisogna essere vigili sulle questioni ambientali, sulle questioni del lavoro e sulle questioni del diritto. È per questo che noi, come socialisti, che abbiamo nel nostro DNA le condizioni del lavoro, dei lavoratori e dell'ambiente, saremo vigili affinché in questo Paese vi sia più compatibilità ambientale e più certezza per il lavoro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo e colleghi, io penso e noi pensiamo, come gruppo di Fratelli d'Italia, che la vicenda dell'ILVA di Taranto sia paradigmatica purtroppo di tante vicende che hanno riguardato aziende italiane per le quali l'intervento dello Stato c’è stato, in ultima analisi, dopo anni di inadempienze di soggetti istituzionali che non sono intervenuti ed hanno lasciato correre, nel migliore dei casi, nel disinteresse. Noi riteniamo quindi questo provvedimento importante e ci apprestiamo a dare un voto di astensione. Ci asterremo rispetto a questo provvedimento perché pensiamo che si poteva fare di più, in questo provvedimento, in ordine al controllo che doveva essere fatto. Sicuramente però lo riteniamo un provvedimento importante. Tardivo, forse non risolverà i problemi di quella importante industria, che – ricordo – dà lavoro a migliaia e migliaia di nostri concittadini e connazionali.
  Sono problemi che partono da lontano, cari colleghi, che hanno visto il potere politico, nel corso degli anni, non interessarsi a quella vicenda, che ha riguardato generazioni di lavoratori pugliesi, del Salento, della Basilicata, che sono andati a lavorare, a faticare, come si dice da quelle parti quando ci si reca al lavoro, con il rischio di lasciarci la pelle, e molti ce l'hanno lasciata in questi anni. Non è retorica, ma è un dato concreto. Poi vediamo quei lavoratori che adesso scendono in piazza e cercano di salvaguardare anche il proprio lavoro. Due volte vittime quindi, due volte vittime. Allora lo voglio dire anche a certe associazioni ambientaliste dell'ultima ora: purtroppo si tratta di situazioni che partono da lontano. Non concordo con quello che diceva il collega che mi ha preceduto poco fa. Non si può tornare in quella realtà, come qualcuno penserebbe di fare, oppure auspica, secondo me in una sua sorta di mondo dei sogni, in cui quelle terre ritornano, che ne so, alla cultura delle cozze oppure alle masserie. Lì lavorano decine di migliaia di persone e non è facile riconvertire quelle aziende.
  Allora in questo senso ci sono state mancanze gravissime da parte di Governi nazionali e anche di governi locali, che non sono intervenuti nel corso degli anni per fermare una situazione difficilissima. Non si sentiva parlare del problema finché non è intervenuta la magistratura, finché non è intervenuta pesantemente la magistratura sull'aspetto che riguarda la salute degli operai e dei cittadini che vivono in quella zona. E colpevolmente, in questo senso, va anche accusata la parte politica che ha fatto una bandiera dei diritti dei lavoratori nel corso degli anni, della socialità, che ha governato quelle terre per tanti anni ed è rimasta silente, non ha detto assolutamente niente sui temi che riguardavano l'ILVA di Taranto o ha fatto degli interventi di piccolo cabotaggio, che non hanno portato da nessuna parte. Allora noi pensiamo che si debba intervenire come sta facendo il Governo. Si poteva essere un po’ più coraggiosi. Pensiamo che non ci devono essere lotte fra la salute del cittadino e la difesa del posto di lavoro. Lo dicevo prima: tutte vittime, in primo luogo i lavoratori, che subiscono sulla loro pelle anche il fatto di dover andare a lavorare in posti che poi possono garantire per il futuro, semmai sì, lì per lì, un futuro per i propri figli e per i propri parenti, ma semmai un futuro come è successo purtroppo: chi vi parla è originario di quelle terre, conosce quelle zone e sa quante Pag. 43famiglie sono stato toccate anche dal lutto, persone che hanno lavorato in quelle fabbriche.
  E, allora, riteniamo questo provvedimento di oggi importante e ci asterremo. Monitoreremo quello che farà il commissario, quello che faranno gli organi preposti. Speriamo che non avvenga come in passato dove c'erano degli organi preposti al controllo a livello regionale, a livello nazionale e nulla è stato fatto. Speriamo che questa volta veramente si possa invertire la tendenza, si possa andare avanti per ridare un futuro di lavoro sicuro a quelle terre, ai tarantini, ma non solo ai tarantini, ai pugliesi in generale, ma, come ripeto, anche ad altri cittadini che provengono da altre regioni e lì si recano sul posto di lavoro, per restituire un futuro in termini di sicurezza sotto l'aspetto economico e della propria salute (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, Governo, onorevoli colleghi, il provvedimento del Governo è così caratterizzato: la predisposizione di uno standard di intervento per tutti i casi di crisi ambientale di società che detenevano stabilimenti dichiarati di interesse strategico nazionale; l'applicazione di tale standard nel caso della società Ilva, con riferimento ad un periodo definito, al termine del quale potranno essere ricostituiti gli organi di amministrazione restituendo alla proprietà il pieno controllo dell'azienda e delle risorse economiche residue; la convergenza delle risorse disponibili prioritariamente verso gli interventi di risanamento ambientale, garantendo al contempo la continuità delle attività produttive.
  Si richiama l'attenzione sulla necessità di proseguire l'attività industriale dello stabilimento di Taranto sia per motivi occupazionali, sia per assicurare l'effettiva realizzazione degli investimenti occorrenti per il risanamento ambientale dell'area; non si vuole che Taranto diventi una seconda Bagnoli, laddove alle dismissioni delle attività industriali non ha seguito la bonifica dell'area. Si ricorda che Taranto costituisce il maggior complesso industriale per la lavorazione dell'acciaio in Europa. La società Ilva tiene a Taranto tutte le lavorazioni a caldo che riforniscono gli stabilimenti di Genova Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi per le lavorazioni a freddo. Senza l'Ilva di Taranto tutta la filiera dell'acciaio, a cominciare da Genova, che ha bisogno dei prodotti di Taranto per la proprio produzione a freddo, rischia la chiusura. Rischiano, a cascata, i circa 2.500 lavoratori degli stabilimenti Ilva di Genova, Novi Ligure e Racconigi, per un totale di 7.500 lavoratori, oltre il 20 per cento degli occupati nel settore dell'acciaio in Italia.
  La situazione più critica è a Genova. La chiusura di Taranto ha, infatti, ricadute dirette e immediate sugli stabilimenti del capoluogo ligure che danno lavoro a 1.760 persone. Se Taranto chiude, a Cornigliano si smette di lavorare perché lo stabilimento genovese, avendo dismesso gli altiforni e le lavorazioni a caldo, ha bisogno di quelle forniture per fare il proprio lavoro. Durante l'esame in Commissione e in Aula, la Lega Nord ha sostenuto la necessità di limitare il commissariamento allo stabilimento di Taranto e, in generale, allo stabilimento inadempiente e non alla società, evitando di commissariare attività industriali che, pur appartenendo alla medesima città, non evidenziano inadempienze ambientali tali da richiedere un simile intervento governativo che risulta sproporzionato per la propria situazione. Infatti, il testo governativo del decreto-legge, non interviene sul singolo stabilimento industriale, come facevano i precedenti decreti-legge relativi a Taranto, ma colpisce l'intera impresa, esercitata anche in forma societaria, che gestisce almeno uno degli stabilimenti dichiarati di interesse strategico nazionale.
  Il commissariamento, quindi, colpisce anche società titolari di più stabilimenti, o meglio di più aziende, anche laddove soltanto una di queste sia incorsa nell'osservanza dell'AIA, nonostante le altre possano Pag. 44risultare gestite in conformità alla legge e così è. Si è visto favorevolmente l'intervento di più gruppi, compreso il nostro, per l'accoglimento di parecchie proposte emendative dove si è vista e si è prevista almeno la possibilità di poter limitare il commissariamento al singolo stabilimento, previa offerta di idonee garanzie patrimoniali e finanziarie.
  Si ritiene che tale previsione, come risulta anche dai nostri emendamenti, doveva essere disposta anche per il caso di Taranto, in quanto gli stabilimenti di Genova, Novi Ligure e Racconigi gestiti dalla stessa Ilva, non risultavano incorrere nelle stesse ripetute inosservanze dell'AIA. Peraltro, essendo dismesse le attività a caldo, tali stabilimenti non comportano gli stessi pericoli per la salute e per l'ambiente come quello di Taranto.
  Inoltre, il nostro gruppo vede molto favorevolmente la risoluzione di alcune incertezze contenute nel decreto-legge e, in particolare, la limitazione della possibilità di commissariamento alle sole grandi imprese che impiegano un numero di lavoratori subordinati superiore a mille e che gestiscono almeno uno stabilimento industriale dichiarato d'interesse strategico nazionale e la limitazione dell'intervento commissariale al solo caso in cui lo stabilimento industriale comporti oggettivamente pericoli gravi per l'ambiente e per la salute a causa dell'inosservanza reiterata dell'AIA. Si evitano in questo modo gli allarmi provocati nel comparto imprenditoriale e industriale per l'introduzione nell'ordinamento di un'estesa possibilità che il Governo avrà di commissariare imprese private in crisi.
  Un'altra questione sulla quale occorre fare attenzione particolare è la necessità del mantenimento della continuità produttiva e della competitività dello stabilimento anche durante il commissariamento. Infatti, una decadenza o una perdita dell'attività industriale creerebbero minori entrate e mancate risorse da destinare al risanamento ambientale. Occorre considerare che non vi è, né può esservi, alcuna interruzione tra prosecuzione dell'attività d'impresa e il conseguimento degli obiettivi di risanamento ambientale.
  Questi ultimi presuppongono un'impresa sana in grado di competere nel proprio mercato di riferimento e, dunque, di investire nella conformazione delle proprie attività alla normativa ambientale. Condizioni queste ultime realizzabili unicamente laddove il ricavato della gestione venga destinato, per una parte non trascurabile, all'efficienza dell'ammodernamento del complesso produttivo, fatta salva la priorità del risanamento ambientale; aggiungo, come quasi la totalità delle aziende sane, che lavorano costantemente, anche quelle riferite e citate poc'anzi della società Ilva, ma purtroppo, non questa di Taranto.
  Il giudizio della Lega Nord sul provvedimento è negativo, perché si crea un precedente, un precedente pesante per le attività produttive italiane, in cui viene enunciato come commissariamento straordinario: ma noi lo consideriamo e rivendichiamo che continua a rimanere un esproprio di Stato, finalizzato sicuramente alla continuità lavorativa e al miglioramento della salute ambientale della zona di Taranto. Ma sicuramente rimane quello che è e, pertanto, il nostro giudizio rimane negativo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, il tema che abbiamo discusso oggi, ieri e nelle giornate passate è un tema di straordinaria importanza per la comunità ionica e per l'intero Paese, perché chiama in causa questioni non eludibili: l'idea di sviluppo economico e il rapporto tra produzione e lavoro, tra produzione e salute, tra produzione e ambiente naturale. Avrebbe dovuto rappresentare l'occasione, poteva rappresentare l'occasione per mettere a tema, compiutamente e con coraggio, la responsabilità delle imprese e il rispetto del dettato costituzionale, che individua Pag. 45l'utilità sociale e il rispetto della sicurezza e della dignità umana come limite all'esercizio dell'impresa privata. Avrebbe dovuto mettere a tema la responsabilità della politica, cioè la sua capacità e volontà di rispondere alle domande della collettività e di trovare soluzioni.
  Il disegno di legge che stiamo votando, che prevede il commissariamento dell'Ilva di Taranto, voglio ricordarlo, è stato voluto da SEL e, in particolare, dal presidente Vendola, come unica possibilità di affrontare il risanamento degli impianti e del territorio ionico senza chiudere la fabbrica, dopo le inadempienze della proprietà e della dirigenza e a seguito delle sacrosante inchieste giudiziarie contro i Riva. È la prima volta che si prevede il commissariamento per danni alla salute e all'ambiente, ma lo dico ai colleghi della maggioranza e al Governo: dovevate avere più coraggio, perché la comunità ionica e la comunità operaia sono colpite profondamente nel diritto prioritario alla salute e alla vita.
  Avremmo voluto la divisione netta della proprietà dall'azienda, ma non sarà così, non sarà così perché la nomina a commissario straordinario di Bondi, uomo di fiducia dei Riva, non lo consentirà. Tutto il corpo normativo è fondato sulla previsione del commissario; pur prevedendo un piano di tutela ambientale e della salute approvato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la decisione finale sulle misure da adottare è posta in capo al commissario e al Ministro dello sviluppo economico. Nel contempo è stata soppressa la figura del garante dell'AIA che era una figura necessaria per garantirci, allo stato dei fatti, con un commissario amico dei Riva. Anche per questo, non siamo d'accordo con chi ha detto, in quest'Aula, che il decreto-legge è stato migliorato: è peggiorato nella previsione di rimodulazione dei tempi di attuazione delle prescrizioni dell'AIA, nella previsione che il commissariamento non si estenda ad aziende sotto i mille lavoratori, non sono state accolte le nostre modifiche che prevedevano la possibilità di reperire, da subito, le risorse necessarie per le opere di risanamento, bonifica e ambientalizzazione. Lo stesso emendamento del Governo, che consente la deroga al Patto di stabilità per la regione Puglia delle risorse stanziate per le bonifiche, ha un tetto irrisorio, è un contentino. È gravissimo l'emendamento del Governo sui rapporti di valutazione del danno sanitario che secondo, appunto, il Governo si devono conformare ai criteri metodologici stabiliti da un decreto interministeriale anziché dai criteri metodologici stabiliti dalla legge regionale sulla valutazione del danno. Voglio ricordare che solo due giorni fa, il commissario Bondi ha dichiarato di non poter applicare la valutazione del danno sanitario; è una cosa gravissima che avrà ricadute gravissime !
   Dovevate avere più coraggio e operare una svolta reale, così come si aspettano i cittadini e i lavoratori di Taranto, così come richiesto dalla regione Puglia. Lo dico a tutti i colleghi che in quest'Aula sembrano averlo dimenticato: la regione Puglia è stata l'unica istituzione che, in questi anni, e dopo tanti anni di assenza della politica, ha posto l'accento e l'attenzione, pur dentro competenze limitate, sul diritto prioritario alla salute con normative di legge (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) che hanno garantito, quelle sì, oggi, di avere evidenze scientifiche chiare, che hanno garantito il riesame dell'AIA, che hanno garantito alla magistratura di avviare le inchieste, che hanno garantito, insomma, che le comunità dolenti del territorio jonico di quella fabbrica non fossero più sole. Lo dico a tutti coloro che lo hanno dimenticato, credo che avremmo dovuto, che avreste dovuto avere più coraggio, colleghi della maggioranza e del Governo, perché quella città e quella fabbrica aspettano risposte importanti. Noi che abbiamo voluto fortemente il commissariamento dell'Ilva, il commissariamento straordinario, vi ricordiamo che lo volevamo, appunto, per dividere la proprietà dall'azienda perché quella proprietà, ma anche quella dirigenza, non compissero più reati contro il diritto alla salute e il diritto all'ambiente.Pag. 46
  Il decreto-legge è entrato nelle Commissioni e ne è uscito peggiorato e oggi quest'Aula, non accettando alcuni importanti emendamenti che avevamo proposto, lo ha ulteriormente peggiorato. Ci asterremo su questo provvedimento perché pensiamo che non sia sufficiente, non è assolutamente sufficiente; è solo un primo, piccolo passo verso, appunto, la separazione dell'azienda dalla sua proprietà. È solo un piccolo passo che abbiamo fatto per dare un segnale a quelle due comunità dolenti, per dire che la politica, così come ha fatto la regione Puglia fino ad oggi, si comincia ad occupare direttamente di loro.
  Oggi, forse, la regione Puglia sarà meno sola ma noi vi diciamo: avreste dovuto osare, così come ha fatto la Puglia, osare di più ! Oggi, invece, questo disegno di legge ci appare depotenziato e non ci consente di votare a favore. Ciò anche in virtù, in forza delle dichiarazioni del Ministro Orlando che in quest'Aula, ma anche nelle Commissioni, ha dichiarato per noi cose importanti, ha rappresentato un cambio di passo. Il Ministro ha detto infatti che si chiude la stagione del conflitto con la magistratura e, soprattutto, ha posto il tema che la politica non deve avere paura di commissariare un'azienda quando quell'azienda, appunto, non rispetta il dettato costituzionale. Anche in virtù di questo, vi avevamo chiesto e speravamo che avreste avuto più coraggio, avreste osato di più.
  Noi torneremo in Puglia davanti ai cittadini e ai lavoratori di quella fabbrica con la coscienza di chi ha determinato comunque un cambiamento. La richiesta forte di commissariamento, venuta dal presidente Vendola e sostenuta da quel garante dell'AIA che avete voluto sopprimere, ci lascia la coscienza serena per affrontare anche il giudizio di quelle due comunità. Noi saremo attenti. Saremo attenti a che le normative regionali vengano rispettate, a che le normative europee vengano rispettate, e stiamo già lavorando perché le normative nazionali vengano cambiate. La valutazione del danno sanitario deve entrare nelle prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale, perché diversamente sarà difficile, appunto, salvaguardare la salute dei cittadini. Noi crediamo che si potesse fare molto di più, molto di più, e che potevamo tutti insieme tornare davanti a quei cancelli e in quella città a dire che la politica finalmente si è assunta una responsabilità. Lo avremmo fatto, lo dico ad alcuni colleghi presenti in quest'Aula, senza pensare ai ritorni in termini di consenso elettorale o di propaganda. Non si può fare propaganda su questo tema.
  La salute dei cittadini e dei lavoratori di Taranto è un bene prioritario; noi pensiamo che, se la politica non dà risposte immediate – e questo disegno di legge non le dà completamente, perché lo avete modificato in peggio per rispondere alle richieste di Federacciai e di Confindustria –, l'unica cosa da fare adesso sia vigilare, e fare in modo che davvero, davvero, il commissariamento straordinario, grazie anche all'impegno che noi speriamo ci metteranno il Ministro dell'ambiente e il subcommissario Ronchi, possa essere utile per quella comunità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, Scelta Civica esprime una dichiarazione di voto favorevole sul decreto in esame. È un decreto importante, perché affronta con equilibrio una difficile situazione che si è venuta a creare tra problemi ambientali, problemi di salute e problemi di lavoro. Quindi, in un percorso parlamentare che ha avuto proficue situazioni anche in ambito di sede referente, il decreto individua nel commissariamento lo strumento più idoneo per arrivare a superare le inottemperanze AIA in tempi abbastanza prestabiliti, e al contempo garantisce che l'attività di impresa consenta di mantenere il livello occupazionale e di generare quelle risorse indispensabili perché le inottemperanze AIA Pag. 47possano essere superate, perché possa essere garantita la qualità ambientale, la riqualificazione e soprattutto l'occupazione dei cittadini.
  Nell'articolato il decreto si preoccupa anche di garantire, in un certo senso, la continuità dell'attività aziendale, ma anche di garantire che la proprietà dello stabilimento – che viene sospesa, per una diversa e migliore gestione, più attenta – possa essere comunque tutelata con dei provvedimenti di trasparenza e di garanzia, soprattutto nella redazione del piano industriale, che è un adempimento importante da parte del commissario, perché garantisce, come dicevo prima, le risorse, garantisce l'occupazione, ma garantisce anche che sia i soci di maggioranza sia i soci di minoranza, che investono nell'azienda, possano essere tutelati nei loro interessi.
  Questa è anche una garanzia per il nostro sistema-Paese, perché non deve mai essere messa in discussione la capacità d'impresa, il diritto d'impresa e dell'attività privata, perché il nostro Paese deve attrarre investimenti. E su partite importanti come quelle dell'Ilva, ma anche di altre aziende di interesse strategico nazionale che hanno un grande peso sul sistema economico per le ripercussioni che potrebbero determinare con il loro fermo, è importante che questi passaggi siano ben monitorati e ben controllati.
  Quindi, non è neanche secondario l'aspetto con il quale viene regolato anche il commissariamento sullo stabilimento singolo, sul ramo d'azienda, purché vengano conferite quelle risorse, quei patrimoni indispensabili per garantire da una parte continuità e dall'altra adempimento. Ed è parimenti importante, se da una parte può essere soppresso il garante, che dall'altra venga data al commissario un'ampia delega nella capacità di informare e comunicare alla comunità quello che sta avvenendo all'interno dello stabilimento, in relazione agli adempimenti cui deve far fronte, insieme con le comunità locali e con la stessa regione.
  Quindi credo che questo vada anche nella direzione della Convenzione di Aarhus che è stata proprio sottoscritta dal nostro Governo proprio in linea con questo tipo di adempimenti e di conoscenza da parte dei cittadini.
  E non sfugge neanche quello che è emerso in sede referente, l'introduzione dei tre esperti, i tre esperti sui tre punti critici di questa vicenda: la salute, l'ambiente e l'attività industriale.
Sono tre esperti di questi settori che hanno un compito importante di verificare e garantire il piano di azioni che vengano messe in atto per il rispetto dell'AIA, di controllarne e monitorarne i tempi e di prevedere quegli interventi che sono indispensabili perché quei tempi vengano ad essere rispettati. Si tratta di una certezza importante, è una certezza, una garanzia importante per tutti; è un aspetto davvero importante anche che ciò sia emerso in sede referente dove si è avuta una grande condivisione di intenti e un grande impegno, soprattutto da parte dei parlamentari pugliesi che più degli altri hanno spinto perché si possa arrivare ad avere, come si è avuta, la deroga al Patto di stabilità, che è un segnale importante per la città di Taranto.
  A tutti non sfugge che dal 1965, quando è iniziata l'attività di questo stabilimento, al 2001 non ci si è occupati della situazione ambientale che si veniva a determinare a Taranto, così come è sfuggito a molti che a Taranto si concentrava il più grande polo europeo siderurgico, e probabilmente neanche i tarantini se ne sono resi conto.
La politica industriale di questo Paese ha creato un debito verso la città di Taranto al quale oggi noi, e devo dirlo con grande plauso, all'unanimità abbiamo portato delle risorse come primo risarcimento e primo segnale evidente di attenzione verso una città meridionale derogando dal Patto di stabilità; consentendo, quindi, allo Stato di impiegare quelle risorse, che ha chiesto anche al privato, ma di farlo prima e di farlo rapidamente per bonificare il territorio in sinergia in maniera tale che non si abbiano ritardi (quelle somme erano bloccate dal 2012). È importante che le risorse pubbliche e private insieme in un Pag. 48tempo determinato garantiscano a Taranto e ai tarantini quelle risposte che da molto tempo aspettano.
  Noi ribadiamo, nell'equilibrio che questo decreto ha cercato con molta determinazione e motivazione di chi ci ha partecipato, anche grazie agli emendamenti, il voto favorevole ed auspichiamo che questa vicenda possa trovare da questo decreto un punto di partenza perché Taranto continui ad essere, ma anche tutte le problematiche ambientali determinate da siti strategici nazionali che creano problemi con la salute e con l'ambiente, siano sempre al centro dell'attenzione di questo Parlamento e dell'attività legislativa (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

  RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, vorrei fare innanzitutto due premesse non scontate. La prima è che siamo un Paese manifatturiero e vogliamo continuare ad esserlo, siamo la seconda manifattura d'Europa. Per questo non possiamo permetterci di perdere l'industria di base dell'acciaio. Non è soltanto, ed è pure importantissimo evidentemente, una questione legata alla città di Taranto e all'economia di quel territorio, ma anche di una serie di filiere importantissime nel nostro Paese: la filiera del bianco, quella degli elettrodomestici, la filiera dell'edilizia e la filiera dell'auto.
  Noi parliamo tanto di crescita ma la crescita passiamo farla solo valorizzando i nostri punti di forza e il nostro principale punto di forza è esattamente la manifattura, la nostra capacità di fare, una capacità straordinaria.
  La seconda premessa è che siamo un Paese adulto e vorremmo esserlo, non un Paese bambino; è tipico dei bambini contrapporre cose giuste, ma invece è caratteristica degli adulti sapere contemperare aspetti giusti e veri. Per questo, questo decreto per noi è importante perché accetta esattamente questa sfida, la sfida di contemperare diritti diversi, come peraltro ha chiesto anche la Corte costituzionale, lo ricordo, e per questo io credo costituisca un grande passo avanti e non un passo indietro.
  In Commissione prima e in Aula poi abbiamo operato per migliorare il testo originario del decreto, come ha riconosciuto anche il Governo, quindi io non posso riconoscermi in chi ha detto che è peggiorato. Un testo molto delicato che contiene tantissimi profili di delicatezza, alcuni l'abbiamo consentiti, il problema che ha sollevato il collega Allasia, ad esempio, legato al cosiddetto esproprio, il problema della tutela della salute e il problema del contemperare esattamente tutti questi diritti che sono tutti giusti e sacrosanti.
  E io ringrazio i relatori, l'onorevole Borghi e l'onorevole Fitto, e il Governo, perché hanno fatto questo lavoro con grandissimo equilibrio e ci hanno portato a un risultato che noi riteniamo molto positivo. In merito ai profili di delicatezza, il primo evidentemente riguarda l'articolo 1.
  Per un attimo dobbiamo anche renderci conto che tante volte si è applicato ed anche nel dibattito che abbiamo avuto qua, solo all'Ilva, ed è giusto, perché si applica innanzitutto all'Ilva ma stiamo facendo un provvedimento che vale da qui in avanti, stiamo creando una nuova fattispecie di commissariamento, quello per inosservanza dell'AIA.
  Per questo bisogna prevedere alcune tipologie, alcune casistiche importanti: il comma 1-bis dell'articolo 1, che abbiamo introdotto in Commissione, prevede che si possa commissariare – ed io mi auguro succeda solo in questo ordine – innanzitutto lo stabilimento e poi il ramo di azienda e poi solo in ultima istanza la società, anche perché, lo ha eccepito anche il Comitato per la legislazione, l'AIA si applica allo stabilimento, non alla società o all'azienda ma allo stabilimento.
  C’è anche un profilo giuridico importante. Ma non solo. Stiamo attenti quando facciamo le norme, perché noi ci lamentiamo tante volte della mancata crescita Pag. 49ma, ad esempio, prevedere esclusivamente il commissariamento della società può portare ad un effetto perverso che è lo spostamento delle società capofila all'estero. Non solo. E se succedesse – altra ipotesi – ad una multinazionale estera che ha uno stabilimento in Italia ? Come facciamo a commissariare una società che magari è di diritto statunitense o britannico o belga ? Evidentemente è impossibile, quindi abbiamo allargato le fattispecie ma dando anche un ordine di gradualità.
  Altro elemento positivo: abbiamo messo esclusivamente in capo a ISPRA, con il supporto sacrosanto di ARPA e APPA, la contestazione formale dell'inosservanza delle prescrizioni AIA. Anche questo è un elemento fondamentale di certezza del diritto, di una semplificazione sana, perché uno dei grandi motivi di complicazione nel nostro Paese è che abbiamo tutte le autorità che intervengono su tutto e non va bene, perché magari chiedono anche cose diverse.
  L'esercizio di uno stabilimento di questo tipo viene fatto con l'AIA, l'autorizzazione integrata ambientale. Giustamente l'inosservanza di queste prescrizioni deve poter essere rilevata esclusivamente da un soggetto, che nella fattispecie è appunto l'ISPRA. Abbiamo garantito, accogliendo anche alcuni emendamenti dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che chiedevano di dare maggior tempo alla cittadinanza di poter fare osservazioni sul piano predisposto dal commissario, per garantire ulteriormente la partecipazione, perché è evidente che si tratta di problemi delicati proprio per la cittadinanza, che non riguardano esclusivamente le attività di impresa. Abbiamo anche inserito meccanismi di responsabilità per il commissario. Non solo. Come gruppo del Popolo della Libertà abbiamo anche proposto – anche per fugare ogni dubbio che qui ci fosse qualcuno che volesse fare esclusivamente gli interessi della proprietà dell'Ilva, lo ripeto, invece, stiamo parlando di un provvedimento che si può applicare a migliaia di imprese potenzialmente – che le somme destinate all'applicazione delle prescrizioni AIA non possano essere mai ripetibili, non possano mai essere successivamente, anche in eventuali gradi di giudizio in cui la magistratura desse ragione all'azienda, richieste indietro, proprio quelle somme destinate al risanamento ambientale.
  Una parola sulla questione del commissario corre obbligo dirla. In Italia abbiamo – visto che è stata oggetto del dibattito la questione delle incompatibilità – la legge Prodi-Marzano che giustamente chiede che ci sia una discontinuità rispetto all'azienda e alla proprietà, perché stiamo parlando di aziende in dissesto. Ma qui non stiamo parlando di aziende in dissesto e faccio anche presente che ci sono altri casi di commissariamento anche riguardo ad enti pubblici, in cui queste incompatibilità non si applicano. Qualcuno potrebbe chiedersi, ad esempio, perché nel caso di una sanità commissariata a livello regionale, il commissario debba essere il Presidente della regione.
  Qui non vale l'incompatibilità ? Credo che valga ancor di più ! Peraltro, ripeto, stiamo parlando in questo caso di un'azienda sana, e dove colui che è stato nominato commissario, peraltro, era amministratore delegato da un mese e mezzo, non da anni, e non è nemmeno un azionista. C’è una ragione dell'incompatibilità nella legge cosiddetta Prodi-Marzano: non ha senso trasporre esattamente il problema in questo caso.
  Vado alla conclusione. A noi interessa innanzitutto salvare le aziende; anche perché il lavoro è un bene che non possiamo perdere mai, tanto meno in momenti come questi. E tanto più nel caso dell'Ilva di Taranto, dove una situazione di chiusura dell'Ilva, e anche una forte riduzione dell'Ilva sarebbe un danno sociale enorme. Ma ci interessa salvarle mettendole nella condizione di una reale ed effettiva sostenibilità, una sostenibilità anche avanzata: con l'AIA dell'Ilva si sono anticipate norme che entreranno in vigore in Europa nel 2016, saremo all'avanguardia da questo punto di vista. Non è quindi che ci sono arretramenti: a noi interessa la sostenibilità. E peraltro – lo ripeto – l'emendamento sulla non ripetibilità è esattamente la prova che questo è il nostro obiettivo.Pag. 50
  Abbiamo ragionato in questa logica; quanto agli emendamenti che abbiamo respinto, lo abbiamo fatto perché ne giudicavamo molti in grado di compromettere esattamente questa continuità aziendale. Ripeto, credo che tutti, con il decreto-legge che oggi convertiamo, abbiano fatto un passo avanti: l'azienda, i lavoratori, i cittadini di Taranto, la tutela dell'ambiente e della salute, e anche il nostro sistema manifatturiero.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  RAFFAELLO VIGNALI. Concludo subito, signor Presidente. Giudichiamo questo provvedimento, come esce oggi dall'Aula, un esempio di buona politica: una politica come arte del compromesso, intendendo compromesso nel senso etimologico del termine, «promettersi a vicenda». E oggi la promessa è quella di una crescita più sostenibile. Per queste ragioni, voteremo convintamente a favore (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, ieri ascoltavo l'intervento di un illustre e famoso collega, che dissertava dottamente sulla sua e la nostra permanenza in quest'Aula. Egli, come tanti altri, è qui in Parlamento da fin troppo tempo; e questa non è un'opinione, è un dato di fatto, perché non è normale vivere una vita all'interno del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi, a suo dire (ma noi lo speriamo vivamente e veramente), staremo qui per poco tempo: il tempo strettamente necessario per risolvere i numerosi problemi che chi sta qui da tanto tempo, da troppo tempo, come diversi famosi e illustri colleghi, non è stato mai capace di risolvere. Esempio tremendo di questa incapacità è proprio l'Ilva, di cui siamo costretti a parlare in quest'Aula per l'ennesima volta; ma potrei fare tanti, tanti altri esempi.
  Ed allora si pone il quesito: come hanno fatto questi illustri e famosi colleghi ad occupare questi banchi da tempo immemorabile, pur non avendo praticamente mai risolto nulla; anzi, avendo invece sprofondato nei lunghi anni di loro permanenza qui, l'Italia e Taranto stessa, nelle sabbie mobili di cui oggi si parla ?
  I colleghi qui presenti potrebbero dire: ma noi siamo stati votati ! Certo; ma come ? Semplice; e qui ricorro alla storia, per spiegarlo, della nostra politica. E per non essere classificato come il solito demagogo del MoVimento 5 Stelle, definizione che vi fa comodo, utilizzerò, per esplicitare elegantemente il concetto, una citazione testuale dell'Enciclopedia Treccani, credo da tutti ritenuta fonte autorevole, per quanto riguarda la definizione del concetto di «trasformismo».
  Il termine trasformismo indica... Allora, con questo termine si indica... Scusi. Il termine trasformismo (Commenti)...

  PRESIDENTE. Per favore ! Colleghi !

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Si può sbagliare. Sono umano, sbaglio. Lo so, voi siete infallibili, però io sbaglio; anche perché sto parlando di un qualcosa che mi riguarda in prima persona. Chiedo scusa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Col termine trasformismo la pubblicistica italiana definì la prassi politica inaugurata da Depretis consistente nel formare di volta in volta maggioranze parlamentari intorno a singole personalità e su programmi contingenti, superando le tradizionali distinzioni tra destra e sinistra (applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle). Con riferimento alla politica contemporanea (è sempre la Treccani), il termine è stato assunto a significare, con tono spregiativo, o comunque polemico e negativo, sia ogni azione spregiudicatamente intesa ad assicurarsi una maggioranza parlamentare, o a rafforzare la propria parte, sia la prassi di ricorrere, invece che al corretto confronto parlamentare, a manovre di corridoio, a compromessi, a clientelismi, senza più alcuna Pag. 51coerenza ideologica con la linea del partito. Questa è la Treccani (applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle).
  
Un fulgido esempio della versione attuale del termine trasformismo, una sua recentissima evoluzione, nemmeno presente, purtroppo sulla Treccani, è quella alla quale abbiamo assistito ieri, quando, in blocco, tutta questa maggioranza ha di fatto bloccato una nazione per i problemi giudiziari di una singola persona (applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle). Ed io aggiungerei: alla faccia del vostro elettorato. Ad ogni elezione incassate il voto, ogni volta la stessa canzone, ogni volta mi ricordate Peppino Fiorelli che intonava la famosa canzone: «chi ha avuto ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdammoce ’o passato»; è questo, oramai (applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle).
  E allora mi chiedo: come possiamo pretendere che questa politica affetta da nanismo congenito, possa affrontare problemi come quello dell'Ilva ? Il MoVimento 5 Stelle in questi giorni nelle commissioni, con i nostri parlamentari, ha cercato di indicare la «luna», cioè azioni per intraprendere la strada verso la soluzione, e ve ne abbiamo dati alcuni esempi: la riduzione significativa della produzione per minimizzare l'impatto ambientale e sanitario, la copertura economica per le bonifiche totali per tutta l'area industriale, l'esenzione dai ticket sanitari per i tarantini ammalati, un commissario che non doveva essere scelto – semplicemente per motivi etici – tra coloro che hanno già fatto parte del consiglio di amministrazione dell'Ilva, l'adozione delle migliori tecnologie produttive, l'intervento delle autorità ed enti competenti per ogni violazione compiuta, senza attendere infinite reiterazioni dell'atto.
  Ma taluni famosi, illustri e dotti colleghi, presidente, hanno continuato a guardare solo il nostro dito e non la luna, e quindi ci siamo dovuti accontentare di quello che ci avete dato, e lo dobbiamo dire, perché gli italiani lo debbono sapere, semplicemente ci avete regalato il rafforzamento dei controlli con l'ISPRA, l'impegno del commissario – l'impegno – ad avviare la bonifica interna dopo aver concluso l'AIA e lo sblocco del patto di stabilità per la regione Puglia, dove però, la regione Puglia e il Governo, non hanno messo alcun fondo.
  Cari colleghi, sappiate che tre giorni fa, ripeto tre giorni fa, per una questione di mazzette e di corruzione, argomenti in Italia molto conosciuti ed accaduti anche per la questione Ilva, un ministro cinese è stato condannato a morte con perdita di tutti i privilegi e di tutti i beni personali. Sia chiaro: noi del Movimento 5 Stelle rifiutiamo queste logiche, ma possiamo tranquillamente affermare che questa sentenza di condanna a morte continua è, però, quella che voi, in tutti questi anni, avete sempre continuamente comminato ai tarantini a causa dei vostri errori (applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle).
  
Con questo decreto-legge voi volete salvare l'Ilva. Noi invece vorremmo salvare l'Italia, Taranto e l'Ilva, ma vorremmo salvarla da voi che siete come i vari governatori pugliesi attraversati dalla storia dell'Ilva, dei moderni Ponzio Pilato. E quindi, a dimostrazione di questo, chi potevate chiamare a fare il relatore su una questione così delicata ? Magari uno scelto per la competenza ? Quali competenze ? Avete chiamato, Epifani ha chiamato, il nostro ex presidente e vicepresidente della regione Puglia Fitto, anche lui responsabile politicamente di quello che oggi accade a Taranto. A Taranto, nell'Ilva, dove la magistratura ha trovato diverse ipotesi di reato; e voi che fate ? Nominate un relatore condannato in primo grado a quattro anni di reclusione e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici (applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, qui, in quest'Aula, ci sono persone elette che svolgono il loro mandato parlamentare e hanno tutto il diritto di essere incaricate tranquillamente come chiunque altro.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Assolutamente sì Presidente, difatti...

Pag. 52

  PRESIDENTE. La pregherei di tenere conto di questo. La ringrazio e le ricordo che le restano due minuti e mezzo.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, noi siamo garantisti (Commenti) però la nostra domanda su questo era semplicemente una: ma davvero, anche voi che in questo momento state rumoreggiando, ritenete opportuna questa scelta ? Si parla di opportunità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, non stiamo discutendo di questo.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, chiedo scusa. Dicevo, ma c’è anche un'altra storia che le voglio raccontare, una storia di manzoniana memoria rivisitata in chiave moderna, dove uno dei bravi dell'innominabile proprietario di una grande azienda, tale Archinà, parlava al telefono con don Abbondio da Terlizzi – per i non pugliesi, parlo di Vendola (Una voce dai banchi del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà: Ma stai Zitto !) – e non ci sarebbe nulla di scandaloso se non fosse che il bravo Archinà veniva definito dai bargelli – e qui mi scusi, Presidente, ma mi rivolgo semplicemente ai miei colleghi del Movimento: i bargelli sono i poliziotti dell'epoca –, persona dalla straordinaria capacità di infiltrarsi nelle istituzioni, manipolare la stampa e pilotare l'azione di altri pubblici poteri; così i poliziotti dell'epoca, definivano tale Archinà, che parlava al telefono con don Abbondio. E Don Abbondio da Terlizzi non si limitava a parlargli al telefono in modo amichevole e confidenziale, ma si spingeva oltre, dicendo, cito testualmente, «state tranquilli, non è che mi sono scordato», e diceva ancora «il presidente non si è defilato». Peccato che don Abbondio non sembrava...

  PRESIDENTE. Scusi onorevole D'Ambrosio, le rimane un minuto. Le vorrei ricordare l'argomento sul quale lei sta facendo la dichiarazione di voto.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie Presidente, termino subito. Lo so che deve tutelare la parte politica, però Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Io la perdono, ma ci sono delle regole.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie Presidente, se mi lascia parlare liberamente...

  PRESIDENTE. Io la perdono ma ci sono delle regole alle quale si deve attenere anche lei.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Non credo di non aver rispettato le regole, Presidente. Dicevo, peccato che don Abbondio non sembrava preoccupato per la tutela della sua parrocchia – Taranto – ma apparentemente molto più interessato all'azienda dell'innominabile che le cronache dell'epoca, se non vado errato, denominavano «Ilva».
  Ora, noi del MoVimento 5 Stelle, noi parlamentari pugliesi, vogliamo dire a Fitto, a don Abbondio da Terlizzi e a tutti i Ponzio Pilato presenti in quest'Aula, che Taranto non dimenticherà quello che avete fatto, che oggi state facendo e tutto quello che oggi determinerà per il futuro. Noi a differenza vostra non siamo dei Ponzio Pilato, siamo andati per strada a Taranto e ci andremo ancora per parlare con i cittadini, ascoltarli e per riportare ancora una volta a voi le loro proposte per ripartire subito, assieme ad associazioni, comitati, cittadini, lavoratori dell'Ilva, tutti per decidere con loro il loro futuro.
  Presidente, voglio concludere, sto concludendo. Logicamente su questo decreto il nostro voto non può essere che contrario, ma voglio chiudere con un appello: vi rendete conto che state approvando questa ennesima vergogna a Taranto e questo determinerà il fatto che non potrete più andarci ? Ma questo non ve lo dice il MoVimento 5 Stelle...

  PRESIDENTE. Deve concludere onorevole D'Ambrosio.

Pag. 53

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Sì sto concludendo signor Presidente.

  PRESIDENTE. No, deve concludere perché è finito il tempo.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Due righe, Presidente. Non ve lo dice il MoVimento 5 Stelle ma i cittadini di Taranto perché voi siete lontani e distanti dai cittadini, dai comitati, dai lavoratori, da tutti. Allora un consiglio da persona, Presidente, che disprezza la violenza, da pugliese, da tarantino di adozione ve lo voglio dare: state lontani da Taranto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, proprio questo finale se lo poteva tranquillamente risparmiare perché le minacce proprio qui dentro è il caso di evitarle (Applausi) e vi invito tutti quanti a rendervi conto del valore delle parole che si pronunciano, tanto più in quest'Aula parlamentare (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellanova. Ne ha facoltà.

  TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il 27 maggio scorso in seguito all'incontro convocato dal Ministro Zanonato con la famiglia Riva e il presidente Vendola, affermammo con forza la necessità che quell'incontro determinasse un punto di svolta nella questione Ilva, una vicenda – la definimmo – caratterizzata da decenni di errori, assenze e dimenticanze, che hanno finito per incancrenire la realtà tarantina in una contrapposizione drammatica tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute.
  Auspicavamo in quella sede che, ben oltre l'azione, responsabile ed obbligata, della magistratura, la politica e le istituzioni avvertissero l'obbligo, il diritto e il dovere insieme, di recuperare un ruolo e un'autorevolezza insindacabili, anche al fine di recuperare gravi ritardi...

  PRESIDENTE. Colleghi, gentilmente...

  TERESA BELLANOVA. ... accumulati in troppi anni, gravi e colpevoli ritardi. Eravamo ben consapevoli che il Governo Letta avesse dinanzi a sé una sfida ardua, ma non impossibile: salvaguardare quelle migliaia e migliaia di posti di lavoro che rendono l'Ilva di Taranto uno snodo cruciale degli assetti industriali del nostro Paese, scongiurare il blocco della produzione, coniugare senza indugi tutela della salute e tutela dell'ambiente con la salvaguardia occupazionale e dell'impresa.
  Come ci dice l'Europa, e persino il memorandum del Piano europeo per la siderurgia, produrre salvaguardando la salute non solo si può, ma addirittura può determinare un vantaggio competitivo. Mi preme ricordare tutto questo perché il decreto-legge n. 61 del 2013 non solo modifica finalmente e sostanzialmente la visione e l'approccio sulle questioni in oggetto, ma definisce quello che è doveroso e legittimo richiedere a un Paese moderno e a un Governo e a un Parlamento consapevoli del proprio compito e fortemente orientati a non abdicare dinanzi alla complessità delle questioni.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bellanova. Colleghi, gentilmente, possiamo abbassare la voce, grazie ?

  TERESA BELLANOVA. Questo testo, arricchito peraltro dalle proposte elaborate e dal prezioso lavoro delle Commissioni, che introducono – come dirò appresso – modifiche sostanziali proprio rispetto al ruolo della proprietà...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bellanova, si fermi. Colleghi !

  IVAN DELLA VALLE. Signor Presidente, ci stanno minacciando !

  PRESIDENTE. Colleghi, sta parlando. Quando ha parlato il vostro rappresentante, nessuno vi ha disturbato. Adesso lasciamo che parli un po’ il rappresentante...per favore ! Vogliamo concludere il dibattito ? Grazie.
  Prego, onorevole Bellanova.

Pag. 54

  TERESA BELLANOVA. ... dimostrano che quella sfida, che tutti noi avevamo davanti, può essere affrontata con un altissimo senso di responsabilità e con una salvaguardia dell'interesse di tutte le questioni in gioco: questione industriale, questione occupazionale, questione ambientale, tutela della salute e futuro di una città. Un lavoro, quello svolto nelle Commissioni, che merita di essere, seppur brevemente, richiamato poiché ha introdotto correttivi di non poco conto, a partire dall'accento posto sulla questione dei controlli ISPRA, dove si è lavorato per rafforzare il ruolo degli ispettori con adeguate tutele. Meritevole è anche il lavoro svolto per liberare risorse utili per le bonifiche ambientali dal Patto di stabilità, così come per assicurare una maggiore trasparenza nell'informazione.
  In quest'Aula, la vicenda dell'Ilva è stata sviscerata abbondantemente perché sia necessario ritornarci. Nel corso degli interventi, il carattere fortemente innovativo del decreto è stato adeguatamente sottolineato a partire dall'assunzione, da parte del commissariamento, della completa responsabilità dell'intero Governo del processo produttivo e del rispetto delle norme, assumendo appieno la portata dei processi.
  A tal fine, vale la pena ricordare che, per la prima volta, il commissariamento è stato decretato non solo per motivi economici, ma anche e soprattutto per le motivazioni ambientali che sono emerse ed è la controprova che la figura del subcommissario con un profilo specifico è unanimemente riconosciuta. Come è stato sottolineato dai numerosi interventi dei colleghi, imponendo il rigoroso rispetto dell'articolo 81 della Costituzione circa il pareggio di bilancio dello Stato e prescindendo dagli oneri del decreto, oggi saranno tutti a carico dell'azienda. Il decreto sancisce, al contempo, un dato di elementare giustizia: i cittadini e, con essi, il bilancio dello Stato non devono farsi carico di responsabilità economiche che sono in capo eminentemente agli imprenditori.
  Ed è proprio questo l'elemento su cui intendo soffermare l'attenzione, sottolineando la natura strategica e politica di un decreto che inaugura una posizione del Governo, e di noi tutti, non solo ed esclusivamente in relazione all'Ilva di Taranto, ma estensivamente a tutti quegli insediamenti industriali di interesse strategico nazionale con non meno di mille dipendenti, in crisi, consentendo, alle condizioni che vengono indicate, la prosecuzione dell'attività produttiva negli stabilimenti e sancendo l'obbligo di una coerenza e salvaguardia continuamente verificabili tra dettato dell'esigenza produttiva, necessità di impresa, sicurezza sul lavoro, tutela ambientale e tutela della salute. Una indicazione chiarissima a cui nessuno di noi, e il mondo dell'impresa nazionale nel suo complesso, può sottrarsi. La premessa dell'estensore in questo senso è inequivoca: adottare tutte le azioni utili a tutelare l'ambiente e la qualità della vita nei contesti nei quali si sviluppa l'attività produttiva di imprese definite strategiche, nella piena consapevolezza che una interruzione della produzione potrebbe arrecare gravi danni all'economia nazionale, oltre che all'ambiente e alla salute degli abitanti e delle comunità circostanti.
  L'inaugurarsi di un'alleanza tra interesse nazionale, economia di impresa, tutela dell'ambiente, salute dei lavoratori e delle popolazioni, segna un punto di non ritorno, permettendo a quella città di essere meno sola nel denunciare un aumento spropositato di gravissime patologie, e a quei lavoratori di essere meno soli nell'affrontare le questioni dirimenti della sicurezza della fabbrica e della tutela del lavoro. Ambiente, salute, lavoratori, sono restituiti alla loro evidente centralità. È bene ricordarlo. L'Ilva di Taranto ancora significa, sia pure all'interno della crisi che l'economia italiana ed europea vivono, una capacità occupazionale di circa 12 mila unità che, con l'indotto, divengono 20 mila, ovvero il 75 per cento del PIL della provincia di Taranto, il 10 per cento del PIL della Puglia, e il 76 per cento dell'attività portuale, questione portuale legata a Pag. 55doppissimo filo al presente e al futuro di quella che è comunque la più grande acciaieria d'Europa.
  Mi avvio a concludere. Nemmeno per un attimo questo Paese e Taranto possono immaginare che questa realtà, così strategica, possa essere dismessa o svenduta lasciandola in balia di competitor agguerriti. Non possiamo farci irretire da sirene postmoderniste di non meglio identificate nebulose vie alternative occupazionali, non mentre dagli Stati Uniti del Presidente Obama, dalla Francia dal Presidente Hollande, dalla Germania di Angela Merkel – volendo restare all'Europa – emerge un'indicazione chiarissima: tornare a produrre, tornare a investire nell'industria.
  Non a caso lo stesso estensore del decreto lo evidenza quando scrive: lo stabilimento di Taranto è caratterizzato da alcuni vantaggi competitivi che lo rendono unico a livello nazionale e comparabile con gli stabilimenti più efficienti d'Europa; la situazione deve essere affrontata nella piena consapevolezza di quello che l'azienda rappresenta per l'economia del territorio e per l'intera industria nazionale.
  La durata del commissariamento, la prosecuzione dell'attività industriale, individuati come condizione preliminare e necessaria per assicurare l'effettiva realizzazione degli investimenti occorrenti per il risanamento ambientale dello stabilimento, la sospensione dei poteri degli organi societari e la nomina di una struttura commissariale che racchiude in sé i poteri e le competenze necessarie e richiede costantemente di far convergere le risorse disponibili prioritariamente verso gli interventi di risanamento ambientale, garantendo contemporaneamente una corretta continuazione dell'attività produttiva, non fanno venir meno la responsabilità dell'impresa, che nella persona del titolare dovrà essere informato dalla struttura commissariale sull'andamento della gestione. Né sfugge l'emendamento del comma 6 dell'articolo 1, quando richiama l'obbligo del commissario straordinario di comunicare il piano industriale al titolare dell'impresa, ovvero al socio di maggioranza, nonché al rappresentante legale all'atto del commissariamento o ad altro soggetto appositamente designato dall'assemblea dei soci al fine della valutazione e acquisizione di eventuali osservazioni che dovessero giungere al termine di dieci giorni.
  Un arricchimento importante del testo, perché evidenzia la responsabilità piena, anche sociale, dell'impresa e il suo coinvolgimento nei destini dell'azienda anche durante la fase di commissariamento, il che, ancora una volta, è una chiara indicazione da far valere erga omnes, non solo nel caso dell'Ilva di Taranto.
  Naturalmente, se il decreto fissa un punto certo e dirimente, il lavoro davanti a noi è lungo e complesso e richiama ognuno di noi alla personale responsabilità, in termini di ruolo politico, che esprimiamo anche nella evidente necessità di contemperare interesse territoriale e interesse nazionale e in termini di vigilanza sull'applicazione delle norme. Da questo punto di vista, il comma 13-bis è chiarissimo, ed è bene rimarcare che la relazione semestrale dovrà essere la spia di un'attenzione costante e di una verifica puntuale e micrometrica, tali da garantire appieno i lavoratori e le popolazioni, tali da far sentire alla popolazione il Governo e lo Stato vicini nella salvaguardia del loro diritto al lavoro e del loro diritto alla salute. È bene che sia chiaro: non si esce da questa vicenda se non tenendo insieme diritto alla salute e diritto al lavoro...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Bellanova.

  TERESA BELLANOVA. E, allora, dobbiamo essere tutti consapevoli della necessità di procedere nell'ambito degli interventi necessari, secondo il paradigma volto a conciliare la continuità della produzione con la salute e l'ambiente. Procedere attraverso la realizzazione di questo investimento...

  PRESIDENTE. Onorevole Bellanova, deve concludere.

Pag. 56

  TERESA BELLANOVA. Un attimo solo, Presidente... secondo le più moderne tecnologie per troppo tempo disattese dall'azienda, nel quadro di una innovativa versione...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bellanova. Purtroppo ha esaurito il suo tempo.

  CRISTIAN IANNUZZI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Su quale articolo ?

  CRISTIAN IANNUZZI. Sull'articolo 8, signor Presidente, sul suo ruolo, sul ruolo del Presidente.

  PRESIDENTE. Onorevole Iannuzzi, a quale articolo facciamo riferimento ?

  CRISTIAN IANNUZZI. Articolo 8, comma 1.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Veramente, senza voler fare polemica, a noi fa anche piacere che lei segua, partecipi agli interventi per dichiarazione di voto del MoVimento 5 Stelle e che sia molto attento a quello che diciamo, però mi permetta di sottolineare il suo intervento riguardo la figura del relatore, che stava spiegando il mio collega D'Ambrosio: mentre noi facciamo una critica politica lei è intervenuto e a noi pare che sia fuori luogo e che questo non sia il ruolo di garanzia che dovrebbe rappresentare.
  Lei, con tutto il rispetto, però, come Presidente dovrebbe rappresentare tutta la Camera dei deputati, anche noi, e quindi dovrebbe darci l'opportunità di esprimere la nostra opinione politica e non interromperci dieci volte su questioni politiche. Al limite, ci critica alla fine – come ha fatto – e ci dice la sua opinione, se abbiamo toccato qualche corda che, secondo la Presidenza, non va toccata. Altrimenti, dovremmo portare il nostro discorso prima da lei, farlo valutare e dopo potremmo leggerlo senza essere interrotti dieci volte sulle nostre opinioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, una cortesia istituzionale: noi siamo l'unica opposizione qui dentro, lo siamo stati in campagna elettorale (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) perché non siamo stati alleati e non siamo entrati grazie al voto di nessuno, solo grazie alla nostra forza...

  PRESIDENTE. Colleghi per favore, per favore, per favore...

  CRISTIAN IANNUZZI. ... e quindi vorremmo essere rispettati almeno dalla Presidenza. Sappiamo di essere contro tutto e tutti qui dentro (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) ma la Presidenza, almeno, rispetti il nostro ruolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Iannuzzi, lei ha fatto riferimento all'articolo 8 e il Presidente, non solo ha il diritto, ma ha il dovere di intervenire non, ovviamente, politicamente, ma perché, quando ravvisa che ci siano parole sconvenienti, ha il dovere a garanzia di qualcun altro oggi, domani sua e di chiunque altro. La Presidenza è una posizione terza, che deve valutare se si pronunciano parole sconvenienti. Questo è l'articolo 59, comma 2. Poiché alcune questioni hanno anche una logica aggiungo che vi è una circolare, se poi vuole gliela faccio vedere.
  Mi riferisco a una circolare della Camera del 1996 che pone esattamente quali sono i termini nei quali deve intervenire il Presidente per garantire contestualmente, a lei, il diritto di intervenire e, a chi è magari fuori di quest'Aula, il diritto a non essere attaccato ingiustamente rispetto a quello che si dice qui dentro. E la leggo così lei, probabilmente, senza che ci sia bisogno di aggiungere altro, si rende conto che siamo perfettamente nell'alveo di quello che è dovuto al Presidente della Camera, ma non c’è: «La particolare tutela dell'articolo 68 della Costituzione accordata alla libertà di espressione dei Pag. 57parlamentari è fondamentale guarentigia di indipendenza nell'esercizio della rappresentanza politica». Mi ascolti, però, onorevole Iannuzzi, sennò è difficile poi che io riesca a risponderle. Grazie. «L'ampiezza di tale prerogativa richiede, tuttavia, un vigile senso di responsabilità da parte di coloro che ne sono titolari, nella fattispecie tutti i deputati, affinché essa non si trasformi in arbitrario strumento per ledere diritti e posizioni soggettive di persone fisiche e giuridiche come gli organi dello Stato parimenti garantiti (...). È dovere della Presidenza garantire nei dibattiti parlamentari il pieno svolgimento della libertà di manifestazione del pensiero e del diritto di critica e di denunzia politica. Allo stesso modo, la Presidenza dovrà assicurare che tali fondamentali diritti siano esercitati nella forma adeguata al ruolo costituzionale del Parlamento e alle normali regole di correttezza parlamentare. Tale regola generale deve essere fatta valere con particolare rigore a tutela dei soggetti esterni che, non essendo parlamentari, non possono avvalersi del diritto di replica né degli strumenti offerti dall'articolo 58 del Regolamento ai deputati i quali, nel corso di una discussione, sono accusati di fatti che ledano la loro onorabilità».
  Il mio unico intervento, oltre in relazione alle minacce finali – e adesso vi dico subito che non apro un dibattito su questo, perché vi ho dato una spiegazione e dobbiamo concludere –, se le interessa, il mio unico altro intervento su questo argomento è stato fatto nei confronti dell'onorevole D'Ambrosio – e lo può testimoniare – quando, riferito al presidente della regione Vendola, che non è in quest'Aula, lo apostrofava in un determinato modo. Non sono intervenuto, durante l'intervento dell'onorevole D'Ambrosio, in altra circostanza, se non alla fine perché, a norma dell'articolo 59, comma 1, è una parola sconveniente minacciare qualcuno in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Sinistra Ecologia Libertà, Scelta Civica per l'Italia). Con la risposta del Presidente, l'argomento è chiuso. Adesso continuiamo con le dichiarazioni di voto. Se ci sono cose su questo argomento le affrontiamo alla fine della seduta.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Furnari. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO FURNARI. Signor Presidente, l'Ilva di Taranto non è ecocompatibile. Benché se ne sia parlato, non ho sentito dire che l'Ilva è posta a pochissimi metri dal centro abitato, che è degli anni Sessanta e qualsiasi tecnologia che teoricamente sarebbe applicabile all'Ilva non garantirebbe la compatibilità dell'Ilva con le persone e con l'ambiente. L'Ilva non sta facendo nulla per garantire, non ha fatto nulla sino ad oggi per garantire questa ecocompatibilità teorica: parlo di investimenti economici. Questo significa che, a breve, quando si dovrà adeguare alle norme europee, rischieremo che l'Ilva debba chiudere. Nell'Ilva ci sono 12 mila lavoratori, più l'indotto. Sarebbe bene da oggi preoccuparsi di Taranto, del futuro di Taranto, dell'economia di Taranto, per non doversi ritrovare in quel momento con migliaia di lavoratori senza lavoro. Fino ad oggi Bari, Lecce sono stati privilegiati rispetto a Taranto. È il momento di parlare di riconversione dell'Ilva ad altra economia, di turismo, di cultura. Taranto è una città a vocazione culturale.
  Per tutto questo voglio dire che questo decreto non è altro che il proseguimento della legge «salva-Ilva»: così come non sono d'accordo sulla «salva-Ilva» non sono assolutamente d'accordo con questo decreto e ovviamente voterò contro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Labriola. Ne ha facoltà.

  VINCENZA LABRIOLA. Signor Presidente, voterò contro il decreto, perché penso che votare a favore di questo decreto sarebbe come votare a favore del decreto «salva Ilva». Voterò contro il decreto anche perché, pur con la totale applicazione dell'AIA, non solo il rischio Pag. 58cancerogeno sarà poco meno che dimezzato per la popolazione tarantina, ma soprattutto la salute della stessa resterà ancora una volta negoziabile.
  Ribadisco il concetto detto sull'emendamento: a Taranto si sta perpetrando un crimine contro l'umanità, per far ingrassare affaristi senza scrupoli e per favorire di riflesso la grande finanza internazionale. Tra l'altro, nessuno ha posto l'accento sulla restante economia, che è stata colpita e danneggiata, suo malgrado, dall'Ilva.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pelillo. Ne ha facoltà.

  MICHELE PELILLO. Signor Presidente, ci stiamo dotando di uno strumento legislativo più efficace e adeguato, ma per vincere la scommessa bisognerà che la volontà politica continui ad essere esplicita come è stata in questi tempi. Bisognerà verificare puntualmente che i commissari facciano fino in fondo il loro dovere. Bisognerà che siano aperti i primi cantieri per le bonifiche intorno alla fabbrica. Bisognerà che il Ministero della salute finalmente si assuma la responsabilità di dire come vuole affrontare l'emergenza sanitaria a Taranto.
  Se, dopo la legge, arriveranno i fatti – questi fatti –, le istituzioni recupereranno credibilità e i tarantini si sentiranno meno soli.
  Un'ultima cosa volevo dire al collega D'Ambrosio: mi compiaccio che si sia dichiarato tarantino d'adozione. Io stasera torno a Taranto...

  PRESIDENTE. Deve parlare alla Presidenza, gentilmente.

  MICHELE PELILLO. Sì, Presidente. Io stasera torno a Taranto, quindi mi farebbe piacere magari che mi accompagnasse per rientrare nella mia città. Magari coglierei l'occasione per porgergli una domanda, perché in tutte queste settimane, tra Commissione ed Aula, io non ho capito qual era la proposta alternativa che il MoVimento 5 Stelle proponeva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Signor Presidente, le dico la verità: non avrei voluto fare questo intervento. Non avrei voluto farlo perché avrei voluto che quest'Aula, in questi giorni, oggi, nelle dichiarazioni di voto si confrontasse su Taranto, sull'Ilva, su come risolvere il problema di una città che è diventato negli anni un dramma: il dramma di chi si ammala, di chi si ammala di una malattia, di chi si ammala della paura di perdere il lavoro. Avrei voluto che ci si confrontasse su quello che si è fatto e che non si è fatto.
  Vede, Presidente, io, fino a qualche mese fa, come il collega Pelillo, facevo parte della giunta regionale pugliese. Avrei voluto ascoltare qualcuno che ci avesse detto: sapete, avete fatto quella legge, ma forse non è stata sufficiente. Oppure: avete fatto quella legge, ma forse è sbagliata per questo motivo. E avrei voluto con loro confrontarmi per dire: sì, forse sì, potevamo fare di più. Forse avremmo potuto fare di più se, dal 2006 in avanti, la Puglia non fosse stata sola – spesso contro il Governo nazionale, contro Confindustria, contro una facile narrazione, che raccontava di un Governo comunista contro le imprese e la proprietà privata – e se, in quegli anni, qualcuno al nostro fianco ci avesse aiutato a poter fare ancora di più: più di una legge che era più restrittiva delle normative italiane, più di leggi che, un giorno dopo l'altro, provavano con fatica non a risolvere il problema – lo sappiamo –, ma a fare un piccolo passo avanti. Avremmo potuto farlo. E invece no. Ci è toccato ascoltare qui, oggi, ancora una volta, di fronte alla pervicacia con cui Sinistra Ecologia Libertà ha discusso nel merito, sempre in positivo – un minuto solo, la prego, Presidente –, una claudicante, un po’ offensiva, talvolta infamante Pag. 59parafrasi letteraria. Questo io non lo accetto. Non lo accetto e la ringrazio per avere richiamato chi ha scelto di utilizzare certe parole. Non l'accetto e lo dico a chi, in quest'Aula, in questi giorni, ha fatto finta di non saperlo.
  Il presidente Nichi Vendola – che non è in quest'Aula e lo faccio io a nome suo, mi prendo questa libertà – è una persona che gira a testa alta (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico), che quando nella sua vita ha avuto il fatto di incontrare un'aula giudiziaria, ha avuto il coraggio – e non sono tanti i politici in questo Paese ad aver fatto così – di difendersi nel tribunale e di dire a tutta Italia che, qualora quel tribunale lo avesse condannato, si sarebbe ritirato dalla vita politica. E, allora, ci vuole un po’ di rispetto. Ci vuole rispetto ! Si può dissentire, ma ci vuole rispetto (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico) ! Non è possibile pensare che ogni volta che si è in dissenso, chi è in dissenso abbia un padrone e sia un imbroglione.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Fratoianni.

  NICOLA FRATOIANNI. Non è possibile ! Non aiuta la dignità e la discussione di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, credo non basti denunciare la politica. Credo che ci voglia una progettualità. Nel 2008 è iniziata una crisi finanziaria, economica, sociale, culturale...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

  ADRIANO ZACCAGNINI. ... e ora è chiaro che è ambientale ed ecologica.
  L'era dello spreco è finita, le risorse sono limitate e anche la salute è limitata in un contesto intossicato. Tre principi ecologici chiari: cura delle persone, cura della terra e redistribuzione del surplus. Ma questo provvedimento non è adeguato per una vera riconversione ambientale. L'Ilva ha bisogno del blocco dell'area a caldo e di controlli puntuali, di una strategia che raddoppi l'area a freddo e la nazionalizzazione dell'Ilva, se necessario. Sì, ebbene sì: la nazionalizzazione.
  L'Ilva è solo la punta dell’iceberg. In Italia ci sono tantissimi conflitti ambientali e, quindi, sociali. Sono tante le aree come l'Ilva. Ne cito soltanto alcune: la Solvay, le bonifiche mancate dell'ENI in Sardegna, i centri di stoccaggio delle scorie nucleari, la geotermia sull'Amiata, l'acqua inquinata all'arsenico nel viterbese e a Latina, le basi militari, il Mose, Dal Molin. Sì, perché noi siamo una base militare statunitense nel Mediterraneo. Noi questo siamo. Potrei continuare per ore purtroppo.
  L'unica via percorribile per il futuro dei nostri figli e della loro salute è un presente di riconversione ecologica dell'industria italiana. La deindustrializzazione del nostro Paese è iniziata a tappe forzate, perché i poteri forti internazionali ci vogliono spolpare e perché la classe politica italiana è incapace, se non di essere supina e prona a questa tendenza di impoverimento, senza attributi, senza coscienza, senza senso.
  Solo una nuova pianificazione nazionale ed europea, che preveda un nuovo paradigma della giustizia ambientale e della giustizia sociale, ci può portare verso una transizione necessaria dei fabbisogni della società e della produzione energetica nazionale. Solo la lotta per la giustizia ambientale e sociale pagherà, non l'area a caldo.

  MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Vorrei capire se l'onorevole Colletti è d'accordo, in quanto deve intervenire per dichiarazione di voto a titolo personale. Tendenzialmente hanno Pag. 60la precedenza gli interventi per richiamo al Regolamento. Prendo atto che l'onorevole Colletti è d'accordo. Prego, onorevole Di Stefano.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, volevo soltanto chiarire una cosa, perché il suo invito a leggere ampiamente il Regolamento l'abbiamo colto. Io sono andato a leggere l'articolo 59, che recita: «Se un deputato pronunzia parole sconvenienti oppure turba con il suo contegno la libertà della discussione o l'ordine della seduta, il Presidente lo richiama nominandolo». Io sono stato molto attento all'intervento del mio collega e ciò che ho ascoltato è: come si è pronunziata la giustizia sul processo in primo grado di un collega deputato qui presente. Lo sottolineo perché ci ha invitato a fare attenzione a questo particolare. Poi ha citato l'onorevole Vendola, che – è vero – non è qui presente, ma semplicemente richiamando le intercettazioni. Quindi, ancora una volta non parliamo di invenzioni nostre, ma di qualcosa che è di dominio pubblico. E anche quando parliamo di altre persone, le nominiamo e non sono qui presenti, perché qui ci sono soltanto i deputati chiaramente, ma le nominiamo nel contesto.
  Noi abbiamo nominato Vendola nel contesto del caso Ilva, in qualità di politico di prima pertinenza sulla regione Puglia, quindi chiaramente sull'Ilva. Quindi, onestamente, vorrei che si chiarisse dove è che abbiamo utilizzato parole sconvenienti: forse, la citazione di Don Abbondio ? Non lo so, glielo chiedo. Don Abbondio è un personaggio della letteratura, non credo sia sconveniente definire qualcuno «Don Abbondio». Se ce lo spiega, lo accetto volentieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Di Stefano, quello che dovevo spiegare l'ho spiegato prima: se è sufficiente, bene; se non è sufficiente, ovviamente, purtroppo, rimarrà senza spiegazione. Mi dispiace.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà. Vi segnalo che ci sono altri tre iscritti a parlare a titolo personale. Prego, onorevole Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, prima di tutto, non sono molto soddisfatto della sua non risposta, purtroppo. Mi piacerebbe esserne soddisfatto, perché, forse, come gruppo, ci meritiamo anche una risposta sul fatto che un nostro collega è stato anche deliberatamente e continuamente interrotto.
  Inoltre, vorrei dire anche al collega del PD che ci ha preceduto che il mio collega D'Ambrosio tornerà a Taranto venerdì sera, perché domani mattina e domani pomeriggio sarà qui alla Camera a lavorare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ed anche ai colleghi di SEL, che si lamentavano della nostra menzione del presidente Vendola in riferimento ai fatti di Taranto, vorrei semplicemente dire che mi sembra assurdo che una finta opposizione a questo compromesso di questo Governo si lamenti del MoVimento 5 Stelle, che fa una vera opposizione qui dentro e che, forse, è l'unico gruppo che fa vera opposizione qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
  E mi chiedo: perché il presidente Vendola non va mai a Taranto ? Ci sarà un motivo dietro o non sa dov’è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  E sul fatto che citiamo fatti nonché nomi, vorrei dire che noi del MoVimento 5 Stelle non abbiamo mica paura di fare i nomi ! Siamo qui per questo, ci hanno mandato qui per questo: per fare i nomi che gli altri non fanno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, avrei voluto evitare di fare questo intervento, in considerazione del fatto che ritengo che, oggi, Pag. 61effettivamente, stiamo licenziando una legge importante per il nostro territorio: quando dico territorio «nostro» intendo che è di chi lo vive e non di chi lo vede in cartolina.
  Io ritengo che la piega che prende il dibattito – e lei giustamente è intervenuto in questo – è una piega che, a mio parere, doveva rimanere fuori da quest'Aula. Io contesto al MoVimento 5 Stelle il suo atteggiamento, che non è costruttivo: è un atteggiamento solo polemico, perché, come diceva il collega Pelillo, non abbiamo sentito ancora ad oggi, una sola volta, una proposta vera e reale a favore di Taranto.
  Per cui, io credo che i tarantini vadano tutelati e questa legge che stiamo licenziando credo che lo faccia ottemperando alla salute e all'ambiente.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Per quanto riguarda, poi, i temi dei processi o le offese personali, volevo dire ai colleghi che non è questa la sede. Se proprio dobbiamo dirla per intero, io credo che il Popolo della Libertà abbia sempre dimostrato di essere garantista e lo farà fino alla fine, di qualsiasi coalizione si parli e qualsiasi persona venga coinvolta.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Per cui io non devo fare il difensore di nessuno: io ritengo solo di dire che l'onorevole Fitto non solo si è difeso, ma avrà la possibilità di farlo in maniera serena, con magistrati sereni, al secondo grado di giudizio.
  Io mi stupisco, oltretutto, quando si cerca una difesa ad oltranza, perché preferisco difendermi nelle aule di giustizia ...

  PRESIDENTE. Concluda, grazie.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. ... e non andare a pranzo con i magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Chiarelli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, quale può essere la costruzione ? È un tema complicatissimo; dare risposta alla situazione tragica dell'area industriale di Taranto non è facile. Cosa abbiamo fatto come Commissione ambiente ? Durante le audizioni abbiamo cercato di chiamare enti che – me ne scusino gli altri gruppi – gli altri non hanno tenuto in considerazione, come le associazioni mediche; abbiamo contattato la popolazione, intesa come comitati, ad esempio il Comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti.
  Questi enti ci hanno dato dei dati comunque importanti, che ci hanno suggerito loro – un pochino ci siamo arrivati anche con il nostro studio –, per cercare di capire la gravità della situazione e, quindi, rinnovare la caratterizzazione, che ormai è stata fatta più di dieci anni fa – la caratterizzazione serve per impostare un'attività di bonifica –, e tentare di spingere con gli emendamenti e con gli ordini del giorno perché avvenga lo sblocco dei fondi per le bonifiche. Questo sarà importante e invito tutto il Parlamento a cercare, sia per il sito di Taranto che per gli altri, di andare su questo sito e di evitare che altre realtà produttive, come il cementificio, continuino a lavorare come sta lavorando, cioè male, e addirittura a bruciare dei rifiuti.
  Mi dispiace che l'ordine del giorno in questo senso, se non da un gruppo, non sia stato votato da buona parte dei gruppi in Aula, e tanto meno quello diretto a migliorare la direttiva sulle diossine. Questa è stata un po’ la nostra idea di costruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 62

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, vorrei soltanto far notare ai distratti colleghi degli altri partiti che non hanno capito le proposte del MoVimento 5 Stelle, forse perché non le ascoltano e non le vogliono ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Gliele volevo soltanto ricordare: noi abbiamo fatto una proposta e io ho fatto un intervento lunghissimo in un'Aula vuota – lo ripeto: vuota –, in cui parlavo di riconversione commerciale dell'area, perché noi riteniamo che il ricatto occupazionale non possa essere messo davanti alla vita e alla salute delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Ho fatto l'esempio di Bilbao e di altre città, che hanno scommesso su questo e hanno vinto. Il mio collega, il deputato D'Ambrosio, ha parlato – ve lo rileggo – di riduzione significativa della produzione per minimizzare l'impatto ambientale e sanitario, copertura economica per bonifiche e totale per tutta l'area industriale, esenzione dei ticket sanitari, commissario che non deve essere scelto e bla, bla, bla. C’è una lista, poi ve la passiamo, ve la fotocopiamo e ve la distribuiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, non avrei voluto intervenire, ma avendo sentito, purtroppo, degli interventi nel merito da parte dei colleghi del PdL e SEL in merito alla nostra mancanza di approfondimento della materia, non avendoci, invece, dormito parecchie ore per questa faccenda, vorrei dire che il MoVimento 5 Stelle ha presentato, nel merito, numerosi emendamenti, che tra l'altro avete anche sostenuto, in alcuni casi, così come anche altre forze politiche.
  Volevo anche ricordare che, quando noi abbiamo espresso la questione della diossina e quindi della legge regionale al collega ex consigliere regionale, siamo entrati nel merito, dicendo che in questo momento noi proponevamo un ordine del giorno che impegnava il Governo a fare qualcosa di più. Quindi, nel merito, qualcosa non lo avete appoggiato e non lo avete votato, voi !
  Per quanto attiene ad un'altra questione, non mi ricordo di aver visto in maniera attiva, ma magari ero stanco e non me ne sono accorto, il collega del PdL presente in Commissione a discutere meramente degli emendamenti nei contenuti specifici. Pertanto, ritengo doveroso puntualizzare il lavoro fatto nel merito da tutta la Commissione: non soltanto la minoranza, ma anche la maggioranza è entrata a discutere nel merito. Vorrei finire qua questa discussione veramente sterile: io faccio di più, tu fai di meno.

  PRESIDENTE. Mi sembra un ottimo consiglio, relatore.
  Ha chiesto la parola il presidente Buttiglione. Le chiedo scusa, non avevo capito che fosse un intervento per un richiamo al Regolamento se no, ovviamente, gliela avrei data prima.
  Ne ha facoltà; se mi può dire cortesemente anche qual è l'articolo del Regolamento richiamato.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo sull'articolo 39, comma 3, il quale recita testualmente: «Il Presidente può, a suo insindacabile giudizio – quindi, non mi permetto di sindacare il suo giudizio – interdire la parola a un oratore che, richiamato due volte alla questione, seguiti a discostarsene». Mi sembra che molti interventi non abbiano avuto nulla a che fare con la questione all'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole de Lorenzis. Ne ha facoltà.

Pag. 63

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, io raccolgo l'invito dell'onorevole Buttiglione, e quindi entro nel merito, perché devo ricordare un attimo ad alcuni colleghi che, evidentemente, non soltanto sono assenti il venerdì, ma sono stati assenti anche lunedì, quando in Aula la discussione procedeva sull'argomento.
  Vorrei, quindi, rassicurare anche mio il collega Brescia che, in realtà, i colleghi non erano distratti: erano proprio assenti. Ovviamente, il fascicolo degli emendamenti ce l'hanno, ma non hanno avuto neanche la voglia di prenderlo all'ingresso dell'Aula; quindi non vi è bisogno di distribuire loro le nostre proposte. Inoltre, per rispondere a qualcuno che in quest'Aula diceva che torna tranquillamente a Taranto, io vorrei ribadire che lui torna a Taranto, nella sua città, e io, invece, quando tornerò nella mia città, dovrò andare in ospedale per trovare l'ennesimo parente affetto da neoplasie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E quando qualcuno torna nella propria città, è facile farlo dopo avere fatto certe scelte in quest'Aula, soprattutto se ci torna con l'auto blu e, magari, con la scorta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Infine, ultimo ma non ultimo, vorrei ricordare a qualcuno che oggi è all'opposizione, o dice di esserlo, che la campagna elettorale, purtroppo, l'ha fatta con chi oggi è al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Signor Presidente, sarò brevissimo. È rituale alla fine – e svolgo questo compito anche a nome dei relatori e del collega Epifani – ringraziare gli uffici, ma in questo caso la ritualità va superata. Il lavoro fatto è stato enorme da parte degli uffici e di tutti i colleghi, sia di quelli che voteranno a favore di questo provvedimento sia di quelli che voteranno in maniera diversa, con un rapporto molto forte e molto intenso con il Governo.
  Raramente, per quello che ricordo, un provvedimento è stato così approfondito nel passaggio alla Camera, con audizioni e dibattiti. Abbiamo dedicato decine e decine di ore a questo provvedimento. A volte parlano dei colleghi che l'hanno, magari, ascoltato da lontano, ma non hanno partecipato al lavoro, che è stato un lavoro molto molto intenso. Vorrei dire una sola cosa: questo è un provvedimento fortemente innovativo e impegnativo.
  È la prima volta che nel nostro Paese – e non so se questo strumento esiste in altri Paesi europei – si introduce il commissariamento per motivi ambientali di un'impresa. Non è mai accaduto e accade in un'impresa impegnativa come l'Ilva. È chiaro che questo passaggio è reso necessario dalla situazione in cui ci troviamo ad operare e tutti auspichiamo che sia un passaggio utile a invertire la rotta rispetto a un passato che è segnato da gravissimi errori e a garantire, al tempo stesso, ambiente, salute e proseguimento delle attività produttive. È una sfida aperta: spetta a tutti noi seguirla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale – A.C. 1139-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1139-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 1139-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 64
  (Segue la votazione).

  Causin, Sbrollini, Ministro De Girolamo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61, recante nuove disposizioni urgenti a tutela dell'ambiente, della salute e del lavoro nell'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale» (1139-A):

   Presenti  445   
   Votanti  411   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  299    
    Hanno votato no  112.

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

Seguito della discussione della mozione Cenni, Zaccagnini, Lupo, Faenzi, Catania, Franco Bordo, Caon, Rampelli ed altri n. 1-00015 concernente iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all'esercizio della clausola di salvaguardia (ore 17,12).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della mozione Cenni, Zaccagnini, Lupo, Faenzi, Catania, Franco Bordo, Caon, Rampelli ed altri n. 1-00015 (Ulteriore nuova formulazione) concernente iniziative in merito alla diffusione in agricoltura di organismi geneticamente modificati, con particolare riferimento all'esercizio della clausola di salvaguardia (Vedi l'allegato A – Mozione).
  Ricordo che nella seduta di lunedì 1o luglio 2013 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni Zaccagnini, Lupo ed altri n. 1-00019 (Nuova formulazione), Cenni ed altri n. 1-00015 (Nuova formulazione), Faenzi ed altri n. 1-00128, Caon ed altri n. 1-00129, Franco Bordo ed altri n. 1-00130, Catania ed altri n. 1-00131 e Giorgia Meloni ed altri n. 1-00132, e che è altresì intervenuto il rappresentante del Governo.
  Come già anticipato nella seduta del 4 luglio scorso, tali mozioni, ad eccezione di quella ora all'ordine del giorno, sono state ritirate contestualmente alla riformulazione di quest'ultima.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo, se magari lo si lascia tranquillo, ad esprimere il parere sull'unica mozione all'ordine del giorno.
  Onorevole De Girolamo... Onorevole Castiello, se lasciamo che il Ministro possa dare il parere, grazie.

  NUNZIA DE GIROLAMO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, la mozione all'ordine del giorno è accolta a condizione che venga riformulata come indicato.
  Nel primo capoverso del dispositivo, lettera e), le parole: «coltivazione di sementi»...

  PRESIDENTE. Colleghi scusatemi, credo che sia difficile capire anche semplicemente la riformulazione del Ministro, quindi dovremmo abbassare un po’ il tono della voce e, magari, aumentare il volume del microfono del Ministro, così riusciamo a sentire. Grazie, onorevole De Girolamo.

  NUNZIA DE GIROLAMO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. La mozione Cenni ed altri è accolta a condizione che venga riformulata come indicato: nel primo capoverso del dispositivo, alla lettera e), sostituire la parola: «sementi» con le seguenti: «piante transgeniche».
  Il secondo capoverso del dispositivo dovrebbe, invece, essere riformulato nel seguente modo: «ad avviare comunque e tempestivamente la procedura per l'adozione della misura cautelare di cui all'articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003, secondo quanto previsto dall'articolo Pag. 6554 del regolamento (CE) n. 178/2002 e/o ad adottare la clausola di salvaguardia prevista dall'articolo 23 della direttiva 2001/18/CE a tutela della salute umana, dell'ambiente e del modello economico e sociale del settore agroalimentare italiano».
  Il resto va bene.

  PRESIDENTE. Il Ministro ha espresso il parere con riformulazione dell'unica mozione che è rimasta, e cioè quella unitaria con le firme che vi ho letto prima.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, signor Ministro, mi sono occupato da sempre, nelle istituzioni locali ed oggi in questa Assemblea, delle problematiche ambientali di questo Paese, dallo sviluppo di un'agricoltura ecosostenibile al rispetto della biodiversità, sino alla tutela del made in Italy.
  La possibilità che nella prossima primavera più di 30 mila ettari possano essere coltivati con sementi geneticamente modificate costituisce una concreta minaccia a tutti quei valori nei quali io, come gli altri colleghi del Partito Socialista, abbiamo da sempre creduto. Non solo, ciò che si mette a repentaglio, alla luce degli studi sin qui elaborati, è la stessa salute dei cittadini, e ciò non può essere permesso in alcun modo.
  Senza contare che in questo caso ci troviamo dinanzi a una grave inerzia da parte delle istituzioni nazionali, rispetto alle quali siamo chiamati a porre un rimedio in modo immediato. Qui mi riferisco non solo alla mancata adozione da parte dell'Italia della clausola di salvaguardia, ma anche all'assenza di misure...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, collega. Segnalo che la confusione è in ogni settore. Basta che giriamo e ci rendiamo conto che vi è confusione ovunque. Pregherei gentilmente tutti di consentire... Siamo in fase di dichiarazioni di voto, e quindi chi non vuole ascoltare – mi aiuti, onorevole Giacomelli, la prego – può uscire e consentire a chi deve parlare di farlo in serenità. Grazie.

  ORESTE PASTORELLI. ...anche all'assenza di misure volte ad assicurare la coesistenza tra colture transgeniche, biologiche e convenzionali. Ovviamente, quello di una possibile immissione di organismi OGM nel settore ortofrutticolo nazionale è un problema a cui va data una risposta di sistema rispetto alla quale gli impegni contenuti nella mozione odierna rappresentano solo il primissimo passo.
  Non basta, infatti, nascondersi dietro la clausola di salvaguardia di cui si discute oggi, bensì occorrono iniziative volte allo sviluppo ecosostenibile nel settore primario nella sua interezza. A tale riguardo, le proposte legislative e le altre iniziative di cui insieme agli altri onorevoli colleghi del Partito Socialista mi sono fatto promotore cercano di andare proprio in questa direzione, incentivando, tra l'altro, l'imprenditoria giovanile, la cui start-up in ambito agricolo può rappresentare una ricchezza per tutto il Paese.
  La mozione presentata dagli onorevoli colleghi, rispetto alla quale esprimo voto favorevole, è, come detto, un primo passo verso la soluzione di questi complessi problemi, le cui soluzioni non possono, però, non passare attraverso il riconoscimento del valore strategico dell'agricoltura e la piena valorizzazione di quest'ultima.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al prossimo oratore, che è l'onorevole Totaro, pregherei, soprattutto nei banchi del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle, di interrompere i capannelli, perché, ovviamente, questo si ripercuote su quell'esigenza di silenzio – ammesso che qualcuno mi ascolti – che deve essere garantita ad ogni oratore. La ringrazio, onorevole Giacomelli, per la comprensione.

Pag. 66

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, prima del proseguimento degli interventi, tra i quali vi è quello dell'onorevole Totaro, per capire, siccome abbiamo visto il Ministro lasciare i banchi del Governo seguito da un numero cospicuo di parlamentari armati di fogli e penne, vorrei sapere se noi qui stiamo discutendo di qualcosa che, contemporaneamente, in qualche altra stanza, sta cambiando; per cui, magari, è meglio se sospendiamo i lavori e parliamo con conoscenza dei fatti.
  Vorrei capire qual è il punto della situazione; altrimenti, è inutile che noi facciamo delle dichiarazioni di voto su qualcosa che, magari, da qualche altra parte, sta radicalmente modificandosi.

  PRESIDENTE. Onorevole Corsaro, la ringrazio molto. Provo a dare una risposta, sperando che sia sufficiente. La risposta è semplice: onorevole Corsaro, lei è parlamentare da qualche anno. Ovviamente, la mia risposta può essere solo sul piano formale, nel senso che certamente il Governo è rappresentato in Aula. Il Ministro ha espresso il proprio parere e adesso posso aggiungere a questo che ho cortesemente, per le vie brevi, chiesto al Ministro di rientrare; probabilmente, sta risolvendo qualche questione tecnica. Quindi, se non vi sono obiezioni, proseguirei e sono sicuro che il Ministro, a brevissimo, rientrerà.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, le ribadisco invece, anche da parte del nostro gruppo, la richiesta di una brevissima sospensione di cinque minuti; anche perché i termini in cui è stata riformulata la mozione cambiano, e cambiano radicalmente il senso di quella che era diventata una mozione unitaria. Noi dobbiamo onestamente, signor Presidente, poter valutare (ci servono cinque minuti) se addirittura ritirare la firma da questa mozione, perché la riformulazione ne cambia profondamente il significato. Vorremmo però farlo non in corso di seduta, ma con cinque minuti di tempo che possono essere concessi senza spezzare il proseguio dei lavori.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, il Governo, come dicevo, è presente in Aula. Se ci sono gli altri gruppi che si vogliono esprimere, perché non è che la Presidenza abbia particolari obiezioni ad una sospensione di cinque minuti, motivata con le ragioni che non sono riferite all'assenza del Ministro in Aula, ma al fatto che... Ovviamente lei sa perfettamente, onorevole Pini, che questa riflessione lei la può fare anche tranquillamente in corso d'opera; però io vorrei chiedere se vi sono obiezioni, perché se non vi sono obiezioni, posso anche... Ecco, il Ministro sta entrando. Ci sono obiezioni ad interrompere cinque minuti, come chiede l'onorevole Pini, per una riflessione sulla riformulazione ?
  Non vedo obiezioni, quindi sospendo la seduta, che riprenderà alle 17,30.

  La seduta, sospesa alle 17,25, è ripresa alle 17,30.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Dobbiamo proseguire con le dichiarazioni di voto; gentilmente chiedo scusa, stiamo cercando di liberare i banchi del Governo. Riprendiamo le dichiarazione di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, colleghi deputati, l'agroalimentare anche in tempo di crisi si conferma uno dei Pag. 67motori del sistema produttivo italiano, grazie in particolare ad ottimi risultati nell'export, ottenuti per gli enormi investimenti del settore su sicurezza, qualità e tracciabilità dei nostri prodotti. Questo dato è tanto più vero in una fase di forte contrazione della domanda interna, generata dalla crisi aggravata dalle politiche recessive dei Governi Monti e Letta.
  Il centro studi di Coldiretti pochi giorni fa ci ha dato una fotografia della forte diminuzione dei consumi alimentari delle famiglie italiane; dunque, per certi versi, più che in altri settori oggi nell'agroalimentare vince chi esporta. È necessaria una politica di sostegno alla competitività del nostro export, che deve fondarsi su una più efficace diplomazia commerciale, sulla lotta senza quartiere all'agropirateria, all’italian sounding, alla contraffazione alimentare italiana, nell'attuazione in Europa e nel mondo del principio di reciprocità di libero scambio, ma soprattutto sulla tutela senza compromessi delle produzioni tipiche e di marchi di qualità.
  Il modello agricolo e agroalimentare italiano non potrà mai competere con quelli estensibili di altri paesi europei ed extraeuropei. L'intensività delle coltivazioni in superficie relativamente piccole, la compatibilità con il territorio, la sicurezza alimentare, la biodiversità, la tracciabilità e l'etichettatura, vale a dire la qualità è la chiave per vincere sui mercati globali. Il mady in Italy è per sua stessa natura sinonimo di qualità; dobbiamo farcene una ragione, se ne devono fare una ragione tutti quei soggetti industriali e politici che, ad intervalli regolari, assaltano le nostre tipicità per un profitto miope perché di breve durata. Possiamo dire senza retorica che questo modello è un pezzo stesso dell'identità italiana, radicata in secoli di cultura rurale e cura per la terra di generazione di agricoltori coscientemente o incoscientemente impegnati nella tutela, nella salvaguardia, nello sviluppo del nostro modo di fare agricoltura. Una agricoltura libera da organismi geneticamente modificati e quindi il fondamento ineludibile della qualità ed un fattore competitivo sui mercati. Allo stesso tempo, non dobbiamo sottovalutare la generale sfiducia dei cittadini verso le colture transgeniche, un dato rilevato costantemente da numerose ricerche demoscopiche effettuate negli anni.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Totaro, forse non sono riuscito a spiegarmi. Il ministro è qui per ascoltare le dichiarazioni di voto. Onorevole Covello ! Il ministro sta ascoltando le dichiarazioni di voto. Prego, onorevole Totaro.

  ACHILLE TOTARO. Francamente non capisco perché certi dibattiti non siano stati affrontati nei giorni precedenti, visto che si sapeva che questa mozione era all'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Onorevole Oliverio Dicodemo, vi chiedo scusa ma come dobbiamo spiegarlo ?

  ACHILLE TOTARO. Grazie, Presidente. Sono paure immotivate frutto di campagne di terrorismo psicologico ? No, a nostro avviso, sono legittimi timori rispetto ad una ricerca scientifica che non ha ancora dimostrato la non nocività dei OGM sulla salute e sull'ambiente. Due questioni talmente rilevanti che collocano l'onere della prova su chi vorrebbe introdurre queste colture sui nostri campi e conseguenti alimenti nella nostra dieta. Nel rapporto tra istituzioni e cittadini deve vivere il principio di precauzione. Gli italiani non vogliono immessi sulle loro tavole alimenti su cui nessuno può certificare l'assenza di ricadute negative.
  Certamente la ricerca deve andare avanti ma non dobbiamo girare intorno alla questione, la sperimentazione in campo aperto equivale a una contaminazione generalizzata perché risulta impossibile la convivenza in uno stesso territorio di colture transgeniche tradizionali e biologiche.
  Per questa ragione condanniamo fermamente le iniziative in atto in Friuli volte ad introdurre de facto il transgenico attraverso la semina incontrollata. È urgente intensificare il controllo delle sementi in Pag. 68distribuzione e bloccare i pericoli di contaminazione da parte dei responsabili. La sperimentazione e le successive autorizzazioni devono essere trasparenti; l'aver creato l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, conquistata dall'allora Governo di centrodestra, con sede a Parma, città simbolo dell'agroalimentare italiano di qualità, non basta se non c’è trasparenza sulle modalità di autorizzazione delle sperimentazioni.
  In diverse sedi abbiamo sottolineato il conflitto di interessi di molti massimi dirigenti dell'EFSA; non è un mistero che l'Autorità lavori di fatto su documentazione scientifica prodotta dalle multinazionali sementiere che stipendiavano fino a qualche mese prima coloro che oggi si trovano a decidere sulle autorizzazioni. Questo meccanismo non funziona, il Governo deve porre la questione in sede europea, ne abbiamo titolo come qualsiasi paese dell'Unione ma, se vogliamo, ne abbiamo più titolo di altri visto che l’’EFSA l'ospitiamo noi, ma tutelare la nostra agricoltura dalla diffusione di OGM è per noi sinonimo di sovranità alimentare e di identità nazionale.
  Spaventa l'idea che, in un mondo sempre più popolato e affamato, la proprietà delle sementi possa restringersi a pochi gruppi multinazionali; si tratterebbe di un modello di sviluppo neocolonialista, che non possiamo accettare. Oltretutto ne pagheremmo le conseguenze in termini di nuova miseria mondiale, perché ondate di disperati, dopo aver coltivato l'illusione di una quasi raggiunta indipendenza alimentare, si ritroverebbero in pochi anni a fare i conti con terreni in gran parte inservibili.

  PRESIDENTE. Onorevole Totaro, la invito a concludere.

  ACHILLE TOTARO. Sto per concludere, signor Presidente, visto che sono stato interrotto alcune volte, non da lei ovviamente.
  Abbiamo ascoltato parole chiare e coraggiose in questi giorni dal Ministro De Girolamo, abbiamo dichiarato la morte dell'opposizione ideologica e siamo qui come opposizione politica al servizio dell'Italia e non di una fazione, a sostenere questa mozione unitaria. Sappiamo quanto sia difficile fare fronte alle forti pressioni legate ai grandi interessi del mondo OGM e sappiamo quanto sia difficile resistere al fuoco amico, quello di una visione apolide, sovranazionale, attenta solo alle fortune di qualche potentato, ma per rendere la scelta di campo efficace si devono schierare con lei, Ministro, gli altri suoi due colleghi competenti, non si può giocare su questa materia.
  Ora ci aspettiamo che da questa presa di posizione scaturisca l'attuazione immediata della clausola di salvaguardia...

  PRESIDENTE. Onorevole Totaro, deve concludere.

  ACHILLE TOTARO. ... (sto terminando), conformemente a quanto previsto dalla direttiva comunitaria per confermare che la nostra agricoltura poi deve fare a meno degli OGM; lo stesso hanno fatto otto nazioni adottando clausole di salvaguardia per bloccare l'ingresso delle colture OGM. Chiediamo al Governo di farsi portavoce della richiesta alla Commissione...

  PRESIDENTE. Onorevole Totaro...

  ACHILLE TOTARO. ... europea, e concludo, per non ritardare la pubblicazione di un nuovo atto legislativo di modifica della direttiva del 2001 che consente agli Stati membri una maggiore...

  PRESIDENTE. Onorevole Totaro, purtroppo sono costretto a toglierle la parola, non se la prenda ma siamo oltre un minuto... Dovrei dare la parola all'onorevole Caon; prima di dare la parola all'onorevole Pini, che me l'ha chiesta, vorrei informare i colleghi che, poiché si stava realizzando una notevole confusione con il Ministro in Aula, per risolvere una serie di questioni che si sono aperte, io ho chiesto al Ministro di andare nella stanza del Governo con i vari rappresentanti dei gruppi per cercare di fare un lavoro che Pag. 69non può essere fatto in Aula, atteso che in Aula il Governo è rappresentato dai sottosegretari. Prego, onorevole Pini.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, infatti non avrei assolutamente sollevato la questione in termini di Regolamento della presenza del Governo.

  PRESIDENTE. Era per informare l'Assemblea.

  GIANLUCA PINI. Certo. Le volevo solo significare questo: siamo in dichiarazione di voto su un testo sul quale il Governo ha espresso un parere, riformulando un paio di parti molto delicate e dirimenti per l'efficacia di tutto il complesso del testo, Come le avevo chiesto (avevo avuto un'intuizione evidentemente abbastanza felice), era necessaria una sospensione dei lavori per capire, Presidente, se il parere poteva mutare o no. Da quello che ho potuto percepire, c’è un'ulteriore posizione del Governo rispetto a quella già espressa, perlomeno questo si è capito informalmente.
  Quindi, prima di fare una dichiarazione di voto, vorremmo capire qual è la posizione definitiva del Governo, se è quella resa ufficialmente, o se, invece, tra cinque minuti arriva e ci dice che è cambiato qualcosa.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, le sue considerazioni sono assolutamente ragionevoli.
  A questo punto, chiederei al Governo che è presente in Aula innanzitutto quanto tempo pensa sia necessario per fare in modo che, in un modo o nell'altro, si arrivi a una conclusione, in modo tale che sospendiamo la seduta per il tempo necessario a far sì che ci sia una posizione definitiva del Governo e che, quindi, giustamente, i gruppi possano fare delle dichiarazioni di voto che tengano conto delle posizioni definitive del Governo.

  SABRINA DE CAMILLIS, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SABRINA DE CAMILLIS, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo ha espresso i pareri sulla mozione, quindi è su quei pareri che si fanno le dichiarazioni di voto.

  PRESIDENTE. Quindi, rimane fermo il testo della mozione. Prendiamo atto di questa dichiarazione del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAON. Signor Presidente, non ho ben capito se il testo che il Ministro vuole approvare è quello che noi abbiamo formulato dopo giorni e giorni di Commissione. Se, invece, è un altro testo, siccome non so neanche quale testo perché, in questo momento, non so quale testo possa venire fuori, noi ritiriamo la firma dalla mozione e voteremo contro.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 17,40)

  PRESIDENTE. Come ha ribadito il Governo, non esiste altro testo al momento. Resta fermo quello che adesso si sta trattando. Credo che sia molto chiaro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo, ma è assente.

  MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, poiché il testo presentato dal Governo presenta delle modifiche che dobbiamo ancora analizzare e valutare, chiedo cortesemente a tutti i colleghi presenti la sospensione di venti minuti, o di un quarto d'ora, per poter fare questo tipo di analisi. La modifica che è stata fatta è formale, quindi chiederei la sospensione di un quarto d'ora dei lavori d'Aula.

Pag. 70

  PRESIDENTE. Lei mi sta chiedendo una sospensione, prima è stato messo in dubbio il testo, ma il Governo ha ribadito che questo è il testo su cui stiamo discutendo e, se il Governo in questo momento non dà segnali di voler sospendere perché magari è in corso una riformulazione di cui non abbiamo notizia, non c’è bisogno e motivo di sospendere. Glielo dico con molta franchezza: non c’è nessun motivo di sospendere la seduta, perché resta questo il testo definitivo che stiamo esaminando in Aula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo, che è rientrato. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, mi scusi ma eravamo convocati dal Ministro e io penso che sia tuttora in corso un tentativo ancora di modifica rispetto a quanto è stato proposto dal Ministro a quest'Aula.
  Rispetto a quanto è stato proposto, sembra una questione – diciamo semantica – mettere la parola «piante» al posto della parola «sementi», aggiungere una «o», ma noi riteniamo che cambi nella sostanza la mozione che il Parlamento e la Camera dei deputati è chiamata ad approvare. Una mozione, su cui abbiamo avuto una convergenza unanime, o quasi unanime, come gruppi, e che scaturisce da una cronologia di fatti e di eventi che vorrei ricordare brevemente. Il 21 maggio il Senato ha approvato una mozione in cui si diceva di adottare la clausola di salvaguardia e/o un decreto interministeriale, come ha chiesto stasera il Ministro di ripetere.
  Ma noi siamo qua, dopo cinquanta giorni, nei quali non è ancora stato adottato nessun tipo di provvedimento. Nel frattempo in Friuli è stato messo in semina il mais 810, un mais transgenico, abbiamo avuto le manifestazioni degli agricoltori davanti a Montecitorio che hanno chiesto e chiedono a questa Camera di adottare la clausola di salvaguardia. Ho avuto però, il 26 giugno, una risposta ad un'interrogazione a risposta immediata (question-time) da parte del sottosegretario in cui, ecco, effettivamente incomincia a trasparire la volontà del Ministero, per cui secondo il Ministero non vi sono le condizioni per ricorrere alla clausola di salvaguardia «vera e propria» (in questo virgolettato). Qui ci sta già la volontà del Ministero di non voler seguire questa strada. Allora di cosa stiamo parlando ? Mi riferisco alla parte della mozione in cui diciamo di andare in Europa a testa alta, con una necessaria energia negoziale; ma con cosa ci andiamo se non col fatto che il Parlamento italiano dice in modo chiaro e tondo che gli Stati membri possono in libertà e devono essere messi in condizione di adottare liberamente sul proprio territorio la clausola di salvaguardia ?
  Se noi rendiamo più debole questo aspetto non abbiamo nessun potere negoziale. Lo voglio dire con chiarezza. Non si può – mi riferisco ai signori Ministri, alla signora Ministra che oggi è presente e agli altri Ministri che come me hanno partecipato, loro con molta più autorevolezza, ad un'importante, importantissima, assemblea nazionale di un'importante organizzazione di agricoltori in cui è stata chiesta nella relazione iniziale la clausola di salvaguardia – davanti a quindicimila agricoltori andare a dire faremo di tutto, facciamo di tutto, e poi uscire con un comunicato come è uscito il Ministro delle politiche agricole in cui si dice: i tre Ministri si sono incontrati per analizzare nel merito la questione e come affrontare la questione della coltivazione degli organismi geneticamente modificati, e si adotterà un decreto interministeriale. Noi siamo certi che almeno questo verrà adottato, ma non è sufficiente, dobbiamo dircelo con chiarezza. Però, si dice anche con chiarezza dentro questo comunicato che si è convenuto di coinvolgere...

  PRESIDENTE. Deputati, vi invito ad abbassare il tono della voce, per favore.

  FRANCO BORDO. Si è convenuto, altresì, di coinvolgere le regioni nella definizione di un quadro normativo che consenta Pag. 71di affrontare in modo strutturale il problema dalla coesistenza. Questo è grave, è grave che il Ministro dell'agricoltura metta nero su bianco questo aspetto, perché vuol dire che il problema che noi abbiamo in Italia ce lo vogliamo portare avanti. Affermiamo o si vuole affermare che la coesistenza in questo Paese è possibile in agricoltura.
  Se vogliamo salvaguardare la nostra agricoltura convenzionale, l'agricoltura biologica (che è uno dei pochi settori in trend ascendente) non possiamo concepire la coesistenza, dobbiamo contrastarla fino in fondo e non possiamo per questo andare al ribasso. Dobbiamo far sì che il Parlamento si esprima in modo chiaro. Poi il Ministero faccia tutti i passi che è in grado e che può fare, ma da questo Parlamento e da queste Camere deve uscire una voce forte, perché sennò la voce del Governo in Europa sarà debole, debolissima e succube.
  Voglio essere molto chiaro su questo fatto. Certo, abbiamo dei problemi all'interno del Governo, un Governo che si mostra sempre più come un OGM – permettetelo –, e questo essere ibrido probabilmente è quello che fa stare in piedi cose che non possono tra di loro stare in piedi, perché la coesistenza non salvaguarda la biodiversità, la biodiversità è quella che salvaguarda la nostra agricoltura, e la nostra agricoltura è quella, con queste caratteristiche, che tiene in alto il made in Italy, che tiene in alto le nostre esportazioni. Se noi non siamo fermi su questo punto vuol dire che noi andiamo ad attaccare la nostra tenuta, anche economica e non solo ambientale, del nostro sistema agricoltura e della nostra economia agricola.
  Per cui noi chiediamo, se rimane ferma la posizione del Governo, di votare separatamente sulle due richieste che sono avanzate, perché su quei due aspetti SEL è contraria (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Io avevo segnalato, quando alla Presidenza era seduto il collega Giachetti, l'opportunità di sospendere il giro di dichiarazioni di voto, atteso che il Ministro competente era uscito dall'Aula, portandosi dietro un numero cospicuo di parlamentari, ragionevolmente per immaginare l'apposizione di talune modifiche a un testo sul quale, viceversa, quanti erano in quel momento in Aula stavano esprimendo un parere, non sapendo se sarà un parere, una dichiarazione di voto su un testo che rimane o non rimane.
  Ora, francamente, vede signor Presidente, io credo che questa sia l'esemplificazione di un modo vergognosamente abborracciato di procedere. Questa è una mozione che viene oggi in votazione dopo che era già stata iscritta all'ordine del giorno la settimana scorsa, quindi con un periodo di gestazione e di lavorazione in Parlamento oramai consolidato, e il Governo, mentre si stanno celebrando le dichiarazioni di voto, ritiene di astrarsi dall'Aula per vedere in che modo e in che misura formulare il suo parere su un testo o su un'altro testo.
  È di tutta evidenza che rimangono definitivamente inattendibili le dichiarazioni di voto che abbiamo ascoltato fino a questo punto, perché non sappiamo il Governo di che cosa abbia intenzione di trattare. La prego, signor Presidente, di invitare il Governo ad avere un rispetto, se non per l'Aula, per la serietà istituzionale che dovrebbe essere ricoperta da un Esecutivo che, invece, sembra sempre di più una comitiva di dilettanti allo sbaraglio.

  PRESIDENTE. Detto questo, noi apprendiamo che c’è una riformulazione da parte del Ministro competente a cui adesso darei la parola, stante quello che diceva il deputato Corsaro sul fatto che chi vuole reintervenire poi, con saggezza, si ripropone. Adesso do la parola al Ministro competente, che ci illustrerà brevemente questa riformulazione. Vi invito solo ad abbassare la voce perché è opportuno in questo momento.

Pag. 72

  NUNZIA DE GIROLAMO, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Mi dispiace perché la discussione è nata semplicemente su delle congiunzioni, non ci eravamo capiti, quindi rivediamo il parere. Per quanto riguarda il primo punto, dove dice: «la coltivazione di piante» – perché mi pare che in italiano si coltivano le piante – aggiungiamo anche: «e sementi transgenici» e nella seconda parte: «e a valutare l'opportunità di adottare la clausola di salvaguardia», e il resto resta tutto come era precedentemente indicato da coloro che hanno presentato la mozione.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Potevamo tranquillamente evitare tutto questo qui pro quo se qualcuno avesse accettato l'invito. Chiedo cortesemente – lei si è già espresso – di aggiungere nuovamente la firma del nostro rappresentante alla mozione, che era stata ritirata perché cambiava radicalmente il significato, e lasciare, chiaramente con tempi più ristretti, che possa rifare la dichiarazione di voto il collega Caon.

  PRESIDENTE. Al deputato Caon è consentito riformulare il pensiero alla luce della riformulazione. Quindi può precisare il suo pensiero con una dichiarazione. Ovviamente, invito tutti coloro che intervengono anche a comprendere la questione e, quindi, ad essere nei tempi brevi. Prego, deputato Caon.

  ROBERTO CAON. Naturalmente, riformulata così la mozione, alla Lega, sta bene. Non ho capito, però, per l'ordine dei lavori se adesso tocca a noi fare un discorso generale.
  Allora io voglio sottolineare a questa Camera quanto sia un momento un po’ particolare, perché è vero, abbiamo problemi di diossina, abbiamo problemi di aziende che inquinano, abbiamo tanti problemi, però questo è un problema storico e basilare per tutta la nostra «azienda Italia». Noi nella Lega abbiamo un motto che è: «Legati alle tradizioni e orientati al futuro».
  Questo è un motto che ci portiamo sempre davanti però, in questo caso, mai come in questo caso, dobbiamo essere legati alle tradizioni per avere...

  PRESIDENTE. Deputati, vi invito ad abbassare il tono della voce, cortesemente...

  ROBERTO CAON. Capisco che è un problema che, forse, non si rendono conto quanto è un problema in questo momento.

  PRESIDENTE. Vada avanti.

  ROBERTO CAON. Puntare alle tradizioni per garantirsi un futuro. Mai come in questo caso si addice questa frase. La scienza ci dice che ad oggi l'OGM non è ancora una cosa sicura. Perciò non possiamo cadere in questo modo nel braccio della grande produzione, delle grandi coltivazioni per riuscire a portare avanti un qualcosa che nel futuro si può rivelare sicuramente un boomerang per il nostro Paese e per il nostro popolo. Tengo in considerazione che buttare via 4.500 prodotti tipici perché con la contaminazione automaticamente verrebbero «ubriacati» tutti... signor Presidente, mi appello a lei perché è un po’ difficile...
  Comunque 4.500 prodotti storici che verrebbero contaminati e che sono esattamente il frutto di tanti anni di lavoro dei nostri contadini, dei nostri agricoltori, del nostro popolo che ci fa conoscere e riconoscere in tutto il mondo. Noi abbiamo sicuramente una materie prima che, forse, è poco utilizzata, che non si chiama acciaio, che non si chiama rame, che non si chiama petrolio, ma noi abbiamo due cose di sicuro: una si chiama turismo e l'altra agroalimentare. Se noi cediamo agli OGM vengono meno entrambi e non è un problema da poco per il nostro Paese.
  Presidente, provi a pensare: se noi così cominciamo a coltivare l'OGM, è come mettere al posto del Colosseo un centro Pag. 73commerciale, qui, in mezzo a Roma. È come mettere un cavalcavia delle ultime generazioni sul Ponte Vecchio di Firenze o costruire un palazzo di vetro in piazza San Marco di Venezia. Perciò io chiedo a quest'Aula di fare molta attenzione a quello che si fa. Questa mozione è frutto del lavoro dei colleghi. Io posso garantire anche di tutti i partiti, per riuscire a votare una mozione unificata. Cosa dire di più ? È importantissimo ricordarsi di questa materia prima che noi abbiamo e non andare portati in questo modo da pressioni esterne, in questo caso dalla scienza, che è sempre bene tenere in considerazione ma una volta che abbiamo la sicurezza che non sia un boomerang per il nostro Paese e per il nostro popolo.
  Dare la possibilità a questi prodotti vuol dire standardizzare in maniera totale le nostre coltivazioni. Noi abbiamo appezzamenti di terra che ci danno questi prodotti famosi con varie denominazioni DOP, DOC, DOCG e quant'altro. Andare a contaminare tutte queste eccellenze che, ripeto, sono riconosciute in tutto il mondo che potrebbe essere, anzi sono sicuro, che sarà il futuro del nostro Paese, è un punto di partenza che dobbiamo tenere in considerazione. Andare a standardizzare la coltivazione vuol dire standardizzare anche il prodotto che poi portiamo nelle tavole. Questo è un passaggio importantissimo che noi in tutti i modi e il Governo, che oggi, in questo momento, non vedo presente con il Ministro ma vedo i sottosegretari, ci dobbiamo far carico di portare avanti con forza in Europa perché questa cosa nel nostro Paese non deve assolutamente passare per adesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Adesso, per precisare, dopo la nuova formulazione del Governo hanno facoltà di intervenire il deputato Totaro e il deputato Bordo, se vogliono.
  Il deputato Totaro rinuncia. Il deputato Bordo vuole reintervenire sulla riformulazione ?

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, accogliamo la riformulazione relativa a piante e sementi mentre, invece, non accogliamo di valutare la clausola di salvaguardia. Noi vogliamo avviare comunque tempestivamente la procedura per l'adozione della misura cautelare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catania. Ne ha facoltà.

  MARIO CATANIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la tematica dell'introduzione di organismi geneticamente modificati nella filiera agroalimentare, ha suscitato sin dall'origine controversie e contrapposizioni assai vive. Molte sono ancora oggi le polemiche e i diversi punti di vista al riguardo, anche se le istituzioni comunitarie e la maggior parte della comunità scientifica si sforzano di rassicurare l'opinione pubblica in ordine all'assenza di conseguenze negative per la salute dei consumatori e per l'ambiente. In ambito scientifico non mancano tuttavia voci dissonanti, che chiedono maggior prudenza nel valutare gli effetti derivanti dall'introduzione di coltivazioni transgeniche e dall'immissione di organismi geneticamente modificati nella catena alimentare ed è doveroso considerare con la massima attenzione anche tali posizioni.
  Dobbiamo da un lato evitare atteggiamenti di carattere ideologico o di carattere pregiudiziale, fermandoci a riflettere soprattutto sulle evidenze che abbiamo davanti in modo oggettivo. Dall'altro lato abbiamo però anche l'urgenza, richiamata anche da alcuni colleghi, di intervenire in modo chiaro, fornendo al Governo un orientamento politico univoco, che indichi una direttrice e una linea di condotta ai vari livelli della questione. Vediamo allora quali sono gli elementi oggettivi di cui disponiamo, che possono essere utili per integrare gli elementi di carattere scientifico. In primo luogo va sottolineato che i consumatori italiani restano in larga parte contrari all'introduzione di organismi geneticamente modificati nella filiera agroalimentare e, laddove questo debba necessariamente avvenire, chiedono di essere informati in modo chiaro, attraverso una Pag. 74normativa sull'etichettatura e sulla tracciabilità che renda trasparente la presenza di questi organismi nei prodotti immessi in commercio.
  Occorre poi considerare che il sistema agroalimentare italiano presenta caratteristiche improntate ad un alto livello qualitativo, ad una forte diversità delle produzioni e ad un saldo legame con il territorio, caratteristiche che appaiono mal conciliabili con il modello produttivo sotteso alla diffusione degli organismi geneticamente modificati. Per questa ragione, la maggior parte del mondo agricolo ha finora espresso una sensibilità fortemente negativa rispetto agli organismi geneticamente modificati, perché tutti gli sforzi delle nostre imprese tesi a valorizzare la qualità, la diversità, il legame con il territorio, potrebbero essere messi in discussione dall'introduzione degli organismi geneticamente modificati nell'agricoltura e nell'allevamento.
  Le valutazioni del mondo agricolo appaiono in effetti motivate, poiché nella competizione indotta da un'economia globalizzata le possibilità di successo dell'agricoltura italiana, affetta da forti handicap strutturali sul versante dei costi e delle dimensioni aziendali, sono strettamente legate alla possibilità di mantenere e rafforzare quell'immagine di qualità e tipicità che attualmente caratterizza i prodotti italiani. Abbiamo pertanto un atteggiamento complessivamente contrario da parte dei consumatori e dei produttori, di cui dobbiamo tener conto.
  Incidentalmente va sottolineato che la vigente normativa dell'Unione europea non ha saputo risolvere in modo soddisfacente il nodo della coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche, così come, più in generale, non ha saputo fugare i dubbi dell'opinione pubblica su questa delicata materia.
  Per le ragioni indicate, il nostro primo obiettivo deve essere costituito dal miglioramento della normativa europea, che deve maggiormente corrispondere a tutte le preoccupazioni in ordine ai procedimenti di autorizzazione e deve altresì tutelare quelle realtà produttive che desiderano preservare un'immagine OGM free.
  In tal senso, occorre un rinnovato impegno del Governo in sede comunitaria affinché possa essere approvata, con opportuni miglioramenti, la nuova normativa proposta dalla Commissione europea. In attesa di tale risultato, è logico e conseguente che l'azione del Governo in ambito nazionale sia ispirata ad una linea di doverosa prudenza nella stretta osservanza del principio di precauzione. Per completezza, va rammentato che la ricerca in ambito genetico costituisce uno dei terreni più importanti della moderna ricerca scientifica per le sue grandi potenzialità in diversi campi, a partire da quello sanitario. Il rallentamento della ricerca concernente l'utilizzo di organismi geneticamente modificati nella filiera agroalimentare costituisce, pertanto, un fenomeno negativo per l'Italia perché sottrae ai nostri ricercatori un insieme di conoscenze che in futuro potrebbero aprire nuovi orizzonti in materia non necessariamente contrastanti con le caratteristiche del nostro sistema produttivo o eventualmente idonei a essere utilizzati in altri contesti geografici.
  Per tale motivo, il Governo dovrebbe rilanciare in modo organico la ricerca pubblica in questa materia senza che ciò appaia in alcun modo contrastante con la linea di prudenza che dobbiamo attualmente tenere in merito alla coltivazione e alla commercializzazione di organismi geneticamente modificati. Per le ragioni esposte, esprimo il sostegno del gruppo di Scelta Civica per l'Italia alla mozione unitaria all'esame dell'Aula nella riformulazione suggerita dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà per dieci minuti.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, sono ben lieto ed onorato quest'oggi di intervenire, anche perché a presiedere l'Aula c’è un mio autorevole conterraneo, Pag. 75cosa che non può che essere per me altro che un privilegio. Sembra, questa vicenda, una vicenda tecnicista tra scientisti e naturisti, tra chi ritiene la preminenza del diritto alla ricerca a prescindere, e chi ne vuole limitare le opportunità, tra, cioè, due modi di approcciarsi nei confronti del mondo, del vivere civile e della natura. Nulla di più falso, qui si gioca, invece, una partita tutta politica, che riguarda essenzialmente i rapporti e la prospettiva che si vuol dare alla nostra Europa e, in particolare, all'agricoltura europea.
  Dico subito, e senza timore di smentita, che non sono tra quelli che ritengono gli OGM come il male assoluto e capaci di evocare cibi Frankenstein o diavolerie addirittura dannose per la salute umana. Mi chiedo, piuttosto, in chiave laica, quale debba essere la prospettiva di sviluppo della nostra agricoltura, quale insomma il modello produttivo e di consumi che noi vorremmo alimentare. Pare superfluo a questo punto ribadire come non è utile criminalizzare i prodotti OGM, ma a noi, in Italia, oggi assolutamente non servono se vogliamo continuare a crescere in quella distintività impareggiabile che ci consente di mietere successi nei mercati internazionali.
  L'agricoltura che vogliamo è quella delle centinaia di prodotti a marchio tracciati e capaci di evocare un sentimento che valica l'aspetto nutrizionale in sé per essere potente motore dell'italianità, della storia e della nostra cultura, delle tradizioni e del buon vivere, tipicamente di stile mediterraneo. Di quali OGM vogliamo parlare se ogni campanile ha la sua ricetta, le sue peculiari produzioni, se, in un clima di calo dei consumi, in Italia continuano a crescere le attenzioni per le produzioni biologiche ? E, allora, con atteggiamento scevro da condizionamenti ideologici, credo che la mozione qui presentata in chiave unitaria si ponga con rispetto ed equilibrio a difesa della nostra agricoltura troppo spesso sottaciuta da quell'Europa che tutela i pesci dimenticandosi dei pescatori, che non consente il tappo antirabbocco sulle bottiglie d'olio da tavola, che respinge con troppo interessata veemenza le nostre domande sull'etichettatura e sulla tracciabilità.
  La PAC cui siamo abituati, è una politica agricola comune generata, condizionata ed alimentata da risorse, non un New Deal agricolo, ma calcoli di banchieri e ragionieri per distribuire e, talvolta, sperperare risorse del contribuente europeo (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente); un modo un po’ stantio di disegnare modelli, ma anche una necessità, nella quale, però, già traspaiono diverse impostazioni.
  Abbiamo assistito al prevalere del peso per ettaro nella distribuzione delle risorse a vantaggio dei Paesi new entry e del nord Europa a danno di quell'agricoltura di qualità che noi si rappresenta nel mondo. Dimentichiamo troppo spesso che la nostra agricoltura ci consente di esprimere nel mondo il più alto valore aggiunto per ettaro, a testimonianza di quella qualità irripetibile e distintività impareggiabile che non sa prescindere dai luoghi, anzi, che esalta il topos diventandone un tutt'uno. Il lardo di Colonnata, il prosciutto di Sauris, la mozzarella di bufala campana, le arance di Ribera, il pecorino sardo come si conciliano con gli OGM ? Che c'entrano ? Si contrappone un'agricoltura europea delle quantità ed uguale, monocromatica, monotona ed indistinta. Tutto questo non solo non ci appartiene, ma, addirittura, ci riteniamo distinti, diversi, alternativi a quella prospettiva.

  PRESIDENTE. Colleghi, vi invito ad abbassare il tono della voce, cortesemente. Se possibile evitare di fare gruppo in questo modo.

  PAOLO RUSSO. Grazie, signor Presidente. Certo, se d'un colpo pensassimo anche noi in Italia ad aprire le porte alle coltivazioni OGM, quale appeal avremmo più nei confronti dei mercati internazionali ? Quale biodiversità rappresenteremmo ? Quale distintività potremmo marcare ? Cosa ci distinguerebbe dalle produzioni intensive del nord Europa, delle Americhe o del sudest asiatico ?Pag. 76
  Per questa ragione, il nostro «no» alle coltivazioni OGM è fermo quanto non ideologico, semmai razionale, pragmatico, politico nel senso più proprio del termine, per consentire al nostro Paese di guidare nel mondo quella battaglia per la qualità e la tracciabilità assoluta che rende il nostro olio unico al mondo, i nostri vini straordinariamente evocativi, la nostra mozzarella di bufala potente biglietto da visita del made in Italy nel mondo. Questo nostro giudizio, questa nostra valutazione, non può pregiudicare le prospettive di ricerca che la scienza, in piena autonomia, può e deve celebrare in quei modi e in quelle forme che, nel rispetto del principio di precauzione, consentano quel libero arbitrio proprio di una ricerca che, in quanto tale, sarebbe dannoso frenare. Anzi, l'Italia proprio su questo fronte ha un'importante tradizione, che ha reso la nostra agricoltura ancora più robusta e competitiva; e guai a pensare ad una sorta di blackout scientifico, che renderebbe il nostro sistema più debole, le nostre imprese meno competitive, privandole di quell'innovazione che consente tradizione e qualità.
  Il gruppo del PdL ribadisce la propria adesione al contenuto della mozione esposta, con la quale si impegna il Governo ad avviare tempestivamente le procedure per l'adozione di misure urgenti, avvalendosi eventualmente della facoltà ad esso riconosciuta dall'articolo 54 del regolamento (CE) n. 178. Si tratta, in particolare, della possibilità di ricorrere a misure cautelari adeguate per evitare i rischi che possono derivare per la salute umana, per la salute degli animali, per l'ambiente dall'utilizzo, coltivazione e diffusione dei prodotti ottenuti con organismi geneticamente modificati. In tale ambito, un contributo decisivo può derivare dal sostegno e dal potenziamento della ricerca scientifica e tecnologica nel pieno rispetto del principio di precauzione, in modo da poter contare su criteri di valutazione sulle coltivazioni OGM il più possibile condivisi anche dalle istituzioni europee.
  È valutazione di tutti i componenti del gruppo che non osta l'assunzione da parte del Governo dei provvedimenti ritenuti urgenti e conformi alla citata disposizione comunitaria quanto statuito dalla recente ordinanza della Corte dei giustizia, che, anche a fronte dell'interpretazione ivi recata in ordine all'autorizzazione all'utilizzo di prodotti geneticamente modificati, non ha escluso il ricorso agli strumenti di carattere cautelare, di cui al citato regolamento, in materia di sicurezza alimentare.
  Per questa ragione, convintamente, esprimiamo il nostro voto a favore della mozione, ricordando e ringraziando per il lavoro fatto i colleghi che hanno contribuito alla utile mediazione e, tra tutti, la collega Faenzi. Questa mozione esprime, con realismo e pragmatismo, una posizione che tutela la ricerca, che protegge le tante varietà di produzioni agricole, che alimenta le opportunità di mercato estero e soprattutto che pone all'Europa una questione centrale sul modello di agricoltura che l'Italia vuole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lupo. Ne ha facoltà, per otto minuti.

  LOREDANA LUPO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, se siamo qui a discutere e a confrontarci sugli OGM è perché il MoVimento 5 Stelle è cosciente che questa è una priorità che riguarda tutto il Paese. Non si possono ammettere ulteriori tentennamenti a meno che non si voglia correre il rischio di mettere in pericolo la salute dei cittadini, degli ecosistemi locali e di tutto il comparto agricolo nazionale. Negli ultimi anni di Governo, il popolo italiano è stato posto dinanzi a un numero sempre crescente di omissioni e di errate informazioni, nella migliore delle ipotesi, di menzogne, nella peggiore. L’affaire OGM non esula da questo contesto essendo per di più un ambito attorno al quale gravitano soldi, tanti soldi, e interessi dei più svariati tipi. Noi siamo qui come cittadini e come rappresentanti del popolo italiano per dire alla gente la verità.
  Già nel 2012 l'ex Ministro Clini aveva dichiarato che senza ingegneria genetica, Pag. 77oggi, non avremmo alcuni fra i nostri prodotti più tipici e citava, nello specifico, il pomodoro San Marzano e il basilico ligure. Tutto ciò è falso. Gli incroci che hanno dato questi prodotti non generano gli OGM di cui stiamo discutendo perché non si introducono geni estranei ma si rimescolano e si modificano quelli che l'organismo già possiede.
  Seguirono le dichiarazioni degli esperti, o presunti tali, tutti concordi nell'asserire che gli OGM potessero essere l'unica soluzione alla fame nel mondo. Questo, è falso ! Il primo OGM fu immesso in commercio nel 1996 e da allora la superficie mondiale dedicata alla loro coltivazione è aumentata; al contrario, il numero di persone che soffrono la fame non è diminuito di pari passo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se non sono stati utili ad affrontare il problema, cosa dovrebbe far pensare che lo saranno nei prossimi anni ? Nulla ! Perché attualmente la presunta iperproduttività degli OGM rimane un miraggio ed inoltre la diffusione di tale materiale genetico rimane proprietà indiscussa di note multinazionali che non sono per nulla interessate ai problemi del pianeta.
  Ci hanno raccontato che le piante biotech sono più resistenti alle malattie, e ciò porterà alla diminuzione dell'uso dei pesticidi. Questo, è falso ! Le piante transgeniche possono essere dotate di resistenza ad un numero limitato di agenti patogeni e quindi devono essere trattate anch'esse. Non si tiene, inoltre, conto che molti agenti patogeni sviluppano rapidamente meccanismi di aggressione alle piante sempre più potenti e quindi dovremmo creare continuamente nuove piante transgeniche, sempre più resistenti.
  L'unica verità, attualmente, è che queste politiche agricole hanno portato alla perdita di gran parte delle specie e delle varietà delle piante utilizzate localmente, da secoli, per alimentare le popolazioni, un patrimonio inestimabile di varietà genetica da cui genetisti e agricoltori hanno sempre attinto per creare, attraverso incroci, tutte quelle varietà che maggiormente si adattano alle situazioni pedoclimatiche ed agronomiche dei diversi territori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Va aggiunto che è indiscusso il danno che causano dal punto di vista ambientale; ci sono certezze in merito, mentre non ci sono certezze in merito alla sicurezza in ambito alimentare. Ad oggi, otto nazioni: Francia, Germania, Lussemburgo, Austria, Ungheria, Grecia, Bulgaria e Polonia, hanno già adottato delle clausole di salvaguardia per vietare le culture di organismi geneticamente modificati autorizzati nei loro territori. Il Senato della Repubblica ha recentemente approvato un ordine del giorno unitario, accolto dal Governo, in tema di organismi geneticamente modificati che si tradurrà, speriamo in breve termine, nell'emanazione di un decreto interministeriale del Ministero della salute e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  Con esso verrà disposto il divieto della coltivazione della varietà di mais MON810 sul territorio nazionale. Il Ministro De Girolamo, supportata dai Ministri Orlando e Lorenzin, si è espressa contro la diffusione degli OGM in Italia, ha parlato di contratto con i contadini. Questo le fa onore, signor Ministro, quello che però non ci convince è l'approccio del Presidente Letta, che si pone in totale contrapposizione. Ma se il Ministro dell'agricoltura, con l'appoggio degli altri colleghi, è favorevole ad una soluzione politica, ci chiediamo: dove sta il problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Negli ultimi anni il Governo ha puntualmente bypassato il Parlamento facendo continuo ricorso all'arma del decreto: bene, adesso avete la possibilità di utilizzare questo prezioso strumento non per gli interessi ad personam, ma per l'interesse di tutti gli italiani, e sarebbe anche ora ! È notizia di oggi che anche la Conferenza delle regioni – cito testualmente – chiede al Governo di attivare le procedure di emergenza, con la sollecita emanazione del conseguente provvedimento di divieto di coltivazione di OGM. Oggi il testo unico – forse non più tanto unico – di questa Pag. 78mozione, che trova tutti concordi, o trova più o meno tutti concordi, necessita di un impegno da parte del Governo, non confinato solo all'assenso dentro quest'Aula, ma volto ad interpretare un'azione decisa e rapida all'interno della Comunità europea per la salute e la salvaguardia dei suoi cittadini.
  Richiediamo la nostra sovranità agroalimentare. Concludo ringraziando i nostri attivisti, che ci hanno permesso di accendere i riflettori sulla semina OGM avvenuta in Friuli e quella che si sta tentando di effettuare in Toscana. Per questi incresciosi eventi, infatti, il MoVimento 5 Stelle ha fatto pressione affinché il tema fosse dibattuto immediatamente in Aula. La nostra votazione sarà difficile, perché oggi il Governo ci ha chiesto una riformulazione di questa mozione. Noi comprendiamo le intenzioni del Governo e rifletteremo a lungo su questa riformulazione, in questo breve momento che ci è stato concesso, in realtà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cenni. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

  SUSANNA CENNI. Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, io credo che noi abbiamo avuto, sia nei giorni scorsi che oggi, una discussione molto importante in quest'Aula, e considero un grande risultato che siamo riusciti a passare da sette differenti mozioni a un unico testo, sul quale tra poco ci pronunceremo.
  Voglio anche ricordare che il Partito Democratico è stata la prima forza che ha depositato una mozione su questa materia in Aula chiedendone la discussione, così come nella precedente legislatura ha fatto di questo tema uno dei suoi punti di impegno in Commissione agricoltura e non soltanto. Abbiamo rilevato un grande impegno di tutti i tutti i gruppi parlamentari, che io credo vada riconosciuto, e che vada riconosciuto anche dal Governo. Al Governo vorrei dire che noi ringraziamo la Ministra per le cose che, anche qualche minuto fa, ha voluto dirci a proposito dell'agricoltura italiana, delle sue dinamiche e della sua competitività, ma vorrei anche sommessamente dire al Ministro che in quest'Aula siamo molto consapevoli di cos’è l'agricoltura italiana. In quest'Aula siedono ex amministratori, competenze scientifiche, economiche, quindi siamo molto consapevoli del valore che l'agricoltura rappresenta nel nostro Paese. Anche per questo, con determinazione, noi abbiamo scritto nella nostra mozione che la strada da perseguire è quella della salvaguardia dell'agricoltura italiana, della tutela delle colture italiane, a partire dalle opportunità che, a nostro parere, le direttive e i regolamenti comunitari forniscono, e pronunciando quella strada che a nostro parere va perseguita, e cioè la clausola di salvaguardia.
  La clausola di salvaguardia è una strada che noi abbiamo chiesto di perseguire, che quasi tutti i Gruppi parlamentari hanno chiesto di perseguire, che gli agricoltori italiani hanno chiesto di perseguire, che i consumatori ci chiedono di perseguire.
  Ovviamente, tutelare la nostra agricoltura significa fare molte cose: significa lavorare per recuperare quei 60 miliardi sottratti all'agricoltura onesta attraverso la contraffazione, le agromafie, il falso made in Italy, ma significa anche orientarsi a tutelare le colture dai rischi che un'irresponsabile ingresso in transgenico potrebbe causare, distruggendo la vera competitività del nostro Paese, e cioè la sua biodiversità. Per far questo dobbiamo lavorare in Europa, occorrono coraggio e tempestività. Coraggio e tempestività, Ministro, perché lei, qualche giorno fa, ha annunciato la sua determinazione ad andare in questa direzione, lo ha fatto molto bene il Ministro Orlando, con parole coraggiose ed importanti. Ora, noi ci aspettiamo che queste strade vengano perseguite, come è stato annunciato in questi giorni, come abbiamo letto sui giornali, come questa mattina ha ricordato e ha deciso, ha chiesto la Conferenza delle regioni, con un ordine del giorno molto importante.Pag. 79
  Allora, muoversi in questa direzione significa sicuramente muoversi ai sensi dell'articolo 34 del Regolamento 1829 del 2003, nell'immediato bloccando l'ingresso nel nostro Paese, la messa a coltura del mais MON810, ma significa fare anche altro, perché è la strada più forte verso la clausola di salvaguardia.
  E noi abbiamo accettato, ed accettiamo la sua riformulazione, ma non vogliamo che questa riformulazione rappresenti un arretramento, perché questo sarebbe inaccettabile, coraggio e tempestività non significa violare le norme, noi non vogliamo violare le norme, ma se otto Paesi in Europa hanno perseguito questa strada, non crediamo che questa strada debba essere anche quella del nostro Paese, perché la nostra competitività la giochiamo lì, con la biodiversità e con la capacità di mettere in campo prodotti agroalimentari di grande qualità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, Ministro, noi accettiamo la sua riformulazione, ma le chiediamo di tornare in Parlamento a rendere conto di quel percorso, di quel percorso che lei ci chiede oggi di poter verificare, normativamente e giuridicamente.
  Il quadro normativo è molto confuso, ma la determinazione del nostro Paese per niente: noi, provo a dirla così, abbiamo un Paese chiaramente orientato contro l'ingresso degli OGM e abbiamo un groviglio normativo da sciogliere. Noi siamo stati eletti per risolvere questi problemi, così come lei, Ministro, e gli altri Ministri siete chiamati a dare risposta a questo problema. C’è una volontà chiara, che attende una risposta, ed anche quel vocabolo, quel principio di coesistenza che l'Unione europea ha indicato quale regola di convivenza tra colture transgeniche e convenzionali fa però i conti con un Paese con un elevato numero di prodotti a denominazione, di produzione biologica – ricordo che deteniamo il record per produzione biologica in Europa –, quel principio, condivisibile teoricamente, si rivela in pratica impossibile da garantire, proprio per queste caratteristiche.
  A me è capitato spesso di discutere anche con chi la pensa molto diversamente da me su questo tema, e molti dei temi che venivano ripresi anche prima dalla collega Lupo sono questioni che molto spesso ci sentiamo contrapporre, in questa dialettica. Allora, voglio affrontare un tema, che è il tema della ricerca, che è quello che puntualmente viene messo in campo in questa discussione. Anche questo veniva ricordato. Guardate, la ricerca in questo campo viene fatta da trent'anni, e viene fatta tanta ricerca soprattutto Oltreoceano, negli Stati Uniti, ma cosa ha prodotto questa ricerca in trent'anni ? Questa ricerca, intanto, rappresenta, se così si può dire, un’«innovazione vecchia», anche se sono davvero tanti anni che la si persegue: ha prodotto non più di quattro varietà significative che sono messe a coltura, e non siamo andati oltre a mais, a soia, a cotone, a colza. Le piante geneticamente modificate non producono più di quelle tradizionali, e lo dimostrano i dati, dati reperibili nel sito del Dipartimento agricoltura degli Stati Uniti, che monitora la produzione di mais e soia. Ed allora, colleghi, se le ricerche non hanno consentito di mettere a coltura altre piante, se le rese non sono cresciute, se non è diminuito l'uso dei diserbanti ed insetticidi, dove sta la ragione di questa scelta ?
  Io temo che quella ragione, purtroppo, si riduca al fatto che la ricerca, la produzione, la commercializzazione, la proprietà industriale dei semi sia sostanzialmente nelle mani di pochissime imprese che detengono il monopolio e sono sempre le stesse. Certo che c’è bisogno di più ricerca. Ma c’è bisogno di ricerca pubblica e di garanzie di imparzialità ed anche per questo noi dovremmo riflettere sul ruolo dell'EFSA, perché nelle valutazioni sugli OGM non si appoggia a laboratori indipendenti, ma chiede alle imprese produttrici di compiere analisi e test per valutare la sicurezza alimentare. C’è bisogno di ricerca e c’è bisogno di cambiamento, utili a supportare un rafforzamento del nostro agroalimentare. E il transgenico, cari colleghi, non rappresenta né una novità né un vero cambiamento, e non credo sia un Pag. 80caso se l'Unione europea oggi privilegia progetti di ricerca agricola innovativi dal punto di vista ecologico ed economico, che permettano di dare nuova forma al sistema alimentare e più importanza alla sostenibilità.
  Il futuro del nostro sistema agricolo ha bisogno di produzioni di cibo che evitino gli effetti perversi dell'agricoltura intensiva. E l'agricoltura italiana per reggere la concorrenza dovrà investire sulla fertilità dei suoli, sulla riduzione degli input energetici, sulla selezione delle varietà più adattabili ai mutamenti climatici, sul miglioramento delle qualità nutrizionali, con il grande obiettivo di continuare quel percorso già intrapreso: accrescere la qualità dei nostri prodotti e investire sulle loro peculiarità.
  Insomma, colleghi, alla fine del secolo scorso in Italia c'erano oltre 400 varietà di frumento. Nel 1996 solo 8 varietà di frumento duro costituivano l'80 per cento del seme messo a coltura. Questo non è il risultato della modernità, ma il «mercato delle sementi», monopolio di poche multinazionali, della perdita di biodiversità, di memoria, di conoscenza e di democrazia, sì, di democrazia, nell'accesso alle sementi e in buona parte del mondo alla sovranità alimentare ed è un percorso che non aiuta gli agricoltori, è un percorso che noi del PD vogliamo contrastare.
  In questi giorni il Presidente Letta si sta battendo per il nostro Paese in Europa, noi gli chiediamo di tener conto anche di tutto questo, di uno dei pochi comparti economici che continua a tenere rispetto alla crisi. Per questa ragione noi voteremo a favore del testo unificato, accetteremo le modifiche che sono state proposte dal Ministro, chiediamo a tutti i gruppi di fare uno sforzo per mantenere la nostra posizione unitaria, perché per la prima volta, dopo tanti anni, questa Aula può dire con forza che vuol difendere le proprie colture dall'ingresso di sementi transgenici e che vuol tutelare le proprie produzioni di qualità. Per questo annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà, per due minuti.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, mi fa piacere che sono solo due minuti, anche perché tanto non mi sarei comunque dilungato più di tanto, perché si sono spese talmente tante parole che è giunto il momento di esprimersi votando finalmente dopo settimane, settimane che stiamo attendendo un provvedimento, un provvedimento decisivo in quanto fra poche settimane avverrà l'impollinazione, questa impollinazione che potrebbe contaminare definitivamente la pianura padana e i campi di mais.
  Io vorrei soltanto citare Putin, Vladimir Putin, che ha commentato, con una sorprendente affermazione durante l'incontro con Kerry; ha detto una cosa semplice, ma molto forte credo, che potrebbe avvenire una guerra, cioè la necessaria conseguenza per fermare il Monsanto Protection Act. Il verbale scioccante relativo alla riunione del Presidente Putin del mese scorso con il segretario Kerry rivelano nel leader russo un'estrema indignazione sulle scelte di Obama, che ha continuato a garantire una protezione globale delle sementi, degli impianti di biogenetica dei giganti Syngenta e Monsanto, a fronte di una crescente apocalisse di api. Le api sono state sterminate negli Stati Uniti, l'80 per cento è morto, stanno studiando api meccaniche.
  L'area di libero scambio fra gli Stati Uniti e l'Europa è ciò che ci vogliono imporre, ciò che Snowden – o, come si pronuncia, non so – nel Datagate ha denunciato e fatto emergere come qualcosa di aberrante, la politica degli Stati Uniti nei nostri confronti. Non dobbiamo fare in modo che questo avvenga, e anche le dichiarazioni di Putin ci dovrebbero far rendere conto della gravità dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 81

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate della mozione all'ordine del giorno, nel senso di votare distintamente il secondo capoverso del dispositivo dalla restante parte della mozione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cenni ed altri n. 1-00015 (Ulteriore nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione del secondo capoverso del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Vecchio, Massimiliano Bernini, Nardella, Rizzo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  361   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  361.

  (La Camera approva – Vedi votazioni – Applausi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cenni ed altri n. 1-00015 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo. Il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Pilozzi, Spadoni, Bruno Bossio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  234   
   Astenuti  131   
   Maggioranza  118   
    Hanno votato  234.

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

Seguito della discussione della proposta di legge: Realacci ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali correlati (A.C. 67-A); e delle abbinate proposte di legge: Bratti ed altri; Pellegrino ed altri; Dorina Bianchi (A.C. 326-893-1043).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 67-A d'iniziativa dei deputati Realacci ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali correlati; e delle abbinate proposte di legge nn. 326, 893 e 1043 d'iniziativa dei deputati Bratti ed altri; Pellegrino ed altri; Dorina Bianchi.
  Ricordo che nella seduta dell'8 luglio 2013 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice è intervenuta in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A – A.C. 67-A).

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 67-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 67-A).
  Avverto che l'emendamento Mannino 1.11 è stato ritirato dalla presentatrice.Pag. 82
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DORINA BIANCHI., Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 1.100 e 1.101, ed esprime parere favorevole sull'emendamento Grimoldi 1.20.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  MARCO FLAVIO CIRILLO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, L'Abbate... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  353   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  353    

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 della Commissione, accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Vignaroli, Vecchio... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  358   
   Votanti  355   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  355    

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 1.20, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pes, Quaranta... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  358   
   Votanti  355   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  355    

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

  (La deputata Carocci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Nicchi... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  359   
   Votanti  356   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  356    

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

Pag. 83

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 67-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 67-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Verini, Duranti, Baldelli, Agostini, Luigi Gallo, Basso... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  357   
   Votanti  354   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  354    

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 67-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 67-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Manzi... Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  359   
   Votanti  356   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  356    

  (La Camera approva – Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 67-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 67-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Cardinale, Baruffi, Bellanova, Luciano Agostini, Roberta Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  353   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  353.    
  (La Camera approva – Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 67-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 67-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Carbone, Brandolin, Cardinale, Baruffi, Agostini, Gitti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  361   
   Votanti  358   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  357    
    Hanno votato no    1.    
  (La Camera approva – Vedi votazioni).

Pag. 84

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 67-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 67-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luciano Agostini, Nicchi, Antimo Cesaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  360   
   Votanti  356   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  356.    
  (La Camera approva – Vedi votazioni).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 67-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Mi informano che i gruppi hanno concordato dichiarazioni di voto celeri.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Non è presente, si intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Signor Presidente, è mia ferma intenzione raccogliere il consenso unanime dell'Aula, quindi chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Deputato Grimoldi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, siamo tutti d'accordo, anch'io mi fermo qui (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, intimorisco l'Aula facendo vedere l'intervento però, visto che abbiamo deciso tutti all'unanimità, quindi chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Deputato Causin, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, ci dichiariamo favorevoli all'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Se a qualcuno non interessa, può anche uscire...

  PRESIDENTE. Deputato, vada avanti !

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Ponendo però l'attenzione su quale debba essere il reale e soprattutto auspicabile significato di tale Commissione, cioè temporaneo ed emergenziale, un po’ come viviamo in questo Paese.
  La Commissione d'inchiesta è stata istituita continuativamente a partire dalla XII legislatura. Sin da allora, tale lavoro ha avuto il merito di porre l'attenzione sul tema relativo ai rifiuti e alle attività illecite connesse, che stava diventando sempre più allarmante in diverse regioni del nostro Paese a causa delle infiltrazioni criminali e delle emergenze sociali legate alle disfunzioni nella corretta gestione del ciclo dei rifiuti.
  Sono, dunque, passati molti anni dall'istituzione di quella prima Commissione, tuttavia, se scorriamo i temi trattati nelle Pag. 85relazioni periodiche allora prodotte, ci accorgiamo quanto avesse avuto quella Commissione lo sguardo lungo: nella relazione del 1995 ed in quelle immediatamente successive, si leggeva dell'emergenza legata alla discarica di Bellolampo in Sicilia, dei rifiuti radioattivi in Calabria, del problema della provincia campana di Caserta e di Acerra, così come non mancava il tema dello smaltimento dei rifiuti urbani e speciali tossici nell'area del milanese.
  Non devo aggiungere molto altro nel sottolineare la sconcertante attualità di quelle emergenze. Il tema «emergenza rifiuti» è dovuto essere, infatti, sempre oggetto di grande attenzione da parte del Parlamento, anche in ragione del fallimentare, benché prevalente, ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti, senza alcun preventivo trattamento. Tale soluzione, portata avanti in diverse regioni d'Italia, ha comportato problemi ambientali e sociali connessi rispettivamente alla pericolosità dei siti di discarica e alle conseguenti manifestazioni di disagio sociale della stessa popolazione legate all'ubicazione dei siti di smaltimento, spesso sfociate in disordini.
  Per quel che qui interessa, giova, soprattutto, rilevare il problema di ordine criminale connesso alle opzioni di mero smaltimento dei rifiuti: il trasferimento dei rifiuti verso siti di grandi dimensioni, lontani dal luogo della loro produzione, addirittura in altre regioni ed oggi in altri continenti, ha reso, infatti, più difficile la tracciabilità della movimentazione dei rifiuti stessi. È evidente per tutti che più i rifiuti percorrono chilometri per essere trasportati in luoghi di smaltimento e più sono soggetti a sparizioni volontarie, grazie a soggetti criminali in grado di abbassare i costi aziendali di imprenditori senza scrupoli, che intendessero sbarazzarsi dei loro rifiuti speciali e speciali pericolosi.
  Questo fine settimana, più di settanta parlamentari della Repubblica italiana del MoVimento 5 Stelle, abbiamo visitato alcune discariche presenti tra Napoli e Caserta. Questa zona è chiamata «Terra dei fuochi» perché si bruciano ogni giorno illegalmente rifiuti di ogni tipo, anche tossici, e, per questo, proliferano da anni malattie e morti. C’è una discarica in Campania che si chiama «Taverna del re», una «discarica al contrario» perché i rifiuti, anziché essere sotto terra, sono stati accumulati in piramidi formate da ecoballe, coperte da enormi teli neri su una superficie grande come 366 campi di calcio.
  Abbiamo ritenuto anche per questo opportuno presentare, a firma di Salvatore Micillo, mio collega, una proposta di legge sull'inasprimento delle pene relative ai reati ambientali per far valere finalmente il principio del «chi inquina paga», principio che nessun Governo è stato in grado, o ha voluto realmente, far rispettare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Dobbiamo rendere la Commissione, la cui istituzione è in discussione oggi, una vera arma dello Stato per combattere l'arroganza della criminalità e difendere il nostro diritto alla vita. È e sarà un obbligo della Commissione continuare ad audire i protagonisti della gestione dei rifiuti, di coloro che lavorano alla repressione dei reati ambientali e, soprattutto, continuare con le ispezioni e i monitoraggi a sorpresa, relativi alle attività connesse alla gestione dei rifiuti per acquisire nuove informazioni e per sollecitare un'ampia e continua attenzione da parte dell'opinione pubblica.
  Il MoVimento 5 Stelle ha presentato alcuni emendamenti per far sì che la previsione di pubblici momenti di informazione fosse inserita nella legge istitutiva; questa richiesta è stata sostanzialmente accolta. Spetterà, quindi, alla Commissione avvalersi di questa possibilità di trasparenza.
  Vorrei proseguire parlando dei problemi in tema di rifiuti, problemi che hanno subito delle modifiche con il passare il tempo. Alludo al tema del traffico transfrontaliero dei rifiuti che, negli ultimi anni, è divenuto un tema oggetto di allarme sociale per via della difficoltà nel controllare che i rifiuti spediti all'estero, soprattutto in Cina, siano effettivamente oggetto di operazioni di recupero e che non finiscano per tornare nel mercato Pag. 86italiano ed europeo sotto forma di prodotti tossici e pericolosi per la salute nostra e dei nostri figli, così come evidenziato da numerose inchieste della magistratura, oppure come i rifiuti trattati dagli inceneritori che escono sotto forma di polveri pericolose e vengono poi mandati in Germania, in una cava di salgemma, insieme ad altri rifiuti pericolosissimi.
  La cava di salgemma, come prevedibile, sta corrodendo i contenitori e sta causando altrove gravi problemi per l'ambiente. Ora, grazie al MoVimento 5 Stelle, è presente testualmente, nelle stesse funzioni assegnate dalla legge alla Commissione, il compito di individuare le specifiche attività illecite connesse al traffico transfrontaliero dei rifiuti, con particolare riferimento alle indagini tese all'individuazione dei rifiuti, anche pericolosi, in partenza dai nostri porti marittimi con destinazioni estere, e contestualmente svolgere indagini, di concerto con le autorità di inchiesta dei Paesi destinatari dei rifiuti, affinché i beni e prodotti realizzati a valle di processi di riciclo di materie prime e seconde ottenute dai rifiuti, allorché esportati e messi sul nostro mercato, rispondano effettivamente alle caratteristiche merceologiche e sanitarie della legge italiana.
   Il lavoro di questa Commissione che stiamo istituendo, avrà avuto successo se non ci sarà bisogno di istituire una nuova Commissione nella prossima legislatura, se avremo nel frattempo provveduto a legiferare e a monitorare sapientemente la gestione dei rifiuti tenendo conto dei modelli che ci indicano brillantemente altri Paesi europei. L'augurio è che già a partire dalla prossima legislatura tutti gli strumenti emergenziali e derogatori rispetto alla disciplina ordinaria non siano più necessari; che non sia più indispensabile un organismo di inchiesta parlamentare come la Commissione che oggi stiamo costituendo; che non vi sia più la necessità di procedere ad alcuna forma di commissariamento ad hoc, così come non sia più necessario che i reati connessi al ciclo dei rifiuti siano affidati alla direzione distrettuale antimafia a testimonianza, purtroppo, dello stretto legame tra attività criminale e gestione dei rifiuti.
  Mi rendo conto che ora è difficile, se non impossibile, ipotizzare tali strumenti ordinari tornando alla normalità, ma il senso della nostra presenza deve essere quello di provarci con determinazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, intendo ringraziare i colleghi della Commissione ambiente, il suo presidente e i colleghi che hanno dato luogo al testo che ha raccolto una serie di disegni di legge sull'argomento. Risparmio all'Aula, che pure ha così lungamente lavorato oggi, i contenuti del testo che consegno all'Aula, ed annunzio il voto favorevole del gruppo del PdL. Signor Presidente, chiedo quindi che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tino Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  TINO IANNUZZI. Signor Presidente, esprimo in maniera convinta il voto favorevole del Partito Democratico con una rapidissima considerazione. Siamo di fronte ad un pronunciamento unitario estremamente significativo dell'intera Assemblea per l'istituzione, anche in questa legislatura, della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. C’è stato un lavoro positivo svolto in Commissione con la guida della relatrice, che ringrazio, la collega Dorina Bianchi, con un testo unificato in cui sono confluite le proposte di diversi gruppi parlamentari, che si è sviluppato attorno al testo base che si lega alla proposta di una serie di colleghi di Pag. 87tante diverse espressioni politiche, ma che ha come primo firmatario il presidente della Commissione Ermete Realacci.
  Siamo di fronte ad una Commissione che ha funzioni fondamentali che sono quelle di indagare su tutte le attività illecite, molteplici e complesse che sono legate al ciclo dei rifiuti. Basti pensare che l'ultimo rapporto redatto da Legambiente in collaborazione con le forze dell'ordine e le autorità inquirenti, registra come nell'ultimo anno il giro d'affari della criminalità organizzata, accanto alle attività illecite e agli illeciti ambientali che hanno il loro cuore e la loro parte dominante proprio nella gestione del ciclo dei rifiuti – nell'invasività nel ciclo dei rifiuti – ammonta a circa 16 miliardi di euro, con oltre 300 clan malavitosi coinvolti.
  È evidente che è una Commissione che deve indagare e deve accertare il più possibile le infiltrazioni dei gruppi criminosi, della criminalità organizzata e della ecomafie in questo settore delicato. E noi abbiamo anche ampliato, in questa legislatura, l'ambito di attività e d'azione della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché l'abbiamo arricchita con il riferimento alle indagini sui traffici transfrontalieri, sulla gestione degli impianti di depurazione, sulle attività legate al mondo così complesso delle bonifiche e della gestione dei rifiuti radioattivi.
  E concludo sottolineando come questa Commissione deve avere un ruolo fondamentale, un ruolo essenziale, per dare indicazioni per costruire nel nostro Paese un ciclo moderno, integrato e funzionale dei rifiuti, perché la gestione dei rifiuti incrocia un servizio fondamentale per la stessa dignità e civiltà delle nostre comunità.
  E poi per dare un grande contributo sulla frontiera irrinunciabile e primaria della tutela della legalità...

  PRESIDENTE. Deputati, facciamo esprimere serenamente il deputato Iannuzzi, cortesemente.

  TINO IANNUZZI. ... un grande contributo sulla frontiera del rispetto della legalità, del rispetto delle regole e della lotta alla criminalità organizzata e alle ecomafie a tutti i livelli. Per queste ragioni, il Partito Democratico convintamente esprime il suo voto favorevole a questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Coordinamento formale – A.C. 67-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 67-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n.  67-A, «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali correlati», di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luciano Agostini, Vecchio, Mogherini, Madia, Benedetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  352   
   Votanti  349   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  349    
  (La Camera approva – Vedi votazioni).

Pag. 88

  Dichiaro così assorbite le proposte di legge A.C. 326, 893 e 1043.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Comunico che a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che la discussione generale del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 69 del 2013, A.C. 1248, in materia di rilancio dell'economia, avrà luogo giovedì 18 luglio al termine delle votazioni e il seguito dell'esame, con votazioni, da venerdì 19 luglio. Il seguito dell'esame della mozione concernente iniziative a salvaguardia del bilinguismo nella toponomastica della provincia autonoma di Bolzano, avrà luogo nel pomeriggio di martedì 16 luglio con priorità rispetto agli altri argomenti già previsti.

Sull'ordine dei lavori (ore 19).

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, gentili colleghi, oggi è il compleanno di Domenico Beneventano. Forse non a tutti questo nome dice molto, ma è sicuramente nostro dovere ricordarlo qui. Domenico ha dedicato la sua vita agli altri, come medico, innanzitutto, ma non solo. Voleva curare la sua terra, tutelarla, preservarla da un male che non la rendeva e non la rende tuttora libera.
  Combatteva la camorra, Domenico Beneventano, ogni giorno, nella sua Ottaviano. E chi non associa a questa cittadina, alle pendici del Vesuvio, l'immagine e le azioni di personaggi sinistri ? Domenico era nato nel 1948, lo stesso anno della nostra Costituzione. Oggi avrebbe compiuto 65 anni se un agguato di chiaro stampo camorristico non avesse spezzato la sua vita e il suo impegno nel 1980.
  Vogliamo ricordarlo oggi in quest'Aula perché la sua è stata una morte senza giustizia, quasi una beffa per un uomo che, in un percorso di coraggio e generosità, aveva ricercato di continuo la giustizia. Vogliamo ricordare il suo impegno nella tutela della sua terra: sue le battaglie per una giusta e trasparente gestione dei rifiuti e per difendere il Vesuvio e il Monte Somma dall'irresponsabile consumo di suolo. Ripensiamo alla sua figura di medico, sempre in viaggio nel nostro Sud per curare gratuitamente i più deboli.
  Domenico Beneventano è una persona che rappresenta la sua e la nostra Campania e la sua Ottaviano molto più di tanti tristi e violenti figuri. Bisogna festeggiare il fatto che nascano persone così. È da uomini come Beneventano che dobbiamo trarre ispirazione nel nostro agire quotidiano all'interno delle istituzioni. Ispiriamoci a persone che hanno avuto il coraggio di darsi e di dare. Buon compleanno, dottor Domenico Beneventano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARIO MARAZZITI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Onorevoli colleghi, oggi si è diffusa una notizia importante, cioè che con un motu proprio Papa Francesco ha introdotto il delitto di tortura e ha abolito l'ergastolo, e questa pena inumana è stata portata a 30-35 anni di reclusione.
  Secondo me, in un momento in cui il nostro Parlamento ha avuto la forza di iniziare un percorso per ripensare il tema della sicurezza e della pena, dell'umanizzazione del carcere ma anche della certezza della pena e della riabilitazione in un modo adeguato al nostro Paese e alla nostra storia, credo che la forza e il coraggio di Papa Francesco siano uno stimolo ulteriore per il percorso che ci aspetta nell'andare avanti in una riforma profonda del sistema carcerario e del sistema delle pene (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

Pag. 89

  CHIARA GAGNARLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, volevo sollecitare il Governo a mettere in atto concretamente gli impegni presi con la mozione Speranza ed altri n. 1-00067. Una mozione che tutti i gruppi parlamentari hanno sottoscritto e che impegna il Governo a porre in essere tutte le azioni possibili per arginare ed evitare il fenomeno della violenza contro le donne.
  È trascorso oltre un mese dall'approvazione dell'atto ma nulla, al momento, è stato avviato.
  I problemi di questo attendismo governativo si riscontrano negli enti locali, poichè, a fronte di casi che aumentano di giorno in giorno – anche grazie alla maggiore consapevolezza da parte delle donne di poter chiedere aiuto – le risorse a disposizione dei comuni sono sempre meno consistenti.
  La segnalazione, oggi, ci arriva dai comuni dell'aretino che lamentano la mancanza delle risorse economiche necessarie per far fronte alla richiesta di donne che hanno bisogno di essere aiutate o accolte, magari prima che sia troppo tardi; ma non possiamo certo illuderci che nel resto d'Italia vada diversamente.
  Ci rendiamo conto della crisi economica e che i primi ad essere colpiti da questa crisi sono gli enti locali, ma proprio per questo riteniamo fondamentale il ripristino del Fondo contro la violenza sulle donne. Un Fondo che ha proprio lo scopo di agevolare la realizzazione di sportelli antiviolenza, centri di ascolto, che ancora troppo spesso sono lasciate al volontariato di piccole associazioni, ma che avrebbero bisogno di risorse economiche dedicate.
  Per questo chiediamo al Governo di non dimenticare gli impegni presi e di attivarsi quanto prima per ripristinare le risorse necessarie per garantire alle donne in difficoltà la tutela e la protezione a cui hanno diritto.

  GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, mi ero ripromesso di non parlare, però ho sentito il penultimo intervento e volevo sottolineare una cosa. Con tutto il rispetto per il Santo Padre, ho sentito la questione di quello che sono le sue azioni giuste, per quello che lui ritiene. Però, vorrei sottolineare un aspetto: c’è un piccolo Stato, il più piccolo Stato del mondo, che è la Città del Vaticano, dove il reato di immigrazione clandestina, la clandestinità esiste. Provate a vedere se nella Città del Vaticano esiste un «vu’ cumprà»; provate a vedere se c’è qualcuno non in regola nella Città del Vaticano. Questo per sottolineare che va bene quello che dice il Santo Padre, che giustamente può fare le prediche che ritiene opportune però, alla fine, proprio nella Città del Vaticano, le regole che lui dice vengono poi sostanzialmente applicate in maniera molto ferrea.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 12 luglio 2013, alle 9.

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 19,10.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI PAOLO GRIMOLDI, ANDREA CAUSIN E COSIMO LATRONICO SULLA PROPOSTA DI LEGGE N. 67-A

  PAOLO GRIMOLDI. Presidente, colleghi ! Come già avvenuto nelle scorse legislature, le proposte di legge in esame prevedono l'istituzione di una Commissione d'inchiesta bicamerale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
  È noto a tutti che dietro la cattiva amministrazione del ciclo dei rifiuti e la Pag. 90mancanza di trasparenza nella relativa gestione si nasconde la criminalità organizzata che, insieme alla complicità e alla connivenza di altri soggetti e spesso anche degli organi di controllo, compie affari e devastazioni ambientali difficili da risanare.
  Il nostro gruppo vede pertanto favorevolmente l'istituzione della Commissione d'inchiesta che deve proseguire l'impegno del Parlamento, iniziato nella XIII legislatura e permettere di approfondire le tematiche dei rifiuti e delle connesse attività illecite, fornendo al legislatore indicazioni per coordinare e correggere la normativa vigente secondo le esigenze degli operatori e degli organi di controllo.
  Si tratta di un argomento che ha notevoli ripercussioni sulla vita sociale ed economica del Paese.
  Le difficoltà che incontrano le amministrazioni comunali nell'imporre e controllare un'organizzazione efficiente del sistema integrato del ciclo dei rifiuti rende questo settore uno dei più vulnerabili alle infiltrazioni della criminalità organizzata e alla diffusione di pratiche illegali.
  Negli ultimi anni assistiamo sempre più a convogli di camion di rifiuti che si spostano da Sud a Nord e viceversa, soprattutto, verso l'estero, con modalità operative, sempre più caratterizzate da processi di compenetrazione di circuiti illeciti.
  Spesso, è rilevante il ruolo delle istituzioni pubbliche nella gestione e regolazione del territorio.
  Spesso, le amministrazioni locali hanno gravi responsabilità, insieme ad una vasta schiera di imprenditori, professionisti, tecnici e funzionari, che permettono comportamenti opportunistici e accordi collusivi di vario tipo, che sfociano nel successo delle «eco camorre» e «ecomafie» .
  E ciò significa distruzione del territorio, uso dissennato delle risorse naturali, devastante consumo di suolo, discariche abusive, roghi di rifiuti che spandono diossine nella catena alimentare, danni ambientali irreparabili.
  Si tratta di una situazione difficile e gravemente compromessa, che occorre recuperare, perché, altrimenti vedremmo sempre più compromesso il nostro delicato sistema ambientale.
  Nella scorsa legislatura con l'introduzione di un sistema di tracciabilità dei rifiuti, il SISTRI, si è cercato di incidere su un punto fondamentale del processo di gestione dei rifiuti. Ciò, in linea con i più recenti indirizzi normativi comunitari, ivi compresa la direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, che prevede l'obbligo per gli Stati membri di adottare misure volte a garantire la tracciabilità dei rifiuti pericolosi dalla produzione alla destinazione finale. Il prioritario obiettivo che il Governo ha inteso conseguire con il sistema SISTRI è stato quello della lotta ai fenomeni di illegalità, giacché esso poteva fornire, in tempo reale, le informazioni necessarie sulla movimentazione dei rifiuti, in modo da consentire un rigoroso controllo della gestione dei rifiuti da parte delle autorità di controllo.
  Purtroppo, la complessità del sistema, basato su metodi elettronici complessi e difficilmente applicabili dagli operatori, e l'estensione indiscriminata del sistema di tracciabilità anche sui rifiuti non pericolosi e anche su quantità e categorie di operatori privi di importanza per lo scopo della regressione dei fenomeni criminali, ha fatto fallire il sistema che, in pratica, impediva di lavorare agli operatori onesti senza smascherare gli affari di quelli disonesti.
  È chiaro che occorre individuare e limitare la commistione di illeciti e le infiltrazioni delle criminalità organizzata nel settore del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti. Come la stessa Commissione d'inchiesta nella scorsa legislatura ha osservato, il punto, per così dire, debole nel procedimento di smaltimento dei rifiuti è rappresentato proprio dalla mancanza di un sistema idoneo al tracciamento degli stessi.
  Attendiamo che il Governo, anche sulle indicazioni della nuova Commissione d'inchiesta adotti soluzioni concrete, semplici e fattibili per un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti.Pag. 91
  Il testo della proposta di legge è stato arricchito dal lavoro svolto nella Commissione Ambiente della Camera con un ampliamento delle attività della Commissione d'inchiesta agli illeciti ambientali correlati al ciclo dei rifiuti, con particolare riferimento al ruolo svolto dalla criminalità organizzata, al traffico dei rifiuti nel Paese e verso altre nazioni, al riciclo di materie provenienti da rifiuti, alla gestione dei rifiuti pericolosi e dei rifiuti radioattivi, alle attività di bonifica, agli impianti di depurazione delle acque e allo smaltimento dei fanghi di depurazione.
  In particolare è stata esplicitata l'attività della Commissione d'inchiesta in ordine al traffico transfrontaliero dei rifiuti, prevedendo la possibilità per la Commissione di collaborare con le autorità d'inchiesta dei paesi destinatari dei rifiuti, con particolare riferimento alle materie prime seconde ottenute dai rifiuti esportati che qualora rientrino nel nostro Paese devono effettivamente rispondere alle caratteristiche merceologiche e sanitarie previste dalle leggi nazionali.
  Riteniamo corretta l'impostazione del testo che, come quello della scorsa legislatura pone in particolare rilievo l'attività di verifica dell'attuazione della normativa vigente sulla materia di gestione dei rifiuti «pericolosi» e delle attività illecite connesse a tale gestione. In questo modo la Commissione d'inchiesta può meglio concentrarsi sulle indagini connesse al traffico dei rifiuti pericolosi e ai risvolti ambientali di tale attività. Si spera che il testo proposto in questa legislatura possa permettere alla Commissione d'inchiesta sui rifiuti di svolgere effettivamente i compiti d'inchiesta per i quali essa viene istituita e di produrre i risultati attesi dal Parlamento e dai cittadini.
  Il nostro gruppo riconosce l'esigenza di concludere un lavoro che la Commissione d'inchiesta ha iniziato già dalla XIII legislatura e auspica che l'istituzione di una nuova Commissione d'inchiesta potrà raggiungere nella presente legislatura risultati concreti contro la criminalità organizzata immischiata con il ciclo dei rifiuti, allo scopo di permettere al Parlamento di adottare soluzioni legislative valide per rimuovere le disfunzioni.

  ANDREA CAUSIN. Le cronache giudiziarie di questi anni hanno fatto emergere un quadro inquietante rispetto a quanto accade relativamente al ciclo dei rifiuti.
  Nonostante normative sempre più stringenti e l'azione inquirente sempre più efficace la salute dei cittadini e l'equilibrio ambientale delle nostre comunità rimane a rischio a causa dei ripetuti illeciti.
  L'azione di monitoraggio, di conoscenza e di contrasto di questo fenomeno non può e non deve essere interrotta.
  L'Istituzione della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti non è un fatto nuovo, poiché già dalla XII° legislatura si è scelto di adottare questo tipo di strumenti.
  Rispetto alla precedente legislatura si è scelto di operare in senso «estensivo» attribuendo alla commissione la competenza di indagine e controllo anche su altri reati di tipo ambientale.
  In particolare appare particolarmente significativo il nuovo ambito di azione della commissione: indagini sulle attività illecite nel settore dei rifiuti anche relativi ai trasporti transfrontalieri; verifica dei comportamenti illeciti della Pubblica Amministrazione o dei soggetti pubblici e privati operanti nel ciclo dei rifiuti; verifica delle attività illecite riferite ai siti inquinanti o soggetti a bonifiche; verifica della corretta attuazione delle norme in materia.
  Per tali ragioni e anche per confermare una stringente attenzione rispetto alle sempre più frequenti relazioni tra la criminalità organizzata e alcuni soggetti che operano nel ciclo dei rifiuti esprimiamo il nostro voto positivo al provvedimento.

  COSIMO LATRONICO. Con questa proposta di legge istituiamo ancora una volta in questa legislatura una Commissione parlamentare di inchiesta per vigilare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali connessi.
  Si è discusso sulla utilità di questa nuova istituzione, dopo 16 anni dalla sua Pag. 92prima costituzione da parte del Parlamento, ritenendo che un fenomeno, una materia indagata dovesse giungere alla conclusione delle sue attività di indagine con indicazioni definitive al Parlamento.
  Si è anche potuto considerare a questo proposito l'utilità della commissione per il contributo concreto offerto nella scorsa legislatura finalizzato ad illuminare fenomeni ed emergenze gravi dal punto di vista ambientale: i dossier sul riciclaggio dei prodotti plastici provenienti dalla Cina, il traffico transfrontaliero dei rifiuti, il traffico marittimo con destinazioni estere, il riciclo di materie ottenute dai rifiuti per verificare le caratteristiche merceologiche e sanitarie dei prodotti medesimi ed il rispetto della Legislazione Italiana ed Europea.
  Le grandi emergenze territoriali connesse all'inesistenza di un sistema legale di smaltimento e di trattamento dei rifiuti industriali e nocivi che si trascina da troppi anni a danno di molte regioni del Sud, come la Campania, la Sicilia, la Calabria, con l'ingresso in questa filiera della criminalità organizzata che agisce e realizza profitti a danno della salute delle persone e della salubrità ambientale.
  La Commissione ha operato per rendere più chiare aree grigie e di opacità, per fornire impulso alla autorità giudiziaria, che ha agito con azioni di contrasto delle illegalità, per fornire suggerimenti al Parlamento ed al Governo per costruire un corpo normativo efficace e sempre più orientato a fare del ciclo dei rifiuti non una riserva del malaffare, ma una opportunità per migliorare la cultura del riuso, del riciclo, della sostenibilità ambientale, delle attività di smaltimento. Per illustrare anche attraverso azioni di divulgazione e di informazione le buone pratiche, i sistemi intelligenti che pure funzionano in alcune regioni d'Italia e di Europa.
  Denunciare le patologie e le distorsioni, suggerire strumenti sempre più efficaci di contrasto anche dal punto di vista legislativo e, nello stesso tempo, segnalare esperienze positive nel trattamento dei rifiuti che promuovano sistemi intelligenti e sostenibili, che difendano l'ambiente e creino occasioni per generare opportunità di impresa e per realizzare ricchezza. Sarà il compito delle istituende Commissioni.
  La criminalità e l'illegalità, che gestiscono la filiera dei rifiuti, si inserisce nelle disattenzioni dei pubblici poteri, nell'assenza di un quadro di impiantistica che agevoli la differenziazione dei rifiuti, il riciclo intelligente degli stessi, nel ritardo imperdonabile con cui molte regioni hanno affrontato le problematiche non attuando un sistema moderno ed efficiente di trattamento dei rifiuti prodotti nelle singole regioni.
  Omissioni prolungate che hanno causato l'insorgere di emergenze ambientali clamorose, che hanno determinato il presupposto dei diversi commissariamenti che tutti auspichiamo che vengano superati una volta raggiunti i traguardi della normalità.
  Sarà interessante compiere una verifica dello stato di attuazione delle normative comunitarie, sono diverse le procedure di infrazione che pendono a carico del nostro paese, sullo stato di attuazione delle normative vigenti, a cominciare dal sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi, il Sistri, che è rimasto inattuato per la sua complessità, alla ricerca di un sistema idoneo e realizzabile di tracciamento dei rifiuti.
  Non si dovrebbe più assistere a rifiuti industriali che si producono a mille chilometri di distanza dal luogo di smaltimento.
  Questo traffico che si sviluppa con la pericolosità ed i rischi immaginabili, in lungo ed in largo nella nostra penisola va indagato e limitato in ossequio al principio che va attuato, che chi produce ha il dovere di smaltire quanto produce, possibilmente nel luogo della produzione.
  Sono tutte queste le ragioni che ci fanno ritenere, come hanno opportunamente evidenziato la relatrice onorevole Dorina Bianchi e il collega onorevole Paolo Alli nei loro articolati interventi, utile e necessario il lavoro che la Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti dovrà svolgere, in continuità con le esperienze delle passato e con l'ambizione di costruire un moderno sistema di smaltimento che superi Pag. 93i modelli tradizionali, tuteli l'ambiente e la salute, e che sia occasione preziosa di crescita per il sistema imprenditoriale italiano.
  Si pensi solo al piano per la bonifica dei siti inquinati, quale opportunità in termini di lavoro e di occupazione potrebbe offrire se riuscissimo a concretizzarlo superando pastoie ed inerzie burocratiche che bloccano le realizzazioni attese dalle comunità da anni, nonostante tutti siano consapevoli che in questi casi il tempo è una variabile che accresce i danni per le persone esposte e per i luoghi contaminati da fonti inquinanti.
  Un ringraziamento da ultimo al presidente Realacci che con tempismo ha portato all'esame della Commissione e dell'Aula la necessità di questa opportuna iniziativa legislativa che pone un tassello ulteriore per una politica ambientale attiva e promotrice di uno sviluppo sostenibile.

Pag. 94

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1139-A - em. 1.217 487 486 1 244 18 468 53 Resp.
2 Nom. em. 1.208 488 487 1 244 18 469 53 Resp.
3 Nom. em. 1.300 494 494 248 35 459 52 Resp.
4 Nom. em. 1.2, 1.20 493 493 247 136 357 51 Resp.
5 Nom. em. 1.201 498 498 250 136 362 51 Resp.
6 Nom. em. 1.210 499 499 250 134 365 51 Resp.
7 Nom. em. 1.5 503 503 252 137 366 51 Resp.
8 Nom. em. 1.6 507 472 35 237 101 371 50 Resp.
9 Nom. em. 1.9 511 510 1 256 138 372 49 Resp.
10 Nom. em. 1.7 509 509 255 140 369 49 Resp.
11 Nom. em. 1.10 514 514 258 138 376 49 Resp.
12 Nom. em. 1.4 512 512 257 138 374 49 Resp.
13 Nom. em. 1.212 rif. 515 515 258 513 2 48 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.12 510 510 256 105 405 47 Resp.
15 Nom. em. 1.57 514 514 258 144 370 47 Resp.
16 Nom. em. 1.29 518 517 1 259 159 358 47 Resp.
17 Nom. em. 1.36 511 510 1 256 157 353 47 Resp.
18 Nom. em. 1.1 513 513 257 142 371 47 Resp.
19 Nom. em. 1.215 513 511 2 256 21 490 47 Resp.
20 Nom. em. 1.202 511 511 256 149 362 47 Resp.
21 Nom. em. 1.214 519 518 1 260 15 503 47 Resp.
22 Nom. em. 1.203 515 509 6 255 49 460 47 Resp.
23 Nom. em. 1.38 517 517 259 138 379 47 Resp.
24 Nom. em. 1.42 515 514 1 258 20 494 47 Resp.
25 Nom. em. 1.43 513 512 1 257 136 376 47 Resp.
26 Nom. em. 1.46 512 511 1 256 154 357 47 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.52 rif. 516 515 1 258 154 361 46 Resp.
28 Nom. em. 1.53 513 513 257 151 362 46 Resp.
29 Nom. em. 1.56 519 518 1 260 20 498 46 Resp.
30 Nom. em. 1.220 518 517 1 259 104 413 46 Resp.
31 Nom. em. 1.301 516 515 1 258 34 481 46 Resp.
32 Nom. em. 1.74 513 513 257 148 365 46 Resp.
33 Nom. em. 1.224 513 510 3 256 140 370 46 Resp.
34 Nom. em. 1.80 514 514 258 135 379 46 Resp.
35 Nom. em. 1.81 509 509 255 138 371 46 Resp.
36 Nom. em. 1.225 509 509 255 147 362 46 Resp.
37 Nom. em. 1.302 510 408 102 205 32 376 46 Resp.
38 Nom. em. 1.221 515 515 258 140 375 46 Resp.
39 Nom. em. 1.88 515 513 2 257 141 372 46 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.205 520 520 261 143 377 46 Resp.
41 Nom. em. 1.90 521 417 104 209 39 378 46 Resp.
42 Nom. em. 1.92 520 519 1 260 141 378 46 Resp.
43 Nom. em. 1.303 523 523 262 145 378 46 Resp.
44 Nom. em. 1.222 523 523 262 142 381 47 Resp.
45 Nom. em. 1.600 525 421 104 211 385 36 46 Appr.
46 Nom. em. 1.100 518 518 260 146 372 46 Resp.
47 Nom. em. 1.105 521 521 261 108 413 46 Resp.
48 Nom. em. 1.106, 1.223 518 517 1 259 119 398 46 Resp.
49 Nom. em. 1.112 510 510 256 140 370 46 Resp.
50 Nom. em. 1.550 517 517 259 510 7 46 Appr.
51 Nom. em. 1.227 515 513 2 257 144 369 46 Resp.
52 Nom. em. 1.116 518 513 5 257 154 359 46 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 1.117 513 513 257 136 377 46 Resp.
54 Nom. em. 1.119 505 505 253 138 367 46 Resp.
55 Nom. em. 1.120 512 512 257 141 371 46 Resp.
56 Nom. articolo agg. 1.03 509 508 1 255 137 371 46 Resp.
57 Nom. em. 2.201 507 506 1 254 103 403 46 Resp.
58 Nom. em. 2.3 505 505 253 118 387 46 Resp.
59 Nom. em. 2.214 510 373 137 187 25 348 46 Resp.
60 Nom. em. 2.500 510 509 1 255 486 23 46 Appr.
61 Nom. em. 2.6 510 510 256 157 353 46 Resp.
62 Nom. em. 2.7 500 500 251 162 338 46 Resp.
63 Nom. em. 2.8 506 506 254 159 347 46 Resp.
64 Nom. em. 2.9 503 503 252 501 2 46 Appr.
65 Nom. em. 2.203 505 501 4 251 182 319 46 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo agg. 2.0550 505 505 253 497 8 46 Appr.
67 Nom. articolo agg. 2.0500 507 502 5 252 501 1 46 Appr.
68 Nom. articolo agg. 2.011 500 499 1 250 141 358 46 Resp.
69 Nom. em. 2-bis.201 499 495 4 248 43 452 46 Resp.
70 Nom. em. 2-bis.200 502 502 252 498 4 46 Appr.
71 Nom. em. 1.601 348 260 88 131 260 56 Appr.
72 Nom. odg 9/1139-A/13 441 435 6 218 95 340 56 Resp.
73 Nom. ddl 1139-A - voto finale 445 411 34 206 299 112 51 Appr.
74 Nom. Moz.Cenni e a. n.1-00015 rif. p.I 365 361 4 181 361 50 Appr.
75 Nom. Moz.Cenni e a. n.1-00015 rif. p.II 365 234 131 118 234 50 Appr.
76 Nom. Pdl 67-A e abb. - em. 1.100 356 353 3 177 353 50 Appr.
77 Nom. em. 1.101 358 355 3 178 355 50 Appr.
78 Nom. em. 1.20 358 355 3 178 355 50 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 85)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo 1 359 356 3 179 356 50 Appr.
80 Nom. articolo 2 357 354 3 178 354 50 Appr.
81 Nom. articolo 3 359 356 3 179 356 50 Appr.
82 Nom. articolo 4 356 353 3 177 353 50 Appr.
83 Nom. articolo 5 361 358 3 180 357 1 50 Appr.
84 Nom. articolo 6 360 356 4 179 356 50 Appr.
85 Nom. Pdl 67-A e abb. - voto finale 352 349 3 175 349 50 Appr.