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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 21 di mercoledì 22 maggio 2013

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 15.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Brunetta, Caparini, Dellai, Fassina, Ferranti, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Letta, Merlo, Migliore, Pisicchio, Rigoni, Sani, Simoni e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  Pertanto i deputati in missione sono complessivamente quarantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della difesa, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie e il Ministro dell'interno.

(Iniziative per garantire il controllo nazionale dell'infrastruttura di rete e i livelli occupazionali di Telecom Italia, con particolare riferimento all'ipotesi di aggregazione di quest'ultima con 3 Italia – n. 3-00070)

  PRESIDENTE. Il deputato Paolo Nicolò Romano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00070, concernente iniziative per garantire il controllo nazionale dell'infrastruttura di rete e i livelli occupazionali di Telecom Italia, con particolare riferimento all'ipotesi di aggregazione di quest'ultima con 3 Italia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  PAOLO NICOLÒ ROMANO. Signor Presidente, signor Ministro, deputati colleghi, domani è prevista un'importante riunione del consiglio di amministrazione di Telecom Italia, considerata determinante per il suo futuro. Il consiglio di amministrazione dovrà, infatti, prendere una decisione che non ha precedenti in Europa, ossia lo scorporo della rete infrastrutturale dalle attività commerciali attraverso la costituzione di una new company, aperta all'investimento della Cassa depositi e prestiti.
  Tale divisione è fortemente voluta dal management Telecom per aumentare il rating aziendale e diminuire il suo colossale debito, che, al 31 marzo 2013, ha raggiunto quasi 29 miliardi di euro. La Pag. 2situazione del debito della Telecom è talmente grave che, oltre all'operazione dello scorporo, il consiglio di amministrazione ha autorizzato l'avvio di un tentativo di aggregazione con l'operatore 3 Italia, di proprietà della potente holding cinese Hutchison Whampoa; ipotesi, questa, che ha già fatto scatenare forti reazioni politiche per le implicazioni che avrebbe sul piano della sicurezza nazionale.
  Signor Ministro, due giorni fa il Presidente Letta ha ricevuto a Palazzo Chigi...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  PAOLO NICOLÒ ROMANO. ...Franco Bernabè – un attimo –, presidente di Telecom Italia, proprio per avere notizie in merito alle importanti decisioni che saranno prese domani dal consiglio di amministrazione. Le chiediamo, pertanto, di sapere quali iniziative il Governo intenda adottare per salvaguardare un asset strategico per il nostro Paese come l'infrastruttura di rete del nostro sistema di telecomunicazioni.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, onorevole Romano, sono tre le linee direttrici a cui si ispira il Governo nella condotta relativa alla questione che lei ha posto. La prima è la certezza che la rete di telecomunicazioni è un asset strategico per la sicurezza, la crescita e la competitività dell'intero sistema Paese. La seconda è dovuta alla considerazione che l'azienda è un'azienda autonoma e che stiamo parlando di un'azienda privata quotata in Borsa. Infine, la terza è il rispetto del ruolo che, in aderenza allo statuto e alla nuova conformazione, ha assunto la Cassa depositi e prestiti, i cui investimenti devono risultare profittevoli in un'ottica di crescita e di sviluppo del Paese.
  In questi termini, il tema della separazione della rete di accesso di Telecom Italia costituisce un argomento, quindi, estremamente delicato e il problema della possibilità per lo Stato di intervenire con poteri speciali, la cosiddetta golden share, nei settori considerati strategici è stato, come noto, oggetto di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea, che ha recentemente portato a una riforma di questo strumento nei settori individuati ai sensi della legge 11 maggio 2012, n. 56.
  Non è stato ancora varato il previsto decreto del Presidente della Repubblica che deve individuare le attività di rilevanza strategica oggetto di applicazione delle previste tutele. Resta fermo, tuttavia, in attesa di tale regolamentazione, il potere dello Stato di intervenire a tutela di interessi essenziali per la sicurezza e lo sviluppo infrastrutturale del Paese.
  Telecom Italia, in qualità di operatore dotato di significativo potere di mercato nei mercati di comunicazioni elettroniche e di accesso alla rete fissa, è soggetta a una serie di obblighi regolamentari stabiliti dall'Agcom con proprie delibere, peraltro in fase di revisione.
  In tale contesto assume quindi un particolare significato l'articolo 50-ter del codice delle comunicazioni elettroniche, che disciplina l'ipotesi di separazione volontaria da parte di una impresa verticalmente integrata, stabilendo che le imprese designate quali detentrici di significativo potere di mercato devono informare l'Autorità nel caso in cui intendano trasferire i loro beni relativi alla rete di accesso o una parte significativa degli stessi a un soggetto giuridico separato, sotto controllo di terzi, ovvero istituire un'entità commerciale separata per fornire a tutti gli operatori al dettaglio prodotti di accesso pienamente equivalenti, al fine di consentire all'Autorità di valutarne l'effetto.
  Si segnala che il tema delle misure di separazione della rete di accesso degli operatori con significativo potere di mercato è oggetto di discussione anche a livello europeo.
  Concludo: il Governo assicura il massimo impegno per porsi come costante e attento riferimento per tutti gli operatori Pag. 3economici coinvolti, a garanzia sia degli attuali livelli occupazionali, oggi assicurati da Telecom, sia per la tutela della sicurezza della rete e dello sviluppo tecnologico del Paese.

  PRESIDENTE. Il deputato Paolo Nicolò Romano ha facoltà di replicare per due minuti.

  PAOLO NICOLÒ ROMANO. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, non posso ritenermi particolarmente soddisfatto perché molteplici sono gli aspetti ancora poco chiari relativi al futuro della più importante compagnia di telecomunicazioni del nostro Paese.
  Ad esempio, non è chiara la posizione che la new company avrà nei confronti degli ingenti debiti di Telecom. Cassa depositi e prestiti ha già annunciato di essere interessata ad investire nello sviluppo della fibra ottica e non a stanziare risorse per rimborsare il debito. Quindi, rimane il dubbio di chi e come si farà carico dell'enorme debito.
  Non sono chiari, inoltre, i poteri che lo Stato si riserverà nei confronti della new company che gestirà l’asset infrastrutturale. Le nuove norme sulla golden share, varate dall'Esecutivo Monti nel 2012 per adeguarsi alle prescrizioni europee, concedono al Governo poteri limitati e solo di natura preventiva. Quindi, in che modo lo Stato intende salvaguardare l'infrastruttura di rete del nostro sistema di telecomunicazioni ?
  Non è chiaro poi l'impatto che lo scorporo avrà sul livello occupazionale dell'azienda. Parliamo di quasi 55 mila dipendenti Telecom solo in Italia, quindi è facile comprendere le preoccupazioni dei sindacati e dei lavoratori per i possibili ulteriori tagli al personale, dopo quelli già previsti per il biennio 2013-2014, con la messa in mobilità di 2.750 lavoratori.
  Non ultimo, non è chiaro chi, fra i due nuovi soggetti, avrà la titolarità sugli 80 brevetti di Telecom Italia Lab e sui 600 brevetti registrati che hanno permesso al gruppo Telecom di ritagliarsi comunque un ruolo di avanguardia nel settore delle telecomunicazioni e che, nel caso di ingresso del colosso cinese nel board del gruppo, rischiano di essere sfruttati da una potenza economica straniera, impoverendo la nostra capacità di innovazione in un settore considerato strategico, non solo per la nostra sicurezza nazionale, ma anche per il rilancio economico e occupazionale del nostro Paese.
  Su tutti questi aspetti avremmo voluto delle risposte da parte del Governo. Da parte nostra continuerà ad essere massima l'attenzione sul futuro di Telecom Italia. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Intendimenti del Governo in merito a problematiche inerenti alla compensazione tra crediti certificati nei confronti della Pubblica Amministrazione e debiti tributari e previdenziali delle imprese – n. 3-00071)

  PRESIDENTE. Il deputato Marcello Tagliatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00071, concernente intendimenti del Governo in merito a problematiche inerenti alla compensazione tra crediti certificati nei confronti della pubblica amministrazione e debiti tributari e previdenziali delle imprese (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Ministro, egregi colleghi, sia il vecchio Governo che quello attuale hanno inteso emanare provvedimenti per affrontare il problema del comportamento che lo Stato vuole avere nei confronti di aziende che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Sia con la legge sulla spending review, sia con il decreto-legge sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione – quello recente – si è tentato di provvedere, ma vi sono alcune incongruenze e contraddizioni che io voglio richiamare all'attenzione del Governo per trovare le soluzioni.
  Per quello che riguarda il decreto sulla spending review, si ricorda che è previsto Pag. 4che il DURC possa essere rilasciato anche in caso di inadempienza, se l'azienda è in possesso di apposita certificazione che attesti la sussistenza di crediti certi, liquidi ed esigibili, ma non è stato ancora emanato il decreto ministeriale di riferimento.
  Nel decreto-legge sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione vi è una strana situazione di differenza di trattamento tra le aziende che hanno debiti tributari iscritti a ruolo e aziende che hanno debiti tributari correnti. Nei confronti delle prime è possibile la compensazione, nei confronti delle seconde è impossibile, creando una disparità di trattamento.

  PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, onorevole Taglialatela, lei ha evidenziato che il decreto-legge n. 35 del 2013 prevede la possibilità di compensazione nel modello F24 solo per i debiti tributari iscritti a ruolo, mentre non è prevista, come appena ricordato, alcuna possibilità di compensazione tra crediti, pur certificati, e debiti tributari e previdenziali correnti. Al riguardo non ci sono profili di criticità ed appare auspicabile l'estensione della compensazione dei crediti commerciali verso la pubblica amministrazione con i debiti tributari e contributivi correnti.
  Peraltro, secondo quanto comunicato dai competenti uffici dell'amministrazione finanziaria, tale estensione comporterebbe effetti negativi sui saldi di finanza pubblica, essendo ipotizzabile un ammontare di crediti commerciali di 30-40 miliardi di euro aggiuntivi rispetto ai 40 miliardi nel biennio 2013-2014, previsti dal citato decreto-legge. Infatti, gli enti pubblici interessati dovrebbero versare all'Agenzia delle entrate somme di ragguardevole entità ed è ragionevole ipotizzare che non avrebbero liquidità sufficiente. Ciò determinerebbe conseguenze negative sui saldi di finanza pubblica, in quanto sul conto della pubblica amministrazione le entrate sono registrate al netto dei rimborsi e delle compensazioni, con la conseguenza che maggiori compensazioni comportano un livello di entrate nette più basso.
  Lei riferisce, inoltre, la circostanza che il citato decreto-legge n. 35 del 2013 prevede che ai fini dei pagamenti l'accertamento della regolarità contributiva avvenga attraverso il documento unico di regolarità e sia effettuato senza la possibilità di compensare debiti e crediti. È necessario precisare che, come lo stesso interrogante afferma, il decreto-legge n. 52 del 2012 sulla spending review ha già previsto che il documento unico di regolarità contributiva possa essere rilasciato anche in caso di inadempienza, se l'azienda è in possesso di apposita certificazione che attesti la sussistenza di crediti certi, liquidi ed esigibili. La competente amministrazione del lavoro riferisce che il necessario decreto di attuazione ministeriale è già stato firmato dai ministri competenti ed entrerà al più presto in vigore. È quindi ben evidente che la situazione è in via di soluzione.
  È necessario, comunque, valutare immediatamente iniziative volte ad assicurare il rilascio del DURC a maggiori possibilità di compensazioni in caso di coesistenza di debiti e di crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. Il deputato Taglialatela ha facoltà di replicare per due minuti.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Signor Presidente, signor Ministro, la buona notizia è che il competente Ministero del lavoro sta per emanare o avrebbe già emanato o firmato il decreto ministeriale per quello che riguarda la seconda questione da noi posta, relativa al DURC e alla compensazione con crediti di natura previdenziale.
  Rimane il problema della prima questione. Con la risposta che lei mi ha dato sostanzialmente vogliamo incentivare le aziende italiane a passare da aziende virtuose ad aziende negligenti, perché impedire ad un'azienda virtuosa, che non ha debiti iscritti a ruolo, di compensare con Pag. 5la pubblica amministrazione propri crediti significa sostanzialmente mettere nelle condizioni le aziende virtuose – non ricevendo la possibilità della compensazione del pagamento – di entrare nel baratro di quello che accade ad aziende che hanno invece un contenzioso in atto.
  Io sono ovviamente consapevole che il problema dei saldi rappresenta per lo Stato una difficoltà, ma non può lo Stato determinare una soluzione a carico delle aziende virtuose, perché la soluzione che le aziende virtuose adotteranno, se non cambierà l'atteggiamento del Governo, sarà quella di non pagare più in tempo i debiti correnti determinando, con l'iscrizione a ruolo, la possibilità di rientrare nelle fattispecie per le quali l'attuale decreto-legge consente la compensazione.
  Io sono convinto che il Governo possa determinare una soluzione diversa. Il decreto è ancora all'esame del Senato e c’è la possibilità di una correzione.
  Lo ripeto: con l'atteggiamento che il Governo ritiene di continuare a mantenere si incentivano aziende a non essere virtuose, tenendo conto che parliamo di compensazioni – un'azienda deve qualcosa allo Stato, lo Stato deve qualcosa all'azienda – e di debiti correnti. Ma perché per compensare questi debiti gli stessi devono diventare iscritti a ruolo ? Mi sembra francamente una cosa che le aziende e gli imprenditori italiani non capiranno mai.

(Chiarimenti in merito all'impugnazione da parte del Ministero della difesa della revoca delle autorizzazioni ambientali rilasciate dalla regione siciliana relative al sistema di comunicazioni satellitari denominato Muos nel comune di Niscemi – n. 3-00072)

  PRESIDENTE. Il deputato Palazzotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Migliore n. 3-00072, concernente chiarimenti in merito all'impugnazione da parte del Ministero della difesa della revoca delle autorizzazioni ambientali rilasciate dalla regione siciliana relative al sistema di comunicazioni satellitari denominato Muos nel comune di Niscemi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per essere presente a rispondere alle nostre domande.
  Come è noto è in fase di realizzazione nelle aree della riserva naturale Suvereta di Niscemi una stazione del sistema Muos, un moderno sistema di radio-telecomunicazioni satellitari della Marina militare statunitense. Tenuto conto delle resistenze dei cittadini organizzati nei comitati «no-Muos», dello studio del Politecnico di Torino dei professori Zucchetti e Coraddu e in attesa di un pronunciamento dell'Istituto superiore della sanità, sulla base del percorso concordato tra il Governo nazionale e la regione siciliana, la stessa regione, nelle more, ha applicato il principio di precauzione di cui all'articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e revocato in via cautelativa le autorizzazioni ambientali.
  Considerato che, sulla base degli accordi conosciuti che intercorrono tra il nostro Paese e gli Stati Uniti d'America, le Forze armate italiane non hanno alcun interesse nella futura acquisizione delle opere in caso di eventuale dismissione, quello che le chiediamo oggi, signor Ministro, è in base a quale legittimazione ed interesse il Ministero della difesa abbia impugnato, in data 20 aprile, la revoca delle autorizzazioni ambientali rilasciate dalla regione e a cosa si debba attribuire la richiesta risarcitoria di 25 mila euro per ogni giorno di ritardo dal momento della sospensione, estesa successivamente, con ricorso del 9 maggio, al comune di Niscemi.

  PRESIDENTE. Il Ministro della difesa, Mario Mauro, ha facoltà di rispondere.

  MARIO WALTER MAURO, Ministro della difesa. Signor Presidente, signori deputati, tengo a precisare in premessa che la questione della legittimazione e dell'interesse Pag. 6della Difesa in merito all'impugnazione dei provvedimenti di revoca delle autorizzazioni ambientali adottati dalla regione siciliana avrebbe certamente meritato una risposta più articolata, coinvolgendo la vicenda del Muos richiamata nell'atto aspetti particolarmente complessi ed interessi di natura contrapposta. Tuttavia, in ragione dell'esiguità dei termini previsti dai regolamenti parlamentari per la risposta ad atti di questo tipo, cercherò di essere conciso ed esaustivo nello stesso tempo.
  L'articolo IX, comma 3, della Convenzione di Londra, ratificata con legge 30 novembre 1955, n. 1335 in attuazione del Patto di alleanza tra i Paesi della NATO, prescrive che soltanto le autorità dello Stato di soggiorno prendono le misure perché siano messe a disposizione di una forza armata o di un elemento civile gli immobili di cui essi potranno avere bisogno. Si tratta, a ben vedere, di un obbligo assunto dall'Italia di garantire ai Paesi alleati la libera fruizione delle installazioni militari di cui necessitano. Tale fruizione comprende necessariamente l'aggiornamento e il potenziamento dei sistemi tecnologici in uso, purché ovviamente autorizzato secondo le procedure di legge italiane. Tale risulta essere per l'appunto il Muos rispetto agli apparati trasmissivi già presenti a Niscemi. Ne discende che, qualora tale realizzazione fosse impedita da provvedimenti di revoca potenzialmente censurabili sul piano della legittimità, il Ministero della difesa potrebbe essere chiamato sotto un profilo civilistico a ristorare spese sostenute dalla controparte che, fidando sull'impegno assunto, ha appaltato i lavori.
  Tanto premesso, tengo ad evidenziare che la Difesa ha anche un interesse diretto alla realizzazione del Muos: infatti, esso rappresenterà, qualora completato, subordinatamente agli esiti dello studio dell'Istituto superiore di sanità, un sistema strategico di comunicazione satellitare di cui potranno servirsi anche le Forze armate italiane, in attuazione del principio di assistenza reciproca vigente in ambito NATO.
  Questo interesse – giova specificare – non è smentito dalla dichiarazione di non interesse formulata il 31 ottobre 2006, di cui è menzione nell'atto, che era specificamente riferita alla determinazione del valore residuo che l'Italia dovrebbe ristorare in caso di ipotetica acquisizione delle opere. Infatti, sulla base degli accordi internazionali, tale valore è meramente simbolico (un dollaro), se il Paese ha dichiarato preventivamente che i lavori non vengono compiuti nel suo interesse.
  Con riferimento poi alla richiesta risarcitoria di 25 mila euro per ogni giorno di ritardo dal momento della sospensione, essa rientra nella linea di strategia processuale definita dall'Avvocatura distrettuale dello Stato che ha proceduto – concludo – alla quantificazione tenendo conto delle somme dovute alle ditte appaltatrici nel periodo in cui i lavori devono restare fermi. In conclusione, cioè, la proposizione del ricorso al TAR, pur in pendenza dello studio dell'Istituto superiore di sanità, è stata giustificata dalla necessità di evitare la scadenza dei relativi termini processuali.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Erasmo Palazzotto per due minuti.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Ministro, non siamo soddisfatti della risposta. Non lo siamo perché testimonia, come dire, il fatto che il Ministero della difesa italiano agisce in questo giudizio in nome e per conto del Governo degli Stati Uniti d'America e quasi a dover riscuotere quelli che sono indennizzi che poi dovrebbe essere il Governo stesso degli Stati Uniti a risarcire.
  Non siamo soddisfatti perché, con questo cambio di Governo, ci aspettavamo anche un cambio di passo rispetto a quella che è una questione centrale per l'Italia e anche per la Sicilia. Noi riteniamo che siamo davanti a un paradosso in questa situazione. Riteniamo che, al contrario, ad essere risarciti dovrebbero essere i cittadini siciliani e lo dovrebbero essere per la militarizzazione forzata con cui il Governo Pag. 7ha occupato porzioni intere di territorio da Sigonella alla stessa base del MUOS, con cui si sta trasformando la Sicilia da terra di pace ad avamposto militare.
  L'importanza strategica che il MUOS ha su base globale rende la Sicilia un obiettivo sensibile nelle logiche di guerra nel nuovo millennio e questo è il pericolo che corriamo oggi. E dovrebbero essere i cittadini siciliani ad essere risarciti per l'aeroporto di Comiso che, ultimato, probabilmente, a quanto pare, non potrà prendere avvio perché ci troviamo davanti al fatto che il MUOS può interferire con le apparecchiature per l'aviazione civile. Dovrebbero essere i cittadini di Niscemi a chiedere il risarcimento per la deturpazione di quell'area naturale stupenda che è la sughereta di Niscemi che io la invito a visitare per vedere com’è già stata «stuprata» non solo dalle megaantenne del MUOS, ma anche dalle quarantasei antenne precedenti. A esercitare quel diritto noi ci auguriamo che non debbano essere i siciliani e le madri dei figli che tra dieci o quindici anni forse scopriranno se davvero il sistema MUOS produce o non produce danni alla salute, come tante volte è avvenuto nel nostro Paese, come è avvenuto nel caso delle antenne di Radio vaticana...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ERASMO PALAZZOTTO. E quel giorno tutti gli attori di questa tragedia saranno chiamati a rispondere davanti a quei genitori della tragedia di questi giorni (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza in ordine alla salvaguardia delle funzioni della provincia autonoma di Trento in materia di ambiente, urbanistica e paesaggio, concessioni idroelettriche, contratti pubblici e delega fiscale – n. 3-00073)

  PRESIDENTE. Il deputato Ottobre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00073, concernente iniziative di competenza in ordine alla salvaguardia delle funzioni della provincia autonoma di Trento in materia di ambiente, urbanistica e paesaggio, concessioni idroelettriche, contratti pubblici e delega fiscale, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi deputati, come lei sa nel Governo precedente, nel Governo Monti c’è stata un'impennata di contenziosi tra la provincia di Trento e lo Stato. Sono circa venti i ricorsi in Corte Costituzionale che costano a entrambi. Vi era precisamente un tavolo di concordia tra Stato e regione e questo, evidentemente, con il Governo Monti non è stato rispettato. Quindi lei sa, signor Ministro, che, nel novembre 2009, la provincia autonoma di Trento e Bolzano ha fatto un patto, il famoso patto di Milano, quindi si è assunta più responsabilità, si è assunta più competenze però, guarda caso, questi provvedimenti del Governo precedente vanno a ledere le prerogative dell'autonomia trentina. Quindi le chiedo in aula di rispondere gentilmente su come intende proporsi su questo Governo.

  PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signora Presidente, onorevole Ottobre, con riferimento all'interrogazione in merito alle impugnative di legittimità costituzionale deliberate dal Consiglio dei ministri a seguito della proposta del ministro pro tempore con delega agli affari regionali nell'ultimo anno della precedente legislatura, ritengo di dover precisare quanto segue, facendo premessa che è obiettivo primario del Governo, come ho già illustrato alla Commissione Affari costituzionali del Senato, di ridurre questi contenziosi attraverso un'azione preventiva.
  Vorrei ricordare che il Dipartimento per gli affari regionali, che è struttura organizzativa della Presidenza del Consiglio Pag. 8e che è incaricato dell'esame della legittimità costituzionale, svolge il proprio compito istituzionale alla luce dei pareri espressi dalle amministrazioni statali competenti. Gli uffici competenti del Dipartimento, nel corso dell'attività di esame della legittimità costituzionale della legislazione regionale e delle province autonome, svolgono un'intensa attività di mediazione tra la posizione statale e quelle delle regioni e delle province autonome. La suddetta attività di mediazione è svolta in attuazione del principio di leale collaborazione ed è improntata ad una logica di complementarietà e di non conflittualità tra legislazione statale e legislazione regionale e provinciale. In numerose occasioni, tale attività di mediazione è stata svolta anche attraverso la convocazione di appositi tavoli istituzionali per l'esame preventivo di disegni di legge regionali e provinciali.
  Abbiamo un'intensa e proficua collaborazione, nonostante il numero di contenziosi, con la province autonoma di Trento che ha consentito spesso di evitare l'instaurarsi del contenzioso costituzionale ovvero la cessazione di quelli già pendenti nel rispetto delle prerogative e delle competenze della provincia attualmente riconosciute. Sul punto si segnala che lo stesso vicepresidente facente funzioni della provincia autonoma di Trento, nel febbraio 2013, ha avuto modo di mettere in rilievo l'encomiabile attività di raffreddamento dei conflitti istituzionali svolta dai competenti uffici del Dipartimento affari regionali. Si precisa, da ultimo, che, nel corso dell'ultimo anno della precedente legislatura, il Governo è dovuto ricorrere all'impugnativa di sette leggi della provincia autonoma di Trento e per ben due delle suddette leggi, a seguito della mediazione del Dipartimento, ha deliberato la rinuncia parziale al ricorso. Il Consiglio dei ministri, inoltre, ha deliberato altre due rinunce parziali in ordine all'impugnativa proposta nei confronti della legge della provincia di Trento n. 18 del 2011. Allo stato attuale, pertanto, risultano pendenti sette giudizi a iniziativa statale aventi ad oggetto la legislazione provinciale di Trento. Risultano, invece, oggetto di impugnativa da parte della provincia autonoma di Trento diverse legislazioni statali concernenti i rapporti tra Stato e autonomia («salva Italia», «cresci Italia», eccetera eccetera).
  Tali disposizioni hanno previsto che degli accantonamenti a valere sulle quote di compartecipazione dei tributi erariali e così, secondo la provincia autonoma, ritenute lesive della propria autonomia secondo, appunto, l'accordo di Milano. Sulla fondatezza delle impugnative promosse dalla provincia si dovrà pertanto esprimere nei prossimi mesi la Corte costituzionale al cui giudizio il Governo non potrà che attenersi. Da parte statale si è proceduto, nel corso della precedente legislatura, in attuazione del citato articolo 27, comma 7...

  PRESIDENTE. Deve concludere, Ministro.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. ...all'istituzione di un tavolo di confronto tra Governo e province autonome presso la Conferenza Stato-regioni. È comunque intendimento – e concludo – del Governo osservare e rispettare in generale le competenze, nonché le prerogative della provincia autonoma di Trento e, per quanto riguarda le specifiche politiche di competenza settoriali, il Governo continuerà a intraprendere azioni più possibile condivise e preventive per evitare i conflitti istituzionali.

  PRESIDENTE. Il deputato Ottobre ha facoltà di replicare.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, la ringrazio Ministro. Dalle sue parole ho capito che lei evidentemente ha a cuore la questione dell'autonomia trentina, ma non solo. Le chiedo che magari sarebbe opportuno, invece che aspettare le sentenze della Corte costituzionale, aprire un tavolo con le province autonome di Trento e di Bolzano così lei potrà anche capire che le province non si sottraggono alle responsabilità, Pag. 9ma chiedono più assunzione di responsabilità, anche nell'interesse dello Stato di fare la sua parte. Il Paese in questo momento ha difficoltà; i trentini e i sudtirolesi non si sono mai tirati indietro e lei sa perfettamente che, con l'accordo di Milano, hanno veramente dato tanto i trentini e i sudtirolesi. Quindi, c’è molta disponibilità ad assumersi ancora responsabilità proprio nell'interesse dello Stato.
  È evidente che l'autonomia e lo statuto del Trentino-Alto Adige sono nella Costituzione e ogni provvedimento che non tiene conto di questa specificità è chiaro che cozza con le prerogative delle autonomia e sono «evidenti», quindi, i ricorsi alla Corte costituzionale. Quindi, la ringrazio delle sue parole. Comunque ho capito che lei ha interesse ad aprire evidentemente un tavolo di confronto e anche di collaborazione. La ringrazio.

(Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a garantire il corretto svolgimento delle elezioni comunali di Sulmona in considerazione del decesso di uno dei candidati alla carica di sindaco – n. 3-00074)

  PRESIDENTE. Il deputato Sottanelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00074, concernente iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a garantire il corretto svolgimento delle elezioni comunali di Sulmona in considerazione del decesso di uno dei candidati alla carica di sindaco (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signor Presidente, signor Ministro, il comune di Sulmona, in provincia de L'Aquila, rinnoverà gli organi comunali nella tornata elettorale del 26 e 27 maggio prossimi. Purtroppo, mercoledì 15 maggio, il candidato sindaco per la coalizione «Sulmona unita» (UdC-Psi e altre tre liste civiche), Fulvio Di Benedetto, è morto stroncato da un infarto, mentre partecipava ad un confronto con gli altri candidati sindaci.
  Per i comuni inferiori ai 15 mila abitanti, il comma 11 dell'articolo 71 del decreto legislativo n. 27 del 2000 prevede, in caso di morte di un candidato alla carica di sindaco, il rinvio delle elezioni e l'integrale rinnovo del procedimento di presentazione di tutte le liste e candidature a sindaco e a consigliere comunale.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Tale norma è intervenuta per sanare l'incostituzionalità della legge n. 81 della 1993 rilevata dalla sentenza della Corte costituzionale del 18-24 luglio 1996, n. 304, esclusivamente per i comuni inferiori ai 15 mila abitanti.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. È palese, pertanto, il vuoto normativo presente nella legge vigente, che non dispone nulla in merito al decesso di un candidato alla carica di sindaco nei comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti, come nel caso.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'onorevole Sottanelli pone una questione che è legata all'improvvisa e tragica scomparsa del candidato sindaco a Sulmona e, in effetti, tale scomparsa intervenuta dopo la presentazione della candidatura, ma prima della celebrazione del voto, comporta il rinvio delle elezioni solo per i comuni fino a 15 mila abitanti come prevede espressamente l'articolo 71 del testo unico sugli enti locali, che, invece, nulla dispone in merito alla stessa fattispecie nei comuni di popolazione differente.
  La diversità di trattamento giuridico trova la sua origine in una pronuncia della Corte costituzionale, la n. 304 del 1996, che, nel dichiarare l'incostituzionalità dell'articolo Pag. 105 relativo alla legge sull'elezione diretta del sindaco, osservò come il decesso del candidato alla massima carica elettiva comunale non potesse non comportare il rinvio delle elezioni per i comuni più piccoli, in considerazione del loro particolare meccanismo elettorale fondato sull'indissolubile legame tra candidato sindaco e candidati al consiglio comunale. Esclusa la possibilità di applicare, però, in via analogica, disposizioni che sembrano trovare fondamento proprio nella specificità del sistema elettorale degli enti territoriali a cui sono dirette, resterebbe da valutare l'eventualità di un'estensione normativa dell'istituto del rinvio a tutti i comuni appartenenti a classi demografiche superiori.
  Tuttavia, ora, a prescindere dalle valutazioni di merito su una tale modifica, non è praticabile, in questo momento, un ricorso ad un provvedimento normativo di urgenza, poiché un simile intervento finirebbe, con tutta evidenza, per incidere anche profondamente sulle regole del procedimento elettorale a competizione già avviata e a pochi giorni dal voto. Non è da escludere, però, che il tragico evento di Sulmona possa ispirare il legislatore – e, in questo caso, noi non ci sottrarremmo – ad una valutazione che superi l'asimmetria tra i due rispettivi trattamenti.

  PRESIDENTE. Il deputato Sottanelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Signor Presidente, signor Ministro purtroppo non posso ritenermi soddisfatto della risposta. Penso che il Parlamento, il Governo e le sue persone stiano perdendo così una grande occasione di affermare il principio di democrazia sancito dalla nostra amata Costituzione.
  Lunedì è stata già protocollata un'istanza presso il suo Ministero da parte dei presentatori delle cinque liste a sostegno del candidato defunto «Sulmona unita», istanza che ha raccolto anche la firma e il sostegno di ulteriori quattro liste e ulteriori tre candidati sindaci. E per onestà intellettuale voglio ricordare che si tratta delle liste «Fratelli d'Italia» e «Popolo di Sulmona», collegate al sindaco Enea Di Ianni, della lista del MoVimento 5 Stelle, che sostiene il candidato Gianluca Francesco De Parolis e della lista «Sulmona Bene comune», collegata al candidato Alessandro Lucci.
  Analoga richiesta di rinvio delle elezioni è pervenuta anche dall'assessore regionale agli enti locali Carlo Masci. Quella di rinviare le elezioni non è quindi la richiesta di una parte sola, ma di una parte molto più ampia. Credo non si possano mortificare i cittadini e l'intera comunità di Sulmona che ha già perso lo stimato e valente candidato sindaco Fulvio Di Benedetto, già provato, purtroppo, in passato, da vicende familiari e, nonostante ciò, sempre attaccatissimo e impegnato alla sua Sulmona.
  Signor Ministro, le chiedo di intervenire con urgenza presso il prefetto de L'Aquila chiedendo la sospensione della competizione elettorale in base al comma 3 dell'articolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica n. 570 per cause di forza maggiore, come previsto dalla norma, visto lo sgomento, l'incertezza e la rabbia che il fatto ha provocato tra i cittadini di Sulmona. Il non rinvio delle elezioni andrebbe a produrre, inoltre, maggiori costi determinati sia dai molteplici ricorsi che dalle spese necessarie all'indizione di eventuali elezioni, oltre ad esporre il comune ad un periodo forzato di fermo amministrativo...

  PRESIDENTE. Mi dispiace, ma deve concludere, deputato Sottanelli.

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Le chiedo, quindi, di convocare un Consiglio dei ministri al fine di estendere il comma 11 dell'articolo 21 del decreto-legislativo n. 267, anche per i comuni superiori ai 15 mila abitanti.
  Vede, signor Ministro...

  PRESIDENTE. Grazie, ha esaurito il suo tempo, deputato.

Pag. 11

(Iniziative per il contrasto all'immigrazione irregolare, con particolare riferimento alla possibilità di prevedere la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione, per tutta la durata dell'iter giudiziario, dei cittadini extracomunitari che presentano il ricorso contro il diniego di asilo politico – n. 3-00075)

  PRESIDENTE. Il deputato Matteo Bragantini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00075, concernente iniziative per il contrasto all'immigrazione irregolare, con particolare riferimento alla possibilità di prevedere la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione, per tutta la durata dell’iter giudiziario, dei cittadini extracomunitari che presentano il ricorso contro il diniego di asilo politico (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, negli ultimi tempi si è registrata una recrudescenza dei reati violenti perpetrati dai cittadini extracomunitari presenti nel territorio italiano. Questa escalation di violenza fa emergere la necessità di rendere più stringenti le modalità applicative delle vigenti disposizioni introdotte con la legge 15 luglio 2009, n. 94, che disciplinano nel nostro Paese il reato di immigrazione illegale. Inoltre, le recenti dichiarazioni del Ministro per l'integrazione che sostanzialmente considera la clandestinità un «non reato» e la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione una extrema ratio, a parere dell'interrogante, rischiano di instaurare tra gli immigrati presenti irregolarmente nel territorio italiano la diffusione di un errato convincimento di impunibilità per la loro condotta. Chiedo, quindi, quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di mettere in atto una politica di contrasto all'immigrazione irregolare e ai reati che appaiono correlati alla condizione di presenza clandestina nel territorio del nostro Paese per far sì che i cittadini extracomunitari che presentano ricorso contro il diniego alla richiesta di asilo politico siano trattenuti nei centri identificazione ed espulsione per tutta la durata dell’iter giudiziario.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, consentitemi di rinnovare nella istituzionalità di questa sede il mio sincero dolore per le vittime innocenti del tragico evento milanese, una solidarietà e una vicinanza che, ovviamente, si estende a tutti i loro familiari. Siamo particolarmente vicini alla città di Milano così duramente colpita in questi giorni. La mia presenza ieri, proprio a Milano, è non solo un gesto di attenzione, ma vuole essere un gesto tendente ad assicurare ai milanesi che lo Stato c’è, è forte e prevarrà.
  Tornando all'episodio dell'11 maggio c’è un dettaglio che va valorizzato e cioè che dallo squillo del 112, alle ore 6,28, alla cattura dell'assassino sono passati solo 6 minuti e che quindi i cittadini possono chiamare il 112 e il 113 sapendo di attivare un sistema che funziona. Gli accertamenti hanno permesso di appurare che il cittadino straniero giunto a Lampedusa nel 2011 aveva presentato istanza per ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato ricevendo un «no», ricevendo un diniego. Tuttavia la sospensiva del provvedimento impugnato accordata dal giudice ne consentiva la permanenza sul territorio italiano fino all'esito del giudizio. Risulta anche che il cittadino ghanese aveva a suo carico precedenti specifici per aver preso parte ad una rivolta inscenata presso il centro accoglienza richiedenti asilo di Bari e che per tale ragione, dopo un primo periodo di custodia cautelare, era stato sottoposto all'obbligo di dimora eseguito presso l'omologa struttura di Foggia. Nel mese di giugno dello scorso anno l'omicida si era allontanato dal centro di accoglienza pugliese facendo perdere le sue tracce. Anche un casuale controllo di polizia avvenuto a Milano nell'aprile scorso non ha consentito di ripristinare la predetta misura a causa, verosimilmente, della declinazione di false generalità.Pag. 12
  È evidente che nella tragedia di Milano c’è una componente di casualità e di follia che la rende in un qualche modo eccezionale e imprevedibile; è altrettanto evidente che le leggi ci sono e vanno applicate. Non vi è dubbio che una delle maggiori criticità è legata alla situazione di permanenza dello straniero sul territorio italiano in attesa della decisione di merito sulla propria richiesta di protezione internazionale: occorre mettere in campo – e lo faremo – soluzioni ragionevoli e sostenibili sul piano organizzativo come su quello finanziario, capaci di tenere insieme le istanze di sicurezza con le esigenze di accoglienza umanitaria e di rispetto della dignità della persona.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Su questo siamo tutti impegnati, e sono convinto che il Parlamento saprà offrire il proprio contributo (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Il deputato Matteo Bragantini ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, onorevole Ministro, grazie della risposta, anche se a mio avviso non è totalmente esaustiva: speravo che fosse più chiara, che lo fosse per dire che bisogna ribadire il concetto che chi viene in Italia in modo non regolare deve essere espulso immediatamente, e quindi bisogna «coprire» quei buchi che sono nella normativa che abbiamo fatto anche insieme nella scorsa legislatura, forse per renderla ancora più stringente, affinché non vi siano questi casi. Per carità, questo di Milano è stato molto particolare, speriamo unico; ma ci sono tantissimi altri casi di cittadini extracomunitari clandestini che delinquono, e sentire continuamente che una parte del Governo, un ministro, continua a dire che la clandestinità non è un reato, che essere clandestini non è niente di male, mentre invece essere clandestini vuol dire non rispettare le leggi ! Perché se c’è una legge che dice che per venire in Italia, come per venire in altri Paesi europei occidentali – e anche in altri Paesi del mondo, perché per andare in Tanzania bisogna avere un permesso di soggiorno, e chi viene trovato che è riuscito ad entrare in modo illegale viene immediatamente espulso e intanto viene fermato, – ci vuole tale permesso, dobbiamo ribadire questo concetto.
  La invito dunque anche a ricordare ai suoi colleghi, in particolare al Ministro dell'integrazione, che ci sono delle leggi, che bisogna rispettarle, che per fare una vera integrazione bisogna far rispettare tutte le leggi. E, per ultimo, anche la buona educazione: che se arriva una persona a darti la mano, solo a presentare anche delle idee diverse, forse conviene dargli la mano e confrontarsi, perché il dialogo non è mai negativo.

(Iniziative di competenza in relazione all'attività del movimento politico «Forza Nuova» – n. 3-00076)

  PRESIDENTE. Il deputato Emanuele Fiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00076, concernente iniziative di competenza in relazione all'attività del movimento politico «Forza Nuova» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, signor Ministro, è mai possibile che in Italia, ai giorni nostri, un partito politico che si presenta ad elezioni si rivolga impunemente ad un ministro della Repubblica come «Forza Nuova» si è rivolta al Ministro Kyenge ? È mai possibile che questo movimento impunemente accusi l'intera classe politica di essere mandante dei terribili omicidi di pochi giorni fa a Milano, che lei ha prima giustamente ricordato ? È mai possibile che un partito politico impunemente compia atti violenti di aggressione alle sedi del Partito Democratico, come è successo l'altra notte nelle città di Bari, di Pesaro, di Pescara, di Palermo ?

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  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EMANUELE FIANO. È mai possibile che li rivendichi, questi attacchi ? È mai possibile definire, come è stato definito il Ministro Kyenge, «aliena alla nostra cultura» ? Queste parole sono le parole che usavano i nazisti e i fascisti nell'altro secolo ! Per questo chiediamo a lei e al Governo quali iniziative intenda prendere per verificare definitivamente la legittimità complessiva di questo partito.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, desidero innanzitutto esprimere la mia solidarietà personale e politica all'onorevole Fiano e ai suoi colleghi di partito: una solidarietà che esprimo nella convinzione che debba essere rimossa dalla vita civile ogni forma di manifestazione che, anche solo verbalmente, inneggi o incoraggi alla violenza, tentando di alimentare un clima di odio e di intolleranza (Applausi dei deputati dei gruppi Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).
  In quest'ottica nessun episodio, neppure quelli di minore impatto dimostrativo, possono essere sottovalutati, e vengono sottovalutati e trascurati. Credo sia condivisa tuttavia l'opinione che la prevenzione di questi fatti non possa essere affidata solo all'azione di polizia: è necessario mantenere vivo un contesto culturale non degradato, in grado di alimentare il rispetto reciproco ed il sereno confronto di idee, opinioni e credi diversi.
  Nel nostro ordinamento la «legge Mancino» offre già specifici strumenti per la prevenzione e il contrasto dell'antisemitismo, del razzismo e della xenofobia, con l'introduzione della fondamentale condanna di gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazi-fascista. Emerge tuttavia oggi l'esigenza di una sua attualizzazione – sua della «legge Mancino» – legata alla necessità di doverne ripensare gli strumenti di intervento alla luce dello spazio conquistato dalla comunicazione per il tramite della rete.
  L'attenzione del Governo su questi temi è comunque massima e le autorità di pubblica sicurezza continueranno a fronteggiare con rigore e impegno episodi come quelli richiamati dall'onorevole Fiano. In questa prospettiva è stata disposta l'intensificazione dei servizi di vigilanza delle sedi del Partito Democratico presenti sul territorio, nonché dell'attività investigativa finalizzata alla prevenzione di eventuali ulteriori azioni aggressive, attività investigativa che si fonda su un flusso informativo importante. La Polizia delle comunicazioni ha anche interessato i responsabili dei social network dove era stato dato risalto all'iniziativa di Forza Nuova, chiedendo l'oscuramento delle immagini riprodotte.
  Concludo assicurando che rimane vivissima l'attenzione delle forze dell'ordine sui fermenti presenti nell'estremismo politico e che ogni qual volta verranno assunte iniziative con carattere di illegalità si provvederà, come è avvenuto nel caso specifico, ad informare puntualmente e tempestivamente l'autorità giudiziaria.

  PRESIDENTE. Il deputato Fiano ha facoltà di replicare, per due minuti.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, signor Ministro, io posso dirmi parzialmente soddisfatto. La sua risposta mi dà la possibilità però di sollevare qui il tema più vasto del risvegliarsi nel nostro Paese, in questo tempo, probabilmente anche in relazione alla grave crisi economica e sociale, di una pericolosa e inaccettabile cultura razzista, discriminatoria e neofascista, in molti casi, che si esprime con parole e, come abbiamo visto, con azioni e con gesti, e non voglio mancare qui di esprimere un'altra volta la mia vicinanza al Ministro Kyenge per le parole razziste che l'hanno colpita a nome di questo movimento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).Pag. 14
  Io credo che le parole più dure che abbiamo sentito proprio in un testo ufficiale pubblicato da quel partito sono: «aliena alla nostra cultura». Sono le parole del razzismo biologico che veniva usato negli anni Trenta. Sarò completamente soddisfatto quando vedrò fatti concreti che riguardano l'applicazione di quella legge e certo, questo punto riguarda l'azione della magistratura, ma tra noi, il patto culturale e sociale che deve essere stabilito tra noi che siamo classe dirigente del Paese, Governo e Parlamento, è che noi non possiamo tollerare che partiti che si presentano ad elezioni amministrative o politiche – succede, e non riguarda solo «Forza Nuova» – facciano dei valori del razzismo, della discriminazione e della violenza, il cuore della loro azione politica. Questo non lo possiamo tollerare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per assicurare la legalità nei territori della Val di Susa interessati dalla realizzazione del progetto della TAV Torino – Lione – n. 3-00077)

  PRESIDENTE. Il deputato Costa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00077, concernente iniziative per assicurare la legalità nei territori della Val di Susa interessati dalla realizzazione del progetto della TAV Torino – Lione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ENRICO COSTA. Signor Presidente, i fatti che si sono verificati il 14 maggio nel cantiere di Chiomonte, non costituiscono un'intimidazione, non costituiscono un boicottaggio, ma un vero e proprio attentato, un attacco militare che si è svolto di notte, con l'utilizzo di bombe Molotov e si è manifestato in un attacco ai lavoratori di un'opera essenziale per il nostro Paese e per il processo di integrazione europea.
  La risposta dello Stato è stata immediata, sono accorsi immediatamente il vice Premier e Ministro dell'interno Angelino Alfano e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi; un segnale molto apprezzato sul territorio, un segnale che ha evidenziato in modo molto chiaro quella che è la convinzione del Governo riguardo alla realizzazione dell'opera e per la serenità dei lavoratori.
  Chiediamo al Ministro, alla luce dei recenti sviluppi investigativi, quali sono le ulteriori esigenze ed i provvedimenti che porrà in essere per garantire la serenità di chi a quest'opera ci lavora.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, la reazione dello Stato è stata ferma e sarà sempre più dura e decisa, perché noi non accettiamo che una decisione assunta con il pieno rispetto delle leggi dello Stato in un sistema democratico, venga paralizzata dall'azione di alcuni violenti che compiono dei gesti criminali. Gli accadimenti di questo ultimo mese sembrano aver segnato una sorta di escalation della violenza con episodi di minaccia esplicita anche via web, all'indirizzo di esponenti della stampa e financo di lavoratori impegnati nell'opera.
  Non è tardata la risposta delle istituzioni e la convocazione a Torino di un Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che ho personalmente presieduto insieme al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ne rappresenta la manifestazione più eloquente. È stato deciso lì di rafforzare i servizi di vigilanza e di ampliare l'area di rispetto attorno al cantiere, ma non si è mancato di coltivare, in continuità con un percorso già intrapreso, anche il versante del dialogo, della mediazione, del confronto, con l'istituzione di una task-force Governo-enti locali, dialogo e confronto che non è mancato negli anni passati, al punto che è stato modificato il tracciato della TAV.
  Garantire la sicurezza in Val di Susa ha richiesto – e continuerà a richiedere – un impegno prolungato delle forze dell'ordine, la cui onerosità è dimostrata dall'imponenza dei numeri; è presente ogni giorno un contingente di 220 unità, sostenuto Pag. 15dal concorso di un'aliquota di militari altrettanto cospicua (215 uomini, tratti dal Piano nazionale di impiego per il controllo del territorio). Le misure del Governo, comunque, non si fermano alla protezione necessaria delle aree di cantiere e del contesto ambientale, poiché è in corso e, a breve, sarà formalizzata in Consiglio dei ministri, un'iniziativa di carattere legislativo volta all'accelerazione della ratifica del Trattato italo-francese, con l'auspicio che il percorso parlamentare e l'ulteriore confronto che si potrà sviluppare, contribuiscano ad abbassare i toni e a stemperare le punte più aspre della polemica.
  Voglio, conclusivamente, rassicurare che terremo alta la guardia, monitorando, in particolare, le frange più estremiste dell'antagonismo sociale e dell'eversione anarco-insurrezionalista (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 stelle), che fanno della protesta «no TAV» una loro occasione di proscenio, attenti a cogliere ogni sviluppo delle attività investigative in corso (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente – Commenti e applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 stelle – Dai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: «Bombardiamo»).

  PRESIDENTE. L'onorevole Costa ha facoltà di replicare.

  ENRICO COSTA. Signor Presidente, mi dichiaro assolutamente soddisfatto della risposta: una risposta chiara, una risposta efficace, una risposta concreta, una risposta coerente, come il sopralluogo immediato di due Ministri del Governo in seguito ai fatti di Chiomonte. È importante che ci siano provvedimenti concreti, è importante che ci sia anche la strategia del dialogo, che prosegua questa attenzione verso il territorio attraverso la costituzione della task-force.
  La procura della Repubblica – non dimentichiamolo – indaga per tentato omicidio relativamente a questi fatti, quindi si tratta di vicende particolarmente gravi, e colgo l'occasione, oltre a ringraziare il Vicepremier Alfano, per esprimere la solidarietà a un collega, al senatore Stefano Esposito, un collega del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), perché questa è una battaglia finalizzata ad un obiettivo, finalizzata alla realizzazione di un'opera e – in determinati casi – non ci sono colori politici che tengano. In questi casi, è bene cercare di essere concreti, di essere determinati e l'auspicio è che ci sia, in tempi brevi, anche la ratifica del trattato internazionale relativo all'opera (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza, con lettera in data 21 maggio 2013, il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite VI (Finanze) e XI (Lavoro): «Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2013, n. 54, recante interventi urgenti in tema di sospensione dell'imposta municipale propria, di rifinanziamento di ammortizzatori sociali in deroga, di proroga in materia di lavoro a tempo determinato presso le pubbliche amministrazioni e di eliminazione degli stipendi dei parlamentari membri del Governo» (1012) – Parere delle Commissioni I, V, VIII, X, XIII e XIV.
  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Pag. 16

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento (ore 16).

  PRESIDENTE. Hanno chiesto la parola alcuni colleghi sull'ordine dei lavori. La prima iscritta a parlare è la deputata Vincenza Labriola. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Anche io avevo chiesto di parlare. Esiste la legalità, eh ?

  PRESIDENTE. Abbiamo dato la parola, onorevole.

  SIMONE BALDELLI. Esiste l'ordine. Ho chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Aveva già la parola... subito dopo la deputata Vincenza Labriola le do la parola, onorevole Baldelli.

  VINCENZA LABRIOLA. Signor Presidente, colleghi, il mio intervento è volto a segnalare, nonostante i diversi solleciti, la mancata risposta del Ministro dell'istruzione, sia l'attuale sia il precedente, ad un'interrogazione, la n. 4-00243, depositata in data 16 aprile 2013, avente per oggetto il decreto ministeriale n. 47 del 2013.
  L'argomento meritava una risposta nei tempi previsti dal Regolamento, dato che proprio in attuazione del succitato decreto, il senato accademico e il consiglio di amministrazione del Politecnico di Bari, con molta probabilità oggi pomeriggio, deliberanno la soppressione, per il prossimo anno accademico, della facoltà magistrale di ingegneria elettronica a Taranto.
  Siccome questa situazione si sta verificando anche in altri atenei in tutta Italia, resta pertanto urgente un intervento del Ministro al riguardo, magari finalizzato alla sospensione del decreto stesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La Presidenza si farà carico di sollecitare il Governo in relazione alla sua richiesta.

  SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che su questo abbia chiesto la parola anche l'onorevole Buonanno.
  Se non ho inteso male, ci sono stati, dai banchi dei colleghi del Movimento 5 Stelle durante la risposta del Ministro Alfano, diversi commenti tra cui, se ho ascoltato bene, ma è possibile che mi sia sbagliato, la parola «bombardiamolo». Ecco, signora Presidente, se così fosse, è di tutta evidenza che noi siamo in quest'Aula, in un'istituzione democratica che rappresenta i cittadini, e abbiamo testé terminato un question-time dove il Ministro dell'interno su diversi episodi è intervenuto raccomandando, diciamo, al confronto civile e democratico, non solo di fronte a fatti violenti ma anche a parole violente.
  Allora, signora Presidente, l'articolo 8 del Regolamento parla chiaro. Io mi richiamo a questo, anche in forza del fatto che intervenivo per un richiamo al Regolamento, perché ritengo prioritario, rispetto anche al sollecito, seppure importante, di qualsiasi atto di sindacato ispettivo, un elemento di convivenza civile tra noi in quest'Aula. Parole di questo genere non si pronunciano in quest'Aula. Io credo che sia dovere delle forze politiche e, se me lo consente, anche della Presidenza, qualora questo corrisponda a verità, e qualora la Presidenza ne venga a conoscenza ma, insomma, questo sembra essere stato uno dei commenti che si sono rivolti all'indirizzo del Ministro dell'interno in merito alla questione che noi conosciamo, una questione difficile, che proprio la risposta del Ministro dell'interno e i fatti che abbiamo visto ci confermano essere questione all'attenzione degli organi investigativi, della polizia, delle cronache quotidiane.
  L'intervento del collega Costa è passato anche attraverso i fatti spiacevoli, allarmanti, preoccupanti, che sono intervenuti su questa questione di grande rilievo, anche dal punto di vista non solo economico, Pag. 17sociale e delle infrastrutture, ma anche della sicurezza del Paese. Io credo, Presidente, che da questo punto di vista ci sia da condannare in maniera netta, ferma, un atteggiamento evidentemente superficiale da parte di colleghi che credono che le parole non abbiano importanza. Io credo, Presidente, che le parole abbiano un peso, un'importanza (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente), e che quando sono così gravi vadano censurate con assoluta fermezza da parte, per quello che ci riguarda, delle forze politiche e, credo, anche di coloro che, a livello istituzionale, hanno la facoltà di avere la responsabilità di tutelare la civiltà e il confronto democratico in questo Paese e anche in questo ramo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Baldelli. Non so se il deputato Buonanno voleva intervenire sullo stesso argomento. Io invece vorrei, se non c’è nulla di nuovo da aggiungere...

  GIANLUCA BUONANNO. No, c’è da aggiungere.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Buonanno, vorrei dire che la Presidenza non ha udito, ovviamente, le parole che lei ha ricordato e, qualora lo avesse fatto, avremmo indubbiamente richiamato coloro che se ne sono resi protagonisti ad un linguaggio più consono. Condivido totalmente le parole dette dal deputato Baldelli e invito tutti, anche nel prosieguo di questo scambio, prima della chiusura della seduta, ad usare toni e argomenti appropriati a questa discussione. Abbiamo ascoltato molte risposte da parte del Governo su temi molto delicati, tutti, e credo che sia buona norma – che si condivida o meno la risposta di chi in quel momento rappresenta il Governo – che si ascolti e che si esprima eventualmente un dissenso in forme comunque civili. Adesso do la parola all'onorevole Buonanno.

  GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, volevo confermare che io ho sentito benissimo che hanno detto «bombardiamolo» e poi successivamente, quando parlava il collega Baldelli, qualche componente del MoVimento 5 Stelle ha detto che era in senso ironico. Secondo me, di ironico non c’è nulla. Ho chiesto la verbalizzazione di quello che ho sentito, perché a forza di dire queste cose è successo qualcosa qui fuori e succede qualcosa nei cantieri della TAV. Ci sono esponenti politici lontani da me come idee politiche, che non riescono neanche a parlare, perché ci sono dei delinquenti criminali che dovrebbero stare in galera e non avere duecento e passa poliziotti che noi paghiamo con le tasse...

  PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, il suo intervento aiuta... moltissimo... in questo momento a calmare gli animi... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIANLUCA BUONANNO. Posso dire quello che penso o no ?

  PRESIDENTE. Penso di non essere stata chiara (Commenti del deputato Buonanno). Un momento, ho capito il concetto. Ho detto che condivido la sua opinione per quanto riguarda l'uso di parole che da questa postazione noi non abbiamo udito. Ho condiviso l'accento e la sottolineatura del deputato Baldelli, però vi prego, siccome state aumentando di numero, di chiudere qui questo dibattito, perché noi abbiamo tutti inteso. Ci sono state risposte che hanno sollecitato umori diversi da una parte e dall'altra dell'emiciclo. Bisogna ascoltare educatamente ed evitare certamente commenti che possano evocare comportamenti, qui dentro e fuori, non compatibili con il dibattito.

  GIANLUCA BUONANNO. Lei prende sottogamba il problema.

  PRESIDENTE. Non stiamo «soffocando» il problema, onorevole Buonanno.

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  GIANLUCA BUONANNO. Questi sono dilettanti allo sbaraglio !

  PRESIDENTE. Per favore, lei non ha la parola, deputato Buonanno. La Presidenza si è già pronunciata sulla opinione espressa dal deputato Baldelli, condividendola. Chiedo se è possibile di chiudere qui questo confronto.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 16,05).

  ELEONORA CIMBRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ELEONORA CIMBRO. Signor Presidente, in data 30 aprile ho depositato un'interrogazione con richiesta di risposta scritta indirizzata al Ministero dell'interno. Tale interrogazione riguarda la skinhouse di Bollate, gestita dall'organizzazione neofascista, di ispirazione nazista, denominata Milano 38, sigla dietro la quale opera il circuito milanese e lombardo degli hammerskin. Si tratta di un gruppo che costituisce l'ala più politicizzata a rilevanza nazionale del vasto movimento degli skinhead. Ho ritenuto in questa sede di prendere la parola per sollecitare il Ministro a dare una risposta quanto prima. Il capo di questo gruppo, infatti, come ha ricordato l'onorevole Fiano in quest'Aula la scorsa settimana, ha risposto ad una giornalista che lo ha contattato dicendo che l'unica ad avere paura della skinhouse è Eleonora Cimbro.
  A seguito di questa risposta, ho provveduto a ripresentare l'interrogazione in data 21 maggio, che vede la firma di moltissimi colleghi – che ringrazio, tra l'altro – che hanno aderito all'iniziativa a seguito di quanto avvenuto. Per tali ragioni, chiedo che la Presidenza si faccia carico di questa richiesta, per arrivare, quanto prima, ad avere una risposta scritta, che, come auspico, porti alla chiusura di tale luogo, emblema di odio razziale e di violenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Deputata Cimbro, la Presidenza raccoglie la sua sollecitazione e la trasmetterà al Governo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 23 maggio 2013, alle 9:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 16,10.