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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Lunedì 9 ottobre 2017

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL PDL N. 2352-A/R E ABB.

Pdl n. 2352-A/R e abb. – Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica

Seguito dell'esame: 24 ore.

Relatore per la maggioranza 30 minuti
Relatori di minoranza 50 minuti

(complessivamente)

Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 30 minuti
Tempi tecnici 3 ore
Interventi a titolo personale 3 ore e 5 minuti (con il limite massimo di 25 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 15 ore e 35 minuti
 Partito Democratico 4 ore e 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ora e 49 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
1 ora e 27 minuti
Articolo 1 – Movimento
 Democratico e Progressista
1 ora e 15 minuti
Alternativa popolare – Centristi
 per l'Europa – NCD
59 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega
 dei Popoli – Noi con Salvini
57 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra
 Ecologia Libertà – Possibile
56 minuti
 Scelta civica ALA per la Costituente
 liberale e popolare – MAIE
54 minuti
Democrazia solidale
 – Centro Democratico
52 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 51 minuti
 Misto: 1 ora e 18 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 21 minuti
  Direzione Italia 18 minuti
  Minoranze Linguistiche 10 minuti
  UDC-IDEA 10 minuti
  Alternativa Libera – Tutti insieme
per l'Italia
8 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
  – Indipendenti
6 minuti
  FARE! – Pri - Liberali 5 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli, nella seduta del 9 ottobre 2017.

  Gioacchino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Baldelli, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bosco, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Censore, Centemero, Antimo Cesaro, Costantino, D'Alia, Dambruoso, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Frusone, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Migliore, Morassut, Nicoletti, Orlando, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Rosato, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Sorial, Tabacci, Simone Valente, Valeria Valente, Velo.

Trasmissioni dal Senato.

  In data 6 ottobre 2017 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti progetti di legge:
   S. 2643-B. – PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE ALFREIDER ed altri: «Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol in materia di tutela della minoranza linguistica ladina» (approvata, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvata, in prima deliberazione, dalla Camera, modificata, in prima deliberazione, dal Senato ed approvata, senza modificazioni, in prima deliberazione, dalla Camera) (56-D);
   S. 2772. – «Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: A) Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un Impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X, con allegati, fatta ad Amburgo il 30 novembre 2009; B) Protocollo di adesione del Governo della Federazione russa alla Convenzione del 16 dicembre 1988 sulla costruzione e sulla gestione del laboratorio europeo di radiazione di sincrotrone (ESRF), fatto a Grenoble il 23 giugno 2014 e a Parigi il 15 luglio 2014; C) Protocollo alla Convenzione relativa alla costruzione e all'esercizio di un Impianto laser europeo a elettroni liberi a raggi X riguardante l'adesione del Governo del Regno di Spagna, con Allegato, fatto a Berlino il 6 ottobre 2011» (approvato dal Senato) (4684);
   S. 2823. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese relativo all'attuazione di un servizio di autostrada ferroviaria tra l'Italia e la Francia, fatto a Lussemburgo il 9 ottobre 2009» (approvato dal Senato) (4685);
   S. 2882. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine concernente i locali del Centro situati in Italia, con Allegati, fatto a Reading il 22 giugno 2017» (approvato dal Senato) (4686).

  Saranno stampati e distribuiti.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   I Commissione (Affari costituzionali):
  CAPARINI ed altri: «Disposizioni per semplificare la sottoscrizione delle liste elettorali, delle candidature e delle richieste di referendum mediante l'impiego della posta elettronica certificata» (1379) Parere delle Commissioni II e V.
   II Commissione (Giustizia):
  GIORGIA MELONI ed altri: «Modifiche al codice penale in materia di violenza, minaccia o resistenza a pubblico ufficiale» (4611) Parere della I Commissione;
  MOLTENI ed altri: «Modifiche al codice penale concernenti l'applicazione della diminuzione di pena e delle circostanze attenuanti generiche agli imputati minorenni» (4649) Parere delle Commissioni I e XII.
   III Commissione (Affari esteri):
  «Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati:
   a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Ecuador, fatto a Quito il 25 novembre 2015;
   b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Ecuador, fatto a Quito il 25 novembre 2015» (4630) Parere delle Commissioni I, II, V e VI;

  S. 2882. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine concernente i locali del Centro situati in Italia, con Allegati, fatto a Reading il 22 giugno 2017» (approvato dal Senato) (4686) Parere delle Commissioni I, V, VI, VII, VIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   VI Commissione (Finanze):
  MISIANI ed altri: «Istituzione di un'aliquota addizionale dell'imposta sui redditi, da applicare sulla parte variabile delle remunerazioni degli amministratori e dei dirigenti di imprese in crisi» (4668) Parere delle Commissioni I, V, X, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   VII Commissione (Cultura):
  DALLAI e FREGOLENT: «Disposizioni concernenti le contrade storiche e la tutela del Palio di Siena» (292) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   VIII Commissione (Ambiente):
  PESCO ed altri: «Istituzione del Fondo per il prestito sociale garantito, per l'erogazione di contributi destinati alla ricostruzione e all'adeguamento antisismico di edifici privati» (4642) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  SEGONI ed altri: «Disposizioni per la prevenzione e il contrasto del dissesto idrogeologico» (4648) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XI, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   XI Commissione (Lavoro):

  OTTOBRE: «Disposizioni per la riduzione della spesa pensionistica mediante introduzione di un limite massimo dell'importo dei trattamenti erogati da gestioni previdenziali pubbliche» (1057) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  SCUVERA ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, in materia di congedo di maternità per ricongiungimento familiare» (4615) Parere delle Commissioni I, V, X e XII.
   XII Commissione (Affari sociali):
  ABRIGNANI: «Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero» (922) Parere delle Commissioni I, II, IV, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  S. 302-1019-1151-1789-1907. – Senatore DE POLI; senatori FAVERO ed altri; senatori PAGLIARI ed altri; senatore CONSIGLIO; senatore AIELLO: «Legge quadro sui diritti di cittadinanza delle persone sorde, con disabilità uditiva in genere e sordocieche» (approvata, in un testo unificato, dal Senato) (4679) Parere delle Commissioni I, II, III, V, VII, VIII, IX, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia):
  PASTORELLI e LOCATELLI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti delle inchieste giudiziarie riguardanti la corruzione politica e amministrativa, svolte negli anni 1992 e 1993, sulle elezioni del 1994 e sulla successiva evoluzione del sistema politico italiano» (4666) Parere della V Commissione.
   Commissioni riunite III (Affari esteri) e VII (Cultura):
  BORGHESE e MERLO: «Disposizioni per la promozione e la diffusione della lingua e della cultura italiane nel mondo attraverso la rete internet» (4661) Parere delle Commissioni I, V e IX.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 5 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione «Rossini Opera Festival», per l'esercizio 2016. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 568).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 6 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 300, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la relazione sullo stato del trasporto pubblico locale, predisposta dall'Osservatorio nazionale sulle politiche del trasporto pubblico locale, per l'anno 2016 (Doc. CCXXII, n. 3).

  Questa relazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 5 e 6 ottobre 2017, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di raccomandazione del Consiglio relativa a un quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità (COM(2017) 563 final), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Appalti pubblici efficaci in Europa e per l'Europa (COM(2017) 572 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Sostegno agli investimenti mediante una valutazione ex ante volontaria degli aspetti relativi agli appalti per i grandi progetti infrastrutturali (COM(2017) 573 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che deve essere adottata a nome dell'Unione europea in seno al sottocomitato doganale istituito dall'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Georgia, dall'altra, con riguardo alla sostituzione del protocollo I del suddetto accordo, relativo alla definizione della nozione di «prodotti originari» e ai metodi di cooperazione amministrativa, con un nuovo protocollo che faccia riferimento alla convenzione regionale sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee (COM(2017) 574 final), corredata dal relativo allegato (COM(2017) 574 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare, a nome dell'Unione europea, in sede di Comitato misto SEE in merito a una modifica del protocollo 31 dell'accordo SEE (Azione preparatoria dell'Unione sulla ricerca in materia di difesa) (COM(2017) 582), corredata dai relativi allegati (COM(2017) 582 final – Annex 1 e Annex 2), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 28 settembre e 3 e 5 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Relazione della Commissione al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato europeo per il rischio sistemico e al Parlamento europeo sul monitoraggio degli sviluppi nel mercato dell'Unione europea dei servizi di revisione legale dei conti destinati agli enti di interesse pubblico a norma dell'articolo 27 del regolamento (UE) n. 537/2014 (COM(2017) 464 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio – Quindicesima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento (COM(2017) 465);
   Relazione della Commissione – Quinta relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio sulle attività volte a rendere pienamente operativa la guardia di frontiera e costiera europea (COM(2017) 467 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Relazione sull'attuazione della strategia commerciale Commercio per tutti – Una politica commerciale innovativa per gestire la globalizzazione (COM(2017) 491 final);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (domanda presentata dall'Italia – EGF/2017/004 IT/Almaviva) (COM(2017) 496 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sugli strumenti finanziari sostenuti dal bilancio generale a norma dell'articolo 140, paragrafo 8, del regolamento finanziario al 31 dicembre 2016 (COM(2017) 535 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Intensificare la vigilanza integrata per rafforzare l'Unione dei mercati dei capitali e l'integrazione finanziaria in un contesto in evoluzione (COM(2017) 542 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Valutazione intermedia del regolamento (UE) n. 652/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio che fissa le disposizioni per la gestione delle spese relative alla filiera alimentare, alla salute e al benessere degli animali, alla sanità delle piante e al materiale riproduttivo vegetale, che modifica le direttive 98/56/CE, 2000/29/CE e 2008/90/CE del Consiglio, i regolamenti (CE) n. 178/2002, (CE) n. 882/2004 e (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, la direttiva 2009/128/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, nonché il regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, e che abroga le decisioni 66/399/CEE, 76/894/CEE e 2009/470/CE del Consiglio (COM(2017) 546 final);
   Proposta di decisione del Consiglio che sottopone a misure di controllo la nuova sostanza psicoattiva metil-2-[[1-(cicloesilmetil)-1H-indolo-3-carbonil]ammi-no]-3,3-dimetilbutanoato (MDMB-CHMICA) (COM(2016) 548 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – 10a relazione finanziaria della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) – Esercizio finanziario 2016 (COM(2017) 554 final).

Comunicazione dell'avvio di procedure d'infrazione.

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche e gli affari europei, con lettera in data 5 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la comunicazione concernente l'avvio, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, della procedura d'infrazione n. 2017/0475, notificata in data 27 settembre 2017, concernente il mancato recepimento della direttiva (UE) 2016/844 che modifica la direttiva 2009/45/CE relativa alle disposizioni e norme di sicurezza per le navi da passeggeri.

  Questa comunicazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla Regione autonoma della Sardegna.

  La Regione autonoma della Sardegna, in data 6 ottobre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, comma 9, del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, il decreto del Presidente della Regione autonoma della Sardegna 3 ottobre 2017, n. 87, recante esclusione dell'applicazione delle disposizioni del medesimo articolo 4, in materia di acquisizione e gestione di partecipazioni pubbliche, alla società Carbosulcis Spa.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

RELAZIONE CONSUNTIVA SULLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALL'UNIONE EUROPEA (2016) (DOC. LXXXVII, N. 5)

Doc. LXXXVII, n. 5 – Risoluzioni

   La Camera,
   premesso che:
    esaminata la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 (Doc. LXXXVII, n. 5);
    la Relazione consuntiva annuale rappresenta, secondo l'impianto della legge n. 234 del 2012, il principale strumento per l'esercizio della funzione di controllo ex post del Parlamento sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea, consentendo al Parlamento di verificare se e in quale misura il Governo si sia attenuto all'obbligo – previsto dall'articolo 7 della medesima legge – di rappresentare a livello europeo una posizione coerente con gli indirizzi espressi dalle Camere in merito a specifici atti o progetti di atti;
    la Relazione consuntiva per l'anno 2016 presenta una struttura complessivamente coerente con le previsioni legislative di cui all'articolo 13, comma 2 della citata legge n. 234 del 2012, illustrando la linea politica di azione seguita dal Governo sui principali dossier esaminati nelle sedi decisionali europee, ed evidenziandone in diversi casi l'evoluzione a fronte di profili di criticità del negoziato;
    la Relazione è stata trasmessa dal Governo alle Camere il 5 aprile scorso, in adempimento degli obblighi previsti all'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, consentendo al Parlamento di svolgere un esame efficace ed una verifica puntuale delle indicazioni contenute nel documento;
    la Relazione richiama gli atti di indirizzo adottati dalla Camera e al Senato con riferimento a specifici progetti o questioni, sebbene non in tutti i casi sia precisato in quale misura essi siano stati tenuti in considerazione nella formazione della posizione italiana, limitandosi ad un generico richiamo alla coerenza della posizione del Governo con le raccomandazioni adottate in sede parlamentare;
    l'allegato IV della Relazione presenta una tabella contenenti gli estremi dei seguiti dati dal Governo agli atti di indirizzo parlamentare, agevolando la verifica della coerenza dell'azione europea del Governo con gli orientamenti del Parlamento;
    rilevato che, nel corso dell'esame della Relazione presso le Commissioni parlamentari permanenti, sono emerse le seguenti indicazioni:
    nell'ambito della dimensione esterna dell'Unione, la necessità di coniugare le politiche di gestione dei fenomeni migratori con una forte e coerente azione esterna rivolta principalmente verso i Paesi di origine e di transito, nonché di attribuire priorità politica alla strategia di allargamento, quale strumento fondamentale per promuovere condizioni di pace, stabilità e sicurezza nel continente europeo, ferma restando la necessità di un rafforzamento nella dimensione meridionale della politica europea di vicinato;
    in materia fiscale e finanziaria, l'esigenza di concludere il complesso iter di approvazione dello schema europeo di assicurazione dei depositi (COM(2015)586), fondamentale per dare compimento al disegno complessivo dell'Unione bancaria europea, salvaguardando la stabilità di tutti i sistemi bancari dell'Unione, nonché evitando squilibri e turbolenze finanziarie che potrebbero compromettere il futuro della stessa costruzione europea; di sostenere le iniziative in corso a livello europeo sulla fiscalità societaria, rilanciando in particolare la proposta di direttiva per stabilire una base imponibile comune consolidata per l'imposta sulle società (CCCTB – Common Consolidated Corporate Tax Base); e di adottare soluzioni condivise ed equilibrate sulle problematiche attinenti all'imposizione fiscale sull'economia digitale, al fine di adeguare i sistemi tributari ai nuovi scenari tecnologici, economici e geopolitici derivanti dalle evoluzioni in questo campo;
    avuto riguardo alle politiche con valenza sociale, la necessità che il Pilastro europeo dei diritti sociali assuma, all'interno delle politiche dell'Unione europea, una valenza e un'efficacia pari a quelle delle regole relative alla finanza pubblica e si traduca, pertanto, in impegni giuridicamente vincolanti, adeguatamente supportati anche sul piano finanziario;
    sul fronte delle politiche per l'occupazione, la necessità di sostenere – a livello europeo e nazionale – misure volte a promuovere l'incremento dell'occupazione femminile, l'eliminazione dei divari di genere in materia di trattamenti economici e previdenziali e l'adeguata valorizzazione delle responsabilità e dei lavori di cura e di assistenza familiare;
    in materia di agricoltura e pesca, l'esigenza di rendere più accessibili gli strumenti assicurativi e indennitari alle aziende agricole italiane in crisi, anche rivedendo il quadro giuridico ed economico europeo; la necessità di proseguire sulla strada – già intrapresa per il latte e i prodotti lattiero caseari – della piena tracciabilità dei prodotti, assicurando l'indicazione in etichetta dell'origine delle materie prime utilizzate; l'opportunità di giungere ad una pronta definizione in sede europea di un quadro normativo e sanzionatorio per il comparto ittico, che consideri le peculiari caratteristiche del bacino del Mediterraneo e delle specie ivi diffuse,

impegna il Governo:

a) a proseguire nel lavoro sin qui svolto per la trasmissione al Parlamento di sempre maggiori informazioni sull'andamento dei negoziati in sede europea, come già emerso dalla Relazione consuntiva per il 2016;

b) ad assicurare che le prossime Relazioni consuntive diano ancor più analiticamente conto del seguito dato dal Governo agli atti di indirizzo delle Camere adottati con riferimento a specifici progetti o questioni, precisando in quale misura essi siano stati tenuti in considerazione nella formazione della posizione italiana;

c) a riferire regolarmente ai competenti organi parlamentari sul seguito dato agli atti di indirizzo approvati dalle Camere in merito alla formazione delle politiche e della normativa dell'Unione europea, come stabilito dall'articolo 7 della legge n. 234 del 2012;

d) a garantire un adeguato seguito, in sede europea, alle questioni emerse e alle priorità politiche orizzontali e settoriali discusse nel corso dell'esame parlamentare della Relazione consuntiva.
(6-00355) «Bergonzi, Sberna».


   La Camera,
   premesso che:
    la Relazione consuntiva annuale rappresenta, secondo l'impianto della legge n. 234 del 2012, il principale strumento per l'esercizio della funzione di controllo ex post del Parlamento sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea, consentendo al Parlamento di verificare se e in quale misura il Governo si sia attenuto all'obbligo di rappresentare a livello europeo una posizione coerente con gli indirizzi espressi dalle Camere in merito a specifici atti o progetti di atti;
    la Relazione è stata trasmessa dal Governo alle Camere il 5 aprile di quest'anno, in adempimento degli obblighi previsti all'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, consentendo al Parlamento di svolgere un esame efficace ed una verifica puntuale delle indicazioni contenute nel documento;
    la Relazione richiama gli atti di indirizzo adottati con riferimento a specifici progetti o questioni, sebbene non in tutti i casi sia stato precisato in quale misura essi siano stati tenuti in considerazione nella formazione della posizione italiana, limitandosi ad un generico richiamo alla coerenza della posizione del Governo con le raccomandazioni adottate in sede parlamentare;
    il Governo deve essere in grado prima di tutto di perseguire gli interessi nazionali del nostro Paese, assumendo in sede europea delle posizioni se necessario anche intransigenti e mantenendo sempre la possibilità di confrontarsi con i propri interlocutori;
    in questa Relazione consuntiva si rinviene troppa enfasi sui risultati ottenuti da questo Governo, mentre pochi sono i traguardi concreti effettivamente conseguiti;
    la seconda parte della Relazione è dedicata alle misure adottate nel quadro delle politiche orizzontali e settoriali, e, nello specifico, riguardo alla politica estera, alla sicurezza comune, alla politica di sicurezza e difesa comune e alla stabilizzazione della democratizzazione. Particolare attenzione è dedicata ad alcuni Paesi del Mediterraneo, al corno d'Africa e al Sahel;
    secondo la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea le principali azioni del Governo sono state orientate al contrasto del fenomeno migratorio irregolare;
    il nostro Paese ha sopportato oneri esorbitanti sotto il profilo dell'accoglienza, spesso scaricati su piccoli centri che sono stati costretti a gestire sui propri territori un flusso incessante di migranti, senza alcun valido aiuto da parte dello Stato e dell'Unione europea; migranti che alla fine finiscono con l'ingrossare le fila della criminalità nostrana;
    nonostante i dichiarati impegni da parte delle istituzioni governative e comunitarie finalizzati al contrasto del fenomeno migratorio irregolare, è di tutta evidenza che tali obbiettivi, sebbene ribaditi nel corso degli anni, durante i quali gli sbarchi sulle coste italiane, comunque, hanno continuato ad intensificarsi, ad oggi si rivelano ancora semplici dichiarazioni d'intenti, stante l'emergenza migratoria in atto, così come confermato anche dall'aumento degli sbarchi cosiddetti «fantasma» e dalla mancanza di adeguate politiche per il trattenimento e rimpatrio degli immigrati irregolari,

impegna il Governo:

   ad orientare la propria azione in seno all'Unione europea in materia di gestione dei flussi migratori in funzione dell'obiettivo di alleggerire la pressione gravante sul nostro Paese, in primo luogo incoraggiando l'adozione di misure che finanzino collettivamente i respingimenti assistiti di coloro che non sono stati ritenuti intitolati a ricevere alcun tipo di tutela internazionale;
   ad attivarsi per l'adozione immediata di specifiche e idonee misure volte alla tutela e controllo dei confini aerei, terrestri e marittimi, attraverso azioni di respingimento verso i confini e le coste degli Stati di provenienza, e altresì per contrastare l'ingresso irregolare di immigrati anche dagli altri stati europei confinanti;
   a promuovere la creazione nei paesi di partenza e di transito di appositi campi al fine di realizzare sul posto la verifica dell'eventuale sussistenza dei criteri richiesti e l'esame delle stesse domande di protezione internazionale, al fine di disincentivare le partenze degli immigrati;
   ad assicurare, anche in ottemperanza alla direttiva 2008/115/CE, che la capienza effettiva dei centri di cui all'articolo 14 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 sia tale da garantire il trattenimento di tutti i cittadini di Paesi terzi il cui ingresso o soggiorno sia irregolare presenti attualmente sul territorio nazionale, aumentando anche il periodo di trattenimento fino a 18 mesi;
   ad esigere in ambito europeo una più equa ripartizione del carico rappresentato da coloro che sono stati riconosciuti invece meritevoli di tutela internazionale;
   a battersi in ambito europeo affinché vengano assunte le misure ritenute più idonee a stroncare il traffico di migranti irregolari, se necessario anche prospettando interventi militari di supporto nei Paesi di transito dei flussi che raggiungono il nostro Paese;
   ad impegnarsi, anche in ambito europeo, a stipulare e rendere effettivi e operativi gli accordi bilaterali di riammissione con i paesi di origine che risultano tra le nazionalità maggiormente rappresentate tra quelle dichiarate dai cittadini stranieri al momento del loro ingresso irregolare dai confini marittimi, terrestri e aerei.
(6-00356) «Gianluca Pini, Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Castiello, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Molteni, Pagano, Picchi, Rondini, Saltamartini, Simonetti».


   La Camera,
   premesso che:
    la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, introdotta e disciplinata dall'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, intende rappresentare il principale strumento fornito al Parlamento per il controllo ex post sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea. In particolare la Relazione intende consentire alle Camere la verifica sull'operato del Governo sulla rappresentanza a livello europeo della posizione del Parlamento in merito a specifici atti o progetti di atti così come esplicitamente previsto dall'articolo 7 della medesima legge. Pertanto la Relazione consuntiva dovrebbe presentare un rendiconto dettagliato delle attività svolte e delle posizioni assunte dall'Italia nell'anno precedente, al fine di consentire alle Camere di verificare l'adeguatezza e l'efficacia dell'azione negoziale italiana e la sua rispondenza rispetto agli indirizzi parlamentari;
    la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea analizza, inoltre, l'iter sulle procedure di infrazione pendenti nei confronti dell'Italia, fornendo alcune informazioni su queste ultime;
    il consolidamento del coordinamento tra Parlamento e Governo risponde in primo luogo alla necessità di colmare il deficit democratico all'interno dell'Unione europea. Il coinvolgimento dei rappresentanti dei cittadini, eletti dal popolo, nella definizione delle politiche in sede di Unione europea è imprescindibile per uno sviluppo equilibrato dell'Unione e perché questa diventi il luogo ove si sviluppino i diritti sociali e trovi completa esplicazione l'Europa sociale dei cittadini;
    la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea – anno 2016 (Doc. LXXXVII, n. 5) si articola in quattro parti. Più specificamente, la parte prima è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e al nuovo quadro istituzionale, nel cui ambito vengono analizzati tre capitoli aventi contenuto eterogeneo, relativi rispettivamente al piano posto in essere dalle Presidenze del Consiglio dell'Unione europea nel 2016 (Paesi Bassi e Slovacchia) per affrontare le sfide interne ed esterne per l'Unione europea; la questione relativa alla Brexit e al recesso della Gran Bretagna dall'Unione europea ai sensi dell'articolo 50 TUE, nonché le conseguenze sui cittadini europei residenti nel Regno Unito; infine, il coordinamento delle politiche macroeconomiche, alla luce del meccanismo di sorveglianza macroeconomica e di bilancio «Semestre europeo» e la fiscalità. Nella parte seconda la Relazione illustra l'azione svolta dal Governo nell'ambito delle principali politiche orizzontali e settoriali dell'Unione. La parte terza della Relazione è rivolta al tema delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale, con particolare riguardo al valore europeo della politica di coesione. Infine, la parte quarta concerne il coordinamento nazionale delle politiche europee, con particolare riguardo al ruolo e alle attività del Comitato interministeriale per gli affari dell'Unione europea (CIAE), alle misure poste in essere dal Parlamento e dal Governo per dare attuazione al diritto dell'Unione europea nell'ordinamento italiano e per risolvere il contenzioso dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione europea;
    nella Relazione relativa all'anno 2016 trovano conferma talune problematiche evidenziate in occasione della precedente Relazione, rivelando, in particolare, una certa disomogeneità e astrattezza nei riferimenti alla posizione concretamente assunta dal Governo per quanto riguarda l'andamento dei negoziati con gli organi parlamentari nazionali. Inoltre, nella Relazione vengono richiamati gli atti di indirizzo (o documenti conclusivi) approvati dalle Camere, senza che venga specificato nel dettaglio in che modo questi si siano effettivamente tramutati nella posizione negoziale assunta dal Governo nelle sedi dell'Unione europea;
    come anticipato, nella prima parte della Relazione, vengono definite le principali politiche dell'Unione europea per l'anno 2016, ossia il coordinamento delle politiche macroeconomiche, nonché delle politiche orizzontali, quali le politiche per il mercato unico e la competitività, in linea con le Strategie della Commissione europea in materia di beni e servizi, mercato unico digitale, energia e mercato dei capitali, e delle politiche settoriali, come le politiche di natura sociale o volte al rafforzamento dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa ed oltre i suoi confini;
    l'obiettivo perseguito dalla Relazione è quello di porre le basi per la nuova governance economica nella zona euro, mediante il consolidamento di meccanismi che consentano un maggior coordinamento e mediante lo sviluppo di misure per far convergere le politiche economiche dell'Unione;
    nell'ambito della fiscalità diretta, la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure contro la pianificazione fiscale aggressiva e l'elusione fiscale, volto ad assicurare un efficace contrasto all'elusione fiscale internazionale che comprende, fra l'altro, una proposta di direttiva anti-elusione che riprende i temi del progetto BEPS e una Comunicazione sulla strategia esterna per la tassazione effettiva per l'estensione dei criteri di good governance fiscale ai Paesi terzi (in particolare trasparenza e concorrenza fiscale non dannosa). Ad ogni modo, l'unione economica e fiscale non risolverebbe le asimmetrie macroeconomiche e gli squilibri generati dall'introduzione della moneta unica in Paesi con caratteristiche e dinamiche economiche molto diverse tra loro;
    la gestione dei flussi migratori si pone da sempre come questione complessa, in considerazione della necessità di favorire a livello europeo una politica migratoria condivisa, che tenda a ridurre il peso a carico di alcuni Stati, prevalentemente di confine, attraverso la redistribuzione delle quote di migranti sul territorio europeo. L'adozione di politiche migratorie condivise diviene ancora più rilevante alla luce dell'ingente numero di migranti, peraltro in continuo aumento, che rende ancora più evidente l'esigenza di approntare misure in grado di fronteggiare in modo sistematico la problematica (si consideri, infatti, che nei soli primi mesi del 2016 già 146.000 migranti hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l'Europa, di cui circa 137.000 sulla rotta Turchia- Grecia, con un numero di morti che supera i 450);
    la Commissione europea ha adottato l'Agenda europea sulla migrazione del 2017, nella quale si è ribadito l'impegno europeo ad una più coerente gestione del fenomeno migratorio. Come dimostrato anche dalla recente sentenza del 7 settembre 2017 della Corte di giustizia di condanna della Slovacchia e dell'Ungheria, i numeri relativi al ricollocamento dei migranti risultano irrisori a fronte degli impegni presi dagli Stati europei. Questo a dimostrazione della mancanza di unitarietà nell'affrontare le sfide delle politiche migratorie. Nonostante i ripetuti appelli, purtroppo la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Polonia, violando gli obblighi giuridici sanciti dalle decisioni del Consiglio e gli impegni nei confronti della Grecia, dell'Italia e di altri Stati membri, non hanno ancora intrapreso le azioni necessarie;
    il 1o marzo 2017, alla vigilia del vertice di Roma, con il Libro bianco sul futuro dell'Europa la Commissione ha avviato un dibattito paneuropeo che si auspica che serva a consentire ai cittadini e ai leader dell'Unione europea di definire una visione per il futuro dell'Europa a 27. Il Libro bianco prospetta cinque scenari per l'evoluzione dell'Unione: «Avanti così»: l'Unione europea a 27 continua ad attuare il suo programma positivo di riforme; «Solo il mercato unico»; «Chi vuole di più fa di più», con la conseguenza che gli Stati membri che lo desiderano possono aumentare la cooperazione in ambiti specifici; «Fare meno in modo più efficiente» per il raggiungimento di maggiori risultati in tempi più rapidi in alcuni settori selezionati, intervenendo meno in altri; «Fare molto di più insieme», per cui gli Stati membri possono condividere in misura maggiore poteri, risorse e processi decisionali in tutti gli ambiti,

impegna il Governo:

   a dare un sistematico e tempestivo adempimento agli obblighi previsti dalla legge n. 234 del 2012 nei confronti delle Camere, ed in particolare alla trasmissione alle Camere di tutti gli atti elencati al comma 3 dell'articolo 4 in forma dettagliata e precisa, anche garantendo l'assistenza documentale e informativa della Rappresentanza permanente a Bruxelles agli uffici della Camera e del Senato, al fine di assicurare che il Parlamento sia messo nella concreta possibilità di contribuire alla definizione delle politiche dell'Italia nelle sedi decisionali dell'Unione europea;
   ad adempiere agli obblighi stabiliti dall'articolo 7 della legge n. 234 del 2012 e pertanto a riferire regolarmente e puntualmente sul seguito dato agli atti di indirizzo approvati dalle Camere in merito alla formazione delle politiche e della normativa dell'Unione europea;
   a ripensare la struttura delle relazioni consuntive al fine di rendere i testi più facilmente fruibili e consultabili, in particolare attraverso lo sviluppo analitico del documento che dovrebbe contenere un parallelo diretto tra gli indirizzi e l'operato del Governo su ciascun file trattato al posto di interessanti liste, di difficile consultazione;
   a contribuire al processo volto ad apportare modifiche all'assetto istituzionale europeo che miri a ridurre il deficit democratico all'interno delle Istituzioni europee riequilibrando i poteri in favori delle istituzioni e degli organi più direttamente rappresentativi delle istanze dei cittadini e incrementando i canali partecipativi. Al contempo rendere più tempestiva, efficace e incisiva la partecipazione del Parlamento alla definizione delle politiche europee attraverso una condivisione reale delle scelte politiche nazionali da promuovere in sede di Unione europea e non continuare a relegare i rappresentanti dei cittadini democraticamente eletti a meri ratificatori di decisioni governative;
   a garantire il coinvolgimento delle Camere nella risoluzione delle procedure di infrazione, trasmettendo l'intera documentazione utile, ivi incluso nei casi di pre-infrazione Eu-pilot e informandole su ogni azione intrapresa per la risoluzione delle controversie;
   ad assicurare che le Camere siano debitamente e previamente coinvolte nel processo di formazione della posizione nazionale all'interno istituzioni dell'Unione europea nell'ambito di procedure di consultazione da esse avviate;
   a ripensare e rimodulare i principi del regime dell’austerity, promuovendo in sede europea la ridiscussione degli stringenti vincoli quantitativi posti dal Fiscal Compact, attraverso la definizione, al contrario, di obiettivi macroeconomici e sociali che garantiscano e promuovano il benessere diffuso dei cittadini europei. Infatti, il processo di integrazione e convergenza delle economie europee non dovrebbe limitarsi a regolamentare gli aspetti prettamente economico-monetari, ma rivolgersi anche agli aspetti sociali, allo scopo di rafforzare e strutturare coerentemente un tessuto solidale tra gli Stati membri;
   a prevedere l'adozione di politiche di sostegno economico delle persone che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa, mediante l'istituzione di strumenti come il reddito di cittadinanza;
   ad impegnarsi affinché, nel quadro del bilancio dell'Unione, si perseguano lo sviluppo e la coesione sociale in coerenza con i principi di uguaglianza e solidarietà tra gli Stati membri affrontando gli squilibri, le divergenze strutturali e le emergenze finanziarie direttamente connesse all'Unione economica e monetaria, in un'ottica di cooperazione e solidarietà;
   a definire misure di sostegno agli investimenti sia nazionali che europei per la promozione di un reale sviluppo, dirette in primo luogo alle PMI (che costituiscono il perno fondante del nostro tessuto produttivo, confermandosi come primo e principale motore di crescita anche in tempi di crisi) attraverso il finanziamento di progetti di crescita e di sviluppo a favore dei cittadini europei;
   a promuovere azioni coordinate volte a contrastare in maniera organica le condizioni emergenziali alla base dei flussi migratori, combattendo, quindi, l'instabilità politica ed economica, le violazioni dei diritti umani e la povertà nei Paesi di partenza;
   ad adoperarsi affinché in sede europea si provveda ad una revisione dell'Accordo Dublino III (Regolamento n. 604/2013) al fine di rendere realmente condivisa la gestione della questione migratoria;
   ad adottare in sede europea ogni iniziativa utile volta a giungere ad una revisione del quadro normativo europeo in materia di diritto d'autore che tenda ad una sempre maggiore armonizzazione sostanziale degli istituti relativi valorizzando e rafforzando le eccezioni e limitazioni ai diritti esclusivi, in particolare quanto risultano funzionali al progresso della ricerca scientifica e tecnica ed all'esercizio di diritti costituzionalmente riconosciuti quali il diritto di critica e discussione;
   a promuovere tutte le necessarie misure – anche normative – volte a favorire la parità di trattamento dei lavoratori e il miglioramento delle condizioni occupazionali e sociali, armonizzando le politiche adottate dagli Stati membri.
(6-00357) «Battelli, Baroni, Fraccaro, Petraroli, Vignaroli, Simone Valente».


   La Camera,
   premesso che:
    la relazione consuntiva si presenta come un imponente resoconto, che però non sembra incidere particolarmente sulla riflessione relativa al futuro del progetto europeo e dell'Unione europea, del suo assetto istituzionale e della sua centralità rispetto al quadro regionale ed internazionale, segnato da crisi e instabilità;
    come abbiamo avuto modo di ribadire in diverse occasioni, quel che non ci ha convinti in questi anni, in particolare, è stato il modus operandi delle istituzioni europee, ancora troppo lontane dai cittadini, e, soprattutto, la poca incisività dei Governi di centrosinistra di questa legislatura nel far sentire alta la voce dell'Italia in Europa;
    la governance dell'area euro è sembrata orientata verso l'unione economica, bancaria e di bilancio, senza una progressione parallela dell'unione politica, per cui sono aumentati i controlli europei, ed è cresciuta la forza di una burocrazia comunitaria sempre più invadente, senza il necessario controbilanciamento politico e, quindi, democratico;
    nel corso di questi anni, l'Italia non ha influito concretamente sulle decisioni chiave dell'Unione, e non ha avuto la capacità di esercitare una proposta o una mediazione sul nodo decisivo della governance dell'Unione europea, dove i singoli Paesi continuano a far valere i loro interessi in senso disgregativo, privi della forza e della visione di una vera Europa, quale quella che avevano immaginato i padri fondatori;
    lo stesso Esecutivo, più volte, ha evidenziato in diversi casi i profili di criticità dei vari negoziati. Un esempio su tutti: la questione migratoria, che rappresenta ancora oggi un problema che l'Unione europea non ha mai affrontato in maniera seria, approfondita e risolutiva;
    la stessa Relazione consuntiva spiega come «permangono diversi aspetti tuttora irrisolti sul fronte delle politiche europee sull'immigrazione, ed il cammino da percorrere è ancora lungo». La stessa Relazione programmatica discussa a giugno scorso rilevava come «resta ancora molto da fare per far rispettare pienamente e da tutti gli obblighi di solidarietà in materia di asilo e diritti fondamentali», evidenziando la necessità di migliorare le recenti proposte di riforma del diritto di asilo e sviluppare una politica solidale e integrata con la dimensione esterna, prefigurata nel Migration compact, per affrontare le cause all'origine dei flussi;
    non possiamo però omettere come sia stato il Governo italiano per primo ad accettare l'immobilismo europeo su questo tema, troppo preso ad ottenere per se stesso quei margini di flessibilità vitali per poter rincorrere politiche di spesa non strutturali, ma finalizzate ad ottenere un consenso che in ogni caso non è mai arrivato;
    sulla bilancia dell'Europa il Governo ha quindi preferito troppo spesso sacrificare politiche di più ampio respiro per rincorrere propri interessi. In questo modo, non ha contribuito a quell'evoluzione di cui all'Unione avrebbe bisogno, per uscire dall'orizzonte limitato in cui si è rinchiusa, costringendo i Paesi membri a muoversi entro perimetri sempre più stretti, con normative di dettaglio, riservando alle grandi questioni solo un estenuante immobilismo;
    questa incapacità dell'Europa di soddisfare le esigenze economiche e sociali della sua popolazione è sfociata nell'uscita del Regno Unito dall'Unione, ed è tuttora assai percepita nei Paesi dell'Unione europea;
    sul tema immigrazione, il Governo italiano non è riuscito ad imporre un'azione coordinata dell'Unione europea, con la previsione di una politica condivisa in materia di asilo e di rimpatri, nonché di interventi contro i trafficanti di persone. L'Italia non ha saputo offrire all'Europa quell'impulso decisivo in grado di mettere in campo le misure necessarie per governare un fenomeno altrimenti destinato a creare una frattura indelebile nel patto sociale tra cittadini e Stato europeo, nonché negli equilibri tra gli Stati membri, con conseguenze drammatiche per la stessa tenuta democratica e la convivenza tra Stati;
    la corsa ad un accordo con la Libia dello scorso agosto ha costituito, di fatto, l'ennesima prova di un percorso tortuoso e sbagliato che – in materia di politiche migratorie – il Governo ha intrapreso in maniera del tutto isolata;
    l'Italia si è infatti ritrovata stretta nella morsa degli egoismi dei Paesi europei, che hanno di fatto reso il canale della rotta del Mediterraneo centrale, unica «porta aperta» sull'Europa;
    sul fronte dell'economia, la relazione evidenzia come l'adozione, da parte della Commissione europea nel mese di novembre e poi da parte dell'Euro gruppo a dicembre, di un orientamento favorevole ad una politica fiscale espansiva per la zona euro nel suo complesso, «non fa che dare credito alla tesi da lungo tempo sostenuta dal Governo italiano della necessità di utilizzare la leva fiscale per rafforzare la ripresa economica, in particolar modo da parte di quei Paesi dell'eurozona che si trovano in surplus di bilancio»;
    con particolare riferimento ai Paesi in surplus di bilancio, non dimentichiamo che Forza Italia chiede da tempo di adottare opportune iniziative volte a stimolare in particolare la Germania alla reflazione, finalizzata a ridurre il suo eccessivo surplus della bilancia commerciale, che danneggia tutti gli altri paesi dell'eurozona e provoca squilibri troppo ampi tra gli Stati;
    il surplus crescente dell'economia tedesca ha dimostrato, negli anni della crisi, che l'espansione monetaria, senza una politica che aiuti la convergenza economica tra i vari paesi, non fa che alimentare uno squilibrio che ci pone in conflitto anche con il resto del mondo;
    l'Europa degli ultimi anni, ad evidente trazione tedesca, non ha volutamente colto, sbagliando, che l'eccesso di surplus produce altrettanti danni dell'eccesso di deficit. E le misure per fronteggiare la crisi che ne sono derivate non hanno fatto altro che peggiorare la situazione, piuttosto che risolverla;
    pensare che la convergenza delle economie dovesse passare attraverso la deflazione interna ai paesi cosiddetti deboli, e imposta attraverso il consolidamento fiscale anche nei periodi di recessione, ha quindi prodotto deflazione generalizzata e nessun consolidamento fiscale;
    da questo punto di vista, almeno l'apertura mostrata ad una politica fiscale espansiva rappresenta sicuramente un passo avanti, ma, come sottolinea la stessa relazione, resta ancora molto da fare per dotare l'eurozona di tutti gli strumenti di cui avrebbe bisogno;
    in ogni caso, quello che serviva, e che sarebbe stato anche funzionale ad una maggiore efficienza della politica monetaria di Mario Draghi, era la reflazione in Germania, che avrebbe fatto aumentare la crescita nell'eurozona di almeno un punto all'anno, e avrebbe con tutta probabilità evitato – o sicuramente rallentato – la nascita dei populismi;
    un'Europa senza crescita non è più possibile e non verrebbe accettata dai cittadini. Senza crescita si blocca anche la trasmissione della politica monetaria all'economia reale, come è avvenuto negli anni dell'ultima lunga crisi;
    oggi può e deve essere l'intera Unione europea a rispondere all'esigenza di sviluppo, riprendendo quello spirito che ha accompagnato i sei Paesi che hanno fondato l'Europa – e che richiamiamo da tempo – per scongiurare la disgregazione europea, per non sfociare in derive populiste ed autoritarie;
    in questo processo, è necessario che l'Italia svolga un ruolo propulsivo, per un proficuo dibattito in merito all'applicazione delle regole europee in materia di flessibilità di bilancio, per favorire la crescita, promuovendo investimenti pubblici e privati e iniziative per l'occupazione giovanile,

impegna il Governo:

   sul fronte del finanziamento delle politiche europee, ad adottare ogni iniziativa volta ad implementare le troppo esigue risorse destinate a politiche assolutamente prioritarie per il presente e il futuro dell'Europa, quali l'immigrazione, la disoccupazione, soprattutto giovanile, gli investimenti pubblici, la mobilità, la sicurezza e la formazione dei giovani;
   a rafforzare la posizione dell'Italia nella fase ascendente del processo di formazione della normativa comunitaria, anche cercando di adattare le disposizioni europee ai diversi contesti territoriali e locali, per non creare ulteriori penalizzazioni per i cittadini, le imprese e per i nostri territori, in particolare nel Mezzogiorno, per i quali è necessario rimuovere progressivamente ogni situazione di svantaggio competitivo;
   ad assumere ogni opportuna iniziativa tesa a progredire nell'unione politica dell'area euro di pari passo con le unioni bancaria, economica e di bilancio, onde evitare il progressivo allontanamento dei cittadini nei confronti delle politiche dell'Unione europea, e scongiurare una deriva tecnocratica che cancelli, di fatto, lo spirito dell'Europa delle origini, comportando, tra l'altro, la progressiva perdita di sovranità dei singoli Stati nazionali, e quindi a rafforzare la legittimità democratica delle principali istituzioni europee (Parlamento, Consiglio europeo, Consiglio dell'Unione europea, Commissione europea), anche attraverso meccanismi di funzionamento delle istituzioni europee più snelli ed efficaci;
   a promuovere, in seno all'Unione europea, la legittimità democratica del processo decisionale europeo, favorendo un rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali ed evitando il rischio che il complesso delle norme sulla riforma della better regulation, possa andare a detrimento dei valori profondi dell'assetto democratico e, primariamente, delle funzioni delle istituzioni rappresentative parlamentari;
   ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a porre al centro dell'agenda europea il rilancio della crescita e dell'occupazione in Europa, utilizzando appieno tutti gli strumenti necessari per realizzare gli investimenti strategici, nonché applicando con intelligenza i meccanismi sulla flessibilità di bilancio, nella prospettiva di rafforzare e completare realmente l'Unione Economica e Monetaria, impostando un'economia europea che, pur non dimenticando una gestione rigorosa e solida dei conti pubblici, privilegi maggiormente la crescita e la creazione di posti di lavoro, riparando i guasti di troppi anni di austerità;
   ad adottare ogni iniziativa a livello europeo volta a stimolare la Germania alla reflazione, finalizzata a ridurre il suo eccessivo surplus della bilancia commerciale che danneggia tutti gli altri paesi dell'eurozona e provoca squilibri troppo ampi tra i paesi;
   a promuovere ogni iniziativa necessaria al rafforzamento e al completamento dell'Unione finanziaria, per la promozione di una politica fiscale responsabile, il contrasto alla frode, all'evasione ed all'elusione fiscale, al fine di sostenere la ripresa dell'economia reale;
   in risposta alla crisi migratoria cui deve far fronte l'Unione europea, ad adottare ogni opportuna iniziativa volta all'implementazione di una politica migratoria europea comune e coerente, che affronti i temi del controllo delle frontiere e della stabilità e sviluppo dei Paesi di origine e di transito, per contenere rapidamente i flussi, proteggere le nostre frontiere esterne, accelerare accordi di cooperazione mirata e rafforzata con i paesi terzi, ridurre la migrazione irregolare e salvaguardare l'integrità dello spazio Schengen, contemplando interventi mirati per contrastare gli scafisti in partenza dalla Libia e dalla Tunisia, unitamente a interventi di carattere umanitario per garantire, a chi ne ha diritto, di ricevere assistenza in Africa e accoglienza in Europa;
   a sostenere in sede europea la necessità di implementare il processo di integrazione in materia di difesa, e sostenere e rafforzare la politica di sicurezza e di difesa comune;
   a riferire regolarmente ai competenti organi parlamentari sul seguito dato agli atti di indirizzo approvati dalle Camere in merito alla formazione delle politiche e della normativa dell'Unione europea, come stabilito dall'articolo 7 della legge n. 234 del 2012.
(6-00358) «Occhiuto, Elvira Savino».