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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 13 gennaio 2017

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 13 gennaio 2017.

  Gioacchino Alfano, Amici, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Stella Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Paola Boldrini, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Braga, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Caparini, Capelli, Casero, Caso, Castiglione, Catalano, Catania, Centemero, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Colonnese, Cominelli, Coppola, Costa, Crivellari, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Duranti, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Giorgia Meloni, Migliore, Orlando, Pes, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Rigoni, Rizzo, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Santerini, Scalfarotto, Scanu, Scotto, Sereni, Sottanelli, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Zampa, Zardini.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 11 gennaio 2017 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   LUCIANO AGOSTINI: «Istituzione dei distretti delle risorse culturali» (4213);
   AIRAUDO ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, in materia di disciplina del lavoro accessorio» (4214);
   SBERNA e GIGLI: «Disposizioni in materia di adozione del concepito» (4215);
   RICCIATTI ed altri: «Istituzione di una zona franca nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dagli eventi sismici dei mesi di agosto e ottobre 2016» (4216);
   CIVATI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori» (4217);
   GIOVANNA SANNA: «Disposizioni concernenti l'acquisizione, la riqualificazione e il reimpiego di immobili abbandonati per la valorizzazione dei piccoli comuni e dei centri storici» (4218).

  In data 12 gennaio 2017 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
   DISTASO: «Istituzione del “Premio biennale Giuseppe Tatarella” e disposizioni in favore della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Tatarella, per la conservazione della memoria del deputato scomparso l'8 febbraio 1999» (4219).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge.

  In data 12 gennaio 2017 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:

  dai Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo e della giustizia:
   «Delega al Governo per la riforma della disciplina sanzionatoria in materia di reati contro il patrimonio culturale» (4220).

  Sarà stampato e distribuito.

Trasmissioni dal Senato.

  In data 12 gennaio 2017 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza la seguente proposta di legge:
   S. 2224. – FUCCI; FUCCI; GRILLO ed altri; CALABRÒ ed altri; VARGIU ed altri; MIOTTO ed altri; MONCHIERO ed altri; FORMISANO: «Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie» (approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (259-262-1312-1324-1581-1769-1902-2155-B).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge DAMIANO ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, in materia di disciplina del lavoro accessorio» (3601) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Laforgia, Malpezzi e Zardini.

  La proposta di legge RAMPI ed altri: «Delega al Governo per la disciplina delle attività musicali contemporanee popolari dal vivo» (3842) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Ciracì.

Conferma dell'assegnazione di disegno di legge a Commissione in sede referente.

  La VIII Commissione (Ambiente) ha chiesto che il seguente disegno di legge, attualmente assegnato alla V Commissione (Bilancio), in sede referente, sia trasferito alla competenza primaria delle Commissioni riunite V e VIII:
  «Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno» (4200).

  La X Commissione (Attività produttive), altresì, ha chiesto di riconsiderare l'assegnazione del medesimo disegno di legge, trasferendolo alla competenza primaria delle Commissioni riunite V e X.

  Tenuto conto dei contenuti del disegno di legge, la Presidenza ha confermato l'assegnazione alla V Commissione (Bilancio), in sede referente, con i pareri in precedenza previsti.

Trasmissioni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera del 7 dicembre 2016, ha trasmesso le note relative all'attuazione data alle risoluzioni ROSATO ed altri n. 6/00248, BRUNETTA ed altri n. 6/00251 e ARTINI ed altri n. 6/00255, accolte dal Governo ed approvate dall'Assemblea nella seduta del 27 giugno 2016, concernenti le comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2016.

  Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alle Commissioni I (Affari costituzionali), III (Affari esteri), IV (Difesa), V (Bilancio), VI (Finanze), X (Attività produttive), XI (Lavoro) e XIV (Politiche dell'Unione europea) competenti per materia.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera del 7 dicembre 2016, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data, con riferimento ai profili di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, alle mozioni RAMPELLI ed altri n. 1/01344, TERZONI ed altri n. 1/01358, ZARATTI ed altri n. 1/01359, ROSATO ed altri n. 1/01360, SALTAMARTINI ed altri n. 1/01361, PALESE ed altri n. 1/01362, BRIGNONE ed altri n. 1/01366 e BRUNETTA ed altri n. 1/01367, ed alla risoluzione BALDELLI ed altri n. 6/00260, accolte dal Governo ed approvate dall'Assemblea nella seduta del 28 settembre 2016, concernenti iniziative a favore delle popolazioni e dei territori colpiti dal sisma del 24 agosto 2016, nonché per la prevenzione dei rischi derivanti dai terremoti.

  La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente) competente per materia.

Trasmissione dalla Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  La Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 9 gennaio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 27, comma 5, della legge 7 agosto 1990, n. 241, la relazione sulla trasparenza dell'attività della pubblica amministrazione, predisposta dalla Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, riferita all'anno 2015 (Doc. LXXVIII, n. 4).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 10 gennaio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Italia Lavoro Spa, per l'esercizio 2015. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 477).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 10 gennaio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Istituto Luce-Cinecittà Srl, per l'esercizio 2015. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 478).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 29 dicembre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4 della legge 11 dicembre 1984, n. 839, gli atti internazionali firmati dall'Italia i cui testi sono pervenuti al medesimo Ministero entro il 15 settembre 2016.

  Questa documentazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissione dal Ministro dell'interno.

  Il Ministro dell'interno, con lettera in data 4 gennaio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 113 della legge 1o aprile 1981, n. 121, dell'articolo 109 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, dell'articolo 3, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e dell'articolo 3, comma 3, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, la relazione sull'attività delle Forze di polizia, sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata, riferita all'anno 2015 (Doc. XXXVIII, n. 4).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal Ministero dell'interno.

  Il Ministero dell'interno, con lettera del 4 gennaio 2017, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno KRONBICHLER ed altri n. 9/3262/5, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 4 agosto 2015, concernente l'opportunità di una revisione del sistema organizzativo del Dipartimento dei Vigili del fuoco.

  La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 12 gennaio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2006/112/CE e la direttiva 2009/132/CE per quanto riguarda taluni obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di servizi e le vendite a distanza di beni (COM(2016) 757 final).

  Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 11 e 12 gennaio 2017, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Proposta relativa a un nuovo consenso europeo in materia di sviluppo – Il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro (COM(2016) 740 final), corredata dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Valutazione del consenso europeo del 2005 per lo sviluppo – Sintesi (SWD(2016) 388 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (affari esteri);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una strategia europea per i sistemi di trasporto intelligenti cooperativi, prima tappa verso una mobilità cooperativa, connessa e automatizzata (COM(2016) 766 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
   Proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto con riguardo all'applicazione temporanea di un meccanismo generalizzato di inversione contabile alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi al di sopra di una determinata soglia (COM(2016) 811 final), corredata dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 458 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 12 gennaio 2017;
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo – Sviluppare l'unione doganale dell'Unione europea e la sua governance (COM(2016) 813 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 883/2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e il regolamento (CE) n. 987/2009 che stabilisce le modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 883/2004 (COM(2016) 815 final), corredata dal relativo allegato (COM(2016) 815 final – Annex 1) e documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 461 final), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 12 gennaio 2017;
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai controlli sul denaro contante in entrata o in uscita dall'Unione e che abroga il regolamento (CE) n. 1889/2005 (COM(2016) 825 final), corredata dai relativi allegati (COM(2016) 825 final – Annexes 1 to 2), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VI (Finanze). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 12 gennaio 2017;
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione del regolamento (UE) n. 1214/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sul trasporto transfrontaliero professionale su strada di contante in euro tra gli Stati membri dell'area dell'euro (COM(2017) 5 final), corredata dai relativi allegati (COM(2017) 5 final – Annexes 1 to 2), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – Un partenariato rinnovato con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (JOIN(2016) 52 final), corredata dal relativo documento di lavoro dei servizi – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 381 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 10 gennaio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, la seconda opportunità e misure volte ad aumentare l'efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza e liberazione dai debiti, e che modifica la direttiva 2012/30/UE (COM(2016) 723 final);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla governance dell'Unione dell'energia che modifica la direttiva 94/22/CE, la direttiva 98/70/CE, la direttiva 2009/31/CE, il regolamento (CE) n. 663/2009 e il regolamento (CE) n. 715/2009, la direttiva 2009/73/CE, la direttiva 2009/119/CE del Consiglio, la direttiva 2010/31/UE, la direttiva 2012/27/UE, la direttiva 2013/30/UE e la direttiva 2015/652/UE del Consiglio, e che abroga il regolamento (UE) n. 525/2013 (COM(2016) 759 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Nuovo slancio all'innovazione nel settore dell'energia pulita (COM(2016) 763 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione intermedia sulla partecipazione dell'Unione europea all'aumento di capitale del Fondo europeo per gli investimenti e sul corrispondente aumento del sostegno del Fondo europeo per gli investimenti alle azioni a favore delle imprese, in particolare le piccole e medie imprese, a norma dell'articolo 4 della decisione n. 562/2014/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, relativa alla partecipazione dell'Unione europea all'aumento di capitale del Fondo europeo per gli investimenti (COM(2016) 795 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'attuazione delle strategie macroregionali dell'Unione europea (COM(2016) 805 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020 – Relazione di sintesi 2016 sulle relazioni annuali di attuazione dei programmi riguardanti l'attuazione nel periodo 2014-2015 (COM(2016) 812 final);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1008/2008 recante norme comuni per la prestazione di servizi aerei nella Comunità (COM(2016) 818 final).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

  Il Ministero dell'interno, con lettera in data 9 gennaio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento del consiglio comunale di Cassano delle Murge (Bari).

  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal Consiglio regionale dell'Abruzzo.

  Il Presidente del Consiglio regionale dell'Abruzzo, con lettera pervenuta in data 10 gennaio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, un documento recante le considerazioni della regione Abruzzo nell'ambito della procedura di consultazione pubblica sul pilastro europeo dei diritti sociali.

  Questo documento è trasmesso alla XI Commissione (Lavoro), alla XII Commissione (Affari sociali) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazione di nomina ministeriale.

  Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con lettera in data 10 gennaio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente la conferma del conferimento all'architetto Antonia Pasqua Recchia, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di Segretario generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VII Commissione (Cultura).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Tempi per l'adozione del decreto attuativo relativo all'effettuazione di operazioni di pagamento basate su carta di debito o di credito – 2-01522

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   l'articolo 1, comma 900, della legge di stabilità 2016 ha previsto che, al fine di assicurare, la corretta e integrale applicazione del regolamento (UE) n. 751/2015 del 23 aprile 2015 relativo al nuovo regime armonizzato dell'Unione europea delle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carte di debito e di credito, il Ministero dell'economia e delle finanze avrebbe dovuto emanare, entro il 1o febbraio 2016, un decreto ministeriale attuativo;
   ad oggi non si ha alcuna notizia né dei tempi circa la sua possibile emanazione, né di quelli dell'auspicata preventiva consultazione pubblica circa il suo contenuto;
   tale situazione d'incertezza in ordine all'esercizio delle opzioni nazionali previste dal regolamento, e quindi sull'effettivo contenuto del complessivo quadro normativo introdotto col regolamento dell'Unione europea, sta creando una grave situazione di svantaggio competitivo per il sistema nazionale dei pagamenti al dettaglio e più in generale per tutti gli utenti dei servizi di pagamento con carte. Tra i soggetti negativamente affetti da tale inerzia rientrano anche le autorità pubbliche nazionali che dovranno approntare gli strumenti, anche organizzativi, e le risorse necessarie all'efficace ed efficiente esercizio delle funzioni che dovranno essere loro attribuite ai sensi del regolamento dell'Unione europea;
   inoltre, al di là dell'esercizio delle opzioni nazionali, il decreto ministeriale in questione è necessario anche per ottemperare ad alcuni specifici obblighi che il regolamento europeo in parola pone a carico degli Stati membri, quali ad esempio quelli (di cui agli articoli 13 e 14) in materia di definizione dell'apparato dei controlli e di quello sanzionatorio nazionale per i quali il termine a provvedere scadeva il 9 giugno 2016;
   l'articolo 1, comma 900, lettera c), della legge di stabilità 2016 ha, peraltro, modificato il comma 5 dell'articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221), prevedendo che i decreti ministeriali attuativi della norma prevista dal precedente comma 4 dello stesso articolo (che stabilisce l'obbligo per i commercianti e i professionisti di accettare pagamenti mediante carte di debito e di credito) devono disciplinare le modalità, in termini e l'importo delle sanzioni amministrative pecuniarie anche in relazione ai soggetti interessati, anche con riferimento alle fattispecie costituenti illecito e alle relative sanzioni pecuniarie amministrative. Con i medesimi decreti può essere disposta l'estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili;
   questa circostanza alimenta il clima di incertezza degli operatori ed è fortemente lesiva del diritto del consumatore a scegliere lo strumento di pagamento preferito –:
   in quali tempi i Ministri interpellati procederanno all'adozione del decreto ministeriale de quo.
(2-01522) «Boccadutri, Coppola, Nardi, Sani, Covello, Anzaldi, Leva, Piazzoni, Pinna, Berretta, Gasparini, Giampaolo Galli, Di Salvo, Giuseppe Guerini, Basso, Bruno Bossio, Moscatt, Lodolini, Manciulli, Zan, Giulietti, Pilozzi, Lattuca, Barbanti, Losacco, Ferrari, Raciti, Marco Meloni, Bargero, Brandolin, Paola Bragantini, Bazoli, Aiello, Ascani, Bonaccorsi, Bonomo, Burtone, Causi».


Iniziative urgenti per prevenire e contrastare la diffusione del gioco d'azzardo – 2-01569

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   secondo i dati del Monopolio, elaborati da Agipronews, durante il 2016 gli italiani hanno speso diciotto miliardi e mezzo di euro in giochi ricompresi sotto la dizione usuale di gioco d'azzardo, a fronte di una raccolta complessiva dell'industria del gioco pari a 95 miliardi di euro. Nel 2015 la spesa netta dei giocatori italiani era stata di 17 miliardi, mentre la raccolta lorda era pari a 88 miliardi;
   l'incremento della spesa è stato dell'8,3 per cento. In media ogni italiano maggiorenne nel 2016 ha speso 365 euro in giochi, un euro al giorno, ma i giocatori sociali, a cui si debbono aggiungere i giocatori affetti da grave dipendenza dal gioco, hanno investito in questa attività molto di più un euro al giorno. I 18 miliardi e mezzo rappresentano la cifra realmente incassata da Stato (10 miliardi) e operatori (8,5 miliardi). Il totale delle giocate – la raccolta lorda che comprende anche le vincite – è molto superiore e quest'anno tocca i 95 miliardi di euro, ma si tratta di un dato che in gran parte risente del meccanismo del rigioco, in particolare nel settore online. Il giocatore, reimpiegando le proprie vincite, finisce per movimentare cifre molto più alte facendo impennare la raccolta lorda, senza incidere sulla spesa reale;
   per lo Stato si tratta di un prelievo record: 10 miliardi rappresentano il +24 per cento dell'anno precedente. Segno evidente di un mercato in espansione, che trae con sé anche conseguenze tutt'altro che positive per le persone che non sanno resistere alla seduzione del gioco. Si tratta di un incremento di due miliardi netti. Il prelievo di 10 miliardi destinati all'erario, rispetto ai 18,5 incassati dagli operatori, porta ad una aliquota reale del 54,5 per cento. In sostanza, ogni 10 euro, 5,5 finiscono allo Stato;
   la voce che più contribuisce al gettito, pari al 58 per cento, è quella degli apparecchi da intrattenimento (slot e videolottery) che versano complessivamente allo Stato 5 miliardi e 850 milioni di euro, dei quali, 4,6 provenienti dalle sole slot machine (+36 per cento rispetto al 2015). Un analogo discorso vale anche per le videolottery, che hanno versato allo Stato 1.250 milioni (+13 per cento). Tra le voci che spiccano maggiormente c’è il Gioco del Lotto con 1.760 milioni e il Gratta e Vinci (1.375 milioni), Quindi, considerando l'intero volume delle giocate, corrispondente a 95 miliardi per il 2016, il 51,6 per cento è stato assicurato da slot e videolottery;
   in percentuale, però, la crescita maggiore è stata quella del Superenalotto, che quest'anno ha raccolto 1 miliardo e 600 milioni, rispetto al miliardo del 2015 (+52 per cento) grazie a due fattori che hanno contribuito a mantenere alto l'interesse sul gioco. Da un lato la lunga caccia al «6», conclusa con la maxi vincita di 163 milioni, dall'altro il restyling del gioco complessivo che ha creato la possibilità di vincere anche con il «2»;
   è stato forte l'incremento delle scommesse sportive, che hanno incassato 7 miliardi e mezzo (+34 per cento), ma al di là delle cifre assolute è interessante segnalare la crescita dei casinò on line che a dicembre hanno fatto registrare una spesa effettiva dei giocatori (vale a dire la differenza tra quanto giocato e quanto vinto) di 45 milioni di euro, portando così il dato annuale a 438,9 milioni, vale a dire il 34 per cento in più rispetto ai 327,5 milioni del 2015;
   l'incremento complessivo del comparto dei giochi rappresenta una notevole entrata per il fisco italiano che non intende ridurla, ma anzi incrementarla. Di qui la resistenza a porre norme orientate a ridurre il gettito economico che proviene dal gioco. Risulta privo di efficacia il divieto della pubblicità. Sono assenti gli investimenti in progetti che garantirebbero migliore qualità nella formazione soprattutto dei giovani, magari smascherando una serie di luoghi comuni e di fallacie tanto seduttive quanto pericolose;
   i singoli cittadini, anche se riuniti in associazioni di tutela, poco o nulla possono davanti agli interessi dei grandi operatori del settore. Per esempio, Lottomatica, leader nel settore dei casinò online con una quota di mercato pari all'11 per cento in crescita del 7,2 per cento rispetto a inizio 2016. Dietro di essa la Sisal, con una quota di mercato dell'8,5 per cento e Pokerstars; con il 7,8 per cento. In termini assoluti la migliore performance è stata registrata da Starcasinò che a dicembre ha raggiunto una quota del 2,3 per cento, in crescita di oltre il 57 per cento rispetto a inizio anno. E questi sono i dati su cui riflettere: la velocità nell'espansione del giro d'affari. Gli operatori sono in cerca continua di nuovi clienti, da adescare con offerte allettanti e da fidelizzare per trasformarli in giocatori;
   alla Camera è stato definito pressoché all'unanimità in Commissione affari sociali un testo unificato di alcune proposte di legge, che non è mai stato portato in Assemblea, e che prevede tre azioni concrete: prevenire attraverso iniziative positive di formazione la dipendenza dal gioco; porre uno « stop» alla pubblicità nelle sue molteplici forme; garantire alle persone affette da dipendenza dal gioco tutti gli aiuti necessari. Su quest'ultimo punto sono recentemente intervenuti i livelli essenziali di assistenza riconoscendo alla dipendenza dal gioco d'azzardo lo statuto di una patologia vera e propria. Ma sui primi due punti prevenzione e formazione non si è fatto praticamente nulla, soprattutto se si tiene conto di come invece l'industria del gioco stia investendo per rendere sempre più appetibile un'offerta che, mentre risponde a sollecitazioni governative, abbandona le persone ai rischi di una fragilità illusoria che li impoverisce progressivamente;
   tra le forme più pericolose di pubblicità c’è l'operazione di marketing che regala denaro per spingere ad iniziare a giocare, e la tendenza ad offrire vincite a condizioni sempre più facili, come accade con il cosiddetto ambetto. Anche in questo caso si tratta di micro-vincite che creano dipendenza –:
   come intenda intervenire il Governo per evitare un'ulteriore diffusione del gioco d'azzardo, identificando misure molto concrete, da applicare in tempi brevi e da monitorare in modo molto rigoroso, a cominciare dalla proibizione per le aziende di regalare denaro a chi inizia a giocare, e dicendo un «no» netto e chiaro alla pubblicità, compresa quella legata ad eventi sportivi.
(2-01569) «Binetti, Pisicchio, Buttiglione, Cera, De Mita».


Iniziative di competenza in ordine alla prospettata riduzione dei treni intercity da parte di Trenitalia – 2-01559

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze per sapere – premesso che:
   il servizio dei treni intercity rappresenta, per un'ampia e diversificata fascia di utenza su tutto il territorio nazionale, un mezzo di trasporto pubblico fondamentale per garantire il diritto alla mobilità ai cittadini che sono costretti quotidianamente ad affrontare spostamenti, per motivi di lavoro, studio o salute;
   nonostante ciò, sono molti i disservizi, a cui sono sottoposti giornalmente i passeggeri che viaggiano sui treni intercity, tra cui: lunghi tempi di percorrenza; mancanza di puntualità; soppressione senza preavviso delle corse; carenza di informazione, mancanza di garanzia di partenza delle coincidenze; guasti tecnici; carrozze non adeguate e poco pulite; sovraffollamento dei convogli; condizioni precarie delle infrastrutture ferroviarie; aumenti delle tariffe non giustificati dalla bassa qualità e riduzione generalizzata dei servizi offerti;
   va rimarcato, d'altro canto, che, parallelamente alla crescita delle criticità e delle riduzioni del trasporto ferroviario intercity e regionale è stata elevata esponenzialmente l'offerta dei collegamenti dell'alta velocità (AV);
   da quanto emerso da organi di stampa, Trenitalia avrebbe intenzione di tagliare, dal 15 gennaio 2017, 7 coppie di intercity in tutta Italia, di cui 4 nella sola Toscana ed, in particolare, due coppie di treni sulla tratta Napoli – Milano che vengono utilizzati dai pendolari per collegare le città di Prato, Firenze, Arezzo e Chiusi;
   i servizi garantiti dai treni Intercity sono essenziali per l'utenza interregionale che non può accedere all'alta velocità, ma anche per i tanti pendolari che li utilizzano nei loro spostamenti quotidiani. Togliere questi servizi rappresenterebbe un danno gravissimo al servizio regionale, soprattutto per quelle regioni come la Toscana che stanno investendo convintamente su questo tipo di trasporto;
   la soppressione di treni intercity in Toscana era già stata ventilata negli scorsi anni, poi sospesa anche a seguito delle richieste delle regioni e degli enti locali e degli interventi delle rappresentanze politiche parlamentari;
   il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, sostiene da tempo la necessità di rilanciare il trasporto pubblico regionale su rotaia ed ha annunciato, nei mesi scorsi, ulteriori 1,8 miliardi di euro di investimenti mirati per tale comparto;
   emerge quindi con chiarezza che la soppressione delle 7 coppie di intercity sopracitata rappresenta, in ogni caso, una decisione non concertata, causata da esclusive ragioni di carattere economico, e che (per qualità e quantità dei servizi cancellati non adeguatamente sostituiti ed integrati) non può comunque essere frutto di una programmazione efficace ed a sostegno dei pendolari;
   tale soppressione causerebbe, infatti, gravi ed ulteriori disagi nei confronti di migliaia di utenti, su tutto il territorio nazionale, che vedrebbero scomparire un servizio spesso unico per poter svolgere le attività quotidiane;
   in questo contesto appare altrettanto auspicabile, al fine di migliorare l'offerta ai pendolari dell'intero Centro Italia, approfondire l'ipotesi di realizzare una stazione per i treni ad alta velocità situata nel sud della Toscana che possa interessare un ampio bacino di utenza attualmente non raggiunto da questa tipologia di trasporto –:
   se i Ministri interpellati siano a conoscenza delle reali intenzioni di Trenitalia di sopprimere i collegamenti intercity citati in premessa e, nello specifico, quali tratte e quali bacini di utenza coinvolgerebbero tali riduzioni di servizio;
   se ritengano conseguentemente necessario assumere iniziative urgenti di competenza per evitare tali riduzioni di servizio insostenibili e per garantire il diritto alla mobilità ai cittadini;
   se la realizzazione di una stazione per i treni ad alta velocità nel sud della Toscana, integrandosi con l'offerta del trasporto pubblico regionale, sia economicamente sostenibile.
(2-01559) «Dallai, Donati, Ascani, Di Lello, Cenni, Sani, Manciulli, Miccoli, Nardi, Lattuca, Albini, Manzi, Crimì, Rocchi, Carocci, Becattini, Mariani, Fragomeli, Giuseppe Guerini, Di Salvo, Coppola, Bratti, D'Ottavio, Bonaccorsi, Zardini, Arlotti, Benamati, Bargero, Berlinghieri, Marco Di Maio, Covello, Zanin».


Iniziative urgenti per fare chiarezza sulla morte di un alto funzionario del consolato italiano in Venezuela – 2-01536

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   il 4 giugno 2016 è stato ritrovato nella sua abitazione a Caracas il corpo senza vita di Mauro Monciatti, alto funzionario del consolato italiano in Venezuela, originario di Sinalunga;
   nonostante le autorità venezuelane avessero indicato come causa della morte un «infarto al miocardio», tale tesi è apparsa subito non convincente per gli stessi familiari della persona deceduta che hanno ipotizzato un omicidio legato all'attività lavorativa del congiunto;
   il 9 giugno 2016 nel corso della discussione alla Camera dei deputati di un atto di sindacato ispettivo relativo a tale vicenda (interrogazione a risposta immediata in commissione n. 5-08848), il Sottosegretario delegato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, parlando del Venezuela come di un Paese che «sta attraversando una delle fasi più critiche della sua storia che si sta ripercuotendo anche sulla numerosa comunità italiana residente, le cui condizioni economiche e sociali sono fortemente deteriorate» ha di fatto non escluso la tesi dell'omicidio;
   secondo quanto si apprende da organi di informazione il ritrovamento del cadavere, presentava circostanze sospette che avrebbero infatti evidenziato un'aggressione; il corpo di Mauro Monciatti riportava inoltre segni evidenti di escoriazioni incompatibili con una «morte naturale» da arresto cardiaco che avrebbe potuto tecnicamente provocare il decesso ma essere diretta conseguenza di violenze fisiche;
   alcune fonti giornalistiche hanno inoltre riferito che i primi accertamenti della polizia scientifica locale hanno parlato di un trauma violento alla testa causato da un corpo contundente senza ferite di arma da taglio, mentre il console italiano in Venezuela Mauro Lorenzini ha dichiarato che non sembra esserci stata una rapina, né un furto poi degenerato;
   ulteriori indagini approfondite sulla reale causa della morte risultano oggi difficili; le autorità venezuelane avrebbero infatti effettuato due autopsie nel corpo di Mauro Monciatti e per tale motivo la salma rientrata in Italia non presenta organi interni. L'attuale autopsia disposta dalla procura della Repubblica di Roma è ancora in corso ed in attesa di ricevere i «vetrini» degli esami di laboratorio da parte delle autorità sanitarie venezuelane;
   la procura della Repubblica di Roma ha da tempo svolto istanza di rogatoria internazionale, ad oggi, senza successo;
   i familiari di Mauro Monciatti hanno presentato una denuncia alla procura della Repubblica di Siena che, appurata la precedente apertura del procedimento penale presso la procura della Repubblica di Roma, ha immediatamente trasmesso gli atti a quest'ultima nel rispetto delle norme sulla competenza;
   il decesso di Mauro Monciatti ha causato forte emozione nella comunità di Sinalunga soprattutto per il mancato chiarimento rispetto alle cause di un decesso di un funzionario dello Stato che appare diretta conseguenza di un atto di violenza; il consiglio comunale cittadino ha approvato il 14 ottobre 2016 un ordine del giorno che impegna il sindaco e l'intero consiglio comunale ad adoperarsi nei confronti delle istituzioni nazionali preposte per fare chiarezza sulle reali cause della morte –:
   quali iniziative urgenti abbia assunto e intenda assumere il Governo per fare piena chiarezza sulle cause della morte di Mauro Monciatti, per dare risposte certe ai familiari, per assicurare eventuali colpevoli alla giustizia e per riconoscere la giusta dignità al lavoro svolto da un servitore dello Stato, scomparso nell'adempimento del proprio dovere.
(2-01536) «Cenni, Dallai, Mariani, Rocchi, Beni, Albini, Terrosi, Scuvera, Parrini, Guerra, Marchi, Preziosi, Petrini, Rubinato, Moretto, Fiorio, Carra, Bratti, Braga, Luciano Agostini, Laforgia, Fanucci, Tullo, Giuseppe Guerini, Fregolent, Bini, Stella Bianchi, Lavagno, Carrozza, Cuperlo, Donati, Fontanelli, Fossati, Gnecchi, Porta, Fedi, Ginato, Carnevali, Manfredi, La Marca, Iacono, Crivellari, Fabbri, Bindi».


Orientamenti ed iniziative del Governo, in sede internazionale ed europea, per la piena affermazione dei diritti costituzionali in Turchia – 2-01537

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   la notte del 3 novembre 2016, nell'ambito di un'operazione «antiterrorismo» condotta dalla polizia turca nella gran parte delle province del sud est del Paese, 11 deputati del partito filocurdo Hdp, compresi i leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, sono stati arrestati;
   l'arresto fa seguito all'approvazione da parte del Parlamento turco, avvenuta il 20 maggio 2016, di un emendamento costituzionale che ha revocato l'immunità per i deputati. L'emendamento, proposto dal partito di governo del Presidente Erdogan, è stato approvato anche grazie al sostegno dell'opposizione nazionalista dell'Mhp e di una ventina di deputati del Partito repubblicano del popolo kemalista (Chp); i voti a favore, infatti, sono stati 376 su 550 componenti; una maggioranza tale da evitare il possibile ricorso al referendum;
   come denunciato con l'interpellanza n. 2-01391 dell'8 giugno 2016, la revoca dell'immunità ha riguardato in particolare i deputati dell'Hdp, il partito filocurdo che nel giugno 2015 è tornato in Parlamento superando la soglia di sbarramento del 10 per cento, con il rischio – concretizzatosi in queste ore dell'arresto con accuse di terrorismo e sostegno al Pkk. Lo stesso Presidente turco Erdogan aveva più volte auspicato la rimozione dell'immunità per i deputati curdi, accusandoli di essere il braccio politico del Pkk;
   al momento dell'approvazione dell'emendamento costituzionale il segretario dell'Hdp, Selahattin Demirtas, aveva annunciato la presentazione di un ricorso alla Corte costituzionale dichiarando «nessuno dei nostri deputati andrà volontariamente in tribunale. Dovranno venire a prenderci con la forza, perché in Turchia non c’è un potere giudiziario indipendente che possa garantire un giusto processo»;
   l'arresto degli 11 deputati segue il fermo, avvenuto nel mese di ottobre, di Gultan Kisanak e Firat Anli, i due co-sindaci dell'Hdp della città di Diyarbakir, accusati di legami con il terrorismo e di appartenenza all'organizzazione Pkk;
   il fermo di amministratori locali ha suscitato la netta reazione della popolazione curda, in Turchia e all'estero. In particolare in Germania centinaia di persone hanno manifestato nelle principali città dove più significativa è la presenza di cittadini di origine curda. In queste ore lo stesso partito Hdp, in segno di protesta, ha annunciato il boicottaggio delle sedute della Grande Assemblea di Ankara;
   l'Hdp è un partito democratico e pluralista, con una struttura sociale e una base associativa multiculturale, multietnica e multireligiosa, ed è impegnato per la difesa delle libertà delle donne e l'emancipazione femminile;
   tanto la deliberazione del Parlamento turco quanto gli arresti delle ultime ore, hanno suscitato la ferma reazione politica degli Stati Uniti e del principali rappresentanti delle istituzioni europee. Si sono espressi contro gli arresti e a favore dei pluralismo politico. In particolare, l'Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini e il presidente del Parlamento europeo Martin Shulz il quale ha dichiarato che le ultime iniziative dei governo di Ankara «mettono in discussione la sostenibilità delle relazioni tra Ue e Turchia» –:
   quali siano gli orientamenti politici del Governo rispetto agli accadimenti di queste ore in Turchia e se il Ministro interrogato non intenda farsi promotore, in sede internazionale e soprattutto europea, di una decisa iniziativa politica finalizzata a favorire la piena affermazione dei diritti costituzionali in Turchia, compresa la scarcerazione dei deputati arrestati e il ripristino della immunità parlamentare a garanzia del libero esercizio del mandato di rappresentanza per i deputati di ogni parte politica.
(2-01537) «Romanini, Quartapelle Procopio, Zampa, Minnucci, Galperti, Incerti, Patrizia Maestri, Petrini, Ciracì, Taricco, Rocchi, Di Lello, Pagani, Dallai, Pelillo, Iori, Sberna, Blazina, Giacobbe, Baruffi, Prina, Carloni, Schirò, Dambruoso, Albanella, Albini, Lavagno, Andrea Maestri, Civati, Brignone, Matarrelli, Pastorino, Melilla, Sgambato, Paolo Rossi, Malisani, Piazzoni, Gasparini, Cominelli, Gandolfi, Schullian, Beni, Capozzolo, Meta, Locatelli, Tidei».


Iniziative per tutelare i creditori e i soci della cooperativa «La Perla» e per garantire maggiore trasparenza con riguardo alle procedure di commissariamento per la liquidazione coatta amministrativa delle cooperative – 2-01549

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   «La Perla» è una cooperativa edilizia avente sede in Arezzo il cui ex Presidente, Angiolo Fracassi, il 20 dicembre 2013 stato condannato per tentata estorsione dal tribunale di Arezzo per aver chiesto ad alcuni soci della cooperativa il pagamento di 35.000 euro in cambio dell'assegnazione della casa;
   il 5 maggio 2010 il Ministero dello sviluppo economico ha nominato due ispettori del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per valutare il provvedimento da adottare nei confronti della suddetta cooperativa;
   il 6 agosto 2010 il Ministero dello sviluppo economico ha disposto la liquidazione coatta amministrativa della cooperativa «La Perla» corsia contestuale nomina dei liquidatori dottor Giovanni lisi, dottor Stefano Parati e avvocato Roberto Mantovano;
   i liquidatori nominati, tra i primi atti compiuti, hanno ritenuto opportuno revocare la prenotazione ai soci che pur avendo pagato interamente l'immobile non avevano ancora stipulato il contratto di compravendita;
   a fine 2015 in appello viene confermata la condanna per bancarotta fraudolenta dell’ex presidente della cooperativa «la Perla» mentre il reato di tentata estorsione viene derubricato a quello di esercizio abusivo delle proprie ragioni con minaccia alle persone; la Corte di Appello ribadisce che i soci della Cooperativa, al fine di ottenere la proprietà della casa, non dovevano pagare i 35.000 euro richiesti (http://www.arezzonotizie.it);
   nel corso della trasmissione televisiva «Mi manda Rai 3» del 7 novembre 2016 è emerso come i commissari liquidatori non abbiano effettuato il sequestro conservativo di un immobile dell’ex Presidente della cooperativa, Angiolo Fracassi, nonostante fossero stati informati della messa in vendita del bene da un'informativa della guardia di finanza di Arezzo del 27 agosto 2010; è stato, altresì evidenziato che i commissari liquidatori non abbiano effettuato alcuni azione revocatoria al fine di far dichiarare inefficace la cessione della proprietà del suddetto bene immobile e che, essendo trascorsi ormai più di cinque anni dall'alienazione in parola, hanno perso qualunque diritto previsto dalla legge. Infine, è emerso come i commissari liquidatori non abbiano intrapreso azione di responsabilità civile nei confronti degli ex amministratori della cooperativa nonostante la mala gestio di questi ultimi abbia condotto ad un ammanco che ammonterebbe a circa 4 milioni di euro;
   a parere degli interpellanti le omissioni dei commissari liquidatori si qualificano come vere e proprie negligenze che hanno compromesso il patrimonio della cooperativa e, quindi, danneggiato le legittime aspettative dei creditori e dei soci della suddetta cooperativa;
   da quanto risulta agli interpellanti, uno dei tre commissari liquidatori in questione, l'avvocato Roberto Mantovano, nel corso degli ultimi anni sarebbe stato designato in numerose procedure tra le quali, a titolo esemplificativo, la nomina a commissario liquidatore della cooperativa edilizia «Elio Bernabei» da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la nomina a commissario liquidatore della Banca Due Mari di Calabria – Credito Cooperativo Società Cooperativa da parte della Banca d'Italia, la nomina a commissario governativo della cooperativa edilizia «Polaris» da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ed altre;
   si evidenzia altresì, in generale, quella che appare agli interpellanti una carenza di trasparenza nelle procedure dei commissariamenti per le liquidazioni coatte amministrative, in particolare in merito alla costituzione dei comitati di sorveglianza in seno al Ministero dello sviluppo economico, all'accesso all'albo da cui vengono nominati i liquidatori o al registro dei compratori dei beni in liquidazione, ed ai fondi con i quali gli stessi beni vengono acquistati –:
   quali iniziative intenda assumere il Ministro interpellato per tutelare creditori e soci della cooperativa «La Perla»;
   se non si ritenga opportuno verificare quali siano gli incarichi di liquidatore attualmente ricoperti dall'avvocato Mantovano e se il contemporaneo svolgimento dei molteplici incarichi da lui ricoperti sia compatibile con il dovere di sana e prudente gestione delle società commissariate;
se non ritenga opportuno adoperarsi, per quanto di competenza, affinché siano più trasparenti le procedure dei commissariamenti per le liquidazioni coatte amministrative delle cooperative.
(2-01549) «Gagnarli, Pesco, Agostinelli, Alberti, Dieni, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fraccaro, Frusone, Gallinella, Luigi Gallo, Grande, L'Abbate, Lupo, Mannino, Marzana, Micillo, Nesci, Nuti, Parentela, Petraroli, Rizzo, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Spadoni, Terzoni, Tofalo, Toninelli, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Zolezzi».


Iniziative, anche normative, per tutelare le imprese italiane da acquisti speculativi di aziende straniere e per valorizzare gli asset strategici nazionali – 2-01572

G)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   vendute, ricomprate, spesso passate da una parte all'altra, da un Paese all'altro. È la storia di molti marchi d'eccellenza nati in Italia, ma che di italiano oggi hanno ben poco;
   molte delle migliori realtà imprenditoriali italiane sono state schiacciate dalla congiuntura economica negativa, unita all'iperburocratizzazione della macchina amministrativa, a una tassazione iniqua, alla mancanza di aiuti e di tutele e all'impossibilità di accesso al credito bancario;
   l'intreccio di tali fattori ha inciso sulla mortalità delle imprese creando una sorta di mercato «malato», all'interno del quale si registra la chiusura di realtà imprenditoriali importanti per tipologia di produzione;
   l'afflusso di capitali esteri nel nostro Paese non è quindi avvenuto secondo le normali regole di mercato e le aziende si sono dovute piegare a una vendita «sottocosto» rispetto al loro reale valore;
   tutto questo è avvenuto per l'assenza dello Stato e della politica e, insieme, di quella classe dirigente generale che non ha prezzo una posizione forte rispetto al progressivo sfaldamento dell'economia italiana preferendo un atteggiamento silenzioso, e per questo in qualche modo complice. Nonostante si parli ormai da anni della vendita a prezzi stracciati del «prodotto Italia», infatti, nessuno ha mai voluto davvero dire la verità e cioè che nulla è stato fatto per contrastare lo stato delle cose;
   spesso le aziende italiane vengono acquistate da altre aziende di Paesi stranieri, vengono svuotate dei macchinari e del know-how, e mai riaperte. Un'azienda può vivere la strana condizione di soggetto «perennemente sul mercato» poiché la proprietà passa da un'azienda all'altra, da società all'altra, da un Paese all'altro, in un giro vorticoso che lascia quanto meno perplessi dal punto di vista della trasparenza. D'altra parte, in un mercato globalizzato all'interno del quale diventa ogni giorno più dura e senza esclusione di colpi, la concorrenza non si fa più solo attraverso l'innovazione di processo e di prodotto, ma anche o forse soprattutto, attraverso l'eliminazione dell'avversario diretto acquistandone l'azienda e dismettendone la produzione;
   all'interno di un sistema finanziario sempre più immateriale e senza patria diventa ancora più arduo ricostruire l'origine e i percorsi dei capitali impiegati così con vari interessi a essi riconducibili. È certo però che questi interessi, il più delle volte, non corrispondano a vere vocazioni imprenditoriali, ma siano organizzati secondo la logica del massimo profitto;
   la svendita della rete produttiva italiana quindi impoverisce il Paese sia dal lato economico sia per la perdita di asset immateriali, a volte di difficile quantificazione economica, perché vengono meno la tradizione, l'esperienza e la storia insita in ciascuna delle aziende di cui ci si priva. In questo senso, va ricordato che l'imprenditoria italiana è fatta di imprese, costruite nel corso degli anni esaltando il concetto di qualità. Non solo. Accanto a questi problemi non si può tacere della condizione nella quale versano migliaia di lavoratori che si ritrovano in cassa integrazione e, probabilmente invano, attendono la possibilità di un reintegro a ogni nuovo cambio di proprietà;
   quello che può accadere è purtroppo che, rilevata un'azienda che prima produceva in Italia, si trovi più conveniente delocalizzare la produzione in Paesi con minor costo del lavoro, meno barriere burocratiche, ma anche normative assai diverse da quella italiana sia sul piano della sicurezza sul lavoro sia su quello della tutela consumatori;
   elementi di distinzione del nostro Paese nello scenario globale sono quindi il valore del made in Italy, la posizione strategica per i flussi nel Mediterraneo e la rete dei distretti industriali che continuano ad essere oggetto di attrazione da parte di investitori esteri. In questo scenario si inserisce il fenomeno delle acquisizioni di rinomate imprese italiane, mentre continua l'investimento sull'Italia Italia di numerose multinazionali;
   si possono aprire le frontiere, ma vanno create le condizioni per fare bene impresa in Italia in modo che dall'estero arrivino capitale e competenze che l'Italia non ha, ma ci sia allo stesso tempo l'interesse degli stranieri a conservare il business nel nostro Paese;
   negli ultimi anni, con modalità e interessi differenti, imprenditori francesi, cinesi, giapponesi, arabi e americani si presentano in Italia affascinati dalle competenze e dalle capacità degli ingegneri, dei designer e degli operai, cogliendo rinnovate opportunità di investimento e di business per il futuro. Infatti, nonostante l'insieme delle statistiche a una prima lettura definisca un'immagine spesso negativa o perlomeno in chiaro-scuro dell'economia italiana, ancora oggi il nostro Paese è in grado di «fare la differenza» quando si tratta di realizzare non solo abiti e gioielli di lusso, ma anche tutti quei prodotti che dalla rubinetteria, agli arredi della cucina, ai giocattoli sino ai componenti per gli aerei, vengono apprezzati in tutto il mondo; le aziende devono necessariamente individuare la strategia di impresa e la struttura del management per poter crescere e trovare spazio nei mercati internazionali. È questo un passaggio affrontato dalle aziende italiane con modalità differenti, tra le quali vi è la partecipazione a un grande gruppo estero che ha acquisito nel tempo capitali finanziari e capacità imprenditoriali tali da possedere una buona distribuzione nei diversi Paesi del mondo. Nello scenario italiano vi sono imprenditori, come Versace o Luxottica, che confermano la volontà e l'impegno a mantenere proprietà e la gestione dell'azienda pur affrontando continui cambiamenti del mercato e le difficoltà del sistema produttivo italiano. La crisi economica è tale da mettere in pericolo anche le aziende più forti e rinomate, ma vi sono altre strade alternative oltre a quella della vendita a fronte di una buona offerta –:
   di quali informazioni, sui fatti sopra descritti, sia in possesso il Governo;
   quali iniziative, anche normative, intenda adottare al fine di tutelare le imprese italiane da acquisti speculativi di aziende straniere con la conseguenza di perdita di posti di lavoro, di personale specializzato e, inevitabilmente, di abbandono degli standard di qualità del prodotto;
   se non ritenga di individuare degli asset strategici industriali italiani da sviluppare ed investire.
(2-01572) «Fantinati, Vallascas, Cancelleri, Crippa, Da Villa, Della Valle, Corda, Daga, Dall'Osso, De Lorenzis, De Rosa, Del Grosso, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Di Vita, D'Incà, D'Uva, Ferraresi, Fico, Fraccaro, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano, Grande, Grillo».


Iniziative di competenza volte a salvaguardare i livelli produttivi e occupazionali degli impianti di Assemini e Avezzano della società multinazionale Vesuvius – 2-01541

H)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   il 16 settembre 2016, in occasione del tavolo tecnico convocato al Ministero dello sviluppo economico sulla vertenza della multinazionale inglese dell'acciaio Vesuvius, il vicepresidente, Richard Sykes, avrebbe annunciato la decisione dell'azienda di chiudere gli impianti attivi in Italia di Assemini e Avezzano;
   la decisione sarebbe stata motivata con il fatto che l'azienda si troverebbe in una condizione di sovraccapacità produttiva rispetto a una produzione globale di acciaio che ha subito una forte flessione negli anni;
   gli impianti interessati dal provvedimento producono infatti materiale refrattario isostatico per le colate degli altiforni in acciaieria che viene venduto alle industrie siderurgiche; conseguentemente, a una contrazione della produzione di acciaio, ne conseguirebbe una maggiora difficoltà della Vesuvius nell'allocare i materiali prodotti presso le acciaierie;
   è il caso di rilevare che, sempre secondo notizie di stampa, l'azienda, per abbattere i costi, intenderebbe trasferire le produzioni negli impianti dislocati in Polonia e nella Repubblica Ceca, continuando, nel contempo, a commercializzare i prodotti in Italia;
   gli stabilimenti, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, occuperebbero circa 190 dipendenti, 81 ad Avezzano e 105 ad Assemini, a cui si aggiungerebbero centinaia di unità lavorative indirette;
   è il caso di sottolineare che la chiusura dei suddetti impianti avverrebbe in un contesto di grave crisi economica che determinerebbe la chiusura di numerosi insediamenti produttivi in Abruzzo e Sardegna;
   questa situazione di crisi, anche per le specializzazioni e le qualifiche del personale dell'azienda, renderebbe difficoltosa, se non impossibile, una ricollocazione nel mercato del lavoro dei dipendenti, diretti e indiretti, della Vesuvius;
   secondo quanto riferito dal Governo rispondendo ad una interrogazione in X Commissione (Attività produttive) nella seduta del 20 ottobre 2016, lo scorso 16 settembre si è tenuto un tavolo di riunione presso il Ministero per lo sviluppo economico, in cui la proprietà della Vesuvius ha confermato l'intenzione di chiudere entro fine 2016 gli stabilimenti di Assemini in Sardegna e di Avezzano in Abruzzo. Nonostante tutti i partecipanti al tavolo (Ministero, regioni Sardegna e Abruzzo e sindacati) abbiano stigmatizzato tale decisione, l'azienda ha comunque deciso di aprire la mobilità per i due stabilimenti;
   il 18 ottobre 2016 è stato convocato un altro tavolo in cui l'azienda ha confermato il licenziamento di 186 lavoratori e l'azienda si è dichiarata disponibile a cedere a prezzi di mercato gli stabilimenti ma non gli impianti, escludendo quindi qualsiasi continuità delle attuali produzioni con altri imprenditori eventualmente interessati. Risulta agli interpellanti che il Ministero dello sviluppo economico in tale sede si sia impegnato a chiedere un incontro con i vertici inglesi della Vesuvius finalizzato a verificare le possibili azioni alternative alla cessazione dell'attività annunciata per la fine di dicembre;
   da ultimo, il 3 e 4 novembre 2016, in un incontro del Comitato aziendale ristretto, tenutosi a Düsseldorf, per discutere sulla straordinarietà dei due stabilimenti italiani della Vesuvius, il responsabile delle risorse umane della Vesuvius PLC, secondo quanto risulta agli interpellanti, ha tenuto a precisare che il Governo italiano non ha fornito nessuna offerta formale per salvaguardare i suddetti stabilimenti, ma ha soltanto manifestato l'intenzione di inibire la vendita dei prodotti Vesuvius sul mercato italiano. Nonostante l'ampio ventaglio di offerte del Governo, fatte alla presenza dell'amministratore delegato Vesuvius Italia, la Vesuvius PLC si è dimostrata comunque «refrattaria», rifiutando qualsiasi apertura alle trattative; esaurito il ventaglio delle proposte, il Governo stesso ha chiesto alla società di formulare delle richieste concrete da vagliare, ma al momento nessun piano di ristrutturazione aziendale formale risulta arrivato in sede governativa –:
   se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;
   quali siano le risultanze del tavolo tecnico istituito al Ministero dello sviluppo economico sulla vertenza della Vesuvius, con particolare riguardo ai dettagli tecnici, come costi di produzione e andamento del mercato, che sottendono la decisione di chiudere l'impianto di Assemini e Avezzano;
   se vi siano, allo stato attuale, delle ipotesi di rinvio o di revoca della decisione assunta dalla Vesuvius;
   quali iniziative intenda adottare il Governo per salvaguardare i livelli occupativi e scongiurare la chiusura dei siti produttivi di Assemini e Avezzano;
   se, nell'ottica del mantenimento degli impianti di Assemini e Avezzano, sia stata già contemplata la possibilità di intervento attraverso forme di finanziamento indiretto mediante intermediazione a livello nazionale e locale ed, eventualmente, in che misura e secondo quali modalità e tempistiche;
   se, nel caso di abbandono della produzione, sia stato previsto l'integrale ripristino dei siti industriali di Assemini e Avezzano tramite una completa opera di bonifica;
   se il Ministro interpellato intenda avviare contatti con la sede centrale londinese della Vesuvius PLC per verificare quali siano le reali intenzioni.
(2-01541) «Luigi Di Maio, Vallascas, Corda, Vacca, Cecconi».


Intendimenti del Governo circa la possibilità di consentire alle popolazioni colpite dai recenti eventi sismici l'esercizio dell'iniziativa privata nel provvedere alle proprie esigenze abitative – 2-01564

I)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   a seguito degli ultimi eventi sismici del 26 e del 30 ottobre 2016 è stato emanato il decreto-legge n. 205 del 2016 denominato «Nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni e dei territori interessati dagli eventi sismici del 2016», che prevede, tra le altre prescrizioni, l'acquisizione e la predisposizione di aree da destinare ad insediamenti di container ad uso abitativo, in attesa di fornire alle popolazioni sfollate le più confortevoli strutture abitative di emergenza (cosiddette SAE);
   le attività di carattere pubblico predisposte hanno, tuttavia, tempi tecnici di attuazione che costringono le popolazioni del terremoto ad una prolungata situazione di disagio, considerato che molti dei cittadini che hanno perso la propria abitazione risiedono attualmente in strutture alberghiere, non di rado lontane anche cento chilometri dal proprio comune di residenza;
   nelle more di tali interventi di natura pubblica, alcuni comuni delle Marche hanno consentito ai propri cittadini, attraverso delibere comunali, di provvedere autonomamente nel reperire ed installare strutture abitative mobili in terreni privati, senza rischio alcuno per l'incolumità degli stessi e senza alcun costo a carico dello Stato. In particolare, si tratta di strutture prefabbricate in legno o moduli rimovibili;
   tali iniziative sono state adottate nei comuni di Tolentino, Pieve Torina, Pioraco e Montecavallo, tutte in provincia di Macerata (fonte: Cronachemaceratesi.it, 15 dicembre 2016);
   in particolare, si cita il caso del comune di Pieve Torina che, con deliberazione del consiglio comunale n. 29 del 26 novembre 2016, ha fissato delle linee di indirizzo per la realizzazione e la localizzazione temporanea di manufatti fissi o mobili in area di proprietà o in uso a qualsiasi titolo, da parte dei cittadini residenti, nell'indisponibilità dell'immobile di proprietà, o in uso, prima del sisma;
   tali linee guida, contenenti prescrizioni quanto a soggetti legittimati, oneri e spese, requisiti tecnici dei manufatti adibiti ad abitazioni temporanee, prescrizioni esecutive, autorizzazioni e disciplina di rimozione degli stessi, rappresentano una risposta celere e – ad avviso degli interpellanti – doverosa, per consentire alle popolazioni sfollate di avere una abitazione dignitosa in tempi certi e rapidi, nonché di agevolare la ripopolazione delle aree colpite dagli eventi sismici, nel pieno rispetto delle esigenze di sicurezza;
   con comunicazione del servizio infrastrutture, trasporti ed energia, P.F. urbanistica paesaggio e informazioni territoriali, della giunta regione Marche, a firma del dirigente preposto architetto Achille Bucci, avente ad oggetto «Strutture abitative di emergenza. Normative di riferimento», indirizzata ai presidenti delle province e ai sindaci delle Marche, si richiamavano i sindaci ad «attenersi alla normativa statale in merito alle soluzioni alloggiative per la popolazione e a non adottare provvedimenti in contrasto con le suddette disposizioni di legge»; le province ad esercitare i poteri di vigilanza di cui all'articolo 3 della legge della regione Marche n. 34 del 1992, che consentono anche «la sospensione o demolizione di opere difformi dal piano regolatore generale l'annullamento di concessioni e autorizzazioni comunali, previsti dagli articoli 39 e 40 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001»; infine, si sottolineava che «l'esecuzione di opere edilizie in assenza del titolo abitativo previsto per legge configura il reato di costruzione abusiva»;
   tale iniziativa della regione Marche è a giudizio degli interpellanti illogica e lesiva del diritto dei cittadini di provvedere autonomamente ad una abitazione dignitosa, ancorché provvisoria, e delle prerogative dei comuni che legittimamente, ed in ossequio alle proprie attribuzioni e funzioni e nel rispetto del principio di sussidiarietà, che trova supremo riconoscimento nella legge fondamentale, forniscono una risposta di buon senso alle esigenze delle comunità che amministrano;
   tali iniziative, oltre a non costituire alcun rischio per le popolazioni sfollate in termini di incolumità, non hanno alcun costo ulteriore per lo Stato, dato che le spese per la loro realizzazione sono a carico dei privati (con costi anche sensibilmente inferiori rispetto alle strutture acquistate dallo Stato), così come sono privati i terreni sui quali le strutture in legno o mobili vengono installate –:
   se il Governo, ove ne sussistano i presupposti, anche con iniziativa di competenza del commissario straordinario del Governo per la ricostruzione, non intenda intervenire in relazione ai fatti esposti in premessa, al fine di consentire la legittima iniziativa privata nel provvedere alle proprie esigenze abitative, anche in fase di emergenza;
   se non intenda, valutata la conformità alla legge delle iniziative intraprese da sindaci e amministrazioni comunali richiamate in premessa, assumere iniziative affinché tali «buone pratiche» siano adottate anche in altri comuni nelle aree del cratere, così come individuate nel cosiddetto decreto terremoto, in modo coordinato ed uniforme.
(2-01564) «Ricciatti, Airaudo, Franco Bordo, Costantino, D'Attorre, Duranti, Daniele Farina, Fassina, Fava, Ferrara, Folino, Fratoianni, Carlo Galli, Giancarlo Giordano, Gregori, Kronbichler, Marcon, Martelli, Melilla, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piras, Placido, Quaranta, Sannicandro, Scotto, Zaratti».


Chiarimenti in merito ad una consulenza affidata presso la struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei ministri – 2-01573

L)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   l'utilizzo di risorse pubbliche andrebbe gestito con estrema oculatezza e, specie nella scelta di consulenti, una carica istituzionale dovrebbe usare ogni cautela per non ingenerare l'impressione che vengano retribuiti dallo Stato soggetti impiegati in attività proprie di un partito o di una parte politica;
   la struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale, da ciò che si evince dal sito della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha conferito a Simona Ercolani l'incarico che «consiste nel coordinamento e nella realizzazione delle iniziative celebrative degli anniversari di interesse nazionale, per la direzione artistica, la promozione e la diffusione della conoscenza delle iniziative celebrative»;
   più specificamente si sarebbe occupata, nell'ultimo periodo, della direzione artistica nella realizzazione di tre spot televisivi per la ricorrenza del settantesimo anniversario della Liberazione;
   per questo incarico, svolto nel periodo che va dal 1o aprile al 31 dicembre 2016, la consulente avrebbe ricevuto 46 mila euro lordi;
   Simona Ercolani, nel medesimo periodo, si sarebbe occupata tuttavia anche della regia dell'evento «La Piazza è del Popolo» il 29 ottobre 2016, a favore del «Sì» al referendum costituzionale, e della cosiddetta «Leopolda», incontro politico promosso dal Presidente del Consiglio e organizzato nel 2016 dal sottosegretario Luca Lotti;
   Simona Ercolani, a quanto si evince, dal curriculum disponibile sul sito della Presidenza del Consiglio, è anche amministratrice delegata della società di produzione televisiva Stand by me che idea e realizza diversi format televisivi, venduti in prevalenza alla televisione pubblica;
   la società Stand by me, da quanto si evince da notizie presenti sulla stampa ha realizzato negli ultimi 2 anni crescite di fatturato consistenti, anche del 24 per cento;
   vista la difficoltà di accertare se Simona Ercolani abbia percepito o meno una retribuzione per il suo lavoro a favore delle iniziative politiche citate, è impossibile non rilevare, ad avviso degli interpellanti, una certa possibile confusione tra il suo ruolo di direttore artistico per eventi del Governo e quello di direttore artistico per eventi per la parte politica cui appartiene il capo del Governo;
   è inoltre compito del Governo, a parere degli interpellanti, fornire debite garanzie del fatto che la vicinanza della Ercolani all'ex Presidente del Consiglio e attuale segretario del principale partito di maggioranza, nel suo duplice ruolo di consulente istituzionale e politica, non abbia avuto ripercussioni tali da ingenerare per la società che amministra vantaggi nei suoi rapporti commerciali col gestore del servizio televisivo pubblico –:
   se l'incarico affidato a Simona Ercolani sia state rinnovato per il 2017 dal nuovo Governo;
   a quali criteri la Presidenza del Consiglio dei ministri abbia fatto riferimento per fissare la retribuzione della consulente Simona Ercolani, pari a circa 5100 euro lordi al mese, e se la sua opera si sia limitata, negli ultimi 9 mesi, alla direzione artistica dei 3 spot relativi al settantesimo anniversario della Liberazione;
   al di là del caso specifico illustrato in premessa, se non ritenga opportuno rivedere i criteri nell'assegnazione delle consulenze da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, o quantomeno aumentare le garanzie di trasparenza, in modo da evitare che soggetti retribuiti con risorse pubbliche per svolgere attività istituzionali si adoperino nel contempo in attività professionali per un partito o una parte politica.
(2-01573) «Dieni, Cecconi, Cozzolino, Dadone, D'Ambrosio, Nuti, Toninelli, Agostinelli, Alberti, Baroni, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brescia, Brugnerotto, Businarolo, Busto, Cariello, Carinelli, Caso, Castelli, Chimienti, Ciprini, Colletti, Colonnese, Cominardi».


Chiarimenti ed iniziative urgenti in ordine ai ritardi nella fornitura delle strutture da adibire al ricovero degli animali da allevamento nelle zone colpite dai recenti eventi sismici – 2-01574

M)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
   le avverse condizioni meteorologiche che stanno interessando il centro-sud Italia, a partire dai primi giorni di gennaio 2017, con temperature rigide al disotto degli 0 gradi centigradi e con consistenti nevicate, sta o causando estremi disagi alle popolazioni che tuttora risiedono nell'area del cratere sismico;
   a Visso (Macerata) circa venticinque persone, prevalentemente allevatori, non disponendo ancora delle strutture provvisorie previste per il periodo di transizione verso la ricostruzione, si sono attrezzati con delle roulotte adattando le strutture di un impianto sportivo a struttura provvisoria dotata di docce e cucina (fonte: Cronachemaceratesi.it, 7 gennaio 2017);
   i forti disagi causati dalle avverse, quanto prevedibili, condizioni meteorologiche colpiscono in particolare chi, per la necessità di custodire i propri allevamenti, è costretto a restare nelle aree terremotate;
   la situazione è particola ente grave per decine di piccole e medie aziende agricole, attive nel settore dell'allevamento che, non avendo a disposizione stalle o strutture sostitutive, assistono con preoccupazioni crescenti alla perdita degli armenti;
   a Pieve Torina, comune della provincia di Macerata, ad esempio, diversi allevatori segnalano la mancata consegna delle strutture sostitutive delle stalle (moduli e tensostrutture), promesse all'indomani degli eventi sismici;
   in alcuni casi gli allevatori sono stati costretti, per necessità, a far rientrare gli animali nelle stalle non dichiarate agibili, o dichiarate inagibili, scegliendo il male minore dell'accettazione del rischio rispetto alla morte certa per freddo;
   in altri casi gli allevatori sono stati costretti dalle circostanze a vendere al di sotto del valore di mercato diversi capi, per ovviare al rischio deperimento o per far fronte alle spese (fonte: Cronachemaceratesi.it, 6 gennaio 2017);
   situazioni analoghe sono presenti in diversi comuni delle Marche, prevalentemente nell'area dei Sibillini, come Ussita e Valfornace (già Pievebovigliana), in alcune aree del Lazio, come Amatrice (Rieti) e dell'Abruzzo (fonte: AbruzzoWeb.it, 7 gennaio 2017) –:
   se il Governo, anche attraverso il commissario straordinario del Governo per la ricostruzione, non intenda fornire spiegazioni sui preoccupanti ritardi nelle forniture delle strutture da adibire ad uso stalla;
   se sia in grado di chiarire le tempistiche dell'arrivo delle strutture provvisorie e/o delle azioni di intervento per rendere agibili le stalle danneggiate nelle aree del cratere segnalate in premessa;
   quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di evitare che le avverse condizioni meteorologiche, che si protrarranno prevedibilmente per l'intera stagione invernale, siano ulteriore causa di deperimento di capi di bestiame e di gravi perdite per gli allevatori che, tenacemente e a costo di significativi sacrifici, stanno tentando di mantenere in vita le proprie attività, anche in vista della prossima ricostruzione.
(2-01574) «Ricciatti, Fratoianni, Melilla, Zaratti, Gregori, Fassina, D'Attorre, Scotto, Costantino, Nicchi, Pellegrino, Franco Bordo, Duranti, Piras, Quaranta, Pannarale, Placido, Airaudo, Ferrara».


Iniziative volte a garantire alle scuole paritarie la partecipazione al programma operativo nazionale «Per la scuola, competenze e ambienti per l'apprendimento» 2014-2020 – 2-01538

N)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   il Governo ha previsto importanti misure economiche per le scuole paritarie. Ai cinquecento milioni di euro stanziati vanno aggiunti infatti anche 24 milioni per aiutare le scuole con ragazzi disabili ed altri 25 milioni per aumentare le risorse per le scuole materne;
   ulteriori, significative misure sono state previste al fine di sostenere le famiglie che si rivolgono a tali istituti scolastici la cui importanza all'interno del sistema di istruzione nazionale è ormai ampiamente riconosciuta;
   le misure adottate dall'attuale Esecutivo testimonia la particolare attenzione che presta nei confronti del «mondo» della scuola sul quale è già intervenuto positivamente con l'approvazione della legge sulla cosiddetta «buona scuola»;
   l'avviso pubblico «Scuole al centro», iniziativa di contrasto alla dispersione scolastica e di inclusione sociale, finanziato dal fondo sociale europeo nell'ambito del PON 2014-2020, mette a disposizione 240 milioni di euro per prolungare l'apertura in orari extra scolastici di 6.000 istituzioni scolastiche statali (72,4 per cento delle 8.281 presenti sul territorio);
   l'obiettivo primario è quello di riequilibrare e compensare situazioni di svantaggio socio-economico in zone particolarmente disagiate, nelle aree a rischio e in quelle periferiche, intervenendo in modo mirato su gruppi di alunni con difficoltà e bisogni specifici e quindi esposti a maggiori rischi di abbandono, ma anche coinvolgendo altri soggetti del territorio: enti pubblici e locali, associazioni, fondazioni, professionisti;
   le iniziative possono essere realizzate in raccordo con soggetti sia pubblici che privati e, in particolare, con enti locali. I soggetti privati devono essere individuati nel rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza e non discriminazione;
   appare, pertanto, strategico che le scuole si aprano, oltre i tempi classici della didattica agli alunni e alle loro famiglie, diventando spazio di comunità in aree di particolare disagio abitativo e con elevato tasso di dispersione scolastica, attraverso lo studio di musica, arte e teatro, educazione ambientale e percorsi di legalità, per ampliare l'offerta formativa, utilizzando anche metodi di apprendimento innovativi;
   il bando «Scuole al centro» vede come uniche beneficiarie del finanziamento le scuole statali, poiché le scuole paritarie si possono candidare soltanto attraverso una collaborazione con l'istituzione scolastica proponente;
   si evidenzia, pertanto, un significativo discrimine tra scuole paritarie e scuole statali, in quanto le scuole paritarie non possono partecipare autonomamente pur rientrando legittimamente nel sistema nazionale di istruzione restando escluse da ogni forma di finanziamento;
   è bene sottolineare che, in base alla normativa vigente, la legge n. 62 del 2000 include espressamente le scuole paritarie nel quadro del sistema nazionale dell'istruzione. Ai sensi della normativa nazionale applicabile le scuole paritarie, previo riconoscimento, hanno l'abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale, al pari degli istituti statali;
   esse svolgono, pertanto, un servizio pubblico, nel rispetto del principio costituzionale di libertà di insegnamento, e quindi accolgono chiunque richieda di iscriversi;
   ai fini della «parità», le scuole in questione debbono conformarsi alla scuola statale ed alle norme che regolamentano l'erogazione del servizio pubblico dell'istruzione. La legge n. 62 del 2000, in conformità con il dettato costituzionale, prevede un contributo statale che si configura come intervento per il diritto allo studio, e non come finanziamento all’«ente» scuola paritaria. Come costantemente affermato dalla Corte costituzionale, difatti, i contributi statali alle scuole paritarie sono a favore del destinatario del servizio scolastico e non della scuola paritaria, essendo volti a garantire il diritto allo studio costituzionalmente sancito –:
   se non intenda chiarire, in considerazione del fatto che il programma operativo nazionale (PON) «Per la scuola, competenze e ambienti per l'apprendimento» 2014-2020 è precluso alle scuole paritarie, le ragioni sulla base delle quali si operano alcune importanti distinzioni nel trattamento delle scuole paritarie;
   se non sia necessario che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca adotti opportune soluzioni al fine di riconoscere alle stesse scuole paritarie la natura di beneficiari al pari degli istituti scolastici statali nell'ambito degli interventi del programma operativo nazionale relativo all'istruzione.
(2-01538) «Binetti, Bosco, Minardo».