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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 11 ottobre 2016

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'11 ottobre 2016.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Baruffi, Bellanova, Bergamini, Bernardo, Dorina Bianchi, Stella Bianchi, Biondelli, Bobba, Bocci, Franco Bordo, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Braga, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Businarolo, Cancelleri, Capelli, Caruso, Casero, Castiglione, Catania, Cenni, Centemero, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Cominelli, Costa, D'Alia, D'Ambrosio, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Epifani, Fantinati, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galati, Giampaolo Galli, Gallinella, Garofalo, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Grillo, Kronbichler, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Merlo, Meta, Migliore, Mongiello, Nicoletti, Orlando, Paris, Pastorelli, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Polidori, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Russo, Sanga, Santerini, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Scotto, Senaldi, Sereni, Spadoni, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Vignaroli, Zanetti, Zolezzi.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Baruffi, Bellanova, Bergamini, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Franco Bordo, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Businarolo, Cancelleri, Capelli, Caruso, Casero, Castiglione, Catania, Cenni, Centemero, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Costa, D'Alia, D'Ambrosio, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Epifani, Fantinati, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galati, Giampaolo Galli, Gallinella, Garofalo, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Grillo, Kronbichler, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Merlo, Meta, Migliore, Mongiello, Nicoletti, Orlando, Paris, Pastorelli, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Polidori, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Rosato, Domenico Rossi, Rossomando, Rughetti, Russo, Sanga, Sani, Santerini, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Scotto, Senaldi, Sereni, Spadoni, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 10 ottobre 2016 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   BENI: «Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, e altre disposizioni in materia di contrasto dell'istigazione all'odio e alla discriminazione» (4077);
   BUSTO ed altri: «Introduzione del divieto di utilizzo del triclosano nei prodotti cosmetici» (4078).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge.

  In data 10 ottobre 2016 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
   dai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare:
   «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015» (4079).

  Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di un disegno di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente disegno di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   III Commissione (Affari esteri):
  Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015 (4079) Parere delle Commissioni I, V, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X e XIV.

Trasmissioni dal Presidente del Senato.

  Il Presidente del Senato, con lettere in data 6 ottobre 2016, ha comunicato che sono state approvate, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento del Senato, le seguenti risoluzioni:
   risoluzione della 11a Commissione (Lavoro) sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop) e che abroga il regolamento (CEE) n. 337/75 (COM(2016) 532 final) (atto Senato Doc. XVIII, n. 150), che è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   risoluzione della 3a Commissione (Affari esteri) sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla concessione di ulteriore assistenza macrofinanziaria a favore del Regno hascemita di Giordania (COM(2016) 431 final) (atto Senato Doc. XVIII, n. 151), che è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:

   Sentenza n. 214 del 6 luglio-3 ottobre 2016 (Doc. VII, n. 692), con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 5, comma 13, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 7 agosto 2012, n. 135, sollevate, in riferimento agli artt. 3, 24, 97, 101, 102, primo comma, 103, primo comma, 111, primo e secondo comma, 113 e 117, primo comma, della Costituzione, quest'ultimo in relazione all'articolo 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950 e all'articolo 1 del Protocollo addizionale alla stessa, firmato a Parigi il 20 marzo 1952 – atti entrambi ratificati e resi esecutivi con la legge 4 agosto 1955, n. 848 – dal Consiglio di Stato:
  alla I Commissione (Affari costituzionali);

   Sentenza n. 216 del 21 settembre-7 ottobre 2016 (Doc. VII, n. 694), con la quale:
    dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 87, comma 3, del codice di procedura penale, sollevata, in riferimento agli articoli 3, 24 e 111 della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Palermo:
  alla II Commissione (Giustizia).

  La Corte costituzionale, con lettera in data 7 ottobre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia della seguente sentenza che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, è inviata alla XII Commissione (Affari sociali), nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):

   Sentenza n. 215 del 21 settembre-7 ottobre 2016 (Doc. VII, n. 693), con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 17, primo e secondo comma, lettera e), del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233 (Ricostituzione degli Ordini delle professioni sanitarie e per la disciplina dell'esercizio delle professioni stesse), nelle parti in cui si fa riferimento alla nomina dei componenti di derivazione ministeriale;
    dichiara, in via consequenziale, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale), l'illegittimità costituzionale dell'articolo 17, primo e secondo comma, lettere a), b), c) e d) del citato decreto legislativo C.p.S. n. 233 del 1946, nelle parti in cui si fa riferimento alla nomina dei componenti di derivazione ministeriale.

Trasmissione dal Ministero della difesa.

  Il Ministero della difesa ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 15 e 26 settembre 2016, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279.

  Questi decreti sono trasmessi alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

  Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza degli organici dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI), riferita all'anno 2015, corredata dai relativi allegati.

  Questa relazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 10 ottobre 2016, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla revisione intermedia della decisione n. 466/2014/UE sulla concessione di una garanzia dell'Unione alla Banca europea per gli investimenti in caso di perdite relative ad operazioni di finanziamento a sostegno di progetti di investimento al di fuori dell'Unione (COM(2016) 584 final), corredata dai relativi allegati (COM(2016) 584 final – Annex 1 e Annex 2), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Progetto di bilancio rettificativo n. 4 al bilancio generale 2016 – Aggiornamento degli stanziamenti per tener conto degli ultimi sviluppi in relazione alle questioni migratorie e di sicurezza, della riduzione degli stanziamenti di pagamento e di impegno in seguito allo storno globale, della proroga del FEIS, della modifica della tabella dell'organico di Frontex e dell'aggiornamento degli stanziamenti da entrate (risorse proprie) (COM(2016) 623 final), che è assegnato in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
   Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilizzazione del margine per imprevisti nel 2016 (COM(2016) 624 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio riguardante l'applicazione della decisione di esecuzione del Consiglio, del 12 maggio 2016, recante una raccomandazione per un controllo temporaneo della frontiera interna in circostanze eccezionali in cui è a rischio il funzionamento dello spazio Schengen globale (COM(2016) 635 final), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla firma, a nome dell'Unione europea, dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica del Cile sul commercio di prodotti biologici (COM(2016) 648 final), corredata dal relativo allegato (COM(2016) 648 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in seno al Comitato di associazione riunito nella formazione «Commercio» istituito dall'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Moldova, dall'altra (COM(2016) 649 final), corredata dal relativo allegato (COM(2016) 649 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di decisione del Consiglio sulla posizione dell'Unione nel Consiglio di associazione creato dall'accordo euromediterraneo che istituisce un'associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica libanese, dall'altra, in merito all'adozione di priorità del partenariato UE-Libano e del patto allegato (JOIN(2016) 40 final), corredata del relativo allegato (JOIN(2016) 40 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di decisione del Consiglio sulla posizione dell'Unione nel Consiglio di associazione creato dall'accordo euromediterraneo che istituisce un'associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altra, in merito all'adozione delle priorità del partenariato UE-Giordania e del patto allegato (JOIN(2016) 41 final), corredata del relativo allegato (JOIN(2016) 41 final – Annex 1), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

  La Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia delle delibere adottate dalla Commissione nei mesi di luglio, agosto e settembre 2016.

  Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

  Il Ministero dell'interno, con lettere in data 7 ottobre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, i decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Colliano (Salerno), Fontanarosa (Avellino), Galatina (Lecce), Lodi, San Bartolomeo in Galdo (Benevento), Spezzano Piccolo (Cosenza), Valdisotto (Sondrio) e Villimpenta (Mantova).

  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

  Il Presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, con lettera in data 10 ottobre 2016, ha trasmesso un voto, approvato dal medesimo Consiglio il 30 settembre 2016, concernente l'esenzione dall'IMU e dalla TASI e la riduzione della TARI sugli immobili posseduti in Italia dai cittadini italiani residenti all'estero.

  Questo documento è trasmesso alla VI Commissione (Finanze).

Comunicazioni di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 6 ottobre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento all'architetto Federica Galloni, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore del Museo nazionale romano, nell'ambito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VII Commissione (Cultura).

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 6 ottobre 2016, ha trasmesso la comunicazione concernente la revoca dell'incarico di livello dirigenziale generale, conferito al dottor Giuseppe Imparato, di direttore della Direzione per la razionalizzazione degli immobili, degli acquisti, della logistica e gli affari generali, nell'ambito del Dipartimento dell'amministrazione generale, del personale e dei servizi del Ministero dell'economia e delle finanze.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Richieste di parere parlamentare su proposte di nomina.

  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 6 ottobre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del dottor Zeno D'Agostino a presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale (81).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti).

  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 6 ottobre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Sergio Prete a presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ionio (82).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

  Sono pervenute alla Presidenza dei competenti ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI

Iniziative di competenza presso le autorità del Marocco con riferimento alla recente vicenda relativa al sequestro di materiali e al trattamento riservato ad alcuni reporter della trasmissione televisiva «Le Iene» – 3-02535

A)

   CIMBRO, LA MARCA, TIDEI e LOCATELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   gli inviati della trasmissione televisiva «Le Iene», Luigi Pelazza e l'operatore Mauro Pilai, in Marocco dal 26 settembre 2016 per le riprese di un servizio televisivo sulla prostituzione minorile nel Paese, sono stati, stando ai primi articoli apparsi sulle principali testate giornalistiche italiana, fermati a Marrakech nel pomeriggio di mercoledì 28 settembre 2016 da una decina di agenti della polizia marocchina e scortati fino all'aeroporto della città, là dove sono stati obbligati a dormire sul pavimento per tutto la notte, sorvegliati dalla scorta della polizia;
   nel corso dell'operazione, le telecamere e l'ingente materiale raccolto su «un grande giro di prostituzione minorile con ragazzi e ragazze di 13 e 14 anni pagati 300 o 400 euro per avere rapporti sessuali» sono stati sequestrati, assieme ai telefoni cellulari, questi ultimi restituiti in serata. L'interprete locale che li accompagnava è stato arrestato e di lui non si hanno notizie;
   il blitz è avvenuto, come detto, a Marrakech, all'uscita da un appartamento, dove gli inviati Mediaset stavano raccogliendo testimonianze filmate di alcuni ragazzi. Dopo essere stati fermati per alcune ore, sono stati poi rilasciati e portati in aeroporto per dare esecuzione a un ordine di espulsione dal Paese. Pelazza sostiene che li hanno accusati di «aver filmato i minori senza consenso. L'obiettivo però era quello di sequestrare il materiale video e la nostra attrezzatura, e così hanno fatto»; la rete di prostituzione minorile, sempre per l'inviato, «coinvolge non solo turisti occidentali, ma anche turisti arabi e personaggi locali»;
   a Pelazza e Pilai non è stato inoltre possibile mettersi in contatto con l'ambasciata italiana. Sempre secondo le prime dichiarazioni rilasciate, è stato loro chiesto di firmare documenti in francese: richiesta alla quale hanno opposto un rifiuto, data l'assenza di funzionari italiani presenti –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative urgenti intenda mettere in atto, nell'ambito delle relazioni diplomatiche con le autorità del Marocco, affinché vengano fornite adeguate spiegazioni circa il grave comportamento degli agenti di polizia, con particolare riferimento ai materiali sequestrati e all'ingiustificato trattamento riservato ai reporter italiani che stavano svolgendo un'ordinaria inchiesta giornalistica. (3-02535)


Iniziative per garantire la continuità didattica presso il liceo artistico e musicale «Foiso Fois» di Cagliari – 3-02536

B)

   PILI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   il liceo artistico e liceo musicale «Foiso Fois» è un'istituzione di circa 60 anni che, dallo scorso anno scolastico, ha attivato la sezione di liceo musicale a seguito di delibera della Regione autonoma della Sardegna e di presa d'atto del direttore generale della Sardegna;
   il liceo si compone di 41 classi (39 di liceo artistico e 2 di liceo musicale) e accoglie circa 900 studenti, fra questi sono presenti 42 disabili e circa il doppio di ragazzi con bisogni educativi speciali di vario genere;
   dispone di due sedi: una al centro di Cagliari, si insedia su un antico convento del ’600, ma può contenere solo 20 classi e non dispone di laboratori, né di palestra per mancanza di spazi;
   l'altra sede è in periferia, si compone di 15 aule, qualche laboratorio e una palestra chiusa da tempo;
   dal prossimo anno scolastico gli studenti del liceo saranno costretti a svolgere le lezioni ricorrendo al doppio turno, arrecando gravissimo nocumento alla qualità di vita per degli adolescenti, il 70 per cento dei quali pendolari;
   l'orario settimanale è uno dei più lunghi, 35 ore curricolari: entrare alle ore 14.00 significa uscire alle 20.00, pressoché tutti i giorni;
   è in atto un tentativo maldestro di negare all'istituito un numero di aule sufficienti sottraendogli quelle utilizzate nell'ultimo anno scolastico nello stabile dell'Istituto Leonardo indispensabili per consentire una didattica adeguata per i due indirizzi di studio, quello artistico e quello musicale;
   per questa ragione sono indispensabili:
    a) la sede centrale con 22 aule e annessi;
    b) la sede di via Bixio con 15 aule e annessi;
    c) la sede del Leonardo per accogliere al secondo piano una classe del musicale (e saranno due le classi nell'anno scolastico 2016/2017) più quattro laboratori musicali e quattro classi del liceo artistico al primo piano;
   l'ipotesi di trasferire queste ultime classi in un istituto totalmente decentrato provocherebbe un disagio non sopportabile agli alunni, genitori e docenti –:
   se non ritenga necessario, per quanto di competenza, intervenire al fine di garantire la continuità didattica del liceo che verrebbe altrimenti gravemente compromessa;
   se non ritenga di impedire, per quanto di competenza, che, a distanza di poche ore dall'inizio dell'anno scolastico, vengano sottratte al liceo Fois quelle aule che in continuità didattica sono indispensabili per lo svolgimento delle lezioni;
   se intenda accertare anche il reale stato delle assegnazioni dei plessi scolastici ai presidi che non risultano in alcun modo formalizzate alla data odierna. (3-02536)


Iniziative per garantire un adeguato organico di insegnanti di sostegno nelle scuole di ogni ordine e grado della provincia di Cagliari – 3-02537; 3-02538

C)

   PILI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   nella provincia di Cagliari si registrano oltre 1200 alunni iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado senza insegnanti di sostegno che attuino per loro un valido piano per l'inclusione;
   ad oggi non risulta nessuna nomina di docenti in tale ambito, con la conseguenza che casi gravi di alunni sono lasciati senza nessuna assistenza;
   si tratta di un vero e proprio disastro organizzativo e didattico che non ammette giustificazioni;
   nemmeno un insegnante è stato assegnato per coprire posti vuoti in organico che risultano di fatto legati alla presenza nei vari plessi scolastici di diversi casi di alunni che hanno bisogno di un'assistenza diretta da parte di insegnanti specializzati e di sostegno;
   si registra un vero e proprio caos che sta mettendo in ginocchio l'attività organizzativa della scuola nella provincia di Cagliari, con situazioni che rendono ingestibile l'avvio dello stesso anno scolastico;
   non aver ancora provveduto a queste nomine è un fatto molto grave che lascia comprendere la criticità della situazione della scuola sarda;
   si ritiene necessario un immediato intervento del Ministro interrogato per sanare una situazione che non può essere tollerata oltre;
   si tratta di una situazione che coinvolge migliaia di genitori che si trovano senza risposta e che attendono di poter affidare i propri figli a docenti specializzati e con un principio di continuità didattica che viene sistematicamente calpestata;
   è fin troppo evidente che questi casi di alunni diversamente abili non possono essere affrontati come se si avessero davanti dei numeri e i posti per gli insegnanti di sostegno non possono essere considerati caselle da coprire. Si parla di casi delicatissimi dove la stessa continuità didattica è decisiva e irrinunciabile;
   prioritariamente questi alunni devono essere affidati a docenti specializzati che esistono nelle stesse graduatorie ad esaurimento ma non vengono chiamati;
   è indispensabile agire con urgenza con la prioritaria salvaguardia dell'interesse degli alunni a cui devono essere affidati prioritariamente docenti specializzati e disponibili nell'ambito territoriale di loro pertinenza;
   nella scuola secondaria di secondo grado, a fronte di un organico di fatto di circa 453 posti sono presenti nelle graduatorie ad esaurimento solo 25 docenti specializzati, precari con molti anni di servizio alle spalle: la stessa situazione si ripete in tutti gli altri ordini di scuola;
   la situazione in provincia di Cagliari è devastante: non sono stati immessi in ruolo docenti di sostegno, né vincitori di concorso, né iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, molti docenti sono stati costretti a trasferirsi in altre province e altri hanno rifiutato l'immissione in ruolo presso altre province per gravi problemi economici e familiari. È infatti impossibile tenere in piedi due case con 1200 euro di stipendio;
   appare necessario perseguire sempre di più un obiettivo strategico teso a livellare l'organico di diritto all'organico di fatto: ad esempio, a quanto consta all'interrogante nella scuola di secondo grado, 290 sono i docenti in organico di diritto e 453 in organico di fatto;
   situazioni che vanno affrontate non con la consueta scelta delle precarietà, ma con la necessaria e preventiva determinazione;
   ad oggi, non sono state fatte nemmeno le assegnazioni provvisorie, né provinciali, né tantomeno interprovinciali; l'anno scolastico è iniziato da giorni e si assiste ad alunni senza sostegno o a cattedre dimezzate per garantire la copertura;
   si tratta di una situazione gravissima per la quale servono risposte urgenti e immediate non più derogabili –:
   se non intenda il Ministro interrogato favorire un'immediata soluzione della questione attraverso le seguenti iniziative da intraprendere urgentemente:
    a) disporre l'immediata convocazione da parte dell'ufficio scolastico provinciale di Cagliari di tutti i docenti specializzati in sostegno presenti nelle graduatorie ad esaurimento per nomina annuale;
    b) aggiornare l'organico dei docenti di sostegno nella provincia di Cagliari, in modo tale da trasformare i posti di sostegno nell'organico di fatto, in posti di sostegno nell'organico di diritto e favorire il passaggio in ruolo dei pochi docenti di sostegno specializzati presenti nelle graduatorie ad esaurimento della provincia in quanto l'immissione in ruolo garantisce la continuità educativo-didattica per gli alunni diversamente abili, indispensabile affinché per gli stessi si possa dar seguito ad un valido progetto di vita. (3-02537)


   MURGIA e PILI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   l'Unione dei docenti iscritti alle graduatorie ad esaurimento, per il sostegno all'infanzia della provincia di Cagliari, «docenti specializzati per scelta», ha inviato all'interrogante un'articolata segnalazione/denuncia in relazione alle famiglie con figli con necessità di sostegno scolastico, con particolare riferimento a quanto sta accadendo nella scuola pubblica;
   prima dell'entrata in vigore della cosiddetta legge sulla «buona scuola», la legge n. 107 del 2015, potevano accedere al ruolo nella scuola i docenti vincitori di concorso e gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento; si tratta di graduatorie aggiornate sulla base dell'esperienza maturata nell'insegnamento e dei titoli acquisiti (laurea, master, diplomi di specializzazione e altro);
   in questo scenario, l'Unione europea richiedeva all'Italia di procedere quanto prima alla stabilizzazione del cosiddetto «esercito del precariato»;
   il Governo italiano, invece di provvedere alla stabilizzazione dei vincitori di concorso e degli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, come sarebbe stato legittimo fare, sia in termini di rispetto delle norme, che di garanzia della qualità professionale, ha di fatto congelato tale meccanismo ed offerto l'opportunità di «passare di ruolo» a tutti coloro che avessero titolo, semplicemente facendo richiesta, entro agosto 2015, a condizione di, accettare il ruolo in qualunque parte dell'Italia;
   com’è noto, da tanti anni ormai mentre al Nord Italia esiste una carenza di docenti, al Sud Italia c’è un forte esubero;
   date queste regole, per le quali ogni docente, in propria coscienza, ha deciso se presentare domanda o meno, si sviluppano i classici escamotage all'italiana per aggirare la legge: le convocazioni delle supplenze annuali, da anni, avvengono ad anno scolastico già avviato (creando non pochi problemi specialmente agli alunni con disabilità); nello specifico, per quanto concerne la provincia di Cagliari, nel 2015 le convocazioni per la scuola dell'infanzia e primaria, caso raro, sono avvenute ai primi di settembre, dopo che le persone che avevano presentato domanda di assunzione ex legge n. 107 del 2015 avevano appena ricevuto la proposta di assunzione in altra provincia o regione;
   questa casualità ha consentito loro di poter ottenere il ruolo in altra provincia o regione e, allo stesso tempo, di accettare incarico di supplenza annuale nella provincia di Cagliari per l'anno scolastico in corso, lasciando in questo modo scoperte le cattedre relative alle classi di concorso in cui sono passati di ruolo;
   tuttora, ad esempio, la provincia di Sassari ha esaurito le graduatorie ad esaurimento dei docenti di sostegno per le scuole dell'infanzia e per le scuole primarie e il personale assunto con la legge n. 107 del 2015 è attualmente in assegnazione provvisoria in altre province;
   nel 2016 viene data la possibilità anche ai neoassunti, superando il vincolo triennale, di richiedere l'assegnazione provvisoria in altra provincia rispetto a quella in cui è docente di ruolo;
   in questi ultimi giorni si è pensato bene di procedere alla riqualifica del personale neoassunto in docente cui attribuire attività di sostegno;
   si sta parlando di personale senza alcun titolo professionale nel campo del sostegno che dovrebbe invece acquisire in via tempestiva, con tutto ciò che ne concerne in termini qualitativi e motivazionali;
   l'istituzione scolastica nel 2015 è stata in grado di assicurare tutti gli insegnanti di sostegno necessari ad inizio anno scolastico, senza che i genitori dei figli disabili abbiano proceduto per vie legali;
   quest'anno non sono state effettuate ancora le convocazioni annuali e nel frattempo la maggior parte degli alunni con disabilità sono senza insegnante di sostegno;
   i veri penalizzati di questa situazione risultano pertanto:
    a) i docenti specializzati per il sostegno, che hanno deciso per vocazione di seguire un iter di studi ben preciso;
    b) gli alunni con disabilità e le loro famiglie, che, con questo provvedimento, verranno seguite da personale non specializzato –:
   se non ritenga il Ministro interrogato di assumere iniziative volte ad individuare immediate soluzioni per evitare queste evidenti discriminazioni richiamate nella comunicazione dell'Unione dei docenti iscritti alle graduatorie ad esaurimento per il sostegno all'infanzia della provincia di Cagliari, «docenti specializzati per scelta». (3-02538)


PROPOSTA DI LEGGE: LAURICELLA ED ALTRI: MODIFICHE AL CODICE PENALE E AL CODICE DI PROCEDURA PENALE IN MATERIA DI FURTO DI MATERIALE APPARTENENTE A INFRASTRUTTURE DESTINATE ALL'EROGAZIONE DI ENERGIA, DI SERVIZI DI TRASPORTO, DI TELECOMUNICAZIONI O DI ALTRI SERVIZI PUBBLICI (A.C. 2664-A)

A.C. 2664-A – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

A.C. 2664-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

Sul testo del provvedimento in oggetto:

NULLA OSTA

sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

NULLA OSTA

A.C. 2664-A – Articolo unico

ARTICOLO UNICO DELLA PROPOSTA DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 1.

  1. Al codice penale sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) dopo l'articolo 624-bis è inserito il seguente:
  «Art. 624-ter. — (Furto in danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione). — Chiunque si impossessa di componenti metalliche o di altro materiale sottraendoli dalle infrastrutture destinate all'erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici e gestite da soggetti pubblici o da privati in regime di concessione pubblica è punito con la reclusione da un anno a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 5.000»;
   b) all'articolo 416 è aggiunto, in fine, il seguente comma:
  «Se l'associazione è diretta a commettere taluno dei delitti di cui agli articoli 624-ter e 648 si applica la reclusione da tre a otto anni»;
   c) all'articolo 625, primo comma, il numero 7-bis) è abrogato;
   d) all'articolo 648, primo comma, secondo periodo, le parole: «di furto aggravato ai sensi dell'articolo 625, primo comma, n. 7-bis)» sono sostituite dalle seguenti: «di furto in danno di infrastrutture, previsto dall'articolo 624-ter».

  2. Al codice di procedura penale sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) all'articolo 51, comma 3-quinquies, dopo la parola: «414-bis,» sono inserite le seguenti: «416, ottavo comma,»;
   b) all'articolo 380, comma 2:
    1) alla lettera e), le parole: «nonché 7-bis),» sono soppresse;
    2) dopo la lettera e-bis) è inserita la seguente:
  «e-ter) delitto di furto in danno di infrastrutture di cui all'articolo 624-ter;».

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO UNICO DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 1.

  All'articolo 1, premettere il seguente:

Art. 01.

  1. L'articolo 624-bis del codice penale è sostituito dal seguente:
  «624-bis. – Chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, mediante introduzione in un edificio o in altro luogo destinato in tutto o in parte a privata dimora o nelle pertinenze di essa, è punito con la reclusione da cinque anni a otto anni e con la multa da 10.000 a 20.000 euro.
  Chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, strappandola di mano o di dosso alla persona è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 10.000 a 20.000 euro.
  La pena è della reclusione da sei a dieci anni e della multa da 20.000 a 30.000 euro se il reato è aggravato da una o più circostanze previste dal primo comma dell'articolo 625 ovvero ricorre una o più delle circostanze indicate all'articolo 61.
  Per le ipotesi previste dai commi precedenti si applica l'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205».
  2. All'articolo 165 del codice di procedura penale è aggiunto, in fine, il seguente comma:
  «Nel caso di condanna per il reato previsto dall'articolo 624-bis, la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata al pagamento integrale alla persona offesa del risarcimento del danno».

  3. All'articolo 275 del codice di procedura penale sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) al comma 2-bis, le parole: «e 624-bis» sono soppresse;
   b) al comma 3, le parole: «e 600-quinquies» sono sostituite con le parole: «600-quinquies e 624-bis».

  4. All'articolo 380, comma 2, lettera e-bis), del codice di procedura penale, le parole: «salvo che ricorra la circostanza attenuante di cui all'articolo 62, primo comma, numero 4), del codice penale» sono soppresse.
  5. All'articolo 408, comma 3-bis, del codice di procedura penale, dopo le parole: «per i delitti commessi con violenza alla persona» sono aggiunte le seguenti: «e per il reato di cui all'articolo 624-bis del codice penale».
  6. All'articolo 4-bis, comma 1, della legge 26 luglio 1975, n. 354, le parole: «e 630» sono sostituite dalle seguenti: «630 e 624-bis».
01. 050. Molteni, Fedriga.
(Inammissibile)

  All'articolo 1, premettere il seguente:

Art. 01.

  1. L'articolo 624-bis del codice penale è sostituito dal seguente:
  «624-bis. – Chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, mediante introduzione in un edificio o in altro luogo destinato in tutto o in parte a privata dimora o nelle pertinenze di essa, è punito con la reclusione da cinque anni a otto anni e con la multa da 10.000 a 20.000 euro.
  Chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, strappandola di mano o di dosso alla persona è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 10.000 a 20.000 euro.
  La pena è della reclusione da sei a dieci anni e della multa da 20.000 a 30.000 euro se il reato è aggravato da una o più circostanze previste dal primo comma dell'articolo 625 ovvero ricorre una o più delle circostanze indicate all'articolo 61.
  Per le ipotesi previste dai commi precedenti si applica l'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205».
01. 051. Molteni, Fedriga.
(Inammissibile)

  All'articolo 1, premettere il seguente:

Art. 01.

  1. All'articolo 165 del codice di procedura penale è aggiunto, in fine, il seguente comma: «Nel caso di condanna per il reato previsto dall'articolo 624-bis, la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata al pagamento integrale alla persona offesa del risarcimento del danno».
01. 052. Molteni, Fedriga.
(Inammissibile)

  All'articolo 1, premettere il seguente:

Art. 01.

  1. All'articolo 275 del codice di procedura penale sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) al comma 2-bis, le parole: «e 624-bis» sono soppresse;
   b) al comma 3, le parole: «e 600-quinquies» sono sostituite con le parole: «600-quinquies e 624-bis».
01. 053. Molteni, Fedriga.
(Inammissibile)

  All'articolo 1, premettere il seguente:

Art. 01.

  1. All'articolo 380, comma 2, lettera e-bis), del codice di procedura penale, le parole: «salvo che ricorra la circostanza attenuante di cui all'articolo 62, primo comma, numero 4), del codice penale» sono soppresse.
01. 054. Molteni, Fedriga.
(Inammissibile)

  All'articolo 1, premettere il seguente:

Art. 01.

  1. All'articolo 408, comma 3-bis, del codice di procedura penale, dopo le parole: «per i delitti commessi con violenza alla persona» sono aggiunte le seguenti: «e per il reato di cui all'articolo 624-bis del codice penale».
01. 055. Molteni, Fedriga.
(Inammissibile)

  All'articolo 1, premettere il seguente:

Art. 01.

  1. All'articolo 4-bis, comma 1, della legge 26 luglio 1975, n. 354, le parole: «e 630» sono sostituite dalle seguenti: «630 e 624-bis».
01. 056. Molteni, Fedriga.
(Inammissibile)

  Sopprimerlo.
*1. 2. Daniele Farina, Sannicandro.

  Sopprimerlo.
*1. 3. Ferraresi, Agostinelli, Bonafede, Businarolo, Colletti, Sarti.

  Sostituirlo con il seguente:

Art. 1.

  1. All'articolo 416, ultimo comma, del codice penale, e parole: «e 609 undecies», sono sostituite dalle seguenti: «, 609 undecies, nonché dagli articoli 624 e 625, primo comma, numero 7-bis),».
  2. All'articolo 625, primo comma, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Quando ricorre la circostanza di cui al numero 7-bis), le concorrenti circostanze attenuanti non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a questa e le diminuzioni si operano sulla quantità di pena determinata ai sensi della predetta circostanza aggravante».
1. 20. Ferraresi, Agostinelli, Bonafede, Businarolo, Colletti, Sarti.

  Sostituirlo con il seguente:

Art. 1.

  1. All'articolo 416, ultimo comma, del codice penale, e parole: «e 609 undecies», sono sostituite dalle seguenti: «, 609 undecies, nonché dagli articoli 624 e 625, primo comma, numero 7-bis),».
1. 4. Daniele Farina, Sannicandro.

  Sostituirlo con il seguente:

Art. 1.

  1. All'articolo 625, primo comma, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Quando ricorre la circostanza di cui al numero 7-bis), le concorrenti circostanze attenuanti non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a questa e le diminuzioni si operano sulla quantità di pena determinata ai sensi della predetta circostanza aggravante».
1. 6. Daniele Farina, Sannicandro.

  Al comma 1, lettera a), capoverso Art. 624-ter, primo comma, dopo le parole: sottraendoli aggiungere le seguenti:, a chi le detiene,
1. 10. Ferraresi, Agostinelli, Bonafede, Businarolo, Colletti, Sarti.

  Al comma 1, lettera a), capoverso Art. 624-ter, primo comma, sostituire le parole: un anno con le seguenti: due anni.
1. 50. Molteni, Fedriga.

  Al comma 1, sopprimere la lettera b).

  Conseguentemente, al comma 2, sopprimere la lettera a).
1. 11. Ferraresi, Agostinelli, Bonafede, Businarolo, Colletti, Sarti.

  Al comma 1, lettera b), capoverso, dopo le parole: e 648 inserire le seguenti: , quando il fatto riguardi denaro o cose provenienti dal delitto di furto in danno di infrastrutture di cui all'articolo 624-ter,.
1. 100. La Commissione.
(Approvato)

  Al comma 1, lettera b), sostituire la parola: tre con la seguente: quattro.
1. 51. Molteni, Fedriga.

  Sopprimere il comma 2.
1. 13. Ferraresi, Agostinelli, Bonafede, Businarolo, Colletti, Sarti.

  Al comma 2, sopprimere la lettera a).
1. 14. Ferraresi, Agostinelli, Bonafede, Businarolo, Colletti, Sarti.

  Al comma 2, sopprimere la lettera b).
1. 16. Ferraresi, Agostinelli, Bonafede, Businarolo, Colletti, Sarti.

  Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:

  Art. 1-bis. (Tracciabilità del rame). 1. Al fine di contrastare il fenomeno dei furti in danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, emana un decreto finalizzato a rendere tracciabile il rame, dall'acquisto allo smaltimento, su tutto il territorio nazionale.
1. 050. Burtone.

  Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:

  Art. 1-bis. (Tracciabilità del rame). 1. Al fine di contrastare il fenomeno dei furti in danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, emana un decreto finalizzato a rendere tracciabile il rame, dall'acquisto allo smaltimento, su tutto il territorio nazionale.
1. 050.(Testo modificato nel corso della seduta) Burtone.
(Approvato)

A.C. 2664-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame introduce la fattispecie associativa del delitto di furto e ricettazione di materiali sottratti ad infrastrutture energetiche e di comunicazione;
    viene integrato il contenuto dell'articolo 416 del codice penale cui è aggiunto un comma finale che ne prevede la punibilità con la reclusione da 3 a 8 anni, quando l'associazione a delinquere è diretta a commettere uno dei delitti di cui agli articoli 624-ter (Furto in danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione) e 648 (ricettazione) (comma 1, lettera B);
    il provvedimento in oggetto prevede l'aumento di pena, rispetto alla fattispecie associativa semplice (da tre a sette anni di reclusione), soltanto per limite massimo (otto anni),

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere l'aumento di pena per l'aggravante della fattispecie associativa, anche per il limite minimo di reclusione.
9/2664-A/1Matarrelli, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    il fenomeno del furto di materiale appartenente a infrastrutture destinate all'erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici ha assunto una preoccupante dimensione sia per i danni che arreca a cittadini ed imprese sia per i costi per la sostituzione dei beni sottratti dai crimini;
    sempre più spesso aziende che erogano servizi, come ad esempio Telecom Italia, Enel e RFI, subiscono il furto del rame utilizzato nei cavi in quanto materiale il cui valore, in poco più di un anno ha avuto un incremento di quasi il 50 per cento (da 4,65 euro a 6,82 euro al chilogrammo);
    il traffico di rame rubato è divenuto un business estremamente proficuo per le organizzazioni criminali, italiane ed internazionali;
    i principali player coinvolti hanno definito iniziative di contrasto: ad esempio Telecom Italia ha deciso di sostituire, nelle zone più colpite dal fenomeno, i cavi in rame con cavi in altro materiale, ugualmente RFI sta sostituendo il rame con materiali alternativi e meno «pregiati»;
   che può essere importante, anche come deterrente ai furti, favorire l'uso di materiali alternativi al rame, ambientalmente meno impattanti e di minor valore economico da utilizzare nelle infrastrutture che erogano servizi di rete,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di introdurre misure fiscali per favorire investimenti nel settore dei servizi pubblici dell'energia, del trasporto e delle telecomunicazioni per favorire la sostituzione, nelle infrastrutture, di cavi di rame con materiali alternativi di minor valore economico, di almeno pari efficienza tecnica ed ambientalmente meno impattanti.
9/2664-A/2Carrescia.


   La Camera,
   premesso che:
    l'atto 2664-A reca modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di furto di materiale appartenente a infrastrutture destinate all'erogazione di energie, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici e dispone un inasprimento delle pene per chiunque si impossessi «di componenti metalliche o di altro materiale sottraendoli dalle infrastrutture destinate all'erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici e gestite da soggetti pubblici o da privati in regime di concessione pubblica»;
    il Doc. XXXVIII, n. 3 Tomo I della Camera dei Deputati ha evidenziato che «i furti di rame commessi nel nostro Paese sono molteplici e causano, sovente, l'isolamento delle linee telefoniche, l'interruzione nell'erogazione dell'energia elettrica o interruzione e ritardi nelle reti ferroviarie. Di notevole rilevanza sono i danni agli impianti di produzione agricola ed industriale oltre alle attività estrattive che per loro natura sono tenute lontano dai centri abitati (si pensi alle polveri ed al rumore degli impianti di frantumazione). Non sono mancati casi di interruzioni energetiche in ospedali durante interventi chirurgici ed altri che hanno messo in pericolo la sicurezza nazionale avendo colpito impianti radar di aeroporti»;
    il fatto criminoso, talvolta compiuto con modalità violente e lesive dell'incolumità personale, costituisce una fonte di arricchimento per i gruppi criminali e coinvolge alcune filiere del commercio illecito che vanno dall'impianto di raccolta stoccaggio del rame, a quello finalizzato al recupero del materiale anche da destinarsi a fonderie di rame;
    l'Italia, durante il Semestre di Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, ha formulato la proposta di realizzare una rete contro i furti di metalli, ed in particolare del rame anche in considerazione della minaccia crescente che il fenomeno rappresenta per la sicurezza di tutti gli Stati membri;
    nel novembre 2014 è stata realizzata, in seno al Law Enforcement Working Party (LEWP), una rete contro i furti di metalli «Network against metal/copper Theaft», delle Forze di polizia dei Paesi membri impegnate del contrasto al crimine,

impegna il Governo

a perseguire anche in sede europea ogni azione di monitoraggio e contrasto del furto di rame operando in prima linea anche all'interno del «Network Against Metal Theaft» per consentire sinergie tematiche finalizzate allo scambio di informazioni utili alla cooperazione internazionale di polizia.
9/2664-A/3Ciracì, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    la presente proposta introduce modifiche al codice penale e di procedura penale in tema di furto di materiale appartenente ad infrastrutture destinate all'erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici;
    che, alla previsione di nuove disposizioni penali di diritto sostanziale e processuale, deve unirsi il potenziamento della azione di vigilanza, controllo, prevenzione e repressione delle Forze dell'Ordine, in particolare per quanto attiene alle infrastrutture di trasporto, in relazione a furti sempre più frequenti in tutto il territorio nazionale di materiali relativi a tali infrastrutture,

impegna il Governo

a valutare ogni possibile iniziativa, diretta a rafforzare e potenziare l'azione ed i sistemi di vigilanza e controllo da parte delle Forze dell'Ordine per garantire – a fronte di sempre più ricorrenti e diffusi furti di materiali a cominciare dal rame – la sicurezza delle infrastrutture di trasporto in particolare sulle linee ferroviarie, di quelle destinate all'erogazione di energia e di telecomunicazioni e di altri servizi pubblici.
9/2664-A/4Tino Iannuzzi, Palese.


MOZIONI VITO ED ALTRI N. 1-01346, COZZOLINO ED ALTRI N. 1-01384, FIANO, PIZZOLANTE, MONCHIERO, FAUTTILLI ED ALTRI N. 1-01385, PIRAS ED ALTRI N. 1-01386, ANDREA MAESTRI ED ALTRI N. 1-01387, MOLTENI ED ALTRI N. 1-01388, PALESE ED ALTRI N. 1-01389 E RIZZETTO ED ALTRI N. 1-01390 CONCERNENTI INIZIATIVE PER IL RINNOVO DEI CONTRATTI DEI COMPARTI DEI VIGILI DEL FUOCO, DELLE FORZE DELL'ORDINE E DELLE FORZE ARMATE

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    dal 2010 gli stipendi dei pubblici dipendenti non fruiscono dell'adeguamento rispetto all'aumento del costo della vita calcolato in base agli indici Istat;
    con sentenza n. 178 del 2015, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale sopravvenuta – a decorrere dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza medesima nella Gazzetta ufficiale (29 luglio 2015) e nei termini indicati in motivazione – del regime di sospensione della contrattazione collettiva, disciplina successivamente prorogata dall'articolo 1, comma 453, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge di stabilità 2014), e dall'articolo 1, comma 254, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge di stabilità 2015);
    la Corte costituzionale, ravvisando nelle suddette misure una violazione dell'autonomia negoziale, ha fatto notare che la previsione di misure che inibiscono la contrattazione economica tende a rendere strutturale il regime del «blocco», situazione che si pone di per sé in contrasto con il principio di libertà sindacale sancito dall'articolo 39, primo comma, della Costituzione. Infatti, l'entrata in vigore delle disposizioni della legge di stabilità per il 2015 tende a rendere strutturali le misure introdotte per effetto della legge di stabilità per il 2014 e il reiterato protrarsi della sospensione delle procedure di contrattazione economica altera la dinamica negoziale in un settore che al contratto collettivo assegna un ruolo centrale;
    una prolungata sospensione delle procedure negoziali e dell'ordinaria retribuzione risulta essere in contrasto con i principi di eguaglianza, di tutela del lavoro e di proporzionalità della retribuzione al lavoro svolto;
    le misure adottate hanno, altresì, introdotto disparità di trattamento arbitrarie anche tra le varie categorie di dipendenti pubblici;
    come si evince dalla sentenza, il quadro normativo, su cui si è fondata la declaratoria di illegittimità della Corte costituzionale, riguarda disposizioni succedutesi nel tempo e finalizzate a perseguire un dichiarato obiettivo di contenimento della spesa;
    ad oggi, nessun contratto di lavoro è stato rinnovato, né risultano avviate trattative al riguardo, ciò determinando una situazione di evidente illegittimità nei confronti dei comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate, costretti a lavorare in condizioni di estremo disagio;
    la Corte costituzionale nella sentenza ha chiesto:
     a) la rimozione dei «limiti, che si frappongono allo svolgimento delle procedure negoziali riguardanti la parte economica, sarà compito del legislatore dare nuovo impulso all'ordinaria dialettica contrattuale, scegliendo i modi e le forme che meglio ne rispecchino la natura, disgiunta da ogni vincolo di risultato»;
   b) la riapertura della contrattazione nel pubblico impiego (che interesserebbe oltre 3 milioni di lavoratori), confermando che «il carattere essenzialmente dinamico e procedurale della contrattazione collettiva non può che essere ridefinito dal legislatore, nel rispetto dei vincoli di spesa, lasciando impregiudicati, per il periodo già trascorso, gli effetti economici derivanti dalla disciplina esaminata»;
    l'illegittimo mancato rinnovo dei contratti, obbligo direttamente scaturente dalla sentenza della Corte costituzionale, ha determinato ulteriori danni ai lavoratori del pubblico impiego;
    la necessità di potenziare le politiche attive di sicurezza nazionale, volte alla prevenzione di eventuali azioni terroristiche, anche attraverso forme di cooperazione bilaterali e multilaterali, nonché le calamità naturali che hanno interessato l'Italia dal 2009 continuano a richiedere un forte impegno non solamente in termini economici, ma anche di risorse umane impiegate a difesa del territorio e di obiettivi sensibili e per il sostegno e l'aiuto alle popolazioni locali;
    anche la recente emergenza, che, con un gravissimo terremoto ha coinvolto i territori dell'Italia centrale, ha evidenziato la generosità, l'abnegazione, l'altruismo e l'efficienza delle forze armate, delle forze dell'ordine e del Corpo dei vigili del fuoco; anche in quest'occasione i meritati elogi pubblici sono stati unanimi e insistiti, salvo poi non far seguire agli elogi, profusi a piene mani e giustamente da tutti, fatti concreti, come un trattamento economico e contrattuale rispettoso dei diritti di queste lavoratrici e di questi lavoratori,

impegna il Governo

ad applicare tempestivamente quanto stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale al fine di avviare le trattative per il rinnovo dei contratti dei comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate e a prevedere le relative risorse finanziarie all'interno del disegno di legge di bilancio di prossima presentazione.
(1-01346) «Vito, Brunetta, Secco, Palmizio, Gregorio Fontana, Centemero, Sisto, Ravetto, Calabria, Polverini, Laffranco, Milanato, Palmieri, Polidori, Romele, Elvira Savino, Vella, Gullo, Catanoso, De Girolamo, Carfagna, Biancofiore, Garnero Santanchè, Occhiuto, Riccardo Gallo».


   La Camera,
   premesso che:
    la cristallizzazione dei contratti e degli stipendi dei comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate perdura da circa 7 anni;
    la prima disposizione di «blocco», successivamente e variamente prorogata, fu adottata con il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122, del 2010, in considerazione, come recita il preambolo, della «straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per il contenimento della spesa pubblica e per il contrasto all'evasione fiscale ai fini della stabilizzazione finanziaria, nonché per il rilancio della competitività economica»;
    parsa inopportuna ed in «odore» di illegittimità fin da subito, la norma è stata dichiarata «illegittima» nella sede competente, la Corte costituzionale, in quanto, in particolare, il prosieguo ininterrotto della norma di blocco «lo rende strutturale»;
    con ciò, sostanzialmente viene espresso il principio che eventi o motivazioni, contingenti, quali possono esserlo crisi finanziarie et similia della finanza pubblica, non possono, comunque, torcere né comprimere senza soluzione di continuità diritti fondati;
    in proposito, preme rammentare che la Corte costituzionale, in occasione di pregresse manovre economiche, recanti deroghe temporanee ai ricordati meccanismi rivalutativi, di adeguamento, disposte, in particolare, in occasione dell'altrettanto grave congiuntura economica dei 1992, aveva già indicato i limiti entro i quali un tale intervento potesse ritenersi rispettoso dei richiamati principi costituzionali, osservando che «norme di tale natura possono ritenersi non lesive del principio di cui all'articolo 3 della Costituzione (sotto il duplice aspetto della non contrarietà sia al principio di uguaglianza sostanziale, sia a quello della, non irragionevolezza), condizione che i suddetti sacrifici siano eccezionali, transeunti, non arbitrari e consentanei allo scopo prefisso»;
    in quello specifico caso il sacrificio era limitato ad un anno, mentre ora, in presenza di una reiterazione a percussione di misure patrimoniali afflittive, la natura eccezionale e transitoria di una disposizione non può più essere predicata, credibilmente e plausibilmente, anche per la prevedibilità della sua reiterazione nel tempo futuro;
    questo per sottolineare che l'intervenuta declaratoria di illegittimità non è giunta inaspettata né è da ritenersi tale e, almeno per il futuro, i sottoscrittori, del presente atto di indirizzo auspicano un maggiore rispetto ed una maggiore attenzione ai principi ed agli orientamenti ordinamentali maturati, al fine di scongiurare percorsi, altalenanti e contraddittori che minano la certezza del diritto;
    preme segnalare, in questa sede, l'articolo 19 della legge n. 183 del 2010, con la quale è stata riconosciuta la specificità del comparto sicurezza e difesa, compreso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in relazione alle peculiarità delle funzioni svolte dai relativi operatori;
    le disposizioni di cui al sopra citato articolo 16, comma 1, del decreto-legge n. 98 del 2011 e all'articolo 19 della legge n. 183 del 2010 sono state disapplicate nei confronti del personale dei richiamati comparti (polizia di Stato, polizia penitenziaria, Corpo forestale dello Stato, Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, Esercito italiano, Aeronautica militare, Marina militare);
    si segnala, altresì, che le disposizioni, di blocco hanno prodotto continuativamente un danno al comparto sicurezza e difesa di gran lunga maggiore rispetto al restante pubblico impiego, in quanto la retribuzione di questa categoria è modulata su ben 18 parametri, con la previsione di meccanismi di adeguamento retributivo «agganciati» a progressioni automatiche di carriera;
    la successiva scelta normativa di colmare il gap economico, per i comparti indicati, con la previsione degli assegni una tantum prima e con l'estensione del cosiddetto «bonus» di 80 euro poi, oltre che non condivisibile e non pertinente, non ha sanato il penalizzante effetto retributivo derivante dal blocco stipendiale;
    la Corte costituzionale si è orientata a bocciare solo per il futuro il congelamento dei contratti pubblici, vale a dire a partire dal giorno successivo a quello della pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale, evitando una censura retroattiva;
    quale bilanciamento di interessi costituzionalmente protetti, ciò consente lo «sblocco» dei contratti pubblici e, al contempo, salva il bilancio pubblico da una moltiplicazione abnorme di costi;
    ciò non esclude l'opportunità, per il Governo, di sanare il maggiore pregiudizio arrecato ai comparti indicati, per essi disponendo, a titolo di risarcimento, un recupero dei pregresso per lo meno a decorrere dall'anno del pronunciamento di illegittimità della Corte costituzionale;
    va inoltre considerato che, dall'esplosione della cosiddetta crisi dei debiti sovrani, il risparmio nel settore pubblico procede principalmente su due «gambe»: da una parte, la cristallizzazione dei contratti e degli stipendi e, dall'altro, il blocco del turn over;
    per questa ragione rischierebbe di essere parziale, nell'ambito di un intervento volto a rimuovere un vincolo che comporta danni diretti ed indiretti al settore sicurezza, non considerare, dall'altra parte, anche le carenze insostenibili prodottesi a seguito dell'applicazione delle stesse misure di contenimento della spesa nelle piante organiche del comparto, tra cui particolarmente grave quella del corpo dei vigili dei fuoco;
    a fronte di una nuova procedura selettiva per l'immissione di 250 giovani nella qualifica di vigile del fuoco che risulterebbe già autorizzata – e al di là delle valutazioni di merito sull'opportunità di consentire la scadenza delle graduatorie attualmente vigenti nella presenza di un numero tanto consistente di idonei che peraltro risulterebbero rientrare in una media d'età inferiore ai 30 anni – è opportuno segnalare che la fase concorsuale impiega tempistiche rilevanti, a fronte delle quali, senza ulteriori interventi normativi, è prevedibile ipotizzare che, dopo il 31 dicembre 2016, si andrà incontro ad un considerevole periodo di tempo in cui, in attesa di una nuova graduatoria, non sarà possibile attingere alle precedenti;
    preme quindi al firmatari del presente atto di indirizzo segnalare l'esigenza improrogabile, maturata in seno al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, di garantire la proroga oltre il 31 dicembre 2016 della graduatoria a 814 posti, di vigile del fuoco indetto con decreto ministeriale n. 5140 del 6 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 90 del 18 novembre 2008 e della graduatoria relativa alla procedura selettiva, per titoli ed accertamento della idoneità motoria, indetta con decreto ministeriale n. 3747 del 27 agosto 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 72 dell'11 settembre 2007,

impegna il Governo:

   a porre in essere tutte le iniziative di competenza al fine di pervenire al rinnovo per la parte normativa ed economica del contratto del pubblico impiego, con riferimento al personale dei comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate, reperendo le conseguenti risorse finanziarie, per il triennio 2016-2018;
   ad adottare le iniziative, anche normative, finalizzate a riconoscere ai comparti indicati anche il recupero del pregresso, con riferimento all'anno 2015;
   alla luce di quanto sopra esposto e considerato, nonché al fine di riavviare, a fronte delle carenze di personale, in particolare al Sud, una più incisiva ed ordinata politica di assunzioni nel settore dei vigili del fuoco e, più in generale, nel comparto sicurezza, in ordine alla validità delle due graduatorie vigenti, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco indicate in premessa, ad adottare le iniziative idonee alla loro proroga almeno fino alla pubblicazione di una nuova graduatoria derivante dalla prossima selezione per 250 posti di vigili del fuoco.
(1-01384) «Cozzolino, Dieni, Cecconi, Dadone, D'Ambrosio, Nuti, Toninelli, Lombardi, Nesci, Frusone, Ciprini, Luigi Di Maio».


   La Camera,
   premesso che:
    la cristallizzazione dei contratti e degli stipendi dei comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate perdura da circa 7 anni;
    la prima disposizione di «blocco», successivamente e variamente prorogata, fu adottata con il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122, del 2010, in considerazione, come recita il preambolo, della «straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per il contenimento della spesa pubblica e per il contrasto all'evasione fiscale ai fini della stabilizzazione finanziaria, nonché per il rilancio della competitività economica»;
    parsa inopportuna ed in «odore» di illegittimità fin da subito, la norma è stata dichiarata «illegittima» nella sede competente, la Corte costituzionale, in quanto, in particolare, il prosieguo ininterrotto della norma di blocco «lo rende strutturale»;
    con ciò, sostanzialmente viene espresso il principio che eventi o motivazioni, contingenti, quali possono esserlo crisi finanziarie et similia della finanza pubblica, non possono, comunque, torcere né comprimere senza soluzione di continuità diritti fondati;
    in proposito, preme rammentare che la Corte costituzionale, in occasione di pregresse manovre economiche, recanti deroghe temporanee ai ricordati meccanismi rivalutativi, di adeguamento, disposte, in particolare, in occasione dell'altrettanto grave congiuntura economica dei 1992, aveva già indicato i limiti entro i quali un tale intervento potesse ritenersi rispettoso dei richiamati principi costituzionali, osservando che «norme di tale natura possono ritenersi non lesive del principio di cui all'articolo 3 della Costituzione (sotto il duplice aspetto della non contrarietà sia al principio di uguaglianza sostanziale, sia a quello della, non irragionevolezza), condizione che i suddetti sacrifici siano eccezionali, transeunti, non arbitrari e consentanei allo scopo prefisso»;
    in quello specifico caso il sacrificio era limitato ad un anno, mentre ora, in presenza di una reiterazione a percussione di misure patrimoniali afflittive, la natura eccezionale e transitoria di una disposizione non può più essere predicata, credibilmente e plausibilmente, anche per la prevedibilità della sua reiterazione nel tempo futuro;
    questo per sottolineare che l'intervenuta declaratoria di illegittimità non è giunta inaspettata né è da ritenersi tale e, almeno per il futuro, i sottoscrittori, del presente atto di indirizzo auspicano un maggiore rispetto ed una maggiore attenzione ai principi ed agli orientamenti ordinamentali maturati, al fine di scongiurare percorsi, altalenanti e contraddittori che minano la certezza del diritto;
    preme segnalare, in questa sede, l'articolo 19 della legge n. 183 del 2010, con la quale è stata riconosciuta la specificità del comparto sicurezza e difesa, compreso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in relazione alle peculiarità delle funzioni svolte dai relativi operatori;
    le disposizioni di cui al sopra citato articolo 16, comma 1, del decreto-legge n. 98 del 2011 e all'articolo 19 della legge n. 183 del 2010 sono state disapplicate nei confronti del personale dei richiamati comparti (polizia di Stato, polizia penitenziaria, Corpo forestale dello Stato, Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, Esercito italiano, Aeronautica militare, Marina militare);
    si segnala, altresì, che le disposizioni, di blocco hanno prodotto continuativamente un danno al comparto sicurezza e difesa di gran lunga maggiore rispetto al restante pubblico impiego, in quanto la retribuzione di questa categoria è modulata su ben 18 parametri, con la previsione di meccanismi di adeguamento retributivo «agganciati» a progressioni automatiche di carriera;
    la successiva scelta normativa di colmare il gap economico, per i comparti indicati, con la previsione degli assegni una tantum prima e con l'estensione del cosiddetto «bonus» di 80 euro poi, oltre che non condivisibile e non pertinente, non ha sanato il penalizzante effetto retributivo derivante dal blocco stipendiale;
    la Corte costituzionale si è orientata a bocciare solo per il futuro il congelamento dei contratti pubblici, vale a dire a partire dal giorno successivo a quello della pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale, evitando una censura retroattiva;
    quale bilanciamento di interessi costituzionalmente protetti, ciò consente lo «sblocco» dei contratti pubblici e, al contempo, salva il bilancio pubblico da una moltiplicazione abnorme di costi;
    ciò non esclude l'opportunità, per il Governo, di sanare il maggiore pregiudizio arrecato ai comparti indicati, per essi disponendo, a titolo di risarcimento, un recupero dei pregresso per lo meno a decorrere dall'anno del pronunciamento di illegittimità della Corte costituzionale;
    va inoltre considerato che, dall'esplosione della cosiddetta crisi dei debiti sovrani, il risparmio nel settore pubblico procede principalmente su due «gambe»: da una parte, la cristallizzazione dei contratti e degli stipendi e, dall'altro, il blocco del turn over;
    per questa ragione rischierebbe di essere parziale, nell'ambito di un intervento volto a rimuovere un vincolo che comporta danni diretti ed indiretti al settore sicurezza, non considerare, dall'altra parte, anche le carenze insostenibili prodottesi a seguito dell'applicazione delle stesse misure di contenimento della spesa nelle piante organiche del comparto, tra cui particolarmente grave quella del corpo dei vigili dei fuoco;
    a fronte di una nuova procedura selettiva per l'immissione di 250 giovani nella qualifica di vigile del fuoco che risulterebbe già autorizzata – e al di là delle valutazioni di merito sull'opportunità di consentire la scadenza delle graduatorie attualmente vigenti nella presenza di un numero tanto consistente di idonei che peraltro risulterebbero rientrare in una media d'età inferiore ai 30 anni – è opportuno segnalare che la fase concorsuale impiega tempistiche rilevanti, a fronte delle quali, senza ulteriori interventi normativi, è prevedibile ipotizzare che, dopo il 31 dicembre 2016, si andrà incontro ad un considerevole periodo di tempo in cui, in attesa di una nuova graduatoria, non sarà possibile attingere alle precedenti;
    preme quindi al firmatari del presente atto di indirizzo segnalare l'esigenza improrogabile, maturata in seno al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, di garantire la proroga oltre il 31 dicembre 2016 della graduatoria a 814 posti, di vigile del fuoco indetto con decreto ministeriale n. 5140 del 6 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 90 del 18 novembre 2008 e della graduatoria relativa alla procedura selettiva, per titoli ed accertamento della idoneità motoria, indetta con decreto ministeriale n. 3747 del 27 agosto 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 72 dell'11 settembre 2007,

impegna il Governo:

   a porre in essere tutte le iniziative di competenza al fine di pervenire al rinnovo per la parte normativa ed economica del contratto del pubblico impiego, con riferimento al personale dei comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate, reperendo le conseguenti risorse finanziarie, per il triennio 2016-2018;
   a valutare l'opportunità di adottare le iniziative, anche normative, finalizzate a riconoscere ai comparti indicati anche il recupero del pregresso, con riferimento all'anno 2015;
   alla luce di quanto sopra esposto e considerato, nonché al fine di riavviare, a fronte delle carenze di personale, in particolare al Sud, una più incisiva ed ordinata politica di assunzioni nel settore dei vigili del fuoco e, più in generale, nel comparto sicurezza, in ordine alla validità delle due graduatorie vigenti, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco indicate in premessa, ad adottare le iniziative idonee alla loro proroga almeno fino alla pubblicazione di una nuova graduatoria derivante dalla prossima selezione per 250 posti di vigili del fuoco.
(1-01384)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Cozzolino, Dieni, Cecconi, Dadone, D'Ambrosio, Nuti, Toninelli, Lombardi, Nesci, Frusone, Ciprini, Luigi Di Maio».


   La Camera,
   premesso che:
    la grave crisi economica a livello europeo e internazionale, che ormai da lungo tempo ha investito anche il nostro Paese, ha determinato tra le conseguenze più dolorose sul piano sociale una grande perdita di posti di lavoro nel settore, privato, e una forte contrazione delle dinamiche salariali nel settore pubblico;
    il Governo, sin dal suo insediamento, ha sempre sostenuto la necessità di tornare, non appena fosse venuta meno la fase più acuta della crisi, ad una normale stagione negoziale per ripristinare anche nel settore pubblico un'ordinaria dinamica salariale;
    del resto, la stessa Corte Costituzionale, con sentenza n. 178 del 2015, ha avuto occasione di intervenire in materia di regime di sospensione del blocco della contrattazione collettiva e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, manifestando ben chiara l'esigenza, da un lato, di dover difendere i diritti sociali, oggetto negli ultimi anni di una severissima compressione, ma, dall'altro, la consapevolezza che tale difesa dovesse avvenire nel rispetto dei vincoli di bilancio, condizione questa indispensabile, per garantire la tenuta dello Stato;
    il Governo ha coerentemente lavorato in una duplice direzione: da un lato, ha già messo in campo con la legge di stabilità per il 2016 risorse aggiuntive per sbloccare la contrattazione collettiva e ha preannunciato, anche nelle competenti sedi parlamentari, in risposta ad atti di indirizzo del Parlamento, lo stanziamento di ulteriori risorse nella legge di bilancio in corso di presentazione;
    dall'altro lato, il Governo ha operato, a normativa vigente, e in accordo con le parti sociali, la riduzione dei comparti di contrattazione a quattro, e sono attualmente in corso interlocuzioni tra il Governo, le associazioni sindacali e datoriali al fine di definire in modo concorde l'atto di indirizzo che formalmente riavvierà la stagione della contrattazione nel comparto pubblico;
    nel quadro del rinnovo della contrattazione collettiva, un'attenzione particolare va certamente riconosciuta al personale dei vigili del fuoco, delle forze armate e delle forze di polizia, in considerazione non solo della particolare delicatezza del lavoro svolto dagli appartenenti al comparto sicurezza, ma anche in considerazione del fatto che il loro lavoro incide direttamente su quei bisogni di sicurezza particolarmente sentiti da una collettività già duramente colpita dal perdurare della crisi economica;
    in tal senso, appaiono assolutamente opportune le preannunciate risorse finanziarie per dare attuazione alla legge delega n. 124 del 2015 nella parte in cui prevede il riordino delle carriere dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle Forze armate; un'occasione, questa, per adeguare e riequilibrare un settore da troppo tempo trascurato,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, anche attraverso la previsione dello stanziamento di risorse finanziarie nel disegno di legge di bilancio in corso di presentazione, per proseguire e rafforzare le iniziative già messe in campo per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, con specifica attenzione al rinnovo dei contratti nel settore del comparto sicurezza, alla luce della delicatezza e dell'impatto di questo settore sui bisogni dell'intera collettività.
(1-01385) «Fiano, Pizzolante, Monchiero, Fauttilli, Fabbri, Roberta Agostini, Bersani, Carbone, Cuperlo, De Menech, Marco Di Maio, Famiglietti, Ferrari, Gasparini, Giachetti, Giorgis, Lattuca, Lauricella, Marco Meloni, Naccarato, Nardi, Piccione, Pollastrini, Richetti, Francesco Sanna, Misuraca, Bosco, Binetti, Paola Bragantini, Antezza, Amoddio».


   La Camera,
   premesso che:
    il Governo Berlusconi, con il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, in considerazione della necessità e dell'urgenza di emanare provvedimenti per il contenimento della spesa pubblica, derivante dallo stato particolarmente preoccupante nel quale versavano i conti dello Stato, dispose – per il triennio 2010-2013 – il blocco della contrattazione e delle retribuzioni, per tutto il comparto della pubblica amministrazione, sia per gli adeguamenti stipendiali che per gli aumenti retributivi collegati all'anzianità di ruolo e alle progressioni di carriera comunque denominate, escludendo ogni possibilità successiva di recupero;
    nonostante diversi atti parlamentari, presentati già a partire dalla XVI legislatura, che chiedevano la rimozione del blocco, il blocco medesimo è stato prorogato con decreto del Presidente della Repubblica n. 112 del 2013, grazie alla previsione di cui al decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 15 luglio 2011, n. 111, che autorizzava la possibilità di estensione del blocco fino al 2014;
    la vulnerabilità della fonte condusse il legislatore a trasfondere tale disposizione in una fonte di rango primario (legge 27 dicembre 2013, n. 147 – legge di stabilità 2014 –);
    il predetto decreto del Presidente della Repubblica n. 122/13 escludeva, per il periodo 2013-2014, qualsiasi incremento della «vacanza contrattuale» attribuiva nel 2010. Consentiva, tuttavia, la possibilità, per il periodo 2015-2017, il riconoscimento della vacanza contrattuale «secondo le modalità ed i parametri individuati dai protocolli e dalla normativa vigente»;
    prima ancora di dare esecuzione a tale possibilità, e nelle more del giudizio pendente innanzi alla Consulta (il tribunale di Roma, in funzione di giudice del lavoro, con ordinanza del 27 novembre 2013, ed il tribunale di Ravenna, in funzione di giudice del lavoro, con ordinanza del 1o marzo 2014, variamente motivate, sollevavano la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 9, commi 1, 2-bis, 17, primo periodo e 21 ultimo periodo, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dall'articolo 1, comma 1, della legge 30 luglio 2010, n. 122 e dell'articolo 16, comma 1, lettere b) e c) del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 15 luglio 2011, n. 111), con l'articolo 1, comma 254, legge 23 dicembre 2014, n. 190 – legge di stabilità 2015 – si disponeva la sospensione delle procedure negoziali, per la parte economica, fino al 31 dicembre 2015 e il «congelamento» (comma 255 dello stesso articolo) dell'indennità di vacanza contrattuale fino al 2018, ancorata ai valori vigenti al 31 dicembre 2013;
    la Corte costituzionale, con sentenza n. 178 del 2015 sopra citate dichiarava l'illegittimità sopravvenuta dalle ultime disposizioni della legge di stabilità 2015 sopra citate poiché in contrasto con l'articolo 39 della Costituzione;
    in particolare, nelle motivazioni si è dato rilievo alla notevole importanza che per il pubblico impiego, riveste il contratto: esso riguarda sia l'aspetto economico (nelle sue componenti sia fondamentali che accessorie), che i diritti e gli obblighi pertinenti al rapporto di lavoro, nonché materie relative alle relazioni sindacali;
    in passato, il trattamento economico del pubblico impiego, godeva di incrementi, correlati al tasso di inflazione programmata, mentre oggi il contratto è bloccato da sette anni, i quali hanno, tra l'altro, coinciso con la fase apicale della crisi economica e sociale più lunga ed intensa che il Paese ricordi e che ha prodotto un impoverimento generalizzato del Paese, del ceto medio e della classe lavoratrice in particolare;
    il ruolo giocato in questo senso da scelte politiche e normative di carattere depressivo come il blocco contrattuale è di tutta evidenza, così come l'effetto sociale drammatico prodotto dalla stagione dei «tagli lineari» della spending review e dell'austerità in generale;
    nonostante la decisione della Corte costituzionale, ad oggi, nessun contratto è stato rinnovato. Le politiche depressive adottate in questi anni hanno prodotto il risultato di diffondere una condizione di pesante malessere, inquietudine ed incertezza sul futuro, anche nel settore del pubblico impiego, compreso quello delicatissimo delle Forze armate e di pubblica sicurezza e dei vigili del fuoco, frequentemente caratterizzato da nuclei familiari monoreddito e con figli a carico;
    la compressione salariale e – dunque – dei consumi e degli stili di vita consolidati delle famiglie di lavoratori ha determinato nelle Forze armate una fenomenologia già da tempo visibile e percepita nel resto del Paese, ovvero che le dinamiche interne al comparto oggi aderiscono in maniera plastica a quelle del resto della società: alla base vi è una regressione tangibile e grave nelle condizioni materiali di vita, al vertice il consolidamento di una condizione di relativo privilegio;
    la stessa legge n. 244 del 2012 di riforma e riordino dello strumento militare esplica i suoi effetti in chiave riduttiva – meno 50.000 unità in forza – principalmente sul personale – militare e civile della difesa, in ossequio all'obiettivo dichiarato di liberare risorse per gli investimenti, già sbilanciate ben oltre la quota del 25 per cento, cui sembrerebbe volgere la citata legge ben considerando le risorse complessive allocate per tale esigenze tra il Ministero della difesa e il Ministero dello sviluppo economico, nello sviluppo, nella produzione ed acquisizione di sistemi d'arma. Logica conseguenza anche di una scelta di politica industriale orientata in maniera decisa all'implementazione dell'industria nazionale degli armamenti a discapito del valore umano delle Forze armate e del loro impiego in ambiti di civile necessità;
    allo stato attuale si assiste per i presentatori del presente atto a uno dei più classici paradossi: da una parte, un eccesso retorico di esaltazione del ruolo e della «specificità» delle Forze armate, delle Forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, dall'altra, la diminuita retribuzione in termini reali, la carenza cronica di alloggi per il personale, i veicoli di servizio fermi a causa della carenza di carburante, il sacrificio operato sulle condizioni di sicurezza nelle quali questi lavoratori si trovano ad operare;
    a questo stato di cose si aggiungano gli effetti della riforma previdenziale del 2012, dunque gli effetti sull'assegno pensionistico derivanti dal passaggio al sistema contributivo; va fatta, inoltre, l'ovvia constatazione che l'inferiore gettito contributivo derivante dal blocco degli adeguamenti stipendiali andrà ulteriormente ad influire sull'entità degli assegni medesimi;
    occorre perciò ripensare e cambiare, per il comparto difesa-sicurezza e soccorso pubblico e, più in generale, per il pubblico impiego, le politiche fin qui adottate, operando in maniera tale da riconnettere la prospettiva della ripresa economica alla ripresa dei consumi e ad un recupero tangibile sul terreno delle condizioni di vita e economiche dei lavoratori italiani, compresi i dipendenti militari e civili del comparto difesa-sicurezza e soccorso pubblico;
    per questo appare per i presentatori del presente atto insufficiente quanto previsto dalla legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), che ha stanziato 510,5 milioni di euro per il 2016 per un contributo straordinario pari a 960 euro su base annua alle forze di polizia, del corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle forze armate e per il riconoscimento dell'impegno profuso al fine di fronteggiare le eccezionali esigenze di sicurezza nazionale e soltanto 300 milioni, a partire dal 2016 per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, compreso il comparto difesa e sicurezza;
    nel Documento di economia e finanza (Def) 2016 non viene fatta nessuna menzione delle risorse da destinare per sbloccare i contratti dei dipendenti pubblici, mentre nella Nota di aggiornamento al Def si legge che «Dopo 6 anni di blocchi resi necessari dalla drammaticità della crisi, si procederà al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego con l'obiettivo di valorizzare il merito e favorire l'innalzamento della produttività, in modo da contribuire all'aumento dell'efficienza della pubblica amministrazione», salvo poi non indicare alcuna cifra,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per ottemperare a quanto previsto nella sentenza della Corte Costituzionale n. 178 del 2015 che sancisce il diritto dei lavoratori pubblici al rinnovo dei contratti collettivi nazionali;
   a destinare al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, in particolare con riferimento ai comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate, una adeguata e congrua dotazione finanziaria tenuto conto che da 8 anni ai lavoratori della pubblica amministrazione è negato l'adeguamento dei contratti.
(1-01386) «Piras, Duranti, Carlo Galli, Scotto».


   La Camera,
   premesso che:
   l'aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici è fermo da sette anni e la situazione dovrebbe sbloccarsi con la prossima legge di bilancio, ma ancora non si conosce ufficialmente quale sarà lo stanziamento previsto dal Governo. Le ipotesi parlano di 700 milioni di euro complessivi: uno stanziamento insufficiente a garantire un adeguato aumento degli stipendi degli statali per i quali, secondo quanto richiesto dai sindacati, sarebbero necessari almeno 7 miliardi di euro per riequilibrare le perdite di potere d'acquisto delle retribuzioni dei lavoratori nei sette anni di blocco del contratto;
    inoltre, nella legge di stabilità per il 2016 il Governo ha indicato le risorse disponibili per i rinnovi contrattuali dal 1° gennaio 2016, di fatto contravvenendo così alle indicazioni contenute nella sentenza n. 178 del 2015 della Corte costituzionale riguardante l'illegittimità costituzionale delle norme che avevano disposto il blocco della contrattazione collettiva nel pubblico impiego;
    nella sentenza, infatti, tale illegittimità costituzionale è stata definita «sopravvenuta» dalla Corte a decorrere dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, vale a dire il 29 luglio 2015. Nonostante ciò il Governo, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, ha ignorato la Corte costituzionale e nulla ha previsto per il periodo compreso tra il giorno successivo alla data di pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale e il 31 dicembre 2015;
    tra le categorie di lavoratori pubblici maggiormente penalizzati dal blocco del rinnovo contrattuale, figura il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che lamenta da diversi anni una situazione asfittica dovuta a diverse problematiche divenute ormai croniche: disparità delle tutele previdenziali e di retribuzioni rispetto agli altri Corpi dello Stato a ordinamento civile, carenze di organico e tagli strumentali;
    sul fronte delle tutele previdenziali, a sessanta anni per i vigili del fuoco scatta l'obbligo pensionistico, ma il sistema contributivo non prevede la norma dei «sei scatti». Ciò significa che a differenza dei dipendenti degli altri Corpi ai quali ogni cinque anni di servizio operativo ne sono conteggiati sei ai fini pensionistici, per il Corpo dei vigili del fuoco questa norma non è valida. Per i vigili del fuoco le retribuzioni a fine carriera oscillano tra i 1.300 e i 1.500 euro: inferiori di circa 300 euro rispetto agli altri, con una forbice che può arrivare fino a 700 euro. Considerato il lavoro altamente rischioso e qualificato da loro svolto, ad avviso dei presentatori del presente atto di indirizzo, la differenza appare assolutamente ingiustificata;
    nel territorio italiano, che convive da sempre con stati di emergenza provocati da violenti eventi calamitosi come terremoti, alluvioni, esondazioni, frane e altro, è il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ad assicurare tutti gli interventi tecnici necessari al fine di salvaguardare l'incolumità delle persone e l'integrità dei beni. I suoi interventi sono caratterizzati dal requisito dell'immediatezza delle prestazioni, che richiedono professionalità tecniche anche ad alto contenuto specialistico e idonee risorse strumentali. Eppure e nonostante sia unanime il riconoscimento del loro operato, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco subisce da anni tagli costanti di organico e di risorse strumentali e blocco del «turn over» in una misura tale da poter diventare una debolezza e un problema per la sicurezza e l'incolumità dei cittadini;
    con il blocco del turn-over l'età media dei vigili del fuoco si è assestata sui 50 anni, una soglia decisamente troppo elevata per le performance fisiche richieste a uomini impegnati in prima linea in situazioni estreme;
    anche per il suddetto motivo, a poco meno di 3 mesi dalla scadenza della graduatoria del concorso pubblico del 2008 a 814 posti nella qualifica di vigili del fuoco e alla vigilia di un nuovo concorso pubblico per un numero di 250 unità, per i sottoscrittori della presente mozione, a salvaguardia della piena funzionalità del Corpo, sarebbe auspicabile che il Governo intervenisse con un provvedimento di proroga della graduatoria del 2008, sia per la pregressa carenza di organico, sia in prospettiva dei futuri pensionamenti, sia per la necessità di programmare in tempo quelle immissioni in ruolo degli idonei che si rendono indispensabili, poiché la conclusione delle nuove procedure concorsuali e le relative assunzioni non avverranno in tempi conciliabili con le necessità del Corpo dei vigili del fuoco e della loro preziosa attività svolta nel territorio italiano,

impegna il Governo:

   ad attenersi alle indicazioni contenute nella sentenza n. 178 del 2015 della Corte costituzionale e ad assumere iniziative per far decorrere i rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici a far data dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana;
   a intraprendere ogni possibile iniziativa al fine di equiparare il trattamento retributivo e pensionistico del Corpo dei vigili del fuoco a quello degli altri Corpi dello Stato a ordinamento civile;
   ad assumere iniziative sia per prevedere un'ulteriore proroga della graduatoria del concorso pubblico del 2008, sia per ripristinare a pieno regime il turn-over, al fine di colmare le carenze organiche del Corpo dei vigili del fuoco, affinché venga così garantita la sicurezza di persone e cose nell'interno del territorio italiano.
(1-01387) «Andrea Maestri, Civati, Brignone, Matarrelli, Pastorino, Artini, Baldassarre, Bechis, Segoni, Turco».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).


   La Camera,
   premesso che:
   l'aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici è fermo da sette anni e la situazione dovrebbe sbloccarsi con la prossima legge di bilancio, ma ancora non si conosce ufficialmente quale sarà lo stanziamento previsto dal Governo. Le ipotesi parlano di 700 milioni di euro complessivi: uno stanziamento insufficiente a garantire un adeguato aumento degli stipendi degli statali per i quali, secondo quanto richiesto dai sindacati, sarebbero necessari almeno 7 miliardi di euro per riequilibrare le perdite di potere d'acquisto delle retribuzioni dei lavoratori nei sette anni di blocco del contratto;
    inoltre, nella legge di stabilità per il 2016 il Governo ha indicato le risorse disponibili per i rinnovi contrattuali dal 1° gennaio 2016, di fatto contravvenendo così alle indicazioni contenute nella sentenza n. 178 del 2015 della Corte costituzionale riguardante l'illegittimità costituzionale delle norme che avevano disposto il blocco della contrattazione collettiva nel pubblico impiego;
    nella sentenza, infatti, tale illegittimità costituzionale è stata definita «sopravvenuta» dalla Corte a decorrere dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, vale a dire il 29 luglio 2015. Nonostante ciò il Governo, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, ha ignorato la Corte costituzionale e nulla ha previsto per il periodo compreso tra il giorno successivo alla data di pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale e il 31 dicembre 2015;
    tra le categorie di lavoratori pubblici maggiormente penalizzati dal blocco del rinnovo contrattuale, figura il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che lamenta da diversi anni una situazione asfittica dovuta a diverse problematiche divenute ormai croniche: disparità delle tutele previdenziali e di retribuzioni rispetto agli altri Corpi dello Stato a ordinamento civile, carenze di organico e tagli strumentali;
    sul fronte delle tutele previdenziali, a sessanta anni per i vigili del fuoco scatta l'obbligo pensionistico, ma il sistema contributivo non prevede la norma dei «sei scatti». Ciò significa che a differenza dei dipendenti degli altri Corpi ai quali ogni cinque anni di servizio operativo ne sono conteggiati sei ai fini pensionistici, per il Corpo dei vigili del fuoco questa norma non è valida. Per i vigili del fuoco le retribuzioni a fine carriera oscillano tra i 1.300 e i 1.500 euro: inferiori di circa 300 euro rispetto agli altri, con una forbice che può arrivare fino a 700 euro. Considerato il lavoro altamente rischioso e qualificato da loro svolto, ad avviso dei presentatori del presente atto di indirizzo, la differenza appare assolutamente ingiustificata;
    nel territorio italiano, che convive da sempre con stati di emergenza provocati da violenti eventi calamitosi come terremoti, alluvioni, esondazioni, frane e altro, è il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ad assicurare tutti gli interventi tecnici necessari al fine di salvaguardare l'incolumità delle persone e l'integrità dei beni. I suoi interventi sono caratterizzati dal requisito dell'immediatezza delle prestazioni, che richiedono professionalità tecniche anche ad alto contenuto specialistico e idonee risorse strumentali. Eppure e nonostante sia unanime il riconoscimento del loro operato, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco subisce da anni tagli costanti di organico e di risorse strumentali e blocco del «turn over» in una misura tale da poter diventare una debolezza e un problema per la sicurezza e l'incolumità dei cittadini;
    con il blocco del turn-over l'età media dei vigili del fuoco si è assestata sui 50 anni, una soglia decisamente troppo elevata per le performance fisiche richieste a uomini impegnati in prima linea in situazioni estreme;
    anche per il suddetto motivo, a poco meno di 3 mesi dalla scadenza della graduatoria del concorso pubblico del 2008 a 814 posti nella qualifica di vigili del fuoco e alla vigilia di un nuovo concorso pubblico per un numero di 250 unità, per i sottoscrittori della presente mozione, a salvaguardia della piena funzionalità del Corpo, sarebbe auspicabile che il Governo intervenisse con un provvedimento di proroga della graduatoria del 2008, sia per la pregressa carenza di organico, sia in prospettiva dei futuri pensionamenti, sia per la necessità di programmare in tempo quelle immissioni in ruolo degli idonei che si rendono indispensabili, poiché la conclusione delle nuove procedure concorsuali e le relative assunzioni non avverranno in tempi conciliabili con le necessità del Corpo dei vigili del fuoco e della loro preziosa attività svolta nel territorio italiano,

impegna il Governo:

   ad attenersi alle indicazioni contenute nella sentenza n. 178 del 2015 della Corte costituzionale;
   a valutare, nell'ambito dei vari processi di riordino in atto, l'opportunità di una disciplina del trattamento retributivo e pensionistico dei Vigili del fuoco quanto più omogeneo possibile a quello degli altri corpi;
   a valutare, anche compatibilmente con le nuove procedure concorsuali in corso, l'opportunità di assumere iniziative sia per prevedere un'ulteriore proroga della graduatoria del concorso pubblico del 2008, sia per ripristinare a pieno regime il turn-over, al fine di colmare le carenze organiche del Corpo dei vigili del fuoco, affinché venga così garantita la sicurezza di persone e cose nell'interno del territorio italiano.
(1-01387)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Andrea Maestri, Civati, Brignone, Matarrelli, Pastorino, Artini, Baldassarre, Bechis, Segoni, Turco».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).


   La Camera,
   premesso che:
    dal 2010 il personale appartenente al comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco non fruisce dell'adeguamento della propria retribuzione all'aumento del costo della vita calcolato in base agli indici dell'Istat;
    tale situazione è stata determinata da provvedimenti emergenziali di sospensione dei rinnovi contrattuali, contro i quali è sopravvenuta la sentenza n. 178 del 2015 della Corte costituzionale che ne ha dichiarato l'illegittimità costituzionale;
    ad oggi, tuttavia, a dispetto della citata sentenza della Corte costituzionale e ad eccezione delle misure che hanno comportato elargizioni una tantum, senza davvero migliorare stabilmente le retribuzioni ed il trattamento del personale del comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco, non sono ancora stati previsti stanziamenti finalizzati ai rinnovi contrattuali di poliziotti, militari e vigili del fuoco;
    tale circostanza determina non solo la compromissione di diritti costituzionalmente riconosciuti a danno degli uomini e delle donne dei comparti delle Forze armate, delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco costretti ad operare in condizioni di estremo disagio, con contratti scaduti e retribuzioni bloccate, ma altresì una condizione di grave insoddisfazione del personale preposto alla fornitura di beni pubblici essenziali, quale la difesa armata della Repubblica, il mantenimento della sicurezza pubblica e l'espletamento del servizio tecnico urgente;
    la necessità di potenziare le politiche attive di sicurezza nazionale volte alla prevenzione di eventuali azioni terroristiche, anche attraverso forme di cooperazioni bilaterali e multilaterali, nonché le calamità naturali che hanno interessato l'Italia dal 2009, continuano a richiedere un forte impegno non solamente in termini economici, ma di risorse umane impiegate a difesa del territorio e di obiettivi sensibili e per il sostegno e l'aiuto alle popolazioni locali;
    la recente emergenza sismica verificatasi a cavallo tra Lazio, Marche ed Umbria ha evidenziato una volta di più la generosità, l'abnegazione, l'altruismo e l'efficienza delle Forze armate, delle forze dell'ordine e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco intervenuti a soccorrere le popolazioni colpite, oggetto di unanime apprezzamento da parte di autorità e cittadinanza;
    sorge anche da quanto appena accaduto in Italia centrale l'ulteriore esigenza morale di provvedere quanto prima, già in occasione della prossima sessione di bilancio, al ristoro del potere d'acquisto perduto dal personale del comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco;
    l'oggettiva carenza di organico sta inoltre sottoponendo a notevole pressione soprattutto le forze dell'ordine, chiamate, a fronteggiare anche le più pressanti esigenze ormai connesse alla protezione della popolazione dagli attacchi terroristici ed alla gestione dei flussi migratori in entrata nel nostro Paese;
    per effetto del blocco parziale del turn over le vacanze di personale nelle forze di polizia hanno ormai raggiunto le 45 mila unità rispetto alle piante organiche previste, mentre si dà corso ad un piano che comporta la soppressione di centinaia di commissariati di pubblica sicurezza;
    anche il parco mezzi e materiali risulta da anni avviato all'obsolescenza, circostanza che depotenzia sensibilmente la capacità d'intervento delle forze di polizia e del corpo nazionale dei vigili del fuoco;
    rappresentano un problema ulteriore del personale anche le dotazioni individuali, dalle uniformi ai giubbotti antiproiettile scaduti, tanto nella polizia di Stato quanto nel corpo nazionale dei vigili del fuoco;
    incide, negativamente sul morale del personale delle forze di polizia, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, l'introduzione del reato di tortura, che rischia, nei fatti, di esporlo anche ad un importante contenzioso legale e forse anche di ricatti;
    rimangono altresì situazioni nelle quali il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco risulta non perfettamente equiparato a quello delle forze dell'ordine quanto a stipendi e garanzie di prestazioni in occasione di infortuni o comunque in relazione all'esposizione ai rischi insiti nello svolgimento delle proprie attività istituzionali;
    la sperequazione retributiva in danno dei vigili del fuoco sarebbe pari addirittura a circa 300 euro mensili ed è significativa anche nel settore delle indennità di rischio spettanti al personale in uniforme;
    il Corpo nazionale dei vigili del fuoco risulta in sofferenza anche sotto il profilo delle dotazioni organiche, di 3.854 operativi inferiore al totale previsto di 32.734 in pianta organica, corrispondenti a circa il 12 per cento della forza, anche se dovrebbero essere in programma nuove assunzioni, che serviranno anche ad assicurare l'espletamento di funzioni precedentemente spettanti al disciolto Corpo forestale dello Stato;
    per il reclutamento di nuovi vigili del fuoco sarebbe in particolare programmato un nuovo concorso, mentre risulta ancora aperta la graduatoria di un concorso per 814 posti indetto nel 2008, che annovera ancora ben 4.100 idonei;
    avverte disagi paragonabili anche il Corpo delle guardie penitenziarie,

impegna il Governo:

   a dare tempestivamente corso al dispositivo della sentenza della Corte costituzionale citata in premessa, avviando le procedure per il rinnovo dei contratti dei comparti difesa, sicurezza e vigili del fuoco ed accantonando le relative risorse finanziarie già all'interno del disegno di legge di bilancio di prossima presentazione;
   ad assumere iniziative per trasformare il cosiddetto «bonus 80 euro», introdotto dall'articolo 1, comma 972, della legge n. 208 del 2015 (Stabilità 2016) a favore delle forze di polizia, dei vigili del fuoco e delle forze armate, da misura eccezionale e temporanea a detrazione d'imposta strutturale, che non costituisce aumento contrattuale;
   a procedere al rinnovo del contratto su base quadriennale, con decorrenza economica dal 29 luglio 2015, con aumento del valore del punto parametrale, di cui all'articolo 2, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 170 del 2007, a euro 192,20 annui lordi (fermo dal 2009 a 172,70); 
   a contemplare, in fase di previsione delle risorse da stanziare per il rinnovo dei contratti dei comparti in questione, le risorse occorrenti per rinunciare alla chiusura di circa 300 presidi di sicurezza sul territorio, tra uffici di polizia postale, ferroviaria, di frontiera nautica e commissari di prossimità;
   ad accantonare le risorse necessarie alla realizzazione del riordino delle carriere nel comparto sicurezza e vigili del fuoco, ormai promesso da anni e mai attuata contestualmente reintegrando le retribuzioni degli scatti perduti nel corso del blocco della contrattazione;
   a reperire, in fase di previsione degli stanziamenti finalizzati ai rinnovi contrattuali, le risorse occorrenti per l'ammodernamento dei mezzi e degli equipaggiamenti spettanti alle forze di polizia ed ai vigili del fuoco, nonché quelle necessarie allo svolgimento delle attività addestrative e di manutenzione, senza le quali le capacità d'intervento diminuiscono drammaticamente;
   a tener conto, in fase di ricontrattazione, anche delle risorse necessarie per rimuovere ogni residua discriminazione che ancora danneggi attualmente il personale dei vigili del fuoco di tutte le categorie, eliminando anche quelle interne che penalizzano volontari e discontinui, prevedendo in particolare l'estensione in suo favore dei migliori trattamenti previsti per l'esposizione a rischi professionali già riconosciuti agli appartenenti ai comparti difesa e sicurezza dalle norme dell'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 184 del 2010;
   ad assumere iniziative per allentare ulteriormente, sfruttando anche sotto questo profilo le opportunità dischiuse dalla definizione della manovra pluriennale di bilancio, il blocco del turn over nel comparto sicurezza e vigili del fuoco, con la prospettiva di giungere alla sua completa rimozione nel più breve tempo possibile;
   ad accantonare, in fase di rinegoziazione contrattuale dei comparti in questione, anche le risorse occorrenti al graduale reintegro delle piante organiche della polizia di Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, rispetto alle quali si registrano vacanze di personale di ampiezza straordinaria, pari rispettivamente ad oltre 45 mila e 3.854 effettivi, nonché del Corpo delle guardie penitenziarie;
   ad assumere iniziative per prorogare la validità del cosiddetto concorso 814 per l'arruolamento nei vigili del fuoco almeno fino alla proclamazione dei vincitori del nuovo concorso.
(1-01388) «Molteni, Caparini, Gianluca Pini, Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Castiello, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Picchi, Rondini, Saltamartini, Simonetti».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).


   La Camera,
   premesso che:
    dal 2010 il personale appartenente al comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco non fruisce dell'adeguamento della propria retribuzione all'aumento del costo della vita calcolato in base agli indici dell'Istat;
    tale situazione è stata determinata da provvedimenti emergenziali di sospensione dei rinnovi contrattuali, contro i quali è sopravvenuta la sentenza n. 178 del 2015 della Corte costituzionale che ne ha dichiarato l'illegittimità costituzionale;
    ad oggi, tuttavia, a dispetto della citata sentenza della Corte costituzionale e ad eccezione delle misure che hanno comportato elargizioni una tantum, senza davvero migliorare stabilmente le retribuzioni ed il trattamento del personale del comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco, non sono ancora stati previsti stanziamenti finalizzati ai rinnovi contrattuali di poliziotti, militari e vigili del fuoco;
    tale circostanza determina non solo la compromissione di diritti costituzionalmente riconosciuti a danno degli uomini e delle donne dei comparti delle Forze armate, delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco costretti ad operare in condizioni di estremo disagio, con contratti scaduti e retribuzioni bloccate, ma altresì una condizione di grave insoddisfazione del personale preposto alla fornitura di beni pubblici essenziali, quale la difesa armata della Repubblica, il mantenimento della sicurezza pubblica e l'espletamento del servizio tecnico urgente;
    la necessità di potenziare le politiche attive di sicurezza nazionale volte alla prevenzione di eventuali azioni terroristiche, anche attraverso forme di cooperazioni bilaterali e multilaterali, nonché le calamità naturali che hanno interessato l'Italia dal 2009, continuano a richiedere un forte impegno non solamente in termini economici, ma di risorse umane impiegate a difesa del territorio e di obiettivi sensibili e per il sostegno e l'aiuto alle popolazioni locali;
    la recente emergenza sismica verificatasi a cavallo tra Lazio, Marche ed Umbria ha evidenziato una volta di più la generosità, l'abnegazione, l'altruismo e l'efficienza delle Forze armate, delle forze dell'ordine e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco intervenuti a soccorrere le popolazioni colpite, oggetto di unanime apprezzamento da parte di autorità e cittadinanza;
    sorge anche da quanto appena accaduto in Italia centrale l'ulteriore esigenza morale di provvedere quanto prima, già in occasione della prossima sessione di bilancio, al ristoro del potere d'acquisto perduto dal personale del comparto difesa, sicurezza e vigili del fuoco;
    l'oggettiva carenza di organico sta inoltre sottoponendo a notevole pressione soprattutto le forze dell'ordine, chiamate, a fronteggiare anche le più pressanti esigenze ormai connesse alla protezione della popolazione dagli attacchi terroristici ed alla gestione dei flussi migratori in entrata nel nostro Paese;
    per effetto del blocco parziale del turn over le vacanze di personale nelle forze di polizia hanno ormai raggiunto le 45 mila unità rispetto alle piante organiche previste, mentre si dà corso ad un piano che comporta la soppressione di centinaia di commissariati di pubblica sicurezza;
    anche il parco mezzi e materiali risulta da anni avviato all'obsolescenza, circostanza che depotenzia sensibilmente la capacità d'intervento delle forze di polizia e del corpo nazionale dei vigili del fuoco;
    rappresentano un problema ulteriore del personale anche le dotazioni individuali, dalle uniformi ai giubbotti antiproiettile scaduti, tanto nella polizia di Stato quanto nel corpo nazionale dei vigili del fuoco;
    incide, negativamente sul morale del personale delle forze di polizia, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, l'introduzione del reato di tortura, che rischia, nei fatti, di esporlo anche ad un importante contenzioso legale e forse anche di ricatti;
    rimangono altresì situazioni nelle quali il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco risulta non perfettamente equiparato a quello delle forze dell'ordine quanto a stipendi e garanzie di prestazioni in occasione di infortuni o comunque in relazione all'esposizione ai rischi insiti nello svolgimento delle proprie attività istituzionali;
    la sperequazione retributiva in danno dei vigili del fuoco sarebbe pari addirittura a circa 300 euro mensili ed è significativa anche nel settore delle indennità di rischio spettanti al personale in uniforme;
    il Corpo nazionale dei vigili del fuoco risulta in sofferenza anche sotto il profilo delle dotazioni organiche, di 3.854 operativi inferiore al totale previsto di 32.734 in pianta organica, corrispondenti a circa il 12 per cento della forza, anche se dovrebbero essere in programma nuove assunzioni, che serviranno anche ad assicurare l'espletamento di funzioni precedentemente spettanti al disciolto Corpo forestale dello Stato;
    per il reclutamento di nuovi vigili del fuoco sarebbe in particolare programmato un nuovo concorso, mentre risulta ancora aperta la graduatoria di un concorso per 814 posti indetto nel 2008, che annovera ancora ben 4.100 idonei;
    avverte disagi paragonabili anche il Corpo delle guardie penitenziarie,

impegna il Governo:

   a dare tempestivamente corso al dispositivo della sentenza della Corte costituzionale citata in premessa, avviando le procedure per il rinnovo dei contratti dei comparti difesa, sicurezza e vigili del fuoco ed accantonando le relative risorse finanziarie già all'interno del disegno di legge di bilancio di prossima presentazione;
   a tener conto, in fase di ricontrattazione, anche delle esigenze di individuazione di percorsi di valorizzazione delle esperienze acquisite dai cosiddetti volontari discontinui del corpo nazionale Vigili del fuoco;
   a valutare l'opportunità, tenuto conto delle misure di sblocco già adottate a decorrere dal 2016, ai sensi dell'articolo 66, comma 9-bis, del decreto-legge n. 112 del 2008, di assumere iniziative per allentare ulteriormente, sfruttando anche sotto questo profilo le opportunità dischiuse dalla definizione della manovra pluriennale di bilancio, il blocco del turn over nel comparto sicurezza e vigili del fuoco, con la prospettiva di giungere alla sua completa rimozione nel più breve tempo possibile;
   ad assumere iniziative per prorogare la validità del cosiddetto concorso 814 per l'arruolamento nei vigili del fuoco almeno fino alla proclamazione dei vincitori del nuovo concorso.
(1-01388)
(Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate) «Molteni, Caparini, Gianluca Pini, Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Castiello, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Picchi, Rondini, Saltamartini, Simonetti».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).


   La Camera,
   premesso che:
    a partire dal 2010 è in essere il blocco degli adeguamenti, rispetto all'aumento del costo medio della vita, degli stipendi dei pubblici dipendenti;
    la Corte costituzionale con sentenza n. 178 del 2015 ha dichiarato illegittima la disposizione relativa al blocco della contrattazione collettiva, ritenendo lo stesso in contrasto con l'articolo 39, primo comma, della Costituzione, atteso che le continue proroghe di fatto hanno reso non eccezionale ma strutturale il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici;
    per perseguire l'obiettivo di contenimento della spesa pubblica, le misure adottate e reiterate nel tempo hanno introdotto di fatto una disparità di trattamento anche tra le categorie di dipendenti della pubblica amministrazione;
    a tutt'oggi non è stato rinnovato alcun contratto di lavoro, né risultano in corso né avviate trattative;
    la situazione di stato che si è venuta a creare determina una situazione di grave illegittimità nei confronti delle forze dell'ordine e delle forze armate, così come dei vigili del fuoco, che sono costretti a lavorare in condizioni di estremo disagio e di gravi difficoltà);
    il mancato rinnovo dei contratti, ignorando di fatto la sentenza della Corte costituzionale, ha aggravato ulteriormente la situazione, provocando ulteriori danni ai dipendenti pubblici;
    gli impegni sempre più gravosi, necessari per la prevenzione degli atti terroristici, e le continue calamità naturali, aggravate dal dissesto idrogeologico in cui versano molti territori del Paese hanno aumentato le richieste di intervento;
    nell'ultima tragedia del gravissimo terremoto nelle regioni del centro Italia si è riscontrato il lodevole ed indispensabile impegno delle forze dell'ordine delle forze armate e dei vigili del fuoco,

impegna il Governo:

    ad avviare le trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro dei comparti forze armate, forze dell'ordine e vigili del fuoco, dando così seguito a quanto stabilito dalla sentenza n. 178 del 2015 della Corte costituzionale;
    a stanziare nel disegno di legge di bilancio 2017 le risorse necessarie per consentire lo sblocco degli aumenti contrattuali per i comparti soprandicati.
(1-01389) «Palese, Altieri, Bianconi, Capezzone, Chiarelli, Ciracì, Corsaro, Distaso, Fucci, Latronico, Marti».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).


   La Camera,
   premesso che:
    come noto la Corte costituzionale, con la sentenza n. 178/2015, ha condannato un'ingiustizia che si sta perpetrando ormai da anni nei confronti dei lavoratori pubblici, dichiarando l'illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime di blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti;
    è trascorso più di un anno dall'approvazione di una serie di atti di indirizzi che impegnavano il Governo ad adottare iniziative per riparare alle illegittime misure in questione, tuttavia, ad oggi, vige ancora tale regime di blocco reso, in sostanza, strutturale, da una serie di norme susseguitesi nel tempo e legate da un palese nesso di continuità per perseguire obiettivi di contenimento della spesa;
    il Governo è, quindi, ad avviso dei firmatari del presente atto, in ingiustificato ritardo nell'adempiere alla predetta sentenza che ha accertato la violazione di diritti costituzionalmente riconosciuti. Al riguardo, è necessario dare seguito, urgentemente, al provvedimento emesso dai giudici costituzionali procedendo, una volta per tutte all'adeguato stanziamento delle risorse finanziarie necessarie per il rinnovo dei contratti degli statali anche per escludere il danno all'erario dello Stato che conseguirebbe a seguito del buon esito dei ricorsi giudiziari presentati per il ritardo nell'ottemperanza della sentenza, come evidenziato nella mozione n. 01262 presentata in data 11 maggio 2016 dai deputati Rizzetto e altri;
    nell'ambito di tale manovra di rinnovo della contrattazione collettiva, una specifica attenzione deve essere rivolta al comparto sicurezza e, dunque, a coloro che fanno parte delle forze armate e di pubblica sicurezza e dei vigili del fuoco; tale settore, nel tempo, non solo è stato pregiudicato da una compressione retributiva più incisiva rispetto al resto del pubblico impiego, ma è stato interessato direttamente da ulteriori tagli di mezzi e risorse che ne stanno compromettendo l'operatività;
    è questa, pertanto, la giusta occasione per intervenire in un fondamentale comparto, promuovendo idonee iniziative anche per la revisione dell'ordinamento e delle carriere dei vigili del fuoco, delle forze armate e delle forze dell'ordine;
    per le predette manovre, è evidente che il Governo deve prevedere adeguate risorse finanziarie nella prossima legge di bilancio, considerando che è palesemente insufficiente lo stanziamento di trecento milioni di euro, a partire dall'anno 2016, disposto nella legge di stabilità del 28 dicembre 2015, n. 208, per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, incluso il comparto sicurezza e difesa;
    ed ancora, rispetto al personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, vanno previste specifiche iniziative per la stabilizzazione dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui; gli stessi, pur rappresentando una figura strategica fondamentale del comparto per un efficace espletamento del soccorso pubblico, sono di fatto vigili precari, che a causa dei continui tagli alle risorse del settore sicurezza hanno subito un'incisiva diminuzione del corrispettivo, già modesto, e in migliaia rischiano la perdita del posto di lavoro a causa della prevista chiusura di numerosi distaccamenti volontari presso i quali prestano servizio; è paradossale che per supplire alla mancanza di personale che si determinerà nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco verranno indetti dei nuovi concorsi pubblici con ulteriore ed inutile spreco di denaro pubblico. Si deve, invece, intervenire al fine di ricollocare il personale discontinuo, senza apporre limiti di età, altrimenti verrebbe irragionevolmente dispersa la competenza di persone, dapprima formate dall'amministrazione pubblica e poi dalla stessa rese disoccupate; quindi, in considerazione della competenza e dell'esperienza assunta dai vigili discontinui, va elaborato un programma a lungo termine che preveda criteri per la stabilizzazione/ricollocazione di detto personale, anche riconoscendone, a determinate condizioni, la priorità nei bandi pubblici per vigili del fuoco; per quanto concerne poi i vigili discontinui che successivamente dovessero essere dichiarati non idonei ad espletare il servizio, si potrebbe prevedere la ricollocazione all'interno del personale non operativo,

impegna il Governo:

   ad adempiere urgentemente a quanto previsto dalla sentenza della Corte costituzionale n. 178 del 2015 e, a tal fine, a stanziare adeguate risorse finanziarie nel prossimo disegno di legge di bilancio per rimuovere, il regime di «blocco» della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, con particolare attenzione al rinnovo dei contratti del comparto dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate, ciò anche per scongiurare il grave danno che comporterebbe per l'erario dello Stato l'accoglimento dei ricorsi presentati per ottenere la condanna del Governo per il grave ritardo nell'ottemperanza del predetto provvedimento e il conseguente risarcimento per i lavoratori pubblici;
   a considerare, nell'ambito della contrattazione e per i comparti in questione, l'esigenza di promuovere urgenti iniziative per salvaguardare il ruolo dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui, consentendo la stabilizzazione di detto personale, senza apporre limiti di età anagrafica, presso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco o comunque prevedendone la ricollocazione in altri enti.
(1-01390) «Rizzetto, Rampelli, Cirielli, Giorgia Meloni, La Russa, Maietta, Nastri, Petrenga, Taglialatela, Totaro».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).


   La Camera,
   premesso che:
    come noto la Corte costituzionale, con la sentenza n. 178/2015, ha condannato un'ingiustizia che si sta perpetrando ormai da anni nei confronti dei lavoratori pubblici, dichiarando l'illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime di blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti;
    è trascorso più di un anno dall'approvazione di una serie di atti di indirizzi che impegnavano il Governo ad adottare iniziative per riparare alle illegittime misure in questione, tuttavia, ad oggi, vige ancora tale regime di blocco reso, in sostanza, strutturale, da una serie di norme susseguitesi nel tempo e legate da un palese nesso di continuità per perseguire obiettivi di contenimento della spesa;
    il Governo è, quindi, ad avviso dei firmatari del presente atto, in ingiustificato ritardo nell'adempiere alla predetta sentenza che ha accertato la violazione di diritti costituzionalmente riconosciuti. Al riguardo, è necessario dare seguito, urgentemente, al provvedimento emesso dai giudici costituzionali procedendo, una volta per tutte all'adeguato stanziamento delle risorse finanziarie necessarie per il rinnovo dei contratti degli statali anche per escludere il danno all'erario dello Stato che conseguirebbe a seguito del buon esito dei ricorsi giudiziari presentati per il ritardo nell'ottemperanza della sentenza, come evidenziato nella mozione n. 01262 presentata in data 11 maggio 2016 dai deputati Rizzetto e altri;
    nell'ambito di tale manovra di rinnovo della contrattazione collettiva, una specifica attenzione deve essere rivolta al comparto sicurezza e, dunque, a coloro che fanno parte delle forze armate e di pubblica sicurezza e dei vigili del fuoco; tale settore, nel tempo, non solo è stato pregiudicato da una compressione retributiva più incisiva rispetto al resto del pubblico impiego, ma è stato interessato direttamente da ulteriori tagli di mezzi e risorse che ne stanno compromettendo l'operatività;
    è questa, pertanto, la giusta occasione per intervenire in un fondamentale comparto, promuovendo idonee iniziative anche per la revisione dell'ordinamento e delle carriere dei vigili del fuoco, delle forze armate e delle forze dell'ordine;
    per le predette manovre, è evidente che il Governo deve prevedere adeguate risorse finanziarie nella prossima legge di bilancio, considerando che è palesemente insufficiente lo stanziamento di trecento milioni di euro, a partire dall'anno 2016, disposto nella legge di stabilità del 28 dicembre 2015, n. 208, per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, incluso il comparto sicurezza e difesa;
    ed ancora, rispetto al personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, vanno previste specifiche iniziative per la stabilizzazione dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui; gli stessi, pur rappresentando una figura strategica fondamentale del comparto per un efficace espletamento del soccorso pubblico, sono di fatto vigili precari, che a causa dei continui tagli alle risorse del settore sicurezza hanno subito un'incisiva diminuzione del corrispettivo, già modesto, e in migliaia rischiano la perdita del posto di lavoro a causa della prevista chiusura di numerosi distaccamenti volontari presso i quali prestano servizio; è paradossale che per supplire alla mancanza di personale che si determinerà nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco verranno indetti dei nuovi concorsi pubblici con ulteriore ed inutile spreco di denaro pubblico. Si deve, invece, intervenire al fine di ricollocare il personale discontinuo, senza apporre limiti di età, altrimenti verrebbe irragionevolmente dispersa la competenza di persone, dapprima formate dall'amministrazione pubblica e poi dalla stessa rese disoccupate; quindi, in considerazione della competenza e dell'esperienza assunta dai vigili discontinui, va elaborato un programma a lungo termine che preveda criteri per la stabilizzazione/ricollocazione di detto personale, anche riconoscendone, a determinate condizioni, la priorità nei bandi pubblici per vigili del fuoco; per quanto concerne poi i vigili discontinui che successivamente dovessero essere dichiarati non idonei ad espletare il servizio, si potrebbe prevedere la ricollocazione all'interno del personale non operativo,

impegna il Governo:

   ad adempiere urgentemente a quanto previsto dalla sentenza della Corte costituzionale n. 178 del 2015 e, a tal fine, a stanziare adeguate risorse finanziarie nel prossimo disegno di legge di bilancio per rimuovere, il regime di «blocco» della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, con particolare attenzione al rinnovo dei contratti del comparto dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate;
   a considerare, nell'ambito della contrattazione e per i comparti in questione, l'esigenza di promuovere urgenti iniziative per salvaguardare il ruolo dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui.
(1-01390)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Rizzetto, Rampelli, Cirielli, Giorgia Meloni, La Russa, Maietta, Nastri, Petrenga, Taglialatela, Totaro».
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).


Risoluzioni

   La Camera,
   premesso che:
    il Corpo nazionale dei vigili del fuoco costituisce una delle realtà più importanti per la sicurezza dei cittadini e del nostro Paese e ha sempre risposto con impegno straordinario alle attese dei cittadini in tutti i compiti di prevenzione, vigilanza e soccorso tecnico urgente ai quali esso è preposto per legge, rivelandosi spesso decisivo per la salvezza di numerose vite umane, come dimostrato anche recentemente in occasione dell'emergenza conseguente al sisma del 24 agosto 2016;
    negli ultimi anni, peraltro, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha realizzato uno sforzo straordinario per sopperire, nonostante le decrescenti risorse finanziarie e le carenze di organico, alle numerose richieste di intervento della popolazione per le piccole e le grandi emergenze;
    è in corso la nuova procedura selettiva per l'immissione in ruolo di 250 giovani nella qualifica di vigile del fuoco, che consentirà di programmare per tempo le indispensabili immissioni in ruolo nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco di un numero consistente di giovani;
    alla luce della prevedibile lunghezza temporale necessaria allo svolgimento delle procedure concorsuali, e considerata l'assoluta urgenza di procedere al potenziamento degli organici del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con particolare riguardo alle regioni meridionali del nostro Paese, appare altresì opportuno garantire la proroga successivamente al 31 dicembre 2016 della graduatoria già in essere a 814 posti di vigile del fuoco di cui al bando indetto con decreto ministeriale n. 5140 del 6 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4a serie speciale, n. 90, del 18 novembre 2008;
    il Corpo nazionale dei vigili del fuoco conta la presenza di una forte componente di personale precario, costituito dai vigili del fuoco cosiddetti discontinui, che costituiscono una figura strategica del Corpo, pur essendo privi di un contratto a tempo indeterminato,

impegna il Governo

   a prorogare la graduatoria a 814 posti in scadenza al 31 dicembre 2016 nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali già autorizzate;
   ad avviare un percorso progressivo che possa, da un lato, stabilizzare il maggior numero possibile di discontinui, e, dall'altro, individuare percorsi di valorizzazione delle esperienze acquisite per tutti coloro che non possano partecipare alle prove concorsuali.
(6-00261) «Fabbri, Fiano, Piccione, Impegno, Marco Di Maio».


   La Camera,
   premesso che:
    nel nostro Paese si registrano gravi carenze organiche nel comparto dei vigili del fuoco, nonostante la fondamentale importanza delle funzioni attribuite al corpo. Si consideri che se lo standard europeo del soccorso tecnico urgente prevede un vigile del fuoco ogni mille abitanti, in Italia opera un solo Vigile del Fuoco ogni 15.000 abitanti;
    infatti, i vigili in servizio in tutto il Paese sono circa 28.000 a fronte dei 55.000 necessari secondo gli standard europei, e nonostante ciò essi riescono a prestare un efficace soccorso alla popolazione garantendo efficacemente circa 730.000 interventi all'anno, pari a 2.000 interventi al giorno;
    si consideri che essi, oltre al contrasto e prevenzione degli incendi, devono svolgere ulteriori, delicate funzioni, tra le quali si segnalano la ricerca e il soccorso, la difesa civile e in alcuni casi anche di polizia amministrativa e di polizia giudiziaria, a cui si aggiungono numerose competenze nel caso di necessità per fronteggiare, mediante presidi sul territorio, i rischi non convenzionali derivanti da eventuali atti criminosi compiuti in danno di persone o beni con l'uso di armi nucleari, batteriologiche, chimiche e radiologiche. Concorrono, inoltre, alla predisposizione dei piani nazionali e territoriali di difesa civile e provvedono all'approntamento dei servizi relativi all'addestramento e all'impiego delle unità preposte alla protezione della popolazione civile, ivi compresa l'attività esercitativa;
    per sopperire parzialmente a tale mancanza, si è ricorso alla figura dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui, che sono parte del personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C.N.V.V.F.) e, pertanto, sono iscritti in appositi elenchi istituiti presso i comandi provinciali. Gli stessi rappresentano una figura strategica fondamentale del comparto, a cui è riconosciuto un indispensabile ruolo che consente di svolgere efficacemente il soccorso pubblico, si pensi ad esempio al ruolo da essi svolto nel tragico e recentissimo terremoto che ha colpito in agosto l'Italia centrale e più in generale alla fondamentale funzione da essi svolta attività di soccorso in macerie derivanti da eventi sismici, esplosioni, crolli o dissesti statici e idrogeologici;
    si consideri che in Italia i vigili del fuoco discontinui – superando corsi, prove fisiche e attitudinali – hanno ricevuto la medesima formazione dei loro colleghi permanenti, e, difatti, ne sono equiparate le funzioni, mentre è diverso l'inquadramento presso il Corpo, poiché svolgono il loro servizio in modo precario, in assenza, dunque, di un rapporto d'impiego con l'amministrazione pubblica;
    si tratta di vigili del fuoco che già soffrono di una condizione di precarietà e che subiranno ulteriori disagi poiché, a causa dei continui tagli alle risorse del comparto sicurezza, è stata prevista una diminuzione dei giorni di richiamo in servizio di tale personale, da 20 a 14 giorni, determinando un'incisiva diminuzione del corrispettivo, già modesto, che percepiscono;
    attualmente, si prevede la chiusura di numerosi distaccamenti volontari presso i quali prestano servizio i vigili del fuoco discontinui, il che comporterà la perdita di lavoro per circa 15.000 precari, con le immaginabili gravi conseguenze che si ripercuoteranno anche sulle loro famiglie. Difatti, a quanto sembra, non vi è alcuna volontà dell'amministrazione di stabilizzare o ricollocare tale personale, anzi, a quanto è dato sapere, il Ministero dell'interno intende sopprimere, definitivamente questa figura operativa dall'organigramma del C.N.V.V.F.;
    ebbene, si ritiene irragionevole e dannoso per la popolazione il fatto che l'esecutivo voglia determinare la perdita di lavoro di migliaia di persone che hanno prestato un indispensabile servizio per la sicurezza dei cittadini e del nostro Paese, come detto rivelatosi decisivo per la salvezza di vite umane in molte occasioni. Inoltre, è paradossale che per supplire alla mancanza di personale che si determinerà nel C.N.V.V.F. dovranno essere indetti dei nuovi concorsi pubblici con ulteriore ed inutile spreco di denaro pubblico;
    si ricorda, in fine, che l'articolo 8 della legge 7 agosto 2015, n. 124, contenente «Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche» prevede l'ottimizzazione dell'efficacia delle funzioni del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, mediante modifiche al decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, in relazione alle funzioni e ai compiti del personale permanente e volontario del medesimo Corpo e conseguente revisione del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, anche con soppressione e modifica dei ruoli e delle qualifiche esistenti ed eventuale istituzione di nuovi appositi ruoli e qualifiche, con rideterminazione delle relative dotazioni organiche e utilizzo, previa verifica da parte del dipartimento) della ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, di una quota parte dei risparmi di spesa di natura permanente, non superiore al 50 per cento, derivanti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco dall'attuazione della delega,

impegna il Governo

   a promuovere urgenti iniziative per salvaguardare il ruolo dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui, al fine di adottare idonei provvedimenti che consentano la stabilizzazione degli stessi presso il C. N.V.V.F. o comunque la ricollocazione in ulteriori enti o aziende;
   in particolare, nell'ambito del prossimo disegno di legge di bilancio:
    a) ad adottare le idonee iniziative normative necessarie per stabilizzare il personale discontinuo del C.N.V.V.F., al fine di garantire un maggior livello di sicurezza derivante dall'opera necessaria e preziosa per la comunità da essi svolta, e per non veder irragionevolmente dispersa la loro competenza, – particolarmente onerosa da acquisire poiché si tratta di personale specializzato formato dall'amministrazione pubblica – nonché, nel caso di soggetti dichiarati non idonei ad espletare il servizio, per prevedere la loro ricollocazione all'interno del personale non operativo;
    b) a prevedere iniziative idonee, come il ricorso a sgravi fiscali per le aziende del settore antincendio che intendono acquisire personale, al fine di favorire l'assunzione dei vigili discontinui anche nel settore privato.
(6-00262) «Mucci, Prodani, Catalano, Pili».


   La Camera,
   premesso che:
    nel nostro Paese si registrano gravi carenze organiche nel comparto dei vigili del fuoco, nonostante la fondamentale importanza delle funzioni attribuite al corpo. Si consideri che se lo standard europeo del soccorso tecnico urgente prevede un vigile del fuoco ogni mille abitanti, in Italia opera un solo Vigile del Fuoco ogni 15.000 abitanti;
    infatti, i vigili in servizio in tutto il Paese sono circa 28.000 a fronte dei 55.000 necessari secondo gli standard europei, e nonostante ciò essi riescono a prestare un efficace soccorso alla popolazione garantendo efficacemente circa 730.000 interventi all'anno, pari a 2.000 interventi al giorno;
    si consideri che essi, oltre al contrasto e prevenzione degli incendi, devono svolgere ulteriori, delicate funzioni, tra le quali si segnalano la ricerca e il soccorso, la difesa civile e in alcuni casi anche di polizia amministrativa e di polizia giudiziaria, a cui si aggiungono numerose competenze nel caso di necessità per fronteggiare, mediante presidi sul territorio, i rischi non convenzionali derivanti da eventuali atti criminosi compiuti in danno di persone o beni con l'uso di armi nucleari, batteriologiche, chimiche e radiologiche. Concorrono, inoltre, alla predisposizione dei piani nazionali e territoriali di difesa civile e provvedono all'approntamento dei servizi relativi all'addestramento e all'impiego delle unità preposte alla protezione della popolazione civile, ivi compresa l'attività esercitativa;
    per sopperire parzialmente a tale mancanza, si è ricorso alla figura dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui, che sono parte del personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C.N.V.V.F.) e, pertanto, sono iscritti in appositi elenchi istituiti presso i comandi provinciali. Gli stessi rappresentano una figura strategica fondamentale del comparto, a cui è riconosciuto un indispensabile ruolo che consente di svolgere efficacemente il soccorso pubblico, si pensi ad esempio al ruolo da essi svolto nel tragico e recentissimo terremoto che ha colpito in agosto l'Italia centrale e più in generale alla fondamentale funzione da essi svolta attività di soccorso in macerie derivanti da eventi sismici, esplosioni, crolli o dissesti statici e idrogeologici;
    si consideri che in Italia i vigili del fuoco discontinui – superando corsi, prove fisiche e attitudinali – hanno ricevuto la medesima formazione dei loro colleghi permanenti, e, difatti, ne sono equiparate le funzioni, mentre è diverso l'inquadramento presso il Corpo, poiché svolgono il loro servizio in modo precario, in assenza, dunque, di un rapporto d'impiego con l'amministrazione pubblica;
    si tratta di vigili del fuoco che già soffrono di una condizione di precarietà e che subiranno ulteriori disagi poiché, a causa dei continui tagli alle risorse del comparto sicurezza, è stata prevista una diminuzione dei giorni di richiamo in servizio di tale personale, da 20 a 14 giorni, determinando un'incisiva diminuzione del corrispettivo, già modesto, che percepiscono;
    attualmente, si prevede la chiusura di numerosi distaccamenti volontari presso i quali prestano servizio i vigili del fuoco discontinui, il che comporterà la perdita di lavoro per circa 15.000 precari, con le immaginabili gravi conseguenze che si ripercuoteranno anche sulle loro famiglie. Difatti, a quanto sembra, non vi è alcuna volontà dell'amministrazione di stabilizzare o ricollocare tale personale, anzi, a quanto è dato sapere, il Ministero dell'interno intende sopprimere, definitivamente questa figura operativa dall'organigramma del C.N.V.V.F.;
    ebbene, si ritiene irragionevole e dannoso per la popolazione il fatto che l'esecutivo voglia determinare la perdita di lavoro di migliaia di persone che hanno prestato un indispensabile servizio per la sicurezza dei cittadini e del nostro Paese, come detto rivelatosi decisivo per la salvezza di vite umane in molte occasioni. Inoltre, è paradossale che per supplire alla mancanza di personale che si determinerà nel C.N.V.V.F. dovranno essere indetti dei nuovi concorsi pubblici con ulteriore ed inutile spreco di denaro pubblico;
    si ricorda, in fine, che l'articolo 8 della legge 7 agosto 2015, n. 124, contenente «Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche» prevede l'ottimizzazione dell'efficacia delle funzioni del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, mediante modifiche al decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, in relazione alle funzioni e ai compiti del personale permanente e volontario del medesimo Corpo e conseguente revisione del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, anche con soppressione e modifica dei ruoli e delle qualifiche esistenti ed eventuale istituzione di nuovi appositi ruoli e qualifiche, con rideterminazione delle relative dotazioni organiche e utilizzo, previa verifica da parte del dipartimento) della ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, di una quota parte dei risparmi di spesa di natura permanente, non superiore al 50 per cento, derivanti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco dall'attuazione della delega,

impegna il Governo

   a promuovere urgenti iniziative per salvaguardare il ruolo dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui.
(6-00262)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Mucci, Prodani, Catalano, Pili».


   La Camera,
   premesso che:
    il Corpo dei vigili del fuoco rappresenta l'architrave del sistema di sicurezza civile del Paese;
    concorrono da tempo a questo delicatissimo e indispensabile servizio migliaia di vigili del fuoco definiti precari;
    si tratta di figure altamente specializzate, ma che non sono mai state stabilizzate negli organici del Corpo dei vigili del fuoco, nonostante decenni di prestazioni fondamentali per la sicurezza delle persone soprattutto;
    tali figure, a seguito di sempre meno concorsi di accesso, hanno finito per superare in molti casi l'età prevista e si trovano nell'annosa situazione di continuare a prestare servizio precario senza avere la possibilità di essere stabilizzati per un incongruo limite d'età che esclude coloro che da sempre operano come volontari precari nell'ambito dei vigili del fuoco;
    al fine di assicurare piena continuità ed efficacia nell'espletamento dei propri compiti istituzionali e, nel contempo, ridurre le forme di lavoro precario, utilizzando al meglio le figure professionali, è indispensabile che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco metta in atto una procedura di stabilizzazione del personale volontario, che risulti iscritto da almeno due anni negli appositi elenchi di cui al predetto articolo 6 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139 ed abbia effettuato non meno di 120 giorni di servizio nel quadriennio 2008-2011 senza limiti d'età;
    è indispensabile che con decreto del Ministro dell'interno, fermo restando il possesso dei requisiti ordinari per l'accesso alla qualifica di vigile del fuoco previsti dalle vigenti disposizioni, vengano stabiliti i criteri, il sistema di selezione, nonché le modalità abbreviate per il corso di formazione;
    per far fronte alla carenza di organico nella qualifica di vigile del fuoco, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'interno, deve essere individuata una quota parte degli stanziamenti di spesa per la retribuzione del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, iscritti nello stato di previsione del Ministero dell'interno, da assegnare annualmente a copertura delle corrispondenti assunzioni, nella qualifica di vigile del fuoco, degli idonei, della graduatoria formatasi ai sensi della procedura di stabilizzazione,

impegna il Governo

   a valutare l'opportunità di definire una procedura di stabilizzazione del personale volontario dei vigili del fuoco che risulti iscritto da almeno due anni negli appositi elenchi di cui al predetto articolo 6 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, ed abbia effettuato non meno di 120 giorni di servizio nel quadriennio 2008-2011 senza limiti d'età.
(6-00263) «Pili, Mucci».