Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 13 settembre 2016

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 13 settembre 2016.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Businarolo, Cancelleri, Caparini, Capelli, Casero, Castelli, Castiglione, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Costa, Culotta, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Merlo, Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Paris, Pes, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Scopelliti, Scotto, Sereni, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali, Zanetti.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Businarolo, Cancelleri, Caparini, Capelli, Casero, Castelli, Castiglione, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Costa, Culotta, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Lorenzo Guerini, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Merlo, Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Paris, Pes, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rossomando, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Scopelliti, Scotto, Sereni, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Velo, Vignali, Villecco Calipari, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 12 settembre 2016 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
   BATTELLI ed altri: «Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, e altre disposizioni in materia di disciplina, intermediazione e gestione dei diritti d'autore» (4031).

  Sarà stampata e distribuita.

Trasmissione dal Ministro dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 6 settembre 2016, ha trasmesso copia del rapporto «Italia – Rafforzamento della governance e dell'efficacia delle agenzie fiscali», predisposto dal Fondo monetario internazionale, e del rapporto «Amministrazione fiscale italiana», predisposto dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

  Questi documenti sono trasmessi alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 1o e 7 settembre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, i seguenti documenti concernenti progetti di atti dell'Unione europea, che sono trasmessi alle sottoindicate Commissioni:
   relazione concernente la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilizzazione del margine per imprevisti nel 2017 (COM(2016) 314 final) – alla V Commissione (Bilancio);
   relazione concernente la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1030/2002 che istituisce un modello uniforme per i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi terzi (COM(2016) 434 final) – alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   relazione concernente la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva (UE) 2015/849 relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo e che modifica la direttiva 2009/101/CE (COM(2016) 450 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti – alla II Commissione (Giustizia), alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Richieste di parere parlamentare su proposte di nomina.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 1o agosto 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Massimo De Felice a presidente dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) (74).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla XI Commissione (Lavoro).

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 11 agosto 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 189, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Bruno Franchi a presidente dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) (75).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti).

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 11 agosto 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Stefano Sacchi a presidente dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (ISFOL) (76).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla XI Commissione (Lavoro).

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 11 agosto 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina dell'avvocato Maurizio Pernice a direttore dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN) (77).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 13 ottobre 2016.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettere in data 11 agosto 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 6, del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45, le richieste di parere parlamentare sulle proposte di nomina a componenti della Consulta dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN) del dottor Stefano Laporta, con funzioni di coordinamento organizzativo interno (78), nonché della dottoressa Laura Porzio (79) e del dottor Vittorio d'Oriano (80).

  Queste richieste sono assegnate, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 13 ottobre 2016.

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 10 agosto 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2016, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (330).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 3 ottobre 2016.

  Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con lettera in data 25 agosto 2016, integrata da successiva documentazione pervenuta in data 7 settembre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 381, undicesimo periodo, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale recante regolamento di adozione dello statuto del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) (331).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 13 ottobre 2016. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 28 settembre 2016.

  Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con lettera in data 25 agosto 2016, integrata da successiva documentazione pervenuta in data 7 settembre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 381, decimo periodo, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale recante approvazione del piano triennale per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (piano della ricerca) del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) nonché del piano per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (razionalizzazione della rete di ricerca) del medesimo CREA (332).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 3 ottobre 2016. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 23 settembre 2016.

  Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con lettera in data 31 agosto 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 1o dicembre 1997, n. 420, la richiesta di parere parlamentare sull'elenco delle proposte di istituzione e di finanziamento di comitati nazionali e di edizioni nazionali per l'anno 2016 (333).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 13 ottobre 2016.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 9 settembre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 della legge 7 ottobre 2014, n. 154, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione di disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 1935/2004 riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e di cui al regolamento (CE) n. 2023/2006 sulle buone pratiche di fabbricazione dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e per la violazione di misure specifiche per gruppi di materiali ed oggetti (334).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 23 ottobre 2016. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 3 ottobre 2016.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A al resoconto della seduta del 12 settembre 2016, a pagina 10, seconda colonna, alla prima riga, le parole: «comma 5» si intendono sostituite dalle seguenti: «comma 6» e, alla sesta riga, le parole: «79/409/CEE» si intendono sostituite dalle seguenti: «2009/147/CE».

INTERROGAZIONI

Iniziative per la prevenzione e la tutela della salute della popolazione residente in Veneto in relazione all'inquinamento derivante dall'utilizzo di alcune sostanze chimiche (cosiddette PFAS) – 3-02223; 3-02470; 3-02471

A)

   CRIVELLARI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   da alcuni giorni in Veneto è allarme pfas ovvero allarme per l'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche – si tratta di sostanze chimiche di sintesi utilizzate principalmente per rendere resistenti ai grassi e all'acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti;
   tali sostanze sono ampiamente utilizzate in applicazioni civili e industriali e la loro presenza può essere riscontrata nell'aria, nel suolo e nell'acqua in relazione alla produzione, all'uso e allo smaltimento dei prodotti che li contengono; si parla, inoltre, di composti dotati di elevata persistenza nell'ambiente, che possono essere trasportati a distanza dall'acqua e se presenti nell'aria ricadono al suolo;
   tra le possibili e diverse modalità di assorbimento per l'uomo, che le aziende sanitarie locali hanno messo in rilievo, vi sono le vie orali e il consumo di acqua potabile e di alimenti «contaminati»;
   non vi è ancora provata sintesi scientifica sugli effetti di tali sostanze, ma esistono indicazioni sulla loro nocività e sul potenziale cancerogeno;
   nella provincia di Rovigo l'Arpav ha già censito 35 siti «potenzialmente contaminati»;
   i dati dell'Arpav, recentemente comunicati al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, hanno delineato il quadro complessivo di un Veneto inquinato e da tenere sotto controllo;
   in uno studio del 2013 condotto dal Cnr si erano già individuate concentrazioni anomale nell'acqua fra le province di Vicenza, Verona e Padova;
   sembrano essere stati individuati nel territorio rodigino diversi siti da bonificare, ovvero con alte concentrazioni di pfas;
   il Polesine possiede quattro centri di potabilizzazione sull'Adige e sei sul Po, rispetto ai quali non si hanno informazioni riguardo ad eventuali controlli o piani di monitoraggio;
   i pfas rappresentano un potenziale problema per la salute dei cittadini soprattutto in zone a vocazione agroalimentare o di allevamento;
   è in fase di partenza un primo screening su 25.000 cittadini veneti;
   vi sono attualmente inchieste in atto e, tra le altre cose, le procure di Vicenza e Verona sulla base degli esposti presentati da vari comitati hanno aperto fascicoli di indagine –:
   quali siano, per quanto di competenza, il piano, la metodica e il programma dei controlli sul territorio veneto e, in particolare, nella zona della provincia di Rovigo in merito all'emergenza pfas;
   quali iniziative di competenza siano allo studio per garantire prevenzione e sicurezza per la salute della popolazione locale. (3-02223)


   BRUGNEROTTO, D'INCÀ, SPESSOTTO, BUSINAROLO e DA VILLA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   da organi di stampa si apprende di una allarmante situazione che riguarda l'inquinamento del fiume Fratta, dovuto alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche che vi sarebbero state sversate;
   la presenza di tali sostanze, i famigerati pfas (che normalmente vengono prodotti per rendere impermeabili stoviglie, carta e stoffe), porrebbero ad alto rischio di inquinamento i corsi d'acqua e conseguentemente la potabilità della risorsa idrica, per tutti quei comuni, in particolare della «bassa padovana» e del «basso Veneto» interessati dall'inquinamento del corso del «Fratta-Gorzone». Infatti, nel comune di Lonigo, in provincia di Vicenza, starebbero per cominciare gli esami a campione previsti dal programma di biomonitoraggio voluto dalla regione Veneto e dall'Istituto superiore di sanità proprio per valutare l'incidenza dei pfas sulla salute dei cittadini del basso Veneto. Nello specifico, sarà effettuato un prelievo di sangue a 80 cittadini delle aziende sanitarie locali 5 e 6, precisamente nei comuni di Brendola, Lonigo e Sarego, a pochi chilometri dai confini padovani, dove sono concentrati aziende e allevamenti agricoli che utilizzano pozzi con valori di pfas superiori a quelli indicati dall'Istituto superiore di sanità. Una seconda fase coinvolgerà successivamente altre 160 persone dell'azienda sanitaria locale 5 –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti;
   se e come intendano assicurare, per quanto di competenza, che siano state adottate tutte le opportune iniziative a salvaguardia del territorio, dell'ambiente e soprattutto della salute dei cittadini, al fine di scongiurare il rischio di disastro ambientale;
   con quali modalità e tempi intendano attivarsi, per il tramite della competente autorità di bacino, al fine di scongiurare il pericolo a cui è esposta la salute dei cittadini residenti nei territori sopra indicati. (3-02470)


   BRUGNEROTTO e D'INCÀ. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   già nel mese di maggio 2013 il Ministero della salute informava la regione Veneto e il dipartimento provinciale dell'Arpav di Vicenza che uno studio dell'Irsa-Cnr aveva evidenziato la presenza di sostanze perfluoroalchiliche (pfas) nelle acque potabili di alcuni comuni della provincia di Vicenza, raccomandando gli accertamenti necessari all'individuazione delle fonti di immissione delle sostanze in oggetto e l'attivazione delle conseguenti iniziative di tutela delle acque;
   la regione Veneto chiedeva quindi al Ministero della salute ed all'Istituto superiore di sanità informazioni su eventuali rischi per la popolazione dovuti alla presenza dei pfas nelle acque;
   il Ministero della salute nel mese di luglio 2013 inviava alla regione Veneto il parere dell'Istituto superiore di sanità, dal quale emergeva che, anche se non vi era un rischio immediato per la popolazione, in applicazione del principio di precauzione, era necessario adottare adeguate misure per ridurre i rischi e controllare la contaminazione delle acque da destinare e destinate al consumo umano nei territori interessati;
   a seguito di tali indicazioni, l'Arpav procedeva ad effettuare dei campionamenti, volti all'individuazione dei possibili responsabili della contaminazione, così come evidenziata nello studio Irsa-Cnr. I campionamenti svolti hanno interessato il collettore fognario Arica che recapita, nel corso d'acqua Fratta-Gorzone a Cologna Veneta, i reflui dei 5 depuratori della zona ovest del vicentino; lo scarico di 5 impianti di depurazione (Trissino, Montecchio Maggiore, Arzignano, Montebello Vicentino e Lonigo) e gli esiti analitici portavano poi ad effettuare campionamenti anche allo scarico industriale, recapitante al depuratore di Trissino, della società Mitemi spa;
   dalle risultanze dello studio dell'Arpav, a quanto risulta agli interroganti sarebbe emerso che l'impianto di depurazione di Trissino, a cui è allacciata la Mitemi spa, contribuisce per il 96,98 per cento all'apporto totale di pfas scaricati nel Fratta-Gorzone e sarebbe stato evidenziato che tali impianti di depurazione non erano in grado di abbattere questo tipo di sostanze, nonostante la Mitemi avesse installato un impianto di filtrazione mediante assorbimento a polimeri con capacità di abbattimento dichiarata di circa il 99 per cento. Appare, quindi, agli interroganti di tutta evidenza il nesso causale tra gli scarichi della Mitemi spa e la contaminazione della falda acquifera;
   nel frattempo si è venuto a delineare uno scenario inquietante che assume le caratteristiche di un vero e proprio disastro ambientale, allargatosi ad ampie aree del Veneto e che coinvolgerebbe 350 mila veneti in 78 comuni (tra le province di Verona, Vicenza e Padova), dove sono a rischio inquinamento i corsi d'acqua e, conseguentemente, la potabilità della risorsa idrica per tutti i comuni interessati;
   dal punto di vista ambientale, l'Arpav sta effettuando controlli senza soluzione di continuità su tutto il territorio veneto, che è stato valutato e suddiviso in diverse aree a seconda della presenza o meno e dell'entità degli inquinanti rilevati. Dal punto di vista sanitario i controlli pare che dovranno durare una decina d'anni per verificare nel tempo gli eventuali effetti sulla salute e farne una valutazione epidemiologica, con costi stimati in oltre 100 milioni di euro l'anno, da effettuarsi su tutti i residenti dell'area «di massima esposizione» delineata nei comuni di Albaredo d'Adige, Alonte, Arcole, Asigliano Veneto, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant'Anna, Brendola, Cologna Veneta, Legnago, Lonigo, Minerbe, Montagnana, Noventa Vicentina, Poiana Maggiore, Pressana, Roveredo di Guà, Sarego, Terrazzo, Veronella, e Zimella, per un totale di 109.029 persone. La sorveglianza è stata organizzata per tutti ed esente ticket e prevede l'effettuazione di una serie di esami: colesterolo totale, hdl, ldl; glicemia, emoglobina glicata; creatinemia e filtrato glomerulare; enzimi epatici: alt e aat; ormoni tiroidei: ths; acido urico; esame urine: microalbuminuria; pressione arteriosa. Il secondo livello prevede i necessari approfondimenti rivolti a coloro che dovessero presentare anomalie negli esami. Saranno poi chiamati a sottoporsi alla valutazione tutti i cittadini compresi tra 14 e 65 anni ed i controlli verranno ripetuti ogni 12 mesi;
   i fatti sopra esposti, dovuti all'emissione di dette sostanze, precludono i servizi naturali delle singole risorse coinvolte e determinano un evidente danno ambientale ed una vera e propria emergenza –:
   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative normative volte ad assicurare la più ampia tutela della salute e dell'ambiente, così come previsto dal decreto legislativo n. 152 del 2006, obbligando in modo stringente l'operatore, ritenuto responsabile del danno ambientale, ad adottare immediatamente tutte le iniziative praticabili per controllare, circoscrivere ed eliminare ulteriori pregiudizi ambientali ed effetti nocivi per la salute umana e ad adottare le misure immediate di ripristino necessarie. (3-02471)


Inquinamento idrico e malfunzionamento di depuratori in Calabria, in particolare nelle province di Cosenza e di Reggio Calabria – 3-02464

B)

   PARENTELA, NESCI e DAGA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   il Ministero della salute ha messo a disposizione un sito web in cui è possibile visualizzare e avere informazioni sulle aree di balneazione, attraverso un monitoraggio delle coste italiane. Per la regione Calabria sono emerse delle criticità soprattutto nel tratto tirrenico della provincia di Cosenza e in quello di Reggio Calabria. Il problema della balneabilità sarebbe collegato, oltre all'inquinamento, anche al malfunzionamento dei depuratori che non permettono sempre una completa rimozione dei contaminati dalle acque reflue, i quali si riversano nei torrenti più vicini per poi sfociare nei mari;
   diciassette campionamenti sui venticinque eseguiti tra il 1o ed il 4 luglio 2015 lungo le coste della Calabria da Goletta Verde – la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all'informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane – presentano una carica batterica elevata, superiore alle soglie stabilite dalla legge. Per 15 di questi punti, principalmente alle foci di fiumi, torrenti e scarichi, il giudizio è di «fortemente inquinato»;
   i campionamenti eseguiti lungo le coste calabresi hanno dato i seguenti risultati:
    a) sei i prelievi effettuati in provincia di Reggio Calabria, quattro dei quali giudicati «fortemente inquinati»: si tratta dei campionamenti eseguiti alla foce del torrente Menga (località Sabbie bianche) e presso lo sbocco dello scarico vicino al lido comunale entrambi a Reggio Calabria (per quest'ultimo punto va specificato che nonostante il «temporaneo» divieto di balneazione la zona è altamente frequentata da bagnanti); alla spiaggia presso lo scarico sul lungomare Cenide a Villa San Giovanni; alla foce del fiume Mesima a San Ferdinando. Carica batterica entro i limiti quella riscontrata, invece, alla spiaggia di fronte piazza Porto Salvo a Melito Porto San Salvo e alla foce del fiume Petrace a Marina di Gioia Tauro;
    b) dei cinque prelievi effettuati nel cosentino è risultato nei limiti di legge soltanto quello effettuato alla spiaggia del lido Diamante in località Torricella di Diamante. Fortemente inquinato, invece, il giudizio per i prelievi alla foce del canale sulla spiaggia libera di Villapiana Lido; alla foce del fiume Crati in località Laghi di Sibari a Cassano allo Ionio; alla foce del fiume Parise a Bonifati e alla foce del fiume San Francesco a Paola;
    c) quattro i campionamenti nel crotonese, due dei quali fortemente inquinati: alla foce del fiume Esaro, a Crotone, e in prossimità del canale sulla spiaggia a destra del Castello a Isola di Capo Rizzuto. Entro i limiti invece l'altro prelievo a Crotone, sulla spiaggia del lungomare Magna Grecia, e alla foce del fiume Tacina a Steccato di Cutro;
    d) in provincia di Catanzaro ha dato esito positivo soltanto il campionamento eseguito alla spiaggia di Caminia a Stallettì. Fortemente inquinato, invece, il giudizio per le acque prelevate alla foce del fiume Fiumarella a Catanzaro Lido e alla foce del torrente Zinnavo a Lamezia Terme. Inquinato, invece, quello alla foce del torrente nei pressi del faro di Capo Suvero a Gizzeria;
    e) sei i prelievi effettuati in provincia di Vibo Valentia. Fortemente inquinati sono stati giudicati quelli compiuti alla foce del torrente Mandricelle, nella frazione Corrorino-Porticello di Joppolo; alla foce della fiumara Ruffa in località La Torre di Ricardi e alla foce del fiume Sant'Anna di Vibo Valentia. Inquinato il giudizio del prelievo agli scogli alla foce del torrente Britto a Marina di Nicotera. Entro i limiti quello alla foce del fiume Angitola, in località Calamaio di Pizzo Calabro. I tecnici di Legambiente – dopo diverse segnalazioni di cittadini attraverso il servizio Sos Goletta – hanno inoltre esaminato un campione d'acqua prelevato presso la spiaggia libera contrada di Riaci a Ricadi, anch'esso entro i limiti di legge. I bagnanti continuano in ogni caso a segnalare chiazze sospette in acqua in determinati orari e per questo si richiede all'amministrazione di effettuare ulteriori controlli per verificare la provenienza di questa criticità;
   dal dossier di Legambiente «La depurazione in Calabria: un contributo per affrontare il problema dello smaltimento dei fanghi» emerge come la regione Calabria abbia una potenzialità di depurazione pari all'81 per cento degli abitanti equivalenti totali, ma analizzando la reale capacità di trattare adeguatamente gli scarichi, il dato si abbassa notevolmente. Infatti, secondo l'Istat (dati al 2012) ad essere trattati in maniera adeguata è il 51,5 per cento del totale del carico generato;
   le sopra citate criticità sono state evidenziate anche nell'ultima procedura d'infrazione aperta dall'Unione europea nei confronti dell'Italia che comprende anche 130 agglomerati calabresi. Inadeguatezza che è già costata alla regione una condanna da parte della Commissione europea nel 2012 e che, secondo i calcoli del Governo, comporterebbe, a partire dal 2016 e fino al completamento degli interventi di adeguamento richiesti, una multa di 38 milioni di euro all'anno. Per far fronte alla prima condanna del 2012 era stato stimato un fabbisogno per questa regione di circa 243 milioni di euro e di questi la delibera Cipe 60/2012 ne stanziava 160 milioni (più altri 83 milioni da altre risorse). Per ora sono state, però, sbloccate opere solo per 104 milioni di euro (8 interventi) e rimangono ferme ancora 10 opere per circa 140 milioni di euro a causa della mancanza di progetti concreti e immediatamente realizzabili a cui destinare i fondi, com’è ammesso dallo stesso Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dal presidente Oliverio che ha chiesto un «programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione nei comuni costieri della regione Calabria» che riguarderà 100 amministrazioni comunali per 8 milioni di euro di interventi;
   oltre l'adeguamento degli impianti rimane anche il problema del loro sottoutilizzo. Infatti dall'analisi dei dati forniti alla regione Calabria emerge che alcuni impianti risultano utilizzati in maniera molto ridotta. Tra il 2012 e il 2013 gli impianti negli elenchi della regione sono aumentati, passando da 541 a 548; il numero di controlli è diminuito da 289 a 239 così come il numero di impianti controllati, passato dal 35,67 per cento al 26,64 per cento; il numero di controlli risultati conformi è aumentato passando dal 28,37 per cento al 58,58 per cento. Attualmente si nota che su circa 500 depuratori presenti sul territorio calabrese solo il 25 per cento dei comuni trasmette le informazioni sui fanghi di depurazione. Dai dati emerge inoltre che le quantità di fanghi prodotti sono, nella gran parte dei dati disponibili, non congruenti con i dati di letteratura che riportano una produzione di fanghi di circa 2-6 chilogrammi per metro cubo di acqua trattata;
   a quanto sinora asserito si aggiunga la cattiva gestione degli impianti di depurazione e del collettamento. Da notizie a mezzo stampa, infatti, gli interroganti apprendono che grave è soprattutto la presenza, diffusa lungo la costa, di scarichi a cielo aperto o mediante condotte, spesso non segnalate o addirittura volutamente occultate. Se l'apporto inquinante estivo dei corsi d'acqua è scarso, tranne che in occasione di piogge, assumono, invece, una certa importanza l'entità degli scarichi ed i flussi delle condotte, soprattutto se raccolgono le acque di scarico di insediamenti turistici, seconde case ed aree residenziali non collettate;
   non ci vorrà molto prima che il Governo firmi il decreto che porta al commissariamento della regione Calabria nel settore del trattamento delle acque e della depurazione. Al termine del periodo fissato, il Governo attiverà i poteri commissariali sostitutivi previsti dallo «sblocca Italia» facendo ripiombare la regione Calabria, di nuovo, in una gestione commissariale che dal 1998 al 2008 ha avuto solo esiti fallimentari come evidenziato nella relazione finale dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf), in merito alla gestione dei finanziamenti ricevuti dall'Ufficio del commissario delegato nell'ambito del por Calabria 2000-2006, del 2010: gravi irregolarità amministrative, assoluta mancanza di controlli, appalti in deroga alle leggi violando le prescrizioni sul cofinanziamento dei programmi comunitari, assenza di collaudi, mancanza di relazioni sulla conclusione o sullo stato dei lavori, varianti e aumenti di spesa non giustificati;
   l'articolo 7, comma 6, del decreto-legge n. 133 del 2014, cosiddetto «sblocca Italia», prevede: «Al fine di garantire l'adeguamento dell'ordinamento nazionale alla normativa europea in materia di gestione dei servizi idrici, è istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un apposito fondo destinato al finanziamento degli interventi relativi alle risorse idriche. Il fondo è finanziato mediante la revoca delle risorse già stanziate dalla delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (cipe) 30 aprile 2012, n. 60/2012, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 160 dell'11 luglio 2012, destinate ad interventi nel settore idrico per i quali, alla data del 30 settembre 2014, non risultino essere stati ancora assunti atti giuridicamente vincolanti e per i quali, a seguito di specifiche verifiche tecniche effettuate dall'Ispra, risultino accertati obiettivi impedimenti di carattere tecnico-progettuale o urbanistico ovvero situazioni di inerzia del soggetto attuatore. Per quanto non diversamente previsto dal presente comma, restano ferme le previsioni della stessa delibera del Cipe n. 60/2012 e della delibera del Cipe 30 giugno 2014, n. 21/2014, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 220 del 22 settembre 2014, relative al monitoraggio, alla pubblicità, all'assegnazione del codice unico di progetto e, ad esclusione dei termini, alle modalità attuative. I presidenti delle regioni o i commissari straordinari comunicano al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare l'elenco degli interventi, di cui al presente comma, entro il 31 ottobre 2014»;
   gli interroganti hanno appreso dalla risposta del Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare all'atto di sindacato ispettivo n. 5/05774, presentato in data 10 giugno 2015 dal MoVimento 5 Stelle, che: «sebbene la disposizione rimandi all'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri la fissazione di criteri, modalità ed entità delle risorse da destinare al finanziamento degli interventi sempre in materia di adeguamento dei sistemi depurativi, la stessa norma non ha previsto l'assegnazione delle risorse revocate in “entrata di bilancio dello Stato”». Quindi, in sostanza, il fondo attivato dallo «sblocca Italia» appare bloccato dallo stesso Governo;
   il sopra citato deficit depurativo non risparmia nessuna provincia calabrese e rischia di compromettere la stessa economia turistica –:
   se si intendano assumere iniziative per creare un sistema di coordinamento strutturato che sia fuori dalla logica del commissariamento con un mandato chiaro e limitato nel tempo che porti quanto prima ad attivare una gestione ordinaria delle risorse idriche che risponda a criteri di efficacia ed efficienza e garantisca trasparenza nelle procedure di affidamento degli interventi e nell'utilizzo dei fondi a disposizione;
   se si intenda consentire ai comuni interessati, in via del tutto eccezionale, a fronte della situazione emergenziale in termini di tutela della salute, l'allentamento dei vincoli del patto di stabilità al solo fine di attuare il programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione nei comuni costieri della regione Calabria, onde evitare che la carenza di risorse impegnabili comprometta l'efficacia dell'azione intrapresa;
   se non ritenga necessario ed urgente, per superare le procedure di infrazione avviate dall'Unione europea, accelerare, per quanto di competenza, la realizzazione degli interventi, piuttosto che revocare le relative risorse, per le quali ad ora manca anche un intervento normativo specifico, o quantomeno colmare immediatamente la lacuna normativa relativa al fondo istituito dall'articolo 7, comma 6, del decreto-legge «Sblocca Italia»;
   se non intendano adoperarsi, per quanto di competenza, affinché venga eseguita una mappatura subacquea completa che permetta di individuare la presenza di condotte non segnalate o addirittura volutamente occultate. (3-02464)


Iniziative volte alla tutela e alla valorizzazione dell'anfiteatro romano di Volterra – 3-02287

C)

   GALGANO. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   «perdere il passato significa perdere il futuro» – Wang Shu – nessuna espressione può rendere al meglio l'importanza della scoperta a cui si è da poco giunti;
   a Volterra un anfiteatro romano, che gli esperti collocano presumibilmente nel I secolo dopo Cristo e di cui si era persa memoria, è affiorato dalla terra dopo secoli di buio;
   la scoperta a Volterra dove, tra le rovine della porta etrusca Diana, a ovest del cimitero comunale e a sud della necropoli etrusca del Portone, sono emerse file di gradinate del secondo ordine – sotto le quali si celano quelle del primo, ancora in fase di recupero – che fanno pensare alla presenza di un edificio pubblico romano di eccezionale rilevanza, probabilmente a carattere ludico;
   grazie ad un'operazione di bonifica condotta nel mese di luglio 2015, sono dapprima state scoperte delle strutture murarie dallo sviluppo lineare di oltre 20 metri: si trattava di pochi filari, dall'andamento spiccatamente curvilineo, che ricordavano la stessa tecnica costruttiva del teatro romano di Volterra;
   successivamente, lo scavo ha consentito di mettere in evidenza ulteriori resti della medesima muratura, ad andamento curvilineo costante, che orientava la pianta verso uno sviluppo ellittico, ora leggermente più tondeggiante di quanto inizialmente immaginato;
   il ritrovamento, di dichiarata straordinaria levatura e di grandi dimensioni, richiede necessariamente un'accurata opera di restauro e di valorizzazione, nonché una collocazione in un contesto urbanistico adeguato;
   la scoperta appena citata concorre, infatti, a riscrivere la storia della città di Volterra che fino ad oggi si pensava esser stata certamente uno dei centri più importanti dell'età etrusca ma minore per l'epoca romana: l'anfiteatro dimostra, invece, che all'epoca di Augusto, la cittadina toscana è stata anche un'importante sito romano –:
   se l'urgenza delle attività sopra esposte figuri tra le idee ed i progetti del Governo, così da riportare adeguatamente alla luce questo importante sito e consegnarlo al patrimonio storico-culturale della comunità presente e delle generazioni future;
   come il Ministro interrogato intenda gestire la necessità di ulteriori fondi per favorire il recupero del sito, reso particolarmente complesso dalla grandezza e dal posizionamento al di sotto di una collina, così da evitare che la scoperta venga archiviata tra le «tante occasioni perdute» di cui l'Italia è, purtroppo, ricca;
   quali iniziative intenda portare avanti al fine di celebrare e valorizzare questa significativa scoperta che rappresenta non solo un importantissimo arricchimento del patrimonio dell'umanità, ma costituisce anche una grande opportunità per l'economia del territorio, se resa debitamente fruibile e visitabile. (3-02287)


Elementi e iniziative in ordine alle assunzioni effettuate, a partire dall'anno 2008, dalla fondazione Teatro Petruzzelli di Bari – 3-02306

D)

   DISTASO, ALTIERI, CIRACÌ e FUCCI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   da numerosi articoli di stampa (recentemente sul quotidiano la Repubblica, la Repubblica-Bari, Corriere del Mezzogiorno-Bari) si apprende della esistenza di 181 ricorsi nei confronti della fondazione lirica Teatro Petruzzelli di Bari da parte di dipendenti assunti con contratto a tempo determinato, per i quali vi sono state già 21 sentenze a favore;
   analoga sorte dovrebbe certamente riguardare i restanti 160 ricorsi pendenti;
   laddove ciò si verificasse, ovvero la condanna della fondazione a riassumere i lavoratori ed a pagare i relativi danni da quantificarsi, l'ente lirico subirebbe un danno stimato in circa sei milioni di euro, con conseguente rischio di liquidazione;
   alla pagina V del quotidiano la Repubblica, cronaca di Bari, in data 1o giugno 2016, l'attuale sovrintendente al Teatro dell'Opera di Roma, Carlo Fuortes, già commissario della fondazione Teatro Petruzzelli (anno 2012), dichiara espressamente: «l'articolo 3, comma 8-bis, della legge n. 100 del 2010 prevedeva espressamente una pianta organica concordata (con il Ministero, ndr) e l'autorizzazione alle assunzioni (a tempo determinato o indeterminato), a patto che queste avvenissero attraverso procedure di evidenza pubblica»; ed ancora: «per questo motivo il Ministero mi autorizzò a farle mentre prima erano state sempre rifiutate»;
   nello stesso articolo, lo stesso commissario dichiara espressamente: «Quando sono arrivato (al Teatro Petruzzelli) ho trovato una situazione non conforme alle regole o, per dire meglio, ho trovato una situazione determinata da scelte arbitrarie, dunque illegali»;
   sempre su la Repubblica, cronaca di Bari, in data 3 giugno 2016 il dottor Salvo Nastasi, già capo di gabinetto e successivamente direttore generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ricorda come sin dal 2010 vigeva l'obbligo, per le assunzioni di personale delle fondazioni liriche, delle procedure di evidenza pubblica, come stabilite dal contratto nazionale di lavoro;
   in particolare, a partire dal 2010 (con la legge n. 100 del 2010) venne consentita la possibilità di deroga al blocco per le assunzioni a tempo indeterminato, a condizione che venissero espletate procedure ad evidenza pubblica;
   pertanto, lo stesso dottor Nastasi afferma che la fondazione Teatro Petruzzelli avrebbe dovuto procedere attraverso l'espletamento delle procedure concorsuali, anziché ricorrere, com’è invece successo, alla stipula di contratti a tempo determinato «(...) Che non dovevano essere autorizzati, poi rinnovati più e più volte (...)»; ed ancora afferma «(...) Una scelta di Michele Emiliano e del sovrintendente dell'epoca che ovviamente ha illuso i lavoratori e creato forti aspettative, oltre ad aver indebolito la fondazione nelle difesa (in seguito) delle sue posizioni»;
   sempre nel citato articolo, il dottor Nastasi dichiara altresì che «(...) La morsa del sindacato (Cgil, ndr) sul Petruzzelli è stata fortissima; è la cronaca e se ne parla da anni. Le pressioni su di loro (regione e comune) furono conseguentemente enormi; si volevano assunzioni dirette senza limiti o controlli (...)» –:
   se la ricostruzione dei fatti, riguardante le assunzioni effettuate (a partire dall'anno 2008), dalla fondazione Teatro Petruzzelli di Bari, come si evince anche dalle dichiarazioni citate del dottor Fuortes e del dottor Nastasi, corrisponda al vero, secondo la documentazione in possesso del Ministro interrogato;
   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda promuovere alla luce dei contenziosi pendenti e delle sentenze già emesse nei confronti della fondazione Teatro Petruzzelli di Bari;
   se il Ministro interrogato ritenga di intervenire finanziariamente a sostegno della fondazione, ai fini del rilancio delle attività della stessa e non già per consentire una sanatoria di attività e procedure ormai acclarate come illegittime, tenuto conto che un'eventuale e non auspicabile mancanza di intervento ministeriale, a fronte di atti e provvedimenti ritenuti illegittimi (che rischiano di produrre concreti danni finanziari, e probabilmente erariali alla fondazione Petruzzelli), rischierebbe di minare la credibilità stessa dell'istituzione e di coprire, in tal modo, quelle che appaiono agli interroganti responsabilità, personali ed amministrative, del presidente e del sovrintendente della fondazione, in particolare negli anni dal 2008 al 2011. (3-02306)


Iniziative in sede europea e internazionale per il rispetto dei diritti umani in Burundi – 3-02465

E)

   LOCATELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   da oltre un anno il Burundi si trova in una drammatica crisi politica innescata dalla decisione dell'attuale Presidente Pierre Nkurunziza di candidarsi per la terza volta alle elezioni presidenziali, violando le disposizioni della Costituzione burundese, nata dagli accordi di Arusha che hanno posto fine alla guerra civile durata vent'anni, che prevedeva che il Capo dello Stato non potesse rimanere in carica per più di due mandati;
   tale annuncio ha provocato l'esplosione di proteste, manifestazioni, violenti scontri e un tentativo di colpo di Stato, repressi dall'esercito e dalle forze di sicurezza con atti di repressione di inaudita violenza: radio e giornali chiusi, raid nell'università, arresti, omicidi, sparizioni;
   l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Zeid Ra'ad Hussein, ha di recente definito sconvolgente l'aumento delle pratiche di tortura e maltrattamenti in Burundi, dove solo nel 2016 i casi registrati sono circa 400 (dall'inizio della crisi il numero è di quasi 600);
   le repressioni hanno prodotto un consistente flusso di rifugiati verso i campi profughi dei Paesi confinanti: oltre 250.000 persone hanno infatti trovato rifugio in Tanzania, Ruanda, Uganda e Congo, alloggiando in strutture drammaticamente inadeguate ad accogliere una folla di tali proporzioni;
   torture e sparizioni sono all'ordine del giorno e sono giunte testimonianze in ordine all'esistenza di fosse comuni nelle quali sarebbero stati accatastati i cadaveri delle vittime, che, secondo i racconti pervenuti, sarebbero in prevalenza di etnia tutsi, circostanza che suscita molte preoccupazioni per il fatto che la crisi in atto possa innescare una guerra civile come quella che si è consumata in Ruanda tra il 1993 e il 1994;

   i tentativi per la composizione del conflitto in atto, ad opera del Presidente ugandese Museveni e della Comunità dell'Africa orientale (Eac) sono purtroppo falliti;
   il Burundi ha sottoscritto, tra gli altri, il Patto internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite, la Convenzione onu contro la tortura ed i trattamenti e le punizioni crudeli, inumani o degradanti, la Convenzione sui diritti del fanciullo, lo statuto della Corte penale internazionale;
   nel rapporto presentato nel mese di aprile 2016 al Consiglio di sicurezza, il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, definendo allarmante la situazione del Burundi, ha avanzato una serie di proposte, tra cui l'ipotesi di inviare una missione di pace nel Paese, con l'invio di fino a tremila uomini, ovvero agenti di polizia da affiancare ai funzionari dell'Onu e dell'Unione africana allo scopo di garantire la tutela dei diritti umani;
   i rapporti del 2014 e del 2015 di Amnesty international sul Burundi mettono in evidenza episodi di repressione, violazione delle libertà di espressione e di manifestazione, arresti illegali e ricorso alla tortura, documentando violenze di ogni tipo;
   il 25 aprile 2016 la procuratrice Fatou Bensouda della Corte penale internazionale ha annunciato un'indagine sulle violenze compiute in Burundi;
   la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato della Repubblica e il Comitato permanente per i diritti umani, istituito presso la Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, hanno incontrato il 10 maggio 2016 Marguerite Barankitse, una delle principali figure di impegno civile e umanitario del Paese, e Leonidas Hatungimana, già portavoce del Presidente Nkurunziza, entrambi costretti a riparare all'estero, il secondo essendosi espresso contro il terzo mandato;
   Marguerite Barankitse e Leonidas Hatungimana hanno voluto sottolineare di essere l'una di etnia tutsi, l'altro di etnia hutu, ad indicare che quello in atto in Burundi non è un conflitto di tipo etnico; hanno inoltre descritto e documentato le violenze perpetrate contro la popolazione civile dalle autorità burundesi, in particolare quelle contro donne e minori, confermando la presenza di fosse comuni;
   la signora Barankitse ha denunciato la chiusura da parte del Governo dell'ospedale Rema della «Maison Shalom», da lei fondata quindici anni fa, destinato in particolare alle donne in gravidanza, con conseguenze gravissime per le donne stesse e i bambini; l'interruzione forzata dell'erogazione di energia elettrica avrebbe portato alla morte di numerosi bambini in incubatrice –:
   alla luce della prima conferenza ministeriale Italia-Africa, tenutasi a Roma mercoledì 18 maggio 2016, alla quale ha partecipato il Ministro degli esteri del Burundi, Alain Aimé Nyamitwe, e dell'eventualità che le autorità italiane abbiano chiesto di essere informate su quanto sta avvenendo nel Paese e abbiano affrontato con il Ministro burundese il tema della violazione dei diritti umani, invocandone il rispetto, e della libertà di espressione e di manifestazione, quali iniziative intenda adottare il Governo, anche d'intesa con i partner dell'Unione europea, perché la condotta delle Autorità burundesi sia conforme agli atti ed alle convenzioni poste a tutela dei diritti umani che il Burundi ha sottoscritto; in coordinamento con gli altri Paesi dell'Unione europea e con le Nazioni Unite, per scongiurare il rischio di nuovi massacri in Burundi, per promuovere sanzioni economiche della comunità internazionale contro il Burundi sino a quando non verrà ripristinata la legalità e verrà posto termine alla repressione e per agevolare il percorso formale che potrebbe portare all'incriminazione del Presidente del Burundi Pierre Nkurunziza dinanzi alla Corte penale internazionale. (3-02465)


Iniziative ispettive in relazione a dichiarazioni di due giudici popolari circa il processo svoltosi presso la corte di assise di Chieti sulla discarica di Bussi – 3-01500; 3-02468

F)

   CASTRICONE, D'INCECCO, BRAGA, AMATO, MELILLA e FUSILLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   la testata de Il Fatto Quotidiano riporta in forma anonima le dichiarazioni virgolettate di due giudici popolari al processo presso la corte di assise di Chieti concernente la mega discarica di Bussi e l'inquinamento legato agli impianti ex Montedison;
   la procura di Pescara aveva chiesto la condanna per i 19 imputati a pene che variavano da 4 a 12 anni per avvelenamento doloso delle acque e inquinamento doloso;
   la sentenza della corte d'assise, pronunciata in data 19 dicembre 2014, ha invece assolto tutti dal primo reato perché il fatto non sussiste e derubricato il secondo a colposo, cosa che ha comportato una riduzione della pena a 5 anni poi prescritta;
   nelle dichiarazioni al giornale viene affermato testualmente che in un caso un giudice «non era serena quando hanno emesso la sentenza» e aggiunge «ma le dico di più: non abbiamo mai letto gli atti del processo» e nell'altro che «soprattutto nelle motivazioni proprio non mi riconosco»;
   secondo la loro versione i giudici popolari non hanno letto un solo atto del processo in quanto affermano testualmente: «Ci siamo rifatte alle slide viste in udienza e alle parole sentite in aula»;
   sempre le due intervistate hanno rivelato che durante una cena con il giudice Romandini questi avrebbe spiegato loro che sempre come riportato testualmente «se avessimo condannato per dolo, se poi (gli imputati ndr) si fossero appellati e avessero vinto la causa, avrebbero potuto citarci personalmente chiedendoci i danni e avremmo rischiato di perdere tutto quello che avevamo»;
   è evidente che tali dichiarazioni necessitano di un approfondimento in considerazione della delicatezza della questione che riguarda una comunità e un territorio profondamente segnati e sulle ombre che vengono a palesarsi sul giudizio e sull'intero processo;
   i due giudici popolari, come riportato nell'articolo, hanno affermato di essere «disposte a confermare tutto dinanzi ai giudici e se un magistrato ci chiama racconteremo la nostra verità». Il giudice Romandini, presidente della corte d'assise, nello stesso articolo contattato risponde di non poter commentare le dichiarazioni dei giudici popolari – che si assumono la responsabilità di ciò che dicono – perché tenuto alla segretezza di quanto accaduto in camera di consiglio ed afferma che i giudici «sono stati messi nelle condizioni di poter decidere. E nella massima correttezza e trasparenza» –:
   alla luce di quanto riportato in premessa, se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie prerogative, il Ministro interrogato intenda adottare in relazione alla vicenda ai fini dell'esercizio dei poteri di competenza. (3-01500)


   COLLETTI, VACCA e DEL GROSSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   la sentenza in merito alla discarica di Bussi e ai veleni prodotti dalla Montedison si è svolta a porte chiuse nel tribunale di Chieti il 19 dicembre 2014 e i 19 imputati sono stati tutti assolti dal reato di avvelenamento delle acque mentre, per il disastro ambientale, la corte ha derubricato il capo d'imputazione in disastro colposo, per il quale è stata dichiarata la prescrizione. L'accusa, sostenuta dai pubblici ministeri Annarita Mantini e Giuseppe Bellelli, aveva chiesto condanne, per gli ex dirigenti e tecnici di Montedison, che andavano dai 4 ai 12 anni. I pubblici ministeri sostengono che alcuni imputati sapessero che l'acquedotto Giardino, a partire dal 1992, fosse stato inquinato. E l'acquedotto riforniva acqua a un bacino di 700 mila persone in tutta la Val Pescara. Inoltre, nel processo erano stati depositati documenti sul mercurio ritrovato nel 1972 nei pesci e nei capelli dei pescatori del porto di Pescara, a cui si aggiungevano le dichiarazioni di una dirigente dell'Arpa, messe a verbale dal comandante della Guardia forestale, Guido Conti: «(...) è stata accertata la presenza di sostanze potenzialmente a rischio per la salute umana (...) Sarebbe stato necessario vietare l'erogazione e la distribuzione delle stesse acque (...)»;
   da fonti di stampa si è appreso che 2 dei 6 giudici popolari che hanno emesso la sentenza in oggetto hanno poi dichiarato a Il Fatto Quotidiano di non aver mai letto gli atti del processo: «Ci siamo rifatte alle slide viste in udienza e alle parole sentite in aula. Siamo disposte a confermare tutto dinanzi ai giudici se un magistrato ci chiama racconteremo la nostra verità»;
   i 2 giudici hanno inoltre raccontato che il 16 dicembre 2014 alcuni dei 6 giudici popolari hanno cenato insieme con il presidente della corte d'assise, Camillo Romandini, e il giudice a latere, Paolo di Geronimo, in un locale pubblico di Pescara e che, a loro dire, il presidente Romandini avrebbe spiegato che, se avessero condannato per dolo gli imputati e se poi questi ultimi si fossero appellati e avessero vinto la causa, avrebbero potuto citarli personalmente, chiedendogli i danni, con il rischio di perdere tutto quello che avevano. In riferimento a tali dichiarazioni e avvenimenti il presidente Romandini ha semplicemente dichiarato: «Non posso commentare perché sono tenuto alla segretezza di quanto accaduto in camera di consiglio»;
   l'idea che i giudici popolari non abbiano letto neanche gli atti appare una mancanza ancor più grave, aggravata dal fatto dalla circostanza, ancora tutta da provare, del timore che sembra sia stato in loro ingenerato nell'intravedere il rischio di poter essere citati per danni –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti in premessa;
   se il Ministro interrogato intenda promuovere un'ispezione ministeriale presso il tribunale di Chieti in relazione ai fatti esposti in premessa. (3-02468)


Iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, in relazione al processo attinente alla vicenda nota come «stupro della Fortezza da Basso» – 3-01667

G)

   GALGANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   da giorni sono in corso manifestazioni e proteste (anche sui social network) contro le motivazioni dell'assoluzione in secondo grado di sei ragazzi (tra i 20 e 25 anni) accusati di aver stuprato il 26 luglio 2008 una ragazza di Firenze: si tratta del caso che viene citato dai giornali come «stupro della Fortezza da Basso», con riferimento al luogo dove avvenne la presunta violenza;
   dopo la denuncia per stupro (presentata quattro giorni dopo i fatti), gli accertamenti medici e le indagini, gli imputati vennero arrestati, rimanendo un mese in carcere e circa due mesi ai domiciliari; il processo (nel quale il comune di Firenze si era costituito parte civile) terminò nel gennaio 2013 con una sentenza di condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione;
   secondo il pubblico ministero, benché non l'avessero fatta bere per abusare di lei, quando però si erano accorti che la ragazza non era più in sé a causa dell'abbondante quantità di alcol assunto, ne avevano approfittato per fare sesso a turno in un'auto: un comportamento che, anche senza costrizione o minaccia fisica, configurava lo stesso per il codice penale il reato di violenza sessuale di gruppo;
   i sei furono condannati per violenza sessuale di gruppo aggravata dal fatto che la vittima era ubriaca, cioè dal fatto che i violentatori avevano approfittato delle sue «condizioni di inferiorità fisiche e psichiche» a causa dell'alcol;
   la pronuncia della corte di appello è arrivata nel marzo 2015 e ha completamente rovesciato la condanna in primo grado: i sei imputati sono stati tutti assolti con formula piena perché «il fatto non sussiste»;
   la procura generale di Firenze non ha presentato ricorso in Corte di cassazione e i termini sono scaduti il 18 luglio 2015: la sentenza è diventata quindi definitiva;
   le proteste si devono al fatto che il giudizio sulla vita privata e sessuale della ragazza sembrerebbero le motivazioni principali che hanno indotto i giudici a mettere in dubbio la sua versione e la condanna di primo grado;
   i giudici di appello hanno infatti dubitato della credibilità della giovane donna (e dato credito alla versione dei sei ragazzi), basandosi su diverse contraddizioni che ci sarebbero state nella testimonianza di lei e sulla ricostruzione della sua vita privata e delle sue abitudini sessuali, sia in generale, sia con riferimento a quella sera stessa: la ragazza «maggiorenne e acculturata» non sarebbe stata in uno stato di inferiorità psichica, essendo «un soggetto femminile fragile, ma al tempo stesso disinibito, creativo, in grado gestire la propria (bi)sessualità, di avere rapporti fisici occasionali, di cui nel contempo non era convinta»;
   la corte di appello, nelle quattro pagine della sentenza, ha rilevato che il caso in questione deve essere scremato «innanzitutto dal deviante contorno inquinato dall'impatto emozionale e mediatico che evidentemente ha connotato i fatti nell'immediatezza, perché nel caso che qui occupa, al di là di giudizi moralistici o pregiudizi etici, l'unica attenzione da porre, seguendo il rigore dell'impugnata sentenza, è quella al reato contestato ed alla sussistenza dei suoi connotati essenziali, soggettivi ed oggettivi», aggiungendo poi che la vicenda è stata «incresciosa», «non encomiabile per nessuno», ma «penalmente non censurabile»;
   in sostanza, secondo i giudici, la ragazza voleva con la sua denuncia «rimuovere» quello che considerava un suo «discutibile momento di debolezza e fragilità», ma «l'iniziativa di gruppo» non venne da lei «ostacolata»;
   dopo le motivazioni della sentenza, la ragazza (che a sette anni di distanza è ancora vittima di una forte depressione) ha scritto una lettera in cui sostiene di essere stata messa lei stessa sotto processo per le sue scelte di libertà;
   sentenze come questa, che a parere dell'interrogante presenta profili di abnormità, riportano il nostro Paese culturalmente indietro di decenni: non si comprende perché la magistratura dell'accusa, dopo la condanna di primo grado, non abbia ritenuto che ci fossero i presupposti per il ricorso in Corte di cassazione avverso l'assoluzione in appello –:
   se non ritenga doveroso per quanto di competenza fare chiarezza sull'accaduto, valutando anche l'opportunità di un'ispezione al riguardo. (3-01667)


Iniziative, anche in sede europea, volte a limitare l'utilizzo del glifosato e di altri pesticidi in ambito agricolo e nel trattamento degli spazi urbani – 3-02079

H)

   BUSTO, PARENTELA, BENEDETTI, DAGA, DE ROSA, MICILLO, MANNINO, TERZONI, ZOLEZZI e VIGNAROLI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   il glifosato è il principio attivo dei diserbanti chimici più venduti al mondo e ampiamente impiegati in ambito agricolo, ma anche nel trattamento degli spazi urbani e nel giardinaggio, nonostante le numerose evidenze scientifiche ne riconoscano i rischi per la salute e per l'ambiente;
   il glifosato è il pesticida che più di ogni altro determina il superamento degli standard di qualità ambientale nelle acque superficiali. Il rapporto nazionale pesticidi nelle acque dell'Ispra, edizione 2014, relativo ai dati 2011-2012, riporta che il glifosato sia una delle sostanze più vendute a livello nazionale e la sua presenza nelle acque viene confermata anche da dati internazionali. Il suo monitoraggio è tuttora effettuato solo in Lombardia, dove la sostanza è presente nel 31,8 per cento dei punti di monitoraggio delle acque superficiali e il suo metabolita, Ampa, nel 56,6 per cento, superando gli standard di qualità ambientali delle acque superficiali;
   uno studio pubblicato su The Lancet oncology, dopo tre anni di ricerche coordinate da 17 esperti in 11 Paesi, rivela una forte correlazione epidemiologica tra l'esposizione al glifosato e il linfoma non-Hodgkin. Ciò, in aggiunta ai già noti aumenti di ricorrenza di leucemie infantili, malattie neurodegenerative e Parkinson in testa. Dagli anni ’80, il glifosato è anche classificato come interferente endocrino, rivelando negli ultimi anni una serie di gravi pericoli, non ultimo una forte correlazione con l'insorgenza della celiachia (studi del Mit, 2013-2014);
   l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), facente parte dell'Organizzazione mondiale della sanità, a marzo 2016 ha pubblicato, in «Iarc monographs volume 112: evaluation of five organophosphate insecticides and herbicides», una sintesi della valutazione di cancerogenicità di cinque pesticidi organofosforici, tra cui il glifosato. Il risultato dello studio ha inserito il diserbante nella classe 2A – che precede quella dei «cancerogeni certi» – come «probabilmente cancerogeno per gli esseri umani»;
   a seguito della nuova classificazione dell'Organizzazione mondiale della sanità, molti Governi, associazioni ambientaliste e cittadini hanno avviato, a livello mondiale, azioni legislative e proteste per bandire immediatamente il glifosato o per limitarne l'uso con norme severe;
   le nazioni che attualmente risulta abbiano ottenuto il divieto di usare il glifosato sono: Colombia, Bermuda, Danimarca, Russia, Tasmania, Messico, Sri Lanka e, di recente, anche Olanda. Il divieto sarà operativo nel prossimo futuro anche: nelle Fiandre, dal 2015; in Francia dal 2016; nei Paesi Bassi dal 2017 e in Vallonia dal 2019;
   in Italia, allo stesso modo degli altri Paesi, diversi enti territoriali si stanno adoperando per intraprendere azioni legislative finalizzate a vietare l'uso del glifosato e di prodotti affini in ambito pubblico. Tra questi, la provincia autonoma di Bolzano, con una mozione del MoVimento 5 Stelle, e la regione Toscana sono riuscite a vietarne l'utilizzo come diserbante finalizzato al decoro delle strade pubbliche;
   alcuni membri del gruppo del MoVimento 5 Stelle hanno presentato, il 9 settembre 2013, una proposta di legge, a prima firma di Patrizia Terzoni, su «Limiti all'impiego di sostanze diserbanti chimiche», finalizzata alla tutela della salute umana, dell'ambiente naturale, dell'ambiente acquatico e delle acque potabili, della biodiversità, degli ecosistemi, delle attività agricole condotte con metodi biologici e naturali e dei consumatori, nonché alla riduzione del rischio idrogeologico e alla promozione dell'uso di tecniche alternative all'impiego di prodotti chimici, di prodotti tossici e di soluzioni saline di qualsiasi genere nelle operazioni di gestione della vegetazione spontanea;
   il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha presentato il 22 gennaio 2015 alla Camera dei deputati la mozione 1-00720, a prima firma di Silvia Benedetti, accolta dal Governo in data 27 ottobre 2015 e che impegna lo stesso a vietare il glifosato, rendendo obbligatoria l'indicazione in etichetta dell'identità e della quantità non solo dei principi attivi di questo agente tossico, ma anche di tutte le altre sostanze utilizzate nella composizione dei pesticidi presenti sul mercato, includendole gradualmente nei programmi di monitoraggio;
   il Governo, in sede di discussione alla Camera dei deputati della citata mozione a prima firma di Silvia Benedetti, si è altresì impegnato a «incentivare, agevolare e sostenere pure attività agricole alternative come quella biologica e quella integrata, con tecniche colturali che possono essere sempre più sostenibili in un quadro complesso anche in termini ambientali»;
   l'autorizzazione alla vendita di prodotti a base di glifosato è scaduta il 31 dicembre 2015 ed è in corso a livello europeo un processo di valutazione per una sua «ri-autorizzazione», che vede coinvolti lo Stato membro rapporteur, l'Efsa e la Commissione europea, la quale dovrà valutare l'orientamento degli Stati membri per la nuova autorizzazione della sostanza il 7 marzo 2016;
   in sede di valutazione del glifosato per una sua «ri-autorizzazione», l'istituto valutatore (Bfr) dello Stato membro rapporteur (Germania) dichiara che per la predisposizione del proprio parere (sostanzialmente difforme da quello dello Iarc) si sia affidato anche alla «glifosate task force», che si è basata su studi promossi dalle stesse ditte che producono e commercializzano il prodotto a base di glifosato, dichiarando un parere favorevole alla commercializzazione del glifosato giudicato come «non cancerogeno»;
   risulta che la Global 2000 umweltorganisation, un'organizzazione ambientale, riconosciuta dal Ministero federale dell'Austria, Ministero per la politica agraria e le foreste, l'ambiente, le acque, abbia denunciato la Monsanto per aver adottato metodi per ottenere autorizzazioni e metodi commerciali non corretti, nonché per la manipolazione di studi scientifici e la falsificazione degli esiti, nonché l'Istituto federale tedesco per la valutazione di rischi (Bfr) per non essere sufficientemente indipendente da interessi economici da parte di società industriali ed infine l'Efsa, in considerazione del fatto che i propri dirigenti collaborano in maniera stretta con società industriali e hanno incarichi in grandi società commerciali e industriali non garantendone l'indipendenza;
   l'ordine del giorno della riunione fissata per il 7 e l'8 marzo 2016 del «Standing committee on plants, animals, food and feed», sezione fitosanitaria della Commissione europea, in cui sarà presente una rappresentanza italiana, prevede un punto dedicato alla valutazione dell'eventuale riapprovazione del glifosato –:
   se il Governo non ritenga che, visti gli impegni presi con l'approvazione della mozione n. 1-00720 e le evidenti indicazioni dei danni alla salute e in considerazione di una classificazione Iarc della cancerogenicità del glifosato, non sia opportuno assumere iniziative in sede europea per giungere all'espressione di un parere contrario in merito alla nuova autorizzazione dell'uso del glifosato;
   quali siano le iniziative che il Governo, in applicazione del principio di precauzione, intenda assumere per vietare definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l'impiego di tutti i prodotti a base di glifosato, nell'interesse primario della salute degli agricoltori, dei cittadini e della tutela dell'ambiente e delle acque;
   se non ritengano opportuno promuovere politiche di limitazione all'agricoltura intensiva comportante l'utilizzo del glifosato e di altri pesticidi, i quali contribuiscono ad aggravare l'inquinamento idrico da fonti puntuali e non puntuali, assumendo iniziative normative volte ad introdurre disposizioni più severe sui pesticidi e sui fitosanitari e incentivi mirati per i piccoli produttori locali, nonché incentivi finanziari all'agroecologia, considerato che la stessa, basandosi sul rispetto della biodiversità, sull'efficienza dei processi biologici e sulla diversificazione dei sistemi di produzione, rappresenta un modello alternativo all'agricoltura convenzionale, per la sostenibilità, l'assenza dell'uso di fitofarmaci e la tutela dell'ambiente;
   se non ritenga opportuno assumere iniziative normative volte a disincentivare l'impiego dei pesticidi di sintesi, favorendo invece l'utilizzo di mezzi manuali, fisici, meccanici e biologici, tenendo conto che l'uso dei fitofarmaci per l'esercizio dell'agricoltura integrata è necessariamente soggetto ai limiti di convivenza con i metodi di produzione biologica, nel rispetto del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007, relativo alla «produzione biologica e etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91». (3-02079)


Intendimenti del Governo in merito all'utilizzo della Ophraella communa come agente di controllo biologico dell’Ambrosia e iniziative volte a limitare gli ingressi di specie cosiddette «aliene» negli ecosistemi locali – 3-02466

I)

   TENTORI, TERROSI, TARICCO, ZANIN, CENNI, COVA, MARIANI, FOSSATI e SCUVERA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   nel luglio 2013 a Castellanza, in provincia di Varese, è stato identificato per la prima volta il coleottero chiamato Ophraella communa originario del Nord America, introdotto in Oriente sul finire dello scorso secolo, che si è rapidamente diffuso in tutta la Lombardia, oltre che nel Canton Ticino, in particolare rinvenendo la specie nelle province di Como, Varese, Milano, Lecco e Pavia;
   i primi campioni sono stati affidati al laboratorio fitopatologico del servizio fitosanitario regionale e, dopo essere stati identificati a livello specifico su base morfologica, tale determinazione è stata confermata attraverso l'analisi del dna;
   dalle prime informazioni e dalle notizie comparse sugli organi di stampa si apprende che si tratta di una specie oligofaga associata alle Asteraceae Heliantheae, sottotribù Ambrosiinae ed Helianthinae, ma con preferenza per Ambrosia artemisiifolia (pianta erbacea infestante che provoca allergie), che compie più generazioni all'anno, svolge gran parte del suo ciclo sulla parte aerea della pianta e le cui larve e i cui adulti si alimentano principalmente delle foglie, sulle quali vengono anche deposte le uova, ma non trascurano i fiori;
   il coleottero ha localmente causato sull’Ambrosia gravi defogliazioni e un generale intristimento delle piante colpite, che risultano aver subito danni rilevanti nelle condizioni d'infestazione più severe e in alcuni casi l'effetto in pieno campo è paragonabile a un diserbo selettivo;
   i rilievi aerobiologici condotti nelle stazioni di monitoraggio dei pollini d'interesse allergologico di Legnano, Magenta e Rho (Milano) hanno evidenziato una notevole diminuzione delle concentrazioni di Ambrosia;
   l’Ophraella communa è stata posta in passato all'attenzione in diversi Paesi per un possibile utilizzo come agente di controllo biologico dell’Ambrosia;
   se la diffusione dell’Ophraella communa sul territorio italiano sarà confermata, la presenza dell’Ambrosia e i danni che essa produce potrebbero ridursi considerevolmente, sollevando le pubbliche amministrazioni locali da pesanti oneri per il controllo dell'infestante;
   la bibliografia riguardante le specie cosiddette «aliene» introdottesi in Italia comprende numerosi insetti causa di gravi danni agli ecosistemi locali, oltre che al comparto agricolo, come, ad esempio, il cinipide che danneggia fortemente la produzione di castagne;
   i cicli biologici sono complessi e, quindi, un insetto come l’Ophraella communa, apparentemente utile e con ricadute inizialmente positive, potrebbe essere fonte di ulteriori problemi, ad esempio in merito all'impatto sugli ecosistemi del territorio, all'equilibrio con la pianta ospite o alle altre specie erbacee che eventualmente potrebbero essere attaccate una volta terminata l’Ambrosia –:
   se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e se sia intenzione del Governo valutare il possibile utilizzo della Ophraella communa come agente di controllo biologico dell’Ambrosia, procedendo ai dovuti approfondimenti su eventuali effetti collaterali legati all'ingresso di questo nuovo coleottero nell'ecosistema del territorio;
   se il Governo intenda approfondire il problema dei controlli alle frontiere per mettere in campo provvedimenti volti a limitare gli indesiderati ingressi di specie cosiddette «aliene» negli ecosistemi locali.
(3-02466)


Elementi e iniziative sullo stato degli allevamenti di ovaiole, con particolare riferimento alla pratica della soppressione dei pulcini maschi e al cosiddetto metodo del debeccaggio – 3-02467

L)

   GAGNARLI e PAOLO BERNINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   recentemente la Germania ha annunciato che, dal 2017, i pulcini maschi nati negli allevamenti di ovaiole – circa 30 milioni – non saranno più uccisi a meno di 24 ore dalla nascita, come attualmente avviene;
   l'eliminazione dei maschi degli allevamenti di ovaiole è prevista dall'Unione europea, in quanto tali esemplari, per le loro particolari caratteristiche (sono infatti più piccoli e con un livello di accrescimento più lento rispetto agli altri), non possono essere destinati alla produzione di carne e risultano quindi poco interessanti per il mercato avicolo; tuttavia, il metodo di eliminazione utilizzato (appena nati e riconosciuto il sesso da figure specializzate del settore, vengono soffocati o tritati in un macchinario a lame rotanti) non rientra certamente in quelli che garantiscono il benessere animale;
   l'idea della Germania, alla quale hanno già fatto eco altri Stati europei, tra i quali la Francia, sarebbe quella di determinare il sesso del pulcino già nella fase embrionale, prima della schiusa, così da poter poi destinare le uova ad altri usi. Il costo aggiuntivo di questa operazione si aggirerebbe intorno ai due centesimi a uovo;
   anche in Svizzera si stanno sperimentando altri metodi di allevamento per evitare questa strage di pulcini maschi, ad esempio quello di sviluppare una razza di polli in cui il maschio possa essere allevato come animale da carne e la femmina utilizzata per la produzione di uova;
   secondo la Ciwf (Compassion in world farming), al momento non sono ancora disponibili dati su questo particolare aspetto per il nostro Paese, né sui costi di eliminazione dei pulcini e sul successivo smaltimento delle carcasse;
   relativamente agli allevamenti di ovaiole, sempre in Germania si stanno studiando metodi per vietare, sempre a partire dal 2017, il debeccaggio delle galline negli allevamenti di ovaiole, praticato per evitare situazioni di cannibalismo attraverso allevamenti in cui le condizioni degli animali sono di stress e sovraffollamento –:
   se sia a conoscenza della situazione esposta in premessa e quali siano i numeri in Italia dei pulcini maschi soppressi negli allevamenti di galline ovaiole;
   se, in base all'esempio fornito dalla Germania, ma anche da altri Paesi europei, intenda portare avanti iniziative, anche normative, per modificare lo stato degli allevamenti di ovaiole;
   quali siano i costi di queste uccisioni e dello smaltimento delle carcasse;
   se intenda intervenire anche con riferimento al metodo del debeccaggio, al fine di una maggiore garanzia del benessere animale negli allevamenti italiani.
(3-02467)


DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 31 AGOSTO 2016, N. 168, RECANTE MISURE URGENTI PER LA DEFINIZIONE DEL CONTENZIOSO PRESSO LA CORTE DI CASSAZIONE, PER L'EFFICIENZA DEGLI UFFICI GIUDIZIARI, NONCHÉ PER LA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA (A.C. 4025)

A.C. 4025 – Questioni pregiudiziali

QUESTIONI PREGIUDIZIALI

  La Camera,
   premesso che:
    per l'ennesima volta il Governo utilizza lo strumento della normativa d'urgenza in modo improprio, svuotando il Parlamento delle sue prerogative;
    il ricorso alla decretazione d'urgenza si configura ormai da anni come una forma di sbilanciamento e di forzatura degli equilibri dei poteri previsti dal dettato costituzionale vigente, che ha spostato di fatto in capo al Governo ogni potere regolatorio e imposto una compressione dei poteri legislativi delle Camere;
    non sussistono, infatti, i requisiti di necessità e di urgenza che legittimano ai sensi dell'articolo 77 della Costituzione l'esercizio del potere del Governo di adottare atti aventi forza di legge. Il Preambolo, peraltro, non fa riferimento in modo chiaro ed univoco a circostanze oggettive a supporto della necessità ed urgenza degli interventi, che è solo enunciata;
    la stessa Corte Costituzionale si è più volte pronunciata in tal senso: ricordiamo la sentenza n. 171 del 2007 nella quale stabilisce l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 80 del 2004, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 140 del 2004 per mancanza dei requisiti di necessità ed urgenza, e la sentenza n.128 del 2008 nella quale la Corte ha assunto a parametro di illegittimità l’«evidente mancanza» dei presupposti fattuali del decreto-legge. Inoltre l'illegittimità costituzionale del procedimento legislativo non viene sanata dalla legge di conversione che secondo la richiamata giurisprudenza è a sua volta incostituzionale per un vizio del procedimento;
    inoltre si indica un generico richiamo nel preambolo del decreto-legge al fine di «emanare disposizioni per l'efficienza del processo amministrativo» da un lato, privo di riscontri fattuali, e dell'altro lato, già oggetto, neanche un mese or sono, di decretazione di urgenza con il decreto-legge del 30 giugno 2016, n. 117, convertito, con modificazioni, con la legge 12 agosto 2016, n. 161 per medesime o similari problematiche;
    gli interventi previsti dal decreto-legge riguardano anche norme afferenti a diverse ed eterogenee materie tra cui il differimento del periodo di collocamento a riposo relativo ai magistrati in servizio presso la Suprema Corte di Cassazione, ai magistrati amministrativi in servizio presso il Consiglio di Stato nelle funzioni consultive e giurisdizionali, contabili e avvocati dello Stato ai sensi degli articoli 5 e 10 del decreto-legge in parola;
    in merito alla proroga del trattenimento dei magistrati in servizio presso la Suprema Corte di Cassazione – considerazioni similari possono essere svolte per quelli presso il Consiglio di Stato e magistrature contabili, nonché per gli avvocati dello Stato – per un altro anno, si rileva che la norma è palesemente incostituzionale. Infatti, detta norma non vale per tutti i magistrati che svolgono la funzione di Consigliere di Corte di Cassazione, ma solo per quei magistrati in servizio presso la Corte di Cassazione. In altre parole prorogare con decretazione d'urgenza, per un altro anno, il trattenimento in servizio solo di alcuni dei magistrati che sarebbero andati in pensione il prossimo dicembre, appare inaccettabile sotto diversi aspetti. Oltre a dimostrare una scarsa lungimiranza nella politica giudiziaria, che al contrario richiederebbe in questo momento la velocizzazione dei tempi di reclutamento dei nuovi magistrati e l'adozione di misure finalizzate ad affrontare le difficoltà in cui versano gli uffici giudiziari di merito e di legittimità, la norma in questione, ad avviso dei firmatari del presente atto, produce chiare situazioni di disparità di trattamento, ed è viziata da profili di illegittimità costituzionale, che saranno certamente fatti valere da chi non beneficerà della norma, e crea, per la prima volta nella storia repubblicana, la distinzione, peraltro decisa da questo Governo, tra magistrati di serie A e magistrati di serie B. Si tratta di un provvedimento che, come tutti gli atti legislativi destinati a pochi, pone in essere un grave vulnus costituzionale;
    il presente decreto-legge è manifestamente incostituzionale in quanto viola il principio essenziale di cui all'articolo 101, primo periodo, della Costituzione, su cui si fonda la giurisdizione, secondo cui «La giustizia è amministrata in nome del popolo». Infatti, l'utilizzo della normativa d'urgenza da parte dell'esecutivo esautora, come peraltro già accennato, in sostanza, la funzione legislativa del Parlamento e quindi dell'organo che per Costituzione è chiamato ad esercitare la rappresentanza e il volere popolare;
    occorre rilevare, infine, che il presente decreto-legge si colloca nel solco di altri provvedimenti, sempre a carattere emergenziale, e conferma, ove ve ne fosse necessità, sia il richiamo fatto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio di fine anno 2015, che occorre porre «termine ad un abnorme ricorso in atto, da non pochi anni, alla decretazione di urgenza», sia l'assunto sopra evidenziato, per il quale norme ordinamentali come quelle introdotte non possono essere inquadrate come emergenza straordinaria e la scelta dello strumento del decreto-legge risulta incostituzionale,

delibera

di non procedere all'esame del disegno di legge n. 4025.
N. 1. Molteni, Fedriga, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Busin, Caparini, Castiello, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Picchi, Gianluca Pini, Rondini, Saltamartini, Simonetti.

  La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame è l'ennesimo decreto-legge utilizzato in modo non del tutto appropriato dal Governo che si caratterizza per l'ormai cronica assenza dei necessari requisiti di necessità e di urgenza di cui all'articolo 77 della Costituzione;
    non sembrano emergere, da una disamina degli articoli, i necessari requisiti di cui al disposto costituzionale. Il provvedimento, infatti, si propone di disciplinare una serie di aspetti organizzativi e procedurali che vanno da una ridefinizione dell'arretrato pendente ai fini di una nuova ragionevole durata dei processi, all'utilizzazione dei magistrati addetti all'ufficio del massimario, al tirocinio di laureati e magistrati, sino ad arrivare alla previsione di proroga del trattamento in servizio di magistrati presso la Suprema Corte di Cassazione;
    in tal senso la Corte costituzionale, nella sentenza 220 del 2013, ha sostenuto che la trasformazione per decreto di interi blocchi di materie è incompatibile, sul piano logico e giuridico, con il dettato costituzionale, trattandosi di una trasformazione radicale di interi sistemi, sui quali, come nella fattispecie, da tempo è aperto un ampio dibattito nelle sedi politiche e dottrinali, e che certo non nasce, nella sua interezza e complessità, da un «caso straordinario di necessità e d'urgenza»: si consideri a tal proposito che, proprio con riferimento alla continuità negli incarichi apicali di cui all'articolo 5 del provvedimento all'esame di quest'Aula, vengono differiti gli effetti dell'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114. Decretazione d'urgenza anche all'epoca utilizzata anziché procedere al una riforma sistematica della materia;
    sempre in relazione alla assoluta carenza dei requisiti di necessità ed urgenza si evidenzia, quanto alla prevista revisione dell'età pensionabile del personale di magistratura con incarichi apicali, superiori direttivi e direttivi presso la Suprema Corte di Cassazione e la Procura Generale della Corte di Cassazione, che gli effetti del disposto dell'articolo 5 con riferimento all'età pensionabile, si produrranno nella loro pienezza, non prima del 31 dicembre 2017, ovvero ad un anno e mezzo di distanza dall'adozione del decreto-legge; circostanza, quest'ultima, che smentisce in «re ipsa» la sussistenza del requisito dell'urgenza. Invero la medesima sopracitata sentenza della Corte costituzionale n. 220 del 2013 asserisce che «I decreti-legge traggono la loro legittimazione generale da casi straordinari e sono destinati ad operare immediatamente, allo scopo di dare risposte normative rapide a situazioni bisognose di essere regolate in modo adatto a fronteggiare le sopravvenute e urgenti necessità. Per questo motivo, il legislatore ordinario, con una norma di portata generale, ha previsto che il decreto-legge debba contenere “misure di immediata applicazione” (articolo 15, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, recante “Disciplina dell'attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri”). La norma citata, pur non avendo, sul piano formale, rango costituzionale, esprime ed esplicita ciò che deve ritenersi intrinseco alla natura stessa del decreto-legge, che entrerebbe in contraddizione con le sue stesse premesse, se contenesse disposizioni destinate ad avere effetti pratici differiti nel tempo»;
    con l'articolo 5, comma 1, «Proroga del trattenimento in servizio di magistrati presso la Suprema Corte di cassazione e modifica del limite di età per il conferimento di funzioni direttive di legittimità» si dispone ora che: «1. Al fine di assicurare la continuità negli incarichi apicali, direttivi superiori e direttivi presso la Suprema Corte di cassazione e la Procura Generale della Corte di cassazione, in ragione delle molteplici iniziative di riforma intraprese per la definizione dell'elevato contenzioso ivi pendente, gli effetti dell'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, sono ulteriormente differiti al 31 dicembre 2017 per i magistrati che ricoprono funzioni apicali, direttive superiori o direttive presso la Suprema Corte di cassazione e la Procura Generale, i quali non abbiano compiuto il settantaduesimo anno di età alla data del 31 dicembre 2016 e che debbano essere collocati a riposo nel periodo compreso fra la medesima data del 31 dicembre 2016 e il 30 dicembre 2017. Per tutti gli altri magistrati ordinari resta fermo il termine ultimo di permanenza in servizio stabilito dal citato articolo 1, comma 3, del decreto-legge n. 90 del 2014.»;
    ebbene, la previsione testé citata sembra essere in contrasto con gli articoli 3 e 97 della Costituzione operando una palese discriminazione tra magistrati limitando, da un lato la pari dignità sociale e l'uguaglianza davanti alla legge e dall'altro lato non garantendo il buon funzionamento dell'amministrazione dal momento che la proroga non sana eventuali carenze, superabili tra l'altro attraverso l'espletamento delle nuove procedure concorsuali, tenuto conto dei relativi tempi di svolgimento e del successivo periodo di tirocinio prima del conferimento delle funzioni giudiziarie, ma si limita a prorogare l'esercizio di una funzione per un determinato arco temporale;
    per altro verso la disposizione in esame sembra essere in contrasto anche con l'articolo 107, primo e terzo comma, della Costituzione, i quali dispongono rispettivamente che: «I magistrati sono inamovibili. Non possono essere dispensati o sospesi dal servizio né destinati ad altre sedi o funzioni se non in seguito a decisione del Consiglio superiore della magistratura, adottata o per i motivi e con le garanzie di difesa stabilite dall'ordinamento giudiziario o con il loro consenso.» e che: «I magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni». In tal senso la disposizione sarebbe dunque viziata perché produrrebbe una chiara situazione di disparità di trattamento tra i magistrati in generale, la cui distinzione è esplicitata dal terzo comma, e i magistrati, come nel caso di specie, che invece ricoprono incarichi apicali, direttivi superiori e direttivi presso gli organi citati,

delibera

di non procedere all'esame del disegno di legge n. 4025.
N. 2. Palese, Altieri, Bianconi, Capezzone, Chiarelli, Ciracì, Corsaro, Distaso, Fucci, Latronico, Marti, Artini, Baldassarre, Bechis, Segoni, Turco, Matarrelli, Mucci, Pili, Pagano, Roccella, Piso, Pastorino, Labriola.

  La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 5 del decreto-legge reca «proroga del mantenimento in servizio di magistrati presso la Suprema Corte di cassazione e modifica del limite di età per il conferimento di funzioni direttive di legittimità», nonché, conseguentemente, il successivo articolo 10 dispone la «proroga degli effetti del trattenimento in servizio di magistrati amministrativi e contabili e avvocati dello Stato»;
    le citate disposizioni, in via generale, confermano indirettamente come l'improvvisa decisione dello stesso Governo di abbassare con decreto-legge, nel 2014, l'età pensionabile dei magistrati da 75 a 70 anni in maniera brusca e senza prevedere periodi transitori ed adeguati scaglionamenti, sia stata errata, visto che non ha fatto altro che peggiorare il progressivo vuoto di organico che oggi ha superato le mille unità;
    in particolare, il primo periodo, comma 1, dell'articolo 5 dispone un'ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2017 degli effetti dell'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 24 giugno 2014, n.90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, già derogati dalle disposizioni di cui all'articolo 18 del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2015, n. 132, per il trattenimento in servizio di quei magistrati che «ricoprono funzioni apicali, direttive superiori o direttive presso la Suprema Corte di cassazione e la Procura Generale, che non abbiano compiuto il settantaduesimo anno di età alla data del 31 dicembre 2016 e che debbano essere collocati a riposo nel periodo compreso fra la medesima data del 31 dicembre 2016 e il 30 dicembre 2017»;
    analogamente, quanto previsto dall'articolo 5, comma 1, primo periodo, è applicato anche all'articolo 10 che dispone la proroga del trattenimento in servizio fino al 31 dicembre 2017 dei magistrati del Consiglio di Stato, della Corte dei conti e degli Avvocati dello Stato ricoprenti funzioni apicali che non abbiano compiuto il settantesimo anno di età alla data del 31 dicembre 2016;
    tuttavia il secondo periodo del comma 1 dell'articolo 5 – che estende i suoi effetti anche al suddetto articolo 10 – stabilisce che, fatti salvi quei magistrati che ricoprono funzioni apicali, beneficiari della proroga del trattenimento in servizio in deroga ai limiti stabiliti dalla legge, per tutti gli altri magistrati ordinari tale deroga non possa valere, e che per questi ultimi soggetti resti pertanto fermo il termine ultimo di permanenza in servizio stabilito dal richiamato articolo 1, comma 3, del decreto-legge n. 90 del 2014;
    la scelta dell'Esecutivo di prorogare con decretazione d'urgenza, per un altro anno, il trattenimento in servizio solo di alcuni magistrati – posti ai «vertici» del sistema giudiziario – che sarebbero andati in pensione il prossimo dicembre, pone in essere un'evidente situazione di disparità di trattamento fra magistrati, in violazione dell'articolo 3 della Costituzione. Tale situazione di disparità è aggravata dal fatto che si tratta della terza proroga consecutiva dell'entrata in vigore dell'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n.114 in merito all'abolizione del trattenimento in servizio. Proroga dettata, ciascuna volta, da ragioni di necessità ed urgenza, prima per favorire frettolosamente un ricambio nei ruoli delle funzioni giudiziarie, successivamente, per ben due volte, al fine di «rimediare» alle conseguenze di tale previsione, favorendo così il permanere in servizio solo di alcune figure apicali, ed attribuendo loro, ex lege, un carattere di assoluta inamovibilità;
    ancora, negli effetti dell'articolo 5, è da riscontrarsi una violazione dell'articolo 104, primo comma, della Costituzione: «la magistratura costituisce un organo autonomo ed indipendente da ogni altro potere», in quanto il mantenimento nelle funzioni del Primo Presidente della Corte di cassazione e del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione è disposto dall'Esecutivo con una deroga specifica operata tramite decreto-legge. Ciò, peraltro, interferisce drasticamente con l'attività del CSM, unico organo deputato a disporre le assunzioni e le assegnazioni nei riguardi dei magistrati dall'articolo 105 della Costituzione;
    ancora, nel confronto tra gli articoli 5 e 10, si conferma la sperequazione di trattamento tra magistrati ordinari, contabili ed amministrativi, anche in violazione dell'articolo 107, terzo comma della Costituzione («I magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni») laddove, a parità di requisito anagrafico dei soggetti interessati, è disposta una differente data di cessazione dall'incarico;
    peraltro, la violazione del principio di eguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione costituirà prevedibilmente oggetto di impugnazione delle norme riportate da parte di quei magistrati arbitrariamente esclusi dal beneficio della proroga del trattenimento in servizio, con negative ripercussioni sul principio di buon andamento della pubblica amministrazione e conseguente violazione dell'articolo 97 della Costituzione, anche in riferimento, nell'ambito del sistema giudiziario, all'inevitabile slittamento del conferimento degli incarichi direttivi e semi-direttivi per i quali il CSM ha già pubblicato i bandi,

delibera

di non procedere all'esame del disegno di legge n. 4025.
N. 3. Sarti, Colletti, Ferraresi, Agostinelli, Bonafede, Businarolo, Castelli.

  La Camera,
   premesso che:
    il Governo continua nel reiterato ricorso alla decretazione di urgenza rendendola una modalità di indirizzo legislativo che tende a marginalizzare il ruolo e le prerogative del Parlamento; si tratta di una inaccettabile modalità che priva il Parlamento del potere legislativo;
    l'articolo 77, secondo comma, della Costituzione recita «Quando in casi straordinari di necessità e d'urgenza il Governo adotta sotto la sua responsabilità provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere, che anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni»;
    dall'esame del decreto-legge 31 agosto 2016, n. 168 si evince come non sussista nessuna relazione con casi straordinari di necessità e urgenza, tanto che nella stessa relazione al disegno di legge n. 4025 non viene fatta alcuna menzione a motivazioni che attestino la straordinaria necessità e urgenza delle disposizioni inserite nel decreto-legge citato;
    non appare possedere il requisito di necessità e urgenza quanto disposto dall'articolo 5 del decreto-legge in esame che si riferisce alla revisione dell'età pensionabile del personale con incarichi apicali, direttivi superiori o direttivi presso la Suprema Corte di Cassazione e la Procura Generale della Corte di Cassazione, in quanto gli effetti di tale disposizione non saranno efficaci se non dal 2018;
    non appare che quanto previsto dal citato articolo 5 del decreto-legge in esame per la conversione abbia una immediata applicazione venendo meno quindi l'esigenza di necessità ed urgenza;
    si segnala altresì come il decreto-legge in esame preveda interventi e disposizioni che si riferiscono a materie non omogenee in quanto variano dall'applicazione dei magistrati addetti all'ufficio del massimario alle sezioni della Corte di Cassazione per svolgere attività di funzioni giurisdizionali di legittimità alle disposizioni per la giustizia amministrativa; dalla proroga degli effetti del trattamento di servizio di magistrati amministrativi, alla costituzione di strutture organizzative interne agli uffici di segreteria del Consiglio di Stato, del Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana e dei Tar denominate «ufficio per il processo»;
    il decreto-legge in esame, inoltre, interviene nel Capo II a partire dall'articolo 7 con interventi normativi su una materia già oggetto del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117 recante «Proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico» convertito con modificazioni dalla legge 12 agosto 2016, n. 161;
    quanto previsto dal decreto-legge in esame, infine appare in contrasto con l'articolo 97, secondo comma della Costituzione, in quanto non assicura il buon andamento della pubblica amministrazione non intervenendo a sanare definitivamente le carenze né in merito alla definizione del contenzioso presso la Corte di Cassazione, né in materia di giustizia amministrativa in particolare sul processo amministrativo telematico tenuto conto del reiterato ricorso alla decretazione d'urgenza;
    così come il contenuto di cui all'articolo 1 del decreto-legge in esame sembra in contrasto con l'articolo 107 della Costituzione che al primo periodo recita: «I magistrati sono inamovibili. Non possono essere dispensati o sospesi dal servizio, né destinati ad altre sedi o funzioni se non a seguito di decisione da parte del Consiglio Superiore della Magistratura...»,

delibera

di non procedere all'esame del disegno di legge n. 4025.
N. 4. Daniele Farina, Sannicandro, Scotto.

DISEGNO DI LEGGE: RENDICONTO GENERALE DELL'AMMINISTRAZIONE DELLO STATO PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2015 (A.C. 3973)

A.C. 3973 – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

TITOLO I
RENDICONTO GENERALE DELLO STATO

Capo I
CONTO DEL BILANCIO

Art. 1.
(Entrate).

  1. Le entrate tributarie, extratributarie, per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti, nonché per accensione di prestiti, accertate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 829.108.055.833,10.
  2. I residui attivi delle Amministrazioni centrali dello Stato, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 209.126.424.675,26, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
  3. I residui attivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 208.259.542.552,38, così risultanti:

Somme versate   Somme rimaste da versare Somme rimaste da riscuotere Totale  
(in euro)
Accertamenti 733.755.824.097,21 27.743.982.883,12 67.608.248.852,77 829.108.055.833,10
Residui attivi dell'esercizio 2014 37.773.252.671,72 9.545.510.019,14 103.361.800.797,35 150.680.563.488,21
208.259.542.552,38

A.C. 3973 – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Spese).

  1. Le spese correnti, in conto capitale e per rimborso di passività finanziarie, impegnate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 826.630.806.826,40.
  2. I residui passivi delle Amministrazioni centrali dello Stato, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 113.253.536.268,40, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
  3. I residui passivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 113.031.097.302,49, così risultanti:

Somme pagate   Somme rimaste da pagare Totale  
(in euro)
Impegni 760.380.449.208,64 66.250.357.617,76 826.630.806.826,40
Residui passivi dell'esercizio 2014 52.523.359.218,55 46.780.739.684,73 99.304.098.903,28
113.031.097.302,49

A.C. 3973 – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Avanzo della gestione di competenza).

  1. L'avanzo della gestione di competenza dell'esercizio finanziario 2015, di euro 2.477.249.006,70, risulta stabilito come segue:

(in euro)

Entrate tributarie 477.177.749.183,15
Entrate extratributarie 83.602.841.428,16
Entrate provenienti dall'alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e dalla riscossione di crediti 8.785.048.302,91
Accensione di prestiti 259.542.416.918,88
      Totale entrate 829.108.055.833,10
Spese correnti 569.801.098.802,31
Spese in conto capitale 41.309.733.821,44
Rimborso di passività finanziarie 215.519.974.202,65
      Totale spese 826.630.806.826,40
      Avanzo della gestione di competenza 2.477.249.006,70

A.C. 3973 – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 4.
(Situazione finanziaria).

  1. Il disavanzo finanziario del conto del Tesoro alla fine dell'esercizio 2015, di euro 245.428.089.969,26, risulta stabilito come segue:
(in euro)

Avanzo della gestione di competenza  2.477.249.006,70
Disavanzo finanziario del conto del Tesoro dell'esercizio 2014  247.260.895.818,99
Diminuzione nei residui attivi lasciati dall'esercizio 2014:
  Accertati:
al 1o gennaio 2015  209.126.424.675,26
al 31 dicembre 2015 208.259.542.552,38
866.882.122,88
Diminuzione nei residui passivi lasciati dall'esercizio 2014:
  Accertati:
al 1o gennaio 2015 113.253.536.268,40
al 31 dicembre 2015 113.031.097.302,49
222.438.965,91
Disavanzo al 31 dicembre 2014  247.905.338.975,96
Disavanzo finanziario al 31 dicembre 2015  245.428.089.969,26

A.C. 3973 – Articolo 5

ARTICOLO 5 E RELATIVI ALLEGATI NN. 1 E 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 5.
(Allegati).

  1. Sono approvati l'Allegato n. 1, annesso alla presente legge, previsto dall'articolo 28, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nonché l'Allegato n. 2 relativo alle eccedenze di impegni e di pagamenti risultate in sede di consuntivo per l'esercizio 2015 rispettivamente sul conto della competenza, sul conto dei residui e sul conto della cassa, relative alle unità di voto degli stati di previsione della spesa dei Ministeri.

Allegato N. 1

Prelevamenti dal Fondo di riserva per le spese impreviste effettuati nell'anno 2015
(articolo 28, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, e successive modificazioni)

  Per l'anno finanziario 2015, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, al programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» (Oneri comuni di parte corrente) di pertinenza del centro di responsabilità «Ragioneria generale dello Stato», è iscritto il capitolo n. 3001, con uno stanziamento iniziale di euro 550.000.000 in conto competenza e in conto cassa.
  Nel corso dell'anno finanziario 2015 sono stati disposti, a carico del suddetto fondo, prelevamenti in termini di competenza e di cassa con i seguenti decreti del Ministro dell'economia e delle finanze:

Immagine prelevata dal resoconto

Immagine prelevata dal resoconto

Immagine prelevata dal resoconto

Immagine prelevata dal resoconto

Immagine prelevata dal resoconto

Allegato N. 2

Immagine prelevata dal resoconto

Immagine prelevata dal resoconto

Immagine prelevata dal resoconto

A.C. 3973 – Articolo 6

ARTICOLO 6 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Capo II
CONTO GENERALE DEL PATRIMONIO

Art. 6.
(Risultati generali della gestione patrimoniale).

  1. La situazione patrimoniale dell'Amministrazione dello Stato, al 31 dicembre 2015, resta stabilita come segue:

(in euro)

Attività
Attività finanziarie    657.100.317.564,12
Attività non finanziarie prodotte  301.269.409.470,32
Attività non finanziarie non prodotte  4.239.692.302,54
962.609.419.336,98
Passività
Passività finanziarie  2.721.031.067.721,65
2.721.031.067.721,65
Eccedenza passiva al 31 dicembre 2015  1.758.421.648.384,67

A.C. 3973 – Articolo 7

ARTICOLO 7 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

TITOLO II
AMMINISTRAZIONI E AZIENDE AUTONOME

Art. 7.
(Istituto agronomico per l'Oltremare).

  1. Le entrate correnti del bilancio dell'Istituto agronomico per l'Oltremare, accertate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite dal conto consuntivo dell'Istituto stesso, allegato al conto consuntivo del Ministero degli affari esteri, in euro 3.768.286,91.
  2. I residui attivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 158.113, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
  3. I residui attivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 187.527, così risultanti:

Somme versate   Somme rimaste da riscuotere Totale  
(in euro)
Accertamenti  3.668.484,91 99.802,00 3.768.286,91

Residui attivi dell'esercizio 2014 

70.388,00 87.725,00 158.113,00
187.527,00

  4. Le spese correnti e in conto capitale del bilancio dell'Istituto agronomico per l'Oltremare, impegnate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 3.768.286,91.
  5. I residui passivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 6.827.082,01, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
  6. I residui passivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 5.764.809,75, così risultanti:

Somme pagate   Somme rimaste da pagare Totale  
(in euro)
Impegni  1.975.016,84 1.793.270,07 3.768.286,91
Residui passivi dell'esercizio 2014  2.855.542,33 3.971.539,68 6.827.082,01
5.764.809,75

A.C. 3973 – Articolo 8

ARTICOLO 8 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 8.
(Archivi notarili).

  1. L'avanzo della gestione del bilancio degli Archivi notarili, per l'esercizio finanziario 2015, risulta stabilito come segue:

(in euro)
Entrate 372.683.736,59
Spese 331.103.791,02
Avanzo di gestione 41.579.945,57

A.C. 3973 – Articolo 9

ARTICOLO 9 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 9.
(Fondo edifici di culto).

  1. Le entrate correnti e in conto capitale del bilancio del Fondo edifici di culto, accertate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite dal conto consuntivo del Fondo stesso, allegato al conto consuntivo del Ministero dell'interno, in euro 11.036.568,37.
  2. I residui attivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 2.318.755,35, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
  3. I residui attivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 1.505.589,16, così risultanti:

Somme versate   Somme rimaste da versare Somme rimaste da riscuotere Totale  
(in euro)
Accertamenti 10.274.123,75 0 762.444,62 11.036.568,37
Residui attivi dell'esercizio 2014 1.616.379,73 0 743.144,54 2.359.524,27
1.505.589,16

  4. Le spese correnti e in conto capitale del Fondo edifici di culto, impegnate nell'esercizio 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 17.048.776,16.
  5. I residui passivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 7.993.019,05, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
  6. I residui passivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 16.515.916,78, così risultanti:

Somme pagate   Somme rimaste da pagare Totale  
(in euro)
Impegni 2.495.461,17 14.553.314,99 17.048.776,16
Residui passivi dell'esercizio 2014 5.597.618,60 1.962.601,79 7.560.220,39
16.515.916,78

  7. La situazione finanziaria dell'amministrazione del Fondo edifici di culto, alla fine dell'esercizio 2015, risulta come appresso:

(in euro)
Entrate dell'esercizio 2015 11.036.568,37
Spese dell'esercizio 2015 17.048.776,16
Saldo passivo della gestione di competenza 6.012.207,79
Saldo attivo dell'esercizio 2014 9.267.216,74
Aumento nei residui attivi lasciati dall'esercizio 2014:
  Accertati:
al 1o gennaio 2015 2.318.755,35
al 31 dicembre 2015 2.359.524,27
40.768,92
Diminuzione nei residui passivi lasciati dall'esercizio 2014:
  Accertati:
al 1o gennaio 2015 7.993.019,05
al 31 dicembre 2015 7.560.220,39
432.798,66
Saldo effettivo dell'esercizio 2014 9.740.784,32
Saldo attivo al 31 dicembre 2015 3.728.576,53

A.C. 3973 – Articolo 10

ARTICOLO 10 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

TITOLO III
APPROVAZIONE DEI RENDICONTI

Art. 10.
(Rendiconti).

  1. Il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato e i rendiconti delle Amministrazioni e delle Aziende autonome per l'esercizio 2015 sono approvati nelle risultanze di cui ai precedenti articoli.

DISEGNO DI LEGGE: DISPOSIZIONI PER L'ASSESTAMENTO DEL BILANCIO DELLO STATO E DEI BILANCI DELLE AMMINISTRAZIONI AUTONOME PER L'ANNO FINANZIARIO 2016 (A.C. 3974-A)

A.C. 3974-A – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sull'emendamento Tab. 11.100 del Governo e sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

A.C. 3974-A – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE E ANNESSE TABELLE

Art. 1.
(Disposizioni generali).

  1. Nello stato di previsione dell'entrata, negli stati di previsione dei Ministeri e nei bilanci delle Amministrazioni autonome, approvati con legge 28 dicembre 2015, n. 209, sono introdotte, per l'anno finanziario 2016, le variazioni di cui alle annesse tabelle.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 1.
(Disposizioni generali).

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –5.000.000;
   CS: –5.000.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, missione 4, Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, programma 4.5 – Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, programmazione, montaggio e valutazione politiche sociali e di inclusione attiva, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +5.000.000;
   CS: +5.000.000.
Tab. 2. 1. (ex Tab. 2. 3.) Colonnese, Mantero, Grillo, Nesci, Silvia Giordano, Di Vita, Lorefice, Castelli, Cariello, Caso, Sorial, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –2.500.000;
   CS: –2.500.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero della salute, missione 1 – Tutela della salute, programma 1.7 – Vigilanza sugli enti e sicurezza delle cure, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +2.500.000;
   CS: +2.500.000.
Tab. 2. 2. (ex Tab. 2. 5.) Lorefice, Colonnese, Grillo, Mantero, Di Vita, Silvia Giordano, Baroni, Cariello, Caso, Sorial, Castelli, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –500.000;
   CS: –500.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero della salute, missione 1 – Tutela della salute, programma 1.3 – Programmazione del Servizio Sanitario Nazionale per l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +500.000;
   CS: +500.000.
Tab. 2. 3. (ex Tab. 2. 6.) Di Vita, Silvia Giordano, Lorefice, Mantero, Nesci, Grillo, Colonnese, Cariello, Caso, Sorial, Castelli, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –500.000;
   CS: –500.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero della salute, missione 1, Tutela della salute, programma 1.4 – Regolamentazione e vigilanza in materia di prodotti farmaceutici ed altri prodotti sanitari ad uso umano, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +500.000;
   CS: +500.000.
Tab. 2. 4. (ex Tab. 2. 7.) Nesci, Silvia Giordano, Di Vita, Lorefice, Mantero, Grillo, Colonnese, Castelli, Cariello, Caso, Sorial, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –144.750;
   CS: –144.750.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, missione 2, Diritti alla mobilità e sviluppo dei sistemi di trasporto, programma 2.7 – Sviluppo e sicurezza della mobilità locale, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +144.750;
   CS: +144.750.
Tab. 2. 5. (ex Tab. 2. 8.) Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Micillo, Terzoni, Zolezzi, Vignaroli, De Lorenzis, Liuzzi, Nicola Bianchi, Dell'Orco, Paolo Nicolò Romano, Sorial, Castelli, Caso, Cariello, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –100.000;
   CS: –100.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, missione 1, Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, programma 1.9 – Gestione delle risorse idriche, tutela del territorio e bonifiche apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +100.000;
   CS: +100.000.
Tab. 2. 6. (ex Tab. 2. 9.) Daga, Busto, De Rosa, Mannino, Micillo, Terzoni, Zolezzi, Vignaroli, Brugnerotto, D'Incà, Sorial, Caso, Castelli, Cariello.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –50.000;
   CS: –50.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, missione 3, Casa e assetto urbanistico, programma 3.1 – Politiche abitative, urbane e territoriali, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +50.000;
   CS: +50.000.
Tab. 2. 7. (ex Tab. 2. 10.) Daga, Busto, De Rosa, Mannino, Micillo, Terzoni, Zolezzi, Vignaroli, D'Incà, Sorial, Castelli, Caso, Cariello, Brugnerotto.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –10.000;
   CS: –10.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, missione 1, Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, programma 1.10 – Tutela e conservazione della fauna e della flora, salvaguardia della biodiversità e dell'ecosistema marino, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +10.000;
   CS: +10.000.
Tab. 2. 8. (ex Tab. 2. 11.) Terzoni, Daga, Busto, De Rosa, Mannino, Micillo, Zolezzi, Vignaroli, Cariello, Brugnerotto, D'Incà, Sorial, Castelli, Caso.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –10.000;
   CS: –10.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, missione 1 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, programma 1.11 – Prevenzione e gestione dei rifiuti, prevenzione degli inquinamenti, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +10.000;
   CS: +10.000.
Tab. 2. 9. (ex Tab. 2. 12.) Zolezzi, Vignaroli, Mannino, Daga, Busto, De Rosa, Micillo, Terzoni, Cariello, Brugnerotto, D'Incà, Sorial, Castelli, Caso.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –2.000;
   CS: –2.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, missione 1 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, programma 1.12 – Programmi e interventi per il governo dei cambiamenti climatici, gestione ambientale ed energie rinnovabili, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +2.000;
   CS: +2.000.
Tab. 2. 10. (ex Tab. 2. 13.) De Rosa, Daga, Busto, Mannino, Micillo, Terzoni, Zolezzi, Vignaroli, Cariello, Brugnerotto, D'Incà, Sorial, Castelli, Caso.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 25 – Fondi da ripartire, programma 25.2, – Fondi di riserva e speciali, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –1.000.000;
   CS: –1.000.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, missione 1 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, programma 1.12 – Programmi e interventi per il governo dei cambiamenti climatici, gestione ambientale ed energie rinnovabili, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +1.000.000;
   CS: +1.000.000.
Tab. 2. 11. (ex Tab. 2. 14.) Dell'Orco, De Lorenzis, Nicola Bianchi, Carinelli, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano, Spessotto, Caso, Sorial, Castelli, Cariello, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione 3 – Ordine pubblico e sicurezza, programma 3.1 – Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +2.000.000;
   CS: +600.000.

  Conseguentemente, al medesimo stato di previsione, missione 5 – Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti, programma 5.1 – Flussi migratori, garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –2.000.000;
   CS: –600.000.
Tab. 8. 1. (ex Tab. 8. 1.) Guidesi.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione 3 – Ordine pubblico e sicurezza, programma 3.2 – Servizio permanente dell'Arma dei Carabinieri per la tutela dell'ordine e la sicurezza pubblica, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +2.000.000;
   CS: +600.000.

  Conseguentemente, al medesimo stato di previsione, missione 5 – Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti, programma 5.1 – Flussi migratori, garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –2.000.000;
   CS: –600.000.
Tab. 8. 2. (ex Tab. 8. 2.) Guidesi.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione 3 – Ordine pubblico e sicurezza, programma 3.3 – Pianificazione e coordinamento Forze di polizia, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +2.000.000;
   CS: +600.000.

  Conseguentemente, al medesimo stato di previsione, missione 5 – Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti, programma 5.1 – Flussi migratori, garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –2.000.000;
   CS: –600.000.
Tab. 8. 3. (ex Tab. 8. 3.) Guidesi.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, missione 1 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, programma 1.12 – Programmi e interventi per il governo dei cambiamenti climatici, gestione ambientale ed energie rinnovabili, apportare le seguenti variazioni:
   CP: +1.000.000;
   CS: +1.000.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, missione 1 – Infrastrutture pubbliche e logistica, programma 1.2 – Sistemi stradali, autostradali ed intermodali apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –1.000.000;
   CS: –1.000.000.
Tab. 9. 1. (ex Tab. 9. 1.) Dell'Orco, De Lorenzis, Nicola Bianchi, Carinelli, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano, Spessotto, Caso, Sorial, Castelli, Cariello, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, missione 1 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, programma 1.12 – Programmi e interventi per il governo dei cambiamenti climatici, gestione ambientale ed energie rinnovabili, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +1.000.000;
   CS: +1.000.000.

  Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, missione 1 – Infrastrutture pubbliche e logistica, programma 1.7 – Opere strategiche, edilizia statale ed interventi speciali e per pubbliche calamità, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –1.000.000
   CS: –1.000.000.
Tab. 9. 2. (ex Tab. 9. 4.) Dell'Orco, De Lorenzis, Nicola Bianchi, Carinelli, Liuzzi, Paolo Nicolò Romano, Spessotto, Sorial, Castelli, Caso, Cariello, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero della difesa, missione 1 – Difesa e sicurezza del Territorio, programma 1.5 – Interventi non direttamente connessi con l'operatività dello strumento, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –2.114.300;
   CS: –2.114.300.

  Conseguentemente, al medesimo stato di previsione, medesima missione, programma 1.6 – Pianificazione generale delle Forze armate e approvvigionamenti militari, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +2.114.300;
   CS: +2.114.300.
Tab. 11. 100. Il Governo.
(Approvato)

  Allo stato di previsione del Ministero della salute, missione 1 – Tutela della salute, programma 1.1 – Prevenzione e promozione della salute umana ed assistenza sanitaria al personale navigante e aeronavigante, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +900.000;
   CS: +900.000.

  Conseguentemente, al medesimo stato di previsione, missione 1 – Tutela della salute, programma 1.3 – Programmazione del Servizio Sanitario Nazionale per l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –900.000;
   CS: –900.000.
Tab. 14. 1. (ex Tab. 14. 2.) Mantero, Grillo, Colonnese, Nesci, Silvia Giordano, Di Vita, Lorefice, Castelli, Cariello, Caso, Sorial, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero della salute, missione 1 – Tutela della salute, programma 1.3 – Programmazione del Servizio Sanitario Nazionale per l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +2.000.000;
   CS: +2.000.000.

  Conseguentemente, al medesimo stato di previsione, missione 1 – Tutela della salute, programma 1.7 – Vigilanza sugli enti e sicurezza delle cure, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –2.000.000;
   CS: –2.000.000.
Tab. 14. 2. (ex Tab. 14. 1.) Grillo, Mantero, Silvia Giordano, Lorefice, Nesci, Di Vita, Colonnese, Castelli, Cariello, Caso, Sorial, Brugnerotto, D'Incà.

  Allo stato di previsione del Ministero della salute, missione 1 – Tutela della salute, programma 1.3 – Programmazione del Servizio Sanitario Nazionale per l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: –900.000;
   CS: –900.000.

  Conseguentemente, al medesimo stato di previsione, missione 1 – Tutela della Salute, programma 1.7 – Vigilanza sugli enti e sicurezza delle cure, apportare le seguenti variazioni:
  2016:
   CP: +900.000;
   CS: +900.000.
Tab. 14. 3. (ex Tab. 14. 3.) Lorefice, Silvia Giordano, Di Vita, Baroni, Colonnese, Mantero, Grillo, Cariello, Caso, Sorial, Castelli, Brugnerotto, D'Incà.

A.C. 3974-A – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e disposizioni relative).

  1. All'articolo 2, comma 3, della legge 28 dicembre 2015, n. 209, le parole: «53.400 milioni di euro» sono sostituite dalle seguenti: «64.000 milioni di euro».

A.C. 3974-A – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Stato di previsione del Ministero della difesa e disposizioni relative).

  1. I commi 2, 3, 4 e 5 dell'articolo 11 della legge 28 dicembre 2015, n. 209, sono sostituiti dai seguenti:
  «2. Il numero massimo degli ufficiali ausiliari da mantenere in servizio come forza media nell'anno 2016, ai sensi dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stabilito come segue:
   a) ufficiali ausiliari di cui alle lettere a) e c) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010:
    1) Esercito n. 80;
    2) Marina n. 19;
    3) Aeronautica n. 72;
    4) Carabinieri n. 0;
   b) ufficiali ausiliari piloti di complemento, di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010:
    1) Esercito n. 0;
    2) Marina n. 55;
    3) Aeronautica n. 14;
   c) ufficiali ausiliari delle forze di completamento, di cui alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 937 del codice di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010:
    1) Esercito n. 97;
    2) Marina n. 18;
    3) Aeronautica n. 20.

  3. La consistenza organica degli allievi ufficiali delle accademie delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è fissata, per l'anno 2016, come segue:
   1) Esercito n. 281;
   2) Marina n. 280;
   3) Aeronautica n. 248;
   4) Carabinieri n. 90.

  4. La consistenza organica degli allievi delle scuole sottufficiali delle Forze armate, esclusa l'Arma dei carabinieri, di cui alla lettera b-bis) del comma 1 dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stabilita, per l'anno 2016, come segue:
   1) Esercito n. 420
   2) Marina n. 268;
   3) Aeronautica n. 275.

  5. La consistenza organica degli allievi delle scuole militari, di cui alla lettera b-ter) del comma 1 dell'articolo 803 del codice di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stabilita, per l'anno 2016, come segue:
   1) Esercito n. 480;
   2) Marina n. 198;
   3) Aeronautica n. 135».

A.C. 3974-A – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 4.
(Disposizioni diverse).

  1. All'articolo 17 della legge 28 dicembre 2015, n. 209, è aggiunto, in fine, il seguente comma:
  «35-bis. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a ripartire tra gli stati di previsione dei Ministeri interessati le risorse del capitolo “Fondo da ripartire per la sistemazione contabile delle partite iscritte al conto sospeso”, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2016. Le risorse non utilizzate nel corso del presente esercizio possono esserlo, in conto residui, nell'esercizio successivo».

  2. Per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione, la dotazione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è incrementata di 955.069.060 euro per l'anno 2016.

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE ALL'ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE

ART. 4.
(Disposizioni diverse).

  Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Quota parte delle risorse di cui al precedente periodo, pari a 400 milioni di euro, sono destinate per l'anno 2016 all'incremento della dotazione del Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale di cui all'articolo 1, comma 386, della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
4. 1. (ex 4. 1.) Marcon, Melilla, Nicchi, Gregori, Martelli, Airaudo, Placido.

  Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Quota parte delle risorse di cui al precedente periodo, pari a 200 milioni di euro, sono destinate per l'anno 2016 all'incremento della dotazione del Fondo per le non autosufficienze di cui all'articolo 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
4. 2. (ex 4. 2.) Marcon, Melilla, Nicchi, Gregori.

  Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Quota parte delle risorse di cui al precedente periodo, pari a 200 milioni di euro, sono destinate per l'anno 2016 al rifinanziamento dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431, istitutiva del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione.
4. 3. (ex 4. 3.) Marcon, Melilla, Scotto, Pellegrino, Zaratti, Costantino.

  Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Quota parte delle risorse di cui al precedente periodo, pari a 200 milioni di euro, sono destinate per l'anno 2016 al rifinanziamento dell'autorizzazione di spesa relativa al piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi, al quale concorrono gli asili nido, i servizi integrativi, diversificati per modalità strutturali, di accesso, di frequenza e di funzionamento, e i servizi innovativi nei luoghi di lavoro, presso le famiglie e presso i caseggiati di cui all'articolo 1, comma 1259, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
4. 4. (ex 4. 4.) Melilla, Marcon, Scotto, Nicchi, Gregori, Pannarale, Duranti, Paglia, Ricciatti, Pellegrino, Zaratti, Martelli.

  Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Quota parte delle risorse di cui al precedente periodo, pari a 100 milioni di euro, sono destinate per l'anno 2016 all'incremento della dotazione del Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati di cui all'articolo 1, comma 181, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
4. 5. (ex 4. 5.) Duranti, Marcon, Melilla, Nicchi, Gregori, Martelli, Pannarale, Ricciatti, Costantino, Pellegrino.

  Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Quota parte delle risorse di cui al precedente periodo, pari a 100 milioni di euro, sono destinate per l'anno 2016 all'incremento della dotazione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 593, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
4. 6. (ex 4. 6.) Melilla, Marcon, Nicchi, Gregori.

  Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Quota parte delle risorse di cui al precedente periodo, pari a 30 milioni di euro, sono destinate per l'anno 2016 all'incremento della dotazione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 241, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
4. 7. (ex 4. 7.) Duranti, Marcon, Melilla, Nicchi, Gregori, Martelli, Pannarale, Ricciatti, Costantino, Pellegrino.

LE TABELLE RECANTI LE VARIAZIONI ALLO STATO DI PREVISIONE DELL'ENTRATA E AGLI STATI DI PREVISIONE DELLA SPESA, CON GLI ELENCHI AD ESSE ALLEGATI, SONO STATE APPROVATE NEL TESTO PROPOSTO DAL GOVERNO, CON LE SEGUENTI MODIFICAZIONI (1)

 (1) Sono di seguito riportate esclusivamente le voci per le quali la Commissione ha approvato modificazioni e integrazioni alle variazioni proposte dal Governo.
 Le parti modificate sono stampate in neretto.
 Per le restanti parti delle tabelle, nel testo del Governo, si rinvia allo stampato A.C. 3974.

TABELLA N. 10

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
(in euro)

Unità di voto Variazioni
Codice Missione Programma alla previsione di competenza alla autorizzazione di cassa
1 Infrastrutture pubbliche e logistica (14)
1.2
Sistemi stradali, autostradali ed intermodali (14.11)
– 1.955.000
(– 1.455.000)
68.949.608
(69.449.608)
1.7
Opere strategiche, edilizia statale ed interventi
speciali e per pubbliche calamità (14.10)
– 296.000
(– 796.000)
9.928.683
(9.428.683)

A.C. 3974-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    l'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG) Onlus è l'ente morale preposto per legge alla rappresentanza e tutela delle vittime civili di guerra e delle loro famiglie. Al contrario di quello che si immagina si tratta di una categoria, quella delle vittime della guerra, ancora molto ampia ed attuale, che solo in Italia conta oltre 120.000 persone (fonte: Elaborazione statistica sulle partite di pensioni di guerra in pagamento per il 2014, a cura del Ministero dell'economia e delle finanze – Direzione dei servizi del Tesoro). Si tratta di mutilati, invalidi, grandi invalidi, vedove e orfani cui l'associazione offre quotidiana assistenza, anche domiciliare;
    a fianco alle tradizionali attività di assistenza diretta, oggi in buona parte anche di carattere domiciliare attraverso le oltre 80 sedi periferiche, l'ANVCG è inoltre impegnata in diverse, attualissime iniziative nazionali ed internazionale, che la vedono coinvolta a fianco di importanti partner istituzionali e non;
    a titolo esemplificativo e non esaustivo si possono citare:
     la campagna di sensibilizzazione sugli ordigni bellici inesplosi e sullo sminamento umanitario, condotta anche in collaborazione con la RAI, il Ministero degli esteri, il MIUR, l'UNMAS (Agenzia ONU per l'azione contro le mine e gli ordigni inesplosi) ed altri partner italiani ed internazionali;
     la partecipazione alle campagne internazionali di sostegno alle vittime civili di guerra in Sierra Leone, Congo e nella striscia di Gaza, in collaborazione con le Agenzie delle Nazioni Unite UNRWA e UNMAS;
     la stipula, il 13 novembre 2015, di un protocollo d'intesa con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per la diffusione e la sensibilizzazione di diverse tematiche che ricadono nell'ambito della attività dell'Associazione;
     la creazione di un Osservatorio con compiti di ricognizione e studio a livello internazionale nel campo del diritto umanitario, dei diritti umani e delle conseguenze dei conflitti sulla popolazione civile nel mondo;
     numerose campagne di sensibilizzazione, tra cui attualmente in corso quella sul tema dei rifugiati, nell'ambito della quale l'Associazione ha anche aderito al «Comitato 3 ottobre» dove sono presenti l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), il Consiglio Italiano per i rifugiati (CIR), Save the Children, Emergency, Amnesty International, Medici Senza Frontiere eccetera;
     la partecipazione al Comitato Nazionale per l'Azione Umanitaria contro le mine anti-persona presso il Ministero degli affari esteri;
     la creazione della Scuola di aggiornamento e alta formazione «Giuseppe Arcaroli» sui temi dei diritti umani in relazione alle situazioni di conflitto;
     la realizzazione di ricerche e pubblicazioni di carattere storico, di cui da ultimo il progetto di ricerca documentale, attualmente in corso, per un «Atlante dei Bombardamenti e delle vittime civili di guerra», sotto il coordinamento del professor Nicola Labanca, Presidente del Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari;
    come già avvenuto nel 2015 ed anche più incisivamente nell'anno 2016, l'Associazione si attiva fortemente per la promozione dell'azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi e proprio nella ricorrenza del 4 aprile, data che dal 2006 – per volontà dell'Assemblea Generale dell'ONU – è dedicata alla celebrazione della relativa Giornata Mondiale. Si tratta di una ricorrenza che assume particolare importanza per l'Associazione Nazionale Vittime Civili di guerra, che la celebra all'interno di una attività che si svolge durante tutto l'anno con iniziative sia in Italia (come, ad esempio, la campagna di sensibilizzazione sugli ordigni bellici inesplosi nel nostro Paese), sia all'estero (come, ad esempio, l'impegno contro le mine nella Striscia di Gaza insieme all'UNRWA);
    per il 2016 l'evento è stato rivolto in modo particolare al mondo della scuola ed è stato organizzato in collaborazione con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, alla presenza del Ministro, nell'ambito del suddetto protocollo d'intesa stipulato nel mese di Novembre 2015;
    su tale argomento giova ricordare che ogni anno nel mondo decine di chilometri quadrati di territorio vengono bonificati e tornano a disposizione delle comunità per la ricostruzione e la ripresa delle attività socio-economiche. Tuttavia molti Paesi rimangono ancora contaminati, migliaia di chilometri quadrati in tutto il mondo sono impraticabili a causa degli ordigni e si registra ovunque un preoccupante, notevole, aumento di incidenti causati da ordigni esplosivi improvvisati (IED), che purtroppo danneggiano in maniera irrecuperabile, oltre che fisicamente anche e soprattutto psicologicamente, i bambini;
    molto spesso i paesi sconvolti dalle guerre non hanno risorse sufficienti per affrontare in modo sistematico la bonifica del territorio, che risulta essere un'attività molto impegnativa sotto tutti i punti di vista: di qui l'importanza fondamentale del coinvolgimento e della solidarietà della comunità internazionale, campo in cui il nostro Paese svolge un'attività meritoria e di alto livello e che l'Associazione nazionale vittime civili di guerra supporta con pregevoli risultati;
    anche il territorio dell'Italia non è immune da questo flagello, a testimonianza del fatto che si tratta di un problema di lunga durata che finisce con l'interessare diverse generazioni: ogni anno in Italia vengono rinvenuti oltre 60.000 ordigni (dati del Ministero della difesa), principalmente della Seconda Guerra Mondiale, i quali nell'ultimo triennio hanno causato più di 30 feriti, a volte in modo anche assai grave e che pongono comunque a rischio la vita dei civili. Benché questa emergenza sul territorio nazionale sia oggi residuale, l'esperienza di un Paese pesantemente contaminato e con una storia di spessore fornisce alla predetta Associazione l'opportunità di proiettare prospettive di formazione ed educazione alla pace ed alla cooperazione;
    la vita dell'Associazione è assicurata principalmente tramite le quote associative dei soci e tramite due tipi di contributi pubblici, uno ordinario annuo specifico, ai sensi del comma 113 dell'articolo 1 della legge n. 311 del 2004 come modificato dall'articolo 11-quaterdecies, comma 10, del decreto-legge n. 203 del 2005 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2005, allocato nel capitolo 2310 Tab. 8 del Ministero dell'interno e l'altro, soggetto a riparto con altre Associazioni, allocato nel capitolo 2309 Tab. 8 del Ministero dell'interno;
    negli ultimi anni, a fronte delle numerose e crescenti attività svolte dall'ANVCG anche in collaborazione con diversi Ministeri, la certezza e la regolarità di tali contributi è stata costantemente compromessa da ripetuti tagli, cui sono sempre seguiti altrettanti interventi del Parlamento diretti al ripristino degli stessi;
    l'articolo 11-quaterdecies, comma 10, del decreto-legge n. 203 del 2005 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2005, ha stabilito che in favore dell'Associazione nazionale vittime civili di guerra, sia erogato un contributo statale annuo di importo pari a 400.000 euro dall'anno 2006;
    la voce del contributo di cui al predetto Cap. 2310 del bilancio del Ministero dell'interno, pur essendo a legislazione vigente fissato nella suddetta cifra di 400.000 euro, è invece attualmente indicato in soli 60.500 euro annui;
    è necessario che il Governo dia compiutamente attuazione alla previsione di cui all'articolo 11-quaterdecies, comma 10, del decreto-legge n. 203 del 2005, in tal senso indicando nel corrispondente capitolo di bilancio l'effettiva somma di 400.000 euro annui,

impegna il Governo:

   ad adottare le opportune iniziative volte a ripristinare nel Cap. 2310 del bilancio del Ministero dell'interno, se del caso anche solo per memoria, l'importo originario di 400.000 euro annui quale contributo ordinario previsto dal comma 113 dell'articolo 1 della legge n. 311 del 2004 nel testo vigente, nonché il contributo soggetto a riparto di cui al capitolo 2309 Tab. 8 del Ministero dell'interno nell'importo originario di 2.000.000 di euro annui;
   ad ogni modo, ad intraprendere azioni dirette ad assicurare stabilità, continuità e certezza nell'allocazione e nella misura delle risorse da stanziare in favore dell'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra.
9/3974-A/1Mongiello, Di Gioia, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge di assestamento per il 2016 rappresenta lo strumento previsto per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente;
    in particolare, il provvedimento in esame prevede una variazione in diminuzione a livello dei residui per il Programma 20.7 Vigilanza sugli enti e sicurezza delle cure pari a (27,6 milioni), incidente sul cap. 2401 somme dovute per la liquidazione delle transazioni da stipulare con soggetti emotrasfusi, danneggiati da sangue, eccetera (-10,4 milioni) e sul cap. 2409 somme dovute a titolo di indennizzo e risarcimento ai soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile, eccetera (-18,9 milioni);
   considerato che:
    l'articolo 27-bis del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito in legge 11 agosto 2014 n. 114, ha previsto un'equa riparazione per i danneggiati da trasfusione con sangue infetto o emoderivati infetti o vaccinazioni obbligatorie (o per i loro aventi causa, in caso di decesso) che abbiano presentato domanda di adesione alla procedura transattiva di cui alla legge 24 dicembre 2007, n. 244 entro il 19 gennaio 2010;
    nello specifico, si prevede la corresponsione, a titolo di equa riparazione, di una somma di denaro (euro 100.000 per i danneggiati da trasfusione con sangue infetto o somministrazione di emoderivati infetti ed euro 20.000 per i danneggiati da vaccinazione obbligatoria) in un'unica soluzione per i soggetti che hanno presentato domanda di adesione alla procedura transattiva. Il riconoscimento è subordinato non solo al possesso dei requisiti individuati dall'articolo 2, lettera a) e lettera b) del regolamento del 28 aprile 2009 (esistenza di un danno ascrivibile alle categorie di cui alla tabella A annessa al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1981 n. 834 ed esistenza del nesso causale tra il danno e la trasfusione con sangue infetto o la somministrazione di emoderivati infetti o la vaccinazione obbligatoria), ma anche alla verifica della ricevibilità della predetta istanza;
    in risposta ad un'interrogazione presentata dal MoVimento 5 Stelle, il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, nell'ultimo mese di luglio, ha dichiarato che dal 19 gennaio 2010, sono pervenute 7835 domande di adesione all'operazione transattiva di cui alla legge 24 dicembre 2007, n. 244 e che risultano inviate, da parte del Ministero della salute, ai soggetti danneggiati n. 3804 note per l'accettazione dell'equa riparazione e risultano pervenute 1609 accettazioni. Di queste 1259 sono state liquidate, 47 sono state rigettate e 303 sono in lavorazione o in attesa di integrazione della documentazione;
    la corresponsione della somme è, tra l'altro, subordinata alla formale rinuncia all'azione risarcitoria intrapresa, ivi comprese le procedure transattive, e ad ogni ulteriore pretesa di carattere risarcitorio nei confronti dello Stato, anche in sede sovranazionale;
    ad oggi però non è ancora dato di sapere con precisione le somme già stanziate e disponibili per la conclusione della procedura transattiva, tenuto conto che l'equa riparazione è da considerarsi una soluzione iniqua per i danneggiati, stremati da anni di battaglie processuali e dalla malattia, che si vedono liquidare tutta la sofferenza fisica e psicologica sofferta per tanti anni in soli 100.000 euro, al massimo;
    rimane quindi l'incertezza sull'esito che avrà, invece, la procedura transattiva per quei soggetti che decideranno di non accettare l'assegno a titolo di equa riparazione, quando e se proseguiranno le trattative;
    è dal 2007 che tante persone aspettano la conclusione di un accordo che non si sa se verrà mai concluso e anche coloro che ottengono giustizia dai tribunali non vengono risarciti dallo Stato soccombente perché le casse del Ministero non lo permettono,

impegna il Governo

in sede di predisposizione della Legge di bilancio 2017-2019, a stanziare ulteriori risorse per una soluzione pienamente risarcitoria e porre fine all'annosa vicenda legata a fatti collegati ai danni causati dall'utilizzo di farmaci emoderivati infetti.
9/3974-A/2Lorefice, Silvia Giordano, Di Vita, Colonnese, Mantero, Grillo, Nesci, Dall'Osso, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge di assestamento per il 2016 rappresenta lo strumento previsto per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente;
    nel rendiconto generale dello Stato risulta che le risorse per il 2015 (400 milioni) per il Fondo per le non autosufficienze (FNA) sul cap. 3538 sono state assegnate alle regioni con decreto di riparto dell'agosto 2015, in esito ad un complesso procedimento di riparto, sulla base di una batteria di indicatori di fabbisogno, per integrare gli interventi in favore di soggetti con limitata autonomia. Le risorse sono state attribuite, per una quota pari a 390 milioni, alle regioni, e, per una quota pari a 10 milioni di euro, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
    in particolare, per quanto riguarda le variazioni in aumento proposte dal disegno di legge di assestamento si segnala il cap. 3538 – Fondo per le non autosufficienze, a livello dei residui: 0 milioni previsione iniziale – 45 milioni assestata; a livello di cassa: 405 milioni previsione iniziale – 447 milioni assestata);
    le succitate risorse dovrebbero coprire la quota sociale degli interventi di assistenza socio-sanitaria e continuano ad essere esigue rispetto alle importanti finalità del fondo stesso, infatti le associazioni sostengono che la cifra che corrisponde alle esigenze delle persone non autosufficienti in Italia è stimata di almeno un miliardo,

impegna il Governo

in sede di predisposizione della Legge di bilancio 2017-2019, a stanziare risorse adeguate per incrementare il Fondo per le non autosufficienze al fine di dare adeguato sostegno alle fragili fasce coinvolte che hanno diritto ad un trattamento equo, e dignitoso da parte dello Stato.
9/3974-A/3Silvia Giordano, Di Vita, Lorefice, Colonnese, Mantero, Grillo, Nesci, Dall'Osso.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge di assestamento per il 2016 rappresenta lo strumento previsto per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente;
    la legge di stabilità nel programma 20.3 Programmazione del SSN per l'erogazione dei LEA ha assegnato, nel 2015, 292,8 milioni (792,8 milioni al lordo del contributo per i farmaci innovativi), con una riduzione rispetto al 2014 dell'1,3 per cento.
    già nel DEF 2016, rileva l'ulteriore taglio alla sanità, quale misura corrispondente alle risultanze dell'Accordo Stato regioni dell'11 febbraio 2016, ove si prevede, a carico del Servizio sanitario nazionale, quanto stabilito dalla legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016), la quale al comma 680 dispone tagli per: 3.980 milioni per il 2017 e 5.480 milioni per il 2018 e 2019, quale contributo dovuto dalle regioni alla finanza pubblica; pertanto sulla Sanità oltre al taglio di 1,8 miliardi del 2016 si aggiungono riduzioni per quasi 4 miliardi per il 2017 e 5 miliardi a decorrere dal 2018. Dalla medesima Intesa risultano tagli di 100 milioni per la prevenzione e gestione del rischio sanitario nonché la prosecuzione delle politiche di tagli agli investimenti in edilizia sanitaria per 208 milioni di euro;
    il Programma Nazionale Riforme del Governo, nell'ambito del consolidamento delle politiche di spending review, conferma l'incidenza del settore sanitario il cui fabbisogno è fissato, per il solo anno 2016, al livello di 111 miliardi. È altresì precisato che 800 milioni del finanziamento del servizio sanitario nazionale sono subordinati all'adozione dei nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA), che tra l'altro, solo dal 7 settembre ultimo scorso ha avuto il via libera dalla Conferenza Stato regioni;
    i nuovi LEA sono attesi da quindici anni, durante i quali sono stati annualmente stanziati fondi certi per una commissione alla quale era stato affidato il compito di elaborarli, mentre sull'adozione dei nuovi LEA continuano ad esprimersi forti riserve riguardo alle risorse stanziate che non sono rinvenibili nel DEF ma richiedono stanziamenti certi nella legge di stabilità,

impegna il Governo

in sede di predisposizione della Legge di bilancio 2017-2019, a destinare risorse certe e adeguate per garantire l'erogazione dei nuovi LEA su tutto il territorio nazionale.

9/3974-A/4Di Vita, Colonnese, Mantero, Silvia Giordano, Lorefice, Grillo, Nesci, Dall'Osso.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge di assestamento per il 2016 rappresenta lo strumento previsto per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente;
    il provvedimento in esame registra una variazione in aumento a livello di residui, che incide sul Programma 20.3 Programmazione del SSN per l'erogazione dei LEA e in particolare sul cap. 3010 Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto dei medicinali innovativi (+ 96,8 milioni); allo stesso capitolo lo stesso stanziamento viene registrato in termini di cassa come variazione in aumento derivante da atti amministrativi;
    nella Relazione, la Corte rileva che le risorse destinate alla missione Tutela della salute sono pari a 1.133,5 milioni (al netto dei 500 milioni per i farmaci innovativi) e si distribuiscono tra i dodici programmi previsti con pesi, in termini di stanziamenti, molto diversi tra loro: a tre programmi va oltre l'87 per cento degli importi. Si tratta della «Vigilanza degli enti e sicurezza delle cure», della «Programmazione del SSN per l'erogazione dei LEA»;
    la spesa per l'acquisto di farmaci innovativi concorre al raggiungimento del tetto di spesa per l'assistenza farmaceutica territoriale per l'ammontare eccedente annualmente l'importo del fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto dei medicinali innovativi;
    le risorse destinate al fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto dei medicinali innovativi continuano ad essere insufficienti, con particolare riferimento al ben noto problema dello sforamento della spesa da parte delle regioni e al mancato ripiano della spesa tra tutte le aziende titolari di AIC;
    di recente il Governo, con il decreto-legge n. 113 del 2016, ha previsto, nelle more di una revisione del «sistema di governo» del settore farmaceutico, da compiersi entro il 31 dicembre 2016, una serie di misure per procedere al ripiano della spesa farmaceutica che come noto, negli anni 2013,2014 e 2015, ha superato i limiti di spesa previsti dalle norme vigenti;
    di fatto si è cercato di tamponare una grave situazione che esso stesso ha creato al riguardo della spesa farmaceutica, operando uno sconto alle aziende farmaceutiche, anziché intervenire sulla governance dell'Aifa e della farmaceutica che, evidentemente non è in grado di governare il prezzo dei farmaci e la conseguente spesa pubblica, con l'inevitabile conseguenza di non garantire i farmaci innovativi a tutti quelli che ne hanno bisogno,

impegna il Governo

in sede di predisposizione della Legge di bilancio 2017-2019, a stanziare risorse adeguate al fine di incrementare il fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l'acquisto dei medicinali innovativi, così da ridurre la quota di compartecipazione a carico dei cittadini.

9/3974-A/5Grillo, Mantero, Silvia Giordano, Di Vita, Lorefice, Colonnese, Nesci, Dall'Osso, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    la relazione del disegno di legge di assestamento per il 2016 evidenzia un peggioramento del saldo netto da finanziarie rispetto alla previsioni iniziali di bilancio che si assesta ora su un valore di 35.355 milioni rispetto all'iniziale previsione di 34.261 milioni di euro;
    il peggioramento del saldo, come si legge dalla relazione, è dovuto alle variazioni per atto amministrativo (-1.337 milioni) e le variazioni in positivo proposte del disegno di legge in esame sono di valore contenuto (+243 milioni di euro);
    il risparmio pubblico in saldo corrente registra un ulteriore peggioramento rispetto alla previsione iniziale, attestandosi su un valore di 2.349 milioni;
    in tema di riduzione della spesa, risparmio e gestione oculata delle risorse pubbliche, il settore in cui è maggiormente possibile ottenere questi risultati, che si aggiungono alla necessità di gestire in maniera adeguata e razionale i soldi che i cittadini versano nelle casse dello Stato sotto forma di tributi e che una buona responsabilità politica impone di governare nel miglior modo possibile, è proprio l'ambito della pubblica amministrazione in cui gli sprechi non possono e non devono essere attribuiti soltanto ed esclusivamente alle situazioni patologiche di illegalità e incuria, ma anche nelle situazioni di normalità, a causa di una gestione non ottimale (o meglio non professionale) dell'azione amministrativa;
    in questa direzione, la riforma del federalismo ha voluto inserire, nel nostro ordinamento, un sistema di finanza multilivello che assicurasse un coordinamento unitario e coerente fra le stesse politiche pubbliche che si sviluppano a diversi livelli di governo;
    la riforma del federalismo fiscale segna una svolta senza precedenti nel nostro sistema previsto nella legge 42 del 2009 di attuazione della delega costituzionale sul federalismo dell'articolo 119 della Costituzione, ma mai attuato Stato. Una riforma che contiene un rinnovato corpus volto a definire un sistema di finanza multilivello che declina in modo nuovo ed originale i rapporti tra Stato, Autonomie ed Unione europea, al fine di assicurare un coordinamento unitario e coerente non solo della finanza pubblica, ma delle stesse politiche pubbliche che si dipanano oggi tra i diversi livelli di governo,

impegna il Governo

ad implementare, attraverso la previsione di provvedimenti ad hoc o anche attraverso i prossimi provvedimenti utili, la riforma del federalismo fiscale al fine di completare l'attuazione del nuovo articolo 119 che prevede non soltanto l'equilibrio dei bilanci degli enti locali e territoriali, nel rispetto dei vincoli economici e finanziari derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea, ma anche l'autonomia di entrata e di spesa di cui non è mai stata completata l'attuazione, come specificato in premessa.
9/3974-A/6Busin, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    la relazione del disegno di legge di assestamento per il 2016 evidenzia un peggioramento del saldo netto da finanziarie rispetto alla previsioni iniziali di bilancio che si assesta ora su un valore di 35.355 milioni rispetto all'iniziale previsione di 34.261 milioni di euro;
    il peggioramento del saldo, come si legge dalla relazione, è dovuto alle variazioni per atto amministrativo (-1.337 milioni) e le variazioni in positivo proposte del disegno di legge in esame sono di valore contenuto (+243 milioni di euro);
    il risparmio pubblico in saldo corrente registra un ulteriore peggioramento rispetto alla previsione iniziale, attestandosi su un valore di 2.349 milioni;
    in tema di riduzione della spesa, risparmio e gestione oculata delle risorse pubbliche, il settore in cui è maggiormente possibile ottenere questi risultati, che si aggiungono alla necessità di gestire in maniera adeguata e razionale i soldi che i cittadini versano nelle casse dello Stato sotto forma di tributi e che una buona responsabilità politica impone di governare nel miglior modo possibile, è proprio l'ambito della pubblica amministrazione in cui gli sprechi non possono e non devono essere attribuiti soltanto ed esclusivamente alle situazioni patologiche di illegalità e incuria, ma anche nelle situazioni di normalità, a causa di una gestione non ottimale (o meglio non professionale) dell'azione amministrativa;
    in questa direzione, la riforma del federalismo ha voluto inserire, nel nostro ordinamento, un sistema di finanza multilivello che assicurasse un coordinamento unitario e coerente fra le stesse politiche pubbliche che si sviluppano a diversi livelli di governo;
    per poter tagliare la spesa in maniera selettiva occorrerebbe rispettare un principio basilare che è quello dell'individuazione dei fabbisogni standard e dell'applicazione consequenziale dei costi standard: i tagli non devono essere previsti sui bilanci consuntivi ma su quelli preventivi, cosa che ad oggi non viene fatta; si rende necessario, al contrario, attivare il circuito della responsabilità, favorendo la trasparenza delle decisioni di spesa e la loro imputabilità attraverso il pieno compimento del passaggio dalla spesa storica (che finanzia servizi e sprechi) al costo/fabbisogno standard (che finanzia i servizi) al fine di garantire un elevatissimo grado di solidarietà c di gestione responsabile del pubblico denaro,

impegna il Governo

ad implementare, attraverso la previsione di provvedimenti ad hoc o anche attraverso i prossimi provvedimenti utili, il più ampio quadro di riforma della gestione della res publica economico-finanziaria, attraverso la previsione dell'applicazione sistemica dell'individuazione dei fabbisogni standard e della relativa applicazione dei costi standard a tutte le pubbliche amministrazioni affinché questo criterio sia sempre preponderante rispetto a quello della spesa storica o, progressivamente, possa divenire il criterio esclusivo.
9/3974-A/7Guidesi, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    preso atto che il provvedimento AC 3974-A recante «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016» prevede allo stato di previsione del Ministero dell'interno, alla missione 5 – Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti, programma 5.1 – Flussi migratori, garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale, l'impiego di risorse ulteriori per il settore immigrazione e accoglienza;
    rilevato che le presenze registrate nel sistema accoglienza sono aumentate da 22.118 nel 2013 a 112.097 a fine agosto 2016 a fronte di una diminuzione del numero dei richiedenti protezione internazionale a cui viene riconosciuto lo status di rifugiato che sono passati dal 13 per cento nel 2013 al 5 per cento nel 2015;
    rilevato altresì che secondo gli ultimi dati disponibili, i costi dell'accoglienza sarebbero passati da 2.736 milioni di euro nel 2015 a 4.227 euro nel 2016, per un totale dal 2013 di circa 10.000.000,000 di euro, di cui solo 400 milioni a titolo di contributo dall'Unione Europea,

impegna il Governo

a valutare in sede di predisposizione della legge di bilancio 2017 l'impiego delle risorse nazionali destinate al settore immigrazione e accoglienza per programmi ed interventi finalizzati al sostegno economico e reingresso nel mercato del lavoro a favore dei cittadini che si trovano in stato di disoccupazione e grave difficoltà economica a seguito del perdurare della crisi del mercato del lavoro interno.
9/3974-A/8Molteni, Palese.


   La Camera,
   premesso che:
    lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM) per l'esercizio 2016, approvato con la legge 28 dicembre 2015, n. 209, reca spese iniziali per complessivi 774,9 milioni di euro sia in conto competenza che in conto cassa;
    si evidenzia che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha aderito alla «Clinton Global Initiative» negli anni 2009, 2010, 2011 e 2013, corrispondendo, per ciascuno di questi anni la relativa quota associativa pari a 20.000 USD (ossia 14.065 euro nel 2009, 14.570,88 euro nel 2010, 14.490 euro nel 2011 e 14765,59 euro nel 2013). I relativi provvedimenti di spesa, emanati con decreto direttoriale, risultano a firma del dottor Corrado Clini quale direttore generale pro tempore e sono stati effettuati a valere sui seguenti capitoli di bilancio:
     2214 P.G. 13 per il 2009;
     2214 P.G. 1 per il 2010;
     2038 P.G. 1 per il 2011,
     2215 P.G. 1 per il 2013;
    non si comprende il motivo della decisione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare finanzi una fondazione estera, intitolata a persona coinvolta nella vita politica e partitica americana, attuale candidata alle elezioni presidenziali americane che si svolgeranno l'8 novembre di quest'anno ma già concorrente perdente alla candidatura del partito democratico alla presidenza del 2008;
    è noto il sostegno da parte del Governo alla signora Hillary Clinton nella competizione elettorale per la presidenza degli Stati Uniti d'America, testimoniato dalla presenza del Ministro dei rapporti con il Parlamento all'assemblea del Partito democratico americano a Philadelphia,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, anche normativa, al fine di vietare che i Ministeri della Repubblica italiana ed ogni altro ente pubblico finanzi direttamente o indirettamente fondazioni italiane od estere intitolate a persone coinvolte nella politica.
9/3974-A/9Crippa.